I maestri delle Ombre

di Kiron_River
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** (prologo) Il ritorno dei Giochi delle Ombre ***
Capitolo 2: *** Il ragazzo che cammina nell'ombra (Parte 1) ***
Capitolo 3: *** Il ragazzo che cammina nell'ombra (Parte 2) ***
Capitolo 4: *** Duello nella nebbia ***
Capitolo 5: *** La meraviglia del dueling disk ***
Capitolo 6: *** L'inizio del torneo (parte 1) ***
Capitolo 7: *** L'inizio del torneo (parte 2) ***
Capitolo 8: *** La strategia del Senatore ***
Capitolo 9: *** Lo chiamano Imperatore Nero ***
Capitolo 10: *** Postumi di un duello terribile ***
Capitolo 11: *** Il Falso ***
Capitolo 12: *** Cacciatori di Taglie ***
Capitolo 13: *** Controvento ***
Capitolo 14: *** Alex sotto copertura ***
Capitolo 15: *** Sally comincia a Giocare ***
Capitolo 16: *** La potenza del Re Dragone ***
Capitolo 17: *** Sally la Necromante ***
Capitolo 18: *** Zombie contro Zombie ***
Capitolo 19: *** La trappola di Elzer ***
Capitolo 20: *** Piani incrociati ***
Capitolo 21: *** Una lunga notte ***
Capitolo 22: *** La chiamata di Stephan Kygranerd ***
Capitolo 23: *** Rotta di collisione ***
Capitolo 24: *** L'inizio delle finali (Parte 1) ***
Capitolo 25: *** L'inizio delle finali (parte 2) ***
Capitolo 26: *** L'inizio delle finali (Parte 3) ***



Capitolo 1
*** (prologo) Il ritorno dei Giochi delle Ombre ***


Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita. Termino la tediosa introduzione ringraziando tantissimo tutti quanti per aver dato una possibilità a questa storia un ringraziamento speciale va a tutti quelli che continueranno a farlo. Grazie mille.

Seduto al suo solito posto alla tavola calda che frequentava di solito, Gilbert batteva velocemente le dita sul suo computer concentrato, disturbando chiaramente gli altri avventori del locale, che si erano spostati dai posti intorno a lui. Il suo lavoro lo prendeva così tanto che non si era neanche accorto che la sua amica Sally si era avvicinata al tavolo sbirciando sullo schermo.
“ ‘Catalogo duellanti’?” lesse Sally sul monitor.
Gilbert trasalì, sorpreso dalla sua presenza alle sue spalle, ma appena il viso sottile e sorridente pieno di lentiggini della ragazza e le sue trecce bionde, si calmò subito e le sorrise in risposta.
“Sto facendo un catalogo dei duellanti di Duel Monsters più forti del mondo” rispose Gilbert orgoglioso “Sai che nessuno ha idea di chi siano davvero i grandi campioni di Duel Monsters esistenti? Eppure è un gioco molto popolare”
Duel Monsters, quel gioco di carte collezionabili che era diventato tanto di moda negli ultimi tempi e che aveva, suo malgrado, conquistato anche Gilbert.
Sally era amica di Gilbert da molto tempo e aveva imparato che ogni volta che una cosa provocava il suo interesse, che fosse lo spazio, i sottomarini o i giochi di carte, ne diventava rapidamente un esperto, reperendo in pochissimo tempo tutte le informazioni che gli servivano e mettendole insieme in qualche strambo articolo che poi pubblicava sul suo blog e sulla sua pagina di Facebook.
Stavolta era toccato al Duel Monsters, a cui Gilbert si era appassionato solo leggendone il regolamento e aveva speso diversi soldi per comprare le carte che adesso aveva nel suo Deck, che portava sempre con se. Contagiata dal suo entusiasmo, anche Sally aveva finito per farsi un Deck suo e la divertiva giocare con il suo amico durante le giornate di pioggia.
“E immagino che tu abbia intenzione di farne uno, giusto?” Chiese Sally. Domanda retorica.
“Ovvio” rispose Gilbert ancora più sorridente “Ho intenzione di raccogliere dati, interviste, carte preferite… voglio sapere tutto di questi campioni fantasma”
Sally si affacciò di nuovo al computer.
“Cominciamo bene, allora. Che diavolo di nomi sono questi?”
In effetti ogni voce della lista che Gilbert aveva stilato come bozza non aveva neanche un nome, ma solo nickname. KingDragon91, TheDrill, MachanicumZ89, e giù a seguire in una sequenza di assurdi assortimenti misti di lettere e numeri.
“Beh… quando ti dico che non si sa niente di questi giocatori non scherzo. Dato che i tornei di persona sono organizzati per lo più da singole fumetterie molti dei giocatori migliori si trovano online, e online nessuno mette mai il proprio nome. Ma tutto questo sta per cambiare”
Sally si mise a sedere accanto all’amico.
“E questo perché…?”
Gilbert volse il computer verso di lei, mostrandole una pagina web dove si stagliava centrale il retro di una carta di Duel Monsters e sopra questa una scritta: Duel Monsters World Tournament.
“Tra pochi giorni qui in città avrà luogo un super torneo mondiale di Duel Monsters e tutti i partecipanti dovranno essere qui per partecipare. Sono sicuro che tutti i duellanti più forti del mondo verranno per partecipare, e io ho intenzione di conoscerli” A questo aggiunse una faccia talmente convita e fiera che Sally non riuscì a trattenere le risate. Gilbert ci rimase male.
“Scusa, Gibby, ma è una cosa talmente stupida che neanche da te me la sarei aspettata” Esclamò la ragazza asciugandosi le lacrime venute fuori per le risate.
“Bhe, ho intenzione di riuscirci, potrei scommetterci in un Gioco delle Ombre” Esclamò Gilbert.
Oh, no, ecco che riparte.
Gilbert si era imbattuto nella storia del Gioco delle Ombre cercando informazioni sul Duel Monsters, non era altro che una creepypasta nata sul web e che probabilmente li sarebbe morta se Gilbert non l’avesse presa tanto sul serio.
“Gibby, per favore, non cominciare a fare il cretino” cercò di metterci una pezza Sally.
“Non chiamarmi Gibby” avvertì il ragazzo “E non è una cretinata, ci sono moltissime fonti attendibili che riportano l’esistenza storica del Gioco delle Ombre. Arrivano fin dall’antichità, sono stati studiati da molti esperti storici e…”
“… e nessuno ha mai dato loro retta. Perché non ci sono prove, ma solo indizi sparsi e qualche vecchio geroglifico che per quanto ne sappiamo poteva a avere un significato metaforico. C’ero anch’io quando facevi le ricerche” rispose acidamente Sally per mettere a tacere l’amico.
Gilbert fece l’offeso e per tutta risposta tirò fuori dalla tasca del suo zaino il suo Deck.
“Va bene, allora se è così ti sfiderò a un Gioco delle Ombre tramite il Duel Monsters” esclamò ridendo il ragazzino “e quando vincerò la tua anima mi apparterrà” Aggiunse un verso da fantasma da film horror di serie B e mise il Deck in tavola pronto alla partita.
Sally si rise su, ma anche lei aveva con se le carte e cominciarono a giocare.
Dopo poco che erano li, Sally e Gilbert furono sorpresi, come tutti gli altri presenti nella tavola calda dallo sbattere della porta del locale, da cui si palesò un gruppo di uomini vestiti con scalcinatissimi giubbotti neri e provvisti di passa montagne che cominciarono a avanzare a passo pesante.
“Attenti tutti quanti e fate silenzio!” Gridò uno di loro sparando due colpi in aria “Mani sui tavoli! Tu, contro il muro! Nessuno faccia scherzi, o qui la storia finisce male!”
Le grida del tipo spaventarono Gilbert e Sally che misero le mani sul tavolo di fronte su cui erano seduti e non fiatarono.
I rapinatori sbarrarono la porta con alcuni dei tavoli e minacciarono la padrona della tavola calda puntandole contro le loro armi, quindi annunciarono: “Se quelli della polizia saranno rapidi questa storia finirà a breve, quindi nessuno muova un muscolo e non cercate di fare gli eroi”
Il tono del criminale era tutt’altro che convincente e le risate dei suoi complici non aiutavano.
Il gruppo di malviventi si mise a controllare i clienti della tavola calda, ma non chiesero ne portafogli ne oggetti di valore, si limitavano a guardarli in faccia, a volte neanche serviva, e confrontavano con un foglietto che aveva in mano il loro capo. Infine si soffermarono su un uomo sulla cinquantina che sedeva a un tavolo su un lato del locale con altri due.
“Ehi, capo” urlò quello che lo aveva riconosciuto “Ci siamo, è questo per davvero”
Il capo, un energumeno con la pelle bruna e gli occhi verdi, si avvicinò all’uomo e rise tra se.
“Buon giorno, signor prefetto, lei non ci conosce e temo che continuerà a non farlo, ma lei ci serve e dovrà parlare con la polizia per nostro conto”
Il capo e un altro dei malviventi alzò il prefetto e lo portò in una stanza appartata per uscirne poco dopo senza che nessuno degli altri avventori sapesse cosa era successo.
Il capo della banda scortava il prefetto trascinandolo per il bavero della camicia verso la porta del locale, quando il suo sguardo puntò contro i Deck che Gilbert e Sally avevano ancora sul tavolo.
“Guarda guarda” fece l’energumeno, quindi ordinò a uno dei suoi uomini di prendere il prefetto. “Ci sarà tempo prima che gli sbirri portino qui quello stupido artefatto di ‘staceppa” grugnì mentre si metteva a sedere su una sedia al tavolo dei due amici “Ma si da il caso che io sia un appassionato di Duel Monsters, che ne dite di una partita per ammazzare un po’ il tempo, vi va?” Chiese ai due ragazzi.
Gilbert e Sally si scambiarono un’occhiata, ma non sapevano minimamente cosa rispondere. Spazientito, il capo della banda estrasse la pistola puntandola verso l’alto, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, un’altra persona si alzò dal proprio posto.
“Posso giocare io?” Colui che aveva parlato era un ragazzo. Forse poco più grande di Sally e Gilbert, ma nessuno ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Alto, capelli neri, vestito con una maglietta nera con disegnato quello che a occhio sembrava il simbolo di qualche gruppo heavy metal con un teschio e delle fiamme intorno.
Il capo della banda di malviventi lo guardò mentre gli altri gli puntavano le pistole contro. Il ragazzo non azzardò una mossa, se ne stette immobile dando le spalle a tutti quanti con le mani alzate sopra la testa.
L’altro sorrise “Va bene, sembra che qualcuno qui abbia le palle. Vediamo cosa sai fare” commentò l’energumeno.
“Sono abbastanza abile con il Duel Monsters” affermò il ragazzo con una calma che aveva del ridicolo in quella situazione “Ma al momento ho lasciato le carte in albergo, quindi temo che non potremo giocare. Tuttavia se accetti di fare una scommessa con me, posso proporti un altro gioco con cui confrontarci. Potrebbe essere divertente”
Il malvivente sembrò interessato “Spiegami il gioco” ordinò.
Il ragazzo si voltò verso il tavolo tenendo le mani bene in vista mentre nel silenzio generale le pistole erano tutte puntate su di lui. Appena si mise a sedere al tavolo di Gilbert e Sally, entrambi notarono lo sguardo concentrato e divertito di lui, come se stesse per affrontare un semplice gioco.
“Semplicemente” cominciò a spiegare il ragazzo tenendo gli occhi scuri fissi sull’avversario “prenderemo ognuno cinque mostri dal tuo Deck, quindi li metteremo in un preciso ordine in mano e li giocheremo in campo uno alla volta, in attacco o in difesa, l’avversario dovrà giocare il mostro che ha in mano nella stessa posizione e chi ha il valore più alto mangia l’altro. Vince chi fa tre su cinque”
La spiegazione fece divertire il malvivente che posò la pistola sul tavolo e estrasse il Deck.
“D’accordo, ragazzo, mi piace questo gioco. In quanto alla scommessa?”
“Se vinco io questo Gioco delle Ombre dovrai lasciare il posto insieme ai tuoi uomini senza esitazione”
Il malvivente rise sguaiatamente alle parole del ragazzo, che per tutta risposta continuò a fissarlo intensamente con il solito sguardo.
Capito che l’altro era serio, il capo della banda replicò: “E se vinco io?”.
“Non hai che da scegliere” rispose.
Il capo banda si guardò intorno, non c’era niente che quel ragazzo potesse offrire come scommessa che potesse valere qualcosa, quindi era il caso di fare pressione sul resto degli astanti.
L’occhio gli cadde su Sally. Fino a quel momento non ci aveva fatto caso preso dal lavoro, ma era una ragazza davvero carina, ancora un po’ acerba visto che aveva si e no 17 anni, ma carina.
“Lei!” asserì l’energumeno indicando la ragazza con un gesto della testa e passandosi la lingua sulle labbra “Se vinco io, io e i miei ragazzi ce la spassiamo con lei”
Sally sbarrò gli occhi. Come era finita in mezzo a questa disputa?
“Andata” rispose il ragazzo dai capelli neri.
“Cosa?!” urlarono in coro Sally e Gilbert, ma vennero subito zittiti dal capo dei malviventi, che impugnò di nuovo la pistola.
Ottenuto i silenzio l’energumeno continuò: “Allora cominciamo. Chi da le carte?”
“Facciamo così” rispose l’altro “comincia tu a scegliere la prima carta per me e io gioco per primo”
L’altro annuì e improvvisamente l’aria si fece cupa. Fino a quel momento la tensione aveva impregnato la tavola calda, ma appena il gioco aveva avuto ufficialmente inizio qualcosa era cambiato. Sally se ne accorse subito e Gilbert un attimo dopo: sbuffi di una strana nebbiolina nera erano apparsi intorno al tavolo, ma i clienti del locale non sembravano farci caso, al contrario della banda dei malviventi, che si scambiavano commenti in merito. Il loro capo era talmente concentrato da non accorgersene neppure.
La prima carta da scegliere toccava quindi al capo dei malviventi, che prese dal suo Deck una carta Spettro Oscuro, che aveva nel Deck solo per fare numero e non aveva mai usato. Dette la carta all’avversario e sorrise, quindi gli porse il Deck. L’altro lo esaminò per bene e ne estrasse un Drago Fuciliere La Bestia Versatile che passò al capo della banda. Quello rise di gusto e esclamò che quella era la carta più forte che aveva. Toccava di nuovo al malvivente, che pescò un Cavaliere Robotico, mentre a lui toccò giocare con Antica Scimmia Scarlatta. Il malvivente rise di nuovo e scelte per il suo avversario un Naturia Guardiano. La risposta fu Drago Cacciatore. Per il ragazzo poi toccarono Abisso Splendente e Drago Golem, mentre al capo banda toccarono Il Giudicatore e Caius Monarca dell’Ombra.
L’energumeno continuava a ridere sguaiatamente.
“Ma almeno conosci le regole del gioco?! Sembra che al tuo amico non interessi per niente cosa ti succederà” esclamò il tipo rivolto a Sally. Aveva ragione, pensava Gilbert che aveva assistito allo scambio. Tutti i mostri che il ragazzo aveva dato al suo avversario erano più potenti di quelli che aveva avuto lui, non c’era modo che potesse vincere. Stranamente invece Sally era calma. In tutto questo nessuno sembrò far caso al fatto che la nebbiolina nera era aumentata.
Il ragazzo mise a posto le sue carte.
“Abbiamo deciso che tocca a me giocare per primo, quindi…”
Il ragazzo giocò Naturia Guardiano in Attacco e l’altro glielo prese con il Drago Fuciliere Bestia Versatile.
“Ah, e uno!” esclamò l’avversario.
Il ragazzo giocò quindi l’Abisso Splendente in attacco, che subito venne mangiato dalla Antica Scimmia Scarlatta.
“E due! Già mi pregusto questo bocconcino” Disse quello facendo lo sguardo da maniaco e accarezzando la spalla di Sally.
Gilbert era terrorizzato, ma appena posò gli occhi sulla sua amica la vide trattenere a stento le risate.
La cosa non sfuggì al malvivente. Nessuna delle ragazze che erano state stuprate dalla sua banda aveva mai riso.
“Che significa quella risata?” Chiese l’energumeno.
“Se non ci sei arrivato ancora mi sa che ti servirà un disegno” ridacchiò la ragazza. Gilbert era troppo spaventato per capire.
Il ragazzo misterioso fece da voce spiegona della situazione: “La ragazza qui ha più senso dell’osservazione di te, non hai visto che tipo di mostri ti ho dato? Hanno tutti un alto punteggio d’attacco, ma una difesa mediocre, e il gioco prevede scontri sia in attacco che in difesa”
Detto questo il ragazzo giocò Cavaliere Robotico in difesa. L’altro dette subito un’occhiata alla difesa del mostro che aveva in mano. Drago Cacciatore aveva meno punti di difesa dell’avversario, quindi l’uomo cercò di prendere la carta che stava dietro, quella del Giudicatore, ma non ci riuscì. Non appena toccò la carta retrostante, una forza invisibile fece allontanare la sua mano contro la volontà del proprietario, che invece prese la carta di fronte e la giocò in difesa.
“Mano mia” commentò il ragazzo, e si prese la carta dell’avversario “Non è possibile infrangere le regole di un Gioco delle Ombre” aggiunse con un sorriso maligno.
“Le prime due carte in cima erano un’esca, mi servivano a capire se eri davvero così stupido da ordinare le carte esattamente come te le avevo date e ho vinto la scommessa. Ora tocca ancora a me”
Il ragazzo giocò quindi la carta del Drago Golem in posizione di difesa, superando di gran lunga il Giudicatore dell’avversario.
Anche stavolta l’avversario cercò di barare mettendo la carta in posizione di attacco, ma non ci riuscì, la sua mano era ancora guidata dalla forza invisibile e si rifiutava di obbedire.
“Mia anche questa. Ultima mano” concluse il ragazzo, e giocò lo Spettro Oscuro in posizione di difesa.
L’altro fu suo malgrado costretto a mettere Caius, Monarca dell’Ombra in difesa, posizione nella quale risultava più debole del mostro avversario e venne quindi sconfitto.
Il gioco era terminato. Il ragazzo si alzò sogghignando.
“Ho vinto. Come da accorda invito te e i tuoi uomini a andarvene senza fare altri danni”
Furioso e impazzito per il risultato del gioco, il capo dei malviventi si tolse il passamontagna, rivelando il volto duro e abbronzato che sembrava scolpito nel legno, con una vistosa cicatrice sulla guancia sinistra sotto dei lunghi capelli biondo sporco.
L’uomo afferrò la sua pistola e la puntò contro il suo avversario.
“Non così in fretta. Il gioco era truccato, e tu sapevi di vincere. Non ho il dovere di rispettare nessun accordo con un imbroglione come te!”
Sally e Gilbert trattenevano il fiato sbarrando gli occhio per la tensione, ma l’altro rimaneva calmo, e il suo sguardo, per quanto concentrato e divertito un attimo prima si fece gelido e severo.
“Non si trasgredisce mai un patto fatto con il Gioco delle Ombre. Non è una cosa saggia” commentò guardando negli occhi il malvivente.
Improvvisamente partì un colpo e uno degli uomini che stava con l’energumeno cadde pesantemente a terra morto in una chiazza di sangue. L’uomo che aveva sparato era uno degli altri membri della banda, che rimase per un attimo intontito di fronte al cadavere del compagno quindi buttò lo sguardo contro il capo confuso.
“Che ti è saltato in mente?” Sbraitò il capo.
Neanche il tempo di dirlo che anche il killer fu freddato da un altro dei membri della banda.
“Non c’è scampo per lo sconfitto in un Gioco delle Ombre, e per chi trasgredisce le regole è ancora peggio” Aggiunse il ragazzo ormai entrato in modalità ‘spettro vendicativo’.
Uno a uno i membri della banda si fecero fuori tra loro sotto lo sguardo terrorizzato degli avventori della tavola calda che urlavano in preda al panico. Infine rimase solo uno di loro e il capo. L’ultimo membro dei malviventi ancora vivo puntò la sua arma contro il proprio leader, che per tutta risposta puntò a sua volta e fece fuoco, freddandolo sul colpo.
Impietrito dalla scena, il capo dei malviventi tornò a puntare la pistola contro il suo avversario.
“Tu! Sei stato tu! Come hai fatto?!” sbraitò.
Proprio in quel momento una figura in semi trasparenza apparve agli occhi del perdente, proprio davanti al suo avversario. Era un vero mostro. Un grosso mostro nero con la faccia vagamente somigliante a un incrocio tra uno squalo e un serpente, un corpo massiccio di forma umanoide, ma con un addome pronunciato da cui usciva un grosso serpente nero.
La creatura si era materializzata tra il ragazzo e il rapinatore, che si fermò terrorizzato a guardare la creatura, che lo squadrava dall’alto in basso.
Sally guardava con gli stessi occhi la creatura che gli si palesava di fronte, mentre stranamente Gilbert e tutti gli altri nel locale sembravano non vederla.
“Zorc L’Oscuro, maestro delle tenebre veglia con giustizia sull’assoluta imparzialità del Gioco delle Ombre” disse il ragazzo “Nessuno può sfuggire alle sue regole, e se ci prova il prezzo da pagare è molto alto”
“Tu che incutevi timore negli altri utilizzando i tuoi seguaci come scudo e la tua possanza fisica, adesso sei rimasto da solo, e non riuscirai mai più a guardare la gente dall’alto in basso”
Appena terminate queste parole, il serpente che usciva dall’addome del mostro cominciò a muoversi e attaccò il malvivente. La pistola gli cadde dallo spavento e il grosso serpente lo azzannò alle gambe facendolo urlare di dolore. Tra le urla, le lacrime e il sangue che uscivano dal corpo del malvivente, il mostro procedette a divorare morso per morso entrambi gli arti inferiori, lasciandolo a terra agonizzante e in un lago di sangue finché non svenne per il dolore.
Finita la procedura il mostro scomparve insieme alla nebbiolina nera che aveva avvolto il campo di gioco fino ad allora. Sia Sally che Gilbert dovettero trattenere un conato di vomito, mentre qualcun altro nella sala non ci riuscì.
Il ragazzo dai capelli neri, che fino a quel momento era rimasto immobile e impassibile, raccolse le carte dell’avversario ormai inerme.
“Dato che non hai adempiuto alla tua parte del patto, al vincitore di un Gioco delle Ombre spetta comunque un premio, quindi mi prendo le carte del tuo Deck come retribuzione della mia vittoria”
Detto questo a chissà chi, il ragazzo prese la via della porta sul retro e uscì indisturbato dal locale mentre dall’ingresso principale irrompevano gli agenti di polizia.
Appena ripresasi dallo shock, Sally si accorse che la ferita del malvivente si era immediatamente cicatrizzata.

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Capitolo 2
*** Il ragazzo che cammina nell'ombra (Parte 1) ***


Ovviamente nessuno dei testimoni dell’accaduto riuscì a dare una spiegazione convincente alla polizia di cosa fosse successo alla tavola calda. Per quanto hanno visto loro la situazione si era svolta in modo troppo strano: una banda di rapinatori erano entrati per prendere il prefetto, poi il capo di era messo a giocare a carte con un ragazzo e subito dopo i suoi uomini si sono uccisi tra di loro finché non è rimasto da solo e per un qualche motivo un attimo dopo era svenuto a terra e senza gambe.
Nessuno ci aveva capito molto, tranne Gilbert a quanto pare.
“Era un Gioco delle Ombre, uno vero!” Esclamò entusiasta il ragazzo saltellando intorno a Sally come un bambino in cerca di attenzioni.
“Non lo so, Gibby” Rispose Sally “Era tutto molto confuso, non penso che ci convenga trarre conclusioni affrettate”
“Ma non hai visto? Era proprio come nelle linee teoriche di quegli studiosi che ho contattato: un gioco all’ultimo sangue di cui non si possono infrangere le regole e in cui bisogna scommettere qualcosa di prezioso, e a chi perde o infrange le regole spetta una punizione terribile. Torna tutto, non può essere altro”
Sally non aveva parlato al suo amico dell’apparizione del mostro nero che evidentemente avevano visto soltanto lei e i giocatori, ma nonostante questo non voleva credere a quello che aveva visto, ne pensare a cosa sarebbe potuto succedere se le cose fossero andate male. L’unica cosa a cui pensava era l’assoluta calma con cui aveva affrontato la situazione alla tavola calda. Nessuno se la sarebbe mai aspettata da lei, neanche lei stessa.
Con Gilbert continuava a saltellarle intorno facendo rimbalzare le larghe tasche dei pantaloni piene di tacquini e lo zaino con il computer, Sally continuava a camminare stretta nelle spalle cercando di non pensare, poi la stupida idea di Gilbert.
“Dobbiamo ritrovare quel ragazzo” Esclamò.
Sally lo guardò sorpresa e spaventata. Sperava con tutto il cuore che l’amico non arrivasse a tanto.
“Ma anche no!” fu la risposta pronta della bionda.
“Come no?! Dobbiamo ritrovarlo, se ha a che fare con il Gioco delle Ombre devo parlarci. Potrebbe sapere delle cose sul mondo del Duel Monsters che neanche il suo creatore”
Il tono di Gilbert era fin troppo entusiasta per essere uno scherzo.
“No, Gilbert, non possiamo andare dietro a un tizio del genere. Non so cosa sia successo la dentro, ma fatto sta che dopo che è apparso otto uomini ci hanno rimesso la vita e uno le gambe, per non parlare poi…”
Sally frenò la lingua, la presenza di un mostro avrebbe dato ancora più motivo da Gilbert di indagare e lei tutto voleva fuorché mettere in pericolo se stessa e il suo amico.
“Ok, allora lo cercherò da solo. Ha parlato di un Deck e di un albergo, quindi deve essere per forza in città per il torneo, lo cercherò dove vengono registrate le iscrizioni. Sono sicuro di trovarlo”
Sally chiuse gli occhi e tirò un respiro profondo per non rischiare di prendere a pugni il suo amico, che, purché poco più alto di lei, era di costituzione decisamente fragile e persino lei che non era neanche lontanamente una body builder lo avrebbe steso facilmente.
Non ci fu niente da fare, nonostante le insistenze di Sally, Gilbert organizzò appostamenti di ore davanti agli uffici delle iscrizioni ogni giorno per i tre giorni successivi, ma del ragazzo dai capelli neri e la maglietta heavy metal neanche l’ombra.
Il quarto giorno che Gilbert aspettava davanti al terzo ingresso, Sally era con lui, ormai solo per far finta di dargli conforto morale che per tentare di portarlo via, tanto non ce l’avrebbe fatta.
Seduti su una panchina di pietra all’ombra di un albero, Gilbert fissava insistentemente l’entrata della fumetteria dall’altra parte della strada, uno di luoghi in cui si poteva effettuare l’iscrizione per il torneo.
“Ora che ci penso, perché non ti iscrivi anche tu?” Chiese Sally a bruciapelo.
Gilbert non ci aveva mai nemmeno pensato.
“Al torneo?” le fece eco sorpreso “Ma neanche per sogno” Rispose convinto prima di tornare a guardare la fumetteria.
“Perché? Non eri te quello appassionato e esperto del gioco?”
“Appassionato si, esperto forse, ma non da torneo” rispose il ragazzo “Non sono neanche mai riuscito a vincere un torneo cittadino, figuriamoci se riuscirei a fare qualcosa in un torneo mondiale”
Sally stette zitta. In effetti era vero che Gilbert non era così bravo a giocare. Conosceva a memoria ogni carta esistente e i suoi effetti, ma quando giocava andava facilmente nel panico e non riusciva a calcolare bene le mosse giuste, in particolare con avversari bravi a provocare.
“Al massimo dovresti partecipare tu”
Anche Gilbert a affermazioni a bruciapelo era messo bene.
“Come io?! Sei tu quello che smania per Duel Monsters” Rispose Sally.
“Si, io sono quello che ha comprato la prima bustina, poi sei te che sei diventata brava e io sono rimasto indietro”
Il sorriso di Gilbert era sempre stato convincente e anche quella volta Sally non riuscì a non pensare che avesse ragione, ma aveva duellato troppe poche volte e quasi esclusivamente contro di lui per poter dire di essere davvero brava.
“Ehi! Guarda laggiù!” Disse improvvisamente Gilbert allungando la schiena verso la strada.
Sally voltò lo sguardo e notò davanti alla porta della fumetteria qualcuno entrare, era alto e piuttosto robusto, con i capelli neri a metà collo, un paio di jeans e una maglietta nera con un teschio.
I due si guardarono negli occhi: è lui!
Velocemente Gilbert si alzò dalla panchina e si precipitò alla volta della fumetteria quasi trascinandosi dietro Sally, che francamente ne avrebbe fatto a meno.
Una volta entrati, in mezzo alla gente che stava a guardare i fumetti, le action figures e ovviamente le cartine, i due amici individuarono il ragazzo della tavola calda intendo a controllare le espansioni di Duel Monsters, ampliata per l’occasione.
Gilbert gli s avvicinò lentamente, accostandosi come se fosse preso anche lui dalle bustine in esposizione mentre Sally se ne stava a distanza a guardare la scena.
“Io generalmente mi butto sui mostri TERRA, sono piuttosto versatili e ci si possono creare molte combinazioni diverse” Disse Gilbert per rompere il ghiaccio.
Il ragazzo, preso leggermente alla sprovvista dall’affermazione si voltò a squadrare l’altro che gli sorrise leggermente. Quindi sorrise a sua volta.
“I mostri TERRA sono senza dubbio versatili, ma generalmente possono solo rimanere in campo per attaccare e difendere, io cerco qualcosa di più complesso, per questo uso mostri OSCURITA, hanno molta più cattiveria intrinseca e sanno sfruttare i punti molli degli avversari per sconfiggerli”
Gilbert si sentì un attimo a lezione davanti a quella spiegazione, non sapeva se fosse un giocatore esperto o meno, ma sicuramente sapeva quel che diceva.
“Quindi prenderai un’espansione di mostri OSCURITA?”
“Si, ma non ho molta fortuna con le espansioni singole, devo sempre contare sugli scambi”
“Allora facciamo così: te la scelgo io la bustina, te la compri e la apro io, vediamo se ho più fortuna di te”
Il ragazzo in nero guardò stranito il suo sorridente interlocutore non sapendo se stava cercando di fregarlo o solo di fare amicizia, e in entrambi i casi non si sentiva tranquillo. Comunque accettò.
La cosa si risolse per il meglio, perché a quanto pare il ragazzo trovò delle buone carte nella bustina pescata da Gilbert. Una volta allontanatisi dal bancone, i due si riunirono a Sally.
“Malverik, questa è la mia amica Sally, dovresti ricordarti più di lei che di me” li presentò Gilbert.
Sally tese la mano “Sono Sally, piacere”.
In un attimo il ragazzo si ricordò e ritrasse la mano dalla ragazza.
“Ora ricordo dove vi ho già visti: siete quei due ragazzi della tavola calda” Disse con sospetto “E dubito che il nostro incontro qui sia un caso”
Sally ritirò la mano e si ritirò stringendosi tra le spalle.
“Infatti non lo è” riprese Gilbert “Ti abbiamo cercato proprio per chiederti di cosa è successo alla tavola calda. Quello che hai fatto con quel tipo era un Gioco delle Ombre, vero?”
Malverik lo squadrò con sospetto, poi con un rapido gesto del dito gli indicò di uscire e precedette i due amici a passo svelto.
Una volta fuori, Malverik svoltò rapidamente dietro il negozio, imbucandosi sul retro dello stesso, dove stavano accatastati solo un mucchio di scatoloni e nessuna forma di vita visibile.
“Cosa sapete del Gioco delle Ombre?” Le parole del ragazzo in nero sembrarono particolarmente pesanti. Pronunciate con un tono severissimo mentre lui si era messo di spalle al muro in ombra del retro del negozio, diventando un tutt’uno con le tenebre.
Gilbert si spaventò davanti allo sguardo indagatore del suo nuovo amico, che sembrava volerlo aprire in due da un momento all’altro con un qualche potere mentale. Sally al contrario reggeva quello sguardo nonostante la situazione continuasse a non piacerle.
“Cosa ne sapete e cosa ne volete sapere?” Chiese di nuovo l’altro.
Fu Gilbert, raccolto il coraggio, a rispondere.
“Soltanto che esiste, e ne vorrei sapere di più” balbettò Gilbert “Ti ho visto giocare un Gioco delle Ombre e vorrei saperne di più”
Lo sguardo di Malverik si ammorbidì leggermente, ma non era per niente rassicurante.
“No tu non vuoi saperne di più. Non lo sai ancora, ma non vuoi saperne nulla; non è qualcosa che si può sostenere solo con la curiosità, e proprio perché mi sembri mosso solo da quella, lascia che ti consigli di non averci niente a che fare, non ne viene nulla di buono”
Sally fece un facepalm che si poteva sentire da tre isolati di distanza. Quello con cui stavano parlando non lo sapeva, ma così rendeva solo Gilbert più curioso.
“Mi spiace, amico, ma non mi smuovo, voglio sapere che cos’è il Gioco delle Ombre e capire cosa c’entri con il Duel Monsters. Hai intenzione di dirmelo?”
Come volevasi dimostrare, Gilbert aveva ormai superato la paura con la curiosità.
L’altro tirò un sospiro nervoso, quindi squadrò di nuovo i due e scosse la testa.
“D’accordo, ti dirò quello che so sul Gioco delle Ombre, ma prima devo essere per lo meno sicuro che sopravvivreste a uno” quindi puntò il dito contro di loro “Per fare ciò vi sfido a un Gioco delle Ombre, una sfida semplice, ma vi avverto che se vincerete potrete avere le informazioni che cercate, mentre se vincerò io vi dimenticherete di me e di tutta questa storia. Siamo d’accordo?”
Sally fece un passo indietro intimando Gilbert a non accettare la sfida, ma ormai il ragazzo era irremovibile.
“D’accordo, dai le tue regole” esclamò Gilbert con enfasi.
“Le regole sono semplici: un indovinello. Niente di più. Io vi farò una domanda, avete un solo tentativo a testa per rispondere e se entrambi darete la risposta sbagliata o non risponderete entro la fine del tempo scandito dalla clessidra, io avrò vinto. Se invece anche uno solo di voi due darà la risposta esatta avrete vinto voi. Non vi è permesso confrontarvi”
Quale clessidra? Pensò Sally.
“Va bene, ci sto, ma lascia fuori Sally, lei tutto vuole fuorché entrare in questa storia” Disse Gilbert
“Impossibile, la sfida è per entrambi, anche lei deve accettare” Risposte Richard
Gilbert si voltò verso l’amica che lo guardò negli occhi. Lo sguardo fermo e convinto di Gilbert le dette coraggio, comunque sia non avrebbe mai lasciato il suo Gibby da solo, quindi…
“Va bene, accetto anch’io la sfida”
Appena Sally finì di pronunciare queste parole l’intera area intorno si riempì si quella strana nebbia nera che era apparsa anche alla tavola calda, circondando in pochi secondi tutti i partecipanti.
“Ecco la mia domanda: Siamo in Egitto, in piena estate. Un contadino torna a casa dopo una lunga giornata di lavoro e, aprendo la porta, vede Cleopatra e Marco Antonio morti e senza nessun segno di lotta sul pavimento in mezzo a dei cocci di vetro. In casa dell’uomo non ci sono altre persone oltre e lui. Come sono morti Cleopatra e Marco Antonio?”
Tra loro e Malverik si materializzò una enorme clessidra con sabbia nera che cominciò a scorrere.

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Capitolo 3
*** Il ragazzo che cammina nell'ombra (Parte 2) ***


La comparsa della nebbia e della clessidra aveva non poco disorientato Sally e Gilbert che erano rimasti ammutoliti a fissare l’oggetto comparso in mezzo al vicolo. La clessidra era alta come un uomo, con le basi molto larghe in metallo dorato così come le asticelle che la reggevano ai lati, il corpo principale invece era in vetro e conteneva una sabbia nera a grani piuttosto grossi che avevano già cominciato a scendere.
Gilbert non avrebbe saputo calcolare con certezza quanto tempo fosse avrebbe impiegato la clessidra a svuotarsi, ma a giudicare dalla velocità con cui la sabbia scendeva doveva essere non più di un’ora.
Si affrettò quindi a esaminare il quesito di Malverik che intanto si era appoggiato al muro della fumetteria e scrutava con attenzione entrambi.
Il ragazzo aveva parlato di Cleopatra e Marco Antonio, morti sul pavimento del soggiorno di un contadino, e già questo fece sorridere Gilbert, che non si capacitava di cosa potessero farci la regina d’Egitto e il suo amante nella casa di un plebeo. Gilbert si ricordò quindi dell’ultima parte della domanda: ‘non ci sono altre persone nella casa oltre al proprietario’ e quindi pensò che quelli morti a terra potessero non essere i veri Marco Antonio e Cleopatra, ma solo delle figure. Una scultura? Un dipinto? Ecco, poteva essere un dipinto, poteva darsi che un quadro rappresentante la morte delle due figure storiche fosse appeso alla parete e fosse caduto, questo spiegava anche la presenza di cocci di vetro, parte del pannello di vetro che copriva il quadro, andato in pezzi nella caduta.
“Erano in un quadro! Un quadro su cui è rappresentata la morte di Marco Antonio e Cleopatra è caduto mentre il contadino era via e rompendosi ha lasciato i cocci di vetro a terra” Rispose sicuro Gilbert.
Malverik lo squadrò alzando un sopracciglio.
“Risposta sbagliata, Gilbert” decretò freddamente il ragazzo in nero.
Gilbert rimase con gli occhi sbarrati, incredulo all’idea di aver sbagliato la risposta. Il suo ragionamento gli sembrava corretto. Dove aveva sbagliato?
Meditando su questo, alzò l’indice per parlare contro Malverik, che repentinamente gli segnalò con un gesto di star zitto e indicò un punto dietro di lui.
Gilbert si voltò e vide Sally ancora pensierosa, stupendosi di se stesso per essersi dimenticato che fosse con lui.
Il tempo continuava a passare e Sally non accennava a dare una risposta.
Gilbert, consapevole che avrebbero perso il Gioco se avesse provato a parlarle o anche solo a comunicare, sudava freddo mentre ancora pensava a quale errore di ragionamento potesse aver fatto nel dare la sua risposta.
Quando la sabbia era ormai giunta agli sgoccioli e mancava meno di un minuto alla fine, Sally alzò lo sguardo serio su Malverik.
“La boccia dei pesci è caduta” affermò la ragazza.
Gilbert la guardò stranito, ma prima che potesse chiedersi che diavolo di risposta fosse quella, Malverik sorrise divertito.
“Risposta esatta” sentenziò il ragazzo.
In pochissimi secondi la nebbia nera si dissolse e anche la clessidra svanì nel nulla lasciando i tre alla luce di quel caldo pomeriggio.
Malverik, ancora sorridente, si avvicinò ai due amici con le mani alzate.
“Ok, avete vinto, complimenti. Ora potete farmi tutte le domande che volete” disse mimando una resa.
“Comincio io” replicò prontamente Gilbert.
Sia Malverik che Sally si voltarono verso di lui.
“Cosa c’entrano i pesci con Marco Antonio e Cleopatra?” Chiese ingenuamente il ragazzo.
Malverik scoppiò a ridere e anche Sally non riuscì a trattenersi, lasciando Gilbert imbambolato e con la vaga sensazione di essere preso per i fondelli.
I tre si diressero verso una gelateria poco lontana e per strada Malverik svelò a Gilbert il ragionamento corretto:
“Chiedendo come Cleopatra e Marco Antonio erano morti la domanda presupponeva che fossero stati vivi fino a un certo punto, per questo la teoria del quadro o dell’effige non regge. Inoltre hai dimenticato un indizio nella domanda: il fatto che siamo in Egitto in piena estate. Non so se sei mai stato in Egitto, ma ti assicuro che d’estate non fa fresco, e se una boccia di vetro contenente dell’acqua cade da un mobile e la versa sul terreno, tempo pochi minuti e l’acqua è evaporata. Cleopatra e Marco Antonio nella domanda non erano i due personaggi storici, ma solo i pesci del contadino a cui aveva dato due nomi altisonanti, lo si poteva capire dal fatto che non ci fossero ‘persone’ nella casa, non che non ci fossero altri esseri viventi”
Malverik aveva un modo tutto suo di parlare per strada. Mentre spiegava a Gilbert la sua domanda camminava all’indietro anticipando i due amici, che lo seguivano mentre lo guardavano divertiti mentre lui accompagnava le sue parole con ampi movimenti delle braccia, rischiando ogni tanto di colpire qualche passante che andava nella direzione opposta.
La prima cosa a cui pensò Sally fu un caso di personalità multipla: il ragazzo che avevano davanti adesso era molto diverso da quello che avevano affrontato nel vicolo, poco più di quanto lo era di quello che avevano conosciuto nella fumetteria. Come se riuscisse a cambiare attitudine a seconda della situazione.
Arrivati nella gelateria, i tre si presero un cono a testa e Malverik cominciò la sua spiegazione.
“Il Gioco delle Ombre… A dir la verità non ne so molto nemmeno io che ci sono dentro. Ho capito, facendo qualche ricerca, che anticamente era una sorta di rituale per stregoni. Ne più ne meno che una sfida, in cui si mettevano alla prova capacità magiche e celebrali per dimostrare di essere più potente dell’avversario e al contempo cercare di acquisire più potere.
“Di base qualunque sfida può essere usata per fare un Gioco delle Ombre. Dalla morra cinese, a un incontro di boxe, fino anche a una partita a scacchi, ai giochi di carte, l’importante è definire con chiarezza le regole in modo che il gioco possa farle rispettare”
“Aspetta” Interruppe Gilbert “Il Gioco fa rispettare le regole?”
“Si… hai presente prima quando abbiamo giocato? Sbaglio o ti eri dimenticato della presenza di Sally con te?”
Gilbert si vergognò leggermente per quella cosa e gettò un’occhiata di sfuggita alla sua amica, che gli sorrise e lo consolò con una carezza sulla spalla.
“Tranquillo, è normale” Disse Malverik ridendo “Il Gioco delle Ombre agisce sulla mente dei partecipanti per fare in modo che rispettino le regole. Quello che è successo a te è dovuto al fatto che una delle regole che ho posto era di non farvi confrontare l’uno con l’altra in nessun modo. Il resto lo avete visto, si tratta di una semplice scommessa sulla propria vittoria, e lo sconfitto viene costretto a fare mantenere la parola, ma se non lo fa, il vincitore deve scegliere una punizione per contrappasso”
“La cosa che è successa alla tavola calda?” Chiese Sally ancora inorridita dallo spettacolo.
“Esattamente” Rispose Malverik “In quel caso adempiere alla condizione della sconfitta spettava solo allo sconfitto, quindi quando ha scelto di non farlo…” Malverik aveva capito che la ragazza non aveva ancora digerito la sua performance, e il sospetto che avesse visto Zorc pendeva su di lui come una spada, per questo preferì tacere. Non lo fece però Gilbert.
“Ma la punizione non ti è sembrata un po’ esagerata per quel tipo?” chiese a Malverik il ragazzo aspirante giornalista.
Ecco, ora Malverik non poteva esimersi dal rispondere in modo veritiero e approfondito.
“Probabilmente si, ma il Gioco non agisce secondo giustizia o clemenza, si tratta solo di poste in gioco, se entrambi i giocatori accettano la sfida significa che sanno a cosa vanno incontro; sanno cosa possono vincere, ma anche cosa possono perdere, e se dopo la fine del gioco si rimangiano la parola, il Gioco delle Ombre agisce, e a lui non piace la clemenza” rispose Malverik.
Gilbert sembrò soddisfatto e questo creò un attimo di silenzio. Rotto a sorpresa da Sally
“A ‘lui’ il Gioco?” Chiese cupamente la ragazza.
Malverik sospirò nervoso e chiudendo gli occhi, poi dette un paio di morsi al suo cono e rispose.
“ ‘Lui’ Zorc”
Gilbert tornò a protrarsi sul tavolino della gelateria.
“Chi?” Chiese il ragazzo “Chi è Zorc?”
“Zorc l’Oscuro è il garante delle regole ferree del Gioco delle Ombre, è lui il potere che sta dietro al Gioco: amministra i campi di battaglia, fornisce ciò che serve per giocare, controlla e segue chi è in grado di bandirlo, e fa in modo che il Gioco delle Ombre resti giusto, a modo suo, come è da sempre e dovrebbe continuare a essere”
Gilbert era rimasto stregato da quella storia e si prese qualche attimo per metabolizzare il tutto; al contrario Sally aveva gli occhi sgranati a guardare Malverik imploranti per una risposta che non tardò ad arrivare.
Si, era lui. Sembrò dire Malverik con un cenno del capo.
Ripresosi dal momento di riflessione, il giovane giornalista estrasse un tacquino dalla tasca e si rivolse ancora a Malverik. Ora che era li voleva sfruttare l’occasione per sapere quanto più possibile.
“Tu come ci riesci?” Chiese Gilbert “Come riesci a creare un Gioco delle Ombre?”
Malverik squadrò Gilbert con un’occhiata.
“Attento alla parole che usi; un Gioco delle Ombre non si crea, esiste a prescindere. Ci sono persone che possono bandire una sfida facendola diventare un Gioco delle Ombre. E per rispondere alla tua domanda: mi spiace, ma non ne ho idea”
Gilbert alzò lo sguardo sull’altro smettendo per un attimo di prendere appunti, mentre Sally, in disparte, ascoltava in silenzio.
“Inutile che mi guardi così. Non lo so davvero; da quel che mi ricordo bandii un Gioco delle Ombre inconsapevolmente durante una partita di Duel Monsters qualcosa come cinque o sei anni fa, ma non so ne il come ne il perché”
La risposta di Malverik era parsa rassegnata, come se la cosa non lo interessasse, quantomeno non più.
“Hai cercato di capirlo?” Chiese ancora Gilbert insistente.
“Per un po’ si, ma poi ci ho fatto l’abitudine, può rivelarsi anche utile in alcuni casi ed è divertente giocare con qualcosa di grosso in palio” Rispose Malverik in maniera strafottente.
A Sally non era sfuggita la nota cinica e maligna di quella frase.
Gilbert finì di annotare tutto quanto sul tacquino, quindi lo richiuse e lo rinfilò in tasca.
“Ok, con le Ombre abbiamo finito” aggiunse con il suo solito sorriso “Ora parliamo di te, sei qui per il torneo?”
Malverik tornò sorridente e cordiale.
“Per il mondiale di Duel Monsters, si, sono qui per questo. Ho risparmiato parecchio per potermi permettere un volo fin qui dall’Argentina. Spero ne valga la pena”
“Miri alla vittoria?” chiese ancora Gilbert.
“Ovviamente” rispose Malverik alzando le mani e mettendosele rilassatamente dietro la nuca “Modestia a parte, mi ritengo un buon giocatore, online me la vedo con i migliori, e il passo più difficile è stato recuperare tutte quante le carte che mi mancavano rispetto al mio Deck virtuale, ma visto che ci sono riuscito, non mi ferma più nessuno”
Gilbert rise alla ostentata spavalderia del suo nuovo amico e anche Sally schiuse un sorriso, ma Malverik continuava a intimorirla e non fece di più.
“Anche tu giochi, no? Ti iscriverai?” chiese l’argentino a Gilbert.
“No, non sono abbastanza bravo per un torneo a questo livello” quindi dette due leccate al suo gelato, ormai quasi sciolto “Ma pensandoci non sono abbastanza bravo per un torneo di qualunque livello” e aggiunse una risata, suscitando anche la leggera ilarità di Malverik.
“Però potresti aiutarmi a convincere Sally a partecipare”
Sally lo guardò sorpresa e contrariata.
“è molto brava a giocare, ma si vergogna ad ammetterlo”
Malverik squadrò Sally dapprima con un’espressione seria, poi con un sorriso poco convinto.
“Davvero? Allora magari dovremmo fare una partita una volta o l’altra” aggiunse.
“Magari…” Fece eco Sally guardando storto Gilbert che tuttavia non si fermò.
“Non so a che livello sei davvero, ma non so se ti conviene, giuro di non aver mai visto nessuno far ballare le carte Zombie come Sally”
Malverik inarcò le sopracciglia sorpreso.
“Zombie. Sul serio? Non ti facevo tipa da Zombie” aggiunse con un tono sinceramente interessato.
“Questo perché non mi conosci” esclamò Sally rapidamente e infastidita.
Detto questo la bionda si alzò di scatto e strattonò Gilbert per fargli fare altrettanto.
“Forza, Gilbert, è ora di andare” fece la ragazza ignorando lo sguardo interrogativo di Malverik.
Gilbert provò a replicare, ma fu inutile, l’amica lo trascinò quasi a forza fuori dalla gelateria dandogli a mala pena il tempo di salutare Malverik che li seguì con lo sguardo verso l’uscita.
“Che ti è preso?” chiese Gilbert una volta che furono a buona distanza.
“Te lo dico chiaro e tondo, Gilbert: quel tipo non mi piace. Non mi piace il modo in cui si atteggia, non mi piace il fatto che cambi umore modi di fare ogni due minuti e non mi piace che tu voglia andarli dietro per questa storia del Gioco delle Ombre, che per inciso mi sembra una cosa fin troppo pericolosa” rispose la Sally che aveva bisogno di sfogare almeno un minimo di nervosismo.
Gilbert si tirò all’indietro il ciuffo di capelli che gli cadeva sugli occhi e guardò la sua amica. Sally non era mai stata una particolarmente incline a fidarsi degli altri, lui stesso ci aveva messo del tempo per diventare suo amico, ma da qualche tempo pensava di averle trasmesso un po’ della sua voglia di parlare e di farsi degli amici. Evidentemente con uno strano come Malverik questo non bastava.
“Andiamo, Sally” cercò di smuoverla Gilbert “Ok, Malverik è un po’ strano… parecchio strano, ma considera che è uno che fin da piccolo convive con il Gioco delle Ombre, non deve essere una cosa facile”
Sally si voltò a muso duro verso di lui.
“Anche questa storia. Cosa ne sai tu del Gioco delle Ombre? Come puoi dire quello che sta passando Malverik se neanche hai capito con cosa effettivamente ha a che fare? E come ti viene in mente di volerlo sapere dopo che lui stesso ti ha detto che è pericoloso?!”
Il tono di Sally non ammetteva repliche e Gilbert capì che non era il caso di proseguire oltre, l’avrebbe solo fatta arrabbiare di più.
I due si avviarono verso casa che ormai si stava facendo buio. Mentre l’oscurità avanzava, Sally si sentì inquieta, voltandosi più volte intorno, aveva l’impressione che qualcosa non andasse, ma non riusciva a figurarsi cosa.
Gilbert avvertì il nervosismo, ma non fece in tempo a chiedere all’amica cosa avesse che notò in fondo al viale che stavano percorrendo un gruppo di sbandati che correva all’impazzata nella direzione opposta.
Il gruppo, in rapido avvicinamento, era composto da ragazzini di vario genere, l’età media sarà stata 13 anni, e tutti quanti stavano correndo a perdifiato per il viale proprio in mezzo alla strada, incuranti della macchine che frenavano cercando di non metterli sotto.
Un nutrito gruppo di gente si era fermato sul marciapiede per vedere cosa stesse succedendo, compresi Gilbert e Sally, che prima di rendersene conto si ritrovarono all’altezza del gruppo, riuscendo a capire che si trattava di una quindicina di individui che non sembravano per niente in se. Non appena i ragazzini ebbero superato i due amici, ancora sul marciapiede, si arrestarono di colpo.
Gilbert pensò a uno spettacolo di dubbio gusto e con un leggero strattone intimò Sally di togliere le tende, ma improvvisamente tutti i ragazzini si voltarono all’unisono con gli occhi sbarrati girati all’indietro, una espressione assente e alcuni con la bava alla bocca come se fossero sonnambuli.
Tutti insieme, i ragazzini del gruppo corsero indietro e circondarono Sally e Gilbert, che si mise davanti all’amica in un tentativo neanche lui sapeva quanto utile di proteggerla.
Il gruppo strinse i ranghi intorno a loro due, ma nessuno di loro si mosse, rimanevano semplicemente fermi a fissare il vuoto davanti a loro.
Dopo un attimo di esitazione, Gilbert si convinse ad affrontarli.
“Avete intenzione di dirci che volete o ci lasciate passare e basta?” Disse il ragazzo al gruppo in maniera ferma.
Il gruppo non si mosse ancora per qualche momento, poi uno dei ragazzini si fece avanti a passo malfermo.
Era nella stessa situazione di tutti gli altri: Occhi girati a mostrare solo il bianco, sguardo spento, espressione da addormentato in piedi e capelli scompigliati. A parte questo era un ragazzino di massimo 14 anni piuttosto in carne, con qualche brufolo sul visto e i capelli castani.
Gilbert fissò il ragazzino che senza dire una parola protese la mano in cui stringeva un Deck di Duel Monsters, quindi si mise a sedere sul marciapiede e posò il Deck alla sua destra. Era il modo in cui tradizionalmente i duellanti proponevano una sfida.
Sally si sporse da dietro la schiena dell’amico e esaminò la situazione che aveva dell’incredibile. Una duello in mezzo alla strada? Ma stava scherzando? Comunque in quella situazione nessuno di quei ragazzini sembrava capace di capire cosa stesse facendo.
“Vuoi un duello?” chiese Gilbert per ulteriore conferma.
Il ragazzino fece di ‘si’ con la testa.
“Va bene, sfida…”
“Sfida accettata!” Lo anticipò Sally.
Gilbert si voltò sorpreso.
“In che senso?” chiese.
“Nel senso che gioco io” rispose Sally “Non mi piace questa storia e voglio uscirne il più in fretta possibile”
Detto questo passò davanti all’amico che la fece passare, si mise di fronte all’avversario e estrasse il suo Deck. Mischiò le carte ed era pronta a giocare.
Appena il Deck di Sally fu messo a terra, l’intero gruppo: Gilbert, Sally, il ragazzino duellante e tutti quelli intorno, furono circondati da una nebbia nera.

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Capitolo 4
*** Duello nella nebbia ***


L’improvviso apparire della nebbia nera voleva dire solo una cosa: era partito un Gioco delle Ombre. La nebbia tuttavia era diversa da quella che Gilbert e Sally avevano visto quando a sfidarli era stato Malverik. Quella dell’argentino era rada, fatti di tanti buffetti di nebbia che solo uno vicino all’altro davano una vaga idea di compattezza, questa invece era una massa compatta e impenetrabile, tanto che la seppur poca luce dei lampioni della strada appena accesi riuscivano a penetrarla solo in parte, lasciando tutta la scena interna in una opaca luce violacea molto inquietante.
Dopo una rapida occhiata intorno per prendere coscienza della situazione, Sally si era subito calmata e nonostante lo sguardo spento dell’avversario e dei suoi compagni le mettessero addosso una certa inquietudine, era pronta a duellare.
Gilbert, sudando freddo, le si avvicinò a un orecchio.
“Sei sicura?” le sussurrò Gilbert.
Sally si voltò verso di lui e fece di “si” con la testa.
Gilbert si rimise dritto.
“Ok, io tengo d’occhio gli altri allora”
Il duello era partito.
Pescate le cinque carte, Sally notò che il suo avversario non muoveva un muscolo, quindi cominciò per prima.
“Gioco Comandante Decaduto in posizione di attacco” sentenziò la ragazza e posò sul marciapiede la sua carta con i suoi scarsi 1000 punti ATK.
Sally stava già pensando alla successiva carta da giocare, ma appena staccò la mano dalla carta, questa si illuminò di una leggera luce bianca e da essa uscì una figura tridimensionale in miniatura del suo mostro.
Lo stupore fu tanto. Sally osservò con gli occhi sgrananti la figura del Comandante Decaduto che se ne stava immobile con la spada in posizione davanti alla faccia rivolto verso l’avversario aspettando ordini.
Gilbert, dietro di lei, era altrettanto stupefatto.
I piani di Sally non erano cambiati. Nonostante lo strano effetto, sicuramente imputabile al Gioco delle Ombre in cui era immersa, il gioco era ancora valido, quindi procedette.
“Grazie all’effetto di Comandante Decaduto, posso evocare specialmente Tigre Zombie dalla mia mano” dichiarò Sally e subito evocò la sua Tigre Zombie sul terreno, che comparve emettendo un rauco ruggito più simile a un colpo di tosse molto lungo.
“Quindi equipaggio la mia Tigre Zombie al Comandante Decaduto e termino il mio turno”
Grazie a questa mossa, Sally spostò il mostro Tigre Zombie nella zona carte Magia e Trappola e la sua figura si avvicinò al Comandante Decaduto che le saltò in groppa, acquisendo 500 ATK.
Era il turno del ragazzino che subito pescò una carta.
Nel silenzio più totale, l’avversario anonimo di Sally giocò il Cavaliere Day Grepher in posizione di attacco, che si materializzò all’istante con la sua armatura e la spada già sguainata, e una carta coperta, quindi, senza che il giocatore avesse detto una parola, il guerriero corse in avanti fino al campo da gioco di Sally e con un fendente dall’alto in basso colpì il Comandante Decaduto che, in virtù dei suoi soli 1500 ATK contro i 1700 del Cavaliere Day Grepher non resistette e Sally sentì una strana fitta all’addome, come se fosse stata colpita.
A essere distrutto fu però solo la Tigre Zombie.
Gilbert conosceva l’effetto: quando un mostro Union come la Tigre Zombie veniva equipaggiata a un mostro gli faceva anche da scudo in caso di sconfitta in battaglia, ma il danno passava ugualmente e Sally perse 200 Life Points e il Comandante Decaduto tornava a 1000 ATK.
Toccava di nuovo a Sally, che come da tradizione del gioco, era abituata a dichiarare ogni sua mossa.
“Adesso sacrifico il Comandante Decaduto per evocare il Drago Vampiro in posizione di attacco” disse Sally. E immediatamente toccò la carta del Comandante Decaduto, la cui immagine sparì in un piccolo lampo bianco, quindi la prese e la spostò nel cimitero per sostituirla con quella decisamente più potente del Drago Vampiro con 2400 ATK.
Il drago-serpente, di colore grigio e rosso e un occhio solo si materializzò nello stesso lampo di luce, nella sua figura decisamente più imponente del Comandante che aveva sostituito, scuotendo la coda a mezz’aria e sibilando.
“Ora con il Drago Vampiro attacco il tuo Cavaliere Day Grepher” dichiarò Sally e prontamente il suo Drago si mosse in direzione dell’avversario, spalancò le fauci e gli attaccò un morso al collo. Il Cavaliere Day Grepher cacciò un urlo silenzioso lasciando cadere la spada sotto il morso della belva per poi distruggersi in mille frammenti mentre il suo padrone perdeva 700 Life Points.
Sally guardò il suo avversario negli occhi per carpirne le reazioni, ma quello non sembrava neanche presente a se stesso e rimaneva a fissare il vuoto con gli occhi girati all’indietro e la bocca aperta.
Sally continuò a giocare.
“Posiziono una carta coperta e termino il turno”
Gilber seguiva con attenzione. Conosceva molto bene lo stile di gioco della sua amica; in questo momento stava cercando ci scoutare l’avversario, cercando di capire che stile di gioco avesse, facendo mosse molto ragionate e rischiando il meno possibile. A un certo punto sarebbe partita all’attacco mettendo in campo i suoi mostri più forti.
Mentre faceva questi ragionamenti, Gilbert sentì come un fruscio provenire dalle sue spalle, ma voltandosi non vide niente a parte il gruppo di ragazzini con gli occhi girato ancora immobili dove si erano fermati.
Il duellante opposto a Sally tornava ora a giocare. Dopo aver pescato scoprì la sua carta coperta Blocca Attacco, che attivandosi costringeva il Drago Vampiro di Sally a passare in posizione di Difesa, i cui punti erano 0.
Il Drago Vampiro si abbassò poggiando il ventre a terra, quindi si coprì con le ali e la coda, passando in difesa mentre l’avversario, ancora senza una parola, attivò Doppia Evocazione, grazie alla quale poté evocare Bitron e subito sacrificarlo per evocare Triceratopo Oscuro
Gilbert trattenne il fiato. Normalmente se un mostro viene distrutto mentre è un posizione di difesa il suo padrone non perde Life Points, ma il Triceratopo Oscuro ha un effetto che gli concede un danno perforante, quindi, avendo Drago Zombie 0 punti DEF, Sally avrebbe subito praticamente un attacco diretto.
Il Triceratopo caricò ruggendo e schiacciò il Drago Zombie, causando una fitta all’addome ancora più forte a Sally, che si piegò in avanti dal dolore.
Gilbert si fece avanti preoccupato, ma di nuovo sentì qualcosa dietro di lui, stavolta una specie di lamento, come di qualcuno che si stava sforzando.
Guardando indietro, Gilbert vide ancora solo i ragazzini, ma sentì di nuovo quel verso, quindi si avvicinò, e con sorpresa assistette a una mano che riusciva con fatica a emergere dalla nebbia nera e spuntare dal loro lato.
Non capendo la situazione il ragazzo rimase immobile, a osservare la scena, mente la mano misteriosa afferrò saldamente il primo dei ragazzini che si trovò a portata e cominciò a tirare. Sembrava che chiunque ci fosse dall’altra parte stesse cercando di entrare dentro.
Capita la cosa, Gilbert si diresse veloce verso la mano misteriosa, la afferrò e cercò di tirare mentre il ragazzino ancora sotto la stretta non accennava nessuna reazione oltre alla spinta indietro portata dalla mano misteriosa.
Tirando con tutta a forza che aveva, Gilbert riuscì a far entrare l’altro fino alla spalle, quindi continuò a tirare, mentre dall’altro lato il proprietario della mano si aiutava anche con l’altro braccio.
Gilbert chiuse gli occhi dette un ultimo strattone. Così facendo il tipo dall’altra parte riuscì a far passare la testa e tutto il resto lo seguì a ruota, facendolo capitombolare su Gilbert che cadde a terra.
Il giovane aspirante giornalista si massaggiò la schiena lamentandosi, quindi guardò l'ospite, che si rivelò essere Malverik.
“Cavolo se è spessa questa nebbia!” si lamentò il ragazzo che indossava ancora la maglietta da heavy metal.
“Che ci fai qui?” Gli chiese infastidita Sally che si era voltata a seguire la scena. Tanto al suo avversario non sembrava importasse molto.
“Vi ho seguiti” disse Malverik “tutto mi aspettavo fuorché vi cacciaste in questo casino”
“Vedi che in gran parte è colpa tua” puntualizzò Gilbert rialzandosi “fino a oggi pomeriggio neanche sapevamo di tutto questo”
“E meno male avete trovato prima me, altrimenti sareste già nel panico qui dentro. Non si sopravvive a un Gioco delle Ombre se non si è preparati”
Detto questo Malverik si guardò intorno.
“Quali sono le regole?” chiese.
“Non lo sappiamo” rispose Gilbert “Nessuno di questi ha parlato, neanche quello che ci ha sfidati, ha solo messo il Deck a terra”
Malverik si avvicinò al campo di gioco e controllò con un’occhiata ogni centimetro.
“Perché non è lui che gioca” sentenziò il ragazzo.
Sally e Gilbert lo guardarono straniti.
“Non sta giocando consapevolmente, deve essere controllato mentalmente da qualcuno così come tutti gli altri qui intorno” continuò Malverik “Sfidando degli sprovveduti a un Gioco delle Ombre è tutt’altro che impossibile, ma ci vuole una certi dimestichezza con la materia, e chiunque sia dietro questo teatrino credo proprio che non ce l’abbia, per questo sembrano un branco di zombie usciti da una pessima serie TV”
“E in quanto alle regole?” chiese Sally.
Malverik si raddrizzò.
“Ogni Gioco delle Ombre ne ha e a ogni vincitore spetta un premio quindi vinci e vediamo cosa il nostro timido amico ha preparato per noi”
Concluso il suo intervento, Malverik tornò da Gilbert e gli chiese: “Quanto stanno?”
“Lui ha 3300 Life Points, lei 1400” rispose pronto Gilbert “dici che ce la caviamo?”
Malverik sorrise.
“Se ce la caviamo? Se la tua amica è brava quanto dici vince al prossimo turno”
“Dato che hai distrutto Drago Vampiro posso prendere un mostro di Livello 4 dal Deck e aggiungerlo alla mia mano” dichiarò Sally e prese dal Deck Gozuki, quindi iniziò il turno pescando.
“Adesso evoco Gozuki in posizione d’attacco” dichiarò Sally e così fece, mettendo sul terreno il mostro zombie minotauro che prese vita sbuffando dal naso in miniatura.
“Adesso attivo dalla mia mano la carta Libro della Vita” Disse Sally giocando la sua carta “e grazie alla sua magia posso richiamare sul terreno il Drago Zombie, mentre il tuo Cavaliere Day Grepher viene rimosso dal gioco.
Sally recuperò il suo Drago Zombie, che tornò sul terreno sibilando feroce contro il Triceratopo Oscuro dell’avversario contro il quale meditava vendetta.
“Adesso con Gozuki attacco il Triceratopo Oscuro”
Gozuki partì all’attacco con il suo martello, ma i suoi 1700 ATK non bastavano di certo contro il Triceratopo che infatti lo spazzò via con una incornata frantumandolo. Era proprio per questo che Sally lo aveva spedito all’attacco, nonostante l’operazione gli costasse 700 Life Points.
“Grazie all’effetto di Gozuki, ora che è stato distrutto posso rimuovere dal cimitero il Comandante Decaduto per evocare dalla mia mano un nuovo mostro zombie: Signore Dei Vampiri!”
Giocata la carta, il mostro preferito di Sally fece la sua comparsa sul terreno, sfoggiando il suo mantello nero munito di artigli che all’occorrenza diventavano anche ali, squadrando con un ghigno malvagio il suo nemico mentre attendeva ordini. Sally non riuscì a trattenere un sorriso vedendo materializzarsi il mostro.
“Adesso attivo la mia carta coperta” esclamò Sally e scoprì la carta Trappola Energia Ascendente “Grazie alla quale posso scartare una carta dalla mano e aumentare i punti ATK di Signore Dei Vampiri di 1500”
Scartata la carta, il Signore Dei Vampiri venne circondato da un’aura oscura, che gli stampò un sorriso deforme e ubriaco di potere sul volto mentre i suoi punti ATK salivano alla vertiginosa somma di 3500.
“Ora Signore Dei Vampiri attacca il Triceratopo Oscuro” ordinò la ragazza, e prontamente il suo mostro creò tra le mani un raggio di energia nera che si manifestò in tanti piccoli componenti simile a uno stormo di pipistrelli che si abbatterono sul Triceratopo Oscuro disintegrandolo e facendo perdere al ragazzino 1100 Life Points.
“Infine, Drago Vampiro, attacca direttamente!”
Il Drago serpeggiò in avanti e, come e l’avversario fosse della sua statura e si trovasse dietro la zona delle carte Magia e Trappola, azzannò l’aria mettendo a segno l’attacco diretto che fece scendere i Life Points dell’avversario a 0.
Sally aveva vinto.
Il ragazzino non sembrò accorgersi della cosa, ma in compenso la nebbia scura intorno al gruppo cominciò pian piano a diradarsi fino a scomparire e i mostri sul terreno scomparvero nel nulla lasciando solo le carte.
Appena ogni singolo brandello si nebbia si fu diradata, i ragazzini ebbero un sussulto, quindi svennero tutti insieme cadendo pesantemente a terra.
Cercando di evitare che il suo avversario si facesse male nell’impatto, Sally si spostò in avanti e riuscì a prenderlo al volo evitandogli di sbattere la faccia per terra.
Il ragazzino non accennava a muoversi.
“Cosa gli è successo?” chiese Gilbert.
Malverik si avvicinò a Sally e controllò il ragazzino duellante stuzzicandogli il naso con un dito. A quel contatto il ragazzino reagì con un mugolio indefinito, ma non si svegliò.
“Stanno bene. Essere sotto il controllo di qualcuno deve essere estenuante, saranno solo molto stanchi” dichiarò il ragazzo in nero “Posa quella testa, Sally, dobbiamo andare”
Sally protestò “Intendi lasciarli qui da soli?”
“Qualcuno chiamerà i soccorsi, e io non ho intenzione di spiegare alla polizia come mai un gruppo di ragazzini mi siano svenuti intorno, non a ridosso di un torneo importante. Muoviamoci”
Sally avrebbe protestato ancora, ma Gilbert le si accostò e disse che probabilmente Malverik aveva ragione e non era il caso di rimanere coinvolti in un altro incidente strano come quello della tavola calda.
A malincuore, la ragazza posò con delicatezza a terra la testa del suo avversario e si mise in piedi. Malverik parlò brevemente a un passante che era rimasto a vedere la scena e se ne andò per una via laterale alla strada. Gilbert lo seguì subito e Sally suo malgrado, gli andò dietro.
Malverik si fermò poco più avanti, sotto la luce di una fermata dell’autobus, per parlare con i suoi nuovi amici.
“Innanzi tutto scusate se vi ho seguito senza dire niente, è stata una decisione improvvisa” cominciò il ragazzo.
“In che senso?” chiese in risposta Gilbert.
“Non so, mi sembrava il caso di venirvi dietro. Non che sapessi che sareste finiti nei guai, si è trattato solo di una sensazione” Il tono di Malverik non era sicuro come sempre, ma leggermente più incerto, questo Gilbert lo capì subito.
Anche Sally, a cui la spiegazione non convinceva neanche un po’, e lo fece notare nella maniera più chiara possibile.
“Non ci credo, non posso credere che non hai niente a che fare con tutto questo”
Lo sguardo di Malverik, normalmente calmo, a volte sfacciato, si fece tutt’un tratto interdetto e fece un passo indietro come per difendersi, ma non disse niente, aspettando che Sally continuasse.
“Come sei arrivato tu non sono successe che cose strane, prima una banda di rapinatori alla tavola calda, poi dei bambini zombificati, non posso credere che sia una coincidenza” esclamò arrabbiata la ragazza.
Gilbert cercò di calmarla, ma Malverik arrivò per primo.
“In quale parte di questa storia avrei qualche colpa? Alla tavola calda vi ho tolti dai guai e non mi risulta di poter controllare mentalmente la gente”
“Eppure eri dietro di noi pronto a intervenire” ribatté duramente Sally “Te lo dico chiaro e tondo, Malverik, non mi fido di te. E di certo non basterà dirmi che eri casualmente in giro per salvarci per potermi far cambiare idea”
Gilbert era preoccupato. Per quel che aveva visto Malverik era un ragazzo in gamba e di certo non era cattivo, inoltre dal suo punto di vista era una vera miniera di informazioni sul Gioco delle Ombre e sul torneo.
Dal canto suo, Malverik fissava la ragazza sbalordito e offeso da quelle parole.
Dopo qualche attimo di silenzio, il Malverik girò i tacchi dando le spalle ai due, mise le mani in tasca e fece per andar via.
“Mal, aspetta un attimo…” cercò di fermarlo Gilbert.
“Lascia perdere” Quasi urlò il ragazzo digrignando i denti “Non mi interessa. Non sono stato io a venirvi a cercare, siete venuti voi da me, e adesso non siete più un mio problema. Voglio solo ricordarvi che chi controllava quei ragazzini non stava prendendo persone a caso, stava cercando voi, e chiunque sia non rinuncerà alla caccia. Nessuno che passi il suo tempo con il Gioco delle Ombre lo farebbe. Io non lo farei. Perciò vedete di guardarvi le spalle”
Detto questo Malverik lasciò i due camminando a passo svelto fino a scomparire tra le ombre.
“Forza, Gibby, andiamo a casa” disse Sally e senza aspettare l’amico si incamminò.
Il sesto senso da giornalista ficcanaso di Gilbert tuttavia si era attivato e capì immediatamente che quella storia non sarebbe affatto finita li.

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Capitolo 5
*** La meraviglia del dueling disk ***


“Pronto?” rispose Malverik al telefono dell’hotel.
“Salve, c’è una chiamata per lei, dice di essere un suo amico”
Malverik riconobbe la voce della ragazza della recepion, ma non aveva idea di chi potesse chiamare alle nove del mattino.
“Me lo passi” disse Malverik, che dopo colazione non aveva nessuna voglia di pensare ad alcun ché. Subito dopo ebbe modo di meravigliarsi sentendo all’apparecchio la voce di Gilbert.
“Ehi, Mal, cerca di non riattaccare subito, di prego” disse in fretta il ragazzo.
Malverik rimase un attimo in silenzio, poi tirò un respiro profondo.
“Non lo avrei fatto, tranquillo. Come sai dove alloggio?” chiese.
“Ho pensato che la Kyegranerd facesse alloggiare i partecipanti al torneo nei suoi hotel, quindi ho fatto una lista e li ho chiamati uno a uno” rispose Gilbert.
Malverik non ci poteva credere.
“Ok, ficcanaso, complimenti per la ricerca” commentò sorridendo “Cosa vuoi?”
“Intanto scusarmi da parte di Sally per quello che ha detto ieri sera”
“Lascia perdere le balle, Gilbert, non ci credo neanche per sbaglio che quella si scusa”
“Infatti non è così. Vorrei che Sally partecipi al torneo. È brava, molo brava, e può farsi valere”
“E io cosa c’entro?”
“A parte la spacconaggine mi sembri un giocatore esperto e sai come è strutturato il torneo, quindi mi dovresti aiutare a far credere a Sally che mi sono iscritto anch’io”
Malverik ascoltò con attenzione, ma appena finito il discorso, si staccò la cornetta dall’orecchio e la osservò per capire se aveva sentito bene.
“Questo è in assoluto il piano più stupido che abbia mai sentito” commentò Malverik.
“No, ti assicuro che funzionerà, Sally non mi lascerebbe mai da solo, soprattutto in un affare pericoloso, quindi si iscriverà anche lei” continuò Gilbert.
“Si, e poi ti prenderà a schiaffi, e io le darò ragione. Ma non fai prima a iscriverti davvero invece di mettere in mezzo me?” chiese ancora Malverik.
“Non sono abbastanza bravo per il torneo, e poi ho un altro lavoro da fare a torneo in corso” rispose secco Gilbert.
Malverik era perplesso.
“E quale sarebbe questo lavoro?”
“Poi magari ti spiego… Allora, mi dai una mano o no?” chiese di nuovo Gilbert impaziente.
“Ma certo che no! Già alla tua amica sto abbastanza antipatico così, immagina se le combino anche questa bravata”
“Non sarà nulla di ché. Tanto l’idea è mia”
“Come se questo importasse qualcosa”
“Andiamo, Mal” Gilbert era passato alle preghiere “Dammi una mano, non ti chiedo molto”
“A questo proposito, ancora non ho capito che diavolo mi stai chiedendo” rispose Malverik sull’orlo di una crisi nervosa.
“I partecipanti al torneo avranno pure un segno distintivo. Che ne so… una carta particolare, un bedge… qualcosa di riconoscibile”
Malverik ci pensò su. In effetti una cosa c’era…
Gilbert intanto continuava: “Tu mi dovresti prestare questa cosa, io mi faccio vedere da Sally, le faccio credere che mi sono iscritto e faccio in modo che si iscriva anche lei, poi ti restituisco tutto”
“Ok, il piano a grandi linee è chiaro. Folle, stupido, ma chiaro. Ammesso che voglia aiutarti, dove ti porto il dueling disk?”
Gilbert sorrise, ormai era fatta, Mal lo avrebbe aiutato.
“Al negozio di fumetti di ieri, qualunque cosa sia, portamela tra due ore, poi me la vedo io”
Malverik si passò una mano sulla faccia. Era una cosa talmente stupida e gratuita che non avrebbe avuto motivo alcuno per accettare. Tuttavia fino al torneo non aveva niente da fare, e in fondo in fondo la compagnia di Gilbert e Sally gli faceva piacere.
“Ok, ti darò una mano, ma prima dimmi perché ci tieni tanto a far partecipare Sally al torneo” disse Malverik.
“è una storia lunga, magari un’altra volta. Grazie mille, Mal, ci vediamo dopo”
“Ah, Gilbert” lo richiamò Malverik prima che riattaccasse.
“Dimmi” fece Gilbert
“Smettila di chiamarmi ‘Mal’ ”
Esattamente due ore dopo, Gilbert era pronto all’entrata della fumetteria che aspettava Malverik.
Pochi momenti prima aveva mandato un messaggio a Sally dicendole che intendeva iscriversi al torneo e lei prontamente aveva provato a dissuaderlo, quindi gli ha detto che lo avrebbe raggiunto immediatamente.
Mentre Gilbert si passava tra le mani il cellulare aspettando, Malverik sbucò da dietro l’angolo del viale alberato con i suoi soliti jeans e una maglietta verde scuro.
Appena lo vide apparire, Gilbert gli fece un ampio cenno di saluto, ma rimase in silenzio finché Malverik non si fu avvicinato ricambiando il saluto.
“Continuo a sostenere che tutto questo non ha senso” esordì il ragazzo delle Ombre.
“Fidati, andrà tutto bene. Cos’hai per me?”
Malverik sollevò il braccio sinistro a cui aveva allacciata una strana macchina composta da un cerchio con un display incorniciato di rosso e due estensioni esterne piuttosto larghe di colore grigio chiaro dove stavano degli alloggiamenti per le carte in celeste.
Malverik se o levò dal braccio e lo mostrò a Gilbert.
“Questo è un dueling disk” disse Malverik “Una specie di proiettore olografico per rendere immensamente fighi i duelli di Duel Monsters. Se hai uno di questi sei iscritto al torneo, chi si registra ne ha uno gratuito”
Gilbert prese in mano l’ingombrante apparecchio. Non era esattamente come avere un braccialetto, quell’affare pesava molto.
“Quindi questo coso dimostra che sei iscritto al torneo. Ottimo, non mi serve altro” esclamò Gilbert.
“Ora mi diresti come mai ci tieni tanto che Sally partecipi?” chiese Malverik.
La risposta di Gilbert non riuscì ad arrivare, perché da lontano la voce di Sally fece sobbalzare entrambi.
“GILBERT!” esclamò la ragazza camminando a passo svelto contro l’amico “Cos’è questa storia adesso? Mi pareva fosse chiaro che non è…” Sally si interruppe a metà appena si accorse della presenza i Malverik.
La ragazza rimase per un attimo immobile e occhi sgranati per la sorpresa mentre gli altri due la osservavano pronti a reggere l’impatto.
“Lui…” ricominciò per un attimo Sally, quindi aggrottò la fronte furiosa contro Malverik e tornò ad avvicinarsi “Lui ti ha convinto, vero? Sapevo che non c’era da fidarsi di lui. Non so cosa tu abbia in mente ma...”
La ragazza continuava a sbraitare contro Malverik, che da canto suo se lo era aspettato, ma fu ben felice quando intervenne Gilbert a moderare la situazione.
“Calmati, Sally, Malverik non c’entra niente. Ho fatto tutto da solo” Esordì il ragazzo mettendosi letteralmente in mezzo tra Sally e Malverik, dato che la ragazza lo avrebbe senz’altro colpito di li a poco.
“Sai che ho bisogno di un occhio interno per il mio catalogo, e visto che tu non eri disposta a aiutarmi, mi sono dovuto arrangiare”
Sally lo guardò esterrefatta e tutt’un tratto si dimenticò di Malverik che per non incorrere in altre complicazioni arretrò di un paio di passi.
“Gibby, non puoi partecipare. Non dopo quello che è successo ieri sera, ci siamo invischiati troppo in questo Gioco delle Ombre e se quelli che hanno il potere di bandire i giochi parteciperanno al torneo, come hai detto tu, potrebbero darti la caccia” Spiegò Sally cercando di convincerlo.
Gilbert riuscì a trattenere un sorriso di soddisfazione per il suo piano che stava funzionando, mentre Malverik dovette mettersi una mano davanti alla bocca assistendo alla scena.
“Sally, ho deciso di portare in fondo questo lavoro e ce la farò, non c’è potere oscuro che tenga. Ho già chiesto a Malverik di darmi qualche consiglio durante il torneo e di starmi vicino in modo da avanzare insieme. In questo modo posso stare dentro il mondo del competitivo ad alti livelli e conoscere i duellanti più forti da inserire nel catalogo. È un’occasione unica”
La veemenza di Gilber era sorprendente, ma di che catalogo stava parlando?
“E comunque ormai mi sono iscritto. Guarda, mi hanno persino dato il dueling disk per partecipare”
Disse mostrando il dispositivo che aveva in braccio.
Sally scosse la testa e replicò: “Ho capito, farti cambiare idea sarebbe impossibile. Allora partecipo anch’io. Tu sarai anche bravo, ma in mezzo a questi mostri del Duel Monsters meglio essere in due”
Sally passò poi un’occhiata severa su Malverik che capì di non far parte dei suoi piani.
Sally si voltò verso l’entrata del negozio di fumetti, tirò un respiro profondo e entrò, seguita a ruota da Gilbert, che fece segno a Malverik di seguirli.
Sally chiese al titolare il modulo per l’iscrizione al torneo e lo compilò sotto lo sguardo attento del suo amico e quello decisamente meno attento di Malverik, che ancora si chiedeva che diavolo ci facesse li.
Compilato il modulo e inseriti i dati nel computer, il titolare del negozio passò in magazzino per poi uscirne con un scatola recante il simbolo della Kyegranerd e l’immagine di un apparecchio che somigliava solo da lontano a quello che Gilbert teneva.
“L’iscrizione è completata, se la confezione del dueling disk ti da fastidio puoi anche aprirlo qui e la scatola la butto io” disse l’uomo dall’altra parte del bancone.
Sally aprì la scatola e studiò curiosa il contenuto. Il suo dueling disk non era affatto come quello di Gilbert, era una specie di grosso bracciale con uno display rotondo e gli alloggiamenti per le carte erano aderenti all’allacciatura piegati uno in fila all’altro e tenuti insieme da dei ganci metallici. Molto meno ingombrante e decisamente più leggero.
“Come mai il tuo è diverso?” Chiese Sally a Gilbert che si avvicinò per controllare.
Il titolare del negozio, incuriosito dalle parole della ragazza, si voltò e si stupì di vedere il dueling disk che Gilbert aveva con se.
“Ma perché quello è il modello di collaudo” esclamò l’uomo.
Gilbert aggrottò la fronte non capendo, Sally invece cominciava a sospettare qualcosa… che però interessava solo in parte il dueling disk.
“Il tuo amico ha una versione prototipo del dueling disk, sono stati spediti dalla Kygranerd a alcuni duellanti molto in alto nel ranking mondiale online per testarli prima di avviare la produzione in serie”
Gilbert e Sally gettarono un occhio sulla macchina, quindi Gilbert si voltò verso Malverik a bocca aperta, il quale si limitò a dondolarsi sulle punte e a fare una smorfia che voleva dire ‘eh già’.
Dal canto suo, Sally aveva una mezza idea di quello che stava succedendo e fulminò con uno sguardo Gilbert, che, perso nei suoi pensieri, neanche se ne accorse.
Usciti tutti e tre dalla fumetteria, Gilbert restituì il dueling disk a Malverik, che invece aveva notato lo sguardo di Sally.
“Ma allora era vero che eri un duellante di livello” esclamò Gilbert inconsapevole dell’ira dell’amica dietro di lui.
“Si, è quello che ho detto fin dall’inizio, ma ora…” rispose Malverik, che invece aveva Sally furibonda a portata d’occhio e avrebbe avvertito Gilbert, se questo fosse stato in grado di ascoltare.
“Allora conosci altri duellanti della parte alta del ranking?” chiese ancora l’aspirante giornalista.
“Si, ho conosciuto qualcuno in chat, ma…”
“E anche loro sono a conoscenza del Gioco delle Ombre?”
“Non lo so, non è un argomento di cui si parla tutti i giorni, comunque, Gilbert…”
“E il dueling disk, tu lo hai provato, come funzio…?”
“GILBERT!” strillò Sally per attirare l’attenzione dell’amico e procurando una fitta alle orecchie di entrambi i ragazzi.
“Si può sapere che storia è questa?” chiese Sally a voce più bassa, attendendo spiegazioni.
“Beh, tu non avevi detto che non avresti partecipato al torneo, quindi io e Malverik…” cominciò Gilbert.
“No” intervenne l’altro “Tuo il piano, tua la bravata, tue le uova rotte, a me hai solo chiesto un aiuto. Non coinvolgermi più di così”
Sally zittì Malverik “Tu stai indietro. Prima finisco con lui e poi passo a te”
Consapevole di essere in palese svantaggio tattico, l’argentino si fece indietro.
Fortunatamente l’abilità linguistica di Gilbert sopperiva alla mancanza di buone idee.
“Andiamo, Sally, mi hai praticamente costretto. È da quando abbiamo cominciato a giocare che sogniamo di partecipare a un torneo mondiale di Duel Monsters, e tu hai tutte le carte in regola per giocartela, ma non ti saresti mai iscritta da sola. Mi dispiace di averti mentito per farti fare questa iscrizione, ma non ci sarei riuscito in altro modo”
Gli occhi da cane bastonato di Gilbert riuscirono a far placare la rabbia di Sally, che sciolse le braccia conserte e abbassò lo sguardo per poi tornare a guardare Gilbert negli occhi, scosse la testa e disse:
“E va bene, parteciperò al torneo, ma non prometto miracoli”
Gilbert sorrise e saltellò leggermente per la felicità.
“Non ti servono miracoli per vincere un torneo di carte, sei tu quella dei due che ce la può fare” rispose Gilbert.
Malverik osservò la scena sorridendo. Quei due erano molto strani, la classica coppia di migliori amici che litigava una due volte si e una no, ma in qualche modo lo divertivano.
Lo sguardo di Malverik si fece subito preoccupato quando si incrociò con quello di Sally, che però gli apparve disteso e permissivo.
“Malverik” esordì la ragazza “Mi dispiace che questo idiota ti abbia coinvolto in questa pagliacciata”
Sollevato, Malverik sorrise e alzò le mani.
“Nessun problema, io avevo scommesso che lo avresti preso a schiaffi”
Sally si avvicinò di qualche passo verso l’argentino.
“E scusa anche per cosa ti ho detto ieri sera. Forse non te lo meritavi, non così gratuitamente”
Ok, questa parte Malverik non se l’aspettava. I grandi occhi verdi di Sally per un attimo lo pietrificarono, quindi evitò il suo sguardo e si portò una mano alla nuca.
“Fa niente, me ne ero dimenticato” disse Malverik mentendo palesemente: ci aveva pensato per tutta la serata e continuava a pensarci quella mattina.
“So di essere odioso quando voglio”
Anche Gilbert sorrise, ma il quadretto venne interrotto da un richiamo a distanza.
“Ehi, tu! Maglia verde!” verseggiò un ragazzo dall’altra parte della strada.
Malverik, Sally e Gilbert si voltarono e videro un gruppo di quattro ragazzi più o meno della loro età. Quello che aveva parlato era un ragazzo che raggiungeva al massimo il metro e settanta, dalla carnagione piuttosto abbronzata, con i capelli bruni ondulati che gli cadevano in parte sulla fronte, vestito con una maglia mimetica e dei pantaloni scuri larghi ma che si stringevano alle caviglie. A nessuno dei presenti sfuggì il dueling disk che portava al braccio.
“Quello che ti porti dietro è un dueling disk da collaudo?” disse quello con un forte accento ispanico.
“Confermo” ribatté Malverik “E allora?”
Il ragazzo sorrise.
“Vuol dire che sei uno importante. Voglio vedere come funziona il dueling disk, ti va una partita?”
Malverik sorrise e avanzò verso il suo sfidante.
“Accetto, vieni di qua, abbiamo bisogno di spazio” disse Malverik facendo un segno all’altro ragazzo, che avanzò con tutto il gruppo.
“Volevi sapere come funziona un dueling disk, Gilbert” disse Malverik allacciandoselo al braccio sinistro “Io ho già fatto qualche partita per il collaudo, e vi avverto che è qualcosa di eccezionale. Mettetevi entrambi comodi, perché state per averne una dimostrazione pratica”
Malverik disse al suo avversario di posizionarsi a qualche metro di distanza, accese il dueling disk e le due parti esterne della macchina si unirono in una sola dal lato esterno del braccio formando qualcosa di simile a una mezza luna. Per quello dell’avversario gli alloggiamenti delle carte si staccarono dalla loro posizione e tramite il meccanismo si irrigidirono a mezzaluna nella stessa direzione, mentre dal di sotto dei dueling disk di entrambi si staccò un componente che cominciò a emettere luci colorate.
Il duello era iniziato.
“Mi chiamo Cesar, sono arrivato dalla Spagna per il torneo, in rete ho il nik ‘El Vandalo’, forse ci siamo affrontati”
“Non so dirti, non sono bravo a ricordare i nomi” rispose Malverik “Comunque, visto che siamo in clima di presentazioni, mi chiamo Malverik, argentino d’adozione”
Gilbert si accostò a Sally.
“Conosco ‘El Vandalo’, è un tipo in gamba, che gioca con combinazioni di mostri guerriero e drago, l’ho anche trovato una volta online”
“E come è andata?” chiese Sally.
“Mi ha fatto a pezzi” rispose Gilbert.
Cesar cominciò per primo.
“Evoco Lama Oscura in posizione di attacco” dichiarò lo spagnolo.
Appena la carta fu posizionata sul suo slot, un modello 3D della carta stessa apparve sul campo di gioco e materializzò una figura del mostro Lama Oscura proprio davanti al suo padrone. Una cosa simile a quanto già successo nel duello di Sally nel Gioco delle Ombre, ma a grandezza d’uomo.
Cesar spalancò un largo sorriso di eccitazione.
“Quindi attivo la carta magia Avamposto” disse ancora lo spagnolo mettendo in campo la carta “Grazie alla quale posso evocare sul terreno Drago Nero-Pece in posizione di attacco”
Immediatamente il drago, nonostante la potenza di base risibile, appena 900 ATK, apparve a dimensioni reali, o almeno quelle che aveva immaginato chi lo aveva disegnato, torreggiando su Lama Oscura di almeno un paio di metri.
“Adesso attivo dalla mia mano Saggio Delle Fusioni e recupero una Polimerizzazione dal mio Deck” continuava Cesar mentre continuava a giocare “Quindi attivo Polimerizzazione per fondere Drago Nero-Pece e Lama Oscura e evocare Lama Oscura il Cavaliere del Drago”
Presto detto la carta si attivò e i due mostri di Cesar si unirono in uno più potente che fluttuava a mezz’aria minaccioso contro Malverik. Per tutto il tempo il ragazzo era rimasto immobile a studiare l’avversario.
“Posiziono una carta coperta e termino il mio turno”.
Gilbert commentò: “Non male come primo turno, no?”
Sally mise le braccia conserte con lo sguardo dubbioso.
“Si, ha evocato un bel mostro” disse la ragazza “ma secondo me si è lasciato trasportare un po’ troppo dagli ologrammi, ora ha una sola carta in mano. Spero per lui che quella carta coperta sia sufficiente”
Era il turno di Malverik, che invece di pescare scoppiò in una sonora risata che offesero Cesar e attirarono l’attenzione di tutti gli spettatori.
“Non ho parole” commentò Malverik “Tutto questo casino per un primo turno? Questo è un errore da principiate, Cesar”
Il commento dell’avversario peggiorò la situazione facendo arrabbiare Cesar, che lo sfidò: “Allora fai di meglio, amigo”
Malverik rialzò la testa, mostrando il sorrisetto malvagio della tavola calda.
“Come il signore desidera”
E pescò una carta.
“Attivo Tributo al Dannato” affermò Malverik e giocò la sua carta sul terreno che si attivò immediatamente.
“Scarto una carta al Cimitero per distruggere un mostro sul terreno” Il comando fu eseguito, e una delle carte di Malverik finì al Cimitero “Scelgo ovviamente la Lama Oscura il Cavaliere dei Draghi”
Immediatamente sotto il mostro di Cesar si materializzò una voragine oscura da cui fuoriuscirono un’infinità di mani di non morti che si issarono l’una sull’altra afferrando il drago, che nonostante la resistenza venne trascinato nell’abisso.
La voragine si richiuse e tutti rialzarono lo sguardo su Malverik, al cui fianco era comparsa una nuova creatura.
“Vi presento Grenn, Stratega del Mondo Oscuro” fece Malverik indicando con il pollice il proprio mostro.
“Mondo Oscuro…?” fece eco Gilbert, e si precipitò a prendere il computer, che aveva portato nello zaino.
“I miei mostri del Mondo Oscuro hanno una particolarità: i loro effetti si attivano quando vengono mandati dalla mano al Cimitero, e visto che Gren è stato mandato al Cimitero per effetto di una carta, adesso può distruggere una delle tue carte Magia o Trappola. E io gli ordino di distruggere la tua carta coperta”
Ricevuto l’ordine, il mostro fece un leggero inchino, aprì il suo libro di incantesimi e lanciò una freccia di luce violacea contro la carta che andò in mille pezzi. Compiuto il suo dovere, Gren scomparve.
“Adesso attivo una carta Magia Terreno: Portali del Mondo Oscuro”
Una volta giocata la carte nell’alloggiamento apposito, alle spalle del ragazzo si materializzò il colossale cancello che si aprì lentamente facendo fuoriuscire una luce intensa.
Intanto Gilbert consultava i suoi appunti sul catalogo.
“Impossibile. È proprio lui” Sally si abbassò per capire di chi parlasse.
Malverik intanto continuava.
“Grazie all’effetto di Portali del Mondo Oscuro posso eliminare dal gioco Gren dal Cimitero, quindi scartare dalla mia mano al Cimitero un mostro Demone, e pescare un’altra carta dal Deck”
Fatta la sua mossa sotto lo sguardo preoccupato dell’avversario, Malverik sorrise ancora.
“Grazie all’effetto di Beige, Avanguardia del Mondo Oscuro, una volta scartata, la posso evocare specialmente sul terreno”
Ed ecco che il mostro Demone con l’elmo, la corazza di ossa, e la lancia si materializzò saltando fuori dal terreno, sollevando poi lo sguardo vero l’avversario, con un sorriso non troppo dissimile da quello di Malverik.
“Evoco poi Zure, Cavaliere del Mondo Oscuro in attacco”
Malverik giocò la sua carta e anche il cavaliere demone con spada e mantello fece la loro comparsa mostrando invece un atteggiamento serio e posato diversamente dal dinamico collega.
Ora Malverik aveva a disposizione un mostro con 1800 ATK e uno con 1600 ATK.
“Ah, dimenticavo”aggiunse Malverik indicando il Portale del Mondo Oscuro dietro di lui “Questa bellezza regala ai miei mostri Demone un plus di 300 ATK a testa”
Con l’aumento di punti, gli attacchi combinati dei due mostri arrivavano esattamente a 4000.
“That’s all, folks! Adesso, Beige, attacca direttamente l’avversario”
Il mostro scattò in avanti e corse veloce verso Cesar con la lancia puntata in avanti trapassandolo da parte e parte. Era un ologramma, è vero, ma la scena fu ugualmente molto impressionante, soprattutto per Cesar che ebbe un sobbalzo.
“Adesso Zure, dagli il colpo di grazia” ordinò il duellante con un gesto in avanti.
Il cavaliere si mosse in avanti a passo lento, posizionando la spada davanti al volto.
“Malverik è The Black Emperor” esclamò Gilbert all’improvviso.
“Chi?” chiese Sally che si era distratta a guardare le mosse di Malverik.
Il mostro intanto aveva raggiunto la posizione di Cesar, che, intimorito da un mostro che gli rendeva diversi centimetri, aveva fatto qualche passo indietro.
Ricordandosi che era solo un ologramma, Cesar recuperò la calma, aspettandosi che adesso il mostro completasse la sua animazione e attaccasse il vuoto di fronte a se. Tuttavia, Zure attese più del dovuto, la sua immagine aggrottò la fronte in una smorfia di disappunto e accennò a fare un ulteriore passo in avanti, rinnovando la paura di Cesar.
“Zure!” richiamò Malverik.
Il mostro si bloccò, sotto lo sguardo attonito degli astanti, richiamò il passo e con la sua spada fendette l’aria mettendo fine al duello.
Tutti gli ologrammi scomparvero e Malverik rimontò il dueling disk, quindi si avvicinò al suo avversario per congratularsi per la partita.
“Che significa quella cosa che hai detto prima?” Chiese Sally al suo amico.
“Malverik… Sono sicuro che lui sia il duellante conosciuto online come The Black Emperor. Il duellante dei mostri del Mondo Oscuro, uno dei pochi ad essere riuscito ad arrivare in vetta al ranking mondiale e l’unico insieme a un altro a mantenere la top 5 per più di due mesi” Spiegò Gilbert senza staccare gli occhi dal suo nuovo compagno.
Sally si voltò di nuovo verso Malverik che tornava da loro, e per un istante gli sembrò di vederlo indossare un lungo mantello nero e un elmo a forma di teschio.
Sally scosse la testa e tornò lucida, mentre Malverik era ormai molto vicino.
“Quasi dimenticavo” esordì Malverik mettendo una mano nella tasca più ampia dei suoi jeans “Mi sono portato dietro tutte le mie carte per questo torneo. Sapete com’è: scambi, modifiche, esperimenti… e ho scoperto di avere diversi mostri e carte magia Zombie che non ho mai usato”
Dalla tasca estrasse un piccolo mazzetto di carte che allungò a Sally guardando altrove.
“Io tanto non ci faccio niente, magari però a te possono servire; alcune sono anche abbastanza rare”
Sally accettò in silenzio il regalo, che Malverik cedette imbarazzatissimo, per poi salutare i due. E dar loro appuntamento a tra due giorni al parco della Fondazione Kygranerd per l’inizio del torneo, quindi si allontanò verso il suo hotel.
Sally e Gilbert restarono un po’ a guardarlo andar via, poi la ragazza abbassò lo sguardo sulle carte che le aveva regalato, passandole rapidamente in rassegna.
“Se questo è il livello, mi sa che ci sarà da prepararsi bene” pensò ad alta voce Sally.
 
Dalla parte opposta della città, i dirigenti della Kygranerd preparavano gli ultimi dettagli per l’inizio del torneo. A supervisionare il tutto, vi era il giovane presidente Stephan Kygranderd, che sedeva alla sua postazione dietro a un ampio pannello di controllo su cui poggiava i piedi in una posizione apparentemente rilassata rilassata, sfoggiando una giacca argentea completamente spiegazzata e dei pantaloni abbinati messi altrettanto male sopra una maglietta rossa accesa.
“Mi scusi, presidente” lo chiamò la sua assistente “Elzer è tornato”
Il presidente Stephan si alzò con un salto dalla sua poltrona e precedette l’assistente fuori dalla stanza.
“Quanti danni ha combinato?”chiese Kygranerd.
“Non molti, aveva sfidato dei ragazzini a un parco a uno dei suoi giochi, ma sono stati liberati in seguito a una sconfitta in duello”
Il presidente sorrise scuotendo la testa “Quello stupido ragazzo. Vediamo di non fargli fare altre stupidaggini da qui all’inizio del torneo, deve essere in forma per trovare gli altri duellanti delle Ombre, e anche i suoi avversari devono esserlo”
Arrivato alla porta, Stephan Kygranerd si voltò verso la sua assistente fissandola negli occhi.
“Mica possiamo salvare il mondo con un branco di zombie” aggiunse con una risata, e proseguì fuori dall’edificio.

