Gocce di Primavera

di FairySweet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Famiglia ***
Capitolo 2: *** Nel Vento ***
Capitolo 3: *** Sposa di Cristallo ***
Capitolo 4: *** Via ***
Capitolo 5: *** La tua Luce ***



Capitolo 1
*** Famiglia ***


                                                                      Famiglia




“Credi nell'amore?” sussurrò portandosi una mano al ventre, sentì la voce di Kurama invadergli le orecchie “Amore, che effimero sentimento” “Io non … non sono sicuro di averlo compreso” “Per questo mi interroghi?” sorrise divertito da quella risposta colma di ironia “Tra amici ci si confida” “Oh, perciò è questo che siamo ora?” chiuse gli occhi e davanti a sé apparve quell'immensa energia che tutti avevano sempre temuto.
Gli occhi di Kurama si piegarono in un leggerissimo sorriso “Vuoi sapere da me cos'è l'amore” “Voglio riuscire ad amare, voglio ...” “È effimero, l'amore è effimero. Un fiore insolente che splende e che si diverte a scappare via con il vento. Amore è una catena di pesante metallo che strangola la ragione e che uccide i sentimenti” “Sei ottimista” sussurrò sedendo di fronte a lui “Tua madre provava amore e con quella catena mi ha impedito di ucciderti” per qualche attimo, nella memoria tornò il sorriso dolce di sua madre, un regalo prezioso sigillato per l'eternità dentro di lui “ Non puoi amare per forza Naruto, non puoi alzarti dal letto la mattina esigendo dal tuo cuore amore” “Era tutto così semplice, non c'erano problemi così grandi da ...” “Diventare grandi fa paura, ma la domanda che continua a girarmi per la testa è: sei sicuro che lei provi la stessa cosa?” “ Lei è … è molto arrabbiata” la volpe rise annuendo orgogliosa “ Suo cugino è morto per proteggerti, il cugino che considerava fratello e che ora è solo un ricordo. Chiunque nella sua posizione lo sarebbe” “Vorrei solo parlarle, non ho la pretesa di entrare nel suo mondo, voglio solo sapere che sta bene, che stiamo bene” “Vai da lei” era una risposta semplice, a dire il vero, l'unica che inconsciamente cercava.
Sorrise scuotendo dolcemente il capo “Quel posto sembra una fortezza, nessuno entra e nessuno esce” “La sua è una famiglia potente, cosa ti aspettavi? Se lei è l'erede di quel mistero, come puoi pretendere che i suoi passi non siano sorvegliati. No, non era a questo che mi riferivo” “Come posso ...” “Sposala” “Sei un'idiota” “Hai ragione, chi mai sposerebbe uno storpio?” “Cosa?” “Ti manca un braccio” “E a te un cuore. Siamo in perfetto equilibrio” Kurama rise toccando con un dito la testa del giovane “Pensi troppo fratellino” aveva sempre amato quel nomigliolo.
Lo usava poche volte ma da quando era nata la loro alleanza, migliaia di piccoli frammenti si erano uniti tra loro formando un legame.
Non era più un demone, non era più un distruttore, era Kurama e viveva dentro di lui, dentro ad ogni battito del cuore.
Scorreva nelle vene come il sangue e molte volte, arrabbiato, annoiato o perfino imbarazzato era rimasto ad ascoltare i suoi dubbi, le sue paure, l'incertezza di un adolescente che cresceva solo in mezzo a tanti.
L'aveva chiamato fratellino per gioco o forse per scherno ma in fondo, un po' ci si sentiva suo fratello perché nel bene o nel male, loro due erano un'unica cosa.
Di cosa hai paura?” “Di niente” “Non è vero. Non saresti qui altrimenti” fece un bel respiro chiudendo gli occhi “Non posso perderla di nuovo” “Non l'hai mai persa” “Si invece, l'ho persa così tante volte … ” fece un bel respiro ignorando la nausea violenta che saliva alla gola “ … l'ho persa quando sono partito assieme al mio maestro, quando fingevo di non vedere l'amore che le sbocciava nel petto, l'ho persa quando ho respinto la sua dolcezza, l'ho persa di nuovo tre giorni fa e ...” “Eppure è ancora al tuo fianco. Devo dire che la costanza di quella ragazza è ammirevole. Io ti avrei già preso a pugni” “Non sei divertente” “Non volevo esserlo. Si può sapere cosa ti trattiene? Hai affrontato nemici più potenti, come può spaventarti una ragazza?” rimase in silenzio mentre le parole di Kurama rimbombavano nel cervello.
