Not Sure About Him

di Iwazaru
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #Prefazione ***
Capitolo 2: *** #1 ***
Capitolo 3: *** #2 ***
Capitolo 4: *** #3 ***
Capitolo 5: *** #4 ***
Capitolo 6: *** #5 ***
Capitolo 7: *** #6 ***
Capitolo 8: *** #7 ***
Capitolo 9: *** #8 ***
Capitolo 10: *** #9 ***
Capitolo 11: *** #10 ***
Capitolo 12: *** #11 ***
Capitolo 13: *** #12 ***
Capitolo 14: *** #13 ***
Capitolo 15: *** #14 ***
Capitolo 16: *** #15 ***
Capitolo 17: *** #16 ***
Capitolo 18: *** #17 ***
Capitolo 19: *** #18 ***
Capitolo 20: *** #19 ***
Capitolo 21: *** #20 ***
Capitolo 22: *** #21 ***
Capitolo 23: *** #22 ***
Capitolo 24: *** #23 ***
Capitolo 25: *** #24 ***



Capitolo 1
*** #Prefazione ***


Eccomi qui con una nuova storiella, so che chi mi segue mi flagellerà perché ho lasciato in sospeso Alexis e Jared. Ma per il momento non ho davvero ispirazione per quella coppia. Ho voluto fare una piccola prefazione invece per questa nuova storia che forse si discosterà un po' dal mio solito modo di fare. Ma chissà...me lo direte voi?



 
Credo che una delle cose più belle al mondo sia una doccia calda appena sveglia. Uscire da sotto le coperte, spogliarsi sentendo i brividi in tutto il corpo e poi infilarsi nella doccia calda.
L’acqua che ti scorre sulla pelle e ti scalda, ti sveglia ma allo stesso tempo ti coccola.
Ricordo che quando ero piccola adoravo stare nella doccia, sapevo quando ci entravo e mai quando ne uscivo. Potevo rimanere lì dentro anche per un'ora o un'ora e mezza. Semplicemente aprivo l'acqua calda, lasciavo che mi bagnasse e dopo qualche istante mi rannicchiavo sul fondo godendomi la costante sensazione di tepore. Pensavo persino che quando sarei diventata grande, avrei voluto una casa che avesse solo una grande doccia in cui potermi rannicchiare ogni volta ne avessi avuto voglia.
Mi perdo in questi pensieri mentre mi insapono i capelli corti, mi dedico sempre una mezz'ora prima uscie per potermi godere la mia doccia in santa pace!
Devo essermi però goduta il momento un po' troppo, perchè quando con nonchalance esco dalla doccia, mi avvolgo nel mio accappatoio e prendo l'asciugamano per frizionare i capelli, lancio anche un'occhiata al cellulare… È TARDI!
"Merda…" sbuffo sonoramente e mi lancio in camera mia per recuparare i vestiti da mettere.
Un paio di skinny jeans neri e una canotta lunga grigio chiara con scritte varie.
Asciugo frettelosamente i capelli, il bello di averne una parte rasati è che quelli che restano si asciugano in fretta. Inoltre i miei capelli, neri, sono sempre stati perfettamente lisci, quindi non devo gestirli più di tanto. Li porto di lato o tirati completamente indietro.
Metto di fretta del mascara sugli occhi. Mi guardo allo specchio e faccio un sorrisetto. Mi piaccio, non importa in quanto tempo io riesca a prepararmi. Se il trucco sia tanto o poco, se metto la matita per far risaltare gli occhi azzurri o meno. Mi piaccio.
Infilo un paio di calze e le vans. Sono pronta per passare a prendere la mia migliore amica. Imbraccio la borsa e chiavi dell'auto alla mano esco di casa per andarla a prendere. So che mi farà qualche scenata sul fatto che sono in ritardo, ma lavoro sei giorni la settimana, che mi dia un po' di pace.
"Sei in ritardo" borbotta infatti Mia.
"Lo so, mi stavo godeno la doccia" dissi senza troppi preamboli. Perché dovrei inventare qualche inesistente scusa?!
"Syn…Quante diavolo di docce fai al giorno?" mi domanda più rilassata e divertita.
"Beh, la mattina mi faccio la doccia, poi se devo uscire me ne faccio un'altra. Cosa devo fare? Uscire senza nemmeno darmi una rinfrescata? Che schifo" dico ridendo alla mia amica mentre guido verso il locale.
Noi non passiamo tutte le settimane in qualche locale, ma ogni tanto ci piace andare a ballare e divertirci. Inoltre stasera ci sarà anche il karaoke, quindi sarà divertente.
Ah, sì, mi chiamo Synne, per quello Mia mi chiama Syn. È un nome piuttosto popolare in Norvegia, anche se mio padre, inglese in doppio petto non lo ha amato granché.
Come sono finita io in America? Beh, quella è tutta un'altra storia!

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Capitolo 2
*** #1 ***


Arriviamo al locale, io mi sento più che carica, pronta a divertirmi! Mia paga i due dollari per poter lasciare le borse nel guardaroba ed io mi guardo attorno. Certo è, che non sono venuta in America per trovarmi un uomo, ma se capitasse, non mi farebbe poi così schifo! Mia appare alle mie spalle e mi cinge la vita per poi dirmi qualcosa.
"Stasera ci divertiremo da morire"
Sorrido ed annuisco "Decisamente, quindi andiamo a prendere qualcosa da bere. È già cominciato il karaoke?" domando girandomi per guardarmi attorno.
I locali in America sono diversi. Non strani, semplicemente diversi. Mai visto un Karaoke in una discoteca, eppure…
"No, ancora no, per cui possiamo bere qualcosa e ballare un po'"  Ballare, conoscete un modo migliore di scaricare lo stress della settimana e di divertirsi?! Nah, non esiste!
Ci accostiamo al bar e prendiamo da bere. Sex on the beach per me, sempre. È il mio preferito. Lo mando giù fin troppo velocemente. Non sono una di quelle ragazze che ci mette le ore per bere un po' di cocktail. In meno di cinque minuti il mio è andato.
Quando poi cambia canzone, sento cominciare quella che amo al di sopra di qualunque cosa, faccio un salto, spalanco gli occhi e sorrido nemmeno fossi un bambino a cui hanno appena regalato un pacco di caramelle.
"L'adoro!" grido per farmi sentire dalla mia amica mentre 'My songs know what you did in the dark' prende vita nelle casse della discoteca. Tiro Mia per il braccio e la porto insieme a me in mezzo alla pista. La carica che mi dà questa canzone è indescrivibile! Comincio a muovermi, a saltare, a cantare il coro…Mia mi guarda divertita, ride, ma alla fine si fa contagiare dalla mia reazione e salta e balla insieme a me.
Non mi interessa chi ci guarda, non mi interessa cosa possano pensare gli altri…

Shannon 
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Un altro venerdì sera, un'altra serata sempre nello stesso locale. Mi chiedo perché ogni tanto non cambiamo un po'. Sempre le stesse facce, sempre le stesse persone. E poi, il karaoke? Seriamente portano me al karaoke?! Va beh, sarà una serata come le altre, cercherò di divertirmi e perché no, rimorchiare! Entriamo nel locale e la prima cosa che sento è che stanno passando una canzone dei Fall Out Boy. Non male, la serata comincia bene allora.
Siamo ai lati della pista, ma vedo che molti occhi sono puntati nello stesso punto. Seguo i loro sguardi e ciò che vedo sono due ragazze che ballano, saltano e cantano come se attorno a loro non ci fosse assolutamente nessuno! Sono una l'opposto dell'altra! A destra, capelli lunghi, biondi, mossi, occhi scuri, abbronzata, vestitino che lascia poco all'imaginazione. Solo a guardarla, istintivamente mi lecco il labbro inferiore. Adoro questo genere di ragazze. L'altra, capelli corti, scuri credo siano neri, corti e addirittura rasati, acqua e sapone, pelle bianca. Porta un paio di jeans aderenti e una canotta lunga. Una bella ragazza, ma non è decisamente il mio tipo. Mi piace però il modo in cui balla, in cui si diverte. Sorride e ride con la sua amica, quello è divertirsi!
"Ehi Shan, hai già puntato qualcuna?" 
"Mh, credo proprio di sì" dico con il mio solito sorrisetto mentre mi avvicino al centro della pista e le guardo.
La canzone finisce e loro scoppiano a ridere. Sembrano stanche ma leggere allo stesso tempo. La cosa mi fa sorridere a mia volta…


Syn 
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Ci voleva, che senso ha venire in discoteca se non mi lascio andare e non mi sfogo in questo modo?! Non capita spesso che Mia mi segua a ruota, ma quando lo fa è ancora più divertente. Abbraccio la mia amica e poi torniamo al bar per bere qualcosa. Prendo un drink leggero, non voglio ubriacarmi. Devo dire però che dopo questa 'performance' non mi dispiacerebbe che il karaoke cominciasse!
Non faccio in tempo a chiedere nulla a Mia che un uomo ci si avvicina. Lo guardo, l'ho già visto, ha un viso più che familiare, ma è una cosa che da quando sono a LA mi capita talmente spesso che al momento non saprei davvero dire cosa questo viso mi rimandi.
"Ciao ragazze, vi ho viste ballare" miagola lui con fare piuttosto mellifluo ma non squallido "Pensavo di offrirvi da bere, ma vedo che avete già fatto"
Si vede che sta puntando Mia, la cosa non mi sorprende e nemmeno mi infastidisce, la mia amcia è molto bella e più classica. Io ricordo più che altro Ruby Rose, almeno così mi sono sempre sentita dire da quando vivo in America. In effetti, ammetto che le somiglio un po', ma non nei modi di fare, Ruby Rose è più maschiaccio di quanto non sia io ed ha molti più tatuaggi di quanti non ne abbia io, dato che ne ho solo uno piccolo. Io semplicemente amo i capelli corti e vestirmi casual sportivo. Non mi vedo bene nei vestitini come fa Mia. Questo però fa anche sì che i ragazzi si sentano quasi intimiditi da me. Mio padre mi ricorda sempre che ho 27 anni e dovrei smetterla di comportarmi da adolescente. Ma cavolo, è dannatamente divertente.
Sorrido divertita e scuoto appena il capo. Si vede che quel tipo piace a Mia, per cui le do una spintarella alla base della schiena.
"Io e Syn stavamo per andare al karaoke, veramente" dice lei, entrata in modalità flirt.
Adoro vederla così, è dannatamente divertente! Non si fa problemi con le storie da una notte. Invece non rientrano minimamente nel mio stile.
"Oh, okay, vi aspetto di qui allora" lui le fa un sorrisetto di rimando e so già che stasera tornerò a casa da sola.
"Okay, allora a dopo" dico io rubandole la mia amica. 
"Syn" piagnucola appena lei "Perché sei sempre così ostile"
"Ostile? Hai detto tu che andavamo al karaoke, lui ha detto che aspetta lì"
Lei sbuffa una risatina ed alza gli occhi al cielo "Si chiama flirtare amica mia, gli avrei detto di venire con noi. Anche perché solo tu canti, per cui, cosa dovrei fare io, guardarti?"
"Per una volta potresti cantare con me"
"Sai bene che qui quella brava in queste cose sei tu"
"Okay okay, solo due o tre canzoni allora, va bene?" miagolò con un sorrisetto.
Non sono così brava come lei vuol far credere, è solo che mi piace davvero cantare! Tanto. Così come mi piacciono molte altre cose, leggo molto, faccio disegni e creo delle cose che Mia chiama 'contorte'. Insomma, ho un lato creativo e mi piace intrattenermi con quello!
Quando arriviamo nell'area della discoteca dedicata al karaoke, c'è già qualcuno che sta cantando ma  gli altri ragazzi attorno non apprezzano particolarmente. Ridacchio appena e guardo Mia. 
"Ora ho capito perché non vuoi cantare con me"
"Ah-ah" dice lei con una piccola smorfia "Voglio mantenere la mia apparenza senza deturparla gracchiando in un microfono"
Io rido e l'abbraccio, quindi vado a chiedere come fare per poter cantare qualcosa e in un attimo mi ritrovo con il microfono in mano a dover scegliere una canzone.
Quale canzone potrei scegliere se non una delle mie preferite in questo periodo?! Scelgo 'Fallin' ' di Alicia Keys. Adoro quella donna e adoro questa canzone. Ti entra dentro, la senti nelle vene quando la canti. Non ho nemmeno bisogno di leggere le parole sui monitor, comincio a cantare a memoria, semplicemente sentendola! Ho la pelle d'oca! Ho gli occhi chiusi, per cui non ho idea di ciò che gli altri pensino della mia 'performance'.

Shannon ________________________________

Sono stato stroncato sul nascere dall'amica di quella ragazza. Dovevano andare a cantare, mh?! Volevo approfittarne per ballare, girare un po', ma poi uno dei miei amici mi manda un messaggio dicendomi che devo proprio sentirla cantare la ragazza che avevo visto. Faccio un sorrisetto, non che mi interessi particolarmente come canta, ma mi dico che potrebbe essere interessante.
C'è parecchia gente ammassata. In un primo momento sento solo una voce cantare, troppo lontana per sentire bene. Cerco di farmi strada tra le persone e ora che quella voce la sento meglio, mi viene la pelle d'oca. Davvero?! Non lo avrei mai detto!
Purtroppo quando riesco ad arrivare purtroppo ha già smesso, alzo lo sguardo e riesco solo a vederle sorridere e abbracciate. Beh, un punto in più per quella bionda tanto interessante.
Mi vede, mi sorride e io ricambio semplicemente il sorriso. Mi avvicino e mi lecco nuovamente le labbra.
"Ora posso offrirvi quel drink?"
Lei si guarda attorno "Ci sono così tante persone che vogiono cantare Syn…"
Syn…che strano nome per una ragazza. Non sembra nemmeno completamente americana dal suo accento.
"Okay, okay, andate a divertirvi, io andrò a ballare un altro po'" dice con un sorrisetto.
"Ti ringrazio, mi farò perdonare"
"Come sempre, no?"
Lei sorride. E mi prende il braccio per andare verso il bar. Quella ragazza, Syn, rimane da sola. Sono cose tra ragazze e io non voglio certamente entrarci. Mi limito a salutarla e godermi la serata con…
"Come hai detto che ti chiami?"
"Mia"
"Piacere, Shannon"

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Capitolo 3
*** #2 ***


Non ho più sentito Mia dopo che qualche giorno fa se ne è andata dal locale con quel tipo. Spero vada tutto bene. Alle volte dopo che fa quel genere di nottate se ne pente fino a star male. Non capisco perché le faccia. Dovrebbe essere il mio giorno libero e invece devo ugualmente andare a lavorare. Mi hanno chiesto di fare degli straordinari. Mi piace il mio lavoro, ma da qui a volerlo fare sette giorni su sette, ci passa del tempo.
Inoltre mi mettono sempre a fare apertura con la scusante che io sia una persona mattutina. Certo, mattutina, non cretina!
Sbuffo e mi alzo stancamente, tempo un attimo e il mio cagnolone Chris è già ai miei piedi a cercare coccole, attenzioni, cibo, una passeggiata. Insomma, qualunque cosa io possa dargli! Gli accarezzo quel testolone e sorrido.
"Devo andare io in bagno, poi ci porto te" dico.
Certo, parlo con il mio cane, chi non lo fa? È presto ed ho tutto il tempo del mondo per portarlo a fare una bella passeggiata mattutina. Almeno per fargli fare i bisogni.
Finita la mia routine in bagno, infilo i jeans, una maglietta e prendo subito la sua pettorina. Chris è un cane di taglia medio piccola che ho preso in canile. Un incrocio tra un labrador e un husky. Ha due occhioni azzurri, l'unica cosa che credo abbia preso dalla parte husky, perché per il resto è al 100% labrador, eccetto per il fatto che è più piccolo di un normale labrador. Tende più al bianco che non al beige.
Fatto sta che ogni volta che prendo in mano la sua pettorina, Chris dà letteralmente di matto! Comincia a saltare e scatenarsi. Questo ovviamente non mi rende minimamente facile prepararlo per uscire! E dire che me lo avevano spacciato come cane assolutamente mansueto. Evidentemente non lo avevano ancora visto all'opera con ossi da sotterrare o scoiattoli da rincorrere! Io lo trovo esilarante!
Finalmente, dopo non poca fatica riesco a mettergli la pettorina ed allacciarlo al guinzaglio! Un'impresa! Infilo al volo le scarpe, prendo le chiavi di casa e siamo pronti per uscire. 
Abito in un quartiere tranquillo e piacevole. Ormai, per una cosa o per l'altra, tutti conoscono Chris e quando andiamo a fare la nostra passeggiata mattutina ci mettiamo quasi il doppio perché dobbiamo fermarci ad ogni saluto. Ma stamattina purtroppo non ho tempo. Devo volare a lavoro e lui sembra averlo capito perché ci sta mettendo il triplo per fare i suoi bisogno. Dispettoso di un cane!
Quando finalmente abbiamo fatto,  mi rendo conto che non ho tempo di fare colazione con calma, lascio acqua e pappa per lui almeno per il tempo in cui sarò fuori e dopo aver recuperato una felpa e la divisa -nonché le chiavi del locale- prendo l'auto e mi avvio a lavoro.
Dove lavoro? In una caffetteria che si chiama Black Fuel.
Non appena parcheggio, decido di mandare un sms a Mia

To: Mia
Ehi! Che fine hai fatto?! Come è andata con quel bell'imbusto?! 
Spero non si sia comportato da cretino! Ora lavoro, ma dopo passo a trovarti se ti va!

Esco dall'auto e un po' trafelata raggiungo l'ingresso del locale, è ampio, ben arredato e…proprio americano. Ma è forse anche per questo che mi piace tanto! Mi danno le chiavi per fare apertura perché sono l'unica tra gli assunti che supera i 22 anni. Evidentemente si fidano poco degli altri ragazzi.
C'è in effetti una cosa che non sanno. La caffetteria apre alle 10, ma io sono sempre e perennemente qui alle 8 per pulire tutto in modo dignitoso.
Le pulizie solitamente spetterebbero ai ragazzi della sera. Quando chiudono dovrebbero tirare su le sedie e pulire bene. Invece credo si limitino a tirare su le sedie! Non so se è perché sono cresciuta tra Inghilterra e Norvegia, ma quando si tratta di lavoro, mi piace fare le cose bene.
Quindi…capito sempre qui prima per dare un aspetto decoroso a questo posto.
Poso la borsa sul bancone e per prima cosa rubo un muffin, lo faccio sempre, ma lascio sempre i due dollari per pagarlo. Semplicemente mi piacciono i muffin che hanno qui! 
Arrotolo le maniche della felpa e sospiro, il sabato c'è sempre un bel casino, ma mi consola sempre che la domenica non debba pulire io e invece…
Di solito devo passare l'aspirapolvere, spolverare tutto per bene e lavare il pavimento. Ma qui, oggi mi tocca anche buttare la spazzatura e mettere non poche tazze a lavare in lavastoviglie. Devo poi preparare le macchine per il caffè in modo tale che siano pronte per quanto si apre.
L'unica cosa da fare in momenti come questi è…infilare gli auricolari, scegliere la giusta musica e darci dentro!
Detto, fatto. Metto la mia playlist per le pulizie e come se il resto del mondo non esistesse, comincio con lo straccio da spolvero. 
Perché adoro fare le pulizie qui dentro?! Perché non c'è assolutamente nessuno, posso muovermi e cantare come mi pare e piace. Fare anche un po' la scema in effetti. Ma è un bel modo di cominciare la mattinata!

Shannon
  __________________________

Devo andare al locale perché ieri sera quando sono passato a salutare il mio amico Mark, non che manager, ho scordato i miei occhiali da sole e a stento riesco a sopravvivere di giorno senza i miei occhiali da sole! Era di certo una fermata che mi sarei risparmiato, ho altro lavoro ed altri programmi per oggi. Jared non fa che massacrarmi con il fatto che dobbiamo cominciare a lavorare alle bozze delle canzoni per un nuovo album. Ma tanto so già che il suo perfezionismo ci porterà a metterci anni, quindi mi chiedo perché tanta fretta di prima mattina!
Quando raggiungo il retro del locale per entrare dal magazzino, mi rendo conto che c'è qualcuno. Ci sono dei rumori che tecnicamente non dovrebbero esserci a quest'ora. E io che pensavo di cavarmela in fretta.
Mi addentro verso il locale vero e proprio e mi ritrovo a fare un sorrisetto divertito nel vedere la stessa ragazza di qualche giorno fa. Canta, si muove e intanto pulisce. Ammetto che è uno spettacolo niente male e divertente allo stesso tempo.
Mi lecco le labbra e sorrido, quindi, dato che non si accorge minimamente di me, le faccio un video. Sono curioso di vedere quando si renderà conto che qui ci sono anche io. Nel frattempo, è divertente vederla così.
Non avrei immaginato però che lavorasse nel nostro locale.

Syn __________________________

Quando mi metto a pulire, quando ho gli auricolari nelle orecchie…beh finisce che mi faccia prendere forse un po' troppo. Davvero è come se esistessi solamente io -e di solito a questi orari è così- Stavo finendo di pulire quei maledetti tavolini quando mi giro e quasi non muoio per infarto.
"Che…Che ci fai qui?" domando con il cuore che ancora mi batte fortissimo per lo spavento, gli auricolari che sono caduti in terra e gli occhi spalancati per la sorpresa. Cosa ci fa lui qui?!
Alza entrambe le sopracciglia e sorride, mettendo via il cellulare che teneva in mano. Nemmeno mi ricordo come si chiama.
"Si dia il caso che sono il proprietario di questo locale" spiega divertito "Non sapevo che tu lavorassi qui. La tua amica Mia non mi ha detto nulla"
Mia cosa centra adesso?!
"Beh, non credo si ricordi il posto in cui lavoro e non credo che per una notte di sesso si metta a parlare del mio lavoro" dico facendo spallucce.
"Diciamo qualche giorno di sesso" dice lui di rimando con un sorrisetto fin troppo spavaldo.
"Appunto, sesso, perché avreste dovuto parlare di me?"
"Perché ad esempio non mi aveva detto che fossi tu a cantare al karaoke e non lei" spiegò.
Ah, Mia aveva detto di aver cantato? Wow, voleva davvero finire a letto con questo tipo.
"Ha importanza?" domando alzando entrambe le sopracciglia.
"No, in effetti no, semplicemente mi piace come canti" spiega lui.
Sorrido, questa volta più sinceramente "Mi fa piacere. È solo per rilassarmi " spiego poi.
Si morde appena il labbro e mi guarda, sembra quasi che il suo cervello stia elaborando qualcosa. Eppure io questo tipo l'ho già visto da qualche parte, solo che davvero non riesco a ricordare dove.
"Ma, anche se lavori qui, perché sei qui così presto?" domanda curioso e perplesso allo stesso tempo.
"Perché i ragazzi del turno di chiusura puliscono sempre da cani. E mi da fastidio. Quindi di solito arrivo due ore prima per pulire meglio" dico facendo spallucce "L'apertura tocca sempre a me, salvo la domenica che è il mio giorno libero. Ma oggi devo coprire il turno dell'altra ragazza. Per cui eccomi qui"
Lui sembra sconvolto dalle mie parole. Che ho detto di così assurdo da fargli assumere una simile espression?!
"Ma…Mark lo sa?"
"Il manager intendi? No, non credo, perché?"
"Perché fai del lavoro che compete ad altri e per cui quelle persone vengono pagate, mentre tu no"
"Oh, beh, non mi interessa"
La sua espressione sembra ancora piú sconvolta. Trovo la cosa piuttosto divertente. Da dove vengo io, questa non è una cosa così sconvolgente, rendere accogliente e pulito il posto in cui lavori. Ma gli americani, ah, loro sono tutta un'altra storia. Se muovi un dito in un'altra direzione anche solo per pochi momenti, allora devi essere pagato.
"Mi sembri perplesso" dico divertita mentre raccolgo i miei auricolari e li infilo in tasca insieme al telefono "Comunque ho quasi finito"
"Sì, beh…io ero qui solo per prendere i miei occhiali dall'ufficio di Mark" mormora ancora un po' allibito.
E quindi? Il locale è suo, perché deve giustificare con me cosa è venuto qui a fare?! Mi scappa un sorrisetto e lui se ne accorge. La sua espressione torna normale, anzi divertita.
"Che c'è?" mi domanda.
"Nulla, è che trovo divertente che il locale sia tuo, ma vieni a giustificare a me perché sei venuto qui" spiego con lo stesso sorrisetto in volto.
Lui abbassa appena il capo e quando lo rialza sta ridacchiando, sembra divertito dalle mie parole. Mah, questi americani, li ho sempre trovati un po' strani.
"Hai ragione, ma sono fatto così. Beh, prendo i miei occhiali e ti lascio lavorare allora" fa un cenno con il capo e si volta per andare verso l'ufficio del manager e poi esce. 
È quasi ora di aprire, devo finire di pulire, mettere tutto in ordine e prepararmi. Quel tipo mi ha distratta, ma ora voglio sapere che fine ha fatto la mia amica! Quando tiro fuori il cellulare per mandarle l'ennesimo sms, noto che mi ha già risposto.

From: Mia
Diciamo che da una notte è diventato qualche giorno. Shannon è insaziabile!
Ci siamo divertiti parecchio, ma poi mi ha detto che non vuole altro che divertimento. Che palle!
Sei a lavoro?!

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Capitolo 4
*** #3 ***


Hellooo, so che questi sono capitoli più corti rispetto al mio standard, ma preferisco che ogni step di questa storia abbia un suo angolino dedicato.
Spero che arrivati a questo terzo capitolo, la storia cominci ad intrigarvi. Fatemi sapere cosa ne pensate, mi piacerebbe molto! Vedo molte visualizzazioni e qualche messaggio privato, ma nulla di più...


 
La mia domenica non poteva andare in modo più strano. Incontrare il tipo con cui Mia ha passato 'più notti' e scoprire che è praticamente il mio capo; ritrovarmi a lavoro di domenica -anche se questa è una cosa moderatamente strana- e infine terminare il turno con quello che pare essere un bonus sulla busta paga. Immagino che centri qualcosa il bell'imbusto! Beh, tanto meglio per me, di certo non rifiuto dei soldi in più per il mio lavoro. Se questa è la politica statunitense, abbracciamola.
Come avevo promesso alla mia amica, mi sto avviando verso casa sua, sicuramente mi vorrà parlare dei giorni passati con quel tizio. Okay, dovrei chiamarlo con il suo nome, ma continuo a pensare di averlo già visto da qualche parte! Shannon. Ecco come si chiama. Il mio capo. Meglio che non dica alla mia amica questo 'piccolo' dettaglio. Sorrido al pensiero di cosa Mia potrebbe fare per prolungare il loro divertimento. Ed io non voglio problemi sul posto di lavoro!
Parcheggio l'auto e raggiungo la porta, si sente della musica, per cui è sicuramente in casa. Non faccio in tempo a finire di pensare che Mia mi apre la porta con un sorriso. Ancora in tuta e con i capelli un po' in disordine, è ugualmente una splendida ragazza.
"Ciao" maigolo con un sorrisino.
"Ciao, entra, stavo preparando un thé, ne vuoi?" 
Faccio spallucce "Perché no, non mi dispiacerebbe"
Entro in casa e faccio come nulla fosse. Ormai io e Mia siamo amiche da qualche anno, fin da quando sono arrivata qui in America. 
Avevo cominciato con gli studi, poi dopo due anni ho preferito interrompere, un così detto anno sabbatico. Che sarebbero diventati ormai due. Mio padre mi fa pressioni per riprendere gli studi, qui o in Europa. Ma io sto così bene a fare il mio lavoro e godermi la mia vita qui a Los Angeles…
Casa di Mia è poco più piccola della mia. Ma entrambe viviamo un case indipendenti. Sono anche arredate in modo completamente differente, la mia è tutta made in Ikea, la sua, beh non ne ho idea. Poltrone che non si combinano con i mobili o con le pareti. Credo sia un altro esempio di unicità americana!
"Scusa ma stamattina son dovuta andare a lavoro, altrimenti sarei passata prima" dico sedendomi al tavolo ed aspettando che mi serva il thé.
"Oh, non ti preoccupare, mi sono svegliata poco fa" dice lei facendo spallucce.
Abbozzo un sorriso e scuoto il capo "Avrei voluto farlo anche io" brontolo "Chris non è stato per nulla contento"
"Dovresti trovarti un uomo, non un cane"
Ecco, odio quando Mia mi fa la paternale in questo modo. Il fatto che lei ogni tanto se ne vada a letto con gente qualunque, non significa trovarsi un uomo. Cosa potrei ottenere da un comportamento simile se non del sesso? Se devo sopportare un uomo, voglio farlo per qualcosa di più. Diversamente, sto bene per i fatti miei.
"Parlando di uomini, cosa mi volevi raccontare del bell'imbusto?"
"Shannon"
"Mh?"
"Si chiama Shannon, non 'quel tipo' 'bell'imbusto' o qualche altro nomignolo dei tuoi. Solo Shannon"
Alzo appena gli occhi al cielo e sbuffo una risatina "Okay, cosa volevi raccontarmi di solo Shannon?" sfoggio un sorrisetto perché so che non le piacerà il mio prenderla un po' in giro.
Di fatti mi lancia un'occhiataccia, ma lascia perdere le rispostacce perché mi serve il thé e si siede al tavolo insieme a me.
"Mi piace"
Ecco che spalanco gli occhi "Quel ti…Shannon?" Non voglio litigare con lei!
Lei si limita ad annuire.
"Mh, ma non voleva solo divertirsi?"
"Beh, sì. Ma non esula dal fatto che mi possa piacere e tu devi aiutarmi"
"Aiutarti come?"
"Potresti intervenire per far sì che anche a lui piaccia io. È già convinto che fosse mia la voce al karaoke e diciamo che gliel'ho lasciato credere"
Okay, mi viene istintivo alzare nuovamente gli occhi al cielo.
"Che c'è?" mi domanda infastidita.
"Nulla. O meglio, non mi infastidisce affatto che lui pensi che fossi tu a cantare ma…per una volta potresti far sì che tu piaccia ad un uomo per ciò che sei veramente. Non per ciò che credi possa piacergli,no?" So che ora potrebbe arrabbiarsi con me, ma cosa ci posso fare? Lei ragiona sempre in questi modi così assurdi e infantili. E lei al contrario di me sta continuando gli studi…
La sua espressione è leggermente infastidita, ma sembra interessata a continuare il discorso "Non è poi questo granché, saper cantare" butta lì.
Okay, me la sono cercata e poi ha ragione, non è che io canti in modo così sublime e divino e tanto meno lo faccio per chissà cosa. Mi piace farlo, è divertente e mi scarica un po' di tutto quel simil stress che si potrebbe provare.
"Vero, ma non mi riferivo a quello. Comunque sia, potresti prendere il suo numero e scrivergli qualcosa di carino su di me, convincerlo a uscire per un vero appuntamente"
"C-cosa? Ma…sono cose così tremendamente infantili" non voglio dirle che lui è praticamente in tutto e per tutto il mio capo e che non ci penso minimamente a fare una cosa del genere! Se Mia dovesse scoprire che Shannon è il mio capo, verrebbe sempre e sistematicamente al caffè per fare l'oca. Io voglio davvero bene alla mia amica, ma a volte volerle bene vuol dire salvarla da sé stessa.
Mette un piccolo broncio e sospira.
"Allora come altro posso fargli capire che non sono solamente una facile?" 
Questa volta il suo tono mi sembra molto più 'disperato' del solito ed è pur sempre una mia amica, non mi piace vederla così triste.
"Ti piace…davvero parecchio, mh?" domando un po' più dolcemente.
Lei annuisce e io sospiro.
"Senti, ma vedi di non farti prendere dai tuoi momenti di follia. Oggi ho scoperto che Shannon è il proprietario del locale in cui lavoro…"
Non mi fa nemmeno finire di parlare che è già saltata in piedi e mi guarda con gli occhioni scuri che le brillano! Fa per aprir bocca ma la zittisco subito.
"Il che non vuol dire che d'ora in poi dovrai passare tutto il tuo tempo libero al locale. Si chiama stalking. Ed è pur sempre dove lavoro. Ma…se qualche volta so per certo che lui ci sarà, posso mandarti un sms e tu puoi per caso correre fino lì e dire che ne so che sei venuta a prendermi per la fine del turno o cose simili. Tanto è inutile che tu venga se lui non c'è. Giusto?"
Perché ho la netta sensazione che la mia amica non mi abbia minimamente ascoltato?! È già nel suo mondo immaginario in cui lui le confessa amore eterno e lei…se ne stancherebbe dopo qualche mese. Come succede ogni volta. È così difficile per queste persone impegnarsi seriamente con qualcuno?
"Terra chiama Mia…qui è Syn, hai ascoltato quello che ti ho detto?" domando speranzosa.
"Sì! Aspetterò che mi scrivi! Oh dio sono così contenta! Ma mettici una buona parola per me" miagola.
"Che buona parola devo mettere? È il mio capo, non un mio amico, Mia" sospiro divertita.
"Solo perché è il tuo capo non vuol dire non possa essere anche tuo amico, fate le cose in modo così strano in Norvegia?"
"No, capita spesso che ci sia un rapporto amichevole con il capo, ma qui in America mi sembra di capire che amichevole voglia dire con le gambe ben aperte…" rido divertita e Mia ride a sua volta.
"Facciamo le cose in modo più passionale rispetto a voi freddi ghiaccioli"
Metto appena il broncio ma poi sorrido "Non sono così fredda…" sbuffo appena.
"Con me che ci conosciamo ormai da anni, no. Con gli altri, alle volte"
"Credo di aver solo bisogno dei miei tempi per affezionarmi ed aprirmi con gli altri, ma non centra nulla la provenienza, credo" parlando con lei alle volte non sono più certa di parecchie cose.
Finalmente, riusciamo a stare in silenzio per qualche momento ed io riesco a godermi il thé che mi ha preparato.
D'ora in poi andare a lavoro sarà molto più complicato di quel che avrei mai immaginato!

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Capitolo 5
*** #4 ***


Hello! Eccomi qui con un altro piccolo capitolo. Spero non prendiate troppo in antipatia la povera Mia! Che ci volete fare, è cotta di Shannon. La biasimate?!
Comunque sia, chissà cosa deciderà Syn...
Fatemi sapere cosa ne pensate!

Ogni mattina, come un mantra, devo ripetermi che voglio bene a Mia. Che se quel tipo, Shannon, se la tenesse, saremmo tutti molto più contenti! Le avevo detto no, di stare buona ed aspettare che fossi io a dirle quando lui si sarebbe presentato.
Ora la mia routine è diventata una cosa di questo tipo: Alzarmi, bagno, portare fuori il mio Chris, andare a lavoro e poi verso metà turno vedere Mia arrivare, tutta in tiro e infighettata, con la borsa piena di appunti a far finta di studiare. Perché è più il tempo che passa ad alzare lo sguardo alla ricerca di Shannon che non quello in cui riesce realmente a leggere qualcosa.
E io che devo dire? Nulla. Le sorrido di tanto in tanto, le riempio la tazza.
Ed oggi ovviamente non è diverso dal solito. È di nuovo venerdì e lui non si è presentato nemmeno una volta.
In uno dei rari momenti di calma, mi avvicino a Mia e sospiro appena.
"Altro caffè?" domando. Non che ne abbia bisogno, è fin troppo agitata così.
"Sì grazie, allora, lo hai visto?" mi chiede con entusiasmo.
"No, ma, Mia…non ti conviene mandargli un sms o chiamarlo per chiedergli di vederti?" domando inarcando un sopracciglio. Così mi sembra così assurdo.
"Ma no, Syn! Deve essere spontaneo"
Okay, spalanco gli occhi e mi lascio andare in una mezza risata "Spontaneo? Mia, vieni qui ogni giorno e rimani quasi più di me per poterlo incontrare" le ricordo divertita.
"Lo so" brontola lei "è che mi piace, non solo fisicamente, è stato bello passare del tempo con lui. È dolce…"
Eccola. Lo sapevo. Si è davvero infatuata di quel tipo. Succede sempre così, fa le cose al contrario la mia amica e poi ci sta male.
Le poggio una mano sulla spalla e gliela stringo appena.
"Casualmente mandagli un sms, digli che hai saputo che è lui il proprietario di questo posto e chiedigli di prendere un caffè, no?"
Lei sospira "Lo farò se non riuscirò a rivederlo" mi assicura.
Le sorrido e le lascio una tazza di caffè fumante. Quindi torno al bancone per fare il mio dovere.
Mia non è affatto una cattiva ragazza, è solo molto impulsiva in tutto quello che fa. Solo che poi finisce con il soffrire, anche quando le palesano che sarà una notte, lei trova qualcosa, qualunque cosa per attaccarsi a loro. Mi fa semplicemente tenerezza questo suo bisogno di avere qualcuno accanto a tutti i costi.
Il mio turno finisce piuttosto velocemente e oggi mi sento un po' più stanca del solito, devo ammetterlo! Quando vado a cambiarmi, noto che Mia è ancora al suo tavolo. Mi avvicino e mi siedo, guardandola negli occhi.
"Ehi, perché non usciamo a cena io e te stasera?" le domando speranzosa che accetti e si stacchi da quello stesso tavolino dei giorni scorsi.
"Mh, no è che di solito studio qui fino a chiusura"
"Che cosa? Ma Mia…" sospiro appena "Così è troppo, passi le intere giornate qui, ti denuncerà seriamente per stalking. Ti ho detto che quando arriva ti scrivo…"
"Sì, ma se io sono a casa impresentabile? Oppure a lezione? Oppure troppo distante e lui fa solo una comparsata veloce?"
Alzo gli occhi al cielo, è più forte di me, sospiro e cerco un modo per convincerla a schiodarsi da questo tavolo.
"Okay, e se invece quando lo vedo gli chiedo di aspettare o lo trattengo qui in qualche modo?"
"Seee ciao, tu con la tua bellezza da nordica, quegli occhioni da cerbiatta azzurri e il tuo stile da donna sicura, me lo porteresti via in un attimo!"
"Mia…ti sembra?! Non farei mai una cosa del genere ad una mia amica! E poi, non mi interessa…" è un tipo fin troppo pieno di sè.
Lei sembra pensarci un attimo. Niente, non si schioda.
"No, grazie, aspetto qui"
Sospiro e mi stringo nelle spalle, non posso fare nulla per lei. "Okay, buona serata Mia…"
"Ciao" cinguetta lei.
So che dovrei pensare ai fatti miei, che dovrei lasciarla fare, in fin dei conti abbiamo la stessa età, ma sono convinta che soffrirà per questa storia! Anche molto.

Shannon _________________________

Sono giorni che non riesco a passare al locale e Mark mi ha chiesto di visionare delle carte, cosa che per altro detesto fare. Mi piace creare, non gestire. Non sono fatto per quello! Mi ero completamente dimenticato che la mattina presto non c'è vera e propria calma, perché quando entro, sento indistintamente il rumore dell'aspirapolvere e sorrido.
Decisamente ligia al lavoro, mh? Sempre silenziosamente, vado a sbirciare, ma a differenza dell'altra volta in cui saltava, canticchiava e puliva, ora sta davvero cantando. Mi rendo conto che quella voce che avevo sentito non era di Mia, era sua. Syn…qualcosa.
Devo dire che rimango quasi imbambolato, sta cantando Chandelier come se nulla fosse. Come se stesse canticchiando la prima canzoncina insensata. Cerco di non farmi vedere o sentire, ha gli auricolari nelle orecchie! Prendo il cellulare e le faccio un video che devo assolutamente mandare a Jared! Aveva detto che voleva una voce femminile adattabile per alcune piccole parti di alcune canzoni del nuovo disco…
Quando ho finito, mando subito il video a mio fratello!

To: Jared
Okay, magari ci si deve lavorare un po', ma…wow, no?

Dopo pochi momenti, finisce Chandelier e mi attacca con una I see fire di Ed Sheeran. Era decisamente lei che cantava quella sera al karaoke! In un attimo mi arriva la risposta di mio fratello.

From: Jared
Ci si deve lavorare un po' ma è perfetta!!! Portala!

Mi viene da ridere al suo messaggio. Portala, come se non fosse una persona. Quando si concentra così tanto sul lavoro diventa qualcosa di assurdo, ormai lo so bene. Ma lei ha davvero una bella voce e l'accetto del suo inglese, interessante davvero!
A questo punto mi sembra il caso di smetterla di fare lo stalker, mi avvicino e le appoggio la mano sul fianco per attirare la sua attenzione.
"Hey…"

Syn _____________________________________


"Hey…"
Sento una mano sul mio fianco e quasi non faccio un balzo. Ero così assorta nelle mie pulizie.
Ed ecco il bell'imbusto! Ancora una volta si presenta a questi orari, mannaggia a lui, non poteva arrivare più tardi?! Ora come lo trattengo per parlare con Mia?! Sospirò e abbozzo un sorrisetto.
"Ti ho spaventata? Mi dispiace"
Mi stringo nelle spalle "Ero assorta, mi avresti spaventata in qualunque caso" spiego.
"Eri tu a cantare…"
Azz, beccata. Adesso Mia mi tirerà matta per delle settimane con questa cosa. Ma non posso di certo dirgli di no, è un po' troppo evidente adesso "Già, mi piace farlo di tanto in tanto. E mentre pulisco è divertente" spiego.
Lui fa un sorrisetto "Sei brava" si limita a dire.
"Ti ringrazio" rispondo facendo spallucce.
Mi dà l'impressione di voler qualcosa, ma non capisco cosa. Mi guarda, la conversazione è ovviamente morta e io non so come introdurre Mia perché non ho la minima confidenza con quest'uomo.
"Grazie per l'aumento, comunque" gli butto lì.
"Fai del lavoro in più ed è giusto ti venga retribuito" mi spiega "Senti…io e mio fratello abbiamo una band e ci piace davvero la tua voce. Vorremmo inserirla in qualche parte delle nostre canzoni. Ti andrebbe?"
Lo guardo piuttosto sbigottita. Lui e suo fratello hanno una band? E io dovrei cantare con loro? "Non credo di essere all'altezza. Insomma non ho mai cantato per davvero"
"Per davvero? Solo perché non lo fai come mestiere non vuol dire che non canti per davvero. Okay, su qualche parte sei grezza, ma immagino tu non abbia mai preso lezioni di canto, giusto?"
Ma che diavolo sta succedendo!? "No, ovvio che no, lo faccio solo per divertimento, te l'ho detto"
"Mh, mi stai dicendo che non sei nemmeno un po' incuriosita dalla mia proposta?"
Se Mia venisse a sapere di questa storia e del fatto che non accetti, mi farebbe impazzire dicendo che non ho colto l'occasione per fale conoscere meglio Shannon. Ma sono anche certa che se accetto, farà come l'altro giorno e s'ingelosirà per nulla. A me non piacciono gli spacconi come questo qui!
"Incuriosita lo sono, solo che non sono certa, tutto qui…"
Lui fa un sorrisetto e prende una penna ed un foglietto dal bancone vicino la cassa. Scrive qualcosa e me lo porge.
"Ti lascio l'indirizzo in cui di solito creiamo qualcosa, è casa di mio fratello ma siamo sempre tutti lì. Soprattutto nel week end non ci schiodiamo quasi mai da là, se ti incuriosisce, vieni a trovarci, okay?" fa l'ennesimo sorrisetto e poi guarda l'ora sul suo orologio da polso "Ora devo proprio sistemare delle cose in ufficio e poi andare via, ma sono piuttosto certo che verrai a curiosare" miagola porgendomi il foglietto che io prendo e mi rigiro tra le mani.
Ecco, questa sicurezza sfacciata e un po' arrogante mi infastidisce, forse era quello che avevo già colto di lui al locale. Assottiglio appena gli occhi.
"Okay, vedrò" mormoro semplicemente "E io devo tornare a lavoro, altrimenti il mio capo mi abbassa lo stipendio" spiego abbozzando un sorrisino di circostanza.
Lui ride e fa un cenno con la mano per andare verso l'ufficio del manager.
Sospiro pesantemente e di sicuro per oggi la voglia di cantare mi è passata. Che cosa dovrei fare ora?!  Parlarne con Mia è proprio escluso, non solo mi manderebbe in confusione, ma a questo punto credo che mi spingerebbe ad andare solo per poter venire con me e vedere Shannon. E sono certa che gli starebbe sempre appiccicata. Ora, mi divertirei tantissimo, devo ammetterlo. Ma se fosse una possibilità per guadagnare qualche soldo in più? Non sarebbe male. Sono anche curiosa di vedere in che tipo di gruppo suona, forse per quello mi risulta familiare!
Credo che passerò tutto il turno arrovellandomi il cervello per decidere che cosa fare.

