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Eccomi di ritorno con una fanfiction fresca fresca…
beh non così fresca visto ke risale all’anno scorso… comunque è nuova,
godetevela… see ya
IN QUELLA MAGICA NOTTE DI NATALE
Cap. 1
-Potter!!
Blaack!! Tornate subito qui!! – strillò il custode di Hogwarts. Due ragazzi sui
diciassette anni stavano correndo per i corridoi della Scuola di Magia e
Stregoneria di Hogwarts, creando scompiglio tra le decine di studenti che
s’apprestavano ad andare a lezione. Uno di loro aveva i capelli nerissimi e
scompigliati, e portava gli occhiali. L’altro, più alto, aveva i capelli
anch’esso neri, ma lisci e lunghi fino alle spalle. – Questa volta ve la faccio
pagare, o non mi chiamo più Apollon Pringle!!
I
ragazzi si guardarono, ansimando tutti e due, ma sorridendo divertiti.
-Pausa,
Felpato?
-Perché no,
Ramoso!
-Mantello
dell’Invisibilità?
-Ok.
Il
ragazzo con gli occhiali tirò fuori dalla veste un lungo mantello di stoffa
leggera, che avvolse intorno a lui e al suo amico. Da dietro il mantello
osservarono il custode che passò senza vederli, imprecando e maledicendoli in
tutti i modi. Quando ebbe girato l’angolo, i due si tolsero il mantello e
cominciarono a camminare nella direzione opposta.
-Ce l’abbiamo
fatta anche stavolta – disse quello con gli occhiali, dando il cinque
all’amico.
-Povero vecchio
Pringle – sospirò l’altro – uno di questi giorni lo faremo finire in ospedale…
-Beh, è colpa
sua – ribatté il primo con aria innocente – non ha più l’età per fare queste
cose, non è più un ragazzino…
-Già… e poi,
prendersela per così poco… abbiamo solo infestato l’ufficio di Vermicoli…
-…e stregato
gli archivi…
-…e riempito il
terzo piano di pus di Bubotubero…
Si
guardarono per un attimo in silenzio. Poi scoppiarono a ridere a crepapelle.
Alle loro spalle sentirono una vocetta stridula che si avvicinava.
-James! Sirius!
Aspettatemi…
Li
raggiunse un ragazzino basso e grassottello dagli occhi acquosi; si fermò accanto
a loro, piegandosi in due per riprendere fiato.
-Codaliscia,
vecchio mio! Non dirmi che ti sei perso la sfuriata del nostro beneamato
custode! – esclamò James Potter dando al ragazzino una manata sulla schiena.
-Io… James, cough cough… non…
-Davvero, Peter
– aggiunse Sirius Black imitando l’amico – è stata una cosa memorabile! Ci ha
lanciato dietro tutte le armature che poteva!
-…e
quell’incantesimo che per poco non ti riduce la testa a pezzettini, Sirius! –
continuò estatico James – come si chiama, aspetta…
-…eehh, no, lo
so, solo che non mi viene… – si sforzò Sirius, battendosi la fronte con una
mano.
Anche
Sirius Black si girò. La
McGranitt li stava guardando con aria severa.
-P-professoressa!
Come mai in giro?
-Mi stavo
giusto chiedendo – spiegò la professoressa McGranitt con un lieve sorriso –
come mai tre dei miei Grifondoro preferiti non fossero a lezione. Sapresti
spiegarmelo tu, Potter?
-Beh, ecco,
professoressa, noi stavamo solo…
-Naturalmente
– continuò la McGranitt
– quando ho sentito le urla di mastro Pringle per i corridoi, non ho avuto
dubbi su dove fossero finiti i miei allievi. Che cosa suggerisce di fare, a
questo punto, signor Black?
-Un compito
aggiuntivo sarebbe solo una formalità per te e Potter, Black – obiettò la McGranitt – so bene
quanto vi piaccia la
Trasfigurazione…
James
e Sirius si guardarono con un sorrisetto.
-Tuttavia, non
è certo possibile lasciarvi impuniti, e visto che non intendo sospendervi dal
Quidditch per non creare a Grifondoro dei seri problemi di classifica… – James
tirò un sospiro di sollievo – …la vostra punizione sarà quella di sistemare
tutti i guai che avete causato a mastro Pringle. Senza magia. Accio. – aggiunse attirando a sé le loro
bacchette.
Sirius
si lasciò sfuggire un gemito di sofferenza, mentre, dietro di loro, Peter Minus
galleggiava terrorizzato a mezz’aria per colpa di due alette fatate spuntategli
dove James e Sirius lo avevano colpito.
Più
tardi, nell’ufficio di Pringle, James e Sirius stavano raccogliendo i Vermicoli
in alcune scatole, cosa piuttosto difficile, perché continuavano ad uscire e a
strisciare per la stanza, riempiendo di bava tutto ciò che toccavano.
-Bah, che noia
– si lamentò James – e per fortuna che non ho dato retta a te: “Sì, sì,
riempiamogli l’ufficio di Fiammagranchi!”
-Magari erano
anche meglio di queste schifezze – ribatté Sirius – bleah, ne ho pestato uno…
-Ehi, poi te la
vedi tu con gli archivi, eh?
-Cosa? E perché
proprio io?
-Perché l’idea
è stata tua…
-Ma come
faccio?? Quelli MORDONO! Senza bacchetta…
-…senza
bacchetta non siete poi un granché, vero? – disse un’altra voce dalla porta.
-Remus! –
esclamò Sirius.
-Remus,
salvaci! – James si tuffò in ginocchio davanti all’amico – Tiraci fuori da
quest’incubo! – lo pregò con aria melodrammatica.