“Oh, così è questo” riprese la volpe sorridendogli “Il resto del mondo non è mai stato gentile con te. Non c'è niente là fuori in grado di regalarti qualcosa fratellino, forse nemmeno quella ragazza è capace di restituirti tutto quello che la vita ti ha tolto. Famiglia è solo una parola” “Mi ha salvato Kurama, mi ha salvato da me stesso, dai pensieri cupi, dalle paure. È stata la mia luce nel buio” “L'erede di una famiglia importante, nobile” “Guarda che respirano esattamente come faccio io” sbottò ironico ma l'altro rise “Sei sicuro di amarla?” “Cosa?” “La tua luce nel buio rifiuta di vederti, non viene in ospedale, non risponde alle lettere di Sakura” lo spirito sbuffò “Non so se sia amore quello che ti batte nel petto, ma una cosa la so: è patetico. Se resti qui a costruire paure su altre paure non andrai da nessuna parte e io sarò costretto ad ascoltarti ancora e ancora. Parla con suo padre” “Quell'uomo è impossibile” sbottò irritato ma l'altro scosse leggermente la testa “Quell'uomo è arrogante e freddo, mi stupisce perfino legarlo a quella giovane. Ci hai pensato che magari non è il momento giusto o che lei non è quella giusta?” “Io non ...” “Non ti completa, non ti appartiene e non è in grado di sopportare questo peso. Hai un futuro difficile davanti lo sai, perché una giovane come lei dovrebbe regalarti ciò che tanto bramavi in passato?” “Forse hai ragione, forse sono solo sogni innocenti del bambino che ancora vive in me” “Perché continuo a perdere tempo? Tanto lo so che farai di testa tua ma, ricorda le mie parole Naruto: ti farà del male e non troverai pace nella sua assenza” aprì gli occhi studiando per qualche attimo il soffitto scuro e un sorriso nacque spontaneo sulle labbra.
Gli scambi di idee con Kurama non erano mai stati così “normali” e per la prima volta, quello spirito un po' pazzo che viveva in lui, si era comportato da fratello maggiore.
Le luci leggere dell'alba entravano dalla finestra e un leggero profumo di pioggia invase i polmoni.
Forse Kurama aveva ragione, forse non era il momento giusto, forse non era la persona giusta.
Magari era davvero il piccolo Naruto che viveva in lui, quel bambino solo e triste che aveva bisogno di qualcuno accanto, qualcuno da amare, qualcuno da proteggere ma quella giovane dagli occhi di cristallo che tante volte era diventata un'ombra per lui, si allontanava senza remora alcuna, la perdeva ogni secondo un po' di più e ci provava, ci provava con ogni forza a trattenerla lì, ad impedirle di uscire dai pensieri ma c'era qualcosa, qualcosa di più grande che lacerava il cuore offuscando sogni.
Era forse una punizione? A volte, quando il silenzio si prendeva i pensieri, era quasi in grado di sentire il proprio cuore urlare: “Di cosa ti stupisci? Ti ha rincorso per una vita intera, ti ha protetto e seguito, ha fatto di te il proprio ossigeno e tu l'hai ignorata. Ora pretendi che lei si fermi per te!”.
Sollevò il braccio sano strofinando lentamente gli occhi “Sei sveglio” sorrise mentre la mano di Sakura si posò sul suo volto, le dita intrecciate ai capelli biondi “Mi dispiace, credevo di riuscire a terminare prima dell'alba ma ...” “Non importa, tanto da qui non posso scappare” il calore rassicurante che si sprigionò dalle mani della giovane invase ogni angolo del cuore rallentandone i battiti.
“Da quanto sei ...” “Mezz'ora. Non riuscivo a capire se stessi dormendo o no” sedette sul letto al suo fianco respirando profondamente mentre condivideva con lui l'energia pura della guarigione. “Come ti senti? Va meglio?” “Sono solo … sono stanco” “Dormi” la vide sorridere mentre con tenerezza, si prendeva cura delle sue ferite “Presto avrai un braccio nuovo. Devi solo resistere un altro po'” “Non fa male” “Davvero?” “Ci si abitua” tornò a fissare il soffitto perdendosi nei propri pensieri “Io l'ho … l'ho vista sai?” ma lui non rispose “Mi è sembrata … insomma, sta bene, è più silenziosa del solito, non che sia una chiacchierona certo ma ...” “Era un fratello per lei” “Lo era anche per te” “No” un debolissimo sorriso sfiorò le labbra del ragazzo “Io non appartengo alla loro famiglia. Non sono così speciale” “Tu ci hai salvato tutti” sbottò voltando il viso del giovane verso di sé “Non hai niente in meno di loro, non sei meno speciale, non sei comune né tanto meno ordinario ...” lo sentì tremare leggermente mentre una lacrima scivolò via dall'azzurro del suo sguardo spaccandole il cuore a metà. “ … forse sono loro a non essere pronti per te” “Sakura, io non ...” “Tu hai bisogno di tempo per guarire, tutti abbiamo bisogno di tempo” ma lo sguardo della ragazza si fece improvvisamente più profondo.
“Troverai un modo per mettere in fila i pensieri davanti a te, troverai un modo per respirare di nuovo” “Tu credi?” annuì dolcemente sorridendo “Ma non farlo prima dell'operazione, ti servono entrambe le braccia per affrontare il domani” gli fece l'occhiolino tornando ad occuparsi di quel corpo stanco che vibrava sotto le sue mani “Ora chiudi gli occhi e dormi, sei al sicuro, ci penso io a te” l'azzurro scomparve lentamente dietro ad un'espressione amabile e rilassata, il respiro regolare, i sogni ad invadere la mente cacciando i pensieri.
Gli occhi smeraldo della ragazza si riempirono di lacrime mentre nel silenzio dell'alba, soffocava le sue paure per lui, per quell'amico ora anche famiglia.   

