1980: Severus vs Voldemort

di GattyP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Doppio gioco ***
Capitolo 2: *** Lily Evans Potter ***
Capitolo 3: *** Gli horcrux ***
Capitolo 4: *** Minus ***
Capitolo 5: *** Il processo ***
Capitolo 6: *** Ricercati ***
Capitolo 7: *** Il medaglione di Serpeverde ***
Capitolo 8: *** Il diario di Tom Riddle ***
Capitolo 9: *** Arthur Weasley ***
Capitolo 10: *** La Coppa di Tassorosso ***
Capitolo 11: *** Fuoco maledetto ***
Capitolo 12: *** Harry Potter ***
Capitolo 13: *** La spia di Silente ***
Capitolo 14: *** L'anello dei Gaunt ***
Capitolo 15: *** Hogsmeade ***
Capitolo 16: *** Albus Silente ***
Capitolo 17: *** Il basilisco ***
Capitolo 18: *** Voldemort ***



Capitolo 1
*** Doppio gioco ***


Mi sono imbattuto in questo capitolo nel mio computer... l'ho scritto un paio di anni fa e me ne ero completamente dimenticato. Intanto lo pubblico, poi, con calma, scrivo la storia... E', naturalmente, un What if e riguarda Severus Piton che, di sua iniziativa, dopo aver comunicato la profezia della Cooman a Voldemort, cerca di proteggere Lily e famiglia.

Un saluto a tutti. S.

 

Capitolo 1.

Doppio gioco

 

Dovevo mostrarmi sereno, quasi felice. Sorrisi a Mulciber, che mi stava dando una pacca nella spalla, gli dissi qualche parola gentile per la moglie (“Sarei felicissimo di venire da te, dillo anche a Eloise… non sai quanto apprezzi la cucina dei vostri elfi… ma purtroppo domani sera sono impegnato… noiosi impegni precedenti…”) e mi diressi velocemente verso l’esterno di Malfoy Mannor. Altri volevano parlare con me e farmi i complimenti: ero ormai entrato nel “cerchio magico”, nel ristretto gruppo di maghi a cui il Signore Oscuro si confida.

Che schifo facevano: quasi tutti erano invidiosi… invidiosi dell’onore che mi era stato appena concesso: poter sedere alla sinistra del nostro signore… il massimo dell’aspirazione di tutta quella maledetta congrega di Mangiamorte. Riuscivo a percepire la loro invidia anche senza legilimanzia; e si fingevano interessati a me, e gentili (dopo che per mesi mi avevano umiliato in tutti i modi) per vantaggi personali, per avere della loro parte il nuovo “pupillo” del Signore Oscuro.

Molto meno felice sembrava Lestrange, che non riusciva a controllare la sua rabbia nei miei confronti… retrocesso di una posizione: evidentemente essere il marito dell’amante del Signore Oscuro, quella maledetta Bellatrix, non era stato motivo sufficiente per non permettergli il declassamento, ed io avevo preso il suo posto.

Ma solo da poche avevo compreso quello che avevo fatto… avrei voluto urlare per il dolore, ma non potevo. Dovevo controllarmi. Parlai con tutti, ascoltare quello che mi dicevano con un sorriso sulle labbra e un falso senso di comprensione per tutti i loro stupidi discorsi. Poi finalmente, terminato questo insopportabile teatrino, mi sono diretto, attraverso quel magnifico parco, ai concelli: i pavoni bianchi mi guardavano sbigottiti e scappavano via. Mi sentivo male, sporco, cattivo. Non vedevo l’ora di smaterializzarmi. Ero quasi arrivato.

- Severus! Sei ora nelle grazie del Signore Oscuro! - disse, con un sorriso ironico Bellatrix. Mi aveva seguito: non sarei mai riuscito a sbarazzarmi di lei? - Anche grazie a te, il nostro signore ha finalmente individuato il suo nemico, e quello schifoso mezzosangue sarà presto schiacciato… come anche quel traditore di Potter e quella puttanella della Evans… Niente impedirà alla nostra causa di trionfare…

- Beh - risposi con un tono di voce neutro, mentre avrei voluto cruciarla, solo per l’appellativo che aveva rivolto a Lily - Sono felice che il Signore Oscuro abbia apprezzato il mio lavoro, anche se non è nulla, parlando oggettivamente, rispetto a quello che voi Lastrange fate per lui… - E inchinai leggermente il capo - Ma io non posso sicuramente contestare tutto ciò che il nostro signore dice, e se pensa che io gli sia stato utile, ciò mi rende felice.

Ero finalmente arrivato al di fuori del cancello, lasciai, dopo aver fatto un altro cenno del capo, quella puttana di Bellatrix e, un attimo dopo, mi smaterializzai. Finalmente ero a casa mia: Spinner’s End… un posto balordo, abitato dai più disgraziati dei babbani… lurido, impolverato… Eppure in quel momento mi sembrò incommensurabilmente migliore di Malfoy Mannor..

Non avevo tempo.  Dovevo pensare. Dovevo salvare Lily. Come?

Cercai di fare mente locale e mettere in ordine tutte le informazioni che avevo: dopo aver riflettuto su quella maledetta profezia, che io stesso gli avevo fornito (possa essere maledetto in eterno!), Voldemort aveva deciso che il bambino che doveva morire perché lui stesso sopravvivesse, era il figlio di Potter…  e di Lily.

Del bambino non mi importava niente, tanto meno di quel pallone gonfiato borioso di Potter… ma di Lily sì. Lei non lo sapeva, ma io… l’amavo e la proteggevo… e l’avevo protetta in quei mesi… e avevo protetto anche quel disgraziato di Potter, per quanto mi era stato possibile… per lei…Lei voleva bene a quel cane… Lei non doveva soffrire.

 E ora Voldemort voleva ucciderle il bambino… Immaginai il suo dolore se il Signore Oscuro fosse riuscito nel suo itnento… Anche se lei non fosse morta nell’attacco, la perdita del figlio sarebbe stata straziante per lei… Lei che aiutava tutti, che era la dolcezza e la bontà in persona, che mi aveva voluto bene… sì, come amica, come fedele e tenace amica, per tanti anni… e che mi voleva ancora bene, lo sapevo… anche se l’avevo tradita.

Si era sposata con quel maiale di Potter e aveva avuto un figlio con lui… ma le volevo ancora bene.

Era “nata babbana”… e questo era, per tutti quelli che ora frequentavo (come ero potuto cadere così in basso), qualcosa di orribile e vergognoso… ma non per me. Lei era sempre stata dolcissima con me… Dovevo salvarla… e salvare anche quell’idiota di Potter e quel suo maledetto marmocchio insieme… altrimenti il cuore dolcissimo di Lily non avrebbe sopportato il dolore. E andasse al diavolo il Signore Oscuro, costasse quel che costasse.

Dovevo contattarla ed  avvisarla. Come? La MacDonald, certo. Probabilmente sapeva come contattarla. Se non mi avesse ucciso appena mi avesse visto: sapevano tutti, ormai, che ero un Mangiamorte. E il Ministero aveva autorizzato ad utilizzare le Maledizioni senza perdono a chiunque si imbattesse in un Mangiamorte.

Beh, ora ero in ballo. Da bravo Serpeverde, non amavo il rischio, ma non potevo tirarmi indietro per Lily. Poteva essere con quel giocatore di quidditch, Finnigan. Sapevo dove abitava. Con un po’ di fortuna l’avrei potuta trovare a casa sua. Casa non protetta, dato che Finnigan era troppo in vista per far scomparire nel nulla la sua abitazione. E, un attimo dopo, ero davanti a casa sua.

 

Ero stato fortunato. Stavano rientrando proprio verso casa. Mary sembrava tranquilla, mentre si avvicinava alla porta, al braccio di Finnigan. Dall’ombra, lanciai un Imperius su Finnigan. Troppo facile, non aveva predisposto la minima difesa. Idiota. Non sapeva che c’era una guerra in giro? Gli ordinai di lasciare la porta aperta e, qualche minuto dopo, scivolai dentro la loro abitazione.  I due erano sicuramente in camera da letto e, infatti, salito silenziosamente le scale, vidi la luce accesa in camera. Ok, Finnigan era sotto Imperius, ma la MacDonald no, e non mi avrebbe accolto bene. Lanciai pertanto un petrificus attraverso la parete, poi entrai in camera.

Innervai Finnigan e gli ordinai di andarsene in bagno. Subito, docilmente, mi obbedì, lasciandomi in camera con la sua fidanzata, Mary, semivestita sotto le lenzuola.

Le presi la bacchetta, che era sul comodino, poi le dissi, per tranquillizzarla: - Non ho intenzioni ostili. Devo parlarti. E’ molto importante. Se non urlerai, sarà meglio per tutti. Altrimenti dovrò di nuovo pietrificarti. E’ chiaro?

Logicamente non poteva rispondere, ma sperai nel suo buon senso. Era stata una ragazzina giudiziosa. Tranne che in un’occasione... Che non avevo cattive intenzioni avrebbe dovuto capirlo…

L’innervai e mi preparai a sentire le sue rimostranze.

- Severus? Ma sei pazzo? - mi disse coprendosi meglio con il lenzuolo - Questo è un reato… Non che a voi Mangiamorte importi troppo, ma posso farti arrestare…

- Lily è in pericolo. In un grave pericolo. E  suo marito e suo figlio anche. - Le dissi.

Mi guardò stupita. Sapeva che avevo voluto bene alla sua amica. Era intelligente, Mary MacDonald. E sapeva che io non avrei mai fatto del male a Lily.

- Il Signore Oscuro è convinto che una profezia lo riguardi e, per impedire che si compia, vuole uccidere un bambino nato a luglio… ed è convinto che sia il figlio di Lily… Io vengo qui per salvarla. Se lui sapesse cosa sto facendo mi ucciderebbe. Ora la vita del figlio di Lily, e anche la mia, è nelle tue mani. E probabilmente anche quella di Lily e di quel ... e del marito.

Mi guardò preoccupata. Aveva capito che era la verità.

- E’ sulle loro tracce. Dobbiamo precederlo - aggiunsi.

- Mi vesto e sono subito da te. Girati per favore, Severus - mi disse.

Le lanciai la bacchetta e mi girai. Come se non l’avessi vista completamente nuda, qualche tempo prima… Mi aveva confortato quando Lily aveva troncato la nostra amicizia ed io ero ricorso a lei per intercedere… Insomma, senza che neanche lo volessi, mi ero trovato a letto con lei… Le ero sempre piaciuto, immaginavo. E avevamo avuto una breve relazione, di cui conservavo uno sbiadito ricordo e che forse per lei era stata molto più importante che per me.

- Dai andiamo. Prendimi la mano. Stasera non c’è James, è fuori… E’ da solo con il piccolo... Mando un patronus che mi annunci e poi andiamo direttamente da lei.

Un attimo dopo, lanciato il suo patronus (un pellicano, mi sembrava), mi diede la mano e, un attimo dopo, eravamo in un altro salotto. E Lily Evans Potter mi guardava stupita.

 

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Capitolo 2
*** Lily Evans Potter ***


Capitolo 2.

 

Lily Evans Potter

 

Finalmente la rivedevo… Un po’ sarà stato l’effetto della smaterializzazione, un po’ il fatto che, finalmente era davanti a me, ma mi sono sentito male. Era bellissima: stava camminando, in salotto, con il bambino in braccio - cercava evidentemente di farlo addormentare. Era in camicia da notte - riuscivo ad intravvedere le curve del suo corpo - , il volto pallido, serio, incorniciato da una massa disordinata di splendidi capelli rossi che le scendevano sulle spalle.  I suoi occhi - quegli stupendi occhi verdi - c si mossero velocemente da me, a Mary, poi ancora a me. Le labbra, rosse, chiuse, il viso deliziosamente coperto di efelidi, che conoscevo una per una, che una volta avevo riempito  di baci, una per una… 

 

Quanto mi era mancata! Era un anno che non la vedevo, da prima del matrimonio con quel maiale di Potter… Quando era stata l’ultima  volta? A Notturn Alley (ma che diavolo avevano in mente quell’idiota di Potter e quei maledetti suoi amici a farle rischiare la vita), davanti a Magia Sinister. Casualmente ero di guardia nella strada insieme a Tiberius Rosier: eravamo entrambi protetti da un potente incantesimo di disillusione, quando abbiamo visto Lily, Potter, Black e Minus (toh, mancava il Lupo Mannaro) materializzarsi proprio davanti a noi. Black e Minus volevano entrare nel negozio (idioti: come se due maghi di terzo livello, inesperti, potessero infrangere le potenti maledizioni approntate dall’Oscuro Signore), mentre Lily e quell’idiota di Potter si erano sistemati poco lontano a controllare che nessuno arrivasse). Tiberius, appena li ha  visti, ha puntata subito la bacchetta su di loro sussurrandomi: - Dai, ammazziamoli: il Signore Oscuro ci colmerà di lodi…

Potter era legato a doppio filo a quel maneggione di Silente, era uno dei suoi più fidati collaboratori, e sicuramente Voldemort avrebbe apprezzato se qualcuno l’avesse tolto di mezzo. Se fosse stato solo lui… ma c’era Lily… Senza neanche pensarci, ho schiantato immediatamente Tiberius e, senza che Lily e Potter se ne accorgessero (eravamo coperti, come ho detto, da un potente incantesimo di disillusione), sono rimasto a guardarli. Lily era tesa, mentre quell’idiota di James, euforico e arrogante come il solito, esortava i suoi compagni a far presto e blaterava che avrebbe fatto fuori tutti i Mangiamorte che fossero eventualmente apparsi. Idiota presuntuoso: neanche immaginava  quello che avevano rischiato e che aveva fatto rischiare a Lily…

Lily era bellissima: mi ricordo ancora la sua figura, quella sera, mentre il vento sibilava in Notturn Alley: i capelli mossi dal vento, le labbra rosse, lo sguardo deciso.  Era troppo bella. E straordinariamente buona. Ed era stata mia amica. La mia migliore amica. L’unica amica mia, e c’eravamo voluti bene, fino a quando…

Dopo qualche minuto Black e Minus erano usciti e i quattro se ne erano andati, scomparendo all’istante. Io la continuavo a guardare e, per un attimo, mentre dava la mano a Potter, mi è sembrato che guardasse dalla mia parte, prima di sparire definitivamente… Non mi poteva vedere… perché aveva guardato dalla mia parte? Immaginava che ci fossi io?

Poi, una volta scomparsi, ho dovuto sistemare Tiberius: innestare un falso ricordo (una coppietta di sconosciuti davanti  alla porta di Sinister), svegliarlo, rimproverarlo duramente perché si era appisolato trasgredendo agli ordini del Signore Oscuro…

 

Ora ero a casa sua e Lily mi guardava stupida. Aveva in mano Harry, nato da poco, e, forse involontariamente, lo strinse ancora di più a sé. Poi, con lo sguardo, si staccò dai miei occhi e cercò la bacchetta, che aveva lasciata sopra il tavolo. Ero un nemico…

Ho provato a fare un sorriso. Lei mi ha guardato con un’espressione straordinariamente dura e  si è rivolta a Mary:

- Mary? Cosa hai fatto? E’ un mangiamorte, lo sai…

- Voldemort vuole uccidere Harry e tutti voi - ha detto velocemente - Severus vuole avvisarti…

- E tu ci credi? Tu credi ad un mangiamorte? - ha domandato Lily.

- Sì - ha risposto Mary - Dovresti ascoltarlo…

Intervenni a questo punto io. Era essenziale comunicare le informazioni velocemente: - Il Signore Oscuro ha sentito una profezia che parla della sua possibile caduta ad opera di un bambino che nascerà di sette mesi. Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore... nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi del settimo mese... l'Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto... e l'uno dovrà morire per mano dell'altro, perché nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive... il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore nascerà all'estinguersi del settimo mese... Lui pensa che sia il tuo.

- E come mai tu sai questo, Severus? - mi ha detto, sempre guardandomi con uno sguardo tagliente, ostile, deluso. Aveva appoggiato il bambino nella culla e si era avvicinata a noi. Era ad un passo da me. Mio Dio, sentivo il suo profumo… da quanto non lo sentivo!

Avrei voluto non dirglielo. Mi sommerse un’ondata di disperazione. Ma doveva credermi: -  Perché io gli ho portato la profezia. L’ho sentita dalla Cooman, mentre la pronunciava a Silente… Anche lui la conosce… ma lì per lì non ho pensato che riguardasse te… Poi tuo figlio è nato di  sette mesi, a luglio.

Lily mi guardò inorridita. Distolse lo sguardo, spaventata, da me. In quel momento mi odiava. Ok, l’avevo messo in conto. Ma dovevo salvarla.

- Non voglio essere perdonato per quello che ho fatto, ma ti chiedo di passare sopra ai nostri motivi di attrito, o all’odio che provi per me, per… per il bambino. Lui lo ucciderà… e ucciderà tutti voi…

- E perché devo crederti? Tu hai ucciso per Voldemort, tu hai commesso non so quante nefandezze per essere ammesso tra i Mangiamorte, tu hai venduto l’anima… è un piano organizzato contro James… Sei meschino… - mi ha detto, con durezza. Ma il tono della voce sembrava denotare una piccola incrinatura nel muro di ghiaccio che si era frapposto tra noi. Il pensiero che il bimbo fosse a rischio la preoccupata, lo sentivo. Più dell’odio che ora provava per me.

- Ti apro la mia mente. Faccio cadere tutte le mie barriere… Ti prego… guarda i miei ricordi… Vedrai che non sto mentendo e che siete in pericolo di vita.

E così ho immediatamente liberato la mente, permettendo a Lily di spaziarvi dentro, senza nessun ostacolo. Avrebbe visto tutto: anche la parte più brutta di me e tutto il male che avevo fatto; avrebbe capito cosa pensavo; avrebbe però anche  scoperto il grave pericolo che li sovrastava. E avrebbe compreso perché lo facevo.

La sentii vagare nella mia mente… per qualche minuto. Poi: - Come hai fatto a cadere così in  basso, Sev?

Sono rimasto bloccato dal diminutivo con cui mi aveva chiamato… Solo lei lo faceva…

- Ho sbagliato. Ma su quello che ho commesso contro di te, e il tuo bambino, voglio rimediare. Non chiedo niente e non voglio niente. Ma voglio salvarvi

E poi: - E ora?

- Devi allontanarti da questa casa, insieme a tuo figlio, subito. Invia un patronus a tuo marito chiedendogli di raggiungerti. Affidatevi a Silente. Potreste utilizzare l’incanto Fidelius e Silente potrebbe essere il vostro custode segreto. Io non dirò niente al Signore Oscuro, te lo giuro. Sai che ho il completo controllo dei miei ricordi...    Non potete però farvi vedere più in giro. Lui non perdona, nessuno lo ferma, è spietato. E nessuno è in grado di opporsi a lui… Forse solo il vostro Silente, ma ho i miei dubbi.

Lily mi guardò. In quel momento non mi odiava, lo sentivo. Era preoccupata e mi era riconoscente.

- Grazie, Sev - mi disse.

- Ti prego solo di non dire a nessuno che sono stato io ad avvisarti. Se lo venisse a sapere il Signore Oscuro non avrei un minuto di vita… e non potrei proteggervi… - le dissi.

Stranamente non mi importava della mia vita… mi importava solo di proteggerla…

- Te lo giuro, Sev. Ma come facciamo?

- Se Mary acconsente, ho un piano…

E così discutemmo, e poi mettemmo in pratica velocemente, il mio piano. Dovevo obliverare Lily e innestarle un falso ricordo… Lei si sarebbe ricordata solo che Mary le forniva la profezia. E Mary l’aveva avuta da me... Lei le diceva, nel falso ricordo, che noi due avevamo passato insieme la notte e io mi ero confidato… Silente ci avrebbe creduto, anche perché lui conosceva la profezia (ma, contorto com’era non aveva voluto mettere in allerta Lily e Potter… forse voleva utilizzare loro due e il bambino come esca? Quell’uomo era pericoloso…).

Prima dell’obliverazione, Lily, cosa che non mi aspettavo, venne verso di me e… mi abbracciò.

- Grazie, Sev - mi disse semplicemente - Vorrei ricordare quello che hai fatto per noi… ma non è possibile, vero?

- Un giorno forse di ridarò il ricordo… Ora però non è possibile… Se ne accorgerebbero e sarei in pericolo…

Una lacrima le era scesa sul viso. Io, goffamente, la circondai con le mie mani. Sentivo il suo profumo. Mi persi per un attimo nei suoi capelli e nel suo profumo.  Oddio, quanto era bella…

- E’ meglio andarcene - disse in quel momento Mary - Facciamo veloce.

Mi ero scordato di lei. Se ne stava in disparte, seria.

Obliverai Lily, che mi guardava ora con uno sguardo spento. Le inserii il falso ricordo, poi, prima di sparire, insieme a Mary, le diedi un ultimo sguardo. Era tornata vicino alla culla del bambino.  Oddio, quanto era bella.

 

Mi ritrovai in camera  da letto di Mary, dove eravamo partiti.

- Grazie, Mary. Non so come ringraziarti - le dissi. Ero pronto per andare.

- Sono stato contento di aver contribuito ad ingannare Voldemort ed aver salvato Lily. E, sul ringraziamento, lo so io. Cos’è che hai immaginato… che passavamo la notte insieme? - mi disse, con uno sguardo malizioso.

E poi: - Mi sei mancato…

Mi guardava negli occhi. Si tolse velocemente la maglietta e si avvicinò a me. Le sue labbra si appoggiavano sulle mie. Sentivo il suo seno premere sul mio petto. Mi guardò con uno sguardo malizioso. Come fare a dirle che non potevo? Che amavo solo Lily? Che con lei  era stato uno sbaglio? Mi distrassi un attimo… Devo essere sincero? Guardavo il suo seno. Lei sorrideva. Mi stava togliendo il mantello… Cosa avrei dovuto fare? Era bella, Mary MacDonald. Avrei dovuto rinunciato a un po’ di conforto?

Non lo saprò mai perché, approfittando  anche del mio attimo di distrazione…. qualcuno nell’ombra ci schiantò.


 

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Capitolo 3
*** Gli horcrux ***


Capitolo 3.

 

Horcrux

 

Quanto sono stato reinnevato, mi trovavo in un altro luogo… un po’ lugubre a dire il vero. Mi trovavo in un salotto, su un divano e, poco lontano, un tavolo in mogano con serpenti intrecciati. Pesanti tende nere coprivano le finestre. E, nell’ombra, ho intravvisto una persona: il mio aggressore, evidentemente, che  si aveva portato in quel luogo, nell’ombra, con in mano la mia e la sua bacchetta.

- Severus - mi disse, alzandosi ed uscendo dal cono d’ombra - Mi dispiace averti interrotto sul più bello…

Le sorprese non finivano mai. Davanti a  me stava Regulus Arcturus Black, uno dei più giovani e zelanti mangiamorte al servizio del Signore Oscuro. Sempre elegante, sempre impeccabile. Un automa, freddo, attento, disumano. Ero finito. O no? Perché non mi aveva consegnato?

Con un gesto che per lui era caratteristico, si spostò la frangia dei capelli e si avvicinò a me. Mise via la sua bacchetta e mi consegnò la mia. Ok, non mi era ostile. Cosa stava succedendo?

- Stavo sorvegliando, per ordine dell’Oscuro Signore, l’abitazione di Finnigan - mi disse -  Non ho idea sul motivo per cui interessino, lui o la sua fidanzata, l’amica dei Potter, all’Oscuro Signore. E ti ho visto arrivare.

Ho avuto un moto di fastidio. Nei miei confronti. Come potevo essere stato così idiota da non accertarmi se la casa fosse sorvegliata. Era stato un errore, un grave errore. Mi ero comportato peggio di un pivellino inesperto.

- Non rimproverarti - mi disse Regulus - Ero dissimulato con un incantesimo protettivo e non penso che saresti riuscito a individuarmi…

Mi sottovalutava. L’avrei individuato, se non fossi stato così idiota. Era un’azione di routine, quella di accertarsi che nessun pericolo ci fosse prima di iniziare un attacco. Solo quegli idioti dell’Ordine della Fenice, in prevalenza Grifondoro creativi e disposti a non rispettare le elementari norme di prudenza, si sentivano autorizzati a comportarsi in modo così cretino. Un serpeverde che si rispetti non doveva mai allentare la guardia.

Ora però, più che recriminare con me stesso, ero curioso di sapere perché Regulus Black si stava comportando in quel modo. Mi aveva sorpreso dandomi la bacchetta. Non era il fedelissimo del Signore Oscuro? Uno dei suoi più brillanti seguaci? E non aveva ormai le prove che io lo avevo tradito?

- Ti ho visto arrivare e ti ho seguito dentro casa - continuava Regulus -  Ho sentito i vostri discorsi e vi ho aspettato. Pensavo che, prima o poi sareste ritornate. Quindi vi ho schiantato e ti ho portato a casa mia, dove non c’è nessuno, oggi. La tua biondina, Mary MacDonald, avrà un bel mal di testa, quando  si  sveglierà, e  si chiederà che fine tu abbia fatto… Tu raccontale quello che vuoi, ma non menzionarmi. Va bene?

Naturalmente assentii, quasi meccanicamente. Ero sempre più stupito. Avrebbe dovuto consegnarmi all’Oscuro Signore. Regulus, quindi, batté le mani chiamando: - Kreacher!

Apparve subito un bruttissimo elfo: - Comandi, padrone.

- Una bottiglia di vino elfico, per favore!

Poco più tardi, davanti a due calici, continuò a parlare.

- Giochiamo a carte scoperte… o almeno scopriamole un poco. Tu vuoi bene alla Evans, è evidente. Hai tradito la fiducia che il Signore Oscuro riponeva in te, avvisandola. In effetti, ricordo che eravate piuttosto affiatati, ad  Hogwarts… Poi lei si è messa con Potter e tu hai scelto di entrare tra i Mangiamorte… o il contrario, non ricordo bene…

Non dissi niente, ma era come se  avessi acconsentito. Sì, eravamo piuttosto affiatati. Molto di più di quello che chiunque potesse immaginare. E rimpiangevo ogni momento quei giorni, e quelle notti, passate nella Stanza della Necessità, escludendo tutto il mondo, magico e non, fuori da quella porta, e le sue labbra, e il suo seno, e il suo corpo…

- Io ho i miei motivi per stare dalla tua parte - continuò - Ho deciso di combattere il  Signore Oscuro. E so come colpirlo…

Beh, questo era un colpo di scena. Avevo un alleato. Inaspettato. Ma anche  molto presuntuoso. Il Signore Oscuro non poteva essere sconfitto. E sono intervenuto: - Regulus, sinceramente. L’Oscuro Signore è al di fuori della  nostra  portata… Cerchiamo di essere realistici.  E’ tanto se riusciamo a salvare qualcuno a cui teniamo… Ti ricordi cosa è successo con gli auror del gruppo di Wilkins?

Erano quattro auror, piuttosto inesperti, che volevano ostacolare il nostro attacco a Notturn Alley, tre settimane prima (dovevamo eliminare un traditore, o almeno uno che l’Oscuro Signore considerava tale). Li avevamo catturati senza troppi problemi e portati a Murge Castle, dove erano stati eliminati dal Signore Oscuro in persona, che li aveva presi in giro dando loro le bacchette e non curandosi di tutte le maledizioni senza perdono che gli inviavano contro. Wilkins era rimasto l’ultimo, ed era stato torturato da Voldemort, alla presenza mia, di Dololohov e di Regulus… Il patetico tentativo di quel disgraziato di inviargli un Avada Kedavra non aveva fatto nessun effetto sull’Oscuro Signore, se non un ghigno divertito e una frase:  - Povero Wilkins… non sai che sono immortale? - Prima di farlo, letteralmente, a pezzi… E io e gli altri mangiamorte stavamo a guardare, impassibili… Avevo negli occhi ancora le parete cosparse di sangue e gli schizzi fino al soffitto, e il suo corpo smembrato disseminato per tutta la sala…

- Sì… ma io so il suo segreto… - mi ha detto Regulus - Non riuscirei a portare a termine la missione da solo e, ora che so che sei dalla mia parte, te ne rendo partecipe. Ma, una volta saputolo, la tua vita non varrà più niente, se l’Oscuro Signore lo scopre… Te la senti?

Ok, dovevo giocare a carte scoperte: - Devo salvare Lily Evans. L’hai capito. Ci tengo. Sono con te. Qualsiasi siano le conseguenze.

Regulus fece un piccolo cenno di assenso con il capo, poi chiamò di nuovo l’elfo, a cui disse: - Ti ordino di raccontare, ora, al mio amico, qui,  tutto quello che hai fatto insieme all’Oscuro Signore.

L’elfo cominciò allora a spiegarmi di un viaggio fatto da lui, insieme al Signore Oscuro,  in un luogo segreto in mezzo ad un lago, in una caverna sull’Atlantico, dove quest’ultimo aveva nascosto uno speciale medaglione, coperto da molte protezioni magiche. E voleva sacrificare l’elfo, per sperimentare le protezioni che aveva posto sul luogo. Ma questa parte del piano non gli era riuscita, perché l’elfo era tornato vivo a Grimmauld Place, senza che l’Oscuro Signore lo scoprisse.

- Il Signore Oscuro non capisce la magia elfica. E non sa che un elfo si può smaterializzare anche in luoghi preclusi ad un mago - concluse Regulus.

- E… quello che ha nascosto nella caverna… - provai a dire.

- Dovrebbe essere… un horcrux. Ha fatto qualche allusione in quel luogo, alla presenza di Kreacher, convinto   che sarebbe morto in quel luogo…

Horcrux. Magia oscura. Della più pericolosa. Divoro libri, o meglio li divoravo. E in uno sulle maledizioni senza perdono avevo trovato queste testuali parole, che mi avevano colpito: “Naturalmente se l’anima è stata divisa con la peggiore delle magie oscura, quella degli horcrux, la più terribile delle maledizioni senza perdono non ha nessun effetto”. Mi ricordo che avevo chiesto cosa fossero questi horcrux al prof. Lumacorno. E l’ho sentito imbarazzato… mi ha detto blande e confuse parole… ma sono un legilimens… e anche piuttosto bravo… e sono riuscito ad entrare nei suoi pensieri senza che se ne accorgesse, qualche tempo dopo… Aveva bevuto troppo, mi ricordo, quella volta, e, mentre mi fissava ed aveva allentato le barriere mentali, l’ho visto parlare con un ragazzo proprio degli horcrux…  Poteva benissimo essere l’Oscuro Signore da giovane, che era stato suo allievo! E il ragazzo voleva dividere l’anima in… sette parti! Ero rimasto colpito  (“chissà poi se l’ha fatto”, mi ricordo di aver pensato) e non l’avevo mai detto a nessuno.

Va bene, bisognava giocare a carte scoperte, avevamo detto: - Beh, potrebbe essere. Il racconto dell’elfo conferma quello che sospettavo, Regulus. Non l’ho mai detto a nessuno, ma ora ti spiego quello che ho capito, da solo, diversi anni fa…

E gli ho raccontato quello che avevo scoperto con Lumacorno.

- Cioè… - mi diceva Regulus, spaventato - ora mi vuoi far capire che l’Oscuro Signore ha diviso la sua anima in sette  parti, creando sette horcrux?

- No… penso sei. Una deve rimanere con lui. Ed una l’abbiamo trovata. O almeno sappiamo dove si trova…

Ho avuto poi un’illuminazione. Il ragionamento poteva essere giusto…

- E, ora che ci penso - ho aggiunto - il sesto horcrux non è stato ancora creato, probabilmente. Quando ho riferito quella maledetta profezia all’Oscuro Signore, lui è sembrato felice e ha detto: “Perfetto. Così con quel marmocchio posso completare il mio piano, e giungere là dove nessun mago è giunto”. E si è messo a ridere. Mi sembrava logico che si riferisse al dominio sul mondo e alla sua sicurezza personale…Nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvie…, ma ora, pensandoci bene, potrebbe essere il completamento del suo folle piano sulla sua immortalità… Per creare un horcrux occorre commettere un omicidio… e le vittime non sono state evidentemente scelte a caso. Per l’ultimo horcrux vuole utilizzare il figlio di Lily…

Rabbrividii, non volendolo. Era malvagità pura.

- Quindi, se hai ragione, dobbiamo cercarne quattro… più quello che abbiamo individuato. E che dovremo comunque distruggere, prima di affrontare l’Oscuro Signore

- Con l’ardemonio? Per quanto ne so, è l’unica cosa che possa distruggere un horcrux… - ho buttata

Non è che la cosa mi piacesse: l’ardemonio è il fuoco maledetto. Difficilissimo da gestire. Io non ci avevo mai provato, anche se, in teoria, sapevo qualcosa…

- Vedremo, Severus - mi rispose Regulus.

- Ma… - gli dissi - io ho un valido motivo per volerlo morto, l’hai  capito. Tu… perché fai questo?

