Gettare la maschera

di pikychan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***
Capitolo 23: *** Ringraziamenti ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

«Ben fatto!» esclamarono in coro Labybug e Chat Noir battendo pugno contro pugno.

Gli orecchini della supereroina lampeggiarino di nuovo. Era già la terza volta. Non c'era più tempo, doveva andarsene subito!

«Devo andare, alla prossima Chat Noir!» annunciò prendendo lo YoYo e preparandosi a lanciarlo.

Proprio in quel momento però successe una cosa. Una cosa che non sarebbe mai dovuta succedere...

La magia si dissolse lasciando Ladybug... o per meglio dire Marinette lì di fronte a lui con i vestiti che indossava quotidianamente.

Era un guaio... un enorme guaio...

«T-tu... sei Ladybug...?» a stento balbettò Chat Noir scioccato.

Povera Marinette... che poteva fare? Cosa gli poteva dire?

Le cose erano anche molto più complicate, perché ora lui sapeva. Sapeva che tutte le volte che aveva salvato Marinette in realtà non l'aveva solo salvata. L'aveva aiutata ad aiutarlo. La situazione era diventata a tratti comica, lo riconosceva, ma in quel momento non aveva per niente voglia di ridere.

«Tikki, trasformami!» esclamò la ragazza.

Nuovamente trasformata, stavolta, lanciò velocemente lo YoYo e volò via... sotto lo sguardo ancora incredulo di Chat Noir. Ormai anche il suo anello aveva lampeggiato un paio di volte. Non ci aveva neanche fatto caso, erano successe troppe cose negli ultimi cinque minuti...

Adrien, perché ormai si era ritrasformato, la osservava mentre si allontanava velocemente. Non poteva crederci... che fosse... un sogno?

Plagg gli pizzicò la guancia.

«Ahu!» si lasciò scappare tornando alla realtà e guardandolo confuso.

«Non è un sogno se è questo che ti stavi chiedendo.» disse.

Il ragazzo si massaggiò la guancia e guardò ancora il punto dove era sparita la Sua Lady.

«Non posso crederci...» mormorò ancora scioccato.

Come aveva fatto a non capirlo? Tra Marinette e Ladybug... eravamo veramente sicuri non fosse un sogno? O un'illusione creata da Volpina?

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Adrien si trovava in camera sua nella sua fortezza di acciaio. Era seduto sul suo letto e aveva il cado chino.

Plagg era sulla scrivania e stava divorando un pezzo di Camembert come se non ci fosse un domani. Ingnorava completamente il padroncino, anche se a volte si fermava a guardarlo.

Il ragazzo non riusciva ancora a crederci... non riusciva a metabolizzare! Ladybug, la SUA Ladybug era... Marinette...?

Assurdo... non ci capiva più niente!

Senza un apparente perché, forse solo a causa dei suoi pensieri, si lasciò sprofondare, di schiena, nel letto. 

Assurdo... aveva salvato Marinette in diverse occasioni... aveva addirittura partecipato a un pranzo di famiglia con lei e la sua famiglia quando aveva dichiarato di essere innamorata di lui! Quindi in realtà...? AAAH! Che confusione! Che confusione! La testa stava per esplodergli...

«Non ti servirà a niente rimuginarci così.» gli disse Plagg all'improvviso. «Accettalo, Ladybug è Marinette, e allora? Avevi il dubbio già quando hai confrontato la calligrafia del biglietto di San Valentino.»

«Pensavo fosse una coincidenza.» disse tornando a sedere. «Dimmi la verità Plagg, tu sapevi, vero?»

«Beh sì.» rispose senza esitare. «Quella volta che eravate alle strette e vi siete ritrasformati ho visto.»

«Perciò mi hai mentito... dovevi dirmelo!»

«Cosa pretendi da me? Io sono solo un kwami!» si difese. «E poi non volevate mantenere segrete le vostre identità?»

Adrien abbassò lo sguardo.

«Hai ragione...»

«Se te lo avessi detto le cose sarebbero ancora più complicate, tu avresti saputo che Marinette è Ladybug e pensi che saresti stato in grado di gestire la situazione?»

«Alla fine tanto l'ho scoperto lo stesso...»

«Uhm... è vero, è vero... beh, almeno adesso sai che la tua Ladybug è più vicina di quanto immaginavi.»

«Sì, almeno...»

♥ ♥ ♥

Marinette era andata a casa di Juleka. Avevano le prove della band, ma c'era andata più che altro perché non voleva pensare a quello che era appena successo. La vista del fiume la rilassava... o meglio, avrebbe tanto voluto lo facesse...

«Tikki, che faccio ora...?» chiese al kwami con la testa appoggiata al corrimano della barca.

Aveva un'espressione affranta... ora cosa sarebbe successo? Era un rischio. Un grandissimo rischio. E se a Chat Noir scappava detto la vera identità di Ladybug a qualcuno? Quel gatto aveva la lingua lunga... ma no, non era quello che la preoccupava particolarmente. Quello che la preoccupava era che anche Papion riuscisse a scoprire la sua identità tramite Chat Noir. Era possibile una cosa del genere? Non ne aveva minimamente idea... se solo fosse stata più prudente...

«Perché hai quell'aria così triste?» domandò qualcuno sorprendendola alle spalle.

Marinette aveva capito subito di chi si trattava. Luka.

Tikki si nascose immediatamente nella borsetta della ragazza e lei si voltò verso di lui.

«Ciao Luka...» mormorò cercando di sorridere.

«Cosa succede Marinette? Non è la prima volta che tu vedo giù di morale, è successo qualcosa?»

«Ah! No! Ecco! Io...!»

«Se non hai voglia di parlarne non fa niente.» disse accennando un sorriso per poi avvicinarsi e sedersi a terra vicino al cornicione. «Ho giusto la canzone che descrive perfettamente il tuo stato d'animo, ti va di ascoltarla?»

Marinette non poté fare a meno di arrossire. Luka era così dolce... aveva già dimostrato di esserlo in passato ed era l'unico, a parte Adrien, in grado di farle battere il cuore.

«Volentieri...» mormorò sorridendo ancora lievemente rossa in volto.

♥ ♥ ♥

Il giorno dopo a scuola Adrien entrò quando la maggior parte degli studenti era già seduta al proprio banco. Vide Marinette e Alya che parlavano, così senza neanche rendersene conto si fermò. Ridevano e scherzavano... in un primo momento avrebbe voluto andare da loro e salutarle, ma poi pensò che non era esattamente il caso... insomma, non aveva ancora la minima idea di come gestire questa situazione. Era demotivato.

Decise di raggiungere il suo posto a testa china... non accorgendosi che nel frattempo Marinette si era accorta di lui!

Si sentiva già molto meglio dopo averlo visto... ma che stava succedendo? Perché si comportava così?

«Strano... hai visto che muso lungo aveva Adrien?» domandò retorica Alya all'amica.

«Io non capisco... che gli sarà successo...?» mormorò Marinette abbassando inconsapevolmente la testa sul banco. 

Era incredibile. Sia lei che Adrien erano tristi per qualcosa... naturamente cose totalmente diverse, ovvio, ma che proprio in quel momento anche lui stesse passando un brutto periodo...

«Anche tu sembri parecchio giù di corda... confessa, che è successo?»

«Ma no, niente! Che vuoi che abbia?!» esclamò quasi subito ridendo. «Mi dispiace per Adrien, chissà cosa gli è capitato...» aggiunse a bassa voce isolando la voce con una mano.

«Magari più tardi puoi provare a parlargli.» propose Alya con aria furbetta.

«F-forse...» balbettò impacciata.

♥ ♥ ♥

«Adrien Agreste?» chiamò la professoressa per l'appello. «Adrien?» chiamò nuovamente rialzando gli occhi stupita di non aver ricevuto alcuna risposta.

Adrien aveva ancora lo guardo abbassato sul banco. L'espressione assente... non riusciva a realizzare... Ladybug... era seduta davanti a lui... era sempre stata seduta davanti a lui... 

«Presente!» esclamò Nino prendendo il braccio dell'amico e alzandolo. «È qui!»

«Molto bene.» disse la professoressa con un sorriso per poi riabbassare gli occhi sul registro e chiamare un altro nome.

Anche Marinette aveva lo sguardo abbassato. 

Non riusciva neanche più a pensare a sé stessa o a Chat Noir... povero Adrien, che cosa poteva essergli successo? Forse aveva litigato con il padre... non sarebbe stata la prima volta...

«Ehi Marinette, tutto bene?» le chiese Alya un po' preoccupata.

«Ho deciso che all'intervallo parlerò con Adrien.» le rispose sussurrando. «Non posso vederlo così, mi sembra...»

«Marinette Dupain-Cheng?»

«Presente!» esclamò alzando la mano presa alla sprovvista.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


All'intervallo Adrien aveva raggiunto la zona armadietti vicino alla palestra. Era convinto che lì sarebbe riuscito finalmente a stare un po' in pace. Il suo amico Nino durante le lezioni lo aveva tempestato di domande, ma ovviamente non poteva dirgli la verità.

Era seduto sulla panca di fronte agli armadietti. Aveva ancora la testa leggermente inclinata e lo sguardo pensieroso.

«Eddai, ora però smettila!» esclamò Plagg con il solito tono superficiale. «Non puoi continuare a comportarti così, gli altri inizieranno a pensare che tu sia arrabbiato con loro.»

«È facile per te.» disse guardandolo. «Marinette non sa che io sono Chat Noir, ma io so che lei è Ladybug... sto rischiando seriamente d'impazzire.»

«Ma scusa, non hai pensato che comportandoti così rischi di farle venire qualche sospetto?»

«Che vuoi dire?»

«Ragiona, se tu fossi in Ladybug non ti sentiresti esattamente nello stesso modo?» domandò retoricamente. «Dopotutto è lei quella che si è maggiormente esposta, non tu.»

«Perciò...» si lasciò scappare riflettendo. «Mi stai dicendo che anche lei si sente così e il mio comportamento risulta sospettoso ai suoi occhi?»

«Esattamente, ricordati che Ladybug ti piace proprio perché è perpsicace.»

«Hai ragione, grazie Plagg... ehi! Da quando sei così saggio?»

Intanto Marinette era entrata nella zona armadietti dalla porta sul retro. Lo stava ancora cercando, ma ormai era vicina.

«Adrien, sei qui?» chiese in lontananza.

«Parli del diavolo...» commentò Plagg a bassa voce.

«Nasconditi!» sussurrò il ragazzo tirando la giacca.

Quando il kwami si nascose, Adrien si alzò in piedi.

«C-ciao Marinette...!» salutò sorridendo facendo un impacciato cenno di saluto.

