La via del perdono di RyodaUshitoraIT (/viewuser.php?uid=1112002)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV - Prima parte ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV - Seconda parte ***
Capitolo 6: *** Capitolo IV - Terza parte ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Capitolo I ***
In
questo mondo, molte scelte determinano non soltanto la nostra vita, ma
anche quelle
di coloro che ci stanno attorno. Alcune hanno effetti positivi. Altre,
invece,
portano solo dolore e disperazione. Questo è il caso dei nostri due
protagonisti. Erano stati amanti sfortunati e avevano condiviso un
legame che
non aveva eguali. Questo perché appartenevano a due specie distinte di
mammiferi. Ma un giorno, capitò qualcosa che aveva provocato una
profonda
spaccatura fra i due. Entrambi dovettero compiere scelte difficili che
li avevano
fatti separare. Entrambi non hanno provato altro che dolore e
solitudine. Una
di loro era stata abbastanza fortunata da trovare una nuova felicità,
ma avrebbe
dovuto pagare le conseguenze delle proprie azioni. Questa è la loro
storia.
Capitolo
I
Una
coniglietta dal manto grigio camminava da sola per le strade di
Zootropolis.
Indossava una semplice camicia rosa a quadri e un paio di jeans. Mentre
andava
per la propria strada, il suo volto non trasmetteva alcuna emozione. Il
suo
nome era Judy Hopps. Una volta era conosciuta come la coniglietta
allegra e
ottimista che aveva salvato la città, ma quei giorni erano ormai
lontani. La
sua destinazione era il cimitero di Ligerworth, poco fuori città. Si
fermò
davanti al cancello d’ingresso per qualche istante prima di varcarne la
soglia.
In quel frangente, ricordò la feroce discussione che aveva avuto con i
suoi
genitori.
“Essere
innamorati e vivere con una volpe è una cosa, ma… un aborto?!”
“Judy,
i conigli non abortiscono. Non posso credere
che tu abbia fatto una cosa simile.”
“È
stata una mia scelta e l’ho sostenuta fino
in fondo.”
“Come
puoi dirlo? Non è una questione che puoi liquidare
in modo così superficiale.”
“E
poi perché ci hai mentito su una cosa del
genere?”
“Non
vi ho mentito. È solo che… non ve l’ho detto.
Sapevo che non avreste capito.”
“Oh,
abbiamo capito benissimo. Hai ucciso il
nostro nipotino per la tua carriera.”
“Andatevene!
Fuori! Non m’importa se siete i miei
genitori! Volete solo controllare la mia vita! Non voglio vedervi mai
più!”
“…”
“Guarda
cos’hai fatto. Hai fatto piangere la mamma.
Benissimo! Ce ne andremo. Eri il nostro orgoglio, Judy. Ma ora mi
chiedo… che
cosa abbiamo fatto di male per meritarci una figlia come te?”
Quella
era stata l’ultima conversazione che Judy aveva
avuto con Bonnie e Stu. Ma… non era stata l’unica di quel tipo. Anche
il suo
collega Benjamin Clawhauser era in collera con lei. Judy aveva tenuto
tutti
all’oscuro in merito alla questione dell’aborto. Ma un giorno, la
verità era
venuta a galla.
“Questo
è il motivo per cui Nick se n’è
andato?! Come hai potuto nasconderci questa storia?!”
“Io…
non ho potuto dirvela.”
“Noi
eravamo dalla tua parte. Ci
fidavamo di te e non abbiamo neppure ascoltato la versione di Nick. Ora
che hai
detto la verità, avremmo dovuto stare dalla sua parte.”
“Ma
lui…”
“Io…
tifavo per voi. Speravo che tu e
Nick vi sposaste e che aveste avuto dei cuccioli. Ma tu, a
quanto pare,
non lo volevi e quello che hai fatto ne è la prova.”
“L’ho
fatto per la mia carriera. Per il Corpo
di Polizia di Zootropolis.”
“Cosa?
Mi stai forse dicendo che noi avremmo
fatto lo stesso?”
“Non
è questo che intendevo…”
“Non
voglio ascoltarti. Quello che hai fatto e come ti
sei comportata con noi… tu mi disgusti. Pensavo che avremmo
potuto
fidarci di te.”
“Clawhauser!
Ben!”
“Non
ci provare! Non intendo restare nello stesso
edificio con te… neppure nella stessa stanza.”
Clawhauser
non era stato il solo a trovarsi coinvolto
nella discussione. Anche gli altri agenti avevano saputo la notizia.
Tutti
guardavano Judy con occhi carichi di amarezza e disgusto. Per lei
quegli
sguardi sembrarono persino più truci rispetto a quelli che aveva
ricevuto quando
aveva messo zampa per la prima volta in centrale.
La
situazione si aggravò ulteriormente quando fu
convocata per un colloquio nell’ufficio del capitano Bogo.
“Sospesa
dal servizio?! Perché, signore?”
“Se
proprio vuoi saperlo, per aver nascosto la verità
sulla questione e aver creato scompiglio nel mio distretto. Aver perso
Wilde
può essere stata una cosa da poco, ma ora molti dei miei migliori
agenti sono
in attesa di trasferimento perché non vogliono avere nulla a che fare
con te.”
“Capitano,
lei capisce perché ho fatto quello che ho
fatto, vero? La mia situazione era diversa rispetto a quella
degli altri
mammiferi. E poi, l’ho fatto per non vedere la mia carriera andare in
fumo.”
“Non
è questo il… senti, Hopps! Questo lavoro dà e
toglie. Io sarò pure il capo della polizia, ma ho dovuto sopportare
molti
sacrifici. Non ho una moglie con la quale invecchiare e neppure dei
figli ai
quali trasmettere ciò che ho imparato nella vita. Pensi davvero che non
volessi costruirmi una famiglia? Tu puoi anche aver fatto quello che
hai fatto
per la tua carriera, ma il prezzo da pagare sarà molto alto. Sono stato
chiaro?”
“…”
“Ti
sei guadagnata un mese di sospensione.”
“Cosa?!
Lei non può…”
“Solo
per questo, i mesi saranno due… e puoi
dire addio alla tua promozione.”
“Ma,
capitano…”
“Silenzio!
Niente ma! Non dire altro. Ora fuori di qui,
prima che tu mi costringa a prendere provvedimenti più severi.”
“Io…
volevo soltanto che voi mi capiste. Che vi
fidaste di me.”
“La
fiducia va guadagnata, Hopps. Con le tue
azioni eroiche, lo avevi fatto tempo fa. Ma adesso, dopo che ci hai
nascosto la
verità su di te e Wilde, dovrai ricominciare daccapo per ottenerla di
nuovo. Soprattutto
la mia.”
Judy
aveva così perso la fiducia dei suoi stessi
colleghi, era stata sospesa e non aveva ottenuto l’agognata promozione
a
tenente. La sua vita, un tempo felice, stava andando a rotoli a causa
di quello
che aveva fatto. Era convinta di aver fatto la cosa più giusta, ma ora
stava cominciando
a nutrire dei dubbi.
Infine,
si fermò davanti a una delle lapidi. Mentre
s’inginocchiava e guardava verso quella stessa lapide, aveva un’aria
molto
triste. Cominciò a parlare.
“Ehi,”
esclamò “scusami se non ti ho fatto visita in
questo periodo. Sono successe… molte cose.” Judy inspirò
profondamente e
cercò di mantenere un contegno. “Io… ho fatto le mie scelte e
ci stavo
bene. Pensavo che se tu fossi stata al mio fianco, tutto
sarebbe andato
per il meglio. Ma ora…” Judy iniziò a singhiozzare “… non ho più nulla”
le
lacrime continuarono a scorrere mentre si copriva gli occhi con le
zampe. “Perché?
Che cosa ho fatto di male? Quello che mi sta succedendo è forse
una
specie di punizione? Se è così, è una cosa straziante.”
Mentre
Judy continuava a piangere, non si accorse che
qualcuno la stava osservando da lontano. La figura misteriosa si
diresse verso
di lei e si fermò a pochi passi di distanza. A quel punto, le rivolse
la
parola.
“Judy…”
disse una voce maschile.
Judy
smise di piangere e drizzò in alto le orecchie.
Conosceva quella voce e sapeva a chi apparteneva. Si girò e vide una
volpe che
indossava una camicia blu, una cravatta rossa e dei pantaloni beige.
Era il suo
ex-collega, nonché il secondo eroe di Zootropolis: Nick Wilde. Nick
aveva
un’espressione vuota mentre osservava la coniglietta.
“Mi
dispiace, Judy. Non ho potuto farti quel favore
che mi avevi chiesto.” disse infine.
“Nick…”
esclamò Judy.
Note
dell’autore: Un
caro saluto a
tutti voi!
Permettetemi
di presentarmi: il mio nome è Dario e
sono un grande appassionato del film Zootropolis. Per questa
ragione, ho
deciso di fare il mio “esordio” ufficiale nel fandom con questa
fanfiction
intitolata La via del perdono. Debbo tuttavia inserire alcune
delucidazioni a riguardo.
Innanzitutto,
questa storia non è
farina del mio sacco. Si tratta della traduzione di una fanfiction
intitolata Zootopia:
True Forgiviness, scritta in inglese a opera di Dizzie HamHam
Writer, il
quale mi ha concesso il permesso di pubblicare la mia traduzione della
sua
storia.
Se
vi state chiedendo perché mai abbia deciso di fare
una cosa del genere, sarò ben felice di rispondervi. Credo che abbiate
avuto
modo di leggere I Will Survive e Born To Be Alive, due
storie a
fumetti realizzate dall’artista brasiliano William Borba; ebbene, sono
due
storie realizzate in maniera a dir poco magistrale sul piano
prettamente
stilistico, mentre a livello di trama… beh, posso solo affermare che
hanno
creato scalpore all’interno del fandom, sia per le tematiche trattate
sia per
il modo in cui l’autore ha caratterizzato Nick Wilde e Judy Hopps.
L’autore
della fanfiction originale ha così deciso di fornire ai lettori la sua
personale e ideale conclusione delle vicende raccontate nelle storie a
fumetti
sopraccitate e, a tal proposito, mi sono impegnato a tradurre in
italiano la
sua storia per far sì che anche voi possiate conoscerla e apprezzarla
come è
successo a me.
Vi
lascio una serie di link utili:
Profilo
dell’autore della fanfiction originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer
Capitolo
I di Zootopia: True Forgiviness: https://www.fanfiction.net/s/13258091/1/Zootopia-True-Forgiviness
Permesso
dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last
Pagina
1 di I Will Survive (in lingua inglese):
https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569
Pagina
1 di Born To Be Alive (in lingua
inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628
Questo
è quanto. Scusatemi se vi ho annoiato e vi
ringrazio per l’attenzione. Buona lettura!
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Capitolo 2 *** Capitolo II ***
Capitolo
II
Nick
e Judy erano in piedi uno di fronte all’altra. Un
tempo erano coinvolti in una relazione che sembrava salda. Erano gli
eroi di
Zootropolis. La volpe e la coniglietta che avevano salvato la città.
Tuttavia,
in seguito alla loro rottura, un abisso profondo si era frapposto fra i
due.
Entrambi sembravano come circondati da un muro di silenzio. Fu Judy a
infrangerlo.
“Vattene,
Nick. Non voglio vederti.” disse con
durezza.
“Anch’io
sono felice di rivederti, Judy.” rispose
Nick ignorando il tono usato dalla coniglietta.
“Che
sei venuto a fare qui? Mi stavi forse spiando?”
“Se
proprio ci tieni a saperlo, sono venuto qui perché
avevo sentito… delle voci.” disse Nick tristemente. Volse lo sguardo
alla sua
destra e vide la lapide posta di fronte a Judy. “A giudicare da quello
che
vedo, devo dedurre che quelle voci erano fondate.”
La
tomba apparteneva a una volpe di nome Shannon. O
Shay, come Judy era solita chiamarla. Erano state… molto intime. Si
erano
conosciute quando Judy aveva abortito e per lei, Shay rappresentava la
sua nuova
luce. Le due erano diventate amiche e poi… qualcosa di più. La sua
relazione
con Shay era stata anche la ragione principale per la quale la
coniglietta non
si era rimessa con Nick. Judy pensava che fino a quando Shay fosse
rimasta al
suo fianco, nient’altro avrebbe avuto importanza. Ma… era successo
qualcosa di
terribile che aveva causato la morte di Shay e ora che se n’era andata,
Judy
non aveva più niente e nessuno. Nick doveva essere venuto a conoscenza
della
morte di Shay e per questo motivo era tornato per rivederla.
“Sei
venuto qui perché speravi che ti avrei ripreso?”
domandò Judy con rabbia.
“Cosa?
No!” rispose Nick. “Sono venuto… a porgere le
mie scuse.”
“Non
so che farmene delle tue scu…”
“Non
a te!” ribadì Nick con veemenza. Indicò in
seguito la tomba di Shannon. “A lei. Andiamo, Judy. Non ho
avuto modo di
farlo quando era ancora viva. Il minimo che io possa fare è scusarmi
con lei adesso.
Dopotutto glielo devo, non pensi?”
Quando
Nick aveva saputo di Shannon, non aveva accolto
bene la notizia. Le aveva fatto del male e non avrebbe mai voluto
farlo.
Sebbene Judy stesse trattando Nick con freddezza, non era poi così
priva di
cuore. “D’accordo, ma sbrigati.” disse infine a Nick.
“Ti
ringrazio.”
Nick
s’inginocchiò davanti alla tomba di Shannon e la
guardò con occhi carichi di tristezza. “Avrei potuto esserci io dopo quella
notte, lo sai?” disse rivolgendosi a Judy; quest’ultima, di
rimando, non lo
degnava di uno sguardo.
“Ciao,
Shay… forse è un po’ troppo formale?
Vada per Shannon, allora.” disse Nick rivolto alla lapide. “Senti, mi dispiace
per quella volta. Per averti insultato e fatto del male.
Non
so quello che Judy ti ha detto su di me. Probabilmente, ti ha
parlato
solo degli aspetti negativi del mio carattere.” Nick si voltò
verso Judy
per poi rivolgersi nuovamente alla tomba. “In ogni caso, io… non sono cattivo
come lo sono stato quella notte e… beh, ti ringrazio
per tutto
quello che hai fatto per Judy durante la mia assenza. Possa tu riposare
in
pace.”
Nick
chiuse gli occhi e recitò una breve preghiera
prima di rimettersi in piedi.
“Okay.
Hai detto ciò che dovevi. Adesso vattene.”
esclamò Judy.
Nick
non era affatto sorpreso dall’ostilità che Judy
nutriva nei suoi confronti. Dopo la loro rottura burrascosa, Judy
voleva che
Nick sparisse definitivamente dalla sua vita. Sebbene fosse stato
proprio lui
ad averla lasciata, Nick si era pentito amaramente per quanto aveva
fatto.
Perfino in quel frangente, non aveva intenzione di lasciarla sola.
“Sappiamo
entrambi che questa non è l’unica
ragione per cui sono qui.” disse Nick con polso fermo.
“Cosa?
Pensavi forse che mi sarei rimessa con
te per magia dopo la morte di Shannon?” chiese Judy con rabbia.
“No,
affatto. Scendi dal piedistallo per un momento!”
replicò la volpe con lo stesso tono.
“Allora
cosa?”
“La
morte di Shannon non è l’unica notizia che
è giunta alle mie orecchie. Ho sentito altre cose. Puoi
confermarmi se
sono vere oppure false?”
“Umpf!
Dipende dalle voci che hai sentito.” rispose
Judy stizzita.
“Ho
saputo che hai… scacciato i tuoi
genitori come hai fatto con me… e che la tua famiglia non
vuole più
saperne di te. Che… gli agenti del Distretto 1 hanno saputo quello che
hai
fatto e ti hanno voltato le spalle. Che il capitano Bogo ti ha negato
la promozione a tenente. Che alcuni abitanti della città hanno perso
il
rispetto che avevano nei tuoi confronti quando hanno saputo dell’aborto.”
Il silenzio ostinato e lo sguardo distante di Judy furono per Nick una
risposta
sufficiente. “Questo vuol dire che le voci sono tutte vere!”
Judy
aveva fatto male a tenere nascosta la questione
dell’aborto. Doveva sapere che certi segreti non sarebbero rimasti
all’oscuro
per troppo tempo. Quando si diffuse la notizia che aveva deciso di
abortire quello
che avrebbe potuto essere il primo ibrido volpe-coniglio, alcuni
mammiferi avevano
cominciato a guardarla con disprezzo, convinti com’erano che, a causa
delle sue
azioni, si fosse dichiarata contraria all’esistenza stessa agli ibridi.
“Va
bene. Mi tocca dirlo.” Judy non avrebbe mai voluto
ammetterlo. “Tutti sono a conoscenza del mio peccato premeditato.
Ora
gli abitanti della città, gli stessi che ho ispirato e per i
quali ho lottato
con tutte le mie forze, sono contro di me.”
“Vuoi
forse farmi credere che non hai
minimamente pensato a quello che sarebbe successo?” domandò Nick. “Pensavi
davvero che gli altri mammiferi non avrebbero reagito, una volta saputo
che la
loro eroina – la stessa che credeva nell’armonia fra prede e
predatori –
aveva deciso di abortire il suo cucciolo frutto di tale unione?
Mi
sembra ovvio che ora tutti ce l’abbiano con te.”
“Sei
venuto qui per sbattermelo in faccia,
allora?” disse Judy mentre teneva le zampe anteriori incrociate sul
petto.
“No!
Senti, sono qui solo per parlare con te… ancora.
Di tutto quello che è successo.”
“Sei
l’ultimo mammifero al mondo con cui
intendo parlare.”
“Beh,
notizia dell’ultima ora… lo sono eccome!”
replicò Nick con decisione. “Sono l’unico a essere venuto qui per
parlarti.
Ora, possiamo comportarci da adulti, per favore?”
“Non
abbiamo nient’altro da dirci.”
“Sul
serio, Judy? Desideri davvero che finisca così?”
le chiese Nick.
“Sì.”
“Oh,
andiamo. Guarda in faccia la realtà, Judy.
Shannon non c’è più e hai respinto tutti coloro che ti volevano bene. Nessun
altro verrà a salvarti dall’oscurità nella quale ti
sei
addentrata da sola.” disse Nick. “Questo significa che hai
bisogno di me.”
“Quindi
sei venuto in mio aiuto? È troppo
tardi e troppo comodo.” rispose Judy continuando a tenere
la sua
rigidità di parola. “La mia vita è un disastro, ora.”
“Mi
stai forse accusando di questo?” domandò
Nick.
“Sei
parte integrante del problema, sì.” rispose
Judy con un’occhiataccia. “Tutto è cominciato perché tu mi hai
abbandonata. Sei stato un miserabile codardo. Ho lavorato
duramente e
fatto molti sacrifici, e adesso tutto il mio duro
lavoro non conta
più niente.”
“Cosa?
Pensi che tutto sarebbe andato meglio senza
di me?”
“Forse
sì.”
Nick
si sentì ferito dalle parole di Judy, ma non era
la prima volta che qualcuno gli faceva del male con le parole. Dopo
poco, Judy
voltò la schiena a Nick.
“Ora,
per quanto riguarda quel favore, cosa ne
dici di farmelo adesso?” disse Judy. “Lasciami sola.”
Nick
teneva la testa bassa. Sembrava davvero che Judy
non avesse alcuna intenzione di starlo a sentire. Faceva fatica a
crederci.
Allora Nick iniziò a scavare a fondo nei suoi pensieri.
Ricordava
di quando era stato al bar con il suo amico
Finnick. Lui era stato il solo al quale Nick aveva raccontato di Judy e
della
sua volontà di abortire. Era stato proprio Finnick ad averlo avvertito
della
morte di Shay. Quando aveva saputo la notizia, Nick era rimasto
sconvolto ed
era corso subito fuori dal locale.
“Dove
stai andando?” era stata la domanda di Finnick.
“Tu
che ne pensi?” gli aveva risposto Nick. “Vado
a parlare con Judy. Se Shannon è davvero morta, allora non ha
più nessuno.”
“Tanto
meglio. È stata solo colpa sua.” aveva
esclamato Finnick mentre teneva saldamente il suo boccale di birra.
“Vuoi
davvero tornare da lei… dopo tutto quello che ti ha
fatto?”
“Niente
di tutto questo ha importanza, ora.” aveva
affermato Nick senza esitazione. “L’ho lasciata sola una volta
e non
rifarò lo stesso errore.”
“Lo
hai detto tu stesso. Lei ti vuole fuori dalla
sua vita. Se la rivedrai, ti farà ancora del male.”
“Non
potrà farmi più male di quanto non abbia già
fatto.”
Nick
si era quindi voltato e aveva ripreso a
camminare, ma Finnick aveva avuto qualcos’altro da aggiungere. “Quella
coniglietta aveva ragione su di te. Sei un codardo.”
“Che
cosa?” Nick aveva chiesto con rabbia ed era
tornato indietro. Finnick si era scolato la sua birra e aveva ripreso a
parlare.
“Non
sei un codardo per averla lasciata. Sei un
codardo per non averla mandata al diavolo.” Finnick era
sembrato in
collera con sé stesso. “Hai fatto tutto il possibile per lei. Tutto.
Sei
la ragione per la quale fa ancora la poliziotta, tanto per cominciare.
E
qual è stato il ringraziamento? Ha ammazzato tuo figlio senza
alcun rimorso
per i tuoi sentimenti e ti ha rimpiazzato con un’altra volpe. Femmina,
per
giunta. In più, non ha detto nulla ai suoi amici e alla sua famiglia
solo per difendere
la sua reputazione. Se proprio vuoi sapere la mia opinione, è una codarda
peggiore di te sotto ogni aspetto.”
Nick
non aveva saputo come ribattere. Non aveva
pensato a Judy sotto quell’ottica, ma Finnick non era affatto nel torto.
“Se
lei vorrà davvero gettare alle ortiche tutto
quello che c’è stato fra voi, allora devi essere disposto a fare lo
stesso. Non
ha importanza se vuoi tornare insieme a lei. Butta via
qualsiasi
sensazione negativa e dille senza riserve tutto quello che devi
dirle.
Butta fuori tutta la tua rabbia.” così gli aveva consigliato
Finnick. “Anche
se lei non vorrà ascoltarti, non ti fermare. Anche se non
ritornerete mai
più insieme, almeno avrai gettato fuori tutto quello che
hai dentro
e ti sentirai meglio con te stesso.”
“Finnick…”
“Non
fare il codardo un’altra volta, Nick.”
Era
tutto ciò che Nick e il suo amico si erano detti.