- Devo salvare la mia anima… e una persona  a cui tengo… Ma preferisco non parlartene ora. Un giorno sì. Comunque sono dalla tua parte. Questo ti è chiaro, no? Anch’io voglio la sua morte…

Insomma, ora avevo un alleato. Parlammo a lungo, quella sera. Ci saremmo consultati da lì a quindici giorni. Intanto avremmo  tenuto gli occhi aperti. Intanto io sarei stato tranquillo: Lily sarebbe stata al sicuro; Potter, se fosse stato intelligente, anche. Si sarebbero nascosti. Anche se confidare nell’intelligenza di Potter era un rischio. Per eliminare alla radice il problema, bisognava eliminare l’Oscuro Signore. Il bambino sarebbe potuto essere essere mio figlio… e anche se non lo era, non me ne importava. Lily avrebbe potuto scegliere, una volta eliminato l’Oscuro Signore, tra quel bullo di Potter e me. E avrebbe scelto me, ne ero sicura, se avessi giocato bene le mie carte. Avrei voluto bene a quel bambino, come se fosse stato mio figlio. E questo Lily lo sapeva…

Ma, prima di affrontare l’Oscuro Signore, dovevamo individuare quali fossero e dove avesse  messo i quattro horcrux mancanti. Il che, sicuramente, non sarebbe stato semplice.

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Capitolo 4
*** Minus ***


Capitolo 4

 

Minus

 

Voldemort era infuriato. Lily e il bambino erano introvabili. Naturalmente, per mia fortuna, attribuiva la colpa della scomparsa dei Potter a Silente, che conosceva la profezia e, secondo lui, li aveva nascosti in qualche luogo segreto, evidentemente sotto Fidelius, per proteggerli.  Io però non ero ancora tranquillo: non mi fidavo di Silente, l’unico mago in grado di opporsi all’Oscuro Signore, e delle sue discutibili idee del “Bene superiore” che l’avevano portato, una volta, lo sapevo, ad essere ad un passo dal guidare un gruppo di maghi contro il Ministero… Secondo me, se gli fosse servito, avrebbe sacrificato Potter, Lily, il bambino o chiunque altro “per il bene superiore”, magari come esche per attirare l’Oscuro Signore.

Ma, soprattutto,  non mi fidavo di Potter e dei suoi maldestri amici: erano capaci di uscire dal rifugio segreto per andare a mangiare un gelato da Fortebraccio, quelli!  Incoscienti come erano, avrebbero potuto fare qualsiasi cosa… Erano in tutto e per tutto dei tipici Grifondoro… con tutti gli aspetti negativi di quella maledetta casa… spacconi, incoscienti, maldestri, approssimativi… solo Lily era… praticamente perfetta… Ma lei era Lily, una ragazza buona, dolce, sensibile… certo, anche coraggiosa e intelligente… e, secondo me, il Cappello, avrebbe  potuto metterla in qualsiasi Casa. Proprio in Grifondoro, doveva metterla, maledetto pezzo di stoffa!

Comunque, per il momento, le mie più fosche paure non si erano realizzate: Potter e famiglia erano scomparsi e, per quanto in quei mesi l’Oscuro Signore ci facesse perlustrare i quattro angoli del Regno Unito a cercare Lily, il marito o gli amici di Potter, non riuscivamo ad individuarli. Gli amici di Potter erano Black (l’arrogante fratello di Regulus), Minus (l’anonimo piccolo amico, piuttosto scialbo a dire il vero) e Lupin (il Lupo Mannaro, particolarmente odiato, in quanto tale, dall’Oscuro Signore): forse voleva farli catturare (ci aveva proibito di ucciderli) per utilizzarli come esche ed attirare Potter… ma era solo una mia impressione, perché l’Oscuro Signore non spiegava certamente i suoi piani a noi, comuni mangiamorte.

Intanto io e Regulus avevamo tenuto discretamente  le orecchie tese ed avevamo, forse, capito dove si trovassero, forse, addirittura tre horcrux, anche se non avevamo capito quali oggetti fossero… Un bel colpo, comunque!…  Di oggetti importanti e misteriosi aveva infatti parlato Bellatrix e Lucius Malfoy, alla presenza di Regulus, durante una cena in casa Black. I due si erano vantati di essere nelle grazie del Signore Oscuro, il quale aveva consegnato ad entrambi qualcosa di molto importante perché lo mettessero al sicuro, perché lo difendessero gelosamente.  E, in quell’occasione Voldemort stesso poi aveva detto ghignando, secondo Lucius Malfoy, di avere piazzato qualcosa di impensabile “sotto gli occhi di Silente”…

- Io - mi ha detto Regulus in uno dei nostri incontri (ci vedevamo ogni quindici giorni per fare il punto sulla situazione) - a questo punto li ho esortati a proteggere questi oggetti nel modo più consono e Bellatrix è uscita con la frase che, su questo,  non c’era problema… che il marito l’aveva portato nella loro camera blindata, alla Gringott, dove solo loro potevano entrare... E anche Malfoy ha accennato all’impossibilità di penetrare nei più segreti recessi di Malfoy Manor…

- Dunque, riepilogando - ho concluso - conosciamo l’ubicazione di quattro horcrux: il medaglione nel Lago; un horcrux affidato a Malfoy (che l’ha nascosto nel Manor), un altro ai Lestrange (che l’hanno portato nella loro Camera Blindaa), un quarto “sotto gli occhi di Silente”, cioè evidentemente ad Hogwarts.

Certo, non sapevamo che oggetti fossero, ma, intanto, avevano individuato la collocazione di quattro di essi … ne mancava solo uno. La nostra ricerca procedeva e, anche se molta  strada era ancora da fare (dovevamo capire cosa fossero e, soprattutto, individuare il quinto horcrux; infine dovevamo distruggerli tutti e, ultima azione, eliminare l’Oscuro Signore… eravamo presuntuosi, non  c’è che dire!), avevamo fatto degli importanti passi in avanti.

 

La situazione tuttavia precipitò. Eravamo a Malfoy Mannor, in una delle interminabili riunioni a cui ci sottoponeva l’Oscuro Signore (che consistevano in  suoi lunghi monologhi sulla conquista del mondo magico… cominciava a diventare paranoico… intervallati da domande rivolte ad ognuno di noi sulle missioni che ci aveva affidato), quando Lestrange, giunto in ritardo, disse, davanti a tutti, di essere riuscito a mettere le mani su Peter Minus, l’amico di Potter. Inutile  dire la gioia dell’Oscuro Signore che, rivolgendosi a Rosier, gli ha ordinato di “andarla e prendere” (ho capito dopo chi) e a Lestrange ha detto di portare subito qui l’amico di Potter.

Poco dopo, nella sala da pranzo di Malfoy Mannor, è ricomparso Lestrange e,  di fianco a lui, il piccolo Peter Minus incatenato con corde magiche. Noi stavamo guardando, immaginando lo scempio che ne avrebbe fatto l’Oscuro Signore (gli interrogatori che  si  svolgevano  davanti ai nostri occhi si concludevano nel modo più cruento possibile), che  tuttavia, quella volta,  accolse il piccolo Minus con apparente affabilità. A che gioco giocava?

- Oh, Voldemort apprezza il coraggio dei suoi avversari - diceva, senza apparente sarcasmo, a un Minus tremante - ed è fiero di trovarsi di fronte ad un grande mago… Ho apprezzato il tuo intervento a Manchester e, anche se siamo in due lati opposti della  barricata, ti ho  sempre ammirato…

- Io non t-tradirò mai i m-miei amici! - disse coraggiosamente Minus, senza guardare però negli occhi l’Oscuro Signore

- Ma io non voglio che tu li tradisca! - continuava l’Oscuro Signore - Confido che tu possa tornare da loro e comunicare che io, a differenza di Silente e del Ministero, voglio il bene del  Mondo magico, voglio che  nessun mago debba nascondersi, voglio che i bambini, magici e non, crescano come fratelli in un mondo  migliore… i Babbani sono nostri “fratelli minori” e dobbiamo aiutarli… perché permettiamo che si facciano del male da soli… perché  non guidarli? Vorrei solo spiegarmi con loro… sono pieni delle malsane idee  di Silente e del Ministero… tu non sai cosa dicono di me…

Minus ora lo guardava, perplesso.

- Qui con noi c’è il prode Regulus… uno dei miei più fidati seguaci… Perché suo fratello non dovrebbe prendere il posto che gli compete nella futura  società che  fonderemo insieme? E Potter? E’ un purosangue… potrebbe  aspirare a cariche altissime, se capisse qual è il vero interesse della società magica… e anche di quella babbana, che guideremo verso un futuro felice, senza divisioni e guerre…

Il discorso sembrava piacere a Minus, che ora guardava interessato l’Oscuro Signore, che poi continuò: - Certo, non tutti siamo uguali. Io, per esempio, non posso accettare che un lupo mannaro abbia gli stessi diritti di un mago… Sì, lo so, ti fa onore la tua amicizia con Remus Lupin… Nella nuova società i lupi mannari, come i vampiri e i troll, saranno confinati in apposite zone, dove potranno interagire tra loro e non portare il loro odio nei confronti dei pacifici maghi e babbani… Ma non ho intenzione di uccidere nessuno, te lo assicuro, né di spargere il sangue magico…

E, con un colpo teatrale, l’Oscuro Signore tolse tutte le catene  magiche che legavano Minus. Poi, rivolgendosi ad uno sbalordito Lestrange: - E ora, restituiscigli la bacchetta…

Minus prese avidamente  la bacchetta e se la mise nella tasca del mantello.

- Ma… posso andare? - provò a dire.

- Certo… ma prima… per dimostrarti la mia buona  volontà… ho un regalo… per te… Poi potrai andare quando vuoi… Considerati un ospite… Devi solo smaterializzarti fuori del cancello, perché qui ci sono potenti protezioni… Ma puoi muoverti come vuoi, e nessuno di impedirà di aggirarti… ma ecco, il mio regalo…

Era entrato infatti, Rosier con… Mary MacDonald! La ragazza, evidentemente, era stata presa prigioniera qualche giorno prima: aveva lividi in varie parti del corpo, sangue raggrumato sul collo e sulle braccia, le vesti strappate.  Forse era sotto  Imperius, perché seguiva docilmente quel porco di Rosier. Quando l’avevano presa? Cosa le aveva fatto?

- Falle bere questo! - disse a Rosier.

Una piccola pozione apparve nelle mani di Rosier che la fece inghiottire, senza nessuna difficoltà a Mary.

- Un piccolo dono per te, Peter Minus. Vorrei solo che riportassi le mie parole di pace ai tuoi amici… Il tuo amico James Potter  ha Lily… bella ragazza, non è vero…. ti è sempre piaciuta, Peter Minus…. lo so… ma lei non ti ha mai guardato… gli piacevano ragazzi con più carisma… non ha guardato la fedeltà, la tacita devozione, la bontà di un umile e gentile amico…

Minus guardava Voldemort, come si guarda, probabilmente, un serpente a sonagli. Era come ipnotizzato da lui…

- Marlene? Anche lei era un bel  tipo, non è vero, amico mio? Peccato che, prima di te, è arrivato Black… Sirius Black… Non si è fatto problemi a portarsela  a letto… Ti ricordi, gli avevi composto una  poesia… Ma lei evidentemente era interessato a qualcos’altro…

Minus guardava il Signore Oscuro e sembrava soppesare tutte le sue parole. Poi guardò per un attimo Mary MacDonald (che lo stava fissando con interesse, così almeno sembrava) e tornò a guardare l’oscuro Signore.

- Anche Lupin… il lupo mannaro… molto lodevole che tu lo consideri tuo amico… ma è un essere inferiore, siamo sinceri… lo so, sei buono, tu vuoi bene all’altro tuo amico, dell’inseparabile quartetto. Ha scopato la qui presente Mary MacDonald, lo sapevi? Ma non ti ha detto niente… Mary…. quella biondina che anche tu adocchiavi…. l’ha data a tutti, ma non a te…. o mi sbaglio?  

- N-non è vero! - provò a dire quell’idiota.

- Beh, caro  Minus. Forse mi sbaglio io… Ma ti ho fatto un regalo… Ti piaceva la MacDonald… beh, te l’ho portata… Mi sono permesso, caro piccolo Minus, di farti un regalo… un omaggio… Amortentia maior, una pozione proibita, che solo pochissimi riescono a fare… il mio bravo Rosier l’ha costretta  a berla… Ora stravede per te… Farà qualsiasi cosa tu voglia… Prova a dirle qualcosa…

- N-no! N-non la voglio! - ha detto quell’inetto...

- E’ un regalo… ora è innamorata di te… potrebbe essere la tua schiava… per sempre… legata a te fino alla morte da un amore servile… potrai  fare quello che vuoi di lei e lei ti obbedirà, in tutto e per tutto… devi solo farla tua… portartela a letto… nelle prossime ore, e il sentimento di amore, di devozione nei tuoi confronti sarà irreversibile… e la salverai anche da Rosier e dai suoi amici che, penso, in questi giorni, si siano divertiti con lei… farai un’opera buona…

- M-ma io non p-posso dirti dov’è J-james P-Potter… Non sono il custode s-segreto… - riuscì a biascicare quel verme. Si vedeva dagli occhi che desiderava Mary… l’avrebbe fatta sua…

- Ma io non ti chiedo niente… Va’ di sopra… prenditi la ragazza… che sarà per sempre tua… e mi basta che tu dica a James.. .e alla sua gentile famiglia… che voglio parlare con loro… poi parlerò anche con Sirius Black… e con il Lupo Mannaro… vedrai che li convincerò tutti a passare dalla nostra parte… saremo tutti amici… per un mondo migliore… intanto tu vai di sopra… sarà per sempre tua…

E poi, rivolto a me:

- Severus, accompagnali di sopra, nella camera degli ospiti, e rimani fuori della porta finché non avranno finito - mi disse. E poi a Minus: - Vedi… siamo noi i tuoi amici… noi non ti disprezziamo… noi non ti prendiamo in giro… noi siamo sempre dalla tua parte… La MacDonald diventerà la tua piccola schiava personale e nessuno lo saprà…

Mi ricordava un serpente a sonagli. E Minus era stato del tutto soggiogato.  Ora guardava Mary MacDonald che lo guardava adorante…

L’Oscuro Signore mi fece un cenno… come per dirmi di muovermi

- Peter Minus, puoi fare qualsiasi cosa con la MacDonald. Hai la sua vita nelle tue mani. Sarà d’ora in poi la tua schiava… Approfittane… dai… è un regalo che ti fa il Signore Oscuro, il tuo nuovo amico…

Lui era come ipnotizzato e, mi accorsi, il suo sguardo lussurioso denotava voglia di possederla.

- Venite - dissi loro. E li condussi di sopra, nella  stanza degli ospiti. Nella prima stanza libera.

- Rimango fuori a fare la guardia - gli dissi - come ha detto l’Oscuro Signore.

Ora potevo pensare. Mary era stata rapita. Finnigan forse ucciso. Da come era ridotta (lividi, vestito stracciato), Mary era stata torturata, e anche probabilmente violentata, da qualche Mangiamorte. Forse  proprio da Rosier, che era una bestia, per queste cose, o da qualcuno del suo gruppo. E ora quel ratto di Minus poteva approfittare della situazione per farla sua. Ormai Minus era passato dall’altra parte, dalla parte di Voldemort. L’avrebbe utilizzato per attirare Lily e quell’idiota di Potter in trappola; ormai Minus era perduto: aveva venduto la sua anima.

Aprii lentamente la porta e li vidi. Lei, completamente nuda, nel letto, disposta a  fare qualsiasi cosa volesse quell’animale… povera Mary, sotto Amortentia…; lui, sopra di lei, schifosamente nudo e impegnato a muoversi scompostamente sopra di lei e dentro di lei. Senza nessun amore. Solo con la voglia di possederla. Con un’espressione schifosamente lussuriosa.  E, contemporaneamente, pronunciava parole oscene…

Ok. A questo punto non avevo altre scelte. Lanciai un muffiato (nessuno doveva accorgersi di quello che stavo facendo, altrimenti non sarei potuto sopravvivere… beh, era comunque questione di giorni, perché il Signore Oscuro non avrebbe mai tollerato il mio tradimento… doveva darmi una punizione esemplare, anche per far capire agli altri cosa succedeva se qualcuno l’avesse tradito), puntai la bacchetta contro quell’animale, senza nessun rimorso, lanciai verso di lui un “Avada Kedavra”. Un lampo verde uscì dalla mia bacchetta e lo colpì in pieno petto.

Quell’animale cadde a terra, come un sacco vuoto. Morto. Ora mi ero bruciato e dovevo scappare. Con Mary, se mi fosse stato possibile..

- Presto rivestiti! - urlai a Mary.

- L’ha- l’ha- l’hai ucciso! - mi strillò per tutta risposta la mia amica. Certo, evidentemente era sotto Amortentia e non poteva reagire se non così.

Mi stava venendo addosso, infuriata, ma in pochi secondi le bloccai le mani dietro la schiena, le legai con una corda magica e, prima ancora che potesse tentare qualcosa,le aprii velocemente la bocca infilandole dentro una fiaschetta di Reversus, che portavo nel mantello. Qualche secondo dopo, Mary cominciò a piangere… La liberai subito e mi si buttò al collo.

- Oh, Severus…. - diceva tra le lacrime - hanno ucciso Finnigan e…. - ma non riuscì a completare la frase. Immaginavo cosa le avessero fatto. Rosier era una bestia…

La confortai come potevo. Ma il tempo era limitato e, di lì a poco, la riunione sarebbe terminata e un sacco di maghi e streghe  avrebbe cominciato a girare per casa. Dovevamo muoverci velocemente. Dissi pertanto  a Mary: - Dobbiamo fuggire, ora Mary. Se ci scoprono la nostra vita non vale niente. Vatti a rivestire.

E, poco dopo, fatto un veloce (ma blando) incantesimo di disillusione, eravamo pronta ad uscire. Da Malfoy Mannor non ci si poteva  smaterializzare, lo sapevo.  Tutti erano ancora nella Sala Grande ad ascoltare uno dei megalomani discorsi dell’Oscuro Signore. Fuori c’erano un paio di sentinelle, immaginavo. Avrei dovuto eliminarle, prima di uscire. Era importante che non ci prendessero all’interno del cancello, altrimenti l’Oscuro Signore si  sarebbe divertito a farci a pezzi, uno dopo l’altro, per giorni…. Era il trattamento che riservava ai traditori…

Eravamo scivolati in  silenzio quasi sulla porta, quando qualcuno ci ha visto… Gli incantesimi di disillusione sono a tempo, naturalmente, e lasciano solo pochi minuti di invisibilità perfetta…

- Severus… Sei tu? - mi disse una voce femminile.

La riconoscevo. Era Narcissa, la moglie di Lucius, che stava uscendo in giardino.

- Severus… C’è qualcuno con te? - disse, alzando la bacchetta.

La schiantai subito. - Scusami, Narcissa. Non posso fare altrimenti - le dissi, prendendole la sua bacchetta e dando la mia a Mary. Certo, avrei potuto darle quella di Narcissa, ma non le avrebbe obbedito come se fosse stata la sua. A me invece quella di Cissy avrebbe obbedito, dato che avevo disarmato la padrona…

Scivolammo fuori e ci dirigemmo verso il cancello. Dissi a Mary: - Nascondi la bacchetta sotto il vestito. Fingo di portarti fuori per ordine  dell’Oscuro Signore.

La bloccai al collo e le puntai la bacchetta sulla tempia, poi, con la mia finta prigioniera, mi diressi verso il cancello.

Sulla porta c’erano due uomini… immaginavo.

- Ehi, Piton. Cosa fai con la ragazza? Te la porti a casa? - disse uno dei due ridacchiando.

E l’altro: - Io me la sono già fatta… Ero con Rosier… Lui però l’ha scopata per prima, ma poi è generoso… l’ha lasciata a noi…

- E il primo: - Peccato che Finnigan non poteva…

Non riuscirono a completare la frase. In una frazione di secondo li avevo freddati. Anche Mary aveva tirato fuori la bacchetta, ma l’avevo preceduta.

- Presto, fuggiamo! - dissi.

Superammo il cancello e, subito dopo, ci smaterializzammo.

 

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Passammo la notte a Spinner’s End. Mary non fece altro che piangere, rannicchiata nel mio letto. Io passai una lunga  serata sul divano, a riflettere. Mi ero bruciato: Voldemort e tutti i mangiamorte mi avrebbero cercato, da questo momento in poi. Potevo però ricorrere a Silente, anche se la cosa non mi piaceva troppo: non mi fidavo di quel vecchio che, sapevo, predicava bene e  razzolava male… o almeno aveva razzolato molto male, lui e Grindelwalt, qualche decennio prima. Ma non potevo scegliere e mi decisi di inviare Mary da Silente, ad Hogwarts.

Feci un’eccezione alle potenti protezioni che proteggevamo Spinner’s End per lei e coloro che si materializzavano con lei, quindi le spiegai il mio  piano: sarebbe dovuta andare ad Hogwarts e raccontare tutto a Silente. Io potevo raggiungerlo in qualsiasi momento, se lui avesse voluto, o lui sarebbe potuto venire qui, a casa mia. Avevo informazioni importanti sull’Oscuro Signore; chiedevo però la sua protezione. Portava, a garanzia della mia buona volontà, la mia bacchetta.

Mary mi stette a sentire con attenzione, poi mi abbracciò:  - Non dimenticherò mai quello che hai fatto… - mi disse.

Beh, mi ero bruciato, ma non potevo fare diversamente. Anche se ora non avrei potuto più aiutare Lily…

Aspettai notizie da  Mary, o da Silente, per tutta la giornata. Non ebbi nessuna notizia. La  sera poi, decisi di andare a dormire: probabilmente mi avrebbero contattato il  giorno successivo. Ma fu un sonno brevissimo. Avevo appena chiuso gli  occhi, quando ebbi quello che mi sembrò, a prima, vista, un orribile sogno: uomini armati nella mia camera avevano circondato il mio letto e  James Potter… toh, c’era anche lui nel sogno… era a stento trattenuto da due Auror… voleva uccidermi. Guardai alla mia destra e vidi Sirius Black che, prima che potessi dire qualcosa, mi diede un calcio, con i suoi scaroponi in testa…. Oddio, che dolore, avevo il naso rotto e qualche dente; la mascella si era sbriciolata… Non era un sogno… Era la realtà… Come erano entrati in casa mia? Mary li aveva portati?

- Questo non dovevi farlo, Mocciosus - diceva nel frattempo Potter, con un’espressione stravolta - Ti ammazzo! Come hai ammazzato Peter, senza pietà… verme schifoso, vigliacco!

No, non era un sogno. Era la realtà. Mary si era tirata dietro tutti gli Auror e tutti i membri dell’Ordine della Fenice. Mi aveva tradito? Oppure non le avevano creduto? Insomma, in ogni caso ero proprio in un bel casino.

- Tu non ammazzi nessuno - disse Malocchio Moody, uno dei più famosi auror ora in circolazione - Ora è prigioniero del Ministero. Avrà un giusto processo. Ma spero che, per l’assassinio del povero Peter Minus, lo condannino al “Bacio”… al “Bacio del Dissennatore”… o ad un soggiorno a vita ad Azkaban. Vedrai, in ogni caso, tra qualche mese, di Severus “Mocciosus” Piton non resterà traccia…


 

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Capitolo 5
*** Il processo ***


Capitolo 5

 

Il Processo

 

 

OGGI FINALMENTE SARA’ CONDANNATO LO SPREGEVOLE ASSASSINO DI PETER MINUS

Alle battute finali il processo contro Severus Piton, il malvagio Mangiamorte colpevole di aver assassinato Peter Minus, l’eroico collaboratore di Silente. “Mocciosus” Piton, arrestato dalla squadra speciale del Ministero capitanata da Alastor Moody, è stato subito processato per direttissima e oggi si aspetta la condanna.

 

Il ministro Cornelius Gambot ha deciso di assegnare l’Ordine di Merlino alla memoria - prima classe -  a Peter Minus, eroico membro del benemerito Ordine della Fenice, ucciso durante uno scontro con un preponderante gruppo di Mangiamorte, guidati da Severus Piton, un mezzosangue arruolato da poco nell’esecrabile esercito di Voi-sapete-chi.

- La colpevolezza di Piton è praticamente sicura - ci ha detto Bartemius Crouch, giudice nel processo -  Abbiamo la sua bacchetta e, tra i tanti omicidi commessi, è subito saltato  fuori quello dell’eroico Peter Minus, ucciso nell’espletamento del suo dovere. Le forze Auror hanno anche arrestato per favoreggiamento Mary MacDonald, complice di Piton, che cercava vanamente di discolparlo inventando un’improbabile storia di pentimento e redenzione dello spregevole pozionista. In realtà la MacDonald e Piton sono stati amanti ad Hogwarts (come attestano svariati testimoni) e, probabilmente, l’assassinio di Finnigan, avvenuto qualche giorno fa, è il penultimo delitto della coppia diabolica.

- Non mi sono mai fidato della MacDonald - ci ha detto James Potter, uno dei più fedeli collaboratori di Silente - e non mi è mai piaciuto Piton. Ora lasciatemi in pace, a piangere la morte del mio povero amico Peter. Il “bacio del dissennatore” è la pena minima per chi uccide un individuo buono e sensibile come Peter, un vero e proprio silenzioso eroe…

- L’assassino - ci ha detto il  giudice Bartemius Crouch - non vuole confessare il delitto, né collaborare con le forze Auror. Abbiamo provato con il Veritaserum, ma l’eccezionale abilità dell’assassino nella legilimanzia e nella difesa della propria psiche, non ci ha permesso di ricavare alcuna informazione. Prova sicura, se c’è bisogno ancora di ulteriori prove, della colpevolezza di Piton.

- Voglio assistere al momento in cui il Dissennatore divorerà la sua anima - ci ha detto un affranto Sirius Black -  Mocciosus se  ne pentirà amaramente…

“Mocciosus” era l’appellativo con cui veniva chiamato, dalla parte migliore del corpo studentesco, lo spregevole Piton ad Hogwarts.

Oggi, nell’udienza finale del processo, finalmente, sapremo se, come chiede tutto il mondo magico, l’assassino dell’eroico Peter Minus sarà condannato al fatidico “Bacio”. In tal caso la condanna sarà immediatamente eseguita e, tra il pubblico autorizzato ad assistervi, ci sarà  naturalmente la vostra Rita Skeeter, che vi racconterà, nell’edizione di domani, gli ultimi istanti di vita di uno dei più spregevoli assassini che abbia calpestato il suolo britannico: Severus “Mocciosus” Piton.

 

 

- L’imputato si alzi! - sibilò Crouch - Malgrado la sua condotta fino a questo punto sia stata rivoltante, le rivolgo, per l’ultima volta l’invito a rivolgersi a questa corte e a dire la   verità. Anche se, ormai, le prove della sua colpevolezza sono tante e schiaccianti da credere che nessuno possa distogliere i giudici dall’infliggere il meritato castigo. Parli, orsù.

Perché parlare? Avevo provato a spiegare, all’inizio a Crough, quello che era successo a Malfoy Mannor, ma mi avevano subito zittito: non dovevo coinvolgere una benemerita famiglia, i Malfoy, nelle mie farneticazioni, e non dovevo infangare la memoria di Peter Minus, di cui io non ero neanche degno di allacciare i lacci delle scarpe, mi aveva detto Crough.

Poi, il resto degli interrogatori erano consistiti in tentativi di farmi confessare i particolari dell’assassinio di Minus e di Finnigan, quest’ultimo fatto, secondo Crough, in combutta con Mary MacDonald, mia amante e simpatizzante del Signore Oscuro.

Ogni mia affermazioni era stata rigettata e la ricostruzione di Crough era stata avallata da un consistente numero di testimoni… evidentemente preparati dal Signore Oscuro che, in questo modo, si vendicava di me e di Mary: una megera ci aveva sentito progettare, in un’osteria malfamata, l’assassinio di Finnigan; un giovane aristocratico, James Nott, mi aveva addirittura visto uccidere in modo spietato l’eroico Minus, che cercava di difendere un gruppo di pacifici babbani.

Erano poi sfilati una serie di testimoni che avevano sostenuto quanto fossi malvagio, perverso, crudele e invidioso fin da quando avevo undici anni. Ricordavo ancora James Potter che elencava le mie malefatte! O la sua versione dei fatti, dove tutti gli atti di violenza, bullismo, prevaricazione fatti da quel maledetto quartetto di figli di papà venivano declassati ad “giocosi atteggiamenti di aiuto ai compagni e al personale docente di Hogwarts”.

Ma c’erano anche altre prove. In primis la bacchetta, analizzata dal Dipartimento Auror, aveva permesso di stabilire con certezza che da essa era uscito l’Avada Kedavra che aveva mandato all’altro mondo proprio Minus. Che Minus si fosse ormai bruciato l’anima e stesse abusando di Mary MacDonald, naturalmente non si vedeva dalla bacchetta.

Qualche giorno prima, poi, colpo di scena: era intervenuta proprio Mary MacDonald che, senza guardarmi, aveva confessato tutto quello che io e lei non avevamo commesso: le avevano  promesso una mite condanna (l’esilio in Nuova Guinea, con decorrenza immediata) se avesse confessato tutto. E lei aveva sciorinato la nostra presunta macchinazione per uccidere il suo fidanzato Finnigan (o meglio, la mia macchinazione, perché lei non aveva avuto il coraggio di opporsi ai miei malvagi piani) e che, anche, le avevo raccontato di aver ucciso, per odio verso James Potter, il suo amico Peter Minus. Raccontava poi che non era stata costretta a portare nella mia casa Malocchio e tutta la sua banda, ma l’aveva fatto volontariamente perché pentita da quello che aveva fatto…

Povera Mary, chissà che pressioni aveva avuto per testimoniare il falso su di lei e su di me.

Naturalmente il mio avvocato non aveva aperto bocca, mentre Crough, il  giudice, infieriva presentandomi nella luce più fosca. Aveva senso difendersi in quella farsa di processo?

 

- Mettete a verbale che l’imputato rinuncia a parlare in suo difesa… Avvocato?

Si stava rivolgendo all’avvocato d’ufficio che il Wizengamot mi aveva dato, un cialtrone che, fino a quel momento, si era praticamente disinteressato della mia difesa.

- Mi rimetto alla clemenza della corte. Ma - aggiunse - se non fossi il suo avvocato chiederei anch’io, come questi bravi cittadini qui presenti…

E fece un gesto indicando il pubblico che, molto numeroso, era venuto a vedere, come una bestia in gabbia, “lo spregevole assassino dell’eroico Peter Minus”, come mi chiamava la Gazzetta

- … che l’imputato sia sottoposto al Bacio del Dissennatore. Il suo crimine è ributtante e non ha attenuanti!!!!

Bene, bell’avvocato mi avevano dato! Lo sapevo che sarebbe finita così. Mi volevano morto. Solo il fatto che Malocchio si era incaponito per il mio processo aveva impedito di linciarmi. Io ero l’assassino dell’eroico Minus, il compagno degli eroici Potter, Black e Lupin.  Ed a mio sfavore c’erano una serie di prove schiaccianti. Insomma, avevo capito che quella farsa di processo si sarebbe concluso con la mia condanna al bacio del dissennatore. Unico mio conforto:  tra il pubblico non c’era lei, né lei aveva testimoniato. Evidentemente era nascosta in qualche luogo irrintracciabile, insieme al bambino, e solo quell’idiota del marito si allontanava per svolgere le sue mansioni all’Ufficio Auror… e per spargere  veleno su di me.

Ora sentivo l’avvocato dell’accusa chiedere la mia condanna: “l’imputato è il peggiore degli uomini… ha ucciso a sangue freddo il migliore di noi… bacio del dissennatore… punizione esemplare…”

Sapevo che quella sarebbe stata la conclusione e non volevo umiliarmi a pregare quella giuria di merda. Tanto valeva andarsene a testa alta. Per questo non avevo voluto parlare.

- La Corte si riunisce per deliberare - disse ad un certo punto Crough. E, dopo pochi minuti, i tre giudici tornarono.

- Imputato, in piedi! - mi dissero.

Rimasi platealmente seduto. Vennero due Auror e mi fecero alzare.

- Severus Piton è stato giudicato colpevole dei delitti a lui attribuiti: sedizione, omicidi, violenze. La sua bacchetta sarà immediatamente distrutta. L’imputato sarà sottoposto al bacio del dissennatore, tra un’ora circa, ad Azkaban. Sono invitati ad assistere all’esecuzione i seguenti cittadini: Potter, Blake, Lupin, Silente, Crouch, Skeeter, ecc…

Un applauso partì dal pubblico presente in aula. Potter ghignava orrendamente. Black aveva stretto il pugno, contento della mia condanna. Alzai l’indice verso di loro.

- Il colpevole sia trasferito all’istante  ad Azkaban, utilizzando il passaggio riservato n. 21 - disse Crouch a due guardie - L’esecuzione avverrà tra sessanta minuti, quando tutti gli aventi diritto si saranno spostati nella sala delle esecuzioni della prigione di Azkaban.

Due auror mi legarono le mani con corde magiche, poi, messami una corda al collo, mi trascinarono fuori dell’aula, mentre il pubblico lanciava epiteti irriferibili nei miei confronti.

Gli auror che mi scortarono mi avevano trascinato per un paio di corridoi, verso un camino. Si posizionarono alla mia destra e alla mia sinistra e, poco dopo, uno dei due gettò Metropolvere nel Camino urlando “Azkaban”. Di lì a poco sarebbe tutto finito. Dovevo pensare a Lily.

Sentii la smaterializzazione e, poco dopo, toccammo terra in quella che presumevo fosse Azkaban. Era in una stanza, ma non sentivo sensazioni di angoscia e sofferenza che, dicono, provano tutti coloro che sitrovano in qulla prigione.