La ragazza sorrise sollevata, aveva girato quasi tutta la scuola per trovarlo.

«Va tutto bene? Cosa ci fai qui da solo?»

«Eh? Come?!» domandò spontaneamente. «Avevo... avevo dimenticato una cosa nell'armadietto!» aggiunse nervoso portandosi una mano sul retro del collo.

La ragazza non poté fare a meno di fare una faccia sorpresa. Stava chiaramente mentendo, ma perché lo stava facendo? Che bisogno c'era di mentire proprio a lei.

«Adrien, dimmi la verità.» disse avvicinandosi a lui per poi sedersi sulla panca. «Stamattina in classe eri strano, cos'è successo? A me puoi dirlo.»

Mentre parlava, Marinette, era stupita da sé stessa. Quanto auto controllo... da quando riusciva a parlare ad Adrien in tono tanto pacato? Forse era solo perché poco prima a mostrare agitazione era stato proprio lui. Lui, che di solito è sempre tanto tranquillo e posato...

«Non ti si può nascondere proprio niente.» disse lui sedendosi affianco a lei.

In quel momento, Adrien, aveva pensato di dirle tutta la verità. Di dirle una volta per tutte che era Chat Noir. Che era stato così stupido a non accorgersi della sua vera identità. Che non gli importava chi fosse, ma lei era e sarebbe restata per sempre la Sua Lady. L'unica ragazza in grado di fargli battere il cuore. Adesso che lo sapeva il suo cuore era letteralmente impazzito. Prima batteva solo per la sua figura travestita da Ladybug, ma ora che si era rivelata essere la stessa persona il suo cuore batteva più forte.

«Marinette, io...»

«ADRIEN!» esclamò Lila aprendo la porta proprio in quel momento e precipitandosi a prendere il ragazzo per il braccio.

Lo teneva stretto saldamente e aveva l'aria di essere molto felice... il tutto ovviamente sotto lo sguardo scioccato e irritato di Marinette.

«ADRIEN CARO!» esclamò Chloé entrando poco dopo e prendendo il ragazzo, come Lila, nell'altro braccio. «Gira al largo Lila cara!» esclamò con rabbia.

«Certo che no.» disse Lila fingendo un sorriso. «Ero così in pensiero per Adrien, stavo iniziando a temere il peggio, non lo trovavo da nessuna parte!»

Anche se Marinette era piuttosto provata dalla situazione, incontrando il sorriso imbarazzato di Adrien sorrise spontaneamente a sua volta.

♥ ♥ ♥

«Quindi hai parlato o no con Adrien?» chiese Alya a Marinette mentre erano sedute a mensa.

«Non esattamente...» rispose guardando sono la coda dell'occhio Adrien, qualche tavolo indietro, seduto assime a Choé e Lila che lo tenevano ancora saldamente per le braccia.

«Quel poverino attira le pazze come una calamita.» commentò Alya. «Prima Chloé, poi Lila... un altro al suo posto impazzirebbe.»

«Sì, ma tieni presente che Lila sa essere molto peggio di Chloé se ci si mette.» commentò Marinette ridendo a disagio per mascherare il fatto di avercela ancora con le due.   

«Uhm... comunque sono davvero colpita, sai?»

«Colpita? E da cosa, scusa?»

«Dal tuo comportamento, ti fa onore, sai?»

«Che devo dirti?» disse sorridendo a disagio e portandosi una mano dietro al collo. «Sai com'è, ormai è la routine, diciamo che ci ho fatto l'abitudine...»

Ma la verità era che Marinette aveva altro per la testa... sì, Adrien era molto importante per lei... e sì, le dava fastido non poco il comportamento di Chloé e Lila... però, come dire, per una volta sentiva di dover dare la priorità ad altro. Come quella volta che la madre di Chloé le aveva proposto di andare con lei a New York e diventare una stilista. Anche quella volta non aveva pensato molto ad Adrien. Il che l'aveva fatta riflettere... era sicura di essere innamorata di Adrien... ma davvero tanto quanto pensava?

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


«Ciao ciao farfallina... MIRACULOUS LADYBUG!»

Ladybug e Chat Noir avevano sconfitto un nuovo nemico. I cittadini circostanti esultavano, ma Chat Noir non aveva detto una parola. Stava ancora pensando a quello che era successo il giorno precedente, Ladybug ne era certa. Non sapeva cosa farci. Durante la battaglia era tutto come al solito... tuttavia era innegabile... qualcosa era cambiato...

Gli orecchini dell'eroina lampeggiarono.

«Chat Noir, ora devo andare.» disse terrorizzata all'idea di potersi ritrasformare davanti a un gruppo di cittadini.

Stava per lanciare lo YoYo e volare via, quando...

«ASPETTA LADYBUG!» 

Dall'urlo del collega si era paralizzata sul posto. Davvero non capiva... prima non le parlava neanche... poi le gridava di aspettare?

«Aehm.» finse di schiarirsi la gola. «Quello che volevo... ehm, dire... ehm... ben fatto!» aggiunse imbacciatamente accennando il solito gesto che facevano al termine di una deacumizzazione.

L'espressione di Ladybug mutò in un dolce sorriso.

«Ben fatto.» mormorò per poi correre via abbandonando l'idea di lanciare lo YoYo.

Quando rimase solo l'espressione del supereroe si incupì di nuovo.

«Cos'hai Chat Noir?» gli domandò preoccupata una bimba, avvicinandosi, con un orsetto di peluche in mano. «Sei triste?»

«Mary!» esclamò una donna facendosi largo tra la folla e correndo a prendere in braccio la bambina. «Devi scusarmi, Chat Noir, mia figlia adora te e Ladybug.»

«Si figuri.» disse anche se era ancora abbastanza perso nei suoi pensieri.

Persino quella bimba aveva capito che era triste... basta, non poteva continuare così. Avrebbe parlato con Ladybug. Le avrebbe parlato a tutti i costi!

In quel momento il suo anello  iniziò a lampeggiare facendolo tornare alla realtà.

«Scusatemi, ora devo andare.» disse facendo un cenno con due dita cominciando a correre.

«CIAO!» esclamò la folla alzando le braccia per salutarlo.

«Ciao Chat Noir e non essere triste! Io adoro te e Ladybug!» si fece strada la voce della bambina in braccio alla sua mamma.

♥ ♥ ♥

Il giorno dopo a scuola Alya e Marinette erano arrivate prima del solito. Si erano sedute al loro banco, poi approfittando del fatto che non ci fosse nessuno avevano iniziato a parlare.

«Allora?» chiese Alya come se l'amica avesse capito cosa intendeva. «Sei poi più riuscita a parlare con Adrien?»

«No...» rispose a testa un po' bassa. «Chloé e Lila gli stanno appiccicate come delle cozze...»

«Sai cos'ho pensato? Potrebbe aver discusso con il padre o qualcosa del genere.»

«L'ho pensato anch'io.»

«Comunque sia finché non glielo chiedi non potrai saperlo, quindi cerca di trovare il momento giusto.»

«La fai facile tu...»

Marinette voleva veramente parlargli... o meglio, ora che sembrava che i suoi problemi con Chat Noir si fossero un po' affievoliti voleva dedicare del tempo ad Adrien. Voleva che anche i suoi problemi si affievolissero. Una bella chiacchierata non avrebbe fatto che bene.

In quel momento qualcuno arrivò vicino a loro interrompendole...

«Ehi Marinette?»

La ragazza riconobbe immediatamente la voce e si voltò istintivamente... Luka?

«Ciao! Tu sei Luka giusto? Ci siamo conosciuti a casa di Juleka.» salutò Alya mentre l'amica lo fissava ancora come se fosse un fantasma.

«Tu invece sei Alya, dico bene? Sì, mi ricordo.» disse accennando un sorriso cordiale.

«M-ma... che ci fai qui?! Voglio dire... perché sei qui!? Voglio dire...» farfugliò Marinette già agitata.

Luka rise debolmente, ma smise quasi subito e sorrise.

«Da oggi faccio parte di questa classe.»

♥ ♥ ♥

La lezione di letteratura era iniziata e la professoressa era appena entrata in classe.

«Buongiorno ragazzi.»

«Buongiorno signorina Bustier!» esclamarono gli alunni in coro.

«Allora ragazzi, come ogni giorno inizieremo con l'appello.» disse sorridendo. «Però prima vorrei presentarvi una persona che si unirà alla nostra classe, per favore Luka alzati in piedi.»

Come richiesto dalla professoressa il ragazzo si alzò in piedi.

«Ciao a tutti.» salutò. «È un onore per me fare parte di questa classe.»

Adrien intercettò come Marinette guardava Luka e... non gli piaceva per niente... in passato, quando aveva chiesto a Katami di uscire, Marinette era uscita con loro invitando lo stesso Luka... possibile che Marinette provasse qualcosa per quel tipo? Non aveva nulla contro Luka, ma non poteva sopportare l'idea di perdere la Sua Lady... e se il ragazzo che Ladybug diceva di amare fosse stato proprio Luka? Il solo pensiero lo uccideva. Era per questo che le doveva parlare. Doveva assolutamente. Quel giorno stesso. Dopo le lezioni.

«Amico, tutto bene?» gli chiese Nino perplesso. «Anche ieri eri strano... guarda che se hai bisogno di un consiglio...»

«Va tutto bene Nino, non preoccuparti.» disse lui accennando un sorriso.

«Luka ha cambiato scuola alla fine dello scorso semestre.» spiegò la professoressa. «È per questo che vorrei che qualcuno lo aiutasse ad integrarsi nella nuova scuola... Marinette, posso contare su di te?»

«Su di me?!» esclamò sorpresa.

«Sì.» rispose ovvia sorridendo. «Dopotutto sei la rappresentante di classe, perché non cominci con il sederti vicino a lui? Immagino che Luka non abbia ancora tutti i libri di testo.»

Senza fiatare la ragazza prese i suoi libri e si spostò di banco. Cercò di sedersi facendo il minimo rumore... era una situazione strana... si sentiva così in imbarazzo...

«Grazie dell'aiuto Marinette.» la ringraziò posando la mano sulla sua.

Le guance della ragazza andarono a fuoco all'istante.

«F-f-f-figurati...»

La scena non piacque per niente ad Adrien. Non sentiva cosa si erano detti, ma vederli gli era sufficiente. Avrebbe dovuto voltarsi per non farsi vedere. Però non gli importava. In quel momento avrebbe voluto solo urlare. 

Lui non gli avrebbe portato via Marinette. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Al termine delle lezioni Adrien era andato nella zona armadietti vicino alla palestra. L'aveva combinata grossa... un puro atto di gelosia... anche se lui non voleva assolutamente fosse definito in questi termini...