Mia arriva come al solito a metà mattinata, si sistema sempre allo stesso tavolo e si guarda attorno prima di far finta di studiare. I suoi libri e quaderni sul tavolo, la penna sistematicamente in bocca e mai sui fogli. Sospiro appena e dato che nessuno deve essere servito, mi avvicino.
"Ehi, come è andata stamattina a lezione?"
"Bene! Ho mandato un messaggio a Shannon come mi avevi detto, ma ha detto che oggi è già passato da qui…"
"Già, stavo per dirtelo" mento spudoratamente "Lui…"
"Non mi dovevi scrivere quando passava?"
"Ma Mia! Eravamo ancora chiusi, come facevo? E poi è andato in ufficio per fare non so cosa ed è andato via dopo una mezz'oretta"
"Mezz'ora! Facevo in tempo ad arrivare e vederlo e parlargli e…"
"E cosa, Mia? Non avrei comunque potuto farti entrare. Il locale era chiuso, non posso rischiare il posto per la tua cottarella!" sbotto ad un certo punto.
Lei mi guarda tra lo stupito e l'offeso. Forse ho esagerato, ma lei non sta davvero ragionando! Per un uomo con cui ha passato quante? Tre notti e due giorni? Sta facendo tutta questa scenata? Metterebbe anche a repentaglio il mio lavoro?!
"Non capisci l'amore" mormora "E non capisci me, ti credevo una persona più empatica"
Il mio sguardo è attonito. Letteralmente. Non la capisco? Sono stata presente ad ogni 'cuore infranto'. Ad ogni disperazione per uomini e ragazzi che volevano solamente divertirsi.
Prendo il foglietto che mi ha dato Shannon e glielo schiaffo sul tavolo.
"Nel week end sarà qui, va da lui se ci tieni così tanto. Ma non mettermi più in mezzo alle tue avventure. Ho chiuso. Se anche lui ti spezzerà il cuore, non venire a piangere da me!" dico forse con tono di voce troppo alta.
Mi è salito un fastidio che sono costretta a controllare perché sono a lavoro!
"Judy, vado in pausa" taglio poi netto sorpassando il bancone ed uscendo dal locale. Faccio per uscire dalla porta sul retro per prendere aria e in chi incappo?!
"Ouch" dice quando praticamente gli vado addosso.
"Scusami" taglio corto superandolo.
"Tutto bene?" mi domanda vedendomi probabilmente appoggiare contro il muro.
"Sono in pausa…"
"Non è quello che ti ho chiesto" ci tiene a precisare.
Dio, ma perché io devo avere a che fare con questo tipo?
"No, sono nervosa e arrabbiata" taglio corto.
"Posso fare qualcosa?"
Se puoi fare qualcosa? Cavolo! Sì! Và da Mia e ribadisci che era solo sesso oppure dille che la ami alla follia. Metti fine a questa storia perché inizia davvero ad infastidirmi!
"C'è Mia di là…" dico solamente.
"Oh, avete litigato?"
"Una sorta"
"Mh, non vuoi parlarne immagino"
"Preferirei di no"
"Riguarda me? Mi ha scritto…"
"Riguarda te e il fatto che io non voglia essere messa in mezzo" sbuffò.
Lo guardo dritto negli occhi, il mio sguardo è duro e truce. Ma non ce l'ho con lui.
"Okay" taglia corto ed entra nel locale.
Okay?! Che cosa vorrebbe dire?! Ma perché diamine e io devo essere in mezzo a questa non storia?! Sì perché è una non storia. È l'ennesima fissazione di Mia che però ora sta diventando un po' troppo per i miei gusti. E…mi ha ferita dicendo che non sono empatica. Solo perché non piagnucolo o non sbatto addosso agli altri le mie questioni e i miei sentimenti tutto il tempo, non vuol dire che io non possa comprenderla ed aiutarla. 
Le voglio bene ma oggi mi ha proprio fatta arrabbiare.

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Capitolo 6
*** #5 ***


Apro gli occhi perché la sveglia sta insistentemente suonando sul comodino. Non la spengo subito però, continuo a fissare solamente il soffitto. Mi chiedo come sia potuto accadere che mi ritrovassi in questa assurda situazione con Mia e… il mio capo!
Non sono andata a quell'indirizzo questo week end. Non so se sia andata Mia. Non so nemmeno, nel caso in cui lei ci sia andata, come possa averla presa Shannon. In effetti mi rendo ora conto di quanto sia stato un gesto avventato darle quell'indirizzo. Lui è pur sempre il mio capo.
Sbuffo sonoramente, per fortuna c'è Chris che balza sul mio letto e mi invita a muovermi, ma soprattutto credo voglia che io spenga la sveglia!
Mi sollevo mollemente, i capelli in disordine che sembro davvero una pazza. Spengo la sveglia e accarezzo il mio cane, gli sorrido e lui si alza sulle zampe posteriori per appoggiare quelle anteriori sulle mie gambe e scodinzolare.
"Ciao, buongiorno, sì, hai un alitaccio Chris" dico divertita dandogli poi un bacetto sul naso umido.
Gli faccio un cenno e lui scende dandomi modo di alzarmi e andare a controllare che abbia l'acqua e da mangiare. Ha finito le crocchette per cui gli riempio la ciotola e visto che ci sono gli metto anche dell'acqua fresca.
Sospiro, non ho sentito Mia da Venerdì. Spero con tutta me stessa di non vedere Shannon e onestamente anche di non vedere lei. Almeno per qualche giorno. Lo so è cattivo come pensiero, perché nel caso in cui lei sia andata a quell'indirizzo e le cose siano andate male, sarà distrutta. Ma la prossima volta ci pensa due volte a trattarmi come una stronza. Mi aveva fatto davvero arrabbiare. E non so nemmeno perché continuo a pensarci e a giustificarmi in qualche modo. Sospiro, okay, Syn, devi farti la doccia e andare a lavoro!
Chris è andato in giardino a fare i fatti suoi, non sta molto bene in questi giorni e non ha voglia di andare a fare passeggiate. Peccato, mi liberava la mente!
La mia doccia mi aiuta come sempre a perdermi in una quantità infinita di pensieri! Ho questo brutto presentimento e non mi piace minimamente!
Quando esco dalla doccia, metto un paio di jeans a caso, una canotta e sopra una camicia leggera. Oggi c'è un po' d'aria e poi mi piace la nuova camicia che ho comprato sabato con un paio di amici del college.
Sembra quasi che la mia perfetta routine fatta di spensieratezza sia stata intaccata dalle stupidaggini di Mia e questo non mi piace minimamente. 
Dopo aver salutato Chris, vado a lavoro, come al solito in anticipo, come al solito uso il canto, il saltellare mentre pulisco per scaricare un po' d'energie. Ma questa volta ogni tanto mi volto per controllare che non ci sia nessuno. Perfetto, ora anche questa parte del mio lavoro è stata intaccata!
Le pulizie proseguono più lente del solito, più faticose del solito.
Una volta che mi metto la maglietta del locale e il grembiule, apro e aspetto arrivino anche gli altri.
Aspetto persino che arrivi Mia, alle undici, nulla. A mezzogiorno, nulla. La una. Le due. Niente, fino a quando non stacco la mia amica non si vede. Devo preoccuparmi?
Mi cambio di nuovo e sospirando torno a casa.
Questo accade per tutta la settimana, ma di Mia e di Shannon nessuna notizia. Non che mi interessi di Shannon, ma di Mia sì! Molto.
Provo a mandarle un sms ma non mi risponde. Non sono certa sia il caso di andare a casa sua.

È di nuovo Venerdì e dopo il mio turno vado solamente a casa a prendere Chris per portarlo in spiaggia. Ama correre sulla sabbia.
È autunno per cui non c'è quasi nessuno in spiaggia alle cinque del pomeriggio. Lui non appena vede che lo faccio salire in maccina si emoziona tantissimo!
Se Mia vuole comportarsi in questo modo, liberissima. Almeno non dovrò più diventare matta!
Eppure continua a darmi fastidio il suo comportamento.
Parcheggio, sorrido per il modo in cui Chris mi incita a mettergli il guinzaglio e portarlo a correre. Ed io lo faccio, correre ci fa bene!
Lo faccio scendere, chiudo l'auto, controllo che le mie scarpe da tennis siano ben allacciate e mi avvio alla spiaggia. Nel monospalla ho le cose di Chris che possono servire per pulire o per dargli qualcosa da bere e da mangiare.
"Pronto?" dico con un sorrisetto e lui di rimando abbaia e scodinzola.
"Andiamo!" trillo e con uno scatto tutti e due partiamo per cominciare a correre.
Il bello di correre? Che spingi il tuo corpo fino al suo limite, senti i piedi che affondano nella sabbia e i muscoli sforzarsi per dare la spinta necessaria. Lo stesso movimento ripetuto. 
Ovviamente Chris mi dà più di una distanza ed ad un certo punto io mi devo fermare. Non so quanta distanza abbiamo fatto, crollo stancamente sulla sabbia mentre lui continua a correre.
"Chriiis" urlo per invitarlo a fermarsi.
Sono sdraiata a terra, nella sabbia, spingo più indietro la testa per vedere se il mio cane mi sta dando retta e vedo qualcuno che si avvicina insieme a lui.
"Ciao" miagola. LUI. "Bel cane e bella corsa, vi ho visto da lontano ma non sapevo fossi tu" dice con un sorrisetto.
"Oh, ciao…"
"Mi sembri sorpresa di vedermi"
"Lo sono"
"Abito due case più in là" mi spiega.
"Non lo sapevo, noi veniamo sempre qui a correre, è la spiaggia più vicina a casa mia" dico decidendomi finalmente ad alzarmi e pulirmi dalla sabbia. Metto il guinzaglio a Chris e tiro fuori la bottiglietta da cui farlo bere.
Da quando ho scoperto che è anche il mio capo, mi trovo spesso a disagio a parlare con lui. Figurarsi ora che non solo non sono andata da loro, ma che probabilmente ci è andata Mia. Eppure lui sorride…
"Sì" mi dice.
Io spalanco gli occhi azzurri "Cosa?" domando.
"È venuta Mia a casa di mio fratello" dice mentre il suo sorriso scompare "Non che io sia arrabbiato, ma un po' infastidito dal fatto che hai mandato avanti lei" dice seccamente.
"No, frena. Io non l'ho mandata avanti. Ero semplicemente stufa" spiego.
Il suo sguardo si fa interrogativo.
"Stufa di voi due" ammetto senza mezzi termini "Lei è fatta così, ha una notte folle con un uomo e poi ci si fissa. Ha saputo che sei il mio capo ed è venuta tutti i giorni al locale per vederti. Poi…abbiamo litigato e mi ha fatto così arrabbiare che le ho detto saresti stato lì nel week end. Mi dispiace d'averlo fatto, è stato inopportuno" ammetto. Ha ragione. Ha diritto d'essere infastidito.
Eppure dopo pochi istanti ha di nuovo quel sorrisetto. Mi vien da sbuffare ma evito di farlo!
"Non ti preoccupare, non è stato così drammatico, solo sul finale quando l'ho riportata a casa" spiega.
Lo guardo senza capire e lui sospira.
"Con Mia, è stato quello che è stato, sesso. Divertente, intenso e decisamente coinvolgente. Ma non comincio mai una storia con una ragazza che ho avuto per una notte. Ho cercato di spiegarglielo in tutti i modi che conosco. Sono dovuto essere un po'…brusco. Spero solo che lei stia bene"
Ecco, la preoccupazione ora mi assale. So che non è tipo da gesti inconsulti, ma da mangiarsi vaschette di gelato, quello sì.
Non ho nulla da dire però, quindi rimango in silenzio, lui si passa una mano sulla nuca e sospira.
"Era per dire che non devi più avere il problema di noi due, me e lei" spiega "E davvero, vorrei che questo week end tu venissi da mio fratello per provare a cantare"
Mi mordo appena il labbro "Non credo sia una grande idea, vedi, lei anche se un po' matta, rimane una mia cara amica…"
"Non confondere l'amicizia con il lavoro Syn" dice interrompendomi.
Che…arrogante "Quindi mi pagheresti per cantare?" dico in modo più acido.
Lui ride e poi sorride "Certo, siamo una band seria, se ci vai a genio, ti pagheremo"
Oh… non avevo calcolato realmente questo dettaglio. Io lo avevo pensato e detto tanto per. Ma che diavolo di band è?
"Okay, allora ci penserò più seriamente. Il che non vuol dire che questo week end verrò"
Lui ride di nuovo. Ma faccio così tanto ridere quando parlo? "Ne sono certo. Che non è garantito che ti presenterai. Ma un po' ci spero, almeno mio fratello non mi tirerà scemo per averti"
Arrossisco furiosamente. Quel 'per averti' suonava così tanto qualcosa che non volevo che suonasse. Mi è venuto istintivo arrossire. La cosa invece sembra di nuovo divertire il bell'imbusto!
"Beh, facciamo che ti lascio il mio numero questa volta, così se non vieni mi avvisi, ti va?"
Il numero del mio capo?! Sarà davvero una buona idea?! "Okay…" mormoro e prendo il cellulare dal monospalla.
Lui prende il mio telefono dalle mie mani, si fa uno squillo e mi segna il suo numero. 
"Così anche io ho il tuo"
Ma chi te lo voleva dare il mio numero?! Mnh, questo tipo mi infastidisce! "Okay, grazie" dico sforzandomi ogni misura. Una vocetta mi ripete 'Syn è il tuo capo, non fare la scema. Tappati quella bocca'.
Facile a dirsi.
"Devo tornare a casa, ci vediamo" dice poi alzando la mano per salutarmi e Chris gli fa le feste. Lui lo coccola, lo saluta e sospiro. Almeno è bravo con gli animali, se è così, non sarà un completo stronzo.
Ora però voglio scrivere o chiamare Mia! 
Aspetto che lui sia abbastanza lontano e chiamo la mia amica, tanto agli sms non mi risponde! Mi mordo il labbro, almeno fino a quando non mi risponde.
"Che vuoi?" mi domanda con tono quasi rabbioso.
"M-mia, sono Syn…"
"Lo so chi sei, ti ho chiesto che vuoi"
"Ho saputo che sei andata a casa del fratello di Shannon e…"
"Non sono affari tuoi! Ed è anche colpa tua! Mi hai dato quell'indirizzo per farmi fare la figura della scema. Sei ignobile, non voglio più avere a che fare con te!"
Non faccio in tempo a replicare che Mia mi ha schiaffato il telefono in faccia. Ecco cos'era quella pessima sensazione! Il fatto che la mia amica, chiaramente con qualche problema, pensasse che fosse colpa mia! Sospirò e mi verrebbe voglia di lanciare il telefono nell'oceano, ma non lo faccio.
Mi limito ad urlare contro il mare, urlare mi ha sempre aiutata a sfogarmi e dio solo sa se ora non ne abbia bisogno.

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Capitolo 7
*** #6 ***


Microscopico capitolo per dare un po' di voce anche a Shannon. In realtà sono intenzionata a cuocervi a fuoco lento. Una sorta di survivor per vedere chi reggerà fino alla fine! Grazie ancora per i messaggi, le visualizzazioni...ma fatemi sapere la vostra anche tramite qualche recensione. Perché siete tutte così timide?!

Shannon __________________


Dalla spiaggia stavo tornando a casa quando sento delle urla. Vere e proprie urla, forti e che sfondano ogni silenzio. Mi volto istintivamente e vedo lei, che urla contro l'oceano.
Le ho dato così tanto fastidio da urlare in quel modo o è successo qualcosa? Immagino sia più che altro successo qualcosa, in fin dei conti non ho detto nulla di così fastidioso o irritante.
Sospiro eppure rimango a guardarla fino a quando non smette di urlare e se ne va insieme al suo cane. Mi sfugge l'ennesimo sorrisetto. 
Non faccio in tempo ad entrare che il mio telefono squilla, vado a prendere il cordless in soggiorno e rispondo.
Ed ovviamente non faccio in tempo a dire 'pronto' che…
"Allora? L'hai convinta?"
"Ciao Jared…" dico divertito dai modi di mio fratello. Quando si tratta di certe cose, credo che a stento si ricordi di chi gli sta intorno.
"Ciao. Ma, verrà domani o domenica?" chiede ancora.
"Senti, non ne ho idea. Ho il suo numero, vuoi chiamarla?" chiedo prendendolo in giro.
"Certo!"
"Jay…scherzavo. Non puoi importunarla!"
"Non la importuno. E poi, dopo che ha dato il mio indirizzo alla sua amica, potrebbe anche farmi il favore di venire" risponde indispettito. Ah…fratelli minori eclettici.
"Senti, dalle il suo tempo, se sarà interessata, verrà"
"Ma se non la invogli a venire, perché dovrebbe farlo???"
Sbuffo sonoramente e mio fratello rimane in silenzio "Jay, non pensi che per lei forse è un po' assurdo che il suo capo sia andato a letto con la sua amica e ora le chieda di andare a casa di suo fratello per cantare?"
Silenzio.
Ancora silenzio.
"No"
Scuoto la testa tra il frustrato e il divertito "Jay…"
"Ma Shannon, non le stiamo chiedendo di sposarci, non ho visto altro che il suo lato B. Grazioso e intrigante lato B ma…mi interessa la sua voce!"
Quando fa così, sembra che stia semplicemente piagnucolando. E io sono sempre stato vittima dei suoi piagnucolii. È il mio fratellino.
"Okay, magari le mando un messaggio. Ma non ti do il suo numero" sbuffo.
"Seh, allora non verrà nemmeno questa volta" brontola di rimando.
Già me lo immagino lì con il broncio. Sospiro e cerco di non dargli addosso altrimenti peggiorerei la situazione "Il numero te lo do, ma se ti dice di no, allora lasci stare. Okay?"
Silenzio. Di nuovo.
Silenzio ancora.
"Jay…"
"Oooh! Okay, ho capito. Se mi dice di no, la farò rinunciare a divertirsi facendo qualcosa che si vede le piace fare guadagnandoci anche dei soldi!" risponde un po' inacidito.
"Grazie" mormoro di rimando.
"Seh, prego. Ora dammi il numero…"
Mi viene da ridere quando si comporta in questo modo, davvero "Okay okay, 555-964598"
Jared infatti dalla mia voce percepisce che sto sorridendo "Certe volte sei davvero…stronzo. Grazie del numero"
"Jay"
"Mh?"
"Non chiamarla subito, chiamala più tardi, credo non sia un momento splendido per lei" dico sospirando appena.
"Ma ti interessa lei?"
"Che? No, non è per nulla il mio genere. Ma non vuol dire che io sia un mostro. L'ho vista urlare d'insistenza contro l'oceano. Credo si stesse sfogando o qualcosa di simile. Per quello ti dico di non pressarla troppo. Magari ti manda a cagare" dico ridendo. Syn mi è sembrata una persona che non te le manda a dire, anzi, che non si fa problemi a mandarti a quel paese quando le stai troppo addosso. Con me non lo fa solo perché sono il suo capo, ne sono convinto.
"Mh, okay, la chiamerò stasera, tu domani vedi di non arrivare tardi come tuo solito perché te ne sei portato a letto un'altra. Cavolo da quando ti sei lasciato con Kirstina sei uno scopatore seriale"
Scoppio a ridere, ma la verità è che Kirstina mi manca da impazzire e cerco di non pensarci divertendomi un po'. Mio fratello lo sa bene, ma scherzarci su un po' aiuta.
"Arriverò puntuale, promesso. Ciao fratellino"
"Mh, ciao!"

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Capitolo 8
*** #7 ***


Ringrazio il fatto che domani non debba andare a lavoro.
Questo Venerdì è a dir poco assurdo. Prima Shannon, poi Mia. Questa volta credo che la mia 'amica' si possa anche arrangiare. Ho cercato di assecondare le sue assurdità e di prenderla sempre sul ridere. Ma lei è addirittura arrivata a darmi la colpa di tutto. Che si arrangi, se ne stia nel suo brodo. Meno complicazioni per me.
Sospiro dopo essere rientrata a casa con un Chris tremendamente affamato. Gli do le sue crocchette e mi metto per un po' sul divano con il computer. Ci sono alcune mail che voglio leggere e poi, sono indecisa se andare o meno a casa del fratello di Shannon. Ammetto che sarebbe interessante raccimolare qualche soldo extra facendo qualcosa che davvero mi piace!
Una delle mail è di mio padre…

From: Jason.Richards@gmail.com
To: Syn_ne@gmail.com

Ciao Synne, come stai? É da un po' di tempo che non ti fai sentire e lo sai, sono un padre apprensivo alle volte…
Hai bisogno di soldi? Sai che non mi piace molto il quartiere in cui vivi. Non capisco perché non lasci che ti aiuti. Hai sentito tua madre per caso?
Ricomincerai a studiare?
Come sta Chris? Quel cagnolone è stata la cosa più bella che tu abbia avuto dal tuo viaggio. Non voglio pressarti troppo, ma ti manca così poco per prendere il master e non capisco come mai tu abbia smesso. È perché non sai se la strada che hai preso ti soddisfi o perché, che ne so, vuoi solo del tempo per svagarti?
Lo sai che se avessi bisogno, prenderei l'aereo per venire da te, vero?
Ti mando un forte abbraccio e stamattina ho spedito qualcosa per te e il tuo amico peloso!
Ci sentiamo presto.
Papà


Leggere la mail di mio padre mi fa venire il magone e gli occhi lucidi.
I miei genitori si sono separati quando avevo 12 anni e da allora entrambi hanno sempre cercato di starmi vicini a loro modo. Sono attaccata a tutti e due e non ho molto di cui lamentarmi se non che alle volte sono troppo apprensivi. Non ho più dodici anni eppure alle volte…
Mi piacerebbe davvero che mio padre venisse a trovarmi, ma non ho mai voluto che mi pagassero altro se non gli studi. È vero il mio quartiere non è il massimo, però…me lo mantengo da me, senza chiedere aiuto a nessuno.
Voglio sentire la voce di mio padre e parlare con lui. E ogni volta divento matta facendo i conti del fuso orario. Se qui è tardo pomeriggio, allora da lui in Inghilterra, saranno le dieci o le undici di sera, credo che sia sveglio. Ma tentar non nuoce!
Prendo il cellulare e con viber provo a chiamarlo. Mio padre è piuttosto giovane, mi hanno avuta che entrambi avevano appena vent'anni, e poi lui, non dimostra affatto i suoi 47 anni.
"Pronto, Synne…come stai piccola?"
"Pà…" mormoro con un sorrisetto e tanta nostalgia.
"Ehi, è successo qualcosa? Hai una voce" 
"No, la tua e-mail mi ha commossa" spiego semplicemente.
"Oh piccola. Raccontami, come stanno andando lì le cose? Chris si comporta bene?" chiede con quello che sembra essere un sorriso.
"Sì, è il miglior cane del mondo, anche se alle volte è un vero testone" dico divertita "Le cose…vanno bene credo. A lavoro mi hanno dato un aumento e pà…" mormoro mordendomi appena il labbro e temporeggiando un po'.
"Synne, cosa c'è? Mi fai preoccupare così"
"No è che, mi hanno proposto di cantare" 
"Cantare?"
"Sì, un uomo, il mio capo veramente, ha una band musicale e mi ha proposto di cantare perché vorrebbero che la mia voce apparisse in certi spezzoni del loro nuovo disco. Non so cosa fare. É una situazione complicata perché…"
Ci metto quasi dieci minuti a spiegare a mio padre tutto quello che è successo tra me, Mia e Shannon. Lui durante la telefonata si limita a dei "oh" oppure dei "capisco".
"Synne, devi fare quello che hai voglia di fare. Chiudi gli occhi…li hai chiusi?"
"Mh, chiusi" mormoro.
"Adesso prova a pensare, come ti farebbe sentire cantare per queste persone. Immaginati lì con loro, immaginati cantare. Sorridi?"
Ed effettivamente, pensarci così ad occhi chiusi, mi fa davvero sorridere "Sì, sorrido. Mi piace. E mi piace che mi paghino per farlo" mormoro.
"Quindi vedi? In cuor tuo, sai già cosa vorresti fare. Ma tutto il resto ti frena. Mi dispiace quello che è successo con la tua amica, ma essere amica di qualcuno non deve precluderti felicità in quel che fai"
Aw, il mio papà, quanto mi sono mancati i suoi consigli! In questo periodo ero così presa da tutto il resto che non mi sono mai fermata a chiamarlo nemmeno una volta.
"Pà…"
"Mh?"
"Quando vieni a trovarmi?"
"Quando vuoi, lo sai che non ho troppi vincoli"
"Allora vieni appena puoi" 
Il pensiero che mio padre venga a trovarmi, che stia con me per qualche giorno mi fa sorridere. Mi piace.
"Posso incastrare qualche appuntamento di lavoro, così mentre sarai impegnata non rimarrò a ciondolare. Dammi qualche giorno, okay?"
"Okay"
"E, Synne…"
"Sì?"
"Vai a cantare questo week end. Poi scrivimi come è andata. Ora vado a dormire. Ti voglio bene piccola"
"Anche io papà, grazie"
E riagganciamo. La pesantezza che sentivo addosso è svanita ed è rimasta la voglia di continuare a farmi gli affari miei e fare quel che rende felice me!
Non faccio in tempo a prendere il cellulare per scrivere a Shannon che ci sarò, che mi chiama un numero che non conosco.
"Pronto?" domando con una certa curiosità.
"Pronto, ciao Syn, sono il fratello di Shannon" la voce di un uomo, una bella voce in effetti.
"Oh" dico poco intelligentemente.
"Oh, già. Ho chiesto il numero a mio fratello per poterti convincere a venire domani o domenica" dice piuttosto speranzoso.
Wow, non pensavo che volessero così tanto che andassi a cantare da loro.
"Beh, stavo per mandare un sms a tuo fratello per dirgli che okay, vengo"
"Davvero? Grandioso! Mi aveva detto che eri un po' restia per via…di tutto quello che è successo"
Ma che cavolo?! Lo sa tutto il mondo? "Sì, lo ero, ma ora non lo sono più" spiego tagliando un po' corto.
"Perfetto, per che ora posso aspettarti allora?"
"Che ora? Mh, credo le 11"
"Così tardi?"
S C U S A? Sono i miei giorni liberi e devo anche far le cose di fretta?! Sospiro appena, meglio non pensarci, se non mi piacerà, potrò sempre andarmene via e salvare la giornata.
"Okay, anche prima, ma devo per forza portare il mio cane a fare una passeggiata, quindi non potrò arrivare prima delle 10"
"Va bene, alle dieci allora ti aspetteremo. Grazie Syn" miagola e sembra molto più contento.
"A…te. Ciao" mormoro semplicemente prima di riagganciare.
Chi diavolo era questo?!

Alla fin fine, sono le 10 e qualcosa del mattino di sabato e mi ritrovo davanti alla casa del fratello di Shannon.
Non sono a disagio perché mi vergogno, sono a disagio perché tutta questa situazione mi sembra così assurda. Ma Shannon ha detto mi avrebbero pagato per cantare, quindi perché no?
Dio, non vedo l'ora che mio padre venga a trovarmi! Credo mi prenderò anche dei giorni liberi da lavoro! Non sono mai andata in vacanza in questo anno e mezzo.
Pensando agli affari miei, premo il campanello e rimango in attesa…
Nulla.
Non mi piace suonare più di una volta e non mi sembra di essere così in ritardo rispetto all'orario pattuito. Suono ancora ma ancora nulla.
É una presa in giro?! Prendo il cellulare e provo a chiamare Shanno, dato che è l'unico numero che ho, suo fratello mi ha chiamata con il privato ieri! Ci vuole un po' ma poi qualcuno risponde al telefono!
"Pronto, ciao, sono Syn e…sarei qui fuori" mormoro.
"Hey! Ciao, scusaci, eravamo nel laboratorio e non abbiamo sentito il campanello, ti apro subito"
"Okay, aspetto" mormoro.
Devo ancora capire perché io sia così a disagio. Ma riaggancio ed aspetto.
Un attimo dopo il cancelletto si apre e io posso entrare. Vado verso la porta d'ingresso e quando sto per aprirla, faccio un balzo indietro perché Shannon spunta di punto in bianco.
"Ti ho spaventata?" domanda con un sorrisetto sghembo, mi squadra da capo a piedi. Che dovevo fare? Vestirmi a festa? Ho un paio di jeans e una maglietta con collo a V.
"No, cioè un po'" ammetto facendo spallucce.
"Scusami, vieni pure, ti faccio vedere dove ci rinchiudiamo per creare qualcosa. Non ci piace farlo alla casa discografica" mi spiega come se io potessi sapere qualcosa di come funzionano queste cose.
Più ci avviciniamo e più sento parlare, ridere e… fare versi strani. Dove sono capitata?
Quando io e Shannon entriamo, si girano tutti e tre gli altri e io li guardo incuriosita. Uno di loro l'ho già visto, ma credevo fosse un attore o simile! Lo studio forse per qualche momento di troppo e lui fa lo stesso con me.
"Ragazzi, lei è Syn! Si è offerta di cantare qualche pezzo con noi, per il nuovo album"
Seh, offerta, mi avete tormentata in due! Altro che offerta. Sorrido appena e faccio un cenno con la mano.
"Ciao, piacere di conoscervi"
Un biondino platinato mi sorride, ma anche gli altri due moretti in effetti sorridono.
"Eccola finalmente. Non hai molto l'idea dell'arrivare in orario, vero?" miagola giusto per prendermi in giro.
"Mi spiace, ho avuto qualche problema e son partita lievemente tardi, poi per strada il ritardo è aumentato" spiego.
"Non ti preoccupare, mio fratello è un rompiscatole, va benissimo l'ora in cui sei arrivata" garantisce Shannon. Così il biondino è suo fratello? La somiglianza tra loro è solamente vaga. Ma ammetto che sono entrambi particolarmente attraenti. In effetti tutti gli uomini in questa stanza sono particolari e attraenti!
"Loro sono Stevie e Tomo" dice Shannon indicando prima uno e poi l'altro.
"Piacere" mormoro con un sorrisino.
Ecco perché sono a disagio, perché non ho la più pallidea idea di quel che devo fare.
"Ah…quindi io…cosa dovrei fare?" domando mordendomi appena il labbro.
Jared balza giù dal suo trespolo e si avvicina indicandomi il microfono.
"Canta"
Spalanco gli occhi "C-così senza sapere cosa o senza musica o…?"
"Sì, canta, a cappella" dice facendo spallucce.
"La prima cosa che ti viene in mente, cantala. Quella che sai che sai cantare bene anche senza musica, che canticchi sotto la doccia o quando sei sovrappensiero"
Deglutisco appena, il mio disagio è proprio aumentato!
"Okay, posso avere quelle cuffie?" mormoro.
"Certo, ma non ci troverai della musica" dice con un sorrisetto sghembo.
"Non la cercavo" replico all'istante.
Mi serve esclusivamente per estraniarmi da loro. Non ho mai cantato davanti ad un microfono come questo, c'è addirittura quel coso, sì insomma, quel cerchio nero davanti. Che divolo…
Faccio un respiro profondo, mi inumidisco le labbra e parto…


Shannon _____________________________________

Jared è sempre lo stesso, non le ha dato nemmeno modo di accomodarsi, di sentirsi a proprio agio che già la sta 'forzando' a cantare. 
É in effetti interessante però, guardare come si muove, ha chiuso gli occhi, si starà concentrando.
Guardò Tomo e gli faccio un sorrisetto. Lui solleva entrambe le sopracciglia. 
Ecco che comincia.
Ma cosa…
Guardo Jared che non fa che tenere gli occhi su di lei. 
Syn tiene il tempo con il piede e intanto canta. Canta Take to church, una delle canzoni più difficili per una ragazza. Eppure, cazzo, è brava. Fa solo piccolissimi errori!
Deglutisco e guardo anche Tomo. Il suo sorrisetto ebete è sparito e la sta guardando seriamente.
Io non riesco a non sorridere. Brava!

    Take me to church
    I'll worship like a dog at the shrine of your lies
    I'll tell you my sins and you can sharpen your knife
    Offer me that deathless death
    Good God, let me give you my life



Non finisce la canzone, passa direttamente ad un'altra.
Vedo mio fratello fare un'espressione sorpresa per il cambio repentino di canzone e il fatto che lei non abbia battuto ciglio. La sua voce…è forte ma soave e siamo tutti qui a guardarla ed ascoltarla in silenzio.
Lei in mezzo alla stanza, gli occhi chiusi, sempre quel piede che batte il ritmo e canta. Apre la bocca e canta.
Mi viene da sorridere di nuovo quando azzecca anche tutti i piccoli acuti di Adam Levine e quella parte che…

    Oh oh oh
    Oh oh oh
    Yeah yeah yeah
    Oh oh oh

    Oh, I was there for you
    Oh, in your darkest time
    Oh, I was there for you
    Oh, in your darkest nights



Con la sua voce, la carica e l'animo che ci sta mettendo, quasi mi fa venire i brividi e la pelle d'oca. E poi sembra voler cantare il suo cavallo di battaglia. Parte con il ritornello di Chandelier e Jared sorride battendo le mani, le poggia una mano sulla spalla e lei apre gli occhi. Tira giù le cuffie e lo guarda ancora.
"Fantastica, Shannon aveva ragione!" trilla mio fratello.
Scuoto appena il capo, lei arrossisce leggermente.
"Grazie" dice e lui sorride, quel suo maledetto sorrisetto da bimbo.
"Grazie a te, possiamo decisamente lavorare insieme! Ma dovrai venire qui spesso, è un problema?"
Meglio intervenire…
"Nel senso, nei week end, se potessi venire nei week end per un certo periodo. Più che altro quando registriamo delle canzoni in cui ci serve anche la tua voce ed ovviamente la casa discografica ti pagherà" assicuro con un sorrisino.
"Io…non credo ci siano problemi, solo non credo potrò esserci settimana prossima" dice facendo spallucce.
"Oh,cominci già ad evitarci? Siamo simpatici sai?" dice Jared con un sorrisino. 
Lei gli piace, lo vedo, si vede tantissimo. Continua a guardarla, le sorride e fa quegli sguardi da…Jared.
"Non sarà un problema Syn" garantisco "Per oggi però se vuoi puoi rimanere a sentirci suonare" dico facendo spallucce.
"Ah, sì, perché no, non c'è problema"
Jared è fin troppo contento e io sospiro, le appoggio la mano sulla spalla "Ben fatto. Sei davvero brava" dico con un sorrisetto.
Mi sistemo alla batteria e Tomo, Jared e Stevie sono ai loro rispettivi posti!


Syn ___________________

È stato davvero imbarazzante quando Jared è venuto a dirmi quanto fossi stata brava, con quegli occhioni e quel sorriso. Cavolo, sia Shannon che Jared sono davvero uomini affascinanti. Mi mordo appena il labbro. Ci sono quattro uomini belli e affascinanti e immagino che nemmeno uno di loro mi abbia guardata pensando chissà che cosa. Il mio look intimidisce sempre.
Sembra che ora siano loro a voler 'dare spettacolo'. Shannon è il batterista, beh, con quelle braccia, gli si addice a pennello.
Gli altri due hanno la chitarra, per cui, Jared canterà?
Non so con precisione cosa stiano suonando, ma rimango parecchio incantata. Shannon si trasforma da bell'imbusto a…non lo so definire. Ma smettere di guardarlo mentre con energia suona la batteria è molto difficile. Quando poi Jared attacca a cantare, rimango sorpresa. 
"Io conosco…" oh, forse è meglio che sto zitta, ma in un attimo si sono fermati e guardano tutti me.
Merda. Che figuraccia.

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Capitolo 9
*** #8 ***



Stavo cercando di nascondermi nel mio imbarazzo quando tutti si sono voltati verso di me.
Jared mi sta guardando con occhi quasi duri e quel blu un po' mi destabilizza, devo ammetterlo. Poi in un attimo sul suo volto un sorriso che diventa una risata.
La cosa fa sorridere anche me che tendo a rilassarmi un po', non troppo.
"Conosci?" mi domanda Jared.
"Sì, scusate, mio dio che vergogna" brontolo tenendo basso lo sguardo.
"È stato divertente, non ti preoccupare. Quindi conosci il nostro gruppo?"
"Sì, cioè no. Conosco le vostre canzoni, alcune. Non sono una persona che segue completamente la musica o i gruppi. Quando qualcosa mi piace l'ascolto. Non credevo…foste voi" ed ecco che ancora una volta mi sento in tremendo imbarazzo. Ho riconosciuto qualche canzone per via della voce di Jared. Ma fin quando parlava non ci avevo minimamente fatto caso.
"Ora andiamo avanti, ma dopo mi devi dire quali canzoni ti piacciono" dice lui facendomi l'occhiolino e io non so perché arrossisco nuovamente.
Shannon, Tomo e Stevie mi guardano divertiti ma anche con gentilezza. Sembra che l'ostacolo 'figuraccia' sia stato superato. Meglio appoggiarsi contro uno dei tavolini e guardare in silenzio come lavorano.

Non mi sono nemmeno accorta del tempo che è volato. Tra piccole pause, battute e musica è già primo pomeriggio. Nessuno di noi se ne era accorto, nemmeno io che ero completamente assorta. Mi sono riscoperta a guardare Jared e Shannon alternamente. Mi mordo appena il labbro e sospiro all'idea di avere davvero a che fare con queste persone. 
"Ehi" Shannon mi si avvicina ed appoggia una mano sulla mia spalla.
"Ehi" dico con un mezzo sorrisino.
"Piaciuta la sessione?"
"Assolutamente, siete molto bravi, ma non capisco a cosa potrei servirvi io…" ammetto titubante.
Lui ridacchia e mi stringe appena la spalla "Vedrai, più avanti, per ora ci farebbe piacere se la domenica venissi qui…"
Tutte le domeniche, mh?
"Non credo di aver problemi, ma ho un cane a casa che vedo poco per via del lavoro e se almeno il week end non sto con lui…"
"Un cane?" s'intrufola Jared nella conversazione "E perché non l'hai portato?"
"Beh, perché non stavo venendo al parco" rispondo con una certa ovvietà ed espressione perplessa.
Lui ridacchia e mi sorride. Che la smettesse di sorridermi in quel modo!
"Lo puoi portare, assolutamente portalo" miagola.
Almeno gli piacciono gli animali. Credo che non mi dispiacerebbe conoscere meglio Jared. Anche Shannon in fin dei conti, ma lui è il mio capo…
"Mangiamo?" chiede poi Tomo spingendo con poca grazia Shannon.
"Certo, vai a cucinare Tomo" dice lo stesso Shannon divertito.
"Come se in casa di Jared ci sia qualcosa. Quando mai va a far la spesa tuo fratello"
"Vero…pizza per tutti? Syn?"
Sentendomi chiamata in causa, smetto di guardare quello che sta facendo Jared e mi rivolgo a Tomo e Shannon "Sì, pizza mi va più che bene!"
"Jay?"
"Pizza. Okay. Vegana, grazie"
Lo guardo perplessa, esiste la pizza vegana? Che sapore dovrebbe avere?! 
Nel frattempo Shanon chiama la pizzeria per ordinare per tutti quanti. Io prendo la mia solita con speck e scaglie di grana. Quando riaggancia, mi avvicino a Shannon "Quanto ti devo?" domando.
Lui sorride "Nulla, non si paga la pizza" 
Sospiro appena "Dai, non mi va di…"
"Niente Syn, non ti preoccupare, okay?" sfoggia un sorrisino così dolce che sorrido di rimando e rimetto in borsa il portafogli.
"Okay, non insisto"
"Brava" miagola.
"Ehi, non ti ci abituare" sbuffo.
Lui ride e finisco col ridere anche io.
Che strana domenica che sto passando, eppure era da tanto tempo che non mi trovavo in mezzo a tante persone se non per lavoro. E poi, mi piace, mi piace l'idea di poter cantare con loro o per loro. Mi piace il fatto che posso migliorare il modo in cui canto e fare qualcosa di diverso.

