A kind of magic 2 - Il mistero del ritorno

di anyaccia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Dov'è Bella? ***
Capitolo 3: *** Cambio di destinazione ***
Capitolo 4: *** Ancora tu?! ***
Capitolo 5: *** Pensieri confusi ***
Capitolo 6: *** Finalmente una voce! ***
Capitolo 7: *** Di che mi stupisco? ***
Capitolo 8: *** Volo ***
Capitolo 9: *** Affinità ***
Capitolo 10: *** Il tesoro nascosto ***
Capitolo 11: *** Dubbi ***
Capitolo 12: *** Risveglio ***
Capitolo 13: *** Un po' di normalità ***
Capitolo 14: *** Magia ***
Capitolo 15: *** Emozioni ***
Capitolo 16: *** Confidenze ***
Capitolo 17: *** Decisioni ***
Capitolo 18: *** Conferme ***
Capitolo 19: *** Amori e grandi rivelazioni ***
Capitolo 20: *** Un dolore ***
Capitolo 21: *** Unione ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Jacob Black - Prologo

Jacob Black - Prologo

 

“Fratellino, posso entrare?”

Vieni, entra pure Beckie…”

“Hai finito di fare la valigia?”

“Quasi, stavo cercando una cosa ma non la trovo”

Cosa?”

“Ehm…sai quella scatoletta rossa che avevo ieri sulla scrivania…?”

“Uh!” Rachel sbarrò gli occhi, aveva capito di cosa parlavo

“Eh sì, quella”

“Bene, quindi vuoi fare il grande passo! Vuoi chiedere a Bella di sposarti?”

Distolsi lo sguardo imbarazzato e mi misi a frugare in giro per ritrovare il pacchettino.

“Non pensi di essere troppo giovane? Hai appena finito il college.”

Le risposi con un sguardo eloquente: “Ma senti, che coraggio!”

Rebecca si era sposata con un tizio hawaiano di nome Benjo a diciott’anni, e a venti aveva avuto una figlia, Michelle, che ora aveva quattro anni.

“Oh, eccolo!” era sotto il mio cuscino.

La notte prima avevo continuato a rigirarmi l’anello tra le dita nervosamente, pensando a come avrei fatto per chiedere a Bella di diventare mia moglie.

Stavamo insieme da cinque anni e ci amavamo dal primo istante che ci eravamo conosciuti.

La nostra unione andava al di là dell’innamoramento tra adolescenti, era qualcosa di mistico.

 

Io, Jacob Black, sono l’erede di Kiowa Lupo Rosso, un leggendario guerriero Quileute.

Isabella Swan, detta Bella, la mia metà, è l’incarnazione della principessa lupo Nayeli.

Pare che le leggende dei Quileute abbiano un fondo di verità più solido di quanto la gente comune possa immaginare, infatti questa nostra discendenza è la causa del nostro strano essere: possiamo trasformarci in grossi lupi ogni volta che vogliamo.

 

“Allora? Glielo chiederai?” insistette Rebecca

Ma che curiosa!” risposi ridacchiano “Penso proprio di sì”

“Evvivaaaaa!!!!! Il mio fratellino si sposaaaa!!!” urlò saltellando per la stanza

“Beckie, per favore, potresti evitare di farti sentire da tutti?”

Perché? Non c’è in casa nessuno! E poi è forse un segreto?”

“Vorrei aspettare che Bella mi dicesse di sì prima di sbandierarlo ai quattro venti, sai com’è...

“Sei così poco fiducioso? Bella ti ama da impazzire, non posso immaginare un rifiuto da parte sua!”

“Ovviamente nemmeno io, ma la conosco e so che il matrimonio non è mai stato il suo primo pensiero riguardo al futuro, per questo voglio trovare il momento giusto”

E va bene, starò buona buona e non dirò niente a nessuno”

“Grazie”

In quel momento suonò il campanello.

“Dev’essere Embry, potresti andare tu ad aprire per piacere? Intanto chiudo la valigia.

“Ok”

Rebecca aprì e la sentii parlare col mio amico.

“Buongiorno Beckie, Jake è pronto?”

Arriva subito, sta finendo di chiudere la valigia. Entra pure nel frattempo”

“Non c’è la piccola Michelle?”

“Oggi è andata a Forks coi nonni, torneranno più tardi”

“Billy e Sarah saranno al settimo cielo da quando siete qui”

“Eh sì, non vedevano l’ora di avere quella peste della loro adorata nipotina tra i piedi per tutta l’estate! Eh eh!”

Raggiunsi Embry e Beckie in soggiorno.

“Eccomi, sono pronto, possiamo andare”

“Perfetto, allora a presto Beckie, salutami Benjo e Michelle.

“Ciao Embry, buona vacanza! Jake...mi raccom...

“CIAO BECKIE!” la interruppi, perché dalla sua espressione sapevo cosa stava per dire.

 

Caricai la borsa nel baule del furgoncino di Embry e partimmo per Port Angeles, dove ci aspettavano Bella e Maggie, la sua coinquilina nonché ragazza di Embry. Avevamo programmato questa vacanza on the road al parco dello Yellowstone da mesi, non vedevamo l’ora di partire.

 

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Capitolo 2
*** Dov'è Bella? ***


Cap

Cap.1

 

“Ah, che meraviglia, non vedo l’ora di riabbracciare la mia Maggie!”

“Una settimana è lunga da sopportare, vero?”

“Sai com’è Jake, sono solo pochi mesi che stiamo insieme, tu ormai sei abituato a stare lontano da Bella per diverso tempo, anche se avete praticamente convissuto negli alloggi del campus per due anni”

“Appunto per quello ora è più difficile, e comunque credimi quando ti dico che non farò mai l’abitudine alla lontananza forzata da Bella.”

Con Embry non mi vergognavo di dire quello che pensavo veramente, soprattutto da quando era innamorato anche lui e capiva meglio i miei sentimenti.

 

Arrivammo al Peninsula College verso le 9.00 e ci dirigemmo subito al dormitorio delle ragazze.

Toc Toc.

“Avanti!” sentimmo rispondere

Entrammo nella stanza e ad aspettarci c’era una ragazza minuta ma dal fisico atletico, con i lunghi capelli biondi raccolti in una coda di cavallo; i vispi occhi azzurri individuarono subito l’oggetto delle sue attenzioni, saltandogli in braccio come un grillo e stampandogli un bacio sulle labbra. Maggie stava all’ultimo anno ed era diventata la compagna di stanza di Bella all’inizio del semestre, dopo che la sua precedente coinquilina si era diplomata. Era una ragazza molto simpatica, schietta e senza dubbio carina, così avevamo pensato di presentarla ad Embry e dopo poche uscite i due si erano messi insieme.

 

“Maggie, Bella non c’è?”

“E’ uscita molto presto, all’alba per la solita corsetta mattutina – rispose liberandosi dall’abbraccio del mio amico – io dormivo ancora, ho sentito solo che usciva. Però ora che mi ci fai pensare...che ore sono?”

“Le 9.10. Vuoi dire che non è ancora tornata?” chiesi leggermente preoccupato.

“Vedrai che sarà qui a momenti, avrà fatto un giro più lungo del solito, o forse è passata a salutare il professor Hokley”

Bella, che aveva già finito il suo corso di studi, era diventata l’assistente dell’insegnante di antropologia, Desmond Hokley, un fessacchiotto che non mi ispirava alcuna simpatia.

“Provo a chiamarla sul cellulare” composi il numero, ma suonò a vuoto fino alla fine “Non risponde”

“E’ davvero strano, era così eccitata all’idea di partire, sapeva che sareste arrivati verso le 9.00, a quest’ora doveva già essere tornata, lavata e pronta...

“Ok, adesso vado a cercarla!”

“Cerchiamola insieme, ok? Tu Jacob vai alla caffetteria, io da Hokley, amore tu vai alla pista di atletica!”

“Ok, ci ritroviamo all’ingresso tra un quarto d’ora”.

 

Forse esageravo, ma mentre correvo una serie di pensieri negativi mi riempivano la mente: Bella investita da un’auto, Bella caduta in un buco, Bella aggredita da uno sconosciuto...ma oggettivamente erano ipotesi altamente improbabili, visto che lei, come me, era dotata di una forza e di un’agilità inimmaginabili e le sue ferite si rimarginavano in pochi minuti. Per questo ero così in pena, perché non riuscivo a immaginare il motivo reale della sua assenza.

Alla caffetteria non c’era; chiesi a Peter, il ragazzo che la gestiva, ma disse che aveva visto Bella tre ore prima, quando era passata per il solito cappuccino, poi più.

Mi ritrovai con Embry e Maggie, e anche loro non avevano nessuna novità.

“Da Hokley non c’era; in realtà non c’era nemmeno lui”

“Alla pista di atletica non la vedono da ieri”

“Torniamo in camera, magari è rientrata e noi stiamo impazzando per niente”

 

Nella stanza non c’era traccia del passaggio di Bella nell’ultimo quarto d’ora, così iniziai ad agitarmi seriamente, anche se non potevo esprimere ad alta voce tutti i miei pensieri.

Camminavo avanti e indietro per la stanza, torturandomi le mani e cercando di pensare positivo, quando bussarono alla porta. Tutti e tre sobbalzammo, Maggie andò ad aprire, ma non era lei.

“Ciao Fran” era una compagna di corso di Maggie che lavorava in biblioteca

“Ciao Meg, ho portato questo libro per Bella, me l’aveva chiesto qualche giorno fa ma era fuori in prestito, visto che passavo di qui gliel’ho portato.”

“Ok, lascialo pure a me. Senti, per caso l’hai vista in giro stamattina?”

“In realtà l’ho incrociata in caffetteria alle 6.00, ci siamo salutate e basta, ma l’ho vista un po’ strana...

Subito drizzai le orecchie.

“In che senso?”

“Era pensierosa, sembrava che avesse la testa tra le nuvole. Di solito anche la mattina presto è sempre pimpante e di buon umore. Ma è per caso successo qualcosa?”

“La stavamo aspettando per partire per le vacanze, ma non è ancora rientrata dalla corsetta mattutina”

“Non penso che sia andata a correre sai”

Cosa?!”

“Non era in tuta, era vestita come se andasse a fare un’escursione in montagna e aveva uno zaino con sé.

Non riuscendo più a trattenermi intervenni nella discussione: ”Sei sicura che non ti abbia detto proprio niente? Non l’hai vista parlare con nessuno?”

“No, mi dispiace”

“Jake! – Embry mi chiamò e mi voltai – Guarda cos’ho trovato per terra!”

“Grazie del libro Franny, ci vediamo presto” Maggie cercò di liquidare l’amica

“Mi raccomando, fatemi sapere se Bella torna!”

“Certo, grazie”.

 

Strappai dalle mani di Embry la busta che aveva raccolto vicino al letto di Bella: era una lettera, per me, con scritto tra parentesi (PERSONALE).

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Capitolo 3
*** Cambio di destinazione ***


Cap

Cap.2

 

“Jake, amore mio, so che questa lettera ti coglie di sorpresa perché oggi saremmo dovuti partire per la nostra vacanza con Maggie ed Embry.

Purtroppo sono stata costretta a lasciarvi per un motivo molto importante.

Come sai, da diversi mesi sto studiando la storia dei nativi americani.

Leggendo alcuni libri mi sono imbattuta nelle leggende riguardanti i lupi e i mutaforma, e ho scoperto che esiste un modo per cancellare la mutazione.

Mi dispiace di non averti detto niente prima, non sapevo se saresti stato d’accordo nell’affrontare una simile ricerca, ma io avevo bisogno di capire se c’era una possibilità per me, per noi, di tornare ad avere una vita normale.

Proprio ieri ho avuto una soffiata su un luogo che probabilmente potrà darmi le risposte che cerco. Non ho avuto il tempo di avvisare neanche Maggie, e comunque non volevo rovinare la vacanza anche a loro due, è giusto che partano…che partiate, se lo vuoi. Io vi raggiungerò appena  possibile, spero nel giro di un paio di giorni.

Probabilmente dove sto andando il cellulare non prenderà bene, quindi aspetta una mia chiamata nel pomeriggio, per le 15.00 dovrei essere a destinazione.

Ti prego, non essere in collera con me.

Ti amo!

Bells”

 

Dire che ero confuso era riduttivo. Che accidenti le era saltato per la testa di andarsene in giro per i fatti suoi chissà dove, senza dire niente a nessuno, né a me, né ad altri…per cosa poi?!

Forse mi ero sbagliato credendo che negli ultimi quattro anni Bella si fosse rassegnata all’idea della nostra vita semi-lupesca, ma non aveva mai dato segno di sofferenza a riguardo, non dopo i primi tempi della trasformazione. Credevo anzi che le piacesse essere più agile, più forte, non più debole e indifesa come prima.

Che idiota! Ma che idiota!

 

Ora però la cosa più urgente era dare una spiegazione ai nostri due amici.

“Jake, che dice?” disse Embry

Che m’invento?

“Giusto, che dice Bella? Ci stai facendo impazzire!”

Che accidenti m’invento?

“E’ andata via” presi tempo per elaborare una scusa più in fretta possibile.

“Via dove?” chiese ancora Maggie allibita

Già, dove? Non lo sapevo neanche io, mica me l’aveva detto quella pazza! Poi mi venne un lampo di genio: il libro!

“Maggie mi passeresti il libro che ti dato la tua amica per Bella?”

“Certo, eccolo”

Bingo! “I luoghi mistici dei nativi americani” Ovviamente stava aspettando quel libro per portare a termine le sue ricerche, ma in qualche modo aveva scoperto qualcosa di importante prima di averlo.

Lo sfogliai velocemente finché trovai quel che cercavo, forse.

“Qui, credo che Bella sia andata qui!” indicai un punto sulla mappa al centro del libro

“Al Gran Canyon?! E che c’è andata a fare?”

Bella domanda!

“Pare che ultimamente si sia particolarmente appassionata ai miti e alle leggende dei nativi americani, così ha avuto una soffiata su un luogo da andare a visitare e….Ragazzi mi dispiace, non so cosa dirvi, davvero. Forse voi dovreste partire per Yellowstone, io andrò a cercarla. Tra l’altro nella lettera dice che mi chiamerà nel pomeriggio, alle 15.00”

“Jake, amico mio, penso proprio che sia il caso di cambiare la destinazione della nostra vacanza. Tu che ne dici Maggie?”

“Dico che quando vedrò Bella gliene dirò quattro! Ecco cosa dico!”

“Mi dispiace” mi scusai

Ma siccome sono un po’ preoccupata per questa sua partenza improvvisa, credo sia il caso che noi veniamo con te a cercarla!”

“Davvero? Sei sicura Maggie?”

Ma sì, non preoccuparti, un parco nazionale vale l’altro! Anche se questo è un po’ più lontano. Dovremo prendere l’aereo, altrimenti ci metteremo una vità!”

“E poi dovremo noleggiare un’auto una volta arrivati” aggiunse Embry

“Siete degli amici fantastici! Beh, allora, se non c’è altro da aggiungere direi che possiamo partire” dissi prendendo con me il libro e mettendo in tasca la lettera di Bella.

Embry prese la valigia della sua ragazza, che chiuse la porta e ci avviammo al furgone.

 

Mentre scendevamo incontrammo per le scale Desmond Hokley.

“Signorina Fairfox, mi scusi”

“Buongiorno professore, mi dica”

Quando vede la signorina Swan le dica di venire nel mio ufficio per piacere”

“Veramente Bella è partita, ha una settimana di vacanza da oggi. Stavamo giusto andando a raggiungerla”

“Accidenti, è già andata maledizione – disse sottovoce, abbastanza piano che solo io potei sentirlo – Beh, non importa allora. Buon viaggio”

“Grazie, arrivederci”.

Quell’idiota sapeva qualcosa, ne ero sicuro! Che Bella avesse parlato con lui delle leggende e delle ricerche che stava effettuando? Ma a lui che importava? Ci mancava solo questo ora, come se il pensiero di raggiungere Bella non fosse già abbastanza preoccupante.

