Priade

di LittleBanshee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Vuoto ***
Capitolo 2: *** Visione ***



Capitolo 1
*** Il Vuoto ***


Ciao a tutti! Questa è la prima storia che pubblico, spero vi piaccia! E' da molto tempo che vorrei condividere qualcosa di mio, ma non ho mai trovato il coraggio. Approfitto di questa giornata positiva per condividere con voi questo viaggio!
Buona lettura!

¶ 1
IL VUOTO
 

La capitale brillava di luci, di festoni e di gioia, i bambini giocavano allegri nelle strade, mentre gli adulti terminavano gli ultimi preparativi. 

Le signore più anziane avevano preparato delle ghirlande splendide, con fiori fatti di carta o tessuto, i più giovani, invece, li appendevano e aiutavano i funzionari ad allestire le varie cappelle. 

La festa della Principessa di Ghiaccio era un evento imperdibile e molte persone giungevano da tutta Priade per potervi partecipare; era una grande festa per tutte le città, ma nessuna di queste poteva eguagliare quella di Snakefort, dove risiedeva la fortezza dei Valenor, i Reali. 

< Ehi. Ti ho portato una cosa. > 

 Lui non si mosse. Osservava Snakefort dal suo portale: era uno sprazzo di luce in mezzo a quelle tenebre che lo circondavano da sempre. La ragazza gli si avvicina con cautela, silenziosamente. 

< Sei ancora lì? > 

Yrieth avvicinò il dolce avvolto in un piccolo straccetto bianco al viso del giovane. 

< Provi ogni anno a farmi mangiare quella cosa maledetta. > 

< E’ buono. Dovresti fare uno sforzo e provarlo. > 

< Guarda. > 

Lui alzò il braccio, indicando una signora che porta un mazzo di fiori verso un altare. 

< Tutto questo è sbagliato. > 

La ragazza dai capelli castani si sedette accanto a lui, addentando la Rosa di Ghiaccio, il dolce ripieno di marmellata alle rose, arresa ai suoi capricci. 

< Non dovrebbero festeggiare una cosa così crudele. > 

< Credo sia l’unico modo per renderle grazia, infondo è nata per proteggere Priade. Adesso che c’è pace non serve. > 

Il Vuoto la guardò con uno sguardo gelido, quasi furente, sentendosi in dovere di difendere qualcuno che neanche sa della sua esistenza. Doveva essere straziante per lui. 

< Non voglio che parli di lei come un oggetto. > 

< Sto solo esprimendo un mio parere. > 

< Yri. Tu non capisci. Chiunque venisse dato alla luce ha diritto a VIVERE. Nessuno la considerebbe vita, la sua. > 

Yrieth gli prese subito la mano, facendolo sorridere lievemente. 

< Non dovresti confondere le cose... Lo sai che non è la tua stessa situazione, vero? > 

Lui annuì lievemente, continuando a guardare il portale. 

< Lei è solo una bambina... Merita una vita vera.> 

< Ma è destinata ad un futuro glorioso, se dovessero esserci dei problemi, delle catastrofi, lei sarà pronta a rimediare, così come hanno fatto i suoi predecessori. > 

Gli occhi verdi del ragazzo si spostarono su quelli azzurrognoli della sua dolce Yrieth e sorridendo la avvolge in un abbraccio, cercando di non farle male con le catene che gli legavano i polsi e il collo. 

< Per fortuna ho te. > 

< E ci sarò sempre. > 

Non eccedeva in affetto, ma era una buona ascoltatrice. Sembrava innamorato, sembrava che per lui, lei fosse tutto ciò di cui avesse bisogno. 

Quelle catene non erano così insopportabili, dopotutto. 

< Hai bisogno di qualcosa? Vuoi che ti porto qualcosa da sopra?> 

< Vorrei che rimanessi qui. > 

< Lo sai che non posso. Ne abbiamo già parlato. > 

< Decido io, nel mio mondo. > 

La ragazza si alzò, distruggendo quell’abbraccio. 

< Non è il tuo mondo. > 

Rimasero in silenzio entrambi, poi una pietra, dietro di loro, si illuminò. 

