Capire di amarti....

di QueensOfFandom94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il proiettile ***
Capitolo 2: *** Attesa infinita ***



Capitolo 1
*** Il proiettile ***


Una sera come tante a casa Rollins. 
Jesse stava disegnando davanti al televisore, mentre sua madre stava apparecchiando la tavola e il detective Carisi era impegnato ai fornelli.  
Il ritratto perfetto della famiglia perfetta. 
- Scusa...- fece Amanda prendendo i piatti dalla credenza per poi posarli sul tavolo. 
- Di cosa?- fece Sonny usando il mestolo per girare ed evitare così che gamberetti e zucchine  si attaccassero alla padella.
- Ti sfrutto sempre.- fece Amanda - Con Jesse... e so che di solito non intendi questo con inviti a cena...- no, decisamente non aveva nulla a che vedere con un invito a cena.
Di solito, un invito a cena implicava che era il padrone di casa a preparare la tavola e qualcosa di gustoso per i suoi ospiti...ed impedire tassativamente al suddetto ospite di fare qualunque cosa che non fosse mettersi comodo e aspettare pazientemente e al massimo portavano una torta gelato o qualunque altra cosa per contribuire...
In casa di Amanda era tutt'altro. 
Quando invitava a cena il detective Carisi, era lui che si occupava di cucinare e tirar fuori dei piatti che avrebbero fatto invidia a molti ristoranti e l'aiutava anche a prendersi cura di Jesse, le faceva il bagno, la calmava quando si metteva a piangere per farla dormire un po', e giocava spesso con lei. 
Si prendeva cura di loro, come solo il più dolce e delicato degli amanti e il più affettuoso dei padri poteva fare. 
Più di una volta in quelle serate era stata tentata, invece di prendergli il cappotto ed accompagnarlo alla porta e di ringraziarlo per l'amico che era... di chiedergli di restare e di chiudere la serata, ma aveva sempre resistito a quella tentazione. 
Teneva molto a Carisi. Quando Nick aveva lasciato la polizia, aveva pensato che non sarebbe riuscita ad affezionarsi ad un collega allo stesso modo in cui si era affezionata a lui...  e invece c'era riuscita. 
Ed era anche riuscita ad alzare la posta. 
Sonny era l'uomo più dolce e gentile che avesse mai conosciuto... il classico esempio di come certe regole avessero un'eccezione. Come quella che diceva che gli uomini erano tutti uguali e se ti stavano troppo attorno e si dimostravano gentili ed affabili era solo perchè si aspettavano di essere ''adeguatamente ricompensati''. Lui non era così. 
Era una persona che trovava gioia ed appagamento quando aveva la consapevolezza che gli altri attorno a lui fossero felici, che mai chiedeva o si aspettava qualcosa in cambio. Da piccola non aveva mai creduto alle fiabe e che esistesse davvero un uomo disposto ad uccidere un drago per provare alla sua bella il suo amore...  ma per lui era disposta a crederci.
Solo che come era consapevole di non essere la donna più facile del mondo con cui avere a che fare, era anche conscia  che Sonny si trovava nella posizione per poter scegliere chiunque.
Ed una madre single, con un vissuto di giocatrice d'azzardo, alcolismo, con una famiglia non proprio normale e che era dovuta andare via da Atlanta per la nomea di ''ragazza facile'' perchè nessuno era disposto a credere che avesse subito una violenza, non era certo l'opzione più promettente di Tinder.
Sonny meritava tranquillità, stabilità, e qualcuno che lo rendesse felice... e se lei si conosceva bene, presto o tardi, avrebbe rovinato tutto. Di sicuro avrebbe detto o fatto qualcosa che gli avrebbe fatto dire '' Non ce la faccio, io mollo'', e non osava nemmeno pensare a cosa sarebbe successo in ufficio dopo la rottura. 
- Dai non ti preoccupare...- fece Sonny -meglio che stare a casa a mangiare da solo... e poi almeno ho una scusa valida per cucinare davvero.-
- Ah, pure tu quindi sei tipo da asporto e pizza a domicilio?- fece Amanda - non ti ci facevo.- 
- Sono un poliziotto, non uno chef, e a volte quando torno a casa sono talmente stanco da non aver nemmeno la forza per chiamare la pizzeria... per fortuna che c'è mia madre. E' fissata che lavoro troppo e così ogni domenica quando vado a pranzo o a cena dai miei mi da talmente tanta roba che mi basta per una settimana. 
Devo solo riscaldarla e la cena è pronta.- nel dir così assaggiò il sugo, per poi farlo assaggiare anche ad Amanda.
