Scelte difficili

di esserre93
(/viewuser.php?uid=956102)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


La sveglia iniziò a suonare in modo fastidioso alle 6:00 in punto come ormai accadeva da tre anni. Il primo raggio di sole filtrò attraverso il vetro della finestra e Jo si stiracchiò sotto le calde coperte tirando un pugno all’aggeggio infernale; non ne poteva più.
Si alzò controvoglia e non appena mise il piede sinistro a terra, come se avesse ricevuto una scossa, ritrasse l’arto sul letto: “solo questa ci voleva”. Jo era superstiziosa, lo era sempre stata e da che ne avesse memoria, ogni qualvolta il piede sinistro toccava il pavimento prima di quello destro, la giornata sarebbe cambiata drasticamente.
Andò indietro con la memoria, cha la riportò al giorno in cui “per colpa” di quel piede, in un giorno di pioggia, un’auto a tutta velocità le fece il bagno poco prima di un esame importante; o di quella volta in cui Peter l’aveva lasciata: “non sei tu, sono io che sono troppo per te”.
La seconda sveglia della mattina riportò la ragazza alla realtà ed incrociando le dita iniziò la sua giornata.
 
“Buongiorno Jo”, non appena la ragazza varcò l’ingresso del suo ufficio, il suo amico d’infanzia, nonché collega di lavoro, la salutò con il suo solito sorriso.
“Buongiorno Mark, giornata nera”
“Non mi dire che credi ancora a queste cose? Non puoi farti condizionare la giornata da un piede”
“Come fai a saperlo?”
“Cos’altro potrebbe mai accaderti nei cinque minuti che ti separano dall’ufficio?”
Mark conosceva alla perfezione Jo, erano amici dai tempi dell’asilo e non si erano mai lasciati; negli anni avevano dovuto far fronte ai vari chiacchiericci su una loro presunta storia, ma entrambi sapevano che tra di loro non sarebbe mai potuto accadere nulla.
Invece me lo sento, accadrà qualcosa anche oggi”
Jo prese posto alla sua scrivania e dopo aver acceso il computer si adagiò sullo schienale della sedia.
Lavorava lì da tre lunghi anni, aveva lavorato sodo per ottenere un posto come giornalista di quel quotidiano, non era arrivata ancora alla prima pagina, ma sapeva che ce l’avrebbe fatta, nessuno le avrebbe impedito di realizzare il suo sogno.
“Terra chiama Jo!”
Mark, seduto di fronte a lei iniziò a sventolare la mano davanti ai suoi occhi e la ragazza tornò alla realtà.
“Non mi dire che stai ancora pensando alla sfortuna che ti
perseguiterà per tutta la giornata?”
E se mi licenziassero?”
“Ma scherzi? Puoi per favore non pensarci e iniziare a lavorare?”
Jo fece come le aveva suggerito il suo amico ed iniziò a scrivere un articolo assegnatole il giorno prima.
Odiava scrivere sullo sport, ma il redattore capo era stato chiaro riguardo la sua assunzione: prima di arrivare
a scrivere di cronaca, avrebbe dovuto fare della gavetta, come chiunque altro.
La ragazza sbuffò pesantemente ed iniziò a scrivere.
 
Quando posò gli occhi sul suo orologio da polso, con stupore, notò che fosse trascorsa solo un’ora
dall’inizio della sua giornata lavorativa, così decise di andare a prendere un the, quella mattina era troppo distratta per poter scrivere qualsiasi cosa.
Non appena arrivò al bar che si trovava al piano terra, si immise nella fila e guardando il cartellone iniziò a decidere cosa poter prendere.
Secondo me dovresti provare un mocaccino”
Jo, sentendo una voce alle sue spalle, si voltò e si trovò davanti una creatura angelica: guance paffute, occhi azzurri e capelli biondi. La ragazza di fronte a lei era davvero bellissima.
Hai visto un fantasma per caso?”
Jo cercò di riprendersi da quei pensieri e rispose: “Non sono il tipo da caffè, bevo the o tisane”
“Non lo avrei mai detto, scusami mi chiamo Sasha”
“Piacere Jo”
“Jo sta per?”
“Jo e basta, non è il diminutivo di alcun nome”
“Capisco, comunque è il tuo turno, non vorrai far innervosire qualcuno
dietro di noi”
Jo si voltò verso il bancone e in effetti era proprio il suo turno. Paul, il barista stava aspettando che la ragazza facesse il suo ordine.
“Un the verde per favore”
Non appena Paul le porse il bicchiere con il the, Jo non seppe se aspettare che anche Sasha facesse la sua ordinazione, dopotutto era solo una sconosciuta.
“Se ti va puoi aspettarmi, penso che dovremmo salire allo stesso piano”
Jo sorrise tra sé e sé ed aspettò Sasha.
 
