Wahrheit Versyeckt

di Isobel Connis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Verdas

(Wahrheit Versyeckt)

 

“Ben tornati ragazzi!” esordì Simone abbracciando i figli

“Ciao mamma!” risposero all’unisono i gemelli.

Finalmente a casa. Dopo svariati mesi di tour e registrazioni David si era finalmente deciso a regalare una più che meritata vacanza ai ragazzi.

“Coraggio, entrate in casa” esordì allegro Gordon “Vostra madre ha passato tutto il giorno a cucinare per prepararvi la cena!” aggiunse poi facendo segno a Bill e Tom di entrare. I ragazzi non obbiettarono e precedettero i genitori in cucina. Appena entrati notarono subito la grande quantità di cibarie e bevande preparate a Simone.

“Non c’era bisogno mamma davvero!” esordì Bill

“Se non faccio la madre quando ci siete non posso farla…” rispose la donna. Ne a Bill ne a Tom sfuggì il tono amaro delle parole della madre così il chitarrista cercò di recuperare la situazione

“Sagge parole mamma! Ho una fame!!”.

Simone rise

“Allora cosa aspettate! Servitevi pure!”

***

Tom si buttò sul letto affondando il volto nel cuscino stringendolo. Respirò a fondo quel profumo di pulito ma che conservava sempre il suo odore. Era bello tornare a casa ogni tanto. Staccare la spina e fingere, anche se per poco, di essere un normale adolescente. Chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dal suono della pioggia che picchiettava alla sua finestra. Stava quasi per addormentarsi quando un lieve bussare gli fece aprire gli occhi.

Si voltò in dietro, verso la porta. Era sicuramente Bill.

“Entra…” disse.

Dalla porta infatti fece capolino la figura esile di suo fratello

“Dormivi?” gli chiese osservando lo sguardo assonnato.

Tom sorrise scuotendo la testa per poi lasciarla ricadere sul cuscino. Bill si chiuse la porta alle spalle avanzando verso il letto. Si distese anche lui e, chiudendo gli occhi sussurrò.

“E’ bello essere a casa…”

Tom rise aprendo gli occhi e voltandosi verso il fratello

“Già…” disse “… hai intenzione di dormire qui?” chiese con tono scherzoso

Bill lo guardò inarcando un sopraciglio

“Perché? La cosa ti darebbe fastidio?” chiese con voce stizzita

“Figuriamoci!” disse voltandosi “Non ricordo un solo giorno in cui fuori ci sia stato un temporale e tu non ti sia fiondato nel mio letto piagnucolando…” lo sfottè poi

“Stronzo!” rise Bill affondandogli un dito sul fianco destro. Tom rise a sua volta

“Idiota, mi fai male!” disse spostandosi più verso il muro per fare spazio al gemello.

Bill si voltò verso il fratello chiudendo gli occhi

“Notte Tomi… Ti voglio bene”

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Capitolo 2

 

Bill fu il primo a svegliarsi a causa dei raggi di sole che filtravano dalle persiane. Si strofinò gli occhi sedendosi e stiracchiandosi. Automaticamente portò lo sguardo verso suo fratello per vedere se stesse ancora dormendo. Si ritrovò a sorridere. Come suo solito, nelle sere più fresche, Tom era rannicchiato su se stesso con il volto leggermente reclinato verso il basso ed alcune treccine che gli ricadevano sulla guancia sinistra. Vedendole Bill non potè fare a meno di ricordare come suo fratello fosse stato messo alle strette dall’Universal. Qualche settimana prima David aveva comunicato al gemello che se lui non avesse tolto i dread la casa discografica avrebbe annullato il loro contratto. Tom non aveva detto nulla a riguardo ma Bill, avendo capito che c’era qualcosa sotto, aveva pregato David di spiegargli il perché dell’improvviso cambiamento di suo fratello. Anche a lui i produttori avevano chiesto di cambiare look. Ma il cambiamento non lo sconvolgeva più di tanto. Dopotutto, che differenza c’era tra avere tutta la testa ricoperta da dread o averne solo sotto? 