 

Partimmo dall’aeroporto di Seattle in tarda mattinata, direzione Colorado City. Speravo che Bella si facesse viva prima possibile, ma durante tutto il volo il cellulare non suonò mai.

Una volta arrivati ci procurammo subito una macchina a noleggio, caricammo le valigie e cercammo un posto dove mangiare un boccone.

Guardavo Embry e Maggie, seduti davanti a me, e mi sentivo per la prima volta un po’ a disagio davanti alle loro smancerie, perché ero solo, ero il terzo incomodo.

“Ragazzi vado a fare due passi qua fuori, magari provo ancora a telefonarle.”

Uscii e mi incamminai verso una panchina, dall’altro lato della strada. Composi il numero ma evidentemente il telefono di bella non prendeva.

Chissà dov’era...chissà se trasformandomi avrei potuto comunicare con lei? Ma anche lei doveva essere trasformata per fare questo.

Mi stava andando a fuoco il cervello, cercando di capire perché mi avesse abbandonato così, lasciando poche tracce dietro di sé. Se solo me ne avesse parlato, avremmo potuto fare questo viaggio insieme.

Forse pensava che non avrei accettato. Non ero stato abbastanza sensibile negli ultimi mesi, da capire i pensieri che le frullavano in testa. Che idiota!

E ora sentivo la sua mancanza come non mai.

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Capitolo 4
*** Ancora tu?! ***


Cap

Cap.3

 

Alle 16.00, nonostante i miei dieci sms, ancora nessuna notizia di Bella. Il suo telefono sembrava spento, quindi cominciai ad andare in panico.

Cosa facciamo? Chiamiamo la polizia?” propose Maggie

“Meg non ti sembra eccessivo? Aspettiamo ancora un po’. rispose Embry cercando di calmare più me che lei.

 

“Jacob Black?!”

Ad un tratto sentii pronunciare il mio nome da una fastidiosa voce familiare, la riconobbi ancora prima di voltarmi e ritrovarmi davanti “Daniel Ateara? E tu che accidenti ci fai qui?”

“Buongiorno Jacob Black! Davvero non mi sarei aspettato di trovarti a Colorado City.

“Non mi hai risposto!”

“Vedo che fatichi sempre a controllare l’avversione nei miei confronti, anche dopo tutto questo tempo”

“Smetti di cianciare! Che ci fai qui? Sei in vacanza?”

“Non esattamente. Deduco invece che tu stia cercando Bella. Sei più sveglio di quanto ricordassi”

“Ma come ti permetti?!....”

“Jake, scusa – intervenne Embry – non ci presenti?”

“Oh sì, scusate. Lui è Daniel, un…vecchio amico, diciamo così. Loro sono il mio amico Embry e la sua ragazza Maggie, la compagna di stanza di Bella”

“Molto lieto di conoscervi” disse il damerino porgendogli la mano

“Hai detto Ateara? Sei parente di Quil?” chiese Embry incuriosito

“Sì, anche se un po’ alla lontana: sono il nipote del fratello di nonno Quil, Hermes Ateara”

Ma pensa!”

“Ok, ragazzi, fermi un attimo – li interruppi – sbaglio o poco fa mi hai chiesto se sto cercando Bella? E tu che ne sai che lei è qui? Vi siete visti?”

“Avremmo dovuto incontrarci stamattina fuori dall’aeroporto ma lei non si è presentata. Probabilmente ha perso il volo e ha preso quello dopo, che però faceva scalo, quindi ci avrà messo molto più tempo di voi ad arrivare. – mentì, poi abbassò il volume della voce in modalità udito lupesco - Non mi ha nemmeno avvisato di un eventuale ritardo o altro, non so che fine abbia fatto.” i suoi modi compassati tradivano una leggera preoccupazione.

 

Sentii il mio stomaco come schiacciato da un macigno, mentre ancora stavo elaborando le sue parole e una parte del mio cervello urlava domande che non era il caso di fare ad alta voce, tipo: Perché dovevano vedersi? Perché di nascosto? Cosa sa lui di Bella che io non so? Perché mi sento un imbecille?

La cosa grave era che adesso non si trattava più di contrattempi; dopo la rivelazione di Daniel non avevo dubbi: era proprio sparita!

 

“Mi dispiace molto Jacob Black, tu sai quanto sia affezionato a te e a Bella – continuò sempre con un filo di voce – A questo punto vorrei offrirti il mio aiuto per ritrovarla, se me lo permetti”

“Credo di non avere scelta. Però dovrai mettermi al corrente dei vostri piani. Purtroppo lei mi ha detto ben poco”

“Capisco. E con i tuoi amici come facciamo?”

Bel problema! Questa faccenda si stava complicando, e sicuramente Daniel mi sarebbe stato utile, visto che era uno di noi, mentre con Embry e Maggie tra i piedi non avremmo potuto agire liberamente.

“Beh a quanto pare abbiamo preceduto Bella, probabilmente non è ancora arrivata, perché non andate in albergo a sistemare le valigie? Noi torniamo in aeroporto, sicuramente la troveremo lì.

“Ma sei sicuro Jake?” chiese Maggie non troppo convinta

“Certo, non preoccupatevi!”

Se lo dici tu ci fidiamo. Comunque chiamaci appena arriva, mi raccomando!”

“Ovvio. Ci vediamo più tardi”

 

Vieni Jacob Black, andiamo ora!”

Senti, coso, la smetti di chiamarmi per cognome? Jacob è sufficiente!”

“Scusa, è un’abitudine che non riesco a togliermi”

“Dove stiamo andando di preciso?” chiesi mentre salivamo sulla sua auto

“Al Lago Jacob. Sì, esiste – rispose prontamente al mio sguardo incredulo – e dovevamo andarci, Bella e io, era la prima tappa”

“Ascolta Daniel, vediamo se riesco a parlarti senza incazzarmi troppo, dato che mi stai aiutando: PERCHE’ ACCIDENTI TU E BELLA DOVEVATE VEDERVI A MIA INSAPUTA?”

Urlai decisamente troppo, ma non resistetti più!

Ancora non avevo assimilato il fatto che Bella era partita alla ricerca di una leggenda perduta senza dirmi nulla, figuriamoci poi come avevo preso male il fatto che aveva coinvolto il “caro” Daniel in tutto questo!

O forse era lui che le aveva messo strani grilli per la testa?!

“E’ colpa tua? Sei tu che le hai messo questa idea malsana in testa? Vuoi che torni umana per sempre?”

“Smettila di urlare, ora ti dico cosa so. E’ stata Bella a contattarmi, qualche mese fa. Mi rincresce che non te ne abbia parlato prima, ma ti assicuro che non l’ha fatto per escluderti”

Nonostante le sue parole sentivo un tarlo che mi rodeva dentro, mi sentivo emarginato.

Bella non aveva mai avuto segreti per me, come io per lei. E ora questo.

In effetti erano mesi che non ci trasformavamo, lei era sempre molto presa con le lezioni e io stavo lavorando per mettere da parte i soldi per l’officina.

Se fossimo stati lupi, avrei letto nella sua mente e avrei capito tutto.

 

Intanto avevamo imboccato la statale in direzione Jacob Lake. Assurdo, persino un lago col mio nome adesso. Che mondo pazzo!

“Hai presente quel suo professore, Hokley?” mi chiese Daniel

“Sì certo! Quell’imbecille, lo sapevo che c’era di mezzo anche lui!”

“Non credo, comunque, qualche tempo fa Bella mi contattò e mi raccontò una storia che aveva sentito a lezione da Hokley”

“Riguardo ai mutaforma?”

“Esattamente. Pare che una delle molte leggende dei nativi riguardante i lupi, parli dell’esistenza di un modo per interrompere per sempre la trasformazione degli uomini e delle donne prescelti”

Ma come?”

“E’ quello che Bella voleva scoprire, per questo mi chiese di aiutarla.

 

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Capitolo 5
*** Pensieri confusi ***


Cap

Cap. 4

 

Ma perché non mi ha detto nulla? Perché non mi ha mai parlato di questo?” era difficile ammettere che per le faccende da lupi si fosse rivolta a Daniel, invece che a me.

Io c’ero sempre stato per lei, in ogni singolo momento! Ed ero più che certo del suo amore per me, mi bastava guardarla negli occhi per sentirlo chiaro e forte, anche senza la telepatia.

“Jacob, sai meglio di me quanto profondamente Bella ti ami, e non sai quanto ti ho invidiato per questo. Anche a me sarebbe piaciuto trovare un’anima affine con cui creare un legame tanto forte, ma non è così facile”

Mi chiesi cos’avrei fatto se all’epoca del nostro primo incontro Bella avesse scelto lui anzi che me, ma ricacciai subito quel pensiero negativo dalla mia mente.

“Il problema principale della nostra condizione, se ancora non te ne fossi accorto, è che dopo un iniziale cambiamento fisico, la nostra crescita, il nostro invecchiamento si blocca.

Mi vergognavo immensamente ad ammetterlo, ma non c’avevo proprio fatto caso. Come sempre Daniel parve capire a cosa pensavo, forse la mia faccia era abbastanza eloquente:

“Non è così grave il fatto che tu non l’avessi capito, dopotutto sono passati solo quattro anni, e la tua altezza massima l’avevi già raggiunta all’epoca della prima trasformazione. Comunque Bella se n’è accorta da qualche tempo.”

Su questo non avevo dubbi, lei era sempre stata molto più sveglia di me, più attenta ai dettagli.

“Riesci a capire cosa ha significato per lei questa scoperta?”

“L’eterna giovinezza è il sogno di ogni donna, no?!” dissi con poca convinzione

“Certo, però forse può essere un problema a un certo punto, avere dei figli adulti e il corpo di una ventenne.”

Figli.

Figli miei e di Bella.

Non che non avessi mai considerato questa eventualità, soprattutto visto che stavo pensando seriamente di chiederle di sposarmi.

Evidentemente anche lei ci aveva pensato, e a lungo anche, se alla fine aveva deciso di scoprire il modo per cancellare la parte di lupo che era in lei.

Una parte che io amavo immensamente, tanto quanto quella umana.

Era quello che ci accomunava, oltre al nostro amore.

Avevamo vissuto insieme ogni momento importante del nostro cambiamento, così come avevamo visto crescere i nostri sentimenti.

Ripensai alla prima volta che avevamo fatto l’amore, sulla nostra spiaggia segreta, a La Push, cullati dalle onde e dal profumo del mare.

Era stata un’emozione indescrivibile, così forte, così appagante, che avrei potuto morire lì, tra le sue braccia, nel suo respiro, nel pieno della nostra felicità.

E adesso, angosciato dall’idea di ritrovarla, di affrontare il problema che mi si era posto innanzi, non desideravo altro che riaverla con me, per darle ancora una volta tutto il mio amore, per riempirla di baci e carezze e stringerla forte, per donarle me stesso.

 

La voce di Daniel mi riportò alla realtà.

“Siamo quasi arrivati. Secondo le informazioni di Bella qui troveremo qualcuno che potrà darci una mano.

“Davvero? E chi sarebbe?”

“Una guida indiana, ci porterà nel luogo dove voleva andare Bella, e dove spero sia già arrivata, sana e salva.”

Quella frase fu una pugnalata allo stomaco.

Bella doveva stare bene!

Lei era forte, molto più di tutti gli uomini forzuti al mondo, sicuramente se l’era cavata anche da sola.

 

Daniel parcheggiò vicino ad alcune casette in legno. Sembrava di stare a La Push, a parte per l’assenza del mare e per il sole che spaccava le pietre! Le dimensioni del centro abitato comunque non erano certo superiori, anzi!

Entrammo in quello che avrebbe dovuto essere un ufficio turistico, ma fungeva anche da bar, minimarket e ufficio postale.

In un angolo c’era una scrivania con molti depliant e poster del Gran Canyon appesi alla parete restrostante.

 

Ci avvicinammo e ci venne incontro una ragazza, sembrava la versione scura di Maggie!

Bassa ma atletica, con la pelle olivastra, occhi marrone scuro e lunghissimi capelli neri e lisci, raccolti in una coda di cavallo che le arrivava alla vita.

Senza dubbio era una nativa, come me. Infatti mi squadrò da capo a piedi con aria incuriosita, le mani appoggiate sui fianchi con fare imperioso.

“Buongiorno – le disse Daniel – sono Daniel Ateara, lei deve aver parlato al telefono con Bella Swan ieri”

“Oh, sì, certo che ci ho parlato!” che tipa assurda! E che voce squillante!

“Per caso è passata di qui oggi?”

Dovevate venire insieme, non è vero? – domandò lei con espressione indagatrice – Beh, la sua amica in effetti è stata qui qualche ora fa, ma non era da sola”

L’istantaneo sollievo per il fatto che Bella fosse effettivamente stata lì fu subito rimpiazzato dal dubbio per la notizia che non era da sola.

“E con chi diavolo era?” chiesi con un po’ troppa veemenza, che lei non gradì affatto

“Modera i termini carino! Era con un uomo, sulla quarantina, non tanto alto, coi capelli rossi e gli occhiali.”

“Oh merda! E’ Hokley!” mi sfuggì l’imprecazione.

 

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Capitolo 6
*** Finalmente una voce! ***


Cap

Cap.5

 

Merda! Ma come ha fatto ad arrivare qui prima di noi? L’abbiamo incontrato al campus stamattina prima di partire!”

“Se può interessarti – riprese la ragazza, sempre più seccata dal mio linguaggio – era evidente che non fossero d’accordo. Lei voleva aspettare il tuo amico qui, mentre lui aveva una gran fretta di partire per il Marble Canyon, così siccome io ero impegnata li ha accompagnati un mio collega

 

Se già prima quel tizio mi stava sulle palle, adesso che avevo saputo questa cosa l’avrei sbranato volentieri!

Come si permetteva di manipolare la mia Bells in quel modo?

Ma poi perché lei non aveva reagito?

Quello era un omuncolo insignificante, non le sarebbe costato niente dargli una manata e fargli fare un bel sonno, giusto il tempo di liberarsi di lui.

O forse invece ci avrebbe rimesso, visto che era il suo datore di lavoro.

 

In quel momento il mio cellulare suonò.

Pensai che fosse Embry, non li avevo più chiamati. Invece era Bella!

“PRONTO! BELLA, AMORE!”

Jake, finalmente riesco a chiamarti!” la sua voce era piena di sollievo e di emozione nel sentirmi, e per me fu lo stesso

“Piccola non hai idea di quanto sia felice di sentire che stai bene, ero così in pena!”

Jake, purtroppo non ho molto tempo, Hokley sarà qui a minuti, non posso spiegarti tutto per telefono, ma sappi che siamo al Marble Canyon.

“Io sono con Daniel a Jacob Lake, partiamo subito per raggiungerti!”

“Amore mio, perdonami, sono stata una stupida!” sembrava molto angosciata

“Non ti preoccupare, non sono arrabbiato con te, l’importante è che tu stia bene” ed era vero. Sentire la sua voce aveva cancellato ogni perplessità, almeno per il  momento.

“Portate Keera con voi, mi raccomando, lei sa tutto quello che vi serve sapere, non temete, non dovete nasconderle nulla! Ora devo lasciarti, ti amo!”

“Chi è Keera?...Pronto?...Pronto Bella!” aveva riattaccato

“Sono io Keera, per la cronaca” disse la ragazza, che era ancora lì a guardarci poco convinta e spazientita “Sono la vostra guida, e se v’interessa il sole sta per tramontare, quindi non so se ci conviene partire adesso per Marble Canyon, anche se è a un’ora scarsa di macchina.”

“Mi dispiace contraddirla, ma è una questione della massima urgenza! – Daniel mi rubò le parole di bocca, certo con modi meno grezzi dei miei, ma con voce ferma – La mia amica è evidentemente in una situazione spiacevole contro la sua volontà, non possiamo aspettare un attimo di più! Dobbiamo partire subito, la prego di aiutarci!”

Ok, ok – rispose Keera – andiamo, però smettila di darmi del lei, ho a mala pena la tua età!” al solito! Non so perché, ma a queste parole, quel babbeo arrossì come una scolaretta...mah, era l’ultimo dei miei problemi ora.