Dopo venti minuti arrivano le pizze e Jared con suo fratello ha sistemato tovaglioli e bibite in soggiorno, immagino mangeremo sul divano. 
Shannon paga le pizze e quando incrocia il mio sguardo, mi rivolge un occhiolino e poi sistema le pizze sul suddetto tavolino.
Io un po' titubante mi avvicino e Shannon mi mette in mano il cartone della mia pizza, mi siedo in un angolo del divano, pizza sulle gambe, una lattina di coca e…si mangia.
Altra cosa estremamente piacevole, mangiare tutti così seduti sul divano di casa di Jared. Non mi sono nemmeno fermata troppo a guardare casa sua quando sono arrivata. Mi piace come è arredata e come sembra essere un riflesso dei suoi modi.
Mangio silenziosamente, mentre loro parlano del progetto del nuovo disco. Parlano di tracce, di ritmi, di titoli e di testi. É una cosa davvero affascinante ed interessante! Non ho mai vissuto questo mondo, non ho mai saputo come possa funzionare un processo creativo di questo tipo.
Finito di mangiare, ci siamo rimessi…beh okay, si sono rimessi, a suonare. Ma Jared mi ha tirata in mezzo, facendomi canticchiare un po' insieme a lui. La cosa è stata divertente. Si vedeva che ero un po' a disagio, in fin dei conti lui ha una voce splendida e potente, io canto solo perché mi piace farlo. Ma me ne sono infischiata e mettermi a cantare con lui è stato spassoso.
Non ci siamo nemmeno accorti che fosse già sera quando abbiamo smesso.
Ho salutato Jared, promettendo di tornare la domenica insieme a Chris. Siamo usciti di casa e siamo andati tutti alle macchine.
Mentre mi infilo in auto, penso alla giornata assurdamente divertente che abbiamo appena passato. Infilo le chiavi, le giro…E il mio macinino pare avermi lasciata a piedi.
"Merda" impreco. 
Soprattutto perché la mia macchina blocca tutte le altre! Se non mi tolgo io di mezzo, nemmeno gli altri possono andarsene.
Provo, riprovo, ma nulla e di certo non la voglio ingolfare.
Shannon è il primo ad uscire dalla propria auto, si avvicina divertito.
"È andata?"
"Così sembra" sospiro.
"Dai, la spostiamo noi"
"E come?"
"Tu metti in folle"
Lo guardo inarcando un sopracciglio, ma alla fin fine faccio come mi dice. In un attimo lui, Tomo e Stevie stanno spingendo l'auto e io scoppio a ridere, ma mi concedo solo un attimo, perché devo far manovra. La riusciamo a sistemare a lato della strada ed alla fine sospiro. Mi toccherà chimare un taxi, ma non faccio in tempo a dirlo che quando scendo Shannon mi si avvicina di nuovo.
"Andiamo, ti porto a casa" dice facendo cenno con il capo.
"Ma…"
"Domani puoi chiamare il carro attrezzi, oggi ti costerebbe un occhio della testa"
Fantastico, domani per andare a lavoro dovrò prendere i mezzi e ci metterò il triplo di tempo!
"Grazie…" mormoro semplicemente.
"Non è un problema, mi fa piacere"
Sorrido e lo raggiungo al suo suv nero. Bella macchina, devono guadagnare bene con la musica, ma anche con il locale! Mi allaccio la cintura, leggermente a disagio, in fin dei conti è sempre il mio capo! É normale che ci sia imbarazzo, ma sembra essercene solo da parte mia, perché lui come al solito attacca bottone. Okay, non sono imbarazzata perché è il mio capo, o un bell'uomo, o un musicista famoso. É tutta la situazione che è strana. Io non sono mai imbarazzata, che diavolo…
"Ti piace Jared?"
COSA?!
"Eh?" domando poco intelligentemente, come se mi avesse chiesto qualcosa di fisica dei quanti.
"Jared, ti piace? Lo guardavi spesso e vi scambiavate di quei sorrisi…"
"Ah, no…io non ne ho idea. Cioè è un bell'uomo, lo siete entrambi ma non mi interesso agli uomini"
"Oh, sei lesbica?"
CHE??!
"No, solo che non…sono interessata a nessuno" dico forse viola per l'imbarazzo. Che diamine di conversazione stiamo avendo?!
"E come mai? Sei una bella ragazza. Niente uomini che ti girano intorno? Io ho visto parecchie persone interessate in discoteca…"
Questa conversazione non potrebbe essere più imbarazzante! Lui pensa che siamo amici che possono tranquillamente parlare di queste cose, io penso che lui sia il mio capo. Non riesco a togliergli questo 'ruolo'.
"È che non è una priorità per me. Non ho conosciuto nessuno che mi interessasse davvero e non mi piacciono le cose superficiali" spiego come a cercare di giustificarmi. Ma che devo giustificare?!
Lui fa un sorrisetto. Che ha da sorridere.
"Credo che a Jared tu piaccia o meglio, ti trova interessante"
"Ah, beh credo lo sia anche lui" dico facendo spallucce.
"Quindi ti piace?"
"Ma, no, cioè sì. Senti, mi stai davvero mettendo a disagio. Ho conosciuto tuo fratello poche ore fa. Certo è un uomo dannatamente sexy e intrigante all'esterno. Ma mi interessano relativamente queste cose. Voglio innamorarmi di un uomo che valga davvero all'interno. Che mi faccia ridere e che sia interessato per quello che sono e non per come appaio"
Lui rimane in silenzio, un silenzio quasi inquietante. La cosa dura fino a casa mia, si guarda intorno…
"Pessimo quartiere per una ragazza sola…"
"Non sono sola, c'è Chris, grazie del passaggio Shannon" mormoro recuperando la mia borsa e cercando di uscire il più velocemente possibile. Dannatamente imbarazzante! Tutto ciò che ho da dire su questo viaggio verso casa.
"Ciao" mormora lui facendo poi un cenno con la mano e ripartendo verso casa sua, immagino.
Che uomo strano…

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Capitolo 10
*** #9 ***


Premetto che questo capitolo è più lungo degli altri e che mi è piaciuto scriverlo. È divertente vedere come le cose si muovono per Syn.
Premetto anche di aprire una parentesi per quel che riguarda le mie storie. Sono arrivata su EFP per puro caso e sempre per puro caso mi sono accorta come le mie FanFiction abbiano ricevuto attenzioni. Ricevo messaggi e le visualizzazzioni sono davvero tante -addirittura la storia di Alexis e Jared è arrivata a più di 1800 visualizzazioni e Syn, nata da poco, supera i 400- Quello che non capisco è perché le persone su questo sito leggano e non scrivano nulla. Sia chiaro che non vi sto minacciando di lasciare recensioni né tanto meno ne sto elemosinando. Ma questo sito dovrebbe essere un luogo di scambio. Gli autori mettono le loro storie e chi le legge lascia la propria opinione. È bello, confrontarsi con chi legge, sapere le loro reazioni, il loro interesse o disinteresse, se la storia coinvolge oppure annoia. Che senso ha iscriversi a questo sito e non scrivere nulla? Prendere e basta?
Perché alla fin fine è di questo che si tratta, non c'è scambio, chi legge e non commenta semplicemente prende dagli altri senza dare nulla in cambio. Non credo che questo sito sia nato solo per questo. Onestamente mi divertiva molto quest'estate leggere tutte le recensioni alle mie storie. Mi dava una spinta in più per continuare sapere che ci fosse grande interesse e coinvolgimento. Adesso...è noioso. Non sono invogliata né a scrivere ma soprattutto a pubblicare qui. Sto davvero seriamente considerando la possibilità di non continuare a pubblicare su questo sito, data la scarsa partecipazione da parte degli utenti, tutti. 
Detto ciò, spero vivamente che le cose cambieranno prima o poi e non solo per me.
Buona lettura, se avrete voglia di leggere.

 

Alla fin fine la mia povera macchina è deceduta per cause a me non molto chiare. Per tutta la settimana, sono andata a lavoro in autobus e dire che è stata una cosa fastidiosa, è dire poco!
Sto andando a casa di Jared, il fratello di Shannon che mi ha chiesto di lavorare con lui ad alcuni pezzi, gli altri non ci saranno e devo ammettere di essere un po' a disagio. Soprattutto dopo la conversazione avuta con Shannon mentre mi accompagnava a casa!
Mio padre arriverà questa sera, quindi non posso trattenermi tutto il giorno. Sono completamente esaltata all'idea di rivederlo dopo mesi!

Arrivata a casa di Jared, percorro il vialetto e non faccio in tempo a suonare il campanello che mi apre la porta.
Un uomo decisamente attraente, jeans a vita bassa, senza maglietta con…qualche diavoleria sui capelli.
Lo guardò divertita e lui sorride.
"Preparativi per un film" spiega.
"Film?"
"Ogni tanto sono anche attore"
"Oh" dico stupita e cercando di non guardare le sue spalle e la schiena mentre mi cammina davanti per andare verso lo studio.
"Oggi vorrei provare con te alcuni testi. Voglio la tua voce in fuori campo sotto la mia" spiega.
Io non ho idea di che diavolo voglia significare, sicché mi limito a guardarlo.
"Tranquilla, ti faccio ascoltare la melodia e segui me, okay?" dice passandomi un foglio con su un testo che leggo rapidamente.
Okay, credo di potercela fare, che sarà mai, no? Certo. Sono un po' a disagio, meno che se ci fossero tutti quanti, ma quando ho paura di sbagliare, sono sempre a disagio.
Jared attacca a cantare con una base musicale e io, beh cerco di fare il mio meglio con quel che mi ha dato.
Non mi ferma, penso che stia andando abbastanza bene o quanto meno non malaccio. Eppure io riesco solo a pensare che più tardi andrò a prendere mio padre e sono al settimo cielo!
Finita la musica, Jared mi guarda.
"Beh, non era male per essere la prima volta"
"Oh, davvero? Quindi…" sbuffo un attimo "Scusa è che credo di essere un po' agitata, non so cosa fare, non so cosa ti aspetti e non so davvero come fare. Non sono abituata a queste cose"
Lui mi guarda divertito e mi appoggi una mano sulla spalla, stringendola appena "Non ti preoccupare, andava abbastanza bene, vuol solo dire che dobbiamo impratichirci. Beh, più tu di me" ride.
La sua risata è contagiosa e la mia tensione scema finalmente. Mi appoggiò alla sedia e riguardo il testo.
"Ma, quindi, scrivi i testi, arrangi alcuni pezzi, canti, suoni, fai addirittura l'attore. Qualcosa che non fate voi leto? Anche tuo fratello, con il locale e tutto il resto" sbuffo divertita. 
Lui si siede di fronte a me e fa spallucce "Ci hanno cresciuti così, per impegnarci nelle cose che ci piacciono e metterci l'anima"
È un bel modo di vederla, mi piace davvero. Mi fa pensare che forse dovrei davvero finire la magistrale e prendere un master e continuare con le cose che mi sono sempre piaciute. Devo essermi persa un po' troppo nei miei pensieri, perché in un attimo mi ritrovo Jared con le mani appoggiate al bordo della mia sedia che mi guarda negli occhi.
"A che pensi?" mi chiede con espressione fin troppo seria.
"Ah, al fatto che mi piacerebbe essere più come voi" ammetto in completa onestà.
Lui sorride, si sporge per darmi un bacio sulla guancia, che poi è più a metà strada per ben altro e si scosta.
Un attimo dopo è sparito chissà dove. Ritorna soltando una decina di minuti dopo con i capelli ancora più ossigenati, asciugati e tenuti indietro. Una maglietta smanicata aperta fin quasi al fianco e mi guarda con un sorrisetto.
"Continuiamo?"
"Certo" mormoro.
Certo, diamine. Ma si rende conto di quanto è affascinante o crede che un bacetto dato tanto per non mi faccia nessun effetto. Non sono certo un'adolescente alle prime armi che s'infervora per una cosa così. Ma per una vicinanza inaspettata con tanto di bacio, beh effetto mi fa!
Continuiamo va! Cerco di darmi una calmata e riprendo il foglio. Seguire lui non è difficile, il problema è che sono completamente distratta da lui. Guardarlo cantare mentre la musica va e lui canta, nella mia testa c'è una canzoncina stile 'shopping time' o come quelle negli ascensori. Parto dal suo collo, dalla sua mascella e finisco sulla sua bocca. Il suo labbro superiore sottilissimo e il mento. Si muove mentre canta e quei maledetti jeans attillati gli fanno un sedere da urlo, qui sì che esce la ragazzina che c'è in me. Mai visto un quarantenne+ con un lato B simile!
Sono compleatamente persa nelle mie osservazioni e considerazioni quando sento una spintarella e quasi non perdo completamente l'equilibrio. Certo, per non perderlo mi aggrappo alla sua maglietta!
"Che fai?" mi domanda.
"Ah, ero distratta, scusami"
Sembra infastidito perché non mi guarda e fa ripartire la canzone "Cerca di concentrarti per piacere"
Azz, l'ho fatto arrabbiare, fantastico! Mi dico che è meglio fare la persona seria, che le parole di Shannon non erano altro che stupidate e che io sono qui per aiutare e lavorare. A proposito, nemmeno so quanto e se mi daranno qualcosa. Ma sarei ipocrita se dicessi che venire qui non sia divertente!
Avevo messo la sveglia sul cellulare per avvisarmi quando andare verso l'aeroporto e questa squilla nel bel mezzo delle prove. Lui mi guarda ancora come se gli avessi ammazzato il gatto e spegne definitivamente la musica.
"Scusa, ti avevo avvisato, devo andare a prendere mio padre in aeroporto" mormoro sentendomi un po' in colpa per avergli forse causato più problemi che altro.
"Va bene, tanto oggi eri ugualmente distratta" sbuffa appena.
"Scusami…" mi sento tremendamente mortificata. Loro ci tengono a questa cosa, alla loro musica, per me è solo una sorta di gioco e forse non dovrei fargli perdere tempo.
"Come ci vai in aeroporto? Shannon mi ha detto che non hai più un'auto"
Ma che?! "No, è morta definitivamente e ne dovrò comprare un'altra, prima o poi. Pensavo di prendere un taxi"
"Un taxi?!" mi domanda più che allarmato "Se prenderai un taxi da qui, ti costerà una fortuna"
"Non ho molta scelta…"
Sospira e spegne tutto quanto facendomi cenno con il capo "Andiamo, ti accompagno io"
"Ma no, Jared figurati. Non c'è bisogno davvero, tanto al massimo lo faccio pagare a mio padre il taxi" dico con un sorrisetto.
"Non avrei nulla da fare ugualmente, quindi fammi prendere il portafogli che andiamo e non accetto un no come risposta"
E certo, sono fratelli, no? Uno una volta e l'altro questa volta. Altro punto che hanno in comune: sono gentili e disponibili. Eppure all'apparenza sono così diversi, sia il viso, che i colori, che la corporatura. Sospiro e 'sconfitta' accetto il passaggio.
"Grazie, davvero…comprerò un'auto il prima possibile" mormoro.
Quando salgo sulla sua, però mi rendo conto che anche lui dovrebbe comprare una macchina il prima possibile.
"Di che anno è?"
"La macchina?"
"Sì…"
"Oh, non ricordo, '95 o '96"
"Ah, cavolo. E ancora cammina? Perché solo la mia è andata a rottamare?" brontolo allacciando la cintura e sospirando mentre guardo fuori dal finesrino.
Lui rimane in silenzio e così faccio io. Non accende la musica e mi piace che non si senta altro che il suono della città e della sua macchina.
"Davvero, scusami per oggi. Non vedo mio padre da tanto tempo e credo di aver sottovalutato quanto non ci fossi con la testa" rimango tuttavia voltata verso il finestrino a guardare il tramonto di Los Angeles.
"Non ti preoccupare, alla fin fine, è stato piacevole"
Piacevole? "Sì, lo è stato" ammetto. 
Anche se non ho completamente idea di ciò a cui si riferisca Jared.
"Mio padre è un tipo a posto, è simpatico e…oh, beh, avete una decina d'anni di differenza" dico ridacchiando.
Lui fa una smorfietta e poi ride "Simpatica oltre che bella?"
Oh. "Senti da che pulpito"
E ritorniamo nel nostro silenzio fino a quando non raggiungiamo l'aeroporto. Ci abbiamo messo parecchio eppure il tempo con Jared sembra sempre volare.
Io mi volto verso di lui e faccio un sorrisino, pensando che la cosa finisca qui… "Grazie, ci vediamo il prossimo week end allora, domani non credo di poter venire.."
Lui mi guarda sollevando entrambe le sopracciglia "Guarda che ti aspetto qui, vi porto a casa tua, non ti faccio prendere il taxi e non ho paura di conoscere tuo padre. Per domani, fai come vuoi, capisco che vuoi passare tempo con lui" 
"Ma…"
"Non mi muovo nemmeno se me lo chiedi, per cui…"
"Grazie Jared" dico divertita e sono io questa volta che mi sporgo rapidamente per dargli un bacio all'angolo della bocca e quando mi scosto, lui mi prende il braccio e mi guarda dritto negli occhi. Sostengo il suo sguardo, senza capire che cosa dovrebbe succedere, ma non succede nulla e mi lascia andare.
Ora sì che sono tremendamente imbarazzata! Scendo dall'auto e corro dentro per cercare mio padre.
Quando lo vedo, lì in piedi che mi aspetta, sorrido e gli corro incontro per abbracciarlo al volo.
"Ouch, eccola…" mormora lui stringendomi così forte da farmi mancare il fiato.
"Ciao"
"Ciao piccola"
Rimaniamo abbracciati qualche lungo momento e poi gli spiego che sono con Jared e che ci porterà a casa lui.
Raggiungiamo il fuori strada chiacchierando su come fosse il viaggio e poi apro il bagagliaio dell'auto per sistemare la valigia di mio padre. Entriamo entrambi in auto, mio padre si siede dietro ed io davanti. Mi sembra più che doveroso presentarli!
"Jared, lui è mio padre William, papà lui è Jared. Oggi pomeriggio ero da lui a cantare e si è offerto di darci un passaggio"
"La tua macchina è ancora dal meccanico"
"Ehm…"
"La sua macchina è morta" dice Jared con un sorrisetto.
"Oh, grazie allora Jared per il passaggio" dice mio padre con un sorrisino.
É un bell'uomo mio padre, capelli biondo cenere, occhi verdi, distinto e affascinante. Vederlo casual è piacevole, ma so per certo che si è portato dietro un completo per qualche lavoro che farà in settimana.
"Figurati, nessun problema"
"Allora sei riuscito a far cantare Synne per te?"
"Papà…" odio quando mi chiama Synne e più di tutto ancora, odio quando parla di queste cose. Ma una figlia è sempre in imbarazzo quando un padre fa così, giusto?!
"Già, ma è stato mio fratello a convincerla. É molto brava e sono certo che lavoreremo bene insieme"
"Mi piacerebbe vederlo"
Ecco, frittata…
"Oh, beh allora se a Syn non dispiace, potete venire domani, ci ritroviamo sempre nel week end a casa mia per provare e lavorare al nuovo disco"
"Nuovo disco?"
"Sì, è ormai il quinto che facciamo"
"Allora è una cosa grossa, Synne, non me lo avevi detto"
"Diciamo che l'ho scoperto solo la scorsa settimana in modo imbarazzante"
Jared ride e scuote appena il capo. Traditore. Allungo una mano e gli do un piccolo pizzicotto sul braccio, ritraendo velocemente la mano. Lui non dice nulla e mio padre mi guarda incuriosito.
"Okay, verremo domani" sospiro appena.
"E lunedì andiamo a comprare l'auto, già non approvo il quartiere in cui vivi. Sei una ragazza che vive da sola"
"Sono una ragazza che vive con il suo cane"
"Che ha più di 10 anni, Synne…"
"Papà, sono adulta, ogni tanto cerca di ricordarlo"
"Certo, ma sei mia figlia e mi preoccupo di come vivi la tua vita"
Mi volto verso di lui e gli sorrido, ho dato l'indirizzo a Jared per raggiungere casa mia e quando arriviamo, beh la sera il mio quartiere non è proprio sicuro.
"Abiti qui?"
"Ma…avete un frasario in comune?! Anche tuo fratello mi ha fatto la stessa domanda" dico divertita.
"É che non è proprio un bel posto per una ragazza sola"
"Stesso copione" dico canzonandolo appena.
Lui mi guarda un po' più duramente, mentre mio padre scarica le sue cose.
"Lo so, ma volevo una casa con un giardino e qui è dove costava meno"
"Certo, praticamente devi scegliere tra comprare pistole o cocaina oppure se venire rapinata uccisa o stuprata o tutti e tre"
"Drammatico, vivo qui da sei mesi e sono ancora viva"
"Mi chiedo come sia possibile!!"
Rido e gli metto una mano sulla spalla, stringendola appena, lui mi tira e mi abbraccia.
"Stai attenta. E ci vediamo domani" mormora prima di darmi un bacio sulla guancia e lasciarmi andare.
"É stato un piacere Signor…ah, non ho idea del suo cognome. Beh, William. A domani se vorrete venire"
E Jared balza in macchina e se ne va. Lo guardo andare via e poi entro con mio padre chiudendo il misero cancelletto d'acciaio e rete metallica.
Apro la porta di casa e Chris corre per accoglierci, facendosi coccolare da me e annusando insistentemente mio padre. Sorrido perché mio padre e Chris non si sono mai incontrati è divertente guardarli. Faccio strada dentro casa, portando la valigia di mio padre fino alla mia stanza.
"Puoi dormire in camera mia, io starò sul divano" garantisco "Domani allora vuoi davvero andare da loro?" chiedo.
"Se per te non è un problema, mi piacerebbe molto, sì. Quell'uomo, Jared, sembra una brava persona"
"Credo lo siano tutti" ammetto facendo spallucce.
"Ma dobbiamo davvero andare a comprarti un'auto. Una sicura e che non ti lasci per strada. Sai che non mi piace saperti così lontana e non poterti aiutare"
"Pà…tranquillo, ma va bene, puoi comprarmi la macchina" dico con un sorrisetto.
Mentre mio padre si sistema e si rinfresca, preparo qualcosa per cena e mentre cuoce, mando un sms a Jared…

To: Jared
Grazie. Per il passaggio e per la comprensione oggi…

Che diavolo di messaggio idiota.
Un attimo dopo me ne arriva uno, ma non è di Jared, bensì di Shannon.

From: Shannon
Ho saputo che è arrivato tuo padre, pensando di fare cosa gradita, puoi prenderti questa settimana libera, anche perché la prossima voglio che vieni con me al Coachella a Indio. Porteremo il banchetto della BlackFuel e saremo io te e un'altra ragazza del caffèè. Quindi, ci vediamo tra una settimana. Divertiti con tuo padre ;)

Oh, davvero? Beh come cosa è splendida! Sia poter andare al Coachella, anche se dovendo lavorare, sia poter passare tutta la settimana con mio padre! 
Gli rispondo subito dopo aver girato la frittata!

To: Shannon
Wow! Grazie! Sei sicuro? Con così poco anticipo riuscirai a sostituirmi? Coachella, mh? Mai stata, ma so che c'è parecchia gente famosa! W O W :)

From: Shannon
Sono sicuro. Non ti preoccupare! Già, parecchia gente famosa, ma noi saremo piazzati al nostro banchetto durante il giorno, la sera sei libera.

To: Shannon
Ma quanti giorni? Dove dormiremo??? Sono già emozionata all'idea! E comunque, domani anche se non so a che ora, vengo da tuo fratello con mio padre. Vuole vedermi cantare T///T

From: Shannon
Hahaha farai splendida figura, non ti preoccupare, canti bene. Allora ci vediamo domani!

To: Shannon
A domani ^-^

Wow, davvero, il festiva di Coachella è famoso proprio perché ci vanno tante persone famose, soprattutto attori di serie televisive e la musica non è male. Sarà divertente e credo uno dei primi eventi di questo tipo a cui partecipo qui in America.
Sto ancora gongolando quando arriva mio padre, cambiato con una tuta e rinfrescato.
"Fame" miagola.
"Quasi pronto e ho sentito il mio capo, o la settimana libera perché la prossima mi porterà ad un festival per sponsorizzare il brand, quindi, wow" miagolo di rimando, visibilmente entusiasta e contenta.
"Sono contento, potremo fare un sacco di cose insieme allora. Non sono mai venuto in America come turista" dice con un sorrisino.
Una volta pronta la cena, servo nei piatti ed apparecchio velocemente il bancone per mangiare.
"Tu dopo" dico a Chris che già elemosina cibo.
"Quel tipo…"
"Mh?"
"Jared, voi due…siete una coppia?"
"CHE?! No, papà, per nulla. A parte che lo conosco da una settimana, ma…no"
"Però ti piace? Non lo so è che mentre parlavate e per il modo in cui ti ha abbracciata prima di andare via, mi sembra un uomo interessato a te"
Anche lui? Non credo, Jared non ha fatto nulla per dimostrare chissà quale interesse. É stato solo molto gentile, no?
"Non lo so, non credo e poi non voglio complicare le cose" dico facendo spallucce mentre spilucco la mia cena.
"Capito. Ma parliamo d'altro, il lavoro, la scuola…raccontami"
Sorrido, mio padre butta sempre dentro quello che gli interessa come gli pare.
"Credo proprio che il prossimo autunno ricomincerò la scuola. Voglio riprendere da dove ho lasciato e portare avanti le mie passioni. Tutte"
Lui mi guarda stupito e io sorrido. So quanto tenga al fatto che io finisca gli studi e so quanto abbia sperato che accadesse.
"Ora devi dirmi cosa ti ha fatto cambiare idea perché sono due anni che appena accenno alla cosa, mi rispondi male e mi dici che è la tua vita"
"Jared. Shannon…loro fanno così tante cose insieme perché sono le cose che amano. Sono le cose che hanno sempre voluto fare. Io ho la fortuna di avere te che mi permetti di studiare e seguire le mie ambizioni. Voglio sfruttare la cosa…"
Lui sorride e mi arruffa i capelli come faceva quando ero piccola.
"Sono orgoglioso di questo ragionamento e non è approfittarne, è quello che una famiglia e un padre fanno. Supportano e alle volte sopportano" dice ridacchiando.
"Ah-ah quindi preparati a tirare fuori altri soldi di retta"
"Con vero piacere"
Sorrido e finiamo di mangiare, chiacchierando del più e del meno con qualche momento di silenzio. Dopo cena, mio padre va in camera e crolla, anche se ha un paio di volte provato a dissuadermi dal dormire in soggiorno. Pulisco la cucina prima di andare a sdraiarmi sul divano e guardare assentemente un po' di televisione. Chris sdraiato sotto di me sul tappeto del soggiorno che russa come una piccola ruspa.
Solo allora sento suonare il telefono e allungo la mano verso il tavolino per notare che Jared mi ha risposto…

From: Jared
Te l'ho detto, è stato un piacere. Allora, domani verrete?

É stato un piacere e io non riesco a decifrare quest'uomo. Solo pensare al modo in cui mi ha aperto la porta, al suo petto nudo e i muscoli e il profumo…Diavolo, forse un po' mi piace. Oppure mi piacere l'idea che mi possa piacere. Perché quando finisco in mezzo a queste cose devo farmi mille inutili paranoie?

To: Jared
Verremo, mio padre è curioso e io, beh mi diverto quando sono con voi…

From: Jared
Ti diverti a stare con noi, o a guardare me mentre canto…?

Okay, respira, se ne è accorto. Beh, era anche ovvio che se ne accorgesse, non ho fatto poi molto per nascondere la cosa. E poi cosa ci sarebbe di male? É un bell'uomo! Non mi va di comportarmi da ragazzina. Sono sempre stata sicura di me e del mio aspetto.

To: Jared
Difficile non imbambolarsi a guardarti mentre canti. E non solo mentre canti. Sia tu che Shannon e gli altri siete uomini molto affascinanti. E mi è piaciuto passare del tempo con te, anche se non ero del tutto presente

From: Jared
È piaciuto anche a me. Allora a domani. Buona notte Synne…

Synne, non mi ha mai chiamato Synne. Che si sia accorto che lo fa solo mio padre e che mi infastidisce? Ne sono certa, sotto sotto sono certa che Jared sia una persona dispettosa su molti fronti.

To: Jared
S Y N . Buona notte

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Capitolo 11
*** #10 ***



Ho dormito molto poco stanotte, sono emozionata, agitata e ho mille cose per la testa. Non so a che ora mi sono addormentata ma ora c'è Chris che mi lecca la faccia. Deve avere fame il mio pelosone! Sento però altri rumori e sgraziatamente mi sollevo notando mio padre trafficare in cucina.
"Buongiorno" trilla di buon umore.
Io alzo un sopracciglio e faccio un sorrisino mentre lo guardo alle prese con i fornelli.
"Prepari la colazione?" domandò incuriosita.
"Già, mi sono svegliato presto, ho controllato, ci sono dei concessionari aperti anche di Domenica qui a Los Angeles e io e te andremo a comprare una macchina"
"Pà.." Sospiro rituffandomi di schiena sul divano, peccato che il mio divano è mezzo scassato e finisco di scassarlo ritrovandomi con il sedere per terra ed un tonfo inaudito che fa scappare il povero Chris a nascondersi nella mia stanza.
"Synne…questa casa cade a pezzi"
"Non cominciare papà, a me va bene, ma se vuoi comprarmi un divano, direi che ora non ti direi di no"
Lui scoppia a ridere! "Dai, vieni a mangiare qualcosa. A che ora dobbiamo essere dai tuoi amici?"
I miei amici, suona così strano ma allo stesso tempo familiare e piacevole.
"Dopo pranzo andrà bene, sanno che sono con te" dico facendo spallucce e mi sollevo da terra per raggiungere il piccolo bancone della cucina.
"Mmmh è tanto che non mangio queste cose"
"Mi immagino le tue colazioni…"
"Faccio colazione al locale, prendo un muffin e un caffè di solito"
"Appunto, mentre sarò qui mangerai bene"
"Sissignore" dico con un sorrisetto ma prima di sedermi, è meglio fare una puntata al bagno e controllare che Chris abbia la pappa. Ritorno quindi in cucina da mio padre per gustarmi la colazione inglese che mi ha preparato con quel poco che avevo in frigo. In effetti sono cose che dovrebbe fare una madre. Ma mentre mio padre lavora nella finanza, mia madre è un'Ambasciatrice per l'ONU, lei viaggia tantissimo e non la vedo né la sento da così tanto tempo che mi sembrano secoli. É sempre stato lui a prendersi cura di me in questo modo. Ci siamo sempre divertiti io e lui, anche se è sempre stato piuttosto rigido quando ero piccola, ora dato che ci vediamo molto poco, è il massimo dei papà.
"Che macchina vorresti?" mi domanda mentre mangiamo la colazione.
"Mh, una in cui ci stia comodo anche Chris" 
"Un piccolo fuori strada?"
"Mh, non saprei saresti capace di prendermi un enorme SUV" dico reguardendolo.
"Synne, ma, quanto hai intenzione di rimanere negli Stati Uniti?" mi domanda poi molto più serio, mollando addirittura la colazione per guardarmi.
Ecco, sapevo che prima o poi mi avrebbe fatto questa domanda.
"Diciamo che vorrei rimanere qui per sempre…"
La sua espressione è più dura, lui non ha mai amato questo posto. Non capisce perché io sia affascinata dal sogno americano e tutto il resto. Per lui è solo un posto in cui le persone si scannano per i soldi.
"Capisco"
"Pà…"
"No, va bene. É la tua vita Synne e devi farne ciò che vuoi, ma non accetto che tu passi il resto della vita in questa casa. Sono tuo padre è ho ancora il diritto di … Okay, sei una donna di 27 anni, ma un padre non può prendere un volo per l'altro capo del mondo sapendo in che razza di casa e di quartiere vivi. Anche il tuo amico lo ha detto, l'ho sentito. So che vuoi farcela da sola e ti ammiro profondamente per essere una donna così forte e risoluta. Ma ti preferisco viva…"
Sbuffo pesantemente e penso solo a mangiare durante tutto il suo monologo, perché lo so che quando parte con questi discorsi, qualunque cosa io dica è equiparabile ad una leggera nebbia che viene ignorata da tutti.
"E cosa vorresti fare? Comprarmi casa in una settimana?" brontolo in risposta al suo sermone.
"Veramente…"
"No, non ci credo! Ancora nemmeno l'avevi vista casa mia!"
"Mi hai dato l'indirizzo, se ben ricordi. Sono vecchio, non cretino, so usare google maps"
"Okay, giuro che mi arrendo, oggi però possiamo pensare a quello che già dobbiamo fare?" lo prego con un sorrisino.
"D'accordo, tanto sei in ferie tutta la settimana. Io ho solo un paio d'incontri la mattina di giovedì, ma posso sempre rubarti la nuova auto"
"Aaah ecco a cosa puntavi" dico divertita.
Conosco mio padre, conosco quanto mi vuole bene e conosco la sua frustrazione in questi 2 anni per non aver potuto metter becco nella mia vita. So che non si limiterà ad una macchinetta da poco. Ho sempre odiato gli sprechi, altrimenti non mi accontenterei del poco che ho. Ma se serve per tenerlo buono e far sì che non mi assilli, mi trasferisco anche a Rodeo Drive!
Finiamo la colazione e mentre lui va a cambiarsi, io do una sistemata, coccolando di tanto in tanto Chris. Probabilmente farò come dice mio padre. Ora che sia lui, che Shannon e persino Jared mi hanno detto quanto sia pericoloso…ho quasi l'ansia a rimanere qui. In fin dei conti Chris è un vecchiarello e io sono una ragazza. Meglio non pensarci per ora.
Vado a lavarmi e cambiarmi anche io e solo a quel punto mi accorgo che sono solamente le nove del mattino. Ho capito, mio padre ha intenzione di fare un bel giro dei concessionari. Farò fare a lui, io dirò solo se mi piace o meno esternamente. Non voglio nulla di troppo gigantesco, qui in america hanno auto enormi!
Infilati un paio di jeans neri ed una canotta bianca, prendo al volo il guinzaglio e Chris è su di giri perché verrà con noi! Quando chiamo il taxi, me ne faccio mandare uno grande per far stare il mio cagnolone e comincia la caccia all'auto per Synne!

Giuro, sono esausta e con me il povero Chris. Ma ci troviamo ora a bordo della mia nuova auto che mio padre sta guidando per portarci a casa di Jared! Siamo riusciti a mangiare al volo un hamburger! Solo un hamburger verso le undici e ora sono quasi le tre! Ho avvisato Jared che stavamo arrivando e la sua risposta è stata 'finalmente' con tanto di faccina. Che scemo!
Ah, sì, che auto ho preso? Beh, un grazioso Nissan Juke color nero opaco, interni in pelle perché credetemi, è più facile togliere i peli dei cani dalla pelle che non dal tessuto (!!!) e beh è davvero bella come auto! Era full optional con il tettuccio apribile. É compatta eppure è un Suv, Chris sta benissimo sia nel bagagliaio che tirando giù un solo sedile può sdraiarsi come vuole. Fino ad ora non ho mai avuto un'auto che si colleghi via bluetooth al mio cellulare e che sia così tecnologica. Mi divertirò un mondo a studiarla e capire come funziona. Per ora la lascio guidare a mio padre, altrimenti so che farei dei danni con la centralina e imploderebbe.
Parcheggiamo davanti casa di Jared, le macchine di tutti sono nel vialetto e io sono emozionata!Anche Chris sembra essere estremamente contento. Mio padre chiude l'auto e si infila le chiavi in tasca mentre andiamo verso la porta per suonare al campanello.
"Sono tutti simpatici" garantisco.
Ad aprire la porta è proprio Jared e gli sorrido mentre Chris lo annusa incuriosito.
"Ciao, entrate pure, eravamo in pausa" spiega "E tu? Ciao bello" miagola verso Chris, accarezzandogli cautamente la testa e facendogli qualche grattino, basta, lo ha conquistato!
"Lui è Chris?" mi domanda mentre entriamo, annuisco e faccio strada anche a mio padre verso quello che loro chiamano 'lab'. Chris si nasconde dietro le mie gambe perché ci sono troppe persone. Mio padre si guarda attorno e io sono abbastanza incasinata a stare dietro a tutti.
"Ragazzi, lui è William, il padre di Synne altresì detto signor…"
"Davies, William Davies, piacere di conoscervi"
Ah, già, non ve lo avevo detto? Ovviamente il mio cognome è inglese. I ragazzi si presentano tutti salutando mio padre. É strano ed allo stesso tempo divertente.
"Syn, canti?" dice Shannon salutandomi con un cenno.
"Ah, non saprei…"
"Come non sapresti, sono venuto apposta per sentirti cantare?"
Ecco perché non saprei! Mi imbarazza da morire…
"Ma…"
"Niente ma, dammi Chris e…fai quello che devi" dice lui con un sorrisetto.
Guardo Shannon un po' male ma poi gli sorrido. Devo scaldare la voce, non posso mettermi a cantare con Jared senza averlo fatto!
"La stessa di ieri" mi dice Jared.
"Okay, ma, posso uscire fuori a scaldare un po' la voce? Mi vergogno a farlo qui" ammetto stringendomi nelle spalle.
Non finisco di dirlo che Shannon molla le bacchette e si alza "Vieni, ti accompagno"
"Oh, okay…" faccio un sorrisetto ed esco di casa insieme a Shannon per andare sul retro, classico giardino e piscina, è così americano.
"Come stai?"
"Uh? Bene, grazie…"
"Non abbiamo più parlato da quando ti ho riaccompagnata"
"Abbiamo parlato per messaggio ieri…"
"Sì ma, non è di persona"
"Mh, non c'è stata occasione e ieri non eravate qui"
"No, mio fratello preferiva concentrarsi sul canto"
"Capisco ora dovrei…"
"Fai pure"
E sfoggiando un tenerissimo sorrisetto si siede su una panca e mi guarda. Poca soggezione insomma!
Chiudo gli occhi e sospiro, respiro, regolo il mio respiro e poi semplicemente canto. La canzone che ho in testa in questi giorni è Try di Colbie Caillat

Put your make up on
Get your nails done
Curl your hair
Run the extra mile
Keep it slim
So they like you. Do they like you?

Get your sexy on
Don't be shy, girl
Take it off
This is what you want, to belong
So they like you. Do you like you?

La canto si e no un paio di volte prima di considerarmi davvero pronta. Shannon mi ha guardata tutto il tempo e non lo so perché lo guardavo a mia volta. Avevo gli occhi chiusi. Ma sentivo i suoi addosso a me. Era strano, per quanto mi trasmettessero imbarazzo, mi davano anche la carica esibizionistica per cantare al meglio.
"Splendida voce come sempre Syn"
"Grazie Shay"
"Shay?"
"No?"
Lui ride "Mi chiamano Shan di solito, o mio fratello Shanny, ma Shay mi piace"
"Okay, ti chiamerò Shay allora" sorrido e mi stringo nelle spalle.
Torniamo insieme dai ragazzi e Jared mi sorride.
"Pronta?"
"Come non mai"
"Perfetto, cominciamo allora"
Shannon torna al suo posto e cominciano a suonare, io devo seguire Jared. Chiudo gli occhi, il testo lo ricordo e non voglio distrazioni. Semplicemente, quando devo, comincio a cantare la mia parte.
É bello, è piacevole, è una cosa che non farei per vivere ma che fatta in questo modo mi piace da impazzire.
Finita la canzone, sorrido e riapro gli occhi.
Shannon continua a guardarmi e io mi sento un po' a disagio. Mio padre si fionda ad abbracciarmi e io rido imbarazzatissima. Insomma, davanti a tutti?
"Splendida" mormora e mi limito a ridacchiare abbracciandolo a mia volta.
"Dai…" sbuffo.
"Okay, okay, non sia mai che ti metto in imbarazzo davanti ai tuoi amici"
"Nessun imbarazzo" garantisce Jared e gli altri annuiscono.
Assurdo.
Se mi avessero mostrato un eventualità come questa, non avrei mai creduto si sarebbe davvero potuta realizzare!
Il resto del pomeriggio lo passiamo a canticchiare e chiacchierare. Spero che Jared non mi uccida per quello! Verso le sei e mezza penso sia ora di andare…
"Andiamo pà?"
"Non mangiate una pizza con noi?" domanda Shannon guardandomi con complcità.
"Ah, non saprei"
"Per me va bene Synne, sono persone simpatiche e non abbiamo altri impegni"
"Okay, ci fermiamo allora"
"Come l'altra volta, foglio alla mano per scrivere le pizze da ordinare" dice Tomo sventolando mezzo foglio A4 e una penna. Passa da tutti per prendere le 'ordinazioni' e poi chiama la pizzeria con il cellulare.
Sprofondo in una delle poltrone accanto a Shannon e sospiro.
"Allora?"
"Allora cosa?"
"Una settimana in ferie…cosa farete?"
"Credo lo porterò a fare un po' il turista oppure ci divertiremo in spiaggia o in qualche parco naturale. Ah, sì, poi gireremo per agenzie immobiliari. Il mio paparino mi ha fregata su tutta la linea"
"Meno male"
"Scusa?"
"Dai, Syn, il tuo quartiere è pericoloso per una ragazza sola"
"Sì, grazie, ora lo penso anche io dopo che tu, mio padre e Jared me lo avete fatto notare!"
"Jared? È stato a casa tua?"
"No, cioè più o meno. Mi ha accompagnato,ero senza macchina ieri e mi ha portata in aeroporto e poi a casa"
L'espressione di Shannon sembra infastidita e onestamente non capisco perché. Era stato lui a fare tutti quei discorsi sul 'piaci a Jared. Lui ti piace?' e adesso che penso potrebbe piacermi, fa così?
"Capisco"
"Capisci…cosa?"
"Ieri eri qui con Jared mentre provava a concentrarsi sul canto ma non credo fosse sul canto che volesse concentrarsi"
"Che?"
"Dai, Syn, ancora non l'hai capito che gli piaci? Credi che inviti tutto il parentame di tutti?"
"Ma scusa! Che cavolo, io che ne so? Vi conosco tutti da così poco e ci sono di quegli intrighi che solo a pensarci mi viene il mal di testa. Tu sei il mio capo e quello che si è fatto la mia amica, Jared è tuo fratello e quello che…"
"Quello che?" domanda Jared accucciandosi davanti a me facendomi diventare bordeau.
"Che…mi ha accompagnato a casa con mio padre" dico semplicemente.
"Ah, capisco"
"Smettetela voi due con questi benedetti capisco" sbuffo alzandomi e scostandomi da loro per andare in giardino, ho bisogno d'aria. Solo a guardarli mi viene caldo!
Sprofondo in una delle sdraio e guardo le stelle, beh quel poco che si riesce a vedere. L'inquinamento ambientale di Los Angeles è micidiale!
"Ehi piccola…"
Non ho bisogno di alzarmi o alzare lo sguardo che questo è mio padre.
"Ehi…"
"Scappi? Chris si è fatto conquistare dai tuoi amici e lo stanno coccolando"
Fosse l'unico. Beh lui ci mette meno, ma credo che stiano conquistando anche me.
"Non scappo, avevo bisogno d'aria"
"Immaginavo"
"Immaginavi?"
"Sai, sono tuo padre, ma ci vedo anche bene, sei in una bella situazione"
Ora sì che mi sollevo, di che diavolo sta parlando? "Cosa intendi?"
"Oh, lo capirai bambina, non posso dirtelo io"
"Ma sei mio padre!"
"Già e non mi sorprendo di ciò che vedo. Ma non mi metterò in mezzo, non in questo"
"Meglio comprarmi auto e casa?"
"Oh sì, quello è molto più facile, sono solo soldi"
Sprofondo di nuovo nella sdraio e chiudo gli occhi per fare profondi respiri.
"Synne…stai tranquilla, la tua vita è bella, sei in gamba e raggiungerai grandi cose"
"Grazie papà. Sono contenta di farti felice tornando a scuola"
"Già, molto, ma vedere che te la stai ugualmente cavando alla grande, mi rende felice allo stesso modo"
Sorrido e ce ne stiamo ancora qualche momento fuori.
Solo dopo qualche lungo momento Jared esce a chiamarci.
"Sono arrivate le pizze…"
"Arriviamo" garantisce mio padre "Dai piccola, andiamo. Avrai fame"
"Da morire" miagolo con un sorrisetto, mi sollevo e vado ad abbracciare mio padre. 
Non starò ad indagare su ciò che intendeva, so come è fatto, non me lo direbbe nemmeno se lo implorassi tutta la settimana.
Rientriamo e come al solito si mangia sul divano, mio padre non è molto per la quale, ma si adegua. É divertente vederlo così, ha una decina d'anni in più di Jared e Shannon, ma è completamente diverso da loro. Così fuori contesto eppure riesce ad adeguarsi. Adoro mio padre e lo sto adorando ancora di più in questo momento.
I ragazzi parlano del disco, chiedono poi a mio padre che lavoro fa, di cosa si occupa nello specifico etc… 
È bello anche vedere che lo ascoltano mentre parla e sembrano interessati a ciò che ha da dire. Io come mio solito mi limito ad ascoltare e lascio delle croste per Chris che se ne sta seduto sul tappeto, aspettando che qualcosa caschi anche per lui. 
Le chiacchiere vanno avanti parecchio e non ho mai visto mio padre bere tanta birra. Parlare di musica, di artisti. Non conoscevo davvero questo suo lato e mi ritrovo imbambolata a guardarlo e sorridere.
La serata finisce intorno a mezzanotte, con mio padre alticcio e il mio cane in coma.
Anche i ragazzi sono alticci e la cosa mi fa sorridere.
"Forza papà, andiamo a casa…" dico dandogli una pacca sulla schiena.
Quando vedo Shannon prendere le chiavi della macchina, gliele prendo al volo e faccio un sorrisino.
"Ti portiamo noi, voi ragazzi avete fin troppo apprezzato la birra.
Lui mi guarda ma non protesta, arrendendosi ai fatti.
Mi faccio dire il suo indirizzo, così se dovesse addormentarsi in auto saprei dove portarlo, da me non ci starebbe nemmeno volendo!
Saluto Jared con un abbraccio e Tomo che è meno ubriaco degli altri.
"Bella la tua auto" dice Shannon una volta che siamo fuori.
"Grazie, merito suo" dico indicando mio padre che barcollando raggiunge il sedile posteriore e crolla completamente.
"Bene, avete fatto ubriacare mio padre" dico divertita.
"É stata una piacevolissima serata"
"Sono d'accordo"
Controllo che si sia allacciato la cintura e metto il suo indirizzo nel navigatore dell'auto.
"Te la potevo dire io la strada"
"Sì, ma se ti addormenti anche tu…"
"Non mi addormento, l'alcol non mi fa quell'effetto, tranquilla. Grazie del passaggio però"
Sorrido e durante il tragitto ovviamente anche lui si appisola. Ne ero certa.
Ci vuole un po' per arrivare a casa sua e quando parcheggio, scendo dall'auto e senza chiudere il mio sportello, vado ad aprire il suo.
"Ehi, Shay, siamo arrivati" mormorò per svegliarlo.
Lui mugola, sbuffa ed apre gli occhi.
"Mi sono addormentato"
"Già, sai, l'alcol non ti fa quell'effetto"
"Sono anche stanco, sai?"
"Immagino…dai, ti accompagno dentro?"
"Non c'è bisogno, vai pure a casa" mormora scendendo dall'auto e mi abbraccia "Grazie"
Oh, ma che… "Prego, figurati, tu lo hai fatto per me"
"Mh, beh a settimana prossima" scioglie l'abbraccio e inforca il vialetto.
"Già, a settimana prossima"
Appuro che entri in casa tutto intero e mi rimetto in auto per portare a casa mio padre e metterlo a letto.
Che giornata e che serata assurda…

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Capitolo 12
*** #11 ***



La settimana con mio padre è stata delirante ma divertente.
Quando siamo arrivati a casa di ritorno da quella di Jared, ho accompagnato lui in camera da letto che si è addormentato in un secondo. Ed io? M'è toccato farmi un giaciglio con i cuscini del divano perché dopo averlo sfondato ci siamo ben scordati di ricomprarlo!
Il giorno dopo sono stata trascinata alla ricerca di appartamenti o case con giardino per Chris! Mio padre ne aveva già scelte alcune ed aveva preso degli appuntamenti. Micidiale, quell'uomo quando si mette in testa una cosa è irremovibile! Morale? In due giorni abbiamo scelto la casa -sì, per me una vale l'altra- e mi ha aiutata a traslocare nei successivi due giorni. Il quartiere è fin troppo bello e più vicino sia all'università che alla caffetteria! Chris sembra adorare la nuova casa e tutto funziona che è una meraviglia. Negli ultimi tre giorni sono riuscita a portare mio padre in spiaggia, poi in un parco nazionale ad un paio d'ore da LA e poi abbiamo fatto una gita a San Diego.