Bill si riscosse dai suoi pensieri poiché il gemello stava aprendo gli occhi

“Ti ho svegliato?” gli chiese subito Bill

“Lo sai che mi accorgo quando mi fissano mentre dormo…” rispose Tom con voce impastata dal sonno mentre si stropicciava gli occhi

“Scusa,  non volevo…” disse dispiaciuto Bill

Tom gli diete una pacca su una gamba sorridendo

“Ma va cretino!” disse sedendosi “Che ore sono?” chiese poi grattandosi la testa assonnato

Bill si voltò verso la sveglia digitale

“Le 3 e 20… credo sia il caso di alzarsi” disse Bill scendendo dal letto

“Si… inizio ad avere fame” confermò il ragazzo andando verso il bagno per fare la doccia

***

Bill e Tom si trovavano in salotto a guardare la televisione con tanto di piatto sulle ginocchia. Quando erano scesi per pranzare avevano trovato dell’insalata di riso, che ora stavano mangiando, ed un biglietto che diceva loro che Simone e Gordon erano usciti per sbrigare alcune commissioni e che sarebbero tornati solo in tardo pomeriggio

“Che facciamo Tomi?” chiese Bill posando il piatto sopra quello del fratello che aveva appena finito

“Non ne ho idea francamente… sentiamo se quei due zoticoni hanno voglia di fare un salto da noi?” propose Tom guardandolo

“Proviamo…” rispose il neo rasta prendendo il cordless. In quello stesso istante il campanello del portone suonò. Tom si alzò e andò verso l’ingresso. Aprendo la porta il ragazzo trovò un sorridente Andreas

“Hey bello! Cosa ti porta da queste parti?” chiese il chitarrista ricambiando il pugno che gli presentava il pugno

“I miei migliori amici tornano dall’America e io non posso salutarli?”  chiese scandalizzato

“Entra cretino” rise Tom facendolo passare

“Chi è?” urlò Bill dal salone

“Il lupo mangia frutta!” rispose Andreas. Subito un fulmine si catapultò verso il biondino saltandogli letteralmente a dosso

“Cosa ti porta da queste parti?” chiese felice Bill separandosi, dopo averlo stritolato ben bene, dall’amico

“Comincio ad odiare il dover rispondere alla stessa domanda a tutti e due sono quasi 10 anni che va avanti così!”

 I due gemelli risero facendolo accomodare in salotto. Parlarono per svariati minuti del tour, dei concerti, dell’America e dello stage dell’amico.

“La prossima volta vengo anche io!” rise Andreas sorseggiando la sua birra

“Ma noi te lo avevamo proposto anche questa volta!” gli fecero presente i gemelli in coro

“Lo so, ma avevo lo stage!” ribadì il biondino

“Abbiamo capito!” rispose Tom trattenendo una risatina

“Se il prossimo stage ti coincide con il tour lo annulli chiaro???” lo minacciò Bill puntandogli un dito

Andreas esplose in una fragoroso risata contagiando subito anche Tom ed attirando l’indignazione di Bill

“Sfottete poco stronzi!” disse loro offeso incrociando le mani al petto. Proprio in quel momento il campanello suonò

“I miei salvatori!!!” esultò Bill correndo verso l’ingresso per accogliere Gustav e Georg.

Non appena aprì la porta travolse i musicisti emettendo gemiti teatrali

“Oddio!” esclamò Gustav volgendo lo sguardo verso il cielo “Cosa ti ha fatto questa volta Tom?” chiese poi esasperato

A quelle parole Bill assunse la sua espressione da cane bastonato dicendo

“Andreas e Tom mi odiano e si prendono gioco di me…”

“Oh… povero Billino incompreso…” lo prese in giro Georg trattenendo a stento le risate

“Che fate restate li o entrate??” chiese Tom affacciandosi verso l’ingresso

“Si eccoci…” rispose Gustav entrando e trascinando con se anche Bill permettendo così finalmente a Georg di tornare a respirare

***

“Hey vi va di vedere un film?” chiese ad un certo punto Tom

“Per me va benissimo!” esultò Georg

“Che film??” chiese Gustav

“Quello che volete, io e Bill ieri abbiamo fatto rifornimento”

“Con rifornimento intendi svaligiato il negozio vero Tom??” chiese divertito Andreas

“Esattamente, mi date una mano a portarli sotto?” chiese Tom alzandosi dal divano

“Si eccoci” dissero i due G

“Io aspetto sotto con Bill” affermò Andreas “Perché credo che tu non ti voglia muovere vero?”