- E' buonissimo...- fece Amanda - un giorno dovrai insegnarmi a cucinare.- 
- Cominciamo fin da subito allora.- fece Sonny con un sorriso - Metti una pentola d'acqua a bollire, con un po' di sale.- 
Amanda annuì.
Prese una pentola, la riempì d'acqua e la mise su di un fornello acceso. 
Poi aprì lo sportello del mobile dove teneva i vari condimenti.... e si diede mentalmente dell'idiota.
- No.... ma che stupida...- fece Amanda.
- C'è qualche problema?- fece Sonny volgendo lo sguardo verso di lei. 
Amanda tirò fuori il pacco del sale. E sì, in effetti era sale.... ma quello da lavastoviglie.
Ottimo per pulire meglio piatti e stoviglie... ma assolutamente sconsigliato per condire gli alimenti. 
Sonny trattenne un sorriso - Per lo meno il cibo è pulito...- disse per poi prendere la giacca - spegni il sugo tra dieci minuti. Faccio un salto al negozio all'angolo.- 
- Mi compri anche il gelato, zio Sonny?- fece Jesse distraendosi per un attimo dai cartoni e dal suo disegno.
Glielo chiese con un tono così gentile ed un visetto così dolce che il poliziotto non potè nemmeno pensare di tenere in considerazione l'ipotesi di dirle di no. 
- Solo se mi prometti che mangerai il resto della cena.- fece il poliziotto con un sorriso. 
- Promesso, e come dice mamma ogni promessa è debito.-fece la bambina.
Sonny le schioccò un bacio sulla fronte prima di uscire di casa.
...
...
...
- Buonasera...- fece Sonny entrando nel negozio.
Il proprietario lo accolse.
- Oh, signor Carisi... che bello rivederla. Sua moglie e sua figlia, tutte e due bene?- 
Sonny lo guardò come per chiedergli di chi stesse parlando. Poi ricordò che spesso in quel negozio, era andato anche con Amanda e Jesse. E doveva ammetterlo, chiunque li vedesse assieme, poteva tranquillamente scambiarli per una famiglia felice. 
E doveva dirlo, non gli sarebbe dispiaciuto... essere qualcosa di più di un amico e un collega per Amanda...e adorava quella ragazzina, i momenti che passavano tutti e tre assieme proprio come se fossero una famiglia erano i più felici che lui ricordasse. 
Ma era un uomo che in mezzo a tutto l'ottimismo e l'incapacità di non riuscire a cercare una stilla di bontà nelle persone che incontrava, era anche un uomo molto realista.
Era convinto di non avere nessun diritto su Amanda e Jesse. In fondo... Jesse non era sua figlia, anche se niente lo avrebbe reso più felice... e non c'era niente che escludesse il fatto che un giorno il padre di quella bambina tornasse e chiedesse di far parte della sua vita. E lui chi era per impedire a Jesse di vedere suo padre? O di dire ad Amanda che non poteva stare e formare una famiglia con il padre di sua figlia? 
Suo padre gli aveva dato pochi insegnamenti pratici con cui non faceva a cazzotti, ma su una cosa aveva ragione.
A volte era bene accontentarsi di quello che si aveva e pensare che si era già fortunati così. 
E lui lo era. Essere suo amico, starle vicino, aiutarla come poteva con la bambina... gli bastava. Gli doveva bastare.
- Ehm.... veramente non sono mia moglie e mia figlia....- fece Sonny - ma stanno bene. Volevo un pacco di sale da cucina ed una vasca di gelato mista.-
- La servo subito.- fece il negoziante.
Mentre l'uomo stava per fare il conto al poliziotto, entrò un altro cliente. Aveva circa vent'anni, che per molti sarebbe sembrato il '' tipico teppistello di strada maniaco dell'hip hop'', ed un'espressione sconvolta in viso.
Tremava, aveva gli occhi quasi fuori dalle orbite... l'inquietudine divenne così alta da poterla tagliare con un coltello.
Il negoziante sbuffò annoiato.
- Amico, qui non vendiamo alcolici....-
- QUESTA E' UNA RAPINA!- fece il ragazzo estraendo la pistola.
Il negoziante d'istinto alzò le mani,con aria terrorizzata - Calmo....- 
- METTI I SOLDI NELLA BORSA E CHIUDI IL BECCO!!!- urlò ancora il ragazzo. 
Sonny gli si avvicinò con cautela.
- Ascolta.... non ti conviene farlo.- fece il poliziotto.