 

Salimmo tutti e tre sulla jeep di Daniel e dopo aver fatto il pieno di benzina, cosa molto saggia visto che avremmo affrontato il nulla del deserto dell’Arizona, partimmo a tutto gas.

Keera si sedette dietro e notò subito accanto a lei sul sedile il libro sui nativi che mi ero portato dietro. Lo apri e dopo un po’ che lo sfogliava si rivolse a me:

“Tu quindi sei Jacob Black”

“Sì, sono io, perché?” chiesi

“Ora capisco tutto!”

Cosa capisci?”

“La vostra amica stamattina, quando quel tizio che era con lei si è allontanato per andare in bagno, mi ha detto che se ti fossi presentato insieme all’altro ragazzo di cui mi aveva già parlato per telefono – indicò Daniel – avrei dovuto dirvi tutto quello che sapevo sulle leggende di queste parti e in cambio avrei potuto chiedervi tutto quello che m’interessava sapere.”

 

Ripensai alla telefonata di prima con Bella; mi aveva raccomandato di dire tutto a Keera, che ci avrebbe aiutati. Ma esordire con “Ehi, sai siamo dei licantropi!” mi sembrava un po’ eccessivo, ci avrebbe presi per pazzi probabilmente…o no?!

“Beh, allora posso chiederti che posto è questo Marble Canyon? Cosa c’è lì di tanto importante?”

Dunque, devi sapere che questo canyon è attraversato dal fiume Colorado e la sua particolarità è che sulle montagne rocciose che lo circondano esistono delle aree verdi molto estese, delle vere e proprie foreste. Questo comporta la presenza di molte specie animali, come orsi, pantere, anche lupi. Si può dire che l’habitat che si è creato nei secoli sia perfetto ed è il vero tesoro di questa riserva naturale. Persino la presenza dell’uomo non è riuscita ad intaccarne l’equilibrio.

“Lupi anche qui dunque…” dissi soprappensiero e sottovoce

Anche dove vivete voi ce ne sono?”

Vidi Daniel accanto a me, che aveva seguito tutta la conversazione, trasalire alla sua domanda.

Come diamine aveva fatto a sentire quella frase con il rumore della macchina? Solo Daniel avrebbe potuto, o Bella.

 

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Capitolo 7
*** Di che mi stupisco? ***


Cap

Cap.6

 

“Come scusa?” le chiesi stralunato

“Ti ho chiesto se anche dove vivete voi ci sono dei lupi. Dove abitate a proposito?”

“Nella Penisola Olimpica”.

“Io a New Yorkdisse Daniel

“Beh, dubito che lì ce ne siano! Ah ah ah!”

In effetti sono l’unico” mormorò pianissimo Daniel. Voleva forse metterla alla prova?!

Keera smise di ridere di colpo, come avesse fatto una doccia gelata. Se questo non era un udito degno di un animale, non avrei saputo come altro definirlo.

Comunque, riprendendo il discorso sul Marble Canyon – ok, preferiva divagare, piuttosto che farsi scoprire – il libro che avete con voi, se vi siete presi la briga di leggerlo, racconta la leggenda degli uomini aquila, che vissero qui molti secoli fa.”

“Io l’ho letta” disse Daniel. E ti pareva, il solito secchione “Ricorda vagamente le leggende Quileute sugli uomini lupo”

Ecco, forse ora cominciavo a mettere insieme qualche pezzo del casino in cui Bella mi aveva lasciato; cominciavo a capire perché eravamo laggiù.

 

Keera aprì il libro e iniziò a leggere:

 

All’inizio c’erano i pesci, che vivevano nelle acque color smeraldo del fiume Colorado.

Poi alcuni di essi presero la via del cielo, altri quella della terra, diventando a loro volta uccelli e mammiferi. Tra di loro c’era un uccello particolarmente imponente, l’aquila bianca.

Essa dominava le gole che sovrastavano il grande fiume, osservando tutto ciò che accadeva

Un giorno vide degli strani esseri avvicinarsi alla sponda. Camminavano su due zampe ed erano privi di pelliccia o piumaggio, tranne che sulla testa.

Scese per controllare la situazione e in quel momento incrociò lo sguardo di uno di essi.

Era un animale insolito, ma chissà come mai riuscì a leggere nei suoi pensieri.

Vide l’ammirazione e l’invidia che provava per lei. Avrebbe tanto voluto possedere delle ali come le sue per poter volare in alto nel cielo.

Allora l’aquila scese ancora di più, si appollaiò su un picco roccioso e gli parlò:

”So cosa desideri più di tutto al mondo, e penso di poterti esaudire, ma in cambio voglio essere come te per un giorno. Ti insegnerò come fare.

Vai laggiù, dove il fiume curva a destra. Lì il letto del fiume è differente e se scaverai troverai delle strane pietre verdi come le foglie dei grandi alberi, trasparenti come l’acqua.

Prendine dieci e portamele, in cambio ti darò le mie ali e tu mi darai le tue strane zampe per un giorno intero.

L’uomo, perché quello era, fece come l’aquila bianca gli aveva detto e le portò le dieci pietre.

Sotto la luce del tramonto avvenne la magia e i due esseri si scambiarono la forma.

L’uomo aquila spiccò il volo verso l’orizzonte, mentre l’aquila bianca sotto le sembianze di una bellissima fanciulla gli disse: “Domani al tramonto dovrai tornare qui ed io ti renderò le pietre per riprendere ognuno il proprio corpo. Se tarderai rimarrai così per i prossimi mille anni!”

 

Keera tacque.

E poi? Com’è finita?” le chiesi

Dopo alcuni secondi di mutismo fu Daniel a rispondere: “L’uomo aquila non tornò mai più, non rese le ali e la fanciulla dovette rassegnarsi a rimanere umana per sempre”

“Beh, non per sempre, solo per mille anni”

Jacob, nessuno vive mille anni!”

“No, infatti furono i suoi discendenti a conservare le pietre, nascoste accuratamente in qualche posto misterioso del Marble Canyon.” aggiunse Keera che si era ripresa dall’attimo di trance.

Quindi Hokley cercava le pietre, che probabilmente erano smeraldi.

Ma perché si serviva di Bella per i suoi scopi?

Come al solito Daniel aveva capito. Prima o poi avrei dovuto chiedergli se mi leggeva veramente nel pensiero anche da umani!

“In pratica Hokley ha scoperto questa storia tramite Bella, che l’ha trovata per caso studiando il passato e le leggende dei nativi, e da essere avido quale è, ha subito pensato a quanti soldi fare con le pietre”

“A quel maledetto non importa niente del significato fondamentale che esse hanno per la gente di questa terra” disse Keera con rabbia

“Ma perché non ci è andato da solo? Perché si porta dietro Bella?” insistetti

Perché lei sa dove trovarle” rispose lei

“Come fa a saperlo?”

“Sono stata io a dirglielo.”

COSA?!”

Jacob Black potresti evitare di urlarmi in quel modo? – disse Keera seccata – Mi rendo conto di aver fatto un errore, ma quando Bella mi ha chiesto indicazioni su questa faccenda sapevo che a lei non importava avere le pietre per soldi, non voleva tenerle per sé. Solo che poi ci si è messo in mezzo quel babbeo!”

Ma allora perché le interessa trovarle?”

“Non ci sei ancora arrivato Jake? – Daniel mi stupì, era la prima volta che mi chiamava così! – Le servono per tornare umana per sempre”

Quasi mi strozzai. Parlare così davanti ad un’estranea, anche se avevo qualche dubbio ormai sulla sua natura.

La mia testa si riempì nuovamente di mille domande, come era successo quella mattina.

Davvero Bella voleva tornare umana definitivamente? Non voleva essere un lupo mai più? Senza dirmi niente!

E io? Se non avessi mai scoperto niente, sarei rimasto un licantropo per sempre, contrariamente a lei. Che casino enorme!

“Siamo quasi arrivati, parcheggia lì, poi dovremo proseguire a piedi” disse la nostra strana guida

Sembrava che la frase di Daniel non l’avesse minimamente sconvolta, come se avesse parlato del tempo.

Avevo bisogno di altre spiegazioni.

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Capitolo 8
*** Volo ***


Cap

Cap. 7

 

Il sole era sceso fino quasi a toccare l’orizzonte. Avevamo poco tempo prima che il buio ci avvolgesse.

Jacob, forse è il caso che tu mandi un messaggio ai tuoi amici, sono ore che aspettano tue notizie”

“Accidenti, mi stavo dimenticando di loro!” Daniel aveva ragione, mi avrebbero sbranato!

Gli mandai un sms scusandomi e dicendo che Bella aveva chiamato e sarebbe arrivata in serata, ci saremmo visti il giorno seguente.

Pregai intensamente che per allora tutto si fosse sistemato.

Ormai eravamo così vicini a raggiungere Bella che non avrei resistito un attimo di più senza poterla stringere.

 

“Bene ragazzi miei, gambe in spalla, se manteniamo un buon passo, in una ventina di minuti dovremmo arrivare al destinazione.” disse Keera

Forse pensava che fossimo delle pappe molli, invece rimase piacevolmente stupita dalla nostra agilità.

“Daniel pensi che Bella lo farà?” un po’ mi seccava chiederglielo, ma non avevo scelta visto che era con lui che Bella si era confidata. Capì senza spiegazioni a cosa mi riferivo.

“Non lo so, era molto dubbiosa su questa faccenda”

Keera si intromise nella conversazione:

Se può farvi sentire meglio, quelle pietre non possono fare gran che da sole. Manca un elemento fondamentale”

“Sarebbe?” chiesi

“Mi sembra ovvio: l’aquila bianca”

“Senti Keera, scusa se te lo chiedo, ma…”

“Vuoi sapere se penso che siate una banda di matti?”

“Ehm, sì, insomma…”

Si fermò di colpo e si girò indietro; Daniel che camminava dietro di lei ci andò a sbattere contro facendola quasi cadere all’indietro, ma la prese al volo.

Sembrava una quelle scene da film, tipo casqué con bacio romantico, anche se non si stavano baciando. Rimasero così per qualche istante, a fissarsi.

Il pivello era di nuovo arrossito come un gambero! Accidenti a lui!

“Potreste rimandare a più tardi certe effusioni?” li rimbrottai sorpassandoli

Scusami – balbettò aiutando Keera a rimettersi in piedi – non…volevo…”

“Figurati, non c’è problema. Ora andiamo” rispose lei tranquilla.

 

Guardai in alto, davanti a me, e vidi che il cielo cominciava a essere di un blu intenso e qualche stella cominciava a fare capolino.

Stavo diventando impaziente come un bambino la mattina di Natale.

“Si può sapere quanto manca signora guida?” se avessi potuto mi sarei trasformato e sarei andato a cercare Bella da solo, ma non conoscevo per niente la zona, mi sarei perso.

“Siamo quasi arrivati, non temere”

“Pensate che sia il caso di accamparsi e aspettare domattina?”

“Daniel ma sei impazzito? Prima avevi tanta fretta di ritrovare Bella e adesso vuoi farti un pisolino?” non credevo alle mie orecchie! Bastavano un paio di occhioni scuri dalle lunghe ciglia per non fargli capire più niente...Beh, un po’ lo capivo; in effetti se pensavo a Bella diventavo uno scemo anch’io.

“E’ che mi è venuta un po’ fam...”

Sssssh.....!!!! - Keera si fermò e ci fece cenno di fare silenzio – statemi dietro e camminate lentamente, senza fare rumore. C’è qualcuno là dietro!”

Sembravamo tre ladri, o tre imbecilli, a seconda dei punti di vista.

Tra l’altro lei diceva a noi di fare silenzio, ma era la più rumorosa dei tre!

Forse dopo tutto non era una muta forma.

Sentii un rumore di passi felpati provenire da dietro la curva del sentiero, mi voltai verso Daniel, che tendeva le orecchie come me, il quale mi fece un cenno positivo.

Di colpo, con un ringhio, una grossa figura pelosa ci si parò davanti!

Per lo spavento Keera fece due passi indietro, perse l’equilibrio e cadde nel burrone che costeggiava il sentiero!

Daniel si lanciò verso di lei per afferrarle la mano ma non fece in tempo.

Era precipitata! Subito corsi accanto a lui e non credemmo ai nostri occhi: al posto della ragazza c’era un enorme aquila bianca che planava dolcemente sopra il fiume, diversi metri sotto di noi.

 

Il problema era che l’animale era ancora lì dietro che ci ringhiava!

Ci voltammo e scoprimmo che era solo un grosso cane pastore, il quale dopo aver annusato in giro si calmò da solo. Evidentemente il nostro odore gli piaceva, perché si avvicinò a Daniel scodinzolando giulivo e gli leccò tutta la faccia!

“Ah ah ah ah! – ero piegato dal ridere! – gli piaci amico!”

“Ti prego, toglimelo di dosso!”

“Credo sia una signorina – gli dissi mentre la staccavo dalla sua faccia – e si è innamorata di te! Potresti darle una chance dopotutto!”

“Ehi, non sono un cane!”

“Su questo avrei qualcosa da obbiettare, ma lascio perdere perché potresti dire lo stesso di me”

“Dov’è finita Keera?” Daniel si rialzò asciugandosi la faccia con un fazzoletto e una grossa aquila riapparve davanti a noi appollaiandosi su una roccia lì vicino.

“Eccola! - era davvero stupefacente! – Bene signora guida, come la mettiamo ora? E’ proprio un gran bel casino.

“Credi che sia in grado di tornare umana? Voglio dire, pensi che sia la prima volta o si era già trasformata prima?”

“Sicuramente non tornerà umana qui davanti a noi! – Daniel arrossì, di nuovo – Chissà se ha un cambio nello zaino. Per fortuna che non è caduto nel burrone prima, sennò eravamo fritti.

“Vuoi guardarci dentro?”

“Secondo te? – alzai gli occhi al cielo. Certe volte mi chiedevo da che pianeta venisse – Scusa Keera se do una sbirciata, niente di personale. E brava la nostra guida! Ecco una maglietta e dei pantaloncini. Beh, noi ci allontaniamo un attimo così puoi fare con comodo”

Ovviamente l’amico s’era imbambolato.

“Vieni con me tu! - gli dissi trascinandolo per un braccio – Certo che non sei un gran che in quanto ad autocontrollo nelle situazioni di emergenza”

“Mi dispiace, normalmente non sono così lento – disse con aria dimessa – non so cosa mi succeda”

“Eh, lo so io cosa ti succede!”

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Capitolo 9
*** Affinità ***


Cap

Cap. 8

 

Ovviamente era cotto come non mai!

“Ma che dici!?” negò

“Senti, ho visto come la guardi. Sei proprio partito per lei! Ma non c’è niente di male, anzi!”

“C’è molto di male invece...”

“No, ti prego, non farlo!”

“Non fare cosa?”

“Non metterti ad elencare le inesistenti motivazioni per cui tu non potresti stare con Keera, perché sinceramente non ne vedo nessuna...certo a parte il fatto che lei potrebbe non essere d’accordo...”

“Per esempio!”

“Sì, ma per il resto sareste perfetti! Non dovreste mai nascondervi la vostra vera identità a vicenda, tanto per cominciare!”

“Poi?”

“E poi siete talmente diversi che insieme sareste perfetti!”

“Stare con Bella tutto questo tempo ti ha reso così sdolcinato Jacob?”

“Senti, arrangiati, ok? Andiamo a vedere se è tornata umana” tanto era tutto fiato sprecato, non l’avrei mai capito.

 

Dov’eravate finiti voi due? – chiese Keera sorridendoci  mentre coccolava la nostra nuova amica a quattro zampe– Grazie comunque!”

E di cosa?”

“Di avermi lasciato il tempo di...rimettermi in ordine”

“Vuoi parlarne?” chiese Daniel

“Non c’è molto da dire, non credi?! Siete ragazzi svegli dopotutto.- aveva ragione – Però ora che ci penso, io ho ancora da parte qualche domanda da farvi, in cambio del mio aiuto, come mi aveva promesso Bella. Intanto camminiamo però.”