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Capitolo 6
*** L'inizio del torneo (parte 1) ***


Seduta a gambe incrociate sul suo letto con addosso il pigiama a righe bianche e azzurre ormai scolorite che una volta apparteneva a suo fratello maggiore, Sally aveva disposto davanti a se le carte del suo Deck per un ultimo controllo prima del grande inizio della mattina successiva.
Il Deck Zombie che aveva costruito nel tempo era diventato davvero potente dopo le aggiunte regalatele da Malverik.
Quel ragazzo era incredibile, si vantava ogni due minuti di quanto fosse bravo a giocare, ma si imbarazzava a dire di aver selezionato minuziosamente ogni singola carta che le aveva regalato. Perché era impossibile mettere insieme tante carte rare tutte insieme in un unico mazzo prendendone a caso dalla propria collezione.
Il Deck non era male, e comunque aveva fatto varie prove in quelle tre giornate che la separavano dal torneo, ma non si sentiva tranquilla.
Quelle combinazioni di carte erano buone contro la maggior parte dei Deck contro cui aveva provato, ma come si sarebbe opposta a una macchina da guerra come Malverik?
La sua performance di due giorni prima l’aveva impressionata non poco.
Malverik sarà anche stato uno dei migliori, ma non è da tutti chiudere un duello in un solo turno, e senza neanche giocare carte così potenti.
Forse il livello generale era decisamente troppo alto per lei.
E poi non avrebbe mai voluto fare brutta figura davanti allo stesso ragazzo che fino a quel momento aveva ripetutamente offeso.
Ormai in paranoia, Sally afferrò il telefono e mandò un messaggio a Gilbert mettendolo al corrente delle sue preoccupazioni. Come se fino a quel momento non si fossero mai manifestate.
Gilbert richiamò pochi secondi dopo.
“Fai un altro discorso del genere e vengo li apposta per prenderti a schiaffi!” Esordì il ragazzo.
“Ah, grazie molte, davvero un buon amico. Ora una non può più neanche esternare qualche preoccupazione” disse Sally fintamente offesa.
“Si, questo se non fossero le stesse preoccupazioni da tre giorni a questa parte” replicò Gilbert e entrambi si misero a ridere.
Questo era Gilbert, capace in ogni momento di tirarla su di morale.
“Paranoia a parte, sei pronta?” chiese Gilbert.
“Si. Stavo giusto mettendo a posto le ultime cose”
“Le carte di Malverik alla fine le hai tenute?”
Sally tirò un sospiro “Si, le ho tenute. Ma ancora non sono convinta, ho paura che Malverik voglia avere un vantaggio conoscendo già le mie carte”
Gilbert fece un verso incomprensibile interrompendola.
“Ti chiamavano ‘fidati’, eh?” scherzò il ragazzo “Malverik è strano, ma non credo sia disonesto, sicuramente non è cattivo, visto che ha provato a darci una mano dopo che lo hai trattato male”
Gilbert aveva ragione, pensò Sally, magari avrebbe dovuto farsi perdonare prima o poi.
“Comunque anche da queste parti il materiale c’è” esclamò Gilbert euforico “Ho messo da parte i dati che conosco sui duellanti con i loro nik online e preparato una tabella fatta a regola d’arte sul computer, copiata sul cellulare e pronta per essere aggiornata a ogni match. Tanto verranno tutte seguite anche via streaming in tempo reale grazie al sistema dei dueling disk, quindi sarà semplice per me collegare i nomi ai Deck”
Sally ascoltava sorridendo.
“Speriamo solo che tutti i grandi del settore portino dei Deck simili a quelli che usano online, altrimenti sarà complicato”
“Ma falla finita, Gibby” rispose Sally “So benissimo che sapresti riconoscere un duellante solo da come mette le carte” lo prese in giro Sally. Beh, in effetti era vero.
“Si, ma non avrò sempre questa attenzione ai dettagli, dovrò anche seguire i tuoi duelli, e magari quelli di Malverik”
Sally sorrise.
“Allora, se hai finito e mi assicuri che stanotte non chiamerai di nuovo in preda agli incubi, io finirei le cose qui e andrei a dormire, che domani l’appuntamento è alle 8:30 e il parco Fondazione Kygranerd non è esattamente dietro l’angolo” disse allegro Gilbert.
Sally sorrise di nuovo e salutò l’amico prima di riattaccare.
Messo in carica il cellulare, Sally raggruppò le sue carte aggiungendo per ultimo il suo prezioso Signore dei Vampiri che teneva da parte, le mise tutte insieme nel suo Deck box metallico tinto da lei di azzurro e sistemò la scatoletta sul comodino prima di mettersi a letto.
Mentre si addormentava, Sally cominciò a pensare all’indomani, al Duel Monsters, alle mosse che si era preparata a fare, agli avversari che avrebbe potuto affrontare… e a un lunatico ragazzo argentino dal cuore d’oro, ma che voleva farsi passare malvagio.
Il giorno successivo, alla fermata dell’autobus, Sally e Gilbert si trovarono prestissimo, per le 8:00 come da istruzioni di Malverik, nonostante l’inizio del torneo fosse fissato per le 12:00.
Sbadigliando, la ragazza salutò il suo amico, che si era portato dietro lo zaino grigiastro con cui andava a scuola, infilandoci dentro il computer, una macchina fotografica in una tasca laterale aggiunta apposta, e qualche taccuino per gli appunti, mentre gli altri erano nei larghi pantaloni beige, ben sistemati nelle tasche anteriori.
“Professionale…” lo prese in giro Sally, che aveva invece optato per dei jeans corti e una maglietta senza maniche a righe rosse e bianche.
“Poche storie, un giornalista deve sempre essere sempre pronto e avere tutto a portata di mano” rispose Gilbert con un dito alzato contro l’amica.
Il tragitto in autobus durò una quarantina di minuti, portando i due ragazzi al centro dell’enorme parco che la Fondazione Kygranerd, affiliata all’omonima multinazionale dell’energia alternativa, aveva fatto costruire a tempo di record anni prima per la riqualificazione dell’area periferica e invogliando l’urbanizzazione dell’area circostante, di cui tutte le costruzioni sono diventate clienti della Kygranerd.
Un investimento ben riuscito, che aveva permesso alla città di dotarsi di un immenso parco con diverse varietà di piante, ambienti e servizi; persino un giardino botanico sperimentale utilizzato per le lezioni della vicina facoltà di biologia.
Gilbert e Sally scesero dall’autobus e si trovarono nella piazza che stava al centro del parco, dove torreggiava l’ingombrante figura di una scultura di un noto artista contemporaneo al centro di un’aiuola di prato calpestabile, a sua volta circondata da una strada sterrata.
Dalla parte opposta rispetto alla strada da cui erano arrivati, Gilbert e Sally notarono che era stato costruito un palco con tanto di megaschermo.
“Ragazzi, sono qui!”
La voce di Malverik attirò l’attenzione di entrambi verso una parte del giardino rialzata tipo collinetta da cui il ragazzo scese rapidamente per raggiungere i due sul marciapiede.
Malverik non si era portato i soliti jeans e maglietta, ma dei pantaloni più largi, neri, molto sottili, legati da una cintura a cui era fissato il Deck box, sopra, una maglietta rosso-acceso con il simbolo del Jolly Roger all’altezza del cuore. Legato alla vita con le maniche aveva inoltre un giacchetto nero.
“Buongiorno, gente, pronti per il grande evento?” esclamò euforico Malverik mimando qualche passo di danza.
Ecco, aveva di nuovo cambiato personalità. Sally cominciava quasi ad abituarsi a questi cambi repentini.
“Ci vuoi spiegare perché siamo qui così presto?” chiese Gilbert che da quella mattina cercava di nascondere il sonno.
“Valutazione delle concorrenza, amici miei” spiegò Malverik puntando un dito contro di due e piegando a metà gli altri.
“Da che torneo è torneo i primi gironi si fanno completamente al buio, quindi è importante saper valutare gli avversari, identificando i più esperti, da quelli meno esperti, dai novellini”
Sally alzò le sopracciglia, stupita da tanta capacità strategica.
“Di base, anche non conoscendo direttamente gli altri giocatori, è possibile riconoscere i duellanti da cui stare in guardia” continuò a spiegare Malverik mentre con un cenno indicava ai due di seguirlo sulla collinetta da cui era sceso, quindi abbassò la voce “I primi sono quelli come me e quelli che vedete in giro, che arrivano molto presto, tipo tra le due e le quattro ore prima dell’inizio dell’evento: non necessariamente sono forti, ma sicuramente hanno esperienza e molti tornei del genere alle spalle, quindi sanno come muoversi e scrutano gli altri duellanti per studiarli ancora prima gli incontri comincino”
Sally e Gilbert si guardarono intorno. In effetti c’erano altri duellanti in giro, una dozzina al massimo, e almeno la metà erano muniti di un dueling disk di collaudo, ciò significava che erano tutti duellanti di alto rango.
“Il secondo tipo” continuò con la spiegazione Malverik “è quello dei duellanti che cominciano, poco prima che l’evento cominci, ad avvicinare gli altri duellanti proponendo scambi o cercando di fare alleanze: solitamente sono i più viscidi, impegnati solo a raccogliere informazioni sui Deck avversari per sfruttarle durante il torneo, dato che sapranno già quali sono gli avversari più vulnerabili al loro tipo di gioco e quelli invece evitare”
Gilbert ovviamente aveva tirato fuori il suo taccuino per prendere appunti su tutto quello che l’amico diceva, mentre Sally osservava Malverik sorridendo, interessata ai suoi consigli, ma al contempo divertita dal suo continuo gesticolare.
“Infine ci sono quelli che arrivano in ritardo” si avviò alla conclusione Malverik “Non è sempre così, come tutto del resto, ma in genere sono novellini con pochi o nessun torneo alle spalle che quindi potrebbero portare dei Deck completamente nuovi agli occhi del mondo. Questi sono in genere da evitare per quelli che hanno un Deck basato su una sola strategia, soprattutto se il torneo prevede eliminazioni dirette, non è mai saggio rischiare quando non è necessario”
“Sembra di sentir parlare di una giungla” commentò Sally.
“Esattamente!” esclamò a sorpresa Malverik voltandosi istantaneamente verso di lei “Un torneo di Duel Monsters è una giungla in cui tutti sono predatori. Ci sono quelli più grandi e forti, quelli più deboli, quelli furbi, quelli velenosi, quelli intelligenti, quelli che si adattano, e quelli che sono tutto questo messo insieme. L’unica cosa che importa in questo tipo di competizioni è scegliere avere un’idea chiara di chi sei e di chi hai di fronte, in modo da capire punti di forza e punti deboli di entrambi, e sfruttarli a tuo vantaggio”
Il discorso di Malverik fu talmente appassionato che persino Sally si incantò ad ascoltarlo, non accorgendosi che il volto del ragazzo si era fatto molto vicino, ma quando il discorso finì, entrambi se ne accorsero e arretrarono imbarazzati.
Per fortuna una quarta presenza interruppe il momento prima che iniziasse.
“Ben detto!”
La voce profonda proveniente da dietro i tre impattò nella conversazione con la potenza di una fiammata, portando Malverik, Sally e Gilbert a voltarsi, trovandosi davanti l’imponente figura di un giovane uomo in rosso.
Il nuovo arrivato era altissimo, probabilmente sfiorava i due metri, con un fisico imponente, muscoloso, ma anche slanciato, che portava degli stivaletti simili a quelli da combattimento di wrestling di colore rosso con sfumature nere, un paio di jeans scuri con una cintura rossa fatta a scaglie sotto una canottiera nera molto stretta. Anche lui come Malverik portava un giacchetto, nel suo caso di finta pelle rossa, e un dueling disk da collaudo. Aveva la testa squadrata, relativamente piccola in confronto al resto del corpo, e un visto dai tratti duri, leggermente addolciti dal sorriso che mostrava ai suoi interlocutori, contornato da dei cortissimi capelli neri e un pizzetto alla Downey Jr.
Malverik rimase inizialmente impressionato da quel tipo, ma dopo pochi momenti si alzò per stringergli la mano mentre Sally fu distratta dagli addominali scolpiti che mostrava dalla canottiera e Gilbert rimase seduto a terra.
“Scusate l’intrusione, mi chiamo Alexandross, partecipo anch’io al torneo, e sono pienamente d’accordo con te”
Malverik aggrottò un momento la fronte mentre i suoi amici si mettevano in piedi.
“Alexandross?” fece eco Malverik “Aleandross, come Alex ‘Il Re Dragone’ ?” chiese il ragazzo.
Gilbert spalancò gli occhi.
Alexandross strinse sospettoso gli occhi azzurri e ritirò la mano lungo il fianco.
“Si, sono io” rispose.
Malverik sorrise e mostrò il suo classico sorriso da sfida.
“Malverik, The Black Emperor” si presentò l’argentino.
L’altro spalancò a sua volta gli occhi e scoppiò in una potente risata aggiungendo: “Assurdo!” e continuò a ridere.
Appena si fu calmato, Alex commentò: “Allora evita di venire da me per il momento, noi due ci vedremo in finale”
Detto questo salutò tutti con un cenno della mano e discese la collinetta puntando al centro della piazza.
Sally lo seguì per un po’, quindi azzardò una domanda: “Chi era quello?”
“Alex è il campione nazionale greco di Duel Monsters, attualmente primo nel ranking mondiale e egualmente al sottoscritto capace di mantenere la top 5 per più di due mesi. Esperto duellante di mostri di tipo Drago e maestro nella ben poco nobile arte dell’evocare tramite Fusione” rispose Malverik continuando a seguire i movimenti di quel gigante “Mi aspettavo una persona dalla presenza imponente, ma non fino a questo punto”
Gilbert era intanto rimasto a bocca aperta e non aveva neanche preso i soliti appunti sul duellante appena andato via.
“Il torneo non è ancora cominciato e io ho già conosciuto due candidati alla vittoria finale” commentò imbambolato “Fantastico…”
Malverik e Sally scoppiarono a ridere.
Come aveva predetto Malverik, man mano che aumentavano i duellanti nella piazza, aumentavano anche le facce spaesate e le chiacchiere.
Mentre Sally, guidata da Malverik imparava a riconoscere gli avversari più forti e Gilbert prendeva diligentemente appunti, molti nella piazza cominciavano a parlare tra loro, mostrare i propri Deck, formare gruppi.
“I viscidi si sono messi in gioco prima del solito” commentò Malverik “evidentemente questo torneo fa paura anche a loro”
“Come pensi che potrebbero comportarsi dei gruppi di duellanti?” Chiese Sally.
“Più o meno come noi due. Cercheranno di aiutarsi a vicenda per poi giocarsi la finale gli uni contro gli altri, ma in un gioco come il Duel Monsters in lo standard è uno contro uno difficilmente è una strategia che funzione”
“A proposito di aiutarsi a vicenda” fece Sally piegando la testa in direzione del ragazzo che le sedeva vicino “Ti vorrei ringraziare per avermi regalato quelle carte, mi sono state molto utili”
Sally regalò un largo sorriso a Malverik, che rispose con un sorriso molto più stretto e leggermente imbarazzato.
“Sono contento…” rispose Malverik.
A Gilbert la cosa non sfuggì, ma la sua attenzione fu subito spostata altrove, più precisamente, su una ragazza che, all’interno del gruppo di duellanti che si faceva sempre più folto sotto di loro, entrò nell’area dell’obiettivo della sua macchina fotografica, agitando la mano vero si loro.
“Mal, ce l’ha con te quella?”
Voltandosi, Malverik stava per dire a Gilbert di non chiamarlo ‘Mal’, ma prima notò la ragazza che l’amico gi indicava.
“Oh, no” sussurrò Malverik abbassando la testa, quindi si alzò.
La ragazza che si stava dalla collina era alta poco meno di Gilbert e Malverik, con dei lunghi capelli ondulati di colore castano chiaro, la pelle leggermente abbronzata, gli occhi stretti e scuri, magrissima e con il viso ossuto, vestita con un leggero vestitino viola e il paio di pantaloni chiari. Il dueling disk che portava al braccio sinistro era di tipo normale ed teneva fermo una grossa borsa marrone chiara.
A passo deciso e con un sorriso nervoso che non prometteva niente di buono.
“Ciao Malverik” esordì la ragazza con uno dei sorrisi più finti che Sally e Gilbert avessero mai visto “Non avevi detto che non avevi soldi per arrivare fino i America per il torneo?” chiese ancora lei mettendo le mani sui fianchi.
Malverik si alzò, ma non avanzò di un passo.
“Sono arrivato in autostop. Ho detto che non avevo soldi, non che non sarei venuto lo stesso” rispose beffardo Malverik e mise le braccia conserte.
L’altra aprì la bocca come per dire qualcosa, ma si ingoiò le parole e buttò un’occhiata su Gilbert e Sally.
“Non mi presenti ai tuoi nuovi amici?” chiese ancora lei, e a nessuno sfuggì il tono acido con cui aveva detto ‘nuovi amici’.
Gilbert fece per alzarsi, ma Malverik lo anticipò.
“Non voglio loro così male” rispose freddo il ragazzo.
La ragazza abbassò la testa un attimo, quindi la rialzò permettendo ai capelli che erano finiti davanti di spostarsi di nuovo sui lati, sfoderando un sorriso talmente convinto da sembrare vero. Sembrava quasi un’altra persona rispetto a prima.
“Scusatemi, mi chiamo Aleta, sono un’amica di Malverik” disse porgendo la mano a Sally.
“Piacere, Sally” rispose imbarazzata la bionda.
Aleta la squadrò dalla testa ai piedi con un’occhiata glaciale, quasi infastidita, quindi passò da Gilbert, il quale non fu considerato della benché minima attenzione.
“Quindi hai deciso di partecipare anche te?” chiese Malverik ancora con le braccia conserte.
“Per tua sfortuna” rispose Aleta “La fortuna del grande Imperatore non lo aiuterà stavolta”
Malverik stava per rispondere, ma un terzo personaggio entrò in scena.
“Oddio, esattamente come la prima volta” si lamentò a voce alta un ragazzo alle loro spalle.
L’ultimo arrivato era alto più o meno quanto Aleta, dal fisico asciutto, i capelli neri, gli occhi grandi e scuri in un viso leggermente allungato e con la fronte alta, la pelle era abbronzata e vestiva con un semplice jeans su una maglietta neutra, avanzando svogliatamente sulla collinetta con le mani in tasca e lo sguardo rilassato e vagamente assente.
“Gabri, è un piacere vederti” lo salutò Malverik.
“Parla per te” replicò Aleta voltando lo sguardo altrove “Non ho intenzione di perdere tempo con la personificazione della noia. Se hai intenzione di fare gruppo con qualcuno, Malverik, potevi anche scegliere di meglio di questo tipo e della novellina”
Sentendosi tirata in causa, Sally si voltò verso Aleta che, senza darlo a vedere, la teneva d’occhio.
Gilbert intervenne: “Temo che sia presto per dare giudizi. Sally non è certo alle prime armi, è un’ottima duellante”
Aleta si limitò a ignorare il parare del ragazzo e si concentrò invece su Malverik, che rispose a sua volta.
“L’Imperatore gioca da solo, Aleta, tu dovresti saperlo” disse minaccioso Malverik.
“Eppure eccoti qui a fare il piccioncino con una che non ha mai neanche visto un tabellone da torneo”
Questo era troppo, e Sally scattò.
“Ascoltami, non so chi sei o chi ti credi di essere per parlare così, ma posso dimostrarti che ti sbagli anche subito”
Aleta rimase per un attimo sorpresa dalla sfuriata della ragazza, ma subito dopo le scappò una risata.
“Ci vediamo in giro” esclamò. Quindi girò i tacchi e sparì tra la folla.
“Non è cambiata di una virgola, mi pare” disse l’altro ragazzo.
“No, al massimo è peggiorata” rispose Malverik.
Gilbert approfittò del momento per chiedere: “Chi era quella, Mal?”
“Hai presente quando parlavo dei viscidi dei tornei?” rispose il ragazzo “Ecco, lei è la peggiore della categoria. Aleta è una che ti squadra in un istante e ti rivolta come un calzino se non stai attento, ha vinto molte partite ancor prima di scendere in campo”
“Io rimango del parere che le piaci” sentenziò all’improvviso l’altro ragazzo dondolandosi su punte e talloni.
Malverik si voltò verso di lui e sorrise.
“Questo tipetto con la lingua lunga, invece è Gabriele, direttamente dall’Italia, uno dei giocatori più sporchi che conosca” quindi scambiò uno sguardo d’intesa con l’amico “Nel senso buono, ovviamente”
Gabriele fece spallucce.
“Perché, ne esiste un senso cattivo? Malverik, è sempre un piacere vederti flirtare senza successo, ma ora scappo, voglio salutare un po’ di gente. Ci vediamo in giro”
Detto questo salutò tutti e tre e se ne andò dall’altra parte della collinetta.
“Anche loro sono duellanti famosi?” chiese Gilbert già pronto con l taccuino.
“No, ma fossi in te ci starei attento. Gabri l’ho visto giocare solo un paio di volte e il suo stile è… particolare. Aleta invece l’ho affrontata anche troppe volte, ed è una spina nel fianco dal minuto zero”
“Anche lei è argentina?” chiese Sally che ancora non si era ripresa dall’arrabbiatura.
“Si, è mia connazionale, ci siamo conosciuti a un torneo e da li ci siamo ritrovati praticamente sempre. Gabri invece l’ho conosciuto online, poi ci siamo presentati di persona quando è venuto a Buenos Aires in vacanza”
“Ma vi conoscete da parecchio?” Chiese ancora Gilbert.
“Se ti riferisci alle battutine taglienti, no, Gabriele fa così con tutti. Stessa cosa non si può dire per Aleta, è una che cambia più volte atteggiamento che acconciatura”
Malverik si rimise a sedere sull’erba, scrutando la folla sottostante e salutando da lontano Cesar, che era arrivato al parco.
Gilbert gli si accovaccio di fianco.
“Che intendeva Gabriele quando ha detto che piaci a Aleta?” chiese con un sorrisetto.
Malverik lo guardò sorridendo un po’ imbarazzato e un po’ divertito.
“Si è fatto un film per conto suo, Aleta mi detesta perché sono più bravo di lei e non casco nei suoi tranelli”
Malverik aveva incrociato lo sguardo di Gilbert solo per un secondo prima che si rialzasse e vi aveva visto una luce strana. Avversione, forse? Sfida? Se lo sarà immaginato.
“Se lo dici tu” rispose Sally voltandosi per mascherare uno sghignazzamento che invece Gilbert mostrò senza ritegno alcuno.
Malverik li indicò entrambi con gli indici.
“Voi due vi state prendendo troppa confidenza, vi avverto”
Tra una chiacchiera e una risata, il tempo passava e alcuni operai cominciavano a fare le prime prove del’audio dal palco.
Quindi alle 11:00 il mega schermo al di sopra della struttura si accese mostrando un conto alla rovescia di un’ora.
In piazza il fermento continuava ad aumentare, e presto non ci fu neanche un centimetro quadrato libero e molti si accalcarono anche sulla collinetta dove stavano Sally, Gilbert e Malverik, che dovettero alzarsi in piedi per avere una buona visuale sul palco.
Una ventina di minuti prima che il timer arrivasse a zero, un uomo si presentò sul palco.
Un uomo giovane, con del larghi riccioli biondi in testa tagliati abbastanza corti, occhi chiari, viso leggermente incavato e mascella robusta, con un fisico asciutto e un portamento che riusciva a mantenere una certa eleganza nonostante l’andatura ciondolante del tipo, che si presentava con una giacca e pantaloni beige molto chiari, una maglietta azzurra sotto e un paio di scarpe da ginnastica bianche e azzurre.
Il tipo si sistemò al centro del palco e afferrò il microfono, si guardò in giro con circospezione e cominciò.
“Buongioooooorno duellanti!” esordì urlando e catalizzando su di se l’attenzione di tutti “Ci tengo tanto ad essere il primo a darvi il benvenuto qui al parco della Fondazione Kygranerd, in cui si svolgerà questo primo Torneo Mondiale di Duel Monsters”
Gli ampi gesti delle braccia del presentatore e il suo continuo muoversi da una parte all’altra del palcoscenico rendeva difficile non prestargli attenzione, tuttavia Malverik continuava a guardarsi intorno, come se cercasse qualcosa mentre Gilbert e Sally ascoltavano interessati.
“Mi presento: io sono Stephan Kygranerd, presidente della Kygranerd Industries e organizzatore principale di questo torneo. Certo, ci sarebbe anche qualcun altro che ha aiutato, ma non sono uno che cede meriti quando può prenderseli”
L’uscita di Kygranerd suscitò una risata generale.
“Ah, inoltre” fece il presidente indicando con il dito qualcosa da un lato del palco “la mia assistente, la signorina Wyvern, qui presente, mi ha ripetuto più volte di non fare questa battuta in pubblico e ora mi sta guardando malissimo”
Un’altra ondata di ilarità investì i duellanti nella piazza, poi però Stephan Kygranerd si fece serio e attese il silenzio.
“Ok, adesso però vorrei dire un paio di cose seriamente. Ho organizzato questo torneo per un solo e unico scopo: stabilire, una volta per tutti, quale tra noi presenti sia il miglior duellante del mondo. So che alcuni di quelli che sono presenti qui oggi sono dei grandi giocatori che si piazzano sempre nelle prime posizioni del tornei online, ma sappiamo anche che quello non è il vero modo di giocare a Duel Monsters. Il modo vero e faccia a faccia, carta su carta, cercando di guardare negli occhi del proprio avversario quale sarà la prossima mossa, vedere se ci sta rispettando come noi stiamo facendo con lui. Dico noi, amici miei, perché anch’io nel mio piccolo sono un duellante, e non partecipo al torneo solo perché, disgraziatamente, sono anche a capo di una multinazionale, ma vi posso assicurare che la voglia che sento di avere un vero campione del mondo di Duel Monsters è pari, anzi, se mi permettete anche superiore alla vostra. Perché so che cosa significa vedere il gioco che noi tutti apprezziamo e per cui ci impegnamo ogni giorno venire considerato alla stregua di una lite tra bambini. Tuttavia, eccoci qua, in più di 7000 giocatori, arrivati dai quattro angoli della terra per il primo Duel Monsters World Championship della storia! Quando il timer di questo megaschermo arriverà a zero, voi tutti vi sparpaglierete per il parco, e potrete sfidarvi a duello grazie al sistema del dueling disk, che contiene anche un piccolo schermo inferiore in cui verranno accumulati punti ogni volta che duellerete. Vincendo un duello guadagnerete 20 punti, perdendo un duello ne perderete 10. I primi 32 duellanti a raggiungere i 100 punti potranno passare alla fase successiva del torneo a eliminazione diretta. Attenti però, perché le poste in palio possono essere aumentate a piacimento, quindi, fatevi furbi, perché in palio c’è anche un premio in denaro di un milione di dollari!”
Stephan Kygranerd fece una piccola pausa per riprendere fiato mentre in giro si alzava un brusio, quindi dette un’occhiata al timer e si voltò di nuovo sulla folla.
“Adesso, signori, unitevi a me nel conto alla rovescia per questo evento storico! E facciamo diventare questo torneo LEGGEN… fermi dove siete… DARIO!!!”
Un clamore indistinto di consenso si alzò dalla folla di duellanti e anche Gilbert e Sally si unirono ai festeggiamenti, urlando e fischiando verso l’organizzatore.
Proprio in quel momento, però, le mani di Malverik si appoggiarono pesantemente sulle loro spalle.
“Andiamocene” ordinò il ragazzo, e senza farsi troppe domande i due lo seguirono.
Il conto alla rovescia proseguiva mentre Gilbert e Sally seguivano Malverik giù dalla collinetta dalla parte opposta rispetto al palco, facendosi strada tra la gente che si era raggruppata li intorno, quindi sbucarono fuori dalla folla e uscirono in un viottolo all’ombra di alcuni grandi alberi dalle foglie larghe.
“Perché ce ne siamo scappati?” chiese Sally.
“Più che altro per salvaguardare te” le rispose Malverik guardandosi intorno circospetto.
“In che senso?” chiese stavolta Gilbert che seguiva entrambi.
“Come ho detto all’inizio, il torneo è un covo di cacciatori, e molti avranno già notato che Sally è una novellina qui in mezzo. Sicuramente qualcuno ti ha già messo gli occhi addosso, e non nel senso buono” continuò senza fermarsi “Il primo passo è trovare un avversario da affrontare che non sia un pericolo reale, in questo modo potrai prendere abbastanza punti da resistere all’assalto di uno più esperto”
Sally strinse gli occhi offesa e afferrò Malverik per un braccio costringendolo a fermarsi.
“Da quando in qua ho bisogno che tu mi faccia da balia?” esclamò Sally arrabbiata.
“Non è farti da balia” cercò di giustificarsi Malverik “è semplice strategia, sfidando e vincendo contro un avversario di basso livello si hanno abbastanza punti per andare avanti senza preoccuparsi troppo”
Neanche mezza delle parole di Malverik riuscirono a convincere Sally, che girò i tacchi e marciò nella direzione opposta senza aggiungere niente.
Gilbert si fece avanti.
“Ha ragione, Mal, hai visto che è brava, se la cava bene anche da sola”
“Primo: non chiamarmi ‘Mal’. Secondo: ‘brava’ non è abbastanza qui in mezzo” sentenziò Malverik alzando la voce “Forse non vi rendete conto che qui siamo in mezzo ai più grandi giocatori del mondo. Non c’è modo neanche di sopravvivere senza strategia d’attacco. Senza contare poi che Aleta ti ha già puntato e…”
“E te ne accorgi tardi come sempre”
La voce di Aleta da dietro uno degli alberi interruppe bruscamente Malverik che sbuffò a denti stretti.
“Cazzo…” sussurrò il ragazzo e si voltò dall’altra parte del viottolo, dove Aleta sbarrava a lui e agli altri la strada.
“So come ragioni, Malverik, non avresti dovuto provare a sfuggirmi” disse Aleta con un sorrisetto sadico.
“Vi siete persi la fine del count down, mi dispiace. Uno spettacolo pietoso, a dir la verità” ridacchiò tra se Aleta cambiando tre volte espressione in pochi secondi “Ma ora il torneo è ufficialmente iniziato, e io ho proprio voglia di combattere”
Malverik si fece avanti e mise il dito sull’accensione del dueling disk.
“Va bene, sono pronto anche subito” esclamò il ragazzo.
“Non voglio te, Malverik” lo fulminò la ragazza “Voglio la novellina” disse e puntò il dito contro Sally poco più avanti.

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Capitolo 7
*** L'inizio del torneo (parte 2) ***


Sally squadrò sorpresa Aleta aggrottando la fronte. Il sorrisetto sicuro della ragazza le stava facendo salire il nervosismo, già abbastanza alto in seguito al comportamento di Malverik. Che fosse allergica agli argentini?
“Secondo le regole del torneo una sfida non può essere rifiutata” fece Aleta mettendo mano al dueling disk “Quindi propongo una all in. 20 punti contro 20 e chi vince prende tutto e il bonus per l’eliminazione dell’avversario”
Sally aveva un estremo bisogno di sfogare la rabbia e tornò indietro per accettare la sfida, ma Malverik si mise di nuovo in mezzo.
“Rileggi il regolamento, Aleta, quella regola vale per la puntata standard, uno sfidato può rifiutare una sfida che prevede una puntata maggiore della 20 e 10” ringhiò Malverik mettendo un braccio a frenare Sally.
“Cos’è, la novellina non se la sente di accettare una sfida? Magari preferiva prendersela con un suo pari. È comprensibile la difficoltà di torneo mondiale è ben oltre quello che una ragazzina alle prime armi potrebbe mai sopportare…”
Aleta continuava a provocare Sally che alla fine abbassò di forza il braccio di Malverik e avanzò verso di lei.
“Ora basta!” sbottò la bionda “Non ho intenzione di farmi trattare ancora da novellina. Sono una duellante e sono pronta alla sfida. Avanti, combattiamo!”
Aleta ghignò soddisfatta.
Malverik provò a intervenire di nuovo, ma Sally si voltò di scatto incenerendolo con lo sguardo.
Il ragazzo sbuffò.
“E va bene” esclamò alla fine esasperato. Poi si avvicinò a Sally e le disse: “Però vi giocate la standard”
Sally lo seguì con lo sguardo mentre si allontanava raggiungendo Gilbert, quindi si voltò verso l’avversaria e mise la mano sul dueling disk.
“Ci giochiamo la standard” sentenziò Sally alla fine.
Aleta rincarò la dose: “Davvero? Pensavo…”
“Standard o te ne vai, ma muoviti, ho voglia di duellare” la zittì Sally.
Infastidita da queste parole, Aleta accese il dueling disk. Solo in quel momento Sally accese il suo, e il duello poté cominciare.
“Ma è sempre così testarda?” chiese Malverik a Gilbert.
“No, solo quando c’è di mezzo una sfida” rispose l’altro “Piuttosto, com’è Aleta a duellare? È davvero così pericolosa?”
“No, molto di più…”
“Wow, non hai detto che non è una delle più famose?”
“Solo perché gioca poco online, ma ha un nome conosciuto”
“Ovvero?”
“Princector”
“Che?!” esclamò Gilbert spaventato.
Era un po’ tardi per avvertire Sally che era stata sfidata da una delle più infide e velenose duellanti in circolazione, capace, con i propri mosti Insetto, di far tremare persino i giocatori più esperti.

La prima mano la vinse Aleta, che se la prese senza troppi complimenti e pescò una carta.
“Evoco l’Insetto Finale LV1 in posizione di difesa” dichiarò Aleta, e giocò la sua carta.
Il grosso guscio bucato di colore rosso bluaceo da cui facevano capolino due piccoli occhi gialli si manifestò sul terreno, arrivando a mala pena al ginocchio di Aleta, che giocò anche una carta coperta e terminò il turno.
“Tocca a Sally…” sussurrò Malverik nervoso.
“Calmati, vedrai che Sally se la saprà cavare”
“Mi permetto di avere dei dubbi. Le carte di Aleta sono infide, e lasciargliele giocare come vuole, un errore imperdonabile”
Sally cominciò il suo turno pescando una carta.
“Evoco Gozuki in posizione di attacco” disse la bionda e giocò la sua carta. Faceva un bell’effetto vedere uno dei pilastri del suo Deck, il suo caro Gozuki, lo zombie minotauro, apparire davanti a lei con il suo enorme martello pronto a colpire.
“Usando l’Effetto di Gozuki prendo un mostro Zombie dal mio Deck e lo mando al Cimitero” disse Sally e così fece.
“Adesso lancio l’attacco con Gozuki verso il tuo Insetto Finale LV1”
Il minotauro di Sally sollevò il suo martello di legno e si lanciò di corsa contro il piccolo insetto dell’avversaria.
“Attivo la mia carta Trappola!” esclamò Aleta, e con la pressione dell’apposito pulsante sul dueling disk sollevò la carta che aveva lasciato coperta, scoprendo una carta Trappola.
“Farfallannegamento costringe il tuo mostro a passare in posizione di difesa e blocca il suo attacco”
Gozuki venne immediatamente circondato da della farfalline che brillavano di una luce dorata e fermò il suo attacco, mettendosi poi su un ginocchio con il martello come scudo e fu traslato immediatamente dalla parte di campo di Sally.
Il turno della bionda terminò e Aleta pescò una carta.
“Un attacco sfortunato” commentò Gilbert “Si rifarà al prossimo turno”
“Come se le cose di qui al prossimo turno potessero essere le stesse” rispose deluso Malverik.
“Esattamente il tipo di errore che mi aspetto da una novellina” commentò Aleta.
Sally era ancora più arrabbiata.
“Non ti permettere…” lo sfogo di Sally fu fermato dal grido di Malverik.
“Guarda che ha ragione!” disse il ragazzo.
Sally gli ringhiò contro e subito si voltò verso l’avversaria, che intanto preparava la prossima mossa.
“Adesso evoco Insetto Arsenale” disse Aleta.
Uno strano insetto con la testa a forma di ancora armato di scudo e spada comparve sul terreno, rimanendo fermo a mezz’aria sorretto non si sa come da due piccole ali. Il mostro aveva 2000 ATK.
“Adesso” proseguì la bruna “Mando al cimitero il mio Insetto Finale LV1 per evocare dal mio Deck Insetto Finale LV3”
Il mostro di Aleta scomparve in una rapida colonna di luce e al suo posto si materializzo un secondo insetto, dello stesso colore rosso bluaceo del primo, ma decisamente più grosso, con una faccia demoniaca e i denti aguzzi, somigliante e un enorme bruco.
“Grazie all’effetto dell’Insetto Finale LV3, i tuoi mostri subiscono un drop di 300 ATK e DEF”
L’insetto di Aleta sparò dalla bocca un getto di liquido acido violaceo che colpì il mostro di Sally facendogli emettere un muggito di sofferenza. Il DEF di Gozuki, già basso di suo, arrivò alla ridicola somma di 500 punti e Sally capì che stava per subire un attacco.
“Ora, Insetto Arsenale, attacca Gozuki” ordinò Aleta, e il suo insetto si mise in moto, volando contro il mostro di Sally.
“Ma non aveva più senso attaccare con l’altro?” chiese prontamente Gilbert.
“Si… se Gozuki restasse in difesa” rispose Malverik.
“Il tuo mostro è ancora sotto l’effetto di Farfallannegamento, che mi permette di cambiare la sua posizione ogni volta che voglio” esclamò Aleta e subito ordinò a Gozuki di passare in posizione d’attacco appena prima che la carica dell’Insetto Arsenale impattasse contro il mostro Zombie, facendolo in mille pezzi.
Gozuki ha 1700 ATK, ma grazie a Insetto Finale LV3, era calato e Sally perse 600 Life Points.
“Attivo l’effetto di Gozuki” esclamò Sally “Rimuovendo dal gioco il mostro che avevo mandato al cimitero, posso evocare un altro mostro Zombie dalla mia mano”
Detto questo eliminò il mostro da cimitero, mettendolo nel Deck box.
“Scelgo il Drago Vampiro”
La creatura di Sally, che nel Gioco delle Ombre di qualche giorno prima era rimasto solo una miniatura, si palesò in ologramma in tutta la sua possanza volteggiando in aria sopra la testa di Sally come un gigantesco serpente volante.
A causa dell’effetto del solito Insetto Finale LV3, un altro getto di acido fu sparato, e il Drago Vampiro vide i suoi punti di attacco scendere, ma rimaneva un forte incentivo a non attaccare per i mostri di Aleta.
Vedendo il mostro, l’argentina si vide costretta a ripiegare.
“Metto una carta coperta e termino qui il mio turno” disse Aleta sorridendo quasi con tenerezza alla sua avversaria.
“Cos’ha da sorridere?” chiese Gilbert contrariato.
“Fai te. È palesemente in vantaggio e sta portando a giro la sua avversaria come le pare e piace” rispose cinico Malverik picchiettandosi l’indice sul braccio per il nervoso.
“Ma se le ha permesso di evocare un mostro potente come Drago Vampiro?!” ribatté Gilbert.
“Dubito che Aleta non lo avesse previsto. Gozuki è una carta piuttosto rara, ma è comunque conosciuta. Scommetto quello che vuoi che la carta che ha coperta è un’altra trappola per buttare giù il Drago non appena attacca”
Sally si concentrò.
Il vedere i suoi mostri prendere vita le aveva fatto perdere la testa e le provocazioni della rivale non aiutavano.
Voleva dimostrare a Malverik che se la sarebbe cavata in questo torneo e così sarebbe stato.
Pescata la sua nuova carta, Sally controllò la situazione.
Il suo Drago Vampiro era abbastanza forte da mettere KO entrambi i mostri dell’avversaria, ma la carta coperta le faceva paura.
Se avesse attaccato sarebbe caduta in trappola, ma non poteva neanche esimersi dal farlo, visto che altrimenti avrebbe continuato a far fare a Aleta il bello e il cattivo tempo.
“Gioco un mostro coperto in difesa” dichiarò Sally, e la carta apparve sul suo terreno a fianco al Drago Vampiro.
“Quindi lancio l’attacco col Drago Vampiro” disse ancora Sally. In casi come questo la cosa migliore da fare era togliersi di mezzo l’avversario più potente.
“Attacca l’Insetto Arsenale!”
“Oh Gesù santo…” commentò Malverik sconsolato mentre si portava pollice e indice in mezzo agli occhi.
L’attacco andò a buon fine e il Drago Vampiro riuscì con un morso a fare a pezzi l’Insetto Arsenale facendo perdere a Aleta 100 Life Points. La duellante di Insetti non si scompose.
“Bene! Meno uno!” Esclamò contento Gilbert. Malverik lo guardò sorpreso nella continua delusione.
“La tua ingenuità mi sorprende, Gilbert” commentò il ragazzo con la maglietta rossa.
“Perché?”
“Come “perché”? Sally ha sbagliato bersaglio” esclamò Malverik “L’Insetto Finale LV3 sta rendendo più deboli tutti i suoi mostri rimanendo in campo. Inoltre l’Insetto Arsenale raggiunge la sua piena potenza solo in compagnia di altri mostri Insetto, se è da solo in campo il suo ATK si riduce di 1000 punti. Era l’Insetto Finale LV3 il mostro più pericoloso”
Gilbert rimase a bocca aperta.
“Senza contare che quell’affare non ha ancora finito di crescere” concluse Malverik.
Si concluse anche il turno di Sally, che passò la mano all’avversaria, pronta a pescare.
“Adesso elimino dal terreno l’Insetto Finale LV3 per evocare dal mio Deck Insetto Finale LV5”
Ancora una volta il mostro di Aleta sparì in una colonna di luce e venne sostituito da un nuovo mostro, stavolta molto più grande. Una specie di crisalide che si reggeva su quattro lunghe zampe gracili stile treppiedi de “La Guerra Dei Mondi”, torreggiante sopra la testa di Aleta, dando un metro buono anche al Drago Zombie, che a causa dell’acido che lo corrodeva non poteva volare più in alto.
“Con l’evoluzione, non solo la forza del mio Insetto Finale aumenta, ma anche la portata dei suoi effetti. Infatti adesso i tuoi mostri non perdono 300 ATK, ma 500” spiegò Aleta.
Il suo mostro sparò un nuovo getto di acido, che colpì il Drago Vampiro portandolo a volare ancora più in basso e abbassando il suo ATK a 1900 punti che nulla potevano contro i 2300 del mostro dell’avversaria.
“Adesso evoco anche il Coleottero Spade Incrociate”
Un nuovo mostro Insetto scese in campo, materializzandosi come un enorme coleottero con delle grosse mandibole e le due zampe anteriori affilate come lame protese in avanti pronte all’attacco.
“Insetto Finale LV5, attacca il Drago Vampiro”
Il mostro di Aleta si mosse in avanti facendo un paio di enormi passi, prese la mira sul Drago Vampiro, e gli sputò un potente getto di acido verdognolo sul mostro, che, colpito, venne abbattuto e sparì nei soliti frammenti di luce mentre l’acido lo corrodeva scoprendogli la carne marcia da zombie.
Sally perse altri 400 Life Points.
“Adesso, Coleottero Spade Incrociare, attacca il mostro coperto”
Il coleottero di Aleta ubbidì all’ordine si lanciò all’attacco con le sue due zampe anteriori puntate sulla carta coperta di Sally. Appena fu a portata, il Coleottero Spade Incrociate calò le sue lame sul mostro, trovando però una resistenza inaspettata.
“Il mio mostro coperto è Mummia Infetta” esclamò Sally “Che ha il DEF uguale all’ATK del tuo mostro, quindi non viene distrutto”
“Sbagliato di nuovo” replicò Aleta “L’effetto del mio Insetto Finale LV5 è ancora attivo e il tuo mostro perde 500 ATK e DEF”
Il piccolo getto d’acido partì immediatamente dalla bocca dell’insetto gigante e colpì la Mummia Infetta, facendole abbassare il DEF. Dopo che questo fu avvenuto, al Coleottero Spade Incrociate bastarono un paio di fendenti per fare a pezzi il mostro di Sally.
“Quando Coleottero Spade Incrociate è sul terreno, tutti i miei mostri Insetto possono infliggere danno anche se il mostro avversario è un posizione di difesa” sentenziò Aleta sorridendo soddisfatta; e infatti i Life Points di Sally scesero di altri 500.
“Anche tu perdi dei Life Points. Per effetto di Mummia Infetta, dato che è stata scoperta, tu perdi 500 Life Points”
2500 LP per Sally e 3400 per Aleta.
“Le cose si mettono male, vero?” chiese Gilbert.
“No, le cose si sono già messe male, e la tua amica farà bene a ricordarsi come si duella, se no va a finire male” rispose Malverik.
“C’è qualche possibilità?”
Malverik ci pensò su. Aleta stava giocando in maniera molte semplice, probabilmente aveva sottovalutato anche troppo Sally.
“Più d’una in effetti” dichiarò Malverik permettendo all’amico di tornare a respirare normalmente “Ma le ha messe nel Deck le carte che le ho dato?”
“A me ha detto di si, e le erano anche piaciute”
“Allora perché non le sta usando? Ce l’ha con me fino a questo punto?”
“Conoscendola… si” rispose Gilbert con un mezzo sorriso “L’hai già vista in azione, dovresti darle un po’ più di fiducia”
“Non è mancanza di fiducia, è che conosco l’ambiente, ho visto e sentito un sacco di ragazzi perdersi d’animo e smettere di giocare dopo una disfatta totale a un torneo di alto livello. Non volevo succedesse anche stavolta”
“Ma noi non siamo così” affermò Gilbert guardando Malverik con lo stesso sguardo negativamente sorpreso con cui prima l’altro guardava lui “Non siamo tipi da arrendersi alla prima difficoltà, altrimenti col cavolo che sarei qui a parlare con te e che Sally sarebbe a duellare in un torneo mondiale. Io mi ritengo una testa dura quando si parla di cose che voglio, ma Sally è anche peggio di me. Ora guardala bene e prova a dirmi che non ce la farà”
Malverik fino a quel momento si era limitato a tenere d’occhio il terreno di gioco, dando rapidi sguardi alle due contendenti solo per capire come si sarebbero comportante.
Stavolta portò lo sguardo dritto su Sally, che osservava le carte del suo Deck per prendere un nuovo mostro grazie all’effetto di Drago Vampiro. Il suo sguardo era concentrato. Non era spaventata dalla situazione, era decisa, forse fino a quel momento aveva commesso degli errori, ma adesso era sicuramente al pieno delle sue forze. No, quello non era lo sguardo di una sconfitta.
“Ok, carina, ora tocca a te” sghignazzò Aleta “Se hai intenzione di arrenderti fai pure, io non ti biasimerò di certo”
Sally la guardò storto, ma non rispose.
Sally pescò una carta, quindi gettò un’occhiata severa a Malverik, che non abbassò lo sguardo.
“Attivo Richiamo della Mummia” esclamò Sally e attivò la sua carta Magia scoperta sul terreno.
Aleta fu sorpresa. Non si aspettava una carta del genere da una che aveva giocato in quel modo.
“Utilizzando l’effetto di Richiamo della Mummia evoco Specialmente il Signore dei Vampiri”
Il mostro di Sally scese in campo in tutta la sua maestosità, ma subito venne bersagliato dall’acido dell’Insetto Finale LV5, che abbassò il suo ATK da 2000 a 1500.
Aleta non riuscì a trattenere una risatina. Chissà che grande giocata si aspettava.
“Adesso bandisco il Signore dei Vampiri dal terreno per evocare Genesi Vampira” esclamò ancora Sally.
Stavolta Aleta fu molto meno tranquilla.
Genesi Vampira, il mostruoso enorme vampiro di Sally, con la pelle viola, i denti aguzzi e la coda membranosa spiegata come le penne di un pavone, scese in campo dimostrando la sua potenza di 3000 ATK, che scesero a 2500 a causa del solito Inetto Finale LV5, ma era ancora abbastanza potente da tenere in pugno i mostri dell’avversaria.
“Si attiva l’effetto di Genesi Vampira. Scarto Drago Zombie Occhi Rossi dalla mia mano per evocare dal Cimitero un mostro di livello inferiore. Drago Vampiro, torna in campo”
All’ordine di Sally, il Drago Vampiro tornò ringhiando sul terreno e anche l’acido del mostro avversario non sembrò turbarlo.
“Adesso lancio l’attacco con Genesi Vampira e colpisco l’Insetto Finale LV5”
Il mostro di Sally caricò il pugno, che scagliato in avanti si trasformò in un raggio fatto di particelle oscure simili a pipistrelli che impattò contro l’Insetto Finale LV5 distruggendolo.
“Adesso che il tuo mostro è sparito i miei riguadagnano i loro punti ATK”
Infatti il Drago Vampiro tornò a 2400 ATK e la Genesi Vampira a 3000.
“Ora Drago Vampiro, attacca e distruggi il Coleottero Spade Incociate”
Il Drago Vampiro volteggiò in direzione della sua preda, la ghermì con le sue spire e spalancò le fauci per po assestare un potente morso che mise fine alla presenza del mostro.
Bilancio totale del turno: due mostri distrutti e 800 punti di danno per Aleta.
“Posiziono una carta coperta e termino il turno” esclamò Sally.
Gilbert, a bordo campo, festeggiava contento e Malverik, ancora con le braccia conserte, approvava soddisfatto. Sia Richiamo della Mummia che Genesi Vampira erano carte che le aveva regalato lui, ma era preoccupato per la reazione di Aleta. La conosceva troppo bene per pensare che non avesse un piano B.
“Tocca a me” disse Aleta pescando una carta “Non cantar vittoria, novellina”
“Adesso attivo l’effetto di Doom Dozer, bandisco dal cimitero Insetto Finale LV1 e Insetto Finale LV3 per evocare Doom Dozer in posizione di attacco”
L’immenso verme rosa e nero di Aleta si manifestò sul terreno di gioco con la sua straordinaria forza d’attacco di 2800 ATK.
“Adesso attivo la carta coperta Tifone Spaziale Mistico e distruggo la tua carta coperta” dichiarò la bruna e attivando la sua carta Magia eliminò dal terreno la carta coperta di Sally.
“Adesso attacco con Doom Dozer il suo Drago Vampiro”
L’ordine di Aleta fu subito eseguito e il millepiedi si lanciò all’attacco, assaltando il Drago Vampiro e mettendolo fuori gioco con una sola chiusura di mascelle. Altri 400 Life Points se ne andavano.
“Posiziono una carta coperta e termino il turno”
Era una trappola. Era chiaro.
Malverik storse le labbra.
“A che pensi?” chiese Gilbert.
“Sally ha fatto una gran giocata, ma rischia di essere vana se cade nella trappola di Aleta”
“E cosa comporta non caderci?”
“Non attaccare. E in questo gioco se non attacchi mai è difficile vincere”
Sally controllò le carte che aveva nel suo Deck, per effetto del Drago Vampiro poteva recuperare un altro mostro di LV4 e metterlo in mano, ma restava da trovare un modo per sfuggire a quella situazione.
In campo aveva un mostro in grado di distruggere Doom Dozer: la Genesi Vampira, ma era certa che se avesse provato ad attaccare sarebbe stata bloccata e avrebbe perso tutto il vantaggio guadagnato. C’era la possibilità che quello di Aleta fosse un bluff, ma non era nella posizione di correre un rischio del genere.
Sally scelse la sua carte e ne pescò un’altra, la guardò attentamente e controllò i propri Life Points. 2100. Abbastanza per rischiare.
“Genesi Vampira, attacca il Doom Dozer” ordinò Sally.
Il gigantesco vampiro fece partire di nuovo il suo attacco, ma Aleta sorrise.
“Un altro errore da novellina. Attivo la mia carta trappola Armatura Sakuretsu”
La carta trappola coperta di Aleta si attivò e l’armatura vuota coperta di lame uscì da essa colpendo la Genesi Vampira e distruggendola.
Sally accusò il colpo, ma non si scompose, giocò un mostro coperto in difesa e una carta coperta, quindi terminò il turno.
“Tocca a me!” esclamò euforica Aleta “Hai perso, novellina. Ora evoco Insetto cavaliere in posizione d’attacco”
Il mostro di Aleta scese sul terreno: una cavalletta antropomorfa armata di spada e scudo.
“Adesso Insetto Cavaliere attacca il suo mostro coperto”
L’Insetto avanzò veloce e con un fendente di spada tagliò a metà la carta coperta.
Con sorpresa di tutti gli astanti, esclusa Sally, la carta sparì, ma al suo posto comparvero altri due mostri a sostituirla: due piccole pecorelle con le pellicce dai colori spenti e gli occhi spiritati.
“Hai colpito Fantasma Espiatorio. Quando questa carta viene scoperta, posso evocare un qualsiasi numero di suoi cloni sul terreno” spiegò la bionda soddisfatta.
Aleta era ormai ben oltre la soglia del nervosismo.
“Doom Dozer, attacca”
L’ordine di Aleta fu eseguito all’istante, ma tutta la potenza del Doom Dozer non poteva che abbattersi un uno soltanto dei piccoli fantasmi di Sally.
Aleta terminò il turno.
“Momento della verità?” chiese Gilbert trattenendo il fiato.
“Momento della verità” confermò Malverik nella stessa situazione.
Sally pescò dal Deck.
“Attivo Anfora dell’Avidità, grazie alla quale posso pescare altre due carte”
Sally compì l’operazione e osservò le due carte pescate sorridente.
Anche Malverik sorrise tra se e se.
“Adesso attivo Mostro Reincarnato” dichiarò Sally “Scarto una carta dalla mia mano e riprendo in mano dal cimitero Genesi Vampira”
Malverik capì al volo cosa stava per succedere, e ricominciò a respirare, mentre Aleta smise di colpo per lo stesso motivo. Gilbert intanto rimaneva in apnea.
“Adesso attivo la mia carta coperta: Ritorno Dall’Altra Dimensione”
La carta si scoprì, rivelando la trappola che avrebbe permesso a Sally, al costo di metà dei suoi Life Points, di evocare i suoi mostri rimossi dal gioco, che al momento erano due.
“Richiamo in campo Signore dei Vampiri e Mummia Rigenerante” Dichiarò la bionda e subito i due mostri ricomparvero in campo al fianco dei due fantasmi.
“Adesso elimino dal gioco il Signore dei Vampiri per evocare Genesi Vampira”
Il muscoloso vampiro viola fece la sua ricomparsa sul terreno di gioco al fianco degli altri.
“Adesso sfrutto l’effetto di Mezuki, che ho scartato al Cimitero: rimuovendolo dal gioco, posso far tornare in campo un mostro dal Cimitero. Torna di nuovo in campo il Drago Vampiro”
Ormai quel mostro per Aleta stava diventando un incubo. Era già la terza volta che tornava in campo.
“Infine evoco il Maestro Kyonshee”
L’ultimo mostro di Sally si materializzò in campo: un kyonshee giapponese in posa da artista marziale con un vestito e cappello viola chiaro.
Lo schieramento di mostri che Sally aveva messo in campo in un solo turno aveva dell’incredibile e Aleta, che non aveva neanche lontanamente pensato a una controffensiva, non poté fare altro che lasciar cadere le braccia lungo i fianchi in segno di resa.
“Adesso Genesi Vampira attacca il Doom Dozer”
Il pugno del vampiro colpì con forza il Doom Dozer facendono crollare al tappeto e distruggendolo, mentre la bruna perdeva 200 Life Points.
“Ora Drago Vampiro, attacca l’Insetto Cavaliere”
E subito il Drago si lanciò contro il suo avversario stringendolo tra le sue fauci e facendolo andare in pezzi. E altri 500 Life Points se ne andarono.
“Infine, Mummia Rigenerante e Maestro Kyonshee, attaccate direttamente l’avversaria”
La Mummia Rigenerante vomitò una nuvola di gas verde che andò a circondare Aleta e la fece rimanere con 100 miseri Life Points; cancellati definitivamente dal Maestro Kyonshee, che con un calcio volante alla Bruce Lee che attraversò la testa di Aleta decretò la sua sconfitta.


Tutto quanto accadde nel più totale silenzio del piccolo pubblico. Solo Sally, infervorata dalla situazione, aveva continuato a dare ordini ai propri mostri. Una volta passata la scarica di adrenalina, il sorriso soddisfatto di Sally si trasformò in un’espressione incredula, mentre con sorpresa si rese conto di avere il fiatone e che fino a quel momento aveva smanacciato come una pazza per tutto il tempo.
Neanche il tempo per le immagini olografiche dei mostri di scomparire, che Gilbert le era corso incontro, finalmente fuori dall’apnea, e l’aveva abbracciata festante, sollevandola e facendola girare a mezz’aria mentre urlava di gioia, contagiando anche l’amica che si mise a ridere festeggiando la vittoria.
Aleta, disturbata dalla scenetta, si voltò furibonda, ma senza nessuna possibilità di recriminare, e fece per andare via. Malverik, però non resistette a una frecciatina.
“Perso qualcosa, strega cattiva?” le urlò in spagnolo.
Aleta si voltò di nuovo verso di lui mascherando la sua rabbia con uno sguardo neutro.
“Si, il mio cacciatore. Sembra sia andato a farsi rubare il cuore”
Detto questo l’argentina si voltò e sparì in fondo al vialetto, lasciando Malverik con un sorriso soddisfatto, ma anche un briciolino amaro in bocca.
Sally riuscì a liberarsi dalla stretta del suo amico e si avvicinò a Malverik, scorgendo per un attimo la sua avversaria che se ne andava dietro l’angolo del viottolo.
Appena Malverik si voltò di nuovo verso Sally, questa gli chiese:“Che vi siete detti?”
Malverik rispose con un sorrisetto: “Mah, niente, mi prendevo delle rivincite non meritate”
Ancora in preda all’euforia per la vittoria del suo primo match nel torneo, Sally continuava a abbagliare Malverik con il suo sorriso raggiante, quindi si mosse in vanti e abbracciò anche l’argentino.
Malverik, preso alla sprovvista, sbarrò gli occhi e sollevò le mani senza sapere bene dove metterle, intanto mandò uno sguardo di aiuto a Gilbert.
Per un istante, solo per un istante negli occhi dell’aspirante giornalista lampeggiò un lampo di odio puro. Stavolta Malverik fu sicuro di averlo visto. Ma durò solo un istante, poi Gilbert riprese la sua solita espressione sorridente e ingenua.
Sally strinse sempre più forte l’argentino, poi l’euforia scese un poco, lei si rese conto di cosa stava facendo e si staccò dall’altro che ancora aveva le mani sollevate e non aveva idea di cosa farne.
L’espressione di Sally rimase per qualche attimo basita per le sue stesse azioni, poi si fece imbarazzata e nervosa, e la prima cosa che le venne in mente fu di spintonare Malverik, che si mosse di pochissimo.
“Comunque ti sei comportato male!” lo attaccò Sally e si voltò imbarazzata tornando indietro sul vialetto.
Assistendo alla scena, Gilbert si face sfuggire una leggera risata guardando Malverik che in tutto questo, non ci aveva capito niente.

Stephan Kygranerd era tornato con la sua limousine al quartier generale della sua azienda, centro strategico della sua multinazionale dell’energia alternativa. Entrò nel suo ufficio, uno stanzone con una scrivania dal design molto moderno, composto apparentemente da un solo blocco di metallo argenteo che poggiava sulla moquette su di un voluminoso appoggio eseguendo poi una stretta curva che portava al piano principale piatto a forma di fagiolo, intorno in basso, a portata di mano, un cassetto metallizzato conteneva principalmente cancelleria e qualche documento particolarmente improntate conservato in cartaceo. Dalla parte opposta, dietro alla porta, il presidente si era ricavato una specie di salotto con divano in pelle marrone molto elegante e uno schermo piatto da quaranta pollici appeso al muro con al centro un tavolinetto di vetro basso dove solitamente venivano appoggiati birre e cocktail di vario tipo tenuti nel piccolo frigo nascosto dietro il divano. Il presidente Kygranerd si sedette sulla sua sedia da lavoro, una poltroncina su ruote molto comoda rivestita di pelle nera, dando le spalle alla gigantesca vetrata che occupava tutta la parete alle sue spalle, e dopo aver risposto a alcune telefonate di lavoro controllò sul PC le ultime operazioni dell’azienda, giusto per essere sicuro che in quel lasso di tempo in cui presentava il torneo, niente fosse andato fuori posto. Appurato che niente stava andando male, prese posto sul suo divano, e accese lo schermo, per l’occasione collegato alle piattaforme streaming a lui affiliate per seguire gli sviluppi del suo torneo.
Intento com’era a osservare lo schermo, non si considerò la signorina Wyvern che era appena entrata nell’ufficio.
La distinta signorina, una donna di non più di trent’anni dai lineamenti sottili e spigolosi, gli occhi scuri profondi e i capelli corvini liscissimi tenuti legati in una crocchia. Indossava una giacchettina nera tirata perfettamente stirata sopra una camicia bianca altrettanto ben messa e un pantalone piuttosto stretto anch’esso nero.
“Signore, sono arrivati i rapporti della spedizione di Messico” disse la Wyvern ostentando impassibilità.
“Visti. Finisco di seguire i primi duelli e li leggo” risposte Kygranerd stravaccato sul divano con i piedi appoggiati al tavolino.
“Come stanno procedendo le cose, signore?” chiese ancora la Wyvern.
“Alla grande” ridacchiò Kygranerd “Alcuni duelli sono stati di livello decisamente basso, ma poi ne ho visti un paio spettacolari: una ragazzina con dei mostri Zombie che ha evocato un esercito in un turno contro una grande giocatrice di mostri Insetto; da un’altra parte c’è uno che ha vinto un duello giocando solo mostri in difesa e…”
Kygranerd si voltò verso la sua assistente che lo squadrò dall’alto in basso, chiaramente aspettandosi che l’altro capisse che non le interessavano i duelli.
“…Ma tu volevi sapere come stava andando dall’altro punto di vista…” sospirò sconfitto il presidente “chiudi la porta e smettila con questo ‘signore’, Iris”
La signorina Wyvern schiuse la porta dell’ufficio e si avvicinò facendo suonare i suoi tacchi sul pavimento al suo principale e vecchio amico, fermandosi vicino al divano a guardare lo schermo.
“Prima o poi capirò cosa ci trovi di affascinante in un gioco di carte” commentò Iris scuotendo la testa.
“Non mi basterebbe una vita per fartelo capire” replicò Stephan spostandosi seduto con la testa in avanti “Non mi aspettavo che i giocatori delle Ombre si manifestassero tanto presto, e infatti ancora non si è visto niente. Sono fiducioso però, appena i miei uomini scenderanno in campo, solo i chi avrà la capacità di bandire Giochi delle Ombre potrà sopravvivere a loro”
“Intendi mandare anche quella mina vagante di Elzer?” chiese ancora Iris.
“Ormai è iscritto al torneo” rispose sconsolato Stephan “Beh, consideriamo che se non troverà gli altri duellanti, almeno farà una bella scrematura di mezze tacche in vista della seconda fase, non ti pare?”
“Stephan, non dimenticarti il motivo vero dietro a questo torneo” lo rimproverò l’amica.
“Lo so, Iris, non ti preoccupare” replicò l’altro “Ho ancora intenzione di salvare il mondo, ma penso anche a quello che voglio fare dopo, e il Duel Monsters deve esserci. E deve essere un gioco rispettato da tutti”
Stephan si alzò dal divano e andò a prendere per le spalle l’assistente guardandola fissa negli occhi con quell’espressione seria, ma sorridente, di quando parlava di qualcosa di importante come se fosse un gioco.
“Quando questo mondo avanzerà nella nuova era, il mondo intero sarà talmente in pace con se stesso che tutto il resto non sarà che un gioco. Poi, magari anche tu riuscirai ad apprezzarlo”
Detto questo, Stephan Kygranerd avvicinò le sue labbra a quelle di Iris Wyver per baciarla.
Iris poggiò due dita sulla guancia del suo principale spostandolo di lato e avvicinando invece la bocca al suo orecchio.
“Non vedo l’ora” sussurrò la Wyvern, quindi scartò di lato e prese la via della porta, uscendo dall’ufficio sotto lo sguardo divertito di Stephan.

NDA: Alla mia dozzina scarsa di lettori. Probabilmente avrete notato da voi che questo capitolo ci ha messo un po’ più di tempo a uscire rispetto agli altri. Questo perché di base fino a ora ho scritto un po’ alla cavolo, quando avevo tempo, pubblicando appena finito, ma adesso mi vedo costretto a effettuare una battuta d’arresto con la serie causa tesi universitaria da completare. Ne avrò per un mesetto almeno, ma una volta passato questo momento mi rimetterò a lavorare sulla serie, magari dandole anche una scadenza un po’ più regolare. Grazie dell’attenzione.

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Capitolo 8
*** La strategia del Senatore ***


Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita. Termino la tediosa introduzione ringraziando tantissimo tutti quanti per aver letto i precedenti capitoli di questa serie e per chi è abbastanza autolesionista da continuare a farlo. Grazie mille.
Ancora con gli occhi a forma di stellina da quanto era felice della vittoria, Sally continuava a guardare il piccolo schermo inferiore del dueling disk, che mostrava per l’orgoglio della sua portatrice i suoi sudati 40 punti del torneo.
La ragazza era talmente in estasi che aveva completamente ignorato le chiacchiere dei suoi due cavalieri.
“… Quello più vicino è in fondo a questo vialino, appena dietro la siepe che delimita le due zone” Disse Gilbert mostrando a Malverik la cartina del parco.
“Ottimo” rispose l’altro “Per me andrà benissimo un panino. Speriamo solo che ci sia posto”
Alla parola “panino” Sally si risvegliò dalla trance e alzò lo sguardo sui due che le camminavano davanti.
“Di che parlate?” chiese ingenuamente la ragazza.
“Ah, ben tornata tra noi” la schernì Malverik rivolgendole un sorriso.
Sally lo guardò male, mentre anche Gilbert si voltava.
“Stavamo dicendo di andare a prenderci qualcosa da mangiare. C’è un chiosco poco più avanti, pensavamo a un panino” disse Gilbert all’amica.
“Ah, certo, mi sta bene” rispose Sally.
I tre percorsero il vialetto, imbattendosi in un paio di duelli che si misero a osservare con interesse, commentando le mosse di volta in volta e così perdendo tempo.
Arrivarono al chiosco che erano ormai le 13:30 e i tavolini fuori erano completamente pieni.
“Non ci credo…” commentò Gilbert affranto.
Malverik si guardava intorno cercando una soluzione. I tavolini erano tutti occupati dai chiassosi duellanti del torneo e dai moli semplici spettatori, mentre davanti al bancone si era formata una fila lunghissima e molte persone si erano sedute sul prato delle aiuole e persino sui bordi del vialetto per mangiare qualcosa.
“Temo ci convenga armarci di pazienza e fare la fila” sospirò Sally “Troveremo posto più avanti”
Gilbert assentì, ma guardando verso i tavolini, Malverik intravide qualcosa, quindi strinse gli occhi per vedere meglio e emise un “Si!” tra i denti.
Gilbert e Sally si voltarono.
“Che hai visto?” chiese Gilbert.
“Venite” si limitò a dire Malverik e si mosse in avanti puntando uno dei tavolini in un angolo della zona cementata del chiosco separata dal prato da una ringhiera. Al tavolo era seduto da solo un ragazzo.
Seguendo Malverik, Sally e Gilbert si avvicinarono, accorgendosi che il ragazzo era Gabriele, il ragazzo che Malverik aveva salutato quella mattina.
“Ehi Gabri!” salutò Malverik alzando un braccio a mano aperta.
L’italiano stava per dare il primo morso al suo panino al salmone, ma si arrestò poco prima per salutare a sua volta con un gesto della mano.
Ormai a ridosso del tavolo, Malverik appoggiò una mano sulla spalla dell’amico.
“Allora? Come procedono gli incontri?” Chiese Malverik.
L’altro alzò il braccio con il Dueling Disk, mettendo in mostra il piccolo schermo inferiore, ed esclamò: “80 punti, amico mio, sono a mezzo passo dalle finali”
“Di già?!” escalmò Malverik in risposta.
Anche Gilbert e Sally si avvicinarono al tavolo e salutarono a loro volta Gabriele.
“Gabri, perdonami, è tutto occupato, ci possiamo sedere con te?” Chiese Malverik congiungendo le mani a pregare l’amico.
Gabri con un gesto invitò i tre a occupare le tre sedie vuote del suo tavolo e appoggiò il suo panino.
“Fatto buona caccia?” Chiese l’italiano appoggiandosi placidamente allo schienale e incrociando le mani sul petto.
“Sally l’ha fatta” rispose Malverik indicando la ragazza con un cenno della testa. Lei per contro, si strinse tra le spalle arrossendo di imbarazzo.
“Sai chi ha sconfitto la nostra Sally? Non ci crederesti mani” Continuò Malverik ghignando allegramente.
“Hai intenzione di dirmelo o manteniamo la suspance?” Domandò Gabri allargando leggermente le mani per poi rimetterle incrociate sul petto.
Malverik sospirò rumorosamente guardando storto l’altro e suscitando lo sghignazzo divertito di Gilbert.
“Nientemeno che Princektor in persona” sottolineò con enfasi Malverik.
Gabriele mostrò di aver preso nota della notizia con una rapida alzata di sopracciglia, quindi voltò pigramente lo sguardo su Sally.
“Sembra che abbiamo una nuova promessa in giro” disse l’italiano “Sarà il caso di guardarmi le spalle?”
Sally pensò velocemente a qualcosa con cui rispondere, ma non le venne in mente nulla. In quel momento probabilmente avrebbe dovuto accettare il complimento con un semplice grazie, ma anche stavolta Malverik la anticipò afferrandola per un braccio.
“Non dar retta alle battutine affilate di Gabri” Le disse sorridente l’argentino “Sono solo i suoi mind games con gli avversari”
Gabri riportò lo sguardo su Malverik.
“Non uso mind games” ribatté Gabriele.
Ogni volta che parlava, Gabriele non moveva mai il busto, agitava soltanto le mani, e anche quelle molto poco e in maniera precisa. Particolare, visto quel che si diceva sugli italiani.
Gabriele continuò: “Non ho interesse a entrare nella mente del mio avversario, mi basta essere padrone del suo terreno di gioco”
Malverik scosse la testa e si appoggiò anche lui allo schienale.
“Come li hai ottenuti 60 punti tutti insieme?” Chiese Gilbert con il cellulare in avanti per registrare la conversazione.
“Fortuna. Ho beccato due tipi di una squadra di appassionati di mostri Dinosauro e li ho sfidati scommettendo sull’eliminazione, così mi sono preso i 40 punti delle due vittorie più i due bonus di 10 per aver eliminato dei concorrenti. 10 a testa”
Sally restò sorpresa. Non tanto per quello che il ragazzo aveva detto, quanto per il tono: le parole di Gabriele erano uscite con totale nonchalance, come se frantumare i sogni altrui fosse normale amministrazione per lui.
Intanto un cameriere arrivò per portare i menu e i tre amici ordinarono da mangiare, godendosi intanto le smorfie di Malverik ogni volta che il suo sguardo cadeva sul prezzo di ogni panino.
Appena il cameriere se ne fu andato, Gilbert continuò la sua intervista non richiesta.
“Anche tu punti al ruolo di campione del mondo?” Chiese l’aspirante giornalista.
“Si…” rispose Gabriele con noncuranza “Ma mi attira di più il milione in premio. Con una somma del genere posso pagarmi la super vacanza in crociera che ho sempre voluto e magari anche andarmene da casa dei miei”
Malverik ridacchiò tra se: “Al buon Gabri interessa di più il vil denaro della gloria. È un tipo tranquillo, non gli interessa avere responsabilità importanti come essere campione del mondo. Penso piuttosto che eviterebbe tutto e tutti chiudendosi tra le sue quattro mura”
Gabriele soffermò uno sguardo contrariato su Malverik, quindi si sollevò dallo schienale e appoggiò gli avambracci sul tavolino.
“Il Gioco non è mai cordiale e pacifico, Malverik, se qualcuno sfida qualcun altro a un gioco è solo per prevaricarlo e appropriarsi di qualcosa di suo. Che siano soldi, punti in classifica o voti elettorali, ci si gioca sempre qualcosa. Altrimenti che senso ha sfidarsi?” Affermò Gabriele sfidando con lo sguardo il suo amico.
Gabri passò rapidamente lo sguardo sugli occhi di Sally e Gilbert che, sorpresi da quelle parole, supplicavano spiegazioni. Il duellante italiano tirò un sospiro e espose: “In un Gioco l’obbiettivo principale è sconfiggere l’avversario: il punto è, perché? La risposta è che con il gioco, con la sfida, il vincitore può sempre pretendere un premio, in genere portandolo via all’avversario. Per quanto effimera o apparentemente insensato sia quel qualcosa, al vincitore spetterà un premio per la sua maggiore abilità. Quindi si, io punto ai premi, e non me ne vergogno neanche un po’. È per questo che combatto. Se non ne potessi guadagnare qualcosa non mi alzerei neanche dal letto la mattina”
Le parole di Gabriele erano dure, ma sincere. Forse fu proprio quella sincerità a toccare maggiormente Sally e Gilbert.
Gilbert aveva sempre giocato solo per il gusto di farlo, non gli importava davvero fino in fondo della vittoria o della sconfitta finché riusciva a divertirsi. Questa visione del gioco gli era completamente estranea e lo lasciò ammutolito.
Muta restò anche Sally mentre metabolizzava il discorso del loro nuovo amico.
Malverik invece rispose: “E il piacere di dimostrarti superiore all’avversario? La voglia di migliorarsi a vicenda dove la metti?”
Gabriele si fece nuovamente indietro.
“Questa roba da idealisti la lascio a te, Malverik”
Intanto erano arrivati i panini dei ragazzi e anche Gabriele poté finalmente rimettere mano al suo pasto, che aveva interrotto per educazione verso i suoi inattesi commensali.
Tutti e quattro cominciarono a mangiare, quando una voce dall’altra parte della ringhiera che delimitava l’area del chiosco attirò l’attenzione di tutti.
“Ehi, tu! Con la maglietta grigia!”
Malverik e Sally erano seduti di fronte alla ringhiera mentre Gilbert era seduto in direzione parallela ad essa, quindi tutti e tre spostarono le teste per vedere chi stesse parlando e si resero conto che c’era un tipo con biondo col pizzetto e gruppetto al seguito che puntava dritto contro il loro tavolo. Gabriele, per contro, non muoveva un muscolo.
Gilbert fece due più due.
“Gabriele, ma quello ce l’ha con te?” chiese al ragazzo, interrotto a metà del morso al suo panino ancora praticamente intonso.
Gabriele tirò un sospiro innervosito.
“Alto, biondo, pizzetto e giacchetto marrone?” chiese l’italiano.
Gilbert si sporse di nuovo verso il tipo che si stava avvicinando e annuì.
Gabriele tirò un altro sospiro e posò il panino sul tavolo.
“Si, ce l’ha con me” commentò infine e si girò con tutta la sedia verso l’altro, che era ormai arrivato a ridosso della ringhiera.
“Ci conosciamo?” chiese Gabriele con noncuranza.
“Non direttamente” rispose l’altro con forte accento francese “Ma i miei amici qui ti conoscono, li hai battuti entrambi questa mattina”
Gabri riconobbe due di quelli che gli stavano dietro come quelli che gli avevano lasciato 60 punti in totale proprio poco tempo prima e inarcò il sopracciglio con l’aria annoiata.
“Ho capito, i bambini sono andati a piangere dalla mamma e ora vuoi sfidarmi per riscattare l’onore del gruppo, ho indovinato?”
“Perspicace per essere un italiano” commento l’altro con l’intento di provocarlo “Qui e ora, per i punti del torneo. All In”
La sfida era chiara. Il francese voleva eliminare Gabriele dal torneo, non gli bastava la vittoria. Gabriele non era tuttavia uno che cedeva alle provocazioni. Prese la sua sedie e si riportò sul suo panino dando le spalle allo sfidante.
“Mi mancano solo 20 punti per accedere alla finale, non ho intenzione di puntare tutti i miei per una stupidaggine come questa. Di ai tuoi ragazzi di leccarsi le ferite altrove, io ho fame”
Il francese sgranò gli occhi per la rabbia, ma si costrinse a rimanere calmo e, prima che Gabriele avesse il tempo di mordere il suo panino, rinnovò la sua sfida.
“Allora ti sfido in un duello standard, venti contro dieci. Adesso da regolamento non puoi rifiutare la mia sfida”
Gabri sollevò nuovamente la testa dal suo pranzo mentre intorno tutti i clienti del chiosco si erano radunati incuriositi dalla discussione.
Malverik, Sally e Gilbert, che gli sedevano intorno, videro Gabriele sorridere.
Gabri si girò di nuovo.
“Posso almeno finire il panino?” chiese al suo sfidante che però negò senza togliere gli occhi di dosso al ragazzo.
Gabriele si alzò in piedi e, con calma, raggiunse l’avversario nello spiazzo erboso oltre la ringhiera, seguito da una piccola folla di curiosi.
Gilbert aveva estratto la sua macchina fotografica e cominciava a immortalare alcune istantanee dell’incontro che stava per aver luogo, in attesa di capire chi fosse il tizio che aveva sfidato Gabriele.
Nello stesso momento Malverik si avvicinò a Sally.
“Guarda bene lo stile di Gabriele, potrebbe insegnare molto”
Sally inizialmente non capì, ma tutto le fu chiaro ad inizio duello.
“Mi chiamo Anton, maestro di mostri Dinosauro e campione francese di Duel Monsters” si presentò l’avversario di Gabriele.
Gabri, gli concesse un’occhiata infastidita e rispose: “Piacere” mandando ancora una volta il rivale su tutte le furie.
“Esiste un duellante più irriverente di Gabriele?” chiese Gilbert divertito.
“Se esistesse sarebbe stato preso a pugni tempo fa” rispose Malverik “Gabri è abbastanza intelligente da capire quando è il momento di stare zitto, per questo non è pieno di lividi, ma è comunque molto fastidioso. In fondo fa anche questo parte del suo stile di gioco”

Gabriele vinse la prima mano e la giocò al volo, prese una carta dal Deck, posizionò un mostro in difesa e una carta coperta per poi passare il turno all’avversario.
“Io evoco Gagagigo in posizione di attacco”
La dichiarazione di Anton fu seguita dall’evocazione del suo mostro Rettile antropomorfo che ringhiò feroce contro Gabriele, che rimase impassibile con la solita espressione annoiata.
“Gagagigo, attacca il mostro coperto!” Ordinò Anton.
Gagagigo ruggì ancora e si lanciò alla carica, mascelle spalancate, contro la carta coperta di Gabriele.
Anton sorrise alla vista del suo attacco che andava a segno, ma l’animazione della frammentazione del mostro non avvenne, al che Anton si preoccupò. Dalla carta coperta di Gabriele si alzò un grosso mostro Demone dal corpo massiccio e le mani enormi, con le quali respinse indietro Gagagigo facendolo capitombolare a terra. Renge, Custode del Mondo Oscuro; 2100 DEF, che respinsero con facilità i 1850 ATK di Gagagigo infliggendo un danno al controllore dell’alligatore.

“Quella non è una delle carte che usi te?” chiese Sally a Malverik.
“Si, infatti gliel’ho scambiata io, un pessimo affare, col senno di poi”

Gabriele si limitava a sorridere beffardo aspettando il suo momento per giocare.
Anton posizionò due carte coperte e terminò il turno.
“Ok, tocca a me” esordì placidamente Gabriele “Adesso posiziono un altro mostro coperto in difesa, quindi posiziono due carte coperte e attivo Camera Oscura dell’Incubo”
La carta Magia di Gabriele si attivò, ma non ci fu alcun effetto.
“Ebbene?” chiese Anton.
“Ebbene, tocca a te” rispose Gabriele con noncuranza.
Infastidito, Anton pescò la sua carta e sorrise.
“Adesso attivo Pillola dell’Ultra Evoluzione” dichiarò Anton “Così posso sacrificare Gagagigo per evocare Tiranno Oscuro!”
Gagagigo sparì dal terreno e il suo posto fu preso dall’enorme tirannosauro nero di Anton, che ruggiva minaccioso contro Gabriele, torreggiando su tutto il terreno di gioco.
“Evoco anche il Sabersaurus” dichiarò Anton e evocò il suo triceratopo rosso con delle asce al posto delle corna.
“Adesso, Tiranno Oscuro, attacca il Custode del Mondo Oscuro”
Il tirannosauro si mobilitò all’istante, correndo ruggente contro il mostro di Gabriele, quindi spalancò le fauci e…
“Attivo la mia carta Trappola” dichiarò Gabriele.
La carta coperta di Gabri si sollevò e ne scaturì uno scudo d’energia che si frappose tra il morso del Tiranno Oscuro e il suo mostro.
“Grazie all’effetto di Scudo Prosciugante annullo l’attacco del tuo mostro e aumento i miei Life Points del suo ammontare di punti ATK”
Il Tiranno Oscuro venne respinto e i suoi 2600 ATK si sommarono al punteggio ancora intonso di LP di Gabriele, che raggiunse la ragguardevole quota di 6600 LP.
Anton era furibondo.
“Sabersaurus, attacca l’altro mostro coperto!” Ordinò il francese e il dinosauro ubbidì senza indugio, caricando la carta coperta dell’avversario, che tuttavia si rivelò essere un altro muro insormontabile.
Il DEF del Mago delle Acque ammontava infatti a 2000, troppo per il Sabersaurus, che venne respinto indietro dallo scudo magico dell’Incantatore.
Anton rimaneva con 3650 LP, mentre Gabriele ne aveva ancora 6600.
Anton terminò il suo turno, consapevole di poter attaccare al turno successivo, e convinto di aver capito la strategia di Gabriele.

“Ma non può vincere difendendo e basta” commentò Sally stranita dalla strategia del suo amico.
“Te l’ho detto. Gabriele ha uno stile particolare quando si tratta di duelli” rispose Malverik “Ma barricarsi in difesa è solo il principio di questa strategia. Osserva i prossimi turni”

Toccava ancora a Gabriele.
“Adesso sacrifico Mago delle Acque per evocare un altro mostro coperto in posizione di difesa”
Il Mago delle Acque sparì e al suo posto sorse un’altra carta coperta.
“Termino il mio turno”
La strafottenza di Gabriele continuava a far innervosire Anton, che replicò di rabbia con un altro attacco del suo Tiranno Oscuro al Custode del Mondo Oscuro, che venne distrutto.
Nel suo turno Anton non aveva giocato carte e aveva lasciato coperto il mostro di Gabriele, consapevole che fosse un mostro con una difesa altissima.
“Siamo rimasti con le lance spuntate, eh” lo canzonò Gabriele pescando la sua carta “Problemi che non si pongono quando ci si affida a dei potenti scudi”
Gabriele dette un’occhiata alla carta appena pescata e sorrise.
“Ora si parte con la controffensiva”
Gabriele portò mano al suo Dueling Disk, sfoderando un’energia che cambiò immediatamente l’intera atmosfera attorno al campo di battaglia. Lo sguardo di Malverik si accese, esattamente come le volte in cui era lui stesso a giocare, così Sally, e persino Gilbert, capirono che stava per succedere qualcosa.
“Adesso attivo la mia carta Magia Ookazi” Dichiarò Gabriele, e mise la sua cara nell’apposito alloggiamento per attivarne l’effetto, che fece sollevare delle fiamme olografiche da sotto i piedi di Anton, arrecando un danno di 800 LP.
“All’effetto di Ookazi si aggiunge anche Camera Oscura dell’Incubo, che a ogni danno da effetto aggiunge un ulteriore danno di 300 punti.
In un colpo solo i LP di Anton erano scesi di 1100 unità.
“Attivo inoltre la mia carta coperta, Ufficiale Goblin Minore” sentenziò ancora Gabriele, e con l’apposito tasto scoprì la sua carta.
“La mia Trappola Continua ti infligge 500 LP di danno ad ogni turno”

Sally finalmente capì la genialità di quella strategia e ne rimase sbalordita, voltandosi verso Malverik, ma senza riuscire a proferire verbo.
Malverik sorrise divertito dall’espressione da pesce lesso dell’amica.
“I mostri con un’alta difesa sono in media più semplici da evocare rispetto a quelli con un attacco elevato” spiegò l’argentino “Gabriele può in questo modo tenere lontani gli attacchi avversari dai propri LP fin dai primi turni e intanto macinare danni con degli attacchi indiretti sfruttando carte Magia e Trappola che infliggono danno da effetto”
“La strategia ha teoricamente più di un punto debole, ma Gabriele è un maestro dell’arte del tenersi la carta giusta per il momento giusto, riuscendo a confinare l’avversario nella sua metà di terreno. Fate il confronto con un generale che attira il nemico davanti a una fortezza inespugnabile costringendolo a schiantarsi contro le mura perdendo mano a mano uomini in combattimento. Intanto, al riparo tra le sue mura, il generale continua a far lanciare frecce avvelenate e ad appiccare incendi all’accampamento degli assedianti, lasciando che si logorino da soli per la fatica finché non se ne vanno con la coda tra le gambe. Questo è il modo di lottare di Gabriele”
Malverik appariva sinceramente orgoglioso di quello stile di lotta e si vedeva che rispettava molto Gabriele, nonostante il suo modo di pensare.
Gilbert intervenne “Scusa, ma come mai non ho nessun nome nei miei appunti che abbia una strategia simile?”
“Gabriele utilizza molti alias quando gioca online, ma tra quelli che lo conoscono il suo soprannome è uno e uno solo: Il Senatore”
“Come un senatore dell’antica Roma, Gabriele se ne sta al sicuro tra le mura della sua città, protetto dalle sue truppe, mentre controlla a distanza la battaglia, e alla fine ne esce vittorioso”

“Adesso posiziono un altro mostro coperto in difesa e tremino il turno” concluse Gabriele, il cui sguardo adesso sembrava più vivo che mai.
Anton adesso si sentiva sotto pressione, ma riuscì a mantenere il sangue fretto e decise che l’unico modo per uscire da quella situazione era continuare ad attaccare.
“Adesso attivo l’effetto di Gilasaurus nella mia mano e lo evoco specialmente sul terreno” dichiarò il francese.
Il piccolo dinosauro si manifestò in campo con i suoi appena 1400 ATK.
“Adesso tu puoi evocare un mostro sul tuo terreno dal cimitero”
Gabriele riportò sul terreno Renge, Custode del Mondo Oscuro, ma in quel momento Ufficiale Goblin Minore si attivò facendo partire una scarica elettrica olografica, che colpì Anton e gli portò via 500 LP.
“All’effetto dell’Ufficiale Goblin Minore si aggiunge quello di Camera Oscura dell’Incubo, che ti sottrae altri 300 LP” dichiarò Gabriele; e infatti anche la carta magia ebbe la sua parte.
Anton però non perse la calma appena recuperata.
“Sacrifico Gilasaurus e Sabersaurus per evocare Tiranno Super Conduttore”
I due mostri più deboli di Anton lasciarono il terreno in una colonna luminosa e al loro posto si palesò un terzo mostro ancora più grande del Tiranno Oscuro, un incrocio tra un tirannosauro e una macchina: il Tiranno Super Conduttore.
Il mostro aveva la mostruosa potenza d’attacco di 3300 ATK, capace di spazzar via praticamente qualunque cosa.
“Tiranno Super Conduttore, attacca Renge Custode del Mondo Oscuro”
Dal mostruoso dinosauro partì una potente scarica elettrica accompagnata dal suo ruggito, che colpì e distrusse di nuovo Renge.
“Adesso, Tiranno Oscuro, attacca il suo mostro coperto”
Prudentemente, Anton aveva puntato non al mostro evocato tramite tributo, ma a quello evocato normalmente il turno prima, convinto che non potesse avere una difesa superiore ai 2600 ATK del suo Tiranno Oscuro. Tuttavia Gabriele aveva preparato una trappola.
Prima che il Tiranno Oscuro completasse l’attacco, il mostro di Gabriele si scoprì, rivelandosi la carta del Kangaroo Mortale, con 1700 DEF.
“Attivo la mia carta coperta: Scudo-Punta con Catena” dichiarò Gabriele alla scoperta della sua carta “La trappola equipaggia il mio Kangaroo Mortale dandogli un bonus di 500 ATK, ma non finisce qui”
sul braccio del canguro verde con i guantoni si materializzò il pesante scudo d’argento con il bassorilievo di un unicorno e la punta che gli partiva proprio da in mezzo agli occhi, con il quale respinse l’attacco.
“Quando un mostro equipaggiato con Scudo-Punta con Catena è in posizione di difesa e viene attaccato guadagna DEF pari al suo ATK” spiegò il Senatore “Il mio Kanaroo Mortale ha 1500 ATK, che con lo Scudo-Punta con Catena salgono a 2000, quindi si sommano ai 1700 di DEF del mostro alzandosi a quota 3700, più che sufficienti per respingere il Tiranno Oscuro”
Il dinosauro di Anton capitombolò nuovamente al tappeto e il danno inflitto a Anton fu di altri 1100 Life Points.
“A questo punto di attiva l’effetto di Kangaroo Mortale” concluse Gabriele “Quando un mostro avversario lo attacca senza successo, quel mostro viene distrutto”
Il Kangaroo Mortale si circondò di un’aura oscura, che circondò un attimo dopo anche il Tiranno Oscuro distruggendolo in mille pezzi.
“Termino il mio turno” concluse Anton, consapevole che con soli 650 LP non avrebbe visto il prossimo.
Gabriele pescò la sua carta e concluse a sua volta.
Toccava di nuovo a Anton, che pescò senza neanche guardare la carta.
Ecco che si attivarono una dopo l’altra Ufficiale Goblin Minore e Camera Oscura dell’Incubo, che misero fine alla lotta.

Tutto il pubblico che si era radunato intorno all’area del duello era rimasto ammutolito davanti a una performance così fuori dagli schemi come quella di Gabriele.
Dopo la fine del duello, Il Senatore aveva guardato soddisfatto i punti sul suo piccolo schermo che salivano a 100, aveva salutato con un breve cenno del capo il suo avversario sconfitto e si dirigeva di nuovo verso il chioschetto.
Gilbert era rimasto altrettanto ammutolito e aveva continuato compulsivamente a scattare foto all’incontro mentre Sally osservava e registrava ogni mossa.
“Signore e signori, ecco a voi il livello di un mondiale di Duel Monsters” sussurrò loro Malverik.
Gabriele si avvicinò di nuovo al tavolo, ma non si sedette, piuttosto prese il suo panino e esclamò: “Prima che qualcun altro venga a rompere, io questo me lo mangio nella serra. Ciao ragazzi, ci si vede in giro”
Nonostante il tono svogliato della voce di Gabriele, suonò ai due neofiti solenne e assoluta.

Appena fuori dal parco della Fondazione Kygranerd vi era un piccolo bar composto da una sola stanza piuttosto grande con il pavimento in palquet di legno scuro e le pareti rivestite dello stesso legno, mentre i tavoli erano ricavati da vecchi barili rimessi a nuovo, mentre il tavolo più grande, nell’angolo più lontano dalla porta, da un’ampia ruota per timone, rialzato da terra e su cui era stata inchiodata una tavola di legno circolare.
Tutto li dentro dava un’idea di marinaresco, compresi i quadri di navi in burrasca che abbondavano sulle pareti del locale.
Li dentro si riunivano spesso alcuni dipendenti della Kygranerd Corp. durante le pause per sfruttare il grande tavolo all’angolo e giocare a carte o ai dadi.
Questo Alexandross lo sapeva e fu proprio il motivo che lo spinse a cercare quello specifico bar invece che molti altri più vicini durante la pausa pranzo.
Il colossale duellante entrò dalla porta principale salutando garbatamente il barista, ma i suoi occhi roteavano attorno contando e valutando chi si trovava all’interno del locale.
Sette persone in tutto: il barista, la sua assistente di fianco a lui, un distinto signore piuttosto anziano in giacca chiara che leggeva il giornale su uno dei tavoli più piccoli, e un quartetto di uomini seduti in cerchio al tavolo più ampio che chiacchieravano animatamente mentre giocavano a poker puntando soldi.
Alex comprò un tramezzino con tonno e maionese e si posizionò tatticamente sullo sgabello vicino al tavolo fatto dei quattro giocatori, tra i quali riconobbe due dipendenti della Kygranerd.
Dopo un paio di mani che giocavano, Alex finì il tramezzino e si avvicinò.
“Ma c’è un asso in più in quel mazzo?” chiese il greco infilandosi in una conversazione non sua.
I quattro al tavolo lo guardarono storto.
“Che vuoi, ragazzo?” chiese quello che gli stava più vicino.
“Chiedo scusa, stavo dando giusto un’occhiata e mi è sembrato che nel mazzo ci fosse un asso in più del normale. Comunque, chiedo scusa, non volevo interrompere” e se ne tornò sul suo sgabello.
I quattro ricominciarono a giocare, ma alla fine uno prese di prepotenza tutte le carte e sorprendendo il resto del gruppo e cominciò a contarle.
Ad Alex non sfuggì che il tipo sulla destra, un mulatto poco più che quarantenne con gli occhi enormi, i capelli neri e unti e la corporatura minuta, aveva cominciato a sudare freddo.
L’uomo che stava controllando le carte si accorse che c’erano effettivamente tre assi a cuori nel mazzo e tutti e con gli altri due si accanirono contro il mulatto, che si alzò di scatto dalla sedia e fuggì prima che gli altri gli mettessero le mani addosso, riuscendo a portarsi solo pochi soldi rispetto a quelli sul tavolo.
Il barista e l’anziano all’altro tavolo si allarmarono per la scena, ma tutto tornò calmo in pochi secondi e i tre del tavolo più ampio si sedettero di nuovo.
L’uomo che dava la faccia a Alex, un altro sui quaranta dai lineamenti spigolosi, i sottili occhi azzurri e i capelli biondi, si rivolse al ragazzo che sorseggiava divertito un bicchiere d’acqua.
“Ehi, ragazzo, vuoi fare il quarto?” gli chiese l’uomo.
Alex gli sorrise “Speravo proprio che me lo chiedesse”
Il duellante si accomodò al posto del mulatto e si presentò agli altri cominciando quindi a giocare.
Alex aveva inquadrato i tre dalle prime mani che gli aveva visto giocare. Si divertivano con il poker, ma nessuno di loro era veramente in gamba. Per lui, che aveva imparato a giocare nel porto della sua isola, dove gabbare i turisti americani era la prassi, vincere sarebbe stato uno scherzo, ma attese di entrare un minimo in confidenza con gli altri giocatori, in particolare quello biondo che gli sembrava il più competitivo.
Alex amministrò il gioco fino al momento in cui si trovò in una mano uno contro uno contro l’uomo che lo aveva invitato a giocare, ma con più soldi da giocarsi.
“Mi sento fortunato” esclamò Alex “All In!”
L’avversario lo guardò sorpreso, poi rise: “Te ne approfitti perché non ho di che giocare, vero? Devo lasciare per forza la mano”
“Non è detto” ribatté Alex “Ho visto il cartellino, lavori alla Kygranerd, giusto?” chiese Alex.
Il biondo aggrottò le sopracciglia, non capendo dove il ragazzo volesse arrivare.
“Si, sono un addetto alla sicurezza, perché?”
“Sono curioso di vedere che tipi di lavori fanno li, per il mio blog più che altro. Perché non metti sul tavolo il tuo pass per entrare nell’edificio principale? Giochiamo con le carte di questo mazzo e io metto il doppio della mia puntata”
L’uomo dette una rapida occhiata agli altri due al tavolo che fecero spallucce, quindi dette un’occhiata alle sue carte: aveva un full di tre re e due assi,  difficilmente avrebbe perso”
“D’accordo, ci sto” esclamò alla fine “Dio solo sa cosa ci farai con un pass non tuo alla Kygranerd”
Alex sorrise e i suoi occhi brillarono.
“Ah, dimenticavo” aggiunse Alex “Quando perderai questa sfida, tu e tutti gli altri qui dentro dimenticherete di avermi visto”
Ai tre al tavolo non fu concesso neanche il tempo di capire l’ultima affermazione che la sala si riempì di un denso fumo nero, che immobilizzò tutti i presenti in una strana tensione. Tutti tranne Alex, che rimase sorridente guardando negli occhi il suo avversario.
“Ottimo, direi. Scopriamo le carte” esclamò Alex.
L’avversario non proferì parola, ma sapeva bene che qualunque cosa il ragazzo si fosse inventato, ma le carte non mentivano.
“Full!” esclamò il biondo scoprendo le carte mentre sorrideva impettito e trionfante.
Alex guardò le sue carte sollevandole dal bordo del tavolo, quindi le scoprì a sua volta.
“Full” disse sorridendo tranquillo il greco.
L’altro si protese sul tavolo per vedere le carte dell’avversario. Due tre … e tre assi.
“Come è possibile?!” chiese l’altro, compreso che il giovane aveva barato.
“Spiacente, amico, ma dovevi mettere quell’asso in un posto più sicuro del bordo del tavolo. Le regole erano chiare: tutte le carte del mazzo, compreso quell’asso di troppo”
Il biondo si alzò per protestare, ma non riuscì ad aprire bocca, perché il fumo nero che annebbiava il locale cominciò a muoversi, entrando in un attimo negli occhi e nella bocca di tutti i presenti escluso Alex, che rimase fermo ad aspettare quei pochi secondi che il processo terminasse.
Una volta concluso, le sei persone del locale rimasero imbambolate a fissare il vuoto, così Alex ne approfittò per prendere il pass del tizio e i soldi con cui era arrivato per poi andare con tutta calma a lasciare sul bancone il compenso per il suo pranzo e uscire.
Una volta in strada, Alex prese il cellulare e compose un numero.
“Qui Dragon. Ho trovato il modo per entrare alla Kygranerd, domani comincio con la fase due dell’operazione”

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Capitolo 9
*** Lo chiamano Imperatore Nero ***


Ciao gente! Io sono l’autore Kiron River e prima di partire con il nono capitolo della serie I Maestri delle Ombre, vorrei ringraziare tutti quanti i miei lettori per la partecipazione e dare un paio di avvisi.
Il primo avviso è riferito alla pubblicazione dei capitoli di questa serie, se fino ad adesso i capitoli sono stati pubblicati un po’ a casaccio nel tempo, da adesso mi impegnerò a pubblicare regolarmente, una volta a settimana un capitolo della serie. L’appuntamento per ogni nuovo capitolo sarà quindi la domenica in virtù del fatto che questo capitolo esce oggi inaugurando il nuovo corso. Il secondo avviso è la correzione di un errore fatto in un precedente capitolo: avevo scritto che dopo i preliminari del torneo a punti, la fase successiva a eliminazione diretta avrebbe previsto 32 partecipanti, ma in corso d’opera le cose sono un po’ cambiate e adesso ho bisogno che i partecipanti siano di più, e anche per rendere più graduale il passaggio alle finali, il secondo turno prevederà 128 partecipanti.
Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita. Termino la tediosa introduzione ringraziando tantissimo tutti quanti per aver letto i precedenti capitoli di questa serie e per chi è abbastanza autolesionista da continuare a farlo. Grazie mille.
 