Per tutta risposta il neo rasta fece una linguaccia all’amico e alzò sportivamente il dito medio

Tutti i presenti scoppiarono in una fragorosa risata

“Il mio fratellino pigro!!” esclamò Tom scompigliandogli i capelli prima di sparire sulla rampa delle scale insieme agli altri musicisti

“Senti Bill, è vero quello che mi ha detto David su Tom?”

“Si, Peter non gli ha ancora perdonato il suo comportamento nel after show di Monaco…”

“Beh, è stata una bella carognata da parte sua… ha sfruttato il vostro amore per la musica per ricattarlo…” disse poi lasciando cadere la testa all’indietro

“NON MI INTERESSA NIENTE GORDON!!”

I due ragazzi trasalirono. Quella che urlava era Simone.

“Cosa è successo?” chiese Andreas rivolto al moro

“Non ne ho idea…” rispose il ragazzo alzandosi ed affacciandosi verso l’ingresso dalla quale, dalla porta socchiusa, intravide le figure di Simone e Gordon. In quel momento scesero le scale anche i due G con tanto di dvd.

“Cosa state facendo?” chiese Gustav vedendo i due anici

“Tom?” chiese Bill

“In bagno ora scende” rispose Georg

“NO CHE NON MI CALMO!” strepitò di nuovo Simone

“Cosa è successo?” chiesero i nuovi arrivati

“Non lo sappiamo” rispose Andreas

“Cerca di calmarti Simone” intervenne Gordon

“COME FACCIO A CALMARMI GORDON ME LO DICI? VUOLE VENIRE QUI! SA DOVE SIAMO!”

Il cuore di Bill mancò un battito.

“Ragazzi credo sia meglio che voi…” Bill si bloccò nel vedere il fratello scendere

“Ma cosa…”

La porta dell’ingresso si spalancò

“TU NON HAI IDEA DI QUELLO CHE QUEL L’UOMO HA FATTO A TOM LUI LO Ha…”

Simone si bloccò quando vide tutti i ragazzi fermi. Subito gli occhi dei presenti si spostarono su di Tom che ora era fermo con uno sguardo di puro terrore dipinto sul volto.

“Tomi…” sussurrò Bill con gli occhi lucidi

Simone si portò una mano alle labbra e improvvisamente anche il suo sguardo si fece terrorizzato

To…” non fece in tempo a terminare la frase che Tom corse in camera sua

“TOM!!” urlò Simone dal piano inferiore. Sentì la porta della camera di Tom chiudersi. Poi più nulla. Andreas, Gustav e Georg portarono lo sguardo preoccupato a Bill che stava immobile.

“Vieni cara…” esordì Gordon portando una piangente Simone in cucina.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Capitolo 3

 

Bill era seduto sulle scale con la testa tra le mani che continuava a ripetere parole sconnesse

“Bill…” si decise a chiedere Andreas dopo svariati minuti di monologo sconnesso del rasta e di Simone nella stanza accanto con Gordon “… cosa è successo…

Bill non lo ascoltò

“Devo andare da lui…” disse infatti in preda al panico e correndo in camera di Tom

I tre amici si fissarono sconvolti. A cosa si riferivano?

***

Bill si trovava davanti alla porta della stanza del fratello. Bussò. Tom non rispose.

“Tom…” abbassò la maniglia del uscio. La porta era stata chiusa.

“Tomi… per favore aprimi…” di nuovo silenzio.

Decise di passare dal bagno comunicante per poi entrare nella stanza del neo-moro. La scena che gli si parò davanti gli strinse il cuore. Era come se mille pugnalate lo stessero colpendo in pieno petto. Tom era seduto sul letto, con la schiena poggiata al muro e la testa nascosta tra le ginocchia strette tra le braccia.

Avanzò piano.

“Tomi…” il gemello non rispose si limitò a stingersi maggiormente le ginocchia al petto, apparendo improvvisamente fragile e indifeso, privo di quella barriera che era solito ergersi intorno per apparire forte e inattaccabile.

Bill salì sul letto a due piazze del gemello posizionandoglisi di fronte

“Parlami Tom, per favore…” gli sussurrò Bill posandogli una mano sul braccio. Un gemito soffocato sfuggì dalle labbra del ragazzo, che in un attimo si ritrovò a stringere forte il gemello. Bill rimase spiazzato da quel gesto così improvviso. Tom non era solito abbracciarlo in quel modo, e il fatto che lo stesse facendo ora stava a significare quanto male avesse dentro in quel momento.

