Dune

di Daistiny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Questioni d'orgoglio ***
Capitolo 2: *** Relazioni\Passato ***
Capitolo 3: *** Messaggeri ***
Capitolo 4: *** Casualità ***
Capitolo 5: *** Questioni a confronto ***
Capitolo 6: *** Motivazioni ***
Capitolo 7: *** Isole natie ***
Capitolo 8: *** C'era una volta... principessa ***
Capitolo 9: *** Ognuno al suo posto ***
Capitolo 10: *** Ognuno ha la sua ragione ***
Capitolo 11: *** Destinazioni ***
Capitolo 12: *** Colloqui ***
Capitolo 13: *** Ascolta quello che dirò ***
Capitolo 14: *** Dietro le nostre vicende ***
Capitolo 15: *** La grandezza passa attraverso il silenzio ***
Capitolo 16: *** Solo tu lo sai ***
Capitolo 17: *** Ma tu questo lo sapevi ***
Capitolo 18: *** I giorni del passato ***
Capitolo 19: *** Me lo spieghi ***
Capitolo 20: *** Cambierà l'aria ***
Capitolo 21: *** Tu mi dici tutto ***
Capitolo 22: *** La legge dell'orgoglio ***
Capitolo 23: *** Solo orizzonti di confine ***
Capitolo 24: *** Verrà il momento della verità ***
Capitolo 25: *** Promesse di apocalisse ***
Capitolo 26: *** Correndo verso un'altra me ***
Capitolo 27: *** Sei sicuro di come stanno le cose? ***
Capitolo 28: *** Sono molto spesso le donne che vivono due vite ***
Capitolo 29: *** Quando non vuoi sentire la verità ***
Capitolo 30: *** E la notte che mi chiama ***
Capitolo 31: *** Nel silenzio troverai le parole ***
Capitolo 32: *** Quando me lo hai detto ***
Capitolo 33: *** Sperduti come siamo noi ***
Capitolo 34: *** Violare ***
Capitolo 35: *** Crepuscolari come questa terra ***
Capitolo 36: *** Tutti si erano riuniti per un motivo ***
Capitolo 37: *** E se fosse solo senzo di essere qui? ***



Capitolo 1
*** Questioni d'orgoglio ***



Questioni  d'orgoglio 


Era appena passato un anno e Amaya guardava con aria pensierosa la sommità di quel cielo senza nuvole, in cui i sui pensieri correvano liberi. La ragazza se ne stava ad osservare il cielo dal balcone del palazzo del marchese Ondore IV.
Un' immensa villa con un gran parco . Un grande e fitto bosco che circondava la villa. Più che una villa, essa era un palazzo che da ben quattro generazioni ospitava i governatori di Buhjerba. Quel piccolo angolo di mondo era l' ideale per Amaya, una via di mezzo per la sua vita troppo complicata, combattuta tra i doveri e la sua brama d'avventure.
Era sempre stata una ribelle e stare ingabbiata non le piaceva, lei si sentiva al di sopra di tutto... nessuno poteva imprigionarla, ne era ben cosciente. Il suo sangue era diverso da quello di tutti, era il più nobile. Sacra era la terra dove lei camminava.
Ormai aveva scelto quella vita e tornare alla vita di prima era per lei improponibile... eppure, sua sorella, forse avrebbe gradito tanto riaverla al suo fianco. 
Era tardi, quello che era successo ad Aamya aveva cambiato il senso della sua vita.  Amaya  reputava  inutile ormai perdersi in vecchi ricordi... aveva cose più importanti a cui badare.
Tra meno di un mese ci sarebbe stata l'incoronazione di Ashe e la restaurazione del regno di Dalmasca, ma lei non ne voleva saperne nulla, riteneva che tutto ciò appartenesse ad un passato di cui non faceva più parte. Halim l'aveva più volte ripresa per la sua decisione ma più di tanto la giovane sapeva che il marchese non poteva imporsi, spettava solo a lei la decisione su  cosa fare della sua vita.
Quella decisione se esserci o non esserci, dopo l'ultimo attacco dell'impero e la caduta della "Fortezza dei cieli", aveva deciso di darsi alla macchia ed ora riapparire così come se nulla fosse d'avanti a gli occhi di sua sorella, lo riteneva una cosa illogica e senza senso.
La logica di Amaya riteneva che era più coerente starsene li senza creare ulteriori scompigli, non ci teneva più di tanto a dare spiegazioni.. e le seccava darle se glile l'avessero chieste. Sapeva fin troppo bene che sua sorella e gli altri  avrebbero fatto domande . Per  evitare tutto ciò, Amaya aveva deciso di partire per qualche tempo,per alcuni scavi,  presso il regno di Rozaria.
Nei territori rozariani Amaya era sempre ben accolta ed Al-Cid aveva sempre un occhio di riguardo nei suoi confronti, ciò nonostante Amaya si poneva nei suoi confronti in maniera fredda e distante, e per pochi frangenti la principessa che era in lei usciva fuori.
Al-Cid la trovava superba, divina... parola che doveva far attenzione ad usare se non voleva suscitare le ire delle sua ospite. L'uomo sapeva bene, quale carattere si ritrovava ad avere la sua amica.
Anche durante la visita di quest'ultima Al-Cid le chiese cosa avesse intenzione di fare se presentarsi o meno alla cerimonia di restaurazione, ma ogni volta la ragazza rimaneva sempre sul vago, ostile in ogni modo a Dalmasca.
-Si direbbe che l'astio che provi ancora non accenna a diminuire?- Le chiese l'uomo, ma Amaya gli lanciò un' occhiata infastidita e con una certa irritazione, gli rispose che aveva i suoi buoni motivi.
-Non è semplice... non è come prima... non ho nulla che mi lega a quella gente.. -
-Sempre su questi toni? Andiamo, principessa... lo sai bene che l'unico motivo che ti impedisce di prendere una decisione è l'orgoglio, ma lo sai pure tu. Miete più vittime l'orgoglio che la spada.-  Disse l'uomo guardando la ragazza.
Al-Cid aveva centrato in pieno la questione, senza tante parole la ragazza rimase silenziosa dando le spalle al nobile rozariano.. non sapeva cosa dirgli... per la prima volta non sapeva cosa fare.
Non temeva sua sorella temeva ben altri. Aveva tenuto per sè un ultimo segreto solo in tre ne erano a conoscenza: lei, Halim e Al-Cid.
Il nobile principe rozariano il segreto della sua amica, aveva giurato sul suo nome di non proferire parola alcuna con nessuno su tale faccenda. Gli unici motivi per cui Amaya e Al-Cid si incontravano erano per visita di cortesia , per chiedere consigli o pareri.
La donna salutò il nobile amico prima di fare rotta verso Buhjerba, la visita non aveva sortito gli aspetti sperati e Amaya aveva sempre più dubbi al riguardo. La verità è che aveva paura di incrociare lo sguardo di lui.. dal quale era fuggita... ci sarebbe stato anche lui alla cerimonia di restaurazione, aveva paura di affrontarlo e di confessargli il sui segreti.
La principessa aveva pregato suo zio e il principe Al-Cid di non rivelare mai l'esistenza dei due principi... li aveva affidati alle cure dei due uomini affinchè crescessero come gente del loro rango, fra i migliori.
Lei che figlia di nessuno, figlia del deserto Dalmasca, figlia delle sabbie e del vento... il suo carattere e la sua bellezza superba degna del deserto... la facevano subito distinguere per il suo nobile lignaggio.
Non si considerava nessuno.. soltanto se stessa.
.

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Capitolo 2
*** Relazioni\Passato ***


Relazioni passato 

Da un anno a questa parte la sua vita trascorreva felice, in quella che era ormai la sua nuova casa.
Spesso e volentieri partiva per vari viaggi in giro per Ivalice, Halim non poteva protestare per le sue decisioni cosi improvvise.
Il marchese Ondore IV più di una volta si era mostrato ostile , rimproverando la ragazza, un simile comportamento non si a diceva ad una del suo rango. Ma Amaya dava sempre dimostrazione di non curarsene di quei rimproveri.
La nobiltà non faceva per lei, puro spirito libero. La ragazza fissava ancora il cielo quando vide arrivare suo zio Halim che con passo lento e fermo, le si avvicinò, Amaya si voltò ad osservarlo.
L'huma presentava un espressione severa, ma allo stesso tempo pensierosa.
La giovane principessa capì subito per quale motivo il marchese era lì; voleva farla ragionare... ricordarle  i suoi doveri.

-Sei venuto per propinarmi di nuovo le tue prediche? Non servono a nulla. - Tagliò a corto la ragazza abbastanza seccata.
-Quella che diverrà regina è tua sorella... possibile che non ti importi nulla? Dovresti essere grata a mio fratello per averti accolta... e.- Ma prima che Halim potesse continuare, la sua adorata nipote lo interruppe e visivamente infastidita gli ricordò, che lei il suo debito con la famiglia reale di Dalmasca l'aveva ripagato. E che per tanto ora lei era libera da ogni vincolo nei confronti della famiglia reale.
-Il mio debito l'ho ripagato... no, zio Halim?! Dopo tutto era quello il motivo per cui sono venuta al mondo? Quindi non venirmi a dire che ho ancora debiti nei confronti di quelli di Dalmasca, quelli che tu chiami "famiglia".
Disse duramente la ragazza tornando a guadare il paesaggio, evitando accuratamente di guardare il volto di suo zio contorcersi in un'espressione amareggiata. Halim non continuò il discorso, piuttosto le chiese se era per via di Rasler e Noah se non voleva partecipare.
La ragazza si voltò di scatto fulminando con lo sguardo il marchese, che comprese qual'erano le vere motivazioni che spingevano Amaya a non voler partecipare alla cerimonia di restaurazione.
-Temete di poter incontrare lui?- Domandò Halim con calma.
Amaya non rispose, emise solo un sospiro, in merito a quell' argomentazione voleva evitarla a tutti i costi, ma sapeva che riguardo in merito a quella cosa,  suo zio si mostrava irremovibile. Volendo o no si trovava costretta ad affrontare quel argomento che più di una volta lei evitava di prendere in considerazione.
-Si...è per quello.. che non mi va. Sai bene cosa mi ha spinto a venire qui.-
-Potevi scegliere se rimanere a Rabanastre o ad Archades.. perchè non hai scelto una delle due?- Le chiese l'huma inarcando un sopracciglio ma la principessa le rispose che sia Rabanastre che Archades non avevano più nulla da offrirle.

-Non mi appartengono più.. non voglio più pensare al passato ma concentrarmi solo sul presente e sul futuro.  Sia Rabanastre che Archades rappresentano il passato, chi ero e cosa sono stata, ma adesso sono un'altra persona..-
-Sei troppo drastica... mi chiedo se non sia stato  quel giudice archadiano a renderti così, anche da piccola spesso e volentieri ti impuntavi ma eri sempre molto flessibile, non eri cosi marziale... -
Amaya si sentì leggermente infastidita dal quel commento, rispose che il giudice Gabranth non l'aveva per nessun motivo influenzata. -Gabranth... non c'entra nulla... siete pregato di non nominare più quel nome.-
Ma Ondore notò che la ragazza sembrava  rattristata  ogni volta che  sentiva pronunciare il nome del giudice archadiano, si domandò che cosa avesse. Più di una volta l'uomo voleva sapere cosa realmente fosse successo tra la ragazza e quel giudice, ma ogni volta Amaya si chiudeva in se stessa.
Il marchesa sapeva solo che sua nipote era stata sotto la protezione di quel giudice archardiano. Di lui però sapeva quasi nulla, l'unica cosa che era riuscito a sapere dai suoi informatori  e che lui era al comando della nona divisone, sezione in cui vi era la raccolta e la manipolazione delle informazioni.
Più di ogni altro giudice, Gabranth era uno dei pochi, se non il solo a ricevere e svolgere incarichi dietro le quinte visto la sua alta competenza rispetto a tutti gli altri. Lo stesso imperatore Gramis riponeva totale fiducia in lui.
Ondore sapeva ben poco su quel personaggio, 
ma dopo la caduta di Bahamut  sui cieli di Rabanastre, aveva scoperto qualche tempo dopo la verità, su chi era in realtà il giudice... il vero assassino di Ramisas.

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Capitolo 3
*** Messaggeri ***


Erano da poco passati alcuni giorni dalla invio degli inviti per la cerimonia di restaurazione del regno di Dalmasca, Lady Ashe aveva ricevuto risposte da tutti, mancava meno di un mese per la cerimonia e ognuno a corte si dava gran da fare per far riuscire quell'evento al meglio.
Dopo tanto tempo Dalmsaca era al centro del'l'attenzione ma sta volta in positivo. Sta volata nessuno si sarebbe perso quell'occasione cosi proficua, gli invitati erano tantissimi, proveniente da ogni parte di Ivalice.
Lo stesso imperatore Larsa ed altre persone che avevano aiutato Lady Ashe a liberare Dalmasca erano giunte nella capitale dalmasca. Non mancava nessuno, c'è chi avrebbe tardato ma nessuno di sicuro avrebbe il ben che minimo saltato quell'evento.
L'unico a non aver ancora risposto all'invito della principessa era il marchese Ondore, non aveva fatto sapere nulla, solo che cerano alcuni problemi che avevano rinviato la risposta se venire o meno.
Ashe si era un pò preoccupata senza Ondore non si sarebbe potuta svolgere la cerimonia di incoronazione, ma c'era ancora tempo prima di disperarsi.
Non sapendo come suo zio Halim stesse ritardando nel dare una risposta, la giovane principessa decise di chiedere consiglio su da farsi.
Tutti i suoi più cari amici furono fatti convocare, all'appello mancava ancora qualcuno, Vaan e Penelo furono i primi ad arrivare chiedendosi come mai la loro amata regina li aveva fatti chiamare tempestivamente.
Lo stesso giovane imperatore archadiano fu fatto scomodare per farlo precipitare la, tra le stanze private della regina. Il giovane Larsa con al seguito il suo fidato giudice giunse di fretta alla notizia della convocazione.
Tutti avevano un aria inquieta e preoccupata, lo stesso giudice Gabranth sembrava fremere e non essere tranquillo, pensava che qualcuno stesse procedendo di boicottare quel grande evento, deciso come era a non permettere a nessuno di rovinare tale progetto.
L'immensa stanza in cui erano stati convocati si trovava nella parte nord-est del castello, la terrazza della stanza dava un splendido spettacolo, sui giardini reali e sull'intera città di Rabanaste.
La stanza si presentava arredata abbastanza spartana rispetto a tutte le altre sontuose stanze, dove ogni affresco o arredo risplendevano di gloria dalmasca. Quel ultima stanza anche se sparta era molto semplice e sobria cosi come la principessa Ashe, rispecchiando in pieno i suoi gusti personali.
Non c'erano eccessi se non dei fiori e qualche mobile finemente decorato, quel giusto che dava vivacità all'intero ambiente.
Vaan e Penelo sedevano su due poltrone in legno d'ebano con cuscini color sabbia ricamati con arabeschi color fumo, il giovane Larsa si era invece avvicinato alla terrazza appena qualche passo fuori dalla stanza da cui regnava un ottima visuale.
Il giudice si era tolto il pesante elmo delle sua corazza poggiando sul tavolo, seguendo con lo sguardo il suo giovane padrone. Si ricordava ogni stanza dei quel sontuoso palazzo anche quella stanza anche se a ben si ricordasse, non era della principessa ma di altro membro della vecchia famiglia reale, si sorprese di essere stato convocato li.
L'uomo si guardo bene in torno, fin che non scorse su una parete della stanza il quadro della principessa Ondine.. di cui si erano perse le tracce. Fisso ancora una volta quel quadro, fin che la voce di una donna non gli fece girare il volto verso l'ingresso della stanza.
Lady Ashe sostava sul ingresso, un espressione serena dipinta sul volto eppure si poteva notare nel suo sguardo qualcosa di angoscia, il giudice non perse tempo e chiese alla sua signora per quale motivo li aveva datti convocare.
-Mia signora qual'è il motivo per cui ci avete fatto convocare?... temete qualche sabotaggio?- Chiese il giudice con voce rocca mentre la principessa scosse la testa.
-No non sembrano esserci problemi di questo tipo... il problema è di tutt'altra natura.-
-Allora qual'è chiese?- Chiese Vaan incuriosito.
-IL marchese Ondore non ha ancora fatto sapere una risposta concreta- Disse la principessa tagliando a corto.-Senza di lui non si può procedere per l'incoronazione... da generazioni che incoronano il successore al trono.-
-Non dovete preoccuparvi lady Ashe tutto si risolverà- La voce dolce di Penelo cercò di tirar su di morale la giovane regina.
Larsa rientrando dalla terrazza ed ascoltando i discorsi della principessa, propose di andare dal marchese Ondore per accertarsi dei motivi della sua non risposta.
-Se volete Lady Ashe potrei mandare qualcuno dal marchese Ondore per avere una risposta-
-Vorrei andarci io personalmente,ma i miei obblighi me lo impediscono. Ho fatto mandare vari messaggeri a Buijerba presso di lui, ma hanno tutti recapitato la stessa risposta.-
Ashe sembrava fin troppo preoccupata, era davvero inspiegabile un comportamento del genere da parte del marchese. 
Il giudice archadiano  chiedendo il permesso di parlare a Larsa, si propose di andare egli stesso da Ondore a verificare con i suoi occhi la situazione in cui versava.
-Non potete Basch non siete più al mio servizio... poi il vostro compito è quello di proteggere Larsa, penserò a mandare qualche cavaliere dell'ordine.- Protesto la giovane Ashe, ma Larsa la tranquillizzo, dicendole di non preoccuparsi.
-Non preoccupatevi Lady Ashe, Gabranth sa fare il suo dovere, non correrò nessun pericolo se sono qui.. con me c'è anche il giudice Zargabaath-
Ashe sembrava abbastanza dubbiosa, non voleva assolute creare fastidi, non ci volle però molto a convincerla. Detto ciò Basch fece un inchino, mentre la Lady Ashe fece preparare una aereonave e un messaggio da recapitare al Marchese Ondore IV una volta arrivato a Buijerba.

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Capitolo 4
*** Casualità ***



Al palazzo del governatore di Buhijerba stava accadendo il finimondo, sua eccellenza il marchese Ondore IV stava imprecando quanto fin quanto fosse innominabile, la principessa Amaya era scomparsa... non aveva lasciato nulla.
Il marchese non se ne riusciva a capacitare, inutili erano i suoi rimproveri, e dire che da piccolina pur quanto fosse ribelle riusciva ad avere una buona condotta, una di quelle che si richiedevano al suo rango. Ma da un anno a questa parte era diventata intrattabile, testa dura tanto che il marchese sentiva di non avere più nessuno autorità su di lei, ed infatti era così.
Amaya non accettava compromessi,non si piegava difronte a niente, era selvaggia ed indomita... della principessa tutta composta vi restava poco o nulla.
Ma vent'anni di educazioni e di abitudini non si potevano buttare al vento così per nulla, la ragazza lo sapeva, e tendeva a comportarsi come le avevano insegnato...ma ciò sempre fin nei limiti della sopportazione. Quando Amaya avvertiva una sensazione di soffocamento ecco che scappava, fuggiva lontano anche per lunghi periodi senza avvisare.
Ondore ora mai rischiava di diventare pazzo.. e i suoi sproloqui non servivano a niente.
La nipote era scappata via, aveva puntato verso Nord, verso i territori archadiani... che lei conosceva bene come quelli dalmaschi. Nessuno sapeva dove si sarebbe rifugiata, ma il marchese aveva un idea al riguardo, solo che non si trovava nella posizione di allontanarsi, a Rabanastre avevano bisogno del suo ruolo di predicatore Kiltiano... aveva anche però bisogno della presenza di Amaya lei era fondamentale.
Per poco il patto non era stato rotto,  e la cerimonia di Restaurazione rappresentava una situazione propizia per rafforzare  ancor di più il patto con gli dei, ma anche per sancirne uno nuovo di quello avvenuto secoli prima.
Ondore era nel suo immenso studio ancora intento ad imprecare quando un soldato della sua scorta posta di guardia d'avanti alla sua stanza entro di fretta e furia, recando una notizia. Il marchese quasi non si scaglio sulla guardia, ma trattenne la sua rabbia cercando di avere un comportamento calmo e disteso ma era al quanto impossibile dal tono della sua voce, si intuiva una leggera vena di rabbia... scorrere dentro.
-A cosa devo tutta sta furia? Le ricordo il contegno... e chi vi sta di fronte.- Il tono austro del marchese risuonò per tutta la stanza, mentre la guardi imbarazzata dal rimprovero subito, cercò subito di riprendersi da quel rimprovero per riferire l'importante notizia.
-Mio signore, sono venuta ad avvisarla... e appena arrivato un messaggero da Rabanastre. Costui e il giudice Gabranth... è venuto qui a recare un messaggio.- L'uomo era quasi terrorizzato si aspettava una reazione rabbiosa del Marchese,ma non ci fu nulla.
Halim sentendo la notizia gli si era ghiacciato il sangue nelle vene, anche se sapeva che sotto la corazza vi era Basch... ma non poteva fare a meno di ricollegarlo all'assassino di suo fratello.
Provava nei confronti di quell'uomo un odio esasperato, che però celava sotto i suoi modi di fare e la sua espressione sempre calma.Odiava Noah ed odiava Basch ne se non fosse stato per Raminas si sarebbe opposto all'unione con sua nipote, non avrebbe permesso a quell'uomo e al suo gemello di allungare ne le mani, ne un solo dito sulla principessa.
Lo riteneva l'unico responsabile dell'infelicità della sua diletta nipote, se quell'uomo non avesse intrecciato il suo destino con quello della ragazza, adesso le cose sarebbero andate diversamente... ma loro si erano permessi di infangare la purezza di un essere che non era loro pari.
L'unica cosa che lo rincuorava erano Rasler e Noah... solo loro due lo placavano dal commettere un errore. I due erano stati un vero dono del cielo, un miracolo... al quale si inchinava, ogni volta che li incontrava. Era la cosa più pura che avesse mai visto, vedeva in loro la grandezza della loro madre... e non poteva fare altro che amarli.
Ma alla notizia dell'arrivo del giudice, Halim intui che forse sua nipote era scomparsa per non farsi trovare, per non vedere lui... ma il nobile huma si chiese quanto ancora avrebbe potuto tenere nascosto la presenza di sua nipote al resto del mondo. Si sentiva in debito verso Ashe, non era giusto che non sapesse nulla... ma egli stesso come uomo e discendente della stirpe reale, e in quanto a predicatore Kiltiano si era promesso a mantenere le volontà di Amaya.
La sua parole era legge che andava rispettata, ne lui coi i sui doveri di marchese o di governatore poteva essere farci nulla, poteva rimproverarla, obbiettare... ma era tenuto a mantenere fede al suo giuramento. Amaya non era semplicemente sua nipote era molto di più.
La stessa Lady Ashe alla presenza di Amaya avrebbe dovuto chiare il capo, ammettendo pubblicamente l'importanza che Amaya rivestiva.. lei era fondamentale per tutti.
Halim chiese alla guardia di essere lasciato solo per un attimo, in modo da ricomporsi come il suo rango voleva. Basch dopo qualche ora di viaggio a bordo di una nave imperiale scese a terra, li all'aerodromo, trovo subito ad aspettarlo uno dei servitori del marchese che lo attendeva.
Il giudice non si stupi dell'accoglienza, ad ogni passo che faceva osservava attentamente ciò che lo circondava, era passato tanto tempo... dall'ultima volta che aveva messo piede nella residenza personale del marchese. Il soldato sapeva bene che Ondore non lo vedeva di buon occhio dato quello che era avvenuto... la sua faccia gli ricordava troppo quella dell'assassino di suo fratello.
Lo vedeva come lo guardava, con la cosa nell'occhio, con lo sguardo di chi non accetta di buon grado la sua presenza.

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Capitolo 5
*** Questioni a confronto ***





Dimenticare il passato non si poteva. Un tempo il giudice Gabranth era il capitano più amato dell'Ordine dalmasco, e fra i tanti nobili faceva capo solo al re.. dei sui superiori era sempre rispettoso.
Ma nonostante tutto, molte persone lo invidiavano, invidiavano la fiducia cieca che Raminas riponeva in lui, avrebbero dato qualsiasi cosa per essere al suo posto. Non solo godeva della piena fiducia del sovrano Basch era anche ammirato dal popolo, che lo acclamava come suo paladino.
Ma di quella persona ora mai non c'era rimasta più traccia, ora il nome di Basch era affibbiato al nome di un traditore, ad un infame... Anche dimostrando la sua effettiva innocenza nessuno avrebbe avuto più nessuna credibilità.
Ora Basch aveva una nuova vita, sia pure fatta di continua menzogna, portava alto il nome di suo fratello di cui ne rimaneva solo il ricordo ed una vana promessa. Chi sa quanto ancora avrebbe dovuto fingere, si chiedeva tra se il giudice.
Buijerba scatenava in lui tutta una serie di ricordi, l'incontro con sua altezza Lady Ashe, il frammento di Crepuscolo... e il Giudice Ghis.
Ma erano passati quasi 3 anni e nessuno sembrava più ricordarsi quei nomi, non si pensava più alla guerra che era successo. Sembra che il giorno precedente tutto imperversava nel caos e nella confusione, nell'inquietudine dell'incertezza dell'animo della gente, mente adesso sembrava tutto tranquillo come era sempre stato.
Basch notava a differenza di molti, che tutto era cambiato, non c'erano più il re di Dalmasca o l'imperatore di Archadia, non c'erano più cerano solo una giovane regina l'ultima della sua famiglia, e un ragazzo poco più che adolescente attirare le fila dell'impero.
Era così assurdo che dei ruoli così importanti dovessero gravare su due persone così giovani. Ma Basch lo sapeva, dall'altro della sua età aveva visto tante cose, molte più di chiunque altro conoscesse.
Conosceva la fame che portava la povertà, il lusso e la gloria dei nobili, conosceva la disperazione di un prigioniero e il torto subito di un innocente ingiustamente condannato.
Conosceva la vergogna dell'infamia, conosceva la menzogna in cui era costretto a vivere, conosceva la prigionia di un nome, di una vita ed di un ruolo che non gli appartenevano. Conosceva tante cose e tante costrizioni a cui lui sotto stava... ma non conosceva il significato di essere liberi, di non sottostare a nessuna legge o a nessuno.
Liberi di decidere del proprio destino. L'huma era immerso nei sui pensieri.
Sapeva già cosa dire, ma era preoccupato temeva che il marchese non gli avrebbe dato alcuna risposta. S'interrogava chiedendosi cos'è che impedisse ad Ondore IV di rispondere a sua nipote... temeva qualche cosa.
Il suo istinto di guerriero gli suggeriva che dove indagare, con qualsiasi mezzo avesse a sua disposizioni, scoprire e trovare delle risposte a quella cosa.
Ondore scrutava attentamente Basch, come se volesse conoscere cosa stesse pensando, ma il pesante elmo di Mithrill nascondeva il volto del giudice.

Erano passati tanti mesi dall'ultima volta che il marchese Ondore avesse a che fare con giudice che gli stava difronte e con il giovane imperatore archadiano, poco più che un ragazzino sull'affacciarsi dell'adolescenza. Buijerba era terra neutrale, Halim se lo ricordava... sempre ma ogni volta in cuor suo desiderava che almeno una volta quella terra fosse territorio dalmasco.
Dopo la caduta dell'impero e la proclamazione della pace, il marchese era stato raggiunto da sua nipote sulla sua aereonave, la Liberia, per raccontargli tutto quello che era successo e come stavano le cose.
Halim aveva veduto con i suoi occhi il corpo senza vita del giudice, si era impressionato e meravigliato allo stesso tempo.
Giaceva la d'avanti ai suoi occhi un uomo identico allo stesso Basch, eppure il cavaliere stava vicino al corpo in piedi quasi a voler testimoniare che lui era innocente e doveva essere creduto.
Ma alla domanda di Ondore su chi fosse costui, Basch lo guardo per un attimo, poi abbassando lo sguardo e con un tono di voce molto amareggiato rispose.-Lui è mio fratello Noah.-
Non riusciva a credere che quello fosse l'assassino di suo fratello.. non chiese altro , fisso quel corpo immobile per qualche momento chiuso in un silenzio che tralasciava passare ogni suo pensiero denso di amarezza e rancore, poi si volto freddamente voltandogli le spalle.
La sua anima sussulto lanciando un grido di dolore dentro di se, Amaya riusciva a sentire il suo grido, nascosta come era sulla nave, impercettibile a gli occhi chiunque.
La stessa scena sembro prendere vita di nuovo d'avanti ai suoi occhi mentre, scrutava il giudice che paziente aspettava una risposta dal nobile marchese.
Ondore si sentiva in trappola non sapeva cosa fare, non poteva far sapere di Amaya, ne di Rasler ne di Noah... sapeva che Ashe aveva diritto a conoscerli, ma li avrebbe provveduto lui stesso a  presentati personalmente alla regina appena ne avrebbe avuto l'occasione. Fisso il Giudice Magister nuovamente chiedendogli per quale motivo fosse venuto e qual era il messaggio che portava e da parte di chi.
-Cosa vi ha spinto a venire qui... Giudice Gabranth?-
Il giudice fece un passa avanti e prendendo dalla borsa che portava con se estrasse una pergamena avvolta e gliela porse.
-Non sono investe di giudice...marchese. Sono qui in veste di messaggero, per consegnarvi un messaggio da parte di vostra nipote sua altezza Lady Ashe.-
Ondore avanzo di qualche passo, prese la pergamena arrotolata che il giudice archadiano gli porgeva, infranse il sigillo in cera lacca, mentre con una mano apriva lentamente la pergamena, intanto il giudice Gabranth gli spiego la situazione e ciò che la pergamena contenesse.
-Lady Ashe è molto preoccupata, teme che non veniate alla festa di Restaurazione... vi ricordo che voi siete una figura fondamentale. La principessa mi ha mandato qui in veste di messaggero a finchè possiate dirmi le ragioni per cui non avete dato una risposta definitiva, al suo invito.-
Il marchese lesse tutto il messaggio che sua nipote la principessa di Dalmasca gli aveva mandato, non sapeva che rispondere è aveva fatto una faccia perplessa, quasi incredula. Basch guardo il marchese e la faccia che fecce appena lesse i messaggio di sua altezza.
 

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Capitolo 6
*** Motivazioni ***



L'ex paladino di Dalmasca teneva puntato la faccia del marchese Ondore, che da incredula divenne quasi cupa... Basch sapeva bene cosa significava, qualcosa frenava il marchese dal dare subito una risposta all'invito di sulla altezza.
Non sapeva di cosa si trattasse con precisione quel qualcosa che aveva inavvertitamente notato, ma aveva il vago sospetto che dovesse trattarsi qualcosa di grosso.
Il giudice non potè chiedere nulla, se nò sarebbe stato come scoprire le sue carte, per tanto si limito solo a tenere doccio il nobile.
Halim non aveva più scusanti, con quell'invito che aveva ricevuto sua altezza Lady Ashe gli ordinava a raggiungerla a Rabanastre per la cerimonia di restaurazione. Il marchese sapeva bene quanto era difficile declinare un invito come quello, che era quasi un ordine, sapeva anche quando fosse indispensabile la sua figura alla cerimonia e il ruolo che ne ricopriva... ma non poteva andare a dire a sua nipote che il motivo per cui tanto tentennava era Amaya.
Se Ashe avesse saputo... di certo l'avrebbe presa molto male, Halim aveva fatto una promessa ad Amaya promessa che più che altro un giuramento... ma il cuore del marchese, era più umano del predicatore kiltiano che era lui. Ashelia doveva sapere le ragioni per cui lui si tratteneva dal dare una risposta.
Ondore chiese hai sui assistenti che gli fosse portata della carta da lettere e dell'inchiostro, annunciando così di voler rispondere alla missiva di sua nipote Lady Ashe. Il giudice archadiano chiese cosa volesse gli rispondere a sua altezza ,la principessa, il governatore dell'isola gli rispose che non era affar suo.
- Sto scrivendo a mia nipote, sua altezza Lady Ashe le motivazioni che  lei stessa vi ha mandato a cercare fin qui.-
-Sua maestà Lady Ashe mi ha mandato qui per sapere se intendete venire o no alla cerimonia di restaurazione, ricordandovi che siete una figura fondamentale-
-Su via giudice Gabranth... sono meglio di voi, quali sono i miei doveri verso la famiglia reale...e quali verso la chiesa kiltiana.-
Il marchese squadro dalla testa ai piedi il giudice, che in quel momento si tolse il pesante elmo in mithriil, rivelando il suo bellissimo volto che per molti era il volto di un traditore.
Molto spesso nei suoi incarichi, Basch indossava quasi sempre l'elmo nascondendo così il suo volto alla vista di chiunque, solo a palazzo e nelle poche occasioni il giudice si toglieva l'elmo. Da quando era stato invitato a Rabanastre per la cerimonia di restaurazione del regno insieme a Lord Larsa, il giudice aveva  sempre portato il'elmo per non mostrare mai il suo volto.
Eppure Basch sapeva che agli occhi di tutti con quell'armatura appariva un altro, la sua stessa voce sembrava venir modificata dal elmo inquietante.
Quella era la sua unica difesa a gli occhi del popolo dalmasco e dell'intera Ivalice.
Mentre la punta del calamaio lentamente tracciava linee e solchi neri armoniosi tra loro, la penna ondeggiava flessuosa assecondando i rapidi movimenti della mano che si muoveva su carta. Rivelando cosi una scrittura sottile e rapida, senza fronzoli di alcuna maniera, Basch poteva solo lontanamente immaginare.
Halim aveva deciso di dire la verità in quel messaggio, aveva scritto delle brevi righe contenenti tutta la verità. Il marchese si era fatto portare il suo sigillo e la cera lacca. Firmato il messaggio aveva chiamato il giudice e gli aveva consegnato la missiva, guardandolo con una certa freddezza.
Ondore non poteva sopportare quell'uomo e quello che gli ricordava, ne voleva far sapere a sua nipote della venuta di un cosi simile individuo. Ringraziò gli dei se la sua amata nipote aveva avuto l'accortezza di non farsi trovare in quel momento, se fosse saltato fuori non avrebbe avuto nessuna scusa per giustificare le domande che il giudice gli avrebbe posto.
L'huma era solo seccato del comportamento della ragazza che non riteneva al quanto decoroso per una del suo rango, da quando aveva lasciato la corte Amaya siera inselvatichita, diventando molto più ribelle.
Per il marchese era una fatica farsi rispettare da quella ragazza dai modi bruschi e poco consoni a quelli che lui era abituato. Già sapeva che quando sarebbe ritornata lei e lui avrebbero dovuto fare una discussione a quattro occhi, ma per adesso quello non era il caso aveva ben altro di cui occuparsi.
Halim non vedeva l'ora di far andare via il giudice dal suo palazzo, non tollerava più che quel individuo stesse un secondo di più nel suo palazzo, voleva che se tornasse da dove n'era venuto, non prima di aver consegnato il messaggio per cui era li.
Il marche non osò pensare che cosa sarebbe potuto succedere se il giudice si fosse fermato più del dovuto li, non gli avrebbe mai permesso di avvicinarsi ad Amaya chiunque egli 

sarebbe stato. Non gli avrebbe permesso di commettere un sacrilegio.

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Capitolo 7
*** Isole natie ***


Era un giorno di noi come tutti gli altri, Fran stava stravacata sul divano mentre vide  Balthier entrare d'un tratto spalancando la porta del soggiorno, aveva un espressione abbastanza sorpresa come se aspettasse l'arrivo di qualcosa.
Tirò in dietro una sedia di mogano dal tavolo in ebano finemente intarsiato, con alcuni intararsi in bronzo, buttò la borsa in cuoi sul tavolo, dopo di che si sedette per controllare le missive contenute nella borsa. Tra le varie lettere e buste conteneva la sacca l'aviopirata estrasse una busta finemente decorata  la cui grana era molto fine, recante il sigillo reale dalmasca.
Improvvisamente  il volto del ragazzo si illumino, estrasse dalla borsa un coltello da caccia con la lama tutta decorata con squisite incisioni di strani animali intrecciati a strani arabeschi, e con molta delicatezza staccò il sigillo posto sul ripiegamento della lettera.
Fran che era seduta drizzò la schiena, avvicinandosi sinousamente vicino al pirata domandandogli cosa fosse quella lettera, sul volto del huma comparve un ghigno ed in preda all'euforia spiegò alla sua compagna che l'invito era stata mandato dalla futura regina  dalmasca in persona.

-Ma cosa abbiamo qui... un invito di sua maestà- disse con soddisfazione il ragazzo.

-Non credevo che Lady Ashe se ne sarebbe ricordata... uno Don Giovanni come te- rispose con un tono di voce la viera senza tradire la minima emozione.

-Fran non essere così... inizio a pensare che la tua sia gelosia.- rispose il pirata .

-... è una frase che ho già sentito parecchie vole Balthier.- gli rispose a tono la splendida viera senza scomporsi più di tanto.

Anche se sembrava calmissima Fran sott sotto sapeva provare forti emozioni che in contrasto con la sua natura di viera, non amava mostrare. Ora mai ci era abituata al modo di fare lo spaccone di Balthier ma tutto aveva un limite alle volte.
Non erano state poche le volte in cui Fran, aveva dimostrato di essere leggermente infastidita, era successo più spesso quando aveva conosciuto la principessa Ashe. La taciturna viera vedeva con quali occhi il giovane uomo guardava la principessa, e questo ogni volta che poteva.
Ma Fran non era solo la calma e taciturna viera anche lei come ogni donna aveva un lato provocante e malizioso, e più di una volta si era trovata a tirarsela un po'... e fare i capricci.
Questo succedeva però solo quando lei e Balthier erano abbastanza in intimità o c'erano con loro dei vecchi amici, se no mai la viera avrebbe mai fanno notare il suo carattere più estroso.
Per tanti versi, molti definivano Fran la classica viera dalla bellezza irraggiungibile ma allo stesso tempo la denigravano per il suo carattere freddo e perennemente annoiato... e non snob come il suo compagno che era considerato tanto eccentrico quanto buffone. 
Lui era il leading men... ma a quelle buffonate, Fran preferiva girare il naso altrove, faceva bene a dire che era ancora un bambino, troppo cresciuto in fretta da non assaporare la sua infanzia piena di spensieratezza.
Era una coppia abbastanza singolare, ben assortita tanto che spesso qualcuno si chiedeva se ci fosse del tenero tra i due, che incuranti delle voci lasciavano che gli altri immaginassero quello che volevano, finche quello non avesse impedito loro di andare d'accordo.
Insomma una viera ed un huma aviopirati, se ne vedevano pochi in giro cosi. 
Fran si andò a sedere sulla sedia ,vicino a quella del ragazzo, incrocio le sue lunghe e sinuose gambe mentre appoggiò una mano alla spalliera della sedia, mentre con l'altra l'appoggiò al tavolo, osservando l'aviopirata aprire la delicata busta. 

 Ai cari Balthier e Fran,
per me è un piacere scrivervi visto l'ultima volta che ci siamo visti e l'occasione a Lemures... è passato così tanto tempo.
A partire da un  anno a questa parte... quando ci salutammo sulla Lyberia vi dissi che Dalmasca avrebbe per sempre avuto un debito nei vostri riguardi e che la porta per voi sarebbe sempre stata aperta a discapito di chi possa pensare male...
Tra poche settimane ufficiosamente sarò incoronata regina e vorrei tanto che  voi presenziasse a quest evento.
Carissimi amici... è per me un piacere invitarvi alla cerimonia di incoronazione e restaurazione del mio regno.

Lady Ashe.

Ps: Balthier spero che terrai un comportamento consono ad un gentiluomo per una volta tanto, e non quel classico modo che hai di fare.....


L'ultima nota della lettera non piacque molto al avioprata che si ritenne offeso, me Fran si lascio scappare un sorriso sulle labbra, aggiungendo maliziosamente che quella ragazza aveva capito bene come prenderlo.

-Andiamo Balthier... quella ragazza ora mai ti ha capito con questo saliamo a tre- 

-Perchè nessuno mi capisce...- sbuffo il ragazzo posando la lettera sul tavolo.

-Quand'è che deciderai di crescere?- chiese la viera inarcando un sopracciglio.
 
-Mi reputi come Vaan?!- Chiese quasi seccato il ragazzo.

-Tu e lui siete molto simili... entrambi scappate da quella che è la realtà, solo che tu ancora adesso continui a fuggire... come lei?-  disse la viera guardandosi un attimo intorno come se avesse fiutato qualcosa. 

Nell'aria si riusciva a sentire un leggero odore dolciastro, come di vaniglia o cocco, misto a fiori d'arancio... l'odore era appena percettibile ma di sicuro inconfondibile.
Era un qualcosa di strano, anche il Mystes sembrava diverso più freddo, Fran scatto in piedi mentre Balthier dietro di lei le chiedeva cosa le prendeva.
Huma segui lo sguardo della viera che sembrava indicare una direzione, Balthier uscì dal suo nascondiglio per vedere cosa stesse accadendo fuori. Fran indicò una figura esile e longilinea girata di spalle intenta a fissare il cielo a gli occhi dell'aviopirata risalto subito a chi apparteneva quella figura.
Non la vedeva da tanto, non gli pareva di esser vero eppure lei era li, con la sua figura eterea e senza peso come se fosse un gradino al disopra di tutti.
Il ragazzo si avvicino piano piano pensando che ciò che vedeva potesse essere un'allucinazione giocata dal Mystes ma non era così. Avvicinandosi la figura della ragazza acquistava sempre più spessore, la trovava parecchio cambiata.
Balthier sparo una delle sue solite  battute.

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Capitolo 8
*** C'era una volta... principessa ***




-C'era una volta.. una giovane principessa ribelle, dall'animo indomito e selvaggio... che nemmeno le regole di corte potevano trattenerla. La giovane principessa si sentiva soffocare.... ed un giorno quando la guerra scoppio nel suo regno, la giovane colse l'occasione e fuggi via come il vento.
La giovane principessa disperata... non sapeva cosa fare. Ma su subito tutto gli fu chiaro... finalmente aveva la possibilità di essere libera... cambiò 
nome, rinnegò il suo passato e si buttò subito in una nuova avventura. Ma... aimè la  guerra la raggiunse e la coinvolse di nuovo... stavolta la giovane... non fuggì, affrontò i suoi nemici, riportando così la pace nel suo regno. Ma cosa ne sarebbe stata della sua vita se sarebbe tornata ad essere prigioniera in un ruolo che non l'era gradito? Si domandò la giovane principessa... preoccupata.
Che cosa ne sarà di me?!... si chiese ancora una volta... e prima che qualcuno dei suoi vecchi amici potesse raggiungerla... la principessa spari!-
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-Allora ti è piaciuta la storia...?- chiese una voce maschile, rivolgendosi alla figura Amaya girata di spalle.
Quella voce sembrava leggermente irritare la ragazza, come se fosse fatto a posta. Quel tono abbastanza compiaciuto, come se mirasse a punzecchiarla.
Il giovane uomo la osservò attentante la ragazza,  era molto sorpreso nel vederla. E si era ancor più meravigliato quando se l'era vista comparire così dal nulla. L'huma si chiese come avesse fatto, ma conoscendo bene la ragazza sapeva che non gli l'avrebbe mai detto.
-Vuoi smetterla Balthier...piantala- Disse irritata Amaya intenta ad  osservare l'orizzonte, come se facendo così in qualche modo potesse avere qualche risposta.
-Principessa... cosa c'è? Non vi piace la mia storia?... sai non mi aspettavo una tua visita. Potevi avvisare, a palazzo non ti hanno insegnato ad avvisare... ?? Sei sparita per più di un anno...senza dire nulla, ed ora piombi qui....- Disse Balthier scrollando la testa.
-Non sei di certo un esempio di bon-ton anche tu...-
-Ma come siamo acidi... mia cara. Una volta non l'avresti ne anche detto...principessina. Come mai sei qui?-
-Volevo vedere come se la passava il mio aviopirta preferito... certo che non cambi mai Balthier, rimani sempre il solito...sbruffone.-
-E.. tu ogni volta mi sorprendi..maestà-

"Maestà" quella parola aveva un suono al quanto fastidioso, e sentire quelle parole pronunciate dal tono di  voce del giovane  avio pirata , risultava ancora più irritante del dovuto.
Amaya restava sempre sulle sue quando si trattava di avere a che fare con Balthier e gli altri della sua categoria, la giovane sapeva starci ed avere a che fare con gente come quella. Sapeva della sua *triste storia*.. di come era fuggito al suo destino di giudice...  in qualche maniera Amaya considerava un'anima quasi affine alla sua... per certi versi erano quasi uguali.
Peccato solo che alla ragazza non piacesse i modi di fare da Don Giovanni di Balthier verso qualunque genere di essere femminile.
L'aviopirata non smetteva mai invece di punzecchiare la ragazza per portarla ad avere una reazione, si divertiva troppo a provocarne una reazione; dopo tutto non era la fredda principessa dalmasca che diceva di essere, lei era ben altro che una semplice huma.
Balthier si ricordava bene chi era in realtà chi gli stava di fronte, se ne era stupito, lui la conosceva bene fin troppo bene conosceva quel lato selvaggio da prirata e mercenaria qual era... è non aveva nulla a che vedere con la principessa sperduta di Dalmasca.
La divinità che era in lei, veniva fuori ogni singolo instante anche se ella diceva  di non  vedere nulla, ma la sua conoscenza e il suo modo di essere non tradivano la sua natura.
Era la figlia prescelta degli dei... e lei odia che gli e lo si facesse presente. Aveva combattuto per essere quello che era, è non più un burattino nelle mani di chiunque. Forse proprio per questo era scappa, sfuggiata al suo destino, ma come poteva dimenticare e 
negare  i suoi legami con la famiglia reale dalmasca?
Non poteva... il pirata lo sapeva bene, anche lui aveva cercato di scappare dal suo destino e al suo nome... ma non ci era riuscito .

" Tu nel blu ti perderai e ti arrenderai a quelle catene...  " Se le ricordava bene quelle parole Balthier, ogni volta risuonavano come echi silenziosi nella sua mente. Quella era la verità, quella era la sua maledizione.
Aveva sentito quella frase la prima volta che aveva incontrato Amaya, la sua bellezza l'aveva subito colpito.. gli sembrava di paragonarla a Fran.. ma era molto diversa. la ragazza aveva dimostrato fin da subito di avere un pessimo carattere e modi di fare poco consoni a una donzella.
Ma Amaya non era la classica donzella in pericolo, era fredda, spocchiosa e sicura di se.. fin troppo aggressiva, selvatica tanto da essere quasi attaccabrighe. Il tutto però andava a scontrarsi con modi di fare troppo distaccati e freddi, tanto da non lasciar trasparire nessuna emozione un contrasto strano che aveva lasciato non poco colpito il giovane filibustiere.

Balthier aveva cercato di approcciarla in tutti i modi che lui conosceva, ma l'impresa gli risultava impossibile, Amaya non gli dava in nessuna maniera la confidenza, lo teneva a debita distanza. Osservandola bene il ragazzo si era accorto che i modi di fare di quella ragazza erano gli stessi di una persona che era abituata ad un certo tenore di vita, riconoscendo in lei una di quelle viziate bambine di buona famiglia.
Ma cosa ci faceva una ragazza di quel genere fra gli aviopirati e tra mercenari? Non era quello il suo posto.
Lei doveva trovarsi in un palazzo, circondata da tante dame di compagnia, fra pizzi e merletti, dove non si faceva altro che prendere il tè e civettare di tante cose.
Ancora più incuriosito cercò di avvicinasi alla ragazza,nella vana speranza di strappare qualche informazione in più sul suo conto.
Una ragazza che era spuntata cosi dal nulla, ma di certo il suo nome l'aveva sentito già da qualche parte nominare... poi ad un tratto di ricordo in che occasione l'avesse sentito e ciò non gli piacque.
Man mano che però la conosceva Balthier aveva sempre da ricredersi, si chiedeva che razza di persona poteva mai essere quella ragazza dalla personlità così complessa e ombrosa.
Conoscere Amaya non era stato un male per Balthier anzi era stata un autentica fortuna, la fortuna di sapere tutto quello che succedeva ad Archades e come si mettevano le cose per l'impero.  Amaya era una preziosa fonte di informazioni per quel che gli riguardava ed anche una preziosa amica ed alleata su cui contare.
Fra i cacciatore di tagli la ragazza aveva la nomea di essere la più forte e la più spietata, in più di un occasione era riuscita a salvare Balthier dagli altri cacciatori di taglie, e lui sapeva che gli doveva la vita in più di un occasione.
L'unica cosa negativa e che ciò comportava ogni volta un alleggerimento delle tasche di Balthier, Amaya non era quello che si definiva una santa ed ogni suo servigio doveva essere ripagato con un giusto compenso secondo la politica della ragazza.
Amaya in più di una volta aveva rinfacciato a Balthier di doversi sentire molto lusingato visto i privilegi di cui godeva avendola come amica. E che se non fosse stata per lei e le sue soffiate a quel ora lui poteva trovarsi in seri guai.
Questo aspetto cosi intrigante affascinava tantissimo il pirata che ogni qual volta che poteva faceva il cascamorto nella speranza di poter ottenere qualcosa in più.
Ma strappare informazioni da Amaya a meno che lei stessa non te lo dicesse era come cercare di aprire un'ostrica  a mani nude e tentare di prendersi la perla risultava quindi impossibile. Amaya sapeva bene tenere la bocca chiusa e vedersi i fatti propri.

 

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Capitolo 9
*** Ognuno al suo posto ***


Ognuno al suo posto


Balthier e Amaya rimasero ad osservarsi fin quando lui non tirò fuori un argomento abbastanza spinoso per la giovane ragazza ma Amaya aveva già intuito dove il giovane pirata potesse andare a parare... e di sorpresa lo anticipò.

-Balthier stai perdendo colpi... è inutile che tu mi chieda che cosa io abbia fatto per tutto questo tempo. Sono sicura che andresti a riferirlo a loro!- disse la giovane con un tono abbastanza aspro.

-Maestà ma per chi mi avete preso?- le chiese il pirata facendo finta di essersi offeso, ma Amaya sembrava rimanere sempre su  i suoi toni accusatori.

-Ti ho esattamente preso per quello che sei... nulla di più e nulla di meno.-

-Lo sai che devi delle spiegazioni?- le domando serio il pirata, che ora mai non aveva più voglia di scherzare... la questione si era fatta seria.

-Senti da quale pulpito viene la predica... tu che ti sei fatto vivo solo qualche mese fa!- ricordo a Balthier il fatto si essersi rifatto vivo per riprendersi la sua amata nave.

-A quanto vedo le notizie corrono... ed anche troppo. Ti tieni sempre un passo avanti, ma come avevo capito che non te ne importava più di noi-  Il giovane huma lanciò un occhiata alla giovane ragazza, che non si scompose minimamente.

-Bal... dimentichi chi io sia vero?!- sottolineo Amaya guardando sprezzante il giovane amico... Balthier se ne dimenticava sempre, ma quella frase che gli aveva detto la sua cara "vecchia amica" gli aveva fatto gelare il sangue... ma ciò nonostante tutto Amaya era una di loro.... e rimane tale in qualunque situazione.

-Vedo che ricordi.. - aggiunse la ragazza abbassando lo sguardo... distogliendolo e posandolo altrove.

-Dove ti sei nascosta fino ad adesso Amaya...?- le chiese serio Balthier.

Ma Amaya non rispose... aveva i suoi motivi per tacere, più tosto ribatte la domanda rivolgendola verso lo stesso Balthier, Amaya sapeva bene come evitare di rispondere alle domande che non le andavano.

-Tu hai intenzione di andare a Dalmasca?...- domando la giovane donna.

A quella domanda Balthier rispose che doveva ancora prendere una decisione, ma nel frattempo scrutava attentamente la sua giovane amica, anche l'attenta viera osservava la giovane la vedeva timorosa ed incerta... come se qualcosa la stesse turbando ancora.
Non si era lasciata il passato alle spalle?? Balthier intuì che ci doveva essere qualcosa perchè Amaya evitasse di ritornare a Rabanastre... ma sapeva bene che ruolo lei avesse... infondo  loro due si somigliavano.
Fran si sentiva profondamente agitata ed inquieta, la presenza di Amaya la influenzava non poco... in passato era capitato che le due donne fossero entrate in sintonia... ed Amaya era riuscita a prendere possesso di Fran... usandola come un burattino o come spia.
Era addirittura riuscita a trascinarla dalla sua parte, infondo si sapeva le Viera erano molto sensibili al Myst.
Balthier sapeva quanto potente e pericolosa potesse essere Amaya se solo avesse voluto, e concordava con lei che forse scappare e allontanarsi dalla famiglia reale di Dalmasca aveva fatto bene.
Un simile potere nelle mani sbagliate poteva fare danni... e questo Amaya lo sapeva bene, ma più di tutti lei era un essere vivente con i suoi limiti la dove erano possibili... anche lei come tutti gli altri aveva diritto ad una sua vita.
Il giovane Busanza sapeva anche che la famiglia reale di Dalmasca non era ne anche cosi malvagia e a rigor di logica non aveva alcun motivo si sfruttare la giovane Amaya... ma alla giovane proprio non andava giù.
Più tosto che rimettere piede li Amaya sarebbe stata capace di qualunque colpo basso o di pugnalate alle spalle... visto quello che avevano fatto a lei.

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Capitolo 10
*** Ognuno ha la sua ragione ***


 

Balthier aveva ora mai intuito che Amaya ancor non aveva fatto pace con il suo passato e nonostante tutto sembrava volesse rimanere legata volontariamente all'esperienze passate. Quella ragazza era come un cavallo che dormiva in piedi e si ostinava a non voler tuffarsi in avanti verso un nuovo futuro.

Era inutile cercarle di farle cambiare idea... Il giovane pirata noto che l'umore della sua amica stava anche influenzando la sua patner. Fran osservava parecchio Amaya ed il suo sguardo era fisso su lei, sentiva  il suo corpo pervarso da una strana agitazione come se prima o poi dovesse esser pronta a scattare.
La viera sapeva bene in prima persona come Amaya fosse sempre in allerta, e mai abbassasse la guardia, l'avevano addestrata a stare in allerta e la ragazza aveva ben disposto a tale educazione militare.
Fran sapeva trattenersi ma ogni volta che Amaya si metteva di mezzo essa ne risentiva del suo influsso... così come in precedenza era stato per lo spirito della giungla quando ancora non aveva abbandonato il suo villaggio per vivere come gli hume.

A Balthier non dava poco fastidio che Amaya condizionasse così la sua patner, ma odia ancor di più vedere la sua amica cosi nervosa e parecchio agitata, fosse che avesse un tic nervoso? Ma Amaya sapeva esser peggio se voleva di una paranoia che avrevve fatto invidia ad un ossessivo conpulsivo... solo se questo l'avesse voluto. 
Sapeva rendersi odiosa con poco, con quei suoi modi arroganti ed antipati avvlte che persino lo stesso Balthier mal sopportava... e con Amaya c'era anche il rischio che anche la stessa Fran diventasse irrequieta.
Quella volta però Balthier riusciva difficilmente a capirla Amaya si era chiusa ancor di più di quando normalmente non fosse gia... solo la guardinga viera sembrava avere un aria abbastanza dispiaciuta e preoccupata.
Fran doveva aver capito qualcosa.. dopo tutto quella sintonia tra le due non fortava solo lati negativi.

La selvaggia viera le si avviginò lentamente e con dolcezza, Amaya non si mosse di un centimetro mentre alzò lo sguardo rivolgendolo alla viera come se si aspettasse da lei una risposta.

