Quello che la neve sa

di Earth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Tempo del Sole ***
Capitolo 2: *** Quello che Brina mirava ***
Capitolo 3: *** Un disegno sottile ***
Capitolo 4: *** Lo spettro sul lago ***
Capitolo 5: *** Sotto quel cielo basso ***
Capitolo 6: *** L'unica cosa saggia ***
Capitolo 7: *** La strega delle api ***
Capitolo 8: *** Il reame perduto ***



Capitolo 1
*** Il Tempo del Sole ***


1.
Il Tempo del Sole

 

I festeggiamenti durarono otto giorni e otto notti.
Cinghiali paffuti furono serviti con salse al miele, cannella e pepe; i boccali riempiti — ancora e ancora — fino a prosciugare tutte le botti delle cantine. Anche quell'anno l'ultima aurora era vicina e la neve si stava sciogliendo, il ghiaccio sullo stagno si stava crepando e boccioli si affacciavano sui rami. Il cielo era terso, una brezza nuova, delicata e tenue, aveva soffiato via le nuvole.
Le risate allietavano i banchetti e nastri colorati — azzurro, lilla e blu, malva, giallo e porpora — correvano tra i tetti bianchi delle case e ghirlande adornavano le strade. Perle e rubini erano intrecciati tra i capelli delle dame e i cavalieri indossavano berretti e medaglie che brillavano sotto i raggi ritrovati del giorno.
Tappeti e cuscini riempivano la grande piazza e panche erano poste intorno ai fuochi, da cui salivano profumi speziati e crepitii; musichi e menestrelli recitavano le gesta degli avi e danzatrici dai visi dipinti si mescolavano a funamboli e maghi dando prova delle loro arti. E i bambini si incantavano davanti ai banchi delle leccornie, mangiando con gli occhi i confetti di zucchero e le torte glassate.
Il lungo inverno stava finendo e Dulcamara tutta — dalle duchesse ai fabbri, dalle massaie ai generali, dai garzoni ai baronetti — celebrava, con balli e giochi, il ritorno del Tempo del Sole




 


Parole 224
Animale e simbolo scelti: farfalla - rinascita
Note: Nel caldo di luglio io mi sono messa a pensare a questo regno immerso nella neve ^.^" Quindi... Dulcamara è la città protagonista di questa storia. Siamo in delle immaginarie terre del nord dove la neve è quasi perenne. La raccolta in se racchiude alcuni spaccati che ruotano intono alle sorti di questo regno, ad i suoi  abitanti e i suoi governanti. Mano a mano che andremo avanti con i capitoli (che aggiornerò velocemente, penso circa un giorno sì e uno no)  aggiungerò delle note per rendere un po' più chiaro il tutto (nella mia testa  i  vari capitoli sono molto collegati da una trama generale, ma non so quanto per chi legge la cosa si vedrà, quindi  fatemi sapere :-* )
Bene, ora sparisco, vado a passare la giornata davanti al ventilatore.
Grazie mille di aver letto fino qui, se vuoi lasciare un piccolo parere sappi che sarò felicissima di sapere quello che pensi *.*
A dopodomani XD



 

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Capitolo 2
*** Quello che Brina mirava ***


2.
Quello che Brina mirava

 