< Ne è morto un altro. > 

A quel punto lui si alzò, serio e confuso, dirigendosi verso uno dei cristalli che ricopre la parete, facendo scontrare e risuonare le sue catene. 

< Non capisco cosa stia succedendo là sopra. Stanno morendo troppe persone. > 

Con un pugno disintegra la pietra, lasciando cadere tutti i frammenti, per raccogliere l’unico coccio che si illumina ancora e lo osserva. 

< Forse qualche pazzo squilibrato a piede libero. > 

Non voleva farlo notare, ma anche lei era piuttosto preoccupata: la mortalità non esisteva più dai tempi delle Antiche Guerre di Assestamento, confinando i due responsabili della Morte ad un ruolo marginale, rendendoli due semplici guardiani. 

< Impossibile. Sono troppo distanti gli uni dagli altri. > 

Osservò con meticolosa attenzione quel frammento, con uno sguardo così determinato che fece venire i brividi a Yrieth. Nonostante tutti quegli anni passati nel tentativo di eliminare la sua indole da cacciatore, qualcosa riaffiorava dentro di lui, come un carbone ardente: in potenza a diventare Fiamma. 

Yrieth doveva assolutamente spegnere quella scintilla, ma aveva paura, temeva che sarebbe riemerso l’essere tanto spietato e vendicativo di un tempo, quello descritto nei Libri di Priade. 

< E’ stata segnalata qualche nuova epidemia? > 

Immediatamente allontanò quei pensieri, in fondo lui l’amava, non poteva in nessun modo farle del male. 

< Negativo. > 

< Non riesco a capire... Di solito mi lasciano vedere i loro ricordi, ma gli ultimi che sono arrivati da me non me lo permettono. > 

< Hai qualche sospetto? > 

Rimase a riflettere, poi gli balzò un pensiero inquietante... Nel suo portale, qualche giorno prima, gli parve di vedere un sorriso. Un sorriso mai visto. 

Guardò per un momento Yrieth, ma non disse nulla. Non voleva preoccuparla inutilmente. 

< Controlla che le Dominazioni e le Autorità stiano facendo il loro lavoro. Ogni minimo cambiamento potrebbe essere fatale per Priade> 

Lei annuisce, sospettosa, ma si allontana lasciandolo da solo con i suoi pensieri. 

Forse il Male non è stato del tutto sconfitto, che abbia trovato il modo di scappare dalla sua prigionia? 

Osservò a lungo il cristallo che aveva in mano. 

Se lei è riuscita a scappare, forse, poteva farlo anche lui. Avrebbe potuto raggiungere Yrieth nel suo mondo e avrebbero potuto vivere la vita che avevano sempre programmato. 

Ma non doveva sapere nulla. 

Il Vuoto assorbì quel cristallo, chiudendolo nel suo pugno stretto, sentendo, dopo moltissimo tempo, dell’energia nuova e rinvigorente: si sentiva bene, rinato. Ma non era sufficiente. 

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Capitolo 2
*** Visione ***


¶2

VISIONE 

 

Era ancora prigioniero, non sa, ma non era stupido: forse Yrieth gli stava nascondendo qualcosa. Cos’era successo là sopra? Cosa stava succedendo? 

Purtroppo lei non era abbastanza di buon umore per parlare delle tanto odiate Dominazioni, odio condiviso appieno con Falko; ma in quel momento doveva sapere, doveva capire perché gli esseri umani si stavano decimando. 

< Pensa solo a portare le anime Oltre, io cercherò di scoprire cosa sta provocando questa mattanza. 

Eppure sembrava che lei sapesse molto di più di quello che ammetteva. 

Stava iniziando a dubitare di lei, dopo così tanti anni. 

Ora si trovava di fronte ad un bivio: fidarsi di lei e continuare il compito di “traghettatore” di anime verso l’altra vita, oppure divorarne l’essenza per riacquistare energia più in fretta. 

L’aveva già fatto, ma non voleva tradire la fiducia di Yrieth, non dopo tutto quel tempo che hanno passato insieme. 

D’altra parte lei non lo verrebbe a sapere. 

