Come petali di ciliegio

di EdelSky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - incontro ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Novità ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Pessima idea ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - un’amica di troppo ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Vacanze in arrivo ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Holidays ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - incontro ***


CAPITOLO 1 - Incontro

 

Poggiai pigramente la matita sulla scrivania che andò a confondersi con la miriade di evidenziatori già in precedenza sparpagliati. Erano già le 18, guardai fuori dalla finestra; il sole era già tramontato lasciando il suo dominio al buio, l'inverno era decisamente arrivato. 

Risi da sola a quella constatazione, mi sentivo molto Jon Snow, e realizzai che tra qualche giorno sarebbe uscita una nuova puntata di Got, dovevo assolutamente vederla insieme alle altre.

 

Sbadigliai sonoramente portando automaticamente la mano alla bocca e stropicciandomi gli occhi in seguito.

Ero stanca di studiare, avevo rimandato gli esami più volte nel corso degli ultimi mesi, la speranza della laurea sempre più lontana.

Vivevo in una fase di ansia, angoscia interiore e voglia di abbandonare tutto, mancavano solo 5 esami al grande obiettivo, ma la mia voglia di studiare se ne era andata da tempo.

Presi il cellulare decisa a fare una piccola e innocua pausa, e trovai un messaggio di Sting, il mio ragazzo.

 

" cinema questa sera? 🍿 "

 

Sorrisi come un'ebete allo schermo, avrei dovuto studiare, la mia coscienza scalpitante me lo ricordava ogni minuto, ma come rifiutare film e pop corn?? 

 

" certo! A che ora? "

 

" ti passo a prendere per le 20, sii puntuale! 😌

 

" lo sono sempre 🤓

 

Bloccai il telefono e mi lanciai sul letto per metterlo in carica, errore madornale, non mi sarei più alzata se non per uscire, forse. Generalmente ero una persona molto attiva e solare, piena di voglia di fare, ma quando mi prendeva male ero capace di passare giornate in pigrezza assoluta procrastinando qualsiasi cosa, tranne i pasti, quelli erano sacri.

Passai mezz'ora del mio tempo a guardare le storie di Instagram, quando il suono del campanello mi destò dal mio torpore.

Mugugnando mi alzai per andare ad aprire, quello era uno dei pochi momenti in cui rimpiangevo il fatto che la mia coinquilina non ci fosse quasi mai.

Infilate ai piedi le ciabatte panna con il pelo, una vera cafonata ma molto calde e comode, mi diressi alla porta.

 

- chi è? - domandai sollevandomi sulle punte dei piedi e cercando di vedere attraverso lo spioncino, dove riuscii a intravedere soltanto dei capelli rosa.

Che strano colore per dei capelli pensai.

 

- ciao! Scusami sono il tuo vicino, ho bisogno di aiuto - mi rispose avvicinando a sua volta l'occhio allo spioncino. Mi domandai che senso avesse farlo dato che non sarebbe riuscito a vedere nulla, ma erano comunque affari suoi.

 

Non potevo essere sicura che fosse realmente il mio vicino, mi ero trasferita in quell'appartamento solamente da un paio di mesi e non conoscevo la maggior parte degli inquilini.

Però decisi di aprire la porta, ero fiduciosa verso il prossimo.

 

- ciao vicino! Che ti é successo? - domandai osservandolo.

 

Era oggettivamente un ragazzo bellissimo, aveva i capelli rosa, folti e scompigliati, gli occhi verde smeraldo e un sorriso imbarazzato a contornare il tutto.

Era alto, circa una decina di centimetri più di me, portava un giaccone aperto di colore nero bordato di bianco e una sciarpa dei medesimi colori a quadri. 

Mi ero imbambolata a fissarlo, diavolo 

dovevo assolutamente darmi un contegno, dopotutto ero fidanzata.

 

- ecco, i miei coinquilini sono tornati a casa per il week end e non sono riuscito a rientrare prima che loro partissero -

 

- e quindi? - lo incitai a continuare

 

- e quindi io ero senza chiavi e ora mi trovo chiuso fuori! Ho provato a chiamare più volte la mia padrona di casa ma non mi risponde - mi spiegò guardando il telefono, probabilmente controllando se lo avessero richiamato

 

- e io come posso aiutarti? -

 

- mi servirebbe qualcosa per provare ad  aprirla! Mi è già successo in passato e ci ero riuscito -

 

- ah sei recidivo quindi - commentai ridendo, come era possibile dimenticarsi le chiavi più volte dentro casa? 

 

- mi definirei più che altro distratto -

 

- comunque certo, e ti darò anche una mano! Voglio testare le mie capacità da scassinatrice - mi esaltai, non ci avevo mai provato prima, doveva essere divertente.

 

Rientrai in casa lasciando la porta aperta, e gli urlai dal salottino chiedendogli di cosa avesse bisogno.

La risposta che ricevetti mi lasciò interdetta; un coltello. 

O stava cercando di uccidermi e poi derubarmi o aveva un modo particolare di scassinare porte.

Soppesai un momento le opzioni e optai nuovamente per la fiducia, presi il coltello e le mie chiavi di casa e lo raggiunsi fuori.

 

- vedi, così si fa - gli dissi sventolandogli il mazzo di chiavi davanti al naso, provocando in lui uno sguardo divertito

 

- ma certo vicina, me lo ricorderò per la prossima volta! - mi sbeffeggiò con ironia - comunque abito al piano di sopra - aggiunse incamminandosi per le scale.

 

Era un vecchio condominio quello in cui abitavamo, l'ingresso era costituito da quei vecchi portoni di legno massiccio enormi e pesantissimi da spostare, l'atrio aveva tre colonne marmoree al centro ed era poco luminoso, ovviamente non c'era nessun ascensore, ma almeno c'era un piccolo chiostro condominiale all'aperto.

Vi erano tre piani in tutto, il

mio appartamento era situato al secondo e più volte mi ero ritrovata a imprecare trasportando le valige o le casse d'acqua, ma ero giovane e in forze, tutto si poteva fare.

 

Lo seguii godendomi la vista del suo sedere mentre saliva le scale, maledicendomi nuovamente, ma suvvia stavo solo guardando mica facendo qualcosa di male.

Diedi un'occhiata veloce all'orologio mentre il rosato cominciava con il primo tentativo, erano le 19, avevo ancora un'oretta prima che arrivasse Sting.

Lo osservai borbottare da solo mentre cercava di infilare il coltello nella fessura laterale della porta, rendendomi conto che non aveva nessuna tecnica ne chance di riuscita in quel modo.

 

- scusa ma non sarebbe più comodo provare con una tessera? - lo interruppi 

 

- certo che sì, ma ho lasciato anche il portafoglio a casa e non ne ho - mi spiegò con una veloce scrollata di spalle 

 

- già ma io si, non potevi chiedermi una di quelle direttamente? - risi 

 

Lui si grattò dietro la testa con fare imbarazzato e poi mi guardò dritta negli occhi - non ci ho pensato in realtà -

 

Cercai di distogliere lo sguardo in fretta, quegli occhi avevano qualcosa di dannatamente magnetico per me ed era solo la prima volta che lo incontravo. Dovevo assolutamente starci lontana in futuro.

 

- faccio un salto a prendere la carta, tu intanto continua pure a provare - e detto ciò scesi di corsa le scale, entrai in casa e una volta trovato il portafoglio scelsi una tessera di una profumeria che frequentavo poco, così in caso si fosse rovinata non avrei avuto troppi problemi.

 

Tornai di sopra e il rosato fece qualche altro tentativo a vuoto, così decisi di provarci io.

Mentre passavo la tessera nella fessura lui tirava e spingeva la porta cosicché se avessi beccato la serratura si sarebbe aperta, e ci riuscimmo.

 

- siiiiiiiii! Mi stavo rassegnando a passare la notte al freddo - gioì il rosato abbracciandomi d'impulso per festeggiare 

 

- è solo grazie a me se invece la passerai nel tuo letto, lo sai vero? - lo beccai sorridendo e distanziandomi da lui

 

- certo certo vicina, ti devo un favore! Posso offrirti qualcosa? -

 

- la prossima volta magari, devo andare a cambiarmi che fra poco più di mezz'ora devo uscire - gli sorrisi gentile, anche perché sotto sotto mi sarebbe piaciuto rivederlo, sarebbe stato carino avere un nuovo amico nel condominio.

 

- certo! Grazie ancora, mi hai salvato. Ah tra l'altro piacere di conoscerti , sono Natsu - si presentò porgendomi la mano 

 

- Lucy - gliela strinsi presentandomi a mia volta  - ora devo scappare però, tu continua ad osannarmi pure - gli feci l'occhiolino 

 

- ma certo, non mancherò -

 

- bravo, così ti voglio! Buona serata Natsu! -

 

- anche a te Lucy - mi sorrise sghembo prima di entrare e chiudersi la porta alle spalle

 

Una volta entrato sentii della gran confusione e lui parlare con qualcuno, ma non aveva detto che i suoi coinquilini erano fuori per il week end?

Scrollai le spalle interdetta allontanandomi, un po' infastidita all'idea che mi potesse aver mentito.

Era meglio non pensarci, dopotutto stavo per vedermi con il mio adorato fidanzato.

 

 

 

 

Il film non era stato niente di emozionante, una classica commedia romantica, carina e scorrevole ma senza niente di innovativo né nella trama né nella recitazione.

Diedi un ultimo sorso al tè freddo alla pesca che tenevo in mano prima di finirlo e buttarlo nei sacchi della spazzatura della sala cinematografica.

Sting, a fianco a me, stava becchettando gli ultimi pop-corn rimasti nella confezione, ovviamente maxi, che avevamo praticamente terminato.

 

- allora? Pareri sul film ? - domandai prendendogli di mano i popcorn e buttando anche loro nel cestino

 

- Ma lucy! Ce ne era ancora qualcuno - si lamentò il mio biondino guardandomi 

 

- erano rimasti solo i chicchi da scoppiare -

 

- come non detto - sospirò affranto - tanto ormai sono nel cestino -

 

Ridacchiai notando la sua espressione da cucciolo bastonato e mi allungai per dargli un bacio sulla guancia, era così carino.

 

- quando finisci di lamentarti fammi sapere, di grazia, le tue opinioni - gli sorrisi divertita 

 

Ci dirigemmo verso l'auto commentando insieme il film, la pensavamo uguale quindi ci trovammo molto d'accordo, come sempre d'altronde.

Mi accomodai sul sedile del passeggero della sua Kya stonic rossa, l'aveva comprata da poco e devo dire che era un cross over davvero carino.

Sting si accomodò di fianco a me e mise in moto la macchina.

 

- che vogliamo fare lucy? - 

 

- andiamo a casa - sbadigliai - è quasi mezzanotte e domani io, differentemente da qualcuno devo morire sui libri - mi lamentai 

 

- ehi! Guarda che anche io devo studiare -

 

- si ma non è la stessa cosa, tu sei già laureato! - sbuffai 

 

- si ma in specializzazione non ci entrò manco per errore se continuo così - 

 

- blablabla - gli feci il verso 

 

- dai amore, so che è dura, gli ultimi sforzi! Cerca di impegnarti -

 

- lo so da me! Ma non parliamone ancora che mi rovini la serata. Dormi da me sta sera? Levy non c'è - 

 

Sting mi lanciò uno sguardo malizioso e annuì felice.

 

- come rifiutare - mi sorrise poggiando la mano sulla mia coscia sinistra, io ci misi sopra la mia e gliela strinsi perdendomi a guardare il panorama fuori dal finestrino.

 

Sting era un anno più grande di me, ci eravamo conosciuti ad una grigliata di amici in comune e poi ritrovati per caso più volte a studiare nelle stesse biblioteche.

Si era laureato in medicina, aveva passato da poco l'esame di stato e ora stava studiando per il test di specializzazione, io invece ero bloccata con gli ultimi massacranti esami, l'euforia e la gioia dei primi anni di università già scemate, avevano lasciato il posto all'ansia.

Mio padre era un tipo davvero severo per quanto riguardava gli studi, la prima cosa che mi domandava ogni volta che ci sentivamo al telefono era " allora Lucy, è stata una giornata proficua per il tuo studio oggi? " , che palle.

Mamma dal canto suo risentiva della pesantezza di papà, ma era un po' più di supporto, mi dispiaceva soltanto per mio fratello, Rogue, che viveva ancora a casa perché faceva il pendolare all'università.

Differentemente da me lui invece studiava ingegneria gestionale, e per mia fortuna anche lui era un po' indietro con gli esami. Mal comune mezzo gaudio! 

 

Una volta parcheggiato e saliti a casa ci preparammo per andare a dormire, non era particolarmente tardi, ma mi ricordai che il giorno dopo alle 8.30 avevo appuntamento con Erza, una mia amica, per colazione e per studiare assieme.

Mi misi sotto le coperte appallottolandomi alla ricerca di un po' di calore.

 

- sting mi rimbocchi? - gli domandai, guardandolo di sottecchi, come ogni volta che dormivamo insieme.

 

- ai suoi ordini - mi sorrise 

 

- grazie - lo ringraziai con un bacio 

 

Mi piaceva dormire avvolta e stretta sotto le coperte, probabilmente ero da ricovero psichiatrico, ma era una fissa alla quale non riuscivo a rinunciare.

Spesso se ero da sola le rimboccavo prima e poi mi infilavo nel letto in stile sacco a pelo.

 

Sting mi raggiunse e mi abbracciò da dietro, come sempre, per fortuna avevo il letto matrimoniale e potevamo stare belli comodi.

Mi voltai per guardarlo in viso e gli accarezzai la guancia con la mano, facendogli qualche grattino poi dietro la nuca.

Lui mi sorrise godendosi quelle attenzioni, era così dolce.

Mi baciò prima teneramente poi aumentando un po' l'intensità entrando con la lingua nella mia bocca.

Ricambiai ovviamente il bacio, ma quando vidi che le cose stavano prendendo una determinata piega mi scostai.

 

- ho il ciclo - 

 

A quelle parole lui si ributtò sulla sua parte di letto sbuffando - uffa -

 

- non lamentarti, neanche fossi tu a dissanguarti - 

 

- è vero è vero scusa, è solo che non lo facciamo da un po' - 

 

- lo so, dispiace anche a me - mormorai

 

Mi accoccolai a lui dopo aver messo la sveglia sul telefono, gli augurai la buonanotte e dopo non molto mi addormentai.

 

 

 

 

 

Cazzo ero in ritardo, per fortuna che avevamo l'appuntamento al bar praticamente sotto casa mia.

Mi truccai veloce e rapida, giusto un filo di matita e mascara e pettinai con le mani i capelli alla buona, non avevo tempo di togliere tutti i nodi con la spazzola.

Presi il mio borsellino con i soldi al volo e lo infilai insieme alla chiavi di casa e telefono nella tasca del cappotto.

Come avrete capito, non ero una tipa da borsa.

Mi avvolsi nella sciarpa rosso ciliegia, salutai velocemente con un bacio a stampo Sting e corsi fuori di casa catapultandomi giù per le scale.

Raggiunsi l'atrio e non potei fare un altro passo che venni atterrata da un enorme figura pelosa.

 

- Ignia no!!! Stai giù! - sentii una voce, che già mi era diventata familiare, urlare.

 

Aprii gli occhi che avevo chiuso involontariamente nella caduta, e mi ritrovai sotto ad un bellissimo bovaro del Bernese che mi fissava scodinzolando.

 

- oh mio dio, ma tu sei stupendo  - cominciai ad accarezzarlo, in quel momento non si capiva più se fossi io a fare le feste al cane o viceversa. Pensai alla mia amica Juvia, che era terrorizzata dagli animali e in particolare modo dai cani, al mio posto sarebbe collassata.

 

Vidi Natsu correrci incontro e recuperare il cagnone per il collare e dargli uno scappellotto in testa 

 

- quante volte ti ho detto di non saltare addosso alla gente! Sei troppo grosso e pesante - lo sgridò per poi girarsi verso di me e tendermi la mano - scusami davvero, ti sei fatta male? -

 

Accettai il suo aiuto e mi tirai su togliendomi poi la polvere, probabilmente immaginaria, di dosso con dei movimenti veloci delle mani

 

- no figurati, non mi sono fatta niente! Poi a casa ho anche io un cane grande, anche se non come lui direi, quindi ci sono abituata- gli sorrisi - poi è bellissimo, ma come mai non l'ho visto ieri sera? -

 

Parliamone, non solo il mio vicino di casa era incredibilmente bello, sexy e con un sorriso devastante, ma aveva anche un cane spettacolare.

E io amavo i cani da morire. 

 

- su Ignia, intanto ringrazia Lucy per il complimento - gli premette con una mano sul testone in modo fa fargli fare un semi inchino di ringraziamento che mi fece ridere - comunque, probabilmente stava dormendo quando abbiamo provato ad entrare, ed ha il sonno davvero pesante! Un pessimo cane da guardia - rise 

 

Non resistetti e tornai a coccolarlo, e ricevei per tutta risposta una super leccata sulla mano sinistra.

La mano, l'orologio, l'appuntamento.

Cazzo.

 

- scusami Ignia ora devo proprio scappare che ho un impegno - salutai il cane con un ultima carezza  - e ovviamente ciao anche a te vicino, spero tu abbia le chiavi oggi - 

 

Mi rispose con una linguaccia e poi parlò al peloso - vedi, devi ringraziare questa ragazza qui se ieri sono riuscito a tornare a casa da te - 

 

Ah, ecco allora confermato con chi stava parlando ieri appena rientrato in casa!