Ok, chiedi pure”

 

Li lasciai andare avanti di qualche passo, tanto quello che le interessava sapere avrebbe potuto dirglielo anche lui, e comunque avrei sentito tutto.

Il cane trotterellava allegramente accanto a me. Non ce ne saremmo più liberati, già lo sapevo.

 

“Voi siete mutaforma, come me?” andò subito al sodo

“Sì”

Anche Bella, vero?”

“Sì, anche lei”

“E che animali diventate?”

“Pensavo l’avessi capito dai nostri discorsi di prima, in macchina. Lupi comunque

“Tutti e tre lupi?”

“Sì, certo”

“Da quanto?”

“Da quattro anni. Bella e Jacob l’hanno scoperto diciamo insieme, io invece ero solo, ma poi li ho incontrati quasi subito. Ora però viviamo lontani, io sono tornato a New York, e li vedo poco” era improvvisamente diventato loquace, ma bravo.

Che rapporto c’è tra voi?” lo chiese abbassando lo sguardo, timidamente.

Avevo le traveggole? Una ragazza così autoritaria e determinata che s’imbarazzava a fare una semplice domanda?! Forse allora c’era più di una speranza per quei due!

“Io e Jacob siamo...amici...forse...direi di sì” non ero stato un gran che come amico con lui fino ad oggi, lo dovevo ammettere. Mi sarei fatto perdonare.

E Bella?”

“Bella è la sua metà”

Lo disse come se fosse la cosa più scontata del mondo. Lo apprezzai davvero.

 

Era la verità dopotutto. Bella ed io eravamo due metà di una sola anima.

Per questo mi si spezzava il cuore a pensare di perdere una parte di lei che amavo tanto.

Cos’avrei fatto poi? Forse era il caso di seguirla nella sua scelta.

Se avesse rinunciato al suo alter ego animale, lo avrei fatto anche io, non l’avrei lasciata sola.

 

Mentre mi chiedevo quando saremmo arrivati il cane accanto a me si bloccò di colpo e di mise in posizione di attacco coi denti scoperti e gli occhi puntati dritti davanti a sé!

Daniel e Keera, poco più avanti avevano appena svoltato un angolo perciò non erano nella mia visuale.

Corsi per raggiungerli e mi trovai davanti una scena che per poco non mi fece venire un colpo.

Quel bastardo di Hokley teneva bloccata Bella, con le mani legate dietro la schiena e le puntava un coltello alla gola!

 

“JAKE!!!” urlò

“BASTARDO, LASCIALA ANDARE!” gli ringhiai contro

“Non ci penso proprio carino! Lei mi serve. Ora voi fate i bravi bambini e mi portate dove ci sono gli smeraldi, altrimenti la butto di sotto!” fece un passo verso l’orlo del precipizio.

Daniel e Keera erano bloccati, trattenevano il fiato e non muovevano un muscolo per paura che lui le facesse del male.

Io gli avrei voluto staccare la testa a morsi, letteralmente!

“La signorina Swan non ha voluto saperne di darmi retta – continuò il verme – perciò ora sarete voi a guidarmi, chiaro? Tutti e tre, camminate davanti a me in modo che possa vedervi!”

 

Fummo costretti a obbedirgli, ma io avevo il cuore che stava per esplodermi nel petto dalla paura che avevo per il mio amore e lottavo contro me stesso per non diventare un lupo.

Temevo che Hokley avrebbe fatto qualche pazzia se mi avesse visto trasformare e ad andarci di mezzo sarebbe stata solo Bella.

Ancora non riuscivo a capire perché mai lei non si era trasformata.

Aveva rinnegato a tal punto la nostra natura da rinunciarvi a costo di rischiare la pelle?!

Era impazzita? Non era un comportamento da lei, assolutamente!

La mia Bella era una combattente, non si lasciava mettere i piedi in testa da nessuno, figuriamoci da un essere tanto insignificante e abbietto!

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Capitolo 10
*** Il tesoro nascosto ***


Cap

Cap.9

 

Seguimmo Keera fino ad arrivare finalmente alla nostra meta. Sembrava passato un secolo da quand’ero partito da La Push, invece era passato solo un giorno ed era successo di tutto nel frattempo.

“Ecco, è qui.”

Dietro alcuni alberi c’era una caverna, abbastanza ampia per poterci entrare in fila per due.

Keera si voltò verso il cane, che ci aveva seguiti buona buona e le disse: “Ora tu ci aspetti qui, d’accordo?”

Wof!” quella si mise in un angolo e si accucciò per terra tranquilla. Va bene Jake, non farti domande a cui non sai dare risposte, non è il momento.

                                            

Entrammo, il verme e Bella restarono indietro, lui aveva acceso una torcia elettrica.

Non che a noi servisse un’illuminazione aggiuntiva. Anche se era buio tutti e tre ci vedevamo più che bene.

Notai che ad un certo punto sulle pareti rocciose dei disegni, astratti ma bene definiti. Erano delle antiche incisioni rupestri. Sembrava che Keera li osservasse borbottando qualcosa tra sé e sé in una lingua che proprio non capivo.

“Ehi tu! – l’apostrofò Hokley – Che stai farfugliando?”

“Nulla! – rispose lei con un sorriso strafottente, ma poi aggiunse a voce ancora più bassa di prima – Aspetta che usciamo da qui e vedi come te la facciamo pagare maledetto sciacallo” ovviamente lui non la sentì.

“Manca molto?” si lagnò

“No, siamo arrivati. Ecco, è là in fondo”

Davanti a noi si aprì una seconda grotta, molto più ampia, anzi enorme. Il soffitto sarà stato alto almeno dieci metri!

Da qualche parte, non avrei saputo dire da dove, filtrava una tenue luce azzurrognola che illuminava tutto abbastanza perché anche un comune essere umano ci potesse vedere bene.

In mezzo c’era una specie di laghetto con l’acqua più limpida che avessi mai visto. Era talmente trasparente che si poteva scorgere il fondo, anche se a occhio e croce era profondo diversi metri.

Nell’aria era pieno di bellissime lucciole, che riflettevano i loro lumini sulla superficie della pozza.

Su una sponda era cresciuto un enorme salice piangente.

Keera si diresse verso l’albero che aveva una grossa cavità  nel tronco e ci si tuffò quasi dentro. Rimasero fuori le gambe.

Dopo un po’ riemerse con in mano un piccolo sacchetto di cuoio.

Gli occhi di Hokley si illuminarono di avidità!

 

“Ecco, questo il tuo tesoro! Lo vuoi? – lo sfidò Keera – Allora vienitelo a prendere!” detto questo lanciò in aria il sacchetto esattamente sopra il laghetto.

Hokley spinse Bella da parte e si lanciò in avanti per prenderlo al volo, ma non fece in tempo; Pluf! Il suo tesoro cadde in acqua creando una serie di cerchi concentrici e lui rimase lì sulla sponda talmente allibito che non sapeva più cosa dire.

Tutto accadde in un istante: mentre si girava verso di noi con aria indemoniata, apparve un enorme lupo grigio che lo atterrò e lo bloccò a terra ringhiandogli in faccia a denti scoperti!

Sentimmo un grido di terrore uscire dalla sua bocca, ma Daniel non mollò la presa neanche quando Keera gli fu accanto.

“Wow! Sei proprio forte, lo sai Dan?!” disse sorridendo sorpresa e un po’ ammirata.

 

Nel frattempo io e Bella ci eravamo praticamente tuffati l’uno nelle braccia dell’altra.

“Amore mio, amore mio sono qui!” le dissi tutto d’un fiato mentre la stringevo forte  e lei affondava la faccia nel mio petto aggrappandosi a me come una disperata.

Jake, credevo di morire senza rivederti mai più! Scusami, giuro che non sarò mai più così imprudente!”

Sentii distintamente i pezzi del mio cuore e del suo che tornavano insieme, cancellando tutta la preoccupazione, riprendendo a battere regolarmente.

“Non ti preoccupare, ne parliamo dopo, non mi devi spiegare niente ora. L’importante è che tu sia sana e salva, ok?!”

Lei alzò il viso rigato di lacrime verso di me e le diedi un bacio dolce sulle labbra.

“Ti amo Bells!”

Anche io Jake!”

 

“Bene ragazzi, ora che ne facciamo di questo individuo?” la faccia schifata di Keera mentre lo guardava era uno spasso!

L’aveva legato come un salame, e siccome era molto infastidita dai suoi lamenti di terrore causati dalla presenza incombente di Daniel, gli aveva anche incerottato la bocca.

“Io lo lascerei qui a marcire – disse Bella ritrovando improvvisamente un po’ del suo antico spirito battagliero – non meriterebbe altro!” ora si che la riconoscevo!

“Alzi la mano, o la zampa, chi è d’accordo!” aggiunsi io alzando la mia.

“La tua idea mi tenta, ma temo proprio che non se la caverà così a buon mercato! Domattina di buon ora lo porterò dallo sceriffo, ci penserà lui a dargli una lezione! – disse Keera soddisfatta – Ora sarà meglio uscire di qui”

Aspetta – la fermai – e le pietre? Le lasci su fondo del lago?”

“Quasi pietre? Intendi dire sassi, forse! – e così dicendo tirò fuori dalla tasca un sacchettino identico a quello che avevamo visto finire in acqua. Lo aprì e ci mostrò il contenuto: dieci splendidi smeraldi. – Eccole qui. Pensavi forse che mi sarei fatta fregare così facilmente Jacob Black?!”

“Assolutamente no! Figuriamoci!”

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Capitolo 11
*** Dubbi ***


Cap

Cap.10

 

Quando uscimmo dalla grotta il cane ci aspettava scodinzolando.

Angy, amore della mamma! – esordì Bella correndo ad abbracciarla. Io rimasi un po’ perplesso – Sei proprio una brava cagnolina lo sai? Brava brava cucciola!”

“Ehm, Bells...da quando abbiamo un cane?”

Lei è proprio una brava cagnolina, sì !” continuò senza rispondermi, mentre Angy si era messa a pancia all’aria a farsi grattare come una ruffiana.

“Bella?!”

“Si?!”

“Da dove salta fuori questo cane?”

“E’ stata Angy a trovarmi, nel pomeriggio, quando siamo arrivati al Marble Canyon. Ha iniziato a seguirci e anche se Hokley ha cercato di mandarla via lei non se n’è andata. Poi a un certo punto ha fatto marcia indietro. Aveva sentito che stavate arrivando e vi è venuta incontro. E’ proprio super intelligente!”

Anche se mi ha leccato tutta la faccia!” disse Daniel un po’ seccato.

“Amico! Sei tornato tra noi!”

“Oh Daniel! – Bella andò ad abbracciarlo. Lui era un po’ imbarazzato – Grazie di cuore amico mio! Grazie!”

Ormai non ero più geloso, anche perché lui era stracotto a puntino di Keera, la quale a quanto pare aveva molto apprezzato il suo intervento fulmineo nella grotta.

“Figurati Bella. Lo sai che potrai sempre contare sul mio aiuto e sulla mia amicizia. Però credo che tu debba proprio chiarirti con Jacob – abbassò la voce, anche se sapeva benissimo che lo sentivo senza problemi – sai non ha preso molto bene la faccenda all’inizio”

“Lo so, non preoccuparti – disse lei calma – sistemerò tutto. E gli diede un bacetto sulla guancia.

 

“A proposito, Bella – Keera si avvicinò a noi, con il sacchetto delle pietre in mano – cosa vuoi farne di queste? Ti interessano ancora per il tuo scopo?”

“Io...non lo so – era dubbiosa, quasi angosciata, e di nuovo il mio cervello si ingarbugliò di interrogativi – è così difficile decidere!”

“Ti va di fare due passi per parlare un po’?” le mise una mano sulla spalla con aria paziente

“Forse è meglio. Jake, ti dispiace darmi qualche minuto?”

“Certo, vi aspettiamo qui, tranquilla” ne avremmo sicuramente parlato, ma in quel momento capii che era una scelta che doveva fare da sola. Io avrei accettato tutto, mi bastava stare con lei.

 

Angy stava di nuovo facendo le feste a Daniel, saltellando allegramente.

“Ehm, basta per favore...fai la brava...su...a cuccia!” non era abbastanza convinto per farsi dare retta

“Oggi è proprio la tua giornata, eh? Strage di cuori! Prima il cane, poi Keera...

Jacob, ma tu sei davvero convinto che io abbia anche solo una possibilità con lei?”

Anche più di una direi!”

Ma io sono così...così...”

Imbranato?”

“Eh, sì! Cosa può trovarci di interessante in me?”

“Intanto se parti così non concluderai niente. Devi avere più fiducia in te stesso! Lei sa chi sei e come sei fatto, è una tipa sveglia. Devi solo essere te stesso, come quando stai con me o con Bella. Cerca di non agitarti e parlale serenamente.

“ Ci proverò...Sai stavo pensando di rimanere da queste parti per qualche giorno. Potrei invitarla a uscire.”

“Oh, così mi piaci! Questo è l’atteggiamento giusto!”

“Voi che intenzioni avete? Con i vostri amici intendo. Starete qui in zona?”

“Direi proprio di sì. Gli ho fatto cambiare destinazione all’ultimo minuto, senza sapere neanche il vero motivo...E poi questo posto è davvero bello, vale la pena di visitarlo come si deve, non credi?”

“Già.”

Ormai era notte fonda e la luna era incredibilmente piena, enorme! Che coincidenza pazzesca.

Anche se non avessi potuto vedere così bene al buio non avrei avuto problemi a tornare alla macchina da tanta luce emetteva.

 

Dopo circa mezzora le ragazza tornarono. Bella sembrava più tranquilla ora.

Si avvicinò timidamente a me.

Ciao piccola – le sorrisi dolcemente – tutto ok?”

“Sì, ora va meglio”

“Non voglio sapere nel dettaglio cosa vi siete dette, ma posso chiederti cos’hai deciso?”

“E’ complicato, ma sostanzialmente non rinuncerò alla mia...luposità. Sei contento?”

Bells, io voglio solo che tu sia serena, che tu stia bene con te stessa. Se tornare umana per sempre ti fa stare meglio non ho nulla in contrario. Ovviamente lo farei anche io.”

“Davvero avresti rinunciato ad essere un super lupo per me?”

“Pensavo che l’avessi già capito da un pezzo”

Cosa?”

“Che divisi non possiamo farcela, solo insieme abbiamo un senso. Se siamo quello che siamo è perché il nostro amore è più forte di tutto il resto.”

“Hai ragione.”

 

Vidi Keera che rientrava nella grotta e feci cenno a Daniel di seguirla.

Che combini signor Black? – chiese curiosa Bella – Ti sei travestito da Cupido per caso?”

“No no!”

“Sei sicuro?”

“Gli ho solo dato una piccola spintarella. Ora se la caverà da solo, tranquilla.

Wof!” abbaiò Angy guardandoci scodinzolando.

Che c’è Angy? Sei gelosa di Daniel?  Ah ah ah ah!”

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Capitolo 12
*** Risveglio ***


Bella Swan - Cap

Bella Swan - Cap. 11

 

Dopo aver consegnato il mio ex-capo allo sceriffo e avergli spiegato a grandi linee la faccenda, ci lasciò andare. Fortunatamente conosceva abbastanza la nostra guida da fidarsi della sua parola.

La stazione di polizia, se così poteva definirsi, di Jacob Lake, era accanto all’ufficio di Keera, che era nel minimarket, e fungeva anche da mille altre cose. Lei abitava al piano di sopra.

 

Keera, devo chiederti un favore, anche se hai già fatto molto per noi”

“Dimmi Bella”

“Potresti tenere Angy con te, almeno finché stiamo in albergo? Poi quando torneremo a casa verrà con noi…se lo vorrà” guardai la mia cucciola con tenerezza materna.

“Non c’è problema, io e lei andiamo molto d’accordo, vero Angy?”