Nick non aveva intenzione di essere arrabbiato con Judy e aveva fatto
tutto il
possibile per non esserlo. Si era persino vergognato di sé stesso più
del
dovuto solo per avere più possibilità di rimettersi con lei. Eppure,
nel
profondo sapeva che… non aveva più alcun motivo di tenere a freno la
sua rabbia
nei confronti di Judy. La volpe, allora, strinse le zampe con forza.
“Sai
una cosa, Judy…” disse Nick mentre guardava il
terreno sottostante con rabbia. “… ho provato a essere comprensivo
con
te. Ho anche ammesso le mie colpe. Ma non ha importanza cosa ti
ho
detto, perché tu non mi darai mai un’altra occasione. Mi è anche
tornato in
mente che non ti sei fatta alcuno scrupolo a riversare tutta la
tua
rabbia su di me. Allora… perché non dovrei fare lo stesso
con te?”
Judy
si era quindi girata. Era ancora in collera con
lui, ma voleva sapere cosa doveva dirle.
“Judith
Hopps…” disse Nick prima di avvicinarsi a Judy
e prenderla per la camicia. Judy provò un brivido di paura mentre Nick
le
lanciava uno sguardo carico di rabbia. “… non credere che i tuoi
errori siano
meno gravi dei miei!”
Judy
non aveva mai visto Nick in quello stato. Era
simile a quello che lei provava nei suoi confronti. Solo allora Nick si
era
staccato da lei.
“Sei
arrabbiata perché ci sono alcuni capitoli
tristi nel libro della tua vita. Beh, il libro della mia contiene solo
capitoli tristi. È vero! Sono responsabile quanto te della
tua
gravidanza e ti ho lasciata sola quando avevi bisogno di me.
Queste sono
tutte le mie colpe.” aveva ammesso Nick. “Ma tutto quello che
hai fatto,
l’essere andata avanti con l’aborto, aver mentito ai tuoi
genitori, aver
nascosto la verità ai tuoi colleghi in polizia, la questione degli
ibridi che
sta infiammando l’opinione pubblica cittadina… è solo colpa tua!
Perciò
non ti permettere di biasimarmi per questo!”
Judy
era nuovamente furiosa con Nick. “Che cosa hai
detto?”
“Credevi
davvero che tutti sarebbero rimasti al
tuo fianco, una volta venuta a galla la verità?” domandò Nick a
denti
stretti.
“È
stata una mia scelta, Nick.”
“Non
ha importanza!” gridò. “Volevi davvero
che tutto questo fosse accaduto? L’idea di avere un figlio
che fosse
volpe per metà ti ha dato così fastidio da non aver neppure pensato
alle conseguenze?”
“Ti
avevo parlato dei rischi. Non volevo che la
gravidanza determinasse la fine della mia carriera.”
“È
stata una valida scusa per un po’. Ma ora non
più.”
“Non
ho bisogno di sentirmelo dire da te.” Judy aveva
risposto ferocemente perché sapeva che le cose non si stavano mettendo
bene per
lei. Fece per andarsene, ma Nick le si parò davanti.
“No!
Stavolta non finirà come le ultime volte,
quando sono andato via o mi hai sbattuto fuori di
casa.” affermò
Nick. “Dirò tutto quello che ho da dirti e se tu non vorrai ribattere,
sarai costretta ad ascoltarmi.”
Judy
era nuovamente in collera. Nick, tuttavia, era
intenzionato a seguire il consiglio di Finnick. Avrebbe buttato fuori
tutta la
sua rabbia. Sebbene la cosa lo infastidisse un po’, non si sarebbe
tirato
indietro. Doveva tenere duro.
“Cominciamo
da quanto è successo quel giorno.”
disse Nick ricordando gli avvenimenti della mattinata in cui si erano
lasciati.
“Quando mi hai comunicato che eri incinta, sapevi bene come mi
sono
sentito. Ero felice. Anzi, felicissimo. Perché
significava che
noi due potevamo completarci. E invece, che cosa mi hai detto? Non
voglio questo cucciolo.”
Judy
non aveva nulla da ribattere e si limitava a
evitare lo sguardo di Nick.
“Hai
una vaga idea di quanto dolore mi abbiano
causato quelle parole? È stato terribile!” replicò Nick con
rabbia. “Ti
ho supplicato con tutto il cuore di ripensarci, ma è stato
inutile. Non
è così?”
“Te
l’avevo detto, Nick. Mio il corpo, mie le
scelte.” rispose Judy. “Non avevo mai creduto possibile che
noi due…”
“Neanch’io.
Abbiamo compiuto una specie di miracolo.
Ma tu non l’hai pensata così. Per te è stato una sorta di fardello.
Un marchio infamante. Qualcosa di cui sbarazzarti il
prima
possibile.” Nick continuava a proferire parole piene di risentimento.
“Non ti
sei neppure degnata di effettuare qualche ricerca o di parlare
con un
medico. Per te l’aborto era l’unica strada percorribile. Nonostante
tutto, avresti dovuto almeno rifletterci su prima di
prendere una
decisione definitiva.”
“Non
venirmi a dire cosa avrei dovuto o non dovuto
fare. Sei stato tu ad avermi lasciata.”
“Mi
hai costretto a farlo!” urlò Nick. “Sai che
cosa ha significato per me?!”
“Cosa?!”
gridò Judy di rimando.
Nick
si girò di colpo perché non voleva che Judy
vedesse la tristezza che aveva negli occhi.
“Che
tu non mi amavi abbastanza. Che la tua
carriera era più importante di me. Quella stessa carriera che, in
primo luogo, non avresti neppure se non fosse stato per
il mio
contributo.”
Dopo
aver udito quelle frasi, Judy rimase come spiazzata.
“Tu
eri la ragione per la quale mi ero
arruolato nella polizia di Zootropolis. La ragione per cui
volevo cambiare
la mia vita. Ero disposto a fare qualsiasi cosa per te. Qualsiasi
cosa. Ma tu non eri disposta a fare lo stesso.” affermò
Nick. “È
vero che ti ho lasciata. Ma come potevi pretendere che fossi
d’accordo con
la tua scelta se non ti era importato nulla di quanto ti avevo detto?
Pensavi davvero che ti avrei sostenuta durante la pratica abortiva
senza
avere il cuore in frantumi?”
Per
la prima volta dopo molto tempo, Judy iniziava a
sentirsi in colpa. Sebbene fosse stato Nick ad averla lasciata sola,
era stata
lei stessa ad avergli inflitto un dolore lancinante.
“Nella
nostra relazione, tutto è ruotato intorno a ciò
che tu desideravi. Io non avevo voce in capitolo. Non mi
sorprenderebbe
se dovessi scoprire che mi hai usato per tutto il tempo. In
fondo, dopo
esserti sbarazzata di me, mi hai rimpiazzato con un altro modello.”
disse Nick. “Se tu avessi provato a fermarmi, anche per pochi
istanti,
forse sarei rimasto al tuo fianco e ti avrei ascoltata.
Avresti
anche potuto provare a cercarmi. Con le tue doti
investigative, non
sarebbe stato complicato. Ma non hai fatto niente di tutto questo.
Perché
sapevi che con me fuori dalle zampe, potevi fare tutto ciò che
volevi. E
il fatto che tu abbia proseguito nel tuo intento ne è la prova
lampante.”
Judy
provava sempre più rimorso.
“Al
contrario degli altri, tu sapevi benissimo
che cosa la città mi aveva fatto e quanto dolore avessi
provato. Ma, a
differenza di tutti coloro che mi hanno fatto del male, sei
stata
proprio tu ad avermi inflitto la ferita più dolorosa. Mi hai
ferito profondamente,
Judy. Esattamente come tuuutti gli altri.”
“Nick…”
sussurrò Judy in preda ai sensi di colpa per
quanto aveva fatto a Nick. “Mi… dis…”
“Non
ci pensare neanche!” dichiarò Nick. “Non ho
bisogno della tua empatia dell’ultimo minuto.” La volpe si girò
per
affrontare la coniglietta faccia a faccia. “È troppo tardi ora. Quel
che è
fatto è fatto e tu hai ottenuto quello che volevi, giusto?
Naturalmente,
non sono stato il solo che tu hai ferito, vero?”
Judy
ricacciò qualsiasi intento di chiedergli scusa e
tornò a guardarlo male, ma a lui sembrava non importare. Tutto ciò che
voleva fare
era andare fino in fondo alla questione.
“Parliamo
ora delle altre vittime di questa storia.
Bonnie e Stu, i tuoi genitori.” esordì Nick in tono veemente.
“Prima mi
hai detto che non sapevano nulla del tuo aborto e di certo
erano
all’oscuro della nostra relazione. Devo dedurre che non gli hai
detto
nulla neppure della tua storia con Shannon. Volevi davvero
continuare a
comportarti così?”
“Te
l’avevo detto. Non avrebbero capito. Sono carottolici.
Non avrebbero mai
approvato che una coppia di specie differenti non sposata vivesse sotto
lo
stesso tetto… e avevo ragione.” affermò Judy. “Non avrebbero mai
accettato la
mia storia con Shannon. Non solo perché eravamo di due specie
diverse,
ma anche perché lei era una femmina come me.”
“E
quindi hai pensato che tenerli all’oscuro di
tutto sarebbe stata la soluzione migliore?” domandò Nick. “Sono i
tuoi
genitori, Judy. Come hai potuto pretendere che loro ti avrebbero capito
se non
gli hai concesso neppure una possibilità? Ora, è ovvio
che siano
arrabbiati con te. Ti hanno amata e cresciuta, Judy. E come li hai
ripagati?
Sbattendoli fuori dalla tua stessa vita. Posso capire io. Ma come
hai potuto
fare una cosa del genere ai tuoi genitori?”
“Se
li conoscessi come li conosco io,
capiresti. Per tutta la vita, non hanno fatto altro che controllarmi
e dirmi cosa avrei dovuto fare. Non hanno mai voluto
che
diventassi un agente di polizia e hanno sempre tentato di
convincermi a
fare ben altro.”
“E
hai pensato che fosse giusto dar loro il benservito?”
domandò Nick rabbiosamente. “Mi hai detto che hai fatto molti
sacrifici, ma la
tua famiglia non dovrebbe essere qualcosa da sacrificare.”
“Sebbene
sia stata dolorosa, è stata una mia
scelta.” ribadì Judy tristemente. “Non mi hanno mai capita e sono
sempre stati
contrari a tutti ciò che desideravo.”
Nel
sentire quelle parole così piene di egoismo, Nick
s’infiammò.
“Sai,
quando mi hai detto che volevi iniziare una
nuova vita, non avrei mai pensato che volessi gettare via tutto
il buono
della vecchia te stessa.” esclamò Nick furente. “Dopo quello che hai
fatto ai
tuoi genitori, non mi sorprende che il resto della tua famiglia
non
voglia più avere nulla da spartire con te. Hai davvero oltrepassato
ogni limite.”
“Come
se tu non avessi mai fatto nulla del genere.”
rispose Judy riferendosi al passato criminale di Nick.
“Non
stiamo parlando di me, ma di te e
di quello che hai fatto.” ribadì la volpe. “Ora parliamo della
ragione
principale che ti ha spinto ad abortire. La tua carriera. A
essere
onesti, non ho detto nulla del nostro piccolo segreto
ai nostri
colleghi. Avevo supposto che nemmeno tu l’avevi fatto e così
sembra che
sia io il cattivo della storia. Ma… sorpresa, come hanno
reagito quando hanno
saputo la verità?”
Judy
era contrariata, ma non sapeva come replicare.
“Tutti,
non solo Clawhauser, se la sono presa
con te, non è vero?” ipotizzò Nick. “Capisco perché sentivi il
bisogno
di tenere nascosta la cosa, ma questo non è di alcun aiuto. Più a
lungo
hai mantenuto il segreto, maggiore è stato il contraccolpo. Se
avessi
detto subito la verità ai ragazzi del distretto, certamente
qualcuno se
la sarebbe presa con te, ma forse la situazione attuale sarebbe
diversa. Invece
non lo hai fatto, e il bubbone ti è scoppiato in faccia. Ora
tutti i
poliziotti del distretto ti guardano con occhi carichi di disappunto.
Che cosa hai da dire a riguardo?”
“È
stata…” iniziò Judy prima di essere interrotta.
“Permettimi
di fermarti ora perché so esattamente
cosa stai per dire.” disse Nick tenendo una zampa alzata. “È stata una tua
scelta? Avevi il diritto di fare ciò che penso? Nonostante io
sia ancora
contrario, sul piano giuridico hai ragione. Non c’è alcuna
legge
che vieti l’aborto e avevi anche il diritto di tenere nascosta
la
questione. Tutti hanno dei segreti da mantenere e non sei
l’unica
mammifera ad aver abortito, a parte il fatto che sei una coniglietta.
Ma…” Nick fece una breve pausa. “… che c’è scritto sui nostri
distintivi?”
“Che
cosa?” chiese Judy dubbiosa.
“Che
c’è scritto sui nostri distintivi?” ripeté Nick.
“Coraggio…
Integrità… e Verità.”
“Esattamente.
Quelle tre parole sono il codice
che ogni poliziotto di Zootropolis dovrebbe seguire fedelmente. Non hai
infranto la legge, ma hai infranto il codice.” il tono di voce
di Nick
tornò a essere pieno di rabbia. “Hai avuto abbastanza fegato da essere
onesta
con me, ma non con i nostri amici. Per quale motivo?
Pensavi che
ti avrebbero riservato lo stesso trattamento che ti sto riservando ora?”
“In
effetti, è così.” ammise Judy.
“Solo
perché li hai tenuti all’oscuro della
cosa per troppo tempo. Non ti hanno fatto alcuna domanda su quanto è
successo?”
domandò Nick. “Se avessi parlato con loro, probabilmente
qualcuno ti
avrebbe remato contro. Ma se lo avessi fatto prima di
procedere
con l’operazione, forse qualcun altro ti avrebbe convinta a
prendere strade
alternative. Forse mi avrebbero trovato e ci avrebbero
rinchiusi in
una stanza per parlare. Ma non lo hai fatto e si sono
sentiti
come se non avessero dovuto avere voce in capitolo. Questo… è il motivo
per cui
ora ti stanno trattando peggio di quando sei entrata in
polizia.” Nick
tentò di darsi una calmata. “Non sei come gli altri mammiferi,
Judy, e
lo sai. Le tue scelte hanno effetti sulla vita di tutti. E la
situazione
in cui versa attualmente la città ne è la prova.”
Ancora
una volta, Judy era senza parole.
“Una
volta che la notizia si è diffusa fra i membri
della polizia, non è passato molto tempo prima che l’opinione pubblica
ne fosse
venuta a conoscenza. Judith Hopps: La prima coniglia poliziotto e
l’eroina
di Zootropolis abortisce il primo ibrido volpe-coniglio della Storia.
Questo è solo uno dei titoli apparsi sui giornali.” affermò
Nick. “Quando
tutti hanno saputo la notizia, hanno subito cambiato opinione su di te,
non è
vero? Adesso ti considerano come una pazza amante delle volpi,
una traditrice
di tutti i leporidi, una meschina nemica degli ibridi, un’abortista
radicale contraria a ogni forma di dialogo. Incrocia tutto questo
con le
opinioni degli altri mammiferi e che cosa ne viene fuori? Una catastrofe!”
Non
appena la notizia dell’aborto di Judy era
trapelata, l’opinione pubblica cittadina era entrata in subbuglio.
Molti
pensavano fosse impossibile che prede e predatori potessero avere dei
cuccioli.
La questione avrebbe potuto aprire la strada a innumerevoli
possibilità. Ma a
causa della scelta di Judy, le cose erano peggiorate. L’intera
cittadinanza di
Zootropolis stentava a credere che la loro eroina avesse potuto fare un
gesto
simile. Molti erano contrari all’aborto perché la pensavano come Nick.
Altri
pensavano che Judy fosse dichiaratamente ostile agli ibridi. Tutto ciò
aveva
provocato una frattura all’interno delle coppie costituite da membri di
specie
diverse. In ultima analisi, quelli che sostenevano la decisione di Judy
erano i
mammiferi… sbagliati. Erano convinti che ogni mammifero dovesse stare
solo con
altri membri della stessa specie ed erano fermamente contrari
all’esistenza
degli ibridi. Tutto questo aveva scatenato una serie di accessi
dibattiti che
avevano infiammato l’opinione pubblica, come era successo durante il
caso degli
Ululatori Notturni. Ancora una volta, le azioni di Judy avevano
spaccato la
città in due.
“Non
credere di essere l’unica coinvolta nella
faccenda. Io sono la volpe che ti ha ingravidata, e alcuni mi
hanno
lanciato occhiate ostili e detto parole pesanti. Ma io
ci sono
abituato.” confessò Nick. “Oltretutto, la gran parte dell’odio pubblico
è
rivolta a te, dal momento che hai fatto questa cosa alla città per la seconda
volta.”
“Pensi
davvero che io volessi tutto questo?”
domandò Judy in preda alla rabbia. “Non l’ho mai desiderato. Non ho mai
voluto
che le cose peggiorassero per tutti là fuori.”
“Ti
stai riferendo alle coppie costituite da membri di
specie diverse, come noi? A quelle coppie che desiderano
mettere
al mondo dei cuccioli? Oppure ai frutti di quelle unioni che dovranno
affrontare
molte ripercussioni quando saranno cresciuti?” chiese Nick.
“Siamo stati
noi a scatenare tutto questo. Ora per loro sarà difficile
uscire allo
scoperto senza essere giudicati. Hai detto che volevi essere una fonte
d’ispirazione
per tutti i mammiferi. Ma chi potrà mai sentirsi ispirato da colei che
ha provocato
tutti questi problemi?”
Judy
continuava a evitare ostinatamente il confronto
visivo con Nick.
“Quel
che è peggio non è il fatto che tu non abbia neppure
tentato di sistemare le cose, ma che sembra non t’importi nulla di
tutti
coloro che hai ferito. Io, la tua famiglia, i nostri
amici…
tutti!” esclamò Nick alzando la voce. “Ma vuoi sapere un’altra
cosa?
Dopo tutto quello che hai fatto passare a me e agli altri, non
ti sei
fatta alcuno scrupolo nel coinvolgere anche lei in questa
storia.” concluse
indicando la lapide di Shannon.
“Aspetta
un momento!” ribadì Judy mentre si avvicinava
adirata a Nick. “Non hai il diritto di dire nulla su Shay. Non
la
conoscevi e non sai quanto sia stata importante per me.”
“Ti
sbagli.” rispose Nick con fermezza. “Ricordi
quando ti ho detto che conosco tutti? Non conoscevo Shannon personalmente,
ma dopo averla incontrata quella notte e aver sentito le cose che mi
hai detto
su di lei, mi sono fatto qualche idea sul suo conto. Posso parlartene,
che
dici?”
Judy
si limitò a rispondergli con un borbottio
stizzito.
“Bene.
Shannon mi è sembrata una tipa a posto.
Hai detto che faceva la meccanica, il che significa che non era solo carina,
ma anche intelligente. Mi hai anche detto che, come te,
era
reduce da una rottura burrascosa. Se l’hai incontrata durante il giorno
dell’operazione, significa che si trovava in ospedale perché era stata picchiata
o ferita. Da qualcuno. Un fidanzato violento,
forse? Voglio
dire, prima di allora nessuna di voi due era mai stata coinvolta in
relazioni
di tipo… saffico. Ho ragione?”
Il
silenzio ostinato di Judy fu per Nick una risposta
sufficiente.
“Ho
notato anche altri aspetti del suo carattere. Era timida,
remissiva e un po’ esitante. Parlava poco e quando lo
faceva,
tendeva a balbettare. Dal momento che eri la sola a parlare, mi è
sembrato
chiaro chi portava i pantaloni nella vostra relazione. Non hai
mai avuto
alcuna intenzione di parlarle di me, il che significa che nessuno
sapeva della vostra storia.” concluse Nick.
“Okay.
Hai ragione su tutto,” ammise Judy “ma non ho
fatto nulla a Shay.”
“Oh,
certo. Non le hai fatto proprio nulla.
Tranne…” disse Nick prima di gridare “… farle portare il tuo
fardello!”
Judy
sembrava scossa da quella rivelazione.
“Durante
la vostra storia quelli che erano i tuoi
problemi erano diventati anche i suoi, sebbene non avesse nulla
a
che farci.” disse Nick. “È stato giusto nei suoi confronti?
Pensavi
davvero che fosse capace di gestire tutta quella pressione? Io
non credo
proprio.”
“Non
potevi sopportare il fatto che mi ero messa
insieme a lei e ora la stai difendendo?!” domandò Judy sorpresa.
“Lo
sai, hai ragione. In fondo, noi due avevamo
qualcosa in comune. Siamo due volpi che si sono
innamorate della stessa
coniglietta.” rispose Nick. “Il problema è stato ciò che la
suddetta
coniglietta desiderava.”
“Io
e Shay eravamo felici insieme. Al contrario
di te, lei era tutto ciò che desideravo in una relazione.”
“È
proprio questo il punto. Lei rappresentava
quello che desideravi in una storia. Io, invece, quello
di cui avevi
bisogno. Una relazione sana non funziona se si accetta passivamente
qualsiasi scelta. È necessario comprendere il punto di vista
dell’altro
e capire i suoi sentimenti, per poi trovare un compromesso.
Anche
a costo di discuterne animatamente. Può darsi che Shannon fosse stata disposta
ad assecondare tutte le tue scelte, ma era davvero questo ciò
che voleva?”
“Io…
Lei… lei voleva restare al mio fianco. Questo è più
di quanto si possa dire di te, Nick.” ribadì Judy con durezza, sebbene
avesse
iniziato a sembrare incerta.
“E
se lei non l’avesse voluto?”
“Cosa?”
“Dopotutto,
ti ha visto mentre mi cacciavi via
nonostante l’aiuto che ti ho fornito nel tuo lavoro. Ti ha
visto mentre
respingevi con disprezzo i tuoi stessi genitori. Se tu eri
capace di
trattare in questo modo tutti coloro che ti volevano bene,
perché con
lei avrebbe dovuto essere diverso?”
Judy
non sapeva come replicare.
“Probabilmente
si è sentita a disagio per molto
tempo. Puoi anche aver fatto delle cose che lei non
condivideva
affatto. Se anche così fosse stato, ha preferito tenere la bocca
chiusa
perché immaginava che cosa sarebbe accaduto. Se lei fosse stata in disaccordo
su qualcosa e voi due aveste iniziato a discuterne, è probabile
che
anche lei avrebbe ricevuto lo stesso trattamento che hai offerto a tutti
gli
altri.”
Judy
iniziava a tremare. Sembrava che Nick avesse
colpito alcuni nervi scoperti.