Dal suo terrazzo d'argento Brina poteva osservare tutto il regno.
Appoggiata alla balaustra guardava giù, verso la città. E le sembrava piccola: un modellino da poter tenere nella camera dei giochi, da farvi passeggiare le bambole tra le strade e per le piazze, metterle sedute sopra i tetti a prendere il tè con le stelle (perché anche gli astri, visti dalle sue stanze, sembravano briciole: una polvere brillante da poter raccogliere allungando un po' di più la mano).
Brina era curiosa.
Non della città. Lì ci era stata, un sacco di volte, ed era sempre circondata da sudditi e servitori che le facevano la riverenza, le sorridevano ed esaudivano ogni suo pensiero (perché quando ti ricapitava che la figlia del Re passasse per la tua taverna, la tua bottega, la bella strada ghiacciata di fronte casa tua?).
No, lei non desiderava passare altro tempo giù per i vicoli scivolosi di Dulcamara.
Erano altri i luoghi che Brina mirava.
Se alzava appena lo sguardo infatti, oltre i campanili sbeccati, al di là delle mura merlate, dall'altra parte del confine sicuro della capitale del Reame del Nord, c'erano le Lande.
Brina non vedeva l'ora di diventare abbastanza grande per poterci andare anche lei in quelle terre misteriose e sconfinate.
Durante i banchetti di trionfo — ad un certo punto, tra lo spezzatino e la zuppa, quando già la sala si riempiva dell'odore dolce dei pasticci allo zenzero — c'era sempre qualche bel giovane or ora rincasato cavaliere che, battendo la punta del coltello su di un bicchiere, si schiariva la voce. E lì iniziava la gara. La sfida a chi riusciva a incantare di più la corte.
Le Lande, dicevano, erano un deserto bianco e gelido così ampio che ci volevano settimane per attraversarlo. Erano popolate da spiriti che vivevano di sola nebbia, nascosti tra le gole delle montagne.
Narravano delle sirene dei fiordi, dei loro sguardi vitrei e del loro canto sussurrato capace di ammaliare e confondere. Di come i soldati si battevano contro le viverne, esseri dalle ali così enormi da gettare nel buio un intero villaggio, ma dal volo così leggero da sembrare quello di una libellula. Della foresta di stalagmiti che faceva da bussola verso all'est, dove il sole nasceva, caldo, rosso e lento.
Capitava che Brina si domandasse se non fossero solo favole figlie del vino e della brama di mettersi in mostra.
Ma negli occhi dei cavalieri c'erano davvero i sorrisi scarlatti delle sirene, il vento dei picchi di ghiaccio e le ombre curve dei draghi.
E allora Brina lo sentiva: le Lande la stavano aspettando.




 


Parole 428
Animale e simbolo scelti: libellula - sogni
Note: Salve ^.^
Brina, come spero sia risultato chiaro dalla lettura, è la principessa di questo regno. Qui me la sono immaginata come una ragazzina di undici/dodici/tredici anni. Il suo nome l'ho trovato in una lista di nomi fantasy e, anche se in italiano la parola "brina" è una "parola vera", mi è piaciuto tantissimo come suonava come nome (che io leggo semplicemente all'italiana, così come si scrive, facendo magari vibrare un po' di più la erre). Che poi l'idea che il suo nome richiamasse in qualche modo il regno in cui vive non mi ha dispiaciuto affatto... spero sia lo stesso anche per chi legge.
Una cosa importante: i capitoli di questa raccolta si distanziano gli uni dagli altri a livello cronologico di parecchio. Cioè, magari tra questi primi due la cosa è irrilevante, o cmq si vede poco, ma nei prossimi è importante tenere a mente che di tempo ne passa tanto (tanto inteso come anni).
Bene caro lettore che sei arrivato fino a qui, spero che questa storiella ti stia piacendo, in ogni caso se vuoi lasciarmi una recensioncina per farmi sapere che ne pensi di questo pastrocchio: fallo! mi illuminerai la giornata :-)
A dopodomani XD



 

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Capitolo 3
*** Un disegno sottile ***


3.
Un disegno sottile

 

La neve era caduta nella notte.
Fiocchi smarriti erano venuti giù dalle profondità del cielo ad avvolgere i rami spogli e le colline brulle. Avevano nascosto i sentieri e tinteggiato i tetti, si erano posati sulle punte storte delle torri e sulle slitte. Si erano infilati tra le crepe dei muri, finendo per sciogliersi nell'aria tiepida dei camini. Avevano coperto i sogni e congelato gli incubi.
Il Gran Consiglio quella mattina, quando all'alba ancora era pallida e la rugiada ghiaccio sugli aghi dei pini, si era riunito nella Sala della Guerra.
Il re Velio il Giovane, Governatore delle terre del Nord, Signore di Dulcamara, Custode della Sapienza e dei Segreti di tutte le Lande, sedeva attento tra saggi e diplomatici.
I confini erano stati intaccati, lesi e rosicchiati. Il rozzo esercito di Zagara aveva marciato imperioso lungo le linee di pace per settimane e piano piano aveva preso il controllo dei villaggi delle frontiere.
Era un disegno sottile, mosse azzardate e disorganizzate, ma con il passare delle lune quei vicini nemici avevano acquistato terreni e coraggio.
Ora un pensiero si era insinuato nella testa del Re di Dulcamara. Ronzava lì da giorni, arrivatogli forse con il vento agitato delle montagne. Chiamarlo "idea" era troppo, era più un pizzicorio fastidioso: un sussurro vago e fumoso. Velio lo sentiva rimbombare tra le parole scrupolose dei consiglieri, sgusciare tra le preoccupazioni dei generali e affilarsi con le macchinazioni degli strateghi.
Spostò lo sguardo alla finestra — la neve bianca ne aveva ricamato i bordi, incorniciando i vetri con una patina opaca.
Poi Velio si alzò in piedi.
Ed il silenzio cadde.
«Dovremmo rispondere» disse.
E il silenzio sembrò diventare più denso.
«Vostra maestà...» Uno degli incantatori di corte si fece avanti carezzandosi la barba canuta: «Lo stiamo già facendo: i nostri uomini si sono mossi verso le foreste dei cedri e il conflitto alle gole a est è stato sanato.»
«No, no, no» Velio sospirò, abbassando appena la voce e massaggiandosi le tempie: «Vogliono le nostre terre e il nostro potere. Se non li fermiamo arriveranno qui.»
Ci fu un mormorio tra gli ufficiali maggiori, parole di dubbio e sorpresa.
«Vostra altezza, cos'è che state suggerendo?»
Il Re aggrottò un poco la fronte: quel pensiero, quell'idea, quel sussurro vago e fumoso era lì e pulsava e gridava.
«Di difendere la nostra gente, riprenderci quello che è nostro» asserì «Perché devono sapere che non si deve giocare con i cavalieri dei ghiacci.»