Mi ritrovai a sospirare di sollievo, non mi aveva mentito.

 

- non c'è di che signor cane! - e con un cenno della mano mi allontanai definitivamente sorridendo, che bella giornata.

 

 

Raggiunsi il bar trafelata, e vi trovai una Erza piuttosto innervosita ad attendermi. 

 

- scusa scusa scusa! Lo so, sono imperdonabile, ma ho trovato .. -

 

- mi racconterai le tue scuse davanti alla fetta di torta che mi offrirai - mi interruppe 

 

- si capo - mormorai chinando il capo, a volte poteva essere davvero spaventosa

 

Ci accomodammo dentro al bar, e mi ritrovai a doverle offrire anche la seconda fetta di torta panna e fragole, ma lo feci con piacere, dopotutto quella mattina ero di ottimo umore.

 

 

 

~L'angolino di Edel ~

Buongiorno a tutti, ho deciso di iniziare una nuova storia che sarà sempre principalmente una Nalu ( ❣️ ) , contornata dalle altre ship ( Gale, Gerza, Gruvia etc ), ma questa volta completamente slegata per trama e ambientazione dal mondo di fairy tail.

Ah si, Natsu ha anche un cane.

Avete notato che comincia con lucy che sta insieme a Sting, ma abbiamo già avuto un importante incontro! 

Fatemi sapere cosa ne pensate e se vale la pena continuarla, attendo come sempre i vostri pareri!

A presto, Edel ❣️

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Novità ***


CAPITOLO 2 - Novità

 

 

Ero stanchissima, quella mattina mi ero dovuta alzare all'alba per andare in ospedale a parlare con il mio tutor per la tesi.

Erano passati diversi mesi dall'ultima volta che ci avevo messo piede, nei quali mi ero fatta di nebbia; il database da completare in standby e nessun progresso fatto. A mia discolpa potevo dire che avendo avuto gli esami da recuperare non ero riuscita a conciliare le due cose, e ancora non ci riuscivo.

 

Avevo appena terminato l'incontro con lo specializzando di riferimento per il mio progetto, Loki, e volevo semplicemente sparire dalla faccia della terra.

Era stato gentile, come sempre, i suoi modi di fare pacati e tranquilli, ma negli occhi vi avevo letto una delusione tale nei miei confronti che non avrei più voluto farmi vedere in vita mia.

Makarov, il primario a cui avevo chiesto la tesi, ormai più di un anno fa, probabilmente non aveva neanche idea di chi fossi e il mio correlatore altrettanto. 

Mi diressi abbattuta nello stanzino in fondo al corridoio adibito ad uso di noi poveri e inutili studenti, tolsi lo scrub e mi cambiai scappando dall'ospedale più in fretta che potei.

 

Una volta giunta nell'alberato viale centrale nel quale si affacciavano tutti i padiglioni  del Magnolia Hospital presi il telefono e chiamai una delle mie migliori amiche, nonché compagna di studi, di vita e mia ancora di salvezza: Mavis.

 

Ci eravamo conosciute al primo anno di  università, era una ragazza molto carina, con i capelli lunghi, mossi e biondi, all'apparenza un soggetto tranquillo e pacato, ma in realtà era sempre piena di energia; un vero tornado.

La nostra amicizia si era solidificata con il tempo, aveva superato diversi ostacoli e adesso più che mai eravamo unite.

Ci mancavano gli stessi esami e condividevamo lo stesso disagio.

In più anche in ospedale eravamo nello stesso padiglione, a un piano di distanza; lei in pediatria, io in chirurgia pediatrica. Spesso ci incontravamo sul termosifone del primo piano a fare due chiacchiere nei momenti di pausa dove non c'era niente da fare; lei sorseggiava il caffè io le facevo compagnia, a me il caffè non piaceva per niente. 

 

Sulla strada di casa passai una buona mezz'ora al telefono con lei a lamentarmi, per lo più di me stessa visto che non c'era nessun altro da incolpare per la situazione disastrosa nella quale mi trovavo e lei come sempre mi sostenne e si lamentò con me.

Era proprio una santa a sopportarmi, ma ce lo eravamo ripromesse più volte, quando una delle due si sentiva affondare l'altra l'avrebbe riportata a galla. 

Forse era la ragione per cui non avevo ancora mollato tutto fuggendo in un paese esotico a fare la barista.

 

 

 

 

Rientrai poco più tardi nel mio appartamento piena di rinnovato spirito: era ora di pranzo, che il cibo alleviasse le mie pene!

Riposi le scarpe nella scarpiera di legno bianco all'ingresso e indossai le mie solite ciabatte prima di avviarmi in salotto.

 

- ciao Lucy! - sentii urlare dalla stanza in fondo 

 

- oh Levy!! Sei tornata finalmente - urlai di rimando alla mia coinquilina -come mai non sei al lavoro?-

 

- il boss non c'è quindi oggi ero libera! - replicò sempre a tono alto - piuttosto ti sono mancata vero? - mi domandò con un sorrisetto uscendo dalla stanza e correndo ad abbracciarmi 

 

- come sempre - confermai ricambiando la stretta a mia volta - devi smettere di sparire ogni santo week end - 

 

- scusa, ma lo sai che se no non vedo mai Gajille - corrucciò le labbra in un dolce sorriso di scuse 

 

- invitarlo qui ogni tanto no? Ci conosciamo tutti da sempre, mi farebbe piacere vederlo più spesso - 

 

Sia io che Levy venivamo dallo stesso posto, Oak town, una città di circa 35.000 abitanti, situata in una zona collinare a nord-est di Fiore. 

Ci conoscevamo da tanti anni, avevamo frequentato le stesse scuole elementari e medie, ma un diverso liceo; lei il classico e io lo scientifico. Difatti anche all'università avevamo percorso strade diametralmente opposte, mentre io studiavo medicina lei aveva fatto giurisprudenza. Si era laureata alla prima sessione disponibile, con il massimo dei voti e dei complimenti dalla commissione, ed ora stava facendo il praticantato obbligatorio in  uno studio legale prima di affrontare l'esame di stato per diventare avvocato. Aveva deciso di sostenerlo benché non fosse certa di voler far quello nella vita, mi aveva detto che probabilmente avrebbe capito meglio che via intraprendere una volta fatta un po' di praticata e vagliate le diverse possibilità. Io ero certa ci sarebbe riuscita senza alcun problema, era una ragazza sveglia e intelligente, sarebbe arrivata ovunque avesse voluto. 

Per fortuna questa divergenza di carriera, se cosi vogliamo chiamarla, non ci aveva mai fermate dal frequentarci lo stesso, e uscendo tutti insieme  aveva avuto modo di conoscere Gajille, mio ex compagno di classe e suo attuale fidanzato da ben sette anni!

Si erano messi insieme a inizio quarta liceo, dopo una lunga estate di tribolazioni, baci rubati, incertezze e paranoie. Nessuno avrebbe scommesso su di loro, sembravano troppo diversi per poter funzionare e invece erano ancora insieme più felici che mai.

 

- giusto per renderti felice..Gajille viene a trovarci questo week end! - 

 

- praticamente ho dei super poteri - esclamai spalancando gli occhi, avevo con la mia richiesta anticipato la sua notizia!

 

La bluetta sbruffò guardandomi  sorridente - comunque parliamo di cose più serie: pranziamo insieme? - 

 

- certo che sì! Spaghetti al sugo? - domandai dirigendomi verso il cucinotto, perché chiamarla cucina sarebbe stata un'esagerazione bella e buona, non vi era nemmeno la porta a dividere quell'angolo cottura dal salotto , e cosa peggiore nemmeno la cappa di aspirazione.

 

Quella era forse l'unica ragione per la quale ero contenta se ogni tanto levy mi lasciava da sola, aveva la brutta abitudine di mangiare sano, in particolare modo il pesce, impuzzando la casa per intere giornate.

Quando accadeva io passavo con velocità a spalancare tutte le finestre con l'intento di lasciarle aperte per ore e lei, come se ne accorgeva, si affrettava a chiuderle perché aveva freddo, così passavamo quelle giornate a fare Ping Pong tra le finestre della casa in una battaglia senza fine.

Non era colpa mia se avevo un naso sensibile e il pesce puzza! 

 

In ogni caso Levy aveva concordato per il pasto e io mi ero messa all'opera, una quindicina di minuti dopo eravamo sedute a tavola a mangiare e chiacchierare come due vecchie comari.

 

 

 

 

 

La settimana era passata veloce come un battito d'ali di farfalla, era già venerdì sera.

Non erano stati giorni particolarmente entusiasmanti, avevo studiato, mangiato, saltato palestra ordinando la pizza con Sting e sentendomi maledettamente in colpa, chiacchierato con Levy, quelle poche volte che la trovavo a casa, e niente di più. 

Non avevo invece avuto modo di incontrare il mio interessante vicino ne il suo bellissimo cane, a pensarci mi venne in mente quanto mi mancava il mio e decisi di videochiamare a casa per poterlo vedere.

 

- Lucy? Aspetta che mi sposto che in cucina non prende bene - apparve mia madre, Layla, dall'altro  lato dello schermo. Vidi tutto sfuocato e in movimento finché lei non raggiunse il salotto e si sedette presumibilmente sul divano verde che avevamo a casa.

 

- ciao mamma! - le sorrisi 

 

- ciao! Come stai tesoro? Io sono stanchissima, ho lavorato tutto il giorno -

 

Ridacchiai sconsolata, mia madre era sempre stanchissima, benché non avesse un lavoro effettivo vero e proprio che non fosse fare la mamma e la donna di casa.

Anche se ultimamente si stava occupando per conto di papà della gestione di una vecchia Villa adibita a hotel della quale tutta la famiglia Heartphilia aveva delle azioni, per cui ogni tanto si ritrovava a partecipare a delle riunioni e a litigare con qualche parente a me sconosciuto.

 

- tutto bene grazie, sto aspettando che arrivi Gajille con Levy per cenare  -

 

- dovete ancora mangiare? Ma sono già le nove -  aveva un tono inutilmente apprensivo, come se fossi mai morta di fame in passato, purtroppo per me ero più che un'ottima forchetta! 

 

- sai che non è mai stato un problema per me cenare tardi, non sono mica papà - le feci l'occhiolino e la vidi ridere - piuttosto mami, dov è Plue????? - le domandai speranzosa di vederlo

 

- è fuori con tuo fratello a fare la passeg- ah eccoli! Rogue , Plue venite a salutare lucy! - 

 

Mio fratello passò davanti alla telecamera biasciando un ciao senza degnarmi di ulteriori attenzioni prima di dirigersi a prendere il joystick e accendere la play station.

Sbuffai, era sempre di poche parole, per fortuna c'ero io a parlare per entrambi! 

 

- ciao anche a te fratello inutile! Plue amore mio fatti vedere! Ma ciao bellissimo! Come siamo lucidi oggi! - lo guardai amorevole dal telefono, mentre lui gli dava delle musate e leccava mamma senza capire niente.

 

Mi distrassi sentendo la serratura della porta scattare e la porta aprirsi, e dedussi che fossero arrivati i due innamorati.

 

- mamma ti devo lasciare! Sono arrivati! -

 

- salutali e dai loro un bacio da parte mia -

 

- non mancherò, dai un bacio a papà che non faccio tempo a chiamarlo! Ciao Plue sei stupendo - e così dicendo chiusi la telefonata e mi alzai dal divano per andare a salutare.

 

Levy aveva in mano tre scatole contenenti della pizza fumante, dietro di lei faceva capolino Gajille con un trolley in una mano e una busta con bibite e birre nell'altra.

Annusai l'aria con lo stomaco che iniziava a brontolare, che bel profumino!

 

- finalmente sei tornato a trovarmi stupido Gajille! - gli andai incontro abbracciandolo rapida con le labbra increspate in un sorriso sincero

 

Lui mi diede una pacca affettuosa e non troppo leggera sulla spalla osservandomi con il suo solito ghigno stampato in viso, secondo la mia personalissima opinione avrebbe dovuto farlo diventare un marchio registrato di sua proprietà.

 

- ti vedo bene biondina - mi salutò togliendosi la giacca di pelle nera e appendendola all'appendiabiti vicino all'ingresso.

 

- Lucy potevi almeno fare la tavola - si intromise tra i nostri saluti Levy lamentandosi mentre apparecchiava 

 

- scusa, stavo parlando al telefono e mi sono distratta - dissi leggermente imbarazzata, effettivamente almeno a quello avrei potuto pensare.

 

- con  Sting? - mi punzecchiò Gajille accomodandosi a tavola

 

Era un ragazzo piuttosto imponente, alto e fisicato, con lunghi capelli corvini scompigliati e diversi piercing a contornargli il volto.

Aveva il tipico sguardo da bad boy, ma era tutto fuorché quello.

Lo guardai divertita, faceva sembrare il nostro salottino ancora più piccolo di quello che era!

 

- no con mamma! - gli feci la linguaccia - Ma sting mi ha detto di salutarti, non riusciva ad esserci sta sera che aveva il compleanno della zia -

 

- e tu non sei andata con lui? -

 

- venivi tu! Non ci vediamo da troppo tempo, non potevo mancare - gli risposi sincera - e poi è un rarità avere qui Levy per il week end - la presi in giro 

 

- si lamenta sempre che per colpa tua non resto mai qui con lei - spiegò la bluetta al ragazzo mentre posizionava distrattamente tre bicchieri sul tavolo 

 

- beh mi sembra ovvio tu preferisca me a lei, guardami! - le fece segno mentre con una mano, che faceva scorrere su e giù per il suo corpo, indicava sè stesso 

 

Gli tirai ridendo uno scappellotto e gli feci la linguaccia, non era cambiato quasi per niente in quegli ultimi anni, mi sembrava ancora di vederlo seduto al banco di scuola a rispondere male a qualche professoressa per essere poi sbattuto malamente in presidenza.

 

Ci sedemmo a tavola anche io e Levy e finalmente cominciammo a mangiare quella pizza buonissima.

La prendevamo sempre dalla nostra pizzeria di fiducia, avevamo cambiato solamente quelle poche volte nelle quali l'avevamo trovata chiusa.

La cena proseguì tra chiacchiere e battute in modo molto rilassato quando Gajille prese parola per farci, o più probabilmente fare solo a me visto che Levy doveva già sapere tutto, un annuncio.

 

- allora - cominciò lui e io lo interruppi molestamente quasi subito  con un - vi sposate? - 

 

Levy arrossì e Gajille mi guardò sconsolato. Esasperavo così tanto la gente? 

 

- no, non ci sposiamo! Perché devi fare sempre così? - 

 

- perché non vedo l'ora che succeda - risposi sorniona, dopotutto stavano insieme da un secolo e mezzo! 

 

- lasciala perdere, vai avanti così poi possiamo festeggiarti - si intromise Levy schioccandomi un'occhiataccia che ignorai bellamente.

 

- allora stavo dicendo - si interruppe il corvino osservandomi come in attesa di sentirmi intromettere, ma io feci segno con le dita di avere la bocca cucita e lui continuò - mi hanno assunto a tempo indeterminato! - annunciò con occhi gli luccicavano di felicità 

 

- coooooosa!? Come? Dove? Chi? Quando ? - sparai a raffica con tono esaltato tutti gli interrogativi che mi vennero in mente, e li sentii ridere in risposta alla mia impazienza

 

- In un azienda che si occupa di consegne - fece spallucce lui con finta modestia 

 

- per Amazon! - le spiegò la bluetta elettrizzata - ovviamente si occuperà della parte di programmazione visto che è un informatico, ma sopratutto - mi guardò tribolante 

 

- cosa? - boccheggiai incalzandola a parlare 

 

- il lavoro è qui a Fiore! - concluse lui

 

Quindi ricapitolando, Gajille il nostro informatico preferito era stato preso a lavorare come programmatore per la compagnia di Amazon lì a Fiore!

 

- oh mio dio! - esclamai - ma congratulazioni! Davvero, sono felicissima!!!  Quando cominci? Quando ti trasferisci? La casa? L'hai trovata? - 

 

- come si spegne? - mi rispose guardando Levy con esasperazione rispondendo così al mio quesito precedente: si, esasperavo le persone, ma ero certa mi volessero bene comunque.

 

- ehi! Sono solo felice per te! - mi lamentai per il trattamento ricevuto 

 

- lo so biondina, lo sai che scherzo - mi fece l'occhiolino  - comunque inizierò  effettivamente a marzo, quindi tra poco più di quattro mesi! Ma probabilmente a febbraio dovrò già iniziare ad andare per capire come funziona - mi spiegò

 

- wow - fu tutto ciò che riuscii a dire, ero davvero felice per lui, e per Levy; finalmente abitavano nella stessa città e avrebbero avuto modo di vedersi più spesso, ma questa gioia si affievolì come la fiamma di una torcia trasportata sotto una leggera pioggerellina e riparata soltanto da delle mani incerte.