“Allora… Non ti ho mai vista in redazione, come fai a sapere che lavoro al terzo piano?”
“Ti ho vista stamattina prendere l’ascensore. Eri di fretta e non mi hai notata, ma io si”
A quelle parole, Jo non seppe se sentirsi lusingata o preoccupata.
“Non preoccuparti, non sono una stalker”
“Non lo sono infatti”
“I tuoi occhi non dicono la stessa cosa. Comunque oggi è il mio primo giorno”
“Wow non sapevo che fossero alla ricerca di altri giornalisti. Di cosa ti occupi?”
“Sport”
Non appena Sasha pronunciò quella parola, Jo scoppiò in una grande risata. Il redattore capo aveva incastrato anche lei nella sezione sportiva.
Perché ridi?”
“Anche io mi occupo di sport, ma solo perché me lo ha imposto il capo, quindi suppongo che anche per te sia la stessa cosa”
“In realtà no, mi piace lo sport, ho sempre voluto fare questo”
“Non lo avrei mai detto”
“Visto? A quanto pare ci siamo sbagliate entrambe”
 
Le loro strade si separarono non appena le porte dell’ascensore si aprirono. Jo non sapeva se avrebbe rivisto Sasha, ma era sicura di una cosa: il piede sinistro non aveva più alcun effetto.

“Cos’è quel sorriso ebete che hai?”
Jo prese immediatamente il suo cellulare dalla tasca e si specchiò con il display. Aveva davvero un sorriso ebete disegnato in volto ed era più che sicura che fosse a causa di Sasha.
Nulla, mi sta facendo effetto il the che ho appena preso, torno a lavorare”
“Pensi di scampartela così con me? Solo qualche ora fa eri sicura che si stesse abbattendo su di te una catastrofe, mentre ora stai camminando sulle nuvole”
“Si può cambiare umore o no?”
“Se lo dici tu”
Mark decise di lasciar cadere l’argomento e Jo ne fu contenta. Non gli andava di raccontargli cose a cui anche lei non sapeva dare un nome. Era semplicemente contenta per ciò che era appena accaduto.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Jo girò la chiave nella serratura ed entrò nel suo appartamento. Dopo la giornata trascorsa in ufficio aveva deciso di tornare a casa per poi andare al parco per una corsa. Non era solita fare jogging, ma aver conosciuto Sasha le aveva insinuato nella testa non pochi pensieri, così si cambiò, infilò gli auricolari e una volta raggiunto il parco poco distante da casa sua, iniziò la sua attività. Mentre correva ripensò a quello che era accaduto quella mattina e alle emozioni che aveva provato. Non le era mai successa una cosa del genere, se non per il suo ex e pochi altri ragazzi. Possibile che all’età di 27 anni potesse accaderle tutto quello?
La suoneria del telefono la distrasse da quei pensieri, Mark la stava chiamando. Non le aveva più raccontato di Sasha, non per vergogna, ma perché non sapeva cosa dirgli realmente.
Ciao Mark”
“Disturbo?”
“No affatto, sono a fare jogging”
“Tu che corri? Ma cosa ti succede oggi?”
“Nulla, avevo bisogno di distrarmi”
“Distrarti da quello che è successo stamattina? Ancora non mi hai raccontato niente e non ho intenzione di desistere”
La ragazza sapeva quanto fosse testardo il suo amico e sapeva anche che prima o poi gli avrebbe dovuto dire tutto.
Posso richiamarti più tardi? Così ne parliamo più tranquillamente”
“Va bene, a dopo”
 Jo riagganciò e ricominciò la sua corsa. Il parco era semi deserto, a quell’ora non ci era mai stata e si stava bene.
Circa mezz’ora dopo tornò a casa e dopo una lunga doccia decise di richiamare Mark, gli avrebbe spiegato tutto.
Sono tutt’orecchi”
“Prometti che non mi prenderai in giro?”
“Lo prometto”
“Stamattina al bar ho incontrato una ragazza, Sasha e mi piace molto. In realtà non so bene cosa mi stia accadendo, ma da quando l’ho conosciuta non riesco a smettere di pensare a lei”
“Wow non l’ho mai sentita nominare però”
“Ieri è stato il suo primo giorno, è una giornalista sportiva”
“E come mai sei andata a correre?”
“Perché sono confusa, non mi è mai successa una cosa del genere e non so cosa pensare”
“Non pensare a nulla, prendi ciò che ti viene dato. Non stai uccidendo nessuno e se questa ragazza ti piacerà davvero saprà dirtelo solo il tempo”
“Non so neanche se lei pensa le stesse cose di me. Forse sto montando solo un castello di sabbia”

“Domani non appena arrivi cercala e se sarà solo un castello di sabbia lo capirai immediatamente”
I due rimasero al telefono ancora qualche minuto prima di salutarsi. Jo avrebbe seguito il consiglio di Mark, d’altronde non le rimaneva molto altro da fare.
 