Gabriele era letteralmente sparito nel nulla. Neanche il tempo per Malverik, Sally e Gilbert di finire il loro panino, che, girato l’angolo, l’italiano si era defilato senza lasciare traccia del suo passaggio.
“Sarà ancora nelle vicinanze” provò ad azzardare Gilbert.
“Ne dubito, probabilmente starà uscendo di soppiatto dal parco per poi rintanarsi nella sua stanza in albergo. Conoscendo Gabriele dubito che intenda rischiare” rispose Malverik.
“Perché dovrebbe rischiare? Ha già 100 punti, dovrebbe piuttosto dare un’occhiata alla concorrenza”
“Non è scritto da nessuna parte che chi guadagna 100 punti sia automaticamente ammesso alle finali” spiegò Sally che aveva già preso in considerazione la questione “Kygranerd le ha interpretate a modo suo nel discorso che ha fatto in apertura, ma nel regolamento c’è scritto che al momento dell’inizio delle finali, i primi 128 duellanti che hanno raggiunto i 100 punti al momento del via alle finali possono parteciparvi, ma niente vieta che chi ha 100 punti non ne possa perdere da qui alla fine delle eliminatorie”
“Inoltre” aggiunse Malverik “In questi tornei le informazioni circolano rapidamente, probabilmente c’è già qualcuno che ha detto in giro che Gabriele ha ottenuto 100 punti, quindi alcuni duellanti forti, ma che per ora hanno tenuto un profilo basso, come il sottoscritto, gli daranno la caccia”
Malverik e Sally si scambiarono uno sguardo d’intesa, al quale Gilbert replicò: “Ok, ho capito, ma non ci fate tanto gli esperti, eh” suscitando le risate degli altri due.
Passeggiando per il parco, i tre amici passarono davanti a una serra, all’interno della quale si stava svolgendo un duello.
Gilbert puntò curioso l’obbiettivo della sua macchina fotografica contro il vetro trasparente della serra, ma non scattò.
“Ehi, ma quella non è Aleta?” notò il giovane giornalista abbassando la macchina fotografica.
Malverik e Sally si avvicinarono, e in effetti quella nella serra che duellava era proprio Aleta “Princector”, la loro cara nemica.
Malverik sorrise.
“Avviciniamoci” propose l’argentino.
Nonostante le proteste di Sally, il ragazzo la afferrò per un braccio e la costrinse ad avvicinarsi il più possibile alla parete della serra da dove si poteva vedere nitidamente l’Insetto Finale Lv 5 della duellante di mostri Insetto minacciare dall’alto due mostri costretti in difesa.
“Attivo la mia carta coperta: Intervento su DNA” dichiarò Aleta, e scoprì la sua carta.
“Il suo effetto si attiva e trasforma tutti i tuoi mostri in mostri Insetto”
In effetti i due mostri dell’avversario, un Inpachi e un Gladiatore Bestia Andal si trasformarono rispettivamente in bruco e uno scarabeo.
“Adesso sacrifico il segna mostro che ho sul terreno per evocare la mia Principessa Insetto in posizione di attacco”
Al comando di Aleta, la leggiadra creatura umanoide giallognola con le ali da farfalla si presentò al fianco dell’enorme Insetto Finale Lv 5.
“Che tipo di mostro è quello?” chiese Sally.
“Quello è Principessa Insetto, la carta preferita di Aleta, nonché Prince del suo Deck di insetti” rispose Malverik senza togliere lo sguardo dall’azione.
Sally e Gilbert si voltarono curiosi.
“Che significa?” chiesero quasi in coro.
“Sssh, non ora, questa non potete perdervela”
I due si voltarono di nuovo verso l’incontro e videro i mostri dell’avversario di Aleta passare in attacco.
“L’effetto della Principessa Insetto costringe tutti i mostri Insetto dell’avversario a passare in posizione di attacco, per questo si gioca bene con Intervento su DNA. Inoltre l’Insetto Finale riduce i punti di attacco dei mostri avversari. Questa è una delle combinazioni migliori di Aleta”
Sally guardava con interesse, poi assistette al guscio dell’Intetto Finale Lv 5 che si rompeva senza un apparente motivo.
“Adesso sacrifico l’Insetto Finale Lv 5 per evocare Insetto Finale Lv 7”
Dal guscio che faceva da corpo principale del gigantesco insetto fuoriuscì rompendolo una altrettanto immensa creatura alata: enorme, dal vivi colori rosso, blu e giallo e dall’aspetto assolutamente ripugnante.
Sally lo osservò alzarsi in alto facendo vibrare le ali. Contava 2600 ATK e con il suo sputo acido fece abbassare l’ATK degli avversari di ben 700 punti.
“Principessa Insetto, attacca Inpachi. Insetto Finale Lv 7, attacca Andal”
In seguito all’ordine della loro padrona, i due mosti di mossero e attaccarono gli avversari distruggendoli e mettendo fine al duello.
“Andiamocene, prima che punti questo lato” consigliò Malverik e cominciò ad allontanarsi.
Sally dette un’ultima occhiata e lo seguì a ruota mentre Gilbert rimase ancora un attimo per un paio di scatti alla vincitrice.


Dall’altra parte della parete, Aleta aveva tenuto d’occhio fin dal primo momento il trio che si era fermato a vederla combattere.
Non si era dimenticata di come aveva perso il suo primo duello nel torneo. Quella ragazza gliel’avrebbe pagata prima o poi, ma Malverik non le avrebbe mai permesso di avvicinarla, la conosceva troppo bene.
La prima cosa da fare era liberarsi dell’Imperatore, e forse sapeva anche come.

Camminando verso l’uscita nord del parco, i tre si sedettero a uno dei tavolini di legno sotto un gazebo come se ne trovavano in giro tanti in mezzo alla vegetazione tropicale di quella parte del parco. Intorno a loro c’erano diversi duellanti e anche un duello attivo poco più avanti. L’unica nota strana era la presenza di un ragazzo sul bordo del sentiero asfaltato, dai capelli tinti di un colore verde acqua e vestito con una giacca azzurra su una camicia rosa molto appariscente che eseguiva alcuni numeri di prestigio per i passanti. Alla vista di quel tipo strano, Malverik, Gilbert e Sally sorrisero, poi si sedettero al tavolo e Malverik iniziò a spiegare cosa intendesse per Deck Prince.
“In realtà il nome Deck Prince l’ho scelto io e per ora sono l’unico ad usarlo. Generalmente è conosciuto come Deck Master, in omaggio a una vecchia modalità di gioco che ha avuto pochissimo successo e ora pochi la ricordano…”
In quel momento l’argentino, che sedeva di fronte ai due amici con la faccia rivota verso l’entrata nord, notò l’imponente figura di Alex rientrare nel parco e cercò di attirare la sua attenzione salutandolo con il braccio alzato.
Il duellante greco riconobbe il gruppo e si avvicinò al tavolo.
“Imperatore, i miei ossequi” salutò sarcastico Alex sorridendo amabilmente.
“Vuoi sederti con noi? Stavo per tenere una lezione, magari mi correggi dove serve” propose Malverik.
Alex acconsentì e si sedette vicino a lui stringendo le mani a Gilbert e Sally.
Anche da seduta, la figura del primo duellante del ranking era davvero imponente: dava diversi centimetri a Malverik, che pure non era un fuscello, e le sue spalle erano ancora più ampie di quelle dell’argentino. La maglia che indossava non era particolarmente stretta, ma si vedeva in risalto il fisico scolpito che sembrava di pietra.
“Il Deck Prince è la carta principale del Deck di un duellante” proseguì nella spiegazione Malverik “Non semplicemente la sua carta preferita, anche se spesso coincidono, ma la carta cuore del Deck stesso, quella che sta alla base delle sue strategie e che ne è il punto focale”
Sally e Gilbert ascoltavano interessati e Alex rimaneva in silenzio sorridente.
“Prendiamo Aleta, per esempio. Il suo Deck è composto da mostri Insetto che da soli possono poco o nulla contro gli avversari, ma combinando i loro effetti tra loro possono avere dei vantaggi considerevoli. Inoltre le strategie di Aleta la portano a controllare gli avversari per i suoi piani; l’ho vista spesso mettere a punto tattiche che sfruttavano le mosse dell’avversario a proprio vantaggio, anticipandole alla perfezione. La Principessa Insetto è in grado di modificare la posizione dei mostri Insetto sul terreno dell’avversario e di aumentare il proprio ATK distruggendoli; da sola non varrebbe molto, ma aiutata da altre carte come l’abbiamo vista fare prima diventa inarrestabile”
“Allora perché non l’ha giocata contro di me?” chiese Sally.
Malverik le sorrise come si sorride a un bambino ingenuo “Ti ha sottovalutata. Durante il vostro duello Aleta ha sfruttato pochissimo del potenziale del suo Deck, probabilmente era anche perché c’ero io nei paraggi e non voleva scoprire tutte le sue carte, ma fatto sta che per come conosco Aleta contro di te avrà dato massimo il 50%”
Lo sguardo di Sally cambiò all’istante. Strinse gli occhi, aggrottò leggermente la fronte e stava per rispondere. Gilbert se ne accorse al volo, capì al volo che l’amica stava per far uscire quel caratterino agguerrito che la contraddistingueva e anticipò Sally frapponendosi fisicamente tra i due allungandosi sul tavolo.
“Il tuo Deck Prince invece qual è?” chiese a Malverik l’aspirante giornalista.
Malverik sorrise ancora gettando un occhio su Alex che aprì le labbra in un largo sorriso e distolse lo sguardo, facendo capire che conosceva la carta preferita dell’Imperatore Nero e che gliene aveva fatte passare di cotte e di crude. Malverik mise mano al suo Deck Box, estrasse le sue carte e ne scelse una che mise sul tavolo.
“Mi piace pensare che ogni carta del mio Deck sia il punto focale della mia strategia, ma di tutte, questa è sicuramente la più importante, la più potente, e anche la mia preferita” aggiunse ridacchiando.
Gilbert si allungò per vedere meglio la carta, che recava per immagine un inquietante guerriero scheletrico coperto da una armatura nera e un mantello rosso all’interno e nero all’esterno, con in pugno un’enorme spada. Il nome recato sulla carta era Crociato Oscuro.
“Qual è il suo potere?” chiese ancora Gilbert, che non conosceva quella carta.
Fu Alex a rispondere: “Far dannare me, ecco cosa. Il Crociato Oscuro riesce a tirare fuori il meglio dai mostri del Mondo Oscuro come poche altre carte nell’interno gioco”
Gilbert non capiva, ma Malverik non si lasciò andare a ulteriori spiegazioni, dicendo invece che avrebbero presto avuto modo di vedere in azione il mostro.
Sally a mala pena aveva dato un’occhiata alla carta di Malverik. Pensava piuttosto a quello che il ragazzo aveva detto del duello tra lei e Aleta. Davvero Aleta aveva combattuto col freno tirato? Era dovuta ricorrere alle sue mosse migliori per poterla battere. Come era possibile che potesse fare meglio di così?
C’era solo una domanda che urlava nella mente di Sally in quel momento.
“Malverik” cominciò Sally attirando l’attenzione dell’argentino come di Gilbert e Alex “Se Aleta avesse combattuto al massimo, avrei vinto lo stesso, vero?”
Gilbert aveva riconosciuto il tono dell’amica e cercò lo sguardo di Malverik per suggerirgli con gli occhi di non dire niente di stupido. Alex, dal canto suo, aveva capito che la situazione stava per scaldarsi e si limitò a alternare i tre all’interno del campo visivo e starsene da parte.
Malverik ignorò lo sguardo d’allarme dell’amico e incrociò le mani sul tavolo per rispondere.
“In tutta franchezza, Sally, e cerca di non offenderti, non credo proprio”
Troppo tardi.
“Aleta è molto forte” continuò Malverik “E tu sei stata già molto brava a batterla, ma contro una Aleta a piena potenza non credo che avresti avuto possibilità”
Sally strinse gli occhi e iniziò a respirare più velocemente per la rabbia mentre Gilbert si copriva gli occhi con una mano, consapevole che tra poco qualcosa sarebbe esploso e Alex, facendo attenzione a non tradire l’imbarazzo, si spostò sul bordo estremo del posto a sedere.
“… è come dire che non sono in grado di rimanere nel torneo, te ne rendi conto?” Gli chiese di nuovo Sally lanciandogli un’occhiata che avrebbe potuto far partire un raggio laser.
Malverik cercò istintivamente lo sguardo degli altri due maschi del gruppo cercando appoggio, ma Gilbert aveva ancora gli occhi coperti e Alex distoglieva lo sguardo altrove.
“Non ho detto questo” rispose Malverik cercando di non reagire male “Sei un’ottima duellante, ma da qui a raggiungere il livello di Aleta a piena potenza ce ne vuole. Il livello di un mondiale è qualcosa di talmente superiore al normale che…”
“Stai parlando esattamente come Aleta” Sally non mollava niente, e l’atteggiamento di Malverik, che dopo aver fatto il danno cercava di salvare il salvabile, le stava facendo ribollire il sangue.
Malverik si appoggiò al tavolo con un gomito cominciando a massaggiarsi metà della faccia cercando una soluzione che salvasse capre e cavoli.
“Non voglio offenderti, ma non è neanche mia abitudine mentire. La tua vittoria contro Aleta è stata una grande vittoria, conquistata fino all’ultimo LP, ma la tua fortuna è stata che la tua avversaria non si aspettava tanta potenza”

In lontananza, Aleta aveva seguito la strada fatta dai suoi avversari, fino a raggiungerli nella zona delle piante tropicali, ma era rimasta nel vialetto, incapace di vederli in mezzo alla moltitudine di persone che c’erano in giro. La ragazza aveva controllato attentamente ogni angolo finché non era stata attirata da un mezzo urlo furioso che conosceva bene.

“’Non si aspettava tanta potenza?!’” quasi gridò Sally perdendo definitivamente la calma, alzandosi in piedi di fronte al tavolo “Si può sapere che duello hai visto? Sono riuscita a tenerle testa e ho vinto con una giocata che non mi era mai riuscita in nessuna circostanza. Una cosa che…”
Alex rimase impassibile davanti allo scatto si Sally, ma conosceva abbastanza Malverik da sapere che non sarebbe stato zitto.
Infatti: “… Che se la tua avversaria ti avesse presa seriamente non avresti mai fatto!” rispose Malverik sovrastando con la voce la ragazza e alzandosi a sua volta “Quel duello lo hai vinto te nella stessa misura in cui lo ha perso lei! Pensa che Aleta di solito mette almeno due trappole per proteggersi, se avesse controllato il terreno come sa fare invece di concentrarsi su come non far vedere le sue carte a me non avresti messo a segno mezzo attacco!”
“Ma non è successo!” ribatté a tono Sally “Ho vinto e questo è l’importante, non avrei mai partecipato a quel duello se non fossi stata certa di vincere” quindi si voltò verso Gilbert “Vero che non lo avrei fatto?”
Gilbert si scoprì gli occhi. Comprese che la domanda era rivolta a lui e passò gli occhi prima sull’uno e poi sull’altra dei suoi amici vedendoli entrambi furiosi.
Gilbert deglutì. Cercò rapidamente una soluzione per non schierarsi e per evitare che i suoi due amici si ammazzassero a vicenda.
“Un duello non è la scelta migliore?”
A parlare non era stato Gilbert, né Alex, che ancora sen ne stava in silenzio da una parte, bensì il mago che faceva i suoi giochi di prestigio sul ciglio del vialetto poco prima: si era avvicinato al tavolo mostrando un volto affusolato terminante con un sottile pizzetto nero, gli occhi chiari e un largo sorriso sul volto, continuando a fare numeri da giocoliere con il suo cappello.
Tutti notarono dal suo Dueling Disk che anche lui era un duellante.
“In fondo qui siamo tutti duellanti, non c’è modo migliore per noialtri di risolvere le questioni. In effetti, non c’è altro modo” Sibilò ad alta voce il mago, in modo che tutti intorno potessero sentire.
Malverik lo guardò dubbioso, poi guardò Alex che fece spallucce.
“In fondo ha ragione, siamo duellanti” commentò il campione greco.
Malverik gettò quindi un’occhiata su Sally, che per contro lo squadrò ancora arrabbiata.
Quell’intervento aveva dato a Malverik il tempo di calmarsi e di riflettere, così si rimise seduto sotto gli occhi fulminanti di Sally.
“Non ce n’è motivo” fece Malverik svogliatamente “Siamo nello stesso gruppo, non c’è motivo di combatterci. Ne andrebbe della nostra prestazione nel quadro generale”
Sally si innervosì ancora di più. Il comportamento di Malverik era inaccettabile. Non avrebbe permesso di essere ancora trattata come una novellina.
“Non ce n’è motivo lo dici tu!” sbottò di nuovo la bionda “Pensi di che sia una novellina? Pensi di essere tanto superiori a me, Imperatore? Allora dimostralo. Ti sfido a un duello per il torneo! Puntata standard, 20 contro 10”
Malverik alzò lo sguardo e cominciò a respirare rumorosamente per reprimere la rabbia. Sapeva che se si fossero affrontati il risultato sarebbe stato scontato, e non voleva che Sally se la prendesse, aveva ancora molto da offrire.
“Dai, Sally” intervenne Gilbert “Non è il caso di arrabbiarsi, e poi ha ragione Malverik, combatterci tra noi non porterà a niente di buono”
Gilbert cercò di mettere una mano sulla spalla, ma Sally lo fulminò con un’occhiata e lo costrinse a indietreggiare.
“La sfida è lanciata contro Malverik, da regolamento non è possibile rifiutarla, a meno di non voler dare forfait” disse pungente Sally.
A quel punto Malverik perse la pazienza. Si alzò di scatto e si girò di spalle alla ragazza, andando quindi a mettersi in posizione della parte di terreno adiacente al gazebo.
“L’Imperatore Nero non rifiuta nessuna sfida” ringhiò Malverik accendendo il Dueling Disk.
Sally si mise in posizione di battaglia davanti all’avversario mentre Gilbert se ne stava seduto a battere i denti preoccupato.
Aleta, attenta a non mostrarsi, si godeva lo spettacolo da lontano e il misterioso giovane mago prese posto accanto a Alex.
“Come la vedi?” chiese il mago avvolgendo l’altro con un braccio sulle spalle.
Alex gli dette un’occhiata, ma non lo ritenne pericoloso, solo molto espansivo, e rispose: “Non conosco come gioca lei, ma conosco bene Malverik. È terribilmente forte”
Gilbert era inquieto. Le parole di Alex non erano niente di nuovo per lui: aveva seguito le gesta dell’Imperatore Nero durante i tornei nel portale online e pur con tutta la fiducia che riponeva in Sally, non vedeva come la ragazza sarebbe riuscita a batterlo.

“Comincio io!” esclamò Sally pescando una carta.
“Evoco Maestro Kyonshee in posizione d’attacco”
Sally eseguì la sua evocazione dello zombie cinese che si mise in posizione di combattimento.
“Poi posiziono una carta coperta e termino il mio turno”
Malverik pescò lentamente la sua carta senza staccare gli occhi da Sally. Gli occhi di Malverik erano fermi, concentrati, eppure tradivano vistosamente la rabbia che provava in quel momento. Tuttavia questa era domata e posta al servizio del combattimento.
“Posiziono un mostro coperto in difesa e termino il turno”
La mossa di Malverik rimase incomprensibile ad Aleta e ad Alex, che erano abituati a vedere il collega giocare in attacco, preferendo di gran lunga la distruzione totale alla difesa, mentre fece tirare un sospiro di sollievo a Gilbert, che nel cuore sperava che Sally vincesse.
Sally pescò la sua carta. In mano aveva il suo Signore dei Vampiri, ma in quel momento, con un solo mostro in difesa sul terreno dell’avversario, era meglio mettere a segno un buon attacco diretto.
“Evoco Mezuki in posizione di attacco!” disse Sally e evocò il suo mostro metà uomo e metà cavallo armato di lancia.
“Maestro Kyonshee, attacca il mostro coperto”
Lo zombie maestro di kung-fu estrasse la sua spada e con un salto disumano piombò sul mostro posizionato di Malverik, trapassandone la carta da parte a parte. Il mostro si scoprì prima di essere distrutto, rivelandosi uno strano essere ricurvo su se stesso e con una armatura rossa.
“Hai distrutto Scarr, Scout del Mondo Oscuro, quindi per il suo effetto posso prendere un mostro del Mondo Oscuro dal mio Deck e aggiungerlo alla mia mano” ripeté freddamente l’argentino mantenendo una seria.
Una volta scelto il mostro, Sally ordinò a Mezuki di attaccare e Malverik rimase a 2300 LP.
In quel momento le mosse di Malverik risultarono chiare a Aleta e Alex. Malverik stava giocando con la sua avversaria.
Malverik pescò una carta dal Deck e cominciò il contrattacco.
“Evoco Zure, Cavaliere del Mondo Oscuro in posizione di attacco” le parole di Malverik anticiparono l’evocazione del mostro cavaliere-Demone la cui spada già estratta bramava la battaglia.
“Adesso attivo la carta Magia Tributo al Dannato: scarto una carta dalla mia mano e posso distruggere Maestro Kyonshee”
La carta si attivò e la gigantesca mano demoniaca emerse dal terreno per portarsi lo zombie nell’abisso.
“La carta che ho scartato era Gren, Stratega del Mondo Oscuro, che grazie al suo effetto distrugge la tua carta coperta”
Immediatamente il fantasma del mostro scartato da Malverik si presentò sul terreno e con una freccia di magia nera colpì la carta coperta di Sally distruggendola.
“Zure, attacca Mezuki”
Il Cavaliere del Mondo Oscuro caricò il suo avversario che protese in avanti la lancia per proteggersi, ma il cavaliere distrusse l’arma con un fendente di spada e affondò l’attacco distruggendo il mostro-cavallo.
In un solo turno Malverik aveva fatto piazza pulita del terreno di Sally, lasciando sbalordito Gilbert ma abbastanza indifferenti gli altri.
“Posiziono una carta coperta e termino il turno” sentenziò infine Malverik.
Sally incrociò lo sguardo freddo dell’avversario e si rifiutò di darla vinta a quel saccente.
Sally pescò la sua carta e sorrise.
“Adesso attivo Richiamo della Mummia” disse Sally e mise in campo la sua carta Magia.
“Grazie al suo effetto posso evocare un mostro Zombie dalla mia mano, e io scelgo Signore dei Vampiri”
La carta di Sally venne evocata e il Signore dei Vampiri fece un’entrata teatrale piroettando dietro il suo mantello mentre sei sollevava da terra.
“Hai detto che Crociato Oscuro è la  carta principale del tuo Deck, vero Malverik? Ebbene, per me quello stesso valore ce l’ha il Signore dei Vampiri. Il mio Deck Prince”
Malverik alzò lo sguardo sul vampiro guardando negli occhi la figura olografica, ma qualunque cosa avesse visto in quella figura senz’anima non deve averlo soddisfatto, visto che strinse gli occhi e e gettò un’occhiata delusa su Sally.
“Adesso sacrifico Signore dei Vampiri per evocare Genesi Vampira in posizione d’attacco”
Il Signore dei Vampiri di Sally sparì dal terreno, lasciando il posto al gigantesco mostro violaceo che ruggì minaccioso contro Zure, che non arretrò di un passo.
“Evoco poi Mummia Rigenerante in posizione di attacco e lancio all’attacco Genesi Vampira. Attacca Zure, Cavaliere del Mondo Oscuro”
“Attivo la mia carta coperta: Amuleto della Profondità” esclamò Malverik “Grazie al suo effetto posso scartare una carta dalla mia mano e annullare l’attacco del suo mostro”
Malverik scartò la carta dalla propria mano e l’attacco di genesi Vampira si schiantò contro la barriera provocata dalla magia dell’amuleto.
Sally terminò il turno con una carta coperta, tranquilla del fatto che un mostro con 3000 ATK sarebbe stato abbastanza da dissuadere qualunque offensiva. Si sbagliava.
“Hai detto che il Signore dei Vampiri è il tuo Deck Prince, giusto?” chiese Malverik con noncuranza dopo aver pescato la sua carta “Allora temo che tu abbia frainteso il ruolo di un Deck Prince. Il Deck Prince non è semplicemente la carta più forte, la carta preferita, o la carta che permette di eseguire delle particolari combinazioni, è la carta perno del tuo Deck, la carta che li rappresenta e intorno al quale si fondano le tue strategie. Il tuo utilizzo del Signore dei Vampiri è stato semplicemente sacrificarlo per evocare un mostro più potente, non è neanche lontanamente abbastanza per considerarlo un Deck Prince, non mi sorprende che quel mostro non abbia niente di vivo”
Sally non capì quelle parole. Signore dei Vampiri era la carta più importante che aveva, quella che le aveva permesso di vincere numerose battaglie. Cosa poteva esserci di più?
“Adesso intendo mostrarti cosa sia veramente un Deck Prince” sentenziò Malverik “Evoco Crociato Oscuro”
La carta olografica giocata da Malverik si coprì totalmente di nero, la figura del Crociato si oscurò completamente, creando una membrana di materia oscura che cominciò a muoversi a cerchi concentrici, come fosse liquida.
Dalla carta oscurata, emerse per prima una enorme spada, troppo larga per essere impugnata da un essere umano, più simile a una grossa lastra di metallo grezzo, ma completamente nera e lucida. Seguì la spada un guerriero in armatura nera che lo copriva dal collo fino ai piedi, mentre la testa era un tutt’uno con l’elmo di ossa che portava da cui uscivano solo gli occhi chiari e assassini del mostro, che si portava a strascico un mantello rosso e nero.
Malverik sembrò essere posseduto e allargò le braccia in una posa teatrale.
“Il Crociato Oscuro ha fatto il suo trionfale ingresso in campo! E adesso grazie al suo potere posso scartare mostri Oscurità dalla mia mano per aumentare la sua forza di 400 ATK per mostro. Io scarto quindi Beige, Avanguardia del Mondo Oscuro, Kakki, Guerrigliero del Mondo Oscuro, e Grapha, Signore Drago del Mondo Oscuro per aumentare l’ATK del Crociato Oscuro di 1200 punti”
Le parole del ragazzo pesarono come una sentenza sul campo di gioco. Tutto intorno cominciò a levarsi un sottile strato di buio, che riempì pian piano l’area circostante. Sally sentì l’aria farsi pesante, schiacciata dalla presenza del suo avversario e del suo mostro. Gli spiriti dei mostri scartati al cimitero entrarono nella spada del Crociato Oscuro sotto forma di fuochi fatui completamente neri, portando il suo ATK a 2800, ma non era finita li.
“Adesso si attivano gli effetti dei miei mostri”
Il Crociato Oscuro fece volteggiare sopra di se l’enorme spada, librando le anime dei mostri che si materializzarono intorno a Malverik assumendo le sembianze dei mostri scartati, ma sotto forma di fantasmi luminosi che ne deformavano i contorni.
“Con il suo effetto, Kakki colpisce e distrugge Mummia Rigenerante”
Il fantasma del Guerrigliero, dalla grottesca forma a uovo, saltò sul mostro di Sally con il suo pugnale retto con due mano sopra la testa, conficcandoglielo dritto nella fronte, o di ciò che ne rimaneva, durante l’atterraggio.
Mummia rigenerante fu distrutta e Malverik proseguì: “Con l’effetto di Beige, posso evocarlo direttamente sul terreno di gioco”
Il mostro Demone compì un balzo passando attraverso la propria carta che comparve a mezz’aria uscendo dal terreno, per poi riuscire dall’altra parte completo del suo corpo e della lancia atterrando in ginocchio di fonte al Crociato Oscuro. L’ultimo che restava era l’enorme mostro Demone, ma con la forma di un drago della morte che stanziava alle spalle del duellante.
“Infine Grapha del Mondo Oscuro può distruggere una delle tue carte sul terreno”
“Adesso distruggerà Genesi Vampira” esclamò allarmato Gilbert.
“No” rispose Alex “Non è nel suo stile”
“Grapha, distruggi la carta coperta”
Il soffio di fuoco fantasma uscì dalla bocca del drago, esplodendo sulla carta di Sally, che finì disintegrata.
Sally non capiva. Se avesse voluto Malverik avrebbe potuto distruggere Genesi Vampira e puntare dritto ai sui LP. Perché non lo aveva fatto?
“Mi stai trattando con i guanti, Malverik?” lo sgridò Sally “Non pensare di farmi un favore trattandomi con pietà, io …”
“STAI CERCANDI DI OFFENDERMI?!” tuonò Malverik “Non è per caso che mi chiamano l’Imperatore Nero! È perché non mostro mai pietà per i miei avversari, chiunque essi siano!”
Il mondo intorno all’area del duello cominciò a scurirsi. Il cielo sembrava essere diventato totalmente nero e intorno al campo di battaglia erano scese le tenebre.
Sally si rese conto che era una scena simile a quando aveva affrontato il Gioco delle Ombre, ma mentre allora non aveva risentito della pressione esercitata dalle ombre su di lei, stavolta ne stava venendo schiacciata, cedendo al panico, mentre Malverik e i suoi mostri torreggiavano dall’altra parte del terreno.
“Continuiamo” esclamò Malverik “Adesso attivo l’effetto di Grapha, Signore Drago del Mondo Oscuro nel mio cimitero: riprendendo un mostro del Mondo Oscuro dal mio terreno alla mia mano posso evocare Grapha sul terreno. Beige, torna nella mia mano!”
Compiendo un salto all’indetro, il dinamico soldato rientrò nella carta olografica, che subito si trasformò in un fascio di luce e tornò nella carta reale che Malverik tolse dal Dueling Disk.
“Grapha adesso torna sul terreno in posizione di attacco”
L’enorme drago comparve quindi in tutta la sua terrificante potenza, mostrando la sua faccia che ricordava un teschio e la sua corazza atta di ossa compatte da cui uscivano due ali membranose completamente nere e la lunga coda.
“Ora che Beige è tornato nella mia mano, posso scartarlo di nuovo al cimitero per aumentare l’ATK di Crociato Oscuro di altri 400 punti”
Beige fu scartato e la potenza offensiva del Deck Prince dell’Imperatore salì a 3200 ATK, quindi il mostro tornò in campo grazie al suo effetto.
Sally si scoprì tremante di paura. Tutto questo aveva preso una piega decisamente troppo spaventosa per un normale duello.
“Adesso Crociato Oscuro, attacca Genesi Vampira”
Il Guerriero mise in posizione la sua spada e saltò in aria sovrastando di diversi metri tutti gli altri, per poi far calare la sua arma in avanti con un fendente che tagliò dalla punta della testa all’imboccatura delle gambe Genesi Vampira distruggendolo.
“Beige, Zure, sferrate un doppio attacco diretto” pronunciò freddamente Malverik e immediatamente i due mostri scattarono in avanti armi in pugno, colpendo contemporaneamente il corpo di Sally, che avvertì una leggera fitta, proprio come nel duello contro il ragazzino posseduto di qualche giorno prima.
“Infine, Grapha dalle il colpo di grazia”
L’enorme drago caricò al sua fiamma violacea nella bocca mentre Sally, ormai sopraffatta dal panico e senza più nessuna difesa, cercava lo sguardo di Gilbert. Sally si voltò a destra, quindi a sinistra, infine ritrovò lo sguardo dell’amico seduto sotto il gazebo, ma che non sembrava vedere quello che le stava succedendo.
Gilbert incrociò gli occhi terrorizzati dell’amica, ne notò il volto deformato dalla paura e d’istinto si alzò per andare in suo soccorso. In quel momento partì l’attacco di Grapha, che esplose contro la ragazza che urlò di dolore.
Gilbert accorse da Sally, che dopo l’attacco di Grapha era crollata in ginocchio e fissava il terreno ancora in preda al terrore.
Gilbert strattonò Sally spaventato, ma sembrava non sortire effetto sull’amica, se, purché avesse gli occhi sbarrati, sembrava priva di sensi.

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Capitolo 10
*** Postumi di un duello terribile ***


Ciao gente! mi scuso per il ritardo e spero che l'andazzo non continui per le prossime settimane. Questo capitolo è stato decisamente uno scoglio perché serviva mettere bene in chiaro la pericolosità di un duello con un maestro del Gioco delle Ombre, ma al contempo innescare alcune delle meccaniche che avrebbero dominato le vicende da questo momento in avanti.
Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita. Termino la tediosa introduzione ringraziando tantissimo tutti quanti per aver letto i precedenti capitoli di questa serie e per chi è abbastanza autolesionista da continuare a farlo. Grazie mille.

Iris Wyvern camminò a passo spedito tra i lunghi corridoi del palazzo sede della Kygranerd Corp, superò il corridoio principale del pian terreno e sbucò in un largo salone dalle pareti metallizzate, mascherando l’agitazione con la sua abituale compostezza e lo sguardo glaciale che era diventato leggenda tra lavoratori della compagnia. Nonostante l’attenzione della donna, il ritmo sostenuto dei suoi tacchi che battevano sul pavimento, rimbombando per tutto il salone, fecero voltare più di un dipendente nella sua direzione e tutti capirono che era successo o stava per succedere qualcosa di grosso.
La signorina Wyvern si diresse rapidamente all’ascensore dei dirigenti all’estrema destra del salone, quindi tirò un respiro profondo per mantenere la calma e premette il pulsante per andare al decimo piano: quello in cui era situata la sala adibita alle conferenze interne.
Una volta raggiunto il piano, la Wyvern svoltò verso il corridoio alla sua sinistra superando la sezione degli uffici dei dirigenti locali della compagnia sbucando poi in un largo incrocio in cui tagliò noncurante la strada a una signora in pausa caffè senza neanche accorgersi della sua presenza, quindi arrivò a passo svelto fino in fondo al corridoio e raggiunse la porta della sala conferenze.
Iris Wyvern tirò un nuovo respiro per reprimere il fiatone che le era salito, si tornò rigida come era sempre e bussò energicamente alla porta.
“Avanti” dissero dall’interno, e Iris aprì cautamente la porta.
All’interno della sala, anch’essa dalle pareti metallizzate lucide, vi era un ampio tavolo ovoidale nero attorno al quale erano seduti Stephan Kygranerd e diversi dirigenti anziani della compagnia, che stavano ascoltando il progetto di un loro ingegnere in piedi con il tablet in mano e lo schermo a parete acceso.
Iris cercò con lo sguardo Stephan Kygranerd che osservò sorpreso la sua assistente personale, che a cose normali non avrebbe mai interrotto una riunione.
“Presidente, posso parlarle un attimo? È importante” chiese la segretaria.
Kygranerd aggrottò la fronte, quindi si alzò scusandosi con i dirigenti e si avvicinò alla sua segretaria e amica, che era rimasta immobile sulla porta.
“Che succede?” chiese il Kygranerd.
“Uno di loro è apparso” dichiarò lei sussurrando nell’orecchio del presidente.
Stephan Kygranerd spalancò gli occhi incredulo, ma lo sguardo fisso della sua segretaria gli confermò che si trattava proprio di quello che stava pensando. In tutta fretta, Kygranerd si voltò verso l’ingegnere che stava illustrando il suo progetto.
“Mi spiace, ma c’è una questione prioritaria che richiede la mia immediata presenza. Per quel che ho visto fino ad ora il progetto mi sembra interessante, anche se ci sono alcune questioni che non mi sono chiare. Leggerò il resto entro stasera e le farò sapere la mia opinione, intanto continui pure ad illustrare agli altri”
Detto questo prese commiato richiudendosi la porta dietro.
Seguito dalla signorina Wyvern, Stephan Kygranerd si diresse a passo spedito verso l’ascensore dei dirigenti. Appena entrati quasi colpì il pulsante che li avrebbe portati all’ultimo piano, quello del suo ufficio.
“Chi lo ha trovato?” chiese Stephan ora che erano al sicuro da orecchie indiscrete.
“Nessuno, si è manifestato da solo durante un duello. Sembra che la cosa fosse piuttosto … personale” rispose prontamente la segretaria.
“Di chi si tratta?”
Iris prese dalla sua cartella una scheda su una carta spessa, che passò immediatamente al principale.
“Si chiama Malverik, 19 anni, originario di Olavarria, Argentina. È uno di quelli a cui sono stati inviati i prototipi di Dueling Disk durante il collaudo, quindi immagino sia uno dei duellanti più forti in circolazione”
Kygranerd osservò brevemente la scheda che gli aveva preparato Iris in fretta e furia, ma quei dati non gli avrebbero detto gran ché, quello che gli importava era la sua forza come giocatore.
Stephan e Iris raggiunsero l’ufficio del presidente e vi si chiusero dentro, quindi Stephan si avvicinò al suo televisore e lo accese.
Con l’aiuto di Iris trovò il filmato del duello tra Malverik e Sally, che poi osservò con attenzione. Le telecamere piazzate per il parco che reagivano all’attivazione dei Dueling Disk erano state un ottima idea. In questo modo Stephan Kygranerd poteva riguardare tutti i duelli che voleva oltre a controllare tutto l’andamento del torneo sul tabellone online.
Era l’unico modo per riconoscere i duellanti legati al Gioco delle Ombre tra le migliaia in giro per il parco durante il torneo.
Una volta finito il duello Kygranerd continuò a osservare concentrato lo schermo in pausa.
“Non c’è dubbio, è uno dei duellanti legati al Gioco delle Ombre” sentenziò il presidente all’indirizzo della sua amica, che invece continuava a guardarlo in silenzio.
“Lo so che a te non è sembrato niente di ché, ma un duellante vicino al Gioco delle Ombre vede delle cose che gli altri non vedono. Durante il duello i mostri di Malverik si sono praticamente materializzati; sono diventati vivi, non dei semplici ologrammi. Questo è senza dubbio un elemento di connessione con il Gioco delle Ombre” esclamò elettrizzato Stephan.
Iris annuì.
“Vuoi che lo faccia portare qui?” chiese la segretaria.
“No, non credo che sarebbe il caso disturbare un duellante tanto importante mentre sta svolgendo un torneo. E poi preferisco agire con circospezione, non voglio mettere nessuno in allarme”
Kygranerd recuperò il telecomando e riportò indietro il video del duello fino al momento in cui venia evocato il Crociato oscuro.
“Quello che possiamo fare però è controllare la sua avversaria”
Iris avvicinò la testa allo schermo e strinse gli occhi per mettere bene a fuoco l’immagine della ragazza che manteneva il sangue freddo di fronte al mostro dell’avversario.
“Quella ragazza” disse Stephan Kygranerd indicando lo schermo “Ha ceduto al panico solo nella parte finale del duello, ma è quando il Crociato Oscuro è entrato in gioco che il duello si è trasformato in un Gioco delle Ombre. Lei in quel momento aveva mantenuto il sangue freddo, quindi è possibile che anche lei abbia un collegamento, anche se debole, con il Gioco delle Ombre. Sarebbe meglio controllare per non lasciarci sfuggire niente”
Quindi si rivolse a Iris.
“Dov’è Elzer? Se si trova da quelle parti mandiamo lui e controlliamo subito”
Kygranerd vide la sua segretaria chiudere gli occhi e tirare un profondo sospiro.
“Elzer non è più tracciabile” affermò Iris “Sembra che sia riuscito a togliersi il chip di localizzazione che gli avevamo messo addosso”
Stephan si lasciò cadere le spalle incredulo.
“Ma glielo avevamo cucito addosso, come diavolo a fatto?”
“Non so che dirti, o è riuscito a toglierlo o sta facendo un bagno nello stagno delle ninfee da circa due ore e mezza”
Stephan si passò una mano sul volto alzando gli occhi verso il soffitto.
“Chi abbiamo da quelle parti?” chiese nervoso.
Iris Wyvern controllò velocemente sul suo tablet su cui era aperta la app di controllo del parco con la posizione di tutti i loro uomini sul campo.
“Hans Pohl è poco distante”
“ Hans ‘Rapace’ Pohl? Beh, meglio di niente” commentò Kygranerd spegnendo lo schermo “Chiamalo e digli di trovare la ragazza, intanto fammi una ricerca su quel Malverik. Voglio vita, morte e miracoli. Se è chi penso che sia sarà importante averlo dalla nostra parte”
La signorina Wyvern assentì e lasciò che il suo principale lasciasse l’ufficio per tornare al suo lavoro.

Al parco intanto, Gilbert e Alex erano accorsi allarmati verso Sally che stava pian piano rinvenendo dopo il crollo dovuto al panico del duello con Malverik, mentre quest’ultimo se ne stava fermo nella posizione del duello senza proferire parola.
Alex controllò la ragazza e tranquillizzò Gilbert sul fatto che si stesse riprendendo, quindi si alzò in piedi lasciando che fosse il giornalista ad aiutare la sua amica.
“Sally, ti senti bene?”
Sally annuì tremante mentre Gilbert la portava a sedersi al tavolo dove erano poco prima, quindi prese dallo zaino una bottiglietta d’acqua per far bere la ragazza.
Malverik era rimasto per tutto il tempo fermo. Solo dopo alcuni attimi dalla fine del duello si rese conto di aver esagerato e si mosse verso il tavolo.
Gilbert, stranamente reattivo, lo vide muoversi e gli tese una mano aperta contro intimandogli l’arresto.
“Malverik, per favore sta indietro” gli intimò secco Gilbert.
Malverik cercò di spiegarsi: “Mi dispiace, non avevo intenzione di …”
Ma nessuno gli prestò attenzione.
Sally finalmente rialzò la testa, ma appena Malverik entrò nel suo campo visivo ebbe un sussulto e afferrò atterrita la panchina di legno.
Gilbert si frappose tra il suo sguardo e il duellante del Mondo Oscuro come per fare da scudo all’amica e le sorrise in modo che si tranquillizzasse.
“Dai, Sally, andiamo a fare due passi, ti va?” le chiese Gilbert.
Sally annuì e si lasciò aiutare dall’amico a rimettersi in piedi dato che le gambe ancora le tramavano leggermente, quindi i due si incamminarono per il vialetto da cui erano arrivati svoltando però verso l’area opposta.
Malverik fece qualche passo per andar loro dietro, ma Alex, che fino a quel momento si era mantenuto freddo, gli appoggiò una mano sulla spalla e lo trattenne impedendogli di proseguire.
“Stringi i denti”
Malverik si voltò verso Alex, ma prima che potesse mettere a fuoco, un gancio destro lo colpì in pieno volto facendolo volare di un metro indietro con la schiena a terra.
L’argentino non riuscì a muoversi per alcuni secondi a causa dei danni del colpo che gli fecero girare la testa. Pro memoria per Malverik, mai far arrabbiare Alex.
“Ma sei impazzito!” ruggì Alex tutt’un tratto contro Malverik ancora al tappeto “Ci sono mille modi per far capire un duellante che non è pronto per un particolare duello e tu dovevi proprio scegliere il peggiore?!”
Malverik si sentì intimorito dalla torreggiante figura dell’altro duellante, ma quel colpo lo aveva in parte aiutato a tornare alla ragione dopo il momento di stasi dovuto al senso di colpa per aver esagerato con Sally.
“Era una sfida, Alex, sarebbe stata una mancanza di rispetto se non avessi dato il massimo contro di lei. Tu non avresti fatto lo stesso?” cercò di giustificarsi Malverik.
“Io non avrei accettato la sfida” rispose Alex ora tornato composto come era prima “Il primo duellante con i numeri in regola che Sally avrebbe incontrato avrebbe potuto metterla di fronte alla realtà, non necessariamente vincendo. Sarebbe bastato minimizzare la cosa e tutto sarebbe andato bene”
Alex tese la mano a Malverik per aiutarlo a rialzarsi, così anche l’argentino tornò in piedi.
“Non è mia abitudine mentire a qualcuno, anche quando la verità è scomoda. Inoltre ci sono delle regole anche ne torneo: il torneo stesso è un gioco e una sfida diretta non la potevo rifiutare”
“Esistono le regole, ma esiste anche il buon senso, Malverik. Non puoi farmi credere che davvero vedi tutto quello che ti circonda come un gioco con delle regole a cui ubbidire cecamente?”
Malverik abbassò la testa. Senza volerlo Alex aveva colpito un nervo scoperto.
“Sono un giocatore, non c’è nient’altro che sappia fare meglio che giocare. Se non pensassi che tutto quello che mi circonda è un gioco non riuscirei più a riconoscermi”
“E ti sembra una cosa giusta?” chiese ancora Alex con tono di compassione.
“Il Gioco non è giusto, Alex; il Gioco è equo”
Ignorato dal gruppo fino a quel momento, il mago che aveva incalzato per la sfida poco prima si sollevò con un passo di danza dal suo posto a sedere al tavolo tenendosi una mano sul cappello e si avvicinò ai due super campioni.
Malverik aveva tenuto d’occhio sia Alex che lui durante il duello. Alex era rimasto contenuto, ma era improbabile che non avesse notato che quello che era scaturito a quella sfida, visto come si è precipitato su Sally senza averla neanche mai guardata per tutto il tempo, mentre l’altro probabilmente non si era accorto di nulla.
“Dire che non era pronta è un eufemismo” affermò il mago sorridendo nella direzione in cui se ne erano andati Sally e Gilbert. Solo adesso Malverik notava un leggero accento inglese nelle parole del mago.
“Comunque piacere, mi chiamo Ethan” fece l’allegro e eccentrico ragazzo dai capelli verdi tendendo la mano a Malverik e Alex “Sono un duellante del torneo, ma fino a ora me la sono presa comoda, preferisco i giochi di prestigio”
Malverik gli strinse la mano sorridendo a sua volta. Appena le loro mani si toccarono, l’argentino si sentì scivolare dentro la mano a contatto con l’altro qualcosa di sottile. Con un attimo di sorpresa ritrasse la mano e si ritrovò in mano una carta: Legione Demone Giullare.
Ethan se la rise di gusto suscitando un sorriso anche in Malverik mentre Alex lo guardava con sospetto.

Adiacente alla zona delle piante tropicali vi era la zona del parco riservata alle piante di origini orientale, al centro della quale campeggiava il grande laghetto artificiale delle ninfee. Nella zona si trovava l’edificio universitario in cui gli studenti di biologia venivano a studiare le piante e che ospitava anche una fornita biblioteca sull’argomento. Sulla riva del laghetto si erano fermati Gilbert e Sally, ormai ripresasi quasi del tutto dal panico montato durante il duello con Malverik.
Sally restituì all’amico la bottiglietta d’acqua ringraziandolo, poi, finalmente rilassata si lasciò crollare contro lo schienale della panchina.
“Per quel che mi riguarda” disse Gilbert con un sorriso “Non sei andata affatto male”
Sally gli lanciò un’occhiata tenera, ma traspariva chiara la delusione e la consapevolezza che Gilbert lo aveva detto solo per farla sentire meglio.
“Lascia perdere, Gibby, so benissimo di non aver fatto gioco” commentò Sally guardando il cielo che ormai cominciava a volgere verso i colori del tramonto.
Gilbert sospirò sconfitto, il suo tentativo di tirarla su di morale non aveva funzionato neanche un po’.
“Perché hai fatto di tutto per farmi iscrivere al torneo Gibby?” chiese Sally ancora guardando il cielo.
“Perché so che sei forte e che potevi fare grandi cose” rispose l’amico “Di certo non mi aspettavo questo livello. Quanto pensi che sarei durato io contro Malverik?” aggiunse con una risata.
Anche Sally finalmente sorrise.
“Per me neanche mezzo turno” continuò Gilbert “Anche se in effetti io non lo avrei mai sfidato. Perché tu lo hai fatto? Conoscevi il suo livello, ne avevi persino paura dopo averlo visto duellare la prima volta”
Sally si tirò su e cominciò a fissare l’acqua del laghetto.
“Credo che vincere contro Aleta mi abbia dato un po’ alla testa. Mi sono sentita forte da quel momento, ma quando ho visto Gabriele dominare nel suo duello ho cominciato a pensare che forse non sarei riuscita a duellare al suo pari al posto di quel francese. Poi Malverik mi ha ridimensionata così tanto che ho voluto dimostrargli di essere in grado di tenere testa ai grandi di questo torneo”
Sally fece una pausa mentre Gilbert le appoggiava una mano sulla spalla per farle sentire che era con lei.
La ragazza estrasse dalla tasca il suo deck e prese la carta del Signore dei Vampiri.
Malverik era particolare come duellante ancora più che come persona. Sembrava avere una rapporto stretto con i suoi mostri, sembrava comunicare con loro in qualche modo.
Quando aveva parlato del Signore dei Vampiri, Malverik aveva detto che non aveva niente di vivo. Cosa voleva dire?
“Pensi che Malverik abbia ragione?” chiese ancora Sally a Gilbert “Pensi che non sia in grado di confrontarmi con i più grandi?”
Gilbert sorrise tra se e rispose: “Si, sono pienamente d’accordo”
Sally aggrottò la fronte e si voltò versi di lui.
“Sono pienamente convinto che tu non sia ancora abbastanza in gamba per vedertela con dei mostri come Malverik, ma ho anche presente quanto è dura la tua testa” continuò picchiettando le nocche sul cranio dell’amica.
“E so che non ti fermerai adesso. Malverik sarà anche un maledetto lunatico fuori di testa, ma una cosa giusta l’ha detta: sei un’ottima duellante e sono sicuro al 100% che migliorerai ancora di più durante questo torneo e riuscirai ad affrontare di nuovo quel pazzoide ad armi pari”
Sally finalmente sorrise, tornò indietro e abbracciò forte l’amico che ricambiò contento.
“Per oggi facciamo che abbiamo avuto abbastanza emozioni e torniamo a casa, che dici?” propose Gilbert una volta staccatosi dall’abbraccio.
“Va bene” rispose Sally, e entrambi si alzarono dalla panchina per muovere verso l’uscita.

Nel frattempo Alex e Malverik avevano continuato a chiacchierare amichevolmente con Ethan, che nonostante l’aspetto stravagante e il gesto compulsivo di togliersi il cappello per giocherellarci per pochi secondi e poi rimetterlo in testa, era un ragazzo simpatico, che non dimostrava più di un anno o forse due più di Malverik, era inglese, e giocava con mostri Incantatori.
“Appropriato per me immagino” commentò Ethan facendo volare di nuovo il suo cappello per poi recuperarlo al volo “Un mago che gioca con dei maghi. Ha del comico in effetti, ma non mi lamento, la magia è il mio cavallo di battaglia. Far apparire le cose e farle scomparire è una cosa che adoro con tutto me stesso”
Alex alla fine si era rilassato e ascoltava divertito gli sproloqui dell’inglese, finché la sua attenzione non fu catturata dalla figura di un uomo piuttosto basso e tarchiato con gli occhi stretti e le il meno pronunciato che si avvicinava a loro guardandosi intorno e sbuffando infastidito.
“Ehi, ragazzi” li apostrofò l’uomo dal forte accento tedesco “Avete visto dov’è andata la ragazza bionda che duellava da queste parti?”
A Malverik schizzò al cielo un sopracciglio sentendo quelle parole, ma cercò di mantenersi calmo.
A rispondere su Alex: “è appena andata via, perché?”
“Voglio sfidarla” chiosò lui continuando a guardarsi intorno senza dare troppa importanza alla presenza dei tre “Allora, me lo dite dov’è andata?”
Il tono dell’uomo stava infastidendo non poco Malverik, ma rimase in silenzio, lasciando che Alex rispondesse al suo posto.
“Era giù di morale, e se n’è andata da quella parte” rispose il greco indicando la direzione opposta rispetto a dove erano andati Gilbert e Sally “Più di questo non so dirle”
Senza aggiungere altro e sbuffando ancora, l’uomo se ne andò nella direzione indicata da Alex sotto lo sguardo furente di Malverik e il disinteresse di Ethan, che continuava a giocare col suo cappello.
“Perché gli hai indicato la direzione sbagliata, Alex?” chiese Malverik una volta accertatosi che il tedesco si fosse allontanato.
Alex lo fissò stranito.
“Perché, tu avresti detto a un tipo del genere dov’è una tua amica?” gli chiese stupito l’altro.
“Sicuramente non avrei mentito. È un duellante come noi, solo per questo merita solidarietà” rispose serissimo Malverik.
Alex commentò con un attimo di silenzio incredulo.
“Tu hai dei seri problemi con i rapporti interpersonali” chiuse il greco scuotendo la testa.
Il cellulare di Alex squillò, ma non era la suoneria, bensì il promemoria che gli ricordava un impegno.
“Ok, ragazzi, io devo andare, ci scambiamo i numeri di telefono e ci vediamo domani?”
“Ma non dovremmo essere avversari in teoria?” chiese Ethan.
“Siamo d’accordo che io e lui ci troviamo in finale” rispose Malverik con noncuranza.
“Ah … in pratica sono di troppo” commentò placido Ethan.
“Perfetto, allora a domani, Mal. Ciao Ethan”
Malverik sospirò rumorosamente in risposta. Non gli piaceva per niente essere chiamato Mal.
“Te che fai, continui il giro?” chiese ancora Ethan sempre col sorriso sul volto “O vai a cercare la tua amica?”
“Per quel che vale. Probabilmente Sally mi prenderebbe a bastonate, meglio se evito. Continuo il giro d’osservazione, vieni con me?”
“Cercherò di stare al passo”

A detta del promemoria, Ale sarebbe dovuto andare vero la fermata degli autobus per tornare alla base, ma aveva altre cose da fare adesso e quel suono non poteva essere più provvidenziale.
Ovviamente Malverik non poteva essersene accorto, ma il tedesco che li aveva avvicinati poco prima aveva all’interno della giacca grigia un pass della Kygranerd Corp.
Alex si era studiato ogni misura di sicurezza della sede centrale della Kygranerd per poter arrivare preparato alla missione e sapeva bene che quello era un pass di un livello che non danno a tutti, ma solo agli operatori della sezione scientifica.
Un operatore Kygranerd duellante. Pensò Alex. In questo periodo di movimento è troppo strano per essere una coincidenza.
A grandi falcate le percorse buona parte del vialetto verso cui aveva instradato l’uomo e riuscì a individuarlo poco lontano, nell’area delle conifere, intento a chiedere delle indicazioni a altri duellanti, con lo stesso tono scontroso che aveva usato con loro.
Alex si mise a debita distanza e cominciò a pedinare il tipo da lontano.
Quello continuava a cercare. Prima per tutta la parte delle conifere, quindi nella zona successiva, ma senza trovare nessuno.
Già da un po’ Alex si stava domandando che cosa, un dipendente della Kygranerd potesse volere da Sally, ma nessuna delle idee che gli erano venute aveva granché senso. L’unica possibilità plausibile era che Sally avesse un legame con la Kygranerd Corp. che persino lui ignorava, ma gli sembrava improbabile. L’agenzia di intelligence con cui aveva collaborato gli aveva fornito tutte le informazioni in loro possesso ed era sicuro che il nome di Sally non spuntasse da nessuna parte.
Alex sentì il suo bersaglio imprecare frustrato, quindi quello estrasse il cellulare dalla tasca per una chiamata.
Rapido, Alex afferrò dalla cintura una cimice, si mise il giacchetto sulle spalle con in colletto alto e avanzò verso il bersaglio stando bene attento a passargli sempre dietro nei suoi punti cechi. Appena gli fu vicino, Alex lasciò cadere la cimice già attivata e proseguì dritto e a gran velocità per la sua strada.
“Si può sapere chi mi avete mandato a cercare?” disse il tedesco al telefono.
Alex stava ascoltando attraverso l’auricolare collegato alla cimice che aveva lasciato cadere a pochi centimetri da dove l’uomo ci trovava.
“La ragazza bionda che mi avevate indicato non c’è! È un’ora che la cerco ormai. Ditemi voi dove trovarla”
Non c’era dubbio che parlasse di Sally.
“So che potete rintracciarla. Fatelo!”
“Certo, aspetto …”
“Come non è più nel parco? Ma la giornata non è ancora finita”
“Devo andare a prenderla li?”
“Va bene, la ritroverò domani, tanto se abita la dovrà venire con l’autobus. Perfetto, arrivederci”
Detto questo chiuse la chiamata e se ne andò imprecando ancora.
Con il bersaglio ormai lontano, Alex tornò sui suoi passi e recuperò da terra la cimice.
Non era detto che quell’uomo stesse parlando con qualcuno alla Kygranerd, ma se così fosse voleva dire che alla Kygranerd erano interessati ad alcuni duellanti e che avevano un metodo per rintracciarli. Forse tramite i Dueling Disk. Ma poi perché proprio Sally? Cos’aveva per essere nel mirino della Kygranerd?
Pensarci non sarebbe servito a nulla. Alex decise che quella sera avrebbe fatto delle ricerche su Sally. Sapeva il suo nome di battesimo, l’aveva vista in faccia e sapeva in che città viveva. Per lui era abbastanza.

“Pronto?”
“Signor presidente, sono Elzer. È un vero piacere sentirla. Lo ammetta, le sono mancato un sacco”
“Elzer, maledetto psicopatico, cosa stai combinando? E perché non siamo riusciti a rintracciarti?”
“Oh, andiamo, non è il caso di prendersela perché non sapete dove sono. In fondo è così che funziona il gioco tra noi. Voi cercate di tenermi sotto controllo e io faccio di tutto per evitarlo. Mi sembra carino”
“Non mi interessano i tuoi giochi, Elzer”
“Per questo io sono qui e tu in cima al tuo bel palazzo”
“Noto del disprezzo nelle tue parole, ma sappi che non mi tange, non tutti i giochi si giocano faccia a faccia. Dimmi cosa vuoi, mi stai disturbando”
“Sappi che i duellanti che cerchi non sono gente normale, non puoi sperare che i tuoi incapaci mercenari se ne occupino, non riuscirebbero neanche a essere una valida sfida per loro. Lascia tutto a me e te li porto. Magari un po’ malconci, ma te li porto”
“Scordatelo! Ho speso decine di migliaia di dollari per assoldare i migliori duellanti sulla piazza. Sono perfettamente in grado di trovare i duellanti delle Ombre e costringerli a portare il gioco al livello superiore”
“Dio, come non capisci niente. Non sprecherò altro tempo parlando con te, sappi solo che se mi trovo tra i piedi uno dei tuoi galoppini te lo riduco talmente male che gli vedrai uscire il cervello dalle orecchie”
tuuu… tuuu… tuuu…

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Capitolo 11
*** Il Falso ***


Ciao gente! Dopo un'eternità e tre quarti ecco che torno a pubblicare sulla mia serie di punta (e grazie tante, è l'unica). Chideo scusa per la prolungata assenza, ma tra una cosa e l'altra mi sono anche laureato.
Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita. Termino la tediosa introduzione ringraziando tantissimo tutti quanti per aver letto i precedenti capitoli di questa serie e per chi è abbastanza autolesionista da continuare a farlo. Grazie mille.


La notte non era stata gentile con Sally. Nonostante si fosse ripromessa di farsi una lunga dormita per riprendersi da tutto quello che era successo il giorno prima, la ragazza aveva visto tutto il suo impegno rovinato dall’apparizione in sogno di quel dannato elmo a forma di teschio del Crociato Oscuro, che l’aveva costretta a più di una camomilla per riuscire a riprendere sonno.
Alla fine però, era riuscita a dormire quel tanto che bastava per essere in piedi il giorno dopo riposata e pronta a riprendere il torneo.
Mentre faceva colazione, Sally riaccese il cellulare trovandoci un messaggio di Gilbert che le aveva scritto un’oretta prima.
Io mi avvio al parco. Scriveva l’amico. Ci troviamo li.

Gilbert si era alzato di buon’ora per arrivare presto al parco della Fondazione Kygranerd e incontrare Malverik di nascosto da Sally, ma alla piazza centrale di lui non vi era traccia, quindi l’aspirante giornalista con il corredo di zaino e macchina fotografica si era messo a girare a vuoto per il parco nella speranza di trovare il suo amico, o quantomeno qualcuno che avesse sue notizie.
Gironzolando, Gilbert arrivò fino alla zona delle conifere, dove si fermò a fare qualche foto a un duello tra due giocatori a lui noti.
“Ehi, Gilbert”
La voce che richiamò l’attenzione del ragazzo non era quella di Malverik, ma di Alex, che si avvicinava dal sentiero.
“Ehi, ciao Alex. Hai fatto qualche punto?” chiese cordiale Gilbert.
“No, ancora nessuno si è fatto sotto. In alcuni casi essere grandi e grossi è uno svantaggio” rispose con una risata il duellante greco.
“Senti, hai visto Malverik da queste parti?”
Alex tirò un sospiro.
“Vuoi la verità? Ero con lui fino ad ora, avevamo appuntamento stamattina con Ethan per un giro, ma appena ti ha visto gironzolare qui attorno ha girato i tacchi e se n’è andato”
Gilbert rimase a bocca aperta. Non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da parte di Malverik. Come poteva quello stesso ragazzo che entrava senza batter ciglio in un Gioco delle Ombre non suo aver paura di un confronto.
“Abbi pazienza con lui” continuò Alex “Sarà anche un po’ strano, ma non è cattivo. E per quel poco che ho capito il gioco è tutto ciò che ha”
Detto questo Alex guardò l’orologio sul display del cellulare.
“Perdonami, ma devo scappare, ci vediamo nel pomeriggio nel caso” e fece per andarsene, ma dopo un attimo tornò sui suoi passi.
“Ah, Gilbert, Sally è con te?”
“No, sono venuto prima proprio per parlare a Malverik senza di lei”
Alex rimase un attimo in silenzio, come per pensare a qualcosa, poi salutò Gilbert con un sorriso e prese congedo.
Gilbert rimase per qualche attimo a guardare l’imponente duellante andar via e si ritrovò a pensare a quanto Alex fosse una brava persona. Neanche li conosceva, né lui, né Sally, né Malerik, ma li aveva presi quasi in simpatia, dispensando consigli come una sorta di fratello maggiore.
Gilbert sorrise a quel pensiero e tornò alla sua ricerca.
Camminando verso il lato opposto del parco, il giornalista continuava a fare foto e prendere appunti sui duellanti che incontrava, pensando al suo progetto di catalogo che aveva cominciato a prendere forma proprio la sera prima sul monitor del suo computer.
Pensava anche al problema del Gioco delle Ombre. Malverik aveva detto che un Gioco delle Ombre per poter partire deve essere bandito da qualcuno, avere due sfidanti, una posta in palio e delle regole, eppure, da quel che gli aveva raccontato Sally la sera prima, sembrava che durante il duello fra lei e Malverik il Gioco delle Ombre si fosse manifestato senza che Malverik ne avesse definito le regole come era successo per la domanda sottoposta alla stessa Sally e lui stesso pochi giorni prima.
Questo significava che c’era dell’altro sul Gioco che Malverik stava nascondendo o che ignorava a sua volta. In fondo non è mai sembrato particolarmente interessato all’argomento.
Mentre Gilbert rifletteva scattando foto all’ennesimo duello, sentì una presenza proprio vicino a lui, che si affacciava sulla macchina fotografica da sopra la sua spalla destra.
In un primo momento il ragazzo pensò che Sally lo avesse raggiunto e volesse fargli uno scherzo, quindi si girò di scatto con un “BU!”, trovandosi invece a due centimetri dal volto sorpreso di Aleta.
Gilbert arrossì all’istante per l’imbarazzo e si ritrasse all’istante, rischiando di urtare con lo zaino e annesso computer l’albero a cui si era appoggiato.
La comica imprecazione di Gilbert contro se stesso suscitò la risata di Aleta, che si coprì leggermente la bocca mentre Gilbert tornava a fissarla stupito.
“Wow, non pensavo di spaventarti” esordì allegramente Aleta con un solare sorriso in volto.
“Mi hai sorpreso, pensavo fosse Sally” rispose Gilbert ancora intontito dalla situazione.
“Che fai qui tutto da solo?” chiese ancora Aleta.
“Sto cercando Malverik, deve a Sally delle scuse” rispose Gilbert, dimentico di come Malverik lo avesse messo in guardia da Aleta il giorno prima.
“Scuse da Malverik? Auguri allora. Comunque l’ho visto prima, era con un tipo strano che guardava dei duelli, se vuoi di accompagno”
Il sorriso di Aleta sembrava sincero e Gilbert decise di fidarsi e seguire l’argentina.
Lungo la strada Gilbert raccontò ad Aleta quanto successo il giorno prima, mettendo a parte la storica avversaria di Malverik di tutti i dettagli che si era persa quando aveva osservato il duello tra il connazionale e la biondina americana.
L’argentina sembrava davvero una persona diversa rispetto al giorno prima. L’altezzosità che aveva dimostrato nel confronto con Sally era sparita e adesso sembrava una ragazza dolce, in un certo senso molto simile alla stessa Sally.
“Non ce l’ho con Malverik per quello che è successo” spiegò Gilbert “Ma ha decisamente esagerato in quel duello. Non ho capito in che modo, ma da quel che mi ha raccontato Sally è stato terribile”
“Si, Malverik tende a farsi trasportare quando gioca. Non è la prima volta che fa del male a qualcuno durante un duello”
“Sul serio?”
“Certo. Quando facevamo insieme i tornei in Argentina è capitato che i suoi avversari a fine duello si sentissero male e avessero paura anche solo a incrociare il suo sguardo. Malverik non è mai stato un campione di simpatia, ma dopo quei duelli i suoi avversari sembravano cambiati del tutto. Uno in particolare, un tipo grassoccio della Patagonia, ho sentito che ha cominciato a soffrire di attacchi di panico da quel momento in avanti”
Gilbert ebbe bisogno di qualche attimo per metabolizzare quelle informazioni. Certo, Malverik gli era sembrato un po’ inquietante in qualche momento, ma non si aspettava tutto questo.
“Aleta, tu sai cosa porta Malverik a avere questo effetto sugli altri duellanti?” provò a chiedere il giornalista.
“Fosse per me direi il caratteraccio” scherzò l’altra “Ma facendo sul serio non so che dirti, c’è chi dice che le carte del Mondo Oscuro abbiano un influsso talmente forte su Malverik da trasformare anche lui in un Demone”
“Dubito sia così” rifletté Gilbert “Anche ammettendo che sia un’ipotesi che può essere presa in considerazione, il mostro principale di Malverik è un Guerriero, non un Demone, avrebbe più senso che sia quella carta a influenzare Malverik”
Aleta osservò il giovane giornalista. Nonostante fosse una delle persone più innocenti su cui avesse mai messo gli occhi, Gilbert aveva un bel cervello e lo usava bene.
“Malverik ti ha spiegato quella sua cosa del Deck Prince, vero?” gli chiese.
Gilbert annuì e Aleta si mise a ridere.
“A parte questo. Credo piuttosto che sia il contrario. Malverik non sembrava succube dei suoi mostri, ma al contrario, il padrone. Penso che anche questo sia collegato al fatto che Malverik riesca a bandire un Gioco delle Ombre”
Gilbert sentì Aleta ammutolirsi per un attimo, ma appena si voltò verso di lei la vide assumere un’espressione stranita, come se non avesse capito.
“Malverik riesce a fare cosa?” chiese la ragazza, al che Gilbert capì che Aleta non sapesse niente del Gioco delle Ombre.
“Lascia perdere” rispose Gilbert “A proposito, anche tu devi delle scuse a Sally”
Aleta si lasciò sfuggire un sospiro irritato.
“L’ho trattata male solo per ottenere un duello, con Malverik intorno non potevo fare altrimenti”
“Non ho capito cosa sia successo tra te e Malverik in Argentina, ma con Sally sono sicuro potreste intendervi. Se provaste a parlarvi con calma come fai ora con me invece di fare le dure sono sicuro che andreste d’accordo”
Gilbert chiuse con un sorriso che provocò dentro Aleta un sorriso di tenerezza per l’ingenuità del ragazzo. Sorriso che venne subito mascherato da una più consona espressione pensierosa e un vago: “Ci penserò”
I due arrivarono infine allo spiazzo vicino all’uscita est, dove Gilbert vide da lontano vide Malverik fisso in piedi mentre parlava con un altro ragazzo comodamente appoggiato a un albero mentre sfoggiava dei vestiti dai colori più disparati.
“Adesso è meglio che mi congeda” affermò Aleta toccando la spalla di Gilbert.
“Perché? Tu non vieni?” fece Gilbert in risposta.
“Fidati, non ti conviene che Malverik mi veda arrivare con te. Piacere comunque di averti conosciuto meglio. Ci vediamo in giro”
Senza fornire ulteriori spiegazioni la ragazza imboccò un sentiero laterale e a passo svelto sparì dalla vista di Gilbert.
Il giovane fece spallucce. Anche pensandoci non avrebbe capito cosa le stesse passando per la testa.
Piuttosto si incamminò verso Malverik che lo riconobbe da lontano, e Gilbert capì al volo che stava cercando un modo per andarsene, ma non gliene lasciò l’occasione.
“Ehi Mal!” gridò a distanza Gilbert salutando con un cenno il duellante.
Malverik espresse il suo disappunto con una tirata smorfia silenziosa notata dal solo Ethan, che si lasciò andare a una risata sguaiata.
“Pensavi di andartene di sparire di nuovo nell’ombra di qualche vicolo?” chiese Gilbert assumendo quella che con un fisico anche solo leggermente più corpulento sarebbe potuta passare per una posa da duro.
“Sono l’Imperatore Nero, è questo quello che faccio di solito” rispose Malverik in evidente imbarazzo.
“Beh, qui non ci sono titoli che contano. Qui al massimo sei Mal” replicò il giornalista “Devi delle scuse a Sally, e devi fargliele oggi stesso”
“Ascoltami, Gilbert” cercò di sviare Malverik ormai sulla difensiva “Sally già mi detesta abbastanza così, non voglio fare altri danni…”
“Ci sarò io a impedirti di fare danni, ora vieni, dobbiamo andare” lo interruppe di nuovo Gilbert e prendendolo per un polso lo intimò a seguirlo.
Solo in quel momento il giornalista si ricordò della presenza di Ethan, che se ne era rimasto a guardare divertito la scena appoggiato al solito albero.
“Chiedo scusa, ci siamo già incontrati?” chiese Gilbert, che non ricordava il mago del giorno prima.
“Nelle nostre vite precedenti non lo so, ma ieri di sicuro, poco prima del duello tra la bionda e il simpaticone che mi stai rubando”
Gilbert rimase un rapido istante a riflettere sulla stranezza della risposta, poi fece spallucce e allungò la mano all’eccentrico ragazzo dai capelli verdi acqua e con la giacca grigia sopra una camicia verde acqua come i capelli azzurri.
“Ethan” fece il ragazzo stringendo la mano a Gilbert e guardandolo fisso con gli occhi celesti chiarissimi, quasi grigi.
Dominato completamente da quello sguardo, Gilbert sentì scivolare qualcosa nella sua mano e ebbe un brivido di sorpresa. Ritratta la mano, l’oggetto in questione si rivelò essere la carta di Duel Monsters Legione Demone Giullare.
Ethan rifilò al giornalista un esagerato sorriso mentre si riprendeva la carta, lasciandolo di stucco.
“Lascia stare, ha fatto lo stesso trucco anche a me” lo scosse Malverik da dietro “Il nostro Ethan è un burlone di prima categoria. Uniamo il fatto che è anche un ottimo prestigiatore e sono sicuro che di scherzi assurdi ne possa fare parecchi”
“Confermo! Una volta in classe ho fatto sparire nel nulla due compagni durante la lezione” rise il mago.
Gilbert si riscosse rapidamente dalla confusione e tornò a mettere a fuoco l’obbiettivo, afferrò di nuovo Malverik e puntò il sentiero per la piazza centrale.
“Sally ci aspetta. O meglio, aspetta me, ma troverà anche te. Le devi delle scuse per quello che le hai fatto passare in quel duello”
“Ricordo male o me lo ha chiesto lei” replicò Malverik.
“Vero, infatti anche lei te ne deve, ma te sei quello che l’ha fatta sentire male, quindi tocca a te per primo”
Niente da fare, Gilbert quando decide qualcosa mette è inarrestabile e anche Malverik era a corto di argomenti consistenti.
“Io sono invitato?” chiese Ethan.
Gilbert lo squadrò da testa a piedi, quindi rispose: “Ok, ma vedi di non farti notare troppo”
Solo dopo aver pronunciato questa fase Gilbert si rese conto che la stava dicendo a un mago di strada con un abbigliamento che non avrebbe sfigurato a una mostra di arte contemporanea.
Il giovane giornalista cominciò a guidare il gruppo verso la zona dell’incontro, che prevedeva di prendere un sentiero in discesa che dalla zona est portava alla strada asfaltata che li avrebbe ricondotti verso la piazza. Un piccolo sentiero che usato come scorciatoia che passava vicino alle serre di piante della zona equatoriale.
Arrivati in cima alla stradina, Gilbert notò una persona in fondo alla discesa che si era fermata proprio in mezzo al sentiero. Ciò che attirò il giovane fu non tanto la posizione di quel tale, ma il suo abbigliamento: un lungo cappotto nero e un cappello largo  sulla testa anch’esso nero.
Particolare visto che non faceva così freddo, pensò Gilbert, ma solo per un secondo, poi tornò a puntare dritto per il sentiero.
A passo veloce, Gilbert scese la discesa e superò il tipo che se ne stava impalato al centro del sentiero dandogli solo un rapido sguardo disinteressato. Passò quindi Ethan, che aveva uno passo più svelto.
Malverik, con una paura infame di trovarsi di nuovo a confronto con Sally, aveva rallentato pensando a quello che avrebbe potuto dire alla ragazza per scusarsi del colpo che le aveva fatto prendere il giorno prima.
Arrivato in fondo alla discesa, Malverik sentì una forte pressione al petto, che di riflesso lo intimò a arrestarsi.
Prima che potesse voltarsi per capire cosa lo stesse trattenendo, una forte spinta lo ricacciò indietro di diversi passi.
Il rumore fatto da Malverik che indietreggiava attirò l’attenzione dei suoi compagni che si voltarono giusto in tempo per vedere che era la persona vestita di nero che bloccava il passaggio a fermare Malverik.
“Tu sei l’Imperatore Nero?” chiese la profonda voce dell’uomo guardando Malverik da sotto l’ampia visiera del suo cappello.
“Dipende chi lo vuole sapere” rispose Malverik ricomponendosi.
Lentamente, l’altro si tolse il cappello, rivelando il volto spigoloso dai tratti sottili. L’occhio sinistro era piccolo e incavato, mentre il destro era coperto da una frangia di capelli corvini irrigiditi dal gel.
“Non ci conosciamo, ma io so perfettamente chi sei. Il miglior duellante di mostri Demone, si dice in giro, ma ho ancora qualche dubbio”
Lo sconosciuto sollevò la manica del pesante cappotto scoprendo un Dueling Disk come quelli in dotazione per i partecipanti al torneo, ma leggermente più piccolo.
“Io detesto i mostri Demone e voglio eliminare dalla faccia della terra tutti i duellanti che li utilizzano, quindi ti lancio una sfida. So che hai fatto un solo duello fino ad ora, quindi hai quaranta punti. Anche io ne ho quaranta e ti propongo di metterli in gioco tutti quanti per questo duello”
Malverik capì di avere a che fare con un personaggio pericoloso. Non lo aveva mai visto, quindi non sapeva ne che carte giocasse ne se fosse davvero forte come gli stava facendo credere, ma un estremista è sempre pericoloso, qualunque sia il suo pensiero.
Quaranta punti in un colpo solo però facevano gola, e con il bonus di eliminazione si arrivava a cinquanta. Voleva dire essere a un passo dal secondo turno.
Gilbert tornò a passo svelto.
“Perdonaci, ma abbiamo da fare” disse Gilbert andando ad afferrare di nuovo Malverik “una sfida con puntata non standard si può rifiutare, quindi noi” quindi rivolto a Malverik “Ce ne andiamo”
Detto questo Gilbert cominciò a tirarsi dietro Malverik.
Il tipo con il cappotto nero seguì entrambi con lo sguardo mentre gli passavano accanto, ma ebbero appena il tempo di fare pochi passi avanti prima che richiamasse la loro attenzione con una nuova proposta.
“E se fosse un Gioco delle Ombre?”
Questa domanda bloccò Malverik al punto che neanche Gilbert riuscì più a tirarlo.
“I punti non vogliono dire molto in un Gioco delle Ombre, che altro c’è in ballo?” chiese Malverik voltandosi verso di lui.
L’altro rimase serio e strinse ancora di più gli occhi.
“La posta in palio è la propria abilità di duellante. Se perdi questa sfida non sarai mai più in grado di giocare a Duel Monsters”
Gilbert sgranò gli occhi. Aveva visto in prima persona cosa un Gioco delle Ombre potesse fare a una persona quando era stato attaccato dai ragazzini zombificati, non avrebbe avuto dubbi sul fatto che quel tipo potesse fare qualcosa di simile con un Gioco delle Ombre.
Gilbert girò lo sguardo nervoso su Malverik che per contro sorrise.
“Perfetto, accetto la sfida” fece l’argentino “ma francamente non me ne faccio niente della tua abilità a duellare. Piuttosto, chiedo che tu metta in palio il tuo intero deck, che te ne pare?”
“A me sta bene” rispose l’altro.
“Mal, non è il caso, questo fa sul serio” cercò di dissuaderlo Gilbert.
“Perché, io no?” ribatté Malverik “Sally potrà aspettare dieci minuti, il tempo di sistemare il cosplayer di  Undertaker, qui, e andiamo”
I due duellanti si spostarono poco più avanti oltre le serre, dove lo sfidante pretese una stratta di mano.
“Mi chiamo Nikola”
“Mi sta bene” rispose Malverik tirando via la mano per mettersi in posizione.
“Russo?” si chiese Gilbert, relegato agli spalti al fianco di Ethan.
“Ucraino” rispose il mago mentre cominciava a giocherellare con il suo cappello.
“Come lo sai?”
“Ho già avuto a che fare con lui durante un torneo in Inghilterra”

“Comincio io!” esclamò Nikola pescando una carta “Posiziono una carta coperta e evoco Cavaliere Iniziato in posizione di difesa”.
Le carte di Nikola si materializzarono sul terreno di gioco sotto forma di una carta coperta e un giovane guerriero dall’armatura rossa e blu che innalzava uno scudo spigoloso a propria protezione.
“Termino il turno”
Malverik continuava a guardarsi intorno senza capire. Ogni Gioco delle Ombre che bandiva lui stesso provocava sempre quella specie di nebbiolina nera per circondare il campo di gioco. Non era sicuro di come funzionasse davvero un Gioco delle Ombre bandito da qualcun altro, forse si sarebbe rivelato in un altro modo.
Nel dubbio, pescò una carta dal deck e cominciò a giocare.
“Evoco Zure, Cavaliere del Mondo Oscuro in posizione di attacco”
Le parole di Malverik si tramutarono in azione quando il suo demone cavaliere con spada e mantello si manifestò sul terreno scrutando l’avversario con occhi freddi e concentrati.
“Quindi posiziono due carte coperte e termino il mio turno”

“Inizio statico…” commentò Gilbert.
“Alla grande” rispose Ethan “Uno è partito cauto, l’altro di più, sono curioso di vedere quando inizia il duello vero e proprio”

“Adesso attivo la carta Magia Terreno Portale del Chaos”
Immediatamente una specie di stargate luminoso di colore celeste si aprì alle spalle dell’ucraino inondando di luce il terreno di gioco mentre girava vorticosamente.
“Con l’attivazione del portale posso prendere dal mio Deck nella mia mano Glorioso Soldato Nero. Adesso evoco Anima del Super Soldato”
Con la mossa di Nikola, uno strano altare si materializzò dalla sua parte del terreno, mostrando in cima un’armatura dorata, rossa e blu perfettamente ordinata in cima al blocco di pietra.
“Con l’effetto di Anima del Super Soldato scarto al cimitero Glorioso Soldato Nero e faccio così guadagnare a Anima del Super Soldato 3000 ATK”
Quando la carta di Nikola passò dalla sua mano al cimitero, l’anima del Soldato Nero apparve sotto forma di piccola fiammella bianca che entrò nell’armatura animandola e facendole assumere una sembianza umana che la indossasse.
“Adesso attivo l’effetto di Cavaliere Iniziato e bandisco Zure, Cavaliere del Mondo Oscuro”
Il piccolo cavaliere lanciò un raggio dalla perla al centro del suo scudo che colpì il demone di Malverik e lo fece sparire nel nulla.
“Adesso, Anima del Super Soldato, attacca direttamente!”
Il cavaliere fantasma si lanciò all’attacco spada in pugno facendo emettere un esclamazione di spavento a Gilbert, subito rientrata dalla contromossa di Malverik.
“Attivo la carta Trappola Frattura Raigeki” esclamò l’Imperatore “Scartando una carta al cimitero posso distruggere una carta sul terreno. Quindi la tua Anima del Super Soldato sta per farsi un viaggetto senza ritorno”
Il piano di Malverik era semplice: scartare il suo Lucent, Infernosignore del Mondo Oscuro e evocarlo sul terreno grazie al suo effetto per avere un vantaggio territoriale, ma quando toccò la carta per mandarla al cimitero, ebbe una capogiro e la mano, che fino a quel momento stava benissimo, si bloccò di colpo, rifiutandosi di completare il movimento.
Malverik per un attimo andò nel panico, ma ancora i suoi muscoli non rispondevano ai comandi. L’argentino ci mise un paio di secondi a tornare in controllo della propria mente, ma ancora il suo corpo non dava segni di risposta, così il tempo per l’attivazione dell’effetto terminò e l’Anima del Super Soldato completò l’attacco trapassando Malverik da parte a parte con un fendente della sua spada.
Meno 3000 Life Points.
Con un considerevole sforzo mentale, Malverik riuscì finalmente a muoversi.
“Interessante, vero” ghignò l’ungherese “Questo è un duello delle Ombre, un’esperienza diversa da qualunque altro duello. Quando ho detto che avresti perso la facoltà di duellare non stavo bluffando. Quando il duello sarà finito non riuscirai nemmeno a stare in piedi”
Qualcosa non andava. Gilbert era spaventato da quella situazione, ma anche lui se ne era accorto, non era così che funzionavano i Giochi delle Ombre che aveva visto.
Il suo sguardo si spostò da Nikola verso Malverik, bersaglio anche degli occhi di Ethan, che continuava a giocherellare con il cappello mentre fissava l’Imperatore Nero con lo sguardo sgranato e attento.
Malverik rimise non aveva ancora capito bene come muoversi, ma era adesso abbastanza calmo da mettere in chiaro le idee.
Una in particolare: quello non era un Gioco delle Ombre.
Capito questo il resto delle meccaniche furono più che comprensibili.
Gilbert vide Malverik assumere quello sguardo particolare che gli aveva visto quando aveva giocato contro quel tipo alla tavola calda e quando aveva duellato contro Cesar e contro Sally: lo sguardo di quando stava per succedere qualcosa di grosso.
Sotto lo sguardo sorpreso di Nikola, Malverik tirò un profondo respiro e l’area intorno al terreno di gioco cominciò a riempirsi di una nebbia scura dapprima molto rada, poi sempre più densa, fino a diventare un sottile muro fatto di mattoni di nebbia non legati tra loro che facevano passare la luce dagli spazi intermedi.
Prima che Nikola si potesse chiedere cosa stesse succedendo, Malverik lo anticipò:
“Dubito che tu abbia anche solo partecipato a un vero Gioco delle Ombre. Mi ero accorto che qualcosa non andava quando non ho visto questa nebbia, ma ne ho avuto la conferma con due dettagli”
Nikola non poté fare a meno di guardare negli occhi di Malverik, che adesso brillavano di una luce maligna.
“La paralisi che mi ha preso quando ho cercato di attivare la mia carta e l’attacco del tuo mostro. Quando si gioca un Gioco delle Ombre, questo l’ho imparato, entrambi i contendenti vengono messi sullo stesso piano, con pari possibilità di vincere. Quindi la paralisi non poteva essere frutto del Gioco delle Ombre, ma  un tuo trucco, e l’attacco del tuo mostro non mi ha fatto alcun male fisico, anche questa è una caratteristica dei Giochi delle Ombre che hanno come base il Duel Monsters, mentre l’attacco del tuo mostro mi ha passato da parte a parte; era un normale ologramma”
Nikola stava roteando lo sguardo in tutte le direzioni cercando di capirci qualcosa, ma il non riuscirci lo rendeva molto nervoso.
“Tuttavia hai accettato di partecipare a un Gioco delle Ombre, e un Gioco delle Ombre avrai”

Gilbert aveva seguito il discorso, anche se non capiva a quale nebbia Malverik si stesse riferendo.
Ricordava la volta in cui Malverik aveva messo alla prova lui e Sally con la domanda dietro il negozio di carte. Quella volta aveva visto la nebbia nera addensarsi intorno a loro, ma a quando pare era una prerogativa di chi partecipava al Gioco, dall’esterno, quello sembrava un normale duello.
Ethan, intanto continuava a fissare l’area di gioco con gli occhi sempre più sgranati mentre continuava come fosse meccanico a fare il giocoliere con il cappello.

“Tuttavia, ora che è partito il vero Gioco delle Ombre, voglio alzare la posta in palio: se vincerò io non solo vorrò il tuo Deck, ma anche sapere chi ti ha parlato del Gioco delle Ombre” affermò Malverik ormai padrone della situazione.
Nikola, dopo l’iniziale spavento stava finalmente tranquillizzandosi. La situazione poteva anche essersi fatta strana, ma anche se fosse davvero finito in un Gioco delle Ombre era comunque in vantaggio.
La micro dose di veleno con cui aveva infettato l’avversario con quella stretta di mano era ancora in circolo e gli avrebbe impedito i movimenti per qualche altro minuto, ma anche senza questo, si trovava a punteggio pieno contro un avversario a 1000 LP e nessun mostro sul terreno.
Era indubbiamente in vantaggio.
“Accetto la tua sfida, Imperatore” dichiarò pieno di se l’ungherese.
Era il turno di Malverik, ma questi invece di pescare la sua carta, si mise a sedere per terra.
Ethan sorrise. Nikola sgranò gli occhi incredulo.
“Che sta facendo?” chiese Gilbert.
“Ha capito” rispose laconico Ethan.
Gilbert no.
Malverik aveva capito che a bloccare i suoi muscoli poco prima doveva essere stato un qualche veleno. Una dose infinitesimale di un veleno molto potente per non essersi nemmeno accorto di esserne stato infettato, quindi i suoi effetti non dovevano essere troppo prolungati.
Malverik sfruttò fino all’ultimo i due minuti che le regole gli concedevano prima di pescare una carta senza rischiare la squalifica, quindi con non poca fatica pescò dal Deck sempre rimanendo seduto, poi ancora attese tutto il tempo prima di giocare la carta successiva.
“Attivo Tributo al Dannato” dichiarò Malverik e attivò la sua carta Magia.
Ancora a fatica, ma minima in confronto a quella patita poco prima riuscì a prendere la carta dalla propria mano e portarla al cimitero, così Tributo al Dannato si attivò e la mano demoniaca trascinò nell’abisso il Cavaliere Iniziato.
“Tramite l’effetto di Lucent, Infernosignore del Mondo Oscuro, lo evoco specialmente sul terreno”
L’imponente figura del demone grigio e violaceo con le ali di cristallo si palesò sul terreno di gioco davanti all’ormai impotente armatura dell’Anima del Super Soldato con 0 ATK.
“Lucent, attacca l’Anima del Super Soldato”
Il pugno chiuso del demone si colorò di energia oscura, che circondò completamente la sua mano, quindi venne proteso in avanti nell’attacco del mostro per frantumare l’armatura e infliggere 2400 LP di danno all’avversario.
Nell’istante in cui il colpo di Lucent andò a segno, Nikola accusò una forte fitta all’addome. Quello era il dolore fisico di cui parlava il ragazzo poco prima. Per quello che gli aveva raccontato il capo pensava molto peggio.
“Metto una carta coperta e termino il turno” concluse Malverik e si rimise in piedi. L’effetto del veleno era passato.
Nikola aveva subito un bel colpo, ma sapeva bene come controbattere.
“Grazie all’effetto di Anima del Super Soldato posso bandirlo dal cimitero e portare nella mia mano un Cavaliere del Crepuscolo della Sera dal mio Deck”
Effettuata l’operazione, Nikola schiacciò un pulsante sul dueling disk.
“Adesso attivo la mia carta coperta Inizio del Cielo e della Terra. Con questa prendo tre carte dal mio Deck: Glorioso Soldato Nero, Gaia il Cavaliere e Gaia il Cavaliere Rinato”
Fatto questo dispose le tre carte coperte sul dueling disk.
“Adesso devi sceglierne una. Quella che hai scelto sarà aggiunta alla mia mano, mentre le altre due verranno mandate al cimitero”
Malverik scelse quella centrale, mentre le altre due carte finirono al cimitero. All’Imperatore non sfuggì che per ogni mostro che aveva distrutto, il Portale del Chaos aveva acceso un globo di luce che stava adesso girando con il moto continuo del portale stesso.
“Adesso attivo l’effetto di Portale del Chaos: con il sacrificio di tre Segnalini Magici creati dalla dipartita dei miei mostri posso prendere nella mia mano la carta Rito della Gloria Nera”
Gilbert capì all’istante che mossa stava per fare Nikola e ne rimase meravigliato.
“Attivo Rito della Gloria Nera. Sacrifico Gaia il Cavaliere in Carica e Cavaliere del Crepuscolo della Sera che sono nella mia mano per evocare Glorioso Soldato Nero” L’esclamazione di Nikola precedette l’entrata in scena del santuario presentante due giare e uno scudo al centro, luogo del sacrificio. I due mostri citati dall’ucraino comparvero al di sopra delle giare venendo poi risucchiati all’interno sotto forma di energia e trasferiti allo scudo.
Con un fascio di luce lanciato verso il cielo, il Glorioso Soldato Nero con la sua armatura blu e oro piena di punte comparve sul terreno, con la spaventosa potenza di 3000 ATK.

“Wow…” si lasciò sfuggire Gilbert. Gli era sempre piaciuto quel mostro.

“Questo è il Glorioso Soldato Nero. Il mostro più potente che ho. L’essere della giustizia che abbatterà ogni mostro Demone che mi si parerà di fronte” esclamò Nikola lanciando le braccia al cielo.
Malverik dette un’occhiata all’ologramma del mostro notandone lo sguardo spento e l’espressione seria. Nulla di che per uno che guardava da fuori, ma non per lui.
“Conosco la carta del Glorioso Soldato Nero. E so che non si abbasserebbe mai a servire un padrone consumato da un odio incontrollato” disse calmo l’Imperatore Nero squadrando freddamente l’avversario.
Nikola fece una smorfia, offeso pesantemente dalle parole del ragazzo, e reagì rabbioso.
“Lo vedremo! Grazie all’effetto di Cavaliere del Crepuscolo della Sera i suoi effetti passano al Glorioso Soldato Nero, che adesso ha il potere di bandire per sempre Lucent”
Il Soldato alzò lo scudo pronto a lanciare il suo incantesimo, ma Malverik lo anticipò.
“Attivo la carta trappola Catene Demoniache” esclamò il ragazzo.
Dalla carta appena scoperta uscirono delle robuste catene di metallo che, controllate da una forza invisibile, circondarono e avvolsero il Glorioso Soldato nero stringendolo nelle loro spira e costringendolo su un ginocchio.
“Le Catene Demoniache intrappolano il tuo mostro impedendogli di attaccare e di utilizzare i propri effetti. Ironico che se il Glorioso Soldato Nero non avesse avuto nessun effetto come da sua natura la catene non avrebbero avuto alcun effetto”
Nikola rimase di stucco per quello che era appena successo. Impossibilitato ad attaccare, non gli restava che rimanere in difesa, e un mostro che, pur se immobile, aveva 3000 AKT per proteggerlo era un buon punto di partenza.
“Posiziono una carta coperta e termino il mio turno” concluse Nikola.
Malverik pescò una carta in silenzio e la osservò.

“Malverik è davvero in vantaggio, giusto? Non è che mi è sfuggito di nuovo qualcosa” chiese Gilbert.
Sentendo solo silenzio provenire dal mago, Gilbert si voltò a guardarlo e per un non gli prese un colpo nel vedere come il volto del ragazzo si fosse tramutato in un ambiguo e terrificante sorriso mentre osservava Malverik preparare la contromossa.
“Ethan?” provò a scuoterlo  Gilbert, e il mago si voltò verso di lui tornando a un’espressione normale.
“Come? Scusa, non ti stavo ascoltando”
Gilbert preferì non insistere.

“Attivo Portali del Mondo Oscuro”
In un attimo il Portale del Chaos aperto alle spalle di Nikola andò in frantumi come fosse fatto di vetro o cristallo e alle spalle di Malverik comparve l’enorme portone demoniaco che si spalancò per far passare l’energia del mondo dei demoni dell’Imperatore.
“Con il potere dei Portali Lucent guadagna 300 ATK”
La potenza offensiva di Lucent salì a 2700 ATK.
“Non è abbastanza per sconfiggere il mio Soldato” sottolineò l’avversario.
“Ne convengo, ma i Portali hanno anche un altro effetto. Adesso bandisco dal cimitero Zure, Cavaliere del Mondo Oscuro e scarto dalla mia mano un altro mostro di tipo Demone per poter pescare una carta”
Malverik compì l’operazione e subito alle sue spalle comparve l’anima di Grapha, Signore Drago del Mondo Oscuro.
“Grazie all’effetto del mostro che ho scartato adesso distruggo la tua carta coperta”
Il drago Demone soffiò il suo attacco fuori dalla bocca che esplose sulla carta dell’avversario facendola in mille pezzi sotto lo sguardo attonito di Nikola, che sembrò accusare l’impatto dell’esplosione.
“Adesso evoco Scarr, Scout del Mondo Oscuro in posizione d’attacco” dichiarò Malverik evocando il debole demone rosso “E lo faccio tornare immediatamente nella mia mano per poter richiamare Grapha dal cimitero tramite il suo effetto”
Scarr tornò ad essere energia e fece ritorno nella mano di Malverik e l’imponente Signore Drago prese il suo posto.
“Con il bonus dei Portali, Grapha raggiunge quota 3000 ATK. Vai Grapha, attacca il Glorioso Soldato Nero”
L’ordine del suo padrone fu subito eseguito dal grande Drago Demone, che soffiò di nuovo dalla sua bocca un attacco a energia nera. Il Soldato di Nikola, ancora imprigionato nelle catene, riuscì a sollevare la spada e a calare un fendente che rispedì indietro parte dell’attacco del Drago.
Lo scontro tra i due attacchi generò all’interno del campo di gioco una potente onda d’urto che distrusse i due mostri e fu accusata da Nikola, che cadde all’indietro con un urlo e coprendosi gli occhi.
Quando l’ucraino tornò a vedere, dovette contemplare l’immagine del suo avversario ancora in piedi con un mostro dalla sua parte … mentre il suo terreno era vuoto.
“Adesso utilizzo di nuovo l’effetto di Grapha, Signore Drago del Mondo Oscuro: riprendo in mano Lucent e richiamo Grapha dal cimitero”
Il mostro di Malverik fece come il primo tornando nella sua mano e il potente Grapha fece di nuovo la sua comparsa ruggendo contro il suo nemico.
“Grapha, attacca direttamente l’avversario” ordinò Malverik, e il drago carico un nuovo colpo per poi lanciarlo contro Nikola che cacciò un nuovo, terrificante urlo spaventato mentre l’esplosione di energia lo inghiottiva.
Duello finito.

La nebbia del Gioco delle Ombre si diradò e Malverik avanzò verso l’avversario, che se ne stava a terra sdraiato sulla schiena in maniera scomposta circondato da tutte le sue carte che nel volo erano cadute a terra.
Anche Gilbert si avvicinò di corsa seguito ben più lentamente da Ethan, che intanto aveva ripreso a lanciare e riprendere, mettere e togliere il suo cappello.
Malverik raccolse le carte dell’avversario e le rimise insieme, poi si avvicinò a quest’ultimo e lo alzò per le spalle strattonandolo.
“Ehi! Parla! Chi ti ha parlato del Gioco delle Ombre?!”
L’altro rimase in silenzio.
“Mi hai sentito, Nikola? Chi te lo ha detto?!”
Meccanicamente e senza averne veramente coscienza, l’ucraino dischiuse le labbra e con voce tremolante sussurrò: “Stephan Kygranerd”

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Capitolo 12
*** Cacciatori di Taglie ***


Ciao gente! Rieccoci ad occuparci del grande torneo e delle sue implicazioni. Non mi pare di averlo già specificato, ma questa serie non è interna all'universo narrativo di Yu-Gi-Oh anche se ne riprende le meccaniche. Insomma, nessuno dei protagonisti o dei personaggi secondari delle serie canoniche appariranno mai tra queste righe, ne si farà mai riferimento a Domino City, New Domino, il Satellite, l'Accademia del Duellante, o altri luoghi in cui si ambientano le vicende delle serie Anime di Yu-Gi-Oh, semplicemente perché in questo universo non sono mai esistite. Più difficile sarà liberarsi di una presenza ingombrante come quella di Maximillian Pegasus, ma a quello penseremo più avanti.
Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita. Termino la tediosa introduzione ringraziando tantissimo tutti quanti per aver letto i precedenti capitoli di questa serie e per chi è abbastanza autolesionista da continuare a farlo. Grazie mille.

Sally aveva trovato il messaggio di Gilbert subito dopo essersi alzata dal letto e aveva provato a richiamarlo più volte mentre raggiungeva via autobus il parco della Fondazione Kygranerd, ma senza successo.
La gran quantità di apparecchi concentrati all’interno dell’area del parco limitavano parecchio la ricezione dei cellulari e non c’era modo di sapere dove Gilbert si fosse cacciato.
Mentre malediceva mentalmente il suo amico per averla lasciata indietro, Sally camminava dalla fermata dell’autobus vicina alla zona nord del parco in direzione della piazza centrale, dato che anche i mezzi pubblici non avevano più modo di arrivarci a causa della moltitudine di persone.
Inoltre la strada davanti all’entrata nord principale era chiusa per dei lavori e Sally aveva deciso di allungare il percorso e entrare da una delle entrate secondarie, cosa che aumentava notevolmente il nervosismo della ragazza.
“Appena lo trovo lo strangolo” pensava ad alta voce Sally marciando sulla strada principale dell’entrata nord raggiunta poco prima.
Con Gilbert erano d’accordo che se per qualunque motivo si fossero separati, si sarebbero ritrovati sulla collinetta della piazza dove si erano trovati con Malverik il primo giorno.
Sally in effetti non aveva più molta voglia di partecipare al torneo.
Solo il giorno prima aveva subito una delle esperienze più traumatiche della sua vita, non avrebbe mai pensato di patire del dolore fisico con un gioco di carte, mentre per Malverik sembrava normale amministrazione.
Se quello era il livello per essere tra i grandi, cosa poteva entrarci una come lei? Lei che fino a poco tempo prima giocava solo con Gilbert, peraltro vincendo sempre.
Ma se davvero aveva tutti questi dubbi, perché si era portata dietro il dueling disk?
Sally osservò per alcuni istanti la macchina che teneva al braccio continuando a camminare. La prima volta che se l’era messa alcuni giorni prima, le era sembrata inaspettatamente leggera per essere una macchina di quella portata, ma adesso la sentiva insolitamente pesante, come se stesse continuamente per caderle a terra portandosi dietro tutto il braccio.
Eppure quella mattina se l’era allacciata ed era partita di nuovo per il parco della Fondazione.
Pensando con la testa bassa mentre percorreva il lungo viale verso la piazza centrale, Sally si accorse di aver inconsapevolmente sbagliato strada ed essersi addentrata dentro una piccola pineta isolandosi da tutti gli altri duellanti che circolavano per il parco.
“Guten morgen, signorina” la sorprese una voce alle sue spalle.
Voltandosi, Sally si trovò davanti un uomo basso, piuttosto in carne e dei radi capelli biondi, il mento pronunciato e vestito con un gilet rosso sotto un completo marrone.

