Ti racconterò la mia vita dopo di te.

di ArIeL_91
(/viewuser.php?uid=1091432)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Giorno Uno ***
Capitolo 2: *** Giorno Due ***
Capitolo 3: *** Giorno Tre ***
Capitolo 4: *** Giorno Sei ***
Capitolo 5: *** Giorno Sette ***
Capitolo 6: *** Giorno Nove ***
Capitolo 7: *** Giorno Dodici ***
Capitolo 8: *** Giorno Quindici ***
Capitolo 9: *** Giorno Tredici ***
Capitolo 10: *** Giorno Diciotto ***
Capitolo 11: *** Giorno Venti ***
Capitolo 12: *** Giorno Ventuno ***
Capitolo 13: *** Giorno Ventitre ***
Capitolo 14: *** Giorno Trenta ***
Capitolo 15: *** Giorno Quaranta ***
Capitolo 16: *** Giorno Quarantasei ***
Capitolo 17: *** Giorno Quarantasette ***
Capitolo 18: *** Giorno Cinquantasei ***



Capitolo 1
*** Giorno Uno ***


Giorno Uno


Sono appena salita in macchina, sto uscendo nella speranza di pensare ad altro, una mia amica mi sta trascinando fuori da casa dopo averglielo raccontato.

Mi ha detto che ho fatto bene.

Ma io non lo penso mica.

Decido di uscire e alla radio danno la canzone che mi hai dedicato,

...che fortuna!

Sento dei brividi lungo la schiena, chiudo per un attimo gli occhi per realizzare il tutto.

E’ appena passata qualche ora da quando ti ho scritto che non verrò. Continuo a guardare la nostra conversazione ed ho il dito che trema mentre cerco in tutti i modi di cancellarla. Basta soltanto sfiorare l’icona e di te non resterà più nulla. Faccio fatica anche a respirare, mi manca l’aria mentre rileggo le ultime cose che ci siamo scritti, non pensavo che avrei mai avuto il coraggio di metterci un punto, noi che abbiamo sempre messo tante e tante virgole alla nostra storia. La mia amica mi parla ma io non sento niente, se non l’immenso vuoto che ho dentro. Adesso ho chiuso la chat, poso il telefono in tasca, ma sono certa che continuerò così tutta la sera.
Non sono riuscita a cancellare niente.

Magari ci provo domani.

Magari domani ci riesco e magari Ti Amo di meno.

Ma a chi devo prendere in giro?.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Giorno Due ***


Giorno 2


Buongiorno Amore.

Stamattina mi sono svegliata con la sensazione che tutto si possa risolvere, mi basta guardare quel cuscino che mi hai regalato poggiato sul mio letto, per ricordarmi il sorriso del giorno in cui me lo hai dato.

Per ricordarmi del tuo sorriso in generale...

E’ una bella giornata sai?! Fuori c’è il sole e fa molto caldo, chissà se li da te c’è anche il sole oppure piove!!! Ti immagino sotto la pioggia che maledici giugno perché potresti farti il bagno in piscina e invece ti tocca tenere l’ombrello!!!

Chissà se invece non piove.

Chissà se invece mi pensi.

No, perché io ti ho pensato tutta la notte, probabilmente succederà anche più tardi.
 
Prendo un caffè così mi sveglio un po’.

Il caffè era amaro, ho dimenticato di metterci lo zucchero, sono una frana da quando ti penso tutto il giorno.
Oggi comunque devo fare tantissime cose, non avrò tempo di pensarti (spero), devo fare la spesa, devo portare fuori il cane, devo ricordarmi dove ho messo le chiavi della macchina, ieri sono tornata tardi e forse ho bevuto un po’ troppo. Chissà dove le ho messe!

Immagino la tua faccia sconvolta, già io non bevo mai.

Adoro immaginarti.
 
 Sembra passato un secolo da quando non ci sentiamo, invece è passato esattamente un giorno.

Ventiquattro ore.

Ventiquattro lunghissime ore.

Che sicuramente si triplicheranno all’infinito. Stamattina ho cancellato una frase dal post-it sul frigorifero. “Lezione di spagnolo, ore 16.00”.

