the way I said 'I love you'

di yomidomi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** as a thank you ***
Capitolo 2: *** pleading not to leave me, but you cry and go away ***
Capitolo 3: *** because Crisalide is a good name, and you come from a star ***



Capitolo 1
*** as a thank you ***


-salta il fiume, non è difficile!

Lo chiami fiume perché non conosci altri modi per definirlo, anche se fiume non è.

Mi guardi con quegli occhi dolci e caldi e le mie paure vanno via come l'acqua.

-da chi stiamo scappando? io non vedo nulla.

-tu salta!

Il ruscello è stretto, con un bel salto potrei farcela. Mi do la spinta necessaria, ormai questo non è nulla. Un piede mi finisce nel fango e slitta, ma riesco ad aggrapparmi alla terra mentre sussulti spaventato.

Tranquillo, sto bene, ce la posso fare.

Corriamo tra gli alberi e mi sento leggero, come se non toccassi il suolo e le tue scarpe (meglio dire robaccia) si staccano dal suolo per evitare le radici e i sassi e le foglie. Ti fermi rallentando e ti guardi indietro e poi intorno. Sulla tua tempia una goccia sta per scivolare via. Fissi lo sguardo su di me e mi sorridi, non sento più la stanchezza. Che malattia è?

Ad un tratto tiri fuori un libro dalla giacca logorata, e con discrezione me lo passi. Sembri un angelo, ma io sono peccatore perché ti amo.

-l'ho preso in prestito- Mi bisbigli davanti al mio viso. -devo insegnarti a leggere, è qualcosa di meraviglioso.

Tu sei meraviglioso, volevo dirti, mentre sorridi contento.

Apro il libro e vedo tanti segni che non comprendo, cosa sono? Ci passo sopra un dito, le pagine sono morbide e lisce, sembra la pelle di un bambino.

-questo è un libro.

Mi sorridi con il tuo solito mezzo sorriso. Chi non ti conosce potrebbe pensare che tu sia uno di quei ragazzetti cattivi, ma in realtà sei la persona più bella del mondo.

Ti giri e con il tuo coltello svizzero intagli qualcosa sull'albero. Spero siano le nostre iniziali, infatti vedo quel segno che credo sia la lettera del mio nome, che mi avevi fatto vedere, quel segno che stai giusto intagliando sull'albero. -ti amo.

Mi esce di getto. Ti amo davvero, mica scherzo io.

-cosa?

-grazie.

 

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Capitolo 2
*** pleading not to leave me, but you cry and go away ***


Le persone mi spingono, piangono, si disperano, ma io ho le tue mani nelle mie e mi guardi con quegli occhi e mi prometto che sarò diversa, che non sarò come gli altri.

No, è troppo presto. Un fischio mi tappa le orecchie, sento tutto soffocato, la mia vista è soffocata e non riesco a vederti.

-non piangere, ti prego.

Come faccio? La vita è fatta così, è cattiva, e vorrei tanto dirti che non devi pregarmi perché non sono io che decido quando piangere.

-ti devo dire qualcosa che ti ho sempre voluto dire.

-cosa?

-..ti prego.

-cosa?

Ripeto, e ho paura che abbia avuto un tono sufficiente, da dura come sempre. Invece tu mi capisci, mi capisci sempre e mi hai sempre capito, e spero mi capirai ancora.

-io..

-ti amo.

Lo dico prima io, perché sappiamo entrambi che le cose importanti le devo dire prima io, perché non sei mai stato abbastanza sicuro di una cosa, e avevi paura di tutto, ma questa volta ho sbagliato. Eri sicuro, e non avevi paura. Ma la paura ce l'ho io quando il treno fischia, e le lacrime mi offuscano di nuovo la vista.

No! no! no! devo vederti, devo vederti qui con me!

-ti amo.- dice, e mi fa sussultare.

-resta con me.

Me l'ero promessa, eppure ormai sono come tutti, disperata e lacerata, e resta qui con me, per favore.

Ora sto piangendo sul serio, io che non piango mai. Mi prendi la nuca con le tue mani grandi e mi abbracci, e il tuo cuore batte troppo forte e i tuoi singhiozzi sono reali, mentre la gente ci spinge.

Ti afferro, ma tu mi togli le mani e mi lasci dei baci caldi su tutto il viso.