“Non
dubito dei vostri sentimenti. Penso
davvero che Shannon volesse restare al tuo fianco.” Nick
sembrava
sincero mentre pronunciava quelle parole. “Ma è anche possibile che si
sia
sentita in trappola. Non era abbastanza coraggiosa da
dirti la
verità sulle tue scelte, perché se l’avesse fatto… e tu l’avessi
respinta o
costretta a lasciarti… probabilmente lei si sarebbe sentita in colpa
per
averti abbandonata con il cuore gonfio di dolore. Esattamente
come è
successo a me.”
Judy
tremava sempre più. Non aveva mai dubitato dei
suoi sentimenti per Shannon e lo stesso poteva dire di lei. Ma ora,
iniziava a
nutrire dei dubbi. Davvero Shay non era d’accordo con qualcuna delle
decisioni
che aveva preso? Oppure era rimasta con lei solo per non rischiare di
trovarsi
nuovamente con il cuore a pezzi?
“Sembri
titubante, Judy.” esclamò Nick mentre notava
l’espressione negli occhi della coniglietta. “Forse mi sbaglio.
Forse
lei condivideva tutte le decisioni che hai preso e per questo
ti è
rimasta accanto. Ma non possiamo averne la certezza, perché lei è morta…
e non ti è rimasto più nessuno.”
“E
così hai deciso di venire qui per parlare
con me.” disse Judy.
“Nessun
altro lo avrebbe fatto. Puoi starne certa.”
rispose Nick.
“Dovrei
apprezzare il fatto che tu sia venuto
qui per parlarmi, ma sappi che non intendo esserti grata.”
esclamò Judy.
“Non mi piace il fatto che mi stia rimproverando e alcune delle
cose che
hai detto su Shay. Come hai detto, non potrai mai esserne
sicuro. Questo
significa che, per quanto tu ne sappia, mi hai raccontato soltanto
delle
storielle credibili.”
Nick
riusciva a stento a nascondere la delusione.
“E
io che speravo avessi iniziato ad
ascoltarmi.” esclamò mentre sentiva come una stretta al petto.
“D’accordo. C’è
un’ultima cosa di cui voglio parlarti, Judy. È il vero
motivo per cui ti sei messa con Shannon.”
“Prima
che tu aggiunga altro, faresti meglio a stare
attento a ciò che mi dirai.” minacciò Judy mentre si avvicinava a
Nick con
sguardo furente. Ciò nonostante, la volpe non mostrava alcuna paura.
“Ci
ho pensato per tutto il tempo. Perché stavi
insieme a un’altra volpe? Perché proprio una femmina?
Perché non
ti ha infastidito intraprendere un’altra relazione dopo quello che era
successo? Poi ho capito che gli indizi risiedevano nella
ragione
principale per cui ci eravamo lasciati. Al contrario di me, Shay non
avrebbe mai
potuto metterti incinta. Il che significa che potevi goderti la tua
nuova
relazione senza ripercussioni. Shannon non era soltanto la mia surrogata,
la tua luce, il tuo nuovo oggetto amoroso. Lei era
qualcos’altro. Lei
era il tuo capro espiatorio.”
Per
Judy quelle parole furono la goccia che aveva
fatto traboccare il vaso. Tentò di assestare un pugno a Nick, ma
contrariamente
a quanto era avvenuto l’ultima volta in cui era stato colpito, la volpe
aveva
parato il colpo. Ciò nonostante, la rabbia di Judy non era intenzionata
a
scemare.
“Come
hai osato?!” gridò Judy piena d’odio.
“Io?!
Come hai osato tu, piuttosto?!”, urlò
Nick di rimando. Judy tentò di colpirlo con un altro pugno, ma Nick si
era
difeso bene. “Eri davvero convinta che se lei fosse rimasta con
te,
tutto il resto non avrebbe avuto alcuna importanza. Anche se lei
avrebbe dovuto
sostenere tutta la pressione dei tuoi problemi.”
“Io
non ho mai messo pressione a Shay con i
miei problemi.” disse Judy.
“Ma
saresti corsa da lei ogni volta lo avresti
ritenuto necessario, non è vero?” domandò Nick. “È così. Anch’io ti ho
sempre
dato la spinta giusta per affrontare le cose. Tu hai
dimenticato
la ragione principale che ti ha spinto a diventare un agente di
polizia.
Rendere il mondo un posto migliore. Ma come puoi farlo se hai ferito
tutti coloro che ti volevano bene? Guarda in faccia la realtà,
Judy! Tu
sarai troppo orgogliosa per ammetterlo, ma io non lo sono.
Non
siamo affatto gli eroi che tutti credevano che fossimo! Noi
siamo tipi
orribili!” ammise. “Io sono una volpe che ha passato gran parte
della
vita a frodare e ingannare il prossimo. Tu, invece, sei la
coniglietta che
per ben due volte ha messo nei guai l’intera città
perché non ha
pensato alle conseguenze delle sue azioni. È come ti ho detto quando
ci siamo incontrati. Volpe acuta, coniglietta ottusa.
Questo
è ciò che abbiamo fatto. Questo è ciò che siamo. Questo
è ciò che
sempre saremo.”
“Questo
è ciò che siamo, eh?!” gridò Judy. “Allora
questo fa di te un criminale. Un criminale che io non ho
sbattuto in
prigione per evasione fiscale solo perché mi avevi fatto pena.”
“Sì,
avresti dovuto farlo.” rispose Nick. “È stata la
città a trasformarmi in un criminale. Ma cosa ha fatto la città
a te?
Ti ha reso un’eroina? No. Ti ha fatto diventare una criminale? Nemmeno.
Vuoi
sapere qual è la definizione corretta per qualcuno che vuole soltanto
ferire i
sentimenti di tutti quelli che gli vogliono bene senza alcun rimorso? Questa
è la definizione di un mo…”
“Smettetela!
Tutti e due!” gridò una voce
femminile.
Judy
e Nick smisero di discutere e si girarono per
capire chi avesse lanciato quella richiesta perentoria. La figura si
fece
avanti e li fronteggiò. Era una coniglia di mezza età che indossava una
maglia
viola senza maniche e una gonna blu con delle carote ricamate sopra.
Era la
madre di Judy, Bonnie Hopps.
“Mi
dispiace, Nick. Ho resistito più che ho potuto, ma
non ce l’ho fatta.” disse Bonnie. “Dovevo intervenire.”
“Mamma?”
esclamò Judy sorpresa nel vederla.
“Ciao,
Judy. Dobbiamo
parlare.”
Note
dell’autore: Rieccomi
a voi con
il secondo capitolo!
Devo
ammettere che ho particolarmente apprezzato il
modo in cui l’autore della storia originale sia riuscito a dar voce,
attraverso
le parole pronunciate da Nick, a tutti i dubbi che mi sono venuti in
mente
riguardo alla relazione fra Shay e Judy emersa nella storia di Borba
intitolata
Born To Be Alive. Inoltre, come avrete avuto modo di osservare
nella mia
nota, nella storia in questione l’artista ha spiegato che i genitori di
Judy
sono osservanti di una particolare confessione religiosa assimilabile
al Cattolicesimo
per via di una chiara visione tradizionalista e antiabortista. Non
dimenticate
che Borba è originario del Brasile, un Paese in cui oltre il 60% della
popolazione è cattolico. A questo proposito, a pagina 17 di I Will
Survive potrete
notare un’icona della Vergine Maria con Gesù Bambino sotto forma di
conigli.
Come
sempre, vi lascio una serie di link utili:
Profilo
dell’autore della fanfiction originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer
Capitolo
II di Zootopia: True Forgiviness: https://www.fanfiction.net/s/13258091/2/Zootopia-True-Forgiviness
Permesso
dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last
Pagina
1 di I Will Survive (in lingua inglese):
https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569
Pagina
1 di Born To Be Alive (in lingua
inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628
Questo
è quanto. Vi ringrazio per l’attenzione e vi
auguro una buona lettura!
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Capitolo 3 *** Capitolo III ***
Capitolo
III
Bonnie
Hopps guardava entrambi con occhi severi. Solo
allora Nick si staccò da Judy.
“Signora
Hopps, le avevo detto di restarne fuori.”
disse Nick alla coniglia.
“Per
vedervi bisticciare come due cuccioli
senza fare nulla?” Bonnie sembrava davvero adirata. “Stento a credere
che una
volta voi due condividevate un legame. Dovreste entrambi vergognarvi
per come avete fatto precipitare le cose.”
Entrambi
gli interessati non osarono ribattere. “Mamma,
che cosa ci fai qui?” le aveva chiesto Judy.
“Non
avrai pensato che sarei venuto qui da solo, vero?”
rispose Nick. “Sono andato a Bunnyburrow a parlare con la tua famiglia
di tutto
quello che è successo. Tua madre è stata la sola a volere che
la
portassi da te. Il resto della tua famiglia non voleva disturbarsi a
venire.
Hai fatto proprio un bel lavoro.”
Di
fronte a quell’ultimo commento sarcastico, Judy si
limitò ad allontanarsi da Nick.
“Mi
ha detto che voleva parlarti di una cosa importante.”
affermò Nick.
“Pensavo
che ci fossimo detti tutto l’ultima
volta.” esclamò Judy rabbiosamente.
“Senti,
Judith. Nonostante tutto quello che è
successo, io sono ancora tua madre.” ribadì Bonnie.
“Dopo
la nostra ultima conversazione, non
pensavo che tu e papà mi consideraste ancora vostra figlia.”
“Ehi,
datti una calmata, okay?” esclamò Nick
stizzito dal comportamento di Judy.
“Basta
così, Nicholas! Parlerò io con lei, adesso.”
Nick
alzò le zampe in aria e decise di farsi da parte
per far sì che Bonnie si confrontasse con la figlia, sebbene
quest’ultima la
stesse guardando con ostilità così come aveva fatto con Nick per la
maggior
parte del tempo.
“Cosa
vorresti dirmi? Che ti ho delusa? Che non
avrei dovuto mantenere così tanti segreti? Che tutte le mie
scelte erano
sbagliate?” domandò Judy alzando il tono della voce. “Beh,
queste cose
le ho già sentite. Perciò, che altro vorresti dirmi?”
“Mi
dispiace.” sussurrò mestamente Bonnie dopo qualche istante.
Judy
sgranò gli occhi. “Ti… dispiace?” domandò stupita.
“In
qualche modo, sotto certi aspetti… tutto quello
che ti è capitato è colpa mia. Del mio peccato.”
“Il
tuo… peccato?”
“Non
mi ha detto nulla per tutto il viaggio di
ritorno, ma proprio non capisco. Perché le scelte infelici di
sua figlia
sarebbero colpa sua?” domandò Nick alla coniglia.
“Perché…
anch’io ho un segreto da rivelare.”
“Ci
dica tutto, allora. Qual è questo segreto?”
“Sì,
mamma. Di quale peccato stai parlando?”
Bonnie
prese un respiro profondo. Era visibilmente
nervosa e il suo muso si muoveva ritmicamente. Era un chiaro segnale di
paura.
Ciò nonostante, Bonnie avvertiva la necessità di confessare ogni cosa.
“Anni
fa… quando ho saputo che ero incinta di te,
io…” Bonnie teneva mestamente gli occhi a terra e le sue zampe
tremavano.
Infine, tornò a guardare Nick e Judy negli occhi. “… ho tentato di fare
la stessa
cosa che hai fatto tu. Ho provato ad abortire.”
Non
appena ebbero udito quelle parole, Nick e Judy si
sentirono come se i loro cuori stessero sprofondando.
“Che…
cosa?” sussurrò Judy sconvolta.
“Sta…
dicendo sul serio?” chiese Nick allo stesso
modo.
“Sì”
ammise Bonnie.
Non
appena ebbe afferrato la maglia di sua madre,
l’espressione sul volto di Judy cambiò radicalmente. “Mi stai
raccontando
queste bugie solo perché…”
“È
la verità!” urlò Bonnie. “Ho davvero provato
ad abortire.”
“No…
non è possibile…” riuscì a dire Judy dopo aver
lasciato la presa.
‘Quando
ho suggerito a Judy cosa sarebbe successo se
sua madre avesse deciso di interrompere la gravidanza, non
avrei mai
immaginato che sarebbe potuto andare effettivamente così.’ pensava Nick.
“Okay,
supponiamo che quanto hai detto è vero.
Hai centinaia di figli che possono affermare lo stesso. Perché
proprio
io? Perché ero diversa dai miei fratelli?” domandò Judy.
“Ti
sei mai chiesta perché, al contrario dei
tuoi fratelli e delle tue sorelle, tu sei l’unica a non far
parte di una
cucciolata? Judy, la verità è che tu eri effettivamente diversa
dagli
altri miei figli.” disse Bonnie.
“Che
significa?” chiese Judy.
“Anche
se Judy fosse effettivamente diversa dai
suoi fratelli, non c’è ragione per cui lei debba dire una cosa
simile.”
obiettò Nick.
Bonnie
capì che avrebbe dovuto raccontare tutto dal
principio. “All’epoca ero già sposata con tuo padre.” esordì.
“Stu era
il marito ideale per una campagnola come me. Gran lavoratore,
affettuoso, premuroso… insomma, possedeva le solite qualità che
ogni
coniglia cerca in un compagno.”
Nick
e Judy non sapevano dove Bonnie volesse andare a
parare, ma continuarono ad ascoltarla.
“Un
giorno, tuo padre mi fece conoscere qualcuno.
Suo cugino Tom, per l’esattezza. Era metà lepre e metà
coniglio.
Infatti era piuttosto alto rispetto alla media.” continuò
Bonnie. “Tom
era diverso dagli altri conigli, e non solo per l’altezza. Era
l’esatto
opposto di Stu. Era un ribelle, un viaggiatore instancabile che ha
girato il
mondo in sella alla sua motocicletta per molti anni. Era quel tipo di
leporide
che tuo padre non avrebbe mai potuto essere. Insomma, c’era
qualcosa in
lui che ho trovato… affascinante.”
Affascinante.
Quell’unica parola fu sufficiente perché Judy e Nick avessero ben
chiaro il
quadro della situazione.
“No…”
disse Judy incapace di dire altro.
“Sta
scherzando…” esclamò Nick.
“Non
riuscivo a capire cosa stessi provando nei
confronti di Tom. Mi sentivo come sotto l’influsso di un incantesimo.
Ero una coniglia sposata e non avrei dovuto essere interessata
a lui.
Stranamente, Tom mi trovava interessante.” confessò Bonnie.
“Non so… non
so spiegare che cosa mi sia successo. Un giorno, mentre Stu era fuori…”
“Basta!”
gridò Judy. “Non voglio sentire
altro!”
Bonnie
non si fermò e continuò a raccontare. “… io
rimasi in casa con Tom. Tentai di resistere alle mie tentazioni,
ma non
ci riuscii. Così, quando mi chiese se avessimo potuto passare del tempo
da
soli, non seppi dirgli di no.”
“Ho
detto che non ti voglio più sentire!”
ribadì Judy mentre si tirava giù le orecchie.
“È
successo una volta sola. Ho pensato che… se
avessi fatto finire la cosa subito, non ci sarebbero state conseguenze.”
disse Bonnie sul punto di scoppiare in lacrime.
“Per
favore, non dire altro!” supplicò Judy.
“Qualche
mese dopo, sei nata tu.” ammise Bonnie
mentre piangeva a dirotto. “È stata la mia vergogna più grande.
Il mio segreto
più oscuro. Non volevo rivelare nulla a nessuno. Con le
cose che
sono successe, però, io… ho capito che era ora che tu sapessi la
verità.”
Quando
Bonnie ebbe finito, Judy lasciò andare le
orecchie. Sia lei sia Nick avevano un’espressione attonita stampata
sulle loro
facce. Fu Nick a interrompere il silenzio dopo qualche istante. “Ci
sta…
dicendo che… lei ha avuto una relazione con questo Tom… e
che Judy ne
è il risultato?!” gridò quasi allibito.
“Sì.”
ammise la coniglia.
Quello
era il grande segreto di Bonnie. Aveva avuto
una breve storia e aveva scoperto di essere incinta; qualche mese dopo,
aveva
dato alla luce Judy. Dal momento che non era la figlia biologica di
Stu, Bonnie
pensava che avrebbe dovuto abortire. Ma non l’aveva fatto.
“Un…
un momento. Ci sta forse dicendo… che se tutto
quello che ha raccontato non fosse avvenuto… allora Judy non
sarebbe
mai…” Nick era sotto shock mentre quelle parole uscivano a fatica dalla
sua
bocca.
Judy,
dal canto suo, non solo era rimasta come
paralizzata, ma aveva anche un’espressione vuota. Stava ancora
prendendo tempo
per metabolizzare tutte quelle rivelazioni.
“Vuoi
dirmi che io sono nata solo per un tuo… capriccio?”
aveva chiesto a sua madre.
“Mi
dispiace, Judy.” disse Bonnie in preda ai sensi di
colpa.
“Pensavo…
pensavo di essere nata per essere viva.
Ma ora mi stai dicendo che non lo ero affatto?” chiese Judy con
lo
sguardo perso nel vuoto. “Hai tradito papà? Stu non è il mio vero
padre? Hai provato a non farmi nascere?”
“Ho
pensato che, se fossi andata fino in fondo, sarei
stata consumata dai rimpianti. È per questa ragione che non
l’ho
fatto.” confessò Bonnie in lacrime. “Stu resta sempre tuo
padre e
noi ti amiamo ancora, nonostante tutto.”
“Il
tuo più grande peccato mi ha permesso di
venire al mondo. Io sono… il tuo più grande peccato.”
“Non
pensarlo neppure. Hai fatto tanto per la
città. Siamo ancora fieri di te.” aveva detto Bonnie alla figlia, ma
Judy
sembrava non sapere come replicare. “Judy?”
La
coniglietta era immersa nei suoi pensieri e
respirava affannosamente. Si sentiva come se fosse immersa
nell’oscurità più
cupa. Molti pensieri si stavano accavallando nella sua mente. Alcuni
erano
pieni di rabbia, altri di tristezza, altri ancora d’incredulità. In
quel frangente,
le vennero in mente alcune frasi che Nick le aveva detto il giorno
della loro
travagliata rottura.
“Judy…
che cosa sarebbe successo se tua madre,
mentre era incinta di te, avesse deciso di interrompere la
gravidanza?
Te lo spiego io. Se tu non fossi nata, Judy, il mondo mi sarebbe
sembrato più
tetro che mai e senza la tua luce, vivrei ancora una vita priva
di
significato per le strade di Zootropolis.”
“Ascolta,
Judy… ci sono mammiferi che fanno la differenza
in questo mondo e tu sei una di loro. Anche se sei solo una
coniglietta, sei
riuscita a fermare una terribile macchinazione e a cambiare i
cuori e le
menti di milioni di mammiferi. Secondo me, niente di tutto
questo
sarebbe stato possibile senza di te.”
“Per
l’amor di Dio, Judy! Concedi a questo cucciolo
non ancora nato le stesse possibilità! Ti supplico… ti prego, permetti
che la
tua luce continui a brillare attraverso lui o lei!”
“Se
quello che la mamma ha detto su di me è vero… se
Nick avesse avuto ragione… allora io… io… io…”
Per
tutta la vita, Judy era andata avanti con le sue
scelte e le sue idee senza pensare alle probabili conseguenze. Ma… dopo
che sua
madre aveva confessato la verità sulla sua nascita, le sue convinzioni
stavano
cominciando a cambiare. Tutto quello che aveva preso corpo nella sua
mente…
l’aveva lasciata come in frantumi. Stava letteralmente annegando in un
oceano
di dolore, colpevolezza, sofferenza e rimpianto. Tutte quelle
sensazioni così
dolorose l’avevano piegata sulle ginocchia e le sue zampe giacevano
inerti sul
terreno. Nel vederla in quello stato, Bonnie e Nick si preoccuparono
molto.
“Judy!”
gridò Bonnie.
“J…
Judy?” disse Nick preoccupato.
“Judy!
Judy! Stai bene? Ti prego, dì qualcosa.”
“Che…
che cosa ho fatto?” aveva chiesto Judy a sé
stessa mentre le sue lacrime bagnavano il terreno. “Oddio! Che cosa
ho fatto?!”
aveva poi esclamato con un grido angosciante.
Mentre
Judy piangeva disperata, il cuore di Nick si
gonfiò di tristezza. Tutta la rabbia che aveva provato per lei fino a
quel
momento era sparita. Era chiaro che Judy si stava disperando in preda
al
rimorso. Tutto quello che si erano detti fino ad allora non aveva più
alcuna
importanza; Nick aveva capito che doveva confortarla in qualche modo.
“Judy!”
esclamò Nick prima di aiutarla ad alzarsi e
prenderle la testa fra le zampe per guardarla in faccia. Notò che i
suoi occhi
erano gonfi di lacrime. “Judy! Judy! Guardami! Va tutto bene! Va tutto
bene!”
“No!
Non va bene niente!” gridò Judy mentre
afferrava la camicia di Nick. “Non capisci? Se mia madre non mi
avesse
fatta nascere, tutto quello ho fatto per la città non si
sarebbe mai verificato.
Avevi ragione, Nick. Avevi ragione su tutto!”
“Te
lo giuro… non ne avevo idea. Non sapevo quanto
avessi avuto ragione.” ammise Nick onestamente.
“Eri
nel giusto… e io non volevo ascoltarti.” ammise
Judy scossa dalle lacrime. “Se… avevi ragione su di me… allora
perché
non avrebbe dovuto essere così a proposito di nostro figlio?”
“Nostro…
figlio?” Nick stentava a
crederci. Per tutto il tempo, Judy non aveva neppure considerato
l’idea.
L’aveva come respinta a priori.
“Io…
ho pensato solo ai possibili effetti negativi.
Mai a quelli positivi.” continuò a dire in lacrime. “Se… avessi avuto torto?
Se fossi stata bene dopo il parto? Se fosse nato senza alcun
tipo di difetto?
Oddio! Forse avrebbe fatto parte di una cucciolata. Forse
nostro figlio
avrebbe potuto infrangere le barriere che tengono divisi prede
e
predatori con la sua nascita. Sarebbe potuto succedere tutto questo.
Ma
a causa della mia scelta… di quello che ho fatto, non si è
verificato
nulla di tutto ciò. Non ho mai voluto ammetterlo, ma quello che mi hai
detto è
vero. Io… io… ho ammazzato nostro figlio per la mia carriera!”
aveva
infine gridato mentre tremava come una foglia.
Quelle
parole riecheggiarono per tutto il cimitero e
colpirono Nick fin nel profondo dell’anima. Nell’udire quell’ammissione
così
pregna di rimorso, non fu più capace di trattenere le lacrime. “Judy…”
disse
tristemente.
“Pensavo…
pensavo di aver fatto la cosa giusta.
Ma guarda cosa è successo. Ho spezzato l’unità della mia stessa
famiglia, ho perso la fiducia dei miei amici e colleghi, ho rovinato
la mia reputazione, ho creato un’altra situazione di tensione
fra prede
e predatori. Ma quel che è peggio… ho fatto del male a chi amavo
più di
tutti.”