Ma non ebbi tempo di analizzare le mie sensazioni: in una frazione di secondo qualcuno schiantò le due guardie e, ancora nell’ombra, mi tolse le corde che mi legavano.

- Ma… che succede? - chiesi, sbalordito.

C’erano due persone nella stanza, che avevano colpito le due guardie… Una era… Mary MacDonald! E l’altra… era ancora nell’ombra… ma mi sembrava…

- Pensavi che ti avremmo lasciato baciare da un dissennatore, Sev? - disse una voce che conoscevo benissimo…

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Capitolo 6
*** Ricercati ***


Capitolo 6.

 

Ricercati

 

Non ci credevo. Davanti a me, insieme a Mary  MacDonald, c’era Lily Evans.  Bellissima, come sempre… e mi sorrideva.

- Lily… sei tu? - ho detto  

- Sì… sono io, Sev… - mi ha detto  semplicemente

- Ehi, Severus, ci sono anch’io, non solo la tua rossa preferita! Pensi sempre a lei? - mi ha detto Mary MacDonald, con una specie di sorriso - Guarda che mi offendo!

Touché.

E poi, sempre Mary:  -  Ti chiedo scusa per averti messo nei casini, ma non potevo fare diversamente. Sono andata da Silente, come mi hai detto, ma lui non c’era: era in Russia e faceva le sue veci Doge… Elphias Doge…  Ho presentato la faccenda a lui e a James Potter… che è letteralmente impazzito quando gli ho detto di Minus. James mi ha minacciato di scuoiarmi viva, se avessi continuato a mentire, mentre Doge cercava di placarlo dicendo che tu sicuramente mi avevi innestato nella mente un falso ricordo. Poi mi hanno praticamente costretto a  guidare la squadra di Auror a Spinner’s End. Potter e Black erano fuori di testa e mi avrebbero ucciso, penso, se non li avessi guidati… e qualcuno tra gli auror mi ha schiantato appena siamo arrivati, per paura che ti avvisassi… Poi il resto lo sai… mi hanno accusato di aver collaborato con te nell’uccisione di Albert Finnigan…

- Sono andata a trovare Mary in prigione e mi ha raccontato tutto… - aggiunse Lily - Anche quello che avevi fatto per me e per Harry, e di cui non ricordavo nulla. Era impossibile cercare di convincere James o l’opinione pubblica… James era come impazzito per la morte di Peter Minus… Ti avrebbe fatto a pezzi. E al Ministero volevano una tua condanna esemplare…

- Il Ministro è accusato di incompetenza per non essere ancora riuscito a bloccare Tu-sai-chi - aggiunse Mary - E volevano presentare la tua condanna come un grande successo. E mi hanno promesso di salvarmi se ti avessi accusato.

- Io le ho consigliato di farlo - continuò Lily - così saremmo state libere di agire, una volta che Mary fosse stata liberata… Cosa che è avvenuta dopo la deposizione: in  attesa della Nuova Guinea, era agli arresti domiciliari a casa mia… Ho convinto James di garantire per lei…

- E avete fatto tutto questo per me? - ho detto loro. Ero commosso. Stavano rischiando tutto. Per me.

- Non penserai di dovere essere solo tu a fare l’eroe… - aggiunse  Mary. E poi, con un sorriso malizioso: - E poi sei in debito con me, non ti ricordi? E io voglio sempre riscuotere quello che mi spetta….

- Ma ora capiranno che siete state voi… E, come avete fatto ad organizzare tutto? - chiesi

- Mi sottovaluti, Sev - rispose Lily - Pensi che sia impossibile riprogrammare un passaggio magico, anche se ha le protezioni del ministero? Non dicevi che ero la strega più brillante della mia generazione?

Beh, non avevo parole. Sì, glielo avevo detto tante volte, prima che rompessimo…

Poi brevemente mi ha spiegato: - Ho preso il pass di James, ieri, mentre dormiva… Avevo sottomano una polisucco, mi sono trasformata in mio marito… sai che lui, come braccio destro di Silente, può muoversi come vuole… Sono venuto qui… e ho modificato il caminetto di collegamento ad Azkaban… Sono in qualche modo condizionabili da antiche formule di magia avanzata e ho dovuto solo rispiegare all’unità di trasferimento magico incorporata nel caminetto, che in  realtà Azkaban è il luogo in cui ci troviamo… siamo in un vecchio cottage in un’isola deserta…

- Ma… ma ora ti cercheranno. Capiranno che sei stata tu! - le dissi. Poi mi corressi: - Vi cercheranno…

- Beh - mi disse Lily - Io non posso stare chiusa per tutta la vita. Né può starci il piccolo Harry. Devo affrontare Tu-sai-Chi e tu lo conosci. Mi aiuteresti ad affrontarlo? So che tu, se lo vuoi, puoi fare questo ed altro

Beh, Lily era coraggiosa e determinata, lo sapevo. Ma mi aveva sbalordito. Ed era rischioso quello che mi proponeva. Per lei e per il suo bambino. A proposito, dov’era il piccolo Harry?

- E io devo aiutare un amico che mi ha salvato - aggiunse Mary - Costi quel che costi…

Erano pazze. Ma mi sentivo felice. La mia Lily mi aveva salvato. E anche Mary, che era una brava ragazza. Ma in quel momento pensavo a Lily.

- Ho un sacco di cose interessanti da raccontarvi. Ma… cosa facciamo di questi due? - dissi indicando le due guardie. Mi sentivo inoltre quasi nudo, senza la mia bacchetta che, immaginavo, in quel momento  era stata spezzata.

- Li rimandiamo indietro, dopo aver modificato la loro memoria - mi disse risoluta Lily - . La modifica che ho fatto al  passaggio magico è temporanea e irrintracciabile. Nessuno saprà dove siamo. Da qui, poi, possiamo muoverci liberamente: l’isola è protetta e nessuno, né Mangiamorte, né membri dell’ordine della Fenice, né Auror, nemmeno Tu-sai-chi in persona può entrarci… a parte naturalmente noi tre.

E… prima missione: andiamo da Olivander e prendiamo un’altra bacchetta per te… O meglio… prendiamola in prestito… a quest’ora in negozio non ci sarà nessuno e ho aggirato le protezioni anche di quel luogo…

- Scusa… ma… tuo figlio? E’ in un luogo sicuro? - ho chiesto a Lily.

- In un luogo sicurissimo, con una persona di cui mi fido ciecamente, che, d’accordo con me, ha modificato la sua memoria… ora pensa di essere la madre e ha tutti i documenti che lo dimostrano. E si trova in un luogo protetto in cui nessuno, a parte me, può avvicinarsi. Neanche James sa dove sia: mi dispiace averlo ingannato e spero che capisca, una volta finito tutto… gli ho lasciato un biglietto in cui ho scritto di non preoccuparsi di me e di Harry... E Tu-sai-chi non lo troverà mai, ne sono sicura… Non preoccuparti per lui. Mi è dispiaciuto lasciarlo… ma se sopravviviamo, lo riprendo cancellando l’identità fittizia, se non sopravviviamo, è meglio che rimanga con la mia amica. Almeno vivrà…

Beh, ora avevamo qualche carta da giocare. Il Signore Oscuro e la mia Lily Evans… Per un momento fui preso da una grande ventata di ottimismo. Forse, tutti insieme, avremmo anche potuto farcela…

 

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Per fortuna un solerte gufo portò, il giorno successivo, la copia della Gazzetta. a cui Mary era abbonata nella nostra isola. Sentimmo becchettare alla finestra e Mary mi chiese, dalla stanza vicina, di andare a prenderla. Era ancora assonnata. Io ero distrutto… avevo dormito sul divano e lasciato il letto alle due ragazze. Ma avrei preferito passare la notte in altro modo. Il profumo di Lily continuava a penetrare nella mia testa e saperla così vicina mi eccitava.

- Sì… anche il gufo è irrintracciabile - mi disse Lily, uscendo dal bagno con solo un asciugamano addosso… Dai vediamo le notizie.

E si mise a sedere di fianco a me. Pensare al suo corpo, nudo, sotto quella sottile stoffa, mi eccitava terribilmente… Immaginavo le sue curve e…. Ok, era meglio dedicarsi alla lettura…

In prima pagina, naturalmente, parlavano di noi.

 

 

CLAMOROSA EVASIONE DI SEVERUS “MOCCIOSUS” PITON

Il Ministero beffato dalla sua amante Mary MacDonald che, insieme a Lily Potter (inequivocabilmente sotto Imperius) ha favorito una rocambolesca fuga

 

Londra, 8 novembre 1980. La condanna al Bacio comminata al più esecrabile assassino della storia magica moderna, ieri mattina, non è stata eseguita. Uno dei maghi più spregevoli e spietati dei nostri tempi, il famigerato Severus Piton, è riuscito a scappare grazie ad una diabolica manomissione del passaggio magico che doveva condurlo ad Azkaban, dove sarebbe stato sottoposto alla pena stabilita dal Tribunale Speciale presieduto da Bartemius Crouch: il bacio del dissennatore!

«Il governo ha  subito attivata una commissione d’inchiesta per chiarire come sia stato possibile l’evasione del pericoloso criminale - ha detto il portavoce del primo ministro - Molte teste cadranno!»

Le polemiche non tendono a placarsi. Responsabile della fuga è la famigerata Mary MacDonald, una strega già incriminata per l’assassinio di Finnigan, a cui il Ministero aveva incautamente promesso l’immunità nel caso in cui avesse testimoniato contro “Mocciosus” Piton.

E’ riuscita a liberare il suo malvagio complice grazie anche alla collaborazione, sicuramente involontaria (in quanto, secondo fonti del Ministero, sottoposta a Maledizione Imperius dalla stessa MacDonald), di, Lily Potter, moglie del celeberrimo James, fedele collaboratore di Albus Silente.

«La MacDonand non ha avuto nessuna remora a sottoporre alla Maledizione Imperius la sua amica di Hogwarts - ci ha detto Bartemius Crouch, visibilmente irritato - E’ un altro esecrabile delitto di cui quella maledetta strega scozzese dovrà rendere conto prestissimo! I migliori uomini del Dipartimento Auror sono sulle loro tracce e li arresteranno presto!»

Ricordiamo che la MacDonald ha  ingannato la giuria con la confessione dei suoi molteplici delitti ed è stata affidata proprio ai Potter, in attesa del trasferimento in Nuova Guinea: «Un comportamento superficiale e scellerato» secondo Lucius Malfoy, presidente della benemerita SSFP (Sacra Società delle Famiglie Purosangue), che non ha lesinato critiche al Dipartimento Auror. 

«Voglio spellare vivo quello spregevole assassino (scil. Piton) e quella maledetta svergognata (scil. Mary) » ci ha detto James Potter, che, come si può immaginare, è disperato, ora non solo per la morte del fraterno amico Peter Minus, ma anche per il rapimento della moglie e del figlio ad opera della diabolica coppia Piton-MacDonald. E’ infatti anche irrintracciabile il piccolo Harry, come è pure scomparsa Marlene McKinnon, grande amica della Potter. Che anche lei sia coinvolta nella vicenda? O che sia stata uccisa dalla diabolica coppia?

Preghiamo chiunque abbia informazione di queste persone di avvisare il comando Auror. Non prendete iniziative personali, specialmente se incontrate Severus Piton: è di nuovo armato (dovrebbe essere lui il responsabile del furto di una bacchetta magica da Olivander, avvenuto ieri sera: un altro crimine che si aggiunge a quelli precedentemente effettuati) ed estremamente pericoloso.

                                                                         La vostra Rita Skeeter

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Capitolo 7
*** Il medaglione di Serpeverde ***


Capitolo 7.

 

Il medaglione di Serpeverde

 

 

- Come pensi di agire, Sev? - mi chiese, dopo aver letto gli articoli sul giornale, Lily. Le prime cinque o sei pagine erano dedicate alla mia fuga, con interviste di decine di personaggi che consideravano un’offesa mortale a loro stessi il fatto che ero riuscito a sfuggire al Bacio del Dissennatore.

- Ora ti cercheranno tutti: Voldemort e i Mangiamorte; Silente e quelli dell’Ordine; James Potter e i suoi amici… Povero Sev… - continuò Lily.

- Nessun rimpianto. L’avevo messo in conto… - le ho detto.

Certo che morire adesso, che potevo parlare con lei, vederla, immaginarmi qualcosa con lei, era tutta un’altra cosa. Mi sarebbe dispiaciuto lasciarla, ora.

- Hai un piano? - mi chiese Mary, uscendo dalla camera - Come possiamo colpire Tu-sai-chi?

A questo punto avevo dovuto raccontare tutto, degli horcrux: ormai non aveva senso non rendere partecipi le mie compagne della missione mia e di  Regulus. Se dovevano cercare e distruggere quei maledetti horcrux, l’aiuto di Lily e Mary (soprattutto di Lily, immaginavo, che era veramente brava, la migliore strega della sua generazione) era indispensabile. Su questo avrebbe acconsentito anche  Regulus, che forse mi aspettava quella sera (ci vedevamo a scadenza fissa, ogni due settimane, a Grimmauld Place, quando i suoi genitori erano assenti per partecipare a quelle patetiche assemblee della Sacra Società delle Famiglie Purosangue, di cui era presidente Lucius Malfoy, ma logicamente il mio arresto aveva scombussolato l’appuntamento).

E così, in quella lunga mattinata, ho raccontato tutto alle due ragazze: del folle piano dell’Oscuro Signore di spezzare la sua animo in sei-sette parti; di come avessi trovato inaspettatamente un alleato (non dissi ancora il suo nome… avrei dovuto consultarmi, prima, con lui), dell’horcrux che avevamo individuato  in una grotta lungo l’Oceano; di quello che, presumibilmente, si trovava all’interno della Camera privata dei Lastrange alla Gringott; di quello che si trovavano a Malfoy Mannor; di quello che era nascosto, presumibilmente, ad Hogwarts (“sotto gli occhi di Silente”). Ma ne mancava ancora uno e, una volta individuato, io e il mio alleato, e anche loro, se volevano essere della partita, li avremmo presi e distrutti, uno ad uno.

Le due mi guardavano stupite e spaventate, dapprima. Che qualcuno volesse dividere la sua anima in sette parti e commettesse omicidi per ottenere questa innaturale divisione, era una cosa ributtante. Ma si attanagliava perfettamente alla malvagità che tutti attribuivano all’Oscuro Signore. E Lily, dapprima silenziosa, prese la parola:

- A questo punto, ragionando un attimo, ho qualche idea su dove potrebbe aver nascosto l’ultimo - mi disse Lily, pensierosa

- Come? - gli dissi.

- Sai che il suo vero nome è Tom Riddle… James è stato inviato da Malocchio, tempo fa, ad indagare sul suo passato e… ha avuto l’impressione, nell’abitazione dei nonni materni di Tu-sai-chi… della famiglia Gaunt… che abitavano a Little Hangleton, in una vecchia e sgangherata baracca… che  ci fosse qualcosa di  terribilmente oscuro. Ha provato a sondare le pareti e il pavimento, ma James non ha individuato niente… perché non c’era niente, si è convinto; o perché è nascosto benissimo… forse non è stato in grado di superare le barriere difensive che Tu-sai-chi può aver creato…Ne ha fatto  anche rapporto a Malocchio, che però non ha dato troppo peso alla faccenda.

- Beh, dovremmo controllare… Certo, è possibile… è un luogo importante per l’Oscuro Signore... In questo caso… beh, potremmo distruggerli, uno dopo l’altro… Aspettiamo di parlare con il mio alleato e vedremo come comportarci.

 

La sera del 9 novembre ci preparammo a materializzarci a casa Black: i genitori di Regulus sarebbero stati assenti tutta la sera. Dissi alle ragazze di trasferirsi, a Grimmauld Place, di lì a cinque minuti: io le avrei precedute e avrei tranquillizzato Regulus (la cui reazione, vedendo uscire dal suo camino, la moglie di Potter e una pericolosa ricercata, non era prevedibile).

Subito mi materializzai nel suo caminetto.

- Oh, finalmente - mi disse Regulus, venendomi incontro. Mi stava aspettando - Come hai fatto a scappare? Non avrei dato un falci per la tua pelle…

- Mi hanno aiutato - e gli spiegai brevemente la faccenda.

- Quindi d’ora in poi saremmo in quattro… compresa la tua bella - mi disse Regulus.

- Purtroppo non è la mia bella… sì, però c’è anche lei. E la cosa mi fa piacere… - gli confessai.

- Va bene. Giochiamo a carte scoperte anche  con loro. E vediamo se, in quattro, riusciamo ad organizzarci. Ma ora ti cercano anche tutti i Mangiamorte…

- L’Oscuro Signore non l’ha presa bene? - gli chiesi, con apparente indifferenza.

- Ci ha ordinato di non ucciderti. Vuole farlo con le sue mani, nel modo più doloroso, per te, possibile… Non ti ripeto come ti ha chiamato…

Poco dopo arrivarono anche le ragazze, abbastanza guardinghe. Dapprima la diffidenza, reciproca, si poteva tagliare con il coltello; poi, pian piano, le cose cominciarono a sistemarsi. Dovevamo collaborare, se volevamo raggiungere il nostro obiettivo, cosa a cui tutti tenevamo moltissimo.

- Bene - disse Regulus - Ora siamo un bel gruppetto e possiamo cominciare la nostra ricerca. Ho riletto tutta le opere di magia oscura sugli horcrux… sapete, ho una biblioteca ben fornita… e, secondo un paio di antichi maghi, colui che ha diviso la sua anima non dovrebbe avvertire se il pezzo mancante viene sottratto, o anche distrutto… Il che ci dà un vantaggio… possiamo portare via i pezzi uno dopo l’altro, magari nascondendoli in questa casa (che è zeppa di oggetti oscuri… uno più, uno meno non dovrebbe fare differnza), e poi distruggerli tutti insieme… Purché il Signore Oscuro non se ne accorga: in tal caso potrebbe recuperare gli oggetti e nasconderli chissà dove…

- E, per distruggerli, c’è solo il “fuoco maledetto”? - gli chiese Lily.

- Sì, per quanto ne so io - ci disse - Il che rende la faccenda molto pericolosa,  dato che quel fuoco è imprevedibile e decine di maghi che l’hanno suscitato hanno poi pagato le conseguenze… Non si contano i morti tra coloro che l’hanno utilizzato… Ma è un problema che affronteremo poi, male che vada brucerà questa maledetta casa fino alle fonamenta, e gli horcrux insieme con essa..

- Quale horcrux dovremmo cercare, prima? - chiese Mary.

- Beh, uno ce l’abbiamo già, praticamente - rispose Regulus.

Chiamò poi il suo elfo domestico: - Kreacher!

- Comandi, padrone.- disse subito il bruttissimo elfo, improvvisamente apparso.

- Ti ordino di tornare nella Caverna dove ti ha portato l’Oscuro Signore e di bere l’acqua del bacile in mezzo all’isoletta; poi prendi il medaglione e torna  qui. E’ un ordine. Eseguilo subito!

- Certo, padrone! - disse l’elfo. E subito scomparve…

- Povero elfo - disse Mary -  Dovrà affrontare una prova terribile!

Regulus la guardò in modo strano. Evidentemente Mary non conosceva la psicologia degli elfi e la loro volontà di obbedire, in tutto e per tutto, agli ordini del padrone, a costo della loro vita. Né conosceva l’assoluta indifferenza delle famiglie purosangue nei confronti dei loro servitori, che potevano essere battuti,  maltrattati o addirittura uccisi senza nessun problema o rimorso. La madre di Regulus, sapevo, teneva nell’ingresso di Grimmauld Place, una serie di teste imbalsamate di vecchi servitori della casa…

Cambiai discorso.

- Direi di lasciare per ultimo Hogwarts, dove c’è Silente… - suggerii.

- Non vi fidate di lui? - mi chiese Lily.

- No - le risposi - Secondo me è pericoloso, forse meno dell’Oscuro Signore, ma è subdolo… A lui piace fare l’eminenza grigia, il burattinaio: tirare i fili di tutti i personaggi dietro le quinte, comandarci tutti. E a me non piace essere guidato da qualcuno…

- Sì, sono d’accordo con Severus - intervenne Regulus - Hogwarts  deve essere lasciato per ultima.

- Allora casa Gaunt? - chiese Lily

- Sì, oppure- dissi - quando nessuno se l’aspetta, conviene incastrare quel pallone gonfiato di Malfoy… se riuscissimo a costringere lui e la moglie a darci l’horcrux… e a spianarci la strada per prendere quello di Bellatrix… che è la cognata di Lucius Malfoy… sarebbe perfetto…

-  Ma loro non lo consegneranno mai… hanno troppo paura dell’Oscuro Signore - intervenne Mary.

In realtà avevo un’idea in testa e cominciai a spiegarla. Il piano era solo abbozzato, ma lo discutemmo a lungo e, forse, poteva funzionare.

- E’ un piano rischioso - disse Regulus - e i tempi sono strettissimi. Domani, dicevi?

- Se ognuno fa la sua parte…

- Ma se non riesce, tu ti trovi a baciare il Dissennatore domani sera   - aggiunse Regulus, mentre le ragazze rabbrividivano - e noi tre ad Azkaban con una condanna a vita… almeno io e Mary, perché Lily risulterà innocente, sottoposta alla maledizione imperius da voi due… o da noi tre… Oppure tutti e quattro ridotti a nutrimento per i vermicoli da Voldemort… che a te, sicuramente, assicurerà un trattamento speciale… e anche alla Potter, senza dubbio, se non altro perché vuole che confessi dove ha nascosto il figlio…

- E anche a te, penso - gli dissi - Odia i traditori, e tu saresti scoperto…

- Ok. L’unica che dovrebbe trovare una morte rapida e indolore sarei io, allora - disse Mary, per sdrammatizzare. -  Io sarò con voi, comunque…

Tipico suo. Non lasciare mai gli amici nei guai. Brava ragazza.

Stavamo ancora discutendo, quando riapparve Kreacher. Agonizzante. Stramazzò al suolo davanti a Regulus. Subito Lily e Mary si precipitarono su di lui. Un attimo dopo si voltarono, con occhi pieni di lacrime, e uno sguardo indecifrabile, verso Regulus.

- E’ morto! - gli disse Lily, tra le lacrime.

- Peccato. E’ stato un elfo fedele - disse Regulus, impassibile. - Mia madre sarà contrariata. Almeno fino a quando non ne comprerà un altro…  Spero solo che non si metta in testa di imbalsamarne la testa…

Le due ragazze sgranarono gli occhi per l’orrore. Io, purtroppo, non riuscivo a provare nessun sentimento, se non, paradossalmente. una certa gioia, di cui sentivo un vago senso di colpevolezza: avevo visto che, nel palmo della mano, Kreacher teneva stretto il medaglione, il primo horcrux dell’Oscuro Signore che era caduto in nostro possesso.

 

_________________________

 

Nascosto l’horcrux in un recesso impenetrabile nelle cantine di Grimmauld Place (a cui non potevano accedere i genitori di Regulus) e spostato il corpo del povero elfo in cucina, continuammo a discutere del mio piano, a cui Lily voleva fare alcune modifiche.

- Ti servirà il mantello di mio marito - ci disse - E’ un mantello magico impenetrabile, praticamente perfetto per risultare invisibili. Con quello il piano potrebbe anche riuscire…

Sì, lo conoscevo, almeno di fama, quel maledetto mantello. Quei quattro idioti (Potter, Black, Minus e il Lupo Mannaro), quando eravamo ad Hogwarts, ci si nascondevano per andarsene tranquilli in giro a rompere le scatole ai Serpeverde, e a me.

- Senza di quello, un incantesimo di disillusione, per quanto ben fatto, potrebbe non essere sufficiente…

- Ma, per riuscire a prenderlo… - gli chiesi.

- Ci penso io - disse risoluta Lily. Mi materializzo a casa e, fra un attimo, l’avrò tra le mani.

- Ma… tuo marito… - disse Mary MacDonald.

- Non dovrebbe essere ora a casa, sae lo conosco. Se poi lo cercasse… sapete quant’è difficile cercare un mantello invisibile, se non lo si ripone sempre al solito posto? Lui è disordinatissimo e se non ci fossi stata io…

C’era qualcosa che non mi tornava… Lily agiva come se a lei non importasse niente del marito e di un antico manufatto magico a cui quell’idiota teneva… oppure (mi venne improvvisamente il pensiero) come se il marito fosse d’accordo nel farla infiltrare nel nostro gruppetto… Che fosse tutto un piano… no, non di Potter… troppo idiota.. di Silente?… che Lily facesse il doppio gioco per lui? O anche Mary? Magari la sua organizzazione, quel penoso e inconcludente Ordine della Fenice, era insicura (magari c’era qualche spia dall’Oscuro Signore) e quel machiavellico personaggio aveva deciso di giocare su un altro tavolo, utilizzando, a nostra insaputa me e Regulus… O mi sbagliavo completamente? Avrei dato non so cosa per entrare nella mente di Lily. Potevo fidarmi veramente di lei?

Lily tornò poco dopo, con il mantello. Ci disse che James non era in casa, come lei aveva immaginato. La guardai, perplesso, poi cercai di non soffermarmi sui miei dubbi. Parlammo ancora un poco del nostro piano, poi ci lasciammo ribadendo la tempistica per il giorno successivo. Il piano sarebbe scattato alle 9.00 precise. Noi tre tornammo nel nostro covo e le ragazze, subito, andarono a letto. Io rimasi sul divano dove, con una coperta addosso, avrei passato la notte. Ma il tarlo mi divorava il cervello: potevo fidarmi di Lily? E di Mary? Mi alzai più volte, andando in cucina a bere qualcosa. Poi tornai sotto la coperta, sul divano Verso le due uscì dalla stanza proprio Lily, in vestaglia e camicia da notte, a piedi nudi.

- Sentirai freddo! - le sussurrai - Siamo a novembre!

Si diresse verso il divano  e si infilò anche lei sotto la coperta. Il suo corpo era vicino al mio. Che stava succedendo?

- Non ti fidi di me, vero, Sev? - mi disse, seria seria, con quegli occhioni da cerbiatta ferita, che mi avevano fatto innamorare, tanti anni prima - L’ho capito dal tuo sguardo, prima… Conoscendoti, immagino che tu stia pensando che dietro la mia apparizione ci sia Silente, non è vero? Stai pensando che io faccia il doppio gioco… magari d’accordo con mio marito…

- Deformazione professionale… Sai, hai preso senza alcun rimorso l’antico mantello di tuo marito…

Lily si avvicinò a me e… mi baciò. Un piccolo bacio… ma sulla bocca.

- Ora ti fidi? - mi disse - E’ un po’ che penso a te. Stimo James, è gentile, è un ottimo padre, ma…

Non terminò la frase, perché ci buttammo, letteralmente, l’uno sull’altra e cominciammo a baciarci, sempre più voluttuosamente. Il mio corpo stava impazzendo e sentivo che anche lei aveva voglia di me. Intanto, mentre, per un tempo infinito, le nostre lingue si cercavano, i nostri corpi stavano a contatto l’uno con l’altro, si cercavano. Velocemente ci spogliammo; la presi, mentre lei, con la maggiore naturalezza del mondo, mostrava tutta la sua volontà di essere mia. Era un sogno? No. Era vero… Dopo esserci saziati l’uno dell’altro, rimanemmo abbracciati, a baciarci, ad accarezzarci e… poi, ancora senza parlare, ricominciammo da capo…

Poi, quando, per la seconda volta, avevamo fatto l’amore (quanto era stato bello!), si rimise velocemente la camicia da notte: - Domani ci aspetta una difficile mattinata. Dovremmo dormire qualche ora… - mi disse. Poi, sorridendo: - E spero di aver fugato i tuoi dubbi…

E scivolò via tornando in camera, da Mary.

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Capitolo 8
*** Il diario di Tom Riddle ***


Capitolo 8

 

Il diario di Tom Riddle

 

 

Mi sono svegliato prestissimo, come sono solito. Intorno a me la situazione era frenetica. Le ragazze si preparavano per la giornata, in cui avremmo cercato di ottenere il secondo horcrux, quello in possesso di Lucius Malfoy.

- Ben svegliato, Sev - mi disse una raggiante Lily - Spero che tu abbia dormito bene…

- Benissimo, grazie - le risposi, e non potei fare a meno di sorridere. Se non era “dormire” bene quello…

Poco dopo, ripassato il piano, partimmo. Ci materializzammo nei pressi di Malfoy Mannor, in un piccolo colle non lontano dall’ingresso, circondato da cipressi, da cui si poteva vedere parte del giardino della villa: tutto era tranquillo e i pavoni bianchi si muovevano elegantemente in giardino, oltre la grande cancellata.

- Voi rimanete qui - dissi alle ragazze - Io entro per la prima parte del piano…

Sapevo che i padroni di casa erano assenti: la mattina successiva ad ogni riunione di quella patetica associazione di purosangue di cui Malfoy era presidente, Lucius e consorte (con il pupo, naturalmente) erano invitati dal Primo Ministro in persona per discutere di importanti questioni politiche. Sarebbero però tornati a casa  a breve, presumibilmente. C’erano quindi solo gli elfi domestici, che non si aspettavano sicuramente quello che avevamo intenzione di combinare.

Indossai il mantello che Lily mi stava porgendo (perfetto! ero completamente invisibile) e mi diressi verso il cancelletto di emergenza. Era dotato di un allarme anti-intrusi, disattivato però per i Mangiamorte. Ed io lo ero ancora, anche se avevo tradito il gruppo: me lo ricordava l’orribile tatuaggio a forma di teschio che, ogni volta che l’Oscuro Signore chiamava, mi tormentava il braccio. Riuscii pertanto ad entrare tranquillamente nel giardino e ad attraversarlo. Sapevo che costruzione e giardino, circondati da un’alta e imponente recinzione, erano piene di trappole e allarmi anti-intrusi. Che però io in buona parte conoscevo e che, speravo, non si sarebbero attivate, dato che ero ancora, a tutti gli effetti, un mangiamorte; e, in più, ero nascosto da un fantastico mantello dell’invisibilità assolutamente impenetrabile.

Tutto sembrava andare bene e i pavoni bianchi continuavano tranquillamente a muoversi mentre io, perfettamente invisibile, camminavo verso il Manor.

Giunsi alla porta di servizio. Con cautela la aprii. Un cucina c’erano un paio di elfi, che si girarono appena verso la porta, quando sentirono il cigolio. Mi tolsi il mantello (dovevano vedermi) e subito li schiantai. Da lì cominciai a  lanciare incantesimi distruttivi su ogni mobile e suppellettile presente nella stanza, spaccando e distruggendo praticamente tutto. Poi passai in un’altra stanza e feci lo stesso, e così in quelle successive. Dappertutto facevo a pezzi poltrone, quadri, oggetti, suppellettili di ogni stanza che trovavo. Individuai anche un altro elfo (mi sembra che si chiamasse Dobby) che, esterrefatto, mi guardava ed ebbe appena il tempo di dire: “Padrone Piton… cosa sta succedendo?”, prima di essere, anche lui schiantato.

Poi, distrutto tutto quello che potevo (oggetti preziosi e quadri costosissimi compresi), passai alle camere da letto: non risparmiai niente, distruggendo tutto, dagli oggetti di valore al più insignificante pezzo di carta Quindi, dopo aver compiuto il lavoro, velocemente, prima dell’arrivo dei padroni di casa, corsi,  perfettamente visibile, passai in mezzo al giardino, dirigendomi verso l’uscita. Tramortii un paio di elfi che mi sbarravano il cammino (non sapevano neanche loro come comportarsi, dato che non avevano avuto ordini specifici dal loro padrone) e, poco dopo, avevo di nuovo varcato il cancelletto. Dove mi aspettavano Mary, Regulus (sopraggiunto in tempo per il secondo atto) e, nascosta poco lontano, Lily. Alla prima mi avvicinai, poi entrambi fingemmo di affrontare Regulus, che nel frattempo ci mandava maledizioni senza perdono sbagliandole per un soffio… Questo sotto gli occhi di un paio di elfi che, ad un certo punto, videro Mary e Lily (quest’ultima con il mio aspetto… la Polisucco fa miracoli) smaterializzarsi velocemente, mentre Regulus fingeva di irritarsi per la fuga dei due.

Io, naturalmente, avevo indossato di nuovo il mantello e gli stavo incollato. Il piano era di seguirlo di nuovo, al Manor, protetto dal mantello invisibile.

- Ehi, voi - disse Regulus rivolto agli elfi - Dite al vostro padrone che devo immediatamente vederlo!

Subito gli elfi, servilmente, lo fecero entrare. Uno poi si smaterializzò, andando evidentemente a chiamare i suoi padroni. Io scivolai, dietro di lui, perfettamente invisibile un’altra volta, dentro la villa.

Un attimo dopo apparvero Lucius e Narcissa (quest’ultima aveva in braccio il piccolo Draco), prontamente chiamati dagli elfi, che erano andati a chiamarli al Ministero: i due, viste le condizioni in cui avevo trasformato la casa (si vedeva la distruzione dall’ingresso), si misero le mani nei capelli.  

- E’ stato padron Piton - disse Dobby. E intorno a lui gli altri elfi della casa assentivano.

- Padron Piton e la ragazza che stava con Rosier sono poi fuggiti - disse ancora Dobby. Tutti gli elfi, lì intorno, muovevano la testa come automi  per confermare quanto detto.

