Nuovi eroi

di MagiaOscura
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** Vita nuova, vecchi Malfoy ***
Capitolo 3: *** Si parte ***
Capitolo 4: *** La cerimonia dello Smistamento ***
Capitolo 5: *** Primi legami ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio ***





“SVEGLIA! FACCIAMO TARDI!!!”
La giornata a casa Granger - Weasley cominciò con le urla quasi animalesche di Hermione Granger, in preda all’ansia per l’imminente viaggio a Diagon Alley. La sua primogenita Rose Granger Weasley avrebbe cominciato a frequentare Hogwarts nell’arco di una settimana e nonostante il tempo ancora a disposizione, la donna ci teneva che la figlia avesse tutto l’occorrente per la scuola in anticipo.
“Hermione, a volte mi chiedo perché ti ho sposata” disse suo marito Ron scendendo semi-addormentato. I due coniugi, pur dormendo nello stesso letto, si svegliavano in orari completamente differenti. Se Hermione si svegliava verso le 6 del mattino, Ron, approfittando dell’orario su misura che gli preparava suo fratello George ai Tiri Vispi Weasley si alzava in tarda mattina, verso le 11. Il negozio fondato da George e Fred Weasley era il luogo nel quale Ron lavorava con suo fratello maggiore. Quest’ultimo provò ad intraprendere la carriera di Auror, ma trovò troppo impegnativo quel mestiere e preferì quindi farsi assumere da suo fratello George, anche per fargli compagnia in seguito alla dipartita di Fred.
“Perché ti serve una donna che ti dia delle regole, Ronald” rispose Hermione acidamente al marito, che sbadigliando afferrò la fetta biscottata e la masticò con gli occhi socchiusi. Qualche minuto dopo arrivò anche Rose già preparata per andare a Diagon Alley, mentre Hugo indossava il pigiama, esattamente come il padre. 
“Mamma, mentre tu e papà fate spesa, posso andare al Ghirigoro a curiosare tra i libri?” chiese Rose alla madre.
“Bene, ecco un’altra che passerà sette anni in biblioteca” disse Ron sarcastico.
“Certo, cara” disse Hermione scoccando uno sguardo di rimprovero al marito.
“Ti vuoi sbrigare che dobbiamo anche passare a prendere i tuoi genitori???” sbraitò Hermione contro il marito, che scattò per lo spavento insieme al figlio minore.
“Hermione, ma ti plachi? Possiamo smaterializzarci”  
“I nostri figli sono minorenni, è illegale”
“Bhe, cara – disse Ron, assumendo la posa delle occasioni nelle quali credeva di dire un qualcosa di geniale – le leggi esistono per essere violate”  
“Io non sono una fuorilegge come te e George, Ronald”  
La mezz’ora seguente passò piuttosto nervosamente a casa Granger - Weasley soprattutto per colpa di Ron, che rallentò il ritmo per innervosire ancora di più la coniuge. Dopo un’altra mezz’ora, nella quale Hermione aspettò il marito e Hugo all’uscita dalla casa insieme alla figlia, la famiglia riuscì finalmente a partire. Hermione rafforzò con un tocco di bacchetta le cinture di sicurezza che trattenevano i figli.
“Non è che sono un pericolo della strada” disse Ron scontroso.
“Non ne sarei così sicura, Ron. L’ultima volta hai investito un’anziana e ho dovuto mobilitare una squadra di obliviatori, oltre a ricoverarla con urgenza al San Mungo”
Le parole di Hermione furono, purtroppo per la famiglia, profetiche. Ron non si fermò a nessun segnale di STOP, non rispettò nessuna precedenza e, come se non bastasse, tra le sfuriate della moglie, cominciò una gara di velocità con un altro automobilista sconsiderato tanto quanto lui.
“ARRESTO MOMENTUM” urlò Hermione all’improvviso. Ron guardò sorpreso la moglie e poi pian piano si voltò a guardare avanti: davanti alla sua auto c’era una signora anziana che attraversava la strada e si trovava proprio davanti al veicolo di Ron. Quest’ultimo non vide la signora, perché impegnato a mostrare gesti osceni all’automobilista che era riuscito a superarlo.
“Scusa, cara – disse Ron guardando la moglie spettinata e sudata per lo spavento come Rose,mentre Hugo chiedeva un bis – guiderò con prudenza”
“Lo spero…lo spero” disse Hermione col fiatone.
L’uomo in effetti si sforzò di guidare con prudenza, si sforzò però, perché aveva cominciato a suonare il clacson a qualsiasi veicolo che si fermasse per dare precedenza o al semaforo. Dopo circa due ore di viaggio, con il gran sollievo di Hermione, la famiglia arrivò sana e salva, entrando a Diagon Alley attraverso il Paiolo Magico. Ron invece chiedeva orgoglioso al figlio Hugo se gli fosse piaciuto il viaggio.   
“Ehi!” chiamarono la famiglia delle voci.
Erano Molly e Arthur Weasley che si avvicinarono alla famiglia.
“Nonni! Siete venuti!” esclamò felice Rose, correndo verso i nonni.
“Non potevamo mica non accompagnarti in questo giorno così importante per te, Rosie” disse bonariamente il signor Weasley.
“Hermione cara, sembri sconvolta” disse la signora Weasley, notando il volto afflitto della nuora.
“Niente di particolare, signora Weasley. Ronald e la macchina”
“Oh, Ron – esclamò rassegnata la signora Weasley, notando il figlio parlare divertito a Hugo degli ottimi sorpassi riusciti – farai morire di crepacuore tua moglie”
“Salve, genitori! Mamma, è Hermione che non sa divertirsi!!!”  
“DIVERTIRMI???  Sarà meglio che io taccia e sarà meglio dividerci”
“Arthur, perché non vai con Rose? Ron, invece viene con noi” disse la signora Weasley, scatenando le proteste del figlio.
“Ma perché Rose può andare dove vuole e io no???”
“Perché tua figlia è molto più matura di te, Ronald” disse severamente Rose.
Quest’ultima si allontanò insieme al nonno inorgoglita dal complimento ricevuto, mentre la signora Weasley si avvicinò a Hermione per parlarle in modo che non fosse ascoltata da Ron.
“Ho voluto dividere Arthur e Ron, perché Teddy mi ha detto che sfortunatamente oggi ci sono i Malfoy a fare compere. E non immagini cosa potrebbe accadere se Arthur e Ron incontrassero Lucius Malfoy insieme a suo figlio. Ci sarebbe il rischio che pure Rose venga coinvolta”
“Grazie, signora Weasley, ogni giorno me ne fa una diversa Ron. Vorrei godermi questo giorno in santa pace”  
Nonostante la guerra fosse finita da ormai 19 anni, le tensioni tra gli uomini, soprattutto Arthur e Ron Weasley e Lucius e Draco Malfoy, erano piuttosto alte e ogni possibile incontro tra i quattro uomini rischiava di finire in duello oppure rissa. In particolare Lucius Malfoy non perse la verve, mentre Draco Malfoy parlava il minimo necessario, preferendo restare in silenzio. Come ulteriore preoccupazione per Hermione e la signora Weasley, si aggiunse il fatto che Rose fosse piuttosto abile nel dare pugni a chiunque la provocasse. James, il primogenito di Harry e cugino della ragazza, ne fece le spese una volta, rimediando il naso rotto dopo una discussione piuttosto accesa. Rose era la classica Weasley: capelli rossi e qualche lentiggine, anche se non così tante come nella sua famiglia, occhi verdi ereditati dalla nonna materna, ma il carattere autoritario lo aveva preso dalla madre. Come Hermione, anche lei odiava il disordine ed era estremamente precisa su ogni cosa.
Il gruppo insieme a Hugo, Ron, Hermione e la signora Weasley si recò al negozio di scope per comprare alla ragazza un manico. Rose era una grandissima fan di quidditch e da cinque anni a quella parte a Hogwarts si poteva entrare nella selezione di Quidditch delle rispettive Case già dal primo anno, dimostrando di saper manovrare la scopa. Rose imparò a volare e a giocare a Quidditch già verso i sette anni grazie a Ron e allo zio Harry. Come quest’ultimo, amava il ruolo di cercatore ed era potenzialmente fenomenale.
Rose e il signor Weasley invece andarono al Ghirigoro a comprare i libri necessari per la scuola e qualcosa per leggere. L’anziano tuttavia perse il sorriso bonario, quando vide un uomo vestito con abiti molto costosi, capelli lunghi bianchi e con un bastone da passeggio. Il signor Weasley strinse nervosamente la mano di Rose per evitare attacchi d’ira e entrò salutando la commessa. Ma,purtroppo per Arthur Weasley, lui e la nipote furono quasi immediatamente visti dall’uomo, che si avvicinò ai due insieme a una donna sulla quarantina con un caschetto. 
“Arthur Weasley e parentela” disse l’uomo con un tono che a Rose sembrò molto sgradevole.
“Lucius … dove ha lasciato la sua famiglia invece? In genere non provoca mai qualcuno da solo”
“Oh – esclamò l’uomo, preso alla sprovvista dalla frase del signor Weasley – e questa ragazzina così carina chi è?”
“Stia lontano da mia nipote, Lucius” esclamò irato il signor Weasley mettendosi davanti a Rose per impedire qualsiasi contatto tra il signor Malfoy e la nipote.
“Nipote? Peccato. Un’altra ragazzina poco pulita che comincia Hogwarts” disse amareggiato Lucius Malfoy, tentando in ogni modo di scatenare la reazione del signor Weasley, che si morse a sangue il labbro per non aggredire l’uomo
“Io mi lavo quando mi sveglio e prima di dormire, signore” disse Rose nervosa all’uomo che le sorrise in modo malevolo insieme alla donna con i capelli a caschetto.
“Mi parli della sua fedina penale invece, Lucius. E’ abbastanza pulita?”  
Lucius Malfoy fece una smorfia di disgusto e poi si voltò verso la donna che sembrava essere la sua assistente. Aveva in mano una piuma e un quaderno.
“Stia attento a stare in mezzo a così tante persone, Arthur. Lei è abituato a perdere figli e non vorrei che cominciasse a perdere n…”
Il signor Weasley era pronto ad aggredire il signor Malfoy ma fu anticipato da Rose che con un balzò colpì Lucius Malfoy in pieno volto sul naso, con tutta la forza. L’uomo cadde all’indietro tra lo sguardo costernato dei clienti presente, mentre Arthur Weasley guardava incredulo la nipote, non sapendo se rimproverarla oppure complimentarsi per il suo gesto.
“Signor Malfoy, signor Malfoy … coraggio, non è nulla. Si alzi” disse la donna col caschetto,chinandosi sul corpo svenuto dell’uomo.
“Ma neanche posso leggere in pace un libro quando ci siete voi due nei paraggi?” disse la voce alterata di un altro uomo. Rose, quando quest’ultimo si avvicinò, notò che era quasi identico a Lucius Malfoy, tranne per l’età.  
“Draco, Draco! E’ morto! Lo ha ucciso!!!”
“Mi disp…” provò a balbettare Rose, mentre Draco si chinò sul corpo di colui che doveva essere suo padre, toccandolo sul collo.
“E’ colpa sua!”
“Ma che cosa dici, ragazza! Lui stava deridendo mio figlio morto!” sbottò il signor Weasley contro la donna. Se fosse stato un uomo l’avrebbe senza ombra di dubbio aggredita. Draco nel frattempo si alzò e cominciò a guardare senza parlare Rose e il signor Weasley. La ragazzina indietreggiò verso il nonno, inquieta dallo sguardo silenzioso di Draco. Notò sul suo viso molte più rughe rispetto a quelle del padre, soprattutto intorno agli occhi, come se dormisse pochissimo da moltissimo tempo. Draco tuttavia non fece nulla di aggressivo verso il signor Weasley e Rose, anzi, scavalcò il padre che si teneva il naso e uscì dalla libreria.
“Rosie, sarà meglio tornare tra poco” disse il signor Weasley, uscendo anche lui insieme alla nipote, un poco frastornati e straniti entrambi.
“Maledetti sanguemarcio, traditori del sangue! Ve la faccio pagare, fosse l’ultima cosa che faccio!” blaterava Lucius Malfoy, mentre la donna col caschetto lo aiutava a rialzarsi.
“E’ successo qualcosa, Arthur. Dove sono i libri?” chiese sospettosa la signora Weasley, quando fu raggiunta dalla nipote e dal marito.
“Allora, Molly, da dove cominciamo…” rispose il signor Weasley, cercando di alleggerire la pillola da far ingerire a Molly tanto quanto a Hermione, ma il tentativo fu vano. Entrambe le donne si infuriarono come non mai, mentre Ron prese le difese della figlia.  
“Mamma, Hermione! Dovreste essere orgogliose di Rosie! Ha picchiato Lucius Malfoy che ha il quintuplo dei suoi anni!”
“Ronald, ma è mai possibile che ogni volta cerchi di sabotare qualsiasi mio tentativo di dare un’educazione ai nostri figli?” disse Hermione scandalizzata al marito.
“Ah sì? E quando hai preso a schiaffi Draco? Ne parliamo?”
“Davvero?” dissero in coro Hugo e Rose, non conoscendo quel lato della madre.
“Sarà meglio che andiamo” disse stizzita Hermione, tornando al negozio di manici di scope, volendo permettere a Rose di scegliere il manico che le piaceva di più, nonostante quanto successo. La signora Weasley invece diede uno scappellotto a Ron, quando il figlio promise a Rose e Hugo di raccontare quando Hermione diede uno schiaffo a Draco.
Mezz’ora più tardi arrivarono al negozio di manici di scope anche i Potter e la giornata sarebbe continuata ancora a lungo, per la disperazione di Hermione che aveva il terrore soltanto a pensare a cosa potessero fare Harry e Ron insieme.  