Senza di te non ci vado più.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Giorno Tre ***


Giorno Tre


Ho puntato la sveglia alle 11 ieri sera, sono tornata a casa tardi e non mi andava di svegliarmi presto. Infatti sono le 11 e 05 di una domenica come tutte le altre. Di solito eri tu a svegliarti tardi ed io dovevo chiamarti una decina di volte al cellulare prima di poterti sentire.

Solo che oggi non ho nessuno da chiamare.

Ieri ho passato una serata a parlare con una mia amica, sai, mi ha detto che sarei dovuta andare fino in fondo.

Ma te mi conosci! Non ho il coraggio di affrontare nulla, non ho avuto nemmeno quello di tenerti vicino.

Un giorno ti spiegherò.

A proposito di coraggio, ho trovato quello per alzarmi dal letto, devo farlo per forza. Non faccio nemmeno colazione.
Ho sistemato la stanza, messo in ordine la casa e ho chiamato a quel professore per le lezioni di spagnolo, era molto dispiaciuto, mi ha chiesto come mai?!, gli ho risposto che mi sono accorta che non faceva per me.

Insomma un po’ è vero, mi prendevi sempre in giro!

E se c’è anche una sola cosa che posso fare per non pensarti, la faccio.

Per il resto procede tutto secondo le logiche del tempo che non ho mai nemmeno ben capito, ma che accetto. Dopotutto che saranno mai un paio di giorni di malinconia, non potranno farmi troppo male.

Lo penso ma non ne sono convinta.

Passeranno comunque, passerai anche tu.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Giorno Sei ***


Giorno Sei



Ciao Amore,
Sono passati tre giorni dall’ultima volta che ti ho scritto. Un inferno davvero! Due giorni fa si è rotta la lavatrice, sai quella che ti dicevo che dava sempre problemi, ed ho aspettato il tecnico tutto il giorno.

Sembra che non me ne vada una giusta, ero proprio arrabbiata, ho dovuto rimandare anche degli impegni a lavoro e sai quanto sia difficile, per fortuna che capiscono.
 
Come mi hai sempre capita tu!!!

Mi manca tanto poter sentire la tua voce e raccontarti dei miei piccoli problemi di ogni giorno, hai sempre avuto quella capacità di rendere un po’ più leggere tutte le mie insicurezze.

A volte mi chiedo perché ho lasciato che la nostra storia mi scivolasse tra le dita.

Ieri comunque avevo il giorno libero e sono stata impegnata tutta la giornata, ho aiutato Mary a traslocare. Non sai quanti scatoloni. Abbiamo parlato anche di te, di noi, le ho detto che sto bene da quando non ci sei. Ho lasciato cadere una scatola enorme mentre lo dicevo, per fortuna c’erano solo carte, Mary non mi ha creduta comunque, avevo una faccia!!! Lei mi conosce e la conosci pure tu, sono sicura di avertene parlato una volta, ricordi? Quando ci siamo visti la settimana scorsa, eravamo al mare ed il telefono squillava ogni due secondi, te ti eri anche ingelosito!!!

Io, continuo a pensarti comunque, ogni giorno, continuo a guardare il telefono ed aspetto una tua chiamata.

Sono qui che t’aspetto sai?!.

Oggi il lavoro mi ha stremata, sono a letto e mentre scrivo penso che forse dovrei imparare a convivere con questa tua assenza.

Imparerò a dire “non ti voglio più”.

Lo ripeterò tantissime volte.
 
 ma lo farò con le lacrime agli occhi.

Ne sono sicura.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Giorno Sette ***


Giorno 7



Sono a lavoro già, sono le 7 e mezza del mattino, ho una montagna di carte sul tavolo da controllare ed inserire al computer,

sai che noia Amore,
adesso che ciò che mi è rimasto di te sono soltanto queste inutile lettere.

Chissà se dovessi leggerle, mi prenderesti per pazza, ma è solo il modo per raccontarti la mia vita dopo di te. Per raccontarti come vivo adesso, cosa faccio, dove vado, magari nemmeno ti interessa.

Sicuramente non ti interessa.

Ho fatto in modo che tu andassi via, perché ci sono felicità più importanti di altre, e tu con me non potevi essere felice. Ho provato ad esserlo prima di te e quando tutto sembra andare nel migliore dei modi succede qualcosa che ti cambia la vita.