-Sì… salvaci… –
ripeté Sirius tra le risate – non lo faremo più…
-Sì, come no…
-Osi mettere in
dubbio la mia parola? – esclamò Sirius fingendosi offeso – Hai sentito, James?
-Brutto fellone
codardo! – disse James con enfasi rialzandosi – Fatti avanti, se ne hai il
coraggio, e sfodera la tua arma migliore!!
-Dimenticate
che io ho la bacchetta e voi no? – chiese Remus, tranquillamente appoggiato al
muro a braccia incrociate.
Sirius
e James si guardarono. Poi ricaddero in ginocchio.
-Salvaci,
Remus…
-Ah no, direi
che stavolta ve lo meritate – disse Remus mentre i due gli baciavano i piedi –
quello del pus di Bubotubero non è stato proprio un bello scherzo. Peter quasi
ci lascia un dito…
-Oh, che
importa – sbuffò Sirius – ne ha altri nove… avanti, lupacchiotto, dacci una
zampa…
-Uff… d’accordo
– acconsentì Remus. Controllò che non ci fosse nessuno, e con un colpo di
bacchetta risistemò tutto.
-Fantastico! –
esclamò James – E ora andiamo a mangiare, ho una fame…
Il
finesettimana seguente i quattro amici se ne andarono
insieme a Hogsmeade, chi per fare rifornimento di Caccabombe, chi per godersi
l’aria fresca e frizzante dell’inverno appena iniziato.
Il
paese era tutto addobbato pe le festività natalizie, e anche i negozi si
adattavano all’occasione. Da Mielandia
trovarono dei festoni colorati che alla mezzanotte di Natale si trasformavano
in lunghe strisce zuccherate, mentre da Zonko James si comprò una calza di
Natale senza fondo e delle palline speciali che spruzzavano cioccolato bollente
cantando Jingle Bells.
Nel
passeggiare per una via secondaria, James vide con sorpresa Liy Evans che
leggeva un libro sulla panchina vicina alla Stamberga Strillante, tutta sola.
Lily era una ragazza molto carina del settimo anno di Serpeverde, ed era noto
ormai ai più che James Potter era cotto di lei.
-Ehm… vado a fare due chiacchiere con Lily – annunciò agli amici.
I
tre cominciarono a ridacchiare.
-Uuh sì,
Prongie! – lo incitò Sirius – Vai e colpisci!
-Stai
diventando più rosso di Babbo Natale, James! – aggiunse più delicatamente
Remus.
James
li ignorò. Facevano così tutte le volte. Si portò silenziosamente alle spalle
di Lily e le mise le mani sugli occhi.
-Cucù! Indovina
chi sono?
-James Potter –
rispose lei con naturalezza. James si stupì.
-Come hai fatto
a capirlo? – le chiese sedendosi vicino a lei.
-Beh, facile…
sei l’unico che fa ancora questi scherzi, ormai…
James
arrossì.
-Ah, beh… ehm,
che cosa leggi?
-Shakespeare – rispose lei – un autore babbano – aggiunse, vedendo la
faccia perplessa di James.
-Oh… oh! Ma certo! Sì, l’ho… l’ho letto
anch’io quello Shek… Skh…
-Davvero l’hai
letto? – chiese Lily sorridendo incredula – E ti è
piaciuto?
-Oh, sì… molto.
– rispose lui – Soprattutto la fine… sai, q-quando la storia… f-finisce… molto
carina…
-Ho capito –
sorrise la ragazza.
James
intravide dall’altro lato della strada i suoi amici che facevano i cretini
rivolgendogli smorfie e ridendo a tutto spiano.
-B-bene, ora
devo… devo proprio andare – borbottò James alzandosi – è stato un piacere
stare… cioè parlare… con te.
-Ci vediamo, James – lo salutò Lily senza smettere di sorridere.
-Ciao…
James
raggiunse i suoi compagni.
-Si può sapere
che cosa avete da ridere come dei cretini??
-Allora, ti stava
scaricando un’altra volta, rubacuori? – gli chiese allegramente Peter.
Ciò
fece ridere ancora di più Sirius, che si accasciò e cominciò a battere i pugni
per terra.
-NON C’E’
NIENTE DA RIDERE!! – tuonò James allontanandosi.
Sirius
si rialzò con le lacrime agli occhi.
-Scusa Prongie,
pfff… – gli disse cingendogli le spalle con un braccio – ma con le ragazze sei così imbranato che potresti fare coppia con
Piton!
-Ah, ah, molto spiritoso…
-Già – aggiunse
Peter – finirà che al Ballo di Natale ci andrai con
lui!
-Ballo di
Natale? Quale…
-Andiamo,
James, non dire che non te lo ricordi! – sorrise
Remus.
-Io veramente…
-Parola mia,
ragazzi, questa volta è davvero cotto! – esclamò Sirius – James! Il Ballo di
Natale! L’ha detto Silente la settimana scorsa!
-E’ inutile,
Felpato – disse Peter – quando James ha davanti agli
occhi Lily Evans, il resto del mondo scompare come l’oro dei Lepricani!
-E… quando sarebbe questo ballo? – chese James con aria
noncurante. I tre si guardarono.
-Domenica
prossima.
-C-così presto??
-Certo,
la vigilia di Natale – disse
Sirius – quindi affrettati ad invitare la tua bella, prima che Mocciosus te la
soffi sotto il naso!
-Sciocchezze,
Lily non andrebbe mai a ballare con Piton… vero?
Lunastorta,
Codaliscia e Felpato si lanciarono un’occhiata perplessa.