“Che significa, Nikola? Perché Stephan Kygranerd vuole trovare i duellanti legati al Gioco delle Ombre?”
Appena finito il duello, il giovane uomo ucraino si era un po’ ripreso e Malverik non aveva perso tempo per fargli domande.
“Mal, calmati” gli intimò Gilbert una volta vicino.
Malverik lo ignorò “Rispondimi, Nikola, cosa vuole Kygranerd da noi?”
“Non lo so” rispose l’altro con il fiatone “Non ha detto a nessuno i dettagli, ma ha ingaggiato molti abili duellanti e li ha riempiti di carte rare per iscriversi al torneo e trovare i duellanti legati al Gioco delle Ombre”
“E nessuno di voi idioti ha pensato che fosse una pessima idea farsi coinvolgere in un Gioco delle Ombre per un miliardario megalomane?”
“Ci sono molti soldi in gioco. Kygranerd ha pagato bene tutti e c’era una ricompensa speciale per chi gli avesse portato uno dei duellanti che voleva. E poi Nessuno credeva veramente che il Gioco delle Ombre esistesse davvero, era poco più che una leggenda metropolitana che girava in rete”
Malverik sembrò un po’ più calmo.
“Quindi nessuno di voi altri aveva mai duellato in un Gioco delle Ombre. Begli idioti” commentò Malverik “Quanti siete in giro? E come avete fatto a arrivare a me?”
“Per la prima domanda: una trentina a quanto ho visto dalla riunione che ha fatto Kygranerd con noi. Per la seconda invece, non lo so. Per avere più possibilità di ottenere la ricompensa ho messo una microspia in uno degli ascensori del quartier generale della Kygranerd Corp. e ho sentito il presidente e la sua segretaria parlare di te”
Nikola fece una pausa per recuperare fiato.
“Non so come siano arrivati a te, Kygranerd alla riunione ha detto che un duellante che gioca con il Gioco delle Ombre può uscire allo scoperto solo durante un duello”
Gilbert gli si avvicinò con cautela. Quando aveva spintonato via Malverik prima del duello, quel tipo aveva manifestato una forza fisica possente che adesso era completamente sparita, come se il duello gliela avesse portata via.
“Perché ce lo stai dicendo?” chiese Gilbert.
Nikola gli rivolse uno sguardo in cui Gilbert vide rassegnazione, tanta da farlo quasi star male. Nikola girò gli occhi su Malverik portandosi dietro lo sguardo di Gilbert. Malverik fece vagare gli occhi sull’uno e su l’altro di quelli che lo stavano osservando, distogliendo poi lo sguardo in un attimo di vergogna.
Era come se tra lui e Nikola si fosse instaurato un dialogo silenzioso a cui soltanto loro avevano avuto accesso.
“Sono un duellante anch’io, o almeno lo ero” disse Nikola portando lo sguardo a terra “Il non sapere a cosa andassi incontro non è stato che un mio errore”
Gilbert ancora non capiva, la situazione era davvero così tragica? Per evitare di fare figuracce, preferì stare zitto.
“Ora andatevene, per favore” fece ancora Nikola senza rialzare lo sguardo.
Gilbert fece per consolarlo appoggiandogli una mano sulla spalla, ma Malverik con un gesto lo dissuase e fece cenno a lui e a Ethan di proseguire.
“Abbi cura del mio Deck”

Quasi dall’altra parte del parco, Sally, ancora confusa per essere riuscita a sbagliare direzione su una strada dritta, si trovava di fronte a questo individuo dall’aria tutt’altro che rassicurante e l’espressione annoiata che l’aveva salutata in tedesco. Certo che ne girava parecchia di gente strana nel mondo del Duel Monsters.
“Dice a me?” chiese Sally disorientata.
“Ja, a te. Voglio sfidarti a duello per i punti del torneo” berciò l’uomo col suo marcato accento tedesco.
Solo allora Sally si accorse della presenza di un dueling disk al polso dell’uomo. Come forma uguale al suo, ma più piccolo.
Sally aveva ancora la testa che le girava per essersi persa senza accorgersene, ma riuscì velocemente a riportarsi alla realtà e rispose: “Immagino sia una sfida con puntata standard”
Il tedesco ebbe un brivido, come se fosse sorpreso da qualcosa, ma si ricompose nello stesso istante, tanto che Sally neanche notò il cambiamento.
“Ja. Si, lo è, ma mi piacerebbe puntare di più”
“Accontentati della standard, non sono in vena oggi” rispose acida Sally e azionò il dueling disk.
L’altro sorrise e azionò a sua volta la macchina mettendosi in posizione.
Poi aggiunse una frase nella sua lingua: “Der Nordwind weht”

“Mi spieghi semplicemente cos’è successo prima con quel tipo? Ha detto che non sapeva a cosa stava andando incontro, ma mi è sfuggito il contesto” chiese Gilbert a Malverik una volta soprassate le serre.
Malverik tirò un sospiro e rispose.
“Nikola ha accettato di partecipare a un Gioco delle Ombre, su questo non ci piove, e non ci possono essere ripensamenti sulle poste in palio una volta iniziato, fin qui ci sei arrivato?”
Gilbert annuì.
“Il punto è che la posta in palio deve essere la stessa per entrambi i giocatori, l’unico limite è quello che un giocatore ha da offrire. Non ho capito se un giocatore possa effettivamente puntare qualcosa che non ha, ma quando una posta non è specificatamente indicata per uno o l’altro dei due giocatori, allora vale per entrambi”
Gilbert cominciava a capire. Prima dell’inizio del duello Nikola aveva detto “La posta in palio è la propria abilità di duellare”
“Vedo che ci sei arrivato” disse ancora Malverik notando l’espressione assunta dall’amico “Non so in che modo, ma Nikola non riuscirà più a giocare a Duel Monsters”
Gilbert si incupì ancora di più.
“Peccato. Era un buon duellante, quantomeno uno vero” chiuse il discorso Malverik per poi tornare a concentrarsi su quello che gli aveva rivelato l’ungherese.
Perché Kygranerd stava cercando i duellanti legati al Gioco delle Ombre? Ok essere un appassionato di Duel Monsters, ma pagare circa trenta duellanti di alto livello per trovare duellanti che per chiunque altro erano poco più che una creepypasta inventata dal web era troppo anche per gli standard di un miliardario annoiato.
Inoltre in che occasione Kygranerd poteva aver messo gli occhi su di lui? Nikola aveva detto che un duellante legato al Gioco delle Ombre poteva uscire allo scoperto solo durante un duello, quindi …
Malverik si immobilizzò all’istante. Il ragionamento lo aveva occupato solo per un paio di secondi, quindi Gilbert ne fu particolarmente sorpreso.
“Gilbert, dobbiamo trovare Sally” dichiarò improvvisamente l’argentino.
Persino Ethan frenò le sue acrobazie col cappello.
“Non è quello che stiamo andando a fare proprio adesso?” chiese Gilbert interdetto “E poi, da quando sei così impaziente di trovarla?”
Malverik scoccò un’occhiata allarmata al giornalista e scattò in avanti allungando il passo.
Gilbert, dopo un attimo di smarrimento gli fu subito dietro.
Anticipando la sua domanda, Malverik rispose: “Se Kygranerd può trovare un duellante legato al Gioco delle Ombre quando duella vuol dire che tiene d’occhio tutti i duelli del torneo. Io dall’inizio di questo torneo ho fatto un solo duello, quello contro Sally, è li che Kygranerd si è accorto di me”
“E questo che c’entra col fatto che stiamo praticamente correndo?”
“Se Kygranerd sa del Gioco delle Ombre avrà fatto delle ricerche, e sicuramente sa che un duellante non abituato al Gioco delle Ombre ha delle grosse difficoltà a sostenere un duello. Sally in quel duello ha retto l’urto fin troppo bene per una novizia, quindi Kygranerd potrebbe pensare che anche lei abbia un collegamento con il Gioco”
Gilbert sbiancò.
“Potrebbe aver mandato qualcuno a dare la caccia anche a lei”
Con uno sprint che nessuno si sarebbe aspettato da lui, Gilbert partì a razzo correndo verso il centro del parco, con Malverik che, dopo un attimo di sorpresa, richiamò Ethan e gli corse dietro.
I tre ragazzi arrivarono qualche minuto dopo alla piazza centrale del parco dove Gilbert si fermò a riprendere fiato seguito da Malverik che fece altrettanto.
Ethan, che arrivò giusto un attimo dopo, non sembrava aver risentito minimamente della corsa.
Gilbert fece roteare gli occhi in ogni punto della piazza cercando la sua amica, ma non la trovò.
“Ci eravamo dati appuntamento qui” esclamò allarmato Gilbert indicando con la mano aperta la piazza “Eravamo d’accordo che ci saremmo trovati sulla collinetta di ieri mattina”
“Non c’è, deve essersi fermata prima. Da che parte arrivate?” chiese Malverik con freddezza.
Gilbert abbassò lo sguardo facendo mente locale.
“L’autobus in genere ci porta direttamente qui, ma per il torneo hanno tagliato il traffico all’interno del parco. La fermata più vicina è quella all’angolo in fondo alla strada, Sally sarà scesa li e avrà proseguito a piedi” ragionava Gilbert sotto gli occhi dei due compagni “Sulla strada che da sull’entrata nord è chiusa per dei lavori, quindi conoscendola avrà fatto il giro lungo piuttosto che stare ad aspettare. Quindi si sarà infilata nel parco da una delle entrate più piccole per poi tornare su una delle strade principali”
Finito il ragionamento, il ragazzo rialzò la testa.
“Se uno degli uomini di Kygranerd l’ha trovata sicuramente sono in una zona che sta tra le due entrate più vicine all’entrata nord e questa piazza”
“Un falso Gioco delle Ombre lo puoi anche mettere in scena, ma hai bisogno di un luogo appartato, non è certo una cosa che puoi fare con un pubblico vasto” continuò Mal avvicinandosi a una cartina del parco appesa ad un cartello “La zona di pineta mediterranea sarebbe un posto perfetto”
L’Imperatore indicò sulla cartina l’area che si espandeva a sinistra dell’entrata nord.
“Conosco il posto” dichiarò Ethan “Non ci va mai nessuno perché è molto fitto e il terreno non è molto curato, ci si cammina male”
“Muoviamoci” ordinò Malverik, e il trio partì a corsa verso quella direzione.

Cominciò Sally pescando dal suo deck. Era già molto nervosa di suo e la faccia del suo avversario non le piaceva per niente, quindi voleva chiudere in fretta il duello e andare a cercare Gilbert.
“Evoco Lady Vampira in posizione di attacco!” dichiarò la ragazza, e evocò la sua vampira sul terreno mettendo poi due carte coperte.
Il tedesco sorrise mentre pescava goffamente una carta dal suo deck.
“Evoco sul terreno un mostro coperto” disse l’avversario di Sally posizionando la sua carta “E termino il mio turno”
Sally pescò e studiò la situazione. Il suo avversario giocava in difesa, questo in qualunque altra situazione sarebbe stato un bene, ma il duello di Gabriele il giorno prima aveva messo bene in chiaro che anche un atteggiamento difensivo poteva essere pericoloso. Comunque conveniva attaccare.
“Evoco Mezuki in posizione di attacco” dichiarò la ragazza facendo comparire il mostro con il corpo di uomo e la testa di cavallo.
“Mezuki, attacca il mostro coperto” ordinò la ragazza, e il mostro fece roteare la sua alabarda caricando la carta coperta dell’avversario.
Il colpo arrivò a bersaglio, ma la carta non si spezzò, anzi ne comparve uno scheletrico uccello verde con le ali messe a formare uno scudo davanti a lui. 900 DEF.
“Desolato, ma Ala Scudo deve subire tre attacchi per poter essere distrutto” ridacchiò il tedesco.
Sally posizionò una carta coperta e terminò il turno.
“Allora, ragazzina, ti stai divertendo?” chiese l’avversario mentre controllava la carta appena pescata.
Sally lo squadrò aggrottando la fonte.
“Ti è venuta voglia di fare conversazione?” chiese la ragazza.
“Mi pare una cosa carina. In fondo siamo entrambi qui in cerca di gloria per la vittoria del torneo, questa è già una cosa che abbiamo in comune, potremmo cercarne altre, che ne dici?”
“Mi chiamo Sally e non ho aspirazioni di gloria eterna, è tutto quello che ti serve sapere” ribatté la ragazza diffidente.
“Affascinante. Il mio nome è Hans Pohl, nel giro conosciuto come Rapace, e neanche a me importa poi molto della gloria. Mi diverto con le carte e il premio in denaro è un ottimo incentivo a duellare”
Detto questo Pohl fece un gesto con la mano sinistra agitando le carte nella sua mano, quindi continuò a giocare.
“Tuttavia la cosa che più adoro di questo torneo è la possibilità di mettere alla prova gli avversari in sfide decisamente più interessanti di un normale duello di Duel Monster. Ci sono molti modi per rendere un gioco più interessante: una scommessa, una regola speciale, o una condizione particolare”
“Ultimamente sono venuto a conoscenza di un tipo di gioco che sintetizza tutto questo; si chiama Gioco delle Ombre, ne hai sentito parlare?”
A quelle parole Sally rabbrividì. Il suo corpo fu immediatamente percorso da una scarica gelida al ricordo dell’esperienza del giorno prima.
“Oh beh, sembra di si. Sei la prima in effetti, sai? Comunque saprai già che il Gioco delle Ombre non è un gioco qualunque. Comporta dei sacrifici, e di mettere in gioco qualcosa di prezioso. Gli antichi mettevano in gioco la propria vita in questo gioco, io mi accontenterò di tutti i tuoi punti”
Sally cercò di mantenersi concentrata, sul duello ostentando sicurezza.
“Dovresti prima vincerlo questo gioco” disse tremolante. Intanto davanti ai suoi occhi cominciavano a manifestarsi le nuvolette nere che aveva visto durante il Gioco di Malverik.
Il tedesco sorrise soddisfatto.
“Io sacrifico Ala Scudo per evocare Joe, Veloce Uomo Alato”
Il mostro di Hans Pohl sparì dal terreno lasciando il posto all’uomo ricoperto di pime gialle e verdi e dagli inquietanti artigli affilati. Pericolosi almeno quando la sua potenza di 2300 ATK.
“L’effetto di Joe prevede che quando viene messo sul terreno, tutte le carte Magia e Trappola tornino in mano ai rispettivi proprietari”
Immediatamente il mostro dell’avversario mosse le sue ali creando in vento che investì in pieno Sally, che sentì la raffica come se fosse reale, convincendosi di essere appena entrata in un Gioco delle Ombre.
Le carte che aveva messo coperte le tornarono immediatamente in mano.
“Adesso Joe, Veloce Uomo Alato attaccherà Mezuki!”
L’uomo uccello si lanciò all’attacco con un grido acuto, abbattendo su Mezuki i suoi artigli anteriori e con quelli facendolo a pezzi. Con questa mossa Sally aveva perso un mostro e 600 LP.

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Capitolo 13
*** Controvento ***


Ciao gente! Con il presente capitolo I Maestri delle Ombre tocca quota 13 e col cavolo che mi aspettavo che qualcuno continuasse a leggere 'sta cosa fino a qui. Ne vado molto fiero. Nello scrivere questo capitolo mi sono dovuto ingegnare non poco per mantenere un equilibrio tra i punti di vista del gruppo di Mal, Gilbert e Ethan e quello di Sally, ma credo di aver trovato un decente compromesso. Speravo inoltre che venisse leggermente più breve, ma un duello andava finito e non sono riuscito a farlo con meno mosse senza mettere in scena alcuni dettagli che saranno importanti per le prossime vicende.
Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita. Termino la tediosa introduzione ringraziando tantissimo tutti quanti per aver letto i precedenti capitoli di questa serie e per chi è abbastanza autolesionista da continuare a farlo. Grazie mille.

Gilbert era al quarto passante fermato per chiedere di se fosse stata vista una duellante bionda, piccolina e con le lentiggini, ma ancora non aveva nessuna traccia, eppure la zona della pineta era quella più promettente.
“Niente da fare!” esclamò il giornalista attirando l’attenzione di Malverik e Ethan “Nessuno l’ha vista, qui non c’è. Dev’essere in un’altra zona”
“Non ha senso. Il ragionamento è giusto, non possono essere andati da nessun’altra parte” disse Malverik irritato dal fatto che un suo ragionamento potesse rivelarsi sbagliato.
“Pensiamoci di nuovo. Se fosse stata intercettata da uno dei cacciatori di taglie sulla strada che porta alla via principale dell’ingresso nord dovrebbe essere da queste parti, vicino a uno dei sentieri” pensò ad alta voce Mal.
“Si, ma non c’è, dobbiamo aver sbagliato qualcosa. Forse non l’ha intercettata qui, oppure ha preso un’altra strada” replicò Gilbert.
In una situazione del genere se fosse stato da solo sarebbe già andato nel panico, ma la freddezza con cui Mal affrontava la situazione riusciva a calmarlo un minimo, pur essendo molto preoccupato per l’amica.
“Conosci Sally meglio di chiunque altro, Gilbert, se mi dici che può aver preso un’altra strada ci crederò”
Gilbert ci pensò su. Sally era sempre molto prudente finché non le montava il nervosismo, e in quei giorni ne aveva accumulato a pacchi. Sarebbe stata sovrappensiero. No, non poteva aver cambiato strada solo per un capriccio di quella mattina, non era da Sally, avrebbe preso semplicemente la strada più vicina.
“No, sono sicuro che abbia preso questa strada” sentenziò Gilbert con le mani sui fianchi.
“Allora semplicemente non l’hanno intercettata qui” disse Mal “O meglio, l’hanno aspettata qui, ma l’hanno portata da un’altra parte per il duello”
“Cosa te lo fa pensare?” chiese Gilbert.
“Ricordi cosa ha fatto Nikola? I cacciatori di taglie giocano sporco, è più che plausibile che chiunque l’abbia cercata abbia voluto portarla in un luogo appartato in modo che nessuno spettatore si rendesse conto di qualche trucco”
Gilbert ebbe un brivido.
“Cioè l’hanno sequestrata?”
Mal sospirò. Era una possibilità da non scartare. Nikola non era stato chiarissimo, ma per una somma molto alta qualcuno avrebbe potuto anche fare ricorso a tattiche poco ortodosse. Meglio non farci pensare Gilbert, o sarebbe andato in paranoia.
“Non necessariamente, ci sono molti modi per convincere qualcuno a cambiare la location di un duello senza destare sospetti”
Gilbert sembrò rinfrancato e Mal cominciò a guardarsi intorno pensando a qualche particolare che potesse evitare di farli girare a vuoto.
“Il dueling disk per funzionare al meglio ha bisogno di spazio libero e se i cacciatori di taglie vogliono far passare i loro duelli per Giochi delle Ombre devono fare in modo che l’illusione di duello reale sia perfetta” ragionò ancora Mal “Servirà uno spiazzo all’interno dell’area, uno isolato, lontano dalla strada…”
Malverik si voltò verso Ethan.
“Tu sei già stato da queste parti, hai per caso in mente qualcosa del genere?”
Il britannico si congelò per un paio di secondo smettendo di far roteare quel maledetto cappello.
“Più d’uno, immagino, ma sono all’interno dell’area della pineta, non sono facili da raggiungere”
“Perfetto, cominciamo da li”

Sally era ormai nel panico più nero.
I suoi occhi cominciavano a vedere la terrificante nebbia nera addensarsi attorno all’area del duello, e nonostante avesse già vinto un Gioco delle Ombre prima, lo spettro della sconfitta e del dolore nel duello con Malverik si ripresentava prepotente.
“Mädchen, tocca a te”
La voce gracchiante del tedesco che la intimava a continuare a giocare riscosse Sally, che tornò a concentrarsi con le sue carte.
“Metto un mostro coperto in posizione di difesa e sposto anche Lady Vampira in posizione di difesa, poi termino il turno”
Ansimando, Sally eseguì la sua mossa e la Lady Vampira passò in posizione di difesa, inginocchiandosi e mettendo le braccia incrociate a scudo del proprio corpo.
Hans Pohl scosse la testa infastidito e tornò al gioco.
“Adesso evoco Effigie del Vento”
Il mostro del cacciatore di taglie si manifestò come un tornado che partiva dal terreno vorticando su se stesso, ma culminante con un’ala da uccello nella parte superiore. Una visione surreale in effetti, ma con 1800 ATK.
“Questo Gioco delle Ombre sta andando in discesa a mio favore, Mädchen. Joe, attacca il mostro coperto”
Joe, Veloce Uomo Alato si alzò di nuovo in volo con un grido acuto e assordante, scendendo poi in picchiata con gli artigli che fecero a pezzi la Mummia Rigenerante che Sally aveva messo coperta.
“Mentre Effigie del Vento colpisce e distrugge la Lady Vampira”
Il piccolo tornado si mosse in direzione del mostro di Sally circondandolo con le sue correnti furiose che lo colpirono fino a distruggerlo mentre lanciava un lancinante urlo di dolore.
Sally accusò il colpo e continuava a sentirsi smarrita all’interno di quell’avversario che la stava chiaramente mettendo in ginocchio.
“Adesso posiziono due carte coperte e termino il mio turno” dichiarò il tedesco e indicò la ragazza per farle capire che era il suo turno.
Sally pescò una carta, ma per qualche attimo sembrò incapace di muoversi.
“Lo hai capito o no che non vincerai questo Gioco delle Ombre?” la incalzava Hans Pohl “Questo gioco è stato creato appositamente per infliggere sofferenza. Un gioco altamente selettivo davanti al quale solo i migliori possono sopravvivere e i deboli vengono eliminati. Questa è l’essenza del Gioco delle Ombre”
Paralizzata, Sally continuava a passare compulsivamente le dita da una carta all’altra di quelle nella sua mano senza sapere quale fosse il caso di giocare, infine mise un altro mostro coperto in difesa e due carte coperte per poi concludere il turno.
“Tutto qui?” gracchiò ancora il tedesco “Per una che ha battuto Princector e se l’è vista con l’Imperatore Nero in persona mi aspettavo decisamente di più”
Aveva ragione. Più Sally ci pensava e più capiva che Malverik aveva ragione, se aveva battuto Aleta era stato solo per un casuale colpo di fortuna, mentre con lui non aveva mai avuto nessuna speranza.
“Comunque tocca a me giocare” continuava l’avversario “Adesso offro come tributo Effigie del Vento per evocare Simorgh, Volatile della Divinità”
Il tornado sparì in una colonna di luce e con una teatrale apertura d’ali un grosso uccello dalle piume verde smeraldo, che sovrastava di diversi metri sia i due duellanti che il ben più piccolo Joe, Veloce Uomo Alato.
“Posso evocare Simorgh con un solo tributo grazie all’effetto di Effigie del Vento, che per le evocazioni di mostri VENTO vale doppio” spiegò il tedesco “Adesso attivo la carta trappola Tornado di Polvere”
Una delle due carte che Hans Pohl aveva coperte si sollevò e ne uscì una violenta tromba d’aria che si concentrò su una delle carte coperte di Sally distruggendola. La potente folata di vento arrivò in faccia anche a Sally.
“Grazie all’effetto aggiuntivo di Tornado di Polvere posso mettere un’altra carta a coprire il suo posto in campo” e così dicendo il tedesco posizionò un’altra carta sul terreno.
“Adesso Simorgh attacca il suo mostro coperto”
Con un unico battito d’ali, il mostro lanciò in avanti un immensa massa d’aria che bastò per colpire e disintegrare il mostro coperto di Sally.
“Adesso, tocca a Joe, attacca direttamente i suoi LP!” ordinò Hans Pohl, e immediatamente l’uomo voltante si alzò in volo con il suo stridulo urlo di battaglia per poi scendere di nuovo in picchiata su Sally colpendola con un fendente dei suoi artigli.
La mano del mostro passò da parte a parte Sally, a cui sembrò di sentire dolore al ventre.
“Si attivo poi l’effetto di Simorgh, Volatile della Divinità: ogni giocatore perde 1000 LP, ma si può ridurre il danno di 500 per ogni carta Magia o Trappola sul terreno”
Infatti, il mostro spalancò di nuovo le sue ali e facendole sbattere ritmicamente generò delle forti folate di vento che investirono Sally, ma non il suo avversario, infliggendole un danno di 1000 LP.
In un colpo solo Sally aveva perso più di tre quarti dei suoi LP massimi e aveva solo 700 LP da contrapporre all’avversario.
Sally si ritrovò sull’orlo delle lacrime, tremante davanti a quella sfida. La nebbia nera intorno a loro continuava a addensarsi, il braccio con il Dueling Disk le sembrava sempre più pesante, e l’unico pensiero che venne le in mente in quel momento fu domandarsi dove fossero Gilbert e Malverik.

“Avete sentito questo vento?” domandò Gilbert a Mal e Ethan.
“Si, e non mi pare fosse normale” confermò Mal guardando nella direzione da cui la corrente era arrivata.
I tre si misero in cammino verso la direzione da cui era arrivata la folata di vento facendo slalom tra i pini e incespicando tra i mucchietti di aghi secchi a terra fino ad arrivare a uno spiazzo dove poterono scorgere le sagome di alcuni ologrammi di mostri di Duel Monster.
“C’è un duello più avanti” osservò Malverik mentre Gilbert, incuriosito, si avvicinava rapidamente alle sagome olografiche notando l’uomo basso e grassoccio che gli dava le spalle mentre era impegnato nel duello con davanti i due mostri alati, e dall’altra parte…

“Sally!”
Il richiamo di Gilbert riscosse Sally dal suo stato di shock e richiamò l’attenzione del suo avversario, così la ragazza vide, come passato da uno squarcio nel velo di nebbia che si era addensata intorno all’area di combattimento, il suo amico correre verso di lei.
“Gibby!” richiamò indietro Sally.
Gilbert per un attimo incespicò, pregando che Malverik non avesse sentito quel vecchio nomignolo, e fu solo in quel momento che anche Mal e Ethan emersero dal fitto della pineta attirando l’attenzione dell’uomo che li osservò irritato avvicinarsi.
“Hans Pohl” lo apostrofò Ethan vedendolo “I duellanti che si danno arie da eroi su Facebook non sono molti, persino io conosco la tua faccia. Conosciuto in patria come ‘Nordwind’, Il Vento del Nord, ma per chi ci capisce sei soltanto ‘Il Rapace’”
Il commento sprezzante di Ethan irritò ulteriormente il cacciatore di taglie.
“Qui è in corso un duello ufficiale, non vi è permesso interferire” urlò loro contro il tedesco.
Mal schioccò un’occhiata sul terreno di Sally trovandolo stranamente vuoto, quindi prese il cellulare per controllare il punteggio del duello sulla app del torneo. 4000 a 700. Cosa diavolo stava succedendo?
“Sally, che succede?” chiese Gilbert all’amica.
Sally spiegò che quel tizio l’aveva sfidata a un Gioco delle Ombre e che stava per perdere, cosa che bloccò il battito cardiaco di Gilbert per un attimo.
Voltandosi verso Malverik, il giornalista si accorse dell’espressione fredda che aveva assunto e in un attimo riuscì a calmarsi, quindi tornò indietro verso l’amico.
“Dice davvero o è un altro trucco?” chiese Gilbert cosciente del fatto che lui non poteva riconoscere dall’esterno un Gioco delle Ombre.
Malverik stava ancora studiando la situazione.
D’improvviso sorrise beffardo e si voltò verso Sally mettendo le mani a megafono.
“Ma che stai combinando qui?! Ti lascio sola una mattinata e smetti di saper giocare?” gridava Malverik all’indirizzo della ragazza.
Come? Che stava dicendo?
“Andiamo, hai affrontato me e Aleta facendoti valere e mi vieni a dire che ti ha piegata questo grande puffo tedesco usando degli uccelli?! Ammettilo, suona ridicolo oltre che di dubbio gusto”
“Mal, che stai facendo?” Sussurrò Gilbert confuso.
Il caratteraccio di Sally tornò a galla in un attimo e rispose a tono alle beffe di Mal.
“Ma con cosa te ne esci tutt’un tratto?! Te ne spunti fuori dalla foresta solo per prenderti gioco di me? Sono in questa situazione per colpa tua! Se non fossi arrivato tu con il tuo Gioco delle Ombre questo sarebbe un cavolo di gioco di carte come tutti gli altri!”
“Perché, adesso cosa sarebbe?! Guarda che se stai perdendo non è colpa del gioco, sei te che non sai giocare!”
“Ma la vuoi finire?!” replicò ancora Sally fuori di se e smanacciando a casaccio “Io so giocare! Te l’ho dimostrato. Così però non è possibile! Tra il torneo, i mostri che urlano e questa nebbia nera che…”
Sally si bloccò di colpo in silenzio e fece vagare lo sguardo introno a se mettendo bene a fuoco tutto ciò che si trovava in quello spiazzo nella pineta, quindi tornò a guardare Malverik mentre questi allargava ancora il suo sorriso beffardo.
“Non vedo nessuna nebbia nera qui intorno” fece il ragazzo con un tono di voce più gentile.
Sally si guardò ancora in giro, poi tornò a guardare il suo avversario che digrignava i denti per il nervoso.
Con l’improvviso sollievo appena sopraggiunto Sally scoppiò in una fragorosa risata sotto gli sguardi di tutti i presenti, tra i quali, come al solito, l’unico a non capire era Gilbert.
“Ipnosi? Davvero?” esclamò Sally appena smesso di ridere.
Anche a Mal sfuggì una risata mentre Ethan continuava incurante a sorridere lanciando e riprendendo il suo cappello.
Gilbert si rivolse a Malverik: “Che cosa è appena successo?”
“Sulla sua pagina Facebook Hans Pohl si vanta di essere un abile manipolatore di menti, mi sono ricordato di questo quando ho sentito Sally parlare di un Gioco delle Ombre, ma lei è troppo sveglia per non accorgersi che come Gioco delle Ombre aveva qualcosa che non andava, almeno quando è a mente lucida” rispose Mal.
“Quando un duellante gioca si concentra su due cose: le proprie carte e l’avversario” proseguì Sally “Sapendolo è piuttosto facile per un esperto mandare messaggi subliminali per ipnotizzare l’avversario e fargli credere di vedere cose che non esistono. Per quel che riguarda me il resto, come il dolore per gli attacchi, è stata solo suggestione dovuta all’esperienza con dei veri Giochi delle Ombre”
Gilbert cominciava a capire.
“Quindi quanto hai cominciato a punzecchiare Sally era solo per distrarla dall’ipnosi”
“Esatto. Solo una cosa mi sfugge” aggiunse Sally “Il vento. Quello sono sicura di non essermelo immaginato”
Pohl fece un’altra mezza smorfia, ma prima che potesse dire qualunque cosa fu anticipato da Ethan, che con una precisione chirurgica lanciò come un frisbee il suo cappello colpendo un oggetto ben mimetizzato contro un albero che spostandosi si rivelò essere un grosso ventilatore.
“Un bel gruppo di ventilatori ben piazzati in giro sono un ottimo input per rendere più realistica l’illusione” commentò l’inglese “Almeno qualche effetto speciale fatto dignitosamente in tutto questo teatrino doveva pur esserci”
Smascherato, Hans Pohl grugnò irritato, ma in fin dei conti era ancora in vantaggio e la ragazza aveva ammesso di aver avuto esperienze con i Giochi delle Ombre. Kygranerd sarebbe stato soddisfatto, lui avrebbe preso altri punti per il torneo e la ricompensa.
“Questo non vuol dire nulla!” gridò Pohl “Niente vieta di poter mettere dei ventilatori in giro e tecnicamente io non ho arrecato nessun danno al mio avversario quindi il duello è ancora valido”
Aveva ragione. Sally si trovava comunque in una situazione scomoda: non aveva carte in campo e le restavano solo 700 LP.
Istintivamente la ragazza gettò uno sguardo prima su Gilbert e poi su Malverik così il giornalista cominciò ad incitarla con veemenza, mentre l’altro si limitò a sorridere tranquillo.

“Tocca a me” esclamò Sally pescando una carta “Adesso evoco Gozuki in posizione d’attacco”
Sally giocò la sua carta e il mostro minotauro di tipo Zombie si palesò sul terreno armato del suo martello di legno.
“Quindi attivo Tempesta potente e distruggo tutte le carte Magia e Trappola sul terreno”
Il vento stavolta soffiò a favore di Sally. Letteralmente, perché le raffiche di Tempesta Potente distrussero all’istante le carte coperte dell’avversario.
“Poi attivo l’effetto di Gozuki e mando un mostro Zombie dal mio Deck al cimitero. Quindi posiziono tre carte coperte e termino il turno”
Gilbert conosceva quella strategia, al prossimo turno probabilmente Sally avrebbe messo in campo dei mostri più forti sfruttando l’effetto do Gozuki, ma poteva funzionare una tattica del genere contro un esperto?
“A me la mossa” esclamò Hans Pohl “Posiziono un mostro coperto in difesa”
La creatura del duellante tedesco comparve sotto forma di carta coperta.
“Adesso, Joe, Veloce Uomo Alato attaccherà Gozuki”
L’uomo alato si lanciò all’attacco contro il mostro di Sally urlando acutamente, ma Sally era pronta.
“Attivo la mai carta Trappola Energia Ascendente” dichiarò Sally, e la sua carta si scoprì.
Scartando una carta dalla mano, Sally potenziò Gozuki di ben 1500 ATK facendolo salire a quota 3200; più che sufficienti perché il minotauro potesse schiacciare col suo martello il mostro avversario e infliggere a Pohl un danno di 900 LP.
“Posiziono due carte coperte e termino il turno” sentenziò il tedesco giocando le sue carte con l’intento di proteggersi dall’effetto del suo stesso mostro che per questo turno non fece altri danni.

“Dimmi che sto vedendo bene e si sta riprendendo” domandò speranzoso Gilbert.
“Si è difesa bene in questo turno, ma Energia Ascendente esaurisce il suo effetto una volta terminato il turno, quindi è ancora in balia di un mostro con 2700 ATK, e quel mostro coperto non promette niente di buono” commentò Malverik. La situazione in cui si trovava Sally non era affatto semplice, anche se tutt’altro che irrisolvibile.

“Attivo Anfora dell’Avidità” esclamò Sally e grazie all’effetto della carta Magia pescò due carte.
Sally non si fece prendere dall’entusiasmo. Al suo avversario sarebbe bastato attivare l’effetto di Simurgh, Volatile delle Divinità per vincere la partita, quindi probabilmente avrebbe mirato alla distruzione delle sue carte coperte, mentre l’obbiettivo di Sally era chiaramente quello di distruggere Simurgh prima che potesse fare qualunque cosa.
“Adesso sacrifico Gozuki per evocare Drago Zombie Occhi Rossi in posizione d’attacco”.
Gozuki sparì dal terreno e il suo posto fu subito preso da un altro mostro: un enorme drago non-morto dai tratti spigolosi, con le ali membranose bucate in più punti nonostante riuscisse a stare fermo a mezz’aria, mentre il copro era in più punti ferito, aperto, e in altri la carne era completamene consumata dal tempo lasciando scoperti muscoli e ossa che in realtà non avevano possibilità di muoversi.
Il drago ruggì minaccioso contro il grosso volatile color smeraldo, con cui condivideva la stazza imponente, ma le sorprese non erano finite.
“Adesso si attiva anche l’effetto di Gozuki: bandisco dal cimitero Mummia rigenerante e evoco dalla mia mano Signore dei Vampiri”
Il Signore dei Vampiri apparve sul terreno col suo solito gesto teatrale di far svolazzare di lato il mantello.
“Adesso attivo una delle mie carte coperte: Piramide delle Meraviglie”
La carta di Sally si attivò e dall’alto dell’area del duello comparve una piramide luminosa rovesciata a sovrastare il terreno.
“Ogni mio mostro Zombie guadagna 200 ATK per ogni mostro sul tuo terreno, quindi il mio Drago Zombie Occhi Rossi supera in potenza il suo Volatile delle Divinità”
Sorpreso da quella mossa, Hans arretrò di un passo.
“Drago Zombie Occhi Rossi, attacca Simurgh, Volatile della Divinità!” ordinò la ragazza e il suo drago si mosse con la testa in avanti caricando il colpo di energia oscura all’interno della sua bocca.
“Attivo Attacco Icaro” esclamò Hans schiacciando il bottone del dueling disk per attivare una delle sue carte coperte, che si attivò.
“Sacrifico Simurgh, Uccello della Divinità e distruggo entrambi i tuoi mostri”
D’improvviso una scarica elettrica partì dal mostro avversario, che lanciò un grido stridulo di dolore, salì verso l’alto e discese di nuovo sotto forma di fulmine contro i due mostri di Sally distruggendoli.
Sally accusò l’impatto del fulmine, ma a differenza di prima, la cosa non la spaventò, piuttosto la fece infuriare. Come si era permesso quell’essere di distruggere due dei suoi mostri migliori?

Gilbert riconobbe lo sguardo assassino di Sally e in quel momento si sentiva molto fortunato a non essere nei panni di Hans Pohl.

“Perekt! Adesso non hai difese, non puoi fermare i miei…”
Il monologo i Pohl, che sghignazzava convito, venne arrestato dalla reazione della bionda.
“Non credere di essere in vantaggio, ciccione, con questa mossa hai danneggiato solo il tuo mostro” esclamò “Adesso attivo l’effetto di Mezuki nel mio cimitero: bandendolo posso far tornare in campo un mostro dal mio cimitero. Torna Drago Zombie Occhi Rossi!”
La terra sotto il terreno di gioco di Sally si spaccò in un crepaccio e sbattendo prepotente le enormi ali, ne uscì di nuovo il Drago Zombie con un ringhio minaccioso che non prometteva niente di buono.
Era il turno di Hans Pohl, che dal canto suo si era trovato in un attimo in una posizione di netto svantaggio e rischiava seriamente di venire sconfitto.
Le sue arti ipnotiche non lo avrebbero più aiutato ora che la ragazza era concentrata, ma aveva ancora un paio di assi nella manica come duellante.
“Attivo Anfora dell’Avidità” dichiarò e pescò le sue due carte. Guardandole capì che stava per tornare in partita e la cosa lo fece sorridere di gusto.
“Ci hai provato, Mädchen, il vento sta per cambiare” sentenziò il tedesco incontrando lo sguardo contrariato della ragazza.
“Comincio scoprendo il mio mostro coperto: Uccello Tornado”
La carta si coprì e con una forte raffica di vento circolare ne uscì un corpulento volatile rosso con alcune piume viola simile a un enorme pettirosso.
“Con il suo effetto a scoperta il mio Uccello Tornado fa tornare nella tua mano due carte sul terreno, quindi di addio alla Piramide delle Meraviglie”
Il tornado che si era portato dietro il volatile si sollevò verso la piramide rovesciata che ancora incombeva sull’area e la ributtò in mano a Sally insieme all’altra carta che teneva coperta.
“Adesso sacrifico Uccello Tornado per evocare Alector, Sovrano degli Uccelli”
Una nuova tromba d’aria circondò l’Uccello Tornado che ne venne sopraffatto e al suo posto apparve in una colonna di luce un mostro dall’aspetto umanoide, ma con un becco d’acciaio e ricoperto da una spessa armatura metallica che si teneva a mezz’aria sorretto da un paio di ali color cremisi.
“Il mio Alector è la carta più preziosa che ho. Già da solo è abbastanza forte da affrontare il tuo Drago Zombie ad armi pari, ma con l’aggiunta della carta equipaggiamento Ventaglio del Vento la sua forza aumenta di 400 ATK”
Il ventaglio estratto dalla carta Magia di Hans apparve in mano al suo mostro.
“Ora Alector attacca il Drago Zombie Occhi Rossi”
Il mostro si mosse in volo verso l’alto e si lanciò in una violenta picchiata che impattò contro il Drago vendendolo da parte a parte con il taglio della sua arma e così distruggendolo.
A Sally rimanevano 300 LP e Gilbert si stava mangiando le mani.

“Bel casino” commentò Malverik.
“Mal, ti prego, sii ottimista, sto già abbastanza in ansia io” gli rispose Gilbert.
“La situazione si stava mettendo bene, ma ora le cose non sono delle più rosee. Hans ha pescato probabilmente l’unica combinazione capace di rimetterlo in partita, ma ora non ha carte in mano e Sally ha ancora un asso da giocarsi. Tutto sta nel vedere come si giocherà il prossimo turno”
Malverik aveva evitato di mettere a parte Gilbert che l’area introno al duello si stava adesso veramente riempiendo di una sottilissima nebbia nera, e dubitava fortemente fosse opera di Hans.

Sally pescò la sua carta e la mise in mano. C’erano delle carte nel suo Deck che potevano ribaltare la situazione, ma non aveva pescato nessuna di esse, perciò doveva difendersi.
Piramide delle Meraviglie poteva ancora esserle utile in quel frangente, ma da sola non sarebbe bastata.
“Si attiva l’effetto di Signore dei Vampiri nel mio cimitero: dato che è stato distrutto per effetto di una tua carta può tornare in campo”
Il Signore dei Vampiri tornò sul terreno con la sua solita mossa scenografica e lanciò uno sguardo sprezzante al Sovrano degli Uccelli.
“Metto il Signore dei Vampiri in posizione di difesa, quindi posiziono un mostro coperto e attivo di nuovo Piramide delle Meraviglie”
La Piramide delle Meraviglie tornò in campo per la seconda volta e tutto ciò che stava sotto irradiato dalla sua luce, incluso il Signore dei Vampiri che ne guadagnò 200 ATK.
“Posiziono una carta coperta e termino il turno”

Malverik annuiva sorridendo.

Hans pescò la sua carta e sorrise a sua volta.
“Non pensare che non sappia dell’effetto secondario di Piramide delle Meraviglie. Può salvare dalla distruzione un tuo mostro, ma non può impedire che tu subisca dei danni, per questo hai messo il tuo vampiro in difesa”
“Alector però ha a sua volta un effetto: una volta per turno posso annullare l’effetto di una carta scoperta e scelgo di annullare l’effetto di Piramide delle Meraviglie da qui alla fine del turno”
Alector lanciò la sua magia contro la Piramide e ne annullò gli effetti.
“Adesso Alector attacca il Signore dei Vampiri”
Alector si lanciò all’attacco come aveva fatto prima, ma anche stavolta Sally era pronta per respingerlo.
“Attivo la carta Annulla Attacco e fermo l’attacco del tuo mostro”
La sua carta funzionò a dovere e Alector, Sovrano degli Uccelli si schiantò contro un muro invisibile e fu rimbalzato indietro nel campo avversario.
“Il tuo turno deve finire qui, quindi pesco” annunciò Sally e, appunto, pescò una carta. Quella giusta.
“Adesso scopro la mai carta coperta: Mummia Infetta”
Sally scoprì il suo mostro: la mummia dalle bende viola apparve e con il suo effetto portò via 500 LP all’avversario.
“Ora è il momento di reagire. Bandisco dal terreno il Signore dei Vampiri per evocare Genesi Vampira”
Il mostro più potente del Deck di Sally fece la sua ruggente comparsa in campo, superando di 400 punti l’ATK dell’avversario grazie alla Piramide delle Meraviglie.
“Quindi attivo dalla mia mano il Libro della Vita, che mi consente di prendere un mostro Zombie dal mio cimitero e evocarlo sul Terreno, mentre un mostro dal tuo cimitero viene bandito”
Han Pohl sbiancò.
“Il mostro che bandisco dal tuo cimitero è l’Ala Scudo, mentre dal mio cimitero faccio risorgere Drago Zombie Occhi Rossi!”
Ancora una volta il drago di Sally fece la sua comparsa in campo ruggendo di rabbia.
“Genesi Vampira, attacca Alector, Sovano degli Uccelli e distruggilo”
Genesi Vampira sparò dal suo pugno il raggio d’ombra che usava come attacco e lo schiantò contro il mostro dell’avversario frantumandolo in mille pezzi nel silenzio del mostro e le urla del suo padrone.
“Ora Mummia Infetta e Drago Zombie Occhi Rossi, attaccate direttamente e mettete fine al duello”

Camicia a bianca: check. Giacca nera: check. Microfono all’orecchio: check. Guardandosi allo specchio Alex non poté che scuotere la testa sentendosi ridicolo con un completo, nonostante non gli stesse affatto male.
“Vabbé, tanto è solo per qualche giorno” si consolò ad alta voce il greco.
Alex mise la sua pistola appena ripulita nella fondina, la penna appesa al taschino interno della giacca e si fissò il bedge d’ingresso del tipo a cui l’aveva preso il giorno prima, opportunamente modificato col la propria foto e un nome falso per confondersi tra i neo-assunti del personale di sicurezza dei laboratori Kygranerd.
Meglio andare, non voleva certo far tardi al suo primo giorno di lavoro.
 

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Capitolo 14
*** Alex sotto copertura ***


Ciao gente! Siamo di nuovo in corsa, ma per oggi mi sa che dovrete scordarvi del torneo e del duel monsters, perché passiamo a altri scenari un po' meno giocosi e più intricati come le indagini sul gruppo Kygranerd e i suoi piani all'ombra del torneo. Per completezza di informazioni vorrei dire che la Kygranerd Corp. è una multinazionale leader nel campo delle energie alternative, ma controlla anche attività legate all'edilizia e all'elettronica.
Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita. Termino la tediosa introduzione ringraziando tantissimo tutti quanti per aver letto i precedenti capitoli di questa serie e per chi è abbastanza autolesionista da continuare a farlo. Grazie mille.

Il grattacielo che fungeva da sede legale della Kygranerd Corp. sorgeva nella zona più moderna della città, praticamente dall’altra parte rispetto al parco dell’omonima fondazione, e si presentava come un monolitico blocco di vetro e metallo culminante con una punta derivata dalla prosecuzione di due delle pareti a discapito delle altre.
Alex guardò l’enorme edificio dal basso verso l’alto, scuotendo la testa davanti a tanta spietata manifestazione delle manie di grandezza del presidente dell’azienda.
Ad Alex non erano mai piaciuti i grattacieli, preferiva di gran lunga gli agglomerati di casette della sua isola natale, ma non era il momento di pensare a questo; aveva un lavoro da fare.
Il giovane si aggiustò il colletto e avanzò a passo deciso verso l’ingresso dell’edificio, quindi si trovò di fronte l’immenso salone di colore blu e grigio metallico, al cui centro campeggiava la reception mentre tutt’intorno vorticavano rapidi gli impiegati dell’azienda entrando e uscendo dagli ascensori che portavano ai loro uffici ai piani superiori.
Alex si fermò solo un attimo a dare un’occhiata in giro. Scrutò le persone che passavano, valutava i movimenti di persone e mezzi di quel pian terreno che sembrava essere lo snodo principale del traffico umano dell’intero edificio, o almeno dei piani inferiori dato che quelli che vedeva passare erano quasi tutti impiegati o dirigenti di bassa lega.
Alex procedette dritto alla reception, attese che l’uomo prima di lui finisse di parlare con la donna dai capelli rossi raccolti che stava dietro la scrivania e avanzò ancora rimanendo serio.
“Buongiorno” salutò laconico Alex “Sono nuovo della sicurezza. Dov’è il punto di raccolta?”
La donna lo squadrò da sotto in su con una rapida occhiata, quindi gli propose il palmo della mano.
“Favorisca il bedge” asserì acidamente
Alex passò alla donna il bedge che aveva attaccato alla giacca e questa lo passò sul lettore sotto gli occhi attenti e impassibili del greco.
“Molto bene, signor Curtis. La sala ritrovo è al secondo piano, corridoio di destra, porta B2. Può utilizzare l’ascensore dei dipendenti”
Alex chinò leggermente la testa come ringraziamento e si mosse verso l’ascensore.
Per il viaggio in ascensore, il duellante condivise lo spazio con una donna di bassa statura intenta a mandare delle e-mail dal cellulare, un ragazzo, evidentemente li per un colloquio di lavoro a giudicare dall’agitazione che trasmetteva all’aria circostante, e un uomo massiccio avvolto nei suoi pensieri.
Alex scese al secondo piano senza salutare nessuno e, seguendo le indicazioni della ragazza alla reception, arrivò alla stanza della riunione delle guardie di sicurezza dell’edificio, presieduta unicamente dal comandante, un uomo sulla cinquantina, ma ancora perfettamente in forma, non molto folta capigliatura ben curata e i grossi baffi bianchi, appoggiato al grande tavolo di legno dirimpetto gli altri posti a sedere della stanza, destinati alle altre guardie di sicurezza.
Il comandante delle guardie intercettò Alex all’ingresso della stanza, puntandolo con un secco sguardo indagatore.
“Tu chi sei, non ti ho mai visto?” lo apostrofò il comandante.
Alex si mise sull’attenti.
“Axel Curtis, signore. Sono al primo giorni di servizio” dichiarò Alex quasi urlando.
Il comandante annuì senza accennare a un sorriso.
“Puntualità e presentazione militare, eh. Hai guadagnato punti, ragazzo, ma non credere che sia così semplice, devi ancora dimostrare di valere qualcosa qui dentro. Qui siamo a difesa di una delle più grandi multinazionali del mondo, le minacce sono all’ordine del giorno, quindi la prima cosa da fare è tenere gli occhi aperti”
Il comandante si spostò dal tavolo dove era appoggiato e fece alcuni passi verso Alex rimanendo però a distanza.
“Comandante Jack Taurus, il tuo diretto superiore” si presentò il comandante “Riposo”
Alex smontò la scomoda posizione e strinse la mano al comandante Taurus che subito lo tirò via dalla porta per permettere agli altri di entrare. Una cinquantina di elementi in tutto.
Alex venne presentato in fretta agli altri membri del corpo delle guardie di sicurezza dell’edificio.
A ognuno di loro venne assegnato un posto e Alex fu, suo malgrado, costretto a mettersi in coppia con uno degli anziani del gruppo, a detta del comandante per aiutarlo ad ambientarsi.
L’uomo con cui Alex si trovò affiancato nel turno della mattina era Sam, un ometto basso e robusto, completamente calvo e dalla corta barba bianca che, tra uno sproloquio e l’altro, aveva detto di lavorare li da più di 10 anni.
“’Le minacce sono all’ordine del giorno’ dice il comandante, ma la verità è che sono in pochi a potersi intrufolare qui senza farsi notare. I sistemi di sicurezza automatizzati sono inquietantemente efficaci” affermò sorridente il vecchio guardiano.
Ad Alex quasi scappò un sorrisetto sotto i baffi.
“’Inquietantemente’ nel senso che presto ci fregheranno il lavoro?” chiese il ragazzo.
“Nah, un uomo in grado di fare la cosa giusta sarà sempre necessario. Questo posto ne è la prova vivente: costruiscono macchine di altissima tecnologia, quasi del tutto automatizzate, ma sono sempre degli uomini a metterci le mani e tutti devono essere più che qualificati”
Ecco l’occasione che Alex voleva.
“Sembra splendido. A dir la verità speravo di essere assegnato a questo posto perché sono un appassionato di meccanica, speravo di poter avere l’occasione di visitare i laboratori”
“Non credo ci siano problemi, ho notato che il tuo bedge è abilitato per le porte dei laboratori, quindi potrai farci una capatina più tardi. Ti consiglio soltanto di tenerti lontano dalle apparecchiature; i ricercatori tendono a essere piuttosto gelosi del loro lavoro”
Alex prese nota. Tuttavia avrebbe ignorato il consiglio della simpatica guardia.
Il resto della prima mattina continuò tra le chiacchiere di Sam e le lunghe camminate tra i corridoi metallizzati del palazzo, incrociando vari impiegati dell’azienda e, ai piani superiori, alcuni dirigenti.
Alex studiava minuziosamente la situazione. I dirigenti che aveva visto erano tutti di bassa lega, evidentemente quelli davvero importanti discutevano dei propri affari nei piani più alti dove per il momento non poteva andare, confinato dal suo turno di servizio.
D’altro canto Sam era una persona da tenere d’occhio e non molto facile da ingannare: Alex lo aveva capito subito, a prima vista poteva sembrare un tipo placido e pacifico, ma i suoi occhi si muovevano in continuazione e ogni minimo rumore sospetto intorno a se lo attirava. Sicuramente frutto della sua lunga esperienza, non era affatto facile sfuggire alla sua guardia.
Il turno finì senza particolari sorprese e Sam scese al bar per una ciambella, mentre Alex si separò dal suo partner dicendo che avrebbe visitato i laboratori.
Con gli impiegati impegnati nei loro rispettivi uffici, Alex beccò uno dei rari momenti in cui l’ascensore era vuota, vi entrò e si fermò alcuni secondi a controllare sul cellulare la mappa delle stanze dell’edificio per evitare di arrivare nel posto sbagliato.
In quel poco tempo che ci mise per vedere dove si trovassero i laboratori, l’ascensore fu occupato da una seconda presenza: una giovane donna con un tailleur blu su una camicetta bianca e gonna dello stesso colore del tailleur, annunciata dal rumore dei suoi tacchi sul pavimento.
Sorpreso, Alex alzò lo sguardo con quello di lei, riconoscendo da dietro gli occhiali sottili l’assistente personale del presidente Stephan Kygranerd, Iris Wyvern.
“Che piano?” gli chiese la Wyvern.
Alex dette un’ultima occhiata allo schermo del suo smart phone e rispose: “Secondo sotterraneo”
La Wyvern inarcò leggermente le sopracciglia e spinse il bottone corrispondente.
La porta dell’ascensore si chiuse e la donna attese qualche attimo prima di parlare dando le spalle ad Alex.
“Dimitrof e Snyder sono addetti alla sicurezza nei laboratori oggi e la sala per le guardie di sicurezza è al secondo piano. Cosa va a fare al secondo sotterraneo?”
Professionale la signorina.
“Sono nuovo del gruppo e ho appena smontato il turno della prima mattina, ne approfittavo per dare un’occhiata in giro, prendere familiarità con gli ambienti” rispose Alex impassibile.
La Wyvern si voltò per dare al ragazzo una rapida mezza occhiata indagatrice, quindi tornò a fissare la porta dell’ascensore.
“Nel caso me lo stesse per chiedere; si, il mio bedge è abilitato a passare nell’area dei laboratori” disse ancora Alex, ma aveva bisogno di cambiare argomento prima che la Wyvern cominciasse a sospettare “Piuttosto, lei perché si trova su questo ascensore?”
La Wyvern si voltò, stavolta completamente.
“Perché non dovrei?” chiese a sua volta.
“Lei è la signorina Iris Wyvern, giusto? L’assistente personale del presidente Kygranerd” rispose Alex guardandola dall’alto in basso “Vista la sua posizione dovrebbe utilizzare l’ascensore dei dirigenti”
Lei lo guardò per un secondo in silenzio.
“Sono una persona pratica, signor Curtis” rispose dopo aver letto il suo nome sul bedge “L’ascensore degli impiegati è semplicemente più vicina a dove devo andare”
Una volta finita questa frase, la porta dell’ascensore si aprì sull’area dei laboratori, quindi la donna si spostò permettendo al gigantesco accompagnatore di passare.
Alex si avvicinò al tornello e passò il bedge che scattò permettendogli di passare. Solo in quel momento la porta dell’ascensore si richiuse e passò oltre.
‘Quella donna è molto in gamba’ pensò Alex tra se ‘Meglio non averla contro’.
Cercando di non dare nell’occhio, Alex passeggiò lungo il perimetro delle aree di sperimentazione, un lungo corridoio dalla forma . All’interno dell’area delimitata da vetrate, alcuni ricercatori armeggiavano con i complicati macchinari collegati a dei pannelli solari.
A una prima occhiata non sembrava esserci niente di strano, ma per andare sul sicuro, Alex sgattaiolò dentro la porta di servizio e fece scivolare qua e la un paio di cimici, quindi se la filò prima che la sua presenza fosse notata.
Prendere l’ascensore per scendere ai piani inferiori non era una buona idea, c’erano dei limiti a quanto una semplice guardia di sicurezza potesse curiosare in giro senza rischiare una lavata di capo, cosa che Alex non poteva permettersi o gli avrebbero tenuto gli occhi addosso per tutta la sua permanenza.
Scelse quindi le scale, certamente meno trafficate rispetto all’ascensore, e scese al terzo piano sotterraneo, trovando un’enorme sala con degli spazi molto più largi tra un macchinario e l’altro, che tuttavia erano enormi rispetto a quelle del piano superiore, e dove, anche in questo caso, giravano diversi dipendenti in camice al lavoro.
Attento a mantenersi sempre lontano da sguardi indiscreti, Alex cominciò a studiarsi i macchinari presenti in sala: dalla forma sembravano macchine di raffinazione dell’energia solare, ma Alex non avrebbe saputo dirlo per certo visto che aveva studiato qualcosa in materia solo ed esclusivamente per quella missione.
Comunque, anche in questo caso, il greco piazzò alcune cimici ben nascoste tra le macchine e si affrettò a levare le tende.
Sulle scale per il terzo piano sotterraneo, Alex incrociò un paio di scienziati che parlottavano tra loro, ma nessuno dei due fece caso a lui.
Imboccando l’ultima rampa di scale per i laboratori del terzo piano sotterraneo, Alex notò diverse cose in più rispetto ai primi due: telecamere, sensori di movimento, e dei tornelli decisamente più robusti dei precedenti.
Tutte cose che Alex percepì come indizi del fatto che il suo bedge non avrebbe funzionato in quel luogo.
Con prudenza, Alex tornò sui suoi passi e risalì le scale fino a raggiungere l’ascensore al secondo piano sotterraneo, quindi tornò al piano terra.
La prima cosa da fare era trovare un modo per entrare nel laboratorio del terzo piano sotterraneo, li probabilmente c’era la prova dei sospetti di Alex riguardo la Kygranerd Corp.
Un primo passo sarebbe stato ritrovare i due scienziati che aveva incrociato sulle scale; sicuramente avranno avuto un modo per entrare al terzo piano sotterraneo o comunque sarebbero stati in possesso di informazioni su cosa si faceva la sotto.
La pausa delle guardie di sicurezza stava per finire, quindi Alex tornò al secondo piano per incontrare il comandante Taurus.
“Curtis, che ci facevi nei laboratori?” lo apostrofò il comandante mentre Alex era ancora all’entrata della stanza.
Aveva appositamente permesso alle telecamere di sorveglianza di riprenderlo, altrimenti se Sam avesse detto a qualcuno che era andato nei laboratori sarebbe stato sospetto non essere visto negli schermi.
“Solo curiosità, signore. Sono un appassionato di meccanica ed volevo vedere gli impianti della Kygranerd” rispose prontamente Alex.
“Allora hai scelto la location sbagliata, ragazzo, i macchinari più importanti non sono qui, qui ci sono soltanto un paio di laboratori di ricerca, il lavoro vero lo fanno in altre strutture” gli rispose il comandante tornando a guardare i fogli che aveva davanti.
Gettando uno sguardo sulle carte del comandante, Alex si accorse che erano le planimetrie dell’edificio, ma nei sotterranei erano segnati soltanto due piani.
“Signore, mi scusi, nei sotterranei non ci sono più di due piani?” chiese Alex.
Il comandante Taurus si voltò guardandolo di traverso.
“Durante la pausa ho fatto un giro di sotto, come ha visto, e dopo il secondo laboratorio ho visto un piano più in basso”
Taurus stette per qualche attimo in silenzio.
“Sei sceso la sotto?”
“No, signore. O meglio, lo avrei fatto, ma ho notato molti più sistemi di sicurezza e ho immaginato che qualunque cosa ci fosse la sotto andasse oltre il mio stipendio”
“Il tuo istinto di ha salvato, ragazzo, quell’area è proibita. Solo il presidente Kygranerd, la sua assistente e alcuni addetti altamente specializzati possono accedervi”
“Neanche lei, signore?”
“Neanche io. Per questo motivo i sistemi di sicurezza sono così serrati laggiù” concluse il comandante “Ora torna al lavoro, Sam ti aspetta al 12° piano”
“Sissignore” rispose Alex mettendosi sull’attenti e si congedò.
Al 12° piano, Sam lo accolse con un sorriso appena uscito dall’ascensore e Alex si mise a fare il giro di ronda della seconda metà della mattinata.
Sam si era rimesso a chiacchierare a manette senza curarsi dell’attenzione che l’altro gli mostrava; parlava della famiglia, del campionato di football, del mutuo della casa, tutto con quel tono gioviale che faceva sorridere Alex, ma sicuramente non lo avrebbe mai interessato.
“Senti, Sam, posso farti una domanda?” chiese Alex a bruciapelo.
“Dimmi”
“Te ne sai qualcosa del laboratorio del terzo piano sotterraneo? Quello impenetrabile”
“Beh, quello che ne sanno tutti, per ovvie ragioni non ci sono mai entrato. L’hanno allestito in gran fretta neanche sei mesi fa, poi hanno sigillato tutto e non se ne è più saputo niente”
“E non ti è mai sembrato un po’ sospetto?”
“Nel senso di illegale? Fidati, non c’è da sospettare. Kygranerd è un po’ strano, e quella pagliacciata di torneo che ha organizzato ne è la prova, ma è una persona onesta”
Alex si ingoio il pensieri di colpire il collega con un gancio destro.
“Prima che cominciasse a star dietro al suo torneo Kygranerd e la sua assistente, la dottoressa Wyvern, facevano continuamente su e giù da quel laboratorio, probabilmente c’è in ballo qualche esperimento grosso e non vogliono fughe di notizie”
Qualunque altra domanda avrebbe seriamente minato la credibilità di Alex come impiegato, quindi si limitò ad annuire.
Un progetto segreto di una multinazionale poteva effettivamente esserlo per una questione di esclusiva, non ci sarebbe stato niente di male, ma se l’istinto del suo capo non si sbagliava, e raramente si sbagliava, doveva esserci qualcosa di più sotto.
Per il momento però l’unica cosa da fare era finire il turno e pensare a un modo per entrare in quel laboratorio. Magari avrebbe potuto avvicinare uno dei due scienziati che aveva incrociato per le scale, oppure …
Mentre stava rimuginando queste cose, Alex si fermò con Sam a una fontanella di acqua potabile in fondo al corridoio del 12° piano, quando, quasi dall’altra parte, vide uscire dall’ascensore dei dirigenti il comandante Taurus accompagnato dalla Wyvern.
“Curtis!” lo chiamò il comandante.
Alex lanciò un’occhiata interrogativa a Sam che rispose con un’espressione che voleva dire: ‘e io che ne so?’, quindi si affrettò a raggiungere i due.
“Dottoressa Wyvern, questo è Axel Curtis” cominciò il comandante Taurus “un nuovo membro del …”
“Ho già avuto modo di conoscere il signor Curtis mentre curiosava nei laboratori”
Alex non poté non accusare la frecciatina tirata dalla donna ai suoi danni, e soprattutto del comandante, reo, data la situazione, di avergli lasciato troppo spazio di manovra. Decise di giocare d’attacco.
“A dir la verità, non credo che il nostro incontro sull’ascensore possa essere definito ‘fare conoscenza, dottoressa Wyvern’” replicò sfacciatamente Alex “Quindi, con permesso, mi permetto di presentarmi di nuovo: io sono Axel Curtis, nuove membro della squadra di sicurezza”
Detto questo, Alex porse la mano alla donna che lo fulminò con un’occhiata che tuttavia fu retta dal greco.
La Wyvern non poté fare altro che stringere la mano all’altro.
“Incantato di fare la sua conoscenza” chiuse Alex con un sorriso.
Il comandante era rimasto in silenzio per tutto il tempo con un leggero sorriso sotto il baffo sinistro, evidentemente la Wyvern non gli stava molto simpatica.
“Curtis, la dottoressa deve portare del materiale nel suo ufficio. Aiutala”
Alex fece un leggero inchino di assenso e seguì la Wyvern dentro l’ascensore dove schiacciò 29° piano.
La Wyvern non sembrava intenzionata a dire una parola per l’interno viaggio.
“Lei è bendata, davanti a un tavolo su cui sono disposte delle monete” esordì Alex attirando l’attenzione della donna “alcune monete mostrano testa, le altre croce …”
“Che cosa sta dicendo, signor Curtis?” lo interruppe la Wyvern.
“Solo un indovinello di logica. Non so lei, ma a me piacciono molto” rispose tranquillo il ragazzo.
“Le sembra il momento … ?”
“Beh, non abbiamo molto da fare per i prossimi 10 piani” aggiunse con una risata.
La Wyvern si voltò di nuovo verso la porta dell’ascensore.
“Facciamo così: io finisco di formulare l’indovinello, lei è libera di ignorarmi o di rispondere finché non raggiungiamo il 29° piano”
“Non mi sembra il caso di giocare in servizio”
“Dicevo” proseguì noncurante Alex “Mettiamo che sia bendata, davanti a un tavolo su cui sono disposte molte monete; alcune di queste hanno ‘testa’ rivolta in alto, le altre ‘croce’; lei non conosce il numero delle une e delle altre, ne il loro numero totale. Come fa a fare in modo che sul tavolo restino pari numero di monete che mostrano ‘testa’ e ‘croce’?”
Nell’ascensore calò per qualche tempo il silenzio mentre continuava a salire verso il piano designato e Alex capì che sarebbe stato ignorato per tutto il tempo.
L’ascensore arrivò infine al 29° piano e cominciò a rallentare la sua corsa prima di fermarsi. Un attimo prima che le porte si aprissero, Alex sentì l’altra fare un profondo respiro e dire: “Prendo una monete a caso e getto le altre a terra, quindi volto una su ‘testa’ e una su ‘croce’”
Alex sorrise sotto i baffi.
L’ufficio della dottoressa Wyvern era a metà del corridoio del 29° piano ed era decisamente grande per essere l’ufficio di un assistente; era evidente come la sua figura fosse importante all’interno dell’azienda. Per contro era però ingombrato da molte librerie in legno ben levigato, piene zeppe di raccoglitori di fascicoli, tutti perfettamente, che occupavano gran parte delle pareti, fatta eccezione per una porzione di quella frontale con la vetrata, dove era invece una posta la scrivania dal look molto più moderno, in tono con il metallico del resto dell’edificio.
“Dovrebbe portarmi quella pila di raccoglitori giù in archivio al primo piano” disse la Wyvern indicando una pila di sei grossi raccoglitori pieni appoggiati sulla scrivania “Ho già avvertito il responsabile dell’archivio, la sta aspettando, lasci tutto a lui che penserà al resto”
Alex fece un cenno di assenso e si spostò dietro la scrivania per prendere i raccoglitori.
Gettando un occhio sul monitor del computer, Alex sbirciò un figlio Excell su cui era segnata una lista di nomi che non gli erano nuovi: Alan Hawkins, Hans Pohl, Nikola Trevskij … alcuni erano duellanti piuttosto noti online.
“C’è qualche problema?” chiese freddamente la Wyvern.
Alex si accorse di essersi bloccato per qualche attimo di troppo.
“Mi perdoni, avevo visto alcuni nomi conosciuti in quella lista e mi sono distratto” sorrise il ragazzo “Sono i partecipanti del torneo?”
“Temo non sia inerente al suo lavoro, signor Curtis”
Capita l’antifona, Alex sollevò i raccoglitori e prese la strada per la porta.
Prima di varcarla però si voltò di nuovo.
“Ah, per quel che vale, la considero vincitrice della scommessa in ascensore” disse con un sorriso.
Mentre il ragazzo usciva dalla stanza, sul gelido volto della dottoressa Wyvern, anche se solo per un istante, si disegnò un leggero sorriso.
Alex aveva lasciato l'ufficio della Wyvern piazzando una cimice sotto la scrivania approfittando della distrazione del momento in cui la donna era concentrata sul suo computer. Mentre si incamminava verso l'archivio, però, nella testa di Alex, impegnata nei ragionamenti su come mettere insieme tutti gli elementi raccolti, continuava a infiltrarsi la spiacevole sensazione legata a un nome evidenziato più degli altri sulla lista della Wyvern: Elzer Cosky. Dove aveva già sentito quel nome? E perché sentiva che sarebbe stato un problema?

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Capitolo 15
*** Sally comincia a Giocare ***


Ciao gente! Eccomi tornato dopo un po' di tempo con il 15° aggiornamento. Perdonatemi se ci ho messo un po', ma sono stato parecchio impegnato di recente. Spero non vi abbia annoiato troppo la pausa dai duelli della scorsa puntata, perché oggi torniamo al parco con i nostri tre protagonisti alle prese con una novità. 
Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita. Termino la tediosa introduzione ringraziando tantissimo tutti quanti per aver letto i precedenti capitoli di questa serie e per chi è abbastanza autolesionista da continuare a farlo. Grazie mille.

Gli ologrammi ci misero alcuni secondi a sparire al terreno di gioco, intanto Sally aveva il tempo di tirare il fiato e guardare di nuovo verso i suoi amici. Gilbert aveva alzato le mani al cielo esultante, mentre Malverik aveva un largo sorriso soddisfatto sul viso. Poi c’era l’altro ragazzo dai capelli verde-acqua e dal look appariscente, che stava in disparte a giocherellare con il suo cappello.
Sally si guardò poi verso il suo sfidante che era rimasto di sasso dopo l’ultimo attacco, con lo sguardo fisso nel vuoto e le braccia ciondoloni.
Improvvisamente l’uomo emise un gemito, sussultò e cadde pesantemente sulle ginocchia per poi rovinare a terra.
Sally, spaventata, accorse subito verso Hans Pohl accovacciandosi davanti a lui.
“Hai vinto, Sally, reclama il tuo premio” le disse Malverik.
Sally non capiva.
“Che vuoi dire?”
“Guardati intorno, biondina”
Sally cominciò a girare lo sguardo tutto intorno al campo di gioco e capì a cosa si stava riferendo Malverik. Tutto intorno era costellato di piccoli sbuffi di nebbia nera come quella che Malverik aveva evocato alla tavola calda.
“Hai bandito il tuo primo Gioco delle Ombre, congratulazioni” aggiunse l’argentino con un ghigno.
Sally si alzò in piedi “Quest’uomo sta male”
“Staresti male anche te se un paio di zombie ti attaccassero all’unisono”
“Mal, che stai dicendo?” intervenne Gilbert “Questo duello non era un Gioco delle Ombre, lo hai detto tu prima”
“Ma lo è diventato. A quanto pare Sally ha più legame di quello che vuole ammettere con il Gioco. La portata delle Ombre era minima, ma sufficiente a richiamare Zorc. Se non reclamerai tu stessa il premio lo farà lui, e il ragazzo tende ad essere un po’ estremo con le punizioni”
“In che senso?” chiese ancora Sally.
“Che se ti rifiuti di prenderti un tuo premio Zorc ucciderà lo sconfitto”
In quell’istante Sally andò nel panico. Intorno a lei la presenza oscura del demone che aveva avvertito quella volta alla tavola calda si stava facendo sempre più pressante ed era sicura che se avesse chiuso gli occhi avrebbe percepito il sibilare del serpente.
“Questo non è giusto” mormorò Sally.
“Il Gioco non è giusto, Sally” rispose Mal in tono serio “Il Gioco è equo”
Sally guardò negli occhi fissi di Malverik e ritrovò un po’ di calma, quindi le venne in mente quello che aveva fatto lo stesso Malverik alla tavola calda, reclamando per se il deck dell’avversario.
Improvvisamente Hans Pohl emise un grido e cominciò a rotolarsi in terra in preda al dolore. Sally si voltò spaventata e Gilbert la raggiunse con uno scatto portandola via dal corpo agonizzante del tedesco che sembrava muoversi avanti e indietro senza alcuna logica.
In realtà Gilbert non poteva vedere che il demone Zorc si era manifestato sul campo di battaglia circondato dalla sua nebbia nera e il serpente nero che gli fuoriusciva dall’addome aveva azzannato il corpo di Pohl e lo stava sbattendo contro il terreno senza alcuna pietà.
Sally inorridì, ma trovò la forza di liberarsi dalla stretta di Gilbert e tornare davanti a Zorc.
“Fermati” esclamò la ragazza.
Il demone si voltò verso di lei mentre il suo serpente aveva smesso di strattonare il corpo della vittima.
Da vicino il mostro era comunque spaventoso. Un torreggiante demone alto circa due metri completamente nero, con un corpo umano pieno di muscoli, ma con la testa vagamente bovina munita di due corna che dai lati della testa scendevano sulle spalle per poi curvare con la punta in avanti, mentre al centro scintillavano due piccole perle rosse al posto degli occhi che sprofondavano in un abisso nero composto dagli zigomi spessi. Le sue braccia erano tozze e culminavano con una mano munita di tre dita artigliate, mentre i piedi avevano la forma delle zampe di un rapace.
Sally tacque per alcuni secondi con le braccia protese in avanti e i palmi aperti, quindi guardò Hans Pohl, poi di nuovo Zorc e disse: “Reclamo la carta più preziosa del mio avversario come premio della mia vittoria”
Il serpente di Zorc lasciò immediatamente la presa sulla sua preda e si ritirò intorno alla vita del corpo principale del demone chiudendosi come una cintura. Zorc non si mosse di un millimetro, attendendo con le braccia conserte.
“E pretendo che, come pena per aver cercato di ingannarmi, mi dia la possibilità di trovare altre carte per il mio Deck”
Zorc fece un movimento con la mano, imponendo il palmo al di sopra del corpo immobile di Hans Pohl, quindi la richiamò al petto e in pochi attimi si dissolse.
Sally rimase per qualche secondo immobile con le braccia protese in avanti mentre le gambe non smettevano di tremare, poi lasciò che le sue gambe cedessero, ma prima che potesse cadere a terra Gilbert e Malverik era accorsi a sorreggerla per poi accompagnarla delicatamente a terra.
Gilbert si portò di fronte alla ragazza per sincerarsi che stesse bene e Sally gli raccontò quello che aveva appena visto mentre Malverik si occupò di chiamare un’ambulanza per Hans Pohl.
Sally portò lo sguardo a terra e raccolse la carta Alector Sovrano degli Uccelli.
Mentre aspettavano i soccorsi, Malverik cercò di convincere Sally che quel duello si era trasformato in un Gioco delle Ombre per causa sua.
“Non mi è chiaro se il tuo collegamento con il Gioco sia dovuto a me o fosse già in te da prima senza essersi mai manifestato” spiegò Mal “Ma la cosa certa è che sei in grado di bandire dei Giochi delle Ombre”
“E il demone è incluso nel prezzo, immagino” rispose Sally.
“Zorc è il garante del Gioco delle Ombre. È lui che fa in modo che vengano seguite le sue regole, ogni volta che si chiama in causa il Gioco delle Ombre è come chiamare in causa lui”
“Tu come lo sai?” chiese Gilbert.
“Fu lui stesso a dirmelo” rispose Mal “La prima volta che mi è apparso”
“E perché a me non ha detto niente?”
“Non lo so, forse non gli stai simpatica” provò a scherzare l’argentino beccandosi indietro gli sguardi gelidi degli amici.
“Tornando seri, davvero non ti ha detto nulla?”
“Neanche una parola, ma tu dovresti saperlo, no?”
“Non ne sono sicuro. Sicuramente l’ho visto apparire per attaccare Pohl, ma non ho capito bene come comunica. Quando ha parlato con me la prima volta mi è sembrato come se mi stesse parlando col pensiero, quindi non posso dire se avrei potuto sentirlo mentre parlava con te”
“Ok, lasciamo perdere questa parte del demone, non voglio ricordarmelo” fece Sally rimettendosi in piedi ancora sorretta da Gilbert “Considerando che dovrò conviverci, ora devi spiegarmi per filo e per segno cosa mi aspetta d’ora in poi” esclamò la ragazza ormai tornata in forze.
“Non c’è molto da dire” replicò Mal “Il Gioco delle Ombre non influisce molto sulla tua vita privata, al massimo potresti sentire qualcuno dei tuoi mostri che parla”
Sia Gilbert che Sally sgranarono gli occhi.
“Prego?” riuscì a chiedere Sally.
“Beh, non so, durante i duelli i mostri cominciano a diventare più reali, alcuni di loro si limitano a grugnire o fare versi poco o per nulla comprensibili, ma alcuni riescono davvero a parlare”
Malverik estrasse il suo Deck e ne estrasse Zure, Cavaliere del Mondo Oscuro e Crociato Oscuro.
“Loro due furono i primi. In passato mi hanno parlato più volte nel corso di un Gioco delle Ombre quando ancora non riuscivo a controllarne l’apertura”
“In che senso controllare?” chiese ancora Sally.
“Ricordi cosa ti ho detto? Qualunque gioco può essere usato per bandire un Gioco delle Ombre, per chi è collegato al Gioco, però non è sempre possibile controllare il passaggio da un normale gioco al Gioco delle Ombre. Soprattutto le prime volte a me è capitato di richiamare la nebbia nera del Gioco delle Ombre in momenti in cui non avrei voluto …”
Malverik si arrestò di colpo troncando il discorso a metà. Non era per nulla il momento di rivangare quello che era successo il giorno prima.
“Ma a te non succederà” esclamò invece.
“Perché?”
Malverik allargò le braccia e sorrise.
“Perché ci sono io a spiegarti come evitarlo” rispose suscitando in Sally una risatina “Non ridere, è serio il discorso. Il trucco è non perdere la calma durante il duello. Finché riesci a mantenere la mente fredda il Gioco delle Ombre si manifesterà solo se chiamato, altrimenti potresti …” Malverik fece una pausa sospirando profondamente “Far del male a qualcuno senza volerlo” concluse abbassando la testa.
Sally non se la sentì di girare il coltello nella piaga e gli sorrise.
“Quindi basta stare tranquilli mentre si gioca” riassunse Gilbert “Mi sembra ottimo considerando che abbiamo alle calcagna dei cacciatori di taglie pronti a tutto”
I due ragazzi spiegarono a Sally la situazione. Ora che era chiaro come anche lei fosse legata al Gioco delle Ombre sarebbe stata un bersaglio invitante per i cacciatori di taglie.
Intanto arrivò l’ambulanza e toccò a Mal farsi venire la faccia tosta di inventarsi un attacco epilettico fuori controllo, incolpando un paio di rami appuntiti per le ferite all’addome.
Prima che i paramedici se ne andassero, Mal li sentì parlare tra loro.
“Ma che diavolo di gioco è questo? È già il secondo in preda a un attacco in poche ore”
“Scusate, in che senso il secondo?” chiese Mal.
“Poco fa alcuni colleghi erano entrati in ospedale con un ucraino che era crollato a terra paralizzato dall’altra parte del parco” spiegò uno dei paramedici troppo loquace, quindi prese Hans Pohl sulla barella con il collega e lo portò all’ambulanza parcheggiata sulla strada principale.
Gilbert aveva sentito la conversazione, e non gli era sfuggita la sfumatura di tristezza che aveva colpito il viso di Malverik quando aveva capito che l’ucraino di cui parlavano i paramedici era senza dubbio Nikola. Chissà come lo aveva ridotto il Gioco dopo il loro duello …
“Molto bene” fece Malverik sorridente “Ora che siamo egualmente nei casini mi sembra il caso di mettersi all’opera per non farci sbranare vivi. I cacciatori di taglia più forti di certo non si fermeranno, e non saranno tutti patetici come Pohl”
“Che proponi?” chiese Sally.
“Innanzi tutto una capatina al negozio di carte. A Zorc hai parlato della possibilità di prendere carte nuove per il tuo Deck, se guardi nel tuo portafoglio ci troverai i soldi per qualche bustina”
Sally controllò e in effetti nel suo portafoglio c’erano dei soldi in più rispetto a quando era partita da casa.
Improvvisamente Gilbert cominciò a guardarsi intorno.
“Ragazzi, ma dove è finito Ethan?”
In effetti il prestigiatore era letteralmente sparito nel nulla.

Nell’ufficio del 31° piano della Kygranerd Corp. Stephan Kygranerd era in fibrillazione, tanto da non riuscire a contenere qualche passo di danza nello spazio tra il divano e la scrivania.
Quando la sua assistente bussò alla porta lui era ancora in posa.
Il presidente si ricompose.
“Entri, signorina Wyvern”
Iris Wyvern entrò nella stanza e chiuse la porta dietro di lei.
Appena l’unico accesso all’ufficio fu chiuso, Stephan tornò ad esultare.
“L’abbiamo trovata, Iris! Abbiamo trovato la quarta duellante!” esclamò il presidente gettando le braccia al cielo.
Iris lo guardò sospirando sconsolata da tanta manifesta immaturità.
“Certo che potresti essere un po’ più partecipe” commentò Stephan facendosi cadere le braccia penzoloni.
Stephan si mosse dietro la scrivania e batté le dita contro il suo tablet aprendo la app del torneo.
“Ora ne mancano soltanto tre” aggiunse guardando il tablet.
“E dopo averli trovati?” chiese l’assistente.
“Potremo dare il via al programma. Come siamo messi con il recupero della gemma nel museo?”
“Se ne occuperà stanotte la banda di Gernia”
“Ottimo, se tutto va come previsto, dovremmo essere in grado di procedere per la fine delle fasi preliminari” Stephan chiuse la app “intanto ho già una mezza idea di dove cercare il prossimo duellante delle Ombre”

Malverik, Gilbert e Sally avevano abbandonato le ricerche del loro strambo compagno, che tra l’altro Sally ancora non conosceva, e si erano recati al negozio, che si trovava parecchio più all’interno rispetto all’ingresso nord del parco, avvicinandosi al centro città, quindi i ragazzi ci arrivarono che era già ora di pranzo, ma Sally mise in chiaro che non si sarebbero mossi di li prima che lei avesse scelto i pacchetti da prendere.
“Mettiti comodo, Mal, ci metterà un po’” sospirò Gilbert.
“No problem, non ho molti impegni per oggi” rispose Malverik.
L’argentino si accomodò a un tavolo che in genere era usato per i giochi di ruolo e Gilbert si sedette di fronte a lui.
“Quindi…” fece Malverik con un sorriso “Gibby, ho capito bene?”
Gilbert aveva appena finito di estrarre il computer dallo zaino e sbuffò.
“Si, è il nomignolo con cui mi chiamava Sally da bambina. Speravo con tutto il cuore che tu non lo avessi sentito”
“Ma quant’è che vi conoscete?”
“Da una vita. I nostri genitori erano amici e quindi anche noi lo siamo diventati”
“Perdonami se sono indiscreto, ma a te piace Sally? O siete stati insieme?”
Gilbert stava accendendo il computer e alzò lo sguardo sorpreso sull’amico.
“No, mai. Sempre e solo grandi amici. Perché me lo chiedi?”
“Niente di che, non ti allarmare” mise le mani avanti Mal “Solo che quelle volte che mi sono avvicinato a lei mi è sembrato che volessi incenerirmi con gli occhi”
Gilbert aggrottò le sopracciglia sorridendo.
“Davvero? Non me ne ero reso conto. Sarà che dopo anni sia diventato un po’ geloso di lei” chiuse con una risata.
Gilbert si trattenne a stento dal chiedere a Malverik se gli piacesse Sally, anche perché la risposta gli sembrava palese. Anche se, conoscendo Sally, mai nella vita se ne sarebbe accorta.
“Mal, mi passeresti un attimo il deck che hai preso a Nikola?” chiese il giornalista.
Malverik lo prese dalla tasca e glielo passò e Gilbert cominciò a trascrivere diligentemente ogni carta e le specifiche nello spazio del suo catalogo dedicato al duellenta ucraino.
“Mi spieghi cos’è questo tuo progetto?” Chiese Malverik sporgendosi verso lo schermo.
“Voglio fare un catalogo dei più forti duellanti del ranking mondiale, farli conoscere oltre i limiti del settore” rispose Gilbert “In fondo siete i migliori della vostra categoria, non mi pare giusto che non abbiate la notorietà che meritate”
“Sono lusingato, Gilbert, ma non credo che qualcuno vorrà sapere di un branco di scemi che mettono carte su un tavolo”
“Sarà… io lo faccio lo stesso”
Partita chiusa.
“Una cosa, Mal, come ti sembra questo Deck?” chiese ancora Gilbert indicando il mazzo di Nikola.
“Beh, è interessante, anche se è fin troppo facile capire cosa vuoi fare quando giochi le prime carte”
Gilbert fissava intensamente il mazzo di carte, concentrato.
“Avevo provato a fare una cosa del genere una volta, ma non ero un gran che a giocare e ho mollato. Mi è sempre piaciuto molto il Glorioso Soldato Nero”
Si voltò poi verso Malverik.
“Il potente guerriero la cui guardia separa l’ordine e il chaos” pronunciò con enfasi “Sembrerà stupido, ma lo adoro per questo”
Non era la prima volta che Gilbert esprimeva questo pensiero a qualcuno. Solitamente l’interlocutore ci scherzava su, o al massimo, come Sally, sorrideva divertito, ma nessuno lo prendeva mai sul serio.
Malverik invece, prima sorrise, poi prese il suo deck dalla cintura e disse: “I guerrieri del Mondo Oscuro: un esercito di demoni potenti e spietati, ma indisciplinati, che raggiungono la loro massima potenza solo sotto la guida di un grande generale, che sappia gestire in maniera adeguata le loro forze magiche”
Mal scoprì il suo Crociato Oscuro.
“Ed ecco che arriva il Crociato Oscuro. Un guerriero senza nome che agisce nell’ombra e utilizza l’oscurità per il bene della sua gente, rimanendo però invischiato in essa. Lui e solo lui ha il polso e il carisma necessario per mantenere serrate le fila dei demoni del Mondo Oscuro e condurli sempre alla vittoria”
Gilbert ascoltò incantato quell’esposizione di Malverik della storia del proprio Deck e entrambi si misero a ridere di loro stessi e di quanto potessero sembrare stupidi agli occhi di qualsiasi altro essere umano.
“Ragazzi, io sono a posto, adiamo a mangiare?” li interruppe Sally.
“Yep” sorrise Mal.
Gilbert raccolse le carte del deck per restituirgliele, ma Malverik lo fermò.
“Tienilo pure, è un buon deck e a te si addice molto bene”
Il trio si riavvicinò al parco e si fermò a mangiare i panini portati da casa su una panchina poco distante dall’entrata nord, qui Gilbert approfittò della pausa per continuare il suo lavoro, mentre Sally aprì i pacchetti appena comprati. Sei in tutto tra varie edizioni.
“Avuto fortuna?” chiese Malverik accanto a lei sporgendosi per spiare le carte ottenute.
“Insomma… poteva andare meglio. Però due carte interessanti le ho trovate”
Sally mostrò a Malverik le carte Maledizione del Vampiro e Sguardo Dominatore; due ottime carte nel deck Zombie di Sally.
“E quella?” chiese Malverik notando una delle carte scartate da Sally.
Sally estrasse la carte Isolde, Bellezza del Mondo Sotterraneo. Una carta piuttosto debole.
“Tienila da parte. Me la sono ritrovata contro una volta in coppia con il suo amato, sono piuttosto fastidiosi se usati insieme”
Sally mise la carta nel proprio deck box distanziandola dalle altre. Anche se poco convinta, Sally aveva capito che i consigli di Malverik erano preziosi, meglio dargli retta.
“Ah, prima che sia tardi …” cominciò Malverik imbarazzato.
Sally gli prestò un orecchio mentre continuava a guardare le sue carte.
“Credo di doverti delle scuse per ieri” disse Malverik tutto d’un fiato.
Sally si voltò verso il ragazzo guardandolo sorpresa.
“Beh, si, insomma, per averti fatto partecipare a un Gioco delle Ombre senza preavviso, per averti fatto passare un paio di minuti terribili …”
Più parlava e più Malverik si vergognava di quello che aveva fatto il giorno precedente. Ripensandoci adesso si rendeva conto di quanto tutto quello che era successo fosse stato gratuito e privo di senso.
Malverik ancora cercava le parole per esprimersi senza andare nel panico più di quanto già non fosse, ma la mano di Sally sulla sua spalla lo distrasse.
“Scuse accettate” disse la ragazza con un sorriso.
“E poi in effetti non avevi tutti i torti, mi ero montata un po’ la testa e un duello duro mi ha fatto bene per rimettere le cose a posto”
Malverik tirò un sospiro di sollievo a sentire quelle parole.
“Certo, potevi evitare di farmi prendere a colpi di energia demoniaca. Quella roba fa male” fece Sally fingendosi offesa.
Malverik se la rise.
“Quella non è colpa mia, i ragazzi del Mondo Oscuro tendono ad andarci giù pesante con gli avversari. Se ti può consolare sembra che da ora in poi potrai riservarmi lo stesso trattamento”
“In effetti un po’ mi consola”
I due continuavano a scherzare mentre Gilbert faceva finte di non guardare e intanto ascoltava ogni parola sorridendo, ma al tempo stesso sentendosi terribilmente escluso.
Con il deck modificato Sally era pronta a tornare verso il parco.
Rientrati dall’entrata nord, i tre notarono un duello in corso e decisero di fermarsi a dare un’occhiata.
Spettatore del duello era anche Gabriele, che si accorse di loro anche se di spalle.
“Ohi, trio delle meraviglie, vi siete rifatti vivi” esclamò Gabri come saluto.
“Ciao Gabri” salutò Malverik “Vedo che hai deciso di mandare a quel paese tutto e tutti”
Il commento dell’argentino era dovuto al fatto che Gabriele non portasse al braccio il suo dueling disk.
“Mai scelta di parole fu più esatta” rispose l’altro facendo spallucce “Nella macchina perfetta di Kygranerd per il torneo c’è un piccolo bug: se non ho il dueling disk non posso combattere e perdere punti. In questo momento sono qui come semplice osservatore”
“E cosa stai osservando?” chiese d’improvviso Sally.
“Un duello interessante. Quello a sinistra è El Vandalo, non so se lo conoscete, sta combattendo contro uno con un deck… strano”
“Cesar sta lottando?” chiese retoricamente Gilbert.
“Quanto strano su una scala da uno a quello che ti porti dietro tu?” chiese Malverik sporgendosi in avanti.
“Zero virgola cinque, amico. Praticamente è il deck di un bambino di sei anni”

La situazione era la seguente: Cesar aveva in campo il suo Lama Oscura il Cavaliere del Drago, mentre il suo avversario, un ragazzino dalla pelle scurissima, folti riccioli scuri in testa molto corti e vestito con una camicia a quadri di seconda mano, un jeans di terza e un giacchetto verde probabilmente di quarta, che però montava un dueling disk da collaudo, aveva in campo un Sangan in difesa, un mostro coperto in difesa e una carta coperta.
“Attivo Blocca Difesa” annunciò Cesar e mise nell’apposito scomparto la Carta Magia “Così posso far passare il tuo mostro coperto in posizione di attacco”
Il mostro scoperto era il Ratto Gigante. Uno dei mostri più comuni del Duel Monsters.
“Lama Oscura, attacca il Ratto Gigante”
Il cavaliere e il su drago si lanciarono all’attacco e la spada del mostro Guerriero di Cesaro tagliò in due di netto il Ratto Gigante dell’avversario infliggendo 850 LP di danno che abbassarono il totale dell’avversario a 1150.
“Adesso utilizzo l’effetto del mio mostro e bandisco dal Cimitero la tua carta Drago Armato Lv 3”
Il ragazzino non si scompose e rimosse dal Cimitero il mostro scelto, quindi pescò una carta.
“Grazie all’effetto di Ratto Gigante posso evocare Muka Muka del mio Deck”
Il piccolo insetto composto di roccia con il carapace traboccante di gayser si mostrò sul campo di battaglia, quindi il ragazzo pescò una carta dal suo deck.
“Adesso sacrifico Sangan per evocare Muka Muka Infuriato” dichiarò il ragazzino e infatti il suo Sangan scomparve per lasciare il posto alla versione evoluta del mostro evocato poc’anzi.
“Adesso attivo la mia carta coperta Richiamo del Posseduto” esclamò “e richiamo dal cimitero il mio Zebra Oscura”
La carta trappola del giovane duellante si scoprì e permise a quel triste incrocio tra una zebra e un unicorno di apparire sul terreno ripescandolo dal cimitero.
“Muka Muka e Muka Muka Infuriato guadagnano punti ATK per ogni carta che ho in mano e grazie all’effetto di Sangan posso prendere un altro mostro dal mio Deck e aggiungerlo alla mia mano”
Il ragazzino aveva adesso quattro carte in mano, cosa che permise ai punti ATK di Muka Muka di salire da 600 a 1800 e quelli di Muka Muka Infuriato da 1200 a 2800.
“Muka Muka Infuriato, attacca Lama Oscura il Cavaliere del Drago!” esclamò il ragazzino, e immediatamente il mostro, fattosi enorme con l’aumento dei punti d’attacco, caricò quello dell’avversario inondandolo con un raggio infuocato che lo disintegrò.
“Adesso Muka Muka e Zebra Oscura, attaccate direttamente i suoi Life Points”
Subito i due mostri ubbidirono e la carica congiunta sul duellante mise fine all’incontro.

“Qualcuno mi spieghi come schifo è successa questa cosa” esclamò Mal in preda allo sbigottimento più totale.
“Solitamente sei tu che lo spieghi a noi” rispose Sally.
“Ho capito, ma questo è oltre la mia capacità di comprendere. Cesar non sarà il massimo come duellante, ma l’avversario aveva un deck ridicolo”
“Beh, io che ho visto tutto dall’inizio posso dirti che El Vandalo è stato parecchio avventato, ma lo ammetto, anch’io sono sorpreso del risultato. Il ragazzino è in gamba” intervenne Gabri.
Il gruppo osservava intanto Cesar che, frustrato dalla sconfitta stava lasciando a passo svelto il luogo dello scontro senza degnare di uno sguardo neanche i suoi compagni di viaggio.
“Gabri, quanto aveva puntato?” chiese Mal.
“40 punti” rispose l’italiano “Tutto quello che aveva …”
Nella sua fuga Cesar urtò la colossale figura di Alex, che era appena rientrato al parco dopo una lunga assenza.
Alex cercò di scusarsi, ma Cesar lo guardò in cagnesco e proseguì per la sua strada.
“Alex, siamo qui!” lo salutò da lontano Malverik.
“Ciao ragazzi, tutto a posto?” chiese cordiale il greco avvicinandosi al gruppo.
“Tutto bene. Ah, prima che tu me lo chieda, ho chiesto scusa a Sally e abbiamo fatto pace” disse Mal.
“Confermo” disse Sally guardando storto l’Imperatore “Le scuse più imbarazzanti che mi siano mai state chieste”
Tutti si fecero una risata su quella battuta.
“Non avevo dubbi, ho visto Gilbert molto carico stamattina per farvi parlare” disse Alex.
“A proposito di stamattina” si intromise Gilbert “perché era in giacca e camicia nera?”
Alex rimase un attimo interdetto, poi rispose: “Non ho solo il torneo in ballo in questo periodo, stamattina dovevo fare una commissione per lavoro”
“Gente, qualcuno mi presenta il colosso di Rodi, qui?” interruppe Gabriele che si era sentito escluso dalla conversazione.
“Giusto, scusami Gabri. Hai presente il primo in classifica online? Alex ‘Il Re Dragone’? Ecco, è lui, in carne e ossa”
Gabriele strinse la mano al colossale duellante greco tradendo, forse per la prima volta da quando Gilbert e Sally lo avevano conosciuto, un certo inquieto rispetto per chi gli stava di fronte.
“Gabriele ‘Il Senatore’. Mi ricordo di te. Mi hai combinato diversi brutti scherzi quando ci siamo incontrati nelle partite online”
“Intendo ripetere l’opera, Re Dragone”
“Vedremo, per questo torneo ho parecchi assi nella manica”
“Interessante, ma ho paura che tu non abbia estratto neanche i Due fino ad ora” sparò l’italiano tornando al suo solito tono strafottente.
Alex lasciò la stretta di mano e strinse gli occhi sull’altro duellante.
“Il tuo dueling disk segna 20 punti. Non posso credere che un campione del tuo calibro possa aver perso dei punti in una fase preliminare, quindi deduco che non hai ancora fatto neanche un duello fino ad ora”
Alex si trovò in difficoltà, ma prima che potesse pensare a una risposta, piombò sulla scena il ragazzino del duello di prima.
“Ehi” esclamò il ragazzino puntando Alex “Sei davvero tu Il Re Dragone?”
Alex lo squadrò da capo a piedi. Il ragazzino era parecchio più giovane, avrà avuto 16 anni al massimo e arrivava a mala pena al petto del gigante greco.
“Confermo, sono io” rispose dolcemente.
L’altro alzò il dueling disk.
“Allora ti sfido a duello. All In, io ho già 70 punti, così potrò andare in finale, e anche tu”
Malverik inarcò un sopracciglio. Quel ragazzino o era davvero sicuro di se o era un incosciente completo.
“No, piccolo, non accetterò questa sfida” ribatté Alex “Non mettere in gioco la tua partecipazione al torneo contro di me”
Detto questo Alex si voltò dando le spalle al suo sfidante e tornando al suo gruppo.
Sally notò dipingersi sul volto di quel ragazzino lo stupore per la risposta di Alex, poi la disperata ricerca di una via d’uscita.
“Allora ti sfido con una puntata standard” gli urlò dietro “Non puoi sottrarti a questa sfida”
Alex sospirò rassegnato e incrociò lo sguardo di Mal.
“Qual è il problema?” chiese Malverik.
“Ma lo hai visto?” rispose Alex.
Solo a questo punto il campione greco si voltò verso il suo avversario e accettò, costretto, la sua sfida.
I due si posizionarono sul prato davanti alla strada, nello stesso punto in cui il ragazzino aveva affrontato Cesar poco prima.
“Posso almeno sapere il tuo nome, ragazzino?” chiese Alex.
“Sono Kahim”
“Alexandross” rispose “Conoscito come Il Re Dragone”
Gilbert estrasse veloce come un lampo fotocamera e computer, proto a documentare quel duello.
Malverik intanto si era avvicinato a Sally.
“Prendi nota, veder combattere Alex dal vivo è uno spettacolo per gli occhi e una buona scuola per il cervello” sussurrò Malverik alla ragazza.
Sally tenne gli occhi fissi sul campo di battaglia mentre i due contendenti attivavano i loro dispositivi per  cominciare a combattere.

“Comincio io” esclamò Kadhim “Evoco Corona dalle Ali Blu in posizione di attacco”
Il grosso uccello dalle piume azzurre e la cresta rosso fuoco apparve in una colonna di luce sul terreno di gioco, seguito dalla carta coperta del ragazzo.
“A te la mossa” disse rabbioso Kadhim.
Più lo guardava, più Alex sentiva che quel ragazzino ce l’aveva con lui per qualche motivo.
“Tocca a me” tuonò Alex pescando una carta.

Il gesto non fu particolarmente plateale, Alex si era limitato a prendere la prima carta del suo deck con due dita ed estrarla. Eppure Sally avvertì una leggera onda d’urto che la colpì in faccia sorprendendola tanto che quasi perse l’equilibrio.
Voltandosi verso Malverik notò che anche lui aveva avuto la stessa sensazione.
“Impressionante” commentò il ragazzo “Alex è senza dubbio collegato al Gioco delle Ombre, ma il suo collegamento deve essere ben più forte del mio e del tuo messi insieme se si riesce a percepire da questa distanza e senza che il Gioco sia stato bandito”

Alex osservò per un attimo le sue carte, poi il terreno dell’avversario e scelse la mossa da fare.
“Evoco Drago Avido in posizione d’attacco” esclamò Alex e si materializzò sul prato il suo drago, dalla testa curva e ricoperto di gemme fuse insieme in un’armatura che ruggì minaccioso dall’alto dei suoi 1900 ATK.
“Adesso attivo Distruzione Schiacciante, con la quale punto e distruggo la tua carta coperta” ruggì Alex.
La carta coperta di Kadhim andò in frantumi e l’effetto secondario della carta magia inflisse all’avversario di Alex un danno di 500 LP.
“Drago Avido, attacca e distruggi Corona dalle Ali Blu”
Il drago caricò la sua sfera infuocata dentro la sua bocca e la sparò contro il mostro avversario, impattando in una  nuvola di fumo grigio.


 

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Capitolo 16
*** La potenza del Re Dragone ***


Ciao gente! Eccoci di nuovo a parlare di duelli. E finalmente, direte voi, e avreste anche ragione, non per niente questa è una storia su Yu-Gi-Oh. Non vi preoccupate, comunque, perché con il capitolo di oggi torniamo sul terreno di gioco insieme al maestro dei mostri Drago Alex e al suo giovane avversario che forse nasconde più di quanto sembri.
Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita. Io ringrazio molto tutti coloro che continuano a seguire la mia storia, capisco che possa essere un casino da seguire e spero di riuscire a fare sempre meglio mano a mano che vado avanti. Grazie a tutti coloro che hanno dato una possibilità a questa storia e che continuano a farlo.