“Perché Bill…” chiese tra le lacrime e i singhiozzi

“Non lo so fratellino…” gli rispose il rasta abbracciandolo a sua volta passandogli dolce una mano dietro la nuca che poi lasciava scivolare fino alla punta dei capelli

“Più cerco di dimenticare… più i ricordi riaffiorano…  non c’è la faccio più…” gemette ancora. Bill sentiva le lacrime di suo fratello bagnargli il collo e la maglietta, il respiro di suo fratello farsi sempre più irregolare e il suo cuore battere talmente forte da dare l’impressione che potesse uscire dal suo torace da un momento all’altro.

“Cerca di non pensarci Tom…” sussurrò Bill non riuscendo a trattenere le lacrime. Sentiva il dolore di suo fratello lacerargli l’anima e la paura farsi largo nelle sue membra “… riposati…” gli sussurrò facendolo stendere sulle sue gambe e prendendo ad accarezzargli una guancia. Tom non si oppose e si lasciò cullare dal fratello sperando di trovare un po’ di conforto in quei gesti semplici ma densi di affetto. Il calore che emanava il corpo di Bill, a poco a poco, aveva iniziato a rassicurarlo. Il tremore era pressoché sparito così come anche i singhiozzi nonostante le lacrime ancora continuassero a rigargli il volto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Hallo!! Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno commentato e anche coloro che hanno letto!! Grazie a tutti ^^ Capitolo 4

Capitolo 4

 

Bill lo lasciò sfogare a lungo. Presto perse anche la cognizione del tempo. Il mondo esterno sembrava non esistere. Non gli importava neanche di aver lasciato i loro amici soli in salotto. Ora l’unica cosa importante era stare accanto a Tom. Confortarlo. Farlo sentire protetto. A poco a poco sentì la presa del moro farsi sempre più leggera sulla sua maglia. Il respiro di Tom ora era regolare. Si era addormentato. Lo fissò un attimo in volto. Non era giusto che suo fratello dovesse soffrire tanto a causa di loro padre. Gli asciugò il volto e, stando attento a non svegliarlo, scese dal letto ed uscì dalla stanza.

***

Georg, Gustav ed Andreas erano rimasti seduti in salotto. Nessuno dei tre aveva professato parola. Tutti temevano di porre ad alta voce la domanda che si era fatta largo nelle loro menti.

“Secondo voi Simone si riferiva a…” Gustav lasciò cadere la frase così. Andreas e Georg portarono lo sguardo al batterista. Era risaputo che Gustav era un tipo schietto e diretto. Ma il tono piatto e basso con la quale aveva pronunciato quella frase fece venire i brividi ad entrambi.

Andreas fece per aprir bocca, ma la richiuse subito rendendosi conto che in effetti non sapeva cosa dire. Ricadde di nuovo il silenzio. Ma questa volta fu più breve. Sentendo dei passi provenire dalle scale i tre ragazzi si voltarono incontrando subito il volto di Bill.

“Siete ancora qui…” chiese cercando di sorridere anche se il sorriso che ne uscì era molto tirato.

I ragazzi annuirono poi Georg, facendosi coraggio chiese al cantante

“Tom?... come sta…”

Bill sospirò raggiungendoli in salotto e sedendosi sul divano accanto a Gustav

“Si è addormentato adesso…”

“Senti Bill…” iniziò Andreas sedendosi davanti a lui insieme a Georg “… cosa è successo?”

Bill si strinse nelle spalle

“A cosa ti riferisci?”

“A… quello che ha detto tua madre poco fa… tuo padre ha…” iniziò Georg

“No…” scosse la testa il rasta “Non è quello… vedete il fatto è che…” si morse il labbro. Non sapeva se parlare o meno.

Nessuno degli amici fiatò. Non volevano dargli fretta. Se Bill che amava parlare ci stava mettendo tanto doveva essere qualcosa di serio.

Bill chiuse gli occhi passandosi una mano sopra gli occhi.

“Vedete… nostro padre aveva un programma ben preciso per noi… beh… per Thomas e Wilhelm… ” i tre lo fissarono perplessi  

“… in particolare per il primo. Voleva che fosse il migliore in tutto, nello studio, nelle attività sportive…

“U- Un attimo…” lo fermò Andreas “Thomas e Wilhelm?”