Il ragazzo gli puntò contro la pistola, sbraitando e urlando - TU FATTI GLI AFFARI TUOI!- 
Sonny lo guardò male. Nella squadra aveva la fama di essere il '' poliziotto buono'', quello che riusciva a far parlare i criminali perchè riusciva ad entrare nella loro psiche e a volte a convincerli che la pensava esattamente come loro... ed era molto semplice quando a volte gli assassini erano migliori delle vittime e prima ancora che se ne rendessero conto avevano intrapreso un cammino che non avrebbero mai voluto cominciare... a volte invece era costretto a fare buon viso a cattivo gioco.
Aveva sempre creduto che la comprensione, il dialogo e l'empatia fossero armi più efficaci delle urla e delle minacce di punizioni corporali... anche se a volte questa sua convinzione era messa a dura prova, quando si trovava davanti a pedofili e stupratori che l'avrebbero rifatto dopo nemmeno due ore.
O in quel momento. 
- Hai ragione. Ti vuoi ammazzare? Non sono fatti miei.- fece Carisi - ma non sono nemmeno fatti di un uomo onesto che si alza alle sei tutte le mattine per dar da mangiare alla sua famiglia.... se ti vuoi ammazzare con quella schifezza...- fece osservando i buchi sulle braccia del rapinatore. Dieci a uno che avrebbe usato i soldi di quella rapina per correre a bucarsi dal primo spacciatore che sarebbe riuscito a trovare - facciamo una cosa: non hai ancora rubato niente e non hai ancora ammazzato o ferito nessuno.... sei ancora in tempo.
Esci da quella porta e non tornare. Anzi.... prova a cogliere l'occasione per rimettere a posto la tua vita.- 
- SMETTILA, STAI ZITTO,CHIUDI QUELLA CAZZO DI BOCCA!!!- fece il rapinatore.
Successe tutto in un attimo.
Prima ancora che se ne rendesse conto, il dito gli scivolò sul grilletto della pistola...
Bang!
Sonny strabuzzò gli occhi per il dolore. Istintivamente si toccò il fianco sinistro, dove era esploso un dolore lancinante, e quando si guardò il palmo della mano lo vide coperto di una sostanza vischiosa e rossa... le gambe iniziarono a cedere come se fossero fatte di acqua e farina... i suoni iniziarono a farsi ovattati, distanti, come se qualcuno lo avesse buttato in una vasca piena d'acqua. 
- MA CHE HAI FATTO, LO HAI AMMAZZATO?!?!?- 
- NO! NON VOLEVO... E' STATO UN INCIDENTE!!!!- 
...
...
...
- Fermo polizia!- fece Fin entrando con un paio di agenti. Era sulla via del ritorno a casa quando aveva trovato la strada chiusa per dei lavori in corso. Aveva dovuto prendere un'altra strada e aveva trovato un incidente tra una macchina e una moto e aveva deciso di dare una mano ai colleghi della pattuglia quando avevano sentito lo sparo.
Gli venne quasi un infarto quando vide chi c'era a terra ferito.
- Carisi...- fece il detective sbiancando per poi lanciare un'occhiata di fuoco al rapinatore - Ma che hai fatto?!? Che accidenti hai fatto?!?!- 
- E' lui che si è messo di mezzo... è colpa sua!- cercò di difendersi quello, mentre gli agenti lo ammanettavano. 
Fin corse dal collega, a terra che cercava di tamponare l'emorragia con le mani. 
- QUALCUNO CHIAMI UN'AMBULANZA!!!- urlò il poliziotto per poi spostare le mani di Carisi per vedere meglio la ferita. 
Si ritrovò le mani piene di sangue nel giro di pochi secondi. Non riusciva a vedere se e quali organi erano stati colpiti, c'era troppo sangue - Oh merda...-  si chinò per dirgli - Carisi? Carisi, riesci a sentirmi?
Ascolta... se mi senti, se riesci a capire quello che dico... prova a muovere le gambe. Ok?- 
Sonny strinse gli occhi e tentò alla meglio di scalciare.
- Okokok.... ascoltami. L'ambulanza sta arrivando... devi respirare più piano, ok?- 
- Non.... ci.... riesco....- fece Sonny.
- SI che ci riesci.- fece Fin togliendosi il giaccone per premerlo sulla ferita. Sonny urlò. Il dolore che pareva andar scemando si fece più forte in quel momento - Lo so. Scusami... ma va fatto.
Ascolta... lo so che è difficile, ma devi respirare più lentamente...- fece Fin mantenendo costante la pressione - Dobbiamo rallentare l'emorragia... se respiri più piano il cuore batterà più lentamente ed uscirà meno sangue.