La piccola folla che si era raccolta intorno al duello rimase col fiato sospeso mentre il fumo olografico si diradava mostrando, nello stupore generale, Corona dalle Ali Blu rimasto illeso dallo scontro.
“Scartando Kuriboh dalla mia mano posso annullare qualsiasi attacco” esclamò Kadhim mostrando il mostriciattolo appena scartato al cimitero.
Alex squadrò a occhi stretti l’avversario, quindi posizionò due carte coperte e terminò il turno.
Il ragazzino pescò la sua carta e meditò sul da farsi.
“Evoco Muka Muka in posizione d’attacco!” dichiarò Kadhim evocando sul terreno il grosso granchio di pietra lavica.
“Con quattro carte nella mia mano, Muka Muka guadagna 1200 ATK andando a quota 1800. Adesso metto Corona dalle Ali Blu in posizione di difesa, posiziono una carta coperta e termino il turno”
Avendo giocato una carta, in mano a Kadhim rimasero 3 carte e l’ATK di Muka Muka tornò a 1500 ATK.
Alex pescò una carta e fece due conti: 99 su cento era una trappola, Muka Muka era troppo debole per resistere a un attacco del Drago Avido, quindi la carta coperta doveva essere qualcosa che aumentasse l’ATK del mostro. Una carta Rinforzi a giudicare dal livello medio del deck.
“Lancio l’attacco di Drago Avido contro Corona dalle Ali Blu” dichiarò Alex, e il suo Drago Avido caricò di nuovo l’attacco contro il mostro avversario sparando la sua sfera infuocata.
“Attivo la mia carta Trappola Difensore Affidabile!” esclamò Kadhim sollevando la sua carta Magia Coperta. Grazie a questa, Corona dalle Ali Blu aumenta il suo DEF di 700 punti andando a pari con il Drago Avido. Cosi resiste all’attacco”
I punti DEF del mostro del ragazzino aumentarono vertiginosamente fino ad arrivare a 1900, gli stessi dell’ATK del Drago Avido, che vide il suo attacco infrangersi contro il piumaggio potenziato del bersaglio.
Alex terminò il turno senza fare altre mosse.
“Tocca a me!” esclamò Kadhim sorridendo “Attivo Polimerizzazione per fondere Corona dalle Ali Blu con Niwatori che ho in mano, per evocare Aquila Punita”
Sotto l’ordine del suo padrone, la carta Polimerizzazione si attivò scoprendosi sul terreno, così Niwatori comparve in capo, mostrandosi come una grossa quaglia sovrappeso spaparanzata per terra in cerca di relax. I due mostri divennero quindi semplice energia luminosa ed entrarono nella carta Magia, che rompendosi rivelò il gigantesco rapace dal piumaggio blu-notte e i minacciosi occhi rossi.
“Adesso sacrifico Muka Muka per evocare Antico della Foresta”
Similmente al duello precedente, il granchio venne fatto scomparire da una colonna di luce bianca e al suo posto si materializzò un ariete bianco dagli occhi rossi, e munito di piccole alette membranose sul dorso e molte code, dettaglio simile a un Kyubi giapponese.
“Aquila Punita, attacca il Drago Avido!” ordinò Kadhim, e subito il volatile da 2100 ATK si alzò in volo per poi lanciarsi in picchiata e colpire il drago di Alex con i suoi artigli che lo fecero a pezzi mentre Alex perdeva 200 LP.
“Ora, Antico della Foresta, attacca direttamente”
L’ariete raspò in terra e partì alla carica con le corna puntate e attraversò da parte a parte Alex infliggendogli un danno di 1800 LP.
Il greco non batté ciglio e rimase immobile per tutto il tempo dell’attacco.

A Malverik sfuggì una mezza risata.
“Mi sono persa qualcosa?” chiese Sally.
“Nono, è solo che conoscendo Alex trovo assurdo provare a sfidarlo sulle fusioni”
Sally lo guardò interrogativa.
“Ricordi cosa ti ho detto?” spiegò Malverik “Alex non solo è maestro di mostri di tipo Drago, ma soprattutto è un maestro di mostri fusione. Non ho mai visto nessuno maneggiarli come fa lui”
“Quindi fino ad adesso …?”
“Stava solo studiando l’avversario”
Solo in quel momento Malverik si accorse che Gilbert aveva assunto una strana espressione e stava battendo compulsivamente tasti sul computer.
“Gilbert, che stai facendo?” chiese Malverik.
Gilbert lo ignorò.
“Gibby?”
Il sentire quel vecchio nomignolo pronunciato da qualcuno che non fosse Sally dette uno scossone di sorpresa a Gilbert, che si voltò di scatto.
Gli sguardi degli amici puntati addosso fecero si che il giovane giornalista rielaborasse la domanda.
“Stavo controllando una cosa. Quel modo di giocare, quello di Kadhim, intendo, non mi è del tutto nuovo. Devo capire se si tratta di qualche duellante famoso”
“Beh, muoviti, Alex sta per contrattaccare”

Kadhim si concesse un sorriso di approvazione per se stesso. Aveva messo alle corde quello che era conosciuto come il duellante più forte del mondo. Se Kygranerd aveva ragione e quel ragazzo era uno dei duellanti che stava cercando il premio per averlo trovato gli avrebbe concesso di tornare a casa da vincitore anche senza il premio della vittoria del torneo.
Alex aveva notato la disperazione negli occhi del suo avversario. Poco ma sicuro, quel ragazzino non era arrivato fin li per divertirsi.
“Attivo Anfora dell’Avidità e pesco due carte” dichiarò Alex.
“Dimmi una cosa: tu per quale motivo sei qui?” chiese a bruciapelo al suo avversario il duellante greco.
Kadhim rimase basito da quella domanda, così come la maggior parte degli spettatori li intorno.
“Per vincere, mi sembra ovvio” rispose guardingo il ragazzino.
Alex sorrise scuotendo la tesa.
“Io sono qui per il gioco” fece mentre metteva in mano le carte che aveva appena pescato “Sono fermamente convinto, che al Duel Monsters serva un punto di riferimento per che ne rappresenti le regole e lo spirito. Hai notato che ci sono migliaia di modi diversi di intendere questo gioco? Ebbene, io voglio fare in modo che a vincere sia il modo che ritengo giusto. Non permetterò che questo gioco, che io adoro sia rappresentato da qualcuno che lo gioca in maniera fredda o, ancora peggio, disonesta”
Nessuno fiatò mentre Alex pronunciava queste parole. Era come stare a sentire il comizio di un re mentre parlava di come vincere una guerra. Delle parole solenni, che non lasciavano spazio a repliche.
“Con questo obbiettivo in testa intendo vincere questo torneo e rappresentare il Duel Monster in tutto il mondo, con il mio modo di giocare e il mio modo di credere in questo gioco!” concluse Alex, quindi estrasse una carta tra quelle nella sua mano.
“Attivo Polimerizzazione!” tuonò Alex attivando la carta.
Mentre l’ologramma della carta Polimerizzazione si materializzava sul terreno, Sally e Malverik percepirono chiaramente la presenza del Gioco delle Ombre in questa mossa, che si manifestò con un’onda d’urto ancora più forte della precedente che li investì e costrinse Sally ad arretrare di un passo, mentre Malverik assunse quello sguardo particolare, misto tra concentrazione e eccitazione che aveva quando duellava.
“Fondo insieme Drago Ragnarok Divino e Signore dei D. nella mia mano, per evocare Re Dragone!”
Una nube nera si addensò sulla testa di Alex creando una forte corrente che in minima parte fu percepita anche dagli spettatori, quindi le cominciarono a vorticare come un mulinello assorbendo al centro di esso le energie dei due mosti di Alex per poi emettere una luce rosse e squarciarsi in due.
Il mostro che ne uscì era un enorme incrocio tra uomo e drago. Una creatura con il torso e la testa umana, anche se mascherata dal copricapo tipico del Signore dei D., ma con la lunga coda di un drago cinese e delle ampie ali sulla schiena, mentre nella mano sinistra reggeva un’arma a forma di testa di drago.

“Lo vedi quel coso?” sussurrò Mal a Sally indicando Re Dragone “Quello è il Deck Prince di Alex, la carta da cui prende il suo soprannome, il fiero e incorruttibile re di tutti i mostri di tipo Drago, capace di permettere ai draghi più grandi e potenti di scendere velocemente sul campo di battaglia e di proteggerli dalle Magie e dalle Trappole dei nemici”

“Quindi evoco Viverna Occhi Rossi” dichiarò Alex, e il rettile volante spigoloso e completamente nero e con gli occhi rossi che scintillavano, lungo appena quanto il braccio del Re Dragone, si materializzò al suo fianco.
Kadhim rimase impietrito di fronte a tanta potenza.
“Viverna Occhi Rossi, attacca l’Antico della Foresta” la Viverna caricò in volo mentre l’ariete di Kadhim preparò la sua corsa e caricò da terra spiccando un salto verso il suo avversario aiutato dalle piccole ali.
Con potenza di attacco pari a 1800, i due mostri si distrussero a vicenda.
Per motivi che non gli erano chiari, Kadhim percepì lo scontro dei due mostri come se fosse reale, compreso l’impatto, ma puntò i piedi a terra, si protesse la faccia con gli avambracci e resse l’urto.
Quando riaprì gli occhi si trovò su di se quelli severi e concentrati dell’avversario, che ora emanava la sensazione di un re spietato, pronto a sottomettere chi gli stava di fronte.
“Re Dragone, attacca l’Aquila Punita” ordinò Alex con un gesto della mano protesa in avanti contro il mostro avversario.
Il Re Dragone caricò la sua arma e sparò una meteora infuocata verso l’Aquila Punita.
Il colpo che ne scaturì fu ancora più forte di quello precedente, e stavolta Kadhim non riuscì a reggere l’impatto e cadde all’indietro sul prato.
L’Aquila Punita venne distrutta e il ragazzino subì un danno di 300LP.
Kadhim fece per rialzarsi.
“Sta a terra, ragazzino” ordinò minaccioso Alex.
Kadhim sentì come un peso sulle spalle che gli impedì di rialzarsi. Sollevò quindi gli occhi su Alex, che aveva ancora lo sguardo severo e intimidatorio di prima.
Kadhim stinse i denti e con un certo sforzo si rialzò in piedi pronto a continuare.
“Non sei l’unico che è qui per un motivo” ringhiò Kadhim “Non ho intenzione di lasciar andare quel premio. La mia gente ne ha bisogno. Ho attraversato l’Atlantico da clandestino per arrivare qui, e non ho intenzione di tornare a mani vuote!”

“Trovato!” esclamò Gilbert ancora seduto a terra.
“Cosa?” chiese Sally attirando anche l’attenzione di Malverik.
“Chi è quel ragazzino! Online conosciuto come Summerfest, usa un deck di Eroi Elementali, da cui l’esperienza nelle fusioni”
“Da tre anni in qua, ogni estate torna in scena e raggiunge la top 20 mondiale, poi sparisce di nuovo per tutto il resto dell’anno. Tra chi segue la classifica è stato soprannominato Il Fantasma”
“Lo conosco, l’ho anche affrontato un paio di volte in Ladder. È tosto, ma ha un deck completamente diverso” commentò Malverik.
Gilbert ci pensò su.
“Il fatto che abbia attraversato l’Atlantico da clandestino mi convince che venga dall’Africa, in alcuni paesi i pacchetti di espansione arrivano sempre con molto ritardo. E poi è possibile che non si possa permettere delle carte migliori e che sia venuto solo con quelle che ha trovato”
“E ha 70 punti?” fece Gabriele stupito “Allora è bravo davvero”

Kadhim pescò una carta dal Deck.
“Adesso posiziono un mostro coperto in difesa e due carte coperte” e con questo concluse il turno.
Alex pescò a sua volta.
“Utilizzo l’effetto di Re Dragone, che mi consente di evocare tramite evocazione speciale un mostro Drago sul terreno”
Alex prese una delle carte in mano.
“Sorgi, Drago Tiranno!”
All’ordine del Re Dragone, una colonna di luce si alzò dal terreno e si condensò a mezz’aria nella forma di un tozzo lucertolone alato marrone-terra sul dorso e più chiaro sul ventre, dai denti aguzzi, gli occhi color smeraldo e una gemma incastonata nella fronte. Grande quanto se non più del Re Dragone stesso, Drago Tiranno vantava 2900 ATK.
“Ora attivo Carità Gentile. Posso pescare te carte dal Deck e poi scartarne due”
Alex operò la sua mossa mente il Drago Tiranno e il Re Dragone scrutavano l’avversario.
“Drago Tiranno, attacca il mostro coperto dell’avversario!” Ordinò Alex, e il suo Drago soffiò sulla carta una vampata di fuoco che la incenerì. Tra le fiamme, tutti videro la figura confusa del Ratto Gigante”
“Grazie all’effetto di Ratto Gigante posso evocare un altro mostro sul terreno” dichiarò Kadhim e evocò l’Antico Guerriero Lucertola in attacco.

“Ouch…” commentò Gabriele.
“Ovvero?” chiese Sally.
“Il piccolo ha fatto male i conti” rispose Malverik.

“L’effetto del Drago Tiranno gli permette di attaccare uno alla volta tutti i mostri sul terreno dell’avversario” tuonò ancora Alex “Drago Tiranno, attacca l’Antico Guerriero Lucertola”
E un nuovo soffio infuocato si abbatté sul campo dell’avversario dritto verso l’Antico Guerriero Lucertola.
“Attivo Rinforzi!” esclamò Kadhim attivando la sua carta trappola “Aumenta l’ATK di Antico Guerriero Lucertola di 500 punti.
L’aumento di punti d’attacco non intralciò l’attacco furioso del Drago Tiranno, che eliminò facilmente l’Antico Guerriero Lucertola e inflisse a Kadhim un danno di 1000 LP.
Il soffio del drago di Alex incendiò tutto il terreno di Kadhim, che per un istante ne percepì il calore e indietreggiò.
“Re Dragone, attacca direttamente”
L’ordine di Alex fu eseguito immediatamente dal Re Dragone, che caricò di nuovo il colpo dalla sua mano sinistra e sparò la meteora contro Kadhim, che stavolta sentì chiaramente l’impatto con la palla di fuoco e cacciò un urlo dettato più dallo spavento che dal dolore, dato che un istante dopo averlo colpito, la palla di fuoco tornò ad essere un ologramma, ma il ragazzino finì comunque per cadere rovinosamente sul prato.
Alex rimaneva monolitico, padrone incontrastato del campo di battaglia, osservando il suo avversario rialzarsi e scuotersi dai pantaloni l’erba che è rimasta attaccata e tornare in posizione … con soli 100 LP rimasti.
“Termino il turno” disse austero Alex.
Neanche il tempo per l’avversario di pescare una carta, che sul terreno di Alex si materializzò in una colonna di luce dorata un terzo enorme drago. In tutto simile alla Viverna Occhi Rossi di prima, ma molto più grande e più proporzionato, con i lunghi artigli e i rabbiosi occhi scarlatti.
“Alla fine del mio turno, se ho Viverna Occhi Rossi nel cimitero, posso bandirla dal gioco per evocare dal mio cimitero un Drago Nero Occhi Rossi”

“Una delle carte che ha scartato prima, vero?” chiese conferma Sally a Malverik.
“ That’s right” rispose Malverik “Il duello è finito il turno scorso”

Sotto gli attenti sguardi dei tre Draghi e di Alex, Kadhim scosse la testa e pescò la sua carta, ma le sue opzioni erano estremamente limitate di fonte a tanta potenza offensiva.
“Evoco Sangan in posizione di difesa”
Il piccolo demone peloso con tre occhi si materializzò sul terreno cercando di proteggersi con gli ossuti arti anteriori messi a croce davanti al corpo.
Appena il mosto fu evocato, sia Malverik da spettatore, che soprattutto Alex percepirono che quello non era un mostro qualunque.
Il suo sguardo sembrava impaurito, la sua pelliccia di peli color terra e neri erano turgidi e tremolanti, come avesse veramente paura del trio di mostri che campeggiavano sul terreno dell’avversario.
Non c’erano dubbi che Sangan fosse il Deck Prince di Kadhim.
“Adesso attivo la carta magia Dividi La Sofferenza. Offro come tributo Sangan e ti costringo a offrire come tributo uno dei tuoi mostri”
Alex strinse gli occhi curioso mentre il piccolo demone spariva in una colonna di luce bianca.
“Offro come tributo il mio Drago Nero Occhi Rossi” sentenziò Alex, e il feroce drago tornò al cimitero.
“Adesso attivo la carta Richiamo del Posseduto e recupero dal cimitero Sangan”
Dalla carta trappola di Kadhim fuoriuscì un fumo violaceo che entrò nel suo cimitero e ne estrasse la figura di Sangan, che tornò sul terreno.
“Grazie all’effetto di Sangan, visto che è stato mandato dal terreno al cimitero, posso prendere un mostro dal mio deck con meno di 1500 ATK e aggiungerlo alla mia mano” fece Kadhim “La mia scelta ricade su Strega della Foresta Nera”
Ad Alex sfuggì un mezzo sorriso.
“Adesso attivo un’altra Polimerizzazione e fondo insieme Sangan e Strega della Foresta Nera per evocare Sanwitch in attacco”
I due mostri si unirono all’interno del vortice arancio e blu della carta Polimerizzazione, da cui uscì un minuto mago vestito di bianco, con un cappuccio che ne mostrava solo i grandi occhi e la pelle verdastra, che protraeva davanti a se il bastone di legno culminante con una spirale.
Il piccolo Incantatore sembrava pronto a combattere, ma con i suoi 2100 ATK non impensieriva per nulla nessuno dei mostri di Alex.
“Posiziono una carta coperta e termino il mio turno” disse Kadhim.
Toccava a Alex, che pescò una carta.

“Bluff?” chiese Gabriele a Malverik.
“Chiaramente bluff” rispose sicuro l’argentino. Gli occhi combattivi del ragazzino avversario di Alex avrebbero ingannato un duellante poco esperto, non certo dei veterani. Probabilmente la carta coperta era del tutto innocua, destinata unicamente a prendere tempo.

Alex controllò la sua carta, poi il terreno avversario, e la attivò.
“Attivo Blocca Attacco” dichiarò Alex  e mise nello scomparto la sua carta Magia.
Kadhim sbiancò quando il suo mostro fu costretto a passare in difesa.
“Attraverso l’effetto di Re Dragone metto in campo Drago Avido #2”
Con movimenti minimali, Alex posizionò sul dueling disk la carta dell’ennesimo dragone. Una versione più possente di quello che aveva evocato all’inizio del duello. Dal colore verde smeraldo e poco più piccolo del Drago Tiranno.
“Drago Avido #2, attacca Sanwitch”
L’ultimo drago evocato da Alex puntò verso il mostro di Kadhim e lo incenerì con una fiammata, quindi il ragazzino si trovò di nuovo solo con una carta coperta completamente inutile. Il suo bluff non aveva funzionato.
Sconfortato, Kadhim si lasciò cadere le braccia penzoloni aspettando il colpo di grazia di uno dei mostri di Alex in silenzio.
Alex sorrise di nuovo.
“Mi arrendo”


Nessuno intorno all’area del duello voleva crederci, ma Alex aveva effettivamente rimesso nel deck le carte della propria mano e toccato la prima carta con il palmo, gesto che sanciva il forfait di un duellante secondo le regole del duel monster.
Nello stupore generale, protagonista compreso, Kadhim era il vincitore del duello.
“Qualcuno mi spiega cos’è successo?” chiese Gilbert, rimasto bloccato dopo la dichiarazione di forfait di Alex.
“Sembra che Alex abbia altri piani per questo torneo, anche se non ho capito quali” rispose vago Gabriele, tanto per non far notare che neanche lui aveva capito quel gesto.
L’unico che non riuscì a proferire verbo fu Malverik, che rimase impietrito a fissare l’altro duellante con uno sguardo che esprimeva un misto tra confusione e disprezzo.
Mentre gli ologrammi dei mostri scomparivano, Alex mise mano al suo deck box e si avvicinò a Kadhim, ancora imbambolato e incredulo.
Neanche il tempo per il giovane africano di cominciare a chiedere il perché di tutto questo, che Alex lo anticipò.
“Mi sembra chiaro che non sei qui solo per il titolo di campione del mondo. Ho capito che per te la partecipazione ha un motivo ben più importante su cui non indagherò. In fondo, non sono affari miei” disse Alex con un sorriso gentile; quindi estrasse tre carte dal suo deck box.
“Devo dirti però, sperando di non offendere, che con un deck da morti di fame come il tuo andrai poco lontano. Il tuo obbiettivo principale in queste eliminatorie dovrà essere quello di potenziarlo.
Ti serviranno carte più potenti innanzi tutto. Molte carte potenti sono anche molto rare, posso fare l’esempio classico del Mago Nero o del Drago Bianco Occhi Blu”
Detto questo, allungò all’avversario le tre carte estratte.
“Drago-Coniglio e Seiyaryu sono delle ottime alternative, inoltre ti do anche la carta Magia Pupazzo da Tributo, per poter evocare più facilmente Seiyaryu”
“Aspetta, mi stai …”
Di nuovo, Kadhim fu interrotto, stavolta da Gabriele.
“Carte potenti? Mi prendi in giro” berciò l’italiano avvicinandosi “Ci metterai una vita a evocarle, intanto gli avversari ti avranno già messo a novanta più e più volte”
Gabriele estrasse un mazzo di carte dalla tasca e ne scelse due.
“Se hai mostri di livello basso tanto vale sfruttarli, magari facendoli essere gli unici a poter attaccare, con Legame Gravitazionale o proteggendoli con una Armatura Sakuretsu”
Detto questo, Gabriele aggiunse le sue carte a quelle di Alex e si rimise le mani in tasca.
Si avvicinarono anche Gilbert e Sally.
“Aspetta, abbiamo trovato queste tra le carte che abbiamo preso ieri. A noi non servono, ma nel tuo deck starebbero bene” esordì Sally.
“Sono Lupo Geneticamente Modificato e Folle Cane dell’Oscurità” spiegò Gilbert “Sono due mostri potenti tra quelli di basso livello. Di sicuro ti saranno utili, e poi si abbinano bene al tuo deck di mostri dei boschi”
Mentre Kadhim cercava di dare un senso a tanta gentilezza, tutti gli altri gettarono un’occhiata verso Malverik, che era rimasto al suo posto, estremamente restio ad aiutare il ragazzo.
Sentendosi gli occhi puntati addosso, Malverik si voltò, ma Sally gli andò incontro e lo scrollò per una spalla incitandolo a fare la sua parte.
Malverik incrociò l’espressione sorridente della ragazza e emise un verso di disapprovazione.
“Siete un branco di idioti” esordì l’Imperatore “Avete riempito questo ragazzino di carte accessorio e non vi siete neanche accorti che gli mancano le basi” continuò avvicinandosi e mise nella mano di Alex anche le carte Anfora dell’Avidità e Mostro Resuscitato.
“Queste due sono un must have per qualsiasi deck. Non esiste che se ne possa fare a meno” spiegò Mal infastidito “Fortuna tua che ne porto sempre qualcuna di riserva”
Kadhim si guardò intorno incontrando per ultimo lo sguardo dolce di Alex, che aveva appena finito di scuotere la testa per il comportamento di Malverik.
“Grazie …” fece Kadhim incredulo.
“Ci vediamo alle finali” disse Alex e si allontanò in direzione di Malverik.
Kadhim prese le carte che gli erano state regalate dai ragazzi e le mise nel suo deck box amatoriale, dove Sally intravide qualcosa che attirò la sua attenzione.
“Scusa, che carta è quella?” chiese la ragazza.
Kadhim prese il mazzetto di carte che si portava dietro e prese la carta incriminata.
“Questa? È Regno dei Vampiri. È una carta rara, ma a me non è mai servita a nulla”
“Me la scambieresti?” chiese Sally mettendo mano a sua volta al deck box.
Da questo ne estrasse la carta che aveva preso ad Hans Pohl: Alector, Sovrano degli Uccelli.
“Questa carta dovrebbe essere altrettanto rara” fece la ragazza.
Kadhim studiò la carta e con un gesto della testa accettò lo scambio.
Alex e Malverik si erano appartati poco più avanti nel prato mentre la folla intorno si disperdeva.
“Pensavo che la regole de ‘Il gioco non è giusto, è equo’ fosse universale” commentò Malverik con una punta di rimprovero.
“Lo è, Mal, ma è una regola che intendo cambiare. Se è possibile fare del bene tramite un gioco non ha senso che sia solo equo” rispose Alex “Ma tu questo non lo comprendi, vero?”
“No, infatti. Il gioco esiste per mettere a confronto l’abilità dei giocatori. Anche la fortuna di avere i soldi per le carte fa parte dei requisiti”
Alex guardò di traverso l’altro duellante restando in silenzio.
“Lasciando perdere questo; quanto sai del Gioco delle Ombre?” chiese Malverik a bruciapelo.
Alex mantenne il sangue freddo non mostrando i segni di sorpresa.
“Quello che si è letto in rete, perché?” rispose.
Malverik capì immediatamente che Alex voleva tenere per se il fatto di essere un collegato al Gioco delle Ombre … e che non si sarebbe fidato facilmente di lui.
“Perché ho scoperto che Stephan Kygranerd ha assoldato dei cacciatori di taglie per trovare i giocatori di Duel Monsters collegati al Gioco delle Ombre. Non ho idea di cosa possa volerci fare, ma sembra che l’abbia presa piuttosto sul serio. Hans Pohl è andato a cercare Sally, e un altro è venuto da me” Malverik indicò con un cenno della testa Kadhim “Kygranerd ha promesso una grossa somma di denaro per il compimento della missione, quindi non mi stupirebbe se anche lui fosse stato contattato”
Alex gettò un occhiata su Kadhim e rifletté su quello che gli aveva detto Malverik. Il torneo era stato annunciato diversi mesi prima, ma allora il laboratorio al terzo piano sotterraneo della Kygranerd era già completato e funzionante. L’istinto suggeriva a Alex che ci fosse un collegamento tra il laboratorio e il torneo organizzato da Stephan Kygranerd, ma non era per niente chiaro come un gioco di carte potesse tornare utile a un piano segreto di una multinazionale dell’energia.
“In effetti sembra inquietante” sorrise Alex “Da come ne parli sembra che Kygranerd possa rintracciare ogni duellante del torneo per mandargli contro i suoi cacciatori”
Alex aggiunse una risata e Malverik non comprese se lo stava prendendo sul serio oppure no.
“La trama perfetta per un film di spionaggio di bassa lega” aggiunse il greco ridendo “In quel caso Gabriele sarebbe senza dubbio il più sfuggente. Non si comporta per niente come un duellante normale, dico bene?”
Solo in quel momento Malverik si rese conto di cosa Alex stesse cercando di dirgli. Kygranerd aveva davvero un modo per individuarli, e quel modo erano i dueling disk che aveva distribuito a tutti.
“Ora devo andare, ci sono parecchie cose che devo fare, ma dammi il tuo numero, nel caso volessimo rincontrarci e fare gruppo sarebbe ottimo, tanto abbiamo ancora il patto di trovarci in finale, no?”
Malverik salvò sul cellulare il numero di Alex che fece per andarsene.
“Ah, una cosa” fece Alex all’improvviso “Ti dice niente il nome Elzer Cosky? Mi è venuto in mente oggi e non riesco a togliermelo di testa”
Malverik ci pensò su, ma non gli venne in mente nulla.
“Gibby!” chiamò Malverik.
Gilbert si voltò sbuffando.
“Elzer Cosky ti dice niente?”
Gilbert ci pensò su e rispose: “Certo, è quello che ha formulato la teoria sul Gioco delle Ombre che poi si è sparsa in rete. La maggior parte delle teorie più accreditate da diversi anni a questa parte portano la sua firma”
Alex ringraziò con un gesto della mano e si allontanò mentre Malverik tornava al suo gruppo.
Mentre camminava verso l’uscita del parco in direzione della Kygranerd Corp, Ale rifletteva su quelle ultime informazioni di cui era venuto a conoscenza.
Kygranerd voleva i duellanti del Gioco delle Ombre, il suo laboratorio segreto poteva essere in qualche modo collegato a questo progetto. Inoltre aveva tra le sue fila questo Elzer Cosky, che aveva messo per primo in giro le voci sul Gioco delle Ombre, quindi poteva essere un duellante delle Ombre a sua volta.
Pezzi troppo distanti per avere una visione chiara del puzzle, ma adesso Alex aveva una traccia per capire quale fosse il collegamento. Aveva bisogno di capire chi fosse Elzer Cosky.

“No, aspetta, questo non ha senso! NOOOOO!” urlò il duellante ormai sconfitto che crollò a terra sotto i colpi magici del mostro avversario.
L’avversario si mosse nell’ombra della balconata eseguendo qualche passo di danza mentre rideva della sorte dell’avversario.
“Un gran bel duello, amico, davvero un gran bel duello” rise l’altro sgambettando allegramente.
Il duellante vincitore si avvicinò all’avversario che si trovò con le spalle contro la parete di fumo nero che aveva circondato l’aera di gioco.
“Vedi, il punto in questo Gioco non è sfuggire al controllo, ma invertirlo” delirava l’altro quello prendendo per il mento l’avversario “Il giocatore che gioca al Gioco o il

Gioco che gioca il giocatore? È qui che sta il punto. Il mio avversario ha i suoi occhi e la sua scacchiera ben schierata, ma questo Gioco non è fatto di pedine che vanno mosse e di aree che devono essere conquistate. No no no, è fatto di sentieri e di persone che li percorrono. A questo punto ti sarà chiaro che in vantaggio non è chi mette la propria pedina nell’area di un sentiero, ma chi conduce le persone che vuole nei sentieri che vuole, perché tutti i siano nella loro posizione per il matto finale”
L’altro non capiva e quei deliri da pazzo lo inquietavano sempre di più.
“Tu servirai a questo scopo, amico mio, dovrai essere il masso che devia il corso del fiume, e porta chi voglio io da me”
Il muro di fumo nero cominciò a dissiparsi, ma gli sbuffi di fumo si mossero verso i due creando un tornado di fumo nero che puntò dritto contro la faccia dello sconfitto, incapace di liberarsi dalla sovrumana stretta dell’avversario, che lo costringeva a tenere la faccia fissa verso l’alto.
Il tornado di fumo vorticò ancora qualche istante e si riversò come corrente negli occhi e nella bocca dello sconfitto soffocando le sue grida di dolore.
Quando tutto il fumo fu entrato, il duellante ancora seduto a terra alzò lo sguardo spendo verso il suo avversario di poco prima, che lasciò la presa e gli permise di alzarsi.
“Tu ora rispondi a Elzer” disse la scheletrica figura in penombra “E con gli altri dovrete cercare una certa persona e fare in modo che venga da me con il giusto spirito”.

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Capitolo 17
*** Sally la Necromante ***


Ciao gente! Con più di un mese di indecoroso ritardo torno a pubblicare il diciassettesimo capitolo de I Maestri delle Ombre. Questo capitolo è stato un vero parto, non pensavo che preparare tutti i componenti per una riunione del cast potesse essere tanto difficile. Vabbé, alla fine in qualche modo me la sono cavata, spero che il risultato piaccia alla mia ormai trentina abbondante di lettori (e chi se lo aspettava...)
Voglio ringraziare tutti quanti coloro che continuano imperterriti a stare dietro ai miei deliri e a dar fiducia a questa serie. Grazie davvero, mi fate molto piacere.
Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita.

*Quella stessa mattina, da qualche parte nel parco*
Aleta si spolverò la polvere dal giacchetto color crema alla nocciola e posò lo sguardo sprezzante sul corpo esanime del suo avversario steso a terra con gli abiti lacerati in più punti e molte ferite che si stavano per rimarginare.
Aleta si abbassò sulle ginocchia e afferrò con forza il malcapitato per i capelli alzandone la testa.
“Ora ascoltami bene, incapace, voglio sapere nome e cognome di chi ti ha mandato a cercarmi e perché!” sibilò la ragazza.

“Kygranerd …” rispose l’altro meccanicamente, come se non avesse realmente coscienza di quello che stava dicendo “Stephan Kygranerd ha promesso una ricompensa a dei cacciatori di taglie per scoprire chi sono i duellanti del Gioco delle Ombre”
Aleta strinse gli occhi.
“Chi sono questi cacciatori di taglie?”
“Duellanti capaci, i migliori nelle classifiche online”
Ecco perché non era stata chiamata anche lei. Non era mai stata molto partecipe nei duelli online.
“Perché?”
“Non lo so” rispose l’altro con la stessa cadenza meccanica “Sembra che Kygranerd abbia un progetto in mente, ma noi non ne sappiamo nulla”
Lo sconfitto tacque.
Inutile insistere. Se questo era tutto quello che aveva detto, questo sarebbe stato tutto quello che le avrebbe detto.
Così Stephan Kygranerd era a conoscenza del Gioco delle Ombre e stava pianificando di sfruttarlo in qualche modo. Una cosa non facile, ma se uno come Kygranerd aveva messo gli occhi su questa cosa sicuramente ne valeva la pena, e magari poteva anche essere una buona opportunità di farsi un alleato potente in questo torneo.

Tornato al gruppo, Malverik mise a parte gli altri, delle ultime novità e dei sospetti di Alex, con Gabriele che, fino ad allora ignaro di tutta la faccenda, si affacciava interessato alla conversazione.
“Quindi, ricapitolando: Stephan Kygranerd, il presidente di una delle aziende leader dell’energia alternativa e notoriamente grande appassionato di giochi di carte e da tavolo, sta cercando per X motivi i duellanti del Gioco delle Ombre e ha sguinzagliato dei cacciatori di taglie per trovarli, promettendo loro un sacco di soldi” riassunse Gilbert “Kygranerd ha fornito tutti i duellanti di un dueling disk che, ipoteticamente, potrebbe essere un modo per rintracciare i duellanti dovunque siano”
“Esattamente” confermò Mal.
“Viene da pensare che l’organizzazione stessa del torneo sia una specie di trappola per i duellanti del Gioco delle Ombre” commentò Gabriele.
“L’organizzazione sarà costata una fortuna a Kygranerd” si inserì Sally “Perché fare tutto questo per inseguire il Gioco delle Ombre? Per quel che ne sappiamo è solo un modo molto pericoloso di condurre normali giochi e riceverne ricompense”
Malverik ci pensò su, anche lui l’aveva sempre pensata come Sally, per lui il Gioco delle Ombre non era mai stato altro.
“è possibile che Kygranerd sappia qualcosa in più sul Gioco delle Ombre che a noi sfugge” ipotizzò Gilbert ed estrasse lo smart phone dalla tasca “Su molti blog di appassionati di Duel Monsters quella del Gioco delle Ombre è una storia piuttosto nota, le teorie in merito si sprecano. È possibile che Kygranerd abbia fatto delle ricerche su qualcuna di esse e abbia trovato un fondo di verità”
“Gibby, è una creapypasta come tante altre. Sarebbe come credere che Polybius sia davvero un programma segreto di controllo mentale del governo americano” lo fermò Sally.
“A parte il fatto che ci sono molti indizi che sia così” replicò il giornalista “Nessuno con un minimo di sale in zucca sborserebbe tutti questi soldi per una teoria senza alcun fondamento. Per sapere se dobbiamo preoccuparci o meno penso che sia meglio fare delle ricerche in merito”
“E il torneo?” chiese Mal “Anche ammettendo che sia una copertura creata da Kygranerd, tutti quelli che partecipano vogliono arrivare ad essere campioni del mondo, e io in testa. Non ho intenzione di rinunciare, considerando poi che stando alla classifica ufficiale non manca molto”
Gilbert accese l’app del torneo e si stupì del fatto che in tutto quel che era successo Malverik si fosse anche tenuto in pari con la classifica. Mancavano solo 25 posti per le finali. Non pochi, ma nemmeno molti.
“Allora direi di dividerci. Tu e Sally potete continuare a occuparvi del torneo mentre io e Gabriele, che è già alle finali, potremmo indagare su Kygranerd”
“Ti fermo subito” lo interruppe Gabri “Non mi frega un accidente di quello che combina Kygranerd con la sua aziende, non ho intenzione di farmi coinvolgere nel Gioco delle Ombre e anch’io ho un torneo da vincere, quindi torno a fare scouting”
Detto questo Gabri si allontanò, per la prima volta a passo spedito.
“Ma che gli è preso?” chiese Sally.
“Hai mai sentito l’espressione ‘pur di non lavorare sarebbe capace persino di lavorare’? Ecco, Gabriele ne è la personificazione vivente”
“Vabbè, lasciando perdere Gabri, io vado a fare le mie ricerche da solo” esclamò Gilbert.
“Non sarà pericoloso?” fece notare Sally.
“Nah! I cacciatori di taglie cercano voi, io in teoria sono solo uno spettatore, non faranno caso a me. Tra l’altro anch’io sarei più tranquillo sapendoti con Mal”
Malverik arrossì leggermente fissando Gilbert che trattenne a stento un sorriso.
“Ok, io allora vado, vi faccio un fischio appena ho finito” Disse Gilbert e si allontanò lasciando gli altri due di sasso.
“Quindi?” chiese Sally.
Malverik sospirò “Andiamo a fare un giro, va’!”
I due cominciarono a passeggiare per le strade del parco, fermandosi ogni tanto a guardare qualche duello che si teneva qua e la.
Malverik, per il forte imbarazzo, aveva cominciato a controllare cose a caso sul cellulare.
“Ehi, se non hai voglia di stare con me non hai che da dirlo” fece Sally a bruciapelo.
“Cosa? Non è questo …” provò a rispondere Malverik, ma non gli venne in mente niente da replicare e per qualche istante stette zitto.
“E allora cos’è?” gli chiese la ragazza guardandolo fisso mentre Mal cercava di evitare lo sguardo.
“Non … non saprei di cosa parlare se non di Duel Monsters” balbettò Mal.
Sally aggrottò la fronte. Ma era serio?
“Dai, non puoi avere solo il Duel Monsters in mente”
“Non so … di che altro potrei parlare, non ho molto da raccontare a parte le partite”
Sally ci pensò su. In effetti da quando l’aveva conosciuto non aveva fatto altro che parlare di carte.
“Come sei arrivato qui dall’Argentina?” chiese Sally.
“Cosa?”
“Ad Aleta hai detto che non potevi permetterti il viaggio, ma sei arrivato lo stesso. Come hai fatto? Anche tu da clandestino come Kadhim?”
Malverik ci pensò su e sorrise.
“Beh … più o meno sì, appena saputo del torneo ho avuto appena il tempo di mettere insieme le carte, poi ho preso al volo un lavoro su un mercantile che scaricava a New York, e da lì con i soldi che mi ero messo da parte sono arrivato in treno fino a qui”
Sally lo guardò dubbiosa.
“Mi stai prendendo in giro?” gli chiese la ragazza.
Mal stette un attimo in silenzio, poi dischiuse il sorriso.
“Ovviamente! Quale idiota farebbe una cosa del genere per un gioco di carte?” rispose Mal ridendo.
Sally scosse la testa “Uno che non sa parlare d’altro, magari?”
Sentendosi vagamente preso in giro, Mal tacque e tornò allo schermo dello smartphone, quando qualcosa attirò la sua attenzione più del dovuto, girò lo schermo e lo mostrò a Sally.
“Ehi, sembra che tu sia diventata popolare”
Sally guardò lo schermo dello smartphone, aperto su un articolo di un blog che riportava l’articolo: “Novella giocatrice di mostri Zombie detronizza il campione tedesco al torneo mondiale”
Sally sgranò gli occhi sull’articolo, Mal invece se la rise.
“Guarda i commenti, sembra che qualcuno cominci già a chiamarti Sally La Necromante”
“Ma eravamo da soli in quella pineta, come hanno fatto a sapere del duello?”
“Dimentichi la app” rispose Malverik “Puoi seguire in diretta tutti i duelli in corso, poi vengono registrati e …” Mal si bloccò di colpo, alzò lo sguardo e gli venne un’idea.
“Ma certo, la app!” esclamò, e si arrestò di colpo riprendendosi il cellulare.
“Ogni duellante che partecipa al torneo ha un proprio profilo salvato sulla app, molti hanno accettato di mettere una loro foto per il profilo con il dueling disk”
Sally lo guardava armeggiare con il proprio smartphone senza capire. 
“Non so se hai notato” continua Mal “Ma Hans Pohl aveva un dueling disk leggermente diverso da quelli di dotazione standard. Anche Nikola ne aveva uno identico, probabilmente è un extra che Kygranerd ha dato a tutti i cacciatori di taglie per accattivarseli”
“Quindi se qualcuno di loro ha messo la foto nel profilo e ha quel dueling disk possiamo riconoscerlo e sapere da chi guardarci le spalle” concluse Sally.
Malverik le sorrise e tutti e due si misero seduti su una panchina a consultare i profili dei duellanti.

Nel tragitto verso il suo albergo, Alex aveva avuto modo di cercare informazioni su questo Elzer Cosky. Niente.
A parte quei post sui social di cui aveva parlato Gilbert di lui non c’erano tracce. I suoi profili su tutti i social in cui scriveva erano completamente vuoti, ne un’immagine, ne un “mi piace” a qualche pagina, niente. Tutti i profili sembravano fatti a posta solo per mettere in giro le voci sul Gioco delle Ombre, tanto che Alex cominciò a pensare che fosse un nome falso. Tuttavia era il nome che aveva anche Kygranerd, che avrà pur fatto qualche ricerca su qualcuno assunto appositamente per un progetto tanto importante.
Comunque sia, Alex aveva avuto modo di dare un’occhiata al blog gestito da Cosky. Nei suoi post e articoli affermava che il Gioco delle Ombre fosse di origini antiche e che permettesse di interfacciarsi con spiriti e forze arcane provenienti da un altro mondo. Secondo lui stregoni e sacerdoti del passato avevano attinto al potere di questi spiriti per sopraffare i nemici che venivano offerti poi in sacrificio agli spiriti stessi per ottenerne il favore, mentre il Gioco era in realtà un rito in cui si evocavano gli spiriti.
Il tutto era portato avanti con delle argomentazioni degna di una teoria cospirazionista di quarta categoria, oppure non argomentate per niente, tutta roba da prendere con le pinze a loro volta sorrette da altre pinze. Eppure Cosky sembrava portarle avanti con tenacia anche contro le critiche più aspre e Kygranerd deve averci visto qualcosa di interessante per avervi costruito sopra questo immenso progetto.
Prima di puntare verso l’albergo, Alex fece un giro in città, quando fu attratto da una folla ammassata davanti al museo archeologico. 
Tra la folla, Alex riconobbe la dottoressa Wyvern, impegnata discutere con un poliziotto.
“Dottoressa Wyvern” la chiamò Alex.
Lei si voltò sorpresa, ma mantenne la sua solita compostezza e l’espressione fredda.
“Cosa è successo qui?”
“Pare ci sia stato un furto” spiegò l’assistente di Kygranerd “Una banda di delinquenti ha rubato un manufatto antico”
“Capisco”
“Lei che ci fa da queste parti, signor Curtis?” chiese la donna.
“Quattro passi prima di rientrare. Sono arrivato da poco in città e devo ancora ambientarmi” le sorrise Alex “lei, invece?”
La Wyvern si voltò verso l’entrata del museo dove Stephan Kygranerd stava parlando con uno dei dirigenti del museo.
“Accompagno il presidente Kygranerd. Il museo ha una partnership di vecchia data con la nostra azienda, quindi ha voluto controllare di persona cosa fosse successo”
Alex scrutò per un attimo la figura di spalle di Stephan Kygranerd che parlava col direttore del museo. 
“Immagino che per l’azienda sia un grosso smacco. Se non ricordo male condividete con i partner i vostri sistemi di sicurezza” disse Alex tornando a con gli occhi sulla Wyver.
La donna mosse leggermente le sopracciglia per la sorpresa.
“Come sa questa cosa, signor Curtis?”
“Ho fatto qualche ricerca prima di mandare la domanda per il posto di lavoro. Tendo a non sentirmi tranquillo se non so per chi lavoro” rispose sorridendo Alex riuscendo a strappare un mezzo sorriso alla Wyvern.
“Signorina Wyvern!”
La voce di Kygranerd interruppe il momento.
“Il dovere chiama, eh? Alla prossima, dottoressa, magari ci vediamo in giro prima che a lavoro” salutò Alex con un leggero inchino.
“A presto, signor Curtis” lo salutò l’altra scoccandogli un’occhiata di traverso e si allontanò in direzione del suo principale.
“Chi era?” chiese Kygranerd alla sua assistente.
“Uno della sicurezza della sede che mi ha riconosciuto” rispose impassibile Iris.
Kygranerd aggrottò la fronte mentre cercava di individuare la figura dell’uomo che si allontanava tra la folla, poi gettò un’occhiata sulla sia assistente, ma non gli parve diversa dal solito, quindi fece spallucce e tornò alle questioni di lavoro.

Alex intanto si era allontanato abbastanza da poter chiamare la base senza preoccuparsi di risultare sospetto.
“Base, qui Dragon. Ho bisogno che mi facciate una ricerca su una notizia di questo pomeriggio. Un furto al museo cittadino. Vorrei sapere cosa è stato rubato e da dove viene”
“In attesa, Dragon” fece la voce maschile quasi dall’altra parte del mondo “Sembra che a essere rubato sia stato una stele incisa. Un manufatto Maya ritrovato in un sito archeologico in Messico”
Una stele Maya. Un bottino magro per una semplice banda di ladri. Un genere di articolo che si vende con difficoltà o non si vende affatto.
“Sapresti dirmi chi ha finanziato gli scavi di quel sito?” chiese ancora Alex.
L’altro batté velocemente le dita sulla tastiera.
“Ci sono parecchie voci qui, te li elenco tutti?”
“Mi basta il finanziatore maggiore”
“Kygranerd Corp.”
Alex sorrise sotto i baffi.
“Ti ho detto il nome che volevi?”
“Direi proprio di si …”

Dopo una lunga ricerca, Sally si alzò dalla panchina che il sole stava tramontando, si stiracchiò e si voltò verso Malverik.
“Allora, quanti ne abbiamo trovati?”
“Otto” rispose l’altro “Sarò sincero, per come giocano questi, li credevo meno furbi”
“Questo perché non hai fiducia nel prossimo. Dovresti essere meno altezzoso, Mal”
“Io non sono altezzoso” ribatté l’altro.
“Disse quello che si faceva chiamare Imperatore” lo prese in giro la ragazza guardandolo dall’alto in basso.
Malverik sospirò infastidito, ma non aggiunse altro e sorrise a sua volta.
“Cominciamo da questi, allora” disse Sally “Ne conosci qualcuno?”
“Lui lo conosco” disse Mal indicando una foto che ritraeva un giovane dalla pelle pallida, gli occhi grandi color nocciola e i radi capelli neri. 
“So che si chiama Pavel” spiegò Mal “Americano di origine polacca, abbastanza conosciuto nel giro online perché gioca bene e perché ha un deck di mostri Zombie come il tuo. Non è molto comune, soprattutto ad alti livelli”
Sally ascoltava spiando sul cellulare dell’amico.
“Però mi pare strano” commentò Malverik alzandosi “Ho parlato spesso con Pavel in chat, mi è sempre sembrato uno piuttosto timido e mi ha detto che la sua famiglia è benestante, sicuramente non avrà bisogno dei soldi di Kygranerd. Non ce lo vedo proprio a fare il cacciatore di taglie”
“Magari si è fatto ingolosire da qualche altro regalo, no?”
“Non parlo di motivazione, di quelle se ne trovano sempre, parlo di atteggiamento. Pavel non è cattivo, non si metterebbe a cacciare avversari”
Ragionando su queste cose, Malverik e Sally ricominciarono a camminare verso la piazza centrale, dove era in corso un duello.

“Avanti, Jinzo, attacca e distruggi lo Spettroprincipe” esclama festante uno dei duellanti.
Il cyborg con l’elmetto creò tra le sue mani una sfera di energia che sparò all’indirizzo del fantasma dell’altro distruggendolo e infliggendo al suo proprietario un danno di 2400 LP portandolo a soli 400,  poiché che lo Spettroprincipe segnava 0 ATK
“Sei finito, amico” rise il possessore del potente mostro macchina “hai fatto male a sfidarmi”
L’altro non si scompose e pescò la sua carta.
“Dato che il mio Spettroprincipe è andato al cimitero posso mandare direttamente al cimitero dal mio Deck la Signora spettrale” disse il giocatore palesemente in svantaggio.

Distratta nel seguire Malverik, Sally riconobbe il nome di una carta a lei nota e si voltò verso il duello.
“Ohi, tutto bene?” chiese Malverik.
“Vado a vedere quel duello” rispose laconica Sally.
Seguita da Malverik la ragazza si avvicinò all’area del duello 

“Adesso utilizzo l’effetto di Principespettro nel cimitero” disse il duellante in svantaggio “Bandisco dal gioco Spettroprincipe, Signora Spettrale e Servitore del Teschio per evocare dal mio Deck Re dei Servitori del Teschio”
Sul campo di gioco si abbatté un fulmine che accecò per un istante tutti i presenti, precedendo l’entrata in scena di uno scheletro alto più di due metri vestito con una lunga toga purpurea molto usurata, che cacciò un urlo stridulo.
“Re dei Servitori del Teschio guadagna 1000 ATK per ogni Servitore del Teschio nel mio cimitero”
L’affermazione suscitò una risata nell’avversario, dato che nel cimitero c’era un solo Servitore del Teschio il suo mostro avrebbe guadagnato solo 1000 ATK, non certo una minaccia per Jinzo.
La risata dell’avversario si spense quando notò che il l’ATK dello scheletro era salito a 2000.
“Gli effetti dei miei mostri permettono loro di assumere il nome ‘Servitore del Teschio’ quando vanno al cimitero, e in questo momento vi ho sia Servitore del Teschio che Spettro dell’Incubo” esclamò il duellante degli scheletri indicando il dueling disk “Adesso attivo l’effetto di Spettro dell’Incubo nella mia mano. Scartandolo al cimitero posso riprendere il Servitore del Teschio bandito e rimetterlo nel cimitero”
Spinse quindi la sua carta al cimitero, riprese la carta appena bandita dal deck box e ripose anche quella nel cimitero. L’ATK del Re dei Servitori del Teschio era appena salito a 4000.

Sally era rimasta a bocca aperta.
Sgomitando tra la folla, anche Malverik la raggiunse e osservò la situazione.
“Ma cos’è? Uno scherzo?” commentò incredulo il ragazzo.
“No, è il potere di un bellissimo deck Zombie” rispose Sally in estasi. Adorava quel tipo di carte.
“Cosa? No, non quello, anche se in effetti è una figata. Intendevo il duellante. Sally, quello è Pavel, il primo Necromante”
“Eeh?”

“Adesso attivo l’effetto di Spettroprincipessa nella mia mano. La scarto al cimitero e tutti i mostri sul terreno perdono 300 ATK per ogni stella del loro livello”
Lo spettro della donna scheletrica sparse la sua magia sul terreno, e se il Re dei Servitori del Teschio, mostro di livello 1, perse solo 300 ATK, che con l’ulteriore bonus rimaneva 4700, per Jinzo, mostro di livello 6, la musica era diversa: il suo possessore vide l’output offensivo del suo mostro abbassarsi di 1800 punti, rimanendo a 600 ATK.
“Re dei Servitori del Teschio, attacca e metti fine al duello” esclamò Pavel. 
La figura del Re dei Servitori del Teschio si fece ancora più imponente, sovrastando l’intero terreno di gioco. Con uno scatto frontale che sembrava più proprio di uno spettro più che di uno scheletro, si abbatté su Jinzo e inglobò nella sua toga. Il mostro macchina si fece pian piano sempre più scuro, poi completamente nero e infine si infranse in mille piccoli pixel così come i 4000, intonsi Life Points del suo duellante, che scesero inesorabilmente a zero.

Concluso il duello, Pavel si mosse verso il suo avversario, rimasto pietrificato dalla sorpresa, passando attraverso il suo stesso Re dei Servitori del Teschio, che ancora doveva finire di dissolversi.
Il tipo era decisamente alto. Non imponente come Alex, anche perché aveva un quinto dei suoi muscoli, ma il fatto che andasse in giro con quell’orrendo impermeabile scuro logoro in più punti lo rendeva in tutto e per tutto simile agli scheletri che giocava, un insieme terrificante.
Una volta arrivato a pochi centimetri dall’avversario, Pavel gli afferrò il braccio su cui indossava il dueling disk.
“Avevamo un accordo, mi pare” ringhiò Pavel minaccioso.
L’altro si riprese di colpo e guardò il duellante di mostri Zombie con crescente preoccupazione.
“Aspetta, non farai sul serio. Era solo per dire”
“Nessuno qui ha detto niente per dire. Ti avevo promesso che non avresti più giocato, e così sarà”
Detto questo, Pavel estrasse da una tasca interna nascosta un coltello a serramanico.
L’altro duellante sbiancò. Qualcuno tra il pubblico si accorse dell’oggetto e si mosse per fermare il giovane, che in un lampo affondò la lama del coltello nel dueling disk dell’avversario, in un punto pericolosamente vicino al braccio.
Pavel lasciò il braccio dell’avversario che si ritrasse spaventato. Il dueling disk emise delle scintille e dei rumori strani, come degli scricchiolii. Il ragazzo fece appena in tempo a toglierselo prima che esplodesse in mille pezzi.
Per un mezzo miracolo le schegge della macchina distrutta sotto gli attoniti occhi del pubblico presente non colpirono nessuno, ma il proprietario del dueling disk cominciò a rotolarsi a terra tenendosi il braccio, che ora presentava una vistosa ustione.
Alcuni dei duellanti tra il pubblico accorsero a soccorrere lo sconfitto mentre Sally rimase immobile con gli occhi sbarrati. Cercò spiegazioni in Malverik, che tuttavia aveva un’espressione che mostrava disappunto, ma niente di più.
Malverik si accorse dello sguardo dell’amica e fece spallucce.
“Che c’è, se questo era l’accordo mi pare legittimo” commentò Mal “Però non mi torna, Pavel non è uno che fa cose del genere”
Detto questo Malverik si fece avanti verso il suo conoscente, che stava rimettendo a posto il coltello, tutto sotto lo sguardo incredulo di Sally.
“Pavel” lo chiamò Malverik.
Il ragazzo si voltò verso di lui.
“E tu saresti?” 
“Malverik, e devo dire che non ti ricordavo così aggressivo”
Pavel lo squadrò da capo a piedi, indugiando sul dueling disk da collaudo.
“L’Imperatore Nero, giusto? Ottimo, stavo giusto cercando un avversario degno di questo nome. Che ne dici di un duello?” disse Pavel mostrando fieramente il dueling disk ultimo modello.
“Calmati, Pavel” rispose Malverik prontamente sul chi-va-la “Mi sembra chiaro che tutta questa competizione ti ha dato alla testa, quindi ora fai un bel respiro e torna in te”
Malverik aveva capito che c’era qualcosa che non andava in Pavel. Aveva avuto modo di parlare molto con lui in passato, tanto che il ragazzo americano aveva cominciato a chiamarlo amico, e poteva dire per certo che questa non era la stessa persona. In più, era da quando lo aveva visto che aveva una strana sensazione, e gli occhi vagamente spenti non facevano ben sperare.
“Ehi, tu!”
Malverik aveva sperato che le parole appena pronunciate non fossero partite dalla bocca di Sally.
“Tu sei quello che chiamano Necromante, dico bene? Il duellante di mostri Zombie” chiese Sally con le mani sui fianchi e in segno di sfida.
Pavel spostò lo sguardo confuso tra lei e Malverik, che, dal canto suo, cercava di mimare all’amica che quella era una pessima idea.
“Sono … io” disse lo scheletrico duellante dopo un attimo di esitazione.
“Bene” fece Sally “Anch’io utilizzo mostri di tipo Zombie, e mi disgusta vederli utilizzati per fini barbari, quindi ti sfido, Pavel Necromante, con i punti del torneo in palio. Vedo che ne hai settanta, mentre io ne ho cinquanta, quindi ti sfido a mettere in palio cinquanta dei tuoi punti, chi vince va direttamente in finale”
Mal spalancò gli occhi verso Sally e provò a replicare, ma la ragazza lo anticipò.
“Inoltre” disse ad alta voce “Quando ti sconfiggerò voglio che tu prenda a quel ragazzo un nuovo dueling disk e che gli paghi le spese ospedaliere. Malverik mi ha detto che di soldi ne hai, quindi non dovrebbe essere un problema”
Il tono feroce di Sally aveva convinto Malverik a non intervenire, ma Pavel non avrebbe mai …
“Andata” rispose Pavel guardando Sally dall’alto in basso.
Ok, c’era decisamente qualcosa che non andava. Il Pavel che conosceva Mal, come qualunque altro duellante che conoscesse le regole del gioco, non avrebbe mai accettato una scommessa tanto impari senza trattare.
“Sally, scusa un attimo” la richiamò Malverik afferrandola per un braccio.
I due si appartarono poco distanti e Mal cominciò a sussurrare.
“Sally, non so perché, ma questo Pavel ha qualcosa che non va, non è assolutamente lo stesso che ho conosciuto online”
“Non preoccuparti, ho visto che carte usa, conosco bene quel deck. Posso batterlo”
“Sally …” provò a dire Mal, ma la ragazza lo interruppe.
“Ascoltami, Mal, non so come mai tu abbia questa convinzione che Gioco e vita siano cose tanto separate, ma voglio dimostrarti che si può fare qualcosa di giusto con questo gioco che tanto ti piace. Sarà anche vera questa cosa che ‘il Gioco non è giusto, è equo’, ma le persone non seguono questa regola”
Mal sospirò guardando gli occhi decisi dell’amica e le lasciò il braccio. Adorava l’atteggiamento battagliero di Sally, nonostante la maggior parte delle volte la confondesse con semplice incoscienza.
“Ok, la sfida ormai l’hai lanciata, solo … fa attenzione” la avvertì Malverik “Pavel sarà anche fuori di testa, ma rimane un duellante infido. Gioca da molto il deck dei Servitori del Teschio e ne conosce ogni dettaglio, compresi i punti deboli, e sa adattare bene le sue strategie alle situazioni avverse”
“Non preoccuparti, me la so cavare” rispose Sally e si voltò verso lo spiazzo in cui la aspettava Pavel.
“E poi” continuò Sally “Mi piacerebbe essere chiamata Sally ‘Necromante’”
Malverik sorrise, intanto i due contendenti si mettevano in posizione.

Stephan Kygranerd era appena tornato in ufficio. La sua presenza al museo archeologico era quantomeno doverosa, quantomeno per salvare le apparenze, ma gli aveva anche impedito di sovrintendere a un paio di importanti trattative in teleconferenza che aveva dovuto lasciare ad altri dirigenti dell’azienda e adesso doveva controllare che tutto fosse andato per il verso giusto.
Posata la giacca sull’appendiabiti, Stephan si accomodò dietro la sua scrivania e mise mano al computer. 
Mentre controllava il rapporto della trattativa di quel pomeriggio, Stephan sentì del movimento fuori dalla stanza, ma non ci dette peso finché non arrivò una chiamata dalla linea privata con l’ufficio di Iris.
“Presidente, sembra che una persona non identificata abbia eluso la sicurezza e si stia dirigendo nel suo ufficio” disse l’assistente senza perdere la sua freddezza e compostezza.
“Beh, di’ ai ragazzi della sicurezza di intercettarlo e fermarlo, qua ho già abbastanza da fare!” rispose il presidente con noncuranza e chiuse la chiamata.
Pochi minuti dopo Kygranerd aveva finito di leggere il rapporto, e non gli era parso male. I dirigenti che si erano occupati delle trattative  avevano fatto un buon lavoro ed era positivo sulla buona riuscita dell’affare. 
Fece per andarsene, ma appena si alzò dalla sedia sentì la porta del suo ufficio aprirsi. Dalla porta dell’ufficio entrò una ragazza, molto carina, non molto alta, con i capelli castani ondulati, la pelle abbronzata e gli occhi molto stretti.
“Buona sera, presidente Kygranerd, è permesso? Mi spiace essere arrivata in ritardo al nostro appuntamento, ma alcuni scocciatori giù mi hanno costretta ad intrattenermi con loro” vezzeggiò la ragazza con un sorriso innocente.
Kygranerd non perse la calma, si limitò a fissarla per qualche momento cercando di capire se fosse qualcuno che avrebbe dovuto essergli noto.
Non trovando risposta, Kygranerd addrizzò la schiena e si spostò di un passo sul lato destro della scrivania, lato in cui aveva un cassetto nascosto dove teneva una pistola.
“Ok, stavo scherzando, non ho mai preso un appuntamento” disse la ragazza ancora col volto sorridente “Tuttavia avevo necessità di parlarle. Mi presento, mi chiamo Aleta, e sono una delle duellanti che partecipano al suo Torneo Mondiale di Duel Monsters da lei organizzato”
Stephan Kygranerd si prese un attimo per ricordare se quel nome per lui avesse un significato, ma ancora non gli venne in mente niente. Nel dubbio stette in silenzio e fece scattare il meccanismo di sblocco del cassetto segreto, facendo attenzione a non farsi notare.
Aleta si avvicinò confidente alla scrivania.
“So che le piacciono i giochi, presidente Kygranerd, quindi, se non ha nulla in contrario, gliene vorrei proporre uno” Detto questo Aleta prese dal suo deck box il proprio deck e lo porse a Kygranerd mentre si accomodava non invitata sulla sedia della scrivania del presidente della Kygranerd Corp “Dovrà pescare dal deck una carta alla volta senza farmela vedere e io indovinerò di che carta si tratta. Se riuscirò a indovinare 10 carte avrò vinto e lei ascolterà la mia proposta, altrimenti me ne andrò e nulla sarà mai successo, che gliene pare?” 
Kygranerd non riuscì a trattenere un mezzo sorriso. Era vero, adorava i giochi di carte, ma quello sembrava fin troppo scontato.
“Immagino che potrò mischiare il deck” disse Stephan Kygranerd afferrando il mazzo di carte.
“Ovviamente”
Kygranerd si mise di nuovo seduto dietro la scrivania e mischiò il mazzo di carte, quindi le girò con la faccia verso il basso e voltò la prima.
“Insetto Arsenale” disse Aleta col sorriso innocente che aveva assunto fin dall’inizio.
La carta era effettivamente quella detta dalla ragazza. Kygranerd cercò di si voltò per vedere se per caso ci fosse qualche parete riflettente dietro di se, e in effetti la vetrata alle sue spalle contro la poca luce della sera riusciva a riflettere parzialmente l’immagine della carta. Per un duellante che conosceva bene il suo deck era più che sufficiente per riconoscere una carta.
Kygranerd pescò quindi un’altra carta, ma la mise molto vicina al corpo in modo da non poter essere riflessa.
“Imitazione di un Insetto” disse di nuovo Aleta a colpo sicuro. Stavolta il sorrisetto innocente si era fatto decisamente più cupo.
Anche stavolta la ragazza aveva indovinato, ma il presidente della compagnia non aveva idea di come avesse fatto. Era impossibile vedere attraverso la carta, eppure non era neanche plausibile che avesse tirato a indovinare. Doveva esserci un qualche trucco.
Kygranerd guardò negli occhi carichi di sfida la sua inattesa ospite, quindi pescò di nuovo una carta, la guardò e le mise coperta sulla scrivania.
“Insetto Finale Lv3” disse ancora Aleta.
Risposta giusta ancora una volta.
Non poteva vedere la carta, senza dubbio, e non poteva nemmeno aver piazzato qualche congegno che nell’ufficio. Era possibile che avesse messo qualcosa sulle carte per riconoscerle con altri sensi che non fossero la vista.
Nessuna delle carte già pescate aveva un odore particolare e non gli era parso di notale segnature, simboli o marcatori di sorta.
Kygranerd provò a pescare un’altra carta per misurare il comportamento dell’altra.
“Intervento su DNA” disse Aleta.
Niente. Nessuna reazione fuori dalla norma, nessun movimento. La ragazza si limitava a fissare lui e la carta restando immobile. Non aveva odorato l’aria o spostato lo sguardo in qualche direzione particolare.
Per quanto fosse folle, Kygranerd era arrivato a pensare che la sua avversaria gli leggesse nella mente.
Il presidente pescò un’altra carta dal mazzo, ma non la guardò, la mise invece coperta sul tavolo coprendola con una mano.
“Prova a indovinare adesso” la sfidò Kygranerd.
Aleta aggrottò leggermente la fronte trattenendo una risata, poi si lasciò andare a un breve riso che Kygranerd pensò si trattasse di un modo per prendere tempo mentre pensava, ma appena smise di ridere, Aleta dette la sua risposte.
“Doom Dozer”
Kygranerd la guardò con senso di sfida e fulmineo scoprì la carta.
Con sgomento, Kygranerd notò che anche questa volta Aleta aveva indovinato.
“Ma come …?” esclamò Kygranerd.
Nonostante tutti i suoi ragionamenti non riusciva a capire quale fosse il trucco intorno a quel gioco, ma capì al contempo che qualunque fosse il trucco, non avrebbe potuto impedire all’avversaria di indovinare le carte.
“Ha intenzione di arrendersi, presidente Kygranerd?” domandò Aleta ostentando pienamente la sua falsa innocenza.
Con un gesto fulmineo, Kygranerd aprì il cassetto nascosto e estrasse la pistola che fulminea su puntata contro la ragazza.
“Non muoverti” le intimò Kygranerd.
Aleta rimase impassibile a guardare il suo avversario.
“Lo prendo come un si” afferma la ragazza con noncuranza.
Solo in quel momento Stephan Kygranerd si rese conto che Iris era entrata nell’ufficio e stava puntando a sua volta una pistola sull’intrusa intimandole di non fare scherzi.
“Presidente Kygranerd, va tutto bene?” 
Assurdo. Solitamente riesce a capire da lontano che Iris sta arrivando, mentre stavolta era talmente concentrato sul gioco che non l’ha neanche sentita arrivare.
“Molto bene, Kygranerd, ho vinto io, quindi stia buono e ascolti la mia proposta” fece Aleta con la solita noncuranza “Lei ha nomea di essere un uomo intelligente, quindi avrà notato che in questo gioco c’erano delle cose un po’ strane”
Iris Wyvern rimase immobile con la pistola puntata contro Aleta guardando Kygranerd che facendo due più due capì che Aleta lo aveva trasportato in un Gioco delle Ombre.
“Ecco, esattamente” fece Aleta leggendo l’espressione sul viso del presidente della Kygranerd Corp “So che sta cercando i giocatori di Duel Monsters collegati al Gioco delle Ombre. Non so perché, e francamente non mi interessano i suoi progetti segreti, ma in quanto diretta interessata, voglio fare un patto con lei: come avrà capito, sono pratica del Gioco delle Ombre e conosco alcuni degli altri duellanti collegati al Gioco, che potrei con piacere presentarle”
Kygranerd abbassò la pistola, consapevole che in caso di emergenza Iris non avrebbe esitato a sparare. 
“Immagino che questo aiuto non sia disinteressato” disse incrociando le dita delle mani“Qual è il prezzo?”
Aleta sorrise e cominciò a lisciarsi le unghie. 
“Qualunque sia il progetto a cui sta lavorando immagino che valga la pena di  investire l’organizzazione di un torneo mondiale di un gioco di carte in così grande stile, quindi mi aspetto dei profitti inimmaginabili. Voglio essere della partita. Se la aiuterò voglio essere una socia alla pari e avere una percentuale sui profitti del progetto”
Kygranerd chiuse gli occhi e appoggiò la testa contro le mani giunge, quindi la scosse e si rilassò contro lo schienale, sfoderando il suo miglior sorriso da trattativa.
“Signorina Aleta, lei comincia a starmi simpatica. È una ragazza intelligente, devo ammetterlo, e anche piuttosto carina, ma mi pare di aver capito che non ha la più pallida cosa io voglia fare con il Gioco delle Ombre. Il mio progetto non vuole essere profittevole per me stesso, ma per il mondo intero, e anche senza il suo aiuto ho i miei mezzi per trovare i duellanti che cerco”
“La avverto che al prossimo complimento me ne vado” avvertì offesa Aleta fulminandolo con gli occhi “E se si riferisce ai suoi cacciatori di taglie, ho i miei dubbi che riuscirebbero anche solo a fare un duello decente contro i duellanti che conosco. Cosa succederebbe se qualcuno di questi fosse già arrivato alle finali? O se andasse in giro fingendosi uno spettatore? O ancora, se fosse abbastanza scaltro da riuscire a eludere i suoi sistemi di sicurezza manomettendo il dueling disk?”
La sparata di Aleta era stata fatta senza alzare la voce neanche per un attimo, solo con la sua voce calma e finta ingenua. Dopo una breve pausa la ragazza riprese.
“Io vi sto offrendo su un piatto d’argento la possibilità di attuare il suo progetto il prima possibile, anche prima delle finali del torneo, facendole i nomi dei duellanti del Gioco delle Ombre qui e ora”
Kygranerd ci pensò su, dette lanciò un’occhiata alla sua assistente, che ancora non aveva messo giù la piscola, e dise: “Di qualche nome a casaccio me ne faccio poco” replicò improvvisamente serio “Sono un uomo di parola, signorina, e prima di stringere un accordo con lei voglio essere sicuro di quello che mi sta offrendo. Voglio che lei mi dimostri che questi duellanti sono davvero collegati al Gioco delle Ombre, poi potremo fare il nostro accordo”
Aleta lo assottigliò lo sguardo.
“Come vuole che glielo dimostri?”
Kygranerd sorrise e alzò le mani “Ah, non lo so, è lei l’esperta in questo campo”
Aleta trattenne una smorfia stizzita. In quel momento squillò il cellulare di Kygranerd.
Il presidente controllò lo schermo, poi cercò lo sguardo di Aleta che, sorridente, gli fece un gesto che voleva dire ‘prego, risponda’.
“Pronto?” rispose al telefono Kygranerd.
Ascoltata la risposta dall’altro capo il presidente della Kygranerd Corp fece una faccia stranita.
“Come …?” cercò di dire, ma dall’altra parte lo interruppero e lui si staccò il cellulare dall’orecchio mettendolo in viva voce al centro della scrivania.
Sul display del cellulare vi era soltanto il nome Elzer.
“Ciao Aleta! Scusa l’interruzione, ma anch’io ho dei progetti per il Gioco delle Ombre, che ne dici di lavorare con me?” fece il tipo dall’altra parte con una voce molto allegra.
“Con chi parlo?” Chiese Aleta.
“Metti il cellulare all’orecchio e togli il viva voce” rispose quello dall’altra parte.
Kygranerd sgranò gli occhi. Elzer lo teneva sotto controllo. Ma come era possibile? Non poteva essere da qualche parte li intorno, nessun grattacielo poteva arrivare all’altezza del suo ufficio, ed era entrato nel suo ufficio solo una volta, non aveva avuto modo di mettere delle cimici o delle telecamere.
Aleta, dal canto suo, era divertita dal modo in cui quello sconosciuto era riuscito a mandare nel panico Kygranerd, ma aveva il sospetto che accontentandolo si sarebbe messa troppo di traverso a Kygranerd, che in quel momento era da tenersi buono.
“Temo che il signor Kygranerd non gradirebbe. E il cellulare è il suo” rispose cordiale la ragazza.
“Allora te lo dico così. Ho intenzione di affrontare il Nero, ma sospetto del Re. Non sarà presente. Rispetto al Muro, potrebbe essere la chiave e sicuramente anche la Strega non sarà da meno, sempre ammesso che tu voglia avere ancora a che fare con loro. Il problema è che non so come farlo arrivare dove intendo so. Una sorta di casa delle bambole, ma dove risiede un Prestigiatore. Sempre sul campo di battaglia, ovvio, altrimenti non se ne farebbe nulla. Ho un paio di sorprese qui che potrebbero dar pepe alla faccenda. Con un po’ di fortuna avremo sia l’Imperatore che il Re nello stesso posto, e tutto andrà a finire in un bel buco nero di casino assortito. Ricorda che non siamo in un nido di Draghi, ma di Folli. Con affetto, Mano Magica”
Detto questo, Elzer chiuse la chiamata lasciando tutti con diversi punti interrogativi in testa. 
Kygranerd fissava Aleta cercando di mascherare il fatto che non avesse capito una sola parola del discorso; Iris aveva finalmente abbassato la pistola e Aleta aveva memorizzato il delirante discorso fatto dal tipo per telefono per studiarselo meglio più tardi. Era chiaro come il sole che fosse un messaggio in codice.
“Sembra che non vedrà i suoi risultati fino a domani sera” affermò sciolta Aleta all’indirizzo di Kygranerd “Col vostro permesso, toglierei il disturbo”
Iris Wyvern alzò di nuovo la pistola, ma Kygranerd con un gesto della mano la invitò a lasciar andare via la ragazza.
Aleta si alzò e salutò con garbo il presidente, quindi passò di fronte alla dottoressa Wyvern che la seguì con lo sguardo gelido.
“Bel tailleur” commentò Aleta verso l’assistente “Molto stereotipante”
La Wyvern non sembrò turbata in nessun modo dal commento acido della ragazza e la lasciò passare senza scollarle gli occhi di dosso. 
“Aleta” la richiamò Kygranerd “Prima che mi dimentichi: come faceva a indovinare le carte?”
Aleta si voltò e sorrise innocente.
“Le mie carte di mi vogliono tanto bene”
Ed uscì.
Aleta non aveva mentito. Durante il Gioco, Aleta aveva sfruttato la Principessa Insetto, la sua carta preferita, che dall’interno del deck le suggeriva via telepatica la carta che Kygranerd pescava di volta in volta.
“Sembra che le cose si stiano facendo interessanti, amica mia” disse la ragazza al suo mostro una volta raggiunto l’esterno del palazzo “Mano Magica ... questa è l’unica cosa chiara per il momento. È un nome che non è facile da dimenticare quando lo si incontra. Un duellante intelligente, ma reputato completamente pazzo. Devo capire che diavolo voleva dire con quel messaggio”

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Capitolo 18
*** Zombie contro Zombie ***


Ciao gente! Siamo i ragazzi de I Maestri delle Ombre sono tornati. Ci ho messo un po', ma di cose da fare ce ne sono e volevo scrivere il duello di questo capitolo nella maniera più coinvolgente e veritiera possibile. Oggi scende in campo Sally contro l'attuale maestro di mostri Zombie Pavel, per riconoscere una volta per tutte se la nostra amica ha le qualità per essere definita la nuova Necromante del mondo del duel monsters. Ultimamente mi sono arrivate alcuni commenti molto graditi e fa molto piacere ci sia della partecipazione. A questo proposito, sto pensando di trovare il modo di avere dei riferimenti grafici per i personaggi de I Maestri delle Ombre, ma dato che sono incapace a tracciare mezza linea che abbia un senso, devo trovare qualcuno che lo faccia per me. Stay Connected
Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita.
Le voci di protesta contro lo scheletrico duellante si erano spente nel momento stesso in cui lui e Sally avevano acceso i dueling disk.
Tutto intorno, gli altri duellanti rimanevano in attesa di vedere quello che si preannunciava come un particolarissimo duello tra Zombie.
Più interessato degli altri era ovviamente Malverik, che stava cercando di comprendere come quel duellante mite e timido che aveva conosciuto online avesse potuto subire una così radicale trasformazione.
Oltre a questo, non vedeva l’ora di osservare i progressi di Sally e le nuove carte del suo Deck.

“Mi prendo la prima mossa” annunciò Sally dopo il favorevole lancio della moneta.
“Prego” ghignò minaccioso Pavel.
Sally pescò la sua carta.
“Metto un mostro coperto in posizione di difesa. Poi metto una carta coperta e termino il turno” dichiarò Sally, ed eseguì la mossa.

Brava Sally. Pensò tra se Mal sorridendo. Al primo turno è sempre meglio mantenere la giusta prudenza.

Pavel pescò la sua carta in silenzio.
“Evoco Servitore del Teschio in posizione di difesa”
Alla mossa di Pavel seguì l’apparizione dalla solita colonna luminosa del piccolo scheletro vestito con una tunica nera, inginocchiato e con le braccia incrociate davanti.
“Poi posiziono due carte coperte e termino il turno”

Più che evidente che fosse una trappola, pensava Sally, ma non ci sarebbe cascata.
“Evoco Mummia Rigenerante in posizione di attacco” dichiarò Sally, e evocò la sua mummia decadente, che continuava  a perdere pezzi e riattaccarseli automaticamente.
Sally ebbe l’istinto di attaccare, ma lo represse. Sapeva bene che i mostri Zombie sono più pericolosi al cimitero che sul terreno, quindi per il momento conveniva aspettare.
“Termino il mio turno”
Pavel capì di aver di fronte un avversario in gamba e cambiò subito tattica.
“Adesso sacrifico Servitore del Teschio per evocare Ryu Kokki”
Lo scheletro sparì per far spazio a un mostro ben più inquietante. Un mostruoso agglomerato di teschi che andavano a formare una creatura vagamente umanoide con una mostruosa faccia allungata, con gli occhi rosso sangue e una bocca famelica colma di denti aguzzi.
“Ryu Kokki, attacca la Mummia Rigenerante”
Il mostro si scompose in piccole parte ossee tra cui si riconosceva soltanto la bocca, gli occhi e il cuore centrale del mostre, che si mischiarono disordinatamente mentre si abbatteva come un uragano sulla Mummia Rigenerante di Sally.
“Attivo Energia Ascendente” esclamò Sally.
La carta Trappola coperta dalla ragazza si rivelò, mostrando Energia Ascendente, che al prezzo dello scarto di una carta, accrebbe di 1500 punti l’ATK di Mummia Rigenerante, portandola a quota 3300. Troppo per Ryu Kokki.
La Mummia Rigenerante mosse il suo braccio come fosse una frusta dal basso verso l’alto intercettando l’attacco di Ryu Kokki e rispedendolo indietro sulla parte di terreno di Pavel, dove poi si distrusse in mille pezzi.
Pavel perse 900 LP e scese a 3100.

Malverik sorrise soddisfatto. Il contrattacco di Sally era stato pronto ed efficace, ma Pavel era riuscito comunque a mandare al cimitero Servitore del teschio, e questo lo rendeva pericoloso.

“Posiziono un’altra carta coperta e termino il turno” disse Pavel impassibile. Avrebbe mentito dicendo che si era aspettato quella mossa, ma non ne fece una tragedia. Era ancora in fase di preparazione.
“Adesso tocca a me” disse Sally “Lancio l’attacco con Mummia Rigenerante diretto contro i tuoi Life Points”
La Mummia caricò in modo scomposto contro l’avversario di Sally roteando sopra la testa le sue braccia, ignorandone le articolazioni, ma si trovò a sbattere contro una barriera.
“Attivo Forza Riflessa” dichiarò Pavel. La carta trappola del giovane si attivò, respingendo l’attacco di Sally e distruggendo la Mummia Rigenerante.
Sally sorrise.
“Attivo Libro della Vita” dichiarò “Così posso recuperare dal mio cimitero Mummia Rigenerante e bandire dal gioco il tuo Servitore del Teschio nel cimitero”
Pavel sgranò gli occhi sorpreso, mentre a Malverik si dipinse un enorme sorriso sul volto per la mosse fantastica che aveva appena fatto al sua amica.

Se Servitore del Teschio non è nel cimitero, pensava l’Imperatore Nero, il Re dei Servitori del Teschio non può aumentare la sua forza d’attacco, e questo per Pavel è un grosso svantaggio.

Pavel pescò una carta.
“Adesso attivo l’effetto di Spettro dell’Incubo. Scarto Spettro dell’Incubo dalla mia mano, che nel cimitero diventa un Servitore del Teschio, in questo modo riprendo Servitore del Teschio rimosso dal gioco e lo rimetto nel cimitero”
Sally sgranò gli occhi. Con questa giocata Pavel aveva ribaltato la sua mossa precedente. Adesso, se aveva visto giusto, la prossima mossa sarebbe stata …
“Evoco Re dei Servitori del Teschio” esclamò Pavel, e con una scenografia di nuvole di tempesta e fulmini, comparve lo spaventoso Re dei Servitori del Teschio, con la sua lunga tunica che svolazzava al vento.
“Re dei Servitori del Teschio guadagna 2000 ATK in virtù dei due mostri che si trovano nel mio cimitero. Con questa forza lancio l’attacco contro la Mummia Rigenerante”
Il Re dei Servitori del Teschio partì alla carica lanciando un urlo acuto e si abbatté contro la Mummia Rigenerante avvolgendola nel suo mantello. Nel giro di pochi secondi la figura della mummia tra le vesti scomparve del tutto e Sally perse 200 LP.
“Posiziono una carta coperta e termino il mio turno” concluse Pavel.
Sally pescò una carta. Il capovolgimento di fronte era stato inaspettato, ma era preparata a questo.
“Adesso scopro il mio mostro coperto: Fantasma Espiatorio”.
Il mostro coperto di Sally si scoprì, mostrando la piccola pecorella fantasma fluttuante con gli occhi spiritati e lo sguardo spento.
“Scoprendo Fantasma Espiatorio posso evocare quanti Segna-Fantasmi voglia, e io ne evoco quattro”
In tutti gli slot sul terreno di Sally non occupati comparvero altrettanti mostri identici alla pecorella fantasma precedentemente evocata, se non per il colore del manto, tutti in posizione difensiva.
“Adesso sacrifico Fantasma Espiatorio per evocare Maledizione del Vampiro”
La nuova carta del deck di Sally si manifestò in tutto il suo splendore come un inquietante quanto bellissimo vampiro dalla pelle grigiastra e i capelli verdi acqua. I suoi occhi brillavano di una luce rossa e portava un paio di ali, una spiegata a mostrare le sue vesti da nobiluomo e l’altra ripiegata sulla spalla a mo’ di mantello.
“Maledizione del Vampiro, attacca e il Re dei Servitori del Teschio” gli ordinò Sally.
Con lo sguardo freddo, ma deciso, il vampiro si lanciò addosso all’altissimo scheletro, che rispose con un altro grido stridulo che precedette un feroce assalto contro il nemico. I due mostri si colpirono a vicenda e andarono in frantumi entrambi in un lampo di luce che costrinsero tutti gli astanti a coprirsi gli occhi.
Una volta finito il bagliore, Sally si riscosse e perse 500 LP, quindi mise una carta coperta e terminò il turno.

“Bella mossa” commentò Malverik tra se. Maledizione del Vampiro sarebbe tornato sul terreno con 500 ATK extra grazie al suo effetto e la minaccia del Re dei Servitori del Teschio era per il momento arginata.

Pavel ghignò mentre pescava la sua carta e Sally tornò a preoccuparsi.
“Attivo le mie due carte coperte: Cannone Eterno del Mondo Sotterraneo e Richiamo del Posseduto”
La carta Magia scoperta da Pavel si mostrò come un grottesco agglomerato di teschi umani incollati insieme dalla calcificazione in una forma vagamente somigliante alla prora di una nave pirata da cui usciva la bocca di un cannone puntato contro Sally. Dopo di essa si attivò la carta Trappola Richiamo del Posseduto, dalla cui immagine uscì una nuvola di polvere nera che cadde a terra. Dal punto in cui era caduta si aprì una spaccatura, e da essa fuoriuscì il Re dei Servitori del Teschio appena distrutto, tornato forte quanto prima.
“Per effetto di Cannone Eterno ti infliggo un danno di 800 LP quando un mio mostro Zombie viene evocato specialmente sul mio terreno”
Le cavità oculari dei teschi che componevano il cannone cominciarono a illuminarsi, segno che si stava caricando il colpo.
Una sfera di energia grigiastra cominciò a materializzarsi sulla bocca del cannone, andando pian piano a assumere la forma di un teschio. Appena il colpo finì di caricare, il cannone sparò. Il teschio volante sorpassò a gran velocità lo sbarramento dei mostri di Sally e andò a schiantarsi contro la ragazza che d’istinto si coprì il volto con le braccia. I LP di Sally scesero così a 2500.
“Adesso evoco anche Spettroprincipessa in posizione di attacco” dichiarò Pavel, e il piccolo scheletro di una giovane donna apparve in una nuvola di polvere sul terreno.
“Grazie all’effetto di Spettroprincipessa posso mandare Spettroprincipe dal mio Deck al cimitero”
Sally sbiancò. Sapeva bene cosa comportava l’eliminazione di Spettroprincipe.
“L’effetto di Spettroprincipe mi consente quindi di mandare un Servitore del Teschio e una Signora Spettrale dalla mia mano e/o deck al cimitero, e visto che tutti questi mostri cambiano il nome in Servitore del Teschio una volta al cimitero, il Re dei Servitori del Teschio guadagna altri 3000 ATK”
Potenziato dal sacrificio degli altri mostri, Re dei Servitori del Teschio continuò a crescere in altezza andando a sovrastare di molto tutti gli altri mostri sul terreno dall’alto dei suoi 5000 ATK.
“Spettroprincipessa, attacca il primo Segna-Fantasma” ordinò Pavel, e la piccola scheletro soffiò la sua polvere grigiastra contro il Segna-Fantasma che si dissolse al contatto.
“Re dei Servitori del Teschio, attacca e distruggi il secondo Segna-Fantasma” ordinò Pavel, e con un semplice gesto della mano scheletrica, accompagnata dal solito grido stridulo, il Re dei Servitori del Teschio polverizzò il secondo Fantasma.

Il turno di Pavel si concluse e Malverik stava cercando di metabolizzare la situazione. Sally aveva ancora due mostri a proteggerla, ma le possibilità di contrattaccare erano molto poche anche quando Maledizione del Vampiro fosse tornato sul terreno, dato che si sarebbe trovato di fronte un mostro potente come non se ne erano mai visti.
Malverik notò che Sally non aveva perso il sangue freddo anche davanti a una situazione tanto difficile e si trovò senza accorgersene a sorridere soddisfatto per questo.

La ragazza osservò le carte nella sua mano. Non era per niente una situazione facile, ma poteva ancora ribaltare la situazione a suo vantaggio. Il Re dei Servitori del Teschio traeva la sua forza dalle carte nel cimitero, quindi la mossa da fare per vincere era svuotare il cimitero dell’avversario.
“Tocca a me” fece Sally pescando una carta.
Pavel era attento. Durante questo duello aveva capito che la sua avversaria era tutt’altro che una novellina e aveva ancora un asso da giocarsi.
“Dato che in precedenza ho pagato 500 LP alla distruzione in battaglia di Maledizione del Vampiro, il mio mostro torna sul terreno con 500 ATK extra” disse Sally.
Maledizione del Vampiro tornò in campo vantando un ATK di 2500 punti, che tuttavia erano solo la metà di quelli del gigantesco mostro avversario.
“Adesso” continuò la ragazza “Sacrifico uno dei Segna-Fantasma per evocare Signore dei Vampiri”
La piccola figura della pecorella fantasma scomparse in una piccola colonna di luce, da cui scaturì una seconda colonna più ampia, che fece calare sul terreno il secondo vampiro di Sally, il suo mostro preferito, il Signore dei Vampiri, che con la sua figura elegante si contrapponeva senza paura all’immenso Re dei Servitori del Teschio.
Pavel guardò stranito i mostri della sua avversaria.
“Quindi attivo della mia mano Rilascio delle Anime”
Sally posizionò la carta Magia nello slot del dueling disk e Malverik capì al volo quello che stava per succedere.
“Grazie a Rilascio delle Anime bandisco dal gioco tutti e cinque i mostri che si trovano nel tuo cimitero”
Il dueling disk di Pavel espulse automaticamente le cinque carte, e di conseguenza il Re dei Servitori del Teschio cominciò a perdere potenza di pari passo con i metri d’altezza, riducendosi a uno scheletro ad altezza uomo con 0 ATK.
Spiazzato dalla mossa, Pavel dette una rapida occhiata alle sue carte, pur sapendo che non c’era niente nella sua mano che potesse proteggerlo.
“Maledizione del Vampiro, attacca la Spettroprincipessa!” ordinò Sally al suo primo vampiro, che si lanciò contro lo scheletro della giovane decapitandolo con un’artigliata.
“Ora, Signore dei Vampiri, attacca il Re dei Servitori del Teschio”
Il Signore dei Vampiri caricò il suo colpo di energia nera, che si rovesciò come uno stormo di pipistrelli contro il Re dei Servitori del Teschio, che si trovò rapidamente circondato e venne distrutto. Il totale di danno per Pavel fu di 2900 LP.
“Quando Signore dei Vampiri infligge danno da combattimento posso scegliere un tipo di carta che tu dovrai mandare dal tuo deck al cimitero. Io scelgo una carta Magia”
Pavel prese una delle carte Magia nel suo deck e la mise al cimitero con riluttanza.
“Posiziono una carta coperta e termino il turno” disse Sally.
Pavel rimase bloccato per qualche secondo. Non aveva mai trovato un altro avversario che avesse quella stessa maestria con i mostri Zombie. Fino a quel momento era sempre stato l’unico a capire e utilizzare il loro potere. Adesso stava nascendo un’altra duellante Necromante, proprio come lui; e questo gli piaceva. Tanto da fargli ribollire il sangue.
Senza nessun preavviso, Pavel cacciò un urlo disumano spaventando o quantomeno sorprendendo gli spettatori circostanti. Il giovane contorse le braccia e il collo, mentre un fumo nero cominciava a salire da dietro il suo collo salendo verso l’alto, fino a sparire.
Sally guardò Malverik che scosse la testa. Neanche lui sapeva cosa stesse succedendo, ma non avrebbe mai interferito con un duello in corso, e non si mosse.
Pavel continuò a urlare per pochi interminabili secondi, fino a quando il fumo nero non smise di uscire.

Elzer alzò la testa di scatto dalla sua meditazione. Aveva percepito che qualcosa non era andato come previsto.
“mmmh … sembra che qualcuno qui abbia le carte in regola per essere chiamato duellante” commentò lo psicopatico “Divertiti, cadavere. Non mancherei mai di togliere a un buon giocatore il suo divertimento”

Pavel si calmò non appena il fumo nero fu uscito del tutto, ma continuò a ansimare mentre se ne stava piegato in avanti con la faccia rivolta a terra.
“Stai bene?” provò a chiedere Sally preoccupata.
Per tutta risposta, l’avversario alzò di scatto lo testa con un largo sorriso dipinto in volto. Il suo sguardo era contemporaneamente concentrato al massimo e eccitato al massimo. Molto simile allo sguardo che avevano Malverik, Gabriele, e Sally stessa quando un duello diventava interessante.
“Sai perché adoro i mostri Zombie?” chiese Pavel rimettendosi composto, ma sempre con lo stesso sorriso “Morire mille volte e rialzarsi una volta di più. Questo è il segreto dei mostri Zombie; questa è la forza dei duellanti che li utilizzano. Per quanto possano colpirci, per quanto possano distruggerci, farci a pezzi, sotterrarci e dimenticarci, noi rinasceremo ancora e ancora, e continueremo a colpire”
Pavel tirò un profondo respiro, quindi pescò una carta dal suo deck.
“Tocca a me” dichiarò il giovane “Ho ancora un paio di assi da giocarmi. Attivo Carità Gentile”
Grazie all’effetto della sua carta Magia, Pavel pescò tre carte dal Deck, studiò le carte pescate, quindi ne scartò due.
“Attivo l’effetto di Spettro dell’Incubo. Lo scarto dalla mia mano al cimitero per riportare in gioco il Re dei Servitori del Teschio bandito dal gioco” l’effetto di Spettro dell’Incubo andò a buon fine, e Re dei Servitori del Teschio tornò sul terreno con 2000 ATK.
“Dato che ho evocato specialmente un mostro Zombie, si attiva Cannone Eterno del Mondo Sotterraneo, che ti toglie altri 800 LP”
Il cannone di teschi sparò un altro colpo e Sally vide il suo ammontare di Life Points scendere a 1700.
“Adesso evoco Maestro Zombie in posizione di attacco!” dichiarò Pavel.
Un nuovo mostro si era manifestato in campo. Un essere umano, dall’aspetto cadaverico, pochissimi capelli viola lunghi in testa, gli occhi strabici, naso piattissimo e un sorriso completamente spento, indossante una camicia logora e un mantello viola altrettanto logoro e strappato in più punti.
“Attivo adesso l’effetto di Maestro Zombie. Scartando una carta dalla mia mano posso riportare sul terreno un mostro Zombie dal cimitero” Pavel provvide a mandare una carta dalla mano al cimitero “Torna sul terreno il secondo Re dei Servitori del Teschio”.
Il Maestro Zombie fece uscire dei fili energetici di colore viola spento dalla punta delle dita, che si infilatono sotto il terreno. Il mostro cacciò fuori una risata sguaiata e tirando i fili riportò in scena il Re dei Servitori del Teschio, che a sua volta lanciò il suo urlo stridulo”
Sally dedusse che Pavel aveva scartato un altro mostro Servitore del Teschio, perché nonostante il Re dei Servitori del Teschio fosse stato portato via dal cimitero, l’ATK dei due mostri scheletro non si era abbassato.
“Adesso posiziono tre carte coperte e termino il mio turno” dichiarò Pavel.

Era una trappola.
Malverik ne era sicuro. Pavel non avrebbe mai fatto tutto quel teatrino solo per bluffare, probabilmente non si è fidato ad attaccare a testa bassa il Signore dei Vampiri per distruggerlo, visto che Sally aveva una carta coperta che poteva nascondere una trappola. Inoltre Maledizione del Vampiro è ancora più forte dei suoi teschi, quindi gli serviva un modo per renderli più potenti e al contempo liberarsi del vampiro senza che questi avesse la possibilità di diventare più forte di quanto già non fosse grazie al suo effetto. C’era poi la possibilità che con una carta Magia Sally potesse distruggere i suoi mostri; quindi una di quelle tre carte doveva essere una Contro-Trappola.

Sally pescò la sua carta in silenzio. I suoi occhi erano concentrati. Si trovava in una posizione scomoda: avrebbe dovuto trovare un modo per sfondare la barricata di Pavel e colpirlo ai Life Points. Certo era che il suo avversario aveva soltanto 200 LP, quindi anche un solo attacco del suo Signore dei Vampiri contro il Maestro Zombie, che aveva 1800 ATK, le avrebbe assicurato la vittoria. Ciononostante Sally aveva il sospetto che Pavel avesse una contromossa pronta per quella evenienza.
Il problema era che qualunque cosa avesse fatto per distruggere i mostri di Pavel, questi sarebbero avrebbero sempre e comunque trovato un modo per tornare sul terreno. Era una prerogativa specifica dei mostri Zombie che lei conosceva bene.
Sally attivò dalla sua mano Anfora dell’Avidità per pescare due carte extra, le guardò, e le venne un’idea. Non c’era affatto bisogno di distruggere i mostri di Pavel per vincere.
“Sacrifico l’ultimo Segna-Fantasma per evocare Drago Vampiro” disse Sally, e il serpentiforme drago con un occhio solo e le lunghe zanne si manifestò sul terreno sovrastando anche i Re dei Servitori del Teschio.
“Lancio all’attacco Maledizione del Vampiro contro Re dei Servitori del Teschio” annunciò Sally, e il suo vampiro da 2500 ATK si lanciò ad ali spiegate contro il Re dei Servitori del Teschio, ma Pavel era pronto.
“Attivo Frattura Raigeki” disse Pavel, e scoprì una delle carte coperte “Scarto una carta dalla mano e distruggo Maledizione del Vampiro”
Pavel scartò la carta dalla mano e dalla carta Trappola uscì un filmine che intercettò Maledizione del Vampiro distruggendolo.
“Avendo scartato Spettroprincipe, i miei Re dei Servitori del Teschio guadagnano altri 1000 ATK” sorrise Pavel mentre i suoi mostri continuavano a crescere andando a 3000 ATK.
Sally non si scompose.

Malverik, confinato in tribuna, non poteva che preoccuparsi per la scelta di strategia di Sally. Attaccare per costringere l’avversario a rivelare le sue carte è generalmente una buona cosa, ma non quando l’avversario possiede due mostri con 3000 ATK sul terreno.

“Adesso attacco Maestro Zombie con il Drago Vampiro” dichiarò di nuovo Sally.
“Attivo Wok Mistico” ribattè Pavel “Sacrificando Maestro Zombie guadagno Life Point pari ai suoi punti ATK. E il tuo attacco è annullato”
Dalla carta Magia scoperta da Pavel uscì un enorme pentolone in cui Maestro Zombie venne trascinato e prima che il Drago Vampiro riuscisse a prenderlo tra le sue fauci, e immediatamente i Life Points di Pavel salirono a 2000.

Ecco, ora la situazione era degenerata. I Life Points di Pavel erano tornati a essere sufficienti per resistere a un eventuale attacco di un mosto di Sally, ammesso che la ragazza ne avesse uno abbastanza potente. Malverik si stava scervellando per capire se Sally stesse seguendo una strategia o stesse solo attaccando a caso sperando in una falla nella difesa delll’avversario.
Improvvisamente si ricordò di una carta. Una di quelle che Sally aveva trovato nei pacchetti quella mattina stessa, che in questa situazione le avrebbe garantito un colpo vincente.

“Sono abbastanza sicura di aver indovinato le tue intenzioni, Pavel” dichiarò Sally sorridendo “L’ultima tua carta coperta è una Contro-Trappola, vero? Non può fermare un attacco”
Pavel rimase sorpreso, ma non lo dette a vedere.
La carta che aveva coperta era Maschera di Tutan, nel caso Sally avesse in mente di distruggere i suoi Re dei Servitori del Teschio con delle carte Magia o effetti avrebbe potuto salvarne almeno uno. Comunque non aveva senso attaccare per la ragazza. Il suo Signore dei Vampiri era troppo debole per i mostri sul terreno. Cosa aveva intenzione di fare?
Sally estrasse una carta dalla sua mano.
“Attivo Occhio Dominatore”
Immediatamente dietro al Signore dei Vampiri comparvero due enormi occhi grossi dai contorni appuntiti che sullo sfondo della figura distinta del mostro li facevano assomigliare a un paio di piccole ali.
Pavel sgranò gli occhi. Malverik pure, ma allargando a dismisura il sorriso.
“Grazie a questa carta, un mostro Zombie con 2000 o meno ATK può attaccare direttamente i LP” Sally stese il braccio in avanti, mentre il volto del Signore dei Vampiri cominciò a modellarsi in un sorriso di sfida verso il duellante avversario, che improvvisamente si sentì interme.
“Un bellissimo duello, Pavel, è stato un bellissimo duello” disse Sally “Signore dei Vampiri, attacca direttamente i suoi Life Points”
L’ordine fu eseguito senza indugio. I due Re dei Servitori del Teschio si mossero in avanti in difesa del loro padrone, ma la magia dell’Occhio Dominatore li respinse. Il Signore dei Vampiri potè così superarli e colpire Pavel con un colpo d’ala.
L’ologramma del mostro passò attraverso il collo del duellante, ma l’azione fu così rapida e inattesa che Pavel perse l’equilibrio e cade a sedere sulla pavimentazione della piazza.

