Soramonogatari

di Azothic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il fulmine a ciel sereno di Kyoto - Partenza ***
Capitolo 2: *** Il corvo di Natsumi - Tragedie ***
Capitolo 3: *** Il corvo di Natsumi - Monete ***
Capitolo 4: *** Il corvo di Natsumi - Rituale ***
Capitolo 5: *** Il corvo di Natsumi - Conclusione ***



Capitolo 1
*** Il fulmine a ciel sereno di Kyoto - Partenza ***


Cadde dal cielo, in un'afosa giornata di Giugno. Il suo impatto con il cemento si poté udire a metri di distanza dal luogo dello schianto, come un fulmine a ciel sereno. Quando le autorità andarono a controllare l'artefice di un tale rombare non trovarono nulla e la strada che si presupponeva avesse subito in pieno quel fragore era rimasta intatatta, inquietantemente liscia e senza alcun tipo di crepa, quasi come se fosse stata appena rifatta. 

Il "Fulmine a ciel sereno di Kyoto", così denominato dai giornali, non era altri che Sora Miura: un esorcista in erba in viaggio per lavoro, finito inspiegabilmente nella "città dei mille templi" in seguito ad un fenomeno di origine soprannaturale che, ai tempi, neanche lui riuscì a spiegarsi.
Accompagnato dalla sua fedele valigia nera e con la folta chioma rossa zuppa di sudore non si perse d'animo, ed il giorno stesso, dopo essersi ripreso dalla botta, si stabilì in uno dei tanti templi nella periferia della prefettura, circondato da un luogo sacro ma ormai in rovina non poteva fare a meno di sentirsi a casa, cullato dalla nostalgica atmosfera che il luogo gli trasmetteva ogni volta che alzava gli occhi al cielo, ed inoltre, dato la posizione sopraelevata nella quale si trovava il tempio, il cielo che si trovava ad osservare gli appariva sempre più maestoso ad ogni sguardo.

Non si mise a fare troppi preparativi prima di comunicare l'apertura della sua attività al resto dei cittadini, anzi, l'unica cosa che fece fu piazzare un sigillo cartaceo sulla porta in legno all'entrata del tempio, un oggetto piccolo quanto efficcace per respingere, anche se solo in parte, gli spiriti più infimi con intenzioni ancora più infime.

Preparato quello che sarebbe stato da quel giorno in poi il suo posto di lavoro decise di dare un'effettiva occhiata al tempio, e per sua fortuna, quello che trovò non fu nulla di disastroso: la struttura in legno, oramai vecchia di qualche decennio, aveva retto sorprendentemente il passare degni anni, probabilmente grazie alla poca affluenza di persone e animali nella zona; il tetto era parzialmente crollato, ma nell'angolino che aveva deciso sarebbe stata la sua camera da letto gli era concesso di vedere il cielo, uno spiraglio quasi piacevole che dava sulle stelle durante la notte; a parte qualche insetto e varie zone dell'edificio ricoperte da foglie e polvere il luogo non era male, anzi, per gli standard di Sora, sarebbe stato quasi definibile "vivibile".

Quando finì di sistemare i suoi averi nella sua nuova casa si fecero le sei in punto del pomeriggio, e con il sole ancora alto in cielo per colpa delle ore di luce estive, decise di scendere in strada per affiggere qualche volantino quà e là, non che li avesse prodotti lui, ovviamente, ma in quella valigia nera che trattava come una figlia teneva tutto ciò che gli sarebbe potuto tornare utile, e tra questi, c'erano proprio i volantini e i biglietti da visita.

Con i fogli tra le braccia e la schiena dritta, dovette affrontare il suo primo grande ostacolo: le scale, una rampa che dal basso verso l'alto gli sembrò infinita e che, dall'alto verso il basso, gli sembrava condurlo negli inferi. Dopo aver preso un profondo respiro ed aver pensato a quante cose belle la vita gli potesse ancora offrire iniziò a scendere gli scalini in pietra, uno dopo l'altro fino all'ultimo, con la costanza e la cura di una lumaca a non far cadere nessun foglio. Dopo cinque minuti passati a scendere scale arrivò finalmente a toccare un marciapiede, e dopo altri due minuti passati a riprendere fiato, subitò si avventurò per le strade di quella città a lui del tutto nuova.

Sora è un tipo che ama guardare il cielo, non la terra, per questo non si soffermò ad ammirare gli splendini ambienti urbani intorno a lui, piuttosto, concentrato sul lavoro, si limità ad affissare i volantini su diversi pali delle luce, con la precisa regola che non se ne dovesse vedere più di uno girato ad ogni angolo. E gira gira, attacca attacca, che finì per farsi sera tarda, ma quello che gli aspettava non era di certo il riposo, no, infatti tra le braccia gli era rimasto ancora qualche foglio, che dopo un profondo sospiro in preda all'isteria e alla voglia di farla finita, decise di attaccare.

<< Mi scusi >>

L'esorcista si era fermato un attimo a riprendere fiato che subito il lavoro lo incalzò prepotentemente, avvicinando a lui una ragazza dai capelli corti e dagli occhi verdi con due smeraldi

<< Si? >>

Rispose Sora, dopo aver tirato l'ennessimo ed esplicito sospiro della giornata, non che non gliene fregasse di cosa avrebbe potuto pensare il cliente a vederlo così seccato e poco predisposto, ma quella giornata lo aveva veramente, ma veramente, spinto al limite.

<< Lei è un esorcista, vero?L'ho vista appendere questi volantini in giro poco fa, il tempo di leggerli ed ho deciso di rivolgermi direttamente a lei >>

Il tono della ragazza, di tutta risposta al sospiro dell'uomo, si attenuò diventando quasi timido, aveva abbassato la voce probabilmente terrorizzata dall'idea di aver disturbato l'esorcista in un momento così sensibile della giornata, in fondo, avrebbe anche potuto prendere un volantino e chiamare domani.

<< Oh, un cliente. Mi dica mi dica >>

Subito sul volto di Sora si accese un sorriso, sollevò la schiena pesante dal muretto al quale si era appoggiato e si girò verso la ragazza, stringendo i volantini rimasti al petto.

<< Non avrei voluto disturbarla ora, è una situazione complicata e che va avanti da molto tempo. Ma non penso di poter continuare fino a domani, per caso lei è disponibile per un...hem... >>

<< Colloquio >>

<< Si, un colloquio >>

Sora scosse rapidamente il polso e controllo l'orologio che teneva al attorno ad esso, nonostante stesse sforando enormemente dal suo normale orario, per questa volta, il suo primo giorno, e solo per questa volta decise di aiutare la ragazza.

