We don't need another Lover, We can keep it Undercover

di Spearso
(/viewuser.php?uid=629257)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Do you ever feel... ***
Capitolo 2: *** Throw Some Bacon On It ***
Capitolo 3: *** TGIF (Thank God It's Friday) ***
Capitolo 4: *** Last Friday Night ***
Capitolo 5: *** I Pick My Poison And It's You ***
Capitolo 6: *** You Just Want Attention ***
Capitolo 7: *** A Beating Heart Of Stone ***
Capitolo 8: *** The Livin' Easy ***
Capitolo 9: *** All That You Can Have ***
Capitolo 10: *** Rumor Has It ***
Capitolo 11: *** Got Lucky? ***
Capitolo 12: *** Gold Cage ***
Capitolo 13: *** Hostage To My Feelings ***
Capitolo 14: *** You Ain't Getting Over Him ***
Capitolo 15: *** La Vie En Rose ***
Capitolo 16: *** No frauds ***
Capitolo 17: *** Champagne Feelin' You Should Taste It ***
Capitolo 18: *** Freakshow ***



Capitolo 1
*** Do you ever feel... ***


You don't need no other Lover, We can keep it Undercover

 

 

Un ragazzo che dalla vita ha tutto, e un altro che a questa vita chiede soltanto un posto da chiamare casa.. Destini che si incrociano, speranze e pomeriggi passati a contare le ore che passano.

 

 

Gleendhale, una piccola cittadina della west coast degli stati uniti d'America. Questo è tutto quello che so sulla mia nuova “casa”. Mia madre me l'aveva già comunicato qualche tempo prima del nostro ennesimo trasferimento, ma questo pesava molto più rispetto agli altri. Lasciare la scuola, la mia vita e quei pochi amici che finalmente ero riuscito a farmi questa volta è stato molto difficile. Per uno come me che non è mai riuscito davvero ad affezionarsi ad un posto, a chiamare casa una qualsiasi parte del mondo tutto questo è molto strano. Non dovrei avere problemi a lasciarmi tutto alle spalle, non dovrei soffrire cosi tanto pensando a Jason e a tutte le scorribande che ci siamo fatti insieme, non dovrei pensare a Nick, il primo ragazzo che si sia davvero interessato a me, e che non mi aveva solo etichettato come il”nuovo arrivato”, e non dovrei nemmeno pensare al disgustoso polpettone che servivano alla mensa, ma ehy cosa darei adesso per poterlo chiedere di nuovo a Greta. Questo e quello che penso quando alle 10:00 del mattino metto piede nel nuovo appartamento che la mamma ha affittato. Guardandomi intorno noto come tutto sia bianco e perfetto. I muri, come una tela bianca su cui dipingere quella che sarebbe stata la nostra nuova vita, chi lo sa per quanto, erano privi di fori e segni del tempo. Quei segni che quando li vedi ti ricordi della prima volta che ti sei messo a testa in giù appoggiandoti al muro con le scarpe, e con conseguente ramanzina dei tuoi genitori, o cazzate cosi. L'appartamento era quasi in periferia, quella zona della città in cui non sei ne in centro e ne in aperta campagna, una specie di limbo in cui non sai come muoverti. Molto grande, con salotto, cucina e due camere con bagno personale, una figata tutto sommato dai. Inizio a disfare le valigie mentre con l'iphone imposto la riproduzione casuale e subito parte la voce meravigliosa di Taylor Swift. Mio do quanto adoro questa donna. A ritmo di Gatway Car inizio a disfare le mie valigie e mettere apposto tutto quello che porto con me da 10 anni a questa parte.

 

Mettendo i vestiti nei cassetti, la mia mente inizia a fare strani viaggi nel tempo e mi riporta indietro a ricordi che un macigno sopra non basta a coprirli. Tutti abbiamo quella porta rossa, quella porta in cui buttiamo ricordi, sensazioni ed emozioni che vogliamo rinchiudere li perché non sappiamo come lasciare andare, e molte volte nemmeno abbiamo il coraggio di farlo. E ogni tanto incontrollati escono fuori e iniziano ad insediarsi nella tua mente canticchiando “ehy guess who's back?” Cerco subito di distrarmi perché i vestiti non si sistemano magicamente e anche perché lo stomaco brontola e la spesa di certo non si consegna da sola. Circa due ore sono per strada e inizio a girarmi intorno per osservare la cittadina. Mi sono offerto io di andare al supermercato cosi da iniziare a vedere con i miei occhi quello che questo posto che conta circa 20.00 persone ha da offrirmi. Noto subito un caffè sulla strada di fronte al mio condominio affiancato da una libreria contornata da edera che pian piano si arrampicata sui muri, che sembra già essere il mio posto preferito. Immagino già la combo: un buon libro da leggere è l'odore del caffè mentre fuori piove. Andando avanti noto che a due isolati c'è anche una sala gioco e il mio spirito nerd inizia a festeggiare dentro di me, mentre andando avanti penso che in fondo forse questo posto non è poi cosi male.

 





Angolo autore: Cia a tutti belli, questo è il mio primo lavoro dopo mooolto moltissimo tempo quindi abbiate pietà. Credo che l'aggiornerò a cadenza settimanale o a 5-6 giorni di distanza. Il primo capitolo l'ho scritto corto di proposito e prendetelo quindi come una leggera anteprima a tutto quello che verrà. Ringrazio chiunque la leggerà e spenderà un momento per dirmi cosa ne pensa. See ya!! 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Throw Some Bacon On It ***


Capitolo 2: Throw Some Bacon On It

 

 

 

La scuola non era niente di nuovo rispetto a tutte le altre che avevo già visto, forse solo un po più grande. Armadietti in fila indiana e grandi corridoi che conducevano alle varie aule. Sono appena stato dal preside, un uomo sulla sessantina basso e con uno sguardo molto severo, per consegnarli i documenti finali per completare la mia iscrizione e adesso sto vagando per il corridoio alla ricerca del mio armadietto. Ho la testa china sul cellulare quindi non sto affatto guardando dove vado quando ad un certo punto il mio camminare viene interrotto dal contatto con l'addome di una altra persona e da un suo verso di disapprovazione. Ok, non è proprio il modo migliore per fare amicizia il primo giorno penso mentre mi faccio coraggio e alzo la testa per guardare chi avessi colpito. Devo alare parecchio la testa per guardare il mio interlocutore negli occhi dato che ,cazzo, è davvero molto alto. Mentre penso al modo migliore di scusarmi per l'inconveniente noto che oltre ad essere alto è anche davvero molto bello. Sto per chiedergli scusa quando in malo modo mi scansa dicendomi di stare attento a dove vado. Proprio l'emblema dell'educazione. Dopo 10 minuti di girovagare inutile e una sigaretta trovo la classe di letteratura inglese che stando al mio orario è la prima della mattina. Mentre entro mi guardo in giro per scrutare le facce dei miei compagni e trovare un banco per sedermi. Trovo un posto in penultima fila a destra e mentre mi siedo il mio vicino si presenta dicendo di chiamarsi Grant.

“Io sono Sebastian” gli dico sorridendo, “Ma puoi chiamarmi Seb”. Parliamo del più e del meno fino all'inizio della lezione. Si dimostra subito molto gentile dandomi delle dritte per aule mense e cose cosi. Il prof arriva subito dopo e prima di iniziare la lezione mi chiama e mi dice di presentarmi alla classe. Mi alzo con non poco imbarazzo e mi metto a centro dell'aula affianco alla scrivania.

 

Raccolgo il fiato e cerco di buttare giù una presentazione che non mi faccia sembrare uno sfigatello.

“Ciao a tutti mi chiamo Sebastian e mi sono appena trasferito qui” respiro e continuo. “ho 18 anni e sono tutto sommato un tipo tranquillo, forse un po' troppo nerd, dato che chi mi conosce dice che passo troppo tempo davanti a videogiochi e fumetti di ogni tipo.” “Non faccio tanto sport perché sono troppo pigro anche solo per provarci ma in compenso su Fifa do il meglio di me” “Amo la letteratura, ma vi prego non prendetelo come un tentativo di lecchinaggio, e sono un appassionato di mitologie antiche.” Concludo con un spero di non avervi annoiato troppo e mentre vedo alcuni ragazzi sorridere torno a posto. Grant mi fa segno con i pollici in su e mi sorride mentre la lezione inizia.

 

Dopo un'ora di letteratura, due di matematica e una di chimica, ho la testa che mi scoppia e davanti a me vedo solo numeri e formule matematiche, Davvero a che serve tutta questa matematica nella vita non l'ho capirò mai. Mentre raccolgo le mie cose e faccio per alzarmi per uscire dal laboratorio attorno a me si avvicinano dei ragazzi che a turno si presentano. Jane, Caroline e Rebekah “Reb” subito mi abbracciano e mi chiedono come siano andate le prima ore di lezione. Vicino a loro ci sono Nate e Chris, il primo fidanzato di Reb mentre il secondo migliore amico di Caroline. Mi chiedono se voglio andare con loro in mensa ed io accetto di buon grado la loro proposta, fa sempre bene conoscere nuova gente non appena si arriva in un posto. Se ieri mattina appena arrivato a Gleendhale pensavo a quanto mi mancasse il cibo della mensa della mia vecchia scuola devo dire che con un mix di sollievo e disperazione noto che qui la situazione non è molto diversa, anzi forse un pochino peggio. Preso tutto il cibo dalla mensa ci scegliamo a un tavolo per mangiare e iniziamo a chiacchierare del più e del meno. I ragazzi mi fanno un sacco di domande sul perché mi sia trasferito e su cosa facevo prima nella mia vecchia scuola. Rispondo semplicemente che sono un altro di quei ragazzi che seguono genitori e i loro lavori assurdi in giro per il continente,, ma ometto che di genitore me ne è rimasto solo uno. Non voglio rattristarli subito e dare l'impressione di quello che si piange addosso. Sono cose che accadono nella vita, e magari, penso mentre iniziamo a mangiare glielo racconterò in seguito.

 

Mentre mangiano noto a due tavoli di distanza dal nostro, un tavolo con quel tipo di ragazzi che vedi nei film. Insomma i classici figli di papà con vestiti firmati e tutto il mondo dalla loro parte. E mentre li passo in rassegna ad un ad uno, vedo che seduto con loro c'è anche il ragazzo che “accidentalmente” ho urtato questa mattina. Dico accidentalmente anche se è stata colpa mia perché cazzo ti stavo per chiedere scusa ma mi hai zittito in malo modo e quindi fottiti stronzo, spero di averti fatto almeno male. Nate mi coglie di sorpresa chiamandomi e destandomi dai miei pensieri mi dice: “Lasciali perdere a quelli la amico, dai retta a me. Non guardano in basso alla gente comune come noi” gli sorrido e ritorno a mangiare mentre in testa mi risuonano le sue parole insieme a un “cazzo quanto è vero”.

Ciao a tutti. Ho aggiornato prima del previsto perché mi ero portato un po' avanti con la storia. Come sempre spero che vi possa piacere quello che scrivo, e ringrazio sempre chiunque la leggerà. Vi chiedo di farmi sapere che ne pensate cosi da modificare qualcosa oppure no. Sono sempre aperto a critiche costruttive e consigli vari. Vi avviso già che il prossimo capitolo sarà diviso un due. Grazie mille a tutti e See Ya!!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** TGIF (Thank God It's Friday) ***


 

Capitolo 3.1 TGIF (Thank God It's Friday)

 

 

La prima settimana è passata davvero velocemente, tra le lezioni, l'ambientarmi a scuola e i pomeriggi passati in biblioteca. I ragazzi sono stati davvero gentilissimi con me. Mi hanno invitato in diverse occasioni a uscire con loro, e devo dire che anche a scuola le cose stanno andando davvero bene. Nessun particolare problema sia con i ragazzi che con lo studio, insomma tutto sembra scorrere tranquillo.

