Universal Wars III di ghostmaker (/viewuser.php?uid=423297)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atmosfera Zero ***
Capitolo 2: *** L'impero colpisce ancora ***
Capitolo 3: *** Scontro finale! ***
Capitolo 1 *** Atmosfera Zero ***
UNIVERSAL WARS – SERIE III
1° capitolo
– Atmosfera zero
Una navicella fuggiva nello spazio mentre il globo di luce creato
dall’unione tra Re Geno di Mordor e il suo popolo
s’infrangeva su Marte con potenza devastante sprigionando
un’energia distruttiva tanto forte da disintegrare ogni
costruzione umana. Su quell’unica navicella scampata alla
distruzione, sedeva Thomen che, sfruttando l’iperspazio,
raggiunse in poco tempo le astronavi del ministro Lesnar disposte nei
pressi di Giove. Istanti dopo anche Manola con le proprie astronavi si
congiunsero ai due ministri ai quali chiese informazioni dettagliate.
Lesnar fu il primo a parlare. «Primo Ministro, è
tutto vero. I nostri tre pianeti sono esplosi e i loro resti sono stati
sputati fuori dal “Varco Beronz” che, subito dopo,
si è chiuso. Le confermo anche i rapporti provenienti da
Mercurio. Il pianeta è stato arso completamente dal Sole e
le installazioni umane disintegrate.»
Thomen portava altre notizie catastrofiche. «Anche Marte
è caduto. Geno ha distrutto tutto ed io mi sono salvato
soltanto perché sono fuggito poco prima
dell’attacco.»
Manola era affranta da queste notizie ma mantenne il proprio contegno
organizzando le nuove mosse. «Re Geno ha colpito Mercurio e
Marte saltando Venere quindi dobbiamo mandare subito delle astronavi
per bloccare l’avanzata di quel muta forma invasato e nel
frattempo portare un attacco alla Terra. Thomen tu raggiungerai la Base
Luna e distruggerai quell’insignificante avamposto mentre
Lesnar tu andrai su Venere per sbarazzarti definitivamente del popolo
di Mordor. Dobbiamo essere noi a impadronirci della Terra e nello
stesso tempo mostrarci forti ottenendo due pianeti fondamentali per il
resto della nostra popolazione. Non possiamo permettere
all’imperatore di arrivare alla Terra e da lì
usare ogni arma per farci scomparire.»
Com’era previsto, Cain e le forze imperiali raggiunsero
Plutone e il gerarca si diresse nella sala consolare per parlare con
Redward. «I suoi uomini mi hanno riferito che da Iceworld
è passata una navetta e dalle informazioni che ho ricevuto
so che potrebbe essere stata la causa della distruzione delle astronavi
di Sarto.»
«Le confermo che è passata una navetta ma non so
chi ci fosse a bordo. Aveva il lasciapassare imperiale e non ho
indagato oltre.»
«Stai mentendo, dovresti sapere che ho spie anche in questo
palazzo e…» disse Cain prima di essere interrotto
da una comunicazione dell’imperatore Kherkan.
«Cain, voglio che Iceworld sia sgomberato immediatamente
quindi avete il compito di trasferire tutti su Plutone.»
«Mio signore, le confermo che Redward è complice
del Priore Angler.»
«Se lui vuole così tanto vedere la Dea
accontentiamolo. Durante la tua missione abbandonalo su
Iceworld.»
Rispettando gli ordini Cain trasferì il popolo Kilrathi e
lasciò tra i ghiacci Redward che, attirato da una voce
delicata, raggiunse la grotta in cui era rinchiusa Mickie.
L’uomo si mise in ginocchio pregando la Dea Solare mentre
Iceworld si muoveva nello spazio, questa volta per allontanarsi dal
Sistema Solare e Cain, appostato in modo da non subire danni alla
propria astronave, attivò il dispositivo della Weapon X.
Anche il primo pianeta dell’impero Kilrathi, come gli altri,
fu spazzato via in pochi attimi.
Nell’istante in cui Iceworld esplose, la voce della Dea
raggiunse ogni angolo dell'universo e la sofferenza delle sue parole
colpì così profondamente lo spirito del popolo di
Mordor che iniziò a sfaldare l’unione con il
proprio re. Il globo di luce sparì e ogni muta forma
crollò su Venere come pioggia colorata mentre su Nettuno il
Priore Angler si accasciò davanti agli occhi di Ilian.
«La Dea è morta! Ma forse no... che la Dea Mickie
sia riuscita a raggiungere Betta sulla Luna?»
Anche sulla Base Luna stava accadendo qualcosa d’imprevisto.
Solomon attivò l’allarme rosso dopo una forte
esplosione avvenuta all’interno del dormitorio femminile.
Fabrix accese il suo trasmettitore. «Solomon, sono proprio
nella zona insieme a Durin, stiamo attivando l’antincendio ma
il fuoco si sta propagando. Per fortuna che non c’era
nessuno».
«Non è così. Pare ci fosse Betta in
quel momento» disse Solomon preoccupato.
Una nuova esplosione fece crollare dei muri mettendo gli artificieri in
serio pericolo per la perdita di ossigeno così Douglas
ordinò a Martina di portare la stazione spaziale a totale
“Atmosfera Zero” per evitare successivi danni.
Il comandante scosse la testa. «Maledizione! A questo punto
dobbiamo scoprire tutte le nostre carte se non vogliamo che il nostro
contrattacco finisca ancora prima di iniziare! Martina, procediamo con
l’operazione Freedom Earth.»
Nel frattempo Mavelix aveva raggiunto l’esterno della base
per approntare delle piccole riparazioni per agevolare il lavoro degli
uomini all’interno quando si accorse che dalla base stava
uscendo un umano avvolto dalle fiamme e riconobbe chi era quel tizzone
ardente. «Signore è Betta, sta camminando sulle
rocce lunari mentre brucia spaventosamente nonostante non ci sia
atmosfera!»
Betta continuava a camminare ma la combustione sembrava rallentare
così come i suoi passi. Cadde a terra sotto gli occhi di
Mavelix che iniziò a correre verso di lei per prestarle un
qualche tipo di aiuto, quando gli sfrecciò affianco una moto
lunare guidata da Billy. Il ragazzo raggiunse Betta, attese che le
fiamme si fossero esaurite completamente quindi la raccolse da terra
mettendola prontamente dentro una capsula d’ossigeno che
aveva portato con sé legata alla moto.
Nella base, la procedura richiesta da Douglas stava procedendo quando
giunse un messaggio da una navetta in arrivo. «Comandante,
apprestate immediatamente la zona di carico per l’arrivo
della nostra navetta e le chiedo di farci raggiungere nella zona dalla
ciurma di Andrew» disse Hogan.
«Signore, la struttura di carico è aperta ma per
la ciurma ho qualche problema poiché sono in
prigione.»
«Come in prigione?» urlò Andrew.
«Ci spiegherete dopo la situazione» disse Hogan
interrompendo il pirata, «ora è importante che
quegli uomini imparino in fretta le procedure.»