AH, Sì Sì, la mia casa.
Mio padre è strategico ed ovviamente conosce i miei gusti. Si trova sulle Hollywood Hills ad un paio di miglia dall'autostrada! É una casa indipendente, moderna anche nella forma. Grigia con una scala rossa e addirittura il garage ed ovviamente il giardino per Chris. Non mi piace molto il cancello, in ferro battuto ma del color dell'acciaio e di quelli che sono una sola enorme placca di metallo. 
La scala rossa, un piccolo -davvero piccolo- porticato ed eccoci l'ingresso di casa, è composto da un corridoio in cui c'è un comò bianco e un appendi abiti. Alla fine del corridoio, sulla destra ci sono le due camere da letto, la padronale è ampia! Appena entrati sulla sinistra l'intera parete è composta da un armadio a muro ad ante scorrevoli bianche. Il letto dà sulle finestre da cui si vede il panorama delle Hills. Nell'angolo, la porta del bagno, non è grandissimo, ma sicuramente più di quello che avevo prima. É più lungo che largo, ma la doccia è un vero incanto, larga e spaziosa, con la vetrata trasperente come l'avevo sempre sognata. L'altra stanza è molto più piccola, la userò come stanza degli ospiti ed è dove mio padre ha dormito negli ultimi tre giorni! Ha il suo bagnetto che poi verrà usato come bagno di servizio, dato che ci sono la lavatrice e l'asciugatrice. Tornando all'ingresso, sulla sinistra cinque gradini portano al piano rialzato. Cucina a vista moderna con il bancone ad isola, tutto rigorosamente bianco. Il frigo è gigantesco rispetto a quello che avevo prima! Il soggiorno composto da un divano grande a tre posti e due poltrone bianche con supporti in acciaio. Tutta la casa è rigorosamente moderna nell'arredamento e nelle rifiniture! Il camino all'interno del muro e chiuso con del vetro che sopporta le alte temperature,troneggia nel soggiorno. Mio padre mi ha spiegato che con quel vetro, che sopporta le alte temperature, non si rischiano eventuali lapilli che vadano a rovinare il pavimento in parquet.
Sopra al camino la televisione a 42'' che userò molto poco, ma fa nulla.
Tutta la parete della cucina a vista e del soggiorno è composta da vetrate con una porta vetri scorrevole da cui si accede al piccolo giardino con piscina. C'è anche una zona gazebo con mobili annessi, ma almeno potrò mettere la cuccia di Chris! Ah, dimenticavo il mio spasmodico amore per il tavolo da pranzo sistemato tra il divano e la cucina. Bianco e…beh, moderno!
Amo questa casa anche se mio padre non avrebbe davvero dovuto spendere così tanto, la sua risposta è stata che almeno quando viene a trovarmi starà comodo e tranquillo e che per lui è uno splendido investimento. Come faccio a non adorare mio padre?

Ieri sera purtroppo l'ho riportato in aeroporto e ammetto che mi veniva da piangere. Mi piace avere qui il mio papà. Ma forse è così perché ci vediamo poco. Ora sono di nuovo a lavoro, domani partiremo per il Coachella e ammetto di essere tanto emozionata quanto agitata. Non ho avuto tempo di sentire né Shannon né Jared se non con qualche messaggio.
Stamattina ho portato Chris a fare una corsetta -a volte preferisco correre piuttosto che camminare-, ho fatto una splendida doccia e mi sono preparata per andare a lavoro: jeans e maglietta polo nera. Tutto deve essere rigorosamente BlackFuel, così come il cappellino e il grembiule che portiamo. Shannon mi ha chiesto di fermarmi una mezz'ora anche dopo lavoro per parlarmi del viaggio. Sono su di giri! E un po' preoccupata, sembra staremo in un motel, niente da obiettare, ovviamente ognuno avrà la propria stanza.
La visita di mio padre ha fatto sì che io abbia molte più energie di prima e molto più buon umore. Sto davvero pianificando le mie prossime mosse e mi sono già messa in contatto con l'università per riprendere gli studi! Papà mi ha fatto però promettere che se non riesco a lavorare e studiare lo devo avvisare o devo rallentare con i ritmi e fare un part-time. Si vedrà.
La giornata è volata, così come la pausa pranzo e quando stacco dal turno alle quattro, aspetto Shannon nell'ufficio di Mark.
"Ciao!"
Non lo avevo proprio visto e sobbalzo sulla sedia! "Ehi, ciao!" dico con un sorrisetto.
"Ti ho spaventata?"
"No, scusa, ero sovrapensiero e mi hai riportata con i piedi per terra"
"Capito, tuo padre è tornato in Europa?"
"Già e mi manca, mi sento molto adolescente in crisi in questo momento"
Sorride e mi guarda quasi dolcemente, in un modo che non saprei decifrare.
"Allora, per domani…?"
"Ah, sì, beh, allora, ci troviamo qui davanti per le cinque"
"Wow, prestino"
"Già, ma dobbiamo essere operativi per quanto le persone entreranno, per cui vuol dire partire molto presto. Ci vogliono due ore e mezzo senza traffico per arrivare a Indio"
"Capito, capito, beh, tuo fratello si è offerto di tenere Chris, per cui non posso che essergli estremamente grata"
"Già, lui ha solo da fare sul set, la sera torna a casa e può stargli dietro"
Sorrido e mi stringo nelle spalle "Altro che dovrei sapere?"
"Mh, no, porta la divisa e per il resto ci prepareremo sul furgone"
"Perfetto, allora meglio che torni a casa, prepari la borsa e vada a letto molto presto. Più tardi sono da Jared a portargli Chris, non posso piombargli a casa così presto domani mattina"
"Capisco, sei bella impegnata oggi. Ma ricorda di riposare"
"Sissignore, tornerò a casa ad un orario consono per l'ora della sveglia" dico uscendo dall'ufficio e andando alla macchina.
Meglio mandare un sms a Jared!

To: Jared
Ciao! Ho appena parlato con Shannon e il ritrovo è alle 5 del mattino, posso portare Chris da te stasera? Dovrò svegliarmi alle 4 e preferisco andare a dormire presto. Mi sdebiterò, promesso…

Guidare verso casa sapendo che l'auto non morirà da un momento all'altro è davvero una bella sensazione! Poi, non so, sono di buon umore! Quando arrivo davanti casa, non lascio la macchina in garage perché tanto dovrò uscire a breve. Faccio rapidamente le scale e sento Chris abbaiare. Già me lo vedo che saltella, contento del mio ritorno e infatti appena apro la porta mi salta in braccio scodinzolante.
"Ciao amore mio…hai fatto il bravo? Dai, usciamo a fare una passeggiatona" gli metto al volo la pettorina che tengo appesa all'ingresso insieme al collare ed esco insieme a lui richiudendo dietro di me la porta!
Mentre stiamo passeggiando per le vie del quartiere e le persone mi guardano come a capire chi diavolo io sia, mi risponde Jared!

From: Jared
Ma allora, ceniamo insieme! Posso venire io da te se non vuoi fare troppo tardi…

Oh! Il mio primo ospite?! Beh oltre papà, ovviamente.
Mi farebbe parecchio piacere se venisse.

To: Jared
Davvero? Fantastico, voglio dire, saresti il mio primo ospite. Preparerei qualcosa di buono ma non ho idea di cosa tu possa mangiare o meno…

Lui è vegano e io mangerei carne fino a scoppiare. Sospiro mentre cammino e mi guardo attorno. Non ho davvero nulla di cui lamentarmi nella mia vita. Tutto è dannatamente perfetto per quel che mi riguarda. Faccio cose che mi piacciono e mi appagano, ho la possibilità di trovare la mia strada e dei genitori che mi vogliono bene e mi supportano. Chi in un modo e chi in un altro. Purtroppo le comunicazioni con mia madre avvengono spesso o con video registrati o e-mail. Questo è dovuto sia al fuso orario che agli impegni di entrambi. Ma ce la mettiamo tutta.

From: Jared
Mi porto da casa alcune cose e posso cucinare il mio menù particolare, non preoccuparti, a che ora vengo?

To: Jared
Oh, beh, quando vuoi, noi siamo a casa. Dammi il tempo di fare una doccia, per le sei?

Sembrerò una pazza, lo so! Ma ora che so che verrà davvero, sono agitata da morire. E sono agitata da morire per il viaggio di domani! Che diavolo!
Lascio che sia Chris a decidere quando tornare a casa e quando guardo l'ora, sono le 5.30, ho tutto il tempo di lavarmi e cambiarmi con dei vestiti decenti. La borsa la posso fare anche quando Jared è qui.
Slego il povero Chris e riappendo guinzaglio e pettorina. Chiudo la porta e volo in camera per mettere sul letto il cambio. Amo fare la doccia, è una sensazione così bella, ma devo ricordarmi di avere solo mezz'ora ed io potrei stare le ore sotto l'acqua che scorre!
Quando esco dal bagno, lancio un'occhiata alla sveglia sul comodino, mancano una decina di minuti! Mi vesto al volo ed asciugo i capelli, metto la crema idratante e un filo leggerissimo di trucco.
Chris mi trotterella attorno guardandomi curioso ed io gli sorrido.
"Ora preparo la pappa a te e poi vedo cosa posso preparare per me" dico prendendo le sue crocchette che mischio sempre con la carne. Lui è contento e io non devo spendere una marea di soldi! Non c'è male. Okay, ora devo…
Non devo nulla, il citofono del cancello suona e vado all'ingresso per guardare dal videocitofono e vedere quello schianto d'uomo che è Jared ma…ha qualcosa ai capelli. Apro ed apro anche la porta, vedendolo salire la scala rossa, mi accorgo che i suoi capelli sono verdi e mi viene da sorridere.
"Drastico cambio di stile"
"È per il film, io di solito preferisco l'azzurro o il pomgranade"
"Oh, mi scusi" dico ridendo "Prego, accomodati"
"Una splendida zona, un gran salto di qualità rispetto quella di prima"
"Ah, i soldi, vedi cosa possono fare?"
"Lo so molto bene. Ma ti sta bene? Mi era sembrato di percepirti come una ragazza molto indipendente"
"Lo sono il più delle volte, ma sono anche una ragazza che non ama sentirsi ammorbare dal proprio padre. Poi ammetto che mi avete messo tutti ansia parlando di quanto il mio vecchio quaritere fosse poco adatto ad una ragazza sola"
"Lo era davvero. Meglio questo, tra l'altro siamo molto più vicini"
"Oh, sì?" domando quasi cascando dalle nuvole.
"Sì, circa quindici minuti, venti da casa di mio fratello"
"Ora so tutto, vieni, la cucina è di qui, Chris sta già mangiando così poi ti faccio la busta con le sue cose"
"Okay, non ti preoccupare"
E chi si preoccupa. Devo solo affidarti il mio migliore amico per tre giorni, nulla di che, no?
Jared appoggia il sacchetto con le sue cose sul bancone a isola e io gli sorrido aprendo il frigo per controllare cosa posso mangiare. Mi farò del salmone con un'insalata di pomodori, andrà più che bene.
"Devi cucinare?" domando.
"Giusto una padella mi servirebbe…"
"Potrei anche concedertela, sai?"
"Come sei magnanima e gentile! Non ho parole, come potrei mai sdebitarmi?"
"Tenere Chris per tre giorni sarà perfetto, grazie"
"Oh, capisco, ecco perché sono stato invitato a cena"
"Credevi ci fosse dell'altro? Come l'immensa gioia della tua compagnia?"
"E perché no?" mi domanda avvicinandosi e piazzandosi davanti a me, lasciandomi contro il bancone della cucina.
Dio, il profumo di quest'uomo è ammaliante.
"Ah…"
"Mh?"
"Mi piace…stare in tua compagnia, altrimenti non saresti qui" dico guardandolo in quegli occhi che…sono indescrivibili ma poi lo sguardo mi finisce sui suoi capelli e mi viene da ridere.
"Che c'è?"
"Scusa, è che quei capelli così verdi…" non riesco a smettere di ridere e lui sorride ma in quel modo indispettito che è assurdo.
Mi prende i polsi e mi guarda nuovamente dritta negli occhi senza che io possa continuare davvero a ridere.
In un attimo le sue labbra sono contro le mie e mi sta baciando. Merda. Mi sta davvero baciando e io non sto facendo altro che sciogliermi contro di lui, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, lui mi lascia i polsi per appoggiare le miani sui miei fianchi e intensificare il bacio. La sua lingua calda che accarezza la mia mi fa completamente perdere la ragione.
Quando si stacca, mi sembra di essere di nuovo caduta sulla terra con un sonoro tonfo. Lui mi guarda con un mezzo sorrisino e io non posso far altro che ricambiarlo.
"Quindi…la padella" dico poco intelligentemente voltandomi e piegandomi per prendergli la padella e porgergliela.
Lui la prende e ride "Grazie, non era esattamente la reazione che mi aspettavo"
"Scusa è che credo di essere alquanto confusa"
"Confusa su…?"
Mi mordo il labbro e non riesco a dire proprio nulla.
"Okay, non ne parliamo, mangiamo" dice sorridendomi e basta.
Meglio, davvero meglio!

La serata trascorre tra chiacchiere e la cena. Chris sembra aver preso confidenza con Jared, immagino che per quanto sentirà la mia mancanza, starà bene anche con lui. Purtroppo però verso le nove di sera li caccio entrambi via. Do a Jared la sacca di Chris e li accompagno alla porta.
Mi abbasso a salutare il mio cucciolone ed accarezzargli la testaccia pelosa.
"Fai il bravo, mi mancherai da impazzire" sospirò strizzandolo in una specie di abbraccio.
Mi alzo e sorrido a Jared, sto per dire qualcosa, ma lui mi bacia di nuovo, anche se solamente a stampo.
"Buon viaggio"
"Grazie…buon…film?"
"Già, grazie, fammi sapere quando lo verrai a riprendere"
"Certo, ci sentiamo"
"Assolutamente"
Sorrido e li guardo scendere la scala rossa, uscire dal cancello e Chris balza in auto di Jared senza storie.
L'ultima cosa che vedo, sono le luci di posizione del suo fuori strada che si allontanano…

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Capitolo 13
*** #12 ***



La prima giornata al Coachella è volata in un lampo. Svegliarsi alle quattro del mattino, correre con un taxi per arrivare puntuale, un viaggio di due ore, allestire il banco, lavorare tutto il giorno sotto il sole. É finita che alle otto facevo una doccia e alle nove mi sono addormentata come una babbea.
Stamattina sono molto più riposata e con Shannon, Kevin e Joyce siamo tornati al banchetto della BlackFuel.
Non è da sottovalutare il fatto di rimanere in piedi a servire gente per tutto quel tempo. In compenso anche ieri ho avuto modo di chiacchierare con Shannon ed ho scoperto che è molto più simpatico di quello che credevo. Forse era tutto dovuto al fatto di averlo conosciuto in una circostanza, beh, particolare diciamo.
Sono le dieci del mattino e siamo già a servire caffè. In questo posto c'è un caos assurdo e ho già visto di sfuggita qualche personaggio famoso delle serie tv!
"Sei sparita ieri sera…" dice Shannon con un sorrisetto mentre mi squadra.
"Ero esausta, dopo la doccia ho fatto l'errore di sdraiarmi cinque minuti e sono partita"
"Immaginavo, non sei abituata a queste cose, mh?"
"A delle trasferte svegliandomi alle quattro del mattino, lavorando tutto il giorno e poi pensare di uscire per divertirmi? No, proprio no" ammetto ridendo mentre servo l'ennesimo caffè.
Ormai è qualcosa che so fare fin troppo bene, ma suona così strano vederlo fare da Shannon, lui è il capo…
"Tu? Andato a zonzo?"
"Sì, con Joyce siamo andati a sentire della musica, bere un po', cose così"
Ecco, in questo momento non so con precisione perché la cosa mi dia fastidio.
"Capito" dico un po' più freddamente mentre preparo i bicchieri per i prossimi caffè e non lo guardo nemmeno più, ben sapendo che posso fare queste cose anche guardando altrove.
"Non…è successo nulla. Nè con lei, nè con altre…"
Istintivamente lo guardo, sono attonita. Che…?
"Ah, no ma…non è affar mio, insomma, puoi fare quello che vuoi, figurati" mi stringo nelle spalle e questa volta fisso i bicchieri perché è meglio che fissare lui, quel viso, quegli occhi e quella schiettezza che mi ha disarmata completamente. L'espressione che aveva, cosa diavolo voleva dire?!
La giornata è lunga e viene Joyce insieme all'altro ragazzo a darci la possibilità di prendere una pausa per mangiare qualcosa.
"Cosa vuoi mangiare? Tanto qui c'è praticamente di tutto"
"Mh, non saprei, passiamo davanti ai chioschi e andiamo a odore?" chiedo con un sorrisetto.
Lui ride ed annuisce.
"Sei tornata normale"
"Mh?"
"Prima, eri strana, ma ora sei tornata normale"
"Oh, è il caldo credo, potevamo pensare ad un modo per rinfrescarci"
"Già, ma a parte l'ombrellone non ce ne sono altri"
"Una bella ghiacciaia, con qualche pinguino e qualche palla di neve per giocare"
"Nostalgia di casa miss Norge?"
"Ah-ah…forse un po', perché?"
"Pensavo volessi rimanere qui, non è per quello che hai una casa nuova?"
"Certo che rimarrò qui, ma non vuol dire che ogni tanto non mi dispiacerebbe tornare a casa a godermi una o due settimane d'inverno" faccio spallucce.
"Ho visto solo Oslo della Norvegia, poi siamo sempre stati di passaggio"
"Nei tour?"
"Sì"
"Immagino, le altre città sono troppo piccole e non credo abbiano posti per accogliere dei concerti della vostra portata"
"Della nostra portata?"
"Sì, ho letto su internet che fate quasi sempre il pienone nelle arene più grandi"
"Vero, di dove sei tu? Insomma, dove sei cresciuta?"
"Un po' qua e un po' là…" ammetto facendo spallucce.
Lui mi guarda incuriosito e io sorrido.
"Sono nata a Londra, ma mia madre voleva crescermi in Norvegia, quindi siamo andati a vivere nella sua città natale, Tromsø. Quando però i miei si sono separati, ci siamo spostate a Oslo. Lì mia madre ha cominciato a lavorare sempre di più e io passavo l'anno scolastico a Oslo e le estati in Inghilterra" dico facendo spallucce "Non mi lamento, ho vissuto in luoghi splendidi e ne ho visti di molto belli. Ma il mio cuore spesso vuole tornare a Tromsø. La considero casa"
"L'ho già sentita, ma non ci sono mai stato"
"Oh, è splendida, immagina una citta sul mare, composta da un paio di isole più la terra ferma, dove d'inverno nevica ed alle spalle ha le montagne. Puoi vedere l'aurora boreale e anche se non abbiamo mai delle giornate completamente buie, ne abbiamo alcune in cui la notte non arriva mai. Tu pensa d'esser fuori a mezzanotte e che ci sia comunque il sole. Siamo a 350km dal circolo polare artico e, beh…semplicemente la amo. E poi i miei nonni vivono ancora lì" spiego con un sorrisino.
"Sembra proprio…tu sia innamorata di quella città"
"Lo sono, ma non sono riuscita a pensare alla mia vita perennemente lì. Da ragazza, pensare di passare tutta la mia vita a Tromsø mi paralizzava. Come se avessi la sensazione di essere fuori dal mondo"
"é molto a nord?"
"La definivano la capitale della Lapponia"
"Oh, parecchio a nord" dice lui ridendo e la sua risata è così piacevole…
"Già. Oh! Quello, voglio mangiare quello!" dico poi indicando quello che sembra un enorme panino hamburger o simile.
"E riusciresti a finirlo?"
"Vuoi mettermi alla prova?"
"Okay, ti sfido. Giuro che se lo finisci ti do 50$"
"Wow, ora sì che lo finirò!"
"Prego"
Ci avviciniamo al banco e quell'hamburger è gigantesco! Gli americani hanno tutte queste misure super size di qualunque cosa!
"Salve, vorrei uno di quello!" dico trionfante. 
Anche il ragazzo del chiosco mi guarda allibito.
"Sì, sì, riuscirò a finirlo" garantisco con un sorrisetto e lui ride a sua volta dicendomi solo "okay".
Pago e mi siedo ad uno dei tavolini con le mie patatine.
"Tu non mangi?"
"Sì, ma non quella roba, prendo altro"
Shannon al contrario di Jared non sembra vegano, ma non esagera con la carne, prende un'insalata di pollo gigante. Una cosa che qualunque ragazza americana finisce come nulla.
Durante il pasto non chiacchiriamo, sono troppo concentrata sul mio panino e mi accorgo che in tanti mi stanno guardando.
"Ma…sembro così uno scricciolo? Mi guardano tutti…"
"é che messa a paragone con il panino, non sei esattamente una montagna"
Sbuffo divertita e scuoto il capo.
"Esagerati"
Ci metto quasi un'ora, ma quel benedetto panino è finito! Shannon mi guarda sbalordito e in un attimo si solleva, prende il portafogli dalla tasca e mette 50$ sul tavolo.
"Meritati" dice con un sorrisetto.
"Grazie, grazie" miagolo "Ora però sto per scoppiare, ti prego, facciamo una passeggiata"
"Guarda che per oggi abbiamo finito, ci pensano Kevin e Joyce fino alle 5, dopo quell'ora, ci siamo accorti ieri che è inutile tenere il banco aperto"
"Ah, pensavo dovessimo tornare"
"No, per nulla"
"Bello, allora, passeggiata e ascoltiamo della musica?"
"Andata, ma andiamo a cambiarci…"

Siamo andati a cambiarci e io ho messo un paio di shorts di jeans chiari e la solita canotta, amo mettere le canotte e LA lo permette parecchio! Ecco perché non tornerei ai cappotti di Tromsø.
Abbiamo passato il pomeriggio in giro e siamo andati ad uno dei concerti, ho saltato, urlato e cantato con Shannon ed è stato dannatamente divertente. Ci stiamo anche bevendo un po' troppe birre! Ma è l'atmosfera del Coachella!
"C'è la ruota panoramicaaa!!!" urlo ormai piuttosto arzilla per via delle birre.
"Vuoi salire?"
"Sì! Di sera è anche più bello!"
"Forza, andiamo" dice facendo cenno con il capo, mi prende la mano e andiamo verso la ruota.
Io non ho nemmeno il tempo di perplimermi per quella mano. Le sue mani sono grandi, molto più di quelle di Jared.
Paga il biglietto e dopo qualche momento in cui aspettiamo che arrivi, saliamo e facciamo la nostra corsa.
"Sei ubriaca, lo sai?"
"Forse un po'" dico ridacchiando "Ma eri ubriaco anche tu quando c'era mio padre"
"Vero, ma io non andavo in giro ad urlare" dice ridendo.
"Sono una ragazza casinista, scusa se non sono una di quelle biondone perfettine che ti piacciono tanto. E comumque anche io sono bionda, solo che preferisco il nero e poi…"
Shannon ferma il mio vomito di parole tappandomi la bocca con la sua, proprio nel momento in cui la ruota si ferma nel punto più alto. Le risate e le chiacchiere della gente sono più lontane da quassù, l'aria è più fresca e piacevole e le sue labbra sono così morbide e piacevoli che non riesco a non ricambiare il suo bacio. Questi due giorni con lui sono stati splendidi. É simpatico, alla mano, chiacchierone quando si lascia andare altrimenti risulta addirittura timido. I suoi modi sono così protettivi e piacevoli. Mi aggrappo al suo braccio e continua a baciarlo fino a quando non rimango senza fiato e devo necessariamente scostarmi.
"É il tuo modo di farmi stare in silenzio?" mormoro.
"No, volevo farlo da settimane"
Settimane? Oddio… Il mio cervello è troppo imbevuto d'alcol per elaborare correttamente la sua affermazione. Così tutto ciò che mi esce è un "oh".
"Non ne ho approfittato perché sei ubriaca, ho solo pensato fosse bello farlo qui"
E lo era davvero, perché non sono così ubriaca, se non mi fosse piaciuto lo avrei spinto via! Mi mordo appena il labbro e resisto esattamente due secondi prima di accarezzargli il viso e baciarlo nuovamente. La ruota panoramica riparte, ma non mi interessa.
Solo quando ci chiedono di scendere, mi scosto da lui e senza guardarlo scendo con un balzo, finendo ovviamente con la faccia in terra. Forse ero davvero troppo ubriaca per un saltello di questo genere.
"S-syn? Stai bene?" sento nella sua voce che sta cercando di non scoppiare a ridere, ma diamine, riderei anche io se mi vedessi in questo stato!
"Sì" sbuffo appena.
Mi ricompongo e cerco di alzarmi, ovviamente mi esce il sangue dal naso.
"Sei un disastro" dice ridacchiando appena.
"Ah, quindi baci una ragazza sulla ruota panoramica e poi ridi di lei quando si fa male?"
"Ebbene, sono un'orribile persona"
Sorrido e scuoto appena il capo.
"Orribile persona, trovami un fazzoletto o userò la tua maglia per pulire il sangue"
Lui va ad un banchetto di zucchero filato lì accanto e prende dei fazzolettini.
"Se vuoi, per farti passare la bua ti prendo lo zucchero filato"
Inarco un sopracciglio e lo guardo male "Preferisco andare sulle montagne russe"
"Oh, sicura?"
"Molto"
"Andiamo allora" dice facendomi cenno.
Il tempo della fila, mi serve per concedere al mio naso di smettere di sanguinare, quindi quanto tocca a noi, ci mettiamo sui vagoni di testa e allacciamo le cinture.
"Pronta?"
"Nata pronta, sono emozionata!" 
Lui ride e io invece per tutto il tragitto urlo come una pazza, tanto sono gasata. Alzo le braccia, gli do qualche colpetto e rido, rido tantissimo con il vento che spara per aria i miei capelli corti.
Quando scendiamo, beh scende prima lui e mi aiuta ad uscire, la cosa fa sì che io finisca contro di lui.
"Bello" miagolo "Il giro"
"Certo, bello"
Non ho idea di che ore siano, ma le persone cominciano ad essere di meno. Le ore passano come nulla quando sono con Shannon!
"Sono un po' stanca…" ammetto stircchiandomi appena "Che ore sono?"
"È quasi la una di notte"
"Ecco perché sono stanca"
"Domani è l'ultimo giorno…"
"Già, sarà strano tornare al caffèè"
"Era la prima volta che venivi qui?"
"Primissima, ho perso la verginità da Coachella, colpa tua"
Lui scoppia a ridere come un matto e io sorrido nel vederlo così.
"Sei assurda"
"Uff, non è colpa mia se non hai mai conosciuto ragazze anglo-norvegesi che vivono a LA"
"No, mai…"
Sorrido e camminiamo per andare verso il motel. Quando arriviamo, è imbarazzante, perché io non vorrei separarmi da lui, vorrei continuare a chiacchierare. Ma sono anche conscia che domani dobbiamo lavorare e che se gli chiedessi di venire in camera, penserebbe chissà cosa…
"Vai a dormire subito?" mi domanda.
Io inarco le sopracciglia guardandolo stupita "Forse" mormoro mordendomi il labbro.
"Ti va di chiacchierare ancora?"
Mi legge nella mente? "Sì…"
"Posso?" indica la mia porta con un cenno.
Io mi limito ad annuire, prendo la chiave dalla tasca ed entriamo nella mia stanza. La prima cosa che faccio è andare in bagno per controllare il mio naso, sciacquare il viso e visto che ci sono infilare i pantaloncini del pigiama.
Quando esco, lui è seduto sul letto e mi guarda con un sorrisetto "Messa comoda?"
"Sì e ho lavato via un po' di sangue"
Mi siedo accanto a lui, ma poi mi sdraio con la schiena sul letto, lasciando i piedi sfiorare il pavimento.
"Stanca?"
"Sì, ma anche no. É strano, sono stanca, almeno il mio corpo lo è, ma avrei voglia di continuare a chiacchierare fino domani mattina"
Lui si sdraia come me e volta il capo per guardarmi.
"Già, la penso allo stesso modo, che lavoro fa tua madre? Tuo padre lo sappiamo bene" dice sorridendo.
"É un'ambasciatrice dell'ONU. Viaggia molto e in effetti il suo è un lavoro improtante"
"Cavolo, lo è sul serio. La senti spesso?"
"Non quanto vorrei, tra il fuso orario e gli impegni, al massimo una telefonata al mese, tante mail e qualche video"
"Vi registrate video?"
"Sì, è divertente, in sostanza facciamo lunghi monologhi in cui ci raccontiamo tante cose. É quasi meglio che per e-mail e anche se indirettamente ci vediamo"
"Ti manca?"
"Molto, come mi mancava mio padre. Ma sono una persona adulta, no?"
"Io ho 44 anni e quando non vedo mia madre per mesi, mi manca. Oppure mio fratello"
Merda. Suo fratello. O cazzo! Jared mi ha baciata! Shannon mi ha baciata e io ho baciato Shannon.
Oh cazzo, mi piacciono due fratelli…

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Capitolo 14
*** #13 ***



Quando Shannon ha nominato suo fratello, il mio cervello è andato completamente in pappa. Credo che mi stia prendendo davvero il panico per questa situazione.
Lui sta andando avanti a parlare e io non sto assolutamente ascoltando, pensando solamente a che cosa posso o devo fare?! Sono davvero ubriaca o quanto meno alticcia perché non riesco a ragionare e mi sta salendo l'ansia. Una vera e propria ansia. 
Mi sollevo di scatto dal letto e cerco di respirare.
"Ehi, stai bene?" sento che mi domanda Shannon. 
No che non va bene, io non sono così, non sono questo tipo di persona! Non sono la persona che prima di partire si fa baciare da uno e due giorni dopo dall'altro! Loro poi sono così diversi.
Respiro velocemente, affannosamente e mi sento davvero il petto scoppiare.
"Syn, mi stai preoccupando"
Quando diavolo è successo che si è messo in piedi davanti a me?! Quando?!
"N-non riesco a respirare" ammetto con un filo di voce.
"Lo vedo, ma cosa ti è successo, è un attacco di panico? Ho detto qualcosa che ti ha spaventata?"
Scuoto il capo. Gli è bastato nominare suo fratello.
"Vieni" mi dice tirandomi in piedi e sorreggendomi mi accompagna fuori.
La testa mi fluttua, letteralmente, come se fossi in acido e il peso al petto è sempre maggiore. Non riesco a gestire il mio intero corpo, non riesco a parlare.
Shannon mi fa sedere su una panchina, poi si accovaccia davanti a me e mi mette le mani sulle cosce.
"Ehi, guardami"
Non ci penso nemmeno a guardarlo, non ci penso proprio!
Mi pizzica appena la gamba e ancora "Guardami Syn" mormora dolcemente.
A quel punto io non posso far altro che guardarlo negli occhi mentre affogo nel mio stesso respiro.
"Brava, ora concentrati solo sulla mia voce" sta parlando con tono così calmo, dolce, la sua voce è piacevole.
Piano piano il mio respiro si calma ed anche se la mia testa continua ad essere una vera e propria confusione, il contatto con i suoi occhi e le sue parole mi tranquillizzano. Solo che una volta tornata normale, mi sembra di aver corso una maratona.
"Cosa ti è successo?" mi domanda sedendosi accanto a me "é perché ti ho baciata?"
"No, non è perché tu mi hai baciata è perché…"
"Cosa?"
"…perché voi mi avete baciata" mormoro vergognandomene completamente.
"Noi? Vuoi dire…"
"Jared"
Silenzio.
Lui non parla e non dice nulla. Sono una persona orribile, mi sento davvero uno schifo per averli baciati entrambi.
"Ti porto in camera, vieni"
Lo guardo sconcertata, il suo tono è mille volte più freddo e io non posso certo lamentarmene. Però sento una stranissima sensazione, come se il suo cambiamento d'umore mi ferisse.
Mi accompagna in camera e mi fa sedere sul letto.
"Meglio che vada a dormire, domani mattina è l'ultimo giorno"
Mi mordo appena il labbro e non riesco a guardarlo.
"Sai, quello che mi aveva davvero fatto infatuare di te era il fatto che eri una persona seria. Non mi piacciono le cose superficiali, avevi detto. E guarda, hai baciato due persone in meno di 72 ore" scuote il capo e va alla porta "Facciamo finta che non sia successo niente"
Non mi da il tempo di replicare, non mi lascia il tempo di avere una qual si voglia reazione alle sue parole che è già andato via ed io rimango in camera da sola, seduta sul letto. Mi viene tremendamente da piangere!
Mi sdraio sul letto e abbraccio il cuscino mettendomi effettivamente a piangere. Solo dopo qualche momento allungo il braccio per prendere il cellulare e guardare se ci sono messaggi. Un paio di Jared in cui mi manda foto di Chris e mi chiede come stia andando qui al Coachella.
Solo un'ora fa avrei potuto dirgli quanto mi stessi divertendo, ma adesso. Cosa devo fare?
Dovrei scegliere? Dovrei dire anche a Jared cosa è successo? Dovrei sentirmi di nuovo dire quelle cose? Aveva ragione Shannon, mi vantavo di essere una persona seria e poi?
Sospiro e decido che se devono entrambi vomitarmi addosso merda, che lo facciano la stessa serata, almeno non dovrò sentirmi più così. Che egoista…

To: Jared
Jared, non abbiamo avuto modo di parlare di quel bacio che mi hai dato…
Non so ancora come reagire e cosa fare. Non ho avuto nemmeno il modo di farlo perché qui si lavora parecchio.
Poi stasera…è successo che anche Shannon mi ha baciata…

Ecco, anche lui comincerà ad insultarmi, ne sono certa!
Non faccio però in tempo a vedere la reazione di Jared perché tra alcol, attacco di panico e stanchezza, crollo in un attimo addormentata. 
La mattina è la sveglia a farmi fare un vero e proprio salto. Ho bisogno di una lunga doccia, ma la prima cosa che faccio è prendere il telefono per spegnere la sveglia e controllare se per caso Jared mi abbia risposto…

From: Jared
Immaginavo sarebbe successo. Ne parliamo quando torni se avrai voglia. Non per messaggio…

Oh, immaginava? Cosa vuol dire?!
Sapeva che Shannon era interessato a me? O …? Ma che diavolo come ho fatto a trovarmi in mezzo a tutto questo? Quello a cui si riferiva mio padre! Ora l'ho capito, parlava del fatto che tutti e due sono interessati a me. Diamine ma che …Io non ho niente di speciale!
Sospiro e mi rimetto in piedi, adesso devo andare a lavorare. Anche se non ho idea di come guardare Shannon in faccia dopo la scorsa notte! Mi spoglio al volo e mi butto sotto la doccia, un po' d'acqua fresca mi darà una svegliata e mi chiarirà le idee, almeno lo spero!

Siamo di nuovo sul furgone e torniamo verso casa.
Questa giornata è stata orribile!
Quando sono arrivata al banco stamattina, ci ho trovato solamente Kevin! Shannon ha cambiato i turni pur di non vedermi o parlare con me.
L'ho incrociato per un secondo mentre prendevano il nostro posto e lui nemmeno mi ha guardata. E adesso che ho gli auricolari nelle orecchie e guardo fuori dal finestrino ascoltando la musica, ripensare a questa cosa mi fa attorcigliare lo stomaco.
Mi fa arrabbiare, ma mi fa anche male da morire. Non credevo possibile una situazione del genere. Non la credevo nemmeno immaginabile.
E visto che Shannon non sembra intenzionato a parlarmi e che il mio Chris è da Jared, gli mando un sms.

To: Jared
Ciao… stiamo tornando, per le 22 saremo lì. Scusa se sarà tardi, ma posso venire a prendere Chris? Mi manca immensamente

From: Jared
Vuoi che ti faccia trovare qualcosa da mangiare?

To: Jared
No, non ti preoccupare, non mi fermo molto…

From: Jared
Possiamo almeno parlare per un attimo?

To: Jared
Certo. Basta che non mi mortifichi anche tu, ti prego…

From: Jared
Non è mia intenzione farlo. Tranquilla, a dopo

Il suo ultimo messaggio mi strappa un sorriso. Jared è molto gentile eppure quando mi ha baciata era anche fin troppo passionale.
Sospiro e chiudo gli occhi, tanto vale dormire un po'. Sono stanca, troppo abbronzata e confusa come non so che cosa.

"Ehi, ehi, Syn, sveglia"
"Mh?"
"Siamo arrivati, svegliati"
Kevin mi ha svegliata e io mi sento tutta intorpidita. Ho dormito per tutto il viaggio e nemmeno me ne sono accorta! Pazzesco.
"Oh, siamo arrivati, che ore sono?"
"Le dieci e qualcosa, abbiamo già svuotato il furgone e gli altri sono già andati, manchi solo tu…"
Ma?! Mi odia così tanto?!
"Capito, scusami Kevin" dico con un mezzo sorrisetto prima di alzarmi e andare a chiamare un taxi per farmi portare a casa di Jared.
Una volta lì, sospiro prima di decidermi a suonare il campanello. Dio è tardi…
"Ehi, pensavo non arrivassi più"
Ha un sorriso così radioso e un buon umore che in questo momento gli invidio. 
"Storia lunga…" mormoro con un sorrisino "Ciao a te"
Ma in un attimo Chris sentendo la mia voce corre verso di me e io mi accuccio per farmi fare tutte le feste del mondo. Mi lecca la faccia, scodinzola come un matto e si spinge contro di me per farsi coccolare. Tutto questo amore incondizionato mi fa scoppiare a piangere. Mi limito a stringere il mio Chris e piangere come non mi capitava di fare da tempo.
"Syn…dai, entra, lo vuoi un thé?"
"Sì grazie" mormoro in un piccolo sospiro, pulendomi poi il viso e alzandomi in piedi.
Chris mi trotterellà intorno e  Jared mi invita a sedermi al bancone della sua cucina.
"Syn, cos'è successo con mio fratello?"
"Dritto al punto, mh?"
"Scusa, ma io so cose che tu non sai"
"Eh?" domando poco intelligentemente.
Mentre prepara il thé, Jared comincia a parlare…
"Dopo che ti ha riportata a casa quando la tua auto si era rotta, Shannon si è reso conto che gli piaci. Ma lui non è mai stato convinto dalle relazioni. É bravo con le donne, ma con un genere di donna che sà di volere sesso e non molto altro. Ma si è anche accorto del modo in cui tu mi guardavi e il modo in cui io ricambiavo lo sguardo" dice voltandosi con un sorrisetto "Sei una bella ragazza Synne, sei…sicura ma al tempo stesso insicura e piena di dubbi. Sei bella e divertente. Sei colta e audace quando si tratta di vivere. Sono cose che mi hanno colpito e mi hanno interessato. Per questo ti ho baciata…"
E senza che io me ne rendessi conto, si sporge oltre il bancone per baciarmi ancora, ma io lo spingo via…
"Scusa…" mormoro.
"Nulla, era quello che volevo capire"
"Che cosa?"
"Che ti piace Shannon"
"Shannon? No, lui non…mi piace"
"Sicura?"
"Credo…" no, non ne sono sicura per nulla! La serata che abbiamo passato insieme. Il fatto che la seconda volta che ci siamo baciati sulla ruota panoramica, sia stato io a baciarlo ed anche a lungo. Shannon…come mi fa sentire il fatto che non mi abbia rivolto parola o sguardo da ieri sera. Mi fa stare male.
"Non è possibile…"
"Pare di sì invece" dice lui divertito "Peccato, eri una ragazza interessante. A lui piaci, Syn, devi solo dirgli che lui ti piace, ora che lo hai capito"
Sorrido tristemente, Jared è bello, dolce, incantevole e ammaliante. Ma io mi sono invaghita di Shannon. Come diavolo è successo? Quando soprattutto!
"Lui mi detesta" sospiro poi.
"Nah, fa solo il bambinone insicuro, gli hai detto che ci siamo baciati e ora tiene il broncio, lo sta tenendo anche con me. Mi ha lasciato un messaggio in segreteria dicendomi che sono uno stronzo perché ti ho baciata sapendo che piacevi a lui"
"Ma…siamo tornati alle medie?" chiedo ridendo.
"Un po', forse, ma perché è da molto, molto tempo che non ha una relazione con qualcuno" sospira porgendomi la tazza di thé e io sbuffo leggermente.
"Che cretino, oggi mi ha fatta stare così male. E dovrei anche andare a dargli il contentino?"
"Oh, non fare la sostenuta, il contentino sarebbe per entrambi, no?"
"Decisamente…" mormoro con un sorrisino imbambolato "Jared…"
"Mh?"
"Possiamo restare amici? Mi piace venire qui a cantare"
"Appena gli passa il momento da ragazzino imbronciato, certamente"
Scoppiò a ridere e poi mi dedico al mio thé, molto più di buon umore, molto più tranquilla di oggi e di ieri sera.
Quel bacio sulla ruota panoramica, è stato davvero splendido…

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Capitolo 15
*** #14 ***


Sono due giorni che non sento Shannon, vorrei scrivergli o chiamarlo, ma non mi sembra mai il caso. Ho pensato più volte che la cosa migliore da fare, sarebbe quella di chiamarlo, parlare e non scriverci. Ma ho paura che possa rifiutare la chiamata, che possa rifiutare me e quindi rimando in continuazione.
Sto servendo l'ennesimo caffè con muffin quando entrano a grande velocità due tipi in abito nero, occhiali da sole che vanno chiedendo di me agli altri ragazzi.
"Scusate, sono io Synne Davies, avete bisogno di qualcosa?" domando, questi due sembrano usciti da qualche film di spionaggio. Completi scuri, occhiali da sole e auricolare all’orecchio.
"Signorina, deve venire subito con noi"
"Scusi?"
chiedo sbalordita.
Mi mostrano il cartellino della CIA e capisco che c'è qualcosa non va, non va per nulla. La CIA riguarda la sicurezza nazionale e c'è solo una persona in famiglia che può avere qualcosa a che fare con la sicurezza nazionale.
"È… è successo qualcosa a lei?" domando cauta, improvvisamente con la bocca secca.
"Deve venire con noi, per piacere"
Mi mordo il labbro e alla fin fine mi decido ad andare con loro, so che non ho altra scelta. Sto salendo su uno dei loro macchinoni quando incrocio Shannon, lo guardo e lui mi guarda sorpreso "Syn…" fa in tempo a dire ma gli sportelli si chiudono e l'auto sfreccia via.
Inutilmente cerco di farmi dire che diavolo stia succedendo, vengo portata all'ambasciata dove mi guidano fino ad un ufficio e si limitano a farmi sedere.
"Attenda qui, per favore"
Sbuffo appena e non so se è il caso di scrivere a Shannon…
Non faccio in tempo a pensarlo che me ne arriva uno suo, leggo solo la prima parola e poi la foto e il nome 'papà' appaiono sul display.
Rispondo all'istante!
"Synne, stai bene?"
"Papà, sì, ma che diavolo sta succedendo? Mi hanno portata all'ambasciata. Non capisco…"
"Devi subito tornare a casa, a Tromsø, dobbiamo stare tutti insieme"
"Vuoi dirmi che succede? Mi stai spaventando…"
"Synne, tua madre ed altri ambasciatori ONU sono stati presi in ostaggio dai terroristi a Ginevra"
"C-cosa? I terroristi? Ma…cosa vogliono dagli ambasciatori?"
"Sai bene che non si possa ragionare con certa gente. Ma preferisco che stiamo tutti insieme, anche io sto per prendere il volo per Oslo"
"Ma…Chris…"
"Chiedi a qualcuno, ti prego non fare storie Synne"
"No, certo, scusa…Ma perché mi hanno portata all'ambasciata?"
"Per precauzione, ti accompagneranno a casa a prendere e sistemare le tue cose, poi ti porteranno in aeroporto e un agente farà il volo con te"
"Ma seriamente?"
"Sì, stanno facendo lo stesso con me, ora devo andare. Ci vediamo a casa piccola, stai tranquilla, okay?"
"Come faccio…?"
"Lo so…Devo andare, a più tardi"

Mio padre riaggancia e io mi sento morire. Ripenso a tutte le persone che sono stata coinvolte in questa stupida non-guerra da parte dei terroristi, di quanti giornalisti, innocenti e civili siano stati massacrati in modi orribili e mi viene da piangere a pensare a mia madre…
Leggo il messaggio di Shannon pensando che potrebbe tirarmi su il morale, invece…

From: Shannon
Ma che diavolo? Lasci il turno in quel modo senza avvisare nessuno? Mi spieghi ???

