All of me

di SuperCorpKL
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo appuntamento ***
Capitolo 2: *** Per sempre ***
Capitolo 3: *** Sempre con te ***



Capitolo 1
*** Primo appuntamento ***


Era una situazione familiare per Lena, era notte fonda e lei si trovava ancora nel suo ufficio per risolvere i problemi della società legati al fratello. Era arrivata a National City da qualche settimana e aveva passato le notti quasi completamente in bianco. Dirigere la compagnia non era così bello come aveva immaginato, era estenuate. Riunioni, documenti da visionare, incontri con gli azionisti, proposte a cui dare una risposta. Era venerdì e Lena non sapeva quando era stata l'ultima notte che aveva dormito tutta la notte. 

Un rumore alle sue spalle attirò la sua attenzione, con la coda dell'occhio intravide la donna più amata e rispettata di National City, una certa supereroina bionda. Come al solito atterrò con grazia sul suo balcone e bussò leggermente sul vetro.

"Avanti." disse Lena, senza esitare.

"Signorina Luthor, non ho potuto fare a meno di notare la luce accesa. Anche oggi tanto lavoro?"

"Non riesco a ricordare come sia una notte intera di sonno." disse massaggiando le sue tempie. "Anche oggi mi controlli?" chiese con un dolce sorriso. Non le piacevano le interruzioni ma quelle di quella ragazza si, sembrava quasi le aspettasse con ansia, un appuntamente giornaliero o meglio...notturno.

"Solo per vedere come stai..." sorrise l'eroina.

"Non è facile cancellare quello che ha fatto mio fratello, ottenere fiducia dalle persone ma piano piano ci sto riuscendo e quindi mi sento ripagata. Sto cercando di ripulire tutto."

Supergirl annuì comprensiva.

"Stai facendo un ottimo lavoro però devi darti tregua, nessuno ti obbliga a lavorare fino a tardi."

Lena sorrise, sentiva il cuore batterle velocemente in petto. La ragazza si preoccupava per lei come nessuno aveva mai fatto e questo le riempiva il cuore di gioia.

"So che hai ragione, troverò un equilibrio, speriamo prima di un crollo nervoso." scherzò.

"Se c'è qualcosa che posso fare per te sai che puoi chiedermi tutto e se hai quasi finito mi farebbe piacere accompagnarti a casa, mi fa stare più tranquilla saperti al sicuro."

Lena sorrise.

"Ti preoccupi sempre per me quando quella che corre più pericoli tra le due sei tu, ho visto il notiziario oggi." la informò facendo un'espressione preoccupata.

"Ingigantiscono sempre le cose, ho preso solo qualche colpetto ma nulla di preoccupante, sto bene." le sorrise.

"Anche tu sarai stanca ma nonostante tutto sei qui." le fece notare.

La bionda annuì.

"Come ti ho detto voglio saperti al sicuro. Andiamo?" le disse porgendole la mano.

"Aspetta." 

La supereroina si fermò a guardarla, i suoi occhi azzurro cielo si persero in quelli verde-azzurri della Luthor in attesa di sentirla parlare.

"Esci con me." disse di getto senza pensare.

Supergirl la fissò stupita, era senza parole.

Lena vide la reazione della ragazza e si maledì per non aver formulato meglio la richiesta, aveva pensato mille modi per chiederglielo ma si sentiva ridicola. Una supereroina che accetta un appuntamento per di più con lei, era impossibile.

"Cioè...voglio dire...sei l'unica persona che conosco in questa città, oltre ovviamente quelli che lavorano per me, sei sempre stata gentile con me e...sono patetica, lo so. Sei gentile con tutti tu." disse dandole le spalle.

"Ehi. No, continua. Non sei patetica." la rassicurò poggiandole la mano sulla spalla.

"Io...io penso che ci debba essere una ragione che ti spinga a presentarti qui ogni sera quando lavoro fino a tardi e non penso sia solo il tenermi al sicuro perchè dovresti far così con tutti e..."

"Hai ragione."

"E?" chiese voltandosi speranzosa.

"Uscirò con te." concluse. 

"Davvero?" 

"Solo ad una condizione." 

"Non lo saprà nessuno." 

"No...io non esco nei panni di Supergirl." 

"Mai?" Chiese Lena, con tono triste.

"Mai. Ho un'identità di copertura, o forse dovrei chiamarla la vera me, il mio lato umano. Forse dovresti uscire con la vera me e non con Supergirl."

Lena annuì felice. 

"Assolutamente. Ne sarei felice."

"Ho paura di deludere le tue aspettative...cosa succederebbe se non ti piace il mio lato umano?"

"Non potresti mai deludermi, sei sempre tu." la rassicurò Lena.

"Allora ci vediamo domani alle sette, al tuo appartamento?"

