La via del perdono

di RyodaUshitoraIT
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV - Prima parte ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV - Seconda parte ***
Capitolo 6: *** Capitolo IV - Terza parte ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


In questo mondo, molte scelte determinano non soltanto la nostra vita, ma anche quelle di coloro che ci stanno attorno. Alcune hanno effetti positivi. Altre, invece, portano solo dolore e disperazione. Questo è il caso dei nostri due protagonisti. Erano stati amanti sfortunati e avevano condiviso un legame che non aveva eguali. Questo perché appartenevano a due specie distinte di mammiferi. Ma un giorno, capitò qualcosa che aveva provocato una profonda spaccatura fra i due. Entrambi dovettero compiere scelte difficili che li avevano fatti separare. Entrambi non hanno provato altro che dolore e solitudine. Una di loro era stata abbastanza fortunata da trovare una nuova felicità, ma avrebbe dovuto pagare le conseguenze delle proprie azioni. Questa è la loro storia.

  

Capitolo I

 

Una coniglietta dal manto grigio camminava da sola per le strade di Zootropolis. Indossava una semplice camicia rosa a quadri e un paio di jeans. Mentre andava per la propria strada, il suo volto non trasmetteva alcuna emozione. Il suo nome era Judy Hopps. Una volta era conosciuta come la coniglietta allegra e ottimista che aveva salvato la città, ma quei giorni erano ormai lontani. La sua destinazione era il cimitero di Ligerworth, poco fuori città. Si fermò davanti al cancello d’ingresso per qualche istante prima di varcarne la soglia. In quel frangente, ricordò la feroce discussione che aveva avuto con i suoi genitori.

“Essere innamorati e vivere con una volpe è una cosa, ma… un aborto?!”

“Judy, i conigli non abortiscono. Non posso credere che tu abbia fatto una cosa simile.”

“È stata una mia scelta e l’ho sostenuta fino in fondo.”

“Come puoi dirlo? Non è una questione che puoi liquidare in modo così superficiale.”

“E poi perché ci hai mentito su una cosa del genere?”

“Non vi ho mentito. È solo che… non ve l’ho detto. Sapevo che non avreste capito.”

“Oh, abbiamo capito benissimo. Hai ucciso il nostro nipotino per la tua carriera.”

“Andatevene! Fuori! Non m’importa se siete i miei genitori! Volete solo controllare la mia vita! Non voglio vedervi mai più!”

“…”

“Guarda cos’hai fatto. Hai fatto piangere la mamma. Benissimo! Ce ne andremo. Eri il nostro orgoglio, Judy. Ma ora mi chiedo… che cosa abbiamo fatto di male per meritarci una figlia come te?

 

Quella era stata l’ultima conversazione che Judy aveva avuto con Bonnie e Stu. Ma… non era stata l’unica di quel tipo. Anche il suo collega Benjamin Clawhauser era in collera con lei. Judy aveva tenuto tutti all’oscuro in merito alla questione dell’aborto. Ma un giorno, la verità era venuta a galla.

 

Questo è il motivo per cui Nick se n’è andato?! Come hai potuto nasconderci questa storia?!”

“Io… non ho potuto dirvela.”

Noi eravamo dalla tua parte. Ci fidavamo di te e non abbiamo neppure ascoltato la versione di Nick. Ora che hai detto la verità, avremmo dovuto stare dalla sua parte.”

“Ma lui…”

“Io… tifavo per voi. Speravo che tu e Nick vi sposaste e che aveste avuto dei cuccioli. Ma tu, a quanto pare, non lo volevi e quello che hai fatto ne è la prova.”

“L’ho fatto per la mia carriera. Per il Corpo di Polizia di Zootropolis.”

“Cosa? Mi stai forse dicendo che noi avremmo fatto lo stesso?”

“Non è questo che intendevo…”

“Non voglio ascoltarti. Quello che hai fatto e come ti sei comportata con noi… tu mi disgusti. Pensavo che avremmo potuto fidarci di te.”

“Clawhauser! Ben!”

“Non ci provare! Non intendo restare nello stesso edificio con te… neppure nella stessa stanza.”

 

Clawhauser non era stato il solo a trovarsi coinvolto nella discussione. Anche gli altri agenti avevano saputo la notizia. Tutti guardavano Judy con occhi carichi di amarezza e disgusto. Per lei quegli sguardi sembrarono persino più truci rispetto a quelli che aveva ricevuto quando aveva messo zampa per la prima volta in centrale.

La situazione si aggravò ulteriormente quando fu convocata per un colloquio nell’ufficio del capitano Bogo.

 

“Sospesa dal servizio?! Perché, signore?”

“Se proprio vuoi saperlo, per aver nascosto la verità sulla questione e aver creato scompiglio nel mio distretto. Aver perso Wilde può essere stata una cosa da poco, ma ora molti dei miei migliori agenti sono in attesa di trasferimento perché non vogliono avere nulla a che fare con te.”

“Capitano, lei capisce perché ho fatto quello che ho fatto, vero? La mia situazione era diversa rispetto a quella degli altri mammiferi. E poi, l’ho fatto per non vedere la mia carriera andare in fumo.”

“Non è questo il… senti, Hopps! Questo lavoro dà e toglie. Io sarò pure il capo della polizia, ma ho dovuto sopportare molti sacrifici. Non ho una moglie con la quale invecchiare e neppure dei figli ai quali trasmettere ciò che ho imparato nella vita. Pensi davvero che non volessi costruirmi una famiglia? Tu puoi anche aver fatto quello che hai fatto per la tua carriera, ma il prezzo da pagare sarà molto alto. Sono stato chiaro?”

“…”

“Ti sei guadagnata un mese di sospensione.”

“Cosa?! Lei non può…”

“Solo per questo, i mesi saranno due… e puoi dire addio alla tua promozione.”

“Ma, capitano…”

“Silenzio! Niente ma! Non dire altro. Ora fuori di qui, prima che tu mi costringa a prendere provvedimenti più severi.”

“Io… volevo soltanto che voi mi capiste. Che vi fidaste di me.”

“La fiducia va guadagnata, Hopps. Con le tue azioni eroiche, lo avevi fatto tempo fa. Ma adesso, dopo che ci hai nascosto la verità su di te e Wilde, dovrai ricominciare daccapo per ottenerla di nuovo. Soprattutto la mia.”

 

Judy aveva così perso la fiducia dei suoi stessi colleghi, era stata sospesa e non aveva ottenuto l’agognata promozione a tenente. La sua vita, un tempo felice, stava andando a rotoli a causa di quello che aveva fatto. Era convinta di aver fatto la cosa più giusta, ma ora stava cominciando a nutrire dei dubbi.

Infine, si fermò davanti a una delle lapidi. Mentre s’inginocchiava e guardava verso quella stessa lapide, aveva un’aria molto triste. Cominciò a parlare.

“Ehi,” esclamò “scusami se non ti ho fatto visita in questo periodo. Sono successe… molte cose.” Judy inspirò profondamente e cercò di mantenere un contegno. “Io… ho fatto le mie scelte e ci stavo bene. Pensavo che se tu fossi stata al mio fianco, tutto sarebbe andato per il meglio. Ma ora…” Judy iniziò a singhiozzare “… non ho più nulla” le lacrime continuarono a scorrere mentre si copriva gli occhi con le zampe. “Perché? Che cosa ho fatto di male? Quello che mi sta succedendo è forse una specie di punizione? Se è così, è una cosa straziante.”

Mentre Judy continuava a piangere, non si accorse che qualcuno la stava osservando da lontano. La figura misteriosa si diresse verso di lei e si fermò a pochi passi di distanza. A quel punto, le rivolse la parola.

“Judy…” disse una voce maschile.

Judy smise di piangere e drizzò in alto le orecchie. Conosceva quella voce e sapeva a chi apparteneva. Si girò e vide una volpe che indossava una camicia blu, una cravatta rossa e dei pantaloni beige. Era il suo ex-collega, nonché il secondo eroe di Zootropolis: Nick Wilde. Nick aveva un’espressione vuota mentre osservava la coniglietta.

“Mi dispiace, Judy. Non ho potuto farti quel favore che mi avevi chiesto.” disse infine.

“Nick…” esclamò Judy.


 

Note dell’autore: Un caro saluto a tutti voi!

Permettetemi di presentarmi: il mio nome è Dario e sono un grande appassionato del film Zootropolis. Per questa ragione, ho deciso di fare il mio “esordio” ufficiale nel fandom con questa fanfiction intitolata La via del perdono. Debbo tuttavia inserire alcune delucidazioni a riguardo.

Innanzitutto, questa storia non è farina del mio sacco. Si tratta della traduzione di una fanfiction intitolata Zootopia: True Forgiviness, scritta in inglese a opera di Dizzie HamHam Writer, il quale mi ha concesso il permesso di pubblicare la mia traduzione della sua storia.

Se vi state chiedendo perché mai abbia deciso di fare una cosa del genere, sarò ben felice di rispondervi. Credo che abbiate avuto modo di leggere I Will Survive e Born To Be Alive, due storie a fumetti realizzate dall’artista brasiliano William Borba; ebbene, sono due storie realizzate in maniera a dir poco magistrale sul piano prettamente stilistico, mentre a livello di trama… beh, posso solo affermare che hanno creato scalpore all’interno del fandom, sia per le tematiche trattate sia per il modo in cui l’autore ha caratterizzato Nick Wilde e Judy Hopps. L’autore della fanfiction originale ha così deciso di fornire ai lettori la sua personale e ideale conclusione delle vicende raccontate nelle storie a fumetti sopraccitate e, a tal proposito, mi sono impegnato a tradurre in italiano la sua storia per far sì che anche voi possiate conoscerla e apprezzarla come è successo a me.

Vi lascio una serie di link utili:

Profilo dell’autore della fanfiction originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer

Capitolo I di Zootopia: True Forgiviness: https://www.fanfiction.net/s/13258091/1/Zootopia-True-Forgiviness

Permesso dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last

Pagina 1 di I Will Survive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569

Pagina 1 di Born To Be Alive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628

 

Questo è quanto. Scusatemi se vi ho annoiato e vi ringrazio per l’attenzione. Buona lettura!     

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Capitolo II

 

Nick e Judy erano in piedi uno di fronte all’altra. Un tempo erano coinvolti in una relazione che sembrava salda. Erano gli eroi di Zootropolis. La volpe e la coniglietta che avevano salvato la città. Tuttavia, in seguito alla loro rottura, un abisso profondo si era frapposto fra i due. Entrambi sembravano come circondati da un muro di silenzio. Fu Judy a infrangerlo.

Vattene, Nick. Non voglio vederti.” disse con durezza.

“Anch’io sono felice di rivederti, Judy.” rispose Nick ignorando il tono usato dalla coniglietta.

“Che sei venuto a fare qui? Mi stavi forse spiando?”

“Se proprio ci tieni a saperlo, sono venuto qui perché avevo sentito… delle voci.” disse Nick tristemente. Volse lo sguardo alla sua destra e vide la lapide posta di fronte a Judy. “A giudicare da quello che vedo, devo dedurre che quelle voci erano fondate.”

La tomba apparteneva a una volpe di nome Shannon. O Shay, come Judy era solita chiamarla. Erano state… molto intime. Si erano conosciute quando Judy aveva abortito e per lei, Shay rappresentava la sua nuova luce. Le due erano diventate amiche e poi… qualcosa di più. La sua relazione con Shay era stata anche la ragione principale per la quale la coniglietta non si era rimessa con Nick. Judy pensava che fino a quando Shay fosse rimasta al suo fianco, nient’altro avrebbe avuto importanza. Ma… era successo qualcosa di terribile che aveva causato la morte di Shay e ora che se n’era andata, Judy non aveva più niente e nessuno. Nick doveva essere venuto a conoscenza della morte di Shay e per questo motivo era tornato per rivederla.

“Sei venuto qui perché speravi che ti avrei ripreso?” domandò Judy con rabbia.

“Cosa? No!” rispose Nick. “Sono venuto… a porgere le mie scuse.”

“Non so che farmene delle tue scu…”

“Non a te!” ribadì Nick con veemenza. Indicò in seguito la tomba di Shannon. “A lei. Andiamo, Judy. Non ho avuto modo di farlo quando era ancora viva. Il minimo che io possa fare è scusarmi con lei adesso. Dopotutto glielo devo, non pensi?”

Quando Nick aveva saputo di Shannon, non aveva accolto bene la notizia. Le aveva fatto del male e non avrebbe mai voluto farlo. Sebbene Judy stesse trattando Nick con freddezza, non era poi così priva di cuore. “D’accordo, ma sbrigati.” disse infine a Nick.

“Ti ringrazio.”

Nick s’inginocchiò davanti alla tomba di Shannon e la guardò con occhi carichi di tristezza. “Avrei potuto esserci io dopo quella notte, lo sai?” disse rivolgendosi a Judy; quest’ultima, di rimando, non lo degnava di uno sguardo.

“Ciao, Shay… forse è un po’ troppo formale? Vada per Shannon, allora.” disse Nick rivolto alla lapide. “Senti, mi dispiace per quella volta. Per averti insultato e fatto del male. Non so quello che Judy ti ha detto su di me. Probabilmente, ti ha parlato solo degli aspetti negativi del mio carattere.” Nick si voltò verso Judy per poi rivolgersi nuovamente alla tomba. “In ogni caso, io… non sono cattivo come lo sono stato quella notte e… beh, ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per Judy durante la mia assenza. Possa tu riposare in pace.”

Nick chiuse gli occhi e recitò una breve preghiera prima di rimettersi in piedi.

“Okay. Hai detto ciò che dovevi. Adesso vattene.” esclamò Judy.

Nick non era affatto sorpreso dall’ostilità che Judy nutriva nei suoi confronti. Dopo la loro rottura burrascosa, Judy voleva che Nick sparisse definitivamente dalla sua vita. Sebbene fosse stato proprio lui ad averla lasciata, Nick si era pentito amaramente per quanto aveva fatto. Perfino in quel frangente, non aveva intenzione di lasciarla sola.

“Sappiamo entrambi che questa non è l’unica ragione per cui sono qui.” disse Nick con polso fermo.

“Cosa? Pensavi forse che mi sarei rimessa con te per magia dopo la morte di Shannon?” chiese Judy con rabbia.

“No, affatto. Scendi dal piedistallo per un momento!” replicò la volpe con lo stesso tono.

“Allora cosa?”

“La morte di Shannon non è l’unica notizia che è giunta alle mie orecchie. Ho sentito altre cose. Puoi confermarmi se sono vere oppure false?”

“Umpf! Dipende dalle voci che hai sentito.” rispose Judy stizzita.

“Ho saputo che hai… scacciato i tuoi genitori come hai fatto con me… e che la tua famiglia non vuole più saperne di te. Che… gli agenti del Distretto 1 hanno saputo quello che hai fatto e ti hanno voltato le spalle. Che il capitano Bogo ti ha negato la promozione a tenente. Che alcuni abitanti della città hanno perso il rispetto che avevano nei tuoi confronti quando hanno saputo dell’aborto.” Il silenzio ostinato e lo sguardo distante di Judy furono per Nick una risposta sufficiente. “Questo vuol dire che le voci sono tutte vere!”

Judy aveva fatto male a tenere nascosta la questione dell’aborto. Doveva sapere che certi segreti non sarebbero rimasti all’oscuro per troppo tempo. Quando si diffuse la notizia che aveva deciso di abortire quello che avrebbe potuto essere il primo ibrido volpe-coniglio, alcuni mammiferi avevano cominciato a guardarla con disprezzo, convinti com’erano che, a causa delle sue azioni, si fosse dichiarata contraria all’esistenza stessa agli ibridi.

“Va bene. Mi tocca dirlo.” Judy non avrebbe mai voluto ammetterlo. “Tutti sono a conoscenza del mio peccato premeditato. Ora gli abitanti della città, gli stessi che ho ispirato e per i quali ho lottato con tutte le mie forze, sono contro di me.”

“Vuoi forse farmi credere che non hai minimamente pensato a quello che sarebbe successo?” domandò Nick. “Pensavi davvero che gli altri mammiferi non avrebbero reagito, una volta saputo che la loro eroina – la stessa che credeva nell’armonia fra prede e predatori – aveva deciso di abortire il suo cucciolo frutto di tale unione? Mi sembra ovvio che ora tutti ce l’abbiano con te.”

“Sei venuto qui per sbattermelo in faccia, allora?” disse Judy mentre teneva le zampe anteriori incrociate sul petto.

“No! Senti, sono qui solo per parlare con te… ancora. Di tutto quello che è successo.”

“Sei l’ultimo mammifero al mondo con cui intendo parlare.”

“Beh, notizia dell’ultima ora… lo sono eccome!” replicò Nick con decisione. “Sono l’unico a essere venuto qui per parlarti. Ora, possiamo comportarci da adulti, per favore?”

“Non abbiamo nient’altro da dirci.”

“Sul serio, Judy? Desideri davvero che finisca così?” le chiese Nick.

“Sì.”

“Oh, andiamo. Guarda in faccia la realtà, Judy. Shannon non c’è più e hai respinto tutti coloro che ti volevano bene. Nessun altro verrà a salvarti dall’oscurità nella quale ti sei addentrata da sola.” disse Nick. “Questo significa che hai bisogno di me.”

“Quindi sei venuto in mio aiuto? È troppo tardi e troppo comodo.” rispose Judy continuando a tenere la sua rigidità di parola. “La mia vita è un disastro, ora.”

Mi stai forse accusando di questo?” domandò Nick.

“Sei parte integrante del problema, sì.” rispose Judy con un’occhiataccia. “Tutto è cominciato perché tu mi hai abbandonata. Sei stato un miserabile codardo. Ho lavorato duramente e fatto molti sacrifici, e adesso tutto il mio duro lavoro non conta più niente.”

“Cosa? Pensi che tutto sarebbe andato meglio senza di me?”

Forse sì.”

Nick si sentì ferito dalle parole di Judy, ma non era la prima volta che qualcuno gli faceva del male con le parole. Dopo poco, Judy voltò la schiena a Nick.

“Ora, per quanto riguarda quel favore, cosa ne dici di farmelo adesso?” disse Judy. “Lasciami sola.”

Nick teneva la testa bassa. Sembrava davvero che Judy non avesse alcuna intenzione di starlo a sentire. Faceva fatica a crederci. Allora Nick iniziò a scavare a fondo nei suoi pensieri.

Ricordava di quando era stato al bar con il suo amico Finnick. Lui era stato il solo al quale Nick aveva raccontato di Judy e della sua volontà di abortire. Era stato proprio Finnick ad averlo avvertito della morte di Shay. Quando aveva saputo la notizia, Nick era rimasto sconvolto ed era corso subito fuori dal locale.

“Dove stai andando?” era stata la domanda di Finnick.

“Tu che ne pensi?” gli aveva risposto Nick. “Vado a parlare con Judy. Se Shannon è davvero morta, allora non ha più nessuno.”

“Tanto meglio. È stata solo colpa sua.” aveva esclamato Finnick mentre teneva saldamente il suo boccale di birra. “Vuoi davvero tornare da lei… dopo tutto quello che ti ha fatto?”

“Niente di tutto questo ha importanza, ora.” aveva affermato Nick senza esitazione. “L’ho lasciata sola una volta e non rifarò lo stesso errore.”

“Lo hai detto tu stesso. Lei ti vuole fuori dalla sua vita. Se la rivedrai, ti farà ancora del male.”

Non potrà farmi più male di quanto non abbia già fatto.”

Nick si era quindi voltato e aveva ripreso a camminare, ma Finnick aveva avuto qualcos’altro da aggiungere. “Quella coniglietta aveva ragione su di te. Sei un codardo.”

“Che cosa?” Nick aveva chiesto con rabbia ed era tornato indietro. Finnick si era scolato la sua birra e aveva ripreso a parlare.

“Non sei un codardo per averla lasciata. Sei un codardo per non averla mandata al diavolo.” Finnick era sembrato in collera con sé stesso. “Hai fatto tutto il possibile per lei. Tutto. Sei la ragione per la quale fa ancora la poliziotta, tanto per cominciare. E qual è stato il ringraziamento? Ha ammazzato tuo figlio senza alcun rimorso per i tuoi sentimenti e ti ha rimpiazzato con un’altra volpe. Femmina, per giunta. In più, non ha detto nulla ai suoi amici e alla sua famiglia solo per difendere la sua reputazione. Se proprio vuoi sapere la mia opinione, è una codarda peggiore di te sotto ogni aspetto.”

Nick non aveva saputo come ribattere. Non aveva pensato a Judy sotto quell’ottica, ma Finnick non era affatto nel torto.

“Se lei vorrà davvero gettare alle ortiche tutto quello che c’è stato fra voi, allora devi essere disposto a fare lo stesso. Non ha importanza se vuoi tornare insieme a lei. Butta via qualsiasi sensazione negativa e dille senza riserve tutto quello che devi dirle. Butta fuori tutta la tua rabbia.” così gli aveva consigliato Finnick. “Anche se lei non vorrà ascoltarti, non ti fermare. Anche se non ritornerete mai più insieme, almeno avrai gettato fuori tutto quello che hai dentro e ti sentirai meglio con te stesso.”

“Finnick…”

“Non fare il codardo un’altra volta, Nick.”

Era tutto ciò che Nick e il suo amico si erano detti. Nick non aveva intenzione di essere arrabbiato con Judy e aveva fatto tutto il possibile per non esserlo. Si era persino vergognato di sé stesso più del dovuto solo per avere più possibilità di rimettersi con lei. Eppure, nel profondo sapeva che… non aveva più alcun motivo di tenere a freno la sua rabbia nei confronti di Judy. La volpe, allora, strinse le zampe con forza.