Malverik lanciò un’esclamazione di gioia con le mani al cielo mentre tutto intorno al luogo del duello gli spettatori si lasciavano andare a un applauso per il bellissimo scontro appena concluso.
Sally lasciò andare un sospiro di sollievo e osservò l’ologramma del suo Signore dei Vampiri, che prima di scomparire si voltò verso di lei e le sue labbra bluacee si mutarono in un sorriso soddisfatto. Sally avrebbe giurato che a un certo punto le avesse anche sussurrato “Ottimo lavoro”.
Con questo pensiero in testa, Sally vide scomparire il mostro e sorrise, scambiandosi un cinque con Malverik, che si era avvicinato per congratularsi.
“Compliementi, biondina. Ti dirò che in un paio di momenti ti ho vista messa maluccio”
“Ma smettila, tu non avresti saputo fare di meglio” ribattè Sally.
“Non montiamoci la testa, ora”
Sally sorrise ancora e spostò lo sguardo su Pavel, che stava ancora seduto a terra incantato a guardare il nulla.
La ragazza scostò il suo amico per avvicinarsi all’avversario di poco prima, tendendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi.
“Ehi, complimenti e grazie per il bellissimo duello” disse Sally sorridendo.
Pavel si scosse un attimo, ma il suo sguardo appariva confuso. Alzò lentamente la testa guardando la mano di Sally, quindi la alzò ancora per guardala negli occhi, sempre con lo sguardo sperso e mosse la mano per stringere quella dell’avversaria.
Improvvisamente la mano di Pavel si arrestò a metà movimento, il giovane spalancò gli occhi e fece una smorfia di dolore, come se fosse stato appena colto da una fitta improvvisa.
Mal intanto di era avvicinato e riuscì appena in tempo ad afferrare Sally per una spalla tirarla indietro prima che Pavel cominciasse a smanacciare a caso contorcendosi dal dolore, rischiando di colpire la ragazza.
“Che succede?!” Chiese la ragazza allarmanta.
Pavel si mise le mani nei capelli e cominciò a urlare dibattendosi contro il terreno, e Mal, alzando la testa, si accorse che il fumo nero fuoriuscito dal corpo del giovane durante il duello stava cominciando a rientrare.
Solo in quel momento si accorse di quanto quel fumo fosse simile alla nebbia nera del Gioco delle Ombre.
Deve essere vittima di una qualche imposizione di un Gioco delle Ombre. Pensò Malverik. Non c’è altra spiegazione.
Anche Sally si accorse del fumo nero e si rivolse verso Mal.
“Cosa facciamo?”
Mal tacque. Un’imposizione in seguito a una sconfitta non era una cosa per cui si potesse fare niente da fuori, c’era soltanto da aspettare che passasse, e sperare che non fosse niente di irreversibile.
Pavel continuò a contorcersi e gridare per alcuni interminabili secondi finché il fumo nero non venne assorbito del tutto nel corpro del ragazzo.
Il quel preciso istante, così come aveva cominciato a urlare e contorcersi, Pavel arrestò ogni movimento rimanendo raggomitolato su se stesso.
Malverik fermò Sally, che stava per avvicinarsi, la scostò indietro e si avvicinò lui stesso a Pavel.
Prima che riscisse a toccarlo, però, Pavel rialzò la testa di scatto portandola a pochi centimetri da quella di Mal.
Il suo volto era totalmente sfigurato da un sorriso folle, mentre gli occhi si erano girati all’indietro risultando totalmente bianchi.
Mal indietreggiò spaventato andando quasi a inciampare su Sally e sugli altri spettatori che si erano avvicinati.
“Ahah! L’impertatore Nero, giusto?” esordì Pavel con voce acuta.
Sally rimase immobile, mentre Malverik si avvicinò di nuovo a Pavel, che ne seguiva i movimenti girando la testa mentre manteneva lo sguardo fisso.
Il corpo di Pavel si raddrizzò mantenendo la braccia ciondoloni, come fosse una marionetta, quindi squadrò Mal da sopra.
“Ahah sembra che la cosa si sia fatta un po’ più appariscente del previsto” squillò Pavel “La tua allieva sta diventando potente, ma adesso come adesso ho una voglia matta di duellare con te”
Malverik si fece glaciale.
Di scatto, il collo di Pavel si piegò di lato scrocchiando in maniera inquietante, tanto da far impallidire sia Sally che gli altri spettatori.
Chiunque stesse parlando attraverso il corpo di Pavel gli rimise a posto la testa con l’aiuto di una mano.
“Il tuo amico, qui è abbastanza ribelle e pieno di vita. Curioso per uno zombie” disse agungendo una risatina “Perciò la faccio breve. Come avrai notato, mi diletto nel gioco d’azzardo. Sono uno che punta molto su se stesso, e mi fa molto piacere giocare in compagnia. Stavo appunto organizzando un piccolo raduno in una proprietà che ho preso in gestione, e mi piacerebbe averti come ospite della serata, sperando, bene inteso, che tu riesca a guadagnare abbastanza consenso per essere degno dell’invito, cosa del quale sei al momento sprovvisto, ma per un giocatore del tuo calibro sarà uno scherzo mettere insieme tutto il necessario”
Sally non capiva. Sembrava che Pavel, o chiunque ci fosse dietro, stesse parlando in codice.
Mal continuava a tacere.
“Sono più che certo che accetterai la mia sfida, ma nel caso tu voglia tenerti al sicuro, ho messo mano a una una buona carta da giocarmi al bisogno. Aspetta mie notizie”
Il misterioso duellante delle Ombre fece una pausa.
“Ho già in corso una partita interessante contro un avversario molto più potente di me. Non so dove questa partita mi porterà, non so dove porterà tutti noi, ma ho il presentimento che non potrò vincerla da solo. Sei una persona intelligente, Imperatore, ma avrai bisogno di ben più di questo per essere un valido compagno di squadra. Ci vediamo presto” Concluse il misterioso giocatore, e subito dopo il fumo nero uscì in blocco dalla schiena di Pavel facendolo cadere a terra privo di sensi.

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Capitolo 19
*** La trappola di Elzer ***


Ciao gente! Mi devo scusare con tutti per non essermi fatto sentire per una vita e tre quarti, ma scrivere questo capitolo è stato un vero inferno. Non solo perché è venuto molto più lungo degli altri, ma soprattutto perché muovere tanti personaggi in modo coordinato e farli ritrovare tutti in uno stesso punto si è rivelato molto più difficile di quanto avevo previsto. Comunque sia è uscito, signori, è uscito questo diciannovesimo capitolo in cui si scoprirà chi è davvero Elzer Cosky e che ci indirizza verso la conclusione di questa prima parte della storia. 
Come al solito ringrazio tutti per continuare a seguirmi e ricordo che per seguire meglio i duelli potete cercare le carte che vengono giocate su questo sito, mentre per gli aggiornamenti sull'uscita dei capitoli della serie vi invito a seguire la pagina Facebook. Grazie ancora a tutti e buona lettura.

A Malverik servì una bella dose di faccia tosta per spiegare alle autorità, chiamate sul posto da qualche spettatore spaventato, che quello che era successo non era niente di sospetto, ma solo un disturbo psichico di Pavel, che fu portato immediatamente all’ospedale.
Sally era riuscita a mantenere il sangue freddo, nonostante alle domande degli agenti avesse risposo quasi esclusivamente per monosillabi.
Quando i due furono lasciati andare era ormai pomeriggio inoltrato, così si diressero quindi verso il chioschetto del giorno prima per mangiare qualcosa.
Nessuno dei due aveva parlato molto, avevano diverse cose da metabolizzare.
“Hai capito cosa ha detto?” chiese Sally a bruciapelo.
“Pavel? Delirava, è più che evidente” rispose Mal evasivo.
“Non prendermi in giro, Mal, ho capito benissimo che a parlare non era Pavel. Penso fosse manipolato da qualcuno tramite il Gioco delle Ombre, come quei ragazzini che mi hanno assalita prima del torneo”
Mal non aveva intenzione di prendere in giro Sally, stava solo cercando di guadagnare tempo per pensare ancora, perché per il momento non aveva nessuna risposta. Tuttavia continuava a sottovalutare l’istinto della ragazza e la sua capacità analitica.
“A grandi linee ho capito dove vuole arrivare, ma per buona parte quel discorso era un delirio anche per me. Dopo aver conosciuto Alex pensavo che tutti i duellanti delle Ombre fossero come me e lui, ma a quanto pare mi sbagliavo”
“Cosa intenteva con ‘raduno’?”
“Non lo so bene, sembra voglia riunire insieme tutti i duellanti delle Ombre. Non so se anche lui si sia accorto di quallo che sta facendo Kygranerd al torneo e voglia dargli contro, ma sicuramente è un giocatore delle Ombre” Mal fece una pausa girandosi tra le mani il panino “Quello che mi preoccupa è che è sicuro di potermi costringere a andare da lui. Non sembra qualcuno che scherza e neanche uno che si fa scrupoli”
Sally lo guardava ragionare in silenzio. Da quando l’aveva conosciuto Malverik era sempre stato uno che aveva tutto sotto controllo, mentre adesso si trovava davanti a qualcosa che lo aveva preso di mira senza un apparente motivo. Sally sentiva che questo lo disturbava.
Dopo qualche secondo Mal mise mano al cellulare.
“Che fai?” chiese Sally.
“Chiamo Gilbert” rispose Mal “Magari ha qualche notizia per noi”
Dopo pochissimo Gilbert rispose.
“Pronto?”
“Gilbert” esordì Mal. Il tono della sua voce tradì un mezzo sospiro di sollievo “Come vanno le ricerche?”
“Insomma …” fa Gilbert dall’altra parte “Forse ho una mezza pista, ma devo ancora lavorarci. A voi com’è andata?”
“Abbiamo individuato alcuni probabili cacciatori di taglie. Sally ne ha affrontato uno poco fa”
“Ha vinto, vero?”
“Ovviamente” fece Mal lanciando un’occhiata divertita a Sally che intervenne.
“Una vittoria schiacciante!” esclamò la ragazza contro il cellulare.
Tutti e tre risero.
“Scherzi a parte, abbiamo qualcosa. Durante il duello abbiamo avuto a che fare con un altro duellante delle Ombre che mi ha sfidato”
“E qual è il problema?”
“Che stava possedendo con le Ombre il cacciatore di taglie, tra l’altro un giocatore che conosco. È uno sensa scrupoli, e ho il sospetto che sappia di quello che sta combinando Kygarnerd”
“Di che sospetti parliamo?”
“Nel suo discorso delirava, ha parlato di un avversario più potente di lui e ho pensato subito a Kygranerd”
“Può essere …” rispose Gilbert riflettendo “è possibile che questo duellante delle Ombre sia quell’Elzer Cosky di cui ha parlato Alex?”
“Cosa sai di lui?”
“Niente di veramente nuovo, ma più leggo di lui più si fa largo l’idea che sia un duellante delle Ombre. Sto cercando di capire che carte fa uso, a quel punto posso anche riconoscere chi è”
“Fidati, ne è capace” intervenne Sally.
“Ottimo, Gibby, aspettiamo tue notizie”
“Perfetto. Ciao ragazzi, ci vediamo”
Chiusa la chiamata Mal sorrise.
“Bene, ora hai solo bisogno di qualcuno a cui prendere venti punti” disse Sally.
“No, ora ho bisogno di andare in hotel e dormire un po’”
Sally lo guardò sorpresa.
“Una delle condizioni date da quel tipo per il ‘raduno’ era che tu avessi i punti per accedere alle finali, te ne sei reso conto, vero?”
“Ovviamente me ne sono reso conto” rispose Mal con sufficienza “Il fatto è che non ho nessuna intenzione di stare al gioco di questo pazzo. Non giocherò a delle regole dettate da lui. Se ha un asso nella manica per costringermi a andare da lui, che lo giochi, io non mi farò condizionare”
Sally lo guardò sorridendo. Mal avrà avuto tanti difetti, ma aveva un suo modo di essere affascinante quando parlava.
“Ok, bel discorso, ma non credo che rifiuterai la sfida”
“Infatti non lo farò mai. Se questo Elzer Cosky vorrà sfidarmi, che lo faccia a viso aperto”

Gabriele se ne era stato tutto il giorno fermo su una panchina al centro del parco a seguire quanti più duelli possibile con la app del torneo e contemporaneamente restare aggiornat sulle discussioni su forum e pagine Facebook che pubblicavano tempestivamente notizie su ciò che accadeva sui campi di gioco.
Refrshando per l’ennesima volta la pagina si trovò davanti a un video appena postato su un tipo scheletrico dai capelli chiari che aveva improvvisamente smattato e cominciato a delirare.
La cosa non lo avrebbe toccato più di tanto se non avesse riconosciuto Malverik e Sally nel video.
“Un discorso interessante, vero?”
La voce di Aleta che era spuntata da dietro le spalle sorprese non poco l’italiano, che però si ricompose subito spegnendo lo schermo del cellulare.
“Aleta, carissima. Hai finito i calderoni per far bollire bambini?” la salutò dandole ironicamente della stega.
Aleta non sembrò accusare il colpo.
“Hai idea di cosa stia parlando? Ho paura che Mal si sia messo in qualche guaio” chiese Aleta.
Dal tono di Aleta traspariva un accenno di preoccupazione. Gabriele l’aveva notata, ma rimaneva diffidente.
“Non so, magari quel ragazzo ha esagerto con qualche farmaco e gli è preso un attacco di delirio, o non ce l’aveva per niente con Mal, o …”
“Non scherzo, Gabri” rispose Aleta decisa. Aveva fatto il giro della panchina e si era messa davanti al ragazzo “Checchè ne dica Mal, non sono insensibile, ho visto succedere un sacco di cose strane in questo torneo: giocatori che perdono i sensi dopo un duello, ricoveri in ospedale per attacchi epilettici, io stessa sono stata aggredita da un tizio che voleva giocare. Questo è troppo. Sono certa che anche tu lo abbia capito, c’è qualcosa che non va tra questi duellanti e Mal c’è dentro fino al collo in qualche modo”
Gabri ascoltava riflettendo. Aveva sempre avuto il sospetto che Aleta avesse una cotta per Malverik, quindi, nonostante l’amico lo avesse messo in guardia dalle doti attoriali della ragazza, quel discorso gli sembrò sincero.
“Io vorrei solo aiutarlo” continuò Aleta “ma sai com’è fatto Mal, non si fida di nessuno che non sia se stesso. Di me poi ancora meno, non mi farebbe mai avvicinare. Quindi, ti prego, dimmi che sta succedendo”
Gabriele si portò una mano alla nuca imbarazzato da quelle parole.
“Senti, non ne sappiamo molto neanche noi” rispose “L’unica cosa certa è che Stephan Kygranerd, l’organizzatore, ha un qualche progetto in mente alle spalle di questo torneo e ha degli uomini alle sue dipendenze come infiltrati tra i duellanti. Io e Mal li abbiamo chiamati cacciatori di taglie”
Gabriele preferì omettere il coinvolgimento del Gioco delle Ombre.
“Avete qualche idea su cosa sia questo progetto?” chiese Aleta.
“No, ma anche il Re Dragone ci sta lavorando sopra” rispose Gabriele.
Il Re Dragone, colui che è considerato il più forte giocatore di Duel Mosters al mondo. Aleta si aspettava che partecipasse al torneo, ma anche lui fosse implicato in questa storia era una novità.
“Ascolta” proseguì ancora Aleta mettendo mano al deck box “Fammi questo favore, tieni d’occhio Mal per me, non permettergli di cacciarsi nei guai”
Gabri tornò immediatamente sulla difensiva.
“E chi sono, il suo babysitter? Mal è pienamente capace di cavarsela da solo, ha già affrontato e sconfitto un cacciatore di taglie, non perderà contro di loro”
“Non sono le abilità dei cacciatori di taglie nel duellare a spaventarmi, ma la loro mancanza di scrupoli. Quello che ha trovato me mi ha quasi strangolata. Mal è forte, ma ci sono molti modi che non siano un duello a Duel Monster per fare le cose” prese dal deck box due carte “Ho queste due carte da parte per qualche scambio speciale. Sono sicura che a te potrebbero interessare. Te le regalo se mi fai questo favore”
Gabriele dette un’occhiata alle carte di Sally: Cavaliere Espresso Notturno e Brachio Sauropode. Due carte rare e potenzialmente molto valide per il suo deck. Non poteva farsi sfuggire una simile occasione.
“E va bene, starò con Mal” rispose alla fine Gabri prendendo le due carte “Ma non mi farò coinvolgere da nessuno degli sporchi giochi di Kygranerd, se le cose cominciano a farsi pericolose, io me la squaglio, sono stato chiaro?”
Aleta sorrise rasserenata.
“Grazie Gabri”
Fece per abbracciarlo, ma il ragazzo la ricacciò indietro anteponendo le mani.
“Alt, niente effusioni, ho già superato la mia capacità contatto umano per oggi”
Aleta allora si allontanò da lui sorridente e lo salutò prima di levare le tende, lasciando Gabri con il sospetto che gli fosse sfuggito qualcosa.

Il telefono di Aleta squillò fatti pochi passi.
“Allora? Ci sarà?” chiese Elzer dall’altro capo del telefono.
“Il tempo di farlo arrivare da Malverik e lo seguirà a ruota” rispose Aleta “Ma tu come sai che ho finito di parlare con lui?” la ragazza cominciò a guardarsi intorno cercando qualcun altro al telefono o comunque qualcuno con un fare sospetto.
“Lascia perdere, non mi troverai” rispose Elzer ridacchiando.
La sua voce era ferma, rilassata. Doveva essere fermo da qualche parte, sicuramente all’aperto a giudicare dai suoni intorno.
“Perché? Ti stai nascondendo?” Chiese Aleta continuando a guardarsi intorno senza dare nell’occhio.
“Non ne ho bisogno, mia cara. Non hai idea di quanto quelli come me risultino invisibili agli occhi delle persone. Penso sia una cosa inconscia. Nessuno ha voglia di avere a che fare con un pazzo”
Elzer aggiunse una risata che innervosì Aleta, ma non lo diede a vedere, ne a sentire.
“Ho intenzione di procedere stasera stessa. Raggiungimi alla biblioteca di biologia del parco. Ti aspetto qui”
Elzer chiuse la chiamata.
Aleta non aveva idea di come prendere quelle parole. Se diceva di starla osservando di sicuro non poteva essere alla biblioteca, ma se non fosse stato nell’edificio non gli sarebbe sfuggito quel lapsus. Sicuramente Elzer la stava prendendo in giro, e gliela avrebbe fatta pagare, ma per ora era meglio stare al gioco se voleva capire cosa le stava davvero succedendo intorno, e magari avere l’occasione di sconfiggere Malverik.

Sally e Mal intanto avevano preso la strada dell’uscita nord, ma Mal aveva riconosciuto un duellante che aveva incontrato online e il duello era scattato all’istante.

“Richiamo sul terreno Lucent, Infernosignore del Mondo Oscuro e passo all’attacco” dichiarò Malverik saldamente padrone della situazione.

Sally stava a guardare studiando le mosse di Malverik. Dopo che si erano scontrati la prima volta aveva pensato che non avrebbe mai più voluto duellare con lui, e tutt’ora era di questa idea, ma nel profondo il senso di rivalsa e competizione si stava facendo largo, e più lo vedeve giocare, più sentiva di volerlo battere.
“Hola, Sally!”
L’improvviso saluto fece trasalire la ragazza, che voltandosi di scatto si trovò il volto sorridente di Ethan, contornata dal solito ciutto azzurro spettinato.
“Ciao. Ethan, giusto?” rispose Sally sforzandosi di ricordare il nome giusto.
“Exactly!” esclama il ragazzo facendo un mezzo passo di danza seguito da un inchino “Ho visto che sei arrivata in finale, congratulazioni”
“Grazie…” risponde Sally facendo un passo indietro. Quel ragazzo le dava una strana sensazione di disagio.
“Non è semplice per un novellino di un torneo ufficiale raggiungere le finali” Ethan tornò dritto e si rimise il cappello in testa “Tutt’altra storia per un duellante famoso e esperto come l’Imperatore Nero. Come se la cava lui?”
“Sta facendo il suo ultimo duello” risponde Sally tornando a guardare il duello “Sconfitto questo avversario anche lui sarà alle finali del torneo”

L’attacco di Malverik era fallito, ma aveva subito pronta una contromossa che gli permise di non perdere il vantaggio guadagnato anche con la dipartita di Lucent.
Subito Mal preparò un’altra trappola mettendo la Sentinella Necro in attacco e due carte coperte.

“Veramente splendido, non trovi?” fece Ethan.
“Cosa?” chiese indietro Sally.
“Vedere dei duellanti da top ranking duellare. Non è molto diverso da vedere un direttore dirigere la sua orchestra, o un pittore dipingere il suo capolavoro. Anche se nel caso di un duello dovrei usare una metafora più appropriata, come di un combattimento tra due maestri di arti marziali”
Sally gli diede un’occhiata solo per un attimo prima di tornare a guardare il duello. Ora Malverik aveva attivato Virus Distruggi-Deck sacrificando Sentinella Necro e proteggendosi dall’attacco avversario.
Ethan sorrise.
“Inoltre l’Imperatore ha uno stile veramente particolare. Hai notato che raramente mette mostri in posizione di difesa? È una sua particolarità. So che sono stati pochi gli avversari che lo hanno costretto a mettersi sulla difensiva, e tra questi figurano i migliori al mondo, come WarMachine, il Re Dragone, o Mano Magica”
Sally ascoltò in silenzio. Forse era questo il trucco di Malverik? Non stringersi mai in difesa. Era quella sicurezza nelle proprie capacità a renderlo praticamente invincibile?

Mentre Sally stava assolta nei suoi pensieri, Malverik aveva anticipato l’ennesimo tentativo di controffensiva dell’avversario e si apprestava a finirlo.
“Utilizzo Tributo al Dannato. Scarto Grapha, Signore Drago del Mondo Oscuro al cimitero e distruggo il tuo mostro, mentre grazie all’effetto di Grapha posso distruggere la tua carta coperta” la mano del Tributo al Dannato emerse dall’abisso trascinandosi via il mostro dell’avversario, immediatamente riemenrse dal cimitero l’anima dell’enorme drago-demone ornato di teschi, che con un colpo di energia sparato dalla bocca distrusse la carta dell’avversario per poi sparire di nuovo nell’oltretomba delle carte di Duel Monsters.
“Quindi evoco Kakki, Guerrigliero del Mondo Oscuro, e lo richiamo nella mia mano per effetto di Grapha per riportare sul terreno il Signore Drago”
Una volta che il furioso piccolo demone a forma di uovo fu tornato nella mano del suo proprietario, Grapha, Signore Drago del Mondo Oscuro apparve sul terreno alle spalle di Mal e con un colpo diretto mise fine alla partita.

Dopo la fine dell’incontro, Malverik si voltò verso Sally sorridendo e la ragazza rispose con un gesto a pugno chiuso in segno di congratulazioni. Poi l’Imperatore andò verso il suo avversario per stringergli la mano.
“Ti dirò, non sto nella pelle all’idea di affrontare l’Imperatore Nero, ma dovrò aspettare il palcoscenico giusto, tipo le finali del troneo” se ne uscì Ethan all’improvviso.
“Sei qualificato anche te?” chiese di rimando Sally.
“Non ancora, ma lo sarò presto. Devo ancora finire due o tre cosette prima di tornare a occuparmi dei duelli”
Ethan abbassò lo sguardo su Sally, che si sentì di nuovo a disagio incociando quegli enormi e chiarissimi occhi.
“Ehi, Ethan! Che ci fai da queste parti?” chiese Mal avvicinandosi.
Ethan distolse lo sguardo tornando a concentrarsi su Mal.
“Veramente cercavo te” rispose Ethan.
“Me? Perché?” chiese ancora Mal.
Ethan si allontanò un attimo per poi tornare con uno largo zaino dall’aria familiare.
“Una tipa strana mi ha intercettato poco fa e mi ha detto di portarti questo” disse il ragazzo appoggiando lo zaino davanti a Mal.
“Ma e lo zaino di Gilbert” esclamò Sally sorpresa.
“Era Gilbert il tipo stano che ha detto di portarmelo?” chiese Mal a Ethan.
L’altro fece spallucce.
“No. Non era il tuo amico, sono sicuro che fosse una ragazza”
Malverik si piega sullo zaino seguito a ruota da Sally.
Con qualche difficoltà lo aprono e dentro c’è la macchina fotografica del loro amico giornalista.
“Ma come, solo questa?” fece Sally incredula.
“In che senso?” chiese indietro Mal.
“Gibby nello zaino porta sempre un sacco di cose, mai solo la macchina fotografica. Tra l’altro quella la porta appesa al collo”
Mal prese la macchina fotografica notando che era accesa. Un presentimento gli si fece largo nella mente, un bruttissimo presentimento, che fece riaffiorare una parte delle parole di Pavel di quella mattina.
Prese a cercare il tasto per rivedere le foto scattate.
In memoria trovò solo tre foto. Tre foto che ritraevano Gilbert chiuso in una stanza mentre batteva i pugni contro una porta chiusa.
Sally sbarrò gli occhi e guardò Mal, poi Ethan.
“Che significa?!” chiese agitata la ragazza. Aveva capito benissimo cosa stava succedendo, ma non ci voleva credere.
“Non ne ho idea” rispose Ethan mettendo le mani avanti “Mi si è solo presentata questa ragazza bruna che mi ha lasciato lo zaino e mi ha detto di portarlo all’Imperatore Nero”
Sally tornò a fissare Mal, cercando una consolazione di qualsiasi tipo, un appoggio a cui aggraparsi per non cedere al panico.
Lo trovò nello sguardo concentrato del ragazzo, che scorse più volte le tre foto.
“Le foto non sono scattate a caso” sentenziò Mal rimettendo a posto la fotocamera “Nella prima, si distinguono le incisioni della porta, nel secondo una mensola con dei libri, e nella terza delle rampe di scale”
Mal si alzò in piedi, seguito a ruota da Sally.
“Sappiamo che Gilbert era andato a cercare un posto con un po’ di Wi-Fi da scroccare. Sicuramente non è tornato a casa, visto quanto andava di fretta, uno dei chioschetti, ammesso che ce ne fosse uno col Wi-Fi libero, sarebbe stato troppo affollato per avere una connessione decente, quindi deve aver ripiegato su una biblioteca” continuò l’argentino, e si voltò verso Sally “Una biblioteca non molto lontana, con delle incisioni sulla porta, sviluppata su più piani. Sally, ti dice niente?”
La ragazza si concentrò. Non c’erano molte biblioteche da quella parte della città.
“La biblioteca di biologia del parco. Certamente è andato li” rispose Sally.
“In qualche modo qualcuno è riuscito a chiuderlo dentro” concluse Mal “Non posso fare a meno di pensare che sia opera di Elzer Cosky, o di chiunque sia il duellante delle Ombre che ha preso possesso di Pavel stamattina”
Ethan si grattò le testa confuso col solo dito indice.
“Credo di essermi perso un paio di passaggi …”
“Meno ne sai e meglio è, fidati” replicò Malverik “Lo squilibrato che ha rapito Gilbert vuole me. Ethan, tu chiama una forza dell’ordine a caso e denuncia un sequestro di persona alla biblioteca di biologia, io vedo se riesco a guadagnare tempo andando li”
Sally si intomise nelle direttive del ragazzo.
“Vengo anch’io!”
Mal fece per rispondere, ma si trattenne.
“Non ti dirò di non farlo perché sarebbe fiato sprecato” rispose invece Mal.
I due lasciarono Ethan e cominciarono a correre verso la biblioteca, non lontanissima da dove si trovavano.
Sulla strada incrociarono Gabriele, che venne loro incontro.
“Ehi, Mal … Ma dove corri?”
“Gilbert rapito. Biblioteca” rispose Malverik di fretta “Ti spiego poi” e continuò a correre.
Eccoli i guai di cui parlava Aleta. Gabri detestava correre più di ogni altra cosa, ma non si sarebbe mai rimangiato la parola data, persino ad Aleta. Quindi emise un grugnito di disapprovazione e seguì i due.

Sally e Mal arrivarono col fiatone davanti alla porta della biblioteca.
Era situata nella parte ovest del parco, leggermente decentrata, circondata da un muretto sotto una ringhiera di metallo. Oltrepassato il cancello ci si trovava di fronte il cortiletto con un pracello incolto e due laghetti artificiali pieni di pesci rossi.
L’edificio aveva un aspetto vagamente sinistro, rettangolare e costruito con pietre scure, molte delle quali sporgenti, con una ampia finestra a rosone al centro poco sotto il tetto appuntito.
La porta d’ingresso era metallica alta più o meno due metri e mezzo, con delle incisioni chiuse in cornici quadrate. Il tutto dava più l’idea di una chiesa che di una biblioteca.
Poco dopo i primi due, anche Gabriele si avvicinò completamente in affanno all’edificio.
“Ma che … Sta … Succedendo?” chiese Gabriele cercando di predere fiato tra una parola e l’altra.
“Sembra che qualcuno abbia rapito Gilbert, e lo ha fatto per sfidare me” rispose sbrigativo Mal.
“E … Non poteva … Sfidarti e basta …?” domandò retorico l’italiano, che finalmente si rimise dritto.
“Sembra che sia un giocatore del Gioco delle Ombre” spiegò Sally “Forse non è convinto di poter battere Malverik a cose normali, quindi lo vuole sfidare alle sue regole”
Ancora col fiatone, Gabriele spostò lo sguardo prima su Sally e poi su Mal, che guardava la biblioteca. Quanto era seria la cosa?
Mal si avvicinò al portone guardingo. Non era sicuro che non ci fossero trappole nascoste da qualche parte.
“La biblioteca è chiusa per il torneo in questo periodo” spiegò Sally “Il portone dovrebbe essere sbarrato”
Invece a Malverik bastò solo un po’ di forza per aprire il pesante portone di metallo.
“Sembra che qualcuno abbia preso in gestione il posto” osservò Mal ripetendo le parole usate da chi controllava Pavel.
Sally capì il riferimento, conferma che erano nel posto giusto, mentre Gabri no e si limitò a seguirli all’interno.
L’interno della biblioteca era sorprendentemente ampio e vuota. Ciò che accolse i tre ragazzi all’ingresso nell’edificio fu un ampio e tetro salone con il pavimento in legno, una rampa di scale che saliva da destra verso sinistra concludendosi con un balconcino.
Gli scaffali con i libri, che normalmente sarebbero dovuti stare al centro della stanza, erano stati spostati contro le pareti, ostacolando l’accesso alle altre stanza del primo piano, mentre il passaggio alla porta in cima alla rampa di scale era rimasto libero. L’unica cosa che sembrava stonare con tutto il resto era un grosso incudine che pendeva attaccato a una fune sopra gli scaffali.
Qualcuno qui si è dato parecchio da fare solo per noi. Pensava Mal guardandosi intorno.
Sally provò ad accendere le luci elettriche, ma nessuno degli interruttori funzionava.
“Questo posto è spettrale. Non mi stupirei di veder sbucare un fantasma da qualche parte” scherzò Gabriele mettendo le mani in tasca e assumento la sua abituale posa rilassata.
“Non stiamo cercando un fantasma, ma un duellante delle Ombre. Probabilmente è più pericoloso ancora”
Sally ruotò gli occhi per la stanza cercando Gilbert, che però non sembrava essere presente.
“Penso che vogliano farci salire al piano di sopra” ragionò ad alta voce Mal rendendo partecipi gli altri.
“Novantanove su cento è una trappola, lo sai questo, vero?” chiese Gabriele.
“Ovviamente, ma di certo non possiamo non fare nulla” rispose Mal.
“Zitti un attimo” ordinò Sally.
I due ragazzi si ammutolirono all’istante.
“Sono passi questi?”
Gli occhi di Sally si alzarono sulla porta del piano superiore, quella oltre il balconcino, seguiti a ruota da quelli di Malverik e Gabriele.
Giusto pochi istanti dopo, la porta si aprì lentamente, e da essa apparve una figura ben nota.
“Aleta?!” esclamò Malverik quando vide al sua avversaria di una vita uscire dalla porta e affacciarsi al parapetto del piano superiore.
La ragazza sembrò sorpresa di vederli, ma dissimulò immediatamente, assumendo un’espressione solare che non si intonava per niente con l’ambiente che la circondava.
“Ehilà, ragazzi, avete ricevuto il vostro invito alla festa?” rise Aleta cominciando a scendere le scale.
“Non ti facevo disperata fino a questo punto solo per un duello, Aleta” disse Mal con lo sguardo truce.
Aleta rimase per qualche attimo in silenzio senza cambiare espressione.
La realtà era che non aveva la benché minima idea di cosa ci facessero li quei tre. Lei era arrivata li perché era sicura di incontrare Elzer, che le avrebbe spiegato come intendeva attirarli nella trappola, ma a quanto pare l’uomo di Kygranerd si era già mosso.
“Per te questo e altro, Mal, lo sai” disse Aleta.
Lo sguardo dell’argentina si spostò su Sally, che le stava mandando dei lampi d’odio dagli occhi.
“Aleta” disse ancora Mal facendo un passo in avati. Si capiva lontano un miglio che era furioso “Non ho idea del perché tu abbia voluto tirare in mezzo Pavel, il Gioco delle Ombre e tutto il resto pur di poter duellare contro di me, e neanche mi interessa”
Detto questo puntò contro Aleta il braccio su cui era allacciato il dueling disk, che si attivò.
“Ma se è una sfida quella che vuoi, una sfida avrai. Combatti, Aleta. Facciamola finita e dicci dov’è Gilber!” Ruggì il ragazzo.
Aleta adesso appariva più che mai confusa, ma azionò a sua volta il dueling disk, praticamente per istinto.
“Gilbert? Ma di che parli?” chiese Aleta gettando la maschera.
“Del mio amico, maledetta strega!” sbraitò Sally facendo esplodere tutta la sua rabbia “Quello che hai chiuso qui dentro per attirarci qui, e ora ci dirai dove lo hai rinchiuso!”
Aleta continuava a non capire di cosa stessero parlando. Non vedeva Gilbert dal giorno prima, cos’era quella storia del rapimento?
Anche Gabri, rimasto in silenzio, cominciò a ragionare. Se l’idea di Aleta era di attirare li Malverik in qualche modo, perché chiedere a lui di stargli dietro e evitare che si cacciasse nei guai? A una prima analisi si direbbe che Aleta avesse fatto di tutto perché tutti e tre si trovassero in quel posto, ma che motivi aveva Aleta di avere anche lui tra i piedi? Non avevano niente a che fare l’una con l’altro. Lei ce l’aveva solo con Malverik e Sally.
D’improvviso un rumore di cigolio bloccò i pensieri di tutti. Voltandosi verso la porta videro una figura familiare di spalle, che con nonchalance chiuse la porta e vi girò una chiave. Con un pesante rumore di ingranaggi la principale via d’uscita dalla stanza venne chiusa definitivamente.
“Ethan?” fece Malverik riconoscendo il ragazzo dal ciuffo azzurro che appariva dalla poca luce rimasta nella stanza.
Ethan si voltò verso gli altri ragazzi che ormai lo stavano fissando ammutoliti.
“Non fate caso a me, eh” fece il prestigiatore e ricacciò in tasca la chiave della porta per poi spostarsi verso gli scaffali con i libri spostati lungo il muro.
“Ma che stai facendo?” chiese ancora Malverik.
Ethan si accostò a una delle scaffalature, che differiva dalle altre per la presenza di ruote alla sua base. Con un calcio la spinse via e liberò alla vista di tutti una nicchia scavata nel muro dentro cui stava Gilbert privo di sensi, legato mani e piedi con delle corde robuste.
“Gibby!” esclamò Sally scattando verso il suo amico.
Senza degnare di un’occhiata la ragazza, Ethan estrasse dalla sua cintura un coltello di cui si accorse solo Gabriele, che gli era più vicino. L’italiano fece appena in tempo a trattenere Sally mentre Ethan con una certa noncuranza aveva puntato il coltello nella direzione da dove sarebbe arrivata Sally.
“Ok, ora e tutto pronto” sentenziò il ragazzo soddisfatto.
Sally era nel panico.
“Ethan! Che stai facendo?!” urlò.
 Il prestigiatore si voltò verso tutti gli altri.
“Questo …” rispose Ethan allargando le braccia per indicare tutto ciò che lo circondava “Questo è il preludio. Questo è il momento in cui il Master mette insieme tutti i giocatori e prepara la mappa di gioco”
Le parole di Ethan sembravano i deliri di un pazzo, esattamente quelli che ci si aspetterebbe dalla persona che aveva posseduto Pavel.
“Ora, e solo ora comincia il gioco vero e proprio, e il vostro Master ha deciso che i protagonisti sarete tutti voi che siete presenti”
Mal abbassò il dueling disk rimanendo fermo sul posto.
“Cosa significa tutto questo, Ethan?” disse Mal assumendo un’espressione severa.
“Mi deludi, Imperatore Nero” rispose l’altro muovendosi verso il centro della sala, mentre sul suo volto si disegnava un inquietante sorriso da pazzo “Mi pare chiaro, arrivati a questo punto, che siete stati tutti quanti fregati. Devo ammetterlo, non è stato facile trovarvi tutti, ma per fortuna ho seguito le tracce di quello di voi che riusciva a innescarvi tutti”
Nessuno aveva capito niente.
Ethan passò di finco a Malverik fissandolo negli occhi da sotto in su sempre col cotello puntato, mentre l’altro lo seguiva con lo sguardo. Superò Mal e proseguì verso Aleta.
“Il passo successivo sarebbe stato radunarvi qui. Anche questo non è stato facile, Kygranerd e i suoi cacciatori di taglie si sono messi in mezzo, ma in fin dei conti non è stato un problema grave, è servito solo a modificare il mio approccio”
Ethan superò anche Aleta e cominciò a salire la rampa di scale verso il balconcino. Tutti gli altri se ne stavano immobili, temendo qualche pericoloa mossa del duellante.
“Adesso tutti i pezzi sono al loro posto, e si possono dare disposizioni per il Gioco delle Ombre finale”
Ethan raggiunse finalmente il balconcino del primo piano e si trovò padrone della scena guardando tutti dall’alto in basso.
“Al momento sto aspettando ancora un paio di amici, ma aspetare mi annoia, quindi ho combinato questo piccolo Gioco per te, Imperatore Nero” sorrise Ethan con gli occhi che scintillavano “Adesso tu affronterai in duello Princector. O il tuo amico qua sotto farà una bruttissima fine”
Detto questo, Ethan piantò il coltello dentro il muro rivelando che sopra la testa di Gilbert c’era un lungo spazio vuoto coperto da un telo di carta mimetizzato del colore del muro. Il telo venne tagliato e cadde a terra, scoprendo una lunga fune attaccata al un supporto metallico per le lampade a olio, che teneva sospeso sulla testa del giornalista un pesante incudine.
Sally sbiancò e Mal a ruota.
“In quanto esperto prestigiatore, sono un maestro dell’arte di nascondere gli oggetti, e vi assicuro che non è stato facile torvare la corda giusta per reggere questo incudine. Pesa quasi 200 Kg, e da questa altezza sono abbastanza certo che posa schiacciare un teschio umano come fosse un pinolo” ridacchiò.
“Questo non faceva parte dell’accordo!” sbottò improvvisamente Aleta.
Mal si voltò di nuovo verso la sua rivale. Allora i due erano in combutta.
“Quel ragazzo non c’entra nulla con tutto questo” gridò ancora l’argentina “Doveva essere solo un gioco”
“Questo è un Gioco, Aleta” rispose l’altro “Hai avuto il tuo duello contro l’Imperatore Nero, il come era tutta una mia occupazione, e non c’erano regole contrarie”
Sia Gabri che Mal cominiciavano a capire. Anche Aleta era stata ingannata. In qualche modo tutto questo faceva parte del piano di Ethan di riunire in quel luogo tutti loro, ma sembra che mancasse ancora qualcuno.
“Perché?” chiese Mal “Dimmi solo perché, prima che cominici a cercare un modo per rompere la tua di testa”
Ethan schiuse un larghissimo sorriso.
“Mi chiamo Elzer Cosky, Imperatore” rispose l’altro “E faccio ciò che faccio per il Gioco delle Ombre, e solo per esso. Adoro Giocare, con chiunque, contro chiunque, per qualunque cosa. Sono pronto a tutto perché il Gioco delle Ombre diventi la regola per questo mondo, sono pronto a tutto per far si che quelli che hanno il coraggio di Giocarlo siano trattati come superiori anziché come freak costretti a nascondersi al mondo.
“Io intendo scoprire il segreto che sta dietro al Gioco, intendo deporre Zorc l’Oscuro dal suo trono e prenderne il posto. E quando sarò io il master di questo Gioco, tutto sarà secondo le mie regole”
Nulla di quello che aveva detto aveva veramente senso. Mal neanche sapeva bene chi o cosa fosse Zorc l’Oscuro, nonostante lo avesse visto più volte. Questo Elzer Cosky sembrava saperne molto più di chiunque altro sul Gioco delle Ombre.
“Adesso basta, però, è il momento di Giocare” esclamò Elzer mantenendo il suo largo sorriso “Le regole sono semplici. Se rifiuti taglio la fune, se perdi taglio la fune, se uno dei tuoi amici si avvicina troppo taglio la fune, se qualcuno si arrende taglio la fune, se vinci contro Princector scendo da qui senza fare resistenza. Tutto qua”
Mal ripassò mentalmente le regole. Erano chiaramente impari. Nessuna regola avrebbe impedito a Elzer di tagliare la fune prima di scendere dal balcone, ne di tagliare la fune durante il duello, ma non era nella posizione di dettare condizioni, poteva solo trovare un modo per annullare il Gioco.
“Ah, un’ultima cosa” aggiunse Elzer indicando Aleta “Lei deve stare da questo lato” disse indicando poi il lato della sala più vicino a dove si trovava Gilbert.
Mal fissò Aleta, che ricambiò lo sguardo, quindi i due si avvicinarono l’uno all’altra per scambiarsi di posto incrociandosi a metà strada.
“Quanto da fastidio essere stata usata come una pedina?” chiese Mal ad Aleta senza guardarla.
Aleta continuò a guardare davanti a se, passando lo sguardo prima su Elzer e poi su Gilbert.
“Non abbastanza” rispose.
Mal continuò ad andare avanti e Aleta fece lo stesso. Quando furono a distanza debita, si voltarono e si puntarono contro l’un l’altra i dueling disk. In quel momento Elzer schioccò le dita e l’intera stanza fu circondata in un istante da una fittissima nebbia nera che faceva passare solo una luce violacea all’interno.
Sally era spaventata. La prima cosa che avrebbe voluto fare era correre verso Gilbert e assicurarsi che stesse bene, ma la parte più razionale di se le impose di rimanere immobile e aspettare. Adesso anche lei e Gabriele facevano parte del Gioco delle Ombre di Elzer, quindi non restava altro da fare che torvare una soluzione per sfuggire alle regole imposte da Elzer.
Sally buttò un’occhiata su Gabriele, che per essere uno alla sua prima esperienza nel Gioco delle Ombre era fin troppo calmo.
Sally notò che il ragazzo italiano, con una mano dietro la schiena, stava utilizzando premendo non visto sul cellulare.
“Che stai facendo?” gli chiese Sally sottovoce.
“Chiamo aiuto” rispose Gabri “tu cerca di coprirmi”

Aleta concesse a Malverik la prima mossa, ben consapevole che il deck del suo avversario dava il meglio di se partendo per secondo.
Mal pescò una carta in silenzio. Il duello passava in secondo piano, ora la sfida era trovare un modo per sfuggire alla trappola di Elzer.
“Evoco Cavaliere dell’Armageddon in posizione di attacco”
Mal giocò la carta e sul terreno apparve la figura umana del guerriero mascherato vestito completamente di nero e armato di sciabola già sguainata.
"Grazie al suo effetto posso mandare un mostro Oscurità dal mio Deck direttamente al cimitero"
Completata l'operazione, Mal posizionò una carta coperta e terminò il turno.
Aleta analizzò rapidamente la situazione. Conosceva bene quella strategia, Malverik l’aveva già utilizzata contro di lei in passato: la carta mandata al cimitero poteva essere o Grapha, Signore Drago del Mondo Oscuro, che avrebbe potuto richiamare sul terreno in un secondo momento, o Sentinella Necro, che lo avrebbe protetto dagli attacchi. Una strategia piuttosto ingenua per un giocatore del suo calibro, a meno che non avesse in mente quacos’altro.
Aleta scrutò nell’espressione di Malverik per cercare di capire cosa stese pensando, e fu in quel momento che vide un impercettibile movimento degli occhi del ragazzo. Mal aveva la sua solita espressione da duello, ma per un istante, Aleta scorse un movimento dei suoi occhi verso destra. Per un attimo Mal aveva guardato Gilbert.
Aleta sorrise. Aveva capito che il suo avversario non era concentrato al massimo, e ne avrebbe approfittato.
“Cavaliere Insetto in posizione di attacco” dichiarò Aleta, e con un rapido movimento pose la carta nell’alloggiamento del Dueling Disk. L’insetto umanoide apparse sul terreno di gioco, somigliante a una cavalletta, ma in posizione eretta e con una spada e uno scudo al posto delle mani.
“Insetto Cavaliere, attacca il Cavaliere dell’Armageddon” ordinò Aleta, e il suo insetto attaccò il Cavaliere di Mal tagliandolo a metà in diagonale con un profondo fendente.
Mal fece una smorfia di disappunto alla distruzione del suo mosto, mentre i suoi Life Points si abbassavano di 500.

“NOIA!” urlò all’improvviso Elzer.
Gabriele scosse la testa.
“Non va bene. Mal sta pensando a tutto tranne che a duellare. Se continua di questo passo non durerà molto contro Aleta”
“Aspetta, ma se anche Mal dovesse vincere, cosa impedisce a Elzer di far cadere l’incudine?” domandò preoccupata Sally una volta capito.
“Infatti non ho paura che Mal non debba vincere, ma solo aspettare” rispose Gabri.
“Che vuoi dire?”
“Elzer ha detto che si aspetta un’altra visita qui dentro. Posso solo immaginare che l’intento di Elzer sia vedere se Mal riesca a resistere fino all’arrivo di questa persona”
Sally allora mise insieme i pezzi.
“Per questo hai mandato quei messaggi prima?”
“Sperando di aver avuto ragione, e che basti che arrivi una persona a caso. Se così non dovesse essere dobbiamo sperare che il tuo amico la sotto sia abbastanza furbo”
Sally guardò Gilbert ancora privo di sensi.
“Ho capito. Se ne io ne te abbiamo il permesso di avvicinarci dovrà essere Gilbert a torvare un modo per togliersi da li, a quel punto il duello non avrà più senso e anche se Elzer tagliasse quella fune nessuno sarebbe in pericolo”

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Capitolo 20
*** Piani incrociati ***


Ciao gente! Mi scuso profondamente per l'immenso ritardo. Spero che questi periodi di non voglia di scrivere si riducano sempre di più. Comunque alla fine questo ventesimo capitolo della serie I Maestri delle Ombre è arrivato alla fine, e qui si conclude un passaggio importante della nostra storia: il primo confronto tra Mal e Elzer. Confronto dal quale il più abile dei nostri protagonisti non uscirà benissimo.
Come al solito, se vi piace la serie potete seguire gli aggiornamenti sulla pagina Facebook, e per seguire in maniera più completa le strategie utilizzate, potete fare affidamento su questo sito per la ricerca delle carte.

Alex se ne stava appoggiato a un albero sul viale alberato poco lontano dal suo albergo aspettando il passaggio della dottoressa Wyvern.
Dopo ore e ore ad ascoltare registrazioni della cimice che aveva messo nel suo ufficio, Alex aveva capito che Kygranerd era molto prudente e non avrebbe parlato di qualcosa di tanto importante al telefono con la sua assistente. Tuttavia qualcosa nelle loro conversazioni era saltata fuori. Spesso quando la Wyvern era al telefono con Kygranerd continuava a fare riferimento a un certo progetto e a qualcosa che doveva essere costruito. Inoltre una volta si e una no saltava fuori il nome di Elzer.
Alex era ormai sicuro che il progetto misterioso di Kygranerd e l’altrettanto misterioso duellante delle Ombre fossero collegati, quindi aveva deciso di sfruttare la dottoressa Wyvern per ottenere informazioni.
Alex aveva studiato il suo programma facendo delle ricerche e aveva scoperto che dopo il lavoro usciva sempre a correre nel parco della Fondazione Kygranerd. Tuttavia il parco era al momento occupato per via del torneo, quindi la Wyvern avrebbe cambiato percorso, e l’unico spazio in città in cui c’era un po’ di verde era quel viale alberato che andava verso la periferia.
Alex rimase in attesa per tre quarti d’ora abbondanti, quando vide finalmente arrivare la dottoressa Wyvern dalla parte opposta della strada.
Il giovane si affrettò a fare il giro degli edifici intorno per arrivare con disinvoltura nel senso opposto rispetto da dove stava arrivando l’assistente di Kygranerd, fingendo di star tranquillamente correndo nella direzione opposta.
“Dottoressa Wyvern, buona sera” la salutò Alex non appena se la ritrovò davanti.
La donna si tolse gli auricolari dalle orecchie per rispondere al suo presunto sottoposto.
“Buona sera, signor Curtis”
La Wyvern aveva un bell’aspetto anche senza il trucco che solitamente portava in ufficio. Il viso rotondo era meno lucido, e perdeva un po’ di quell’aura di severità che la accompagnava di solito, cosa che Alex apprezzava molto. Inoltre con quella giacchetta della tuta bianca e i pantaloncini attillati neri si poteva apprezzare ancora di più quanto la donna ci tenesse alla forma fisica, dato il fisico atletico e le gambe sode, mentre le braccia erano relativamente più esili. Una bella donna, senza dubbio.
“Come mai da queste parti?” chiese Alex parandosi davanti alla donna, che continuò a correre sul posto.
“Il parco è troppo affollato in questo periodo, quindi sono venuta qui a fare esercizio” rispose l’altra.
“Le dispiace se la accompagno per un po’?” chiese Alex senza muoversi di un millimetro.
La donna gli lanciò contro una terribile occhiata di sospetto che Alex resse benissimo con il sorriso stampato in faccia.

La Wyvern sembrò sciogliersi un minimo davanti allo sguardo del giovane, e con l’accenno velato di un sorriso acconsentì.
Alex fece spazio e i due cominciarono a correre lungo il viale alberato. La Wyvern andava di buon passo, ma Alex era ben allenato ed era perfettamente in grado di star dietro alla donna e fare domande allo stesso tempo.
“Me la vuol spiegare una cosa” disse improvvisamente Alex “Ma lei è davvero dottoressa o no?”
“Che intende?” chiese spiegazioni l’altra con tono indispettito.
“Tutti quanti in sede si rivolgono a lei come “dottoressa Wyvern”, mentre ieri il presidente l’ha chiamata solamente “signorina Wyvern”. Mi è sorto il dubbio che forse il personale della K. Corp. le avessero affibbiato una sorta di soprannome”
Iris rimase in silenzio ancora per qualche passo guardando fissa davanti a se, poi si decise a rispondere.
“Ho una laurea e un master in Scienze delle Comunicazioni. Ai dipendenti mi sono presentata come dottoressa e così continuano a chiamarmi. È solo il presidente Kygranerd a dimenticarlo”
“Mi sembra strano, ho sentito in giro che siete molto affiatati”
La frase fu lasciata intenzionalmente ambigua da Alex per testare la reazione della donna, che come al solito non si scompose.
“Niente di sentimentale, se è questo che insinua, signor Curtis”
Posata e pungente come sempre.
“Io e il presidente Kygranerd passiamo molto tempo insieme per lavoro, e siamo anche amici d’infanzia. Il suo rapporto con me è più informale che con il resto dei dipendenti solo per questo motivo”
Alex aveva capito che la Wyvern gli aveva rilevato quel dettaglio solo perché aveva capito che ci sarebbe arrivato anche da solo, quindi non conveniva fare domande più approfondite, non gli avrebbe detto niente.
I due continuarono a correre ancora per poco più di un centinaio di metri, quando a Alex squillò il cellulare con il suono particolare di un messaggio.
Rimanendo in movimento il giovane gigante estrasse il cellulare dalla tasca e aprì la app di messaggistica.
Alex rimase sorpreso quando lesse che a mandargli il messaggio era stato Gabriele, ma rimase impietrito quando lesse il contenuto del messaggio.
“Chiusi bibliotrca elzer ostaggio”
Alex si bloccò immediatamente e fece rapidamente le loro considerazioni.
Gabriele non gli aveva dato l’impressione di uno particolarmente serio, ma non era per nulla uno da scherzi telefonici, e quel messaggio, inviato proprio a lui, non poteva che essere qualcosa di serio.
Un messaggio così ermetico, privo di punteggiatura e persino con un errore di battitura doveva essere stato mandato in condizioni di emergenza, magari anche senza possibilità di vedere lo schermo. Inoltre le parole erano piuttosto chiare. Il ragazzo aveva incontrato Elzer Cosky, e in questo momento era chiuso in una biblioteca. La cosa più preoccupante però era la parola “ostaggio”. Gabriele voleva forse dire che era ostaggio di Elzer? No, se così fosse gli sarebbe stato tolto il cellulare come prima cosa. Forse era qualcun altro a essere ostaggio di Elzer. In entrambi i casi, Gabriele stava chiedendo il suo aiuto. Aiuto immediato.
“Tutto bene?” chiese la dottoressa Wyvern che correva sul posto poco più avanti.
La donna notò immediatamente che lo sguardo del suo accompagnatore era drasticamente cambiato.
“Problemi al torneo” commentò laconico Alex. “Un mio amico che partecipa al torneo mondiale si è messo nei guai con un altro concorrente e mi chiede aiuto”
Iris Wyvern ebbe un sussulto.
Alex aveva già girato i piedi per andarsene, quando il cellulare della donna squillò.
“Pronto, presiden …” Rispose la Wyvern.
“Iris, Elzer ne ha combinata un’altra delle sue” la interruppe Kygranerd con la voce alterata dalla rabbia “Non so come abbia fatto, ma ho perso quattro diversi segnali di duellanti oltre al suo. Tre di loro erano insieme e sono spariti nello stesso istante vicino alla biblioteca di Biologia del parco”
“Ho già fatto partire una squadra dei nostri agenti. Tu sei più vicina, comincia ad indagare”
Iris fece due più due e capì che i guai a cui accennava Curtis erano legati a Elzer. Non c’era tempo da perdere.
“Curtis, venga con me, so cosa sta succedendo”
Lo richiamò Iris Wyvern.
“Bene, spero lei sappia come aprire il portone della biblioteca” dichiarò il gigantesco ragazzo.
“Che significa?”
“Il mio amico non mi ha scritto “rapito”, mi ha scritto “chiusi”. Questo significa che la biblioteca è chiusa, probabilmente dall’interno, e che dentro ci sono più persone”

Mal pescò una carta e cominciò il suo turno.
Dopo un’occhiata rapida al terreno di gioco e alla sua mano, decise la sua mossa.
“Attivo Ordine del Mondo Oscuro”
All’effetto della carta Magia entrambi furono costretti pescare una carta dalla sua mano e poi scartarne una.
“Si attiva l’effetto di Silva, Signore della Guerra del Mondo Oscuro. Dopo essere andato dalla mano al cimitero, può essere evocato specialmente sul terreno”
Immediatamente, il mostro di Mal spuntò da una crepa nel terreno, con le sue ali demoniache spiegate e le lame cure che uscivano dai polsi.
Aleta si preparava all’attacco del mostro. Nel suo deck aveva una carta in grado di prevenirlo.
“Posiziono una carta coperta e termino il turno” fece Malverik.
La mossa fece rimanere tutti sconcertati, prima tra tutti Aleta, anche se questa evoluzione degli eventi non modificava in nessun modo il suo piano originale.
La ragazza sorrise mentre pescava la sua carta di inizio turno.
“Posiziono un mostro coperto in difesa” dichiarò Aleta mettendo la carta sul dueling disk.
“Adesso posiziono tre carte coperte e metto il Cavaliere Insetto in posizione di difesa”
Aleta chiuse il suo turno così.

Gabriele stava studiando attentamente le mosse dei due giocatori.
Era ovvio che Malverik non giocasse per vincere, ma la sua valutazione di poco prima era chiaramente sbagliata. O Mal aveva in mente un piano ben preciso o stava prendendo tempo per idearne uno.

“Tocca a me” disse Malverik prendendo una carta dal deck.
“Mando all’attacco Silva contro l’Insetto Cavaliere!” dichiarò Mal.
Il demone dell’Imperatore Nero spiegò le ali e si lanciò contro il suo nemico, e con un fendente delle sue lame lo tagliò a metà distruggendolo.
Aleta non si scompose.
“Posiziono anch’io due carte coperte e termino il turno”
Aleta non batté ciglio, e, appena pescata la sua carta, procedette con la controffensiva.
“Attivo dalla mia mano l’effetto di Camminatore silenzioso: lo mando dalla mia mano al cimitero per abbassare di uno il livello del tuo mostro”
Così fece. Il livello di Silva si abbassò da 5 a 4.
A quel punto Mal aveva capito quale fosse il mostro coperto di Aleta e si preparò all’impatto.
“Scopro il mio mostro coperto: Coccinella del Destino”
L’insetto di Aleta, delle dimensioni di un comodino, uscì dal suo nascondiglio con un piccolo bagliore.
“E non c’è bisogno di dirti con quali conseguenze, vero?” ammiccò la ragazza.
La Coccinella del Destino spiegò le sue ali e le quattro stelle disegnate sul suo dorso si illuminarono all’istante, sparando quattro raggi giallognoli verso Silva, che con un grido di dolore venne distrutto.

Sally, non pratica di mostri insetto, chiese spiegazioni.
“Si tratta dell’effetto scoperta di Coccinella del Destino” spiegò Gabri “Funziona solo sui mostri di livello 4, ma Aleta ha aggirato il problema”
Sally cercò di convincersi che fosse successo perché Aleta conosceva il deck di Mal come fosse il suo e non perché fosse davvero in grado di sconfiggerlo.

“Adesso offro come tributo Coccinella del Destino per evocare Principessa Insetto”
Il Deck Prince (o in questo caso Princess) di Aleta si manifestò sul terreno di gioco circondata da sbuffi di polline colorato, nella sua figura splendente e aggraziata, sorridendo maliziosa a tutti gli astanti.
Aleta si fermò qualche secondo ad ammirare il proprio mostro preferito, quindi tornò a fissare l’avversario.
“Rimuovo dal gioco Coccinella del Destino e Camminatore Silenzioso dal cimitero per poter evocare Doom Dozer”
I due mostri selezionati ricomparvero in versione trasparente solo per pochi secondi, per poi scomporsi e far posto al gigantesco centipede rosso Doom Dozer, che da solo ricopriva gran parte del terreno di gioco di Aleta.

“Doom Dozer, attacca direttamente!” Ordinò Aleta, e immediatamente il Doom Dozer spalancò le fauci in direzione del ragazzo, pronto a colpire.
Mal si fece trovare pronto.
“Attivo l’effetto di Sentinella Necro nel cimitero. La rimuovo dal gioco e annullo il tuo attacco”
Tolta la carta dal cimitero, il mostro corazzato di rosso scuro apparve come un fantasma davanti al suo padrone, riuscendo a parare il colpo del Doom Dozer, che una volta colpito il surrogato del bersaglio, si fece indietro e tornò sulla sua parte del campo.
Aleta sorrise. Questo voleva dire che la carta scartata all’inizio era proprio la Sentinella Necro e non doveva preoccuparsi di un improvviso attacco di Grapha.
“Principessa Insetto, attacca!” Ordinò la ragazza, e l’aggraziato mostro Insetto si alzò in volo per poi sparare su Malverik una pioggia di polline che colpì il ragazzo.
A causa del Gioco delle Ombre, Malverik sentì un prolungato dolore all’addome mentre quel polline scintillante gli pioveva addosso e dovette stringere i denti per resistere.
In termini di gioco, ciò equivalse alla perdita di 1900 LP, cosa che faceva scendere l’ammontare di Mal a soli 600.
“Termino il turno” affermò Aleta soddisfatta.
 

La preoccupazione di Sally cresceva. Adesso Mal non solo era in svantaggio pesante, ma il duello rischiava anche di finire presto, vanificando il piano di Gabriele.
La ragazza sollevò gli occhi verso Elzer, che guardava interessato lo spettacolo.
Mal non le avrebbe mai permesso di interferire direttamente nel duello, ma se avesse distratto lui il gioco si sarebbe fermato e avrebbero guadagnato tempo.
“Elzer!” Urlò la ragazza “Sappiamo che sei al soldo di Kygranerd. Perché ha organizzato questo torneo?”
Era la prima cosa che le era venuta in mente, ma col senno di poi avrebbero fatto comodo a tutti delle informazioni su Kygranerd e i suoi piani.
Tutti quanti si bloccarono per guardare il pazzo.
Elzer stette per alcuni attimi immobile con lo sguardo rivolto verso Sally, indecifrabile per chiunque non avesse accesso alle sue contorte sinapsi.
Il ragazzo si grattò la testa spostando più volte il lungo ciuffo verde acqua, si passò più volte il coltello tra le mani e con un gesto fulmineo lo piantò a pochi millimetri dalla corda.
“MAI INTERROMPERE QUALCUNO NEL MEZZO DI UNO SPETTACOLO!” esplose Elzer.
Gli occhi indemoniati del ragazzo spaventarono Sally non meno della potenza dell’urlo, che sembrava aver portato delle modifiche al campo intorno a loro, anche se Sally non avrebbe saputo dire quali.
Elzer puntò il coltello contro tutti gli altri uno alla volta dicendo: “Non dimenticatevi che sono io a fare le regole in questo gioco. Nessuno di voi vorrebbe farmi arrabbiare”
Elzer tornò in silenzio ad osservare i duellanti, e lo stesso fece Sally.
Né Gabriele né Aleta né Malverik avevano mosso un muscolo.

Mal gettò un’occhiata su Sally, poi una su Gilbert, ancora privo di sensi, e tornò a concentrarsi sul duello.
Aveva un piano per arrivare all’amico, ma prima di tutto aveva bisogno di mettere la situazione sul terreno di gioco in una maniera precisa, e Aleta, con lo stile di gioco adottato, non aiutava.
Mal conosceva bene Aleta, sapeva che era capace di cambiare il suo stile di gioco in corsa per adattarsi alla situazione, doveva solo costringerla a farlo.
Mal pescò una carta.
“Attivo la mia carta coperta: Scontro Gozen” dichiarò Malverik.
La sua carta trappola si scoprì all’istante.
“Con questa costringo il tuo terreno di gioco a ospitare mostri con un solo attributo, e visto che Doom Dozer è un mostro Terra e Principessa Insetto un mostro Vento, dovrai distruggerne uno”
Aleta guardò storto l’avversario e premette un pulsante sul suo dueling disk.

“Attivo Disturbo Trappola” dichiarò fredda la ragazza.
Fatto ciò, Aleta scartò una carta dalla mano per annullare l’attivazione di Scontro Gozen e distruggere la carta.
Malverik fece una smorfia di disappunto, ma subito tornò composto e pronto a reagire.

“Giochi in modo strano oggi, Malverik” gli disse Aleta “Possibile che il potente Imperatore Nero sia troppo preoccupato per concentrarsi?”
Mal non si fece fregare dalla sua provocazione.
“Non c’è un solo modo per vincere un duello, Aleta” rispose “E comunque questo lo si può a mala pena considerare un duello”
Aleta mascherò egregiamente i dubbi che le erano saliti da quell’affermazione, mentre Elzer, dall’alto del suo balcone, sorrideva divertito.

“Attivo Portali del Mondo Oscuro” affermò Mal giocando la sua carta.
Il gigantesco portale inciso che accedeva al mondo dei demoni apparve alle spalle del so evocatore e si aprì poco a poco.
“Grazie all’effetto dei portali, rimuovo dal gioco Silva del Mondo Oscuro dal cimitero per poter pescare una carta e poi pescarne una”
Effettuata l’operazione, Malverik mise di nuovo mano al suo deck.
“Per effetto di Snow, Tenebra del Mondo Oscuro, che ho appena scartato, posso prendere un altro mostro del Mondo Oscuro dal mio deck e metterlo nella mia mano”

Malverik si stava ritrovando con una valanga di carte in mano. Sia Gabri che Sally capirono che aveva preparato il terreno per qualche mossa particolare.

“Adesso evoco Zure, Cavaliere del Mondo Oscuro in posizione di attacco”
Messa la carta sul dueling disk, il cavaliere demoniaco fece la sua apparizione brandendo la spada pronta a colpire.
L’aumento di attacco dovuto ai Portali del Mondo Oscuro rendeva Zure più forte della Principessa Insetto, quindi Mal gli ordinò di attaccare.
Zure si lanciò all’attacco e con un potente fendente di spada colpì e distrusse la Principessa Insetto.
La distruzione del mostro preferito di Aleta lasciò sul campo l’eco di un urlo acuto di dolore e un forte dolore al ventre per la sua proprietaria, oltre a un danno di 200 LP.
Aleta tuttavia non si scompose.
“Attivo Fune di Vita” affermò la ragazza scoprendo una delle sue carte coperte “Scarto tutte le carte dalla mia mano e recupero la Principessa Insetto dal cimitero con 800 ATK extra”
La situazione sembrava diventare ogni momento più difficile. Adesso la Principessa Insetto contava 2700 ATK, quasi quanto il Doom Dozer, che era uno dei mostri Insetto più forti.
“Posiziono una carta coperta e termino il turno” disse Malverik.

Sally era ormai presa dal duello, ma un movimento attirò la sua attenzione. Girando gli occhi notò che Gilbert si stava svegliando e cominciava a muoversi.
Gilbert intanto aprì gli occhi, alzò la testa da terra e si rese conto che era legato e imbavagliato.
“Ma che...”
Gilber non fece in tempo a finire il pensiero che Mal lo intercettò con lo sguardo.
“Gibby, fermo dove sei!” gridò Mal.
Gilber non mosse un muscolo.
“Quello sul balcone sopra la tua testa è Elzer Cosky, se ti muovi ti fa cadere addosso un incudine”
Gilbert, anche se impedito nei movimenti dalle corde, riuscì a girare lo sguardo verso l’alto e sbiancò alla vista dell’incudine che penzolava sopra la sua testa e cominciò ad ansimare per la paura mentre Elzer se la ridacchiava divertito puntandolo con i suoi occhi da pazzo.
“Gibby!” lo chiamò Sally “Tu sta tranquillo, Mal ha un piano per salvarti”
Almeno era quello che sperava, Mal sembrava convinto, ma per ora le cose andavano male.

Gilbert annuì.
“Tieniti pronto, Gilbert, tra poco vengo a prenderti” disse Malverik calmo, tornando a fissare Aleta.
Elzer incalzò di nuovo il pubblico a tacere.

Aleta pescò la sua carta e la giocò subito in campo.
Non capiva come Malverik potesse pensare di salvare il suo amico in quelle condizioni.

La ragazza incrociò lo sguardo di Gilbert, che stava cercando in tutti i modi di togliersi il bavaglio.
Aveva bollato l’amico di Malverik come inutile stupido due minuti dopo averlo conosciuto e non aveva mai cambiato idea, non aveva nessun interesse per quel ragazzo, ma al tempo stesso non avrebbe permesso a Elzer di passarla liscia dopo aver organizzato un piano del genere senza chiederle nulla.
Analizzò il campo di battaglia. Mal doveva avere in mente qualcosa che poteva essere fatto rapidamente, prima che Elzer avesse il tempo di reagire.
La cosa più ovvia sarebbe stata andare da Gilbert e tirarlo via da sotto l’incudine e trascinarlo al sicuro, ma non sarebbe mai riuscito a arrivarci visto che Elzer lo aveva costretto a posizionarsi nel punto più lontano da lui.
Se fosse stato uno dei suoi mostri a fare il lavoro per lui, però, la cosa sarebbe stata diversa.
Aleta aveva visto più volte in passato Malverik far fare ai suoi mostri azioni che andassero oltre le animazioni degli ologrammi digitali. Lei stessa aveva utilizzato questa prerogativa dei giocatori delle Ombre a suo vantaggio.
Se aveva ragione, Mal avrebbe cercato di far si che lei stessa mettesse i propri mostri solo sulla parte sinistra del terreno di gioco, quella più vicina a Gilbert, e, una volta evocato un mostro abbastanza forte, avrebbe attaccato per mettere il mostro in posizione e ordinargli di prendere il ragazzo una volta materializzato.
Una volta fatto questo probabilmente si sarebbe arreso e avrebbe dato a lei la vittoria.
Tutto sommato le stava bene anche così, ma per esserne sicura avrebbe dovuto controllare.


“Evoco Artistamico Pattinatore in posizione di attacco” Disse la ragazza evocando la grossa zanzara colorata nella casella a sinistra, al fianco alla Principessa Insetto.
“Ora Doom Dozer, attacca Zure del Mondo Oscuro!” Aleta ordinò l’attacco, ma era più che consapevole che Mal avesse in serbo qualche trappola. Tuttavia, se qualcuno dei suoi mostri avesse dovuto essere distrutto, che fosse il Doom Dozer piuttosto che la Principessa Insetto.
Come da previsione, Mal reagì.
“Attivo Scudo-Braccio Magico” dichiarò Mal mentre attivava la sua carta “In questo modo reindirizzo l’attacco del Doom Dozer contro la Principessa Insetto”
Lo Scudo-Braccio Magico si materializzò sul braccio di Zure, che lo puntò contro la Principessa Insetto. Dallo scudo uscì un braccio allungabile terminante con una tenaglia che catturò la Principessa cingendola all’addome.
“Attivo Cambio!” reagì subito Aleta.
La carta trappola si attivò all’istante la Principessa Insetto venne teletrasportata con un raggio di luce nello slot adiacente e il suo posto fu preso dall’Artistamico Pattinatore.
“Grazie a Cambio sposto di una posizione la mia Principessa e costringo la tua trappola a prendersi il mio Pattinatore” disse Aleta sorridente “Il mio mostro ha una particolarità: quando viene attaccato mentre è in posizione di attacco, posso spostarlo in difesa e annullare l’attacco che gli è stato rivolto contro” aggiunse beffarda.
Proprio come aveva detto la ragazza, il braccio dello scudo si ripiegò portando il piccolo insetto davanti a Zure facendogli da scudo umano (più o meno), ma appena il Doom Dozer gli fu davanti, la Zanzara gigante cambiò posizione, e il Doom Dozer si bloccò a un passo dal morso fatale per poi ripiegare sul suo posto.
Eseguito il suo compito, lo Scudo-Braccio Magico sparì e il mostro di Aleta tornò al suo posto e scomparve avendo eseguito solo metà del compito per cui era stato giocato.
Mal non aveva ancora finito.
“Attivo la mia seconda carta trappola: Piano Oscuro” Dichiarò Malverik “Dato che non hai carte in mano, non puoi disattivarla in nessun modo, quindi entrambi dobbiamo scartare due carte e poi pescarne due”
Aleta, non avendo carte in mano, si limitò a pescarne due dal deck, mentre Mal ne scartò due per poi pescarne altrettante.
“Adesso si attiva l’effetto di Grapha, Signore Drago del Mondo Oscuro” Il drago-demone di Mal sorse dal cimitero sotto forma di fantasma e si posizionò ruggendo alle spalle del duellante.
“Grapha adesso distruggerà al tua carta coperta”
Il bolide infuocato si distaccò dalle fauci di Grapha e impattò contro la carta coperta dell’avversaria distruggendola.
Aleta disse addio al suo prezioso Intervento su DNA.
La ragazza subì l’impatto della mossa e dovette coprirsi gli occhi a causa della luce intensa. Quando li riaprì, Aleta si interrogò sul da farsi.
La mossa che aveva appena fatto Malverik non aveva senso. Aveva distrutto la sua carta coperta, è vero, ma aveva anche lasciato che la Principessa Insetto e il Doom Dozer rimanessero sul terreno. Zure in quel momento aveva solo 2100 ATK e i Life Points di Mal erano 600; se la Principessa Insetto avesse distrutto Zure la partita sarebbe terminata, impossibile che Malverik non ci avesse pensato. L’unica ragione valida era che Mal avesse in mano qualche altro modo per sopravvivere al suo prossimo attacco: delle due carte scartata al cimitero si era attivato un solo effetto, quindi l’altra o era una carta a caso, o aveva un effetto di non immediato utilizzo. Aleta avrebbe scommesso che si trattasse di Makyura Il Distruttore, carta che sapeva bene essere nel deck di Malverik e che gli permetteva di attivare carte trappola dalla sua mano.
Se la Principessa Insetto avesse attaccato Mal avrebbe avuto sicuramente una contromisura, ma l’effetto di Makyura sarebbe terminato con la fine del turno, perciò le sarebbe bastato attendere il prossimo per attaccare.
“Posiziono una carta coperta e termino il turno” disse decisa Aleta.

Mal era pronto. Tutti i pezzi che voleva erano al posto giusto. Adesso non gli restava altro che mettere l’ultima pedina sul terreno e avrebbe liberato Gilbert.

Dall’altra parte del portone, Alex e Iris erano arrivati davanti alla biblioteca.
Alex scrutò l’edificio notando il tetro alone nero che lo circondava, segno inequivocabile che quel posto era sotto il scenario di un Gioco delle Ombre.
Iris non poteva vedere l’alone, ma percepì immediatamente che qualcosa non andava e chiamò la squadra che il suo principale aveva mandato.
“Dove siete? … Ho capito. Io sono già arrivata, c’è il signor Curtis con me, della sicurezza interna. … Certo” e chiuse la chiamata.
“La squadra di soccorso sta arrivando, noi intanto dobbiamo trovare un modo per entrare” disse la donna.
“Non ce n’è uno” ribatté laconico il giovane.
Alex non aggiunse altro, non era proprio il momento di mettersi a spiegare che nessuno di esterno poteva avere accesso a un Gioco delle Ombre avviato a meno che non fosse a sua volta a conoscenza di qualche trucchetto.
Alex si avvicinò al portone d’ingresso, strinse il pugno destro e ne colpì violentemente il legno.
“Curtis, che sta facendo?!” chiese allarmata Iris.
“Sto bussando” rispose Alex.

Dall’interno, del pugno di Alex si sentì null’altro che un delicato rumore di legno. Troppo debole per raggiungere Elzer sulla sua balaustra, o i due duellanti concentrati, ma abbastanza forte da allertare Gabriele, che con discrezione si mosse verso il portone.
Sally, notato il movimento, cercò di coprirlo, ma Elzer se ne accorse.
“Fermo dove sei, tu!” gli intimò lo psicopatico indicandolo con la punta del coltello “Non si può lasciare in nessun modo un Gioco delle Ombre”
Gabri lanciò un’occhiata al portone. Distava solo un paio di passi.
“Su questo non sono d’accordo” rispose affabile l’italiano con un sorriso ironico.
Rapido come non lo era mai stato prima, Gabriele riempì i due passi che lo separavano dal portone e vi appoggiò sopra il palmo della mano destra.
Dall’altra parte del portone, Alex colpì nuovamente il portone, e immediatamente l’alone oscuro che circondava la stanza all’interno come all’esterno sparì.
Alex se ne accorse subito e si allontanò di qualche passo dal portone.
“CHE DIAVOLO HAI FATTO?!” gridò Elzer all’indirizzo di Gabriele.
Gabri ebbe appena il tempo di voltarsi che al centro della sala si era materializzato Zorc.
Nessun preambolo. Nessun suono. Nessun movimento del solito fumo nero. Il demone era solo apparso da un momento all’altro al centro della stanza come dopo un battito di ciglia.

La comparsa di Zorc, torreggiante in messo alla stanza, con la testa che arrivava poco sopra all’altezza di Elzer al piano superiore, teneva lo sguardo fisso verso il portone, direzione dove puntava anche l’enorme serpente che gli usciva dall’addome.
Il demone fece calare il silenzio intorno a lui per un paio di secondi, quindi volse il suo sguardo su Elzer che rispose con uno sguardo rabbioso e la tensione dei muscoli, come se volesse attaccarlo.
Zorc mantenne gli occhi impassibili sul ragazzo solo per pochi attimi, poi si rivolse verso l’incudine, e sollevando l’enorme mano prese tra due dita la corda con lo teneva sospeso sollevando così l’incudine, la staccò dalla parete senza sforzo e lasciò cadere l’incudine a terra poco più avanti.
Gilbert, che non poteva vedere Zorc, vide semplicemente l’incudine precipitare e sfasciare alcune delle pietre del pavimento poco oltre, e si rintanò della nicchia lanciando un urlo di spavento.
Zorc si voltò poi verso il portone, stese una mano verso di esso e fece un movimento con le dita.
Senza che ne Gabriele da una parte ne Alex dall’altra avessero mosso un muscolo, il chiavistello della porta scattò e il portone si aprì lentamente da solo.

Pietrificati dalla paura, tutti i presenti non avevano mosso un muscolo, tranne Elzer che stava ancora fremendo di rabbia.
“ZORC! MALEDETTO!” urlò lo psicopatico agitando le braccia in aria “Non puoi fermare un Gioco delle Ombre! Non puoi! Il Gioco delle Ombre è assoluto!”

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Capitolo 21
*** Una lunga notte ***


Ciao gente! dopo un'eternità e mezza eccomi rispuntare con un nuovo capitolo de I Maestri delle Ombre. Tra problemi col computer e mancanza di tempo, voglia e ispirazione sono passati mesi (tanti mesi) dal mio ultimo aggiornamento, eppure questo capitolo ce l'ho già pronto da un pezzo, solo che volevo pubblicarlo insieme con il successivo, salvo poi accorgermi che in totale era decisamente troppo lungo. Il capitolo 22 comunque è in lavorazione e sarà presto completato (salvo procrastinazioni dell'ultimo minuto che con me sono sempre in agguato). Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita.

Iris Wyvern assistette incredula alla scena del portone che si apriva da solo. Fu solo il rapido movimento di Alex a farla riprendere dalla sorpresa, quando questi estrasse la pistola dall’alloggiamento sotto la giacca e entrò arma puntata nella biblioteca.
“Sicurezza interna! Nessuno si muova!” avvertì deciso il gigantesco ragazzo puntando la pistola uno a uno su tutti i presenti riconoscendo tutti volti noti.
Alex puntò subito lo sguardo su Malverik, che era riuscito a reagire. Intanto i mostri sul terreno di gioco stavano scomparendo come i semplici ologrammi che avrebbero dovuto essere.
“Quello! Elzer Cosky, è lui che ci ha rinchiusi qui!” 
La voce di Gabriele mise a parte Alex di buona parte della situazione, soprattutto del fatto che Ethan fosse in realtà Elzer, che in quel momento si stava contorcendo dalla rabbia battendo battendo i pugni contro la balaustra.
“Cosky!” Lo richiamo la Wyvern.
L’entrata della donna impedì ad Alex di fare qualunque altra cosa avesse in mente. Non poteva assolutamente far saltare la sua copertura.
La Wyvern si fece avanti nella stanza con la sua pistola in pugno puntandola contro Elzer.
Elzer si voltò verso i nuovi arrivati ringhiando da sopra la balaustra, e la sua rabbia aumentò quando si accorse che nessuno dei due era Kygranerd.
“NO! No NO no No nO! Non è così che doveva andare?! Dove diavolo è il padrone di casa?! Perché ha mandato la sua cagna ad accogliere gli ospiti?!” Gridò Elzer puntando il dito contro la Wyvern.
La donna mantenne il sangue freddo e replicò: “Lei non ha nessun diritto di prendere possesso di questo edificio e quello che ha appena commesso è un crimine perseguibile penalmente. Il signor Curtis, della sicurezza interna, la porterà alle autorità competenti”
Alex si mosse qualche passo in avanti.
Elzer continuava a ringhiare furioso, deluso da come si erano messe le cose. Nel giro di pochi secondi recuperò la calma e parlò di nuovo.
“Va bene. Non ho più niente da fare qui. Il capoccia sarà soddisfatto del risultato comunque e avrà i suoi pedoni entro domattina” Poi si rivolse verso Malverik “In quanto a te, Imperatore Nero. Il nostro conto in sospeso non è ancora stato saldato. Ci rivedremo alle finali”
Elzer fece un passo indietro e Alex se ne accorse immediatamente. Con una rapidità che non ti aspetteresti da uno di due metri d’altezza, Alex scattò verso il balconcino e con una spinta che aveva del sovrumano, spiccò il volo aggrappandosi alla balaustra del balcone stesso, sorprendendo tutti quanti, persino la Wyvern, che stava per dargli l’ordine di agire.
Issandosi con le braccia, Alex raggiunse la il bordo della balaustra e salì sul balcone avventandosi contro Elzer.
L’altro fece un ampio sorriso e sghignazzando fece apparire nella sua mano una carta di Duel Monsters, come in un trucco di prestigio.
Solo che quello era tutto tranne che un trucco, in una nuvola di fumo dalla carta apparve un mostro: Legione, Demone Giullare, che col suo corpo minuto da marionetta e il cappello a punta rosso fece da schermo per il suo padrone per il tempo di un battito di ciglia, poi scomparve in un’altra nuvola di fumo che accecò Alex. Quando il ragazzo ebbe fatto dei passi in avanti per liberarsi dal fumo, Elzer era sparito.
“Curtis!” lo chiamò la Wyvern.
“Sparito!” Rispose Alex “Vado avanti”
Intanto Aleta aveva approfittato della situazione per cercare di andarsene, ma fu bloccata da Gabriele che le ostruì il passaggio.
La Wyvern se ne accorse e si voltò verso i due dicendo che avrebbe fatto loro delle domande, mentre Sally accorse verso Gilbert per aiutarlo a liberarsi.

Alex aveva proseguito nella stanza oltre la porta del balcone e si era trovato in una seconda stanza più piccola. Dalle due porte laterali si accedeva alle altre sale della biblioteca mentre da quella frontale a un ufficio. Alex notò una finestra esattamente dalla parte opposta dell’ufficio rispetto alla porta d’ingresso, completamente spalancata.
Alex entrò nella stanza ancora con la pistola puntata, una volta capito che era vuota, abbassò l’arma e si affacciò alla finestra. Davanti c’era un albero molto alto e robusto, a cui era attaccata una carrucola a molla collegata a un’imbracatura legata con del nastro. Alex guardò ai piedi dell’albero e vide un materasso da palestra sistemato proprio sotto l’imbracatura. 
Il piano di Elzer per una fuga di emergenza era senza dubbio ingegnoso: quando il suo mostro lo ha coperto col la sua nuvola di fumo, Elzer ha azionato il meccanismo della carrucola sistemato da qualche parte sull’imbracatura, questi lo aveva trascinato all’indietro attraverso le stanza e la finestra facendolo finire appeso all’albero, quindi gli è bastato sganciare l’imbracatura e lasciarsi cadere sul materasso per poi andarsene indisturbato tra la boscaglia del retro della biblioteca. 
Inutile inseguirlo, pensò Alex, nel tempo che avrebbe impiegato a scendere le scale e fare il giro dell’edificio, Elzer sarebbe già corso lontano, quindi si voltò per tornare dagli altri nella sala principale. Quando ebbe varcato la porta dell’ufficio, però, un bagliore intermittente attirò la sua attenzione.

Al piano inferiore, la Wyvern aveva finalmente rimesso a posto la pistola e stava interrogando Gabriele in merito a quello che era successo.
L’italiano, avendo capito che per qualche motivo Alex non aveva detto il suo vero nome alla donna, si mantenne sul vago, dicendo che Elzer avesse chiuso tutti in quella biblioteca per costringere Malverik a duellare con tutti i suoi punti in palio.
“… Poi ha blaterato una cosa su un Gioco delle Ombre o qualcosa del genere” concluse Gabri.
Aleta rimaneva in disparte. Sapeva bene che la Wyvern la teneva sotto controllo e che non si fidava di lei, ma non poteva certo andare in giro a dire che una sconosciuta si era recata nell’ufficio del suo capo senza incontrare resistenza di nessun tipo. Perciò decise di rimanere in silenzio aspettando l’occasione migliore per andarsene.
Mentre rifletteva su queste cose, Aleta non perdeva d’occhio Gilbert, al cui fianco si erano piegati Malverik e Sally cercando di liberarlo dalle corde.
“Sarà comune a tutti i prestigiatori la passione per i nodi?” si lamentò Malverik, che non riusciva a sciogliere il complicano nodo che teneva Gilbert attaccato alla parete.
“Oltre al sequestro di persona? Immagino di si” rispose Sally sorridendo.
“Voi fate con calma, eh, tanto sono io quello legato” replicò Gilbert.
Mal continuava a lavorare sulle corde, ma con la coda dell’occhio guardava Gabriele e la Wyvern. 
“Pensi che Kygranerd sappia di tutto questo?” gli chiese Sally grave.
Mal annuì.
“Si, lo sa, ma non credo che ci sia lui dietro a tutto. Da come è intervenuta a Wyvern e da come ha reagito Elzer penso che quello squilibrato abbia agito di sua iniziativa”
“E Alex?” chiese ancora Sally.
“La Wyvern lo ha chiamato Curtis. Non so perché, ma Alex deve aver dato un nome falso all’assistente di Kygranerd, forse perché non si fida di lei”
Sally lo guardò dubbiosa.
Anche a Malverik suonava strana quella versione, ma sarebbe stato più comodo chiedere a Alex di persona una volta finita questa faccenda.
“Per adesso limitiamoci a chiamarlo Curtis anche noi, vediamo come evolve la faccenda”
Gilbert intervenne: “Mal, c’è una cosa che devi sapere su Elzer. Credo che sia il duellante conosciuto online come Mano Magica” 
Malverik si bloccò di colpo sentendo quel nome. Fu solo un attimo, ma Sally ebbe il tempo di chiedergli cosa lo avesse preoccupato, interrotta dall’urlo di Alex.
“Dobbiamo uscire!” tuonò il ragazzo greco raggiungendo in un lampo il balcone e lanciandosi giù per le scale “Elzer ha minato tutto il piano superiore, da un momento all’altro il soffitto esploderà!”
Tutti rimasero impietriti all’udire quelle parole. La situazione si stava per fare tremendamente seria. La dottoressa Wyvern prese in mano la situazione.
“Tutti fuori, svelti, Curtis e io ci occuperemo del ragazzo legato a terra”
“Dottoressa, lei mi serve fuori” intervenne Alex “Mi serve che lei tenga lontani tutti dalla struttura insieme alla squadra che sta per arrivare, i partecipanti del torneo la riconosceranno subito. Penso io a Gilbert”
Detto questo si abbassò davanti al ragazzo ancora legato spostando Mal e Sally.
La dottoressa Wyvern tornò da Gabriele e Aleta e li spinse a uscire; Gabri e Aleta corsero subito fuori, ma Aleta continuava a girare la testa indietro.
“Uscite, voi due” ordinò Alex a Mal e Sally.
“Liberiamo Gilbert insieme e ce ne andiamo, possiamo...” 
Sally fu interrotta da Malverik che si alzò di scatto e la prese costringendola ad alzarsi.
“Alex sa quello che fa, noi andiamocene, gli saremmo solo di peso”
Sally era ancora titubante e si alzò lentamente.
All’improvviso un boato assordante annunciò la prima esplosione al piano superiore, una botta tale da far saltare il muro sopra al balcone e far cadere calcinacci ovunque nella sala. Sally cadde sotto la forza dell’urto e Malverik fu sbalzato indietro ritrovandosi in ginocchio, mentre Alex rimase saldamente incollato al terreno.
Alex si voltò solo per un attimo per incrociare lo sguardo di Malverik, che istantaneamente afferrò Sally per un braccio e cercò di trascinarsela dietro verso l’uscita.
I libri conservati al piano superiore presero fuoco a causa dell’esplosione e presto il primo piano della biblioteca divenne un’enorme rogo.
Gilbert gridava a Alex di sbrigarsi con le corde e il greco riuscì finalmente a sciogliere i nodi, ma in quel momento una seconda esplosione al piano superiore fece crollare prima la balaustra del balcone, poi il balcone stesso, che si fracassò al suolo alzando un enorme polverone.
Sally si fermò di colpo atterrita e fece per tornare indietro da Gilbert, ma Malverik la trattenne, sollevandola di peso per poi correre verso il portone.
Sally stava ancora guardando indietro, quando con la coda dell’occhio avvertì qualcosa passarle vicino ad alta velocità. Solo quando l’ebbe sorpassata si accorse che era il mostro Principessa Insetto di Aleta, che scomparve nel fumo.
Una volta varcata la soglia, Mal si trovò davanti la dottoressa Wyvern intenta a dirigere una squadra di uomini con caschi e giubbotti pesanti grigi tenere a bada l’orda di curiosi che si erano avvicinati alla biblioteca attirati dalle esplosioni.
Mal adagiò Sally sul vialetto di pietre fuori dalla biblioteca e si sedette accanto a lei, che fissava impaurita la biblioteca.
Arrivarono i vigili del fuoco a cercare di domare l’incendio e mettere al riparo i ragazzi. Gabriele si fece scortare al loro camion in attesa dell’ambulanza, mentre Sally, presa dai paramedici, continuò ad agitarsi gridando scompostamente che c’era ancora qualcuno tra le macerie.
Mal aiutò i paramedici a portar via Sally cercando di calmarla mentre i pompieri cominciavano ad entrare nella struttura.
Proprio mentre i vigili del fuoco stavano per entrare, dal fumo apparve una esile figura che tossendo si fece largo sul cumulo di macerie. La figura cominciò ad agitare le braccia richiamando l’attenzione dei soccorritori finché questi non si avvicinarono.
Mentre la figura smanacciava lanciando indicazioni più o meno confuse verso i vigili del fuoco, Sally si accorse che quello era Gilbert, e tirando un sospiro di sollievo, si sedette sul bordo dell’ambulanza.

Poco dopo i vigili del fuoco tirarono fuori anche Alex, che era rimasto senza sensi dentro la biblioteca dopo che un pezzo di soffitto gli era caduto sulla testa, poi tutti quanti furono portati all’ospedale per gli accertamenti e l’incendio fu domato.
Elzer era sparito nel nulla, Aleta se l’era filata approfittando della confusione, Alex si riprese solo diverse ore dopo essere stato portato all’ospedale, e il morale di Gilbert, Sally e Mal era sotto i piedi.

“Si, mamma sto bene. Si è solo per una notte, giusto per gli accertamenti. Papà mi porterà qualcosa per cambiarmi. Si, anche a Gilbert. No, tranquilla, ci sono i medici che ci controllano tutto il tempo...”
Mentre Sally parlava al telefono con sua madre Mal e Gilbert erano poco distanti e ascoltavano distrattamente le parole della loro amica mentre parlottavano tra di loro.
“Non ricordo molto di quello che è successo prima di svenire” spiegò Gilbert a Malverik “Ma di una cosa sono certo: ho parlato con Elzer. Ero sicuro che fosse dalla nostra parte quando l’ho visto entrare in biblioteca, e ricordo di aver visto alcune delle sue carte, anche se non ricordo in che contesto”
Mal continuava ad ascoltare. Tra tutti loro, Gilbert era quello che si era ripreso più in fretta dalla sequenza di eventi che li avevano portati fin li e si era rimesso subito al lavoro. Cosa che aveva dato la spinta allo stesso Malverik di reagire e pensare lucidamente.
“Sono sicuro di quello che dico, Elzer è Mano Magica, il duellante dei maghi”
Mal si rabbuiò.
“Chi è Mano Magica?” Chiese Sally appena sopraggiunta.
“Un duellante esperto” rispose Malverik “Unico nel suo genere, mi sono scontrato diverse volte con lui e non ho mai visto nessuno utilizzare i mostri Incantatore come li usa lui. Ho sempre saputo da come gioca che è un tipo viscido, ma non mi aspettavo fino a questo punto”
Anche Sally si sedette vicino ai due ragazzi, posizionandosi accanto a Malverik.
“Kygranerd deve averlo puntato guardando le partite online e l’ha reclutato per trovare gli altri duellanti delle Ombre” suggerì Gilbert.
“Si, ho pensato la stessa cosa, ma dovremmo considerare anche che dopo che il patto tra i due è stato siglato sia stato Elzer a usare Kygranerd per i suoi piani personali” rispose Mal “Alla biblioteca, quando l’assistente di Kygranerd è arrivata sembrava completamente sorpresa dall’iniziativa di Elzer. Tutto fa pensare che nel piano originale di Kygranerd le azioni di Elzer non fossero previste e che gli sia completamente sfuggito di mano”
Mal fece una pausa riflettendoci su.
“Avrebbe anche senso. Nonostante tutto Kygranerd ha un’immagine aziendale da difendere, non vorrebbe rischiare che il suo nome sia collegato all’esplosione di un edificio pubblico”
“Quello che mi fa pensare più di ogni altra cosa è la posizione di Alex. Perché mai avrà avuto bisogno di crearsi un nome falso per presentarsi all’assistente di Kygranerd?”
“Immagino che potremo chiederglielo appena lo dimetteranno” risponde Sally appoggiando una mano sulla spalla di Mal.
Mal si volta verso di lei e le sorride. Tutta questa storia lo stava confondendo, ma Sally lo aiutava a mantenersi lucido e pensare correttamente alle situazioni.
Poco dopo gli infermieri riportarono tutti nelle proprie stanze.

Alex aveva ripreso coscienza solo durante la notte e aveva fatto molta fatica a recuperare i frammenti di ricordi di cosa era successo dopo che l’esplosione gli aveva fatto cadere dei un pezzo di soffitto sulla testa.
Quando rimise rimise insieme i pezzi, Alex capì che aveva fatto una mossa falsa. Andare alla biblioteca era stato un gesto obbligato dal suo punto di vista, ma sicuramente una pessima scelta.
Si mise seduto sul bordo del letto e meditò sul da farsi. Era arrivato il momento di mettere Malverik al corrente della situazione, un appoggio amico gli sarebbe stato essenziale in quel momento.
Rimase fermo sul bordo del letto ancora alcune decine di minuti per riprendere totalmente il controllo del suo corpo, eliminare le vertigini, recuperare l’equilibrio e risincronizzare i movimenti mandati in confusione della botta in testa, dopo di che si alzò e andò verso la porta.
Stando attento a non incrociare nessun infermiere, Alex riuscì ad arrivare alla reception, e chiese, fingendosi un visitatore, dove fossero Malverik e Gabriele. Alex tirò un sospiro di sollievo quando notò che era stato registrato in ospedale con il nome di Axel Curtis, ma non si sentiva ancora tranquillo, visto che Kygranerd avrebbe potuto capire in altri modi che era un’identità fasulla.
Una volta trovata la stanza di Mal, sgattaiolò dentro senza far rumore e svegliò l’amico duellante.
“Mal, svegliati!” gli intimò Alex a voce bassa.
Malverik aprì gli occhi e dopo un attimo di sorpresa riconobbe lo sguardo duro del Re Dragone e si sistemò con la schiena più in alto contro lo schienale.
“Alex, che ci fai qui?” chiese Mal. Più che il perché, Malverik si chiedeva come Alex potesse essere già in piedi dopo la botta che aveva preso.
“Devo parlarti, Mal, e domattina potrebbe essere troppo tardi” spiegò Alex serio.
Mal capì che la situazione era grave.
Alex si sedette su una poltroncina a fianco al letto.
“Ti starai chiedendo perché mi faccia chiamare Axel Curtis” disse Alex.
Mal annuì.
“So di potermi fidare della tua logica, Mal, quindi te lo dirò sinceramente sicuro che capirai che non mi sto inventando niente. Non sono qui solo in veste di duellante iscritto al torneo. In realtà sto indagando di nascosto sulla Kygranerd Corporation e su Stephan Kygranerd in prima persona per il sospetto di attività illecite”
Mal alzò un sopracciglio sorpreso. Rimettendo insieme i pezzi quell’affermazione non era poi così assurda.
“Un agente segreto?” chiese Mal.
“Si. Per la precisione un agente dell’EYP, i servizi segreti greci. Di una divisione a stretto contatto con l’Interpol che opera anche in territorio estero. La mia missione è strettamente confidenziale e mi è stata data dal mio diretto superiore in via privata”
Mal ragionò su quelle parole.
“Che significa che sei da solo, senza copertura da parte della tua base e della tua nazione, senza supporto di alcun tipo e senza nessuna autorizzazione ufficiale” 
Alex annuì.
“I sospetti che il mio superiore ha su Kygranerd sono solamente indiziari. Nulla che possa permettere un’indagine ufficiale, anche se top secret, verso una multinazionale potente come la Ky. Corp. Tuttavia il mio superiore era fermamente convinto che Kygranerd stesse facendo qualcosa di illegale, in agenzia ci fidiamo tutti del suo istinto, così ha radunato un pugno di agenti fidati tra cui io e ci siamo messi a indagare privatamente.
“Le indagini hanno portato alla conclusione che qualunque cosa Kygranerd stesse organizzando, il torneo mondiale di Duel Monsters era l’evento chiave, e da qui in poi entro in scena io.
“In questi giorni mi sono infiltrato tra le guardie di sicurezza del quartier generale della Ky. Corp. con il nome di Axel Curtis e ho indagato sulla struttura. Il mio superiore credeva che si trattasse di qualche affare losco dell’azienda tipo affari con cartelli della droga o riciclaggio di denaro sporco, invece ho capito che Kygranerd sta puntando a qualcosa di diverso, e ormai sono sicuro che c’entri il Gioco delle Ombre. 
“Non mi è chiaro cosa Kygranerd sappia o creda di sapere sul Gioco delle Ombre, ma deve averla presa parecchio sul serio. I sotterranei della K. Tower sono pieni di sistemi di sicurezza. Troppi persino per semplice progetto aziendale. La sotto c’è nascosto qualcosa di grosso collegato al Gioco delle Ombre, ma ancora non so di cosa si tratti”
Malverick si mise qualche secondo a elaborare il discorso dell’amico. Fino a quel momento aveva pensato che Kygranerd avesse dei progetti che riguardassero il torneo, ma adesso tutto aveva un altro volto: Kygranerd aveva in mente qualcosa, ma il torneo non era che un mezzo per arrivare a portarlo a compimento.
“Ti ho rivelato queste cose perché so di potermi fidare di te. Dimmi che ne pensi” Concluse Alex “Poi vedrò come proseguire”
Mal ci pensò un attimo analizzando freddamente la situazione.
Quello che aveva detto Kygranerd poteva aver senso, sempre ammettendo che esistesse qualcuno abbastanza pazzo da pensare di utilizzare il Gioco delle Ombre a suo piacimento.
“Kygranerd deve sapere, o credere di sapere, qualcosa sul Gioco delle Ombre che noi non sappiamo” rispose Mal “Tutto sta nel capire che cosa nasconde nei sotterranei della torre, quella potrebbe essere la chiave per capire tutto”
“Concordo” disse Alex.
“C’è però qualcosa che non mi convince in questa storia. Da quello che mi hai detto sembra che Kygranerd abbia utilizzato la massima riservatezza per applicarsi a questo progetto, ma con noi non è stato altrettanto cauto. Voglio dire, ha un modo per rintracciare tutti i duellanti del torneo e monitorare tutti i loro duelli, che bisogno c’era di assoldare anche i cacciatori di taglie e Elzer?”
“Ci ho pensato anch’io e riflettendoci sono arrivato a due conclusioni. La prima è che Kygranerd è un tipo molto impaziente e ha utilizzato il metodo a suo modo di vedere più diretto per costringere i giocatori delle Ombre a uscire allo scoperto. La seconda è che non ha molta dimestichezza col Gioco delle Ombre in se, per questo gli è servito uno come Elzer al suo seguito, che infatti ci ha trovati tutti in pochissimo tempo.
“La trappola alla biblioteca non era per niente un piano che avrebbe potuto architettare Kygranerd, è stato Elzer a mettere su tutto quel teatrino per radunarci tutti insieme in un unico momento. 
“Kygranerd deve aver contato sul fatto di poter utilizzare Elzer per arrivare a noi”
“Ma Elzer non è per niente facile da gestire” proseguì Mal “Così i due sono entrati in competizione e fanno ognuno i propri interessi”
“Finendo per intralciarsi a vicenda” concluse Alex.
Il piccolo brainstorming ebbe fine e Alex si alzò dal letto.
“Credo di sapere come agire da qui in avanti. Tu e i tuoi farete bene a stare attenti nei prossimi giorni, Kygranerd potrebbe prendervi ancora di mira” disse Alex pronto a togliere il disturbo.
“Penso anch’io. Mi occuperò personalmente di tenere al sicuro Sally e avvertirò Gabriele del pericolo” rispose Mal.
Alex gli scoccò un’occhiata di traverso. Non era molto tranquillo nel lasciare che le sue informazioni venissero divulgate ad altri.
“Tranquillo, puoi fidarti di Gabri” lo calmò Mal intuendo i suoi pensieri “Sarà anche uno scansafatiche, ma è affidabile, e comunque è un duellante delle Ombre, ha diritto di sapere che uno squilibrato lo ha messo nel mirino”
Alex tirò ci rifletté e decise di lasciar correre.
Stava quasi per uscire dalla stanza dell’ospedale quando Mal richiamò di nuovo la sua attenzione con una domanda.
“Tu non credi che il torneo non abbia senso, vero?”
Alex si voltò nuovamente verso l’amico che stava steso sul letto a fissare il soffitto.
“Siamo settemila persone, Alex. Settemila duellanti che si sono radunate qui dai quattro angoli del mondo per essere partecipi della consacrazione del primo campione del mondo di Duel Monsters. Il Gioco delle Ombre non è mai contato nulla in confronto a tutto questo, ne le macchinazione di Kygranerd. Ora invece vengo a scoprire che tutto il torneo è un bluff e che il mio miglior contendente al titolo è qui solo per lavoro...”
Ad Alex venne quasi da sorridere per come Malverik avesse ridotto una missione top secret di altissimo livello a mero “lavoro”, ma lasciò correre.
“A me non frega niente di tutto questo. Io sono qui per giocare, sono qui per diventare il campione del mondo, o nel peggior dei casi per assistere alla sua incoronazione”
Malverik si voltò guardando Alex negli occhi.
“Devo davvero credere che tutto questo sia inutile?”
Alex sospirò e rispose seriamente: “No. Il torneo è tutto fuorché inutile. Per Kygranerd potrà anche non avere significato, ma come hai detto tu, siamo in settemila iscritti, e per ognuno di loro questo torneo conta quanto conta per noi due”
Mal continuava ad osservare Alex e accennò un sorriso.
“Non credere che mi voglia rimangiare la parola, Mal. Sono stato mandato qui per compiere le mie indagini, questo è vero, ma sarei venuto lo stesso perché anch’io ho a cuore questo gioco e voglio vedere con i miei occhi il momento in cui tutta tutti i duellanti del mondo avranno finalmente un punto di riferimento reale.
“E non credere che mi accontenti di questo. Ho dei progetti precisi per questo gioco e quel punto di riferimento voglio essere io”
Malverik e Alex si lanciarono un ultimo sguardo di sfida.
“Ci vediamo in finale Mal”
“Ci vediamo in finale Alex”
Alex uscì dalla stanza e se ne andò.