Tu mi hai cambiato la vita.

Me l’hai stravolta!!! Più e più volte.

Hai lasciato impronte profonde dentro di me, mi sembra d’avere ancora i tuoi occhi di fronte se solo mi soffermo a guardare il vuoto. Mi capita spesso sai?!. Più tardi dovrò passare da quel negozio che ti piaceva tanto, quello con tutte le calamite diverse, quanto abbiamo riso, ricordi? . Devo prendere il regalo per un amico, domani fa il compleanno e dovrei andare alla festa, ma non so se ci andrò, da quando non ti sento più non mi va di festeggiare niente, nemmeno di condividere la gioia di qualcosa con qualcuno.
Ad esempio ieri è nata la bimba della mia amica Susanna, l’hanno chiamata Aurora, hai capito?! Era il nome che ci piaceva tanto, abbiamo giurato che non l’avremmo dato mai a nessuno se non a nostra figlia.

E così sarà.

Ora comunque torno al lavoro, mi aspettano altre sette lunghe ore.
Stasera chiamo Susanna, le dirò che ha scelto proprio un bel nome per la sua bambina.

Ti auguro buona giornata, qualunque cosa tu stia facendo.

Qualunque persona tu stia pensando.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Giorno Nove ***


Giorno Nove



Mi hanno spinta ad andare a quella festa ieri, Mary mi ha detto che mi avrebbe fatto bene stare in compagnia e conoscere gente nuova. Ma io non voglio compagnia, ho pensato per tutto il tragitto.

Io voglio Te.

Ma non posso tornare indietro ormai.
Allora ci sono andata lo stesso, tutta quella gente che mi salutava e mi chiedeva anche di noi, non potevo star peggio di così. Con quella faccia dispiaciuta e quell’insopportabile espressione di tenerezza nei miei confronti, magari dentro ridono pure.

Odio tutti.

Nessuno ci credeva in noi Amore.

Ci credevamo solo Io e Te.

La musica era troppo alta e la sala troppo grande ho cercato Mirko (il festeggiato) per quasi metà festa. Per fargli gli auguri è ovvio. Poi appena l’ho visto, abbiamo parlato un po’ e mi ha detto che parti, glielo aveva raccontato Luca il tuo migliore amico, sembrava non vedesse l’ora di dirmelo però.

Chissà perché non me lo hai detto tu?!

Dopo qualche minuto comunque ho inventato una scusa e sono uscita dal locale dovevo prendere un pò d’aria, mi sentivo soffocare, troppa folla, troppe voci, troppa gente di cui non mi interessa. Ricordo di aver pianto seduta sul marciapiede pensando a te che vai da qualche parte nel mondo e che non mi pensi più, qualcuno deve anche avermi chiesto se andava tutto bene.

Ma non va per niente bene.

Non va più bene nulla.

Dove vai? Dove vai senza di me?

Ti prego, dimmi che nonostante me, nonostante tutto, verrai a prendermi.

 Guarda che ti aspetto.
Ti aspetto seduta qui.

Lo sai che Ti Amo?!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Giorno Dodici ***


Giorno 12



Ho avuto molto lavoro da fare in questi giorni, sai forse ti penso di meno, anche se sono due notti che ti sogno. Mi sveglio sempre con qualche lacrima, è passato troppo poco tempo, credo. Da quando ho saputo che vai da qualche parte, spero sempre che suoni alla mia porta. E’ patetico, lo so. Però ogni tanto mi affaccio alla finestra e guardo giù. Sto al terzo piano, e porto gli occhiali, ho giurato a me stessa d’averti visto passare qua sotto tantissime volte.

So che è impossibile.

Mille chilometri non li fai in una notte.

Mille chilometri non li fai e basta.

E’ che ti conosco, mi avresti avvisata.
Quindi me ne ritorno sul divano tutte le volte a mangiare quintali di gelato, con questo caldo, è il minimo.
Domani mattina andrò al mare con Mary ed una sua carissima amica, nemmeno mi guardo allo specchio con il costume, so già di fare una pessima figura. Ma in realtà non mi importa più di niente da quando non ti sento più. Non mi importa nemmeno se sono ingrassata o se mangio disordinata.

Non mi importa più nemmeno del mare, e tu lo sai quanto adoravo guardare il mare.

