''Aveva
dei ridicoli capelli verdi..e poi c'era un suono metallico, simile a
quello di una spada.
Dopo
quello,mi pare di aver sentito il pianto di una donna“
Mentre
soffiò via vapore dalla sua bocca,Sanji provò a
riconnettere i
pezzi di quel puzzle così strano,appoggiato di spalle alla
finestra,vicino al loro piccolo giardino.
Era
una casa che avevano acquistato da poco tempo.
Il
ragazzo 'con il cappello di paglia' che Nami gli descriveva fino a
pochi secondi fà,gli sembrava così abituale,un
ragazzo di cui ci si
può sempre fidare.
Munito
di un atteggiamento fiducioso e di un ottimismo contagioso.
Il
solo pensiero sfocato di quella persona lo fece sorridere
orgogliosamente,eppure del suo nome,nemmeno un indizio.
''E
poi?'' il cielo notturno era così magnifico,ma allo stesso
tempo
anche molto buio e nostalgico.
''..
sono caduto nel vuoto,da un'altezza molto alta,oltre a quello non
ricordo più nulla'' spegnendo la sigaretta nel posacenere,il
cuoco
ritornò dentro.
Accovacciata
nella sedia,Nami tirò un lungo sospiro.
“Sono
stanca di stare chiusa qui Sanji,andiamo un po' fuori all'aria
aperta” si inclinò per porgergli un bacio sulla
fronte, con
grazia.
“E
vuoi andarci a stomaco vuoto?” strofinò
teneramente il naso contro
quello del cuoco.
“E'
soltanto una passeggiata lungo la spiaggia,posso andarci anche da
sola se non ti va” si alzò dalla sedia,lasciando
Sanji con un
espressione e una posizione buffa,gli brontolava lo stomaco e aveva
già in mente cosa preparare,anche per lei.
“Non
ho proprio fame in questo momento,per altro,ho voglia di respirare
aria fresca” andò a cambiarsi in pantaloni lunghi,
leggeri e in
una maglietta a maniche corte.
“Ti
lascierò qualcosa da mettere sotto il palato,magari ti
raggiungo”
un bacio fuggente al biondo e fù subito pronta per uscire.
~
Il
suono delle onde del mare,gli regalava una pace così
profonda,che
non riusciva a descrivere nemmeno a se stessa.
Per
fortuna la spiaggia non era poi così lontana,e poi camminare
a lungo
non gli dispiaceva poi così tanto.
Era
abituata a correre fino allo sfinimento per la città.
Erano
corse che faceva da una settimana,o forse qualche giorno,di questo
non si ricordò molto.
A
dire il vero,non si ricordò molto dei momenti passati appena
una
settimana fa,e nemmeno dei mesi precedenti.
Eppure
non ho scordato dei momenti passati con Sanji,in quella nave da
crociera.
A
pensarci meglio,era una bella nave,ma chiamarla crociera è
un po'
esagerato.
Alzò
lo sguardo al cielo,le nuvole avrebbero annunciato una pioggia per
l'indomani.Ma alla fine,era solo una sua improvvisazione,che
stranamente si avverava sempre.
Però..
non ero da sola con lui,c'era qualcun altro insieme a me.
Tre,quattro,
o forse più persone, con cui ho passato così
tanto tempo insieme,ma
chi erano?
“Così
non va bene,sento una morsa che mi stringe il petto,è tutto
così
bizzarro” si sentì un brusio di voci in
lontananza,e dei passi
dietro di lei avvicinarsi,ma Nami fù colta di sorpresa da
una voce
carezzevole e intensa.
“Stare
seduta su una spiaggia a parlare da sola non è mica da te,o
mi
sbaglio?” alzò la testa per scrutare la figura.
Una
felpa scura,con addosso un cappuccio che gli copriva la testa e degli
occhiali larghi.
I
suoi lunghi capelli corvini gli scendevano giù per le spalle.
“E
lei sarebbe?” con dolce ilarità si
accomodò accanto a
lei,silenziosamente, per quei brevi secondi,che però
sembravano a
lei un' eternità.
“Non
devi darmi del lei..Nami” la donna sconosciuta,fissava
l’orizzonte
davanti a lei.