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Capitolo 22
*** La chiamata di Stephan Kygranerd ***


Ciao gente! Torna con un 22° capitolo I Maestri delle Ombre con un altro capitolo senza, purtroppo, alcun duello. Questo e il capitolo precedente dovevano originariamente essere accorpati, ma l'immensa logorrea che mi è presa nello scrivere mi ha convinto a scindere il maxi-capitolo in due parti distinte che fanno da anticamera alla fine di questa "prima stagione" e l'inizio delle finali. Occhio gente, perché il cast sta per riunirsi e alcuni dei perché che stanno dietro al torneo e alle mosse del burattinaio Stephan Kygranerd stanno per venire al pettine.
Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita.

La mattina successiva Malverik, Sally e Gilbert vennero dimessi. Compilati i moduli di circostanza trovarono Gabriele che li aspettava all’uscita.
“Ragazzi, per favore, ditemi che qualcuno di voi tre è ricco sfondato e può permettesi di farsi venire a prendere in limousine” esordì l’italiano.
Nessuno dei tre capì a cosa si stesse riferendo finché non sbirciarono oltre la porta d’ingresso dell’ospedale notando una limousine ferma proprio di fianco all’entrata, presidiata da una donna bassina dal caschetto bruno che se ne stava dritta come un palo della luce di fianco alla portiera del mezzo.
Malverik si accostò a Gabriele e immediatamente la donna si mosse come un robot verso di loro.
“Buongiorno” li salutò la donna con un sorriso di circostanza “Sono qui in rappresentanza della Kygranerd Corp. Il presidente Kygranerd vorrebbe vedere i signorini Gabriele Negrini
e Malverik Martinez e la signorina Sally Winters per porgervi le sue scuse ufficiali riguardo l’incidente nella biblioteca”
Aveva pronunciato il discorso in maniera meccanica, esattamente come se fosse un messaggio registrato, cosa che inquietò non poco i ragazzi e suscitò la contenuta ilarità di Gabri.
Gabri e Mal si scambiarono un’occhiata, poi Mal guardò Sally e Gilbert. Non avrebbero potuto rifiutare quell’invito, formalmente era solo un incontro per delle scuse da parte dell’organizzatore responsabile del torneo.
Mal stirò un sorriso.
“Nessun problema in merito. Mi sento solo di fare una precisazione. Anche Gilbert, il mio amico, li, è stato coinvolto nell’incidente, il signor Kygranerd probabilmente non sa di lui perché non partecipa al torneo, ma sono sicuro che anche lui gradirebbe delle scuse per quanto gli è successo”
La donna ebbe un attimo di tentennamento. Immediatamente chiese perdono al ragazzo e gli voltò le spalle tornando all’auto, aprì lo sportello chiamò col cellulare, probabilmente chiedendo istruzioni in merito.
“Occhio, Mal, mi sa che siamo finiti in Blade Runner” fece Gabri sottovoce “quella tipa è chiaramente un replicante” e aggiunse una risatina.
Mal gli tirò una gomitata.
“Ma smettila” in realtà anche lui ridacchiava sotto i baffi.
Sally e Gilbert intanto si avvicinarono ai due amici.
“Anche il vostro amico può venire. Prego, salite” fece la donna col caschetto dalla macchina.
I quattro salirono nella limousine che subito partì.

Durante il viaggio Mal scrisse un messaggio a Gabriele per riassumergli per sommi capi quello che si erano detti la sera prima lui e Alex. Non poteva dirlo a voce perché la macchina aveva delle telecamere di sicurezza e Kygranerd avrebbe subito scoperto Alex se avesse sentito quei discorsi.
Gabri fu abile a non mettere lo schermo del cellulare lontano dall’occhio della telecamera e rimase in silenzio a elaborare le informazioni. Anche Sally e Gilbert furono messi al corrente di tutto nello stesso modo.
Qualunque cosa Kygranerd volesse da loro era legata a quella storia.
Arrivarono alla K. Tower nel giro di una decina di minuti e i quattro scesero proprio di fronte all’entrata dove li attendeva l’assistente personale di Kygranerd in persona: Iris Wyvern.
“Benvenuti, ragazzi” li salutò la signorina Wyvern con garbo accompagnato alla sua solita espressione glaciale “Spero vi siate tutti rimessi dalla brutta esperienza di ieri sera”
“Mi fanno un po’ male i polsi, per il resto tutto bene” rispose Gilbert facendo roteare i polsi in questione su cui erano ancora leggermente visibili i segni delle corde.
La Wyvern dette un’occhiata ai polsi di Gilbert per un attimo il suo sguardo si piegò per il dispiacere verso quanto accaduto al ragazzo. Fu solo un attimo, perché subito tornò a essere la rigida e fredda donna di sempre.
“Il presidente Kygranerd vi sta aspettando nel suo ufficio, vi prego di seguirmi” concluse la donna.
Gabriele non riuscì a trattenere una battuta.
“Ma in questo posto lavorano anche degli esseri umani?”
La Wyvern fece finta di non sentirlo e fece strada ai ragazzi fino all’ascensore dei dirigenti.
L’imbarazzante silenzio del viaggio in ascensore fu spezzato dalla domanda di Mal alla signorina Wyvern.
“Come sta il signor Curtis?”
La Wyvern sollevò un sopracciglio sentendo quel nome.
“Prego?” replicò la donna.
“Curtis, mi pare si chiamasse così l’addetto alla sicurezza che era con lei ieri. Mi chiedevo come stesse” precisò Mal simulando innocenza.
“Si trova ancora in ospedale. Ha subito una commozione cerebrale in seguito a un pezzo di soffitto che gli è caduto sulla testa”
Mal ignorava come Alex fosse riuscito a simulare una commozione cerebrale, specie considerando che la sera prima sembrava sano come un pesce.
“Mi sembra uno con la pelle dura, se la caverà” concluse Mal.
“Lo penso anch’io” replicò la Wyvern.
I ragazzi arrivarono all’ultimo piano della torre. Dopo che l’ascensore si fu aperta, delle voci cominciarono a rimbombare confuse per il corridoio.
La signorina Wyvern riconobbe quella del suo principale tra di esse e guidò i ragazzi fino alla porta dell’ufficio a passo svelto.
“… Non certo più danni di quanti ne hai fatti tu!”
La voce sembrava furiosa e probabilmente era quella di Kygranerd.
“Te lo ripeto, è un errore, sei riuscito a mandare a monte tutto quello per cui ho lavorato ieri sera”
Questa seconda voce la individuarono tutti in un istante, era la voce di Elzer, apparentemente più calmo del suo capo o presunto tale.
La Wyvern si affrettò a bussare alla porta e la discussione si interruppe.
“Avanti” disse Kygranerd con il tono che tradiva la sua rabbia.
La Wyvern aprì la porta e lasciò passare i ragazzi.
Ad attenderli dentro l’ufficio vi erano Kygranerd, in piedi dietro la sua scrivania con la una maglietta a collo slabbrato e una giacca azzurra sopra, Elzer, che se ne stava seduto sulla scrivania dell’ufficio ghignando da sotto il ciuffo azzurro, e Aleta, che aveva preso posto sulla poltrona in fondo all’ufficio.
“Buongiorno, Imperatore” salutò Elzer allargando il sorriso.
“Mano Magica…” replicò Mal.
Elzer aggiunse una risatina nell’udire il suo amato nickname.
Gilbert si voltò verso Aleta rivolgendole un sorriso, ma la ragazza distolse lo sguardo infastidita.
“Bene, ora ci siamo tutti” esordì Kygranerd mostrando a tutti un largo sorriso soddisfatto. Solo in un secondo momento notò Gilbert, che non rientrava tra gli invitati.
“Mi perdoni, lei sarebbe?” gli chiese.
“Gilbert Connorson. Mi è stato riferito di alcune scuse ufficiali e sono venuto” disse il giovane con naturalezza.
Kygranerd lanciò un’occhiata all’assistente che stava chiudendo la porta.
“Il signor Connorson si è semplicemente trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato”
rispose la Wyvern.
“Ok, Mr. K, possiamo dare un taglio ai convenevoli” si intromise brutalmente Gabriele “Gilbert viaggia con Malverik e Sally fin dall’inizio del torneo, sa del Gioco delle Ombre, che è il vero motivo per cui siamo qui, non è vero?”
Kygranerd si voltò contro l’italiano facendo una smorfia mentre Elzer si lasciava andare a una sonora risata.
“Perdi colpi, socio. Ora ti fai zittire dai ragazzini” esclamò Elzer tra una risata e l’altra.
“Ne ho anche per te, psicopatico” lo fulminò Gabri “Non ho intenzione di perdonarti per lo scherzetto della biblioteca”
Elzer smise istantaneamente di ridere e continuò a fissare Gabri dritto negli occhi.
“Piantatela, sembrate un gruppetto di bambini in gita” si intromise Aleta attirando l’attenzione di tutti “Non è affatto vero che sappiamo tutti perché siamo qui, ma solo che il nostro stimato anfitrione” sottolineo queste due parole con evidente accento ironico “si è fatto in quattro per trovarci e portarci tutti sotto lo stesso tetto”
“Non tutti…” la corresse Elzer.
“E chi mancherebbe?” ribatté prontamente Mal.
Elzer tacque, mentre nella sua mano destra faceva comparire il suo cappello col solito gioco di prestigio e se lo appoggiava sulla testa.
“Se permettere il perché siamo qui vorrei dirvelo io” esclamò infine Kygranerd irritato. Non aveva tenuto conto di quanto sarebbero stati problematici quei ragazzi e la situazione gli era rapidamente sfuggita di mano.
Kygranerd controllò che tutti gli prestassero ascolto prima di parlare di nuovo, ma fu anticipato da Malverik, che fremeva per avere una precisa risposta dal Presidente della Kygranerd Corp.
“Siamo qui per giocare, signor Kygranerd. Le ricordo che c’è un torneo in ballo”
Sally guardò Malverik, era chiaro l’intento della sua domanda.
Kygranerd si aggiustò la giacca e riacquistò la sua posa di superiorità.
“Il torneo, ormai ci sarete arrivati, era solo un modo per arrivare a voi”
Un’ombra oscura calò sullo sguardo di Malverik. Qualunque cosa avesse detto da quel momento in avanti Kygranerd, non avrebbe mai avuto l’approvazione dell’Imperatore Nero, tutti nella stanza lo avevano capito.
“E ha ragione il nostro amico, qui” continuò Kygranerd indicando Gabriele “Siete stati radunati in virtù del Gioco delle Ombre.
“Che ci crediate o meno, sono anch’io un duellante...”
Elzer ridacchiò. Kygranerd rispose con un’occhiataccia.
“...E sono un Duellante delle Ombre. Ho condotto molti studi su che cosa sia e cosa provochi il Gioco delle Ombre, e credo di esserci arrivato”
Kygranerd fece una pausa teatrale avvicinandosi al salotto.
Il presidente della K. Corp. prese il telecomando e accese lo schermo. Vi apparvero una serie di immagini di antiche incisioni e pitture raffiguranti varie creature simili in alcuni casi ai mostri del Duel Monsters e delle figure umane che sembravano comandarle.
Ai ragazzi non ci volle molto per capire quanto le azioni incise fossero simili ai duelli di Duel Monsters.
“Queste sono immagini di diversi scavi finanziati dalla Kygranerd Corporation in giro per il mondo. Dopo aver letto delle voci secondo cui il Gioco delle Ombre sarebbe nato in nell’antico Egitto ho cominciato a cercare li e gli scavi hanno rinvenuto diverse immagini risalenti indicativamente al periodo tra il 3200 a.C. e il 2600 a.C.
“Le incisioni e le immagini ritraggono spesso creature mostruose che però non fanno parte ne del pantheon egiziano classico ne a nessuno dei bestiari associati ai miti egizi. Come potete vedere i mostri sono sempre accompagnati da una figura umana che abbiamo identificato come uno stregone, capace di controllarli e spingerli a lottare contro altri mostri”
Malverik, Gabriele e Aleta ascoltavano mantenendo un’espressione impassibile mentre teneva ancora quel suo sorrisetto divertito mentre giocherellava col suo cappello seduto scompostamente sulla scrivania dell’ufficio.
Sally stava in silenzio ad osservare. Kygranerd era sempre stato un uomo dal fascino magnetico, capace di suscitare simpatia in tutti, ma in quel momento qualcosa le diceva che non c’era da fidarsi di lui. Non erano solo i sospetti che erano saliti durante il torneo, con gli attacchi e tutto il resto, era una sensazione sua, personale, che le diceva di non fidarsi di quell’uomo. La stessa sensazione di quando sentiva che un suo avversario in duello non era leale.
“Passa alle cose serie, Kygranerd” lo rimproverò Elzer “Nessuno è venuto qui per una lezione di storia”
Kygranerd guardò storto Elzer solo per un attimo, poi tornò composto.
“Ci stavo arrivando. Non solo in Egitto, ma anche in altri luoghi un po’ in tutto il mondo. Diverse esecuzioni, ma medesimo concetto: sempre creature mostruose che si combattono tra loro. L’ipotesi vagliata dai miei collaboratori è che durante questi giochi fossero in moto energie di natura misteriosa abbastanza grandi da condensarsi in forme riconoscibili dall’occhio umano”
Kygranerd cambiò la slide con un tasto del telecomando e mostrò dei grafici per gran parte incomprensibili, ma con al centro un disegno che sembrava rappresentare la forma stilizzata di un buco nero o comunque di un portale.
“Ho fatto studiare le iscrizioni a degli esperti e ho incrociato i risultati delle ricerche con quelle condotte sui miei stessi duelli nel Gioco delle Ombre e ciò che è emerso è che in ogni Gioco delle Ombre agisce una energia proveniente da un’altra dimensione che utilizza i duellanti delle Ombre come catalizzatore per manifestarsi”
Nessuno tranne forse Elzer rimase impassibile a quella rivelazione, ma mantennero tutti un dignitoso riservo… tutti tranne Gilbert, che prese al volo un taccuino e cominciò a scrivere.
Kygranerd se ne rese conto e continuò.
“In realtà qualunque gioco fa scaturire una piccolissima parte di questa energia e più i contendenti sono forti più l’energia in uscita dalla Dimensione X… si, lo so, i miei dipendenti non hanno molta fantasia, è alta. Tuttavia solo in un gioco con un giocatore delle Ombre, uno particolarmente vicino a quel mondo, l’energia esce in maniera massiccia e si rende visibile.
“Ora, come sapete la mia azienda si occupa di energie alternative, quindi potrete ben immaginare che la questioni mi tocchi molto da vicino. Il mio intento è quello di impadronirmi di questa energia tramite un esperimento. Pensateci: un’energia in grado di materializzare un solo mostro potrebbe tenere in piedi una metropoli per almeno dieci anni, con il mio esperimento ho intenzione di massimizzare l’accumulo di energia per poterne avere abbastanza da coprire tutto il fabbisogno energetico dell’intero pianeta per un secolo o più. Stiamo parlando di scrivere la storia!”
Nessuno fiatò.
Soppesando le parole di Kygranerd, sia Gabri che Aleta, che Sally si stavano convincendo che la cosa avesse un suo senso, ma c’era qualcosa che non tornava.
Malverik, continuava a fissare severamente il presidente della K.Corp senza tradire alcun pensiero.
Kygranerd attese ancora prima di riprendere. Fu Sally a porre la domanda lui si aspettava.
“Noi come dovremmo aiutarla in questo esperimento?”
Kygranerd si voltò verso la ragazza e il sorriso fu tutt’altro che convincente.
“Sarà sufficiente la vostra presenza e il vostro consenso. Per questioni legali, principalmente, e anche perché la comunità scientifica è piuttosto rigida sulla conduzione di un esperimento che dovrà essere pubblicato”
Kygranerd si voltò verso il televisore e lo spense.
“Ovviamente non mi aspetto che lo facciate gratuitamente. Quando l’esperimento sarà finito riceverete tutti quanti un adeguato compenso per il vostro contributo. D’altronde senza di voi nulla sarebbe possibile”
Kygranerd concluse con un sorriso e sedendosi sul divano accanto ad Aleta che per risposta si spostò sull’altro lato.
Elzer, d’altro canto, teneva gli occhi puntati su Mal.
Gabriele ebbe un immediato moto di interessamento.
“Per curiosità di che cifra...”
“Arrivederci” sentenziò Malverik e fece per andarsene.
Kygranerd alzò la testa sorpreso. Appena capì che il ragazzo se ne sarebbe andato sul serio si alzò di scatto e tornò davanti alla scrivania per mantenere il contatto visivo.
“Aspetta! Che significa ‘Arrivederci’?”
“Significa che la sua proposta non ha significato per me, Kygranerd. Sono venuto qui per vincere il torneo, non per prendere parte ai suoi esperimenti” rispose l’Imperatore senza guardare negli occhi l’altro.
Kygranerd si arrestò interdetto mentre Elzer esplose in una risata catalizzando l’attenzione.
“AHAHAHAHAH Per questo ti avevo detto che era una pessima idea. L’Imperatore non darà ascolto a te, segue solo il suo codice d’onore da duellante” rise Elzer.
“Non sei d’aiuto, Elzer. Sono consapevole che un duellante ragioni in un certo modo, ma ci sono questioni più importanti del gioco adesso” replicò Kygranerd digrignado i denti.
Mal a quel punto non resse più. Era da quando era entrato in quell’ufficio che aveva voglia di dirne quattro a Kygranerd e l’unico motivo per cui si era trattenuto era perché voleva capire prima con chi avesse davvero a che fare, ma ora basta.
“Come puoi tu credere di capire come ragiona un duellante?”
Mal si voltò con l’ombra sugli occhi e con tono minaccioso.
Sally e Gilbert si scambiarono un’occhiata terrorizzati.
“Hai organizzato un torneo mondiale di Duel Monsters. Hai acceso la miccia che ha fatto esplodere tutto il mondo competitivo, pensavo di venire a ringraziarti una volta arrivato in cima” Dicendolo Mal si stava avvicinando lentamente a Kygranerd con l’aria di chi stava per prenderti a pugni in faccia, tanto che persino la rigidissima Wyvern si allarmò.
“Ora se anche ti trovassi davanti a me sulla cima del mondo non mi degnerei neanche di sputarti”
Ormai Malverik era faccia a faccia con Kygranerd e la Wyvern aveva già una mano sulla pistola. Sally se ne accorse e prese Mal per un braccio richiamandolo indietro.
Mal si voltò incrociando lo sguardo eloquente della ragazza, ma fu distratto dalla risata a denti stretti di Elzer.
“Non provare a ridere te!” lo avvertì Mal puntandogli il dito contro “Se anche è vero che sei un duellante vero, sei un duellante spregevole e l’unico momento che aspetto è di spezzarti in due alle finali”
Elzer si limitò a piegarsi in avanti in un inchino tenendo però gli occhi puntati in quelli dell’Imperatore.
Strattonato di nuovo da Sally, Mal fece un passo indietro per andarsene.
Kygranerd, visibilmente irritato, cercò di contenersi e di replicare.
“Anch’io sono un duellante ...”
“Allora duelliamo, qui ed ora!” sbottò Mal girandosi di nuovo nonostante il blocco di Sally.
Mal accese il dueling disk e lo puntò in avanti, contro il suo avversario, che però non reagì, si limitò a guardarlo impressionato.
Gabriele fece lentamente un passo indietro.
Kygranerd non aveva un dueling disk al braccio. Il suo lo lasciava a casa sua venendo a lavoro, quindi non aveva nemmeno la possibilità di recuperarlo in quel momento.
“Non ho il dueling disk” rispose l’imprenditore.
Mal lanciò un’ultima occhiataccia all’uomo prima di richiudere il suo macchinario e ritrarsi indietro guardando l’altro a mento alto.
“Esattamente ciò che mi aspettavo” commentò Mal.
Elzer, sempre fisso sulla scrivania, continuava a ridacchiare a denti stretti irritando ulteriormente Kygranerd, anche Gabriele non riuscì a trattenere un sorriso.
Kygranerd osservò Malverik prendere la via della porta passando accanto a Sally che lo lasciò passare. Il presidente della K. Corp. si rese allora conto di essersela giocata veramente male. La mossa di Mal di accendere il dueling disk era solo una finta, aveva già visto ce il suo avversario non aveva un dueling disk, ciò che voleva vedere era se avrebbe pensato a un modo per duellare ugualmente o avrebbe rifiutato di battersi.
Più ancora dell’atteggiamento del ragazzo fu il senso di sconfitta a far infuriare Kygranerd, che mantenendo la calma, passò alle maniere forti.
“Tu più di tutti dovresti avere interesse verso questa offerta, Malverik Martinez” disse Kygranerd “Ho fatto fare delle ricerche su di te. So che hai disperatamente bisogno di soldi, so che la tua famiglia se la sta passando male con la crisi e tutto il resto...”
Mal si bloccò con la mano sulla maniglia mentre senza voltarsi verso Kygranerd, mentre Sally e Gilbert si.
“E non è solo la condizione economica della tua famiglia che dovrebbe preoccuparti, d’altra parte sei scappato di casa per venire qui, perché dovrebbe interessarti? Piuttosto mi occuperei della tua di condizione. So che sei arrivato in America come clandestino su una nave e che per raggiungere la città hai dovuto fare l’autostop, probabilmente non ti bastano neanche per tornare a casa una volta finito se tu non riuscissi a ottenere il premio finale. So che alloggi in uno degli alberghi messi a disposizione dalla mia azienda e che hai con te a mala pena i soldi per mangiare. Se non fosse per me non avresti neanche un posto dove stare, sei davvero sicuro di non dovermi qualcosa?”
Mal era ad un passo dal saltargli alla gola, ma non gli era passato inosservato il movimento dell’assistente di Kygranerd sulla pistola, quindi si limitò a aprire la porta dell’ufficio e se ne andò sbattendola dietro di se.
“Immagino sia un no...” commentò Kygranerd.
Sally fece spallucce e si avviò anch’essa verso la porta.
“Con permesso…” fece la ragazza e uscì.
“Io senza” sorrise Gilbert e seguì l’amica fuori.
Kygranerd rimase qualche secondo in silenzio per poi tirare un lungo respiro e ritrovare la calma.
Gabriele si fece avanti.
“Ooook, qua il discorso si è fatto fin troppo serio, quindi me ne sono stato buono nel mio angolino buio, ma a questo punto faccio mi pongo come voce degli umili, dei venali e degli inetti mostrando la mia proposta”
Kygranerd si sedette dietro la sua scrivania tenendo gli occhi fissi su Gabri.
“Ti ascolto”
“Ottimo. A quanto pare sono l’unico duellante sui generis da queste parti visto che sono quietamente ottimista rispetto a questa cosa del cambiare per sempre il futuro del genere umano e ciance varie. Tuttavia non me ne frega molto, non sono neanche contro la lobby del petrolio, l’unico motivo per cui sono qui è per quel milione di dollari del premio finale del torneo. Di conseguenza mi fosse offerta una somma adeguata per il disturbo di essere arrivato fino qui, penso che la mia attenzione al riguardo aumenterebbe”
Kygranerd lo guardò sottecchi. Era persino troppo semplice per essere vero, ma in fin dei conti le ricerche mostravano come quel ragazzo non fosse troppo legato alla mentalità da duellante come invece lo erano Elzer e Malverik, quindi gli credette.
“Immagino che non basterebbero i sei zeri del torneo” ribatté Kygranerd incrociando le dita delle mani.
Gabri sorrise di rimando.
“Questo lo lascio giudicare a lei. D’altra parte sembra che sia l’unico qui dentro a quanto è veramente importante questo esperimento, ma se mi dovessi attenere alle pompose parole che ha usato poc’anzi, direi che il doppio, anzi, il triplo del premio per il primo posto nel torneo potrebbe essere appropriato per me”
Kygranerd sorrise.

Le porte automatiche della K. Tower si chiusero dietro a un infuriato Mal che avrebbe voluto urlare per minuti interi per sfogare tutta la rabbia accumulata.
Sally uscì dalla porta meno di un secondo dopo e Mal era già piuttosto lontano.
Sally lo rincorse e lo afferrò per una spalla.
“Mal!” lo richiamò la ragazza.
Lui si voltò con lo sguardo ancora iniettato di sangue e quasi digrignando i denti.
Incrociato lo sguardo di Sally, Mal ingoiò in un colpo tutto l’odio verso il mondo che gli era salito fino a quel momento, ma non riuscì a dire una sola parola.
“Quello che ha detto Kygranerd… è vero?” chiese Sally lasciandogli il braccio.
Mal sbuffò.
“Con tutto quello di cui si è parlato li dentro è questo che ti viene in mente di chiedermi?” ridacchiò nervosamente.
Mal incrociò di nuovo lo sguardo si Sally, serio e profondo come sempre e capì di non poter nascondere nulla a quella ragazza neanche provandoci.
“Tutto quanto…”
“Allora era vera quella storia che eri arrivato in autostop. Non era uno scherzo”
“No. Ho veramente dovuto imbarcarmi come clandestino sulla prima nave in partenza per gli Stati Uniti e mi sono dovuto aggregare a qualunque cosa si muovesse per farmi la strada da New York a qui”
“Perché?”
“Per il torneo. Tu potrai anche reputarlo nulla più che un gioco, ma per me è la cosa più importante. Ho perso il conto di quante volte ho perso le notti a parlare con gente dall’altra parte del mondo discutendo di strategie di Duel Monsters, degli anni a raccogliere tra una difficoltà e l’altra tutte le carte che mi servivano e che mi rappresentavano, delle volte in cui ho cercato di spiegare alla mia famiglia che questo gioco stava diventando qualcosa di importante e che io stavo facendo parte del suo cambiamento.
“Non mi è mai interessato il Gioco delle Ombre, non ho mai voluto scoprire come funziona o perché sia capitato proprio a me e non a qualcun altro. Tutto ciò che volevo fare era giocare a Duel Monsters. Per me è stata una motivazione più che valida per arrivare fin qui a partecipare al torneo”
Sally mollò la presa sul braccio di Mal.
Probabilmente non aveva mai capito fino in fondo fino a che punto il ragazzo fosse legato a quel gioco e a quel torneo, ma adesso si. Quella di Mal non era semplicemente un’ossessione o un capriccio, era qualcosa di più; Malverik in quel momento stava vivendo un sogno, un sogno che Kygranerd stava rischiando di portargli via.
Sally si avvicinò di mezzo passo e prese tra la mano di Mal tra le sue tenendo lo sguardo basso proprio sulla mano del ragazzo.
“Non parlare come se fosse tutto già finito”
Mal non riusciva proprio a voltarsi per paura di incrociare lo sguardo dell’amica.
“Kygranerd non crede più in questo gioco, è vero, forse non ci ha mai creduto, ma non ha importanza perché ormai ha dato il via a qualcosa di più grande di lui o del suo piano. Non sei il solo a credere in questo torneo. Tutti quelli che sono venuti qui ci credono. Pensa a Kadhim, che è arrivato qui dall’Africa proprio come te senza un soldo, pensa a Alex, che partecipa nonostante abbia la sua missione da portare avanti. Tutti ci credono: Gilbert, Gabriele, persino Aleta, a modo suo”
Finalmente Sally alzò lo sguardo su Malverik e con una carezza lo fece voltare verso di lei. Sally poté vedere la paura e la rabbia lasciare gli occhi di Malverik in quel preciso momento.
“E poi ci credo anch’io. Per quanto mi riguarda poi ci sono ancora le finali da giocare e tu mi devi una rivincita”
Sally sorrise dolce, ma con lo sguardo battagliero e anche le ultime nebbie che si erano addensate dentro Malverik sparirono.
Mal sorrise a sua volta, per la prima volta forse senza che ci fosse in mezzo il Duel Monster.
“Non vedo l’ora” rispose “Grazie Sally”

Gilbert era uscito subito dopo di loro dall’ufficio di Kygranerd, ma una volta arrivato al piano terra li aveva visti insieme dalla porta d’ingresso e il suo innato buon senso gli aveva consigliato di lasciarli soli. Consiglio accettato di buon grado.
Quando vide che i due stavano tornando indietro, Gilbert uscì dal salone e andò loro incontro.
“Ehi, tutto bene?” chiese Gilbert col sorriso.
“Meglio, grazie” rispose Mal.
“Ottimo. Prossima mossa? Ci organizziamo per capire in cosa consiste il progetto di Kygranerd? Cerchiamo di entrare nel piano segreto di cui parlava Alex?”
Sally rise. Era sempre divertente vedere Gilbert emozionarsi per tutto.
“No, Gilbert, dopo tanta follia ho un bisogno assoluto di un po’ di contatto con la realtà” rispose Malverik.
“Perché non andiamo al negozio di carte?” propose Sally “Andiamo a comprare qualche bustina e fare due scambi”
“Sul serio?” fece Gilbert indicando con gli occhi Mal.
“Sally, non so se eri attenta, ma ho possibilità di acquisto estremamente limitate al momento” ribatté Malverik.
“Non è un problema, una bustina te la offro io. Visto che non lo accetteresti mai come regalo, vedilo come una restituzione per le carte che mi hai regalato all’inizio del torneo”
fece la ragazza mettendosi le mani sul fianchi.
Mal alzò le mani in segno di resa e Gilbert sorrise.
Con la coda dell’occhio il giornalista si accorse che l’ascensore si stava aprendo e da li uscirono Gabriele e Aleta.
“Voi andate avanti, vi raggiungo li” disse Gilbert.
Sally e Mal annuirono e si avviarono verso la fermata dell’autobus più vicina.

Gilbert salutò frettolosamente Gabriele e corse dietro ad Aleta che si stava velocemente allontanando dal palazzo.
“Ehi, Aleta” la richiamò Gilbert.
La ragazza si voltò e assunse un’espressione di sufficienza.
“Non ho avuto modo di ringraziarti per avermi salvato ieri” disse Gilbert con un sorriso.
Aleta rimase un attimo interdetta. Gilbert se ne accorse.
“Alla biblioteca. Ho visto la Principessa Insetto volare verso me e Alex e coprirci dal soffitto che stava crollando. Se non fosse stato per te saremmo morti entrambi”
Era a questo che alludeva.
“Non serve ringraziare, chiunque avrebbe fatto lo stesso” sorrise l’altra.
Gilbert rise “Non credo che tutti siano in grado di far uscire un mostro da una carta come hai fatto tu. Comunque sono contento, almeno sappiamo che non c’entravi niente con il piano di Elzer”
Aleta ebbe l’istinto di mordersi il labbro, il solo pensare a come quello psicopatico l’avesse usata la infastidiva. Ingoiò questi pensieri e rispose con il solito sorriso di circostanza.
“Allora perché ti trovavi li?” chiese Gilbert a bruciapelo.
La ragazza cominciò ad innervosirsi.
“Sono stata ingannata anch’io. Elzer mi ha fatto andare alla biblioteca dicendomi che ci sarebbe stato anche Malverik, non mi aspettavo che fosse quella la situazione”
“Ho capito. Allora eravamo sulla stessa barca. Beh, è stata una fortuna che ci fossi anche tu” rispose Gilbert con un sorriso.
Aleta omise il fatto di essersi accordata con Elzer per incontrarli li, se quella caricatura di un giornalista aveva deciso di credere alla storia del “siamo sulla stessa barca” non serviva farli credere altro. E comunque non era qualcuno con cui c’era da perdere tempo.
“Devo andare, ho ancora dieci punti da fare per qualificarmi per la finale. Ci vediamo in giro” chiuse Aleta pronta ad andarsene.
Gilbert le lasciò fare qualche passo, prima di salutarla a sua volta.
“Ci vediamo alle finali. Magari stavolta nessuno dei due finirà legato” rise il ragazzo.
Aleta gli fece un cenno con la mano senza voltarsi e senza farsi vedere sorrise.

“Non pensare che non te la farò pagare” ringhiò Kygranerd aprendo le porte del terzo livello sotterraneo del suo grattacelo seguito da Elzer.
“Non avevo scelta. I tuoi cacciatori stavano rovinando tutto mettendo in testa ai ragazzi un sacco di sospetti. Il modo per scovare i duellanti delle Ombre non è offrir loro sfide interessanti, ma metterli a tu per tu con la morte” lo sbeffeggiò Elzer ruotandosi tra le mani il cappello “Tu continui a agire come se questo fosse uno dei tuoi affari quando non è nient’altro che un gioco”
“Per te qualunque cosa è un gioco” ribatté presidente della K. Corp. un’altra barriera di robusto metallo si frapponeva tra lui e la parte più bassa della struttura, ma un codice numerico di 10 cifre lo avrebbe aperto senza problemi. Kygranerd digitò le dieci cifre senza neanche guardare il tastierino.
“I tuoi metodi sono per buona parte illegali. Sto mettendo la mia faccia su questo progetto, non posso permettermi che ci siano delle ombre in futuro quando lo esporrò alla stampa” Kygranerd completò la sua risposta ed entrò nel tunnel di metallo che scendeva sottoterra “Se avessimo adottato il tuo piano e poi qualcuno ti avesse collegato a me mi avrebbero messo sotto processo per dio solo sa quanti capi d’accusa e la sperimentazione avrebbe richiesto anni”
Elzer sogghignò alla logica del suo interlocutore.
“Comunque su una cosa devo darti ragione: la riunione di oggi è stata un errore”
Elzer si mise il cappello in testa.
“Te ne sei reso conto alla fine. Non solo abbiamo riunito cinque duellanti su sei, ma ne abbiamo anche due che non metteranno più piede alla K.Tower, pensa quanto scendere qua sotto”
Kygranerd si bloccò. Non era vero che Malverik e Sally non avrebbero mai più voluto salire sulla K.Tower, ci sarebbe stata una sola ragione valida.
“Anticiperemo l’esperimento” esclamò Kygranerd.
“E a quando?” chiese Elzer fingendosi sorpreso. In realtà conosceva bene la risposta.
“Il giorno delle finali del torneo. La K.Tower sarà la chiave del nostro esperimento. Dovremo fare in fretta però, ci sono diversi cambiamenti da fare e abbiamo pochi giorni per finirli.
I due uscirono dall’altra parte del tunnel e ad aprirsi ai loro occhi un immenso spazio sotterraneo completamente illuminato.
Elzer si guardò intorno osservando la costruzione che era stata fatta la sotto. La grande piazza lastricata di rocce dal color ocra, l’alta scalinata che portava all’altare in pietra scura e le sette nicchie finemente decorate con altorilievi di demoni e creature in lotta da cui si innalzavano le guglie alte anche più di quanto lo era l’altare.
Elzer fischiò piacevolmente colpito.
“Lo ammetto, Stephan: quando decidi di renderti utile lo fai in grande stile”

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Capitolo 23
*** Rotta di collisione ***


Ciao gente! Ben tornati con un nuovo capitolo de I Maestri delle Ombre. Siamo agli sgoccioli della prima stagione, questo è l'ultimo capitolo prima dell'inizio delle finali e vi assicuro che ho previsto delle belle sorprese per allora.
Le carte sono ormai giocate, i giocatori avvisati, tutto è pronto per le fasi finali del torneo e perché tutti possano mettere in moto i propri piani. Tutti quanti si stanno muovendo per fare i propri interessi, ma alla fine chi tra loro riuscirà a spuntarla? Tutto verrà deciso con le finali del Torneo Mondiale di Duel Monsters.
  Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita.

Malverik e Sally scesero dall’autobus proprio di fronte al negozio di carte ed entrarono immediatamente nel negozio. Puntata immediatamente la teca principale in cui si trovavano le bustine di carte di Duel Monsters si trovarono davanti a una figura di spalle molto familiare.
“Pavel” lo chiamò Malverik.
Pavel si voltò verso i due. Il suo sguardo non aveva più niente nella folle violenta che aveva pochi giorni prima, sembrava invece molto più profondo e mansueto.
Il ragazzo rivolse ai due un sorriso amichevole.
“Ehilà, Malverik e… Sally, ricordo bene?”
Sally si fece avanti e gli strinse la mano.
“È un piacere rivederti, Pavel. Come ti senti?” chiese Sally.
“Stanco” rispose sorridente Pavel.
Si capiva in effetti. Lo sguardo di Pavel era decisamente stanco e le occhiaie che aveva di natura sotto gli occhi erano ancora più accentuate.
“Sembra che durante i momenti in cui non ero in me abbia fatto delle cose che il mio corpo ha trovato troppo faticose, poi in ospedale mi hanno tenuto a stecchetto per un giorno e mezzo e questo è il risultato”
“Ricordi niente di quando ai incontrato Elzer?” chiese Malverik.
Sally lo guardò male. Era quantomeno indelicato chiedere una cosa del genere a uno che aveva subito uno shock simile.
Pavel, dal canto suo, non batté ciglio.
“A tratti. Ricordo che abbiamo duellato e che mi ha sconfitto, dopo di che o un vuoto di memoria finché non sono tornato al parco per procedere con il torneo” rispose Pavel “E da tutta questa storia mi ritrovo con ancora 60 punti da fare e solo 15 posti rimasti. Questo torneo è stato davvero troppo competitivo, i giocatori sono andati giù come mosche”
Mal e Sally risero. Pavel era un ragazzo molto forte, nonostante quello che aveva passato si era ripreso completamente.
“Siete in campagna acquisti?” chiese il cadaverico ragazzo ungherese.
“Yep, anzi, se hai qualche espansione di Zombie figa da consigliare alla biondina, qui, fai un favore”
Sally rispose alla provocazione di Malverik con una gomitata che l’Imperatore Nero accusò sotto la risata di Pavel.
I tre scelsero attentamente le bustine da prendere e alla fine strapparono due espansioni a testa dato che Pavel impose ai due nuovi amici di farsi offrire una bustina a testa per ripagarli di averlo salvato.
Al momento dello scarto delle bustine, un’altra faccia nota fece capolino dalla porta del negozio. Si trattava di Kadhim, che entrò di corsa e si precipitò al bancone e riconobbe subito Mal e Sally.
“Ehilà, ciao Kadhim” lo salutò Sally.
“Ciao…” salutò indietro il ragazzino, ma sembrava non sapere come proseguire.
I ragazzi gli fecero spazio perché arrivasse al bancone e lui sorrise, allungò poco delicatamente una manciata di banconote all’uomo dietro di esso e scelse alcune espansioni.
“Anche te in cerca di fortuna?” chiese Malverik sorridendo.
“Si…” rispose Kadhim stringendo a se i pacchetti appena acquistati.
“Vedo che hai seguito il consiglio di Alex”
“Già… Ormai ho deciso di combattere fino alle finali, quindi devo fare in modo che il mio deck si rafforzi”
“Dove hai trovato i soldi per queste bustine?” chiese ancora Mal.
“Giocando” rispose Kadhim con una nota di vergogna “Ho giocato d’azzardo con alcuni avversari e sono riuscito a mettere da parte qualche soldo”
Tutti intorno a lui si sorpresero per quelle parole.
Kadhim si guardò intorno passando lo sguardo sui tre.
“Lo so, non è molto sportivo, ma…”
Pavel fu il primo a muoversi mettendo la mano scheletrica sulla spalla del ragazzino.
“Non è un problema. Fa parte del gioco provare tutto quello che si può per rafforzarsi, non hai da vergognarti per questo”
Kadhim gli sorrise rincuorato.
Fatte le dovute presentazioni tra Kadhim e Pavel procedettero tutti e quattro all’apertura delle loro bustine e dopo qualche scambio tutti furono più o meno accontentati di quanto trovato.
Quando uscirono dal negozio Mal si rivolse a Pavel e Kadhim.
“Voi tornate al parco?”
“Io si, ho ancora dei punti da recuperare per arrivare alla finale” rispose Pavel.
“Anch’io. Con queste nuove carte dovrei riuscire a accedere alla finale già da oggi” aggiunse Kadhim.
“In bocca al lupo allora, ci vediamo direttamente in finale” li salutò Sally.
“Certamente. Anche perché mi devi una rivincita” la squadrò Pavel.
Sally sorrise in risposta alla sfida.
Kadhim si incantò un attimo a guardare un punto imprecisato e parlò di nuovo.
“Mi è venuta in mente una cosa. Se tutti e quattro accederemo alle finali vorrà dire che siamo tra i giocatori più forti del mondo” fece il ragazzino “Insomma… avremo gli occhi di tutto il mondo del Duel Monsters puntati su di noi. Vi immaginate di quanto sarebbe bello essere? Lasciando perdere i soldi… Tutto il mondo del Duel Monsters starà a guardare. Dopo questo torneo nulla di questo gioco sarà più come prima”
Mal rimase senza parole e non poté che scambiarsi uno sguardo con Sally che gli sorrise.
“Ovvio che ci abbiamo pensato” rispose Pavel “Possiamo inventarci qualsiasi scusa per motivare la nostra presenza qui, ma alla fine l’unico motivo valido è che siamo qui perché si sta facendo la storia di questo gioco e vogliamo tutti esserne partecipi”
Dopo i dovuti saluti, i due ragazzi si avviarono verso il parco lasciando soli Mal e Sally.
Sally guardò beffarda Malverik.
“Allora? Ancora dubbi su quanto significhi questo torneo?”
Malverik finalmente sorrise di nuovo con quella luce negli occhi che aveva quando stava per cominciare un duello. Quella luce che aveva quando si preparava ad affrontare una sfida.
“Nessun dubbio. Anche se comunque sono tutti discorsi inutili” rivolse lo sguardo fintamente altezzoso verso Sally “Perché questo mondiale lo vincerò io”
Questo commento gli valse un’altra gomitata meno decisa delle precedente e i due si avviarono a piedi verso l’hotel di Mal per controllare se veramente lo avrebbero buttato fuori.

Mandato a Gilbert il cambio di piani, i tre ragazzi si trovarono davanti all’hotel di Malverik. Una volta entrati trovarono due sorprese: la prima era che il personale dell’albergo aveva già fatto i bagagli al ragazzo e li aveva lasciati nella hall, l’altra era che Alex li aveva anticipati li e si era offerto di tenerli d’occhio.
“Ti devo un favore, Alex” disse Mal una volta capita la situazione.
“Nessun problema, ero venuto qui proprio per parlarti” rispose Alex “Ho saputo che avete parlato con Kygranerd”
Mal, Gilbert e Sally spiegarono ad Alex le intenzioni di Kygranerd così come gliele aveva spiegate lui.
Alex si prese qualche momento per rifletterci su e disse la sua.
“Dubito fortemente che Kygranerd si arrenderà. Non dopo aver investito così tanto su questo progetto. Sicuramente cercherà di portare a termine l’esperimento”
“Ma gli serve che siamo tutti insieme per portarlo a termine” disse Sally “Quindi se gli neghiamo il consenso di andare non potrà fare nulla e se dovesse cercare di costringerci a collaborare si metterebbe nei guai da solo”
“Dimentichi un particolare, Sally” rispose Alex “Lui non ha bisogno di costringerci a stare tutti insieme, ha già organizzato tutto per averci tutti nello stesso momento”
Sally ci pensò su e le venne in mente a cosa Alex si stesse riferendo.
“Se Kygranerd vorrà dare il via al suo esperimento dovrà farlo durante le finali del torneo mondiale” aggiunse Malverik “Per lui sarà l’unico momento disponibile”
“Non so cosa ci sia in quel piano sotterraneo, ma se Kygranerd ha un modo per trasportarlo nel luogo dove si terranno le finali non sarà per niente da ridere” concluse Alex.
“Scusatemi” si intromise Gilbert “Siamo tutti d’accordo che Kygranerd sia una persona poco affidabile, ma in fondo questo esperimento che sta portando avanti potrebbe portare a qualcosa di buono”
Tutti si voltarono in direzione del giovane giornalista che proseguì.
“Pensateci, non sappiamo cosa sia il Gioco delle Ombre in realtà. Se Kygranerd ne sapesse davvero più di noi e la sua ipotesi fosse corretta si potrebbe utilizzare l’energia del Gioco a fin di bene”
Mal comprese subito il punto di vista di Gilbert ed era una cosa che non andava sottovalutata. Sulla carta il piano di Kygranerd poteva sembrare geniale e con pochi rischi, ma dall’interno del Gioco delle Ombre chi lo giocava davvero sapeva che qualcosa nei calcoli di Kygranerd non tornava, anche se non avrebbe saputo dire che cosa.
“C’è qualcosa di più nel Gioco delle Ombre di una semplice energia ultra-dimensionale” fece Mal.
Sally in qualche modo capiva a cosa Mal si stesse riferendo, anche se non le era chiaro come. Alex al contrario lo sapeva benissimo.
“Non so Mal, ma io sono dentro al Gioco delle Ombre da molto tempo e posso assicurarti che è qualcosa con cui non si deve scherzare” aggiunse Alex “La teoria dell’energia ultra-dimensionale può anche essere vera, ma non c’è solo questo. Il Gioco non è qualcosa che si può controllare, puoi solo assecondare le sue regole, sfruttarle a tuo favore, ma se provi a forzarle finisci male”
Un velo di preoccupazione si era alzato intorno ai tre duellanti delle ombre.
Mal aggiunse del suo.
“Senza contare che c’è anche l’incognita di Zorc”
Il demone del Gioco delle Ombre. Il suo garante, come lo aveva definito Malverik. Appariva in ogni Gioco delle Ombre o comunque faceva sentire la sua presenza. Non era chiaro se avesse o no una coscienza di se stesso o che ruolo potesse effettivamente avere, ma era sicuramente qualcosa da tenere in considerazione.
“Pensi che Kygranerd abbia in mente qualcosa a proposito di Zorc?” chiese Alex a Mal.
“Quello non ha mai affrontato un duello serio in vita sua, è possibile che non abbia neanche idea che ci sia Zorc” rispose schifato.
“Nessuno di noi rinuncerà alle finali” disse Sally “E non abbiamo intenzione di permettere a Kygranerd di giocare col Gioco delle Ombre. Quindi che facciamo?”
Alex pensò sul da farsi. Un esperimento del genere avrebbe avuto bisogno di un apparato tecnico impressionante. La chiave di tutto era ciò che si trovava nel piano sotterraneo.
“A questo penso io” esclamò Alex all’improvviso “Vi avvertirò se ci sono novità, intanto voi preparatevi per le finali e non pensate ad altro. Avete già subito troppo questa faccenda”
Alex si sollevò dalla sedia dove era rimasto per tutto il tempo mostrando un largo sorriso.
“Mal, tu hai dove stare in questi giorni?”
Mal arrossì leggermente e si scambiò un’occhiata imbarazzata con Sally.
“Lo ospito io” disse Sally con lo sguardo basso e trattenendo una risata isterica.
“Ah” fece Alex trattenendo a sua volta una risata.
“Eh?!” fece Gilbert, ancora all’oscuro della novità.
Mal implorò con lo sguardo Alex di non dire altro e il gigante si limitò ad alzare le mani e andarsene per la sua strada mentre Gilbert chiedeva che storia fosse questa.

Quella sera stessa Alex si mise in moto. Aveva recuperato qua e là attrezzatura elettronica per manomettere i sistemi di sicurezza della K.Tower, aveva studiato a fondo i sistemi di allarme, le telecamere e i turni della sicurezza della sede della Kygranerd Corporation e aveva capito che se avesse agito rapidamente nel momento del cambio di turno in serata, dopo l’uscita da lavoro di Kygranerd e della Wyvern, sarebbe riuscito ad arrivare non visto fino al secondo piano sotterraneo. Da li, se non ci fossero state grosse sorprese, avrebbe avuto accesso al piano misterioso.
Alex entrò alla K.Tower dall’ingresso principale dopo una mezz’ora che Kygranerd e assistente furono usciti.
Coperto da un cappello per non farsi vedere dalle telecamere all’ingresso, Alex entrò spedito oltre la porta scorrevole accedendo alla hall, quindi si tolse il cappello e proseguì verso le scale.
La sua faccia era già abbastanza nota in giro, quindi non gli fu difficile passare inosservato tra i dipendenti che si erano attardati negli uffici. Con circospezione arrivò alle scale per scendere ai laboratori.
Era il momento del cambio dei turni delle guardie di sicurezza, quindi se non aveva incontrato nessuno di familiare all’ingresso non avrebbe incontrato nessuno neanche sotto.
Si avviò svelto per le scale mettendo il cappello in testa ogni volta che sapeva esserci una telecamera puntata nella sua direzione, e togliendolo quando stava per incrociare qualcuno.
Con pazienza arrivò fino al secondo piano sotterraneo, che a quell’ora era quasi deserto, e si guardò intorno controllando che nessuno lo guardasse.
Tranquillo sul fatto si essere solo, Alex prese la direzione del terzo piano sotterraneo procedendo fino alla fine della prima rampa di scale, dove trovò i laser di sicurezza e le telecamere che aveva visto il giorno in cui era sceso la prima volta.
Alex mappò mentalmente le aree delle scale coperte dalle telecamere.
Kygranerd era un tipo prudente, aveva fatto in modo che le telecamere coprissero tutti i punti di partenza dei laser in modo che se qualcuno avesse provato a disattivare i laser sarebbe stato inquadrato. D’altro canto le telecamere erano poste oltre una barriera di almeno due laser in modo da non poter essere raggiunte.
Alex aveva già visto quel corridoio prima e si era già fatto un’idea di come superarlo: montò rapidamente un circuito elettrico mezzo rotto su un’asta e con un lancio preciso colpì il punto di partenza del primo laser che andò in corto circuito e si disattivò.
Rapidamente Alex avanzò e attaccò alla prima telecamera un dispositivo che fece entrare un virus in tutto il sistema in modo che trasmettessero in loop sempre lo stesso fotogramma.
Disattivate le telecamere, Alex doveva agire in fretta prima che qualcuno si accorgesse che mancava un laser dall’inquadratura.
Con freddezza e calma Alex disattivò nello stesso modo gli altri laser aprendosi la via di fuga, quindi proseguì oltre una seconda rampa di scale dove non trovò nessuna brutta sorpresa.
Sceso fino alla fine della rampa di scale, si trovò davanti un lungo e stretto corridoio leggermente in pendenza che comincia a percorrere stando attento che non ci siano sensori o telecamere di alcun tipo.
Ad Alex scoprì facilmente i sensori laser invisibili e le telecamere nascoste e li disattivò proseguendo indisturbato per il corridoio fino ad arrivate quasi in fondo dove vide una porta.
Avvicinandosi alla Alex notò un tastierino numerico in cui era necessario inserire un codice.
Alex ripassò mentalmente tutti i numeri importanti per Stephan Kygranerd, ma non avendo nessun indizio su quante cifre avrebbe dovuto inserire, non c’era modo di capire quale di quelli fosse quello giusto.
Con un rilevatore spray rivelò quali dei pulsanti del tastierino fossero sta stati premuti in precedenza. Da ciò e dalle sue precedenti ricerche, Alex capì quali fossero le 10 cifre che gli servivano e il portone di metallo si aprì scoprendo un altro corridoio dove Alex trovò un’altra brutta sorpresa.
“Buona sera, vostra maestà” sogghignò Elzer facendo un profondo inchino “Suppongo che il viaggio per arrivare fino a codesta corte sia stato lungo e stancante, ma se permettete il vostro umile clown saprà intrattenere a dovere vossignoria”
Elzer era esattamente al centro del corridoio circondato da robusto metallo che si allargava sullo sfondo fino verso un’uscita buia.
“Non metterti in mezzo, Cosky, sono di fretta e non ci penserò due volte a metterti KO e proseguire per la mia strada” minacciò Alex.
“Ehi, calma, Re Dragone” rispose Elzer facendo un passo indietro “Non ho disattivato tutti i sensori di pressione di questo corridoio, se provi a fare un altro passo avanti, io ne farò uno indietro e quel corridoio dietro di te sarà pieno di guardie della K. Corp pronte e metterti sotto chiave”
Alex arrestò il passo. Elzer non scherzava, aveva notato il pannello staccato che nascondeva i circuiti dei sensori sul pavimento e non era inverosimile che un genio pazzo come Elzer sapesse come mettere fuori uso un intero impianto tranne un singolo pannello.
Una volta appurato che Alex non sarebbe avanzato, Elzer continuò parlare cominciando a passeggiare sul bordo del pannello attivo del corridoio.
“Ci tenevo a chiacchierate un po’ con te, Re Dragone. Alla biblioteca non abbiamo avuto modo di intrattenerci l’un l’altro causa situazione. A proposito, non mi è piaciuto come tu abbia interrotto la mia sfida, il tuo amico stava giocando bene” continuò lo psicopatico con voce squillante e giocoleggiando con il suo cappello “Se te ne fossi rimasto fuori come da programma senza farmi quello scherzetto della doppia breccia avrei tenuto tutti li abbastanza perché Kygranerd fosse costretto a intervenire e non ci sarebbe stato bisogno di tutto questo piano sconclusionato per arrivare alla finale”
Alex ascoltò con attenzione soppesando ogni parola.
“Non hai mai seguito le direttive di Kygranerd per far avverare il suo progetto. Non ti interessa ne la ricchezza ne tanto meno il torneo, quindi mi chiedo perché tutto questo? Cosa ne ricavi tu se Kygranerd riuscirà a sfruttare l’energia del Gioco delle Ombre”
“Non prendermi per un idiota, Re Dragone, sai bene quanto me che quel progetto non ha futuro” rispose Elzer.
Il bluff di Alex non aveva funzionato.
“L’esperimento di Kygranerd parte dai presupposti sbagliati e per questo era destinato a fallire fin dal principio. Tuttavia una cosa buona è uscita fuori da quel progetto: il torneo ha fatto in modo che tutti i giocatori delle Ombre si riunissero qui e questo ha fatto il mio gioco”
Elzer fece due passi in avanti accompagnando le sue parole con un crescendo del volume delle voce.
“Tra due giorni al massimo ci saranno le finali, e quando arriverà quel momento il duello tra me e l’Imperatore Nero sarà il rituale che mi permetterà di rivolgermi a Zorc l’Oscuro faccia a faccia…
“Ma stavolta sarò pronto” concluse quasi sussurrando.
Alex ammutolì. Per quanto i deliri di Elzer sembrassero non avere senso, il fatto che lui si fosse battuto faccia a faccia con Zorc era tutt’altro che inverosimile.
Elzer si ricompose e si calmò rimettendosi in posizione eretta.
“C’è un punto in cui hai torto, Re Dragone. Io sono interessato a questo torneo”
Elzer fece un passo indietro.
“Solo il più potente di noi può affrontare Zorc l’Oscuro nel suo dominio, ma solo due creature oscure possono contendersi questo prestigio”
Altro passo indietro.
Alex capì dove il pazzo volesse andare a parare e immediatamente gli girò le spalle lanciandosi in una corsa su per le scale per uscire.
“Io e l’Imperatore Nero saremo la finale” Aggiunse Alezer urlando contro Alex.
“Tu non sei contemplato”

Il terzo passo indietro di Elzer aveva fatto scattare immediatamente l’allarme, ma per fortuna Alex riuscì ad essere abbastanza veloce da superare il lungo corridoio prima che le guardie della sicurezza gli fossero addosso.
Ne superò una al secondo piano sotterraneo con una spallata e correndo a rotta di collo su per le scale riuscì a raggiungere l’ingresso della torre, dove mise KO altri due agenti della sicurezza a pugni in faccia e sfondò la vetrata della porta scorrevole con un tuffo e si dileguò nella notte più velocemente che poté.
Alex continuò a correre fino al parco della Fondazione Kygranerd, scavalcò il recinto chiuso del parco e continuò a correre fino a un punto riparato nel piccola foresta di pini della parte nord.
Una volta certo che nessuno lo avesse seguito fin li, Alex riuscì finalmente a sedersi e riprendere fiato.
Era furioso. Aveva messo in conto che fosse Elzer Cosky a tirare i fili della vicenda, ma non si aspettava che potesse avere libero accesso al piano sotterraneo visto che Kygranerd non si fidava di lui.
Tutto quella sera era andato storto, ma una cosa era certa: Elzer Cosky, qualunque cosa avesse in mente, aveva bisogno di ciò che si trovava nel piano sotterraneo della K.Tower, per nessun altro motivo di sarebbe disturbato a difenderlo di persona.
L’obbiettivo adesso era chiaro: Alex doveva in tutti i modi prendere tutti i punti di cui aveva bisogno per partecipare alle finali e tentare un nuovo attacco al piano sotterraneo della K.Tower il giorno stesso delle finali.

Una fase preliminare come quella organizzata da Kygranerd aveva dato luogo a uno strana specie di duellanti: i cacciatori notturni.
Alcuni dei duellanti iscritti al torneo, specie quelli che vivevano vicino alla città e che di giorno dovevano lavorare si avventuravano in cerca di sfide di notte, forti del fatto che il torneo non aveva nessun limite di orario.
Inutile dire che per costoro il torneo non era questione di molta importanza, ed erano facili prede di duellanti ben più forti e aggressivi che decidevano consapevolmente di andare a caccia di questi bersagli di notte. Per l’appunto, cacciatori notturni.
Manuel era uno di loro. Un duellante in gamba, capace utilizzatore di potenti mostri Demone, ma non abbastanza coraggioso da rischiare il confronto con i più potenti tra i duellanti già durante le fasi preliminari.
Cacciando duellanti di notte e convincendoli a mettere in palio tutti i loro punti era arrivato alla vetta di 90 punti e con un ultimo duello sarebbe riuscito ad accedere alle finali.
Saettando gli occhi in ogni direzione cercando una possibile vittima, Manuel si aggirava dalle parti del chiosco centrale del parco dove la vista era agevolata dall’abbondanza di lampioni.
Lo sguardo si Manuel si posò infine su un normalissimo dueling disk che brillava alla luce di un lampione.
Colui che lo portava era un giovane uomo che stava guardando distrattamente le carte del proprio deck seduto su una panchina.
Tutto faceva pensare a un ingenuo giocatore inesperto.
Manuel si avvicinò baldanzoso alla panchina e approcciò il suo prossimo e ultimo avversario.
“Ehi, tu”
Il giovane alzò la testa incrociando lo sguardo di Manuel.
“Dici a me?” disse l’altro.
“Si, a te. Vedo che partecipi al torneo mondiale. Ti sfido a duello, con i punti che guadagnerò con te accederò alla finale” fece Manuel a mento alto.
L’altro si mise una mano sulla nuca e rispose.
“Certo, accetto volentieri. In effetti speravo proprio di fare un altro duello. L’unico che ho fatto fin’ora l’ho perso”
Manuel quasi non ci credeva. La finale era già sua.
“Beh, allora se vincessi io questo duello sarei io ad arrivare in finale, no?” chiese il giovane.
Manuel sapeva che le regole non erano proprio queste, ma la minaccia di quel duellante così ingenuo gli sembrò talmente insignificante che valeva la pena rischiare. Difficilmente avrebbe avuto un’altra occasione simile con i posti per le finale in rapida diminuzione.
“Ma certo, se vincessi avresti i miei 90 punti” rispose Manuel.
Il giovane si alzò dalla panchina e Manuel per un attimo si spaventò vedendo come il suo avversario lo superasse, e di parecchio, in altezza, sarà stato alto due metri.
Manuel mise il suo deck nel dueling disk mentre il suo avversario si metteva in posizione.
“Sono Manuel. In genere ci si presenta prima di iniziare un duello”
“Mi chiamo Alexandross” Alex mise il deck nel suo dueling disk “Ora duelliamo”

Manuel aveva avvertito che qualcosa non andava, da quando il suo avversario aveva acceso il dueling disk l’atmosfera era cambiata, ma non avrebbe saputo dire in che modo.
Il sorteggio concesse a Manuel la prima mossa.
“Evoco Arcidemone Soldato in posizione di attacco e termino il mio turno”
Il demone pedone di Manuel comparve sul campo di battaglia ringhiando da sotto la sua armatura di metallo violacea e puntando la sciabola contro Alex, che non fece una piega.
“Evoco Drago delle Caverne in posizione di attacco” disse Alex ed evocò io suo paffuto drago verdognolo, steso sul terreno di gioco e dall’aspetto tutt’altro che aggressivo, ma con una potenza di ATK di 2000, che superava i comunque abbondanti 1900 dell’Arcidemone Soldato.
“Posiziono due carte coperte e termino il turno” fece Alex.
Manuel conosceva la carta del suo avversario e sapeva bene che il Drago delle Caverne non poteva attaccare se era da solo in campo, quindi proseguì col suo duello.
Il suo avversario voleva senza dubbio aspettare il prossimo turno per lanciare un attacco congiunto con un altro mostro Drago, quindi decise di preparare una sorpresa per lui.
“Posiziono due carte coperte e metto un mostro in posizione di difesa. Termino il turno”
Toccava di nuovo ad Alex.
“Adesso evoco Drago Minore in posizione di attacco”
Un altro Drago apparse sul terreno di Alex, uno decisamente meno imponente del Drago delle Caverne, dall’aspetto decisamente più aggressivo, ma con un potere in attacco di appena 1200 ATK.
A Manuel scappò una risata.
“Tra tutti i Draghi che esistono nel Duel Monsters dovevi sceglierne proprio uno così debole?”
Alex lo squadrò in modo severo e Manuel subito si zittì.
“Attivo Polimerizzazione” si limitò a dire Alex.
La carta Magia di Alex causò un movimento d’aria virtuale che però Manuel accusò come se fosse reale, tanto da spaventarsi.
I due Draghi di Alex vennero risucchiati dalla carta Polimerizzazione che si disintegrò in un’esplosione luminosa.
Dalla grande luce che vi successe comparve l’ombra di un nuovo drago più grande degli altri due, con sei zampe e due grandi ali, dal collo lungo e i lunghi denti aguzzi e iniziò a ruggire contro i mostri di Manuel.
“Ti presento Drago Teschio-Demone” affermò Alex, che dritto di fianco a quel drago sembrava essere ancora più grosso “Colui che ti sta per per far pentire di aver mancato di rispetto al mio drago”
Manuel fece un passo indietro spaventato.
“Drago Teschio-Demone, attacca e distruggi l’Arcidemone Soldato!” ordinò Alex.
Il Drago Teschio-Demone si lanciò all’attacco spalancando le sue fauci contro l’Arcidemone Soldato.
“Attivo Armatura Sakuretsu” fece Manuel con un ghigno mentre scopriva la sua trappola.
L’armatura fatta di lame uscì dalla sua carta, ma il Drago Teschio-Demone ci passò semplicemente attraverso e con un morso al collo distrusse il mostro di Manuel, che si ritrovò con 100 LP di meno.
“Cosa…?”
“Il Drago Teschio-Demone è immune alle carte Trappola che lo bersagliano” lo anticipò Alex “Tocca a te”
“Prima di tutto attivo la carta Agnelli Dispersi” disse Manuel.
Dalla carta Magia di Manuel uscirono due batuffoli di lana colorata dalla vaga forma caprina che presero posto sul campo di battaglia.
Manuel pescò una carta. La cosa si era fatta decisamente seria. Quello che aveva davanti non era un duellante qualunque, probabilmente era uno che dal principio mirava alle finali, ma non si spiegava perché il suo punteggio fosse così basso.
Manuel guardò la carta che aveva pescato e sorrise. Stava per ribaltare la situazione.
“Adesso sacrifico il mio mostro coperto e uno dei due Agnelli dispersi per evocare Zoa Il Mostro”
I due mostri sparirono in due colonne di luce azzurra e al loro posto si impose la carta di Zoa Il Mostro, un enorme demone dalla pelle cerulea e l’enorme cranio deforme, che ringhiava minacciando il suo nemico con i grandi artigli appuntiti.
“Zoa, attacca il Drago Teschio-Demone!” ordinò Manuel al suo mostro.
Zoa gridò carico d’odio verso il drago di Alex che gli ruggì contro, ma poco poteva fare il Drago Teschio-Demone contro i possenti 2600 ATK di Zoa Il Mostro.
“Attivo Terremoto” affermò Alex.
La terra sotto i piedi dei mostri iniziò a tremare sotto l’effetto della carta trappola di Alex, che costrinse tutti quanti in posizione di difesa.
Manuel digrignò i denti e passò il turno all’avversario.
“Perdonami, ma ho una certa fretta di arrivare in finale” disse Alex con una certa solennità “Il duello termina qui”
Manuel non ebbe il tempo di capire che Alex fece la sua mossa.
“Attivo De-Fusione”
Il Drago Teschio-Demone divise in due informi luci gialle che ripresero al forma del Drago delle Caverne e il Drago Minore.
Confuso, Manuel fece per parlare, ma di nuovo Alex lo anticipò.
“Sacrifico Drago delle Caverne e Drago Minore” I due mostri sparirono dal terreno di gioco “Per evocare il potente Drago Tiranno”*
Se il Drago Teschio-Demone era grande e minaccioso, il Drago Tiranno era un vero e proprio incubo. Le ampissime ali membranose, il corpo robusto, il lungo collo coperto da scaglie color rosso fuoco, il corpo massiccio e le quattro zampe muscolose lo rendevano la creatura più grande e che incuteva più timore che Manuel avesse mai visto. Il suo ringhio iracondo e accompagnato dall’alito incandescente riempì l’aria di zolfo e di calore, persino il possente Demone Zoa sembrava costretto a un inchino di fronte a tanta potenza.
“Adesso attivo la carte Trappola Rabbia del Drago” proseguì austero Alex “In questo modo il Drago Tiranno potrà infliggere danno perforante attraverso i tuoi mostri in posizione di difesa”
Manuel indietreggiò di un passo.
“Il Drago Tiranno può attaccare uno alla volta tutti i mostri sul tuo terreno. Come dicevo prima: il duello termina qui”
Il Drago Tiranno lanciò un ruggito talmente forte che Manuel si spaventò e crollò a terra.
Quello che aveva davanti non era un duellate normale, era un sovrano.
“Drago Tiranno...” fece Alex con solennità spietata “… Attacca”
Dalla bocca del drago uscì una potente colonna di fiamme che investirono contemporaneamente sia Zoa Il Mostro che il piccolo Agnello Disperso.
Entrambi i mostri vennero annichiliti in pochi secondi mentre il loro padrone, investito dal cono di fiamme, prese una tale paura che svenne sul prato.

Alex vide i punti sul suo contatore salire istantaneamente a 100 e dopo un ultimo sguardo pietoso al suo avversario se ne andò.

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Capitolo 24
*** L'inizio delle finali (Parte 1) ***


Ciao gente! Sono tornato! E' passata una vita dall'ultimo aggiornamento e mi scuso profondamente con tutti voi, ma vi assicuro che ho intenzione di finire questa FanFiction, perché ci tengo molto e perché sono abbastanza soddisfatto di come sta venendo. Grazie ancora a tutti per continuare a seguirmi nonostante le mia numerose assense e procrastinazioni, non vi merito, davvero.
Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita

Mal si trovò molto bene quei due giorni a casa Winters. I genitori di Sally, nonostante la sorpresa di ritrovarsi in casa questo ragazzo da un giorno all’altro, furono fin da subito molto disponibili con lui, trattandolo con tutti i riguardi per un ospite, lasciandolo dormire sul divano-letto in salotto.
Ovviamente i genitori di Sally non sapevano niente di quello che era successo con Kygranerd. Per loro il magnante si era solo voluto scusare di persona con i ragazzi per quel terribile incidente alla biblioteca.
“Quindi domani è il gran giorno delle finali” disse il padre di Sally durante la cena.
“Si, ormai tutti i finalisti sono stati selezionati” rispose Sally “Domani mattina cominciano i turni a eliminazione diretta, non sarà più permesso perdere”
“Mi spiace che non potremo venire a vedervi, ma noialtri lavoriamo domattina, spero che arriviate in alto”
“Speraci per me, Mal punta a vincere” disse Sally dando una leggera gomitata all’amico.
Mal sorrise rimanendo in silenzio.
“Allora faremo tutti il tifo per te. Sally non fa altro che ripetere quanto sei forte. Sono sicuro che vincerai”
Mal sorrise alle lusinghiere parole dell’uomo e finì di mangiare in silenzio.
Con la testa era già al giorno successivo.
I due ragazzi si ritirarono preso in salotto (direttiva imposta dal padre di Sally che non ha mai voluto perderli di vista mentre sono da soli in una stanza) per discutere delle strategie da utilizzare durante i duelli delle finali. Sally aveva già studiato a fondo il proprio deck e quello di alcuni dei duellanti delle finali nei giorni precedenti sotto l’attenta guida di Mal, che da parte sua aveva raccolto alcune carte importanti per le sue strategie di contrattacco.

“… Quindi contro un avversario con mostri Macchina devo impedire che si attivino i loro effetti>>
“Esatto. I mostri Macchina sono infidi perché hanno un alto potenziale sia offensivo che difensivo e riescono a potenziarsi tra loro, ma i più forti tra questi si attivano solo in determinate condizioni, se riesci a evitarle l’avversario sarà bloccato”
“Chiaro”
I due andarono avanti a lungo parlando di strategia finché non fu il momento di andare a dormire.
“Allora? Tutto pronto per domani?” chiese Mal.
“Si, non vedo l’ora di iniziare”
“Non eri così convinta all’inizio”
“Lo so, ma stando con te devo essermi fatta prendere dal gioco. Mi sono fissata un obbiettivo per queste finali”
“E cioè?”
Sally stese il braccio in avanti e puntò l’indice contro Mal.
“Se anche non dovessi vincere, voglio almeno battere te”
Mal sorrise.
“Se davvero riuscirai a battere me, vincerai” asserì l’Imperatore.
Sally gli dette un pungo sulla spalla e andò a dormire.
Mal mise a posto il Deck, il Side e le carte doppie tra il Dueling Disk e il box nella cintura e prima di andare a dormire si concesse qualche boccata d’aria alla finestra.
Appena messa la testa fuori dalla finestra, Mal sentì che qualcosa non andava. Una sensazione strana, come se qualcuno lo stesse osservando.
Mal si guardò intorno sperando che fosse solo paranoia, invece c’era veramente qualcuno dall’altro lato della strada, appoggiato tranquillamente alla staccionata della casa di fronte che guardava da quella parte. La figura di un uomo alto e massiccio.
Il cellulare di Mal squillò.
“Non ti conoscessi potrei pensare che Sally abbia uno stalker” fece Mal che aveva riconosciuto il profilo di Alex.
“Se lo fossi stato non mi avresti visto. Perdonami la presenza inquietante, ma ho bisogno di guardarti in faccia mentre ti do una cattiva notizia”
Il sorriso sul volto di Mal si spense all’istante.
“Sono entrato alla K.Tower...” proseguì Alex “Ma non sono riuscito a entrare nel piano sotterraneo, Elzer faceva la guardia di persona, quindi non mi resta che accedere al piano durante le finali.
“Mal, quel tipo è pericoloso e sembra essere ossessionato dall’idea di duellare con te. Quando ci siamo incontrati alla torre ha delirato sul fatto che solo tu e lui sareste in grado di affrontare Zorc l’Oscuro e penso che farà di tutto per duellare con te alle finali”
Mal rimase per un attimo in silenzio.
“Pensi che possa truccare gli accoppiamenti delle finali?” chiese l’Imperatore.
“Si. Elzer è convinto che un Gioco delle Ombre tra voi due sarà il rituale per far si che Zorc l’Oscuro si manifesti, e tutti e due sappiamo cosa succede nei duelli rituali del Gioco delle Ombre”
Mal deglutì. Secondo le voci un duello rituale porterebbe alla morte di uno dei due contendenti mentre l’altro ne assorbirebbe le abilità diventando più forte. Era una diceria che circolava da ben prima di Elzer Cosky, nata praticamente insieme al gioco stesso.
“Elzer truccherà gli accoppiamenti per combattere contro di te nel primo incontro delle finali, durante il duello io cercherò di accedere di forza al piano sotterraneo mentre te dovrai darmi tempo protraendo il duello. Una volta che avrò raggiunto il piano sotterraneo mi basterà capire che tipo di macchinario ha messo su Kygranerd per imbrigliare l’energia delle Ombre per metterla fuori uso, poi sarà tutto finito”
Mal rimase serio. C’era una nota di nervosismo nelle parole di Alex che non lo rendeva tranquillo.
“Hai parlato di una cattiva notizia...” fece Mal con un filo di voce mentre cercava di aguzzare la vista per capire le reazioni di Alex.
Alex titubò un attimo.
“Dopo l’incontro di oggi ho capito che non posso più permettermi di sottovalutare Elzer. Se ha previsto la mia irruzione alla K.Tower di oggi avrà anche pensato che possa mettermi in moto durante le finali del torneo. Avrà messo delle trappole o degli impedimenti.
“Considerando questo, sento il bisogno di tutelarmi in caso di emergenza. La priorità deve essere impedire al piano di Elzer e Kygranerd di mettersi in moto e questo può essere fatto solo se uno dei Duellanti delle Ombre non sarà presente alla K.Tower all’ora X”
Mal lanciò un’occhiata di odio ad Alex che il Re Dragone poté sentire anche a quella distanza.
“Sbaglio o mi stai chiedendo di rinunciare alle finali?” sibilò minaccioso Malverik.
“No, Mal, so bene che è impossibile. Ti sto chiedendo di fare molto peggio”
Alex si interruppe per tirare un profondo respiro.
“Ti sto chiedendo di impedire a Sally di partecipare alle finali”
Mal non poteva crederci. Come poteva, tra tutti, proprio Alex a chiedergli di fare una cosa del genere?
“Stai attento a cosa chiedi, Alex...”
Mal non ebbe il tempo di proseguire perché Alex lo interruppe.
“Lo so, Mal, è una cosa terribile sia da dire che da fare, ma non abbiamo altra scelta. Gabriele è sparito, Aleta non accetterebbe mai, noi due sicuramente saremo alla torre e non credo saremmo in grado di impedire a Kygranerd o a Elzer di essere presenti quando l’esperimento inizierà.
“So che Sally neanche voleva partecipare all’inizio del torneo ed è l’unica di noi che se le cose andranno male non potrà difendersi da sola”
L’agitazione era appena percepibile nelle parole di Alex. Evidentemente non credeva affatto alle sue stesse parole, ma sapeva di dover convincere Malverik e sapeva che quella era veramente l’unica scelta possibile.
Mal, furioso, non se ne accorse.
“Le cose sono cambiate, Alex. Sally è migliorata come duellante e ha un obbiettivo in questo torneo, esattamente come ce lo abbiamo noi!”
Mal strinse i denti e abbassò la voce.
“Non puoi chiedermi di impedirle di provarci. Va contro tutto ciò in cui credo”
Alex si prese alcuni secondi per osservare il suo amico affacciato alla finestra. Prese un nuovo respiro profondo e cercò di mantenersi calmo e imparziale mentre stava per giocarsi un colpo basso che Mal proprio non meritava.
“Tu le vuoi bene, Mal” disse il Re Dragone.
Mal esitò un momento.
“Lo capisco bene, è terribile dover fare un torto a qualcuno a cui vuoi bene. Vorrei però che tu pensassi anche che le cose sulla torre potrebbero farsi pericolose. Se anche andasse tutto bene non sappiamo come potrebbe reagire Elzer, ne come potrebbe reagire Kygranerd. Sei disposto a permettere che Sally si metta in pericolo?”
Mal restò titubante.
“Elzer non reagirebbe...” cercava di arrampicarsi sugli specchi “Se è un vero duellante accetterà la sconfitta”
“è uno psicopatico, Mal!” Lo incalzò Alex “Non possiamo dire di cosa sarebbe capace. Per quel che ne penso io neanche il codice non scritto dei duellanti potrebbe avere gran che senso per lui”
Mal rimase in silenzio e Alex si calmò.
“Non c’è bisogno che mi rispondi, Mal” disse Alex “Domani io farò tutto ciò che serve per far finire tutto bene, se ci riuscirò la presenza o meno di Sally sarà ininfluente”
Mal non rispose.
“Agisci come credi sia giusto”
Alex chiuse la chiamata e sparì oltre l’angolo cieco della finestra a cui Malverik si era affacciato.

Malverik chiuse la finestra.
Cercando di tenere il sangue freddo e ragionando in maniera logica, Mal non poté che ammettere che Alex avesse ragione. Un Duellante delle Ombre in meno avrebbe fatto fallire il piano di Kygranerd e Elzer al 100%.
Nonostante questo, Malverik non voleva fare una cosa del genere a Sally. Come duellante e come amico non avrebbe mai potuto privarla delle finali del torneo mondiale.
Prima di tornare nel salotto in cui i genitori di Sally gli avevano preparato il divano-letto, Mal passò davanti alla porta di camera d Sally.
La porta era chiusa, ma Malerik poteva immaginarsi la ragazza che si rigirava tra le coperte cercando in qualche modo di dormire.

La mattina delle finali non è mai esattamente una festa.
Tutti coloro che partecipano sono talmente tanto nervosi che non hanno nessuna voglia di scherzare o di ridere. La maggior parte aspetta in silenzio l’apertura delle danze, i più insicuri ricontrollavano per l’ultima volta il loro Deck sperando di aver pensato a tutte le situazioni possibili e a come controbattere, ma in generale si avvertiva ovunque un forte nervosismo.
Per Malverik il nervosismo era doppio considerando tutto ciò che sarebbe successo quel giorno.
Guardandosi intorno alla base della K.Tower, l’Imperatore Nero non vide né Alex, né Elzer né nessun altro dei Duellanti delle Ombre, mescolatisi probabilmente con la folla di duellanti che si era accalcata la sotto.
Teso come la corda di un violino, Mal trasalì quando su preso alle spalle da un braccio appoggiato su entrambe le sue spalle.
“Hop la, qualcuno ha dormito poco…” esordì placidamente Gabriele.
“Lascia stare…” ribatté Malverik togliendosi di dosso il braccio dell’amico.
“Perché sei da solo?”
“Affari miei…” chiuse Malverik.
“Come vuoi” fece Gabriele alzando le mani “Comunque sappi che ieri sera mentre te facevi il duellante orgoglioso, io e Kygranerd abbiamo stretto un accordo”
Mal squadrò Gabriele con un’occhiata sorpresa sperando che fosse uno scherzo riuscito particolarmente male.
“Sarò ad attendere giù ai piani inferiori mentre qua su si combatte, quindi avrò bisogno di un po’ di info sui duelli” proseguì noncurante Gabriele “In bocca al lupo”
Detto questo l’italiano tacque lasciando interdetto Malverik.
Prima che potesse chiedere spiegazioni, Malverik venne interrotto dalla voce proveniente da un altoparlante.
“Le finali del Torneo Mondiale di Duel Monsters stanno per avere inizio! Tutti i partecipanti e gli spettatori saranno chiamati a turni per salire con gli ascensori fino alla cima della Kygranerd Tower!”
Sia Malverik che Gabriele riconobbero la voce della signorina Wyvern.
Malverik era tra i primi selezionati per salire e entrò insieme ad altri nella torre lasciandosi indietro Gabriele, che lo salutò con un rapido gesto della mano.
Salito fino in cima alla torre, Mal si trovò davanti una enorme arena per duelli con due pedane in metallo argentato una alla sua destra e una alla sua sinistra, con al centro una spessa lastra di vetro trasparente che lasciava vedere il meccanismo sottostante mentre delle barre di metallo anch’esse sottostanti l’arena disegnavano il reticolato del terreno di gioco del Duel Monsters.
Dalla parte opposta del tetto era stata montata una gradinata di metallo per far sedere gli spettatori, che circondava in un semicerchio l’intera arena fino quasi dietro alle due pedane.
A Malverik quasi scappò un sorriso nel vedere quell’arena e non vedeva l’ora di cominciare a giocare, ma in quel momento il suo pensiero andò automaticamente a Sally e si sarebbe mangiato le mani per quello che aveva fatto.

Nello stesso momento, Sally era ancora bloccata in camera sua furiosa come mai lo era stata prima.
Inutile provare a inserire la chiave nella porta, qualcosa di colloso ne bloccava il passaggio.
“Se mi capita tra le mani…” ringhiava Sally tra i denti cercando di nuovo di inserire la chiave.
“Ehi, Sally! Sono qui!”
La voce di Gilbert che gridava dalla fuori dalla finestra attirò l’attenzione della ragazza.
Sally lo aveva chiamato poco prima, dopo l’ennesimo tentativo fallito di aprire la porta.
Sally aprì la finestra.
“Gilbert! Mal mi ha chiuso in camera!” gridò Sally forse anche troppo forte.
“Eh?! Ma sei sicura?”
“Si che sono sicura! Quello stronzo se n’è andato stamattina presto da solo dopo avermi chiusa qui” gridò ancora la ragazza “Dammi una mano, devo scendere dalla finestra”
“Certo!” fece Gilbert e corse al capannino degli attrezzi del padre di Sally. Gilbert sapeva che dietro al capannino c’era una scala a pioli, la prese e la portò sotto la finestra dove Sally era affacciata.
Scavalcando il balcone della finestra, Sally si ritrovò ancora piuttosto in alto rispetto alla scala, quindi fece appello a quei rimasugli di agilità da ginnasta che aveva e si aggrappò al balcone della finestra toccando con i piedi sul primo piolo della scala, quindi si calò adagio e discese la scala fino a raggiungere Gilbert, che la reggeva dal basso.
“Che ore sono, Gibby?”
“Quasi le otto e mezza” rispose Gilbert dando un’occhiata al suo cellulare.
“Cavolo!” esclamò Sally furiosa “Come facciamo a essere alla K.Tower in meno di mezz’ora?”
“Ci penso io” disse semplicemente Gilbert e scappò verso casa sua gridando: “Aspettami sulla strada”
Sally si portò rapidamente sul marciapiede davanti casa sua e pochi minuti dopo Gilbert si ripresentò a bordo di una vecchia Ford a tre porte.
“Come hai convinto tua madre a darti la macchina?” chiese Sally stupita.
“Non l’ho fatto. Sali!” la incitò Gilbert.
Senza fare ulteriori domande, Sally salì in macchina e Gilbert si lanciò a tutta velocità verso la K.Tower.

Gli ascensori della K.Tower avevano lavorato senza sosta per portare i più di cento partecipanti delle finali fino al tetto.
Infine, tutti i migliori duellanti del mondo erano radunati in cima alla Kygranerd Tower, alcuni intorno all’arena in basso, altri che si erano seduti sugli spalti.
Malverik rimaneva in piedi proprio sotto la pedana dei duellanti, studiando il complesso meccanismo di cavi che avrebbe reso la battaglia fra mostri ancora più spettacolare.
“Un vero gioiello, non trovi?”
Malverik riconobbe subito l’irritante voce di Aleta alle sue spalle.
“Devo dire che invidio Kygranerd. Può permettersi davvero di cambiare le cose”
Malverik si limitò ad ignorarla.
“Non ho visto la tua bambolina giù alla base” proseguì la ragazza.
Malverik alzò la testa, ma guardando nella direzione opposta rispetto a dove stava Aleta.
“Non avrà deciso di rinunciare alle finali?” Aleta stava cercando di provocare Mal. Solitamente la strategia aveva effetti minimi, ma stavolta capì di aver beccato un nervo scoperto quando vide saettare un lampo d’odio dallo sguardo di Mal nei suoi confronti.
“No, è troppo orgogliosa per rinunciare” proseguì Aleta scavando nello sguardo del ragazzo.
Mal si voltò di nuovo. A quel punto Aleta capì tutto.
“Non ci credo. L’hai lasciata indietro” esclamò Aleta con un ghigno “Il grande Imperatore Nero che lascia indietro una compagna. Non ci posso credere” aggiunse con una risata.
Mal si voltò di scatto e affrontò Aleta furioso.
“Non pensare di sapere tutto, Aleta! Sai che le cose qui possono mettersi male! Non ho intenzione di rischiare la sua salute per un gioco di carte!”
Aleta si fece improvvisamente serie e il suo sguardo si riempì di disgusto.
“Questo torneo è sempre stato molto più di un gioco di carte. Lo è sempre stato per me, come per te, come per tutti gli altri su questa torre” Disse con voce ferma “Scommetto che valeva lo stesso anche per lei”
Detto questo Aleta girò i tacchi e se ne andò lasciando Mal da solo in mezzo alla folla.
Seguendo con gli occhi Aleta, Mal incrociò lo sguardo severo di Alex, pronto accanto alla porta d’uscita, che con un cenno della testa gli fece capire di essere pronto.

“Signori e signore duellanti!” La voce della signorina Wyvern, apparsa chissà da dove al centro della pedana catalizzò tutta l’attenzione dei duellanti verso la sua figura.
“Vi porto i saluti del nostro presidente Stephan Kygranerd, che a causa di un impegno imprevisto non è potuto essere presente qui con noi oggi”
Malverik si stupì di non vedere Kygranerd a presentare le finali del suo torneo e subito si voltò verso Alex, che però era sparito, cercando di nascondersi per non farsi riconoscere dalla Wyvern.
“Il presidente ci tiene a farvi le sue più sincere congratulazioni per essere arrivati tutti fino a qui” proseguì la Wyvern guardando sullo schermo del suo cellulare “Sa bene che tutti voi avete faticato molto per arrivare fino a questo punto, e dopo giorni di selezione, sul tetto di questa importante struttura c’è la creme della creme dei duellanti di tutto il mondo. Il presidente Kygranerd ci tiene a ricordare che gli scontri saranno ad eliminazione diretta, perché questo torneo non ha il compito di fare una classifica, ma quello di decretare IL duellante più forte del mondo. Buona fortuna a tutti”
Il discorso della signorina Wyvern non era neanche lontanamente emozionante come quello fatto da Kygranerd al parco qualche giorno prima, e infatti nessuno esultò una volta concluso, anzi, tutti quanti rimasero concentrati in silenzio sul momento in cui sarebbero dovuti scendere in campo. L’atmosfera non era di festa come all’inizio del torneo. Era cupa, pesante, carica di tensione.
Alex era riuscito a tenersi fuori dagli occhi della Wyvern ed era pronto a scattare verso l’uscita non appena fossero stati nominati i primi due duellanti sulla rampa.
Dall’altoparlante, una voce annunciò il primo duello.
“Malverik Martinez contro Elzer Cosky!”
Nessuno esultò.
Malverik non si sentiva nervoso per il duello imminente. Era concentrato, ma non quanto avrebbe voluto. Una parte del suo cervello continuava a pensare a Sally e a come le avesse portato via un’occasione importante.
I pensieri di Mal si diradarono in parte quanto finì di salire i gradini della pedana trovandosi davanti Elzer.
Il giovane inglese dai capelli verde acqua, giacca e maglietta dall’accostamento improponibile e l’immancabile cappello dondolava tranquillo salendo le scale.
I duellanti si avvicinarono al centro della pedana per gli scambi di rito.
“Imperatore Nero…” salutò Elzer con un largo sorriso passando a Malverik il suo deck.
“Mano Magica…” rispose Malverik facendo altrettanto.
“Non vedo la tua gang con te… Non avrete litigato di nuovo”
A quel punto Malverik non resse.
“Mi chiedo se sia davvero così strano vedermi giare da solo” disse con voce glaciale “L’Imperatore Nero ha sempre duellato da solo. Una breve alleanza nelle fasi preliminari di un torneo non deve mettere in discussione questo fatto”
Lo sguardo di Malerik trapassò Elzer da parte a parte. L’altro rispose allargando ulteriormente il suo sorriso.
Dopo aver mischiato ognuno il deck dell’altro, i due duellanti si voltarono per prendere posto ai lati della pedana mentre gli altri partecipanti si sistemavano sulla tribuna metallica.

Non visto, Alex riuscì a sgattaiolare dietro le guardie della sicurezza e a rientrare nell’edificio.
Presa l’ascensore, Alex schiacciò il tasto per il piano terra diretto ai piani sotterranei.
Mentre sentiva l’ascensore scendere, Alex cominciò a pensare a quanto gli sarebbe piaciuto assistere al duello che si stava per svolgere proprio sopra la sua testa.
Mano Magica contro l’Imperatore Nero era tra gli eventi imperdibili delle competizioni online, al pari di molti altri grandi dream match da cui si poteva sempre imparare qualcosa.
Alex scosse la testa. Il dovere prima di tutto.

Sul tetto, i due rivali erano pronti a partire, stavano solo aspettando il via dai tecnici che stavano controllando che tutto funzionasse nella pedana olografica.
Nell’attesa Malverik e Elzer non la smettevano di fissarsi l’un l’altro. Malverik era serio, concentrato, pronto a combattere e stava cercando un segno nel comportamento del suo avversario che gli suggerisse che tipo di giocatore fosse, ma non era possibile. Il sorriso inquietante e senza emozioni di Elzer era completamente indecifrabile, non gli avrebbe dato nessun indizio su come avrebbe deciso di impostare la loro partita.
I tecnici della Kygranerd Corporation scesero dalla pedana e diedero l’ok alla Wyvern, che schiacciò un interruttore accendendo la pedana, che si riempì di luci verdi chiare.
“Ora siamo io e te, Imperatore Nero” esordì Elzer inserendo nel dueling disk il suo deck “L’ultimo grande Gioco delle Ombre di questa era”
“Hai preso questa storia troppo sul serio, Mano Magica” rispose Malverik facendo altrettanto “L’unico motivo per cui questo sarà l’ultimo Gioco delle Ombre è che non ti permetterò di farne altri. Non c’è nessun motivo per continuare a giocare con le forze oscure del Gioco delle Ombre”
“Qui ti sbagli. C’è sempre un motivo per giocare con le forze oscure. Uno per ogni duello in cui ci si impegna. Uno per ogni volta in cui si decide di privare un avversario di una vittoria in cambio di una sconfitta. Quello è solo il primo passo” ribatté Elzer.
Il lancio della moneta arrise a Elzer, che partì per secondo.
Mal pescò una carta e tornò a guardare l’avversario.
“Non te ne sei ancora accorto, vero? Il tuo piano è fallito in partenza” lo provocò Malverik.
Elzer sorrise ancora.
“Sbagliato ancora, Imperatore. Il mio piano è riuscito nel momento stesso in cui ti sei presentato”

Sceso al piano terra, Alex ebbe appena il tempo di riconoscere Sally che, scortata da uno della sicurezza, entrava nell’ascensore accanto alla sua, che le si richiuse dietro.
Alex digrignò i denti lanciando un “accidenti” contro il vuoto e si precipitò verso le sale diretto ai livelli inferiori.
L’atrio della K.Tower era completamente deserto. Kygranerd aveva evidentemente dato a tutti un giorno libero per avere meno gente possibile intorto il giorno del suo esperimento. Alex camminò a passo svelto per il salone raggiungendo le scale che scendevano verso il basso, passò il primo laboratorio e prese la seconda rampa di scale. Qui lo attendeva una sorpresa.

Sally si trovava ancora sull’ascensore assieme all’imponente addetto alla sicurezza della torre.
Durante il viaggio in macchina la situazione aveva cominciato a sembrarle strana. Gilbert aveva guidato velocissimo, proprio lui che di solito era così prudente, senza dire una parola.
Li per li Sally aveva pensato fossa perché era concentrato sulla guida, ma era comunque strano.
Una volta arrivati alla base della K.Tower erano già le 9:10. Dieci minuti di ritardo sul richiamo generale, ma Gilbert le aveva detto di correre a chiedere comunque mentre lui cercava parcheggio.
Non appena Sally si fu presentata alla guardia all’ingresso, questa la fece subito entrare senza fare nessuna domanda e la scortò fino all’ascensore.
Li per li Sally non ebbe il tempo di capire cosa stesse succedendo, ma una volta nell’ascensore si accorse che tutto era filato fin troppo liscio per non esserci qualcosa sotto.

Una volta arrivata in cima, la ragazza fu accompagnata fuori dall’uomo che immediatamente schiacciò il pulsante dell’ascensore tornando al piano terra.
Sally si ritrovò spaesata. Tutto era accaduto molto in fretta senza darle il tempo di pensare, ma si portò comunque all’esterno per trovarsi davanti alla grande pedana per i duelli, dove Malverik e Elzer si stavano affrontando.

Malverik prese una carta dal suo deck.
“Evoco Cavaliere dell’Armageddon in posizione di attacco” sentenziò Malverik “Grazie al suo effetto, mando un mostro OSCURITA’ dal mio deck al cimitero. Metto una carta coperta e termino il turno”
Malverik era concentrato al massimo sul suo duello. Intorno a lui in quel momento non c’era nient’altro che lui stesso, i suoi mostri e il suo avversario, tutto il resto era sparito.
Elzer invece era tutt’altro che disattento a quello che succedeva intorno.
Seppur con la stessa concentrazione, riusciva a tenere d’occhio contemporaneamente tutto l’ambiente circostante. Si era infatti accorto dell’arrivo di Sally, ma ebbe l’accortezza di non guardarla per non farlo capire anche a Mal.
“Apro le danze con un mostro coperto in difesa e due carte coperte” fece Elzer con un ghigno sul volto.
Solo in quel momento Elzer gettò uno sguardo fugace su Sally, cosa che non sfuggì al suo avversario che si voltò nella stessa direzione subito dopo aver pescato la sua carta.
“Sally?! Che diavolo ci fai qui?!” esclamò Malverik sorpreso.
Sally si infuriò a quella domanda.
“Scherzi?! Non mi sarei mai persa le finali. Neanche per colpa tua!”
“NO! NO! Non è questo il punto! Tu non dovresti essere qui!”
La naturale impassibilità di Malverik sparì in un istante capendo che in qualche modo sia lui che Alex erano stati giocati.
Mal si voltò verso Elzer che lanciò verso di lui una sonora risata, fece un paio di passi di danza e tornò in posizione.
“Signore e signori, ecco a voi la magia del giullare Mano Magica”

Alex si arrestò a metà della scala per il terzo piano sotterraneo.
A sorvegliare la scala c’era Gabriele, che con la sua figura esile se ne stava immobile al centro della rampa tenendo senza tenere spazio necessario per passare ne alla sua destra ne alla sua sinistra.
“Hola!” salutò l’italiano con un gesto della mano.
“Che ci fai qui sotto?” chiese Alex avanzando con aria intimidatoria.
“Faccio la guardia… beh, per quel che serve” rispose Gabri facendo spallucce e tenendo le mani in tasca “Ne ho già parlato con Mal. Kygranerd e io abbiamo fatto un patto, io gli guardo le spalle qui sotto e lui mi lascia attingere a un po’ del miliardario successo del suo esperimento”
“Non ti credevo capace di una simile bassezza, Senatore” la voce di Alex si era fatta minacciosa mentre continuava ad avanzare squadrando il giovane che non arretrava di un passo ne dava l’impressione di essere in alcun modo intimidito o spaventato dalla straordinaria presenza del gigante greco “Ma adesso devo scendere fino al terzo sotterraneo e non sarai certo te a fermarmi”
Giunto a pochi centimetri da Gabriele, Alex si arrestò, quindi l’italiano lo guardò da sotto in su, sghignazzò e si fece da parte.
Alex rimase un secondo fermo ad osservarlo, poi avanzò spedito fino alla porta chiusa del secondo piano sotterraneo. Avvicinandosi alla porta metallica ebbe una strana sensazione, ma decise di ignorarla e mise la mano sul tastierino numerico per digitare la password che ricordava dal giorno prima.
Appena la sua mano toccò il primo tasto, una fitta nebbia nera fuoriuscì dagli spazi vuoti tra i pulsanti e la placca metallica che componeva il tastierino e gli circondò la mano addensandosi in una melma violacea che non riusciva a staccarsi di dosso e che legava Alex al tastierino appena toccato.
Alex cercò di liberare la mano tirando con forza, ma l’unico risultato fu che la morsa della melma gli strinse ancora di più la mano.
Alex si forzò a rimanere calmo e analizzò la situazione. Era appena entrato in un Gioco delle Ombre.
“Ci sono molti modi per fermare un avversario più grosso di te” fece Gabri scendendo lentamente le scale “Un gigante del tuo calibro non deve aver mai avuto problemi di bullismo al liceo, nel mio caso invece dover essere più furbo e più cattivo degli altri è stato una buona scuola. Il trucco per farsi rispettare è danneggiare fisicamente e psicologicamente chi ti crede inferiore per far si che tutti gli altri ti rispettino”
Alex non si voltò verso il ragazzo, ma lo sentì placidamente sedersi su uno degli scalini appena sopra di lui.
“Ogni gioco ha il suo premio. Se un premio non c’è nessun gioco merita di essere giocato”
Con la coda dell’occhio, Alex vide apparire una creatura accanto a lui. Un mostro di Duel Monster: lo Spirito Mietitore. Un inquietante fantasma con un mantello viola e una maschera dorata che impugna una lunga e pesante falce.
“Il Mietitore non è una creatura piccola, ma non gli sarà difficile colpire un bersaglio immobilizzato. Risponde solo a chi è in grado di controllarlo”
La mente di Alex si mise in moto nei pochi secondi in cui lo Spirito Mietitore sollevava la falce.
La frase di Gabriele celava di certo un indizio per sopravvivere. Lo Spirito Mietitore è una creatura piccola, ma qualunque creatura di Duel Monsters può essere letale per un umano. Colpisce un bersaglio immobilizzato, e questo non c’era modo di evitarlo. Risponde solo a chi è in grado di controllarlo. Non al suo padrone, ma a chiunque fosse in grado di controllarlo. Chi può controllare lo Spirito Mietitore? Un duellante. Cosa ha un duellate in più di tutti gli altri?
Mentre Alex pensava, il mostro aveva sollevato la sua falce e si preparava ad abbassarla sul braccio inerme del giovane.
Appena la falce cominciò la sua discesa, Alex sollevò il braccio sinistro in cui teneva il dueling disk e lo frappose tra la falce e il suo braccio destro.
La falce dello Spirito Mietitore colpì il macchinario di Alex producendo uno stridio metallico e li si arrestò.
Un battito di ciglia più tardi la nebbia nera e la melma che intrappolava Alex, così come il mostro, erano spariti, come se non ci fossero mai stati.
Gabri sorrise e Alex fu libero di aprire la porta con la password in suo possesso.
“Kygranerd ha dato ordine ai suoi uomini di correre qui non appena si fossero accorti che qualcuno dal tetto avesse provato a scendere” disse Gabri mentre Alex varcava la porta “Poco fa la Wyvern ha allertato gli uomini della sicurezza di un intruso. Il mio trucco li terrà occupati qui. Tu continua, ma stai attento, nessuno vede Kygranerd da ieri sera, nessuno ha capito dove sia finito”
Preso nota dell’avvertimento di Gabri, Alex proseguì nel per il corridoio verso il piano segreto.