Il giorno dopo, non appena Jo entrò nell’atrio della redazione, si incamminò verso l’ascensore e si guardò intorno alla ricerca della ragazza bionda. Quando si rese conto che non ci fosse, decise di andare agli uffici adiacenti al suo per capire se fosse arrivata. In ascensore si guardò alla parete specchiata e decise che non era tanto male, i suoi lisci capelli castani erano in ordine, agli occhi portava un filo di matita e per quel giorno aveva optato per una camicia e un gilet. Si sistemò la tracolla sulla spalla destra e non appena le porte dell’ascensore si aprirono si incamminò nel corridoio. La ragazza superò il suo ufficio e non appena girò l’angolo, in lontananza vide proprio Sasha; la vide portare, con la mano destra, un ciuffo biondo dietro l’orecchio. La bionda stava parlando con un ragazzo, probabilmente suo collega. Non appena però quest’ultimo poggiò una mano sul braccio della ragazza, Jo si diede della stupida e decise di tornare nel suo ufficio “Stupida, stupida, stupida, cos’avevi in mente di fare?”
Ehi, Jo!”
La ragazza si sentì chiamare, ma decise di non voltarsi, non aveva nessuna intenzione di fare la figura della quindicenne.
“Jo”, Sasha riuscì a raggiungere la ragazza e la prese per un braccio
Dimmi”
“Perché scappi?”
“Devo andare a lavorare”
“Però eri venuta da me, avevi bisogno di qualcosa?”
“No, ero venuta solo a salutarti, ma eri già impegnata”
“Thomas mi stava raccontando come fosse andato il suo viaggio di nozze”
In quel momento Jo diventò rossa dall’imbarazzo e non riuscì a nasconderlo
Dimmi la verità, pensavi stessimo flirtando eh?
“Si”
“Per questo hai fatto finta di non sentirmi?”
A quella domanda Jo ripose semplicemente annuendo, l’imbarazzo era troppo per poter dire qualsiasi altra parola.
Sciocchina” Sasha le strofinò una mano sulla testa e Jo riuscì ad abbozzare un sorriso “Ora devo andare, però ci vediamo alla stessa ora di ieri al bar?”
“Va bene, a dopo”
Jo diede le spalle alla bionda e si avvicinò al suo ufficio dove la stava già aspettando Mark.
Lasciamo perdere, vorrei sprofondare, mi avrà presa per una cretina”
“Perché? Non le piaci?”
“Non è questo, mi ha invitata al bar più tardi, ma ho fatto una semi scenata di gelosia”
A quelle parole Mark scoppiò in una risata e Jo, con lo sguardo rivolto verso il basso, si diresse verso la sua scrivania. Quella mattina avrebbe dovuto fare una ricerca riguardo una partita di Hockey disputata la sera prima. Iniziò e scoprì che la squadra di casa aveva vinto. “Sasha saprebbe sicuramente cosa scrivere”, la ragazza si ritrovò a ripensare alla bionda ed alle sue doti di scrittura. Non aveva mai letto un suo articolo, non sapeva se prima di allora avesse lavorato e per quale giornale.
“Ehi Mark, puoi darmi la copia del giornale di stamattina per favore?”
Il suo amico spuntò da dietro il monitor del suo computer e le porse il giornale
“Cosa devi farci?”
“Sasha ha iniziato ieri a lavorare, quindi penso che un suo articolo possa essere uscito stamattina”
“Quando hai fatto passalo anche a me”
La ragazza iniziò a sfogliare e quando arrivò alle notizie sportive il suo sguardo venne catturato proprio dal nome di Sasha; McQueen era il suo cognome, le avevano affidato un articolo sul golf.
Eccolo Mark, caspita, è riuscita a far sembrare bello anche uno sport noioso come il golf”
“Allora è davvero brava, chissà dove ha studiato”
“Più tardi glielo chiedo”
Jo passò il giornale al suo amico e si rimise al lavoro, decise di finire prima della pausa pranzo, così avrebbe potuto invitare la bionda per il pranzo.      
 
L’ora dell’appuntamento arrivò e Jo decise di incamminarsi verso il bar. Era terribilmente agitata, non si era ancora ripresa dalla brutta figura di quella mattina e sperava che Sasha l’avesse rimossa dalla sua mente.
Non appena arrivò a destinazione, trovò la bionda ad aspettarla ad un tavolo in fondo alla stanza, era tra quelli più appartati
“Ti da fastidio metterci qua? Non mi va di parlare davanti le altre persone”
“No va benissimo. Cosa prendi? Così vado ad ordinare”
“Ho già fatto io”
“Grazie”
Jo si sedette di fronte alla ragazza, ma non riuscì a guardarla negli occhi
“Ho già dimenticato quello che è successo stamattina, ma forse io al tuo posto avrei fatto la stessa cosa”
“Ne dubito, ma grazie per il conforto”
“Mi parli un po' di te?”
“Cosa vorresti sapere?”
“Qualsiasi cosa, sono curiosa”
“Sono di qui, sono cresciuta in una famiglia in cui non mi hanno mai fatto mancare nulla e mi sento molto fortunata per questo, sono figlia unica e scrivere è tutto ciò che amo, tu invece?”
“Io mi sono trasferita da poco, sono di Philadelphia, sono cresciuta con i miei nonni, i miei genitori non li ho mai conosciuti e anche io amo scrivere, non farei nient’altro nella vita”
“Mi dispiace, cosa è successo ai tuoi?”
“Se la sono data a gambe, ma non preoccuparti, sto bene così”
Nel frattempo il cameriere portò i loro ordini e Jo sorseggiò il suo the verde. Sasha fece la stessa cosa, per poi riposare il bicchiere sul tavolo.
“Perché mi guardi?”
“Perché stavo ripensando al tuo viso imbarazzato di stamattina, era tenerissima”
“Non avevi detto di averlo dimenticato?”
“Piccola bugia, penso di non poterlo mai dimenticare”
“Ho fatto la figura della patetica”
“Invece no, sai che ieri non ho fatto altro che pensarti? Sei indubbiamente bella e penso che sia impossibile che a qualcuno tu non piaccia”
“Grazie, ma non sono così perfetta”
“E chi lo è?