Aveva scritto un biglietto a Marinette spacciandosi per Luka. L'aveva fatto senza pensarci due volte. Semplicemente aveva perso una penna e aveva scritto, poi all'intervallo aveva messo il biglietto nel suo quaderno.

Non ne poteva più, quella situazione doveva finire... e non era solo per Luka. Doveva confessargli la verità. Doveva dirgli che era lui Chat Noir! Rischiava seriamente di diventare matto...

«Tu sei matto.» sentenziò Plagg. «Spero che tu sappia cosa dirle una volta che sarà arrivata...»

«Certo che so cosa dirle Plagg! Le dirò la verità! Voglio che le facciamo finita una volta per tutte con questi misteri!»

«È assurdo... semplicemente assurdo! Sii ragionevole per un attimo, hai idea di cosa potrebbe succedere se Papillon scoprisse la tua identità?»

«Non lo scoprirà! Come potrebbe scoprirlo?»

«Luka?!» chiamò Marinette attraversando l'area armadietti in cerca del ragazzo.

Fortunatamente era ancora lontana.

«È il momento... Plagg, trasformami!» disse piano.

«Non ci penso proprio.» disse il kwami incrociando le zampette.

«Una parola... camembert.»

«Ci hai provato, ma no...»

«E se ti dicessi che ti tolgo il camembert per due giorni?»

A quelle parole il kwami dovette cedere e trasformò il ragazzo nel supereroe tanto amato dagli abitanti di Parigi.

«Luka?» chiamò ancora per poi fermarsi sorpresa.

Cosa ci faceva Chat Noir lì? Dov'era Luka?

«Chat Noir?»

«Ehi Marinette...» disse lievemente in imbarazzo.

Nonostante si fosse preparato alla perfezione non ce la faceva a mostrarsi troppo risoluto davanti a lei. Riconosceva che era strano. Prima di scoprire che Ladybug era lei non si sentiva così. Forse era per via di tutta la situazione che si era creata.

«Chat Noir che ci fai qui? Questa è una scuola pubblica... la MIA scuola! Per favore, non fare scenate!» 

Marinette era partita subito con il piede di guerra... e come darle torto? Dopotutto era perfettamente palese cosa stava succedendo.

«Scenate!? Cosa ti fa pensare che io voglia fare una SCENATA?!» esclamò fingendosi offeso, ma in realtà sapeva che aveva ragione. 

«Comunque adesso non posso parlare con te, sto aspettando una persona!» esclamò arrabbiata.

«Stai parlando di Luka? Mi duole dirtelo, ma non verrà.»

«Che gli hai fatto?!»

«Per chi mi hai preso!?» esclamò ora sinceramente offeso. «Non gli ho fatto nulla, semplicemente sono stato io a mandarti quel biglietto, sapevo che così saresti venuta!»

«Tu sei matto!»

Non era la prima volta che la sentiva...

«Dì la verità.» iniziò a dire Chat Noir ignorando il suo commento precedente. «È Luka il ragazzo che ti piace, non è così?»

«Non sono affari tuoi!» esclamò Marinette sempre più arrabbiata.

«Oh, io penso di sì!»

«Tra noi due non c'è niente Chat Noir!»

«Lo so, ma almeno potresti essere sincera con me, non credi!?»

Ormai avevano iniziato ad urlarsi contro e non smettevano più. Entrambi pensavano fosse ridicolo. Soprattutto per il ragazzo che non desiderava altro che dirle la verità. Gettare finalmente la maschera.

«Senti Chat Noir...» mormorò la ragazza abbassando lo sguardo. «Non voglio litigare con te... non so come fai a conoscere Luka, ma non è lui il ragazzo di cui sono innamorata... voglio dire... è carino ma...»

«Anch'io non voglio litigare con te Marinette.» disse interrompendola. «Sono venuto qui per una ragiona specifica e voglio che tu mi ascolti bene.»

Marinette rialzò lo sguardo stupita. Una ragione precisa? Che cosa le voleva dirle?

«Marinette, voglio dirti chi sono realmente... voglio rivelarti la mia vera identità.»

Per la ragazza fu come una coltellata che la trapassava a metà...

«NO! Non puoi farlo!» esclamò terrorizzata.

Tutte le sue paure... i suoi timori... si sarebbero concretizzati se alla fine Chat Noir avesse gettato la maschera! Le loro identità dovevano restare segrete! Quello che si era verificato qualche giorno prima era stato solo un semplice incidente! Sarebbero diventati sempre di più una preda facile per Papillon e lei non poteva permetterlo!

«Perché? Io so chi sei e mi fido di te.» disse iniziando ad avanzare a passo lento verso di lei.

Marinette dal canto suo stava indietreggiando terrorizzata. Pensava al peggio... sicuramente Papillon avrebbe trovato il modo di sfruttare questa situazione a suo vantaggio... sicuramente non...

«Anch'io mi fido di te Chat Noir, ma non è questo il punto!»

A forza di indietreggiare sbatté contro una colonna e il supereroe si fermò a poi centimetri di distanza da lei.

«Non preoccuparti, sarà il nostro segreto...» mormorò appoggiando la fronte a quella di lei.

«No Chat Noir, questo è...» 

Marinette non aveva fatto in tempo a terminare la frase che l'anello di Chat Noir aveva preso a lampeggiare.

«Chat Noir, l'anello magico sta lampeggiando! Ti prego lasciami andare...» 

Aveva chiuso gli occhi. Non poteva fare altro. Perché Chat Noir era così ostinato? Non c'erano solo loro due in ballo, ma l'intera Parigi. Il suo collega non poteva essere tanto egoista... perché lo stava facendo? Ma infondo non poteva che dar la colpa solo a se stessa. Era stata lei a lasciare che la sua identità venisse rivelata. Aveva commesso un errore troppo grande. Un'imprudenza che stavano per pagare tutti gli abitanti di Parigi.

 

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


«Chat Noir, ti prego, lasciami andare!»

Marinette era disperata. Teneva gli occhi serrati nella speranza di non riuscire a vedere la sua ritrasformazione. Piangeva per la frustrazione. La frustrazione di aver messo accidentalmente in pericolo l'intera città. 

Ormai non se la sentiva di giudicare Chat Noir. Era comprensibile volesse mostrare il suo vero aspetto alla ragazza che amava. Purtroppo lui era fatto così, non era cattivo, ma impulsivo e troppo passionale... Marinette lo sapeva... certo, non sapeva come potesse conoscere Luka, ma sapeva che era geloso. Per questo le aveva chiesto se era lui il ragazzo di cui era innamorata.

L'anello del supereroe era lampeggiato di nuovo un paio di volte. Si era ritrasformato, ma aveva lasciato andare Marinette. Era caduta a terra, in ginocchio, con gli occhi ancora chiusi e le lacrime ferme.

«Come desideri My Lady, perdonami.» sussurrò Adrien abbracciandola. «Non aprire gli occhi fin quando non te lo dico io.»

Ora iniziava a ragionare... che cosa stava facendo? Era talmente accecato dalla gelosia che era quasi diventato una preda facile per le akuma. Non aveva ragionato sulle conseguenze delle sue azioni. Come si sarebbe comportato sapendo che aveva fatto soffrire la Sua Lady?

Marinette provò una sensazione di sollievo e felicità. Era strano che l'abbraccio di Chat Noir le facesse un effetto simile... forse i suoi sentimenti stavano... ma no! Era solo per via della particolarità del momento!

A un certo punto il ragazzo si alzò e corse via.

«Marinette, se ne è andato.» le disse Tikki. «Puoi aprire gli occhi.»

La padroncina si fidò e aprì gli occhi lentamente. Effettivamente era rimasta sola nella stanza, c'era anche Tikki, ma a parte lei nessun altro.

«Come desideri My Lady...»

Al ricordo di quello che era appena successo sorrise e le si tinsero le guance. Ne era sicura. Lo sapeva. Quello era il suo Chat Noir... cioé... Chat Noir! Il suo collega! Erano collegi! Amici! Nulla di più di certo!

♥ ♥ ♥

Adrien era corso fuori e si era appoggiato alla porta principale sfinito.

«Perché all'ultimo hai cambiato idea? Non era la tua grande occasione?» gli domandò Plagg confuso.

«Vedi Plagg, quando ho visto Marinette piangere io... non potevo farle questo, sono stato egoista, l'incolumità dei cittadini prima di tutto!»

«Wow, sono davvero colpito.» commentò.

In quel momentò la porta si aprì facendo quasi cadere in avanti il ragazzo.

«Oh, Adrien...» si lasciò sfuggire sorpresa Marinette.

Cosa ci faceva ora Adrien lì? Possibile che ultimamente ne succedesse una di seguito ad un'altra?

Lui sorrise in maniera un po' timida.

«Facciamo un pezzo di strada insieme?»

♥ ♥ ♥

I due stavano camminando da un po', ma non spiccicavano parola quasi per niente.

Marinette avrebbe tanto voluto parlare con Adrien di quello che sembrava turbarlo in quei giorni. Sentiva che era il momento giusto, ma non sapeva da che parte cominciare.

Il ragazzo invece non sapeva proprio cosa dire. Marinette non lo sapeva. Non poteva saperlo che Chat Noir era lui. Lo stesso Chat Noir che solo poco prima voleva rivelare una volta per tutte la sua identità.

«Dunque eccoci qua...» disse la ragazza tentando di sciogliere la tensione. «Mi dispiace per l'altro giorno, non abbiamo più avuto occasione di parlare, però...»

«Tranquilla, è tutto apposto.» 

«Ah, sono contenta!»

Ed era vero. Era bastato questo: un mezzo sorriso da parte di Adrien e la sua voce che diceva di non preoccuparsi. Se quello non era amore, Marinette, non sapeva proprio cosa fosse.

«Siamo arrivati.» annunciò Adrien fermandosi.

Anche la ragazza si fermò e notò che effettivamente erano arrivati sotto casa sua. L'aveva riaccompagnata a casa! Altro che fare un pezzo di strada insieme...

«Ci vediamo domani a scuola.» le disse sorridendo e facendo un cenno con la mano.

«A domani!» esclamò la ragazza sorridendo a sua volta.

Lo guardò allontanarsi... le sue guance erano diventate rosse rosse...

«Marinette?» la richiamò Tikki. «Marinette? MARINETTE!?»

«AAAH!» sobbalzò. «Cosa c'è Tikki? Mi hai spaventata...»

Il kwami osservò pensosa la padroncina, poi tornò ad osservare Adrien che si allontanava velocemente.

«Uhm...»