Il pubblico della finale non stava capendo il perché di quello scambio di battute, nessuno a parte Aleta, che se ne stava ferma nel suo angolo della prima fila ad osservare la scena.
“Come?” ringhiò Mal all’indirizzo di Elzer.
“Muovendo le pedine giuste, Imperatore” rispose lo psicopatico “Ero certo che tu non avresti impedito a nessuno di raggiungere la K.Tower solo per fermare me, ne sarebbe andato del tuo orgoglio come duellante.
“Il Re Dragone tuttavia è d’altra pasta, lui avrebbe fatto di tutto per impedire che il piano si concretizzasse. L’ho capito l’altra sera, quando è venuto a far visita al laboratorio sotterraneo.
“Ma avevo già pensato a queste eventualità. Dopo aver individuato i duellanti delle Ombre in questo torneo ho stimato subito quale di loro avrebbe avuto le minori probabilità di arrivare alle finali, perciò ho istruito qualcuno in modo che facesse di tutto per portarlo… pardon, portarla qui”
Malverik e Sally capirono immediatamente tutto il quadro solo con quella frase.
Elzer alzò gli angoli della bocca in un sorriso agghiacciante.
“Quella sera alla biblioteca ho sfidato Gilbert Connorson in un Gioco delle Ombre e gli ho imposto di fare qualsiasi cosa purché la sua amica arrivasse alla K.Tower in tempo. Come ti ho già detto, Imperatore Nero: ho vinto nel momento stesso in cui hai messo piede in questa torre”
Mal ritrovò la sua freddezza.
“Tutti i dipendenti della Kygranerd Corporation sono già sotto il mio controllo e hanno ricevuto precise istruzioni di non lasciar uscire nessuno dalla struttura!” Gridò Elzer in pieno delirio sollevando un acceso mormorio tra la folla sugli spalti “L’intervento del Re Dragone non porterà a nulla. Ho già preparato una sorpresa per lui giù al laboratorio.

Varcata la porta in fondo al lungo corridoio illuminato, Alex si trovò all’interno di un’enorme cavità nel terreno dove era stato ricostruito un intero santuario.
La larga piazza circolare della caverna era stata ricoperta di ciottoli di pietra squadrati colorati in oro e arancio a formare una figura approssimativamente riconducibile a una stella a sedici punte.
Tutto intorno si ergevano alte costruzioni in pietra: 8 colonne del colore della terracotta di forme differenti che andavano dalle 3 alle 6 facce, disposte a due a due specularmente le une alle altre a circondare la piazza mentre venivano sovrastate da lunghe sculture di pietra dalla forma uncinata che si congiungevano sul soffitto esattamente al centro della piazza stessa.
L’impressione era di stare in una grottesca gabbia per uccelli.
Tutt’intorno alle colonne erano stati montati macchinari di vario genere tra cui spiccava un grande computer collegato a quelli che sembravano dei contenitori disposti all’altro capo della piazza rispetto all’entrata.
Proprio di fronte al computer stava un’unica figura umana, intenta a battere le dita sulla tastiera e a muovere il mouse.
Alex non impiegò molto a riconoscere Stephan Kygranerd.
“Benvenuto, Re Dragone” fece Kygranerd senza voltarsi “Elzer aveva previsto che saresti arrivato. È stata una fortuna che gli abbia dato retta”
Mentre parlava Kygranerd continuava a lavorare finché la macchina davanti a se non si accese.
Kygranerd finalmente si voltò verso Alex e proseguì fino quasi al centro della piazza.
“Impressionante, non trovi?” disse “Mi ci sono voluti anni per progettarlo, per fare tutte le ricerche necessarie, per costruirlo e infine per apportare le modifiche necessarie perché arrivi i cavi arrivino anche in cima alla torre”
Alex avanzava cauto. La caverna sembrava deserta, tolto Kygranerd, ma non era per nulla tranquillo.
“Vedi quelle macchine?” continuò il presidente della Kygrander Corporation indicando i macchinari dietro di lui “Servono a imbrigliare l’energia scaturita dal Gioco delle Ombre. Hai visto anche te cosa può fare quell’energia al suo stato naturale, pensa a come potrebbe essere utilizzata se la potessimo inserire in un trasformatore e utilizzarla per far funzionare i macchinari. L’energia di un solo duello sarebbe abbastanza per far andare a pieno regime l’intera West Coast per almeno un anno”
Alex continuava ad avanzare verso Kygranerd.
“Non capisci le potenzialità di tutto questo? Possiamo cambiare il mondo intero con questa scoperta. Possiamo cambiarlo in meglio”
Le parole di Kygranerd suonavano vuote ad Alex, era chiaramente sotto il controllo di un Gioco delle Ombre, a dimostrazione di quanto insignificante fosse il contatto che aveva quell’uomo con le Ombre stesse.
Alex notò che al braccio di Kygranerd vi era un Dueling Disk. Anche lui era un duellante in fondo, e come duellante sarebbe stato trattato.
“Il mio nome è Alex” disse con serietà mentre attivava il suo Dueling Disk “E sono qui per spezzati, Stephan Kygranerd. Ti sfido a duello”
Il sorriso del presidente della K.Corp. si spense.
Kygranerd si sbottonò il primo bottone della camicia che aveva addosso e azionò a sua volta la macchina.
“Sai una cosa? Mi ricordo di te. Sei quel nuovo tipo della sicurezza che sia Sam che Iris stimano tanto” disse il presidente della K.Corp. “Ti dirò che non mi sei mai piaciuto”

In cima alla torre intanto, Malverik aveva pescato la sua carta e si preparava a continuare la partita.
“C’è una falla nel tuo piano, Elzer. Per vederlo compiersi devi sopravvivere a questo duello, e io non ho nessuna intenzione di perdere”
Mal diede un’occhiata alla sua mano e procedette al suo turno.
“Evoco Zure, Cavaliere del Mondo Oscuro” affermò Malverik precedendo l’entrata in scena del più fedele dei suoi mostri.
“Zure, attacca il suo mostro coperto!” ordinò l’Imperatore.
Zure si lanciò alla carica spada in pugno, la sollevò sopra la sua spalla puntandola contro l’avversario, ma prima che potesse eseguire il suo affondo, una delle carte coperte di Elzer si sollevò.
“Attivo Cilindri Magici!” esclamò festante Mano Magica.
Uno dei due grossi cilindri da prestigiatore si materializzò sulla strada di Zure e lo inghiottì. L’altro cilindro apparve proprio davanti a Malverik che ne vide uscire il proprio stesso mostro con la spada in pungo, trapassandolo da parte a parte.
Concentrato com’era sulla mossa successiva, sapendo già cosa sarebbe successo, Malverik si accorse con un mezzo secondo di ritardo dell’atroce dolore che gli lacerava lo stomaco. Con gli occhi sbarrati, increduli, impossibilitato anche a gridare per la terribile sorpresa che quel dolore gli aveva procurato, Malverik abbassò lo sguardo verso la spada demoniaca di Zure e poté sentire il gelo della sua lama attraverso la sua carne.
La prima a urlare fu Sally, spaventata dal rivolo di sangue che usciva dalla ferita dell’amico, poi fu Malverik una volta che Zure, con un’espressione di spavento e vergogna tolse la spada dalle carni del suo signore.
Aleta si accorse di tutto ciò e scattò in piedi spostando lo sguardo prima su Mal e poi su Elzer che sghignazzava tra se e se.
Malverik affannava premendo con entrambe le mani sulla ferita che gli si era aperta sullo stomaco, ma quando tolse le mani questa era sparita, neanche i vestiti si erano danneggiati tutto ciò che era rimasto era il terrore di quel dolore.
“Siate tutti testimoni!” Gridò Elzer alla folla mentre alzava le mani al cielo e una nube nera cominciava ad alzarsi intorno alla torre “Della caduta di un titano del gioco come l’Imperatore Nero! Siate testimoni di come il Duel Monsters ascende a rituale del Gioco delle Ombre!
“Voi tutti assisterete al più grande Gioco delle Ombre della storia! Assisterete all’ascesa delle Tenebre!”

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Capitolo 25
*** L'inizio delle finali (parte 2) ***


Ciao gente! Siamo al finale della prima parte de I Maestri delle Ombre e non avete idea dell'emozione del sottoscritto nel pensare a come sarà visto questo finale di stagione su cui mi sono concentrato per renderlo nel modo più bello e spettacolare possibile. In questo finale vedremo affrontarsi i quattro principali giocatori delle Ombre in due diversi duelli che fanno parte di un unico grande rituale voluto da Elzer. Premetto che il finale di stagione doveva essere completo in un solo capitolo, ma vista la lungezza raggiunta (maledetta logorrea) mi sono costretto a diviverlo in due parti per esssere meglio digeribile. 
Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita. Termino la tediosa introduzione ringraziando tantissimo tutti quanti per aver letto i precedenti capitoli di questa serie e per chi è abbastanza autolesionista da continuare a farlo. Grazie mille.

Nel piano sotterraneo, anche Kygranerd e Alex avevano cominciato il loro duello e al gigantesco duellante greco non era sfuggito come il tempio ricostruito intorno a loro avesse reagito all’apparire della nebbia nera.
La prova che il Gioco delle Ombre era iniziato li circondava entrambi, ma soprattutto aveva aderito alle protuberanze uncinate delle colonna creando una membrana nera che copriva lo strato di roccia sopra di esse.
Alex ebbe appena il tempo di notarlo prima che Kygranerd si prendesse prepotentemente la prima mossa.
“Scarto dalla mia mano Stream, Drago Sovrano delle Gocce e Redox, Drago Sovrano dei Macigni per evocare Tidal, Drago Sovrano delle Cascate”
Kygranerd mandò le sue due carte al cimitero e sul terreno di gioco due colonne di luce si innalzarono da dietro la figura del magnate per poi unirsi in un’unica colonna di luce che preso si trasformò in una cascata scrosciante. Dalla cascata uscì un feroce drago bianco e azzurro dai tratti spigolosi che ruggì contro l’avversario del suo padrone tutta la sua furia.
“Ho sentito che ti destreggi con i mostri Drago, Alex. Beh, sappi che anch’io me la cavo con quei mostri e sono riuscito ad accaparrarmi i più potenti di tutto il gioco” si vantò Kygranerd.
Alex capì immediatamente cosa aveva davanti… e non era una cosa buona.

Malverik ci mise qualche attimo a capire che non sarebbe morto per quel colpo di spada, ma dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per riprendersi da ciò che era appena successo.
Gli spettatori all’arena cominciarono a mormorare confusi. Non erano riusciti a vedere cosa fosse successo a Malverik e perché avesse cacciato quell’urlo, ma tutti capirono che qualcosa non andava.
“Mal! Mal, tutto bene?!” chiese Sally preoccupata.
Malverik si tolse le mani alla pancia e tornò a fissare il suo avversario con gli occhi carichi di terrore.
Elzer, per tutta risposta, gli sorrideva beffardo.
Malverik si ricompose. Tenendo gli occhi fissi sull’avversario riuscì a superare il momento di panico con nient’altro che la pura concentrazione. Zure, dal canto suo, sembrava rimasto imbambolato guardando il suo padrone che aveva appena colpito.
“Sto bene, Sally” rispose Malverik con voce ferma. Con un gesto della testa intimò il suo mostro a tornare in campo e Zure si voltò verso l’avversario con gli occhi colmi di odio.
“Non mi sarei aspettato di meno...” sibilò Elzer.
“Cavaliere dell’Armageddon, attacca e distruggi il mostro coperto dell’avversario” ordinò Malverik.

Sally era tanto preoccupata che volle raggiungere la pedana del duello, ma fu bloccata da qualcuno dietro di lei.
“Non farlo. Se sali sulla pedana la partita verrà annullata”
Voltandosi, Sally vide Aleta, che la stava trattenendo per un braccio mentre continuava a guardare i due duellanti sulla pedana.
“Ma non hai visto cosa è successo?” le urlò Sally sconvolta “Mal rischia di farsi uccidere!”
“Lo sa” rispose impassibile l’altra “Così come sa che chiunque vinca, questo Gioco delle Ombre finirà male. Ora però non può tirarsi indietro. L’unica cosa che può fare è andare avanti e vincere la partita”
“Non posso lasciarlo giocare!” ribatté Sally “Non è giusto che rischi così tanto, neanche per questo torneo!”
“Il Gioco non è giusto!” la zittì Aleta, quindi si calmò “… e Malverik lo sa bene. Se cercherai di nuovo di convincerlo del contrario non riuscirà a vincere questa sfida…”

Il guerriero di Malverik scattò in avanti con lo stocco nella mano destra e con un movimento rapido trafisse la carta coperta dell’avversario distruggendo il mostro che stava sotto. Per un attimo il mostro apparve, solo per essere infilzato dalla spada del Cavaliere di Mal, rivelandosi essere il Mago Apprendista.
“Distruggendo il Mago Apprendista attivi il suo effetto e mi consenti di mettere un altro mostro coperto in posizione di difesa” disse Elzer prima di completare la sua mossa con un’altra carta coperta.
Malverik concluse il turno e il giocoliere pescò una carta dal deck.
“Attivo Cittadella Magica di Endymion!” esclamò con una risata sguaiata Elzer.
L’arena dei duelli si trasformò immediatamente nella piazza di una grande cittadella degli alti edifici di pietra inondati da brillamenti magici in ogni dove. Ogni cosa di quella ambientazione gridava magia.
“Meravigliosa” disse Elzer con una punta di orgoglio voltandosi per ammirare la sua stessa carta a dimensioni reali “Attivo la mia carta coperta” fece senza voltarsi.
La carta che Elzer teneva coperta dal turno precedente si sollevò, rivelando una carta trappola.
“Pietra del Potere Nero Pece entra in campo con tre Segnalini Magia”
La pietra nera apparve sul terreno di gioco e i triangolini che vi erano disegnati sopra si illuminarono di una luce azzurra.
“Adesso passo uno dei segnalini sulla Pietra del Potere Nero Pece alla Cittadella Magica, quindi scopro il mio mostro coperto”
Mentre una goccia di luce fuoriusciva dalla pietra andando a volteggiare intorno alla cittadella, il mostro di Elzer si rivelò, scoprendosi un vecchio mago gobbo e deforme che si reggeva a mala pena in piedi con l’aiuto di un bastone.
“L’Anziano Mago Vendicativo attiva il suo effetto scoperta e distrugge il vecchio Zure!”
Il mago lanciò uno sguardo d’odio verso il demone di Malverik, sollevò in avanti il suo bastone con la punta a forma di falce rovesciata e fece brillare il gioiello viola incastonato sulla punta. Il bagliore colpì Zure disintegrandolo.
“Adesso evoco Legine, Demone Giullare!” gridò al cielo Elzer con un largo sorriso sul volto.
Mal aveva già visto quel mostro, si trattava della stessa carta che aveva usato alla biblioteca per sfuggire all’assalto di Alex: uno strano essere dall’aspetto di una marionetta molto colorata, principalmente si giallo, ma con le spalle e le ginocchia verdi e sorre, il naso allungato alla pinocchio e il lungo cappello rosso.
Malverik guardò con attenzione in mostro. Il suo sguardo era beffardo esattamente come quello di Elzer, e nonostante fosse stato giocato in difesa aveva cominciato a fare capriole e acrobazie. Non c’era alcun dubbio: Legione era il Deck Prince del mazzo di Elzer.

Nel tempio sotterraneo, Alex era davanti a una situazione molto spinosa: il suo avversario giocava delle carte pericolosamente simili alle proprie. Inoltre quello specifico tipo di carte di tipo Drago era particolarmente potente e difficile da reperire, non che fosse sorprendente che uno come Kygranerd fosse riuscito a mettere le mani su uno dei deck più potenti del gioco.
“Posiziono un mostro coperto in difesa e termino e una carta coperta. Termino il turno” fece Alex impassibile.
Alex conosceva bene la potenza dei mostri Drago, specie di quelli che avevano un’immensa forza d’attacco come i draghi elementali di Kygranerd.
“A causa del proprio stesso effetto, Tidal torna nella mia mano” affermò Kygranerd. Mentre il suo Drago diventava una forma luminosa e rientrava nella sua carta “Ma non ci resterà a lungo. Adesso attivo l’effetto di Tidal, Drago Sovrano delle Cascate nella mia mano: rimuovo dal gioco i due mostri nel mio cimitero e lo evoco sul terreno”
Eliminati i due mostri richiesti, Tidal rientrò in campo bissando l’entrata in scena del turno precedente, ma Kygranerd non passò ancora all’attacco.
“Con l’effetto di Redox, Sovrano dei Macigni, appena eliminato del gioco, posso prendere un altro Drago TERRA da mettere nella mia mano”
Con un gesto teatrale, Kygranerd prese la carta dal proprio deck.
“La mia scelta ricade su un secondo Redox, quindi mando al cimitero Burner, Drago Sovrano delle Scintille e Redox, Drago Sovrano dei Macigni per evocare Blaster, Drago Sovrano degli Inferi”
Una spaccatura si aprì dal pavimento dell’area di gioco facendo zampillare pietre infuocate. Dall’abisso uscì ruggendo un secondo drago alato dalle venature simile a crepacci da cui brillava il colore arancio e rosso della lava, con una forza ATK di 2800.
“Blaster non può attaccare in questo turno, ma ci pensa Tidal a distruggere il tuo mostro coperto. Attivo Tempesta Potente!” gridò Kygranerd attivando la sua carta magia. Così la carta coperta di Alex venne distrutta.
Dal vento che si era alzato durante la tempesta, Alex aveva capito che si trovava in un Gioco delle Ombre in tutto e per tutto, ma c’era qualcosa che non tornava.
I mostri di Kygranerd non sembravano essere neanche coscienti di quello che facevano, si limitavano ad eseguire le animazioni standard dei loro ologrammi. Kygranerd non aveva nessun controllo su di loro.
“Tidal! Attacca”
All’ordine di Kygranerd il drago spalancò la bocca con un ruggito e sputò contro il mostro coperto di Alex un potente getto d’acqua ad alta pressione che distrusse la carta.
Per un istante l’immagine del mostro comparve all’interno della cascata, rivelandosi essere il Drago Minore. Troppo debole per resistere ai 2600 ATK di Tidal.
“Posiziono una carta coperta e termino il turno” chiuse Kygranerd in una prepotente crisi di superpotenza.
“Tocca a me” fece Alex pescando una carta.
Il Re Dragone era imperturbabile. Esclusi i mille interrogativi sulla situazione, il modo di combattere di Kygranerd gli era chiaro e aveva già in mente una strategia per contrastarlo.
“Attivo Anfora dell’Avidità e pesco due carte dal deck” fece Alex “Quindi evoco Piccolo Drago in posizione di attacco”
La carta di Alex si palesò sul terreno di gioco, ma il draghetto serpentiforme con le alucce appena accennate poco poteva in confronto ai due dragoni di Kygranerd.
Anche l’avversario di Alex se ne accorse e cominciò a ridere e deridere il Re Dragone.
“Sono queste le armi del grande campione di Duel Mosters? Un Piccolo Drago?! Qualunque duellante serio avrebbe scartato quella carta appena uscita dalla busta”
Alex si lasciò scivolare addosso quelle preoccupazioni con totale impassibilità, quindi prese una carta della sua mano e la mostrò all’avversario.
“Attivo Polimerizzazione”

In cima alla torre il duello proseguiva. Sally aveva perso qualsiasi speranza di annullare quel duello folle visto che, pensandoci meglio, neanche Malverik glielo avrebbe permesso. Non restava che rimanere a guardare cosa sarebbe successo.
In quel momento arrivò Gilbert.
“Sally!” gridò il giovane appena uscito dalla porta d’ingresso al tetto.
“Gibby!” lo riconobbe Sally “Che è successo?”
“Questo vorrei chiederlo io a te. Ricordo di aver parcheggiato la macchina, sotto la K.Tower, ma poi ho avuto una specie di mancamento e sono rimasto addormentato fino a poco fa”
“Ti spiego tutto dopo. Malverik sta duellando” rispose Sally.
Gilbert alzò gli occhi e riconobbe Elzer dall’altra parte della pedana. Il suo istinto da giornalista ebbe immediatamente la meglio.
“Prendo la macchina fotografica!” esclamò.

“Ora sfrutto l’effetto di Legione: quando è sul terreno posso fare un’evocazione per tributo aggiuntiva all’evocazione Normale. Sacrifico l’Anziano Mago Vendicativo ed evoco Trance, Lo Spadaccino Magico!”
Il deforme mago di Elzer si eclissò in una colonna di luce e al suo posto uscì un altissimo uomo biondo vestito con un’armatura completa a parte l’elmo e un mantello che gli cadeva fino alle ginocchia. Nella sua mano destra portava uno spadone appoggiato sulla spalla.
“Lancio l’attacco con Trance contro il tuo Cavaliere dell’Armageddon” disse Elzer indicando il mostro avversario.
Trance non attese oltre, scattò in avanti e mentre il suo spadone si circondava di energia magica, la sua imponente figura si alzò sopra il Cavaliere dell’Armageddon pronta a calare il fendente.
“Attivo Frattura Raigeki!” affermò Malverik “Scarto una carta dalla mia mano e distruggo il tuo Spadaccino Magico”
Appena Malverik ebbe mandato la sua carta dalla mano al cimitero, una nuvola temporalesca si addensò sopra la testa dello spadaccino e subito cadde su di esso un fulmine che colpendolo lo fulminò e lo distrusse.
“La carta che ho scartato era Goldd, Signore Wu del Mondo Oscuro, che grazie al suo effetto torna in campo.
Dal terreno si aprì un portale circolare dal fondo scuro. Ad ali spiegate e brandendo un’ascia, il demone Goldd di Malverik oltrepassò il portale e si lasciò cadere pesantemente sul campo di gioco guardando minaccioso Elzer e il suo Legione.
Elzer si fa silenzioso mantenendo il suo solito sorriso, quindi conclude il turno mettendo due carte coperte.
“Tocca a me” afferma Malverik pescando la sua carta “Lancio l’attacco con Goldd, Signore Wu del Mondo Oscuro”
Goldd si lanciò in avanti caricando ad ali spiegate il Demone Giullare di Elzer sollevando la grande ascia.
“Attivazione Cappelli Magici!” dichiarò Elzer.
La trappola di Elzer si attivò e tre enormi cappelli a cilindro neri si materializzarono sul terreno di gioco coprendo Legione e altre due caselle sul terreno.
“Vediamo se il tuo demone ha buon fiuto” lo incalzò Elzer.
Goldd si arrestò all’istante attendendo ordini.
Malverik si prese qualche secondo per riflettere sul da farsi. L’uso di Cappelli Magici era un modo piuttosto comune per proteggere i propri mostri, ma non poteva essere così semplice. Con Elzer non lo era mai.
Alla fine Malverik decise comunque di attaccare.
“Goldd, attacca e distruggi il cappello a destra” ordinò l’Imperatore.
Goldd sollevò di nuovo l’ascia e con un potente colpo dall’alto in basso tagliò in due il cappello e colpì il terreno sollevando una nuvola di polvere.
Lo sguardo attento di Malverik cercò e trovò un’ombra muoversi dentro la nuvola di polvere, ma questa si rivelò non essere Legione, ma una bomba.
Una sfera nera con una miccia accesa uscì dalla nuvola di polvere come se qualcuno l’avesse lanciata ed esplose a pochi centimetri da Malverik.
Il duellante riuscì a malapena a coprirsi gli occhi con le braccia prima che l’esplosione lo colpisse in pieno facendogli sentire le bruciature sulle braccia e su tutto il lato sinistro del corpo.
Malverik cadde a terra colpito dall’onda d’urto dell’esplosione e cacciò nuovamente un urlo di dolore che venne però coperto dalla risata di Elzer.
“Hai attivato Esplosione di Sfortuna sotto il cappello magico. La bomba esplode e ti infligge 1000 LP di danno”
Malverik si rialzò dolorante, ma presto la sensazione di bruciato dell’esplosione sparì e Mal si mise di nuovo in posizione da battaglia.

“Non può continuare così!” disse preoccupato Gilbert.
“Può e lo farà” gli rispose Aleta “Non sarà un’esplosione a fermare Malverik dal vincere una partita”
“Hai idea di quello che stai dicendo?!” ribatté Gilbert sempre più preoccupato “Non era un ologramma animato, quella era un’esplosione vera, persino io sono riuscito a capirlo!”
“Lo so!” ribatté a sua volta Aleta “Ora smetti di fare la ragazzina isterica e guarda”
Finito di parlare con Gilbert, Aleta sposto lo sguardo su Sally vedendola fissare concentrata il duello mentre apriva e chiudeva compulsivamente il suo deck box.
“Preoccupata che il suo ragazzo si faccia male?” la provocò l’argentina.
Sally rimase per un momento in silenzio.
“Perché Malverik ha voluto scrutare così a lungo le mosse di Elzer?”
Aleta rimase interdetta dalla freddezza della ragazza.
“Mal e Elzer si sono sfidati spesso in passato, giusto? Che bisogno ha Malverik di studiare le mosse dell’avversario?”
Aleta si ritrasse mettendo le braccia conserte.
“Non sta scrutando l’avversario. Il gioco di Malverik è di costringere Elzer a utilizzare subito le sue carte trappola contro mostri di basso livello per colpire in un secondo momento”
“Ho capito, ma c’è ancora qualcosa che non mi convince…” disse Sally guardando in alto.
“Si tratta della Cittadella, vero? Hai ragione a preoccuparti, quella carta si rafforza con le carte Magia, non con le trappole. Elzer deve avere un piano anche per il late game”
Sally non staccava gli occhi dal campo di gioco.
“Se lo abbiamo capito noi anche Mal ci sarà arrivato, scommetto che ha già una strategia”
“Bionda” la apostrofò Aleta “Smettila di chiamarlo Mal”

“Posiziono due carte coperte e termino il turno” dichiarò Malverik.
I Cappelli Magici sparirono dal terreno di Elzer rivelando il sorrisetto sornione di Legione, Demone Giullare, che stava sotto il cappello di sinistra.
Elzer pescò una carta.
“Adesso evoco Breaker, il Guerriero Magico!”
Sul terreno di Elzer apparve un altro mago di forma umana abbigliato da una barocca armatura amaranto piena di simboli magici, un cappello appuntito che gli copriva gli occhi e armato di spada.
“Il Guerriero Magico entra in campo con un segnalino magia, ma scartandone uno attivo il suo effetto e distruggo una delle tue carte coperte”
La spada di Breaker cominciò a brillare, quindi con un fendente, il mostro di Elzer lanciò un colpo magico che andò a colpire una delle carte coperte di Malverik, distruggendola.
Malerik digrignò i denti, ma si consolava sapendo che l’ATK di Breaker si sarebbe abbassato a causa del suo effetto.
“Adesso sfrutto nuovamente il potere di Legione! Sacrifico Breaker, il Guerriero Magico ed evoco Mago Ordine del Chaos!”
Un nuovo mostro Incantatore prese il posto di Breaker. Il suo aspetto era sempre umano, ma era parecchio più alto del Guerriero Magico, vestito di verde e brandente un piccolo scettro… e vantava 2400 ATK.
“Mago Ordine del Chaos, attacca Goldd del Mondo Oscuro!”

Sulla scalinata verso il piano sotterraneo, Gabriele se ne stava seduto a sfogliare annoiato le carte del proprio deck mentre gli uomini della sicurezza di asserragliavano contro la porta per cercare di entrare, ma senza alcun successo e già due erano stati portati via dopo che lo Spirito Mietitore aveva tagliato via le loro mani con un colpo di falce.
Gli uomini di Kygranerd avevano cessato già da qualche tempo di sbraitare contro il ragazzo, che non aveva detto nessun’altra parola se non l’indizio per risolvere il suo gioco.
La signorina Wyvern si presentò all’inizio della scalinata.
“Che sta succedendo qui?!” gridò la donna agli uomini.
“Non lo sappiamo, signorina Wyvern” rispose il corpulento Sam, l’agente più anziano “Sembra che ogni nostro tentativo di aprire la porta venga bloccato da una specie di mostro”
“Non dire assurdità Sam…” solo in quel momento la Wyvern si accorse della presenza del ragazzo su uno dei gradini della scalinata, e senza esitazione gli puntò la pistola contro.
“Non so che tipo di trucco tu abbia usato, ma ti consiglio caldamente di aprire quella porta” disse la Wyvern con voce fredda e minacciosa.
Gabriele si voltò verso la canna della pistola, per niente intimorito da essa.
“Che lei ci creda o no, Wyvern, non è la prima volta che mi trovo sotto tiro di una pistola. Comunque sia non ho nessun potere sul Gioco, il vostro unico lasciapassare è la vittoria, ma nessuno di voi è un duellante, quindi non avete speranze” Gabri fece spallucce facendo irritare la Wyvern che rimise apposto al pistola e con un movimento fulmineo lo prese per il colletto costringendolo ad alzarsi.
A Gabri caddero alcune delle carte che aveva in mano.
“Che intendi dire?” gli chiese la Wyvern minacciosa.
“Che solo un duellante può placare lo Spirito Mietitore. Se vuole fare una prova si accomodi pure”
La Wyvern lasciò andare e partì spedita verso la porta mentre Gabri si chinava a raccogliere le carte che gli erano cadute.
Come la Wyvern mise mano al pannello, la melma nera le bloccò la mano e lo Spirito Mietitore comparve vicino a lei per calare la sua falce sul braccio scoperto della donna.
La presenza del mostro e la nebbia nera del Gioco delle Ombre misero a dura prova i nervi della Wyvern che tuttavia riuscì a mantenere la calma.
Quando il Mietitore calò la falce, l’assistente di Kygranerd sollevò con la mano sinistra una carta di Duel Monster.
Il mostro Mago delle Acque uscì fuori dalla carta e si frappose tra la falce dello Spirito Mietitore e la signorina Wyvern bloccando l’attacco del mostro.
Gabri osservò la scena stupefatto e ricontrollando le carte in mano si accorse che la Wyvern aveva preso una delle sue carte quando gli erano cadute.
La magia del Mago delle Acque ricacciò indietro lo Spirito Mietitore e consentì alla Wyvern di vincere il Gioco.
La donna si ricompose dopo la sudata fredda fatta dinnanzi alla falce del mostro.
“Non permettete alla porta di richiudersi o questo ragazzino metterebbe di nuovo la sua trappola” ordinò agli uomini della sicurezza “Due di guardia a questa porta, due prendano il ragazzino e lo portino di sotto. Seguitemi e state pronti a tutto”
Mentre Gabri veniva sollevato di peso da due degli energumeni della sicurezza si ritrovò ad ammettere di aver sottovalutato Iris Wyvern e cominciò a chiedersi se non fosse che tra lei e Kygranerd fosse lei la vera duellante.

Intanto nel tempio sotterraneo, il duello tra Alex e Kygranerd infuriava.
La carta Polimerizzazione del duellante greco si era materializzata sul terreno di gioco e Kygranerd aveva improvvisamente perso il sorriso.
“Fondo insieme il Piccolo Drago che sta sul mio terreno e il Drago Avido #2 nella mia mano per evocare Primo dei Draghi!”
L’immagine del Drago Avido #2 si materializzò sul terreno a fianco del Piccolo Drago, quindi entrambi furono risucchiati in un vortice all’interno della carta Magia e ad uscirne dopo qualche attimo fu un enorme drago serpentiforme volante ad ali spiegate con le scaglie violacee e all’apparenza simili alla pietra, così come le imponenti mascelle del drago e i numerosi corni che le circondavano.
“Primo dei Draghi può essere evocato tramite fusione semplicemente con la combinazione di due mostri senza effetto” spiegò Alex “Adesso Primo dei Draghi, attacca Tidal!”
L’ordine di Alex fu subito recepito dal possente rettile che, lanciato un ruggito assordante, sbatté le sue ali e afferrò con violenza il collo del Drago delle cascate tra i suoi denti.
Il drago di Kygranerd emise un guaito di dolore dimenandosi, ma alla fine su sconfitto e il suo corpo si frantumò sotto la morsa dei 2700 ATK del Primo dei Draghi. Kygranerd perse 100 LP.
Ringhiando contro il suo mostro scomparso, Kygranerd fissò il Primo dei Draghi che se ne tornava verso il suo padrone.
“Posiziono una carta coperta e termino il mio turno” disse Alex.
La fine del turno di Alex fece scattare l’effetto di Blaster, Drago Sovrano degli Inferi, che se ne tornò nell’abisso da cui era uscito.
“C’è sempre un costo da pagare quando si gioca con mostri tanto potenti” commentò Alex con un sorriso beffardo.
“Tu non hai idea di cosa siano capaci i miei draghi elementali!” gli sbraitò contro Kygranerd.
Al contrario, Alex sapeva benissimo che tipo di deck stesse giocando il suo avversario e quali fossero le carte al suo interno. La conoscenza profonda di tutti i mostri di tipo Drago era solo una delle tante armi a disposizione del Re Dragone.
Kygranerd pescò una carta e partì per il suo turno successivo.
“Adesso attivo l’effetto di Blaster, Drago Sovrano degli Inferi. Rimuovo dal Gioco Tidal nel mio Cimitero e Stream, Drago Sovrano delle Gocce dalla mia mano per evocare Blaster, Drago Sovrano degli Inferi!”
Al comando di Kygranerd, Blaster fece di nuovo il suo ingresso sul campo di battaglia ruggendo furioso contro il Primo dei Draghi.
“Adesso attivo l’effetto di Tempest, il Drago Sovrano delle Tempeste. Rimuovo dal gioco Redux e Stream dal mio cimitero ed evoco Tempest, Drago Sovrano delle Tempeste!”
Una cupa nuvola temporalesca si addensò sulla testa di Kygranerd e accompagnato da un fragoroso tuono, un altro drago apparve dall’alto. Tempest, Drago Sovrano delle Tempeste era maestoso, di colore verde e dal portamento più umano che draconico, se non fosse per le enormi ali che aveva sulla schiena.
“Adesso sfrutto gli effetti di Tidal e Redux per riprendere in mano dal deck altri due mostri di tipo Drago, così posso evocare un nuovo Tidal grazie all’effetto di Stream!”
Tidal, Drago Sovrano delle Cascate tornò in campo più feroce di prima e ruggì davanti al Primo dei Draghi come se lo stesse sfidando.
Alex intanto stava tenendo bene a mente il conto di quanti mostri avesse giocato e scartato Kygranerd.
“Blaster. Lancia il tuo attacco contro il Primo dei Draghi!” ordinò Kygranerd.
Il feroce Drago degli Inferi caricò nella sua bocca un colpo sotto forma di sfera di magma incandescente che venne sputato contro il Primo dei Draghi esplodendo.
“Ora non devo fare altro che attaccare con gli altri miei draghi per vincere!” fece Kygranerd sorridente “Tempest, Tidal, attaccate direttamen…”
Kygranerd non riuscì a terminare la frase perché quando il fumo dell’esplosione si diradò, il Primo dei Draghi era ancora intero che galleggiava nell’aria sopra ad Alex.
“Sembra che tu abbia fatto male i conti” lo derise Alex “Non sai che il Primo dei Draghi non può essere distrutto in battaglia? Dovrai utilizzare un altro modo per toglierlo di mezzo”
Kygranerd digrignò i denti furioso. Blaster era l’unico suo mostro abbastanza forte da contrastare il Primo dei Draghi.
Kygranerd controllò la sua mano e sorrise vedendo che c’era una carta che faceva al caso suo.
“Posiziono una carta coperta e termino il mio turno” disse Kygranerd passando la mano all’avversario.
Alex pescò una carta.
“Adesso evoco Drago Avido in posizione di attacco” disse Alex e mise in campo la carta del Drago Avido.
Senza attendere oltre, Kygranerd agì.
“Attivo Tributo Torrenziale!”
Il presidente della K. Corp. attivò la sua carta Trappola e un poderoso getto d’acqua inondò il terreno di gioco trascinando via tutto i mostri presenti, compresi i tre draghi del presidente Kygranerd.
“Con questo mi sono tolto di mezzo il tuo bel Primo dei Draghi, mentre i miei possono tornare in campo ogni volta che voglio”
Alex non si scompose.
“Posiziono due carte coperte e termino il turno” chiuse il Re Dragone.
“Tocca a me”
Kygranerd pescò una carta.
“Attivo l’effetto di Blaster nel mio cimitero. Rimuovo dal gioco Tidal e Tempest e lo evoco di nuovo sul terreno”
Blaster, tornò in campo furioso e Kygranerd poté prendere in mano altri due mostri grazie agli effetti di Tidal e Tempest.
“Adesso attivo Tempesta Potente e distruggo le tue carte coperte”
Con l’attivazione della carta Magia di Kygranerd, un potente tornado si sollevò costringendo entrambi i duellanti a coprirsi gli occhi con un braccio e le due carte coperte di Alex vennero spazzate via.
“Ora Blaster, attacca direttamente i suoi Life Points”
Il possente drago fatto di magma incandescente caricò di nuovo il suo colpo all’interno della sua bocca e la sparò contro Alex.
Il Re Dragone riuscì a sentire distintamente il calore proveniente da quell’attacco e mise davanti alla faccia gli avambracci per contrastare l’attacco.
L’impatto della palla di magma contro Alex fu devastante, causando un’esplosione di fuoco e lava che spinsero indietro il Re Dragone di alcuni passi, ma non sufficiente a farlo cadere.
Al contrario, il dolore della lava rovente sulle braccia costrinse Alex a stringere i denti per non cadere in ginocchio.
Fu solo per un attimo prima che la lava sparisse come se non fosse mai esistita, ma Alex poté chiaramente sentire i suoi avambracci andare a fuoco e ci mise ancora qualche secondo per riprendersi dall’impatto.
“Non puoi vincere, Re Dragone” gli rise contro Kygranerd “Il deck drago elementale è riconosciuto come uno dei deck più forti che esistano, non c’è modo per batterlo!”
Alex lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, le scosse e le riportò in posizione, pronto a combattere.
“Solo un pivello si affida a qualcosa come “uno dei deck più forti”. Non c’è niente di un vero duellante in te, Kygranerd”
Il sorriso del presidente della K. Corp sparì all’istante.
“Adesso attivo l’effetto di Lightning, Sovrano degli Spifferi e lo mando al cimitero con un altro mostro drago per evocare Tempest, Drago Sovrano delle Tempeste”
Esattamente come aveva fatto poco prima, Tempest apparve dal suo nuvolone temporalesco facendo il suo trionfale ingresso in campo.
“Gioco una carta coperta e termino il turno”
Alex guardò i mostri del suo avversario e le carte nella sua mano.
Con 1100 LP e due mostri con 2400 e 2800 ATK doveva sperare di pescare le carte giuste e di aver fatto bene i conti.

Il Mago Ordine del Chaos protese lo scettro in avanti e caricò un’onda sotto forma di una forte luce verde che venne lanciata contro Goldd, Signore Wu del Mondo Oscuro.
Anche con soli 100 punti in più in ATK, il mago di Elzer era comunque più forte del demone di Mal, ma l’Imperatore non si era fatto cogliere impreparato.
“Attivo la mia trappole: Successore di Abilità!” disse Mal facendo sollevare la sua carta “Goldd prende un bonus di 400 ATK fino alla fine del turno!”
L’ATK di Goldd si alzò a quota 2700 ATK grazie ai quali fu un grado di muovere la sua ascia per deviare l’attacco magico dell’avversario, che andò a disperdersi oltre l’arena, e lanciarsi al contrattacco.
L’ascia di Goldd si abbatté inesorabile sul Mago Ordine del Chaos tagliandolo a metà dalla spalla destra al fianco sinistro.
Elzer digrignò i denti accennando per un attimo a spegnere il suo sorriso.
“Cosa c’è, Mano Magica? Pensavi di essere l’unico a sapere come si piazza una trappola?” lo derise Malverik.
Elzer tornò a sorridere.
“Affatto, Imperatore Nero. Anzi, sono contento che tu ti sia ricordato come si gioca. Adesso passo il terzo segnalino dalla Pietra del Potere Nero Pece alla Cittadella Magica di Endymion, metto una carta coperta, quindi termino il turno”
Non appena l’ultimo segnalino si fu staccato dalla pietra passando a volteggiare sopra la cittadella, la sfera nera si incrinò e cadde a peso morto frantumandosi in mille pezzi.
Malverik pescò la sua carta.
Più guardava la Cittadella più si convinceva che prima o poi sarebbe diventata pericolosa. Era meglio tirarla a terra il prima possibile.
“Sacrifico il Cavaliere dell’Armageddon per evocare Sillva, Signore della Guerra del Mondo Oscuro”
Il guerriero di Malverik sparì in una colonna di luce per far posto al mostro Demone con le ali spiegare e le lame che gli uscivano dai polsi.
“Adesso lancio l’attacco con Sillva contro il tuo Demone Giullare”
Sillva scattò in avanti spiegando le ali e si avventò contro Legione e mentre gli passava accanto, allargò il braccio destro e lo falciò a metà con la lama. Sillva finì per inerzia proprio di fronte al duellante avversario ringhiandogli contro. Elzer rispose con il suo solito sorrisetto di sfida.
Essendo il suo mostro in difesa, Elzer non perse Life Points, ma la perdita di Legione doveva significare un duro colpo per lui. Almeno così credeva Mal.
“Distruggendo Legione attivi il suo effetto e mi permetti di riportare nella mia mano un mostro Incantatore Normale dal mio cimitero” sghignazzò Elzer recuperando lo Spadaccino Magico Trance.
Malverik non si fece intimorire.
“Goldd, attaccalo direttamente!” esclamò Malverik.
Mentre Sillva tornava indietro, Goldd scattò in avanti in modo molto simile, sollevando l’ascia pronto a colpire.
Elzer, completamente scoperto, non poteva evitare il colpo del demone di Malverik, ma invece di coprirsi in qualche modo, allargò le braccia verso il basso e ghignò di fronte all’attacco dell’ascia di Goldd.
Il Signore Wu del Mondo Oscuro abbatté la sua pesante ascia sulla base del collo di Elzer incidendo fino a metà torace. Uno fiotto di sangue fuoriuscì dalla ferita mortale inflitta dal mostro sul duellante costringendo molti degli spettatori a distogliere lo sguardo, compresi Gilbert e Sally, in particolare il primo rischiò seriamente di rimettere al colazione.
Dopo un secondo di silenzio in cui Elzer sembrò davvero morto, lo psicopatico lanciò un urlo disumano verso il cielo. Non era qualcosa di istintivo come era stato per Malverik prima, ma qualcosa di diverso, come se avesse deciso che doveva esorcizzare il dolore urlando più forte possibile.
Molto nell’arena si coprirono le orecchia per non dover sentire quell’urlo, ma non Malverik, che rimase immobile a studiare l’avversario e tutte le sue reazioni.
“Si! Si! Proprio questo intendevo!” gridò Elzer in preda al delirio.
Goldd estrasse l’ascia dal corpo di Elzer e la ferita si richiuse immediatamente.
“Quello sguardo! Ecco quello che cercavo! Quello sguardo privo di rimorso mentre distruggi il tuo nemico. Sapevo di non sbagliarmi. Solo tue e io siamo abbastanza oscuri da poter affrontare le Ombre ad armi pari. Noi e nessun altro! Questo è il vero volto del Gioco! L’unico e solo modo di giocare è il Gioco delle Ombre! Tutto il resto può anche sparire”
Malverik capì in quel momento che qualunque cosa sarebbe successa da quel momento in avanti, non sarebbe riuscito a piegare Elzer. In nessun modo uno dei due se la sarebbe cavata da quel duello. Il Gioco delle Ombre avrebbe reclamato il suo tributo con la vita dello sconfitto.
Malverik posizionò un’altra carta coperta e passò la mano all’avversario.
Elzer si guardò la spalla sinistra, sulla quale dello squarcio di prima era rimasto solo il ricordo.
Mosse la spalla esorcizzando gli ultimi ricordi di quel colpo di ascia e pescò la sua carta.
“Evoco l’Esemplare Magico”
Una figura umana dal sesso non ben definibile si palesò sul terreno di gioco, con il suoi lunghi capelli argentati e il corpo coperto da una lunga vesta color smeraldo.
“Adesso attivo Anfora dell’Avidità”
Elzer pescò due carte, ma non fu quello a preoccupare Mal.
Quando la carta magia si era attivata, due sfere di luci avevano cominciato a girare intorno all’Esemplare Magico e uno si era innalzato fino alla Cittadella Magica di Endymion.
Significava che altri segnalini magia si stavano mettendo in moto e Elzer non ci avrebbe messo molto a utilizzarli.
“Ora attivo anche Mostro Resuscitato per richiamare Legione, Demone Giullare in posizione di difesa”
Il mago pagliaccio tornò sul terreno eseguendo qualche passo di danza e giocoleggiando con il suo cappello come è solito fare anche Elzer, ma il fatto preoccupante fu che altri segnalini magici uscirono dall’animazione di uscita di scena della carta Magia e si aggiunsero ai precedenti.
“Adesso si attiva l’effetto di Esemplare Magico. Tolgo quattro signalini magici e evoco un mostro di pari livello”
Esemplare Magico mosse le mani facendo muovere i quattro segnalini magici, facendoli ruotare e creando un portale di colore azzurro.
“Ed ecco che entra in scena il Mago del Sangue!” urlò sorridente Elzer.
Dal portale uscì l’ennesimo mago armato di bastone culminante con una falce al contrario, coperto da una lunga e ingombrante veste rosso-sangue e il lungo cappuccio appuntito che gli copriva il volto.
“Mago del Sangue utilizza i segnalini della Cittadella per attivare il suo effetto” esordì Elzer.
Quattro puntini luminosi della Cittadella Magica di Endymion discesero dalle alte mura della città magica per andare a incanalarsi nel bastone del Mago del Sangue.
“Mago del Sangue distrugge i suoi nemici scartando segnalini magia in base al loro ATK. 700 punti per ogni segnalino, e visto che ne ha utilizzati quattro può distrugge facilmente Goldd del Mondo Oscuro”
Mago del Sangue cominciò a far roteare il suo bastone sopra la sua testa mentre quest’ultimo si illuminava di una luce rossa.
“Forza, Mago del Sangue, distruggi il mostro del mio nemico!” ordinò Elzer.
Mago del Sangue vibrò in aria il colpo del suo bastone che creò una mezzaluna di luce rossa che si abbatté su Goldd.
Il demone di Mal tentò di ripararsi dietro la sua ascia, ma la lama fu abbastanza affilata da oltrepassare l’arma e tagliandolo di netto da parte a parte.
Il mostro svanì distruggendosi in mille pezzi sotto lo sguardo irritato di Mal.
“Ora si attiva l’effetto di Legione: sacrifico Esemplare Magico e evoco di nuovo Trance, Spadaccino Magico!”
Un’aura circondò il corpo del giullare e immediatamente l’Esemplare Magico scomparve in una colonna di luce per fare spazio all’imponente figura dello Spadaccino Magico.
“Trance! Attacca Sillva, Signore della Guerra del Mondo Oscuro!”
Trance scattò in avanti con la spada alta sopra la sua testa, pronto a calare il fendente.

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Capitolo 26
*** L'inizio delle finali (Parte 3) ***


Ciao gente. Prima di cominciare con il capitolo finale di questa prima "stagione" de I Maestri delle Ombre mi voglio prendere un po' di spazio per me. Questa non è una delle mie solite introduzioni, è un momento in cui rifletto su quello che mi ha portato a questo punto, che sono principalmente un'idea, una terribile pigrizia e un po' di supporto. Ho cominciato questa Fanfiction a ruota della prima, che era andata più o meno bene, ho voluto mettermi alla prova per vedere se sarei stato capace di portare a termine qualcosa per una volta... e cavolo se ce ne ho messo di impegno per fallire XD

La mia pigrizia cronica mi ha tenuto lontano dalla tastiera per un sacco di tempo, impegnato, nella mia testa, con altri progetti. La cosa che mi ha dato l'input per portare a termine questa storia, non prendetemi per lecchino, vi prego, è stato vedere i numeri delle visualizzazioni che salivano. Il motivo che mi ha spinto a andare contro la mia indole a lasciare perdere quando un punto mi sembrava troppo complesso da articolare o troppo poco interessante da mostrare ad altri è stato vedere che nonostante tutto c'era qualcuno a cui questa storia interessava e che continuava a seguire gli aggiornamenti. Andando a rileggere i primi capitoli, tra l'altro, mi chiedo ancora come fosse possibile che non voleste strangolarmi nel sonno per come ho scritto qualche passaggio. Senza contare i vari cambi che ho apportato in corso d'opera, che hanno lasciato più o meno il segno nello scorrere dalla storia. Insomma, grazie mille a tutti per esservi interessati. Mi ha fatto molto piacere e mi ha spinto a mettere da parte, almeno un po', l'insicurezza e la poca fiduca che ripongo nel mio modo di scrivere. 
Voglio che sappiate che I Maestri delle Ombre non è finito. Arriverà una seconda (e ultima) parte, ma stavolta non sarà scritta a valanga, come viene viene, devo darle una sua uniformità fin dal principio altrimenti rischio di fare la fine di questa prima parte e di metterci anni a finirla.
Grazie a tutti ancora.

Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita.

Spaventata dalle esplosioni che aveva sentito dalla fine del corridoio, Iris Wyvern si precipitò verso la caverna del tempio sotterraneo, sbucando dalla porta alle spalle di Alex mentre questo stava pescando la sua carta.
Con gli abiti e i capelli in disordine per la corsa, la Wyvern si dovette chiedere uno sforzo al suo cervello per inquadrare la situazione.
Capì che si stava svolgendo una partita di Duel Monsters, capì che uno dei due duellanti era Stephan, capì che il suo principale e amico era in vantaggio, ma il suo ragionamento subì una brusca battuta d’arresto quando riconobbe l’avversario.
“Curtis?” fece la donna interdetta.
Alex non parlò. Provava quasi vergogna nel farsi vedere da lei dopo averla ingannata per giorni.
“Dottoressa Wyvern…” la salutò con un gesto della testa.
Solo in un secondo arrivarono gli altri uomini della sicurezza e Alex notò che Gabriele era tenuto saldamente da uno di loro.
“Iris! Che diavolo ci fai qui?!” le urlò contro Kygranerd “Non dovresti essere in cima alla torre?”
“Mi è stato detto di un intruso ai livelli inferiori” si ricompose immediatamente la Wyvern.
“Me ne sto già occupando io” rispose Kygranerd “Eccotelo il tuo intruso. L’uomo per cui hai speso tante belle parole era solo una schifosa spia. Anzi, ci ho ripensato, resta qui e guarda come lo distruggo!”
La voce di Kygranerd tradiva la sua perdita totale di controllo. Il duello lo stava facendo andare fuori di testa.
Alex lo aveva notato, Iris se ne accorse immediatamente, ma nessuno dei due aveva modo di mettere fine velocemente alla contesa.
Uno degli uomini della sicurezza si fece avanti puntando la pistola di ordinanza, ma appena si avvicinò troppo all’area del duello, una barriera invisibile lo frenò e una scossa elettrica attraversò la sua arma fino alla mano, venendo frenata dai guanti.
“Non è possibile entrare” esordì sardonico Gabriele “Da un Gioco delle Ombre si esce solo in due modi: da vincitore o da sconfitto”
La Wyvern meditò per un attimo sulle parole del ragazzo.
“Non è vero, puoi fare ancora quella cosa che hai fatto alla biblioteca”
“Quella volta sono potuto intervenire perché sia io che Alex facevamo parte del Gioco. Qui la questione è diversa. Inoltre la presenza di questo tempio fa si che la barriera sia molto più forte di quella alla biblioteca” spiegò l’italiano “Anche volendo, e non voglio, non potrei interrompere il duello”
Iris si voltò di nuovo verso i due spremendosi le meningi.
Un secondo dopo incrociò lo sguardo di Alex.
“Mi dispiace…” disse semplicemente il greco.

Alex si voltò di nuovo.
“Adesso attivo Carità Gentile” disse “Pesco tre carte dal mio deck e ne scarto due”
Pescate le carte, Alex dette una rapida occhiata alla sua mano, calcolò le mosse dell’avversario e scartò le carte in eccesso.
“Adesso attivo Fusione Occhi Rossi”
La carta era in tutto simile a Polimerizzazione, ma le creature impresse nell’immagine non erano le stilizzazioni di color arancio della normale carta Polimerizzazione, bensì due figure ben più scure e definite.
“In quanto utilizzatore di mostri fusione sono a conoscenza di molte carte che possano portarmi a metterli sul terreno di gioco. Questa in particolare mi permette di sfruttare l’enorme potere della famiglia dei draghi dagli “Occhi Rossi”” spiegò Alex.
Kygranerd sudò freddo. Non conosceva gli effetti di quella carta.
“Adesso prendo Drago Nero Occhi Rossi e Drago Meteora dal mio deck e li fondo insieme per evocare il potente Drago Nero Meteora!”
Le figure dei due draghi si materializzarono sul campo di battaglia. Uno era un drago scheletrico dai tratti spigolosi di colore nero e coi i brillanti occhi color sangue; l’altro era un incrocio tra un drago e una tartaruga con un guscio centrale più o meno sferico che sembrava un meteorite scarlatto, da cui uscivano la testa tondeggiante dopo il collo allungato e grinzoso, le ali e le zampe corte e tozze tutti di colore viola.
I due mostri vennero risucchiati dalla carta magia che poco dopo esplose zampillando rocce incandescenti come se fosse eruttato un vulcano.
Sul terreno di gioco si materializzò un’enorme figura dal corpo scuro che alzandosi si rivelò essere un immenso drago di più di sette metri con le quattro zampe tozze, il copro mastodontico composto da roccia incandescente con venature infuocate che si accendevano qua e la, due piccole ali, troppo piccole per sostenere tutto quel peso. La testa era anch’essa tozza e solida come una rossa, in particolare la grossa mascella sopra la quale brillavano due occhi rossi che trasudavano superbia.
L’aria intorno al drago si fece subito molto calda, e si scaldò ulteriormente quando il Drago Nero Meteora ruggì verso l’alto per annunciare il suo trionfale ingresso nel duello.
Mentre gli spettatori cominciavano a sudare per il gran caldo, a Kygranerd si gelò il sangue.
“Drago Nero Meteora, attacca Tempest!”
Dall’alto dei suoi 3500 ATK, il Drago Nero Meteora ruggì di nuovo e nella sua bocca si addensò una palla di fuoco.
Abbassando la testa sul drago di Kygranerd, il mostro lanciò il suo attacco che esplose al contatto in uno scoppio di fiamme e aria che sbalzò via Kygranerd e distrusse Tempest mentre gli spettatori e Alex stesso furono costretti a opporre resistenza per assorbire l’impatto.
Alex si guardò intorno preoccupato. Pensava che il Gioco delle Ombre avrebbe influenzato solo il campo di battaglia, ma a quanto pare ogni attacco si sarebbe esteso ben oltre.
Non bene.
Kygranerd rimase alcuni secondi steso con la schiena a terra, tanto da far preoccupare Iris che si mosse verso la sua metà di terreno per sincerarsi delle sue condizioni.
Kygranerd ingoiò i postumi dello spavento e della botta contro il duro terreno di pietra e si rialzò.
“Posiziono una carta coperta e termino il turno” concluse Alex.
“Stephan, stai bene?” chiese Iris preoccupata.
“Sto bene” rispose Kygranerd. La botta per terra lo aveva un po’ confuso e ancora gli girava la testa.
Il drago Blaster tornò nella mano di Kygranerd e il presidente della K.Corp si preparò a fare la sua prossima mossa.
La carta che aveva coperta era un bluff e Alex lo sapeva, ma aveva ancora una possibilità.
“Attivo Anfora dell’Avidità” disse con fatica.
Nulla.
Le carte pescate gli erano inutili, ma poteva ancora salvarsi un qualche modo.
“Attivo l’effetto di Reactan, Drago Sovrano dei Sassolini, mando lui e un altro drago al cimitero per evocare Redux, Drago Sovrano dei Macigni” ringhiò.
Un enorme masso si sollevò proprio di fronte a Kygranerd e sgretolandosi si rivelò un guscio sotto cui giaceva un enorme, tozzo drago di pietra con un DEF di ben 3000 punti. Molti, ma non abbastanza per impensierire il mostro d Alex.
“Metto una carta coperta e termino il turno” fece Kygranerd.
Un altro bluff. Alex lo poteva capire solo guardando i movimenti del suo avversario.
Alex pescò la sua carta e analizzò la situazione. Ormai aveva chiaro in mente il suo piano e doveva solo metterlo in pratica.
C’era però un problema: l’ultimo attacco del Drago Meteora Nera aveva generato un’esplosione tanto forte da compromettere l’intera caverna.
Alex si ricordò solo in quel momento che anche sulla cima della torre si stava consumando un Gioco delle Ombre, quello tra Malverik e Elzer, e non poté non ipotizzare che i due duelli si stessero influenzando a vicenda aumentandone l’intensità.
Guardò Kygranerd, ormai troppo sotto stress per ragionare. Guardò la Wyvern, spaventata, ma che manteneva la sua stoica calma. Gettò un occhio sugli uomini della sicurezza, che probabilmente non avevano ancora capito cosa stesse succedendo.
Se il Drago Nero Meteora avesse attaccato il mostro di Kygranerd, l’impatto di uno scontro tra due mostri di così alto livello avrebbe potuto far sentire il suo impatto al di fuori dal campo di battaglia… qualcuno si sarebbe fatto male.
Lui e Kygranerd erano duellanti delle Ombre, in qualche modo potevano cavarsela, ma tutti gli altri? Non c’erano garanzie che il Gioco non provocasse danni permanenti agli spettatori.
Alex non poteva rischiare.
“Posiziono una carta coperta e termino il turno” sentenziò Alex.
Mentre Redux, miracolosamente sopravvissuto al turno, tornava nella mano di Kygranerd, il magnate notò l’esitazione del suo avversario, ma non riusciva a comprenderla.
Mentre pescava la carta dal suo deck, Kygranerd vagliò tutte le variabili che gli vennero in mente per cui il suo avversario avrebbe potuto non voler attaccare.
Possibile che avesse abboccato al suo bluff? No. Era troppo palese e poco convincente per non essere scoperto da un giocatore esperto come lui. Doveva essere qualcos’altro a preoccuparlo.
Non c’erano indizi che Redux potesse essere pericoloso dal cimitero, quindi doveva essere qualcosa di esterno al gioco.
Kygranerd si ricordò dell’esplosione di poco prima e sorrise.
Il grande duellante ha il cuore tenero. Pensò il presidente della K.Corp. Poteva sfruttare quella situazione per tenere un vantaggio psicologico nei confronti dell’avversario.
“Iris, per favore, mettiti qui vicino a me” fece Kygranerd con la voce più calma che riuscì a fare in quel momento.
Iris Wyvern non capì il perché di quella richiesta, ma si posizionò molto vicino alla barriera che delimitava il campo di gioco, a pochi passi dal duellante.
Ad Alex montò in un attimo una tale ira che sarebbe saltato alla gola di Kygranerd in quello stesso istante, ma dovette conservare la rabbia per far lavorare il cervello a una soluzione per vincere senza far del male a nessuno.
Kygranerd evocò di nuovo Redux in difesa eliminando dal gioco due mostri dal cimitero, quindi posizionò una carta coperta ora molto più sicuro di se.
“Ti cedo la mano, Re Dragone. Sono curioso di sapere se anche stavolta ti rifiuterai di attaccare” lo provocò Kygranerd.
Alex mantenne il sangue freddo e pescò la sua carta.
Per vincere non poteva utilizzare un attacco esplosivo come quello in possesso della maggior parte dei suoi draghi, gli serviva un attacco rapido, preciso, che non producesse nessun effetto collaterale.
C’era niente di simile nel suo deck?
Alex posizionò una seconda carta coperta e passò il turno.
“Adesso evoco Reactan, Drago Sovrano dei Sassolini” disse Kygranerd.
Il drago che venne fuori dalla carta era molto più piccolo dei possenti dragoni che aveva evocato fino a quel momento Kygranerd. Era più simile a un dinosauro quadrupede che a un vero drago, simile a Redux, ma con il guscio roccioso visibilmente meno robusto e il ventre grigio scoperto del tutto.
“L’evocazione di Raectan mi permette di attivare la trappola Tributo Torrenziale!”
La medesima trappola di qualche turno prima di attivò di nuovo. Un potente getto d’acqua ad alta pressione fuoriuscì dalla carta travolgendo un impotente Reactan e colpendo in pieno il Drago Nero Meteora.
Alex si voltò verso gli uomini delle sicurezza dietro di lui.
“Via da li, svelti!” gli urlò contro Alex.
Gabriele non se lo fece ripetere due volte. Sfuggente come un’anguilla, approfittò della distrazione dell’uomo che lo teneva per sfuggirgli e mettersi al sicuro.
Gli altri uomini delle sicurezza videro il drago arretrare sotto la possente spinta dell’acqua e si affrettarono a mettersi a spostarsi prima che la creatura, esaurite le forze, cadde a terra col ventre roccioso aperto dalla pressione dell’acqua, provocando un tonfo tale da far tremare la terra.

Sulla cima della torre, il primo duello delle finali si interruppe bruscamente a causa di una improvvisa scossa di terremoto che fece tremare la K.Tower. Sul tetto di una torre di 30 piani una scossa si sente molto più che al suolo. Qualcuno sulle gradinate cominciò a lamentarsi e si alzò per tornarsene a terra.
Gli unici che non accusarono quasi per niente la scossa furono i due duellanti. Elzer perché era pazzo, Malverik perché aveva un problema più imminente nella forma di uno spadaccino magico di due metri e passa che si dirigeva spada in pugno contro il suo mostro.
“Sei ancora sotto scacco di Successore di Abilità, Elzer” ribatté Malverik all’attacco “Rimuovendo la carta dal cimitero posso aumentare l’ATK del mio mostro di 800 punti”
L’effetto della carta Trappola si attivò poco prima che Trance, Lo Spadaccino Magico, calasse la sua lama su Sillva, che crebbe in potenza offensiva al punto da rappresentare una minaccia insormontabile per il mostro di Elzer.
Il fendente di Trance su parato da una delle lame di Sillva che subito dopo tagliò a metà Trance all’altezza della vita con l’altra lama in un attacco rapido e letale.
Elzer perse Trance per la seconda volta insieme a 500 LP, ma non la smise di sorridere.
Una volta che l’azione fu terminata, Malverik si rese conto che la torre stava tremando. Durò solo un secondo, ma fu sufficiente a costringere Malverik a concentrarsi a fondo per non perdere l’equilibrio.
Elzer replicò alla scossa con i suoi soliti passi di danza.
“Sembra che anche di sotto la situazione sia calda, non è vero Imperatore Nero?” disse Elzer ridendo a squarciagola verso il cielo.

Pavel si era subito allontanato dagli spalti in metallo appena cominciata la scossa e Kadhim lo aveva seguito a ruota. Insieme a una piccola folla di persone, i due ragazzi si avviarono verso l’uscita e incrociarono Sally, Gilber e Aleta.
“Sally!” la chiamò Pavel.
Sally si distrasse per la prima volta dal duello.
Pavel, seguito da Kadhim, si avvicinò alla ragazza.
“Ma che sta succedendo?” le chiese.
“Non lo so, Pavel” rispose Sally “Ma non sono sicura che questo terremoto sia stato causato dal Gioco delle Ombre di Mal e Elzer”
“Aspetta. Significa che è in corso un altro duello?” chiese preoccupato Kadhim.
“Non lo so, ma la presenza del Gioco delle Ombre non è mai stata così. È possibile che sia la conseguenza di due Giochi che collidono in un solo posto” rispose ancora Sally.
Alcuni dei duellanti cercarono di parlare con le guardie di sicurezza che si erano asserragliate intorno all’unica porta per uscire dal tetto.
Un omone alto e corpulento dai radi capelli ricci cercava di parlare, ma gli altri lo respingevano indietro insieme a tutti gli altri.
La faccenda si fece seria quando una delle guardie tirò fuori una pistola e sparò due colpi in aria per spaventare la piccola folla di duellanti che infatti si ritrassero spaventati.
Mentre l’omone di prima cercava ancora di chiedere spiegazione, uno dei più giovani nel gruppo andò nel panico e cercò di forzare il blocco.
Si avventò contro la guardia con la pistola a cui partì un colpo.
Respinto di nuovo, il ragazzo si ritrovò a terra dolorante a tenersi il braccio.
Tutti gli altri si allontanarono dalle guardie e alcuni andarono verso il ragazzo ferito che continuava a urlare e dibattersi. Tra loro c’erano anche Gilbert, Pavel, Kadhim e l’omone di prima.
“Ma sono impazziti?!” fece Pavel “Come gli salta in mente di usare delle armi in questo momento?”
“Sono sotto un’imposizione del Gioco delle Ombre, non hanno idea di quello che fanno” rispose Gilbert “Pensiamo piuttosto a dare una mano a lui”
“Lasciate fare a me, sono un medico” intervenne l’omone di prima “Il colpo ti ha preso di striscio. Andrà tutto bene”

“Posiziono due carte coperte e termino il turno” disse Elzer ignorando bella mente la scena.
Malverik non riuscì a stare zitto di fronte a tutto questo.
“Elzer, sei impazzito? Qualcuno finirà per farsi ammazzare”
“Era scontato fin dall’inizio, Imperatore” rispose Elzer “Nessuno lascerà questo tetto. Voglio un gran pubblico ad assistere al momento del mio trionfo!”
Malverik pescò una carta.
“Attivo la mia carta coperta: Le Forze dell’Oscurità. In questo modo recupero dal cimitero Goldd e Grapha per riportarli nella mia mano”
Elzer rimase interdetto.
Non ricordava che Grapha, Signore Drago del Mondo Oscuro fosse stato mandato al cimitero, poi fece mente locale sull’effetto del Cavaliere dell’Armageddon all’inizio del duello.
Malverik prese una carta dalla sua mano e la sollevò in maniera solenne.
“Evoco Crociato Oscuro”
La carta del Deck Prince di Malverik si materializzò sul terreno di gioco portando in campo un’aura oscura di potenza e paura.
La carta divenne immediatamente nera e da essa emerse il guerriero con la faccia di teschio completo della sua corazza nera e l’enorme spadone del medesimo colore.
Con un solo sguardo dei suoi occhi rossi, il Crociato Oscuro incuté il terrore nel Mago del Sangue di Elzer, ma non in Legione, Demone Giullare, che rispose con una pernacchia e un sorrisetto.
“Ora si attiva l’effetto del generale del mio esercito di demoni” proclamò Malverik allargando le braccia in modo teatrale “Scartando mostri Demone dalla mia mano posso aumentare il suo ATK di 400 per ogni mostro. In questo momento in mano ne ho tre, che scarto subito al cimitero”
I tre mostri vennero mandati dalla mano di Mal al cimitero e i loro spiriti sotto forma di fuochi fatui di colore grigio andarono infondere la loro forza nella spada del Crociato aumentando la sua forza d’attacco da 1600 a 2800.
“Ora si attivano gli effetti dei mostri che ho scartato” affermò Malverik.
Dal suo cimitero uscirono di nuovo dei fumi grigi che si materializzarono attorno a lui sotto forma degli spiriti incorporei dei suoi mostri.
C’erano Goldd, Grapha, il mostruoso drago-demone, e c’era Broww, il demone umanoide di colore grigio e viola armato di balestra.
“Grazie a Broww posso pescare un’altra carta. Grapha invece distrugge una delle carte sul terreno” Malverik puntò lo sguardo in alto e puntò il dito “Grapha, distruggi la Cittadella Magica di Endymion!” ordinò l’Imperatore Nero.
Grapha caricò il colpo di energia oscura all’interno della sua bocca e sparò la sua meteora contro la cittadella. Elzer Sorrise.
Prima che il colpo di Grapha andasse a segno, l’ultimo segnalino magico sulla cittadella smise di girare intorno alle torri e partì come una meteora proprio contro l’attacco del drago-demone. L’attacco del mostro impattò contro il segnalino magico ed esplose ben lontano dalle torri delle Cittadella Magica.
“La Cittadella Magica di Endymion non è priva di difese, sai?” sghignazzò Elzer “Finché ci sono segnalini magia su di essa posso toglierne per impedire alla cittadella di essere distrutta”
Malverik fece una smorfia di fastidio mentre lo spirito di Grapha scompariva da dietro di lui.
“Ora si attiva l’effetto di Goldd e lo richiamo sul terreno”
Dallo stesso portale circolare da cui era uscito la prima volta, Goldd tornò in campo ascia in pugno pronto a prendersi la sua rivincita.
“Adesso riprendo Goldd nella mia mano per recuperare Grapha dal cimitero ed evocarlo sul terreno”
All’ordine di Malverik, Goldd scomparve in una colonna di luce e al suo posto si aprì in ampio crepaccio da cui fuoriusciva un fumo nero.
Grapha, Signore Drago del Mondo Oscuro, volò fuori dal crepaccio e andò ad atterrare pesantemente alle spalle di Mal creando un’ennesima scossa tra tonfo e seguente ruggito che fece tremare ancora la torre.
“Ora mando di nuovo al cimitero Goldd per potenziare ulteriormente il Crociato Oscuro e di conseguenza rievoco Goldd in campo”
Mal aveva all’attivo quattro mostri sul suo terreno per attaccare, ma Elzer non sembrava spaventato.
“Sillva, attacca il Mago del Sangue!” ordinò Malverik.
Sillva partì all’attacco volando veloce contro il mago di Elzer, puntò le sue lame contro il mostro e calò un doppio fendente incrociato.
“Attivo Scudo da Braccio Magico!”
Alla direttiva di Elzer, la sua carta eseguì. La trappola coperta si sollevò e sul braccio destro del Mago del Sangue si materializzò uno scudo meccanico da cui uscì una pinza a molla che partì dallo scudo andando ad afferrare il mostro Goldd, Signore Wu del Mondo Oscuro del suo avversario.
Goldd fu trascinato proprio in mezzo tra l’attacco di Sillva e il Mago del Sangue. Cercando di proteggersi con l’ascia, Goldd colpì mortalmente Sillva, ma venne a sua volta colpito dall’attacco del mostro ed entrambi finirono distrutti visto che avevano lo stesso punteggio d’attacco.
Elzer rise.
“Sembra che nel tuo esercito ci sai qualche problema di disciplina” lo provocò Mano Magica.
Mal non si scompose.
“Grapha, lancia l’attacco contro il Mago del Sangue!”
Furioso, il drago-demone caricò il suo colpo e lo sparò contro il Mago del Sangue, stavolta indifeso, che esplose in un incendio di fiamme nere da cui Elzer dovette ripararsi coprendosi il volto con le braccia.
Quando riaprì gli occhi, Mano Magica si sentì addosso lo sguardo di fredda superbia dell’avversario.
“Crociato Oscuro, attacca e distruggi Legione, Demone Giullare!”
Al pronunciarsi dell’ordine del suo duellante, il Crociato Oscuro spiccò un balzo in alto e calò il suo spadone sull’irridente mago-pagliaccio e lo tagliò a metà. Neanche in punto di morte Legione smise di sorridere.
“Alla morte di Legione posso recuperare dal cimitero un mostro Incantatore senza effetto”
Mal sapeva già che si trattava di Trance, Spadaccino Magico, ma non se ne preoccupò. È vero che in quel turno aveva perso due mostri importanti come Goldd e Sillva, ma aveva in campo i suoi due mostri più forti, ben al di sopra di qualsiasi mago che Elzer avesse messo in campo fino a quel momento.
Mal tuttavia sapeva di non potersi fidare della sua posizione di vantaggio.
“Posiziono una carta coperta e termino il turno”
Elzer aveva in un attimo perso tutto ciò che aveva sul terreno, ma aveva ancora la Cittadella dalla sua ed era il momento di usarla.
Elzer pescò la sua carta.
“Adesso attivo Ricerca di Pietre Magiche” disse Elzer attivando la sua carta Magia “Scarto due carte dalla mano e recupero una carta Magia dal mio cimitero”
Mentre Elzer eseguiva, a Mal non sfuggì il segnalino magico che saliva fino alla Cittadella.
“Adesso recupero e utilizzo Anfora dell’Avidità e pesco due carte”
Due carte in più in mano e un secondo segnalino sulla Cittadella.
“Ora attivo Tomba Vuota così entrambi possiamo prendere un mostro nel cimitero e metterlo coperto in difesa”
Mal controllò nel suo cimitero e scelse Zure, Cavaliere del Mondo Oscuro.
“Ora scopro Impresario di Pompe Funebri Magico e grazie al suo effetto recupero Legione in posizione di attacco”
Dalla carta coperta apparve un piccolo ometto in giacca e cravatta con un cappello da becchino sulla testa e il volto coperto da una bandana blu che gli lasciava scoperto solo occhi e occhiali mentre nella mano teneva una ventiquattrore che aprì subito.
Un raggio magico d’argento uscì dalla valigetta e entrò nel cimitero di Elzer per recuperarne il Giullare Legione che tornò in campo sorridendo irritante all’indirizzo del Crociato Oscuro.
“Adesso calo la tua condanna, Imperatore Nero. Nella forma delle tre bacchette dei grandi maghi!” affermò Elzer.
Mal si preoccupò.
“Attivo Bacchetta Uso Singolo, Bacchetta Miracolosa e Bacchetta del Legame equipaggiandoli a Legione”
Le tre Carte Magia, tra cui una era la carta coperta di prima, apparirono sul terreno e tre bacchette diverse uscirono dalle loro carte andando a volteggiare circolarmente intorno alla figura di Legione.
“Unite insieme le tre bacchette aumentano i punti ATK del mio mostro di 1700 punti portandolo a quota 3000!”
Mal sudò freddo per la prima volta dall’inizio del duello. La sua carta coperta era solo un bluff e nonostante il Crociato Oscuro fosse abbastanza potente da contrastare quel mostro, stesso non poteva dirsi per Grapha.
“Legione, attacca Grapha del Mondo Oscuro!” ordinò Mano Magica.
Legione fece volteggiare intorno a se le tre bacchette e le puntò davanti a se dritte contro Grapha. Dalla punta di ognuna delle tre bacchette uscì un raggio magico. Bianco sulla Bacchetta Uso Singolo, rosso sulla Bacchetta del Legame e verde sulla Bacchetta Miracolosa, che si unirono insieme in un attacco potentissimo che investì il Signore Drago del Mondo Oscuro che ne venne distrutto in un ruggito di dolore.
Il colpo di Legione fu talmente forte da investire in parte anche Malverik nonostante il possente drago gli avesse fatto in gran parte da scudo, e fu sbalzato indietro cadendo a terra.
Prima che Mal avesse il tempo di rialzarsi, Elzer fece un’altra mossa insapettata.
“Attivo l’effetto di Bacchetta Uso Singolo: mando la carta al cimitero per pescare un’altra carta” mentre la bacchetta più potente delle tre scompariva, Elzer pescò una carta e guardandola fu pervaso da una gioia difficile da contenere e sulla sua faccia si disegnò largo un sorriso terrificante.
“Elimino sei segnalini magici dalla Cittadella Magica di Endymion per evocare Endymion, il Mago Maestro!”
Malverik rimase impotente a terra mentre i sei segnalini della Cittadella Magica si mossero freneticamente intorno alla torre centrale sprigionando una luce tanto intensa da costringere tutti quanti a coprirsi gli occhi.
Dalla luce bianca della cittadella uscì cadendo leggiadro dalla torre un nuovo mago, alto più di due metri, vestito con una lunga tonaca nera ornata d’oro con delle ingombranti spalline doppie di rigido metallo, il suo volto era coperto da una maschera dorata, sulla sua schiena cadeva un mantello con impresso un cielo stellato e brandiva uno scettro culminante con un uncino ornato di pietre magiche e al centro di esso una grande sfera nera fluttuante.
Malverik non conosceva quella carta, ma sentì di essere nei guai.
“L’apparizione di Endymion mi consente di prendere in mano una carta magia dal mio cimitero e io scelgo Anfora dell’Avidità, con cui pesco altre due carte” affermò Elzser “Quindi attivo l’effetto di Endymion: scarto una carta dalla mia mano per distruggere una carta sul terreno… Di addio al Crociato Oscuro”
Mal sgranò gli occhi spaventato e si sentì l’essere più patetico di questo mondo mentre assisteva, costretto a terra, all’immagine di Endymioin che creava una sfera magica col suo scettro e la scagliava contro il Crociato Oscuro.
Il mostro per un attimo girò lo sguardo verso il suo duellante come una richiesta di aiuto, ma Mal non era in grado di offrirglielo e venne inghiottito dalla sfera bianca che un attimo dopo scomparve nell’orrendo silenzio dell’arena.

I tremori delle esplosioni in cima alla torre e la confusione cominciavano a farsi sentire anche nei sotterranei dove il duello aveva appena preso una bruca deviazione a vantaggio di Kygranerd. La paura di Alex di ferire qualcuno gli era costata l’eliminazione di uno dei suoi mostri più forti.
“Adesso utilizzo gli effetti si Tidal e Blaster, mando altri quattro draghi dal mio Cimitero e li rimetto in capo!”
Kygranerd fece tornare sul suo terreno i suoi due draghi più feroci.
“Blaster, attacca direttamente i suoi Life Ponts!”
“Attivo Annulla Attacco!” ribatté Alex sollevando la sua carta coperta.
La meteora sparata da Blaster si volatilizzò a mezz’aria come se non fosse mai partita.
“E il tuo turno termina qui”
Kygranerd ringhiò contro l’avversario e gli passò la mano.
Alex cercò lo sguardo di Iris, ma questa stava tenendo sotto controllo il suo principale sempre più preoccupata. Non lo aveva mai visto in quello stato.
Alex si era preparato tutto l’occorrente per vincere quel duello, ma non era disposto a mettere a rischio la salute di qualcuno che non c’entrava niente.
Doveva essere sicuro che Iris Wyvern fosse al sicuro prima di poter sferrare il suo attacco.
“Non ti facevo così codardo, Kygranerd. Farsi scudo con la tua assistente è troppo persino per te” cercò di provocarlo Alex.
Iris capì solo in quel momento la richiesta del suo principale di mettersi vicino a lui e cercò il suo sguardo per chiedere spiegazioni, me Stephan si limitò ad ignorarla.
“Lascia perdere i giochi mentali, Re Dragone, e fa la tua mossa. Non ho tempo da perdere” rispose il presidente della K.Corp.
Gabriele, ormai libero, aveva intuito cosa volesse fare Alex e si preparò ad intervenire.
“Nessun gioco mentale, Kygranerd. Ti sto solo giudicando per quello che sei. Un inutile vigliacco che preferisce mettere a rischio la vita di chi gli sta intorno piuttosto che ammettere la sua inferiorità” rimarcò Alex.
Kygranerd la prese sul personale. Gabri intanto si stava spostando lentamente lungo il lato lungo del campo di battaglia avvicinandosi a Kygranerd.
“Non sono inferiore a te!” gli urlò contro Kygranerd “Sono comunque il vincitore di questo duello. Che abbia o non abbia usato Iris non c’è differenza, i miei draghi elementali ti distruggeranno in ogni caso e io potrò proseguire col mio esperimento!”
Iris si allontanò con un passo indietro.
“Stephan, che stai dicendo?” chiese preoccupata Iris. L’assistente aveva perso in un colpo solo tutta la sua compostezza.
“Sta tranquilla, Iris, so cosa faccio…”
“No, non ne hai idea” lo interruppe Alex “In questo Gioco delle Ombre i danni collaterali esistono. Un duellante lo sa e lo mette in conto, ma tutti coloro che stanno intorno non c’entrano niente, non dovrebbero subire il duello in corso. Se adesso attaccassi con uno dei miei mostri rischierei di far del male anche alla dottoressa Wyvern. Non sono disposto ad accettarlo”
Iris si allontanò di un altro passo guardando Kygranerd che ancora non la aveva degnata di uno sguardo.
“Fa la tua mossa, Alex! Non mi interessano i tuoi discorsi idealistici. Sono un duellante perché gioco e vinco. Il resto non conta nulla!”
Alex gettò un’occhiata sulla Wyvern che si era allontanata, ma non molto, mandò un’occhiata anche a Gabriele, che si era silenziosamente portato all’angolo dell’area di gioco dalla parte di Kygranerd, vicino a una delle otto colonne.
Gabri annuì con la testa e Alex si preparò alla sua mossa.
“Evoco Versago il Distruttore in posizione di attacco”
Il mostro di Alex si presentò come un fantasma dal corpo tozzo e peloso, sul volto una maschera d’argento che lascia vedere soltanto i suoi occhi gialli, mentre dalla schiena partivano quattro ali violacee che terminano con delle mani con tre dita.
Kygranerd rimase interdetto. Versago era un mostro molto debole, ben lungi dall’essere una minaccia per i suoi dragoni.
Alex girò lo sguardo su Iris Wyvern, che non ricevendo risposta dal suo amico e principale aveva rivolto a lui gli occhi.
Con un movimento degli occhi Alex fece cenno alla donna di allontanarsi, ma tutto ciò che lei fece su fare un altro passo indietro, ancora combattuta sulla scelta di stare o no accanto a Stephan.
Alex non aveva tempo per aspettare la sua decisione.
“Attivo Super-Polimerizzazione” affermò Alex.
Gabri si preparò a scattare.
“Nel Duel Mosters c’è un modo di dire: Stai sempre attento ai mirror. Significa che devi sempre avere un piano per combattere un avversario che ha un deck simile al tuo”
Mentre Alex spiegava, un mulinello di nuvole si formò sopra il centro dell’area di gioco, creando un forte vento che venne percepito sia da Kygranerd che dagli altri presenti.
Una globo luminoso si formò al centro del cerchio di nubi splendendo di una luce gialla e bianca.
“Io conosco i mostri drago come vecchi amici, non ci sono segreti per me rispetto a quelle carte. Proprio per questo motivo conosco anche tutti i loro punti deboli e ho munito il mio deck di una carta capace di distruggere tutti i draghi.
“Grazie alla Super-Polimerizzazione posso scartare una carta dalla mia mano e posso fondere un mio mostro con uno dei tuoi”
Kygranerd ripassò a memoria i mostri fusione che conosceva. Il deck dei draghi elementali non prevedeva mostri fusione.
“Versago il Distruttore può prendere il posto di qualsiasi mostro materiale da fusione e per la creatura che ho intenzione di evocare mi serve soltanto un altro mostri di tipo Drago, quindi prendo la potenza di Blaster, Drago Sovrano degli Inferi e la combino a quella del cacciatore di draghi Combattente delle Lame”
Attorno alla figura di Versago si formò una specie di ologramma di un altro mostro: il guerriero conosciuto come Combattente delle Lame, e il potente tornado che si scatenò dal centro della nube assorbì con prepotenza sia il mostro di Alex che quello di Kygranerd andando a farli collidere al centro della sfera luminosa.
Tutti si bloccarono incantati da quello spettacolo finché la luce del globo fluttuante non si fece tanto abbagliante da essere insopportabile, costringendo tutti quanti a coprirsi gli occhi. Tutti tranne Alex, che rimase impassibile mentre da quella stessa luce cadeva pesantemente sul suo terreno il mostro che lo avrebbe portato alla vittoria.
Il mostro che piombò sul terreno di Alex era un enorme guerriero alto almeno tre metri, vestito con un’armatura pesante e spigolosa di colore bianco e blu con linee d’oro e brandiva una spada a due mani dalla lama ricurva realizzata realizzata, guardandola bene, fondendo insieme zanne di drago.
“Il Re Dragone prende ora il controllo del più mortale dei suoi nemici. Presento a tutti voi Combattente delle Lame, L’Ammazzadraghi” spiegò teatralmente Alex.
Il mostro del Re Dragone incuteva tanto terrore che Tidal, il potente dragone di Stephan Kygranerd, si abbassò in ginocchio al suo cospetto.
Kygranerd si ritrovò nel panico.
“L’Ammazzadraghi è come una brutta storia della buonanotte per i mostri Drago. La sua sola presenza intimorisce i mostri di tipo Drago e li costringe a spostarsi in difesa” spiegò Alex “Inoltre il mio guerriero diventa più potente per ogni mostro Drago che si trova davanti o che è già stato distrutto, per la precisione 1000 ATK extra per ogni mostro Drago”
Kygranerd sbiancò nel vedere l’ATK dell’Ammazzadraghi salire dai già alti 2800 ai terrificanti 6800.
Kygranerd cercò istintivamente gli occhi della sua assistente voltandosi verso di lei, ma questa si era allontanate e lo guardava con preoccupazione, quasi spaventata da quello in cui si era trasformato nel corso di quel duello.
D’improvviso Kygranerd si sentì completamente solo e inerme.
Alex non dette peso a tutto questo. Con la freddezza spietata che si confà a un duellante si teneva pronto a sferrare l’attacco finale.
Gabriele coprì con uno scatto tutto il lato corto dell’arena andando a piazzarsi proprio di fronte alla Wyvern.
“L’Ammazzadraghi fa danno perforante con ogni suo attacco” spiegò con freddezza Alex “Quindi il fatto che il tuo mostro sia in difesa non ti salverà.
“Combattente delle Lame, L’Ammazzadraghi, attacca e distruggi Tidal, Drago Sovrano delle Cascate!” ordinò Alex.
Il guerriero alzò la sua lama pronto per l’attacco, la fece roteare sopra la propria spalla e scattò in avanti contro il mostro di Kygranerd.
L’avversario di Alex, ormai certo della sua sconfitta, si voltò dall’altra parte cercando l’aiuto della sua unica amica.
“Iris!” La chiamò Kygranerd.
Iris Wyvern cercò di alzare la mano verso di lui, ma fu bloccata dal braccio di Gabriele, corso li per impedirle di farsi del male.
“Neo Mago delle Acque, difendici!” ordinò Gabri sollevando la sua carta.
Il mago mascherato uscì dalla carta come una specie di ologramma sbiadito e creò istantaneamente una barriera di ghiaccio che separò Kygranerd e Iris, proteggendo quest’ultima e Gabriele dagli effetti collaterali di un attacco da 6800 punti.
Mentre ancora Kygranerd tendeva la mano cercando aiuto, L’Ammazzadraghi vibrò il suo fendente su Tidal.

Sul tetto della K.Tower la situazione era tragica.
Il ragazzo colpito dal proiettile era ancora a terra che si costringeva a rimanere calmo mentre l’uomo con i riccioli e la barba folta gli medicava la ferita.
Malverik dopo la distruzione del suo mostro preferito era rimasto a terra e Sally, Gilbert e Aleta in silenzio preparandosi al peggio.
Elzer, dall’altra parte dell’arena si godeva l’immenso caos che aveva causato, ridendosela come il matto che era, forte della potenza di fuoco che i suoi due maghi gli garantivano.
Mal, dolorante per la botta presa contro il terreno, faticava a rimettersi in piedi.
Aveva solo due carte in mano, due carte tutt’altro che utili in quel momento, due dei suoi mostri più forti e rappresentativi erano stati fatti fuori senza alcuna pietà, aveva 900 LP contro i 1200 dell’avversario, aveva il terreno completamente vuoto contro due mostri con 2200 e 2700 ATK.
Mal considerò per un istante la possibilità di non alzarsi affatto, ma proprio in quel momento, come fosse riuscita a leggergli nel pensiero, la voce di Sally lo riscosse.
“Muoviti, Mal! Guarda che stai perdendo!” gli urlò contro la ragazza attirandosi gli sguardi di Elzer, Gibby e Aleta.
“Come se non me ne accorgessi da solo…” sbuffò Mal tra se e se.
Malverik si rialzò a fatica.
“Volevo vedere te qui sopra” rispose alla ragazza.
“Mi sa di no, visto che hai cercato di chiudermi nella mia stanza!” ribatté Sally furiosa.
“Era per non farti finire male. Hai notato che qua si rischia grosso?” rispose Mal.
Nessuno aveva la benché minima idea di quello che stava succedendo.
“Allora vedi di tirarci fuori da questo guaio visto che è anche colpa tua!” disse Sally con un sorriso.
“Più facile a dirsi…” bofonchiò Malverik.
Ormai di nuovo in piedi, Mal pescò la sua carta sotto gli occhi straniti di Elzer.
“Attivo Carità Gentile” disse Malverik mostrando la sua carta.
Pescate tre carte, ne mandò due al cimitero.
“Attivo Mostro Resuscitato per riportare in campo il Crociato Oscuro!” disse Malverik.
Il Crociato Oscuro tornò sul terreno con la sua potenza base di 1600 ATK, troppo poco per fronteggiare i due mostri dell’avversario.
“Adesso mando un mostro OSCURITA’ dalla mia mano al cimitero per aumentarne la potenza e la mia scelta ricade su Kakki, Guerrigliero del Mondo Oscuro” fece Malverik.
Quando il mostro andò al cimitero il suo spirito riapparve come accaduto ai mostri precedentemente scartati.
“Conseguenza di ciò. Kakki distrugge uno dei tuoi mostri”
Lo spirito del piccolo mostro dal corpo a forma di uovo saltò con il pugnale in mano contro Endymion, il Mago Maestro e lo colpì alla gola distruggendolo insieme a lui mentre l’ATK del Crociato Oscuro salivano a 2000.
“Termino il mio turno” disse Malverik.
Elzer sorrise. Il suo mostro era ancora più forte di quello dell’avversario, ma Malverik non sembrava il tipo da mandare allo sbaraglio il suo mostro preferito solo per avere un turno extra.
Elzer non avrebbe rischiato di cadere in un bluff.
“Legione, colpisci con la tua magia il Crociato Oscuro!” gridò Elzer al suo mostro.
Legione fece un movimento simile al precedente. Ma le sue bacchette non volteggiavano più intorno a lui, erano bensì strette nelle sue mani. Puntandole in avanti contro il Crociato fece partire due raggi di colore rosso e verde che si combinarono per colpire il mostro.
“Attivo l’effetto di Sentinella Necro al cimitero per proteggere il Crociato Oscuro” affermò Malverik.
Rimossa dal gioco, la Sentinella Necro si materializzò sul terreno e col suo corpo fece da scudo al Crociato Oscuro assorbendo su di se l’attacco di Legione.
Elzer non si stupì della mossa e rise.
“Posiziono due carte coperte e termino il turno” disse Mano Magica.

“Siamo al turno decisivo, vero?” Chiese Gilbert.
“Si” gli rispose Aleta “Adesso sono uno contro uno, se Malverik pesca un mostro potrà usarlo per potenziare il suo mostro e scagliarlo contro quello di Elzer, ma ha due carte coperte davanti, probabilmente almeno una è una trappola, ma non sono sicura che lo siano entrambe”
Con le bracca conserte, Sally rimase immobile a osservare lo sguardo concentrato di Malverik mentre cominciava il suo turno.

Malverik aveva pescato Beige, Avanguardia del Mondo Oscuro. Un’ottima carta in quel momento perché gli avrebbe consentito non solo di potenziare il Crociato, ma anche una seconda opportunità di attacco rievocando Grapha… ma non era così semplice.
Una delle carte coperte sarebbe di sicuro stata una trappola ed era possibile che entrambi i suoi mostri avrebbero fatto una brutta fine.
L’altra carta che aveva in mano, il Fulmine del Mondo Oscuro, gli permetteva di distruggere una delle due carte coperte, ma così facendo avrebbe dovuto scartare Beige e quindi non potenziare il Crociato.
Ogni possibile alternativa era un rischio.
Malverik si concentrò come non gli era mai successo. Soppesò ogni mossa, ogni dettaglio dall’inizio di quella partita fino a quel momento. Pensò alle carte già giocate da Elzer, dal suo modo di mettere le carte nel dueling disk, a quello che aveva fatto per rimettere in gioco ogni volta Legione.
Soppesata ogni variabile nella sua testa, Mal prese la sua decisione.
“Attivo Fulmine del Mondo Oscuro” disse Malverik “Scarto Beige, Avanguardia del Mondo Oscuro dalla mia mano e distruggo la carta coperta alla mia destra”
Un nube si addensò sopra la carta di Elzer e da essa un potente fulmine cadde distruggendo la carta coperta.
Elzer fece una smorfia di disappunto.
“Grazie al suo effetto, posso richiamare Beige dal cimitero. Poi lo richiamo della mia mano per far risorgere Grapha, Signore Drago del Mondo Oscuro”
Beige scavalcò il portale che lo ricondusse nel mondo dei vivi, ma subito dopo divenne nient’altro che luce bianca quando tornò nella sua carta e venne recuperato da Malverik.
Al suo posto il possente Grapha tornò sul terreno di gioco.
Malverik esitò un istante. La ragione diceva che ci fosse il 60% circa di possibilità che quella ancora coperta fosse una carta trappola, ma Mal sentì qualcosa.
Il suo istinto da duellante gli diceva che aveva colpito la carta giusta e che quella fosse del tutto innocua.
Con questa mentalità ordinò a Grapha di lanciare il suo attacco.
“Grapha, Signore Drago del Mondo Oscuro, attacca Legione, Demone Giullare!”
Grapha puntò con gli occhi il piccolo mago-burattino e nella sua bocca cominciò ad addensarsi energia oscura.
Il mostro sputò la sua palla di oscurità che colpì Legione facendolo esplodere tra mille fiamme.
Elzer si coprì il volto per proteggersi dalle fiamme.
“Si attiva l’effetto della Bacchetta del Legame” affermò Elzer “Grazie alla magia della Bacchetta posso evocare di nuovo Legione, Demone Giullare sul terreno”
Come fosse parte di un incubo fin troppo ricorrente, il mago-giullare si presentò di nuovo sul terreno, scaturendo dalla luce della bacchetta rossa che subito dopo si sgretolò.
Malverik rimase di stucco quando vide che il mostro era tornato in posizione di attacco.

“Trappola” disse lapidaria Aleta “Senza alcun dubbio è una trappola”
“Non potrebbe essere un bluff?” chiese Sally.
“Ecco, questo è un commento da novellina” replicò acida Aleta “Elzer ha 700 LP. Esattamente quanti ne passano gli ATK del suo mostro e del Crociato Oscuro. Se Legione venisse attaccato e distrutto in questo momento Elzer avrebbe perso. Non ha alcun senso che lo abbia messo in attacco se non per portare Malverik ad attaccare. È sicuramente una trappola”

Anche Malverik la pensava così. Non aveva nessun senso che Elzer avesse riportato Legione in attacco se non perché la carta coperta gli avrebbe permesso di distruggere il Crociato Oscuro.
Malverik si trovò in difficoltà. Attaccare era un grande rischio, rischiava di perdere tutto.
Buttò un’occhiata al pubblico sotto la pedana.
I suoi occhi si incrociarono con quelli di Sally. Occhi decisi. Se per caso fosse uscito vivo da questo duello sicuramente quella ragazza gliela avrebbe fatta pagare per lo scherzetto di quella mattina.
Non poteva permettersi di perdere, non solo per se stesso, ma anche per lei…
Il suo sguardo si spostò sul Crociato Oscuro. Il mostro ricambiò lo sguardo. Quegli occhi erano vivi e trasmettevano una fiducia incondizionata verso il proprio duellante. In un attimo i due si intesero.
“Crociato Oscuro…” cominciò Malverik. Il mostro passò la spada su un lato già pronto per l’attacco “Attacca Legione, Demone Giullare”
Il Crociato scattò in avanti.

Prima che il Crociato Oscuro avesse avuto il tempo di coprire metà della distanza tra lui e Legione, a terra tremò di nuovo.
La scossa fu talmente forte e continua che neanche Mal e Elzer riuscirono ad ignorarla.
I mostri si fermarono, immobili e impauriti guardando il cielo scuro del Gioco delle Ombre che si riempiva pian piano di fulmini scuri, persino Elzer sembrò stupirsi.
Tutti i presenti percepirono che stava per succedere qualcosa.
Dal terreno della K.Tower si innalzò un’immensa massa nera trasparente, come l’immensa mano di un fantasma trapassò il tetto della torre portando con se alcune figure che apparvero da sotto il terreno in punti distanti del tetto.
Mal riconobbe Alex, Kygranerd, la sua assistente, Gabriele ed alcuni uomini con le divise della sicurezza della K.Corp.
“Alex, che sta succedendo?!” gli urlò Malverik cercando di sovrastare il rumore dei fulmini, del terremoto e del vento.
Alex aveva lo sguardo attraversato da una paura senza eguali. Qualcosa che non nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere sul volto del gigante greco.
“Zorc…” rispose Alex.
Di seguito alla mano, l’intera figura di Zorc l’Oscuro, il demone garante del Gioco delle Ombre fece la sua apparizione tutto introno alla torre.
Le sue dimensioni erano immense. Sorretto da due ali membranose, la sua testa sormontava la torre di diversi metri e ognuna delle sue mani era grande quanto l’intero tetto.
La sua presenza atterrì tutti i presenti. I mostri evocato durante il duello sparirono all’istante e una tempesta vera e propria si scatenò tra le nubi nere evocate da Elzer.
“Zorc!” gli urlò contro Elzer “Tornatene nel tuo abisso! Non è ancora deciso che giocherà con te!”
Le urla di Mano Magica suonavano disperate dinanzi a tanta potenza.
Zorc guardò verso passò lo sguardo su tutti coloro che erano presenti sul tetto della K.Tower, poi alzò la testa verso il cielo, allargò le enormi braccia e cominciò a sbattere le ali con una forza tale che il vento che già soffiava si sollevò ancora più forte.
I duellanti cercarono di abbassarsi il più possibile per evitare di esserne investiti, ma successe anche altro.
La torre cominciò a muoversi in maniera innaturale. A scuotersi come se fosse stata sradicata da terra e stesse volando a mezz’aria.
Molti cercarono di reggersi a qualcosa per non cadere giù dai parapetti, qualcuno cercava di allungare le mani per afferrare i più piccoli e gracili e teneri ben saldi alla torre.
Le impalcature cominciarono a cedere. Alcuni dei duellanti vennero sbatacchiati da una parte all’altra del tetto della torre, compresi Malverik e Elzer, che caddero dalla pedana.
Cadendo, Malverik sbatté il dueling disk sul pavimento e a causa del forte vento, le carte di Grapha e del Crociato Oscuro che aveva sulla macchina caddero e volarono via.
Ancora scombussolato dalla botta, Mal si alzò e cercò di riacchiappare le sue carte.
Riuscì subito a recuperare Grapha, ma la carta del Crociato Oscuro continuò a sfuggirgli.
La rincorse per tutto il tetto fino ad arrivare al parapetto.
Sally, che si stava tenendo alla base della pedana, si accorse di Malverik che camminava a casaccio e a malapena si teneva in piedi.
“Mal! Fermati!” cercò di chiamarlo.
Malverik continuò a correre dietro alla carta, ma quando la raggiunse, una scossa più forte lo fece scivolare.
Sally sbiancò vedendo Malverik finire quasi giù dal bordo del tetto e cercò di avvicinarsi sotto le grida contrarie di Gilbert.
Mal si era aggrappato al parapetto e cercava di tornare dalla parte che non dava verso il vuoto assoluto, mentre la torre cominciò a vorticare su se stessa.
Sally raggiunse a fatica Malverik e gli prese un braccio per tirarlo di nuovo dall’altra parte, ma una brusca folata di vento per poco non la trascinò via insieme a Malverik.
Gilbert cercò di staccarsi dalla base della pedana per andare ad aiutarli, ma Aleta glielo impedì.
Mal, ormai ripresosi, piantò i piedi sul bordo del tetto per spingersi di nuovo dentro aiutato da Sally.
Prima di darsi la spinta però, Malverik sentì arrivare un’altra ondata di vento simile alla precedente.
Senza pensarci su diede uno spintone a Sally facendola torneare indietro sul tetto, ma perse la presa il forte spostamento d’aria lo fece cadere di sotto.
“MAL!!!” urlò Sally.
Un attimo dopo la tempesta raggiunse il suo picco massimo e Zorc cominciò a scomparire gradualmente in qualche lungo secondo.
Nel momento in cui Zorc sparì del tutto, il movimento della torre si arrestò di colpo, come se avesse frenato a secco e tutti quanti si ritrovarono stesi sul pavimento.

Sally riaprì gli occhi a fatica con Gilbert che la strattonava e le gridava qualcosa che però sulle prime non sentì.
“Sally! Sally svegliati! Stai bene?! Sally!” gridava Gilbert.
“Si, Gilbert, sto bene…” rispose Sally completamente rintronata dalla botta per terra.
Improvvisamente si ricordò di Malverik.
“Mal! Dov’è Mal?”
Gilbert titubò un attimo mordendosi il labbro per il non sapere cosa risponderle.
“No ragazzi…” li interruppe Aleta “Dove siamo noi?”
Gilbert e Sally alzarono lo sguardo oltre il parapetto della K.Tower. La città intorno a loro era completamente sparita e al suo posto c’era una vasta landa rocciosa con vaste pianure terrose e alte colline di pietra grigia sovrastati da un cielo nuvoloso da cui filtrava una luce fredda.

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