 

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Capitolo 2
*** Vita nuova, vecchi Malfoy ***


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“Harry, Ginny!” esclamò la signora Weasley contenta, quando vide apparire la figlia e il genero. La donna abbracciò molto forte il ragazzo, generando il disappunto di Ron.
“Ma guardala…vuole più bene a Harry che al proprio figlio”
Hermione diede uno scappellotto al marito che neanche reagì, abituato a riceverli a turno dalla moglie e dalla madre. Rose invece salutò calorosamente Albus, che senza dubbio era il suo cugino preferito. La ragazzina coinvolgeva il parente in molte sue idee che Ron considerava strampalate, come il C.R.E.P.A fondato da Hermione, leggere il libro di Storia della Magia e tante altre cose che a Ron, potevano sembrare da ricovero al San Mungo. Il ragazzo notò un livido sulla mano destra della cugina che, non appena Albus le chiese come si fosse procupata quel segno, scoppiò a ridere.
“Tua cugina, caro Al, ha dato un pugno in faccia a Lucius Malfoy”
“Davvero, Ron?” chiese meravigliato Harry, guardando sorridente la nipote.
“C’è poco da ridere, Ron. Hai allevato un maschiaccio” rispose stizzita la signora Weasley, girando tra le varie scope in esposizione.
“Ne dovrò parlare con Teddy, chissà che risate ci faremo questa sera a cena”
“Harry, dovresti dare il buon esempio, invece di incoraggiare la violenza” lo rimproverò severa Ginny, mentre Hermione si mise la mano nel viso.
“Suvvia, Ginny, è Lucius Malfoy. Non seccare”
Mentre Ginny, Harry, Ron e Hermione discutevano su quanto accaduto, i signori Weasley seguirono Rose e Albus. Videro inoltre che nel negozio si erano già intrufolati James Sirius Potter e Lily Luna Potter, rispettivamente il primogenito e l’ultimogenita di Harry e Ginny.
“Ehi – esclamò il signor Weasley, facendo finta di essere offeso coi due – non si salutano i nonni?”
“Dopo, tanto vi vediamo tutti i giorni. Al negozio di scope invece ci capitiamo raramente” rispose infastidito James, guardando ammirato insieme alla sorellina i tantissimi manici di scopa presenti.
“Nonna, guarda! Una Firebolt 2.0!!!” esclamò eccitata Rose, guardando il manico di scopa più bello e anche più costoso che c’era. Era realizzato di un legno molto pregiato, cosparso di lacca indelebile. Anche James si avvicinò alla cugina e ai nonni.
“Ma, Jamie! Hai già la Nimbus 3000! Quando dovevo crescere sette figli non ci potevamo neanche permettere dei vestiti nuovi!” esclamò la signora Weasley costernata, guardando l’avidità con cui James guardava il manico di scopa.
“Nonna, posso avere questa?”  chiese Rose timidamente alla signora Weasley, consapevole del prezzo alto del manico di scopa. L’anziana donna, pur capendo che la scopa costasse molto, accontentò la nipote che cominciò a saltare intorno alla nonna, contenta del regalo ottenuto, mentre James tenne il broncio per tutta la camminata di ritorno al Ghirigoro, dove incontrarono i Potter, i genitori e Albus. A sorpresa trovarono anche Teddy che aveva raggiunto il gruppo insieme a Victoire. Quest’ultima era la figlia di Bill e Fleur Weasley e tecnicamente era fidanzata con Teddy. La loro relazione era ostacolata tuttavia dal padre di lei, non perché avesse qualche riserva sul ragazzo, ma perché continuava a considerare Victoire la sua bambina, nonostante avesse quasi diciassette anni, frequentasse l’ultimo anno di Hogwarts e fosse Caposcuola. La coppia era molto amata dai signori Weasley e aiutavano i ragazzi a restare da soli, in segreto da Bill, pur pretendendo la dovuta distanza e senza andare oltre il bacio sulla guancia. Victoire tra i figli dei signori Weasley era senza dubbio quella più bella: bionda, fisico slanciato, aveva lentiggini ma molte di meno rispetto alla media dei Weasley e la natura Veela la aiutava ad essere ancora più bella.  
“Ecco la nostra futura campionessa di Quidditch” esclamò Teddy con un gran sorriso, guardando Rose che portava fiera il suo manico di scopa nuovo. Il ragazzo essendo un metamorfomagus aveva la capacità di cambiare aspetto come voleva e quella volta aveva i capelli biondi, mentre il ciuffo era di colore blu acceso.
“Preferisco che diventi un Prefetto e poi un Caposcuola, Teddy” rispose Hermione guardando seria Teddy.
“Non saluti il tuo padrino?” chiese Harry, fingendo di essere offeso. Teddy diede un abbraccio all’uomo e Ginny e spettinò ancora di più i capelli di James.
“Adesso scusate, dobbiamo scappare” rispose velocemente Teddy, generando il malcontento soprattutto di Ron.
“Devi andare dalla tua adorabile famiglia, suppongo?” chiese l’uomo.
“Bhe…si…Ron. Insomma, vorrei salutarli già che ci sono”
“Porta i saluti a Lucius Malfoy da parte di Rose” disse Ron ridendo di gusto, non facendo caso agli sguardi di rimprovero della signora Weasley e di Hermione.
“Perché?”
“Capirai e soprattutto sentirai”
“E’ successo qualcosa? Hai già conosciuto i Malfoy, Rose?” chiese Harry alla nipote che arrossì all’istante. Mentre Teddy si allontanava con Victoire dopo l’ennesima raccomandazione della signora Weasley di limitare al minimo indispensabile il contatto fisico, il ragazzo sentì Harry ridere rumorosamente. Evidentemente aveva scoperto cosa aveva fatto Rose.
“Hai fatto ciò che tutta quanta la comunità magica sogna di fare”
“A cosa si riferisce lo zio Harry?” chiese Victoire incuriosita.
“Non lo so, lo chiederò a Draco e la zia Narcissa quando li vedrò”
Al ragazzo non sfuggì l’espressione triste di Victoire e si fermò per un attimo, guardandola negli occhi.
“E dai, perché ogni volta che andiamo da loro diventi triste?”
“Perché…si vede che non gli piaccio a loro. Soprattutto al signor Malfoy, non lo vedi come mi guarda? Sembra che gli faccia schifo il solo vedermi”
“Eh piantala – rispose Teddy dando un buffetto scherzoso a Victoire, che non sembrò gradire il gesto del ragazzo – lui guarda tutti così. E’ un vecchio brontolone, ma non è male. Dopotutto sei amica di Scorpius e piaci a Astoria…”
“Ancora meno a Lucius Malfoy. Lui mi dice che non sono umana…Teddy, io ci soffro”
“Ascoltami – disse Teddy prendendo le mani di Victoire, avvicinando il suo volto a quello della fidanzata – se ti diranno qualcosa che potrà infastidirti glielo farò notare, ma scherzano. Insomma, è impossibile odiarti. Smettila ora di essere triste, sono curioso di sapere cosa è successo tra Rose e lo zio Lucius”