Stava pensando che era veramente una situazione assurda. Tikki sapeva. Sapeva da quella volta in cui si erano ritrasformati ad oggi chiusi. Sapeva esattamente come Plagg. Solo che non poteva dire niente. Sapeva meglio di Marinette che mantenere il segreto sulle identità dei portatori era importante... e ora che per uno sfortunato evento Chat Noir conosceva la vera identità di Ladybug per nessun motivo l'altra avrebbe dovuto conoscere quella del collega.

«Cosa c'è Tikki?» le chiese Marinette confusa.

«Nulla, ho solo un po' fame, torniamo?»

♥ ♥ ♥

«Ho un po' fame.» commentò Plagg dalla scrivania.

Si trovavano nella camera di Adrien. Il ragazzo era sdraiato sul letto e guardava il soffitto.

«Comunque io non ci credo.» disse a un certo punto. «Non ci credo che a Marinette non piace Luka... ha sicuramente mentito... se non è lui il ragazzo che le piace allora chi è? Non si comporta con nessuno come con Luka...»

«Mah, io non penso che lo tratti poi in modo tanto diverso.» commentò Plagg lanciandosi direttamente in bocca un pezzo di camembert.

«Tu dici?» chiese sorpreso tornando a sedere. «Pensi che per Marinette sia soltanto un amico?»

«Sono un kwami, ma di queste cose me ne intendo, fidati.» rispose lanciandosi in bocca un altro pezzo di formaggio.

Il ragazzo ci pensò su... forse Plagg aveva ragione! Ma allora chi era il ragazzo di cui gli aveva parlato Marinette? Iniziava a reputare possibile se lo fosse inventato. Magari lo aveva fatto solo per rifiutarlo. Aveva inventato una scusa per depistarlo.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Appena arrivata in camera sua, Marinette, si era buttata sul suo letto a pancia in su.

«AAH! È un vero disastro!» si lamentò.

«Dai, non dire così, alla fine Chat Noir ha capito e tutto si è risolto.» cercò di rincuorarla Tikki.

«Hai ragione, però...»

Il kwami si era avvicinato a lei volando e istintivamente la ragazza si era tirata su per guardarla meglio.

«Andrà tutto bene, Chat Noir non è stupido e poi non farebbe mai qualcosa che possa ferirti o mettere in pericolo gli altri.»

«Lo so.» disse con la testa leggermente china. «Ma non sono tranquilla... voglio dire... in certe situazioni è difficile pensare con lucidità.»

«Marinette, siete entrambi supereroi! Avete salvato Parigi un'infinità di volte! Se anche le cose dovessero peggiorare sono certa che riuscirete a salvare la situazione ancora una volta!»

«Speriamo Tikki... speriamo che sia come dici tu...» mormorò guardandola ancora vagamente pensosa.

«Certo che è come dico io! Ora basta parlare, mettiti il pigiama e andiamo a dormire!» concluse volando di nuovo via.

Marinette la guardò abbozzando un sorriso. Tikki era veramente positiva sull'argomento. Peccato non riuscisse a trasmetterle un po' di quella positività... continuava a pensare all'abbraccio di Chat Noir. Aveva potuto avvertire tutta la tristezza che provava. Avrebbe giurato persino di riuscire a sentire il suo stato d'animo... davvero si sentiva così solo? Si sentiva davvero in colpa... lei non avrebbe potuto ricambiare i suoi sentimenti... non se lo meritava... non si meritava di soffrire così. Poteva salvare chiunque a Parigi, ma purtroppo non lui.

♥ ♥ ♥

Il giorno dopo a scuola all'intervallo, come spesso succedeva, Lila si era precipitata al banco di Adrien.

«Adrien?» lo richiamò con voce melensa.

Il ragazzo si girò a guardarla perplesso. Notò che aveva un quaderno in mano e sorrideva. Ti prego non mi chiedere aiuto con i compiti che ci ha dato la signorina Bustier per domani... o comunque pensò a qualcosa del genere.

«Non ho capito bene una cosa sui compiti che ci ha dato la signorina Bustier per domani, puoi darmi una mano tu?»

«Gira al largo mocciosa!» esclamò Chloé, con le mani sui fianchi, arrivando dall'alto lato del banco del ragazzo. «Adesso io e Adrien caro dobbiamo andare a mensa! Vero Adrien caro?!»

Lui alzò le braccia, cercando di dichiarare una tregua, e sorrise a disagio.

«Per favore, non c'è bisogno che...»

«Tu lo fai apposta!» esclamò Chloé riferendosi ora direttamente a Lila. «Scommetto che non ti serve neanche una mano! È soltanto una scusa!»

«Come ti permetti!»

Lei due continuarono così sotto lo sguardo esasperato di Adrien... che tuttavia presto fu catturato altrove... sì, perché Marinette e Luka erano ancora seduti al loro banco vicini!

Lui stava scrivendo qualcosa su un foglio, mentre lei osservava rapita con la testa poggiata su una mano. 

A un certo punto il ragazzo posò la penna e lesse con gli occhi cosa aveva prodotto.

«Marinette, se non ti dispiace mi piacerebbe sentire un tuo parere.» disse girandosi verso di lei con il foglio in mano.

La ragazza tornò sulla terra e fece una faccia sorpresa.

«Un... un mio parere...?»

«Per me è molto importante il giudizio femminile.»

Goffamente Marinette prese il foglio e si immerse nella lettura:

Ripenso al giorno che ci siamo incontrati

Dentro di me qualcosa è cambiato 

Tutto il mondo si è colorato

Siamo stati come abbagliati

Nemmeno la tempesta poteva disturbarci

Tu eri lì ed era la sola cosa che importava

Nel leggere quelle parole arrossì terribilmente. Non le andava neanche troppo di nasconderlo, perché era troppo contenta. Nonostante sapesse della passione di Luka nel comporre, e che probabilmente quella poesia non era dedicata a lei, era felice di essere stata la prima ad averla potuta leggere.

«È davvero bella.» gli disse ridandogli il foglio. «Non sapevo stessi componendo una nuova canzone.»

«Nemmeno io, ma sai, l'ispirazione arriva quando arriva.» disse facendo un sorriso che aveva un non so che di timido.

Adrien guardava la scena dal suo posto... e... non lo sopportava! Quel Luka! Stava flirtando con la sua Lady! Con Marinette! Gliene avrebbe dette quattro se il buon senso glielo avesse permesso!

Dopo diversi secondi di sorrisi da parte di Luka e di espressioni imbarazzate da parte di Marinette, quest'ultima decise di alzarsi.

«O-ok! Direi che ora è meglio dirigersi in mensa, altrimenti Alya e gli altri faranno piazza pulita di tutto!» esclamò con tono allegro per camuffare il fatto di essere nervosa.

Luka la guardò confuso ancora seduto al suo posto.

Marinette si voltò meccanicamente e fece un passo verso il primo gradino, ma mise il piede male e rischiò di cadere.

«ATTENTA!» gridò istintimamente Luka scattando verso di lei.

Riuscì ad afferrarla in tempo, ma questo provocò un serio rossore sulle guance della mora.

«Stai bene?» chiese preoccupato.

«Sì... grazie...» rispose lei completamente in tilt.

Adrien aveva assistito a tutta la scena e ora più che mai aveva una rabbia...! Non aveva neanche bisogno di trasformarsi per spaccare tutto! In quel momento aveva pensato seriamente che se non fosse stato una persona civile avrebbe picchiato Luka!

Si alzò in piedi facendo non poco rumore. Aveva attirato inevitabilmente l'attenzione di Chloé e Lila. Anche Marinette e Luka lo guardarono con stupore... era arrabbiato... ma perché?

Quando arrivò sulla porta guardò la coppietta felice con aria truce. Loro proprio non capivano questo suo comportamento... che stava succedendo??

Si sistemò la tracolla e uscì senza dire una parola.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


«ADRIEN! RALLENTA!» gridò Plagg.

Il ragazzo era davanti a lui di almeno quattro metri. Camminava a passo svelto. Non aveva una meta precisa. Sperava solo di riuscire così a dissipare tutta la rabbia!

«Adrien! ADRIEN!»

«Plagg, ora piantala, ok?!» esclamò voltandosi a guardarlo.

Aveva un'espressione molto corruciata. Era più che arrabbiato... era furrioso! Il kwami non lo aveva mai visto in uno stato simile...

«Adrien so cos'hai visto, ma per favore c...»

«No Plagg! NO! Ok?! E ti pregerei di lasciarmi anche solo se non ti dispiace!» urlò per poi rivoltarsi e riprendere ad andare.

Il povero kwami guardò a terra demoralizzato, ma poi rialzò lo sguardo e lo seguì di nuovo.

«Adrien, io sono il tuo kwami! Non ti permetto di parlarmi così!»

♥ ♥ ♥

Intanto Papillon aveva avvertito un'energia negativa. Un'energia negativa e distruttiva che proveniva proprio dal piccolo Agreste... anche se all'inizio non lo sapeva...

«Percepisco un'energia negativa molto intensa.» commentò Papillon. 

Chiuse gli occhi per cercare di capire più informazioni in merito alla faccenda, ma li riaprì quasi subito con sorpresa!

«COSA? Adrien?!» esclamò incredulo. «Cosa ci fa fuori da scuola?»

♥ ♥ ♥

«Plagg, non mi convinci.» disse Adrien ora più seccato che altro. «Voglio starmene un po' per i fatti miei, lasciami in pace per favore...»

«Come vuoi, ma io sono il tuo kwami e vengo con te.» disse irremovibile incrociando le zampe.

«Credo che tu non abbia capito, se dico che voglio rimanere solo VOGLIO RIMANERE SOLO.» disse scandendo bene le parole. «Il che significa che non voglio neanche te intorno per il momento.»

«Va bene ingrato che non sei altro!» esclamò offeso. «Sei in assoluto il Chat Noir più egoista che io abbia mai servito! Lo sapevo io che non ci si può fidare degli adolescenti!» concluse per poi volare via in lacrime.

Nonostante ad Adrien dispiacesse aver visto volare via il kwami in lacrime distolse lo sguardo. Doveva calmarsi. Doveva decisamente darsi una calmata. Per questo era corso via. In quelle condizioni era davvero una preda facile per le akuma. Doveva rilassarsi. Smettere di pensare alle cose brutte. Smettere di pensare a Marinette e a Luka...

Era arrivato sul ponte che passava sul fiume senna, così decise di affacciarsi e guardare l'orizzonte. Quella vista lo stava già aiutando a calmarsi.

♥ ♥ ♥

Intanto nella classe di Marinette...

«Cosa? Adrien è scomparso?» domandò incredula la signorina Bustier.

«In biblioteca non c'era e neppure in palestra.» disse Nino allarmato.

«Abbiamo anche controllato nell'aula di teatro e nel laboratorio di chimica!» esclamò Rose affianco a Juleka.