«Se sapesse… comunque provvedo subito alla sua
richiesta.»
La navetta raggiunse la zona di carico e pochi istanti dopo arrivarono
anche i membri dell’Arcadia. Andrew, dopo aver rifilato un
pugno sulla testa di Hartigan, guidò i suoi uomini verso il
Freedom Shuttle, i quali risero cercando di non far capire che erano
già stati su quella strana astronave.
«Questi documenti» disse Andrew mostrando dei fogli
ai compagni, «sono la dettagliata descrizione di come usare
questo coso qui», terminando il proprio discorso puntando il
dito verso l’astronave.
Era tutto pronto.
«Martina, raggiungi la tua zona. Durin, da questo momento
siamo nelle tue mani» disse Douglas mettendo una mano sulla
spalla del pilota.
«Sì signore» rispose Durin che
rivolgendosi all'amico Fabrix chiese: «Sei pronto?»
«Erano giorni che aspettavo di dare il via a tutto
questo.»
L’euforia del momento fu spezzata dall’urlo di
Solomon mentre sullo schermo apparve Thomen. «Missili in
arrivo contro la base da un’astronave repubblicana!»
«E tu cosa ci fai lì sopra?» chiese
Douglas stupito.
«Noto che non ti hanno ancora informato», rispose
Thomen accennando un sorriso.
Douglas conosceva il suo vecchio amico e le sue idee di politica
intergalattica così, senza chiedere altro, capì
che la talpa nella Federazione Terrestre era proprio lui.
Douglas chiuse la comunicazione e continuò a impartire
ordini. «Togliete ossigeno alla zona smilitarizzata, attivate
i motori e vediamo questa bellezza che sa fare!»
L'Operazione Atmosfera Zero era giunta al suo finale, l'ossigeno fu
tolto nelle zone in cui il personale era già stato evacuato
e si sentì un nuovo boato, ma questa volta non era colpa di
altri missili nemici. La causa di questo rumore era la base stessa che
iniziava a muoversi spaccando la crosta lunare su cui poggiava. Il
centro di comando iniziò ad alzarsi verso l’alto e
dalle rocce ne uscì una gigantesca astronave cingolata e la
sua sala comandi era la stessa Base Luna.
«Brawler,» urlò Douglas «ora
toglimi di mezzo quelle zanzare là in alto!»
Il giovane impostò la linea di tiro e i due cannoni a
“onde moventi” spararono con precisione verso
l’astronave repubblicana che si disintegrò in un
attimo.
Douglas osservò la scena e non poté fare a meno
di pensare all’amico che, mosso da ideali confusi, si era
fatto abbindolare dall’imperatore e dal primo ministro della
Repubblica, ma non poteva permettersi di indugiare nei suoi pensieri
così disse: «Fabrix, tocca a te.»
«Sì signore. Robotech in modalità Fly.
Sganciamento dalla posizione cingolata attivato, pronti a
partire».
La grande astronave, che fino a quel momento era poggiata sulla Luna
con dei cingoli, si alzò in posizione eretta trasformandosi
in un gigantesco robot e iniziò a sollevarsi da terra per
l’azione dei grandi motori a “onde
moventi”. I cannoni continuarono a colpire le astronavi
repubblicane fino a farli disperdere mentre sul suolo lunare Mavelix
osservava con stupore l’evoluzione del Robotech.
Billy rise felice e disse: «C’è
l’ho fatta e anche se non ho attivato io i motori per la
prima volta, non m’importa!»
I due poi rivolsero lo sguardo sulla capsula d’ossigeno che
conteneva Betta.
Eseguendo gli ordini del Primo Ministro alcune astronavi raggiunsero
Venere.
«Re Geno di Mordor. La Repubblica v’intima di
arrendervi. Siete colpevoli della distruzione dei pianeti repubblicani
e di aver causato la morte di milioni di esseri umani, uno sterminio di
massa ingiustificabile» disse il ministro Lesnar.
Venere, dopo la caduta del popolo di Mordor, aveva già
iniziato a morire come pianeta e Re Geno, per risposta alla minaccia,
ricominciò a pregare la Dea Solare attivando nuovamente la
fusione con tutto il suo popolo. Il globo di luce distruttivo si rimise
in marcia.
Il Freedom Robotech era ancora vicino alla Luna perché
Douglas attendeva gli ultimi uomini rimasti sulla superficie lunare,
quando arrivò una comunicazione dal centro di controllo
terrestre.
«Ne siete sicuro?» chiese Douglas.
«Certamente capisci che non posso stare qui ad aspettare che
gli avvenimenti si succedano aspettando buone o cattive notizie senza
fare nulla. Hogan ed io abbiamo preso la decisione in accordo totale.
Ho anche un'altra informazione da darti. Sembra che il principe Ilian
sia ancora vivo e che con Sukrit e Kaplan stiano portando avanti la
ribellione Sayan su Nettuno. Dobbiamo assolutamente far sapere al
principe che la Terra è pronta al contrattacco di
massa» disse Williamson con enfasi crescente.
«Allo stato attuale è impossibile comunicare con
loro, lo spazio di Giove non è sicuro e Venere, dai rilievi
magnetici che riceviamo, pare sia sotto l’assedio delle
astronavi repubblicane» rispose Douglas perplesso.
«Laggiù abbiamo ancora una carta da
giocare.»
«Lo so come tu sai che potrebbe essere l'ultima volta che
possiamo utilizzarla» rispose per la prima volta con tono
famigliare Douglas
«Per paradosso» rispose Williamson
«confido nell'abilità di Andrew che, da pirata,
saprà certamente come fare.»
«Lo spero, anche perché in gioco c'è
uno dei nostri nuovi mezzi militari» disse Douglas mentre,
muovendo la testa, confermava l’ordine impartito dal
presidente.
Pochi minuti dopo il Freedom Shuttle uscì
dall’hangar e sfrecciò nell’iperspazio
per uscirne proprio vicino all’ammiraglia di Lesnar appostata
nell’orbita di Venere.
Andrew disse: «Ubas, manda un messaggio di soccorso
all'astronave madre della Repubblica. Vediamo se ci cascano.»
«Per me ci scoprono» disse Ubas mentre ubbidiva
all’ordine.
Schyry soddisfatto disse: «Capitano, i nostri motori stanno
rallentando, ci ha di certo agganciati con il raggio traente.»
Andrew urlò: «Preparatevi all'abbordaggio miei
prodi!»
La battaglia di Nettuno stava per scatenarsi. Cain comunicò
all’imperatore di essere prossimo all’attacco dei
ribelli Sayan su Nettuno mentre nella base, conquistata dal principe
Ilian, si stavano preparando alla difesa.
«Molte persone hanno saputo che siete ancora vivo e ci stanno
appoggiando con azioni diversive su tutti i pianeti del Regno. In
questo momento dovrebbe iniziare una battaglia nei pressi del vostro
castello» disse Kaplan con orgoglio.