-Ti sento inquieta, la tua è una rabbia profonda e immotivata... le cose cambiano.- le ricordò la viera con voce pacata ma Amaya la guardo male rispondendole con la sua solita arroganza.

-Metti in dubbio le mie ragioni Fran? Non è semplice fare finta di nulla... ho motivi sufficienti per ritenere giustamente di comportarmi cosi!- ribatte con forza.

-Ostinata come sempre... siete troppo giovane e troppo impulsiva... una vostra prova e che non riuscite a tenere a bada il vostro potere. Siete troppo influenzata... rabbia, odio, rancore, invidia, paura... sono queste le cose che velo impediscono- sottolineo la viera con tono pacato mentre guardava dall'alto dei suoi anni la giovane donna.

-So controllarmi!- proferi acidamente Amaya.

-No..seiete una bambina che fa i capricci e più di Balthier oserei dire... principessa. Cercatevi di mettervi in pace con voi stessa... la vostra inquietudine traspare... non pensate! Basta pensare.... AGITE!- Le suggeri la viera indicando col dito la ragazza.

Da lontano il giovane aviopirata aveva assistito con vivido interesse all'intera scena, notando il lungo sguardo che la sua compagna Fran e Amaya si erano scambiate.
Fran era riuscita a vedere molto più in la che l'intuito del suo amico Balthier era riuscito a fare, infondo Fran voleva molto bene ad Amaya e verso di lei provava un profondo rispetto come quello che aveva verso le sue sorelle e il suo villaggio e la giunga da cui essa era scappata.

C'era qualcosa di misterioso, incontrollato e sacron in Amaya che Fran non poteva sentirne se non attratta... lei era una sua simile quasi, il silenzioso sguardo tra le due donne fu però interrotto dall'intromisione di Balthier che chiese ad Amaya dove si sarebbe diretta se non era venuta per far sapere che avrebbe partecipato alla cerimonia di Restaurazione a Dalmasca.

-Ditemi mia bella quanto ribelle principessa... dove avete deciso di andare ?-

-Bal... sono venuta per vedere come stavate ed per "avvertire "che non sarei venuta alla cerimonia di Restaurazione. Invondo ci tenevo a salutarvi fra "tutti".- sottolineo Amaya abbassando lo sguardo.


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Capitolo 11
*** Destinazioni ***


Destinazioni

Perche proprio loro fra tutti si domando Balthier guardando negli occhi la sua amica,  poi vi fu un lampo chiarificatore... I due si scambiarono una lunga occhiata, il pirata aveva capito il perche di quella improvvisa visita a sorpresa.

Senza scomodarsi il giovane hume chiese alla giovane donna dove fosse diretta visto che non aveva la ben che minima intenzione di partecipare alla cerinonia di Restaurazione.

-Sentiamo principessa dove hai intenzione di andare ?- le domando il giovene bel imbusto poggiandosi vicino al tavolo intarsiato, mentre scrutava Amaya in attesa di una risposta.

Amaya aveva un espressione seria e non per nulla scomposta, e senza tradire la ben che minima emozione rispose alla domanda del suo amico.

-E la seconda volta che me lo chiedete Balthier!.. Comunque sono in viaggio verso ovest... ho promesso ad "alcuni amici di andarli a salutare".. spero che non me ne vorrai a male-

L'espressione sul viso della giovane principessa comparve un sorrisetto abbastanza sfacciato di chi tramava qualcosa e Balthier sapeva bene che quando Amaya sorrideva in quel modo era perche stava nascondendo qualcosa di cui nessuno sospettava.
Chi erano questi suoi amici del Ovest?? si domando trase il giovane edere di casa Busanza, dopo di che le chiese se intendesse poi andare ad Archades.. per salutare il suo vecchio amico della guardia imperiale.

-Intendi anche andare da quella testa matta del "generale"... ad Archades?-

-Perche no?!... Infondo sarebbe felice di rivedermi... gli debbo la vita. Beh... adesso si è fatto tardi Bal devo andare sono stata più del dovuto,  non che me ne importi... Ti saluto.- sottilineo Amaya prima di fare un piccolo inchino e di dirigersi verso l'uscita della stanza.
La giovane sembrava stranamente più tranquilla rispetto a prima, anche il mystes sembrava diverso più fluido e più caldo come se la presenza della giovane dalmasca fosse di colpo sparita, Fran sembrava essere tornata quella di sempre meno turbata dalla presenza di Amaya.

Rimasti soli Balthier ordino con una certa urgenza a Fran di preparare la Stralh per la partezza,  il giovane uomo sembrava avere un certo nervosismo, la viera non capì cosa fosse preso tutto d'un tratto al suo giovane patner e nè il perche di quella strana agitazione. 
Fran cap' che Balthier doveva aver notato qualcosa... di molto importante.





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Capitolo 12
*** Colloqui ***


Ad appena un giorno di distanza dalla partenza del Giudice Magister Gabranth, la principessa Lady Ashe si era abbastanza innervosità si tormentava chiendendosi cosa mai suo zio gli avrebbe risposto e soprattutto era imapaziente di ricevere una risposta.
Alim non avrebbe potuto evitare di non dare una risposta chiara stavolta visto che gli avrebbe consegnato il messaggio di sua nipote non che Basch ex soldato dell'Ordine cavalleresco di Dalmasca.
Ashe cercava in ogni maniera distrassi e per l'intera giornata non aveva fatto altro che impegnarsi nei suoi doberi di regina.
Lord Larsa  aveva cercato se pur in avano di calmarla invitandola a  fare una passegiata nella piana di Giza, ma la giovane era stata irremovibile.
La giornata non volgevva nemmeno al termine che senza nemmeno avvisare Ashe si era vista arrivare Al-Cid, il giovane rozzariano era felice di vedere che sua maestà Lady Ashe fosse in ottima forma.
Ashe non sapeva cosa dire nel ritrovarsi il giovane rampollo di casa Margrace, ma il vero motivo che spingeva la venuta del principe rozzariano non era solo per far visita alla futura regina di Dalmasca, voleva vedere anche con i suoi occhi che situazione vigeva a palazzo... visto le lunghe discussioni con Amaya.


-Buona Sera My lady!- disse il rozzariano accennando ad un inchino.

Non appena Al-Cid avanzo con passo lento ed elegante si appresto a  rivolgere i suoi saluti a tutti i presenti nella sala.

-E un piacere rivedervi Lord Larsa... -disse rivolgendosi al giovane imperatore. Larsa ricambio il saluto del suo alleato dopo tutto in tempi di guerra avevano operato per il bene di tutti.

-Piacere mio pricipe Al-Cid...anche voi siete qui per la cerimonia di Restaurazione??- domando il piccolo imperatore.

-Si... infondo è  molto importante.- rispose il principe. - Lady Ashe vogliate scusare la mia maleducazione ma avrei una certa fretta di parlarvi in privato... se voi postreste...- sottolineo l'huma con una certa importanza.

Tutti i presenti nella sala si chiesero come mai di quella strana richiesta così improvissa, Larsa osservo attenatamente Al-Cid.
Ashe alla strana richiesta del principe rozzariano non se la senti di rifiutare, si domando tra se di cosa gli volesse parlare il giovane principe, se fosse stata qualche strano fidanzamento o altro come minimo l'avrebbe fatto cacciare.
Quei suoi modi un pò troppo teatrali quasi da Don Giovanni e le "sue numerose assistenti" non aveano fatto un buon occhio su Ashe che trovava la cosa di pessimo gusto, quanto la libera confidenza che il giovane uomo si prendeva troppa briga con lei.

-Se è forse qualcosa di strano Lord Al-Cid siete pregato di alzare i tacchi e andarvene.- 

-Vostra maestà non fraintendete... non è nulla di strano, voglio sapere solo come state.-

-Allora potete accomodarvi sulla terrazza Azzura.... fra alcuni minuti giusto il tempo di sistemare alcune cose.-

-Come volete My lady.!-

Lady Ashe diede ordine ad una delle sue ancelle di far accomodare l'huma nella terrazza Azzurra posta vicino alle sue stanze. La terrazza azzura era un piccolo salottino su un balcone posto dietro il palazzo reale su una delle torri, su quella terrazza Ashe vi aveva passato tanti di quei momenti in compagnia di Rasler prima che lui morisse.
Era un luogo estremamente vitale ed era la che la notte prima che Rasler partisse per la fortezza di Nalbina aveva promesso ad Ashe di tornare sano e salvo.
Ashe non poteva mai dimenticare quell'ultima notte su quella terrazza... l'aria fredda della notte e quella maledetta inquietudine. Si ricordo anche di sua sorella abbastanza contrariata, l'aveva vista parlare con loro padre, aveva un espressione così dura, la voce di lei così acuta e così vera non poteva mai scordarsi le frasi che pronciava.
Non avrebbe voluto ascoltarle non avrebbe dovuto.... eppure non poteva opporsi in nessuna maniera contro ci diceva il vero assoluto.
Ashe non sapeva definire se quelle parole fossero state un dono o solo una semplice maledizione eppure non avrebbe volute sentirle e forse Rasler non sarebbe morto.

Doveva trattarsi di una cosa estremamente importante se Ashe aveva fatto portare Al Cid alla terrazza, domando Camelia la giovane ancella della principessa.



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Capitolo 13
*** Ascolta quello che dirò ***



Ascolta quello che dirò

Nel frattempo all'arrivo a Rabanastre del principe rozzariano, Lord Larsa era impegnato a fare il punto della situazione , che a suo avvisso riteneva fin troppo strana poichè qualcosa non tornava, con il Giudice Magister Zargabaath.
Il Giudice si trovava in netto disaccordo per il fatto che il Giudice Gabranth si era dovuto recare a Buijerba per portare il messaggio di Lady Ashe a suo zio il Marchese Ondore, trovava la cosa alquanto di cattivo gusto oltre che molto ambigua come situazione dal punto di vista politico.
Larsa invece aveva dei dissensi per quanto riguardava il comportamento del Marchese che trovava alquanto bislacco per una persona di una certa età e di un certo rango.
-Lord Larsa se voi permette vorrei esprimere il mio disappunto sulla scelta di Lady Ashe di mandare Gabranth come suo messo a Buijerba.- disse il giudice con un tono abbastanza preoccupato.
Ma il giovane imperatore archadiano non era daccordo con il Giudice Magister. 
-Siete voi che non capite, qui qualcosa non quadra. Penso che il marchese Ondore abbia qualcosa da nascondere, il comportamento che sta tenendo è molto strano e non si addice ad una persona con la sua carica ed una certa importanza.
-Ma vostra Eccelenza,  per la principessa Ashe è stata un imprudente a mandare  Gabranth a fare da messaggero nonostante questo sia collegato all'assasinio del re Raminas, potrebbero sorgere dei problemi per questo.
Puntualizzo l'uomo con un tono abbastanaza preoccupato, ma Larsa non si scompose minimamente, visto che assassino del re di Dalmasca era morto ufficilamente almeno da tre anni , anche se il vero responsabile era morto poco più da un anno.
Larsa ricordava alla perfezione le ultime parole che Noah aveva pronunciato in sua presenza, mentre morente il giudice stringeva la mano al fratello tanto odiato da volerlo vedere soffrire, come aveva sofferto lui per tanto tempo.
Una tragedia simile l'aveva vissuta anche lui, Larsa anche se in maniera differente. Ma non era più il caso di pensarci a queste cose, ora mai era tutto passato, la guerra era sparita è una nuova era si stava affacciano su quella vecchia, lasciando il posto a nuove speranze.
-Giudice Zargabaath non è più il caso di parlare di quello che è stato ormai, siamo alle porte di una nuova era, dove il destino lo scriviamo noi con le nostre azioni e decisioni, il tempo degli dei ora mai decaduto non appartine più al presente.
-Ma vostra Eccellenza, noi non possiamo dimenticare, non siamo nella posizione di farlo. - Puntualizzo il giudice al suo giovane signore, ma il ragazzo gli fece presente che  loro non erano a tutti gli effetti nella posizione avanzare richieste visto che era stato il governo archadiano a contribuire alla guerra e a quella situzione, l'unica cosa che potevano ora fare era contribuire alla ripresa del regno di dalmasco e dei popoli ad esso confinanti.
-Lo so Giudice Zargabaath, ed è proprio per questo dobbiamo evitare per quanto sia bossibile di non commettere più gli stessi errori di mio padre e mio fratello. Il popolo di Archades deve ancora troppo al regno di Dalmasca e tutti gli altri stati.
-Ma la colpa non è vostra.- disse il giudice.
-Si. Ma adesso sono io che mi trovo a dover far fronte alla situazione che a creato chi stava al posto mio. Quindi trovo inutile perdere tempo a parlare in discorsi di cui sappiamo già la risposta, risparmiate le energie per altro.
Sulla terrazza azzura Camelia aveva fatto accomodare il giovane principe rozzariano, e prima che questi si trovasse a dover prendere parte al colloquio con la principessa Ashe, la giovane ancella gli chiese con molta educazione se desiderasse qualcosa per aspettare l'arrivo della sua signora.
-Mio signore desiderate forse che vi porti qualcosa nel frattempo che arrivi la mia signora ?
-Lasciate stare, la vostra sola presenza allieta questo momento. -disse Al Cid con il suo solito fare distinto.
  La giovane ancella  si congedo  poco dopo, rimasto solo Al Cid ebbe appena il tempo di fare congetture su quella situazione nella quale si era andata a cacciare Amaya.  Non sapeva proprio come aiutare la sua giovane amica, soprattutto perche in quella particolare circostanza non era molto da fare.
Il rozzariano voleva vedere con i suoi occhi come si stavano mettendo le cose, e che sapevano degli altri di Amaya o se sospettavano qualcosa. Il giovane rozzariano voleva raccogliere quanto informazioni possibili sulla situazione.
Dopo aver fatto attendere per una decida di minuti il principe rozzariano sulla terrazza azzura, la principessa Ashe si decide a riceverlo. Era da tanto tempo che Ashe non incontrava il principe Al Cid, l'ultima volta che l'aveva potuto incontrarlo di persona era stato qualche mese prima, quando si era recata in visita di rappresentazza presso la capitale dell'impero rozzariano per rafforzare l'alleanza tra il regno di Dalmasca e l'impero Rozzariano.
Ashe intravide , al di fuori della stanza,il principe Al Cid assorto a guardare dalla terrazza il palazzo reale e l'estenersi della città dalmasca, quando lentamente la donna si avvicino al principe chiamandolo per nome.
-Principe Al Cid vi piace così tanto la citta di Rabanastre e il suo palazzo reale da rimanerne rapito dalla sua bellezza?-
Sentendo quelle parole il principe si girò di scatto verso la principessa Ashe, che con passo felino si avvicino verso di lui lentamente, lo guardò negli occhi sorridedogli e spostandosi al suo lato poggiando la mani sul cornicione di marmo della terrazza. 
La principessa poi sposto il suo guardo sul palazzo reale e sull'ampia piazza che dava d'avanti ad esso contemplendo l'immensità di quello spazio così grande, lasciando andare un profonfo sospiro che non sfuggi ad Al Cid che maliziosamente chiese come mai avesse così tanto da sospirare.
-Lady Ashe non è il palazzo reale e nè la città di Rabanastre ad avermi stregato, ma siete voi. Ogni volta vi vedo così... su via quel sosfirò così pesante non vi si addice. Dovreste essere più allegra, finalmente dopo averlo desiderato così tanto la guerra è finita e si apre d'avanti a voi un era di pace.
-Non è questo che a rendermi triste e solo che le vostre parole mi fanno pensare a quanto la guerra mi ha strappato via, il mio marito, mio padre e i miei fratelli... anche Ondine è sparità... ho perso quanto di più caro avevo... - Disse con amarezza la ragazza.
-Lady Ashe mi rammarico per la perdita dei vostri cari per colpa della gurra ma  dovete andare avanti... avete una vita per essere felice, siete così giovane.- disse l'uomo alzando un sopracciglio, facendo presente alla giovane regnante quanto avesse ancora da vivere d'avanti e che doveva lasciarsi alle spalle il suo passato.
-Avete ragione, non dobbiamo lasciare che il passato inflenzi il mio presente ed il futuro.- sottolineo la giovane donna , mentre Al Cid gli sorrise soddisfatto, prima di farle un'altra domanda.
-E questo il giusto stato d'animo che vi si addice Lady Ashe. Spero di vedervi sempre così... ma ditemi come sta procendendo l'organizzazione per la cerimonia di Restaurazione ? - chiese l'huma alla giovane dalmasca.
Ma la principessa non disse molto. -Principe Al Cid, come sapete le procedure e l'orgazione per la cerimonia di Restaurazione procede tutto bene, manca solo risposta di mio zio il marchese Ondore.-
-Quindi manca solo lui?- Domando quasi preoccupato il rozzariano, ma la principessa accenno anche alla mancaza di altre figure impotanti a tale evento.
-Non solo lui, mancano altri... persone senza le quali questa cerimonia di Restaurazione non sarebbe stata possibile.- sottolineo Lady Ashe, ad un tratto il viso del principe Al Cid si illumino e comparve uno dei suoi sorrisi maliziosi.
-Ma come ho fatto a non pensarci, voi vi riferite a quel aviopirata archadiano e la sua patner , la viera !?-
-Si, loro!- annuì decida la ragazza.
-Oh beh...! In questo caso mi sorprende che vogliate simile figure alla vostra preziosa cerimonia, ma come giustificherete tali presenze hai vostri sudditi?- Domando Al Cid, con un tono di voce al quanto sarcastico e divertito.
-Non vi preccupate, parlero io con loro per sistemare tutto, comunque non penso che ci sia da preoccuparsi più di tanto. Dimenticate che se non fosse stato per il loro prezioso contributo non so se io sarei qui e Rabanastre esisterebbe ancora. Non notate che da qui si goda di un ottima vista della "Fortezza dei cieli?". - Domando la giovane principessa dalmasca al principe rozzariano.
Ma Al Cid rispose che non c'era alcun bisogno di tirare in ballo l'episodio di cui era stato protagonista Balthier. -Lady Ashe, ogni volta diventae  sempre più sottile, non c'è bisogno di sottolineare che da qui si veda chiaramente la Baumuth... e del "nobile "gesto di quell'avio pirata.-
-Voi invece vi mostrate sempre ben informato.- sottolineo la giovane principessa guandando intesamente il principe rozzariano, fronteggiando il suo sguardo, come se fosse una gara a chi era più forte.
-Che magnifica sovrana diverrete per Dalmasca, non si poteva chiedere un sovrano migliore.- Puntualizzo Al Cid con voce lusinghiera.
-Voi Al Cid sapete proprio farci con le lusinghe e non solo con le donne.-Fece presente Ashe buttando ancora un'occhiata ad Al Cid.
-Vostra Maestà mi dipingete male.- La voce del principe divvente un pò gravosa, volendo far pesare alla principessa il commeto poco felice aveva detto su di lui.
-Come vi dovrei dipingere principe Al Cid?- disse sbigottita Ashe.
-Come un vostro alleato, Lady Ashe, un prezioso alleato. -Al Cid proncio la frase con un tono basso mentre prese la mano della principessa per baciarla prima di congedarsi da lei.
-Voi siete un prezioso alleato Al Cid, come potrei dimenticarlo? Senza il vostro aiuto e quello di tanti altri, non sarei riuscità a fronteggiare Vayne e il suo esercito.-
-Lady Ashe ne sono molto lieto, ma non vorrei rubarvi altro tempo con i tanti impegni che avete adesso che state per diventare regina, se permettete vorrei congedarmi da voi. -Chiese educatamente il rozzariano alla principessa.
Lady Ashe disse che era stato un piacere passare un pò di tempo con lui, e che questi non le aveva affatto portato via del tempo , anzi era sempre lieta di sfuggire per un pò hai suoi impegni che il suo ruolo le portava.

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Capitolo 14
*** Dietro le nostre vicende ***


DIETRO LE NOSTRE VICENDE 
L'incontro con la principessa Ashe era appena finito quando Al Cid usci dalla Terrazza Azzurra, camminò per qualche metro, tra i corridoi del palazzo  reale, mentre i servitori e dignitari di corte gli passavano affianco tutti presi dai loro compiti.
In occasione della cerimonia di Restaurazione, Ashe aveva dato l'ordine di pulire e risistemare il palazzo reale da cima a fondo. Le camere che erano una volta del re e dei suoi figli furono aperte e fatte arieggiare, fu tolta la polvere e furono aperte le finestre facendo entrare i raggi del sole.
Ogni stanza doveva era al meglio, doveva far soprattutto far entrare il sole e far cambiare l'aria, in modo da rinnovare tutto e scacciar via quanto era rimasto del passato. Basta dolore, basta sofferenza, basta con i fantasmi del passato, delle ansie e di quelle incertezze di quel periodo.
Dalmasca stava risorgendo e con lei si stava affacciando ad una nuova era di pace e di prosperità, sotto la guida illuminata di Ashe. Ma la giovane principessa, si chiedeva che fine avesse fatto sua sorella, Ondine che nel bel mezzo della guerra l'aveva ritrovata ma trovandola profondamente cambiata.
Per lei, rimaneva sempre e comunque sua sorella Ondine... ma per quest'ultima sembrava che le cose fossero su un piano diverso, consapevole di chi era diventata. Ashe l'aveva vista ora mai lontana dal suo mondo, la vedeva in qualche modo su un piano superiore al suo, così profondamente diversa da lei, ma per lei rimaneva sempre la sua sorellina con cui era cresciuta giocando tra i muri di quel palazzo.
Era la sola cosa che le rimaneva della sua famiglia, eppure appena finita la guerra Ondine era sparita nel nulla.
Al Cid camminò ancora per una ventina di minuti, quando sul suo percorso incontro il piccolo Larsa venire nella direzione opposta alla sua.  Il giovane Imperatore archadiano fu sorpreso di vedere Al Cid che lo fermò per salutarlo.
-Mi sorprende vedervi qui Al Cid. - 
-Lord Larsa, sono anch'io sorpreso di vedervi- Commento l'uomo.
-Da quand'è che siete arrivato? Noi  siamo qui da  un pò di giorni.- chiese il ragazzo felice di rivedere il rozzariano.
-Da meno di un giorno, Lord Larsa. Mi trovo qui perchè ci tenevo a incontrare Lady Ashe.-
- Volevate riferirgli i vostri auguri?- chiese Larsa.
-Si, era da alcuni mesi che non la vedevo, e questa quale migliore occasione per potarle i miei più personali omaggi.
Sorrise compiaciuto l'huma, guardando il giovane Imperatore archadiano che ad un certo punto chiese notizie sulla mancanza del Marchese Ondore.
-Voi Al Cid sapere il motivo per cui il Marchese Ondore  non sia presente?
-Lord Larsa ne so quanto voi. Ma non escludo che presto o tardi il Marchese ci degnerà della sua presenza, voglio forse ricordarvi il suo ruolo di vitale importanza?
-Vi riferite alla cerimonia di incoronazione di Lady Ashe?
-Non solo a quello,io  mi riferisco a tre anni fa, quando il Marche celebrò le nozze tra la principessa e il defunto principe Rasler.
-Capisco, voi cosa altro sapete sul Marchese Ondore ? .
Chise il govane Imperatore archadiano al principe rozzariano che sembrava far intendere di sapere qualcosa di più riguardo la vicenda del marchese.
Ma Al Cid intuendo a cosa stesse mirando Lord Larsa finse di non sapere, più di quanto non sapesse già. Non voleva avere problemi e soprattutto non voleva far sapere nulla di Amaya e delle ragioni che la legavano al motivo dell'assenza del Marchese.
-Se permettete Lord Larsa, io mi ritirerei nelle mie stanze, il viaggio per venire qui a Rabanastre in tale occasione si è rivelato molto fatico e stressante quindi necessiterei di riposare al meno per un po.
-Come volete Al Cid mi pare giusto fermarci per il momento, continueremo non appena ne avremo occasione tempo permettendo.
-Trovo che sia la scelta più giusta. -Concordò il rozzariano mentre decideva di ritirarsi nelle sue stanze. Al Cid  osservò attentamente il giovane Larsa, più il tempo passava è più notava con grande osservazione di cui uno come lui era capace quanto il giovane si stava facendo sempre più sveglio e furbo.
Trovava che con l'andare del tempo sarebbe sempre stato più difficile superare Larsa in scaltrezza, poiche sapeva bene che il ragazzo non era un agnellino indifeso, ma uno scaltro lupo travestito da ingenua pecorella.

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Capitolo 15
*** La grandezza passa attraverso il silenzio ***


LA GRANDEZZA PASSA ATTRAVERSO IL SILENZIO.

L'indomani verso l'ora di colazione, la principessa Ashe ricevette la notizia che la sera precedente che a tarda notte era rientrato il giudice Gabranth, il quale recava con se il messaggio di risposta da parte del Marchese Ondore Vi.
Ashe non era più nella pelle non vedeva l'ora di rivedere Basch, ma soprattutto non vedeva l'ora di leggere il messaggio da parte di suo zio.
Chi sa cosa le avrebbe scritto,  la principessa dalmasca era così ansiosa che difficilmente riusciva a rimanere composta, sotto sotto era molto in ansia.
Tanto che diede immediatamente ordine ad uno dei suoi suoi servitori di andare a chiamare il giudice Gabranth e di farlo convocare seduta stante presso di lei. Nel frattempo Basch aveva passato una notte abbastanza agitata, non era servita a molto la discussione con il giudice Zargabaath per calmare i suoi timori e peggio ancora fu quando si vide convocare da uno dei servitori della principessa.
Basch si era appena alzato e non si era messo ancora nulla della sua divisa da giudice, quando senti bussare alla porta del suo alloggio, vi aprì e una dei servitori di Lady Ashe lo invito a presentarsi alla principessa per consegnarle il messaggio di suo zio. 
L'huma rispose di aspettare che egli si vestisse, dopo di che egli si sarebbe avviato con il servitore verso Lady Ashe. Il servitore della principessa non obbiettò e lasciò a Basch il tempo di vestirsi e sistemarsi per rendersi presentabile agli occhi della sovrana.
Ci volle più o meno una ventina di minuti a fin che il giudice si fosse reso  presentabile  Basch usci fuori dalla sua stanza con abiti meno impegnativi  visto la sua divisa da giudice, ma ciò nonostante i suoi capi si rispecchiavano  uno del suo rango ed in mano il messaggio del marchese.
I due huma si diressero così verso la stanza in cui Lady Ashe stava facendo colazione, una terrazza all'aperto, circondata di uno splendido giardino sospeso, interrato nel pavimento in quella terrazza. Era lo stesso luogo dove alla principessa Ashe gli fu presentato il suo defunto marito per il suo matrimonio.
Ashe era solita fare colazione li, non amava che le si servisse la colazione in camera, secondo lei era fin troppo triste una cosa così, si sentiva chiusa in gabbia, mentre quella terrazza invece era così ariosa e spaziosa che la faceva sentire libera dimenticandosi di chi egli era e del suo ruolo.
Non appena la principessa vide arrivare Basch fu così sollevata, gli corse in contro chiedendogli del messaggio di suo zio.


-Giudice Gabranth avete quello che ho chiesto? - domandò la principessa con voce tremate .


-Vostra Maestà, vostro zio a risposto alla vostra sollecitazione con questo messaggio, vi prego di leggerlo. - il giudice porse alla donna, un rotolo di pergamena sigillato con della cera lacca su cui era stato posto il sigillo di Ondore IV.


Ashe si senti di colpo sollevata, ma era ancor più nervosa di scoprire cosa il suo amato zio gli avesse scritto. La principessa prese dalle mani di Basch il rotolo che questi le porse, Ashe si sedette lentamente al tavolo presso cui aveva appena fatto colazione, quando delicatamente cerco di rompere il sigillo di cera aiutandosi con un coltello.
Ci volle poco sforzo che il sigillo in cera si spezzo consentendo cosi alla ragazza di srotolare la pergamena e leggere finalmente il messaggio di risposta che le aveva inviato suo zio e che la 
stessa aveva tanto atteso.
Anche Basch era alquanto ansioso di sapere  il contenuto di quel messaggio, ma basto vedere  d'improvviso il viso di Lady Ashe impallidire e rabbuiarsi, per poi preoccuparsi immediatamente.


-Vostra Maestà!...- non potè finire di parlare che Ashe interruppe bruscamente Basch, stava vistosamente tremando quando allungo al giudice la pergamena del marchese Ondore, qui la principessa Ashe intimo quasi fosse un ordine a Bach di leggere a voce alta quel messaggio.


-LEGGETELA!-


Bach prese dalle mani tremanti della principessa la pergamena che le porgeva e si accinse a leggerla e quello che lesse lo sconvolse.

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"Cara nipote Ashelia,
perdonatemi se vi scrivo solo adesso, ma non sono potuto venire a causa di impegni riguardante vostra sorella Ondine. 
So che quanto vi ho appena scritto rappresenti qualcosa di incredibile per voi,  vi assicuro del fondamento di queste importanti informazioni. Tempo che per raccontare tutto l'accaduto, non bastino queste poche righe o una lettera, ma convengo che una simile notizia debba spiegarvela io stesso di persona.
Se ho ritardato con la mia venuta ,non era perche non potevo esserci alla cerimonia di Restaurazione, ma perche vi sono stati alcuni fatti legati a vostra sorella che me lo hanno impedito.
Non appena giungerò presso Rabanastre, spero che vogliate incontrarmi quanto prima possibile perche come vi ho anticipato debbo raccontarvi tutto. Non sorprendetevi o arrabbiatevi quando verrò presso la vostra persona ma rallegratevi... poichè questo momento è benedetto dagli Dei.

Vostro zio, Halim Ondore IV. "

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Ma una simile scena non era sfuggita ad Al-Cid che entrato sulla terrazza dove vi erano sia Basch che Ashe,  il principe rozzariano notò dalle reazioni dei due huma, che qualcosa era accaduta e che forse quello non era il momento adatto per parlare con la principessa.
Il principe capì subito che Ondore non aveva saputo tenere il segreto, aggiudicare della presenza di Basch, così decide di ritornare nei suoi alloggi e non dare addito ad alcun sospetto e vedere come si sarebbero evolute le cose.

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Capitolo 16
*** Solo tu lo sai ***


SOLO TU LO SAI
Finalemente verso sera Basch rientro a Rabanastre da Bhujierba con la risposta del Marchese  Ondore IV, mentre a palazzo reale c'era chi si chiedeva se il marchese si sarebbe peresento chi invece no.
Basch si domandava sempre più pensieroso che conteneva la preziosa lettera del Marchese, inviata ad Ashe. L'huma poteva soltanto ipotizzare cosa vi fosse scritto, ma dalla sua espressione si presagiva qualcosa di non positivo.
Pensando che oltre ai motivi dell'asssenza del marchese, nella lettera vi doveva trovare un biasimo sul di lui, rivolto a sua nipote Ashe. Per Basch era facile leggere quello che il Marchese  pensava ogni qualvolta i due si incrociavano.
Basch sentiva su di se, tutto il risentimento che il Marchese provava verso di lui e suo fratello e quello che quest'ultimo aveva compiuto.
Rientrato a palazzo verso ora tarda, Basch decise di riposarsi un pò prima di consegnare lui stesso la lettera alla principessa Ashe l'indomani. Il giudice sapeva bene dell'urgenza e l'importnaza della missiva che portava con se, e potendo solo lontanamente immaginare il suo contenuto, convenne che quella sera non era il caso di disturbare il sonna della principessa, recapitandole subito la missiva.
Poiche se la principessa Ashe avesse avuto la lettera di suo zio e il suo contenuto l'avesse turbata, la giovane sovranna poteva rimanerne turbata e di conseguenza non aveve un sonno agiato, avendo così meno forze per svolgere i suoi compiti da sovrana il giorno seguente.
Mentre camminava con passo lento e andatura pesante, Basch si diresse verso la camera in cui alloggiavano Larsa e il giudice Zargabaath per chiedere come erano andate le cose in sua assenza.
Anche se l'ora era tarda il giudice Zargabaath era ancora sveglio, chino a lavorare ad alcune scartoffie riguardanti l'impero archadiano, quando senti qualcuno bussare alla porta della asua stanza, il giudice si alzò dal tavolino e si diresse verso la porta per vedere chi nel cuore della notte lo cercava.
Non appena aprila porta l'huma si ritrovo Basch, Zargabaath si meravigliò di ritrovarselo a quell'ora presso la sua porta, non aspettava di rivederlo se non l'indomani a sole già sorto, non riusciva a capire per quale motivo il giudice Gabranth volesse a quell'ora da lui.
-Cosa ci fate ancora alto? Vi sembra questa l'ora?- disse assonato Zargabaath.
-Avevo urgente bisogno di parlare con voi e Lord Larsa. - disse deciso il giudice entrando nella stanza di Zargabaath.
-Siete impazzito! Larsa stara dormendo! -Disse infastidito l'archadiano sentendo quali erano le pretese del giudice Gabranth.
-Non sono affatto impazzito! Sono venuto qui a chiedere cosa sia successo in mia assenza.
-Non è successo nulla è venuto solo Al Cid, lui e Lord Larsa sono stati un bel po a parlare del più e del meno dell'assenza del Marchese Ondore, comunque non vi siete perso nulla di così significativo. -Sottolineo sotto voce e con tono irritato il  giudice archadiano nei confronti di Basch, poi chiese al giudice Gabranth come era andato l'incontro con il marchese.
-Più tosto dimmi come è andata a Bhuijerba con Marchese? -chisese il giudice.
-Nulla ho solo ricordato al Marchese quali fossero i suoi doveri. - Puntualizzo Gabranth.
-Lo dici con una faccia da funerale... anche se so bene che per il ruolo che hai rivestito nella guerra lui possa odiarti.-
- Eseguivo un ordine, è poi non dobbiamo permettere che il passato rovini il presente e il futuro. -Obbietto Gabranth buttando un occhio a Zargabaath in camicia da notte, finemente ricamata.
-Comunque sia dovete riposare Gabranth, domani prevedo una giornata al quanto movimentata, sicuramente la principessa dalmasca vorra sapere da voi del messaggio di suo zio?- domando l'uomo.
-Si... è tempo che non saranno buone notizie. -Rispose con rammarico Basch, ma Zargabaath cercò di rassicuarlo e tenerlo un pò su di morale.
-Non credo sia così pessimo il contenuto di quel messaggio... al massimo farà un po preoccupare la principessa... ma non credo che la turberà,  poi voi avete un aria così sciupata e stanca..  vi consiglio di risposarvi. Come sempre fate troppo.
Sottolineo il Giudice Zargabaath con un aria abbastanza ironica, sull'eccezzivo zelo del giudice Gabranth.  Basch però non era un tipo da prenderla così alla leggera, anzi era diventato fin troppo austero per via di quello che era successo tre anni prima.
La guerra, i due anni chiuso in isolamento nella prigione di Nalbina, la morte di suo fratello e la scomparsa di Ondine avevano lasciato in lui evidenti segni, una stanchezza tale che solo il dedicarsi con anima e corpo a proteggere Lord Larsa gli dava un pò di solievo.
Vedere gli amici del passato con il quale aveva combattutto tante battaglie gli faceva uno strano effetto, avrebbe voluto gridare che era lui... non suo fratello, non un ombra.
Bach guardo silenziosamente Zargabaath mentre egli si toglieva la pesante armatura in mitrihl posandola sul tavolo, poi con un gesto si avvicino verso una teca in legno e vetro, apri uno sportello squisitamente intarsiato e prese una bottiglia  di liquore ai Fiori di Galbana.
Il suo liquore preferito a cui erano legati tanti ricordi, il brindisi alla Taverna di sabbia con Vosler per festeggiare insieme ai suoi commilitoni la data delle nozze della principessa Ashe, ma soprattutto la data delle nozze della principessa Ondine... al quale nemmeno lui ci credeva.
Quella vecchia bottiglia di liquore chi sa quante cose ne aveva da raccontare, attraverso il suoi riflessi dorati poteva raccontare le fette di vita di quest'uomo.
Basch si verso da bere in un bicchiere di cristallo, domandano al Zargabaath se volesse usufruire pure lui di quel liquore così pregiato. Il giudice archadiano non se lo fece ripetere due volte ed accetto l'invito a bere di Basch.
-Ne vuoi un pò?- disse Basch.
-Sai che non rifiuto mai da bere....comunque  quello è un liquore dalmasco, come telo sei procurato? Ed è anche abbastanza raro... considerando che pure parecchio costoso. - notò l'huma.
-Questo? è un liquore molto particolare... e poi amo il suo sapore molto dolce.
-Per essere prezioso è prezioso, considerando la particolarità e la reperibilità dei fiori della pianta che è difficile da trovare, ma come sapore è  stucchevole. -aggiunse l'archadiano.
-Vedi Zargabaath non tutti sanno apprezzare questo liquore, piace solo ad una ristretta nicchia di persone, comunque esso trova anche varie impieghi nella cucina dalmasca e nella preparazione dei dolci tipici di questo paese.-  puntualizzo Basch sul liquore, che entrambi i due huma stavano bevendo. 
-Non sapevo TU fossi così informato su questo paese, mi sorprendi pensavo che non te ne importasse nulla.- Domando Zargabaathh stupito dalla vasta conoscenza che Basch aveva su Dalmasca.
-Non è come pensate... sono solo un gran estimatore di vini e di liquori.
-Voi Gabranth mi stupite. -Il giudice Zargabaath scoppio in un grosso sorriso, non aveva mai visto il giudice fare una simile ammissione, ai suoi occhi il giudice Gabranth sembrava essere diventato più "umano".
-Non pensate si fatto tardi?-gli fece notare Basch... sentendosi ora mai molto stanco.
-Avete ragione, Gabranth. Avete ragione. Vi lascio al vostro risposo.- rispose Zargabaath salutando Basch, decidendo così di recarsi pure lui in camera e lasciar risposare il giudice.

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Capitolo 17
*** Ma tu questo lo sapevi ***


MA TU QUESTO LO SAPEVI
Ad Archades il tempo era bello, ma non era afoso come quello di Rabanastre , ed  Amaya si sentiva perfettamente a suo agio... anche se quella non si prestava ad essere una vacanza, ma solo una visita di cortesia alla tomba di una persona.
Amaya si era recata verso la tomba del giudice Noah... ora sepolta con un nome diverso eppure non sapeva come dovesse chiamarlo. Era diventata un abitudine per Amaya recarsi li a parlare ed esporre tutti i suoi pensieri e i suoi dubbi.


-Eccoci... quà. Tu ed io... ora mai tutto è cambiato in un anno. Non sembra ma è così, non ci sono più io a farti da assistente e ne tu a fare da giudice, ne quella dannata guerra.
Trovo stupido come tutta la mia vita sia cambiata e andata in pezzi nel giro di tre anni,  un attimo pensi di sapere chi sei, poi scopri che tutto è una menzogna e poi non sai da che parte stai e ti ritrovi il piede in due scarpe.
Bel ricordo che mi hai lasciato... non posso più restare qui ad Archades e nemmeno a Dalmasca, niente più mi appartiene, posso dirmi libera. Trovo che sia un grosso errore rivelarmi al mondo, temo che possano usarmi... ma io esisto, sono un individuo, ho una mia volontà. Quello che voglio io dovrà contare qualcosa?
Mi pare di aver dato abbastanza il mio contribuito in questa pace, non ti pare che abbia ora il diritto di essere libera?... per sapere chi sia davvero?
Non mi manca nulla della vita precedente forse giusto qualcosa, mi manca quello scemo... e forse pure un pò tu. Sento che nemmeno questo discorso mi appartenga..."


Si diceva tra se  e se la giovane Amaya mentre fissava la lapide di Noah con su inciso un altro  nome simile ad un altro di sua conoscenza.
La visita al cimitero era durata qualche ora, in quella che per lei era stata una lunga mattinata, contava di fermarsi ad Archades pochi giorni, non più di due o tre giorni, giusto il tempo di far visita ad un suo amico e alla casa di Noah.
La seconda tappa  quella mattina prevedeva la visita ad un vecchio amico che non vedeva dalla fine della guerra , lo aveva lasciato senza dargli tante spiegazioni e lui che l'aveva vista sempre in un certo modo non riusciva a credere chi aveva d'avanti dopo che aveva saputo da questa la verità sul suo conto.
Brace non vedeva l'ora di vedere Amaya,  voleva costatare come era diventata, dopo tanto tempo  se la immaginava molto diversa da come l'aveva conosciuta. Era sempre stato convinto che Amaya era diversa lo si poteva vedere già dal suo aspetto, nonostante la stessa cercasse di tenere sempre il freno ed avere un profilo basso.
L'huma aveva ricevuto qualche giorno prima una missiva da parte di Amaya , che lo avvisava di una sua possibile visita , è questo evento aveva rallegrato molto Brace, che non stava più nella pelle attendendo il suo arrivo.
L'archadiano la stava aspettando in un caffè posto, posto su alto edifico nella zona commerciale della città seduto ad un tavolino, quando intravide da lontano la sagoma statuaria che visibilmente spiccava tra le folla, era Amaya .
Pure Amaya non vedeva l'ora di rincontrare il suo caro amico Brace. Amaya aveva i capelli raccolti in una cosa, un ampia camicia di seta allacciata con un fiocco vicino al collo, mentre su portava un gilet di velluto bordeaux , con delle bordature e ricami in oro, chiuso da una cintura in cuoio.
i pantaloni erano anche essi dello stesso colore del gilet, mentre poi portava degli stivali neri alti di poco sopra al ginocchio, con un tacco alto, che slanciava ancor di più la figura.
Brace si vedeva di trovarsi di fronte un altra persona, ma quando la vide di fronte a lui capi che Amaya non era mai cambiata di una virgola, era la stessa che aveva conosciuto, lo stesso aspetto, lo stesso modo di vestire, ma solo una cosa gli sembrava cambiata... qualcosa in lei.


-Il tempo passa, ma tu non sembri essere cambiata... - disse l'huma alzando lo sguardo fissando negli occhi la ragazza, che ricambio un sorriso che illuminò in un istante il suo splendido viso.


-Tutto cambia...- Rispose la splendida huma.


-Tu non ai mai amato i cambiamenti... infatti sei rimasta la stessa di quando ti ho conosciuta. Solo una cosa mi sembra ti abbia cambiata ...- disse Brace squadrandola dalla testa ai piedi.


-Cosa!? - Domando a brucia pelo la ragazza.


-Hai un aria diversa... anche se non volevi, so che sei cambiata e sembra anche che ci sia qualcosa che ti turbi non poco, forse è perchè sei qui...?- domando l'huma alludendo al passato di Amaya.


Ma Amaya non era affatto preoccupata per il suo passato e quello che rappresentava Archades per lei, lei lo avrebbe definito tutto "Solo una cosa passata". Una cosa che per lei non era mai esistita , un cumulo di bugie.


- Per un passato che non esiste.. e che fino a tre anni fa quella che io credevo la mia vita era non altro che una bugia, inventata ad arte per celare chi sono.... ? - disse con tono al quanto irritata la giovane avventuriera.


Brace scosse la testa, capendo bene che la ragazza non aveva digerito del tutto quello che era successo e la forte rabbia che provava. Cerco di cambiare discorso e trovare un argomento meno spinoso di quello.


-Amaya per il resto come va? è passato un anno... non ti sei più fatta viva, cosa è successo?- chiese l'huma preoccupato.


-Nulla volevo prendermi del tempo per pensare riguardo alla mia vita...e quello che sono. -


-Cosa hai deciso? -Domando Brace preoccupato sul futuro della  sua amica.


-Beh... ho tante idee, ma so cosa non voglio.  Non voglio tornare alla mia vecchia vita, non è più possibile con la distruzione della crisalide posso definirmi libera poichè "L'Era delle pietre" è finita. Si è aperta così una nuova,  era dove gli huma decidevano di loro pugno il loro fato.
Non voglio nemmeno stare dalla parte dell'Impero sarebbe troppo pericoloso ed io con loro non centro nulla. Quindi...- Tirò le conclusioni Amaya osservando Brace che già aveva capito dove la sua amica voleva andare a parere.


-Quindi... se non c'è futuro da entrambe le parti, vorresti la tua "presunta vecchia vita da avventuriera"? - Brace domandò alla ragazza.


Amaya guardò l'archadiano è annui, Brace non si trattene dallo scoppiare a ridere vendendo che la ragazza conserva ancora il suo animo  selvaggio ed indomito.


- Tu non sei una principessa, "sei una pirata" ! - aggiunse Brace sorridendo sfacciatamente alla ragazza chiedendole poi sul da farsi.


-Ora che sai quello che vuoi, quando pensi di ritornare?-


-Volendo anche subito... sai dove sto adesso , inizia a starmi stretto. -Sottolineo l'avventuriera.


-Sempre così decisa... la porta di casa è sempre aperta. - disse l'archadiano mettendo a disposizione casa sua.


-Brace, temo che possano venire da te...- fece presente la ragazza, ma l'archadiano per quanto ne sapesse aveva sempre mantenuto una certa distanza dalle conoscenze di Amaya, d'altronde lui con loro centrava ben poco.


-Amaya... non credo che verranno da me, d'altronde io e loro non abbiamo nessun tipo di legame, quindi credo sia l'ultimo posto dove venirti a cercare. Poi la casa in cui sto è sempre stata anche casa tua... - Aggiunse Brace, riferendosi al periodo dei due anni in cui Amaya aveva soggiornato ad Archades e la loro convivenza.


Amaya trascorse con Brace tutto il resto della giornata dimenticandosi di far visita alla cosa di Noah, la quale decise di rimandare la visita al giorno seguente.
Per tutta la giornata Amaya e Brace si raccontarono cosa avevano fatto in quel lungo anno in cui non si erano visti ne sentiti.
L'indomani come da programma Amaya andò a visitare una delle tante case Noah,soprattutto quella in cui Noah amava ritirarsi e prendersi una pausa. La casa era un abitazione enorme sembrava una di quelle enormi case della ricca nobiltà archadiano.
Era arredata con un gusto sublime ed estremamente raffinato che conferiva alla casa un atmosfera di mistero e di autorità, oltre che di antichità. La villa era una delle più vecchie della città imperiale, al suo interno si respirava un'aria di solennità, come se li dentro il tempo si fosse fermato, i mobili archadiano si confondevano con lo stile di Landis che in qualche modo sembrava far ricordare la sua presenza nonostante i pochi oggetti.
Amaya si vedeva trasportata in quei giorni in cui era in compagnia di Noah in quell'enorme casa per via del suo praticantato. Vedeva le lezioni di scherma e di spada che il giudice le dava.
Sembrava che da un momento all'altro il giudice dovesse sbucare da una dalle tante porte, la casa sembrava così vuota, Amaya si chiedeva se la stessero o meno usando, ma notava che anche disabitata la casa era in ottimo stato.
Giro per qualche ora fra le varie stanze, notando con attenzione che non mancasse nulla, poi dopo un altro breve giro, la ragazza decise di tornare da Brace. Amaya si fermo ad Archades per altri due giorni, finchè non decise in fine di ritornare a Bhujerba.

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Capitolo 18
*** I giorni del passato ***


I GIORNI DEL PASSATO 

Il soggiorno ad Archades era stato per Amaya molto rilassante, ma il suo ritorno a Bhujerba non sarebbe stato altrettanto. Ignara di quello che era successo in sua assenza e il giorno precedente al suo rientro improvviso, Amaya aveva fatto ritorno con la sua aereonave l'Amina.
Al suo rientro a Palazzo Amaya venne accolta dalle sue sue guardie personali Noel e Sebastian, due gemelli di circa trent'anni originari del ex Repubblica di Landis.  I due huma erano due identiche gocce d'acqua si differenziavano per i capelli, Noel portava i capelli lunghi mentre Sebastian più corti.
I due erano molto affezionati ad Amaya, e lei  affezionata altrettanto a loro. Noel e Sebastian erano gli unici con la quale Amaya andava d'accordo e si fidava ciecamente.  Ma Amaya rientrando a palazzo e vedendo le sue due guardie venirle incontro preoccupate, intuì che qualcosa era successo in sua assenza.
I due gemelli raccontarono della venuta del Giudice Gabranth da parte della principessa Ashelia e della partenza immediata del giorno precedente del Marchese Ondore IV.
In quell'esatto istante Amaya non ci vide più, era furiosa talmente che urlo con tutta la voce che aveva in gola che quel giudice andava fermato così pure Ondore. I vetri scoppiarono per quanto era stata la furia del potere emesso in quel istante dalla ragazza. 
Sentendo e vedendo il trambusto provocato da Amaya, il resto delle guardie che stava a palazzo  si precipitò dalla stessa Amaya, temendo che fosse accaduto qualcosa di spiacevole.


-Vostra Grazia  è successa una cosa che dovete immediatamente sapere! - chiesero all'unisono le sue due guardie raccontandole ciò che era accaduto.


-IL GIUDICE ANDAVA FERMATO! -Ruggì ancora una volta Amaya in preda alla collera.


Pochissimi erano le persone che l'avevano vista in quello stato così alterato, non sembrava più umana, il colore della pelle si era fatto azzurro e i suoi capelli bianchi. A stento Amaya riusciva a mantenere la sua collera per non distruggere tutto.
Sebastian, una delle sue guardie cerco di calmarla e farla ragionare, ma la ragazza non sembra sentire ragione .


-Vostra Grazia Amaya calmatevi, ve ne prego!- 


-ED IO DOVREI CALMARMI, MI è STATA RECATA UN'OFFESA... A ME!!!- Urlo ancora con più forza la ragazza, Sebastian e Noel sapevano bene come prenderla e farla calmare.


-Vostra Grazia Lady Amaya, non dovete temere nulla, se volete li andiamo a riprendere.- disse con tono dolce e pacato Noel cercando nuovamente di calmare la ragazza, che presto subito attenzione al giovane uomo.


Sebastian intervenne anche lui in aiuto del fratello, con modi gentili e con un tono di voce pacato cerco di calmare la ragazza e farla stare tranquilla, ove evitare un possibile colpo di testa da parte di questa. Ma poteva benissimo constatatare quanto Amaya era diversa e con quanta foga viveva le sue emozioni, si era rivelata in un'istante e la sua visione faceva rimanere ammutoliti chiunque la vedesse.


-Mia signora,... Amaya, sapete bene che ogni vostro desiderio e per noi un ordine, quindi se volete andremo a Dalmasca e riporteremo ciò che vi è stato sottratto.-


Dopo svariate suppliche da parte dei due Huma. Amaya si calmo riprendendo il suo aspetto normale, ma rimaneva sul suo bel volto un espressione di rabbia infinita.
Rabbia che la ragazza sapeva bene, dentro di se voleva solo stare bene, essere serena ma si sentiva sempre condizionata da chiunque le stava intorno e dalle continue richieste altrui.
Lei che era sempre stata la più sicura, ma rivelava dentro se stessa una fragilità e un insicurezza grandissime, un vuoto che le era stato lasciato dalle persone che lei aveva sempre considerato la sua famiglia.
Pensava di aver superato questo punto, ma si sentiva come una bambina smarrita in cerca continua di un punto di riferimento per sapere chi era, e più il tempo passava più questa paura cresceva dentro di lei insieme alle sue ansie e mille paure.
Ora che fuori sembrava tutto così tranquillo Amaya si ritrovava a fare i conti con qualcosa a cui lei non aveva mai dovuto far fronte. Nel periodo della guerra a causa di ciò, la cosa più importante per lei era stato sopravvivere, ora che non era più richiesto sopravvivere ma c'era solo pace, aveva il tempo di riprendersi dal passato, si rese conto che lei non aveva mai avuto il tempo per vivere quello che le era successo e le emozioni che aveva provato a causa del trauma subito.
Aveva tanta rabbia, che come un veleno che la corrodeva dentro, giorno per giorno, attimo dopo attimo, dentro di lei, Amaya era sempre più stanca e si stava come esaurendo. 
Non sembrava avere più l'entusiasmo di vivere , si sentiva stanca e pesante, tutta quella negatività la corrompendo da dentro e la spingeva ad una corsa sempre più sfrenata ad arrivare ai suoi obbiettivi.
Si sentiva spinta a dover stare sempre sull'attenti , a non abbassare mai la guardia e fare attenzione a tutti e tutto. Ma dentro se stessa lei voleva essere libera e spensierata, trovava molto difficile lasciarsi andare, e difficilmente riusciva a trovare qualcosa che le desse soddisfazione, barricata sempre dietro il suo distacco.
Avrebbe voluto gridare "Vi odio, mi avete fatto male, sono stata male, ho sofferto... mi fate soffrire" ed anche altre parole "Voglio essere libere, voglio essere vanesia, voglio essere superficiale... voglio stare senza pensieri".
Ma quella  sua voce moriva affievolita, dentro di lei sentiva come se non fosse voluta, come se non avesse diritto ad esistere ad avere una sua volontà.
Aveva paura che qualcuno potesse approfittarsi di lei se avesse saputo quali erano le sue insicurezze.
Noel e Sebastian videro piangere Amaya, non l'avevano mai vista in quello stato, qualcosa si mosse dentro di loro. Bisognava trovare un modo per scacciare via tutta quella rabbia, quel insoddisfazione e frustrazione .
Amaya era sempre in balia delle sue emozioni e dei suoi umori, era così difficile avvolte starle dietro, in passato non era stata mai così agitata, era più calma, più leggera. Da quando era scoppiata la guerra , che poi si era conclusa, Amaya non si era mai presa un po di tempo per se stessa, per vivere i suoi dolori e i suoi traumi, aveva sempre cercato di non pensarci ed ora che aveva la possibilità di ricongiungersi alle persone lei care, lei scappava.
Aveva sempre dato dimostrazione di essere, quella più sicura, più intelligente, più sveglia, più arguta, più capace e talentuosa, ma quando aveva avuto la possibilità di pensare a se stessa non ci era riuscita come prima, aveva difficoltà.
Era cresciuta pensando di vivere una certa maniera, poi si era vista data in sposa, poi ancora si era vista mandata via e così via... Amaya era passato per così tanti ruoli così tante identità che alla fine si chiedeva chi egli era, con quali occhi si sarebbe presentata al mondo d'ora in poi.