“Sai una cosa, Judy…” disse Nick mentre guardava il terreno sottostante con rabbia. “… ho provato a essere comprensivo con te. Ho anche ammesso le mie colpe. Ma non ha importanza cosa ti ho detto, perché tu non mi darai mai un’altra occasione. Mi è anche tornato in mente che non ti sei fatta alcuno scrupolo a riversare tutta la tua rabbia su di me. Allora… perché non dovrei fare lo stesso con te?”

Judy si era quindi girata. Era ancora in collera con lui, ma voleva sapere cosa doveva dirle.

“Judith Hopps…” disse Nick prima di avvicinarsi a Judy e prenderla per la camicia. Judy provò un brivido di paura mentre Nick le lanciava uno sguardo carico di rabbia. “… non credere che i tuoi errori siano meno gravi dei miei!”

Judy non aveva mai visto Nick in quello stato. Era simile a quello che lei provava nei suoi confronti. Solo allora Nick si era staccato da lei.

“Sei arrabbiata perché ci sono alcuni capitoli tristi nel libro della tua vita. Beh, il libro della mia contiene solo capitoli tristi. È vero! Sono responsabile quanto te della tua gravidanza e ti ho lasciata sola quando avevi bisogno di me. Queste sono tutte le mie colpe.” aveva ammesso Nick. “Ma tutto quello che hai fatto, l’essere andata avanti con l’aborto, aver mentito ai tuoi genitori, aver nascosto la verità ai tuoi colleghi in polizia, la questione degli ibridi che sta infiammando l’opinione pubblica cittadina… è solo colpa tua! Perciò non ti permettere di biasimarmi per questo!”

Judy era nuovamente furiosa con Nick. “Che cosa hai detto?”

“Credevi davvero che tutti sarebbero rimasti al tuo fianco, una volta venuta a galla la verità?” domandò Nick a denti stretti.

“È stata una mia scelta, Nick.”

Non ha importanza!” gridò. “Volevi davvero che tutto questo fosse accaduto? L’idea di avere un figlio che fosse volpe per metà ti ha dato così fastidio da non aver neppure pensato alle conseguenze?”

“Ti avevo parlato dei rischi. Non volevo che la gravidanza determinasse la fine della mia carriera.”

“È stata una valida scusa per un po’. Ma ora non più.”

“Non ho bisogno di sentirmelo dire da te.” Judy aveva risposto ferocemente perché sapeva che le cose non si stavano mettendo bene per lei. Fece per andarsene, ma Nick le si parò davanti.

“No! Stavolta non finirà come le ultime volte, quando sono andato via o mi hai sbattuto fuori di casa.” affermò Nick. “Dirò tutto quello che ho da dirti e se tu non vorrai ribattere, sarai costretta ad ascoltarmi.”

Judy era nuovamente in collera. Nick, tuttavia, era intenzionato a seguire il consiglio di Finnick. Avrebbe buttato fuori tutta la sua rabbia. Sebbene la cosa lo infastidisse un po’, non si sarebbe tirato indietro. Doveva tenere duro.

“Cominciamo da quanto è successo quel giorno.” disse Nick ricordando gli avvenimenti della mattinata in cui si erano lasciati. “Quando mi hai comunicato che eri incinta, sapevi bene come mi sono sentito. Ero felice. Anzi, felicissimo. Perché significava che noi due potevamo completarci. E invece, che cosa mi hai detto? Non voglio questo cucciolo.

Judy non aveva nulla da ribattere e si limitava a evitare lo sguardo di Nick.

“Hai una vaga idea di quanto dolore mi abbiano causato quelle parole? È stato terribile!” replicò Nick con rabbia. “Ti ho supplicato con tutto il cuore di ripensarci, ma è stato inutile. Non è così?”

“Te l’avevo detto, Nick. Mio il corpo, mie le scelte.” rispose Judy. “Non avevo mai creduto possibile che noi due…”

“Neanch’io. Abbiamo compiuto una specie di miracolo. Ma tu non l’hai pensata così. Per te è stato una sorta di fardello. Un marchio infamante. Qualcosa di cui sbarazzarti il prima possibile.” Nick continuava a proferire parole piene di risentimento. “Non ti sei neppure degnata di effettuare qualche ricerca o di parlare con un medico. Per te l’aborto era l’unica strada percorribile. Nonostante tutto, avresti dovuto almeno rifletterci su prima di prendere una decisione definitiva.”

“Non venirmi a dire cosa avrei dovuto o non dovuto fare. Sei stato tu ad avermi lasciata.”

Mi hai costretto a farlo!” urlò Nick. “Sai che cosa ha significato per me?!”

“Cosa?!” gridò Judy di rimando.

Nick si girò di colpo perché non voleva che Judy vedesse la tristezza che aveva negli occhi.

“Che tu non mi amavi abbastanza. Che la tua carriera era più importante di me. Quella stessa carriera che, in primo luogo, non avresti neppure se non fosse stato per il mio contributo.”

Dopo aver udito quelle frasi, Judy rimase come spiazzata.

Tu eri la ragione per la quale mi ero arruolato nella polizia di Zootropolis. La ragione per cui volevo cambiare la mia vita. Ero disposto a fare qualsiasi cosa per te. Qualsiasi cosa. Ma tu non eri disposta a fare lo stesso.” affermò Nick. “È vero che ti ho lasciata. Ma come potevi pretendere che fossi d’accordo con la tua scelta se non ti era importato nulla di quanto ti avevo detto? Pensavi davvero che ti avrei sostenuta durante la pratica abortiva senza avere il cuore in frantumi?”

Per la prima volta dopo molto tempo, Judy iniziava a sentirsi in colpa. Sebbene fosse stato Nick ad averla lasciata sola, era stata lei stessa ad avergli inflitto un dolore lancinante.

“Nella nostra relazione, tutto è ruotato intorno a ciò che tu desideravi. Io non avevo voce in capitolo. Non mi sorprenderebbe se dovessi scoprire che mi hai usato per tutto il tempo. In fondo, dopo esserti sbarazzata di me, mi hai rimpiazzato con un altro modello.” disse Nick. “Se tu avessi provato a fermarmi, anche per pochi istanti, forse sarei rimasto al tuo fianco e ti avrei ascoltata. Avresti anche potuto provare a cercarmi. Con le tue doti investigative, non sarebbe stato complicato. Ma non hai fatto niente di tutto questo. Perché sapevi che con me fuori dalle zampe, potevi fare tutto ciò che volevi. E il fatto che tu abbia proseguito nel tuo intento ne è la prova lampante.”

Judy provava sempre più rimorso.

“Al contrario degli altri, tu sapevi benissimo che cosa la città mi aveva fatto e quanto dolore avessi provato. Ma, a differenza di tutti coloro che mi hanno fatto del male, sei stata proprio tu ad avermi inflitto la ferita più dolorosa. Mi hai ferito profondamente, Judy. Esattamente come tuuutti gli altri.”

“Nick…” sussurrò Judy in preda ai sensi di colpa per quanto aveva fatto a Nick. “Mi… dis…”

“Non ci pensare neanche!” dichiarò Nick. “Non ho bisogno della tua empatia dell’ultimo minuto.” La volpe si girò per affrontare la coniglietta faccia a faccia. “È troppo tardi ora. Quel che è fatto è fatto e tu hai ottenuto quello che volevi, giusto? Naturalmente, non sono stato il solo che tu hai ferito, vero?”

Judy ricacciò qualsiasi intento di chiedergli scusa e tornò a guardarlo male, ma a lui sembrava non importare. Tutto ciò che voleva fare era andare fino in fondo alla questione.

“Parliamo ora delle altre vittime di questa storia. Bonnie e Stu, i tuoi genitori.” esordì Nick in tono veemente. “Prima mi hai detto che non sapevano nulla del tuo aborto e di certo erano all’oscuro della nostra relazione. Devo dedurre che non gli hai detto nulla neppure della tua storia con Shannon. Volevi davvero continuare a comportarti così?”

“Te l’avevo detto. Non avrebbero capito. Sono carottolici[1]. Non avrebbero mai approvato che una coppia di specie differenti non sposata vivesse sotto lo stesso tetto… e avevo ragione.” affermò Judy. “Non avrebbero mai accettato la mia storia con Shannon. Non solo perché eravamo di due specie diverse, ma anche perché lei era una femmina come me.”

“E quindi hai pensato che tenerli all’oscuro di tutto sarebbe stata la soluzione migliore?” domandò Nick. “Sono i tuoi genitori, Judy. Come hai potuto pretendere che loro ti avrebbero capito se non gli hai concesso neppure una possibilità? Ora, è ovvio che siano arrabbiati con te. Ti hanno amata e cresciuta, Judy. E come li hai ripagati? Sbattendoli fuori dalla tua stessa vita. Posso capire io. Ma come hai potuto fare una cosa del genere ai tuoi genitori?”

“Se li conoscessi come li conosco io, capiresti. Per tutta la vita, non hanno fatto altro che controllarmi e dirmi cosa avrei dovuto fare. Non hanno mai voluto che diventassi un agente di polizia e hanno sempre tentato di convincermi a fare ben altro.”

“E hai pensato che fosse giusto dar loro il benservito?” domandò Nick rabbiosamente. “Mi hai detto che hai fatto molti sacrifici, ma la tua famiglia non dovrebbe essere qualcosa da sacrificare.”

“Sebbene sia stata dolorosa, è stata una mia scelta.” ribadì Judy tristemente. “Non mi hanno mai capita e sono sempre stati contrari a tutti ciò che desideravo.”

Nel sentire quelle parole così piene di egoismo, Nick s’infiammò.

“Sai, quando mi hai detto che volevi iniziare una nuova vita, non avrei mai pensato che volessi gettare via tutto il buono della vecchia te stessa.” esclamò Nick furente. “Dopo quello che hai fatto ai tuoi genitori, non mi sorprende che il resto della tua famiglia non voglia più avere nulla da spartire con te. Hai davvero oltrepassato ogni limite.”

“Come se tu non avessi mai fatto nulla del genere.” rispose Judy riferendosi al passato criminale di Nick.

“Non stiamo parlando di me, ma di te e di quello che hai fatto.” ribadì la volpe. “Ora parliamo della ragione principale che ti ha spinto ad abortire. La tua carriera. A essere onesti, non ho detto nulla del nostro piccolo segreto ai nostri colleghi. Avevo supposto che nemmeno tu l’avevi fatto e così sembra che sia io il cattivo della storia. Ma… sorpresa, come hanno reagito quando hanno saputo la verità?”

Judy era contrariata, ma non sapeva come replicare.

“Tutti, non solo Clawhauser, se la sono presa con te, non è vero?” ipotizzò Nick. “Capisco perché sentivi il bisogno di tenere nascosta la cosa, ma questo non è di alcun aiuto. Più a lungo hai mantenuto il segreto, maggiore è stato il contraccolpo. Se avessi detto subito la verità ai ragazzi del distretto, certamente qualcuno se la sarebbe presa con te, ma forse la situazione attuale sarebbe diversa. Invece non lo hai fatto, e il bubbone ti è scoppiato in faccia. Ora tutti i poliziotti del distretto ti guardano con occhi carichi di disappunto. Che cosa hai da dire a riguardo?”

“È stata…” iniziò Judy prima di essere interrotta.

“Permettimi di fermarti ora perché so esattamente cosa stai per dire.” disse Nick tenendo una zampa alzata. “È stata una tua scelta? Avevi il diritto di fare ciò che penso? Nonostante io sia ancora contrario, sul piano giuridico hai ragione. Non c’è alcuna legge che vieti l’aborto e avevi anche il diritto di tenere nascosta la questione. Tutti hanno dei segreti da mantenere e non sei l’unica mammifera ad aver abortito, a parte il fatto che sei una coniglietta. Ma…” Nick fece una breve pausa. “… che c’è scritto sui nostri distintivi?”

“Che cosa?” chiese Judy dubbiosa.

“Che c’è scritto sui nostri distintivi?” ripeté Nick.

CoraggioIntegrità… e Verità.”

“Esattamente. Quelle tre parole sono il codice che ogni poliziotto di Zootropolis dovrebbe seguire fedelmente. Non hai infranto la legge, ma hai infranto il codice.” il tono di voce di Nick tornò a essere pieno di rabbia. “Hai avuto abbastanza fegato da essere onesta con me, ma non con i nostri amici. Per quale motivo? Pensavi che ti avrebbero riservato lo stesso trattamento che ti sto riservando ora?”

“In effetti, è così.” ammise Judy.

Solo perché li hai tenuti all’oscuro della cosa per troppo tempo. Non ti hanno fatto alcuna domanda su quanto è successo?” domandò Nick. “Se avessi parlato con loro, probabilmente qualcuno ti avrebbe remato contro. Ma se lo avessi fatto prima di procedere con l’operazione, forse qualcun altro ti avrebbe convinta a prendere strade alternative. Forse mi avrebbero trovato e ci avrebbero rinchiusi in una stanza per parlare. Ma non lo hai fatto e si sono sentiti come se non avessero dovuto avere voce in capitolo. Questo… è il motivo per cui ora ti stanno trattando peggio di quando sei entrata in polizia.” Nick tentò di darsi una calmata. “Non sei come gli altri mammiferi, Judy, e lo sai. Le tue scelte hanno effetti sulla vita di tutti. E la situazione in cui versa attualmente la città ne è la prova.”

Ancora una volta, Judy era senza parole.

“Una volta che la notizia si è diffusa fra i membri della polizia, non è passato molto tempo prima che l’opinione pubblica ne fosse venuta a conoscenza. Judith Hopps: La prima coniglia poliziotto e l’eroina di Zootropolis abortisce il primo ibrido volpe-coniglio della Storia. Questo è solo uno dei titoli apparsi sui giornali.” affermò Nick. “Quando tutti hanno saputo la notizia, hanno subito cambiato opinione su di te, non è vero? Adesso ti considerano come una pazza amante delle volpi, una traditrice di tutti i leporidi, una meschina nemica degli ibridi, un’abortista radicale contraria a ogni forma di dialogo. Incrocia tutto questo con le opinioni degli altri mammiferi e che cosa ne viene fuori? Una catastrofe!”

Non appena la notizia dell’aborto di Judy era trapelata, l’opinione pubblica cittadina era entrata in subbuglio. Molti pensavano fosse impossibile che prede e predatori potessero avere dei cuccioli. La questione avrebbe potuto aprire la strada a innumerevoli possibilità. Ma a causa della scelta di Judy, le cose erano peggiorate. L’intera cittadinanza di Zootropolis stentava a credere che la loro eroina avesse potuto fare un gesto simile. Molti erano contrari all’aborto perché la pensavano come Nick. Altri pensavano che Judy fosse dichiaratamente ostile agli ibridi. Tutto ciò aveva provocato una frattura all’interno delle coppie costituite da membri di specie diverse. In ultima analisi, quelli che sostenevano la decisione di Judy erano i mammiferi… sbagliati. Erano convinti che ogni mammifero dovesse stare solo con altri membri della stessa specie ed erano fermamente contrari all’esistenza degli ibridi. Tutto questo aveva scatenato una serie di accessi dibattiti che avevano infiammato l’opinione pubblica, come era successo durante il caso degli Ululatori Notturni. Ancora una volta, le azioni di Judy avevano spaccato la città in due.

“Non credere di essere l’unica coinvolta nella faccenda. Io sono la volpe che ti ha ingravidata, e alcuni mi hanno lanciato occhiate ostili e detto parole pesanti. Ma io ci sono abituato.” confessò Nick. “Oltretutto, la gran parte dell’odio pubblico è rivolta a te, dal momento che hai fatto questa cosa alla città per la seconda volta.”

“Pensi davvero che io volessi tutto questo?” domandò Judy in preda alla rabbia. “Non l’ho mai desiderato. Non ho mai voluto che le cose peggiorassero per tutti là fuori.”

“Ti stai riferendo alle coppie costituite da membri di specie diverse, come noi? A quelle coppie che desiderano mettere al mondo dei cuccioli? Oppure ai frutti di quelle unioni che dovranno affrontare molte ripercussioni quando saranno cresciuti?” chiese Nick. “Siamo stati noi a scatenare tutto questo. Ora per loro sarà difficile uscire allo scoperto senza essere giudicati. Hai detto che volevi essere una fonte d’ispirazione per tutti i mammiferi. Ma chi potrà mai sentirsi ispirato da colei che ha provocato tutti questi problemi?”

Judy continuava a evitare ostinatamente il confronto visivo con Nick.

“Quel che è peggio non è il fatto che tu non abbia neppure tentato di sistemare le cose, ma che sembra non t’importi nulla di tutti coloro che hai ferito. Io, la tua famiglia, i nostri amicitutti!” esclamò Nick alzando la voce. “Ma vuoi sapere un’altra cosa? Dopo tutto quello che hai fatto passare a me e agli altri, non ti sei fatta alcuno scrupolo nel coinvolgere anche lei in questa storia.” concluse indicando la lapide di Shannon.

“Aspetta un momento!” ribadì Judy mentre si avvicinava adirata a Nick. “Non hai il diritto di dire nulla su Shay. Non la conoscevi e non sai quanto sia stata importante per me.”

“Ti sbagli.” rispose Nick con fermezza. “Ricordi quando ti ho detto che conosco tutti? Non conoscevo Shannon personalmente, ma dopo averla incontrata quella notte e aver sentito le cose che mi hai detto su di lei, mi sono fatto qualche idea sul suo conto. Posso parlartene, che dici?”

Judy si limitò a rispondergli con un borbottio stizzito.

“Bene. Shannon mi è sembrata una tipa a posto. Hai detto che faceva la meccanica, il che significa che non era solo carina, ma anche intelligente. Mi hai anche detto che, come te, era reduce da una rottura burrascosa. Se l’hai incontrata durante il giorno dell’operazione, significa che si trovava in ospedale perché era stata picchiata o ferita. Da qualcuno. Un fidanzato violento, forse? Voglio dire, prima di allora nessuna di voi due era mai stata coinvolta in relazioni di tipo… saffico. Ho ragione?”

Il silenzio ostinato di Judy fu per Nick una risposta sufficiente.

“Ho notato anche altri aspetti del suo carattere. Era timida, remissiva e un po’ esitante. Parlava poco e quando lo faceva, tendeva a balbettare. Dal momento che eri la sola a parlare, mi è sembrato chiaro chi portava i pantaloni nella vostra relazione. Non hai mai avuto alcuna intenzione di parlarle di me, il che significa che nessuno sapeva della vostra storia.” concluse Nick.

“Okay. Hai ragione su tutto,” ammise Judy “ma non ho fatto nulla a Shay.”

“Oh, certo. Non le hai fatto proprio nulla. Tranne…” disse Nick prima di gridare “… farle portare il tuo fardello!”

Judy sembrava scossa da quella rivelazione.

“Durante la vostra storia quelli che erano i tuoi problemi erano diventati anche i suoi, sebbene non avesse nulla a che farci.” disse Nick. “È stato giusto nei suoi confronti? Pensavi davvero che fosse capace di gestire tutta quella pressione? Io non credo proprio.”

“Non potevi sopportare il fatto che mi ero messa insieme a lei e ora la stai difendendo?!” domandò Judy sorpresa.

“Lo sai, hai ragione. In fondo, noi due avevamo qualcosa in comune. Siamo due volpi che si sono innamorate della stessa coniglietta.” rispose Nick. “Il problema è stato ciò che la suddetta coniglietta desiderava.”

“Io e Shay eravamo felici insieme. Al contrario di te, lei era tutto ciò che desideravo in una relazione.”

“È proprio questo il punto. Lei rappresentava quello che desideravi in una storia. Io, invece, quello di cui avevi bisogno. Una relazione sana non funziona se si accetta passivamente qualsiasi scelta. È necessario comprendere il punto di vista dell’altro e capire i suoi sentimenti, per poi trovare un compromesso. Anche a costo di discuterne animatamente. Può darsi che Shannon fosse stata disposta ad assecondare tutte le tue scelte, ma era davvero questo ciò che voleva?”

“Io… Lei… lei voleva restare al mio fianco. Questo è più di quanto si possa dire di te, Nick.” ribadì Judy con durezza, sebbene avesse iniziato a sembrare incerta.

“E se lei non l’avesse voluto?”

“Cosa?”

“Dopotutto, ti ha visto mentre mi cacciavi via nonostante l’aiuto che ti ho fornito nel tuo lavoro. Ti ha visto mentre respingevi con disprezzo i tuoi stessi genitori. Se tu eri capace di trattare in questo modo tutti coloro che ti volevano bene, perché con lei avrebbe dovuto essere diverso?”

Judy non sapeva come replicare.

“Probabilmente si è sentita a disagio per molto tempo. Puoi anche aver fatto delle cose che lei non condivideva affatto. Se anche così fosse stato, ha preferito tenere la bocca chiusa perché immaginava che cosa sarebbe accaduto. Se lei fosse stata in disaccordo su qualcosa e voi due aveste iniziato a discuterne, è probabile che anche lei avrebbe ricevuto lo stesso trattamento che hai offerto a tutti gli altri.”

Judy iniziava a tremare. Sembrava che Nick avesse colpito alcuni nervi scoperti.

Non dubito dei vostri sentimenti. Penso davvero che Shannon volesse restare al tuo fianco.” Nick sembrava sincero mentre pronunciava quelle parole. “Ma è anche possibile che si sia sentita in trappola. Non era abbastanza coraggiosa da dirti la verità sulle tue scelte, perché se l’avesse fatto… e tu l’avessi respinta o costretta a lasciarti… probabilmente lei si sarebbe sentita in colpa per averti abbandonata con il cuore gonfio di dolore. Esattamente come è successo a me.”