Wof!” abbaiò scodinzolando

Era così intelligente e docile…sembrava capire tutto quello che dicevamo. Soprattutto con me e Keera era estremamente ubbidiente. Intesa femminile forse…

 

Bells, sono le 3, che ne dici se andiamo in albergo? Abbiamo ancora un po’ di strada da fare, e magari riusciamo a dormire un po’. Domattina dovremo affrontare Embry e Maggie”

“Oddio! – mi ero completamente scordata dei nostri amici – Hai ragione Jake, ora andiamo.

Salutai le mie nuove amiche, con la promessa di rivederci nei prossimi giorni.

“Daniel tu che fai? Hai l’albergo a Colorado City? Torni con noi?”

“Ehm…sì…veramente…”

“Non vorrai metterti per strada a quest’ora? Sarai stanco, avrai bisogno di una doccia…Perché non resti da me per stanotte?” propose Keera, per niente imbarazzata

Ma non vorrei disturbare…”

Vabè, fai come ti p….”

“Va bene, resto…grazie, sei molto gentile” si affrettò a ribattere.

Non so perché ma qualcosa mi diceva che Jake c’entrasse qualcosa; quando mi voltai si stava guardando intorno con noncuranza e un sorriso da finto innocente.

Sulla strada del ritorno non parlammo molto. Sapevo che prima o poi avrei dovuto dare molte spiegazioni a Jake, per la mia fuga, perché non gli avevo detto niente dei miei dubbi, perché invece ne avevo parlato con Daniel. Ma ero così stravolta per la mia a dir poco intensa giornata che mi addormentai dopo cinque minuti.

.

 

Mi risvegliai la mattina dopo nel letto dell’albergo. Non mi ricordavo nemmeno di esserci arrivata, forse mi ci aveva portata Jacob in braccio.

Che ore sono? - domandai stropicciandomi gli occhi – Il sole è già alto!”

“Buongiorno Bells! Sono le 10. Hai dormito bene? - lui era sveglio e pimpante come al solito – Eri davvero in coma ieri notte, non ti sei accorta neanche che ti ho messa a letto!”

“Ho una fame da lupi! C’è qualcosa da mangiare?”

Mi guardai intorno. Era una stanza carina, molto luminosa, e di fronte al letto c’era un tavolino apparecchiato per la colazione.

Mi ci fiondai di corsa. Brioche, pane, marmellatine, spremuta d’arancia. Divorai tutto in un baleno.

“Accidenti! Sembra che non mangi da una vita!”

“Sai com’è – dissi con ancora la bocca piena – ieri non ho avuto molto tempo per cenare!”

Jake si avvicinò e si chinò, sollevandomi il viso per baciarmi. Io chiusi gli occhi e mi godetti quel dolce risveglio. Salvo sentire subito dopo il bisogno impellente di andare al bagno.

“Cos’è questo rumore?” chiese Jake ridacchiando

“Ehm...credo che sia la mia pancia...scusa...- che imbarazzo! – Ti dispiace se vado a darmi una rinfrescata? Credo di essere in uno stato pietoso”

“Certo! Cioè, non che sei in uno stato pietoso, anzi, sei particolarmente bella oggi! Vai pure in bagno comunque, continuiamo dopo...il discorso” aggiunse malizioso abbracciandomi

“Grazie” e gli stampai un bacetto veloce sulle labbra.

 

Ero effettivamente in condizioni improponibili, così decisi di farmi una doccia per prima cosa.

Mentre l’acqua scorreva lavando via oltre alla polvere anche i brutti pensieri, alcune domande si affollarono in testa.

Mi ero imposta di accantonare ancora per qualche ora le mie preoccupazioni, per godermi in santa pace un po’ di tempo con Jacob e i nostri amici.

Chissà cos’avevano pensato loro due del mio “scherzetto”. Si erano arrabbiati? Forse no, visto che avevano seguito Jake fin lì. Conoscendo Maggie probabilmente aveva detto qualcosa tipo “un parco naturale vale l’altro”.

Ero fortunata ad averla come compagna di stanza, andavamo molto d’accordo, si adattava sempre ai cambiamenti, ma soprattutto tendeva a non impicciarsi mai dei fatti altrui.

Però era sempre pronta ad ascoltarmi se avevo qualche pensiero da condividere.

Ovviamente c’erano tante cose che non potevo dirle, come per esempio che ero una licantropa.

 

Uscii dal bagno, con i capelli umidi, avvolta nell’asciugamano, e Jake mi stava aspettando seduto sul bordo del letto. Il suo viso s’illuminò quando mi vide.

“Sai Bells, quando fingi di essere imbarazzata mi fai venire ancora più voglia di...”

“Di...?”

Mi avvicinai e mi prese la mano.

“Pensi che Embry e Meg si offenderanno se gli diamo buca ancora per qualche ora?” domandai

“In realtà, mentre eri in bagno li ho avvertiti di non aspettarci per stamattina, li vedremo per pranzo. Probabilmente faranno un giretto in città.

“E’ bello avere degli amici così comprensivi, non trovi?” gli dissi mentre gli salivo in braccio, guardandolo negli occhi e iniziando a sfilargli la maglietta.

“Eh sì, siamo proprio fortunati.”

L’asciugamano che mi avvolgeva cadde. Jake mi fece sdraiare sul letto, baciandomi e accarezzandomi il profilo del corpo.

“Da quando in qua senti freddo Bells?”

Perché?”

“Hai la pelle d’oca”

“Non ho freddo. Sto andando a fuoco piuttosto” detto questo lo avvicinai a me e trovammo un modo molto piacevole di passare la mattinata.

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Capitolo 13
*** Un po' di normalità ***


Cap

Cap.12

 

Quando Maggie mi vide arrivare mi corse in contro per abbracciarmi.

“Poi mi devi spiegare che fine avevi fatto! Quanti aerei hai perso ieri? Non arrivavi più!”

“Ciao Meg! - evidentemente Jake aveva giustificato così il mio ritardo – Ciao Embry

“Ciao Bella. Finalmente possiamo iniziare la nostra vacanza” non lo disse in tono polemico, tutt’altro, ma mi sentii in colpa ugualmente

“Scusatemi, mi sono comportata da egoista”

Ma che dici? Sai, abbiamo fatto un giro in zona ieri sera e anche stamattina, e ho scoperto che ci sono molti posti bellissimi da visitare! L’orso Yogi possiamo anche andarlo a trovare l’anno prossimo, no?!”

“Grazie” le sorrisi. La solita Maggie, vedeva sempre il lato positivo di ogni situazione.

“E il vostro amico, quello che abbiamo conosciuto ieri, Daniel mi pare si chiamasse, dov’è?”

Non sapevo cosa dire, ma Jacob fu più svelto.

“Stamattina andava verso Marble Canyon, ma si fermava prima a trovare una sua…amica…a Jacob Lake.

“Ah, sì, ho visto sulla mappa che è di strada –disse Embry – possiamo raggiungerlo e andarci insieme, se vi va, e se a lui non dà fastidio”

“Magari posso dargli un colpo di telefono, così lo avviso – risposi io – ora lo chiamo”

“Magari disturbi – mi sussurrò Jacob sotto voce, per non farsi sentire – potrebbe essere impegnato, non so se mi spiego…”

Lo guardai in cagnesco e composi il numero. Suonò fino in fondo ma non rispose.

“Mi sa tanto che hai ragione sai, non risponde”

Che ti dicevo? Per me quei due ci stanno dando dentro!”

Jake! Ti sembra il caso?” gli tirai un calcetto

“Ahi! Che ho detto? Hanno diritto anche loro di divertirsi un po’, no?!”

 

Mentre pranzavamo pensavo a cosa avremmo potuto fare nel pomeriggio.

“Beh, comunque al lago ci possiamo andare lo stesso – disse Maggie – è balneabile e con questo caldo sarebbe bello farsi una nuotatina, no?”

“Per me si può fare, solo, non ho il costume da bagno – non pensavo che mi sarebbe servito – Potresti prestarmi uno dei tuoi Meg?”

“Tesoro, io te lo presto anche, ma non so se ti entra, non offenderti, ma mi sembri un pochino ingrassata.”

Lei era più bassa di me, ma effettivamente ora che ci facevo caso mi era anche più magra. O ero io che avevo preso peso...

“Allora ti va di venire con me a comprarne uno? Qui vicino dovrebbero esserci dei grandi magazzini.

Ok! Ragazzi, voi finite pure di mangiare con calma, noi ci assentiamo per una mezzoretta.”

 

Mi avvicinai a Jake per dargli un bacio.

“Non ti dispiace aspettarmi qui, vero? Tornerò prestissimo, promesso.

Mi fece un finto broncio, mal riuscito visto che i suoi occhi sorridevano furbi.

“Ti aspetterò, o forse no, forse scapperò con Embry. Eh eh eh! Mi raccomando, scegline uno sexy!”

“Sei sicuro? Non è che poi saresti geloso degli sguardi degli altri ragazzi?”

“Geloso? Io? Mai stato!”

Se se...ci vediamo!” e mi allontanai con Maggie ridacchiando.

 

Dopo cinque minuti di marcia eravamo già arrivate. Era un posto piuttosto grosso, avevano di tutto.

Trovai subito quello che cercavo, un bikini bianco a fiorellini rossi, molto carino, col reggiseno a triangolo e gli slip con i laccetti sui lati.

Lo provai e quando uscii dal camerino mi accorsi che Maggie era sparita. Probabilmente era andata a farsi un giro per i corridoi.

Mi avviai verso le casse, ma mentre passavo nel reparto farmacia, mi cadde l’occhio su una scatolina in particolare. Mi guardai in giro per essere sicura di non essere vista, la presi e corsi alla cassa a pagare.

Intravidi in lontananza Maggie che sfogliava una rivista sportiva; approfittai della distrazione e mi infilai in bagno.

“Bella, sei sicura di quello che stai per fare? – domandò la mia vocina interiore – Vuoi davvero avere una risposta adesso?”

La verità era che non lo sapevo. Ero nervosa e terrorizzata, ma prima o poi avrei dovuto affrontare la situazione, quindi perché non ora?

Il bagno era vuoto, mi infilai in un gabinetto e feci quel maledetto test. I cinque minuti più lunghi di tutta la mia vita!

D’un tratto sentii la porta aprirsi.

Bells, sei qui?” Maggie.

“Ehm...si Meg, sto facendo pipì, ora arrivo.”

“Tutto bene? Hai una voce strana” perché era così perspicace?

“Più o meno... stavo per esplodere! Aprii la porta del mio gabinetto e la guardai di sottecchi, facendole vedere cos’avevo in mano.

“ OH CAZZO! Ops, scusa...Volevo dire...oh cazzo! Sei incinta?”

“Il test è negativo, ma c’è scritto che va rifatto dopo un paio di giorni per confermare il risultato.

Jake lo sa?”

“No. Volevo esserne sicura prima di dirglielo.

Che botta! E se fosse positivo?”

“Se fosse positivo, tra nove mesi diventerai zia.”

“Davvero, pensi di tenerlo?”

“Non posso immaginare niente che potrebbe rendermi più felice di avere un figlio da Jacob.” Cominciavo a sentire gli occhi umidi.

“Oh tesoro! – Maggie mi abbracciò – Cos’hai ora da piangere, me lo dici? Hai forse paura che lui non lo vorrebbe?”

“No – tirai su col naso e lei mi diede un fazzolettino di carta – Grazie. So che Jake mi ama tanto e sicuramente sarebbe felice, ma siamo così giovani, lui ha appena iniziato a lavorare e anche io...come faremo?”

“Senti, in questi mesi ho imparato a conoscerti abbastanza per poterti dire una cosa: tu sei una ragazza, anzi una donna, estremamente in gamba. Sei intelligente, responsabile e sono sicura al cento per cento che saresti una bravissima mamma. Te la caverai in ogni caso, te lo dico io!”

“Ti voglio bene Meg! – la abbraccia di nuovo – Non ho mai avuto una vera amica, tu sei come una sorella per me!”

“Ora mi commuovo anch’io, vuoi farmi piangere? - e già stava frignando – Direi che è ora di darsi una bella lavata al viso con l’acqua fresca, stamparsi un sorriso smagliante in faccia e raggiungere quei due zucconi. Ci avranno date per disperse ormai! Oh, quasi dimenticavo: il costume?”

Lo tirai fuori dal sacchetto e glielo feci vedere.

Che schianto! Sicuramente Jake apprezzerà!”

Mi fece tornare il sorriso e ringraziai ancora la mia buona stella per aver trovato un’amica così preziosa.

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Capitolo 14
*** Magia ***


Cap

Cap.13

 

Un figlio. O una figlia.

Un essere che ti chiama mamma.

Un essere che dipende interamente da te, per tutto.

Un cuore che batte dentro il tuo.

 

Come avrebbe potuto essere un bambino mio e di Jake? Eravamo licantropi, ma eravamo anche una ragazza e un ragazzo.

Capelli e occhi scuri, entrambi. Pelle color caffè per lui, bianca come il latte per me.

Quante volte avevo sognato e desiderato un esserino che racchiudesse in sé tutti i pregi e i difetti, che amavo comunque, del mio amore.

 

Sapevo che la mia vita era insieme a Jacob Black, perché la mia vita ERA Jacob Black; la metà della mia anima, del mio cuore, della mia essenza.

Inscindibili, per sempre.

Un bambino avrebbe cambiato per sempre il nostro modo di essere? Oppure si sarebbe naturalmente inserito nel ritmo naturale della nostra vita?

Avrei avuto abbastanza amore per entrambi? Sì. Ne ero certa.

 

Dovevo solo attendere qualche giorno, e avrei avuto una risposta definitiva.

Ma prima dovevo parlare con Jake, ormai non potevo più tenermi tutto dentro, era troppo importante. E lui lo sapeva che c’era qualcosa, l’aveva capito, ma aspettava pazientemente che fossi io a farmi avanti.

 

 

Una settimana prima.

 

Maggie era tornata a casa dai suoi un giorno prima, così avevo la stanza tutta per me.

Jake mi aveva portata fuori a cena, al nostro ristorante preferito, vicino al molo.

Era una serata splendida! La luna era quasi piena e gialla come l'oro si rifletteva sull'acqua, insieme alle luci delle barche ormeggiate al porto.

A tavola Jake mi aiutò a sedermi spostandomi la sedia e non mi staccò gli occhi di dosso per tutto il tempo. Non che di solito mi dedicasse poche attenzioni, ma quella sera mangiò a malapena e non spiccicò parola, sembrava ipnotizzato.

Avrei dovuto essere abituata a ricevere i suoi sguardi, invece sembrava di stare al nostro primo appuntamento, quella sera di quattro anni prima, al falò sulla spiaggia.

C’era la stessa elettricità nell’aria, tra di noi.

Quando ci incamminammo per tornare al campus Jake mi avvolse le spalle col suo braccio, con fare protettivo. Mi sentivo così bene, che neanche una bomba mi avrebbe potuto rovinare l’umore.

 

 

Salimmo le scale fino alla mia stanza tenendoci per mano.

Bellssussurrò – stai tremando?”

Non me n’ero accorta, ma ero tutta un tremore. Non dissi nulla finché non fummo dentro.

Chiusi a chiave la porta e guardai Jacob negli occhi con un desiderio tale da fondere la pietra in lava!

Si sedette sul mio letto. Io, sempre fissandolo, scesi dai tacchi e mi sciolsi i capelli. Abbassai le spalline dell’abito che indossavo, il quale scivolò ai miei piedi.

Lui era sull’orlo della follia, lo sentivo sulla pelle. Mi prese per la mano e mi trascinò verso di sé delicatamente.

Ero in piedi davanti a lui. Mi accarezzò partendo dal viso e scendendo sul collo, sulle spalle, lungo i fianchi e sulle cosce, baciandomi delicatamente i seni. Chiusi gli occhi temendo di esplodere da un momento all’altro!

Lo feci alzare e lo aiutai a togliersi i vestiti. Ora potevo udire distintamente i battiti del suo cuore, che correva insieme al mio. Sembrava una gara per quale dei due sarebbe scoppiato prima.