Puoi farlo? Per te stesso, per le persone che ti vogliono bene...- 
Sonny annuì debolmente e iniziò a respirare più lentamente, cercando di gestire sia il dolore che la paura che aveva in quel momento. Quando era entrato in polizia... sapeva quello a cui andava incontro... che avrebbe potuto sopravvivere a mille sparatorie con i peggiori delinquenti e finire ammazzato mentre era di pattuglia sulla super-strada. C'erano state un paio di occasioni in cui aveva davvero avuto paura che ormai la sua vita fosse arrivata al capolinea... come quando l'ex sergente Cole gli aveva puntato una pistola in faccia in un tentativo solitario di liberare un ostaggio... ricordava di aver avuto freddo, paura, nausea e di aver pregato con tutte le forze di svenire... sapeva di dover morire, e che in quel lavoro essere ucciso sul posto di lavoro era facile come prendere l'influenza in autunno.....ma in cuor suo aveva sempre sperato di non essere cosciente quando ciò sarebbe successo.
Per non dover fare i conti con la paura, il dolore, il sentirsi svanire mano a mano che passavano i secondi, la consapevolezza che non avrebbe rivisto mai più le persone che aveva amato... 
- Così, bravissimo....- fece Fin mentre i paramedici entravano con la barella. Uno dei due lo prese per le spalle, l'altro per le caviglia.
- OK. Al tre mettiamolo sulla barella... uno... due... tre.- fece il capo per poi metterlo sulla lettiga, strappandogli un gemito di dolore. 
...
...
...
- Mamma, io ho fame.- fece Jesse. 
Amanda guardò l'orologio. Sonny era uscito da quasi un'ora.
Un'ora per arrivare al negozio e comprare il sale. Non le tornava molto, ma cercò di pensare alle mille possibilità che c'erano per giustificare quel ritardo assurdo. L'aver trovato il negozio chiuso, la difficoltà nel trovare parcheggio, troppa gente in negozio o qualche cliente eccessivamente pignolo che stava bloccando la fila... 
Insomma, potevano esserci mille motivi, uno più valido dell'altro per giustificare un ritardo... e non sempre doveva finire in tragedia e con un bagno di sangue. 
- Lo so tesoro... lo zio Sonny tornerà presto... nel frattempo che ne dici di...- non fece in tempo a finire la frase che il cellulare squillò. 
- Questo deve essere lui...- pensò a voce alta - Carisi? Non per metterti fretta ma Jesse ha fame...- la bionda perse circa dieci anni di vita.
Dall'altro capo del telefono non c'era Sonny. 
C'era Fin, con una notizia che le aveva gelato il sangue nelle vene. 

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Capitolo 2
*** Attesa infinita ***


Le porte del pronto soccorso si spalancarono. 
Sonny aveva gli occhi socchiusi, la fronte madida di sudore, con la mascherina per l'ossigeno su naso e bocca, fissato sulla brandina con le cinghie e la coperta termica. 
- Cos'abbiamo?- fece il medico di turno al pronto soccorso.
- Uomo, sulla trentina, ferita da arma da fuoco al torace.- fece il paramedico - Ha perso molto sangue, ma è rimasto cosciente durante il tragitto.- 
- Va bene, in rianimazione.- fece il medico - facciamo la valutazione dei danni e decidiamo se operare.- fece spingendo la brandina nel reparto. 
Fin rimase lì, in attesa. Aveva già avvertito Amanda, Olivia e Barba.
Il suo tenente e il pubblico ministero non tardarono ad arrivare. Erano entrambi visibilmente molto agitati e nervosi. 
- Fin...- fece Olivia - che è successo?- 
- Una rapina in un emporio.- fece il poliziotto - ho dovuto prendere una deviazione per tornare a casa, mi sono imbattuto in un tamponamento, sono sceso per dare una mano ai colleghi e ho sentito lo sparo.
Quando sono entrato Carisi era per terra.- 
- Come sta?- fece Barba. 
- Stanno facendo la valutazione dei danni, poi decideranno se operare o meno.- fece Fin - ha perso molto sangue... ho cercato di tamponare l'emorragia...- fece guardando la giacca sporca di sangue. Il sangue di Carisi. 
- Vado ad avvertire i suoi.- fece Olivia.
...
...
...
- Le condizioni sono stabili.- fece il medico. 
La situazione era grave. Dai risultati dell'angio-tac  risultava che il proiettile aveva sfiorato di poco l'aorta, per poi fermarsi.
Decidere di estrarre il proiettile comportava il rischio di provocare un'emorragia interna inarrestabile. 
Però non potevano nemmeno lasciare il proiettile dove si trovava.
- D'accordo. Fate preparare la sala operatoria.- fece il medico - notizie dalla banca del sangue?- 
- Ci stanno mandando le riserve che abbiamo richiesto.- fece l'infermiera.
Il medico iniziò ad aprirgli piano la camicia, cercando di fargli meno male possibile, per separare  il tessuto  che si stava attaccando alla ferita.