 

- però - disse levy 

 

- però cosa? -

 

- c'è anche una brutta notizia -

 

Guardai lei e poi Gajille che distolse prontamente lo sguardo

 

- che sarebbe? - deglutii a fatica un bolo di saliva che non ne voleva sapere di scendere

 

- che fra quattro mesi mi trasferirò anche io, abbiamo deciso di andare a vivere insieme - mi disse Levy guardandomi come se fossi un cristallo crepato in procinto di spezzarmi

 

Trattenni un momento fiato per poi rilasciarlo in un sospiro di sollievo - mi hai fatta spaventare a morte - ero sollevata, si, perché mi ero aspettata chissà quale notizia terribile ed ero corsa con la mente subito a pensare al peggio, una malattia o che ne so, e in più non potevo essere scontenta che finalmente dopo anni in città diverse fossero riusciti finalmente a ritrovarsi nella stessa. Era giusto che volessero vivere insieme, lo capivo.

D'altro canto però chiaramente mi dispiaceva da morire, avevamo appena cambiato appartamento, era stata la mia coinquilina da sempre, oltre ad essere una delle mie migliori amiche, ma proprio per questo non potevo, non dovevo farmi vedere triste.

Oltretutto mi sarei ritrovata nella scomoda posizione di dover trovare qualcuno con cui sostituirla visto che da sola era impossibile mantenere l'appartamento e a pensare di mettermi a fare incontri e colloqui con gente sconosciuta mi veniva male.

 

- sono contenta, per voi due, davvero! Lo capisco Levy, benché te lo devo dire: sei una traditrice e mi mancherai da morire - continuai, con tono che nascondeva un velo di tristezza

 

- lo so, ma sarà fra quattro mesi e continuerò a stare qui a Fiore quindi ci potremo vedere comunque spesso! - cercò di rassicurarmi

 

- beh sono contentissima per tutto! Facciamo un Brindisi! - cercai di tagliare corto nella speranza di evitare di commuovermi in tutti i sensi, purtroppo avevo la lacrima facile, ero un dannatissimo coccodrillo! 

 

E brindammo, loro con la birra e io con la mia immancabile Coca Cola Zero ( non esisteva al mondo per me la pizza senza Coca Cola).

Brindammo a Gajille e il suo lavoro, a loro due finalmente insieme nella stessa città, a me che avevo sopportato lei per sei anni, e a lei che aveva sopportato me per altrettanti, alla nostra amicizia e al loro amore.

In quel momento non potevo permettermi il lusso di essere giù di morale, benché una parte di me lo fosse innegabilmente all'idea che non avremmo più vissuto assieme.

 

 

 

 

 

 

Aprii il portone del palazzo con una spallata e una mezza imprecazione.

Quella sera avremo dato una festa a casa nostra dato che dovevamo assolutamente festeggiare tutte quelle belle notizie e io mi ero offerta volontaria per andare a fare la spesa.

In realtà avevo riposto malamente la mia fiducia in Sting che inizialmente sarebbe dovuto venire con me e quindi io avevo già pensato di fare affidamento su due forti braccia da uomo per tutto l'aiuto che mi sarebbe servito.

 

Stupida lucy, mi dissi, perché invece quel deficiente aveva probabilmente spento la sveglia, come faceva una volta si e una anche, quindi all'appuntamento al supermercato vicino casa mia c'ero andata solo io.

L'avevo chiamato giusto una decina di volte e gli avevo mandato qualche messaggio minatorio, ma di lui non c'era stata traccia.

Oh se ero furiosa, appena avessi avuto modo di sentirlo l'avrei ammazzato, non ci sarebbe arrivato vivo alla sera.

 

Non potevo nemmeno contare nell'aiuto di Gajille e Levy perché erano usciti a fare un giro conviti che essendo con Sting almeno per la spesa non mi sarebbe servito aiuto.

Non potevo certo biasimarli, sarebbe stato effettivamente così se lui si fosse presentato come da accordo all'appuntamento. 

 

Facendo un riassunto, mi trovavo all'ingresso del portone con due sacchetti principalmente pieni di bottiglie di alcol ( quelli portati da casa, di plasticone duro, almeno quella l'avevo pensata bene o me li sarei già ritrovati rotti in mano ) che dovevo trascinarmi su per due piani di fottutissime scale.

Sbuffai nuovamente decidendo di portarne una alla volta, e mi incamminai per l'atrio con la prima, se non altro mi sarei tonificata a fare tutti quei gradini trasportando  del peso.

Feci la prima rampa di scale e  poggiai la sacca a terra mormorando scocciatissima un - ma fanculo - quando sentii una risata cristallina provenire dalle mie spalle e commentare con tono divertito - una vera lady devo dire - 

 

Mi girai con l'ira nello sguardo pronta a rispondere male, quella mattina era iniziata decisamente male, ma quando incrociai due occhi verdi e vispi che mi fissavano le parole mi morirono in gola e mi feci rossa dall'imbarazzo. Ci misi qualche secondo a riprendermi non sapendo nemmeno io perché il mio corpo avesse reagito a quel modo!

Cosa poteva fregarmene di un ragazzo visto si e no due volte in vita mia! E poi effettivamente, non ero mai stata una lady in nessun senso!

 

- ciao vicino! Invece di commentare sarcastico perché invece non mi aiuti? - gli chiesi una volta recuperata la mia sicurezza, guardandolo con occhi da cerbiatta

 

- lo stavo già facendo in realtà - mi rispose indicandomi con lo sguardo l'altra sacca di roba che avevo lasciato a inizio scale 

 

- oh, grazie allora - mormorai - non ti avevo proprio sentito arrivare - arricciai le labbra in un incerto sorriso di scuse 

 

- certo eri troppo impegnata a lamentarti e sbuffare - mi rispose ridendo e passandomi avanti - lascia lì quella borsa, te la porto su io dopo che ho finito con questa -

 

- non serve! - mi affrettai a dire - ce la faccio, sono più forte di quanto pensi -

 

- ne sono certo, prendilo come un ringraziamento per la questione della chiave - mi liquidò continuando a salire le scale 

 

Una parte del mio stupido orgoglio avrebbe voluto portarla su da sola per dimostrargli, senza alcun senso, che ce la facevo e non avevo bisogno di aiuto, ma non era vero.

Ero quasi collassata a portarle dal supermercato a li, e il supermercato era a 50 metri.

Mi morsi la lingua e lo rincorsi su per le scale superandolo in modo da andare ad aprire la porta.

 

- allora approfitterò della tua gentilezza - gli sorrisi una volta raggiunto il mio pianerottolo - grazie ! - dissi onesta

 

Lui mi regalò un sorriso mozzafiato, che per un momento mi intontì e mi domandai se fosse possibile avere un sorriso così perfetto.

Scossi la testa come a cercare di scuotere via l'immagine di Natsu che mi si era impressa nella mente e aprii la porta trascinandomi dietro la borsa pesante fino al tavolo del salotto.

Qualche secondo dopo mi resi conto che anche il rosato mi aveva seguita dentro casa, guardandosi intorno curioso, e lasciando la borsa che portava vicino a doveva avevo posato io l'altra.

 

- ecco fatto Lucy - mi disse mentre con lo sguardo curiosava tutt'intorno - e quindi date una festa sta sera? - continuò portando il suo sguardo su di me 

 

- da cosa l'hai capito? -

 

- dalla quantità di vino e alcolici che mi hai fatto portare su per le scale - sogghignò 

 

Mi diedi della stupida da sola, era così ovvio.

 

- chiaramente - alzai gli occhi al cielo - posso offrirti qualcosa per ringraziarti? - 

 

- mi piacerebbe, ma devo ancora dare da mangiare a Ignia e ad Happy, quindi è meglio che scappi di sopra - 

 

- happy? - domandai, Ignia l'avevo già incontrato ma di Happy non ne avevo mai sentito parlare

 

- è il mio gatto! - mi spiegò facendo spallucce 

 

Quindi aveva anche un gatto, ero curiosa di scoprire tante altre cose su di lui e la sua vita, e stavo anche per tentare di farlo con tutte le intenzioni di fargli altre domande quando mi squillò il telefono.

Buttai un' occhio allo schermo, era Sting. Ah adesso mi chiamava? Un po' in ritardo, e nel momento peggiore, come sempre.

Con un moto di irritazione parzialmente ingiustificato bloccai la chiamata e girai il cellulare portando lo schermo a faccia in giù sul tavolino.

Mi accorsi che il ragazzo di fronte a me aveva notato bene tutta la scena e mi guardava interdetto.

Non riuscii a decifrare nulla del suo sguardo.

 

- dovrei andare - mi disse poi facendo finta di niente

 

- certo, ti accompagno alla porta, sia mai che tu ti perda - scherzai, visto che era impossibile in quell'appartamento

 

Lui rise sommessamente e lo accompagnai alla porta, ci salutammo e lui si girò per andarsene.

Senza rendermene conto lo afferrai per il braccio, sentendo una scarica elettrica leggera attraversarmi la pelle da dove lo avevo afferrato.

Mi vennero i brividi e lasciai subito la presa come se mi fossi scottata.

 

- aspetta! -

 

Lui si voltò e mi guardò con quelle pozze smeraldo che alla poca luce delle scale sembravano essersi scurite, distolsi lo sguardo, quegli occhi per me erano pericolosi e già l'avevo capito.

 

- si? -

 

- sta sera, mio caro vicino, sei ufficialmente invitato a passare da me! Puoi portare anche qualche tuo amico o coinquilino -  o la tua fidanzata, avrei dovuto aggiungere, ma la verità era che non volevo sapere se fosse o meno impegnato. E sopratutto non sarebbe dovuto interessarmi visto che ero fidanzata.

 

Lo vidi aggrottare un attimo la fronte pensieroso - va bene, penso farò volentieri un salto! grazie - 

 

- perfetto! Grazie ancora per l'aiuto, ci vediamo sta sera!  - lo salutai con un cenno prima di richiudermi la porta alle spalle e lasciarmici scivolare appoggiata con la schiena, che  pessima idea avevo avuto.

 

Il telefono suonò nuovamente, questa volta avrei dovuto rispondere.

Mi alzai per raggiungere il cellulare, pronta a litigare.

 

 

~L'angolino di Edel~

Buona domenica 🌧

Non so da voi, ma qui piove tantissimo! Quindi ho avuto modo di finire questo capitolo e pubblicarlo! 

Allora, ecco che ho introdotto dei nuovi personaggi che saranno importanti in questa storia, e sopratutto ho cambiato il nome del cane di Natsu che è stato argomento molto dibattuto! 

Questi primi capitoli mi saranno fondamentali per spiegarvi il mondo in cui si trova la nostra lucy e chi le sta a fianco!

Allora ? Che ne pensate?

Io credo abbia avuto una pessima idea ad invitare anche Natsu a quella serata, voi che dite invece? Dopotutto ci sarà anche Sting! 😅

Beh, attendo vostre nuove!

A presto, con amore, Edel ❣️

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Pessima idea ***


CAPITOLO 3 - Pessima idea

 

 

 

- Sting ti prego esci da questo cavolo di bagno che serve a me! - urlai da dietro la porta del bagno picchiando forte con la mano; gli ospiti stavano per arrivare e quel deficiente del mio ragazzo era chiuso in bagno da quello che per me era già decisamente troppo tempo

 

- scusa amore adesso esco -

 

- Sarà meglio se non vuoi che ti ammazzi definitivamente oggi -

 

- ma non mi avevi perdonato? - mi domandò sbucando con il viso dalla porta scorrevole e guardandomi con fare esageratamente afflitto

 

- sono sempre in tempo a cambiare idea - sbuffai - sopratutto se non ti levi dalle scatole - 

 

Sting fece un'espressione fintamente impaurita e dopo avermi scoccato un bacio sulle labbra si allontanò dal bagno con le mani in alto in segno di resa, se non altro aveva fatto la mossa giusta.

 

Mi catapultai dentro a lavarmi i denti e a cercare di sistemare i capelli che avevo inutilmente tentato di fare mossi e che invece ricadevano piegati in modo bizzarro e angolato sulle mie spalle.

Potevo essere più negata di così? Avevo cercato di sfruttare la tecnica che aveva provato ad insegnarmi Juvia, ma era stato tutto inutile, i boccoli perfetti che uscivano a lei dopo una veloce passata di ferro caldo per me erano solo un miraggio lontano.

Li tirai di nuovo dritti con il phon e la spazzola, o almeno ci provai, e quando vidi che non c'era verso di sistemare il disastro che avevo combinato con l'arricciacapelli optai per una bella coda  alta e mi arresi al loro volere.

 

Uscita dal bagno trovai Levy intenta a preparare lo spritz in una grande caraffa di vetro con Gajille che le forniva assistenza indicandole le quantità, a suo parere, più adatte per ottenere un'ottima riuscita.

Mi soffermai sulla figura asciutta e soda della mia amica, fasciata da un bellissimo vestito blu notte, quando lo sguardo mi cadde sulle scarpe; quella maledetta si era anche messa i tacchi! 

Io rispetto a lei ero vestita totalmente casual, scarpe da ginnastica bianche con Jeans grigio fumo a vita alta e una canotta bianca scollata, con l’obiettivo di dare un po' di luce mi ero messa una collana dorata come gli orecchini che portavo da quella mattina.

 

Feci per aprire bocca per insultarla, avevamo detto serata tranquilla e lei si era messa tutta in tiro, quando il campanello suonò decretando ufficialmente la fine dei miei dubbi su vestiario e capelli; il tempo era finito, pazienza.

 

- vado io - avvisai gli altri accertandomi di guardare Levy in cagnesco mentre mi dirigevo alla porta - chi è? - domandai al citofono 

 

- Erza! -

 

Aprii il portone premendo a caso sui vari tasti dell'apparecchio e abbassai la maniglia della porta spalancandola in trepidante attesa.

Non poteva essere che lei, tra tutte le miei amiche era l'unica ad essere puntuale sempre e comunque.

Saltellai sul posto aspettando di vederla comparire; ogni volta che invitavamo gente a casa io andavo sempre in agitazione, un'agitazione buona e positiva si intende, che mi lasciava sempre su di giri.

 

Tuttavia la mia euforia si spense quando vidi la mia amica salire le scale accompagnata da due ragazzi: uno non avevo nemmeno idea di chi fosse, ma l'altro lo conoscevo fin troppo bene e tutto mi sarei aspettata fuorché vederlo lì.

Lo sguardo di Erza puntato nel mio era preoccupato, aveva già capito che avrebbe avuto diverse cose da spiegarmi, e avrebbe fatto bene a farlo alla svelta.

Io dal canto mio ero semplicemente sconvolta, sperai vivamente che non riuscissero a leggere lo stupore sul mio viso. 

 

- Ciao! prego accomodatevi - li invitai ad entrare con cordialità, ma con tono più freddo di quanto volessi, facendomi da parte per farli passare. Le presentazioni era meglio farle dentro casa. Cercai di tenere lo sguardo il più lontano possibile dal ragazzo con i capelli blu, ma mi riuscì molto difficile.

 

- Erza!!! Ciao! - la salutò Levy felice abbracciandola, scostandosi poi leggermente per dare un'occhiata incuriosita agli altri due ragazzi.

 

Gajille come me invece era rimasto a dir poco sconvolto dal loro ingresso, impietrito si voltò a guardarmi sgranando gli occhi, e capii che era sorpreso quanto me e probabilmente si era posto la mia stessa esatta domanda: che cazzo ci faceva un nostro professore del liceo lì?

 

La tensione si spezzò quando arrivò anche Sting che fino a poco prima era rimasto in stanza, portava una camicia Oxford azzurra con qualche bottone slacciato, gli donava molto.

 

- Erza! Eri tu quindi! Dovevo aspettarmelo in effetti - la salutò sorridente 

 

- Solo perché solo l'unica puntuale di tutto il gruppo! - gli rispose lei con un sorriso appena accennato dandogli due baci sulle guance, si notava che era ancora molto agitata

 

- pensi di presentarci i tuoi amici adesso? Ci fai passare tutti per dei maleducati se no! - mi intromisi impaziente nel tentativo di salvare l'apparenza.

 

Strinsi la mano ai due ragazzi in sua compagnia, il castano che non avevo mai visto si chiamava Erik, soprannominato a suo dire da tutti quanti "Cobra", pare che avesse una passione per i serpenti e ne possedesse addirittura uno.

Non avevo idea se fosse facile addomesticare un serpente, o se si potesse proprio fare, ma finché non mi parlava di ragni tutto andava bene.

 

Viceversa il ragazzo con i capelli blu e il particolare tatuaggio rosso sul viso a contornargli l'occhio si presentò come Gerard, e benché sia io che Gajille già lo conoscessimo decidemmo comunque di far finta di nulla, sopratutto visto che la rossa lo aveva annunciato come il suo ragazzo; non volevamo metterli in difficoltà.

 

La mia vecchia scuola era un istituto privato piuttosto grande che aveva al suo interno le medie, e i tre indirizzi di liceo.

Io e Gajille eravamo nella stessa classe allo scientifico, Erza era anche lei nella nostra stessa scuola, ad un corridoio di distanza da noi, al linguistico.

Levy da brava bastian contraria era proprio in una scuola diversa.

Il ragazzo dai capelli blu che avevamo davanti, era il famosissimo professore di Francese arrivato quando noi eravamo ormai a metà del quarto anno.

Benché non insegnasse al nostro indirizzo, dato che ovviamente non studiavamo francese, era comunque famoso per essere molto giovane, in particolare modo se paragonato agli altri docenti, e molto attraente. Il fatto che avesse quello strano tatuaggio poi era stato più volte argomento di dibattiti e discussioni tra i vari studenti; alcuni lo definivano un semplice tatuaggio, altri dicevano che fosse un marchio di qualche potente club mafioso, altri una voglia che aveva dalla nascita, qualcuno sosteneva l'avesse fatto da ubriaco e altri ancora dicevano che fosse un segno di una famosa dinastia dal nome sconosciuto.