-Mah, sai
James, essendo della stessa Casa… – ipotizzò Remus.
-…e poi ho sentito che quest’anno i nasi chilometrici tornano
di moda… – aggiunse Sirius.
-VADO SUBITO!! – James schizzò via. Arrivato alla panchina dov’era
seduta Lily, però, s’accorse che se n’era già andata. La cercò
con gli occhi tra la folla di studenti per la strada, e alla fine la vide,
intenta ad osservare la vetrina di un negozio insieme a due sue amiche di
Serpeverde.
-Ehi, Lily! – gridò – Lily, ti devo p…
STUMP!
Nella foga, James andò a sbattere contro qualcuno, ed
entrambi caddero per terra. Rialzando lo sguardo, James vide un ragazzo, alto più o meno come lui, dai capelli lunghi e unticci.
-Piton. –
esclamò.
-Potter. –
rispose lui con aria sprezzante – Non hai mai pensato di guardare dove vai?
James
si guardò intorno. Lily era scomparsa.
-Ma certo che
ci ho pensato – rispose guardandolo con odio – è solo
che vedendoti lì, brutto, sporco e nero, ti ho scambiato per una pattumiera…
-E ti ci sei buttato subito contro, vero? Si sapeva che eri un
rifiuto, Potter, ma…
-Sta’ attento a
come parli, Piton! – tuonò James tirando fuori la bacchetta.
-Io… parlo come
voglio! – ribatté Piton, con una nota di nervosismo nella voce. James era
sempre stato più bravo di lui nei duelli.
James
volle sondare il terreno.
-Dimmi,
Mocciosus – chiese sorridendo – hai già pensato a
qualcuno per domenica?
-Di che diavolo
stai parlando, Potter? – chiese lui per tutta risposta.
-Come – lo schernì James – ehm, non lo sai? Il B…
-James, vecchio
mio! – arrivò Sirius con una pacca sulla schiena così forte che gli mozzò il
fiato – Vedo che stai chiacchierando col nostro… –
squadrò Piton con aria disgustata – Piton.
Piton
ricambiò l’occhiataccia di Sirius.
-Beh, ora che
ti abbiamo trovato – suggerì Remus allegramente – è
meglio tornare al castello, non trovate? Sta diventando freddo…
Ma il calore
provocato dall’odio reciproco di Piton e Sirius sarebbe bastato per far bollire
un estratto di Mandragola. Remus prese per le sapalle Sirius e lo condusse via,
mentre Peter li seguiva con James.
-Allora,
Sirius? – lo rimbeccò Remus a bassa voce – Una lite è
l’ultima cosa che ci serve, adesso.
-Non è colpa
mia! – si giustificò quello – E’ che tutte le volte che
lo vedo mi vien voglia di…
-Beh, non
vorrai mandare tutto all’aria, vero? Datti una
calmata, ok?
-Ok.
James
e Peter li raggiunsero.
-Perché ti sei intromesso? – chiese James a Sirius – Stavo cercando di farmi dire se l’aveva già chiesto a Lily!
-Sareste finiti
per farvi male…
-Ah, senti chi
parla…
-E poi – aggiunse Sirius – Piton non… non gliel’ha ancora
chiesto!
-Davvero? E perché…
-Lo sappiamo e
basta – tagliò corto Sirius. James lo squadrò.
-Oh, James, è
così semplice! – s’intromise Remus – Piton neanche sa del Ballo! Quando
Silente l’ha annunciato, lui era… – guardò gli altri due.
-…era in… in
infermeria! – sbottò Sirius.
-In infermeria!
Ma certo! – si rammentò Remus – Non
ti ricordi? Gli avevate aggiunto due milze di gatto nel calderone, a
Pozioni…
-A Pozioni, sì…
– ribadì Peter.
-Strano, non me
lo ricordo… – disse James.
-Comunque, non è importante – continuò Remus – lui non c’era, e
probabilmente nessuno gliel’ha detto, ehm… quindi…
-Quindi?
-Quindi noi sappiamo di sapere che Mocciosus non sa del Ballo! –
esclamò Sirius.
-Esatto! –
confermò Peter.
-Noi… sappiamo di sapere… – ripeté James confuso.
-E non dobbiamo in nessun modo far sapere a Piton che non
sapeva del Ballo! – aggiunse Remus con veemenza.
-…altrimenti potrebbe venirlo a sapere… – continuò Peter.
-…e sapere di poter invitare Lily Evans! – concluse Sirius.
-Hai capito? –
dissero tutti e tre in coro.
James
li guardò.
-Ehm…
sinceramente no.
-Non importa! –
esclamò Sirius dandogli l’ennesima pacca sulla spalla – Tutto quello che devi
fare è invitare Lily Evans al Ballo, al resto ci
penseremo noi. Ti fidi di noi, non è vero?
Tutti
e tre gli fecero un sorrisone a trentadue denti.
-C-certo che mi
fido di voi.
-Coraggio,
allora! – ruggì Sirius incamminandosi – Torniamo al
castello! Ci sono i preparativi, i vestiti, i festoni…
I
giorni che seguirono furono particolarmente strani per James. I suoi amici
erano sempre più sovreccitati, lo seguivano dappertutto; quasi James non
riusciva a parlare con nessun altro oltre a loro.
-E’ meglio se
non parli molto di questo ballo – gli aveva suggerito
Sirius.
-E perché? – aveva chiesto lui.
-Beh, perché
così avrai più possibilità di invitare Lily per primo, no?