“Comunque anche io ti ho pensata e questo mi ha mandata in confusione, non mi era mai successo”
“Davvero?”
“Si”
“Io non ti chiedo nulla, solo di passare del tempo insieme, poi il tempo ci farà capire di più”
“Il mio amico ha detto la stessa cosa”
“Vedi? Allora ci stai?”
“Ci sto, ti va di pranzare insieme? Io ho finito di lavorare e dovrò tornare direttamente dopo la pausa pranzo”
“Io devo finire un articolo, mi dispiace, se l’avessi saputo avrei fatto più in fretta anche io”
“Non preoccuparti, faremo per un’altra volta. Comunque ho letto il tuo articolo e sei bravissima”
“Grazie, pensavo non ti piacesse lo sport”
“Infatti è così, ma ero curiosa di leggerti”
“Anche io ti ho letta”
“Non sono brava come te, penso che il mio odio per lo sport si veda nei miei articoli”
“Non è vero, devi solo metterci più convinzione in quello che fai e non devi pensare al fatto che vorresti scrivere tutt’altro”
“Lo so, ci provo da tre anni ormai e penso che sia questo il motivo per cui il capo non mi faccia fare ciò che vorrei”
“Lo penso anche io, se vuoi qualche sera andiamo a vedere una partita, non è così male come credi”

“Ci proverò. Ora vai, altrimenti farai tardi”
“Mi prometti che ci rivedremo?”
“Te lo prometto”
Jo rimase seduta al tavolo e vide Sasha scomparire dietro la porta dell’ascensore.
Quella ragazza le avrebbe fatto perdere la testa.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Jo tornò alla sua postazione e immediatamente sentì gli occhi addosso del suo amico. Sapeva che avrebbe voluto conoscere tutto nei minimi particolari e la ragazza gli si avvicinò per non farsi sentire dagli altri.
“Allora come è andata?”
“Bene, abbiamo parlato un po’”
“Come ti sembra?”
“Mi piace molto, ma sono ancora confusa, per me è tutto terribilmente nuovo”
“Ti capisco, ma l’unica cosa da fare è capire il motivo per cui ti piaccia così tanto. Quando vi rivedrete?”
“Non ne abbiamo parlato, ma ci rivedremo sicuramente”
I due ragazzi dovettero interrompere la conversazione quando videro il loro capo avvicinarsi proprio a loro.
Jo, dovresti venire nel mio ufficio”
La ragazza, preoccupata, guardò l’amico, che la incoraggiò ad andare. Sapeva che prima o poi sarebbe successo qualcosa, la sua superstizione era sempre fondata.
Non appena Jo entrò nell’ufficio del capo, si chiuse la porta alle spalle ed aspettò che l’uomo dicesse qualcosa.
“Siediti pure”
La ragazza accolse l’invito e si sedette.
“Ti ho fatta venire qui, perché dobbiamo parlare dei tuoi articoli”
“Lo so, non sono il massimo, ma mi sto impegnando”
“So perfettamente che questo non è il tuo campo e capisco che vedi tutto questo come una punizione, ma per me è importante che tu capisca che lo faccio per te, nessuno arriva alla meta se prima non ha sudato per arrivarci”
“Lo capisco, ma ormai sono tre anni che scrivo nella sezione sportiva”
“Per me non sei ancora pronta a fare un passo avanti”
“Quindi cosa mi sta dicendo di fare?”
“Se non vedo dei miglioramenti nei prossimi giorni sono costretto a mandarti via”
“Perché non mi mette alla prova? Lo sa che sono brava nel mio campo, do tutta me stessa quando scrivo”
“Facciamo così, fai ancora due giorni nella sezione sportiva e in questi due giorni dovrai farmi vedere la passione che hai nello scrivere”
“Ci proverò, ma non sono sicura di poterci riuscire”
“Se ami questo lavoro ce la farai”
 
Poco dopo, Jo si diresse verso il suo amico, che anche in lontananza riuscì a decifrare il viso della sua amica.
Non mi dire che ti ha licenziata?”
“No, ma quasi. Mi ha dato due giorni per scrivere al mio meglio, altrimenti dovrò andarmene”
“Cavolo, avevi ragione allora”
Jo si sedette alla sua scrivania e revisionò l’articolo che aveva scritto quella mattina. Ce l’avrebbe messa tutta per non perdere il lavoro, ma sapeva che sarebbe stata dura.
Quando quella sera rincasò non ebbe voglia neanche di cenare e si mise sul divano a leggere un libro. Nei due giorni seguenti si sarebbe giocata la carriera e non sapeva che pesci prendere.
I suoi pensieri vennero interrotti dal suono di una notifica sul suo cellulare. Guardò il display, ma non riconobbe il numero, così apri il messaggio: CIAO SCIOCCHINA
Non appena lesse il testo sorrise immediatamente, Sasha le aveva scritto, così si affrettò a risponderle:
EHI CIAO, COME HAI AVUTO IL MIO NUMERO?
 