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Capitolo 2
*** Nel Vento ***



                                                             Nel Vento





Profumo di nuovo, profumo di vita, profumo e basta.
Invadeva i polmoni incurante del tempo, dell'ora, pioggia fresca che lasciava dietro di sé un cielo limpido e cristallino come i fiumi di montagna.
Aveva sempre amato la pioggia, lavava via le imperfezioni della vita restituendo nitidezza, purezza.
La stessa che ora spiava nel volto di quella giovane irriverente.
Era rimasto seduto su quella pietra per ore intere a spiarla, ad interrogarsi sul perché di quella meditazione forzata senza in realtà riuscire a comprenderla.
Aveva i capelli sollevati, tenere ciocche scivolavano via dalla costrizione del nastro incorniciandole il volto, gli occhi chiusi, le mani posate sulle ginocchia mentre respirava la natura.
Indossava un abito chiaro come il cielo all'alba, la stoffa avvolgeva dolcemente le gambe esaltandone le linee delicate, i muscoli scolpiti dall'allentamento, la schiena dritta, le spalle delicate, il seno che si sollevava dolcemente ad ogni respiro.
L'aveva trovata per caso, una mattina fresca di primavera, una delle tante che regalavano sogni e gioia.
Erano giorni che non la vedeva e ritrovarla così, per caso, per gioco, rivederla di colpo aveva lacerato ogni certezza.
Da quel giorno, ogni attimo di respiro che gli concedeva Sakura, ogni ora rubata alle cure e all'ospedale la passava lì, seduto su quella pietra tra gli alberi a lasciarsi cullare dal suo respiro.
Si era accorta di lui lo sapeva bene eppure, gli concedeva questa fugace vicinanza.
Aveva bisogno di vederla, di mostrarle la sua presenza, era lì, malconcio e senza un braccio ma era al suo fianco.
Il vento leggero mosse i rami e piccole foglioline di un pallido verde scivolarono al suolo sfiorandole il volto, si incastravano tra le pieghe del vestito, tra i capelli d'ebano.
Era la stessa di sempre eppure ai suoi occhi, non era mai stata così bella “Non sei scomodo seduto lì?” sorrise scuotendo dolcemente la testa “Dovresti riposare” “Sto bene” scese dalla roccia avvicinandosi lentamente a lei, un passo dopo l'altro, come se in realtà stesse parlando con un fantasma, una meravigliosa apparizione che un respiro troppo forte poteva costringere a svanire. “Non devi preoccuparti per me” la vide sollevare leggermente le spalle mentre con una mano si sfiorava il volto liberandolo dalle ciocche scure che il vento si divertiva a scompigliare “Perché sei qui?” “Non lo sai?” sussurrò sedendo di fronte alla giovane, quegli occhi di cristallo si aprirono dolcemente ed ogni parola, ogni pensiero si bloccò in fondo alla gola perché in quel mare di limpida tenerezza, era racchiuso un mondo a lui vietato.
Come riusciva a farlo? Come poteva renderlo un'idiota con uno sguardo soltanto? Era questo l'amore? Sentire il cuore schizzare nel petto, pregare che le costole fossero abbastanza forti per trattenerlo, per impedirgli di spaccare ogni dannato osso nella sua folle corsa? Era questo l'amore che toglieva il respiro e nascondeva la ragione? Forse Kurama aveva ragione, forse non era il momento giusto, forse non era quella giusta ma davanti a quegli occhi, a quel volto di perla così perfetto, non riusciva nemmeno a pensare.
“Non dovresti essere qui, è sbagliato” sussurrò Hinata abbassando lo sguardo ma lui rise sollevando la mano, le dita sfiorarono l'incarnato fresco della ragazza “Hai paura di me?” sussurrò, gli sguardi si fusero assieme.
C'erano due parole pesanti come macigni sulle labbra, due parole che non riusciva a pronunciare o che non voleva pronunciare, il perché lo conosceva bene.
Erano quelle parole il respiro troppo forte, il rumore improvviso che avrebbe costretto il suo fantasma a scomparire “Non scappare da me” “Non sto scappando” “Non è vero” la sentì tremare, le dita sfiorarono quelle labbra di rosa scendendo dolcemente sul collo, il suo profumo stordiva i sensi, la perfezione di quell'incarnato offuscava la ragione costringendolo ad uno sforzo immenso “Stai scomparendo davanti ai miei occhi e non riesco a … non riesco a fermarti” una lacrima scivolò via dagli occhi spaccandogli il cuore a metà “Parlami” ma lei non rispose, abbassò lo sguardo di nuovo nascondendosi in quel mondo ovattato precluso ad ogni altra persona “Hinata ti prego, parla con me” “Io devo … devo andare” un debolissimo sorriso le sfiorò le labbra mentre si alzava allontanandosi, la mano scivolò via dal suo volto, dal collo, seguì la linea delicata del braccio stringendosi attorno al polso, trattenendola, implorandola ma quel sorriso così carico di mistero, teso e imbarazzato lo costrinse a lasciare la presa, le dita si aprirono lentamente mentre restava immobile come un'idiota ad osservare un fantasma scomparire nel vento.