 


Parole 404
Animale e simbolo scelti: gallo - disposizione da guerra
Note: Riciao a tutti :-* Per prima cosa voglio ringraziare chi ha recensito e chi ha messo questa storia tra le seguite! mi fa tantissimo piacere *_* Poi... Qui conosciamo Velio, il re di questo regno (sì, è il padre di Brina se qualcuno se lo stesse chiedendo). E viene introdotta che Zagara, un'altra città di questo mondo, rivale della nostra ^.^ (più in la faremo conoscenza anche con un altro regno, ma tra un pochino).
I capitoli in tutto non sono molti. Spero che anche questo sia stato di vostro gradimento :-)
Un bacione a tutti i lettori  ^.^
A dopodomani.



 

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Capitolo 4
*** Lo spettro sul lago ***


4.
 Lo spettro sul lago



Quello era un problema. 
Lo spettro dalle corna corte e le orbite vuote brucava nebbia lasciando impronte nere di zoccoli sulla superficie ghiacciata del lago. 
La maledizione era venuta giù dai picchi innevati, scivolando per i pendii scoscesi e le rapide aguzze. E per un tiro mancino del destino era finita ad avvelenare lo stagno alle porte di Dulcamara. 
A trovarla era stato Siro, un bambinetto tutt'ossa e saltelli. Quella mattina, sfuggendo allo sguardo severo della madre, era andato a giocare intorno alle mura quando aveva sentito un curioso ronzio provenire dalla radura. Aveva raccolto la sua spada di legno ed era partito all'esplorazione — chissà, forse era una fenice, suo fratello diceva che ne aveva vista una volare tra i pini. Così Siro era corso verso il lago. 
Ma quando era tornato a casa il bambino tremava e piangeva. 
«C'è un mostro» singhiozzava «È enorme e arrabbiato! E sta infettando tutto.» 
Per liberarsi dallo spirito maligno serviva un incantatore potente, qualcuno che sapesse disegnare un pentacolo e s'intendesse di rune. 
Ma le streghe e i maghi migliori erano stati reclutati e spediti ad incantare scudi e lance; a scagliare sortilegi contro i guerrieri invasori.  
E l'impegno degli apprendisti — nel vitale bisogno d'impedire al mostro di raggiungere la città — riuscì solo ad imprigionarlo.  
Lo spettro rimase lì, a far inorridire gli avventori e ad intossicare la piana — perché i pesci che vennero fuori dalle crepe del ghiaccio furono deformi e putridi e gli alberi sulle rive dell'acqua avvizzirono e caddero.
Quell'impiccio funesto non se ne sarebbe andato fino a che la guerra non fosse finita.



 

Parole 265
Animale e simbolo scelti: bue - spiriti che infestano laghi fiumi e mari 
Note: Bene cari lettori,  siamo così giunti a metà della raccolta. Spero che la lettura non vi stia annoiando ^.^ 
Me la lasciate una recensioncina? 
Per me è molto importate conoscere il vostro parere, imparo sempre  qualcosa :-)
A dopodomani



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Capitolo 5
*** Sotto quel cielo basso ***


5.
Sotto quel cielo basso

 