<< Va bene, ma facciamo in fretta. Se è come dici tu, questa situazione potrebbe peggiorare man mano che il tempo va avanti >>

<< Certamente! >>

La ragazza sorrise genuinamente e ricambiò la gentilezza dell'esorcista con un inchino, per poi, iniziare a seguirlo verso il tempio.
Passato qualche minuto, forse per la stanchezza forse per l'ora, Sora si accorse di non aver fatto un domanda fondamentale, uno di quei quesiti che una persona come lui deve subito porre quando tratta con clienti così particolari

<< I tuoi genitori sono al corrente della faccenda? >>

<< Si... >>

L'affermazione poco convinta della ragazza lo fece dubitare, ma continuò comunque a camminare, di risposta rafforzò il tono di voce per far leva sul carattere timido della ragazza

<< Ovviamente. Almeno puoi pagare per i miei servizi? >>

<< C-certamente! >>

Il dolce profumo dei soldi, L'esorcista lo sentiva anche quando non li aveva direttamente in mano, eppure, erano quel fattore magico che gli permetta di dimenticarsi di tutto il resto. Arrivati all'inizio delle scale che conducevano al tempio successe qualcosa di insolito, anzi unico.

<< Oh...una moneta! >>

<< Hum? >>

Col fermarsi della ragazza per raccogliere lo  yen, Sora non si trattenne nel dare un'occhiata sotto la gonna della ragazza, e quella che ad uno spettatore esterno sarebbe sembrata una vite arruginita che si stava attorcigliando su stessa, ad un occhio pi attento appariva l'esorcista in cerca della posa perfetta per poter dare un'occhiata all'intimo della ragazza: non lo avesse mai fatto. 

Un improvviso fragore.

La terra iniziò a tremare.

Il tempo per l'uomo di alzare lo sguardo verso qualcosa di più importante che venne travolto da una frana.

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Capitolo 2
*** Il corvo di Natsumi - Tragedie ***


Natsumi Ikeda, questo è il nome della ragazza prodigio del liceo Nakamura perseguitata dalla fortuna.

Il corvo del club di calcio femminile.

Natsumi divenne nota nella sua scuola dopo le strane circostanze che gli permisero di entrare nel club di calcio, infatti, prima di allora, la ragazza non aveva mai avuto interesse nell'attività sportive offerte dal suo liceo, e dopo un improvviso arrivo nella squadra titolare come sostituta della punta d'attacco, Natsuki Hashimoto, non portò altro che vittoria e fama alla sua squadra.

Il soprannome "Corvo" non gli venne affibbiato per qualche caratteristica fisica, la ragazza era infatti nota per i suoi grandi occhi verdi e di certo i suoi capelli color nocciola non potevano essere definiti "corvini", no, questo spiacevole nomignolo gli venne dato dopo l'incendio che colse casa Ikeda, come una pira fatta all'aria aperta la casa bruciò per ore ed ore avvolta da una fuoco soprannaturale, l'unico superstite del disastro fu proprio lei: Natsumi Ikeda, della quale anche i vestiti vennero trovati bruciati, ma il corpo della ragazza, al suo risveglio, era rimasto illeso a parte qualche piccola traccia di cenere. Alcuni potrebbero dire si trattò di un colpo di fortuna, ma quante volte può la fortuna colpire la stessa persona?Come un pugno sul viso, dopo solo qualche settimana dall'incendio, la fortuna la colpì ancora e, la ragazza a cui faceva da sostituta, venne annunciata morta in seguito ad un incidente stradale: rendendola ufficialmente la punta d'attacco della sua squadra.

Era un'afosa giornata di Giugno quando decise finalmente di rivolgersi a qualcuno, stanca di vedere le persone intorno a se cadere una dopo l'altra in seguito a circostanze così bizzare. Accompagnata e sostenuta dalla sua migliore amica, Natsumi decise di finire in anticipo gli allenamenti quel giorno, e al costo di stare in giro fino a tarda sera, avrebbe trovato qualcuno in grado di aiutarla. Per sua fortuna la ragazza trovò uno scorbutico esorcista disposto a risolvere il suo problema, ma ora, anche lui, che divenne così gentile davanti ad una tale richiesta si ritrovava in una situazione morale: travolto da massi della grandezza di un armadio.

Arrivati ai piedi della lunga scalinata che conduceva al tempio nel quale si era stabilito Sora,  il terreno si scosse improvvisamente, ed in seguito ad un forte fragore, l'ambiente intorno a loro ebbe un cedimento, o meglio, l'ambiente in torno all'esorcista lo ebbe: una serie di macigni presenti chissà da quanto sul fianco di quella ripida collina decisero, di punto in bianco, di prendere a rotolare, finendo per prendere in pieno l'uomo

<< Che botta. Un terremoto? >>

Natsumi dall'improvvisa scossa sismica venne solo sfiorata, e cadde sulle ginocchio.

<< Hum?E questa? >>

Dopo aver guardato meglio la moneta che aveva raccolto si accorse che questa avesse qualcosa di insolito: su di essa vi era incisa la raffigurazione di un bizzarro corvo con tre gambe, e lo stato generale della moneta indicava fosse molto più antica del tempo corrente.

<< Lei sta bene, signore? >>

Che stupida, si era fermata ad esaminare la moneta ed aveva completamente dimenticato il suo accompagnatore. Mise di fretta e furia la moneta nella cartella e poi si girò di scatto.

<< Signore...? >>

La ragazza si guardò perplessa attorno e poi venne colta da un brivido, che avvertì percorrergli la schiena solo dopo che qualcosa di caldo gli toccò le scarpe: tingendole di rosso.

<< Chiudi gli occhi... >>

La voce debole dell'esorcista le attanagliò il cuore, sapendo perfettamente che quella non si trattasse di una coincidenza.

<< C-chiamo subito un'ambulanza, l-lei cerchi di tenere gli occhi aperti! >>

L'esorcista era stato preso in pieno da uno dei macigni rotolanti, e solo dopo esser riuscito a salvare la testa si accorse di essere spacciato: l'impatto con l'ammasso roccioso era riuscito a fratturargli la cassa toracica e le ossa spezzate gli erano penetrate nei polmoni, non permettendogli di respirare; la parte inferiore del suo corpo era stata completamente dilaniata dalle rocce, producendo quella chiazza di sangue che stava toccando i piedi della ragazza.

<< C-chiudi gli occhi... >>

<< Ma cosa dice?!Come faccio ad aiutarla in questo modo?! >>

<< Chiudi gli occhi... >>

La voce dell'uomo diventava man mano sempre più fioca, vivo per miracolo e lentamente stretto dalle braccia della morte. A dirla tutta, era un miracolo avesse anche solo le capacità di pronunciare una sillaba.

<< N-non voglio che qualcun'altro muoia per causa mia! >>

<< Chiudi gli occhi... >>

Mentre gli occhi della ragazza si riempivano di lacrime l'esorcista non desistette dal dirle sempre la stessa cosa, con il sangue abbondante a colargli dalle labbra.

<< Ti...prego >>

Alle continue pretese del rosso la ragazza si sentì svenire, e con l'impossibilità di vedere a causa delle lacrime si arrese alla sua richiesta: cadendo debole sulle ginocchia e chiudendo gli occhi, felice di esaudire la richiesta di una morte dignitosa da parte dell'uomo.