Lo stesso colore dei tuoi occhi, un blu che si avvicina moltissimo al verde, come ci annegavo io, nemmeno lo immagini.
Mi manchi, mi manchi pure quando respiro. Ti rendi conto che non posso andare avanti così? E allora salvami tu, tu che hai sempre avuto la forza per due, io ho le mie colpe, lo so.

Ho solo bisogno che ritorni, che mi scrivi, che mi disturbi ancora e ancora una volta. Ho bisogno di sentirmi viva di nuovo.

Stanotte non dormirò.
Punto la sveglia alle nove semmai riuscissi a prendere sonno.
Per adesso prendo solo una camomilla.

Magari mi aiuta a dimenticare per un po’,
magari per sempre.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Giorno Quindici ***


Giorno 15


 
Sono passati quindici giorni da quando non so più niente di te, a parte che andrai in qualche posto un qualche giorno.

Spero sempre il più tardi possibile.

Ogni tanto fantastico su dove avrai prenotato, magari andrai in Spagna, dove volevamo andare insieme, ricordi? Oppure avrai scelto una meta Italiana, non so, la Puglia o magari la Sicilia.

Magari hai deciso di venire qui.

C’è il sole che ti aspetta, lo sai?

Poi mi soffermo a pensare alla compagnia che avrai.

Non oso immaginare.

Chissà se ci andrai con quella tua amica che io non sopportavo, chissà se invece andrai solo. Non voglio nemmeno pensarci sennò mi prende come l’ultima volta da Mary.

Devo prendere un respiro profondo prima di continuare a scrivere.

Mi prende il panico sapere che le mani che stringerai saranno altre, che ti stenderai di fianco ad un'altra persona, che qualcun altro metterà le mani tra i tuoi capelli castani.
Da qualche giorno ho deciso di prendere delle piccolissime dosi di tranquillanti, il medico ha detto che potrebbero farmi rilassare un po’.

Io lo spero.

Forse non avrei dovuto dirtelo.

Comunque Stefano mi ha scritto poco fa, mi ha chiesto come va e se sono libera stasera.

A me non va. Non va di illuderlo e di illudermi.

Non mi va di raccontarmi bugie, io non sono fatta per dimenticare in fretta, non so buttarmi tra le braccia di un altro uomo pensando a Te.

Non posso farlo.

Gli ho scritto che ho un altro impegno e che per il momento non me la sento. Gli racconterò di Te, di Noi e sono certa che capirà.

Amori come il nostro sono duri da mandare giù.

Specialmente se per viverli devi stravolgere una vita intera.

Specialmente se per viverli devi sentirti morire almeno per una volta.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Giorno Tredici ***


Giorno 13



Il mare non è più lo stesso.

L’ho pensato stamattina guardandolo mentre cercavo di nascondermi dal mondo. Non mi piace stare al sole e nemmeno al centro dell’attenzione.
Un gruppo di ragazzi poco più sotto mi fissavano e la cosa mi aveva messo a disagio.
Mary e Anna la sua amica erano arrivate prima di me ed avevano preso posto in riva al mare, il sole era fortissimo, per fortuna mi ero portata il mio solito cappello da turista.
Mary è molto più estroversa di me ed ha cercato in tutti i modi di attirare l’attenzione di quei ragazzi, mentre io non mi spiegavo perché mai il mare non fosse più così bello come quando c’eri tu.

Era più  scuro, più cupo, o forse ero io a vederlo cosi.

Alla fine comunque lei c’è riuscita e quei ragazzi si sono presentati, uno, un certo Stefano, si è avvicinato e mi ha chiesto il numero di telefono, non ho voluto, poi sai com’è Mary, tra una battuta ed un’altra glielo ha dato lei. Stefano ha i capelli biondi, è un ragazzo molto carino, ha anche dei bellissimi occhi verdi, quasi come i tuoi.

Li ho guardati per qualche secondo e ci ho visto te.

Per un attimo mi sono scoperta gelosa del modo in cui potrebbe guardarti un’altra donna, un’altra donna che non sono io.  Ero gelosa che qualcun altro potesse guardare i tuoi occhi nel modo in cui lo facevo io.

Mi è presa una rabbia.