Eravamo uno di fronte all’altra, nudi. Gli saltai in braccio con agilità, avvolgendogli le gambe intorno alla vita e incollando le labbra alle sue, bollenti, che mi aspettavano da tutta la serata, anche se sembrava fosse da tutta la vita.

E in un attimo fummo l’una dell’altro, una cosa sola. Due corpi uniti in maniera armoniosa che si muovevano al ritmo dei nostri respiri, tanto vicini da fondersi.

Una lacrima scese sulla mia guancia quando la mia anima esplose, ma era una lacrima di pura gioia.

Sempre stando abbracciati e uniti Jake si sdraiò sul letto, con me sopra di lui, e mi baciò dolcemente la testa mentre l’appoggiavo al suo petto.

Il suono del suo cuore era la cosa più cara che avessi al mondo. Se fossi stata costretta avrei dato la mia vita, pur di non sentirlo mai fermarsi.

Quella sera non servivano parole. Eravamo solo io e lui, Bella e Jacob, e bastava uno sguardo per capirsi.

Sentii crescere una nuova energia dentro di me ed ebbi la certezza che la nostra felicità non ci avrebbe mai abbandonato, semmai sarebbe aumentata.

Ci addormentammo abbracciati dolcemente, come due bambini stanchi dopo un’intera giornata di corse e giochi sfrenati.

La luna fuori continuava a splendere, ma ormai non ci pensavo più, ero già nel mondo dei sogni.

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Capitolo 15
*** Emozioni ***


Cap

Cap.14

 

Era una situazione stranamente divertente. Quattro amici che vanno al lago a bordo di una jeep scappottata, con la radio a tutto volume, che cantano le canzoni che passano in radio e ridono come dei pazzi.

Jake, sei stonato come una campana! – rise Embry – Non di si può proprio stare a sentire sai!”

“Ah, che bell’amico che ho! Davvero gentile!”

“A me non sembra così stonato, anzi... replicai io

“Bella, amica mia, tu sei la sua ragazza, probabilmente lo sentiresti cantare bene anche se fosse un ubriacone barcollante fuori dal pub! Sei annebbiata dall’amore!”

“Metti in dubbio la mia lucidità Embry?”

“In questo caso, decisamente sì! Ah ah ah!”

“Ehi, la mia Bells mi difende dalle tue critiche e tu le dai della pazza?!” protesto Jacob

Ok, ok, scusate. Ti prego amico, canta ancora qualcosa per la gioia delle mie orecchie!”

“Per oggi mi fermo, non voglio spaccarvi più i timpani.

Aaaah, allora lo sai anche tu che sei stonato! Ah ah ah!”

 

In queste occasioni sentivo la mancanza di Quil, il terzo moschettiere, come lo chiamavo io. Sarebbe dovuto partire con noi, ma purtroppo suo nonno, il vecchio Quil Ateara, non stava molto bene ultimamente, così lui aveva preferito rimanere a casa per passare del tempo con lui.

Anche se non eravamo parenti, era un nonno anche per me. Ci aveva aiutato molto nel primo periodo della trasformazione, e mi ero affezionata a lui. Mi leggeva come un libro aperto.

Pensai che quando saremmo tornati a Forks sarei andata a trovarlo, e chissà, magari gli avrei dato una bella notizia. Sicuramente sarebbe stato felicissimo!

 

Bells, siamo arrivati.- la voce di Jacob mi ridestò dai miei pensieri – A che stavi pensando piccola?”

“A nonno Quil.”

“Capisco. Stai tranquilla, vedrai che starà benone. Ora non pensare più a cose tristi, godiamoci la giornata, ok?”

“Sì” gli sorrisi

Parcheggiammo sotto una pineta, nei pressi del lago e ci incamminammo verso la piccola spiaggia. C’erano anche degli ombrelloni dove poter stendere i nostri asciugamani e io e Maggie andammo a metterci il costume da bagno mentre i ragazzi si accampavano all’ombra.

Finalmente sembravamo dei ragazzi normali che facevano una normale vacanza.

 

Ce l’hai la crema solare? Sei così bianca, non vorrei che ti bruciassi!”

“Sì, quella ce l’ho. Il pallore Swan! Allora, come sto col costume nuovo?”

“Bene, come sempre del resto. Quanto ti invidio Bella!”

“Tu invidi me? Sei stupida?”

“Tu sei così alta, hai delle bellissime gambe. Io sono una nanerottola” disse con voce triste

“Ma nella botte piccola, sai come si dice...

“Sì, c’è poco vino! Ah ah ah!”

 

Jacob e Embry si erano già tuffati in acqua, non avevano resistito al caldo torrido.

Bells, Maggie, tuffatevi anche voi! Qui è uno spettacolo!” chi chiamò Jake.

“Andiamo?” le chiesi

“Tu comincia ad andare, arrivo tra un minuto.

Ok

Non avrei saputo dire se l’acqua fosse fredda o calda. Ero talmente abituata alle temperature dell’oceano, che sopportavo senza alcun problema. Nuotare mi piaceva proprio tanto, specialmente quando nuotavo insieme al mio lupo.

Una volta avevamo voluto testare le capacità natatorie dei Kiowa e Nayeli (come a volte chiamavo i nostri alter ego), ed erano dei provetti nuotatori, quasi quanto noi.

Ma da umani era meglio; mi piaceva la sensazione che provavo quando mi immergevo, la pace che provavo stando sott’acqua. Potevo trattenere il respiro a lungo, e con gli occhi aperti scoprivo un mondo a parte, tutto per me, di pace.

Senza accorgermene mi ero così rilassata che ero finita sott’acqua. Aprii gli occhi e vidi Jake che mi guardava incuriosito facendomi gesto di risalire.

Due pinnate e tornai in superficie, insieme a lui.

Bells, amore, lo so che ti piace stare sott’acqua, ma forse è meglio se gli esperimenti di apnea li fai quando siamo da soli.”

Perché?”

Perché a Maggie stava per venire un attacco di panico quando ha visto che andavi sotto e non risalivi!”

“Oddio, che stupida, scusami”

“Sbaglio o è da stamattina che hai la testa un po’ tra le nuvole?”

“E’ che sto cercando di rilassarmi, di godermi finalmente questa vacanza, mi dispiace se sembro un po’ assente. Le passate 24h sono state un vero schifo, finché non ti ho rivisto davanti a me. Mi mancavi come l’ossigeno, come non mi eri mai mancato prima d’ora Jacob!”

Non me ne resi nemmeno conto finché non vidi la sua espressione preoccupata, ma le lacrime scendevano copiose sul mio viso e non riuscivo più a fermarle. Mi abbracciò dolce e appoggiai il viso sulla sua spalla calda.

 

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Capitolo 16
*** Confidenze ***


Cap

Cap. 15


Mi misi sotto l’ombrellone, dopo essermi spalmata, anzi dopo essermi fatta spalmare da Jacob, la crema protezione 20. Nonostante i super poteri ero pur sempre bianca come un lenzuolo e se mi fossi scottata sarei passata al rosso aragosta in tempo record! Era un esperienza da evitare, in ogni caso.
Provai a richiamare Daniel sul cellulare e stavolta rispose.
“Pronto?”
“Ciao Dan
“Oh, ciao Bella, come va oggi?”
“Molto meglio grazie. Siamo qui al lago, perché non ci raggiungete tu e Keera?”
Keera lavora, però se vuoi ti porto Angy. Quel cane mi sta facendo impazzire, non riesco a farmi ubbidire, non mi dà proprio retta”
“Eh eh eh, che monella la mia Angy.”
Jacob è lì vicino
a te? Può sentirci?”
“No, è in acqua a nuotare con gli altri.”
“Meglio così, volevo chiederti se hai fatto il test.”


Io e Daniel eravamo diventati molto amici in questi anni, dopo il nostro primo burrascoso incontro a scuola e a La Push. Ora si comportava con molta più naturalezza, almeno con me e Jake.
Non gli avevo mai detto che sospettavo di essere incinta, ma lui l’aveva capito lo stesso.
Dopotutto sapeva che la mia probabile eterna giovinezza mi spaventava più del pensiero di invecchiare. Ero troppo imbarazzata per confidare a Jacob questi pensieri, perché intuivo che avrebbe avuto difficoltà a capire.
Lui viveva così serenamente il fatto di trasformarsi, e in genere anche io, ma a volte ancora c’era qualche boccone che non riuscivo a mandare giù.


“Sì. E’ negativo, ma devo rifarlo tra due giorni.”
“E come la vivi?”
“Beh, sto cercando di non pensarci, ma effettivamente non ho altro in testa da una settimana a questa parte, per questo non mi sono trasformata ieri, temevo che se Jacob fosse arrivato sotto forma di lupo avrebbe letto i miei pensieri. E poi non sapevo se la trasformazione avrebbe potuto danneggiarmi.”
“Capisco. Gliene parlerai stasera?”
“Prima possibile, appena saremo soli. Sono contenta di poterne parlare liberamente con te, sai Daniel.”
“Puoi sempre contare su di me, ma ti ripeto, prima lo dici al diretto interessato e meglio sarà.”
“Ricevuto. Che fai allora, vieni qui?”
“Ehm…ecco…se non ti dispiace, io vorrei aspettare che Keera stacchi….e poi…..la inviterei a cena, per ringraziarla dell’ospitalità, ovviamente!”
“Ovviamente, certo! – quando si imbarazzava tornava ad essere il vecchio Daniel - Wow! Complimenti, siete proprio carini insieme, sai?”
“Ma che dici, mica stiamo insieme…è solo un’amica” lo disse con un tono un po’ rassegnato
“Sai, questa volta devo fidarmi delle sensazioni di Cupido Jake, ho l’impressione che l’amicizia si evolverà. Ora vado, stanno tornando tutti. Dà un bacio a Angy per me.”
“Sì, come no! Così mi lecca di nuovo la faccia!”
“Ah ah ah!” riattaccai.

Jacob uscì dall’acqua e si sedette vicino a me.
“Finalmente ti vedo
ridere spensierata! Con chi parlavi?” mi abbracciò, la temperatura un po’ più fresca del solito.
“Con Daniel, stava brontolando perché deve badare a Angy e lei gli fa i dispetti!” come lo nominai si immusonì.
“Ti prego, dimmi che mi sbaglio! Dimmi che non sei di nuovo geloso!”
“Bella, non sono geloso di Daniel, ormai andiamo d’accordo, anche se è un babbeo. – gli tirai un pugno abbastanza forte sulla spalla, e lui se la sfregò dolorante – Sono invidioso del fatto che ti sei confidata con lui, invece che con me. E ora ridevi con lui, mentre con me è da tanto che non ridi in quel modo!” era proprio abbattuto
Jake…”
“Insomma, io ti amo! Tu sei tutto per me e lo sai che puoi sempre confidarmi tutto, non devi vergognarti di niente. – si stava infervorando – Io ti capisco, so cosa provi, so che non è facile per te essere un lupo e doverlo nascondere…”
Jake, abbassa la voce…!”
“Bella, te lo ripeterò fino allo sfinimento, non devi mai dubitare del mio amore e del mio appoggio – sembrava che stesse prendendo la rincorsa e avevo un presentimento su dove volesse andare a parare. Infatti… - Mi vuoi sposare?”
“Credo di essere incinta!” lanciai la bomba senza nemmeno rendermene conto. Lui disse solo due parole:
Oh-merda!” Poi tacque, e rimase imbambolato come un allocco per un quarto d’ora buono.

Maggie ci raggiunse.
“Gliel’hai detto, vero?”
“Detto cosa?” chiese Embry curioso
Lei mi guardò, come per chiedermi il permesso, le feci cenno di sì.
“Bella potrebbe essere incinta”
Porc…Ehm, beh, che bella notizia! Auguri amico!” e tirò un pattone sulla schiena a Jacob che si rianimò improvvisamente.
“Ma…ma…come…cosa…quando? Come?”
“Amore fai un bel respiro, su.”
O-k-e-y!”
“Il come dovresti saperlo bene, il quando, beh, circa una settimana fa. Comunque il primo test è negativo. Devo rifarlo però, non sono molto affidabili quelli fai da te, e sinceramente mi fido più del mio istinto che di quegli affari.”
“Quindi…quindi…tu….credi….”
“Credo proprio di sì.”
A queste parole smise di tentennare e mi fece il più meraviglioso dei sorrisi, che di riflesso contagiò anche me.
“Ehi, aspetta un attimo – ricordai improvvisamente – Mi hai chiesto di sposarti?”

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Capitolo 17
*** Decisioni ***


Cap

Cap. 16

 

I miei genitori si erano sposati molto giovani, e subito ero nata io. Dopo un paio d’anni si erano separati. Mia madre non amava vivere a Forks, così mi aveva portata via con sé, lasciando Charlie da solo.

Lui all’inizio aveva sofferto molto, ma poi tutte le estati da bambina andavamo in vacanza insieme, e a volte a Natale andavo da lui.

In ogni caso  quando andavo alle elementari, mi chiedevo spesso perché la gente si sposasse. Insomma, tanto poi si lasciavano, allora perché perdere del tempo?

Ovviamente erano ragionamenti senza senso. Non tutti i matrimoni falliscono, e comunque anche Renèe e Charlie si erano amati molto per un certo periodo, e le conseguenza del loro amore fu la mia nascita, perciò non posso portargli rancore se tra loro non ha funzionato.

 

Jacob, mi hai appena chiesto di sposarti?” io l’avevo lasciato senza parole, ma lui aveva fatto lo stesso con me, anche se a scoppio ritardato.

“Sì”

“Credo…di aver bisogno…di un bicchiere d’acqua”

“Acqua, certo…!”

Si voltò verso Maggie, come se fosse un distributore automatico e lei alzò gli occhi al cielo con aria rassegnata

“Mi domando cos’avreste combinato senza di noi, se non riuscite a mettere insieme mezzo discorso in due! Tieni cara, bevi. – mi porse la bottiglietta dell’acqua che avevo nella borsa – Embry, forse è il caso che li lasciamo un po’ soli, non credi?”

“Certo. Beh, noi facciamo due passi allora. A dopo. Auguri ancora!” era ancora imbarazzato da tutta questa situazione, non aveva il sangue freddo della sua ragazza.

 

Io e Jake ci guardavamo ridendo nervosamente, senza sapere cosa dire, né chi dei due dovesse parlare per primo.

Poi lui mi prese le mani e parlò.

“Credi davvero che avremo un…un…”

“Bambino…? Credo di sì”

Ma il test…?”

“Andrò da un dottore, voglio essere sicura, non posso più vivere nel dubbio.

“Credo che sia la cosa migliore da fare in effetti.

E’ per questo che eri così strana? Che non ti sei trasformata ieri?”

“Già.”

“Beh, ora è tutto più chiaro, anche se avresti potuto dirmelo prima, ma non insisterò su questo argomento, avrai avuto i tuoi motivi. Ma…allora perché hai rinunciato a restare umana con le pietre? Insomma, sarai una mamma super giovane….per sempre!”

“E tu sarai il più bel papà ventunenne che ci sia in giro.” gli risposi sorridendo

“Accidenti! E’ vero! Oh, beh, pazienza!”

“Adesso ti svelo un segreto Jacob Black. Hai presente ieri notte, quando mi sono allontanata per parlare con Keera, per decidere cosa fare? Beh, lei conosce alla perfezione tutte le leggende dei nativi, specialmente quelle sui mutaforma, così mi ha spiegato che la crescita si blocca fintanto che la persona continua a trasformarsi. In sostanza, quando vorremo crescere, invecchiare, basterà smettere di diventare dei lupi, per sempre, o almeno per abbastanza anni da permettere al nostro fisico di riprendere il suo ritmo naturale.

E dovrai evitare di trasformarti per tutta la gravidanza? Non potrò più correre con te nella foresta per nove lunghi mesi?”

“Credo che sia meglio così, non vorrei proprio fare del male al bambino, anche se ne sentirò la mancanza.

“Porta pazienza, quando sarà nato….o nata, ci faremo una bella galoppata come si deve, ok? Te lo prometto!”