"Si, ti aspetto." sorrise.

"Non mancherò di certo."

Si sorrisero entrambe felici.
*******

"Alex!" la voce di Kara era agitata il giorno dopo al telefono.

"Kara? Che succede?" chiese preoccupata.

"Devi venire subito qui, ti prego." 

"Preparo la squadra e sono subito lì." disse.

"No! Devi venire nel mio appartamento, da sola."

"Di cosa si tratta?" chiese ancora.

"Tu vieni!"

"Arrivo." riattaccò.

Dieci minuti dopo la sorella bussò alla porta, lei aprì velocemente e Alex entrò come un fulmine.

"Che succede?"

"Ho un appuntamento." disse agitata più di prima.

"No...aspetta. Tu mi hai fatto correre qui perchè hai un appuntamento? Kara! Non è il primo, credevo che avessimo superato questa frase."

"Questa volta è diverso." disse passeggiando nervosamente.

"Di chi si tratta?"

"Lei è meravigliosa, è bellissima e...e potente." gesticolava particolarmente.

"Lei?"

"Si, LEI." 

"Chi è?" chiese ancora.

"Lena Luthor." disse tutto in un fiato. "E lo so, è la sorella di Lex Luthor e devo stare attenta e bla bla bla ma lei è diversa da lui, è buona, bella, divertente e... ti prego aiutami."

Alex la fissava stupita senza dire una parola, poi sorrise.

"Aveva ragione Winn." 

"Che?"

"In queste ultime settimane ti abbiamo vista strana, tutte le sere ti sei offerta di controllare la città con troppo entusiasmo."

"L'ho sempre fatto." disse innarcando un sopracciglio.

"Si, ma in maniera diversa...allora abbiamo controllato i tuoi spostamenti e abbiamo visto che ti fermavi spesso in un punto, abbiamo controllato e visto che si trattava dell L corp."

"Voi...cosa?" sgranò gli occhi. "Mi controllate?"

"No, volevamo solo sapere cosa ti rendesse così felice e adesso ho capito."

Kara arrossì leggermente e scosse la testa.

"Non mi stai aiutando..."

"Va bene, va bene. Ti aiuto."

Con delicatezza Kara trascinò la sorella davanti il suo armadio e grazie alla supervelocità provò tantissimi vestiti in una manciata di secondi.

"Le ho detto che l'appuntamento doveva averlo con me, Kara, e non con Supergirl. E se la dovessi deludere?"

"Non lo farai, stai benissimo." disse riferendosi al vestito che aveva indossato, azzurro come i suoi occhi che sembravano brillare più del solito. "E se dovesse andare male non è colpa tua, sarebbe lei a non meritarti in quel caso."

"Grazie, Alex. Ti adoro." le disse abbracciandola forte.

"Piano piano, Kara."

"Oh scusa..." disse staccandosi. "Secondo te devo indossarli?" chiese prendendo gli occhiali.

"Certo. Hai detto che vuoi mostrarle il tuo lato umano quindi devi metterli."

"Hai ragione." annuì e li indossò.

Alex annuì contenta.

"E' ora di andare." disse sentendo l'ansia salire di nuovo.

"Vai tranquilla Kara, le piacerai. Poi voglio sapere tutto."
Kara annuì e salutò la sorella.



Kara si fermò sulla porta dell'appartamento. Aveva alzato la mano almeno una dozzina di volte per bussare, ma era preoccupata per l'accoglienza che avrebbe ricevuto. Sospirò per l'ennesima volta e questa volta diede due colpi decisi alla porta. Pochi minuti e una Lena con un sorriso smagliante aprì la porta.

Kara le porse immediatamente i fiori non sapendo cosa fare, la Luthor era bellissima per quanto fosse possibile ancora più bella del solito.

"Kara Danvers? La reporter più importante della CatCo?" la anticipò vedendola in difficoltà.

"Si...cioè sai chi sono? " chiese con voce tremante. "Oltre quello che sai già, ovviamente."

"Certo, ho letto anche un tuo articolo su di me. Il miglior articolo tra tutti, mi ero ripromessa di contattare la redazione per farti i complimenti poi ho avuto tantissimo lavoro e non ci sono riuscita ma l'avrei di sicuro fatto."

Kara si sciolse leggermente e Lena le sorrise.

"Beh...grazie." disse sistemandosi gli occhiali.
Lena la squadrò col sorriso sulle labbra.

"Sei bellissima." disse. 

"Grazie, tu non sei da meno." 

"Ho prenotato nel locale italiano aperto da poco, mi hanno detto che fanno cibo buono e spero che il cibo italiano ti piaccia." sorrise.

"Davvero? C'è un'attesa di mesi in quel posto! " chiese stupita.