Per fortuna sono andati via presto ed io sono riuscita a rilassarmi.
Sono tornata a casa qualche ora fa, ho fatto la doccia e ho messo su quel film che raccontava di noi.

Lo guardo per convincermi che tornerai.

Anche se non so se tornerò più al mare.

Ci sono posti in cui non andrò mai più.

Ho rinunciato a te, posso rinunciare a qualsiasi cosa.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Giorno Diciotto ***


Giorno 18



Due giorni fa sono andata a casa di Susanna, ho visto la piccola Aurora, è così dolce e bella, avresti dovuto vederla, sai?
Pur essendo così piccola ha tanta forza, non immagini come stringeva il mio dito tra quelle sue manine.
Ha i capelli chiari come la sua mamma e gli occhi nocciola come il padre. Per un attimo ho pensato a come sarebbe stata la nostra di bambina, magari con i miei capelli neri ed i tuoi occhi chiari, sarebbe stata bellissima, ne sono sicura.
Susanna mi ha raccontato un po’ come è andata da quando ha la bimba a casa, era così felice, le si leggeva in faccia, io non mi sento così ormai da un po’, mi aveva anche chiesto di restare a pranzo ma io le ho inventato una scusa e sono andata via. 
Dopo aver pensato alla nostra ipotetica figlia mi sono sentita mancare e non ce l’ho fatta a restare li un minuto di più.
Stefano invece mi ha chiesto di uscire un sacco di volte in questi giorni, quando gli ho raccontato di noi mi ha detto che le relazioni come le nostre a chilometri di distanza non funzionano mai.

Io mi sono arrabbiata moltissimo.

Sono sicura che se non t’avessi lasciato sfuggire di nuovo,

ce l’avremmo fatta.

Lui comunque mi ha chiesto scusa, mi ha anche mandato un mazzo di rose a lavoro, bellissime, tra l’altro del colore che piace a me, un rosa molto chiaro.
Tu sapevi che per me le rose rosse erano scontate eppure me le regalavi lo stesso, ricordo che mi dicevi sempre che non sarebbero mai state belle quanto me.

Se ci penso ancora mi viene da piangere.

Ho deciso di uscirci con Stefano comunque, per amicizia ovviamente, voglio essere chiara con lui, gliel’ho detto tante volte per messaggi ma non si arrende, magari a voce riesco a convincerlo.

Non voglio fargli perdere tempo.

Non voglio perdere tempo.

Non riuscirò più ad amare come ho amato Te.

Mai più.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Giorno Venti ***


Giorno 20



Amore mio, sono le ventidue e trenta di questo venti giugno così caldo.
Sono sulla terrazza, e sto guardando la luna, ho immaginato chiudendo gli occhi che anche tu, ovunque sia la stai guardando.

Magari è anche così.

Questa sera, voglio chiederti scusa per aver lasciato che il nostro amore finisse così, per non aver fatto niente, per non aver combattuto.


E’ il cuore a chiederti scusa, non puoi non perdonarlo!!! 

Sono una persona fragile e tu mi hai conosciuta in un momento della mia vita nella quale avevo smesso di credere all’amore. 

Invece Tu eri li, che aspettavi solo me.

Ed io ero li quel giorno che aspettavo Te più o meno da tutta la vita.

Solo che io scappo quando la situazione non va bene, me ne rendo conto, ma non lo faccio apposta, spero sempre che poi tu ritorni, quando in fondo basterebbe che io ti venga incontro.
Scappo sempre da ciò che amo troppo, e per paura di stringere sempre di più, finisce che lascio andar via tutto così, guardando e basta.
Che patetica che sono!!! Hai ragione a pensarlo.

Solo che mi dispiace d’averti detto che non verrò quando in realtà vorrei eccome.
Mi dispiace averti promesso che ce l’avremmo fatta quando invece poi non ci sono riuscita.
Mi dispiace per quelle notti in cui non si dormiva per la voglia di stare insieme.
Mi dispiace anche adesso, che ho la tua chat aperta sul cellulare ma non ho il coraggio di inviare nulla.
Vorrei poter imparare da te, che non ci hai pensato due volte a stare con me quando ti ho detto che ti amavo.

 Imparerò prima o poi.

Imparerò a non lasciar scivolare la mia vita senza fare niente.