Mentre Teddy e Victoire si affacciarono a qualsiasi ristorante aperto, al più prestigioso chiamato ‘Diagon Alley Food’ c’erano Narcissa e Draco Malfoy, che mangiavano e discutevano.
“Quindi adesso tuo padre fa a botte con bambini, si è superato” disse sarcastica la signora Malfoy quando il figlio le raccontò quanto successo al Ghirigoro. La tavola era abbastanza grande, disponibile per sette posti. Non erano però presenti Scorpius e Astoria Malfoy che si erano allontanati un attimo e Lucius Malfoy con Pancy Parkinson, impegnato a far sapere al mondo magico di quanto fosse aggressiva Rose Weasley.
“Ebbene si, gli ha dato un pugno niente male e poi è caduto all’indietro”
“Sta cadendo proprio in basso tuo padre, sta perdendo quella poca dignità che gli rimane” disse Narcissa Malfoy seccata per il comportamento del marito.
“Quest’anno arrivano a Hogwarts anche quei maledetti dei figli di Potter, Weasley e Granger. Sono un’ossessione, non li sopporto. Spero che non diventino amici di Scorpius, già mi basta il fatto degli assurdi insegnamenti di Astoria”
“Però la lasci fare, come io lasciai fare Lucius”
“E che cosa dovrei fare? Litigare con mia moglie per colpa di babbani, sanguemarcio e animali vari?”
La discussione tra madre e figlio fu interrotta dall’arrivo di Teddy e Victoire, che arrivarono nel ristorante. Il primo ragazzo si sedette in mezzo a Draco e Narcissa Malfoy, che gli mise dritto il colletto. Quando Victoire provò a sedersi però fu fermata da Draco.
“Quel posto è occupato”
“Scusi…allora mi si…”
“Anche quello è occupato” rispose l’uomo posizionando la sua valigia al posto di dove si voleva sedere Victoire, e così fece con gli altri posti posizionando rispettivamente il sale, il pepe, una forchetta, un’altra forchetta, un coltello, un altro coltello e il suo cappotto.
“Bhe, non è colpa mia – disse Draco, cercando di sembrare dispiaciuto – puoi sempre sederti per terra”
Victoire guardò scandalizzata verso Teddy. Il ragazzo stava per mantenere la sua promessa di chiedere a Draco di trattare meglio Victoire, ma fu fermato dall’arrivo di una donna dai capelli castani piuttosto bella che era Astoria insieme a suo figlio Scorpius, copia spuntata del padre a undici anni, tranne per l’espressione che non faceva trasparire sgradevolezza. Insieme alla donna e al ragazzo c’era un’altra ragazza che aveva i capelli molto strani di colore argento e blu. Si chiamava Delphi Fawley.
“Perché non ti siedi, Victoire?” chiese Astoria, notando la ragazza in piedi. L’atmosfera era tagliente e per non peggiorare la situazione, Victoire preferì tacere.
“Siediti al mio posto, non ho problemi a restare in piedi” disse Scorpius tirando per il braccio Victoire. Draco fulminò il figlio con lo sguardo, come se stesse facendo qualcosa di imperdonabile, ma stessa cosa fece Astoria. L’uomo preferì allora distogliere lo sguardo da quello della moglie, mentre Narcissa Malfoy continuava a mangiare indisturbata.
“Grazie, Scorpius. Ma devo andare ora, i miei genitori mi aspettano” disse Victoire salutando timidamente e andando via alla svelta. Teddy provò a trattenere la ragazza, che però quasi scappò via, offesa.
“Sarai contento ora?” chiese il ragazzo a Draco, furente.
“E ci puoi contare, lei non è adatta per te”
“Perché? Che ti ha fatto lei? E’ sempre gentile con te e lo zio Lucius ma voi due non fate altro che prendervela con lei!!!”
Draco cercò un sostegno in Scorpius, Delphi e Astoria ma i due ragazzi cominciarono a mangiare, mentre la moglie fece capire chiaramente di essere d’accordo con Teddy. La signora Malfoy invece non prese posizione, preferendo concentrarsi sul suo piatto, estraniandosi completamente da quanto stesse succedendo.
“Ascolta…lei non è giusta per te perché è – Draco era pronto a dire che Victoire fosse malvista perché, oltre ad essere una Weasley era anche una veela, ma poi si sforzò di trovare le parole meno pesanti possibili – perché insomma, non mi piace. Perché non aspetti che cresca Delphi? Tanto tra sette anni avrà diciotto anni”
Astoria e Scorpius rimasero con la bocca aperta, Delphi arrossì e perfino la signora Malfoy si distrasse dal suo pasto guardando perplessa il figlio. Mentre Teddy non sapeva cosa rispondere, Draco assunse una posa fiera, come se avesse fatto una grandissima scoperta.
“Sarà meglio che io vada prima di fare qualcosa di cui potrei pentirmi” disse Teddy alzandosi e andando via, senza salutare nessuno dei presenti.
“Che ho detto?” chiese Draco con un tono di voce innocente.
Astoria sbuffò, rassegnata ormai, perché non era la prima volta che discuteva col marito riguardo al trattamento che l’uomo riservava a Victoire. La donna più volte chiedeva una presa di posizione della suocera, che evitava tuttavia di farlo. La ragazza, tuttavia evitava di raccontare cosa succedesse al padre e alla madre, per evitare di scatenare il carattere fumantino di Bill, peggiorato dopo il morso di Greyback.
Teddy riuscì a raggiungere Victoire, che si mostrò contenta di vedere il fidanzato e si voltò, con gli occhi leggermente arrossati a causa delle lacrime.
“Grazie…mi hai difesa”
“Non ti preoccupare, ho sopportato per troppo tempo il modo in cui ti tratta, speravo che fossero soltanto scherzi. Torniamo dagli altri?”
“Si”
Victoire, provando a non ripensare a quanto successo, raggiunse insieme a Teddy i suoi parenti al Ghirigoro, dove finalmente Rose riuscì ad acquistare tutti i libri che le sarebbero serviti per Hogwarts.
“Allora, Teddy e Victoire, andato bene con quei…cioè con i Malfoy?” chiese Ron, quando vide i ragazzi tornare, che senza entrare nel dettaglio si concentrarono su Rose e Albus, travolti dall’ansia. James continuava invece ad insistere che Albus sarebbe finito in Serpeverde per diventare un mago oscuro.
“James, hai rotto!” sbottò Rose contro il cugino maggiore che schivò per miracolo il manuale di Storia della Magia lanciatogli dalla cugina.
“Rose, insomma! Non vorrai per caso rompere di già tutti i libri appena comprati?”
“Scusa, mamma” disse la ragazza dispiaciuta, mentre James si prese degli scappellotti a turno dalla signora Weasley e da Ginny. Harry e Ron insieme al signor Weasley camminavano divertiti, mentre James chiedeva pietà. Victoire, essendo tornata tra i suoi cari insieme a Teddy, quasi dimenticò cosa successe con i Malfoy e l’ultimo pensiero inerente a questi ultimi fu come facessero Teddy, la signora Tonks, Astoria, Delphi e Scorpius ad essere parenti stretti di Draco e Lucius Malfoy.  