- Brutti idioti, neanche capaci di difendere la casa! - esclamò un adirato Lucius, che cominciò a colpirli con la bacchetta, mentre i poveri elfi si autopunivano sbattendo la testa contro le pareti.

Poi gli venne in mente che era presente Regulus (prima sembrava essersi scordato di lui) ed, evidentemente, si chiese il motivo della sua presenza.

- E… tu… Black… -  chiese - Cosa fai… qui?

- Stavo cercando Piton e l’ho incrociato, lui e quella puttana della MacDonald, fuori dal tuo cancello. Ho cercato di bloccarli ma non ci sono riuscito, come ti hanno detto i tuoi elfi. Ora torno alla loro ricerca: l’Oscuro Signore li vuole, come sai… Ma, volevo avvisarti… Piton ti ha sottratto qualcosa.

- Come? - disse Lucisu, sbiancando. Narcissa sembrava sul punto di svenire e stritolava il piccolo Draco, che cominciò a piangere…

- Ha consegnato a quella puttana qualcosa, fuori dal cancello, un piccolo oggetto… non so cosa sia - disse Regulus - Ho cercato di fermarli, ma hanno avuto fortuna e sono riusciti a smaterializzarsi… Mi dispiace… Devo avvisare gli Auror?… oppure i nostri comuni amici?

- No.. .no… - disse Lucius Malfoy, straordinariamente pallido - ci penso io… tu non fare niente… non dire niente a nessuno… questa è casa mia… quest’affare lo gestisco io… Grazie di tutto…

Il pesce aveva abboccato. Gli era sorto il dubbio che mi fossi impossessato dell’horcrux, qualsiasi cosa fosse. Io non sarei mai riuscito a recuperarlo (del resto neanche sapevo cosa fosse!), ma, per fortuna, questo lui non lo sapeva. Ora speravo solo che lo andasse a controllare.

Cosa che effettivamente fece. Doveva essere straordinariamente preoccupato! Se l’Oscuro Signore avesse saputo che si era fatto sottrarre il prezioso cimelio che gli aveva consegnato, la sua collera sarebbe stata terribile. Altre volte avevamo visto di cosa era capace.

I due salutarono velocemente Regulus, che si rimetteva (nella finzione del suo racconto) a caccia del sottoscritto e, una volta che lo videro allontanarsi in giardino, cominciarono a parlare:

- Non è che ha preso… - diceva Narcissa.

- Se l’ha preso, siamo tutti finiti. Morti. Ci spellerà vivi… - rispose Malfoy.

E, un attimo dopo, rivolto alla moglie, che abbracciava il piccolo Draco:  -  Rimani qui e controlla che esca. Io vado su a  vedere se è ancora a posto…

E subito si diresse verso l’interno. Io, naturalmente, scivolavo dietro di lui, sempre protetto dal mantello dell’invisibilità.

Dopo aver mandato via, in malo modo, tutti gli elfi che gli si paravano davanti chiedendo ordini, senza degnare d’uno sguardo le varie stanze che attraversava (come ho detto, erano piene di oggetti distrutti), entrò in una stanza. Anche lì ogni oggetto era spezzato, distrutto, in frantumi. Malfoy non guardò niente, ma si diresse verso il centro della stanza, pronunciò un paio di formule con la sua bacchetta, quindi un “Accio liber”… e un libriccino salì, da sotto il pavimento, fino a lui.

Percepii un sospiro di Lucius, finalmente tranquillo: non mi ero impossessato dell’oggetto… Evidentemente era quello l’horcrux! Dovevo agire subito, prima che lo riponesse.

Subito lo schiantai, afferrai il libretto e mi diressi verso l’uscita. Cercando di non far rumore (cosa non facilissima, dato che dovevo aprire diverse porte), riuscii a tornare di nuovo in giardino. Il cuore mi batteva forte. C’era solo Narcissa che ninnava Draco. Gli elfi erano fuggiti in cucina, o in cantina, ad autopunirsi.

Superai il cancello. Mi diressi verso il gruppo di alberelli dove c’eravamo accordati di aspettarci. Sicuramente mi stavano aspettando Mary, Lily e Regulus. Li raggiunsi velocemente.

- Ce l’ho! - dissi a loro raggiante - E’ un piccolo libro!

Subito ci smaterializzammo verso il nostro covo.

 

Passammo tutto il pomeriggio a studiare l’horcrux e, ad un certo punto, capimmo cos’era: un diario in cui Tom Riddle stesso (o almeno il frammento dell’anima dell’Oscuro Signore. contenuto nel libretto) comunicava con noi, spiegando di volere la nostra amicizia…  Patetico… Solo un ragazzino sarebbe caduto in una trappola così idiota… Evidentemente si sarebbe impossessato dell’anima di colui che scriveva nel diario, poco a poco, e avrebbe avuto abbastanza forza da vivere al posto del disgraziato che avesse creduto alle sue dimostrazioni di amicizia…

- Lo porto insieme all’altro, nel nascondiglio - disse infine Regulus - a Grimmauld Place…

- Perfetto - dissi. Poi, cambiando discorso: E ora abbiamo in pugno Malfoy e consorte… Se l’Oscuro Signore sapesse che si sono lasciati rubare un pezzo della sua anima, li ucciderebbe…

- E quindi lo contattiamo? - intervenne Mary - Lo spingiamo a schierarsi con noi e ad aiutarci ad entrare alla Gringott?

- Sì, lasciamo in ombra ancora Regulus, però. Fino alla fine è meglio che non sappiano che fa il doppio gioco - dissi - Ci penso io, naturalmente trasfigurato, a contattarlo.

- Hai qualche preferenza per la Polisucco? - mi chiese Lily.

- Beh, a chi pensavi?

- Non so… Se vuoi, conosco gli spostamenti di Arthur Weasley… è un tipo metodico e, per andare al lavoro, al Ministero, utilizza il camino della sua casa… Ho la possibilità di modificare le uscite e le entrate del suo camino, come di  una dozzina di altri camini… sai com’è… io e Mary abbiamo pensato che sarebbe stato utile avere più di una via di fuga. all’occorrenza…

Efficiente, Lily. Aveva preventivano tutto, ci stava assecondando in tutti i modi possibili…  Troppo efficiente. Mi tornò in mente il sospetto che fosse stata mandata dal marito, o da Silente, per favorire il nostro piano, per aiutarci ad impossessarci degli horcrux… e poi per consegnarli a Silente?

Ma no, era impossibile. Avevamo fatto l’amore la notte precedente. Lily non avrebbe ma fatto una cosa del genere… darsi a qualcuno, concedere il proprio corpo a qualcuno, anche se per una nobile missione… “per il bene superiore”, come diceva quel pallone gonfiato di Silente… non era da lei… evidentemente era innamorata di me… dovevo fidarmi di lei.

- Vada per Weasley - dissi - Lavora al Ministero, dove dovrebbe trovarsi, domani, anche Malfoy, che sta diventando il braccio destro del Primo Ministro. Lo contatterò lì.

- Va bene. Ci vediamo quindi domani sera, qui, va bene? - disse Regulus.

Poi ci salutò e se ne andò, portando via l’horcrux dell’Oscuro Signore. Sempre impassibile. Chissà quali erano i motivi che l’avevano spinto a saltare la barricata e a mettersi nel nostro gruppetto? Dovevo indagare, con discrezione.…

 

Era notte. Ero sempre sul divano. Non riuscivo a prendere sonno. Lily mi aveva salutato, come aveva fatto Mary, ed era andata a dormire. Tante cose non mi tornavano… troppe cose su cui non avevo riflettuto abbastanza… Perché Regulus odiava l’Oscuro Signore? Era sicuro affidare gli horcrux a lui? Perché Mary e Lily si erano unite a noi e mi avevano salvato la vita? Solo per amicizia? Lily mi amava? Avevamo fatto l’amore la notte precedente, ma, in quella giornata, si era comportata nel solito modo, senza guardarmi in modo diverso dai giorni precedenti…

Improvvisamente Lily uscì dalla camera.

- Sei ancora sveglio, Sev? - mi disse -  Ho fatto un incubo… vado a bere un bicchiere d’acqua.

Mi avvicinai a lei e l’abbracciai. Si irrigidì subito. Perché?

Avvicinai le mie labbra alle sue. Non avevo fatto in tempo a toccarla con la punta della lingua che mi diede uno schiaffo, violentissimo.

- Ma… - provai a dire. Cosa succedeva?

- Ma sei matto, Severus? - mi urlò in faccia. - Come osi prenderti certe libertà? Sono sposata, con James. E lo amo! Non ti permettere mai più!!!

Ma che stava succedendo?

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Capitolo 9
*** Arthur Weasley ***


Capitolo 9.

 

Arthur Weasley

 

 

Ok. C’erano diverse possibilità. La prima è che fossi diventato pazzo e mi fossi immaginato tutto. Mi fossi immaginato cioè di aver passato la notte precedente, o almeno parte della notte, a fare l’amore con Lily. Ciò non era mai avvenuto ed io ero praticamente impazzito, dato che mi ricordato il perfetto contrario.

Seconda possibilità: Polisucco. Non avevo passato la notte con Lily ma con Mary MacDonald. Il che spiegava l’inspiegabile (almeno all’apparenza) comportamento di Lily. Era un aspetto su cui avevo pensato a lungo, quella notte. Mi sembrava la soluzione più logica. E avevo affrontato Mary, la mattina seguente. Lily era a farsi una doccia ed io mi ero avvicinato a Mary chiedendole, direttamente, se si era sostituita a Lily la notte precedente e se si era infilata, al posto sua, nel divano con me. Ma lei aveva negato decisamente e, per Salazar, sembrava sincera: - Ma come puoi pensare una cosa del genere, Severus? Mi conosci? Pensi che debba ricorrere a questi  trucchi?

E se ne era andata, anche un po’ scocciata, non so per l’accusa che le avevo rivolta o perché aveva scoperto che avevo fatto l’amore con Lily… E, andandosene, mi aveva detto: - Sarà Lily che ha ceduto ad un desiderio improvviso… tu gli piacevi, una volta… e poi si è pentita, pensando al marito… e al figlio… e agisce in questo modo per non dover giustificare il suo comportamento a James… Comunque tu sei uno stronzo… io ero disponibile, e ti voglio bene… Tu hai un chiodo fisso per quella… Sai cosa di dico, Severus: Vaffanculo!

E questa era la terza possibilità: era veramente Lily, che poi, pentendosi di ciò che aveva fatto, fingeva che non fosse mai successo.

Ma ce ne era anche una quarta… Sono un pozionista e, nel mantello, tengo una serie di pozioni di pronto impiego… meglio  essere prudenti! Alcune delle quali provocano allucinazioni … Quella notte era freddo e mi ero buttato il mantello addosso, sopra la coperta. Che una fialetta avesse il tappo appena allentato? Che fosse stata tutta un’allucinazione?

In definitiva non capivo cosa fosse successo. E l’unico risultato era che, in quella mattinata, la tensione tra noi tre si poteva tagliare con il coltello. Lily ce l’aveva ancora per il  mio comportamento della sera precedente, quando avevo cercato di baciarla;, Mary per quello che le avevo appena detto, per non desiderarla e per volere invece Lily; e anche le due ragazze, tra loro, sembravano particolarmente fredde… non so se per colpa mia.

Per fortuna avevamo la missione da compiere e dovevo contattare Malfoy, al ministero, assumendo l’aspetto di Arthur Weasley, il purosangue filobabbano.… Così Lily si sentì in dovere, prima di farmi iniziare la missione, di  farmi ripassare tutte le informazioni che avevamo su Weasley, che ad essere sincero conoscevo perfettamente: era un membro dell’Ordine della Fenice e dovevamo conoscere tutti i punti di forza e di debolezza dei nostri potenziali nemici… (ma questo a Lily era meglio non spiegarlo)…

- Alle 8.00 - ci spiegò Lily - Arthur Weasley andrà al lavoro all’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani, dove lavora. Il suo camino è stato modificato e, al posto di trovarsi al Ministero, verrà qui, nel nostro covo. Lo schiantiamo, lo lasciamo in stato di animazione sospesa, tu prendi il suo posto e ti rechi in Ministero. Sta’ attento a come comportarti, mi raccomando: se ti scoprono ricorda che molto difficilmente potremo farti evadere un’altra volta. Arthur è innamorato della moglie, Molly, vive in una bizzarra casa a Ottery St. Catchpole, ha sei figli che sono nell’ordine: Billy, di dieci anni, Charlie… (ecc.)

Dopo aver ripassato tutto quello che dovevo sapere sulla vita privata di Weasley, ripassammo il piano:

- Non preoccupatevi - ripetevo - Parlo con Malfoy e lo obbligo a lanciare un Imperius sulla cognata o sul cognato. Gli dico che, se il giorno successivo Bellatrix o Rodolphus Lestrange non ci consegnano l’oggetto, Voldemort saprà che si è fatto sottrarre il suo diario…

- Non sa che non potremo farlo mai - aggiunse Mary - altrimenti Tu-sai-chi si accorgerà della nostra ricerca. Cerca pertanto di essere convincente e non scoprire che è un bluff…

- Pensi che sia nato ieri, Mary? - le dissi. Certo che non mi avrebbe  scoperto. Non per niente sono un occlumante. E un serpeverde: non è la prima volta che inganno qualcuno… compreso l’Oscuro Signore…

- Basta che ti inserisci in qualsiasi camino del ministero e pronunci il mio nome: è la chiave per tornare qui e funziona solo per te e per Mary - aggiunse Lily. E poi aggiunse, con un sorriso malevolo: - Il nome è “Lily Potter”… non dimenticarlo…

Perfida! Dover pronunciare anche il nome di quel maiale  di Potter. Neanche le risposi.

In effetti, alle 8.00 precise comparve, improvvisamente, nel nostro camino, Arthur Weasley, sbalordito di non trovarsi al Ministero! Era un mago piuttosto simpatico (io non sono particolarmente estroverso e non stringo amicizie, ma lui era gradevole, quando era ad Hogwarts, mi ricordo: era di qualche anno più grande di me), alto, grassoccio, con una foltissima chioma di capelli rossi. Faceva già a quel tempo collezione di quelle loro strane cartoline che non si muovono… era già babbanofilo, insomma… Un attimo dopo era schiantato e, con un mollicorpus, lo adagiammo nel divano.

 

- Presto, prendi un capello e mettilo nella polisucco, - mi disse Lily - Tienine anche qualcuno di riserva, tante volte ti servisse prolungare la tua permanenza al Ministero…

Un attimo dopo il sottoscritto, trasformato in Arthur Weasley, era nel camino del suo ufficio, al Ministero. Benissimo.

- Oh, Arthur! Leggermente in ritardo, oggi? - mi disse il capoufficio di Arthur, che, per fortuna conoscevo, di vista: era un certo Adam Gedeon. Lo tranquillizzai: - Un piccolo intoppo con i gemelli, Gedeon, ma ora è tutto risolto. E’ tutto calmo, oggi?

- Sembra di sì. Dei bidoni sono esplosi a Finton Drive, ma c’è andato Jackson.  Nessun’altra segnalazione, attualmente

- Beh, approfitto per andare a Relazioni Magiche… vorrei fare qualche domanda a Smith… sai, per quei bidoni aspirapolvere… - ho detto.

- Sì, sì, vai pure.  Se fai veloce, lo tro… - mi disse Gedeon. Ma improvvisamente, si fermò per l’apparizione di un patronus… una colomba…

- Ehi, ma non è il patronus di tua moglie - disse Gedeon.

Naturalmente questo non lo sapevo. Ma lo conosceva Gedeon. Qualcosa stava andando storto?

- Tutto bene, Arthur? Qui l’orologio si è spostato su “pericolo mortale”… - mi disse quel volatile.

- Stupidi oggetti magici - disse Gedeon - Andassero bene una volta… Io ho comprato un avversaspecchio di seconda mano, ma l’ho dovuto chiudere in cantina... suona ogni volta che compare il mio cane…  Manda il tuo patronus a tua moglie per rassicurarla, Arthur!

Beh, non potevo mandarlo. Non sapevo quale fosse il patronus di Arthur.

- E’ meglio che torni un attimo a casa… per rassicurarla… ritorno subito… - dissi, e mi diressi verso il camino, dove pronunciai velocemente “Casa Weasley. Ottery St Catchpole”.

Un attimo dopo uscivo in una cucina piena di oggetti all’inverosimile. Mia moglie (o meglio la moglie di Arthur) e i miei figli (ossia i suoi figli) stavano ancora a tavola, da dove, evidentemente, mi ero alzato qualche minuto prima anch’io. Appena mi videro, saltarono tutti dalle sedie (a parte il piccolo Ron, che rimase  nel suo seggiolone) e si gettarono su di me per abbracciarmi.  Aiuto: mi assaliva una marea di marmocchi!

- Papà! Papà! Papà! - urlavano i bimbetti.

Dovevo ricordarmi i nomi… : - Sì, Sì, ciao, ciao! Bill! Charlie! Tutto a posto?- dissi ai due più grandi. Un bimbetto di quattro anni, Percy, mi si era attaccato alle gambe, mentre i due più piccoli (avranno avuto un paio di anni) cercavano di allontanarlo per mettersi al suo posto.

- Bambini… - disse Molly (bella donna, capelli rossi, in vestaglia, da cui si vedeva un seno prepotente… La ricordavo un po’ più magra, ma erano anni che non la vedevo… Non è che tra Mangiamorte e membri dell’Ordine della Fenice è possibile scambiarsi inviti a cena… - lasciate stare vostro padre!

E poi, rivolto a me: - Arthur caro, l’orologio segna “pericolo mortale”… deve essersi rotto…

- Certo, Molly - gli dissi - Poi gli darò un’occhiata.

- Come  mai sei venuto di persona e non mi hai mandato il tuo patronus…

Dovevo inventarmi qualcosa…

- Avevo dimenticato un libro… che mi ha chiesto Gedeon… - e ho preso il primo volume che ho visto sopra una mensola. Miseriaccia. Era “Sesso magico: tutto quello che volevate sapere e non avete mai avuto il coraggio di chiedere”. Apposta era in alto, fuori dalla portata dei bambini. Hai capito cosa leggevano Arthur Weasley e la moglie?

- Ah, capisco… - ha detto Molly, con degli occhi maliziosi. Ho notato i suoi capezzoli inturgidirsi sotto la vestaglia. E si è passata la lingua sulle labbra.

Cosa aveva capito?

E poi, rivolto a Bill e Charlie: - Potete guardare un attimo Percy, i gemelli e Ron… Devo far vedere una cosa a babbo…

E, prima che riuscissi a dire qualcosa, Molly mi trascinò nella camera vicina, in camera da letto. Dove: - Ho capito di cosa hai bisogno… ti sei deciso di mettere in cantiere la femminuccia? Dai, facciamo subito… un quarto d’ora di ritardo non ha mai ucciso nessuno…

 E si è cominciata a sbottonare la vestaglia…. Ma tutte a me dovevano capitare?

 

Qualche minuto dopo ero di nuovo al Ministero. Ero dovuto scappare, letteralmente, da casa, lasciando mia moglie (o meglio la moglie di Arthur Weasley) infuriata. dato che non capiva come mai non volessi “mettere in  cantiere la femminuccia”, come diceva lei e desiderassi tornare di  corsa in ufficio. Mi aveva anche urlato che in “pericolo mortale” sarei stato, la sera, al mio ritorno, dato che la stavo prendendo in giro.… Le avevo detto che il libro mi serviva  veramente per Gedeon e che per la femminuccia dovevamo aspettare ancora un po’… Ma quanti figli volevano avere? Sette? Erano completamente matti! Non bastavano quelli che giravano per casa?

- Vado un attimo da Smith- ho detto di nuovo a Gedeon, che mi ha visto di nuovo arrivare in ufficio - Gli devo portare questo libro… Se arrivano patronus da Molly, non preoccuparti… è un po’ arrabbiata con me…

Subito  sono corso fuori, ma non mi sono recato da quello Smith, ma nell’Ufficio “Affari Purosangue”, dove sapevo di trovare Malfoy. Dappertutto, sulle pareti, vedevo il mio ritratto, con l’indicazione della somma di 500 galeoni a chi mi avesse consegnato vivo o morto, il ritratto di Mary (lei “valeva” solo 200 galeoni) e di Lily, Harry e Marlene (di questi  si indicava solo che erano scomparsi e si assicurava una lauta ricompensa a chi avesse fornito informazioni).

Giunsi finalmente all’ufficio dove  sapevo si trovava Malfoy. Ho bussato alla  porta e, appena mi ha aperto la segretaria, gli ho detto: - Ho un  messaggio urgente per Malfoy.

- Oh… Weasley… il babbanofilo… - mi ha detto un quarto d’ora dopo (mi aveva fatto fare anticamera, quel bastardo!)

-  Cosa vuoi da me? - mi ha detto con un tono arrogante - Lo sai cosa penso dei babbanofili…

Io, con un incantesimo non verbale ho sigillato la porta, ho lanciato un muffliato e: - Scusa, Malfoy, ma mi sei sempre stato sul cazzo…

E, in men che non si dica, ho tirato fuori la bacchetta e  l’ho legato con funi magiche e messo un bavaglio. Non se l’aspettava. Subito, legato come un salame, è crollato a terra.

Mi guardava con due occhi spalancati. Io mi sono avvicinato a lui e gli ho messo la bacchetta dentro una narice: - Ora stammi a sentire, pezzo di merda. Te lo dico solo una volta, quindi mettiti bene in testa quello che ti dico. Sono Severus Piton. L’oggetto che di ha dato l’Oscuro Signore, quel libretto, ce l’ho io. E, se non fai come ti dico, domani gli arriverà la notizia che  tu, come un idiota, ti sei fatto soffiare da sotto il naso quell’oggetto, che per lui è importantissimo. E da quel momento la tua vita, quella della tua bella moglie e del tuo simpatico pupetto… Draco si chiama, vero?... non varrà un fico secco. Lo stesso sarà informato se mi capita qualcosa, capito? Se non torno a casa, tu domani sei morto… Ci penserà qualcun altro ad avvisare l’Oscuro Signore…  E’ chiaro?

Quell’idiota era sbiancato. Ha comunque annuito.

- Ora ti tolgo il bavaglio. Una parola e sei morto.

- Cosa vuoi da me, Piton? - mi disse. Voleva mostrarsi fermo, ma aveva paura.

- Voglio l’oggetto che l’Oscuro Signore ha consegnato a tuo cognato, a Lestrange. Si trova alla Gringott, lo so.

- La coppa di Tassorosso? - mi ha detto Malfoy  - Ma… cosa stai facendo, Piton? Collezioni oggetti dell’Oscuro Signore?

- Non ti interessa. Ora sei legato a me… e spera che io riesca a realizzare il mio piano… altrimenti siete morti… tutti… O vi ammazzo io, o vi ammazza l’Oscuro Signore…

Malfoy era straordinariamente pallido. Sarebbe svenuto.

- Se ti aiuto - disse lentamente - ho la tua  parola che non dirai niente all’Oscuro Signore.

- Hai la mia parola. E se mi dovesse capitare qualcosa, se lui sospettasse qualcosa, giuro che ti avviserò… ti manderò un patronus, e avrai il tempo di rifugiarti all’estero… Intanto preparati ad un’improvvisa partenza… Non puoi scegliere, sei nelle mie mani. Devi mettere sotto Imperius tuo cognato Rodolphus, o la moglie, quella  puttana di Bellatrix. Domani voglio quella coppa. E mi accorgo se l’hai sostituita. In quel caso l’Oscuro Signore si farà gli  stivali con la tua pelle, o con quella del tuo marmocchio…

Pensò un attimo e poi, cercando di darsi un contegno: - Va bene. Ma un giorno, Severus Piton, ti ucciderò per quello che mi hai fatto! - mi sibilò.

- Mettiti in fila, allora… Non so in quanti vogliono farmi la pelle.

- Domani alle 11.00 davanti alla Gringott.  Arriverò trasfigurato, naturalmente. Voglio quella coppa.

E, detto questo, me ne sono andato via.

 

Ho quindi salutato Gedeon, dicendo che non stavo bene e tornavo a casa.

- Non preoccuparti, Arthur. Prendi pure un giorno di riposo - mi ha detto, comprensivo.

Certo che, questi impiegati statali che lavorano al Ministero, fanno una vita di tutta tranquillità!

Sono tornato naturalmente al covo, dopo aver preso un camino in una stanza vicino, in cui non c’era nessuno ad ascoltarmi. Ho dovuto anche pronunciare il nome di Lily associato all’odioso nome di quel maiale del marito!

Poi, una volta arrivato, abbiamo innestato falsi ricordi ad Arthur, corrispondenti grosso modo a quello che era successo a me. Certo, la moglie l’avrebbe linciato, dato che l’aveva rifiutata, ma ora lui le avrebbe chiesto perdono. E, con una pozione di Afrodisia lui avrebbe avuto un forte desiderio di fare l’amore con lei e subito, immaginavo, avrebbero fatto la pace. Gliene versai una dose doppia in bocca: meglio abbondare. Avrebbero dovuto ringraziarmi. Mi sentivo buono: il piano stava procedendo, anche grazie a quel babbanofilo di Weasley. Poi, dato che mi sentivo proprio buono, ho sperimentato su di lui una pozione di mia invenzione:  l’ho chiamata foeminas transfero: serve per trasformare tutti i cromosomi X in Y, cioè in quelli che generano bambine. E’ sperimentale, ma magari poteva funzionare… Non voleva una bambina? Se la mia pozione avesse funzionato, una bimbetta sarebbe nata nell’81, ad  agosto… non sono troppo buono, ultimamente?

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Capitolo 10
*** La Coppa di Tassorosso ***


Capitolo 10.

 

La Coppa di Tassorosso

 

 

Passammo tutto il resto della giornata io, Regulus (che ci aveva raggiunto), Lily e Mary a fare progetti per il giorno dopo (sarebbe stato un giorno importante: dovevamo penetrare alla Gringott e prendere il terzo horcrux, quello che avevamo capito doveva essere un famoso oggetto magico perso da secoli (ed evidentemente recuperato dall’Oscuro Signore e poi trasformato in horcrux): la mitica Coppa di Tassorosso.

Oltre a ciò Regulus ci informò su ciò che avveniva nella società magica (dove il Ministro era violentemente criticato per non averci catturato) e tra i Mangiamorte, che l’Oscuro Signore aveva sguinzagliato in ogni angolo delle Isole Britanniche per trovarmi: voleva darmi una punizione esemplare davanti a tutti per far capire cosa succedeva a chi decideva di abbandonarlo. Tuttavia nessuno aveva trovato ancora il più piccolo indizio di dove fossimo. E anche Lucius Malfoy, ci confermò Regulus, aveva bellamente mostrato di non avere informazioni al riguardo.

Insomma, eravamo ottimisti: tutto stava procedendo per il meglio. 

 

Passai la notte in un sonno agitato, spesso sveglio tendendo l’orecchio verso la camera delle ragazze, da dove proveniva solo il respiro regolare di Mary e Lily… Sì, avevo la speranza che Lily venisse ad infilarsi, di nuovo, sotto le mie coperte… se era Lily, dato che la confusione era molta… Naturalmente non avvenne niente e, la mattina dopo, mi svegliai ancora più insicuro di quello che era successo nella notte precedente.

“Allucinazioni” - borbottai tra me - “E’ la spiegazione più razionale”. Tuttavia il ricordo del profumo di Lily, e del suo corpo che scivolava su di me, che mi avvolgeva, non mi lasciava un attimo… Come poteva essere un falso ricordo?

Dovevamo però pensare al nostro piano e, pertanto, di prima mattina, appena alzati e fatta una veloce colazione, ci mettemmo a tavolino a pianificare la giornata.

Alle 10.30 io e Mary ci preparammo per andare a Diagon Alley. Avevamo deciso di dividerci. Regulus avrebbe ancora continuato il suo doppio gioco e quindi non sarebbe stato coinvolto direttamente nel recupero del terzo horcrux. La cosa gli dispiaceva e aveva  cercato di farci cambiare idea. Tuttavia la sua presenza a fianco dell’Oscuro Signore era fondamentale, anche per avvisarci di eventuali mosse da parte di quest’ultimo: potevamo essere tranquilli finché lui non si fosse accorto che noi stavamo allestendo una sempre più efficace caccia all’horcrux.

Neanche Lily poteva venire: doveva programmare il camino di un pub, il Black Dragon, proprio davanti alla Gringott e, per prudenza, di un altro paio di locali di Diagon Alley affinché in qualunque momento fosse aperto un canale di comunicazione con il nostro covo: serviva però una persona che facesse da catalizzatore magico nel nostro covo e controllasse che i passaggi rimanessero aperti.

Naturalmente io e Mary eravamo opportunamente trasfigurati: non so come avesse fatto (o meglio avevo paura di rispondere a questa domanda: c’era sempre la possibilità che fosse stata infiltrata nel nostro gruppo da quel maiale di Potter o da Silente), ma Lily ci fornì documenti e identità di un mago ed una strega italiani, in visita a Londra in quel periodo. Io ero Enrico Paleani, un brizzolato stregone, mentre Mary era mia moglie, una grassoccia strega italiana (con delle invitanti curve, però…), chiamata Roberta Cecchini (in Italia non si cambia cognome dopo il matrimonio). Mi si rafforzava il sospetto che  Lily fosse troppo  brillante, geniale, vulcanica… che tutto fosse stato preparato per favorirci?

- Ricordati che devi pronunciare il mio nome e cognome, per il passaggio - mi disse, con un perfido sorriso - E pronuncia con attenzione soprattutto il mio attuale cognome!

Godeva nel costringermi a ripetere il nome di quel maiale di suo marito!

Verso le 10.45 eravamo al Paiolo Magico, da dove, senza parlare con nessuno, dopo aver ammirato i nostri manifesti di taglia (i primi di una lunga serie con cui era letteralmente “tappezzata” Diagon Alley), entrammo finalmente nella magica via inglese.

Alle 11.00, o poco prima, eravamo davanti alla Gringott, dove, un paio di minuti dopo, vedemmo arrivare un nervoso Lucius Malfoy insieme ad un apatico Rodolphus Lastrange.

Mi avvicinai a lui, insieme a Mary

- Malfoy, sono io. Ho l’appuntamento con te alle 11.00 - gli sibilai.

- Ho fatto la mia parte: Lastrange è sotto imperius e farà qualsiasi cosa tu voglia - mi disse con un filo di voce - Non voglio più rivederti. E ricordati la tua promessa: voglio essere avvisato se l’Oscuro Signore  sospetta che non ho più il libro: d’ora in poi, lasciami fuori!

Subito Malfoy se ne andò, lasciando Rodolphus con noi.

- Ci devi portare nella tua camera segreta - gli dissi.

- Certo. Come vi chiamate? - rispose lui, affabilmente.

Gli dicemmo i nostri nomi, poi salimmo la scalinata che conduceva alla Banca.

Due folletti in livrea ci accolsero con dei generosi inchini. Quindi entrammo nell’atrio, dove altri folletti stavano  trattando con diversi clienti. Ci dirigemmo verso uno di questi.

- Voglio andare nella mia camera blindata subito, insieme a questi miei amici - disse Lastrange.

- Ma certo, signore - fu la risposta servile dell’impiegato, che ci affidò quindi, ad uno degli incaricati, un folletto di nome Bongi, che avrebbero dovuto guidare il carrello  negli stretti cunicoli delle gallerie sotto Londra.

Cinque minuti dopo sfrecciavamo, nel carrello, verso il basso. Tutto stava andando bene. Avremmo preso quella  Coppa e saremmo andati subito in quel pub, il Black Dragon… nessuno avrebbe sospettato di niente…

Ma, purtroppo, non avevamo considerato tutti gli accorgimenti messi in atto dalla Gringott per impedire eventuali furti. A circa metà della  discesa ci investì infatti un fiotto d’acqua gelido e, poco dopo, vidi con orrore che al posto della grassoccia strega italiana c’era Mary, completamente bagnata! Anche io, lo  sentivo, avevo ripreso il mio aspetto.  E la maledizione Imperius su Rodolphus Lastrange era scomparsa:

- Tradimento! C’è Piton! - cominciò ad urlare quell’idiota cercando di estrarre la bacchetta.

Mary,  molto velocemente, lanciò un secondo Imperius su Lastrange, mentre io mi occupavo del folletto, che incantai: per fortuna riuscimmo a riprendere il controllo velocemente delle loro menti e si mostrarono entrambi particolarmente gentili e disposti a compiacerci.

Avevamo portato alcune dosi di polisucco di scorta, ma purtroppo non sarebbero servite.

- Non possiamo ritrasformarci finché non si asciugano i vestiti - mi disse Mary, preoccupata.

- Quando torniamo in superficie, usciremo coprendoci con il mantello e tirando su il cappuccio. E sperando che non ci notino… Dobbiamo solo attraversare la strada…- dissi.

Ma subito capii che, girare in quel modo a Diagon Alley non sarebbe stato il massimo, considerando tutti gli Auror che giravano per strada e i manifesti di taglia che avevano messo dappertutto.

Giungemmo per fortuna vicino alla Camera Blindata. Superammo anche un drago, mezzo addormentato, che occupava gran parte del passaggio e che non ci degnò d’uno sguardo (alla faccia dei potenti strumenti anti-intrusi della Gringott) e, finalmente, Lestrange ci fece entrare nella camera  blindata.