Nel frattempo tu continua a guardare la luna,
che me lo sento che sei li,
me lo sento che vuoi abbracciarmi,

Io me lo sento che mi ami ancora.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Giorno Ventuno ***


Giorno 21



Oggi ho messo via alcune delle cose che mi lasciavi a casa prima di ripartire.
C’era quella tua felpa verde dentro l’armadio, l’avevo presa di nascosto dal tuo zaino l’ultima volta che sei stato qui, ci ho dormito quasi tutto l’inverno. Te l’avevo lavata e stirata, avevo pensato che poi questo inverno avresti potuto rimetterla.

Probabilmente hai già dimenticato di averla, o forse la stai ancora cercando.

Mi scappa un sorriso.

Ho trovato poi quelle cuffie che hai cercato per una settimana, erano finite in fondo ad un cassetto in camera da letto, dovevi averle addosso insieme a qualche maglietta. Io te le ho conservate quindi se vuoi puoi venirle a prendere. Sono proprio qui di fianco al cuscino dove dormivi tu.
Stamattina comunque sono uscita con Stefano, te lo avevo detto no?!. E’ un ragazzo molto dolce, abbiamo tanto in comune, ad esempio ci piace tanto il mare, e le lunghe passeggiate, ci piace l’odore della pioggia e quello strano della benzina.

Insomma abbiamo più cose in comune di quanto potessi pensare.

Abbiamo fatto colazione in quel bar vicino il centro, quello con tutti i tavolini rosa, tu non mi ci hai portato mai, mi dicevi che era un luogo troppo eccentrico, invece dentro è molto carino sai?!

Stefano era contento, mi ha detto che tutto quel colore gli faceva venire il buon umore.

Lo ha fatto venire anche a me per un po’.

Poi però ho incrociato i suoi occhi dopo qualche minuto di silenzio, mentre bevevo il mio caffè. Ci ho visto te solo per qualche secondo stavolta. Mi ha sorpreso questa cosa, ecco perché appena sono tornata a casa ho deciso di mettere tutto quello che ti riguarda in uno scatolone.

Magari te lo spedirò, magari me lo tengo qui semmai ritorni.

Sono stata proprio bene con lui e non me ne vergogno, ho pianto così tanto in questi ventuno giorni che un po’ di sorrisi ci volevano proprio.
Stefano mi ha detto che avrò tutto il tempo che vorrò per pensare, per riflettere , lui mi aspetterà.

Chissà se tu mi hai aspettato almeno una volta.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Giorno Ventitre ***


Giorno 23


E’ stupido continuare a scriverti quasi ogni giorno queste lettere che sicuramente tra qualche mese metterò in quello scatolone che ho riempito delle tue cose.

Tu non tornerai.

Inutile sperarlo tutte le mattine, inutile lasciare la chiave del portoncino in quel posto che solo tu conosci, perché mettiamo che torni , non si sa mai piove, non voglio che ti bagni.
Oggi ha piovuto, sono rimasta a letto tutto il giorno, ho chiamato a lavoro e ho detto che non stavo bene.

Ho mal di Te.

Che non è solo mancanza è anche nostalgia, di tutto quello che potevamo essere e che invece non siamo e non saremo.

Perciò ho deciso che mi darò un termine, che scriverò soltanto quando la tua mancanza supererà tutti i sorrisi che avrò da dare al mondo.
Qualche minuto fa Stefano mi ha proposto un uscita per svagarmi, ovviamente ho rifiutato, non sono nelle condizioni psico- emotive per poter affrontare né lui né il temporale fuori.
 Mary mi avrà chiamata cento volte oggi, non ho risposto nemmeno a lei. Mi aspetto che suoni il campanello da un momento all’altro. Quando sto male per colpa tua, esisti solo tu, e nessun’altro. Un sacco di volte Mary mi ha rimproverata per questa assurda cosa che mi capita quando penso a noi, mi isolo, mi isolo perché cerco delle risposte, che solo io posso darmi ma che spesso nemmeno ascolto. Ho provato a prendere qualche goccia di tranquillante ieri sera prima di andare a dormire, perché Stefano per telefono mi aveva detto una cosa che mi dicevi sempre tu, credo di non avergli nemmeno risposto.
Non si merita che io lo tratti così, e nemmeno che io mi tratti in questa maniera tutti i giorni.