«Non dobbiamo sottovalutare l'imperatore, potrebbe mettere in
gioco la vita di mia madre e non posso permetterlo» rispose
Ilian.
Sukrit invece si rivolse al principe con fermezza. «Non
possiamo più permettere che il nostro cuore si ponga davanti
alle esigenze del popolo che già ha sofferto abbastanza
nella precedente guerra.»
«Dite il giusto duca, perdonate il mio pensiero egoista.
Siete dei buoni consiglieri e mi affido ciecamente voi».
Cain iniziò il bombardamento e ogni soldato Sayan
iniziò a rispondere al fuoco con i pochi mezzi a
disposizione.
N.d.A.
Universal Wars III è composto da tre puntate che chiuderanno
questa lunga trilogia.
Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime
Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un
omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa
produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al
processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti
prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti
lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato
da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio
all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel
suo manga “Capitan Harlock”.
- L’ordine “R2D2” e
l’autorizzazione “D3BO” sono un omaggio
ai due robot creati dal regista George Lugas per la saga Star Wars.
- Le “onde moventi” è un omaggio alla
tecnologia utilizzata dall’astronave Yamato nella serie di
Anime “Uchuu Senkan Yamato” (Star Blazers).
- Il codice “Transformer” è un omaggio
alla serie animata Transformers prodotto dallo studio Toei Animation.
- Le varie sequenze “Robotech” sono un omaggio
all’anime omonimo prodotto dalla Harmony Gold che raggruppa e
riscrive la sceneggiatura dell’anime Mascross.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** L'impero colpisce ancora ***
2° capitolo –
L’impero colpisce ancora
Il Freedom Shuttle, come voleva Andrew, fu portato
all’interno dell’astronave del ministro Lesnar.
Alcuni soldati repubblicani salirono a bordo per catturare i pirati ma
questi non attesero un secondo prima di mettere in pratica una reazione
armata attraverso scontri a corpo a corpo poi per uscire dalla navetta
sparando all’impazzata contro di tutto ciò che si
muoveva davanti a loro; nessuno riusciva a fermare Andrew e la sua
ciurma che raggiunsero la sala comando spazzando via anche gli ultimi
soldati a difesa del centro nevralgico dell’astronave. Sul
pianeta, nel frattempo, Re Geno e il suo popolo ripresero completamente
vita e il globo di luce si lanciò verso le astronavi della
repubblica. Lesnar, a questo punto, era circondato, impossibilitato a
difendersi e si ritrovò davanti proprio Geno. Il ministro
repubblicano impugnò la pistola laser e colpì
l'essere muta forma che però continuò ad avanzare
verso di lui mentre Andrew e la ciurma erano riusciti ad entrare
abbattendo la porta. Lesnar, distratto e impaurito, lasciò
che Geno gli ponesse le mani sulla testa e subito contatto mentale
iniziò a urlare: il sangue gli uscì dalla bocca,
dalle orecchie e dal naso e morì con atroci spasmi del corpo.
Re Geno guardò Andrew sorridendo. «Siete stati
bravi a consegnare il mio messaggio ed è bello rivedere
degli amici prima della propria morte. So perché siete
venuti fino a qui e ora andate vie da quest’astronave, ma
ricorda capitano questa parola: Stargate. Via, andate amici.»
Andrew e la ciurma salutarono Geno e corsero veloci verso il Freedom
Shuttle mentre il re di Mordor si mise al timone dell'astronave
pregando la Dea Solare, iniziò a mutare forma unendosi
nuovamente al suo popolo; il globo di luce si espanse risucchiando
dentro di sé tutte le astronavi di Lesnar quindi esplose e
degli abitanti di Mordor non ci fu più traccia.
Sulla Luna il Freedom Robotech era pronto alla partenza ma mancavano
ancora dei passeggeri.
Solomon annunciò: «La navetta consolare
è arrivata».
«Mantenete gli hangar sgomberi, se tutto è andato
come previsto fra pochissimo il Freedom Shuttle sarà qui
e…»
Douglas fu interrotto da Solomon. «Signore, il Freedom
Shuttle è… è già
all'interno del Robotech!»
Douglas non attese di capire. «Billy, andiamo in
Warp!»
Andrew, sceso dal Freedom Shuttle pronunciando la parola
“Stargate” e svenne subito dopo.
Su Nettuno la situazione si era fatta difficile.
Sukrit sconsolato disse: «Le postazioni di difesa sono
distrutte, non possiamo più aprire il fuoco, sono troppo
più forti.»
Kaplan si accorse di una deformazione nello spazio.
«Guardate, sta succedendo la stessa cosa che è
accaduta su Urano. Ci sarà ancora di aiuto o questa volta ne
pagheremo noi le conseguenze? »
Dal varco spuntò fuori il Freedom Robotech. Andrew,
pronunciando le parole consegnategli mentalmente da Re Geno, era stato
in grado di aprire la porta delle stelle permettendo alla grande
astronave della Federazione di raggiungere Nettuno per potersi
schierare al fianco dei ribelli Sayan. I colpi dei cannoni a
“onde moventi” spararono all’impazzata
distruggendo la maggior parte delle astronavi imperiali mentre Cain si
diede subito alla fuga vedendo le sue truppe dimezzarsi.
La battaglia era vinta, sul pianeta i Sayan festeggiavano il ritorno a
casa del loro principe mentre sul Freedom Robotech si stavano vivendo
momenti di apprensione per le condizioni di Andrew. Il capitano pirata
finalmente si riprese, aprì gli occhi scoprendo che era
stato messo su un lettino nell’infermeria ma ciò
che lo colpì era il viso di Betta e l’energia che
sprigionava dalla mano che gli aveva posto sulla sua fronte. La ragazza
guardò il pirata e disse: «Grazie Andrew per
avermi portato il saluto di Mordor.»
La calma che si era sparsa nelle ultime ore incuteva timore in Douglas
che, da comandante navigato e attento a tutto, attendeva il nuovo
pericolo. Il comandante si mise in contatto con il principe Ilian.
«Abbiamo appreso con grande felicità che siete
ancora di questo mondo.»
«Grazie comandante, è un piacere vedervi e siete
arrivati nel momento giusto».
«Principe, vorrei chiederle di salire a bordo del Freedom
Robotech. Qui c’è una persona desiderosa di
incontrarla.»
«Sarò lieto di incontrare questo vostro amico e
non vedo l’ora di scoprire le meraviglie tecnologiche della
vostra nuova astronave.»
Subito dopo dal pianeta partì la navetta su cui viaggiava il
principe Ilian ma anche con il Priore Angler desideroso di raggiungere
lo spirito della Dea Mickie.
In un punto imprecisato dello spazio Manola era a colloquio con
l’ultimo dei ministri della Repubblica Autonoma: Jakall.
«Abbiamo perso due flotte, Thomen e Lesnar sono morti, ma non
dobbiamo crollare e invece pensare ad attaccare la Terra che
è senza difese.»