Brina aveva lo sguardo fermo e le mani strette alle redini.
La pelliccia, folta e bianca, le cingeva le spalle; il vento soffiava appena e il cappuccio le lambiva il profilo del viso, incoronandola maestà della guerra, sovrana della vittoria.
Quasi sembrava un leone, fiero e feroce, pallido come la neve che di li a poco avrebbe rivestito gli scudi e gli elmi dei suoi cavalieri.
Fissava la meta oltre le colline — sotto quel cielo basso, colmo di nubi, che si stava tingendo rosa.
«Siamo quasi pronti.» La voce del generale Baddo le arrivò grave e tesa.
Brina si voltò e spronò il suo destriero fulvo ad incamminarsi lungo il viale sterrato che delimitava l’accampamento.
«Siamo certi che il fiume sia ancora ghiacciato?»
«Assolutamente» assicurò l’uomo «Ho mandato sentinelle lungo tutte le rive: la lastra è così spessa che potrebbe reggere una famiglia di orsi.»
Un tuono rimbombò cupo in lontananza.
«Molto bene» Arrivarono alla tenda della principessa e lei smontò da cavallo: «Mandate un messaggio a mio padre: ditegli di aspettare. Fategli sapere che li raggiungeremo entro due notti al Valico della Volpe.»
«Come desidera» E Baddo fece un profondo inchino, poi si dileguò svelto tra i sentieri polverosi del campo.
Brina si sfilò i guanti ed entrò nel suo alloggio.
Quelli seguenti sarebbero stati giorni frenetici: un altro scontro, un altro trionfo, altre monete nelle loro tasche, un altro punto da aggiungere alla lunga lista delle cose da festeggiare.
Il fato era ancora dalla loro parte perché quell'anno il Tempo del Sole si era tenuto lontano e il fiume, che separava la foresta di stalagmiti dal resto del regno, era ancora attraversabile a piedi. E questo era un grosso vantaggio.


 

Animale e simbolo scelti: cinghiale - successo 
Parole 282
Note: Ammetto che questo è il capitolo che mi convince di meno. In breve: gli anni sono passati, la guerra è in alto mare e Dulcamara sta vincendo spudoratamente. Brina si è data alle campagne militari e sta avendo un grande successo. E tutto pare procedere senza intoppi.
Ecco, voleva essere una sorta di Slice of life diciamo... 
Ci tengo a ringraziare tantissimo chi sta recensendo e seguendo *-*
Come sempre: a dopodomani ^.^

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Capitolo 6
*** L'unica cosa saggia ***


6.
L'unica cosa saggia


 
Il destino – narravano a Dulcamara – si muoveva con il vento.
Era una cosa curiosa: sottile come il filo di una ragnatela, capriccioso come un baronetto appena alzato e ingarbugliato come i pensieri di un ubriaco.
E sopratutto non era mai quello che sembrava.
Dulcamara era sempre stato un regno ricco e potente.
Come un drago dormiente se ne stava nascosta tra le nebbie dense e il clima impervio delle montagne, accrescendo la sua sapienza e le sue arti.
E i draghi che dormono – questo non lo narravano nelle terre di Zagara – non vanno svegliati.
Così quando i confini erano stai calpestati i Signori del Nord si erano destati e non si erano accontentati di ricacciare gli stolti invasori nelle loro case. Come una valanga erano venuti giù. E non si erano più fermati.
Guidati da un istinto selvaggio e brutale, si battevano in una furia impetuosa e cieca. Dopo un po', però, non fu più per il trionfo, ma per la distruzione.
Allora il principato di Zagara si era spaventato davvero.
E aveva fatto l'unica cosa saggia da fare quando si è terrorizzati, quando si sta fuggendo da mostri spietati e vendicativi, quando si è senza speranze: aveva chiesto aiuto.
Una preghiera supplicata e disperata alla generosa e fruttuosa Adonide – alla Corona dell'Ovest, alla placida Terra dell'Oro.


 

Animale e simbolo scelti: bisonte – istinti di sopravvivenza 
Parole 220
Note: questo capitolo l'ho finito ieri >.< l'ho riletto in serata è non mi piaceva per niente, così l'ho praticamente riscritto, ma devo dire che nemmeno così mi soddisfa (tra le altre cose ho dei forti dubbi sui tempi verbali... consigli??)
Cmq spero che almeno a voi cari lettori possa piacere :-)
Con questo ne mancano solo due.
A dopodomani.