FONTI SEGRETE
 
ALLORA AVEVO RAGIONE A DOVERMI PREOCCUPARE, MI STAI STALKERANDO
 
MAI, MA TEMEVO DI NON RIVEDERTI, COSÌ MI SONO INFORMATA
 
ALLORA HAI FATTO BENISSIMO
 
TI VA DI VEDERCI?
NON SONO MOLTO IN VENA, MI DISPIACE
 
COSA SUCCEDE? FORSE POTREI RISOLLEVARTI IL MORALE
 
TI MANDO LA MIA POSIZIONE E MI RAGGIUNGI?
 
CERTO, A TRA POCO
 
Jo posò il telefono sulla scrivania e guardandosi intorno cercò di capire se il suo appartamento fosse in ordine, dopodiché andò nella camera da letto, dove indossò qualcosa di più carino. Optò per una tuta unita, legata al collo che le lasciava le spalle scoperte, sperò che non fosse troppo ed aspettò l’arrivo di Sasha.
Circa 10 min dopo, la bionda stava suonando alla porta, non appena Jo aprì, rimase incantata dalla persona che aveva davanti.
“Benvenuta nella mia umile dimora”
“Molto carina e anche tu lo sei” Detto questo, Sasha le si avvicinò e le stampò un bacio sulla guancia.
“Grazie, anche tu lo sei” Sasha indossava un pantalone bordeaux a sigaretta e una camicia bianca che lasciava intravedere il reggiseno nero.
Jo era emozionata, quando era in compagnia della bionda si sentiva sempre bene, anche quando non era dell’umore adatto.
Mi dici cosa succede?”
“Oggi mi ha chiamato il capo, ho i giorni contati”
“Non ci credo, come può farlo”
“Purtroppo può, mi ha dato due giorni per dimostrargli che valgo qualcosa, ma non so davvero come fare”
“Se vuoi posso darti una mano, io amo scrivere di sport e potrei darti qualche dritta”
“Non vorrei essere un peso”
“Non lo sei affatto. Come prima cosa dobbiamo affrontare il tuo odio verso lo sport. Cosa ti ha assegnato per domani?”
“Devo scrivere sulla partita di baseball che si disputerà stasera”
“Bene, allora stasera guarderemo la partita”
“Grazie per quello che fai, sono quasi una sconosciuta per te e mi aiuti così tanto”
“Ci conosciamo solo da due giorni, ma per me sembra una vita”
A quel punto, Sasha le si avvicinò e le accarezzò la guancia destra. A quel tocco, Jo si sentì avvampare e chiuse gli occhi per catturare ogni sensazione che quel momento le stava dando. Sentì la mano della bionda scendere sul collo per poi soffermarsi sulla spalla scoperta, dei brividi la pervasero e aprendo gli occhi si ritrovò Sasha pericolosamente vicina. Con una mano, Jo prese una ciocca di capelli biondi e gliela portò dietro l’orecchio, per poi poggiare le labbra sulla sua guancia. Le tremavano le gambe, ma non aveva intenzione di interrompere il contatto che si era creato.
Sei sicura?” Sasha cercò il consenso di Jo, sapeva che da quando l’aveva conosciuta era entrata in crisi per i sentimenti contrastanti che le faceva provare. Jo, con un gesto della testa, annuì alla sua domanda, così la bionda si fece strada verso il divano, dove fece stendere la ragazza per poi adagiarcisi sopra.
Jo iniziò a slacciare la camicetta alla bionda, che fece la stessa cosa, slacciandole il nodo dietro il collo.
Sasha le accarezzò una guancia, per poi poggiare le labbra su quelle della ragazza sotto di lei.
Jo non riusciva a credere a tutte le emozioni che stava provando in quel momento, non le era mai successa una cosa simile. Contraccambiò il bacio, che diventò sempre più profondo. I due corpi iniziarono a muoversi simultaneamente e per le due ragazze stava diventando sempre più difficile trattenere qualsiasi suono.
Aspetta, aspetta” Con queste parole, Sasha si alzò e cercò di ricomporsi “non sono venuta qui con questo intento, non voglio che possa pensare male di me. Mi piaci tanto, ma non voglio approfittarmi della situazione”
Ascoltare quelle parole, per Jo, fu l’ennesimo motivo per cui le piacesse quella ragazza così, senza dire nulla, le si avvicinò, le strinse la mano e la portò in camera da letto.
“È tutto ciò di cui ho bisogno in questo momento”
Sasha sembrò convincersi, così assecondò il movimento della ragazza e una volta stese sul letto si lasciarono andare.
 