 

È venerdì sera e sto finendo di prepararmi perché i ragazzi mi hanno invitato ad un party al lago qui vicino. Hanno parlato di un falò, tanto alcool e un sacco di gente insieme ad un “è il tuo primo evento sociale da quando sei qua non puoi assolutamente mancare”, seguito da uno sguardo perentorio di Jane che non mi ha lasciato scelta se non accettare. Essendo metà mese di aprile e la sera fa ancora freschetto ho optato per un K-Way viola, con T-Shirt e pantalone nero. Guardandomi allo specchio il mio abbinamento mi sembra abbastanza decente. Saluto mamma ed esco fuori e mentre aspetto decido di fumare una sigaretta. Accendo ed inspiro il fumo e penso. Penso che per la prima volta dopo l'ennesimo trasferimento sono felice di come stanno andando le cose. I ragazzi arrivano subito dopo che ho ciccato a terra il mozzicone. Decido di andare in macchina con Jane, Chris e Caroline per non disturbare la coppietta nella macchina davanti a noi. Cavolo sono tutti in tiro stasera penso mentre faccio i complimenti a tutti. Non posso non notare la bellezza disarmante di Chris. Alto capelli e occhi neri e la sua aria da badboy. Messa ancora di più in risalto stasera dalla sua camicia nera lasciata sapientemente con tre bottoni sbottonati. Per arrivare al lago ci mettiamo circa mezz'ora e nel mentre cantiamo le canzoni alla radio e facciamo storie su Instagram.

 

Arrivati la musica si sente già altissima dal parcheggio che hanno allestito vicino all'entrata e il fumo del falò si alza nel cielo stellato. Appena arrivati nel cuore della festa Chris si allontana per salutare dei suoi amici e noi altri decidiamo di andare a prenderci da bere. Ammetto che mi sento un tantino fuori posto perché i party e le ubriacate non sono mai stati il mio forte ma ehy c'è una prima volta per tutto no? Con il primo drink andato inizio a sciogliermi di più e propongo ai ragazzi di andare a ballare attorno al falò. C'è un sacco di gente e scansando i corpi sudati che si dimenano riusciamo ad arrivare vicino al fuoco. Iniziamo a dimenarci tutti come dei pazzi e io mi faccio trascinare dalla musica. Mi muovo a ritmo della canzone di Calvin Harris e Rihanna e ondeggio il bacino come mai avrei creduto possibile. Dopo 4 canzoni e altri 2 drink decido che è tempo di riprendere fiato e trovo un tronco d'albero adibito a mo di panchina su cui sedermi. Prendo il cellulare in mano è controllo le mie views alla storia su Instagram mentre nell'altra ho ancora il bicchiere mezzo pieno di vodka lime. C'è un commento di Jason sotto la mia storia che mi scrive che è felice che mi sto dando alla bella vita e che l'indomani mi avrebbe chiamato per sapere come stesse andando. Sono assorto dal cellulare e quindi non sento che qualcuno si è piazzato davanti a me.

 

“Ma tu guarda un po' chi abbiamo qui, il teppistello” sento dire da una voce che non ricollego a nessuna persona che conosco. Alzo lo sguardo e mi trovo davanti il ragazzo che ho urtato il primo giorno di scuola. Ma come si permette di parlarmi con questo tono? Manco mi conoscesse da una vita. Questa volta decido di non stare zitto e alzandomi punto il mio sguardo su di lui. “E guarda anche chi c'è alla festa” inizio “Il cafone più alto d'America”. “Dimmi un po per caso hai vinto le selezioni di Mr.Gentlemen 2019?” lui se la ride come se la mia risposta stizzita non l'avesse nemmeno scalfito e dopo avermi stropicciato i capelli mi dice di andare con lui. “Non vengo da nessuna parte con te” gli dico alzando il tono di voce. “Eddai non fare l'antipatico” mi risponde lui “Permettimi di offrirti un drink per chiederti scusa dell'altra volta” io alzo un sopracciglio e gli rispondo “Solo per l'altra volta eh?” e decido di seguirlo al bar. Preso da bere mi dice di seguirlo che mi vuole presentare dei suoi amici e arrivati un po' più lontano rispetto al falò vedo che su dei tronchi, seduti, ci sono i ragazzi che ho notato al tavolo insieme a lui in mensa. Mi presenta a tutti e io alzo la mano in segno di saluto chiedendo un come va generale. Dopo 2 minuti di chiacchiere piuttosto imbarazzanti mi fa cenno di seguirlo sul tronco per sederci. “Non sono mica la tua ombra che ti seguo ovunque tu vada sai'” dico mentre metto su una voce infastidita. Lui se la ride mentre mi passa una canna e m chiede se voglio fumare. Accetto anche perché ho bisogno di rilassarmi. A turno facciamo dei tiri e parliamo della festa e cose senza importanza. Dopo aver finito di fumare cala un silenzio imbarazzante e nel tentativo di far continuare la conversione e per togliermi dall'imbarazzo mi giro per chiedergli cose tipo il suo nome dato che ancora non me l'ha detto, e mentre faccio per aprire bocca mi ritrovo le sue labbra piantate sulle mie. Nella confusione più totale che è la mia testa ricambio il bacio e lascio la sua lingua esplorare la mia bocca. Dopo quelli che sembrano minuti interminabili ci stacchiamo. Stavo per dire qualcosa di simpatico quando lui mi precede e mi chiede “Ti va di scopare?”.

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti. Mi scuso per il ritardo nella pubblicazione ma sono stato assorto da vari impegni. Anyway ecco a voi la prima parte del capitolo 3. Come sempre sono impaziente di sentire le opinioni e di ricevere critiche (costruttive preferibilmente che di odio in questo mondo c'è ne già tanto) di tutti. Ringrazio a prescindere chiunque spenderà il proprio tempo nel leggere questo lavoro. Ci vediamo tra una settimana. See Ya!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Last Friday Night ***


Capitolo 3.2 Last Friday Night

 

 

 

Sono incredulo. Davvero questo tipo mi ha appena chiesto di scopare senza manco dirmi il suo nome? Mi sta salendo il sangue al cervello e, complice l'alcool e l'erba faccio la prima cosa che mi viene in mente. Gli do un pugno. Dritto e ben assestato proprio nell'occhio sinistro. Sento lui che si lamenta per il dolore mentre mi prende a parole, io mi prendo la mano con l'altra e cerco di alleviare il dolore. Non ho mai dato un pugno in tutta la mia vita. Vedo tutti i suoi amici che a cerchio si riuniscono attorno a lui e capisco che forse ho fatto una cazzata. Mi giro e me ne vado alla ricerca dei miei compagni. Dopo un po' di girovagare li trovo non molto distanti da dove li avevo lasciati. Devo avere proprio una brutta faccia perché non appena mi vedono mi guardano come se avessero appena visto un fantasma.

 

“Dove diavolo eri finito” mi chiede subito Nate. “Eravamo preoccupati per te” rincara la dose Caroline, mentre Chris che si era riunito a loro mi chiede cosa mi è successo e il perché della mia faccia. Cerco di spiegarmi ma all'improvviso la testa inizia a farmi davvero male e la musica diventa insopportabile. “Mi sta scoppiando la testa, andiamo via vi prego” è tutto quello che riesco a biascicare. Arrivati al parcheggio cerco di respirare e di calmarmi mentre tutti iniziano a chiedermi di parlare e di raccontare loro cosa fosse successo.

 

Faccio un respiro profondo e inizio a mettere in fila pensieri e parole per coordinarli in un discorso che abbia un qualche senso logico. “Allora ero stanco e accaldato dopo aver ballato un sacco attorno al falò e quindi ho deciso di andare a sedermi per riprendere fiato” dico mentre con le mani tremanti mi accendo un sigaretta. “Ad un certo punto mi si piazza davanti il tipo che ho urtato la settimana scorsa, quello che tu hai detto non ci degnava a noi comuni per qualche cazzo di motivo l'ha fatto” continuo riferendomi a Nate e al suo discorso dell'altra volta. Sento mormorare un “Cazzo” proprio da lui mentre io mi appoggio alla macchina e continuo. “Abbiamo iniziato a parlare e subito dopo mi ha proposto di andare a prendere da bere e poi di raggiungere dei suoi amici e io l'ho seguito.” “Ci siamo seduti a parlare e fumare una canna. Subito dopo mi ha baciato. Io ho ricambiato il bacio e dopo ho tentato di dire qualcosa ma lui si è girato e mi ha chiesto di scopare” a tutti escono gli occhi dalle orbite mentre finisco di spiegare che io in tutta risposta gli ho tirato un pugno in un occhio.

 

Sulle loro facce noto espressioni svariate,c'è chi ha la faccia come per dire hai fatto bene e chi invece mi guarda come fossi impazzito. Io proseguo dicendo che il tipo non mi ha nemmeno detto il suo nome e che questo mischiato alla sua arroganza e alla faccia da cazzo mi hanno fatto infuriare.

 

“Te l'ho dico io il suo nome” esordisce Reb “si chiama Grayson ed è abituato ad avere sempre tutto quello che vuole.” Io le chiedo in che senso e lei mi spiega che è il classifico figlio di papà. Ricco sfrontato e viziato. La classica combo che credi esista solo nelle serie tv. Mi passo le mani tra i capelli mentre faccio un sospiro profondo. Davvero una serata fantastica, magari un giorno la racconterò ai miei figli.

 

Di comune accordo decidiamo che è ora di andare via. Mentre saluto gli altri e salgo in macchina inizio ad avere dei rimorsi e a chiedermi se magari ho effettivamente esagerato o meno. Cosi mi confido coi ragazzi esprimendo i miei timori anche di una qualche azione legale da parte sua nei miei confronti ma i ragazzi subito mi tranquillizzano.

 

“Ma figurati tu se quello farò qualcosa contro di te” interviene Chris. “se lo fa poi dovrebbe ammettere che qualcuno ha avuto il coraggio di dirgli e questo non può di certo sapersi in giro, distruggere il suo povero ma enorme ego.”

“Raga spero davvero sia cosi” dico mentre con un ultimo respiro mi volto a guardare fuori dal finestrino la strada che scorre veloce.











Salve a tutti. Ecco a voi la seconda parte del capitolo 3. Come sempre sono impaziente di sentire le opinioni e di ricevere critiche da parte di tutti. Ringrazio a prescindere chiunque spenderà il proprio tempo nel leggere questo lavoro. Ci vediamo tra una settimana. See Ya!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** I Pick My Poison And It's You ***


Capitolo 4 I Pick My Poison And It's You

 

 

Il pomeriggio del giorno dopo.

Sono seduto al tavolo della libreria vicino casa e mentre leggo, o meglio cerco di leggere sorseggio un cappuccino alla cannella. Inutile dire che ho passato tutta la mattina a rimuginare su quello che è successo ieri sera alla festa. Fortuna che la scorsa notte, complice l'alcool sono riuscito a dormire e anche bene devo dire. Ma non appena ho aperto gli occhi stamattina la mia mente è stata occupata da continui dubbi e sensi di colpa. Non è che forse ho esagerato? Certo è che non è proprio il modo migliore di farsi degli amici questo. Ma davvero, se c'è una cosa che non sopporto sono le persone superficiali e prepotenti, e quel Grayson davvero sembra un concentrato di tutte e due queste ottime qualità. Leggere mi ha insegnato che non si giudica un libro dalla copertina, ma andiamo, da come si è comportato mi ha fatto vedere pure le pagine dentro e devo dire che non sembrano ne molte e ne interessanti. Decido che è ora di tornare, altrimenti il mio cervello mi avrebbe trattenuto qua tutta la sera. In quei pochi metri che separano casa mia dalla libreria una domanda frulla nella mia testa. Come può una persona essere cosi disinibita verso un individuo che non conosce? E davvero spavalderia quella mostrata da Grayson oppure è solo impulsività? Fatto sta che un po' di queste due caratteristiche a me, farebbero solo comodo. Molte volte infatti mi chiedo come sarebbe uscire dal proprio guscio di comodità e fare, e dire, tutto quello che ti viene in mente, cosi senza pensarci. Delle volte vorrei davvero sentirmi con quei protagonisti di romanzi o film, intraprendenti e delle volte anche molto sconsiderati, però infondo liberi e senza oppressioni legate al cose possa pensare la gente di te. Delle volte vorrei sentirmi cosi come lui. Senza la parte del pugno in faccia poi preferibilmente.

 

Arrivato a casa la voce di mamma dalla cucina mi dice di lavarmi le mani perché è pronta la cena. Stasera è riuscita a tornare prima da lavoro ed ha potuto cucinare lei, menomale aggiungerei perché davvero non ne posso più di roba congelata o riscaldata del giorno prima. Seduti a tavola lei mi chiede come stiano andando le cose per me nella nuova scuola. Le fa strano quando le dico che per una volta sta andando tutto bene e che mi sto trovando bene, lo noto dalla sua faccia prima sorpresa e dopo rilassata e contenta. Con lei ho un rapporto meraviglioso, quasi di simbiosi. Facciamo molte cose insieme e non sono imbarazzato nel parlarle di nulla, ed è per questo allora che le racconto tutto quelle che è successo alla festa.