Sia
a lezione che fuori, James li vedeva spesso confabulare tra di loro, oppure con
altre ragazze, e pensò che fosse la loro “tattica” per
invitarle. Una volta Sirius si accorse che li stava guardando parlare con una
ragazza di Serpeverde che James non conosceva, allora alzò i pollici e gli
disse con un sorrisone:
-Tutto bene,
Prongie! Stavamo discutendo con Kelly, qui, se… se ti sta meglio l’abito blu o
quello nero! C-cosa ne dici, Kelly?
-Cosa? Ehm… beh, io… – rispose la ragazza
scrutando James – io starei di più sul blu! S’intona con… con gli occhi!
“Con
gli occhi?” James pensò ai suoi occhi marroni
“Ragazze…”
James
non vide più Piton da quel giorno a Hogsmeade, ma anche se l’avesse visto, aveva deciso di non dargli uno straccio di possibilità di
invitare Lily. Non parlò praticamente a nessuno del
Ballo, eccetto ovviamente ai suoi tre amici. Ciò che gli sembrava strano, però,
era che non sentì nessun altro parlarne. Remus comunque
rispose prontamente ai suoi sospetti.
-E’ ovvio, no,
James? Nessuno vuole rivelare agli altri chi inviterà. Si tratta di una cosa
molto personale…
La
sera del ballo si avvicinava, e una mattina, a lezione di Storia della Magia,
James chiese agli altri chi avessero invitato.
-Io? Ehm, no…
io non vengo – rispose imbarazzato Remus – sai, è uno
di quei periodacci…
-Come, c’è già
la luna piena? – chiese James.
-Ehm… ma certo!
– Remus lanciò un’occhiata a Sirius, che con un colpo di bacchetta cambiò le
lune sul calendario – Vedi?
-Oh. E tu,
Peter?
-Io… ehm, cioè… io vado… vado con lui! – disse
indicando Remus – Qualcuno dovrà pur fermare il Platano Picchiatore, no?
-Ah, giusto.
Felpato?
Sirius
si girò con aria terrorizzata.
-Ehm…
io, no perché sai…
-Non mi
abbandonerai anche tu, spero?
-No, cioè, io…
-Perfetto! –
sorrise James – Almeno non mi sentirò troppo solo!
Peter
e Remus fulminarono con lo sguardo Sirius, che rispose con un’occhiata del tipo
“COSA DOVEVO DIRE??”
-Potter! Cos’è
quel baccano laggiù? – chiese d’un tratto il professor Rüf,
un ometto così raggrinzito che pareva poter passare all’altro mondo da una
notte all’altra.
-Niente,
professore, stavamo solo…
-Allora saprai
sicuramente dirmi quandola Comunità dei Maghi
approvò il Decreto sulla Restrizione delle Arti Magiche fra i Minorenni…
-Ehm, in
occasione del Ballo… ahi! Della Conferenza di Praga, nel 1756…
-Bene, Potter,
puoi sederti…
James
si sedette massaggiandosi una gamba, mentre Sirius fischiettava accanto a lui.
La
mattina del Ballo di Natale, i quattro amici scesero per la colazione nella
Sala Grande e si sedettero al tavolo dei Grifondoro.
-Che strano –
osservò James guardandosi intorno – non vedo niente di
speciale nelle decorazioni, pensavo che per il Ballo…
-Sst! Abbassa
la voce! – sibilò Sirius.
-Il fatto è,
James, che… ecco… il Ballo non si svolge nella Sala Grande! – gli spiegò Remus.
-Come no? E
dove staremo tutti, allora??
-Non… non ti
preoccupare, Silente ha pensato a tutto… la stanza ci
sarà.
-Se lo dite voi…
-E abbassa la voce! – gli intimò Sirius –
Piuttosto… hai già invitato Lily?
-Beh, veramente
no…
Sirius
rovesciò il suo caffelatte.
-COME NO??
-Sirius, per
favore, calmati… – sussurrò Remus. Parecchi ragazzi si stavano girando per
guardarli.
-Ecco, il fatto
è che non riesco mai a trovarla da sola! E’ sempre circondata da due o tre
delle sue amiche…
-Ehm, Peter? Mi
passi quel barattolo di marmellata, per favore? – chiese Remus all’amico –
Quello vicino a –cough cough– Kelly?
-Ma, Remus, la marmellata al lampone è proprio davanti a te – obiettò
Peter.
-COUGH
COUGH!! – tossì ancora
Remus lanciandogli un’occhiataccia.
-Oh, quelbarattolo…
vado subito!
Trotterellò
fino al tavolo di Serpeverde e trasse da parte Kelly.
-Non sapevo che
ti piacesse la marmellata di lampone, Lunastorta… – disse James.
-COMUNQUE – lo
interruppe Sirius – quello delle amiche non è un
problema: sono certo che la troverai sola, prima o poi… prova… – aggiunse,
vedendo Codaliscia che si sbracciava – …in biblioteca alle due.
-E tu come fai a saperlo?
-Io, beh… ecco…
sono Sirius Black, no? – rispose con un sorrisone.
-Già… chi hai invitato?
-Ehm… cough cough! Ancora nessuna, ma vedrai che non ci saranno
problemi per me…
Peter
tornò a sedersi vicino a loro.
-…e la marmellata? – chiese James.
-Mi è passata
la fame! – esclamò Remus – James, ti va una partita a
SparaSchiocco?
Alle
due meno cinque, mentre risalivano le scale, Sirius bloccò James.
-S’avvicina il
momento fatidico! Sei nervoso? Sai già cosa dirle?