“Forse…
Shay non ti avrebbe mai biasimata per quanto
accaduto, Judy.”
“No.
Non sto parlando di lei. Sto parlando di te.”
aveva ammesso Judy. “Eri… così felice quando ti ho detto della
gravidanza… e io ho cancellato la tua felicità. Sapevo bene ciò
che la
città ti aveva fatto e quanto dolore avessi sopportato. Eppure, ti ho
ferito.
Per ben tre volte. Come ho potuto farti questo?! Come ho
potuto
ferirti in questo modo dopo tutto quello che hai fatto per me?! Ti
ho fatto
sentire come se ciò che desideravi non fosse importante. Come
se non
avessi bisogno di te e ora…”
Judy
era davvero dispiaciuta per quanto aveva fatto a
Nick ed era divorata dal senso di colpa. Nick ne era rimasto sorpreso.
Se lei
stava rimpiangendo tutto quello che aveva fatto, allora… qual era il
senso di
quanto era successo?
“Che…
cosa ha portato tutto questo?” aveva
chiesto Nick con la voce rotta dall’emozione. “Che senso ha avuto
lasciarti se
ora lo sto rimpiangendo? Che senso ha avuto procedere con l’aborto se
ora lo
stai rinnegando? Che senso ha avuto tornare da te se avevi trovato
qualcun’altra con cui essere felice? Che senso ha avuto andare avanti
se hai
perso anche lei? Che senso ha avuto tutto questo, Judy?”
“Non
c’è alcun senso.” esclamò Judy col cuore
gonfio di rimorso. “Tutto questo non ha portato a nulla. Tutto
quello
che abbiamo fatto non ci ha causato altro che dolore, rabbia,
solitudine
e disperazione. È colpa mia. È tutta colpa mia.”
“No.
Non è vero. Avrei dovuto restare al tuo
fianco quando avevi bisogno di me. Forse le cose non sarebbero precipitate
fino a questo punto.”
“Non
ti ho dato alcuna ragione per farlo. Ti
avevo fatto intendere che non c’erano alternative all’aborto.
Se mi fossi
fermata un attimo a riflettere sulle conseguenze delle mie decisioni
invece di
tirare dritto… forse tutto questo…” Judy si era staccata dalla camicia
di Nick
e si stava coprendo gli occhi con le zampe nel tentativo di ricacciare
indietro
le lacrime. “Oh, Nick…”
Nick
non avrebbe mai voluto vederla in quello stato.
La tristezza che la stava tormentando era ben peggiore rispetto a
quella che
lui aveva provato fino a quell’istante.
“Judy…
ti prego. Dobbiamo rimanere uniti.” le
aveva detto Nick.
“Non…
non credo di farcela.” aveva ammesso Judy con
gli occhi rossi per le lacrime versate. “Ho represso tutte
queste
sensazioni così a lungo… che ora non so come fermarle. Non
penso… non
penso di potercela fare.”
Judy
non si era mai sentita così tormentata e disperata.
Non poteva fare altro che commiserare sé stessa. Voleva ricacciare
indietro
tutto quel dolore, ma non poteva farcela. Non da sola. Nick e Bonnie
erano
molto preoccupati per lei.
“Judy…
coraggio… fatti forza.” disse Nick mentre
tentava senza successo di alleviare la sua sofferenza. “Signora Hopps,
non può
fare qualcosa?” aveva poi chiesto a Bonnie.
“Non
so proprio cosa fare.” ammise Bonnie con gli
occhi lucidi. “È colpa mia. Mia figlia sta soffrendo per colpa
mia.”
Neppure
Nick sapeva cosa fare. Ma era palese che Judy
stava affogando nel suo dolore. Lei non era come Nick. Lui era abituato
alla
sofferenza perché si considerava un sopravvissuto. Per Judy non era
così. Se
avesse continuato, non avrebbe più trovato la forza per rialzarsi.
Forse Judy
non avrebbe mai fatto lo stesso per lui, ma Nick era determinato a
porre fine
al suo strazio. In quell’istante… ebbe un’idea. Forse non avrebbe
funzionato,
ma doveva tentare. Nick si asciugò gli occhi prima di rivolgerle
nuovamente la
parola. “Judy… guardami.” disse.
“Uh?”
“C’è
qualcos’altro che devo dirti. Mi avevi
detto che non ne avevi bisogno. Ma guardandoti adesso, è
evidente che ne
hai bisogno ora più che mai. Perciò ecco qui. Judith Hopps…”
Nick volle
accostare la sua fronte a quella di Judy prima di proseguire. “… io
ti
perdono.”
Quelle
tre semplici parole cominciarono ad alleviare
il peso che Judy aveva nel cuore. “Cosa?” domandò con gli occhi
sgranati.
“Non
mi hai sentito, coniglietta? Io ti perdono.”
ribadì Nick.
Judy
era spiazzata. Nick era davvero intenzionato a
perdonarla dopo tutto quello che aveva provato per colpa sua?
“Non…
non capisco, Nick. Ti ho ferito. Più di chiunque
altro. Ho scelto di andare avanti con l’aborto senza pensare
minimamente
alle tue parole e ti ho ordinato di sparire per sempre dalla
mia vita.
Non merito il tuo perdono. Come? Come puoi anche solo pensare
di perdonarmi?” domandò Judy con gli occhi nuovamente gonfi di
lacrime.
“Non
ti mentirò, Judy. Per troppo tempo,
sei stata davvero… davvero… una coniglietta ottusa.” esclamò
Nick con
un’espressione decisa sul volto.
Judy
era spaventata. Pensava che Nick non volesse
davvero perdonarla.
“Mi
hai fatto sentire come se le mie opinioni non
avessero importanza e le mie azioni fossero state più gravi
delle
tue. La cosa peggiore è che tu non hai ferito soltanto me, ma anche la
tua
famiglia e i tuoi amici. Se tua madre non ti avesse mai raccontato la
verità
sulla tua nascita, probabilmente non avresti mai riflettuto
sulle
conseguenze delle tue azioni.” ribadì Nick mentre Judy aveva
ricominciato a
tremare.
“Hai
ancora provocato la morte di nostro
figlio, distrutto la tua reputazione e creato un’altra volta scompiglio
fra i mammiferi della città. Dopo tutto quello che hai detto e tutto
quello che hai fatto…”
Il
naso di Judy si muoveva ritmicamente in segno di
paura. Nick voleva davvero perdonarla oppure l’avrebbe ferita
esattamente come
lei aveva fatto con lui? In ogni caso, Judy capiva che se lo sarebbe
meritato.
Nick sfiorò il mento di Judy e la guardò intensamente. “… pensavi
davvero che
non avrei mai potuto perdonarti?” concluse infine rivolgendole
un
sorriso confortante.
“Nick…”
“Per
tutto il tempo, ho creduto che non t’importava
più nulla di me e dell’aborto. Ma dopo averti visto in quello stato
mentre rimuginavi sulla tua decisione, ho capito che mi sbagliavo.”
disse Nick. “Forse i tuoi sentimenti per me sono cambiati, ma i miei
sono rimasti inalterati. Quello che sto cercando di dirti è che…
nonostante
tutto…” Nick guardava Judy con gli occhi che brillavano di luce
propria. “… io
ti amo ancora, Judy. E vuoi sapere un’altra cosa? Ti amerò per tutta
la vita.”
Dinanzi
a quella confessione, qualunque sentimento di
rabbia che Judy aveva provato per Nick era scomparso. I sentimenti che
Judy
aveva soffocato per troppo tempo stavano tornando a galla. Ancora una
volta, le
lacrime scorrevano copiose dai suoi occhi. “Oh, Nick…” sussurrò con un
nodo
alla gola.
Nick
teneva le zampe aperte in attesa di un abbraccio.
Come era successo la prima volta in cui l’aveva perdonata, Judy affondò
la
testa sul suo petto.
“Scusami!”
esclamò Judy in lacrime. “Scusami! Scusami!
Scusami! Scusami!”
“Su,
su, ti ho già perdonata. Voi conigli siete così
emotivi.” esclamò Nick con le lacrime agli occhi mentre la abbracciava
teneramente. “In fondo, anch’io sono una volpe emotiva, non
credi?”
Nick
e Judy ebbero il loro momento. Entrambi i loro
cuori, che erano giaciuti in frantumi per troppo tempo, stavano
finalmente
cominciando a ricomporsi. Sebbene Bonnie non fosse stata in grado di
fare
molto, era grata a Nick per essere riuscito a far ragionare la figlia.
Dopo che
erano passati diversi istanti, Judy non si era ancora staccata dal
corpo di
Nick.
“Judy,
ti senti meglio ora?” domandò Nick.
“Un
po’. Non più di tanto, ma mi sento meglio.” rispose
Judy dopo aver ripreso a sorridere dopo molto tempo.
“Coraggio,
allora. È tempo di rialzarsi.” esclamò Nick
dopo aver aiutato Judy a rialzarsi. In seguito rivolse lo sguardo a
Bonnie. “Judy,
c’è qualcos’altro di cui tu e tua madre dovete parlare.”
La
coniglietta annuì e si diresse verso sua madre.
Bonnie sembrava intenzionata a scusarsi di nuovo.
“Judy,
mi dispiace tanto per aver nascosto la verità su di te
e la tua nascita.” disse la coniglia sul punto di versare altre
lacrime.
“Mamma…”
“So
che quello che ho fatto è sbagliato e so
che non potrai mai perdonarmi…”
“Mamma!”
Judy riuscì a fermarla e le strinse
amorevolmente le zampe. “Va tutto bene. Hai fatto un errore,
ma… non
rimanerci troppo male. Dopotutto, quell’errore mi ha fatto nascere.”
“Judy…”
“Nonostante
tutto, sei un’ottima madre. Sono io
che non sono stata una brava figlia.” ammise Judy. “Ti perdono,
mamma.
Spero che tu possa fare lo stesso con me.”
“Oh,
Judy… certo che posso perdonarti.”
Madre
e figlia si perdonarono a vicenda con un
abbraccio carico di affetto. Eppure, era necessario affrontare un’altra
questione.
“Mi
fa piacere che vi siate riappacificate. Ma… che
cosa avete intenzione di fare con il vostro segreto?” domandò
Nick.
Bonnie
e Judy dovettero staccarsi dal loro abbraccio.
Che cosa avrebbero fatto? Il tradimento di Bonnie, il fatto che
Stu non
era il padre biologico di Judy, l’aborto che Bonnie non aveva voluto
compiere…
dopo tutto quello che era successo, era davvero la cosa migliore
mantenere un
segreto così scottante?
“Penso…
che sia meglio tenere nascosta la cosa fra
noi tre.” dichiarò Judy dopo averci riflettuto. “Ho causato fin
troppi
danni. Non voglio portare ulteriore scompiglio nella mia
famiglia.”
“Se
credi che questa sia la soluzione migliore,
allora va bene.” disse Nick.
“Sì,
lo è.” ribadì Judy.
“D’accordo,
allora.” dichiarò Bonnie. “Dovresti sapere
che, nonostante quello che ho fatto, amo ancora tuo padre con
tutto il
cuore.”
“Lo
so. Potrebbe non essere il mio vero padre,
ma mi ha cresciuta come se fossi effettivamente sua figlia.”
“Sai,
è ancora molto seccato per come sono
andate le cose. Se lo chiami e ti scusi con lui, sono convinta
che ti
perdonerà. So che lo farà.”
“Lo
farò, mamma. Te lo giuro.” promise Judy con un
sorriso sincero.
“Bene.
Se non c’è altro, dovrei prendere il treno per
il ritorno. Ma prima di andare…” Bonnie rivolse un cenno d’intesa a
Nick. “Posso
parlarti per un momento?”
“Uhm…
certo, signora Hopps.” disse la volpe.
Bonnie
si allontanò di qualche passo con Nick per
potergli parlare a quattr’occhi.
“Che
cosa c’è, signora Hopps?”
“Chiamami
Bonnie, caro.” disse la coniglia. “Ti ringrazio
tanto per tutto ciò che hai fatto per mia figlia.”
“Non
c’è problema. Dovevo farlo.” dichiarò Nick
con un sorriso smagliante. “Non sono stato al suo fianco quando aveva
bisogno
di me e non volevo rifare lo stesso errore.”
“Sei…
un gran bravo mammifero.” disse Bonnie prima di
abbracciare Nick.
“Se
c’è ancora una possibilità che voi due
possiate tornare insieme, coglila. Judy ha ancora
bisogno di te.”
sussurrò Bonnie all’orecchio di Nick.
‘Solo
se questa è anche la sua volontà’, pensò
la volpe con mestizia.
Bonnie
salutò Nick e Judy e s’incamminò verso l’uscita
del cimitero. Ora che la volpe e la coniglietta erano soli, tornò ad
avvertirsi
un certo imbarazzo fra i due.
“Come…
ti senti, Judy?” domandò Nick.
“Sto
ancora metabolizzando il tutto, ma credo
che tutto andrà bene.” ammise Judy.
“Ascolta…
voglio che tu sappia che, nonostante tutto,
sono felice che tua madre ti abbia messa al mondo.”
“Ti
ringrazio.”
“Bene.
Ora è tempo di andare. Ti riaccompagno a casa.
“Okay.
Ma prima di andarcene… ti dispiace se le dico
un’ultima cosa?” domandò Judy mentre indicava la tomba di
Shannon.
“Certo
che no.” rispose Nick comprensivo.
Judy
s’inginocchiò e si rivolse davanti alla lapide. “Shay,
ti ringrazio per essermi stata accanto nel momento del bisogno,” disse.
“E…
voglio che tu sappia che mi dispiace per averti trascinato nei miei
problemi.
Non avrei mai dovuto fare una cosa simile. A presto, Shay.
Tornerò a
farti visita.”
Judy
si rialzò e prese un respiro profondo per farsi
forza. Si girò verso Nick e insieme uscirono dal cimitero.
Presero
poi l’autobus per fare ritorno
all’appartamento di Judy. Si sedettero l’uno di fianco all’altra, ma
non
proferirono parola. Erano successe molte cose e si erano detti tante,
troppe
cose. Judy guardò la zampa di Nick e volle stringerla per confortarlo,
ma
credeva che non fosse una buona idea. Nick, dal canto suo, prese la
zampa di
Judy e la strinse forte. Allora Judy appoggiò la testa sulla spalla di
Nick.
“Mi
dispiace tanto.” disse delicatamente.
“Lo
so. Dispiace tanto anche a me.” rispose Nick.
Note
dell’autore: Rieccomi
a voi con
il terzo capitolo!
Esso
trae ispirazione da un altro fumetto realizzato
da Borba intitolato Hopps Family Ties. Si tratta di una breve
storia di
tre pagine in stile yonkoma (per chi non lo sapesse, è un
particolare tipo di serie
a fumetti costituito da quattro vignette disposte dall’alto verso il
basso
diffuso in Giappone). Sebbene si tratti di una storia a carattere
comico, l’autore
della fanfiction originale ha deciso di sfruttarla per imprimere alla
sua opera
una svolta decisiva ai fini della trama.
Come
sempre, vi lascio una serie di link
utili:
Profilo
dell’autore della fanfiction
originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer
Capitolo
III di Zootopia: True Forgiviness:
https://www.fanfiction.net/s/13258091/3/Zootopia-True-Forgiviness
Permesso
dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last
Pagina
1 di I Will Survive (in
lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569
Pagina
1 di Born To Be Alive (in
lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628
Pagina
1 di Hopps Family Ties (in
lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Hopps-Family-Ties-01-652797296
Questo
è quanto. Vi ringrazio per
l’attenzione e vi auguro una buona lettura!
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Capitolo 4 *** Capitolo IV - Prima parte ***
Capitolo
IV
Prima
parte
Nick
e Judy camminavano nel corridoio d’ingresso
dell’appartamento dove Judy risiedeva. Per tutto il tempo, non aveva
fatto
altro che scusarsi con Nick.
“Mi
dispiace per averti graffiato, quella
volta.” disse Judy.
“Va
tutto bene, Judy.” ribadì Nick.
“Mi
dispiace per averti pestato la zampa con la
porta.”
“Va
tutto bene, Judy.”
“E
mi dispiace per…” prima che potesse concludere la
frase, Nick le aveva messo la zampa sulla bocca.
“Judy!
Ti ho già detto che è tutto perdonato. Niente
più scuse, d’accordo?”
Judy
annuì e Nick poté scostare la zampa dalla sua
bocca.
“Non
devi scusarti così tanto. Ti stai comportando in
maniera diversa dal solito. O meglio… ti stai comportando più
come la vecchia
te stessa.” disse Nick con un sorriso.
“Penso
di non essere stata me stessa per troppo
tempo.” rispose Judy.
“Non…
non sei la sola. E non sei l’unica
che dovrebbe scusarsi almeno qualche centinaio di volte.” ammise Nick.
“Senti,
Judy, a proposito delle cose che ti ho detto… è stato Finnick a
suggerirmi di
tirare fuori tutta la mia rabbia. Le cose che ti ho detto, la furia
che ti ho riversato addosso, non intendevo…”
“Va
bene così, Nick. Ti ho già detto che hai
avuto ragione… su tutto. Ero così decisa ad andare per la mia
strada da
non aver mai pensato alle conseguenze che le mie azioni
avrebbero
causato agli altri. Mi è… importato solo di me stessa.
Sono…
andata troppo oltre e stavo per perdere tutto… e se non fosse
stato per
te, non mi sarei fermata. Che razza di mammifero è uno che nasconde la
verità,
allontana i suoi cari e scatena un altro putiferio del genere? Non è un
eroe
e neppure un criminale, è un…”
“Non
ci provare…”
“…
mostro. Era quella la parola che stavi per
dirmi, vero?” domandò Judy.
“Ho
odiato a morte quel momento in cui stavo
per dirtelo.” disse Nick aggrottando le sopracciglia.
“Non
avevi torto. Avrei dovuto essere una fonte
d’ispirazione per tutti i piccoli mammiferi della città. Una che
voleva rendere
il mondo un posto migliore. Invece, l’ho solo spaccato in due… un’altra
volta.”
“Non
hai spaccato il mondo, Judy. Ricorda cosa
ci siamo detti. Hai scelto di essere onesta con me, ma non hai fatto lo
stesso
nei confronti della città. Forse, se ti fossi esposta prima, ora gli
effetti
della notizia sarebbero scemati. Ma hai tenuto la notizia
segreta così a
lungo che, quando è venuta a galla, la rabbia dell’opinione
pubblica è
come… aumentata.” disse Nick mentre teneva le zampe sulle
spalle di
Judy. “Capisco perché sentivi il bisogno di tenere segreta la cosa, ma
sei
andata troppo oltre. Nessuno è in grado di capire, se non gli
concedi
una possibilità. Forse… avrei dovuto essere più comprensivo.”
“Se
è per questo, anch’io avrei dovuto fare lo
stesso. Ho combinato un gran macello e non so proprio come uscirne.”
“Certo
che puoi, sei Judy Hopps.”
“Ma
come? Dopo che la notizia del mio aborto è
venuta a galla, nessuno mi crederà più.”
“Hai
provato a chiedere scusa?”
“Cosa?”
“Coloro
che si scusano hanno maggiori possibilità di
essere perdonati se lo fanno con sincerità. Perciò, hai provato a
chiedere scusa?”
Per
tutta risposta, Judy chinò la testa ed emise un
lieve grugnito. Era un segno che non l’aveva fatto.
“Tipica
coniglietta ottusa.” esclamò Nick con
un ghigno. “Devi farlo. Sii sincera e gli altri mammiferi ti capiranno
e ti perdoneranno. Non si concluderà tutto in un giorno, ma
potrebbe
essere un inizio. Che hai da perdere?”
“Penso…
che tu abbia ragione. Non ho proprio nient’altro
da perdere.”
“Fallo
e potrai riconquistare la loro fiducia.
Non sarà semplice, ma sei sempre stata una coniglietta
tosta. Io
credo in te… carotina.” disse Nick.
“Ripetilo,
Nick.” disse Judy tenendo le orecchie ben
in alto.
“Io
credo in te?”
“No,
l’altra parola.”
“Carotina?”
“Ridilla.”
“Carotina”
concluse Nick con un sorriso.
Nel
sentire quel soprannome, il cuore di Judy trovò
conforto.
“Carotina.
Non avrei mai pensato che quel nomignolo
mi sarebbe mancato così tanto.” disse Judy. “Sentirti chiamarmi
di nuovo
in quel modo mi rende davvero felice.”
“E
pensare che la prima volta mi hai odiato per
avertelo appioppato.” disse Nick mentre tornava indietro nei ricordi.
“Beh,
dopo un po’ di tempo, mi è calzato a
pennello.”
“Si
potrebbe dire la stessa cosa di me.”
Entrambi
arrossirono dopo quello scambio di battute. I
sentimenti che provavano l’uno per l’altra stavano cominciando a
riaffiorare.
Ciò nonostante, entrambi preferirono non farci caso. Poco dopo, i due
erano
arrivati a casa di Judy. La coniglietta afferrò le chiavi, aprì la
porta ed
entrò. Il suo appartamento aveva visto giorni migliori. Da quando
Shannon era
morta, Judy non aveva ancora rimesso la casa in ordine.
“Scusami
per il disordine e la sporcizia. Non ero in
vena di fare le pulizie e…”
Judy
si accorse che Nick non l’aveva seguita e che era
rimasto fuori in attesa. Judy tornò indietro e richiuse la porta.
“Che
cosa c’è, Nick?”
“Judy…
tu mi hai davvero perdonato?”
“Solo
se tu puoi fare lo stesso.” replicò Judy
con gratitudine. “Nick, abbiamo entrambi sbagliato, ma i miei
errori
sono stati più gravi dei tuoi. Nonostante sia stata così
crudele con te,
sei ritornato da me.”
“Dovevo
farlo.”
“Non
so come ringraziarti. Quindi, Nick, ti perdono
sul serio. Per tutto.” disse Judy sorridendo.
“Non
sai quanto mi renda felice sentirtelo
dire, Judy.”
Nick
e Judy si erano davvero perdonati per tutto.
Nonostante il dolore, la sofferenza, le ferite, le offese… ora niente
di tutto
questo aveva più importanza. Entrambi si erano lasciati il peggio alle
spalle e
potevano ricominciare daccapo. Eppure…
“Ora
posso dirti addio senza rimpianti.”
disse Nick.
Judy
sentiva il suo cuore sprofondare di nuovo. “C…
Cosa? A… Addio?”
“Sono
venuto da te solo per trovare un rimedio
a tutto quello che ti era capitato. Ora, sembra che tu stia
meglio.
Perciò, penso sia meglio che ora ti lasci per davvero.” ammise
Nick
tristemente.