Si era abituato da usare un braccio solo, a portare a termine i piccoli lavoretti quotidiani con facilità ma ora, avere di nuovo due mani, era strano, forse era colpa del troppo tempo passato a rimuginare sulla sua vita, sul passato o forse era colpa delle lunghe ore d'ospedale ma il sorriso di Sakura, quella compagnia forzata che gli imponeva giorno dopo giorno, aveva evitato che il buio della solitudine si portasse via la luce.
Averla attorno tutti i giorni era stato un meraviglioso diversivo al silenzio “Stringimi la mano” le dita si chiusero con forza attorno a quelle della giovane costringendola a sorridere “Migliori ogni giorno” “Ne sei sicura?” “Sei più forte di ieri” “Non assomiglia solo ad un pezzo di carne?” “Con nervi e muscoli” continuò Sakura sfiorando il braccio avvolto dalle bende “Domani le toglieremo per controllare la medicazione. È ancora gonfio e arrossato, sarà diverso da quello che … insomma, non sarà la stessa cosa” “Cerchi di convincermi dell'ottimo lavoro che hai fatto o, è te stessa che stai provando a convincere?” “Ehi” ribatté indispettita “Cerco solo di prepararti” “Posso … posso vederlo?” “Adesso?” annuì appena sospirando “D'accordo” sussurrò la giovane iniziando a sciogliere la tela candida che nascondeva la pelle.
Secondi lunghe ore intere fino a quando gli occhi non si posarono su quell'incarnato leggermente più scuro del suo, il battito forte del suo cuore rimbombava sulla pelle delicata del polso sollevandola veloce.
Sakura aveva ragione, era gonfio e pizzicava da morire, la spalla era tumefatta e piena di linee chiare, cicatrici che non sarebbero mai andate via ma che almeno, gli avrebbero regalato una vita più o meno normale “Naruto ...” “Niente male” la vide sorridere, mordere leggermente le labbra mentre sedeva silenziosa sullo sgabello di fronte a lui “Sei stata fantastica” “Dovrai seguire una terapia speciale, i tuoi allenamenti saranno diversi da quelli che fino ad ora hai ...” “Lo so” “Ehi ...” inclinò leggermente la testa di lato sfiorandogli il polso “ … non rovinare il mio braccio d'accordo?” “L'hai attaccato al mio corpo, è mio” ma un buffetto leggero colpì il volto costringendolo a ridere “La medicazione tiene bene, qualche altro giorno e riuscirai a sollevarlo senza sentire alcun dolore” “Non fa male” “Bugiardo” ma quel silenzio carico di mistero era troppo pesante per entrambi “Non è venuta nemmeno oggi?” ma lui non rispose.
Lo conosceva, lo conosceva così bene ormai da poter leggere la sua anima, sentiva il suo cuore sanguinare e l'ombra della paura sfiorargli lo sguardo “Andrà meglio” sussurrò iniziando a bendare il braccio di Naruto “Domani andrà meglio”.

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Capitolo 3
*** Sposa di Cristallo ***