<< grazie.. >>

Nell'istante stesso in cui la giovane chiuse gli occhi, dal corpo dell'esorcista scaturì un'improvvisa luce che avvolse tutto intorno a se, una luce così forte e calda da far sentire sentire la ragazza circondata dalle fiamme. Percependo un'ondata di calore così forte la ragazza pensò subito al peggio, sicura di essere ricoperta di sangue in seguito ad un grottesco risultato del macigno sul corpo dell'uomo.

<< Ehy, puoi aprire gli occhi ora >>

<< ... >>

<< Ragazzina, ho detto che puoi aprire gli occhi ora >>

<< ... >>

<< Non mi sarai mica svenuta, vero? >>

<< ... >>

<< Oh santo cielo.... >>

Quando il forte getto di luce scomparve così come era comparso, l'esorcista si ritrovò in piedi in condizioni impeccabili davanti la ragazza. Lentamente una ciocca della folta chioma rossa gli divenne grigia, e dal lungo soprabito nero iniziò a perdere, inspiegabilmente, una grande quantità di cenere ancora calda.

<< Peggio della sabbia bollente in un giorno di Luglio >>

Sora sbuffò come se nulla fosse successo, e dopo essersi tolto le scarpe riempite pienamente dalla cenere, prese  in braccio la ragazza a mò di sposa e si diresse verso il tempio: costretto a percorrere le scale con un peso in più.

<< Oh ragazzina, dovrai pagarmi un'extra per questo >>

Si disse tra se e se, mentre, sbuffando, la trasportava verso l'apice di quella collina.

Quando arrivarono al tempio la luna era ormai alta in cielo, maestosa e splendente anche più del sole stesso quella notte. Sora, sfiancato dalla scalinata, procedeva gobbo all'interno della struttura in legno e si poté rilassare solo dopo aver poggiato la ragazza vicino al centro della stanza.
In attesa del risveglio del suo cliente organizzò un piccolo falò circondato da rocce all'interno di quella struttura, solo un pazzo accenderebbe un fuoco in una struttura in legno vecchia d'anni, ma l'esorcista aveva i suoi metodi per controllare il propagarsi di quella fiamma così vivida.

<< D-dove sono... >>

<< Ben svegliata, principessa >>

<< S-signore!Lei è vivo! >>

<< Non muoverti, sei ancora debole. Devi riprenderti >>

<< M-ma io l'ho vista morire! >>

<< Ed io cosa ti ho detto? >>

<< "Chiudi gli occhi"... >>

<< Quindi non hai visto un bel niente >>

L'esorcista sorrise alla ragazza, seduto davanti al fuoco e con una gamba stretta al petto .

<< Allora, signorina... >>

<< Natsumi. Natsumi Ikeda >>

<< oh...piacere di conoscerti Natsumi >>

<< Il piacere è mio signor...Miura, giusto?Così ha scritto sui volantini... >>

<< Oh perfavore, sono una persona come te. Chiamami per nome se vuoi, sui volantini c'era anche quello >>

L'esorcista portò un braccio dietro di se e tirò una manciata di legnetti nel fuoco, ravvivandolo.

<< Allora signorina, se la sente di raccontarmi la sua storia?Alla fine, siamo qui per lavoro >>

Sorrise, Sora.

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Capitolo 3
*** Il corvo di Natsumi - Monete ***


<< Ti sei ficcata proprio in un bel guaio, signorina >>
 
Asserì l'esorcista.
 
<< è veramente così grave, Signor Miura? >>
 
<< Potresti aver scatenato l'ira di una figura divina. Quindi si, è "così grave". >>
 
S'incupì il tono dell'uomo, appesantito da pensieri di una sciagura imminente. Prese un profondo respiro e con gli occhi celesti fissi sulla fiamma vivida del focolare riprese a parlare, serioso.
 
<< Da ciò che mi hai raccontato la tua fortuna sembra derivare dalla sfortuna altrui...eppure non riesco a ricondurre nessuna delle tue azioni a qualcosa di "malvagio" o che possa far adirare uno spirito. >>
 
<< Quindi non c'è un rimedio?Sono destinata a vedere quelli attorno a me morire per il resto della mia vita? >>
 
L'esorcista scosse sicuro la testa.
 
<< C'è sempre un rimedio quando si parla di spiriti, la maggior parte delle volte la domanda non è "cosa" ma bensì "perché" >>
 
Natsumi abbassò lo sguardo, subito dopo aver unito le mani al grembo per rassicurarsi.
 
<< Cosa hai raccolto da terra prima?Ti ho vista chinarti >>
 
<< L'ho vista brillare ed ha attratto subito la mia attenzione, è una sorta di...moneta? >>
 
<< Potrei vederla? >>
 
Natsumi annuì e spostò gli occhi sulla propria cartella, immerse la mano al suo interno, per qualche secondo, e poi ne tirò fuori la moneta.
 
<< Ecco a lei >>
 
Allungò la mano verso quella di Sora e gli lasciò cadere la moneta sul palmo.
 
<< Cosa ti avevo detto riguardo la formalità? >>
 
<< Hum...mi scusi >>
 
<< Ancora >>
 
<< S-scusami >>
 
A Sora piaceva parlare mentre lavorava, a detta sua, questo lo aiutava a pensare più velocemente. Gli bastò qualche sguardo per capire la natura della moneta, il simbolo inciso su di essa e l'erosione dettata dal tempo gli fecero capire al volo in che cosa si fosse immischiato.
 
<< Uno Yatagarasu. >>
 
Esclamò.
 
<< Un che cosa? >>
 
<< Un corvo imperiale >>
 
<< Ed è un segno positivo?Da quel che so i corvi sono portatori di morte e malattia... >>
 
Nel descrivere quell'animale così nefasto la ragazza si portò la mano al cuore, stringendo la divisa nel palmo della mano.
 
Notava una certa somiglianza tra se e il volatile.
 
<< Non in questo caso. lo Yatagarasu, così come rappresentato su questa moneta, fa riferimento alla figura del corvo con tre zampe. Quando si tratta di spiriti non può andare mai tutto bene, per natura loro sono portatori di sventure a noi uomini, eppure, in questo caso, potrebbe non andare tutto così male come pensavo >>
 
<< Oh...per fortuna >>
 
Allentò la presa alla divisa e tirò un sospiro di sollievo, socchiudendo gli occhi.
 
<< Dimmi Natsumi, quante monete come questa hai trovato? >>
 
<< Con questa che ti ho dato sono tre, come mai me lo chiedi? >>
 
<< Per caso ti ricordi in che circostanze hai trovato le altre? >>
 
<< La prima l'ho trovata a casa mia e la seconda nella palestra della scuola >>
 
<< E questo non ti sembra strano? >>
 
<< Bhe...ora che mi ci fai pensare... >>
 
<< Cosa mi dici dei tuoi genitori?Loro ne hanno trovate? >>
 
Nessuna risposta.
 
Bingo.
 
<< Natsumi? >>
 
Di nuovo, nessuna risposta.
 