Passava molto tempo ad aspettare, ad osservare la Principessa di Ghiaccio che, per qualche oscuro motivo, venne risvegliata. 

Quel giorno che la vide per la prima volta, camminare sulle proprie gambe, Falko non poteva credere ai suoi occhi. 

Perché era stata risvegliata? 

Il portale non poteva avvicinarsi di più, ma quella bambina che correva nel prato, in mezzo ai fiori rossi... Rosso sangue come i capelli della bimba. 

Distrusse immediatamente il portale. 

Doveva esserselo immaginato. 

Ma un’altra luce si illuminò alle sue spalle, una luce insistente. 

Era morto qualcuno estremamente valoroso... Si avvicinò alla gemma che risplendeva di un argento vivido, con frammenti di oscurità quasi impercettibili. 

Aridyl Konogan. Un nome famigliare, ma che in quel momento non ricordava. Forse l’aveva conosciuto nella sua vita terrena; aveva emozioni contrastanti, avrebbe acquisito abbastanza energia per potersi liberare e tenere testa alle altre Autorità? Forse no. E la scomparsa di un’anima simile avrebbe destato sospetti. 

La lasciò in disparte, aspettando il momento adatto. 

Aspettò. 

Il Vuoto continuava ad osservare la Principessa nell’ombra, sempre più forte e sempre più invidioso della sua libertà, libertà che finalmente è tornato a desiderare. Yrieth sembrava non avere più tempo per lui, non era la solita ascoltatrice di una volta. 

Diventava sempre più forte, le anime che giungevano da lui erano molte di più. Mancava poco a riuscire a spostare il portale da Snakefort alla sua adorata Yrieth, per scoprire il perché non avesse più tempo e voglia di stare lì con lui... E soprattutto il perché non gli abbia mai permesso di amarla. 

Questa volta il sorriso comparve più spesso, seguito da poche parole, misteriose, ma decise. 

Le ultime sono state: “E’ arrivato il momento di svegliarti.” 

Rimase ancora un giorno incatenato, nonostante avesse la forza necessaria per distruggere quel metallo, osservava la Reggia Valenor, sperando di vedere Reyleth e scoprire che magari era cresciuta ancora. E’ estremamente raro scorgerla dalle finestre e ancora più raro lo è vederla passeggiare fuori dalle mura del suo castello. Non era più la Principessa di Ghiaccio, era diventata Regina di Priade. 

L’ultima volta che l’aveva vista aveva quindici anni e non era sicuro di quanto tempo fosse passato da allora; erano passate molte anime, di questo era certo. 

Il suo sguardo poteva arrivare in nuovi posti, non solo nelle strade di Snakefort: aveva visto le battaglie portate avanti dall’odiato Raphael, dalle stragi dei Nobili e degli Hunters e della resistenza Valenor. Alla fine Raphael era riuscito nel suo intento, era riuscito a scalare i vertici. A discapito di tutti. 

In quel momento decise di fare qualcosa che non aveva mai fatto... Decise di controllare che l’uomo che l’aveva rilegato nel suo piccolo Inferno fosse ancora vivo, per poterlo uccidere un giorno. 

Il portale di luce mostrò delle immagini definite della Torre Blu, della Dominazione dell’acqua, scoprendo, con suo rammarico, che era diventato lui, il capo della zona Blu. 

Si sentiva ribollire di rabbia, ma non smise di guardare. 

Di fianco a lui, c’era una donna. Una donna che conosceva fin troppo bene... Yrieth. Cosa ci faceva Yrieth proprio lì? Con l’uomo che l’ha condannato ad un esilio eterno? 

La rabbia si propagò in ogni millimetro del suo corpo. La tentazione di raggiungere Ezeckiel e Yrieth era tanta, ma si trattenne. Avrebbero pagato tutti. Dal primo all’ultimo. Lo avevano preso in giro. 

Attese. 

Qualcuno aveva deciso che per lui fosse arrivato il momento di aprire gli occhi. Di ribellarsi alla loro prigionia. 

Spense il portale, rimanendo immobile e al buio e attese. Per l’ultima volta. 


 

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