 

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Capitolo 3
*** Si parte ***





Quel che rimaneva delle vacanze estive, i Weasley le passarono insieme ai Potter alternandosi tra Villa Conchiglia, Grimmauld Place e la Tana. James fu fastidioso come non mai, instillando in Albus la convinzione di diventare uno stregone oscuro se sarebbe finito tra i Serpeverde. Grimmauld Place, grazie alle sue dimensioni, spesso fungeva da arena per gli scontri tra James e Rose, con quest’ultima che rincorreva il cugino per i tanti piani dai quali era composta l’abitazione, causa della lite più recente era il fatto che James liberò il gufo di Rose in giro per la casa e l’animale aveva riempito di cacca l’abitazione.
“James, Rose! Volete piantarla? Sedetevi e cenate che è la nostra ultima cena prima di Hogwarts!” strillò Hermione, esasperata dagli insulti e dalle botte tra i due cugini.
“Hermione, e lasciali divertirsi! Sono giovani” disse Ron tuffandosi sulla sedia, affamato come al solito
“Ronald, come al solito quando si tratta di essere a favore del caos sei in prima fila, come sempre”
“Presa!” esclamò Harry, afferrando Rose e facendola volare in cielo come se fosse un aereo, facendola ridere divertita e poi la portò a sedere al suo posto.
“Grazie Harry” disse Hermione, grata all’amico per essere riuscito a calmare i ragazzi.
A Grimmauld Place, escludendo i bisticci tra Rose e James, si respirava un’atmosfera di allegria. C’erano anche Teddy e Victoire divisi però da Bill, che si era seduto tra i due ragazzi con il grande disappunto di Fleur, che apprezzava moltissimo Teddy. Anche la signora Weasley rimproverava il figlio per l’eccessiva gelosia. I due si sono portati anche i figli più piccoli, Louis e Dominique rispettivamente di 6 e 4 anni, nati molto tempo dopo Victoire. Mancavano all’appello Charlie Weasley, impegnato con i draghi, Percy e la sua famiglia impegnati a rappresentare il ministero nel mondo e George, Angelina e i loro figli che hanno dovuto disdire l’appuntamento a causa di impegni dell’uomo. La signora Weasley sospettava che fosse successo qualcosa ai Tiri Vispi Weasley.
Verso le undici la famiglia terminò la cena e tutti si divisero nelle varie stanze dell’abitazione: James ospitò nella sua stanza che una volta appartenne a Sirius e Hugo, che su ordine di Bill avrebbe dovuto dormire in una stanza piuttosto lontana da Victoire. Nella stanza di Albus che una volta era di Regulus Black avrebbero dormito Rose e Teddy mentre in quella di Lily Victoire, Louis e Dominique. Gli adulti invece si sarebbero ristretti nella stanza coniugale di Ginny e Harry, allargate tutte quante su ordine del secondo da Kreacher.
“Rose” disse Albus a bassa voce, per non svegliare Teddy che russava rumorosamente alla cugina. Lei dormiva nel letto vicino al suo, diviso da un comodino.
“Cosa vuoi – disse la ragazzina sbadigliando – domani ci dobbiamo svegliare presto, dormi”
“Scusa – mormorò Albus, parlando a voce ancora più bassa – dimmi cosa potrebbe accadere se finisco a Serpeverde”
“Ancora??? Al…ma se finisci tra i Serpeverde non cambierà nulla, resti sempre tu”
“James mi d…”
“James è un idiota. Ascolta – disse la ragazzina appoggiandosi sul gomito, guardando il cugino negli occhi – se finirai tra i Grifondoro sarei contenta perché sono quasi certa di finire lì, ma se finirai tra i Serpeverde sarei contenta lo stesso. Quella Casa deve ripulirsi la reputazione dopo quanto fatto in passato, e solo un mago pulito come te potrà farlo. Dormi ora, ho sonno e lo sai che sono intrattabile se non riposo abbastanza. Ti voglio bene”
“Anche io”
Rose si addormentò di nuovo, chiudendosi il viso con la coperta mentre Teddy non sentì nulla della conversazione tra i due cugini, appisolato come era. Albus invece si girò, da un fianco all’altro, immaginando il giorno dello Smistamento. Nella sua mente si alternarono vari scenari, Smistamento a Grifondoro con Victoire che in qualità di Caposcuola lo accoglieva nella Casa e lo scenario peggiore, quasi drammatico dello Smistamento a Serpeverde e aveva paura soltanto ad immaginare la reazione di tutti quanti.  Si immaginò lo sguardo deluso di Harry e Ginny, dei nonni, le prese in giro al limite del drammatico di James e lo sguardo di compassione di Teddy. Avrebbe voluto parlare con la signora Tonks, che era l’unica tra coloro che conosceva che furono smistate a Serpeverde.
Il giorno successivo Albus fu svegliato dal triplo baccano organizzato da Ginny, Hermione e dalla signora Weasley, ansiose come non mai. La sveglià suonò alle otto e come al solito le tre donne erano in preda all’ansia. I piani prevedevano di svegliarsi all’alba ma Ron pensò bene di ritardare la sveglia di qualche ora, scatenando l’ira della moglie che odiava quando i suoi piani non andavano come voleva.
“SIAMO IN TREMENDO RITARDO!!!” strillò Hermione, buttando il pettine per terra in preda all’ansia. Solo Ron riusciva a mangiare con tutta la calma possibile. Persino Harry si fece contagiare dalla paranoia delle donne. Finalmente, quando erano le dieci, tutti erano pronti, o quasi.
“Ronald, vuoi accompagnare tua figlia in pantofole?” chiese Hermione, esasperata dal totale menefreghismo del coniuge.
“Oh! Bhe, non è una cattiva idea” esclamò l’uomo grattandosi la testa imbarazzato.
“VAI A METTERTI LE SCARPE!!!” strillò la signora Weasley, facendo sobbalzare tutti i presenti dalla paura. Verso le dieci e mezzo, il limite massimo per non perdere il treno, i Potter, i Weasley e Teddy poterono andare. Ron, confuso per il troppo vino bevuto la sera prima, non riusciva ad allacciarsi le scarpe e per questo la comitiva perse un’altra mezz’ora
A King’s Cross le famiglie giunsero alle undici meno dieci, grazie a Hermione che dopo aver capito che non sarebbero mai giunti in tempo in auto, chiuse un occhio sulla smaterializzazione dei minori, ma promise a Ron di costringerlo a dormire sul divano per un mese intero come punizione.
Albus e Rose, che era la prima volta che si trovavano a King’s Cross in qualità di studenti, furono disorientati da tutto questo casino causato da tanti altri bambini che avrebbero cominciato Hogwarts. James salì immediatamente sull’Espresso senza salutare i familiari, Teddy invece si precipitò verso un uomo che salutava insieme alla moglie loro figlio, che si avviava anche lui a salire sul treno. Rose riconobbe con imbarazzo che era Draco Malfoy, visto che lo vide al Ghirigoro dopo aver rotto il naso a suo padre Lucius.
“Bene bene – esclamò Ron avvicinandosi insieme a Hermione e Hugo a Rose – quello dovrebbe essere Scorpius, insieme a suo padre. Non dargli troppa confidenza e superalo in tutti gli esami” disse l’uomo alla figlia, che gli rivolse uno sguardo meravigliato.
“Ron, insomma! Non vorrai già metterli contro da ora? Già ha fatto a botte con Lucius Malfoy!”
Ron si grattò nervosamente la testa, ma decise di dare ragione alla moglie, senza ammetterlo. Rose salì alla svelta sul treno mentre poco più dietro stava arrivando Albus, che si chinò facendo finta di allacciarsi le scarpe. Ginny, dopo aver osservato il figlio decise di lasciarlo da solo con Harry, che si avvicinò con discrezione al ragazzino.
“Che hai?” chiese Harry, notando il figlio inginocchiato, capendo che avesse qualche problema.
“Papà, e se finisco a Serpeverde?”
Harry guardò intenerito il figlio, per poi chinarsi anche lui e guardarlo negli occhi, identici a quelli di Lily.
“Albus Severus Potter, porti il nome di due tra i più grandi maghi che io abbia mai conosciuto che furono presidi di Hogwarts. Uno di loro fu smistato a Serpeverde ed è l’uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto”