Judy tremava sempre più. Non aveva mai dubitato dei suoi sentimenti per Shannon e lo stesso poteva dire di lei. Ma ora, iniziava a nutrire dei dubbi. Davvero Shay non era d’accordo con qualcuna delle decisioni che aveva preso? Oppure era rimasta con lei solo per non rischiare di trovarsi nuovamente con il cuore a pezzi?

“Sembri titubante, Judy.” esclamò Nick mentre notava l’espressione negli occhi della coniglietta. “Forse mi sbaglio. Forse lei condivideva tutte le decisioni che hai preso e per questo ti è rimasta accanto. Ma non possiamo averne la certezza, perché lei è morta… e non ti è rimasto più nessuno.”

“E così hai deciso di venire qui per parlare con me.” disse Judy.

“Nessun altro lo avrebbe fatto. Puoi starne certa.” rispose Nick.

“Dovrei apprezzare il fatto che tu sia venuto qui per parlarmi, ma sappi che non intendo esserti grata.” esclamò Judy. “Non mi piace il fatto che mi stia rimproverando e alcune delle cose che hai detto su Shay. Come hai detto, non potrai mai esserne sicuro. Questo significa che, per quanto tu ne sappia, mi hai raccontato soltanto delle storielle credibili.”

Nick riusciva a stento a nascondere la delusione.

“E io che speravo avessi iniziato ad ascoltarmi.” esclamò mentre sentiva come una stretta al petto. “D’accordo. C’è un’ultima cosa di cui voglio parlarti, Judy. È il vero motivo per cui ti sei messa con Shannon.”

“Prima che tu aggiunga altro, faresti meglio a stare attento a ciò che mi dirai.” minacciò Judy mentre si avvicinava a Nick con sguardo furente. Ciò nonostante, la volpe non mostrava alcuna paura.

“Ci ho pensato per tutto il tempo. Perché stavi insieme a un’altra volpe? Perché proprio una femmina? Perché non ti ha infastidito intraprendere un’altra relazione dopo quello che era successo? Poi ho capito che gli indizi risiedevano nella ragione principale per cui ci eravamo lasciati. Al contrario di me, Shay non avrebbe mai potuto metterti incinta. Il che significa che potevi goderti la tua nuova relazione senza ripercussioni. Shannon non era soltanto la mia surrogata, la tua luce, il tuo nuovo oggetto amoroso. Lei era qualcos’altro. Lei era il tuo capro espiatorio.”

Per Judy quelle parole furono la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Tentò di assestare un pugno a Nick, ma contrariamente a quanto era avvenuto l’ultima volta in cui era stato colpito, la volpe aveva parato il colpo. Ciò nonostante, la rabbia di Judy non era intenzionata a scemare.

Come hai osato?!” gridò Judy piena d’odio.

Io?! Come hai osato tu, piuttosto?!”, urlò Nick di rimando. Judy tentò di colpirlo con un altro pugno, ma Nick si era difeso bene. “Eri davvero convinta che se lei fosse rimasta con te, tutto il resto non avrebbe avuto alcuna importanza. Anche se lei avrebbe dovuto sostenere tutta la pressione dei tuoi problemi.”

“Io non ho mai messo pressione a Shay con i miei problemi.” disse Judy.

“Ma saresti corsa da lei ogni volta lo avresti ritenuto necessario, non è vero?” domandò Nick. “È così. Anch’io ti ho sempre dato la spinta giusta per affrontare le cose. Tu hai dimenticato la ragione principale che ti ha spinto a diventare un agente di polizia. Rendere il mondo un posto migliore. Ma come puoi farlo se hai ferito tutti coloro che ti volevano bene? Guarda in faccia la realtà, Judy! Tu sarai troppo orgogliosa per ammetterlo, ma io non lo sono. Non siamo affatto gli eroi che tutti credevano che fossimo! Noi siamo tipi orribili!” ammise. “Io sono una volpe che ha passato gran parte della vita a frodare e ingannare il prossimo. Tu, invece, sei la coniglietta che per ben due volte ha messo nei guai l’intera città perché non ha pensato alle conseguenze delle sue azioni. È come ti ho detto quando ci siamo incontrati. Volpe acuta, coniglietta ottusa. Questo è ciò che abbiamo fatto. Questo è ciò che siamo. Questo è ciò che sempre saremo.”

Questo è ciò che siamo, eh?!” gridò Judy. “Allora questo fa di te un criminale. Un criminale che io non ho sbattuto in prigione per evasione fiscale solo perché mi avevi fatto pena.”

“Sì, avresti dovuto farlo.” rispose Nick. “È stata la città a trasformarmi in un criminale. Ma cosa ha fatto la città a te? Ti ha reso un’eroina? No. Ti ha fatto diventare una criminale? Nemmeno. Vuoi sapere qual è la definizione corretta per qualcuno che vuole soltanto ferire i sentimenti di tutti quelli che gli vogliono bene senza alcun rimorso? Questa è la definizione di un mo…”

Smettetela! Tutti e due!” gridò una voce femminile.

Judy e Nick smisero di discutere e si girarono per capire chi avesse lanciato quella richiesta perentoria. La figura si fece avanti e li fronteggiò. Era una coniglia di mezza età che indossava una maglia viola senza maniche e una gonna blu con delle carote ricamate sopra. Era la madre di Judy, Bonnie Hopps.

“Mi dispiace, Nick. Ho resistito più che ho potuto, ma non ce l’ho fatta.” disse Bonnie. “Dovevo intervenire.”

“Mamma?” esclamò Judy sorpresa nel vederla.

“Ciao, Judy. Dobbiamo parlare.”


[1] Neologismo costituito dall’unione delle parole carota e cattolici.


 

Note dell’autore: Rieccomi a voi con il secondo capitolo!

Devo ammettere che ho particolarmente apprezzato il modo in cui l’autore della storia originale sia riuscito a dar voce, attraverso le parole pronunciate da Nick, a tutti i dubbi che mi sono venuti in mente riguardo alla relazione fra Shay e Judy emersa nella storia di Borba intitolata Born To Be Alive. Inoltre, come avrete avuto modo di osservare nella mia nota, nella storia in questione l’artista ha spiegato che i genitori di Judy sono osservanti di una particolare confessione religiosa assimilabile al Cattolicesimo per via di una chiara visione tradizionalista e antiabortista. Non dimenticate che Borba è originario del Brasile, un Paese in cui oltre il 60% della popolazione è cattolico. A questo proposito, a pagina 17 di I Will Survive potrete notare un’icona della Vergine Maria con Gesù Bambino sotto forma di conigli.

Come sempre, vi lascio una serie di link utili:

Profilo dell’autore della fanfiction originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer  

Capitolo II di Zootopia: True Forgiviness: https://www.fanfiction.net/s/13258091/2/Zootopia-True-Forgiviness

Permesso dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last

Pagina 1 di I Will Survive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569

Pagina 1 di Born To Be Alive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628

 

Questo è quanto. Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro una buona lettura!


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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Capitolo III

 

Bonnie Hopps guardava entrambi con occhi severi. Solo allora Nick si staccò da Judy.

“Signora Hopps, le avevo detto di restarne fuori.” disse Nick alla coniglia.

“Per vedervi bisticciare come due cuccioli senza fare nulla?” Bonnie sembrava davvero adirata. “Stento a credere che una volta voi due condividevate un legame. Dovreste entrambi vergognarvi per come avete fatto precipitare le cose.”

Entrambi gli interessati non osarono ribattere. “Mamma, che cosa ci fai qui?” le aveva chiesto Judy.

“Non avrai pensato che sarei venuto qui da solo, vero?” rispose Nick. “Sono andato a Bunnyburrow a parlare con la tua famiglia di tutto quello che è successo. Tua madre è stata la sola a volere che la portassi da te. Il resto della tua famiglia non voleva disturbarsi a venire. Hai fatto proprio un bel lavoro.”

Di fronte a quell’ultimo commento sarcastico, Judy si limitò ad allontanarsi da Nick.

“Mi ha detto che voleva parlarti di una cosa importante.” affermò Nick.

“Pensavo che ci fossimo detti tutto l’ultima volta.” esclamò Judy rabbiosamente.

“Senti, Judith. Nonostante tutto quello che è successo, io sono ancora tua madre.” ribadì Bonnie.

“Dopo la nostra ultima conversazione, non pensavo che tu e papà mi consideraste ancora vostra figlia.”

“Ehi, datti una calmata, okay?” esclamò Nick stizzito dal comportamento di Judy.

         “Basta così, Nicholas! Parlerò io con lei, adesso.”

Nick alzò le zampe in aria e decise di farsi da parte per far sì che Bonnie si confrontasse con la figlia, sebbene quest’ultima la stesse guardando con ostilità così come aveva fatto con Nick per la maggior parte del tempo.

“Cosa vorresti dirmi? Che ti ho delusa? Che non avrei dovuto mantenere così tanti segreti? Che tutte le mie scelte erano sbagliate?” domandò Judy alzando il tono della voce. “Beh, queste cose le ho già sentite. Perciò, che altro vorresti dirmi?”

         Mi dispiace.” sussurrò mestamente Bonnie dopo qualche istante.

         Judy sgranò gli occhi. “Ti… dispiace?” domandò stupita.

“In qualche modo, sotto certi aspetti… tutto quello che ti è capitato è colpa mia. Del mio peccato.”

“Il tuo… peccato?”

“Non mi ha detto nulla per tutto il viaggio di ritorno, ma proprio non capisco. Perché le scelte infelici di sua figlia sarebbero colpa sua?” domandò Nick alla coniglia.

“Perché… anch’io ho un segreto da rivelare.”

“Ci dica tutto, allora. Qual è questo segreto?”

“Sì, mamma. Di quale peccato stai parlando?”

Bonnie prese un respiro profondo. Era visibilmente nervosa e il suo muso si muoveva ritmicamente. Era un chiaro segnale di paura. Ciò nonostante, Bonnie avvertiva la necessità di confessare ogni cosa.

“Anni fa… quando ho saputo che ero incinta di te, io…” Bonnie teneva mestamente gli occhi a terra e le sue zampe tremavano. Infine, tornò a guardare Nick e Judy negli occhi. “… ho tentato di fare la stessa cosa che hai fatto tu. Ho provato ad abortire.”

Non appena ebbero udito quelle parole, Nick e Judy si sentirono come se i loro cuori stessero sprofondando.

“Che… cosa?” sussurrò Judy sconvolta.

“Sta… dicendo sul serio?” chiese Nick allo stesso modo.

“Sì” ammise Bonnie.

Non appena ebbe afferrato la maglia di sua madre, l’espressione sul volto di Judy cambiò radicalmente. “Mi stai raccontando queste bugie solo perché…”

È la verità!” urlò Bonnie. “Ho davvero provato ad abortire.”

“No… non è possibile…” riuscì a dire Judy dopo aver lasciato la presa.

‘Quando ho suggerito a Judy cosa sarebbe successo se sua madre avesse deciso di interrompere la gravidanza, non avrei mai immaginato che sarebbe potuto andare effettivamente così.’ pensava Nick.

“Okay, supponiamo che quanto hai detto è vero. Hai centinaia di figli che possono affermare lo stesso. Perché proprio io? Perché ero diversa dai miei fratelli?” domandò Judy.

“Ti sei mai chiesta perché, al contrario dei tuoi fratelli e delle tue sorelle, tu sei l’unica a non far parte di una cucciolata? Judy, la verità è che tu eri effettivamente diversa dagli altri miei figli.” disse Bonnie.

“Che significa?” chiese Judy.

“Anche se Judy fosse effettivamente diversa dai suoi fratelli, non c’è ragione per cui lei debba dire una cosa simile.” obiettò Nick.

Bonnie capì che avrebbe dovuto raccontare tutto dal principio. “All’epoca ero già sposata con tuo padre.” esordì. “Stu era il marito ideale per una campagnola come me. Gran lavoratore, affettuoso, premuroso… insomma, possedeva le solite qualità che ogni coniglia cerca in un compagno.”

Nick e Judy non sapevano dove Bonnie volesse andare a parare, ma continuarono ad ascoltarla.

“Un giorno, tuo padre mi fece conoscere qualcuno. Suo cugino Tom, per l’esattezza. Era metà lepre e metà coniglio. Infatti era piuttosto alto rispetto alla media.” continuò Bonnie. “Tom era diverso dagli altri conigli, e non solo per l’altezza. Era l’esatto opposto di Stu. Era un ribelle, un viaggiatore instancabile che ha girato il mondo in sella alla sua motocicletta per molti anni. Era quel tipo di leporide che tuo padre non avrebbe mai potuto essere. Insomma, c’era qualcosa in lui che ho trovato… affascinante.”

Affascinante. Quell’unica parola fu sufficiente perché Judy e Nick avessero ben chiaro il quadro della situazione.

“No…” disse Judy incapace di dire altro.

“Sta scherzando…” esclamò Nick.

“Non riuscivo a capire cosa stessi provando nei confronti di Tom. Mi sentivo come sotto l’influsso di un incantesimo. Ero una coniglia sposata e non avrei dovuto essere interessata a lui. Stranamente, Tom mi trovava interessante.” confessò Bonnie. “Non so… non so spiegare che cosa mi sia successo. Un giorno, mentre Stu era fuori…”

Basta!” gridò Judy. “Non voglio sentire altro!”

Bonnie non si fermò e continuò a raccontare. “… io rimasi in casa con Tom. Tentai di resistere alle mie tentazioni, ma non ci riuscii. Così, quando mi chiese se avessimo potuto passare del tempo da soli, non seppi dirgli di no.”

Ho detto che non ti voglio più sentire!” ribadì Judy mentre si tirava giù le orecchie.

“È successo una volta sola. Ho pensato che… se avessi fatto finire la cosa subito, non ci sarebbero state conseguenze.” disse Bonnie sul punto di scoppiare in lacrime.

Per favore, non dire altro!” supplicò Judy.

“Qualche mese dopo, sei nata tu.” ammise Bonnie mentre piangeva a dirotto. “È stata la mia vergogna più grande. Il mio segreto più oscuro. Non volevo rivelare nulla a nessuno. Con le cose che sono successe, però, io… ho capito che era ora che tu sapessi la verità.”

Quando Bonnie ebbe finito, Judy lasciò andare le orecchie. Sia lei sia Nick avevano un’espressione attonita stampata sulle loro facce. Fu Nick a interrompere il silenzio dopo qualche istante. “Ci sta… dicendo che… lei ha avuto una relazione con questo Tom… e che Judy ne è il risultato?!” gridò quasi allibito.

“Sì.” ammise la coniglia.

Quello era il grande segreto di Bonnie. Aveva avuto una breve storia e aveva scoperto di essere incinta; qualche mese dopo, aveva dato alla luce Judy. Dal momento che non era la figlia biologica di Stu, Bonnie pensava che avrebbe dovuto abortire. Ma non l’aveva fatto.

“Un… un momento. Ci sta forse dicendo… che se tutto quello che ha raccontato non fosse avvenuto… allora Judy non sarebbe mai…” Nick era sotto shock mentre quelle parole uscivano a fatica dalla sua bocca.

Judy, dal canto suo, non solo era rimasta come paralizzata, ma aveva anche un’espressione vuota. Stava ancora prendendo tempo per metabolizzare tutte quelle rivelazioni.

“Vuoi dirmi che io sono nata solo per un tuo… capriccio?” aveva chiesto a sua madre.

“Mi dispiace, Judy.” disse Bonnie in preda ai sensi di colpa.

“Pensavo… pensavo di essere nata per essere viva. Ma ora mi stai dicendo che non lo ero affatto?” chiese Judy con lo sguardo perso nel vuoto. “Hai tradito papà? Stu non è il mio vero padre? Hai provato a non farmi nascere?”

“Ho pensato che, se fossi andata fino in fondo, sarei stata consumata dai rimpianti. È per questa ragione che non l’ho fatto.” confessò Bonnie in lacrime. “Stu resta sempre tuo padre e noi ti amiamo ancora, nonostante tutto.”

“Il tuo più grande peccato mi ha permesso di venire al mondo. Io sono… il tuo più grande peccato.”

“Non pensarlo neppure. Hai fatto tanto per la città. Siamo ancora fieri di te.” aveva detto Bonnie alla figlia, ma Judy sembrava non sapere come replicare. “Judy?”

La coniglietta era immersa nei suoi pensieri e respirava affannosamente. Si sentiva come se fosse immersa nell’oscurità più cupa. Molti pensieri si stavano accavallando nella sua mente. Alcuni erano pieni di rabbia, altri di tristezza, altri ancora d’incredulità. In quel frangente, le vennero in mente alcune frasi che Nick le aveva detto il giorno della loro travagliata rottura.

 

“Judy… che cosa sarebbe successo se tua madre, mentre era incinta di te, avesse deciso di interrompere la gravidanza? Te lo spiego io. Se tu non fossi nata, Judy, il mondo mi sarebbe sembrato più tetro che mai e senza la tua luce, vivrei ancora una vita priva di significato per le strade di Zootropolis.”

“Ascolta, Judy… ci sono mammiferi che fanno la differenza in questo mondo e tu sei una di loro. Anche se sei solo una coniglietta, sei riuscita a fermare una terribile macchinazione e a cambiare i cuori e le menti di milioni di mammiferi. Secondo me, niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza di te.”

Per l’amor di Dio, Judy! Concedi a questo cucciolo non ancora nato le stesse possibilità! Ti supplico… ti prego, permetti che la tua luce continui a brillare attraverso lui o lei!”

 

“Se quello che la mamma ha detto su di me è vero… se Nick avesse avuto ragione… allora io… io… io…”

Per tutta la vita, Judy era andata avanti con le sue scelte e le sue idee senza pensare alle probabili conseguenze. Ma… dopo che sua madre aveva confessato la verità sulla sua nascita, le sue convinzioni stavano cominciando a cambiare. Tutto quello che aveva preso corpo nella sua mente… l’aveva lasciata come in frantumi. Stava letteralmente annegando in un oceano di dolore, colpevolezza, sofferenza e rimpianto. Tutte quelle sensazioni così dolorose l’avevano piegata sulle ginocchia e le sue zampe giacevano inerti sul terreno. Nel vederla in quello stato, Bonnie e Nick si preoccuparono molto.

“Judy!” gridò Bonnie.

“J… Judy?” disse Nick preoccupato.

“Judy! Judy! Stai bene? Ti prego, dì qualcosa.”

“Che… che cosa ho fatto?” aveva chiesto Judy a sé stessa mentre le sue lacrime bagnavano il terreno. “Oddio! Che cosa ho fatto?!” aveva poi esclamato con un grido angosciante.

Mentre Judy piangeva disperata, il cuore di Nick si gonfiò di tristezza. Tutta la rabbia che aveva provato per lei fino a quel momento era sparita. Era chiaro che Judy si stava disperando in preda al rimorso. Tutto quello che si erano detti fino ad allora non aveva più alcuna importanza; Nick aveva capito che doveva confortarla in qualche modo.

“Judy!” esclamò Nick prima di aiutarla ad alzarsi e prenderle la testa fra le zampe per guardarla in faccia. Notò che i suoi occhi erano gonfi di lacrime. “Judy! Judy! Guardami! Va tutto bene! Va tutto bene!”

“No! Non va bene niente!” gridò Judy mentre afferrava la camicia di Nick. “Non capisci? Se mia madre non mi avesse fatta nascere, tutto quello ho fatto per la città non si sarebbe mai verificato. Avevi ragione, Nick. Avevi ragione su tutto!”

“Te lo giuro… non ne avevo idea. Non sapevo quanto avessi avuto ragione.” ammise Nick onestamente.

“Eri nel giusto… e io non volevo ascoltarti.” ammise Judy scossa dalle lacrime. “Se… avevi ragione su di me… allora perché non avrebbe dovuto essere così a proposito di nostro figlio?”

Nostrofiglio?” Nick stentava a crederci. Per tutto il tempo, Judy non aveva neppure considerato l’idea. L’aveva come respinta a priori.

“Io… ho pensato solo ai possibili effetti negativi. Mai a quelli positivi.” continuò a dire in lacrime. “Se… avessi avuto torto? Se fossi stata bene dopo il parto? Se fosse nato senza alcun tipo di difetto? Oddio! Forse avrebbe fatto parte di una cucciolata. Forse nostro figlio avrebbe potuto infrangere le barriere che tengono divisi prede e predatori con la sua nascita. Sarebbe potuto succedere tutto questo. Ma a causa della mia scelta… di quello che ho fatto, non si è verificato nulla di tutto ciò. Non ho mai voluto ammetterlo, ma quello che mi hai detto è vero. Io… io… ho ammazzato nostro figlio per la mia carriera!” aveva infine gridato mentre tremava come una foglia.

Quelle parole riecheggiarono per tutto il cimitero e colpirono Nick fin nel profondo dell’anima. Nell’udire quell’ammissione così pregna di rimorso, non fu più capace di trattenere le lacrime. “Judy…” disse tristemente.

“Pensavo… pensavo di aver fatto la cosa giusta. Ma guarda cosa è successo. Ho spezzato l’unità della mia stessa famiglia, ho perso la fiducia dei miei amici e colleghi, ho rovinato la mia reputazione, ho creato un’altra situazione di tensione fra prede e predatori. Ma quel che è peggio… ho fatto del male a chi amavo più di tutti.”

“Forse… Shay non ti avrebbe mai biasimata per quanto accaduto, Judy.”