- AH!- fece Sonny scattando quasi a sedere sulla lettiga.
- Infermiera.- fece il medico spronando la sua assistente a tenerlo fermo. 
La  donna gli si mise dietro e lo afferrò saldamente per le spalle, inchiodandolo al lettino e prendendo un panno umido che gli passò sulla faccia, per cercare di calmarlo.
- Si rilassi.- fece il medico pulendo con un tampone imbevuto di acqua ossigenata la ferita.
Sonny strinse gli occhi a più non posso, stringendo con forza il lettino su cui era adagiato, ma stette ben attento a non farsi sfuggire nemmeno un lamento. 
- So che fa male...- fece il medico - ma devo ridurre l'infezione. Tra poco la portiamo in sala operatoria e quando uscirà si sentirà meglio di prima.- 
Sonny si riscosse e afferrò il braccio del medico.
- Amanda.... per favore.... fatemi vedere Amanda un'ultima volta...- supplicò Sonny in balia del dolore e della paura. 
Il medico gli diede una pacca sulla spalla - Vedrà chi vuole, ma domani.- 
- No... per favore....- fece Sonny - vi prego....- 
Il medico vide che la pressione si stava alzando pericolosamente. Fece un cenno all'infermiera di dargli qualcosa per calmarlo.
La donna gli iniettò della novocaina e a poco a poco il poliziotto si addormentò mormorando - Amanda....-
...
...
...
- Olivia....- fece Barba raggiungendo l'amica davanti al vetro della sala rianimazione. Sonny era ora privo di sensi, collegato al respiratore, ricoperto di fili e ventose per l'elettrocardiogramma.
La poliziotta si voltò verso l'amico - Notizie di quel bastardo?-
- Lo hanno arrestato.- fece Barba - era in quel negozio per commettere una rapina... non gli servivano per la droga ma per giocare d'azzardo. La pistola aveva nove proiettili....di cui otto a salve.
In pratica Carisi si è preso l'unico colpo vero.-
- Probabilmente voleva spaventare il negoziante se questi avesse opposto resistenza... poi è andato nel panico...- 
- Sta cercando di convincere gli agenti che ha agito per legittima difesa. Ma  le telecamere del negozio confermano che Carisi gli stava a circa un metro e mezzo, non ha tirato fuori l'arma d'ordinanza.... e il negoziante dice che ha provato a calmarlo con le parole e a convincerlo ad andar via...-
- Ha provato ad aiutarli tutti e due.- fece Olivia - e guarda il ringraziamento.- 
- Come sta?- 
- Ha perso molto sangue. Stanno aspettando che arrivi il sangue per la trasfusione...- in quel momento ricordò il giorno in cui morì Mike Dodds. Sonny aveva cercato di salvarlo donandogli il sangue.... ma nemmeno la prontezza di riflessi del detective era riuscita a salvare la vita al sergente. Quella storia aveva dell'incredibile.
Mike Dodds era sopravvissuto  allo scontro con un pluriomicida stupratore ed aveva perso la vita per un caso di violenza domestica.
Non poteva credere che avrebbero perso un altro detective scampato persino alla furia e al delirio di un poliziotto che aveva finito per rapire e violentare una ragazza della stessa età di sua figlia e a mille altre occasioni in cui era facile che restasse ucciso o ferito gravemente... per morire in una rapina di un negozio.
No, si rifiutava di crederci.
Si rifiutava di perdere un altro collega e un altro amico. 
Fin li raggiunse.
- Olivia...- fece il poliziotto - ci sono le sorelle di Carisi.-
...
...
...
- La prego, ci dica come sta.- fece Theresa, la maggiore delle sorelle di Sonny. A sè stringeva la sua unica figlia, come per avere un conforto ed un sostegno in quel momento terribile. 
- La situazione purtroppo è molto delicata...- fece il medico -Il proiettile che l'ha colpito ha perforato l'addome sul lato sinistro, ha per poco sfiorato l'aorta. L'emorragia è piuttosto dirompente. 
Dobbiamo intervenire con urgenza.- 
- Ma ce la farà, vero?- fece Bella. 
- Faremo il possibile.- fece il medico. 
In quel momento gli infermieri spinsero il lettino con sopra il poliziotto, privo di sensi e pronto per essere operato in sala operatoria.
La luce della '' Surgery'' si accese.
E l'attesa iniziò. 
Le quattro donne e il cognato di Sonny presero posto sulle poltroncine della sala d'attesa, cercando di darsi conforto a vicenda. 
- Volete... volete che vi porti qualcosa, non so, un caffè....?- fece Olivia. 
- L'animale che gli ha fatto questo.- fece Gina - Voglio vederlo dietro le sbarre quanto prima.-
Olivia alzò lo sguardo. 