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Capitolo 19
*** Me lo spieghi ***


ME LO SPIEGHI
Prima ancora che Amaya tornasse a Bhujerba , il Marchese Ondore IV aveva dato ordine ai suoi sottoposti di far preparare la sua aereonave per la partenza per Rabanastre. I preparativi furono pronti in mezza giornata. 
Non appena tutti i preparativi per la partenza furono pronti, Halim si appresto a salire , portando con se Noah e Rasler, sperando che in questo modo avrebbe così costretto la nipote a seguirlo fino a Rabanastre.
Al Marchese poco importava se sarebbe incappato nell'ira di sua nipote, era pronto anche a mettersi contro di lei se questo l'averebbe dato luogo ad una rappacificazione da parte della stessa.
Halim sapeva bene che il gioco era molto rischioso, ma era convinto che ne valeva la pena, intanto si domandava con quali parole avrebbe dovuto spiegare a sua nipote tutta la verità.
L'huma era pieno di tanti dubbi, ma era di certo convinto che stava facendo la cosa giusta e non si sarebbe pentito delle sue azioni.
A Rabanastre in tanto erano finalmente giunti, i due aviopirati, Balthier e Fran anche loro come Basch portavano imminenti quanto importanti notizie.
Per non recare danno o disturbo alla principessa Ashelia, Balthier aveva deciso di prendere una stanza alla Taverna Mare di sabbia, era da parecchio tempo che non metteva più piede in quel posto e come sempre la sua fama nel tempo si era accresciuta e ovunque andasse lo precedeva.
Balthier non era mai ben visto a causa dei suoi raggiri o dei suo prender parte alle risse quando qualcosa andava male e degenerava. Balthier aveva sempre quel brutto vizio di essere molto sfacciato e arrogante con chiunque, sembra che ogni volta il suo sorrisetto compiaciuto provocasse le ire e la rabbia altrui.
A causa di questo suo modo di fare, Balthier si trovava sempre con un mucchio di nemici alle spalle da cui doveva sempre guardarsi bene. Fran aveva perso il conto delle volte in cui aveva dovuto tirarlo fuori da quelle assurde situazioni, che per loro era mai era diventata una parte della normalità.
Fumo, gioco d'azzardo, alcol, donne di questa era fatta la vita avventurosa del giovane archadiano, ogni volta però Fran quasi seccata lo tirava dai guai, anche facendogli fare qualche figuraccia con qualche signorina, dove Balthier si era visto tirar via per l'orecchio dalla sua patner.
Da parte della viera era tutto tranquillo, se non fosse che spesso la donna si ritrovava circondata da sguardi quasi incantati da parte degli uomini. Fran era ora mai abituata, a quelli che lei definiva ora mai "Bambini".
Per lei gli uomini erano soltanto buffe creature, avide, egocentriche e capricciose quanto volubili ed insicure, così diverse dai rappresentati maschili delle controparte delle viera.
I rappresentanti maschili delle viera erano meno emotivi dei normali huma maschili, erano più silenziosi e riservati con un profondo legame con la natura soprattutto con la terra e gli alberi.
Balthier aveva preso due camere separate, riservate una a lui e l'altra alla sua patner.  Il giovane archadiano non si faceva mancare nulla, ordinando la stanza più lussuosa della taverna, erano da poco arrivati che lui e Fran decisero di riposarsi un poco e di decidersi sul da farsi.
Balthier voleva fare un giro per la capitale dalmasca per vedere i cambiamenti che erano successi in quel lungo anno in sua assenza e poi dopo voleva recarsi in visita a palazzo, entrando in scena come solo lui sapeva fare.
Fran invece era più interessata a fare un giro al grande bazar di Rabanastre, in cerca di armi da usare nelle loro avventure e di fare rifornimenti per l'areonave, insieme al meccanico Nono.
La viera tra se e se, si chiedeva che piega avrebbero preso gli eventi, con il profondo legame che nutriva dei confronti di Amaya, quasi reverenziale, la viera si mostrava ostile ad esprimere il suo disappunto.
Per lei, Amaya era libera di scegliere se esserci o no, è vista la sua natura gli altri dovevano rispettare il suo desiderio. Sapeva cosa voleva dire essere diverse e vivere per se stesse, seguendo i propri desideri, come aveva fatto 50 anni prima la stessa Fran.
Fran non amava far vedere le sue emozioni, per l'età che aveva si sentiva fin troppo matura e nulla la stupiva più , aveva la solida consapevolezza che tutto sarebbe andato bene, e che agitarsi e farsi prendere dalle ansie e dalle paure non serviva a nulla.
Il giro per il Bazar si rivelo molto prolifico e Fran e Nono comprarono tante cose utili per le loro avventure, Balthier non era mai felice di spendere troppo, ogni volta ricordava a Fran che loro erano cacciatori di tesori e quindi ladri... non gente comune con comuni atteggiamenti.
Ma ogni volta Fran rispondeva che se non era per lei, i loro soldi sarebbero stati spesi in donne, gioco e festini a base di alcol, insinuando al giovane Huma quanto fosse viziato il giovanotto.
Balthier rispondeva sempre facendo il sornione, come se quello che diceva la viera non lo toccasse affatto. Fran invece sapeva bene come rispondere al tono provocatorio e pungente del huma.

-Fingi di non sapere... ma voglio vedere come te la cavi... da solo...- Ribatte seccata la giovane donna.

-Sempre così acida? - Sciorino il giovane huma con un tono al quanto ironico verso la sua patner.

-Tu sempre così ironico? L'ironia è una di quelle doti che non ti si addicono, la simpatia non è mai stato il tuo forte.- sottolineo la viera, alludendo alle capacità comiche dell'avio pirata, Blathier si senti un po' punto nel suo orgoglio.

-Mia bella Fran io sono un tipo sarcastico, pungente... ma ironico mai.- Balthier sorrise a Fran con un ghigno molto malizioso che spesso osava sfoggiare in occasioni al quanto particolari, salvo poi tornare a fare la parte dello scanzonato avio pirata quale amava definirsi.

-Peccato che con quel sorriseto non vai da nessuna parte con me, Balthier! - gli rinfaccio ancora una volta la viera, ma Balthier si stava trovo divertendo a punzecchiare Fran.

-Come siamo suscettibili oggi! - pungolo ancora l'avio pirata, Fran non disse quasi nulla, limitandosi a dare del "Bambino " al pirata.

Ad un certo punto i due avio pirati smisero di punzecchiarsi, decidendo di affrontare argomenti più seri. Il viaggio per loro fino a Rabanastre era stato lungo e faticoso, e il giro fatto per la capitale dalmasca era servito a riprendere le forze dal lungo viaggio, oltre per cercare informazioni sull'attuale situazione riguardante Lady Ashe.
Da quel poco che Balthier era riuscito a sapere per la cerimonia di Restaurazione del regno mancava veramente poco e l'unica persona che mancava a farsi vivo era il Marchese Hondore. Tutto era pronto, mancava solo lui.

-Sei riuscito a sapere qualcosa?- domando Fran a Balthier ,con un'espressione abbastanza seria sul voltò.

-Si, le informazioni che sono riuscito a reperire dicono tutte più o meno la stessa cosa. Tutto e pronto per la cerimonia, manca solo il Marchese Hondore per officinare la cerimonia. Da qual che si dice la principessa Ashe ha fatto recapitare tramite il giudice Gabranth una missiva per il marchese.- fece presente Balthier con un espressione pensierosa.

-Tu ti stai chiedendo se il marchese voglia parlarle  di Amaya?- Chise la viera.

-E quello che credo anch'io, il marchese non è potuto venire prima principalmente a causa di questo motivo. Non credo che la principessa sarà felice di sapere che la sua "adorata sorellina" che credeva sparita per tanto tempo dalla fine della guerra si sia sempre nascosta da suo zio.-

-Sai che la volontà di Amaya non si discute.- gli fece presente Fran, ma Balthier non era un tipo che si facesse condizionare facilmente.

-Non si discute, ma ci saranno persone che vorranno delle risposte... e questa cosa potrebbe causare qualche scompiglio a palazzo.- notò il giovane aviopirata mentre con un fare abbastanza preoccupato stava pensando hai possibili risvolti che tale situazione poteva prendere.

-A questo punto, domani andremo a palazzo a verificare la situazione.- disse con tutta calma la viera dirigendosi verso la sua stanza.


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Capitolo 20
*** Cambierà l'aria ***



CAMBIERÀ L'ARIA
L'indomani quando Blathier e la sua patner Fran si presentarono a palazzo sotto altre spoglie, notarono subito che non regnava un'atmosfera di festa e di grandi preparativi, ma regnava una forte tensione.
L'huma venne a conoscenza della causa di tutto quel cattivo umore, quando chiese in giro e ai suoi vecchi compagni di avventure, Vaan e Penelo, ma i due ragazzi sapevano ben poco.
Ma a spiegare al giovane avio pirata tutta la faccenda nei minimi dettagli, ci penso il giovane Larsa, felice di vedere i due avio pirata, curioso di chiedere a questi se per caso sapessero qualcos'altro in merito all'intera faccenda.

-Sapevo di trovarvi qui, in tutto questo tempo vi siete dati da fare?- disse il pirata verso il giovane ragazzino dalmasco dai tratti delicati e dai capelli chiari.

-Abbiamo persino una taglia, come vedi non sono una causa persa come diceva qualcuno. Eh.. Balthier?!- Canzonò il giovane dalmasco, vantandosi dei suoi successi con il giovane archadiano, che cercò con il suo fare saccente di abbassare la cresta al giovane dalmasco.

- Devono passare ancora degli anni se vuoi che le tue imprese superino le mie gesta. Vaan ne hai ancora di strada da fare.- disse Balthier scoppiando a ridere.

Vaan si sentì colpito nel suo orgoglio e a sua volta cercò di colpire con una frecciatina l'archadiano, ma questi trovava sempre il modo per girarla verso Vaan che ogni volta perdeva la pazienza vedendo vanificati i suoi tentativi.
In un angolo della stanza Fran insieme alla giovane Penelo stavano parlando della situazione che regnava a palazzo.

-Ma è mai possibile che ogni voltano che si incontrano questi due devono sempre punzecchiarsi a vicenda?- sbottò esasperata Penelo.

-Balthier è un bambino e poi questo è il suo modo di essere, si diverte troppo a punzecchiare Vaan.- aggiunse la viera sospirando, seccata dal atteggiamento spaccone di Balthier.

-Anche Vaan sembra essere felice di rivederlo a modo suo. Sai Fran per Vaan, Balthier è come un fratello maggiore, un punto di riferimento da quando non ha più suo fratello.- Disse la giovane dalmasca osservando con quanta foga Vaan stesse discutendo scherzosamente con Balthier.

Ma Fran dall'alto dei suoi anni, sapeva cosa volesse dire, era sempre riuscita a gestire i capricci di Balthier, sembrava essere per lui come una seconda mamma, quella madre che al ragazzo sembra essere mancata.

-Penelo vorrei chiederti come è la situazione qui a palazzo per via dei preparativi della cerimonia di restaurazione.- domando con calma la viera a Penelo che subito assunse un aria cupa.

-Non bene, io e Vaan abbiamo saputo da Larsa che qualche tempo fa è arrivato il messagio di risposta dal marche Ondore e dopo quel messaggio, Ashe non l'ha presa bene.

Sentendo questa frase, Balthier interruppe quello che stava facendo con Vaan per precipitarsi a parlare con Penelo chiedendogli ulteriori spiegazioni a riguardo.

-Penelo non sai altro su questa situazione?- Chiese il giovane uomo alla ragazza  che rispose no scuotendo la testa.

-Non ne sappiamo molto Balthier, dovresti provare a chiedere a Larsa se sa qualcosa di più al riguardo. Visto che la principessa Ashe a mandato Basch a recapitare un messaggio al marchese Ondore, noi non sappiamo altro.

La risposta che gli diede Penelo lasciò Balthier pieno di tanti dubbi su quella situazione che ai suoi occhi si stava facendo sempre più complicata e difficile ogni minuto che passava. 
L'huma voleva, se avesse potuto, dire tutto quello che sapeva e che il motivo principale di tale situazione era causato da Amaya.  Balthier aveva assunto un espressione molto seria ed era così concentrato che non si accorse dell'arrivo del giovane Larsa.
Fu la voce del giovane Imperatore archadiano a far distogliere Balthier dai suoi pensieri. 

-Non pensavo che ti saresti presentato con il tuo vero nome Balthier- disse il  tredicenne sorridendo .

-Resto sempre un Bunansa dopo tutto...- affermo il giovane pirata sogghignando cercando con molta nonchalance di cambiare argomento.

-Vaan e Penelo mi hanno appena detto che ci sono novità... e direi anche non buone a giudicare dalla tensione che si respira... ne sapete forse qualcosa?- domandò il giovane uomo al piccolo imperatore.

-Siete quanto mai troppo sveglio amico mio.... è appena giunta la risposta che Ashe aspettava dal marchese... e credo che non sia una bella notizia. -Rispose con tono abbastanza grave il giovane Larsa, sul suo viso era dipinto un espressione molto preoccupata.

Balthier non si scompose minimamente a tale affermazione, anzi alzò solo un sopracciglio...dopo tutto sapeva bene cosa si aspettava, e ciò che gli aveva detto Larsa, aveva senza ombra di dubbio confermato i suoi sospetti.

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Capitolo 21
*** Tu mi dici tutto ***




TU MI DICI TUTTO !

Baltier stava ancora parlando con il giovane imperatore, quando questi gli racconto tutto. Il pirata sapeva bene come non far trasparire i suoi pensieri, sapeva fin troppo e far vedere che era al corrente di tutta quella situazione non avrebbe giovato alla sua posizione, così si limitò a restare al suo posto.

- Quindi verrà... allora perchè tanta tensione. So che il Marchese non vede di buon occhio il Basch è la sua parentela... - L'huma buttò un occhio al piccolo Larsa.

-Questa è una cosa risaputa... a chi è al corrente dei fatti.-rispose il giovane imperatore.

-Ora lui dov'è...? -Chiese l'aviopirata con un espressione seria riferendosi a Basch.

-Con Lady Ashe... gli ha consegnato la missiva lui personalmente.- Aggiunse Larsa.

-(DANNAZIONE !!! Questa non ci voleva... Saprà di Amaya.... vorrà delle spiegazioni.... Quella stupida) Penso il pirata immaginando la possibile reazione della principessa e del giudice.

Ancora una volta Baltier dovette fare buon viso a cattivo gioco, quando il giovane Larsa vide l'espressione di agitazione comparire sul volto di Bathier che sembra sempre così imperturbabile, ciò lo fece insospettire che forse l'huma sapesse più di quanto volesse far credere.

Nel frattempo sulla terrazza dove si trovava la principessa Ashelia regnava una forte tensione, Ashe sedeva su una ricca sedia vicino al tavolo su cui erano stati poggiati importanti documenti, mentre Basch con indosso i suoi panni da giudice fissa la lettera del Marchese Ondore che teneva tra le mani. 

Al-Cid da lontano osservata tutto silenziosamente, avrebbe subito voluto avvisare Amaya della situazione e metterla al corrente di tutto, ma in quel momento si trovava con le mani legate , un passo falso e avrebbero potuto far scoprire tutto.

Doveva solamente aspettare che uno dei due presenti facesse qualche segno o pronunciasse una sola frase che potesse in qualche modo suggerirgli come muoversi in tale momento, in maniera tale da tirarsene fuori.

Basch in quel momento aveva assunto un espressione molto seria più seria del suo solito, teneva gli occhi chiusi la testa chinata sul foglio e le sopracciglia aggrottate. 
Non si sarebbe mai visto sbucare dal nulla quel nome di colei che aveva tanto amato e che amava ancora. Non passava giorno in cui non si chiedeva dove fosse o cosa facesse. 
Piu volte aveva immaginato che effetto avrebbe fatto rivederla, ma ciò che più lo agitava erano le parole che il Ondore aveva usato nella missiva.

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"Riguarda vostra sorella Ondine.
So che quanto vi ho appena scritto rappresenti qualcosa di incredibile
Se ho ritardato con la mia venuta e perche vi sono stati alcuni fatti legati a vostra sorella che me lo hanno impedito.
Non sorprendetevi o arrabbiatevi quando verrò presso la vostra persona ma rallegratevi... poiche questo momento è benedetto dagli Dei.
vostro zio, Halim Ondore IV. "




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Queste frasi si chiedeva Basch che cosa centrano... in che modo possono riguardare Ondine.
-PERCHÈ MAI BENEDETTA DAGLI DEI!! COSA CENTRANO LORO.... perchè dobbiamo rallegrarcene? 

Questo pensiero lo allarmò molto Basch, inizio a provare una forte rabbia che cosa aveva mai combinato questa volta Ondine? Si era sempre sentito così incolpa verso di lei, ne sentiva fortemente la sua mancanza.
L'huma si ricordava tutto come era iniziato e finito...ma ancora non riusciva a darsi pace. Si sentiva terribilmente solo, avrebbe voluto abbracciarla, baciarla, stringerla forte e parlare.

Avrebbe voluto farle un sacco di domande... su come adesso stava e come trascorreva la sua vita.
La vedeva così lontana, distante. Hai suoi occhi non sembrava più la stessa principessa ma sembrava una perfetta estranea. Avrebbe voluto gridarle tutta la sua angoscia, la sua disperazione, la sua paura, la sua solitudine e la sua rabbia.
Le voleva gridare tutti i suoi sentimenti che fino a quel momento teneva ben sotto controllo.

Basch si teneva a stento, ma era evidente come fosse destabilizzato. Ashe osservava silenziosa Basch, mentre con lo sguardo si rivolgeva ad Al-Cid che silenziosamente assisteva a tutto.
E in quel momento che Al-Cid agì subito con immediatezza, gli fu subito chiaro quale sarebbe stato il giusto portamento da avere. Il rozariano cercò di mostrarsi quanto più preoccupato fosse possibile, facendo molta attenzione a non sembrare finto.

-Lady Ashe... qualcosa vi ha turbato nella lettera di vostro zio? - Chiese delicatamente il Rozariano con fare estremamente gentile.

-Al-Cid.. voi..- Ashe non ebbe appena il tempo di rispondere quando dalla stanza collegata alla terrazza su cui si trovavano i tre, comparve una figura ben nota a tutti.

Lady Ashe, Al-Cid e Basch videro aprirsi la porta della stanza annessa alla terrazza, e videro comparire Balthier con fare deciso e un espressione seria dipinta sul volto, mentre Fran aveva deciso di rimanere con gli altri.

-SO TUTTO!! - Esclamò a gran voce il giovane aviopirata mentre con passo deciso si avvicinò verso la principessa.
 

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Capitolo 22
*** La legge dell'orgoglio ***


LA LEGGE DELL'ORGOGLIO

"SO TUTTO"...

Erano bastate queste parole a catturare l'attenzione di tutti i presenti e a farla rivolgere su Balthier. Al-Cid non mostrò il suo disappunto ma ebbe una bruttissima sensazione.

-(Guarda tu che idiota!)- Penso il principe rozariano facendo una smorfia con le labbra. Dentro di se Al-Cid era molto seccato della presunta confessione dell'archadiano.

-Balthier!- Esclamarono all'unisono Basch e la principessa Ashe. Le loro espressioni si fecero ancora più cupe.

Al-Cid non si mosse, dentro di se voleva ribattere a quello che aveva detto Bathier, quel tipo non gli era mai andato giù, aveva quel fare fin troppo sicuro di se, ma Al-Cid si trattene non voleva  in nessuna maniera che quelle persone scoprissero che ne sapeva qualcosa.

-Non si usa più salutare?... a giudicare dalle vostre espressioni beh...direi che sia giunto appena in tempo.

-Non è un buon momento per fare i sarcastici... e il tuo "annuncio" non poteva capitare in un momento peggiore. - Disse la principessa con tono di voce duro e autoritario.

-Invece penso... Maestà che via avrebbe fatto piacere sapere quello che so, su vostra sorella Ondine.  
A giudicare dalle vostre espressioni, vuol dire che sono capitato al momento giusto... avete appena letto il messaggio del Marchese?- chiese ironicamente il giovane aviopirata con tutta la tranquillità del mondo.

Ma la sua ironia non fece che irritare ulteriormente tutti i presenti specialmente Basch che si ritrovo ad alzare la voce , che tuono forte e vigorosa, tanto bastò a rimettere in riga il giovane aviopirata.

-PIANTALA BALTHIER E PARLA! - Urlò il capitano, quasi ringhiando.

Balthier non aveva mai visto il capitano perdere la pazienza così, nemmeno quando l'aveva conosciuto ed aveva appreso ciò che gli era capitato. Questa volta era diversa... era una situazione che lo toccava in prima persona ed era molto diversa dalla vicenda di suo fratello Noah.

-Bathier... ti voglio ricordare la storia di Ondine... o ti devo rinfrescare la memoria? - Fece presente la principessa con tono gelido.

Lady Ashe era quasi sull'orlo di una crisi di nervi con tutto lo stress e la pressione che aveva dovuto sopportare durante quei giorni e si sentiva ora mai al limite dopo aver ricevuto quella notizia da parte dello zio.
Ora era ancora più stressata e furibonda, voleva delle risposte e delle spiegazioni e non avrebbe tollerato niente più. 

-Balthier se hai capito la gravita della situazione... capirai che se sai qualcosa è meglio che tu parli... perchè non so fin quanto potrò sopportare il tuo sarcasmo.-

La principessa era visibilmente stanca e stressata, Balthier capì che il su sarcasmo e i suoi soliti modi di fare quella volta non gli sarebbero stati di aiuto, considerando le persone che aveva di fronte e il loro ruolo.

-Ebbene... quello che so e che qualche giorno fa la vostra amata principessa c'ha fatto visita... esprimendo tutto il suo disappunto.  Abbiamo avuto un piccolo diverbio, le ho chiesto dove si fosse nascosta... e lei mi ha risposto sfacciatamente di farmi gli affari miei.  Le ho anche  domandato  come mai si fosse  fatta  viva con me... ma lei mi ha risposto in maniera vaga.
Certo che è proprio da lei  essere così ...a quanto ne so, lei era anche ben informata sulla cerimonia di restaurazione, era sicura fin da subito che vi avrei riferito tutto. Ragazzi è cambiata... è diventata ancora più stronza ed acida di quando ricordassi. 
Adesso è in viaggio verso ovest, so che avrebbe fatto visita ad Archades a salutare il generale ed altre persone, non so quanto tempo abbia intenzione di fermarsi lì... ma credo poco.-

L'aviopirata raccontò quel poco che sapeva, ma sapeva fin troppo bene di cosa Amaya era capace, dopo di che, vista la situazione decise che era meglio rimanere in silenzio.

Con le ultime novità a palazzo, l'umore non era dei migliori e si poteva notare una forte  emotività, mal celata da entrambe le parti coinvolte. Al-Cid sembrava a stento rimanere neutrale e in disparte, ma per quel egli sapeva e nascondeva bene dovette fare ricorso a tutta la sua diplomazia per restare calmo.

Lady Ashe era sul punto di esplondere... con i preparativi della cerimonia e tante altre cose da sistemare era fin troppo sotto stress e sapere di questa ultima notizia, ciò non rendeva la situazione migliore.
Ashe sentiva che voleva rimanere da sola, voleva stare un po tranquilla ed essere lasciata in pace, non solo voleva riprende fiato e decidere bene sul da fasi.

-Lasciatemi sola.... ho bisogno di riposo.- Si espresse la giovane principessa con tono di voce freddo che risuonò come un eco nel silenzio assoluto della sua stanza.

Tutte le persone presenti si congedarono, Basch era visibilmente tentato di voler chiedere qualcosa alla sua sovrana, ma la giovane regnante lo anticipo.

-Basch anche tu... voglio rimanere sola e per nessun motivo voglio essere disturbata, fino a nuovo ordine... e poi anche voi come me... avete bisogno di riposo.

Mal grado il suo scontento Basch non potè che obbiettare, in quel momento non era in  se. Anche il giovane principe rozariano cercò di parlare con la principessa per calmarla ma ella non ne volle proprio saperne, lo mandò via come tutti gli altri.

Rimasta sola la giovane Ashe pote dare sfogo a tutto il suo malessere e la rabbia che provava verso sua sorella, vedeva la cosa come un tradimento, si chiese come mai una persona a lei tanto cara, l'ultima rimasta della sua famiglia avesse potuto farle un simile affronto.

La sua testa era invasa da tanti pensieri e per un solo istante si sentì veramente sola, in palazzo che l'aveva vista crescere, l'aveva vista nascere, sorridere e piangere. In ogni angolo di quell'antico palazzo si poteva notare tanti ricordi nostalgici, di una realtà passata di cui ora mai non ne faceva più parte.
Era rimasta l'ultima della sua famiglia e nonostante non avesse con sua sorella alcun legame  di sangue, per lei rimaneva sempre la sua adorata sorellina, nonostante l'immenso divario che le separava.

Se soltanto sua sorella non avesse agito così, insieme loro potevano ridare Dalmasca a quella serenità che ora mai da alcuni anni, era venuta a mancare. 
In un'altra ala del palazzo il piccolo imperatore di Archades stava camminando lungo gli immensi corridoi del palazzo reale, sentì il mormorio di alcune guardie dalmasche che parlavano della  giovane sovrana.

Larsa non si lasciò scappare l'occasione di chiedere alle guardie, l'argomento di cui stavano parlando. Entrambe le guardie si sentirono colte alla sprovvista, imbarazzate e come erano difronte a una tale autorità raccontarono di quel che si vociferava sulla principessa.

Lo scambio di parole con le guardie fu molto rapido e semplice, venuto a conoscenza della situazione della principessa, Larsa decise di investigare sulla situazione per sapere cosa stesse succedendo, rivolgendosi per tanto direttamente a Basch.

Basch intano era nelle sue stanze, spogliatosi solo della sua pesante aratura,  decise di farsi un bagno caldo rilassandosi un pò. Ma la sua testa non ne voleva sapersi di fermarsi, così anche i suoi pensieri, riaffioravano della sua mente i pensieri rivolti a lei, la sua "Nereide". Così Basch chiamava Ondine, chiamandola col suo secondo nome.

Il suo sorriso, la sua voce. le sue espressioni, il calore della sua pelle... quella pelle così bianca che voleva ancora una volta toccarla, sfiorarla, morderla.. in confronto la sua pelle sembrava così ruvida e rovinata. Scurita ed abbronzata dal rovente sole del deserto, tutto ciò era dovuto ai tanti anni trascorsi a Dalmasca.

Le mancava. Ogni cosa gli mancava, la sua  vecchia vita, il suo nome, la sua identità, i suoi commilitoni e la sua amata. L'aveva vista crescere, l'aveva vista sbocciare e quando era stata sua se l'era vista strappare via.
Ricordi.. che erano lame, mentre vedeva d'avanti a se i fantasmi di una vita. E la sua scomparsa, improvvisa e dolorosa era una ferita  ancora aperta che non smetteva di sanguinare.  Ma intanto una  voce misteriosa ma allo stesso tempo familiare si faceva avanti,  dicendogli  :

"TUTTO TORNA. E TU?"

Con questo pensiero fisso  dentro il  cuore ed fisso nel profondo della sua testa, non smetteva di  tormentarlo. "Almeno una volta ti sarai innamorato di qualcuna?" gli chiedeva una antica e misteriosa voce nella sua testa, legata ad un vecchio ricordo di lei,di tanti anni prima.

A quella domanda, Basch sulle prime non rispose, non sapeva che rispondere poi... improvvisamente trovò la risposta che in quel momento non aveva saputo dare.

"UNA VOLTA....  CI SIAMO LASCIATI, PER VIA DELLA DISTANZA TRA NOI... LA CONOSCEVO DA ANNI...

La sua voce si faceva più aspra e amara del solito, una rabbia a lungo celata stava prendendo il sopravvento, mai ai sui occhi azzurri così stanchi ancora non potevano rendersene conto.
La voce continuava a chiedergli di lei...

"Ne sei ancora innamorato?"

Ma Basch a quella domanda non sapeva rispondere.... rispondeva solo con un "FORSE NON PIù. 
Ma la voce continuava ad indagare ed insistere, Basch si sentiva in trappola, messo difronte a qualcosa che forse nemmeno lui voleva guardare.

"Questa storia ti ha fatto parecchio soffrire?

Era come sollevare la crosta di una ferita e mettervi dentro il dito e rigirarlo molto lentamente, in modo da procurare ancora più sofferenza.
"
TANTO,  MA NON è STATO PIACEVOLE... DOPO TUTTO QUELLO CHE AVEVAMO COSTRUITO..."

La voce di Basch era rotta solo dallo scrosciare dell'acqua, quando chinando la testa a fatica pronunciava queste parole,  le mani erano poggiate conto la parete della doccia, mentre l'acqua che cadeva sulla testa portava avanti qualche ciocca di capelli biondi sulla fronte.
Mentre lui, soffocava  un ringhio silenzioso, si lasciava andare lentamente ad un pianto. il pianto di un uomo ora mai distrutto tal tempo, ormai era ridotto ad essere  solo l'ombra di se stesso.

Risultava difficile per lui reagire, non arrendersi e lottare come aveva sempre fatto un tempo, la sua voglia di vivere, il suo entusiasmo di ritrovavano di colpo spenti.
Gli altri, hai suoi occhi sembravano così vitali e gioiosi... voleva, per almeno una volta, avere attenzioni sentire che qualcuno era lì per lui.

L'acqua calda rilassava il pesante e corpulento corpo del capitano Basch, ogni muscolo era perfettamente sviluppato, nonostante il corpo tozzo e massiccio che si ritrovava. Nel complesso Basch mostrava un fisico statuario ed armonico, non sembrava un ragazzino... ma un uomo completo sotto ogni aspetto soprattutto psichico.

Si sentiva solo il rumore dell'acqua, mentre l'armatura da giudice era riposta con cura su un tavolo ed una sedia, mentre la restante parte era distesa sul letto a canto a dei vestiti più comodi.

Basch rimase sotto la doccia per più di un ora... cercando di trovare il modo per far fronte a ciò che stava succedendo. Aveva appena finito di lavarsi ed avvolgersi un asciugamano, finemente decorato con ricami dalmaschi, a torno alla vita mentre con un altro asciugamano si stava preoccupando di di asciugare i suoi capelli,  sentì bussare alla porta della sua stanza.
Un rumore sordo e secco sentì, mentre con con voce stanca chiese chi fosse e Larsa gli rispose.

-Sono Larsa, vorrei parlarvi Basch! - esclamò con tono abbastanza preoccupato il ragazzino.

-Vostra maestà... non sarebbe il caso! -Fece notare il capitano, ma Larsa non volle sentire ragione e costrinse il giudice a riceverlo.

-Vorrei capire cosa sta succedendo qui a Palazzo... So che avete ricevuto il messaggio dal Marchese e che l'avete consegnato a Lady Ashe.... ne vorrei parlare con voi.

Sentendo quella frase non potè che aprire, il giovane Imperatore si trovò d'avanti a se il giudice ancora seminudo. Basch aveva indossato dei pantaloni in tessuto leggero mentre il resto del busto rimaneva scoperto.

-Vostra Maestà, questo è il momento meno adatto per parlarvi del messaggio e di Lady Ashe. -Sottolineò il giudice, ma Larsa fu insiste, voleva sapere cosa era successo.

-Basch vorrei capire cosa sta succedendo e se posso essere d'aiuto in qualche maniera.- rispose il ragazzo, ma Basch rispose  che ciò che stava succedendo riguardava la famiglia reale dalmasca e che lui quindi doveva rimanerne fuori.

-Lord Larsa, la questione non riguarda voi, ma Lady Ashe, il marchese e la principessa Ondine. Non so ancora cosa centri Ondine...  ne perchè il suo nome compaia così all'improvviso...- Aggiunse il capitano.

-Vi sbagliate Basch.... ho avuto modo di conoscere la principessa Ondine, lo sapete anche voi, e sò anche del rapporto che aveva con vostro fratello. Per quanto riguarda il resto, voi avete  ragione...- 

Larsa guardò con aria dispiaciuta il capitano ripercorrendo tutta la sua storia e ciò che la legava alla principessa Ondine.
Ondine... Larsa l'aveva conosciuta con un altro nome, e ben comprese perchè sia Basch che la principessa Ashe non volevano vedere nessuno.

-Lord Larsa... come ben sapete, vi chiedo di poter restare da solo, al meno per  oggi vorrei riposarmi... e digerire questa situazione al quanto spiacevole.- Chiuse il capitano e il giovane Larsa  che accordo tale permesso.

Con questo splendido capitolo voglio festeggiare il mio compleanno e lo svilupparsi della storia io intanto sto scrivendo il capitolo 32 avete letto bene e la storia sta decisamente entrando nel vivo, si inizieranno a scoprire che collegamenti avranno i vari personaggi tra loro.
Nel frattempo mio malgrado sto cerando di dare anche più spessore a Fran, Vaan e Penelo... sembrano che siano diventate delle comparse.. vorrei anche approfondire i personaggi di Rozaria.. ma penso che queste cose verranno affrontate man mano che la storia procede. (Spero sempre di riuscire a descrivere bene ambientazioni, emozioni ed espressioni non che curare i dialoghi... dai che ce la facciamo... )

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Capitolo 23
*** Solo orizzonti di confine ***


SOLO ORIZZONTI DI CONFINE

A Rabanastre un'altra giornata stava volgendo al termine, e mentre la sera stava lentamente giungendo anche a Palazzo, la situazione di tensione non sembrava stesse finendo, ma trascinarsi lentamente.
Ashe aveva trascorso l'intera giornata chiusa nelle sue stanze mentre Basch aveva preferito farsi un giro per la citta e nel deserto per tentare di scacciare i suoi demoni. Ma se essere infelici o stare bene era una loro scelta... unicamente la loro.

Basch provava solamente tanta rabbia e non voleva lasciar correre tale situazione, voleva delle risposte e voleva sapere dove fosse Ondine... e non gli importava cosa sarebbe successo, se fosse necessario Basch avrebbe usato anche la forza pur di sapere della sua Signora.
Il capitano aveva fatto una promessa che lo lega indissolubilmente ad Ondine e qualunque fosse stato il destino di lei, lui l'avrebbe seguita ovunque.

Ashe come Basch aveva fatto anche lei una promessa riguardante sua sorella, una promessa che non poteva essere infranta e sapeva bene che tale promessa era perfino più importante della cerimonia di Restaurazione del suo regno.
Ondine era fin troppo importante per lei, per tutti... ed avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di riportarla alla sua casa.

Nonostante le forti emozioni che Ashe provava, e le varie contraddizioni, la principessa aveva capito cosa avrebbe dovuto fare, quando si fosse trovato suo zio di fronte e sua sorella.
Rimasti soli Larsa e il giudice Zargabath avendo saputo delle ultime novità a palazzo si ritrovano a parlarsi su come risolvere quella situazione così complessa.

-Vostra altezza la situazione è più complessa di quello che sembra.- Insinuò il giudice con una frase abbastanza ambigua che catturò subito l'attenzione del ragazzino.

-Cosa volete insinuare ?- domandò Larsa.

-Lord Larsa, voi ed anche io abbiamo avuto modo di conoscere Lady Ondine, seppur sotto altro nome e sembianze... ed era anche molto risaputo il ruolo che ella ricopriva presso vostro padre, e dell'assoluta fiducia di cui godeva, prima di scoprire chi ella veramente fosse. Non era mistero, anzi era cosa risaputa, che il giudice Gabranth l'avesse molto a cuore Lady Ondine. .. ne era molto coinvolto se possiamo definirla così.

-Ne sono al corrente anche io, so bene a cosa vi state riferendo, chiederò meglio a Gabranth domani. - Taglio a corto il ragazzino, poco prima di congedarsi dal giudice.
Ma mentre sia Ashelia che Basch vagavano tra i loro pensieri, l'aereonave del Marchese Ondore stava giungendo all'aerodromo recando con se una sorpresa.

Era ora mai notte fonda quando il Marchese Ondore IV raggiunse il palazzo, il suo arrivo colse tutti di sorpresa, Lady Ashe .
La principessa non appena ricevuta la notizia dell'arrivo di suo zio, pretese subito di vederlo , ma quest'ultimo  provato per il suo lungo viaggio,  le rispose che le avrebbe risposto a tutte le sue domande il mattino seguente, non prima che Ashelia ricevesse una risposta da quest ultimo.

-Il vostro arrivo zio non poteva scegliere momento migliore... neppure il peggiore degli ospiti arriverebbe col buoi, nel cuore della notte di soppiatto senza avvisare nessuno.  Voi così legato alle nostre regole... vi lasciate sorprendere come il peggiore dei ladri... ne denota una grande mancanza di fiducia oltre che rispetto...- Ashe con freddezza pronunciò queste parole, mentre riprendeva suo zio, il marchese non aveva scusanti sapeva bene che un simile comportamento era inaccettabile ed inqualificabile per uno del loro rango.

-Mia cara nipote, ho avuto alcune difficoltà prima di venire quì, so bene che questo non è il modo che si confa ad un nobile del nostro rango ma avevo delle buone ragioni. -Si giustificò Ondore.

-Giustificazioni che portano il nome di mia sorella... cosa centra lei, dovete darmi tante spiegazioni e le esigo adesso.-Tuonò Ashelia con rabbia facendo difficoltà a trattenersi dal non fare una scenata.

-Si lei. Ondine... lei per tutto tempo da quando è finita la guerra a subito dopo che è sparita, Ondine è rimasta a Bhujerba. Sai bene che non avrei mai potuto risponderti... sai che non si può negarle la verità, il suo volere è legge.
Ashelia, le cose per lei non funzionano come per te, tu stai per diventare regina... lei regna già da quando è venuta al mondo... comprendi bene anche tu il suo volere e quello di tuo padre. Le cose sono molto difficili da spiegare e ci sono cose che tu ancora del tutto ignori e spiegartele adesso e qua sarebbe impossibili.- Si lasciò andare il marchese ora mai stanco di tutta quella vicenda, per la prima volta Ashelia vide il volto di suo zio stanco e dispiaciuto e per un momento si placo.

-Va bene...zio, siete stato chiaro per il momento e vi lascerò riposare. Ma domani appena il sole sarà sorto voglio parlarvi, voglio sapere tutto. Adesso potete andare.- Freddamente rispose Ashe, qualche minuto dopo diete ordine ad alcuni servitore di preparare un alloggio per suo zio, mentre lei si diresse verso le sue di stanze.Quella notte sembrò interminabile, talmente lunga che sia Ashelia che Basch non presero sonno, ma ne meno Al-Cid prese pace... anzi pensava solo a quando Amaya avrebbe saputo tutto.

La priorità del principe una volta saputo dell'arrivo del Marchese era di avere con lui un faccia a faccia con lui, così uscì di soppiatto dal suo appartamento e si diresse senza farsi vedere presso gli alloggi del Marchese Ondore.

Erano da poco le 4 del mattino quando da poco sistematosi nella sua stanza il Marchese ricevete l'inaspettata visita del principe rozariano, quando Ondore lo vide quasi fece una strana smorfia e fu tentato di non farlo entrare e di mandarlo via, ma Al-cid sapeva essere molto insistente.

-Aprite devo parlarvi- disse il principe rozariano mentre busso alla porta dell'appartamento del marchese, che si precipito ad aprire riconoscendone la voce.

-Voi...- esclamò Halim.

-Dovrei dirlo io, Marchese.... fatemi entrare, io e voi dobbiamo discutere di alcune cose. "Siete venuto meno al patto"-esclamò il giovane principe, mentre Halim esortò agitandosi di entrare subito e di non rimanere sulla porta.

-Entrate... non vorrei che ci fossero problemi- disse, mentre Al-Cid disse che avrebbe avuto ben altri problemi... più grossi di quello.

-Se fossi in voi, io non mi preoccuperei di loro... ma di Ondine... lei ha la priorità. Scommetto avete portato con voi i due principi?- Alla domanda del rozariano Ondore non fiato e  fù il suo silenzio a parlare.

-Come immaginavo... il vostro silenzio parla per voi. Voi siete un incosciente, conta così tanto la "Famiglia" per voi? Oppure permettere a due innocenti di essere invischiati in qualcosa che non centrano? -Si infurio l'huma, ma il marchese gli rispose alla stessa maniera.

-Ashelia ha il diritto di sapere, per secoli la famiglia reale Dalmasca a vegliato su Ondine e la sua stirpe. Raminas stesso e così come l'ordine dei Cavalieri di Dalmasca hanno il compito di vigilare su di lei... Ogni erede al trono sa di questo patto e Ashelia ne ha il diritto, in quanto ultima discendete di sangue reale ed erede al trono.- si infiammò il governatore dell'isola di Bhujerba.

-Sciocco... voi siete uno sciocco. Voi e le vostre regole e le vostre tradizioni. Ondine non è solo quello, lei non è qualcosa.- ribatte il rozariano.

-Ma non è ne anche Huma. Può avere anche le sembianze ma lei resta qualcosa di diverso sempre, ha sempre fatto parte dei B'nargin.- sottolineò il Halim ricordando quando la famiglia reale si fosse occupata della ragazza.

-Non è  un huma!? Allora Rasler e Noah cosa sono? Scommetto che li avete portati con voi... avete rotto il "patto", io non sono d'accordo con tutto questo e non voglio farmi coinvolgere in qualcosa di cui non vene rendete conto.- disse Al-Cid prima di uscire dalla stanza,  il rozariano ora sapeva bene cosa doveva fare... correre contro il tempo.

La discussione tra il rozariano e il marchese era durata molto, mentre Al-Cid usciva furtivamente dalla stanza del marchese per dirigersi verso i suoi appartamenti visibilmente irritato, qualcuno in lontananza lo aveva visto uscire.

Zargabaath riconoscendo subito il principe  si chiede come mai quello strano incontro, tenne la notizia per se, ritenendo che quello non fosse il momento adatto per affrontare una simile cosa.
Al-Cid lungo tutto il tragitto che stava percorrendo lungo i corridoi infiniti del palazzo dalmasco, per arrivare presso la sua stanza, si chiedeva qual'era la cosa migliore da fare se avvisare Amaya o reggere il gioco e vedere come si sarebbe evoluta la situazione.

Più il principe pensava più giungeva alla soluzione che sarebbe meglio stato avvisare la sua amica, così cambiò strada e invece di ansare verso le sue stanze si diresse verso l'aerodromo per prendere la sua nave l'Aurian.

Si mise al posto dei comandi e ne azionò i motori e appena fu pronto parti verso Bhujerba, doveva srigarsi anche  perche dalla sua parte aveva poco tempo e c'era il rischio che gli altri potessero scoprirlo.
Al-Cid quindi partì imprudentemente mentre la sua aereonave puntava su Bhujerba.

Ashelia stava ancora sveglia nella sua stanza pensando che finalmente l'indomani avrebbe ricevuto da suo zio le risposte che tanto desiderava e che quel poco che le aveva raccontato non le era bastato.
Anche Basch non riusciva a dormire il suo sonno era molto agitato, tanto che il capitano decise di uscire e farsi un giro nel deserto per prendere un pò d'aria. Già gli venivano in mente le insolite fughe di Ondine in piena notte verso l'oasi, l'aveva sorpresa tante volte a scappare nel deserto e altre tante l'aveva riportata a Palazzo,  altre volte le aveva retto il gioco.

Basch aveva avuto per lei tanti riguardi e difficilmente riusciva a smettere di provare qualcosa nei suoi confronti. Si chiedeva cosa sarebbe successo quando sarebbe venuto il marchese , se con lui ci sarebbe stata anche lei.

Ufficialmente lui era morto e lei invece in quanto vedova era "Sollevata" dal suo incarico, era libera di tornare al suo posto presso la famiglia reale di Dalmasca in quanto figlia  adottiva di Raminas.
Basch non poteva più prestarle servizio,a meno che non si fosse combinata un unione tra lei e un membro  al servizio della famiglia imperiale,  cosa che sarebbe stata quasi inaudito. Ondine era sempre stata amata quanto Ashelia anche se agli occhi di tutti aveva un ruolo di minor prestigio, per tutti alla fine non era un membro vero e proprio della famiglia reale anche se ufficialmente Raminas l'aveva riconosciuta come figlia sua.

L'huma si sentiva stranamente più calmo e sereno, mentre camminava a piedi nudi in mezzo al deserto. Si chideva se avrebbe avuto delle risposte o se sarebbe stato in grado di affrontare Ondore.
Ma perche avere tante paranoie quando di li a poco avrebbe avuto le risposte che cercava.
Verso le prime luci del mattino il capitano Basch torno a Palazzo.

Aveva un semplice mantello marrone con un cappuccio, che l'aveva protetto dalla sabbia e dal freddo del deserto di notte, sotto il mantello teneva un ampia camicia di lino color panna dalle maniche lunghe a sbuffo, mentre era visibilmente aperta sul petto in un lungo scollo a V, tenuto insieme da alcuni lacci lasciati lenti.
Da sopra portava un gilet bordeaux aperto mentre i pantaloni marroni erano di un lino grezzo di ottima qualità, intorno ai polpacci portava i suoi classici sandali in cuoio.
Camminava a piedi, tendendo in una mano le redini di un chocobo che aveva preso presso le stalle reali. Nel silenzio incontaminato del palazzo alle prime luci dell'alba Basch si apprestava a fare rientro, quanti ricordi gli riaffiorravano in cui quei momenti.

Per un po, l'immensità del Palazzo avvolto dal silenzio gli conferiva una certa e strana serenità che acquietava la sua anima già di per sè abbastanza tormentata. Rimesso al suo posto il Chocobo, Basch si affrettò a raggiungere le sue stanze, per risposarsi.

Lentamente il Palazzo con le prime luci dell'alba iniziò a svegliarsi, Ashelia nonostante la giornata di riposo che si era presa non si sentiva affatto calma, sapeva che tra poche ore avrebbe incontrato suo zio, ma lo stesso si sentiva molto nervosa.
Basch intanto aveva riacquistato una certa padronanza di se, mentre ancora provava una certa rabbia se pur velatamente celata dal suo  essere stoica.

Verso ora di colazione la principessa Ashe diede ordine alla sua servitù di far preparare una sontuosa colazione e di invitare suo zio Ondore a prendervi parte, aveva assolutamente bisogno di vedergli.
Ondore si alzò abbastanza teso, sapeva bene che sua nipote avrebbe preteso molte spiegazioni, mentre era in procinto di sistemare alcune cose, un servitore busso alla porta della sua stanza.

-Disturbo vostra signoria, reco un messaggio dalla principessa Ashe.- Disse il giovane servo aspettando qualche reazione da parte del Marchese, mentre Halim  lo scrutava silenziosamente  si aspettava che prima o poi sua nipote l'avrebbe convocato per parlargli.

-Bene, quale messaggio la mia adorata nipote, Lady Ashe desidera mandarmi? - domandò il Marchese.

-Lady Ashe desidera invitarvi a fare colazione con lei, aggiunto che la raggiungiate quanto prima, ha alcune importante cose da chiedervi. - Il servitore riferì il messaggio della principessa, il Marchese non ci mise molto a  rispondere alla richiesta di sua nipote.

-Riferite a mia nipote che sono lieto di accettare il suo invito... ditele che la raggiunsero subito devo prima sistemare alcune cose.- Rispose il Marchese mentre il servitore fece segno di aver capito e si affretto a lasciare la stanza per portare il messaggio alla sua signora.
Lasciato solo il Marchese si diresse verso la stanza di Karaii una giovane balia che si occupava di Rasler e Noah. La giovane donna sulla ventina, alta dal fisico robusto ma al tempo stesso armonioso e ben proporzionato.

La donna aveva lunghi capelli biondi lisci raccolti in una coda di cavallo, mentre indossava i tipici indumenti di Bhujerba. Una volta arrivato presso le sue stanze, Ondore chiese alla giovane balia come stavano i due bambini.

-Allora i miei due piccoli principi come stanno?- chiese con dolcezza il Marchese.

-Vostra Grazia, i principini stanno bene e sono moltro tranquilli. - rispose la giovane huma.

-Molto bene Karaii, allora preparali, tra alcuni minuti vorrei presentarli a Lady Ashe. Appena le avrò parlato vi dirò io quando portarli alla sua presenza  fino a quel momento vorrei che nessuno debba anche solo avvicinarsi a questa stanza. Ho dato disposizioni alle mie  guardie  personali di lasciar entrare nella stanza solamente io e voi, nessun altro dovrà entrare quì, nemmeno se fosse la principessa Ashelia.  Rasler e Noah sono di fondamentale importanza e in quanto loro tutore legale e  bene che i due non siano disturbati.... - Riferì il Marchese, mentre si sedette su una sedia esaminando alcune carte, poggiate sul tavolino.

Nel giro di 20 minuti Karaii lavò e preparò i due bambini secondo le dispozioni. Rasler aveva quasi tre anni, mentre suo fratello Noah ne aveva uno, entrambi i due bambini avevano gli occhi azzurri e i capelli biondi, segno che avevo preso molto da entrambi i loro padri.
Ondore che li aveva cresciuti e li stava educando, si accorgeva che col passare dei giorni quanto i due bambini avessero preso da entrambi i genitori, le abilità straordinarie della madre e l'estetica da entrambi i padri.

Non c'era giorno in cui il Marchese si chiede chi fosse veramente il padre dei due se Basch o  suo fratello il defunto assassino di Raminas, Ondore non provava alcun sentimento di astio o odio nei confronti dei due bambini, che infondo sentiva un pò come se fossero stati i figli suoi e non i suoi nipoti.

Halim li adorava e sapeva che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa per loro. Una volta pronti il marchese e tutti si diressero da Lady Ashe che nervosamente attendeva l'arrivo di suo zio.
Insieme alla principessa Ashelia c'era anche Basch, la giovane principessa aveva insistito a finche fosse stato presente anche lui, in quanto Basch era direttamente coinvolto in quella vicenda.
Basch quella mattina non si sarebbe aspettato mai di essere stato invitato a fare colazione privatamente con Lady Ashe, ma infondo dentro di se  lo aspettava e stranamente si sentiva tranquillo.

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Capitolo 24
*** Verrà il momento della verità ***


VERRÀ IL MOMENTO DELLA VERITÀ 

L'Aurian da dirca quattro ore stava volando diretta versa Bhjierba a gran velocità, ma sarebbe arrivata a destinazione solo verso le 10 o le 11 della mattina, un orario che per Al-Cid significava tante cose.
La sua manovra azzardata avrebbe potuto far saltare la sua copertura se qualcuno a Rabanastre si sarebbe accorto della sua assenza, fortunatamente aveva pensato a un piano di riserva se mai fosse accaduta tale cosa.

Al-Cid aveva incaricato una delle sue molteplici assistenti che se mai qualcuno fosse venuto a chiedere di lui,  le sue assistenti gli avrebbero dovuto rispondere che era dovuto allontanarsi per risolvere alcune questioni riguardanti Rozaria.

Il principe rozariano pregava dentro di se, che nessuno avrebbe mai notato la sua assenza, perchè tra l'andata e il ritorno da Rabanastre e Bhujierba avrebbe perso all'incirca una giornata e non potendo prevedere come sarebbe potuta evolvere la situazione a palazzo temeva per il peggio.

Ma da previdente principe e grade stratega Al-Cid non aveva trascuto anche questa possibilità, aveva incaricato Malta la sua assistente più fidata, non che la sua preferita, la incaricò di fare le sue feci in sua assenza e di riferiigli ogni minimo cambiamento che era avvenuto durante la sua assenza.

 A Bhjierba ,nello splendido palazzo del Marchese Ondore, stava scoppiando il finimondo, Amaya dopo il rientro da Archades  aveva appreso ciò che era successo in sua assenza. La sua reazione di fronte tale notizia le aveva perso il suo sangue freddo e la sua imperturbabile calma, in favore di atteggiamento molto emotivo e fortemente aggressivo.
Sebastian e Noel con difficoltà riuscivano a starle dietro,cercando di farla non solo calmare, ma anche di indurla a ragionare. Amaya era molto scossa ed era talmente agitata che spesso sembrava non essere lucida e razionale.

Le sue due guardie del corpo non l'avevano mai vista in quello stato, eccetto tre anni prima quando il marchese Ondore raccontò la verità su chi ella era. Amaya era molto nervosa, tanto che sfogava questo suo stato d'animo distruggendo gli oggetti che la circondavano, in particolar modo quelli del marchese.
Distruggere oggetti, per quanto in un certo senso fosse un modo di fare al quanto infantile, aiutava Amaya a sforarsi, ciò poteva almeno stancarla  e indurla a calmarla per un pò, ma il tempo in cui stava tranquilla era veramente poco.

-Per quanto tempo volete ancora andare avanti Amaya? Volete fare a pezzi tutta la residenza del marchese? -Domandò con tono severo Noel fissando Amaya mentre distruggeva l'ennesimo mobile di suo zio.

-Si, Non sarebbe una cattiva idea, se questo mi aiuterà a stare meglio!- esclamò la principessa.

-Vostro zio andrà su tutte le furie quando vedrà cosa avete combinato. Come minimo gli verrà un colpo!- quasi la incitò Sebastian  commentando sarcasticamente ed osservando il disastro che aveva lasciato Amaya nella stanza di suo zio.

-SEBASTIAN NON L'INCITARLA !-Noel  riprese aspramente suo fratello mentre poi con voce ancora più dura si preparò a sgridare Amaya.

-E TU AMAYA SMETTILA DI COMPORTARTI COME UNA BAMBINA,TI PARE VERAMENTE MATURO QUELLO CHE STAI FACENDO!? CHE FINE HA FATTO IL TUO SOLITO ATTEGGIAMENTO?!-

-Chi se frega Noel! -esclamò Amaya intenta a rompere l'ultimo pezzo di mobilia rimasto ancora integro in quella stanza, usando i suoi poteri.

-Non mi interessa, se mi sto comportando come un'immatura... lasciami sfogare in santa pace! Per una volta soltanto fammi comportare come una bambina di 5 anni! Invece di starmi sempre addosso!- rispose esasperata la ragazza.

-Ma vi rendete conto di cosa avete appena detto?! Voi che siete la più nobile di tutte!-si scandalizzò Noel sentendo nominare quelle frasi da Amaya.

Ma a sentire quella frase Amaya si fermò d'improvviso, si girò verso la sua guardia ed assumendo un'espressione seria gli disse qualcosa che azzittì Noel.

-Noel... sono stanca di cosa io devo essere o non essere. Sono stanca di sentirmi dire "cosa sono" o "cosa dovrei essere". Io non ho nemmeno la più pallida idea di cosa devo farne della mia vita. So che dovrei ora pensare a Rasler e Noah. Loro dovrebbero essere la mia "priorità"... credi che non ci abbia pensato? Secondo te perchè Ondore a portato i due principi a Rabanastre?... Perchè voleva  indurmi a seguirlo e di conseguenza farmi uscire allo scoperto, andando a Rabanastre mi presterei al suo gioco e non è quello che  voglio! -Sottolineò la principessa andando su tutte le furie.

-Anche se ciò è indubbiamente vero, questo non giustifica il vostro comportamento e questo scempio che state creando. Da quando siete tornata da Archades non fate altro che passare da un umore ad un altro nel giro di pochi minuti, senza realizzare nulla di concreto riguardo a Rasler e Noah! - la riprese Noel a dargli ragione ci fu anche il suo gemello Sebastian.

-Lady, Amaya sapete che mio fratello ha ragione. Non prendetela a male, ma stare qui a spaccare tutto non risolverà di certo i vostri problemi e per altro non fa di certo piacere ad entrambi vedermi in questo stato. Vi prego abbiate più cura di voi.- le disse dolcemente Sebastian.

Sebastian era un tipo abbastanza freddo rispetto a Noel che invece era più un tipo semplice e alla mano. Il cavaliere aveva un carattere abbastanza complicato che per tanti lati, ricordava ad Amaya il carattere del fratello di Basch, Noah.
La guardia esortò Amaya a non lasciarsi andare a reagire e soprattutto ad avere più cura di se stessa. La principessa si senti smarrita, sembrava per un attimo non sapere più cosa volesse, trovava surreale quella situazione, lei che invece era quella che sapeva sempre cosa fare questa volta invece era l'esatto opposto.

-Cosa dovrei fare secondo vuoi? -domandò con calma la ragazza rivolgendosi ai due gemelli.

-Per prima cosa riprenditi e calmati! Secondo cerca un modo di reagire a questa situazione... non sei così fragile come credi. Prima ti sei sfogata ? Bene no, vuol dire che se vuoi sai tirare fuori le tue emozioni e reagire, quindi prendi questa la tua rabbia ed usala per qualcosa di più produttivo. Cercate di fare il punto della situazione.- disse il più giovane dei gemelli, Sebastian.

Amaya guardò silenziosamente Sebastian negli occhi, l'huma si era fatto improvvisamente serio, quello che le aveva suggerito la sua guardia era un prezioso consiglio che accettava ben volentieri.
Anche in passato Amaya si era ritrovata in sua situazione simile con il Giudice Gabranth, fu durante  il periodo della guerra, più precisamente durante gli intensi ed estenuanti allenamenti  a cui il giudice la sottoponeva, in più occasioni Amaya si era ritrovata sul punto di mollare tutto, ma ogni volta Gabranth l'esortava sempre a non arrendersi.