La professoressa si portò una mano alla fronte con incredulità.

«D'accordo.» disse tornando a guardarli. «Tornate tutti ai vostri posti, risolveremo tutto.»

Anche Marinette era incredula... ma come poteva essere? Continuava a pensare allo sguardo che le aveva rivolto Adrien prima di uscire dalla classe. Sembrava così... arrabbiato... continuava a tormentarsi sul perché, ma non riusciva a trovare una risposta...

Inconsciamente aveva un po' abbassato il capo a causa dei i troppi pensieri. 

«Tranquilla, lo troveranno.» le disse Luka appoggiando la mano sulla sua.

Lei lo guardò sorpresa, poi guardò le loro mani... quella volta però non arrossì... forse era troppo in pensiero per Adrien.

Intanto Tikki si era affacciata dalla borsa della padroncina e osservava la scena. Quello che succedeva. Aveva un'espressione... triste... forse vagamente pensierosa...

♥ ♥ ♥

«È un onore per me fare parte di questa classe.»

...

«Marinette, posso contare su di te?»

«Su di me?!»

«Sì, sei la rappresentante di classe dopotutto.»

...

Adrien guardando l'orizzonte non poteva fare a meno di ripensare a queste scene. Luka che si era presentato alla classe, la signorina Bustier che chiedeva a Marinette di aiutare Luka ad ambientarsi, Luka che poggiava la sua mano su quella di Marinette, la scena dove Luka aveva fatto leggere la poesia a Marinette e lei era arrossita, il "salvataggio" che li aveva avvicinati come non mai... 

Basta.

Basta.

Gli faceva troppo male... se avesse saputo come si sarebbe liberato per sempre dei sentimenti che provava. 

♥ ♥ ♥

«Aah... figlio mio...» mormorò Papillon tristemente. «Che cosa devo fare con te? Perché fuggi continuamente?»

Fece una breve pausa e pensò seriamente sul da farsi.

«Non voglio akumizzarti, sarei davvero pessimo...»

♥ ♥ ♥

«Pssst! Marinette!?» la richiamò in un sussurro Tikki dalla borsa.

La ragazza abbassò subito lo sguardo su di lei.

«Cosa c'è Tikki?» le domandò altrettanto piano.

«Non ti chiedo di capire, ma ora dovrei proprio andare.»

«Come andare? E dove?»

«Meglio se non me lo chiedi...»

«Cosa? Non capisco...»

«Per questo ho detto: non ti chiedo di capire

«Va bene, mi fido di te.»

Fortunatamente il banco di Marinette si trovava vicino ad una finestra, così le sarebbe bastato aprirla per fare uscire il kwami.

«Professoressa!» esclamò alzando la mano. «Mi è venuto caldo, posso aprire la finestra?»

«Certamente, fai pure Marinette.»

La ragazza allora si alzò e la aprì.

«Stai attenta a non farti vedere.» le sussurrò aprendo la mano.

«Sta tranquilla.» disse l'altra prima di volare via.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


«Finalmente ti ho trovato.» disse Tikki.

Plagg era nascosto dietro una cespuglio. Aveva fatto il giro della zona offeso, ma alla fine aveva preferito tornare lì e controllare Adrien da lontano. Non si poteva mai sapere cosa poteva fare un ragazzo tanto sciocco alle prese con una pena d'amore. Sapeva che se le cose sarebbero andate particolarmente male avrebbe potuto avvertire Tikki telepaticamente.

«Non ti avevo chiesto di venire.» le disse Plagg senza peli sulla lingua.

«Oh, per favore.» disse l'altra roteando gli occhi. «Lo sai anche tu che hai bisogno del mio aiuto... dov'è? Laggiù?» chiese guardando attraverso i rami.

Il kwami non aveva aspettato la risposta del collega... perché non ce n'era bisogno! Eccolo laggiù... intento a guardare l'orizzonte con un aria vagamente malinconica...

«È lì da più di un'ora.» disse Plagg e Tikki si voltò a guardarlo. «Non so che fare, non vuole parlare con nessuno... persino con me che sono il suo kwami...»

«Perché si comporta così?»

«Pensa che ci sia qualcosa tra Luka e Marinette...»

«E... lui è innamorato di Ladybug, ovvero di Marinette... vado a parlargli.»

«Aspetta!» esclamò fermandola. «Non puoi dirgli che Marinette è innamorata di lui!»

«E tu come fai a sapere che Marinette è innamorata di lui?»

«Upf, come se non fosse palese... comunque non ci crede, se glielo dicessi penserebbe che lo dici solo per farlo stare meglio o altre scemenze simili.»

«Comunque non è questo che voglio dirgli, solo Marinette può farlo, voglio solo convincerlo a tornare a scuola.» concluse volando verso il ragazzo.

«Crede davvero di riuscirci?» si domandò Plagg stranito.

♥ ♥ ♥

  «Adrien!» esclamò Tikki volando verso di lui.

Il ragazzo si girò immediatamente confuso.

«Ah, sei il kwami di Marinette...» mormorò annoiato tornando a guardare l'orizzonte.

«Di Ladybug, sì.» rispose per poi fare una breve pausa. «Ti posso fare una domanda? Perché sei scappato da scuola?»

«Potrei chiederti la stessa cosa... i kwami non devono stare sempre con i loro portatori?»

«So anche che hai allontanato Plagg, perché lo hai fatto? Lui è il tuo kwami, ti vuole bene.»

Il ragazzo fece un minuto di silenzio e guardò l'esserino che volava sulla sua spalla.

«Ah già... è vero che anche tu lo sai.»

«A volte è meglio non saperle... certe cose... è per il bene degli altri.»

«Sì.» disse soffocando una risata. «Dimmi una volta... una sola volta in cui mentire è stata la scelta più giusta...»

«Non si tratta di mentire!» esclamò incredula. «Anzi, tutto il contrario... mentiresti se ti chiedessero qual è la vera identità di Ladybug e tu non gli rispondessi!»

«Ho smesso di seguirti...»

«Mettiamola così: tu dici chi sei veramente a Ladybug, poi a causa di una serie di eventi lei viene catturata da Papillon che vuole sapere chi è veramente Chat Noir.»

Il ragazzo davvero non capiva dove volesse arrivare a parare...

«Papillon insiste, insiste e insiste... fino a che Ladybug esausta non è costretta a dirglielo... capisci che se invece non lo avesse saputo non avrebbe potuto dirglielo?»

«E se Papillon catturasse me?»

«Ladybug ti salverebbe.» rispose ovvia.

«Ehi! Anch'io posso salvarlà!»

Tikki rise debolmente. Non immaginava che dietro alla facciata da modello perfetto, tanto amata di Marinette, si nascondesse un ragazzo dal caratterino così pepato. 

«Adrien, conosci la favola di Raperonzolo?» gli chiese a un certo punto.

«Vagamente.»

«Le adattazioni moderne non rispecchiano la fiaba originale.» spiegò. «Sai come finisce?»

Adrien non rispose, era certo che quella fosse una domanda retorica.

«Raperonzolo aveva finito per parlare alla Dama Gothel del Principe ed ella le aveva tagliato i capelli abbandonandola nel deserto... e al Principe non è andata meglio, quando si arrampicò sulla torre e trovò la Dama Gothel si gettò dalla disperazione ferendosi agli occhi e restando completamente cieco.»

«Che brutto finale...»

«Oh, ma in realtà questo non è il finale!» esclamò entusiasta. «Il Principe trovò Raperonzolo nel deserto, la quale intanto aveva partorito due gemelli, e le sue lacrime fecero riacquistare la vista al Principe!»

Il ragazzo aveva pensato che nonostrante ci fosse il lieto fine non quadrava... aveva partorito due gemelli nel deserto? Forse era anche questo uno dei motivi che aveva spinto gli scrittori a cambiarlo.

«Quindi stai dicendo che io e Ladybug siamo come Raperonzolo e il Principe?»

«Uhm... no... sì!» si corresse indecisa. «Sto cercando di farti capire che a volte una svista può costarti cara.»

«Sì, ma devi ammettere che se Raperonzolo non avesse parlato alla strega del Principe non avrebbe trovato il suo lieto fine.»

«Smettila di pensare alla storia!»

«Cosa?» 

Ora sì che non ci capiva più niente. Che cosa gliel'aveva raccontata a fare?

«Mi serviva solo per farti capire l'importanza dell'essere discreti! In una recente adattazione Gothel imprigiona Raperonzolo in una torre protetta da una magia dove una persona dal cuore bugiardo non può uscirvi, ma siccome lei a differenza della Strega non aveva mai mentito riesce ad uscire e ad andare al ballo del Principe!»

«Forse ora inizio a capire.»

Tikki sospirò esausta, era da tanto che non gli capitava una testa calda del genere... se solo Marinette lo avesse saputo.

«Raperonzolo aveva incontrato il Principe, ma immaginando che la Strega lo avrebbe scoperto non aveva mai voluto sapere il suo nome... per tenerlo al sicuro... lui e il suo regno.»

«Ti piace molto questa storia, eh?» domandò accennando un sorriso.

«Molto.» ammise con occhi sognanti appoggiandosi alla ringhiera. «Soprattutto la riadazzazione... anche a Marinette piace.»

«Non avevo dubbi.»

Continuò a guardare l'orizzonte più sereno. Parlare con Tikki si era rivelato sorprendentemente piacevole. Non aveva dubbi che anche a Marinette piacesse quella storia. Ormai aveva capito che la sua amica aveva un animo molto romantico.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


«Adrien? Che ne dici di tornare? Stai facendo preoccupare tutti a scuola...» disse Tikki dopo un po'.

Il ragazzo si girò di scatto, come se avesse realizzato solo ora l'enorme guaio che aveva combinato...

«Sono davvero tutti così preoccupati?» domandò retoricamente per poi abbassare lo sguardo. «Chissà mio padre quando lo saprà...»

«Secondo me capirà se gli parli a cuore aperto.» disse incoraggiante.

«Non conosci mio padre...» mormorò accennando un sorriso amaro.

«Oh sì, invece.» disse orgogliosamente facendo segno di sì con la testa. «Marinette ne parla coontinuamente! So a memoria la sua collezione estate e primavera degli ultimi due anni.»

Adrien nel sentirla si era di nuovo tranquillizzato e aveva sorriso.

«Chissà se anche lei è preoccupata...» mormorò quasi impercettibilmente abbandonando la testa in avanti con aria vagamente pensosa.

Il kwami della coccinella era inevitabilmente un po' triste. Le dispiaceva vedere un ragazzo così giovane così triste... 

«Okok, taglia!» esclamò Plagg volando verso di loro.

I due si voltarono sorpresi.