<< Se ho toccato un tasto dolente, mi dispiace. Ma devo saperlo >>
 
<< I miei genitori sono morti qualche giorno dopo che ho trovato la prima moneta ora che ci penso, stessa cosa per la ragazza che sostituivo al club di calcio... >>
 
<< Ed io sarei dovuto essere il terzo...colpito dalla frana improvvisa >>
 
L'esorcista si alzò la mano al volto, lisciandosi il mento spoglio con il fianco dell'indice.
 
<< Ora perlomeno abbiamo una visione completa della situazione >>
 
E finalmente si giustificò la risposta titubante della ragazza alla prima domanda che gli pose sulla sua famiglia, mentre si dirigevano verso il tempio.
 
<< Cosa devo fare per liberarmene, Sora?Se dovessi vedere qualcun'altro morire per colpa mia...non credo che reggerei il colpo >>
 
No, non lo reggerebbe, perfino l'esorcista era ormai consapevole della natura fragile e delicata della ragazza.
 
<< Il mio primo consiglio è non raccogliere le monete da terra, qualsiasi cosa ti capitasse di vedere per terra non raccoglierla, anche se palesamente non sembra una moneta non raccogliere niente da terra. >>
 
La ragazza annuì.
 
<<  Il secondo consiglio è quello di comprare un portafortuna, di qualsiasi tipo. Lo spirito, vedendo che hai già qualcosa a portarti fortuna e che rifiuti le sue offerte, potrebbe desistere e smettere di perseguitarti >>
 
Detto quello, l'uomo allungo la mano verso la cartella della ragazza e lasciò cadere al suo interno la moneta.
 
<< Riunisci tutte e tre le monete e torna da me domani, il rituale va fatto nel momento più caldo della giornata >>
 
<< Mezzogiorno? >>
 
<< Esattamente. Il momento culmine per il sole, quello in cui si mostra in tutta la sua bellezza...il nostro caro corvo dovrebbe apprezzarlo >>
 
Sorrise.
 
La ragazza ricambiò.
 
Entrambi percorsero nuovamente le scale, questa volta scendendole anziché salirle. La ragazza era ancora visibilmente scossa da ciò che aveva scoperto, e teneva il capo chino sugli scalini, tenendo la cartella stretta nella mano tremolante, Sora, al contrario, aveva un'aria più rilassata, felice di non star trovandosi ad affrontare l'arroganza di una figura divina. La notte non piaceva a l'esorcista, lo terrorizzava ad essere onesti, ma si offrì di accompagnare al ragazza fino all'inizio degli scalini per rassicurarla, toccato dalla sua serie di sfortunati eventi.
 
<< Dimmi Natsumi >>
 
<< Si, Sora? >>
 
<< Ti consideri una ragazza sfortunata? >>
 
<< Decisamente >>
 
Domanda stupida da parte dell'uomo, ma non era su quello che si voleva soffermare.
 
<< Vedi, gli spiriti come questo corvo si attaccano alle persone, o per meglio dire le "affliggono", per un motivo ben preciso. Potrei raccontarti il caso del Gatto Importuno, ma è ben diverso da ciò che stai passando te >>
 
<< Credo di aver perso il filo del discorso...dove vuoi arrivare? >>
 
<< Quello che voglio dire è che se lo Yatagarasu ha deciso di portarti "fortuna" è perché prima, evidentemente, non ne avevi. Fidati se ti dico che per attrarre uno spirito con la propria sfortuna bisognerebbe essere nati...non so...maledetti >>
 
Maledetti.
 
Natsumi si fermò a quella parola, diventando rigida sullo scalino di pietra.
 
<< Tranquilla, sarà per un'altra volta >>
 
Perfino Sora era dotato di compassione, sotto quella chioma di capelli rossi c'era davvero un minimo di intelligenza.
 
La ragazza riprese a camminare.
 
<< Senti Sora, visto che ormai ci stiamo interrogando a vicenda... >>
 
L'esorcista si lasciò sfuggire un sorriso, che stesse perdendo la sua professionalità? "No" si disse, scendere quei scalini lo annoiava e basta.
 
<< Dimmi, con tutto quello che ti ho chiesto hai diritto ad una domanda >>
 
<< Come sei sopravvissuto alla frana? >>
 
<< Che intendi?Non mi ha colpito >>
 
<< Smettila con questa scusa!Ti ho visto schiacciato da quel macigno! >>
 
Alzò il tono di voce.
 
<< Tutto quello che ho visto io era una ragazza svenuta, però >>
 
<< Non sviare il discorso! >>
 
<< Hai delle prove?Non so: foto, video... >>
 
<< Ho i miei occhi >>
 
<< Disse la ragazza perseguitata dallo spirito, dopo aver raccolto monete che solo lei poteva vedere. >>
 
Natsumi assottigliò lo sguardo. Non trovava alcuna argomentazione valida per riuscire ad incastrare l'esorcista, eppure, lei lo aveva visto con i suoi occhi: un uomo sulla trentina, in punto di morte e poi riusciva a ricordare solo un vuoto illuminato da un intenso bagliore. La ragazza si portò la mano alla testa, iniziando a sentirla pesante, non che non credesse più alla morte dell'uomo, di quello era sicura, ma effettivamente non aveva ricordo di come questo si fosse salvato, che fosse anche lui una sorta di creatura soprannaturale?Non ne sapeva abbastanza né per confermare la sua tesi né per smentirla.
 
<< Siamo arrivati >>
 
Esclamò Sora, schioccando qualche volta le dita davanti al volto della ragazza.
 
<< Ehy Natsumi, tutto bene? >>
 
<< Sto benissimo >>
 
La ragazza alzò la mano e scansò bruscamente quella dell'esorcista.
 
<< E allora vai piccolo corvo, spicca il volo verso casa. >>
 
Rise.
 
<< Sora >>
 
<< Dimmi >>
 
<< Grazie per l'aiuto che mi stai dando...ti pagherò il prima possibile >>
 
<< Non abbiamo ancora stabilito un prezzo, ma ora che mi ci fai pensare... >>
 
A quelle parole la ragazza riprese a camminare verso casa, forse per non riattaccare bottone o forse per non ascoltare il salatissimo conto che avrebbe dovuto pagare all'esorcista per averlo disturbato così tanto.
 
<< Dannazione Sora...fai scappare le ragazzine nel cuore della notte dopo avergli chiesto dei soldi, sei proprio caduto in basso eh? >>
 
Si disse tra se e se.
 
L'uomo prese un profondo respiro e, dopo aver dato un ultimo sguardo alla meravigliosa Luna piena di quella notte, si diresse nuovamente verso il tempio: ansioso di contare gli scalini per potersi addormentare.
 