Jakall chiese: «Dobbiamo considerare la colonizzazione anche
di Giove?»
«Assolutamente si. Ora l'Impero si ritrova i terrestri nel
mezzo del loro spazio, dovranno muovere delle armate per riprendersi
Urano e il grosso delle forze starà in difesa di Saturno,
dove risiede ancora l’imperatore. Non avranno tempo per
pensare a noi e a quali sono le nostre strategie.»
«Sono pronto signora a seguirla sempre in ogni vostra
avventura».
Su Saturno la notizia delle catastrofiche sconfitte subite dalla
Repubblica Autonoma su Venere e sulla luna terrestre giunse
all’imperatore attraverso il resoconto che stava fornendo il
gerarca Cain che con la sua astronave si era riparato nei pressi di
Urano.
«Anche Nettuno è caduto, non abbiamo potuto fare
nulla contro quell'astronave terrestre apparsa dal niente.»
«Voglio che tu ti diriga verso Plutone. Farai conoscere ai
terrestri il vero terrore!» rispose l’imperatore
adirato.
«Dovremo attraversare nuovamente lo spazio di
Nettuno?» chiese Cain con preoccupazione.
Kherkan risoluto, disse: «Un mio informatore mi ha garantito
che quell'astronave terrestre non ci sarà lì
quando passerai tu.»
«Sì mio signore, partirò subito come mi
avete chiesto.»
L’imperatore, chiusa la comunicazione, rivolse lo sguardo
verso Lia. «Ebbene moglie, tuo figlio è ancora
vivo ma lo sarà ancora per poco, perché
spazzeremo via la resistenza.»
Lia sarcastica rispose: «L’avete detto
già una volta e Ilian è ancora vivo».
«FAI SILENZIO!», urlò Kherkan
«non pensare di irritarmi con le tue parole».
Lia, sempre più sfacciata, disse: «Sarà
come dici, ma allora perché urlare?»
Nel frattempo sul Freedom Robotech il principe Ilian era accolto
direttamente dal comandante Douglas ma anche da un ospite a sorpresa.
«Principe Ilian, benvenuto a bordo.»
Il principe esclamò: «Anche voi qui!»
«Sì, questa volta non potevo stare a guardare. E'
giunto il momento di agire e non voglio mandare uomini in guerra senza
seguirli come un giusto generale» rispose Williamson
visibilmente commosso nel rivedere Ilian.
«Scelta pericolosa ma si addice a un uomo come
lei», rispose Ilian abbracciandolo.
In un'altra zona dell’astronave Angler aveva raggiunto la
persona che stava cercando con insistenza chiese: «Mia
signora siete voi in questo corpo umano?»
«Rivederti è momento lieto ma sento che siamo
vicini a morte e catastrofe» disse Betta ormai collegata
psichicamente con la Dea Mickie.
«Mia signora, anch’io sento ciò che
udite voi, ho sperato che tutto ciò fosse solo un sogno ma
ora voi confermate i miei timori.»
«Mi piange il cuore ma le scritture parlano chiaro e solo lui
sarà la guida del nuovo popolo.»
Angler chiese quasi con timore: «Quindi egli è
vivo?»
«Sì, ed è ben nascosto in un tempo
senza tempo, egli è e sarà discendenza
mia» rispose la Dea sorridendo.
Angler s’inginocchiò e lo spirito di Mickie
abbandonò il corpo di Betta che riuscì a non
cadere appoggiandosi a una sedia.
Il Priore strinse la mano della ragazza. «Ora conosci la
verità avendo questo contatto diretto con la Dea
Solare.»
«Quello che ho sentito è tutto vero?»
chiese Betta.
Angler accarezzò la ragazza con amore senza risponderle.
La Terra iniziava subire l’invasione della Repubblica come
aveva pianificato il Primo Ministro Manola. Il presidente di Venere
Hogan, come sostituto comandante della difesa della Federazione in
assenza di Williamson, impartì gli ordini.
«Approntate le difese e cercate un modo per scoprire per
quale motivo abbiamo intercettato il loro arrivo.»
«Signore, ci comunicano che le basi di appoggio sulla Luna
sono state disintegrate», comunicò
l’addetto radio.
«Poco male, non c'era più nessuno
laggiù. Contattate le astronavi di supporto di ripiegare
verso la Terra e poi trasmettete la notizia dell’attacco a
quell’uomo.»
Su un’isola nell’oceano, alla piccola stazione
radar giunse il messaggio dal quartiere generale della Federazione e un
uomo, dopo averlo decifrato, iniziò a parlare attraverso un
comunicatore. «Qui è il vostro Wigam che vi parla
dal centro radar Atlantide. Non ci giungono notizie di guerre
imminenti, sulla Luna si stanno svolgendo dei festeggiamenti per la
vittoria di Nettuno. Ed è proprio ai nostri soldati lontani
che mando un messaggio di auguri e di prontissimo ritorno. Grazie
amici.»
Quel messaggio di Wigam trasmesso da Atlantide raggiunse la sala
comando del Freedom Robotech e Solomon avvisò Douglas.
«Comandante... abbiamo ricevuto il messaggio di
auguri.»
Douglas era pronto. «Ci siamo, Billy, accendi i
motori.»
«Anche noi siamo pronti, comandante» disse Andrew.
«Anche questa volta avrete una missione importante, in bocca
al lupo» disse Douglas facendo il saluto militare al pirata.
Il Freedom Shuttle dal Robotech avendo come destinazione Plutone mentre
il gruppo del principe Ilian partì alla volta di Saturno.
Il Freedom Robotech attraversò ancora una volta la porta
delle stelle ritrovandosi a ridosso delle astronavi della Repubblica
posizionate intorno alla Terra.
Douglas ordinò: «Iniziare trasformazione in
Robotech e...»
Improvvisamente su tutti gli schermi di ogni singola astronave pronta
alla guerra in ogni angolo dell’universo in cui
c’era una battaglia, apparve una trasmissione proveniente da
Saturno nella quale, in primo piano, c’era
l’imperatore Kherkan.
«L'Impero trionferà perché avete voluto
sfidare troppe volte la sorte e questo porterà la rovina a
tutti voi esseri umani! Portala qui!»
Nell’inquadratura entrò la Regina Lia e Kherkan
disse: «Lei sarà la prima a morire», poi
estrasse una pistola laser dal fodero, la puntò contro la
donna. «Esprimi il tuo ultimo desiderio moglie mia.»
La Regina urlò: «Williamson, ti ho amato per tutta
la vita. Ilian è tuo figlio!» e subito dopo
Kherkan esplose il colpo mortale.
Ilian aveva appena raggiunto Saturno quando vide la morte della madre
in diretta, s'inginocchiò con le lacrime agli occhi per la
disperazione ma poi senza essere aiutato da nessuno, si
rialzò ritto in piedi da solo, asciugò le lacrime
e con una voce ferma e impetuosa disse: «Ora non ho
più niente che mi possa fermare!»