Non
si capiva se era accondiscendente di suo,o stava semplicemente
contemplando le onde del mare.
“Anche
tu vieni qui spesso?Il mare di notte è stupendo,
chissà se-“
rapita da una breve trance,Nami,non realizzò subito che
stava
familiarizzando troppo facilmente, con una donna misteriosa che aveva
appena visto,come se fossero amiche da tempo.
“Un
momento.. come diavolo fai a sapere il mio nome?Non mi sembra che noi
due ci conosciamo” la donna con i capelli corvini, si
voltò verso
di lei e si tolse gli occhiali.
I
suoi occhi azzurri riflettevano uno sguardo enigmatico.
La
donna si avvicinò lentamente a lei, allungando furtivamente
la sua
mano, come se volesse assorbire l’anima dai suoi occhi.
Ma
perché si comportava in questo modo?
“Allora?
Ti hanno tagliato la lingua?” Ma non era quella la parte la
parte
più strana.
Più
la osservava,più il suo disagio spariva, non sembrava poi
così
intimidatoria,dopotutto.
Nel
frattempo,quel losco vociferare in lontananza,diventò sempre
più
comprensibile e forte.
“…e
poi non deve toccarla,diamine,ti rendi conto del rischio che corriamo
se questo esperimento fallisce?”
“Ascoltami,Nami,noi
non ci siamo mai viste,nè sentite,ci siamo
intese?“ l’apprensione
di Nami cresceva in sintonia con il suo battito del cuore,quelle voci
sembravano proprio rivolte a loro.
Stava
succedendo qualcosa da molto tempo,ne era sicurissima,i suoi sospetti
erano praticamente confermati.
Rimettendosi
gli occhiali,si alzò con estremamente cautela,lasciando un
bastone
molto particolare, davanti a lei.
E
voltandosi di schiena,se ne andò via a passo svelto, senza
degnarla
di un saluto,lasciando di lei soltanto una sagoma nera che,
gradualmente,si allontanava.
Con
quale coraggio..mi abbandoni così
Nami,quasi
per istinto,si alzò lentamente,confusa e quasi indignata,
prese in
mano il regalo che gli aveva posato davanti a lei.
Ho
bisogno di spiegazioni,sono stanca..stanca di queste amnesie,aiutami
a fare chiarezza.
Almeno
tu.
Una
rabbia,una disperazione stava esplodendo da lei, come un leone in
gabbia.
Con
il respiro affannato,corse verso di lei.
Non
posso permettere che tu ne vada via,non dopo tutti i momenti che
abbiamo passato insieme.
“ROBIN”
tre persone dietro di lei, la presero di soprassalto, forse le stesse
che sentiva bisbigliare prima, corsero per bloccargli le braccia e il
viso per impedirgli di respirare.
Ne
riuscì a scaraventarne uno con il bastone, liberando il suo
braccio
destro con la rabbia che aveva in corpo, ma le sue forze la stavano
piano piano per abbandonare, per mancanza d’ossigeno.
L’unica
cosa che riusciva a intravedere, era Robin che si girò
leggermente
sorpresa dalle sue urla, per poi riprendere il suo percorso,verso
chissà dove, con apparente freddezza e
impassibilità.
“Allora
gli è ritornata la memoria,signorina,dove crede di
andare?Una come
te merita di essere buttata nel mare e divorata dai pesci”
Tese
la mano verso di lei ignorando le voci minacciose che la bloccavano,
forse quel barlume di ricordo, era soltanto una stupida illusione.
Ritornare
nella sua vera casa,anche quella,era una stupida pazzia.
Doveva
ritornare alla realtà,non poteva più fare ritorno
in quel posto, in
cui lei poteva dire a cuore aperto di appartenere.
Stava
quasi per perdere i sensi e tutto intorno a lei girava,fino a che,non
sentì dei colpi violenti che scaraventavano per terra gli
altri
due,in preda al dolore.
“Sanji”
il suo uomo respirava pesantemente e aveva gli occhi infuocati e
accecati dalla rabbia.
“Dov’è..
il.. terzo?” sibilava rocamente quello che riusciva a dire.
“Gli
ho dato una bastonata allo stomaco e se l’è
svignata via,non ti
devi preoccupare per lui..” provó a fingere un
sorriso per
allentare la situazione,con una mano sulla fronte.