“No. Non sto parlando di lei. Sto parlando di te.” aveva ammesso Judy. “Eri… così felice quando ti ho detto della gravidanza… e io ho cancellato la tua felicità. Sapevo bene ciò che la città ti aveva fatto e quanto dolore avessi sopportato. Eppure, ti ho ferito. Per ben tre volte. Come ho potuto farti questo?! Come ho potuto ferirti in questo modo dopo tutto quello che hai fatto per me?! Ti ho fatto sentire come se ciò che desideravi non fosse importante. Come se non avessi bisogno di te e ora…”

Judy era davvero dispiaciuta per quanto aveva fatto a Nick ed era divorata dal senso di colpa. Nick ne era rimasto sorpreso. Se lei stava rimpiangendo tutto quello che aveva fatto, allora… qual era il senso di quanto era successo?

“Che… cosa ha portato tutto questo?” aveva chiesto Nick con la voce rotta dall’emozione. “Che senso ha avuto lasciarti se ora lo sto rimpiangendo? Che senso ha avuto procedere con l’aborto se ora lo stai rinnegando? Che senso ha avuto tornare da te se avevi trovato qualcun’altra con cui essere felice? Che senso ha avuto andare avanti se hai perso anche lei? Che senso ha avuto tutto questo, Judy?”

“Non c’è alcun senso.” esclamò Judy col cuore gonfio di rimorso. “Tutto questo non ha portato a nulla. Tutto quello che abbiamo fatto non ci ha causato altro che dolore, rabbia, solitudine e disperazione. È colpa mia. È tutta colpa mia.”

“No. Non è vero. Avrei dovuto restare al tuo fianco quando avevi bisogno di me. Forse le cose non sarebbero precipitate fino a questo punto.”

“Non ti ho dato alcuna ragione per farlo. Ti avevo fatto intendere che non c’erano alternative all’aborto. Se mi fossi fermata un attimo a riflettere sulle conseguenze delle mie decisioni invece di tirare dritto… forse tutto questo…” Judy si era staccata dalla camicia di Nick e si stava coprendo gli occhi con le zampe nel tentativo di ricacciare indietro le lacrime. “Oh, Nick…”

Nick non avrebbe mai voluto vederla in quello stato. La tristezza che la stava tormentando era ben peggiore rispetto a quella che lui aveva provato fino a quell’istante.

“Judy… ti prego. Dobbiamo rimanere uniti.” le aveva detto Nick.

“Non… non credo di farcela.” aveva ammesso Judy con gli occhi rossi per le lacrime versate. “Ho represso tutte queste sensazioni così a lungo… che ora non so come fermarle. Non penso… non penso di potercela fare.”

Judy non si era mai sentita così tormentata e disperata. Non poteva fare altro che commiserare sé stessa. Voleva ricacciare indietro tutto quel dolore, ma non poteva farcela. Non da sola. Nick e Bonnie erano molto preoccupati per lei.

“Judy… coraggio… fatti forza.” disse Nick mentre tentava senza successo di alleviare la sua sofferenza. “Signora Hopps, non può fare qualcosa?” aveva poi chiesto a Bonnie.

“Non so proprio cosa fare.” ammise Bonnie con gli occhi lucidi. “È colpa mia. Mia figlia sta soffrendo per colpa mia.”

Neppure Nick sapeva cosa fare. Ma era palese che Judy stava affogando nel suo dolore. Lei non era come Nick. Lui era abituato alla sofferenza perché si considerava un sopravvissuto. Per Judy non era così. Se avesse continuato, non avrebbe più trovato la forza per rialzarsi. Forse Judy non avrebbe mai fatto lo stesso per lui, ma Nick era determinato a porre fine al suo strazio. In quell’istante… ebbe un’idea. Forse non avrebbe funzionato, ma doveva tentare. Nick si asciugò gli occhi prima di rivolgerle nuovamente la parola. “Judy… guardami.” disse.

“Uh?”

“C’è qualcos’altro che devo dirti. Mi avevi detto che non ne avevi bisogno. Ma guardandoti adesso, è evidente che ne hai bisogno ora più che mai. Perciò ecco qui. Judith Hopps…” Nick volle accostare la sua fronte a quella di Judy prima di proseguire. “… io ti perdono.

Quelle tre semplici parole cominciarono ad alleviare il peso che Judy aveva nel cuore. “Cosa?” domandò con gli occhi sgranati.

“Non mi hai sentito, coniglietta? Io ti perdono.” ribadì Nick.

Judy era spiazzata. Nick era davvero intenzionato a perdonarla dopo tutto quello che aveva provato per colpa sua?

“Non… non capisco, Nick. Ti ho ferito. Più di chiunque altro. Ho scelto di andare avanti con l’aborto senza pensare minimamente alle tue parole e ti ho ordinato di sparire per sempre dalla mia vita. Non merito il tuo perdono. Come? Come puoi anche solo pensare di perdonarmi?” domandò Judy con gli occhi nuovamente gonfi di lacrime.

“Non ti mentirò, Judy. Per troppo tempo, sei stata davvero… davvero… una coniglietta ottusa.” esclamò Nick con un’espressione decisa sul volto.

Judy era spaventata. Pensava che Nick non volesse davvero perdonarla.

“Mi hai fatto sentire come se le mie opinioni non avessero importanza e le mie azioni fossero state più gravi delle tue. La cosa peggiore è che tu non hai ferito soltanto me, ma anche la tua famiglia e i tuoi amici. Se tua madre non ti avesse mai raccontato la verità sulla tua nascita, probabilmente non avresti mai riflettuto sulle conseguenze delle tue azioni.” ribadì Nick mentre Judy aveva ricominciato a tremare.

“Hai ancora provocato la morte di nostro figlio, distrutto la tua reputazione e creato un’altra volta scompiglio fra i mammiferi della città. Dopo tutto quello che hai detto e tutto quello che hai fatto…”

Il naso di Judy si muoveva ritmicamente in segno di paura. Nick voleva davvero perdonarla oppure l’avrebbe ferita esattamente come lei aveva fatto con lui? In ogni caso, Judy capiva che se lo sarebbe meritato. Nick sfiorò il mento di Judy e la guardò intensamente. “… pensavi davvero che non avrei mai potuto perdonarti?” concluse infine rivolgendole un sorriso confortante.

“Nick…”

“Per tutto il tempo, ho creduto che non t’importava più nulla di me e dell’aborto. Ma dopo averti visto in quello stato mentre rimuginavi sulla tua decisione, ho capito che mi sbagliavo.” disse Nick. “Forse i tuoi sentimenti per me sono cambiati, ma i miei sono rimasti inalterati. Quello che sto cercando di dirti è che… nonostante tutto…” Nick guardava Judy con gli occhi che brillavano di luce propria. “… io ti amo ancora, Judy. E vuoi sapere un’altra cosa? Ti amerò per tutta la vita.”

Dinanzi a quella confessione, qualunque sentimento di rabbia che Judy aveva provato per Nick era scomparso. I sentimenti che Judy aveva soffocato per troppo tempo stavano tornando a galla. Ancora una volta, le lacrime scorrevano copiose dai suoi occhi. “Oh, Nick…” sussurrò con un nodo alla gola.

Nick teneva le zampe aperte in attesa di un abbraccio. Come era successo la prima volta in cui l’aveva perdonata, Judy affondò la testa sul suo petto.

“Scusami!” esclamò Judy in lacrime. “Scusami! Scusami! Scusami! Scusami!”

“Su, su, ti ho già perdonata. Voi conigli siete così emotivi.” esclamò Nick con le lacrime agli occhi mentre la abbracciava teneramente. “In fondo, anch’io sono una volpe emotiva, non credi?”

Nick e Judy ebbero il loro momento. Entrambi i loro cuori, che erano giaciuti in frantumi per troppo tempo, stavano finalmente cominciando a ricomporsi. Sebbene Bonnie non fosse stata in grado di fare molto, era grata a Nick per essere riuscito a far ragionare la figlia. Dopo che erano passati diversi istanti, Judy non si era ancora staccata dal corpo di Nick.

“Judy, ti senti meglio ora?” domandò Nick.

“Un po’. Non più di tanto, ma mi sento meglio.” rispose Judy dopo aver ripreso a sorridere dopo molto tempo.

“Coraggio, allora. È tempo di rialzarsi.” esclamò Nick dopo aver aiutato Judy a rialzarsi. In seguito rivolse lo sguardo a Bonnie. “Judy, c’è qualcos’altro di cui tu e tua madre dovete parlare.”

La coniglietta annuì e si diresse verso sua madre. Bonnie sembrava intenzionata a scusarsi di nuovo.

“Judy, mi dispiace tanto per aver nascosto la verità su di te e la tua nascita.” disse la coniglia sul punto di versare altre lacrime.

“Mamma…”

“So che quello che ho fatto è sbagliato e so che non potrai mai perdonarmi…”

“Mamma!” Judy riuscì a fermarla e le strinse amorevolmente le zampe. “Va tutto bene. Hai fatto un errore, ma… non rimanerci troppo male. Dopotutto, quell’errore mi ha fatto nascere.”

“Judy…”

“Nonostante tutto, sei un’ottima madre. Sono io che non sono stata una brava figlia.” ammise Judy. “Ti perdono, mamma. Spero che tu possa fare lo stesso con me.”

“Oh, Judy… certo che posso perdonarti.”

Madre e figlia si perdonarono a vicenda con un abbraccio carico di affetto. Eppure, era necessario affrontare un’altra questione.

“Mi fa piacere che vi siate riappacificate. Ma… che cosa avete intenzione di fare con il vostro segreto?” domandò Nick.

Bonnie e Judy dovettero staccarsi dal loro abbraccio. Che cosa avrebbero fatto? Il tradimento di Bonnie, il fatto che Stu non era il padre biologico di Judy, l’aborto che Bonnie non aveva voluto compiere… dopo tutto quello che era successo, era davvero la cosa migliore mantenere un segreto così scottante?

“Penso… che sia meglio tenere nascosta la cosa fra noi tre.” dichiarò Judy dopo averci riflettuto. “Ho causato fin troppi danni. Non voglio portare ulteriore scompiglio nella mia famiglia.”

“Se credi che questa sia la soluzione migliore, allora va bene.” disse Nick.

“Sì, lo è.” ribadì Judy.

“D’accordo, allora.” dichiarò Bonnie. “Dovresti sapere che, nonostante quello che ho fatto, amo ancora tuo padre con tutto il cuore.”

“Lo so. Potrebbe non essere il mio vero padre, ma mi ha cresciuta come se fossi effettivamente sua figlia.”

“Sai, è ancora molto seccato per come sono andate le cose. Se lo chiami e ti scusi con lui, sono convinta che ti perdonerà. So che lo farà.”

“Lo farò, mamma. Te lo giuro.” promise Judy con un sorriso sincero.

“Bene. Se non c’è altro, dovrei prendere il treno per il ritorno. Ma prima di andare…” Bonnie rivolse un cenno d’intesa a Nick. “Posso parlarti per un momento?”

“Uhm… certo, signora Hopps.” disse la volpe.

Bonnie si allontanò di qualche passo con Nick per potergli parlare a quattr’occhi.

“Che cosa c’è, signora Hopps?”

“Chiamami Bonnie, caro.” disse la coniglia. “Ti ringrazio tanto per tutto ciò che hai fatto per mia figlia.”

“Non c’è problema. Dovevo farlo.” dichiarò Nick con un sorriso smagliante. “Non sono stato al suo fianco quando aveva bisogno di me e non volevo rifare lo stesso errore.”

“Sei… un gran bravo mammifero.” disse Bonnie prima di abbracciare Nick.

“Se c’è ancora una possibilità che voi due possiate tornare insieme, coglila. Judy ha ancora bisogno di te.” sussurrò Bonnie all’orecchio di Nick.

‘Solo se questa è anche la sua volontà’, pensò la volpe con mestizia.

Bonnie salutò Nick e Judy e s’incamminò verso l’uscita del cimitero. Ora che la volpe e la coniglietta erano soli, tornò ad avvertirsi un certo imbarazzo fra i due.

“Come… ti senti, Judy?” domandò Nick.

“Sto ancora metabolizzando il tutto, ma credo che tutto andrà bene.” ammise Judy.

“Ascolta… voglio che tu sappia che, nonostante tutto, sono felice che tua madre ti abbia messa al mondo.”

“Ti ringrazio.”

“Bene. Ora è tempo di andare. Ti riaccompagno a casa.

“Okay. Ma prima di andarcene… ti dispiace se le dico un’ultima cosa?” domandò Judy mentre indicava la tomba di Shannon.

“Certo che no.” rispose Nick comprensivo.

Judy s’inginocchiò e si rivolse davanti alla lapide. “Shay, ti ringrazio per essermi stata accanto nel momento del bisogno,” disse. “E… voglio che tu sappia che mi dispiace per averti trascinato nei miei problemi. Non avrei mai dovuto fare una cosa simile. A presto, Shay. Tornerò a farti visita.”

Judy si rialzò e prese un respiro profondo per farsi forza. Si girò verso Nick e insieme uscirono dal cimitero.

Presero poi l’autobus per fare ritorno all’appartamento di Judy. Si sedettero l’uno di fianco all’altra, ma non proferirono parola. Erano successe molte cose e si erano detti tante, troppe cose. Judy guardò la zampa di Nick e volle stringerla per confortarlo, ma credeva che non fosse una buona idea. Nick, dal canto suo, prese la zampa di Judy e la strinse forte. Allora Judy appoggiò la testa sulla spalla di Nick.

“Mi dispiace tanto.” disse delicatamente.

“Lo so. Dispiace tanto anche a me.” rispose Nick.


 

Note dell’autore: Rieccomi a voi con il terzo capitolo!

Esso trae ispirazione da un altro fumetto realizzato da Borba intitolato Hopps Family Ties. Si tratta di una breve storia di tre pagine in stile yonkoma (per chi non lo sapesse, è un particolare tipo di serie a fumetti costituito da quattro vignette disposte dall’alto verso il basso diffuso in Giappone). Sebbene si tratti di una storia a carattere comico, l’autore della fanfiction originale ha deciso di sfruttarla per imprimere alla sua opera una svolta decisiva ai fini della trama.

Come sempre, vi lascio una serie di link utili:

Profilo dell’autore della fanfiction originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer

Capitolo III di Zootopia: True Forgiviness: https://www.fanfiction.net/s/13258091/3/Zootopia-True-Forgiviness  

Permesso dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last

Pagina 1 di I Will Survive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569

Pagina 1 di Born To Be Alive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628

Pagina 1 di Hopps Family Ties (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Hopps-Family-Ties-01-652797296

 

Questo è quanto. Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro una buona lettura!

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Capitolo 4
*** Capitolo IV - Prima parte ***


Capitolo IV

Prima parte

 

Nick e Judy camminavano nel corridoio d’ingresso dell’appartamento dove Judy risiedeva. Per tutto il tempo, non aveva fatto altro che scusarsi con Nick.

“Mi dispiace per averti graffiato, quella volta.” disse Judy.

“Va tutto bene, Judy.” ribadì Nick.

“Mi dispiace per averti pestato la zampa con la porta.”

“Va tutto bene, Judy.”

“E mi dispiace per…” prima che potesse concludere la frase, Nick le aveva messo la zampa sulla bocca.

“Judy! Ti ho già detto che è tutto perdonato. Niente più scuse, d’accordo?”

Judy annuì e Nick poté scostare la zampa dalla sua bocca.

“Non devi scusarti così tanto. Ti stai comportando in maniera diversa dal solito. O meglio… ti stai comportando più come la vecchia te stessa.” disse Nick con un sorriso.

“Penso di non essere stata me stessa per troppo tempo.” rispose Judy.

“Non… non sei la sola. E non sei l’unica che dovrebbe scusarsi almeno qualche centinaio di volte.” ammise Nick. “Senti, Judy, a proposito delle cose che ti ho detto… è stato Finnick a suggerirmi di tirare fuori tutta la mia rabbia. Le cose che ti ho detto, la furia che ti ho riversato addosso, non intendevo…”

“Va bene così, Nick. Ti ho già detto che hai avuto ragione… su tutto. Ero così decisa ad andare per la mia strada da non aver mai pensato alle conseguenze che le mie azioni avrebbero causato agli altri. Mi è… importato solo di me stessa. Sono… andata troppo oltre e stavo per perdere tutto… e se non fosse stato per te, non mi sarei fermata. Che razza di mammifero è uno che nasconde la verità, allontana i suoi cari e scatena un altro putiferio del genere? Non è un eroe e neppure un criminale, è un…”

“Non ci provare…”

“… mostro. Era quella la parola che stavi per dirmi, vero?” domandò Judy.

“Ho odiato a morte quel momento in cui stavo per dirtelo.” disse Nick aggrottando le sopracciglia.

“Non avevi torto. Avrei dovuto essere una fonte d’ispirazione per tutti i piccoli mammiferi della città. Una che voleva rendere il mondo un posto migliore. Invece, l’ho solo spaccato in due… un’altra volta.”

Non hai spaccato il mondo, Judy. Ricorda cosa ci siamo detti. Hai scelto di essere onesta con me, ma non hai fatto lo stesso nei confronti della città. Forse, se ti fossi esposta prima, ora gli effetti della notizia sarebbero scemati. Ma hai tenuto la notizia segreta così a lungo che, quando è venuta a galla, la rabbia dell’opinione pubblica è come… aumentata.” disse Nick mentre teneva le zampe sulle spalle di Judy. “Capisco perché sentivi il bisogno di tenere segreta la cosa, ma sei andata troppo oltre. Nessuno è in grado di capire, se non gli concedi una possibilità. Forse… avrei dovuto essere più comprensivo.”

“Se è per questo, anch’io avrei dovuto fare lo stesso. Ho combinato un gran macello e non so proprio come uscirne.”

“Certo che puoi, sei Judy Hopps.”

“Ma come? Dopo che la notizia del mio aborto è venuta a galla, nessuno mi crederà più.”

“Hai provato a chiedere scusa?”

“Cosa?”

“Coloro che si scusano hanno maggiori possibilità di essere perdonati se lo fanno con sincerità. Perciò, hai provato a chiedere scusa?”

Per tutta risposta, Judy chinò la testa ed emise un lieve grugnito. Era un segno che non l’aveva fatto.

Tipica coniglietta ottusa.” esclamò Nick con un ghigno. “Devi farlo. Sii sincera e gli altri mammiferi ti capiranno e ti perdoneranno. Non si concluderà tutto in un giorno, ma potrebbe essere un inizio. Che hai da perdere?”

“Penso… che tu abbia ragione. Non ho proprio nient’altro da perdere.”

“Fallo e potrai riconquistare la loro fiducia. Non sarà semplice, ma sei sempre stata una coniglietta tosta. Io credo in te… carotina.” disse Nick.

“Ripetilo, Nick.” disse Judy tenendo le orecchie ben in alto.

“Io credo in te?”

“No, l’altra parola.”

Carotina?”

“Ridilla.”

Carotina” concluse Nick con un sorriso.

Nel sentire quel soprannome, il cuore di Judy trovò conforto.

Carotina. Non avrei mai pensato che quel nomignolo mi sarebbe mancato così tanto.” disse Judy. “Sentirti chiamarmi di nuovo in quel modo mi rende davvero felice.”

“E pensare che la prima volta mi hai odiato per avertelo appioppato.” disse Nick mentre tornava indietro nei ricordi.

“Beh, dopo un po’ di tempo, mi è calzato a pennello.”

“Si potrebbe dire la stessa cosa di me.”

Entrambi arrossirono dopo quello scambio di battute. I sentimenti che provavano l’uno per l’altra stavano cominciando a riaffiorare. Ciò nonostante, entrambi preferirono non farci caso. Poco dopo, i due erano arrivati a casa di Judy. La coniglietta afferrò le chiavi, aprì la porta ed entrò. Il suo appartamento aveva visto giorni migliori. Da quando Shannon era morta, Judy non aveva ancora rimesso la casa in ordine.

“Scusami per il disordine e la sporcizia. Non ero in vena di fare le pulizie e…”

Judy si accorse che Nick non l’aveva seguita e che era rimasto fuori in attesa. Judy tornò indietro e richiuse la porta.

“Che cosa c’è, Nick?”

“Judy… tu mi hai davvero perdonato?”

“Solo se tu puoi fare lo stesso.” replicò Judy con gratitudine. “Nick, abbiamo entrambi sbagliato, ma i miei errori sono stati più gravi dei tuoi. Nonostante sia stata così crudele con te, sei ritornato da me.”

“Dovevo farlo.”

“Non so come ringraziarti. Quindi, Nick, ti perdono sul serio. Per tutto.” disse Judy sorridendo.

“Non sai quanto mi renda felice sentirtelo dire, Judy.”

Nick e Judy si erano davvero perdonati per tutto. Nonostante il dolore, la sofferenza, le ferite, le offese… ora niente di tutto questo aveva più importanza. Entrambi si erano lasciati il peggio alle spalle e potevano ricominciare daccapo. Eppure…

“Ora posso dirti addio senza rimpianti.” disse Nick.

Judy sentiva il suo cuore sprofondare di nuovo. “C… Cosa? A… Addio?”

“Sono venuto da te solo per trovare un rimedio a tutto quello che ti era capitato. Ora, sembra che tu stia meglio. Perciò, penso sia meglio che ora ti lasci per davvero.” ammise Nick tristemente.

“Ma ti ho detto che…”

“Questo non significa che non hai avuto ragione su alcune cose.” riprese Nick. “Sono stato io ad averti lasciata. Io. Sarei dovuto restare al tuo fianco e parlarti chiaramente. Avrei dovuto parlarti di quanto mia madre desiderasse avere dei nipotini e di come quello che hai fatto… mi avesse allontanato da lei.”