“Ma
ti ho detto che…”
“Questo
non significa che non hai avuto ragione
su alcune cose.” riprese Nick. “Sono stato io ad averti
lasciata. Io.
Sarei dovuto restare al tuo fianco e parlarti chiaramente.
Avrei dovuto
parlarti di quanto mia madre desiderasse avere dei nipotini e
di come quello
che hai fatto… mi avesse allontanato da lei.”
Judy
iniziò a sentirsi in colpa. Al contrario di lei,
Nick era figlio unico. Il suo aborto avrebbe potuto negare alla madre
di Nick
la sua unica possibilità di diventare nonna.
“Forse
noi due… non eravamo mai stati pronti per
quello.”
“Ma,
Nick… dove andrai? Che cosa farai?”
“Quello
che faccio sempre. Sopravvivere. Forse lascerò
la città e andrò a vivere altrove. Sono sicuro che starai bene senza
di
me. Ora posso farti quel favore e uscire dalla tua vita… per
sempre.”
Ogni
singola parte della mente di Judy rifiutò quelle
parole, mentre il suo cuore non riusciva a sopportare oltre. Era come
se stesse
urlando in preda all’agonia.
“Sono…
felice di averti potuto rivedere un’ultima
volta. Addio, Judy.”
Come
era successo in occasione della mattinata in cui
Nick aveva lasciato Judy, la volpe stava per andarsene. Ma un solo
istante
dopo, Nick sentì che qualcosa gli stava tirando la coda per impedirgli
di
andarsene. Judy era aggrappata alla coda di Nick ed era intenzionata a
non
lasciare la presa. ‘Lei mi ha… fermato?’ si chiedeva la volpe.
“Resta.
Ti prego.” supplicò Judy in
lacrime. “Non posso farlo. Non posso dirti addio. Non di
nuovo.
Ho provato e riprovato, ma non posso più sopportarlo.”
“Judy?”
“Un’altra
occasione. Concedici un’altra
occasione, Nick. Voglio tornare insieme a te.”
“Judy…
ti ho ferita. Tu hai ferito me. Ci siamo fatti
del male più di chiunque altro avrebbe mai potuto fare.” disse Nick.
“Se
dovesse accadere di nuovo… se dovessimo farci del male un’altra
volta…
allora, forse nessuno di noi due potrebbe…”
“Te
lo giuro!” gridò Judy. “Ti giuro che, fino
a quando avrò vita, non ti farò mai più del male.”
Le
parole di Judy convinsero Nick a tornare sui suoi
passi.
“Nick…”
esordì Judy mentre stringeva forte a sé una
delle zampe della volpe. “Sei il solo che mi sia rimasto. Shay
è stata
al mio fianco, ma adesso non c’è più. Forse non ero la tipa
giusta per
lei. Non c’è nessun altro per me. Nessuno… tranne te.”
“Non…
non posso prendere il posto di Shay.”
obiettò Nick. “Ho le mie idee e non sempre potrò essere
d’accordo con
te.”
“Lo
so, ma è come mi hai detto tu. Io desideravo
Shay, ma avevo bisogno di te. Ti prego, Nick. Ti sto chiedendo
un’altra
possibilità. Voglio che fra noi le cose vadano per il verso
giusto.”
Judy
desiderava tornare insieme a Nick con tutto il
cuore. Sebbene anche lui lo volesse fortemente, c’era un’altra
questione che
dovevano affrontare. “Voglio restare per mia scelta!” esclamò
Nick con
fermezza.
“Che
vuoi dire?”
“Io…
desidero avere dei cuccioli!” continuò la
volpe. “Mi andava bene se questo fosse stato impossibile,
ma ora
so che non è così. Lo avrei anche accettato se fossimo tornati
insieme.
Ma… in realtà, stavo ancora mentendo a me stesso. Non voglio
ricorrere
all’adozione. Voglio dei figli che siano miei a tutti gli
effetti.”
Nick volle staccarsi dagli occhi di Judy per qualche istante. “Mi
dispiace,
Judy. Non posso rimettermi con te se anche tu non lo desideri e
non
posso costringerti ad accettare passivamente il mio desiderio.
Non
sarebbe giusto nei tuoi confronti.”
Era
chiaro che Nick desiderasse ancora diventare
padre. Era la ragione principale per cui aveva lasciato Judy e sentiva
che
doveva perseguire quell’obiettivo. Pensava che Judy non volesse mai
diventare
madre o anche solo avere dei cuccioli da Nick. Se i suoi timori si
fossero
rivelati fondati, sapeva che la loro relazione non avrebbe potuto
essere ricostruita
su solide basi.
“Nick…
chi te lo dice che ora io non voglia la
stessa cosa?” disse la coniglietta mentre guardava il canide con occhi
sinceri
e gli stringeva dolcemente le zampe.
“Che…
vuoi dire?”
“Contrariamente
a quanto ti era sembrato dal mio sguardo
di ghiaccio, ho sempre rinnegato la mia scelta. Ho provato
a non
pensarci, ma non ha funzionato. E ora che mia madre mi ha rivelato la
verità
su di me e sulla mia nascita, rimpiangerò la scelta che ho fatto
per il
resto dei miei giorni.” ammise Judy con tristezza. “Non potrò mai
riportare
indietro la luce che ho scelto volontariamente di spegnere. Ma
ora
quello che desidero è stare con te. E se provare ad avere un figlio
nostro
potrà essere d’aiuto, allora sono disposta a fare questo passo.
Ora più
che mai.”
“Ma…
se ci sbagliassimo? Se nostro figlio
dovesse essere una specie di ibrido mostruoso, che faremmo?”
“E
se così non dovesse essere?”
“Se
fosse troppo grande per il tuo corpo, che
faremmo?”
“Lo
hai detto tu stesso. Sono una coniglietta forte.”
“E…
che ne sarà della tua carriera?”
La
sua carriera. Quello era stato uno dei motivi, se
non il più importante, che aveva spinto Judy ad abortire. Quale sarebbe
stata
la sua risposta?
“La
mia carriera? Vuoi dire la carriera
per colpa della quale mi sono trovata appesa a un filo? Quella carriera
per la quale avevo rinnegato tutto ciò in cui credevo? Quella carriera
che non sarebbe stata neppure concepibile se non fosse stato
per il tuo
aiuto?” domandò Judy. “Nick, io amo fare la poliziotta e voglio
fare
questo lavoro per tutta la vita. Ma… io ti amo più del
mio lavoro
e non avrei mai dovuto farti credere il contrario. Ma ora non
ho
più paura e voglio correre il rischio. Non m’importa più di perdere
la mia carriera, perché… non posso perderti di nuovo. Ho
bisogno di
te, Nick.” aveva concluso mentre continuava a stringere con più
forza la
zampa di Nick.
Dal
canto suo, stentava quasi a credere che Judy
volesse davvero mettere al mondo i suoi cuccioli.
“Judy…
sono successe molte cose.”
“Nick…”
“Non
possiamo… far finta che non ci sia
successo nulla.”
“Nick…”
“Io…
tu… noi…”
“Nick…”
I
sentimenti che uno provava per l’altra erano rimasti
integri, nonostante tutto quello che era successo. Ora nient’altro
aveva più
importanza. Nick sollevò il mento di Judy e le si avvicinò, mentre la
coniglietta si alzava sulla punta delle zampe posteriori. I due si
fissarono
titubanti per qualche istante, ma poi decisero di gettare al vento ogni
imbarazzo e si sciolsero in un lungo bacio appassionato, mentre Judy si
aggrappava al collo di Nick. Era evidente che la fiamma del loro amore,
dopo
essere stata sepolta sotto le ceneri dell’odio e del rancore, stava
finalmente
tornando ad ardere.
Judy
aprì nuovamente la porta dell’appartamento e
trascinò Nick al suo interno prima di chiudere l’ingresso dietro di
loro. I due
avrebbero trascorso le successive due ore nel turbinio di una
riconciliazione
appassionata che aveva avuto luogo in camera da letto. I vestiti di
entrambi
giacevano abbandonati sul pavimento, mentre Nick e Judy si guardavano
con occhi
colmi di felicità sotto le coperte e con nient’altro addosso che la
loro
pelliccia.
“Lo
sai, potrei dire che in fondo me l’aspettavo,
ma non ne ero del tutto convinto.” ammise Nick mentre teneva Judy
avvolta nel
suo abbraccio.
“Dici
sul serio? Ci siamo baciati, ti ho lasciato
fare e davvero non hai pensato che saremmo arrivati dove siamo ora?”
“Non
proprio. L’ho immaginato nel momento stesso in
cui mi hai lasciato entrare.” disse Nick mentre si divertiva a
solleticare
il muso di Judy con il suo. “Mi sono davvero mancati i nostri momenti
d’intimità.”
“Anche
a me.” replicò Judy intenta a creare dei
piccoli cerchi col dito sulla pelliccia di Nick. “Devo riconoscere che
hai
mostrato un certo vigore, volpe acuta.”
“Beh…
era da un bel po’ che non lo facevo. Ho
accumulato fin troppe energie.”
Dopo
tanto tempo, Nick poteva tornare ad accarezzare
la testa di Judy. “Domani andrò a prendere tutta la mia roba e tornerò
a
vivere qui con te.” affermò. “Non voglio starti lontano o lasciarti
da sola
un giorno di più.”
Judy
si sentiva un po’ a disagio. “Non credo che ti
troveresti bene qui. Sto pensando di trasferirmi altrove.”
“Cosa?!”
esclamò Nick spiazzato da quella
affermazione.
“Questo
appartamento… mi fa venire in mente
troppi ricordi dolorosi. Il nostro litigio, il momento in cui
ti ho
cacciato via, la discussione con i miei genitori, il tempo trascorso
con te e
Shay… e una costante solitudine. Non credo di poter continuare
a vivere
qui.”
“E
dove avresti intenzione di trasferirti?”
“Potrei
tornare al mio vecchio appartamento.”
“Intendi
quel buco microscopico dove vivevi
quando ti sei trasferita a Zootropolis?”
“Pensavo
che avrei trascorso il resto dei miei
giorni da sola, dopo la morte di Shay e con te fuori dalla
mia vita.”
“Ne
sei davvero convinta?”
“Nick,
sono la coniglietta che fa gettato nel caos
la città per ben due volte. Sono stata con due volpi di genere
differente, ho spezzato il cuore di una e ho messo pressione
all’altra. Ho
abortito il mio stesso figlio e ho tenuto nascosta la verità
a
tutti. Nessuno avrebbe mai più voluto avere nulla a che fare con me.
Troppi
problemi.”
“Potrei
dire lo stesso.” affermò Nick. “Ho trascorso
gran parte della mia vita a imbrogliare il prossimo. Ho lasciato sola
la mia
compagna quando aveva bisogno di me e sono tornato a condurre una vita
triste e miserabile. Insomma, anche i miei problemi non sono
cosa da
poco.”
“Già.
Comunque sia, non voglio rivivere i momenti
dolorosi che ho vissuto qui. Per questo motivo voglio trovare un nuovo
posto in cui vivere.” Judy aveva avuto un’idea. “Nick, e se
mi
trasferissi a casa tua?”
“Non
è una buona idea. Il mio appartamento è un
vero squallore!”
“Non
può essere peggiore di questo.”
“Judy,
ti capisco, ma ora non dovresti
preoccuparti di questo. Tornare qui è stato doloroso, ma il
fatto che tu
sia qui accanto a me riesce ad alleviare il dolore.”
“Lo
stesso vale per me.” disse Judy mentre abbracciava
il compagno.
“Un
giorno troveremo un altro posto in cui
stare. Magari una bella casa. Ma siamo appena tornati insieme,
perciò
dobbiamo lavorarci su prima di cercare una nuova sistemazione.
Okay, carotina?”
“Okay.”
“Siamo
tornati insieme, giusto?”
“Sì,
Nick.”
“Bene.
Volevo esserne certo.”
Una
volta sentitosi sollevato, iniziò a baciare il
collo di Judy.
“Nick,
smettila!” esclamò la coniglietta ridendo per
il solletico.
“Mi
spiace. Avresti dovuto prevederlo, carotina.”
“Nick!
Nick! Sul serio, sebbene adori quello
che stai facendo… dobbiamo discutere di qualcos’altro.”
“Non
vorrai mica dirmi che ti ho messo di nuovo incinta,
vero?” domandò Nick in tono scherzoso. Tuttavia, ripensò al fatto che
non aveva
usato alcuna protezione. “Cosa? Lo sei? Oddio, se l’ho fatto di
nuovo, allora
tutto quello che è successo…”
“No,
no, affatto. Ho preso la pillola, sto
bene!” lo tranquillizzò Judy prima che gli venisse un coccolone. “Come
ti ho
già detto, sarei stata bene. Non farò più gli stessi errori.”
“Non
spaventarmi mai più così, carotina.” esclamò Nick
mentre si teneva una zampa sul petto. “Allora, che c’è?”
“Anche
se preferirei farne a meno, noi…
dobbiamo discutere di… alcune cose.”
Sembrava
che entrambi nascondessero ancora degli
scheletri nell’armadio. Nick non era affatto contento. Era convinto che
si
fossero già detti tutto. “Uff… non potremmo concederci altre due ore di
riconciliazione?”
domandò con aria contrariata. “Non penso di poter affrontare altre
discussioni oggi.”
“Anch’io
ne farei volentieri a meno. Ma… dopo
tutto quello che è successo, dobbiamo farlo.” replicò Judy.
“Dobbiamo
portare tutto alla luce del sole. Dirci tutto quello che è necessario.
Solo così potremmo davvero ricominciare daccapo.”
Nick
sapeva che Judy aveva ragione. Se lo desideravano
davvero, dovevano assolutamente compiere quel passo.
“Sai,
forse avremmo dovuto farlo prima di
toglierci i vestiti e finire in camera da letto.” disse Nick
mentre
sbirciava dal suo lato del letto nel tentativo di raccattare i suoi
abiti
sparsi sul pavimento.
“Ecco…
il fatto è che anch’io non lo facevo da tempo.
Che ne dici di rivestirci, ora?”
“E
va bene.” esclamò Nick rassegnato. “In fondo, se le
cose dovessero filare nel verso giusto, potremmo sempre spogliarci
più
tardi.” concluse con un ghigno da marpione.
“Su,
su. Dobbiamo prima parlare.”
“Se
abbiamo davvero intenzione di farlo, dovremmo
innanzitutto tirare giù qualche regola di base.” propose Nick a
Judy.
“Mi
sembra ragionevole. Quali sono queste regole?”
“Regola
numero uno: nessuno dovrà lasciare la casa di
propria iniziativa o dopo essere stato spintonato dal partner.”
“Regola
numero due: niente mezze verità. Dobbiamo
essere del tutto sinceri fra noi. Dobbiamo dirci solo la verità, per
quanto
possa sembrare scomoda.” propose Judy mentre si teneva aggrappata alle
coperte.
“Regola
numero tre: se una domanda dovesse risultare
troppo scomoda per uno di noi, esso potrà porre il veto e il
partner
dovrà rispettare la scelta.” disse Nick. “Anche se non credo che ne
avrò
bisogno. Sono come un libro aperto ora e sento di poter rispondere
a qualsiasi domanda vorrai pormi.”
“Anch’io
la penso così. Anche se penso che dovremmo
introdurre un’altra regola che consenta all’interessato di porre il veto
se la risposta dovesse in qualche modo incontrare l’opposizione del
partner.”
“Per
me va bene. Infine, la regola numero cinque è la
seguente: qualunque cosa accada, qualsiasi cosa dovesse essere detta,
alla fine
di tutto, noi due saremo ancora insieme. Non dobbiamo permettere
che gli errori del passato possano rovinarci di nuovo la vita.”
“Sono
d’accordo con te.”
“Bene,
allora. Sei pronta?”
“Okay,
sono pronta.”
“Ottimo.
Puoi farmi la prima domanda.”
Note
dell’autore: Rieccomi
a voi con il quarto capitolo… o
per essere più precisi, con la prima parte!
Ebbene
sì, cari lettori. Dal momento che il quarto capitolo della fanfiction
originale
era decisamente troppo lungo e corposo, ho deciso di suddividerlo in
più parti
per non rendervi la lettura troppo pesante.
Come
sempre, vi lascio una serie di link utili:
Profilo
dell’autore della fanfiction originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer
Capitolo
IV di Zootopia: True Forgiviness: https://www.fanfiction.net/s/13258091/4/Zootopia-True-Forgiviness
Permesso
dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last
Pagina
1 di I Will Survive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569
Pagina
1 di Born To Be Alive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628
Questo
è quanto. Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro una buona lettura!
|
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Capitolo 5 *** Capitolo IV - Seconda parte ***
Capitolo
IV
Seconda
parte
“Che
cosa hai fatto dopo che ci siamo lasciati?”
domandò Judy dopo aver preso un respiro profondo.
“Abbiamo
iniziato col botto, eh? Vedi… pensavo
che me la sarei cavata in qualche modo. Ma non è stato
semplice.”
rispose Nick. “Dopo averti lasciato, mi sono sentito… vulnerabile
alle
emozioni. Ero triste… e arrabbiato. Il fatto che tu fossi intenzionata
ad
abortire incurante dei miei sentimenti, mi ha fatto stare molto male.”
“È
per questo che hai deciso di dimetterti
dalla polizia?” domandò Judy rattristata.
“Oh,
giusto. Avevo chiesto agli altri di non dirti
nulla.”
“Dirmi
cosa?”
“Non
mi sono dimesso. Sono stato trasferito.”
ammise Nick.
“Cosa?!”
esclamò Judy colta di sorpresa.
“Non
potevo lasciare la polizia di punto in bianco, ma
non potevo neppure continuare a lavorare nel Distretto 1. Così, sono
stato
trasferito nel Distretto di Tundratown, dove mi sono occupato di casi
di
routine.”
“Non
lo sapevo.”
“Come
avresti potuto? Avevo chiesto ai nostri colleghi
di non rivelarti nulla. Per tutto quel tempo, ho sperato che
avessi cambiato
idea e fossi venuta a cercarmi. Ma dopo tre mesi, avevo capito che quel
treno era ormai andato. Dopo circa un anno, capii che per me eri
ancora
importante e sono tornato da te. Ma… sappiamo entrambi come è
andata a
finire.”
“Mi
dispiace.” sussurrò Judy con le orecchie abbassate
e lo sguardo contrito.
“Non
devi. È stata colpa mia. Sono stato io che
ho aspettato troppo tempo per tornare da te.” ammise Nick. “Posso
chiederti una
cosa, ora?”
“Certo.”
“La
mia domanda è… una patata bollente,
diciamo. Quand’è che le cose hanno cominciato ad andarti male?”
“Ecco…
da perfetta coniglietta ottusa, ero
certa che avrei continuato a vivere la mia vita a modo mio senza
alcun
problema. E l’ho fatto… per circa un mese dopo il nostro ultimo
incontro.
I miei genitori mi chiamavano spesso, ma non erano mai venuti a
trovarmi.
Finché, all’improvviso, non mi hanno fatto una visita a sorpresa
nel mio
appartamento. Il punto è che… io ero al lavoro, mentre… Shay era a
casa.”
“Sto
cominciando a capire…”
“Con
lei che viveva nel nostro appartamento,
mamma e papà non ci hanno messo molto a fare due più due. Abbiamo
affrontato
una lunga discussione, ho dovuto parlare dell’aborto, ho
gridato loro
che non volevo più rivederli, ho fatto piangere la mamma e sono
diventata la
vergogna della famiglia.”
“Oh,
Judy…”
“Lo
so, lo so. Mi sono sentita malissimo.”
“Perché
hai provato a tenere nascoste le tue relazioni
così a lungo? Insomma, l’intera faccenda del Carottolicesimo
non è più una scusa valida.
I tempi sono cambiati rispetto a quando i tuoi genitori erano giovani.”
“Pensavo…
che mi avrebbero allontanata, così…
li ho allontanati io per prima.” esclamò Judy. Dopodiché,
affondò la
testa sul cuscino e riprese a parlare con un borbottio soffocato.
“Forse, se
avessi trovato il coraggio di dire loro tutto un po’ di tempo prima,
le cose non sarebbero andate così male.”
“Lo
penso anch’io, anche se i tuoi genitori non sono
proprio al passo coi tempi. Comunque, avresti dovuto provare a
essere
onesta con loro.”
“Hai
parlato di noi con tua madre?” domandò
Judy dopo aver tirato fuori la faccia dal cuscino.
“Sì,”
rispose Nick “e dovrai scriverle una lettera
di scuse. Una lunga lettera di scuse. Sai, ce l’ha ancora
con
te.”
“Puoi
star certo che lo farò.” promise Judy.
“Che
è successo dopo il litigio con i tuoi genitori?”
“Circa
un altro mese dopo, gli agenti del distretto
dovettero sottoporsi a una serie di test medici. Volevano
essere sicuri
che tutti i poliziotti fossero in buona salute e che nessuno avesse
riportato
ferite o avuto malattie di alcun genere.” rispose Judy.
“Sfortunatamente,
Clawhauser era il responsabile addetto al controllo delle cartelle
cliniche.
Dopo aver esaminato la mia, aveva capito che avevo abortito e che
l’operazione
c’entrava qualcosa con la nostra rottura. Pensava che io ti
avessi
tradito o che tu non avessi voluto il cucciolo, ma alla fine aveva
scoperto la verità.”
“Conoscendolo,
sono sicuro che non ha preso bene la
cosa.”
“Era
a dir poco furibondo con me. Mi ha perfino
gridato contro davanti a tutti gli altri agenti.
Non
credevo che lo avrei mai visto così alterato.”
“Dovevi
aver fatto davvero qualcosa di sbagliato,
se sei riuscita a farlo tanto arrabbiare.” commentò Nick ben
conoscendo
il carattere mite e bonaccione del corpulento ghepardo.
“Lui
e alcuni colleghi non volevano più rivolgermi nemmeno
la parola. Bogo mi concesse un paio di giorni di permesso, ma dopo
essere
tornata, seppi che altri agenti, come te, erano stati trasferiti
e così
il capitano mi ha sospesa dal servizio e mi ha negato la
promozione a tenente.
Mi ha sorpreso il fatto che non mi abbia ordinato di restituire il
distintivo.”
“Ha
licenziato per molto meno, in effetti.”
affermò Nick.
“Il
mio periodo di sospensione è finito, ma… ho dovuto
ricominciare daccapo.”
“Vuoi
dire…”
“Ausiliaria
del traffico.” esclamò Judy
tutt’altro che entusiasta. “Ho perso la fiducia del capitano e ho
dovuto
ripartire da zero per cercare di riconquistarla.”
“Bogo
è sempre stato un gran testardo, ma
conoscendolo sono convinto che non era affatto contento quando ha
dovuto
prendere quei provvedimenti.”