Sukrit e Kaplan, già su Saturno, iniziarono a colpire le
installazioni militari del pianeta ben sapendo che l'Imperatore aveva
piazzato dei civili Sayan nelle varie postazioni da usare come scudi
umani ma anche loro, a malincuore, non potevano più fermarsi
davanti a niente.
Kherkan aprì un collegamento diretto con
l’astronave di Ilian.
«Nuovamente contro e proprio come tua madre
sparirai.»
«Questa volta imperatore non riuscirà a
salvarvi!»
Naturalmente le immagini dell’omicidio della Regina Lia
avevano colpito il presidente Williamson che iniziò a urlare
nella sala comando del Freedom Robotech.
Douglas, commosso ma deciso, scosse le spalle del presidente
gridandogli: «Si calmi signore, è una cosa
terribile ma non deve perdere la calma. Deve essere integro in questo
momento perché milioni di persone dipendono dal nostro
comportamento, anche quelli che qui sotto sulla Terra attendono i
vostri ordini.»
Proprio sulla Terra, dopo aver visto la brutale esecuzione della
Regina, Hogan distolse lo sguardo dallo schermo principale e vide
nuovamente dai piccoli monitor qualcosa cui non aveva dato peso in
precedenza. L'astronave ammiraglia di Jakall stava mandando dei segnali
strani diretti nello spazio profondo e Hogan, prontamente,
ordinò che fossero tracciati.
Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime
Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un
omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa
produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al
processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti
prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti
lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato
da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio
all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel
suo manga “Capitan Harlock”.
- L’ordine “R2D2” e
l’autorizzazione “D3BO” sono un omaggio
ai due robot creati dal regista George Lugas per la saga Star Wars.
- Le “onde moventi” è un omaggio alla
tecnologia utilizzata dall’astronave Yamato nella serie di
Anime “Uchuu Senkan Yamato” (Star Blazers).
- Il codice “Transformer” è un omaggio
alla serie animata Transformers prodotto dallo studio Toei Animation.
- Le varie sequenze “Robotech” sono un omaggio
all’anime omonimo prodotto dalla Harmony Gold che raggruppa e
riscrive la sceneggiatura dell’anime Mascross.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Scontro finale! ***
3° ed ultimo capitolo
– Scontro finale!
Sulla Terra Hogan, tracciando il messaggio, aveva capito tutto.
«Allora è stato Jakall ha lanciare i missili per
farci scoprire il suo arrivo. L’Imperatore lo avrà
convinto a tradire il suo stesso popolo come ha fatto con Thomen verso
noi.»
Williamson era ancora sotto shock così Douglas mantenne il
comando delle operazioni dando iniziò a una fase di
aggressione più determinata mandando in azione il Freedom
Fly all’attacco dell’ammiraglia repubblicana.
Brawler, con la solita precisione, colpì i punti vitali
dell’astronave sfruttando le manovre aeree di Durin mentre
Solomon disse: «Le astronavi di Jakall si stanno
allontanando!»
«Che cosa ha intenzione di fare il ministro!» disse
Durin preoccupato.
«Lasciali a noi» disse Mavelix,
«continuate la corsa contro l’ammiraglia.»
Il Freedom Car, in versione volante, si lanciò verso i
fuggitivi. Billy attivò i motori laterali in modo che Fabrix
potesse attaccare con il cannoncino di bordo e la manovra ideata da
Mavelix portò subito i frutti sperati.
Jakall non cercò di contrattaccare e dalla sua astronave non
rispose ai disperati richiami di Manola mentre accettò di
parlare con il losco figuro!
«Hai svolto il tuo compito in modo egregio. Manola voleva
tradire l'Impero ma ora morirà sotto l'attacco terrestre.
Attéstati nei pressi di Giove e attendi miei
ordini» disse Kherkan compiaciuto.
Le astronavi di Jakall sparirono nell'iperspazio mentre Manola, rimasta
con la sua sola astronave, doveva fronteggiare il Freedom Robotech.
Douglas la chiamò per darle l’ultimatum.
«Ministro Manola, vi ordino la resa immediata e senza
condizioni.»
«La Repubblica ormai non esiste più e non ho nulla
da difendere se anche il mio popolo mi ha abbandonata in battaglia.
Avete il permesso di salire sulla mia nave.»
Douglas, però, era troppo astuto per cadere nel tranello e
ordinò al Freedom Fly di avvicinarsi con i cannoni pronti al
combattimento. La scelta si rivelò esatta perché
l'astronave di Manola sparò una serie di colpi verso il
mezzo Federale senza scalfirlo mentre i cannoni a “onde
moventi” del Freedom Robotech distrussero
l’astronave del Primo Ministro repubblicano.
La gioia della vittoria durò poco perché Douglas
si accorse della scomparsa del Freedom Car. «Non è
possibile... dove sono finiti!»
L'urlo del comandante scosse i soldati della sala comandi della grande
astronave ma Angler, appena giunto nella postazione, disse:
«Non temete sono vivi, sono stati risucchiati nell'iperspazio
e ora sono vicini a Giove con la flotta di Jakall!»
Betta si alzò in piedi. «Terrestri, la porta delle
stelle si è chiusa, ma tenterò di creare un
piccolo varco per l’ultima volta » e poi
crollò tra le braccia del Priore.
Il Freedom Shuttle era giunto su Plutone pronto alla battaglia ma
Andrew e il suo equipaggio trovarono la zona completamente distrutta:
ogni installazione militare, ogni zona civile, la zona consolare.
«Non riesco a capire, mi aspettavo di trovare le forze di
terra imperiali invece il pianeta è deserto» disse
quasi contrariato Andrew.
Ubri però diede l'allarme immediato. «Si sta
avvicinando una flotta imperiale.»
«La strategia era un attacco alle installazioni ma a questo
punto è meglio studiare un nuovo piano quindi Schyry
spostiamoci su Stige» ordinò Andrew.
Hartigan chiese: «Capitano, potrebbe essere pericoloso anche
quel posto.»
«Grazie amico, hai detto una cosa giusta. El Barbo, Ubas, voi
cercate di perlustrare la zona ma non fatevi vedere con i vostri caccia
d'appoggio.»
Il gerarca Cain, infatti, era già alla ricerca del Freedom
Shuttle e tentò di stanare i pirati aprendo una
comunicazione libera per tracciare la loro posizione seguendo i segnali
radio provenienti dalla risposta. «E' inutile che vi
nascondiate, vi abbiamo già individuato.»
«Parla il capitano della nave Federale. Forse non
avete capito che non ci siamo nascosti ma vi stavamo solo aspettando;
siete in ritardo» rispose Andrew prima di far chiudere la
comunicazione da Schyry.
Le astronavi da guerra imperiali si misero in movimento e nessuno si
accorse che alle loro spalle c’erano i due caccia d'appoggio
di Ubas ed El Barbo.
L'ultimo ministro della Repubblica sopravvissuto, dopo aver tradito il
proprio comandante in capo, era in contatto di nuovo con il suo nuovo
padrone dopo aver raggiunto Giove.