Dappertutto c’erano montagne di  galeoni, zellini e falci, magici quari preziosi, raffinate collane e altra  gioielleria di pregio, compreso un paio di armature completamente d’argento.

- Ci interessa la Coppa di Tassorosso. Prendila! - dissi a Rodolphus.

- Certo, Piton - mi disse servilmente Rodolphus e si diresse verso uno scaffale.

Poco dopo, la Coppa famosa era nelle mie mani. Ho una certa sensibilità per la magia oscura e, in effetti, quella piccola coppa trasudava  malvagità e oscuri incantesimi: era l’horcrux! La sigillai in una piccola scatola isolante (meglio non stare troppo in contatto con la magia  oscura) e misi il tutto nella tasca del mantello.

- Torniamo fuori: dissi.

Il viaggio di ritorno fu tranquillissimo: il drago non si mosse, il carrello, sferragliando, ci portò velocemente in superficie senza passare di nuovo per quel fiotto d’acqua che, nell’andata ci aveva “bruciato” il travestimento.

- Ci vediamo, gentili signori - ci disse il folletto Bongi - E grazie per la mancia.

In realtà non gli avevo dato niente, ma era ancora sotto Imperius. Io e Mary avviammo nell’ingresso della Gringott, insieme a Lestrange, tirandoci il cappuccio del mantello  fino agli occhi. Intorno a noi nessuno sembrava notarci. Pochi passi e saremmo stati fuori.

Ma, quando eravamo quasi arrivati alla porta, vedemmo venire verso di noi Bellatrix, la moglie di Rodolphus, accompagnata dal suo segretario personale, un certo Jansen, un pessimo soggetto che scortava dovunque quella maledetta strega. Che sfortuna! Proprio in quel momento doveva entrare in banca!

Probabilmente vedere la moglie cancellò le ultime  tracce di Imperius su Lestrange (è una maledizione difficile da mantenere: ci vuole un ferreo controllo da parte di un mago sulla psiche della vittima e Mary l’aveva fatta velocemente in condizione di emergenza), che si cominciò a correre verso la moglie e il segretario urlando: - Uccidetelo! E’ Piton! Ha rubato la coppa!

Subito i due estrassero le bacchette (Lestrange non ce l’aveva più, per fortuna) e cominciammo a duellare, mentre i clienti  e i folletti  fuggivano  via spaventati: inviai una serie di incantesimi diversi (un confringo, un diffindo, un sectumsempra) per mettere fuori gioco subito Jansen, che stava proprio davanti a me: lo colpii prima ad un braccio, poi, in pieno con il sectumsempra, lasciandolo agonizzante a terra.

Dovevo rivolgere la mia attenzione a Bellatrix, contro cui stava combattendo vanamente Mary: la mia povera amica era a terra, torturata con un Cruciatus da Bellatrix:

- Schifosa puttana! - diceva - Ridammi la coppa!

- La puttana sei tu - dissi, distogliendo la sua attenzione .- Va’ all’inferno!

E le inviai un Avada Kedavra, che però fallì il suo scopo, dato che quell’idiota del marito si mise in mezzo, morendo al posto della sua bella e traditrice moglie. Idiota.

- Maledetto. Guardo cosa faccio alla tua puttanella! - urlò quella pazza, lanciando un paio di maledizioni contro Mary che stava cercando di riprendere la bacchetta. Riuscii a proteggerla con uno scudo, deviandole. Cominciammo a lanciarci maledizioni per uccidere, che, anche  se respinte (eravamo entrambi abilissimi negli scudi), intorno a noi facevano il vuoto: qualche cliente in fuga, qualche folletto e qualche guardia giaceva a terra, morti, uccisi o colpiti da maledizioni oscure di rimbalzo, lanciate da me o da Bellatrix e sul pavimento i loro corpi si mescolavano a denaro, diamanti, sedie, spezzoni di banconi.

Era una strega troppo forte, ma dovevo eliminarla velocemente, altrimenti non saremmo più riusciti a fuggire. Dovevamo raggiungere quel cazzo di pub davanti alla Grintott!

- Tieni la tua preziosa coppa - le dissi, ad un certo punto - e le lanciai non la coppa, ma una delle mie pozioni, una pozione corrosiva che  avevo chiuso in una anforetta. Sono un perfezionista e non mi allontano mai da casa senza una dozzina di pozioni che possono servire in diverse occasioni. Questa è una specie di “Cruciatus” liquida e non fa piacere riceverla addosso, ve lo posso  assicurare…

Il lancio la distrasse un attimo e, istintivamente, cercò di prenderla al volo. Ma prima che quella maledetta strega la toccasse, la feci esplodere, con una flagrans… il liquido inondò la sua mano e il suo viso e sentii le sue urla di dolore.

- Vaffanculo - le dissi. E le lancia, finalmente l’Avada Kedavra. Senza rimorso.

Un attimo dopo quella maledetta strega giaceva morta, sul pavimento, accanto a quell’idiota del marito e a quel Jansen, ancora agonizzante.

- Presto, andiamo! - dissi, prendendo per mano Mary.

- Non ce la faccio, Severus… lasciami qui - mi disse. Era stata torturata da Bellatrix ma, presumibilmente, non aveva nessuna ferita mortale. O almeno così speravo.

- Tu vieni con me! Stringi i denti e usciamo da questa maledetta banca - le urlai.

Ci precipitammo fuori. Io la tiravo per un braccio e Mary riuscì a a seguirmi, bene o male. La gente stava ancora fuggendo dalla scalinata, ma vidi, alcuni Auror correre verso di noi dal fondo di Diagon Alley. Avrebbero probabilmente lanciato maledizioni verso di noi, se non ci fosse stata tutta quella gente in fuga nella via.

- Dai, entriamo in questo cazzo di pub! - dissi a Mary, sempre tirandomela dietro. Speravo che Lily avesse mantenuto il collegamento del camino di quel locale con il nostro covo. Bloccai la porta dietro di me (avrebbero impiegato qualche minuto, almeno, gli Auror per aprirla) e mi diressi verso il bar. Il locale era vuoto, o così a me sembrava. Poco lontano, il camino. Mi rivolsi al barista, che ci guardava con gli occhi spalancati, come volesse dirci qualcosa. Gli puntai la bacchetta in mezzo agli  occhi: - Se vuoi vivere, non intervenire!

Di lì ad un attimo io e Mary saremmo tornati al covo… Ma in quel momento, qualcuno mi colpì, alle spalle… mi sentii sollevato in aria, mentre la mia bacchetta volava lontano da me. Atterrai sopra un carrello dei liquori, che si rovesciò, mentre i vetri e i liquidi contenuti nelle bottiglie schizzavano dappertutto.

Ero ancora ammaccato, stordito, ferito, quando mi girai e vidi avvicinarsi tre figure che, purtroppo, conoscevo bene.

- Sei morto, Mocciosus - disse Sirius Black con un’espressione da folle - Ti farò a pezzi, vedrai, e urlerai di voler morire. Solo allora ti ucciderò come un cane, come hai ucciso Peter.

- No, Sirius. Prima lo spello vivo io… - diceva James Potter, che mi guardava con occhi iniettati di sangue. Per Salazar, quanto mi odiava.

- Ragazzi, niente mosse avventate… - diceva Lupin -. Dobbiamo sapere dove si trovano Lily ed Harry… e anche Marlene… prima di ucciderlo…

E tutti e tre avevano le bacchette puntate contro di me.

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Capitolo 11
*** Fuoco maledetto ***


Capitolo 11.

 

Fuoco Maledetto

 

- Ora te lo dico una sola volta, prima di scuoiarti vivo, Mocciosus… - mi disse James Potter con due occhi iniettati di  sangue, dopo avermi puntato la bacchetta alla tempia - Dove sono mia moglie e mio figlio?

Intorno a lui si trovavano Remus Lupin, il loro amico Lupo Mannaro, e quell’arrogante di Sirius Black. Mary MacDonald stava, svenuta, poco lontano. Fuori della porte, tre o quattro Auror, che fino ad un attimo prima cercavano di forzare la porta, avevano desistito, quando Sirius Black aveva fatto loro vedere, dall’interno, la tessera dell’Ordine della Fenice e si erano recati dentro la Gringott, dove giungevano anche diverse ambulanze, per trasportare i feriti al San Mungo. All’interno di quel maledetto pub, invece, con calma, i Malandrini, o almeno quelli che restavano dopo la morte di Peter Minus, cercavano di farmi confessare quello che non avevo fatto. Infatti Lily si era unita a me spontaneamente, a caccia degli horcrux del Signore Oscuro, e Harry era stato nascosto da Lily stessa: se ne stava prendendo cura Marlene McKinnon e sia l’uno che l’altra avevano ormai una diversa identità che solo Lily conosceva. Anche volendo, non potevo confessare niente.

- Ora gli faccio capire che non scherziamo… - disse James Potter

E mi lanciò un Cruciatus… sentii un dolore tremendo in ogni fibra del mio corpo, che non pensavo di potesse provare… Avrei voluto morire, avrei voluto urlare dal dolore, ma tenni ostinatamente la bocca chiusa…

- Ferma, James - intervenne Lupin - Fallo parlare… non ucciderlo…

- Oh, povero Mocciosus - continuò Sirius Black - vuole parlare… Vediamo se ci riesce a testa in giù… Levicorpus…

Mi ritrovai sollevato, in aria, con la testa vicino al pavimento e le gambe rivolte verso l’alto. Quanto erano idioti!

- Ti sembra di essere tornato ragazzo, Mocciosus? - mi disse, con una risata maligna, Sirius.

Idiota, gliela avrei fatta pagare, prima o poi. Pensai, tuttavia, che, tra questa maledizione e il Cruciatus, era sicuramente meglio questa… Scivolarono a terra alcune pozioni che avevo nel mantello, mentre rimase incastrata, nella tasca, la scatoletta che conteneva la Coppa di Tassorosso.

- Parla,  Mocciosus - diceva Sirius, con uno sguardo da matto - Mi sono stancato…

- Idiota… - riuscii a malapena a dire - … questa te la faccio pagare…

Non è proprio il massimo da dire, stando a testa in giù, ferito, appena colpito da un Cruciatus… stavo effettivamente male…

- Forse dovremmo interrogare la MacDonald - disse Lupin - Lasciamolo sospeso a mezz’aria… Forse sa dove ha messo Lily ed il piccolo… torneremo da lui dopo

Ma quei tre idioti, presi dall’odio nei miei confronti, non avevano preso in considerazione alcuni fondamentali elementi di tecnica poliziesca che chiunque, anche il più sprovveduto poliziotto babbano, conosce: non sottovalutare il nemico, controllare sempre il luogo e mettere qualcuno di guardia, in grado di dare l’allarme in caso di emergenza. Loro tre, presi dalla voglia di umiliarmi e farmela pagare, si erano dimenticati queste fondamentali precauzioni.

Black, improvvisamente fu schiantato e, contemporaneamente, quando perse conoscenza, scomparve il levitacorpus che mi teneva a mezz’aria e caddi malamente a terra, battendo la testa ed il torace.  James Potter fece in tempo a girarsi e a vedere Mary MacDonald fargli saltare la sua bacchetta dalle mani, mentre il barista (!) schiantava Remus Lupin.

- Fermo, Potter! - disse il barista, puntandogli la sua bacchetta - Non fare una mossa o ti ritrovi nel paradiso degli idioti…

Il barista! Che c’entrava? Sì, lo ricordavo… gli avevo detto di non fermarci se voleva salvarsi la vita, quando eravamo entrati. Stava dalla nostra parte? Ci aveva aiutato? Perché?

Io, anche se ferito (forse avevo rotto qualche costola, nella caduta) e dolorante, mi precipitai sulla mia bacchetta, poco lontano, mentre il barista e Mary Mac Donald, che si era rimessa in piedi, puntavano le loro armi su Potter…

- Ma… che cosa…maledetti… - farfugliava, rosso di rabbia

- Tu stai fermo e non muoverti - disse il barista. E poi, rivolto a me e Mary: -  Forza ragazzi, venite con me…  Non volevate che prendessi parte all’operazione, ma avevo ragione io… Senza di me, siete persi. E allora di mia iniziativa sono venuto qui, e non dite che non sono servito…

Era Regulus!

- Il vero barista è qui, sotto il bancone e ho preso il suo posto. Quando li ho visti entrare ed appostarsi… seguivano la Lastrange, penso… avrei voluto avvisarvi, ma non c’era possibilità… così sono rimasto in disparte, sperando di poter intervenire…

- Grazie. Avevi ragione tu - gli dissi - Ora andiamo. Riesco a muovermi da solo. Tu aiuta Mary, che ha avuto brutte ferite nel combattimento.

Appellai le bacchette di quei tre idioti, che stavano sul pavimento, lontano da Potter, poi mi rivolsi a lui, che ci guardava sbalordito… un attimo prima ci aveva in suo potere, ma ora tutto si era rovesciato.

- Tua moglie è venuta di sua spontanea volontà - gli dissi - Te lo ha anche scritto, mi ha detto. Devi crederle. E il bambino è al sicuro… non so dove, ma lo sa Lily… Abbiamo una missione da compiere…

- E perché dovrei crederti, Mocciosus? - mi disse, con uno sguardo che trasudava odio - Tu l’hai affatturata, è confusa…

- Non mi devi credere… idiota… ma è così - e poi: - Non so cosa ha trovato una come Lily in un’idiota come te… Evidentemente nessuno è perfetto…

Mi trascinai (letteralmente) verso il camino, dove Regulus e Mary erano già entrati e, una alla volta, detto quella cazzo di parola per il passaggio (Lily è proprio perfida, a volte!), ci spostammo verso il covo. Io fui l’ultimo e lasciai le bacchette di quei tre idioti poco lontano dal camino, dopo aver costretto Potter ad  allontanarsi.

E, poco dopo, avevo raggiunto i miei amici al covo. Mary era stata adagiata sul divano. Black stava riprendendo il  suo aspetto… Lily mi venne incontro e mi abbracciò. Si era preoccupata per me…

- Tuo marito è fuori di testa - le dissi - e anche i suoi amici… Siamo sfuggiti a stento …

Lily era pallidissima: - Ma… stanno bene?

- Certo. - risposti - Solo un po’ schiantati… a parte tuo marito, che è stato il più fortunato…              

- Io ho schiantato addirittura il mio fratellino… - disse Sirius, con uno strano sorriso.

- E… la coppa di Tassorosso? - chiese Lily.

- Eccola qui…. - e la tirai fuori.

 

Passammo tutta la giornata a  medicare le ferite, mie e di Mary. Dio dovevo avere qualche costola rotta e Lily insistette per darmi una bella dose di ossofast (che, come medicinale, fa proprio schifo) e mettermi immobile a letto (o meglio sul mio divano). Regulus dovette andarsene presto, dato che l’Oscuro Signore aveva indetto una riunione (mi bruciava il braccio!): promise di informarci appena possibile. Si portò via l’horcrux, dicendo che l’avrebbe messo nel deposito, insieme agli altri due che, finora, avevamo trovato. Io ero letteralmente a pezzi e ben presto mi assopii, febbricitante.  Prima di lasciarmi, Lily mi abbracciò teneramente, poi  accompagnò Mary, anche lei piuttosto malandata, a letto. E mi addormentai in un sonno agitato.

Mi svegliai nel cuore della notte. Intorno a me c’era il buio totale. Un buio innaturale…. non filtrava neanche la luce dalla finestra…

- Potrebbe essere polvere buiopesto peruviana… o qualche pozione magica equivalente - pensai . Lily era bravissima a prepararle…

Non feci in tempo a finire la frase che un corpo femminile, completamente nudo, scivolò sotto le coperte del divano. I miei movimenti erano limitati (avevo qualche costola rotta e  l’ossofast  avrebbe fatto effetto durante tutta la notte), ma si mosse lei. Le nostre bocche si incollarono l’uno all’altra, mentre con la mano scivolavo sui suoi seni, sulla schiena e poi tra le sue cosce, generosamente aperte verso di me. Intanto la ragazza (Lily? Mary?) aveva afferrato la mia erezione e, dolcemente, lo muoveva su e giù. Qualche attimo dopo, attenta a non farmi male (avevo le costole rotte!) mi avvolse con il suo corpo ed io la sentii, sopra di me, inglobare il mio pene, che scivolava dentro di lei…

La ragazza non diceva una parola, ma si muoveva, prima dolcemente, poi sempre più velocemente, sopra di me. Io dovevo stare fermo col bacino, ma accarezzavo il suo seno e i suoi capezzoli inturgiditi, mentre lei  mi portava all’apice del piacere. Poco dopo versavo tutto il mio seme dentro di lei, mentre anche lei, come me, gemeva, sottovoce, di piacere….

Rimanemmo così ancora per poco; poi, sempre senza dire una parola, la ragazza tornò di là,. nella camera, a piedi scalzi, da dove proveniva il respiro profondo di un secondo corpo femminile,  addormentato. Rimasi sveglio a lungo. Non avevo capito se fosse Mary, o Lily.

 

Il giorno dopo Regulus venne di buon mattino con buone notizie: i folletti avevano coperto il furto (sarebbe stato per loro un grande scandalo se si fosse saputo che la banca era vulnerabile) e avevano solo detto che io e Mary avevamo tentato di rapinare la Gringott, ma eravamo stati respinti dalle valorose guardie giurate (non ne avevo visto neanche una!) e da Bellatrix e Rodolphus, casualmente presenti nello scontro, purtroppo uccisi dal sottoscritto. L’Oscuro Signore si era tranquillizzato per l’horcrux (non pensava cioè che noi avessimo preso il frammento della sua anima chiuso della Coppa di Tassorosso, anzi non pensava che noi sapessimo qualcosa di quei maledetti horcrux), ma  era ancora più adirato perché avevo ucciso due dei suoi più fedeli seguaci… Aveva pertanto ordinato a tutti i Mangiamorte di cercarci e di consegnarci a lui, vivi o morti.

Rosier (quello che aveva violentato Mary) aveva proposto di attivare anche i lupi mannari  e le megere (che l’Oscuro Signore odiava, ma dei cui servizi talvolta si serviva) per la ricerca capillare in tutte le isole britanniche, e lui aveva accettato. Quindi altri esseri oscuri ora ci cercavano: non solo mangiamorte, Malandrini e Auror.

Lily e Mary stavano meglio, erano di buon umore (come anche il sottoscritto, ma non dissi una parola su quello che era successo la notte a nessuna delle due) e, poco dopo, davamo un’occhiata al giornale della mattinata. In prima pagina campeggiava la notizia degli eventi del giorno prima. Naturalmente io ero considerato responsabile di tutto, insieme alla povera Mary, naturalmente.

 

TENTATIVO DI RAPINA ALLA GRINGOTT

Il Mangiamorte braccio destro di Voi-sapete-chi, Severus “Mocciosus” Piton,  cerca di rapinare la Banca dei Maghi. Tra le vittime anche Bellatrix e Rodolphus Lastrange, eroicamente caduti per difenderla. I Folletti mettono sul criminale una taglia di 1000 Galeoni.

 

Londra, 13 novembre 1980. Solo l’intervento in forze dei migliori elementi Auror del Ministero ha  impedito ad uno dei massimi criminali del mondo magico moderno, Severus Piton, e alla sua amante e complice, la spregevole Mary MacDonald, di compiere la Rapina del Secolo alla Gringott. L’efficientissima banca del mondo magico, tenuta da più di quattrocento anni dai Folletti, ha mostrato l’efficacia dei suoi sistemi di protezione e, ci ripetono dalal banca, nessun valore è stato asportato. Tuttavia il Consiglio dei Folletti  ha deciso di mettere su Piton e sulla MacDonald, responsabili del tentativo di furto, una taglia di 1000 Galeoni cadauno, che sarà consegnata a chi porterà, vivo o morto, uno dei due malfattori.

Tra gli eroici maghi caduti per impedire il furto  al braccio destro di Voi-sapete-chi, due illustri rappresentanti di una delle famiglie purosangue del Paese: Rodolphus Lastrange e la moglie Bellatrix. Accusati a torno, in passato, di connivenza con Voi-sapete-chi, i due sono eroicamente caduti cercando di impedire allo spregevole ricercato Severus “Mocciosus” Piton di effettuare la rapina del secolo. Tra i feriti anche James Potter e Sirius Black, sorpresi a tradimento da decine di Mangiamorte quando già avevano catturato, dopo un eroico combattimento, Piton e la MacDonald, poi liberati dai loro compagni. Grazie alla loro superiore abilità, comunque, i due sono usciti dal terribile scontro solo con qualche contusione. «Severus Piton pagherà cara la scia di sangue che ha versato nel suolo inglese» ha detto l’eroico Potter, ricoverato per accertamento al San Mungo.

Insomma, i migliori rappresentanti della nobiltà britannica hanno dato un fulgido esempio di impegno civile e di eroismo nell’opporsi ai malvagi piani dei Mangiamorte.

Sono intanto sempre più forti le critiche rivolte alle forze Auror e al capo del governo  per la loro incapacità ad opporsi a Voi-sapete-chi ed al suo perfido braccio destro, Severus Piton.  «Vedo bene Albus Silente come nuovo efficiente Primo Ministro » ci ha detto Elphias Doge, uno dei più apprezzati membri del benemerito Ordine della Fenice, impegnato in una lotta senza quartiere contro i Mangiamorte e contro Severus Piton.

Siamo naturalmente consapevoli che la lotta sarà ancora lunga, ma una battaglia è stata ieri vinta: le decine di Mangiamorte guidati da “Mocciosus” Piton non sono riusciti a sottrarre neanche un falci alla Gringott grazie all’eroismo dei suoi eroici difensori.   (Rita Skeeter)

 

- C’è un problema, però - ci disse poi Regulus, seriamente preoccupato. Non avrebbe voluto confessare una sua debolezza, ma evidentemente non poteva farne a meno - Dobbiamo rimandare la caccia al quarto horcurx ed eliminare quelli in nostro possesso. La loro potenzialità oscura è troppo forte e non so se sarò in grado di controllarli ancora per molto. Sembra che mi chiamino e che vogliano che li riconsegni al proprietario… mi insinuano i miei dubbi… cercano di controllarmi... Per fortuna i miei non sono in casa e non ci sono elfi, attualmente, altrimenti cercherebbero di controllare anche loro.

- E tu pensi di non riuscire più a controllarli ? - gli chiesi.

- Per qualche giorno dovrei riuscirsi, ma non per più tempo. Dobbiamo pertanto eliminarli. E l’unico rimedio che possiamo rinvenire è il Fuoco maledetto - disse Regulus - Ma, se non è difficile suscitarlo, non è facile bloccarlo. Ma non vedo altra possibilità. Intanto direi di bruciare quelli che abbiamo. Non so quanto potrei riuscire a resistere ai loro richiami. Sperando che l’Oscuro Signore non si accorga che parte della sua anima andrà in fumo. Ma non abbiamo altra scelta: la forza malvagia di quegli oggetti è  troppo forte e potrebbe condizionarmi.

Poi, rivolto a me: -  Mi dai una mano a contenere il fuoco, Severus?

- Va bene, facciamolo stasera - gli ho detto.

 

Non è stato facile contenere il Fuoco Maledetto, e infatti non ci siamo riusciti troppo bene.  Alle 9.00 i tre horcrux in nostro possesso dell’Oscuro Signore non c’erano più, divorati dal fuoco, ma non c’era più neanche l’antica magione dei Black, a Grimmauldi Place, 12.

Arrivati in quella tetra e polverosa casa, ho subito sentito il forte potere degli horcrux anch’io, che sembrano chiamarmi ed invocare il mio aiuto. Chissà come avevano torturato Regulus

… Regulus era un arrogante, Mary una stupida, lussuriosa, depravata e Lily mi aveva abbandonato per quel maiale di Potter: l’Oscuro Signore prometteva una vita migliore per tanti maghi, perseguitati da crudeli babbani ed incompresi, costretti a nascondersi come topi nelle fogne...: questi erano i pensieri che affioravano nella mia mente mentre mi avvicinavo a quel luogo. Ma riuscivo, per fortuna, a respingere questi pensieri, isolando completamente la mia mente. Come, penso, faceva Regulus.

Dopo aver aperto il loculo dove erano collocati, la Coppa di Tassorosso, il diario di Tom Riddle e il Medaglione di Serpeverde, Regulus mi ha detto: - Forza, velocemente, finché ce la facciamo, evochiamo il Fuoco Maledetto.

Abbiamo cominciato a ripetere  antiche formule oscure e, poco dopo, il malefico fuoco divorava, contemporaneamente, i tre horcrux. Indietreggiammo guardando inorriditi quei tre oggetti andare in fumo, mentre nelle nostre menti risuonavano le ultime urla raccapriccianti degli horcrux, disperati, che non volevano essere distrutti e cercavano per l’ultima volta di condizionarci. Inutilmente, per loro. Li sentii svanire, uno dopo l’altro e i pensieri da questi provocati scomparvero…

Ma bloccare il fuoco maledetto è difficilissimo. E infatti non ci riuscimmo. Malgrado i nostri incantesimi di contenimento, ben presto il fuoco si appiccò alle pareti e poi al soffitto della cantina.

- Presto, fuggiamo - disse Regulus.

Salimmo velocemente le scale, ma il fuoco aveva già avvolto il camino del primo piano e divorava mobili e suppellettili della casa.

- Via, in strada - disse

E, appena fuori, mentre guardavamo il fuoco insinuarsi nell’antico palazzo e risplendere prima al primo, poi, un attimo dopo, al secondo piano: - Tu fuggi, Severus. Devo chiamare aiuto… Do la colpa a te per l’incendio, va bene?

- Certo. Vediamo a quanto sale la taglia sulla mia testa… - gli dissi.

E mi misi a correre, in mezzo alla Londra babbana, di notte, mentre Regulus mandava un patronus a chiedere aiuto agli Auror per cercare di contenere l’incendio.

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Capitolo 12
*** Harry Potter ***


Capitolo 12.

 

Harry Potter

 

Naturalmente io e Regulus non eravamo dei completi idioti: avevano pensato anche ad un piano di riserva, nel caso in cui non fosse più possibile utilizzare Grimmault Place per il ritorno (dovevamo materializzarci a casa mia, a Spinner’s End, e da lì potevamo, via metropolvere, giungere al covo,  senza particolari problemi). Tuttavia non avevamo pensato che il Ministero, in caso di attacchi dei Mangiamorte (e il rogo di Grimmauld Place sembrava uno di questi), applicava un particolare  protocollo, creato recentemente da Malocchio Moody, che prevedeva l’impossibilità di materializzarsi/smaterializzarsi (a parte per le forze Auror) per un miglio intorno al luogo dell’attacco e metteva sotto controllo tutti i camini dell’area coinvolta. Insomma, per alcune decine di minuti (fino a quando il pericolo non fosse passato), le uniche vie di fuga erano i cieli (e io sono proprio negato a fuggire via manico di scopa… questo lo lascio a quell’idiota di Potter, la cui intelligenza è inversamente proporzionale all’abilità nel quidditch) o, via terra, le strade della Londra babbana.

Se Regulus poteva ancora fare il suo triplo gioco (ufficialmente era un purosangue ligio alle direttive del Ministro; tuttavia, all’insaputa dei funzionari e dell’opinione pubblica era un mangiamorte e, all’insaputa dell’Oscuro Signore e dei suoi accoliti,  stava dalla nostra parte… quindi, sì, era “triplo gioco”), chiedendo aiuto al Dipartimento Auror, io non potevo farlo e, anzi, dovevo fuggire velocemente, anche perché sarei stato incolpato anche di questo crimine (tanto per cambiare… chissà a quanto sarebbe ammontata la mia taglia?).  Dovevo pertanto  giungere alla periferia di Londra e da lì smaterializzarmi. Evitando, naturalmente, gli Auror.

Per fortuna ero nella zona babbana e nessuno lì mi conosceva. O almeno così pensavo. Infatti, mentre  camminavo su una strada, cercando di non dare nell’occhio (certo che non mi aiutavano il lungo mantello nero del mio abito… i babbani non li utilizzano!), intravidi un gruppetto di auror, più avanti, che scrutavano in mezzo alla folla.

Come si riconoscono gli auror? Beh, a parte che diversi di loro li avevo incontrati nei mesi precedenti (e alcuni anche in prigione, dove ero stato fino a una settimana prima), si caratterizzano per i balzani accostamenti di colori dei loro vestiti “babbani”… ero più discreto io con il mio mantello nero! Dovrebbero rendere obbligatoria babbanologia, all’accademia… se non altro riuscirebbero a nascondersi meglio in mezzo alla folla… erano patetici!

Comunque, visti gli auror, mi infilai in un vicoletto sulla destra, sperando di non essere stato individuato da loro (sembrava di no… non erano troppo svegli, per mia fortuna). E così mi ritrovai in un vicolo cieco, oltre la quale la strada non proseguiva. Volevo tornare indietro, ma mi accorsi che gli auror stavano venendo nella mia direzione… non sembravano cercarmi, era solo un giro di controllo, probabilmente… Certo, avrei potuto attaccarli, ma erano in quattro o cinque e, se non li avessi eliminati subito, avrebbero potuto chiedere aiuto (loro si potevano materializzare, io no), il che mi avrebbe messo in seria difficoltà.

Aprii una porta con un semplice incantesimo di apertura: era una specie di magazzino, stracolmo di non  so quale oggettistica babbana, poi mi appiattii per terra, nell’ombra, dopo aver sigillato di nuovo l’ingresso.

Gli auror vennero lì vicino, controllarono che non ci fosse nessuno nel vicolo e, prima di riprendere il loro giro d’ispezione, si fermarono a parlare.

- Quindi la Skeeter ha trovato il figlio di Potter? - diceva uno di loro

- Sì… non so come faccia, quella strega ad avere informazioni attendibili - ripeteva l’altro - E’ proprio brillante…

- Non solo… è giovane, è carina… e va a letto con chiunque per ottenere informazioni…

Sentii alcune sonore risate. Io stavo attentissimo: il figlio di Lily era stato individuato? La cosa era pericolosissima: l’Oscuro Signore voleva ucciderlo e ora, se non era in luogo protetto…

- Tu come fai a saperlo? - chiese ad un certo punto uno degli auror rivolgendosi al suo compagno.

- Me l’ha detto mio cugino, per prendermi in giro. Lavora alla Gazzetta e stanno stampando le copie dell’edizione speciale di domani. Mi ha detto che domattina tutto il mondo magico capirà quanto sono in gamba i loro  giornalisti  e quanto siamo idioti noi Auror…

- Ma non l’aveva rapito Piton? - chiese ancora un auror.

- Non lo so… Mio cugino sostiene che nell’articolo si parla anche di una strega… forse una complice di Piton… sarà sicuramente un piano malvagio di quel Mangiamorte, non è chiaro… Ora però sono nella sede della Gazzetta… li sta intervistando…

Sentii le loro voci allontanarsi. La situazione era preoccupante. Avrei forse dovuto avvisare  Lily, inviandole un patronus, per avvisarla che il suo piano era saltato e che il piccolo Potter era alla Gazzetta del Profeta, luogo quanto mai raggiungibile da parte dell’Oscuro Signore. Ma poi pensai che, da un momento all’altro, l’Oscuro Signore sarebbe stato informato, da qualche spia, della presenza, in quel luogo vulnerabile, del piccolo Potter. Poteva scoprire in qualunque momento il nascondiglio e magari ora si preparava, fuori dall’abitazione della Skeeter, a radunare le sue truppe per attaccare quel luogo. Se avessi avvisato Lily in quel momento, sarebbe caduta in trappola.

Oppure potevo far finta di niente. Da bravo Serpeverde ebbi un attimo d’esitazione: essere catturato (cosa possibilissima se mi ficcavo in un luogo pieno zeppo di giornalisti, con tanto di guardie private, se non ricordavo male), dagli Auror o dai Mangiamorte non era proprio il massimo: se avessi incontrato i primi mi attendeva una condanna al “Bacio  del Dissennatore” e non era piacevole pensarlo; se avessi incontrato i secondi, beh, l’Oscuro Signore non mi avrebbe fatto morire lentamente.. E poi era il figlio di quel maiale di Potter… magari assomigliava anche al padre… E nessuno avrebbe potuto incolparmi, neanche Lily, se… Lily. Avrebbe sofferto. Lei voleva bene al marmocchio.

Improvvisamente sentii un dolore lancinante al braccio: l’Oscuro Signore chiamava i suoi seguaci all’attacco. Evidentemente aveva  già scoperto dove fosse.  

 

Per fortuna era di nuovo attiva la possibilità di smaterializzarsi: il “protocollo Moody” comportava un alto consumo di energia magica e veniva mantenuto solo per periodi limitati. In un attimo mi trovai nella sede della Gazzetta del Profeta. Schiantai un paio di guardie giurate. Davanti a me segretarie e giornalisti fuggivano. Beh, l’unico vantaggio di essere un Mago Oscuro è che tutti hanno paura di te. Bloccai una ragazzina (avrà avuto diciassette anni) e le ficcai la bacchetta in gola: - Rita Skeeter. Dov’è? - chiesi.