“Mi
ha detto che fare il poliziotto dà e toglie,
e aveva ragione. Ero disposta a gettare tutto all’aria per la mia
carriera e mi è costato più di quanto avessi mai voluto.”
“Dev’essere
stata dura per te.”
“Avevo
Shay al mio fianco, ma… sappiamo entrambi cosa
è successo dopo.”
“Puoi
passare alla prossima domanda, se vuoi.” propose
Nick a Judy.
“Dopo
tutto quello che ti ho detto, perché sei
tornato da me?” domandò la coniglietta.
“Ho
provato a uscire fuori dalla tua vita, ma non è
stato semplice. È come per la maggior parte delle volpi. Quando
incontriamo la nostra anima gemella, siamo come vincolate
ad essa.
È stato così anche per i miei genitori… fino al giorno in cui mio padre
è morto.”
“Oh…”
“Per
me eri ancora la mia anima gemella,
nonostante tutto quello che era successo fra noi. Ma quando ho
scoperto
che avevi Shay al tuo fianco, ho dovuto accettarlo. Quando ho
saputo del
pandemonio scoppiato in centrale e del fatto che la notizia del tuo
aborto era
diventata di dominio pubblico, mi sono detto che, finché lei fosse
rimasta con
te, saresti stata bene. Ma quando ho saputo che Shay era morta…
un mese
fa… ho capito che dovevo tornare da te. Sentivo che dovevo
farlo,
anche se non avresti voluto né vedermi né ascoltarmi.
Sentivo che
dovevo trascinarti via dall’oscurità nella quale ti eri
addentrata.”
“Nick…
grazie.” esclamò Judy confortata dalle parole
di Nick. “Ti ringrazio per essere tornato da me nonostante
tutto quello
che ti ho detto. Mi dispiace tanto.”
“Niente
più scuse, te l’ho già detto.”
“Scusa.”
“L’hai
fatto di nuovo, carotina.”
“Ops!
Che ne diresti di passare alla prossima domanda,
allora?”
“D’accordo,”
disse Nick “sono passate già un paio
d’ore. Come ti senti riguardo a… beh… lo sai, no?”
“Ti
riferisci a quello che ha detto mia
madre? A dirla tutta, stento ancora a crederci.” esclamò
Judy mentre
scuoteva la testa. “Mi sento come se fossi arrabbiata, sconvolta
e incredula nello stesso tempo. Insomma, da una parte mia madre
ha tradito
mio padre con qualcuno che mi ha fatto nascere. Se avesse abortito,
avrebbe mantenuto il segreto. Ma… questo significa anche che avevi
avuto
ragione tu sulle cose che mi avevi detto. Non sarei mai nata e la mia luce
non avrebbe mai potuto splendere. Dall’altra parte, lei ha deciso di non
farlo, mi ha fatto nascere e ho così potuto illuminare il
mondo con
la mia luce. Ciò nonostante, sono il frutto di un tradimento e
la
dimostrazione che il matrimonio dei miei genitori non è perfetto.”
“Nessuna
relazione lo è, ma non avrei mai
immaginato che tua madre fosse un tipo da… tradimento.” ammise
Nick. “Questo
Tom era il cugino di Stu, vero? Sembra quasi uno di quegli stereotipi
sui conigli di campagna.”
“Non
dirlo a me.” esclamò Judy mentre scuoteva la
testa in segno di disappunto. “Mamma ha detto che Tom era per metà
coniglio
e per metà lepre. Questo spiega perché sia decisamente più
alta
rispetto ai miei genitori. Spiega anche il mio carattere ribelle
e opposto
a quello dei miei famigliari. Ecco perché non sono come i miei
fratelli
e le mie sorelle.”
“Il
suo DNA scorre nelle tue vene. Pensi che ti
assomigli?”
“Non
m’interessa. Stu Hopps è il mio vero
padre. Tom è solo un tipo qualsiasi che ha contribuito alla mia
nascita, ma non
è la ragione per la quale sono quella che sono. L’ho scelto io.
Tutto
qui.”
“Ben
detto, carotina.” disse Nick con un sorriso. “Posso
chiederti un’altra cosa?”
“Certo.”
“Se…
fossi stata a conoscenza di quello che tua
madre stava per fare, allora tu…” Nick non ebbe il coraggio di
completare la
frase.
“È
ovvio che non l’avrei fatto,” disse Judy “ma
non ti ho ascoltato e l’ho fatto lo stesso. Avrei
dovuto prendere
più in considerazione le tue parole. Non sapremmo mai cosa
sarebbe potuto succedere.” ammise infine tristemente mentre si toccava
delicatamente il ventre.
Nick
sapeva ormai con certezza che Judy si sentiva in
colpa per aver abortito. Strinse le sue zampe fra le sue e la guardò
mentre
teneva la fronte sulla testa di Judy. “Questo non significa che non
possiamo riprovarci…
dopo aver chiarito definitivamente le cose. Ma ne riparleremo
più tardi.
D’accordo, carotina?”
“D’accordo.”
“Qual
è la tua prossima domanda?”
“Ecco…
potrebbe essere dura per te rispondere.” disse
Judy. “Quando eravamo presso la tomba di Shay, hai detto che avresti
potuto
essere al suo posto dopo quella notte. Che cosa intendevi dire?”
Nick
rimase a guardare il soffitto per qualche istante
senza proferire parola.
“Come
pensi che mi sia sentito dopo quella notte,
Judy?” chiese Nick con un nodo alla gola. “Non mi amavi più, non volevi
più
saperne nulla di me… ero a pezzi. Avevo perduto ogni ragione per
vivere.
Dopo quella notte, io… volevo farla finita.”
Judy
era pietrificata dall’orrore. Non poteva credere
che Nick avrebbe davvero voluto porre fine alla sua vita.
“C’ero
così vicino. Avevo stretto il cappio
attorno al mio collo. Tutto quello che avrei dovuto fare era… muovere
un solo
passo. Ma mi fermai.”
“Cosa
ti ha fatto fermare?”
“Tu.
Se io fossi morto, avresti dovuto
vivere per sempre con il rimorso per esserne stata la causa.
Non potevo
permetterlo. Così il mio istinto di sopravvivenza… ha avuto la
meglio.
Ma non è stato facile. Non potevo vivere senza di te e neppure morire
a causa tua. Perciò ho vissuto come in una specie di limbo.”
Judy
si aggrappò all’orlo delle coperte. Non riusciva
a credere che avrebbe potuto diventare la causa della morte di Nick.
Quel
pensiero la fece sentire tremendamente in colpa, ma era al tempo stesso
lieta
che quella triste eventualità non si fosse concretizzata.
“Sono
felice che tu non l’abbia fatto. Perché se tu
fossi morto… non dubito che ti avrei raggiunto nell’aldilà.”
“Cosa?!”
“Nick,
quello che hai detto sulle volpi ha valore
anche per noi conigli. Quando perdiamo qualcuno che amiamo, la nostra
anima
gemella… la seguiamo nella morte.”
“Dici
sul serio? Mi stai dicendo che saresti morta
dopo di me?”
“Nonostante
le cose che ti ho detto, è ovvio
che mi sarei sentita in colpa. Hai ragione. Avrei vissuto con il
rimorso
per aver provocato la tua morte. Le cose per me sarebbero perfino peggiorate.
Tutti mi avrebbero incolpata dopo aver saputo tutto ciò che
avrebbe
potuto spingerti al suicidio. Avrei perso il lavoro. Se avessi
saputo
quello che mi ha detto mia madre, il rimorso sarebbe stato impossibile
da
sopportare. Anche se Shay fosse rimasta al mio fianco, non avrei mai
avuto la forza di andare avanti senza di te e il tuo perdono.
L’unica
cosa che avrei potuto fare per porre fine alla mia sofferenza
sarebbe
stata… fare ammenda.”
“Quando
parli di fare ammenda, intendi dire…”
“Sappiamo
entrambi cosa voglio dire.”
Nick
stentava a credere alle parole di Judy. “Mi
consideri davvero la tua anima gemella?” le chiese titubante.
“Sì,
Nick.”
“Non
era diventata Shannon la tua anima gemella?”
“Lei
è morta e io sono ancora qui.” considerò
Judy. “Lei avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, ma… non avrei
mai
potuto sopportare la tua scomparsa.”
“Significa
che non possiamo proprio fare a meno
l’uno dell’altra, eh?”
“Sembrerebbe
proprio di sì.”
Nick
sbuffò contrariato mentre si teneva le zampe
premute sulla faccia. “Perché non l’abbiamo capito prima?” si
domandò in
tono abbattuto. “Avremmo potuto fare a meno di tutto questo
melodramma.”
“Volpe
ottusa e coniglia altrettanto ottusa. È
questo ciò che siamo.” disse Judy.
“Un
momento. Diciamo che sono una volpe acuta… che si
comporta ogni tanto in maniera ottusa.”
“Allora
io sono una coniglietta ottusa che ogni
tanto fa cose acute.”
“Giusta
osservazione.”
“Allora…
qual è la tua prossima domanda, Nick?”
“Questa
volta dobbiamo tornare indietro a prima
dell’aborto.” esordì. “Perché… eri così convinta che quella
doveva
essere l’unica soluzione? Niente mezze verità, ricorda il
nostro patto.
Non riguardava solo la tua carriera o il fatto che apparteniamo
a due
specie diverse. Ora sappiamo che là fuori lepri e conigli
possono
avere dei cuccioli e che le lepri possono essere alte come le volpi.
Quindi, qual è il vero nocciolo della questione?”
“Nick…”
“L’idea
di avere dei figli con me ti terrorizzava fino
a questo punto?”
“No,
Nick. Niente affatto!” ribadì Judy mentre
abbracciava il cuscino. “Non sei mai stato tu il problema. È
una cosa
che riguarda solo me. Crescere a Bunnyburrow significa una
sola cosa…
prepararsi a mettere su famiglia. Tutte le coniglie trascorrono il
resto della vita a occuparsi dei cuccioli mentre i mariti lavorano.
Questo
le porta a procreare quasi senza sosta. Nick, i miei genitori hanno
oltre duecento figli e ho visto mia madre crescerli giorno
dopo
giorno, anno dopo anno, senza neppure concedersi il tempo
di domandarsi
quali fossero i suoi veri desideri. Non volevo vivere quella
vita.”
“Perciò…
credevi che, se avessimo avuto dei figli, la
tua vita sarebbe finita in un punto morto?”
“Sì.
Lo so che sembra…” Judy non riuscì a finire la
frase perché Nick aveva iniziato a darle dei pizzicotti sulle guance.
“Ahi!
Ahi! Nick, dacci un taglio!”
“Coniglietta
ottusa che non sei altro!” esclamò Nick
mentre continuava a tormentare le guance di Judy. “Pensi davvero che voglia
essere padre di centinaia di cuccioli? Ora non esageriamo! Quattro
o
cinque andranno benissimo!”
“Ahi!
Va bene, ho capito. Ora però smettila!”
“Non
siamo più in campagna. Questa è Zootropolis.
Le cose sono diverse, così come i tempi. Non viviamo più all’epoca
dei nostri genitori. Chi ti ha detto che avresti dovuto smettere
di
lavorare per fare la mamma a tempo pieno? Se lo avessi voluto, sarei
stato più
che disposto a occuparmi dei nostri figli mentre tu avresti
continuato a
lavorare.”
“Cosa?
Davvero?” domandò Judy un po’ perplessa.
“Pensi
davvero che non ci abbia pensato? So
bene che fare la poliziotta è il tuo sogno fin da quando eri piccola. È
solo
che non voglio che tu lavori al punto da dimenticare che esistono altre
cose
ugualmente importanti nella vita.”
“Come…
avere qualcuno da amare e costruirsi una famiglia?”
“Esatto!”
“Il
capitano Bogo mi ha confidato che avrebbe voluto
farsi una famiglia, ma non ha potuto farlo per via del lavoro.”
“E
sappiamo entrambi come è fatto.” disse Nick
mentre stringeva Judy a sé. “Non voglio che tu metta il lavoro davanti
ogni
altra cosa. Non diventare come Bogo, okay?”
“Okay.”
“Ora,
a proposito degli altri motivi che ti hanno
spinta ad abortire, per quanto sia duro per me accettarlo… ti
capisco.
Non eravamo sposati, non abbiamo usato alcuna protezione
e non
sapevamo neppure che avremmo potuto avere dei cuccioli. Ma il
problema non
era l’aborto. Il problema è che hai voluto andare fino in fondo
senza avere
avuto ben chiaro il punto della situazione.”
Nick
aveva centrato il punto. Tutte le paure che Judy
aveva provato allora non si erano basate su prove concrete, ma su
semplici
supposizioni. Senza le dovute informazioni, non avrebbe mai avuto la
certezza
che quelle paure si sarebbero mai potute concretizzare.
“Se
anche solo una delle cose che mi hai detto fosse
stata possibile… se il parto non fosse stato privo di
rischi al 100%…
se la tua vita fosse stata davvero in pericolo… sai che avrei
fatto
tutto il possibile per garantirti il tuo benessere.”
“Lo
so.” ammise Judy ancora in preda ai rimorsi.
“Hai
almeno parlato di tutto questo con il
medico che ti ha seguita durante l’operazione?”
“Ecco…”
“Non
gli hai neppure detto che il padre del cucciolo
era una volpe, non è così?”
“Mi
dispiace, volevo solo fare di testa mia e se
glielo avessi detto, pensavo che avrebbe…”
“Va
tutto bene. Ti ho già perdonato per tutto,
ricordi?” disse Nick mentre teneva ancora una volta la testa di Judy a
stretto
contatto con la sua. “La prossima volta dovremmo analizzare ogni
variabile prima di decidere. Così, quando vorremo avere dei
figli,
faremo la scelta giusta.”
“D’accordo,
te lo prometto.”
“Un’altra
cosa…” Nick riprese a tormentare
scherzosamente le guance di Judy coi suoi pizzicotti.
“Smettila,
Nick!”
“Che
cosa ti avevo detto? Niente più scuse!”
“Va
bene, va bene! Non mi scuserò più. Allora, che ne
dici di rispondere alla mia prossima domanda?”
“Okay.
Che cosa vuoi chiedermi?”
“C’è
qualcosa che volevo chiederti a proposito
di quella mattinata.” disse Judy. “Prima che te ne fossi andato, mi hai
detto
che sarebbe stato meglio per noi se non ti avessi detto nulla
dell’aborto. Che cosa avresti fatto, se non te l’avessi detto e
ne fossi
comunque venuto a conoscenza?”
“Sai,
sebbene non fossi affatto felice della
tua decisione, ti ero comunque riconoscente per essere stata onesta
con me.” disse Nick tenendo le zampe incrociate. “Ma… se mi avessi tenuto
all’oscuro della cosa… e io l’avessi scoperta… allora mi
sarebbe
stato chiaro che avresti avuto torto in ogni caso… e
avrei avuto
le mie buone ragioni per lasciarti.”
Judy
era scossa, ma riusciva a comprendere la risposta
di Nick.
“Una
relazione si basa innanzitutto sull’onestà.
Sei stata abbastanza coraggiosa e onesta con me, ma la
ferita
brucia ancora. Mi è stato… difficile ritornare da te. Ma se mi avessi
mentito,
allora penso che le nostre situazioni sarebbero risultate capovolte.
Comunque, non ha più alcuna importanza. Perché ora rimpiangi la tua
scelta, giusto?”
“Se
così non fosse, non mi avresti mai vista gridare
in preda al rimorso. Sto ancora rimpiangendo tutto quello che ho
fatto e
credo che non finirà tanto presto.”
“Sappi
che è stato proprio il tuo rimorso a darmi la
forza per perdonarti.”
“Capisco,”
disse Judy sorridendo. “Nick, lo sai che
noi conigli teniamo la testa appoggiata su quella dell’altro
per
chiedergli perdono?”
“Davvero?
Non lo sapevo.”
“Sul
serio? Eppure hai fatto la stessa cosa con me per
tre volte, perciò pensavo che lo sapessi.”
“Che
buffo. Sei tu la coniglia, eppure non lo hai
ancora fatto. Perciò, come posso avere la certezza che tu mi abbia davvero
perdonato?”
Judy
sorrise e si alzò sulle zampe posteriori prima di
appoggiare la testa sulla fronte di Nick. La volpe ne fu felice, perché
significava che Judy lo aveva davvero perdonato. “Mi credi, ora?”
chiese
la coniglietta.
“Ti
credo, carotina.” rispose Nick.
Judy
diede a Nick un lieve bacio sulla guancia prima
di tornare a sdraiarsi sul letto e infilarsi sotto le coperte.
“Prossima
domanda?”
“D’accordo.”
“Che
altro vuoi sapere da me?” domandò Judy.
“Ecco…
la mia è più una… curiosità, diciamo.”
disse Nick mentre si toccava le dita imbarazzato. “Riguarda te e Shay.
Aspetta.
Ti va bene se la chiamo così?”
“Sì,
va bene.”
“Okay.
Tu e Shay, insomma…” Nick sorrideva in modo
maldestro. “Quando eravate insieme… avete mai…”
“Veto.”
esclamò Judy dopo aver compreso cosa
volesse chiederle Nick.
“Cosa?
Oh, andiamo. Pensavo che non avremmo mai ricorso
alla regola del veto.”
“Non
intendo rispondere alla tua domanda, Nick.”
“Suvvia,
almeno potresti dirmi qualcosa.”
“Lo
farò solo se risponderai alla mia domanda.”
“Spara
pure, carotina.”
“Sei
stato con qualcun’altra mentre noi
vivevamo separati?”
“Veto.”
disse Nick tenendo gli occhi sbarrati.
“Come
immaginavo.” commentò Judy.
I
due evitarono di guardarsi negli occhi e rimasero in
quello stato di palese imbarazzo per qualche istante. Fu Nick a rompere
il
silenzio.
“Judy…”
disse la volpe.
“Sì?”
“Pensi
che abbiamo entrambi risposto alle rispettive
domande, nonostante il veto?”
“Ecco…
penso di sì.” ammise Judy tenendo la testa
chinata. “Ma desiderio e bisogno sono due cose differenti.”
“Cosa?
Io sono il desiderio o il bisogno?
Lo so che ti ho detto di voler essere il bisogno, ma preferirei
essere
il desiderio.”
“Nick!”
“Va
bene, va bene. Non andrò oltre.” disse Nick nel
tentativo di far cadere la questione nel dimenticatoio.
“Perché
non vuoi dirmi con chi sei stato?” insistette
Judy.
“Immagino
che debba vuotare il sacco. E va
bene!” esclamò Nick mentre si sgranchiva il collo. “Mentre lavoravo nel
Distretto di Tundratown, ho conosciuto una volpe artica. Dal
momento che
ero la prima volpe a essere entrata nella polizia di
Zootropolis,
sapeva chi fossi e si sentiva attratta da me. Non ero
intenzionato a
intraprendere una relazione con lei perché stavo ancora cercando di
dimenticarti. Ma a un certo punto, capii che dovevo smuovere le
acque.
Iniziammo a frequentarci, ma… capii che fra noi non c’era sintonia.
Tagliai i ponti con lei e provai a tornare da te. Il resto… lo
sappiamo entrambi.”
“Già…”
“Sul
serio, Judy. Ho bisogno di sapere qualcosa di più
su di te e Shay. Non sono più arrabbiato. Desidero
soltanto che
tu sia sincera con me.”
Judy
inspirò profondamente prima di rispondere. “Come
ti ho già detto, io e lei… stavamo bene insieme. La nostra
relazione era
per certi versi simile a quella che avevo avuto con te. Stare con lei
mi
rendeva felice. Ma… più ripenso alle parole che mi hai detto oggi e più
mi
rendo conto che… avevi ragione.”
“Sul
serio?” domandò Nick sorpreso.
“Lei…
era d’accordo con tutte le mie scelte.
Persino a proposito di quelle che gli altri non condividevano
affatto.
Ogni volta che ero arrabbiata su qualcosa, cercavo il suo
conforto. Ho
fatto la stessa cosa quando ho cacciato via di casa te
e i
miei genitori. Ogni volta che dovevo affrontare le conseguenze
delle mie
azioni…”
“Ti
appoggiavi a lei?” concluse Nick.
“Sì,”
ammise Judy “andavo da lei per tutti i
miei problemi… anche se non la riguardavano affatto… e so che non è
stato
giusto nei suoi confronti. Non le ho neppure chiesto come
si fosse
sentita a riguardo.”
“Judy,
non prenderla nel verso sbagliato, ma non penso
che tu fossi davvero coinvolta nella tua relazione.”
“Che
vuoi dire?”
“Io
e Shay avevamo dei punti in comune. Abbiamo
entrambi avuto una storia con te, ma non è solo questo.” disse
Nick. “Ci
sentivamo coinvolti nelle rispettive relazioni perché eravamo felici
di stare con te. Invece, mentre entrambi eravamo legati a te, tu
sembravi più
interessata alla tua carriera.”
Ancora
una volta Nick aveva centrato il punto della
situazione. Fin da quando si era trasferita a Zootropolis, l’obiettivo
principale di Judy era stato quello di fare carriera nei ranghi della
polizia.
“L’unico
motivo per cui ci siamo lasciati è
stato l’intero disastro della gravidanza. Conoscendoti, credevo
che non
avresti mai voluto intraprendere una relazione seria con
un’altra volpe….
indipendentemente dal genere. Non hai voluto mai ammetterlo, ma
hai
voluto intraprendere una relazione con Shay solo perché sapevi che lei
non
avrebbe mai potuto metterti incinta e che avresti potuto
concentrarti
unicamente sul lavoro. Ho ragione oppure no?”
“Non
hai torto.” ammise Judy. “Quando sono
arrivata qui, il mio unico obiettivo era fare la poliziotta.
Non avrei
mai immaginato che mi sarei innamorata… delle volpi.
Innamorarmi di te è
stato naturale. Innamorarmi di Shay, invece, è stato più
semplice
perché… avrei potuto concentrarmi solo sul mio lavoro e avere qualcuno
al mio fianco.”
“Sembra
che tu abbia avuto ciò che volevi. Ma
era davvero questo ciò che lei desiderava?”
“Cosa?”
“Judy,
per tutto il tempo hai tenuto segreta la
tua storia con Shay. Ma era ciò che lei voleva?”
“Nick,
eravamo due mammifere di specie diverse,
ma dello stesso genere. Se gli altri lo avessero saputo,
avremmo dovuto
entrambe affrontare una serie infinita di ripercussioni.” obiettò Judy.
“Ma
Shay era d’accordo con la tua decisione di tenere
segreta la vostra relazione come se ne provassi vergogna?”
“Ecco…”
“Per
quanto tempo avresti avuto intenzione di andare
avanti così?”
“Uhm…”
“Quanto
credi che sarebbe durata la vostra
storia?”
“Ehm…”
“E
se lei avesse voluto sposarti?”