"Ho anche io i miei superpoteri." le fece l'occhiolino e dopo aver sistemato i bellissimi fiori si avviarono verso il ristorante.

Kara non riusciva a credere quanto quella donna la rilassava, parlavano liberamente come se si conoscessero da una vita e nonostante le diversità si sentiva a suo agio. Lena era l'immagine della raffinatezza e della sensualità. Aveva ordinato del costoso vino e del cibo delizioso e Kara non potè far altro che osservarla con ammirazione e un sorriso raggiante sulle labbra.

La coppia stava finendo il dessert quando vennero raggiunte dallo stesso chef.

"Signorina Luthor." richiamò la sua attenzione. "Volevo chiedervi se la serata le è piaciuta."

"Si, molto. Il cibo divino che con una compagnia perfetta lo è diventato ancora di più." disse guardando prima lo chef e poi Kara che sorrise timidamente. "Grazie."

Lo chef annuì e ringraziò prima di congedarsi.

Qualche minuto dopo avevano entrambe lasciato il ristorante e si sentivano entrambe soddisfatte e con il cuore pieno di gioia.

"Come fai?" chiese Kara affascinata.

"A fare cosa?"

"Ad essere così perfetta con le persone, a muoverti nel modo giusto?"


"Onestamente, a volte mi sento come se stessi recitando. L'educazione della mia famiglia è stata dura da sopportare e al contrario di Lex non sono mai stata brava a rispettarla del tutto."

"Sei di gran lunga migliore di lui, sei una persona meravigliosa."

"Non è facile sai?"

"Tu ci riesci benissimo."

"Grazie Kara."

Kara strinse il braccio attorno al suo corpo per sentirla più vicina.

"Sai, anche per me a volte non è facile. Vivere due vite differenti e cercare di non fallire in tutte e due è davvero complicato. Supergirl la supereroina e Kara Danvers la reporter."

"Stai facendo bene in entrambe, sei perfetta."

"No, non lo sono...sbaglio spesso, sono una pasticciona e mi caccio nei guai, sono irrazionale spesso e..."

Lena la zittì con un dito e lentamente posò le labbra sulle sue, fu un bacio lento e delicato. 

"Sei stupenda, punto."

"Grazie..."

"Grazie a te. Domani pranzo insieme, miss Danvers?" sorrise.

"Pranzo insieme, miss Luthor." confermò felice Kara.

Si erano trovate e difficilmente si sarebbero lasciate.


Ciaoo, ho deciso di creare una raccolta di one shot con ambientazioni diverse ma sempre con loro come protagoniste, che ne pensate? Le pubblicherò quando non scrivo il capitolo, ho pensato che un'altra storia è impegnativa e siccome ho tanta voglia di scrivere su di loro continuerò a scrivere la storia e a pubblicare qualche shot ogni tanto. Ditemi che ne pensate.

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Capitolo 2
*** Per sempre ***


Ci sono cose che ti stravolgono la vita.
Persone che sono capaci di mettere in dubbio tutto.
Persone a cui non si sa perchè, nè come, si resta incatenati.
Le incontri e non riesci più a star lontano da loro.
Ho sempre creduto che il destino siamo noi a crearlo, non ho mai avuto grandi regali dalla vita. Sin da bambina ho lottato con unghia e denti per tutto, sono stata mandata via dal mio pianeta per accudire il mio cuginetto, il mio pianeta è andato distrutto e ho dovuto lottare per ambientarmi su un nuovo pianeta, per non essere definita strana ho dovuto nascondere la mia vera natura. Ho nascosto tutto per anni e quando mi sono rivelata al mondo ho dovuto lottare per affermarmi, nessuno credeva in me. Una supereroina donna, a cosa serve?Abbiamo Superman noi. Ho lottato per la fiducia e sono riuscita ad ottenerla con sacrifici e dimostrazioni, sono sempre stata messa alla prova. Non ho mai avuto nulla in regalo, ma quando ho incontrato lei ho subito pensato che la vita voleva regalarmi qualcosa. Ho sentito subito una connessione con quella donna, i suoi occhi verdi parlavano e raccontavano una storia triste piene di lotte, anche di lotte interiori. I suoi occhi dal primo incontro hanno sempre cercato i miei e i miei hanno sempre cercato i suoi come a cercare un rifugio sicuro, l'ho voluta sin da subito nella mia vita e sin da subito lei c'è stata. 
Non sono forse queste le anime gemelle? Due anime sole che si incontrano, che sono destinate a stare insieme nonostante tutto, nostante gli ostacoli ed è certo che noi di ostacoli ne abbiamo avuti e fin troppi. Non gli ostacoli che hanno tutti, la distanza o le incomprensioni iniziali. Ostacoli grandi, a volte quasi impossibili da superare e insieme ci siamo sempre riuscite. Solo una volta ho avuto paura di perderla davvero, le ho nascosto una parte di me e non perchè di lei io non mi fidassi, avrei affidato la mia vita nelle sue mani in qualsiasi caso. Sono sempre andata oltre il suo cognome e la sua storia familiare ma dopo aver scoperto quello che le nascondevo, lei mi ha allontanata, è andata via. Spiegarle il motivo per cui non le avevo detto di essere Supergirl non è stato facile e in un certo senso non c'era un vero e proprio motivo tranne quello di proteggerla, di mostrare il mio lato umano e lati del mio carattere che solo lei riusciva a far venire fuori. Ho avuto paura quella volta, paura di averla persa per sempre e sono andata fino l'altra parte del mondo per riportarla da me.