Quella stava per svenire. Terrorizzata mi indicò una porta poco lontano. La lasciai andare e, mentre lei fuggiva come se avesse visto l’Oscuro Signore in persona (nella sua mente non dovevo essere troppo  diverso), spalancai la porta: dentro c’era effettivamente la Skeeter (bella ragazza, però!), un fotografo, che puntò l’obiettivo verso di me (e subito schiantai) e, poco lontano, su una poltrona, Marlene MacKinnon con Harry in braccio.

Spaventoso! Il marmocchio sembrava la copia sputata di Potter… un Potter in miniatura! Per Salazar, che orrore!

Feci saltare la bacchetta dalle mani della Skeeter.

- Ehi, Severus Piton! Posso farle qualche domanda? - mi disse, facendomi un sorriso.

Quella era matta! Avrei potuto ucciderla  e quella pensava a farmi una domanda!   

- Sta’ zitta! - le dissi. Non c’era il tempo per una educata conversazione. E poi, rivolto a Marlene:  - Marlene, vieni con me. Con il bambino. Ti porto da Lily.

- Lily… chi è Lily? - disse con voce incerta - E lei chi è? Io e mio figlio stavamo tranquilli nella fattoria, quando ci ha trovato questa signora… Che succede?

Ok, aveva una falsa personalità e non ricordava niente della sua vera identità. Bel lavoro, di Lily. Ci sapeva fare, per queste cose. In quel momento sentii  il rumore di combattimenti, poco lontano: potevano essere i   Mangiamorte che cercavano di penetrare nella gazzetta. O Auror. Sarebbero arrivati in pochi secondi.

La Skeeter mi guardava ora terrorizzata, poi, in un attimo, si trasformò in un insetto e fuggì dalla finestra… era un’animaga! Peccato non esserlo, per Salazar.

In quel momento ho notato, da sotto la porta,  il riflesso di un lampo verde e, un attimo dopo, la porta aprirsi e una guardia giurata cadere a terra, morta. Dietro di lui entrò un  mangiamorte.

Errore: non si entra in una stanza senza accertarsi di eventuali pericoli lì presenti, e non si entra da soli. Un attimo dopo era morto anche lui, colpito dal mio Avada Kedavra.

La finestra! Non avevo tempo da perdere. Feci esplodere il soffitto e, prima che tutto il piano superiore ci cadesse addosso, spinsi con un braccio Marlene fuori dalla finestra e mi gettai anch’io, dopo aver preso il marmocchio, fuori.  Non sono uno sportivo (lascio quella faticosa attività a chi ha un cervello meno sviluppato e un ego smisurato… tipo Potter), ma sono riuscito bene  o male a coordinare tutto:  ho fatto in tempo, cadendo, a fare un incantesimo rallentante, a pochi centimetri da terra su Marlene e sono riuscito, in qualche modo, a proteggere anche il marmocchio con una sfera magica. Io invece sono cadutoi malamente, senza rompermi niente, però. Per fortuna.

- Prendi il bambino e vieni con me, se vuoi vivere - dissi a Marlene, probabilmente sotto choc, che comunque mi seguì. Ci infilammo in un vicolo, correndo a più non posso.  Marlene tremava tutta, mentre il marmocchio mi guardava serio serio. Per fortuna non piangeva. Vicino a noi sentivo correre  gente: gli Auror, evidentemente, che si scontravano con i Mangiamorte.  

Per fortuna ancora non era stato attivato il protocollo Moody… ancora non era ben chiaro, probabilmente, cosa fosse successo… Presi allora per mano Marlene, che teneva in braccio il marmocchio, e mi materializzai a Spinner’s End. Eravamo in salvo. Per il momento.

- Co-cosa succede? Do-dove siamo? Chi sei? - ripeteva Marlene, ancora sotto choc.

Il marmocchio mi guardava con due occhi sgranati. Peccato che fosse il figlio di Potter. Era stato bravo, non aveva pianto. Pensavo peggio. Evidentemente aveva anche qualcosa della madre.

Andai in un angolo e, da un cassetto, tirai fuori le mie patetiche costruzioni babbane. Da piccolo avevo solo (pochi) giochi babbani: mio padre odiava la magia e mia madre l’aveva cancellata dalla sua vita. O quasi.

Rovesciai le costruzioni in un angolo e ci misi il marmocchio vicino. Beato lui! Si mise subito a giocare.

La ragazza, invece, era sull’orlo di una crisi di nervi. Non sapevo come consolarla. Non sono portato per queste cose.

- Un thé? - le dissi.

Assentì con la testa, mentre continuava a piangere. Sempre più forte.

 

Provai a spiegarle chi era e cos’era successo, ma non era semplice. Lei aveva avuto un incantesimo di memoria esclusivo e semipermanente. La sua memoria precedente e la sua precedente personalità potevano riaffiorare solo se chi aveva lanciato l’incantesimo, cioè Lily, glielo avesse tolto. In compenso cominciò a raccontarmi di essere una contadina babbana (non usò questo termine; non aveva idea essere una strega) e che Jimmy (cioè Harry Potter… che nome idiota Jimmy.. chi lo aveva scelto?) era suo figlio. La Skeeter l’aveva individuata nel pomeriggio (non ho idea come abbia fatto… che quell’animaga riuscisse a controllare gli insetti e questi l’avessero trovata?) e l’aveva portata, in un attimo, a Londra, dove stava intervistandola, quando sono arrivato io.

Il thé però la tranquillizzò un poco. Le dissi che presto avrebbe trovato una risposta a tutte le sue domande. Con la metropolvere e con quella strampalata parola in codice, ci catapultammo, un istante dopo, nel covo.

- Ho portato qualcuno che conosci… - dissi a Lily, che, in un attimo, si gettò sul marmocchio, abbracciandolo e piangendo a dirotto. Marlen la guardava con due occhi sgranati, non capendo dove si trovasse e cosa succedesse.

- Eravamo in pena per te - mi disse Mary, avvicinandosi e guardandomi con due occhioni da cerbiatta impaurita. E mi diede un bacio. Sulla bocca.

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Capitolo 13
*** La spia di Silente ***


Capitolo 13.

 

La spia di Silente

 

 

Forse erano le tre di notte e mi ero svegliato, con le ossa tutte rotte ed infreddolito. Avevo voluto (= dovuto, di fatto) infatti lasciare il divano a Marlene, che naturalmente era stata  di nuovo riportata alla sua precedente personalità e ricordi da Lily… Zuccherosissimo l’atteggiamento delle tre ragazze, che, quando era stato rimosso l’incantesimo di memoria, si erano subito gettate in reciproci abbracci, pianti comuni, abbracci al marmocchio (che teneva nelle manine ancora due pezzi delle mie costruzioni e ci giocava tranquillamente) e lunghi discorsi che spaziavano dal piano da noi organizzato (subito spiattellato a Marlene… sarebbe stato meglio tacerlo?) a ricordi di scuola, a discorsi “da donna” su Sirius o James… Insomma, le avevo lasciate ben presto e me ne ero andato in cucina dove, con una coperta sulle spalle, avevo cercato (per gran parte della notte vanamente) di dormire.

Ora ero completamente distrutto e veramente stanco. Mi diressi in bagno, per darmi una sistemata e un’orrenda personaggio, dallo specchio, mi rimandò l’immagine di  un volto smagrito, incavato (in effetti non avevamo fatto pasti regolari da almeno una settimana), grigiastro, apparentemente malaticcio, con due occhi da spiritato… Per Salazar, avevo i capelli di Potter e gli occhi da spiritato di Blake… ero proprio messo male!

Sentii bussare leggermente alla porta e, un attimo dopo, entrò nel bagno Lily, in camicia da notte. Non so come facesse, ma era praticamente perfetta: i suoi meravigliosi capelli rossi sembravano non aver sofferto durante la notte (i miei erano in uno stato pietoso), il volto era roseo, le labbra rosse, gli  occhi luminosi… La cosa che mi meravigliava era che sarei potuto stare tutta la giornata a guardarla, da quant’era bella.

Subito venne ad abbracciarmi. Un abbraccio fraterno, da amica, lo capivo.

- Grazie, Sev - mi disse - Hai salvato per la seconda volta la vita ad Harry. Non lo dimenticherò mai.

- Avrei potuto fare diversamente? - dissi sorridendole. Ma mi sentii subito in colpa, dato che, per un attimo, quando avevo udito  la notizia da quegli idioti di Auror, avevo avuto l’idea di lasciare il marmocchio al suo destino. Per fortuna non l’avevo fatto, ma dovevo controllare attentamente che non prevalesse il mio lato “serpeverde”. Non con Lily, almeno

E poi: - Sono contenta che hai ritrovato tuo figlio…

Lily mi sorrise ancora - Anch’io. Mi è mancato il piccolo Harry. Non so come ho fatto senza di lui. O meglio… lo so. Sev, devo confessarti una cosa.

Stavo a sentirla attentamente.

- So che non ti piacerà… e non posso negare che sia molto sfuggente, anche se animato dalle migliori intenzioni… Silente…

Mi avrebbe confessato che era stata mandata da quel puparo di Silente? Come avevo sospettato dall’inizio?

- Lui è il custode segreto dell’abitazione dove mi ero rifugiata, insieme ad Harry e può venire a trovarci quando vuole, naturalmente. Qualche giorno fa, il giorno dopo che sei stato arrestato, è venuto, quando non c’era James. Mi ha proposto di affiancarti ed aiutarti ad evadere e vedere quale fossero le mie intenzioni. A differenza di quegli idioti del ministero, e di Doge, che faceva le tue veci, e anche di James, che subito ti ha pensato colpevole, ha intuito che tu avessi qualcosa di importante da proporre e che valesse la pena tentare di salvarti.  Aveva già parlato con Mary e lei gli aveva raccontato tutto, anche quello che avevi fatto per me e il piccolo Harry. Ma il  Ministro poi, e quell’ottuso di Crough, si erano già attivati per la tua condanna e lui non poteva giocarsi tutta la sua credibilità su un’intuizione…

Non sapevo cosa dire. Lily era  stata mandata da quel maledetto burattinaio!

- Lui sapeva che hai tradito Tu-sai-chi per me e mi ha proposto di liberarti. Io ti voglio bene, lo sai… bene come ad un fratello… sei stato il mio migliore amico e hai salvato mio figlio… Ma nessuno doveva sapere della mia missione… se fosse andata male, avrebbero detto che ero stata confusa… ho accettato. E lui ha preparato tutto per la tua evasione, questo covo compreso, e mi ha fornito anche le altre informazioni… io per te sarò anche la strega più brillante della mia generazione, ma da sola, o anche con l’aiuto di Mary, non ce l’avrei mai fatta…

- Quindi tu hai fatto la spia a  Silente su quello che noi facevamo? - le ho chiesto.

Lily non ha risposto subito a questa domanda. E ha continuato la sua storia

- Ad essere sincera, all’ultimo momento non me  la sono sentita di lasciare Harry… Certo, l’avrei affidato a mani sicure, a Marlene… ma è tanto piccolo… è un bambino così buono… E allora Silente, senza che lo sapessi, ha aggiunto, nel thé, una pozione di storge hebes… sbiadisce e rende meno importanti gli affetti familiari… l’ho capito dopo, ragionando, sul fatto che subito dopo avevo affidato,  senza problemi, Harry a Marlene, come se fosse la cosa più normale del mondo…. e ho lasciato  James, con una semplice lettera, dicendogli che doveva fidarsi di me… e da come gli ho sottratto, senza nessun rimorso, il suo mantello magico, a cui tiene tanto…

A questo punto Lily ha abbassato gli occhi a  terra.

- E, penso non voluto da Silente, ha sbiadito così tanto il mio legame con James che… la notte del 10…cinque giorni fa… io…. mi vergogno… ma ero solo in parte responsabile… Certo, è riemerso il mio vecchio desiderio per te… la nostra relazione di quando eravamo studenti… prima del litigio… e non mi sentivo troppo legata a James… e ti desideravo… e il giorno dopo mi sono sentita terribilmente in colpa. E ho capito cosa aveva fatto Silente… Su questo hai ragione… “per il bene superiore” farebbe qualsiasi cosa…

- Quindi eri tu che…

- Sì - ed è arrossita - Ma poi l’effetto della storge hebes si è indebolito  progressivamente, giorno dopo giorno, e ho capito di aver sbagliato. E già il giorno dopo ti ho trattato in quel modo, più per soffocare quello che ancora sentivo per te, che perché lo sentivo… E non ti ho detto niente, nei giorni successivi, ma sentivo sempre più la mancanza di James… sempre più forte, di giorno in giorno… e soprattutto di Harry… mi sembrava di non poter vivere senza di lui… e quando l’ho visto, ieri, l’effetto di quella maledetta pozione era svanito del tutto… Ti chiedo perdono, Sev… non volevo prenderti in giro…è stato bello far l’amore con te… ma non ero io… non ero completamente io…

Ok. Tutto cominciava ad avere un senso. Quel maneggione di Silente dovrebbe essere arrestato per come gioca con tutti. Lily non avrebbe mai fatto l’amore, con quella foga poi, con me senza la pozione che, parzialmente, le aveva allentato i legami affettivi con i due a cui voleva bene.  

- Ora sai tutto. Ti prego di perdonarmi…

- A Silente facevi rapporto? - le ho chiesto - Sei in contatto con lui?

- Sì.. Ho uno specchio magico che mi permette di comunicare con lui. Lui sa tutto… Scusami, Sev… Mi sento sporca… ti ho tradito… e tu hai fatto tanto per me e per Harry…

Subito si è gettata tra le mie braccia. Dovevo arrabbiarmi? Forse sì, ma era Lily…

- Ora  mi affido a te, Sev - mi disse, con gli occhi lucidi - Dimmi tu cosa devo fare…

Mi guardava, preoccupata. Non avrebbe pianto, lo sapevo. Non era da lei. Non per queste cose.

- Non preoccuparti. Va bene così… E nessuno saprà mai quello che è successo, né Regulus né tuo marito… non da me, almeno. Mary lo sa, vero?

- Sì, ma è un’amica e non dirà niente a James… Come non lo farai tu, lo so.

Ok. Tutto ora aveva un senso, anche se non troppo piacevole. C’era quel burattinaio di Silente dietro alla mia evasione, che ora sapeva degli horcrux e, non essendo intervenuto, era d’accordo con la loro distruzione, evidentemente. Lily era sua complice (anche se parzialmente pentita per quello che quel burattinaio aveva fatto). Era venuta a letto con me, ma era solo parzialmente in grado di intendere e di volere, per colpa di Silente. E il marito non l’avrebbe mai saputo. E io? Io ero sempre innamorato di Lily e non volevo che soffrisse. Per Salazar, se quel maiale di suo marito fosse morto… (cercai di reprimere il pensiero, tipicamente serpeverde.. ma non era facile…) forse avrei potuto avere qualche speranza… avrei voluto bene anche al marmocchio, anche se era la copia sputata di quel maiale di Potter…

- Sev, ti chiedo scusa per James, ma lui pensa che tu ci abbia rapito. Delle volte è così  testardo.  E io l’ho lasciato solo con un biglietto. Gli ho chiesto troppo: doveva fidarsi di me, ma, secondo logica, io potevo essere stata affatturata… Silente non gli ha certo spiegato il piano… e poi ti odia… Tu sei la persona più buona e coraggiosa che conosco, ma lui non lo ammetterebbe mai…

Povera Lily. Io buono e coraggioso? Potevo parlarle di mille episodi in cui non ero stato né l’uno né l’altro. Ma lei ancora mi aveva di nuovo abbracciato, e sentivo il profumo dei suoi capelli, vicino a me, e non dissi niente. Poi lei si staccò lentamente e mi sorrise: - Scusa se ti ho disturbato in bagno, ma non riuscivo a dormire. Ora vado di là e aspetto che hai finito…

- No, è tutto tuo, il bagno - e le diedi un bacio sulla fronte. - Va tutto bene, non preoccuparti… 

Poi tornai in cucina, in attesa dell’alba.

 

Guardai distrattamente il giornale, che il Gufo aveva portato all’alba. Regulus non era ancora arrivato; Marlene stava giocando, poco lontano, con il marmocchio. Straordinario come avessero fatto in tempo ad aggiornare: venivano riportate le notizie riguardanti quella notte. La Gazzetta riportava un grande titolo, a sei colonne, che occupava l’intera prima pagina

EDIZIONE SPECIALE: ORDE DI MANGIAMORTE, GUIDATE DA SEVERUS PITON, SPARGONO IL TERRORE IN CITTA’. ASSALITA LA GAZZETTA DEL PROFETA (GRAVEMENTE FERITI DUE NOSTRI GIORNALISTI; UCCISE TRE GUARDIE PRIVATE), RAPITO IL FIGLIO DI JAMES POTTER, DISTRUTTA L’ANTICA MAGIONE DEI BLAKE

 

E poi, all’interno, diverse pagine erano dedicate agli argomenti del giorno (o meglio della nottata). Quasi tutti erano dedicati a me:

1) Piton distrugge con il Fuoco Maledetto l’antica magione dei Black. L’incendio bloccato a stento dalle forze speciali del Ministero

2) Piton e i Mangiamorte rapiscono Harry Potter, appena ritrovato da Rita Skeeter, inviata speciale della  Gazzetta. Morti e feriti dopo il passaggio dello spietato braccio destro di Voi-sapete-chi. Intervista a Rita Skeeter: “Ho visto la morte in faccio. Vi racconto come ho affrontato uno dei peggiori criminali della società magica moderna”

3) Voci su imminenti dimissioni del primo ministro Cornelius Gambot.  Elphias Doge: “Silente sarebbe un ottimo primo ministro”

Ma quello che attirò la mia attenzione era un breve articolo in seconda pagina: Un folletto ubriaco, tale Bongi,  sostiene che Severus Piton ha sottratto un oggetto prezioso alla Gringott  

­- Per Salazar - dissi subito a Mary, che teneva il giornale - lascia perdere tutto il resto e leggi subito questo.

Era un breve trafiletto: Londra, 15 novembre 1980. - Il folletto Bongi, da poco licenziato dal Consiglio di Amministrazione della Gringott per grave negligenza, è stato arrestato per ubriachezza molesta, ieri sera verso le 19.00 al  Paiolo Magico. Secondo coloro che erano lì presenti il folletto sosteneva che i famosi criminali Severus Piton e Mary MacDonald sono riusciti a sottrarre un oggetto prezioso nella Camera Blindata dei Lastrange e che il combattimento in cui hanno visto la morte i Lastrange è avvenuto non all’arrivo dei due criminali, come sostiene la Banca,  ma quando lui e la sua complice stavano uscendo.  Il Consiglio di Amministrazione della Gringott, in una nota ufficiale, ha però smentito tale voce, sostenendo che non bisogna dar peso alle vuote parole di un alcolizzato: la banca è sicura, come lo è sempre stata negli ultimi quattro secoli e nessuno può sottrarre neanche una spilla alla “Banca dei Maghi”.

Io, Lily e Mary ci siamo guardati. Su tutte e due potevo leggere la stessa preoccupazione.

- Gli servirà un attimo per controllare che la Coppa di Tassorosso non è più al suo posto - ho detto lentamente - Ora l’Oscuro Signore sa che stiamo cercando gli horcrux...

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Capitolo 14
*** L'anello dei Gaunt ***


Capitolo 14

 

L’anello dei Gaunt

 

 

Ho fatto appena in tempo a mandare un patronus a Lucius Malfoy (gli avevo promesso che l’avrei avvertito, se il Signore Oscuro avesse sospettato qualcosa, ma probabilmente se loera immaginato da solo, se aveva letto la notizia sul giornale), che ho sentito un dolore atroce nel braccio: il Signore Oscuro chiamava tutti i mangiamorte, evidentemente per recuperare gli horcrux. Era questione di minuti prima che si accorgesse che tre erano stati già distrutti.. Regulus non era venuto: a questo punto, probabilmente, aveva deciso di accodarsi ai seguaci del Signore Oscuro, fingendo ancora di essere dalla sua parte, per vedere quali fossero i suoi piani.

- Dobbiamo dividerci in due gruppi - ho detto alle ragazze - O meglio in tre. Marlene e Harry rimarranno qui, dove saranno al sicuro; voi due andate ad Hogwarts, da Silente, ed aggiornatelo sugli avvenimenti. E’ meglio parlare di persona con lui. Ditegli che l’Oscuro Signore ha intenzione, presumibilmente, di venire ad Hogwarts a recuperare l’horcrux che ha nascosto nel castello. Io intanto vado a Little Hangleton, a casa Gaunt, e vedo se riesco a recuperare l’horcrux lì presente.

- Io vengo con te, Severus - mi disse Mary MacDonald. Lily può avvisare Silente da sola, mentre tu hai bisogno di qualcuno che ti guardi le spalle. Little Hangleton potrebbe già essere piena di Mangiamorte…

- Appunto per questo, non voglio che rischi la vita - le ho detto. Mi spaventavo di quanto fossi cavalleresco, ultimamente. Non mi sentivo neanche più serpeverde… cosa mi stava succedendo?

- Io vengo in ogni caso - ha detto Mary - Non puoi impedirmi di materializzarmi dove mi pare!

Testarda la ragazza. E, a questo punto, intervenne Lily

- Va bene, ci dividiamo. Io avviso Silente ad Hogwarts del possibile attacco, così lui potrà contattare Auror e Ministero. Ma voi prendete il mantello di James… potrebbe servirvi - ha detto. E poi, guardando me - State attenti…

Lily quindi parlò brevemente con Marlene, abbracciò Harry, abbracciò Mary e me (il suo profumo…) e poi, un attimo dopo, si smaterializzò.

- Mary, - dissi, prendendo il mantello, mettendolo sopra noi due e prendendola per mano - andiamo a Casa Gaunt!

 

Un attimo dopo eravamo davanti ad una catapecchia diroccata coperta dalla vegetazione. Per fortuna eravamo coperti dal mantello, dato che lì erano presenti una quindicina di Mangiamorte, senza maschera nel volto, impegnati a “ripulire” il luogo (cioè a eliminare mattoni, calcinacci, travi e vegetazione che ricopriva ormai le poche stanze di quel tugurio) o disposti tutti intorno all’abitazione, pronti a freddare chiunque si fosse imbattuto in loro. Non c’era l’Oscuro Signore (per fortuna), ma si vedevano, senza maschere, alcune mie vecchie conoscenze -  Evan Rosier, Corban Yaxley, Alecto e Amycus Carrow -  insieme ad un’altra decina di Mangiamorte della nuova leva, un gruppetto di giovinastri delle più nobili famiglie purosangue che da poco avevano deciso di seguire il Signore Oscuro e che fungevano da aiutanti di coloro che l’Oscuro Signore considerava suoi diretti seguaci.

Non si erano accorti, per fortuna, della nostra presenza. Vedendo Rosier, Mary aveva avuto uno scatto, involontario: sicuramente avrebbe voluto attaccarlo per vendicarsi di quello che quella bestia le aveva fatto. Ma le bloccai la mano e le feci cenno di non muoversi. Dovevamo aspettare…

- Perfetto - disse Evan Rosier, rivolto ai giovani -  Ora voi allontanatevi e disponetevi, a duecento metri da qui, tutto intorno all’abitazione. E non venite, qualsiasi cosa accadrà: è un ordine. Io, i Carrow, Yaxley… e anche Smithson… sì, tu sei in gamba, Smithson, dobbiamo recuperare un oggetto per l’Oscuro Signore… Andatevene avanti, non voltatevi indietro e, finché non viene uno di voi, non allontanatevi dal posto assegnato… tutti intorno alla casa, a cinquanta metri l’uno dall’altro…

Poco dopo, quando gli altri mangiamorte si erano allontanati, si rivolse a Yaxley:

- Dai, facciamo l’incantesimo oscuro per individuare il luogo…

- Ma, per tirarlo fuori, poi… - disse Yaxley

- Non preoccuparti… ho pensato a tutto

E. un attimo dopo, chiamò: - Smithson, vieni!

E, al giovane mangiamorte che si era avvicinato: - Vieni pure… tu oggi ci aiuterai a recuperare l’oggetto che vuole l’Oscuro Signore… Noi ti stimiamo e vogliamo che solo tu abbia questo onore…

Quell’idiota, tutto contento, si era avvicinato (immaginavo che servisse una vittima, o qualcosa del genere, per recuperare l’oggetto… era già successo per quell’elfo, Kreacher…) e guardava con interesse, ora, Rosier e Yaxley che pronunciavano oscure formule magiche.

Poco dopo una luce fredda si formò in un angolo di quella che una volta era stata un’abitazione: - Ecco, è questo il luogo. Recuperiamolo e portiamolo all’Oscuro Signore!

Alecto Carrow spostò con la magia la terra ed eberse, nella piccola buca, un cofanetto.

- Si può aprire, ma non si può sollevare da terra. A meno che… - disse Rosier e poi, rivolto a Smithson: - Forza! Alza il coperchio ed infila l’anello al dito!

- Ma.. perché io… - provò a dire quello Smithson. Ora aveva paura. Idiota - Non è che…

In un attimo Rosier gli aveva fatto saltare la bacchetta e i due Carrow e Yaxley puntavano le loro sulle sue tempie.

- Valla a prendere o ti ammazziamo - disse Rosier - Devi infilarlo nell’anulare, poi puoi sollevarlo da terra. Vai!

Io e Mary guardavamo, attenti, quello che stava succedendo: non aveva senso intervenire in quel momento. Dovevamo aspettare che l’anello fosse spostabile. E se voleva dire la morte di un idiota mangiamorte, chi se ne fregava? Finché si ammazzavano da  soli…

Smithson, esitante,  si avvicinò alla buca e provò a sollevare l’anello, senza infilarlo al dito, ma non ci riuscì

- Idiota! - disse Rosier - Devi infilarlo!

E Yaxley: - Fallo subito o ti ammazzo!

Un attimo dopo, infilato l’anello all’indice, Smithson, tremante, alzava il braccio, e subito vedemmo muoversi, lungo la mano del disgraziato, una maledizione  oscura, che, in pochi secondi, colpì prima la mano, poi si mosse velocemente verso il braccio, seccandoli ed annerendoli in pochi istanti. Sia l’una che l’altro diventarono, in pochissimo tempo, completamente neri e morti, sotto gli occhi attenti di Rosier, Yaxley e dei Carrow. Alecto, in  particolare, stava guardando ciò che stava avvenendo con un grande sorriso, come se assistesse ad uno spettacolo

Il disgraziato urlava per il terrore. Per un attimo, perché Rosier pronunciò un veloce Avada Kedavra veso di lui. Poi, quando Smithson era stramazzato al suolo, rivolto ai tre Mangiamorte: - Il Signore Oscuro ne sa una più del diavolo… Per fortuna mi aveva avvisato della maledizione che aveva aggiunto a questo oggetto…

Dovevo intervenire, prima che sfilassero l’oggetto dalla mano del cadavere e si smaterializzarono. Lanciai un’Imperius su Alecto Carrow, aumentando la bramosia che avevo visto nei suoi occhi per quell’oggetto: “Devi impossessartene, ad ogni costo” - le ordinai - “Diventerai potente come l’Oscuro Signore”…

- Aspetta, Evan - disse Alecto - Lascia a me l’anello… Lo porto io all’Oscuro Signore

- Al tuo posto, Alecto! - fu la risposta di Rosier - Io ho avuto ordini precisi

- Non me ne frega niente degli ordini. L’anello è mio. Amycus, togliglielo!

- Traditrice del Signore Oscuro! - urlò Rosier e gli lanciò una maledizione. E, sotto i nostri occhi, intorno al cadavere di quel povero Smithson, cominciò un duello, senza esclusione di colpi, tra i quattro. Io e Mary eravamo pronti per colpire.

- Avada Kedavra- sussurrai rivolto a Yaxley, che un attimo  dopo, senza neanche accorgesi da dove fosse arrivata la sua morte, era steso a terra. Rosier pensò per un attimo che fossero stati i Carrow e schiantò Amycus. Nello stesso istante Mary si era sbarazzata di Alecto, schiantandola.
Rimaneva, del gruppo dirigente dei mangiamorte, solo Rosier. Gli  feci volare lontano la bacchetta.

- Lasciamelo, è mio! - mi disse Mary.

- Toh, questa è un sorpresa… il traditore con la puttanella - disse Rosier quando ci vide dirigerci verso di lui. Sapeva che non l’avrei risparmiato e cercò di fare più male possibile, fino alla fine. Infatti, rivolto a Mary: - Ti  è piaciuto, vero, MacDonald, quando ti abbiamo scopato? Sei proprio una puttana... Di’ la verità… te lo sogni ancora la notte… Scommetto che quel finocchio di Piton non è capaci di farti godere come abbiamo fatto noi…

Era un idiota.  Mi rivolsi a Mary - Vado a controllare gli altri, che non si siano accorti di niente. Lo lascio a te. Non farlo urlare…

Presi un capello di Amycus Carrow, lo misi nella pozione di polisucco che avevo nel mantello e mi trasformai in lui. Avrei fatto un breve giro tutto intorno avvicinandomi alle sentinelle e mettendole a tacere, una dopo l’altra. Non mi piace lasciare le cose fatte a metà.

Un quarto d’ora dopo ero ritornato presso il corpo di Smithson, dove avevo lasciato Mary e Rosier. La decina di mangiamorte erano stati messi a tacere, uno dopo l’altro. Per loro fortuna non li avevo uccisi: erano delle pedine piccole e non sarebbero più ritornati dall’Oscuro Signore. Ma si trovavano tutti schiantati, legati e imbavagliati, qualcuno ferito, più o meno gravemente.

Mary era immobile, con gli occhi fissi, vicino al corpo di Rosier, immerso in un lago di sangue, i cui schizzi le avevano sporcato il vestito.

- Tergeo - dissi, e cominciai a pulire dal sangue i suoi vestiti. Lei mi guardava immobile, senza dire una parola

- Se non l’avessi fatto tu, l’avrei fatto io - le dissi - Se l’è meritato. Ognuno raccoglie quello che semina…

A questo punto Mary lasciò cadere la bacchetta a terra, mi abbraccio e… si mise a piangere. Un pianto disperato che io cercai di calmare, come potei. Poi, dopo qualche minuto, quando aveva ripreso in buona parte il controllo di sé, presi l’anello dei Gaunt e lo misi al centro della catapecchia, ammassando intorno a lui della legna secca, che appellai qua e là. Poi evocai il Fuoco Maledetto, che subito divampò allargandosi, dall’Horcrux (che provò a a lanciarci, per qualche  secondo, messaggi di aiuto: non voleva morire, quel frammento dell’anima!) al resto della casa. Presi i due Carrow, li spostai fuori e innervai Alecto.

Quella megera mi guardava con due occhi spiritati: - Stammi a sentire - le dissi, puntandole la bacchetta alla tempia - Abbiamo fatto a pezzi Rosier, ammazzato Yaxley e messo a tacere tutti  gli altri. Siete incolumi solo te e tuo fratello… E se tornate dall’Oscuro Signore vi ammazza lui per esservi fatto rubare l’oggetto a cui teneva tanto, che, tra parentesi, abbiamo  distrutto. Se non vuoi fare la fine di Rosier, dimmi tutto quello che sai…

- L’Oscuro Signore vi ammazzerà… e tu implorerai di essere ucciso… - disse. Ma aveva paura. Lo capivo dalla sua voce.

- Tu però non lo vedrai, perché ti caverò gli occhi, qui e ora, prima di ammazzarti - le risposi. Sembravo convincente. Lo avrei fatto veramente? - Quali sono i piani dell’Oscuro Signore? Attaccare Hogwarts?

E a questo punto crollò: - Sì… ha radunato un esercito imponente di Inferi ed esseri oscuri. E ha con lui tutti gli altri… Black, Macnair, Dolohov,  Rookwood… e un’altra trentina di seguaci. Ha isolato il castello con la magia oscura. Nessuno può giungere a portare aiuto agli assediati, a parte i Mangiamorte, che possono solo loro superare le barriere che ha posto intorno ad Hogwarts… Neppure Silente riuscirà ad infrangere queste barriere. E lui è adirato, è impazzito… ha capito che tu vuoi prendergli qualcosa che per lui è molto importante. Ucciderà tutti quelli che gli vorranno sbarrare la strada, compresi i ragazzi… Se vuoi un consiglio, vattene lontano… tu e la tua amante…

Insomma, Lily era in trappola. E quel puparo di Silente. E tutti i ragazzi e i professori. L’Oscuro Signore voleva riprendersi l’horcrux che, incautamente, aveva nascosto nel castello e aveva paura che, ora che si sapeva quello che aveva fatto, Silente o gli altri maghi dell’Ordine, o gli Auror, lo trovassero e lo distruggessero.

Ma io potevo andare ad Hogwarts. Io ero un mangiamorte e le barriere protettive che aveva creato non mi avrebbero impedito di raggiungere il castello.

- Grazie, Alecto - le dissi. E la schiantai. In definitiva lei e il fratello erano quelli che se l’erano cavata più a buon mercato, rispetto agli altri.

- Mary, materializzati a Spinner’s End e da lì, con la metropolvere, torna nel covo: il passaggio è aperto. Io devo finire il lavoro - le dissi - Solo io posso andare. Tu proteggi Harry, se qualcosa andasse storto…

- Sta’ attento, Severus - mi disse - Io ti  aspetterò.

E mi diede un bacio.