Quella notte per l'esorcista passò liscia: Nessun incubo; arietta fresca per compensare il caldo; nessuna manifestazione spiritica non voluta, insomma, una vera e propria favola per qualcuno che fa il suo lavoro. Come un gallo al mattino si svegliò all'alba, toccato dolcemente dai raggi solari che, timidi, attraversavano lo spiraglio più che presente nel tetto del tempio: oltre che bello era anche utile ora. Lentamente aprì gli occhi celesti, coperti dai ciuffi ribelli della chioma rossa, e si lasciò andare ad un lungo e sonoro sbadiglio, non osò stiracchiarsi solo per paura che si sarebbe rotto qualcosa nel farlo, alla fine, dormire sul pavimento di un vecchio tempio non era in alcun modo qualcosa da poter definire "comodo". Quindi lento lento, attento attento, si mosse in modo da poter poggiare le mani atterra ed alzare il busto, si diede una veloce occhiata attorno, per assicurarsi che nulla stesse cercando di ucciderlo, e poi si alzò da terra, spostando delicatamente il lenzuolo bianco da sopra di se.
 
<< Che ore sono? >>
 
Si disse subito prima di controllare, ancora assonnato, l'orologio che teneva al polso.
 
L'alba. Sospirò.
 
Usufruendo dell'unico cambio che era riuscito a ficcare nella valigia, composto da una semplice maglietta a maniche corte ed un paio di jeans, abbandonò l'elegante abito nero con il quale era solito uscire, non che la stagione lo avesse mai costretto a rivedere il suo vestiario ma, insomma, girare in quel modo in piena estate sicuramente non lo aiutava a mescolarsi con i residenti della zona.
 
<< Cosa potrei fare...hum...vediamo... >>
 
Ottima domanda, se non fosse per il caso di Natsumi la sua agenda sarebbe completamente vuota anziché parzialmente riempita.
 
Passato qualche minuto a pensarci finalmente decise l'opzione a lui più comoda ed utile: l'esplorazione. Avendo un obbiettivo ben fisso nella mente qualsiasi cosa cercasse di fermarlo sembrava irrelevante, e perfino le scale, sue grandi nemiche, erano nulla in confronto a ciò che si era promesso di fare. Ed ecco che scesa la oblunga scalinata lo si poteva osservare ancora bello pimpante, deciso più che mai a godersi la giornata finché poteva. Il suo primo obbiettivo era andare a controllare come stessero i volantini che aveva affisso il giorno prima, un ottimo modo di iniziare la propria tabella di marcia se non fosse che le autorità si fossero già messe in moto per isolare la zona colpita dalla frana, e dai un'occhiata lì dai un'occhiata là, l'unica strada che rimaneva era quella alle proprie spalle: un sentiero che aveva percorso soltanto Natsumi andandosene, probabilmente consapevole di dover fare un giro lungo.
 
Era ormai da qualche ora che esplorava i dintorni e, per sua fortuna, la zona non era molto abitata, anzi, a dominare lì erano vegetazione e zone di culto, certo, pur vero è che bastava un attimo, dirigendosi verso il centro della prefettura, a ritrovare il pieno caos urbano: dominato dalle macchine e dalle persone. Un'esorcista come lui non poteva chiedere di meglio, anche il solo poter essersi stabilito in un luogo di culto, zona molto vicina agli spiriti, gli permetteva di sentirsi a casa e, in generale, in un ambiente a lui familiare.
 
Poco prima di mezzogiorno, e quindi dell'incontro con Natsumi, si rassegnò nel tornare in città per prendersi qualcosa da mangiare. Il modo drastico in cui cambiava l'ambiente attorno a lui lo faceva quasi inquietare, portandolo a camminare strettamente a contatto con i marciapiedi senza badare troppo alle strade. Per quanto era rimasto stordito, l'esorcista si fece quasi investire: il suo sguardo era slittato dal semaforo ad un ragazzo in lontanza, il suo vestiario e i capelli rosa corti lo fecero dubitare si trattasse effettivamente di qualcosa di reale, come se emanasse un'aura intorno a se. Una breve litigata con l'autista e poté continuare, imbucandosi nel centro commerciale più vicino.
 
<<  Si, grazie. Ecco a lei >>
 
Dopo aver pagato uscì di lì con un busta della spesa bella pesante nella mano, infatti, si era assicurato di comprare da bere e da mangiare per almeno una settimana, e dati i suoi standard stretti e la sua tendenza a non fare colazione, un busta, seppur al limite, bastava per contenere tutto ciò di cui avesse bisogno.
 
Dovette attraversare di nuovo un lungo giro ma finalmente tornò al tempio, con la scalinata sconfitta ed una conoscenza del luogo più che sufficiente per sopravvivere poté finalmente tirare un sospiro di sollievo. Appoggiò la spesa al sicuro nel tempio e poi si sedette a gambe incrociate al di fuori di esso, attendendo la ragazza all'aperto.
 
E quindi attese.
 
Attese.
 
Attese ancora.
 
Quando riaprì gli occhi si erano ormai fatte le due di pomeriggio e, di Natsumi, nessuna traccia.

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Capitolo 4
*** Il corvo di Natsumi - Rituale ***


Non poteva filare tutto liscio, ovviamente non poteva. Le prime tre ore di ritardo avrebbe potuto capirle, si sarebbe perfino scusato al posto della ragazza, ma passati altri venti minuti non poté far a meno di iniziare a preoccuparsi. L'esorcista non era una persona incline al panico, anzi, prendeva anche le situazioni più precarie con lunga veduta, il problema iniziava a porsi quando si parlava di spiriti, se ci sono loro di mezzo non importa quanto tu possa essere coraggioso o attento: un loro schiocco di dita e ti potrebbe succedere di tutto.
Ovviamente non tutti gli spiriti sono così pericolosi, pochi lo sono a tal punto da essere temuti, come nel caso dei vampiri, ma lo spirito che aveva deciso di affliggere Natsumi era completamente imprevedibile, condizionare la sfortuna altrui è qualcosa di difficile anche solo da capire per noi umani: potresti venir sfiorato da un rametto come potresti essere schiacciato da un sasso rotolante, un fattore talmente casuale che potrebbe costare la vita di molti o di nessuno.
 
In una situazione del genere non si sarebbe dovuto muovere dal tempio, aspettando con tutta tranquillità il cliente, ma se le ricordava bene le parole della ragazza: "Se dovessi vedere qualcun'altro morire per colpa mia...non credo che reggerei il colpo ". 
 
L'esorcista aveva dovuto studiare per diventare quello che era ora, se parliamo di imprevisti, però, lo si poteva considerare un novellino. Una riflessione di ben cinque minuti lo colse, e prima che se ne potessere rendere conto, ecco che ne passarono altri cinque.
La tensione iniziava decollare, la situazione in cui si trovava poteva finire soltanto in due modi: nel primo caso qualcuno ci avrebbe rimesso la pelle, lasciando a Natsumi una quarta moneta e a Sora l'amaro in bocca; nel secondo caso, invece, la ragazza non era potuta, semplicemente, venire all'incontro, e tutte le preoccupazioni dell'esorcista sarebbero inutili così come il protocollo dice.
 