-No… cioè, beh… sì… più o meno…
-Sappi, Ramoso,
che non accetterò un rifiuto da parte sua! – disse lui in
tono severo, simile a quello della McGranitt – Datti da fare!
-Lo farò – rispose James.
-Buona fortuna!
James
s’incamminò verso la biblioteca. Nell’entrare, vide che effettivamente Lily era
seduta ad un tavolo da sola, e stava leggendo.
“Sirius
ha delle doti da veggente” pensò mentre l’osservava.
Senza la solita folla di ragazze tutt’intorno, Lily sembrava ancora più bella.
James
si portò dietro di lei. Stava per metterle le mani sugli occhi, quando sentì la
voce di Sirius rimbombare dentro di lui: “Non
farlo!”, così, si sedette semplicemente accanto a lei.
-Ciao…
-Oh, ciao,
James – lo salutò lei alzando gli occhi dal libro.
-Ehm, leggi
ancora Shk… il libro dell’altro giorno?
-Sì, l’ho quasi
finito, ormai… anche se… alla fine sembra che la
storia finisca male…
James
arrossì vistosamente.
-Ah, sì,
f-forse… forse avevo solo sbagliato libro, eh eh… era…
– James lesse il titolo di un libro a caso sullo scaffale Autori Babbani – era… Cappuccetto
Rosso, quello che ho letto!
Lily
si mise a ridacchiare.
-Ehm… ho detto
qualcosa che non va? – chiese James preoccupato.
-No, no,
tranquillo… – rispose lei.
-Bene… allora
io v-volevo… volevo chiederti se… ecco… vuoi venire al
Ballo di Natale con me, stasera?
L’aveva
fatto. Ora era solo questione di aspettare. Il cuore di James batteva
all’impazzata e le sue mani sudate si torcevano al di sotto
del tavolo. Alla fine Lily rispose:
-Perché no?
-MAGNIFICO!! – esclamò James – …già, beh… – continuò imbarazzatissimo –
allora… ci vediamo alle otto.
-Alle otto,
allora – sorrise Lily.
-Alle otto –
ripeté James, e se ne andò dalla biblioteca.
-YUUHHHUUUU!!! – James prese a correre all’impazzata per i corridoi,
salutando i quadri e facendo capriole. Diede un bacio al custode Pringle e
corse su per le scale per avvertire i suoi amici.
Dall’alto
di una scala, i tre lo guardavano.
-Non l’ho mai visto così felice… – sospirò Remus.
-Ehi, guardate…
NO!! Ha baciato il vecchio Pringle!!
– rise Peter.
-E’
completamente andato – aggiunse Sirius – se continua
così, si spaccherà una gamba! – disse, vedendolo stare in precario equilibrio
su una guglia.
-A proposito di
spaccare… – disse Remus, indugiando verso l’amico.
-Ehi, cosa
pensate di fare? Non vorrete davvero…
-Niente di
personale, Felpato – gli assicurò Remus – ma hai
bisogno di una buona scusa per non
andare a quel ballo…
-Nonono,
aspettate… Remus… Peter…
-Ti farà solo
un po’ male, Sirius – sogghignò Peter, e con aria di noncuranza spinsero Sirius giù per le scale. Il ragazzo rotolò,
sbattendo da una parte all’altra, finché non atterrò ai piedi di una statua.
Remus e Peter lo raggiunsero con calma.
Dopo lo sfogo di felicità, James si diresse verso il
dormitorio di Grifondoro per dare la buona notizia agli altri. Entrò in Sala
Comune passando dietro il quadro della Signora Grassa e si fermò ansimante
all’ingresso.
-Sirius? Remus?
Dove siete? Peter?
I
suoi amici non c’erano. Salì allora nel dormitorio che dividevano e li trovò
tutti seduti sul letto di Sirius.
-Ragazzi, l’ho
invitata! E’ stato…
In
quel momento vide che Sirius era disteso sul letto con una gamba ingessata e
parecchi lividi in faccia. Aveva l’aria piuttosto imbronciata.
-Ma… Sirius,
che… che t’è successo?
-E’ stato
terribile, James… – sussurrò Codaliscia – prima è precipitato dalla Torre Nord,
poi è stato picchiato a sangue da un Troll, e infine è caduto dalle scale…
Remus
e Sirius gli lanciarono un’occhiataccia. James guardò Remus.
-E’ caduto
dalle scale – disse lui. James si girò verso Peter.
-Volevo solo
creare un po’ di suspance… – si giustificò quello, davanti all’occhiata non
proprio benevola dell’amico.
-Sei caduto dalle
scale? – chiese James a Sirius.
-Già… – rispose
lui, con aria di sopportazione.
-Il grande
Sirius Black… caduto dalle scale!! – scoppiò a ridere James – Questa non me la
dovevo perdere! Com’è stato?
-Piuttosto
naturale, direi – disse Remus sorridendo.
-Ma che amici
simpatici che mi ritrovo… – commentò Sirius.
-Scusa, Paddy,
ih ih… ma sono troppo felice per essere triste in questo momento… – spiegò
James.
-L’avevamo
capita… – disse Sirius a bassa voce – hai invitato Lily?
-Tutto a posto!
– rispose James con un sorrisone e i pollici alzati – Era ovvio che aspettava
solo questo, sapete…
Stavolta
furono loro a mettersi a ridere all’impazzata.
-Ehi,
PIANTATELA DI RIDERE!! – ruggì James arrossendo.
-Bella questa,
segnatela, Peter – ridacchiò Lunastorta.
-Subito, Remus!
– annuì Peter tirando fuori di tasca un piccolo bloc notes.