- Grazie per l’altra notte… quella dell’ossofast - mi disse poi - Ero io… non so se l’hai capito… Ti ho sempre voluto bene…

- L’avevo capito - le ho detto. In realtà non era vero. Ma non ho avuto il coraggio di dirle la verità

E poi le ho detto: - Grazie a te. Io non ti merito…

Avrei voluto essere innamorato di lei: era in gamba, e generosa, e bella. Ma amavo Lily ed ero molto preoccupato: Hogwarts poteva già essere stata  attaccata dall’Oscuro Signore.

- Ci rivedremo e ne riparleremo, Mary. Ora vado - le dissi. Certo, se fossi uscito vivo da quella che sembrava l’ultimo scontro, avrei dovuto chiarirmi con lei. Ma chiarirmi soprattutto con me stesso. . Accarezzai il viso di Mary. Anche lei posò la sua mano nel mio. Feci un passo indietro, guardandola. E mi materializzai ad Hogsmeade.

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Capitolo 15
*** Hogsmeade ***


Capitolo 15

 

Hosgsmeade

 

 

Mi sono materializzato ad Hogsmeade, dentro l’emporio degli scherzi di Zonko. Immaginavo che, se la situazione era critica, un negozio di scherzi fosse l’ultimo posto dove poter trovare mangiamorte o auror. Non potevo certo materializzarmi in mezzo alla via… ero pur sempre un pericoloso ricercato (per la giustizia magica) o un traditore (per l’Oscuro Signore e i Mangiamorte). Avevo la speranza che fosse  addirittura chiuso. Mi sbagliavo: il negozio era inspiegabilmente aperto, anche se dentro c’era solo una giovane commessa, che, appena mi ha visto, si è messa ad urlare e ha provato a  scappare verso la porta.

Naturalmente l’ho bloccata e le ho  messo una mano sopra la bocca, per impedirle di urlare. Fuori dalla porta intravvedevo molte persone e diverse in divisa da auror. Non sarebbe stato opportuna tirarmele tutte addosso.

- Non voglio farti del male - le ho detto, nel modo più gentile possibile - Voglio solo qualche  informazione. Adesso ti libero la  bocca, poi ti faccio un paio di domande  e me ne vado…

Ho provato a lasciarla. Ma quella, spaventata dalla mia presenza (ero pur sempre il braccio destro di Voldemort, almeno secondo la Gazzetta), ha cominciato ad urlare come un’ossessa. E subito dalla porta, sono entrati un paio di auror, che stazionavano nella via, davanti al negozio.

Uno l’ho schiantato, mentre l’altro, appena mi ha visto, ha cominciato a lanciarmi maledizioni di tutti i tipi. La ragazzetta, intanto, fuggiva dalla porta e, immaginavo, chiamava aiuto. Infatti, poco dopo, altri tre o quattro auror sono entrati e hanno cominciato ad attaccarmi.  E, un attimo dopo, sono stato schiantato…

 

- Verme schifoso. Te lo dico solo una volta. Come facciamo a passare la barriera?

Ho aperto gli occhi e ho visto, davanti a me, con tra le mani una bacchetta puntata tra i miei occhi, quel ceffo di Malocchio Moody, con uno sguardo inferocito (più brutto quindi del solito, il che è molto difficile da credere).

Intorno a lui c’era cinque o sei altri auror, tutti con la bacchetta puntata contro di me.

- Come? - ho detto. Come potevo spiegare che io ero dalla loro parte? La situazione era disperata: non mi avrebbero creduto, magari mi avrebbero  anche ammazzato (o chiamato i dissennatori) e non avrei potuto aiutare Lily. Idioti.

- Se non vuoi che ti ammazzi subito, dimmi come facciamo a passare la barriera! - mi urlò in faccia quel pazzo - E lo voglio sapere subito, o ti ammazzo qua, davanti a tutti!

- Io sono dalla vostra parte, Moody, e voglio anch’io oltrepassare quella barriera, per aiutare Silente e i ragazzi. Anch’io voglio eliminare Voi-sapete-chi… - provai a spiegare

Per un attimo pensai che mi avrebbe lanciato un Avada Kedavra. Ma in quel momento si aprì la porta. Guardai con la coda dell’occhio. Per Salazar, ero sfortunato, erano le ultime persone che avrei voluto vedere: Potter, Black e Lupin. Peggio di così…

- Aspetta, Moody - disse Potter - Penso io ad interrogare Mocciosus…

- Io questo lo ammazzo! - disse Malocchio, allontanandosi.

- Senti, Potter! Ho ucciso Minus per salvare Mary MacDonald: ormai era passato dalla parte del Signore Oscuro e vi aveva  tradito - provai a spiegare, anche se sapevo che non mi avrebbe creduto -  Da quel momento ho cercato di combattere, insieme a Mary, il Signore Oscuro, appropriandomi di alcuni oggetti che sono indispensabili per sconfiggerlo. Io non ero a capo dei Mangiamorte durante la rapina alla Gringott, o alla Gazzetta, ma loro cercavano me…

- E pensi che ti crediamo, Mocciosus? - mi disse, con lo sguardo minaccioso - pensi che crediamo alle favole?

- Puoi mandarne qualcuno fuori? - disse poi a Moody, riferendosi ai quattro-cinque auror che stavano lì accanto, con le bacchette spianate verso di me - Non vorrei che qualcuno cercasse di liberarlo. Bisogna essere prudenti, con questo delinquente…

- Sullivan, O’Brady, Ross: andate all’esterno e controllate che non si avvicini nessuno. E’ un ordine.

Erano rimasti dentro Moody e un paio di Auror, oltre a Lupin, Black e Potter. Cosa volevano fare? Avere meno testimoni quando mi avrebbero torturato?

- Ora, al tre, tu mi racconti tutto. Da capo. O ti scuoio vivo, un pezzo alla volta. Capito, Mocciosus? - mi disse Potter.

Maledetto. Lo avrei ucciso volentieri…

- Uno, due e tre! - disse, velocemente. Ma quello che avvenne  dopo non me lo sarei mai aspettato. I tre Malandrini schiantarono, in un istante, Moody e i due Auror.

- Puoi chiedere la bocca, Moc…. Piton - disse Black.

- Ma… - balbettai. Questa proprio non me la aspettavo!

- Mi sono accorto che qualcosa non quadrava quando hai detto il mio nome per fuggire, in quel pub, davanti alla Gringott - ha spiegato velocemente Potter. - Tipico di Lily: farti pronunciare il mio nome doveva essere una sottile punizione nei tuoi confronti… Qualche volta penso che sarebbe dovuta andare a Serpeverde, da quanto è splendidamente perfida…

- Questa mattina, poi, è arrivato un patronus da parte Marlene McKinnon - disse  Black -   Che mi ha spiegato tutto e ci ha detto degli horcrux e della vostra caccia. Non pensavate che sarebbe rimasta a far la guardia al piccolo Harry senza cercare di avvisarci? E’ la mia fidanzata, non lo sapevi?

- Abbiamo cercato di contattare Silente - ha detto poi Lupin - ma era introvabile: Doge ci ha detto che era impegnato a cercare un oggetto importante ad Hogwarts e non voleva essere disturbato per nessun motivo. Aveva messo sottosopra tutto il castello, ma ancora non l’aveva trovato. Doge parla troppo, ad  essere sincero, ma questo particolare confermava il racconto di Marlene…

- Siamo poi andati a Casa Gaunt, a Little Hangleton, dove Marlene ci ha detto che eravate andati tu e Mary - ha continuato Potter -  e abbiamo trovato solo rovine, un fuoco maledetto che abbiamo contenuto a stento (dovresti stare attento ad evocarlo!), qualche cadavere, diversi mangiamorte feriti e i due Carrow che ci hanno detto tutto…

- Beh, questa non me la  aspettavo - ho detto loro - Come non mi aspettavo che avreste schiantato Moody

- Per Godrig! Erano anni che volevo farlo! - ha detto Potter - Non sai quanto è stato duro all’Accademia Auror!

- Scherzi a parte, non ci avrebbe creduto - ha aggiunto Blake - E con il suo scrupolo delle regole, non ti avrebbe lasciato mai libero, senza l’autorizzazione dei superiori… e prima che arrivasse, sarebbero arrivati i Dissennatori per darti un bacetto… Non che mi dispiaccia, detto tra noi… ma ci servi per combattere Voldemort.

- Tieni, Piton - ha detto Lupin, porgendomi la mia bacchetta,  che aveva preso nel mantello di Moody.

- Sono contento che stiamo dalla stessa parte - ho detto - ma non so come intervenire, ad essere sincero. C’è una barriera oscura creata dall’Osc… da Voldemort, vero? Beh, io posso passare. Sono un mangiamorte. Cercherò di entrare nel Castello e dare una mano ai difensori. Ma non ho un piano,  né so se riuscirò a combinare qualcosa di buono…

- Sì, la barriera è poco lontano… praticamente taglia a metà Hogsmeade - spiegò Lupin - L’ha creata Voldemort e solo i Mangiamorte e gli esseri oscuri possono attraversarla…  E ora stanno attaccando Hogwarts, che ancora resiste, per quanto ne sappiamo. Ma quei disgraziati potrebbero  superare le difese della scuola da un momento all’altro. Tutto intorno alla barriera gli Auror, insieme ai centauri, cercano di bloccare Inferi, Troll e altri esseri oscuri, ma molti sono già passati.

- Secondo te gli animagi sono esseri oscuri, cagnaccio? - disse Potter, rivolto a Blake.

Cosa voleva dire?

- No, ma sono animali, e dovrebbero passare... - rispose Blake e poi, rivolto a Lupin: - Mi dispiace, vecchio mio, ma è giorno, e non c’è la Luna piena…

- Quindi, andiamo con il Mangiamorte pentito? - disse Potter.

- Certo - aggiunse Black - ma senza il Lupastro…

E poi, rivolto a me: - Il piano è: cerchiamo di raggiungere Hogwarts, recuperiamo l’ultimo horcrux, mandiamo a fanculo Voldemort e salviamo tutti. Io e Remus ci trasformiamo in animagi e, insieme a te, passiamo la barriera creata da quello stronzo di Voldemort

- Perché… voi…? - dissi. Ecco che mi si  spiegavano tante cose!

- Sì… animagi non registrati… da quando eravamo ad Hogwarts… - disse Blake - Ora possiamo anche dirlo… non penso che Malocchio vorrà arrestarci…  o meglio, ci arresterà perché l’abbiamo schiantato…

- Ma solo se torniamo vivi, vecchio mio - disse Potter - Solo se torniamo vivi…

Quanto li avevo odiati! Ora, però, non potevo fare a meno di… ammirarli? Per il loro coraggio, per la loro sicurezza, per la loro sfrontatezza… E capivo perché Lily lo avesse scelto…

 - Andiamo, allora. Dobbiamo salvare Lily… e gli altri… e i ragazzi… - dissi. Per Salazar, mi ero tradito, non avrei dovuto menzionarla. Potter avrebbe sospettato che tra me e Lily c’era stato qualcosa? Qualcosa…di compromettente? Qualcosa che… non mi avrebbe perdonato mai?

James mi guardò in effetti in modo strano. Poi: - Forza, Piton. Mi alleerei anche con il diavolo, se servisse a salvarla. Andiamo!

Mi faceva strano che non mi chiamasse Mocciosus…

- Io esco e schianto gli Auror - disse Lupin - Voi dirigetevi verso la barriera, laggiù.

- Tu tira su il cappuccio - disse poi rivolto a me.  

Un attimo dopo, mentre Lupin controllava il percorso, una strana processione formata da un personaggio incappucciato (io), un cagnaccio (Black… perfettamente in sintonia con il suo carattere il cagnaccio!) e un cervo (Potter… anche questo è perfetto per lui… maledettamente vanitoso, quando era ragazzo!) si dirigeva verso una barriera oscura che attraversava Hogsmeade e, senza nessun problema la attraversava.

Io, Blake  e Potter insieme, pronti a morire per combattere contro l’Oscuro Signore! Se qualcuno un mese prima me l’avesse detto, non  ci avrei proprio creduto…

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Capitolo 16
*** Albus Silente ***


Capitolo 16

 

Albus Silente

 

 

                                   

Subito ci dirigemmo, muovendoci velocemente, in silenzio, verso Hogwarts, lungo la strada che conduceva da Hogsmeade al castello. E giungemmo, finalmente, davanti alla scuola. Potter e Black aveva ripreso il loro aspetto umano. La tensione era altissima e aspettavamo di essere attaccati da un momento all’altro.

In realtà non c’era nessuno per strada: tutti i Mangiamorte e gli altri esseri oscuri radunati erano, evidentemente, intorno ad Hogwarts. Quando poi giungemmo in vista del castello, ci appiattimmo su un colle e guardammo con attenzione.

- Sembra che non ci sia stato ancora l’attacco - disse Black, analizzando le difese del castello - Comunque vado in perlustrazione.

Subito, di fianco a me, c’era di nuovo il cagnaccio che scivolò in avanti e, riparato in parte dalla vegetazione, si diresse verso Hogwarts.

- Guarda, Piton - mi disse - i Mangiamorte sono ad una certa distanza dal Castello, tenuti a bada da tutte le statue… Sono state evocate da Silente e si sono disposte tutte intorno alle entrate. Sono centinaia…

- Sì - ho riflettuto ad alta voce -  e i Mangiamorte e i loro alleati non sono più di una trentina, al massimo quaranta… Nel castello ci sono almeno una quindicina di insegnanti, e c’è Silente… le protezioni predisposte fin dai tempi dei fondatori sono numerose…  Qual è il piano di Voldemort? Decimare i suoi uomini in un attacco diretto?… Lui sarà anche immortale, ma i suoi uomini no… C’è qualcosa sotto. Non mi piace…

- Potremmo  girare intorno alla torre sud e passare dal porto sul lago e da lì risalire nel Castello - propose Potter -  Non sembra ci siano Mangiamorte sulla strada… Ma Silente avrà predisposto le difese anche in quel punto e dobbiamo essere cauti… Non vorrei che ci scambiassero per Mangiamorte… Per Godric, tu tecnicamente lo sei ancora…

Strano come  riuscissimo a fare una conversazione normale, io e Potter. E non ci insultassimo o tentassimo di ucciderci a vicenda…

Poco dopo ritornò il cagnaccio che, trasformatosi di nuovo in Black, ci confermò che tutto era innaturalmente tranquillo.

- I Mangiamorte aspettano qualcosa, fermi, ad una certa  distanza da Hogwarts. Il castello  sembra ben difeso: tutte le statue, armate, sono davanti a tutte le entrate e ci sono difensori alle finestre delle torri e sulle mura, in tutti i lati. Proviamo a passare dal porto…

Scivolammo quindi vicino al lago e, velocemente, senza trovare nessun ostacolo (qual era il piano di Voldemort?) giungemmo all’ingresso dei sotterranei. Avanzavamo con circospezione e, ad un certo punto, sentimmo una voce maschile che diceva: - Chi siete? Venite avanti con le mani alzate…

- Professore… sono Potter - disse il mio compagno - e sono con Black e con un altro amico… Uno che non si immaginerebbe…

- Se sei James Potter - disse una voce femminile (era Lily!) - chi ci ha interrotto, la prima notte di nozze?

- Amore, non vorrai far sapere a tutti quello che non abbiamo fatto? - disse Potter. E poi: - Silente, che voleva spiegarci un suo progetto di collaborazione internazionale…

- Venite avanti! - disse la voce maschile. Ora l’avevo anch’io riconosciuta: era il professor Lumacorno, il mio vecchio insegnante di Pozioni.

Avanzammo con circospezione, ma, poco dopo, una figura con i capelli rossi (Lily!) si gettava tra le braccia di Potter, chiedendogli con insistenza scusa, dicendo che lo amava tanto e, per finire, baciandolo appassionatamente.

Non posso dire di essere stato contento. Anzi, quella vista di Lily profondamente innamorata, mi faceva male. E non riesco a descrivere quello che ho provato.

- Dai, Piton… non sempre si vince… lo sappiamo entrambi, no? - mi disse Black, mettendomi una mano nella spalla - Non sei il primo… e non sarai l’ultimo…

Mi girai e lo guardai. Ma non voleva prendermi in giro, questa volta… Strano…

A quelle parole, Lily si girò verso di noi. - Sirius, mi sei mancato… Sev… è bello  rivederti.

E si staccò dal marito e ci abbracciò, prima Black, poi me.

- Ehi, moglie… - disse Potter - guarda che sono geloso di quei due… E poi dovrei farti qualche domandina… sei stata un po’ sfuggente, ultimamente…

Se avesse saputo… Beh, meglio non pensarci.

- Ho seguito un piano elaborato da Silente. Mi ha detto di non avvisare nessuno… neanche te! Ma abbiamo messo al sicuro Harry, come ti avevo scritto. Poi ti spiego tutto - disse al marito. E poi, rivolta a noi tre: - Dai, venite, vi porto da Silente, in Sala Grande!

Attraversammo la zona in cui erano schierate decine di statue, in assetto di guerra, pronte a fare a pezzi chiunque si fosse provato ad entrare (come poteva pensare di passare l’Oscuro Signore?); poi, dopo un tratto scoperto, giungemmo ad una specie di barricata, dove c’era Lumacorno, il mio vecchio insegnante di Pozioni, e  Kattleburn, il prof. di Cura delle Creature Magiche. Aveva perso una gamba, dall’ultima volta che l’avevo visto, poveraccio…

- Oh, Severus - mi disse Lumacorno, quando mi vide - Sono contento di vederti. Il Preside ci ha appena detto che, a dispetto di quello che dice la Gazzetta e che pensa il Ministero, sei dalla nostra parte. E ho saputo degli horcrux…

Bene. Tutti sapevano che non ero un criminale. Almeno non avrei dovuto difendermi. E sapevano degli horcrux… Stranissimo come una notizia segreta fino a qualche ora prima, fosse ora nella bocca di tutti.

Poco dopo eravamo in Sala Grande, dove si trovava il Preside, insieme a Elphias Doge, alla prof.ssa McGranitt, a Vitious e un altro paio di insegnanti che non conoscevo, evidentemente giunti ad Hogwarts negli ultimi anni, dopo la mia partenza.

Tutti si voltarono verso di noi.

- Ben arrivati, ragazzi! - disse il Preside, guardando con quei suoi freddi occhi azzurri Black e Potter - Come siete riusciti a passare?

- E’ una storia lunga. Ma siamo passati solo noi e Piton… Gli altri sono ancora bloccati da una barriera oscura creata da Voldemort - disse Black.

Silente si rivolse verso di me. Era qualche anno che non lo vedevo, ma era sempre rimasto lo stesso (alto, magro, con una lunga barba bianca, occhi azzurri e occhiali a mezzaluna, il naso lungo e ricurvo):- Severus. Sono contento che combattiamo dalla stessa parte. Mi è dispiaciuto averti come avversario…

- Tutti sbagliano, Preside - dissi - Ma voglio rimediare, ora, per quanto possibile…

- Hai fatto molto, Severus… Senza di te non saremmo giunti a capire il punto debole di Voldemort. Geniale l’intuizione degli horcrux… certo è merito anche di Regulus Black…

- Come? - disse Sirius Black - Che c’entra mio fratello?

- Io e Regulus, oltre a Mary MacDonald e Lily, abbiamo dato la caccia agli horcrux - ho detto - e la prima intuizione è stata proprio di Regulus. E’ dalla nostra parte, anche se si trova ora nel campo del Sig… di Voldemort.

Sirius Black rimase piacevolmente colpito dalla notizia, sorridendo impercettibilmente. Nessuno evidentemente gli aveva detto che il fratello si era staccato da Voldemort e che, anzi, lo combatteva attivamente.

- Io ho spiegato a tutti i difensori di Hogwart il tuo ruolo, e quello di Lily, Mary MacDonald e Regulus solo un’ora fa circa… Prima non lo sapeva nessuno… - disse Silente.

Poi rivolto a me: - Il quarto horcrux…?

- E’ stato distrutto - dissi - E quello nascosto ad Hogwarts?

- Abbiamo rovesciato da cima a fondo il castello, negli ultimi giorni, ma non abbiamo  trovato niente… mi dispiace. Ma deve essere qui, altrimenti Voldemort in persona non ci avrebbe attaccato… Pensiamo a quel maledetto horcrux… dove può essere. Piton, hai qualche idea? Gli altri oggetti erano…

- Purtroppo no - dissi - Uno era un piccolo diario, l’altro un vecchio anello… c’era poi la coppa di Tassorosso e un medaglione appartenuto a Salazar Serpeverde

- Tassorosso… Serpeverde - disse Black - E se l’ultimo horcrux avesse a che fare con un altro dei fondatori? Grifondoro… o Corvonero…

- Un antico oggetto appartenuto all’uno o all’altro… beh… potrebbe essere. Ma l’unico oggetto magico appartenuto a Grifondoro presente qui ad Hogwarts è la spada… e l’ho controllata - ha detto Silente -  e non è sicuramente un horcrux… ci sono formule arcane che permettono di evidenziare la magia oscura presente in  ogni oggetto… ed è completamente privo di magia oscura…

- Considerando che ogni Serpeverde odia Grifondoro - disse Lily. Poi mi guardò… e poi guardò anche il professor Lumacorno - … non tutti però… ho sbagliato… comunque, forse è più probabile che sia qualcosa di Corvonero…

- Potrebbe anche essere - disse Silente - ma è sicuramente in qualche nascondiglio che non sono riuscito ad identificare…

- E se ricorressimo alla stanza delle necessità? - disse Potter.

- Stanza della necessità? Cos’è? - chiese Silente, molto interessato.              

Mai sentito di questa stanza… Eppure Black e Potter sembravano parlare di qualcosa che conoscevano benissimo…

- Ah, non la conosce, Preside? - disse Black - E’ una stanza magica che può essere solo scoperta da chi ne ha veramente bisogno… Noi l’abbiamo scoperta durante il terzo anno, interrogando gli elfi… Ma lei, da  ragazzo, probabilmente non infrangeva le regole…

- Si trova al settimo piano, vicino alla statua di Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll… Bisogna passarci avanti tre volte, pensando a ciò che ci serve… e ciò che serve appare, dentro la stanza. Basterebbe chiedere l’indicazione di dove è nascosto l’horcrux… - continuò Black   - e la stanza farebbe vedere, magari in una pianta, il luogo…

-  Beh, fantastico! Possiamo andare  subito! Non ne avevo mai sentito parlare, né ho interrogato gli elfi al riguardo…  Pensate che io, da ragazzo, andassi in giro ad infrangere le regole come facevate voi? - rispose Silente -  Quindi, se ho ben capito, possiamo chiedere a questa statua di indicarci dove si trova l’horcrux e…    

In quel momento sentimmo  però rimbombare la voce di Voldermot: - Il tempo è scaduto!

- Ma, Preside… di che parla? - intervenne Potter - Ci vogliono attaccare?

- Da stamattina  si sono radunati davanti al castello, ma stanno ad una distanza di  sicurezza. Come avete visto, tutte le difese sono state attivate e non hanno nessuna speranza di passare… Sono troppo pochi per attaccare in forze il castello. Non ho capito il loro piano. E questo mi preoccupa ancora di più. Poi, circa un’ora fa è venuto, con bandiera bianca per parlamentare, Greyback… il lupo mannaro… è con i Mangiamorte, evidentemente… Ha detto che Voldemort ci avrebbe risparmiato la vita, se ci fossimo arresi e uniti a lui, “per un mondo migliore, senza il predominio dei babbani sui maghi”. Altrimenti saremmo tutti morti… Naturalmente non l’abbiamo preso in considerazione. Quell’uomo è folle. Ci ha dato un’ora per pensarci.

In quel momento, sentimmo di nuovo la voce del Signore Oscuro, potentemente amplificata, che risuonava in tutto il castello.

- Difensori di Hogwarts… il tempo è scaduto… Vi avevo promesso salva la vita e la possibilità di unirvi a noi… Avete rifiutato… Ora una magia potente vi ucciderà tutti… Chiedo ai Serpeverde di rimanere chiusi nella loro Casa e a tutti gli altri miei simpatizzanti di rifugiarsi nella Casa del nobile Salazar… Tutti gli altri moriranno, insegnanti ed alunni, ed i miei Mangiamorte entreranno quando tutto sarà finito…

E cominciò, poi, ad emettere una specie di sibilo… che mi fece accapponare la pelle. Che diavolo era?

Un brivido mi percorse la schiena. Si sentì ancora la voce di Voldemort: - Miei fedeli serpeverde, rimanete chiusi nella vostra Casa. Il mio mostro oscuro si aggirerà per il castello e ucciderà tutti, professori ed alunni. Non uscite per nessun motivo… Vi avviserò io quando tutto sarà finito, e banchetteremo tra le ossa dei nostri nemici…

- Sta bleffando? - chiese Doge.

- Non penso - rispose Silente - … con quel sibilo forse ha evocato qualcosa… qualcosa di orribile, penso… Per questo non si muovevano. Attaccheranno il castelo quando saremo decimati da questo presunto mostro…  

- I ragazzi, dobbiamo proteggere i ragazzi! - disse Elphias Doge - Sono chiusi nelle varie case, protetti dai prefetti Ma se il mostro li attaccasse?  Servono maghi esperti per difenderli! Non bastano i prefetti! Penseremo dopo all’horcrux… Se non è un bluf, un mostro si sta aggirando per il castello…

- Cerchiamo di essere razionali: tutti gli insegnanti tornino nelle loro posizioni, a difendere il perimetro esterno di Hogwarts: i Mangiamorte potrebbero attaccare, è meglio essere pudenti - disse Silente -  Lily, tu va’ ad aiutare i ragazzi di Grifondoro: non farli uscire per nessuna ragione dalla loro Casa. James, pensa a difendere  Tassorosso: chiudetevi dentro e non aprite a nessuno. Sirius: lascio a te quelli di  Corvonero e tu, Doge, pensa a Serpeverde, anche se immagino quest’ultima casa non sarà attaccata. Io, Piton e  Minerva andiamo a controllare il castello e ad affrontare questo presunto mostro. In caso ci accadesse qualcosa, delego Minerva McGranitt, Horace Lumacorno e a Warwick Vitious i miei poteri e il compito di difenderei il Castello. E’ chiaro?

- Comunicate via patronus appena avete preso posizione. Siamo d’accordo?

Subito, velocemente, senza fare obiezione, tutti si mossero. Aspettammo qualche minuto e, quando cominciarono ad arrivare  i patronus, tirammo un sospiro di sollievo. Lily, Potter e Blake erano giunti, velocemente nelle posizioni assegnate e anche quasi tutti gli insegnanti. Ma non giunsero i patronus di Elphias Doge e di uno dei giovani insegnanti, tale Johnson…

- Non arriveranno più, a quest’ora… - disse Silente, molto serio - Il mostro di cui parlava Voldemort probabilmente è già in movimento nel castello. Andiamo a cercarlo…

Ci sposammo lentamente nel castello deserto, passando da un corridoio all’altro,  da una stanza all’altra, senza trovare all’inizio niente.

- Laggiù c’è qualcosa! - ho detto ad un certo punto, intravedendo delle figure accasciate al suolo. Erano  due elfi, morti, senza nessuna ferita, un’espressione stupita nel volto. Un altro paio erano poco lontano, dentro un bagno.

- Uccisi con l’Avada Kedavra, sembra - disse Silente - Senza che pensassero di difendesi… Che qualche Mangiamorte sia riuscito ad infiltrarsi nel Castello? Continuiamo il giro e, mi raccomando, attenzione!

Ogni volta che dovevamo svoltare un  angolo o entrare in una stanza, Silente  coraggiosamente entrava per primo, dopo aver fatto un incantesimo di scudo, presumibilmente potentissimo, con la sua bacchetta. Ma non trovammo, nei primi corridoi e nelle prime stanze, assolutamente niente.

Notai, ma non diedi peso alla cosa, ad un certo punto, qualcosa di strano:  alcuni ragni in fuga disperata, sotto i nostri piedi. Poi, più avanti, i cadaveri di Doge e Johnson, anche loro uccisi all’istante. La McGranitt represse il grido di orrore, mentre Silente, apparentemente impassibile, controllava i cadaveri.

Poi, senza dire una  parola, riprendemmo il nostro giro, trovando, poco dopo, qualcosa di ancora più inquietante: Pix, il Poltergeist,  fluttuante a mezz’aria, apparentemente immobile, con uno strano sguardo stupito nel volto.

- C’è qualcosa che non quadra, attenzione - disse Silente - Questo non è Avada Kedavra…

Eravamo vicino ad un bagno. Dovevamo entrare a controllare.

- Vado io - disse il Preside, lanciando incantesimi di protezione davanti a lui, creando un potente scudo e gettandosi coraggiosamente oltre la porta, con la bacchetta  pronto a lanciare maledizioni. Avevo davanti uno dei più grandi maghi dell’epoca moderna, forse l’unico di cui l’Oscuro Signore aveva paura. Provai conforto a pensarlo… ma solo per pochi istanti.

Si era appena affacciato coraggiosamente oltre quella porta, senza aver fatto un passo in avanti quando il suo corpo scivolò pesantemente a terra, gli occhi vitrei, immobile. Non potevo crederci: Silente era morto. E sentimmo, contemporaneamente, qualcosa di enorme muoversi all’interno del bagno, spostarsi verso la porta.

- NOOOOO! - urlò la McGranitt, come impazzita, gettandosi nell’apertura della porta e lanciando un Avada Kedavra verso il misterioso aggressore. Inutilmente, perché, un attimo dopo, anche lei era stesa a terra, senza vita, accanto al corpo di Silente.

Ero terrorizzato, l’istinto mi diceva di fuggire. Dovevo però ragionare. Non avevo visto nessun lampo venire verso Silente, o la McGranitt. Né i due erano stati attaccati in alcun modo, a quanto avevo visto… Sembrava che il mostro, che stava venendo verso di me, uccidesse… con lo sguardo. Apparve poi, ingigantito  dal lampadario del bagno, l’ombra di una testa triangolare, di quello che sembrava un enorme serpente…  Era un grosso serpente che uccideva con lo sguardo… che spaventava i ragni… ma certo! Un basilisco! Un rettile leggendario che l’Oscuro Signore aveva liberato, non sapevo come, nel castello, per fare il suo sporco lavoro! Obbediva a lui che, sapevo, parlava serventese! Il sibilo che avevamo sentito… Erano le istruzioni per il basilisco… E ora avanzava velocemente verso l’uscita del bagno, sopra i corpi di Silente e della McGranitt, verso di me.

Cercai di ricordare le informazioni che avevo. Viveva lontano, in mitiche isole magiche dell’Atlantico (che ci faceva qui in Scozia?), non poteva essere ucciso da comuni incantesimi, aveva paura dei galli (come se fosse facile trovare galli ad Hogwarts!), uccideva con lo sguardo, o con le zanne, che erano velenosissime…  

Sarei potuto fuggire, certo, ma avrebbe attaccato gli altri… tutti gli altri, anche Lily, e i ragazzi, chiusi, come topi in trappola, nelle loro Case… e vedevo la sua ombra allungarsi ed  ingrandirsi sempre di più: ormai il mostro stava per uscire dalla porta del bagno…

 

Mi dispiace per Silente e la McGranitt, ma non era verosimile (purtroppo) che morissero solo i "cattivi"... Grazie a tutti per la lettura! Alla prossima. S.

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Capitolo 17
*** Il basilisco ***


Capitolo 17

 

Il basilisco

 

Il mostro  stava per far uscire la sua schifosa testa dalla porta e, prima di vedere i suoi malefici occhi, gli ho lanciato, sul muso, un Avada Kedavr. Poi, senza guardarlo (non sono così idiota), sono fuggito velocemente, voltandogli le spalle. Sapevo che la mia maledizione oscura era del tutto inutile, dato che le scaglie della corazza lo rendevano assolutamente invulnerabile a qualsiasi tipo di magia, bianca o oscura, e quindi le maledizioni senza perdono non gli avrebbero fatto niente, se non irritarlo. Il mio patetico e disperato piano era, in quel momento, solo quello di tirarmelo dietro, il più lontano possibile dai ragazzi (e da Lily), chiusi vicino alle cucine (i Tassorosso) o nelle torri di Grifondoro e Corvonero.

Per fortuna il mostro era lento, più lento di me e riuscivo a tenerlo a distanza. Ma non potevo allontanarmi troppo, perché temevo che, se mi perdeva di vista, cambiasse direzione e si dirigesse verso i ragazzi, o gli insegnanti che, dalle mura, controllavano  la situazione.

Mi spostavo a caso, dove trovavo la strada libera, avendo perso anche il senso dell’orientamento (era un po’ che non giravo per Hogwarts e, detto tra noi, i corridoi sono quasi tutti uguali… si distinguono per quadri o armature e, dai miei tempi, li avevano spostati abbondantemente) e sentivo, sempre dietro di me, il basilisco strisciare, mentre io, ogni tanto, senza guardare,  lanciavo un Avada  Kedavra, verso il punto in cui immaginavo fosse, dove sentivo il rumore del suo orrido corpo strisciare sul pavimento.  