Lei se la ride mentre io davvero non ci trovo nulla di cosi divertente. “Ma davvero ti ha chiesto di scopare cosi su due piedi?” io la guardo con gli occhi che mi escono dalle orbite. “Mamma non essere cosi volgare anche tu” la rimprovero e lei mi risponde che, “Ehy sono stata giovane anche io sai?”

Finisce di mangiare il polpettone nel piatto e riprende a parlare. “Senti Sebastian, se davvero hai tutti questi sensi di colpa, magari potresti chieder scusa per il pugno. “Ma solo per quello” continua poi puntandomi il dito in faccia. “Sto crescendo un uomo e come tali meriti rispetto”. Le sorrido grato per tutto quello che ha fatto per me fino ad adesso e mentre inizio a sparecchiare penso che forse un tentativo lo posso fare. D'altronde una seconda occasione non si nega a nessuno, o quasi.

 

 

Cazzo cazzo e ancora cazzo impreco tra me stesso mentre al volo mi fiondo in bagno per prepararmi per scuola. Lo sapevo che ieri non dovevo mettermi a guardare serie tv finoa tardi ma non ci posso fare niente se la mia parte da nerd prende il sopravvento delle volte. Ok spesso, ma ci sto lavorando su. Fortuna che stamattina passa a prendermi Chris con la macchina altrimenti me la sarei dovuta fare di corsa fino a scuola. Lo sento suonare il clacson sotto casa, segno che è arrivato e mentre prendo borsa e telefono saluto mamma con un bacio sulla fronte. In macchina finisco di aggiustarmi la maglia e il resto dei vestiti visto che sembro appena tornato da un rave e mi do una sistemata veloce anche ai capelli, che proprio non vogliono stare al loro posto. “Sai credo sia ora di tagliarli” ironizza Chris mentre gli rivolgo uno sguardo fulminante soffiando a labbra strette un non osare nemmeno pensare una cosa del genere. Il tragitto è breve quindi decido di parlare della mia idea a tutti nella pausa pranzo. È importante per sapere la loro opinione visto che ci hanno a che fare da più tempo di me. Per il momento mi limiterò a seguire le lezioni ed a ignorarlo se dovesse presentarsi l'occasione di vederlo.

 

Speranza che puntualmente si rivela vana quando con un botto assurdo una mano si posa sul mio armadietto chiudendolo violentemente, mentre la figura di Grayson dietro di me mi sovrasta in altezza.







Eccomi qui con la quarta parte. Da qualche giorno mi trovate anche su Wattpad (Daxam95) dove la storia è un pò più indietro. Ringrazio davvero tutti quelli che la stanno leggendo, e che l'hanno messa tra i preferiti/seguiti ecc. Ci vediamo alla prossima con il capitolo 5. Un abbraccio a tutti. See Ya!! 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** You Just Want Attention ***


Capitolo 5: You Just Want Attention

 

 

 

Mi giro verso di lui che intanto ha ritirato la mano e mi posizione in modo da guardarlo negli occhi. “Scusami?” inizio già stizzito e con tutti i miei buoni propositi per una pacifica conversazione che fanno a scaricarsi nel water. Mentre lo fisso noto che ha una fasciatura su tutto il naso e dal cotone sotto il cerotto si estende un livido ancora parzialmente visibile. Ma quanto cazzo glielo dato forte sto pugno penso tra me e me.

 

“Sto cercando un certo Sebastian” parla lui mentre si guarda intorno notevolmente a disagio. Io lo guardo come se stessi guardando un alieno, con la bocca aperta e un sopracciglio alzato che penso stia toccando il cielo a sto punto. Tutto ciò che riesco a dire è un “Ma fai serio?” mentre la mia incredulità non si placa proprio per niente.

Grayson che adesso sembra ancora più a disagio e nervoso di prima appoggia di nuovo il suo braccio al mio armadietto e respirando profondamente si indica il volto e alzando il suo sopracciglio mormora un “Ti sembra che stia scherzando?”

“Evidentemente no.” mi appresto a dire “Ma davvero non capisco come puoi chiedermi se io sono davvero...Io” concludo con un tono di domanda stranito e confuso.

 

“Non ti sto seguendo” dice grattandosi la testa. “Ma neanche io guarda.” gli rispondo mentre mi sistemo la tracolla sulla spalla.

 

“Allora le cose stanno cosi, i miei amici laggiù” e si volta a indicare la combriccola con cui era alla festa “Mi hanno detto che l'altro ieri mi hai mollato un pugno sul naso mentre stavamo parlando, e io non ricordo ne la conversazione e soprattutto ignoro il perché mi hai dato un pugno rovinando questa grandiosa opera d'arte che è la mia faccia”. Mentre ascolto quello che a me a tutti gli effetti sembra un vaneggiare continuo mi sale un sorriso sul volto sentendo come si rivolge alla sua faccia. Che per carità è una bellissima faccia eh, ma adesso a farla passare come opera d'arte ne deve passare di acqua sotto i ponti.

 

“Mi stai prendendo in giro per caso?” gli chiedo perché ormai la situazione mi sta facendo irritare e non poco. “Tu ti presenti davanti a me stamattina e mi vuoi far credere che non ricordi perché ti abbia aggredito alla festa?'” alzo un po' il tono di voce. Esattamente cosi si giustifica lui, mentre continua a guardarsi intorno. Forse vuole assicurarsi che nessuno ci senta.

 

“Senti te lo ripeto di nuovo coi magari ti rinfresco la memoria” inizio “A quella stupida festa mi hai avvicinato offrendomi da bere, mi hai fatto fumare una joint con te e poi non solo mi hai baciato cosi alla sprovvista, ma mi hai anche chiesto se volevo scopare con te” continuo visibilmente alterato adesso mentre mi avvicino a lui con fare minaccioso. “Il tutto senza nemmeno chiedermi come cavolo mi chiamassi” concludo alzando la voce.

 

Lui è assente per quelli che sembrano secondi interminabili e poi d'un tratto inizia a ridere di gusto. Io lo guardo a metà tra lo sconvolto e l'incazzato mentre lui dopo un po' comincia a calmarsi.

“No sul serio scusa se rido ma davvero non ci posso credere “ parla mentre con la mano sulla pancia cerca di frenarsi dal ridere ancora. Giuro che questa volta il pugno glielo do senza rimpianti.

 

Dopo circa un minuto in cui ancora non smette di ridere e guardare tutt'altro che la mia faccia si decide a concedermi la sua attenzione e con un tono che definirlo spavaldo è un eufemismo mi dice

“Cioè fammi capire bene. Io avrei chiesto a te di scopare?”

“Cosa credi di avere di cosi speciale per poter attirare la mia attenzione?”

“Non te la tirare troppo e dimmi seriamente perché mi hai rotto il naso”. Se le prime frasi le ha dette sorridendo, l'ultima l'ha pronunciata con una glacialità quasi sovrumana. Non posso credere con quanta naturalezza mi stia disprezzando in questo momento. Non posso credere al fatto che non si ricordi nulla.

 

Vedendo che non gli rispondo lui rincara la dose.

“Senti te l'ho dico io come è andata” inizia sogghignando e con un tono superiore continua a parlare.

“Ci hai provato con me perché hai visto che ero ubriaco e strafatto, sicuramente ti ho dato un palo perché dai seriamente guardati e guardami” dice indicando prima me e poi se stesso “E allora per uscirtene bene dalla situazione hai deciso di darmi un pugno. È cosi che è andata vero?”. Mi chiede incrociando le braccia al petto. Le sue parole provocano in me reazioni che speravo di non sentire mai. Mi fa sentire inutile, un rifiuto. Mi fa sentire come se qualcuno non potesse mai guardare a me come qualcuno di suo “pari”.

 

“Voglio dire, casualmente avrò incrociato il tuo sguardo per qualche frangente, e so bene come funziona con voi sempliciotti inguaribili romantici, ma da questo a chiederti di scopare” continua lui imperterrito e fa segno con le mani come se fosse la cosa più stupida del mondo.

Se la mia prima reazione è stata quasi di disperazione e scoraggiamento adesso sento montare in me una rabbia assurda. Perché col cavolo che mi faccio calpestare cosi dal primo stronzo con amnesia che passa.

 

“Ma tu chi diavolo ti credi di essere?” esordisco avvicinandomi di nuovo a lui. “Da quale episodio di una serie tv credi di essere uscito?” continuo alzando di nuovo la voce. “Chi credi di essere per parlare alle persone cosi? E cosa più importante, cosa credi di avere TU di cosi speciale?”

 

Mentre penso a cosa altro dire il mio corpo forse cercando di auto difendersi insieme alla mia mente mi fa fare un passo indietro. Mi giro mentre lui continua a guardarmi. Noto nei suoi occhi uno sguardo divertito e indispettito allo stesso tempo. Come se fosse sia sorpreso e sia irritato della mia risposta nei suoi confronti. Mentre cammino l'adrenalina della situazione inizia a scemare e non riesco a trattenere le lacrime che rigano il mio volto. Mentre svolto l'angolo del corridoio sento la sua ultima frase raggiungermi prima che possa andarmene definitivamente via.

 

“Ehy non prendertela dai, è solo che sei troppo ordinario per me”.












Ciao a tutti. eccomi tornato con il 5 capitolo della mia storia. Spero abbiate passato un meraviglioso Ferragosto. cCme sempre ringrazio chiunque spende il proprio tempo a leggere la mia storia. Vi ricordo che mi trovate anche su Wattpad con il nick di Daxam95. un abbraccio a tutti e See Ya!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** A Beating Heart Of Stone ***


Capitolo 6 A Beating Heart Of Stone

 

 

 

Mi sto dando del cretino da 20 minuti ormai. Subito dopo le lezioni mattutine sono corso in bagno e adesso sono seduto sul water e non faccio altro che piangere, asciugarmi le lacrime e poi piangere di nuovo. Sembro quelle tipe nelle GIF di Twitter durante un mental breakdown. Una volta allontanatomi dal deficiente non ho potuto sfogarmi come si deve perché ho quasi subito incontrato Nate che stava andando a lezione. Nonostante mi avesse chiesto cosa non andasse ho preferito non dirglielo ancora. Ero troppo scosso da tutto e avevo paura di avere una reazione violenta, del tipo urlo in faccia a tutti ecc. Lui era comunque preoccupato e quindi è riuscito a strapparmi la promessa di raccontargli tutto durante la pausa pranzo. Esco quindi dal bagno e vado a vedere in che stato orribile è ridotta la mia faccia, che al contrario di quella del cretino (che non riesco nemmeno a chiamare per nome) “non è un'opera d'arte”. Mi sistemo i capelli in un codino e dopo essermi lavato la faccia esco.

 

Mi dirigo immediatamente nella mensa della scuola per vedere i miei amici ma dopo averli cercati con lo sguardo non trovo nessuno di loro. Mentre sto per scrivere nella nostra chat di gruppo arriva un messaggio di Reb che mi avverte che stanno ai tavoli in cortile. Uso l'uscita posteriore della mensa che da direttamente sul cortile e inizio a cercarli. Tra la moltitudine di teste scorgo quasi subito l'enorme massa di capelli castani di Jane. Mentre mi avvicino vedo che fa molta fatica a tenerli insieme in una coda e penso che sia davvero giunto il momento di ascoltare i nostri consigli e tagliarli.

 

“Sai credo che ormai dovresti tagliarli” esordisco avvicinandomi al tavolo e sorridendo a tutti. Metto su la faccia più serena che riesco a fare in questo momento.

 

“Azzardati a dire di nuovo una cosa del genere e sarò io a tagliare qualcosa a te” si affretta a rispondere lei dapprima seria e poi lasciandosi sfuggire un sorriso e un occhiolino.

 

“Sembri stare molto meglio di stamattina” mi dice Nate, mentre in coro gli altri aggiungono un “Perché cosa aveva stamattina?” rivolto a lui. “Non lo nemmeno io, chiedetelo a lui” si affretta a rispondere.

 

“Quindi? Cosa avevi stamattina?” mi chiede subito Caroline alzando il sopracciglio.

 

“Sentite” inizio facendo un lungo sospiro “Non voglio ripetere tutto l'accaduto, anche perché ho appena finito di calmarmi, vi basti sapere che ho avuto una discussione con Grayson. Possiamo parlare d'altro adesso?”