                                                     Sposa di Cristallo 





“Cosa fai qui” “Sakura?” “Perché non sei al suo fianco?” la giovane sorrise tornando a chiudere gli occhi, concentrata sulla sua meditazione, lontana dal mondo perfino da sé stessa “Io lo so che fa male, so che perdere qualcuno che ami fa male! Però ...” si avvicinò a lei stringendo le mani attorno alle sue “ … sta diventando matto in una stanza d'ospedale” Hinata sospirò aprendo gli occhi, lo sguardo di cristallo fuso al verde brillante dell'amica mentre scioglieva quell'intreccio alzandosi.
Era cambiata, era diversa, c'era qualcosa di diverso nel suo sguardo, nel modo che aveva di muoversi “Non posso” “Perché!” “Non ci riesco, non voglio” “Cosa?” “Neji era mio fratello” e in quelle parole, vide di nuovo la piccola Hinata piantare le mani al suolo e alzarsi, vide quella bambina intimorita da suo padre, dal mondo intero diventare improvvisamente adulta.
Non c'era gioia nei suoi occhi, non c'erano sorrisi ma solo smorfie, giochi di luci ed ombre che segnavano il suo volto.
Quel freddo immenso che si stava portando via il suo cuore si era insinuato nella volontà, negli sguardi, nell'anima.
I suoi occhi erano specchi di ghiaccio, freddi, incapaci di ribellarsi o di scegliere liberamente se guardare il mondo sorridendo al domani o se invece, restare prigionieri di un senso di colpa che non aveva alcuna ragione d'essere.
Hinata stava affrontando da sola una scelta più grande di lei e per farlo, chiudeva il resto del mondo fuori ma non le avrebbe permesso di fargli del male, non a lui, non all'unica persona che era sempre stata al suo fianco nel bene e nel male “Ho perso un fratello. Penso di avere il diritto di restare sola per qualche ora” “Questa è una bugia” “Io non ...” “È una scusa Hinata! Non si smette di respirare, non si smette di vivere quando un fratello muore, Neji mi avrebbe dato ragione lo sai!” ma la giovane rise voltandosi verso il sentiero colmo di foglie “Lui ti ama” sussurrò Sakura “Ti ama e non riesce a capire cosa ti stia accadendo e ci provo, ci provo con ogni forza a proteggerlo, lo proteggo dal mondo, da te, perfino da sé stesso perché Naruto è l'unica famiglia che mi è rimasta ...” sorrise scostandosi dagli occhi i capelli “ … e lo so che non ha bisogno di protezione, anzi, se mi sentisse ora si arrabbierebbe ma lo faccio lo stesso perché penso che abbia già regalato abbastanza al nostro villaggio, perché nessuno lo farà se ...” “Devo andare” “Lo sai, l'operazione è andata bene, ha di nuovo un braccio ...” la vide sospirare, sollevare lo sguardo incontrando il suo mentre il sollievo usciva dai polmoni “ … ti vedo soffrire, ti vedo lottare contro ... Perché adesso?” “Perché ci sono cose più grandi di noi a questo mondo” “Lo sai, parli come tuo padre” sbottò gelida allontanandosi di un passo.
“Sorella” la voce allegra di Hanabi interruppe quel gelo immenso e per la prima volta, le labbra di Hinata si schiusero in un sorriso vero, puro “Nostro padre ti sta cercando” “Arrivo subito” “Stai bene?” domandò preoccupata la ragazza sfiorandole il volto “Sto bene, andiamo?” ma gli occhi curiosi della piccola si spostavano da lei a Sakura “Hanabi?” “Va pure, io arrivo subito” un debolissimo cenno d'assenso poi solo il volto pallido di Sakura davanti a lei “Va tutto bene?” “Ho chiesto la stessa cosa a tua sorella ma a quanto pare sta migliorando con le bugie” Hanabi rise stringendosi nelle spalle “Deve solo trovare un modo per uscirne, tutto qui” “Tu sai che ...” “Che sorella sarei altrimenti? Certo che lo so, però Sakura, ci sono cose che ...” “Già, è vero” sbuffò l'altra massaggiandosi il collo “Ci sono cose più grandi di voi” “Si sposa” il cuore mancò un colpo mentre il visetto fresco e puro di Hanabi si colorò di tenero sconforto “Si sposa e non si oppone a questa scelta. Nostro padre ha scelto per lei e Hinata non sembra dare molta importanza a questa cosa” “Non può farlo” “Lei è l'erede della nostra famiglia, lei è la luce che illumina il nostro futuro. Sta migliorando ogni giorno e nostro padre è molto più orgoglioso di lei di quanto non mostri. Ha scelto un uomo per bene, erede di una famiglia facoltosa e antica quanto la nostra. Il loro matrimonio sarà un legame tra i nostri clan e rafforzerà le radici che ci tengono uniti a questo mondo” Hanabi abbassò lo sguardo mordendosi appena le labbra “Lei però … io lo so che è una scelta giusta, che per la nostra famiglia è la cosa giusta ma mia sorella non ama quell'uomo, non lo conosce nemmeno. Ha sempre provato dell'affetto ma per una sola persona” “Come posso proteggerlo da questo?” credeva di averlo solo pensato ma evidentemente non riusciva più a controllare la razionalità perché vide la ragazzina sospirare, mordersi dolcemente le labbra abbozzando qualcosa di simile ad un sorriso “Non ne avrai bisogno, tra qualche ora il villaggio intero ne sarà a conoscenza” Sakura trasalì e senza nemmeno rispondere tornò sui propri passi correndo a perdifiato lungo il sentiero perché non avrebbe permesso a nessuno di massacrare così il cuore del suo amico.





“Concentrati” aprì gli occhi di colpo sollevando un dito davanti alle labbra, il corpo di suo padre diventò improvvisamente una mappa d'energia.
Vedeva sottilissime linee di un vibrante azzurro correre lungo le braccia, le gambe, vedeva il cuore, lo vedeva battere rapido.
Ogni organo splendeva davanti a lei e ogni chakra le rideva in faccia costringendola a trattenere la rabbia “Sei migliorata molto figlia mia, Neji è stato un ottimo insegnante. Non lasciare che la sua morte sia stata vana” scattò rapida in avanti colpendo suo padre, lo vide sorridere compiaciuto mentre aumentava la velocità sorpreso da quella figlia “nuova” che non aveva paura o timore di levare la mano sul proprio padre.
I suoi movimenti erano rapidi, precisi, la sua forza era cresciuta in modo impressionante, ad ogni colpo quella rabbia che portava nel cuore martellava incessante il petto costringendola a diventare più brava, più rapida, di più, sempre di più.
“Comprendi il motivo della mia scelta?” “Si padre” esclamò mentre l'energia usciva potente dalle sue mani “Sei consapevole di ciò che ti viene chiesto?” “Si padre” la mano dell'uomo si strinse con forza attorno al suo polso tirandola in avanti ma lei chiuse con forza il pugno e la mano libera scattò rapida colpendolo in pieno petto.
Il respiro si arrestò per qualche secondo, il cuore accelerò ma sulle labbra, un sorriso carico d'orgoglio prese vita “Sarai una splendida sposa” le sfiorò il volto arrossato scostandole dagli occhi i lunghi capelli “Sei nata per brillare, ho creato questo volto dal nulla, le tue mani, il tuo cuore, i tuoi occhi, brilla Hinata e mostrami quanta forza hai dentro” la giovane sorrise appena abbassando lo sguardo ma la mano forte del padre si posò sul volto costringendola a cercare i suoi occhi ancora una volta “Tu sei l'erede della nostra famiglia, sono gli altri a dover abbassare lo sguardo davanti a te” “Si padre” “Ora vai a riposare, domani è un giorno importante” chinò leggermente il capo davanti all'uomo e come una bambola svuotata di ogni emozione, lasciò la stanza trattenendo le lacrime.