Pensavo a tutto quello che sapevo del basilisco, ma non vedevo nessuna possibilità, se non una… avrei dovuto colpirlo con le fauci aperte… probabilmente un Avada Kedavra a distanza ravvicinata, negli organi interni del mostro, non corazzati, l’avrebbe potuto uccidere. Ma il basilisco apre la bocca  solo per mordere e il suo morso è mortale. E non potevo neanche tenere gli occhi aperti per colpirlo all’ultimo momento, dato che incrociare il suo sguardo è impossibile…… Certo, era meglio una morte immediata, uccisa dallo sguardo di quel serpente, alle torture che mi avrebbe inflitto Voldemort, che presto sarebbe entrato nel Castello…. La morte di Silente aveva disattivato, probabilmente, molte delle protezioni che precedentemente impedivano ai Mangiamorte di entrare e, quando quel mostro  avesse ucciso un numero consistente di difensori, e di ragazzi, sarebbe iniziata la vera e propria battaglia…

Mi accorsi, in quel momento che il serpente non mi seguiva più… non gli interessavo più… o semplicemente aveva sentito la presenza di qualcun altro e, seguendo gli ordini del suo padrone, si apprestava a colpire… Improvvisamente impallidii. Riconoscevo il posto! Mi ci ero recato tantissime volte, con Lily, tanti anni prima: ero vicino all’ingresso alla torre di Grifondoro, dove c’erano i ragazzi, chiusi dentro, con Lily, inviato da Silente a difenderli… Il mostro sentiva la loro presenza e, probabilmente, voleva entrare proprio in quel luogo!

Mi misi a correre come un forsennato, dietro al mostro. Vedevo le terga del basilisco muoversi davanti a me e gli lanciai, inutilmente, due o tre maledizioni oscure… inutilmente, dato che tutte rimbalzavano sulla sua pelle e la bestia  continuava a dirigersi verso la Torre, incurante di me… Voleva carne fresca, voleva uccidere i ragazzi, voleva uccidere Lily…

Girai l’angolo e vidi il serpente che si accaniva contro il quadro della Signora Grassa, sbattendovi la coda più volte e massacrando il quadro… non so quanto avrebbe resistito. Una fessura e lui si sarebbe infilato… e li avrebbe uccisi…

Non avrei potuto permetterglielo. Uccidere Lily… uccidere dei ragazzini… per un attimo mi vidi, incerto ed impaurito, entrare ad Hogwarts, tenendo la mano di Lily… Hogwarts, il luogo in cui ero stato tante volte felice… e ora li avrebbe uccisi tutti…

Feci allora qualcosa di folle: con gli occhi chiusi mi avventai contro il basilisco, lanciandogli maledizioni senza perdono e mettendo avanti il braccio sinistro: volevo che lo mordesse. Sarei morto, ma avevo una speranza di ucciderlo: una volta che avesse afferrato il mio braccio, che avesse affondato i suoi maledetti denti nel mio braccio, io avrei lanciato, dall’apertura della sua bocca, stretta intorno al mio braccio, una maledizione senza  perdono nella sua bocca, tra i suoi denti, dentro di lui. Sarei morto, ma forse potevo fermarlo, se fossi stato lucido… fino alla fine.

E, un attimo dopo, sempre al buio totale (tenevo gli occhi chiusi… dovevo farmi mordere, non morire prima di aver provato ad ucciderlo), sentii in effetti i i denti di quella maledetta bestiaccia penetrare a fondo nel mio braccio e stringersi in una morsa dolorosissima. Fu attimo. Mentre urlavo in modo disumano (lo confesso: non è piacevole sentire il veleno del basilisco penetrare nel proprio corpo), ho avuto tuttavia abbastanza lucidità di infilare di fianco al mio braccio, nella bocca del mostro, la bacchetta e pronunciare, con tutta la forza che avevo. il mio ultimo Avada Kedavra.

Per fortuna fece effetto: la maledizione oscura colpì il mostro dall’interno, in zone vulnerabili del suo corpo e, un attimo dopo, mentre io continuavo ad urlare per il dolore, sentii   il mostro cadere a terra. Aprii gli occhi e lo vidi, morto, vicino a me. Il dolore era atroce… si stava allargando a macchia d’olio dal mio braccio alla mia spalla e all’intero mio corpo. Non riuscivo più a resistere. Caddi a terra anch’io, vicino a quel maledetto mostro.

L’ultima cosa che vidi fu la porta di Grifondoro che si spalancava… Lily e i ragazzi che uscivano fuori… Lily che, piangendo, si chinava su di me e mi chiamava… Poi più nulla.

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Ero in un bellissimo posto… che conoscevo! Era il parco, vicino a Spinner’s End dove avevo conosciuto Lily! Intorno a me sentivo il canto degli uccellini e, sotto i miei piedi, c’erano tanti fiori colorati. Sentivo un caldo vento primaverile passarmi tra i capelli. E, poco lontano, c’era l’altalena dove, tanti anni prima, avevo visto per la prima volta Lily, librarsi felice nell’aria. Sì, sì, ero vicino a casa mia… nel parco… sentivo anche le voci dei bambini…

Capii di essere morto. Il veleno del basilisco mi aveva ucciso. Mi sono guardato il braccio sinistro: era praticamente perfetto, non aveva nessun segno del morso. Non provavo più dolore. Stavo bene. Era questo… l’Aldilà?

- Oh, questo è quello che desideri? - sentii dire.

Ho alzato gli occhi e ho visto, vicino a me, nel prato, Minerva McGranitt. Ma era diversa dalla McGranitt che conoscevo. Non era l’arcigna professoressa,  sempre seria, sempre austera, con i capelli riuniti in una crocchia, sempre rigida… quella che, quando ero giovane, mi insegnava Trasfigurazioni. Era… più giovane… e più bella… con i capelli sciolti, un gran  sorriso e un vestito completamente bianco.

- Professoressa… dove siamo? - le chiesi.

- Oh, Severus… perché non mi chiami Minerva?… Abbiamo combattuto insieme…

- Siamo anche morti, insieme… non è vero? - le domandai. Certo. La pace, la serenità, la bellezza…

- No… direi di no… o almeno non ancora - mi disse sorridendo.

- Ma… dove sono?

- Beh, in un posto che per te è importante, Severus.

- Io ricordo che… sono stato morso dal basilisco… dal re dei serpenti… il cui morso è letale…

- E poi l’hai ucciso. Sei stato molto coraggioso. Ti  sei  sacrificato per i ragazzi… e per Lily. Le vuoi bene, vero?

- Sì, Minerva. - E poi, spiazzando anche me (non l’avevo mai confessato in questi termini neanche a me stesso, né l’avrei mai detto ad anima viva): - L’amo più della mia stessa  vita. E voglio solo che  lei sia felice… non voglio che lo sia io… per me va bene anche se passerà la vita con … Potter… se  è questo che la può rendere  felice… Farei qualsiasi cosa per lei…

- E per lei ti sei sacrificato…

- Beh, per lei e per i ragazzi… mi sono visto io, per un attimo, quando ero un ragazzino, ad Hogwarts… che è stata  la mia casa… il luogo dove  sono cresciuto e dove ho trovato qualche momento di serenità... e di felicità.. e non ho sopportato quel mostro che lo profanasse, che uccidesse i ragazzi…

- Sei stato meraviglioso, Severus.

- No, Minerva - confessai - Ho sbagliato tutto nella mia vita: ho desiderato il potere, ho commesso ogni genere di crimine, ho ucciso, ho rinnegato i miei affetti, ho obbedito a Voldemort. Ho fatto una vita schifosa, di cui mi vergogno. Non mi vergogno solo di come sono morto… solo questo…

- Tu non sei morto, Severus - mi disse la McGranitt,  dolcemente - O almeno non ancora…

- Ma… il veleno del basilisco è letale…

- Mai sentito parlare di mitridatismo? - mi chiese.

- Beh.. certo - le risposti. Cos’era, un’interrogazione? - E’ l’immunità al veleno dovuta all’assunzione costante di dosi non letali del veleno stesso. In pratica il corpo si abitua al veleno e questo non fa più effetto… Dal nome di un re del Ponto, un nemico dei Romani, se non sbaglio…

- Sì. E ricordi tu, da giovane, che aspiravi a fare la scoperta del secolo, insieme a Lily… l’antidoto universale…

Mi è venuto in mente, naturalmente. Al quinto anno, prima di… rompere con Lily… Eravamo i due alunni più brillanti a pozioni e avevamo distillato, sotto la guida di Lumacorno, l’antidoto al veleno del crotalo. «Perché non proviamo a comporre l’antidoto universale, valido per tutti i tipi di veleno?» aveva proposto Lily. E ci avevamo provato, anche, chini sui calderoni in cui bollivano intrugli e veleni provenienti da tutte le parti del mondo… fino a che… mi faceva male pensarlo… l’avevo insultata… e l’avevo allontanata  da me… e poi lei non era venuta più… e io avevo provato ancora per qualche tempo a portare avanti il nostro patetico tentativo… volevo farle vedere di cosa ero capace, anche senza il suo aiuto… e avevo poi dato un calcio a tutto… il calderone a terra… io in pianto… forse l’ultima volta che avevo pianto…

- Beh, non ho assunto veleno - dissi alla McGranitt.

- I fumi del calderone. Li hai respirati. E’ come se fossero entrati in te e ti hanno immunizzato a diverse combinazioni di veleni. E ora il tuo corpo sta combattendo contro il veleno del basilisco, che è  il re dei serpenti, ma sempre un serpente…

- Vuoi dire che non sono morto? - dissi

- Dipende da te… - mi disse la McGranitt con un sorriso.

- Come?

- Se vuoi, puoi restare qui… o andare avanti… dipende  da te… oppure…

- Oppure?

- Tornare indietro… rischiare di nuovo… affrontare il dolore…, la sofferenza… la morte… Terminare quello che ti eri prefisso… sistemare una volta per tutte Voldemort.

- E’ un mago potentissimo. Non so se sarò in grado…

- Per Lily, se vuoi… sei in grado di fare tutto. Ora pensaci, Severus - mi disse, sempre sorridendo.

- Ci ho già pensato, Minerva - le dissi.

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E, in un attimo, tutto era scomparso:  Minerva McGranitt giovane e bella, i fiori, i colori, il vento, le risate dei bambini, l’altalena. E ho sentito un fortissimo dolore al braccio sinistro, un dolore disumano, un dolore tremendo. E, sopra di me Lily che piangeva a dirotto, e intorno tutti i ragazzi e le ragazze, con gli occhi lucidi o in pianto dirotto, le mani contratte e gli occhi  bassi…

- E’ un po’ troppo presto per piangere la mia morte, Lily - ho detto, tra lo stupore di  tutti.  Lily mi si è gettata al collo, abbracciandomi e piangendo sempre più forte. Mi sono rivolto ai ragazzi più vicini: - Datemi una mano a rialzarmi… Devo… dobbiamo terminare una buona volta quello che abbiamo iniziato…

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Capitolo 18
*** Voldemort ***


Capitolo 18

 

Voldemort

 

 

Non avevo praticamente il braccio sinistro, che si era gonfiato e che faceva enormemente male. Il mio corpo stava combattendo il veleno, ma il dolore era terribile.

- Da’ un’occhiata, Lily… Dovrei avere una pozione medicinale d’emergenza - dissi.

Per fortuna, tra le pozioni che avevo nel mantello, questa non si era rotta e Lily, che ormai aveva ripreso il controllo di sé stessa, me la versò nella ferita. Il dolore rimase, ma almeno non aumentò e il gonfiore rimase costante.

- Come è possibile che lei non sia morto? - mi chiese una ragazza grifondoro, un prefetto. Non c’era solo Lily… c’erano una quindicina di ragazzi e ragazzini… a cui avevo salvato la vita uccidendo il basilisco… che mi guardavano stupiti. Io, per molti di loro, ero ancora il folle braccio destro di Voldemort che, secondo la Gazzetta, commettevo delitti a destra e a manca.

- Sono parzialmente immunizzato ad alcuni tipi di veleno…. mitridatismo… dipende dagli esperimenti che ho fatto quando ero giovane - e non potei fare a meno di mandare un sorriso a Lily, che mi rimandò un piccolo sorriso, mentre si asciugava gli occhi. Per Salazar, quant’era bella quando sorrideva!

- In quel momento arrivò un patronus, da parte del professor Lumacorno: - Attenzione! Parte delle difese sono disattivate e i Mangiamorte stanno attaccando su tutti i fronti. Chi può venga ad aiutarci…

- Lily - ho detto - avvisa James e Sirius di accorrere al piano terra. Di’ anche di ordinare ai ragazzi di non uscire dalle loro case per nessun motivo. Io vado al settimo piano a cercare l’horcrux che manca. Tu rimani qui dentro, con i ragazzi…

- Neanche ci penso, Sev - mi ha detto, dopo aver avvisato, tramite patronus, il marito e Sirius Black - Andrei anch’io a combattere, ma non posso lasciarti. Non ce la faresti, da solo. Ti accompagno. E’ fondamentale che Voldemort sia di nuovo mortale, quando ce lo troveremo davanti…

- Possiamo  venire anche noi… a combattere… i maggiorenni, naturalmente… - disse la prefetto di Grifondoro che mi aveva fatto prima la domanda - Vorremmo anche …

- No. Tu e gli altri maggiorenni, prefetti o non, dovete rimanere qui, a difendere la  vostra Casa e tutti i ragazzi che vi sono dentro. Non è un compito da poco - dissi. Non volevo che morisse nessuno di loro. Erano così giovani. Coraggiosi patetici grifondoro… sempre pronti a combattere per la parte giusta… ma erano  ragazzi…

- Ma… - provò a dire la ragazza.

- E’ un ordine! - disse Lily - Hai sentito cosa ti ha detto Piton? Lui ha rischiato  la sua vita per tutti voi e il meno che potete fare è eseguire quello che dice. E’ chiaro?

- Certo, professoressa… - disse la ragazza.

Buffo. Lily non era una  professoressa, né io. E,  tecnicamente, non potevamo  dare ordini a nessuno. Ma eravamo straordinariamente autorevoli per i ragazzi, in quel momento. Si ritirarono quindi all’interno della casa.

- E barricate l’ingresso - dissi agli ultimi che ci lasciavano.

Sentimmo intanto i rumori della battaglia, più vicini. I Mangiamorte stavano penetrando nel Castello.

- Dai, andiamo, Lily - dissi. - Dammi una mano, allora, per arrivare al settimo piano…

- Aspetta, Sev… - e con la sua bacchetta tagliò uno dei denti dello schifoso mostro che era disteso sul pavimento.  Poi: - Se non sbaglio il veleno di basilisco può distruggere potenti oggetti di magia nera… me ne ha parlato Kattleburn una volta… quando parlavamo delle bestie fantastiche dell’Oceano Atlantico… e se non è un oggetto ripieno di magia nera un horcrux… L’Ardemonio è difficile da controllare…

- Bravissima, Lily… - le dissi.  Del resto, messo com’ero non sarei riuscito probabilmente ad evocare il Fuoco maledetto, e non ero mai stato bravo a controllarlo… “l’antica magione dei Black” ne era la prova. E l’ultima cosa che avrei voluto era certamente mandare a fuoco Hogwarts…

 

Strinsi i denti (avevo la febbre, il dolore del braccio era costante) e, aiutato da Lily cominciai a salire le scale. Proprio al settimo piano dovevano metterla questa stanza segreta! Alla fine riuscimmo ad arrivare  davanti all’arazzo di Barnaba il Babbeo. Pensai intensamente all’horcrux: avevamo l’impellente necessità di sapere dove fosse. E, dopo aver camminato per tre volte davanti a quell’arazzo, abbiamo visto una porta, sul muro, poco lontano.

- Entriamo, Lily - ho detto, stringendo i denti. Il dolore andava e veniva, talvolta più forte, talvolta controllabile.

Lily ha aperto la porta e siamo entrati. La Stanza era enorme, grande come una cattedrale, piena all’inverosimile  di cataste di oggetti, di ogni timpo: da vecchie cattedre e banchi, a decine di scope da quidditch, da armadi e lampadari a vestiti vecchi anche di secoli. Che diavolo era quella stanza?

- Accio horcrux - ho provato a chiamare, naturalmente senza alcun esito. Sarebbe stato troppo semplice. Beh, bisognava individuare con calma tutti gli oggetti legati alla magia nera, che è percepibile, con opportune formule. Il lavoro sarebbe stato lungo, purtroppo.

Un paio di ore dopo, finalmente, l’abbiamo trovato. Un antico diadema sopra una vecchia statua. Era straordinariamente oscuro. Era lui……

- E’ quella - ho detto a Lily - Tocca a te. Eliminalo.

- No… fallo tu, Sev… non so se riesco…

- Insieme, dai…

Sembrava che l’horcrux volesse ribellarsi alle mie parole, dato che, in quel momento, ha investito la mia mente (e probabilmente anche quella di Lily) con una serie di pensieri negativi, egoistici. Perché dovevo lottare contro l’Oscuro Signore, l’unico che poteva garantire ordine e sicurezza al Mondo Magico, che poteva cacciare i babbani dalla posizione di potere che avevano arrogantemente raggiunto, costringendo i maghi come noi a nascondersi? Chiusi la mente. Un timo dopo  la mia mano, che avvolgeva quella di Lily, affondava nel diadema…

Quel frammento d’anima urlò ancora un’ultima volta (nella nostra mente) e, un attimo dopo, tutto era finito…

- Usciamo - ho detto a Lily - Andiamo a vedere qual è la situazione e a dare una mano ai difensori…

Siamo tornati indietro e, poco dopo eravamo nel corridoio, diretti verso il piano inferiore. Ma, improvvisamente, ci hanno sbarrato la strada alcuni mangiamorte che, evidentemente, erano nel frattempo entrati nel Castello…  Io non ero al massimo (il veleno era controllato dal mio corpo, ma ero febbricitante e meno reattivo del solito) e loro erano troppi. Lily cercò di difenderci. “Per fortuna” avevano avuto ordini di non ucciderci. Poco dopo eravamo stati tutti e due schiantati.

 

Quando siamo stati reinnervati, era legato con una potente catena, che mi stringeva il collo, ad una parete… potevo fare solo pochi passi in avanti. Non avevo naturalmente la bacchetta. Anche Lily era vicino a me, anche lei legata. Davanti a noi, c’era, circondato da sei-sette Mangiamorte,   Voldemort in persona.

- Severus Piton… finalmente ti ritrovo… sei fuggito con quella puttanella della MacDonald e ora ti trovi con quest'altra puttana della Potter…

- Vaffanculo, Tom Riddle - gli ho detto. Sapevo che odiava quel nome.

Per tutta risposta, un attimo dopo,  mi ha cruciato. Il dolore era  fortissimo. Ho provato a non urlare… ma ero debole, e il braccio mi faceva ancora un male dell’inferno…

Intorno a lui i Mangiamorte guardavano attenti, senza fiatare. Lo spettacolo era anche per loro

- Dovrei farvi a pezzi per aver eliminato i miei horcrux, i miei figli… almeno in cinque pezzi… quanti sono i miei figli che tu hai ucciso, maledetto traditore…  avresti potuto essere il mio braccio destro. Ti avrei anche lasciato quella puttana, la madre del maledetto poppante che vuole competere con me… Voglio uccidere solo il bambino… ma tu mi hai tradito. Ora ucciderò te e questa puttana…    ma prima voglio il bambino… Harry Potter… colui che dovrebbe essere per me una minaccia…

Lily rabbrividiva al mio fianco. Quel mostro continuò: - Tanto sapete che, alla fine, me lo consegnerete… L’avete nascosto, dovete rivelarmi dove… e io non vi farò più soffrire, vi ucciderò all’istante… ditemelo…

Lily provò a farlo ragionare. Sapevo che sarebbe stato inutile. Lo conoscevo: era folle. Ma lei era la mamma e cercò di commuoverlo. Come se avesse una coscienza: - No, la prego. E’ un bambino buonissimo. Non è un pericolo per nessuno. Uccida me, piuttosto… Ci sono migliaia di profezie che non si sono mai avverate. Le profezie contano solo per chi ci crede. Io sono la sua mamma. Uccida me. Harry no, la prego.…

E, un attimo dopo, vidi Lily contorcersi dal dolore. Quanto lo odiavo, maledetto Voldemort E quanto odiavo quei maledetti Mangiamorte che, impassibili, guardavano, senza scomporsi, tutte le azioni malvagie che quel mostro commetteva. Ho pensato, per un attimo, che, fino a qualche settimana prima, anch’io ero uno di loro, e anch’io avevo assistito…

- Tom Riddle! - gli ho urlato - Prenditela  con me, non con una ragazza… Ho individuato io i tuoi horcrux… e li ho uccisi, uno dopo l’altro… mi imploravano di non farlo… tutti e cinque… buffone! Pensavi di essere immortale… E ho ucciso anche il tuo patetico serpente… Era un buffone, come sei un buffone te, Tom Riddle!

Cercavo di provocarlo e, in effetti, c’ero riuscito.  Sentii la cruciatus che mi colpiva. Cercai di non urlare, ma era impossibile. E, ad un certo punto, svenni.

 

Rinvenni poco dopo. Il dolore al braccio si era acutizzato. Erano giunti anche Dolohov e MacNair, che avevano portato la Spada di Grifondoro e il Cappello Parlante. Evidentemente avevano saccheggiato l’ufficio del Preside.

Il Cappello fu gettato da Voldemort per terra, davanti a lui: -  Oh, Severus Piton… ben ritornato tra noi. Peccato che potrai rimanere per poco…

E in un istante diede fuoco al cappello: - Stupido strumento di quello stupido di Godric Grifondoro! Che possa bruciare all’inferno!

Il povero cappello, che aveva smistato generazioni di maghi… anche me… ancora mi ricordavo… era ora solo un pezzo di stoffa nera e bruciata… non si era dissolto con il fuoco… evidentemente era fatto di stoffa  magica… ma probabilmente non sarebbe stato più utilizzabile… Aveva distrutto un oggetto magico di enorme valore e antichissimo, senza nessun rimorso…

Si rivolse poi a noi: - Ma prima di andarvene, traditore e puttanella, vorrete salutare un vostro amico…

E fece portare davanti a noi… Regulus! Era in catene, gettato a terra davanti a noi.

- Oh, un altro traditore… Ha cercato di contattare quegli idioti chiusi dentro le torri con quei maledetti ragazzi. Patetici: come se mi importasse di loro. Stiano chiusi come topi! Corvonero, Tassorosso e Grifondoro: feccia del mondo magico... Ma quello che è peggio di loro sono i Serpeverde traditori! Un Black! Dovevo immaginarlo, come il fratello! Pronto a tradire i suoi compagni! Ma i miei uomini l’hanno catturato e ho sondato la sua mente… non è allenata a respingere il mio potere come le vostre, e so che anche lui conosce il rifugio segreto in cui è nascosto Harry. E lui me lo dirà… la ragazza a cui tiene sarà presto mia prigioniera… una babbana! Che io gli avevo ordinato di uccidere! Lui non mi ha obbedito e l’ha nascosta, con la sua famiglia… con gli stupidi genitori babbani e la stupida sorellina babbana… Ma so dove sono: li troverò e li ucciderò tutti, in modo atroce, uno dopo l’altro… e darò per primo la sorellina ai miei uomini, dicendo di divertirsi… se non mi conduce da quello stupido bambino…

Regulus lo guardava sgomento. Voldemort aveva vinto, su tutta la linea.

- Ora vi ammazzerò, non mi servite più. Non mi servite per trovare quello stupido bambino Potter! Lo troverò grazie a Regulus. Ma è un peccato sprecarvi… Devo uccidervi in un certo modo, recitando vecchie formule, per creare un nuovo horcrux. Hai eliminato i miei horcrux, i miei figli… idiota! Ne creerò uno nuovo… e questa volta indistruttibile! Hai mai sentito parlare della Spada di Grifondoro? E’ uno dei capolavori dell’arte folletta… e non esiste nessun elemento sulla Terra che possa distruggerlo… nessuno, capito? La trasformerò in un horcrux… uccidendovi… 

Ok. Era proprio finito. Aveva vinto.

- Ma io sono misericordioso… - e liberò Lily che, cadde a terra, davanti a lui, a poca distanza dai resti del cappello - le taglierò la testa con questa spada… Una grifondoro uccisa dalla spada di Grifondoro! Che con la sua morte diventerà un horcrux…

Poi sorrise malignamente, rivolto verso di me: -  Tu però sei un Serpeverde e ti farò, con questa spada, a pezzi… non mi servi neanche per creare l’horcrux… prima ti taglierò una gamba… poi l’altra… poi il tuo braccio…

- Vaffanculo, Tom Riddle! - gli urlai - Mi fai schifo!

- Intanto vedi come uccido il tuo amore… Piton. Prima la crucio un poco, però… poi le taglierò la testa…

Lily era a terra, colpita  dalla sua maledizione, mentre lui, con la bacchetta sulla destra, si appoggiava stancamente alla  spada di Grifondoro, che teneva con la sinistra….

Ma, in un attimo, tutto cambiò. Lily, malgrado la maledizione cruciatus (era come se non sentisse niente), si alzò improvvisamente, infilò la mano dentro la stoffa annerita del magico Cappello Parlante e, tirò fuori la… Spada di Grifondoro, che contemporaneamente sparì dalla mano di Voldemort.

E con quella, in un attimo, mi liberò dalla catena e, mentre tutti i mangiamorte guardavano stupiti (non si aspettavano la reazione ed erano incapaci di capire cosa stesse succedendo), aveva troncato la testa a Rookwood e infilato la spada nel torace di Dolohov, che erano, disarmati, al suo fianco. L’unico con la bacchetta in mano era Voldemort, che subito: - Maledetta puttana! - urlò, lanciando un Avada Kedavra verso di lei.

Ma… la maledizione  rimbalzò su Lily e… colpì l’Oscuro Signore, che cadde a  terra,  come un sacco vuoto… morto! Che diavolo era successo? E tutto era avvenuto in un attimo.

Nel frattempo io e Regulus ci eravamo  gettati sui cadaveri dei caduti e, prese le loro bacchette, lanciavamo  fatture dovunque intorno a noi. I Mangiamorte fuggivano, terrorizzati dalla morte del Signore Oscuro e dalla nostra reazione.

 Lanciai le ultime maledizioni a un paio di mangiamorte che mi davano la schiena. Poi, distrutto, anche dal dolore che, dal braccio stava ora risalendo nel resto del corpo,  caddi a  terra. E svenni.

 

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- Severus Piton. Dovrei farti arrestare per tutti i reati che hai commesso! - mi disse Malocchio Moody quando aprii gli occhi.

Che brutta visione. Malocchio era più brutto del solito. Ma… stava sorridendo! Inquietante!

Ero in una stanza di ospedale… Il San Mungo, evidentemente. E, al mio fianco, mi teneva la mano Mary.

Ero morto e quello era l’Aldilà? Un letto d’ospedale e… Malocchio? Riaprii gli occhi. Ora ero  circondato da forse venti persone e tutte sorridevano felici. Sentivo le parole di un’infermiera che diceva a tutti di uscire, ma nessuno le badava.

- Sono contento che tu sia vivo, Piton - mi ha detto Regulus - Sei stato bravissimo, con quei due ultimi horcrux…

- Sì, Piton, sei stato dannatamente in gamba… Mi dispiace non averti capito prima - diceva il fratello. Toh, c’era anche Lupin che sorrideva. E, vicino a lui, Marlene…

Cercai anche… sì, c’era anche lei. Piangeva ai piedi del mio letto. E vicino a lei c’era Potter, che teneva in braccio il piccolo Harry. Che stringeva nella mano ancora una delle mie costruzioni. Chissà cosa ci trovava quel bambino in quel pezzo di legno...

- Lily… come hai fatto? Ho sognato? Voldemort è morto? - chiesi.

- Maledizione di rimbalzo - rispose Malocchio, al posto suo - E Lily non poteva essere colpita dalle maledizioni di Voldemort, né dalla Cruciatus, né dall’Avada Kedavra, come non potevano essere colpiti tutti i ragazzi Grifondoro… perché tu sei morto per loro… cioè, non sei morto, per fortuna, ma sei andato volontariamente verso la morte, ed è come se l’avessi fatto. Hai garantito loro una  potente protezione contro Voldemort, che aveva ordinato al basilisco di uccidere… Almeno credo… E’ magia antica, molto potente… E’ un po’ che ci pensiamo, ma dovrebbe essere questa la risposta.

- Sì, Sev… - disse Lily - ho solo finto di soffrire quando mi colpiva con la Cruciatus… ma non sentivo niente. E allora ho pensato che con la Spada di Grifondoro… Sapevo che dal Cappello si può estrarre…

- Oh, è finalmente rinvenuto, il nostro eroe! - sentii dire a questo punto. Toh, c’era anche il primo ministro, Cornelius Gambot, quel pallone gonfiato.

 - Complimenti, Piton! - mi diceva - Naturalmente ho subito fatto cancellare la condanna nei suoi confronti, quando ho saputo del suo eccezionale valore… e di quella della signorina MacDonald! Un’indagine indipendente valuterà anche l’operato del  giudice Crouch… forse non è stato scrupoloso nel processo come avrebbe dovuto… E ho proposto per lei e per la signorina MacDonald, come per tutti gli insegnanti presenti ad Hogwarts, e per Regulus Black, Sirius Black, James Potter e Remus Lupin l’Ordine di Merlino - prima classe…

Avrei voluto mandare quell’ipocrita a quel paese, ma ero troppo sopraffatto dalle emozioni. Era finita. Era tutto finito.

Intanto il ministro continuava a cianciare: - Naturalmente l’ordine verrà attribuito, alla memoria,  anche al preside Silente e alla prof.ssa McGranitt… Posso fare qualcosa per lei, Piton?

Mary mi teneva ancora la mano. Le sorrisi. Non mi importava delle onorificenze. Volevo solo riposarmi, ora che sapevo che tutto era finito. E che Lily era salva ed era felice, insieme al piccolo Harry e al marito.. Toh che buffo, c’era un albero di Natale nella mia camera…

- Ma… che giorno è oggi? - chiesi.  

- Il 24 dicembre - rispose Mary  - Domani è Natale… il più bel Natale della mia vita…della nostra vita

- Il veleno del basilisco… - chiesi

- Sei fuori pericolo,  dicono i medici - eri in buona parte immunizzato. Sei forse l’unico che è stato morso da un basilisco e può raccontarlo. Ma i medici ti hanno tenuto in stato di animazione sospesa per tutto questo tempo per eliminare le tossine dal tuo corpo

- Intanto fuori la stampa sta facendo un putiferio - disse James Potter - Ti hanno trasformato in un  eroe. Tu e Mary, ma anche Lily e Regulus, siete gli eroi del Mondo Magico… il magico quartetto che ha sconfitto il più malvagio mago oscuro di tutti i tempi. La Skeeter sta già sbavando per intervistarti…

Naturalmente, a quel punto, entrarono i dottori e cacciarono tutti, primo ministro compreso. E così mi trovai in balia di dottori ed infermiere (per altro molto gentili… ero l’eroe del mondo magico!) per il resto della giornata. A parte Mary, che rimase al mio fianco, stringendomi la mano, per tutta la giornata. E’ una brava ragazza. Ne sono sempre più convinto.

La sera poi, entrarono… Lily e James.

- Sev, dobbiamo parlarti - mi disse Lily.

Mary ha fatto per alzarsi, ma Lily le ha detto che doveva sentire anche lei. Cosa volevano  dirmi? Io non avrei detto niente a James, naturalmente, lei lo sapeva.

- James sa tutto. Gliel’ho detto io - mi disse Lily - Mi sembrava più corretto. Tu non c’entri, naturalmente. Sei stato sempre innamorato di me, e io sono venuta, praticamente, sotto le tue lenzuola. Non avresti potuto resistere, neanche volendo. E anch’io c’entro solo parzialmente… dato che ero sotto influsso della pozione che mi aveva fatto bere Silente…

Guardai James. Era serio, ma non ostile. - Tutto bene, Severus, l’ho accettato… - mi ha detto - All’inizio ho fatto qualche fatica a capire la situazione, ma ora è tutto a posto. E dobbiamo pensare al piccolo… o alla piccola… Se tu vuoi dargli il tuo cognome, per me va bene… altrimenti sarà un Potter a tutti gli effetti…

Piccolo? Piccola? Che stava dicendo?

- Sono incinta, Sev. L’ho scoperto da poco. Già ne avevo parlato a James e sapevo che c’era questa possibilità. Sono incinta di te - mi ha detto Lily. E poi: - E questo bambino lo voglio… Gli vorremo bene… Se tu non te la senti, James e io gli daremo tutto l’amore di cui ha bisogno… ma non ti vogliamo tener fuori… Era giusto che lo sapessi…

Ho guardato Mary che sorrideva. Sapeva tutto, evidentemente, e assentiva. Era anche commossa.

Ed ero commosso anch’io: un bambino, figlio mio e di Lily, che non avrebbe fatto gli errori del padre (almeno speravo), perché gli avrei voluto  bene, tanto bene… un’amica preziosa, Lily, che era anche la madre di mio figlio, e suo marito, che (lo dicevo a denti stretti) non era il peggiore degli uomini, come sempre avevo creduto… e Mary, che sentivo ormai come parte della mia vita, che non avrei potuto lasciare più, neanche volendolo… Sono veramente un uomo fortunato… Tutto  si era sistemato perfettamente.

 

F I N E

 

 

Grazie a tutti, ragazzi, per avermi accompagnato in questa mia veloce avventura, nato un po' per caso, in cui mi sono divertito tantissimo. Un grosso abbraccio a chi ha preferito, seguito, ricordato la storia e soprattutto a chi, con i suoi commenti, mi ha aiutato in questi due mesi. Alla prossima! S.

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