Judy iniziò a sentirsi in colpa. Al contrario di lei, Nick era figlio unico. Il suo aborto avrebbe potuto negare alla madre di Nick la sua unica possibilità di diventare nonna.

“Forse noi due… non eravamo mai stati pronti per quello.”

“Ma, Nick… dove andrai? Che cosa farai?”

“Quello che faccio sempre. Sopravvivere. Forse lascerò la città e andrò a vivere altrove. Sono sicuro che starai bene senza di me. Ora posso farti quel favore e uscire dalla tua vita… per sempre.”

Ogni singola parte della mente di Judy rifiutò quelle parole, mentre il suo cuore non riusciva a sopportare oltre. Era come se stesse urlando in preda all’agonia.

“Sono… felice di averti potuto rivedere un’ultima volta. Addio, Judy.”

Come era successo in occasione della mattinata in cui Nick aveva lasciato Judy, la volpe stava per andarsene. Ma un solo istante dopo, Nick sentì che qualcosa gli stava tirando la coda per impedirgli di andarsene. Judy era aggrappata alla coda di Nick ed era intenzionata a non lasciare la presa. ‘Lei mi ha… fermato?’ si chiedeva la volpe.

Resta. Ti prego.” supplicò Judy in lacrime. “Non posso farlo. Non posso dirti addio. Non di nuovo. Ho provato e riprovato, ma non posso più sopportarlo.”

“Judy?”

Un’altra occasione. Concedici un’altra occasione, Nick. Voglio tornare insieme a te.”

“Judy… ti ho ferita. Tu hai ferito me. Ci siamo fatti del male più di chiunque altro avrebbe mai potuto fare.” disse Nick. “Se dovesse accadere di nuovo… se dovessimo farci del male un’altra volta… allora, forse nessuno di noi due potrebbe…”

Te lo giuro!” gridò Judy. “Ti giuro che, fino a quando avrò vita, non ti farò mai più del male.”

Le parole di Judy convinsero Nick a tornare sui suoi passi.

“Nick…” esordì Judy mentre stringeva forte a sé una delle zampe della volpe. “Sei il solo che mi sia rimasto. Shay è stata al mio fianco, ma adesso non c’è più. Forse non ero la tipa giusta per lei. Non c’è nessun altro per me. Nessuno… tranne te.”

“Non… non posso prendere il posto di Shay.” obiettò Nick. “Ho le mie idee e non sempre potrò essere d’accordo con te.”

“Lo so, ma è come mi hai detto tu. Io desideravo Shay, ma avevo bisogno di te. Ti prego, Nick. Ti sto chiedendo un’altra possibilità. Voglio che fra noi le cose vadano per il verso giusto.”

Judy desiderava tornare insieme a Nick con tutto il cuore. Sebbene anche lui lo volesse fortemente, c’era un’altra questione che dovevano affrontare. “Voglio restare per mia scelta!” esclamò Nick con fermezza.

“Che vuoi dire?”

“Io… desidero avere dei cuccioli!” continuò la volpe. “Mi andava bene se questo fosse stato impossibile, ma ora so che non è così. Lo avrei anche accettato se fossimo tornati insieme. Ma… in realtà, stavo ancora mentendo a me stesso. Non voglio ricorrere all’adozione. Voglio dei figli che siano miei a tutti gli effetti.” Nick volle staccarsi dagli occhi di Judy per qualche istante. “Mi dispiace, Judy. Non posso rimettermi con te se anche tu non lo desideri e non posso costringerti ad accettare passivamente il mio desiderio. Non sarebbe giusto nei tuoi confronti.”

Era chiaro che Nick desiderasse ancora diventare padre. Era la ragione principale per cui aveva lasciato Judy e sentiva che doveva perseguire quell’obiettivo. Pensava che Judy non volesse mai diventare madre o anche solo avere dei cuccioli da Nick. Se i suoi timori si fossero rivelati fondati, sapeva che la loro relazione non avrebbe potuto essere ricostruita su solide basi.

“Nick… chi te lo dice che ora io non voglia la stessa cosa?” disse la coniglietta mentre guardava il canide con occhi sinceri e gli stringeva dolcemente le zampe.

“Che… vuoi dire?”

“Contrariamente a quanto ti era sembrato dal mio sguardo di ghiaccio, ho sempre rinnegato la mia scelta. Ho provato a non pensarci, ma non ha funzionato. E ora che mia madre mi ha rivelato la verità su di me e sulla mia nascita, rimpiangerò la scelta che ho fatto per il resto dei miei giorni.” ammise Judy con tristezza. “Non potrò mai riportare indietro la luce che ho scelto volontariamente di spegnere. Ma ora quello che desidero è stare con te. E se provare ad avere un figlio nostro potrà essere d’aiuto, allora sono disposta a fare questo passo. Ora più che mai.”

“Ma… se ci sbagliassimo? Se nostro figlio dovesse essere una specie di ibrido mostruoso, che faremmo?”

“E se così non dovesse essere?”

“Se fosse troppo grande per il tuo corpo, che faremmo?”

“Lo hai detto tu stesso. Sono una coniglietta forte.”

“E… che ne sarà della tua carriera?”

La sua carriera. Quello era stato uno dei motivi, se non il più importante, che aveva spinto Judy ad abortire. Quale sarebbe stata la sua risposta?

La mia carriera? Vuoi dire la carriera per colpa della quale mi sono trovata appesa a un filo? Quella carriera per la quale avevo rinnegato tutto ciò in cui credevo? Quella carriera che non sarebbe stata neppure concepibile se non fosse stato per il tuo aiuto?” domandò Judy. “Nick, io amo fare la poliziotta e voglio fare questo lavoro per tutta la vita. Ma… io ti amo più del mio lavoro e non avrei mai dovuto farti credere il contrario. Ma ora non ho più paura e voglio correre il rischio. Non m’importa più di perdere la mia carriera, perché… non posso perderti di nuovo. Ho bisogno di te, Nick.” aveva concluso mentre continuava a stringere con più forza la zampa di Nick.

Dal canto suo, stentava quasi a credere che Judy volesse davvero mettere al mondo i suoi cuccioli.

“Judy… sono successe molte cose.”

“Nick…”

“Non possiamo… far finta che non ci sia successo nulla.”

“Nick…”

“Io… tu… noi…”

“Nick…”

I sentimenti che uno provava per l’altra erano rimasti integri, nonostante tutto quello che era successo. Ora nient’altro aveva più importanza. Nick sollevò il mento di Judy e le si avvicinò, mentre la coniglietta si alzava sulla punta delle zampe posteriori. I due si fissarono titubanti per qualche istante, ma poi decisero di gettare al vento ogni imbarazzo e si sciolsero in un lungo bacio appassionato, mentre Judy si aggrappava al collo di Nick. Era evidente che la fiamma del loro amore, dopo essere stata sepolta sotto le ceneri dell’odio e del rancore, stava finalmente tornando ad ardere.

Judy aprì nuovamente la porta dell’appartamento e trascinò Nick al suo interno prima di chiudere l’ingresso dietro di loro. I due avrebbero trascorso le successive due ore nel turbinio di una riconciliazione appassionata che aveva avuto luogo in camera da letto. I vestiti di entrambi giacevano abbandonati sul pavimento, mentre Nick e Judy si guardavano con occhi colmi di felicità sotto le coperte e con nient’altro addosso che la loro pelliccia.

“Lo sai, potrei dire che in fondo me l’aspettavo, ma non ne ero del tutto convinto.” ammise Nick mentre teneva Judy avvolta nel suo abbraccio.

“Dici sul serio? Ci siamo baciati, ti ho lasciato fare e davvero non hai pensato che saremmo arrivati dove siamo ora?”

“Non proprio. L’ho immaginato nel momento stesso in cui mi hai lasciato entrare.” disse Nick mentre si divertiva a solleticare il muso di Judy con il suo. “Mi sono davvero mancati i nostri momenti d’intimità.”

“Anche a me.” replicò Judy intenta a creare dei piccoli cerchi col dito sulla pelliccia di Nick. “Devo riconoscere che hai mostrato un certo vigore, volpe acuta.”

“Beh… era da un bel po’ che non lo facevo. Ho accumulato fin troppe energie.”

Dopo tanto tempo, Nick poteva tornare ad accarezzare la testa di Judy. “Domani andrò a prendere tutta la mia roba e tornerò a vivere qui con te.” affermò. “Non voglio starti lontano o lasciarti da sola un giorno di più.”

Judy si sentiva un po’ a disagio. “Non credo che ti troveresti bene qui. Sto pensando di trasferirmi altrove.”

“Cosa?!” esclamò Nick spiazzato da quella affermazione.

“Questo appartamento… mi fa venire in mente troppi ricordi dolorosi. Il nostro litigio, il momento in cui ti ho cacciato via, la discussione con i miei genitori, il tempo trascorso con te e Shay… e una costante solitudine. Non credo di poter continuare a vivere qui.”

“E dove avresti intenzione di trasferirti?”

“Potrei tornare al mio vecchio appartamento.”

“Intendi quel buco microscopico dove vivevi quando ti sei trasferita a Zootropolis?”

“Pensavo che avrei trascorso il resto dei miei giorni da sola, dopo la morte di Shay e con te fuori dalla mia vita.”

“Ne sei davvero convinta?”

“Nick, sono la coniglietta che fa gettato nel caos la città per ben due volte. Sono stata con due volpi di genere differente, ho spezzato il cuore di una e ho messo pressione all’altra. Ho abortito il mio stesso figlio e ho tenuto nascosta la verità a tutti. Nessuno avrebbe mai più voluto avere nulla a che fare con me. Troppi problemi.”

“Potrei dire lo stesso.” affermò Nick. “Ho trascorso gran parte della mia vita a imbrogliare il prossimo. Ho lasciato sola la mia compagna quando aveva bisogno di me e sono tornato a condurre una vita triste e miserabile. Insomma, anche i miei problemi non sono cosa da poco.”

“Già. Comunque sia, non voglio rivivere i momenti dolorosi che ho vissuto qui. Per questo motivo voglio trovare un nuovo posto in cui vivere.” Judy aveva avuto un’idea. “Nick, e se mi trasferissi a casa tua?”

“Non è una buona idea. Il mio appartamento è un vero squallore!”

“Non può essere peggiore di questo.”

“Judy, ti capisco, ma ora non dovresti preoccuparti di questo. Tornare qui è stato doloroso, ma il fatto che tu sia qui accanto a me riesce ad alleviare il dolore.”

“Lo stesso vale per me.” disse Judy mentre abbracciava il compagno.

Un giorno troveremo un altro posto in cui stare. Magari una bella casa. Ma siamo appena tornati insieme, perciò dobbiamo lavorarci su prima di cercare una nuova sistemazione. Okay, carotina?”

“Okay.”

Siamo tornati insieme, giusto?”

“Sì, Nick.”

“Bene. Volevo esserne certo.”

Una volta sentitosi sollevato, iniziò a baciare il collo di Judy.

“Nick, smettila!” esclamò la coniglietta ridendo per il solletico.

“Mi spiace. Avresti dovuto prevederlo, carotina.”

“Nick! Nick! Sul serio, sebbene adori quello che stai facendo… dobbiamo discutere di qualcos’altro.”

“Non vorrai mica dirmi che ti ho messo di nuovo incinta, vero?” domandò Nick in tono scherzoso. Tuttavia, ripensò al fatto che non aveva usato alcuna protezione. “Cosa? Lo sei? Oddio, se l’ho fatto di nuovo, allora tutto quello che è successo…”

“No, no, affatto. Ho preso la pillola, sto bene!” lo tranquillizzò Judy prima che gli venisse un coccolone. “Come ti ho già detto, sarei stata bene. Non farò più gli stessi errori.”

“Non spaventarmi mai più così, carotina.” esclamò Nick mentre si teneva una zampa sul petto. “Allora, che c’è?”

“Anche se preferirei farne a meno, noi… dobbiamo discutere di… alcune cose.”

Sembrava che entrambi nascondessero ancora degli scheletri nell’armadio. Nick non era affatto contento. Era convinto che si fossero già detti tutto. “Uff… non potremmo concederci altre due ore di riconciliazione?” domandò con aria contrariata. “Non penso di poter affrontare altre discussioni oggi.”

“Anch’io ne farei volentieri a meno. Ma… dopo tutto quello che è successo, dobbiamo farlo.” replicò Judy. “Dobbiamo portare tutto alla luce del sole. Dirci tutto quello che è necessario. Solo così potremmo davvero ricominciare daccapo.”

Nick sapeva che Judy aveva ragione. Se lo desideravano davvero, dovevano assolutamente compiere quel passo.

“Sai, forse avremmo dovuto farlo prima di toglierci i vestiti e finire in camera da letto.” disse Nick mentre sbirciava dal suo lato del letto nel tentativo di raccattare i suoi abiti sparsi sul pavimento.

“Ecco… il fatto è che anch’io non lo facevo da tempo. Che ne dici di rivestirci, ora?”

“E va bene.” esclamò Nick rassegnato. “In fondo, se le cose dovessero filare nel verso giusto, potremmo sempre spogliarci più tardi.” concluse con un ghigno da marpione.

“Su, su. Dobbiamo prima parlare.”

“Se abbiamo davvero intenzione di farlo, dovremmo innanzitutto tirare giù qualche regola di base.” propose Nick a Judy.

“Mi sembra ragionevole. Quali sono queste regole?”

“Regola numero uno: nessuno dovrà lasciare la casa di propria iniziativa o dopo essere stato spintonato dal partner.”

“Regola numero due: niente mezze verità. Dobbiamo essere del tutto sinceri fra noi. Dobbiamo dirci solo la verità, per quanto possa sembrare scomoda.” propose Judy mentre si teneva aggrappata alle coperte.

“Regola numero tre: se una domanda dovesse risultare troppo scomoda per uno di noi, esso potrà porre il veto e il partner dovrà rispettare la scelta.” disse Nick. “Anche se non credo che ne avrò bisogno. Sono come un libro aperto ora e sento di poter rispondere a qualsiasi domanda vorrai pormi.”

“Anch’io la penso così. Anche se penso che dovremmo introdurre un’altra regola che consenta all’interessato di porre il veto se la risposta dovesse in qualche modo incontrare l’opposizione del partner.”

“Per me va bene. Infine, la regola numero cinque è la seguente: qualunque cosa accada, qualsiasi cosa dovesse essere detta, alla fine di tutto, noi due saremo ancora insieme. Non dobbiamo permettere che gli errori del passato possano rovinarci di nuovo la vita.”

“Sono d’accordo con te.”

“Bene, allora. Sei pronta?”

“Okay, sono pronta.”

“Ottimo. Puoi farmi la prima domanda.”


 

 
    Note dell’autore: Rieccomi a voi con il quarto capitolo… o per essere più precisi, con la prima parte!

    Ebbene sì, cari lettori. Dal momento che il quarto capitolo della fanfiction originale era decisamente troppo lungo e corposo, ho deciso di suddividerlo in più parti per non rendervi la lettura troppo pesante.

    Come sempre, vi lascio una serie di link utili:

    Profilo dell’autore della fanfiction originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer

    Capitolo IV di Zootopia: True Forgiviness: https://www.fanfiction.net/s/13258091/4/Zootopia-True-Forgiviness  

    Permesso dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last

    Pagina 1 di I Will Survive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569

    Pagina 1 di Born To Be Alive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628

 

    Questo è quanto. Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro una buona lettura!

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Capitolo 5
*** Capitolo IV - Seconda parte ***


Capitolo IV

Seconda parte

 

“Che cosa hai fatto dopo che ci siamo lasciati?” domandò Judy dopo aver preso un respiro profondo.

“Abbiamo iniziato col botto, eh? Vedi… pensavo che me la sarei cavata in qualche modo. Ma non è stato semplice.” rispose Nick. “Dopo averti lasciato, mi sono sentito… vulnerabile alle emozioni. Ero triste… e arrabbiato. Il fatto che tu fossi intenzionata ad abortire incurante dei miei sentimenti, mi ha fatto stare molto male.”

“È per questo che hai deciso di dimetterti dalla polizia?” domandò Judy rattristata.

“Oh, giusto. Avevo chiesto agli altri di non dirti nulla.”

“Dirmi cosa?”

“Non mi sono dimesso. Sono stato trasferito.” ammise Nick.

“Cosa?!” esclamò Judy colta di sorpresa.

“Non potevo lasciare la polizia di punto in bianco, ma non potevo neppure continuare a lavorare nel Distretto 1. Così, sono stato trasferito nel Distretto di Tundratown, dove mi sono occupato di casi di routine.”

“Non lo sapevo.”

“Come avresti potuto? Avevo chiesto ai nostri colleghi di non rivelarti nulla. Per tutto quel tempo, ho sperato che avessi cambiato idea e fossi venuta a cercarmi. Ma dopo tre mesi, avevo capito che quel treno era ormai andato. Dopo circa un anno, capii che per me eri ancora importante e sono tornato da te. Ma… sappiamo entrambi come è andata a finire.”

“Mi dispiace.” sussurrò Judy con le orecchie abbassate e lo sguardo contrito.

“Non devi. È stata colpa mia. Sono stato io che ho aspettato troppo tempo per tornare da te.” ammise Nick. “Posso chiederti una cosa, ora?”

“Certo.”

“La mia domanda è… una patata bollente, diciamo. Quand’è che le cose hanno cominciato ad andarti male?”

“Ecco… da perfetta coniglietta ottusa, ero certa che avrei continuato a vivere la mia vita a modo mio senza alcun problema. E l’ho fatto… per circa un mese dopo il nostro ultimo incontro. I miei genitori mi chiamavano spesso, ma non erano mai venuti a trovarmi. Finché, all’improvviso, non mi hanno fatto una visita a sorpresa nel mio appartamento. Il punto è che… io ero al lavoro, mentre… Shay era a casa.”

“Sto cominciando a capire…”

“Con lei che viveva nel nostro appartamento, mamma e papà non ci hanno messo molto a fare due più due. Abbiamo affrontato una lunga discussione, ho dovuto parlare dell’aborto, ho gridato loro che non volevo più rivederli, ho fatto piangere la mamma e sono diventata la vergogna della famiglia.”

“Oh, Judy…”

“Lo so, lo so. Mi sono sentita malissimo.”

“Perché hai provato a tenere nascoste le tue relazioni così a lungo? Insomma, l’intera faccenda del Carottolicesimo[1] non è più una scusa valida. I tempi sono cambiati rispetto a quando i tuoi genitori erano giovani.”

“Pensavo… che mi avrebbero allontanata, così… li ho allontanati io per prima.” esclamò Judy. Dopodiché, affondò la testa sul cuscino e riprese a parlare con un borbottio soffocato. “Forse, se avessi trovato il coraggio di dire loro tutto un po’ di tempo prima, le cose non sarebbero andate così male.”

“Lo penso anch’io, anche se i tuoi genitori non sono proprio al passo coi tempi. Comunque, avresti dovuto provare a essere onesta con loro.”

“Hai parlato di noi con tua madre?” domandò Judy dopo aver tirato fuori la faccia dal cuscino.

“Sì,” rispose Nick “e dovrai scriverle una lettera di scuse. Una lunga lettera di scuse. Sai, ce l’ha ancora con te.”

“Puoi star certo che lo farò.” promise Judy.

“Che è successo dopo il litigio con i tuoi genitori?”

“Circa un altro mese dopo, gli agenti del distretto dovettero sottoporsi a una serie di test medici. Volevano essere sicuri che tutti i poliziotti fossero in buona salute e che nessuno avesse riportato ferite o avuto malattie di alcun genere.” rispose Judy. “Sfortunatamente, Clawhauser era il responsabile addetto al controllo delle cartelle cliniche. Dopo aver esaminato la mia, aveva capito che avevo abortito e che l’operazione c’entrava qualcosa con la nostra rottura. Pensava che io ti avessi tradito o che tu non avessi voluto il cucciolo, ma alla fine aveva scoperto la verità.”

“Conoscendolo, sono sicuro che non ha preso bene la cosa.”

“Era a dir poco furibondo con me. Mi ha perfino gridato contro davanti a tutti gli altri agenti. Non credevo che lo avrei mai visto così alterato.”

“Dovevi aver fatto davvero qualcosa di sbagliato, se sei riuscita a farlo tanto arrabbiare.” commentò Nick ben conoscendo il carattere mite e bonaccione del corpulento ghepardo.

“Lui e alcuni colleghi non volevano più rivolgermi nemmeno la parola. Bogo mi concesse un paio di giorni di permesso, ma dopo essere tornata, seppi che altri agenti, come te, erano stati trasferiti e così il capitano mi ha sospesa dal servizio e mi ha negato la promozione a tenente. Mi ha sorpreso il fatto che non mi abbia ordinato di restituire il distintivo.”

“Ha licenziato per molto meno, in effetti.” affermò Nick.

“Il mio periodo di sospensione è finito, ma… ho dovuto ricominciare daccapo.”

“Vuoi dire…”

Ausiliaria del traffico.” esclamò Judy tutt’altro che entusiasta. “Ho perso la fiducia del capitano e ho dovuto ripartire da zero per cercare di riconquistarla.”

“Bogo è sempre stato un gran testardo, ma conoscendolo sono convinto che non era affatto contento quando ha dovuto prendere quei provvedimenti.”

“Mi ha detto che fare il poliziotto dà e toglie, e aveva ragione. Ero disposta a gettare tutto all’aria per la mia carriera e mi è costato più di quanto avessi mai voluto.”

“Dev’essere stata dura per te.”

“Avevo Shay al mio fianco, ma… sappiamo entrambi cosa è successo dopo.”