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Capitolo 4
*** Via ***


                                                                                      Via





“Concentrati” aprì gli occhi di colpo sollevando un dito davanti alle labbra, il corpo di suo padre diventò improvvisamente una mappa d'energia.
Vedeva sottilissime linee di un vibrante azzurro correre lungo le braccia, le gambe, vedeva il cuore, lo vedeva battere rapido.
Ogni organo splendeva davanti a lei e ogni chakra le rideva in faccia costringendola a trattenere la rabbia “Sei migliorata molto figlia mia, Neji è stato un ottimo insegnante. Non lasciare che la sua morte sia stata vana” scattò rapida in avanti colpendo suo padre, lo vide sorridere compiaciuto mentre aumentava la velocità sorpreso da quella figlia “nuova” che non aveva paura o timore di levare la mano sul proprio padre.
I suoi movimenti erano rapidi, precisi, la sua forza era cresciuta in modo impressionante, ad ogni colpo quella rabbia che portava nel cuore martellava incessante il petto costringendola a diventare più brava, più rapida, di più, sempre di più.
“Comprendi il motivo della mia scelta?” “Si padre” esclamò mentre l'energia usciva potente dalle sue mani “Sei consapevole di ciò che ti viene chiesto?” “Si padre” la mano dell'uomo si strinse con forza attorno al suo polso tirandola in avanti ma lei chiuse con forza il pugno e la mano libera scattò rapida colpendolo in pieno petto.
Il respiro si arrestò per qualche secondo, il cuore accelerò ma sulle labbra, un sorriso carico d'orgoglio prese vita “Sarai una splendida sposa” le sfiorò il volto arrossato scostandole dagli occhi i lunghi capelli “Sei nata per brillare, ho creato questo volto dal nulla, le tue mani, il tuo cuore, i tuoi occhi, brilla Hinata e mostrami quanta forza hai dentro” la giovane sorrise appena abbassando lo sguardo ma la mano forte del padre si posò sul volto costringendola a cercare i suoi occhi ancora una volta “Tu sei l'erede della nostra famiglia, sono gli altri a dover abbassare lo sguardo davanti a te” “Si padre” “Ora vai a riposare, domani è un giorno importante” chinò leggermente il capo davanti all'uomo e come una bambola svuotata di ogni emozione, lasciò la stanza trattenendo le lacrime.






“Ho detto piano!” urlò Sakura dandogli un pugno, strinse con forza la testa tra le mani rannicchiandosi “Sei impazzita? Mi hai fatto male!” “Ti ho detto di non correre, non l'ho fatto forse?” “Dovresti curarmi e non aprire il mio cranio con ...” “Se mi avessi ascoltato non l'avrei fatto” sbuffò irritata controllandogli il volto, le dita scorrevano delicate tra i capelli biondi del giovane, era leggera, quasi una carezza “Lo sai è strano, è il mio braccio ma non lo sento davvero” “Andrà meglio, quando imparerai a conoscerne i movimenti andrà decisamente meglio” “Lo sai che sei carina?” domandò divertito sorridendole, l'aveva davanti al viso, così vicina che se avesse starnutito le sue labbra si sarebbero posate su quelle della giovane.
Carina lo era davvero, lo era sempre stata e forse nel cuore l'aveva sempre amata, ora però quell'amore si era trasformato in affetto profondo, un legame senza il quale non sarebbe mai sopravvissuto.
La vide sorridere, lo sguardo colmo d'ironia mentre continuava ad accarezzarlo “Sasuke è fortunato” “Si, la testa sta benone” “Non stavo scherzando, è fortunato” ma il volto della giovane diventò più pallido “Sakura?” le labbra strette tra i denti nel tentativo di trovare le parole giuste per confidarsi con lui “Che c'è? Stai bene?” domandò preoccupato sfiorandole una spalla “Devo dirti una cosa ma non sono sicura che sia la … non so come farlo” “Oh” sussurrò tremante “Ho visto Hinata, e lei ...” “Si sposa” quelle due parole caddero nel silenzio come un macigno pesante.
“Lo sai?” “Tutti lo sanno, un matrimonio come questo non è qualcosa che passa inosservato non credi?” “Naruto ...” “Sto bene, starò bene” ma le mani di Sakura lo tirarono con forza in avanti chiudendolo in un abbraccio caldo e sicuro.
“Mi dispiace” sussurrò la giovane mentre fredde lacrime scivolavano via dagli occhi “Credimi, mi dispiace. Non avrei mai voluto … conosco la fatica che hai fatto per arrivarci e non avrei mai voluto vederti così ...” lentamente, senza alcuna fretta, le braccia del ragazzo si sollevarono nell'aria “ … lei non lo ama, lei non è più sé stessa e non riesco a capire cosa le stia accadendo” sentì le mani di Naruto stringersi attorno ai fianchi, il suo volto posato sul petto mentre nascondeva il pianto ma quei singhiozzi silenziosi rimbombavano nell'aria più forte di un temporale “Mi dispiace” ripeté stringendolo più forte a sé “Puoi piangere amico mio” “Non … non posso” “Non sei meno uomo se lo fai” un sorriso tra i singhiozzi la costrinse a sospirare “La fermerò vedrai, tornerà a ragionare altrimenti la prendo a cazzotti fino a quando il buon senso non entra di nuovo nel suo cuore” “No” si staccò dolcemente da lei cercando di sorriderle ma aveva gli occhi arrossati, quell'azzurro vibrante e cristallino era inondato dal pianto “No, voglio solo … voglio che sia felice e se in questo momento ha bisogno di questo matrimonio, allora va bene così … io non ...” “Come può essere felice? È un matrimonio combinato Naruto! Lei non ama quell'uomo, non l'ha mai nemmeno visto. Mi spieghi come si può essere felici?” “Non si può, ma deve comunque crederlo Sakura perché altrimenti, non avrebbe alcun senso” “Te l'avevo detto” esclamò inginocchiandosi davanti a lui “Ti avevo detto: vai da lei e trascinala via!” “Lo so” “Perché non l'hai fatto!” “Perché quando l'ho guardata negli occhi lei non era … lei non era più la mia Hinata” “Sei un'idiota” “Lo so” “Dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo fermarla e ...” “Domani partirò” “Cosa?” sussurrò tremante stringendosi nelle braccia “Andrò via da qui, ho bisogno di ritrovare un'equilibrio Sakura e non posso farlo se vedo … non posso restare qui” “Allora vengo con te” ma lui rise asciugandosi il volto “Sei uno dei migliori medici che abbiamo a disposizione, devi restare qui per il bene di tutti” “Non sono l'unica, lo sai. Ino può prendere il mio posto e ...” “Sakura, no” “Smettila, non ti lascio andare da solo. Non voglio vederti rinchiuso in una caverna di solitudine, ci sono già io lì dentro, non ti permetterò di fare la stessa cosa chiaro?” lo sguardo della giovane si inchiodò al suo togliendogli il fiato “Quel braccio è una mia creazione e non ti permetterò di ridurlo in mille pezzi! Ora riposa ...” si alzò da terra dipingendosi in volto un sorriso falso “ … devo sistemare due cose prima di ...” “Sakura?” “Si?” “Grazie”.  