«Plagg?» si lasciò sfuggire Adrien. «Sei rimansto lì per tutto questo tempo?»

«Sì Adrien.» rispose risoluto. «E sono moolto moolto offeso dal tuo comportamento!»

«Plagg?» lo richiamò Tikki incredula e seccata. «Non potevi aspettare ancora un po'? Andava tutto bene prima che ci interrompessi...» aggiunse incredula.

«Proprio per questo... che cosa sta succedendo qui?? Adesso preferisci Tikki a me?! Vuoi cambiare kwami!?» esclamò a pochi centimetri dagli occhi di Adrien.

«Plagg! Smettila!» esclamò Tikki. «Qua nessuno vuole sostituire nessuno, sarà meglio tornare ora.»

In quel momento un'akuma passò proprio sopra le loro teste. Li ignorò completamente, ma continuò a volare libera e indisturbata.

«Guardate! È un'akuma!» esclamò istintivamente Adrien pronto a correre per inseguirla.

«Aspetta Adrien! Lo sai che senza Ladybug non puoi fare niente!» esclamò a sua volta il kwami di Ladybug.

Il ragazzo però stava già correndo e non intendeva fermarsi.

«Corri a chiamarla allora! Intanto io cerco di prenderla!» 

I due kwami si guardarono per un'attimo, una era preoccupata, l'altro invece era perplesso.

«Plagg, sbrigati!» esclamò allontanandosi sempre di più.

«Ci vediamo dopo.» disse Plagg a Tikki prima di raggiungere il padrone.

♥ ♥ ♥

Nella classe di Marinette c'era una grande confusione. Tutti erano in ansia e in pensiero per Adrien. Che cosa gli era capitato? Dove poteva essere?

La signorina Bustier li aveva lasciati in classe da soli. Non era tornata per una buona mezz'ora. Regnava il panico più totale...

Nella confusione Tikki batté sul vetro della finestra accanto al banco di Marinette.

«Tikki?» mormorò sorpresa.

Aprì velocemente la finestra e la lasciò entrare.

«Marinette! Dobbiamo andare! Un'akuma! Chat Noir è già sul posto!» 

«Cosa? Come fai a saperlo?» 

«Ero con lui quando l'ho vista! Non c'è un minuto da perdere, non ha ancora attaccato nessuno ma Chat Noir non può fare niente da solo!»

«Va bene Tikki, ora andiamo!» disse sempre sottovoce per poi girarsi verso Luka. «Luka, potresti dire alla professoressa quando torna che sono andata in infermieria? Credo di essermi fatta male ad un polso.»

«Certo, ma sicura di stare bene? Se vuoi posso accompagnarti.» si preoccupò di dire un po' preoccupato.

«Tranquillo, ce la faccio.» 

Così dicendo corse fuori e appena dietro alla porta...

«È il momento... Tikki, trasformami!»

♥ ♥ ♥

«Quindi tra di noi è tutto apposto?» chiese Plagg volando al passo con Adrien che correva sempre più forte.

«Sì Plagg! Per l'ennesima volta, non ce l'avevo con te!»

«Beh, avresti potuto esprimerti meglio...» 

A un certo punto il ragazzo si blocco di scatto guardando da tutte le parti.

«Accidenti... dov'è finita?!»

«Se vuoi il mio parere dovresti trasformarti.» disse il kwami. «Come Chat Noir hai notevoli probabilità di riuscire di più rispetto ad adesso... e non lo dico solo per il tuo gracile corpo umano.»

«Ah... grazie tante Plagg...» mormorò incredulo. «Plagg, trasformami!»

♥ ♥ ♥

Ladybug si stava facendo strada per Parigi aiutandosi con il suo YoYo. Stava cercando Chat Noir anche grazie alle informazioni riferitale da Tikki.

«Dove sarà quel gattino?» si chiese guardandosi intorno.

Per un attimo le parve di averlo visto, ma non ne poteva essere sicura. Era una sagoma nera che si muoveva velocemente... sì, doveva essere lui! Doveva avvicinarsi.

♥ ♥ ♥

«Presa!» esclamò Chat Noir mettendo l'akuma con le spalle al muro in un vicolo cieco. «Non hai più scampo, tra poco Ladybug arriverà, allora sì che per te sarà la fine!»

Tuttavia l'akuma dopo un po' prese ad avanzare verso di lui, costringendolo ad indietreggiare.

«Ehi... un momento... parliamone!» esclamò terrorizzato. «Ladybug...?!» aggiunse sperando di ricevere risposta.

La situazione si era capovolta. La sola via di scampo che aveva era saltare oltre il muro che aveva alle spalle, ma questo avrebbe significato farsi inseguire da una banale akuma. Lui aveva un onore da difendere. Era lui che inseguiva i cattivi, non viceversa.

Ormai l'akuma gli era veramente vicina...

Ehi! Un momento! Se sentirà che io non la temo se ne andrà!

Allora facendosi forza con questo pensiero iniziò ad avanzare e... l'akuma indietreggiava davvero! Ora sì che era tornato ad avere il coltello dalla parte del manico.

«Visto come si fa?!» esclamò tionfante mettendo le mani intorno alla zona dove si trovava l'akuma per non farla scappare. «Aspetta che lo veda Ladybug!»

Tuttavia il suo entusiasmo non durò allungo. Appena aveva pronunciato la parola Ladybug gli era tornato in mente tutto...

L'akuma approfittò del suo momento di debolezza per entrare nel suo anello.

♥ ♥ ♥

Papillon era nella sua sala dedicata alle akuma. Sicome non aveva potuto akumizzare il figlio aspettava la vittima perfetta...

«Sento che finalmente la mia akuma ha trovato una vittima perfetta! Un'energia negativa e distruttiva semplicemente perfetta!» esclamò facendo una risata malvagia.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


«Sento che finalmente la mia akuma ha trovato una vittima perfetta! Un'energia negativa e distruttiva semplicemente perfetta!»

...

«No... no... no, no, no, no!» esclamò terrorizzato Chat Noir attaccandosi a quel poco di lucidità che gli era rimasta.

«Chat Noir?» sentì la voce stupità di Papillon nella sua testa.

«Papillon...?» mormorò antrettanto sorpreso il supereroe. 

«Ciao Chat Noir, che piacevole sorpresa.» disse Papillon con voce maligna.

«Esci subito dalla mia testa! Esci dalla mia testa!» implorò spaventato prendendosi la testa con entrambe le mani.

«Non essere così spaventato, Chat Noir, voglio aiutarti... so cosa provi.»

«Bugiardo! Come puoi saperlo?!»

«So che per te questo non è un bel periodo, la tua Ladybug, l'amore della tua vita è innamorata di un'altra persona... è frustrante vero?»

Chat Noir non rispose... per una volta Papillon aveva ragione.

«Ma io posso darti il potere di cambiare tutto, posso fare in modo che Ladybug cada ai tuoi piedi.»

«Come?» chiese ed era chiaro che non era più in lui.

«Lo vedrai, lo vedrai... ma in cambio tu dovrai portarmi i Miraculous... chiedo scusa, il tuo e il Miraculous di Ladybug.»

«Affare fatto.»

«Eccellente.»

♥ ♥ ♥

Ladybug intanto aveva raggiunto il punto dove pensava di aver intravisto Chat Noir. Stava perlustrando la zona a piedi, sperava che così avrebbe avuto più fortuna dato che volando non aveva avuto molto successo. 

«Uffa!» sbottò fermandosi. «Dove si sarà cacciato?! Perché non mi ha chiamata!? Lo sa che senza di me...!»

Non riuscì a terminare la frase che venne presa in braccio, come una sposa, da qualcuno... era Chat Noir! Un attimo... ma il suo costume... che era? Lo aveva lavato in candeggina?? No, a parte gli scherzi, era bianco. Anche la maschera... inoltre i suoi occhi erano rossi. Di un rosso profondo. Un rosso che faceva accapponare la pelle.

«Cha... Chat Noir?» mormorò inconsapevolmente non riuscendo a distogliere lo sguardo.

«Perdoni il ritardo My Lady.» disse rimettendola a terra.

Le prese delicatamente una mano e la supereroina pensò subito volesse baciarla, ma la portò vicino al viso e accennò un inchino.

«Come mai oggi sei così galante?»

«Sono cambiato, My Lady, ora non intendo più assumere comportamenti grossolani o troppo rozzi.»

Come stava parlando?? Perché Papillon l'aveva ridotto così?! Era irriconoscibile!

«Permette?» chiese inginocchiandosi e prendendole nuovamente la mano. «Con il suo permesso vorrei invitarla a cena stasera.»

«Ecco... beh... io!» disse balbettando a disagio. «Ma certo!» disse infine.

«Ottimo.» disse rialzandosi in piedi. «Allora la aspetterò al calar del sole a nove gradi est dalla possente Torre Eiffel.» aggiunse per poi balzare sul muro di un edificio.

Ladybug era semplicemente... scioccata!

«Nove gradi est dalla Torre Eiffel??» si domandò ancora incredula. «Ma cosa significa?! Davvero c'è gente che parla in questo modo!? Sarà meglio andare dal Meastro Fu... spero che almeno lui abbia idea di cosa fare...» aggiunse prima di lanciare lo YoYo e andare via.

♥ ♥ ♥

Marinette andò dal Maestro Fu e gli raccontò tutta la storia. Lui la ascoltò attentamente con aria un po' preoccupata.

«Sembra una questione complicata, credo che ti servirà aiuto per salvare Chat Noir e l'intera Parigi.» disse alzandosi.

Andò a prendere la scatola contenente tutti i Miraculous, poi la appoggiò davanti alla ragazza.

«Marinette, scegli un alleato che combatta al tuo fianco in questa impresa, a lavoro concluso dovrà restituirti il Miraculous e tu dovrai riportarlo qui.»

Marinette ci pensò bene... chi poteva scegliere? Volpe Rossa? Carapace? O forse Queen Bee?

No, non funzionava in nessuno di quei modi. 

«Maestro Fu, credo di dover andare da sola.» disse decisa.

«Cosa? Ma Marinette, ragiona...»

«Ci ho pensato e... nessuno dei Miraculous che mi ha mostrato può essermi di alcun aiuto.»

«Se la pensi così allora va bene.»

«Si fidi di me.» disse ancora. «Chat Noir è stato akumizzato a causa mia, so come gestire la situazione.»

E lo sapeva bene. Quando Nathaniel era stato akumizzato in Evillustrator a causa sua aveva gestito bene la situazione. Anche quella volta sarebbe stato così... nonostante Chat Noir fosse diverso da un'altra comune vittima.