Se
non fosse per la sua confusione e senso di smarrimento,forse Nami
avrebbe avuto più forze o i riflessi pronti per evitarli.
“Come
minimo non riuscirà a mangiare per un po“
Mentre
gli altri individui loschi erano svenuti e agonizzanti per terra.
“Quelle
persone..ma che cosa volevano?” il cuoco la guardò
negli occhi
sconvolto e irritato.
“Ci
sono tante cose che devo dirti,ho incontrato la donna che affermava
di conoscermi e poi-“ le sue labbra furono rapite e zittite
volentieri da quelle di Sanji,che la strinse per i fianchi con
impeto, mentre si baciavano.
Era
talmente scossa da quello che era successo fino a poco fa, da non
reggere la sua sensuale impugnatura che gli accarezzava la
schiena,tanto che si lasciò andare sporcandosi di sabbia con
sventatezza e nel contempo, facendo scivolare Sanji che la teneva
abbracciata.
Con
le mani appoggiate sopra il suo petto,Nami tirò un sospiro
di
sollievo,le stelle di notte erano mozzafiato,ma delle labbra ben note
a lei,gli sbaciucchiarono il collo, provocandole una risata
incontrollabile.
“Ho
visto tante donne allettanti nella mia vita,ma tu sei
speciale”
Sanji la guardò finalmente negli occhi per riprendere
ossigeno,magari più tardi gli avrebbe marcato un segno nel
collo.
Nami
gli confessò tempo fa che era piacevole un po' di dolore
ogni
tanto,ma la spiaggia non era il luogo adatto,anche se,come fantasia
non gli dispiaceva.
“Sei
sempre il solito,ti stavo parlando di una cosa che riguarda noi due
entrambi e tu riesci sempre a confondermi”
~
“Mi
sono imbattuto in quello spadaccino proprio quando ti stavo
cercando,mi ha guardato male,ma con aria familiare” mentre
stavano
tornando a casa,Sanji, gli raccontò del suo strano incontro.
“Cosa
intendi per 'aria familiare'?Non ha molto senso quello che stai
dicendo” il biondo fissava per terra non sapendo come
rispondere.
Teneva
la sigaretta spenta in bocca che lo aiutava a calmare i nervi
“Infatti,nulla
di quello che sto vivendo è normale”
Sanji
si fermò nei suoi passi.
“Perché
ti sei bloccato? Dai sbrigati ho fame, voglio sapere cosa mi hai
preparato” Nami si girò con un punto interrogativo
stampato sulla
faccia.
Dalla
tasca dei suoi pantaloni neri,si mise a frugare nella tasca, per
tirare fuori un foglio di carta.
Non
era proprio bianco, c’erano delle scritte dentro.
“È
uno di poche parole,ma mi ha lasciato con questo messaggio scritto e
poi si è dileguato via”
Nami,ripensando
a quello che gli era successo poco fa, si avvicinò
sospettosa per
vedere meglio di che messaggio si trattava.
Sicuramente
non avete nessun ricordo di noi, ma abbiamo passato una lunga
avventura insieme,non posso parlavi dell’esperimento che vi
hanno
fatto se no rischio grosso,ma se cercate bene lungo la riva,
troverete una nave, la sua bandiera ha un teschio disegnato con un
cappello strano sopra,salite senza fare storie,capirete a tempo
debito.
Sotto,
c’era disegnato un simbolo con il teschio, come descritto nel
testo.
Ovviamente
il suo fidanzato non era sorpreso, ma era comunque rimasto con
più
dubbi che chiarezze.
“Secondo
te, ci dobbiamo fidare?E' vero che hanno giocato sporco con
noi?”
Nami
si strinse alla sua spalla, non perché era insicura di tutta
la
situazione, ma perché il biondo non si rendeva conto di
quanto era
magnetico quando si concentrava su una cosa.
Una
lampadina si accese nella testa di Sanji.
“Questo
lo può dire soltanto la nostra navigatrice” il
cuoco sorrise,Nami
si distaccò da lui, non capendo esattamente quello che stava
succedendo e guardandosi attorno a lei.
Era
ora di prendere una decisione.
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