-Ehi, aspetta,
che cosa sarebbe quello? – chiese
James guardando Codaliscia che annotavava minuziosamente le ultime parole
dell’amico.
-Beh, sai, ultimamente
ne hai sparate davvero di grosse, James… – spiegò Remus tra le lacrime.
-…così abbiamo
deciso di raccogliere tutte le tue “dichiarazioni”, per poi fartele vedere tra
qualche anno e dimostrarti quanto eri stupido! – continuò Sirius dal suo letto –
Non sappiamo ancora se chiamarle Le
boiate di James a Hogwarts o James
Potter: un nome, mille str…
-Ok, Felpato,
ora basta – lo fermò Remus – ora James ha altro cui pensare, vero, James? –
aggiunse, vedendo che l’amico si scrocchiava le dita con aria assassina.
-Già, devo
completare l’opera delle scale…
-Nonono Ramoso,
d-da bravo… ecco, seduto… a cuccia – balbettò Sirius, mentre Remus faceva
sedere James abbastanza lontano da non poter saltare addosso all’amico.
-E… come farai
per il Ballo? – gli chiese James, una volta calmatosi.
-Ti sembro in
grado di ballare, per caso? – disse Sirius indicando la gamba ingessata.
-Questo vuol
dire… che non vieni?
-Accidenti, mi
dispiace così tanto… – sospirò Sirius trattenendo le risate davanti
all’espressione quasi sinceramente
dispiaciuta dell’amico.
-Ma… ma se vai
da madama Chips, lei saprà curarti! L’ha già fatto tante volte a me, per il
Quidditch!
-Già fatto, –
gli assicurò Remus – ma ha detto che gli servono almeno due giorni di assoluto
riposo. Niente sforzi.
-Uhm… – borbottò
James guardando la gamba di Sirius – e se ci provassi io? Mi sembra una
frattura normale…
-NO!! –
urlarono i tre in coro – L’ultima volta che hai provato a curarmi una ferita,
sono stato fortunato ad aver ritrovato tutte e cinque le dita… – gli ricordò Sirius.
-Già, uno era
finito nella tana di un topo… – disse Peter – l’ho recuperato io.
-Non ti devi
preoccupare per Sirius adesso, James – disse Remus – l’importante è che stasera
vada tutto alla perfezione!
-Sì, ma… io… –
borbottò disorientato James.
-Che c’è, te la
fai sotto a ballare con una ragazza senza l’amichetto in parte, Potter? – lo
sgridò Sirius in tono duro alzandosi a sedere – Non c’è problema, facciamo
ancora in tempo ad avvertire Mocciosus del Ballo…
-Smettila, non
è questo che volevo dire… – ribatté James.
-Già, un
Vermicolo ha più spina dorsale di te, Ramoso! – aggiunse Peter, cogliendo
l’occhiata di Sirius.
-Ehm, e… forse
faresti più colpo come Ramoso che come James… – disse Remus, poco convinto.
-ORA BASTA!! –
tuonò James – NON HO ASSOLUTAMENTE PAURA AD ANDARE A QUELLO STUPIDO BALLO, E VE
LO DIMOSTRERO’!! FARO’ PASSARE A LILY LA
PIU’ BELLA SERATA DELLA SUA VITA, CHE CI SIA SIRIUS O NO CON
ME!!
E
se ne andò infuriato.
-Visto? – disse
Sirius – Funziona sempre.
-Carina quella
del Vermicolo. – disse Remus.
-Grazie, –
rispose Peter – anche la tua non era male.
-Ora basta
smancerie – li interruppe Sirius – andate a prenderlo. Senza il nostro aiuto,
chissà come si presenta a quel ballo…
Effettivamente, James era un po’ nel panico quando Peter e
Remus lo trovarono che cercava disperatamente di pettinarsi in mezzo a circa
venti vestiti diversi. Dopo un attimo di esitazione, acconsentì a farsi dare
una mano dai suoi amici. Avevano esagerato, ma lo avevano fatto per il suo
bene, lo sapeva, e non era il caso di rimanere arrabbiato con loro a lungo.
Decisero di non scendere nella Sala Grande a mangiare,
quindi inviarono Codaliscia nelle cucine per procurarsi qualcosa da mettere
sotto i denti. Peter tornò con le braccia cariche di pollo arrosto, dolci e
bottiglie di Burrobirra, e mangiarono ai piedi del letto di Sirius. James si
sentiva sempre più nervoso: rovesciò due bottiglie sul pavimento e appoggiò per
sbaglio una torta alla panna sulla gamba ingessata di Sirius.
-Tranquillo,
Ramoso – gli disse Remus mentre riparava ai danni provocati dall’amico – andrà
tutto bene.
E intanto il tempo passava. Erano le sette e un quarto, poi
le sette e mezza, poi le otto meno un quarto. La tensione si poteva toccare con
mano; anche gli altri erano piuttosto agitati, neanche si trattasse di un esame
di Pozioni. Lunastorta camminava e larghi passi avanti e indietro, Codaliscia
si mangiava le unghie e Felpato, non potendo muoversi, si limitava a girare la
testa intorno e a mordersi le labbra. Distrattamente, guardò fuori dalla
finestra, e vide uno spicchio di luna che saliva attraverso le nuvole notturne.
-Ehm,
Lunastorta? – disse piano – Credo che sia ora di andare…
Remus
si accorse a sua volta della luna, che illuminava fiocamente il cielo.
-Oh, sì… –
disse, spostando le tende con un colpo di bacchetta, prima che James potesse
vedere che, effettivamente, la luna non era piena – andiamo, Codaliscia?
Sirius, lui… sta qui con te?