 

“Cosa?” esclama Reb. “Col Cavolo che parliamo d'altro” aggiunge Caroline, mentre Nate sospira solo un “Dovevo immaginarlo”. Stranamente Chris sta in silenzio e si limita ad osservare tutta la scena. Con un broncio incredibile tra l'altro. Noto subito che qualcosa non va. Sentendo che le acque non si sarebbero calmate senza una mia confessione decido di parlare, tanto non si sarebbero comunque arresi facilmente. Spiego a grandi linee cosa è successo da ieri sera. Spiego che mia mamma mi aveva incoraggiato a chiedere scusa per il pugno e poi spiego tutto l'incontro avuto con quel cafone.

 

Si susseguono “Oh” da parte di tutti, e alcuni aggiungono anche diversi insulti. Mentre stavo dicendo quanto la cosa mi avesse infastidito e infuriato, improvvisamente sbotta Chris dando un pugno sul tavolo.

 

“Io te l'avevo detto di lasciar stare” inizia mentre mi guarda con gli occhi rossi dalla rabbia. “Te l'avevo detto di dimenticare tutta questa storia e di mandarlo a fanculo” continua. In effetti ricordo che dopo aver accompagnato tutti a casa la sera della festa, eravamo rimasti solo io e lui in macchina a fumare una sigaretta. In quell'occasione mi aveva espressamente sconsigliato di andare a parlare con lui in futuro, e anche di evitare qualsiasi tipo di contatto. Io avevo anche provato a chiedere perché ma lui aveva liquidato la mia domanda con un semplice “È meglio cosi”.

 

Non voglio sbottare anche contro di lui ma non può incolpare me. Non sono andato di certo io vicino a lui anzi, il mio intento era l'esatto opposto.

 

“Scusa ma perché te la prendi con me? Gli dico cercando di mantenere la calma. “Guarda che è stato lui a venire da me”

 

“Non importa” sbotta lui alzandosi in piedi. “Rovina comunque tutto quello che tocca” conclude andandosene.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi qui con un nuovo capitolo. Voglio scusarmi per non aver aggiornato per cosi tanto tempo. Ho avuto un vero è proprio blocco creativo, ma per fortuna adesso sembra essere passato. Ovviamente ringrazio sempre tutti quelli che leggono la mia storia e che continueranno a farlo. Ci vediamo la settimana volta. See Ya!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** The Livin' Easy ***


Capitolo 7 The Livin' Easy

 

 

 

Sono passati tre giorni dallo sbotto di Chris. Tre giorni in cui il mio cervello continua a cacciare fuori ipotesi su ipotesi del perché abbia reagito cosi. Farei invidia a quei maghi da strapazzo che tirano fuori conigli e compagnia bella dal cilindro. Non riesco a comprendere bene la sua ultima frase prima di andarsene. “Rovina tutto quello che tocca.”

 

Eppure da quello che so tra loro due non è mai successo niente, e quelle poche volte che abbiamo parlato di lui insieme non gli ha riservato proprio delle belle parole. Del resto chi mai potrebbe avere delle belle parole per Grayson se non... se stesso?. Ci siamo anche sentiti per messaggio e ovviamente visti a scuola. Dopo un lieve imbarazzo iniziale la situazione sembra essere tornata alla normalità. L'unica cosa che mi scoccia è il fatto che non abbia avuto un momento da solo con lui per poter parlare. “Basta Sebastian” mi dico e dandomi dei colpetti sulla guancia ritorno a studiare matematica.

 

Dopo poco più di mezz'ora non riesco a resistere con la testa sui libri. Cazzo ma chi cavolo vuole studiare matematica? Per me si potrebbe tranquillamente utilizzare come metodo per far confessare criminali ecc. Me li immagino già, sottoposti a ore di esercizi matematici. Cederebbero poco dopo ne sono sicuro. Dopo questa mia personalissima rivisitazione dei metodi interrogativi chiudo definitivamente i libri e mi fiondo davanti alla PlayStation. Un po' di svago non potrà certo farmi male.

 

Avvio Halo il mio gioco preferito di questi tempi. Il classico spara a tutti quelli che ti si parano davanti. Proprio quello che ci vuole per eliminare lo stress no? Mi connetto e inizio la ricerca tramite localizzazione per una sessione online. Chissà se qualcuno ci gioca da queste parti. Dopo una buona manciata di minuti il sistema trova tutti i giocatori che servono e la partita inizia. Mi metto subito a fare lavoro di squadra per ottenere un buon punteggio aiutando i miei compagni e facendo backfire. Mezzora dopo la partita finisce con la nostra vittoria, cosa prevedibile dato che gli avversari non erano niente di che. Mi concedo un sorso di te freddo che avevo preparato prima e il mio occhio cade nella parte a destra dello schermo, quasi non mi strozzo con il sorso che avevo in bocca.

 

Tra i nomi dei partecipanti alla partita trovo questo “NightGrayson”. Penso subito che è impossibile che sia lui. Anche perché se fosse davvero cosi ,cazzo, mi sentirei come in quei film adolescenziali dove il protagonista si ritrova il tipo ovunque vada. Il che sarebbe un po' inquietante. Decido comunque di continuare la partita, anche perché dal mio nome utente non dovrebbe accorgersi che sono io. E poi il mio nome manco se lo ricorda, quindi. Qualcosa però nella mia testa continua a farmi credere che sia effettivamente lui. La mie teoria si basa su quel Night prima del suo nome. Nei fumetti della DC Comics c'è questo personaggio, Nightwing, il cui cognome è appunto Grayson. Di nome fa Dick, il che potrebbe portare tutti a pensare che sia un cazzone, ma non è cosi. Almeno non del tutto. Ok, sto blaterando a vanvera. Bevo un altro sorso di te e mi rimetto a giocare.

 

Un'ora dopo torna mia madre. Ha in mano delle buste della spesa che sembrano pesanti cosi metto in pausa e vado ad aiutarla.

“Caspita hai stoppato il tuo gingillo per venire ad aiutarmi. Allora esistono ancora i cavalieri” dice lei ridendo e salutandomi con un bacio sulla fronte. Ricambio il suo bacio e scherzo dicendo che si, sono il suo cavaliere senza macchia e senza paura. Dopo aver sistemato le buste della spesa mi fermo un po' a parlare con lei del più e del meno, mentre mi appoggio al bancone della cucina. Mi comunica che stasera alcune delle sue nuove colleghe l'hanno inviata a cena fuori, e lei ha accettato. Sono davvero felice che al lavoro le cose stiano andando bene. Mi lamento sempre di quanto non è facile per me, ma delle volte dimentico che nemmeno per lei debba esserlo. Il fatto è che penso a mia madre come alla Wonder Woman della situazione. Sempre pronta ad aiutare gli altri e mai se stessa prima. Sempre pronta a mettere le mie esigenze davanti alle sue. Quindi ho anche un po' di vergogna a chiederle “Come stai?” o cose cosi.

 

La abbraccio e le dico di andarsi a fare bella per stasera e che se lo merita.

“Puoi invitare i tuoi amici se vuoi per un film” mi dice prima di andare di sopra per prepararsi. “Ma che sia solo un film mi raccomando. Non fate niente di stupido o sono guai” la sento cantilenare mentre sale le scale.

 

Non cambierà mai mi dico mentre scrivo sulla nostra chat.

Io. !7:39. “Stasera pizza e film a casa mia? Mia mamma esce.”

 

Rispondono quasi tutti subito e in modo affermativo. Chris invece si limita ad un “Ci sarò” con una faccina sorridente. Ovviamente stasera ne vorrò parlare. È l'occasione giusta e non finisce mica cosi. Mentre mi sto accedendo una sigaretta mi ricordo della partita lasciata a metà.

 

Inutile dire che sono spariti tutti e la sessione online è finita. Mentre sto per chiudere tutto noto nella sezione amici della home una richiesta. Quasi sobbalzo quando leggo che si tratta di quel “NightGrayson” di prima. Sono indeciso se accettare la richiesta o no e per questo vado a vedere il suo profilo giocatore per capirci qualcosa. Ok adesso sobbalzo davvero. Accanto al suo nickname c'è una foto. E mi venisse un colpo, si tratta proprio di quel Grayson. Ma che cazzo? Mi dico mentre penso all'assurdità di questa coincidenza. Col cazzo che te l'accetto la richiesta idiota. Chiudo tutto e salgo in camera ad ascoltare un po' di musica.











Salve a tutti. Eccomi tornato con il nuovo capitolo. Come sempre voglio ringraziare tutte le persone che stanno leggendo la mia storia, e quelle che la leggeranno. Sto mettendo tutto il mio impegno nella stesura di questo mio lavoro. Spero che leggendo questa storia vi possiate emozionare come io mi emoziono nello scriverla. See Ya!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** All That You Can Have ***


Capitolo 8 All That You Can Have

 

 

 

 

La serata sta trascorrendo tranquillamente. Abbiamo mangiato della pizza peperoni e salame, e adesso stiamo tutti sul divano e le poltrone del salotto. Volevamo decidere che film guardare ma alla fine ci siamo persi in chiacchiere e ormai è troppo tardi per iniziarne uno adesso. Stiamo parlando del più e del meno. Quelle classiche chiacchierate che non hanno un filo logico, e spaziano da un argomento all'altro. Cose tipo: ragazzi che ci piacciono a scuola, lezioni, esami eccetera. Sto facendo molta fatica per partecipare attivamente alla conversazione quando, tutto quello che vorrei fare è chiedere a Chris spiegazioni sullo sbotto di tre giorni fa. Resisto e mi dico che ancora non è arrivato il momento. Magari più tardi potrei chiedergli di fumare fuori una sigaretta con me, e li, fargli confessare tutto. Si mi sembra una buona idea.

 

Mi scappa una risata mentre ascolto la piccola lite che sta coinvolgendo Reb e Nate. Al povero Nate gli è stato chiesto quale ragazza, a parte Reb ovviamente, fosse la più carina. La sua immediata risposta è stata “Sicuramente Camille della 5b”. Dopo due millesimi di secondi dalla ultima parola detta Reb gli ha mollato un pizzico sul braccio che l'ha fatto urlare dal dolore.

 

“Chi diavolo è questa Camille adesso?” ha esordito lei con una voce minacciosa.

“Da quando guardi le altre?” ha poi concluso con una occhiata molto eloquente. I tentativi di Nate per uscire da questa situazione si rivelano tutti vani in quanto lei continua ad essere arrabbiata e mette su il broncio. Tutti ridiamo di gusto perché sappiamo della gelosia che ha lei verso il suo ragazzo.

 

Decido allora di intervenire io per cercare di calmare l'uragano Rebekah.

“Reb tesoro, non fare la drama queen, lo sai che ha occhi solo per te” inizio prendendola un po' in giro. “E poi sappiamo tutti che arrabbiarsi fa venire le righe.” concludo facendole la linguaccia. Alla parola rughe decide subito di calmarsi e dando un buffetto dietro al collo del ragazzo si accoccola a lui sorridendo a sua volta.

 

Dopo un'altra mezz'ora decido che è giunto il momento. Estraggo due sigarette dal pacchetto sopra al tavolo al centro del salotto e porgendogliela a Chris gli chiedo se vuole raggiungermi fuori a fumare con me. Lui accetta di buon grado. Soffia una leggera brezza stasera che mi fa rabbrividire un attimo a contatto con la pelle.

 

“Hai freddo?” mi chiede subito lui molto premuroso.

“No” rispondo io “Solo il cambio temperatura tra dentro e fuori” concludo accendendo la sigaretta e porgendogli l'accendino. Passiamo dei minuti i silenzio, dove l'unico rumore udibile è il bruciare della sigaretta e i nostri respiri che cacciano fuori il fumo.

 

Dopo un altro po' di titubanza mi faccio coraggio e finalmente inizio a parlare.

“Sai” inizio cercando di trovare le parole adatte per farla sembrare una domanda totalmente disinteressata “La tua reazione dell'altro giorno, ammetto che mi ha lasciato molto di stucco. Perché hai reagito cosi bruscamente?” finisco aspirando di nuovo dalla sigaretta. Lui si gira verso di me con uno sguardo indecifrabile. Mi chiedo se la mia domanda l'abbia preso alla sprovvista. Se lo aspettava?

 

Ci pensa un po' prima di rispondere. Noto una scintilla nei suoi occhi. Che sia imbarazzato?