Circa un’ora dopo, erano l’una tra le braccia dell’altra cercando di riprendere fiato.
Wow”
“Non lo dire a me, ma sicura che tu non fossi mai stata con una ragazza?”
“Forse stavo aspettando te”
Jo le diede un bacio sulle labbra e Sasha la strinse forte a sé.
Io sono già stata con altre ragazze, ma non mi era mai accaduta una cosa simile”
“Cioè?”
“Sentire questo forte desiderio dopo solo due giorni di conoscenza”
“Ne sono lusingata e anche un po’ spaventata. Non so cosa aspettarmi da tutto questo”
“Forse non dobbiamo aspettarci nulla, sarà tutto più bello. Promettimi solo che mi dirai qualsiasi dubbio tu abbia”
“Certo, solo una cosa: non avremmo dovuto vedere la partita?”
A quelle parole, Sasha scoppiò in una grande risata, per poi iniziare una vera e propria lotta del solletico.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Non appena il sole iniziò a sorgere quella mattina, Jo si svegliò. Ancora assonnata guardò al suo fianco e sperò che non fosse stato tutto un sogno. Sasha stava dormendo in posizione prona con il lenzuolo che le copriva solo fino alla vita. Con un dito tracciò il percorso che partiva dal collo fino al fondo schiena, vide la pelle della bionda reagire a quel tocco e con un sorriso ritrasse la mano, non voleva svegliarla prima di aver preparato la colazione, così si diresse verso la cucina ed iniziò a cucinare dei pancakes.
Qualche minuto dopo, quando fu pronto, mise tutto su un vassoio e lo portò in camera da letto. Jo si sedette accanto alla ragazza, con la mano scansò il ciuffo biondo che le andava a coprire il viso e con le labbra andò ad adagiarsi su quelle della bionda.
Buongiorno”
Sasha iniziò a muoversi e non appena aprì gli occhi un sorriso le spuntò sulle labbra.
“Ci siamo addormentate”
“Eh già, ti ho portato la colazione”
“Wow, sai anche cucinare”
“Mi limito alla sopravvivenza”
Sasha si mise a ridere, per poi addentare i pancakes che erano nel piatto.
Sono buonissimi”
“Grazie, mentre io vado a fare una doccia tu continua pure a mangiare”
“Non vuoi compagnia?”
“Mi piacerebbe, ma faremmo tardi a lavoro”
Jo prese tutto il necessario e una volta entrata nel bagno e chiusasi la porta alle spalle, prese il cellulare per vedere se nel frattempo qualcuno l’avesse cercata. Come previsto, trovò vari messaggi di Mark; i due erano abituati a scriversi abitualmente nonostante lavorassero insieme, ma Jo, la sera prima, aveva dimenticato di avvisarlo dell’arrivo di Sasha. La ragazza decise di non perdere ulteriore tempo, gli avrebbe spiegato tutto una volta arrivata in redazione.
Jo, io vado a casa a prepararmi, non ho niente qui da poter mettere”
Mentre era sotto il getto d’acqua, Sasha richiamò la sua attenzione
Va bene, ci vediamo dopo allora”
Qualche secondo dopo la porta dell’ingresso stava sbattendo, così Jo continuò la sua doccia.
Ripensò a quello che era successo la sera prima e non sapeva come comportarsi una volta arrivata a lavoro. Non sapeva cosa stesse accadendo con Sasha, sapeva solo che con lei si sentiva finalmente viva.
Doveva ammettere che le due non avessero parlato molto e non le dispiaceva affatto, ma prima o poi l’argomento avrebbero dovuto affrontarlo.
 
 “Ah ma allora sei viva!”
“Scusami, ma ieri sera è venuta Sasha a casa”
“Avresti potuto dirmelo”
“Lo so, ma l’ho proprio dimenticato”
“Certo, capisco”
Jo capì che Mark ci fosse rimasto male, così decise di non dilungare il discorso, gli avrebbe raccontato di cosa fosse accaduto la sera prima solo se il suo amico glielo avesse chiesto, così si mise al lavoro iniziando con le ricerche riguardanti la partita su cui avrebbe dovuto scrivere l’articolo.
Scommetto che non hai visto la partita ed ora non sai da dove iniziare”
“Esatto, ma farò del mio meglio”
“Lo sai che ti stai giocando il posto, vero?”
“Certo, non sono una sconsiderata”
“Lo spero”
Era forse geloso Mark? O era semplicemente preoccupato per la carriera della sua amica?
L’arrivo di una notifica sul suo cellulare la distrasse da quei pensieri e non appena lesse il nome di Sasha un sorriso spontaneo le comparì sulle labbra.
Scommetto che è la bionda”
“Insomma Mark, ma che ti prende oggi?”
Nonostante Jo fosse in attesa di una risposta, l’amico si alzò e se ne andò verso i distributori automatici. Non aveva intenzione di seguirlo, se avesse voluto gliene avrebbe parlato lui, così riprese il telefono e lesse il messaggio: STESSA ORA, STESSO POSTO?
Jo era tentata di accettare, ormai era quasi diventata una routine quella di incontrarsi al bar, ma se non avesse finito quell’articolo, si sarebbe trovata in guai seri.
MI DISPIACE, SE NON CONSEGNO L’ARTICOLO SARÒ NEI GUAI FINO AL COLLO
 