“Ecco…”
“E
se lei avesse voluto adottare dei cuccioli e
tu non fossi stata d’accordo?”
“Io…”
“Judy,
hai sentito quello che ti ho detto?”
“Io…
sì.”
“Ti
piace quello che è uscito dalla tua bocca?”
“No,
affatto.” ammise Judy mentre teneva le orecchie
basse e lasciava cadere la testa sul cuscino. “Avevi proprio ragione.
Shay era
parte integrante di una relazione che desideravo unicamente per me
stessa.
Non le ho mai chiesto cosa desiderasse realmente. Lei non era
come te. Forse lei… se avesse avuto il coraggio di…”
Nick
capì che Judy non aveva ancora superato il trauma
della morte di Shay, perciò provò a cambiare tattica. “Se voi due
eravate felici,
il resto non conta.” esclamò. “Lei è stata al tuo fianco mentre
io ero
via. Per quanto fossi arrabbiato, sappi che non l’ho mai odiata.”
“Dici
sul serio?”
“È
così.” disse Nick. “Ero più che geloso di
lei, ma non l’ho mai odiata.”
“Voglio
che tu sappia che neppure lei ti ha mai
odiato.”
“Da…
davvero?” domandò Nick sorpreso.
“Le
ho raccontato di quello che è successo fra noi.
Aveva capito perché eri così sconvolto. Si è perfino… sentita un po’ in
colpa.” confessò Judy.
“Sono
sorpreso che tu glielo abbia detto.”
“Sentivo
che avrei dovuto farlo.”
“Ti
ringrazio. Vai pure con la prossima domanda.”
disse infine Nick.
“Potrebbe…
essere la mia ultima domanda. Ma
potrebbe anche essere la più difficile alla quale rispondere.”
“Coraggio,
puoi farcela.” esclamò Nick.
Judy
posò la zampa sinistra sul petto di Nick, in
corrispondenza del cuore. Lo abbracciò forte e domandò con gli occhi
pieni di
tristezza: “Quante volte? Per quante volte ti ho spezzato il cuore?”
“Judy…
non ha più alcuna importanza.”
“Quante
volte?” ripeté la coniglietta.
“Questo
cuore ha infranto ed è stato
infranto talmente tante di quelle volte che ormai ho perso il
conto.”
ammise Nick tristemente. “Pensavo che avrei dimenticato facilmente
tutte le
ferite che continuo a trascinarmi dietro. Ma con te… e le tre volte
in
cui mi hai spezzato il cuore non è stato così.”
Per
ben tre volte Judy aveva ridotto il cuore di Nick
in frantumi. Dopo la conferenza stampa, quando gli aveva comunicato il
desiderio di abortire il loro figlio e quando Judy gli aveva detto che
si era
innamorata di Shay. La coniglietta lo sapeva bene e per questo si
sentiva
sempre più in colpa. “Nick… Mi dis…”
“No!
Non puoi continuare a sentirti in colpa per
tutto.” esclamò Nick fermamente dopo averla interrotta. “Non voglio
che tu
continui a sentirti così in colpa.”
“Come
ho potuto? Come ho potuto farti questo?” domandò
Judy mentre tentava in ogni modo di trattenere le lacrime. “Se fossi
stata al
tuo posto, non avrei mai potuto sopportarlo.”
“Penso…
di essere una specie di sopravvissuto…
per quello che mi ha detto il mio vecchio una volta.”
“Che
cosa ti ha detto tuo padre?”
“È
una storia che risale a quando ero ancora un
cucciolo. Papà mi disse queste parole: Se continuerai a
immischiarti in ogni
scontro, ti ritroverai con così tante ferite addosso che non riuscirai
neppure
a riconoscerti allo specchio.” esclamò Nick. “Pensavo che si
riferisse alle
ferite superficiali, ma credo che il discorso valga anche per quelle
che ci portiamo
dentro. Judy, pensi ancora di essere la stessa mammifera di
prima?”
“Intendi
l’aspirante eroina che voleva rendere
il mondo un posto migliore? No. Non lo sono più.” ammise Judy. “Non
so più
chi sono. So solo che… non sono più la stessa coniglietta di
prima.”
“Siamo
in due, allora.” le fece eco Nick. “Non
sono più la volpe di un tempo. Una volta ero un artista della truffa
che
passava le sue giornate a imbrogliare il prossimo. Poi, sono stato un eroe
che aveva ispirato le altre volpi della città. Ma ora, neppure io so
chi sono.”
“Tutto
quello è successo ci ha come trasformati nel
profondo. Pensi che abbiamo bisogno di essere qualcun altro?”
“Penso
che, piuttosto, faremmo meglio a tornare a essere
ciò che eravamo.” rispose Nick. “Una volpe acuta che a
volte fa cose
ottuse, e una coniglietta ottusa che a volte si comporta
in maniera
acuta. Dopo tutto, è ciò che siamo sempre stati e ha funzionato.
Perché cambiare ora?”
“Uhm…
volpe acuta, coniglietta ottusa. Coniglietta
acuta, volpe ottusa. Pensavo che non mi sarebbe mai
piaciuto essere
definita una coniglietta ottusa, ma credo che mi crescerà addosso,
proprio come il tuo nomignolo.”
“Appropriati
di ciò che sei.” consigliò Nick facendo
spallucce.
In
quel momento Judy ripensò a qualcosa che riguardava
il discorso precedente sulle ferite e pose la zampa destra sul
lato
sinistro del volto di Nick.
“Judy,
cosa stai…” esclamò la volpe perplessa.
La
coniglietta scostò la pelliccia di Nick quel tanto
che bastava per svelare tre distinti segni di graffi. Era stata opera
sua.
Fuori di sé dalla rabbia, Judy aveva colpito violentemente Nick e gli
aveva
graffiato la faccia. Judy aveva sempre provato un forte rimorso per
quel gesto.
“Judy,
non provare a scusarti…”
“Scosta
la mia pelliccia, Nick. Esattamente
come ho fatto con te.”
“Non
capisco…”
“Fallo
e lo capirai.”
Seppur
riluttante, Nick accontentò Judy e scoprì che,
sulla guancia sinistra della coniglietta, erano ancora visibili tre
piccoli
segni di artigli. “Come te li sei procurati?” domandò Nick
sconvolto.
“Quando
ero piccola, un bulletto di nome Gideon Grey
mi graffiò la faccia. Era stato il suo modo di dirmi che non
sarei mai
diventata una poliziotta. Da quel giorno, giurai che avrei dimostrato a
quella
volpe che aveva avuto torto.”
“Quindi…
sono stato graffiato da una coniglietta
che, a sua volta, è stata graffiata da una volpe. I segni che porti
sulla
guancia sono come i miei.” disse Nick.
“Ironico,
vero?” considerò Judy con un sorriso. “Se
non altro, sono coperti dai nostri manti.”
“Secondo
un vecchio detto, il tempo cancella tutte le
ferite. Facciamo in modo che riesca a cancellare anche quelle che portiamo
nei nostri cuori.” esclamò Nick mentre stringeva la zampa di Judy.
“Bene,
ho un’ultima domanda. Ma… non credo che ti sarà facile
rispondere.”
“Dimmi
pure, Nick. Ce la posso fare.”
“Come
è morta Shay?” domandò Nick tutto d’un
fiato.
Note
dell’autore: Rieccomi
a voi con la seconda parte del
quarto capitolo!
Probabilmente
Nick avrebbe preferito continuare la propria riconciliazione con Judy
sul piano
prettamente fisico, ma converrete con me sul fatto che, dopo
tutto
quello che i due hanno passato, una lunga chiacchierata a cuore aperto
fosse
doverosa. Non la pensate così anche voi?
Come
sempre, vi lascio una serie di link utili:
Profilo
dell’autore della fanfiction originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer
Capitolo
IV di Zootopia: True Forgiviness: https://www.fanfiction.net/s/13258091/4/Zootopia-True-Forgiviness
Permesso
dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last
Pagina
1 di I Will Survive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569
Pagina
1 di Born To Be Alive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628
Questo
è quanto. Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro una buona lettura!
|
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Capitolo 6 *** Capitolo IV - Terza parte ***
Capitolo
IV
Terza
parte
Judy
ebbe come un mancamento e assunse un’aria torva.
Afferrò il cuscino e lo strinse forte a sé, come se volesse trovare la
forza
giusta per rispondere.
“Se
vuoi, puoi sempre ricorrere al veto e io…”
obiettò Nick.
“No.
Sarà dura, ma ti dirò tutto.” affermò Judy dopo
essersi ripresa dallo shock iniziale. “Che cosa sai?”
“Non
molto, in verità. Finnick me l’ha detto solo due
giorni fa. Fino ad allora, pensavo che fosse ancora viva e vegeta.”
“Allora
è bene che tu sappia tutto. È stata
colpa mia. Shannon è morta… per causa mia.”
“Cosa?”
esclamò Nick. “Judy, capisco che tu ti senta
ancora in colpa, ma non credo proprio che Shay sia morta per colpa tua.”
“È
così, invece.” ribadì mestamente Judy. “Ascolta,
Nick… avevi ragione sulle cose che mi hai detto su di lei.”
“Davvero?”
“Qualche
giorno prima della sua morte, abbiamo
avuto un’accesa discussione. Non era mai successo prima di
allora.”
raccontò Judy. “Mi disse che non era contenta di come le cose
stessero
andando fra noi. Ammise anche che non le era affatto piaciuto il modo
in cui
avevo trattato i miei genitori. Mi suggerì di provare a fare
pace con
loro, ma io non volevo proprio saperne. Discutemmo a lungo finché… le urlai
contro. Shay mi lanciò uno sguardo pieno di paura. Era terrorizzata
e
tremava in preda al panico. Cercai immediatamente di scusarmi, ma
lei per
tutta risposta si allontanò e si chiuse in camera da letto.
Dovetti
dormire sul divano per due notti.”
“Quindi,
c’erano davvero guai in paradiso?”
“Sarebbe
dovuto accadere, prima o poi.” ammise
Judy. “Shay restò rinchiusa in camera per tre giorni e usciva
solo
quando io ero fuori per lavoro. Cercai di parlarle, ma lei non voleva
rivolgermi la parola. Un giorno, riuscii a farla uscire dalla stanza.
Le proposi
di uscire fuori per parlare a quattr’occhi. Girammo per le strade di
Zootropolis e riuscii in qualche modo a riappacificarmi con lei. Ma
mentre
stavamo camminando, Shay mi confidò che qualcuno la stava osservando
segretamente da qualche giorno e che in quel momento ci stava seguendo.
Così,
imboccammo un vicolo cieco per far uscire il colpevole allo scoperto.
Il
piano funzionò. Lo stalker era una volpe che aveva l’aspetto di
un poco
di buono. Shay lo guardò in faccia e lo riconobbe.”
“Quella
volpe stava perseguitando Shay e lei lo
conosceva. Non dirmi che…”
“Sì.
Era l’ex-fidanzato di Shay.” disse Judy. “Sembrava
che volesse solo ritornare insieme a lei, ma Shay non voleva più avere
nulla a
che fare con lui. Non ci mise molto a capire che noi due stavamo… insieme.”
“Non
dev’essere stato affatto contento della cosa.”
commentò Nick.
“Non
lo era, infatti. Provò a sopraffarmi, ma riuscii
a gettarlo a terra grazie all’addestramento ricevuto all’Accademia di
Polizia.
Lo tenni bloccato sull’asfalto e chiamai i rinforzi per portarlo via.”
“Ricapitoliamo.
Hai lottato contro di lui, lo hai
atterrato e hai chiamato rinforzi. Immagino che la parte triste
della
storia inizi ora, vero?”
“Non
appena lo ebbi bloccato a terra, mi disse
qualcosa di molto simile a quello che mi hai detto tu.” confidò
Judy sul
punto di scoppiare in lacrime.
La
coniglietta iniziò a ricordare gli eventi di quella
notte. Judy era riuscita a immobilizzare a terra l’ex-fidanzato di
Shay, mentre
quest’ultima si teneva in disparte.
“Okay.
Tra poco la polizia verrà ad arrestarti.
Anche se non dovessi andare in galera, stai alla larga da Shay.”
ordinò
Judy in tono perentorio.
“Tsk!
Pensi che lei stia meglio con te piuttosto
che con me?” domandò la volpe.
“So
che è così.”
“Oh,
davvero? Pensi che io non sappia chi tu sia, agente
Judy Hopps? La cosiddetta eroina della città? Sei la
coniglietta che
tempo fa ha messo prede e predatori sul sentiero di guerra. Sei anche
la
coniglietta che ha scelto di abortire il suo stesso figlio.”
Judy
sembrò sconvolta da quelle rivelazioni.
“Lascia
che ti chieda un paio di cose.” continuò il
farabutto. “Come si sente Shay? Che cosa prova a dover portare
tutto
il tuo fardello?”
“Cosa?”
esclamò Judy.
“Sai,
la conosco molto meglio di quanto tu
creda. Stare insieme a lei è la cosa più facile del mondo
perché non desidera
altro che assecondare ogni cosa tu dica.” disse lo stalker
con un
ghigno. “Questo perché non è altro che una povera smidollata.”
“Come
ti permetti di definirla così?”
“Non
è per questo che stai con lei? In fondo,
puoi correre da lei per ogni tuo problema. Shay è come la tua pallina
antistress. Ma più passano i giorni, più lei si sentirà schiacciata
dal peso. Scommetto che si sta chiedendo fino a quando potrà
sopportarlo, prima
che tu decida di piantarla in asso. Non importa che voi due siate
felici oppure
no. Fino a quando le cose andranno avanti così, lei si sentirà intrappolata
nella scatolina in cui tu l’hai messa.”
“Sta’
zitto!” gridò Judy. “Perché mai dovrei credere a
qualcuno che non ha fatto altro che ferirla più e più volte?
Shay sta
con me perché rispetta le mie scelte. Perché desidera
davvero
starmi accanto.”
“Perché
non proviamo a chiederle come si sente,
allora?”
“Shay,
diglielo.” disse Judy alla compagna.
Shay,
dal canto suo, rimaneva chiusa nel suo silenzio
e non riusciva neppure a guardarli. “Shay, diglielo.” le ripeté Judy.
“Io…
io…”
“Shay…”
“Mi…
mi dispiace, Judy.”
Dopo
averla sentita, Judy avvertì come una fitta al
cuore. “Che… cosa?” esclamò.
“Eccoti
la risposta.” affermò l’ex-fidanzato di
Shay con un ghigno tagliente. “La vostra storia ha portato benefici
soltanto a te, non a lei. Tutto quello che le hai offerto sono stati i
tuoi problemi,
coi quali non c’entrava nulla.”
“Io…
Shay… non volevo…” riuscì a dire Judy mentre
perdeva la presa sul delinquente. Prima che lei potesse tentare di
scusarsi con
Shannon, il suo ex-fidanzato colse al volo l’occasione e, dopo essersi
rialzato, colpì Judy con un pugno e la fece stramazzare a terra.
“Judy!”
gridò Shay preoccupata.
“Indietro!
Non ti avvicinare, Shay. Lo sto facendo
solo per il tuo bene.” affermò il malfattore.
Shay
era troppo spaventata per muovere un solo
muscolo. Judy, invece, era come sotto shock, sia per il pugno ricevuto
sia per
le cose che poteva aver fatto a Shannon.
“Sai,
ero un ammiratore del tuo collega.
Disgraziatamente per lui, lo hai cacciato via e lo hai privato
del suo
stesso figlio.” affermò l’ex-fidanzato di Shay. “Non riesco a credere
che tu
sia l’eroina che tutta la città credeva. Ora non sei altro che una vergogna
capace soltanto di creare problemi su problemi.”
Il
delinquente tirò fuori un coltello a scatto; mentre
lo puntava contro Judy, la coniglietta era pietrificata dal terrore.
“Sto
facendo un favore a Shay e all’intera città. Tutti noi vivremmo
meglio senza
di te!” gridò la volpe prima di calare l’arma.
Judy
non sapeva come reagire. Il suo corpo si
rifiutava di muoversi. Tutto quello che poté fare fu chiudere gli occhi
in
attesa che il coltello la colpisse. Ma dopo qualche istante, non
accadde nulla.
Judy aprì gli occhi e vide con orrore la scena dinanzi a sé. Shay si
era
frapposta fra i due ed era stata pugnalata al petto. Perfino l’autore
del gesto
fu colto di sorpresa.
“Shannon…”
disse Judy in stato di shock.
“Sh…
Shay. Perché…” esclamò il suo ex colto alla
sprovvista.
“Fe…
fe… fermatevi. Per favore…” sussurrò Shay
nonostante il dolore provocato dal colpo ricevuto.
Il
suo ex-fidanzato indietreggiò di un paio di passi
in preda al dolore e al rimorso. “No. No, no, no. Che… che cosa ho
fatto?”
disse a sé stesso prima di crollare sulle ginocchia.
Shay
stava perdendo molto sangue e collassò a terra,
mentre le forze la stavano gradualmente abbandonando.
“Shay!”
gridò Judy mentre si precipitava al suo
fianco. “No! No, no, no, no!”
Judy
estrasse il coltello dal corpo della compagna e
tentò in tutti i modi di arrestare l’emorragia.
“Shay!
Shay! Resisti!” gridò Judy mentre
piangeva disperata. “Mi dispiace! Mi dispiace!”
“Ju…
dy…”
“Era
diretto a me! Perché ti sei fatta colpire
al posto mio? Perché?!”
“Perché…
dovevo farlo.”
“Ti
supplico… non morire. Sei tutto ciò che mi è
rimasto.”
“Questo…
non è vero… e… lo sappiamo… entrambe.” sussurrò
Shay ormai in fin di vita. “Mi… dispiace. Non… sono stata… abbastanza…
forte.”
“Shay!
Shay! Non dire così! Andrà tutto bene. Okay?”
Shay
aveva chiuso gli occhi con le ultime energie che
le erano rimaste e in quel momento, il suo cuore cessò di battere.
“Shay!
Shay! Apri gli occhi! Ti prego!”
“Quando
arrivarono i soccorsi, Shay aveva perso troppo
sangue ed… era… già morta.” concluse Judy mentre le sue lacrime
bagnavano il
cuscino. “Hai capito, ora? Lei è morta per causa mia.”
Nick
era come frastornato e non sapeva cosa dire. Si
limitò ad aggrapparsi alla spalla di Judy. “Fatti forza. Se Shay non
fosse intervenuta,
allora tu saresti…” si limitò a dire nonostante fosse
pietrificato
dall’orrore.
Judy
continuava a bagnare il cuscino con le proprie
lacrime. Nick non poté fare a meno di abbracciarla amorevolmente. “Mi
dispiace
tanto. Non avevo idea di cosa fosse successo.” esclamò con la
voce rotta
dall’emozione.
“Va
tutto bene, Nick.”
“No,
invece! Sono rimasto all’oscuro di tutto per un
mese. Se lo avessi scoperto prima, sarei tornato da te senza
averci pensato due volte.”
Nick
era in preda al senso di colpa e non riusciva ad
arrestare le lacrime. “Mio Dio. L’abbiamo coinvolta nel nostro
disastro.
Non aveva fatto nulla di male. Assolutamente nulla! Eppure è
morta per
colpa nostra.”
“La
sua morte non è stata opera tua, bensì mia.”
“Davvero?”
domandò Nick con gli occhi lucidi. “Io
ti ho lasciata e l’ho persino ferita, come aveva fatto il suo
ex-fidanzato. Se fossi rimasto al tuo fianco e ti avessi
sostenuta
durante l’operazione, voi due non vi sareste messe insieme, ma
sareste ancora
amiche. E poi, non sarebbe stata costretta a sopportare il peso che
hai
dovuto sostenere per colpa mia.”
“Nick…”
“Non
mi sono mai scusato con lei quando era in
vita e non potrò mai farlo.” ammise Nick mentre, tormentato dal
rimorso,
si premeva la testa fra le zampe.
“Nick,
niente di quello che le è successo è colpa
tua. Hai capito?”
“Ma
sono colpevole di averti lasciato in preda al
dolore per un mese.” obiettò tristemente la volpe.
Entrambi
si sentivano in colpa per aver provocato la
morte di Shannon. Judy non poteva perdonarsi il fatto che Shay avesse
restituito un senso alla sua vita, mentre Nick si tormentava per non
essere
riuscito a scusarsi con lei in modo appropriato. Ciò nonostante, i due
capirono
che dovevano andare avanti e si asciugarono gli occhi a vicenda. “Che
cosa hai
fatto dopo quella notte?” domandò Nick.
“Quando
tornai a casa, ero distrutta dal dolore. Poi
iniziai a spaccare tutto in preda alla rabbia. Ho scagliato oggetti
contro i
muri, ho gridato, ho distrutto qualche mobile e, dopo tutto questo, ho
pianto. Piansi come non avevo mai fatto nella mia vita. Poi chiamai
la
centrale per prendermi un periodo di permesso che permane
tuttora. Non
riuscivo proprio a tornare al lavoro.”
“Che
è successo a quel criminale?”
“È
in cella a rimpiangere ciò che ha fatto.”
“Come
hanno reagito i genitori di Shay?”
“La
cosa buffa è che, se avesse detto loro che
frequentava una coniglia, non avrebbero avuto nulla da
obiettare. Il
fatto è che… ero io quella coniglia. Perciò, al momento non
intendono
avere nulla a che fare con me.”
“Sono
davvero dispiaciuto, Judy. Non era così
che volevo tornare insieme a te. Non pensare che stia semplicemente riprendendo
il mio posto accanto a te solo perché Shay se n’è andata.”
“Lo
so. Neanch’io lo desideravo.” disse Judy. “Se
posso chiedertelo, come pensavi di tornare insieme a me?”
“Uhm…
vuoi davvero saperlo? Mi hai già fatto la
tua ultima domanda.”
“È
solo per curiosità. Puoi dirmelo.”
“Va
bene. Le cose sarebbero andate in maniera un po’ diversa.”
esordì Nick. “Innanzitutto, Shay sarebbe venuta da me. Mi avrebbe
confidato che
le cose fra voi non stavano andando bene e avrebbe chiesto il
mio aiuto.
Ci avrei riflettuto sopra per qualche istante, ma poi avrei
accettato.
Shay avrebbe pensato a un modo per farci riunire nel punto giusto e al
momento
giusto. Tu saresti stata ancora ostile nei miei confronti, ma Shay…
avrebbe
confessato il suo coinvolgimento nel piano. Avremmo affrontato la
stessa
discussione di oggi. Poi tua madre ti avrebbe confessato la
verità
sulla tua nascita. Saremmo stati tutti scioccati. Io ti avrei
confortata e in
seguito perdonata. Avremmo tutti versato lacrime amare, tua madre
sarebbe
ritornata a casa e io sarei stato intenzionato a lasciarti. Shay si
sarebbe
fatta avanti e ci avrebbe convinto a essere onesti fra noi.