“Ma se per caso vengo smistato? Insomma…ci sono andati tanti maghi osc…”
“E allora la Casa dei Serpeverde avrà guadagnato un brillante giovane mago che potrà soltanto fargli bene. E adesso andiamo? O di questo passo l’Espresso partirà e rischi di non venire smistato in nessuna Casa” sorrise l’uomo al figlio, che si alzò timidamente, avvicinandosi agli zii.
“Attento ai Serpeverde…non ti fidare di loro”
“RON!!!” strillò Ginny, sapendo di quanto Albus fosse terrorizzato dallo Smistamento. L’uomo, abituato agli strilli della sorella, della madre e della moglie neanche fece caso, e diede un buffetto a Albus, che si affrettò a salire sull’Espresso.
Mentre Rose afferrò Albus per un braccio, per trascinarlo insieme a lei in uno scompartimento libero dato che James ne occupò uno con il suo gruppo di amici, in uno c’era Victoire e Scorpius, con quest’ultimo che sembrava triste e dispiaciuto.
“Pensa se finisci a Grifondoro, sarei contentissima! Ti aiuterei a farti molti amici!” esclamò Victoire, guardando uno sbigottito Scorpius.
“Ma sei pazza !? – esclamò incredulo il ragazzo – non voglio sentire mio padre e mio nonno appena torno a casa per Natale. Non fare amicizia con quello, non fare amicizia con quell’altro e poi finisco a Grifondoro. Mio nonno morirebbe di crepacuore metre mio padre mi caccerebbe via di casa”
“Ma dai, non lo farebbero mai – disse Victoire, evitando di dire ad alta voce che secondo lei Draco lo avrebbe potuto fare veramente – tua madre e tua nonna non lo permetterebbero mai. Se invece dovesse accadere bhe…potrai sempre venire a stare da me. Sai, Louis e Dominique sono piccoli, mi piacerebbe avere qualcuno più grande in casa con cui parlare, mi sento così vecchia in casa”
Scorpius nell’ascoltare le parole di Victoire ebbe strane sensazioni. Da una parte l’ipotesi di vivere con i genitori di Victoire lo attirava. Gli capitò di passare alcuni momenti a Villa Conchiglia ed apprezzò moltissimo l’atmosfera allegra che respirava in quella casa. Bill e Fleur Weasley non mostravano nessuna ostilità verso di lui. Stessa cosa non si poteva dire di Draco e Lucius. Ogni giorno gli ripetevano di non socializzare con nati babbani, mezzogiganti, veela e chiunque non fosse purosangue, e la situazione degenerava quando interveniva nelle diatribe Astoria, per evitare che al figlio venissero impartiti gli insegnamenti puristi tanto amati da Lucius Malfoy. La signora Malfoy invece, evitava di esporre il suo parere e non si schierava né con la nuora né con il marito e il figlio. E il ragazzino, stanco dalle continui discussioni in famiglia spesso andava dalla signora Tonks, dove quasi sempre c’erano Teddy e Victoire, sotto la supervisione di Bill Weasley.
Mentre i due ragazzi parlavano di Hogwarts e delle materie, allo scompartimento bussarono Albus e Rose, che notarono con sorpresa la cugina insieme a Scorpius.
“Victoire, ma non dovresti fare i tuoi doveri da Caposcuola?” chiese Rose alla cugina, sapendo di quanto fosse impegnativo il ruolo di Caposcuola.
“Oh…si – esclamò la ragazza, colta allo sprovvisto dalla domanda di Rose – riposavo, parlavamo. Perché non vi presentate?” disse la ragazza rivolta a Scorpius, Rose e Albus per cambiare discorso. Voleva evitare di ammettere il fatto che stesse trascurando i suoi doveri.
“Io già la conosco e non mi piace” esclamò all’improvviso Scorpius, rivolto verso Rose, che non perse tempo a reagire.
“Sai una cosa??? Neanche tu mi piaci e nemmeno tuo nonno. Andiamo, Albus” esclamò furibonda Rose, tirando per il braccio Albus, disorientato da cosa stesse accadendo, ma seguì la cugina.
“Ma che ti è saltato in mente? E’ così che vuoi fare amicizia?” disse Victoire stizzita a Scorpius.
“Che cosa avrei dovuto fare? Ha picchiato mio nonno quella!”
Victoire non riuscì a trattenere le risate e Scorpius si innervosì molto con la ragazza. Anche se non condivideva i suoi ideali, detestava quando qualcuno gli mancasse di rispetto.
“Ascolta, posso non essere d’accordo con lui ma è mio nonno e non potrò mai in vita mia essere amico di una che gli ha mancato di rispetto in questo modo. E non sto dicendo che avesse ragione, anche lui provoca ma è sempre mio nonno”
Victoire, senza proferire ulteriore parola, uscì dallo scompartimento e dopo circa dieci minuti tornò insieme a Albus e Rose, con quest’ultima che era furibonda con Scorpius.
“Bene, adesso vi presentate. Lei è Rose. Rose, lui è Scorpius. Albus, presentati anche tu”
“No” esclamarono in coro Scorpius e Rose, facendo sorridere Victoire.
“Bhe…è già un passo in avanti. Siete d’accordo su qualcosa. Rose, ci sono caramelle a volontà, so che ti piacciono tanto un sacco”
“Non quelle sue”
“Neanche te le avrei date” esclamò indignato Scorpius.
Victoire, mentre Rose e Scorpius cercavano di ignorarsi, notò Albus imbarazzato davanti alla porta dello scompartimento, increduto e imbarazzato per la scena a cui stava assistendo. Non sapeva dalla parte di chi schierarsi: Harry e Ginny si raccomandarono di non cercare nemici almeno sul treno per Hogwarts e non voleva essere in disaccordo con Scorpius già dal loro primo incontro ma dall’altra parte odiava quando qualcuno maltrattava Rose, anche se a dire il vero quest’ultima sapeva difendersi più che bene da sola.
“Mentre loro fanno conoscenza perché non ti siedi, o vuoi passare il viaggio in piedi?” chiese Victoire a Albus, che si affrettò a sedersi vicino a Rose mentre quest’ultima neanche si accorse di lui, furibonda come era con Scorpius.
“Sai, Victoire, mi chiedo come tu possa essere una parente di questa qui” disse Scorpius, scatenando ancora di più l’ira di Rose, determinata ormai a saltargli addosso, se non fosse per Victoire che si mise  tra i due.
“Ehi! E’ mia cugina…bada come ci parli!”
“Non mi serve la tua difesa Al, se solo si spostasse Victoire…SPOSTATI!”
“No, non mi sposto! Sono Caposcuola, posso punirti”
“Tu cosa!?” esclamò indignata Rose mentre Victoire cercava di restare il più seria possibile, anche se la situazione nella quale si trovava la divertiva moltissimo e non poteva immaginare quanto lo zio Ron sarebbe stato orgoglioso di lei.
“Io mi vergognerei di una cugina così – disse acido Scorpius, rivolto a Albus – io ho avuto parenti rivoltanti e abbiamo risolto in famiglia non considerandoli come tali. Potresti fare la stessa cosa e anche tu, Victoire”
Albus e la ragazza non sapevano cosa rispondere. Il primo era tentato dal dare un pugno sul naso a Scorpius, ma si trattenne, desideroso di dare retta ai consigli dei genitori almeno durante il viaggio sull’Espresso. Ma stessa cosa non fece Rose, desiderosa ad avere l’ultima parola come sempre d’altronde.
“Bhe…e tu potresti non considerare come parente tuo nonno. Non oso immaginare quanto fossero rivoltanti i parenti che avete rinnegato se uno come lui non è stato rinnegato”
Scorpius balzò in piedi, furibondo per le parole della ragazzina, e stessa cosa fece quest’ultima. Se Rose era pronta a fare a botte, il ragazzino la guardò offeso ma poi tornò a sedersi e non parlò per il resto del viaggio.
‘Colpito e affondato’ pensò Rose soddisfatta, guardando Scorpius sedersi imbronciato e in silenzio al suo posto. Victoire, pensando di essere la colpevole di questa prima discussione tra i due, preferì non insistere e si sedette vicino a Scorpius mentre Rose si decise a mangiare qualche caramella insieme a Albus. Quest’ultimo era piuttosto a disagio e parlò il minimo necessario, chiedendosi in quale manicomio fosse finito. La tensione fu molto palpabile fino a quando l’Espresso cominciò a rallentare e Victoire suggerì ai ragazzi di cambiarsi.
Circa mezz’ora più tardi il treno cominciò a fischiare e pian piano si fermò: era arrivato a Hogwarts.
 