CREDI CHE IO LO ABBIA DIMENTICATO? FIDATI DI ME
 
Jo non sapeva cosa avesse in serbo Sasha, ma decise di fidarsi, così una volta terminata la ricerca, decise di scendere al bar. Mark nel frattempo era tornato alla sua postazione, ma non aveva più proferito parola.
Non appena arrivò, Jo trovò Sasha al tavolo del giorno prima, tra le mani aveva un foglio, che le porse non appena le si sedette di fronte.
Dimmi che non è vero”
“Mi sentivo in colpa per non averti aiutata, così ho scritto l’articolo per te”
“Ti ringrazio, ma non mi sembra giusto” Jo iniziò a leggere ciò che Sasha avesse scritto e dovette ammettere che quella ragazza avesse davvero il dono della scrittura “è bellissimo, ma non me la sento”
“Tienilo lo stesso, deciderai tu se utilizzarlo o no” Sasha appoggiò una mano sul tavolo e la avvicinò a quella di Jo che, non appena sentì le loro mani sfiorarsi, la ritrasse.
“Scusami, ora è meglio che io vada, altrimenti non farò in tempo per la consegna”
“Sicura vada tutto bene?”
“Certo, ci sentiamo più tardi”
Jo si alzò e si diresse verso l’ufficio. Durante il tragitto potette sentire lo sguardo della bionda posarsi su di lei, ma decise di non darci peso. Sapeva di non essersi comportata come avrebbe dovuto, ma iniziava a pensare che forse avessero corso troppo. Se Sasha era arrivata a scrivere un articolo al suo posto, voleva dire che teneva davvero a lei e nonostante si sentisse legata a quella ragazza, non era ancora pronta a fare determinati passi.
 “Tutto bene?” Arrivata alla sua scrivania, Mark ricominciò a rivolgerle la parola
“Ieri sera Sasha è venuta a casa per aiutarmi con un articolo, ma tra una cosa ed un’altra non lo abbiamo più fatto, così stamattina si è presentata con questo” Jo porse il foglio che aveva tra le mani e Mark iniziò a leggerlo
“Caspita, è fatto davvero bene, hai intenzione di usarlo?”
“No, devo farcela con le mie forze, vada come vada”
“Ha fatto un bel gesto, perché hai quell’espressione?”
“Perché forse è un po’ troppo. Ieri sera siamo state benissimo, penso tu abbia immaginato cosa sia successo, stamattina ero felice, ma poi quando si è presentata con questo sono andata nel panico e lo sono ancora”
“Mi dispiace se prima ti ho trattata in quel modo, ero geloso del fatto che qualcuno avesse potuto portarti lontano da me”
A quelle parole Jo rimase spiazzata, tra di loro erano sempre stati sinceri, ma non pensava che in Mark avessero potuto insinuarsi dei dubbi simili.
Chiariamo una cosa: nessuno potrà portarmi mai lontana da te”
Il ragazzo abbozzò un sorriso che rincuorò Jo.
Che hai intenzione di fare?”
“Nulla, le ho detto che ci saremmo sentite dopo”
“Posso darti un consiglio?”
“Certo”
“Lei è una cosa bella che ti sta accadendo, una cosa che ti sta rendendo felice, non scappare solo per paura, perché probabilmente anche lei sta provando ciò che provi tu e nonostante vi conosciate da soli tre giorni, non pensi che valga la pena provarci?”
Mark forse aveva ragione. Sasha era sicuramente qualcosa di sorprendente e non aveva nessuna intenzione di farsi frenare da inutili paure.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Le gambe di Jo tremavano senza sosta, le dite tamburellavano sui braccioli della sedia sulla quale la ragazza era seduta e gli occhi vagavano intorno alla stanza. Il suo capo era davanti a lei, dietro la scrivania e stava leggendo l’articolo che gli aveva consegnato. Jo cercò di decifrare la sua espressione, ma l’uomo non lasciava intravedere nulla.
Dopo un periodo quasi interminabile, finalmente l’uomo parlò:
“Davvero ben fatto Jo, a quanto pare l’ultimatum ti ha fatto bene, ma oltre a questo articolo quale altra garanzia puoi darmi?”
“Posso darle solo la mia parola, capo. Le assicuro che d’ora in poi darò il massimo”
“Va bene Jo, puoi andare e non farmene pentire”
A queste parole, la ragazza uscì dalla stanza e si diresse verso la scrivania del suo amico.
“Allora come è andata?”
“Gli è piaciuto molto l’articolo e ha detto che posso rimanere”
“Ma è magnifico! Quale hai consegnato?”
Jo non aveva ancora detto a Mark quale articolo avrebbe consegnato. Fino al minuto prima di entrare nell’ufficio del suo capo anche lei non sapeva quale gli avrebbe dato, ma alla fine aveva preso la decisone più giusta, così aprì il cassetto della sua scrivania e porse al ragazzo l’articolo che aveva scartato.
Non appena iniziò a leggere, un sorriso illuminò il viso di Mark.
“Ne ero sicuro, le scorciatoie non ti sono mai piaciute, ma ora che il tuo posto è salvo non credi di dovere delle scuse a Sasha?”
“Hai ragione, ma ci penserò nella pausa pranzo, non ho intenzione di prendere sottogamba questa seconda opportunità”, così Jo si sedette alla sua postazione ed iniziò a visionare gli argomenti da trattare per quel giorno.
Circa due ore dopo, quando la ragazza alzò gli occhi verso l’orologio appeso alla parente di fronte a lei, decise che fosse arrivata l’ora del pranzo. Non aveva avuto un attimo di respiro ed ora era decisamente affamata.
“Io scendo a mangiare qualcosa, vieni con me?” Jo guardò Mark seduto di fronte a lei e scosse la testa, troppo impegnato nel suo lavoro.
Una volta uscita dall’ufficio, Jo prese il telefono ed in cuor suo sperò di trovare qualcosa da parte di Sasha, ma così non fu, d’altronde perché avrebbe dovuto? Arrivata al bar, però, la trovò al solito tavolo intenta a conversare con una ragazza; non appena le vide, un senso di gelosia la pervase e si sentì avvampare. La risata della bionda risuonò nel locale e con una morsa allo stomaco fece dietrofront per tornare nel suo ufficio: aveva decisamente perso l’appetito.
Durante il tragitto che la portava al suo ufficio, però, si sentì sfiorare un braccio e vide Sasha pararsi davanti a lei, bloccandole il passaggio.
“Dove vai?”
“Ho del lavoro da fare”
“Ti ho vista al bar, perché non sei più entrata?”
“Ho perso l’appetito”
“Come mai?”
“Cosa ti importa? Torna al bar, la ragazza con cui ridevi ti starà aspettando”
Un sorriso apparve immediatamente sul volto della bionda
“Cosa ridi?”
“Sei gelosa per caso?”
“No, perché dovrei?”
“Infatti, poi sei tu quella che ha mille dubbi, no?”
“Ora non ne ho più, vado a lavorare”
Jo cercò di oltrepassare la ragazza, ma la stessa mano che poco prima aveva sfiorato il suo braccio, ora lo stringeva per bloccarla
“No aspetta Jo, mi sei mancata ieri”
“Non mi sembra, hai già trovato il rimpiazzo”
“Ma per chi mi hai presa? È solo un’amica. Ti ho pensata molto, ma non ho mai trovato il coraggio di scriverti, perché non sapevo se avesse potuto infastidirti, non so mai cosa pensi”
“Scusami, è che il gesto che hai fatto mi ha mandato in confusione.”
“Perché? Non ti ha fatto piacere?”
“Certo, l’ho apprezzato molto, ma era davvero troppo per una persona conosciuta solo tre giorni prima”
“Io l’ho fatto perché sentivo di farlo, ma se questo ti manda in confusione capisco”
A quel punto, Jo prese le mani di Sasha e le strinse, la guardò negli occhi e riuscì a percepire quanto fosse profondo il sentimento che provava nei suoi confronti.
“Ti prometto che parleremo, ci vediamo qui all’entrata alla fine del turno? Ti porto in un posto”
Sasha fece un sorriso radioso e sfilando le sue mani da quelle della mora, la lasciò andare.
“A dopo allora”
 