«Mio signore, sono nella postazione che mi avete indicato
però abbiamo un piccolo problema. Pare che, durante il
viaggio nell'iperspazio, qualcuno si è intrufolato nella
nostra scia.»
«Liberati di loro velocemente, ora su Saturno siamo sotto
attacco dal principe Ilian ma anche lui finirà come
previsto. Il mio fido Cain distruggerà l'astronave terrestre
che crede di essere al riparo su Stige.»
Kherkan, chiuso il contatto con Jakall, tornò a preoccuparsi
in prima persona dei ribelli Sayan. Osservò lo schermo
mentre le astronavi guidate da Ilian, Sukrit e Kaplan scagliavano i
loro colpi sul pianeta e godeva di questo spettacolo perché
ogni missile che raggiungeva Saturno decimava la popolazione Sayan
posta nei falsi punti chiave come scudi umani.
Il Freedom Robotech stava atterrando sulla Luna nella combinazione
“cingolata” per delle riparazioni mentre il Freedom
Fly, capitanato da Hogan, era già nell’iperspazio
con l’obiettivo di raggiungere Giove in aiuto del Freedom Car
che stava attaccando le astronavi repubblicane da solo.
«Provo ad avvicinarmi il più possibile
all'astronave madre ma con il nostro solo mezzo possiamo solo farle
piccoli danni» disse Fabrix.
Mavelix chiese: «Se tentiamo una manovra a
“U”, magari si sparano tra loro.»
Il pilota del Freedom Fly stava per tentare l’opzione
presentata dall’amico quando due cannonate a “onde
moventi” spazzarono via due astronavi nemiche. Il Freedom Fly
era arrivato. «Salve signori, è un piacere vedervi
in azione» disse Hogan. «Ora però diamo
inizio alla trasformazione.»
Il Freedom Fly e il Freedom Car in pochi istanti si unirono creando un
robot cingolato che atterrò sul suolo di Giove. Dalla
torretta Brawler sparò un altro colpo a “onde
moventi” di doppia potenza eliminando altri nemici ma poi
Hogan lo fermò. «Concentra il fuoco verso quei due
satelliti, qualcosa che non quadra.»
Aveva visto giusto, i satelliti si unirono e l’equipaggio
Federale fu scosso nel vedere una Weapon X pronta a sparare. Jakall
impartì l’ordine e il colpo raggiunse in un attimo
il Freedom Mech e Giove e la potenza fu devastante da distruggere
entrambi.
«Come aveva previsto Kherkan la Federazione
crollerà per aver tentato di fermarlo» disse
ridendo il nuovo gerarca dell’Impero. Sorriso che cambio
quando si accorse di un bagliore proveniente dall’interno
della massa di gas che prima si chiamava Giove.
Le astronavi della Repubblica furono disintegrate da quel fascio solare
mentre il Freedom Mech, sopravvissuto alla Weapon X, si trovava in
grande difficoltà. Hogan, stupito, come il resto
dell’equipaggio, di essersi salvato, all’improvviso
sentì la voce della Dea che rimbombava nello spazio cosmico.
«Terrestri, correte su Saturno, è giunto il
momento!»
Nel frattempo le riparazioni sul Freedom Robotech erano state
completate e Douglas diede l’ordine per il salto
nell’iperspazio in direzione di Saturno, ma
all’improvviso gli allarmi dell'astronave iniziarono a
suonare all'impazzata. Il Freedom Robotech fu catapultato di
là delle stelle conosciute, di là dello spazio
esplorato, là, dove nessun uomo era mai giunto prima.
Disperso in un mare di stelle ignote l’equipaggio del Freedom
Robotech sentì una voce amica. «La mia amata Dea
ha dato al popolo di Mordor un ultima goccia di vita per fare in modo
che voi esseri umani non moriate perché la vostra missione
non è ancora finita. Seguite i globi di luce e quando
spariranno, sarete, dove ci sarà bisogno di voi.
Addio.»
La voce di Geno, re di Mordor sparì per sempre e nello
stesso istante, nel Sole del Sistema Solare iniziò una lunga
serie di esplosioni; gigantesche emanazioni di elio si stavano
sprigionando dalla stella creando sbuffi lunghi milioni di chilometri.
Il Freedom Robotech stava seguendo i globi di luce creati da Mordor
intanto nella zona ristoro, il presidente Williamson era a colloquio
con il Priore Angler e con Betta libera, in quel momento, dalla
connessione con la Dea Mickie. Solomon entrò nella sala di
corsa. «Signor presidente, non sappiamo come sia possibile,
ma riceviamo messaggi preoccupanti da Wigam sulla Terra nei quali sta
raccontando di strani fenomeni solari mai visti prima.»
Anche su Saturno furono visti gli strani fenomeni e Kherkan si
agitò. Lui sapeva cosa stava succedendo perché i
ricordi di tutti i suoi predecessori gli erano stati innestati nel
cervello alla nascita e ricordava chiaramente l'entità che
stava manovrando le fila preparandosi per sferrare il proprio
contrattacco. L’imperatore si alzò di scatto tra
gli sguardi attoniti dei pretoriani che stavano osservando silenziosi
la fuori uscita di sangue dal naso di Kherkan. L’imperatore,
con rabbia inaudita, distrusse il mega schermo con la sola forza delle
mani mente urlò: «Non riuscirai a
fermarmi!»
L'astronave madre di Cain subiva il fuoco del Freedom Shuttle comandato
da Andrew e poco dopo subì anche i colpi dai caccia di
appoggio guidati da Ubas ed El Barbo.
Cain ordinò: «Le astronavi di collegamento
ripieghino verso di noi, l’ammiraglia sta subendo troppi
colpi e lo scudo sta per cedere».
Con quest’azione Cain stava mettendo in difficoltà
i due caccia pirata ma con una manovra da manuale Hartigan
riuscì a portare il Freedom Shuttle all’interno
del centro di fuoco. Andrew ordinò. «Ubri, apri il
fuoco con ogni cannone, ciurma, prepararsi alla trasformazione
Mech.»
In pochi secondi lo shuttle si trasformò in un robot
d'assalto dotato di mani che fecero presa sullo scafo dell'astronave di
Cain che, immaginandosi perduto, stava già abbandonando
l’ammiraglia con una navetta. Andrew, scoperto
l’inganno, ordinò a El Barbo e a Ubri di inseguire
il fuggitivo se fosse uscito dall’astronave, ma Cain, invece,
prima di lasciare la sua ammiraglia, si apprestava a compiere
l'irreparabile. Pigiò un pulsante e dei satelliti nascosti
tra le rocce spaziali iniziarono a brillare scoprendo i meccanismi
della Weapon X.
Ubas avvertì Hartigan di lasciare la presa dell'ammiraglia
ma il pilota rispose: «Ci tengono attaccati con un raggio
traente.»
Andrew sapeva che non si poteva uscire da quella situazione e disse:
«Spero solo che la mia morte non sia vana e che El Barbo e
Ubas possano distruggere quel maledetto vigliacco Kilrathi!»