Gabranth non era uno che si risparmiava nel suo lavoro, fosse anche un semplice allenamento ,lui dava sempre il massimo. Il giudice nei confronti di Amaya era molto rigido e severo, ma soprattutto giusto, i suoi allenamenti non erano una passeggiata ed erano talmente duri perchè servivano ad accrescere le potenzialità combattive della sua allieva.

Gabranth aveva visto in lei grandi qualità e voleva che la ragazza le sviluppasse al meglio.
Se mai Amaya un giorno avesse voluto diventare un giudice avrebbe dovuto essere l'eccellenza, quindi in qualità di assistente e braccio destro di Gabranth,  Amaya doveva imparare a far fronte  ad ogni situazione e a reagire come aveva fatto lui, non poteva permettersi il lusso di piangersi addosso.

-Rialzati e combatti! Questa non è un allenamento, qui devi pensare che ci troviamo sul campo di battaglia e se vieni stesa a terra per te è la fine. Quindi se vuoi vivere a questo mondo devi prima di tutto imparare a sopravvivere aggrappandoti a qualunque cosa bella o brutta che sia. Quindi... prendi la spada e rialzati! Mostrami cosa sai fare. Avanti!-

Amaya se le ricordava bene questo discorso, Gabranth gli e lo aveva fatto tante volte, lei aveva preso l'abitudine di ripeterselo sempre.

Se Noah l'avrebbe visto in quella situazione di certo non gli e lo avrebbe mai perdonato, le avrebbe detto qualcosa di sgradevole e altrettanto pungente, il tutto per spingerla a reagire.
Questo perchè Amaya sapeva che nonostante Noah avesse un pessimo carattere e molte volte era stato un vero stronzo, non era di certo una persona menefreghista anzi sotto quel suo modo di fare si nascondeva una persona profondamente ferita nei suoi affetti più carini.

Amaya si sorprendeva quanto spesso pensava a Noah e tutto quello che l'ex giudice le aveva insegnato. La ragazza era sempre stata convinta di odiare e non sopportare il giudice per tutto quello che aveva fatto a lei, a sua sorella e Basch, ma le cose erano ben diverse da come lei credeva.
La giovane principessa sapeva che difficilmente l'avrebbe potuto perdonare Noah, eppure nonostante ciò era rimasta abbastanza sconvolta quando aveva saputo della morte di questi. 

Si era voluta recare di persona ad Archades, di nascosto, per verificare se quello che le aveva riferito Al-Cid era vero. Quello che la principessa aveva visto non le era piaciuto affatto, anzi l'aveva fortemente indignata.

Amaya aveva visto Basch indossare l'armatura del giudice Gabranth e spacciarsi per lui, di fronte a persone che invece erano ignare di come stavano effettivamente le cose. La giovane principessa dovette trattenersi dal fare una scenata, ma trovò tutta la situazione di pessimo gusto.
Se fosse stato per lei, mai Noah avrebbe permesso una simile cosa, Amaya lo conosceva troppo bene. 

La giovane trovava tutta la situazione un enorme presa in giro, non solo per la memoria del vero giudice Gabranth ma anche per la persona di Basch accettare una simile condizione, significa accettare di non esistere e per che cosa poi... la pace. Quale pace?
Una pace che non era una pace, ma solo una fragile apparenza di quadro generale molto più ampio e che lei poteva ben capire e intravedere.

Vedendo una simile situazione, Amaya aveva deciso di andarsene da Archades per come si erano messe le cose per lei, non era assolutamente una buona idea restare. Perche ben sapeva cosa sarebbe potuto succedere se fosse rimasta lì.

 Non avrebbe fatto altro che scagliare la rabbia che provava verso l'unica persona dal quale mai si sarebbe voluta far vedere in quello stato. Per lei,  Basch, doveva rimanere il Basch che lei ricordava e non vestire i panni di suo fratello... tutto ciò l'avrebbe solamente confusa ulteriormente.

Amaya ben sapeva che nessuno avrebbe mai potuto sostituire Noah come giudice, nemmeno suo fratello.  Secondo Amaya, Basch era troppo tenero per rivestire il ruolo di un giudice o almeno così lei credeva.
La ragazza sapeva bene come doveva essere un Giudice Magister, soprattutto conosceva i requisiti che venivano richiesti per poter farne parte. Era stato lo stesso Noah ad insegnarle tutto questo con la massima severità e rigore morale di cui era capace.

Ed ora Basch poteva fregiarsi del titolo di giudice, senza avere la ben che minima ideo o anche solo conoscenza del ruolo che svolgeva il fratello, di quali erano i suoi obblighi e le sue limitazioni.
Basch non conosceva nulla della politica e delle leggi che governavano l'impero Archadiano. "La legge al disopra di tutto". Era questo il motto della politica archadiana. Basch sarebbe stato mai all'altezza di suo fratello come giudice?

Per Amaya era no, Basch era un buon soldato, un ottimo generale e grande statega ma un pessimo politico. Mentre Noah non era solo un ottimo soldato, stratega ma anche un abile manipolatore e un giudice senza pari, tanto da essere il capo della nona divisone, la più importante tra tutte.
Per un solo istante Amaya pensò a Noah, a tutto quello che le aveva insegnato e quello che era stato per lei, non solo un semplice mentore ma anche un punto di riferimento.

Rimase silenziosa mentre Sebastin e suo fratello la guardavano aspettandosi qualche reazione da parte sua, la osservarono nuovamente guardandola con più attenzione  questa volta.
La dalmasca sta volta aveva ripreso il suo solito contegno che la faceva sempre ben distinguere, poi voltò la testa in direzione di Sebastian e del suo gemello e li ringraziò per i preziosi consigli che essi le avevano consigliato.

-Hai ragione Sebastian. Vi devo molto, senza di voi mi sentirei persa.-

-Felice di sapere che vi siate ripresa, iniziavate a mancarci...-Commentò sarcasticamente Sebastian ,mentre suo fratello lo riprese nuovamente.

-Sebastian quand'è che la pianterai?- Sbottò Noel abbastanza infastidito dalle continue battute di dubbio gusto del fratello.

D'avanti a quel simpatico siparietto a Amaya accennò ad un sorriso,  chissà per quale ragione ogni volta che la ragazza vedeva i due gemelli, Noel e Sebastian, discutere e lanciarsi frecciatine le veniva da sorridere e le ritornava il buon umore.

Entrambi i gemelli conoscevano molto questa particolarità di Amaya e più di qualche volta ricorrevano a questo trucchetto per farle tornare il buon umore.
Amaya era legatissima a entrambi i gemelli e li amava ognuno a modo suo. Di Noel, Amaya amava i suoi lunghi capelli raccolti in una coda,la ispida barba che gli incorniciava il volto, conferivano a Noel non solo un aspetto da uomo vissuto ma sembrava avere qualcosa di selvaggio che andavano a creare un contrasto con i meravigliosi occhi che l'uomo si ritrovava.

Noel e Sebastian potevano vantarsi di avere una bellezza senza pari, lineamenti regolari e allo stesso tempo delicati, gli occhi, in particolar modo avevano un taglio molto particolare, erano piccoli ed infossati un pò al in giù.
Il colore degli occhi di entrambi i gemelli era di un bellissimo azzurro che ricordava tanto il colore del ghiaccio, un colore così chiaro e limpido che colpiva chiunque li guardane. Ciò che conferiva ancora più fascino a questi occhi era l'intensità dello sguardo di entrambi i gemelli, uno sguardo intenso, deciso e misterioso.

Sebastian era identico a Noel, ma rispetto a suo fratello, egli aveva un look più curato, i capelli corti e non portava la barba.
Anche nei modi i due gemelli si distinguevano, Sebastian era una persona al quanto egoista e provocatoria mentre  Noel era una persona non solo abbastanza disinteressata ma era anche molto altruista.
Per quanto diversi ed opposti i due fratelli condividevano lo stesso obbiettivo, servire e proteggere Amaya al quale avevano giurato assoluta fedeltà e devozione.

Finalmente era giunto il momento di prendere in mano la situazione di non perdere già altro tempo, Amaya doveva decidersi subito sul da farsi, non  poteva fare altrimenti.
Quando le sue due guardie del corpo le chiesero se avesse qualche idea, la giovane huma espose la sua volontà.

-Cosa avete deciso di fare vostra Grazie ? -Chiese Noel.

-Noel stavo pensando di mandare un messaggio ad Ondore ma ho dubbi...- fece presente la ragazza mentre sul suo volto appariva un espressione molto preoccupata.

-Perchè non contattate anche Al-Cid, lui vi risponderebbe mentre avvisare Ondore penso sia una pessima idea, guardate il suo comportamento.- Sebastian espresse giustamente il suo pensiero con quale sia Amaya, che Noel si trovarono d'accordo.

-Hai ragione Sebastian, se commettessi un simile errore Ondore potrebbe mostrare la mia lettera ad Ashe, come prova della mia presensa qui a Bhujierba. Sono si cura che Ashe potrebbe mandare nuovamente quel giudice qui... Invece con Al-Cid andrebbe diversamente.- il volto di Amaya si incupì, alla sola idea di ritrovarsi in una situazione in cui per nulla al mondo voleva trovarsi, però tutta quella situazione non sarebbe accaduta se invece avesse contattato il principe rozariano.

La ragazza era più che sicura che il principe rozariano sarebbe stato senza alcuna ombra di dubbio dalla sua parte.
Amaya sembrava essersi ripresa dal cattivo umore che fino ad un attimo prima l'aveva caratterizzata, ora era più tranquilla e padrona non solo di se ma anche dei suoi poteri.
Su consiglio delle sue due guardie si era messa a fare il punto della situazione e sul decidere quale sarebbe stata la sua mossa successiva. La ragazza aveva deciso finalmente, quale sarebbe stata la sua mossa quando senza alcun preavviso, un soldato della guardia del marchese Ondore decise di disturbare Amaya, avvisandola della  visita a sorpresa del principe di casa Margrace che con una certa urgenza chiedeva di riceverla.

-Vostra Altezza, il principe Al-Cid chiede di vedervi con urgenza. È molto agitato a solamente detto che voi avreste capito.

La guardia riferì il messaggio, ma era al quanto impaurito nel aspettarsi una sfuriata da parte della nipote di Ondore. 
Il soldato infatti aveva paura di guardare negli occhi il viso della giovane dalmasca, che da sereno in un attimo si era incupito. I due landisiani che stavano dietro Amaya avevano la stessa espressione della loro signora, venire a sapere che Al-Cid si trovava li significa solamente due cose.
Che Ashe e il suo gruppo aveva saputo dei due principi o che Al-Cid era stato scoperto nel coprire Amaya. In entrambi i casi, la situazione era secondo Amaya decisamente pessima.

La ragazza si arrabbiò talmente tanto che i presenti ebbero paura che la giovane potesse nuovamente rilasciare il suo potere in balia del suo stato d'animo. Noel e Sebastian cercarono si scongiurare ogni possinile manifestazione del potere della loro signora, cercando di far stare tranquilla la ragazza.

-Questo può solamente significare due cose!- ringhiò quasi soffocata Amaya che dovette trattenersi dal lasciarsi andare al scatenarsi la sua collera.

-Lady Amaya calmatevi non è ancora successo nulla. Prima assicuratevi cosa deve dirvi Al-Cid e poi decideremo nuovamente sul da farsi.-disse Noel con voce pacata cercando di mantenere il controllo della situazione e di non far alterare la dalmasca.

Anche Sebastian era dello stesso parere di suo fratello.-Amaya invece di arabbiarti e perdere altro tempo con inutili sceneggiate, perchè non pensiamo a parlare con Al-Cid se è venuto fin qui con una tale urgenza, vorrà riferirci delle notizie importanti perchè non ascoltarlo?-

-Vostra Eccellenza dite sempre che  Al-Cid è una di quelle persone su cui potete sempre fare affidamento. Chi meglio di lui potrebbe darvi i migliori suggerimenti o farvi notare qualcosa che vi sfugge?-

-È vero... ci stavo già pensando! Al-Cid è il migliore degli alleati su cui posso contare.-disse Amaya accennando ad un sorriso mentre sembrava riacquistare un atteggiamento più ottimista e la padronanza di se.







Mia bella gente! Come và? Io bene, la storia è decisamente entrata nel vivo ed io sto scrivendo come una matta, vi anticipo già che io sto scrivendo il capitolo n°40, avete letto bene. I capitoli d'ora in poi si faranno sempre un pò più lunghi ma non in maniera eccessiva.
Ho intenzione di rendere i nostri protagonisti sempre più promiscui, quindi se la condotta di Amaya non sarà esemplare, nemmeno quella degli altri protagonisti sarà così candida. Prima di trovare la felicità ho intenzione di fargli sputare sangue.
Quindi si, invidie, gelosie, tradimenti e segreti per tutti... e chissà, chi starà con chi?? 
Ora tolto questa piccola premessa, ci saranno momenti seri e momenti leggeri e piccoli siparietti. Soprattutto Amaya nei prossimi capitoli tornerà ad essere una ragazza decisa e meno immatura, piuttosto penserà a quale decisione prendere sul suo futuro... riguardo anche hai suoi figli.
Ragazzi spero che questo capitolo vi sia piaciuto... e continuate a seguirmi.




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Capitolo 25
*** Promesse di apocalisse ***


PROMESSE DI APOCALISSE 25

Amaya diede l'ordine al soldato che l'aveva avvisata dell'arrivo del rozariano, di farlo accomodare nel frattempo lei avrebbe provveduto a sistemare alcune cose.

-Riferite al principe che lo riceverò il prima possibile, mandate poi qualcuno a sistemare questo macello. -ordinò la ragazza al soldato.

-Un attimo fa Amaya non volevi che il Marchese appena fosse tornato vedesse questo macello? - le domandò sarcasticamente Sebastian facendo notare ad Amaya la sua incoerenza.

-Sebastian tu non la smetti mai? - la dalmasca si spazienti alle continue riprese della sua guardia personale, che per i suoi gusti le ricordava fin troppo Noah su alcuni suoi aspetti.-

-Vi sto solo correggendo, Eccellenza! -ribatte quasi sibilando il landisiano mentre Noal osservando quella scenetta alzò gli occhi al cielo, prima di intervenire e rimettere in riga quei due.

-PIANTATELA! -urlò Noel ora mai spazientito da quei due, che si voltarono nella sua direzione per capire cosa l'huma volesse ancora.

-Bene ora che ho la vostra attenzione! Lady Amaya andate a cambiarvi, così siete impresentabile e in quanto a te, Sebastian, vedi di non creare altri problemi inutili resta con Amaya ed appena sarà pronta portala da Al-Cid. Io mi occuperò di intrattenere il principe finche non sarete pronti, avete dieci minuti non di più.-

Noel vedendo la situazione non fare alcuno sviluppo da parte dei presenti, decise di prendere in mano la situazione, consigliò ad Amaya di rendersi più presentabile come conveniva ad una del suo rango, ordinò invece a Sebastian di andare con Amaya mentre lui avrebbe cercati di guadagnare tempo con Al-Cid.

-Da quando in qua voi prendete l'iniziativa?-Domandò quasi incredula Amaya 
alla sua guardia del corpo.

-Da quando voi avete perso ogni interesse per quelli che dovrebbero essere i vostri doveri.-esclamò diretto il giovane uomo guardando negli occhi la sua signora.

Amaya non disse nulla, non ribatte nemmeno a quelle parole. Lei stessa sapeva bene che da quando era tornata da Archades aveva perso ogni entusiasmo, anche se non lo voleva ammettere sapeva non era più il momento sfuggire e che presto avrebbe dovuto confrontarsi con il suo passato.
La giovane ragazza si limitò a seguire i consigli datogli da Noel, chiamò a se Sebastian che stava per dire la sua ma venne azzittito da un gesto della mano di Amaya.

Come si era potuta arrivare a quella situazione? Amaya si stava chiedendo, se fosse stato qualche giorno prima si sarebbe precipitata come una furia direttamente da Al-Cid. Avrebbe sommerso di domande il principe rozariano, ma questa volta qualcosa dentro di lei era cambiato.
La giovane dalmasca silenziosamente si diresse nelle sue stanze seguita da Sebastian. Noel rimasto solo, scosse la testa in segno di disapprovazione vedendo in che stato era ridotta la stanza di Ondore.

La stanza era ridotta quasi ad una discarica, le finestre erano state rotte e fatte a pezzi così come il letto, le lenzuola, il guardaroba del marchese, gli specchi e vari libri preziosi.

Nemmeno la mobilia ne era uscita integra. Noel era seriamente preoccupato che Amaya potesse prima o poi perdere il controllo dei suoi poteri, il quel momento era troppo instabile emotivamente.
Si chiedeva tra se come avrebbe potuto risolvere questo grosso problema, Amaya doveva cacciare fuori tutta la sua rabbia e forse non sarebbe stato un male rivedere sua sorella e tutte le sue conoscenze, le avrebbe permesso di tirar fuori il suo malessere e di far pace con il suo passato.

Noel non vedeva altra soluzione se non che questa, la guardi lasciò la stanza in cui si trovava per andare poi dal principe rozariano. 
Al-Cid quando vide arrivare una delle guardie personali della principessa Amaya, intuì che qualcosa non andava. Il giovane rozariano conosceva molto bene Noel e suo fratello Sebastian, aveva avuto modo di conoscerli in passato durante la guerra con Archades in cui Amaya era spesso usarli come suoi personali messaggeri, nel quale gli faceva recapitare informazioni riguardo Archades.

- Mi aspettavo di ricevere Amaya, ma vedo che siete voi, vi manda forse lei?- chiese sorpreso il principe rozariano nel trovarsi faccia a faccia con Noel.

-No!  È una mia iniziativa, Amaya vi riceverà tra poco. Posso già immaginare perchè siete venuto qui con una tale urgenza, siete stato scoperto?-  domandò Noel lanciandogli un occhiata indagatoria.

-No. Voi avete così poca fiducia in me ?- riferì Al-Cid ricambiando l'occhiata del landisiano.

-Più tosto, non vi pare di essere un po' troppo in confidenza con Amaya? Per essere una semplice guardia del corpo...- la provocazione al quanto esplicita del rozariano era qualcosa che Noel non poteva tollerare.

-Faccio solo ciò che devo. Inoltre, non avete ancora risposto alla domanda che vi ho posto vostra Altezza!-

-Già... è vero, che sbadato che sono. La situazione a palazzo non è delle migliori, si è già sparsa voce riguardo il motivo per cui Ondore non decideva a farsi vivo.

-Quindi alla fine il suo nome è saltato fuori.-Puntualizzò Noel, di fronte all'informazione datagli dal rozariano, ma non sembra essere ancora finita che Al-Cid continuò a raccontare che aveva saputo, accennando per fino, il suo incontro con Ondore nel cuore della notte.

Noel non fu affatto felice di sentire quelle cose, è visto l'ora con cui Al-Cid si era 
presentato alla dimora del Marchese tutto ciò poteva solo significare una cosa, che la copertura di Amaya era saltata e che tutti ora sapevano il suo segreto.

-MALEDIZIONE!- Noel non si trattenne dal imprecare a gran voce.  "Ed ora chi lo dira Amaya?.. questa non ci voleva.." pensò tra sè Noel sbattendo un pugno rabbioso contro il muro.

Al-Cid scrutò con attenzione l'azione del landisiano, intuì che qualcosa lì stava andando storto ed allora gli venne in mente che Amaya probabilmente già sapeva.
La situazione era critica soprattutto per via del precario equilibrio emotivo della ragazza.  

-Noel in che condizioni è?- chiese preoccupato il principe rivolgendosi a Noel.

-Temo possa perdere il controllo dei suoi poteri  da un momento all'altro, se ciò dovesse accadere potrebbe ripetersi l'episodio di Nabuis. - Ipotizzò Noel.
Quella prospettiva di distruzione non piaceva affatto ad Al-Cid che difficilmente riusciva a concepire tale ipotesi, che per lui era irrealistica, ma che aimè era reale.

-Questo è impossibile! -Esclamò nervoso il principe.

-No! Che non lo è!- Rispose Noel- So che è folle da capire ma le cose stanno così. 
I poteri di Amaya sono connessi con le sue emozioni e con il suo equilibrio interiore. Se venisse meno, questo equilibrio, Amaya si ritroverebbe in balia e il controllo su i suoi poteri verrebbe meno... Lei non è come noi.-

-Credi che non lo sappia... è difficile trattarla come se fosse altro.- fece presente Al-Cid.

-Per adesso riesce a stare tranquilla, i suoi poteri sono sotto controllo ma ciò la stanca notevolmente. Lo sai come funzionano i suoi poteri no?- Gli chiese Noel, ma Al-Cid scosse la testa, era la prima volta che il principe rozariano parlava di queste cose. 

C'era da ammettere che Al-Cid non sapeva tante cose di Amaya, sapeva chi era e soprattutto cos'era, ma ignorava totalmente quali erano le dinamiche di questa.

Il principe pensava che pur Amaya pur avendo sembianze Huma, percepiva e sentiva le cose come lui e tanti altri Huma, non poteva commettere errore più grande di quello.

-Lo immaginavo! -Sospirò Noel -Amaya vede, sente e percepisce le cose in maniera diversa da noi, in lei è tutto più amplificato. Lei è molto sensibile agli umori, alle emozioni ed ai sentimenti altrui, in particolar modo se con queste persone ha un forte legame. Grazie a questa sua dote, riesce a capire chi si trova d'avanti a se, se  questi mente oppure no. Inoltre lei riusce a manipolare a proprio piacimento il Mystes. Di conseguenza ciò le consente di essere sempre un passo avanti agli altri... però...- Noel esitò nel continuare, ma Al-Cid esortò a continuare.

-Però ci sta un rovescio della medaglia. Amaya essendo molto empatica, questa sua capacità le crea non poca difficoltà, perche più è forte il legame con una certa persona, più questo legame influisce sulla sua volontà alterando così il sul suo modo di agire.
Di conseguenza la persona con cui a un forte legame con lei, "avrebbe anche la possibilità di influenzarla indirettamente" questo limiterebbe di molto la volontà di Amaya.- Finì Noel.

-È l'unico ingardo di questa cosa è quel giudice? Come potrebbe un solo individuo fare ciò?- domandò stupefatto Al-Cid.

-E per via di come è stata cresciuta Amaya, Raminas ha disposto a finche tutto fosse  predisposto in un certo modo, di conseguenza Amaya è cresciuta secondo quell'idea... che poi si è scoperta essere un falso. La condizione  in cui si trova ora, è il risultato delle scelte sbagliate di Raminas e Ondore.-

-Conosco la sua storia... ma non pensavo tali conseguenze.- aggiunse Al-Cid, per quanto il principe rozariano conoscesse il segreto di Amaya e la sua storia, molte cose gli erano ancora oscure.

-Quindi ti sarà facile capire..- gli chiese Noel, ma il principe rispose che c'erano tante cose di Amaya che ancora non sapeva.

-Capire cosa?- domandò una voce femminile familiare ad entrambi. Amaya fece la sua comparsa alle spalle di Noel, agghindata con una sfarzosa veste dalmasca che le metteva in risalto la sua sfolgorante bellezza con lei c'era Sebastian.

Alla domanda posta da Amaya, ne Al-Cid e ne Noel risposero, anzi sembravano avere un aria molto evasiva.  Ci fu un istante in cui entrambi, sia il rozariano che il landisiano incrociarono i loro sguardi mente la giovane dalmasca aspettava ancora una risposta che tardava ad arrivare.

-Pensate che sia stupida?- disse innervosita la nipote del marchese, aggrottando la fronte. 
Un'espressione di rabbia comparve sullo splendido volto di Amaya, mentre fissava i due uomini, se c'era una cosa che Amaya odiava più di tutto era essere percepita come fragile, non riusciva proprio a sopportarlo.
Sebastian intervenne per mitigare la situazione a favore dei due, ma venne prontamente zittito dalla ragazza che con la sua autorità lo rimise al suo posto e si appresto ad affrontare gli altri due huma.

-Non è come sembra. -disse Noel prima che Amaya lo fulminasse con lo sguardo.

-Voi! Prima di tutto io ho il pieno controllo dei miei poteri e delle mie emozioni. Secondo le mie facoltà non sono un pericolo, nè tanto meno "sono una bomba ad orologeria", e terzo non c'è bisogno di tutto questo allarmismo... a meno che non siate voi a darmi problemi.
Se mai, nel mal'augurato caso io dovessi diventare come dici tu "una bomba ad orologeria" e far succedere una cosa simile a ciò che è capitato a Nabudis, ciò che rimarrebbe dopo la mia "presunta esplosione"  sarebbe il niente  più assoluto, Noel.. 
E per finire un'altra cosa... forse la più importante : Qualche giorno fa, Halim ha avuto la brillante idea di prendere i miei figli senza il mio consenso, facendo di testa sua ed andando contro il mio volere.
Voi come reagireste se vi portassero via ciò che vi è più caro?Credo che vi sentireste male, no?... Io mi sono sentita a pezzi e la mia reazione sapete quale è stata di conseguenza.- Disse Amaya con tono deciso mentre sfoggiava un atteggiamento grintoso, poi si volto verso Al-Cid, il rozariano stava pure lui, come Noel, per essere ripreso da Amaya.

-Al-Cid tu dovresti essere a Rabanastre, se sei qua vuol dire due cose. Uno che che non sei stato scoperto... ed ho dubbi su questa cosa al momento, e due mia sorella avrà saputo del mio segreto.-

-È così.-il rozariano sospirò per un attimo prima di proseguire con il discorso.- Ieri sera vostro zio è arrivato a Rabanastre e poi a palazzo. So anche che Lady  Ashe ha saputo del arrivo di vostro zio, ha preteso di riceverlo con urgenza, il marchese non ha saputo dirle di no.-

-Tipico di lui, ha sempre avuto una preferenza per Ashelia, poi cosa  altro è successo?- chiese preoccupata la giovane dalmasca ascoltando con molta attenzione ciò che il principe Al-Cid stava raccontandole.

-Le cose non sono finite qui, prima di venire da voi, io e il Marchese abbiamo avuto un piccolo confronto, subito dopo l'incontro con Lady Ashe, nel quale ho saputo che Ondore ancora non le aveva raccontato di Rasler e Noah.-

Amaya non fu per nulla felice di avere quell'ultima notizia, perche visto l'ora in cui Al-Cid era arrivato a Bhujierba ed aveva perso tempo a parlare con lei,tutto ciò poteva solamente significare solamente una cosa, che Ashe aveva saputo tutto.
La sorella di Ashe si incupì, strinse i pugni e rivolgedo la testa verso Sebastian gli ordinò di far preparare l'Amira.

-Sebastian fate preparare l'Amira!-

-Ma Lady Amaya...- disse Sebastia quasi protestando, ma Amaya non volle starlo ad ascoltare gli disse di fare come gli aveva ordinato. La ragazza poi si voltò verso Al-Cid e con un topo abbastanza sprezzante gli fece notare, che  venire fin lì per avvisarla di ciò che stava succedendo era stata una mossa veramente stupida.

-Al-Cid, ho sempre ammirato le vostre abilita politiche, in particolar modo quelle di spionaggio.. come ammiro anche la vostra astuzia e la vostra intelligenza come stratega, ma questa volta siete stato al quanto stupido!
Voi dovevate stare a Rabanastre, sono sicura che conoscendo Balthier o Larsa uno dei due si sarà accorto della tua assenza, poi visto  anche la nostra conoscenza in comune con Ondore, vi sta anche la possibilità che il Marchese possa accennare a noi non vi pare?
Poi dovevate mettere in conto che venendo qui, voi avrete perso un momento fondamentale della situazione  a palazzo, ovvero quando mia sorella avrebbe saputo di Rasler e Noah, voi quanto meno potevate ritardarlo e nel frattempo cercare un modo per non esporvi. A questo non ci avete pensato mai?
A quest'ora Ashe saprà tutto e con molta probabilità anche gli altri.-

-Tutto ciò forse non sarebbe accaduto, se una principessa di mia conoscenza avesse deciso di affrontare la sua situazione invece di fuggire come invece avete scelto di fare Lady Amaya... o dovrei chiamarvi Lady Ondine?- Al-Cid sembrò rinfacciare quasi velatamente Amaya, chiamandola con il suo vero nome.

-Ondine è giusto il momento di affronatre chi voi sapete, basta scappare siete con le spalle al muro.-



Ma bene mia bella gente... siamo al capitolo 25..."PROMESSE DI APOCALISSE"... anche se avrei voluto inserire nel titolo di questo capitolo la parola "MUSICALI"... proprio come a dire che nell'aria c'era sentore che di li a poco sarebbe scoppiata una guerra tra Amaya e Ashe e che quindi la situazione non sarebbe stata delle migliori.
Questo titolo se qualcuno se ne sarà accorto e preso dal testo della canzone di Irene Grandi "Alle porte del sogno", canzone che io amo particolarmente e che secondo me parla molto bene della situazione (anche sentimentale che sta passando la nostra Amaya).
In questo capitolo sono finalmente felice di vedere che Amaya si sia ripresa... tornando ad essere la ragazza decisa e combattiva dei primi capitoli. Troppo bella ed esilarante le ultime battute con Al-Cid e il piccolo scontro con Noel.
Noel è un pezzo di pane... nei prossimi capitoli verranno mostrati alcuni lati di lui che faranno tenerezza... e Sebastian sarà sempre più pungente.
Che dire mi dispiace di non aver pubblicato alcuni giorno fa... ma ho avuto contrattempi visto la nuova recente fanfic che sto scrivendo...  bene ci si vede al prossimo capitolo.
Ciao.

Daistiny


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Capitolo 26
*** Correndo verso un'altra me ***


CORRENDO VERSO UN'ALTRA ME 26

Amaya si sentì chiamare con il suo vero nome, Ondine, non una ma ben due volte. Le sembrava strano farsi chiamare con quel nome che aveva rinnegato quando aveva scoperto il cumulo di menzogne che suo padre, Raminas le aveva sempre raccontato.
La giovane donna guardò con diffidenza Al-Cid, non le piaceva essere chiamata in quel modo, non lo tollerava proprio.

Lei non era una dalmasca, non era un membro della famiglia reale e come tale non era una principessa. Questo era ciò che lei pensava.
Anche se ufficialmente e legalmente lei era un membro effettivo della famiglia reale di Dalmasca, ciò faceva di lei una potenziale erede al trono dopo sua sorella Ashelia.
Ma ad Amaya però non interessava il trono e nemmeno il regno di Dalmasca, anzi meno aveva a che fare con Dalmasca e ciò che essa comportava,  e più lei era  felice.

Amaya era totalmente assorta nei suoi pensieri, quando Al-Cid la chiamò nuovamente con il suo vero nome, cosa che irritava non poco la ragazza.

-Ondine...-

-Potete smetterla Al-Cid di usare quel nome? Mi da sui nervi.- tagliò accorto la dalmasca.

-Perche non accettate il mio aiuto, principessa?- chiese quasi compiaciuto Al-Cid.

-No avete già fatto troppo,... più del necessario.-Rifiutò la ragazza, Amaya era fin troppo orgogliosa per ammettere di aver bisogno di qualcuno e questo Al-Cid lo sapeva bene, per tanto il principe rozariano decise di essere ancora più persuasivo con la ragazza.

-Abbiate fiducia in me Amaya, vi ho forse mai tradito?- Disse il principe con voce suadente mentre si avvicinava ad Amaya, guardandola nei suoi occhi color ametista.

-Amaya credetemi.- Aggiunse il rozzariano mentre scrutava con attenzione l'espressione del volto della principessa che non sembra credere ad una sola parola del nobile rozariano.

Amaya non era affatto contenta delle ultime frasi pronunciate da Al-Cid, temeva che il rozariano potesse tradirla come aveva fatto suo zio, agendo di testa sua portandole via Rasler e Noah.
Al-Cid non voleva arrendersi, voleva a tutti costi vincere la diffidenza della principessa. Era bastato chiamarla con il suo vero nome, che ella aveva iniziato ad essere diffidente con lui, per tanto il giovane principe rozariano cercò di far ragionare Amaya.

Il principe doveva dare ragione in parte a Noel, Amaya avvolte perdeva per un attimo il controllo  delle sue emozioni diventando così molto emotività.
Bastava poco ad Amaya  per perdersi in piccole sottigliezze.
Questo non era assolutamente un bene, ne una cosa che Amaya poteva permettersi in una situazione come quella, per tale motivo Al-Cid le voleva offrire il suo aiuto, la ragazza aveva bisogno di alleati non poteva farsi terra bruciata a torno.

Finalmente dopo varie insistenze da parte di Al-Cid dove cercò di far ragionare Amaya, che agire da sola non sarebbe stata una buona idea, mentre avere più alleati le avrebbe semplificato di molto le cose, la ragazza quasi esasperata dalle insistenze di Al-Cid accettò l'aiuto del principe le voleva offrire.

Trovato un punto d'incontro Amaya e Al-Cid si misero d'accordo sul da farsi, dopo di ciò i due decisero di partire per la volta di Rabastre.
Erano le due del pomeriggio quando l'aereonave di Al-Cid parti da Buhjerba, seguita poco dopo dall'Amira di Amaya. A bordo della sua aereoave Amaya era in compagnia di Sebastian e Noel, entrambi avevano voluto seguire la loro signora.

Amaya prevedeva di arrivare a Rabanastre per la sera, massimo al calar del sole, la ragazza già prevedeva di far atterrare la sua aereonave nel deserto est di Dalmasca, poco distante dalla porta est della città.
Amaya conosceva un piccolo canyon, con una rientranza in cui poteva nascondere la sua aereonave senza doversi preoccupare che qualche mostro potesse danneggiarla o che qualcuno tentasse di rubarla.
Tramite un piccolo dispositivo di occultamento Amaya rese invisibile la sua Amira, trucchetto che aveva copiato da Balthier.

Per tutto il viaggio verso Dalmasca, Amaya era rimasta silenziosa mentre era al volante della Amira, assieme a lei, ai posti di comando c'era Sebastian che le indicava la rotta da seguire e dietro di lui si trovava seduto Noel.

La guida di Amaya era sicura e veloce, ma allo stesso tempo molto spericolata. La ragazza si era diretta a velocita folle verso Dalmasca, tanto da destare la preoccupazione di Noel a cui non piaceva affatto il modo di guidare della ragazza.
A Sebastian invece non dispiaceva la guida di Amaya, le riconosceva un estrema bravura e padronanza del mezzo. Amaya si sentiva meglio ogni volta che guidava in quel modo l'Amira, d'altro lato lei amava viaggiare ad alta velocità , la Stralh di Balthier al confronto era decisamente troppo lenta.

Chiunque avesse visto volare l'Amira, l'avrebbe riconosciuta subito non solo per la sua velocità, ma anche per il designer particolare, decisamente insolito per una aereonave.
Ma anche per la sua forma aereo dinamica, il color platino, la aereonave presentava anche dei dettagli color oro rosa così come le decorazioni in oro rosso.
Amira era una aereonave unica nel suo genere.


Il viaggio verso Dalmasca fu abbastanza tranquillo e come previsto da Amaya, arrivarono per la sera  nel deserto est, poco distante da Rabanastre. Quando scese dalla Amira Amaya quasi non credeva che stava nuovamente calpestando, dopo tanto tempo, terreno dalmasco.
Amaya per un certo verso si senti stranamente a casa, guardandosi a torno non vendeva null'altro che il deserto, roccie e sabbia. Si sentiva quasi felice. Quel posto stranamente le era mancato.

Per quanto Amaya odiava tante cose di Dalmasca, l'unica cosa che lei ancora amava di quella nazione, era il deserto.
Amava il caldo torrido del deserto, il suo clima, che non aveva nulla a che vedere con il clima temperato di Archades o Buhjierba.
La principessa si  ricordò le sue fughe nel deserto e le continue esplorazioni da una duna ad un'altra, mentre a palazzo si chiedevano dove fosse andata a nascondersi. Amaya si guardava quasi compiaciuta mentre si guardava in torno, un atteggiamento il suo che non sfuggì alle sue due guardie del corpo che invece si sentirono a disagio con il clima di Dalmasca.

Prima di aspettare l'arrivo di uno degli amici di Al-Cid che avrebbe guidato il gruppo di Amaya a Rabanastre, la ragazza ordinò alle sue due guardie di cambiarsi d'abito e di indossare degli abiti dalla foggia dalmasca, in maniera tale da confondersi facilmente con il resto della popolazione di Rabanastre.

Amaya si sentiva un po' emozionata nel ritornare a Rabanastre sotto mentite spoglie dopo tanto tempo, insieme ad Al-Cid aveva sistemato ogni dettaglio per il suo soggiorno a Rabanastre.
Infatti Al-Cid al suo rientro in città avrebbe incaricato una delle sue assistenti di provvedere alla sistemazione presso cui  Amaya e le sue due guardie avrebbero  soggiornato,  oltre mandare qualcuno che prelevasse la principessa e la guidasse verso Rabanastre, accertandosi che nessuno li scoprisse.
La persona incaricata di scortare  Amaya e il suo gruppo a Rabanastre, era una vecchia consocienza di Amaya, si chiamava Rascha ed era una viera.

Rascha era una cacciatrice di taglie appartenente al clan Centurio, la viera aveva lunghi capelli rossi come pure gli occhi, la pelle scusa tipica della sua razza e un succinto abito abito marrone che lasciava scoperte enormi porzioni di pelle.
La viera aveva portato con se quattro chocobi, tranne uno su cui cavalcava.

Amaya  fu piacevolmente sorpresa nel rivedere la sua vecchia conoscenza e nell'apprendere che sarebbe stata lei a scortarli a Rabanastre. 
Per tanti Amaya decise di presentare la sua amica alle sue due guardie e dopo delle breve presentazioni, Rascha ordinò a tutti i presenti di montare sui chocobi e di mettersi subito in cammino verso Rabanastre.

Per giungere alla porta est di Rabanastre, Amaya e il suo gruppo ci misero all'incirca un ora e mezzo, a piedi il viaggio sarebbe sarebbe durato di più.
Una volta arrivati alla porta est di Rabanastre tutto il gruppo scese dai chocobi, che erano stati affitti per il viaggio e li consegnarono alla chocobiera, dopo di che il gruppo si appresto avarcare l'enorme porta della città posta d'aventi alloro.
Amaya prima di varare la porta, trasse un grande sospiro e poi con decisione varco la soglia della porta est, lei e tutto il suo gruppo si ritrovarono con un lungo tratto di strada da fare che una volta superato li avrebbe portati alla piazza delle porte porte, centro esatto della città di Rabanastre.

Amaya poteva ufficialmente dire di essere tornata a casa. Dalla piazza delle quattro porte il gruppo si diresse a nord, verso i quartieri alti della città, Amaya lungo tutto il percorso non disse una parola guardava diritto d'avanti a se.
Noel e Sebastian invece guardavano con meraviglia gli edifici della capitale dalmasca, le persone e le varie opere architettoniche. Quasi non credevano ai loro occhi che quel posto così bello e vivace, fosse la città da cui proveniva la loro signora.

Finalmente il gruppo ad un certo punto si fermo, Amaya  e il suo gruppo si guadarono in torno alla ricerca di una delle assistenti di Al-Cid, che li avrebbe condotto presso il logo in cui avrebbero soggiornato.
Ad un certo punto nel bel mezzo della folla Amaya si vide venire incontro una delle assistenti di Al-Cid, Hilda una giovane ragazza dai lunghi capelli scuri e gli occhi verdi, poco più grande di Amaya.

Hilda senza perdere un attimo di tempo saluto Amaya e il suo gruppo, pregandoli gentilmente di seguirli, che  il gruppo giunse alla fine in un lussuoso attico con un enorme terrazza su cui si poteva osservare una magnifica vista, non solo del palazzo reale di Rabanstre, ma anche della città sottostante.
Sebastian osservando il posto in cui loro avrebbero soggiornato, chiesa come fosse stato scelto un posto come quello invece di scegliere un albergo in cui nascondersi, Amaya gli rispose in maniera abbastanza semplice che quel luogo in cui si trovava era più sicuro che stare in un albergo pieno di occhi indiscreti.

-Amaya perchè ci troviamo qui? Questo di certo non è il luogo più sicuro in cui nasconderci.-

-Sebastian è qui che ti sbagli. Prima di tutto questo luogo è il più sicuro, questo appartamento è di mia proprietà, lì acquistai due anni fa quando ero l'assistente del giudice Gabranth. Comprai questo posto perche mi serviva una "tana".. in cui stare da sola.
Poche persone sanno di questo posto. Secondo se saremmo andati in un albergo o peggio in una taverna avremmo corso il rischio di essere non solo notati ma anche scoperti.
Ti vorrei ricordare inoltre Sebastian, che ora che mia sorella sa tutto grazie ad Ondore, presumibilmente si aspetterà da parte mia, una mossa,  quindi avrà sicuramente dato l'ordine di controllare gli arrivi e le partenze proprio per accertarsi del mio arrivo.- disse Amaya abbastanza sicura della sua previsione.

-Venendo qui invece come abbiamo fatto, ci rende difficili da ritracciare ?-chiese Noel.

-Esatto Noel vedo che avete capito la mia strategia. Dalla nostra abbiamo l'effetto sorpresa, Ashe non avrà alcuna idea di quando noi colpiremo e per tanto si troverà impreparata di fronte la nostra offensiva.-

-Sempre se non ci scoprono prima.-Fece notare Sebastian.

-Di questa cosa io non me ne preoccuperei. Prima di agire Al-Cid ed io decideremo un piano su come muoverci. Prima dobbiamo aspettare che Al-Cid faccia il punto della situazione di cosa è successo oggi in sua assenza, e poi decideremo come muoverci di conseguenza, una volta che ci avrà riferito tutto.
Per adesso calmatevi, prendetevi il resto della sera per riposarvi, distrarvi e fare quello che volete... il viaggio è stato duro per tutti, quindi voglio vedervi in forma domani.-disse  Amaya rivolgendosi alle sue guardie, mentre si volto verso la terrazza a guardare il palazzo reale.

-Principessa dovete promettere che anche voi vi riposerete. Come noi anche voi avete bisogno di riposo soprattutto per affronatere quello che verrà.- le disse Noel avvicindandosi alla giovane ragazza, poggiandole una mano sulla spalla.

Dopo aver salutato Rascha e Hilda con cui si sarebbero tenute in contatti in caso di novità, Amaya e le sue guardie decisero di disfare i bagagli e di sistemarsi ognuno nelle loro stanze.

Nel appartamento non mancava nulla, la dispensa era ripiena di ogni ben di dio, così anche il bagno era pieno di saponi e prodotti per la cura personale, anche  gli armadi erano pieni di vestiti, tutti di foggia dalmasca.
Amaya aveva badato ad ogni minimo dettaglio, solo ad una cosa non aveva pensato alla servitù. Per non rischiare di essere scoperta la ragazza aveva deciso che nel suo appartamento ci sarebbero stati solo lei e le sue due guardie e nessun altro, quindi per i vari servizi di casa ognuno se la sarebbe dovuta vedere da se.

Ora mai su Rabanastre era calata la notte e Amaya aveva appena finito di sistemare le sue cose in quella che sarebbe stata la sua camera, di fronte la stanza di Amaya c'era quella di Noel mentre quella si Sebastian si trovava di fianco sulla sinistra.
Infondo al corridoio invece si trovava un enorme bagno e vicino alla terrazza, si trovava il soggiorno con tanto di cucina e caminetto.
L'arredamento dell'attico era molto ricercato e raffinato, di stile dalmasco, per tutto l'appartamento si potevano notare vari marmi preziosi intagliati in arabeschi di pregiata fattura. Altra cosa che si notava per l'appartamento era la presenza di varie piante decorative sparse un pì per tutta la casa, che dava l'impressione a chi visitasse la casa di trovarsi quasi in una serra.

Sebastian e Noel erano rimasti molto colpiti dal arredamento della casa  dal tipico stile dalmasco, anche le loro stanze non erano male, ovunque loro posassero gli occhi non vedevano che uno sfoggio di ricchezza e lusso.
Amaya anche se rifiutava di essere una principessa e tutto ciò che quel titolo comportava, di certo non si privava del lusso a cui fin da piccola era stata abituata, nè tanto meno si lamentava se in passato aveva vissuto anche con molto meno.

La giovane ragazza di avvicinò verso il balcone  che si trovava vicino al suo letto, la ragazza si era cambiata i vestiti con aveva viaggiato scegliendo poi di indossare un semplice paio di pantaloncini, una blusa in lino decorata con ricami blu e un paio di sandali in cuoio finemente decorati che le arrivavano ai polpacci.
Si sentiva stanca mentre osservava da lontano il palazzo reale, un mare di 
ricordi dentro di lei la stava travolgendo. Ricominciò a ricordare quando sgattaiolava via dal palazzo reale nel cuore della notte, o quando girovagava per la città dormiente... che bei tempi.
Ripensando a quelle atmosfere così tranquille Amaya si sentiva quasi tentata di uscire senza dire nulla. 

Le sue guardie del corpo nel frattempo stavano facendo altro, Sebastian era intento a farsi un bagno mentre Noel era intento a cucinare.
Amaya sapeva bene che quei due le avrebbero impedito di uscire anche solo fare un giretto, ma la voglia di uscire prendere anche sola una boccata d'aria era talmente forte, che così facendo impulsivamente Amaya decise di uscire... voleva vedere quanto Rabanastre fosse cambiata durante la sua assenza.

Quello era il momento perfetto per uscire, in giro non c'era nessuno, tranne che nelle locande, le quali erano sempre aperte e pullulavano di gente,mentre  in giro per la città c'erano veramente poche persone, al massimo qualche soldato.

Presa la sua decisione Amaya decise di raccogliere i suoi lunghi capelli neri in una lunga treccia, mentre copriva il capo con un berretto blu navi quel tanto che bastava da non renderla a prima vista riconoscibile, con se, Amaya portò una piccola borsa in cuoio decorata con alcune nappe dai colori vivaci e sgargianti. E si affrettò ad uscire.

NB: ( capitolo a cui si collega con E LA NOTTE CHE MI CHIAMA)




Allora mia bella gente ecco a voi il capitolo n° 26, Amaya è finalmente giunta a Rabanastre e il rientro in patria non è stato così "tragico" come se lo sarebbe immaginato anzi Amaya sta dimostrano una certa "nostalgia di casa".. ma non odiava Dalmasca? Beh, in fondo Amaya è un personaggio molto logico e razionale, soprattutto e molto coerente con se stessa, i suoi principi e le sue idee al quale non rinuncerebbe mai, ma c'è da dire che comunque conserva anche una buona parte di incoerenza perchè se non fosse così, il suo personaggio sarebbe poco credibile.
Io personalmente sono felice di vedere che Amaya in questo capitolo si è fatta più decisa rispetto al prima. Ora dobbiamo solo stare a vedere cosa è successo in assenza di Al-Cid a palazzo.
Il titolo di questo capitolo mi fa impazzire perche è ricco di significato, è sta ad indicare simbolicamente l'incontro della Amaya del presente che va incontro alla vecchia se stessa del suo passato, ovvero Ondine.
Quindi questo incontro è rappresentato non solo dal titolo, ma proprio dal ritorno di Amaya a Rabanastre, che volendo o no è comunque la sua casa, dove ha vissuto una parte importante della sua vita.
Infatti appena giunge subito Amaya esprime la volontà di farsi un giro per la città quando è ormai tarda sera.
D'ora in poi i capitoli che seguiranno mostreranno ciò che succederà in contemporanea con gli altri personaggi, quindi spero che questo capitolo vi piaccia è alla prossima. Ciao

Daistiny.

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Capitolo 27
*** Sei sicuro di come stanno le cose? ***



SEI SICURO DI COME STANNO LE COSE ?   CAPITOLO 27

*Parecchie ore prima del arrivo di Amaya a Rabanastre*

Su Rabanastre strava sorgendo un nuovo giorno, che sarebbe stato molto diverso dal precedente, alcune ore dopo la frettolosa partenza di Al-Cid dettata all'ultimo minuti per "questioni interne a Rozaria ", così il principe aveva giustificato il suo allontanamento.

Gli altri rappresentati di Rozaria non erano stati d'accordo per l'improvviso, quanto ingiustificato allontanamento del loro principe. Al-Cid aveva ricordato loro il "patto siglato" con la principessa Ondine e le clausole che esso prevedeva.
La casa imperiale Margrace si impegnava a proteggere e fornire supporto alla principessa Ondine, qualora la suddetta ne avesse richiesto l'intervento in cambio del quale la principessa avrebbe fornito loro informazioni riguardante Archades, promessa che Amaya aveva mantenuto e che continuava a mantenere visto che non aveva mai smesso di avere contatti con gli imperiali.

Gli ambasciatori rozariani dovettero sostenere, anche se pur contro voglia l'azione imprudente del loro principe che consideravano un azzardo a tutti gli effetti.
L'assenza del principe Al-Cid non passò di certo inosservata e per alcuni la cosa sembrò sospetta, e questi che notarono la cosa furono Balthier, Larsa e il giudice Zargabaath.
Questi ultimi si chiesero dove fosse andato Al-Cid in un momento come quello, dove era richiesta la sua presenza, la scusa delle "questioni interne a Rozaria" per loro era una scusa poco credibile.

Al-Cid era riuscito a tornare a Rabanastre prima di Amaya e prepparare in gran segreto i preparativi per il suo arrivo in città. Aveva contattato la vecchia conoscenza di Amaya al clan Centurio mentre poi aveva incaricato una delle sue assistenti, Hilda di guidare Amaya e il suo gruppo fino ad un appartamento di quest'ultima, situato nel quartiere a nord di Rabanastre.

Mentre stava rientrando a Palazzo il principe rozariano, incontrò il giovane imperatore archadiano in compagnia di Balthier intento a parlare di varie questioni. I due huma notarono l'arrivo del rozariano accompagnato da una delle sue inseparabili assistenti.
I due archadiani volendo indagare sul conto di Al-Cid gli si avvicinarono, chiedendogli come fossero andate le famose "questini interne a Rozaria",  il rozariano che aveva previsto in largo anticipo che qualcuno gli avrebbe chiesto della sua assenza, prontamente rispose con una scusa creata a posta per quell'occasione.

-Allora come sono andate "le vostre questioni interne", spero che non vi abbiano preso più dei vostri impegni qui con la cerimonia di restaurazione.-disse Balthier con tono abbastanza sarcastico e al tempo stesso pungente.

Balthier non aveva mai digerito Al-Cid e i suoi modi al quanto "smielati" di corteggiamento, lo definiva un damerino da stra pazzo per via delle mosse che il rozariano faceva ogni qual volta gli si presentava in giro qualche esemplare femminile.

-Il mio tempo è ben spesso, a differenza del vostro.-Rispose maliziosamente a tono Al-Cid sistemandosi gli abiti e facendo strani gesti con le mani.

-Il tempo che spendete sotto qualche sottana, che vuoi abilmente chiamate "questioni interne" per non dire divertimento come scusa non brilla certo di fantasia. -Ribatte infastidito Balthier.

-Vi starete confondendo forse con voi... abituato a frequentare gente di dubbio gusto. Amico mio voi con le donne con ci sapete fare ed io non mi azzarderei mai a definire una donna in quel modo. -Tagliò a corto il rozariano dovendo subire acude di cattivo gusto, da chi aveva la faccia tosta di definirsi "un ladro gentiluomo" che lui trovava più tosto volgare nei modi e nel linguaggio che poco si adattavano alle nobili origini di Balthier.

Larsa silenziosamente osservava i due uomini punzecchiarsi a vicenda lanciandosi frecciate avvelenate ogni due parole, finche il giovane imperatore  spazientito ed  alzando gli occhi al cielo per quella situazione a dir poco imbarazzante, decise di intervenire.

-Vi prego signori, questo non è il momento nè il luogo adatto a questo genere di cose.-disse il giovane imperatore intervenendo a separare i due huma.

-Dite Lord Larsa quale sarebbe il genere di cose a cui vi state riferendo?-Al-Cid fece finta di non capire, quando Larsa aveva perfettamente capito di cosa lui e Balthier stavano parlando, mentre maliziosamente si rivolse al piccolo imperatore.

Larsa difronte ad una tale domanda assunse un espressione abbastanza contrariata mentre fissa nei suoi occhi Al-Cid, era difficile per il povero Larsa sentirsi a proprio agio con il modo di fare, molto ambiguo del principe rozariano.

-Lasciate stare. -Disse il ragazzino abbastanza imbarazzato mentre Al-Cid lo guardava maliziosamente.

-Più tosto vorrei chiedervi com'è la situazione qui a palazzo, so che ieri è arrivato il Marchese.-Aggiunse il rozariano chiedendo informazione a Larsa e Balthier.

- Ha avuto udienza con Lady Ashe questa mattina. -concluse il giovane imperatore guardando il rozariano. -È  stata una lunga udienza al quanto movimentata.-

-Lady Ashe come sta?-domandò preoccupato Al-Cid.

-Bene ma continua ancora ad essere sotto stress per via dei preparativi.-rispose Balthier.

Al-Cid riase silenzioso, cercando di immaginarsi come poteva essere andato l'udienza tra Ashe e suo zio e qui il principe iniziò a pensare al peggio del peggio. Il rozariano cerco di non dar vedere la sua preoccupazione che cresceva di ogni secondo che passava.
Il principe aveva bisogno urgente di parlare con la sua assistente Malta per avere ulteriori informazioni non che di parlare con Ondore, visto che Larsa e Balthier sembravano saperne poco.

Al-Cid trasse un enorme sospiro dopo di che con una piccola scusa si allontano dai due archadiani, per dirigersi verso i suoi alloggi. Da lontano Balthier e Larsa notarono qualcosa di strano nel atteggiamento del principe ma non dissero nulla, per loro i rozariani erano delle persone dal comportamento al quanto strano.




*****



*Rabastre ore 09: 00 del mattino (5 ore dopo la partenza di Al-Cid per Bujierba)*



Oltre alla partenza improvvisa del principe Al-Cid alle quattro del mattino diretto a Buhjierba per avvisare Amaya di quello che stava per succedere di li a poche ore a Rabanastre, ovvero dell'udienza tra la principessa Ashelia B'nargin Dalmasca e suo zio, il Marchese Ondore, per la discussione riguardante la principessa Ondine.

Finalmente era sorto il sole e fra poche ore Ashe avrebbe incontrato suo zio, avrebbe avuto così tutte le risposte che lei e Basch cercavano riguardanti la principessa Ondine sulla situazione che si era venuta a creare intorno alla sua persona.

La notte precedente all'incontro con suo zio, la giovane Ashelia non era riuscita a prendere sonno, anzi si era rigirata più volte tra le lenzuola del suo letto, aspettando con grande impazienza che arrivasse l'indomani.

Poco prima dell'alba, la giovane principessa aveva incaricato una sua ancella si recapitare un messaggio al giudice Gabranth per invitarlo a fare colazione, aveva anche provveduto a mandarne uno anche a Larsa avvisandolo dell'assenza del giudice al fine di parlare con lui di alcune cose riguardanti Dalmasca.
Basch quando si vide ricevere l'invito da parte di Ashe per una colazione, era rimasto al quanto sbigottito da quel messaggio che la sua ex signora le mandava.
Un bigliettino contenete poche righe, ma il cui contenuto era di grande 
importanza.