“Non vedo l’ora! - detto questo mi abbracciò forte – E, a proposito, Jake

“Dimmi piccola”

“Sì, ti voglio sposare”

“Davvero?!” era particolarmente stupito

“Certo che sì, sciocco d’un lupo! Ti aspettavi che rifiutassi per caso?”

“Non si sa mai, visto il caratterino che ti ritrovi…Eh eh eh!”

Gli presi il viso tra le mani e puntai gli occhi nei suoi. Come ogni volta mi sentii andare a fuoco. Ormoni sballati o meno, mi bastava uno sguardo per capire ogni volta quando ci desideravamo, quanto ci appartenessimo.

L’avrei sposato mille e mille volte!

Bells…”

Che c’è?”

“Ehm, ecco…se non la smetti di guardarmi in quel modo potrei non rispondere più delle mie azioni”

Lo presi per le mani e lo feci alzare.

“Vieni con me” gli dissi sempre senza smettere di fissarlo.

Lui mi segui senza dire niente. Sentivo che il battito del suo cuore aveva iniziato ad accelerare improvvisamente.

Iniziammo a correre; il lago era circondato da un bosco e trovammo infine una posto appartato, nascosto nel fitto della vegetazione, dove nessuno ci avrebbe trovato.

Entrambi facemmo un grande sforzo per arrivare fin lì col costume da bagno addosso.

Facemmo appena in tempo a togliercelo che gli saltai addosso facendolo cadere sul morbido del fogliame.

“Accidenti Bells – riuscì a dire tra un bacio infuocato e l’altro – dovrei chiederti più spesso di sposarmi se sortisco questo effetto!”

Le sue mani erano dappertutto, così come le mie. Avevo paura di non riuscire a toccarlo, amarlo, sentirlo a sufficienza. Ogni parte di me non desiderava altro che essere completamente sua e non volevo che smettesse mai!

Poteva scoppiare una bomba, un incendio o una tempesta e non mi sarei accorta di niente, ero troppo presa, troppo avvinta al suo corpo perfetto per sentire altro che non fosse Jacob.

E furono scintille, e poi fuochi d’artificio.

Il mio cuore scoppiò, in un’esplosione immensa trovai la pace dei sensi.

 

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Capitolo 18
*** Conferme ***


Cap

Cap.17

 

Quando tornammo al nostro ombrellone, col cuore ancora traboccante di felicità, Jacob mi fece sedere e mi disse:

“Chiudi gli occhi un attimo - sentii che stava frugando nello zaino – Ok, ora aprili!”

Rimasi senza fiato, per un attimo il cuore sembrò fermarsi. In mano teneva una scatolina rossa al cui interno era posto un anello. Era bellissimo, d’argento con al centro un cuore di granato rosso.

 

“Ti piace? - mi chiese sorridendo alla mia espressione estasiata – L’avevo con me da un po’, non sapevo quando dartelo, ma direi che ora sia il momento giusto, non trovi?”

Feci cenno di sì col capo, sempre con la bocca aperta, lui lo tolse dalla scatolina e me lo infilò all’anulare sinistro.

“Questo è il mio cuore, così lo avrai sempre con te, anche quando saremo in due posti diversi.

Riuscii finalmente a recuperare l’uso della parola per dirgli:

Jacob, hai un’idea di quanto ti ami?”

Mmmm….più o meno – scherzò sorridendo– credo tu me lo abbia dimostrato poco fa.

Mi avvicinai al suo viso e gli diedi un bacio lento e dolce sulle labbra che fece venire i brividi ad entrambi.

 

La sera Keera ci invitò tutti a cena a casa sua. Era un piccolo appartamento, ma aveva un terrazzo enorme, infatti apparecchiammo lì.

Angy ci fece un sacco di feste ovviamente, e Daniel fu lieto di sbarazzarsi per un po’ delle sue attenzioni dispettose.

“Allora ragazzi, com’è andata la giornata al lago? – ci chiese la padrona di casa – Vi siete divertiti?”

Jake che stava bevendo per poco non si strozzò. Gli battei con la mano sulla schiena.

Entrambi arrossimmo vistosamente. Gli altri, tranne Keera che lo guardò incuriosita, sapevano più o meno cosa stava succedendo, perciò la aggiornai sulla novità.

“Ecco – dissi – noi….ci sposiamo”

Fu un coro di “Congratulazioni!” “Evviva!”, mi emozionai molto.

“Ovviamente siete tutti invitati, vi vogliamo in prima fila, cane compreso.

Wof!”

“Ah ah ah! – che buffa, capiva sempre tutto! – Ad Angy facciamo portare le fedi, vero cucciola?”

Se non se le mangia prima, – borbottò Daniel – è un pozzo senza fondo!”

“Daniel, vorresti farmi da testimone?”

“Io? – sbarrò gli occhi per lo stupore – Bella sei sicura?”

“Non potrei chiederlo a nessun’altro. E voi ragazze, mi fareste felice se accettaste di essere le mie damigelle.”

“Solo ad una condizione, chiariamo le cose!” disse Keera con decisione

“Niente vestiti assurdi!” terminò Maggie

Entrambe si guardarono e si strinsero la mano convinte.

“Non preoccupatevi, vi voglio troppo bene per farvi un simile torto! Ah ah ah!” incredibile, erano molto simili a me in quanto ad abbigliamento, pochi fronzoli, solo roba comoda. Anche se da quando il mio equilibrio era spaventosamente migliorato ogni tanto osavo mettere i tacchi, quando uscivo la sera con Jake. Almeno riuscivo a guardarlo in faccia senza dovermi mettere in punta di piedi.

 

Lui scelse ovviamente Embry e Quil come testimoni. L’avrebbe chiamato il giorno seguente per chiederglielo.

E poi, una volta accertato che fossi incinta, avremmo dovuto comunicare tutte queste novità a Charlie e ai genitori di Jake. Non avevo proprio idea di che reazione avrebbe avuto mio padre, un po’ mi spaventava l’idea di dirglielo. Billy e Sarah sicuramente avrebbero fatto i salti di gioia!

 

Nei giorni seguenti, tra un’escursione e l’altra, prenotai una visita all’ospedale di Colorado City.

“Signorina Swan – disse il dottore guardando la cartella con la mia scheda – le confermo che è di due settimane. Congratulazioni!”

Non saprei descrivere la faccia di Jake in quel momento. Non mi aveva mai guardata con tanta adorazione.

Mentre tornavamo in albergo discutemmo un po’ sul da farsi.

“Senti Jake, dovremmo stabilire una data per le nozze, che ne dici? Io ho ancora un po’ di tempo prima che la pancia cresca tanto da non poter indossare un abito da sposa.”

Che ne dici del 30 di settembre?”

“Come mai proprio quel giorno?”

“Innanzi tutto avremo due mesi e mezzo per preparare il tutto, e poi, davvero non te lo ricordi?”

Cosa?”

“E’ il giorno che ci siamo conosciuti, quando tu e Charlie siete venuti a cena da noi la prima volta.”

Questo era Jacob Black. Quello che quando meno te lo aspettavi ti illuminava la giornata con un sorriso, o ti sorprendeva con un ricordo dimenticato.

“Credo che sarà perfetto!” gli risposi aggrappandomi al suo braccio e appoggiando la testa sulla spalla.

 

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Capitolo 19
*** Amori e grandi rivelazioni ***


Cap

Cap.18

 

Le vacanze erano finite, tre bellissime settimane passate insieme ai nostri amici in posti bellissimi.

Alla fine Daniel aveva disdetto l’albergo perché Keera non aveva più voluto saperne di separarsene.

Una sera, mentre eravamo sulla sua terrazza mi aveva presa da parte e mi aveva confidato che era proprio presa da lui.

 

Mi imbarazza da morire dirti questa cosa, ma se non lo confido a te Bella, che sai tutto di noi e che sei la sua migliore amica, e ora anche la mia, esplodo!”

“Dimmi tutto, prometto che non ne farò parola con nessuno!”

“Beh, quando tornerai ad essere un lupo Jacob lo scoprirà leggendoti la mente, ma non m’importa. Insomma, credo proprio di amare Daniel, come non ho mai amato nessuno…ecco ora mi vergogno…”

Keera – era rossa come un pomodoro – se c’è qualcuno con cui non devi vergognarti sono io, credimi. Non sai quanto mi faccia felice sapere che entrambi avete trovato l’amore. Oltretutto avrete il sostegno reciproco anche per gli affari…animali, diciamo così, che non è cosa da poco!”

“La verità, e lo sa solo lui, è che io già mi ero trasformata nella grande aquila, prima di conoscerlo. Questa cosa mi ha sempre impedito di aprirmi con gli uomini perché non è un segreto da poco, insomma, non posso andare con un ragazzo e poi dirgli <<Sai caro, sono una mutaforma, so volare!>>, non so se ho reso l’idea! Comunque non sto con Dan per questo, anche se aiuta, io lo amo davvero. Ed è assurdo perché siamo il giorno e la notte, letteralmente! Non riesco proprio a capire…”

“L’amore è sempre irrazionale, e ci coglie di sorpresa. Voi siete diversi, ma vi completate a vicenda, colmate l’una le lacune dell’altro. E’ questo il bello, no?!”

“Sì, questo e anche…ehm…Bella, quel ragazzo, ecco…ho avuto altre esperienze prima, ma ti giuro che con lui provo cose mai provate prima!”

Ok ok, ho capito! Ora mi imbarazzo io però! Ah ah ah!”

 

Quel curiosone di Jake ci sentì ridere, e si avvicinò.

Cosa vi dite di tanto divertente? Posso saperlo anch’io?”

“Direi proprio che non sia il caso Jacob Black – rispose Keera severa – cose da donne, sai…”

“….Ok….” e se ne andò rassegnato.

“Lasciamolo nella sua beata ignoranza che è meglio!”

Decisamente! Ah ah ah!”

 

 

La prima tappa, al ritorno a Forks, fu da Charlie. Scendendo dalla macchina Angy si mise ad abbaiare, annunciando la nostra presenza, infatti lui uscì subito e ci venne incontro.

“Siete tornati! – e venne ad abbracciarmi, poi abbassò lo sguardo – E questo cane?”

“Papà, lei è Angy. Angy, lui è Charlie, il mio papà.”

Wof!” abbaiò lei scodinzolando con la lingua di fuori.

E da dove arriva?”

“L’abbiamo trovata, o meglio, lei ha trovato noi, quand’eravamo in vacanza, e così non ci ha più lasciati.”

Charlie ne era già conquistato, lei gli faceva le feste e lui la grattava dietro le orecchie.

“Papà, ti dispiace se entriamo in casa, dovrei parlarti di alcune cose.”

“Certo, entriamo. Jake?”

“Io faccio due passi con Angy, vi lascio da soli, ci vediamo dopo. Vieni Angy, vieni su!”

Lei lo seguì ubbidiente e noi due entrammo in casa.

 

“Devo preoccuparmi?”

“Non credo proprio – e gli mostrai l’anello che avevo al dito – almeno spero.

“Oh! – era senza parole, esattamente come me quando Jacob me l’aveva dato – Bambina mia! E’…fantastico!”

“Davvero? Sei sicuro che la cosa non ti dispiaccia?”

E come potrebbe dispiacermi? Voglio bene a Jake e lo vedo da solo che vi amate davvero. Billy e Sarah lo sanno?”

“Non ancora, volevo dirlo prima a te - Si stava emozionando, e anche i miei occhi cominciavano a diventare lucidi – Tra l’altro, non è tutto.

“Meglio che mi sieda allora.”

“Beh…tra otto mesi diventerai nonno.” gli dissi sorridendo emozionata

La reazione di Charlie fu di quelle che non si scordano. Mi abbracciò, senza dire niente, ma sentivo che era felice.

Comunque papà, non è un matrimonio riparatore, è solo capitato, tutto qui.”

“Bella, tu stai per diventare mamma, che m’importa! – era estasiato – Non posso ancora crederci! Accidenti quante emozioni oggi!”

Entrambi ormai piangevamo e ridevamo insieme, come due sciocchi sentimentali, cosa che non eravamo mai stati.

“Avete già deciso la data delle nozze?”

“Sì, il 30 di settembre. Papà non immagini quanta gioia mi dia il tuo consenso!”

“Beh, non sono così all’antica dopotutto. Non mi offendo mica se Jake non ha chiesto prima il permesso a me! Ah ah ah! Anche perché sei tu quella che deve accettare, e anzi visto che gli hai già detto di sì non posso che darvi la mia benedizione!”

“Grazie infinite!”

“Bene, credo che dovrai dirlo anche a tua madre ora! Riesci a immaginare la sua reazione?”

“In effetti…no, non ne ho proprio idea sai.

“Sono così fiero di te piccola mia! E’ stata una fortuna che tu sia venuta a vivere con me quattro anni fa, e non solo per la mia dieta. Hai trovato la tua strada, sei diventata una magnifica donna, e Jacob deve ritenersi onorato di diventare tuo marito.

“Sì, direi proprio che venire qui è stata la scelta migliore che potessi fare in vita mia.”

 

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Capitolo 20
*** Un dolore ***


Cap

Cap.19

 

29 settembre, h.10.30: - 24 h al giorno fatidico.

 

Nome: Isabella Swan, detta Bella

Età: 22 anni.

Ambizioni lavorative: insegnante di letteratura, scrittrice o giornalista, sono ancora indecisa, lascio aperta ogni possibilità.

Stato civile: fidanzata, mi sposo domani.

Caratteristiche particolari: agilità e forza mostruosa, sono una licantropa, in dolce attesa aggiungerei, quindi ho sospeso le trasformazioni per il momento.

 

Appallottolai il foglio e lo gettai verso il cestino: centro!

Altro che compilare un curriculum, dovrei darmi alla pallacanestro, o al nuoto, sarei un portento in ogni sport! Peccato che darei un po’ troppo nell’occhio.

Non riuscivo proprio a concentrarmi sul fatto tra un giorno soltanto sarei diventata la signora Black. Non per Jake, assolutamente, solo che ogni volta che provavo a immaginarmi avvolta nel mio bellissimo abito bianco, mentre attraversavo la navata al braccio di Charlie, venivo assalita dal panico. Stare al centro dell’attenzione non è mai stata una cosa gradevole per me. Ma forse questo tipo di ansia era comune in ogni futura sposa.

 

Il suono del telefono mi ridestò da questi sciocchi pensieri.

Pronto, casa Swan.”

“Bella, tesoro, sono Sarah.” aveva una voce terribile.

“Ciao Sarah, ma che succede?” il mio cuore iniziò a battere più forte.

“Si tratta di nonno Quil.”

Dov’è?”

“A casa sua.”

“Arrivo.”

In quell’istante avrei tanto voluto trasformarmi per poter essere a La Push più in fretta che mai, ma non potevo.

Salii in macchina e accelerai più che potei, ma mi sembrava di non arrivare mai.

 

Giunsi alla casa del vecchio Ateara e trovai Quil, con Billy accanto, seduto sui gradini fuori dalla porta.

Scesi di corsa dall’auto e li raggiunsi.

“Come sta?” chiesi preoccupata

“Non bene – rispose Billy. Quil teneva la testa tra le mani e non parlava – non voleva che tu lo sapessi, per farti stare tranquilla, sai per il bambino e il resto, ma s’è aggravato così abbiamo pensato che era il caso di chiamarti.”

In quel momento Quil alzò la testa e mi guardò con gli occhi lucidi.

“Lui ti vuole molto bene Bella, sei come una nipote. Vai da lui.

Feci un cenno con la testa e senza dire niente entrai in casa.

Le finestre erano spalancate e un insolita luce splendente entrava nella stanza.

Il vecchio era nel suo letto, con Sarah e Jacob seduti accanto. Quando si accorse di me sorrise.

“Bella, piccola – disse a fatica – hai visto? Il sole è venuto a salutarmi! Non volevo farti preoccupare.

Mi inginocchiai al suo fianco e gli presi la scura mano rugosa tra le mie, lisce e bianche. Era un contrasto impressionante.

“Nonno Quil, non pensare a me, io sto bene, davvero!”