Se ne parlò tanto, ma nessuno effettivamente seppe mai la verità dietro quelle storie più disparate.

 

In ogni caso il suo arrivo in quella scuola aveva fatto andare gli studenti in fermento, un sacco di ragazzine si erano innamorate di lui e giravano tanti pettegolezzi tante quante erano state le storie sul suo tatuaggio, alcuni davvero esagerati.

Mi era giunta addirittura voce che avesse una relazione segreta con una studentessa della sua classe, ma onestamente non avevo dato molto adito al vociare molesto della gente. A pensarci ora almeno il dubbio me lo sarei dovuto far venire.

 

Lo sguardo di Erza solitamente tagliente e affilato adesso era addolcito e ci guardava con riconoscenza, probabilmente non avrebbe voluto affrontare davanti a troppe persone la situazione spinosa del " il mio fidanzato è il mio ex professore del liceo" e onestamente questo lo capivo.

 

Ero rimasta in silenzio a riflettere tra me e me sistemando prima delle patatine nelle ciotole, poi delle bottiglie sul tavolo, mentre ascoltavo distrattamente i racconti sul serpente di Erik quando il campanello suonò nuovamente salvandomi dal sapere che tipo di topolino avesse mangiato quella mattina il suo amico rettile.

 

Il trillare continuo del campanello in una copia del motivetto "copa la vecia col flit" mi fece ridere e capire immediatamente chi sarebbe stata la prossima ospite.

Solo Juvia citofonava sempre in quel modo, quindi andai ad aprire senza nemmeno chiedere chi fosse e mi appostai alla porta in attesa che salisse.

 

La vidi comparire sulle scale insieme a Lisanna, e le accolsi con uno dei miei migliori sorrisi.

Abbracciai Lisanna come ero solita fare e dondolammo insieme sul posto felici di vederci, poi provai ad abbracciare Juvia, ma come sempre lei mi respinse con un'espressione disgustata che mi fece ridere.

Allora mi battei sul petto con la mano per poi fare il nostro tipico segno di saluto con le dita a formare una V di vittoria: era il nostro modo di salutarci dato che Juvia, diversamente da me, odiava il contatto fisico.

Questo suo cruccio era il divertimento principale mio e di Lisanna, che ci deliziavamo nel romperle le scatole nelle maniere più disparate, sicuramente Juvia non aveva un carattere facile, era timida, introversa e all'apparenza molto scontrosa, ma una volta conosciuta bene era semplice rendersi conto di che persona splendida fosse in realtà.

 

- allora dov'è la birra? - mi domandò la blu ancora ferma sull'uscio della porta 

 

- pronta sul tavolo per essere bevuta da lei signorina - le risposi con finta reverenza spostandomi per farle passare e lei ridacchiando replicò con un - molto bene - prima di entrare

 

- sempre la solita - sbuffò sconsolata Lisanna entrando subito dopo di lei raggiungendo gli altri in salotto e unendosi ai vari saluti e presentazioni.

 

 

 

 

Pessima idea, dare una festa era stata una grande pessima idea.

Il campanello era suonato tante altre volte, facendo sì che la nostra casa venisse letteralmente invasa da uno sciame di persone, qualcuna a me anche sconosciuta.

Come memo per il futuro avrei dovuto smettere di dire agli amici che erano liberi di portare i loro +1, +2 o più +3 che fosse.

Saremo state più di una ventina di persone, che per carità, non saranno tantissime, ma in una casa di neanche 60 metri quadri ( contando bagni e camere da letto quindi non agibili ) erano più che sufficienti a creare il caos.

 

Mi guardai intorno con la sensazione che tutto si muovesse a rallentatore, posai lo sguardo sulla piantana bianca, solitamente posizionata a fianco del divano; era appena stata urtata dal “ ragazzo serpente”  mezzo ubriaco e ora stava lentamente scivolando verso il suolo.

Destata dall'avvenimento mi mossi rapida scattando in avanti nella speranza di afferrarla in tempo, immaginandomi già il paralume schiacciato e deformato a terra.

Quando mi resi conto che non ce l'avrei mai fatta, chiusi gli occhi restando con i muscoli tesi, arrendendomi in attesa di sentire il tonfo.

A volte era meglio non vedere.

 

- salvata in extremis - una voce mi costrinse a riaprire gli occhi, e vidi un ragazzo con i capelli corvini di una bellezza disarmante fissarmi con la lampada in mano per poi gentilmente posizionarla al suo posto.

 

Ero certa di non averlo mai visto prima, anche perché me ne sarei sicuramente ricordata, ma aveva qualcosa di familiare che non riuscivo a collocare in nessun modo.

Rimasi interdetta ad osservarlo, catturata dal suo sguardo senza riuscire a dire niente.

 

- a questo punto mi sarei aspettato un grazie - commentò sollevando un sopracciglio 

 

- oh mio dio, scusami! Mi ero imbambolata, grazie mille! La mia lampada è salva solo grazie a te! - congiunsi le mani in segno di preghiera cercando di fargli capire quanto avessi apprezzato il gesto e lo vidi ridere, e anche il suo sorriso mi ricordava qualcosa di già visto.

 

- yo lucy! - un braccio mi circondò le spalle mentre la voce di Natsu, che ormai ero in grado di riconoscere senza alcun problema, mi risuonava nell'orecchio.

 

Mi voltai a guardarlo con le labbra automaticamente schiuse in un grande sorriso, e finalmente capii chi mi ricordava il ragazzo che avevo di fronte: mi ricordava proprio Natsu.

 

- Natsu! Ciao! Sei arrivato quindi - mi strinsi leggermente e involontariamente a lui sotto il suo braccio - c'è talmente tanto casino che ormai il campanello non si sente più! - 

 

- ci ha aperto una ragazza con i capelli argentati e corti! - fece spallucce - comunque vedo che hai incontrato mio fratello - mi disse lasciandomi la spalla per mettere la mano su quella del fratello.

Sentii una parvenza di freddo quando si allontanò da me. 

 

Scorsi con lo sguardo la figura del rosato elettrizzata, per poi voltarmi sorridente verso il corvino  - si, mi sarei anche presentata se non ci avessi interrotti - lo stuzzicai, oltretutto non volevo certo che suo fratello pensasse che fossi una cafona senza un minimo di educazione.

 

- Mi chiamo Zeref, Zeref Dragneel - mi tese la mano che strinsi con vigore - Lucy Heartphilia -

 

Chiacchierammo un po' tutti e tre e scoprii che Zeref oltre ad essere il fratello di Natsu era anche il suo coinquilino e compagno di stanza, era più grande di due anni rispetto al rosato e me, che a quanto pare avevamo la stessa età. Era laureato in filosofia e in quel periodo era impegnato in un dottorato all'università sulla storia della filosofia morale.

Evitai accuratamente di fare troppe domande visto che la mia conoscenza di filosofia risaliva a più di sei anni prima con i filosofi malamente studiati tra i banchi di scuola.

 

Finalmente ebbi anche la fortuna di scoprire cosa faceva Natsu, era uno studente di veterinaria, sempre alla fairy tail University di Fiore, ed entro marzo o giugno al più tardi si sarebbe laureato. 

Mi raccontò che al liceo aveva perso il suo Akita per un problema medico a causa di un veterinario totalmente incompetente e allora avevo dedotto che probabilmente quella fosse una delle ragioni che l'aveva portato a scegliere veterinaria. Mi ero rattristata un momento e lui mi aveva fatto un gentile buffetto sulla testa.

Avevamo continuato poi a ridere e scherzare ed ero talmente presa da lui, da Zeref, dalla conversazione, dal suo sorriso, i suoi occhi, che non mi accorsi nemmeno che Sting ci aveva raggiunti finché non mi ritrovai la schiena poggiata al suo petto e le sue braccia attorno al collo che mi cingevano da dietro.

 

In quel momento quel contatto mi diede fastidio, e mi scostai imbarazzata senza neanche rendermene conto, ritrovandomi poi senza volere a guardare con ansia il rosato che fece passare lo sguardo su di me e poi su Sting con un espressione indecifrabile in volto.

 

- amore - marcò bene la parola - non mi presenti i tuoi amici? - mi chiese Sting con una vena di irritazione nella voce

 

Dovevo ripigliarmi. Sting era il mio ragazzo, la reazione che avevo avuto non aveva alcun senso ne spiegazione.

Sorrisi incerta guardando il biondino di sottecchi, gli leggevo in faccia il nervosismo.

Era sempre stato un ragazzo incredibilmente geloso.

 

- certo, Ragazzi questo è Sting - iniziai la presentazione scostandomi un po' di lato in modo lasciare più spazio tra tutti noi - Sting, loro sono Natsu e suo fratello Zeref - continuai indicandoglieli con un gesto della mano - i miei vicini di casa -

 

Zeref si mosse per primo rompendo la tensione e porgendo la mano come aveva fatto in precedenza con me - abitiamo al piano di sopra - gli spiegò poi mentre Sting gliela stringeva 

 

- non mi avevi mai parlato di loro - si rivolse a me Sting con tono lievemente accusatore mentre stringeva la mano anche a Natsu 

 

- Zeref l'ho conosciuto sta sera - cercai di giustificarmi in qualche modo - e comunque non ti devo mica dire ogni singola e minima cosa che mi succede - continuai cercando di coprire il moto di irritazione che stava prendendo la mia voce 

 

- posso sapere per quale ragione ti stai agitando? - mi fulminò di rimando con lo sguardo 

 

- non mi sto agitando - replicai secca

 

- comunque noi andiamo a prenderci qualcosa da bere - si intromise il rosato leggermente a disagio per la situazione che si era venuta a creare lanciandomi un'occhiata che nuovamente non riuscii a capire - poi magari ti presentiamo anche Gray, che è l'altro nostro coinquilino, è stato un piacere Sting - e detto ciò con un lieve cenno della mano si allontanò afferrando il fratello per il polso trascinandoselo dietro e io non feci neanche a tempo a rispondergli.

 

- complimenti, bella figura di merda abbiamo fatto - sbottai incazzata 

 

- ma chissene frega di quelli lì -

 

- a me frega - dissi guardandolo truce - sono i miei vicini di casa, sono gentili e simpatici, non capisco perché tu debba sempre reagire in quel modo - 

 

- forse se tu non avessi fatto per tutto il tempo la civetta con quel deficiente dai capelli rosa non mi avrebbe dato così fastidio -

 

- sono semplicemente stata gentile! GENTILE, conosci il significato del termine? - alzai leggermente la voce senza volerlo 

 

- ah adesso flirtare si chiama essere gentili, capisco -

 

- per te parlare con qualsiasi figura maschile che non sia te stesso è flirtare -

 

- dio quanto mi fai incazzare - disse prima di tirare un pugno al muro.

 

Scena vista e rivista tante di quelle volte che ormai avevo perso il conto.

Tutte le volte che Sting si arrabbiava per qualcosa la sua reazione era sempre la stessa: tirare un pugno.

Poteva essere il muro, il letto, un tavolo, ma colpiva sempre qualcosa cercando di scaricare la tensione.

Per fortuna non aveva ancora mai colpito nessun essere umano!

 

Lo guardai scocciata - bravo continua pure a fare scenate per niente, come sempre! Vado a prendermi qualcosa da bere anche io, intanto vedi di darti una calmata. -  gli dissi a denti stretti prima di andarmene.

 

Mi allontanai senza aspettare di sentire una risposta, grazie a dio la musica di sottofondo era abbastanza alta da esser riuscita a far passare quasi inosservata la patetica scenetta tra me e Sting.

Lo vidi con la coda dell'occhio fare un'espressione affranta e dirigersi nella mia camera da letto, dedussi che aveva bisogno di tempo da solo per sbollire; in ogni caso non avevo nessuna intenzione di seguirlo.

 

- tutto ok lucy? - mi sentii prendere per il braccio mentre cercavo di raggiungere il cucinotto per versarmi qualcosa da bere

 

- più o meno si - sorrisi a Lisanna cercando di rassicurarla senza volerne però parlare - Juvia? -

 

Lei mi guardò sorniona e mi fece segno con la testa di guardare in una certa direzione, seguii con gli occhi il suo sguardo e vidi Juvia messe alle strette da un ragazzo dai capelli scuri che non avevo mai visto.

Scoppiai a ridere.

Juvia era la persona meno indicata con cui provarci a una festa, l'avevo vista rifiutare malamente tanti di quei ragazzi che ormai era diventata routine.

Alcuni, quando si andava a ballare non li faceva nemmeno avvicinare, li fermava con un semplice gesto della mano e un'occhiata di ghiaccio. A quanto pare erano gesti davvero efficaci dato che quasi nessuno aveva avuto il coraggio di svalicare quel muro invisibile che lei alzava.

Mi ero spesso chiesta se avesse mai avuto un ragazzo, perché da quando ci conoscevamo non era mai uscita con nessuno, mai, ed eravamo amiche da almeno cinque anni.

Non avevo comunque avuto modo di chiederglielo, era come se con lei questo fosse un argomento totalmente tabù.

 

- chi è il malcapitato ? - domandai all'Argentea che se la rideva sommessamente di fronte a me 

 

- l'abbiamo conosciuto prima, un certo Gray, è arrivato insieme a due ragazzi bellissimi! - 

 

- ah deve essere il terzo coinquilino di Natsu - ragionai ad alta voce 

 

- si credo! Non è il tipo con i capelli rosa con cui stavi parlando prima? Come l'hai conosciuto? -

 

- abita in questo palazzo - risposi velocemente 

 

- sai se è impegnato? - mi domandò con espressione furba 

 

Il suo interesse verso Natsu non mi piacque per niente. Feci vagare rapidamente i miei occhi per la stanza cercandolo e lo vidi chiacchierare con Gajille e Levy mentre ogni tanto sorseggiava da un bicchiere di vino.

 

- non ne ho idea. - le risposi con tono non volutamente seccato

 

- capisco.. -  lisanna chinò la testa leggermente dispiaciuta, dovevo essere stata più brusca di quanto avevo pensato in quella risposta 

 

- scusami - mi affrettai a dire - ho litigato con Sting e ho le scatole girate! Perché non provi a scoprirlo? - le proposi mentre una parte nascosta di me si auto malediceva.

 

- perché no! Ho il tuo supporto amica mia? -

 

- certo, guarda che Figo che è! - mi sforzai in un sorriso incoraggiante, dopotutto ero fidanzata e amavo il mio ragazzo, quelle pretese assurde che la mia testa aveva messo in moto nei confronti di un ragazzo quasi sconosciuto dovevano avere fine, e anche nell'immediato. 

 

- andiamo allora! Presentamelo come si deve! - 

 

Lisanna totalmente entusiasta mi prese a braccetto e mi trascinò verso di lui, ingoiai il rospo e mi preparai mentalmente a dare man forte alla mia amica, non vi erano ragioni per fare altrimenti.

Lei era una delle mie più care amiche, era single, lui era un bravo ragazzo ( per di più molto carino ), io ero fidanzata; non c'era altro da aggiungere.

 

 

 

 

 

Espirai profondamente, era stata una serata alquanto difficile per la mia persona.

Buttai un'altra bottiglia di vino vuota dentro al sacco nero della spazzatura che andò a posarsi sul fondo con il classico rumore del vetro che si scontra con altro vetro.

Strinsi gli occhi, quel suono fastidioso non aiutava il mal di testa che mi era venuto. 

Gajille e Levy erano già andati a letto, mi ero offerta di pulire anche per loro dato che la festa era in loro onore, sembrava un gesto totalmente altruista, ma la realtà era che in quel momento non avevo gran voglia di chiacchierare.

 

Continuai la rassegna delle bottiglie vuote in modo distratto, Sting era nel cucinotto che lavava silenziosamente i banconi già sgomberati, si erano fatti tutti appiccicosi a causa dell'alcool e del cibo cadutoticisi sopra.

Avevamo già fatto pace, se così volevamo chiamarla; lui si era scusato per la sua reazione, io per la mia, poi gli avevo detto che non aveva nulla di cui preoccuparsi visto che avevo passato metà serata a fare da supporto a Lisanna nella sua conquista per il rosato.

Notizia alla quale l'avevo visto decisamente sollevato.

 

Eravamo rimasti d'accordo con i fratelli Dragneel e gli altri per andare tutti al cinema insieme la settimana che sarebbe venuta a vedere l’ultimo film degli avengers appena uscito e quindi ci eravamo reciprocamente scambiati tutti quanti i numeri in modo da tenerci aggiornati e riuscire ad organizzarci.

 

Quando avevo scambiato il mio telefono con quello di Natsu ( per scriverci i numeri a vicenda ) e le nostre dita si erano sfiorate mi aveva assalita una strana malinconia, per la quale avevo dato colpa all'alcool.

Lui mi aveva fissata per un momento che a me era parso di indecifrabile lunghezza, ma che probabilmente era durato mezza frazione di secondo, e come sempre non ero riuscita a cogliere cosa stesse pensando.

 

Ero brava a capire le persone, o almeno credevo di esserlo, con Sting era sempre stato così facile capire cosa pensasse e provasse che non riuscirci minimamente con Natsu mi irritava e attirava al tempo stesso.

 

Chiusi i fiocchetti gialli del sacco della spazzatura e lo poggiai vicino alla porta, raggiunsi Sting e gli rubai una pezza dal lavandino per pulire anche il tavolo del salotto e terminare così il rito di pulizia.