************************************************************************************************************

Ti aspetto alle nove alla terrazza azzurra per fare colazione. 
P.S: Dovrei parlarvi.
Ashe
*****************************************************************************************************************

Basch non sapeva cosa aspettarsi da quell'incontro, con molta probabilità ci sarebbe stato anche Ondore, ma di una cosa il capitano era sicuro, cioè che il Marchese ed Ashe avrebbero finito di parlare di Ondine. Quindi era importante che lui fosse presente.
L'huma per tanto decise di prepararsi e per non destare sospetti si mise le sue vesti da Giudice Magister dirigendosi così verso la terrazza  che  Lady Ashe gli aveva indicato nel messaggio.

Erano le nove precise di mattina, quando Basch arrivò alla terrazza azzurra con indosso la sua armatura, una giovane cameriera gli aprì la porta invitandolo ad entrare.

Il giudice fece qualche passo quando ad un tratto si fermò quando d'avanti a lui comparve la figura della principessa che per tanti anni aveva servito con devozione, Basch era contento di vedere la principessa con atteggiamento decisamente più calmo rispetto a quello dei giorni precedenti.
Ma in effetti non era proprio così, soprattutto quando con grande disappunto Basch notò dei pesanti segni di stanchezza sulla principessa. Ashe ammise di non aver dormito quella notte a causa della tensione e dell'ansia generatasi per via del incontro con suo zio.

-Quei segni cosa sono, Maestà?-domandò Basch notando le profonde occhiaie di Ashe.

-Questa notte non sono riuscita a prendere sonno a causa del incontro con mio zio, ieri sera.- disse Ashelia con voce dispiaciuta attraverso il quale si poteva notare un certo nervosismo.

-Voi avete bisogno di riposare. In questi giorni siete stata concentrata anima e corpo su i preparativi della cerimonia oltre agli impegni politici che avere come futura regina. Non potete trascurarvi così.- la rimproverò l'ex cavaliere, vedendo la sua principessa così sciupata.

-Rinchiusa come sono tra i vari documenti e scartoffie varie come pensi che abbia il tempo per uscire a godermi una giornata di sole?-ribatte abbastanza seccata la principessa, sentendosi trattata come una bambina.
Non aveva più cinque anni, nè aveva venti e con tutte le cose che le toccava fare non era più una ragazzina ma una donna e di questo Basch ancora non se ne rendeva conto.

-Sono solo preoccupato per voi!- esclamò Basch lasciando trapelare tutta la sua preoccupazione per la ragazza.

-Ti capisco, ma qua quello di cui ti devi preoccupare non sono io, ma Ondine... è per questo che ti ho fatto chiamare.-disse Ashelia guardando negli occhi il giudice.

-Siete riuscita a incontrare ieri sera Ondore... è lui che ve ne ha parlato? -domandò il cavaliere abbastanza allarmato.

-Si..- disse Ashe annuendo con la testa, mentre guardava preoccupata Basch, per un attimo cercò di mettersi nei panni del capitano cercando di capire quali sentimenti e pensieri una simile notizia potevano generargli, di certo non buoni.

Basch guardò Ashe, il suo sguardo come il suo corpo si era fatto rigido e duro, e un'espressione di rabbia comparve. Ashelia non aveva mai visto Basch arrabbiarsi così, eppure la principessa Ashe sapeva quanto Basch tenesse a Ondine, non c'era attimo in cui il capitano non pensasse alla sua amata.

-Come già saprai Basch, ieri ho ricevuto conferma da mio zio che in questa intera vicenda centra mia sorella, quindi ho pensato di chiamarti perchè essendo anche tu coinvolto in questa storia, la cosa  penso ti sarebbe potuto interessare.- aggiunse la principessa cercando di mantenere la massima serietà di fronte a quella situazione continuando a parlare.

-Ad ogni modo Basch spero che qualunque cosa, mio zio, voglia dirmi che riguardi Ondine, tu per nessun motivo dovrai reagire... prevedo solo guai... -Disse Ashe guardando fisso Basch che non era per nulla contento di come si stava mettendo quella situazione.

-Mi fa piacere che voi, Lady Ashe riuscite a mantenere il sangue freddo, io temo di non riuscire a restare calmo questa volta... la cosa è troppo personale.- disse Basch mostrando il suo nervosismo.

-Non siete il solo a sentirvi così.-aggiunse la donna.

-La cosa più importante e  che qualunque cosa Ondore ci dirà questo non influisca sulla cerimonia e i vari preparativi.- esclamò Basch.

-Beh... non vedo l'ora che tutto vada per il meglio, sto vivendo i giorni più stressanti della mia vita- commento Ashe ripensando al forte stress che aveva provato in quei giorni.

-Mai quanto facevate parte della "Resistenza".-Aggiunse il capitano ripensando al ultimo anno trascorso dalla fine dalla guerra.

Ashe doveva ammetterlo anche quando si trovava nella "Resistenza", braccata come una criminale della peggior specie per tutta Ivalice insieme a Basch, aveva vissuto menti critici e stressanti che in confronto a quello che stava passando in quel momento le sembravano così lontani.

-Non mi lamenterei se fossi in voi, meglio adesso che ritrovarsi di nuovo in quella condizione.- disse la principessa rivangando un passato non propriamente felice.

Basch si trovo d'accordo con l'ultima frase della principessa. Entrambi avevano sacrificato tanto per quella pace e allo stesso tempo a causa della guerra avevano perso tutto.

-Secondo voi cosa vorrà dirvi zio riguardo Lady Ondine?- Domandò il landisiano.

-Beh... oltre a dirmi che centrava lei, mi ha raccontato che è stata la stessa Ondine a fargli promettere di non dire nulla, a quanto pare però lui a trasgredito al suo volere. Ha aggiunto che la faccenda è molto complessa e che ci sono delle cose che noi diamo per scontato. -Aggiunse la principessa ripensando a ciò che suo zio le aveva detto.

Basch sentendo le ultime parole della ragazza iniziò a farsi un'idea ben precisa su quale fosse la situazione che avesse indosso Ondine a comportarsi in quella maniera.

-Ondine forse è doluta sparire per via degli Occuria. Da quel poco che sò, dopo averci seguiti a Giruvegan, so come te, che lei ha parlato con  Gerun ma non so cosa al riguardo, penso che forse l'abbiano messa di fronte a una scelta infondo lei.. sai....- si trattenne il capitano.

-È probabile, questo spiegherebbe il suo comportamento e perchè è sparita Le avranno dato un periodo di tempo per pensarci e scegliere da che parte stare.-aggiunse Ashe ripensando all'ipotesi allungata dal Basch.

Ma ad un tratto Basch si ricordò del messaggio di Ondore e il suo contenuto, in particolar modo di fermo a pensare ad una frase strana che l'aveva colpito

- "...Poichè questo momento è benedetto dagli Dei. Vostro zio, Halim Ondore IV. "

Basch ripensò più volte a quella frase e al suo significato che poteva avere, di una cosa era sicuro mal si adattava con l'ipotesi che lui ed Ashe si stavano facendo riguardo agli Occuria.
Doveva esserci dell'altro, ma cosa poteva essere?

-Vostra Maestà, stiamo sbagliando tutto... vostro zio nel messaggio che via ha mandato ha usato una particolare frase " Poichè questo momento è benedetto dagli Dei.." il che stona con la nostra ipotesi.

-Allora cosa può essere "benedetto dagli dei"...? -domandò la ragazza dalmasca ripensando alla frase.

-Penso che il suo significato sia positivo, qualcosa per cui festeggiare e che magari riguarda Ondine.-fece presente Basch domandandosi tra se a quale "felice evento" il marchese potesse fare riferimento.

-Basch gli eventi felici, sono esclusivamente matrimoni, nascite, compleanni, battesimi, anniversari, commemorazioni, premiazioni, vittorie, cerimonie, riunioni di vecchi amici o parenti... come vedi sono tanti, ma non capisco quali possano ricondursi a mia sorella.

-Io inizierei con elencare matrimoni, nascite, anniversari, cerimonie e riunioni di famiglia.- disse il capitano facendo una selezione dei vari eventi elencati da Ashe.

-Effettivamente questi potrebbero ricollegarsi a Ondine, ma alcuni penso siano fuori luogo. Per tanto io escluderei, nascite e cerimonie. Ondine ha sempre odiato le cerimonie e le nascite... non me la vedo in questa situazione anche perchè voi due è parecchio che non vi sentite no...?! -Disse Ashe abbastanza imbarazzata pensato al rapporto di sua sorella con Basch.

Basch trovava il ragionamento della principessa Ashe abbastanza logico ed eliminati eventi come nascite e cerimonie, quelli che rimanevano erano matrimoni, anniversari e riunioni con parenti o amici.
E guarda un po' con la cerimonia di Restaurazione del regno di Dalmasca si sarebbero verificati due eventi sui restanti tre, ma in che modo potevano essere benedetti dagli dei??? Qualcosa stava ancora sfuggendo loro.

Ancora una volta Basch e Ashe fecero un buco nell'acqua, l'unico evento a questo punto che poteva avere un nesso logico con la frase di Ondore, era il matrimonio. 
I due huma erano abbastanza scettici nel pensare che forse Ondine si era "sposata" e non avesse voluto far sapere niente? Molto probabilmente per loro le possibilità erano tante, soprattutto perchè con l'annuncio riguardante "l'esecuzione di Basch", legalmente Ondine risultava vedova a tutti gli effetti, quindi se avesse voluto avrebbe potuto risposarsi. Per tanto non era una possibilità da escludere.

Con ciò sia Basch che la stessa Ashelia si convinsero che la notizia che Ondore avrebbe riferito loro, riguardava un possibile secondo matrimonio della stessa Ondine con una persona a loro sconossciuta.

Sia il giudice che la principessa si guardarono un attimo, come a convincersi che quella assurda ipotesi fosse molto probabilmente vera, perchè stando al loro ragionamento tutto  ciò andava a spiegare lo strano comportamento del Marchese e le azioni della principessa Ondine.

Quello che sia Basch che la principessa Ashelia avevano dato per scontato e che la situazione di Ondire era in realtà un'altra e molto più complessa rispetto all'ipotesi riguardo un suo secondo matrimonio.

Ma proprio in quel esatto momento fece la sua comparsa lo zio di Ashe, Halim Ondore IV, che sorprese sua nipote in compagnia di Basch. Bastarono due colpi del proprio bastone contro il pavimento a permettere ad Ondore di farsi notare agli altri due huma presenti nulla stanza.
Finalmente il momento della verità, dopo tanta attesa, era giunto e non poteva attendere oltre.




Colpi di qua, colpi di là… cos'accadrà, cos'accadrà?
Rieccomi qua bella gente e con un capitolo che è una bomba e scommetto che non ne vedevate l'ora di leggerlo, anche perchè trovo ci siano diverse cose di cui parlare.
Prima di tutto fatemi augurare buon anno e buone feste, io le sto passando che sono una meraviglia.
Questo capitolo è i suo titolo promettono tante cose, quindi se mi avete seguito in questa avventura d'ora in avanti entriamo nel vivo della storia ed io sono felice come non mai.
Ma torniamo ad Amaya, nello scorso capitolo è tornata a Rabanastre fin qui tutto tranquillo, forse anche troppo!
In questo capitolo invece abbiamo due situazioni ovvero quello che cade a palazzo in due momenti dopo la partenza improvvisa del nostro caro Al-Cid.
Abbiamo il ritorno del nostro principe rozariano e un breve scontro con Balthier, sapete i due non si piacciono proprio e se potessero si prenderebbero a capelli. La loro antipatia è espressa con frecciatine di dubbio gusto, che il povero Larsa di deve subire.
Seconda scena finalmente Basch e Ashe sono rimasti un pò da soli, non hanno fatto altro che parlare di Ondine.
La loro discussione è uno dei punti più  interessanti e divertenti per alcuni versi, soprattutto a quando alludono ad un possibile "secondo matrimonio di Amaya" che devo dire.... non so quanto queste speculazioni possono far piacere... ma è divertente vedere come questi due personaggi si scervellino sulla situazione di Amaya.
Al tradimento sembrano quasi gridare... Ashe non la sta prendo bene... no no, ma Basch??? Che cosa farà il nostro caro giudice?
Poi il momento della verità si avvicina sempre più.... siete proti a capire come si metteranno d'ora in poi le cose per Amaya?
Cosa succederà con Ondore? E gli altri personaggi come la prenderanno... ma soprattutto cosa ha da nascondere Ondine???
Al prossimo emozionante capitolo!


Daistiny



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Capitolo 28
*** Sono molto spesso le donne che vivono due vite ***


SONO MOLTO SPESSO LE DONNE CHE VIVONO DUE VITE (capitolo 28)



-A quanto vedo ho interrotto una piacevole riunione.- disse Halim avanzando di qualche passo, rivolgendosi a sua nipote con un espressione a quanto scettica. Intanto sia Ashe che Basch si voltarono verso fa figure del Marchese, entrambi erano fin troppo vicini per il parere di Halim.

-Ashe non vi siete per caso "dimenticata" del nostro incontro.. lui perche è qui?-
Fece notare il marchese. -Pensavo che ci saremmo stati solo tu ed io... -disse Halim osservando di sfuggita Basch nella sua divisa da Giudice Magister.

-Ti voglio ricordare mia cara nipote che la faccenda è al quanto seria...-aggiunse il Marchese assumendo un espressione seria, facendo qualche passo verso la figura della giovane principessa.

-Non vedo perchè la presenza di Basch debba essere un fastidio. Lui ha il diritto di ascoltare quello che  voi avete da dirmi riguardo mia sorella.-Tuonò Ashe perdendo la pazienza, facendo valere la sua posizione di futura regina.

-Ti sbagli Ashe, la cosa non lo riguarda. In questa occasione è fuori luogo la sua presenza.- le fece notare Halim, squadrando da capo a piedi il giudice.

-Avete sentito Giudice Gabranth? La vostra presenza qui non è più richiesta,potete andare.- disse Ondore rivolgendosi al capitano Basch con una certa freddezza. Dopo tutto Basch in quel momento impersonava suo fratello e doveva per tanto continuare a sostenere quelle apparenze, il rischio di venir scoperto era troppo alto.
Un simile passo falso il landisiano non poteva permetterselo.

Basch per quanto desiderasse restare per vedere gli sviluppi di quella situazione, dovette suo malgrado obbedire alla richiesta del Marchese, poichè si era rivolto a lui come  il giudice Gabranth e non come Basch.
Questo faceva capire casa il Marchese volesse far intendere.
Un modo poco gentile e sottile per fargli capire che la sua presenza  lì era inopportuna e al quanto fastidiosa. 

Ashe protestò non poco con suo zio per quella mancanza di rispetto nei confronti del capitano, che non volendo far discussioni inutili,  rassicuro la giovane di non preoccuparsi e di concentrarsi su ciò che era veramente importante.

Una volta che Basch ebbe lasciato soli sia Ashelia che Ondore, il giudice decide di dirigersi dal piccolo Larsa, che nel frattempo lo stava aspettando.

Rimasti soli, Ashe non diede tempo di parlare a suo zio. La principessa quasi l'aggredì verbalmente per la mancanza di rispetto che questi aveva avuto nei confronti di del ex capitano. 

-Siete sempre così insopportabile, con quale arroganza venite qui, nelle mie stanze, a pretendere di dettar legge? Questa non è Buhjierba.. qui siamo a Dalmasca!- ricordò Ashe imponendo la sua volontà di membro reale.

-Mi sorprende che voi mi rispondiate a questo modo, dopo che sono venuto fin qui a portarvi le notizie riguardanti vostra sorella.- obbiettò infastidito il Marchese che poco tollerare simili modi in sua nipote, non era questo il modo in cui una futura regina doveva comportarsi.
Ma Ashe come regina era un'eccezione a detta di qualche avio pirata dal pessimo senso dell'umorismo.

-L'ultima volta che ho visto Ondine fu quel giorno sulla Bahamut.- disse la principessa ritornando con la mente a quel giorno in cui la guerra con l'impero si era finalmente conclusa.

-Quello che non sai è che tua sorella per tutto questo tempo è stata a Buhjierba...- le disse il marchese, facendo un passo verso sua nipote che stava poggiata alla scrivania.

-Probabilmente per via del suo secondo matrimonio... è per questo che avete voluto allontanare Basch.-Aggiunse Ashe  quasi seccata, anticipando il marchese, suo zio  nel sentire tale insinuazione rimase quasi sorpreso per un momento ritornando poi alla sua solita imperturbabilità anche se visibilmente alquanto seccato.

-NO!- affermò Halim alzando la voce quasi irritato. -La ragione per cui sono qui sono loro!- disse il marchese indicando con un gesto del bastone la porta. 
Ashe sulle prime non capi cosa l'huma avesse voluto dire poi vide lo zio, volandosi verso la porta, chiamare il nome di una donna.

-Fatevi avanti Karaii, portate qui i due principi!- 

-Posso entrare?!.. Ne siete sicuro?- rispose una flebile voce femminile da dietro la porta, si poteva notare in lei una certa ansia, quasi avesse aura di farsi vedere.

-Che sta succedendo!?-Domandò tutta scomposta Ashelia mentre perdeva il controllo di se, in un attimo tutta la sua determinazione sparì e una certa agitazione prese il sopravvento sulla ragazza che rivolgendosi  a suo zio chiedeva delle risposte che sembrava non arrivare. 

-Ora vedrete!- le rispose Halim, rivolgendosi a sua nipote, con una calma che innervosiva non poco Ashelia.

Da lontano Ashelia vide aprirsi la porta e farsi avanti una giovane donna, sulla ventina forse con qualche anno in più, vestita con i tipici abiti di Buhjierba. La donna portava con se due bambini, uno bambino di circa tre anni le stava vicino aggrappandosi con le sue paffute mani alla lunga gonna della balia, con un'espressione impaurita.
Mentre tra le sue braccia, la balia stingeva un neonato, di circa un anno forse anche di meno che stava dormendo, mentre la giovane dolcemente lo cullava. 

Ashe era meravigliata non riusciva a spiegarsi la presenza di quelle tre figure lì di fronte e che in che modo queste si ricollegavano ad sua sorella Ondine.

-Loro chi sono?!- chiese Ashe basita mentre osservava ancora scettica la giovane balia con i due bambini.

-Loro sono il motivo per cui tua sorella, Lady Ondine, si nascondeva. Come potete vedere nel mezzo, non c'è nessun secondo matrimonio. Se non credete alle mie parole, osservate con i vostri occhi.-Le disse  alquanto divertito il marchese, solerte mentre correggeva la gaffe compiuta dalla nipote.

Ashe non riusciva a credere a tutto quello che stava vedendo, era così surreale quel momento.
Ma finalmente  la principessa  conosceva la vera ragione, che aveva spinto sua sorella a nascondersi e tagliare ogni legame con lei. La ragazza non credere hai suoi occhi, Ondore l'aveva veramente colta si sorpresa questa volta. Così capì d'un tratto che "l'evento benedetto dagli dei era quello" erano "loro" i due principi, considerando le origini di sua sorella.

La principessa non sapeva cosa dire o casa fare, se essere felice o se arrabbiarsi. Sul suo volto era comparasa un'espressione al quanto indecifrabile, mentre suo zio, Ondore si rallegrava alla sola vista dei due bambini, era convinto che i due principi sarebbero stati il futuro di Dalmasca.

Ashe non potè notare la gioia e l'entusiasmo di suo zio nel vedere quelle due creature, anche lei in un certo senso si sentiva felice nel vedere quei due visi d'angelo.
Alla principessa poi non sfuggì di notare i tratti fisici dei due bambini, entrambi avevano i capelli biondi e lisci, Ashe a per qualche secondo incrociò il suo sguardo con quello del bambino più grande, i suoi occhi erano del colore del mare, erano di un azzurro veramente meraviglioso.

La giovane regina non aveva mai visto degli occhi azzurri così intensi, in un certo senso quel bambino aveva un non so che di familiare, sembrava averlo visto da qualche parte. La ragazza si avvicinò lentamente  verso il bambino in modo da non spaventarlo, il bambino era già di per sè  impaurito.
Come Ashelia fece per avvicinarsi il piccolo si ritrasse, nascondendosi dietro la gonna di Karaii, al quale si teneva saldamente aggrappato.

-Non avere paura... -disse Ashe rivolgendosi al bimbo di tre anni con tono dolce e pacato.

-Vostra Maestà, dovete capire Rasler non vi conosce, questa è la prima volta che vi vede... per lui è tutto nuovo. -Disse la balia rivolgendosi alla futura regina di Dalmasca, che rimase sorpresa sentendo pronunciare il nome del piccolo bambino.

-Avete detto Rasler?! -Chiese la giovane sovrana ancora più sbigottita, mentre sbatteva più volte gli occhi fissando  la figura di Karaii.

-Si è il nome del bambino. È stata sua madre, Lady Ondine a volere che il bambino portasse questo nome.- rispose Karaii guardando il piccolo Rasler. Ashe era sempre più incredula, mentre Ondore compiaciuto osservava tutta la scena.

-È quell'altro bambino?- chiese ancora la principessa incuriosita, volendo sapere anche l'identità del secondo bambino.

-Lui è Noah.- rispose rapidamente la balia alla domanda di sua Maestà.

Ashelia aveva già sentito quel nome uscire dalla bocca di Basch, Noah era il nome del fratello gemello del capitano, lo stesso nome dell'assassino di suo padre.
La principesa si incupii per un momento, chiedendosi tra se perche mai sua sorella aveva deciso di dare "proprio quel nome" a quel bambino, il nome di un assassino, il nome di un uomo che Ashelia odiava con tutta se stessa.

A quel punto abbastanza irritata la principessa di volto verso Ondore per chidere spiegazioni, gli occhi scintillavano pieni di rabbia e di risentimento ma suo zio non fu in grado di darle alcuna risposta.

Ashelia ritorno a guardare il bambino, lo fisso per un lungo attimo quella creatura  che beatamente dormiva tra le braccia della nutrice, poi il suo sguardo si posò nuovamente su  suo zio, chiedendole di non mentirle e di dirle la verità.
La principessa aveva capito che suo zio le stava nascondendo ancora qualcosa che esitava nel dirle.

-Perche l'ha chiamato Noah!- ruggì Ashe costringendo suo zio ad dirle tutto quello che sapeva su sua sorella.

-Perche quelli sono i figli del giudice Magister Gabranth. Essi sono il frutto della relazione tra tua sorella e il giudice archadiano. Capisci quello che voglio dire...è perchè tutta questa situazione è cosi complicata?-Disse il marchese assumendo un espressione seria e cupa. Non gli piaceva affatto dare a sua nipote una simile notizia, ma per il suo bene doveva farlo.

Ashelia sentendo le parole di suo zio rimase attonita per qualche minuto.  Fu per lei come una doccia fredda, una profonda rabbia la pervadeva, un odio così antico e ben radicato dentro di lei che difficilmente l'avrebbe lasciata andare.

Era indignata, offesa, arrabbiata come aveva potuto sua sorella concedersi a quel assassino, Ashelia voleva gridare la sua rabbia, ma si trattene, quello non era nè il luogo, nè il momento adatto.
Per tanto la giovane regina doveva trattenersi dal lasciarsi andare, le si chiedeva sempre di mantenere un certo contegno e una certa apparenza, non sapeva chi dalla porta del suo studio potesse entrare e trovarla in una condizione tale da dare addito a pettegolezzi e commenti fuori luogo.

Mille pensieri la passarono per la mente di Ashe, veloci come fulmini e poi dopo una lunga pausa la giovane iniziò a ricollegare tutti i pezzi e quelle cose che per lei non avevano senso.
Ashe stava iniziando a capire tutto. L'ostilità aperta di Ondore nei confronti di Basch,la sua mancanza di rispetto sempre per quest'ultimo , per non parlare della pretesa di far allontanare Basch.

Vedendo i due bambini ,Ashe, si domandò come potevano quei due creature innocenti essere i figli di un vile assassino, che le aveva tolto ciò che lei amava  ed aveva di più caro, la sua famiglia e suo padre.

Ashe cercò di ricomporsi, ma era quasi del tutto inutile ogni suo tentativo era vano, la principessa era in preda a delle forti emozioni che stavano prendendo il sopravvento sulla sua persona. La giovane regina dalmasca di una cosa era certa, si dispiaceva per la sorte  toccata a quei due bambini legati indissolubilmente  e involontariamente a subire il destino del padre.

La principessa Ashe voleva fare tante domande, la prima tra tutte era come lo avrebbe potuto dire a Basch? Secondo come stavano veramente le cose tra Ondine e il giudice Gabranth? Che tipo di relazione avevano?
Ma soprattutto un altra domanda tormentava la giovane perchè chiamare il bambino più grande Ralsler, come il suo defunto consorte? Che senso aveva tutto ciò? 

-Siete sicuro di ciò che affermate?-domandò  nervosamente la principessa osservando suo zio a lungo, in cuor suo lei sperava che si sbagliasse...  poichè  conosceva Ondine abbastanza a lungo da sapere che mai si sarebbe  concessa al ad altri che non fossero Basch.

La futura sovrana di Dalmasca, Ashelia voleva vederci chiaro, prima di riferire tutto ciò che aveva saputo a Basch. Voleva indagare a fondo e fare chiarezza su quella situazione e l'unica persona a cui sapeva di potersi rivolgersi era Lord Larsa.

Per oltre due anni Ondine si era nascosta ad Archades sotto gli occhi del imperatore fingendosi una profuga di guerra, che aveva abbandonato il proprio paese per rifarsi una nuova vita.
Ed era in quel periodo che Ondine sotto un'altro nome, usufruendo di una falsa indentità si era avvicinata sia al imperatore, sia al Giudice Gabranth che l'aveva  finito col prenderla sotto la sua ala.

Lord Larsa era tra tutti quello che aveva avuto la possibilità di conoscerla sotto quelle vesti, insieme a lui c'era anche l'altro giudice, Zargabaat, forse loro l'avrebbero  aiutata a far chiarezza su quella vicenda.

Ashe guardò ancora negli occhi suo zio, questi le ricambiò l'occhiata e volgendo  poi il suo sguardo verso i due principi, impose a sua nipote un avviso che doveva assolutamente rispettare.

-Non una sola parola con il giudice! -le fece presente il marchese con assoluta austerità.

Ora mai nella stanza regnava una forte tensione e la stessa Karaii  che stava assistendo alla discussione tra la giovane principessa e suo zio, le faceva ben intuire che tutto quello che accadeva in quella stanza  doveva tenerlo per se.




Allora eccoci al 28 capitolo di questa storia....  e il titolo di questo capitolo è SONO MOLTO SPESSO LE DONNE CHE VIVONO DUE VITE... è un chiaro riferimento alla duplicità di Amaya, della persona che era una volta e di chi ha deciso invece di essere.
Ma non è solo riferita ad Amaya a questo titolo, ma anche ad Ashe che col procedere man mano dei capitoli si scoprirà avere anche lei un segreto.
E qui veniamo a conoscenza di chi siano Karaii, Rasler e Noah e il segreto di Amaya, Ashe non sembra prenderla bene nel sapere che i suoi "nipoti" sono i figli del defunto fratello di Basch, ma quest'ultimo come la prenderà?
Credetemi le sorprese non finiscono qui, anzi la situazione è appena all'inizio, ci sono ancora tanti segreti da scoprire su Amaya e tutti i personaggi.
Io nel frattempo mi sono messa a scrivere un capitolo di ETERNO AMORE ETERNO SACRIFICIO, avevo previsto di farlo uscire per lo scorso dicembre, ma i tempi si sono allungati parecchi anche perchè la trama principale e generale è stata già scritta tempo fa, solo che alcuni punti vanno rivisti perchè non mi convincono molto.
Poi sto buttando giù la trama di "Dietro quegli occhi d'ambra" che fatemelo dire mi sta creando qualche problema, perchè per la trama sto prendendo spunto dalla canzone "The lion of Ferelden".
Il testo di questa canzone mi piace tanto e quindi sto cercando scrivere una trama seguendo il testo della canzone oltre prenderne spunto. Solo un piccolissimo problema non voglio creare una situazione banale, per la serie arrivo a SkyHold di dei soliti "nuovi protagonisti" che subito si aggrega a compagnia varia.
Lo trovo troppo banale come cosa anche perchè ci saranno tante storie dall'inizio così, e togliamo anche "L'inquisitore" perchè credo che ci sarà un'harem di umani ed elfi a competere con "Curly"... e compagnia varia.
Quindi pensavo di iniziare la storia con uno dei finali alternativi della DLC... non vi dico quale... ho anche parlato troppo, l'unico problema e come impostare bene la trama e i punti chiave... perchè per i protagonisti aspetta un viaggio molto lungo.
Quanto  a Isole di pensiero... presto arriverà un nuovo capitolo con un nuovo personaggio... e chi sa cosa combinerà Daisy.
Io vi saluto al prossimo capitolo di Dune, che uscirà a fine mese.


Daistiny

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Capitolo 29
*** Quando non vuoi sentire la verità ***


QUANDO NON VUOI SENTIRE SENTIRE LA VERITÀ   CAPITOLO 29

Finalmente l'incontro con suo zio Ondore, era ufficialmente concluso ed Ashe poteva tirare un sospiro di sollievo per riprendersi da tutte quelle notizie che suo zio le aveva riferito.
Per un breve lasso di tempo, Lady Ashe penso a sua sorella Ondine ed i due principi, presto o tardi doveva aspettarsi che sarebbe riapparsa reclamando ciò che era suo di diritto.

La dalmasca non era stato affatto contenta dell'idea di separare Rasler e Noah dalla loro madre, soprattutto per dei bambini così piccoli. Tra le varie cose che la principessa aveva chiesto ad Halim, c'era anche la domanda che cosa faceva sua sorella Ondine nel tempo libero.
Il marchese disse che gran parte del tempo della ragazza era un via vai continuo tra Buhjierba e qualche posto sperduto di Ivalice, è di sicuro Dalmasca non era tra questi.

Ashe aveva chiesto quanto tempo sua sorella trascorresse con i suoi figli, il marchese disse poco, per via delle tanti impegni  di cui Ondine si occupava, le fece notare anche quanto, Ondine stessa era gelosa di Rasler e Noah, tanto da non permettere che nessuno doveva sapere della loro esistenza.

La giovane donna poteva ben capire le ragioni che stavano dietro la scelta di Ondine di tenere segreti i due principi e non solo perche erano i figli di un regicida, ma anche per via delle origini stesse di Ondine.
Una volta tanto si trovava d'accordo con Ondine sulle scelta che aveva fatto, ma non trovava giusto una cosa, cioè nascondere tale notizia a quelle persone a lei più vicine e che magari potevano aiutarla, soprattutto lei e Basch.

Ashelia per tanto mise in conto che a quel punto doveva prepararsi ad affrontare sua sorella, che di certo sarebbe stata molto furiosa,  per tanto sarebbe dovuta aspettarsi di tutto da Ondine.

Quando la giovane regina ne parlò con suo zio e le conseguenze delle azioni di quest'ultimo avrebbero comportato, Halim cercò di pararsi le spalle dicendo che si era trovato costretto a farlo e che per tanto voleva che Ondine contribuisse con la sua presenza a rafforzare il potere di Dalmasca durante la cerimonia di Restaurazione, in maniera tale da stringere un nuovo patto così facendo il regno avrebbe guadagnato la protezione divina.

-Tu mi stai chiedendo di scambiare mia sorella per il bene del mio regno?- disse indignata la principessa difronte alla proposta di Ondore.

-È questo quello che ha sempre voluto vostro padre. Ondine è venuta al mondo per questo, ed è sempre per questo che è stata cresciuta come tale.

-No... quello che state dicendo è inaccettabile.-ringhiò Ashelia opponendosi alle parole di suo zio, la ragazza aveva raggiunto il limite massimo di sopportazione.

La principessa si stava sentendo male nel sentire quelle parole su sua sorella, iniziò a capire i motivi per cui Ondine odiava e disprezzava così tanto sia Dalmasca che Ondore.

-Ashelia dovete farvene una ragione, se non sarà Ondine a proteggere Dalmasca ci penserà la sua progenie. Per secoli la famiglia reale e Dalmasca  hanno beneficiato della protezione e benevolenza degli Dei e tu ora vorresti negaglierla? Tu stessa Ashelia siete stata scelta dagli Dei stessi per essere la nuova regina dinasta, avendo l'appoggio di Ondine tutto sarà più semplice.- Le disse Ondore, ricordandosi della proposta fatta dagli Occuria ad Ashelia.

-È se lei non volesse? Se quello che desiderasse fosse altro?... davvero non riuscite a capire?-Ashelia era sempre più scomposta, col viso dipinto in un espressione di profonda rabbia. -Per quanto riguarda il nostro incontro zio, finisce qui... sono stanca vorrei riposare.-
Disse Ashe con un filo di voce, dicendo quasi velatamente a suo zio di andarsene perche la sua presenza l'aveva infastidita.

In un altra ala del palazzo, lontano dalle stanze della principessa Ashelia, il gruppo di compagni di avventura della principessa stava cercando allegramente di passare il tempo e soprattutto di far calare l'enorme tensione che regnava.

Primo tra tutti Basch che si era visto buttato fuori dal colloquio con Lady Ashe senza una ragione ben precisa, dalla stessa principessa sotto la pressione del Marchese.
 Basch non aveva affatto gradito quel simile comportamento, soprattutto perchè era ad un passo dalla verità, ma già sapeva che presto o tardi Ashe gli avrebbe detto cosa suo zio le aveva riferito, tanto era solo una questione di tempo.
Il cavaliere per tanto si appresto a raggiungere Lord Larsa e il gruppetto di vecchi amici.

Quel giorno Balthier e la sua patner si erano di nuovo presentati a palazzo usando la sua vecchia identità del pirata, Ffamran Mid Bunansa, nome che il pirata stesso odiava particolarmente ma che alcune volte si era visto costretto ad usarlo perchè gli ritornava utile.

Baltheir quella mattina non smetteva di essere puntiglioso e abbastanza cinico, soprattutto quando aveva notato l'assenza del principe rozariano, aveva messo indubbio la cosa.
Ovviamente le critiche da parte della stessa Fran non erano mancate, vista la mancata educazione del giovane pirata nei confronti di Al-Cid. Larsa avvolte si mostrava abbastanza infastidito da certe allusioni che il pirata poteva fare, in passato era capitato che i due archadiani avessero qualche piccolo diverbio soprattutto la prima volta che Larsa e Balthier si conobbero.

Al gruppo si erano uniti anche Vaan e Penelo che da poco si erano recati a palazzo, dopo aver aiutato Migelo nella consegna di alcune casse presso il palazzo reale. I due ragazzi erano decisi a fare un salto dai loro vecchi compagni d'avventura, oltre voler sapere novità sulla situazione della principessa.

I due ragazzini quando rividero i loro vecchi compagni, notarono una situazione un po surreale, vedendo il giovane Larsa ribattere alle frecciatine di Balthier che evidentemente senza la presenza di Vaan si stava annoiando moltissimo.

-Quel damerino dove è finito?- fece ironico Balthier notando l'assenza del rozariano.

-Possibile che tu non la smetta.-disse Fran alzando gli occhi al cielo incrociando le braccia.

-Il nostro caro pirata evidentemente si sta annoiando.- aggiunse Larsa osservando l'huma.

-Non è affatto come voi credete, possibile che nessuno si sia accorto dell'assenza di Al-Cid?- Fece notare l'avio pirata alzando un sopracciglio sarcastico come sempre.

-Al-Cid ha avuto alcuni impegni interni a Rozaria di cui doveva occuparsene personalmente, non ci credi rivolgiti a Malta, la sua assistente.-disse il piccolo imperatore indicando la presenza dell'assistente di Al-Cid poco distante dal loro.

-Come se ci credessi...-ribatte Balthier ancora più convinto delle sue affermazioni.

-Ciò non toglie che se eviti  d'agitarti. Io starei meglio! Mi innervosisce questo tuo atteggiamento.-disse la viera esasperata dai modi del su patner.

-Ammettetelo Balthier quel tipo non ti è mai piaciuto, forse perche temete vi possa mettere in ombra.-commentò Vaan gustandosi l'esilarante scena del pirata, Balthier non digerì affatto quel commento, anzi si sentiva punto nel vivo.
Vaan aveva quell'innata capacità più unica che rara di farlo innervosire come pochi altri.

-Già mi era mancata la tua presenza...-disse sarcasticamente il pirata, preparandosi a fare una battuta di rimando al ragazzo dalmasco.-Perchè sei qui? Non dovresti essere nelle fogne ad ammazzare ratti mannari... risulteresti utile.

-Oh hai ragione dimenticavo che tu invece tu il tuo tempo lo passi a correre dietro alle belle gambe che è molto diverso da quello che faccio io, al meno io sono utile.-Puntualizò Vaan facendo saltare su tutte le furie l'aviopirata.

Balthier se prima se la stava prendendo con Al-Cid ora rivolgeva tutte le sue attenzioni a Vaan, quando i due litigavano sembravano due bambini.

Penelo si sentiva imbarazzata, Fran dal canto suo c'era abituata alle manifestazioni infantili del suo patner, era molto meglio assistere a quella buffonata che assistere ad una di quelle scenate che di solito Balthier offriva quando si trovava ubriaco fradicio in mezzo a qualche bordello.

Il gruppo aveva avuto modo di vederlo all'opera diverse volte, durante la fuga per tutta Ivalice. Balthier tracannava un bicchiere dopo l'altro di vino, birra, liquore o qualunque cosa fosse, non importava, importava solamente che fosse alcolica.
Ed ecco che dopo tre o quattro bottiglie Baltheir diventava più che brillo, ubriaco...è se ne usciva lui con suo violino e le sue canzonacce da bordello, dando dimostrazione di un lato di se che solo Fran e Nono conoscevano, lasciando il resto del gruppo allibito.

-Balthier ammettilo senza di Vaan ti sentivi solo. - lo canzonò la piccola Penelo,  mentre Balthier dava un pizzicotto a Vaan sulla guancia, per punirlo per la sua mancanza di raffinatezza.

-Anche a Balthier una ripassata del galateo non farebbe male. -ribatte Fran seccata dopo l'affermazione di Penelo.

Anche se per poco, quelle battute di dubbio gusto di Vaan e Balthier avevano alleggerito la tensione che quella mattiva regnava tra loro. Basch nel'osservare Vaan punzecchiarsi con Balthier si sentiva rispetto a qualche minuto prima decisamente più leggero, anche lo stesso Larsa che si vedeva trascinato da quei due avio pirati sembrava stare meglio.

Larsa per essere un giovane Imperatore, era prima di tutto un ragazzino ancora troppo inesperto rispetto al mondo degli adulti, per via della sua giovane età e della sua spiccata innocenza Basch si era ritrovato a fargli da padre, difronte alla legge archadiana egli era legalmente il tutore del ragazzo.

Basch osserva come il piccolo imperatore si lasciava facilmente coinvolgere dai quei due, Balthier si comportava come se fosse lui, l'unico ed il solo protagonista mentre Vaan cercava di metterlo in difficoltà facendo quasi da fratello maggiore a Larsa.
Larsa era sempre più trascinato da Balthier e Vaan, quest'ultimo faceva veramente difficoltà a tenere il discorso che Balthier e Larsa stavano avendo in quel momento.

Tra una battutina e l'altra, a Larsa non era sfuggita l'assenza di Al-Cid e soprattutto il commento che aveva fatto Balthier, il ragazzino stava già pensando a qualche strano collegamento con Ondine.
Per il momento Larsa non disse nulla, aspettava solo di raccogliere più informazioni possibili e se ce ne fosse stato bisogno la stessa Ashe gli e le avrebbe chieste, ora c'era solo  da aspettare che il colloquio tra Ashe e Ondore finisse così da poter sapere altre novità.

E mentre tutti parlavano del più e del meno, si videro comparire alle loro spalle la figura di Ondore seguito da una donna con due bambini,  che non sembrava avere per nulla una bella cera, Basch guardò fisso negli occhi il marchese mentre questi lo squadro dall'alto in basso mentre si allontanava.

Tutti i presenti a quel punto si guardarono tra loro, domandandosi che cosa stesse succedendo, infatti tutti sapevano che quella mattina ci sarebbe stata un colloquio tra la principessa e suo zio, Larsa stesso li aveva informati.
Qualcosa nel colloquio di Ashe a giudicare dall'espressione di Ondore doveva essere andato storto, ma cosa? 
Si chiesero tutti i presenti guardandosi a vicenda, in un attimo l'allegra atmosfera che regnava fino a qualche istante prima di colpo si fece improvvisamente pesante e tesa, tutti i presenti si fecero più seri.

-Che storia è questa! -Esclamò Balthier.

-Probabilmente centrerà con Ondine.- suppose Penelo avanzando qualche ipotesi.

-Ma fammi il piacere, quella donna è sempre piena di sorprese... ma questa penso che sia la più assurda...-disse Balthier pensabdo a quante volte Amaya l'avesse fregato. Per lui Amaya rimaneva sempre un mistero, sarebbe stata capace di far spuntare il sole dai sotto ai piedi se solo l' avesse voluto.

-Comunque io non me la ci vedo ad avere figli... -Aggiunse Vaan ricordando tutte le volte in cui era stato ridicolizzato da Amaya. -Sarebbe la peggiore...-

Vaan non potè finire la frase che ricevette una forte tirata d'orecchio dalla sua amica Penelo, visibilmente innervosita dal commento fuori luogo del ragazzo.

-Sei il solido maleducato! -esclamò lo stesso Larsa guadando Vaan con disprezzo.

-Perchè... ?-disse Vaan cadendo dalle nuvole, tutti alzarono gli occhi al cielo, era mai possibile che questo ragazzo non cogliesse il motivo?
Eppure sarebbe bastato ricordargli la presenza di Basch dietro di lui. Vaan ci mise un po' prima di capire l'orrendo strafalcione che aveva commesso nei confronti del capitano.
Basch decise astenersi dal commentare quel infelice battuta nei confronti di Ondine.

Il gruppo dopo alcuni minuti si vide arrivare la principessa Ashe, indossava un classico vestito dalmasco azzurro con ricami color oro.
Ashe non aveva affatto un bel'aspetto, anzi sembrava parecchio stanca. L'umore della principessa era dei più neri, il gruppo vedendo l'aspetto della loro amica, capì subito che il colloquio con Ondore era andato decisamente male.
Basch cercò subito di rivolgere la parola, ma venne prontamente bloccato da un gesto della mano della principessa.

-Mi ha parlato di Ondine, come ha scritto nel messaggio..- disse Ashelia, con voce fredda e tremante visibilmente scossa.

-Quindi verrà qui?-chiese allarmato il giudice Gabranth, Ashe a quel punto lo fisso negli occhi  per un lungo minuto non rispose lo guardò in maniera addoolorata come se di li a poco gli avrebbe raccontato la peggiore delle notizie.
Ashelia voleva raccontare ogni cosa a Basch, ma non essendo sicura della paternità dei due bambini decise che solo quando c'avrebbe visto chiaro gli e ne avrebbe parlato.

-Cosa c'è Maestà? - chiese il giudice preoccupato, vedendo Ashe quasi sul punto di scoppiare a piangere.

-Nulla... è solo che ci sono alcuni problemi con i preparativi con la cerimonia.- disse la ragazza soffocando il grosso magone formatosi in gola. La giovane sovrana cercò di calmarsi ma inutilmente, era tanto scossa che tremava e tutti i suoi amici lo vedevano.

Ashe racconto una bugia, raccontò che alcuni preparativi per la cerimonia erano andati molto a rilento e che ciò avrebbe allungato di alcuni giorni i preparativi.
La ragazza inventò anche la scusa che alcuni nobili avevano sporto lamentele riguardo alcune decisioni della regina, riguardo i rapporti con Archades.
Basch e tutto il gruppo penso che non doveva essere affatto semplice per Ashe occuparsi di tutti i preparativi e le decisioni, che non riguardavano solo la cerimonia di Restaurazione ma anche i vari affari di stato.

-My lady, avete bisogno di aiuto, lasciate che vi dia una mano...-disse il giudice Gabranth, proponendosi di aiutare la principessa.

Ashe sperava di essere riuscita a far credere agli altri quella piccola bugia, e in effetti era stata così.  La ragazza si sentiva un verme nel approffittarsi della fiducia incondizionata dei suoi amici.

-Però non ci hai spiegato perchè Ondore si è portava dietro una donna con due bambini.- disse a brucia pelo Balthier, guardando fisso Ashe cogliendola alla sprovvista.
Alche qui Ashe dovette inventare su due piedi,  una seconda scusa che andasse a giustificare quello che i suoi amici avevano appena visto.

-Beh quello...la donna che avete visto con mio zio, si chiama Karaii e due bambini con lei,  sono i suoi figli, lei è rimasta vedova tre anni fa a causa della guerra con l'Impero. So che stava cercando un lavoro come cameriera qui a palazzo, ma non la prendevano a causa dei sui figli.
Ondore  se ne accorto e l'ha quindi portata da me, ha cercato di mettervi una buona parola.  Ed mi ero lamentata più volte con lui per la mancanza di mano d'opera qui a palazzo, con i preparativi della cerimonia alle porte c'è un gran da fare e le persone che ho a disposizione non bastano mai. Così sono voluta venirle incontro, assumendola come cameriera.- si giustifico la ragazza, cercando di essere il più convincente possibile.

Un' ottima scusa, con tanto di storia strappa lacrime. Se Ondore fosse stato li presente si sarebbe congratulato con sua nipote per la prontezza dei riflessi e per il sangue freddo che aveva dimostrato.

La bugia sembrava così credibile che persino Vaan e Penelo c'erano cascati, infondo loro due si rivendevano in quei due "poveri bambini". Larsa non commentò nulla, nemmeno Basch lo fece, ma non potè sfuggirgli l'espressione  che fece la principessa quando raccontò di quella donna e dei suoi "presunti figli".

Dentro di se Ashelia si malediva per aver spudoratamente mentito di fronte hai suoi amici, era riuscita ad essere così convincente che aveva superato lo stesso Balthier che nell'arte del mentire. Ma il suo non era un talento. Ma Balthier la sapeva lunga in fatto di bugie.


Ragazzi so che molti di voi nel capitolo precedente si aspettavano un entrata in scena di Rasler e Noah in maniera più "esplosiva" con dialoghi tra Ashe e suo zio abbastanza accesi... ma tranquilli non  ne mancheranno più vanti nella storia. 
Siamo nel cuore della storia e vi posso assicurare che gli intrecci sono tanti e molto complessi. Non si tratta solo di Amaya-Basch-Ashe, ma altre coppie... la gelosia immotivata di Fran per Ashe e l'interesse di Balthier per la regina.
E molte altre situazioni abbastanza ambigue, ho cercato e sto cercando di dare ad ogni personaggio una sua motivazione che lo spinge a comportarsi in un certo modo in base a chi ha difronte. 
Mi piacerebbe parlarvi approfonditamente di ogni personaggio all'interno di questa storia e cosa lo lega ad un altro. Ma per il momento correrei solo il rischio di fare spoiler... quindi mi limiterò solo a spiegarvi qualcosa dei capitoli singoli.
Come promesso vi ho detto che Ashe ha per il momento un segreto, non è l'unico ce ne sarà un'altro.... 
Larsa e Balthier stanno intuendo qualcosa... Basch ... ancora non sa nulla e mi dispiace molto per lui, già abbastanza provato da quella situazione. Quindi come reagirà alla scoperta che è diventato zio?? 
Al-Cid riuscirà a mantenere il suo segreto? Amaya cosa farà?
Continuate a seguirmi.

Daistiny

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Capitolo 30
*** E la notte che mi chiama ***


E LA NOTTE CHE MI CHIAMA 30

*Rabanastre presente parecchie ore dopo l'arrivo di Amaya ed Al-Cid nella capitale dalmasca*

Era notte fonda a Rabanastre e Amaya era uscita dal suo nascondiglio eludendo le sue due guardie, la ragazza era decisa a farsi un giro per le strade della città in cui era nata e cresciuta.
Rabanastre quella sera era così calma, diversa da come era di giorno, solo poche persone c'erano in giro per le sue strade, qualche taverna era ancora aperta e dentro si stava facendo ancora baldoria.

Amaya camminava per quelle strade impolverate della sabbia dal deserto, le antiche abitazioni dalle architetture orientaleggianti la facevano sentire la nostalgia per quel posto. Alla giovane cacciatrice si iniziava a ricordare le fughe notturne per la città, quando usciva dai canali fognari o da qualche passaggio segreto facendo sempre attenzione a non svegliare le guardie. Ormai per lei questo comportamento era diventato un vizio costante.

Poche volte era stata scoperta a sgattaiolare via da palazzo, suo padre che la rimproverava spesso, ma ciò non le avevano mai spento quel desiderio di assoluta libertà che covava dentro di lei da quando ne avesse memoria.
La gente di corte poteva parlare quanto voleva e spettegolare ancora e ancora, su la sua illegittimità come figlia del re, che aveva deciso di riconoscerla come sua figlia, visto la sua unica erede Ashe.

Dato che si trovava per la città, Amaya decise di fare anche un salto alla tomba di suo padre, spesso durante la guerra con l'impero la giovane era tornata più volte a Rabanastre per i vari affari e le era capito di far visita alla tomba della sua famiglia.

Nessuno si sarebbe mai aspettato un simile comportamento, visto il risentimento che la principessa mostrava verso la famiglia reale. Amaya era andata li solo per sfogarsi... come se urlare i suoi pensieri a delle persone morte avrebbe risolto qualcosa, sarebbe servito qualcosa se solo quelli che erano morti fossero stati in vita.

A grandi passi la giovane dalmasca si diresse presso la tomba della famiglia reale, ci vollero all'incirca quaranta minuti a piedi per arrivarci, il cimitero si trovava nella zona nord-ovest dei quartieri settentrionali. Una volta giunta a destinazione Amaya scavalco le mura della recinzione e si introdusse nel cimitero.
Quel luogo ad Amaya non era mai piaciuto, nemmeno quando era andata a far visita alla tomba di Noah ad Archades. La ragazza cercò nel buio quasi spettrale del cimitero un grosso monumento in marmo bianco e dagli arabeschi in oro.

Dopo un'altra ventina di minuti di ricerca, Amaya si trovò finalmente d'avanti al mausoleo della famiglia reale. Ogni volta che lo vide, Amaya non fu affatto entusiasta, la ragazza si avvicinò al cancello dove scassino con grande abilità la serratura, tolse i catenacci e il lucchetto, poi usando la magia accese una torcia che stava appesa ad una parete nel ingresso.

Con la torcia in mano, Amaya si appresto ascendere alcuni gradini del mausoleo che portavano ad una enorme cripta sotterranea completamente realizzata in marmo.
La cripta sotterranea era immersa nell'oscurità più nera, nel buio gli occhi di Amaya vedevano con chiarezza, poteva percepire la forte presenza del Mystes ristagnare di quella stanza, un Mystes freddo che lei conosceva molto bene, non disse nulla... si limito solo ad usare la magia per accendere il resto dei bracieri sorretti dalle statue, poste in circolo a torno a lei.

la cripta presentava sei colonne su cui erano state scolpite sei statue della dea, la stessa figura che si poteva riscontrare nelle quattro grandi statue della piazza grande che portava al palazzo reale.
Le statue somigliavano in modo impressionante ad Ondine, Amaya non disse nulla limitandosi solo ad osservarle, guardandosi in torno, tutto ora sembrava più visibile. La luce tremolante dei bracieri conferiva un aspetto spettrale a quel posto.

La principessa guardò le tombe della famiglia reale, ad una a una. Quei nomi a lei così vicini e pure così lontani nel tempo. Aveva chiamato quei nomi per tanti anni, Vales, Alan.. Verdin.. la lista era lunga.

Poi si soffermò su Eleonore, la regina, quella che per quasi un decennio della sua vita Amaya aveva chiamato "madre", colei che era l'esatto ritratto di sua sorella Ashe. Era stata lei stessa ad annunciarne la malattia e poi la morte... a palazzo tutti erano spaventati da quel suo oscuro potere.
Raminas quella volta non disse nulla, si ricordò Amaya... aveva solamente nove anni.

Lo sguardo di Amaya si soffermò poi su la tomba del principe Rasler, sulla lapide era incisa una frase che fece gelare il sangue ad Amaya. "Qui giace la tua anima forte che il fato ti ha strappato a me... Possa il tuo cuore trovare la pace."

Amaya conosceva bene quale sorte era toccata al povero principe, se solo fosse vissuto alcune cose si sarebbero potute evitare pensò la ragazza.
Della persona di Rasler, di quando egli era vivo, Amaya non conosceva quasi nulla... però quando Rarsler aveva saputo della vera natura della ragazza. il principe l'aveva spesso osservata con grande curiosità. Amaya si ricordava, quando era ancora la principessa Ondine , i rari momenti in cui lei e Rasler si erano scambiati qualche parola.

Già allora Amaya notava la breve vita del principe, percepiva la sua "essenza" affievolirsi di giorno in giorno a differenza di altri. Era così che Amaya capiva che sarebbe morto... ma nessuno l'aveva ascoltata.

Verso Rasler, Amaya provava solo una gran pena diversamente da Raminas verso cui provava un odio viscerale quasi quanto quello per sua sorella Ashe, per tanto ad un certo punto la ragazza spostò il suo sguardo, sulla lapide dell'uomo che un tempo aveva chiamato "padre".
Amaya fissava nel silenzio più assoluto quella lapide, notava alcuni fiori freschi posati vicino il suo sepolcro, la ragazza poteva immaginare chi li aveva potuti portare.

-C'è stato un tempo in cui vi ho chiamato padre... ma voi, per me non siete niente. Siete solo l'uomo che mi ha cresciuto nella menzogna... è trovo inutile ripetere sempre questo discorso. La rabbia non mi abbandona, per quanto io possa cercare di capire e farmene una ragione, non riesco a perdonarvi.
Sapete per ironia della sorte, ho finito con l'apprezzare di più l'uomo che vi ha tolto la vita... non ve l'avevo detto? Se voi foste ancora vivo mi piacerebbe vedere la vostra espressione contrariata... ma per quello penso che ci penserà Ashelia.- Disse Amaya guardando la tomba di Raminas.

Ad un tratto le fiamme dei bracieri tremolarono per un breve istante, quel tanto che bastò ad Amaya di alzare lo sguardo e girarsi alle spalle, verso le scale che davano sull'entrata.
Sul volto della principessa dalmasca comparve un espressione di rabbia, mentre i suoi occhi diventarono gialli , color dell'oro. Amaya l'avrebbe riconosciuto ovunque quella presenza a lei tanto famigliare, già in passato l'aveva "avvertita" al fianco del dottor Cid nei laboratori Draklor o accanto allo stesso Vayne, lo aveva visto tante volte rimanendo silenziosa nell'osservarlo e lui aveva fatto lo stesso con lei.

E come quella volta, anche lì nella cripta della famiglia reale quella "presenza" simile in tutto a Venat si stava manifestando. Aleggiava appena, sembrava quasi un fantasma, ma Amaya non sembra scomporsi minimamente anzi teneva la testa alta e gli occhi puntati su di lui.

-Elbereth...- così la chiamò la misteriosa voce.

-Non ti arrendi vero Gerun? ora che avete perso la crisalide vi siete ricordati della mia stirpe... è davvero così profondo il tuo odio per questi huma? ... per "quanto insignificanti " tu li definisca non riesci a digerire il fatto che non ti abbiano assecondato... ciò non ti giustifica a presentarti qui, innanzi a me con la tua folle idea.- disse Amaya guardando negli occhi l'Occuria che gli era appena apparso difronte.

- Il folle era Venat... e tu! Con il potere che ti ritrovi potresti riprenderti ciò che ti appartiene, rivendica il tuo posto Elbereth... essi non potranno mai capirti, essi temono ciò che non comprendono e ciò che sfugge al loro controllo.- disse Gerun.