Ma certo, come potrebbe essere altrimenti? Sei così radiosa…mi dispiace solo che non potrò vederti attraversare la navata domani. Tuo padre sarà così fiero di te!”

Chiuse un attimo gli occhi, respirando lentamente, poi proseguì.

“Ascoltami ora. Tu sei una donna forte e capace, ho imparato a conoscerti bene e so, so perfettamente che posso fidarmi di te, che posso affidarti il mio posto.”

“A me? Ma che dici? E i tuoi nipoti….e Jacob? Io non sono neanche una Quileute!”

“Tu sarai un grande capo Bella Swan, anzi Black, se me lo concedi. Tuo marito non ha nulla in contrario in proposito, in quanto ai miei nipoti, ho parlato con Quil, tempo fa, conosce la mia scelta, e si fida del mio giudizio. Ti vuole bene e non obbietterà. Daniel ti conosce ancora meglio, perciò l’unica risposta che voglio è la tua: vuoi prendere il mio posto nel consiglio della tribù?”

“Ne sarei più che onorata, nonno Quil. Spero di essere all’altezza di questo compito.

“Lo sarai. Billy e Harry ti aiuteranno, non temere piccola mia.

Sentivo che il momento era quasi arrivato. Gli diedi un bacio sulla fronte e accarezzai quel viso che sembrava scolpito nella corteccia di un albero, per l’ultima volta. Poi uscii a chiamare Quil, che entrò al nostro posto.

Ero così confusa, avevo bisogno di mettere insieme le idee. Jacob comprese il mio turbamento, così mi prese tra le braccia, accarezzandomi i capelli e mormorandomi parole di conforto. Appoggiata al suo petto piansi le lacrime che avevo trattenuto dentro la casa.

Anche Sarah e Billy si confortavano a vicenda. Era stato un padre per loro, così come il nonno di tutti noi ragazzi. Nessuno avrebbe mai potuto prendere davvero il suo posto, anche se lui la pensava diversamente.

 

Jake mi porto alla nostra spiaggia, per fare due passi e riprendere il contatto con la realtà.

“Mi sembra impossibile che sia successo davvero – parlai dopo mezz’ora che passeggiavamo. Jake non aveva aperto bocca tutto il tempo – sembrava uno di quegli esseri fantastici di cui ci raccontava, quelli immortali che vivono solo nelle leggende Quileute.”

“Dovresti saperlo ormai che le leggende sono prese dalla realtà. Quindi anche i miti finiscono, prima o poi.”

Tranne il nostro, spero. Tu che ne dici? – mi guardò piegando la testa con aria curiosa - Il nostro amore, è una leggenda che si è trasformata in realtà. Spero solo che duri per sempre.”

“Su questo non ho alcun dubbio, Bella Swan, futuro capo tribù. Niente e nessuno potrà mettere in dubbio il nostro amore, mai.”

“Lo so, e anche lui lo sapeva. Mi dispiace che nostro figlio non potrà conoscerlo.

“A nostro figlio…o figlia…racconteremo noi la leggenda del vecchio Quil Ateara, il nonno migliore che si possa avere.”

“Oltre a quelli veri, naturalmente! Billy e Charlie saranno dei nonni molto gelosi, già lo so!”

“Ehi, signorina, lo sai che è ora che tu torni a casa? Non dobbiamo più vederci fino a domattina, è la tradizione!”

“Ti dispiace se resto ancora un po’? Ho bisogno del mio fidanzato ora come ora.

“Puoi restare finché vuoi amore mio, non sarò certo io a cacciarti. Nonno Quil aveva ragione, sei proprio radiosa, sai?” e mentre lo diceva mi prese il viso tra le mani e mi guardò, come solo lui sapeva fare, scaldandomi il cuore, che piangeva.

 

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Capitolo 21
*** Unione ***


Cap

Cap. 20

 

Mi hanno sempre detto che il giorno delle nozze ci si sente talmente trasportati degli eventi, da tutti quelli che ti ronzano intorno e ti dicono cosa fare e dove andare, che neanche ci si rende conto di cosa accade.

Invece io mi svegliai stranamente calma, andai in bagno a lavarmi e quando tornai in camera, prima che Sarah e Renèe arrivassero per pettinarmi, mi soffermai a guardare allo specchio la mia figura intera.

In quel momento preciso, anche se so che può sembrare impossibile, sentii il mio bambino.

A tre mesi non dovrebbero essere grandi a sufficienza per farsi sentire, ma erano anni ormai che la parola “impossibile” era sparita dal mio vocabolario.

Fu in quell’istante che presi coscienza del fatto che entro poche ore sarebbe nata una nuova famiglia. Jacob e Isabella Black…più uno! Beh, per lui, o lei, avremmo dovuto attendere ancora un po’, ma era un dettaglio irrilevante.

 

In breve fui pronta e le mie due madri mi guardarono commossa.

“Bella, ti giuro che sei la sposa più meravigliosa che abbia mai visto”

“Mamma, lo dici solo perché sono tua figlia!”

“Oh, no cara – insistette Sarah – tua madre ha ragione, sei davvero bellissima! Chissà se il cuore di mio figlio reggerà quando ti vedrà arrivare? Eh eh eh!”

Il mio abito era color panna, con applicati tanti fiorellini colorati. I capelli sciolti sulle spalle, in mille boccoli leggeri e una semplice coroncina in testa. Niente velo. Il bouquet era degli stessi fiori dell’abito.

Quando Charlie mi vide fece un sorriso capace di infondermi il coraggio che ancora mi mancava.

“Bene, direi che possiamo andare!” dissi a tutti e tre

“Accidenti che sposa autoritaria! Ah ah ah!” commentò Sarah.

 

In chiesa c’erano già tutti. Jacob era all’altare, con i suoi testimoni e il mio.

All’ingresso le mie damigelle erano pronte per percorrere la navata davanti a me. Avevo mantenuto la promessa, niente abiti ridicoli per loro. Entrambe indossavano un tubino di raso lucente color rosso granato, come la pietra del mio anello, senza spalline, che si allargava un po’ al ginocchio, i lunghi capelli sciolti arrivavano al fondoschiena, color oro per Maggie e corvini per Keera.

Il contrasto era impressionante, ed erano entrambe bellissime.

Feci il primo passo in avanti e la musica cambiò. Era il mio momento.

Tutti si voltarono verso di me, probabilmente la mia faccia diventò di un colore simile all’abito delle damigelle, ma per fortuna avevo Charlie accanto che mi teneva saldamente.

Arrivai a destinazione e vidi quattro bei ragazzoni eleganti che mi sorridevano, uno in particolare con gli occhi sbarrati, aveva quasi smesso di respirare.

“Prendi fiato Jake – gli disse mio padre sottovoce – o esploderai!”

Sentii gli altri tre che ridacchiarono a quelle parole, mi voltai verso Daniel, il mio testimone, e mi fece l’occhiolino per incoraggiarmi, io ricambiai con una smorfia, cercando di non farmi notare troppo.

La cerimonia fu breve, nessuno sbagliò la sua parte e alla fine arrivò la piccola Michelle, la nipotina di Jake, con le fedi. Ora portavamo entrambi al dito un’ulteriore prova tangibile, più per gli altri che per noi stessi, della nostra unione eterna.

Noi due sapevamo di appartenerci dal primo istante che ci eravamo sfiorati.

 

Una volta superato lo scoglio della cerimonia, sia io e che Jake ci rilassammo vistosamente.

Salimmo in macchina per dirigerci a La Push, dove, nel giardino di casa Black era stato allestito un enorme tendone, con tavoli e una meravigliosa pista da ballo.

Gli invitati erano tutti lì che ci aspettavano, e ci accolsero con un caloroso applauso e urla di giubilo. “Viva gli sposi!”.

“Allora Bells, che ne pensi? – mi chiese Jacob sorridendo soddisfatto – E’ di tuo gradimento?”

Ma…è…una meraviglia! – avevano fatto davvero un gran lavoro – Come avete fatto in così poco tempo?”

“Magia…eh eh eh! Mi concedi il primo ballo?”

“Certamente!”

Vidi gli altri intorno a noi che ci fissavano ammirati, eravamo così aggraziati da fare invidia!

Dopo un po’ si unirono a noi Billy con Renèe, Charlie con Sarah e le coppie dei nostri amici.

“Signora Black, non si dovrebbe affaticare troppo, non crede?”

“Non ti preoccupare, stiamo bene – gli sorrisi abbassando lo sguardo sulla mia pancia -  ci sei tu con me, non devo temere nulla.

E sempre ci sarò, per te, amore mio.” detto questo mi strinse più forte a sé e mi baciò.

Non avrei mai potuto fare a meno di quelle labbra, ne ero dipendente, mi lasciavano sempre in uno stato di totale stordimento.

“Sai, Jake…” gli sussurrai all’orecchio

“Dimmi piccola.”

“Non vedo l’ora che arrivi stasera, per essere nella nostra nuova casetta, da soli, tu ed io...

Ok, ora è meglio che tu conceda un ballo a tuo padre, e poi al mio, e poi al tuo testimone, perché se dici un’altra parola soltanto io ti rapisco e pianto in asso tutto i nostri ospiti!”

“Come siamo sensibili” continuai con voce maliziosa

“Bella, amore, mia gioia, dire che oggi sei divina è riduttivo, come se già non fossi normalmente attratto da te come una calamita! Daniel! – chiamò lui che era il più vicino – vieni a prenderti la tua amica per un ballo!”

“Eh eh, va bene, va bene, riprenderemo il discorso più tardi!”

 

 

“Allora, come va? – Daniel era di poche parole – Sei felice?”

E me lo chiedi? Certo che sono felice, sono al settimo cielo!”

“Molto bene.”sorrise dolcemente.

E tu, Dan, sei felice? Per te stesso intendo. Keera è uno splendore oggi.

In effetti devo ringraziarti, io ed Embry abbiamo gradito molto la scelta dell’abito delle damigelle!”

“Mi fa piacere. Come vanno le cose tra voi? Ho provato a indagare con lei, ma oggi è stranamente silenziosa. C’è qualche problema per caso?”

“Oh, no, affatto! Tutt’altro.”

Cioè?” sentivo odore di novità

“Beh…sai…non volevo parlartene oggi, perché è il vostro giorno, ma….

“Daniel! Ti vuoi decidere?”

“Mi ha chiesto di andare a vivere con lei, a Jacob Lake.

Ma è una bellissima notizia!”

“Sì, lo è…anche se, sai…lasciare New York…”

“Ma tu le hai detto di sì vero?!”

“In verità ci sto pensando, ma penso che accetterò. Ho trovato diverse possibilità d’impiego a Colorado City, perciò non dovrei avere difficoltà a sistemarmi.

“Daniel, vai immediatamente da lei a dirglielo! Starà impazzendo a quest’ora!”

Ok, ok, vado, hai ragione, come al solito..eh eh!” mi diede un bacetto sulla guancia e lo vidi raggiungere Keera, che stava ballando con Charlie.

Sentii alle mie spalle una presenza familiare, che mi avvolse con le sue grandi braccia.

Che combina l’amico Daniel?”

“Niente di male, ha solo trovato il suo posto, così come noi.

 

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Capitolo 22
*** Epilogo ***


Epilogo - Estate

Epilogo - Estate

 

Driiiiiiiiiiiin!!!!!!!!

Una manata e con un rumore secco il suonò cessò. Sentii Jacob accanto a me che si voltava sotto le lenzuola mugugnando.

“Dimmi che non ne hai rotta un’altra…sarebbe la quarta in una settimana.

“Mi dispiace, solo non volevo svegliarla, dorme così bene.

“Una volta tanto, eh eh! Vieni qui tu.”

Mi avvicino a sé, avvolgendomi dolcemente. Il sole stava ancora sorgendo, e una luce tenue filtrava dalle fessure delle imposte. Di sottofondo il rumore delle onde, che dolci si infrangevano sulla spiaggia.

Jacob infilò le sue mani calde sotto la mia camicia da notte, facendole scorrere sulla mia schiena liscia e accarezzandomi tutto il corpo. Io mi lasciai andare completamente ai suoi baci e al suo tocco dolce ma deciso.

Avvicinai il suo viso al mio iniziando a baciarlo come un’assetata nel deserto.

“Signora Black – mi sussurrò con voce sensuale nell’orecchio mentre le sue mani erano ovunque – buongiorno!” non capii più niente, dov’ero, chi ero…Stavo per impazzire, e lui con me, ma mi tappò la bocca con un altro bacio, prima che tutto il vicinato si svegliasse per colpa nostra.

Mi fece sdraiare sopra di lui, e appoggiai la testa sul suo petto; sentivo ancora i nostri cuore battere come tamburi impazziti.

Voglio svegliarmi così tutte le mattine della mia vita – gli dissi con un filo di voce – credi sia possibile?”

“Per me non ci sono problemi, ma temo che tra qualche tempo la piccola comincerà ad essere più invadente.

Non fece in tempo a finire di parlare che sentii una vocina squillante piangere reclamando la colazione.

“Si è svegliata. Vado.” e feci per alzarmi, ma Jake mi fermò.

“Vado io, tu resta ancora un po’ a letto se vuoi.

Ok, grazie.”

Mi domandai cos’avevo fatto per meritare un marito così perfetto, e una figlia tanto diligente da dormire tutta la notte senza svegliarsi urlante fino alla mattina.

Dopo poco sentii silenzio, seguito dal rumore di una boccuccia che succhiava il biberon.

Raggiunsi i miei amori, quello grande e quella piccina, e li abbracciai.

“Buongiorno raggio di sole!” dissi con dolcezza

“Con chi ce l’hai Bells, con me o con la piccola?”

“Con tutti e due naturalmente.” dissi con ovvietà.

 

Dopo averle cambiato il pannolino e aver dato la pappa a Angy che nel frattempo si era svegliata e grattava la porta per farsi aprire, ci vestimmo anche noi, solo bermuda e canottiera, e la portammo dai nonni Black.

Sarah era come sempre in veranda, a bersi una tazza di caffè sulla sua sedia a dondolo preferita. Billy dormiva ancora probabilmente.

“Buongiorno nonna Sarah, guarda chi è venuta a trovarti.

“La mia piccola Jayne! Vieni qui cucciola! - e la prese in braccio con sguardo adorante. Lei le sorrise allungando le manine paffute, bianche come il latte, come le mie – Bella cara, questa creatura è ogni giorno più graziosa.”

Infatti me ne innamoro ogni mattina. - risposi. Jayne aveva la mia carnagione pallida, ma gli occhi e i capelli erano neri come quelli del papà. E l’appetito era proprio da lupetta! – Noi andiamo ora, torniamo per pranzo.”

“A più tardi ragazzi.”

“Ciao mamma, ciao amore di papà!” salutò Jake.

 

Come ogni domenica mattina io e Jacob facevamo una piccola escursione sulle montagne.

Bastò allontanarsi di poco dal centro abitato, inoltrandosi nella boscaglia e fummo su quattro zampe.

“Come si può rinunciare a questa sensazione, me lo dici Bells?”

Infatti al momento non ho alcuna intenzione di smettere, come potrei?”

Il terreno era morbido sotto le zampe che lo sfioravano appena, dalla grande velocità, e sul muso sentivo il fruscio delle foglie, dell’aria, i profumi della foresta, l’odore di Jake che correva davanti a me.

Accelerai per superarlo.

Che fai? Mi sfidi?” chiese divertito

“Pensi di riuscire a starmi dietro?”

“Certo che sì, signora Black!”

In breve raggiungemmo il nostro posto, sulle montagne dove tempo prima avevamo imparato a conoscere e dominare i nostri lupi.

“Che vista meravigliosa quassù!” dissi estasiata

“Sì, direi che la vista è proprio da mozzare il fiato – rispose lui guardandomi con gli occhi improvvisamente brillanti – per fortuna che qui non c’è mai nessuno, altrimenti sarebbe un problema starsene senza niente addosso.”

“Già, è una vera fortuna.”

Mi avvicinai con un balzo e lo feci cadere con me sull’erba fresca, ancora bagnata dalla rugiada.

 

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