<< Dannazione Sora usa il cervello, pensa a cosa potrebbe essere successo >>
 
Da quando si era svegliato ed era andato in città non aveva sentito nulla di tragico dai notiziari, non che ci avrebbe prestato attenzione, ma un incendio o un terremoto non passano di certo inosservati. Un altro dubbio lo colse, e questa volta, era un suo stesso ragionamento a ritorcersi contro di lui: "potresti venir sfiorato da un rametto come potresti essere schiacciato da un sasso rotolante", anche secondo questa ipotesi si stava o preoccupando per niente o faceva bene a pensare che quelcuno potesse morire.
 
Velocemente si alzò da terra, rifiutandosi anche solo di dare un'occhiata all'orologio.
 
Panico.
 
<< Ok ok, ora mi metto il cappotto e poi vado >>
 
Rientrò velocemente nel tempio ed indossò l'indumento nero, che tra le sue molte funzioni aveva quello di essere perfetto per un funerale.
 
<< Non è ora di fare il pessimista Sora, vai >>
 
Aveva iniziato a parlare da solo.
 
Non si era mai sentito tanto in ansia.
 
Velocemente si sistemò le maniche del soprabito nero e si girò verso l'entrata del tempio, ne spalancò velocemente la porta ed iniziò a correre.
 
<< Sora! >>
 
Un urlo, Natsumi.
 
L'esorcista si fermò giusto prima di prenderla in pieno, e a giudicare dalla posizione della ragazza, sarebbero entrambi rotolati giù per un bel po' di scalini se non si fosse fermato.
 
<< N-natsumi? >>
 
Fece qualche passo indietro, rosso in volto tanto quanto i suoi capelli.
 
<< Scusa se ho fatto tardi, un osservatore ha chiesto di me ed ho dovuto attenderlo per un colloquio. Sono in ritardo? >>
 
A quella domanda Sora si sentì morire, osservando l'orologio con la coda dell'occhio.
 
Ben tre ore di ritardo.
 
<< Macché...hai solo sfiorato di qualche...minuto >>
 
<< Oh, per fortuna! >>
 
Sospirò la giovane, portandosi la mano al petto.
<< Ho interotto qualcosa di importa?Sembra tu stia andando ad un funerale con quel...coso >>
 
Rise.
 
<< Si, al tuo >>
 
Rispose. Secco.
 
<< C-come hai detto? >>
 
<< Nulla, nulla >>
 
Le sorrise l'esorcista, prima di girarsi e prendere un profondo respiro sufficiente a soffocare le imprecazioni più colorite che gli venissero in mente.
 
<< Da questa parte, prego >>
 
Ora era lui quello in ritardo.
 
Entrò nel tempio insieme alla ragazza e si diresse verso la valigia, aprendola e tirandone fuori delle candele ed un incensiere.
 
<< Natsumi, spogliati >>
 
<< Come? >>
 
<< Ho detto che devi spogliarti, copriti con questa >>
 
Con il volto ancora immerso nella valigia prese velocemente il lenzuolo con la mano destra, per poi, lanciarlo verso la ragazza.
 
<< D-dove dovrei mettere le mie cose? >>
 
Imbarazzo.
 
<< Dove vuoi, l'importante è che ti spogli >>
 
<< Parli così a tutte le ragazze? >>
 
<< Solo quando sono perseguitate da uno spirito. Dovresti proprio vedere come aprono le gambe quando glielo chiedo >>
 
<< Pervertito >>
 
Concluse.
 
Con il poco materiale a sua disposizione si dovette arrangiare, ricorrendo ad una lontana imitazione del rituale vero e proprio. Gli bastò passare velocemente vicino al focolare per fare in modo che questo tornasse a bruciare, stessa cosa per le candele poste intorno ad esso. L'incensiere, in ceramica e composto da una superficie a conca sostenuta da quattro piccole gambe, venne piazzato poco davanti al focolare: su di esso, in appositi fori, piazzò dei senkoh, più semplicemente, dei bastoncini formati da una forte miscela di fragranze al fine di comporre un vero e proprio incenso.
 
<< Come va con la parte dei vestiti? >>
 
<< H-ho finito! >>
 
La ragazza si girò timidamente verso di lui, stringendo il lenzuolo attorno a se.
 
<< Perfetto >>
 
Abbassò lo sguardo e si chinò sulle gambe, passando una mano poca sopra le bacchette d'incenso ed accendendole.
 
<< Ma come... >>
 
La ragazza osservò la scena. Rimase incredula.
 
<< Non c'è tempo Natsumi, davvero >>
 
<< Svelta, inginocchiata davanti l'incensiere e tra le candele >>
 
<< E...questo odore? >>
 
<< Bergamotto, Canfora e Pepe Nero. Un incenso della protezione, se qualcosa dovesse andare storto ti proteggerà finché può >>
 
<< Capito >>
 
Dopo aver soddisfatto la sua curiosità si inginocchiò, stando attenta a rispettare i comandi dell'uomo.
 
<< Hai preso un portafortuna come ti avevo detto? >>
 
<< Si, è nella mia borsa >>
 
L'esorcista si avvicinò alla borsa della ragazza ed iniziò a frugare con la mano al suo interno, sbuffando più di qualche volta.
 
<< Ehy!Fa piano con le mie cose! >>
 
<< Non c'è tempo. Non sono io quello ad essere in ritardo >>
 
Dopo qualche minuto passato a frugare nella borsa finalmente ne tirò fuori un Onamori, un portafortuna comune in giappone, famoso anche per la protezione che può offrire dagli spiriti.
 
Si avvicinò alla ragazza e allungò la mano verso di lei, poggiando nella sua mano l'amuleto rosso.
 
<< Chiudi gli occhi e stringilo con forza, chiaro? >>
 
<< Chiaro. >>
 
<< Le monete? >>
 
<< Sempre nella borsa Sora, Dannazione! >>
 
<< Avresti potuto dirlo! >>
 
La situazione iniziava a scaldarsi, frutto dell'ansia di entrambi.
 
Ormai stava facendo avanti e indietro in quella stanza, inutile dire che ci mise qualche minuto anche a trovare le monete: una per una.
Meglio specificare che ci mise qualche minuto, con la scusa della borsa disordinata, anche per controllare il telefono della ragazza: nulla di troppo rilevante, vari messaggi di persone preoccupate.
 
Finita la sua ricerca trovò quattro monete.
 
<< Ora capisco il motivo del colloquio >>
 
Scosse la testa ed evitò di pensarci, mettendosi a gambe incrociate dietro al focolare e, quindi, all'incensiere davanti la ragazza.
 
Tutto era pronto, il rituale poteva iniziare.
 
<< Natsumi, dopo aver bruciato le monete non si può tornare indietro. Non sappiamo come agirà la spirito e non è detto che io ti possa aiutare nel caso succedesse qualcosa, sei pronta? >>
 
Silenzio.
 
<< Si >>
 
Rispose decisa, cogliendo di sorpresa l'esorcista.
 