Mancava solo l'aspirapolvere, ma almeno quello l'avrei fatto fare a Levy il giorno dopo.

 

Una volta finito, mi struccai, misi il pigiama e infilai sotto le coperte, Sting era ancora in bagno, quindi ne approfittai per cazzeggiare un po' al cellulare.

 

Trovai il messaggio di Mavis 

 

- Lucy! Spero la festa sia andata bene, mi è dispiaciuto tantissimo non esserci sta sera, domani chiamami che voglio gli aggiornamenti! 😏  notte 🌙

 

Le risposi rapidamente che l'avrei chiamata l'indomani e che mi era mancata, e mi apprestai a scrivere anche un messaggio ad Erza, quella maledetta mi era sfuggita ed era andata via con Gerard piuttosto presto ( lasciando qui quel pazzo di Erik ) quindi non avevamo avuto modo di parlare minimamente.

 

- Erza. Non pensare di sfuggirmi ancora a lungo, domani vedi di chiamarmi che mi devi giusto spiegare una o due cosette! Tanti baci 😇

 

Risi da sola per la mia cretinaggine e mandai il messaggio.

Il sonno e la stanchezza iniziarono a farsi sentire, sbadigliai poggiando distrattamente il telefono sul comodino e presi sonno prima che Sting mi raggiungesse.

Quella notte sognai Natsu.

 

 

~L'angolino di Edel ~ 

Buonasera!

Eccomi con il nuovo capitolo, sono successe un po' di cose.

Erza si è presentata con il suo ex professore del liceo, Lucy ha conosciuto e scoperto chi sono i coinquilini di Natsu, si è scontrata con Sting e ora si ritrova a dover supportare l'interesse di Lisanna per il rosato ( che non può ancora ammettere, ma dai, è palese che un po' la stuzzichi!!!!).

Beh beh beh, mi diverte tantissimo commentare con voi, mi piace leggere che idee avete e cosa pensate che succederà in futuro! Anche perché avete opinioni sempre diverse 😂

Cosa pensate che accadrà? Che ne pensate di questa benedetta serata?

Attendo come sempre le vostre opinioni, a cui tengo molto!

Purtroppo ancora non può succedere chissà che cosa, siamo all'inzio quindi serve tempo al tempo!

A presto!

Con amore.

Edel ❣️

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - un’amica di troppo ***


CAPITOLO 4 - Un’amica di troppo 

 

 

 

 

 

- Lucy io ti ammazzo -

 

Alzai gli occhi al cielo, ero certa che avrebbe reagito in quel modo, anzi conoscendola mi aspettavo di peggio e temevo che non mi avrebbe più parlato.

Le altre risero di sottofondo e Mavis venne in mio aiuto - dai Juvia! Non essere così tragica -

 

Guardai la biondina con riconoscenza e gratitudine.

 

- dimmi che cos'ha che non va questo qui? - le domandai con una nota di esasperazione nella voce 

 

- avresti dovuto chiedermi il permesso prima -

 

- gli ho solo lasciato il tuo numero! Mica ti ho venduta - tuttavia ritenevo che  l’immagine di Juvia venduta in cambio di cammelli fosse molto divertente 

 

- non cambia niente, se non gliel'ho dato io sabato sera ci sarà stato un motivo non credi? -

 

- ma perché tu sei troppo severa! - mi lamentai pucciando un'altra patatina prima nella maionese e poi nel ketchup per poi mangiarla

 

- è comunque una mia scelta! - sbottò livida in faccia con voce isterica

 

Cazzo, l'avevo proprio fatta arrabbiare.

Il peggio che temevo poc'anzi stava arrivando: sospettavo sarebbe accaduto, ma non pensavo certo se la sarebbe presa così tanto! Ero particolarmente stupita, Juvia quando si arrabbiava di solito era fredda, rigida e ti gelava con uno sguardo, era raro vederla agitata e rossa in quel modo. 

Guardai le altre in cerca di aiuto, Lisanna si stava torturando un'unghia e teneva il capo chino, Mavis che aveva già cercato di aiutarmi prima ora stava mangiando il panino estraniata da tutto.

Sbuffai arrendendomi alle circostanze.

 

- Juvia va bene ti chiedo scusa, mi dispiace, non pensavo la prendessi così male! Lo puoi sempre bloccare sul telefono così non ti darà più problemi -

 

Lei mi guardò in cagnesco e non rispose dando invece una lunga sorsata dalla cannuccia alla bibita che aveva di fronte.

Stavamo rovinando l'atmosfera, me ne rendevo conto, ma dal mio punto di vista era lei ad essere quella esagerata.

 

Natsu mi aveva scritto quella mattina, e tra l'altro la cosa mi aveva lasciata abbastanza interdetta; nel messaggio mi chiedeva se potevo lasciargli il numero di Juvia per Gray, il quale lo stava tartassando e stressando per averlo.

Io in modo molto innocente avevo deciso di darglielo senza prima chiedere alla mia amica, certa che lei comunque mi avrebbe detto di no, risposta con la quale non mi sarei trovata d'accordo ( come avrete ben potuto capire )! 

Sinceramente Gray era un bel ragazzo, anche simpatico per quelle due parole che ci avevo potuto scambiare, avrebbe dovuto dargli una possibilità! 

 

In ogni caso mi rendevo conto di essere un'impicciona e che comunque non sarebbero dovuti essere affari miei, difatti conscia della cosa mi ero appena scusata.

 

- comunque - intervenne Lisanna - per quale ragione Natsu l'ha chiesto a te e non a me? - 

 

Bene! Da un fuoco incrociato ad un altro. Perché non mi processate direttamente? 

 

Sospirai lievemente - perché probabilmente aveva un po' più di confidenza con me dato che già ci conosciamo! - 

 

Lisanna non mi sembrò molto convinta dalla spiegazione, ma non aggiunse altro. 

 

- pare che mi sia persa un sacco di cose - si lamentò invece Mavis mentre si dondolava sulla sedia

 

- Mavis sta attenta a non cadere! - la rimproverò Levy appena apparsa da dietro la porta del salotto, si era allontanata per rispondere al telefono ( chiaramente era Gajille ad averla chiamata )

 

- si mamma - rispose la bionda facendo un gesto di rispetto con la mano 

 

- ma Mira dov'è? - domandai volgendomi verso Lisanna mentre appallottolavo la carta del double cheese burger con l'intento di buttarla 

 

Era lunedì sera, e come ogni lunedì sera che si rispetti ci eravamo riunite a casa di Lisanna per vedere il trono di Spade.

Era l'unica ad avere Sky sulla tv, quindi casa sua era una tappa obbligata.

Non era un luogo di ritrovo molto comodo dato che abitava alla periferia di Fiore, a circa venti minuti di autobus dal centro, però aveva una bella casetta accogliente.

Viveva insieme ai suoi fratelli, Mirajane e Elfman, Mira era fantastica, simpatica, gentile, amica di tutte noi ed era una fantastica maestra di scuola elementare.

Ci facevamo sempre delle grandissime risate ad ascoltare i racconti su quelle pesti che aveva come studenti, pareva che tutti i casi umani fossero capitati sotto la sua custodia.

In particolar modo aspettavo sempre aggiornamenti su Romeo, il bimbo bullo con gli attacchi di rabbia che colpiva sempre tutto con i pugni, poteva essere un mini Sting!

 

Differentemente da Mira, Elfman era il classico fratello inutile, anche se a me era comunque simpatico, ma dopotutto non ci vivevo assieme.

In casa non faceva assolutamente nulla, non cucinava, non puliva, non aiutava ed era già molto se ogni tanto andava a fare la spesa!

Quante volte avevo sentito Lisanna inveire contro di lui, mamma mia, l'ultima era stata quando lei e la sorella erano partite per qualche giorno per andare in vacanza ( dato che Li si era appena laureata ) e gli avevano lasciato la pasta al forno da scaldare, il bravo fratello non l'aveva finita e invece di buttare ciò che era avanzato l'aveva rimessa in forno dimenticandosela, dove era rimasta per più di una settimana.

Vi dico solo che non ho avuto il coraggio di vedere la foto di quello che era diventato!

Ovviamente  non era stato lui poi a ripulire quel disastro.

 

- è a mangiare Giapponese con le amiche, sapete che è una donna impegnata - sorrise Lisanna 

 

- Elfman nemmeno te lo chiediamo - aggiunse Juvia che finalmente aveva ricominciato a parlare, anche se comunque evitava accuratamente di incrociare il mio sguardo

 

- meglio così, saggia decisione! Iniziamo la puntata? vi ricordo che ora che lavoro la mattina mi devo alzare prestissimo - disse Lisanna dandosi una finta aria di superiorità 

 

Lisanna aveva frequentato chimica e tecnologia farmaceutica e si era laureata circa due mesi fa, ancora prima di terminare un'azienda famosissima che produce amari l'aveva chiamata per un colloquio, e in seguito l'avevano assunta!

Quindi una volta terminato il percorso di studi aveva già cominciato a lavorare: si occupava del controllo qualità e smanettava felice nel suo nuovo e figo laboratorio di analisi.

Lei e Juvia erano in corso insieme, solo che la bluetta, come me e Mavis ancora si doveva laureare, povere noi!

 

- Guarda che lavoro anche io - le ricordò Levy facendo un'espressione da finta offesa

 

- si ma a te non pagano! - le risposi strisciando le dita tra loro nel gesto a tutti noto come quello per indicare i soldi 

 

- non me lo ricordare - si lamentò la mia coinquilina portandosi le mani al volto con esasperazione facendoci così ridere divertite

 

Poco dopo avevamo già preso i nostri soliti posti, io buttata sul divano tra Juvia e Lisanna, Mavis sul pouff con le gambe allungate sopra di me e Levy sulla sedia appoggiata al tavolino.

C'era agitazione nell'aria!

 

- pronte ? - domandò Lisanna ricevendo in cambio sguardi di approvazione fibrillanti 

 

La ragazza schiacciò Play.

 

- Tata tatatata tatatata tatatata taaaaaaa taaaaaa tarira taaaa tatata tatata.. - cantammo all'unisono la sigla prima di goderci la puntata tra chiacchiere, commenti e plurime imprecazioni.

 

 

 

 

 

Osservai Sting di sottecchi mentre tamburellavo con la bic blu sul tavolino, lui non se ne accorse e così insistetti puntando in modo molesto e sfacciato lo sguardo su di lui emettendo un sonoro respiro.

 

- studia - mi disse senza alzare lo sguardo dal libro 

 

- non ho voglia -

 

- non hai mai voglia -

 

- touché - 

 

Sting sospirò alzando gli occhi al cielo e si rimise a sottolineare impegnato il libro, che palle.

Allungai il braccio cercando di prendere il cellulare ma lui mi anticipò bloccandomi la mano e girandosi finalmente verso di me.

 

- Lucy - mi ammonì 

 

- solo cinque minuti - implorai

 

- mi hai chiesto tu mezz'ora fa di non dartelo qualunque cosa mi avessi detto - mi fece giustamente notare 

 

- a volte non so quello che dico - gli sorrisi ingenuamente e lo vidi ridacchiare

 

- l'unica chance che hai di fare pausa con me è un'altra - mi disse spostandosi indietro con la sedia e trascinandomi, facendo leva sul mio braccio che ancora teneva saldamente, sopra di lui.

 

- ovvero? - gli domandai con voce melliflua 

 

Lui non rispose e mi ficcò direttamente la lingua in bocca, facendomi capire senza tanti giri di parole quale sarebbe stata l'unica ragione per la quale avrebbe smesso di studiare.

 

Sorrisi divertita sulle sue labbra, io e Sting stavamo insieme da più di tre anni e con il tempo avevamo iniziato a baciarci e toccarci sempre meno.

Una grande responsabilità di ciò pesava su di me, perché ero io spesso e volentieri a non avere voglia di farlo e onestamente pensavo fosse una cosa piuttosto normale; tra lo stress dell'Università, lo studio, gli amici, la palestra, il poco tempo a disposizione e tante altre cose la sera arrivavo davvero stanca. Non potevo sempre essere carica a mille, non ero mica una macchinetta.

 

Dovevo dire che da quel punto di vista non avevamo mai fatto particolari scintille, stavamo bene insieme e spesso era una cosa molto piacevole e naturale.

 

Con lui era tutto semplice, mi faceva sentire a mio agio, tranquilla, eravamo due anime affini e andavamo molto d'accordo ( salve qualche litigata sporadica per la sua gelosia o questioni inutili ); chi si assomiglia si piglia no?

 

Risposi al bacio godendomi le sue attenzioni, le sue mani che mi accarezzavano prima la pelle delle braccia, poi le spalle, il collo, infine le fece intrufolare tra i miei capelli mentre io allacciavo le mie dietro la sua testa.

 

Rabbrividii un secondo quando scese a sfiorarmi il seno, poi il rumore dello scatto serratura ci fece saltare entrambi e ci dividemmo alla velocità della luce.

 

- Sting? - sentii una voce femminile domandare mentre la porta dell'appartamento si apriva 

 

Scattai in piedi mentre Sting si accasciava scontento sulla sedia - si mamma sono a casa - le rispose 

 

- ciao Minerva! - la salutai avvicinandomi alla donna

 

- oh Lucy tesoro! Che bello vederti! - mi sorrise dolcemente dandomi un bacio sulla guancia raggiungendo poi il figlio e scoccando un bacio anche a lui - non chiudere, che sta salendo anche Lector con la sua amica - mi avvisò 

 

Lector era il fratello minore di Sting e non si assomigliavano per niente, Sting era biondo con gli occhi azzurri e la carnagione chiara, i lineamenti simili a quelli della madre, ma con i colori presi decisamente dal padre.

Lector era la sua antitesi, carnagione più ambrata, capelli scuri e occhi del medesimo colore; diversi nell'aspetto tanto quanto lo erano nel carattere.

 

Un minuto dopo fece capolino anche Lector accompagnato dalla sua inseparabile, e a me non particolarmente simpatica, amica Yukino.

 

- ciao Lu - mi salutò dandomi due veloci baci sulle guance che ricambiai con un sorriso 

 

- ciao Yukino - mi sforzai di salutarla in seguito cercando di sorridere anche a lei 

 

- non vi siete ancora lasciati quindi - commentò ignorandomi e lanciandosi sul mio ragazzo abbracciandolo e dandogli un troppo lungo bacio sulla guancia 

 

Alzai gli occhi al cielo ed evitai di commentare, non ne avevo neanche più voglia.

 

- quante volte ti ho detto di non fare così? - la ammonì il biondo mentre io sbuffavo esasperata

 

- sono semplicemente sincera - gli rispose la ragazza con estrema nonchalance 

 

Oramai non me la prendevo più, i primi tempi mi incavolavo sempre, la gelosia scalpitava dentro di me con la stessa potenza di un cavallo imbizzarrito, ma dopo mesi e anni avevo imparato a farmene una ragione; Sting e Lector conoscevano Yukino da quando avevano undici anni, la ragazza era più piccola di tre anni rispetto a Sting e aveva la stessa età di Lector con il quale aveva fatto sia le scuole medie che il liceo, e per quanto ne sapevo era sempre stata innamorata di Sting.

 

Ci avevo messo tanto per digerire questa storia e la sua presenza fin troppo costante nella vita del mio ragazzo, ma era una delle sue più grandi amiche e praticamente una di famiglia visto che avendo problemi a casa era spesso da loro, quindi avevo deposto l'ascia di guerra e avevo cercato di essere gentile: tutto ciò inutilmente. Il mio era un blando tentativo di fare buon viso a cattivo gioco.

 

- Yukino - la rimproverò sconsolato Sting mentre quel deficiente del fratello se la rideva sommessamente 

 

Io feci un sorriso tirato cercando di placare i nervi e mi avvicinai al tavolo incominciando a riporre gli evidenziatori nell’astuccio e i libri nello zaino.

Avevo un eastpack nero da inizio liceo, consumatissimo e con le bretelle mezze mangiate da Plue. Probabilmente avrei dovuto comprarlo nuovo prima o poi!

 

- te ne vai? - mi chiese Sting allontanando definitivamente l'amica da lui, la quale mi guardò come sempre con scintille di odio negli occhi. Ero certa che, come ogni volta, più tardi Sting si sarebbe scusato con me con il suo classico tono mortificato.

 

- la vedo difficile restare a studiare con tutta questa confusione - spiegai con un'alzata di spalle - poi ti ricordo che sta sera abbiamo l'appuntamento al cinema con tutti gli altri! - 

 

- lo so benissimo - mi rispose prendendomi la mano - dai resta così poi andiamo insieme, prendo l'auto! -

 

- che andate a vedere? - domandò Lector incuriosito lanciandosi sul divano grigio mélange che occupava gran parte della stanza 

 

- l'ultimo degli avengers - gli dissi mentre mentalmente soppesavo cosa fare e le mie opzioni che avevo a disposizione 

 

- Figo! Non l'abbiamo ancora visto, possiamo unirci? - 

 

- io verrei volentieri - commentò Yukino entusiasta tanto quanto io invece non lo ero 

 

Sting mi guardò come a chiedermi il permesso, gli risposi con un'occhiataccia molto eloquente, ma tanto sapevo di non aver nessun potere, ne diritto, di decisione in merito.

 

- certo - li rassicurò 

 

- che bello - esultò la ragazza 

 

- bellissimo - commentai sarcastica accasciandomi sul divano vicino a Lector che mi guardava divertito, che bastardo! 