Entrai come una furia dentro camera sua, poco mi importava della gente che sotto mi acclamava, li avrei visti dopo. Era una suite, lei era sotto la doccia, lo sentivo il rumore dell'acqua mescolarsi con il battito regolare del suo cuore. Mi avvicinai al suo letto e presi la foto che era poggiata lì, eravamo noi due da sole in una delle nostre giornate felici, passai le dita sulle goccioline di lacrime versate da lei e il mio cuore si strinse nel petto, mi ero promessa di non farle mai del male e invece l'avevo fatto.
"Che ci fai qui, Kara?" chiese con rabbia. "Sono venuta qui per non vederti, chi ti ha detto dove stavo?"
"Ho chiesto di localizzare la tua posizione al DEO." ammisi piano voltandomi, quasi restai a bocca aperta per la sua bellezza, era in accappatoio davanti i miei occhi. "Ma prima di buttarmi fuori fammi parlare."
"Non voglio sentirti parlare, sono venuta in Italia per stare tranquilla e non vederti."
"Ti prego, Lena."
"Hai due minuti."
"Va bene." deglutii, due minuti per riaverla e dovevo spenderli bene. "Ascoltami, ho sbagliato. Dovevo dirti sin da subito chi ero, che rischiavo la vita ogni giorno per la gente, hai ragione."
"Questo lo so già, dovresti dire altro." disse mettendo le braccia conserte.
"Giusto." mi avvicinai a lei e il suo sguardo si ammorbidì visibilmente anche se non voleva farmelo vedere. "Io mi fido di te, del tuo cognome non mi è mai importato nulla! Tu non sei loro e lo so benissimo. Non ti ho detto questo per proteggerti, sapere il mio segreto poteva esporti e io non ero pronta a farlo, saperti in pericolo mi faceva male già quando stavi con me e non me lo sarei mai perdonata. Poi con te potevo essere Kara, solamente lei e avevo bisogno di questo, di farti vivere il mio lato umano."
"E mi avresti mentito per sempre?"
"No, te l'avrei detto. Volevo trovare il modo giusto e invece l'hai saputo nel modo sbagliato. Mi dispiace."
"Bene." disse annuendo, si avvicinò verso la porta finestra e l'aprì. "Adesso puoi andare."
"Lena...ti prego."
Indicò fuori e mi sentii il mondo crollare addosso, l'avevo persa e mi odiava. Con passo lento mi avviai verso fuori ma mi fermai davanti lei.
"Io ti amo, voglio che tu sappia questo. Ti amo e lo farò sempre quindi aspetterò che ti passi."
Feci un altro passo prima di sentire la sua mano sul mio braccio, mi voltai e la vidi sorridere debolmente prima di fiondarsi sulle mie labbra.


Quella volta rimasi stupita, pensavo davvero di averla persa perchè difficilmente Lena perdona e invece era andata contro il suo orgoglio per me. Da quel giorno siamo state più unite che mai fino anche a qualche ora fa' quando ho lottato contro uno dei nemici più potenti, per un attimo ho temuto di perderla, di cedere e invece è bastata una sua parola sussurrata arrivata al mio orecchio per trovare la forza. Oggi ho capito ancora di più che lei è la mia forza e voglio averla al mio fianco per il resto della mia vita.

"Kara, ne sei sicura?" mi chiede mia sorella. "Non è che il combattimento ti ha scombussolata?"

"Ne sono sicura, Alex. Io la amo con tutta me stessa, voglio solo lei al mio fianco." sorrido.

"Sono davvero felice per te, sorellina."

"Grazie..." dico poggiando una rosa sulla scrivania. "Pensi che accetterà?"

"Scherzi? Certo che si, è innamorata persa di te."
Sorrido e guardo il suo ufficio, è tutto pronto.

"Pensi che le piacerà? Forse dovevo trovare un posto migliore del suo ufficio o magari portarla a Parigi, a lei piace volare stretta a me, ormai non prende neanche più aerei perchè dice che con me sta più sicura." sorrido ancora, sono davvero felice e agitata.