Sospiro e sprofondo nel divanetto su cui sono seduta. Le mie dita scorrono sul cellulare fino al nome di Jared. Lo chiamo.
"Ehi, ciao!"
"Ciao" mormoro.
"Che vocina, tutto bene?"
"Non posso spiegarti al telefono. So che sei impegnato, ma verresti a casa mia tra un'ora?"
"Se riesco, volentieri…cosa è successo? Hai litigato con Shannon?"
 
Perché solo sentire il suo nome mi fa mancare il fiato? No, non è il suo nome, è la situazione! Il fatto che non abbiamo avuto modo di chiarirci, non ho avuto modo di dirgli che mi piace, che adoro i suoi baci e che voglio solo i suoi baci. E invece ora…
"No, niente Shannon. Non posso dirtelo ora e devo chiederti di occuparti di Chris per un po'…scusa, ecco, devo andare, a dopo"
Poco male, se Jared non riuscisse ad arrivare in un'ora, cercherò di lasciare la chiave da qualche parte, a qualche vicino e chiedergli di dar da mangiare a Chris.
L'ambasciatrice mi si presenta davanti mentre sono immersa nei miei pensieri, mi spiega il perché io sia qui -come se non lo sapessi già- ha anche il coraggio di dirmi di non preoccuparmi! 
Gli stessi agenti che mi hanno prelevata a lavoro, mi stanno portando a casa. Sono appiattita con la fronte contro il finestrino, alla ricerca di un po’ di fresco e sollievo, ho già un forte mal di testa dovuto alla tensione.
Nella mente solo le parole di mio padre, che mi dice con voce falsamente tranquilla ciò che sta succedendo. Il pensiero che potrei non rivedere mai più mia madre mi sta lacerando dall'interno. Sto cercando di trattenere le lacrime, perché non voglio piangere davanti a questi signori. Per quanto loro non centrino assolutamente nulla e stiano solo facendo il loro lavoro…non voglio farlo.
Il viaggio fino casa mia è sorprendentemente corto.
"Signorina, dovrebbe cercare di fare in fretta, il volo parte tra un'ora" mi dice uno dei due spegnendo il motore dell'auto davanti al mio garage. Non sono cattivi, so che hanno ordini e probabilmente uno dei loro ordini è di mettermi su quell'aereo. Ma così è disumano.
Gli occhi mi pizzicano in continuazione, sono in panico, i pensieri si accumulano nella mia mente e non riesco a ragionare lucidamente.
"Certo" mormoro.
Apro lo sportello dell'auto e così fanno loro, fortuna che cellulare e chiavi di casa le tengo sempre in tasca e non nella borsa, borsa che è rimasta nel mio armadietto.
"Ma il mio passaporto…"
"È già stato rinnovato signorina"
"Capisco"
che domande faccio? Loro lavorano alla CIA. Basta uno schioccare di dita e io potrei non essere nemmeno più norvegese ma americana.
"Synne!" la voce di Jared e io mi volto in tempo per vedere i tizi mettere le mani nella giacca.
"É un mio amico" sbraito!
Loro sembrano tornare tranquilli e io appena vedo Jared lo abbraccio silenziosamente.
"Jay, puoi prenderti cura di Chris per un po', ti prego…?" mormoro stringendolo.
"Signorina…"
"Ho capito, ora vado"
sbuffo infastidita.
Pensano di potermi dare una notizia simile e lasciare che io non reagisca emotivamente?
"Cosa sta succedendo?"
"Mia madre è in pericolo, vogliono che le famiglie tornino a casa…"
"A casa?"
"Torno in Norvegia"
"Ma per quanto?"
"Non lo so"
"Cosa vuol dire che tua madre è in pericolo?"

Apro il cancello e percorro la scala rossa insieme a Jared, so che uno dei due agenti ci segue, ma lo fa a distanza.
Chris scodinzola quando apro la porta d'ingresso, si comporta come ogni volta che torno da lavoro, gli accarezzo solo la testa per andare in camera a prendere la mia valigia.
"Vuol dire che dei terroristi stanno trattenendo degli ambasciatori alla sede dell'ONU a Ginevra. Mia madre è tra loro" mormoro senza guardarlo. Se lo guardassi ora comincerei a piangere, se cominciassi a piangere non prenderei quell'aereo.
"Non mi posso portare Chris, non c'è tempo, non c'è…" mi mordo appena il labbro "Ti prego tienilo un po' con te, non voglio che torni in canile o in qualche altro posto orribile"
"Synne…" mormora soltanto lui.
Probabilmente sa come mi sento? O forse non sa davvero cosa dire.
"Già, ti posso lasciare una copia delle chiavi di casa? Ora non posso darti tutte le cose di Chris e non so nemmeno cosa sto ficcando in valigia" ammetto mentre, dopo averla aperta, ho buttato dentro cose a caso. Che vestiti si aspettano che io metta in valigia? Il clima di LA in questo periodo dell'anno non ha nulla a che fare con quello di una città così a nord come la mia! Dovrò comunque comprare un cappotto all'aeroporto di Oslo se non voglio morire di freddo!
Jared sta accarezzando Chris e gli mette la pettorina, recuperando il guinzaglio.
"Sai che puoi contare su di noi, siamo amici, tutti…Lo hai detto a Shannon?"
Scuoto il capo mentre infilo le ultime cose e mi volto verso Jared.
"Guardami! Ho ancora il grembiule e la divisa. La mia borsa è rimasta al locale, ho il cellulare perché penso di continuo a mandargli un messaggio per dirgli qualunque cosa o di chiamarlo. Ma non ci riesco. Perché le ultime cose che mi ha detto sono state…cattive. Mi hanno ferita e lo capisco, ma non so cosa dirgli. Mi ha vista mentre mi portavano via e mi ha scritto che sono assurda a venir via da lavoro in quel modo senza avvisare. Non so cosa fare e adesso non riesco a pensare a nulla" ecco, che ancora una volta sopraffatta dalle emozioni i miei occhi si riempiono di lacrime. Ma non ho il tempo per lasciarmi andare e piangere come vorrei. "Non riesco a pensare a nulla che non sia mia madre o alle foto che ho visto sui giornali di vittime dei terroristi"
Lui si avvicina e mi stringe così forte che potrebbe mancarmi il fiato, ma in questo momento è quello che mi serve, che mi manchi il fiato, che mi manchi la possibilità di piangere.
"Ci penso io. Tu vai a casa e pensa che andrà tutto bene. Stai con la tua famiglia, al resto, a Chris, ci penso io"
Jared è una delle persone più gentili che io abbia mai conosciuto. É sempre disponibile e capisce le emozioni delle persone. Sospiro scostandomi da lui perché alla porta l'ennesimo "Signorina" mi intima di andare. La tensione che questi due mi stanno trasmettendo, non fa altro che agitarmi.
"Mi cambio e sono pronta" dico frettolosamente dopo aver chiuso la valigia.
L'agente annuisce e socchiude la porta. Vado in bagno per sciacquarmi almeno il viso, togliere il grembiule che getto in terra e sfilare la polo della BlackFuel. Apro l'acqua del lavandino e mettendo le mani a coppa sotto il getto d'acqua, le riempio quando più possibile prima sciacquarmi il viso. Lo faccio due o tre volte, ne ho bisogno. Passo poi le mani bagnate sui capelli corti, tirandoli indietro.
Torno in camera e prendo una canotta e la felpa più pesante che ho nell’armadio. I jeans chiari già li indosso e non so davvero cos'altro potrei prendere oltre all'iPad che infilo in una tracolla presa al volo che possa in qualche modo sostituire la mia borsa. Appoggio la felpa sulla tracolla e mi guardo velocemente attorno, pensando a cos’altro potrebbe essermi utile.
Solo toccando il telefono nella tasca mi ricordo che è il caso di prendere anche i carica batteria dei miei 'prodotti' Apple.
"Devo andare ora…" dico, allungando la mano con le chiavi di casa per lasciarle cadere nella mano di Jared "Grazie" mormoro.
"Figurati Syn…"
Mi abbasso per salutare il mio Chris, che mi mancherà da impazzire "Spero di tornare presto cucciolo…fai il bravo con Jay e non fare il solito ruffiano dispettoso" sorrido mentre lui mi lecca il viso.
L'agente prende la mia valigia, abbraccio di nuovo Jared, ma questa volta velocemente. Gli sono grata per l’aiuto che mi sta dando, per il fatto che sia venuto qui con così poco preavviso. Che sia così disponibile.
Seguo l'agente e risalgo in auto abbassando gli occhiali da sole sul naso, la luce mi dà fastidio in questo momento.
"Ho bisogno del mio portafogli per andare via ed è rimasto al locale…"
"Sono già andati a prenderlo,  l'attendono all'aeroporto insieme al passaporto"

Sospiro e guardo fuori dal finestrino oscurato, Jared e Chris mi guardano andare via ed io non so nemmeno cosa mi passi per la testa. Chissà quando potrò tornare qui e in che stato ci tornerò!

Il viaggio in auto è stato ovviamente silenzioso.
L'auto si accosta davanti l'ingresso del LAX e l'agente che non guida, scende dall'auto per aprirmi lo sportello.
"Sarò io ad accompagnarla in Norvegia, signorina" dice guardandomi.
"Okay, grazie" mi limito a dire.
"Dovere signorina, sua madre è una gran donna, se mi è permesso dirlo"
Sorrido tristemente ed annuisco "Certo che può dirlo"
Prende la mia valigia e ci dirigiamo all'interno, credo di essere andata addosso ad un paio di persone, ma non credo di essermene realmente accorta. Non sto bene e credo sia il caso che io cerchi di rimettere insieme i miei pensieri.
Al check-in ci sono altre due guardie, tengono la mia borsa, ecco cosa intendeva l’altro agente. Sono addirittura andati a lavoro a recuperare le mie cose. Li ringrazio e tiro fuori dalla borsa il mio portafogli, sono invece loro a consegnare il mio passaporto. Mentre la signorina del check-in fa le sue pratiche, prendo tutto quello che ho in borsa e lo infilo nella tracolla che indosso in questo momento. Approfitto velocemente per mettere la borsa in una delle tasche della valigia, in modo da avere solo la tracolla. Sospiro e mi guardo attorno, solo l'agente mi riporta alla realtà, per ridarmi il passaporto e perché devo firmare una carta.
"Faccia buon viaggio signorina Davies" mi dice la signorina, di solito è una frase alla quale rispondo con un ‘grazie’ ed un enorme sorriso, ma ora il mio sorriso è spento e la ringrazio mestamente.

Quando arriviamo all'imbarco, stanno giusto chiamando il nostro volo e mostrando i documenti, finiamo in prima classe. Raggiungiamo i nostri posti e ci sediamo, io sprofondo nella comoda poltrona in pelle. Tengo la tracolla e la felpa sulle gambe mentre mi allaccio la cintura.
Devono ancora salire tutti gli altri passeggeri e fare le varie manovre per la partenza.
Prendo il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans e attivo l'iPhone per cercare la musica, ma trovo un messaggio di Shannon…

From: Shannon
Scusa. Sono un cretino. Jared mi ha chiamato e mi ha detto quel che è successo, poi un tizio che sembrava dei Man in Black è venuto a prendere le tue cose dall'armadietto. Mi dispiace Syn, non so davvero cosa dire.

Quello che ora si dipinge sul mio viso è un enorme sorriso, stupido scimmione, Gli occhi si riempiono di lacrime e io non riesco a trattenere un pianto silenzioso. So che non ha scritto nulla di particolare, ma è la prima volta da quando abbiamo discusso che non mi tratta in modo freddo e cattivo. La cosa mi rende semplicemente felice e mi fa capire quanto in effetti Shannon mi piaccia.

To: Shannon
Shay… Mi piaci, mi piaci tantissimo da essere riuscito con un messaggio idiota a farmi sorridere nel giorno peggiore della mia vita. Il volo sta partendo, vado a Tromsø fino a quando questa storia non si risolve. Non cambiare idea fino a quando non torno, se…ti piaccio ancora

L'aereo comincia a muoversi, vuol dire che le manovre per arrivare alla pista sono cominciate, tra poco ci obbligheranno a spegnere i cellulari o metterli in modalità aereo e invece io vorrei continuare a mandare messaggi a Shannon o quanto meno ricevere la sua risposta.
Lo tengo acceso fino a quando riesco, ma poi la signorina mi dice che devo spegnerlo, quindi amareggiata, metto la modalità aereo. Solo a quel punto vado a guardare le foto che ho nella galleria del telefono e ci sono i video di mia madre. Ecco che quel poco di gioia che avevo conquistato, sparisce come nulla.
Non riesco ad immaginare cosa mia madre stia passando in questo momento, cosa starà pensando, avrà paura? Chi non ne avrebbe! Con la musica nelle orecchie, mi sistemo comodamente sul sedile, dopo tutta la tensione accumulata riesco quasi a rilassarmi, quel tanto che basta per socchiudere gli occhi, sentirli pesanti e poi addormentarmi.

Vengo svegliata dall’agente, sobbalzo appena, guardandolo per ricordarmi di mettere a fuoco quella situazione.
"Scusi, siamo atterrati, dobbiamo andare o perderemo la coincidenza" mormora più gentilmente.
Mi sono agitata tanto perché stavo facendo un incubo terribile e svegliarmi mi ha riportata alla realtà che è un incubo altrettanto terribile! E se anche questo fosse solo un incubo? Se in realtà fossi nel mio letto a Los Angeles? 
Ma devo slacciare la cintura, metto la felpa e con la tracolla sulla spalla, seguo l’agente fuori dall’aereo.
Rimetto sul naso gli occhiali da sole e controllo che nella mia tracolla ci sia tutto, recuperando il cellulare per metterlo di nuovo in modalità normale. Spero davvero in un messaggio di Shannon…
"A che ora abbiamo il volo?" chiedo dando costantemente sguardi al cellulare.
"Tra 15 minuti imbarcano" mi dice trafelato a passo fin troppo svelto per una persona che ha addirittura quindici minuti tra un volo e l'altro!
"E allora perché corriamo?" chiedo con una certa ovvietà.
"Perché dobbiamo essere lì in quindici minuti" 
"Sì, ma…è lì"
dico indicando il gate per Oslo e facendo spallucce "Devo prendere qualcosa da bere e da mangiare, ho fame" ammetto.
"Ma…"
"Ci metto solo un momento"
sbuffo appena.
"D'accordo, andiamo"

Le cose sono due, o è nuovo o non ha idea di come sia l'aeroporto internazionale di Londra. In pochi minuti, siamo andati al market, ho preso qualcosa da bere e delle patatine. Siamo di nuovo davanti al gate per Oslo, che ora comincia ad imbarcare. Il volo partirà in perfetto orario e a quell’agente non verrà un aneurisma!
Controllo di nuovo il cellulare ed eccolo lì, il messaggio di Shannon…

From: Shannon
Non posso cambiare idea, mi piaci anche tu e sono attonito per quello che sta succedendo, non so cosa fare per farti stare meglio…

C'è solo una cosa che potrebbe farmi stare meglio e che lui potrebbe fare. Ma ovviamente è impossibile. Non in questo momento. Ma quanto vorrei che fosse qui per poterlo abbracciare e sentire il suo profumo. Quanto vorrei che fossimo ancora al Coachella e non in questa situazione. Come vorrei non essermi fatta prendere dal panico per una cosa che ora reputo talmente stupida. Avrei dovuto saper gestire meglio la situazione invece di subirla passivamente e lasciare che se ne andasse via in quel modo…



To: Shannon
Non lo so nemmeno io

Non siamo in prima classe solo perché su questi voli non esiste, ma abbiamo i posti in prima fila e posso sgranchire le gambe. Mio padre sarà sicuramente già a casa, il volo da LA è durato un'eternità e il mio orologio interno è completamente sballato da questa fretta. Mi chiedo poi perché non abbiano preso un volo diretto per Oslo invece che scalare a Londra. Faccio mente locale mentre rimetto il cellulare in modalità aereo e calcolo che ci ho messo dieci ore da LA a Londra. Ce ne vogliono altre due e mezza da qui a Oslo e altre due da Oslo a Tromsø.
Purtroppo ora non riesco a dormire, mi vengono in mente episodi di quando ero piccola, quando vivevamo tutti insieme in Norvegia e mia madre era solo mia madre, non un'ambasciatrice ONU che può essere sequestrata da degli idioti dal grilletto facile!
Poi un pensiero mi assale, un pensiero che mi fa venire un'ansia indescrivibile. Mia madre, in questo momento, in questo istante in cui il volo per Oslo sta per decollare… a cosa starà pensando? Quali saranno le sue paure? Cosa starà succedendo? E se morisse mentre io sono su questo volo? Se non potessi mai più parlarle o vederla?
Devo placare questi pensieri. Devo respirare e non farmi prendere dal panico. Cercare di impormi una calma che in questo momento non mi appartiene. Recupero nuovamente gli auricolari dalla borsa e cerco di ascoltare un po’ di musica. Ma è piuttosto controproducente, dato che la musica mi fa pensare e provare molto di più.


Gli ultimi due voli sono stati infernali. Non sono riuscita a chiudere occhio e sapere di essere osservata da un agente, in continuazione, non mi ha affatto resa più tranquilla. L’unica cosa che mi fa sorridere dopo che abbiamo recuperato la mia valigia e ci siamo recati all’uscita, è stato vedere mio padre appoggiato all'auto del nonno. Gli corro incontro e lo abbraccio così forte che potrei anche diventare tutt'uno con lui.
"Piccola…" mormora lui.
In questo momento, la mia paura più grande è che mio padre mi dica che mia madre è morta, ma non lo fa, non lo sta facendo, per cui deve essere necessariamente viva.
"Andiamo, il nonno ci aspetta casa "
Annuisco e lo lascio andare, l’agente ha messo la mia valigia nel bagagliaio e se ne sta in un angolo.
"Arrivederci" dico semplicemente guardandolo.
Lui fa un cenno e torna in aeroporto, probabilmente per tornare a Oslo e poi in America.
Respiro l'aria di casa e mi rendo conto che mi sono completamente dimenticata di comprare un cappotto o una giacca a Oslo.
"Pà, dimmi che hai una giacca, sto congelando"
"Sì, immaginavo, è sul sedile posteriore"

Prendo la giacca dal sedile posteriore e me la infilo prima di entrare in auto ed allacciare la cintura. Sono stravolta, stanca morta. Ed ora so che dovrò affrontare una difficile conversazione con mio padre.
"Si sa nulla?"
"Ancora no, ne parlano tutti i telegiornali, europei ed internazionali, ma la situazione sembra in stallo"
"Il che è buono? Vuol dire che non sono interessati ad ucciderli e basta"
"Sì, questo è vero, ma ciò che chiedono è impossibile, vogliono che vengano liberati alcuni dei peggiori criminali al mondo, questo non può avvenire"
Mi mordo a sangue il labbro e rimango in silenzio mentre mio padre percorre le strade della mia città. Piove, è normale in questo periodo dell'anno, o piove o nevica, ci sono sempre 4 o 5 gradi fuori.
"Tu dormirai dai nonni" mi dice poi mio padre, notando forse come mi sia ammutolita "Io sto in albergo da ieri sera"
"Perché non…"
"Non mi sembra il caso"

"Capito,certo che potevano anche lasciarmi più tempo per organizzarmi"
"Hanno fatto la stessa cosa con le famiglie degli altri ambasciatori, sia per paura di eventuali cellule che potessero colpire, sia perché tu sei sua figlia Synne, potrebbero usarti per…"
Rabbrividisco al pensiero. Non avrei mai pensato che il lavoro di mia madre potesse un giorno rivelarsi pericoloso! Rimugino per tutto il viaggio in auto fino casa dei miei nonni e sospiro quando arriviamo.
"Papà, resti un po', vero?"
"Non ti lascio certo da sola Synne"

La sua reazione mi fa sorridere e mi rendo conto che non ho più guardato il cellulare. Apro la tracolla mentre mio padre fa manovra per parcheggiare e ne tiro fuori il telefono quasi scarico. Tolgo la modalità aereo e per fortuna trovo un messaggio di Shannon.

From: Shannon
Chiamami se vuoi

Mi fa sorridere il fatto che abbia risposto ad un messaggio così stupido.
La casa dei miei nonni è di colore blu. Non un blu sobrio o moderno o chissà che altro. É davvero blu, di legno e blu. Le case in Norvegia sono all'incirca tutte uguali, in ovvio stile norvegese. E l'interno, beh, è tutto in puro stile Ikea. Casa dei nonni è mediamente grande, due camere da letto, due bagni, soggiorno, cucina e lavanderia. Per essere sulla terraferma e non sulle isole è un'ottima casa.
"Pronta?"
"No…"

Strappo un sorriso a mio padre che si piega su di me e mi abbraccia forte. E io vorrei perdermi nel suo abbraccio come quando ero piccola e quello bastava a farmi sentire al sicuro da tutto.
"Non posso darti garanzie che andrà tutto bene piccola, ma sono qui e l'affronteremo insieme"
Non mi aspetto che mio padre se ne infischi di quel che sta succedendo, mia madre è stato il grande amore della sua vita e per quanto poi le cose tra loro non siano andate, hanno avuto me e si vogliono ancora bene.
"Lo so" mormoro.
Sospiro e mi decido a sciogliere l'abbraccio e scendere dalla macchina. Mio padre recupera la mia valigia. Lo guardo e poi scuoto il capo.
"Potevo anche non farla la valigia, le cose considerabili invernali erano nelle scatole e ho tutte cose che qui mi farebbero morire assiderata" dico fingendo di ridere.
"Conviene andare a prendere qualcosa?"
"Sì, anche se dipende da quanto…" mi mordo la lingua da sola. 
Quanto tempo resteremo qui dipenderà da quando mia madre morirà o meno. Sono cinica? Cerco solo di non illudermi.
"Andiamo a fare compere?”
"Entra, saluta i nonni e poi andiamo"
Sbuffo appena ma mio padre mi guarda con rimprovero. Devo comportarmi bene perché non sono l'unica a soffrire, lo so. Ma andare a fare compere, mi eviterebbe di pensare per un po’ di tempo, perdermi nel centro commerciale con i suoi rumori.
"Ti aspetto qui, così avrai una scusa per uscire, okay?" mi fa un sorrisetto. Mio padre è mio complice, sempre e lo adoro per questo.
Entro in casa, in Norvegia spesso le porte si lasciano aperte e i miei nonni non fanno eccezione, appoggio la valigia all'ingresso e semplicemente…
"Sono arrivata"
So che mi stanno aspettando, mio padre è arrivato prima di me e li ha avvisati.
Mia nonna fa capolino dalla cucina, i suoi occhi rossi e gonfi, si vede che ha pianto.
"Synne, come stai? Vieni qui bambina" mi dice in norvegese, mia nonna si rifiuta di imparare l'inglese, così anche mio nonno. Sono di vecchio stampo.


Cerco di sorridere, ma la cosa non mi riesce granché bene!
"Ciao nonna" mormoro mentre lei si avvicina e mi abbraccia forte.
"Sei dimagrita, perché hai i capelli neri? Perché sono così corti?"
"Nonna, per piacere…"
sospiro, troppo stanca per una normale e comune osservazione sul mio cambio di stile da quando sono in America.
"Scusa" si limita a dire e poi lasciarmi andare "Tuo padre?"
"Mi aspetta fuori, dobbiamo andare a comprare dei vestiti per me, quelli che ho sono estivi" spiego.
"Ti hanno fatta venire di fretta come tuo padre?"
"Sì, ho dovuto lasciare il lavoro senza poter avvisare e ho avuto nemmeno 10 minuti per fare la valigia e non pensavo a cosa stavo mettendo dentro"
in quel momento la mia mente torna all'abbraccio di Jared, al mio Chris, a casa mia. Quella è casa mia, non questa, questa mi piace, è vacanza, ma quella è casa.
"Chiamo tuo nonno allora, è di sopra che riposa"
"No, lascialo riposare, il sonno in questi giorni è meglio non interromperlo"

"Bambina, vi farò trovare qualcosa da mangiare, sarai affamata"
"Vorrei dire di no, ma sì, ho fame"
Lei mi accarezza il viso "Sei uguale a Karin" mia madre, Karin è mia madre e so di essere dannatamente simile a lei, da mio padre ho preso altre qualità.
"A dopo nonna" l'abbraccio rapidamente ed esco fuori, ho bisogno d'aria! 
Mio padre mi guarda e mi fa cenno di salire in auto. Immagino che i miei nonni siano devastati e che non abbiano dormito la notte scorsa, mentre io ero in viaggio. Non credo nemmeno che io dormirò stanotte, come potrei?
"La nonna è stravolta"
"Puoi biasimarla?"
"No, non posso"

Entriamo in auto e guidiamo fino al centro commerciale, in realtà vogliamo anche evadere.
"Non mangiamo nulla, la nonna sta preparando. Ma voglio qualche schifezza da tenere in camera"
"Fame da ansia?"
"A volte, il cioccolato consola, no?"
"Sì, a volte sì"

Il centro commerciale è grande e ci sono negozi, il cinema, il supermercato. Insomma, davvero di tutto e il sabato pomeriggio è sempre molto frequentato. Ma per me e papà, oggi essere circondati dal caos, aiuta a non pensare.
Passeggiamo con un carrello che non sono nemmeno certa useremo e mio padre 'attacca bottone'.
"Allora, come vanno le cosa a LA?" chiede con fare curioso.
"A cosa ti riferisci nello specifico?" domando, anche se immagino cosa voglia sapere, soprattutto perché lui aveva già capito che sia Jared che Shannon avevano dell'interesse per me.
"Mh, sono curioso di sapere a chi appartiene il cuore di mia figlia" dice con un sorrisino.
"Oh, vuoi sapere quello? Beh…" e mi sfugge ancora quel sorriso, quello di completa gioia che mi riscopro a fare quando penso a Shannon, al bacio sulla ruota panoramica, alle chiacchiere sdraiati sul letto "Appartiene a Shannon" mormoro.
"Sai, lo avrei detto"
"Cosa? Davvero?"

"Sì, lui sembrava più protettivo nei tuoi confronti e questo alle ragazze piace"
Rido e gli do una spintarella "Ho scoperto che è più simpatico e carino di quanto credessi" ammetto.
"Loro…sanno?"
Annuisco "Jared è venuto a casa per prendere Chris e Shannon, beh glielo ha detto suo fratello"
"Oh, e perché non hai chiesto a Shannon di tenere Chris?"
"Domande difficili papà"
dico ridacchiando "È successo che prima di partire per il Coachella, Jared mi ha baciata. Ma poi al Coachella, Shannon mi ha baciata. Mi sono fatta prendere dal panico e ho detto a Shannon che suo fratello mi aveva baciata e…fino a qualche ora fa, non ci siamo più parlati. Era offeso credo o infastidito"
Mio padre rimane in silenzio e poi ridacchia "La tua vita americana è attiva"
Io rido e scuoto il capo. Le persone ci guardano perché parliamo in inglese, mio padre conosce il norvegese, a con me ha sempre parlato inglese perché voleva che lo sapessi bene fin da piccola. Sono entrambe mie lingue madre, il norvegese e l'inglese. Ma essendo cresciuta qui, il mio accento è ugualmente un po' norvegese
"Ti piace molto, sbaglio? Ne parli con sentimento"
"Vorrei fosse qui ora" mormoro. E lo vorrei davvero, vorrei davvero che mi abbracciasse.
"Glielo hai chiesto? Magari verrebbe…"

Scuoto il capo "Non riuscirei mai a chiederglielo, non so perché, non credo che il nostro rapporto sia a questi livelli. Dobbiamo ancora cominciare a uscire"
"Capisco, ma è una situazione molto delicata, avere accanto qualcuno che ti vuole bene…"
"Ho te"

Lui sorride dolcemente e mi picchietta la testa "Io sono tuo padre e ci sarò sempre, ma parlavo anche d'altro. Di cose che solo un compagno può darti"
Sospiro, so che ha ragione, ma vorrei prima che ci chiarissimo, prima di chiedergli tanto.
Arrivati al negozio di vestiti che piace a me -anche se ci siam passati davanti due volte, troppo impegnati a chiacchierare- entro e mi distraggo con dello shopping. Io e mio padre facciamo i cretini indossando magliette improponibili e almeno riusciamo a ridere un po'.
Alla fin fine, compro due paia di jeans, collant pesanti da mettere sotto i jeans, magliette a maniche lunghe, un paio di maglioni e due felpe con la cerniera e il cappuccio. Infine, una tuta per stare in casa o dormicchiare.
Giriamo ancora un po' e mio padre mi compra una collanina con un ciondolo a forma di fiocco di neve, lui ama viziarmi ed io amo che mi faccia questi semplici regali. Indosso immediatamente la collanina e sorrido.
Quando ci accorgiamo che abbiamo fatto un po' tardi, compriamo al volo del junk food da nascondere in camera e che metto nella tracolla. Ancora una volta ho dimenticato di guardare il telefono, ma quando lo faccio, non c'è nulla da parte di Shannon.
Sospiro e scuoto il capo. Mi ha detto di chiamarlo se avessi voluto. Forse sta aspettando che lo faccia.
Raggiungiamo casa dei nonni un'altra volta e i miei due sacchetti pieni di vestiti sono a dir poco ingombranti!
"Ho fatto spese" dico alla nonna che mi sorride, poi sorride a mio padre ma in modo meno entusiasta.
Tolgo la giacca e solo allora mia nonna capisce davvero perché avevo bisogno di vestiti.
"Sei arrivata con quelli? Congelerai"
"Te l'ho detto, ho solo vestiti così"
"Avete fatto bene allora, portate tutto di sopra, è pronto"
Mio nonno non è un uomo molto socievole, mi vuole bene ma è di poche parole e mi rivolge uno sterile "ciao".


Durante la cena, in casa c’è un silenzio inusuale. Ricordo le cene e i pranzi fatti a casa dei nonni, sempre pieni di risate e chiacchiere. Ma la situazione non è piacevole, non è una cena di famiglia. Siamo tutti stanchi, provati e tristi. Preoccupati e spaventati. Nessuno ha voglia di parlare.
La nonna prova a chiedermi degli studi, di come vadano le cose nella casa nuova, ma in realtà nessuna delle due ha voglia di parlare di quel genere di cose.
Alla fine della cena, saluto mio padre con abbracci vari, di chi non vuole lasciarlo andare via. Non mi piace nemmeno l’idea che lui sia lì in albergo, tutto solo. E deve essere lui a scostarsi e decidersi di andare via, dopo che i nonni sono andati a letto.
“Chiama se ne hai bisogno, capito?” mi dice baciandomi poi la fronte ed uscendo di casa.
Salgo al piano di sopra. Guardo le cose che abbiamo comprato e metto la tuta, finalmente posso sdraiarmi sul letto con l'iPad. Meglio guardare un film che pensare o andare a leggere le notizie. Una commedia, spero che possa distrarmi un po’ o quanto meno farmi addormentare. Non ho idea di che ore siano in California, quando mi decido a chiamare Shannon con FaceTime.
Mi mordicchio il labbro mentre aspetto che risponda o meno, ci avevo quasi rinunciato quando la connessione si stabilisce e lo vedo.
“Ciao” dico a bassa voce, gli auricolari nelle orecchie e un’espressione molto stanca.
“Ciao, come stai?”
Lo trovo, visibilmente a disagio. Immagino che nemmeno lui sappia cosa dire o pensare in una situazione come questa. Alla stregua dell’inverosimile.
“Stanca, molto stanca. Tu? Ti disturbo?”
“No, sono in auto”
Certo, lì non era notte e lui probabilmente stava andando da qualche parte.
“Come sta andando lì? Insomma…avete avuto notizie? Nulla?” mi chiede.
“Nulla per il momento. Ci hanno sconsigliato di seguire le notizie al telegiornale e che ci avrebbero chiamati per gli aggiornamenti. Ma sembra più una lenta tortura”
“Non immagino nemmeno. Mi dispiace”
“Mh, allora ti piaccio?”
domando, cercando di cambiare espressione, tono e soprattutto argomento.
Non voglio deprimermi mentre parlo con lui. Lui è quella piccola luce in questo momento piuttosto buio.
Si passa una mano sul viso, sembra imbarazzato, ma lo trovo adorabile.
“Certo che mi piaci”
“Cercavo una qualche conferma, sai com’è”
“Te ne do quante ne vuoi di conferme. Mi piaci e per quanto il momento sia sbagliato, preferirei che fossi qui per potertelo dire di persona”
“Anche io, non sapevo se chiamarti dopo il Coachella. Eri così arrabbiato che temevo non avresti voluto paralre”
“Ero arrabbiato”
“Già”
“Mi dispiace per le cose che ho detto e non voglio fare finta che non sia successo nulla”
“Nemmeno io e non l’ho mai fatto. Pensare a quella notte mi piace”

Sorride e socchiude appena gli occhi.
“Anche a me”
“Mh, chiacchieriamo fino a quando mi addormento?”

Parlare con lui mi permetteva di non pensare, di far finta di essere ancora a LA e di potermi limitare a quel genere di problemi.
“Certo, di cosa vuoi parlare?”
“Come è andata a lavoro?”
“Vuoi parlare di lavoro?”
“Non lo so, cerco di non pensare a come sarebbe se fossi lì e potessi baciarti”
“Mh e perché non ci vuoi pensare?”
“Perché non sono lì, ma ho davvero voglia di baciarti”

Sorride, appoggiando il telefono sul volante.
“Anche io ho voglia di baciarti. È l’unica cosa a cui penso da qualche giorno”
La cosa mi lusinga e mi piace, molto. Come vorrei che le cose fossero andate in modo diverso.
“Spero di tornare presto”
“Sono qui, non vado da nessuna parte, sai?”
“Okay”
mormorò appoggiando la testa al cuscino, sono stanca e la sua immagine sul mio iPad è così perfetta che è quasi come averlo vicino.
“E sarò qui anche quando tornerai”
Sospiro, quasi per volergli rispondere, ma gli occhi mi si stanno chiudendo. Lui dice qualcosa ancora, ma non lo sento…
Non mi ricordo il momento in cui mi sono addormentata. Apro gli occhi stancamente perché il telefono di casa non fa che squillare insistentemente. Sento poi la voce della nonna, è agitata.
Istintivamente spalanco gli occhi, mi alzo e infilo le ciabatte per andare in soggiorno. La nonna piange e il cuore comincia a battermi forte nel petto.
Non ho idea di che ore siano, mio padre e mio nonno sono seduti sulle poltrone, guardano anche loro la nonna. È tutto fin troppo intenso.
Mia nonna ringrazia ripetutamente e poi riaggancia il telefono. Tutti gli occhi sono puntati su di lei, in attesa che dica qualcosa. Mio nonno sta per prendere parola, quando la nonna riesce a far uscire un “Sta bene è finita”
Spalanco gli occhi e quelle parole non hanno ancora un vero e proprio senso nella mia mente.
Sta bene. È finita.
Sta bene.
“Cos’hanno detto?” chiede mio padre quasi impaziente.
“Hanno detto che, alcuni di loro sono liberi”
Alcuni, ma non hanno detto se sono incolumi.
“Dobbiamo andare da lei” dico istintivamente.
Poi mi rendo conto, in un istante, che i miei nonni non sarebbero mai in grado di viaggiare, non fino a Ginevra, quindi il mio sguardo ricade immediatamente su mio padre.
“Sì, dobbiamo andare” mi assicura con lo sguardo.
Ancora non mi capacito di tutta quella situazione. Non sappiamo con precisione come siano andate le cose. Alcuni di loro sono liberi. Voleva forse dire che altri non ce l’avevano fatta?
Scossi appena il capo, dovevo pensare solo a mia madre in quel momento.
Mio padre si avvicina a mia nonna per accompagnarla a sedersi sul divano.
“Andate da lei e appena sapete qualcosa, chiamate, va bene?” dice mio nonno.