 

“Non è stato nulla di che tranquillo” risponde dopo un po'. “Solo che conosco i tipi come lui. E essendomi affezionato a te non voglio che ti prenda per il culo” conclude gettando la sigaretta nel posacenere sul davanzale. “Torniamo dentro, vediamo che fanno gli altri” conclude poi avviandosi dentro senza aspettarmi. Inutile dire che io questa risposta non me la bevo proprio. Certo, anche io mi sono affezionato a lui e a tutti gli altri ragazzi ovviamente. Sono stati i primi a venire a parlare con me appena trasferito, e ci troviamo molto bene, ma qualcosa non mi convince.

Non insisto. È meglio lasciar stare per ora. Magari più in là proverò a parlarci di nuovo. Finisco la sigaretta ed entro dentro anche io.

 

Stiamo un altro po' a parlare di cazzi vari quando a turno iniziamo a sbadigliare. Capito ormai che è ora di andare a letto i ragazzi si offrono di aiutarmi a mettere tutto apposto e nonostante i miei sforzi per convincerli che non serve non posso fare a meno che accettare.

 

Mentre li accompagno fuori noto che sull'altro lato della strada mia mamma sta parcheggiando. Ci salutiamo tutti dandoci appuntamento per domani a scuola, e mentre salgono in macchina abbraccio mamma e entriamo dentro pronti per andare a letto.














Grandi cose sono all'orizzonte. Stay tuned. See Ya!!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Rumor Has It ***


Capitolo 9.1 Rumor Has It

 

 

 

 

Un mese dopo.

 

A scuola tutto sta procedendo per il meglio. Certo “meglio” è un parolone però me la sto cavando. Gli esami stanno andando discretamente e le cose coi ragazzi meglio che mai. Non ho più parlato con Chirs. Non ce mai stata più l'occasione, e la cosa gradualmente ha perso interesse. Con Grayson invece zero. Il destino almeno in questo ha deciso di aiutarmi. Le rare volte che lo incrocio nei corridoi volto subito lo sguardo oppure cambio strada repentinamente, e lui, sembra fare lo stesso quindi apposto direi no? NO!

 

A scuola sono tutti in fermento per la gita scolastica e non si parla d'altro. Dovunque vada o con qualsiasi ragazzo parli l'argomento esce sempre fuori. Certo sono emozionato anche io all'idea di stare fuori una settimana con tutti i miei amici, ma davvero, ne sento parlare come se fosse l'evento che ti cambia la vita. Conto di divertirmi questo si, ma di certo non mi aspetto di conoscere l'amore della mia vita o robe simili. Realismo ragazzi, è quello di cui abbiamo tutti bisogno. Interrompo il mio colloquio personale perché la campanella sta suonando è la prima lezione della giornata sta per iniziare.

 

“Hola amigo” mi sento chiamare mentre una mano si poggia sulla mia spalla. Mi giro e trovo il volto di Nate sorridente.

 

“Senti, ma come fai ad essere cosi raggiante di prima mattina?” gli chiedo io mentre riprendiamo a camminare verso la classe.

 

Lui mi prende in giro sul mio essere cosi imbronciato già cosi presto e io gli do un pugno sul braccio per dispetto. “Non sei eccitato anche tu?” mi chiede dopo un po'.

 

“Per cosa dovrei essere eccitato?” faccio io con lo sguardo perso.

“Ma per la gita” risponde lui quasi arrabbiato. Ovviamente, penso tra me e me, a cosa altro si può pensare in questo periodo se non alla gita. Nate vedendo che continuo a brancolare nel buio fa un respiro sconfortato e mi informa che oggi ci diranno la misteriosa meta della gita.

 

“E tutto questo entusiasmo semplicemente per la meta?” gli chiedo con un sopracciglio alzato.

“Sarà meglio andare” fa lui contrariato “prima che ti picchi davanti a tutti”. Gli faccio una smorfia, entriamo in classe e ci accomodiamo.

 

Dopo pochi minuti arriva la professoressa Birghem di chimica. Dopo averla salutata cordialmente aspettiamo che lei si sistemi per iniziare la lezione.

 

“Buongiorno a tutti ragazzi” inizia con un sorriso la prof. “Come sapete io sono stata scelta dal consiglio per essere la vostra accompagnatrice per la gita scolastica di quest'anno.” continua alzandosi in piedi e facendo il giro della scrivania si appoggia ad essa ed incrocia le gambe.

 

“Ho subito due notizie da darvi quindi chiedo la vostra attenzione. La prima e che per la gita di quest'anno andrete fuori dagli States. Per la precisione Parigi, la città dell'amore e capitale della Francia ovviamente.”

 

Alla notizia della meta tutta la classe si agita in urli e frasi di approvazione. Ammetto che sono sorpreso ed emozionato anche io. Non pensavo di andare fuori dall'America e men che meno in Europa. Mi giro subito a cercare lo sguardo di Nate che immediatamente punta due polli in alto e sorride approvando tutto. Gli sorrido anche io di rimando.

 

“Calma calma ragazzi” cerca di riprendere il controllo la prof “non ho ancora finito di parlare”

 

L'euforia generale man mano si placa e tutti quanti torniamo a concentrarci sulla prof e sul resto che ha da dire.

 

“Bene. Adesso che ho di nuovo la vostra attenzione posso procedere.” inizia di nuovo Miss Birghem.

 

“Quest'anno il consiglio studentesco ha deciso di mettere insieme due classi di questo istituto, non necessariamente dello stesso anno, e di farle partire insieme a gruppi di due classi per volta. Cosi avremo meno studenti per volta di cui occuparci, e potremmo dedicare più tempo a visite guidate ecc.”

 

Se alla notizia di dove saremmo andati in gita aveva accesso gli animi e messo tutti di buon umore, questa comunicazione suscitava l'effetto contrario.

 

“Inoltre sarà un'ottima occasione per conoscere nuove persone o migliorare simpatie già esistenti.” Conclude la professore con un sorriso sulle labbra.

 

Il mormorio dei miei compagni di classe mi suggerisce che non hanno preso benissimo la notizia. Nemmeno io ne sono entusiasta a dire il vero. Ho sempre timore di relazionarmi a persone estranee alla mia cerchia. Faccio già fatica di mio a farmela una cerchia di amici stretti. E l'idea di dove avere a che fare con una nuova intera classe mi manda in subbuglio.

 

“Prima che possiate lamentarvi” inizia di nuovo la professoressa “Sappiate che la questa decisione non è opinabile. L'assegnazione della classe che verrà con voi è stata già fatta tramite sorteggio. La classe sorteggiata è la sezione B dell'ultimo anno.”








Eccomi tornato con il nono capitolo, che come avrete già letto sarà diviso in due. Non vedo l'ora di farvi leggere cosa succederà da qui in avanti. La prossima parte la pubblicherò domani. Un abbraccio e See Ya!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Got Lucky? ***


Capitolo 9.2 Got Lucky?

 

 

 

Finalmente la campanella che segna l'inizio della pausa pranzo è suonata. Dio non ne posso davvero più di questa giornata, e siamo solo a metà. A chi è venuta l'idea di mettere chimica e matematica di fila nello stesso giorno? Mi incammino fori dall'aula per raggiungere gli altri fuori per pranzare insieme. Ho detto a Nate di andare avanti perché prima devo andare in bagno.

 

Dopo aver asciugato le mani mi appoggio al muro dietro la porta e vado su Instagram. Ultimamente questo social è diventata la mia droga. Perdo tempo scorrendo la mia timeline e guardando alcune storie.

Ne faccio una anche io.

 

Ovviamente non sono un deficiente che si fa i selfie nel bagno della scuola. Ahimè di quelli ne ho appena visti già tre in 5 minuti. Su Instagram mi piace condividere la musica che ascolto. Devo dire che questa nuova funziona lo accolta benissimo. In quei quindici secondi cerco di mettere tutto il meglio che quella canzone offre. Questa volta tocca a Belle Of The Boulevard dei Dashboard Confessional.

 

Don't turn away
Dry your eyes, dry your eyes
Don't be afraid
Keep it all inside, all inside
When you fall apart
Dry your eyes, dry your eyes
Life is always hard for the belle of the boulevard

 

 

 

Mentre finisco di pubblicare la mia storia inizio a camminare per uscire dal bagno. Da cinque minuti che dovevo starci ne sono passati quindici, e ormai gli altri avranno iniziato senza di me. Succede tutto in un attimo, proprio come la prima volta. Un attimo prima sto camminando e l'attimo dopo mi fermo perché sbatto contro qualcosa di duro. Allora proprio come la prima volta alzo lo sguardo verso la figura contro cui ho sbattuto, e proprio come la prima volta mi trovo davanti la faccia da pugni di quel cretino di Grayson.

 

Mi sento come intrappolato in un orribile deja-vu. Non ho ancora ben chiaro se sia il destino che ha decido di farsi beffe di me, oppure in una vita precedente sarò stato un Nazista e quindi tutte le mie colpe passate le sto pagando ora.

 

Fatto sta che ha addosso quel suo insopportabile ghigno, e questo non fa che farmi innervosire ancora di più.

 

“Proprio non riesci a venirmi addosso eh?” inizia subito lui notando che già sto a tre quarti.

“Di solito la gente lo fa in un modo molto più piacevole e rumoroso sai?” rincara la dose.

 

“Scusami se ti sono venuto di nuovo addosso, ma sai ultimamente sto attirando a me solo sciagure e persone deficienti” ribatto subito io “E guarda un po', tu sei il perfetto mix tra queste due cose” finisco passandogli affianco e facendo per uscire.

 

“Mi raccomando non inventarti niente questa volta” urla lui dal bagno “Questa volta sono anche sobrio quindi”

 

Meglio lasciarlo perdere e andare subito dagli altri. Sto già trattenendo la voglia di tornare indietro e dargli un altro pugno. Non sono mai stato una persona violenta, ma cavolo lui mi tira fuori questa irrefrenabile voglia di metterlo al suo posto, in qualsiasi modo possibile.

 

Quando raggiungo gli altri evidentemente devo avere qualcosa in faccia perché nemmeno rispondono al mio saluto ma stanno la a fissarmi.

 

“Ho per caso qualcosa in faccia?” incalzo subito.

“Si può sapere che cavolo ti è successo?” mi chiede Caroline.

“Perché?” le rispondo io con un tono molto duro. Mi pento subito subito infatti.

“Scusa Care, non volevo attraccarti in questo modo” le dico mentre cerco di calmarmi.

“Solo che stavo uscendo dal bagno e sono andato contro Grayson di nuovo.”

“Letteralmente” aggiungo subito dopo.

 

Grant Jane Nate e Reb si mettono subito a ridere mentre Chris si irrigidisce subito.

 

“Sembra proprio che quel tipo ti stia perseguitando” mi dice Grant mentre addenta la sua mela.

 

“Non me lo dire proprio” gli rispondo io mentre infilzo l'insalata che ho nel piatto con la forchetta.

 

“E non sai ancora la parte più divertente” mi dice Jane.

 

“Perché c'è anche una parte divertente?” le chiedo io con molto, moltissimo sarcasmo.

 

“Oh Oh eccome se c'è” risponde Reb ancora col boccone di broccoli in bocca.

 

“Indovina chi frequenta la classe che è stata sorteggiata per venire con noi in gita.” dice subito dopo Chris.

 

Non ci credo. Maledizione il destino c'è l'ha veramente con me.









Eccomi qua con la seconda parte del capitolo 9. Come sempre ringrazio tutti quelli che spendono un pò del loro tempo per leggere la mia storia. Vi invito a farmi sapere che ne pensate. Ci aggiorniamo fra una settimana. See Ya!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Gold Cage ***


Capitolo 10 Gold Cage

 

 

 

 

Mancano solo 2 giorni alla partenza per Parigi. Con i preparativi sono quasi alla fine, nonostante la mia malsana pigrizia. Questa volta mi sono messo d'impegno e ho cercato di motivarmi per non rimandare come faccio tutto all'ultimo secondo. Certo non che comprare tutto due giorni prima sia meglio, pero ehi ho fatto di peggio.

 

Ho comprato alcuni vestiti nuovi, cianfrusaglie inutili che compri solo quando devi partire e cose varie. Tra l'altro approfittando dell'occasione e visti i miei risultati decenti secondo mia madre, molto buoni secondo me a scuola, l'ho convinta a comprare quella bellissima macchina fotografica che ho sempre desiderato.