"E' il posto del vostro primo incontro."

"Il posto dove i nostri occhi si sono trovati la prima volta." sottolineo.

"Ecco, lo dite sempre voi due." abbassa lo sguardo sul telefono. "Stanno arrivando, allora io vado. In bocca al lupo, Kara."  mi sorride e mi lascia un bacio veloce sulla guancia prima di sparire dietro la porta.
La stessa porta dove arriva lei, l'amore della mia vita.

"Amore, che ci fai qui?" mi chiede. "Non dovresti riposare dopo la lotta di oggi?"

"Avevo voglia di star con te." le dico lasciandole un bacio sulle labbra.

"Sarei passata io, ovviamente." mi lascia un altro bacio e va verso la scrivania dove trova la rosa che ho messo lì per lei. "E questa?" 

"Per te." sorrido.

"Grazie, amore." mi sorride felice. "C'è qualcosa che vuoi dirmi? Hai fatto qualche guaio?"

"Una cosa c'è...ma non ho fatto nessun guaio."

"Dimmi." mi dice ansiosa.

"Intanto, stai tranquilla." la rassicuro avvicinandomi. "Ricordi che questo è il posto dove ci siamo viste la prima volta?" 

"Certo, tu eri con tuo cugino. Non ti avevo mai vista ma sono rimasta a fissarti per non so quanto tempo." sorride e io ricambio.

"La prima volta che ti ho salvata, la ricordi?"

"Si, come dimenticarla. Ho sempre odiato volare e quando quei droni mi hanno attaccata per fortuna sei arrivata tu." 

"Lì ho capito che c'era qualcosa che ci legava. Ho iniziato a venire nel tuo ufficio, solo per vederti."

Mi guarda dubbiosa ma sorridente e mi invita a continuare.

"Ricordi quando abbiamo pranzato insieme alla CatCo durante la mia pausa?"

"Quello fu un bel momento anche se dopo successe quella cosa con i daxamiti..."

"Non pensare a questo, eri bellissima quel giorno. Ho adorato quel vestito, mi sono persa ancora di più nel tuo sguardo quel giorno."

"Kara..." mi chiama con gli occhi lucidi.

"Oh...aspetta. Ricordi quando sei stata avvelenata?" ancora mi fa male pensare quel giorno, pensavo davvero di averla persa. "Ero cosi spaventata, non potevo perderti."

"Hai rischiato di farti scoprire da tutti." annuisce e una lacrima scorre sul suo viso.

"Ne abbiamo passate tante. Ma siamo finalmente insieme e nessuno può farti del male. Non vado da nessuna parte senza di te, ricordi? L'ho promesso."
Mi avvicino e le raccolgo la lacrima e lei fa lo stesso.

"Amo tenerti in braccio. Amo vederti felice." sorrido. " Qualsiasi cosa succeda, ti proteggerò sempre."
La stringo tra le mie braccia.

"So di essere indistruttibile, ma tra le tue braccia, mi sento veramente al sicuro."

"Ti amo, Kara." la sento sussurrare e mi stacco leggermente da lei.

"Ho una domanda adesso, da farti." sospiro e prendo l'anello dalla tasca della mia giacca. "Signorina Luthor, vuole farmi l'onore di diventare mia moglie?"

Sgrana gli occhi e guarda l'anello, non si aspettava una cosa del genere, non abbiamo mai parlato di matrimonio ma io voglio farlo, voglio che sia mia moglie.

"Kara...io, io certo che voglio sposarti."

Si fionda tra le mie braccia e la sollevo felice. 
Non avrei mai immaginato di incontrare l'amore della mia vita così.
Non avrei immaginato tutto questo con lei.
Il destino ha incrociato le nostre strade e per una volta sono grata. 
Grazie, destino. Grazie di aver messo questa donna nella mia vita, te ne sarò grata per sempre.


Questa è la mancanza raga, la mancanza delle Supercorp e siamo ancora a nulla...ma come faccio? Ho bisogno di gioie e ho scritto questa per regalarne qualcuna anche a voi, basta disgrazie, pianti e musi lunghi...oggi le facciamo sposare. 
Buona lettura raga, spero vi piaccia.

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Capitolo 3
*** Sempre con te ***


I mesi passavano veloci e lei aveva cercato in tutti i modi di convincere se stessa che lo amava davvero. Le piaceva passare del tempo con lui, le loro conversazionei e anche le notti passate insieme ma non riusciva a sentire niente con lui, non si sentiva legata emotivamente. Le piaceva, ma Lena non era affatto innamorata di James. E si sentiva terribilmente in colpa per questo soprattutto perchè sapeva il motivo per cui non era innamorata. C'era qualcun altro che le aveva preso completamente il cuore e la mente ma non era sicura di poterglielo dire.