Oggi però è così, sento la pioggia che batte contro i vetri, ma per fortuna fa più rumore delle mie lacrime.

Niente paura, domani torna il sole.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Giorno Trenta ***


Giorno Trenta



L’altro giorno dentro un cassetto dell’ufficio ho trovato una nostra foto, scattata mesi fa, in una delle volte in cui ci siamo visti, prima che questo amore ci facesse così male.
Era una bellissima giornata, mi sono ricordata subito del calore delle tue mani, non ho potuto fare a meno di fissare i tuoi occhi ancora ed ancora una volta.
Comunque l’ho rimessa al suo posto, non ho avuto il coraggio di strapparla.

Come si fa a strapparsi dal petto un amore come il nostro?

Questa è’ stata una settimana molto lunga e difficile credo che mi serva almeno un mese di vacanza. Al lavoro ho avuto un sacco di cose da fare, tra carte, pagamenti e corsi di formazione, non ho avuto nemmeno un po’ di tempo, nemmeno per rispondere a quel messaggio che mi hai mandato.
L’ho ricevuto tranquillo!!!

La realtà è che non ho voluto risponderti.

Non mi aspettavo che dopo tutti questi giorni di silenzio, tu mi avresti chiesto di riprovarci.

  Lo sapevo che mi amavi ancora.

Io però non ero sicura di volerci riprovare, perché proprio io ho fatto in modo di mandarti via, per salvare almeno te stesso.

Sono troppo complicata, troppo piena di paure che ti avrebbero fatto venir voglia di scappare. Ed invece di renderti la vita impossibile ho preferito l’addio.

Che mai sarebbe stato un addio vero e proprio, lo sai bene anche tu.

Ieri però ho capito una cosa.

Ho capito che se siamo in due risolviamo tutto, che se stiamo insieme ci salviamo insieme.
Quindi ho deciso che oggi ti risponderò, ti dirò che sono qui, che ti aspetto sempre seduta sul nostro divano, che guarderò l’orologio ogni minuto fin quando non suonerai a quella porta, fin quando il tuo aereo non toccherà terra.

Ci prenderemo per mano come facevo quando eri qui con me, distrattamente ti sfioravo le dita sentendo un brivido ad ogni tocco.

Non so cosa mi succeda quando tu mi scrivi, mi guardi, mi sfiori.

Solo che non ci capisco più niente.


Quasi non ci credo comunque, Stefano mi ha aperto gli occhi due giorni fa, mi ha fatto capire che se voglio qualcosa devo andare fino in fondo, non devo fermarmi alla prima domanda sciocca che mi frulla in testa.

Stefano è una persona meravigliosa, ma non posso dare una possibilità a lui se prima non l’ho data a noi.

 Adesso andiamo fino in fondo.

Noi ce lo meritiamo.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Giorno Quaranta ***


Giorno Quaranta



Breve,

è stato brevissimo il momento in cui ho capito che non sarei mai più riuscita a stare senza di te.

Eppure quel momento tocca riviverlo sempre.
Come se fosse una ruota che poi torna sempre al punto di partenza.

Già una partenza la tua.

Che si ripete mese dopo mese, lacrima dopo lacrima.

Ti ho promesso che avrei messo da parte le mie paure, e lo sto facendo sai? Sono più sicura in tutto quello che faccio, mi do degli obiettivi e non dei limiti come ero solita fare.
Adesso riesco a gestire meglio la mia vita, non troverai più nulla in disordine a casa e nemmeno nella mia testa,

...ho fatto ordine anche li.

Io ci provo ad essere migliore, ad essere all’altezza, non sono perfetta, probabilmente non lo sarò mai, avrò sempre con me quei difetti che tanto ti fanno arrabbiare.

Sono fatta così amore, ma cerco di migliorare, lo faccio per noi.

Poi torno a guardare dalla finestra di questo ottobre un po’ più caldo del solito, cerco di immagine che freddo fa li da te, ho paura a pensare che tu possa scaldarti tra altre braccia.