 

Cosi adesso mentre la stringo tra le mani non posso a non pensare a tutte le splendide foto che scatterò una volta in gita. Non ho mai avuto in passato tutta questa passione per la fotografia. Certo mi faccio i selfie come tutti, e chiedo a Jane di scattarmi le foto da influencer che poi posto su Instagram, senza citazione filosofica e culo di fuori ci tengo a specificare. Ma non avrei mai pensato di appassionarmi cosi a questa arte.

 

Scattare una foto e come creare un ricordo indelebile e immortale di un momento. Puoi vederlo sempre, puoi sempre ricordarti delle sensazioni che hai provato in quel momento. Penso sia una cosa bellissima.

 

Dopo lo shopping terapeutico per modo di dire perché a mamma la cifra sborsata proprio non è andata giù, abbiamo pranzato in un ristorante vicino e adesso siamo in macchina diretti a casa.

 

Era molto tempo che io e mamma non ci concedevamo una giornata futile tutta per noi. Tra l'ambientarsi, il nuovo lavoro e la scuola non abbiamo passato moltissimo tempo insieme, e riscoprirci è sempre bello. In macchina chiacchieriamo un po' di tutto fino a quando non se ne esce con la fatidica domanda.

 

“Allora c'è qualcuno di interessante nella tua vita Sebastian?” nel sentire la sua frase quasi mi strozzo con la Cola che stavo bevendo.

 

“Mamma, ma che domande mi fai? Cosi poi all'improvviso” le dico mentre arrossisco visibilmente.

È vero che con lei posso parlare di tutto ma c'è comunque un lato della mia vita che vorrei tenere per me, almeno fino a quando non avrà qualcosa di importante da dire. E poi cosa dovrei dirle? Che come al solito non mi si fila nessuno? Anzi no. Uno c'è stato, ma entrambi sappiamo come è finita.

 

“Eddai figliolo non fare il pudico. Non ti ho insegnato a saper parlare di tutto con estrema naturalezza?” mi risponde lei alzando gli occhi al cielo.

 

“Ma si mamma però sai con te è diverso. Mi imbarazzo lo sai.” faccio io cercando di spiegarmi. “E poi non ho niente da riportare” concludo con un sospiro profondo.

 

“Non si sa mai. E poi adesso andrai a Parigi. Chi lo sa, magari l'aura romantica della città ti farà conoscere qualcuno di speciale” fai lei con tono speranzoso e sgradevolmente romantico.

 

“Come no.” le rispondo io immediatamente “Guarda posso solo immaginare cosa mi aspetta” finisco voltandomi dall'altra parte del finestrino, e terminando cosi la conversazione.

 

Tornato a casa ho smistato la roba e mi sono fiondato sui libri per studiare un po'.

 

Dopo circa due ore non c'è la faccio davvero più. Mi alzo e accendendomi una sigaretta mi metto a fumare sul balcone della mia camera. Fuori sta piovigginando e mentre aspiro il fumo mi perdo a osservare la stra e a sentire il rumore della pioggia fine che cade al suolo. Ho sempre amato le giornate uggiose, tirano fuori il meglio di me. So che questa mia affermazione può sembrare strana ma personalmente datemi una giornata di pioggia, un libro da leggere e una cioccolata in mano e divento la persona più felce di questo mondo.

 

Butto la cicca nel barattolo che ho adibito a posacenere sul balcone e rientro.

 










Rieccomi qua con il nuovo capitolo. Non sono molto bravo coi capitoli di transizione come avrete capito, ma spero vi possa piacere lo stesso. Ci stiamo avvicinando ad un momento molto cruciale nella storia e non vedo l'ora di farvelo leggere. Fino a quel momento... Alla prossima See Ya!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Hostage To My Feelings ***


 

Capitolo 11 Hostage To My Feelings

 

 

 

“Sebasian sbrigati o faremo tardi per il summit con gli altri studenti”

La voce di mia mamma risuona per tutto il corridoio dalla sua camera fino alla mia. Proprio stamattina non ho dovuto sentire la sveglia? Con ancora lo spazzolino incastrato tra i denti finisco di mettere le ultime cose nello zaino e poi devo pensare a cosa mettere per il viaggio. Voglio stare comodo. Finalmente il grande giorno della partenza è arrivato. Alle 09:00 abbiamo appuntamento con tutti gli studenti e rispettivi genitori che prenderanno parte alla gita, poi un pullman ci accompagnerà in aeroporto per la partenza definitiva.

 

Finisco di sistemarmi i capelli e inizio scendere la roba al pian terreno dove mi sta aspettando mamma.

 

Per tutto il viaggio in auto non fa altro che raccomandarsi con me sullo stare attento, seguire sempre i prof e l'immancabile “Non accettare le caramelle dagli sconosciuti”. Come se al giorno d'oggi il primo che ti capita davanti ti offra davvero delle caramelle. Cerco di tranquillizzarla come meglio posso, le dico che seguirò le sue regole ma anche che ormai non ho più 10 anni.

 

“Non c'entra quanti anni hai, continuerò a dirtelo anche a 70 anni” risponde lei con tono canzonatorio.

 

Parcheggiata la macchina ci avviamo verso l'aula adibita per la riunione. Come prevedevo è davvero gremita e non vedo posti a sedere.

 

Dopo un po' di girovagare con lo sguardo mi sento chiamare e guardo tra la folla per vedere chi è. In terza fila quasi completamente nell'angolo noto Reb che si sbraccia per farsi vedere. Mi fa segno che mi ha conservato due posti vicino a lei e ai suoi genitori cosi dico a mamma di seguirmi. Ci presentiamo alla sua famiglia e dopo poche chiacchiere di cortesia il preside sale sul piccolo palco allestito per l'occasione e ci invita ad ascoltare.

 

Dopo quella che sembra un'eternità finalmente questa riunione volge al termine. Alla fine non si è detto niente di che come mi aspettavo. Ci hanno consegnato il programma con le attività che faremo e i monumenti che visiteremo, ci hanno fatto vedere l'albergo e spiegato regole e generalità varie.

 

Caricata la roba nel vano del pullman e salutato mamma con forse un po' troppa enfasi mi appresto a salire. Cerco subito con lo sguardo Grant perché ci siamo messi d'accordo di sederci vicino. Ovviamente inutile dire che abbiamo litigato per chi doveva stare vicino al finestrino, ma l'importante è che alla fine ho vinto io. Davanti a noi si mettono Jane e Caroline mentre Reb e Nate stanno qualche fila più indietro, probabilmente per godersi il viaggio in solitaria. Chris invece è nell'altro pullman.

 

Mentre il pullman parte tiro fuori dallo zaino l'ultimo numero degli X-Men e con le cuffie nelle orecchie inizio a leggere.

 

Dopo poco tempo sono già immerso totalmente nella lettura e ho perso contatto con quelle che succede intorno a me, quando all'improvviso un oggetto che non riesco subito ad identificare mi colpisce prepotentemente in piena faccia.

 

Dopo un esclamazione di dolore e altre decisamente meno raffinate mi decido ad aprire gli occhi. Ci metto un po' a mettere a fuoco ma quando ci riesco vedo quella grandissima faccia da cazzo mista a schiaffi di Grayson che mi guarda con un'aria mista tra il divertito e il preoccupato.

 

Lui parte a ridere e a me già partono i nervi. Mi passo le mani sul volto pe cercare di riprendermi per bene.

 

“Ok ok stavolta è stata colpa mia” inizia il tipo “ma ehi non siamo ancora pari.” finisce sedendosi davanti a me.

 

“Oh aspetta dovrei forse ridere a questa divertentissima battuta?” rispondo io già col piede di guerra “dammi un attimo per concentrarmi” termino con un sorriso sarcastico.

 

“Andiamo non iniziamo già a litigare adesso, non siamo nemmeno in aereo. E poi dovremmo stare a lungo insieme no?” dice Grayson e cavolo sta forse ammiccando? Mi vengono dei brividi lungo tutta la schiena.

 

 

Vedendo che non rispondo si gira totalmente verso di me poggiando le braccia incrociate sulla testiera del sedile, e con tono serio mi chiede scusa. Io rimango totalmente stupito dal suo semplice “Scusami” perché mi aspettavo un'altra provocazione o roba simile. La mia faccia deve essere molto eloquente perché dopo un po' mi dice “Dovresti guardarti adesso” e si rimette a ridere, però questa volta in modo simpatico.

 

Riprendo il controllo e facendo un cenno gli rispondo che non è stato nulla di che.

 

Sto per rimettermi a leggere quando “Ehi ma sono gli X-Men?” mi chiede.











Ed eccomi qua tornato dopo una eternità. Scusate l'assenza ma in questo periodo sono stato davvero sommerso di cose da fare. In ogni caso la storia sta andando verso la parte che preferisco di più, e davvero non vedo l'ora di farvi leggere tutte le cose assurde che stanno per succudere. Come sempre grazie a tutti. See Ya!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** You Ain't Getting Over Him ***


 

Capitolo 12 You Ain't Getting Over Him

 

 

 

Stiamo parlando di fumetti proprio come due veri nerd che si conosco da una vita. In questa ora mi dimentico di tutto quello che è successo tra di noi.

 

Sembra quasi di conoscersi per la prima volta. Non c'è stata la sera al falò, non c'è stato il pugno, gli incontri poco piacevoli, le provocazioni e le battute. Siamo solo due giovani adulti che parlano di cose che hanno in comune. E devo dire che la cosa mi sta piacendo molto. Ogni tanto mi giro verso Grant che sta con le cuffie e sonnecchia beatamente. Questo ragazzo ha l'abilità di addormentarsi rapidamente e ovunque. Beato lui.

 

 

“Mio dio ma sei un cliché che cammina” mi fa Grayson sorridendo mentre mi restituisce i fumetti che aveva nello zaino. Si perché mentre discutevamo ha insistito per vedere la mia scorta.

 

“Perché scusa?” gli domando mentre li rimetto nello zaino con estrema cura. Dopotutto sono sempre i miei preferiti.

 

“Ok analizziamo la cosa” inizia lui con finto tono saccente.

 

“Il tuo personaggio preferito è Jean Grey. Alla domanda con chi la preferisci in coppia mi hai risposto Scott Summers, e adesso te ne esci dicendo che non sopporti Wolverine. Ecco perché sei un cliché. Non li sopporti proprio i cattivi ragazzi eh?” finisce con un sopracciglio in alto.

 

“Non è che non sopporto i cattivi ragazzi, e che non suscitano in me nessun interesse” gli rispondo sorridendo sghembo “non sono una di quelle ragazzine invasate dagli ormoni che vogliono essere trattate male solo per deprimersi e lamentarsi con l'amica di turno”.

 

Correlo la mia spiegazione con tanto di imitazione di classica tipa delusa ma troppo stupida per lasciar perdere.

 

“È solo che secondo me per certe cose non vale la pena lottare sempre. Specialmente se a farlo sei solo tu” finisco guardandolo dritto negli occhi. Ok forse questa cosa che ho detto è stata più una frecciatina riferita a lui che una vera è propria riflessione, ma spero che non se ne accorga.

 

“Wow” mi fa il verso lui “profondo” dice subito dopo “Ma resta il fatto che Wolverine è il migliore” esclama lui e fa la linguaccia come un bambino quando non ha più come ribattere. Che la frecciatina l'abbia effettivamente punto? Meglio cosi.

 

“Va bene ti lascio alla tua lettura” mi fa subito dopo e si gira in avanti.

Mi rimetto a leggere anche io.

 

 

 

Dopo una buona mezz'ora il pullman entra in aeroporto e la professoressa ci dice di prepararci per scendere a prendere le nostre cose. Sveglio Grant che continuava a dormire beatamente e iniziamo a scendere.

 

L'aeroporto non è molto grande e quindi ci sistemiamo tutti quanti in angolo della hall in attesa del nostro turno per prendere i biglietti e fare l'imbarco. Controllo la schermata con gli orari degli aerei e il nostro non dovrebbe fare ritardo, meglio cosi.

 

Sento Grant affianco a me che sbadiglia rumorosamente.

 

“Non dirmi che sei riuscito a dormire anche nel pullman” gli fa Caroline.

 

“Ovvio che ci è riuscito, non vedi che faccia che ha?” le risponde Jane sorridendo e indicando la faccia ancora assonata del nostro amico.

“No sul serio amico, prima o poi dovrai insegnarmi come si fa” chiede Chris che intanto ci ha raggiunti. Ridiamo tutti quanti mentre quei due iniziano a darsi colpi a vicenda.