Vedo le tue spalle, i tuoi capelli biondi coperti da quel cappellaccio da militare, e sento il tuo profumo tutto intorno a me. Mi sfuggi tra le mani, poi tra le dita, finché sento solo l'aria pesante e malinconica di quella stazione.

Torna a casa, ti aspetto.

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Capitolo 3
*** because Crisalide is a good name, and you come from a star ***


Il vaso luccica alla luce del tramonto, e mi ricordo della lezione di scienze in cui il prof diceva che i crepuscoli non sono altro che la rifrazione dei raggi solari sul l'atmosfera terrestre. Una goccia cade dalla rosa, non si è mai seccata dopo tutti questi anni. La tocco, i suoi petali sono morbidi sotto il mio polpastrello. Lisci ma ruvidi, soffici ma duri, belli ma tristi, come te. Eri una bella bambina, Crisalide.

-come ti chiami?

Mi guarda e i suoi occhi scintillano. Comete; pianeti; qualche stella lontana.

Non ho mai visto degli occhi blu, sono bellissimi.

-Crisalide.

-è un bel nome, Crisalide.

Mi prende la mano. Guarda il cielo, è una bambina davvero bella, Crisalide. Ma non glielo dico, gli altri bambini non dicono mai ad una femmina che sono belle.

-che stai aspettando?

-la mia mamma.

-e dove sta la tua mamma?

Lascia la mia mano, e sento freddo. Indica col dito una stella, che luccica davvero tanto.

-tua mamma abita su una stella? E come si fa ad arrivare fin lassù?

-anche io abito lì!

Sembra arrabbiata, perché le sue sopracciglia si inarcano e voglio passare un dito per distendere quelle rughette che si sono formate. Sbuffa, è arrabbiata.

-scusa, Crisalide.

-okay.

La sua pelle è come la luna sopra di noi.

Abbasso lo sguardo: il suo ginocchio è sbucciato e del sangue cremisi le scivola lungo la gamba.

-ti fa male?

Scuote la testa di ricci rossi, partono in tutte le direzioni e mi sembra così folle.

-come ti sei fatta male?

-sono caduta da lì.

E indica di nuovo la stella.

Scuoto la testa, questa qui è tutta matta.

-okay, ti aiuto io.

Si siede per terra, e prendo i fazzoletti con cui pulisco la ferita.

-ti fa male?

Di nuovo scuote quei capelli color carota e mi guarda con quegli occhi stellati che mi fanno arrossire.

-ho finito, Crisalide.

-grazie.

-fra quanto arriva la tua mamma?

-dalle il tempo di cercarmi, scemo.

Le ragazze sono cattive a volte, ma lei è molto bella, quindi non dico niente.

Ad un tratto me la ritrovo davanti: i suoi ricci e i suoi occhi sono tutti quello che vedo, e mi sento bene. Mi allunga qualcosa, sembra un fiore.

-è arancione!

-e allora?

-è strano.

-te lo regalo.

Prendo la rosa in mano e arrossisco, nessuna bambina mi aveva mai regalato un fiore.

-ti amo.

Dico, osservando il fiore.

-cosa significa "ti amo"?

-non lo so, l'ho sentito dire una volta da mamma e papà. Sei carina e hai un bel nome, e vieni da una stella. Quindi ti amo.

Alla storia della stella non so se crederci; ma lo vedo che è speciale, è Crisalide.

-okay.

Mi dice, e sorride. Poi mi bacia una guancia, e sento la voce della mamma che mi chiama, è pronta la cena. È buio qui, però gli occhi di Crisalide sono luminosi, e mi riscaldano. Mi giro e la saluto con la mano.

-ciao Crisalide, buon viaggio!

-ciao!

Mi saluta con la mano anche lei, e io corro verso la mamma.

Vedo la luce della casa, e la mamma con il grembiule.

-amore! Dove sei stato?

-ero con Crisalide.

-Crisalide?

-sì, e mi ha dato questa.

Le porgo la rosa, e quando lei la sta per toccare, ritiro la mano. Lei è mia.

-okay amore mio, torniamo a casa.

Mi riscuoto, quella bambina è sempre nella mia mente e la scena si ripete e si ripete e si ripete. Dov'è Crisalide?

Dove sei?

Speriamo che sia ritornata a casa sua, forse le sarà rimasta una cicatrice, forse sta regalando una rosa arancione nella sua stella gialla e rossa come i suoi occhi e i suoi capelli.

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