“Puoi passare alla prossima domanda, se vuoi.” propose Nick a Judy.

“Dopo tutto quello che ti ho detto, perché sei tornato da me?” domandò la coniglietta.

“Ho provato a uscire fuori dalla tua vita, ma non è stato semplice. È come per la maggior parte delle volpi. Quando incontriamo la nostra anima gemella, siamo come vincolate ad essa. È stato così anche per i miei genitori… fino al giorno in cui mio padre è morto.”

“Oh…”

“Per me eri ancora la mia anima gemella, nonostante tutto quello che era successo fra noi. Ma quando ho scoperto che avevi Shay al tuo fianco, ho dovuto accettarlo. Quando ho saputo del pandemonio scoppiato in centrale e del fatto che la notizia del tuo aborto era diventata di dominio pubblico, mi sono detto che, finché lei fosse rimasta con te, saresti stata bene. Ma quando ho saputo che Shay era morta… un mese fa… ho capito che dovevo tornare da te. Sentivo che dovevo farlo, anche se non avresti voluto né vedermiascoltarmi. Sentivo che dovevo trascinarti via dall’oscurità nella quale ti eri addentrata.”

“Nick… grazie.” esclamò Judy confortata dalle parole di Nick. “Ti ringrazio per essere tornato da me nonostante tutto quello che ti ho detto. Mi dispiace tanto.”

Niente più scuse, te l’ho già detto.”

“Scusa.”

“L’hai fatto di nuovo, carotina.”

“Ops! Che ne diresti di passare alla prossima domanda, allora?”

“D’accordo,” disse Nick “sono passate già un paio d’ore. Come ti senti riguardo a… beh… lo sai, no?”

“Ti riferisci a quello che ha detto mia madre? A dirla tutta, stento ancora a crederci.” esclamò Judy mentre scuoteva la testa. “Mi sento come se fossi arrabbiata, sconvolta e incredula nello stesso tempo. Insomma, da una parte mia madre ha tradito mio padre con qualcuno che mi ha fatto nascere. Se avesse abortito, avrebbe mantenuto il segreto. Ma… questo significa anche che avevi avuto ragione tu sulle cose che mi avevi detto. Non sarei mai nata e la mia luce non avrebbe mai potuto splendere. Dall’altra parte, lei ha deciso di non farlo, mi ha fatto nascere e ho così potuto illuminare il mondo con la mia luce. Ciò nonostante, sono il frutto di un tradimento e la dimostrazione che il matrimonio dei miei genitori non è perfetto.”

Nessuna relazione lo è, ma non avrei mai immaginato che tua madre fosse un tipo da… tradimento.” ammise Nick. “Questo Tom era il cugino di Stu, vero? Sembra quasi uno di quegli stereotipi sui conigli di campagna.”

“Non dirlo a me.” esclamò Judy mentre scuoteva la testa in segno di disappunto. “Mamma ha detto che Tom era per metà coniglio e per metà lepre. Questo spiega perché sia decisamente più alta rispetto ai miei genitori. Spiega anche il mio carattere ribelle e opposto a quello dei miei famigliari. Ecco perché non sono come i miei fratelli e le mie sorelle.”

“Il suo DNA scorre nelle tue vene. Pensi che ti assomigli?”

“Non m’interessa. Stu Hopps è il mio vero padre. Tom è solo un tipo qualsiasi che ha contribuito alla mia nascita, ma non è la ragione per la quale sono quella che sono. L’ho scelto io. Tutto qui.”

“Ben detto, carotina.” disse Nick con un sorriso. “Posso chiederti un’altra cosa?”

“Certo.”

“Se… fossi stata a conoscenza di quello che tua madre stava per fare, allora tu…” Nick non ebbe il coraggio di completare la frase.

“È ovvio che non l’avrei fatto,” disse Judy “ma non ti ho ascoltato e l’ho fatto lo stesso. Avrei dovuto prendere più in considerazione le tue parole. Non sapremmo mai cosa sarebbe potuto succedere.” ammise infine tristemente mentre si toccava delicatamente il ventre.

Nick sapeva ormai con certezza che Judy si sentiva in colpa per aver abortito. Strinse le sue zampe fra le sue e la guardò mentre teneva la fronte sulla testa di Judy. “Questo non significa che non possiamo riprovarci… dopo aver chiarito definitivamente le cose. Ma ne riparleremo più tardi. D’accordo, carotina?”

“D’accordo.”

“Qual è la tua prossima domanda?”

“Ecco… potrebbe essere dura per te rispondere.” disse Judy. “Quando eravamo presso la tomba di Shay, hai detto che avresti potuto essere al suo posto dopo quella notte. Che cosa intendevi dire?”

Nick rimase a guardare il soffitto per qualche istante senza proferire parola.

“Come pensi che mi sia sentito dopo quella notte, Judy?” chiese Nick con un nodo alla gola. “Non mi amavi più, non volevi più saperne nulla di me… ero a pezzi. Avevo perduto ogni ragione per vivere. Dopo quella notte, io… volevo farla finita.”

Judy era pietrificata dall’orrore. Non poteva credere che Nick avrebbe davvero voluto porre fine alla sua vita.

“C’ero così vicino. Avevo stretto il cappio attorno al mio collo. Tutto quello che avrei dovuto fare era… muovere un solo passo. Ma mi fermai.”

“Cosa ti ha fatto fermare?”

Tu. Se io fossi morto, avresti dovuto vivere per sempre con il rimorso per esserne stata la causa. Non potevo permetterlo. Così il mio istinto di sopravvivenza… ha avuto la meglio. Ma non è stato facile. Non potevo vivere senza di te e neppure morire a causa tua. Perciò ho vissuto come in una specie di limbo.”

Judy si aggrappò all’orlo delle coperte. Non riusciva a credere che avrebbe potuto diventare la causa della morte di Nick. Quel pensiero la fece sentire tremendamente in colpa, ma era al tempo stesso lieta che quella triste eventualità non si fosse concretizzata.

“Sono felice che tu non l’abbia fatto. Perché se tu fossi morto… non dubito che ti avrei raggiunto nell’aldilà.”

“Cosa?!”

“Nick, quello che hai detto sulle volpi ha valore anche per noi conigli. Quando perdiamo qualcuno che amiamo, la nostra anima gemella… la seguiamo nella morte.”

“Dici sul serio? Mi stai dicendo che saresti morta dopo di me?”

“Nonostante le cose che ti ho detto, è ovvio che mi sarei sentita in colpa. Hai ragione. Avrei vissuto con il rimorso per aver provocato la tua morte. Le cose per me sarebbero perfino peggiorate. Tutti mi avrebbero incolpata dopo aver saputo tutto ciò che avrebbe potuto spingerti al suicidio. Avrei perso il lavoro. Se avessi saputo quello che mi ha detto mia madre, il rimorso sarebbe stato impossibile da sopportare. Anche se Shay fosse rimasta al mio fianco, non avrei mai avuto la forza di andare avanti senza di te e il tuo perdono. L’unica cosa che avrei potuto fare per porre fine alla mia sofferenza sarebbe stata… fare ammenda.”

“Quando parli di fare ammenda, intendi dire…”

“Sappiamo entrambi cosa voglio dire.”

Nick stentava a credere alle parole di Judy. “Mi consideri davvero la tua anima gemella?” le chiese titubante.

“Sì, Nick.”

“Non era diventata Shannon la tua anima gemella?”

“Lei è morta e io sono ancora qui.” considerò Judy. “Lei avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, ma… non avrei mai potuto sopportare la tua scomparsa.”

“Significa che non possiamo proprio fare a meno l’uno dell’altra, eh?”

“Sembrerebbe proprio di sì.”

Nick sbuffò contrariato mentre si teneva le zampe premute sulla faccia. “Perché non l’abbiamo capito prima?” si domandò in tono abbattuto. “Avremmo potuto fare a meno di tutto questo melodramma.”

“Volpe ottusa e coniglia altrettanto ottusa. È questo ciò che siamo.” disse Judy.

“Un momento. Diciamo che sono una volpe acuta… che si comporta ogni tanto in maniera ottusa.”

“Allora io sono una coniglietta ottusa che ogni tanto fa cose acute.”

“Giusta osservazione.”

“Allora… qual è la tua prossima domanda, Nick?”

“Questa volta dobbiamo tornare indietro a prima dell’aborto.” esordì. “Perché… eri così convinta che quella doveva essere l’unica soluzione? Niente mezze verità, ricorda il nostro patto. Non riguardava solo la tua carriera o il fatto che apparteniamo a due specie diverse. Ora sappiamo che là fuori lepri e conigli possono avere dei cuccioli e che le lepri possono essere alte come le volpi. Quindi, qual è il vero nocciolo della questione?”

“Nick…”

“L’idea di avere dei figli con me ti terrorizzava fino a questo punto?”

“No, Nick. Niente affatto!” ribadì Judy mentre abbracciava il cuscino. “Non sei mai stato tu il problema. È una cosa che riguarda solo me. Crescere a Bunnyburrow significa una sola cosaprepararsi a mettere su famiglia. Tutte le coniglie trascorrono il resto della vita a occuparsi dei cuccioli mentre i mariti lavorano. Questo le porta a procreare quasi senza sosta. Nick, i miei genitori hanno oltre duecento figli e ho visto mia madre crescerli giorno dopo giorno, anno dopo anno, senza neppure concedersi il tempo di domandarsi quali fossero i suoi veri desideri. Non volevo vivere quella vita.”

“Perciò… credevi che, se avessimo avuto dei figli, la tua vita sarebbe finita in un punto morto?”

“Sì. Lo so che sembra…” Judy non riuscì a finire la frase perché Nick aveva iniziato a darle dei pizzicotti sulle guance. “Ahi! Ahi! Nick, dacci un taglio!”

“Coniglietta ottusa che non sei altro!” esclamò Nick mentre continuava a tormentare le guance di Judy. “Pensi davvero che voglia essere padre di centinaia di cuccioli? Ora non esageriamo! Quattro o cinque andranno benissimo!”

“Ahi! Va bene, ho capito. Ora però smettila!”

“Non siamo più in campagna. Questa è Zootropolis. Le cose sono diverse, così come i tempi. Non viviamo più all’epoca dei nostri genitori. Chi ti ha detto che avresti dovuto smettere di lavorare per fare la mamma a tempo pieno? Se lo avessi voluto, sarei stato più che disposto a occuparmi dei nostri figli mentre tu avresti continuato a lavorare.”

“Cosa? Davvero?” domandò Judy un po’ perplessa.

“Pensi davvero che non ci abbia pensato? So bene che fare la poliziotta è il tuo sogno fin da quando eri piccola. È solo che non voglio che tu lavori al punto da dimenticare che esistono altre cose ugualmente importanti nella vita.”

“Come… avere qualcuno da amare e costruirsi una famiglia?”

“Esatto!”

“Il capitano Bogo mi ha confidato che avrebbe voluto farsi una famiglia, ma non ha potuto farlo per via del lavoro.”

“E sappiamo entrambi come è fatto.” disse Nick mentre stringeva Judy a sé. “Non voglio che tu metta il lavoro davanti ogni altra cosa. Non diventare come Bogo, okay?”

“Okay.”

“Ora, a proposito degli altri motivi che ti hanno spinta ad abortire, per quanto sia duro per me accettarlo… ti capisco. Non eravamo sposati, non abbiamo usato alcuna protezione e non sapevamo neppure che avremmo potuto avere dei cuccioli. Ma il problema non era l’aborto. Il problema è che hai voluto andare fino in fondo senza avere avuto ben chiaro il punto della situazione.”

Nick aveva centrato il punto. Tutte le paure che Judy aveva provato allora non si erano basate su prove concrete, ma su semplici supposizioni. Senza le dovute informazioni, non avrebbe mai avuto la certezza che quelle paure si sarebbero mai potute concretizzare.

“Se anche solo una delle cose che mi hai detto fosse stata possibile… se il parto non fosse stato privo di rischi al 100%… se la tua vita fosse stata davvero in pericolo… sai che avrei fatto tutto il possibile per garantirti il tuo benessere.”

“Lo so.” ammise Judy ancora in preda ai rimorsi.

“Hai almeno parlato di tutto questo con il medico che ti ha seguita durante l’operazione?”

“Ecco…”

“Non gli hai neppure detto che il padre del cucciolo era una volpe, non è così?”

“Mi dispiace, volevo solo fare di testa mia e se glielo avessi detto, pensavo che avrebbe…”

“Va tutto bene. Ti ho già perdonato per tutto, ricordi?” disse Nick mentre teneva ancora una volta la testa di Judy a stretto contatto con la sua. “La prossima volta dovremmo analizzare ogni variabile prima di decidere. Così, quando vorremo avere dei figli, faremo la scelta giusta.”

“D’accordo, te lo prometto.”

“Un’altra cosa…” Nick riprese a tormentare scherzosamente le guance di Judy coi suoi pizzicotti.

“Smettila, Nick!”

“Che cosa ti avevo detto? Niente più scuse!”

“Va bene, va bene! Non mi scuserò più. Allora, che ne dici di rispondere alla mia prossima domanda?”

“Okay. Che cosa vuoi chiedermi?”

“C’è qualcosa che volevo chiederti a proposito di quella mattinata.” disse Judy. “Prima che te ne fossi andato, mi hai detto che sarebbe stato meglio per noi se non ti avessi detto nulla dell’aborto. Che cosa avresti fatto, se non te l’avessi detto e ne fossi comunque venuto a conoscenza?”

“Sai, sebbene non fossi affatto felice della tua decisione, ti ero comunque riconoscente per essere stata onesta con me.” disse Nick tenendo le zampe incrociate. “Ma… se mi avessi tenuto all’oscuro della cosa… e io l’avessi scoperta… allora mi sarebbe stato chiaro che avresti avuto torto in ogni caso… e avrei avuto le mie buone ragioni per lasciarti.”

Judy era scossa, ma riusciva a comprendere la risposta di Nick.

“Una relazione si basa innanzitutto sull’onestà. Sei stata abbastanza coraggiosa e onesta con me, ma la ferita brucia ancora. Mi è stato… difficile ritornare da te. Ma se mi avessi mentito, allora penso che le nostre situazioni sarebbero risultate capovolte. Comunque, non ha più alcuna importanza. Perché ora rimpiangi la tua scelta, giusto?”

“Se così non fosse, non mi avresti mai vista gridare in preda al rimorso. Sto ancora rimpiangendo tutto quello che ho fatto e credo che non finirà tanto presto.”

“Sappi che è stato proprio il tuo rimorso a darmi la forza per perdonarti.”

“Capisco,” disse Judy sorridendo. “Nick, lo sai che noi conigli teniamo la testa appoggiata su quella dell’altro per chiedergli perdono?”

“Davvero? Non lo sapevo.”

“Sul serio? Eppure hai fatto la stessa cosa con me per tre volte, perciò pensavo che lo sapessi.”

“Che buffo. Sei tu la coniglia, eppure non lo hai ancora fatto. Perciò, come posso avere la certezza che tu mi abbia davvero perdonato?”

Judy sorrise e si alzò sulle zampe posteriori prima di appoggiare la testa sulla fronte di Nick. La volpe ne fu felice, perché significava che Judy lo aveva davvero perdonato. “Mi credi, ora?” chiese la coniglietta.

“Ti credo, carotina.” rispose Nick.

Judy diede a Nick un lieve bacio sulla guancia prima di tornare a sdraiarsi sul letto e infilarsi sotto le coperte.

“Prossima domanda?”

“D’accordo.”

“Che altro vuoi sapere da me?” domandò Judy.

“Ecco… la mia è più una… curiosità, diciamo.” disse Nick mentre si toccava le dita imbarazzato. “Riguarda te e Shay. Aspetta. Ti va bene se la chiamo così?”

“Sì, va bene.”

“Okay. Tu e Shay, insomma…” Nick sorrideva in modo maldestro. “Quando eravate insieme… avete mai…”

Veto.” esclamò Judy dopo aver compreso cosa volesse chiederle Nick.

“Cosa? Oh, andiamo. Pensavo che non avremmo mai ricorso alla regola del veto.”

“Non intendo rispondere alla tua domanda, Nick.”

“Suvvia, almeno potresti dirmi qualcosa.”

“Lo farò solo se risponderai alla mia domanda.”

“Spara pure, carotina.”

“Sei stato con qualcun’altra mentre noi vivevamo separati?”

Veto.” disse Nick tenendo gli occhi sbarrati.

“Come immaginavo.” commentò Judy.

I due evitarono di guardarsi negli occhi e rimasero in quello stato di palese imbarazzo per qualche istante. Fu Nick a rompere il silenzio.

“Judy…” disse la volpe.

“Sì?”

“Pensi che abbiamo entrambi risposto alle rispettive domande, nonostante il veto?”

“Ecco… penso di sì.” ammise Judy tenendo la testa chinata. “Ma desiderio e bisogno sono due cose differenti.”

“Cosa? Io sono il desiderio o il bisogno? Lo so che ti ho detto di voler essere il bisogno, ma preferirei essere il desiderio.”

“Nick!”

“Va bene, va bene. Non andrò oltre.” disse Nick nel tentativo di far cadere la questione nel dimenticatoio.

“Perché non vuoi dirmi con chi sei stato?” insistette Judy.

“Immagino che debba vuotare il sacco. E va bene!” esclamò Nick mentre si sgranchiva il collo. “Mentre lavoravo nel Distretto di Tundratown, ho conosciuto una volpe artica. Dal momento che ero la prima volpe a essere entrata nella polizia di Zootropolis, sapeva chi fossi e si sentiva attratta da me. Non ero intenzionato a intraprendere una relazione con lei perché stavo ancora cercando di dimenticarti. Ma a un certo punto, capii che dovevo smuovere le acque. Iniziammo a frequentarci, ma… capii che fra noi non c’era sintonia. Tagliai i ponti con lei e provai a tornare da te. Il resto… lo sappiamo entrambi.”

“Già…”

“Sul serio, Judy. Ho bisogno di sapere qualcosa di più su di te e Shay. Non sono più arrabbiato. Desidero soltanto che tu sia sincera con me.”

Judy inspirò profondamente prima di rispondere. “Come ti ho già detto, io e lei… stavamo bene insieme. La nostra relazione era per certi versi simile a quella che avevo avuto con te. Stare con lei mi rendeva felice. Ma… più ripenso alle parole che mi hai detto oggi e più mi rendo conto che… avevi ragione.”

“Sul serio?” domandò Nick sorpreso.

“Lei… era d’accordo con tutte le mie scelte. Persino a proposito di quelle che gli altri non condividevano affatto. Ogni volta che ero arrabbiata su qualcosa, cercavo il suo conforto. Ho fatto la stessa cosa quando ho cacciato via di casa te e i miei genitori. Ogni volta che dovevo affrontare le conseguenze delle mie azioni…”

“Ti appoggiavi a lei?” concluse Nick.

“Sì,” ammise Judy “andavo da lei per tutti i miei problemi… anche se non la riguardavano affatto… e so che non è stato giusto nei suoi confronti. Non le ho neppure chiesto come si fosse sentita a riguardo.”

“Judy, non prenderla nel verso sbagliato, ma non penso che tu fossi davvero coinvolta nella tua relazione.”

“Che vuoi dire?”

“Io e Shay avevamo dei punti in comune. Abbiamo entrambi avuto una storia con te, ma non è solo questo.” disse Nick. “Ci sentivamo coinvolti nelle rispettive relazioni perché eravamo felici di stare con te. Invece, mentre entrambi eravamo legati a te, tu sembravi più interessata alla tua carriera.”

Ancora una volta Nick aveva centrato il punto della situazione. Fin da quando si era trasferita a Zootropolis, l’obiettivo principale di Judy era stato quello di fare carriera nei ranghi della polizia.

“L’unico motivo per cui ci siamo lasciati è stato l’intero disastro della gravidanza. Conoscendoti, credevo che non avresti mai voluto intraprendere una relazione seria con un’altra volpe…. indipendentemente dal genere. Non hai voluto mai ammetterlo, ma hai voluto intraprendere una relazione con Shay solo perché sapevi che lei non avrebbe mai potuto metterti incinta e che avresti potuto concentrarti unicamente sul lavoro. Ho ragione oppure no?”

Non hai torto.” ammise Judy. “Quando sono arrivata qui, il mio unico obiettivo era fare la poliziotta. Non avrei mai immaginato che mi sarei innamorata… delle volpi. Innamorarmi di te è stato naturale. Innamorarmi di Shay, invece, è stato più semplice perché… avrei potuto concentrarmi solo sul mio lavoro e avere qualcuno al mio fianco.”

“Sembra che tu abbia avuto ciò che volevi. Ma era davvero questo ciò che lei desiderava?”

“Cosa?”

“Judy, per tutto il tempo hai tenuto segreta la tua storia con Shay. Ma era ciò che lei voleva?”

“Nick, eravamo due mammifere di specie diverse, ma dello stesso genere. Se gli altri lo avessero saputo, avremmo dovuto entrambe affrontare una serie infinita di ripercussioni.” obiettò Judy.

“Ma Shay era d’accordo con la tua decisione di tenere segreta la vostra relazione come se ne provassi vergogna?”

“Ecco…”

“Per quanto tempo avresti avuto intenzione di andare avanti così?”

“Uhm…”

“Quanto credi che sarebbe durata la vostra storia?”

“Ehm…”

“E se lei avesse voluto sposarti?”

“Ecco…”

“E se lei avesse voluto adottare dei cuccioli e tu non fossi stata d’accordo?”

“Io…”

“Judy, hai sentito quello che ti ho detto?”

“Io… sì.”