Sirius
fece un cenno d’assenso.
-Ok, allora…
buona fortuna, James.
-Mm – rispose
lui, totalmente assente.
-Allora ciao –
disse Peter, e uscirono tutti e due dalla stanza. Sirius si alzò a sedere sul
letto e fissò James, che era seduto sul pavimento e si concentrava su una
mattonella davanti a lui.
-Bene. – disse
– E’ giunta l’ora. Nervoso?
James
mentì spudoratamente, scuotendo la testa a destra e a sinistra.
-Tanto non ci
credo. – sorrise Sirius – Sarà meglio che ci avviamo. Non vorrai arrivare in
ritardo, no?
James
scosse ancora la testa. Si alzò meccanicamente, spolverandosi l’abito da sera
blu scuro e passandosi le dita tra i capelli, irrimediabilmente scompigliati.
Sirius fece apparire due stampelle con la bacchetta e si alzò in piedi.
-Ma come, vieni
anche tu? – chiese James guardando l’amico che si reggeva a fatica.
-T’accompagno.
Mica ti lascio solo. – rispose lui con un sorriso.
James
provò un moto di gratitudine verso il suo amico. Insieme, si avviarono
all’uscita del dormitorio. La
Sala Comune era deserta. “Saranno tutti a prepararsi” pensò
James. “Bravi Codaliscia e Lunastorta!” pensò Sirius. Attraversarono lentamente
i corridoi, le stampelle di Sirius producevano l’unico rumore percepibile.
Hogwarts sembrava improvvisamente svuotata da tutti i suoi schiamazzi, le sue
chiacchiere, la sua atmosfera chiassosa. Anche i quadri apparivano simili a
quelli babbani, immobili e silenziosi. Persino Sirius non parlava. Avanzava
piano al fianco di James, guardando dritto davanti a sé, quasi non accorgendosi
di ogni passo che faceva.
Stavano
percorrendo un corridoio in cui James non era mai stato, vicino alla Torre
Nord. Ad un tratto, Sirius si bloccò.
-No, non
adesso! – sibilò, mentre la sagoma di Severus Piton si avvicinava dal fondo del
lungo corridoio. Sirius si appiattì lungo il muro, spingendovi anche James –
Forse non c’ha ancora visti… – tirò fuori da una tasca il Mantello
dell’Invisibilità di James e lo avvolse intorno a tutti e due.
-Perché hai tu
il mio mantello? – chiese James all’amico.
-Sst – gli
intimò lui. Piton passò loro davanti senza vederli e proseguì fino alla fine
del corridoio. Quando Sirius fu certo che se ne fosse andato, tolse il mantello
dalle loro spalle – Fiuu, c’è andata bene – ansimò, ma James lo guardava con
aria contrariata.
-Perché hai tu
il mio mantello? – ripeté fissando Sirius.
-Beh, perché…
me l’hai dato tu, l’altro giorno, quando scappavamo da Pringle… va tutto bene,
non ti preoccupare…
-Non va tutto
bene! – sbottò James – Io non ti ho mai dato il mio mantello. Mi state
nascondendo qualcosa, tu e gli altri, voglio sapere che cosa succede!
-Di che cosa
stai parlando, insomma?
-Perché nessuno
parla di questo ballo, eh? Perché nessuno è ancora in giro, o a prepararsi, o a
chiacchierare di chi ha invitato?
-James, te
l’abbiamo detto…
-Perché mi
seguite dappertutto e non mi fate parlare con nessuno?Perché continuate a lanciarvi occhiate e
battutine? E, Sirius, a meno che io non abbia dei seri problemi di vista –
aggiunse rabbioso indicando la finestra – STANOTTE NON C’E’ LA LUNA PIENA!!
Sirius
si ritrasse con aria nervosa, indeciso sul da farsi.
-T’ho detto che
non c’è niente di cui preoccuparsi. Andiamo… non ti fidi più di noi? Di me?
-Io credevo di
fidarmi – disse James – ma evidentemente ho fatto male.
Delle
gocce di sudore bagnavano la fronte di Sirius. “Che diavolo faccio adesso?”
pensò “Non c’è alcuna possibilità. A meno che…”
-EHI,
MOCCIOSUS!! POTTER DICE CHE PUZZI PIU’ DELLA BILE DI ARMADILLO ANDATA A MALE!!
Qualche
secondo di puro silenzio attraversò il corridoio. James guardava stupito e
arrabbiato Sirius. Sirius guardava ansioso e preoccupato la fine del corridoio.
Un attimo dopo, Piton ricomparve con la bacchetta sguainata.
-CHE COS’HAI
DETTO, POTTER??
Si
avventò su di loro, scagliando tutte le maledizioni che conosceva. Subito il
corridoio si riempì di luci rosse e verdi, seguite da forti rumori e pezzi di
muro che si staccavano. Sirius sorridendo trasse la sua bacchetta dalla veste e
cominciò a respingere gli incantesimi di Piton.
-Vai, James! –
urlò – A Mocciosus ci penso io!!
-Cos…?
James
non ebbe tempo di replicare, perché un grosso pezzo di statua gli sfiorò la
testa. Cominciò ad arretrare, evitando le sfrecciate di luce che minacciavano
di farlo a pezzi. La foga del combattimento tra Sirius e Piton lo spinse sempre
più in là nel corridoio.
“E’
pazzo… devo andare ad aiutarlo… maledizione, la bacchetta! L’ho lasciata
nell’altro vestito!”
-POTTER!! TORNA
QUI E COMBATTI!! – sentì sbraitare Piton da dietro l’angolo.