Amanda era lì, con lo sguardo atterrito e sconvolto, prima di correre via. 
- Scusate.- fece Olivia seguendo la sua detective. 
...
...
...
Amanda era corsa fuori dall'ospedale, sedendosi sugli scalini, schiacciata dal dolore, dalla paura e dal senso di colpa. 
'' Sei stata tu. Se muore, la colpa è tua.''- continuava a dire una vocina nella sua testa -'' dovevi stargli lontano, Amanda. Non avresti mai dovuto rivolgergli la parola.... a quest'ora se ne starebbe tranquillo a casa sua se non fosse stato per te''.
Qualcuno le sfiorò la spalla.
Si voltò e vide Olivia.
- Ehy... che succede?- fece la bruna sedendosi sulle scale. 
- Sono io quella che dovrebbe andare dentro per quello che gli è successo.... dovrei esserci io su quel lettino...-
- Ma che stai dicendo?-
- Era da me... stavamo preparando la cena.... poi mi sono accorta che avevo preso il sale da lavastoviglie invece di quello da cucina... e lui è uscito per andare a comprarlo... se non mi fossi sbagliata a comprare quel maledetto sale...- fece Amanda - dovevo andarci io...- 
- Ehy.- fece Olivia obbligandola a guardarla in faccia - Guardami. Non è colpa tua.
E' stata una tragica fatalità.-
- Ma non sarebbe successo se fossi stata più attenta...- fece Amanda - anzi, se lo avessi tenuto lontano fin dal principio...- 
Ricordava ancora quando era arrivato all'Unità. Nick era stato sospeso e l'unità era sotto organico e Olivia aveva fatto richiesta per un detective con empatia, sensibilità e doti umane. Il suo primo giorno sembrava un bambino il suo primo giorno di scuola, tutto sorrisi e premure, che cercava di farsi degli amici offrendo ciambelle, pieno di voglia di imparare e di fare.
All'inizio doveva dirlo, quasi non riusciva a sopportarlo quell'atteggiamento che sputava ottimismo e fiducia nelle persone da ogni poro. Per lei, che era abituata ad aspettarsi il peggio dalle persone, soprattutto dai parenti era difficile lavorare fianco a fianco con un uomo che sembrava essere fatto di miele e zucchero filato... ma poco a poco aveva imparato a vederlo per quello che era: un uomo gentile, premuroso, pieno di principi ed ideali, con uno spiccato dono per l'empatia e l'entrare in confidenza con i delinquenti e farsi raccontare a poco a poco tutto quello che sapevano... ma che allo stesso tempo non mascherava il suo disprezzo più totale per certi soggetti con cui si trovavano faccia a faccia, arrivando persino a cedere alla tentazione di ricorrere alla violenza... e doveva ammetterlo, molti casi che avevano affrontato sarebbero rimasti irrisolti o con molti buchi, se non fosse stato per la sua caparbietà ed il suo ''vizio'' di unire i ragionamenti da avvocato al lavoro investigativo.
Era un uomo eccezionale, sotto molti aspetti. 
E prima ancora di rendersene conto  si era innamorata di lui.
- Sarebbe successo comunque.- fece Olivia - Ogni poliziotto sa che in questo lavoro la morte è sempre in agguato.
Per mano di uno psicopatico.... di un delinquente da due soldi.... mentre siamo di pattuglia....  lo abbiamo sempre saputo di non aver scelto un lavoro sicuro... io, te, Fin, Carisi... sapevamo che era una possibilità.
Carisi è fatto così. Vuole sempre fare la cosa giusta: è il motivo per cui è diventato un poliziotto... e quello per cui ti sei innamorata di lui.- 
Amanda sgranò gli occhi per la sorpresa.
- Beh?- fece Olivia - Doveva essere un segreto?- 
- Come lo....?- 
- Hai seminato indizi dappertutto.- fece Olivia.
Tipo quando stava per essere portata in sala parto. Poco prima che sopraggiungessero le doglie aveva dovuto affrontare il problema del distacco della placenta. Ricordava che mentre piangeva per il dolore e la paura, non faceva che chiedere di Carisi.
'' Sonny....voglio Sonny....''- i medici però non gli avevano permesso di entrare in sala parto. 
Dopo la nascita della piccola Jesse, quando Amanda era andata con la bambina in centrale per mostrarla a tutta la squadra, e l'aveva data in braccio a Sonny per potersi finalmente concedere lo sfizio di una buona tazza di caffè, li aveva visti e non aveva potuto fare a meno di pensare alla splendida famigliola che sembravano in quel momento.