♥ ♥ ♥

Quella sera, come promesso, Ladybug si fece trovare nei pressi della Torre Eiffel per la cena con Chat Noir. Era di spalle e guardava l'orizzonte. Nessuno lo avrebbe mai detto, ma in quel momento stava sperando con tutto il cuore che il suo piano funzionasse...

«Sono felice che sia venuta.» disse il supereroe sorprendendola alle spalle.

Lei si voltò lentamente.

«Non mi sarei mai persa questa cena per nulla al mondo.»

«Allora andiamo.» disse prendendola delicatamente per mano. «Non indugiamo oltre, immagino che sarà affamata.» 

La ragazza guardò l'anello... le sarebbe bastato prenderlo e tutto quell'enorme disastro si sarebbe sistemato. Tuttavia sapeva che non era ancora il momento giusto. Doveva portare pazienza. Se Chat Noir avesse dovuto cominciare a sospettare qualcosa le cose si sarebbero complicate ulteriormente.

«Certo... andiamo.» disse facendo del suo meglio per sorridere sinceramente.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


«Chat Blanc... sto ancora aspettando i miei Miraculous... Ladybug è lì... CHE COSA ASPETTI?» gli rimbombò nella testa la voce di Papillon.

Chat Noir... Chat Blanc e Ladybug stavamo cenando sopra alla Torre Eiffel. La supereroina non mangiava molto in realtà, stava aspettando il momento perfetto per mettere in atto il suo piano.

«Sono desolato Papillon, ma temo che dovrai aspettare ancora.» disse Chat Blanc tranquillo.

«Cosa?» chiese Ladybug fingendosi confusa.

«Ah, non è nulla, parlavo tra me e me.»

In realtà la ragazza aveva capito bene cosa stava succedendo. Papillon stava comunicando con lui telepaticamente. Cominciava a stufarsi di aspettare e lei doveva sbrigarsi a portare a termine il suo piano...

«AHI!» esclamò lasciando cadere le posate sul tavolo.

«Tutto bene My Lady?» chiese Chat Blanc scattando in piedi preoccupato.

«Sì! No... mi sono ferita al dito!»

Il supereroe akumizzato accorse subito.

«Mi faccia vedere!» disse sempre più preoccupato.

Appena le loro mani si sfiorarono fu rapidissima. Gli sfilò l'anello in pochissimi secondi e si alzò in piedi con aria vittoriosa.

«Ce l'ho fatta! È stato anche piuttosto facile!»

«Chat Blanc! Che combini!»

«Mi restituisca subito l'anello My Lady!»

«Mi dispiace Chat Noir, ma ti preferisco di più in versione "Gatto Nero".»

«Il mio nome e Chat Blanc!»

«Ancora per poco!» esclamò buttando l'oggetto a terra e pestandolo.

«NO!»

«Miraculous Ladybug... ciao ciao farfallina!»

«C... che è successo?» chiese Chat Noir tenendosi la testa con aria stanca.

«Chat Noir, sei tornato in te!» esclamò con un sorriso.

«Che significa sei tornato in te

La ragazza però non lo ascoltò e corse ad abbracciarlo. Era felicissima di riaverlo finalmente indietro. 

♥ ♥ ♥

«Non finisce qui Ladybug!» esclamò Papillon fuori di sé. «Prima o poi riuscirò a scoprire la tua vera identità... allora per te sarà la fine!»

♥ ♥ ♥

Quella sera, stranamente, il padre di Adrien aveva deciso di cenare con il figlio. Non si dissero una parola per buona parte della cena... ma era chiaro che il signor Agreste avesse qualcosa da dire.

«Spero che tu abbia una buona scusa.» disse con tono neutro guardando il figlio dopo aver messo giù le posate.

Adrien in tutta risposta aveva abbassato la testa.

Cosa avrebbe mai potuto dire? La verità? Che era scappato in preda di una crisi di gelosia adolescenziale?? Era decisamente meglio tacere.

«Nathalie?» la richiamò alzandosi in piedi. «Assicurati che domani Adrien non esca di casa per nessun motivo, stavolta l'ha combinata davvero grossa, mi ha fatto preoccupare a tal punto da sospendere la riunione per la prossima collezione.» aggiunse andando verso l'uscita della cucina.

«Sarà fatto signor Agreste.» disse la donna facendo un cenno del capo.

♥ ♥ ♥

Marinette appena arrivata in camera si sedette sulla sedia della sua scrivania talmente con slancio da fare tre giri completi su se stessa.

«OOOOH TIKKI!» esclamò portandosi poi le mani sugli occhi.

«Che cosa c'è Marinette? Alla fine si è risolto tutto, no? È questo quello che conta, non credi?»

«Sì.» disse togliendo lentamente le mani. «Ma Adrien! Non ho avuto tempo di pensare a lui con tutto quello che è successo!»

«Sta tranquilla, è stato ritrovato vicino al fiume Senna addormentato e lo hanno riportato a casa.»

«È l'unica cosa positiva in tutta questa storia...» mormorò a bassa voce con la testa leggermente china. «A proposito, che cosa può aver causato l'akumizzazione di Chat Noir? Tu hai qualche idea?» aggiunse guardandola perplessa.

«Io?! Cosa posso saperne io... sono solo un kwami!» esclamò un po' agitata.

La ragazza sgranò gli occhi, ma decise di lasciar perdere. Perché aveva reagito così? Tikki non era solita fare certe gag.

«Dovremmo andare a letto, è molto tardi e domani c'è scuola!»

«Così finalmente potrò rivedere Adrien...» disse tra sé e sé prendendosi le guance con entrambe le mani. «Va bene, a letto!» aggiunse alzandosi e andando di corsa a prendere il suo pigiama.

Tikki si lasciò scappare un sospiro di sollievo. Era sempre più difficile gestire quella situazione. Sapeva che il giorno in cui Adrien o Marinette avessero scoperto la verità sarebbe stata più dura... ma non immaginava tanto! Ora come ora non c'era più solo il problema delle akuma, ma il segreto legato a Chat Noir e Ladybug era sempre più a rischio. Era un miracolo già solo che Papillon non fosse venuto a saperlo... se effettivamente non lo sapeva e non stava solo facendo finta di niente in attesa di chissà che cosa! 

Forse l'unica soluzione era parlarne direttamente con il Maestro Fu, ma non c'erano garanzie che persino lui sapesse cosa fare.

«Plagg?» 

Tikki era riuscita a stabilire un contatto telepatico con il kwami di Chat Noir - che in quel momento stava mangiando Camembert nella stanza del ragazzo -.

«Oh Tikki, come va?»

«Plagg, sono preoccupata per questa situazione... credi che Papillon sappia che Marinette e Adrien sono Ladybug e Chat Noir?»

«Io non mi preoccuperei se fossi in te, se lo sapesse avrebbe già cercato di sfruttare la cosa a suo vantaggio, non credi?»

«Ma ha akumizzato Chat Noir oggi!»

«Ma quello è stato un incidente, è successo solo perché quel testone ha preferito fare di testa sua piuttosto che aspettare Ladybug.»

«Speriamo davvero che sia come dici tu Plagg...»

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


La signorina Bustier era entrata in classe. Come al solito aveva salutato gli studenti, poi si era seduta e aveva iniziato a fare l'appello.

«Adrien Agreste?» chiamò alzando la testa per cercarlo con lo sguardo. 

Del ragazzo non c'era traccia né al suo posto né da altre parti.

«Oggi non c'è Adrien?»

Nessuno rispose, così la professoressa riabbassò la testa e segnò l'assenza sul registro elettronico del tablet.

Marinette era sorpresa e delusa! Non vedeva l'ora di poter rivedere Adrien! Cosa poteva essergli capitato? Le venne il terrore che le avessero dato notizie false sullo stato di salute del ragazzo...

♥ ♥ ♥

All'intervallo gli studenti erano usciti in giardino e parlavano tra loro. Tuttavia Marinette se ne stava in disparte con la testa leggermente tendente verso il basso... stava pensando ad Adrien, era palese.

«Ehi.» disse Alya sedendosi accanto a lei. «Perché te ne stai qui tutta sola? È per Adrien, vero?»

«Sono preoccupata Alya.» disse ancora a testa bassa. «Ieri è sparito all'improvviso e oggi non si presenta... non so cosa pensare...»

«Senti.» iniziò a dire mettendole una mano sulla spalla per farsi guardare. «Se vuoi oggi dopo la scuola passiamo a trovarlo, così stai più tranquilla, ok?»

«Grazie Alya! Sei un'amica!» esclamò abbracciandola entusiasta.

L'amica, anche se inizialmente presa alla sprovvista, ricambiò l'abbraccio sorridendo.

♥ ♥ ♥

Dopo le lezioni, come promesso da Alya, le due amiche si trovavano davanti l'immensa casa di Adrien. Come tutte le volte che passavano di lì non poterono fare a meno di fermarsi a contemplarla.

«Sai... non me la ricordavo così grande.» commentò Alya continuando a guardarla. «Ok Marinette, tocca a te, suona e chiedi di Adrien.» aggiunse voltandosi verso di lei.

L'amica in tutta risposta fece un cenno di sì deciso con la testa e suonò... in realtà aveva il cuore in gola, come ogni volta che suonava quel citofono, ma si sforzò di mostrarsi risoluta.

«Sì?» rispose Nathalie.

«Siamo Marinette e Alya... due compagne di classe di Adrien... oggi non è venuto a scuola, vorremmo sapere perché... sa siamo un po' preoccupat...»

«Andate via.» disse con tono neutro interrompendola. «Il signorino Adrien non può ricevere visite.»

«Ma noi volevamo solo...!»

«Ordini del signor. Agreste, dovete allontanarvi subito o sarò costretta a chiamare le autorità.»

Come come?! Marinette non ci poteva credere... le usciva già il fumo dalle orecchie!

«Addirittura...?» le sussurrò Alya stranita.

Dopo quella frase, Nathalie, interruppe il contatto.

«Assurdo... perché ci ha trattate così male?» chiese Alya ancora scioccata.

«Mi stia a sentire!» esclamò Marinette fuori di se avvicinandosi molto al citofono. «Noi abbiamo il diritto di vederlo, ok!? E dica a suo padre che non può tenerlo nella sua prigione d'avorio per sempre!»

«Marinette?» cercò di farla tornare si sé prendendola per le spalle. «Dai, andiamo via...»

♥ ♥ ♥

«Sento la rabbia e la collera impadronirsi di lei...» commentò Papillon. «Non c'è dubbio, sarà LEI la mia prossima vittima!» aggiunse allargando le braccia.

♥ ♥ ♥

Alya aveva quasi convinto Marinette ad andarsene, quando videro un'akuma volare verso di loro.

«Un'akuma!» esclamò Alya terrorizzata.