“Ti piace quello che è uscito dalla tua bocca?”

“No, affatto.” ammise Judy mentre teneva le orecchie basse e lasciava cadere la testa sul cuscino. “Avevi proprio ragione. Shay era parte integrante di una relazione che desideravo unicamente per me stessa. Non le ho mai chiesto cosa desiderasse realmente. Lei non era come te. Forse lei… se avesse avuto il coraggio di…”

Nick capì che Judy non aveva ancora superato il trauma della morte di Shay, perciò provò a cambiare tattica. “Se voi due eravate felici, il resto non conta.” esclamò. “Lei è stata al tuo fianco mentre io ero via. Per quanto fossi arrabbiato, sappi che non l’ho mai odiata.”

“Dici sul serio?”

“È così.” disse Nick. “Ero più che geloso di lei, ma non l’ho mai odiata.”

“Voglio che tu sappia che neppure lei ti ha mai odiato.”

“Da… davvero?” domandò Nick sorpreso.

“Le ho raccontato di quello che è successo fra noi. Aveva capito perché eri così sconvolto. Si è perfino… sentita un po’ in colpa.” confessò Judy.

“Sono sorpreso che tu glielo abbia detto.”

“Sentivo che avrei dovuto farlo.”

“Ti ringrazio. Vai pure con la prossima domanda.” disse infine Nick.

“Potrebbe… essere la mia ultima domanda. Ma potrebbe anche essere la più difficile alla quale rispondere.”

“Coraggio, puoi farcela.” esclamò Nick.

Judy posò la zampa sinistra sul petto di Nick, in corrispondenza del cuore. Lo abbracciò forte e domandò con gli occhi pieni di tristezza: “Quante volte? Per quante volte ti ho spezzato il cuore?

“Judy… non ha più alcuna importanza.”

“Quante volte?” ripeté la coniglietta.

“Questo cuore ha infranto ed è stato infranto talmente tante di quelle volte che ormai ho perso il conto.” ammise Nick tristemente. “Pensavo che avrei dimenticato facilmente tutte le ferite che continuo a trascinarmi dietro. Ma con te… e le tre volte in cui mi hai spezzato il cuore non è stato così.”

Per ben tre volte Judy aveva ridotto il cuore di Nick in frantumi. Dopo la conferenza stampa, quando gli aveva comunicato il desiderio di abortire il loro figlio e quando Judy gli aveva detto che si era innamorata di Shay. La coniglietta lo sapeva bene e per questo si sentiva sempre più in colpa. “Nick… Mi dis…”

“No! Non puoi continuare a sentirti in colpa per tutto.” esclamò Nick fermamente dopo averla interrotta. “Non voglio che tu continui a sentirti così in colpa.”

“Come ho potuto? Come ho potuto farti questo?” domandò Judy mentre tentava in ogni modo di trattenere le lacrime. “Se fossi stata al tuo posto, non avrei mai potuto sopportarlo.”

“Penso… di essere una specie di sopravvissuto… per quello che mi ha detto il mio vecchio una volta.”

“Che cosa ti ha detto tuo padre?”

“È una storia che risale a quando ero ancora un cucciolo. Papà mi disse queste parole: Se continuerai a immischiarti in ogni scontro, ti ritroverai con così tante ferite addosso che non riuscirai neppure a riconoscerti allo specchio.” esclamò Nick. “Pensavo che si riferisse alle ferite superficiali, ma credo che il discorso valga anche per quelle che ci portiamo dentro. Judy, pensi ancora di essere la stessa mammifera di prima?”

“Intendi l’aspirante eroina che voleva rendere il mondo un posto migliore? No. Non lo sono più.” ammise Judy. “Non so più chi sono. So solo che… non sono più la stessa coniglietta di prima.”

Siamo in due, allora.” le fece eco Nick. “Non sono più la volpe di un tempo. Una volta ero un artista della truffa che passava le sue giornate a imbrogliare il prossimo. Poi, sono stato un eroe che aveva ispirato le altre volpi della città. Ma ora, neppure io so chi sono.”

“Tutto quello è successo ci ha come trasformati nel profondo. Pensi che abbiamo bisogno di essere qualcun altro?”

“Penso che, piuttosto, faremmo meglio a tornare a essere ciò che eravamo.” rispose Nick. “Una volpe acuta che a volte fa cose ottuse, e una coniglietta ottusa che a volte si comporta in maniera acuta. Dopo tutto, è ciò che siamo sempre stati e ha funzionato. Perché cambiare ora?”

“Uhm… volpe acuta, coniglietta ottusa. Coniglietta acuta, volpe ottusa. Pensavo che non mi sarebbe mai piaciuto essere definita una coniglietta ottusa, ma credo che mi crescerà addosso, proprio come il tuo nomignolo.”

“Appropriati di ciò che sei.” consigliò Nick facendo spallucce.

In quel momento Judy ripensò a qualcosa che riguardava il discorso precedente sulle ferite e pose la zampa destra sul lato sinistro del volto di Nick.

“Judy, cosa stai…” esclamò la volpe perplessa.

La coniglietta scostò la pelliccia di Nick quel tanto che bastava per svelare tre distinti segni di graffi. Era stata opera sua. Fuori di sé dalla rabbia, Judy aveva colpito violentemente Nick e gli aveva graffiato la faccia. Judy aveva sempre provato un forte rimorso per quel gesto.

“Judy, non provare a scusarti…”

Scosta la mia pelliccia, Nick. Esattamente come ho fatto con te.”

“Non capisco…”

“Fallo e lo capirai.”

Seppur riluttante, Nick accontentò Judy e scoprì che, sulla guancia sinistra della coniglietta, erano ancora visibili tre piccoli segni di artigli. “Come te li sei procurati?” domandò Nick sconvolto.

“Quando ero piccola, un bulletto di nome Gideon Grey mi graffiò la faccia. Era stato il suo modo di dirmi che non sarei mai diventata una poliziotta. Da quel giorno, giurai che avrei dimostrato a quella volpe che aveva avuto torto.”

“Quindi… sono stato graffiato da una coniglietta che, a sua volta, è stata graffiata da una volpe. I segni che porti sulla guancia sono come i miei.” disse Nick.

“Ironico, vero?” considerò Judy con un sorriso. “Se non altro, sono coperti dai nostri manti.”

“Secondo un vecchio detto, il tempo cancella tutte le ferite. Facciamo in modo che riesca a cancellare anche quelle che portiamo nei nostri cuori.” esclamò Nick mentre stringeva la zampa di Judy. “Bene, ho un’ultima domanda. Ma… non credo che ti sarà facile rispondere.”

“Dimmi pure, Nick. Ce la posso fare.”

Come è morta Shay?” domandò Nick tutto d’un fiato.



[1] Vedi Capitolo II.


 

 

    Note dell’autore: Rieccomi a voi con la seconda parte del quarto capitolo!

    Probabilmente Nick avrebbe preferito continuare la propria riconciliazione con Judy sul piano prettamente fisico, ma converrete con me sul fatto che, dopo tutto quello che i due hanno passato, una lunga chiacchierata a cuore aperto fosse doverosa. Non la pensate così anche voi?

    Come sempre, vi lascio una serie di link utili:

    Profilo dell’autore della fanfiction originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer

    Capitolo IV di Zootopia: True Forgiviness: https://www.fanfiction.net/s/13258091/4/Zootopia-True-Forgiviness  

    Permesso dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last

    Pagina 1 di I Will Survive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569

    Pagina 1 di Born To Be Alive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628

 

    Questo è quanto. Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro una buona lettura!


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Capitolo 6
*** Capitolo IV - Terza parte ***


Capitolo IV

Terza parte

 

Judy ebbe come un mancamento e assunse un’aria torva. Afferrò il cuscino e lo strinse forte a sé, come se volesse trovare la forza giusta per rispondere.

“Se vuoi, puoi sempre ricorrere al veto e io…” obiettò Nick.

“No. Sarà dura, ma ti dirò tutto.” affermò Judy dopo essersi ripresa dallo shock iniziale. “Che cosa sai?”

“Non molto, in verità. Finnick me l’ha detto solo due giorni fa. Fino ad allora, pensavo che fosse ancora viva e vegeta.”

“Allora è bene che tu sappia tutto. È stata colpa mia. Shannon è morta… per causa mia.”

“Cosa?” esclamò Nick. “Judy, capisco che tu ti senta ancora in colpa, ma non credo proprio che Shay sia morta per colpa tua.”

“È così, invece.” ribadì mestamente Judy. “Ascolta, Nick… avevi ragione sulle cose che mi hai detto su di lei.”

“Davvero?”

“Qualche giorno prima della sua morte, abbiamo avuto un’accesa discussione. Non era mai successo prima di allora.” raccontò Judy. “Mi disse che non era contenta di come le cose stessero andando fra noi. Ammise anche che non le era affatto piaciuto il modo in cui avevo trattato i miei genitori. Mi suggerì di provare a fare pace con loro, ma io non volevo proprio saperne. Discutemmo a lungo finché… le urlai contro. Shay mi lanciò uno sguardo pieno di paura. Era terrorizzata e tremava in preda al panico. Cercai immediatamente di scusarmi, ma lei per tutta risposta si allontanò e si chiuse in camera da letto. Dovetti dormire sul divano per due notti.”

“Quindi, c’erano davvero guai in paradiso?”

“Sarebbe dovuto accadere, prima o poi.” ammise Judy. “Shay restò rinchiusa in camera per tre giorni e usciva solo quando io ero fuori per lavoro. Cercai di parlarle, ma lei non voleva rivolgermi la parola. Un giorno, riuscii a farla uscire dalla stanza. Le proposi di uscire fuori per parlare a quattr’occhi. Girammo per le strade di Zootropolis e riuscii in qualche modo a riappacificarmi con lei. Ma mentre stavamo camminando, Shay mi confidò che qualcuno la stava osservando segretamente da qualche giorno e che in quel momento ci stava seguendo. Così, imboccammo un vicolo cieco per far uscire il colpevole allo scoperto. Il piano funzionò. Lo stalker era una volpe che aveva l’aspetto di un poco di buono. Shay lo guardò in faccia e lo riconobbe.”

“Quella volpe stava perseguitando Shay e lei lo conosceva. Non dirmi che…”

“Sì. Era l’ex-fidanzato di Shay.” disse Judy. “Sembrava che volesse solo ritornare insieme a lei, ma Shay non voleva più avere nulla a che fare con lui. Non ci mise molto a capire che noi due stavamo… insieme.”

“Non dev’essere stato affatto contento della cosa.” commentò Nick.

“Non lo era, infatti. Provò a sopraffarmi, ma riuscii a gettarlo a terra grazie all’addestramento ricevuto all’Accademia di Polizia. Lo tenni bloccato sull’asfalto e chiamai i rinforzi per portarlo via.”

“Ricapitoliamo. Hai lottato contro di lui, lo hai atterrato e hai chiamato rinforzi. Immagino che la parte triste della storia inizi ora, vero?”

“Non appena lo ebbi bloccato a terra, mi disse qualcosa di molto simile a quello che mi hai detto tu.” confidò Judy sul punto di scoppiare in lacrime.

La coniglietta iniziò a ricordare gli eventi di quella notte. Judy era riuscita a immobilizzare a terra l’ex-fidanzato di Shay, mentre quest’ultima si teneva in disparte.

 

“Okay. Tra poco la polizia verrà ad arrestarti. Anche se non dovessi andare in galera, stai alla larga da Shay.” ordinò Judy in tono perentorio.

“Tsk! Pensi che lei stia meglio con te piuttosto che con me?” domandò la volpe.

“So che è così.”

“Oh, davvero? Pensi che io non sappia chi tu sia, agente Judy Hopps? La cosiddetta eroina della città? Sei la coniglietta che tempo fa ha messo prede e predatori sul sentiero di guerra. Sei anche la coniglietta che ha scelto di abortire il suo stesso figlio.”

Judy sembrò sconvolta da quelle rivelazioni.

“Lascia che ti chieda un paio di cose.” continuò il farabutto. “Come si sente Shay? Che cosa prova a dover portare tutto il tuo fardello?”

“Cosa?” esclamò Judy.

“Sai, la conosco molto meglio di quanto tu creda. Stare insieme a lei è la cosa più facile del mondo perché non desidera altro che assecondare ogni cosa tu dica.” disse lo stalker con un ghigno. “Questo perché non è altro che una povera smidollata.”

“Come ti permetti di definirla così?”

“Non è per questo che stai con lei? In fondo, puoi correre da lei per ogni tuo problema. Shay è come la tua pallina antistress. Ma più passano i giorni, più lei si sentirà schiacciata dal peso. Scommetto che si sta chiedendo fino a quando potrà sopportarlo, prima che tu decida di piantarla in asso. Non importa che voi due siate felici oppure no. Fino a quando le cose andranno avanti così, lei si sentirà intrappolata nella scatolina in cui tu l’hai messa.”

“Sta’ zitto!” gridò Judy. “Perché mai dovrei credere a qualcuno che non ha fatto altro che ferirla più e più volte? Shay sta con me perché rispetta le mie scelte. Perché desidera davvero starmi accanto.”

“Perché non proviamo a chiederle come si sente, allora?”

“Shay, diglielo.” disse Judy alla compagna.

Shay, dal canto suo, rimaneva chiusa nel suo silenzio e non riusciva neppure a guardarli. “Shay, diglielo.” le ripeté Judy.

“Io… io…”

“Shay…”

“Mi… mi dispiace, Judy.”

Dopo averla sentita, Judy avvertì come una fitta al cuore. “Che… cosa?” esclamò.

Eccoti la risposta.” affermò l’ex-fidanzato di Shay con un ghigno tagliente. “La vostra storia ha portato benefici soltanto a te, non a lei. Tutto quello che le hai offerto sono stati i tuoi problemi, coi quali non c’entrava nulla.”

“Io… Shay… non volevo…” riuscì a dire Judy mentre perdeva la presa sul delinquente. Prima che lei potesse tentare di scusarsi con Shannon, il suo ex-fidanzato colse al volo l’occasione e, dopo essersi rialzato, colpì Judy con un pugno e la fece stramazzare a terra.

“Judy!” gridò Shay preoccupata.

“Indietro! Non ti avvicinare, Shay. Lo sto facendo solo per il tuo bene.” affermò il malfattore.

Shay era troppo spaventata per muovere un solo muscolo. Judy, invece, era come sotto shock, sia per il pugno ricevuto sia per le cose che poteva aver fatto a Shannon.

“Sai, ero un ammiratore del tuo collega. Disgraziatamente per lui, lo hai cacciato via e lo hai privato del suo stesso figlio.” affermò l’ex-fidanzato di Shay. “Non riesco a credere che tu sia l’eroina che tutta la città credeva. Ora non sei altro che una vergogna capace soltanto di creare problemi su problemi.”

Il delinquente tirò fuori un coltello a scatto; mentre lo puntava contro Judy, la coniglietta era pietrificata dal terrore. “Sto facendo un favore a Shay e all’intera città. Tutti noi vivremmo meglio senza di te!” gridò la volpe prima di calare l’arma.

Judy non sapeva come reagire. Il suo corpo si rifiutava di muoversi. Tutto quello che poté fare fu chiudere gli occhi in attesa che il coltello la colpisse. Ma dopo qualche istante, non accadde nulla. Judy aprì gli occhi e vide con orrore la scena dinanzi a sé. Shay si era frapposta fra i due ed era stata pugnalata al petto. Perfino l’autore del gesto fu colto di sorpresa.

“Shannon…” disse Judy in stato di shock.

“Sh… Shay. Perché…” esclamò il suo ex colto alla sprovvista.

“Fe… fe… fermatevi. Per favore…” sussurrò Shay nonostante il dolore provocato dal colpo ricevuto.

Il suo ex-fidanzato indietreggiò di un paio di passi in preda al dolore e al rimorso. “No. No, no, no. Che… che cosa ho fatto?” disse a sé stesso prima di crollare sulle ginocchia.

Shay stava perdendo molto sangue e collassò a terra, mentre le forze la stavano gradualmente abbandonando.

“Shay!” gridò Judy mentre si precipitava al suo fianco. “No! No, no, no, no!”

Judy estrasse il coltello dal corpo della compagna e tentò in tutti i modi di arrestare l’emorragia.

“Shay! Shay! Resisti!” gridò Judy mentre piangeva disperata. “Mi dispiace! Mi dispiace!”

“Ju… dy…”

“Era diretto a me! Perché ti sei fatta colpire al posto mio? Perché?!”

“Perché… dovevo farlo.”

“Ti supplico… non morire. Sei tutto ciò che mi è rimasto.”

“Questo… non è vero… e… lo sappiamo… entrambe.” sussurrò Shay ormai in fin di vita. “Mi… dispiace. Non… sono stata… abbastanza… forte.”

“Shay! Shay! Non dire così! Andrà tutto bene. Okay?”

Shay aveva chiuso gli occhi con le ultime energie che le erano rimaste e in quel momento, il suo cuore cessò di battere.

“Shay! Shay! Apri gli occhi! Ti prego!

 

“Quando arrivarono i soccorsi, Shay aveva perso troppo sangue ed… era… già morta.” concluse Judy mentre le sue lacrime bagnavano il cuscino. “Hai capito, ora? Lei è morta per causa mia.”

Nick era come frastornato e non sapeva cosa dire. Si limitò ad aggrapparsi alla spalla di Judy. “Fatti forza. Se Shay non fosse intervenuta, allora tu saresti…” si limitò a dire nonostante fosse pietrificato dall’orrore.

Judy continuava a bagnare il cuscino con le proprie lacrime. Nick non poté fare a meno di abbracciarla amorevolmente. “Mi dispiace tanto. Non avevo idea di cosa fosse successo.” esclamò con la voce rotta dall’emozione.

“Va tutto bene, Nick.”

“No, invece! Sono rimasto all’oscuro di tutto per un mese. Se lo avessi scoperto prima, sarei tornato da te senza averci pensato due volte.”

Nick era in preda al senso di colpa e non riusciva ad arrestare le lacrime. “Mio Dio. L’abbiamo coinvolta nel nostro disastro. Non aveva fatto nulla di male. Assolutamente nulla! Eppure è morta per colpa nostra.”

“La sua morte non è stata opera tua, bensì mia.”

“Davvero?” domandò Nick con gli occhi lucidi. “Io ti ho lasciata e l’ho persino ferita, come aveva fatto il suo ex-fidanzato. Se fossi rimasto al tuo fianco e ti avessi sostenuta durante l’operazione, voi due non vi sareste messe insieme, ma sareste ancora amiche. E poi, non sarebbe stata costretta a sopportare il peso che hai dovuto sostenere per colpa mia.”

“Nick…”

“Non mi sono mai scusato con lei quando era in vita e non potrò mai farlo.” ammise Nick mentre, tormentato dal rimorso, si premeva la testa fra le zampe.

“Nick, niente di quello che le è successo è colpa tua. Hai capito?”

“Ma sono colpevole di averti lasciato in preda al dolore per un mese.” obiettò tristemente la volpe.

Entrambi si sentivano in colpa per aver provocato la morte di Shannon. Judy non poteva perdonarsi il fatto che Shay avesse restituito un senso alla sua vita, mentre Nick si tormentava per non essere riuscito a scusarsi con lei in modo appropriato. Ciò nonostante, i due capirono che dovevano andare avanti e si asciugarono gli occhi a vicenda. “Che cosa hai fatto dopo quella notte?” domandò Nick.

“Quando tornai a casa, ero distrutta dal dolore. Poi iniziai a spaccare tutto in preda alla rabbia. Ho scagliato oggetti contro i muri, ho gridato, ho distrutto qualche mobile e, dopo tutto questo, ho pianto. Piansi come non avevo mai fatto nella mia vita. Poi chiamai la centrale per prendermi un periodo di permesso che permane tuttora. Non riuscivo proprio a tornare al lavoro.”

“Che è successo a quel criminale?”

“È in cella a rimpiangere ciò che ha fatto.”

“Come hanno reagito i genitori di Shay?”

“La cosa buffa è che, se avesse detto loro che frequentava una coniglia, non avrebbero avuto nulla da obiettare. Il fatto è che… ero io quella coniglia. Perciò, al momento non intendono avere nulla a che fare con me.”

“Sono davvero dispiaciuto, Judy. Non era così che volevo tornare insieme a te. Non pensare che stia semplicemente riprendendo il mio posto accanto a te solo perché Shay se n’è andata.”

“Lo so. Neanch’io lo desideravo.” disse Judy. “Se posso chiedertelo, come pensavi di tornare insieme a me?”

“Uhm… vuoi davvero saperlo? Mi hai già fatto la tua ultima domanda.”

“È solo per curiosità. Puoi dirmelo.”

“Va bene. Le cose sarebbero andate in maniera un po’ diversa.” esordì Nick. “Innanzitutto, Shay sarebbe venuta da me. Mi avrebbe confidato che le cose fra voi non stavano andando bene e avrebbe chiesto il mio aiuto. Ci avrei riflettuto sopra per qualche istante, ma poi avrei accettato. Shay avrebbe pensato a un modo per farci riunire nel punto giusto e al momento giusto. Tu saresti stata ancora ostile nei miei confronti, ma Shay… avrebbe confessato il suo coinvolgimento nel piano. Avremmo affrontato la stessa discussione di oggi. Poi tua madre ti avrebbe confessato la verità sulla tua nascita. Saremmo stati tutti scioccati. Io ti avrei confortata e in seguito perdonata. Avremmo tutti versato lacrime amare, tua madre sarebbe ritornata a casa e io sarei stato intenzionato a lasciarti. Shay si sarebbe fatta avanti e ci avrebbe convinto a essere onesti fra noi. Alla fine dei conti, noi due saremmo tornati insieme, mentre tu e Shay sareste rimaste amiche.”