E a quanto arditamente sperasse che Amanda le confessasse che il padre della bambina ( che risultava ancora ignoto) fosse Carisi stesso e che stavano insieme, ma che non erano ancora pronti a rendere la cosa di dominio pubblico, magari per paura che uno dei due venisse trasferito sulla base di quell'assurda regola che vietava relazioni sentimentali sul posto di lavoro e nello stesso ufficio.
Quando poi Carisi, con un atto di coraggio, aveva preso la pericolosa decisione di fingersi un maniaco per infiltrarsi in un rifugio per pregiudicati accusati di reati sessuali per catturare uno stupratore, ne aveva avuto la certezza.
Amanda in quei giorni non aveva fatto altro che chiederle quando sarebbe tornato a '' campo base'', se sapeva come stava, e a chiederle velatamente di farlo tornare il prima possibile. 
E ciò non aveva fatto altro che confermare i suoi sospetti.
- Ascolta, so che hai avuto delle brutte esperienze con gli uomini e che le persone di cui ti sei fidata ti hanno fatto soffrire... ma Carisi no.
Si sparerebbe piuttosto che farti del male.- 
- Lo so... ma il problema non è lui, sono io.- fece Amanda - Io rovino e distruggo tutto quello che tocco.-
- No, questo non è vero.- fece Olivia - Carisi non è in quelle condizioni perchè tu ti sei sbagliata a comprare un pacco di sale.
Carisi sta così perchè fa un lavoro pericoloso e sottopagato. E se muori in servizio ti ricompensano con un funerale di stato, una medaglia al valore e una bandiera piegata.- nel dir così le strinse forte una mano per confortarla - Ma Sonny è un uomo forte.... e testardo. Lo sai com'è fatto.... quando pensa di avere un'intuizione giusta, la segue fino in fondo, anche se dovessero rivoltarsi tutte le forze della natura.
Amanda inspirò profondamente.
Altrochè se lo sapeva....ricordava ancora il caso del campione di basket accusato di violenza carnale da almeno tre donne. Nonostante ci fossero tre testimonianze che provavano uno schema ricorrente e la conseguente colpevolezza dell'accusato, Sonny continuava a difenderlo guadagnandosi occhiatacce a tutto andare dal resto della squadra.
Ma alla fine '' il pivellino'' aveva dimostrato di aver ragione: infatti, dopo  aver fatto alle presunte vittime delle domande più specifiche e mirate in seguito all'aggressione subita, erano rimaste sul vago, minimizzavano, generalizzavano.... ma ciò che aveva costituito il ragionevole dubbio era l'affermazione, in fase istruttoria, di una vittima che si era dichiarata disposta a dire tutto quello che la polizia e il PM volevano sentirsi dire in cambio della stessa cifra che avevano preso le altre.
E poi la terribile verità: Si, il loro sospetto aveva avuto rapporti con tutti e tre, ma consensuali. Lo sponsor però aveva scoperto che la sua unica figlia ed un campione di basket, nero e quindi per lui di razza inferiore, non solo stavano assieme ma lei portava in grembo il frutto di quell'amore. E pur di allontanarli, non aveva esitato a rovinare il buon nome dell'uomo trascinandolo in una storia di abusi sessuali, pagando tre donne perchè dicessero che i rapporti avuti  non erano stati consensuali. 
'' E' come quel caso, tesoro...''- pensò Amanda -'' hai tutto contro di te... ma lo so che nemmeno la condizione più disperata ti può fermare quando pensi di riuscire a fare qualcosa...''
...
...
...
Passarono circa due ore quando finalmente Olivia ed Amanda fecero ritorno nella sala d'attesa, dove vi erano le sorelle di Carisi, sua nipote, suo cognato, Fin e Barba.
Barba stava facendo ritorno dal bar dell'ospedale con un sacchetto pieno di panini assortiti.
- Vi ho portato qualcosa da mangiare...- fece l'avvocato rivolgendosi alla famiglia del poliziotto.
Gli interpellati lo ringraziarono con un -'' Grazie''- così flebile che quasi nemmeno loro riuscirono a sentire.
- C'è qualche novità?- fece Olivia.
Fin dissentì - Non ancora. Ma forse è un bene.- 
- Che vuol dire?- chiese Bella.
- Che le notizie cattive camminano veloci. Se fosse successo qualcosa di brutto a quest'ora lo avremmo saputo...- in quel momento le luci si spensero, e i presenti scattarono come pupazzi a molla. 
Il momento del responso era simile ad una sentenza: una parte di loro voleva sapere con tutto il cuore cosa era stato deciso, ma l'altra avrebbe pagato perchè quel momento non arrivasse mai. 
- Dottore...- fece Theresa facendosi coraggio - Come sta?- 
Il medico rispose - Il proiettile ha sfiorato di poco l'aorta ma non l'ha toccata, e poi è passato a pochi millimetri dalla colonna spinale.