 

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Capitolo 4
*** La cerimonia dello Smistamento ***




Scorpius Malfoy si alzò e uscì dallo scompartimento, senza salutare nessuno. Victoire sembrò rimanere male per il comportamento del ragazzo, ma non lo diede a vedere se non guardandolo perplessa. Albus e Rose erano già pronti e seguirono la cugina, che li portò incontro a Hagrid.
“PRIMO ANNO! PRIMO ANNO!” urlava il gigante ad alcuni ragazzini un po’ spaventati che si trovavano per la prima volta in questo posto.
“Victoire! – esclamò Hagrid, vedendo la Caposcuola venirgli incontro, insieme ai suoi cugini – e voi chi siete? Sicuramente tu sei Albus, Harry. E tu chi sei?” chiese Hagrid allegramente a Rose. Quest’ultima, pur avendo sentito gli zii e i genitori parlargli di Hagrid, restò impressionata dalle dimensioni dell’uomo e non potè evitare di sembrare spaventata.
“Ro…Rose…si…gnore”
“Ma lascia stare il signore, chiamami Hagrid. Victoire, cosa le avete raccontato? Che mangio studenti? Ops…sulle barche, non voglio fare ritardo con la McGranitt. Muovetevi” disse Hagrid, battendo le mani energicamente per invitare i ragazzi a raggiungere le barchette che li avrebbero condotti a  Hogwarts attraverso il Lago Nero. Victoire salutò i due cugini, correndo a scuola per adempiere ai suoi doveri di Caposcuola e Rose e Albus si avvicinarono alla barchetta più vicina alla riva.
“Bleah” esclamò Rose, guardando alla sua sinistra, notando Scorpius Malfoy insieme a una ragazzina dai capelli argentati e blu scherzare con un professore e sembravano avere moltissima intesa con lui.
“Papà lo ha detto che quel Malfoy potrebbe essere un ruffiano, aveva ragione”
“Rose, vuoi evitare di intraprendere lotte da neanche il primo giorno?” chiese Albus, che mal digeriva le intenzioni battagliere della cugina, dato che l’ansia per lo Smistamento non voleva proprio passare.
La ragazza, pur rimanendo disgustata dalla scena a cui aveva assistito, capì l’ansia del cugino e preferì tacere, fino all’arrivo a Hogwarts. I cugini si sedettero su una piccola barca, cercando di non rimbaltarla e cadere nel Lago Nero. I piccoli mezzi di trasporto si mossero da soli, e entro mezz’ora arrivarono a destinazione. I cugini, insieme a tanti altri ragazzini di undici anni spaventati tanto quanto loro, marciarono verso la scuola, dove all’ingresso c’erano ad accoglierli Neville Paciock, Horace Lumacorno e Minerva McGranitt, rispettivamente vice-presidi e preside della Hogwarts. Il primo non riuscc’ a trattenersi dal fare un occhiolino di intesa a Albus e Rose.
“Bene – esclamò severa la professoressa McGranitt. Se il professor Paciock ha finito con il salutare conoscenti e non, è mio onere ma anche onore introdurvi nella Scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts. Come molti voi sapranno, mi chiamo Minerva McGranitt, preside di questa scuola. Loro due sono Horace Lumacorno, capo della Casa di Serpeverde e Neville Paciock, capo della Casa dei Grifondoro ed inoltre entrambi vicepresidi. Le Case sono quattro, oltre alle due elencate c’è la Casa di Corvonero e Tassorosso. Lo Smistamento in una di questa, determinerà in modo irriversibile il vostro destino in questa scuola che per i prossimi anni, salvo espulsioni, sarà la vostra Casa. Se meriterete sarete premiate, se non meriterete, sarete puniti. Adesso vi chiedo di seguire me e i miei colleghi, in fila indiana” disse l’anziana donna, procedendo verso la Sala Grande con un passo piuttosto svelto per la sua età avanzata.
“Tranquilli, Albus e Rose, sembra cattiva ma in realtà è soltanto fissata con le regole”
“Professor Paciock – esclamò la preside spazientita, avendo sentito le parole dell’insegnante – è compito suo assicurarsi che le regole siano rispettate scrupolosamente dalla prima all’ultima, non screditare la mia autorità con i nuovi arrivati”
Neville, anzi il professor Paciock, non parlò fino all’arrivo alla Sala Grande, per evitare ulteriori discussioni. Il professor Lumacorno invece scherzava con la professoressa McGranitt, che non sembrava gradire le battute del collega. Tutti i ragazzi rimasero estasiati dalla maestosità della scuola, sembrava che non avessero mai visto qualcosa di così grande. La professoressa McGranitt fece ai ragazzini il cenno di fermarsi e poi si accomodò al tavolo degli insegnanti, assieme a Lumacorno e Neville. Al centro della Sala c’era uno sgabello con a fianco un tavolo sul quale era posizionato il Cappello Parlante, appartenuto a Godric Grifondoro e che aveva il compito di smistare tutti gli studenti. Victoire, dal tavolo dei Grifondoro salutò Albus, Rose e anche Scorpius e la ragazza dai capelli blu-argento quando lo vide, abbastanza lontano dai suoi cugini.
“Bene, adesso chiamerò in ordine alfabetico tutti voi che dovrete uno alla volta sedersi su questo sgabello, io vi metterò il Cappello Parlante in testa  che vi smisterà…Adams Chase” disse la preside, dopo essersi alzata e avvicinata vicino al Cappello.
Il ragazzo chiamato dalla preside fu smistato tra i Corvonero, così come Trevor Anderson e Mark Barnes. Jeremy Butler, Gregory Chase e Priscilla Collins a Tassorosso.
“Fawley Delphini”
La ragazza dai capelli argentati e blu che era amica di Scorpius, avanzò timidamente verso il Cappello Parlante, guardandosi intorno, visibilmente a disagio. Dopo qualche minuto di borbottio del Cappello Parlante, fu smistata tra i Serpeverde, venendo accolta da un boato di applausi.
“Vincent Goyle”
Goyle era un ragazzo dalla corporatura massiccia, che lo faceva sembrare più grande degli undici anni che aveva e un’espressione sul viso poco rassicurante, piuttosto sgradevole. Senza neanche essere dovuto poggiato sulla testa del ragazzo, Goyle fu smistato nella casa dei Serpeverde, venendo accolto da un boato e salutato da un ragazzo del settimo anno, che sembrava conoscerlo bene.
Finalmente venne il turno di Rose, dato che aveva come primo cognome Granger. Fu adesso che la ragazzina fu investita dall’ansia. Anche se era sicura di finire tra i Grifondoro, nella sua mente si delinearono  vari scenari più o meno apocalittici, come lo smistamento a Serpeverde con possibile decesso di Ron per crepacuore o meno tragici come finire a Corvonero o Tassorosso, che avrebbe provocato a Ron soltanto un poco di delusione nel complesso superabile.
“Bene bene – esordì il Cappello Parlante ad alta voce, quando Rose si sedette sullo sgabello piuttosto lentamente – è passato un bel po’ da quando smistai i tuoi genitori, e un po’ meno da quando smistai quella bestia scatenata di tuo cugino. Escludo categoricamente Serpeverde…”
Rose, nell’ascoltare le parole del Cappello Parlante, tirò un sospiro di sollievo: il decesso prematuro di Ron era stato evitato.
“…però hai qualità che potrebbero piacere sia a Grifondoro, sia a Tassorosso, sia a Corvonero. Tutti i membri della tua famiglia sono stati dei Grifondoro, per ora. E alla fine anche tu…GRIFONDORO”
Dal tavolo dei Grifondoro esplose un boato di applausi e grida e Rose corse alla svelta verso il tavolo della sua nuova Casa, sedendosi vicino a Victoire.