 

 

 

 

 

 

Eravamo fuori al freddo davanti l'entrata del cinema, avvolti nei cappotti e nelle sciarpe, e stavamo chiacchierando in attesa che arrivassero tutti prima di entrare a prendere i biglietti e i pop corn.

Era venerdì sera e le macchine una dopo l'altra entravano nel parcheggio alla ricerca di un posto, i più giovani e i più temerari invece arrivavano con l'autobus o a piedi.

 

Una folata d'aria gelida mi costrinse a stringermi nel cappotto alla ricerca di calore e mi scompigliò i capelli portandomeli tutti davanti al viso; prima che riuscissi anche solo a pensare di muovermi una mano calda li scostò al mio posto, i miei occhi non più coperti corsero subito alla figura che aveva fatto quel gesto: Natsu!

 

- Natsu! - sorrisi come un ebete salutandolo, dietro di lui vi erano anche Zeref e Gray - ciao ragazzi! - sventolai la mano salutando anche loro 

 

- vicina - mi sorrise il rosato gentile accompagnandosi da un cenno della mano prima di passare oltre e salutare educatamente prima Sting e poi gli altri

 

- Zeref? - la voce sbigottita di Mavis mi giunse all'orecchio facendomi girare a guardarla, aveva gli occhi leggermente aperti per la sorpresa, le gote imporporate dal freddo la facevano sembrare particolarmente giovane

 

- vermilion! - le rispose guardandola incredulo per poi schiudere le labbra in un ghigno divertito

 

- vi conoscete? - domandai confusa 

 

- facciamo teatro insieme - rispose lui serafico, mentre da dietro mi arrivò una gomitata sulla schiena e subito dopo Mavis mi bisbigliò in modo quasi impercettibile all'orecchio - è quel ragazzo di teatro - 

 

Mi venne da ridere e mi sforzai con ogni muscolo che avevo in corpo per non farlo o una gomitata sarebbe stata la cosa più gentile che avrei ricevuto.

Quanto poteva essere piccolo il mondo, seriamente! 

 

Avevo capito subito a chi si era riferita Mavis con " quel ragazzo" ; mi aveva parlato di lui più volte, ma non mi aveva mai detto il nome, me l'aveva solo descritto come " un cazzo di Figo che non hai idea" e mi aveva raccontato che lo scorso mercoledì, la giornata in cui fanno la lezione e le prove, erano andati a bere tutti insieme come sempre e lei, da mezza ubriaca, aveva  tentato di baciarlo, ma erano stati interrotti prima che accadesse. Realizzata la situazione e probabilmente in preda alla vergogna in modo audace era letteralmente scappata via. Questo mercoledì non aveva avuto il coraggio di andarci e aveva paccato malamente la lezione.

 

Io mi ero stupita, perché solitamente la mia amica era una persona molto intraprendente, che non si faceva spaventare da nulla, anzi a volte lasciava lei stessa il numero ai ragazzi che reputava carini o degni d'attenzione, mentre con Zeref si era letteralmente data alla fuga. Divertente, davvero tutto molto divertente!

 

Mi presi un'altra gomitata sulle coste da Mavis, che mi guardò ammonitrice - questa era ingiustificata - mi lamentai sottovoce 

 

- ti leggo nel pensiero - mi disse a denti stretti e io le tirai un pugno in risposta 

 

Grazie a Dio l'arrivo di Juvia e Lisanna spezzò quel circolo vizioso e potemmo tutti incamminarci dentro, al caldo.

L'odore di pop corn e burro che innondava l'atrio poco illuminato del cinema giunse alle mie narici facendo brontolare il mio stomaco; non vedevo l'ora di sedermi sulla poltrona e perdermi totalmente nel film.

 

 

Non riuscivo a concentrarmi, avevo troppi pensieri per la testa per riuscire a seguire il film, e si che avevo atteso con ansia il momento di andare a vederlo! 

Sprofondai nella poltrona sospirando leggermente, Sting seduto alla mia sinistra mi teneva la mano, e alla sua sinistra Yukino cercava come poteva ogni contatto con lui.

Poteva essere più sfacciata di così? Seriamente? Almeno il mio ragazzo cercava di evitarla conscio anche del disagio che stavo provando.

Mi venne da chiedermi, per la millesima volta in quegli anni, se anche a casa quando non c'ero la evitasse, o perlomeno ci provasse. Sbuffai nuovamente.

 

Alla mia destra, neanche a farlo apposta c'era Natsu, teneva ancora avvolta al collo la sciarpa a quadrettoni bianca e nera che aveva la stessa sera in cui l'avevo conosciuto, qualche ciocca rosa gli ricadeva scomposta sul bordo bianco di stoffa risultando di colore acceso benché in sala non ci fosse nessuna luce se non quella proveniente dal maxi schermo. Sulla spalla c'era appoggiata con grazia e leggerezza Lisanna; stando agli aggiornamenti che avevo ricevuto, anche se non richiesti, erano usciti insieme due sere prima.

Non ne sapevo molto di più, Lisanna aveva detto che mi avrebbe aggiornata di persona e io non avevo assolutamente insistito per ricevere altre informazioni.

Non le volevo sapere, l'idea che si stessero frequentando mi dava una leggera e fastidiosa sensazione di malessere alla bocca dello stomaco che non riuscivo, non volevo, spiegarmi.

Avevo quindi deciso, come una bambina capricciosa di tutto rispetto, di evitare il più possibile l'argomento Natsu-Lisanna.

 

L'immagine che avevo di me stessa era una bambina con le mani sulle orecchie, gli occhi chiusi forte che urla " lalalalala" cercando di coprire i suoni.

Bella e matura! 

 

Per fortuna, più o meno, Juvia ancora ce l'aveva con me quindi non avevamo avuto modo di parlare pressoché di niente.

Alla fine non aveva bloccato il numero di Gray, gli aveva semplicemente risposto male più volte e altre l'aveva totalmente ignorato.

Lui non si era comunque perso d'animo, ed ora sedevano vicini a vedere il film.

Era una scesa quasi comica, Juvia si era alzata il cappuccio della felpa per limitare il suo campo visivo e si era letteralmente spiaccicata addosso a Mavis mantenendo più distanza possibile tra lei e l'affascinante corvino.

 

Povero ragazzo, se solo avesse saputo a cosa andava incontro forse avrebbe rinunciato fin dall'inizio! 

 

Le luci si accesero segnando l'intervallo e io mi alzai con rapidità pronta alla corsa della morte verso i bagni: bisognava essere rapide o si rischiava di restare in coda per il resto del film.

Lo raggiunsi con velocità inaudita e ci trovai dentro soltanto un'altra ragazza, esultai dentro di me per il grande traguardo raggiunto.

 

Una volta lavate le mani e uscita dal bagno beccai Natsu dietro ad altri due ragazzi in coda anche lui per la toilette.

 

- ma chi sei? Speedy gonzales? - mi domandò ridendo appena mi vide 

 

- la ragazza più veloce di tutto il Messico -  confermai con le dita rivolte in una V di vittoria 

 

Mi scrutò un momento con le labbra increspate in un sorriso e io alzai le sopracciglia leggermente perplessa

 

- va tutto bene? - mi domandò spiazzandomi mentre il ragazzo davanti a lui entrava nel bagno 

 

- certo, perché? -

 

- hai sospirato e sbuffato tutto il tempo - mi spiegò facendo spallucce 

 

- scusa, non volevo disturbare -  si avevo sospirato ogni tanto, ma non mi sembrava di averlo fatto così frequentemente 

 

- non mi ha dato fastidio, sei carina quando sbuffi tutta corrucciata -

 

Ah? Avevo capito bene?

Sentii il calore salirmi alle guance e maledissi la mia carnagione chiara.

 

Non feci tempo a rispondere, e non seppi se gioirne o meno, che il ragazzo entrato poco prima uscì dal bagno lasciando il posto a Natsu che mi guardò esclamando - oh! Tocca a me -

 

Gli sorrisi - vai prima che qualcuno ti insulti, ci si vede di sopra, vicino! - e con un cenno mi girai e tornai in sala al mio posto.

Natsu arrivò giusto qualche secondo prima che iniziasse il secondo tempo.

 

Il resto del film feci particolare attenzione a restare in silenzio.

 

~L'angolino di Edel~

Sono fiera di me stessa: sto riuscendo a pubblicarne un capitolo a settimana con costanza! 😂

Purtroppo temo che nel prossimo futuro non riuscirò ad essere altrettanto brava perché sarò in piena sessione d'esame!😭

Comunque che dire, allora, conosciamo la famiglia di Sting, il fratello Lector e la fastidiosa amica di infanzia del biondino!

Nel frattempo le cose procedono, Gray ha il numero di Juvia, che però non lo sopporta, Mavis e Zeref invece già si conoscevano 😁

E Lisanna è uscita con Natsu 😱 

Il mondo è piccolo e intricato gente, sopratutto la città di Fiore! 😂

Voi che ne pensate? Che accadrà? E perché Erza non c'è? 

Io leggo comunque sempre un po’ di chimica e interesse tra Natsu e lucy! 😌

Vabbè vabbè, aspetto solo di sapere cosa ne pensiate voi!!!! 

Attendo come sempre i vostri pareri e le vostre opinioni in merito 😏

Ringrazio tutte le persone che l’hanno aggiunta alle preferite, alle ricordate e alle seguite! Un grazie particolare a chi commenta sempre insieme a me! Vi adoro 😍

A prestissimo!

Con amore, Edel ❣️

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Vacanze in arrivo ***


CAPITOLO 5 - Vacanze in arrivo

 

 

 

Novembre era finito da un pezzo, i rami degli alberi, ormai completamente spogli delle loro foglie, iniziavano ad essere nascosti da un sottile strato di neve.

La neve. Che bello, l'unica ragione vera e propria per amare l'inverno.

Non vedevo l'ora che finisse la sessione d'esame di dicembre per poter tornare a casa per Natale e poi andare finalmente in montagna a sciare.

 

Per la prima volta dopo anni ero anche entusiasta dell'arrivo del capodanno, non era una festa che mi piaceva particolarmente, anzi ad essere onesta, la detestavo.

L'avevo amata solo da piccolina, quando cercavo di restare sveglia fino a mezzanotte per osservare dalle finestre della mia casa in montagna i mille e più fuochi d'artificio che venivano sparati nella notte fredda.

Il più delle volte non ci riuscivo e crollavo sul divano, a quel punto papà era solito trasportarmi a letto senza che me ne accorgessi.

 

Con l'arrivo dell'adolescenza e dei primi anni di università si era trasformata in una festa dove si doveva fare baldoria per forza, dove se non eri abbastanza ubriaca non poteva essere stato divertente e altrettanto se tornavi a casa prima delle 4 del mattino.

Mi ero trovata spesso costretta per andare incontro ai miei amici a dover scendere dalla montagna per andare a far festa con loro, due anni addirittura ero dovuta tornare a Fiore! 

 

Ma quest anno, finalmente, mamma e papà avevano programmato una vacanza in un posto di mare, al caldo e quindi avevamo la casa io e Rogue: potevamo finalmente fare capodanno su da noi invitando i nostri amici!

Ero certa che avremo litigato, ma ero pronta a combattere la mia battaglia con lui una volta rientrata a Oak Town per il Natale.

 

Scossi la testa cercando di tornare con i piedi per terra e con i pensieri al presente.

Osservai il computer aperto davanti a me strizzando gli occhi, erano ore che lavoravo al database per la tesi e iniziavo a non capirci più niente.

 

- Lucy? Vuoi un te caldo? - la voce di levy mi giunse attutita da dietro la porta della mia stanza 

 

- assolutamente si! - le risposi incamminandomi verso il salotto con tutte le intenzioni di fare pausa chiacchierando con lei e magari mangiare anche qualcosina, alla fine al cervello servono gli zuccheri per lavorare bene.

 

Levy mi sorrise dal cucinotto mettendo a bollire l'acqua su un pentolino, mentre io mi lasciai cadere sullo scomodo divano della casa coprendomi con la coperta di pile.

 

- hai visto che sta nevicando? - le domandai felice, la neve mi elettrizzava e metteva sempre di buon umore 

 

- certo, e come ogni anno ti dico già che no, Lucy, non verrò a giocare con la neve - mi rispose senza neanche guardarmi in faccia mentre sceglieva con attenzione la bustina di tè 

 

- sei noiosa - 

 

- chiedilo a Sting! -

 

- deve studiare -

 

- e anche tu! -

 

- avete finito di ricordarmelo tutti? - sbuffai innervosita, e per tutta risposta levy mi lanciò un'occhiataccia eloquente alla quale non aggiunse altro.

 

- ti va bene il tè ai frutti rossi? - domandò cambiando discorso mentre versava l'acqua calda in due tazze diverse 

 

Annuii con il capo in risposta borbottando un grazie ancora leggermente scocciata dal commento di prima 

 

- ci sono novità? - le chiesi poi seriamente incuriosita 

 

- beh, in realtà si - rispose porgendomi la tazza con la bustina già dentro che aveva iniziato a colorare l'acqua di rosso; profumava di lampone. 

 

- oh - commentai solo portando la tazza alle labbra e scottandomi con il liquido bollente, succedeva sempre, non avevo mai la pazienza di aspettare che si raffreddasse un pochino - allora? -

 

- Allora... io e Gajille abbiamo ufficialmente trovato casa - mi disse scrutandomi con attenzione 

 

- beh! Fantastico no? Dov'è? Quanto grande? Voglio assolutamente vedere qualche foto! - mi mostrai entusiasta alla notizia e vidi il volto di Levy tranquillizzarsi un po'. 

 

Si unì a me sul divano allungandomi anche una barretta ai cereali e cioccolato e mi aggiornò su tutti i dettagli, mostrandomi le foto, spiegandomi la suddivisione delle stanze, mi disse che aveva anche un giardinetto, insomma un ottimo affare a suo dire.

In più non avrebbero pagato molto di affitto.

La posizione era leggermente scomoda perché un po' fuori dal centro, ma a quanto pareva era vicina alla sede di lavoro di Gajille ed era comoda anche per lei.

 

- beh vorrà dire che faremo un sacco di barbecue questa primavera! - le sorrisi

 

- mi sembra un'ottima idea - 

 

- porterò anche Plue ogni tanto -

 

- adesso non esagerare, piuttosto temo che Natsu vorrà portare sempre la sua di bestia - commentò divertita con un velo di preoccupazione - e se i due non andassero d'accordo? -

 

- ehi!! Ignia è fantastico, è come se fosse mio! - la beccai facendole però un grande sorriso - comunque sono certa saranno amiconi -

 

- devi smettere di stressare quel cane - mi rimproverò

 

- ma ci amiamo! - 

 

Levy rise dandomi una spinta - non farti sentire da Sting -

 

- ma sting lo sa che non può competere con Plue e Ignia - risposi serafica facendo spallucce e scoppiammo entrambe a ridere

 

- comunque Lu, ecco, penso che sia meglio che cominci anche tu a cercare un nuovo coinquilino o coinquilina - 

 

- lo so - mormorai finendo il te per poi alzarmi  - devo tornare di là, vorrei almeno finire questo paziente entro ora di cena  -

 

- certo, sistemo io qui! -

 

- grazie levy - le feci l'occhiolino e tornai in stanza

 

 

 

 

 

 

Avevo appena finito di fare i piatti dopo aver cenato e mi ero lanciata sul letto con tutto l'intento di vedermi una serie tv.

Era domenica sera, avrei voluto uscire a fare una passeggiata visto che le strade erano piene di neve, ma Levy non aveva la minima  intenzione di unirsi a me, Sting era a casa sua e visto il tempo che c'era non riusciva a prendere il motorino per raggiungermi. 

Sbuffai prendendo il mano il telefono con l'intenzione di scrivere ai fratelli Dragneel, e ci trovai un messaggio di Natsu.

 

" yo vicina, mi accompagni a portare fuori la bestia sta sera? 🐕

 

" Lisanna non è disponibile? 😙"

 

" chiaramente no"

 

" sempre uno stronzo! 💁🏻‍♀️ Vengo solo perché c'è Ignia"

 

" come sempre d'altronde"

 

" chiaro 🖕🏻"

 

" fra mezz'ora alla tua porta, Miss eleganza"

 

" non mancherò"

 

Era passato praticamente un mese e mezzo da quella sera di inizio novembre al cinema, e le cose erano un po' cambiate.

Natsu e Lisanna uscivano ufficialmente insieme, in parole spicce, facevano coppia. 

Io dal canto mio ero un po' più serena sulla questione, la riuscivo ad affrontare con naturalezza e positività, più o meno sempre. 

Lisanna era una mia cara amica ed era felicissima, e almeno di questo ero contenta anche io, in più anche io ero fidanzata con Sting da tanto tempo, quindi non c'era nessunissimo motivo per non approvare la coppia del secolo.

Almeno ero quello che mi ripetevo ogni volta che mi saliva il groppo in gola a vedendoli baciare.

 

Eravamo diventati un bel gruppo, e da quella volta eravamo usciti insieme tutti quanti sempre più spesso, diventando molto affiatati.

Oltretutto noi cinque abitando nello stesso condominio il più delle volte ci trovavamo anche per guardare qualche film insieme, e spesso si univano anche Sting e Lisanna, talvolta Mavis.