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Capitolo 7
*** La strega delle api ***


7.
La strega delle api

 

La vecchia strega guardava tutti.
In mano stringeva gli insetti morti e tra i denti, storti e rotti, un sorriso folle: «Il tempo di Dulcamara è scaduto» garantiva «Il ronzio si è fermato! Le tue mosse sono terminate. Hai una sola cosa da fare se non vuoi finire anche tu: fuggi.»
Il Re l'aveva fissata per un lungo istante, con il mormorio dei generali a scandire i secondi, «Mai» aveva giurato.
E Brina era uscita dalla sala.
S'era divertita a fare la guerra. "Non è cosa da principesse" le avevano detto e lei, per dispetto, l'aveva fatta diventare una cosa per sé.
La battaglia era sangue, rancore e sudore. Era strategia, attesa e agilità. Era forza, potere e gloria. E lei si era beata della forza, era stata inondata dalla gloria e aveva gioito del potere.
Ma ora basta, quel gioco l'aveva stancata.
Suo padre bramava il regno, un impero enorme e ricco.
Lei adesso voleva un bel castello, svegliarsi con il profumo del pane tostato e  qualcuno che le scrivesse poesie. E lo desiderava per sempre.
Era stata una principessa e una guerriera e in altre circostanze sarebbe diventata anche una regina, ma Velio aveva perso il senno, questo Brina lo sapeva. L'impero stava per crollare, la vecchiaccia aveva ragione.
E lei non ci teneva per niente ad essere maestà di un mondo in rovina.
Quindi, quella notte stessa, se ne andò. Lasciò l'accampamento, la contrada e suo padre senza nemmeno un ripensamento. Scomparve in un incantesimo, in un sortilegio antico e meticoloso.
E non importò quanto tentarono di trovarla. Perché sì, la cercarono.
Velio si disperò.
Perlustrarono palazzi e boschi, inseguirono tracce e scie, interrogarono incantatrici e veggenti.
Ma nessuno la trovò.



 

Animale e simbolo scelti: castoro -  raggiungere gli obiettivi
Parole 283
Note: Su questo capitolo non ho molto da dire, la storia sta volgendo alla fine, spero che un po' vi stia piacendo :-) Cari lettori vi ricordo che mi farebbe molto piacere ricevere una vostra recensione, così da poter capire cosa ne pensate.
A martedì ^.^

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Capitolo 8
*** Il reame perduto ***


8.
Il reame perduto

 

Quando Brina scomparve, la buona sorte abbandonò l’Impero del Nord con lei.
I guerrieri d'oro avevano preso fiumi e valli, macchiando con i loro stivali ingordi campi, strade e villaggi.
E quando i cavalieri del ghiaccio persero i Colli Bassi, quando gli avamposti cedettero, sembrò per un istante che potesse concludersi lì, con una firma sbavata su di una pergamena sgualcita e gli sguardi rabbiosi di due generali.
Ma Velio era caparbio e non si arrese — perché aveva giurato davanti alla vecchia strega delle api che avrebbe lottato, per la vittoria, per l'onore, per la gloria, per l'odio e la follia.
Ma le sue milizie erano stanche mentre gli invasori cavalcavano sicuri e briosi. E il caso beffardo volle che arrivassero alle montagne nei giorni del sole — che aveva fatto scivolare via la neve dai sentieri tortuosi e impedito alle loro calzature di congelarsi. Quell'esercito chiassoso e brutale aveva passato il Valico della Volpe nell'ombra del crepuscolo, sotto la nebbia pigra della Foresta Rossa. Per un giorno intero furono in vista, ma dalla guglia di guarda l'allarme non era partito, perché due sacchi di monete sonanti avevano reso ciechi gli occhi dei vedettieri.
Poi, quando le prime stelle silenziose si fecero alte nel cielo, le porte di Dulcamara furono abbattute e il panico e l'orrore corse tra le vie.
I cavalieri del ghiaccio non poterono nulla contro i guerrieri stranieri dai bei mantelli ricamati, le armature scintillanti e i destrieri possenti — che a guardarli più che un esercito sembravano una parata: una sfilata di orgoglio e fierezza.
Il sangue riempì i vani delle fontane e macchiò le anime degli uomini.
La Terra del Nord fu conquistata: nel ridicolo tempo di una notte la città era caduta — erano crollate le torri e demoliti i ponti, spaccate le mura dei palazzi, frantumate le ossa e distrutte le vite.
Con la fine di Dulcamara finì anche quella guerra.
E Velio masticò vendetta e odio, per il suo reame perduto. Camminò tra i suoi soldati rotti e le spade dei nemici che brillavano alla pallida luce dell'alba. Mise il suo nome sotto un ricatto di pace e maledisse tra i denti il sole e l’oro dei drappi di Adonide.


 

Animale e simbolo scelti: serpente - cattivo 
Parole 370
Note: e questa era la fine. Era da tantissimo che non scrivevo nulla e grazie al contest di Arianna.1992 mi sono decisa a rimettermi in gioco. Per me è stata una bella avventura XD
E per te?


 

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