-Mi fai così stupida, Gerun? Hai forse dimenticato chi sono... e cosa posso fare se solo lo desiderassi, nemmeno i vostri "poteri" uniti son ben che minimamente paragonabili ai miei.-Disse Amaya mentre i suoi occhi dall'ametista passarono al giallo oro, ancora una volta.

-Una del tuo rango, a cui spetta ogni onore...si ritrova sbeffeggiata da quelli che tu chiami "amici", mentre quella che tu chiami "sorella" si prende ogni onore... mentre tu... o "Regina di stelle"... "sei regina del nulla", ne degli huma, ne di noi Occuria che siamo il tuo popolo.- Le disse l'Occuria ricordano ad Amaya la sua natura.

-"Che pretese ha Gerun sulla Storia, seduto sul suo trono immortale preso in prestito dal tempo?"... questo non ti ricorda qualcosa...?- disse Amaya, zittendo l'Occuria.

-Tu come tutti gli altri non hai alcuna pretesa... il trono immortale su cui risiedi non è "tuo".. lo hai solo preso in prestito da me... Venat non era stupido, credi che io non rammenti queste cose Gerun... pensavi veramente che quando sarei rinata sotto altra forma, avrei dimenticato tutto? Non ho mai dimenticato.. Non ti permetterò di agire liberamente come hai sempre fatto, sappilo.- lo sfidò Amaya.

-E come? diventando di nuovo la "la luce di Dalmasca"... di un regno di cui non ti importa nulla.-la schernì il signore degli occuria.

-Non.. per Dalmasca, ma per la mia stirpe. Non la userete per i vostri scopi, come avete fatto con la negalite... siete caduti così in basso. Non permetterò a nessuno di voi di mettere le mani su di loro.- ribatte la ragazza.

-Elbereth...prima o poi dovrete scegliere se loro o noi.- disse Gerun svanendo nel nulla.

Quella era già la seconda volta che Gerun le rivolgeva quella frase.







Ragazzi lo so.. avevo detto che di questa storia non avrei pubblicato nulla se non per alcuni mesi. La storia sta decisamente prendendo una piega inaspettata.
E non sapete da quanto tempo volevo pubblicare questo capitolo che... sconvolge tutta la storia a cui fino ad esso vi ho abituato a leggere. Lo avreste mai detto?
Nemmeno io mi aspettavo che la storia assumesse queste pieghe... eppure ci sono ancora tanti misteri e segreti da svelare. Cose che se rivelate potrebbero sconvolgere le sorti di Ivalice.
In questo capitolo.. "E la notte che mi chiama", si scopre un segreto di Amaya che non sa nessuno dei personaggi coinvolti, eccetto la nostra protagonista.
Sinceramente questo capitolo presenta una componente a metà strada tra un thriller e un horror, perchè Amaya si avventura in un cimitero. Più precisamente nella cripta reale... posso dirvi che Amaya non ama posti del genere (A meno che non siano delle antiche rovine... quelle le ama).
L'entrata in scena di Gerun fantastica... nei capitoli precedenti ha fatto anche una piccola comparsa... appena intuibile, vediamo se avete capito a quale capitolo mi riferisco.
Io sono stra felice di sapere che recentemente un'altra mia storia si stata letta moltissimo. Vi sto parlando di "Tutti i segreti di una vita" storia che diciamo non sto proseguendo al momento ma ho intenzione di finirla.
Di recente su Manga.it la storia ha toccato le 112.113 visualizzazioni e io che mi ero fermata alle 4500 di alcuni mesi fa. Non so spiegare questo aumento improvviso di visualizzazioni... e dire che la storia non è tra le mie favorite come genere (alcune cose della storia come il passato del personaggio di Misao... lo amo ma il resto no...) non capisco nemmeno come mai piaccia. 💖💖💖💖💖
Gente io vi lasciò a questo splendido capitolo e vi aspetto alla prossima ciao. P.S.: Il capitolo è più tosto corto e sono dispiaciuta, ma da qui in poi tutti i prossimi capitoli cercherò di farli più lunghi, minimo 8000 parole... perchè mi sto rendendo conto che se no il capitoli risulteranno almeno 100, quando sono in realtà 77-80. Lo so non è una long-fic, ma è un romanzo, ma ho tante cose da dire e da raccontare che non avete idea.

Daistiny

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Capitolo 31
*** Nel silenzio troverai le parole ***


      
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NEL SILENZIO TROVERAI LE PAROLE 31
*La sera al palazzo reale poco dopo il rientreo di Al-Cid*





Al-Cid aveva finito di sistemare le ultime cose, come previsto da Amaya e dallo stesso principe rozariano, Halim aveva raccontato tutto alla principessa Ashe. Malta l'assistente del principe, aveva riferito tutto quello che era successo in sua assenza a quest'ultimo, riportando, anche che gli stessi amici della regina si erano imbattuti "per puro caso" nei due principi.

E che alle domande degli altri, Lady Ashe aveva prontamente inventato una scusa per giustificare quella presenza.


-È poco credibile, la scusa delle "vittime di guerra"? -disse scettico il rozariano ascoltando con molta attenzione il racconto di Malta.


-Mio Signore eppure è così, ho visto tutto!- confermò la ragazza con decisione.


-Buon Dio dove andremo a finire con quel gruppo, non li facevo così bigotti.-Disse Al-Cid quasi imprecando quando la sua assistente riferì i commetti fatti nei confronti di Amaya. L'huma si maledì tra se per non essere stato presente, quelle persone dovevano essere grati agli dei se non erano incappati nelle sue ire.


Se Al-Cid non avesse dovuto mantenere una certa apparenza probabilmente li avrebbe sfidati a duello, e lì sarebbero stati guai per tutti.

Il principe cercò di riprendere il controllo delle proprie emozioni, di li a poco sarebbe andato a far una seconda visita ad Ondore IV, visto che la volta precedente era stata inutile, questa volta Al-Cid gli avrebbe rinfrescato un po' la memoria con le buone o con le cattive.


Per poter agire, Al-Cid aspettò che il Marchese fosse libero dai suoi impegni, e in una volta sola decise di raggiungerlo nelle sue stanze come la volta precedente. Sta volta il nobile rozariano era veramente irritato dal comportamento del marchese, aveva rotto il patto con Amaya e presto o tardi ne avrebbe fatto le conseguenze.
Facendo molta attenzione a non farsi scoprire Al-Cid si diresse verso la camera del marchese, giunto a destinazione, bussò varie volte alla porta di questi aspettando che il Marchese gli aprisse la porta.
Sentendo bussare alla propria porta, il Marchese che nel frattempo stava pensando che fosse sua nipote Lady Ashe che lo cercava, si apprestò ad aprire la porta, ma chi si trovò di fronte non era sua nipote, ma il principe rozariano Al-Cid.


Ondore si sentì molto infastidito nel ricevere quella presenza poco gradita, per non dire inopportuna.

Per ciò si vide costretto a far entrare il principe nelle sue camere, anche se non voleva in nessun modo rischiare di attirare attenzioni indesiderate.

Al-Cid era furente entrò di scatto nella stanza del marchese, quasi prepotentemente, non appena Halim gli aprì la porta.
Il giovane principe quasi aggredì il Marchese afferrandolo con entrambe le mani la giacca di questi.
Halim si ritrovo a pochi centimetri dal volto del rozariano, Al-Cid che di solito non si scomponeva mai, quella volta stava mostrando un lato di sè che faceva non poca paura. Mai nessuno aveva visto quell'espressione così seria ed adirata sul suo bel volto.
In ballo in quel momento non c'era solo la rottura del patto ma anche molto altro, poichè c'era un motivo ben logico dietro alla volontà di Amaya di non far sapere dell'esistenza di Rasler e Noah.
Ondore sembrava proprio non aveva mai capito questa cosa, mentre Al-Cid era pienamente cosciente della volontà di Amaya.


-SIETE UN PAZZO!-Tuonò Al-Cid sbattendo violentemente Ondore contro la porta, in quel momento il principe aveva mandato al diavolo ogni formalismo e buone maniere. Non gli importava di stare allungando le mani sul governatore di Buhjierba, per lui quell'uomo meritava solamente una bella lezione.


La voce fragorosa di Al-Cin risuonò per tutta la stanza, rischiando quasi di attirare l'attenzione delle guardie, il principe era furibondo.


-Provate ancora dire altra parola su Ondine e tutti sapranno quanto poco credibili sono le vostre parole... e mi assicurerò personalmente di farlo, per quanto è in mio potere, di rendervi la vostra vita un inferno... visto che il mio avviso l'altra volta non è stato sufficiente.- disse il principe minacciando il marchese, che per poco non sbianco di botto.


Sta volta Ondore si ritrovava veramente in una posizione al quanto sfavorevole, finchè viveva Basch... c'era sempre la possibilità che qualcuno potesse ricattarlo. Il marchese lo sapeva bene cosa poteva dare il via, se fosse saltato fuori che il capitano Basch era vivo e stava avendo protezione da Ashe e Larsa.

Si sarebbe potuta scatenare una feroce guerra perchè le parti coinvolte erano due regnati , non solo giovanissimi, ma che con le loro decisioni avevano fatto molto parlare di se, specialmente in quell'ultimo periodo.


Un'occasione del genere avrebbe potuto fare gola a Rozaria che avrebbe potuto avanzare richieste assurde o volendo avrebbe anche potuto dichiarere guerra , con la semplice accusa che Dalmasca e Archadia stavano complottando qualcosa.

Ondore senza volerlo aveva dato il via a qualcosa più grande di lui. Per un solo istante il marchese maledisse Amaya per essersi non solo alleata con Rozaria, ma anche con l'essersi schierata con loro voltando così le spalle a Dalmasca.


La discussione tra il governatore di Buhjierba e il principe rozariano fu non solo al quanto tesa ma anche abbastanza accesa, perchè ci mancò poco che Al-Cid aggredisse fisicamente il marchese.

Questa cosa avrebbe potuto creare non pochi problemi diplomatici, cosa che nessuno da entrambe le parti desiderava.


Sistemate se pur temporaneamente le cose con il marchese, Al-Cid decise di ritornare nelle sue stanze per riflette sullo sviluppo degli ultimi eventi.

Il principe stava valutando più opzioni riguardo come muoversi.




*Contemporanea ad Al-Cid, Amaya ritorna a casa dal cimitero in compagnia di Sebastian- cap 30*


Nel frattempo Amaya stava ritornando dalla visita al mausoleo della sua famiglia, quando sulla strada del ritorno si era accorta di essere seguita da una delle sue guardie, Sebastian.


La ragazza stava per rietrare quando da un angolo oscuro di un vicolo alle sue spalle, si fece avanti la figura di Sebastian, Amaya non era per nulla contenta di essere stata pedinata.

Domandandosi tra se, se Sebastian l'avesse seguita anche nella cripta.

Ma osservando bene la sua guardia, Amaya non riscontrava nessun pensiero ed emozione che facesse riferimento all'Occuria, però era al quanto infastidita nel sapere di non essere libera di muoversi come voleva.


-Dove siete statta?- le chiese Sebastian con tono indagatore, mentre incrociava entrambe le braccia, fissando negli occhi la sua protetta.

-Se ti ci metti, sai essere peggio di tuo fratello Noel...- ribbatte seccata Amaya, guardando negli occhi la sua guardia.
Sebastian non era un tipo paziente e comprensivo come Noel anzi se solo voleva sapeva essere inflessibile.


-Noel è fin troppo buono... Ora dove siete stata? Se qualcuno vi avesse riconosciuta potevamo dire addio a tutto!-La rimproverò giustamente Sebastian, ripensando a tutta quella situazione nella quale si trovavano.


Infin dei conti Sebastian non aveva tutti i torti. Amaya anche se infastidita da tale affermazione non poteva che essere d'accordo, però non le andava affatto di stare ferma in un posto per molto tempo.

E poi chi l'avrebbe potuta riconoscere a Rabanastre a quell'ora così tarda di notte, in giro non c'era quasi nessuno.


-Sebastian... dovreste rilassarvi, stavo facendo un giro. Stare qui mi rende nervosa e sai che odio stare ferma a lungo nello stesso posto.- obbiettò Amaya mostrandosi seccata.


-Sapete anche che non possiamo permetterci passi falsi...- Ripose Sbastian nervosamente a tono.


-Questo lo so... ma per adesso, in attesa di nuove notizie, distrarmi un po' non mi farebbe male con tutta la tensione che sento.- gli ricordò la ragazza, mentre si incamminò nella direzione del suo appartamento, seguita a ruota da Sebastian.


-Allora evitate colpi di testa!- disse il ladisiano alla giovane seguendola, Amaya alzò gli occhi al cielo,sospirando, Sebastian stava proprio diventando pensante.


Amaya rimase in silenzio finchè non arrivarono entrambi al appartamento, la ragazza appena entrò si vide piombarsi di fronte la figura di Noel che la fissava al quanto arrabbiato , evidentemente si era spaventato nel apprendere dell'uscita dell'ultimo minuto di Amaya.

Prima che Noel potesse fiatare, Sebastian l'avvisò che lei era con lui, Noel non disse nulla si limitò a guardare sia il fratello che Amaya andare ognuno nella proprio camera.


La ragazza se pur detestava ammetterlo doveva essere grata a Sebastian per averla aiutata a scampare da una delle paternali infinite di Noel, che avvolte risultava essere fin troppo protettivo, qualità che Amaya apprezzava molto da una parte, ma che alcune volte detestava.
Soprattutto quando decideva di fare di testa sua.


Noel non era molto convinto della scusa raccontata da Sebastian, nonostante si fidasse del suo gemello, vedere Amaya essere accompagnata da suo fratello lo rassicurava. 
Nonostante i vari dubbi, Noel lasciò correre, non voleva in alcun modo litigare.

Lui era sempre molto preso da Amaya, in particolar modo, voleva che la ragazza stesse sempre bene e che non avesse alcun tipo di problema.
Una volta sola in camera Amaya si lasciò cadere sul suo letto, era stanca, ma soprattutto era molto nervosa per via della discussione con Gerun, non sapeva cosa fare ne a chi rivolgersi e raccontarlo agli altri non era proprio il caso.

Quella questione riguardava solamente lei e gli Occuria. Presto tardi avrebbe dovuto fare una scelta... non avrebbe permesso a Gerun di mettere le mani su Rasler e Noah.
Lentamente Amaya chiuse gli occhi, aveva assolutamente bisogno di riposare quel giorno le era sembrato interminabile.

Finalmente quella giornata poteva dirsi conclusa, non era stata affatto una giornata leggera.
Amaya era sprofondata in un sonno profondo, chissà l'indomani cosa le avrebbe riservato ma la principessa per il momento non si poneva nessun problema, lei voleva solamente dormire.


Per quelle poche ore Amaya voleva dimenticare ogni problema, tutte le sembrava così stancante e soffocante, ogni cosa riguardante la sua situazione. Si chiedeva più volte se avesse fatto bene a far nascere i due principi, egoisticamente pensò che se i suoi figli non fossero nati lei in tutta quella situazione non si sarebbe mai trovata.

Era un egoista e lo sapeva bene, eppure aveva avuto le sue ragioni per voler far nascere Noah e Rasler.
Amaya si ripeteva tra se, che doveva solamente quanto prima riprendersi i bambini e sparire dalla circolazione, in questo modo nessuno più le avrebbe potuto causare problemi, la ragazza già stava immaginando che tutti a palazzo con molta probabilità avevano scoperto il suo segreto.


Con quale faccia si sarebbe presentata al mondo? Con quale faccia si sarebbe presentata d'avanti a Basch? Amaya sentiva che aveva perso la faccia non solo con le sue vecchie conoscenze, ma soprattutto con se stessa e con la persona che più di tutti amava.


La ragazza a detta di tante persone aveva sempre avuto una certa faccia tosta, anche quando in passato lei aveva avuto svariate avventure di una notte con alcuni huma, uno tra questi Balthier quando ancora i due non si conoscevano bene.


Amaya non aveva mai detto a nessuno del suo passato libertino, quanto a Balthier aveva provveduto a comprare il suo silenzio, una volta che questi aveva scoperto durante la guerra con Archades la sua vera identità.

Erano stati lo stesso Basch insieme ad Ashe a riconoscerla come Ondine mentre lei, Amaya, stava parlando privatamente con Balthier riguardo ad alcuni affari.
La scena era stata a dir poco surreale, ma quando il pirata archadiano si era reso conto di chi Amaya fosse, sul suo viso era comparso un enorme ghigno... che Amaya prontamente aveva provveduto a fargli scomparire.






* A palazzo il giorno dopo il ritorno di Amaya*







Un nuovo giorno era finalmente sorto su Rabanastre, questo giorno portava con se nuovi sviluppi e tante altre sorprese che nessuno si sarebbe aspettato.

Ashe quella mattina era molto pensierosa, non aveva smesso di pensare un solo momento agli episodi del giorno precedente, quello che voleva era vederci chiaro in tutta quella situazione.
La principessa voleva chiedere direttamente a Larsa informazioni riguardante il fratello di Basch e sua sorella, solo lui poteva toglierle quel dubbio. Dopo aver fatto colazione ed essersi occupata di alcune vicende diplomatiche e politiche riguardanti gli affari del regno, Lady Ashe aveva organizzato un incontro fra lei e il piccolo l'imperatore Archadiano.


Inutile dire che Ashe era molto tesa nel dover parlare a Larsa, non sapeva se si sarebbe potuta trattenere o se avrebbe fatto una scenata, preoccupata com'era di vedersi avverare le sue peggiori paure.
Larsa fu molto sorpreso nel venire a sapere che Lady Ashe volesse incontrarlo, il ragazzino si chiedeva cosa potesse mai chiederle la giovane sovrana.
Si immaginò che con molta probabilità le avrebbe chiesto di Ondine, ma non ne capiva molto il senso.


Da più di un anno a questa parte Ondine e Larsa non avevano avuto più alcun tipo di rapporto, infatti dopo che si era venuti a conoscenza che Amaya era in realtà la principessa Ondine, molti avevano avanzato l'ipotesi che la ragazza fosse stata una spia mandata dalla resistenza per carpire eventuali segreti imperiali.
Spia o no, a causa di questo i rapporti tra Amaya e Larsa e i restanti giudici erano non molto amichevoli, special modo Zargabaath si era molto risentito della cosa, che non riusciva a mandare giù un simile comportamento.


Larsa per evitare che la faccenda con Amaya potesse in qualche modo incrinare i propositi di pace, decise prontamente di mettere a tacere persone che eventualmente avrebbero avuto da ridire su tali decisioni, per ciò si era visto costretto a scendere a compromessi con i suoi oppositori.
Non solo la situazione di Amaya aveva messo in difficoltà anche gli accordi con Dalmasca, soprattutto perchè essendo venuto alla luce il doppio gioco di Ondine, Larsa aveva spiegato ad Ashe le ripercussioni del gesto di Ondine che lo avevano messo in condizioni di non poter accettare tutte le richieste che Dalmasca aveva avanzato durante le trattative di pace, soprattutto quelle riguardanti il regno di Nabradia.
Larsa si era visto impossibilitato ad accettare di lasciare a Dalmasca il controllo di tali territori, che per quanto l'imperatore avrebbe voluto restituire ad Ashe, gli accordi presi con i suoi oppositori rendevano la cosa impossibile.


Ashe non era stata certamente felice nel sapere che la sua richiesta di vedersi restituire i territori di Nabradia era stata rifiutata. La giovane sovrana era a dir poco furibonda, ma non poteva far vedere questa cosa perchè ben sapeva che se sua sorella Ondine non avesse fatto la spia passando importanti informazioni alla resistenza, a quel punto Ashe non avrebbe potuto avere alcuna possibilità di riavere Dalmasca.
Sotto molti aspetti, nonostante i mezzi poco etici di Ondine, Ashelia doveva ammettere a se stessa, che doveva molto a sua sorella , ciò nonostante ella era lo stesso arrabbiata con Ondine per averle nascosto tante cose.
Ashe non vedeva l'ora in cui si sarebbe trovata faccia a faccia con Ondine per dirle tante cose. La lisa era lunga.
La giovane regina aveva fatto ricevere Lord Larsa in quello che una volta era l'ufficio di suo padre, dove fin da quando aveva memoria suo padre in quella enorme stanza si occupava dei vari incarichi politici che il titolo di re portava con se.
Erano da poco le undici di mattina, quando sulla soglia della porta comparve Larsa con il fido giudice Gabranth alle sue spalle. Ashe nel vedere insieme a Larsa anche Basch non fu affatto contenta, lei voleva parlare da sola con il piccolo imperatore.
-Lady Ashe mi avete fatto chiamare?-chiese perplesso il ragazzino, osservando la richiesta della regina dalmasca.
-Si, vorrei di parlarvi di alcune cose in privato...Gabranth potete per un momento lasciarci da soli?- disse la giovane ragazza se pur contro voglia, suscitando lo stupore di entrambi gli archadiani.
Basch non era molto felice della richiesta, questa volta non c'era Ondore di mezzo non aveva senso che la principessa lo mandasse via. Il giudice non era di certo uno stupido, intuì che molto probabilmente Ashe voleva chiedere di Ondine...ma riguardo cosa?
L'unica cosa che le veniva in mente era l'identità che la principessa aveva assunto durante la guerra, ovvero era diventata il braccio destro del suo defunto fratello. Ashe avrebbe potuto unicamente parlare di questo, Basch aveva saputo anche le ripercussioni del gesto di Ondine... quindi pensò che la faccenda non era del tutto risolta come gli aveva riferito Larsa.
Allora perchè tagliarlo fuori? Lui che con la sua esperienza avrebbe potuto dargli preziosi suggerimenti?
Basch se ne stava d'avanti alla porta dell'ufficio della regina, mentre tutto pensiero cercava di trovare delle risposte alle sue domande, qualcosa attirò la sua attenzione. Il giudice vide rotolare vicino ai suoi piedi una piccola pallina dorata, poco più in la vide avvicinarsi la figura di un bambino di tre anni tutto intento a cercare di recuperare il suo giocatolo.


Basch riconobbe subito il bambino del giorno precedente, era impossibile dimenticarsi di lui, dei occhi di un blu così intenso che affascinavano chiunque lo vedesse, mentre una montagna di capelli biondi e ribelli gli incorniciavano il viso dall'aria innocente.

D'istinto Basch si chinò a raccogliere il giocatolo che gentilmente porse al bambino, richiamando così la sua attenzione.
-Hei stai cercando questa?- disse Basch guardando dolcemente il bambino, che sulle prime fu molto timoroso ad avvicinarsi per recuperare la sua palla.
-Tranquillo, voglio sola ridarti la tua pallina.- disse il capitano porgendo il giocatolo, il bambino non si mosse continuando a fissare il giudice.
-Amamaya non vuole che parli con gli sconosciuti- disse teneramente il bambino guardando ancora il giudice che gli porgeva il suo giocatolo.
-La tua mamma ti starà cercando, non dovresti farla preoccupare, questo non è un posto adatto per giocare. Vuoi che ti porti da lei?- aggiunse Basch, ma il bambino lo fissò ancora prima di dire qualcosa di strano.
-Amamaya non è qui... -disse tristemente il bambino abbassando lo sguardo, Basch di dispiacque non poco di quel bambino, quindi gli chiese dove poteva essere la madre.
-Allora sarà da qualche parte qui a palazzo..- aggiunse il giudice guardandosi a torno, ma il bimbo scosse la testa dicendo che la sua mamma non si trovava lì.
Basch non riusciva a capire lo strano comportamento del bambino, sembrava così sicuro delle sue affermazioni. Lentamente l'huma si avvicinò al bambino che timoroso corse nella parte apposta rispetto al giudice.


Mentre Basch si decideva di avanzare, improvvisamente fece la sua comparsa Karaii che essendo molto preoccupata per aver perso di vista il piccolo Rasler si era messa a cercarlo.
La donna chiamava a gran voce il piccolo principe, tutta agitata per non riuscire a trovarlo.

Ma quando ad un tratto la donna svoltò per andare nel corridoio dove si trovava Basch con il bambino, la balia notò immediatamente il piccolo Rasler  vicino al giudice gli corse incontro chiamandolo.
-Rasler! - la donna esclamò a gran voce il bambino, tutta agitata. Finalmente era riuscita a trovare quella "piccola peste", Rasler poteva sembrare a prima vista un bambino tranquillo ma in realtà era l'esatto opposto, egli infatti era molto vivace con le persone che conosceva, con gli estranei diventava l'esatto opposto.
Sentendosi chiamare per nome il bimbo di tre anni si girò verso la sua balia a pochi passi da lui. La donna era sollevata di essere riuscita a trovare il principino e nella fretta del ritrovamento si era completamente dimenticata della presenza del giudice.
-Finalmente vi ho trovato e mai possibile che dovete sempre di disubbidirmi?..- la balia lo rimproverò, ma Karaii si vide interrotta dall'intervento del giudice che si intromise.
A Basch non era di certo sfuggito il nome del bambino e visto la particolarità del nome, il capitano decise di chiedere alla donna, che credeva fosse la madre del bimbo, alcune domande.
-Vogliate perdonami... volevo chiedere alcune cose su vostro figlio. -chiese il giudice.
Karaii rimase sbigottitta nel essere scambiata per la madre di Rasler e non per la persona che se ne prendeva cura. La donna fece una strana smorfia, non sapeva assolutamente cosa dire, poichè ella si era accorta che chi le stava d'avanti era uno dei famigerati giudici imperiali.
La donna da preoccupata si era ancora di più allarmata, a fatica cercava di mantenere un apparente sangue freddo. Ella provava un forte disprezzo per gli archadiani e tutto ciò che riguardava l'impero.
Per colpa dell'impero suo marito era morto, ucciso da uno dei giudici di Archades. La donna aveva sofferto molto per quella perdita, ma ciò nonostante non riusciva ad a perdonare l'impero per tutta la sofferenza che aveva causato.
-Scusi... Rasler deve averla importunata, mi assicurerò... che mio... figlio- fece una pausa la donna osservando per un attimo gli occhi del giudice mentre decise di assecondare l'equivoco del giudice - Non le dia più fastidio... vogliate scusarmi ancora.-disse la donna facendo un piccolo inchino, affrettandosi poi a prendere in braccio il piccolo Rasler prima di allontanarsi e sparire svoltando l'angolo del corridoio.

Basch pur avendo intenzione di farle domande si era visto stroncare ciò dal comportamento della donna, al quanto alterato nel notare la sua uniforme e il grosso stemma dei solidor impresso sul suo mantello.


Il giudice intuì che la donna non aveva una buona considerazione degli imperiali quindi aveva cercato se pur velatamente di mettere una certa distanza fra loro.

L'uomo osservò la donna allontanarsi con il bambino in braccio, mentre a lui rimaneva solo il giocattolo che curiosamente rigirava tra le dita mentre ripensava al volto del bambino.
Nel frattempo nello studio Lord Larsa e Lady Ashe stavano parlando di alcune cose riguardo Ondine. Ashelia dopo averci pesato a lungo aveva deciso di raccontare del segreto di sua sorella a Larsa e chiedergli che tipo di relazione e aveva avuto con il vero giudice Gabranth.
-Ora che sapete la verità Lord Larsa vorrei farvi delle domande. Capite che la posizione di mia sorella, quanto la mia è molto delicata... se saltasse fuori che la principessa Ondine ha avuto non solo una relazione con il vero Gabranth, ma che da questi abbia anche avuto dei figli... la situazione sarebbe grave. Voglio ricordarvi che il precedente Gabranth è stato colui che ha ucciso mio padre... Ora vorrei sapere da vuoi la vostra versione dei fatti.
Voi siete l'unico che conosceva chi era il vero Gabranth... -Disse la principessa Ashe mentre poggiava entrambe le mano sulla preziosa scrivania intagliata in legno con sublimi incisioni, mentre lasciava trasparire tutta la sua ansia.
-Lady Ashe da quel poco che so, vostra sorella aveva una grande ammirazione per Gabranth. Erano molto affiatati. Mio padre, fu lui ad assegnare Amaya a Gabranth come suo vice. Per il resto io ne so poco... quanto voi... ma se volete saperne di più, posso chiedere al giudice Zargabaath, lui certamente saprà qualcosa che noi ignoriamo.- Disse il piccolo imperatore osservando la reazione della principessa.
-Mi raccomando nessuno deve sapere di quello che vi ho raccontato, finchè non sarà fatta luce. Soprattutto riguardo a Basch... non so come potrebbe prenderla.-si raccomandò la regina mettendo in chiaro il suo volere.
-Comprendo bene perchè non avete insistito a finchè Basch non fosse presente. Volete vederci chiaro prima di riferirgli personalmente ciò che sapete. Ma proprio perchè questo lo riguarda personalmente, io penso che egli abbia il diritto di sapere queste cose, inoltre lui conosceva molto bene suo fratello e potrebbe aiutarci.
Tutta via potete star tranquilla il vostro segreto è in buone mani.-Fece presente il Larsa prima di voltarsi le spalle ed andarsene.
Come Ashelia anche Larsa era molto sorpreso, ma deciso come era a fare luce su quella faccenda, promise alla regina Ashelia di chiedere al giudice Zargabaath informazioni riguardanti Ondine e Noah.
L'incontro con Lady Ashe duro più di un'ora concludendosi verso l'una. Nel pomeriggio, più tardi. Larsa avrebbe chiesto informazioni riguardanti Amaya a Zargabaath.





Mia bella gente, dopo lo scorso capitolo con tanto di colpi di scena riprendiamo la situazione a palazzo... ed ecco che abbiamo un incontro molto accesso tra Al-Cid ed Ondore, spero di rendere i loro dialoghi ancora più vividi. Riguardo ad Al-Cid, lo voglio più teatrale nei modi come nel gioco.
Molto interessante è la scena tra Ashe e Larsa che per parlare di Ondine mandano via Basch... (la questione è delicata ma capirete più avanti).
In questo capitolo saprete anche della situazione politica tra Archadia, Dalmasca e Rozaria... voglio rendere la loro situazione credibile, perchè è importante ai fini della trama e tutto ciò che riguarda i personaggi. Come ciliegina sulla torta abbiamo finalmente un breve, quanto enigmatico incontro tra Rasler e Basch. Rasler è adorabile con la sua parola "Amamaya", che se vi starete chiedendo cosa è... è il nome di Amaya storpiato dal bambino che non riesce a pronunciare per bene le parole.
Infatti Rasler con "Amamaya" vorrebbe dire "Mamma Amaya"ma non ci riesce, perchè ha qualche difficoltà, quindi chiama affettuosamente la madre in questo modo.
Amaya non è la sola persona ad avere un "soprannome", anche gli altri suoi amici avranno un loro "soprannome" datogli da Rasler.
Io nel frattempo mi sto immaginando la faccia di Basch quando realizzerà che quel bambino è suo nipote.... con questo concludo, vi aspetto al prossimo capitolo.






Daistiny

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Capitolo 32
*** Quando me lo hai detto ***


QUANDO ME LO HAI DETTO 32

Quel pomeriggio Lord Larsa era molto confuso riguardo tutta la faccenda, allo stesso tempo era molto meravigliano nel sapere la notizia. Per tutto il tempo non aveva fatto che osservare in silenzio il Giudice Gabranth, stando ben attento ad attirare l'attenzione del giudice stesso.

Basch per il resto del tempo notò il cambiamento d'umore del suo protetto, lo trovava distratto e disattento, si domandò cosa avesse e se il colloquio con Ashe fosse stato tutto apposto.

-Il colloquio con Lady Ashe è andato bene? - domandò preoccupato il giudice.

-Si.. tutto bene. Avrei bisogno che chiamasse il giudice Zargabaath avrei delle questioni da risolvere con lui... vi dispiacerebbe?- gli chiese di rimando Larsa porgendo un biglietto a Basch.

-No, vostra Maestà! -rispose Basch prendendo il messaggio da consegnare all'altro giudice.

-Fatelo recapitare subito, avrei delle faccende urgenti di cui parlare con Zargabaath...- disse Larsa guardando negli occhi il giudice, che dopo aver annuito col capo si voltò per portare la missiva al suo collega.

Basch si chiese come mai Larsa volesse parlare così urgentemente con Zargabaath, ma ancora non capiva cosa poteva mai volere l'imperatore da lui. Forse Larsa con Ashe non aveva parlato di Ondine, ma degli accordi di pace con l'impero, Basch sapeva che c'erano stati dei problemi riguardi gli ex possedimenti di Nabradia.

Poteva essere quella la ragione?? Il giudice fece quanto richiesto dal suo imperatore consegnando il messaggio al suo destinatario. Poco dopo Zargabaath si diresse nelle stanze di Lord Larsa per parlare del contenuto del messaggio.

Il giudice bussò lievemente sulla porta degli alloggi dell'imperatore, chiedendo il permesso di entrare, permesso che gli fu concesso. Non appena Zargabaath entrò, si ritrovò faccia a faccia con il giovane Larsa, che stava seduto su una poltrona ad esaminare alcuni fogli posti sopra un tavolino ovale su cui vi era posato un vaso ornamentale con dei fiori bianchi.

La stanza era enorme, una delle più belle dell'ala est del palazzo dalmasco. Il giudice entro facendo attenzione a non fare rumore, ma il tintinnare della sua armatura in mithril annunciò la sua venuta.

Larsa alzò la testa dal foglio che stava leggendo, spostando i suoi occhi su giudice, come lo vide il giovane imperatore posò il documento che fino ad un secondo prima stava leggendo e poi rivolgendosi al giudice, gli disse il motivo per cui l'aveva fatto chiamare.

-Giudice Zargabaath c'è un motivo ben preciso per cui ho richiesto la sua presenza.-disse il giovane imperatore.

-Quale sarebbe il motivo vostra Eccellenza?- domandò il giudice.

-Avrei delle domande da farvi riguardo ad Amaya.-rispose il ragazzino cercando di mantenere una certa posizione, anche se era al quanto evidente il fastidio che provava.

-Volete dire la principessa Ondine?... -Lo corresse il giudice, ripensando alla vicenda della principessa, prima di continuare a parlare il giudice esitò nel proseguire la sua frase.

Zargabaath ben sapeva che dopo il doppio gioco di Ondine questa non era ben vista agli occhi dei funzionari imperiali.

-Vostra Eccellenza forse non sono la persona giusta a cui chiedere della principessa Ondine, il giudice Gabranth è forse la persona più indicata per questo compito.-fece presente Zargabaath, ma Larsa invece rimaneva della sua opinione ovvero quella di non coinvolgere Gabranth in quanto non era il vero giudice.

-No, giudice Zargabaath. Temo che, essendo il giudice Gabarnth personalmente coinvolto con la principessa Ondine, il suo giudico e il suo operato possano essere influenzati dalle sue questioni personali.

-Quindi pensate che essendo io non coinvolto personalmente nella vicenda possa dare un parere al quanto disinteressato?- chiese il giudice, Larsa annuì con un cenno del capo.

-Si, quello che volevo chiedervi è la vostra diretta, quanto personale, opinione giudice Zargabaath, riguarado al rapporto tra il giudice Gabranth e la principessa Ondine. Non mi interessa sapere come svolgevano il loro lavoro, ma mi interessa sapere che tipo di rapporto avessero al di fuori dei rispettivi ruoli.- disse Larsa.

Zargabaath sentendo la richiesta del piccolo imperatore si trovò colto di sorpresa non si sarebbe mai aspettato una simile richiesta. Era noto fra i giudici che Zargabaath avesse mostrato un certo interesse per Amaya e non Gabranth che sembrava totalmente riluttante e restio a queste cose, col tempo però era emerso l'interesse di Gabranth per la sua assistente se pur in maniera al quanto velata.

Quando si era resa evidente questa cosa, Zargabaath ormai c'aveva messo una croce sopra su Amaya, augurando a Gabranth ogni fortuna. Gabranth non mostrava apertamente il suo interesse per la sua assistente, l'unica cosa che mostrava era una certa preoccupazione per lei soprattutto quando la ragazza disobbediva agli ordini e non stava al suo posto.

Ma per tutto il resto Gabranth non la trattava con i guanti, si aspettava da lei una certa disciplina e subordinazione.

-Lord Larsa mi sorprende quello che mi chiedete, per questa vostra richiesta fareste bene a rivolgervi a Gabranth visto che è lui quello direttamente coinvolto, io non centro. -fece notare nuovamente  il giudice al quanto preoccupato da quelle affermazioni.

-Giudice Zargabaasth, prima di affrontarne la questione con Gabrnath, volevo vederci chiaro è per questo che mi sono rivolto a voi per un parere esterno. -gli rammentò il piccolo imperatore.

-Eccellenza quello che io so è ben poco. So solo che Gabranth ci teneva molto alla sua assistente... notavo un certo interesse nei suoi confronti. Anche adesso, che le cose sono cambiate, noto un cambiamento nel giudice.. come se gli mancasse qualcosa. -raccontò il giudice esponendo il suo parere.

-Molto bene, quindi voi non sapete se tra loro ci fosse qualcosa di più? -domandò ancora Lord Larsa.

-Eccellenza non lo so. Immagino che la notizia di una possibile relazione tra i due non sia vista di buon occhio da entrambe le parti, visto le loro posizioni. Voi temete che la cosa possa far saltare gli accordi di pace con Dalmasca??- chiese con tono preoccupato il giudice rivolgendosi verso Larsa, il quale non sapeva cosa rispondere.

Larsa era molto preoccupato, temeva che che se la relazione tra Ondine e Noah fosse vera questa poteva incrinare il già fragile rapporto con il regno di Dalmasca, ovviamente sia Archades che Dalmasca avrebbero avuto delle ripercussioni visto il rispettive posizioni di Ondine e il giudice Gabranth.

-Forse... ma non sono certo di nulla.- disse il giovane imperiale abbassando lo sguardo.

-Temete che Lady Ashe possa ritrattare?- lo interrogò il giudice, guardando negli occhi Larsa.

-Questo no... spero solo che la cosa non complichi la nostra posizione con Dalmasca. Ho paura che possa scoppiare uno scandalo politico.- disse il giovane Larsa pensando al segreto che Ashe le aveva confidato.

Ed adesso che Larsa si era visto confermare le sue ipotesi, su una possibile relazione tra Ondine e il fratello di Basch, la cosa non gli sembra poi così scontata, anzi era sempre più reale.

Ashe nel frattempo dopo l'incontro con Larsa aveva fatto una piccola pausa, interrotta però dalla visita improvvisa di un certo Bunansa di sua conoscenza. La ragazza non sapeva come reagire, quel pirata donnaiolo aveva una tempistica per quelle situazioni inopportune che avrebbe fatto solo invidia a Vaan, con la sola differenza che Balthier aveva abbastanza faccia tosta da rigirare sempre la situazione a suo vantaggio.

La principessa non sapeva cosa inventarsi con lui, per divincolarsi dalla sua presenza che l'avrebbe incalzata col le sue domande inopportune, le sue espressioni e le sue frecciatine al quanto sarcastiche.

-Anche voi no!... Avete veramente un dono per queste entrate ad effetto!- esclamò la regina mentre fissava il pirata alzando gli occhi al cielo e scrollando la testa.

-Che scusa vi siete inventato questa volta da raccontare alle guardie, per permettervi di lasciarvi entrare così indisturbato nelle mie stanze.- disse Ashelia visibilmente contrariata a quella mancanza di rispetto nei suoi confronti, visto l'impudenza del giovane pirata.

-Certi modi non li perdete proprio? Siete una regina dovreste mostrare più grazia!- Esclamò sfacciatamente Balthier mentre dall'altro lato dello studio Ashe era sempre più infastidita dai modi del suo amico.

-Evidentemente che voi mancate sempre di buone maniere, visto che siete solito frequentare bordelli...- disse la donna quasi urlando visibilmente arrabbiata.

-Maestà non sono solito frequentare sempre quei posti. Ma ci siete mai stata in un bordello?... sicuramente è un posto molto più "allegro" rispetto al vostro palazzo... dovreste sentire che canzoni cantano vi metterebbero allegria.- Disse sempre più sfacciatamente Balthier mentre paragonava il palazzo con un bordello, paragone che non stava in piedi, per poi insinuare che posti come i bordelli fossero più allegri dell'atmosfera che regnava a palazzo.

-Questo è un oltraggio! Solamente vuoi potevate paragonare questo splendido palazzo ricco di storia e cultura con un.... bordello!!! UN BORDELLO!!- Strillò Ashe mentre stava per perdere l'ultimo barlume di lucidità, doveva tenersi stretta ai braccioli della sua poltrona per non saltare addosso a quel pirata da strapazzo.

Eppure in tutta quella situazione così assurda Ashe non stava più pensando hai suoi problemi con Ondine e i suoi figli. Se pur strampalata la strategia di Balthier era riuscita a far distrarre la regina, ma quanto sarebbe potuta andare avanti quella situazione così assurda?

-Maestà non avete di che scandalizzarvi, un bordello è un posto come un altro dove si fanno determinate cose... tipo come in camera da letto? Vuoi non avete fatto lì... determinate cose?- Sogghignò Balthier tutto soddisfatto di se, ma Ashe nel frattempo non era solo sbiancata a tale affermazione, ma come un falco aveva provveduto ad alzarsi dalla sedia e precipitarsi sulla figura del giovane uomo.

In passato Basch sull'Ifrit aveva fatto conoscenza con il "cinque di sua maestà" così l'aveva soprannominato Vaan, rischiando anche lui il "cinque regale" mentre aveva ricordato a gli altri qualche tempo dopo l'episodio trovandolo adir poco comico.

Non si sa per quale strana ragione Ashe non lasciasse il suo tagliacarte in argento che teneva a portata di mano contro quel maleducato di Balthier. Ashe era fatta rossa e ci mancava poco che diventasse bordeaux.

Dal lato suo Balthier amava vedere comparire quell'espressione sul volto della regina, gli ricordava che non c'era donna che non poteva resistergli eccetto poche. Tra cui Ashe.

-Dovete ringraziare gli dei... se non vi lancio il tagliacarte a mo' di pugnale!- Sbottò la regina.

-Voi non lo fareste mai. Sapete ricordo ancora quando sulla Stralh, voi avete chiamato a gran voce il mio nome, mentre vi faceva da cornice la luce del sole che tramontava sul deserto di Dalmasca con la Bahaumut a fare da sfondo... -rispose suadente Balthier con il sorriso sulle labbra, mentre tutto allegro raccontava con fare teatrale quel famoso episodio.

Ashe che scuoteva la testa in segno di assoluta disapprovazione, ormai stanca dell'assurdo comportamento del pirata, decise di tagliare la testa al toro chiedendo a Balthier, il reale motivo per cui lui fosse lì.

-Quando avrete finito di fare il buffone avvisatemi! -

-Sono quasi offeso, Ashe... potrei piangere.- disse teatralmente Balthier.

-Piangere voi?- Ashe aveva gli occhi sgranati e un'espressione incredula, non credeva minimamente alle parole del bel pirata. Lui e quella sua aria da spaccone, poteva aver almeno il buon gusto di fingersi preoccupato.

Erano cosa nota a tutti le sue gelosie e crisi esistenziali se qualcun altro galantuomo gli rubava la scena.

Balthier era un'autentica prima donna altro che "il protagonista."

Tra la situazione quasi tragica con la cerimonia di restaurazione e i nuovi sviluppi riguardanti la figura di Ondine, Ashe non aveva alcuna voglia di perdere tempo ed energia dietro ad una prima donna mancata.

-Io... mi stupirei del contrario! Balthier a meno che voi non siate venuto qui per dirmi qualcosa di "utile", evitate al meno di noni farmi perdere altro tempo!- disse Ashe ormai stanca di quella situazione.

-Oh.. bene.- fece Balthier accennando ad un inchino cerando di assumere l'espressione più seriosa che poteva.

-Vedo che nonostante i vostri problemi... avete la forza di reagire alle mie provocazioni. Quindi ditemi cosa vi affligge mia bella principessa?-

-Ho appena scoperto che Ondine ha avuto una relazione con il vero Gabranth. E non con Basch nelle vesti di Gabranth.. comprendi cosa può significare?!- ruggì Ashe in maniera brusca.

Balthier per un istante non fiatò, rimase muto, perplesso. Poi alzando un sopracciglio chiese cosa ci fosse da allarmarsi tanto, non era forse morto il vero giudice Gabranth?

-Ma lui non era morto? Quindi perchè preoccuparsi tanto? Voi temete equivoci?- Domandò sarcastico Balthier.

-Tu non ti rendi conto dello scandalo potrebbe uscirne fuori... -disse Ashe pensando alla peggiore delle ipotesi.

-Quanto la fate lunga principessa... che male c'è se Ondine si è voluta divertire?.. Di certo non sarò stato il primo, ce ne saranno stati altri no? Mi stupirei se Amaya reagisse in maniera contraria... comunque sotto questo aspetto "vostra sorella ha più esperienza di voi"! -Aggiunse il pirata mettendosi a sedere e non scomponendosi minimamente difronte a tali affermazioni.

Per Ashe, tali affermazioni erano una tale infamia, non voleva star a sentire tali insinuazioni su sua sorella, non ci voleva credere. Ma Balthier non stava di certo raccontando delle bugie, Amaya aveva avuto davvero delle storielle oltre Basch.

-Quello che voi affermate è un insulto per un membro della famiglia reale.- Protestò Ashe ricordando quale fosse il suo ruolo e cosa comportasse.

-Si... ma Ondine penso che la veda diversamente da voi, dimenticate che io l'ho conosciuta come Amaya e non come sua altezza la principessa Ondine. Non so quale Ondine vuoi vi ricordiate, ma vostra sorella non mi è mai sembrata una sprovveduta ne una timorata di dio... votata a un solo uomo.-

-Ti dimentichi che è sposata con Basch! Il suo è un adulterio!- gli ricordò Ashe.

-Se non sbaglio il capitano Basch è morto, giustiziato per alto tradimento e l'assassinio di vostro padre. Questo fa di Ondine una vedova.- disse Balthier ricordando ad Ashe quale era la situazione di Ondine.

-Le cose stanno letteralmente così, anche se tra noi sappiamo un'altra versione della verità. Quindi Ondine non avrebbe commesso nessun adulterio alla luce delle cose. Anche se volessi muovere accuse contro di lei, faresti ben poco e non varrebbe la pena... quindi perchè prendersela tanto?-le domandò Balthier mentre sprofondava nella poltrona.

Ashe doveva ammettere che il ragionamento di Balthier non faceva una piega, ma lo stesso le non riusciva a digerire quella situazione.

-Voi non sapete come dirlo a Basch?- disse Balthier guardando compiaciuto la regina, sicuro di averle tolto le parole di bocca. Aveva fatto centro.

Ashe non disse nulla si limitò solo ad annuire, poi si voltò di spalle al pirata e si avvicino alla vetrata alle sue spalle che dava sulla città di Rabanastre, offrendo una vista senza precedenti.




Mia bella gente la pubblicazione qui su Dune  si sta facendo attendere perchè su Wattpad e Manga .it siamo arrivati al  capitolo 32... nel frattempo sto portando avanti anche degli scambi e le mie solite storie e Altri impegni.
La storia di Dune si sta allungando e anche i vari drammi dei vari protagonisti in tanto devo decidere come far evolvere il trinagolo AshexBalthierxFran e soprattutto come si metteranno le cose tra la principessa e il nostro pirata.
Sto amche decidendo come andranno le vicende tra Amaya e Gerun, perchè si non mi sono affatto dimenticata di lui...quindi voglio pianificare bene la cosa. Su questo aspetto non so nemmeno io come andranno le cose tra i due...se saranno amici o nemici...
Io vi lascio con questo capitolo e vi aspetto alla prossima. 

Daistiny

 

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Capitolo 33
*** Sperduti come siamo noi ***


CAPITOLO 33- SPERDUTI COME SIAMO NOI 
Balthier era riuscito a cogliere il senso di tutta quel discorso, dire o meno a Basch di Ondine. Sinceramente l'aviopirata conoscendo come era fatto Basch non sapeva come avrebbe reagito, pensava alle cose che erano successe al capitano e al segreto di Ondine. A confronto gli l'accusa infamante di tradimento e regicidio gli sembrava meno peggio di quello che sta succedendo.
Basch avrebbe potuto prenderla bene oppure male. Balthier era alquanto dubbioso, mentre Ashe era molto molto agitata e nervosa, temeva da parte di Basch una scenata di rabbia.
Per vederci meglio in tutta quella vicenda, Balthier decise di indagare ancora un po' tanto per capire quanto fosse grave la situazione, che messa così non sembrava chissà quale male.
-Chi altri sa di questa cosa che riguarda Ondine?- domandò il pirata, guardando con la coda dell'occhio la figura della principessa dalmasca.
-Oltre alla mia persona, ci sono: mio zio Ondore, Larsa e voi... il resto non sanno ancora nulla.- disse Ashe guardando il pirata.
-Dovresti dirglielo a Basch, principessa! Prima che lo venga a sapere da qualcun altro e credimi se questo dovesse  succedere non sarebbe una bella cosa.- le suggerì Balthier rialzandosi di scatto dalla poltrona posta vicino l'enorme scrivania e porgendosi verso Ashe.
-Voglio pensarci bene.... nel frattempo sto aspettando i risultati della ricerca di Larsa.- disse Ashe.
-Ma davvero? Veramente avete chiesto a Larsa di indagare?- fece al quanto sarcastico l'huma.
-Si... lui è l'unico che può aiutarmi a sapere la verità, ti sei dimenticato forse sotto quale identità si era nascosta mia sorella?- disse la ragazza ricordando al pirata il doppio gioco di Ondine con l'impero.
-No... non me lo sono dimenticato. Ma Larsa non potrebbe avere tutte le risposte che cercate, per sapere quello che volete, dovete chiedere ad un giudice che era abbastanza vicino a Gabranth... e se non rammento male sono rimasti pochi giudici... uno ad esempio si trova qui.- disse Balthier alludendo a Zargabaath, quasi a voler suggerire ad Ashe la soluzione.
-Avete ragione!- esclamò la regina entusiasta di quel suggerimento.
Ashe si sentiva più tranquilla anche se non dimenticava affatto di come stavano le cose, cercava di non lasciarsi andare alle mille insicurezze che aveva dentro. La regina doveva ammetterlo aveva fatto bene a parlare con Balthier, finalmente sapeva cosa doveva fare con Basch.
Per tanto, dopo vari ripensamenti e contini dubbi, Ashe decise di raccontare tutta la verità su Ondine a Basch non prima di aver ricevuto conferma che aspettava da Larsa. Quello stesso pomeriggio era decisa a raccontare tutto.
Nel frattempo Al-Cid dopo aver sistemato le cose con Ondore che ora mai teneva in pugno ricattandolo per vai del segreto di Basch, si era fatto dire dallo stesso marchese in che stanza alloggiavano Rasler e Noah.
In questo modo Ondore se ne sarebbe stato buono per un bel po'. Dopo essersi fatto dire dove erano i due bambini, Al-Cid decise di verificare personalmente con i suoi stessi occhi come stavano i due bimbi.
Ondore per non far scoprire dei due bambini aveva dato disposizione che Karaii e i bimbi alloggiassero in una stanza poco frequentata nella parte ovest del palazzo reale. Dopo aver parlato con Ashe dei due bimbi, aveva informato sua nipote di tali disposizioni.
Il Marchese aveva preso anche delle precauzioni con la donna che li accudiva, Karaii, si era raccomandata di non dire a nessuno la vera identità dei due bambini, ma soprattutto di stare loro sempre vicino e di non perderli di vista.
Oltre ciò, Halim aveva incaricato una delle sue guardie di sorvegliare in incognito che nessuno si avvicinasse ai due principi e di riferirgli se qualcuno di sospetto si sarebbe avvicinato alla loro stanza.
Al-Cid non ci credeva alle sue orecchie quando aveva saputo le assurde disposizioni di sicurezza che aveva preso per Rasler e Noah. Il rozariano si diresse facendo attenzione a non essere visto nella stanza dove risiedeva Karaii, ma non trovò nessuno, il principe dedusse che molto probabilmente Ashe dopo aver saputo la verità sui due bambini li aveva fatti spostare.
L'uomo non era affatto contento di quella situazione, perche così non avrebbe potuto informare Amaya di dove si trovavano i suoi figli.