Un nuovo fascio di luce proveniente dal Sole raggiunse in un attimo i
satelliti che esplosero prima che la Weapon X si attivasse, ma Cain era
già riuscito a sfuggire evitando i caccia.
Andrew sospirò. «A quanto pare ragazzi dobbiamo
ringraziare la Dea» ma Schyry, preoccupato, disse:
«Capitano il vortice ci sta risucchiando e non possiamo fare
niente per cambiare la situazione!»
Il fascio di luce che aveva distrutto tutte le astronavi imperiali,
nello stesso tempo, disintegrò Nettuno e tutte le
costruzioni esistenti su Plutone.
Ilian e i suoi compagni stavano mettendo a ferro e fuoco Saturno quando
giunse una comunicazione da Williamson. «Qui è il
Freedom Robotech, ci siamo anche noi all'assalto finale». La
grande astronave terrestre era giunta su Saturno e in quel momento i
globi di luce scomparvero per sempre ma qualcosa altro stava facendo
impazzire tutti gli strumenti di controllo di ogni astronave e
ciò mise in allarme Douglas fino a quando,
all’improvviso, apparvero nell’orbita gli altri
mezzi spaziali della serie Freedom: il Car, il Fly e lo Shuttle. Ogni
astronave portava su di se i segni della battaglia e furono costretti a
rientrare nel Freedom Robotech che, sotto l’ordine di
Douglas, subito dopo entrò in modalità Mech
facendo appoggiare la grande astronave cingolata sul pianeta.
Pochi istanti dopo accadde ancora qualcosa di straordinario. I vari
fasci di luce usciti dal Sole ritornarono indietro svanendo nella massa
centrale della stella e, subito dopo, da essa uscì una
piccola astronave.
Nessuno si accorse di questo strano evento e i Sayan continuarono lo
loro marcia per riprendersi il pianeta giungendo finalmente nel
castello reale.
Stranamente non c’era nessuno ma Sukrit sentì
subito l’odore della trappola. «Dobbiamo
allontanarci.»
Anche Kaplan era in tensione. «Sento in continuazione dei
movimenti all'esterno e la cosa non mi piace per nulla».
«Risaliamo sull'astronave e puntiamo verso il planetoide
delle carceri reali, forse Kherkan si sarà rifugiato
là dentro» disse Ilian.
L’intuito guidava bene il principe perché, senza
che nessuno se ne fosse accorto, la navetta di Cain, sfuggita alla
distruzione su Plutone, era atterrata nel castello Sayan e su di essa
il gerarca e Kherkan avevano raggiunto proprio il planetoide che, in
quel momento, iniziava a scuotersi.
Le rocce si sfaldarono e sotto di esse apparve un’enorme
stazione da battaglia, un armamento tecnologico di nuova generazione
creato dagli scienziati Kilrathi in segreto: l’Empire I.
Il diabolico marchingegno iniziò a sparare colpi dalla
potenza pari a quella dei cannoni a “onde moventi”
colpendo varie astronavi poste intorno a Saturno, comprese quelle
imperiali.
L’imperatore, ormai folle di rabbia, stava anche per
completare la sua opera distruttrice con l’aiuto del fido
Cain. Il gerarca attivò l’interruttore per
l’autodistruzione dell’Empire I attraverso il
congegno di attivazione della Weapon X. Naturalmente Kherkan si prese
il tempo necessario per fuggire con Cain sulla navetta di salvataggio
utilizzate per raggiungere il planetoide.
Come era accaduto già durante questi giorni di guerra la
voce roboante di Mickie si sparse nell’universo, disse parole
in una lingua antica e ormai dimenticata e subito dopo tutto esplose.
Un’esplosione immensa che investì qualsiasi cosa
ci fosse attorno all’Empire I, compreso Saturno che
diventò gassoso così com’era accaduto
per Giove.
Tutti i pianeti del Sistema Solare erano stati distrutti tranne la
Terra che, dopo l’esplosione di Saturno aveva perso i suoi
eroi. Kherkan aveva vinto e poteva iniziare la conquista del pianeta
blu. La piccola navetta dell'Imperatore si stava avvicinando a grande
velocità alla Terra ma prima sostò vicino ai
piccolissimi pianeti che soggiornavano in una fascia asteroidale posta
tra Marte e Giove perché su di essi si erano nascoste, senza
mai farsi vedere, delle colonie imperiali.
Kherkan parlava con Cain del futuro. «Ricostruirò
l'Impero, il popolo terrestre sarà mio schiavo e tutti i
Kilrathi rifugiati in questi luoghi, saranno il mio nuovo esercito e
potranno vendicarsi dei soprusi subiti durante le guerre
precedenti.»
Sulla Terra il cronista di guerra Wigam, sconsolato ma ancora
determinato a essere un uomo libero, disse: «Purtroppo i
nostri soldati, orgoglio della Federazione Terrestre, sono caduti nella
grande battaglia di Saturno ma amici miei, il dolore della perdita non
deve distruggere la nostra determinazione. Io non cederò mai
all'Impero e voi, popolo terrestre, cosa farete? Sarete i loro schiavi
o combatterete ancora per la libertà? Mostriamo tutti
insieme il valore delle nostre vite!»
Purtroppo per Wigam quelle furono le ultime parole perché
Kherkan si era già impadronito di un’astronave
della Federazione e, sentito le parole di quell’uomo, la
usò per colpire e distruggere la stazione radar Atlantide e
l’isola che la ospitava, sprofondò negli abissi
dell’oceano.
Era finita, la Terra stava per incoronare come proprio tiranno Kherkan
che con la nuova astronave rase al suolo anche le altre stazioni
militari. Si rivolse al suo gerarca dicendo: «Cain, voglio
che lo sbarco dei nostri sudditi avvenga in modo immediato. Hai con te
quello che ti ho chiesto?»
«Si mio signore».
Kherkan, impegnato nella sua conquista, non si era accorto di quella
piccola astronave sbucata fuori dal Sole che dopo la battaglia di
Saturno era apparsa nei pressi del pianeta. Questa stessa piccola
astronave che si stava dirigendo proprio verso la Terra guidata da un
solo essere vivente che in ginocchio pregava la Dea Solare.
«Mia signora, tutto si è compiuto e attendo il tuo
arrivo.»
La voce della Dea risuonò nelle sue orecchie ma anche in
quelle dell'imperatore che, come scosso da un torpore indotto da
qualche magia, notò la piccola astronave sui megaschermi.
L’astronave di Kherkan raggiunse il velivolo e
l’imperatore, prima di abbatterlo, decise di parlare con
quell’essere che tutti pensavano già morto
nell’esplosione del pianeta ghiacciato Iceworld.
«Redward, tu hai tradito l'impero, hai sempre tradito la mia
fiducia!»
«Io non ho mai tradito il mio ruolo nell'Impero che prevedeva
di mediare la pace con esseri di un'altra specie. Ho sempre seguito il
percorso che la mia Dea mi indicava perseguendo la pace ad ogni
costo.»