 

“Ragazzi andiamo è il nostro turno per il check e poi ci imbrachiamo” ci chiama a voce la professoressa Birghem.

 

Scrivo a mamma che stiamo per partire e ci avviamo verso la reception.

 










Get ready for what's coming next. See Ya!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** La Vie En Rose ***


 

Capitolo 13 La Vie En Rose

 

 

 

 

 

 

Quand il ma prend dans ses bras
Il me parle tout bas
Je vois la vie en rose

Il me dit des mots d'amour
Des mots de tous les jours
Et ca me fait quelque chose

 

 

 

Siamo finalmente atterrati all'aeroporto Charles De-Gaulle. Mi fiondo giù per le scale mobili senza aspettar nessuno. Sono impaziente. Tutto attorno a me c'è gente che scalpita e corre, chi parla a telefono e chi sonnecchia nella sala d'attesa. Certo anche in America sono pieni di persone che hanno il loro da fare ma cavolo sono dall'altra parte dell'oceano e sembra tutto cosi nuovo.

 

Fuori ci sta aspettando il pullman che ci accompagnerà nel nostro albergo dopo di che vedremo il da farsi. Non vedo l'ora di andarmene in giro per tutto il pomeriggio. Voglio assaporare tutto quello che questa occasione mi offrirà.

 

L'albergo è davvero molto carino. Ho letto da qualche parte che la classificazione degli alberghi europea è diversa dalla nostra, il che noto che è vero. Questo negli States è sicuramente un 5 stelle. Anzi forse pure di più. La facciata principale e l'entrata sono contornate da rampicanti che si estendono per tutta la superficie, mentre tutto attorno e pieno zeppo di fiori di ogni genere. In lontananza scorgo anche quella che sembra essere una piscina con affianco delle composizioni intagliate nell'erba. Se l'esterno è stato allestito in modo molto naturale, l'interno è il regno dell'oro, dello sfavillio e dell'opulenza.

 

Tutto intorno alle pareti della hall ci sono dipinti maestosi di ogni genere, con delle rifiniture ai bordi e sotto scritte con dei nomi,. Sedie e tavoli che sembrano tanto antichi quanto preziosi decorano invece lo spazio per far sedere i clienti per aspettare il check.

 

La cosa che più mi balza all'occhio però è una rampa enorme di scale bianche, probabilmente fatte di marmo, con delle sfaccettature indaco al loro interno. Partono all'unisono per poi dividersi a metà strada in due corridoi che porteranno sicuramente alla camere. Mi chiedo cosa si possa provare e vivere in un posto del genere sempre, ad avere la possibilità di ammirare la bellezza di questo luogo costantemente .Finisco il mio giro turistico mal volentieri e raggiungo il gruppo per completare la procedura d'ingresso.

 

Dopo circa mezz'ora siamo già pronti per salire nelle nostre camere a lavarci e sistemarci per bene, dopo tutta la sfacchinata del viaggio. I professori hanno lasciato decidere a noi con chi stare in camera. Camere che erano divise in gruppi di 3, divisi a loro volta ovviamente tra maschi e femmine. Le ragazze hanno fatto subito gruppo ed essendo già in tre sono andate automaticamente in stanza insieme mentre noi poveri ragazzacci ci siamo dovuti dividere. Io Chris e un suo amico in una stanza mentre Grant Nate e un altro che non conosco bene in un'altra. Ci salutiamo e ci diamo appuntamento con tutti fra un paio d'ore per decidere cosa fare per il resto del pomeriggio e saliamo nelle rispettive stanze.

 

Anche la camera non è niente male. C'è un letto matrimoniale con uno singolo a destra. Bene io e Chris ci guardiamo già negli occhi e all'unisono lo prenotiamo con un “Matrimoniale” urlato a squarciagola. E a sinistra invece c'è un piccolo mobile con la lampada per la notte. Nel bagno ci sono due docce a cabina sistemate a poco spazio l'una dall'altra. Immagino che ce ne siamo due per farci fare il più presto possibile. Mentre fuori dalla finestra aperta noto che c'è una piccola terrazza con due sedie.

 

La vista fuori dalla finestra si affaccia sulla città e il panorama sono davvero meravigliosi. La torre si erge maestosa in lontananza mentre tutto attorno strade e vicoli si intrecciano.

 

“È splendido non trovi anche tu?” mi dice Chris appoggiando le mani sulla ringhiera del balcone e accendendo una sigaretta.

 

Lo imito anche io accendendomene una mia volta ed espirando il fumo fuori dl naso “Cavolo che si” gli rispondo.

 

 

“Che cosa vuoi fare dopo?” mi chiede dopo qualche minuto di silenzio.

“Semplice” gli faccio “Adesso mi fiondo in doccia, sistemo le prime cose e poi dritto ad esplorare la città” concludo tirando ancora dalla sigaretta. “Tu invece?” gli chiedo subito.

 

“Io invece non ho intenzione di muovermi da qui dentro almeno fino a stasera.” risponde lui buttando la sigaretta e stiracchiandosi. “Ho bisogno di dormire” conclude dopo.

 

“Eddai ma che noia che sei” faccio io punzecchiandolo al petto “hai tutto il tempo per dormire, Non vuoi venire con me a visitare tutti i posti romantici della città facendo finta di essere una coppia di ragazzi innamorati?” termino con un tono e uno sguardo fintamente romantico.

 

Lui sembra pensarci un po' e corruga lo sguardo passandosi una mano sul mento.

 

“Perché dobbiamo fare finta?” mi chiede subito dopo “Non possiamo provarci per davvero?”









Eccoci qua con il nuovo capitolo. Mi prendo un momento per esprimere tutta la mia gratitudine verso chi legge la mia storia. Sono davvero felicissimo di come stanno andando le cose, e continuerò a metterci tutto il mio impegno. Grazie mille a tutti e See Ya!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** No frauds ***


Capitolo 14 No Frauds

 

 

 

 

Lo sto guardando con un'aria stranita e confusa da più o meno dieci minuti. Lui sembra accorgersi della perplessità del mio sguardo ma non fa niente, anzi incrocia le braccia al petto e si appoggia sul muro. Continuiamo a osservarci per un altro po' quando ripreso il contatto con la realtà mi faccio coraggio.

 

“Ma stai scherzando?” gli faccio, a metà tra una domanda e una affermazione. Non so perchè ma questa cosa mi sta abbastanza infastidendo. Provo emozioni contrastanti, e non so nemmeno dare loro una definizione. Lui non batte ciglio, anzi scrollando le spalle si limita a dire un semplice no.

 

“Cioè fammi capire bene” riprendo io iniziando a girare per la camera “Tu mi stai chiedendo se vogliamo fare coppia?”

“E me lo chiedi cosi? Di punto in bianco?”

“Cioè non so cosa rispondere davvero”

“Ovviamente sono lusingato ma ci dovrei pensare”

 

Sono in preda al panico e senza capirne il perché. Mentre parlo a vanvera continuo a fare avanti e indietro. Cammino talmente tanto che a breve arriverò al piano di sotto perché sono sicuro consumerò il pavimento.

 

Al decimo giro o giù di li mi fermo e mentre mi passo una mano tra i capelli mi giro a fissarlo aspettando che dica qualcosa. Lui di un punto in bianco inizia a ridere.

 

“Dovresti vedere la tua faccia adesso” borbotta lui fra le risate.

 

Io continuo a fissarlo inebetito.

 

“Ma io adesso ti prendo a pugni in faccia” gli faccio con un grugno.

 

Lui cerca in tutti i modi di riprendere un contegno quantomeno decente. Dopo altri 5 minuti di risate trattenute a malo modo finalmente ci riesce.

 

“Scusa dovevo fermarti prima ma davvero è stata una scena troppo divertente” fa lui come se niente fosse successo. In effetti niente è successo ora che ci penso, certo a parte il mio vaneggiare, ma quella è un'altra storia.

 

Io in tutto ciò continuo a non capire. E glielo faccio capire continuando a fissarlo e esortandolo a parlare facendo il gesto di andare avanti con le mani.

 

“Intendevo perché fare finta di divertirci” dice lui semplicemente.

 

“Ah” è tutto quello che esce dalla mia bocca. Mentre mi sento pervadere dall'imbarazzo e la vergogna più totale.

 

“Eh” mi risponde lui di conseguenza sorridendo. “Come cazzo hai fatto a non capirlo prima rimarrà un mistero” riprende ridendo beatamente mentre si gratta la testa.

 

“Beh potevi essere anche più specifico tu eh” lo rimprovero mentre mi costringo a fare altre cose per distrarmi, e farmi passare questa faccia da ebete che ho. Passiamo dei minuti in silenzio mentre io sistemo la valigia e lui controlla il suo cellulare.

 

“Mi vado a lavare va” mi avverte lui mentre con un balzo atletico si alza dal letto, prendendo dei vestiti nuovi dalla valigia. Mi passa affianco e con un gesto affettuoso mi scompiglia leggermente i capelli prima di chiudersi la porta del bagno dietro.

 

Io di rimando mi lascio andare sul letto e la mia mente inizia a farsi strane paranoie. Non sono un adolescente alle sue prime armi quindi non avrei dovuto reagire cosi, eppure. Non ho mai pensato a Chris in quel modo. Certo non nego che sia un bellissimo ragazzo anzi, probabilmente in altre occasioni non mi sarei fatto alcun problema a provarci, però questa volta è diverso. Sarà che siamo amici, sarà appunto che si è dimostrato davvero un amico eccezionale. Non vorrei che provando ad andare oltre l'amicizia poi il nostro rapporto dovesse interrompersi in modo molto brusco.

 

Mentre continuo il mio dialogo interno la porta del bagno si apre improvvisamente. Chris ha finito la sua doccia e adesso si è steso sul letto affianco al mio. Ma quanto cazzo sono stato fermo a fissare il soffitto? Mi alzo di botto e mi dirigo in bagno con le mie cose.

 

In bagno ci sono stato più del previsto. Sotto la doccia non ho fatto altro che pensare all'incidente ,se cosi posso definirlo, di prima. Non riesco davvero a spiegarmi quella mia reazione esagerata. Mentre mi vesto decido che non posso risolvere niente adesso, cosi siccome il resto della giornata è libero, opto per andare a fare un giro per la città. Ho chiesto di nuovo a Chris se volesse venire con me ma la sua risposta non è cambiata.

 

Avverto la professoressa di riferimento che sto uscendo e uscito fuori dall'albergo, cerco nello zaino la guida che mi ha comprato mamma prima di partire. È una di quelle guide per turisti, dove ti segna luoghi di interesse e cazzate cosi. È dotata anche di una mamma di tutta Parigi nello specifico, e di una meno dettagliata della Francia in generale. Mentre la consulto non posso non sentirmi come l'avatar di un gioco Pokemon, che figata assurda.

 

Decido più o meno il percorso che devo fare e mentre ripongo il libricino nello zaino una voce dietro di me mi chiama.











Hold on, we're close. See Ya!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Champagne Feelin' You Should Taste It ***


Capitolo 15 Champagne Feelin' You Should Taste It

 

 

 

 

Non ci credo. Mi si è incastrata la fottuta cerniera dello zaino e adesso non ne vuole sapere di andare ne avanti ne indietro. E quando doveva succedermi una cosa del genere? Proprio quando mi sono girato per vedere chi fosse, e mi sono trovato davanti la faccia di Grayson. Ma perchè mi chiedo ogni qualvolta che devo avere a che fare con lui debbano succedere tutte queste stranezze. Non posso per una volta sembrare una persona normale?

 

Ovviamente lui non può venire ad aiutarmi. Assolutamente no. Se ne sta li con una sigaretta in bocca e una mano poggiata sui fianchi a godersi tutta la scena, lasciando andare qualche risatina ogni tanto. Dopo quella che sembra un'eternità la fottuta cerniera decide di andare per il verso giusto e riesco a chiudere lo zaino, cosi mi rivolgo a lui e gli chiedo se la scena è stata di suo gradimento.

 

“Sai” mi fa lui avvicinandosi e alzando gli occhiali da sole, “fai proprio ridere. In senso buono naturalmente” conclude con un occhiolino.

 

“Oh tu si che sai come fare i complimenti alla gente” gli faccio mentre mi appresto a raggiungere il marciapiedi per incamminarmi “M fai sentire cosi speciale ogni volta che parliamo” concludo alzando il dito medio e mettendo su un ghigno che cerco di rendere più fastidioso possibile. Grayson non sembra accusare minimamente anzi mi risponde che è una sua dote naturale e mi affianca iniziando cosi a camminare con me.