Mi butto a letto, mi viene spesso da piangere, tutta questa energia che metto nel tenerci uniti, mi ha resa tanto fragile.
Fragile che a volte devo tenermi su a forza, devo costringermi e convincermi che ce l’abbiamo quella possibilità che desidero.
Ho la gastrite a furia di pensarlo, perche lo penso ma so che sarà molto difficile.

Provo a dormire, domani sarà un altro giorno di quella ruota,
chissà se la nostra di ruota tornerà mai al punto di partenza,

...anzi al punto in cui tu non parti.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Giorno Quarantasei ***


Giorno Quarantasei


Mi avevi detto che saresti venuto.
Ed io ti ho aspettato, sai?

Ieri controllavo l'orologio ogni minuto, perchè avevo voglia di vederti, non vedevo l'ora che arrivassi.

Ti ho aspettato mentre uscivo da lavoro.
Ti ho aspettato mentre entravo a casa,
Ti ho aspettato prima di cenare,
Ti ho aspettato seduta sul divano, 
con la tv spenta, 
pronta a captare qualsiasi passo lungo il vialetto. 

 Fa freddo fuori. 
Ed anche dentro di me adesso.

Ti ho aspettato per quasi tutta la notte, anche quando avevo gli occhi stanchi.
 
  Ma tu non sei mai arrivato.
 

Non mi hai scritto niente.

Non mi hai chiamato.
 
Ma hai avuto il tempo di pubblicare una foto, con una ragazza, in un pub di chissà quale posto.

Non mi interessa saperlo
Forse non mi interessi neanche più tu.

Mi avevi detto che saresti arrivato, mi avevi detto che mi amavi ancora. 

Io ti ho creduto.
Come hai potuto?

E adesso?.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Giorno Quarantasette ***


Giorno Quarantasette



Sono rimasta a letto tutto il giorno dopo aver visto quella foto.

E non sai quanto male mi ha fatto.

Ti aspetto da ieri sera.

Sai, ho spento il telefono, ho spento la luce della mia stanza, non ho nemmeno risposto alle chiamate di Mary che preoccupata mi ha chiamata a casa diverse volte.
Non ho aperto nemmeno le finestre, e non so neanche se fuori c’è il sole.

C’è buio dappertutto qui, anche dentro di me.

Avrei voluto spegnere anche i pensieri ma per quelli non posso far nulla.

Mi tormentano.

Non mi lasciano stare.

Si chiedono perché? E mi chiedono, perché? Io non so rispondere.

Mi sono chiusa nel silenzio.

Credevo che ce l’avremmo fatta, perché illudermi così?
Ho chiuso tutto.
Ho chiuso il mio cuore a chiave.


Forse un po’ me lo merito.

Forse invece, No.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Giorno Cinquantasei ***


Giorno Cinquantasei



Poco più di una settimana.

Sembra ieri quando ho poggiato i miei piedi nudi sul pavimento alzandomi dal letto.
Sono rimasta due giorni chiusa in stanza,

A che serve poi?

Tanto il dolore me lo porterò dentro per sempre.

Così ho ricominciato.

Ho aperto le finestre, ho fatto entrare l’aria e la luce dentro casa.
Poi ho preso il mio telefono, ho letto i numerosi messaggi di Mary. Mi ha minacciato più volte che sarebbe venuta a prendermi se non le avessi risposto.

Ho anche aperto la tua chat, ho riguardato quella foto.

Il tuo sorriso, i tuoi occhi.
Non potrò dimenticarli mai.


Allora mi sono seduta a tavola e ancora con gli occhi pieni di lacrime l’ho fatto.
“impostazioni.. elimina chat”
E poi, ho cancellato anche il tuo numero dalla rubrica.

Ci ho messo una forza che nemmeno io sapevo di avere.
Il dolore immenso nel sapere che non ricordavo più le ultime cifre del tuo numero.

E’ finita, così, nel silenzio assordante di un addio non detto.

E’ finita dentro di me, quella lotta, quelle urla disperate che mi hanno accompagnata in quei due giorni.
Anche se ogni tanto le sento, adesso riesco a calmarle.
Dico che hai trovato di meglio.
Anche se il tuo meglio potevo essere io.

Oggi però ho scelto.

E tu lo hai fatto prima di me.

E anche se non avrò mai la forza di dimenticarti.

Finisce così, un caffè e torno a lavoro.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3844709