Era sdraiata sul letto accanto a lui e come sempre il suo pensiero era fisso su lei, si chiedeva come fosse possibile. James era la strada più semplice, era interessato a lei e la voleva al suo fianco mentre lei? Lei era la sua migliore amica e di sicuro non provava lo stesso per lei. Sospirò e si girò dando le spalle a James, e cercò di dormire.

Lena si alzò la mattina dopo per la colazione che James aveva preparato per lei insieme al caffè e un biglietto che diceva che doveva andar via prima a causa del lavoro alla CatCo. Prese il caffè e sentì un forte senso di nausea quindi decise di non berlo, da qualche giorno si sentiva strana e non riusciva a capire il motivo però anche quella volta decise di non pensarci, si preparò rapidamente e andò a lavoro.

Lavorò tutto il giorno, andando avanti e indietro tra CatCo e L-Corp cercando di assicursarsi che tutto andasse come previsto.
Alle nove e mezza era esausta, il che era normale, si occupava di due grandi aziende e non poteva far male o fermarsi per una delle due. Doveva dividersi bene.
Per fortuna aveva finito con il lavoro alla L-Corp e si era informata delle novità della CatCo. In ufficio poche persone erano rimaste e Lena intenzionata di passare a salutare James prima di andare a casa, voleva restare da sola quella sera. Mentre attraversava l'ufficio vide Kara alle prese con un articolo e si fermò un momento ad osservarla da lontano per non disturbarla, era così bella ma allo stesso tempo buffa. Parlava da sola, sistemava gli occhiali spesso e le ciocche di capelli che sfuggivano alla coda le ricadevano spesso sul viso, quelle ciocche color oro che Lena voleva spostarle dietro l'orecchio.  Vedere Kara la faceva stare bene, anche nei suoi giorni peggiori.
 Scosse la testa e scacciò via i pensieri, non poteva restare a guardarla incantata. Si diresse verso l'ufficio di James.

"Ehi, tesoro." disse James, sorridendo a Lena, "ho quasi finito, devo solo inviarlo. Sei pronta? Ho prenotato al ristorante che ti piace tanto."

"In realtà, sono passata per salutarti, sono molto stanca oggi e vorrei andare a casa. Scusami." disse Lena.

"Va bene." disse James guardandola, "Vengo con te allora."

"Voglio stare un po' da sola, James." disse guardando a terra.

"Va tutto bene?" chiese James visibilmente preoccupato.

"Sono solo stanca." disse Lena sinceramente, "ho solo bisogno di dormire."

"Va bene ma non esitare a chiamare se qualcosa non va." disse James, annuendo leggermente mentre si chinava per baciare Lena.
Non si tirò indietro dal bacio, ma si staccò subito, James sembrò non accorgersene.

"Ci vediamo domani. Dormi bene." disse James.
Lena sorrise e con un cenno si congedò, uscì dal suo ufficio e si fermò da Kara che si trovava in piedi davanti la scrivania vicino l'ufficio di James intenta alla ricerca di qualcosa.

"Cosa cerchi?" chiese dolcemente Lena.
Kara alzò la testa e sorrise non appena vide Lena.

"Cercavo il mio registratore ma sembra essersi volatilizzato." disse facendo spallucce.

"Sempre la solita tu." scosse la testa sorridendo.

"Eh già. Come stai?" chiese Kara avvicinandosi a lei.

"Sono esausta." disse Lena, "è stata una settimana lunga e faticosa."

"Immagino." disse Kara, annuendo comprensiva. "Stai andando a casa?"

"Si." rispose Lena. "Vuoi venire per una serata tra ragazze?" lo chiese senza riflettere, voleva stare da sola ma improvvisamente sentiva la necessità di stare con lei.
Kara esitò un momento, e Lena se ne rese conto.

"Se non puoi, non preoccuparti." sorrise leggermente.

"Certo...solo che per puro caso ho sentito la tua conversazione con James mentre cercavo il registratore." disse dispiaciuta. "Va tutto bene?"

"Si, avevo solo bisogno di una pausa da James stasera." spiegò Lena, "è stata una giornata stressante per entrambi.

"Va bene." disse Kara annuendo. "Posso prendere in prestito uno dei tuoi pigiami? Io li adoro." 

"Sei innamorata dei miei pigiami." la prese in giro Lena. "Certo che puoi."

"Sono comodissimi." disse sognante.

"So cosa regalarti per il compleanno allora." risero entrambe. "Andiamo, c'è il mio autista che ci aspetta, sei venuta con la macchina?"

"No, mi ha accompagnata Alex."

"Oh bene." annuì "è da tanto che non vedo tua sorella."