Bill annuì ma non disse nulla, si limitò a continuare il suo racconto

“… quando lui falliva nostro padre non si faceva scrupoli a picchiarlo. Spesso…” Bill deglutì rumorosamente “…. Spesso lo sbatteva anche contro il muro o usava una cinghia… nostra madre aveva paura di lui… perché picchiava anche lei… a me non ha mai fatto niente perché non si aspettava che potessi riuscire in qualcosa… e quelle rare volte che ci provava mio fratello lo faceva irritare in modo tale che se la prendesse con lui… e non con me…” disse con voce tremante “… a volte risultava davvero violento… più del solito… una volta tornò a casa ubriaco… arrivato trovò mio fratello che parlava con me… mi disse che non voleva più praticare karatè, che non faceva per lui… quando lo sentì…” Bill si interruppe un attimo asciugandosi gli occhi “… lo… lo prese a cinghiate poi lo spinse e gli fece sbattere la testa contro il camino… rimase in ospedale per una settimana… quando venne dimesso nostra madre fece i bagagli e ci trasferimmo a Magdeburgo… cambiammo nome… avvisammo i vicini di non contattarci più… volevamo ricominciare da capo…”

I tre amici rimasero attoniti dal racconto del cantante

“Io… non so che dire…” mormorò Gustav

“Non devi dire nulla Gus… non è colpa tua…” disse Tom avvicinandosi agli amici

Bill si voltò di scatto

“Da quanto tempo è che sei qui?”

Più o meno dall’inizio del racconto…” sorrise triste il moro stringendosi nelle spalle

“Scusami… non dovevo” si scusò Bill

“E perché… quello che è stato è stato. Purtroppo è la verità e non possiamo farci nulla…” rispose il chitarrista sedendosi accanto al gemello

“Come ti senti…” chiese Georg posandogli confortante una mano su un ginocchio

“Sto bene…” rispose stringendosi le spalle “… sapevo che prima o poi sarebbe saltato fuori anche se abbiamo fatto di tutto per evitarlo… solo che…  non ero pronto…” ammise poi

“Non lo è nessuno Tomi…” gli disse il gemello posando la testa contro la sua spalla.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Capitolo 5

 

Una mano.

Una frase rassicurante.

Una fitta allucinante.

Delle lacrime che gli rigano il volto.

Tom scattò seduto ansimante. In cuore gli galoppava a mille. Si passò una mano sul volto imperlato di sudore. Fece vagare lo sguardo intorno a se.

Si trovava nella sua stanza.

“Di nuovo quella scena…” sussurrò posando una mano sul petto.

Si lasciò ricadere sul materasso portando un braccio sopra gli occhi.

Una altro flash.

Un qualcosa di umido che gli scorre lungo il corpo.

Sgranò gli occhi.

No. Decisamente non sarebbe riuscito a riaddormentarsi.

Ispirando a fondo diede un lieve colpo alla sveglia. Si accese e vide l’ora. Le 3 e 12, sbuffò alzandosi e avanzando, al buio, verso il bagno. Si sciacquò il viso rabbrividendo appena al contatto con l’acqua fresca. Posò le mani sul lavandino ispirando a fondo portò lo sguardo allo specchio. Aveva un aspetto terribile. Delle profonde occhiaie gli circondavano gli occhi il suo volto stanco e pensieroso, talmente tanto, che non si accorse neppure della presenza di suo fratello che era da poco entrato nella stanza.

“Non riesci a dormire?” gli chiese affabile il rasta inclinando leggermente il capo.

Tom trasalì voltandosi verso il gemello

“Accidenti Bill… n… non ti avevo sentito… mi hai spaventato…” farfugliò imbarazzato.

Bill accennò un sorriso intenerito.

“Non riesci a dormire eh?” gli chiese avanzando di qualche passo.

Tom lo fissò per pochi istanti poi distolse lo sguardo e scosse la testa

“Nemmeno io…” ammise Bill sedendosi sul coperchio del water

“E’ stata una giornata decisamente intensa..” farfugliò rigirandosi tra le mani il bordo della maglietta nera indossata sopra i boxer.

“A proposito di questo Bill…” iniziò Tom stringendosi le braccia e ostinandosi a non guardarlo in volto.

“…Io… si insomma, ti volevo ringraziare… per non aver raccontato tutto… ecco…  per… aver tralasciato quel dettaglio…”

Bill sentì il proprio cuore perdere una pulsazione e subito dopo accelerare.