 

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Capitolo 16
*** #15 ***


Un’eternità, ecco quanto ci mettiamo per raggiungere Ginevra. Entrambi confusi, entrambi in silenzio, entrambi completamente scioccati.
Mio padre ha chiamato per chiedere maggiori informazioni, in quale ospedale si trovasse mia madre e cosa ci dovessimo aspettare.
Anche il taxi dall’aeroporto all’ospedale sembrava fare una corsa interminabile. Molte strade della città erano bloccate, il puro caos era stato smorzato dalle forze dell’ordine.
Siamo trafelati e visibilmente stanchi, ma non siamo gli unici ad accorrere in ospedale. Chiedendo alla reception di avere informazioni su persone che avevano vissuto quell’incubo.
Mi stringevo nella felpa, guardavo persone disperate sedute nella sala d’aspetto; altre come noi, cercavano insistentemente di avere informazioni di qualunque genere.
Ci misero un’ora prima di dirci dove si trovava mia madre.
“Camera 3234” disse la signorina al banco.
Nessuno faceva sorrisini di circostanza. Quella situazione aveva stressato la città ed i suoi abitanti. Non sapevamo ancora come fossero andate le cose. Non ci importava in quel momento. Volevamo solo vedere mia madre.
Il tragitto in ascensore e poi fino alla stanza fu ancora più frenetico, fino a quando non vedemmo mia madre riposare nel letto. Un cerotto sulla fronte ed una flebo al braccio.
Ci avvicinammo e una volta a lato del letto, sospirai appena. Stava bene. Stava davvero bene.
“Mamma” mormorai, felice di vederla.
Lei lentamente aprì gli occhi e mi mise a fuoco, mi dedicò un piccolo sorriso ed istintivamente l’abbracciai. Ero così contenta che stesse bene.
Tutti i pensieri, tutta l’ansia e le preoccupazioni potevano fare spazio alla gioia di vederla sveglia.
“Mi sono spaventata” dissi senza alcuna intenzione di lasciarla andare.
“Anche io” mormorò lei accarezzandomi i capelli corti.
Il profumo di mia madre e la sua voce, non poterono fare altro che tranquillizzarmi.
Mio padre era seduto all’altro lato del letto, con un piccolo sorriso, sollevato anche lui che tutto fosse andato bene. Almeno per noi.
Mi scostai per lasciare respirare mia madre e presi la poltrona della stanza per sedermi accanto a lei.
Non volevamo che ci dicesse cosa o come fosse successo. Non volevamo stressarla.
“Come ti senti?” domandò mio padre, accarezzandogli la testa non troppo lontano dalla sua ferita.
“Tutto sommato, bene. È stato orribile”
Mi morsi il labbro e le presi la mano.
“È finita adesso”
Lei socchiuse gli occhi, forse più tranquilla per la nostra presenza.
Mio padre si allontanò un momento per andare a parlare con l’infermiera, mentre io non avevo nessuna intenzione di muovermi da dove mi trovavo.
“Devo chiamare i nonni, vorranno parlarti” dissi prendendo il cellulare ed ignorando ogni possibile notifica.
“Mh, sì, meglio che gli parli io”
Il fatto che se la sentisse di parlare con loro, era molto positivo. Giusto?
Annuii e premetti il contatto di casa dei nonni, non ci volle molto perché rispondessero e mi riempissero di domande in norvegese. Sorrisi.
“Un momento” dissi, prima di passare il telefono a mia madre.
La lasciai parlare al telefono, raggiungendo mio padre che ora parlava con un medico. Rimasi in silenzio fino a quando non ebbero finito. Non avevo capito molto del discorso già iniziato, quindi guardai mio padre in modo enigmatico.
“Sta bene, per lo meno fisicamente. Ha un paio di punti sulla fronte e la flebo è per idratarla. Le hanno dato qualcosa per calmarla”
“Capisco. È al telefono con i nonni” spiegai la mia presenza lì insieme a lui.
“Senti, quando la dimetteranno, pensavo potresti convincerla a venire con te a Los Angeles, che ne dici?”
“Lo farebbe?”
domandai conoscendo bene mia madre.
“Credo di sì, ha bisogno di una pausa dopo quello che è successo. Sembra che le squadre non siano intervenute in tempo per salvare tutti e tre ambasciatori sono stati uccisi”
Mi morsi il labbro, mi dispiaceva, era ovvio, ma non abbastanza da non ringraziare per il fatto che mia madre fosse viva. Li avevano tenuti in quegli uffici per quasi tre giorni. Trattati malissimo e terrorizzati.
La convinceremo a venire a Los Angeles. Prendo del tempo da lavoro e starò con lei”
Mia madre non era mai venuta a trovarmi a LA, per cui ci sarebbero state molte cose che avremmo potuto fare insieme. Inoltre, i giornalisti non l’avrebbero raggiunta.
Tornammo in camera e mia madre aveva appena riagganciato con i nonni.
“Vuoi mangiare qualcosa?” domandai e mia madre annuì.
Non riuscivo ad immaginare o a figurarmi ciò che aveva passato in quei giorni. Il medico aveva detto che tempo un altro paio di giorni sarebbe potuta uscire.
Mia madre aveva una casa a Ginevra, dato che passava molto tempo in quella città.
“Allora, Synne va a prenderti qualcosa da mangiare alla mensa. Io vado al tuo appartamento e ti porto qualcosa di comodo, okay?” disse mio padre sorridendole.
Lei si limitò ad annuire e chiudere nuovamente gli occhi. Speravo davvero che la nostra presenza in ospedale la tranquillizzasse. Le desse un senso di normalità che facesse echeggiare nella sua mente che quell’incubo era finito.
Le strinsi appena la mano, presi il cellulare dal comodino e la tracolla.
“Quanto ci metterai?” domandai a mio padre mentre uscivamo dalla stanza.
“Non molto, dipende dai blocchi stradali. Ti scrivo se ci metto più del previsto” mi rassicurò.
Lo lasciai andare e cercai di capire con precisione dove si trovasse la mensa dell’ospedale. Mia madre non era una grande fan del cibo poco salutare. Ma in un ospedale, dubitavo di poter prendere qualcosa di più di un panino.
Mi fermai poco prima della mensa, vicino a delle macchinette. Non per prendere qualcosa, ma solo per fermarmi e dare un certo sfogo a tutto quello che mi aveva travolto in quelle ore di viaggio.
Ansimai appena quando sentii il telefono squillare.
“Shannon” mormorai appena.
“Abbiamo appena visto le notizie, non fanno nomi al telegiornale…”
“Sta bene. Sta benissimo”
dissi con gli occhi pieni di lacrime.
Sentii un sospiro e poi “Sono contento. Davvero Syn, molto contento”
“Anche noi, papà è andato a prenderle delle cose al suo appartamento”

Non sapevo esattamente cosa dire, perché ero in preda a quella marea di emozioni differenti.
“Va bene, volevamo sapere che steste bene. Tienimi aggiornato, basta anche un messaggio”
“Certo. Grazie”

Non avevo minimamente testa per pensare a lui in quel momento. Eppure la sua telefonata mi aveva fatto bene in quel momento.
“Ora devo andare. Ti scrivo dopo” dissi riagganciando il telefono.
Ero certa che Shannon avrebbe informato anche Jared, quindi non mi preoccupai di avvisare anche lui.
Andai alla mensa, le presi un panino e del thè verde, quindi ritornai in camera di mia madre che ora era più sveglia.
“Ecco, spero sia decente” dissi appoggiando tutto in modo che potesse servirsi liberamente.
“Grazie Synne” disse con un piccolo sorriso.
Sorriso che mi bastò per capire che le cose sarebbero andate bene.
“Come ti senti? Fisicamente intendo?”
“Stanca e mi sta passando adesso il mal di testa”
“Il medico ha detto di mangiare qualcosa e che è meglio che tu tenga la televisione spenta…”

“Non mi interessa accenderla” garantì lei “Grazie per il panino”
Sorrisi e mi sedetti nuovamente sulla poltrona accanto a lei. Ora tutta la tensione e le paure se ne erano andata, anche per quel piccolo sfogo accanto alle macchinette.
“Stavamo pensando, tra un paio di giorni ti dimetteranno. Perché non vieni con me a Los Angeles?”
Buttai lì come proposta. Non sapevo cosa ne pensasse mia madre, ma le nostre abitazioni in Europa sarebbero state assalite dai giornalisti. Mentre nessuno di loro era interessato a dove vivessi io.
Lei mi guardò, quasi pensierosa.
“Penso potrebbe essere una buona idea”
Sorrisi ed annuii, guardandola mangiare il suo panino. Ed ancora una volta, pensai che sarebbe andato tutto bene, solo bene

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Capitolo 17
*** #16 ***


Buongiorno a chi ancora ci segue. Mi scuso per i buchi temporali tra un capitolo e l'altro. Ma la vita là fuori è piuttosto frenetica °-° Ho ripreso attivamente in mano questa storia, con l'intenzione di darle una conclusione. Stay tuned :)
Siamo appena arrivate a casa mia a Los Angeles. Sono le nove di sera e mi sembra di aver fatto una traversata infinita.
Partire è stato un po’ un calvario, principalmente perché la sicurezza a Ginevra si è fatta ancora più intensiva di quanto non fosse prima. Sia perché vedere mia madre sobbalzare alle urla dei bambini in aeroporto o ai rumori forti, è stato snervante. Ma finalmente siamo a casa.
Solo quando apro la porta mi accorgo che qualcosa manca, ed è il mio Chris, mi ricordo in un attimo che devo chiamare Jared per andarlo a riprendere. Ma prima forse è meglio che avvisi Shannon per dirgli che sono tornata.
Non mi sono nemmeno resa conto che sono passati dieci giorni da quando sono venuta via da LA.
“Synne?”
Mia madre mi richiama alla realtà e le sorrido.
“Dimmi…”
“Tutto bene?”
“Certo. Pensavo che devo andare a fare un po’ di spesa, ma se preferisci rimanere a casa a riposare, vado da sola”
assicuro, aiutandola a disfare la valigia.
Lei sa di Chris, ma non mi stupisce se non si sia chiesta dove sia il mio cane in questo momento. Non ho avuto granché modo di raccontarle di Shannon, Jared, del canto e tutto ciò che comporta nella mia vita.
“Sì, se non ti dispiace, proverei a dormire un po’ ”
“D’accordo, non ci metterò troppo”

Non mi va di lasciarla eccessivamente da sola, deve ambientarsi e devo trovare dei modi più attivi per non farle pensare a tutto quello che è successo. La televisione la evita da sola, non posso biasimarla.
Prendo la mia borsa, anche se vorrei potermi cambiare e fare una doccia, e scendo in garage. Seduta in auto, provo a chiamare Shannon che però non mi risponde. Sarà impegnato, ma io devo davvero andare a prendere Chris. Mi mordo appena il labbro e decido di mandargli un messaggio.

To Shannon:
Ciao, ti volevo avvisare che sono appena tornata a casa. Mia madre starà da me per qualche tempo. Scusa per il lavoro, non pensavo di stare via così tanto

Wow, mi stupisco di me, questo è il massimo che mi viene in mente di scrivergli? Devo davvero dormire! Sistemo il cellulare e tramite il bluetooth chiamo Jared mentre mi avvio verso il supermercato.
“Pronto? Ciao!” mi risponde quasi immediatamente.
“Ciao, scusa ti disturbo? Sono appena tornata…”
Non riesco a finire la frase che mi interrompe.
“E vorresti passare per prendere Chris”
Sorrido e scuoto appena il capo.
“Se sei a casa, mi piacerebbe molto”
“Sono a casa, passa quando vuoi, ti offro la cena, se vuoi”
“Ah, ecco, mia madre è a casa mia per qualche tempo. Ha bisogno di staccare un po’ dall’attuale realtà europea. Non me la sentirei di lasciarla da sola. Prometto che mi sdebiterò”
“Ehi, non andare in panico, capisco perfettamente”

Chissà come devo suonare ridicola.
“Scusa” sospirò appena.
“Sono sicuro che Chris sarà felicissimo. Era un po’ demoralizzato in questi giorni”
“Povero, posso solo immaginare. Ci vediamo tra un’oretta? Devo passare a fare un po’ di spesa”
“Ti aspetto”

Jared è sempre fin troppo disponibile, mi sembra quasi di approfittare di tutta la sua gentilezza.

From Shannon:
Ho provato a richiamarti, sembra che non riusciamo a sentirci. Il lavoro è l’ultima cosa di cui devi preoccuparti. Pensa a tua madre

Leggo il suo messaggio ad un semaforo e mi mordo il labbro. Amo mia madre, non farei mai nulla per metterla in difficoltà in questo momento così delicato. Ma…

To Shannon:
Ho voglia di vederti…

Cerco di non pensarci. E una volta al supermercato, sono talmente presa dal ricordarmi cosa preferisce mia madre, che non sento nemmeno il cellulare suonare.
Solo una volta caricata la spesa in auto e rimessa alla guida, vedo la sua chiamata e poi il suo messaggio.

From: Shannon
Anche io, molta. Ma non voglio creare tensioni, insomma, dimmi tu…

Già, mia madre non sa di Shannon. Non ho avuto il tempo di dirle nulla. E il nostro rapporto è talmente fragile in questo momento, solo agli inizi, per pensare di presentarli senza complicare le cose.

To: Shannon
Se domani veniamo a prendere un caffè al locale, ci saresti? Non ho avuto il tempo di dire di noi a mia madre, ma mi manchi

From: Shannon
Ci sarò ;)

Ecco, un piccolissimo messaggio di questo tipo, riesce a farmi sorridere e farmi sentire meno impacciata. Ora, in un certo senso, posso rilassarmi.
Guido fino casa di Jared, non vedo l’ora di abbracciare Chris e buttarmi sul divano insieme a lui!
Suono al campanello e sento Chris abbaiare, cosa che mi fa sorridere ancora di più. Jared apre la porta e il mio cagnolone mi salta addosso, piangendo e scodinzolando come un matto. Lo stringo e sorrido facendogli le coccole, mentre Jared ci guarda e sorride.
“Ben tornata”
“Grazie. E grazie per esserti preso cura di lui”

Sarò ripetitiva, ma Jared mi ha salvata in questa situazione.
“Non è stato complicato, è un bravo cane. Hai l’aria stanca Syn…”
“Lo sono, credimi, tra il fuso orario, lo scalo a Londra e le ore di volo. Non vedo l’ora di mangiare qualcosa e buttarmi sul divano”
“Lo capisco bene. Allora vi lascio andare, ci sentiamo in questi giorni?”
“Certo, assolutamente”

Accompagno Chris in auto e lo lego al sedile posteriore, mentre Jared mi aiuta a caricare le sue cose in auto. Appoggia una mano sulla mia spalla e mi giro istintivamente, ritrovandomi in un suo abbraccio.
Non mi viene assolutamente nulla da dire, per cui mi limito a ricambiare l’abbraccio in silenzio. Godendomi quella sensazione.
Quando scioglie quel contatto, sorrido.
“Hai sentito Shannon?” mi domanda.
“Non siamo riusciti a parlare al telefono, ma ci vediamo domani al locale”
“Bene, era molto preoccupato. È fatto così”
dice con quel suo fare divertito di quando parla di Shannon.
“Già, vorrei dedicarmi molto di più al nostro rapporto”
Mi fa un occhiolino e mi saluta. Tipico modo bislacco di fare di Jared.
Ora è meglio tornare a casa, sono quasi due ore che sono in giro e mia madre è a casa da sola.
Chris è sempre più contento di tornare a casa e una volta scesi dall’auto e scaricata la spesa, non sta nella pelle di tornare nella propria comoda cuccia, che sa di casa.
Varcare la soglia di casa per l’ultima volta in questa giornata, mi fa sentire molto meglio. Chris gironzola per casa ed io sistemo la spesa. Controllo la stanza degli ospiti e mia madre sta riposando. L’indecisione è se svegliarla per farle mangiare qualcosa, o limitarmi ad una doccia calda ed al mio letto.
Inutile dire che vince la seconda opzione. Nell’arco di venti minuti, sono nel mio letto, il cane ai miei piedi ed il cellulare di nuovo in mano.
Ho voglia di sentire Shannon, di parlare con lui e perdermi in quello che ne consegue, ma sono davvero troppo stanca per sostenere una vera conversazione.

To: Shannon
Buonanotte…

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Capitolo 18
*** #17 ***


Scusate, ho fatto un po' confusione, caricando il 18esimo capitolo come 17esimo T_T

Se non fosse per i rumori che sento provenire dal soggiorno, avrei dormito molto di più, forse anche tutto il giorno.
Mi alzo stancamente e vado a vedere, trovando mia madre che curiosa in giro per casa. È un’immagine piuttosto divertente, ma anche piacevole.
“Buongiorno” dico con la voce ancora piuttosto impastata.
“Buongiorno, non ti ho sentita tornare ieri”
“Stavi dormendo ed ero stanca, ho pensato ci servisse riposo”
“Già, fai colazione?”
“No, pensavo di andare alla BlackFuel, dove lavoro, possiamo fare colazione. Poi, vorrei presentarti un mio amico”

Lei rimane piacevolmente sorpresa.
“Certo, sarebbe carino, stare un po’ in giro, magari anche con Chris?” mi chiede coccolando il cane.
“Assolutamente, lui è sempre il benvenuto. Potremmo poi portarlo a fare una passeggiata sulla spiaggia, lo adora, che ne dici?”
“Buona idea, ma allora, sbrigati a lavarti e vestirti”

Ecco, ecco com’è avere la propria madre in casa. Sbuffo divertita e obbedisco.
Sembra di buon umore. Forse davvero cambiare aria la sta aiutando.
Faccio una doccia al volo, più che altro per svegliarmi e rinfrescarmi dalla stanchezza. Poi scelgo un paio di jeans e una maglietta a maniche corte dall’armadio. I capelli un po’ arruffati e le mie fidate AllStar.
“Sono pronta, tu?” domando mentre finalmente, posso mettere nell’armadio la tracolla e tornare alla mia cara e fidata borsa.
“Andiamo” mi dice, con Chris già al guinzaglio.
Tutto si può dire di mia madre, ma non che non sia una donna pratica e con un certo stile. Perfettamente pettinata, perfettamente vestita e pronta per uscire. Come se nulla fosse mai successo.
Sorrido ed annuisco, prendendo le chiavi di casa e dell’auto dalla ciotola all’ingresso.
“Tuo padre come al solito non ha badato a spese” dice salendo in auto.
Chris sempre sul sedile posteriore e il mio telefono sistemato sul cruscotto.
“Già, ha insistito su tutto. E lo sai…”
“Quando si mette in testa una cosa, impossibile fargli cambiare idea”
“Esatto”
dico ridendo.
Usciamo dal vialetto di casa, dirette al locale.
La tranquillità di mia madre mi tranquillizza a mia volta. Metto la musica, senza però selezionare la radio. Non voglio che senta notizie o che questa fragile tranquillità possa essere intaccata.
Come sempre, trovare parcheggio è un vero e proprio dramma! Dopo un po’ di tempo perso, riusciamo, vittoriose, ad entrare nel locale. Ed è più forte di me, cercare Shannon con gli occhi. Non lo vedo e mi limito a prendere un tavolo.
Mia madre prende il menù e io ne approfitto per legare Chris al tavolo e controllare il cellulare. Niente.
“Ciao”
Sento poi alle mie spalle e quella voce è inconfondibile.
“Ciao” dico voltandomi e sorridendo “Siamo appena arrivate”
“Lo so”
“Ah, mamma lui è Shannon”
dico alzandomi per presentarlo -in qualche modo- a mia madre.
Lei sorride e gli stringe la mano.
“Sono Karin, piacere” il suo sorriso è ampio.
“Cosa vi porto, signore?” domanda.
“Mh, io prenderò quello che consiglia la casa, sono curiosa. Synne mi ha parlato molto di questo posto”
Sospiro appena. Possibile che i genitori sappiano dire le cose sbagliate nel momento sbagliato? Che imbarazzo.
Lui fa un sorrisetto piuttosto compiaciuto.
“Ci penserò io allora”
“Ehi, io so bene cosa prendere”
protesto “Vengo al bancone” borbotto appena.
Niente da fare, quando ci sono i miei genitori, non sono più così spigliata e indipendente.
Mia madre gioca con Chris e io seguo Shannon al bancone. Guardarlo preparare il caffè e il mio cappuccino…
Sospiro e prendo un paio di muffin per me e mia madre.
Come posso stare a guardarlo senza avere voglia di…
Ma non riesco nemmeno a pensare che Mark spunta dal retro e mi chiede di seguirlo. Lo guardo piuttosto sorpresa e lo seguo nel retro, fino al suo ufficio.
“Ciao Synne accomodati” dice offrendomi la sedia.
“Shannon mi ha spiegato quello che è successo e mi ha detto di lasciarti un periodo di ferie, quindi vorrei accordarmi con te”
Ah. Non ho davvero parole.
“Di quanto tempo pensi di avere bisogno?”
“Mh, credo almeno una settimana”
non mi va di prendermi troppo tempo lontana dal lavoro e non credo che mia madre me ne accorderebbe di più. Conosco bene quella stacanovista.
“Sei sicura?”
“Sicura, ad un certo punto voglio tornare”
“D’accordo, allora facciamo così, segno una settimana ma ti tengo qualche giorno extra nel caso ti servisse”

“Okay, ti ringrazio, davvero, farò tutti i turni peggiori fino a quando servirà” garantisco.
Lui sorride.
“Non ce ne sarà bisogno. Tranquilla. Ti lascio alla tua colazione”
“Grazie ancora”
dico prima di andarmene.
Almeno fino a quando non sbatto contro a…Shannon.
“Ciao” mormoro.
“Ciao, sistemato tutto con Mark?”
“Sì, ma non c’era bisogno, insomma mi sembra di approfittarne”

La questione lavoro, con lui, ancora mi mette a disagio.
“Non serve, è una situazione particolare”
“Già…”
“Come sta andando?”
“Bene, sembra che uscire le faccia bene”
“E a te?”
“Ah, beh io sto bene”

Mi mordo appena il labbro. Averlo così vicino mi fa sempre sentire in un modo che mi è difficile descrivere. Il mio stomaco si aggroviglia e l’unica cosa a cui riesco a pensare è lui.
“Shay…”
Non c’è bisogno io dica nulla, perché le sue braccia si allungano verso di me e mi abbraccia. Il suo profumo, le sue braccia, mi fanno perdere completamente il senso della realtà.
“Mi sei mancata” mormora contro il mio orecchio.
Ecco cosa intendeva Jared, si era preoccupato. Gli ero mancata. Così come lui mancava a me.
Devo scostarmi appena, per poter baciare quelle labbra, il cui solo sapore, aumentano soltanto il mio batticuore. Ricambia il mio bacio, anche se lo faccio durare poco.
“Sembriamo due adolescenti” dico divertita “Mia madre è di là” ridacchio appena.
Okay, sono un po’ in imbarazzo, solo perché mi rendo conto che non è esattamente il posto migliore per quel genere di intimità.
“Giusto, meglio che ti lasci andare”
Scioglie quell’abbraccio, ma il suo profumo ormai è una costante sui miei vestiti.
“Già, glielo dirò, insomma, sto solo aspettando il momento giusto”
“Non devi giustificarti, pensi non capisca la situazione?”
Già, non è un ragazzino.
“Non è quello che intendevo. Voglio parlarne con lei è solo che non abbiamo avuto nemmeno tempo per noi e non so nemmeno io…”
“Cosa non sai?”

“Non so cosa fare. Vorrei passare del tempo con te, da soli. Ma non sembra esserci mai il tempo o il momento giusto”
“Arriverà”
dice prima di baciarmi la guancia ”Torna di là, il cappuccino sarà già freddo”
Sorrido e mi viene istintivo stringergli la mano, solo un attimo, prima di tornare in sala e raggiungere mia madre.
“Scusa, dovevo comunicare le ferie per questa settimana”
“Nessun problema, il lavoro è importante. Ti piace lavorare qui?”
mi domanda.
Ma il modo in cui mi guarda, sta pensando a qualcosa.
“Certo, credo sia uno dei pochi posti che conosco a LA in cui fanno un caffè davvero buono”
“E il proprietario è molto carino”
“E il proprietario è molto carino”
ripeto divertita mentre lo zucchero cade nel mio cappuccino.
Per fortuna mia madre lascia cadere il discorso, ma il suo rimarcare il fatto che Shannon sia un bell’uomo, mi fa pensare che possa aver visto qualcosa.
“Sai, non ho avuto modo di dirtelo prima, ma Shannon e suo fratello hanno una band e ogni tanto vado a cantare con loro”
“Ah sì? Per quello avete quella confidenza?”

Perché non ho semplicemente fatto cadere il discorso?!
“Già, sono stata a casa di suo fratello un paio di volte, una anche con papà”
Questo sembra placarla, perché cambia completamente discorso. Finisco la colazione chiacchierando insieme a lei del più e del meno, quindi vado a pagare mentre lei e Chris vanno in macchina.
Saluto Shannon da lontano e li raggiungo per andare alla spiaggia.
Guido fino a quella spiaggia in cui avevo incontrato Shannon quando ero con Chris, semplicemente perché è molto tranquilla e poco frequentata durante la settimana.
“Chris comincerà a correre come un matto” anticipo a mia madre, mentre scendiamo dall’auto.
E infatti, appena lo lascio un po’ libero, comincia a scorrazzare. Io e lei facciamo una passeggiata, ma poi ci sediamo sulla sabbia.
“Synne, hai trovato qualcuno? Voglio dire, non solo amici. Per te è sempre stato difficile legarti a qualcuno che non fosse come dicessi tu”
Come faccio a non pensare che abbia capito qualcosa?
“Mh, ho trovato qualcuno” annuisco.
Le si limita a guardare l’oceano, mentre i suoi capelli lunghi vengono un po’ smossi dal vento.
“Spero sia una brava persona”
“Lo è, lui è molto gentile…e carino”
Utilizzare lo stesso modo in cui ha definito Shannon, vuole essere una sorta di tentativo di dirle di lui.
Ma non dice nulla, continuando ad osservare l’oceano ed io lascio cadere il discorso.


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Capitolo 19
*** #18 ***


Sono appena uscita dall’aeroporto, la settimana di ferie presa a lavoro è volata. Mia madre è voluta tornare a casa sua, intenzionata ad iniziare un percorso di psicoterapia per elaborare quello che è successo. Quindi non potevo che appoggiarla in questa decisione. Era tanto tempo che non passavamo del tempo di qualità insieme e spero che le sia servito.
Io e Shannon siamo riusciti a chiamarci ogni tanto, ma mai a vederci. Il pensiero che adesso avremo del tempo da passare insieme, mi fa stare davvero bene.
Mentre parcheggio l’auto nel vialetto di casa, mi accorgo che c’è qualcuno davanti al cancello…
“Ciao straniero” dico abbassando il finestrino.
“Ciao” dice Jared con un sorrisetto “Pensavo fossi a casa”
“Ho portato mia madre in aeroporto”
spiego scendendo dall’auto e salutandolo come si deve.
“Avevo del tempo libero e ho pensato di chiedere a te e Chris di venire a fare una passeggiata con me”
Ora, non ho minimamente sentito Jared durante questa settimana e…
“Certo, perché no, lo vado a prendere”
Dopo pochi istanti, sono di nuovo davanti a lui, con Chris al mio seguito.
“Prendiamo la mia auto o la tua?”
“La mia, volevo portarti in un posto”
“D’accordo”

Saliamo sulla sua auto e Chris è molto contento di vederlo. Non ho idea di dove stiamo andando, ma un pomeriggio fuori non può che mettermi di buon umore.
“Sai, mi chiedevo, quando te la senti, puoi tornare a provare con noi”
“Certo, dammi solo il tempo di tornare a lavoro e riprendere il ritmo”
“Mh, okay, concesso”
dice ridacchiando mentre parcheggia l’auto.
Mi guardo attorno ma non ho davvero la più pallida idea di dove ci troviamo.
“Dove siamo?” domando incuriosita.
“Una delle colline di Hollywood, adoro venire quassù, è tranquillo”
Lascio Chris libero di scorrazzare ed io e Jared cominciamo a camminare verso il punto più alto, la vista è davvero mozzafiato, soprattutto perché il sole sta cominciando a calare.
“È bellissimo Jared…” mormoro mentre invece di guardare dove metto i piedi, guardo solamente il panorama. È un secondo e mi ritrovo a mezz’aria, con lui che mi sorregge perché per l’ennesima volta ho perso l’equilibrio.
“Distratta, come sempre” dice guardandomi negli occhi.
Lui è davanti a me, sulla parte alta della salita ed io quell’espressione credo di non averla mai vista. Mi mette un po’ a disagio l’intensità con cui mi sta guardando e mi accorgo di essermi aggrappata alle sue braccia. Mi scosto immediatamente e ridacchio.
“Già, sono distratta alle volte”
Cerco di scrollarmi questa sensazione di dosso, è solo Jared.
Lui si volta e continua a camminare, solo uno o due passi davanti a me. Non riesco a dire nulla di sensato, quindi mi limito a camminare.
Quando raggiungiamo la cima, lui si siede a terra ed io sono completamente rapita dalla bellezza del panorama. Mi siedo accanto a lui e Chris si limita a gironzolarci intorno.
“Jared, tutto bene?” domando, notando come anche lui si sia zittito.
“Mh, sì, tutto bene, perché?”
“Non lo so, mi sei sembrato un po’ strano, tutto qui” mormoro, ora sembra quasi che mi sia sognata quella strana situazione.
“Scusami se non mi sono fatta sentire in questi giorni. Sembra quasi io ti chiami solo quando ho bisogno e non è così. Mi piace stare in tua compagnia”
Ma lui non risponde. Sospiro e mi limito a stare con le gambe incrociate, fissato il cielo.
“Senti, questo è l’arrangiamento di una canzone che sto mettendo insieme. Vorrei cantassi alcune parti” dice prima di far partire un file audio sul suo cellulare. Rimango semplicemente in silenzio ad ascoltare e semplicemente inizia a cantare alcuni pezzi.

“You are insane
My desire
A violent daydream

I know the moment I looked into your eyes
I never said that I would be your lover
I never said that I would be your friend
I never said that I would take no other”


Non so se è la musica o la sua voce o la combinazione delle due cose. Ma mi fa davvero venire I brividi.
“Che ne dici?”
“Ah, è bellissimo”
mormoro, avevo dimenticato la sensazione che mi dà sentirlo cantare, anche un solo pezzo.
Mi ero così abituata a vedere Jared come il fratello di Shannon, che avevo dimenticato la ragione per la quale non mi ero tirata indietro al suo bacio. Lui sa incantare e farti perdere la cognizione.
Tossisco appena e sospiro.
“Sei davvero bravissimo, non ho parole, sei magnifico”
Le parole mi escono dalla bocca senza pensare, così come non mi rendo minimamente conto dei suoi movimenti. Della sua mano che si appoggia al mio braccio e del suo viso che in un istante annulla le distanze con il mio. Per darmi un bacio accanto al labbro, non so nemmeno quanto sia stato lungo. So solo che mi ha lasciata a bocca asciutta.
“Jared” mormoro.
“Lo so, okay, lo so”
“Io…”
“Non dire niente, dai”

E mi limito a continuare a guardare il sole che lentamente se ne sta andando.
Cosa gli è passato per la testa? Quando abbiamo parlato di Shannon in passato, aveva detto che aveva capito che lui mi piaceva in modo particolare. Credevo che quel bacio fosse stato una specie di scherzo, non che lui pensasse a qualcosa di simile.
“Senti, pensavo di incidere alcuni pezzi del vocale insieme, solo noi”
“Sei sicuro? Io non so cosa pensare adesso, non credevo”
“Mi sono fatto trasportare, non starci a pensare. Volevo davvero parlarti solo della canzone”
“Okay, posso venire domani pomeriggio, se ti va”
“Domani pomeriggio va benissimo”

E ritorniamo in quel silenzio che aveva preceduto tutto questo.
Quello sguardo allora non me l’ero sognato. Uno sguardo che non gli avevo mai visto. Serio e intenso, guardava solamente me, come se null’altro ci fosse intorno. Non ho la più pallida idea di come affrontare questa situazione, ma di certo non sono il tipo di persona che possa evitarlo. Sono affezionata a Jared e penso davvero sia grandioso, non solo come musicista, ma come persona.
Vengo salvata dai miei pensieri grazie al mio stomaco che comincia a brontolare e lui scoppia a ridere. Risata che mi contagia in un istante.
“Credo di aver fame” ammetto divertita.
“Ne sono certo, vuoi fermarti a mangiare da qualche parte?”
“Oh sì, ti prego”

Si alza in piedi e mi offre la mano per sollevarmi, la prendo ma cerco di non sbattere contro di lui.
“Grazie”
Mi pulisco i jeans e recupero il guinzaglio di Chris, non è felicissimo di stare al guinzaglio, ma cominciamo a non essere più da soli e non voglio che possa infastidire qualcuno.
“Cosa ti va di mangiare?” mi chiede Jared una volta raggiunta l’auto.
“Mh, una pizza, credo che una pizza potrà placare la mia fame”
“Pizza sia, conosco un posto fuori mano, vista oceano. Può andare?”
“E lo chiedi? Ci va molto a genio, vero Chris?”

Chris deve avere esaurito un po’ le energie, perché se ne sta tranquillo sul sedile posteriore, scodinzolando di tanto in tanto. Io giocherello con la radio di Jared, passando da una canzone all’altra. Cosa che non sembra renderlo particolarmente felice, ma non importa. In testa ho ancora la sua canzone!
“Jared, da quanto tempo vivi a Los Angeles?” domando di punto in bianco.
Conosce davvero tanti posti, quindi ha girato parecchio alla ricerca di qualunque cosa la città potesse offrire.
“Da una vita ormai, è casa mia”
È bello da sentire, perché credo anche io di volere che LA possa essere casa mia.
Il locale in cui mi ha portato è molto carino, una terrazza rustica con vista sulla spiaggia e sull’oceano, illuminata solo da luci leggere, che non disturbano minimamente l’atmosfera naturale del posto.
Chris si sistema sotto il tavolo, sdraiandosi e standosene tranquillo ed io non posso non fare una foto. Il mio amore per l’oceano è fin troppo grande.
Con il cellulare in mano e la fotocamera aperta, mi viene naturale…
“Vuoi fare una foto insieme?” domando prima che lui si possa sedere.
“Certo”
Si avvicina a me e sedendosi sulla panca, prende in mano il mio cellulare per inquadrarci entrambi.
“Bella foto” dice pochi istanti dopo aver scattato.
Davvero una bella foto, non sembriamo quasi noi. O meglio, non l’immagine che io posso avere di noi.
“Me la mandi?” domanda lui subito dopo.
“Certo, fatto”
Una foto con Jared, non ho nemmeno una foto insieme a Shannon. Perché la persona che comunque mi ritorna sempre in mente, è Shannon. Nessun altro. Ci ho messo un po’ a capire cosa provassi, ma ora lo so con certezza. L’affetto che provo per Jared, è diverso da quello che provo quando sono con Shannon. E con il cellulare in mano, mi viene dannatamente normale scrivergli.

To: Shannon
Ciao, cosa fai?

Nulla di particolarmente articolato, voglio davvero sapere cosa stia facendo.
E la sua risposta non si fa minimamente attendere.

From: Shannon
Ciao, sono a casa, nulla di che

Ed ecco che trovo uno spiraglio per la mia occasione.

To: Shannon
Ho accompagnato mia madre in aeroporto, sono fuori a mangiare una pizza. Dopo ti va se ci vediamo?

From: Shannon
Stavo per scriverti la stessa cosa. Vengo io, a che ora?

To: Shannon
Ti scrivo quando finisco di mangiare, il tempo di tornare a casa e fare una doccia.

From: Shannon
A dopo

Quando rialzo gli occhi su Jared, il suo sguardo non è più sereno e rilassato come nella foto che abbiamo appena fatto. Decido quindi di mettere il cellulare in borsa.
“Allora, cosa ordiniamo?” domando come se nulla fosse.
L’ultima cosa che voglio, è infastidirlo, ma non c’è bisogno che io ripeta quello che sa già, e cioè che io e Shannon usciamo insieme.
“Io la vegana, come sempre”
“Okay, la prenderò con il prosciutto”

Il cameriere prende le ordinazioni e ci porta da bere, entrambi beviamo una birra media.
”È stato un bel pomeriggio, grazie per aver pensato a me”
Le mie parole sono più che sincere, mi ha fatto molto piacere questa gita.
“Bene allora” si limita a dire, sorseggiando poi la propria birra.

La cena è stata un po’ silenziosa. Ma voglio attribuire la cosa alla tranquillità del posto e ad un po’ di stanchezza per la passeggiata.
Come mio solito, in auto ho cambiato diverse stazioni radio, ma Jared non si è mai visibilmente infastidito. Sembra un po’ perso nei propri pensieri. Quando parcheggia davanti casa mia, non scendo immediatamente e mi concedo una piccola conversazione insieme a lui.
“Jared, sei pensieroso, puoi dirmelo se hai qualcosa per la testa o vuoi parlare di qualcosa, siamo amici, giusto?”
Spegne l’auto e si volta verso di me.
“Tu cosa pensi?” mi chiede di rimando.
Lo guardo, cercando di capire meglio la sua espressione.
“Che sicuramente qualcosa ti frulla in testa, ma non posso dirlo al posto tuo. Se non vuoi parlarmene va bene, ma sappi che puoi scrivermi o chiamarmi in ogni momento”
Non mi sembra il caso di ripetere che siamo amici. L’ho già detto e lui lo sa. Quello che mi interessa sappia, è che può davvero contare su di me.
“Magari ti scrivo più tardi, okay? Ora vado…”
“Okay”
mormoro prima di scendere dall’auto e far scendere Chris.
Shannon dovrebbe arrivare tra non molto ed io voglio farmi una doccia. Quindi salgo rapidamente le scale ed entro in casa.
Chris corre a bere, mangiucchiare qualcosa e poi nella sua cuccia. Lavarmi è un attimo, più complicato è decidere cosa mettermi!
La vittoria va ad un paio di skinny jeans con vari strappi ed una camicia scura con righe sottili rosse.
Faccio in tempo a mettere un po’ di correttore che il campanello suona e corro ad aprire la porta. Vedere Shannon mi fa sorridere.
“Vieni, entra”
Lui, senza nemmeno darmi il tempo di chiudere la porta, mi stringe le mani sui fianchi e mi bacia. Un bacio mozzafiato, intenso e veloce.
“Non ho resistito” ammette con un sorrisetto furbo.
“Fai pure” dico mordendomi appena il labbro “Avevo pensato ad un film su Netflix, o vuoi uscire?”
Non abbiamo deciso nulla, se non che lui venisse qui.
“Netflix va bene, preferisco stare da soli”
E non posso fare altro che condividere la sua idea, rimanere da soli, senza nessuno intorno, solo noi e un po’ di intimità. Ci sediamo sul divano ed accendo la televisione per andare su Netflix e scegliere insieme un film.
In realtà, non penso che il film in sé sia poi così importante.
Fin dal primo momento, mi passa il braccio attorno alle spalle e mi stringe a sé ed io mi rendo conto che non abbiamo mai avuto un momento simile. Certo, ci siamo divertiti al Coachella e sulla ruota panoramica c’eravamo solo noi. Ma è diverso. La tensione è palpabile.
Certo, il film è divertente, ma c’è qualcosa di molto meglio sul mio divano e stringendomi appena contro di lui, raggiungo il suo collo per baciarlo lentamente. Lui sospira e si volta per alzarmi il viso e baciarmi. Bacio che ricambio attivamente, mordendo appena il suo labbro inferiore. Adoro il suo labbro inferiore. Adoro il sapore delle sue labbra e il calore della sua lingua contro la mia.
Ci scostiamo solo per riprendere fiato e mi avvicino completamente a lui, sospirando e guardandolo, prima di ricominciare a baciarlo, prima con piccoli baci a stampo e poi unendo nuovamente le lingue.
“Okay, con calma” mormora guardandomi “Altrimenti non rispondo di me stesso e voglio fare le cose con calma con te”
Sorrido, pensando a come invece fosse abituato alle avventure di una notte. Non mi dispiace il fatto di avere questa importanza per lui, perché lui ne ha per me.
“Mh, allora” sospiro cercando di calmare i bollenti spiriti “Ci possiamo limitare a questo” mormoro prima di riprendere a baciargli le labbra, cercando di non farmi troppo trasportare.
“Perché non credo di poter smettere di farlo” aggiungo con un sorrisino.
Abbiamo aspettato tanto per poter stare insieme e anche se facciamo le cose con calma, non vuol dire che non possa godermi qualche bacio.
“Ho detto con calma, non clausura”
E senza aggiungere altro, riprende a baciarmi con trasporto.
La serata passa semplicemente così, con un film Netflix in sottofondo e baci ardenti. Non potrei chiedere di meglio. Nemmeno ci rendiamo conto di quanto si sia fatto tardi, se non quando stancamente mi appoggio contro di lui e socchiudo gli occhi.
“Mi piace il tuo profumo” mormoro semplicemente, con la voce un po’ bassa.
Lui si limita ad accarezzarmi la schiena a pieno palmo e darmi qualche bacio sulla fronte.
“Mi piaci davvero, Syn”
“Anche tu”

 

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Capitolo 20
*** #19 ***


Shannon è andato via così tardi, che non ricordo nemmeno che ore fossero! Aprire gli occhi per andare a lavoro, più difficile del previsto.
Raggiungo la doccia solo per immediata necessità, l’acqua fresca sul viso, mi aiuta un po’ a svegliarmi e a ricordarmi quanto piacevole sia stato il tempo passato insieme.
Infilo i primi jeans e la prima maglietta che mi capitano a tiro e mi preparo un caffè. Solamente quando cerco il cellulare per controllarlo, mi ricordo che Jared aveva detto mi avrebbe scritto, e così ha fatto.
Il problema è la quantità e la lunghezza dei messaggi che mi lasciano senza parole…

From: Jared
Mi hai chiesto cosa mi passa per la mente. E la verità è che non è mai cambiato nulla. Solo il fatto che tu abbia scelto Shannon.

Io ho cercato di comportarmi decentemente, almeno fino a oggi. Sono un uomo.
Tu sei in gamba, bella, divertente e sempre te stessa.
Quello che è successo alla tua famiglia non ha scosso solo lui. Ero lì quando sei andata via, ero con Chris quando gli mancavi.

Non fraintendermi, non ti sto rinfacciando nulla. È una mia scelta continuare a fare parte della tua vita.
Ma sbaglio anche io. Ho sentimenti anche io e non posso farli passare solo con uno schiocco di dita.
L’unica cosa a cui pensavo quando andavamo sulla collina, era la canzone che volevo fare con te, poi c’è stato quel momento e ho perso un po’ il controllo.
So che quello che ho fatto non è giusto nei tuoi e nei suoi confronti. Ma…è successo.
Devo chiedere scusa per quello che provo?

 ______________________

Non ho la più pallida idea di cosa rispondere. Oltre al fatto che me li ha mandati mentre ero con Shannon, che poi è l’unica ragione per cui non gli ho risposto.
Il mio turno comincia verso le 10.30 oggi. Non ho il tempo per andare da lui, se me ne fossi accorta prima…
Sospiro, recuperando la borsa e le chiavi per andare a lavoro. Durante tutto il tragitto in auto non faccio che pensare alle sue parole. Alla serata passata con Shannon. Dovrei dirgli qualcosa o lasciare che rimanga tra me e Jared? Come diavolo ci si comporta in una situazione del genere???
Il pensiero mi tormenta per tutto il turno, rendendomi anche piuttosto distratta sul lavoro e prendendomi qualche richiamo.
Eravamo rimasti d’accordo che ci saremmo visti oggi, per cantare, ma credo che al momento la cosa più importante sia parlare.
Quando fermo la macchina davanti al suo vialetto, tentenno per un momento. Rileggo i suoi messaggi, anche per cercare di capire come affrontare l’intera situazione. Scendo e suono il campanello.
Mi sta aspettando, giusto?
Ma non appena la porta si apre, non c’è lui dall’altra parte, bensì Shannon e la sorpresa sul mio viso è innegabile.
“Ciao”
“Ciao…”
“Sei sorpresa?”
“No, cioè, un po’”
“Dai entra”

E dopo avermi dato un bacio sulle labbra, mi lascia entrare. Lo sguardo che dedico a Jared non è dei più gentili. Questa non me la doveva fare! Dovevamo essere da soli, così eravamo rimasti d’accordo.
“Ti ha parlato della nuova canzone?”
Mi domanda Shannon dando un colpetto a suo fratello. Lui è di buon umore, ma lo sguardo di Jared sembra quasi colpevole.
“Sì, sono qui per quello” dico con una certa ovvietà.
Ero preparata a tutto, meno che a cantare dopo quella confessione.
“L’abbiamo arrangiata e messo giù il testo, ma credo che sia provvisorio”
“Capito”

Mi riesce difficile rimanere impassibile in questa situazione. E nemmeno credo di volerci rimanere in questa situazione! Devo trovare qualunque scusa, anche quella più banale, per andarmene o rischio di prendermela con Jared davanti a Shannon e nonostante tutto, non mi sembra corretto.
“Stai bene?” mi domanda Shannon “Voi due siete così silenziosi”
Jared semplicemente va verso lo studio ed io sospiro.
“Ho dormito poco stanotte e oggi a lavoro non ho dato il massimo” butto lì.
“Mi dispiace”
“E di cosa? È stata una bella serata” dico con un sorrisino. Oh sì, lo è stata eccome.
“Già, penso la stessa cosa. La prossima volta però, quando hai un turno più tardi”
“Meglio di sì. Senti, se lavorate voi alla canzone? Magari è meglio che torno a casa e dormo un po’. Non sono proprio in forma”
“Non stai bene?”
domanda lui preoccupato.
“No, no è solo che mi si chiudono gli occhi”
“Allora anche guidare non è la cosa migliore. Ti porto a casa…”
“Nah, sono pochi chilometri e poi, voi dovete lavorare”
“Sei sicura?”
“Certo, organizziamo per la prossima volta e dì a Jared che mi dispiace ma non me la sento di cantare”
“Okay, vai a riposare, ci sentiamo più tardi?”
“Sicuro”
mormoro prima di baciarlo e tornare verso la mia auto.
Meno male che parlare con Shannon mi tranquillizza. Il malumore è diminuito e in effetti, schiacciare un pisolino non mi farebbe per nulla male.
La strada verso casa però sembra più lunga del previsto. Gli occhi si fanno pesanti ed è un attimo che per una piccola distrazione vado a sbattere contro l’auto davanti a me.
“Merda” mormoro alzando la fronte dal volante.
L’uomo davanti a me è furioso e lo scontro mi ha fatto sbattere la testa. Per fortuna sembra essere solamente una botta, non ci sono graffi o tagli.
Il tempo di scendere dalla mia macchina e l’uomo comincia ad inveire come un matto, meglio rientrare in auto e aspettare la polizia. Anche un carro attrezzi per la mia povera macchina…
Questa giornata non sta proprio andando come avevo programmato.
Sbrigate le questioni più urgenti per la colpa, che va ovviamente tutta a me, il carro attrezzi porta via la mia macchina ed io prendo un taxi per andare a casa.
Il solo pensiero di controllare il cellulare mi innervosisce, quindi lascio perdere, butto la borsa sul tavolino del salotto e mi sdraio sul divano con Chris, chiudendo poco dopo gli occhi.
Il mal di testa è forte, la stanchezza è tanta e riesco ad addormentarmi in un attimo. Quando mi risveglio, però, fuori è già buio. Mi stiracchio, scansando appena Chris e vado a prendere un bicchiere d’acqua in cucina. Solo a quel punto mi rendo conto che dovevo sentire Shannon.
Sul telefono ci sono un paio di suoi messaggi ed uno solo di Jared.