“Complimenti, Rose. Ma non aspettarti un trattamento di favore da parte mia” disse James con tono di sfida, al quale la ragazza non rispose, decidendo di concentrarsi sullo Smistamento. Jake Harrison fu smistato a Corvonero, Priscilla Hill a Tassorosso e poi fu il momento di Scorpius Malfoy, che si avvicinò lentamente ma con sicurezza allo sgabello e la professoressa McGranitt indossò sopra il capo del ragazzo il Cappello Parlante.
“Mmh…un nuovo Malfoy, ma un bel po’ diverso da coloro che ti precedettero. Non sei come tuo padre e tuo nonno, sui quali non ho avuto mai dubbi su dove spedirli, ma con te ne ho parecchi. Hai molte più qualità e anche molto più buon senso rispetto a loro. Ma non è detto che tutti quelli positivi non possano essere dei buoni Serpeverde….ho deciso: SERPEVERDE”
Dal tavolo di quest’ultimi  partirono molti applausi, ma questo non sembrò toccare particolarmente il ragazzo, che si accomodò senza troppo entusiasmo vicino a Delphi. 
Kiley Mitchell e Alexis  Marshall finirono a Grifondoro e la più impacciata e impaurita sembrò quest’ultima, che inciampò nel suo mantello un po’ troppo lungo per lei. La ragazzina aveva dei capelli ricci e castani ed era piuttosto rotonda di aspetto fisico, ma non del tutto grassa. Si accomodò vicino a Rose, che vedendola a disagio si presentò e provò a fare amicizia con la ragazzina. Quest’ultima riverlò di aver perso i suoi nonni nati-babbani durante l’ultima guerra magica e di essere cresciuta in orfanotrofio, nel quale veniva spesso presa in giro oltre al suo aspetto anche per le stranezze che capitavano ogni volta che era nelle vicinanze, che alla fine si rivelarono essere casi di magia casuale.
Dopo alcuni altri ragazzi che sfuggirono a Rose, venne il turno di Albus.
“Albus Severus Potter” ripetè la professoressa McGrannitt impaziente, notando il ragazzino guardare nel vuoto. Albus, dopo qualche secondo si fece coraggio, rincuorato dai gesti di incoraggiamento di Rose, alla quale era molto affezionato, e di Victoire.
Tutta i presenti nella Sala Grande tacquero, incuriositi su quale Casa avrebbe ospitato il secondogenito di Harry Potter. Albus si incamminò, a passo funereo verso il Capperllo Parlante, sedendosi con uno sbuffo d’ansia. Avrebbe preferito senza dubbio essere un magonò in questo momento, per non provare l’ansia e la preoccupazione che aveva.
“Potter, di nuovo e per l’ennesima volta un Potter. Fino ad ora siete stati leali alla Casa di Grifondoro, poi tu sei anche un Weasley a metà, quindi tecnicamente non ci sarebbe alcun dubbio riguardo a dove smistarti. Però…c’è quel qualcosa che non mi convince, non sembri essere un Grifondoro fino al midollo come tuo padre, tuo fratello e tuo nonno, e non so se è una cosa completamente negativa visto quanto combinato da loro in passato…”
Albus tradì un sorriso, ripensando ai racconti di Harry riguardo alle punizioni del nonno insieme al suo gruppo di amici. Ricordò di quando suo padre raccontò di come il nonno fece di tutto per conquistare la nonna, perdendo tutto il suo orgoglio e di come fece a botte con Vernon Dursley.
“…ti diverti, ragazzo? Bhe, meglio divertito che preoccupato. Comunque ho deciso…SERPEVERDE!!!”
La Sala Grande tacque, sbigottita dalla sentenza del Cappello Parlante. Albus, non sapendo se piombare in preda alla disperazione o se accettare serenamente lo smistamento, si diresse verso il tavolo dei Serpeverde, senza guardare Rose e Victoire che rimasero sotto shock. Il ragazzo si sedette vicino a Delphi Fawley, che gli sorrise. A Albus non sfuggirono l’aspetto particolare della ragazza, oltre ai suoi capelli blu e argento. Aveva degli occhi azzurri, quasi bianchi e il ragazzo si chiedette se Delphi fosse umana. Vicino a lei egli notò Scorpius, che guardava assonnato nel vuoto e non gli prestò la minima attenzione.
“Vedrai che ti troverai bene…io sono Delphini ma chiamami Delphi” disse la ragazza sorridendo
“Albus…libera di chiamarmi anche Al, per me è indifferente” rispose il ragazzo più per educazione che per effettiva voglia di comunicare.
“Va bene, Al. Quello vicino a me è Scorpius, Scorpius Malfoy, ehi – esclamò Delphi stizzita, dando a Scorpius una gomitata nelle costole. Sembrava che stesse dormendo ma poi tornò immediatamente sveglio, anche se sembrava completamente disorientato – vuoi aspettare almeno la fine della cena per dormire? Scusalo, ha problemi col sonno, dorme quasi sempre e in qualsiasi posto” disse Delphi, cambiando immediatamente tono con Albus, diventando molto più amichevole. Albus e Scorpius però non ebbero occasione di presentarsi, dato che quest’ultimo si addormentò di nuovo.
Lo Smistamento durò altri dieci minuti, dopo i quali la professoressa McGranitt congedò tutti gli studenti, augurandogli una serena notte e avvertendo i ragazzi del quinto e del settimo anno su quanto fossero importanti i G.U.F.O e i M.A.G.O. Rose e Victoire provarono ad avvicinarsi a Albus mentre la Caposcuola anche a Scorpius, ma quest’ultimo era troppo inebetito per il sonno mentre Albus seguì Delphi, non sapendo dove si trovasse il dormitorio dei Serpeverde. La nuova amica invece sembrava conoscere qualsiasi dettaglio dei Serpeverde.
“Tranquilla, Rosie. Vedrai che starà bene mentre noi gli parleremo domani”
“Lo spero” esclamò Rose, preoccupata per Albus.
Albus, insieme a Delphi e a Scorpius che sembrava dormire camminando, scese nei sotteranei e si fermarono di fronte a una porzione di muro di pietra sulla quale c'era scritto in lettere di colore smeraldo:
'So che avrò trovato la morte prima che tu legga queste parole, ma voglio che tu sappia che sono stato io ad aver scoperto il tuo segreto. Ho rubato il vero Horcrux e intendo distruggerlo appena possibile. Affronto la morte nella speranza che quando incontrerai il tuo degno rivale sarai di nuovo mortale. R.A.B.'
"R.A.B" disse Delphi e il muro di pietra si spostò di lato.
Albus rimase stupito nel vedere la Sala Comune dei Serpeverde: è vero che avrebbe preferito essere un Grifondoro però dovette riconoscere che era bellissima. Aveva presenti delle ampie e strette vetrate dalle quali si potevano ammirare creature acquatiche di vario genere e il calamaro gigante che abitano il lago. Era arredata con divani e poltrone in pelle nera, con cinque camini di pietra e con vari ritratti e dipinti sopra. A est vi era presente la biblioteca con manoscritti di  Merlino e libri alchemici arricchivano gli scaffali. Un lungo tavolo abbellisce la camera dove tutti gli studenti di solito studiano. La luce dentro la sala era verdastra perché rifletteva le profondità del lago. Per l'accesso ai dormitori vi era una scala a chiocciola in mogano. In cima c'era un lungo corridoio con cui si accede al proprio dormitorio. Letti a baldacchino con tende verdi-argentate e delle poltroncine arredavano le stanzette; dalle grandi vetrate inoltre era possibile ammirare il fondale del Lago Nero e il rumore delle acque, che leggere sbattono contro le grandi finestre, creando un dolce suono che permetteva un riposo più che sereno.
"Si vedono quelle creature acquatiche perchè ci troviamo nei pressi del Lago Nero. Sarà meglio andare a dormire. Domani abbiamo Pozioni con Lumacorno, il nostro Capo. Buonanotte" disse Delphi con un sorriso, lasciando Albus da solo che preferì restare per qualche ora da solo fino a quando il sonno non si fece sentire e anche lui decise di andare a dormire.
'Serpeverde...chissà cosa diranno mamma e papà' furono gli ultimi pensieri del ragazzo prima di addormentarsi.