"Ho pensato di organizzare qualcosa da fare tutte insieme domenica."

"Perfetto, domenica." le sorrise e insieme si avviarono alla macchina.

Erano entrambe felici di passare del tempo insieme finalmente. Arrivate all'appartamento entrambe misero il pigiama rapidamente e si sistemarono per guardare un film entrambe con un bicchiere di vino tra le mani. Si addormentarono sul divano per qualche ora. Intorno alle tre del mattino, Lena si svegliò di soprassalto. Non si sentiva affatto bene, rimase ferma per un momento sperando che si sentisse meglio. Tuttavia, improvvisamente si alzò e corse in bagno, arrivo appena in tempo per vomitare. Sentì i suoi capelli sollevarsi, Kara era alle sue spalle e le stava tenendo i capelli.
Quando finì, si appoggiò. Lena si voltò un po'.

"Non devi stare qui per forza, Kara." disse Lena.

"Rilassati." disse Kara, assicurandosi che Lena stesse meglio. "Cosa ti senti?"

"Non lo so." disse Lena, asciugandosi le lacrime. "Pensavo di essere a posto."

"Ehi, tranquilla. Sono qui con te, va bene?" le accarezzò delicatamente un braccio. "Adesso è meglio andare a letto, il pavimento non ti farà di certo stare meglio. Ti aiuto."
Lena annuì e Kara l'aiutò ad alzarsi, rimase ad osservarla mentre lavava i denti poi andarono in camera insieme e la fece stendere. Le prese un bicchiere d'acqua e lo poggiò sul comodino.

"Grazie Kara." disse Lena arrossendo leggermente. "Se vuoi andare a casa, vai. Potrei essere contaggiosa."

"Siamo state insieme per ore, ormai dovrei essere contaggiata. Non preoccuparti per me, ho un buon sistema immunitario, resto qui." disse distendendosi al suo fianco. Lena annuì debolmente e si rannicchiò in un primo momento su sè stessa poi si spostò su Kara che per un attimo rimase sorpresa, sorrise e la strinse tra le sue braccia, con la mano iniziò ad accarezzarle la schiena per farla rilassare. Entrambe si addormentarono. 

Kara si svegliò per prima, felice che Lena stesse ancora dormendo. Le sfiorò appena la fronte per controllare la temperatura e capì che la donna aveva qualche linea di febbre. Le lasciò delicatamente un bacio sulla fronte e la strinse ancora più a sè stessa, era dannatamente bella quella donna, era perfetta in tutto e Kara aveva perso la testa per lei però non poteva dirglielo, Lena era la fidanzata di un suo caro amico e poi aveva paura di rovinare la loro amicizia. Non si sentiva all'altezza di una donna come Lena.

"Sei bellissima." sussurrò nel sonno.

Kara la guardò stupita cercando di capire se la donna era sveglia o meno e soprattutto cercando di capire a chi era rivolto il complimento.

"Di chi parli, Lena?" chiese cercando di ricevere una risposta ma la mora sussurrava solo parole incomprensibili. Kara scosse la testa e pensò di svegliarla.

"Sei bellissima, Kara. Io...io..."

Lena si svegliò subito prima di terminare la frase, si stropicciò gli occhi e realizzò poco tempo dopo che si trovava stretta alla ragazza che aveva sognato durante la notte. Arrossì pensando al sogno e forse anche per la stretta vicinanza con la bionda.

"Buongiorno." le disse Kara, sorridendo facendo finta di nulla. "Ben sveglia."

"Buongiorno." disse spostandosi lievemente. "Scusami, non volevo addormentarmi così."

"Non preoccuparti." sorrise ancora Kara e Lena sentì un tuffo al cuore, perchè sorrideva così spesso? L'avrebbero stesa tutti quei sorrisi.

"Ti ho lasciata dormire questa notte? Di solito quando mi ammalo, quasi mai, mi muovo tanto durante la notte." chiese preoccupata di quello che potrebbe aver fatto o detto durante la notte.

"Si, ho dormito."

"Oh bene." tirò un sospiro di sollievo. "Che ore sono?"

"Le dieci." 

"Avevo un appuntamento di lavoro circa mezz'ora fa."

"Ho chiamato per dire che non andavi." 

"E tu? Non dovresti essere a lavoro?"

"Si, dovrei chiamare il mio capo per comunicarle che oggi non vado." scherzò.

"Davvero?" rise lei. "Voglio il motivo."

"La mia migliore amica sta male e ha bisogno di essere accudita." 

"Allora va bene, permesso accordato." sorrise.

"Ho inviato un messaggio a James per dirgli che non sarei andata però non ho detto che stavi male, se vuoi adesso lo chiamiamo."

"No, va bene così. Lo chiamo dopo io."