 

“Scusami che diavolo vorresti fare?” lo blocco subito alzando un sopracciglio.

 

“Non posso di certo lasciarti andare in giro per una città che non conosci” fa lui mettendosi una mano sul cuore.

 

“Certo perché tu invece la conosci la città no?” faccio guardando avanti. Non voglio assolutamente cedere e guardarlo negli occhi. Non voglio che noti che sono abbastanza a disagio in questo momento.

 

“Per tua fortuna si” mi risponde prontamente lui. Grandioso penso.

“Sai i miei genitori amano viaggiare” riprende “Cosi è capitato che qualche estate l'abbiamo passata qui” conclude.

 

È capitato. Lo dice come se fosse una cosa che succede tutti i giorni.

 

“Mio Dio sei cosi avanti” mi lascio scappare pentendomene subito dopo.

 

Abbiamo camminato per un'oretta abbondante. Io ovviamente entusiasta di tutto quello che i miei occhi vedevano l'ho bombardato di domande sui monumenti e luoghi della città, mentre lui quasi come una guida turistica che fa questo mestiere da una vita mi rispondeva a tutto.

 

Sinceramente non pensavo avesse una conoscenza cosi vasta. Certo un conto è sapermi dire il nome di una pizza o di una statua un altro è saper raccontare la sua storia. Forse non dovevo giudicarlo troppo presto? Se solo la prima volta che l'ho incontrato e, tutte le volte appresso aggiungo, si fosse mostrato cosi, magari adesso avremmo un rapporto completamente diverso.

 

Mi chiedo quale sia davvero la sua storia e se magari un giorno potrò conoscerla.

 

“Di la c'è un caffè che fa dei cornetti buonissimi” mi dice indicando un locale più avanti e ridestandomi da i miei pensieri “Non è ora di colazione ma magari potrebbe esserne rimasto qualcuno. Ti Va?”.

 

Acconsento subito per due motivi. Uno perché ho un languorino allo stomaco che si sta facendo sentire già da un po', due perché sono stanco e vorrei sedermi da qualche parte.

 

Sfortunatamente ne è rimasto solo uno (ma che cliché) e quindi dobbiamo dividercelo. Ho lasciato fare tutto a lui perché ho scoperto che parla il francese e anche motto bene, e quindi la comunicazione è molto più facile.

 

Seduti a tavolo spezzo il cornetto e iniziamo a consumare la nostra consumazione mentre cala un silenzio imbarazzante. Io non ho il coraggio di aprire bocca ne tanto meno saprei cosa dire e quindi mangio e distrattamente guardo fuori. Lui scorre col dito sullo schermo del telefono e sembra immerso in chissà cosa.

 

 

Dopo una manciata di minuti la situazione inizia a pesarmi cosi per sbloccarla decido gi giocarmi la carta dell'ironia.

 

“Sai penso che ricorderò questa come una splendida giornata” inizio.

 

“Ah si?” mi risponde Grayson alzando lo sguardo dal telefono.

 

“Assolutamente” incalzo io “Non capita tutti i giorni di averti di fronte a me, muto e inerme. Quando stai zitto dai proprio il meglio di te” concludo sorridendo.

 

“Chi ti dice che io sia inerme” si affretta a rispondermi “Non sai cosa ho fatto mentre stavo zitto” conclude alzando le braccia in aria.

 

Io lo guardo in modo abbastanza interrogativo e di tutta risposta lui mi porge il telefono mostrandomi la pagina aperta sul sito di un ristorante con sotto scritto prenotazione confermata con successo. Alzo lo sguardo verso di lui mentre continuo a non capire.

 

“Abbiamo la serata libera stasera no?” mi chiede come se tutto ciò non fosse abbastanza ovvio. Io rispondo con un flebile si iniziando a capire dove vuole andare a parare, però stavolta non dico nulla. Già mi è bastata la figura di merda di prima con Chris.

 

“Bene. Ho prenotato una cena per noi stasera al Ciel De Paris” continua rimettendo a posto il cellulare “E nel caso te lo stessi chiedendo è un ristornate super lussuoso che offre una vista spettacolare della città” termina con un sorriso sornione, evidentemente fiero della sua opera.

 

“E perché lo avresti fatto?” gli faccio mentre la stizza inizia già a farsi sentire.

 

“Perché mi va e perché posso” mi risponde con tutta calma.

 

“E cosa ti fa credere che io accetti?” domando cercando di mantenere ancora la calma. Voglio vedere proprio dove arriva.

 

“Hai di meglio da fare?” chiede puntando il suo sguardo fisso su di me.

“Non penso rifiuterai un'occasione del genere” aggiunge subito dopo.

 

 

“Un'occasione del genere?” Ok basta sbotto. “Scusami credi sia una escort che puoi pagare con cene lussuose o cazzate varie? Hai almeno pensato per un momento a chiedermi se mi andava prima di organizzare tutto?

 

Lui mi guarda dubbioso e questa cosa mi fa andare in bestia definitivamente.

 

“Cazzo ma con chi credi di avere a che fare? Non puoi comportarti per una volta come una cazzo di persona sana di mente e chiedere le cose con gentilezza?” dico mentre prendo il portafogli dallo zaino e faccio per andare verso la cassa.

 

“Posso decidere se pagare io oppure anche su questo hai già deciso tu?” gli chiedo.

“Accomodati pure” è la sua risposta con tanto di indicazione su dove sia il bancone per pagare.

 

Stronzo bastardo maledetto. Pago e lascio il locale più in fretta che posso.













Hello everyone. Parto col dire che mi scuso infitamente per il ritardo nel aggiornare questa storia. La verità è che ho avuto un blocco creativo non indifferente, e molte volte ho pensato di mollarla al suo destino. Non avevo più idee ne stimoli che mi facessero andare avanti. Poi però mi sono messo a riflettere e a far calmare le acque e ho deciso di dare a questa storia e a me stesso una seconda possibilità, e cosi eccomi tornato. Perdonate il ritardo.  Vi auguro uno splendido 2020, possano tutti i vostri sogni realizzarsi. Buona lettura. See Ya!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Freakshow ***


Capitolo 16 Freakshow

 

 

 

Sono una furia. Mentre cammino per tornare in hotel sono convinto che mi esca del fumo dalle orecchie, letteralmente. Ma come si può essere cosi arroganti? Davvero ma chi si crede di essere? Deve sempre rovinare tutto. Non poteva semplicemente chiedermelo? Magari avrei anche accettato. Pensandoci bene certo che lo avrei fatto, perché chi cavolo si farebbe scappare un'occasione del genere? Ok basta sto divagando.

 

Fortunatamente al mio rientro in stanza Chris non c'è mentre il suo amico se ne sta comodamente sdraiato sul letto e quasi mi ignora. Gli scrivo un messaggio avvertendolo che sono tornato poi mi fiondo anche io sul letto per ascoltare della musica e rilassarmi.

 

Mentre in riproduzione casuale parte Ghost di Ella Henderson controllo i messaggi che ho sul gruppo con tutti gli altri.

 

Stanno tutti bene e sono indaffarati nel sistemare bagagli eccetera. Chris non ha inviato nessun messaggio e mi chiedo dove diavolo possa essere andato. Sono molto indeciso se raccontargli l'accaduto o meno vista la sua reazione la volta scorsa. Non vorrei toccare un tasto dolente. Che poi non so nemmeno se effettivamente sia un tasto dolente o meno però mi da questa sensazione. Va beh inutile pensarci adesso, se si presenterà l'occasione vedrò il da farsi.

 

 

 

M sveglio di colpo sentendo il mio telefono squillare, maledizione devo essermi addormentato. Allungo il braccio verso il comodino e vedendo il nome di mamma sullo schermo rispondo senza troppi indugi. Ci parlo per una decina di minuti, mi chiede le solite cose, stai bene, come è andato il viaggio, che fai questa sera e cazzate cosi. Dopo aver risposto a tutte le sue domande la saluto frettolosamente perché inizio ad avvertire un mal di testa allucinante. Ma che ore sono? La sveglia del telefono segna le 20:35. Cazzo ho dormito due ore filate. Ho bisogno assolutamente di rinfrescarmi.

 

Mentre sono in bagno a sciacquarmi la faccia sento la porta della camera aprirsi e la voce dell'altro nostro compagno di stanza chiedere se ci fosse qualcuno. Bagno urlo sperando di farmi sentire. Deve essere cosi dato che mi risponde con un ok.

 

Esco dal bagno e lo trovo sdraiato sul letto.

“Ehi ciao” gli faccio avvicinandomi con un sorriso cordiale “nemmeno abbiamo avuto modo di presentarci mi Chiamo Sebastian” concludo porgendogli la mano.

 

“Leslie, come butta?” risponde ricambiando la stretta di mano. Che bel nome Leslie.

 

“Per caso sai dove è finito Chris?” domando mentre mi cambio la maglietta.

 

“È giù nella hall con alcuni amici suoi, mi ha chiesto di dirti se lo raggiungevi” Deve essere sicuramente con tutti gli altri. Lo ringrazio e mi accingo ad andare da loro.

 

Seduti sui divanetti ci stanno Jane, Caroline, Grant e Chris, mentre non vedo Reb e Nate.

 

“Ciao bella addormentata”mi fa subito Caroline non appena mi vede.

“È venuto un principe a svegliarti con un bacio?” aggiunge subito dopo Jane. Incredibile il modo in cui queste due si completano le frasi a vicenda.

 

“Purtroppo no” ribatto “ci ha pensato mamma in versione strega cattiva a farlo” e tutti si mettono a ridere.

 

“Allora cosa avete nel pomeriggio?” chiede Grant. Ascolto le risposte di tutti gli altri mentre penso a cosa dovrei dire io. Arrivato il mio turno di rispondere decido di dire una mezza verità.

 

“Sono stato un po' in giro per la città niente di che” mi affretto a rispondere. Passo in rassegna tutti i loro volti per vedere che espressione fanno e sembra che non abbiamo altre domande del tipo con chi ecc, meglio cosi. Continuiamo a parlare del più e del meno per un altro po' quando a noi si aggiungono anche Reb e Nate.

 

“Ragazzi non so che piani avete per stasera ma fareste bene a cancellarli tutti” esordisce Nate.

 

“Esatto” segue un'entusiasta Reb “alcuni ragazzi che conosciamo dell'altra classe faranno una festicciola nella loro camera e ci hanno chiesto di partecipare” conclude poi sorridendo a trentadue denti,

 

“Ovviamente ci hanno detto di portare chi volevamo e quindi abbiamo subito pensato a voi” aggiunge poco dopo.

 

“Nah passo sono troppo stanca” risponde Caroline facendo il segno dello sbadiglio.

“Vi abbandono anche io” si accoda Grant.

 

“Eddai ragazzi ma siete di una noia mortale” li punzecchia scherzosamente Jane dando il suo consenso.

 

“Contate pure su di me” dico a i due innamorati. Magari una festa è proprio quello che ci vuole per distrarmi e tirarmi su di morale.

 

“E ovviamente anche su Chris” aggiungo prendendomelo sotto braccio.

 

“Cosa? No. Ma non ci pensare neanche sono stanco anche io” si lamenta subito lui mentre cerca di divincolarsi dalla mia presa.

 

“Non esiste proprio” ribatte Nate.

 

“Ci invitato ad una festa e tu vuoi rifiutare?” aggiunge Reb.

 

“Dai vedrai che ci divertiremo” gli faccio rivolgendogli un sorriso sincero.

 

Un paio di ore dopo mi sarei accorto di quanto cazzo mi stavo sbagliando.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 


 

Sono incommentabile lo so. Non uccidetemi vi prego. Dopo 5 Mesi ho finalmente aggiornato questa storia che devo essere sincero avevo abbandonato. Poi d'improvviso un paio di giorni fa l'ispirazione è venuta a bussare alla mia porta, ed eccomi di nuovo qua. Ho alcune cose da dirvi. per prima cosa voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto, commentato ecc la mia storia. 300 visualizzazioni è un grande traguardo per me, che devo essere sincero non pensavo neanche di arrivare a 100.  Come utima cosa, so che stiamo attraversando un periodo di merda e che siamo tutti stressati e preoccupati, ma vi prego, rispettiamo tutti le regole e inondiamoci di senso civico e rispetto, verso di noi in primis e poi verso il prossimo, perchè solo cosi andrà tutto bene. Un abbraccio, See Ya!!!

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3846701