 

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Capitolo 5
*** Primi legami ***




Albus non chiuse occhio a causa dei tanti pensieri che gli scorrevano nella mente: non riusciva ancora a crederci che il Cappello Parlante lo avesse sorteggiato nei Serpeverde. Quando il ragazzino si svegliò, nel dormitorio dei Serpeverde non c'era nessuno, mentre nella sfarzosa Sala Comune c'era solo Delphi Fawley, con la quale aveva fatto amicizia durante il banchetto.
“Che hai?” chiese Albus a Delphi, sentendola singhiozzare
“N…Niente. Mi…hai spav…entata” sobbalzó Delphi alzandosi di scatto.
“Qualcosa che non va? Perché piangevi?” chiese Albus, cercando di essere il più delicato possibile.
“Ma no…figurati, cosa vuoi che succeda? Soltanto emozionata – disse velocemente la ragazza, con il palese intento di cambiare discorso – andiamo alla Sala Grande, ho una fame!” rispose Delphi, alzandosi di scatto dirigendosi verso l'uscita della Sala Comune. Albus, perplesso per l'accoglienza che ha ricevuto da Delphi, preferì non insistere e, quando lei si voltò il ragazzo guardò curioso il particolare colore dei capelli platino con le punte blu. Quando i due ragazzi entrarono nella Sala Grande, quest'ultima era gremita e rumorosa, con tantissimi studenti che discutevano sulle materie che sarebbero state insegnate a Hogwarts, sui professori e già si stavano formando i primi gruppetti. Albus fece per avvicinarsi al tavolo dei Grifondoro per salutare Rose, ma fu trattenuto per un braccio da Delphi.
“Ehi! Non puoi avvicinarti al tavolo delle altre Case…andiamo!”
“Ma volevo salutare le mie cugine e mio fratello!” protestó Albus, scontento.
“Ci saranno altre occasioni, nuovi amici! Non è il momento di infrangere le regole” disse decisa Delphi, trascinando Albus per un braccio verso il tavolo dei Serpeverde. Il ragazzo non era per nulla contento di non aver potuto salutare Rose, ma decise di accomodarsi al tavolo della sua Casa, vicino a Scorpius dato che tutti gli altri non sembravano essergli particolarmente simpatici, soprattutto Goyle.
“Bella cugina che sei…lasciarmi solo in mezzo a questa feccia" bisbiglió Scorpius a bassa voce, rivolto verso Delphi.
“Scusa…mi ero alzata tardi"
“Cugini???” chiese curioso Albus, immaginando che Delphi e Scorpius fossero semplici amici e non parenti, anche perché avevano un aspetto e un modo di vestirsi totalmente opposto.
“Si, cugini – rispose stizzito Scorpius – mai sentita questa parola?”
“Ehi – protestó Delphi – non serve rispondere così, non ha detto nulla di strano"
“Tranquilla, fa nulla" disse Albus, che tutto desiderava tranne che essere la causa di una discussione tra qualcuno. Il ragazzo non si aspettava di essere accolto come un eroe nella Casa dei Serpeverde però non poteva fare a meno di trovare stranissimo Scorpius. Nonno Arthur lo aveva avvertito che è meglio stare alla larga dai Malfoy, mentre Victoire ogni volta gli diceva che fosse un ragazzo tranquillo. I ragazzi mangiarono in silenzio, ascoltando il chiacchiericcio dei Serpeverde, che si lamentavano ad alta voce di quanto fosse caduta in basso Hogwarts, e ciò fece ribollire il sangue nelle vene di Albus, mentre Scorpius e Delphi mangiavano senza prestare il minimo ascolto.
Quando tutti finirono di mangiare e si dicessero verso le rispettive classi, Albus fece cenno a Delphi di andare, perché l'avrebbe raggiunta a momenti in classe.
“Al!” esclamò Rose, raggiungendo in fretta il cugino. I due ragazzi non avevano avuto neanche cinque minuti per parlare da quando ci fu lo smistamento.
“Ciao…Bhe…divertente essere in qualche modo…nemici" disse il ragazzo con tono imbarazzato.
“Ma non dire sciocchezze! – esclamò Rose, tanto divertita quanto contrariata dalle parole di Albus – non dare retta alle idiozie di James e di mio padre. A proposito…sbaglio o hai già fatto le tue prime amicizie?”
A Albus non sfuggì il sorrisino malizioso di Rose, e ciò lo infastidí ancora di più, ma si sforzó di mantenere la calma, mentre si stavano dirigendo verso l'aula di Pozioni, dove avrebbero avuto la loro prima lezione con il professor Lumacorno, che stranamente aveva accoppiato Grifondoro e Serpeverde cambiando orario immediatamente dopo lo Smistamento.
“Lei si chiama Delphi…Te la presenterò appena capita, ma è molto piacevole e simpati…”
“Oh oh oh! Come cambiano i tempi!”
Una voce bonaria interruppe la vivace discussione dei due cugini, e quando si votarono di scatto, notarono che era il professor Lumacorno, ancora più grasso e ancora più somigliante a un tricheco.
“Tu dovresti essere Albus, tuo padre mi parla pieno di orgoglio di te! E tu Rose…se hai ereditato almeno la metà dell'intelligenza di tua madre Bhe…farai grandi cose" disse entusiasta il professore.
Albus e Rose erano ben consapevoli del fatto che Lumacorno fosse interessato più alla fama dei loro genitori, ma preferirono non mostrare in modo palese il loro disprezzo per l'atteggiamento dell'insegnante.
“Proprio sorprendente comunque- continuò Lumacorno nel suo monologo, per nulla interessato alle eventuali risposte dei ragazzi, che lo seguivano da dietro – un Potter Serpeverde, chissà cosa avrebbe detto Lily…tuo padre però è molto contento , ne abbiamo discusso per let…”
“Lei cosa!?” esclamò furibondo Albus, stringendo i pugni colmo di rabbia e Rose puntualmente lo strinse al polso per calmarlo.
“Cosa è successo, ragazzo mio? Volevi che te li salutassi?” chiese Lumacorno, non capendo per nulla il motivo dell'ira del ragazzino.
“Tranquillo, signore. Mio cugino voleva soltanto scrivere stasera ai miei zii…ci è rimasto male" intervenne tempestivamente Rose, per evitare che Albus dicesse qualcosa di sbagliato che potesse costargli una punizione.
“Cugino, zii? Ma non eravate fratelli?” chiese all'improvviso Lumacorno incuriosito, e la rabbia di Albus lasciò spazio allo stupore.
“Bhe – parló di nuovo Rose, cercando di rimanere il più seria possibile – si, signore. Io sono la figlia di Hermione Granger e Rom Weasley, e Albus di Harry e Ginny Potter”
“Oh che sbadato! Credevo che Hermione e Harry si fossero sposati, erano complementari. Bhe, grazie di aver colmato questa mia lacuna, Wonsley. Siamo arrivati! Entriamo!” disse Lumacorno, entrando in classe.
“Ehi – bisbiglió Albus, fermando Rose per un braccio – ma ci fa o ci è? Dovrebbe essere un nostro professore???”
“A quanto pare…potrebbe fare qualche altra sua uscita…cerca di mantenere la calma, promettimelo"
“Non dipenderà da me"
I due ragazzi entrarono in classe. Albus si sedette vicino a Delphi mentre Rose nella fila dei Grifondoro, vicino ad Alexis, con la quale sembrava aver legato moltissimo. Lumacorno invece, dopo aver preparato gli studenti a un difficoltoso primo anno, interrompeva il suo discorso per ricordare i vari studenti avuti. Albus era sul punto di perdere la pazienza dopo che Lumacorno ricordó alla classe per l'ennesima volta che lui fosse il nipote di Lily Evans e che si aspettasse grandi cose da lui.
“Lascialo stare – disse Scorpius, cogliendo di sorpresa Albus, visto che non si erano mai parlati prima d'ora – è fatto così, ma non è male come professore"
“Ce l'hai fatta a parlargli, buono a vedersi” disse sarcastica Delphi, girandosi verso il cugino.
“Che vuoi? Lo studiavo soltanto” disse a sua discolpa Scorpius, suscitando l'indignazione di Albus.
“Studiarmi!?”
“Bhe…si…per vedere se ti atteggiavi, se volevi pavoneggiarti dato che te lo puoi permettere”
“Io non mi pavoneggio” sbottó seccato Albus
“L'ho visto, per questo ti sto parlando”
“Comunque fissi di continuo mia cugina, come mai?” chiese Albus. Il ragazzo in effetti aveva notato che Scorpius guardasse con vivo interesse Rose, ma non avendogli mai parlato, non ebbe modo di discuterne con lui. Lumacorno nel frattempo si era dimenticato che aveva una lezione in corso e si era abbandonato completamente ai suoi ricordi, elencando tutti gli studenti dei Grifondoro che rientravano nelle sue simpatie.
“Si, è interessante. Ha un caratteraccio, ma se ha dato un pugno in faccia a mio nonno Bhe…deve essere figa”
“Non sei arrabbiato?” chiese meravigliato Albus, non aspettandosi queste parole da Scorpius.
“No, per nulla. Avrei soltanto voluto esserci in quell'istante. Quando mi ricapiterá più ”  
“Pensavo che tu fossi…insomma che tu mi odiassi per questo” disse Albus ancora più meravigliato, mentre Delphi fingeva di prende appunti.
“Ma quale odiarvi…ero soltanto curioso. Anche io a volte darei volentieri un pugno a mio nonno…ma la mamma dice di doverlo rispettare. Mio padre invece dice sempre che è come un elfo domestico, ma io non lo penso perché un elfo domestico è leale oltre che utile, mio nonno invece ha tradito chiunque, anche l'aria che respira”
Albus non sapeva cosa dire, perché il nonno Arthur, pur raccomandandosi di non far scoppiare intenzionalmente nuovi conflitti, non aveva parlato del fatto che Scorpius potesse trovare divertente il fatto che Lucius Malfoy sia stato picchiato da una ragazzina di 11 anni. Delphi invece sembrava essere a disagio, come se parlare della sua famiglia non le facesse particolarmente piacere. Il resto della lezione di Pozioni duró altri dieci minuti, durante il quale Albus scoprì che Scorpius è amico di Victoire perché di solito passa le vacanze da Andromeda Tonks, zia di Draco e nonna di Teddy, il ragazzo di Victoire.
“Bene! Questa nostra prima lezione è terminata – disse Lumacorno alzando il tono in modo che fosse sentito da tutta la classe – potete andare. Scorpius caro, saresti così gentile da venire vicino alla cattedra?” disse Lumacorno con tono bonario rivolto a Scorpius, che ubbidì, mentre Albus uscì dall’aula insieme a Delphi, venendo spintonato in modo piuttosto brusco da Goyle.
“Lascialo stare" disse Delphi a bassa voce, per placare Albus pronto a farsi rispettare.
“Al!” esclamò una voce che per Albus era piacevolmente familiare.
Era Rose, che reggeva a fatica la borsa piena di pesantissimi manuali, ma nonostante ciò rifiutò l'aiuto del cugino.
“Certo che quel Lumacorno…sempre più svitato rispetto a quando insegnava alla mamma, al papà e agli zii” borbottó Rose, che evidentemente non provava simpatia per l'anziano professore.
Delphi, che era insieme a Albus, si sentiva piuttosto a disagio e non sembrava sentirsi gradita, per questo si era allontanata leggermente dai due e ciò non sfuggì a Rose.
“Perché ti sei allontanata?” chiese con tono indagativo.
“Oh…Bhe…immagino…abbiate altro di cui…parlare" rispose Delphi, colta alla sprovvista da Rose.
“Piantala, vieni qua – disse Albus tirandola per il braccio – lei è Delphi, fate amicizia”
Delphi sembrava molto a disagio, mentre Rose le sorrise.
“Sembri simpatica, Rose Granger Weasley, tu chiamami Rose”
“D…Delphi. Scusa…te…devo proprio andare” disse la ragazza, allontanandosi in fretta dai due cugini, lasciandoli perplessi.
“Che ha? Le sto antipatica?” chiese Rose sospettosa.
“Oh…niente, secondo me è  timida, con me è normale. Comunque senti questa…” cominciò a parlare Albus e raccontò a Rose del suo dialogo con Scorpius, lasciando meravigliata la cugina.
“Accidenti…e io che pensavo che mi odiassero…Bhe, se diventerò loro amica chissà come reagirà il nonno" disse Rose ridendo sotto i baffi.”
A malincuore, i due ragazzini si dovettero salutare, anche perché Albus aveva la sua prima lezione di volo, mentre Rose, che aveva un'ora libera, preferì prima di cominciare con i compiti, spedire una lettera ai genitori e agli zii per tranquillizzarli e aggiornarli sulle recenti vicende.

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