From: Shannon
Ehi, come stai? Sei a casa?

From: Shannon
Mh, forse stai dormendo, quando ti svegli mandami un messaggio

From: Jared
LoveIsMadness.mp3
Rispondo prima a Shannon, devo dirgli cosa è successo, non voglio che si preoccupi.

To: Shannon
Ciao, scusa se non ho risposto. È stato un rientro a casa burrascoso. Mi sono distratta e ho distrutto il muso dell’auto contro un suv. Sto bene, ho solo battuto la testa e avevo bisogno di dormire…

Solo dopo, ascolto il file di Jared.
Lo ascolto tutto, la musica è ancora acustica, ma le parole sono chiare.
Non posso cantare con lui quella canzone. Semplicemente non posso.

To: Jared
È bellissima Jared. Forse dovresti pensare a qualcuno di più adatto per cantarla insieme a te


Mi rendo conto che ora, l’idea di cantare con loro, non può più reggere. Dopo tutto quello che è successo tra noi. Dopo quello che ho vissuto con la mia famiglia. Voglio ed ho bisogno di tranquillità. Se questo vuol dire rinunciare a quella parentesi, sono disposta a farlo. Soprattutto perché con l’autunno tornerò a studiare e non avrò comunque tempo.
È un attimo prima che Shannon mi chiami
“Ciao”
“Ciao, che è successo? Vedi? Dovevo accompagnarti io a casa. Stai bene? Vuoi che passi?”
“Hai ragione, avrei dovuto ascoltarti, ma sto bene, davvero. Solo mal di testa”
“Sei andata in ospedale?”
“Mh, no. Volevo tornare a casa e non mi sembra di aver preso un colpo così forte”
“Bisogna stare attenti con queste cose, se domani non stai bene, ti accompagno io”

Adoro, davvero adoro il modo in cui si preoccupa e si prende cura di me. Il suo lato protettivo è qualcosa che semplicemente mi attrae in lui.
“Va bene. Come è andata oggi?” domando, fingendo di non sapere nulla della canzone.
“Benone, Jared ha lavorato davvero bene. La canzone è stupenda”
Già, una canzone stupenda. Peccato sapere il perché e in quale stato lui l’abbia scritta e pensata.
“Credo che con quello che è successo oggi, per un po’ mi dedicherò solo al lavoro. Sento il bisogno di stare tranquilla e la musica è il vostro lavoro”
“Non vuoi più cantare?”
“Mh preferisco di no. Ti secca?”
“No, non mi secca. Ma mi sembrava ti piacesse”
“Certo, mi piace molto cantare. Ma sai, è stato un periodo piuttosto turbolento e credo di volere la noia della tranquillità per un po’”
“Okay, ma lo sai che puoi venire quando vuoi”
“Anche tu”
“Mh, è un invito?”
“Sempre”
“La macchina?”
“È dal meccanico per un paio di giorni”
“Allora dovrò accompagnarti a casa dopo il lavoro”
“Credo dovrai farlo”
Si mette a ridere ed io di conseguenza.
“Ti lascio andare a riposare, ma riposa, mi raccomando”
“Riposo, tranquillo, sono piuttosto stanca”
“Mh, a domani”
“A domani”

Andare a dormire dopo una chiacchierata al telefono con lui, il modo migliore per addormentarmi. Controllo che Chris non debba uscire, lo faccio scorrazzare un po’ in giardino e poi chiudo tutto.
Ma nel momento in cui mi metto a letto e prendo il telefono per puntare la sveglia, noto il messaggio di Jared.

From: Jared
Forse hai ragione. È diventata troppo personale. E, non ho chiamato io Shannon oggi pomeriggio. È semplicemente venuto qui. Capita spesso.
Mi sento un po’ uno schifo per averlo guardato in quel modo oggi pomeriggio.
Il messaggio me lo ha mandato mentre ero al telefono con Shannon, ma provo ugualmente a chiamarlo. Rigirandomi un paio di volte nel letto prima che rispondesse.
“Ciao”
“Ciao, è tardi, cosa ci fai sveglia?”
“Ho letto il tuo messaggio”
“Capito. Mi dispiace per oggi. Immaginavo che non te lo aspettassi”
“No, infatti. Potevi scrivermi per avvisarmi”
“È vero, forse non l’ho fatto di proposito”
Ecco.
“Mh, come mai?”
“Perché non mi hai risposto per tutto il giorno”
“Non volevo farlo per messaggio, è sbagliato?”
“No, non lo è, ma non mi hai comunque risposto”

Sospiro.
“Cosa devo dirti? Cosa posso dirti perché tu non ti senta più così? Ho deciso di non venire più a cantare. Quando lo facciamo siamo entrambi molto emotivi e io adesso, Jared, vorrei solo un po’ di tranquillità. Cerca di capire se puoi…”
“Mh, non vuoi più vedermi? È questa la tua risposta?”
“No, non lo è. Voglio solo avere un rapporto con te al di fuori della musica. È il vostro lavoro, non il mio. È una cosa importante per voi. Il resto è privato”
“Lo è”
“E no…”
“Cosa?”
“Non penso che tu ti debba scusare per quello che provi. Credo che nessuno dovrebbe mai farlo, tanto meno tu”
“Cosa vuol dire?”
“Solo che non me la prenderei mai con te per qualcosa che non puoi controllare”
“Syn…”

La sua voce sembra quasi rotta. Sospiro silenziosamente, lasciando qualche momento di silenzio nella conversazione.
“Così dovresti rendermi facile il fatto che non c’è nulla tra noi? Non lo è, così mi dimostri solo che persona sei e perché…mi sento così nei tuoi confronti”
“Scusa…”
“Non scusarti. Cosa hai fatto oggi?”
“Ah, a parte un piccolo incidente stradale mentre tornavo a casa, ho dormito tutto il tempo”
“Un incidente?”
“Un tamponamento, mi stavo addormentando e sono andata a sbattere contro un suv fermo”
Dio, che imbarazzo.
“Stai bene?”
“Sì, ho solo sbattuto la testa per il contraccolpo”
“Sei un disastro”
“Già, ma lo sapevamo, giusto?”
“Lo sapevamo”
“La canzone. È bellissima Jared”
“Ti piace?”
“Moltissimo, anche se mi dispiace il modo in cui ti senti per averla scritta”
“Non è una critica, solo uno stato d’animo con un po’ di enfasi”
“Non ho mai pensato fosse una critica, stai tranquillo. È il tuo modo di esprimerti e lo rispetto”

Ancora una volta il silenzio. Odio il fatto che lui si senta in questo modo e che io non possa fare nulla per farlo stare meglio, quando sono io la causa di come si sente.
“Cosa vuoi che faccia, Jared?”
“A quale merito?”
“Per non farti stare male”
“Credo nulla, mi deve passare. Ma non mi evitare”
“Oggi non volevo evitarti”
“No?”
“No, volevo parlarti come ora, ma il fatto che ci fosse Shannon lo rendeva impossibile. Ho solo preferito allontanarmi dalla situazione, non da te”
“Mh, e quando saremo di nuovo tutti e tra insieme?”
“Non sarà per parlare dei messaggi che mi hai mandato, ma solo perché saremo tutti insieme”
“Okay”
“E preferisco che mi dici come ti senti, piuttosto che stare male da solo. Non lo sopporterei”
“Perché?”
“Perché ti voglio bene, idiota”

Lui ridacchia.
“È quello il problema, no? Che ci vogliamo bene ma in modi diversi”
“Lo so, io, mi dispiace, davvero, Jared…”
“C’è sempre un vinto e un vincitore, giusto?”
“Detto così è deprimente”
“Un po’ come l’idea nella mia testa di voi due insieme”

Ouch. Non c’è nulla che possa fare o dire per farlo stare meglio.
“Jared…”
“Dai, andiamo a dormire, è tardi”
“Va bene, buona notte”
“A te”

E riaggancia il telefono.
Ecco che il buon umore della telefonata con Shannon è spazzato via da questa situazione. Non avrei mai pensato che potesse succedere. Ero convinta, che con lui le cose andassero bene.
Insistere, in questo momento, sarebbe solo egoista, un modo per non sentirmi dispiaciuta per lui. Non posso continuare a dirgli che farei di tutto per farlo stare bene. Perché l’unica cosa che vorrebbe, non posso proprio farla.

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Capitolo 21
*** #20 ***


Come promesso, Shannon è venuto a prendermi alla fine del mio turno.
Esco dal locale e lo vedo appoggiato alla sua auto, occhiali da sole scuri, jeans e una maglietta con collo a V che non lascia poi molto all’immaginazione.
Sorrido e lo raggiungo.
“Ciao straniero”
“Ciao”

Mi guarda, abbassa gli occhiali e se avvicina maggiormente per controllarmi la fronte.
Sospira.
“Ti fa male?”
“Beh, sì, ma meno di ieri”
“Mh”
“Cosa?”
“Nulla, sono sempre più convinto che ti avrei dovuta accompagnare”
“Ti ho detto io che potevo guidare. Non fare il maschio alpha con me”

Lui sbuffa appena.
“Dai, andiamo”
“Mh, e dove andiamo?
” domando mentre entrambi stiamo salendo in auto.
“Non lo so, dove vorresti andare?”
“Beh, per una volta, potremmo andare a casa tua, no?”
“Andiamo a casa mia allora”

Mette in moto l’auto ed io lo guardo guidare. Le sue braccia mi fanno sempre un certo effetto. Assurdo come le cose siano cambiate in queste settimane. Sono passata dal pensare che fosse un cretino, a prendermi una cotta stratosferica per chi è realmente. La cosa mi fa sorridere.
Io che non ho mai trovato un uomo interessante, che ho sempre preferito vivere la mia vita fino a quando qualcuno di decente non fosse caduto dal cielo…

From: Jared
Ciao, mi chiedevo se ti andasse di uscire…parlare, una passeggiata?

Siamo ancora in auto quando Jared mi scrive e guardo Shannon sospirando.
Beh, non ci vedo niente di male.

To: Jared
Stasera?

From: Jared
Stasera, porti Chris?

To: Jared
Certo, è sempre contento di vederti

From: Jared
A più tardi allora

C’è una cosa che non riesco a fare con Shannon che invece con Jared mi viene dannatamente semplice, parlare. Semplicemente parlare, non del più o del meno. Ma di tutto. È difficile da spiegare e forse è perché ci stiamo ancora conoscendo. O forse perché fin dall’inizio, io e Jared non abbiamo fatto altro se non parlare.
Non so come spiegarlo, non so nemmeno come sia successo, mi tormenta per tutto il tragitto in macchina e quando scendiamo, il calore dell’aria e la brezza dell’oceano mi travolgono. Invidio il fatto che lui viva sulla spiaggia.
“Mh, se rimanessimo sulla spiaggia? Ha sempre un certo fascino su di me” ammetto con un sorrisino.
“Preferire in casa”
Mh.
“Okay, è uguale” dico scrollando appena le spalle.
Ci saranno altri momenti per andare in spiaggia. Lui sorride e mi fa strada fino l’ingresso. In effetti non avevo mai visto casa sua, ci eravamo semplicemente incontrati sulla spiaggia per puro caso.
Casa sua è luminosa, ben arredata e fin troppo in ordine per essere la casa di un uomo. La mia non è mai così perfetta, non con Chris che gironzola ovunque.
Mi ritrovo ad essere un po’ in soggezione, non sono mai stata qui, non ci siamo mai incontrati qui, è un posto che mi coglie completamente alla sprovvista e lui sembra comportarsi come se io dovessi sapere dove andare o come muovermi…
Si volta verso di me, rimasta all’ingresso.
“Non vieni?”
“Sì, certo, solo che è casa tua”
“Ah, scusa non ci pensavo che non sei mai stata qui”
“Già”
dico ridacchiando.
“Beh, vieni pure, vuoi qualcosa da bere?”
“Una birra, se ce l’hai”
“Certo, accomodati”

Mi indica un divano di pelle, sembra decisamente comodo!
Appoggio la borsa in terra e mi siedo, molto comodo. Shannon si avvicina e mi porge la bottiglia di birra fresca, poi si siede accanto a me.
È un bell’uomo, dannatamente un bell’uomo. Guardarlo mi viene più che naturale e lui sembra accorgersene. Si avvicina, il suo viso azzera la distanza con il mio e mi bacia. La sua bocca sa di birra ed è piacevole assaporare la sua lingua. Con la mano libera, gli accarezzo la nuca e assecondo quel bacio che sembra durare un’infinità. Quando mi scosto sospiro e un sorrisetto mi rimane sul viso.
“Ciao” mormoro appena.
“Ciao”
“Vuoi semplicemente farmi perdere la testa? Era questo il tuo obiettivo fin dall’inizio?”
“Mh, una sorta, sì”
“Fai pure”
mormoro prima di appoggiare la bottiglia sul tavolino e spingermi contro di lui per riprendere a baciarlo. Con Shannon è facile perdersi nella passione del momento. Il modo in cui bacia, il modo in cui mi guarda.
Mi lecco appena le labbra e senza troppi inviti, scavalco le sue gambe, per mettermi cavalcioni sopra di lui e poterlo baciare molto meglio. Le sue mani sui miei fianchi, li accarezzano e ricambiano ogni bacio, ogni sospiro.
“Mi fai perdere la testa” sospira tra un bacio e l’altro.
Sorrido e riprendo a dedicarmi alle sue labbra, socchiudendo gli occhi per godermi quel momento. Il suo profumo, le sue mani salde sui miei fianchi e l’eccitazione del momento mi fanno completamente perdere il contatto con il mondo.
Inarco la schiena per spingermi maggiormente contro di lui, sospiro contro le sue labbra e lo guardo negli occhi. Quest’uomo…
“Dovremmo fermarci?” domando con un sorrisetto.
“Mh, dipende da te”
Devo rispettare il suo desiderio di andare con calma, o farmi prendere dall’eccitazione e proseguire in quello che stiamo facendo. Io sono eccitata, lui è eccitato, fermarsi adesso che senso avrebbe?
Solo quando alzo la testa per un secondo, mi rendo conto di quanto si sia fatto tardi.
“Merda, Chris è a casa da solo da stamattina, devo tornare a casa” sospiro frustrata.
“Che? Il cane??”
Scendo da sopra di lui e mi do una sommaria sistemata.
“Già, è un cane anzianotto, ha le sue abitudini e non voglio che mi faccia disastri in casa” dico alzando le spalle. Mi piego solo per prendere la borsa e lui in un attimo è in piedi dietro di me, mi stringe contro il suo corpo.
“Davvero?” mi domanda.
“Davvero. Scusa…”
Sospira e appoggia il mento sulla mia spalla
“Sai di essere crudele, vero?” domanda divertito.
“Non eri tu a dire che dovevamo andare con calma?”
“Con calma, non a questi livelli”
brontola appena, sciogliendo l’abbraccio.
“Hai ragione e non credere che non mi stesse piacendo, ma oggi avevo la testa per aria e non ho pensato a passare da casa prima di venire qui”
“Mh, okay, ti accompagno?”
“No, prendo un taxi, tu sei a casa tua”
“Okay, vengo a prenderti a lavoro anche domani?”
“Se ti va, mi fa piacere”
“Certo, magari passiamo prima a prendere Chris, così non mi molli sul più bello”

Il suo sorrisetto la dice molto lunga ed è sempre dannatamente intrigante, mi sporgo verso di lui e lo bacio.
“Promesso” mormoro contro le sue labbra.
“Ti chiamo il taxi”
L’auto non ci mette molto ad arrivare e saluto Shannon con l’ennesimo bacio ardente.
Una volta in macchina, mi mordo le labbra, io suoi baci sono da capogiro!
Arrivo a casa e corro di sopra per salutare Chris e lasciarlo scorrazzare un po’ in giardino. Ho bisogno di rinfrescarmi e mangiare qualcosa per cena. Il tempo con Shannon sembra passare sempre in un battito di ciglia. Siamo sempre così coinvolti quando siamo da soli!
Solo prima di iniziare a mangiare, controllo il cellulare, decisa a mandargli un messaggio. Ma è un altro messaggio che mi lascia…basita.

From: Mia
Sei una puttana…
Shannon_30.jpg

Ma che cazzo?! Quando ha fatto una foto di noi che ci baciamo?! E soprattutto, che diavolo vuole da me? Il suo messaggio mi sconvolge a tal punto che mi passa la fame! E mi dimentico completamente di quello che volevo scrivere a Shannon.
Sono un po’ stufa.

To: Jared
Quando ci vieni a prendere?

Metto via il piatto e ripongo gli avanzi nel frigorifero, oggi sembra non essere mio destino poter mangiare con calma. Il peso allo stomaco che mi è venuto per il fastidio di quel messaggio, è indescrivibile. Ringrazio mentalmente il fatto che la risposta di Jared non si faccia attendere.

From: Jared
Anche adesso se vuoi…

To: Jared
Ti aspettiamo

Preferisco uscire e non pensarci, affatto.
Come può recriminare qualunque tipo di diritto? Voglio dire, tralasciamo il modo in cui mi ha trattata, mi ha ferita, ma mi è anche passata, rendendomi conto del tipo di persona che è. Ma adesso, lo sta stalkerizzando? Lo tiene sotto controllo? Non mi capacito davvero e Shannon dovrà togliermi da questa situazione, perché se lo faccio io, non rispondo di me stessa.
Dopo aver dato da mangiare almeno a Chris, gli metto la pettorina e pochi attimi dopo, suonano al citofono e lui scodinzola come un matto.
“Eh sì, è arrivato Jared” gli dico vedendolo emozionato.
Dimenticandomi completamente di prendere il cellulare, scendo le scale per raggiungere Jared.
“Ciao”
“Ciao, tutto okay?” mi domanda.
“Certo, perché?”
“Hai una faccia”
“Nah, sono solo un po’ stanca”
“Sicura che vuoi uscire?”
“Certo, dovrei comunque portare Chris fuori per la sua passeggiata”
“Andiamo alla spiaggia?”

Sorrido ed annuisco.
“Certo”
Sistemo Chris sul sedile posteriore ed entro in auto.
“Ah, rivoglio la mia macchina” brontolo, troppo abituata alla mia indipendenza.
“Quando te la riconsegnano?”
“Spero domani”
“Non manca molto allora”

Sorrido e ci mettiamo in moto verso la spiaggia, il sole sta tramontando e lo spettacolo di luci è abbagliante. Sono più serena, anche se un po’ nostalgica.
Rimaniamo in silenzio durante il tragitto, non so verso quale spiaggia stia guidando, ma mi fido dei posti che conosce Jared, sono sempre fenomenali.
Non appena posteggiamo, Chris è su di giri e quando lo faccio scendere, non fa che saltare come un matto.
“Dici che posso farlo correre un po’?”
“Non dovrebbe esserci gente a quest’ora, quindi penso di sì”
Sorrido e dal parcheggio andiamo sulla spiaggia, in effetti a parte qualche persona qua e là, che passeggia, non ci sono molte persone. Sgancio quindi il collare di Chris che comincia a correre sulla spiaggia.
“Ah, lo invidio” dico divertita.
“Se la gode, eh?”
“Molto, lui è contento con poco”

Decido di sfilare le scarpe e camminare a piedi nudi lungo la spiaggia. Adoro sentire la sabbia tra le dita. La mia espressione è piuttosto pacifica e rilassata, mi volto verso Jared, anche lui sembra essere tranquillo. Non c’è bisogno di riempire i momenti di silenzio, sono più che piacevoli.
Dopo non so quanto, sospiro e lo guardo nuovamente.
“Ci sediamo?”
Lui annuisce e piuttosto sgraziatamente si butta a terra, scoppio a ridere e mi siedo accanto a lui.
“Sai” lo incalzo “Pensavo di fare una vacanza, una vera questa volta”
“Davvero?”
mi domanda sorpreso.
“Sì, prima dovevo studiare e lavorare, per cui non me la potevo concedere. Poi…tutto quello che è successo. E adesso sento di aver voglia di andare da qualche parte a rilassarmi”
“Tutto quello che è successo, non ne abbiamo mai parlato. Ne hai parlato con qualcuno?”

Ci devo pensare per più di un istante e mi rendo conto di non averlo mai fatto.
“No, non l’ho fatto”
“Perché no?”
“Non ne ho idea, tornata qui ero con mia madre, poi il lavoro, la vita e semplicemente credo di aver cercato di non pensarci. In fin dei conti le cose sono andate bene, alla fine”
“Sì, certo, ma c’è tutto quello che è successo nel mezzo…”

Sospiro e mi lecco il labbro.
“Vero, quello, è stato un incubo” mormoro.
“Posso solo immaginare”
Scuoto appena la testa.
“Non ho mai realmente pensato che il lavoro di mia madre potesse essere pericoloso, non in questo modo. Non mi era mai davvero passato per la mente”
Lui non dice nulla, mi lascia parlare e avendo cominciato a parlarne, un sacco di cose vengono alla mente.
“Ero sconvolta. Non capivo cosa stesse succedendo. La velocità con cui tutto si è mosso. Volare in Norvegia, i miei nonni, mio padre. Tutti nella stessa casa, sperando in qualche notizia. Ci avevano sconsigliato di guardare la televisione o altro. È stato orribile, credo sia questa la parola più calzante”
Mi volto verso di lui e abbozzo un mezzo sorrisetto.
“Ma sto bene adesso”
“Davvero? Non sembrerebbe proprio…”
“E dai, sto meglio, okay?”
“Mh, più credibile”
“Scemo”

Ridacchio e mi spingo indietro per sdraiarmi sulla spiaggia. Vedo la sua schiena, il cielo… Le stelle che cominciano a fare capolino. È così rilassante rimanere qui. Socchiudo gli occhi solo per un momento e sento le labbra di Jared contro le mie. Spalanco gli occhi e il suo viso…
“Jared” mormoro appena, ma la sua mano mi accarezza il viso e lui torna a baciarmi, bacio che questa volta mi trovo ad assecondare, tornando a socchiudere gli occhi. Non ho idea di che diavolo io stia facendo.
Lui si sposta, si mette sopra di me, io suoi capelli lunghi mi solleticano il viso, lo guardo dritto negli occhi, senza fiato. Cosa stiamo facendo?!
“Jared…” mormoro con molta meno convinzione di prima e lui si avvicina di nuovo. Con una tale lentezza, che se volessi, sarebbe molto facile scostarlo, spostarmi, ma non lo faccio e lascio che mi baci di nuovo. Questa volta le nostre labbra si schiudono, la sua lingua calda cerca la mia e la trova immediatamente. Istintivamente mi aggrappo alle sue spalle, i suoi muscoli sono tesi, le mani sulla sabbia, le sue gambe aperte ai lati dei miei fianchi. Diamine, ho sempre pensato che Jared fosse un uomo attraente, ma tutto questo non è minimamente simile al bacio che ci eravamo dati prima del Coachella, tutto questo è molto più intenso, il suo trasporto, lo posso sentire.
Ricambio il suo bacio attivamente, cercando di spegnere il cervello, cercando di godermi quelle sensazioni di tranquillità che mi trasmette questo contatto con lui. Il suo corpo mi sovrasta.
Solo dopo qualche istante, si scosta, mettendosi sdraiato accanto a me, mi prende il viso tra le mani e ricomincia a baciarmi. Istintivamente mi spingo contro il suo corpo per sentire il suo calore, il suo profumo e mi perdo nei lunghi baci tranquilli che mi sta riservando.
Sospiriamo ogni istante che ci scostiamo per riprendere fiato, le sue labbra lambiscono il mio collo, facendomi sussultare. Il suo bacino si spinge contro il mio, istintivamente inarco la schiena e mi ritrovo nuovamente a cercare il suo contatto. Sto completamente perdendo il controllo, niente mi sta fermando dal continuare… mi limito a sospirare per i baci ardenti, per la sua bocca e la sua lingua sulla mia pelle.
“Jared…” ansimò completamente fuori controllo.
Lui non dice nulla, tornando a baciarmi, le sue mani avide di contatto mi accarezzano la schiena, risalendola fino al mio seno che stringe nei palmi. Dio.
È un attimo che le mie mani, avide tanto quanto le sue, si insinuano sotto la sua camicia bianca, accarezzandogli i fianchi, la schiena, la sua pelle è calda, il suo corpo teso per l’eccitazione.
La sua mano scivola dal mio seno fino al mio ventre e mi slaccia i bottoni dei jeans fino a raggiungere i miei slip ed accarezzami tra le gambe. Quello è il momento in cui perdo completamente il controllo. Sono in balia di quest’uomo, del suo calore, delle sue mani e del suo corpo. Lo bacio come se dalle sue labbra dipendesse la mia intera riserva di ossigeno. Sento la sua eccitazione contro la mia gamba e la cosa non può che invogliarmi ancora di più a continuare, a spingere il bacino contro quella mano intenzionata a farmi impazzire.
È più forte di me.
Lui mi lecca le labbra e mi abbassa completamente gli shorts e gli slip con un solo gesto. È quasi completamente buio, solo le stelle e una luna parziale ci illuminano, credo che nessuno dei due stia ragionando, perché in un attimo lo ritrovo sopra di me. Si sposta i capelli e dopo avermi baciato di nuovo, abbassa i suoi pantaloni per spingersi dentro di me, in un movimento fluido e intenso.
Gemo e mi stringo a lui, che comincia a muoversi e sospirare. Cerco nuovamente le sue labbra, lambendole con le mie. Le sue spinte si intensificano e mi è impossibile trattenere i mugolii di piacere che mi sta facendo provare. Il mio bacino cerca il suo, agevolando le sue spinte e fremendo.
Sono talmente persa, che non mi rendo nemmeno conto di quanto tutto questo sia durato, fino a quando non ce la faccio più e mi perdo nel piacere che mi sta dando, raggiungendo insieme a lui l’orgasmo. Rimaniamo a baciarci per qualche altro momento, prima che si scosti e si sistemi i pantaloni. Mi aiuta a sollevare gli slip e gli shorts e rimango a terra, ansante e completamente soddisfatta.
Ancora nulla mi passa per la mente, se non i residui dei fremiti provati.
Sospiro e chiudo gli occhi, lui rimane accanto a me, senza dire nulla. Non c’è bisogno di parole, è stato intenso e dannatamente bello.
Solo dopo qualche momento mi volto verso di lui, lo guardo, sereno e sdraiato sulla sabbia.
Mi lecco le labbra e gli poso un bacio sulla guancia.
Mi alzo in piedi e richiamo Chris, mettendogli il guinzaglio, ho bisogno di camminare. Di capire che diavolo sia successo. Da dove è uscita tutta questa intensità?
Chris si siede davanti a me, scodinzolando e sorrido appena.
In un istante, sento le braccia di Jared che mi stringono all’altezza dei fianchi, il suo viso contro il mio collo. I suoi capelli che mi solleticano la pelle.
“Non mi ha fermato” mormora contro il mio orecchio.
“No”
“Perché?”
“Perché non volevo farlo, non so perché”
“Mh”
Stringo appena la mano libera dal guinzaglio di Chris contro il suo braccio. Non mi ero mai soffermata sul fatto che le sue braccia fossero così muscolose.
“Cosa vuoi fare?” mi domanda, senza accennare a spostarsi.
“Una doccia” dico per sdrammatizzare la situazione.
“Sì, anche io…”
Mi mordo appena il labbro inferiore, cosa dovrei fare? Invitarlo da me o lasciare che la serata finisca così?
Non ne ho idea. Non adesso.
“Andiamo, ti porto a casa”
Scioglie l’abbraccio e mi sembra di sentire un brivido di freddo senza il suo calore.
Ci avviamo verso l’auto e mi prendo qualche istante per far salire Chris sul sedile posteriore. Questa sensazione, non passa, il mio cuore ancora batte all’impazzata.
In auto, quasi mi manca il fiato. E quando raggiungiamo casa mia e si ferma, torno a mordermi il labbro. Non diciamo nulla, non spegne il motore. Mi slaccio la cintura e apro la portiera.
“Vuoi salire?”
Spegne il motore. Il cuore continua a battermi forte nel petto, scendo dall’auto e faccio scendere Chris, che corre su per le scale. Lui è dietro di me. Apro la porta, Chris è il primo a sgattaiolare dentro ed io faccio lo stesso. Sento la porta chiudersi e nel momento in cui la chiude, mi sembra di essere “nascosta” dal resto del mondo. Mi volto verso di lui e gli bacio le labbra. Solo le labbra. Socchiudendo gli occhi. L’emozione provata sulla spiaggia, non accenna ad andarsene.
“Doccia” mormora.
Annuisco, sospirando.
Peccato che nell’istante in cui entro in bagno, mi sfilo la maglietta, lui è di nuovo dietro di me, la camicia slacciata completamente. Il suo petto contro la mia schiena nuda. Anche il suo cuore batte forte.
È un attimo che ci ritroviamo nella doccia insieme, completamente bagnati ed eccitati. Il modo in cui mi dà piacere, in cui ricerco quel piacere. Il suo corpo è bollente anche sotto l’acqua fresca che ci cade addosso. I suoi capelli bagnati, il suo viso, i suoi occhi. È un uomo completamente diverso ai miei occhi.
Mi fa voltare, si spinge contro di me, mi morde piano il collo e mi stringe il seno tra le mani.
Devo appoggiare le mani contro il muro per rimanere in equilibrio quando decide di insinuarsi nuovamente dentro di me, ansimo, gemo. La sua bocca lambisce ogni centimetro della mia pelle, il collo, le spalle. Le sue carezze sono roventi e le sue spinte mi mandano completamente fuori di testa.
Non siamo sulla spiaggia, non ci dobbiamo trattenere. I suoi sospiri e il suo ansimare sono dannatamente eccitanti. Il modo in cui mi sovrasta e mi fa sua, sono da capogiro, tanto che devo appiattirmi contro il muro.
Ancora una volta, raggiungiamo l’orgasmo, si sfila dal mio corpo e mi stringe contro il suo. Come se non volesse farmi andare via. Come se entrambi non volessimo che questi momenti possano finire.
Non sto ragionando, per niente, sto solo vedendo un uomo diverso. Un uomo passionale, eccitante e gentile allo stesso tempo. Surreale. Non credo di aver mai sperimentato emozioni di questo genere con un uomo.
“Doccia” mormoro con un sorrisetto.
Lui ricambia il sorriso e mi bacia.
Ci laviamo e gli passo un paio di asciugamani, mentre io mi stringo nel mio accappatoio. Ho sempre amato la doccia.
Come se nulla fosse, vado in camera da letto, sono esausta e il mio cuore non accenna a smettere di battere in questo modo. Mi sdraio sul letto e lo guardo, fermo sulla porta mentre si asciuga i capelli. Il suo petto, il suo torace, le spalle. Sono possenti. Non ci avevo davvero mai fatto caso. O forse sì…
“Vuoi…restare?” domando cautamente.
Non so fino a quando questa situazione può continuare, ma fintanto che provo emozioni di questo tipo, cosa dovrei fare? Smettere di punto in bianco.
Lui si limita ad annuire, recupera solamente i boxer e mi raggiunge sul letto.
“E adesso?” mi chiede.
“Non lo so, sono stanca” ammetto, socchiudendo gli occhi.
Non so nemmeno che ore siano, ma tutta questa situazione mi ha risucchiato ogni energia.
Sorride e si piega su di me, per baciarmi. Un bacio breve, intenso ma breve. Si sdraia accanto a me, mi tira a sé e rimaniamo in silenzio. Non sono mai riuscita a dormire con un uomo. Non perché mi creassi qualche problema, ma perché ho sempre preferito avere i miei spazi. Invece adesso, la sua presenza, mi rilassa. I miei occhi si chiudono e semplicemente mi addormento quando il mio cuore riprende a battere normalmente.
 

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Capitolo 22
*** #21 ***


Capitolo corto, ma spero che sortisca il giusto effetto...

Jeans chiari, canotta grigia e Vans.
Sono andata a riprendere l’auto e mi trovo davanti alla casa di Shannon. “Ho bisogno di parlarti” gli ho scritto ieri. Ed oggi, eccomi qui.
Non sono mai stata una persona che fugge dalle proprie responsabilità. Non ho ancora una vera e propria spiegazione per quello che è successo con Jared. E lui deve essere a disagio quanto me, perché dopo che è andato via da casa mia, non ci siamo più sentiti.
Sospiro e suono il campanello.
Shannon, sorridente, apre la porta e si sporge per baciarmi, ma non ce la faccio. Scosto il viso e abbozzo un sorriso.
“Tutto bene?” mi domanda con espressione sorpresa.
“Forse è meglio entrare” dico, accennando al soggiorno.
Si scosta dalla porta e mi lascia entrare. Lui non si merita ciò che sto per dirgli. Ma non merita nemmeno d’essere tenuto all’oscuro.
“Mi devo preoccupare? hai un’espressione così seria…”
Sospiro e mi lecco appena le labbra.
“Ascolta, non saprei come dirlo senza suonare ipocrita o bugiarda, quindi credo te lo debba dire e basta”
Il suo sguardo si fa preoccupato ed enigmatico. E l’unica cosa che riesco a fare è guardarlo negli occhi con un certo dispiacere. Lui mi piaceva, mi piaceva davvero…
“Io e Jared, siamo stati insieme”
Il suo sguardo. Oh, il suo sguardo.
Non so se sia più l’immensa delusione oppure la rabbia che monta dopo qualche istante.
“Cosa? Mi prendi per il culo?”
Scuoto appena il capo. Non posso accampare scuse. Quindi non lo faccio.
“Mi dispiace, davvero”
“Quindi adesso stai con lui?”
“Non sto…con nessuno
” è l’unica cosa che mi sento di dire.
Non posso pretendere di ‘stare con lui’ e non sto affatto con Jared, credo che entrambi ci rendiamo conto del casino in cui ci siamo invischiati.
L’espressione di Shannon si fa molto più solenne e arrabbiata.
“È meglio tu te ne vada”
Annuisco semplicemente e stringo le chiavi dell’auto nella mano. Mi volto verso la porta d’ingresso e la apro, ma non posso andarmene così.
“Lascio il lavoro, credo passerò un po’ di tempo in Inghilterra, poi riprenderò lo studio a tempo pieno. Ah, credo che Mia ti stia seguendo…”
Non che penso gli possa interessare, ma credo sia giusto spiegargli come mi muoverò adesso. Avrei ugualmente lasciato il lavoro quando avrei ripreso a studiare. Farlo ora, è solo per lui.
Non mi volto, mi limito a raggiungere la mia auto, mettere in moto ed andarmene.
Tutto questo non mi fa stare bene, per nulla. Soprattutto per il fatto che ora, il rapporto tra Jared e Shannon sarà piuttosto teso. Anche per questo, togliermi dall’equazione potrebbe davvero aiutare.
Ma quello che è successo, non è da me. Non sono mai stata brava con le relazioni, ma non era mai successa una cosa come questa, ancora non me ne capacito.
Una volta a casa, ho bisogno di qualche lungo momento sul divano, prima di darmi una scrollata e prendere il portatile. Cercare un volo per Londra, avvisare mio padre della mia “visita”.
Cerco di non pensare a questa giornata, cerco di non pensare a nulla che riguardi la mia vita privata, perché non sento di avere giustificazioni di sorta. Dovrei avvisare Jared, o si aspetta che la bomba scoppi da un momento all’altro anche per lui?
Il portatile sulle mie ginocchia e l’unica cosa cui riesco a pensare è l’espressione di Shannon. Non ho nemmeno provato a scusarmi, avrei dovuto farlo? Il mio contatto con la realtà e la praticità, non spesso mi aiutano in questo genere di cose.
Non credo che chiamare o vedere Jared, al momento, possa essere d’aiuto per nessuno. Ma non mi sento nemmeno di andare via senza dire nulla…

To: Jared
Ciao, è difficile, ma oggi ho parlato con Shannon. Non avrei potuto fare diversamente e credo che tu lo sappia. Sai quella vacanza? Ho pensato che per tutti, sia meglio che la prenda nell’immediato. Spero davvero che voi due riusciate a chiarirvi e perché no, dare la responsabilità a me. Lo preferirei mille volte al sapere che il vostro rapporto possa uscirne troppo danneggiato.
E ancora una volta, tutte le parole escono più facilmente con Jared che non con Shannon. Ancora mi domando il perché. Forse lo scoprirò a furia di flagellarmi per quello che è successo.

                                                                                      *** *** ***
 
Shannon

Se ne è andata via con quell’ultima frase. Se ne va. Mia?! Jared…
D’improvviso la testa comincia a martellare, il nervoso, la rabbia e l’assurdità della situazione! Non uno “scusa” o un “mi dispiace”. Niente. È questa la freddezza dei nordici europei?! Beh, fa schifo!
Resisto solo vagamente alla voglia che ho di spaccare la faccia a mio fratello. È già capitato che litigassimo, anche molto, ma una cosa del genere non era mai successa. Non mi ha detto nulla del suo interesse. Perché voglio sperare ci fosse dell’interesse per fottersene in questo modo di me, del mio ruolo e di quello che provo per entrambi.

To: Jared
Sei un pezzo di merda. Dobbiamo parlare!

Non mi aspetto una risposta. Conosco mio fratello. Sarà a casa e pensare e pensare. A flagellarsi forse o quanto meno a sentirsi in colpa e…che si senta in colpa! In questo momento non sento minimamente la voglia di cercare di capire!
Poi che diavolo centra Mia? Non ho a che fare con lei da più di un mese e mezzo e non ne sento la mancanza!
_____________________________________________________________
Un mese, è passato un mese da quando se ne è andata. Il mio rapporto con Jared è ancora molto delicato, ma non sono capace di avercela con lui, non a lungo.
Ancora non riusciamo a lavorare insieme, ma ogni tanto ci vediamo e cerchiamo di riportare le cose alla normalità. È mio fratello, il mio “partner in crime”, sono il fratello maggiore.
Parcheggio l’auto e lascio il motore acceso mentre l’aspetto davanti casa sua.
Capelli biondi mossi, occhi scuri, un vestito che non lascia molto all’immaginazione e un suadente sorriso sulle labbra.
“Ciao” miagola non appena sale in macchina, si sporge verso di me e mi bacia le labbra.
“Ciao” abbozzo un sorriso.
“Pronto per stasera?”
“Certo”

No, non è proprio come si possa pensare, o forse sì. Da quando se ne è andata, sono tornato ad essere di poche parole, per i fatti miei. Sono poche le persone che vedo all’infuori di lei. Il mio tentativo di capire cosa intendesse Syn riguardo a Mia, è diventato del sesso molto arrabbiato e non so come è diventato una sorta di frequentazione.
Lei mi guarda adorante. Mi bacia. Mi desidera, ha occhi solamente per me.
Il suo braccio accanto al mio, entriamo in discoteca, il rumore, l’alcol, qualcosa a cui avevo rinunciato tempo fa. Ed ora sembra placare le pessime sensazioni che provo. Quella costante sensazione di rabbia, fastidio e impotenza.
Buttarsi nella mischia, il solito tavolo privato che ci aspetta, champagne, alcol, alcol e ancora alcol. La musica rimbomba e lei balla. Balla tutto il tempo, si struscia contro di me ed io assecondo ogni movimento, mi godo la serata.
Che come capita ormai un giorno sì e uno no, finisce con me a casa sua, ubriaco, a fare sesso. Sesso arrabbiato e ubriaco!
È davanti a me, lo sguardo colpevole, non riesce nemmeno a guardarmi negli occhi.
Il fastidio e il nervoso mi pervadono completamente.
“Vuoi dire qualcosa?”
Silenzio.
“Jared!”
Finalmente alza gli occhi, occhi quasi vuoti e colpevoli, sempre colpevoli.
Non so cosa pretendo da lui, ma da lui, voglio più parole, più scuse, più dispiacere! Voglio capire che diavolo hanno combinato. Capire come sia successo che qualche ora prima fossimo insieme, tranquilli e poi…
Mi avvicino, i miei occhi nei suoi, non ho intenzione di scostare lo sguardo, sarà meglio per lui che lo sostenga.
“Mi dispiace” arranca appena.
È più di quello che ho avuto da lei.
“È successo piuttosto in fretta, nessuno dei due ha avuto modo di realizzare completamente quello che stavamo facendo…”
“Eravate ubriachi?” domando quasi speranzoso.
“No, lei mi piace”
Peggio di un pugno nello stomaco!


Mi sveglio, stordito e con un gran mal di testa, accanto a me, capelli biondi e lunghi, profumano eppure in questo momento mi danno solamente la nausea. Lei sta dormendo ed io ne approfitto per prendere le mie cose ed andarmene.
In auto non mi guardo nemmeno nello specchietto, occhiali da sole e il solo bisogno di raggiungere casa, fare una doccia, prendere un’aspirina e finalmente buttarmi a letto e dormire!

 

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Capitolo 23
*** #22 ***


Volevo ringraziare tutti per continuare a leggere questa storia, nonostante la lunghissima pausa che ci siamo presi. Sono curiosa di sapere cosa ne pensate, come pensate che possa proseguire o soprattutto, come vorreste proseguisse? Continuate tranquillamente con i messaggi privati, mi intrettengono e mi danno spunti essenziali :) grazie a tutte

Mesi. Ecco quanto sono stata via.
Ho portato Chris con me e per quanto non sia facile viaggiare con un cane, è stato bello. Ma era ora di tornare, per riprendere in mano le cose, pensare all’università e finire gli studi – per la gioia immensa di mio padre -
La casa ha bisogno di prendere aria e Chris di sentirsi nuovamente a casa propria. Non appena arriviamo, apriamo tutte le finestre, il tempo ancora regge qui a Los Angeles. Nulla a che vedere con quello inglese o norvegese. La valigia è aperta sul mio letto ed è un vero e proprio disastro. Detesto mettere via i miei vestiti sgualciti o con l’odore di valigia, quindi butto tutto in lavatrice. È una bella giornata, fare il bucato può essere solo positivo. Mi era mancata la mia casa. Per quanto sia stata in giro per l’Europa, non l’ho mai sentita davvero casa mia con Los Angeles. Ma so che tante cose sono cambiate.
Ho scambiato poche e-mail con Jared. Dapprima per sapere come andassero le cose con suo fratello. Poi ha cominciato a chiedermi se sarei mai tornata. Per un breve periodo, non ero certa fosse la cosa giusta da fare, ma poi…
Se ho sentito Shannon? No. L’ho pensato? Troppo.
Sono cambiata, tante cose sono cambiate. Ho lasciato crescere i capelli e non ho più fatto tinte. Risultato? Capelli medio lunghi, leggermente mossi e biondo cenere. Rendono i miei occhi azzurri più banali, ma ho in un certo senso fatto pace con il mio reale aspetto. Il compleanno l’ho passato con i miei nonni e mia madre a Tromsø – Norvegia – ed è stato davvero piacevole. Ebbene sì, a 28 anni riprendo i miei studi per finirli finalmente, prendere la specialistica ed adeguarmi ad una vita da Ingegnere Biomedico. Conscia del fatto che comprenderà una vita in laboratorio, ho lasciato andare, almeno nell’aspetto, il mio lato più selvaggio. Questo non significa che sia diventata una bambola da tacchi e trucco, non dirò mai addio alle mie Converse.
Sono gli ultimi due anni di studio, parte dei quali li passerò all’UCLA Medical Center. Ho già preso contatti mentre ero all’estero ed oggi dovrei andare in segreteria per le ultime cose. Ancora non ci credo che dovrò tornare ad impazzire sui libri. Ma sono più che motivata, in fin dei conti, dopo tutto quello che è successo, non mi rimane molto. Devo rimettere in pista la mia vita a Los Angeles.