 

Con Natsu in particolare avevo stretto un bel rapporto di amicizia, più volte a settimana la sera lo accompagnavo a portare fuori Ignia, chiaramente quando Li non c'era, dato che non volevo assolutamente fare da terza incomoda. Ogni tanto veniva anche Zeref, quando ne aveva voglia e non doveva uscire con una delle sue mille ragazze, e sting quando si fermava da me. Ora lui e Natsu andavano d'accordo, Sting sembrava aver placato buona parte delle sue gelosie in merito.

 

La parte più divertente era però cercare  di aiutare Gray nella disperata "missione Juvia" che al momento non aveva avuto quasi nessun risvolto positivo.

Io e levy avevamo cercato di dargli più consigli possibili, e lui dal canto suo si stava davvero impegnando.

Nell’ultimo periodo si era dedicato allo studio della musica, sfruttando le playlist create da Juvia stessa su Spotify, sapendo bene quanto fosse fondamentale per la bluetta che un ragazzo se ne intendesse, e già progettava di regalarle per il compleanno, che sarebbe stato a gennaio, un vinile.

Comunque era un divertente loop: più  lei gli sfuggiva, più lui la inseguiva e più lei si incazzava e allontanava!

Forse forse però un piccolo miglioramento a pensarci bene c'era stato, non rifiutava più di uscire con noi se c'era anche lui.

 

Iniziai a vestirmi e bardarmi per l'uscita, continuava a nevicare quindi decisi di mettere anche il cappello di lana intrecciata grigio scuro che adoravo. 

Mandai un messaggio a Sting avvisandolo che sarei uscita a portare fuori Ignia e mi rispose di salutargli i due e che gli spiaceva non esserci.

 

- Levy sicura di non voler venire? - le urlai da dietro la porta della sua camera mentre mi chiudevo il giaccone

 

- 100% ! Poi sono al telefono con Gajille adesso -

 

- perdona il disturbo - ridacchiai alzando gli occhi al cielo mentre mi dirigevo all'ingresso, una volta davanti alla scarpiera tirai fuori gli stivaletti invernali e in quel momento sentii bussare alla porta, prima il classico toc toc e poi l'inconfondibile rumore della zampa che gratta

 

Aprii ancora in calzini, e fu una pessima decisione perché come Ignia vide le mie scarpe abbandonate davanti a lui si precipitò dentro senza degnarmi di attenzioni e ne rubò una correndo poi come un pazzo dentro casa.

 

- no Ignia! Cavolo, molla! - gli corsi dietro senza curarmi minimamente di Natsu che se la rideva alle mie spalle

 

Il bovaro evitava ogni mio tentativo di afferrarlo con delle scarampettole incredibilmente agili e veloci per un cane della sua grande taglia.

 

- Molla! Ignia Ho detto molla! - cercai di farmi ascoltare alzando il tono, ma differentemente dal mio cane che capiva quando il gioco era finito lui no, continuava a fissarmi con il culone all'insù, piegato sulle zampe davanti continuando a scodinzolare

 

- ho. Detto. Molla! - urlai lanciandomi in avanti con il braccio teso speranzosa di riuscire ad afferrare qualcosa, a quel punto sia lui che la scarpa sarebbero andati bene, ma chiaramente Ignia mi evitò senza alcun problema continuando a giocare, e io finii ginocchia a terra

 

- serve aiuto? - mi si accostò da dietro il rosato bisbigliandomi nell'orecchio divertito 

 

- fai te! Non mi ascolta - mi lamentai esasperata osservando la mia scarpa sbavata ancora tra le sue fauci prima di rimettermi in piedi 

 

- perché è abituato con soli uomini, lo sai - fece spallucce prima di sorpassarmi e mettersi davanti a Ignia e con tono imperativo intimargli di mollare il mio stivaletto.

 

Come per magia Ignia si calmò e mollò la scarpa senza fare altre cerimonie o tentare di scappare, e Natsu lo accarezzò complimentandosi con lui. 

 

Sbuffai sonoramente ma non riuscii a tenere il muso al cagnone per più dei cinque minuti in cui mi misi le scarpe, di cui una sbavata, era troppo bello. 

 

- ti muovi ? - Natsu mi osservava sull’uscio battendo il piede a terra con Ignia al guinzaglio 

 

- adesso glielo hai messo? - 

 

- lo sai che non devi lasciare le scarpe in giro, ti ho avvisato un sacco di volte -

 

- non le ho lasciate in giro, me le stavo per mettere! -

 

- il concetto è lo stesso -

 

- potresti essere più carino visto che sono l'unica che ti accompagna quasi sempre a portarlo fuori - mi lamentai guardandolo male mentre afferravo le chiavi e mi richiudevo la porta alle spalle pronta per uscire

 

- sono io che faccio un favore a te, sei tu che sei innamorata del mio cane - mi guardò con aria di superiorità con un ghigno stampato in viso

 

- stronzo - gli tirai una spinta facendolo barcollare sull'ultimo scalino - e poi il nostro amore è reciproco -

 

- lo vedo infatti come ti ascolta, Miss finezza - 

 

Mi trattenni dal mandarlo a fanculo solo per non dargli ragione anche sull'ultima questione

 

- sei tu che tiri fuori il peggio della mia persona - gli risposi rubandogli il guinzaglio e uscendo dal portone 

 

- è sempre colpa mia alla fine dei conti - mi guardò con un sopracciglio alzato in segno di scetticismo 

 

- bravo lo vedi che quando vuoi le cose le capisci - gli dissi con tono di approvazione quando Ignia con uno strattone mi trascinò fino a una colonna per fare pipì facendomi quasi scivolare, sentii ovviamente Natsu ridere sommessamente alle mie spalle.

 

Raggiungemmo tra chiacchiere e battibecchi il parco a dieci minuti da casa, era molto freddo, e il respiro mi si condensava in una nuvoletta bianca ad ogni parola o sospiro.

Ci sedemmo alla solita panchina e Natsu, dopo essersi accertato che non ci fosse nessun altro in giro, liberò Ignia per farlo correre un po', quel cane era estremamente a suo agio in mezzo alla neve.

 

- è bellissimo - osservai guardandomi intorno e notando il prato ormai totalmente ricoperto di neve, non si vedeva più neanche un filo d'erba - c'è un sacco di pace - 

 

Natsu non rispose subito e rimase perso ad osservare con occhio pigro la neve cadere dal cielo.

 

- mi pare di capire che ti piace la neve - mi disse portando il suo sguardo su di me 

 

- c'è a chi non piace? - domandai quasi retoricamente 

 

- così pare - fece spallucce prima di lanciare un'occhiata in direzione del cane per controllare fosse tutto apposto

 

- e a te? Piace? - 

 

- chissà, penso non te lo dirò - mi sorrise sghembo facendomi irritare, faceva spesso così e mi dava incredibilmente ai nervi.

 

- allora non ti dirò neanche io ciò che avevo da dirti - ribattei come una bambina capricciosa e lui si mise a ridere 

 

- tanto me lo dirai comunque -

 

- come fai a dirlo? -

 

- perché in questo poco tempo, qualcosa di te, ho capito - mi rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo e mi fece arrossire, ringraziai il freddo che già mi aveva tinto di rosso le guance da tempo.

 

Distolsi lo sguardo dal suo e mi alzai dalla panchina con un movimento fluido mentre con una mano raccolsi un po' di neve senza farmi notare.

Una volta in piedi mi girai verso di lui e gli sorrisi - e questo? L'avresti detto? - gli domandai tirandogli una palla di neve dritta in faccia.

 

Con quel gesto scatenai una guerra a cui prese parte più che felicemente anche Ignia cercando di atterrarci entrambi più volte.

 

Rientrammo a casa una mezz’ora dopo ridendo e bisticciando su chi avesse vinto, tutti e tre bagnati fradici. 

Non riuscii a pentirmene, ne era decisamente valsa la pena, mi ero divertita tantissimo!

 

 

 

 

- allora - mi schiarii la voce aspettando che gli altri si zittissero per sentire cosa avevo da dire - quest’anno mia madre e mio padre non ci sono per le feste - 

 

Levy e Sting mi guardarono sorridendo già sapendo cosa avevo da dire e sorrisi anche io a mia volta prima di proseguire con il discorso - quindi.. ciò significa che i fratelli Heartphilia hanno la casa in montagna tutta loro per le vacanze, e che voi siete tutti invitati fino ai primi di gennaio a stare da me! - 

 

- stai scherzando ? - mi domandò Natsu quasi strozzandosi con un tramezzino, ragione per cui Lisanna si apprestò a battergli con la mano sulla schiena in un automatico tentativo d’aiuto 

 

- Lu sei sicura che ci vuoi tutti li? - intervenne Zeref con un sopracciglio alzato e venne zittito subito dopo da Eric - sta zitto dragneel, se ci ha invitato è perché è sicura di volerci -

 

- il serpente non lo puoi portare - gli intimai guardandolo con gli occhi stretti in due fessure 

 

- ma - cercò di ribattere prima che Mavis lo interrompesse - niente ma mr cobra, zitto e ringrazia per l’invito! - lo sgridò provocando una risata generale

 

- beh ovviamente fatemi sapere chi verrà così vediamo come organizzarci, ho abbastanza posti letto, ma non credo saranno sufficienti, ci dovremo arrangiare anche con qualche sacco a pelo e materassino gonfiabile - cercai di spiegarmi per fare capire che c’era bisogno di un po’ di organizzazione, oltretutto ci sarebbe stato anche Rogue con qualche suo amico quindi lo spazio sarebbe stato ancora meno, ma ormai avevo preso la mia decisione.

 

- lucy - mormorò Juvia puntandomi i suoi occhi blu addosso, e mi preoccupai quando colsi un velo di tristezza nel suo sguardo - Juvia non pensa di poter venire -

 

Cavolo, Plue! Lei aveva il terrore dei cani, ma io non avevo altre opzioni; i miei non ci sarebbero stati e sia io che mio fratello saremo andati in montagna, il mio cane doveva per forza venire con noi ed io per prima non l’avrei mai lasciato a casa.

 

- non è solo per Plue - mi fece sapere quasi leggendomi nel pensiero - per le feste devo tornare giù dai miei, ho già prenotato il volo - 

 

- neanche a capodanno? - si intromise Gray con una nota d’ansia nella voce, facendo girare la bluetta verso di lui 

 

- lì subentra il problema Plue - 

 

- beh se è solo per due giorni magari vediamo di tenerlo in un’altra stanza, o lo tengo al guinzaglio in casa così sicuramente non ti si avvicina  - ragionai ad alta voce cercando una soluzione che potesse andare bene 

 

- Lucy lo sai che è enorme il tuo cane - mi rispose con la voce un po’ allarmata Juvia 

 

- le darò una mano io - si offrì Natsu all’improvviso lasciandomi un momento senza parole - sono abituato anche con Ignia, e saremo tutti lì, in qualche modo gestiremo la situazione -

 

- certo Juvia, chiaramente aiuterò anche io, sto spesso con Plue, non ci saranno problemi -  confermò Sting 

 

- non voglio causare tutti questi drammi, preferisco non venire - 

 

- ma noi non accettiamo un no - le risposi con un sorriso a trentadue denti, mentre tutti gli altri mi supportavano e davano ragione. 

Dopo qualche altro scambio di battute finalmente riuscimmo a convincerla ad unirsi a noi almeno per capodanno.

 

Gray alla notizia si fece talmente euforico che ebbe la pessima idea di lanciarsi ad abbracciare Juvia che sedeva al suo fianco, ricevendo una spinta in risposta talmente rapida che non fece nemmeno a tempo a chiuderle le braccia intorno.

 

- non mi toccare - lo fulminò con lo sguardo lasciando impietrito non solo lui, ma anche tutti noi che avevamo assistito alla scena

 

- mi dispiace - mormorò il corvino sottovoce a disagio

 

Juvia parve calmarsi un attimo e rendersi conto della reazione che aveva avuto, addolcì leggermente lo sguardo e il tono di voce - scusa non volevo essere così dura, ma lo sai che non mi piace il contatto fisico - cercò di giustificarsi e Gray si rasserenò un pochino, ma davvero poco. 

 

- Erza ci sarà? - domandò levy con tutte le intenzioni di sviare l’attenzione da quello che era appena successo ricevendo un’occhiata di ringraziamento da Juvia

 

- è un secolo che non la vedo, dove diavolo è finita? - si aggiunse Mavis commentando mentre si allungava con il busto sulla tavola cercando di raggiungere la bottiglia di vino, che gli venne poi passata da Zeref.

 

La vidi sorridere imbarazzata mentre lui la scrutava attentamente con i suoi occhi scuri, era difficile resistere al fascino dei fratelli dragneel.

 

- Erza ci sarà, era fuori regione per gli allenamenti e le gare di scherma, è passata ai nazionali anche quest’anno! - spiegai a tutti esaltatissima, Erza era una bomba negli sport, in particolare modo nella scherma.

Aveva iniziato ancora alle elementari ed era rimasta la sua passione più grande in assoluto, ora ne era diventata anche un’insegnate. 

La cosa mi faceva un po’ ridere perché Erza non era il tipico esempio di ragazza paziente e gentile, però pareva che se la cavasse benissimo ed era molto amata dai suoi allievi.

Senza dubbio trasmetteva tutto l’amore che aveva per la disciplina.

 

- non mi aspettavo niente di meno da lei - commentò felice Levy - ma sta ancora con quel Figo dai capelli blu? -

 

- si, per quanto ne so - feci spallucce alzandomi per andare in cucina a togliere dal forno la teglia di pasta.

 

Quella maledetta della mia amica non mi aveva ancora raccontato niente, e con niente intendo: niente.

Era partita per gli allenamenti e le gare due giorni dopo la festa in onore di Gajille, avevamo parlato al telefono più volte, ma si era rifiutata costantemente di spiegarmi la situazione, dicendo che mi avrebbe spiegato una volta che ci saremo viste.

I miei mille e più tentativi di scucirle qualcosa erano stati totalmente inutili e non avevano dato nessun frutto, e alla fine mi ero arresa.

 

- Sting mi aiuti? Mi serve spazio - gli domandai trasportando la teglia bollente e pesante fino al bancone del cucinotto, dove al momento appunto non c’era spazio.

Sting si affrettò e corse ad aiutarmi, ci facemmo poi passare i piatti e così servimmo anche il primo.

 

La cena proseguì in tranquillità tra altre chiacchiere e prese in giro, Mavis continuava a lamentarsi che non sapeva sciare e sarebbe venuta solo con lo slittino, io mi ero offerta di insegnarle ma al momento non ne voleva sapere.

Ero certa che avrebbe cambiato idea una volta scoperto che anche Zeref sapeva sciare e avrebbe, magari, potuto farle da maestro.

Sicuramente la biondina avrebbe preferito lui a me.

Lisanna si era già accordata con Natsu perché le insegnasse ad andare con lo snowboard e io, come sempre, avevo la responsabilità di Sting, che aveva messo gli sci solamente due anni prima con me.

 

Eravamo già tutti entusiasti per quelle vacanze, ed io per prima non vedevo l’ora di partire.

 

 

~L’angolino di Edel~

Buon sabato pomeriggio!

Ecco a voi il nuovo capitolo, un po’ di passaggio, ma assolutamente necessario per farvi avere le basi di quello che succede e le premesse di quello che accadrà!

Il tempo passa, e così Lucy e Natsu sono diventati amiconi che si vedono e sentono spesso, Natsu ora sta ufficialmente con Lisanna e tutto si complica!

Ahi ahi ahi.

Fra poco levy lascerà l’appartamento, che succederà? Chi verrà al suo posto?😙😏

E a capodanno... chissà che accadrà 💁🏻‍♀️

Fatemi sapere voi cosa ne pensate!

Ringrazio moltissimo chi commenta sempre insieme a me la mia storia, sono davvero importanti le vostre opinioni oltre che mi diverte molto sapere cosa vi aspettate che succeda!

Ringrazio anche chi l’ha aggiunta alle seguite e chi alle preferite!

A presto, cari saluti!

Edel ❣️

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Holidays ***


CAPITOLO 6 - Holidays 

 

 

 

Ero seduta sul divano rosso di casa Dragneel, Happy acciambellato sulle mie ginocchia si stava facendo coccolare mentre io con lo sguardo perso guardavo la televisione accesa di fronte a me.

 

Era come vivere un dejavu, non era la prima volta che mi trovavo lì, in quella situazione. 

Uno spostamento d'aria al mio fianco mi fece voltare giusto in tempo per vedere Natsu sorridermi e accomodarsi a fianco a me. Pensai che fosse veramente bello. I capelli rosa, scompigliati come sempre, gli cadevano sul viso rendendo l'immagine di un bellissimo quadro con cornice.

 

Aprì le braccia e mi trascinò vicino a lui, avvolgendomi in un caldo abbraccio.

Non dovevo essere lì, eppure quello spazio tra le sue braccia sembrava essere fatto appositamente per me.

Sentii la sua testa poggiarsi sulla mia spalla e il suo respiro solleticarmi la pelle del collo.

Mi vennero i brividi e il senso di colpa iniziò a divorarmi da dentro.

Eppure non volevo andarmene, anzi, volevo di più; quel contatto non mi sembrava sufficiente.

Mi girai per poterlo guardare in viso, i suoi occhi verdi, ora opachi, erano puntati nei miei e mi attiravano come un magnete.

 

- Lucy - mi disse prima di avvicinarsi a me.