Alla fine
dei conti, noi due saremmo tornati insieme, mentre tu e Shay sareste
rimaste
amiche.”
“Wow.
È una… bella storia.” commentò Judy
sorridente.
“E
poi, dopo qualche tempo, avremmo intrapreso una relazione
a tre.” concluse Nick con un ghigno malizioso. Per tutta risposta,
Judy lo
colpì alla spalla con un pugno. “Ahia! Scherzavo! Stavo scherzando!
Volevo solo
alleggerire un po’ l’atmosfera.”
“Non
sei stato affatto spiritoso, Nick.” affermò Judy.
“Lo
so. Lo so. È solo che… mi dispiace davvero che le
cose non siano andate come avevo ipotizzato. Spero che tu sappia che
non sto in
alcun modo traendo beneficio dalla sua morte.”
“A
essere onesta, sono convinta che lei avrebbe voluto
che noi due tornassimo insieme. Mi aveva detto qualcosa del
genere,
perciò non devi sentirti in colpa.”
“D’accordo.”
Judy
iniziò a tirare delicatamente la pelliccia sulle
guance di Nick. “Che… stai facendo, carotina?”
“Mi
avevi detto di non scusarmi più e tu l’hai fatto
per ben tre volte. Non fare l’ipocrita.” disse la coniglietta. “Questo…
è solo
un risarcimento per prima.”
“Mi
sembra giusto.”
“Penso…
che ci siamo detti tutto.”
“Sono
d’accordo.”
“Desideri
ancora andartene?”
“No.
Tu invece vuoi ancora cacciarmi via?”
“No.”
“Dunque,
ricapitoliamo. Ti ho messo incinta,
non hai voluto il cucciolo, me ne sono andato, hai abortito, hai
conosciuto
un’altra volpe, ti sei messa insieme a lei, sono tornato da te, mi hai
cacciato
via in malo modo, le cose ti stavano andando male, sono ritornato,
abbiamo
affrontato una discussione accesa, tua madre ti ha detto la verità su
di te e
sulla tua nascita, ti sei disperata, ti ho consolato e siamo
tornati insieme.”
“In
altre parole, abbiamo affrontato tutto questo… per
niente.” confessò Judy amaramente. “Ne avremmo fatto volentieri
a meno.”
“Io…
mi permetto di dissentire.” esclamò Nick.
“Che
vuoi dire?”
“Penso
che tutto questo sia successo affinché…
non avessimo più dubbi.”
Judy
parve confusa. Non riusciva a capire cosa Nick
intendesse dire.
“Pensaci
un attimo. Che ci crediamo oppure no, il destino
ha voluto unirci.” proseguì la volpe. “Fin dal giorno in cui ci siamo
incontrati, le nostre vite sono state influenzate in positivo. Ma
quando ci
siamo separati, non abbiamo fatto altro che del male a noi… e a chi
ci sta
attorno. Questo perché il destino ha voluto punirci.”
“Perfino
con la morte di Shay?”
“Preferirei
non pensarci, ma temo proprio di sì.”
ammise Nick tristemente. “Ora sappiamo che, se tua madre fosse andata
fino in
fondo, tu non saresti mai nata e tutto sarebbe stato diverso.
Ora
siamo insieme, nella stessa camera e nello stesso letto. Pensi davvero
che tutto
questo sia solo una coincidenza?”
“Ora
che ci penso… credo proprio di no.” rispose Judy.
“Judy,
tutto questo ha significato una sola cosa.”
esclamò Nick con convinzione mentre stringeva Judy a sé e la guardava
intensamente negli occhi. “Possiamo essere soltanto… tu ed io.”
“Nick…”
“Per
noi non c’è nessun altro al mondo. Non
m’interessa cosa gli altri dicano di noi. Non m’interessa cosa ci sia
successo.
So soltanto che voglio te e soltanto te al mio fianco. Se
davvero mi hai
giurato che non mi avresti mai più fatto del male in
alcun modo,
allora ti giuro che non ti lascerò mai più… fino a quando avrò vita.”
“Lo
pensi davvero, Nick?”
“Sì…
se anche tu lo desideri al 100%.”
Entrambi
sapevano bene cosa volessero.
“Prima
avevo persino paura di tenerti la zampa. Ma
ora, non ho più alcun dubbio.” Prima di continuare, Judy
sorrise e
guardò Nick con occhi luccicanti. “Nick, non voglio più che tu sparisca
dalla mia vita. Ti voglio nella mia vita per sempre.”
“E
così sarà, te lo prometto.”
I
due si baciarono con trasporto prima di tornare a
guardarsi sorridendo.
“È
stato un bel discorso?” domandò Nick.
Judy
annuì. Dopodiché entrambi si sdraiarono sul
letto. Sembravano stremati, ma contenti al tempo stesso.
“Ce
l’abbiamo fatta!” commentò Nick.
“Dovevamo
farlo. Non è stato facile, ma ci siamo
riusciti.”
“Già.
Ora, però, mi sento come prosciugato.”
“Anch’io…”
Nick
e Judy avevano affrontato un turbinio di emozioni
altalenanti. Non c’era da meravigliarsi che si sentissero mentalmente
esausti.
Tuttavia…
“Ora,
che ne diresti di riprendere la nostra riconciliazione?”
chiese Nick con un sorriso seducente.
“Cosa?
Nick, hai dento che ti sentivi come
prosciugato.” affermò Judy.
“Oh,
sì. Mentalmente, però. Dopo una chiacchierata
così stressante, abbiamo bisogno di un’alternativa più… piacevole.
A
meno che tu non abbia qualcosa da ridire.”
“Volpe
acuta,” esclamò Judy con una smorfia “però non
hai torto. Anch’io sono piuttosto… stressata.”
I
due ripresero a baciarsi sospinti dall’impeto della
passione, ma all’improvviso squillò il cellulare di Nick.
“Perché
i cellulari devono sempre suonare nei momenti
meno opportuni?” si domandò lo stesso Nick comprensibilmente
seccato.
Afferrò il telefono e capì che Finnick lo stava chiamando.
“È
Finnick. Giusto, mi aveva detto che mi avrebbe
chiamato qualche ora dopo la nostra chiacchierata.”
“Non
potresti ignorare la chiamata?” domandò
Judy.
“Credo
che debba rispondere. Se non lo facessi,
penserà che sia morto.”
“Rispondi,
allora.”
Prima
di farlo, Nick si rimise sotto le coperte mentre
Judy si posava sul suo petto. “Ciao, Finnick.” disse avviando la
conversazione.
“Nick!
Era ora! Allora, com’è andata?”
“Ho
seguito il tuo consiglio e le ho detto tutto
quello che dovevo dirle.”
“Scommetto
che non era affatto contenta.”
“Scommessa
vinta.”
“Almeno,
puoi dire che ci hai provato. Questo
significa che non la rivedrai più, vero?”
“Ecco…
a questo proposito…”
“No.
No, no, no! Sei tornato insieme a lei,
vero?” Finnick non sembrava per nulla entusiasta.
“Ehm…”
“Cosa?
Hai dormito con lei?”
“Io…”
“Sei
a letto con lei, ora?”
“Sai,
mi stai facendo un sacco di domande fastidiose.”
“Che
ne diresti di rispondere, allora?”
“Se
proprio ci tieni… sì. Risposta affermativa
a tutte le domande.”
“Cavolo,
Nick! Sul serio?!” esclamò rumorosamente Finnick
al telefono.
“Non
sembra affatto contento.” commentò Judy.
“Passamela
al telefono. Adesso!” disse Finnick
a Nick in tono perentorio.
“Telefonata
per te, carotina.” esclamò Nick mentre
passava il cellulare a Judy.
“Salve.”
affermò la coniglietta di buon umore.
“Stammi
a sentire. Non so cosa tu abbia fatto per
convincere Nick a perdonarti, ma questo non significa affatto che io
sia
disposto a fare la stessa cosa.” Finnick ribadì la cosa in tono severo.
“Lo hai
ridotto a uno straccio e ti sei comportata da grandissima egoista.
Dammi una
buona ragione, una soltanto, per cui io possa credere che tu…”
“Ho
scoperto che mia madre ha provato ad abortire
quando era incinta di me perché ero il frutto di una sua scappatella.”
rispose
Judy tutta d’un fiato.
Dall’altro
capo del telefono, Finnick non seppe
replicare. Dopo qualche istante esclamò: “Wow… e perché me lo
hai detto?”
“Perché
rispetti un tuo codice d’onore,
Finnick. Sebbene Nick ti avesse spiegato il motivo per cui c’eravamo
lasciati,
hai tenuto la cosa per te. Perciò, credo proprio che manterrai anche
questo
segreto, dal momento che sei fra pochi che ne siano a conoscenza.”
rispose
Judy. “Consideralo come una specie di moneta di scambio. Se mai
dovessi
lasciare Nick un’altra volta, potrai sentirti libero di spifferare
tutto in
giro e distruggere definitivamente la mia reputazione.”
“Non
hai davvero intenzione di lasciarlo un’altra
volta, vero?”
“Non
ci penso neppure.”
“D’accordo,
terrò la bocca chiusa.” rispose Finnick
tenendo fede al suo codice d’onore. “Ora mettimi in vivavoce.”
Judy
non se lo fece ripetere.
“Aprite
bene le orecchie, idioti. Se voi due siete
stati così stupidi da rimettervi insieme dopo tutto quello che è
successo,
allora significa che siete fatti l’uno per l’altra. Perciò non
vi azzardate
a lasciarvi, perché non ho alcuna intenzione di sistemare questo
macello
un’altra volta.” esclamò Finnick con un tono che non ammetteva repliche.
“Ti
amiamo anche noi, Finnick.” esclamarono Nick e
Judy all’unisono prima che lo stesso Finnick interrompesse la
comunicazione.
Nick
posò il cellulare sul comodino. “Mi sorprende che
gli abbia confidato il tuo segreto.” disse sorpreso.
“Nick,
sono impegnata nella nostra relazione a
tempo pieno, ora.” commentò Judy.
“Ah,
sul serio?”
“Beh,
ho capito che preferisco essere sposata con
te piuttosto che con il mio lavoro.” Judy arrossì di colpo quando
capì il
senso di quanto aveva detto. “Non che noi siamo effettivamente sposati
o
qualcosa del genere.”
Impegnati
e sposati. Quelle
due parole fecero scattare qualcosa nella mente di Nick. “Oh!” esclamò
come se
si fosse ricordato di qualcosa di estremamente importante.
“Che
cosa c’è?” gli chiese Judy.
“Carotina,
per caso hai trovato… qualcosa che
ho lasciato qui prima di… andarmene?”
“Cosa,
esattamente?” domandò la coniglietta mentre
scuoteva la testa. “Tutte le tue cose le ho messe in magazzino o… le ho
gettate
via. Scusa.”
“Poco
male, me lo sono meritato. Spero soltanto che tu
non abbia buttato anche… quella cosa.” Nick si alzò dal letto e
iniziò a
cercare per la stanza. “Ci metterò un po’. Dammi solo un momento.”
Nick
iniziò a frugare nei cassetti dell’armadio.
Mentre lo guardava attentamente, Judy si era dimenticata di quanto
fosse in
forma. Era una cosa che aveva sempre apprezzato di lui. “Prenditi pure
tutto il
tempo che vuoi, caro.” disse con un sorriso compiaciuto.
“Adesso
sì che riconosco quello sguardo.”
replicò Nick allo stesso modo.
“Non
l’ho mai perso. Forse mi succede solo
quando sono con una volpe perché… sono pazzamente
innamorata delle
volpi.”
“Lo
prendo come un complimento.” esclamò Nick mentre
guardava in uno dei cassetti. Alla fine, sembrò aver trovato ciò che
cercava. “Non
ci credo. Era ancora lì.”
“Si
può sapere cosa stavi cercando?”
“Una
cosa che avrebbe potuto cambiare il corso
degli eventi.”
“Qualsiasi
cosa sia, dubito che…” Judy smise
all’istante di parlare non appena vide ciò che Nick teneva fra le zampe.
Era
una scatolina rossa. Una di quelle che contengono
un anello all’interno. Nick si avvicinò a Judy, mentre quest’ultima si
copriva
la bocca per l’emozione.
“È…
è quello che…”
“Sì.”
“Nick,
io… non possiamo…”
“Rilassati.”
le suggerì Nick. “Per una volta, non
pensarci troppo. Apri la scatola e basta.”
Judy
stava provando una moltitudine di emozioni
contrastanti, ma ascoltò il consiglio di Nick e aprì la scatola. Quando
lo
fece… vide che era vuota. Non c’era nulla al suo interno.
“Ma
è vuota.”
“Sì,
è così.”
“Nick,
se questa è un’altra delle tue solite truffe…”
“È
un gesto simbolico, Judy.” esclamò Nick
prima di tornare a letto. “In effetti, c’era un anello. Ma l’ho
tolto
perché… non posso ancora sposarti. Il fatto è che… le
nostre vite
sono un gran casino.”
“Allora
non vuoi sposarmi?”
“Ascolta
bene, carotina. La differenza principale fra
Shay e me, a parte la più ovvia, è che io sono stato tuo collega
e i colleghi si danno una zampa per risolvere i loro problemi. Ti
aiuterò a
sistemare tutto. I problemi con la tua famiglia, con i nostri
colleghi,
con l’opinione pubblica… tutto quanto. Dopodiché, questa scatola
conterrà un anello,
ci sposeremo, andremo a vivere in una bella casa,
avremo dei
figli quando saremo pronti, li faremo crescere in salute e
unici al
mondo, andremo in pensione e invecchieremo insieme quando avremo reso il
mondo un posto migliore in cui vivere. Questi sono i termini del
nostro
contratto, Judy. E non sono negoziabili.”
“Uhm…
sono delle condizioni difficili, ma le accetto
tutte.” disse Judy.
Entrambi
furono d’accordo. Si sarebbero sposati solo
dopo aver sistemato le rispettive vite. Infine, Judy ripose la
scatolina nel
cassetto del comodino.
“Ora…
lo sai per quanto tempo siamo stati
separati? Quasi due anni.” commentò Nick prima di riabbracciare
Judy
sotto le coperte. “È durato fin troppo a lungo e ho tutte le intenzioni
di recuperare
il tempo perduto. Fino all’ultimo minuto.”
“Attento,
Nick. Potresti non sapere a cosa stai
andando incontro.”
“A
dire il vero, lo so perfettamente fin dal giorno
in cui ci siamo conosciuti.” esclamò Nick sorridendo. “Ti amo,
Judy.”
“Ti
amo anch’io, Nick.”
“Non
dobbiamo mai più dirci addio.”
“Stavo
pensando la stessa cosa.”
Note
dell’autore: Rieccomi
a voi con la terza parte del
quarto capitolo!
Questa
volta ho ben poco da aggiungere, se escludiamo il fatto che l’autore
della
storia originale ha fatto fuori la povera Shay solo ed esclusivamente
per
ragioni narrative. Perciò… cercate di essere comprensivi, d’accordo?
Come
sempre, vi lascio una serie di link utili:
Profilo
dell’autore della fanfiction originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer
Capitolo
IV di Zootopia: True Forgiviness: https://www.fanfiction.net/s/13258091/4/Zootopia-True-Forgiviness
Permesso
dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last
Pagina
1 di I Will Survive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569
Pagina
1 di Born To Be Alive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628
Questo
è quanto. Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro una buona lettura!
|
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Capitolo 7 *** Epilogo ***
Epilogo
Nick
e Judy mantennero la parola data. Come aveva
giurato, la volpe aiutò la coniglietta a risistemare le cose, a partire
dalla
sua famiglia. Judy si recò a Bunnyburrow con Nick per ricucire lo
strappo con
l’intero parentado. Come aveva previsto Bonnie, suo marito Stu perdonò
Judy e i
due si ricongiunsero in un abbraccio affettuoso. In seguito Judy
annunciò
apertamente che lei e Nick erano fidanzati e che un giorno sarebbero
convolati
a nozze. Dopo tutto quello che aveva fatto per Judy, tutti i suoi
parenti
furono ben lieti di accogliere Nick come membro acquisito della
famiglia.
Venne
poi il turno dei loro colleghi poliziotti. Nick
fu riassegnato al Distretto 1 ed entrambi dovettero riconciliarsi con
gli altri
agenti, incluso Clawhauser. Judy si scusò con tutti per averli tenuto
all’oscuro in merito alla questione dell’aborto; tuttavia, come era
prevedibile, molti di loro non le risparmiarono occhiate pungenti. Nick
ebbe
un’idea e così Judy mostrò a tutti l’anello di fidanzamento che portava
al
dito. Dopo averlo visto, tutti intuirono che presto si sarebbero
sposati e si
congratularono con la coppia, mentre Clawhauser corse felice ad
abbracciarli.
Sembrava essersi dimenticato di essere mai stato furioso con Judy.
Per
un po’ di tempo, la coniglietta continuò a fare
visita alla tomba di Shay ogni giorno, finché lei e Nick non si
recarono a casa
dei suoi genitori. Judy confidò loro che era terribilmente dispiaciuta
per
quanto era successo ed era davvero grata per tutto quello che Shay
aveva fatto
per lei. I suoi genitori la perdonarono e intuirono perché la loro
figlia
l’aveva salvata da morte certa. Nonostante il dolore per la sua
scomparsa,
furono grati a Judy per la sua onestà.
Judy
e Nick avevano compreso che quello dell’aborto
non era affatto un problema che poteva essere affrontato in maniera
superficiale. Pertanto, i due furono impegnati in una lunga sequela di
dibattiti pubblici incentrati sulla spinosa questione. Parlarono
dell’importanza relativa alle responsabilità, al corretto utilizzo dei
sistemi
anticoncezionali e alla comprensione reciproca. Volevano essere certi
che
nessuno avrebbe mai dovuto affrontare ciò per cui entrambi avevano
sofferto
tanto. Col tempo, le cose in città cominciarono a migliorare. La
situazione non
poteva definirsi perfetta, ma era certamente migliore di prima.
In
seguito a questi avvenimenti, Nick e Judy poterono
finalmente convolare a nozze. La cerimonia fu celebrata a Bunnyburrow
in
presenza di centinaia di invitati fra parenti e amici. Dopo essersi
scambiati
gli anelli, i due promisero che non avrebbero mai smesso di amarsi per
tutto il
resto della loro vita e sugellarono la promessa con il loro primo bacio
come
marito e moglie. Nonostante tutti gli ostacoli, il loro amore era
diventato più
forte che mai.
Una
mattina di qualche tempo dopo, nella loro nuova
casa a due piani, Judy camminava nervosamente con indosso una
canottiera bianca
e i pantaloni del pigiama. La storia si stava ripetendo. Aveva
adoperato un
test di gravidanza ed era in fremente attesa. Era talmente agitata che
non riusciva
neppure a guardare il risultato del test e camminava da un punto
all’altro del
bagno nel tentativo di alleviare la tensione. Per contro, lanciò
un’occhiata
alla sua fede nuziale e in quel momento sentì bussare alla porta.
“Carotina?
Tutto bene? Sei lì dentro da un bel
pezzo.” esclamò Nick.
“Sto
bene, non preoccuparti.” rispose Judy
nervosamente.
“Judy,
so benissimo che stai facendo lì dentro.”
“È
così ovvio?”
“Apri
la porta, per favore.”
Judy
lasciò entrare suo marito in bagno. Nick
indossava una canotta nera e un paio di boxer grigi. “Sai già il
risultato?” le
chiese.
“Sono
troppo nervosa,” rispose Judy “eppure non dovrei
esserlo. Abbiamo fatto tutti i controlli del caso, ricevuto tutte
le informazioni richieste, siamo entrambi in ottima forma e non
dovrebbe
esserci alcun pericolo per la mia salute. Non dovrei essere
così
spaventata, eppure lo sono.”
“Anch’io
ho paura. Ma questa volta, prenderemo di
petto la situazione.” disse Nick mentre abbracciava sua moglie.
“Prendere
di petto la situazione. D’accordo.”
Judy
afferrò il test di gravidanza che aveva lasciato
sul bordo del lavandino. Stava per conoscere l’esito, quando Nick la
fermò per
un momento.
“Sei
proprio sicura che starai bene, indipendentemente
dal risultato del test?”
“È
una cosa che desideriamo entrambi, questa
volta.”
“Okay.
Al tre, allora.” propose Nick.
“Uno…”
“Due…”
“Tre!”
esclamarono all’unisono.
Non
appena ebbero conosciuto il risultato del test, gli
occhi di entrambi scintillarono. Nick sapeva come ci si sentiva. Ma…
che cosa
avrebbe provato Judy?
“Judy,
come ti se…” Nick non fece in tempo a finire
che Judy l’abbracciò forte.
“Sono
così felice.” esclamò la coniglietta mentre
lacrime di gioia iniziarono a scenderle dagli occhi.
“Diventerai
mamma.” disse Nick a sua moglie con
gli occhi lucidi per l’emozione.
“Diventerai
papà.” disse Judy a suo marito
mentre lo guardava felice.
L’esito
del test era positivo.
Fine
Note
dell’autore: Questa,
gentili lettori e lettrici, è la
conclusione della mia storia… o, per essere più precisi, della mia
traduzione!
Che
altro posso aggiungere… Nick e Judy sono risorti come due fenici dalle
ceneri
dei rispettivi errori dettati da superficialità, orgoglio ed egoismo.
Eppure, il loro
legame si è rinsaldato e sono convinto che saranno in grado di superare
qualsiasi altra sfida futura. Non la pensate così anche voi?
In
ogni caso, ho qualcos’altro da aggiungere. Per chi non lo sapesse,
Borba ha
intenzione di pubblicare, sul suo sito ufficiale e agli inizi del
prossimo
anno, una nuova storia a fumetti intitolata Never Say Goodbye,
che
concluderà la sua Trilogy of Life. Ebbene, la storia che avete
letto non
è altro che l’interpretazione di come, secondo l’autore della
fanfiction
originale, dovrebbe essere la conclusione della trilogia di Borba,
soprattutto
se siete dei convinti sostenitori della coppia WildeHopps come lo sono
io!
Come
sempre, vi lascio una serie di link utili:
Profilo
dell’autore della fanfiction originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer
Capitolo
IV di Zootopia: True Forgiviness: https://www.fanfiction.net/s/13258091/4/Zootopia-True-Forgiviness
Permesso
dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last
Pagina
1 di I Will Survive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569
Pagina
1 di Born To Be Alive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628
Questo
è quanto. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno dedicato parte
del loro
tempo per leggere e commentare e, già che ci sono, ringrazio in
anticipo chiunque
lo farà in futuro. Ancora una volta, vi ringrazio per l’attenzione. A
presto!
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