"Perfetto, adesso ti preparo la colazione." disse cercando di alzarsi ma Lena la bloccò.

"No, resta qui." le disse poggiando la testa sulla spalla e passando un braccio intorno alla vita.

"Ma devi mangiare e devi controllare la temperatura."

"Tra poco." 

Kara annuì e iniziò ad accarezzarle prima i capelli morbidissimi e poi il braccio, la sua pelle delicata sotto le sue dita le provocò un leggero brivido. Quella vicinanza le faceva bene e male allo stesso tempo. Lena si riaddormentò poco dopo e Kara decise di lasciarla riposare tranquillamente, restò vicino a lei per qualche ora e poi decise di alzarsi per prepararle il pranzo.
Non era solita cucinare a causa degli impegni ma se la cavava e si stava impegnando particolarmente per Lena.

Lena si svegliò particolarmente confusa dal brutto sogno fatto, sua madre e Lex che facevano del male a Kara e non vederla al suo fianco la fece andare in confusione. Il panico la prese in pieno e sentì il respiro mancarle, il suo viso divenne immediatamente pallido e le mani iniziarono a tremare. Kara entrò in camera e vide Lena in quello stato, si avvicinò rapidamente a lei sedendosi al suo fianco.  

"Respira, Lena." disse Kara preoccupata, stringendola a sè. "Va tutto bene. Inspira. Espira." ripeteva lentamente. "Così, brava. Sono qui, con te. Sempre, lo sai."

Lena grazie alla sicurezza che le braccia di Kara le trasmettavano piano piano iniziò a calmarsi. Aveva avuto altri episodi e nessuno era riuscita a calmarla, neanche James.

"Stai bene?" chiese dolcemente Kara.

Lena annuì piano.

"Scusa, Kara." abbassò lo sguardo.

"Per cosa?" disse alzandole il volto con due dita. "Non devi scusarti, voglio solo sapere perchè hai avuto un attacco di panico."

"Ho fatto un sogno terribile. Lex e mia madre che ti facevano del male e io...io che provavo a salvarti ma..." le lacrime scendevano copiose sul suo volto.

"Ehi. Ehi. Io sono qui, sto bene. Hai capito?" disse passandole una mano sulla fronte, la febbre era scesa sicuramente però vederla in quello stato la faceva sentire peggio.

"Non devi lasciarmi mai. Ho perso troppo e non sopporterei di perderti." disse stringendosi a lei.

"Non vado da nessuna parte, capito? Ci sarò, per sempre." 

"Io non ce la faccio più." disse di punto in bianco.

"Cosa?" chiese Kara stupita.

"A reprimere i miei sentimenti, a fingere. Dovrei voler James al mio fianco in questo momento invece voglio te, voglio te al mio fianco."

"Magari hai bisogno di una pausa da lui e preferisci stare con la tua migl..."

"No." la interruppe bruscamente. "Io non amo James, ci sto bene ed è un bravo ragazzo ma non riesco ad amarlo." disse abbassando lo sguardo.

"Devi parlagliene allora."

"Lo farò ma prima ho bisogno di fare una cosa." disse guardando Kara negli occhi, entrambe si persero immediatamente e il mondo che le circondava sparì. Lena si avvicinò con cautela e poggiò le sue labbra su quelle di Kara, entrambe ebbero un sussulto, Lena si avvicinò ancor di più a Kara che la strinse a sè e intensificò il bacio. Le loro lingue si incontravano e si cercavano da tempo, se prima il loro era solo un sogno adesso era realtà. Si stavano baciando, si stavano scegliendo. Quando Lena si staccò a corto di fiato, poggiò la sua fronte su quella di Kara.

"Ho sognato questo momento non sai quante volte." disse piano. "Se non lo accetti puoi andare, lo capirei."

Kara aprì gli occhi e sospirò.

"L'ho sognato anch'io questo momento e non è mai stato lontanamente paragonato a questo, a quello che mi hai fatto provare." 

"Davvero?" chiese stupita dalle sue parole.

"Si, ho sempre avuto paura di dirti quello che provavo. Poi hai iniziato a frequentare James e allora mi sono rassegnata."

"Non dovevi." sorrise, sentendosi invadere dalla felicità di essere ricambiata. "Sono felice di sapere che per te è lo stesso." 

"Non sarà la febbre a farti dire questo, giusto?" cercò di uscire dall'imbarazzo Kara.

"No, poi adesso sto meglio." sorrise lei. "E' tutta verità."

"Dovremmo dirlo a James." disse avvicinandosi e lasciandole un bacio a stampo.

"Questa sera lo chiamo, adesso voglio stare con te."

"Sono d'accordo."

Sorrisero e ripresero a baciarsi, dimenticando tutto per qualche momento.

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