E' davvero un miracolo che sia risucito a superare l'atto operatorio.- 
I presenti tirarono un sospiro di sollievo.
- Gracias a Dios....- fece Barba abbandonando per un attimo la faccia imperscrutabile e severa che lo contraddistingueva.
Amanda sorrise mentre le lacrime di gioia le annegavano la faccia. 
- Tuttavia, durante l'intervento...- fece il medico - il flusso di sangue al cervello si è interrotto per qualche secondo. Abbiamo dovuto metterlo in coma farmacologico. Era l'unico modo per scongiurare il pericolo didanni cerebrali irreversibili.-
- Ma...- fece Amanda con la voce che tremava appoggiandosi a Fin- ne... ne uscirà.... vero?- 
- Non so dirvelo per adesso. Tutto quello che possiamo fare adesso è tenerlo sotto controllo e aspettare che la circolazione cerebrale torni nella norma.-
...
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Poco dopo, il detective Carisi venne trasferito in terapia intensiva. Se non fosse stato per la mascherina dell'ossigeno su naso e bocca, la flebo attaccata al braccio sinistro, e l'incessante '' bip'' dell'elettrocardiogramma, chiunque avrebbe potuto dire che stava dormendo tranquillamente.
Era come guardare un neonato mentre dormiva: la visione della vera pace.
Ma non era così.
Sonny era in coma. Nonostante l'intervento che aveva subito fosse tecnicamente riuscito, il detective dagli occhi azzurri era caduto in uno stato catatonico da cui almeno per il momento, era prematuro ed azzardato fare previsioni.
- Mi dispiace tanto....- fece Amanda con il volto annegato nella lacrime stringendogli una mano, quasi sperando che quel dolore potesse richiamarlo invita. 
Si era offerta di restare con lui, mentre le sorelle del poliziotto erano tornate a casa per organizzare i turni, preparare le borse per accamparsi in ospedale ed avvisare i genitori, che al momento si trovavano fuori città per partecipare al funerale di un loro vecchio amico. 
Non sapeva come avrebbe fatto a dir loro che il loro unico figlio maschio, era in quel letto a rischiare la vita per... per un maledetto pacco di sale. 
Che lei si era sbagliata a comprare. 
Ciò che le aveva detto Olivia non era servito a consolarla. Continuava a pensare che se non fosse stata così stupida da sbagliarsi a comprare quel maledetto sale, Sonny in quel momento sarebbe stato in piedi, e in salute.
- Lo vedi che avevo ragione.... ti dovevo stare lontana.... faccio solo casini....- fece Amanda - eppure avevo cercato di avvisarti....-
Perchè lei si era accorta da un pezzo che Sonny provava dei sentimenti molto forti per lei. E se da una parte era al settimo cielo nel sapere che l'uomo di cui era innamorata e con il qualche ogni tanto condivideva dei momenti complici e da famiglia felice... dall'altra ne era terrorizzata. Lei non era capace di fare la brava fidanzatina e presto o tardi, Sonny nel pacchetto figlia e cane annessi, avrebbe dovuto farsi carico anche di qualche scheletro che sicuramente sarebbe tornato a bussare alla sua porta... o comunque avrebbe rovinato tutto.
Durante una trasferta per prelevare una sospettata, avevano bevuto entrambi un paio di bicchieri di troppo, e fu in quell'occasione che Carisi le aveva fatto capire in maniera inequivocabile che non gli sarebbe dispiaciuto andare a letto con lei... ma che si sarebbe preso tutto il pacchetto: lei, Jesse, Frannie... 
E il pensiero di essere felice per poi sentirsi dire '' Tu quest'uomo non lo meriti, non meriti questa felicità'', l'aveva spinta a dargli una delusione tale per spingerlo ad allontanarsi il più possibile da lei.
E doveva essere qualcosa di forte.
Quindi aveva chiesto al barista di raggiungerla in camera la mattina dopo, con la scusa di chiedergli ulteriori informazioni sulla loro sospettata, una volta che fu sicura che Sonny potesse vederli.
E se avesse visto uscire un uomo dalla sua camera così presto, sicuramente avrebbe pensato che avevano passato la notte insieme e avrebbe cercato di evitarla, capendo di non avere speranze... 
Solo che lei non riusciva a fare a meno di lui e della sua compagnia.
E lui a quanto pare non poteva non darle il suo sostegno. 
- Stavo solo cercando di proteggerti...- fece la bionda con una lacrima che le solcava il viso - ti prego torna... da me, da Jesse, dalle tue sorelle, dai tuoi genitori... torna da noi.-

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