Skinny jeans chiari, un maglioncino primaverile grigio chiaro, occhiali da sole e capelli lasciati sciolti. Imbraccio la mia Nissan per recarmi alla segreteria. Nemmeno ricordo l’ultima volta che l’ho guidata. Questo è il mio pensiero, almeno fino a quando un flash, più che cristallino, mi riporta al ricordo della mia “ultima gita” a casa di Shannon.
Lui è sempre nei miei pensieri. Ma dopo tutte quelle settimane a pensare, a giudicarmi per quello che era successo, mi sono resa conto che farlo non avrebbe portato indietro le cose. Non sarebbe cambiato nulla. Avevo perso l’occasione di un qualcosa insieme a lui. Eppure, pensarlo era così naturale, come il non riuscire a cancellare le foto fatte insieme.

Una volta finito in segreteria, sto tornando al parcheggio e come un fulmine a ciel sereno, mi vedo passare accanto Mia. Lei non mi riconosce, non mi ha mai vista con i capelli del mio colore naturale, tanto meno lunghi. Per un attimo, rimango senza fiato, ma per fortuna mi supera ed io proseguo verso la mia auto.
Mi appoggio alla fiancata, mi passo le mani sul viso e sospiro. Rivedere lei è stato come rivedere in un secondo tutto quello che era successo.
Socchiudo gli occhi, ripensando a troppe cose.
“Ciao”
Una voce, fin troppo conosciuta, interrompe i miei pensieri, la mia nostalgia e i miei rimorsi.
Apro gli occhi e lui è semplicemente davanti a me. Nel posto più impensabile, l’università.
Rimango a bocca aperta, guardandolo e il cuore prendere a battere in un modo che, non mi capitava da troppo tempo.
“Ciao” mormoro scostando dei capelli dietro l’orecchio. Imbarazzo? Forse. Ma di certo un senso di colpa che come un macigno mi sta schiacciando con una forte pressione dall’alto.
“Non sapevo fossi tornata, ti ho riconosciuta a stento”
Mi ha riconosciuta a stento. Ma mi ha riconosciuta…
“Sono tornata da un paio di giorni”
Mi stringo nelle spalle perché non ho altro modo di “difendermi”. Vorrei chiedergli cosa ci fa qui, ma ancora una volta, non mi sento in diritto di farlo.
“Capisco. Torni a studiare?”
“Già, finisco quello che avevo cominciato venendo qui a Los Angeles”

Stringo appena il braccio sinistro sotto la morsa della mano destra, credo che se potessi sparire mentre mi stringo nelle spalle, sarebbe una cosa fantastica.
“È un’ottima cosa”
Non sono ancora idiota, il disagio non lo sto provando solo io, allora perché è venuto a parlarmi? Vuole dirmi tutto quello che non è riuscito a dire prima che lasciassi casa sua? Non sarebbe così assurdo se volesse insultarmi.
“Sono contento che sei tornata. Buona fortuna con gli studi”
Si limita a dire prima di voltarsi e andarsene. Da una parte, ne sono contenta, riesco finalmente a respirare. Dall’altra, non capisco, minimamente. Cosa è appena successo?
Se avesse solo voluto essere educato, non sarebbe venuto a cercarmi. Ora un altro milione di domande mi balenano nella mente. E tutto quello che riesco a fare è sedermi in auto per appoggiare la fronte sul volante e strizzare gli occhi. Cosa dovrei fare? Rivederlo, ha decisamente smosso tante cose, come il fatto che lo trovi ancora attraente e bello.
Ma ecco che l’idea di quello che è successo, dell’importanza del rapporto con suo fratello, hanno la meglio su ogni forma di possibile egoismo. Non posso tornare indietro.
Eppure non riesco a ingranare la marcia e spostarmi da quel parcheggio. Mi mordo il labbro, quasi a sangue. Forse se mi rifiutasse una volta per tutte, riuscirei a non pensarci più e proseguire con la mia vita. Se sapessi che…

To: Shannon
Vederti… è stato tanto inaspettato quanto…bello

E in un secondo gli ho scritto. Egoisticamente. Ma lui è venuto a parlarmi e ha smosso completamente la mia esistenza, di nuovo.
Scuoto il capo ed ora mi decido a mettere in moto ed andarmene. Il cellulare sul fondo della borsa, quasi non volessi sapere se mi abbia risposto o meno. Non ho certezze in questo momento.
Una volta a casa, salgo le scale ed entro, accolta da un Chris su di giri che reclama la sua passeggiata. Credo sia la prima volta, da quando l’ho adottato, che non ho voglia di portarlo fuori. Ma si accorge facilmente che non sono dell’umore e senza troppo protestare, scorrazza per il giardino, abbaiando di tanto in tanto e strappandomi un paio di sorrisi.
È un attimo, in cui gli faccio una foto che metto sulla storia di Whatsapp.

“Nessuno mi fa sorridere come fai tu”

Il mio cane? La mia gioia più grande.
Ed è un istante che Shannon risponde al mio messaggio.

From: Shannon
Non ti ho riconosciuta subito, sei diversa. Ma mi ha emozionato…

Leggere quelle parole, mi fa mancare il fiato. Cosa sta dicendo? Cosa sta facendo? Dopo quello che è successo riesce a dirmi una cosa del genere? Non me ne lamento minimamente, anzi, mi emoziona il solo sapere che possa avergli smosso qualcosa rivedermi. Ma ero davvero convinta, che i mesi passati fuori, avessero cancellato tutto. Sia la parte brutta che quella bella. Che non ci sarebbe stato proprio nulla, nemmeno la lontana possibilità di rivederlo, tanto meno parlagli.
Seduta sul divano con le gambe accavallate, rimango a fissare quel messaggio fino a quando la schermata si blocca automaticamente.

To: Shannon
Tu invece, sempre Shannon

Bene, ci ho messo quasi venti minuti, a cancellare e riscrivere, per tirare fuori una cosa simile?!

To: Shannon
L’università era l’ultimo posto dove pensavo di trovarti…

Ecco, cambiamo argomento, forse distoglierà dal mio primo stupido commento!

From: Shannon
Ed è un male?
Ho accompagnato una persona

To: Shannon
Non è un male per niente

Sto per rispondere anche alla seconda parte del messaggio, quando la parte sana del mio cervello, collega l’aver incrociato Mia pochi istanti prima di aver parlato con Shannon, al fatto che fosse lei la persona accompagnata.
Non sono nessuno per giudicare la cosa.

From: Shannon
Meno male, allora è cambiato solo l’aspetto

Già, solo l’aspetto. La cotta spropositata nei tuoi confronti non se ne vuole andare, caro mio.
Nonostante tu stia frequentando, uscendo o altro con Mia.

To: Shannon
Già, si torna a scuola, si finiscono gli studi e pensavo che un cambiamento nel look avrebbe giovato, ma rimango il solito maschiaccio

Non voglio metterlo davanti ai miei costrutti mentali. Non gli chiederò se esce con Mia. Non dovrebbe interessarmi…giusto?
From: Shannon
Stai bene, davvero

Eppure perché mi sembra che entrambi non vogliamo dire qualcosa?
Io so cosa non voglio dire, ma non ho idea di cosa non voglia dire lui.

To: Shannon
Lasciatelo dire, hai davvero pessimi gusti in fatto di donne… : (
From: Shannon
Perché?

To: Shannon
Perché…ti piacevo io

From: Shannon
Non mi suona come pessimo, affatto

To: Shannon
Shannon… non potrei mai

From: Shannon
Cosa?

To: Shannon
Non posso, dopo quello che ho fatto o che è successo

From: Shannon
Non dovrei dirlo io?

To: Shannon
E allora perché non lo dici?

From: Shannon
Perché non controllo l’effetto che mi fai. Pensavo di sì, ma non è così…

Sospiro. Può il mio cuore spezzarsi e scaldarsi allo stesso tempo per le sue parole?

To: Shannon
Non ti ho mai chiesto scusa

From: Shannon
Puoi sempre farlo

To: Shannon
Non per messaggio

From: Shannon
Allora vengo da te…

Shannon sta correndo troppo? Cosa vi asspettate possa combinare? Una vendetta o semplice nostalgia?!

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Capitolo 24
*** #23 ***


Posso farmi prendere un po’ dal panico? Non troppo, il giusto.
Ma dopo avergli detto “okay”, sta venendo qui. Non sono mai stata il tipo di persona che dice certe cose per messaggio. Delle scuse, se sincere, vanno fatte di persona quando possibile. E lui merita delle scuse.
La sua disponibilità a riceverle, un po’ mi preoccupa. Che sia il suo modo per chiudere il nostro capitolo ed andare avanti con Mia?
Non riesco a pensarci oltre, perché il citofono suona, è lui.
Gli apro, sale le scale ed entra dalla porta. Un mezzo sorriso e gli occhiali da sole.
“Vieni, vuoi da bere?” domando immediatamente.
Come se troppi momenti di silenzio, possano essere ingestibili.
“Una birra?”
“C’è”
assicuro, aprendo il frigo per tirarne fuori un paio e farlo accomodare sul divano.
Mi siedo ad una giusta distanza e prendo a sorseggiare piano la mia birra. È casa mia, sono le mie scuse, quindi muoviti, parla.
“Shannon, io, mi dispiace. So che avrei dovuto dirlo prima, ma avevo il timore di complicare ulteriormente il tuo rapporto con tuo fratello. Ho pensato che se mi fossi tolta dall’equazione, le cose tra voi sarebbero andate molto meglio e più facilmente”
Lui mi guarda, gli occhiali sul tavolino e la birra in mano.
“Sono andate meglio, è vero”
Socchiudo gli occhi, sapere anche da lui, che le cose tra loro sono tornate alla normalità, mi tranquillizza.
“Lo hai sentito?” mi domanda subito dopo.
“Sì, qualche e-mail mentre ero via” ammetto.
“Bene”
Ma non provo per lui quello che provo per te. Ho il diritto di dirglielo? O dovrei di nuovo mostrarmi profondamente egoista?
Mi limito a bere dalla mia bottiglia, cercando di non perdermi a fissarlo.
“È passato più tempo di quanto pensassi”
“Cosa intendi?”
“Pensavo saresti tornata prima. Di arrabbiarmi con te e andare avanti per i fatti miei”

Ouch. Comprensibile.
“Invece?” domando cautamente.
“Invece, ti rivedo dopo mesi e l’unica cosa a cui riesco a pensare è di potermi trovare qui adesso…”
Ed ecco che lo guardo incredula, i miei occhi nei suoi, il suo sguardo serio, leggermente ferito.
Appoggia la bottiglia sul tavolino, si avvicina e mi scosta una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Shannon…lo so di Mia” mormoro.
Non è giusto.
“Mia?” mi domanda quasi stupito.
“State insieme, no? È per quello che eri all’università”
“Te lo ha detto lei?”
“No, l’ho incrociata venendo verso il parcheggio e non mi ha riconosciuta. Ma so fare due più due, sai…”
“Ti dà fastidio?”
“Non credo di averne il diritto”
“Forse no. Ma non è come pensi”

Corrugo appena la fronte, ora non capisco davvero di cosa stia parlando. Era con Mia, o non mi avrebbe chiesto come lo sapessi.
Scosto appena il viso e sospiro.
“Devo liberarmi di Mia?” domanda di punto in bianco.
Mi volto di scatto verso di lui.
“No, non intendevo quello. Io, non mi sento minimamente in diritto di pretendere nulla da te”
Confesso senza troppi problemi. È così che mi sento ed è così che stanno le cose.
“Forse non hai il diritto di pretendere nulla, ma sono qui perché l’ho voluto io e credimi se ti dico che con Mia non c’è nulla se non, divertimento”
Mi lecco appena il labbro inferiore e mi ritrovo a sospirare per la milionesima volta.
“Così mi uccidi” brontolo appena.
“Perché?”
“Perché mi illudo su come possa andare”
“Non sarò io a fermarti”
mormora riprendendo il mio viso con la mano e guardandomi dritto negli occhi.
Quello sguardo lo conosco bene. È sicuro, certo di quello che sta facendo e a quanto pare di quello che vuole.
Ma non posso essere io a…
Un momento, ecco quello che gli serve per annullare la distanza tra le nostre labbra e limitarsi a un castissimo bacio a stampo.
“Perché sia chiaro” mormora contro le mie labbra “Voglio una cosa esclusiva. Solo tu e io”
I miei occhi sbarrati.
Come fa a volerlo? Forse ho nettamente sottovalutato quello che provava per me e la sua capacità di perdonare. È istintivo accarezzargli la nuca ed intensificare il bacio che mi ha dato in precedenza, l’urgenza delle sue labbra, della sua lingua contro la mia. Rimango senza fiato prima di riuscire a scostarmi ed abbozzare un piccolo sorriso.
“Molto meglio” dice guardandomi “Eri troppo seria”
“Mh, io sono una persona seria”
Lui ride e riprende la propria birra, sistemandosi più comodamente sul divano. La stessa cosa faccio io, godendomi quel momento. Chiaro, ma al contempo tempestato di domande.
Questo suo “via libera”, mi dà più confidenza nel rapportarmi con lui, molta di più.
Almeno fino a quando il suo cellulare non comincia a squillare. Lo sfila dalla tasca e rifiuta la chiamata, appoggiandolo poi sul tavolino. Non ho intenzione di chiedere nulla, se vuole stare qui senza eventuali distrazioni esterne, non sarò io a spronarlo a rispondere.
Questo almeno fino a quando il telefono riprendere a suonare con una certa insistenza.
“Forse dovresti rispondere”
“Lo farei se mi interessasse farlo”

Ah…
“Cosa ti interessa, invece?” domando guardandolo.
Ha finito la birra e la sua mano passa di nuovo tra i miei capelli.
“Mi piacciono davvero parecchio”
“Credo dovrai abituarti”
“Molto volentieri”
Mi tira verso di sé e nuovamente le sue labbra cercano le mie, mi morde appena, lecca il mio labbro e tortura la mia lingua. Questa è vendetta bella e buona, ma se è così che devo scontare questi mesi, sono più che disposta a farlo.
Sospiro contro le sue labbra, odiando il telefono che ha ricominciato a suonare.
“Shannon” sbuffo appena.
“Okay” brontola appena.
Prende il telefono e si sposta in giardino, giocando di tanto in tanto con Chris mentre parla con qualcuno.
Mi appiattisco contro il divano e sospiro, chiudendo gli occhi per rivivere le sensazioni di questi baci. Fantastiche sensazioni!
Non so esattamente quanto tempo passi, prima che la sua presenza sopra di me mi faccia spalancare gli occhi di sorpresa.
“Dove eravamo rimasti?”
“A questo, credo”

Lo tiro per la nuca e lo bacio nuovamente, mentre le sue mani, appoggiate alla testata del divano, tendono i muscoli delle sue braccia. È fatto per essere ammirato…
Sospiro nuovamente per riprendere fiato e lo guardo con occhi languidi, è un attimo in cui mi scosta e si sistema meglio sopra di me. Il suo corpo mi sovrasta e mi accende. Il battito del mio cuore accelera e il mio respiro si fa più affannato, prima che le sue mani decidano che si trovano meglio a contatto con la pelle dei miei fianchi e dei miei seni.
Inarco la schiena, spingendomi contro le sue mani, lo bacio, ma baci più brevi, perché il mio bisogno di ossigeno è aumentato nel momento in cui ha iniziato ad accarezzarmi in quel modo.
“Sei sicuro?” domando cautamente.
“Mai stato più sicuro di qualcosa”
Mi basta questo per lasciarmi completamente nelle sue mani. Mi solleva il maglioncino sopra la testa e mi aiuta a sfilarlo. Si dedica poi a slacciarmi i bottoni dei jeans.
Con la stessa urgenza, gli sfilo la maglietta ed accarezzo la sua pelle, la schiena, le spalle, baciando lentamente il suo collo e il petto.
Non ci siamo mai esplorati in questo modo, tutto è nuovo e piacevole. Diverso. Coinvolgente.
Stringo le gambe ai suoi fianchi mentre lui si spinge contro di me, solo per torturarmi, solo per farmi sentire quanto sia eccitato ed eccitarmi a mia volta. Le mie mani che dalla sua schiena, scendono fino le sue cosce. Mi sta divorando e io lo lascio fare, perché è quello che voglio da mesi, che ho sempre voluto.
Ad interromperci però, questa volta, è il mio di cellulare che suona in continuazione. Lui mi guarda, tra il divertito e lo scocciato, data la piega che stavano prendendo le cose.
“Non ho idea di chi sia”
“Rispondi?”
“Non ci penso minimamente”

Perché dovrei farlo? Chiunque sia, richiamerà.
Torna a baciarmi e le mie mani vanno a slacciare i suoi pantaloni, liberando la sua erezione. È un attimo poi, che presi dalla foga, ci liberiamo dei rispettivi jeans e lui si spinge dentro di me. Stringo le dita contro le sue spalle e le braccia, inarco la schiena e lo accolgo completamente, sono elettricità pura ad ogni sua spinta. Lo assecondo in ogni movimento, rubandogli qualche bacio per smorzare i piccoli gemiti di piacere.
Gli mordo il labbro inferiore quando raggiungo l’apice, poco dopo seguita da lui che tempestivamente esce dal mio corpo per raggiungere l’orgasmo.
Rimango inerme sotto di lui, accaldata, soddisfatta ed esausta.
Mi bacia, più dolcemente e si solleva per recuperare i suoi pantaloni e andare in bagno. Io rimango sul divano qualche altro momento, prima di decidermi d’avere bisogno di una doccia e raggiungerlo in bagno.
Lui, davanti allo specchio, passando gli bacio il collo e vado a chiudermi nella doccia.
Quando esco, lo ritrovo sulla poltrona del soggiorno, beve un’altra birra che ha trovato in frigo.
“Ho preso da bere, spero non ti dispiaccia”
Sorrido guardandolo.
“Non mi dispiace”
Perché mi sembra tutto così surreale?
Mi fa cenno di raggiungerlo e mi metto davanti a lui, sono ancora avvolta nell’accappatoio e mi tira sulle sue gambe. Ridacchio e allaccio le braccia al suo collo.
“Catturata” miagola.
“Oh, ed ora?”
“Mh, ora non ti lascio più andare”
“Suona bene”
“Allora, cosa hai fatto tutti questi mesi?”
“Curioso?”
“Molto”

“Sono stata prima da mio padre, ho girato un po’ Londra, poi mi sono fatta convincere a seguirlo nei suoi viaggi d’affari. Beh, io facevo la turista, ma abbiamo girato parecchio. Per il mio compleanno ero in Norvegia, ma non ci sono rimasta a lungo. Ho ripreso a girare per i fatti miei, con Chris. Non devo essere io a dirti quali bellezze riserbi l’Europa
“Avete girato parecchio, divertita?”
“Cosa stai chiedendo, di preciso? Se sono stata con qualcuno?”

Chiedo solo per stuzzicarlo un pochino.
“Forse”
“No, eravamo solo io e Chris. Pensavo…a te
” ammetto un po’ in imbarazzo.
Lui sorride.
“Bene”
“Bene?”
“Sì, che mi pensassi”
“Non ho mai smesso. Commetto errori ma non sono un mostro”
“L’ho capito quando mi è passata, ma ti ho pensata, tanto”

Gli accarezzo il viso e gli bacio le labbra. Non avrei mai voluto farlo soffrire.
“Solo tu e io?” domando.
“Esatto. Solo tu e io. E tutto questo”
“Mi piace, molto. E mi piace che forse per la prima volta riusciamo a parlare in questo modo. Prima…non lo facevamo”
“È vero, non so perché, forse eravamo troppo presi da tutto il resto”

Tutto il resto. In così poco tempo, sono successe così tante cose. Io non ero me stessa, non trovavo il modo di parlare con lui di ciò che provavo e lui non mi faceva alcuna domanda.
Non so se dovrei chiedergli come abbia passato questi mesi, forse è troppo presto, ma veniamo interrotti nuovamente dal mio cellulare.
Spalanco gli occhi, piuttosto infastidita.
“Non c’è pace oggi” brontolo appena.
“Vuoi rispondere?”
“Non ho intenzione di muovermi da dove sono o di lasciarti andare da qualche parte”

Sorride e mi ruba un altro bacio. Sapere che condivide il mio pensiero è piuttosto piacevole. Se non fosse per i cellulari, questa sarebbe una splendida bolla al di fuori del mondo e della realtà.
“Avevo immaginato a come sarebbe potuto essere, ma…la realtà ha superato di gran lunga l’immaginazione” ammetto poi, riferendomi a ciò che era appena accaduto.
“Tu non hai affatto smentito le mie aspettative”
Mi accarezza i capelli e noto il modo in cui gli piaccia giocherellarci.
“Li preferisci lunghi, vero?”
“Molto, ma eri stupenda anche prima. È solo una cosa in più”

Mi tira appena i capelli e mi bacia il collo, leccandolo leggermente.
“A saperlo, li avrei fatti crescere molto prima” sospiro.
Le sue mani tornano poi sui miei fianchi, stringendoli appena.
Questa volta sono io a passare una mano tra i suoi capelli e baciargli la fronte. Mi piace il contatto con lui è tanto eccitante quanto rassicurante. Sapere che questa persona, il suo corpo, sono tornati ad essere miei e a detta sua, solamente miei.
Scosta appena il viso e lascia andare un po’ la presa sui miei fianchi, appoggia le spalle alla poltrona e si rilassa.
“Come farai adesso che studi? Torni a lavorare o…?”
“Ci pensa mio padre per un po’. La specialistica la devo fare studiando e passando ore in laboratorio”

Non credo nemmeno avessimo mai parlato dei miei studi. Erano qualcosa di fermo e che quando ci siamo conosciuti, non facevano attivamente parte della mia vita.
Di fatti mi guarda un po’ sorpreso.
“Ti stai chiedendo cosa studio?”
Lui ride.
“Effettivamente…”
“Bioingegneria, nella progettazione. Ci occupiamo di organi artificiali, protesi è un bel po’ di altre cose”

Mi guarda piuttosto colpito e roteò appena gli occhi, divertita.
“Cosa, non pensavi che una ragazza che lascia gli studi per lavorare in un bar, possa anche avere un cervello?”
“No, solo che forse ho giudicato dalle apparenze. Avrei pensato a qualcosa di artistico e non così…scientifico”
“Quando vivi con due colossi come i miei genitori, tendi a puntare piuttosto in alto, anche se molto lontano dalle loro rispettive scelte”
“E io faccio musica”
“E allora?”
“Beh, non è paragonabile, aiuti le persone a sopravvivere, a migliorare le loro vite”
“Tu no?”
“È diverso”

“Questione di prospettive. Il mio lavoro è solo scientifico. Non sono mai stata ad un vostro concerto, ma ho visto qua e là le reazioni delle persone che vi amano”
“Mi piace l’idea che tu faccia queste cose, essere una cervellona e spiare le reazioni di chi ci segue”

Ridacchia.
“Cervellona?”
Annuisce con una certa solennità e gli do una spintarella.
“Se metti un paio di occhiali, diventi una di quelle cervellone sexy”
“Dei film porno”

E scoppia a ridere.
“Sei pessimo” lo riprendo immediatamente.
“Lascia lavorare la mia fantasia”
“Questa sarebbe fantasia? Mi sembra più che altro un cliché”
“Ouch, sarei banale?”
“In questo caso, un po’”

[…]

La giornata prosegue così, tra baci ardenti, scambi di battute e una profonda intimità che non ho mai avuto problemi a raggiungere insieme a lui.
Ma verso le nove di sera, decide di rientrare a casa e a mio malgrado lo lascio andare.
Solo una volta che mi ha salutata per tornare alla sua auto, mi ricordo che il cellulare aveva suonato un paio di volte. Lo recupero dalla borsa e controllo le chiamate. Una è di un numero che non conosco, ma l’altra. L’altra è di Mia…
Mi mordo appena il labbro. Ha lasciato un messaggio in segreteria, non sono certa di volerlo sentire, ma poi mi rendo conto che non ho motivo di preoccuparmi. Non mi ha riconosciuta in università, non ha idea che io sia tornata.

“Sei tornata, non è vero? Perché è la prima volta che lui sparisce e poi mi risponde in modo così scocciato. Sei tornata e me lo vuoi portare via di nuovo, vero? Sta’ attenta a te!”

Mi chiedo seriamente come faccia questa ragazza ad essere così stalker o come io, in due anni di amicizia, non mi sia accorta di questa sua dote! Ora, cosa dovrei fare?
Parlarne con lui? Non ho voglia di rovinare la giornata che abbiamo passato insieme e non ho voglia di creargli problemi. Per cui mi dico che è meglio io risolva la cosa per i fatti miei.
Comincerò con un messaggio.

To: Mia
Non ho idea di cosa tu stia parlando…

Magari, le sue sono solo supposizioni infondate. Non so cosa le abbia detto Shannon al telefono -dato che pare fosse lei a chiamarlo- e non sono nemmeno affari miei.

From: Mia
Fai poco la santarellina! Sai per quanto tempo è stato male per colpa tua? In che stato era quando l’ho trovato? E adesso arrivi dalla tua bella Europa e cosa fai? Pensi di usarlo e buttarlo di nuovo?! Sono io che l’ho fatto tornare a stare bene!

To: Mia
Se fossi così sicura di te e di voi, non dovresti preoccuparti per me, sbaglio?

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Capitolo 25
*** #24 ***


Arrabbiata. Ecco il modo in cui affronto il primo giorno di laboratorio al medical center. Perché? Perché sono giorni che Mia non mi dà tregua! Semplice.
Mi rendo sempre più conto di come l'insicurezza di una persona possa portare ad un certo grado di follia.
L'unica cosa che mi ha colpita dei suoi messaggi, è stato sapere come si sentiva Shannon quando me ne sono andata. Non gli avevo chiesto nulla perché mi sembrava troppo per esserci appena rivisti. E le volte successive, non ho voluto mettere in mezzo la questione di Mia. Ora però, le cose si stanno facendo pesanti.
Sì, perché oggi, non so come, ho ritrovato nella posta una lettera scritta al computer. Per l'ennesima volta, mi intimava di lasciare stare Shannon.

La giornata in laboratorio è stata quasi imbarazzante. Non che mi abbiano messo a fare cose troppo delicate fin dal primo giorno, ma nozioni che si presuppone io avessi, le ho svolte in modo pessimo. Mi sento dannatamente frustrata. So che avrei potuto fare di meglio se fossi stata concentrato ed è quello che mi ha intimato il mio superiore. Di fare di meglio l'indomani. Come biasimarlo?
Ne è passato di tempo da quando mi sono trovata in auto davanti casa di Shannon, eppure, eccomi di nuovo qui. Ormai è una decina di giorni che siamo tornati a frequentarci. Ed ancora una volta, a casa sua, devo affrontare un argomento delicato. Paradossale.
Raggiungo la porta e suono il campanello. È un attimo e lui mi apre con un sorrisetto. Che dejà vu.
"Ciao"
Gli sorrido ed entro in casa, corrucciata. Lui lo capisce immediatamente e si irrigidisce.
"Shannon, dovremmo parlare un attimo"
"Cosa intendi?"

Sembra che metta le mani avanti e non lo biasimo. Ma questa volta è diverso.
Mi avvicino e lo bacio dolcemente.
"Sediamoci, dai" provo a tranquillizzarlo, ma lui di tutta risposta, rimane in piedi.
Sospiro e mi appoggio al bracciolo del divano, tirandolo contro di me. Non mi stupisco che sia preoccupato.
"Ascolta, come va con Mia?"
La sua faccia, da preoccupata, diventa enigmatica.
"Cosa intendi?"
"Voi due..."

"Non c'è un noi due e gliel'ho detto quando ero a casa tua"
Lo avevo immaginato.
"Lei, è da allora che mi sta tirando matta" e dalla borsa tiro fuori il cellulare per fargli vedere i messaggi di WhatsApp e la bellissima lettera ricevuta questa mattina.
La sua espressione è un misto tra l'arrabbiato e forse anche l'incredulo.
Lo guardo, cercando le parole, ma non so davvero cosa dire. Temporeggio qualche momento.
"Non che sia quello ad interessarmi. Mi interessa di più il suo primo messaggio..."
Ecco di cosa voglio parlare realmente.
"Cosa vuoi sapere? Del bere, del fare sesso senza un vero scopo o..."
Lo stringo appena, considerando la possibilità che possa arrabbiarsi e scostarsi. Ma non lo fa.
"È passato. Non ritenevo necessario che lo sapessi. Sapevi già di avermi fatto del male. Per me è un capitolo chiuso da quando siamo tornati insieme"
Già, ma non per il mio senso di colpa e l'idea che mi tormenta, immaginandomi ciò che mi ha detto Mia. Mi rattristo, è inevitabile. Ma lui mi prende il viso, costringendomi a guardarlo.
"È passato. Mi interessa quello che c'è adesso" ripete, quasi a volermi rassicurare "A cosa servirebbe sentirti ancora in colpa per questa storia?"
A nulla. È vero.
Annuisco e sospiro.
"Cosa dovrei fare con Mia?" 
"Non ne ho idea in questo momento. Sono troppo arrabbiato"

Ecco.
"Con lei" sottolinea poi subito dopo "Perché non l'hai bloccata su WhatsApp?"
"Perché avrebbe cominciato con sms, Facebook, e-mail e chissà che altro. Almeno è ristretta ad una sola app"

Sorride appena e mi bacia.
"Credo dovrò parlarle. Non ho mai detto che stessimo insieme. Non abbiamo mai fatto nulla di più che uscire la sera e...beh lo sai. Non ci vedevamo all'infuori dalla discoteca e di casa sua. Non so perché pensi che tra me e lei ci fosse qualcosa più di quello"
Mi stringo nelle spalle. Come faccio a sapere come ragiona Mia.
"A lei piaci..."
"Quindi?"
"Quindi credo provi qualcosa di forte per te"
"Sì, ossessione. Non le ho mai dato più di quello che sai. Non c'è mai stata intimità oltre al sesso. Non capisco proprio
"
Certo, sei un uomo e non capisci fin dove possa arrivare la disperazione di una donna che non si pone a spingersi troppo oltre.
"Cerca di stare attento"
Mi guarda con espressione enigmatica.
"Sta minacciando te, non me. Sono preoccupato per te"
"Non credo arriverebbe a farmi qualcosa. Piuttosto sei tu quello che vuole difendere o continuare a scopare"

È sorpreso, non uso mai termini come 'scopare' ma è stato lui a sottolineare più volte che fosse solo quello.
Sospira pesantemente e sembra pensarci un po' su.
"Se ti fermassi qui qualche giorno?"
Proposta completamente inaspettata.
"Ho Chris e poi...sei sicuro?"
"Chris ha tutto lo spazio che vuole e ne sono sicuro. Preferisco sapere dove sei e non lasciarti da sola"
Ecco, il suo lato protettivo.
"Se ne sei sicuro, va bene. Ma non credo che passerebbe ad altro oltre che alle minacce"
"Preferisco stare tranquillo. Così come è arrivata a casa tua per quella specie di lettera, potrebbe farlo per qualunque altra cosa"
"Non credo, ma passare qualche giorno con te di certo non mi dispiace
" dico con un sorrisetto.
Lui sorride di rimando e si abbassa verso le mie labbra per lambirle in un bacio intenso e passionale. Ed io per la milionesima volta mi perdo in lui.
"Quando porti qui le tue cose?" sussurra contro le mie labbra ancora schiuse.
"Domani, dopo il laboratorio"
Sorride e facendo perdere le sue mani tra i miei fianchi e la mia schiena, riprende a baciarmi, chiudo gli occhi e cancello qualunque altro pensiero che non sia la sua lingua nella mia bocca.

[...]

Stare a casa di Shannon? All'inizio è stato molto strano, sia per me che per Chris, ma ormai è qualche giorno che siamo qui. Le minacce di Mia sono scadenziate dai suoi impegni ma sempre presenti. Non credo sappia che stiamo vivendo insieme. Ancora suona strano dirlo e so che è solo temporaneo, ma ce lo stiamo godendo alla grande. Lui la mattina dorme e io devo alzarmi presto per andare in laboratorio, ma per il resto ci vediamo molto.
Un'altra giornata in laboratorio si è conclusa e la serenità che mi dà vivere insieme a Shannon mi porta ad ignorare maggiormente i messaggi di Mia -silenziati ed archiviati nell'app-
Ancora una volta, c'è traffico per tornare a casa di Shannon e devo prendere una strada che non mi piace molto per raggiungere dove abita. Una strada fuori mano e piena di curve a ridosso dell'oceano. La musica della radio mi distrae dal fastidio della strada e l'idea di tornare e trovare Shannon, beh mi distrae da qualunque altra cosa.
Ma basta una curva. Una sola curva a rendere tutto buio...

***

Shannon

È qualche giorno che lei vive a casa mia, da me. Alle volte è strano svegliarmi e trovarla qui, ma è bello e ci fa dimenticare, il più delle volte, della ragione per cui le ho chiesto di venire a stare qui. Certo quando non c'è devo prendermi cura di Chris, ma è un cane talmente tranquillo e buono, che non mi pesa minimamente. Anzi, quando non sono a registrare con Jared e i ragazzi, mi tiene anche ottima compagnia.
Sono sul divano a guardare un po' di televisione, guardare i litigi delle persone su Instagram e coccolare Chris che ha preso l'abitudine di appoggiare il muso sulla mia gamba, cercando attenzioni.
Mi accorgo che è tardi, solo quando il sole ormai sta quasi del tutto tramontando. Non è mai tornata così tardi senza avvisare, quindi provo a chiamarla, ma il telefono squilla a vuoto.
"Dove sarà, mh?" guardo Chris che scodinzola e scuoto appena il capo.
Si sarà fermata da qualche parte e si sarà dimenticata di dirmelo!

***

William

Sono in ufficio ormai da un'oretta, come sempre in anticipo e come sempre indaffarato. Ho tassativamente proibito che mi passassero telefonate, quindi il mio stupore è molto quando la mia segretaria viene nel mio ufficio dicendomi di una telefonata importante.
"Quanto importante, ho parecchio da fare?"
"Mi creda, molto importante"

La sua espressione è preoccupata e annuisco semplicemente affinché me la passi.
"Davies?" rispondo prontamente.
"Mr. Davies? William Davies, padre di Synne Davies?"
"Sì, sono io, chi parla?"
"UCLA Medical Center, sua figlia è appena arrivata in elicottero. Crediamo sia meglio che lei ci raggiunga"
"Io sono a Londra! Cosa è successo?"
"A Londra? Non c'è nessuno di famiglia da queste parti che possa venire a parlare con noi?"
"No, nessuno..."
"Un amico"
"Vuole dirmi cosa è successo a mia figlia?"
"Sua figlia è stata coinvolta in un incidente stradale insieme ad un'altra donna. La donna in questione andava a grande velocità ed ha travolto completamente l'auto di sua figlia facendola cadere da una scarpata"
"Cosa? Come sta?"
"Le sue condizioni per ora sono stabili, abbiamo bisogno di autorizzazioni per una serie di interventi delicati"
"Non potrò essere lì prima di domani"
"Nessuno di cui si fida che viva a Los Angeles?"

Ci metto qualche momento. So che le cose tra loro non andavano molto bene, ma le uniche persone di cui mi fido e che conosco a Los Angeles sono i fratelli Leto.
"Shannon Leto o Jared Leto"
"Può ripetere"

Dio santo.
"Shannon o Jared Leto"
"Ha un contatto?"
"No, non ho un contatto, solamente l'indirizzo di Shannon credo"
"Potrebbe dircelo?"

No, ve l'ho detto perché mi sembrava il momento migliore per scherzare un po'.
Fornisco l'indirizzo e chiedo che mi tengano aggiornato tramite cellulare. Poi riagganciano.
Trafelato, esco immediatamente dal mio ufficio.
"Cancella tutti gli appuntamenti, devo andare in aeroporto, puoi chiamarmi un'auto per favore?"
"Certo Mr. Davies"

 

[...]

 

***

 

Shannon

 

È stato un attimo, ritrovarmi nella sala d'aspetto dell'ospedale. Mi hanno detto solo sommariamente quello che è successo, ora la stanno operando e sembra che suo padre stia arrivando da Londra.
Non riesco a rimanere seduto, continuo ad alzarmi, nervoso. Almeno fino a quando dei poliziotti non vengono verso di me.
"Salve, lei è un parente di Davies?"
"Mh, no, stiamo insieme"
 mi limito a dire.
Mi guardano nemmeno fossi un alieno e mi spazientisco appena.
"Avremmo bisogno di parlare con un parente"
"Il padre arriverà domani credo"

Si appuntano non so che cosa.
"La signorina Davies conosceva l'altra conducente?"
"Cosa?"
"L'altra conducente, la signorina Stevens"
"Mia???"
"Dunque la conoscete"

La rabbia che ho provato a leggere quei messaggi sul cellulare non è nulla rispetto a quella che sto provando in questo momento.
"L'auto che gli è andata addosso è quella di Mia?" domando, prima di perdere del tutto la pazienza.
"Sì signore. La conoscete?"
"Molto bene. Lei, minacciava Synne"

Ed ecco che di nuovo si appuntano qualcosa.
"Quindi si può presupporre che non sia stato del tutto un incidente..."
"State dicendo che Mia è andata di proposito addosso all'auto di Syn?"
"C'è un'alta possibilità"

Alzo appena gli occhi e cerco di sospirare per non perdere la pazienza.
"Avete modo di dimostrare le minacce?" mi domandano subito dopo.
"Sì, lei ha tenuto tutti i messaggi. Era venuta a stare da me solo...per sicurezza"
"Perché non l'avete denunciata prima?"
"Non pensavamo certo si sarebbe arrivati a questo"

E non lo pensavamo davvero. Altrimenti avremmo fatto qualcosa, non ci saremmo trovati in questa situazione!
"Ci può avvisare quando arriverà il padre?"
"Dov'è Mia?"
"La signorina Stevens è in custodia, non possiamo dirle altro"

Non possono dire altro. Mi fanno venire i nervi! Mi limito ad annuire e a sedermi. Non ho il numero del padre di Syn e non ho idea di come mettermi in contatto con lui. L'unica cosa che posso fare è aspettare che arrivi...

To: Jared
Syn è in ospedale, è successo un casino

Lui sa che siamo tornati insieme e ha deciso di tenere le distanze. Non che mi piaccia come situazione, ma credo sia la cosa migliore in questo momento.

From: Jared
Cos'è successo? Sta bene? State bene??

To: Jared
Un incidente. La stanno operando, sembra che nello scontro si sia fatta piuttosto male alla gamba, non so molto altro
 

 

***

 

William

Le cinque del mattino, raggiungo la camera di Synne e ci trovo Shannon che dorme sulla poltrona accanto a lei. Sorrido appena e mi avvicino al letto, i capelli lunghi scompigliati e il viso stanco con qualche graffio.
Le passo la mano sulla fronte, come facevo sempre quando era piccola e non stava bene.
L'infermiera accende la luce e mi volto, quasi a volerla fulminare.
"Sta dormendo" 
"Lo so, ma devo prenderle la temperatura e la pressione"

Gli ospedali.
Lei e Shannon si svegliano, immagino che la giornata sia cominciata...

***

 

Syn

"Papà"
Guardo mio padre in piedi vicino al letto, uno dei suoi completi, sgualcito ein disordine. I suoi capelli arruffati e la faccia stanca. Shannon è sullapoltrona accanto al letto, sembra si sia appena svegliato e si avvicina alletto per baciarmi la fronte.
"Come ti senti?"
Non lo so nemmeno io come mi sento.
"Mal di testa" mormoro appena.
Devo ancora capire tutto il resto che mi fa male.
L'infermiera mi misura la febbre e mi fa segno di porgerle il braccio liberodalla flebo.
"Il medico verrà a visitarla verso le sette"
Mio padre la ringrazia, appoggia la giacca sull'altra poltrona e si siedestancamente.
"Cos'è successo ragazzi?"
La differenza d'età tra mio padre e Shannon non è tantissima, eppure lui non sipone minimamente il problema, anzi, mi ha sempre spronato a portare avantiquesto rapporto.
Alla sua domanda, guardo Shannon. 
"Non lo so, ero in macchina..."
Lui chiude socchiude gli occhi e poi sospira.
"Mia" si limita a dire.
Il mio sguardo si fa confuso.
"Mia ti è venuta addosso con la macchina. Non so altro, non mi hanno volutodire nulla perché..."
"Non sei un parente"
 sospira mio padre "Ci andrò a parlare io, ma, Miala tua amica dell'università?"
Annuisco. Non avevo idea che la cosa potesse degenerare in questo modo.
"Sapete che non sto capendo nulla, vero?"
Ci guarda un po' più severamente e faccio cenno a Shannon di andare, devoparlargli.
"Vado a prendere un caffè, ne vuoi?" domanda lui a mio padre.
"Sì grazie, forte"
Shannon annuisce ed esce dalla stanza ed ecco che lo sguardo di mio padre tornasu di me, vuole spiegazioni.
"Mia, non la sentivo più da tanto tempo. Dopo che era stata con Shannonaveva un po' perso la testa"
Spiego inizialmente.
"Poi, sembra che quando sono venuta in Europa, lei e Shannon si sianorivisti, ma l'hanno vissuta in modi diversi, lei si è affezionata e lui no..."
"Cosa stai cercando di dirmi Synne?"

Sospiro appena, detesto che mi chiami Synne e lo sa bene.
"Che era qualche tempo che Mia se la prendeva con me perché io e Shannonsiamo tornati insieme"
"Al punto di mandarti fuori strada???"
"A quanto pare, non credevo"

Sono incredula quanto lui, non sapevo che Mia non sapesse gestire certe cose.Che reagisse in questo modo.
"Sono basito, davvero. Dovevate avvisare la polizia"
"Papà, non pensavamo che sarebbe degenerato in questo modo"
"Hai una gamba rotta, ti aspetta un altro intervento e la riabilitazione, nonpensi che siamo andati oltre alla comune ragionevolezza?"

Il suo volto si fa più severo, lo so che è solo preoccupato.
"Hai ragione"
"Non appena parlerò con la polizia, gli darai qualunque prova o qualunque cosapossa dimostrare quello che mi stai dicendo. Questa persona deve rendersi contodi quello che ha fatto"

Sospiro appena, evidentemente gli antidolorifici cominciano a fare meno il lorolavoro, perché la gamba inizia a farmi male.
"Stai bene?"
"Mh, un po' di male"

Sospira e si avvicina, è sempre stato un padre affettuoso e mi ha aiutato tantonei mesi in cui sono rimasta in Europa. Ma so anche come ragiona, non darebbemai la colpa a Shannon per quello che è successo.
Shannon torna in camera, controllando prima che avessimo finito di parlare.
"Il caffè" dice entrando in camera e porgendo la tazza a mio padre.
"Grazie"
Shannon annuisce e si siede nuovamente sulla poltrona.
"Sembrate dei guardiani, sto bene" brontolo appena.
"Se stai bene me lo dirà il medico, non tu, imbottita di farmaci"
Ecco, mi deve trattare da ragazzina...
Roteo appena gli occhi.

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