“Wow. È una… bella storia.” commentò Judy sorridente.

“E poi, dopo qualche tempo, avremmo intrapreso una relazione a tre.” concluse Nick con un ghigno malizioso. Per tutta risposta, Judy lo colpì alla spalla con un pugno. “Ahia! Scherzavo! Stavo scherzando! Volevo solo alleggerire un po’ l’atmosfera.”

“Non sei stato affatto spiritoso, Nick.” affermò Judy.

“Lo so. Lo so. È solo che… mi dispiace davvero che le cose non siano andate come avevo ipotizzato. Spero che tu sappia che non sto in alcun modo traendo beneficio dalla sua morte.”

“A essere onesta, sono convinta che lei avrebbe voluto che noi due tornassimo insieme. Mi aveva detto qualcosa del genere, perciò non devi sentirti in colpa.”

“D’accordo.”

Judy iniziò a tirare delicatamente la pelliccia sulle guance di Nick. “Che… stai facendo, carotina?”

“Mi avevi detto di non scusarmi più e tu l’hai fatto per ben tre volte. Non fare l’ipocrita.” disse la coniglietta. “Questo… è solo un risarcimento per prima.”

“Mi sembra giusto.”

“Penso… che ci siamo detti tutto.”

“Sono d’accordo.”

“Desideri ancora andartene?”

“No. Tu invece vuoi ancora cacciarmi via?”

“No.”

“Dunque, ricapitoliamo. Ti ho messo incinta, non hai voluto il cucciolo, me ne sono andato, hai abortito, hai conosciuto un’altra volpe, ti sei messa insieme a lei, sono tornato da te, mi hai cacciato via in malo modo, le cose ti stavano andando male, sono ritornato, abbiamo affrontato una discussione accesa, tua madre ti ha detto la verità su di te e sulla tua nascita, ti sei disperata, ti ho consolato e siamo tornati insieme.”

“In altre parole, abbiamo affrontato tutto questo… per niente.” confessò Judy amaramente. “Ne avremmo fatto volentieri a meno.”

“Io… mi permetto di dissentire.” esclamò Nick.

“Che vuoi dire?”

“Penso che tutto questo sia successo affinché… non avessimo più dubbi.”

Judy parve confusa. Non riusciva a capire cosa Nick intendesse dire.

“Pensaci un attimo. Che ci crediamo oppure no, il destino ha voluto unirci.” proseguì la volpe. “Fin dal giorno in cui ci siamo incontrati, le nostre vite sono state influenzate in positivo. Ma quando ci siamo separati, non abbiamo fatto altro che del male a noi… e a chi ci sta attorno. Questo perché il destino ha voluto punirci.”

“Perfino con la morte di Shay?”

“Preferirei non pensarci, ma temo proprio di sì.” ammise Nick tristemente. “Ora sappiamo che, se tua madre fosse andata fino in fondo, tu non saresti mai nata e tutto sarebbe stato diverso. Ora siamo insieme, nella stessa camera e nello stesso letto. Pensi davvero che tutto questo sia solo una coincidenza?”

“Ora che ci penso… credo proprio di no.” rispose Judy.

“Judy, tutto questo ha significato una sola cosa.” esclamò Nick con convinzione mentre stringeva Judy a sé e la guardava intensamente negli occhi. “Possiamo essere soltanto… tu ed io.”

“Nick…”

“Per noi non c’è nessun altro al mondo. Non m’interessa cosa gli altri dicano di noi. Non m’interessa cosa ci sia successo. So soltanto che voglio te e soltanto te al mio fianco. Se davvero mi hai giurato che non mi avresti mai più fatto del male in alcun modo, allora ti giuro che non ti lascerò mai più… fino a quando avrò vita.”

“Lo pensi davvero, Nick?”

“Sì… se anche tu lo desideri al 100%.”

Entrambi sapevano bene cosa volessero.

“Prima avevo persino paura di tenerti la zampa. Ma ora, non ho più alcun dubbio.” Prima di continuare, Judy sorrise e guardò Nick con occhi luccicanti. “Nick, non voglio più che tu sparisca dalla mia vita. Ti voglio nella mia vita per sempre.”

“E così sarà, te lo prometto.”

I due si baciarono con trasporto prima di tornare a guardarsi sorridendo.

“È stato un bel discorso?” domandò Nick.

Judy annuì. Dopodiché entrambi si sdraiarono sul letto. Sembravano stremati, ma contenti al tempo stesso.

“Ce l’abbiamo fatta!” commentò Nick.

“Dovevamo farlo. Non è stato facile, ma ci siamo riusciti.”

“Già. Ora, però, mi sento come prosciugato.”

“Anch’io…”

Nick e Judy avevano affrontato un turbinio di emozioni altalenanti. Non c’era da meravigliarsi che si sentissero mentalmente esausti. Tuttavia…

“Ora, che ne diresti di riprendere la nostra riconciliazione?” chiese Nick con un sorriso seducente.

“Cosa? Nick, hai dento che ti sentivi come prosciugato.” affermò Judy.

“Oh, sì. Mentalmente, però. Dopo una chiacchierata così stressante, abbiamo bisogno di un’alternativa più… piacevole. A meno che tu non abbia qualcosa da ridire.”

“Volpe acuta,” esclamò Judy con una smorfia “però non hai torto. Anch’io sono piuttosto… stressata.”

I due ripresero a baciarsi sospinti dall’impeto della passione, ma all’improvviso squillò il cellulare di Nick.

“Perché i cellulari devono sempre suonare nei momenti meno opportuni?” si domandò lo stesso Nick comprensibilmente seccato. Afferrò il telefono e capì che Finnick lo stava chiamando.

“È Finnick. Giusto, mi aveva detto che mi avrebbe chiamato qualche ora dopo la nostra chiacchierata.”

“Non potresti ignorare la chiamata?” domandò Judy.

“Credo che debba rispondere. Se non lo facessi, penserà che sia morto.”

“Rispondi, allora.”

Prima di farlo, Nick si rimise sotto le coperte mentre Judy si posava sul suo petto. “Ciao, Finnick.” disse avviando la conversazione.

“Nick! Era ora! Allora, com’è andata?”

“Ho seguito il tuo consiglio e le ho detto tutto quello che dovevo dirle.”

“Scommetto che non era affatto contenta.”

“Scommessa vinta.”

“Almeno, puoi dire che ci hai provato. Questo significa che non la rivedrai più, vero?”

“Ecco… a questo proposito…”

“No. No, no, no! Sei tornato insieme a lei, vero?” Finnick non sembrava per nulla entusiasta.

“Ehm…”

“Cosa? Hai dormito con lei?”

“Io…”

“Sei a letto con lei, ora?”

“Sai, mi stai facendo un sacco di domande fastidiose.”

“Che ne diresti di rispondere, allora?”

“Se proprio ci tieni… sì. Risposta affermativa a tutte le domande.”

“Cavolo, Nick! Sul serio?!” esclamò rumorosamente Finnick al telefono.

“Non sembra affatto contento.” commentò Judy.

“Passamela al telefono. Adesso!” disse Finnick a Nick in tono perentorio.

“Telefonata per te, carotina.” esclamò Nick mentre passava il cellulare a Judy.

“Salve.” affermò la coniglietta di buon umore.

“Stammi a sentire. Non so cosa tu abbia fatto per convincere Nick a perdonarti, ma questo non significa affatto che io sia disposto a fare la stessa cosa.” Finnick ribadì la cosa in tono severo. “Lo hai ridotto a uno straccio e ti sei comportata da grandissima egoista. Dammi una buona ragione, una soltanto, per cui io possa credere che tu…”

“Ho scoperto che mia madre ha provato ad abortire quando era incinta di me perché ero il frutto di una sua scappatella.” rispose Judy tutta d’un fiato.

Dall’altro capo del telefono, Finnick non seppe replicare. Dopo qualche istante esclamò: “Wow… e perché me lo hai detto?”

“Perché rispetti un tuo codice d’onore, Finnick. Sebbene Nick ti avesse spiegato il motivo per cui c’eravamo lasciati, hai tenuto la cosa per te. Perciò, credo proprio che manterrai anche questo segreto, dal momento che sei fra pochi che ne siano a conoscenza.” rispose Judy. “Consideralo come una specie di moneta di scambio. Se mai dovessi lasciare Nick un’altra volta, potrai sentirti libero di spifferare tutto in giro e distruggere definitivamente la mia reputazione.”

“Non hai davvero intenzione di lasciarlo un’altra volta, vero?”

“Non ci penso neppure.”

“D’accordo, terrò la bocca chiusa.” rispose Finnick tenendo fede al suo codice d’onore. “Ora mettimi in vivavoce.”

Judy non se lo fece ripetere.

“Aprite bene le orecchie, idioti. Se voi due siete stati così stupidi da rimettervi insieme dopo tutto quello che è successo, allora significa che siete fatti l’uno per l’altra. Perciò non vi azzardate a lasciarvi, perché non ho alcuna intenzione di sistemare questo macello un’altra volta.” esclamò Finnick con un tono che non ammetteva repliche.

“Ti amiamo anche noi, Finnick.” esclamarono Nick e Judy all’unisono prima che lo stesso Finnick interrompesse la comunicazione.

Nick posò il cellulare sul comodino. “Mi sorprende che gli abbia confidato il tuo segreto.” disse sorpreso.

“Nick, sono impegnata nella nostra relazione a tempo pieno, ora.” commentò Judy.

“Ah, sul serio?”

“Beh, ho capito che preferisco essere sposata con te piuttosto che con il mio lavoro.” Judy arrossì di colpo quando capì il senso di quanto aveva detto. “Non che noi siamo effettivamente sposati o qualcosa del genere.”

Impegnati e sposati. Quelle due parole fecero scattare qualcosa nella mente di Nick. “Oh!” esclamò come se si fosse ricordato di qualcosa di estremamente importante.

“Che cosa c’è?” gli chiese Judy.

“Carotina, per caso hai trovato… qualcosa che ho lasciato qui prima di… andarmene?”

“Cosa, esattamente?” domandò la coniglietta mentre scuoteva la testa. “Tutte le tue cose le ho messe in magazzino o… le ho gettate via. Scusa.”

“Poco male, me lo sono meritato. Spero soltanto che tu non abbia buttato anche… quella cosa.” Nick si alzò dal letto e iniziò a cercare per la stanza. “Ci metterò un po’. Dammi solo un momento.”

Nick iniziò a frugare nei cassetti dell’armadio. Mentre lo guardava attentamente, Judy si era dimenticata di quanto fosse in forma. Era una cosa che aveva sempre apprezzato di lui. “Prenditi pure tutto il tempo che vuoi, caro.” disse con un sorriso compiaciuto.

“Adesso sì che riconosco quello sguardo.” replicò Nick allo stesso modo.

“Non l’ho mai perso. Forse mi succede solo quando sono con una volpe perché… sono pazzamente innamorata delle volpi.”

“Lo prendo come un complimento.” esclamò Nick mentre guardava in uno dei cassetti. Alla fine, sembrò aver trovato ciò che cercava. “Non ci credo. Era ancora lì.”

“Si può sapere cosa stavi cercando?”

“Una cosa che avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi.”

“Qualsiasi cosa sia, dubito che…” Judy smise all’istante di parlare non appena vide ciò che Nick teneva fra le zampe.

Era una scatolina rossa. Una di quelle che contengono un anello all’interno. Nick si avvicinò a Judy, mentre quest’ultima si copriva la bocca per l’emozione.

“È… è quello che…”

.”

“Nick, io… non possiamo…”

Rilassati.” le suggerì Nick. “Per una volta, non pensarci troppo. Apri la scatola e basta.”

Judy stava provando una moltitudine di emozioni contrastanti, ma ascoltò il consiglio di Nick e aprì la scatola. Quando lo fece… vide che era vuota. Non c’era nulla al suo interno.

“Ma è vuota.”

“Sì, è così.”

“Nick, se questa è un’altra delle tue solite truffe…”

“È un gesto simbolico, Judy.” esclamò Nick prima di tornare a letto. “In effetti, c’era un anello. Ma l’ho tolto perché… non posso ancora sposarti. Il fatto è che… le nostre vite sono un gran casino.”

“Allora non vuoi sposarmi?”

“Ascolta bene, carotina. La differenza principale fra Shay e me, a parte la più ovvia, è che io sono stato tuo collega e i colleghi si danno una zampa per risolvere i loro problemi. Ti aiuterò a sistemare tutto. I problemi con la tua famiglia, con i nostri colleghi, con l’opinione pubblica… tutto quanto. Dopodiché, questa scatola conterrà un anello, ci sposeremo, andremo a vivere in una bella casa, avremo dei figli quando saremo pronti, li faremo crescere in salute e unici al mondo, andremo in pensione e invecchieremo insieme quando avremo reso il mondo un posto migliore in cui vivere. Questi sono i termini del nostro contratto, Judy. E non sono negoziabili.”

“Uhm… sono delle condizioni difficili, ma le accetto tutte.” disse Judy.

Entrambi furono d’accordo. Si sarebbero sposati solo dopo aver sistemato le rispettive vite. Infine, Judy ripose la scatolina nel cassetto del comodino.

“Ora… lo sai per quanto tempo siamo stati separati? Quasi due anni.” commentò Nick prima di riabbracciare Judy sotto le coperte. “È durato fin troppo a lungo e ho tutte le intenzioni di recuperare il tempo perduto. Fino all’ultimo minuto.”

“Attento, Nick. Potresti non sapere a cosa stai andando incontro.”

“A dire il vero, lo so perfettamente fin dal giorno in cui ci siamo conosciuti.” esclamò Nick sorridendo. “Ti amo, Judy.”

“Ti amo anch’io, Nick.”

Non dobbiamo mai più dirci addio.”

“Stavo pensando la stessa cosa.”


 

 

Note dell’autore: Rieccomi a voi con la terza parte del quarto capitolo!

    Questa volta ho ben poco da aggiungere, se escludiamo il fatto che l’autore della storia originale ha fatto fuori la povera Shay solo ed esclusivamente per ragioni narrative. Perciò… cercate di essere comprensivi, d’accordo?

    Come sempre, vi lascio una serie di link utili:

    Profilo dell’autore della fanfiction originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer

    Capitolo IV di Zootopia: True Forgiviness: https://www.fanfiction.net/s/13258091/4/Zootopia-True-Forgiviness  

    Permesso dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last

    Pagina 1 di I Will Survive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569

    Pagina 1 di Born To Be Alive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628

 

    Questo è quanto. Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro una buona lettura!


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Capitolo 7
*** Epilogo ***


Epilogo

 

Nick e Judy mantennero la parola data. Come aveva giurato, la volpe aiutò la coniglietta a risistemare le cose, a partire dalla sua famiglia. Judy si recò a Bunnyburrow con Nick per ricucire lo strappo con l’intero parentado. Come aveva previsto Bonnie, suo marito Stu perdonò Judy e i due si ricongiunsero in un abbraccio affettuoso. In seguito Judy annunciò apertamente che lei e Nick erano fidanzati e che un giorno sarebbero convolati a nozze. Dopo tutto quello che aveva fatto per Judy, tutti i suoi parenti furono ben lieti di accogliere Nick come membro acquisito della famiglia.

Venne poi il turno dei loro colleghi poliziotti. Nick fu riassegnato al Distretto 1 ed entrambi dovettero riconciliarsi con gli altri agenti, incluso Clawhauser. Judy si scusò con tutti per averli tenuto all’oscuro in merito alla questione dell’aborto; tuttavia, come era prevedibile, molti di loro non le risparmiarono occhiate pungenti. Nick ebbe un’idea e così Judy mostrò a tutti l’anello di fidanzamento che portava al dito. Dopo averlo visto, tutti intuirono che presto si sarebbero sposati e si congratularono con la coppia, mentre Clawhauser corse felice ad abbracciarli. Sembrava essersi dimenticato di essere mai stato furioso con Judy.

Per un po’ di tempo, la coniglietta continuò a fare visita alla tomba di Shay ogni giorno, finché lei e Nick non si recarono a casa dei suoi genitori. Judy confidò loro che era terribilmente dispiaciuta per quanto era successo ed era davvero grata per tutto quello che Shay aveva fatto per lei. I suoi genitori la perdonarono e intuirono perché la loro figlia l’aveva salvata da morte certa. Nonostante il dolore per la sua scomparsa, furono grati a Judy per la sua onestà.

Judy e Nick avevano compreso che quello dell’aborto non era affatto un problema che poteva essere affrontato in maniera superficiale. Pertanto, i due furono impegnati in una lunga sequela di dibattiti pubblici incentrati sulla spinosa questione. Parlarono dell’importanza relativa alle responsabilità, al corretto utilizzo dei sistemi anticoncezionali e alla comprensione reciproca. Volevano essere certi che nessuno avrebbe mai dovuto affrontare ciò per cui entrambi avevano sofferto tanto. Col tempo, le cose in città cominciarono a migliorare. La situazione non poteva definirsi perfetta, ma era certamente migliore di prima.

In seguito a questi avvenimenti, Nick e Judy poterono finalmente convolare a nozze. La cerimonia fu celebrata a Bunnyburrow in presenza di centinaia di invitati fra parenti e amici. Dopo essersi scambiati gli anelli, i due promisero che non avrebbero mai smesso di amarsi per tutto il resto della loro vita e sugellarono la promessa con il loro primo bacio come marito e moglie. Nonostante tutti gli ostacoli, il loro amore era diventato più forte che mai.

Una mattina di qualche tempo dopo, nella loro nuova casa a due piani, Judy camminava nervosamente con indosso una canottiera bianca e i pantaloni del pigiama. La storia si stava ripetendo. Aveva adoperato un test di gravidanza ed era in fremente attesa. Era talmente agitata che non riusciva neppure a guardare il risultato del test e camminava da un punto all’altro del bagno nel tentativo di alleviare la tensione. Per contro, lanciò un’occhiata alla sua fede nuziale e in quel momento sentì bussare alla porta.

“Carotina? Tutto bene? Sei lì dentro da un bel pezzo.” esclamò Nick.

“Sto bene, non preoccuparti.” rispose Judy nervosamente.

“Judy, so benissimo che stai facendo lì dentro.”

“È così ovvio?”

“Apri la porta, per favore.”

Judy lasciò entrare suo marito in bagno. Nick indossava una canotta nera e un paio di boxer grigi. “Sai già il risultato?” le chiese.

“Sono troppo nervosa,” rispose Judy “eppure non dovrei esserlo. Abbiamo fatto tutti i controlli del caso, ricevuto tutte le informazioni richieste, siamo entrambi in ottima forma e non dovrebbe esserci alcun pericolo per la mia salute. Non dovrei essere così spaventata, eppure lo sono.”

“Anch’io ho paura. Ma questa volta, prenderemo di petto la situazione.” disse Nick mentre abbracciava sua moglie.

“Prendere di petto la situazione. D’accordo.”

Judy afferrò il test di gravidanza che aveva lasciato sul bordo del lavandino. Stava per conoscere l’esito, quando Nick la fermò per un momento.

“Sei proprio sicura che starai bene, indipendentemente dal risultato del test?”

“È una cosa che desideriamo entrambi, questa volta.”

“Okay. Al tre, allora.” propose Nick.

“Uno…”

“Due…”

“Tre!” esclamarono all’unisono.

Non appena ebbero conosciuto il risultato del test, gli occhi di entrambi scintillarono. Nick sapeva come ci si sentiva. Ma… che cosa avrebbe provato Judy?

“Judy, come ti se…” Nick non fece in tempo a finire che Judy l’abbracciò forte.

“Sono così felice.” esclamò la coniglietta mentre lacrime di gioia iniziarono a scenderle dagli occhi.

“Diventerai mamma.” disse Nick a sua moglie con gli occhi lucidi per l’emozione.

“Diventerai papà.” disse Judy a suo marito mentre lo guardava felice.

L’esito del test era positivo.

 

Fine


 

 

    Note dell’autore: Questa, gentili lettori e lettrici, è la conclusione della mia storia… o, per essere più precisi, della mia traduzione!

    Che altro posso aggiungere… Nick e Judy sono risorti come due fenici dalle ceneri dei rispettivi errori dettati da superficialità, orgoglio ed egoismo. Eppure, il loro legame si è rinsaldato e sono convinto che saranno in grado di superare qualsiasi altra sfida futura. Non la pensate così anche voi?

    In ogni caso, ho qualcos’altro da aggiungere. Per chi non lo sapesse, Borba ha intenzione di pubblicare, sul suo sito ufficiale e agli inizi del prossimo anno, una nuova storia a fumetti intitolata Never Say Goodbye, che concluderà la sua Trilogy of Life. Ebbene, la storia che avete letto non è altro che l’interpretazione di come, secondo l’autore della fanfiction originale, dovrebbe essere la conclusione della trilogia di Borba, soprattutto se siete dei convinti sostenitori della coppia WildeHopps come lo sono io!

    Come sempre, vi lascio una serie di link utili:

    Profilo dell’autore della fanfiction originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer

    Capitolo IV di Zootopia: True Forgiviness: https://www.fanfiction.net/s/13258091/4/Zootopia-True-Forgiviness  

    Permesso dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last

    Pagina 1 di I Will Survive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569

    Pagina 1 di Born To Be Alive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628

 

    Questo è quanto. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno dedicato parte del loro tempo per leggere e commentare e, già che ci sono, ringrazio in anticipo chiunque lo farà in futuro. Ancora una volta, vi ringrazio per l’attenzione. A presto!


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