«Falla finita» urlò Kherkan.
«Basta! La Dea Mickie è MORTA!»
Mentre l'Imperatore urlava, un grande bagliore si aprì tra
le stelle, come uno di quei varchi che avevano fatto trovare nuovi
pianeti e da esso uscì la Dea Mickie visibile per la prima
volta, in carne e ossa, dagli occhi degli uomini e dietro di lei, come
aggrappato alle sue vesti, apparve il Freedom Robotech.
Mickie disse: «Kherkan, è giunto il momento di
arrendersi perché tu, come i tuoi avi, hai perso
l’amore e con esso la guerra».
«NO MAI!» urlò l’imperatore.
Dal varco stellare uscì anche l’ammiraglia Sayan
su cui solo il principe Ilian era ancora vivo. Il ragazzo
guardò Sukrit e Kaplan stesi a terra e disse: «La
mia patria e il mio popolo non esistono più, così
com’è morto l’uomo che mi ha generato e
la donna che mi ha allevato, e ora io non ho altro da fare che
impartirti una lezione sull’onore Kherkan!»
L'astronave Sayan, con uno scatto, si schiantò in pieno
sull'astronave nemica causando un’enorme esplosione che
distrusse quasi l’intera sala comando nella quale perse la
vita il ministro Cain. L’imperatore invece, sbalzato fuori
dalla sala per lo spostamento d’aria, era ancora in vita.
Anche sul Freedom Robotech l’equipaggio era quasi dimezzato
dopo la battaglia di Saturno. Williamson era morto e al comando
generale c’era Hogan mentre al comando militare era rimasto
in vita Douglas. Proprio il comandante si accorse che
l’astronave di Kherkan si stava muovendo nuovamente quando
spuntò fuori anche il Freedom Shuttle dal nuovo varco nello
spazio.
I nuovi arrivati, guidati da Andrew, si posero davanti
all’astronave imperiale e Ubri iniziò a colpirla
sparando con tutti i cannoni disponibili. Kherkan era alle strette ma
improvvisamente si mise davanti a lui Cain. «Sono spacciato
mio signore, fuggite via e guidate il nostro popolo».
Forse per la prima volta nella sua vita l’imperatore ebbe
compassione per qualcuno, ma non si fermò a rendere omaggio
al suo sottoposto e corse senza fermarsi verso l’hangar dove
prese una navicella e scappò fuori dall’astronave
prima che Cain la facesse detonare. L’ultimo gesto di Cain
costò anche la vita dell’equipaggio del Freedom
Shuttle che si apprestava all’abbordaggio.
Ancora una volta Kherkan era vivo e anche più alterato dalla
pazzia che ormai gli aveva corroso il cervello. Senza pensarci un
attimo attivò l’interruttore per avvicinare tra di
loro i vari planetoidi su cui viveva il suo popolo e puntò
la Weapon X direttamente verso la Terra.
Sul Freedom Robotech Hogan e Douglas si scambiarono uno sguardo
d’intesa e Durin spostò l’astronave
davanti al pianeta. Douglas, attivando i cannoni a “onde
moventi”, disse: «Signori, è stato un
grande onore lavorare con voi ed è ora di chiudere davvero i
conti con quel pazzo!»
La Weapon X esplode il suo colpo esultò vedendo sia
l'astronave, sia il suolo terrestre sfaldarsi diventando arido e
desolato mentre la Dea Mickie non s’intromise questa volta
nel gesto distruttivo dell’imperatore. Solo Redward sapeva
che questo faceva avverare la profezia.
Mickie apparse dentro l’astronave di Kherkan e lo strinse in
un abbraccio pieno d’amore e l’imperatore per la
prima volta pianse. La Dea iniziò a irradiare una luce
intensa che si espanse oltre l’astronave fino quasi a Marte
inglobando ogni planetoide Kilrathi e poi tutto esplose in una grande e
scintillante fontana di luce.
Redward, nella sua piccola navetta, osservò piangendo; lui
Kilrathi, che era un alieno nel Sistema Solare, era l'unico
sopravvissuto tra tutte le genti. La Dea però gli aveva
predetto anche una vita lunghissima così da poter tornare,
un giorno, sulla Terra per aiutare una nuova razza umana che sarebbe
nata dalle ceneri di quella precedente. Redward pianse e poi si
allontanò nello spazio sconosciuto e…
…milioni di dopo sulla Terra.
Redward è davanti alla nuova costruzione creata dai nuovi
uomini. «Avete fatto tutto alla perfezione e la vostra guida
spirituale beneficerà del vostro duro lavoro nel costruire
il simbolo del legame dell'uomo con le stelle. La piramide».
Il popolo in festa inneggiò il loro signore. «RA!
RA! RA!»
THE END
Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime
Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un
omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa
produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al
processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti
prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti
lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato
da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio
all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel
suo manga “Capitan Harlock”.
- L’ordine “R2D2” e
l’autorizzazione “D3BO” sono un omaggio
ai due robot creati dal regista George Lugas per la saga Star Wars.
- Le “onde moventi” è un omaggio alla
tecnologia utilizzata dall’astronave Yamato nella serie di
Anime “Uchuu Senkan Yamato” (Star Blazers).
- Il codice “Transformer” è un omaggio
alla serie animata Transformers prodotto dallo studio Toei Animation.
- Le varie sequenze “Robotech” sono un omaggio
all’anime omonimo prodotto dalla Harmony Gold che raggruppa e
riscrive la sceneggiatura dell’anime Mascross.
N.d.A.
- Con il terzo capitolo della terza serie si chiude la saga
“Universal Wars”. Nata e pubblicata nel 2002 e
pubblicata (in una versione leggermente ridotta) nella quale i
personaggi erano accoppiati ai nickname degli utenti del mio forum
(dedicato al wrestling) i quali, attraverso anche queste storie che
scrivevo, hanno iniziato a “legare” tra loro
utilizzando i loro commenti alle parti che avevo assegnato loro.
- Vi svelo un antefatto: da admin del forum non potevo fare altro che
impersonare il cattivissimo Kherkan.
- Nel 2014 ho ripreso in mano questa storia mantenendone intatto il
concetto di base (tranne che il finale) cambiando completamente luoghi
e personaggi allineandomi alla vera Fantascienza/Fantasy di cui, a mio
parere, fa da capostipite lo “Star Wars” di George
Lucas, poi però la vita ci porta a cambiare rotta e ho
dovuto abbandonare tutto il progetto. Ho pubblicato qui Universal Wars
nella speranza di rigenerarmi in modo da riprendere in mano il progetto
abbandonato ormai da cinque anni.
- Ringrazio tutte le persone che hanno letto i tanti capitoli, spero
che nonostante i moltissimi errori non abbiano influito molto nella
vostra lettura e mi auguro che qualcuno decida di perdere un poco di
tempo per farmi sapere cosa ne pensa di questa saga.
Grazie a tutti.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3841429
|