“Di nulla… non lo racconterei mai… a meno che non sia tu a volerlo fare…” rispose a voce bassa.

Cadde un silenzio pesante tra loro.

Per svariati minuti nessuno dei due proferì parola poi un sospiro costrinse Tom a guardare suo fratello

“Senti Tomi… hai voglia di suonare un po’?...” gli chiese alzandosi

“Mi piacerebbe sentire la melodia che stavi provando l’altro giorno…

Tom lo fissò un attimo poi annuì

“Certo, tanto ormai il sonno è andato a farsi benedire!” rise lieve

“Ottimo!” esclamò il rasta “Perché ho la sensazione che potrebbe essere una nuova canzone!”

Tom lo osservò esordendo sconcertato

“Vuoi dire che hai già le parole pronte?”

“Naturale fratellino!” esclamò ovvio il rasta “Non sei l’unico che produce quando è in vacanza!!

Tom si lasciò sfuggire una fragorosa risata mentre apriva la porta del bagno che conduceva alla sua camera

“Dai, vai a prendere il testo che la proviamo!” esordì poi scomparendo al suo interno.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Mi scuso terribilmente per il ritardo, ma purtroppo è stato un anno abbastanza particolare, tra problemi vari e connessione. Questo è l'ultimo capitolo e spero sia di vostro gradimento^^

Capitolo 6

 

Sentiva un dolore allucinante alla spina dorsale.

Aprì piano gli occhi ma li richiuse quasi subito. La luce che illuminava la stanza era davvero forte. Doveva essere anche abbastanza tardi dato che la stanza era completamente illuminata.

Riaprì gli occhi sedendosi lentamente e portandosi una mano nella zona dolorante.

Si era addormentato a terra.

La sera prima lui e suo fratello avevano suonato e provato la nuova canzone poi, dopo aver proferito le proverbiali parole, “riposiamo 2 minuti”, erano crollati.

Istintivamente portò uno sguardo a Bill.

Stava dormendo accovacciato sulla poltroncina dove si trovava la sera prima. Il braccio destro lasciato a penzolone e l’altro sotto il suo viso a mo di cuscino.

Rise intenerito e tentò di alzarsi. Senza fare rumore raggiunse l’armadio a muro, prese una maglietta insieme ad un pantalone della tuta e si diresse in bagno per fare una doccia.

***

“Buon giorno” esordì Gordon vedendo il figlioccio entrare nella stanza

Giorno…” rispose Tom prendendo posto a tavola

“Giorno caro, dormito bene?” gli chiese gentile Simone, non riuscendo a trattenere comunque, nonostante gli sforzi, una nota di apprensione nella voce.

“Abbastanza” rispose Tom un po’ più freddamente di quanto avesse voluto.

Sapeva che sua madre non lo aveva fatto di proposito a farsi sentire dagli amici. Ma sapeva anche che si era detto che quel argomento non si sarebbe mai più toccato. Che doveva rimanere parte di quel passato che avevano abbandonato…

Simone fece un sorriso amaro posando al cento della tavola la teglia con il pranzo

“Scusa Tom… hai ragione ad essere arrabbiato con me”

Tom si posò le mani alla testa prendendo a massaggiarsi le tempie

“No, mamma… scusa te… non sono arrabbiato… è che questa notte non ho dormito molto… davvero… è tutto a posto…” disse il moro tentando di sorridere.

Simone gli si avvicinò cingendogli le spalle e lasciandogli un dolce bacio sulla fronte

“Buon giorno!” disse una voce alle loro spalle “Che succede?” chiese preoccupato lanciando uno sguardo al gemello e alla madre.

Nulla…” disse subito Simone allontanandosi da Tom per poi dare un bacio anche all’altro “… Dai siediti che è pronto in tavola…

Bill alzò le spalle e si sedette accanto al gemello osservandolo spalmare della marmellata sul pane tostato con aria assorta-