Jo tornò alla sua scrivania e Mark intuì immediatamente l’umore della ragazza, perché sul suo volto vi era stampato un sorriso a trentadue denti.
“Non sapevo che il pranzo potesse renderti così felice”
“Che scemo, ho incontrato Sasha, ci vediamo subito dopo il lavoro”
“Ben fatto, ora mettiamoci al lavoro”
Per il resto della giornata Jo cercò di non pensare alla ragazza che ormai aveva catturato il suo cuore; era completamente frastornata dalle emozioni che le faceva provare solo con uno sguardo.
 
Alle 6:00pm in punto Jo era fuori l’edificio in cerca della bionda. Non appena la vide seduta su una panchina poco distante da lì, rimase per un attimo a contemplarla: era bellissima.
Era seduta su una gamba e l’altra cadeva a penzoloni, senza toccare terra; a volte sembrava una bimba. Era immersa nella lettura di un libro e quella concentrazione fece venire dei brividi alla mora: era decisamente affascinante. Decise di avvicinarsi.
La bionda la vide e ripose il libro nella sua borsa.
“Sei bellissima quando sei concentrata”
“Grazie, ma da quando mi stavi guardando”
“Non molto. Andiamo?
Jo porse la sua mano alla bionda, che immediatamente intrecciò alla sua. Camminarono con le dita intrecciate per l’intero tragitto che le portò in un parco a circa dieci minuti da lì. Jo si stese sul prato e fece poggiare Sasha al suo petto.
“Ho sempre amato venire qui, mi rilassa”
“Io non venivo da molto tempo, ma quando mi hai detto che mi avresti portato in un posto avevo immaginato fosse qui, c’è un silenzio surreale”
“Vero”
Le due ragazze rimasero per un breve periodo a contemplare la pace che c’era in quel momento. Nessuna delle due disse nulla, ma sapevano che prima o poi avrebbero dovuto toccare l’argomento.
Jo chiuse gli occhi ed iniziò a vagare con la mente. Non desiderava nient’altro dalla vita, era davvero felice. Non pensava di poterlo essere con una ragazza e in così poco tempo. Nessun’altra persona era riuscita a farle provare così tante emozioni come stava facendo Sasha.
Ad un certo punto delle labbra sfiorarono le sue e riconobbe immediatamente quelle della bionda, così aprì gli occhi e approfondì il bacio.
“Wow, quanto mi era mancato il tuo sapore”
“Secondo te è normale tutto questo?”
A quella domanda, Jo si sedette e Sasha imitò il suo movimento.
“Cosa vuoi dire?”
“Non mi è mai successa una cosa simile; ci conosciamo da così poco tempo eppure sembra di conoscerti da una vita, non mi stancherei mai di te”
“Io ho paura proprio di questo. Nei tuoi confronti provo dei forti sentimenti, che mai nessuno era riuscito a farmi provare. Non ci faremo del male?”
“Non lo so, so solo che non riesco a fare a meno di te”
“Ed io di te”
Jo si avvicinò alla bionda e la baciò con passione. Entrambe avevano fame l’una dell’altra e nonostante il fiato veniva sempre meno, nessuna delle due aveva intenzione di allontanarsi.
In quel momento avevano preso una decisione: nessuna paura sarebbe stata più grande dell’amore che provavano l’una per l’altra.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3839376