<< Perfetto, possiamo iniziare. Chiudi gli occhi e stringi l'amuleto nelle mani, pensa a tutto ciò di brutto che ti è capitato >>
 
Aspettò che la ragazza fosse in posizione e poi prese un profondo respiro anche lui, gettando la prima moneta nel focolare.
 
Basto qualche secondo e lo spirito iniziò a manifestarsi: la luce smise di entrare nel tempio, lasciando le candele ad illuminarlo; il focolare ebbe un'improvvisa vampata e il colore della sua fiamma cambiò in un vivido blu; Il fumo emesso dagli incensieri, anziché espandersi per l'edificio, ci concentrò intorno alla ragazza, rendendone impossibile la visione a Sora.
 
<< Raccontagli della tua sfortuna, Natsumi >>
 
Le sussurrò l'esorcista, mentre osservava il fuoco davanti a se sfiorargli il viso.
 
<< C-casa mia è bruciata, da quel che dice la polizia è sta combustione spontanea...non mi fido di loro. La mia famiglia è morta tra le fiamme...sono l'unica sopravvissuta >>
 
Non sapeva parlare ad una divinità, come biasimarla?
 
Sora gettò una seconda moneta nel focolare.
 
<< L-la ragazza a cui facevo da sostituta è morta...investita da un auto... >>
 
<< Digli come si chiamava >>
 
<< I-il suo nome era Natsuki Hashimoto... >>
 
Natsumi deglutì, aveva la gola attanagliata dalla pressione.
 
Sora gettò la terza monete nel focolare.
 
<< L-la mia migliore amica è finita in ospedale. è stata attaccata da...q-qualcosa >>
 
Ed ecco la quarta moneta, ora si spiegava tutto.
 
Sora tirò un sospiro di sollievo: nessun morto. Gettò anche l'ultima moneta nel focolare, e poi, si alzò in piedi.
 
<< Yatagarasu. Io, l'esorcista Sora Miura, riporto a te ciò che hai donato a questa ragazza, ed in cambio, ti invoco >>
 
L'esorcista esaltò con il tono l'ultima parte della frase, e dopo un'improvvisa vampata di fuoco, che lo costrinse ad indietreggiare, apparve il corvo.
 
La figura dello spirito era così maestosa e luminosa che neanche Sora riusceva ad osservarla, costretto a coprirsi gli occhi con il braccio. Il volatile sacro sembrava avesse portato con se il sole prima di scendere tra di loro, i mortali, e dopo un momento di quiete, gracchiò più e più volte: emettendo dei suoi tanto dolorosi da ascoltare quanto potenti.
 
La fiamma blu del focolare si spense improvvisamente, rilasciando una nube di fumo che, al contatto con l'incenso, lo face sparire da intorno alla ragazza. Cattivo presagio.
 
Prima che Sora potesse fare qualche il corvo sbatté improvvisamente le ali, e con una spinta, si infilò nella pocca della ragazza: passandole attraverso le labbra ed i denti grazie al suo corpo intangibile.
 
 Natsumi spalancò improvvisamente gli occhi, alzando lentamente il volto. Le pupille della ragazza divennero piccole a tal punto da risultare due puntini nella grande sclera. Velocemente la scoleretta iniziò a dimenarsi, cadendo impotente con la schiena contro il pavimento, agitando più che poteva gli arti: come un insetto appena calpestato. Teneva tutti i muscoli in tensione, e muoveva le articolazioni come se avesse tutte le ossa rotte: il dolore che stava provando era disumano.
 
<< Natsumi! >>
 
Urlò l'esorcista, avanzando lentamente  e con il braccio a nascondergli l'orribile vista del corpo contorto della ragazza.
 
<< Anche tu sei fortunata, nessuno nasce maledetto!Avrai anche perso la tua famiglia,  ma le persone a cui sei stata affidata tengono a te!Da poco hai realizzato qualcosa di cui pochi possono vantarsi, sei diventata famosa grazie al tuo talento e non grazie ai tuoi soldi, la sfortuna o la fortuna non c'entra nulla. Nascere sfortunati è impossibile! >>
 
Niente da fare, la ragazza continuava a contorcersi.
 
Gli occhi colmi di lacrime, la pupilla tremolante, stava soffocando.
 
<< La fortuna o la sfortuna non possono influenzare il tuo talento!Sei stata notata per quello e sono sicuro anche Natsuki sarebbe fiera di te!Hai preso egregiamente il suo posto nella squadra, ma questo non vuol dire che l'hai rimpiazzata! >>
 
Una scintilla uscì dal focolare, finendo sulla scarpa dell'esorcista. Una barlume di speranza.
 
<< Prova a pensare a chi non ha un posto dove andare, a chi non ha amici o a chi non ha un motivo per vivere. Tu hai tutta la vita davanti!Le persone intorno a te ti vogliono bene!E anche se non le conosco...posso confermarlo io stesso, sei una ragazza incredibilmente a modo e, devo ammetterlo, la fama che hai te la meriti! >>
 
Il tono della voce sempre più alto. 
 
La fiamma nel focolare ebbe un'improvvisa vampata.
 
<< Tu non puoi portare sfortuna a quelli che hai intorno!Per loro sei come un portafortuna!Altrimenti come ti spiegheresti tutti quei loro bei messaggi?Credi non li abbia visti mentre sbirciavo nella tua borsa?Sono sicuro che anche tu ci hai dato un'occhiata, ma nel modo sbagliato! >>
 
La luce del corvo iniziò ad essere meno intensa, ad affievolorsi. 
 
Era il momento.
 
<< Quella che tu chiami sfortuna noi la chiamiamo debolezza, e la fortuna invece talento!Natsumi Ikeda, tu sei e sarai sempre un portafortuna per le persone che hai attorno a te!Non importa cosa accada! >>
 
L'esorcista si tolse improvvisamente il braccio da davanti gli occhi e scattò vicino la ragazza, afferrò il corvo saldamente nella mano e lo spinse con violenza giù per la gola di Natsumi, per poi, affrettarsi a chiuderle la bocca.
 
Quiete.
 
<< Tu non sei un corvo. Non hai bisogno di un corvo. Non hai mai desiderato veramente un corvo. >>
 
Si inginocchiò vicino a lei e le poggiò l'omamori sulla fronte.
 
Quiete.
 
<< Riposa. >>
 
La ragazza smise di dimenarsi, le sue ossa e i suoi muscoli si rilassarono: tornando morbidi sul lenzuolo bianco sotto di lei. L'esorcista alzò lo sguardo verso lo spiraglio nel tetto e notò la luce tornare ad entrare naturalmente nel tempio, tirò un sospiro di sollievo.
 
<< Oh santo cielo...mai più... >>
 
Si sentì le gambe tremare, e dopo qualche secondo, cadde senza forze vicino a lei.
 
<< Sora... >>
 
<< Non parlare, mi ringrazierai dopo. >>
 
Si privò della visione del corpo spoglio della ragazza e si limitò a coprirla con il lenzuolo.
 
Quiete.
 