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Capitolo 5
*** La tua Luce ***


                                        La tua Luce




Sakura aveva ragione, non c'era gioia nei suoi occhi né dolcezza, la spiava mentre eseguiva movimenti aggraziati, una danza mortale che apparteneva al suo clan e che lei rendeva quasi poesia.
La ragione cessava di essere, il cuore accelerava e il sangue gelava nel corpo, come può una donna avere quell'effetto su di un uomo? Era questo che aveva provato suo padre? Voleva dirle addio, doveva dirle addio prima di scappare, prima di cancellare quanto più possibile di lei dal cuore perché se non l'avesse fatto, sarebbe rimasto tutta la vita con quel dannato rimorso aggrappato all'anima.
Chiuse gli occhi sospirando ma la voce flebile della ragazza lo colpì come un fulmine “Perché sei qui?” era una domanda, tre parole che perforavano l'anima, aprì gli occhi trovando il volto della giovane a pochi centimetri dal suo “Perdonami, non volevo spaventarti, io non … è solo ...” la mano delicata si posò sulle bende del braccio costringendolo a tremare “È vero” “Hinata ...” le dita scivolarono sull'avambraccio seguendo i lineamenti di quel miracolo di cui Sakura si assumeva tutto il merito.
La mano, le dita e poi di nuovo lontana da lui lasciando solo l'aria fresca della notte al posto di quella carezza “Perché sei qui?” “Le spose dovrebbero sorridere” ma nessuna risposta riempì il silenzio.
La luce pallida della luna le accarezzava il volto, i capelli sollevati in un delicato intreccio “Sono … sono contento per te. È un brav'uomo?” un debolissimo sì scappò via dalle sue labbra ma lui rise passandosi una mano tra i capelli “Io devo andare, non ...” “Non riesco a lasciarti andare, non riesco a rimanere qui, davanti a te e fingere che tutto vada bene, che tutto sia normale” era nervoso lo sapeva bene ma quel sorriso irriverente sulle labbra schiuse di Hinata lo confondeva ancora e ancora.
Si avvicinò a lui incurante dell'effetto che provocava nella sua mente, incurante del desiderio quasi viscerale che gli batteva in petto.
Posò la fronte sulla sua sfiorandogli il volto con la mano, una carezza che bruciava come fuoco e alla quale rifiutava di resistere.
Lasciò uscire l'aria dai polmoni imprimendosi a fuoco nella memoria il percorso delle sue dita, la tenera dolcezza che metteva nel seguire i lineamenti del suo volto “Ti amo” sussurrò, le labbra separate da pochi millimetri, un confine flebile e delicato pronto a spezzarsi in qualsiasi momento “Io ti amo Naruto ma non ti appartengo” più ripeteva a sé stesso che era vero, che quel sentimento viveva davanti a lui e più si rendeva conto che la giovane donna per cui aveva perso la testa faticava perfino a guardarlo negli occhi.
Non c'era più Hinata in quello sguardo, non c'era gioia né quel tenero sorriso a volte colmo d'imbarazzo “Non puoi sposare un uomo che non ami” “Non posso rifiutare il futuro. Ci sono scelte a cui non si può voltare le spalle” intrecciò le dita alle sue costringendola a sorridere “Mio marito è stato scelto per me prima ancora che imparassi a parlare” “Non è giusto Hinata” tremava, odiava, piangeva, non riusciva a staccarsi da lei né desiderava farlo ma era certo che da qualche parte, in qualche luogo o per qualche ragione, quel matrimonio fosse giusto.
Lei aveva sempre lottato, con sé stessa, con suo padre, con la consapevolezza di non essere mai stata il grande erede che aveva sognato Hiashi.
Ma se ora non si opponeva a questa folle scelta c'era sicuramente un motivo, la sua famiglia custodiva una conoscenza che veniva dal cielo e in quel cielo era custodito il futuro del mondo.