 

Il cuore mi martellava nel petto e stavo trattenendo il respiro senza neanche rendermene conto.

 

- Lucy! - mi chiamò nuovamente e io allora lo guardai interrogativa.

 

Si avvicinò ancora e mi leccò la guancia.

 

Ma che cavolo?

 

- Lucy diamine ti vuoi svegliare! È la terza volta che ti chiamo! - 

 

La voce di mia madre? 

 

Un'altra leccata. Plue.

 

Cazzo stavo sognando. Con una mano allontanai il muso di Plue che mi stava leccando il viso cercando di svegliarmi.

 

- mnmg- un mugugno fu tutto ciò che riuscii a emettere, in quel momento avrei solo voluto tornare al sogno e vedere cosa sarebbe successo, dopotutto non era niente di reale, nel dormiveglia pensai che una piccola concessione me la sarei potuta regalare.

 

- Lucy - sbuffò mia madre levandomi le coperte di dosso e lasciandomi al freddo - sono le 11, alza quel culo e preparati! Devi darci una mano in cucina, e fra due ore arrivano gli ospiti! è Natale -

 

- ho capito, ho capito! Mi alzo! - borbottai arrendendomi e mettendomi  a sedere.  

- freddo - mi lamentai prima che l'ultimo tentativo di rimettermi sotto le coperte andò in fumo; mia madre le teneva saldamente ancorate tra le sue mani. 

- buon Natale comunque -  

 

- anche a te tesoro - e dopo avermi dato un buffetto sulla testa si allontanò con Plue alle calcagna, lasciandomi da sola con i miei pensieri. 

 

Mi lasciai cadere sconfortata sul materasso, gli occhi puntati al soffitto.

Non era la prima volta che sognavo Natsu, che sognavo Natsu in atteggiamenti che andavano ben al di fuori della semplice amicizia. 

Maledizione al mio stupido subconscio.

Sbattei mani e piedi sul letto in un gesto di stizza totalmente inutile che venne interrotto dal vibrare del telefono sul comodino. 

Allungai una mano per prenderlo. Sting mi stava chiamando. Ed ecco il mio senso di colpa farsi vivo più che mai. 

Lucy, era solo uno stupido sogno, calmati, mi dissi facendo un profondo respiro.

 

Mi alzai in piedi rispondendo al cellulare e dirigendomi nel frattempo verso il bagno per preparami.

 

- ciao Amore! Buon Natale - lo salutai tramite la cornetta con la voce ancora un po' impastata dal sonno

 

- ti sei appena svegliata? - 

 

- certo che no, cosa te lo fa pensare? - dissi con finto tono stupito

 

- ben svegliata -

 

- grazie - risi - come va? Sono già arrivati tutti? - domandai iniziando a lavarmi i denti 

 

- si, e come sempre fan fare tutto a me mentre Lector non fa un cazzo - 

 

- nmnfniente di nvfvuo - 

 

- ah? Ti stai nuovamente lavando i denti mentre siamo al telefono -

 

- scfusa -

 

- vabbè ho capito ti faccio preparare che è già tardi! Ci sentiamo dopo pranzo! - 

 

Prima che potessi rispondere, dopo aver sciacquato la bocca, sentii all'altro capo del telefono la voce di Yukino chiamare Sting e mi girarono fortemente le scatole.

 

- c'è Yukino anche questo Natale ? -

 

- amore, lo sai che a casa ha una brutta situazione - 

 

Avrei voluto rispondere che non me ne poteva fregar di meno, ma sarei stata troppo scortese e insensibile.

 

- capisco. A dopo allora -

 

- Lucy dai.. lo sai ch -

 

Ma non lo feci finire di parlare che avevo già chiuso la chiamata. 

Era Natale e non volevo rovinarmelo pensando a Sting e quella maledetta cozza di amica sua.

E il telefono sbattuto in faccia era il minimo insindacabile che si meritava. 

 

Scesi in cucina sbadigliando, e Plue tornò a farmi le feste e saltarmi addosso. Lo salutai con i miei soliti tremila buongiorno seguiti da carezze e pacche. Ci voleva poco al mio cagnone  per farmi tornare il buon umore, e poi bastava osservare il suo culetto scodinzolante che si muoveva a saltelli a destra e sinistra per sorridere ancora un po'.

 

- Plue vai fuori da questa benedetta cucina - la voce di mio padre scocciata e frettolosa mi fece voltare verso di lui.

Armeggiava ai fornelli, e dopo aver rigirato il tacchino nella teglia si apprestava a cospargerlo di sugo per renderlo più tenero.

Lo stomaco mi brontolò al solo osservare la scena

 

- buongiorno padre! Buon Natale - salutai con un sorriso il buon vecchio Jude 

 

- buongiorno figlia, alla buon ora! Auguri anche a te -

 

Non mi allungai a dargli un bacio soltanto perché sapevo quanto si sarebbe stressato a interromperlo mentre cucinava. Aveva sempre i suoi schemi mentali da seguire, e con gli anni e l'esperienza avevo intuito essere meglio non disturbarlo. 

Ne valeva la pena comunque, era un ottimo cuoco. 

 

- Rogue dov'è? - chiesi trattenendo Plue per le cosce in modo da evitare che gli andasse tra i piedi 

 

- ancora a letto - rispose con un alzata di spalle.

 

Maledetta madre, come sempre aveva svegliato solo me! Sia mai che il principino facesse qualcosa.

Nessun problema, ci avrei pensato io.

 

 

 

Sprofondai sul divano affaticata da tutto quel cibo, Bixlow al mio fianco non faceva che intontirmi con dei discorsi sui cantanti rap del momento.

Annuivo osservandolo di sbieco dalla mia poco aggraziata posizione.

Era un ragazzo un po' strano, indubbiamente, i capelli avevano dei ciuffi blu folti che si andavano a mischiare ai suoi neri naturali quasi rasati, entrambi tenuti indietro dal gel.

Un enorme tatuaggio nero, a forma di omino, era impresso nel suo viso, partiva dalla fronte e terminava con le gambe ai lati del naso, come le placchette degli occhiali.

I suoi occhi verdi erano vispi e accesi mentre mi raccontava di una battaglia rap a cui aveva assistito di recente.

 

Era un ragazzo strano, ma io gli volevo bene come se fosse stato mio fratello.

Era due anni più piccolo di me, la stessa età di Rogue, che in quel momento era impegnato a giocare svogliatamente a hearthstone al cellulare.

Lo conoscevo da quando era nato, avevamo passato ogni estate insieme, fino ai miei 16anni, nella sua casa al mare e poi da noi in montagna.

 

Forse era questa una delle ragioni della mia poca grazia, cresciuta anno dopo anno con due ragazzi, a giocare alla play e a fare le lotte di wrestling, senza neanche il bisogno di nominare le sfide Pokémon intraprese! 

 

- Non mi stai ascoltando - si lamentò il ragazzo sbuffando sonoramente 

 

- è vero, scusami - gli risposi arricciando le labbra in palese sorriso di scuse - è che sono troppo impegnata a digerire! È difficile - 

 

- si l'ho capito che a te del rap non importa niente - 

 

- non è vero! Lo ascolto come tutti gli altri generi - 

Ed era vero, non ero una grandissima appassionata di musica, sarebbe stata una bugia dire il contrario, ma mi piaceva comunque.

Avevo sempre ascoltato un po' di tutto, dai gruppi più famosi, al country al rap.

Solamente.. non ne ero ossessionata! 

 

- si ma non capisci lo stile che c'è dietro! - replicò 

 

- intendi come il tuo? - domandai beffarda osservando la sua giacca con le tigri firmata Gucci.

 

- vedrai quest'inverno in montagna come farò scintille - rispose facendomi la linguaccia e facendomi ridire.

 

- vedremo! - lo guardai con occhi di sfida - scommettiamo? - 

 

- certo che sì - digrignò i denti ringalluzzito - conquisterò una delle tue amiche - 

 

- sono tutte impegnate - risposi alzando le sopracciglia; era un'impresa impossibile. 

 

Con Erza e Levy non avrebbe avuto la minima chance.

Ezra se lo sarebbe mangiato a colazione uno come lui, e la coppia Levy e Gajille era talmente consolidata che neanche Brad Pitt si sarebbe potuto mettere tra loro, forse. 

Juvia neanche a pensarci, uno fomentato per il Rap, che lei detestava, non avrebbe avuto neanche possibilità di parola.

L'unica era Lisanna, ma come tutti ben sapevano era più o meno impegnata con Natsu.. e scherziamo? Chi direbbe no a Natsu? 

 

- sarà una sfida ancora più elettrizzante - disse sorridendo sghembo e sicuro di sé. Indubbiamente anche lui aveva le sue buone qualità.

 

 

 

La giornata di Natale era stata lunga, ma piacevole. 

Eravamo soliti passare il 24 sera con la famiglia, e il 25 a pranzo con gli amici storici di casa Hearthphilia per cui era sempre una giornata allegra e serena.

Eravamo giunti al momento dei saluti quando la madre di Bixlow, Alexandra, mi chiamò da parte.

 

- tesoro - disse guardandomi e sorridendomi gentile - questo è per te -  disse porgendomi un pacchetto rettangolare rivestito da carta rossa lucida e un fiocco d'orato. 

La guardai sorpresa. 

 

- Ma Sandra, ho già ricevuto il tuo regalo di Natale - 

 

- Lo so, ma questo è del compleanno! Non penserai mica che mi sia dimenticata di fartelo vero? - 

 

- grazie mille, davvero! Non dovevi - replicai sorridendole riconoscente.

Il mio compleanno era stato il 22 dicembre, avevo festeggiato a casa con gli amici di lì ( o meglio, con quei pochi non già partiti per le vacanze, come sempre ).

Quest anno neanche Sting c'era stato perché a casa avevano avuto bisogno di lui. 

Un compleanno un po' triste. Mi sarei sicuramente rifatta durante le vacanze di Natale insieme agli altri.

Sia Natsu che Zeref mi avevano chiamata per farmi gli auguri, non sapevo neanche come avessero fatto a sapere del compleanno visto che non lo avevo inserito sui social.

Avevo dedotto che probabilmente era stata Mavis, sentendosi con Zeref.

Anche Gray mi aveva mandato un messaggio, era stato molto carino da parte sua.

 

Iniziai a spacchettare il regalo che scoprii essere un bellissimo vestito di paillettes argentate, con le maniche lunghe e un apertura sottile sotto al seno chiusa con un nodo.

Ad occhio e croce sarebbe arrivato a metà coscia come lunghezza.

 

- per capodanno - commentò la donna davanti a me - so da Bix che quest anno sarete tutti insieme a festeggiare -

 

- è bellissimo! - riuscii soltanto a dire, e lo era davvero. 

- grazie mille, di nuovo! - aggiunsi sporgendomi ad abbracciarla.

 

- mamma ti muovi? - la venne a chiamare Bixlow qualche momento dopo con aria scocciata e la sciarpa già avvolta attorno al collo. Era pronto per uscire. 

 

- arrivo - gli rispose Alexandra alzando gli occhi al cielo e lasciandomi una tenera carezza sul viso prima di allontanarsi. 

 

Ridacchiai e li accompagnai alla porta salutando loro e tutti gli altri con un sorriso stanco.

 

 

 

 

26 dicembre.

Finalmente. Avevo atteso questo giorno per tutto il mese, e come me probabilmente anche Rogue.

Era appena uscito di casa, con la sua aria svogliata e il ciuffo di capelli scuri a coprirgli parzialmente la vista.

Aveva dovuto accompagnare mamma e papà all'aeroporto, quello più vicino per fortuna, a soli 35 minuti di macchina.

Avevamo giocato a morra cinese per decidere a chi sarebbe toccato l'arduo compito, e chiaramente, avevo vinto.

Mentre lui faceva il taxista io ero intenta a chiudere la valigia, pronta per partire.

Levy e Gajille sarebbero arrivati tra poco, e in poco meno di un'ora saremo andati alla stazione dei treni a prendere i fratelli Dragneel. Al solo pensiero mi venne un'inopportuna pelle d'oca.

Sting sarebbe arrivato il 28 mattina, insieme a Lisanna, Mavis, e Erik in macchina. E come loro anche Erza e Gerard. 

Gray si era invece gentilmente offerto di aspettare Juvia, che già arrivava da lontano, e sarebbe salito con lei il 30.  

Insomma, eravamo tantissimi, e il tutto era stato difficile da organizzare! 

 

Suonò il campanello, Plue diede un'abbaiata e mi precedette alla porta di casa. Non feci neanche tempo ad aprire che il cane si fiondò velocissimo fuori pronto a fare le feste.

Dietro al cancello spuntarono i volti infreddoliti di Levy e Gajille. 

 

- ragazzi! Ben arrivati!!! - li salutai aprendo e abbracciandoli, per quanto mi fosse concesso dai salti di Plue su di noi.

 

- ciao lucy! Quanto mi sei mancata in questi giorniiii - mi sussurrò Levy all'orecchio mentre ci abbracciavamo

 

- ciao biondina - ghignò Gajille con un alzata di mano - e ciao anche a te cagnone nero! - disse abbassandosi leggermente per accarezzarlo.

 

- entrate pure! Portate i bagagli che andiamo con la mia macchina! Ci dobbiamo anche sbrigare che tra non molto arrivano i due fratelli in stazione - dissi esaltata e quasi a corto di fiato mentre percorrevo in salita i gradini che dividevano il cancello dal portone di casa per prendere le chiavi dell'auto.

 

Sentii le risate sconsolate dei miei amici alle mie spalle.

Una decina di minuti dopo avevamo caricato l’auto, con grande aiuto da parte di Gajille che aveva sollevato tutte le borse pesanti e le casse di vino, ed eravamo partiti.

 

L’idea di rivedere Natsu mi stava mandando completamente fuori di testa. Senza alcuna motivazione, ovviamente. Durante questo periodo per una cosa o l’altra ci eravamo sentiti quasi ogni giorno, in privato, nel gruppo in comune, e anche telefonicamente al mio compleanno. Che problemi avevo? Eravamo amici! Tutto questo batticuore era totalmente inutile. Mi portai una ciocca bionda dietro all’orecchio mentre mi immettevo nella circonvallazione principale di Oak town.

La strada era affiancata da enormi querce, che scorrevano via dalla nostra vista una dopo l’altra man mano che avanzavamo. 

Non mi ero mai soffermata a lungo a ragionarci sopra, ma effettivamente la mia città era piena di querce. C’era anche un parco, chiamato il parco degli alberi parlanti, dove si potevano fare delle lunghe passeggiate immersi nella natura e tra gli alberi più belli. Da piccola mi ero sempre aspettata di sentirli parlare, ma ogni volta con mio grande disappunto non accadeva.

 

Svoltai a destra ed entrai nel parcheggio della stazione. Mi posizionai nel primo posto libero, anche se era quello dei taxi, e misi le quattro frecce. Doveva appena essere arrivato un treno perché un fiume di persone stava uscendo dalla stazione e si stava riversando nella strada. 

 

- alla fine in quanti saremo? - spezzò il silenzio Levy dal sedile posteriore.

 

Mi voltai a guardarla pensierosa. 

- tantissimi! Tutti noi, più mio fratello Rogue che verrà su con Bixlow e Sorano - 

 

- uh è da un po’ che non vedo Bix - commentò Gajille dal sedile del passeggero - mi fa piacere ci sia anche lui! - 

Sorrisi involontariamente a quel commento, ero contenta che Bixlow piacesse anche ai miei amici. 

 

- Sorano chi è?? - chiese Levy con voce curiosa 

 

- una loro nuova amica di questa nuova compagnia che stanno frequentando. Onestamente non l’ho mai vista! tra loro la chiamano Angel, dicono sia bella e graziosa come un angelo. Comunque noi siamo in metà di mille, non potevo rompere le scatole su chi avrebbe portato - 

 

- mi pare giusto - concordò la bluetta 

 

Un toc toc sul vetro del finestrino mi fece fare un salto dalla paura.

Mi girai velocemente portandomi una mano al cuore per lo spavento.

E lì rimase quanto vidi una testa rosa sorridermi al di là della portiera.

Era avvolto nella sua solita sciarpa a quadrettoni, che ormai era diventata un suo segno distintivo, gli occhi verdi gli brillavano sotto al sole invernale.

 

Dietro di lui fece capolino anche Zeref, che alzò una mano in segno di saluto.

 

Scendemmo tutti e tre dalla macchina per salutarli.

 

- yo lucy ! - fu l’unica cosa che sentii prima che il rosato mi trascinasse in un caldo abbraccio.

 

 

~L’angolino di Edel~ 

Buongiorno ragazzi e ragazze! 

Finalmente sono riuscita ad aggiornare anche questa storia, che benché non stia avendo il seguito dell’altra onestamente a me diverte molto scrivere! Cosa posso dire, abbiamo conosciuto un nuovo personaggio Bixlow , e sappiamo che ne arriverà un altro di nuovo che è Sorano! 

 La nostra lucy intanto è partita per la montagna con Levy Gajille e i due fratelli, e sarà in compagnia di natsu senza Sting per ben due giorni!!!

Chissà! Speriamo non combinino guai! 😂 ( o speriamo di sì invece? 😌).

Come sempre mi rimetto ai vostri pareri, per me come ben sapete fondamentali! Attendo le vostre impressioni e idee su quel che accadrà! 🤓 grazie a tutti coloro che seguono questa storia!

siete la mia forza!

Un caro saluto, Edel ❣️

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