“Tutto ok?” sussurrò il cantante senza farsi sentire dalla madre e dal patrigno

Il rasta sobbalzò appena voltandosi verso il gemello e annuendo piano

“Si, tutto a posto n… -Interrompiamo le trasmissioni per comunicarvi una notizia dell’ultima ora-” I due fratelli, così come anche i genitori portarono curiosi lo sguardo al televisore –Ci è appena stata comunicata la notizia secondo la quale nell’autostrada Bundesautobahn 2|A 2 Ruhr – Berlino si è appena verificato un incidente che ha visto coinvolti un camion e diverse vetture causando 2 feriti lievi, 5 gravi e un morto mentre l’autista del mezzo pesante e rimasto illeso. I poliziotti ed i mezzi di primo intervento sono occupati nel operazione di soccorso. La vittima è stata estratta dalla sua vettura, un’ Audi S6 del ’95 poco prima dell’esplosione bruciando così  i documenti dell’uomo che al momento non è stato riconosciuto, si conosce solo il nome riportato nel tesserino d riconoscimento. Jörg. Si tratta di un uomo di circa 40 anni corporatura medio alta, biondo. La polizia chiede la collaborazione per il riconoscimento del corpo…- Uno strano silenzio cadde nella stanza. Simone si portò una mano alla bocca osservando spaventata i propri figli. Bill aveva preso a respirare affannosamente, mentre Tom sembrava quasi in uno stato di trans. Fissava la televisione senza in realtà guardarla davvero.

Jörg era finalmente morto.

Eppure sembrava che non gliene importasse nulla. Non era ne felice, ne triste.

Si alzò dirigendosi in salotto.

Bill non provò neppure a seguirlo. Era abbastanza sicuro suo fratello dovesse metabolizzare la notizia.

Simone invece… beh, lo capiva perfettamente.

Gordon era rimasto estraneo al fatto. Aveva osserva i due rimasti in cucina palleggiando lo sguardo dall’uno all’altro. Sembravano shoccati dall’avvenimento, eppure non ne erano particolarmente colpiti, malgrado le reazioni.

Era Tom il problema. Simone gli aveva raccontato di quello che era accaduto tra il suo ex marito ed il giovane chitarrista. Non riusciva a concepire come un padre potesse avere un tale atteggiamento verso i propri figli. Lui amava davvero sia Bill e Tom proprio come fossero i suoi ragazzi, certo, il loro legame non era proprio iniziato con il piede giusto. Ma insieme avevano davvero realizzato quella che era ora la loro famiglia.

Si alzò sotto lo sguardo interrogativo dei presenti e raggiunse il ragazzo dai cornrows in salotto. Aveva la testa bassa e giocherellava distrattamente con i lacci della felpa. Gordon gli si sedette vicino poggiando le braccia lungo lo schienale del divano.

“Non me ne importa nulla” mormorò piano

Il patrigno si voltò ad osservarlo

“Non me ne importa… è strano… credo… dovrebbe importarmene. Dopotutto era mio padre eppure non riesco davvero a dispiacermene che sia morto…

L’uomo si sedette compostamente e posando una mano sul ginocchio sinistro del ragazzo disse “Credo sia normale Tom… intendo, considerando quello che ha fatto…”

Tom scosse la testa “Non lo so” ammise “Credo che in fondo Jörg non ha mai avuto una posizione per me. Avevo, ed ho tutt’ora la mamma e Bill. Sono le uniche persone a cui abbia davvero permesso di accedere al mio cuore. Nessun altro…”

Gordon abbassò impercettibilmente la testa leggermente deluso. Il rapporto con Tom era sempre stato più forte di quello con Bill e forse anche per questo si era convinto in cuor suo che Tom lo considerasse, non proprio come un padre, ma come un fratello. Invece, evidentemente, in Tom non c’era posto per lui.

Eppure…” si voltò nel sentirlo mormorare “… per quanto mi sia sforzato in passato, ho sempre voluto avere una figura paterna, una persona che mi incoraggiasse in ciò che mi piace, ma non ce ne sono state… almeno fino a te…” sussurrò voltandosi a guardarlo con occhi lucidi. Gordon sussultò appena nel vederlo. Non aveva mai visto Tom così prossimo al pianto “… tu sei in assoluto il padre migliore che avessi mai potuto desiderare… avrei davvero voluto essere tuo figlio” concluse con voce tramante stringendosi all’uomo e lasciando correre alcune lacrime lungo il suo collo. Quelle parole, alle orecchie di Gordon apparvero come le più belle avesse mai sentito, tanto da rendere i suoi occhi lucidi. Ricambiò la stretta massaggiando dolcemente il collo del figlioccio “Lo avrei voluto anche io Tom, tanto, tu, Bill, tua madre, siete le persone più importanti della mia vita”

Tom sorrise tra le lacrime stringendolo più forte

“Anche tu… papà”

 

Fine

 

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