La mano della giovane scivolò nell'aria, le dita sciolsero quel lieve intreccio costringendolo a tremare “Partirò” la vide sussultare, le mani strette con forza l'una all'altra e lo sguardo pieno di confusione “Domani mattina, lascerò Konoa e girerò per il mondo” “Perché?” la risposta a quella domanda la conosceva ma aveva un bisogno disperato di sentirla dalle sue labbra, di riconoscere nelle sue parole lo stesso sentimento che pochi minuti prima gli aveva confidato ma non le rispose, non una parola, non un sussurro.
“Tornerai?” “Forse un giorno, quando sarò diventato forte abbastanza” “Sei già forte abbastanza” ma quel sorriso colmo di sconforto sulle labbra di Naruto faceva un male atroce “A quanto pare non lo sono” mormorò.
Tre uomini apparvero silenziosi alle spalle della giovane, gli sguardi colmi di mistero, occhi che appartenevano anche a lei e pelle candida di luna.
Non li aveva sentiti arrivare, non aveva percepito la loro presenza né tanto meno i loro sguardi eppure Hinata restava immobile tra loro senza paura alcuna.
“Mia signora?” scosse appena la testa, una mano posata sulle labbra quasi come a voler cancellare quell'attimo di debolezza “Vostro padre vi sta aspettando” sussurrò un uomo dal volto fregiato tendendo una mano verso la giovane, Naruto sussultò costringendo il corpo a muovere un passo ma la voce di Kurama esplose violenta nella mente “Non muoverti fratellino, lasciala andare” “Non posso” “Non puoi nemmeno morire per lei. Lasciala andare perché quegli occhi nascondono qualcosa di diverso” trattenne il respiro costringendo ogni muscolo alla calma assoluta “Sei qui, ti ho cercato ovunque” urlò preoccupata Sakura correndogli incontro “Stai bene?” “Come … tu cosa ...” “Li ho sentiti, stai bene?” “Bene?” le mani della giovane si posarono sulla fronte, sulle spalle percorrendo tutta la lunghezza del braccio “È caldo” “Perché non li ho sentiti?” Sakura sorrise appena coprendo l'immagine di Hinata con la propria “Sei stanco, ti serve solo un po' di riposo” rispose divertita sollevandogli il volto “Perché lei non ...” “Perché non è lei, Naurto” lo sguardo si spostò lentamente sulla giovane, su quel sorriso colmo di mistero che regalava a quegli uomini, la mano che si stringeva elegante a quella del più giovane, lo sguardo fiero e orgoglioso che poche volte aveva riconosciuto in lei e che adesso più che mai gli ricordava Hiashi.
“Il vostro sposo è arrivato” Sakura socchiuse gli occhi stringendo più forte la mano attorno a quella dell'amico “Non vorrete farlo aspettare ancora non è così?” “No” sussurrò la giovane seguendo i passi della sua scorta.
Pochi minuti prima di vedere soltanto alberi di fronte a sé, alberi e nulla di più “Ho sbagliato?” “No” “Ho ...” “No” esclamò Sakura sollevandogli il volto “Non hai sbagliato, non hai fatto niente di male” “Non è amore questo, non lo voglio” “E come puoi decidere di scegliere liberamente? Non è una tattica di battaglia, è un sentimento” lo strinse a sé soffocando la rabbia e le incertezze del suo cuore “Kurama me l'aveva detto” “Naruto ...” sentì le mani dell'amico sollevarsi lentamente nell'aria, le braccia strette attorno a lei così forte da farle male “È effimero, una catena” “È luce” sorrise scuotendo appena la testa “Ora non riesci a vederla, sei arrabbiato e non puoi … ma è luce Naruto, è la tua luce” l'altro sospirò posando la fronte sulla spalla della giovane “La mia luce sta scappando con un altro” “È una sua scelta, è ciò che pensa sia giusto fare e tu le permetti di vivere, non è forse amore questo?” “Non lo voglio, non mi appartiene” “Allora rifiutalo ma domani, quando lasceremo il villaggio, chiudi a chiave quel sentimento da qualche parte nel cuore, i suoi ricordi, il suo volto, i suoi occhi. Butta via quella chiave senza più cercarla perché non ci fa bene rimanere attaccati al passato” non aveva mai avuto una sorella ma era certo che fosse quello l'amore che condividevano tra loro i fratelli, quel calore, la certezza di un abbraccio, una spalla su cui piangere ogni volta che il mondo diventava più cattivo.

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