-NON
ASCOLTARLO, JAMES!! – gli gridò Sirius sovrastando le esplosioni che lo
circondavano – QUELLO CHE TI SERVE ADESSO E’… UNA STANZA PER BALLARE!! VAI!!
Sempre
più convinto che Sirius stesse delirando, James si girò e vide davanti a sé una
porta che prima non aveva notato (o che prima non c’era?). Senza pensarci
troppo, la aprì ed entrò. Si fermò un attimo per riprendere fiato. Una voce
dietro di sé lo fece sobbalzare.
QuandoJames si girò, vide Lily Evans
in piedi davanti a lui. Era favolosa nel suo vestito viola chiaro; i capelli
ramati, avvolti in un nodo dietro la testa, ricadevano con dei morbidi boccoli
sulle spalle nude e lisce. La linea del vestito, che si stringeva in vita per
poi proseguire dritto fino ai piedi, evidenziava le forme di un corpo perfetto
e levigato. James rimase per un attimo a fissare i
suoi occhi verde smeraldo, come paralizzato alla vista di tanta bellezza. La voce di Lily, come se provenisse da un paradiso lontano, lo
richiamò alla realtà.
-Ti…
ti ho portato questo – disse porgendogli un libro. James
lo guardò. Romeo e Giulietta,di William Shakspeare.
-G-grazie… – rispose lui – lo leggerò con piacere…
-Mi
raccomando, niente magie… – sorrise lei.
-Stai
tranquilla… – James sorrise a sua volta.Magie?Sirius era
ancora là fuori a combattere contro Piton! –
Devo… – cominciò, ma si accorse che la serratura dietro di lui si era chiusa.
-Dove devi andare? – gli chiese Lily.
-Io… beh, ecco…
– cercò di spiegare affannosamente James. D’un tratto s’accorse che lui e Lily erano soli in quella
stanza. Si trattava di un salone molto grande, con un bel lampadario in mezzo e
un caminetto scoppiettante sul muro opposto. Le pareti erano ricche di quadri
bellissimi, il pavimento ricoperto di soffici tappeti, e tutt’intorno
al perimetro della sala c’erano delle sedie. Una musica invitante aleggiava
nell’aria, quasi volesse trascinare i due in una danza
senza fine.
-Questa… che
cos’è questa? – chiese James guardandosi intorno.
-A me sembra una sala da ballo – rispose tranquillamente Lily. (ma và?? n.d.iaia)
Una
sala da ballo… improvvisamente tutto fu chiaro a James.
Il Ballo di Natale, quelle scuse per non parlarne con
nessuno…
-Tu… tu
sapevi…? – chiese ancora a Lily.
-Oh, no –
rispose lei – credo che abbiano fatto lo stesso
scherzo anche a me. Sai, Kelly e quei tuoi amici…
James ebbe in un
fremito la sensazione di voler uccidere uno per uno gli
autori di quel piano, ma fu una sensazione che passò subito.
-A-allora noi… – “Fermo, James, non si dice
mica così!” – ehm… vuoi ballare?
Posò
il libro su una sedia e prese dolcemente Lily tra le braccia. Cominciarono
lentamente a danzare, l’uno appoggiato all’altra,
sulle note della musica emanata dalla sala. All’inizio erano un po’ impacciati,
ma dopo qualche minuto si scoprirono ottimi ballerini entrambi, ed andarono
avanti a volteggiare per la stanza. James,
dimenticato del tutto l’odio verso Sirius e gli
altri, respirava a fondo il profumo nei folti capelli di Lily, e le sfiorava
leggermente le spalle con le mani. Per quanto la realtà affermasse
il contrario, era convinto di vivere uno stupendo sogno, uno dei tanti che
ripercorreva ogni notte: lui, la ragazza che amava tra le sue braccia, la
musica tutt’intorno. Se era
un sogno, si disse, non voleva svegliarsi per nessun motivo al mondo.
Lily,
il capo appoggiato sulla spalla di James e gli occhi
chiusi, ondeggiava sulla magia di quelle note dolcissime, nella situazione in
cui aveva sperato per tutta la vita, con il ragazzo che amava, tra le sue
braccia, da soli.
Intorno
a loro, fuori, cominciava a scendere una neve soffice e leggera, cornice
perfetta per i due innamorati, in quella magica notte di Natale.
EPILOGO
-Ahi, porc… maledizione, perché sono sempre io
quello che finisce peggio?? Te la farò pagare, Mocciosus, fosse l’ultima cosa che faccio!!
-Ssst, zitto, Sirius… guardali, come
sono dolci…
-Remus! Ma come, non potevi darmi una mano, dannazione?? Cos’è questa puzza?… ARGH! I MIEI CAPELLI VANNO A FUOCO!!
-E piantala adesso – gli intimò Kelly
– finirà che ci sentiranno!!
[Sirius corre da una parte all’altra]
-Anfanf… spero solo che adesso se la cavi, quell’idiota… a momenti
rovina tutto, per fortuna che ci sono io…
-Già già – borbottò Peter
– oh, guarda! Cominciano a ballare, che carini…
-Bah, continuo
a dire che IO non ci sarei cascato, in tutta questa
storia…
-Devo dire che Lily sta molto bene con quell’acconciatura…
– disse Remus ignorandolo totalmente.
-Oh, quella è
opera mia… – sorrise Kelly.
-Anche mia sorella ha un vestito del genere, solo più lungo… –
continuò Remus.
-Ehi aiutatemi
un po’, qua… – li implorò Sirius spegnendo le ultime
fiammelle che aveva in testa – …sigh, ma perché
nessuno mi dà mai retta…