<<  Mi hai quasi fatto sentire una brava persona. >>
 
<< ...? >>
 
<< Troppa verità...per i miei standard >>
 
La ragazza sorrise.
 
Lui ricambiò.

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Capitolo 5
*** Il corvo di Natsumi - Conclusione ***


<< Un eroe >>
 
<< Un eroe? >>
 
Ribadì perplesso l'esorcista.
 
<< Gli eroi sono quelle persone che salvano gli altri, no? è quello che tu hai fatto con me.>>
 
<< Io non ti ho salvata >>
 
Affermò deciso.
 
<< Senza di te, ora non sarei qui >>
 
<< Questo non mi classifica come "eroe", però. >>
 
<< E allora cosa "classifica" una persona come "eroe"? >>
 
Domandò curiosa la ragazza, mentre lo osservava con il lenzuolo bianco stretto intorno alle spalle.
 
<< Il desiderio di aiutare gli altri senza aspettarsi alcun compenso. Un martire dell'umanità: ecco come mi immagino io un eroe >>
 
<< Che immaginario triste >>
 
Affermò Natsumi, spostando lo sguardo verso il terriccio ai piedi del tempio.
 
<< Anche la realtà è triste, non pensi? >>
 
<< Che intendi? >>
 
<<  Il posto in cui viviamo non è magnanimo, e neanche le persone che lo abitano lo sono >>
 
<< Ma le brave persone esistono! >>
 
Le "brave persone". L'esorcista sorrise, abbassando lo sguardo sulla ragazza.
 
<< Hai ragione, le "brave persone" esistono >>
 
<< E tu sei una di quelle  >>
 
<< Tu dici? >>
 
Le chiese Sora, alzando le braccia e dando uno sguardo, perplesso, al proprio aspetto.
 
<< Come ti vesti o come parli non conta >>
 
Seguì la scolaretta, dando un giocoso pugno alla spalla dell'uomo.
 
<< Le tue azioni fanno di te un eroe >>
 
<< Però io da te mi aspetto una ricompensa, non ti ho aiutata per compassione >>
 
Silenzio.
 
Alla conclusione di Sora la ragazza non sapeva proprio come rispondere. Alzando lo sguardo al cielo cercò di mettere assieme una risposta in grado di controbbattere l'affermazione dell'esorcista, sperando di trarre un qualche tipo di ispirazione dalle stelle, trovando nei corpi luminosi solo altri dubbi. Con l'uomo ansioso di una risposta si vedette costretta ad accelerare i suoi ragionamenti, arrivando ad una conclusione tutt'altro che ben pensata.
 
<< Un mercenario >>
 
Sora spalancò gli occhi, osservandola titubante.
 
<< Un mercenario? >>
 
Ribadì.
 
<< Si, tu sei un mercenario. Al contrario di un eroe ti ricopri di soldi per stare bene con te stesso, rimpiazzando i ringraziamenti delle persone >>
 
L'uomo espirò profondamente, assottigliando lo sguardo.
 
<< Mi stai dando dell'avido? >>
 
<< Esattamente >>
 
Sorrise arrogante la ragazza, sicura di aver elaborato un'ottima risposta.
 
<< Quindi...anche i tuoi genitori sono avidi, visto che si fanno pagare per ciò che fanno >>
 
<< Bhe...non proprio... >>
 
<< Io offro un servizio, che poi questo comporti aiutare direttamente le persone è solo un caso. Non ho mai desiderato essere l'eroe della storia. Credi che se ci fosse stata in gioco la mia vita ti avrei aiutata? >>
 
Il sorriso della ragazza, in procinto di sparire, si riaccese improvvisamente, accompagnato da un'espressione saccente. Sora incrociò il proprio sguardo con quello fisso su di se di Natsumi ed iniziò a sbattere le palpebre.
 
<< Perché sorridi? >>
 
<< Tu hai rischiato la tua vita per aiutarmi >>
 
L'esorcista deglutì.
 
<< Non vorrai tornare a quella storia della frana vero?Quante volte ti devo dire che non mi ha travolto?>>
 
<< Si si, e che altro vorresti inventarti?Che mi hai trasportata qui mentre ero svenuta solo per essere pagato? >>
 
Sora abbassò lo sguardo, così come il tono di voce.
 
<< Bhe...si >>
 
<< Ah-ha!Lo sapev- >>
 
Convinta di averla fatta franca sull'esorcista risposte come più le venne naturale, ansiosa di ricevere le parole "hai ragione". Alla risposta dell'uomo, però, aprì lentamente gli occhi, e dopo un'attenta analisi, riversò sulla spalla di quest'ultimo tutta la sua ira: con una raffica di quelli che potevano essere a malapena considerati pugni.
 
<< Natsumi smettila, ma che combini? >>
 
Alzò il braccio per bloccare i "colpetti" della ragazza ed iniziò a ridere, di gusto però.
 
Risero entrambi quella sera.
 
Dopo la vittoria empirica sullo Yatagarasu la ragazza rimase fino a sera dall'esorcista per potersi riprendere, ed ora che si stava facendo notte, purtroppo per l'uomo, era costretta a tornare a casa, da una famiglia nuova, si, ma pur sempre una famiglia. Sora invece non aveva nessuno con cui parlare, nessuno famiglia a cui rivolgesi da molto tempo, ed il fatto che a Kyoto non conoscesse nessuno era solo un piccolo dettaglio visto che neanche nella sua città natia conosceva molte persone. Rientrato nel tempio si limitò a riordinare il materiale usato durante il rituale nella valigia, in modo che se gli fosse stato necessario per qualche caso futuro avrebbe saputo dove cercarlo, poi si stese, non curante della polvere e dell'altro schifo presente sul pavimento spoglio del vecchio edificio, lui si stesse, rigido su quel pavimento in legno, intanto, però, lo sguardo volava attraverso lo spiraglio nel tetto: consolandolo che la visione del firmamento.
 
Alzò il braccio destro e se lo mise sulle fronte, per poi, lasciarsi andare ad un profondo sospiro.
 
<< Ora che Natsumi è diventata una splendida colomba, dovrai trovarti qualcun'altro da importunare, Sora >>
 
Si disse, lasciandosi sfuggire un sorriso.
 
Proprio mentre si prendeva in giro da solo successe qualcosa, una delle tante stelle che stava osservando iniziò a fluttuare libera in cielo. Incredulo alzò di scatto il busto, piantando le mani contro il pavimento, e controllò meglio, assottigliando lo sguardo. Quella a muoversi in cielo non era una stella, la prospettiva lo aveva ingannato, bensì una lanterna: splendente di una debole luce azzurra e che, piano piano, si stava dirigendo verso la città, passando giusto giusto sopra al tempio. Il suo fiuto da esorcista non sbagliava un colpo, e fidatevi se vi dico che al sol vedere una sinistra lanterna Sora ci era già immaginato città in fiamme e streghe al rogo, quindi, armatosi di tanta buona volonta e caricato come una dalla curiosita si rimise velocemente in piedi, uscendo dal tempio ed andando ad inseguire la lanterna spiritata.

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