**Nell'appartamento di Amaya...**

Quella mattina invece per Amaya non era stata delle migliori, non solo perchè per tutta la notte aveva costantemente pensato alle parole di Gerun, ma anche perchè aveva violentemente litigato con Noel.
Nonostante la ragazza amasse Noel, per certi versi lo trovava molto soffocante, soprattutto non lo sopportava quando le stava addosso o la trattava come una bambina. Amaya molto spesso riconosceva di avere dei comportamenti non molto maturi, ma faceva veramente fatica ad ammetterli o dal trattenerli.
Molto spesso stava attenta a non far trasparire questo suo lato, che mostrava solo con le persone a lei più vicine. Lei per quello che era doveva mantenere una certa apparenza, ma mantenere sempre quel ruolo la stancata molto.
Amaya non era  felice di aver litigato con Noel, ma pur provando dentro di se un po' di pentimento verso di lui, non lo avrebbe mai mostrato questo suo stato d'animo, anzi avrebbe sempre sostenuto le sue ragioni anche se queste erano palesemente nel torto.
Testarda com'era Amaya su queste cose non mollava mai la  presa, anzi voleva sempre non solo avere ragione, ma dominare. Era più forte di lei, faceva parte della sua natura.
Dopo la litigata con Noel,  Amaya decise di uscire invece che stare chiusa in casa con quella tensione che lentamente stava accumulando.
Nonostante i pareri contrari di Noel e Sebastian, Amaya decise di uscire promettendo alle sue guardi che non avrebbe fatto nulla di avventato, ma si sarebbe solo limitata ad andare in giro per Rabanastre.
Nello stesso momento Amaya si teneva in contatto con Al-Cid tramite la sua assistente Hilda che le avrebbe fatto recapitare i vari resoconti del principe. Durante la sua uscita in giro per Rabanastre Amaya si sarebbe incontrata con Hilda, il giorno precedente la ragazza aveva chiesto ad Hilda di vederla per chiedere un grosso favore.
Hilda si era mostrata molto disponibile nell'accogliere la richiesta della principessa dalmasca. Amaya le aveva chiesto di procurarle alcune armature dell'esercito dalmasco, più precisamente quelle dell'Ordine dei Cavalieri di Dalmasca.
Amaya era decisa a mandare una delle sue due guardie a palazzo per far recapitare messaggi ad Al-Cid nel caso in cui Hilda non sarebbe stata disponibile. Inoltre voleva incaricare i suoi uomini di verificare che situazione c'era a palazzo, senza che Al-Cid dovesse ogni volta correre il rischio di esporsi.
I gemelli avrebbero avuto libero accesso al palazzo, travestendosi da guardie di palazzo, confondendosi con esse. Amaya se avesse potuto, sarebbe andata lei stessa a palazzo usando i suoi poteri da Occuria, in modo da rendersi invisibile e passare così inosservata.
Ma la ragazza dovette scartare questa opzione per via del fatto che avrebbe potuto perdere il controllo dei suoi poteri, se per caso si fosse imbattuta in qualcosa che l'avrebbe sconvolta.
Entrare a palazzo per quanto lei lo desiderasse significava entrare nella tana del lupo, affrontare il suo passato e con esso tutte quelle cose che lei voleva dimenticare.
Colta l'opportunità di vedersi con Hilda per sapere se fosse riuscita a recuperare l'occorrente che le aveva chiesto, Amaya si diresse verso il luogo dell'appuntamento.
Per quell'occasione visto le calde giornate di Rabanastre e il suo tipico clima, Amaya aveva indossato uno splendido abito dalmasco al tempo stesso molto pratico, adatto a tutti giorni.
La parte superiore era un top color sabbia con ricami color ocra, mentre il sotto era una gonna di un marrone molto chiaro. Sul davanti la donna era più corta  l'orlo si arrivava a una quindicina di centimentri sopra il ginocchio.
Il dietro della gonna era molto più lungo, arrivando vicino alle caviglia a una decida di centimentri dal suolo. La gonna era fatta di un tessuto molto leggero e morbido che accarezzava dolcemente il corpo della ragazza.
La gonna era tenuta in vita da una cinta in cuoio dalla fibbia molto decorata, alla cintura era appesa anche borsa in cuoio che conteneva oltre ai soldi, due pistole di media dimensione da cui Amaya non si separava mai.
Sia avanti che dietro la gonna aveva degli spacci abbastanza profondi, due avanti e uno dietro. Come scarpe La ragazza aveva dei sandali in cuoio, i lacci erano tutti intrecciati intorno ai polpacci.
In fine Amaya portava una delicata collana in torno al collo, mentre i suoi lunghi capelli scuri erano raccolti in una lunga treccia.
Il luogo scelto da Amaya per l'incontro con Hilda era vicino il bazar, uno dei quartieri più affollati e vivaci dell'intera capitale dalmasca, tra la confusione di quell'enorme quartiere Amaya si sentiva libera di confondersi tra la gente, erano così tanti gli huma che non sarebbe stato difficile confondersi con loro.
Hilda nel frattempo era arrivata puntuale al luogo dell'appuntamento, una vecchia casa alla fine del bazar, quel posto durante l'occupazione dell'impero era stato più volte usato come nascondiglio dalla Resistenza e dalla stessa Amaya.
Alcuni minuti dopo l'arrivo di Hilda, arrivò anche Amaya, la quale senza perdere un attimo di tempo raggiunse l'assistente di Al-Cid.
-Dovreste stare tranquilla, nessuno mi ha seguito... - disse Amaya arrivando di soppiatto e senza far rumore alle spalle di Hilda, poggiandole una mano sulla spalla.
Hilda fu quasi colpa di sorpresa e per poco non si spaventò, incredula com'era nel vedersi arrivare la sorella di Ashe.
-Ma voi??... quando siete arrivata?- disse Hilda incredula nell'osservare la dalmasca, spuntare dal nulla.
-Tranquilla... so bene come occultare la mia presenza. Comunque venite con me... questo non è il posto adatto per parlare.- disse Amaya guardandosi in giro, Hilda si limitò ad annuire mente seguì la principessa entrare nella vecchia casa alla fine del bazar.
Una volta entrate le due donne, Hilda si guardò a torno e sorpresa chiese che posto era quello.
-Questo che posto è?-
- È uno dei vecchi rifugi che la "Resistenza" usava fino a qualche anno fa, quando ancora l'impero occupava Dalmasca. Adesso con la pace... non viene più usato e l'ho acquistato io, facendolo diventare il mio personale rifugio.- disse Amaya.
-E che ne sono altri ?- Domandò Hilda.
-Si.. ma sono sparsi gran parte per tutta Ivalice, alcuni si trovano nei posti più assurdi di cui  voi non potete nemmeno immaginare.-le rispose Amaya.
-Quali?- chiese curiosa Hilda, continuando ad osservare la principessa.
-Volete sapere troppo... ma adesso parliamo di cose serie.- le rispose Amaya cambiando argomento e assumendo un espressione più seria. Mentre  Hilda entrava in quello che doveva essere un salotto, in quella vecchia abitazione.
Dopo che le due ragazze si furono accomodate, nel salotto spoglio e poco confortevole, Amaya prese in mano direttamente la questione domando ad Hilda se fosse uscita a recuperare quello che le aveva chiesto indicando la grossa sacca che l'assistente di Al-Cid portava con sè.
-Siete riuscita a recuperare quello che vi ho chiesto?-
-Non è stato semplice Lady Amaya, ma si c'è tutto.-
-Molto bene, avete da riferirmi altre novità riguardante la situazione a Palazzo?-
-Le cose sono andate come voi avevate previsto, Ondore ha parlato!- disse Hilda con tono dispiaciuto mentre abbassava gli occhi.
Amaya invece stringeva in pugni, i suo sguardo non era per nulla tranquillo anzi si era fatto subito minaccioso. La ragazza dovette fare un grosso respiro per cercare di trattenere la furia del suo potere.
Non poteva assolutamente permettersi di perdere il controllo dei suoi poteri.
-Come immaginavo... gli altri.. che mi dici di loro? - continuo Amaya nel fare domande alla ragazza.
-Per adesso non sanno ancora nulla, ma per puro caso hanno visto i bambini la regina è intervenuta tempestivamente a giustificare la loro presenza come dei "profughi di guerra", scusa a cui tutti hanno creduto.- disse Hilda assumendo un tono ancora più preoccupata.
Ad Amaya non aveva fatto assolutamente piacere sapere tale notizia, il suo aspetto stava già cambiando. Vedere tale trasformazione aveva quasi spaventato l'assistente di Al-Cid.
-Mi signora vi prego... non agitatevi, Al-Cid sta cercando in questo momento di capire dove Ondore abbia fatto sistemare i due principi. Abbiate ancora un po' di pazienza.-
-Pazienza... è proprio quella che mi manca. Riferisci ad Al-Cid che provvederò a mandargli Noel e Sebastian, loro saranno i miei occhi e le mie orecchie, si mischieranno alla guardia di palazzo e credimi nessuno noterà la differenza. Per quanto mi riguardano nessuno li ha mai visti in faccia, non sospetteranno che li abbia mandati io.
Dovete fare attenzione solo ad Ondore, lui sa chi sono. Mi raccomando, riferisci tutto ciò ad Al-Cid ed appena sarà possibile avvisatemi.-Disse Amaya con tono deciso guardando negli occhi Hilda prima di salutarla, prese le armature che la ragazza le aveva procurato si  preparò ad uscire dalla casa.
Hilda vide Amaya scomparire in mezzo alla folla con alle palle la grossa sacca con dentro le armature dalmasche. La rozariana decise di uscire dalla casa poco dopo, dirigendosi verso il palazzo reale in modo tale da riferire ad Al-Cid il messaggio di Amaya.
Amaya doveva fare un lungo percorso per arrivare dove si trovava la sua abitazione, viaggio che non sarebbe stato piuttosto noioso, ella doveva assolutamente portare quelle armature alle sue due guardie.
Intanto circa un'ora e mezza prima, poco dopo l'uscita di Amaya, i due gemelli avevano parlato tra loro, Noel aveva espresso tutta la sua preoccupazione per lo stato d'animo di Amaya, temeva che la ragazza potesse commettere qualche azione avventata.
Sebastian invece non la pensava allo stesso modo del fratello, per quanto pure lui fosse preoccupato per Amaya era molto più liberale rispetto al suo gemello. Egli infondo trovava che Amaya non avesse tutti torti nel definire Noel "troppo esagerato", ma riconosceva anche che Noel non avessi tutti i torti nel preoccuparsi della loro padrona.
-Dove sarà andata? Si farà scoprire- disse ansiosamente Noel che non smetteva di camminare avanti e indietro per la stanza, mente Sebastian l'osservava imperturbabile.
-Non è una sconsiderata... anzi è fin troppo assennata quella ragazza. Noel non si farà scoprire... -
-E tu come ne sei così sicuro? Quello per cui sono preoccupato, sono le sue emozioni.. o per te questo non rappresenta un problema?- lo rimproverò l'huma.
-Conoscosciamo i suoi poteri e quali sono le sue emozioni, ma giustamente sai che non può reprimerle a lungo... -
-E cosa succederebbe se perdesse il controllo sul suo stato d'animo nel bel mezzo di una folla... potrebbe causare involontariamente un disastro. Lo sai anche tu che non conosciamo bene cosa possono fare i suoi poteri...- disse Noel sbattendo entrambi i pugni sul tavolo.
-Non è questo il problema, Noel. Amaya non conosce ancora affondo le sui poteri... ed è appena passato un anno da quando ha scoperto chi fosse, un anno è troppo poco per avere la perfetta padronanza dei suoi poteri.- Gli ricordò Sebastian a suo fratello.
-Il suo potere è spaventoso... gli altri vedrebbero solo questo, se la vedessero trasformasi. Scommetto che, ne sua sorella ne il suo gruppo conoscono questo suo aspetto. Molto probabilmente lo avranno solo intuito... - disse Noel appoggiandosi col fondoschiena al tavolo.
-Sicuro? Non c'è forse dell'altro... tra voi due? Quello che è più preso di lei sei tu!- aggiunse Sebastian prendendo alcune cose dalla dispensa poggiandole sul tavolino della cucina.
Sebastian aveva appena svelato un argomento che molto spesso Noel aveva più volte evitato e che pure conosceva bene. I due uomini erano due gemelli e come tale avevano un forte legame che li univa ed avevano promesso a se stessi come ad Amaya che niente e nessuno avrebbe potuto spezzare questo legame.
-Noel... abbiamo fatto una promessa e sai che non puoi venirne meno. Non sei l'unico qui ad essere innamorato di lei.- gli ricordò l'huma mentre fissava suo fratello che nel frattempo stava preparando qualcosa da mangiare.
-Dovrei soffocare i miei sentimenti come fai tu? Fare finta di nulla...- rispose Noel con rabbia al suo gemello, ma Sebastian su questo argomento sembrava quasi imperturbabile.
-Non ho mai voluto dire questo, Noel. Ma noi abbiamo principalmente il compito di proteggere Rasler e Noah, Amaya con i suoi poteri non ha realmente bisogno di noi. Lo sai anche tu!-
-No,  non lo so. Anche se Amaya fisicamente può difendersi, ci sono altre cose dal quale ha bisogno di essere protetta.- replicò il landisiano.
-Già, è di che cosa ha bisogno, Noel?- Chiese Sebastian con tono infastidito, evidentemente seccato dal comportamento di suo fratello.
-Ha bisogno di essere protetta da quelli che dovrebbero essere i suoi parenti...- affermò Noel guardando negli occhi Sebastian ora mai al limite della pazienza, in quel momento le due guardie sentirono la porta d'ingresso aprirsi, di comune accordo i due gemelli decisero di andare a controllare chi era e videro Amaya far ritorno a casa.
Amaya era abbastanza stanca di aver portato in spalla, per un lungo percorso , la sacca con dentro le armature per le sue due guardie. I gemelli quando la videro rientrare con il grosso sacco domandarono della cosa.
-Che roba è quella?- domandò Sebastian indicando col dito la sacca poggiata sul pavimento vicino alle gambe di Amaya.
-Qualcosa che ci potrà essere molto utile! - esclamò Amaya stiracchiando le braccia e massaggiando la spalla su cui aveva poggiato la sacca per tutto il tragitto.
-Delle armature? Cosa ci potrebbero servire delle armature?- Chiese Noel aprendo la sacca ed esaminando il suo contenuto.
-Serviranno a voi due per entrare a palazzo! Ho chiesto ad Hilda di procurarmele.- Esclamò la ragazza cogliendo tutti di sorpresa. Sebastian e Noel non la preso bene, fino a qualche minuto prima stavano per litigare e per poco non si erano sbranati a vicenda, ora sentire l'idea di Amaya gli dava un certo fastidio.
-Io non sonno di questo parere aggiunse -Senastian- Nemmeno io !- lo seguì Noel.
-Vi facevo più svegli!- Aggiunse Amaya esaminando i due gemelli.
-Allora spiegaci!- disse Sebastian.
-Per ora noi comunichiamo con Al-Cid tramite Hilda, questo per quanto ci possa aiutare mette a rischio la copertura di Al-Cid, inoltre non sempre lui ha la possibilità si mandarci Hilda.
Quindi ho pensato che,se voi due vi travestite da soldati dalmaschi e mi confondete con loro, avrete non solo la possibilità di vedere di persona com'è la situazione a palazzo, ma potremmo anche comunicare con Al-Cid più facilmente senza avere il rischio di essere scoperti.
Potemo anche scoprire dove tengono Rasler e Noah! Per non parlare di tutta una serie di informazioni che ci farebbero comodo sapere.- disse Amaya esponendo alle sue guardie del corpo la sua idea.
-Non è male come idea. Quindi è per questo che oggi sei uscita senza dirmi nulla?- le chiese Noel.
-Avresti detto che era rischioso! Io per adesso non posso entrare a palazzo... quindi ho pensato a questa alternativa.-rispose Amaya.
-Ti sei dimenticata di tenere conto che oltre ad Al-Cid anche Ondore e le sue guardie conoscono il nostro volto potrebbe far saltare la nostra copertura- Aggiunse Noel facendo notare i funti deboli dell'idea avuta da Amaya, ma la principessa aveva sempre un alternativa alle sue idee.-
-Non me ne starei preoccupare, ho detto ad Al-Cid di sistemare Ondore e fare i modo che non si intromettesse più.-annunciò la ragazza in maniera trionfante mentre i suoi occhi brillarono per un momento di una strana luce. Estrasse dalla borsa che portava con se un foglio ripiegato, lo sventolò d'avanti al viso incuriosito di Noel che ancora non capiva cosa volesse indicare quel gesto apparentemente senza senso.
Amaya porgendo il foglio d'avanti agli occhi di Noel, gli mostrò una lettera indirizzata a Basch, scritta di pugno niente meno che da Noah.
In quei momenti Amaya richiamava in tutto e per tutto la figura di Noah Fon Ronsenburg, e non sembrava affatto la solita Amaya che tutti erano abituati a conoscere. Ma soprattutto le sue due guardie si chiesero dove Amaya avesse recuperato una simile lettera, i due gemelli ci pensarono su per qualche minuto e poi si ricordarono della visita di Amaya ad Archades probabilmente era stata in quell'occasione che la ragazza aveva messo le mani sulla lettera di Noah.
-Cercate di non fare il passo più lungo della gamba, il prezzo da pagare potrebbe essere troppo alto. -le disse con tono molto grave Noel aggiungendo altro. -Pensate bene a quello che fate... non vorrei che ve ne pentiate.-
-Noel la lettera è solo una precauzione, non la userò se non nè vedrò motivo.- aggiunse Amaya rassicurando la sua guardia.
-Se le cose stanno così, che ne dite di studiare un piano per agire?- propose Sebastian, idea che fu accolta molto volentieri sia da Noel che da Amaya, ai quali spiegò bene tutta la sua idea e come avrebbero dovuto agire una volta che fossero entrati a palazzo.
A palazzo Ashe stava aspettando impaziente mente la risposta da parte di Larsa, che ovviamente non tardò ad arrivare. Mai Ashe avrebbe visto i suoi peggiori timori trasformarsi in realtà.
Stando a quanto appreso dal giovane Imperatore, Lady Ashe pensò a cosa avrebbe dovuto fare e seguendo i consigli di Balthier decise di andare contro il volere di suo zio e di raccontare tutto quello che sapeva su Amaya a Basch.
La principessa era convinta che Basch non aveva solo il diritto si sapere tutto, in quanto personalmente coinvolto ma anche perchè vista la sua maturità e i suoi anni, l'avrebbe di certo potuta aiutare e darle consigli meglio di chiunque altro.









Eccomi qui con questi capitolo pieno di sorprese... Amaya decide di mandare i suoi gemelli sotto copertura, mentre Ashe prende la decisione di dire tutto a Basch ed andare contro suo zio.
Abbiamo anche un piccolo dialogo tra i due gemelli e il rapporto che hanno con Amaya... che non è quello di semplice guardie...
Ancora altri intrighi e segreti dietro l'angolo...  al prossimo capitolo.
Daistiny

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Capitolo 34
*** Violare ***


VIOLARE cap34

La decisione era stata ormai presa e Ashe sapeva che una volta detta non avrebbe più potuta tornare indietro. La principessa non era affatto felice del dover dare quell'importante notizia al giudice che di certo gli avrebbe cambiato la sua vita. E se Basch avesse reagito male?

Ashelia non sapeva che reazione avrebbe potuto aspettarsi da Basch. Ashe aveva sempre conosciuto di Basch determinati aspetti che aveva non solo avuto modo di vedere, conoscere ed apprezzare, ma questi aspetti avevano contribuito a rendere Basch non solo un uomo molto amato, ma anche un uomo di fiducia del re e un eroe nazionale a cui era toccato niente di meno che la mano della "Luce di Dalmasca" appellativo con cui era conosciuta Ondine, la figlia "adottiva" di Raminas.

Anche se a corte tutti sapevano della dubbia origine della giovane, si vociferava che fosse una figlia illegittima del re avuta da qualche concubina o quanto meno un'orfana dalle dubbie origini.

Ondine sapeva di non essere figlia naturale del re e della sua legittima consorte, ma ciò nonostante non si faceva troppe domande poichè il re la trattava come se fosse stata figlia sua, al pari di sua sorella Ashe.
Ben che sullo stesso piano le due ragazze avrebbero avuto, fin da subito, destini ben diversi, avvolte Ashe notava con quanto riguardo avvolte anche troppo sua sorella Ondine ricevesse.

Il titolo di "Luce di Dalmasca" e di "Bagliore bianco" conferito ad Ondine quando era poco più una bambina che si affacciava sul adolescenza avevano suscitato in Ashe svariate domande. Perchè lei, sua sorella aveva ricevuto quei titoli? E non lei che era la legittima erede al trono?

Ashe era sorpresa di saper che anche sua sorella era stato imposto un fidanzamento come a lei. Avevano entrambe appena undici anni eppure tra loro la differenza si faceva sempre più marcata, erano diverse anni luce.

Era invece rimasta senza parole quando aveva saputo la notizia del fidanzamento di Ondine con il generale Basch e l'imminente matrimonio di lei diverso tempo prima del suo. E poi la sconcertante verità... quando vide sua sorella di punto in bianco allontanata per volere di suo padre da Dalmasca.

La principessa Ashelia conosceva anche con quanto stupore avevano suscitato non solo le sue nozze, ma soprattutto quelle di sua sorella. Basch era veramente un grande generale, ammirato e stimato da tutti.
Non erano poche le nobildonne, tra cui anche quelle sposate a posare gli occhi sul bel capitano, sognando di passare almeno del tempo e perchè no anche una notte in sua compagnia.

Sogni che ovviamente andavano a scontrassi con la dura realtà, Basch era un uomo dai saldi e fermi principi e niente avrebbe potuto smuoverlo dal portare a compimento i suoi doveri di cavaliere che venivano prima di tutto.
La nobildonne dovevano per tanto solo accontentarsi di immaginarlo sotto altre vesti, per quanto desiderassero spesso la sua compagnia almeno per beneficiare della sua presenza.

Vossler invece trovava insopportabili quelle donne, frivole ed annoiate, il cui unico passatempo era fare gli occhi dolci e qualche cavaliere per distrarsi dalla vita fin troppo monotona di corte.

Più di una volta Vossler le aveva sorprese a spettegolare di varie persone, tra questi soprattutto le figlie del re, e per poco il cavaliere non aveva perso le staffe.
Ashe si ricordava spesso questi episodi, che erano presenti in molti suoi ricordi. 

Ashelia in quei tre anni dalla caduta di Dalmasca alla fine della guerra aveva avuto tante opportunità e tra questa c'era stata quella di approfondire la conoscenza con Basch.

La principessa si era davvero meravigliata su che tipo di persona poteva essere Basch, sorprendentemente aveva visto il cavaliere sotto tanti aspetti che forse sua sorella Ondine non ne aveva mai avuto occasione.

Pensandoci Ashe capì che forse sua sorella non avesse mai conosciuto veramente il generale. Con molta probabilità Ondine era rimasta colpita dalla somiglianza impressionante dei due gemelli, ed aveva rivisto in Noah null'altro che un'altro Basch... diverso dall'originale.

La principessa cercava per tanto fidarsi questa spiegazione... e caso mai di farsene una ragione, cosa che le risultava comunque molto difficile accettare.
Forse con molta probabilità Ashe si immaginò che sua sorella avesse avuto una relazione con il giudice Gabranth e perchè questi oltre ad essere identico al fratello a differenza si quest'ultimo aveva qualcosa che aveva in qualche modo attratto Ondine.

Ma cosa Ondine c'avesse trovato di così tanto di speciale in Noah Von RonsenBurg nemmeno lei lo sapeva. Ma era certa che mai un tipo come quello le sarebbe piaciuto, al suo posto avrebbe di sicuro scelto Basch visto le sue premesse.

La regina aveva deciso di dare un udienza privata a Gabranth, nel messaggio che ella l'aveva fatto recapitare tramite Larsa, Ashe aveva espresso la volontà di vedere il giudice da solo.
Richiesta che non era sfuggita al occhio attento di una delle assistenti di Al-Cid che prontamente avevano provveduto ad informare il principe rozariano, che non avrebbe affatto preso quella notizia.

Ashe era nel suo studio visibilmente in ansia ed agitata, camminava nervosamente lungo tutto il suo studio avanti e dietro. Sembrava che da un momento all'altro dovesse saltare in aria per quanto era nervosa.

Si poteva dire che quello fosse stato uno dei giorni più stressanti di sempre, sembrava si stare sulle montagne russe, il suo nervosismo l'aveva resa molto emotiva, come se non bastasse doveva occuparsi di vari incarichi che la figura di regina richiedeva.
Alle volte dentro di se malediva la sorella per tutti i problemi che le aveva creato.

Basch dal canto suo quando si vide convocare da Lady Ashe rimase un po' sorpreso, si domandò cosa la regina volesse da lui, il suo pensiero andò subito ad Ondine. L'ex cavaliere pensò giustamente che la regina volesse chiedergli qualcosa su sua sorella.

Era il primo pomeriggio, era da poco passata l'ora di pranzo quando il giudice Gabranth si ritrovò d'avanti alla porta dello studio della regina, per qualche istante l'uomo esitò di entrare, aveva un brutto presentimento, il suo intuito raramente si sbagliava.
Il giudice archadiano diede dei leggeri colpi con le nocche della dita contro la porta in legno dello studio, dove impaziente lo aspettava Lady Ashe. Bastarono tre colpi leggeri alla porta del suo studio per far capire ad Ashe dell'arrivo di Basch, sentiva il tintinnio metallico causato dalla pesante armatura nera che il capitano portava.

Gabranth non stava ancora entrando, ma quella sequenza di atti per Ashe doveva sembrare veramente lenta, come se tutta quella cosa ci mettesse un'eternità per accadere. Ashe era ora mai provata da tutte quelle emozioni, che decise lei stessa di andare ad aprire la porta al giudice.

Basch quando si vide aprire la porta dalla regina rimase silenzioso e sorpreso di tale iniziativa, buttò un occhio al volto della regina ma quello che vide non gli piacque affatto anzi lo preoccupo ulteriormente.
Il capitano fece per chiedere qualcosa quando Ashe anticipandolo ancora gli disse di mettersi comodo, indicando con la mano una delle poltrone vicino la pesante scrivania su cui erano poggiate pile di documenti.

-State bene?- chiese Basch con tono preoccupato notando il nervosismo della ragazza.

-No... Basch non sto bene... è evidente!- rispose acidamente la regina quasi alzando la voce per quanto era nervosa.

Basch non aveva mai visto Ashe in quello stato, visibilmente scossa e agitata, era talmente nervosa che per via di tutta la rabbia che provava non la smetteva di tremare. Le sue mani tremavano come tutto il corpo come se fosse in un preda ad un raptus.

Ashe faceva sempre più fatica a mantenere un certo controllò di se, mentre a tratti sembrava un po' nevrotica.

-Forse è il caso che voi prendiate qualche giorno di riposo vostra Maestà! Se volete una mano con i preparativi sarei più che lieto darvela...- fece Basch offrendo il suo aiuto.

-Basch... non è quello il problema... voi non capite.- disse Ashe cercando di calmarsi.

-Cosa non capisco... Lady Ashe. C'è forse qualcos'altro che non va?- chiese il giudice.

-Basch.. ti ho fatto chiamare perchè avrei da dirti alcune cose e non so bene da dove iniziare.... il motivo  riguarda Ondine.- disse Ashe con voce tremante ed a quel punto la regina non poteva trattenersi dal dire tutta la verità a Basch su Amaya che presto o tardi sarebbe saltata fuori

- A cosa vi riferite? Parlate...- domandò Basch, guardando la principessa  con tono grave.

- Il motivo per cui Ondore non veniva e perchè stava coprendo Ondine... ...alla fine tutte le nostre "ipotesi" su  di lei  non erano esatte, nessun secondo matrimonio, nessun complotto degli Occuria... 
Quello che è venuto fuori e che ha avuto da una relazione con tuo fratello dal quale sono nati due bambini, e sempre per volere della stessa, Ondore  ha taciuto.
Ecco spiegato quella strana frase nel messaggio di mio zio. 
Mio zio mi ha raccontato tutto qualche giorno fa, ha anche consigliato di non dirti nulla... non sapeva come avresti potuto prenderla e... 
Io... invece volevo dirti tutto, prima volevo vederci chiaro ed assicurarmi, che se tutto ciò era vero, prima di prendere la decisione di parlartene.
Ho fatto fare anche delle ricerche per assicurarmi della veridicità di questa storia, a quanto pare le mie fonti hanno confermato tutto... ed ecco il motivo per cui ti ho fatto chiamare e mi hai vista in questo stato. - Gli raccontò Ashe mentre si appoggiava con la schiena alla scrivania del suo studio, non la smetteva di tremare per il nervosismo.

Basch rimase in silenzio per lungo tempo senza emettere un suono, mentre di fronte ai suoi occhi azzurri come il cielo, Ashe gesticolava esasperata raccontando tutta la situazione.

Per il giudice tutto quello che stava succedendo era così surreale, che gli sembrava di essere capitato in qualche strano sogno, eppur volendo non riusciva ad agire a gestire quella situazione come aveva sempre fatto.
Era la prima volta che il giudice Gabranth si trovava in una situazione che non sapeva non solo gestire ma sfuggiva letteralmente al suo controllo.

-Basch... ci siete?!- Domandò Ashe con un tono più calmo una volta che ebbe raccontato tutto, ella si sentiva già meglio, non solo più leggera ma anche più ad agio con se stessa. Basch sembrava assente con la mente, se pur presente fisicamente con il corpo, sembrava che le parole della principessa non gli arrivassero.

-Si... ho solo perso il filo del discorso...- disse il giudice ammettendo con disagio la sua mancanza da attenzione, ma infondo Ashe lo capiva benissimo.

Basch la fissava ancora silenzioso, mentre sul suo volto c'era un espressione indecifrabile, le uniche cose che chiese era dove si trovavano adesso i figli di suo fratello e se per caso erano quei bambini che aveva visto l'altro giorno insieme a Vaan e compagnia.

-Erano quei bambini che ho visto l'altro giorno insieme a Vaan e gli altri, i figli di mio fratello?-

-Si... perdonami per quella scusa ma non era ancora il caso di parlartene.- disse Ashe vergognandosi di quella bugia.

-Tu lo sai che uno dei due si chiama Rasler?- domandò Basch con un espressione quasi assente.

-Si.. e mi chiedo perchè abbia scelto di dare quel nome al figlio della persona che ha ucciso mio padre. Basch perdonami se puoi, so bene che quei bambini non ne hanno colpa... e che la colpa e solamente di Noah... Ma io non riesco ad accettarlo e nemmeno a perdonarlo. Quello che mi ha portato via è tanto...- disse Ashe abbassando lo sguardo distogliendolo dal capitano, che osservava l'esile figura della principessa Ashe.


L'ex cavaliere non poteva trovarsi d'accordo con il pensiero della principessa, ma dall'altra parte sapeva anche quanto Noah gli avesse causato problemi, eppure lui era tutto ciò che rimaneva della sua famiglia. Morto Noah non gli rimaneva niente altro e poi quella notizia che gli aveva dato Ashe.... non sapeva affatto come prenderla, se essere felice o meno.

Ashe e Basch si guardarono a lungo e per lungo tempo, per più di mezzora rimasero a fissarsi reciprocamente, non sapevano cosa dirsi.

-Maestà penso sia il caso di parlarne ed affrontare la cosa insieme, poiché essa riguarda le "nostre famiglie".- disse l'uomo con voce bassa, quasi dispiaciuto di quella circostanza.

Le "nostre famiglie", parole che risuonarono strane per Ashe. La sua famiglia tecnicamente non esisteva più, le rimaneva solo "una sorella" il cui sangue nelle vene non era della stessa natura del suo.

Per un solo istante Ashelia si rese conto quanta sua sorella Ondine avesse avuto dalla vita. Aveva tutto ciò che lei non avrebbe potuto avere almeno non di nuovo, Rasler era morto e suo padre e tutta la sua famiglia pure, il suo nuovo consorte sarebbe stato qualcuno diverso da loro... un perfetto sconosciuto e chi sa se Ashe lo avrebbe amato come aveva amato Rasler.

Certo era che pensare a Basch con dei nipoti se pur di Noah, lo presentavano sotto una luce diversa, lui per lei aveva significato tanto, non solo perchè era una delle poche persone legate al periodo più bello della sua vita ma anche una persona su cui lei poteva contare.

Ashe si sorprese nello scoprire quanta importanza Basch aveva per lei fino a quel momento, per tutto quel tempo l'aveva visto come un suo "cavaliere" votato alla sua protezione, null'altro che a questo.

Per lei invece non si era rivelato solo questo ma anche, un buon amico, un ottimo confidente e un suddito fedele... quasi un padre, visto la sua enorme esperienza. Eppure per volere del fato quel uomo così "unico" era legato ad un'altra che aveva scelto di mischiare il suo sangue con un assassino.

Ashelia non accettava la scelta di sua sorella di essersi "concessa" a Noah, lei la cui origine divina rappresentava qualcosa che lei poteva solo lontanamente comprendere, certe sue scelte le apparivano veramente delle eresie.

Cosa poteva averci trovato Ondine di così interessante in un uomo come Noah? Un uomo arrogante, sfacciato e senza rispetto alcuno per l'altro. Una persona prima di qualsiasi etica e scrupolo morale un uomo che non meritava la mano di una dea... figuriamoci quella di una regina.

"Ho ucciso il tuo Re. Ho ucciso il tuo paese. Non sono atti che meritano vendetta?

Non desideri il potere? E che ne sarà dell'onta subita dal tuo regno? I morti vogliono giustizia!

Ma senza potere che futuro puoi pretendere? A che serve un regno che non puoi difendere?"

Ashe se le ricordava ancora le frasi di Noah le aveva rivolto quel giorno sul faro di Ridorana, erano state incise a fuoco vivo dentro di lei. Ashe se le ripeteva spesso, pur quanto quelle frasi così sfacciate e chiaramente provocatorie la facevano riflettere.
Non c'era giorno in cui Ashe non pensasse al futuro di Dalmasca, e a quali sarebbero stati i suoi "atti come regina".


"Non sono atti che meritano vendetta?" Ashe aveva scelto ben altri atti rispetto a quello che sia Noah che gli stessi Occuria avevano scelto. "Lei la salvatrice di nessuno" parole pronunciate sulla Bahamuth che avevano determinato che tipo di persona lei fosse e che voleva essere.

Dalmasca, la sua patria, sacrificata a due pazzi che rincorrevano, uno con il folle sogno di liberare la storia dal dominio degli Occuria "i falsi dei" ed un altro folle con manie di grandezze tanto ambizioso da proclamarsi "il nuovo Re Dinasta", carica che Ashe stessa aveva rifiutato di aderirvi.

Non desideri il potere? E che ne sarà dell'onta subita dal tuo regno? I morti vogliono giustizia!
Ma senza potere che futuro puoi pretendere? A che serve un regno che non puoi difendere?"
Oltre la prima frase anche le altre due Ashe si ripeteva spesso cercano di dare delle risposte a quelle domande se pur inconsapevolmente.


Non desideri il potere? Ashe se pur lo negava lo desiderava eccome il potere... con quello la principessa si era resa conto che avrebbe potuto fare molto per suo popolo e per il suo regno, avrebbe usato quel potere per il bene e non per il desiderio distorto di qualcuno.

Ma senza potere che futuro puoi pretendere? A che serve un regno che non puoi difendere ?Ashe doveva anche ammettere che a lei il potere serviva più di chiunque altro, era una regina doveva avere una certa autorità, una posizione che avrebbe dovuto difendere con le unghie e con i denti.

La principessa trovava veramente stupida questa domanda, le sembrava quasi uno scoglilingua vista la rima di entrambi i veri. Lei non era un'inetta come Noah l'aveva velatamente definita, non avrebbe permetto che persone come lui o simili l'avrebbero fatta sentire un'incapace.

E che ne sarà dell'onda subita dal tuo regno? I morti vogliono giustizia! Parole taglienti come lame ma allo stesso tempo veritiere. Noah le cose le sapeva dire e le aveva dette anche con una certa rabbia, rabbia che sarebbe dovuta appartenere alla stessa Ashe... lei avrebbe avuto il diritto di gridare quelle parole non lui.

Anche se pur a distanza di due anni le parole di Noah facevano ancora effetto su Ashe anche se la stessa regina non lo dava a vedere. Ashe per tanto seduta alla scrivania nel suo studio fissava la figura di Basch d'avanti a lei, chiusa in quell'armatura che lei tanto odiava e a cui non c'aveva fatto ancora l'abitudine.

Basch silenziosamente osservava l'elegante volto della principessa, non sapeva che dire in quella situazione ma era certo che le cose non si sarebbero di certo finite li. I suoi dubbi su Ondine si erano raddoppiati e non era stato di certo contento di sapere che suo fratello l'avesse fatto cornuto.

Si chiamava tradimento o adulterio quello che Ondine aveva commesso, un colpo basso per fino per uno come lui che non si sarebbe mai permetto di un simile gesto. Il solo pensiero di Ondine tra le braccia di Noah era qualcosa che lo feriva terribilmente.

Un uomo con suo stesso viso, col suo stesso corpo con il quale aveva condiviso tanto era stato con quella che doveva essere la donna che lui tanto amava. 

Basch non sapeva come prenderla, lo aveva saputo solamente in quel momento.
Per pochi istanti Basch si vide difronte a se la figura del fratello che in punto di morte si stava riappacificando con lui, giudice si chiese se anche Noah sapesse di tale segreto ma probabilmente Basch penso che nemmeno questi sapesse nulla.
Basch compre anche perchè il Mrchese l'odiasse tanto, oltre alla vicenda di Raminas.














Ebbene si rieccoci ha un nuovo capitolo molto atteso, come promesso. 
So che vi sto facendo aspettare ma vi prometterò che ne varrà la pena. Al momento mi sto concentrando con Tu che inargenti le sabbie del deserto, è sono arrivata a scrivere del capitolo di 18. Vorrei anticiparvi qualcosa ma non posso... comunque c'è una scena romantica che più bella non si può e da cui la storia prende il nome.
Ma questa è una cosa che vi spiegherò bene in quel capitolo, quindi vi prego di portare pazienza.
Per il resto vorrei che questo mio compleanno fosse bellissimo, anche se non sto passando un periodo sereno a causa della mia famiglia. Beh siamo ai ferri corti, per la serie -O ti adegui a noi o sei fuori.
Sinceramente preferisco altro a loro.
Tornando a Dune, qui Basch ha saputi dei figli di Amaya e di suo fratello, chissà come la prenderà nell'essere diventato zio, secondo me farà molta fatica prendere coscienza della cosa... Ashe sembra essersi calata del ruolo di zia.
Infatti non so perchè ma io Ashe la vedo avere un che di materno. Vi ricordate la scena dell'arrivo del gruppo ad Archades, quando Basch scherza con Vaan e Penelo e per la prima volta lo possiamo vedere che sorride. E che sorriso... vi giuro quello è uno dei miei momenti che preferisco... per fa capire che tipo di personalità a Basch.
Infatti quando Ashe vede quella scena, non dico che si "scoglie" ma sorride sollevata... che abbia capito quale meravigliosa persona sia Basch. Io l'ho capito appena l'ho visto... possibile che questa no? Dato il modo in cui lo tratta?
Questo è uno dei motivi per cui trovo inaccettabile la coppia Ashe\Basch, vi giuro se c'è una cosa che mi infastidisce e vedere questo abbinamento, quando nel gioco i due non fanno coppia. Vi assicuro ragazzi i motivi per cui non stanno bene insieme, a partire dall'età ad arrivare alla crescita  personale di Ashe.
Riguardo alla parte di Noah con le sue frasi trovo che siano quanto di più vero ci siano. Perchè altro che rifiutare il potere... se uno non ha potere diciamolo non è nessuno e non può fare nulla.
Quindi tutta quella storia di Ashe che dice... che rivuole quella Dalmasca che non ha mai usato il frammento di Crepuscolo, trovo che il suo discorso tanto idealista quanto debole e da non reggersi in piedi.
Perchè è assurdo difendere un regno o governarlo quando non si ha la forza e soprattutto il potere per tenerlo in piedi. Quindi il suo discorso non si regge in piedi e diciamolo chiunque al posto suo avrebbe preso la negalite e distrutto l'impero.
Non lo dico perchè sono cinica o negativa, ma vedendo la cosa con occhio reale... ditemi chi è lo scemo che rifiuta un tale potere come quello. Solo una come Ashe. 
Perchè chiunque al giorno d'oggi sarebbe più che lieto di disporre di un tale potere. La storia ci insegna che le cose vanno così. Il più forte sopravvive e il debole soccombe e un triste realtà, ma sono sempre stata di questo pensiero.
Il titolo Violare  di questo capitolo si riferisce alla mancanza di privacY che Ashe  dimostra nei confronti di Ondine|/Amaya dicendo a Basch del suo tradimento e dei figli nati dalla relazione con Gabranth, quando Ondore le aveva specificato che non doveva farlo.
Sinceramente odio questo tipo comportamento di Ashe, sia nella vita reale che nella finzione. Perchè se Amaya non voleva far sapere di Rasler e Noah, un motivo doveva esserci.

Altri segreti e rivelazioni  attendono i nostri eroi. Vi aspetto al prossimo capitolo.


Daistiny

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Capitolo 35
*** Crepuscolari come questa terra ***


CREPUSCOLARI COME QUESTA TERRA -35
Basche Ashe rimasero a Lungo a parlare in quello studio dove una volta si rifugiava Raminas intento ad occuparsi alle politiche interne del suo regno. Entrambi i due huma avevano bisogno di fare una lunga chiacchierata, di tutte quelle cose che per alcuni anni avevano evitato di parlarne così apertamente.
Eppure si era presentata loro un'occasione irripetibile di chiarirsi,occasione che entrambi avevano colto al volo. Ashe si sentiva più serena e felice, e finalmente riusciva a superare quella situazione o almeno lei così credeva.
Basch invece non sapeva cosa aspettarsi aveva così tanti pensieri per la testa, si sentiva sfinito e non sapeva da dove iniziare a mettere ordine nella sua vita.
-Basch mi sembrate molto provato...- fece notare la principessa osservando il silenzio prolungato del giudice.
-Maestà non so cosa dire... so solo che mi è tutto nuovo.- ammise con una certa difficoltà l'uomo.
-Non è facile nemmeno per me, Basch... accettare questa cosa. Soprattutto nel sapere cosa è Ondine e cosa deriva dalla sua posizione... non la facevo così... stupida. -disse Ashe infastidita, ripensando a quando aveva rivisto sua sorella, due anni dopo la caduta di Dalmasca.
-Il suo sarà stato un gesto di ripicca... per le menzogne di... - disse Basch ma non fece in tempo a proseguire, che Ashe lo interruppe subito, irritata di tali parole.
-Le menzogne di mio padre Basch?! Attento a quello che dite... perche c'è un limite a tutto. Quelle che tu chiami menzogne, sono state necessarie per proteggere Ondine e tu lo sai, meglio di me,  quanto mio padre era magnanimo.- disse Ashe trattenendo a stento le lacrime e Basch sapeva bene il perchè di quelle menzogne .
Bugie che avevano portato Ondine ad odiare profondamente Dalmasca e la sua casata regnante. Basch non era mai stato totalmente d'accordo con quel modo di fare, lo reputava sbagliato anche se era a fin di bene. Il prezzo più alto di tutti, lo aveva pagato Ondine. 
Sola ora stavano scontando  il prezzo per quelle  decisioni.
Ed Ondine non poteva di certo essere come loro, lei percepiva e viveva le cose in maniera differente. Forse era stato questo il loro più grande errore, considerare Ondine come un huma e non come un Occuria, quale era.
-Avete mai considerato come si sia sentita Ondine ?- chiese Basch.
-Ciò che ha fatto mio padre... per quanto possa sembrare sbagliato è stata la cosa più giusta. Non potete capire cosa significa sapere che la persona con la quale sei cresciuta non e tua sorella... ma è qualcosa che sfugge alla tua logica. - ammise Ashe con una certa fatica.
-Quello che vedo io, è il comportamento infantile e irrispettoso di mia sorella verso la memoria di mio padre e della sua famiglia.-aggiunse aspramente la ragazza.
Il giudice Gabranth rimase silenzioso non sapeva che dire, vedeva in Ashe una certa rabbia mal celata nei confronti della sorella, ciò lo preoccupava non poco.
Basch riconosceva ad Ondine una certa coerenza nelle sue azioni, per quanto la ragazza aveva fatto scelte discutibili e avventate, forse era pienamente cosciente di ciò che esse avrebbero comportato.
Il capitano aveva immaginato che avendo Ondine scelto di tenere i figli di Noah, ella aveva ben compreso cosa la sua decisione avrebbe potuto portare, visto la sua parentela con Ashelia. Quindi non era stata di certo un capriccio, la scelta di voler tenere segreta tale notizia.
-Non penso sia stato un comportamento infantile il suo... ma piuttosto una decisione ragionata. Lei sapeva cosa avrebbe comportato.- fece notare Basch.
-Per me è andata oltre...- disse Ashe - Una tale notizia se si sapesse potrebbe incrinare i propositi di pace con l'impero e Rozaria.-
-Dimenticate che l'assassino di vostro padre è morto quattro anni fa... - annucciò Basch con una certa enfasi, guardando Ashe negli occhi per farle capire bene cosa volesse suggerirle.
-Sappiamo entrambi che non è così... - disse Ashe guardandolo di rimando.
-Per quello che sappiamo, i figli non sono di "Basch" il regicida"... ma del giudice Gabranth, un perfetto estraneo alla vicenda di Basch. E come avete detto voi... è cosa risaputa che Ondine avesse avuto che avesse un legame con lui.- Gli  suggerì Basch.
-Non siete spiritoso... Come potrebbero i nobili e il mio popolo  accettare che una loro principessa di sia  "volutamente e facilmente" concessa, a quello che fino a qualche anno prima considerato un suo nemico? È inaccettabile per loro...- disse Ashe con una certa ansia pensando ancora a quante persone non vedevano di buon occhio l'alleanza con l'impero, soprattutto con la mancata restituzione del territorio di Nalbina.
-Forse è ancora troppo presto per una cosa del genere... -rispose il giudice.
-Basch sapete bene come è  il popolo di Dalmasca e quanto ha sofferto, pensate che sia facile per loro dimenticare e passarci sopra così come abbiamo fatto noi? Non credo. Quando i ministri e gli altri nobili hanno saputo della mancata restituzione del territorio nabradiano...non l'hanno affatto presa bene. -ammise Ashe.
Basch sapeva bene che quella azione non era andata giù hai nobili dalmaschi e alla stessa Ashe, ma Larsa doveva in qualche modo tenere a bada i suoi oppositori.
Ashe non era stata affatto contenta di tale decisione anche se reputava la cosa necessaria.
-Non era andata giù che qualcuno li avesse in qualche modo raggirati, al loro stesso gioco. -aggiunse Basch.
-Uno "scherzo" che non è piaciuto affatto agli imperiali, che hanno deciso di rifarsi come tu ben sai.... -rispose seccamente la principessa.
-Come procedono i preparativi per la cerimonia ?- domandò il giudice cercando di cambiare argomento.
-Vanno a rilento... e sai anche per quale motivo...- lo squadrò Ashe incrociando le braccia e dando un occhiata ai vari documenti sparsi su quell'enorme scrivania di fronte a lei.
-Con quello che è successo... non ho avuto modo alcuno di concentrarmi...- ammise la regina.
-Sevi può essere d'aiuto vorrei offrirmi di darvi una mano, giusto per il tempo che staremo qua... sempre se vostra Maestà gradisce.- le propose il giudice, a quella richiesta Ashe non seppe rifiutare.
Stranamente la presenza del capitano la rassicurava e al tempo stesso la rendeva felice, per pochi giorni sarebbe stato come ai giorni felici di una volta.
-Larsa non avrebbe da ridire?- non mancò di chiede, anzi Basch dovette ammetere che era stato quello un suggerimento dello stesso Larsa.
-È stato lui a suggerirmi questa idea... -ammise imbarazzato l'huma.
-(Quel ragazzino è più tosto perspicace...)...- pensò la regina con aria dubbiosa mentre accolse la richiesta del giudice. La cosa però si sarebbe dimostrata al quanto difficile.
Da quell'incontro tra Ashe e Basch passarono alcuni giorni, la situazione a palazzo di colpo si era fatta meno tesa, soprattutto tutti avevano potuto notare un improvviso miglioramento della regina, per non parlare del fatto che fosse spesso affiancata dal giudice Gabranth.

*alcune ore dopo l'incontro con Ashe e Basch *

Nel frattempo a Rabanastre la situazione con Amaya era stata piuttosto tranquilla, la ragazza era riuscita ad infiltrare una delle sue guardie personali all'interno del palazzo,  il gemello scelto fu Sebastian.
Sebastian era la persona che più di tutti si prestava ad essere adatto ad infiltrarsi nel palazzo reale, Amaya l'aveva istruito su tutti i rituali e le regole delle guardie dalmasche, specialmente quelle dell'ordine dei cavalieri.
Insieme alle istruzioni fornitole da Amaya, Sebastian aveva anche il compito di portare un messaggio ad Al-Cid informandolo di quella decisione. Amaya aveva ribadito a Sebastian di tenere un profilo basso e di non attirare l'attenzione.
Il piano era semplice introdursi a palazzo e fingersi uno dei suoi abitanti, facile a parole ma non a fatti. Per assicurarsi la riuscita del piano Amaya aveva preso contatti con Dalan nella città bassa, per pochi guil aveva comprato alcune guardie di sua personale conoscenza che avevano grossi debiti e di cui la paga da soldato non era sufficiente e coprire.
Amaya aveva offerto loro di ripagare i loro debiti se avessero aiutato a facilitare l'entrata di Sebastian a palazzo e gli avrebbero coperto le spalle.
Sebastian si ritrovava così per la prima volta in vita sua ad esplorare il palazzo, per entrarvi aveva usato un passaggio segreto attraverso le fogne che gli aveva indicato Amaya.
-(Certo che quella donna rivela un sacco di sorprese...) - penso Sebastina vestito da guardia dalmasca mentre si osservava a torno, il palazzo era una abitazione veramente unica che paragonata al palazzo di Ondore, quest'ultima abitazione non poteva minimamente reggere il confronto.
Il landisiano ovunque passava non poteva fare altro che ammirare le varie bellezze, non solo architettoniche che il palazzo offriva, ma notò anche i suoi arredi. Sebastina non riusciva a capacitarsi, che fino a quattro anni prima Amaya avesse potuto vivere in una simile dimora.
Invita sua non aveva visto tanto lusso.  Si stupì anche della situazione a palazzo, pensava di trovare una situazione negativa invece era più che altro diversa dalla sua aspettativa.
A Sebastian non sfuggivano le occhiate e vari commenti delle dame e qualsiasi altro genere femminile facevano nei suoi confronti. Il landisiano non si rendeva conto dell'effetto che la sua prestanza faceva sulle donne. Peccato che l'unica donna che gli interessasse non aveva occhi che per il suo gemello.
Il landisiano era meravigliato di vedere anche un enorme quantità di persone camminare fra le varie stanze ed alee del palazzo. Sembrava distare dentro una città. Sapere che un palazzo come quello di Rabanastre ospitava più di cinquemila persone, era molto sorprendente per lo stesso Sebastian abituato alle poche migliaia di Buhjerba.
L'huma camminava facendo attenzione a chi gli passava d'avanti fra i vari corridoi di palazzo, ad ogni angolo Sebastian poteva incrociare, nobili, soldati imperiali e dalmaschi, alti ufficiali, ancelle, cameriere e dame di compagnia.
Tra questi volti Sebastian era riuscito a scorgere il giudice Magister Zargabaath avvolto nella sua armatura che scortava il giovane imperatore, e una delle assistenti di Al-Cid che con molta nonchalance stava flirtando con una guardia di palazzo.
Sebastian con molta attenzione ascoltava ed osservava tutto quello che in torno gli stava accadendo.
Era già da poche ora a palazz, che  Sebastian era venuto a sapere di un incontro con la regina Ashelia e il giudice Gabranth, incontro che aveva dato il via a molte voci a palazzo.
Altre invece parlavano di vari incontri della regina con un nobile archadiano. Insomma Sebastian era piacevolmente colpito da con quanta falità stava raccogliendo informazioni, eppure il suo l'obbiettivo era un'altro.
Parlare con Al-Cid in merito a Rasler e Noah e scoprire dove questi fossero, oltre sapere la situazione a palazzo. Era all'incirca l'ora di cena, quando Sebastian stanco di girare per il palazzo decise di fare un giro nei giardino, fermandosi un attimo ad osservare l'imponente struttura del palazzo.
Sebastian pensava che quel enorme posto doveva contenere enorme quantitativo di informazioni e chissà quali altri segreti. Per pochi istanti si chiese, tra se,  come doveva essere stato per Amaya crescere in un simile posto dove non mancava niente.
Le doveva essere sembrata una bella gabbia dorata, ma sempre una gabbia era. In fine buttò ancora un occhio al giardino reale, al gazebo in pietra intagliata che si trovava al suo centro circondato da altre preziose statue, mentre si accingeva ad attraversare l'enorme arcata in pietra dove stava il portone.
Camminando per uno dei lunghi e interminabili corridoi del palazzo, Sebastian ebbe anche occasione di vedere il giudice Gabranth passargli a canto, sentì il suo passo rieccheggiare lungo tutto il corridoio, mentre il cigolio della sua armatura non sembrava interrompersi per nessun motivo.
Il giudice portava un mostruoso elmo nero a coprirgli il volto, mentre il suo respiro era sempre più affannoso. Sebastian era totalmente rapito da quella figura minacciosa, da quello che sapeva lui era uno dal quale doveva assolutamente stare lontano.
Sebastian abbassò lo sguardo mentre cercava di camminare con assoluta tranquillità, mentre con la coda dell'occhio ogni tanto osservava il giudice, finché questi svoltato l'angolo sulla sinistra non scomparve.
Il landisiano a quel punto ritornò verso gli alloggi delle guardie preparandosi per il giorno seguente, lungo tutto il percorso che portava alle camerate dei soldati, Sebastian ebbe la fortuna, se non la coincidenza di incontrare Karaii.
I due huma si conoscevano benissimo, e Sebastian era anche informato del interesse della ragazza nei confronti del suo gemello. Karaii quando si trovò di fronte Sebastian lo riconobbe subito, si trattenne quasi dal gridare per quanto fosse felice di vederlo.
Sebastian era anche lui sorpreso di vedere Karaii e non si aspettava di trovarla così al primo colpo. Doveva essere stata il volere divino a farli incontrare, perche in un posto enorme come quello di Rabanastre era veramente difficile trovare qualcuno.
-Tu che ci fai qui!?- esclamò Karaii sorprendendosi nel vedere d'avanti a se un soldato dalmasco che non era altro che Sebastian.
-Ma guarda... questo palazzo è decisamente piccolo! Ed io che pensavo che fosse il contrario!- disse ironico Sebastian, nel incontrare Karaii.
-Mi hai fatto prendere un colpo... con te c'è anche Nolel? -disse la ragazza guardando gli occhi blu di Sebastian arrossendo di botto. Karaii trovava i gemelli bellissimi in particolar modo Noel e ogni volta che vedeva Sebastian il lui vedeva suo fratello.
-No.Lui è con Amaya... -rispose Sebastian, Karaii sentendo il nome di Amaya fu quasi folgorata, e volle subito dire la sua alla giovane guardia.
-Lei dov'è?!- chiese lei preoccupata.
-Qui a Rabanastre in posto al sicuro... mi ha mandato a cercarti! Avrei delle domande da farti, non qui.. se ci vedessero insieme non sarebbe una buona cosa.- ribatte lui.
-Possiamo vederci tra un'ora vicino la cucina... li di solito è un posto tranquillo, difficilmente qualche nobile verrebbe a disturbarci, poi hai più possibilità per essere scambiato per una gaurdi a nessuno farebbe quindi delle domande. - gli indicò Karaii.
Sebastian annui alla richiesta della ragazza, e senza protestare la guardia si fece spiegare da Karaii dove fossero le cucine reali che gli aveva indicato.
Esattamente un'ora dopo come promesso si era fatto trovare vicino le cucine reali, per l'occasione Sebastian era riuscito a scroccare anche un pasto caldo facendo lo svenevole con una delle cuoce in cucina che gli aveva messo gli occhi addosso.
Sebastian ebbe modo così di assaggiare la tanto famigerata cucina dalmasca, la trovo troppo ricca e speziata per i suoi gusti. Sebastian era abituato ad un altro tipo di pasto, meno condito di spezie ma più ricco di carni bianche e legumi, lui era abituato a piatti più semplici e meno elaborati di quelli.
La guardia non si lamento e mangio tutto anche se con difficoltà, nel frattempo di Karaii nessuna notizia. La ragazza infatti ritardò di qualche decina di minuti a causa di un imprevisto.
Ma una volta raggiunto Sebastian la ragazza gli avrebbe raccontato tante cose. Finalmente i due huma una volta ritrovatasi da soli decisero di farsi una lunga chiacchierata.
-Finalmente sei venuta, temevo non venissi più !-esclamò Sebastian facendo un cenno a Karaii da poco giunta in cucina.
-Scusa ho avuto un impegno per via dei bambini... non volevano addormentarsi!- disse lei esausta.
-Immagino cosa ti avrà fatto passare quella piccola peste di Rasler?- disse Sebastian allegramente sorridendo e facendo l'occhiolino.
-Si..Rasler ha preso capricci... non voleva andare a dormire, si era messo intesta di andare a cercare sua madre.-disse Karaii abbassando lo sguardo tutta preoccupata per Amaya.
-Immagino...devi vedere Amaya, tutta questa storia non l'ha presa bene.-disse lui, prendendo un bicchiere per bere del vino.
-Sai Sebastian tempo che Amaya possa prendersela con me, per non essermi opposta con decisione ad Ondore. Lui è stato alquanto persuasivo...-continuo lei con tono preoccupato mentre Sebastian l'ascoltava con attenzione.
-Di certo non la prenderà bene sai come è fatta, per adesso lei è più concentrata sul sapere se hanno scoperto il suo segreto.- le fece presente lui.
-Beh...per adesso è certo che lo sa Lady Ashe, ma credo che anche qualcun altro sappia. In giro per palazzo non fanno che parlare di lei... qualcuno ha avanzato che il caos che c'era stato qualche giorno fa, fosse dovuto alla principessa Ondine... ma restano tutte soltanto voci.-
-Beh che pretendi che facciano i nobili di corte tutto il tempo,spettegolano. Ne ho sentite anche io di varie voci riguardo la futura regina Ashelia e il giudice Gabranth. A proposito di loro sei riuscita a vederli o saperne qualcosa?- domandò Sebastian sempre più incuriosito.
-Si, ho avuto modo di vederli!- ammise Karaii osservando Sebastian.
-Come ti sono sembrati?- domandò il landisiano.
-Beh Lady Ashe mi è sembrata molto diversa da come ne parlava Amaya, eppure il giudice Gabranth... lui mi è sembrato minaccioso. Qualche giorno fa a tentato di avvicinarsi a Rasler ,incuriosito dalla sua presenza.
Dovevi vederlo mi sono spaventata... Rasler aveva perso il suo giocattolo e visto che lui l'aveva recuperato a cercato di scambiarci due parole... -racconto ansiosa Karaii mentre Sebastian non perdeva una parola che la ragazza pronunciava.
-E tu ad un certo punto spaventata com'eri ti sei precipitata per allontanarlo? - fece l'huma.
-Si,il colmo è stato quando lui l'ha scambiato per mio figlio... -aggiunse la ragazza parlando dell'equivoco del giudice.
-Wow...che colpo di genio. Non lo facevo così stupido quel giudice...-Scoppiò a ridere Sebastian che già si stava immaginando la scena.-Tu poi conoscendoti avrai assecondato il suo equivoco?- chiese ancora l'huma sogghignando.
-Si...sai che odio gli imperiali... - disse la ragazza abbassando lo sguardo pensando al suo defunto marito. Sebastian smise di ridere e si fece più serio rivolgendo altre domande alla ragazza.
-Amaya questa cosa non la prenderà bene, più tosto poi cosa è successo?-
-Nulla,ce ne siamo andati... Rasler ha fatto su di lui qualche domanda. Poi è avvenuta una cosa abbastanza curiosa, sono venuta a sapere dalla regina Ashelia che per giustificare agli altri la nostra presenza a palazzo ci ha presentato come profughi di guerra che lei aveva deciso di accogliere.- mentre Karaii si faceva sempre più preoccupata nel vedere la reazione di Sebastian.
-Ora si inventano anche le balle, evidentemente non li facevo così bigotti. Che c'è hanno paura che si sappia la verità?- imprecò il landisiano facendosi molto cupo.
-Da quello che mi hanno spiegato se si sapesse la verità, gli accordi di pace con l'impero archadiano verrebbe meno.- aggiunse la ragazza.
-Che ipocriti... inizio a capire perchè Amaya non voglia più saperne di loro... non ha tutti torti.Dopo aver sentito ste notizie non oso immaginare la sua reazione.- sbottò esasperato Sebastian.
-Perchè cosa succederebbe ?-domandò nervosa la balia.
-Che cosa non farebbe. Karaii ti dico cosa Amaya ha potuto fare quando a scoperto che Ondore si era portato vi Rasler e Noah. Si è trasformata, ha rilasciato un potere talmente enorme che tutti i vetri della villa sono andati distrutti.
Non sai quanto c'è voluto per calmarla, le guardie erano spaventate. Quindi immaginati cosa potrebbe fare qui a Rabanastre.  Noel è molto preoccupato per questa cosa... teme che Amaya possa perde il controllo dei sui poteri e fare qualche cazzata.- ammise Sebastian passandosi una mano nei capelli.
Tale notizia non era piaciuta affatto a Karaii che temeva il peggio. Pertanto pregò Sebastian di tralasciare i dettagli che avrebbero potuto dar fastidio ad Amaya e di dire solo l'essenziale.
-Stai tranquilla non scendendo nei particolari e per la parte sui "profughi di guerra" che giuro non si può sentire , comunque lascia fare a me. Quella tipa, Ashe, non poteva inventarsi di meglio? Non parlerò nemmeno del giudice... però Noel vorrà sapere tutto, di lui ti puoi fidare.- La rassicurò Sebastian mentendole, quando in realtà Amaya aveva già precedentemente saputo dall'assistente di Al-Cid, Hilda, scusa di Ashe sui "profughi di guerra".
-Si..-annui Karaiì.
-Un'ultima cosa Karaii vorrei sapere dove alloggiate, così da essere più tranquilli, quando verremo a riprendervi.- disse la guardia.
-Prima appena arrivati Ondore c'aveva fatto spostare nella parte ovest del palazzo, è una zona poco frequentata, inseguito Lady Ashe ha dato disposizioni diverse pur mantenedo quelle date dal Marchese.-
-Cioè?-chiese il landisiano prendendo nota delle informazioni riguardo ai principi.
-Lady Ashe ha dato ordine di spostarci vicino i suoi appartamenti, come suo zio mi ha raccomandato di non dire nulla riguardo ai principi.Inoltre hanno messo delle guardie a finché ci tenessero d'occhio i bambini in modo tale da impedire che qualcuno si avvicini a loro...per adesso e tutto.- rispose la donna.
-Ecco perchè mi hai detto di aspettarti qui... sicura di che nessuno t'abbia seguito?- domando ancora il cavaliere di Amaya.
-Si...ho controllato diverse volte.- rispose Karaii prima di affrettarsi a tornare in camera, saluto con un abbraccio Sebastian.
Sebastian era felicissimo di aver rivisto non solo la sua amica ma anche di aver ricevuto così tante informazioni. Ma prima di tornare da Amaya,il ragazzo aveva ancora un ultimo compito da svolgere mettersi in contatto con Al-Cid.

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Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo... Basch e Ashe non sembrano prendere bene la scoperta di una relazione tra Ondine e il fratello di Basch, a causa della posizione di Ondine e di ciò  che essa comporta. Temono il peggio se si sapesse, in tanto Ashe si avvicina di più a Basch.
Invece Amaya decide di mandare Sebastian come infiltrato a palazzo per contattare Al-Cid e scoprire l'attuale situazione... che dire Sebastian fa decisamente incontri interessanti.
Chissà che cosa succederà... nel prossimo capitolo.

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Capitolo 36
*** Tutti si erano riuniti per un motivo ***


TUTTI SI ERANO RIUNITI PER UN MOTIVO 36


Finalmente per tutto il palazzo si poteva respirare un' aria di tranquillità, anzi, anche la stessa regina sembrava di buon umore fino rispetto ai giorni precedenti.
 In fondo Ashe manteneva sempre una certa preoccupazione per i preparativi e i suoi doveri.
Molto più spesso e volentieri la si vedeva  in compagnia del giudice Gabranth, che in qualche modo si occupava di fare il vice di Larsa, visto che quest'ultimo aveva  molteplici impegni con l'impero di Archades.
Le due figure parlavano spesso anche di molte cose, da lontano Sebastian li osservava passare, attento ad ascoltare ogni parola dei due. Quando il landisiano aveva visto per la prima volta la principessa Ashe non era rimasto chissà quanto colpito, anzi si sorprendeva di quanto la principessa fosse bassa in confronto ad Amaya.
Sebastian aveva sempre immaginato chissà quale principessa di impareggiabile bellezza fosse Ashe, visto l'aspetto che aveva Amaya si aspettava qualcosa di simile. Invece l'aveva trovata piuttosto insignificante e scialba, non solo come donna ma anche come personalità.
Hai suoi occhi mancava di qualsiasi grazia che potesse renderla diversa o farla spiccare in qualche modo. Quella era la Regina Dinasta, il cavaliere stentava a credere ciò.
A parer di Sebastian una contadina con indosso gli abiti come quelli di Ashe, avrebbe fatto di gran più figura della stessa. La guardia si sentiva deluso, riguardo le sue aspettative sulla sorella di Amaya.
Il landisiano dopo due giorni di permanenza a palazzo, varie ricerche e giri lungo tutto quel edificio, era riuscito non solo a mettersi in contratto con Hilda che aveva riconosciuto fra il continuo via vai di gente che c'era a palazzo, ma era anche riuscito a sapere dove alloggiava Al-Cid.
Per fortuna per Sebastian fu molto semplice raggiungere le stanze private del principe, nessuno faceva caso al suo travestimento.
Poteva liberamente girare il palazzo facendo attenzione però ad evitare i superiori delle guardie e i soldati del marchese Ondore. Evitato ciò per tutto il resto stava procedendo senza alcun problema.
Al-Cid quasi si prese un colpo dopo nel vedere comparire sulla soglia della sua camera una delle guardie personali di Amaya. 
Il principe si era dimenticato del messaggio che Amaya gli aveva mandato attraverso Hilda, ma pensava che la principessa non avesse fatto sul serio, cosa che contrariamente alle sue aspettative avvenne.
Il nobile rozariano fece entrare il cavaliere, è una volta che Sebastian fu dentro con Al-Cid si accomodò su una sedia che stava vicino al letto.
-Non pensavo che vi fareste fatti vivi...- ammise Al-Cid osservando la guardia.
-Eppure da quello che vi ha riferito, Amaya, dovevate aspettarvelo una nostra visita.- disse Sebastian buttando un occhiata all'immensa camera del principe rozariano.
-Ero convinto che sareste venuti in due... e non in uno.- aggiunse il principe sollevandoun sopracciglio osservando la figura del huma.
-Io e Noel abbiamo convenuto con Amaya che mandare uno solo di noi era più che sufficiente. Amaya poi aveva bisogno di compagnia....-rispose la guardia del corpo prima di poggiare il suo sguardo sulla figura del principe.
-Allora come è stato far visita al palazzo?- domandò Al-Cid ironicamente.
-Mi ha sorpreso, è immenso e le persone che lo abitano sono così varie. La dimora di Ondore a confronto è troppo piccola...- ammise Sebastian.
-Amaya come sta?- chiese l'uomo.
-Bene... ha saputo da Hilda della "brillante" copertura avuta da Ashelia per i principi. Se per brillante io definirei stupida! Davvero quella "nana" è la regina?- domandò sarcasticamente Sebastian  definendo la regina dalmasca una "nana", Al-Cid non gradì affatto quel commento.
-Sapete come la penso, riguardo a chi manca di rispetto ad una donna. -lo avvisò il principe, ma  Sebastian non era minimamente spaventato o toccato da ciò, convinto di come era di quell'affermazione riguardo alla regina.
-Volete prendervela solo perchè ho detto la verità? Siete un po' troppo permaloso... comunque... a differenza di voi, da quando sono qui ho scoperto molte più cose di quello che voi riportate. Ad esempio o scoperto dove si trovano i principi... so anche che sono guardati a vista da alcune guardie. Scommetto anche che voi non sapete che c'è stato un mancato incontro tra il giudice Gabranth e Rasler... - riferì il cavaliere  confare alquanto serioso, il principe Al-Cid ascoltando quelle notizie non la prese affatto bene, pensava a come avrebbe reagito Amaya.
-Se Amaya sapesse una cosa del genere...- disse Al-Cid agitandosi nell'immaginare le conseguenze, ma Sebastian lo interruppe prima che il rozariano potesse dire altro.
-Per adesso non saprà nulla... Ho solo intenzione di  riferire le notizie su Rasler e Noah, e sulla principessa e il giudice deciderò inseguito. Mi limiterò a riferire le informazioni riguardanti gli accordi con Archades....così Amaya dovrebbe essere tranquilla.- disse Sebastian mantenendo un certo distacco.
-Perche volete parlarle  degli accodi di pace ad Amaya, queste cose non le interessano. -gli fece notare Al-Cid.
-Non è vero! Voi lo sapete bene che questi accordi riguardano anche Amaya... specialmente  quando non è vista di buon occhio una presunta relazione tra un membro della famiglia reale dalmasca e un certo giudice di nostra conoscenza. Amaya si trova esattamente in questa situazione, mi pare di notare  che non  è l'unica ... qualcuno qui ha omesso di dirci altro.- Sebastian pronuciò queste parole con una certa durezza che Al-Cid doveva ammettere di trovarsi in difficoltà con quell'huma.
Amaya aveva scelto bene le persone di cui fidarsi e Sebastian non era uno sprovveduto, la sapeva molto lunga.
-Vi consiglio di dirmi tutto quello sapete su questa situazione, riguardo gli accordi che la regina Ashelia ha preso con l'impero e tutto ciò che riguarda Amaya.-
-Eccome?Amaya ha ribadito più volte che non ne vuole sapere niente di queste cose. Sebastian, io non ho omesso nulla, ma e la stessa Amaya che ha preso le distanze da queste cose. Non sai quante volte gli e lo abbia fatto presente... ma lei non vole prendere nessuna posizione al riguardo.- disse Al-Cid mostrandosi irritato.
-Noel potrebbe aiutarci, a lui, Amaya da ascolto.. - gli fece notare Sabastian.
-Non credo, l'unico a cui darebbe ascolto è Basch.- aggiunse Al-Cid emettendo un lungo spiro- Peccato che sia anche la persona che più di tutti Amaya vuole evitare... lei non vuole che lui sappia dei principi.-
-Questo lo so anche io... ma allora perchè non provare?- rispose Sebastian seccato.
-Il punto è questo. Finche Amaya non risolverà con Basch... ogni tentativo di farla ragionare, sarà vano.- ammise il rozariano -Ti cosiglio vivamente di non accennare a nessuna cosa riguardante Ashe e il giudice insieme...Amaya reagirebbe male.- Gli disse Al-Cid in ultimo.
-Non ne avrebbe motivo per prendersela.- esclamò Sebastian pensando a quanta diffrenza c'era tra Amaya ed  Ashe.
-Sicuro...? Ho avuto modo, io stesso di constatare questa cosa... e credimi se lo dico. Ma le cose stanno così.- disse il rozariano incrociando le braccia.
-Cosa spingerebbe Amaya ad essere gelosa di Lady Ashe? Loro due sono quanto più di diverso possa esistere...-  sottolineò Sebastian facendo presente la diversità tra le due donne.
-Sbagliate se paragonate quelle due. Ma voglio essere generoso e farti capire perchè Amaya è gelosa... La causa di tutto è della devozione di Basch nei riguardi di  Ashe. Ecco cosa rende Amaya gelosa... Questa è una delle ragione che la spinge a non voler affrontare la cosa.- disse il rozariano sottolineando il problema di Amaya, a quel punto Sebastian capì ogni cosa.
-Quindi non è solo per via di Noah, del suo passato con la famiglia reale e del suo segreto?- domandò Sebastian.
-Esatto.- disse il principe rozariano guardando Sebastian, il landisiano aveva un espressione abbastanza meravigliata, non sapeva cosa dire.
I due huma si guardarono per pochi secondi quando la loro discussione venne interrotta da qualcuno che busso alla porta, Al-Cid per precauzione si precipitò vicino alla porta, aprendola appena quel tanto che bastava da far vedere il suo volto.
Al-Cidapri appena per vedere chi lo stesse cercando, e vide che si trattava di una giovane ancella, la stessa che al cui giorni prima l'aveva portato sulla Terrazza Azzurra. Il principe la riconobbe al volo, era Camelia.
Vedendo la ragazza, il rozariano  intuì che molto probabilmente Lady Ashe l'avesse mandata per fargli recapitare un suo messaggio, per tanto il principe si vide costretto ad uscire dalla stanza stando attento a mantenere un atteggiamento rilassato per non dare sospetti.
Nel frattempo Al-Cid chiuse dietro di se la porta della sua camera in maniera tale da prendere la giovane dama e portarla altrove, così da dare a Sebastian il tempo necessario di uscire dai suoi alloggi e andare ad informare Amaya.
Con Camelia , Al-Cid dovette dare sfoggio delle sue arti seduttive per fare in modo che avesse la piena attenzione della fanciulla. Non ci volle molto a finche Camelia rimanesse colpita dalla sensualità e dal fascino del principe, che le offriva i suoi più maliziosi sorrisi e la giovane  non poteva che sentirsi lusingata nel ricevere le attenzioni di un principe.
-Vostra Maestà quale onore ricevere la vostra attenzione... mi fate sentire così...- balbettò la fanciulla mentre imbarazzata fissava gli occhi verdi del rozariano.
-Non siate così timida madame, la vostra presenza allieta questo momento,e per me un immenso piacere ricevere la vostra visita... mia cara Camelia.- le sussurrò il nobile rozariano, mentre con la mano sistemava una ciocca di capelli della ragazza che arrossì.
-Vostra Eccellenza avrei da riferivi.. ecco un messaggio abbastanza urgete da Lady Ashe.-disse la giovane dalmasca imbarazzata, Al-Cid la guardò cogliendone ogni piccolo dettaglio sul volto di lei ai gesti del suo corpo.
-Un messaggio? Cosa vorrà da me la nostra preziosa regina?- chiese lentamente il principe sorridendo alla ragazza, che nonostante l'imbarazzo cercò di spiegare meglio che poté.
-So che è urgente, ha richiesto la presenza insieme ad altri,  è molto importante... non ha aggiunto altro. Vi aspetta tra dieci minuti nel suo studio. -disse la ragazza quasi dispiaciuta nel comunicare quel genere di messaggio.
Al-Cid si preoccupò non poco, anzi qualcosa dentro di lui l'allarmò e la sua ansia crebbe di pari passo. Il principe aveva solo un pensiero e sperava dentro di se che ciò non si verificasse.
Salutata Camelia, Al-Cid si affrettò a controllare la sua stanza per vedere se Sebastian fosse o no ancora lì, ma il cavaliere  se ne era già andato. L'uomo trasse un sospiro di sollievo ora però doveva raccogliere tutte le sue energie per l'incontro con Ashe.
 Sperando che non vi fosse nulla di brutto.
Ma le speranze del nobile rozariano vennero presto infrante, quando entrò nello studio della regina. Lì vide tutto il gruppo di amici di Ashe, e Al-Cid capì che i suoi peggiori timori si erano realizzati.
Ashe indossava un delicato abito rosa, mentre sedeva all'enorme scrivania del suo studio, alla sua destra si trovava Larsa con il giudice Gabranth, mentre sulla sinistra vi erano il gruppo dei due aviopirati con le rispettive patner. Al-Cid si domandò come mai tutta quella messa in scena, una volta che fu fatto accomodare  anche lui la giovane regina prese parola.
La regina dalmasca aveva un espressione seria ed un atteggiamento determinato e deciso, guardava diritto negli occhi i suoi amici, ad un certo punto chiuse gli occhi, trasse un respiro e li riaprì ed inziando a parlare.
-Vi starete chiedendo perchè vi ho fatto venire tutti qui... e perchè vorrei dirvi qualcosa che riguarda tutti noi, chi più chi meno. A convincermi parlarvi di ciò è stata una certa persona, al riguardo io ero molto indecisa.- disse la ragazza buttando un occhiata ai presenti.
-Penso che sia giusto che sappiate...- continuò la regina senza essere interrotta. -So che molti di voi si saranno chiesti del perchè del mio cattivo umore nei giorni scorsi, tutto ciò è dovuto ad alcune notizie che riguardano Ondine. È venuta fuori una notizia riguardante lei e il giudice Gabranth qui presente... su "presunta" relazione. Pochi giorni fa sono venuta a conoscenza che da questa relazione Ondine ha avuto due bambini... Rasler e Noah. - terminò la regina con voce tremante nel più assoluto silenzio generale buttando una rapida occhiata a Larsa e il suo giudice.
Ashelia riprese fiato e ricominciò a parlare, aveva l'attenzione di tutti i presenti.
-All'inizio di questa vicenda ho pensato che forse uno scherzo, ma mio zio me li ha fatti vedere  ho realizzato, quanto tutto ciò fosse vero. Ho chiesto a Lord Larsa di verificare alcune cose,  lui ha confermato le mie ipotesi. -disse Ashe con voce tremante mentre mostrava tutta la sua angoscia, voltandosi verso Larsa che a quel punto decise di proseguire il discorso della ragazza.
-Ciò che mi ha chiesto Ashe era di indagare,  ho sempre visto il rapporto tra sua Altezza Ondine e Gabranth in maniere professionale... ma ho voluto guardare a fondo per capire.- disse il piccolo fanciullo mentre parlava lentamente.
Balthier non si era minimamente scomposto nel sentire quella notizia, ormai non si stupiva di Amaya, per lui quella ragazza era in grado di fare qualsiasi cosa. E nel sapere che Amaya fosse andata a letto oltre che con lui, anche con il defunto Gabranth rendeva quella situazione surreale e in qualche modo lo divertiva, Basch a quel giro non era stato tanto fortunato.
Avvolte la presenza del capitano un po troppo "vicina" ad Ashe ciò innervosiva leggermente Balthier anche se con molta disinvoltura nascondeva bene il suo fastidio. Lo divertiva non poco vedere, come Basch non riuscisse  a decifrare i suoi pensieri, diversamente da Al-Cid che mal tollerava lui e i suoi modi fin troppo "aperti".
Ad un certo punto si sentì chiamare il nome del giudice Zargabaath da parte del giovane imperatore, tutti si domandarono come mai di tale gesto, Larsa spiegò il motivo della sua presenza.
-Giude Zargabaath potete entrare!. -disse il giovane imperatore, mentre il giudice fece il suo ingresso nello studio.
A quel punto il giudice avanzò con passo fiero mentre il suo sguardo si posava su tutti i presenti, specialmente sulla figura di Gabranth.
-Vostra Eccellenza!- Disse il giudice facendo un inchino al giovane imperatore.
-Giudice Zargabaath ho chiesto la vostra presenza qui, perche confermiate ciò che vi ho chiesto riguardo alla principessa Ondine. - disse Larsa rivolgendosi al giudice.
-Vostra Eccellenza potete chiederlo voi stesso allo stesso Gabranth, egli è qui presente come me.- disse il giudice guardando di rimando il suo collega, ma il suo commento fu ripreso da Ashe che facendo valere la sua autorità di regina gli rispose a tono.
-Giudice Magister Zargabaath stiamo chiedendo a voi notizie riguardo  Ondine, e non al Giudie Gabranth a cui chiederò inseguito. Non siete di certo l'unico a cui sto chiedendo riguardo mia sorella, tutte le persone che vedete qui riunite sono state chiamate, perchè in un modo o nell'altro hanno avuto contatti con la principessa e come voi, chiederò loro quello che sanno in merito. Ma per adesso a me interessa sapere la vostra versione e sarei più che felice di ascoltarla!
-Come desiderate! Altezza.- disse il giudice con una certa irritazione, fu costretto nuovamente a ripetere quello che giorni prima aveva riferito a Larsa.
-Da quel poco che ho potuto conoscere  riguardo vostra sorella, quando era sotto l'identià di Amaya, ho notato in lei e nel giudice Gabranth,qui presente... un certo affiatamento. Gabranth ha avuto per vostra sorella sempre un certo riguardo ed interesse che per nessun altro aveva mai mostrato.- disse il giudice guardando fisso Gabranth.
-Se Vostra Grazia è più che soddisfatta, io andrei...- terminò il giudice.
-Fate pure.-Rispose Ashe dando il congedo al giudice che usci dalla sala, mentre lanciò un ultima occhiataccia a Gabranth.
Rimasti soli, tutti guardarono Ashe, tra questi anche Al-Cid abbastanza irritato da una simile messa in scena, che trovava poco credibile visto la presenza di Gabranth. Ashe certe situazioni ancora non le sapeva gestire.
La reazione quasi nervosa del rozariano non sfuggì a Larsa, che già da tempo sapeva del segreto di Amaya, pertanto decise di indagare su di lui. Per quanto il principe Al-Cid desiderasse intervenire in quella situazione, sapeva bene che non poteva, aveva entrambe le mani legate. Avrebbe voluto prendere le difese di Amaya, ma il non poter intervenire  lo infastidiva tanto.
L'unica cosa che il nobile poteva fare era chiedere alla principessa cosa voleva fare con sua sorella, così da informare  Amaya in un secondo momento.
-Lady Ashe sono meravigliato e al tempo stesso preoccupato nel ricevere questa notizia, non vorrei che influisse su gli accordi di pace.Vorrei chiedervi al riguardo quali sono le vostre intenzioni?-domandò il nobile rozariano fingendosi preoccupato avvicinandosi ad Ashe.
-Per adesso ancora nulla Al-Cid..  premeva di più condividere questa notizia con tutti voi... e ricevere un vostro suggerimento.-
-Comprendo vostra maestà... -disse Al-Cid fingendosi preoccupato.


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Capitolo 37
*** E se fosse solo senzo di essere qui? ***


 37- E SE FOSSE SOLO SENSO DI ESSERE QUI ?

Stranamente in quei giorni senza Sebastian, Amaya era più calma ma allo stesso tempo molto pensierosa, come quando ancora stava a Buhjerba. Nel frattempo Noel approfittando dell'assenza del suo gemello si era avvicinato di più alla ragazza, facendo trasparire un lato più accomodante del suo carattere.

Amaya non rifiutava i teneri abbracci della sua guardia, anzi vi si rifugiava per cercare un po' di calore umano, quel calore che non riceveva più da Basch, visto la sua decisione di allontanarsi.

Noel nonostante sapesse bene del legame della ragazza con Basch, cercava in tutti modi di non pensarci, cercava invece in ogni modo se pur velatamente di sostituirsi al ricordo del capitano.

A Noel non era mai piaciuto Basch, non solo perché era un uomo più tosto "vecchio" per una giovane ragazza come Amaya, ma in particolar modo perchè non era stato mai presente per lei. Nemmeno una volta da quando si erano rivisti durante la guerra, eppure a sua volta anche Amaya aveva preso le distanze da lui, per non voler vedere alcuni suoi comportamenti che le davano fastidio.

La giovane principessa si era concentrata su Noah una volta saputa la sua vera identità, aveva voluto conoscere la sua storia e cosa l'aveva spinto a diventare Gabranth. Nonostante il volere contrario e la diffidenza di Noah, la ragazza era riuscita a farsi raccontare tutto.

Il giudice dopo aver capito l'identità di Amaya aveva iniziato a cambiare atteggiamento, mettendo nuovamente delle distanze. Anche se erano ancora molte, le volte in cui dimostrava di tenerci a lei.

La ragazza aveva anche compreso cosa avesse spinto il giudice Gabranth a commettere l'assassinio del uomo che lei aveva considerato suo padre fino a due anni prima.

Comprese che il fratello di Basch non provava nessun interesse particolare verso Raminas a differenza di suo fratello, ma aveva semplicemente seguito gli ordini datogli da Vayne.

Raminas era diventato così, un tramite indiretto con cui colpire Basch, colpire tutto ciò a cui lui teneva di più.

Amaya aveva anche chiesto al giudice perchè non avesse usato anche lei, visto il legame diretto che aveva con Basch. Noah non le volle mai dare una risposata, o almeno finse di non saperla, quando invece la conosceva chiaramente.

Solo che volle tenerla per se.

Gabranth era ormai diventato un punto fisso per Amaya, che nonostante la sua morte, lei  spesso si ritrovava a pensalo, lui era lì, costantemente nei suoi pensieri.

La presenza di Noel era molto confortevole, così come stare tra le sue braccia, Amaya si trovava bene. Un rapporto abbastanza ambiguo quello tra loro due, al quale nessuno dei due sembrava voler rinunciare.

-Cosa farebbe, se per caso, il vostro amato capitano ci vedesse in questi atteggiamenti?- le sussurrò Noel ad un orecchio mentre Amaya nascondeva il suo volto nel incavo del collo di lui.

-Lui disapproverebbe...- ammise lei emettendo un grido quasi soffocato mentre sentiva le mani di Noel scendere sempre più giù.

-E tu?- sussurrò ancora lui mentre dolcemente le baciava l'incavo del collo. Quella domanda aveva fatto scaldare non poco Amaya, il cui solo pensiero le faceva venire i brividi.

-Sai che non potrei guardarlo in faccia.- rispose lei quasi con voce soffocata sentendosi a disagio.

-Eppure riesci a farlo con me con una tale disinvoltura.-Aggiunse Noel osservando l'espressione della donna, farsi sempre più infastidita.

Vederla in quel modo, eccitava ancor di più, Noel... si rendeva conto che in qualche modo, Amaya lo ricambiasse e lo desiderasse come faceva lui con lei.

-Ti ho dato più piacere io che lui in tutti questi anni... in cui non vi ha mai osato sfiorarvi.- Disse Noel preparandosi ad entrare, Amaya presa dalla passione a stento gli rispondeva.

-Sono quattro anni... lui e Noah, sono gli unici che io ricordi.-disse la principessa mentre fissava negli occhi lui.

Loro due distesi sul letto nella stanza di lui, non c'era nessuno in casa, che li potesse interrompere. Le spinte di Noel si alternavano tra alcune più forti ad altre più lente, mentre Amaya con le mani si aggrappava alla schiena di lui e le sue gambe si stringevano attorno alla sua vita.

I suoi lunghi capelli biondi di lui ricadevano come una cascata sul suo volto chinato e su quello di Amaya, mentre si baciavano appassionatamente.Quello era dei rari momenti in cui la principessa aveva occasione di osservare Noel con i capelli sciolti, sembrava irriconoscibile, forse persino più bello e vigoroso dello stesso Basch.

Quell'amplesso durò a lungo e lei si sorprese per quanto piacevole potesse essere ritrovarsi in quel modo tra le braccia di Noel. L'ultima volta che si era sentita così fu quando si concesse a Gabranth.. quella notte poco prima di Gurvegan, lui l'aveva seguita fin nelle viscere della città sacra, scoprendo a sua volta il suo segreto.

Noel non era Basch e nemmeno Gabranth anche se il suo nome era così simile a quello del gemello di Basch. Lui era qualcosa di quanto più simile a quei due potesse esserci, ma anche più di quanto di diverso c'era. Noel stava diventando per Amaya qualcosa di irrinunciabile, che si stava insinuando pian piano sempre più dentro in lei.

Però la principessa non voleva ammetterlo a se stessa. Sapeva che quella loro "relazione" non poteva andare avanti, non avrebbe avuto futuro.

I due amanti vennero insieme e si addormentarono insieme, quei giorni per Amaya erano sembrati quasi surreali ma terribilmente piacevoli, per un istante si era dimenticata di ogni cosa.

Il loro sonno venne interrotto verso sera, al calar del sole, quando Sebastian senza alcun preavviso si ritrovò a far ritorno. Il primo a svegliarsi tra Amaya e Noel, fu quest ultimo che accortosi della presenza di qualcuno in casa si affrettò ad indossare dei pantaloni, per vedere chi era venuto.

Noel chiuse la porta della sua camera in cui Amaya stava ancora riposando, non voleva che nessuno potesse interrompere il suo sonno.

Si diresse verso l'ingresso, dove trovò ad attenderlo il suo gemello.

Sebastian era tornato con un giorno di anticipo, per poter tornare aveva usato un passaggio che collegava il palazzo reale alle fogne alla città bassa. E lì che prima di entrare nella città bassa si era cambiato d'abito per poi passare indisturbatamente nella città Alta, e da lì procedere per i quartieri settentrionali.

Noel era sorpreso di vedere il fratello in anticipo rispetto a quanto concordato, dopo averlo fatto accomodare e riprendere, gli chiese  come fosse andata essendo curioso di sapere le notizie scoperte da Sebastian.

-Allora com'è andata? - chiese Noel incuriosito.

-Prima mettiti qualcosa addosso... - gli indicò Sebastian facendo notare al suo gemello, il solo indumento che aveva indosso. -Devi esserti divertito parecchio... in mia assenza.-

-Me ne sonno preso cura..- ribatté Noel mentre si apprestava a preparare la cena.

-Se per cura intendi portartela a letto. Davvero un grande esempio di cavalleria la tua...- Rispose ironicamente  Sebastian.

-Tu cosa avresti fatto al mio posto?- gli rispose di rimando Noel indicandolo col coltello con cui stava tagliando le verdure.Sebastian non rispose, limitandosi a cambiare argomento.

-...perché non mi chiedi di quello che ho scoperto...so che vorresti saperlo. -disse sorridendo lui, mentre Noel l'osserva con fare serio.

-Smettila di girarci in torno e dì..quello che hai saputo.- rispose il gemello.

-Non ti scaldare. Iniziamo dalle buone notizie, sono riuscito a mettermi incontrato con Al-Cid e gli ho riferito del messaggio di Amaya e mi ha detto anche di riferirle alcune novità riguardo ad Ondore. Ho anche avuto modo di parlare con Karaii.. ci credi?- disse Sebastian soddisfatto di se, suscitando lo stupore del gemello.

-Cosa ti ha detto?- disse Noe interessato più che mai a quelle notizie.

-Beh ha detto che Rasler e Noah stanno bene, a parlato anche del fatto che sono guardati a vista da alcune guardie e alloggiano vicino le stanze della regina. -disse Sebastian assumendo un atteggiamento più serio rispetto a qualche secondo prima.

-Ci sta anche dell'altro?-domandò Noel guardando suo fratello.

-Si!-Fece lui mentre si preparava a raccontare al suo gemello degli accordi di pace e della situazione di Amaya. Noel non poté arrabbiarsi sapendo della situazione che la sua Signora aveva provveduto a nascondergli.

-Comprendi anche tu che una situazione come quella non è favorevole. Noi sapevamo entrambi che Amaya aveva avuto una relazione con il giudice e con Basch. E conosciamo anche la situazione tra Dalmasca e l'imperio con i relativi accordi presi tra i due regni... ciò che ignoravamo era il peso che una possibile relazione tra quei due avrebbe potuto creare da entrambe le parti.No?..-chiese Sebastian incrociando le braccia.

-Questo spiega il rifiuto di Amaya di prendere una decisione. Beh una cosa del genere non mi sorprende considerato quello che sappiamo noi. -disse riflettendo Noel.

-Non solo, oltre hai motivi che sappiamo noi riguardo il rifiuto di Amaya c'è anche un'altra motivazione. Quando sono stato a palazzo ho avuto modo di vedere ed incontrare sia la principessa Ashelia che il giudice Gabranth... i due sembravano piuttosto intiminon so se la cosa rende bene l'ideaMa a palazzo girano un sacco di pettegolezzi riguardo Amaya,  Ashe e il giudice.

Ne ho parlato con Al-Cid, è mi ha consigliato di non dire nulla al riguardo.

 

-Questo cosa centra con il discorso di prima?- chiese incredulo Noel al suo gemello, che gli spiego brevemente il nesso tra le due cose.

-Amaya è terribilmente gelosa di Basch, non vede di buon occhio la sua vicinanza tra quei due. Come se non bastasse riuscirla a convincerla ad affrontare la situazione riguardo non solo ai trattati di pace, ma riguardo tutto il resto la vedo dura. Al-Cid ha già messo le mani avanti... - disse sconsolato Sebastian osservando il fratello cucinare.

-Che significa che Al-Cid abbia messo le mani avanti...?- lo interruppe Noel allarmato.

-Beh...convincere Amaya a prendere una decisione sarà quasi impossibile, inoltre come se non bastasse l'unico in grado di farle cambiare idea è Basch... al momento per motivi che entrambi sappiamo, Amaya non lo vuole vedere e lo sta evitando in ogni maniera possibile.- disse Sebastian continuò.-Tu non sai un'altra cosa... c'è stato, qualche giorno fa, un incontro casuale tra Rasler e Gabranth... c'è mancato poco che lui potesse scoprire chi era... Karaii tempestivamente ha scongiurato il peggio.-

Noel era sempre più irritato da una tale notizia, secondo il volere di Amaya, Basch e gli altri non dovevano sapere della loro esistenza, invece era accaduto l'esatto opposto.

-Questo deve rimanere tra noi... Amaya adesso è più tranquilla. Gli e lo diremo quando sarà l'occasione. E riguardo ad Ondore? Al-Cid non ti ha riferito nulla?- domando Noel fissando il fratello, prima di ritornare alle che stava buttando nella pentola sul fuoco.

-Al-Cid ha sistemato Ondore, per il resto dovrebbe farci sapere qualcosa di nuovo nei prossimi giorni appena ci sarà occasione.- si limitò a dire Sebastian.

-Ok.Riferiamo ad Amaya dei principi, il nostro obbiettivo solo loro...per adesso.- lo istruì Noel, mentre ritornò a concentrarsi sulla preparazione della cena.

-Riguardo al resto?? - domandò Sebastian osservando il fratello cucinare.

-Ne parleremo quando sarà il momento. Va a svegliare Amaya, la cena sarà pronta tra poco.- rispose Noel dalla cucina, mentre Sebastian si alzò dallo gabello posto vicino la penisola dirigendosi verso la camera di Noel.

La camera di Noel era spaziosa, arredata secondo il gusto dalmasco, ma dai colori chiari, sul bianco e grigio con un tocco di marrone. Li al centro della stanza, distesa sul letto c'era Amaya che stava ancora dormendo, il corpo snello avvolto da lenzuola di pregiato lino bianco, mentre qua e là si potevano vedere i preziosi cuscini in piuma d'oca.

Sebastian quasi gli dispiaceva disturbare la sua signora, per qualche momento la fissò, era girata di schiena con i lunghi capelli neri sparsi su tutto il letto, la schiena totalmente scoperta mentre il volto era girato di lato, un braccio era disteso mentre l'altro lo teneva sotto di se, contro al petto.

Noel doveva essersi dato parecchio da fare per dar piacere ad Amaya,quella non era di certo la prima volta che i due si davano piacere reciprocamente. Anche Sebastian aveva vuoto modo di combinare qualcosa con Amaya se pur in minor frequenza rispetto a Noel.

Egli  non aveva mai reso la cosa pubblica a differenza del fratello, eppure lui sospettava che Noel sapesse dei suoi trascorsi con Amaya.

Sebastian per quanto era cinico a differenza di Noel, era uno che se voleva qualcosa se la prendeva, non si faceva scrupoli. Il cavaliere si avvicinò alla figura della sua giovane signora , chinandosi su di lei, sussurrando all'orecchio qualcosa che fece svegliare di botto Amaya che si girò vedendosi addosso il bell'huma, tanto che si spaventò.

-Che cosa ci fai?! -esclamò cercandosi si coprirsi con le lenzuola mentre Sebastian la fissava vicino l'ingresso della stanza, una volta allontanatosi da lei.

-Sono tornato... sentivate la mia mancanza?- disse lui ironicamente mentre buttava un 'occhiata alla sua signora, che stava arrossendo.

-Sei in anticipo! Ma immagino che avrai molto da dirmi.- rispose Amaya notando la figura del cavaliere, curiosa di sapere quali novità Sebastian portava da palazzo.

-Per lo più sono buone notizie. Comunque vi consiglio di rendervi presentabile, non vi si addice farvi sorprendere in questo stato.Spero che Noel si sia preso cura di voi come si deve... -disse Sebastian scrutando dall'alto al basso la fanciulla.

-Vorrei essere lasciata un momento da sola, vorrei rivestirmi ed essere più presentabile.-Rispose Amaya con un sorriso di rimando alquanto irritata.

-Come desiderate Eccellenza!- disse il biondo girando di spalle uscendo dalla stanza.

Amaya alzò gli occhi al cielo, prima di buttarsi sul letto esasperata da quella imbarazzante situazione. Quella non era di certo la prima volta che faceva sesso con qualcuno che non era stato Basch e di certo non l'aveva fatta così tragica.

Doveva ammettere a se stessa che quel comportamento per certi versi molto dissoluto era in forte contrasto con la figura che si era sempre imposta. La ragazza impassibile ed imperturbabile, che non commetteva sciocchezze, che sapeva esattamente cosa faceva e cosa voleva.

Forse per la prima volta stava mostrando un lato di se, più frivolo, leggero, più scanzonato da quello del suo passato. Aveva di nuovo"tradito", non una ma più volte... come avrebbe potuto dirlo a Basch. Che cosa provava per Noel veramente?

La ragazza si rivestì in fretta e furia con una semplice veste verde e si diresse in cucina dove l'aspettavano i due gemelli. Amaya si ritrovò Noel e Sebastian che stavano apparecchiandola tavola, sulla penisola c'erano pronte delle tipiche pietanze di Landis. Dei piatti abbastanza semplici e non troppo elaborati rispetto alla cucina dalmasca.

Sebastian fu felice di assaporare il cibo che aveva cucinato suo fratello, da quando era stato a palazzo non aveva fatto gradito la cucina troppo speziata tipica di quel regno, Amaya se ne accorse dei suoi pensieri e commentò, con stupore di Sebastian.

-Questa è cucina...! - disse Sebastian lodando le eccezionali abilità culinarie di suo fratello, osservando l'aspetto invitante delle pietanze.

-Altroché la cucina dalmasca. Vedo che avete assaggiato le nostre tipiche pietanze, un bel ricordo di palazzo? -rispose Amaya ridendosela leggendo lo stato d'animo di Sebastian.

-Era terribile!-aggiunse l'huma fissando la ragazza, Noel invece finiva di sistemare le ultime due pietanze, della carne d'anatra alla brace e un insalata mista con yogurt.

-Felice di sapere che apprezziate la mia cucina !- disse il biondo mentre si accomodava a tavola seguito dal suo gemello ed Amaya.

Quella sarebbe stata una serata tranquilla senza troppi intoppi e pensieri, a palazzo invece le cose non si stavano nuovamente mettendo bene. Ashe dopo aver rivelato il segreto di Amaya aveva dovuto parlare affondo con i suoi amici, aveva anche parlato di cosa poteva succedere se si fosse scoperto la cosa.

Lgiovane regina temeva le reazioni negative da parte non solo del suo popolo ma anche della nobiltà, temeva che potessero sabotare gli accordi presi con Archades, anche Larsa in un certo senso era preoccupato, ma aveva assicurato ad Ashe che le avrebbe dato i suo sostegno qualsiasi cosa sarebbe accaduta.

Tolto questo anche Basch aveva avuto dei grattacapi, specialmente dopo il colloquio con Ashe in cui aveva parlato il giudice Zargabaath, che l'aveva preso in disparte per parlargli di Amaya e la Basch aveva dovuto fingersi Noah, ma ebbe modo di scoprire cose interessanti sul suo defunto fratello ed Ondine.

Ondore inoltre aveva saputo della mossa di sua nipote che rispetto a quanto concordato aveva raccontato tutto al suo gruppo di amici. Halim aveva trovato quella mossa poco saggia, ma non poteva in alcun modo intervenire, Al-Cid lo teneva sotto ricatto.

La rivelazione da parte di Ashe, riguardante la sorella Ondine, aveva lasciato alcuni suoi amici molto sorpresi tra questi in special modo Vaan e Penelo. Balthier invece non sapeva essere sorpreso o divertito da quella situazione così surreale, Fran era invece molto perplessa pensierosa ma col suo modo di fare non lo dava a vedere.

Si era ora mai fatta sera e Balthier con la sua partner se ne stavano tornando alla locanda, quella giornata era stata veramente pesante,soprattutto per entrambi i due pirati.

Appena giunto nella sua stanza Balthier si tolse di dosso i suoi abiti da nobile imperiale, buttandoli sul letto, preparandosi per un rilassante bagno caldo. Era estenuante per lui recitare la parte del nobile archadiano, anche se doveva ammettere che quella parte gli veniva davvero bene.

Il suo fascino archadiano era ben apprezzato dalle dame di corte, che trovavano in lui qualcosa di esotico, rispetto a nobili dalmaschi.

Balthier se ne era ritornato alla sua locanda con una seria di lettere di spasimanti dalmasche, che non avrebbe mancato di leggere durante il suo bagno rilassante.

Fran invece dopo una breve doccia si era cambiata d'abito, indossando qualcosa di più comodo rispetto alla sua solita armatura nera, era uscita per la cena sempre nella stessa locanda, con lei vi era anche Nono il meccanico della Stralh con cui si era messa a parlare della loro aeronave e delle recenti modifiche apportate ad essa.

-Che giornata stancante... -sospirò Fran mentre teneva il volto poggiato su una mano, guardando distrattamente gli ospiti della locanda.

-Si direbbe che è stata una giornata che vi ha preso molto kupò...-le rispose il piccolo moguri.

-Sarebbe stato più semplice se mi fossi occupata della Stralh..- sospirò ancora la viera.

-Con le ultime modifiche che ho apportato alla Stralh non dovrebbe avere problemi durante il volo...kupò - le rispose il piccoletto.

-Se almeno gli huma fossero come le macchine sarebbe tutto più semplice.-concluse la viera mentre Nono la vide versandosi da bere, il piccolo moguri ancora la fissava incuriosito.

Nono non aveva ben capito l'assonanza tra le questioni huma e quelle riguardanti le macchine, un paragone che per lui non stava in piedi.

-Non capisco che vuoi dire kupò! - le disse il meccanico.

-È qualcosa che riguarda Amaya...- rispose la viera fissando il moguri, che si sorprese nel sentire nuovamente quel nome.

-Cosa centra lei con questo?- le domando il piccolino.

-Beh...ha avuto due bambini e nessuno sapeva nulla. Mi domando cosa potrebbe comportare questa cosa...- rispose la viera tutta pensierosa.

-Non è una bella notizia!?- esclamò il moguri, chiedendo un parere a Fran, che non sembrava poi molto convinta. La viera percepiva uno strano Mystes nell'aria, che la fece non poco preoccupare.

-Non lo so Nono, è complicato. -rispose Frasn pensierosa.

-Ecco del perché del tuo paragone così strano.. kupò. -si meravigliò il moguri.

-Sì, comunque vorrei chiederti delle modifiche apportante alla Stralh, serve qualche pezzo nuovo? - domandò la viera voltando il volto verso Nono.

-Non lo so, devo controllare. Questi giorni mi hanno talmente preso che me ne sono dimenticata. Domani penso di andare in giro per far compere.-rispose la viera notando l'avvicinarsi di Balthier.

Il pirata portava una semplice camicia bianca, dei pantaloni azzurri blu Prussia molto slavato tenuti da una cinta in cuoio, mentre portava in torno ai fianchi un grosso cinturone con appesa una sacca in cuoio di piccola dimensione.

Balthier aveva una aspetto rilassato rispetto a qualche ora prima, starsene per un'ora immerso nell'acqua calda aveva per lui un effetto rigenerante. Quella sera il pirata era non in vena di fare chiacchiere, voleva solamente divertirsi.

-Che facce da funerale... -disse il pirata adocchiando la sua patner e il suo meccanico, notando che l'umore non era dei migliori. Fran non era dell'umore adatto per le sue battute, le trovava irritanti e Nono di cattivo gusto.

-Come fai ad essere di buon umore con quello che succede in giro?- domandò sarcastica la viera alzando un sopracciglio.

-Perchè ho i miei buoni motivi... ed oggi con quello spettacolo di Ashe, ho trovato tanti spunti interessanti. Avete notato la faccia del giudice e del povero Al-Cid? Scommetto che sotto sotto erano sconvolti.- disse ghignando Balthier.

-E tu no?- domandò Fran.

-No. Perché dovrei esserlo, non è di me che si sta parlando ma delle corna di Basch... corna dire al quanto lunghe. -disse sorridendo Balthier ripensando a tutta quella vicenda.

-Quella donna non la facevo così spudorata... sta volta mi dovrò complimentare con lei!- disse il pirata alludendo ad Amaya.

-Quello riceverai sarà più di un cinque in faccia lo sai? Non ti sai proprio trattenere vero?- commentò inacidita Fran.

-Lo sai... lui adora certe cose..kupò!- asserì Nono, scrollando la testa, aveva fatto centro.

-Già vero... dimenticavo che il pirata qui presente e un grande stimatore di bordelli... Vediamo se ricordo bene, dove eri fino a tre settimane fa...?- disse Fran alzando ancora di più il sopracciglio, ricordando al pirata il suo momento fugace a Balfonheim.

-Non vorrai farmi una scenata di gelosia...- disse Balthier facendo il piacione.

-Sai che non ti darò mai quella soddisfazione.- rispose Fran incrociandole braccia. -Qui la faccenda è seria. Farai meglio a pregare gli dei che il capitano non scopra il tuo piccolo sporco segreto... perchè a quel punto perderai la faccia con la tua amata principessa.- lo schernì la viera.

Colpito e affondato, Balthier alzò gli occhi al cielo, quella volta se l'era proprio cercata.

-Adesso dove vai?- chiese il pirata vedendo la sua partner alzarsi dalla sedia e andarsene.

-A cenare... ma senza di te!- esclamò Fran allontanandosi.

Balthier era infastidito, non amava affatto che la sua partner lo trattasse in quel modo, era in accettabile. Nono l'osservo e poi guardò la figura di Fran allontanarsi elegantemente e fece un commento più tosto tagliente al giovane huma.

-Tu non la meriti kupò!- Disse il moguri andandosene per raggiungere la viera. Bathier rimase lì per diversi minuti come uno scemo a vedere il resto del suo equipaggio voltargli, per una volta, le spalle. La cosa non gli andò giù, che nonostante ciò decise di divertirsi senza di loro.

La notte era giovane e così anche lui.

Diversamente era andata a Vaan e Penelo i due ragazzi erano rimasti sconvolti dalla notizia sulla sorella di Ashe. A Vaan non era mai piaciuta Ondine, soprattutto non le era piaciuta quando l'aveva conosciuta col nome di Amaya, gli era sembrata la tipica imperiale.

A quel tempo Vaan non aveva per nulla idea di chi fosse in realtà quella ragazza così antipatica. Penelo diversamente dal suo amico, non aveva un opinione così negativa di Ondine, la ragazza aveva conosciuto la principessa quando si era ritrovata con Larsa sull'Ifrit, Amaya le aveva fatto una buona impressione.

La ragazza era molto preoccupata per Ashe e  Basch, ed anche un po' per la stessa Ondine. Non riusciva a credere a quella situazione così complicata, non sapeva cosa pensare, tutto ciò era più grande di lei.

Vaan non aveva fatto altro che farneticare in continuazione da quando,insieme a Penelo, aveva lasciato lo studio di Ashe. Il ragazzino farneticava di quanto Noah non meritasse che il suo sangue vivesse ancora, che Ondine era stata veramente una sconsiderata visto la sua situazione con Basch.

Penelo per poco non se l'era presa a morte con Vaan per le sue stupidaggini.

Certamente era vero che quella situazione era così strana, ma infondo i figli di Noah non avevano nessuna colpa. Vaan doveva ammetterlo, in quel delirio la cosa più importante era stabilire come sarebbero cresciuti quei bambini, il ragazzo non voleva essere nei loro panni.

-Vaan la dovresti finire di dire stupidaggini.- lo rimproverò Penelo mentre si incamminavano verso casa.

-E perche? Ho detto la verità.- esclamò il ragazzo, incrociando entrambe le mani dietro la testa.

-Capisco che tu abbia scelto di mettere da parte il tuo odio per il fratello di Basch, ma qui stiamo parlando di due bambini che non conosceranno mai loro padre.- gli fece presente Penelo, Vaan rimase in silenzio per un attimo prima di riaprire bocca.

-Lui ha ucciso il padre di Ashe, Reks... e se pur non si può cambiare il passato, resta sempre quello che ha fatto. Non ci troveremmo nella situazione  attuale  se lui non avesse fatto quelle cose. -disse il dalmasco stringendo i pugni.

Penelo doveva ammetterlo, quella volta Vaan non aveva tutti i torti, la morte di Recks non gli era ancora passata, gli bruciava ancora dentro.

I due ragazzi erano quasi arrivati al negozio di Migelo, un bangaa che si era preso cura di loro fin da quando avevano perso i genitori.

Migelo era un negoziante, molte volte spesso trattava affari con la famiglia reale soprattutto quando i cuochi reali si rivolgevano a lui per comprare alcune spezie.

Migelo era anche un responsabile del catering per gli eventi a palazzo, con la cerimonia di restaurazione prossima alle porte, il bangaa aveva spesso mandato Vaan e Penelo a palazzo per aiutarlo in questo importante affare.

I ragazzi dovevano semplicemente riferire alla principessa le direttive che dava Migelo ed eventualmente parlare con il maestro di cerimoniali palazzo, un impresa visto che parlarvi era sempre molto occupato.

La carriera di avio pirati di Vaan e Penelo per quanto fosse decollata faceva fatica a mantenere gli standard di quelli di Balthier, così i due ragazzi si ritrovavano spesso ad avere molto tempo libero e molto spesso riempivano questo tempo aiutando Migelo nel suo lavoro.

Il bangaa uscì dal negozio, vista l'ora tarda decise di chiudere.Migelo era così stanco, quando ad un certo punto intravide camminare verso di lui i due ragazzi, Vaan e Penelo.

Migelo fu molto contento di vedere i due e decise di avvicinarsi per chiedere loro delle nuove informazioni riguardo il catering a palazzo.

-Eccovi, vi stavo cercando!- esclamò il bangaa ansiosamente avvicinandosi ai due ragazzi.

-Tranquillo, siamo qui. -Rispose Vaan, mentre Penelo si avvicinà al vecchio bangaa.

-Migelo stavamo venendo da te.-rispose la ragazza.

-Penelo com'è andata? Siete riuscite a parlare con Artemis e Lady Ashe?-chiese il bangaa.

-Non proprio, il maestro di cerimonie Artemis non ha potuto riceverci era molto preso da alcuni problemi riguardo i preparativi. Per il catering ha detto che dobbiamo passare da lui domani mattina, quanto a Lady Ashe al momento è molto presa non solo dai preparativi ma anche da altre questioni.- disse Penelo abbassando lo sguardo.

-Ma mancano meno di due settimane!- esclamò agitatissimo Migelo.

-Hei...non è mica colpa nostra se Ashe è presa da altro e temporeggia con i preparativi!- disse Vaan risultando ancora una volta fuori luogo.

-Vaan fammi il favore di rimanere in silenzio.-gli rispose Penelo spazientita dalle stupidaggini del suo amico.

-Cosa è successo con Lady Ashe?- domandò preoccupato Migelo.

-Alcune cose che riguardano la principessa Ondine. -gli disse Penelo sospirando, Migelo sentendo il nome di Ondine non potè che abbassare gli occhi e invocare la misericordia degli dei.

-Che gli dei abbino misericordia della principessa Ondine...- Vaan fece un espressione assurda mentre discostandosi dai due. Lui la pensava in un certo modo, Ondine non cera così poverina da essere compatita, anzi era solo da biasimare.

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Mia bella gente, lo avete voluto... lo avete desiderato... dopo quasi tre mesi di assenza eccovi un nuovo capitolo.
Stavolta iniziamo col botto e la temperatura sale... come quella di questi giorni, dove dalla Siberia siamo passati ai Caraibi e siamo si finalmente in estate.
Ancora drammi per Amaya... che non si ferma... ma questo capitolo sapete e sempre pieno di rivelazioni... ed abbiamo più di una persona incrisi di gelosia. I nostri amati protagonisti si chiedono quale sia il loro senso di essere li... e come sappiamo ognuno di loro ha una propria ragione.
Già come suggerisce il titolo...E SE FOSSO SOLO SENZO DI ESSERE QUI?... frase tratta dalla canzone di Max Pezzali -Quello che comunemente chiamiamo amore.
Sapete che io amo ogni singola canzone di Pezzali, perchè esse hanno segnato molti momenti della mia vita.
Dopo questo capitolo continuerò a scivere di nuovi è prossimo obbiettivo capitoli quota 147cap mancano alla fine... si avete letto bene. Per tanto penso di scrivere cap da 3000 parole. Per adesso ho intenzione di arrivare a scrivere cal capitolo 80 quindi mi aspettano almeno 50000 parole. Vi starete chiedendo come mai, bene nella storia ci sono tante sotto trame ed intrecci per cui ho intenzione di affrontarli uno per uno... quindi non andro di fretta... e poi mi serve tempo per cordinare il tutto.
Per quanto riguarda Tu che inargenti le sabbie del deserto.. ogni cap sarà sempre di 10000 parole per tanto ci vorrà ancora un bel po' per arrivare alla metà della storia...prima che si inizi nel vivo... si entrerà nel vivo della storia dopo la caduta della Leviatano... perchè diciamolo da lì effettivamente inizia il viaggio dei nostri eroi in giro per Ivalice. E il fatto inizia a stringersi intorno ai nostri personaggi... per adesso stiamo ancora agli inizi quando il party si sta formando.
Il 18 capitolo uscirà a breve....

 

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