«Attenta Alya!» le fece eco Marinette facendole scudo.

L'akuma non si fermò e andò dritta verso la ragazza dai codini.

«Marinette, attenta! Viene verso di te!» 

Ma nonostante l'avvertimento dell'amica l'akuma era già entrata nei suoi orecchini. Aveva oscurato il suo cuore e ora la ragazza era alla mercé di Papillon.

«Giulietta! Ti impediscono di raggiungere il tuo Romeo?»

«Dacci un taglio Papillon! Dimmi che cosa vuoi da me!»

«Che caratterino...» commentò soghignando. «Credo che tu lo sappia già, voglio i Miraculous di Ladybug e Chat Noir, ma prima ti permetterò di raggiungere il tuo amato... per dimostrarti che puoi fidarti di me.»

«Come?» chiese scettica.

«Dotandoti di poteri straordinari, resterai sorpresa.»

Una nuvola nera avvolse Marinette, facendo cadere a terra dallo spavento Alya.

Quando la nube si dissolse mostrò Marinette vestita da fanciulla dell'ottocento. Ora i suoi capelli erano raccolti in un'unica treccia e la sua espressione era tutt'altro che pacifica.

♥ ♥ ♥

Intanto Adrien era in camera ignaro di tutto. 

Aveva un'espressione piuttosto annoiata, dopotutto era tutto il giorno che era seduto alla sua scrivania...

«Capisco che mio padre sia arrabbiato perché sono uscito da scuola all'improvviso.» disse sostenendosi la testa con una mano. «Però perché vietarmi anche di andare a scuola? Non ha senso, un padre dovrebbe saper distinguere l'utile dal dilettevole.»

Plagg era sdraiato sul suo letto e si gettava pezzi di Camember in bocca mentre lo ascoltava.

«Forse si comporta così perché sa che ti piace andare a scuola e spera che togliendoti la possibilità di andarci tu riveda il tuo comportamento.» ipotizzò. «Inoltre ricordati che hai studiato a casa per anni, tuo padre sa che là ci sono tutti i tuoi amici e ci metteresti davvero poco ad unire l'utile al dilettevole.»

Il ragazzo non se la sentiva di ribattere. Plagg doveva avere ragione, infondo era palese... sperava solo che quella situazione assurda sarebbe finita presto. Proprio non capiva il modo di ragionare di suo padre. Di solito erano i figli a non voler andare a scuola, non i padri che non ce li volevano mandare...

A un certo punto sentirono dei rumori provenire da fuori, così il ragazzo si alzò e andò ad aprire la finestra per poi affacciarsi.

«Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo?» recitò Marinette in modo teatrale.

«Marinette...?»

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


«Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo?» 

«Marinette...?»

Adrien non ci poteva credere... che ci faceva Marinette vestita in quel modo sotto camera sua?

È stata akumizzata da Papillon, non c'è dubbio.

Intanto il signor Agreste aveva dato l'ordine di attivare il sistema di sicurezza, così la ragazza aveva fatto una smorfia irritata.

«Non temere Adrien, non riusciranno a tenerci separati ancora a lungo!» esclamò per poi smaterializzò sotto ai suoi occhi.

Appena sparì, il ragazzo, fece qualche passo indietro cominciando a camminare nervoso per la stanza.

«Ah Plagg! Va male! Va molto male!» esclamò disperato continuando a camminare da una parte all'altra.

«Behhh, c'è comunque di peggio...» commentò in kwami.

«Ladybug... cioé Marinette... è l'unica in grado di purificare le akuma... ma se viene akumizzata anche lei allora...»

«Mio principe?» lo richiama Marinette apparendo davanti a lui.

«Marinette? Come hai fatto a...?!»

«L'akuma!» gli sussurra Plagg interrompendolo.

«Giusto... Marinette?»

«Sì Adrien?»

Riflette un attimo su cosa dire, ma non gli viene in mente altro se non la verità. Riconosce che non sia il massimo... ma almeno bisognava tentare...

«Marinette, sei vittima di Papillon... sei stata akumizzata.»

«Oh, questo lo so, ma grazie a questi poteri potremmo stare insieme per sempre!»

Il ragazzo aveva cominciato ad avvicinarsi quasi inconsapevolmente.

«Davvero non capisci? Tu non sei così, Papillon ti sta manipolando a suo piacimento.»

«Ma... è la verità! Io ti amo!»

«Anch'io ti amo Marinette... ma non sei tu che parli...» disse fermandosi di fronte a lei facendo un sorriso un po' amaro.

La ragazza lo guardava stupita senza sapere cosa dire.

«Posso?» chiese mostrandole la mano per farsi consegnare gli orecchini.

Marinette inizialmente non sapeva che fare. Da una parte c'era Adrien e dall'altra gli straordinari poteri che le aveva donato Papillon... sapeva che in entrambi i casi avrebbe dovuto rinunciare a qualcosa, tuttavia alla fine decise di toglierseli e di porgerglieli sorridendo.

«Che stai facendo? No! NO!» gridò Papillon nella sua testa.

Adrien chiuse la mano accennando un sorriso, li buttò a terra e li pestò rompendoli. Di lì a poco uscì l'akuma che svolazzò per la stanza.

Fortunatamente Marinette era già tornata sé stessa. Aveva l'aria molto confusa...

«Dove sono? Che cosa ci faccio qui?!»

«Non c'è tempo, devi purificare l'akuma, tu sei l'unica che può farlo!»

«COME?» le uscì di bocca quasi spontaneamente.

Il un attimo le cadde come una secchiata di acqua gelida addosso...

«M-me lo ha detto Chat Noir poco fa!» inventò l'altro sorridendo a disagio.

«E lui dov'è ora?»

«È dovuto correre via, si stava per ritrasformare!»

«Quel gattino... non c'è tempo da perdere, Tikki, trasformami! Miraculous Ladybug! Presa! Ciao ciao farfallina!» sospirò. «Uff... è finita...»

«Ottimo lavoro Marin... volevo dire Ladybug... tranquilla, non dirò niente a scuola.»

La ragazza sorrise dolcemente nel sentirlo.

♥ ♥ ♥

«Così Ladybug è una ragazzina del liceo... molto bene, credo di sapere già come sfruttare la situazione a mio favore!»

♥ ♥ ♥

«Prendete posto per favore, oggi compito a sorpresa!» annunciò la signorina Bustier.

«Noooo!» esclamarono tutti gli studenti della classe in coro.

«Suvvia, è per valutare la vostra preparazione prima della verifica finale... Marinette, distribuisci tu le prove?»

«Eh...? Certo!» esclamò impacciatamente alzandosi in piedi.

Prese le fotocopie e iniziò a distribuirle, ma quando arrivò al banco di Adrien...

«Grazie.» disse lui accennando un sorriso e prendendo, delicatamente, l'estremità opposta da cui teneva il foglio la ragazza.

Marinette prese colore assumendo un'espressione tra lo stupito e l'incantato.

«Marinette? Marinette? Stai bene?» le chiese la professoressa leggermente preoccupata.

«Ah sì! Mi scusi!» esclamò voltandosi verso di lei e sorridendo imbarazzata.

♥ ♥ ♥

All'intervallo...

«Marinette? Possiamo parlare?» le chiese Adrien avvicinandosi al suo banco mentre scriveva ancora.

«C-certo!» esclamò lei guardandolo già lievemente rossa sulle guance.

«Puoi stare tranquilla, dicevo sul serio ieri, non dirò niente agli altri.»

«Mi dispiace che Chat Noir te l'abbia dovuto dire... purtroppo la situazione mi è sfuggita di mano ed è peggiorata esponenzialmente...»

«Non preoccuparti.» le disse con dolcezza poggiando la sua mano sulla sua. «So quanto ti sta a cuore difendere Parigi, anche i supereroi possono sbagliare a volte.»

«Grazie Adrien.»

I due si guardarono negli occhi intensamente...

In quel momento sentitono un vetro infrangersi.

«Attento!» esclamò Marinette alzandosi in piedi. «Tikki, trasformami!»

♥ ♥ ♥

«La città è stata messa sotto attacco dalle perfide akuma di Papillon!» esclamò Nadia al telegiornale. «Era da molto che non si verificava un fatto del genere... speriamo che Ladybug e Chat Noir sappiano far fronte a questa situazione ancora una volta!»

♥ ♥ ♥

I due supereroi stavamo correndo su un tetto di un edificio inseguiti dalle akuma.

«Spero che tu abbia un piano Ladybug!»

«Ma certo! Tu vai dal Maestro Fu a recuperare i Miraculous dei nostri alleati e io rimango qui a distrarre le akuma!»

«Ottimo piano! Allora ci separiamo?»

«Sembra proprio di sì.»

«Aspetterò con ansia il momento di rivederti My Lady.» 

Così ad un bivio che divideva la strada in due direzioni si separarono.

♥ ♥ ♥

«Molto bene, devo solo continuare a fare in modo che mi continuino a seguire!» esclamò Ladybug continuando a correre.

Tuttavia beccò una pietra in pieno e finì per inciampare... fortunatamente Chat Noir bloccò l'esercito di akuma, che avanzava verso di lei, con il suo bastone.

«Ti sono mancato?»

«Tempismo perfetto Chat Noir! Hai i Miraculous?»

Chat Noir spazzò via le akuma con il suo cataclisma e raggiunse la collega.

«Ottimo! Vado e torno in un lampo!» esclamò la supereroina preparandosi a correre dopo averli presi.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


«Ancora una volta, a Parigi, si è risolto tutto grazie all'intervento di Ladybug e Chat Noir! Per l'occasione abbiamo preparato un servizio speciale dedicato a loro!» esclamò Nadia al TG. «Purtroppo non siamo riusciti ad intervistare direttamente i due supereroi, ma i loro alleati sono stati ben felici di rispondere ad alcune delle nostre domande!»

«Naturalmente senza di me non sarebbero riusciti a salvare Parigi, Ladybug lo sa bene, è per questo che continua a chiamarmi.» disse Queen Bee.

«Salvare la città e mettere il fuga i cattivi? È troppo forte!» esclamò Volpe Rossa.

«Ad essere sincero sono un tipo piuttosto pacifico.» disse Carapace. «Sì, non mi piace la violenza, sia fisica che verbale... ma diciamocelo, quando ci vuole ci vuole.»

La mamma di Marinette era seduta sul divano in soggiorno. Stava per spegnere la TV quando la figlia corse giù dalle le scale e si diresse verso la porta.

«Io vado!» esclamò aprendo la porta.

«Marinette, hai dimenticato...» cercò di dire la madre.

La figlia, però, sbatté la porta prima che potesse terminare.

«... di fare colazione.» finì piuttosto stranita.

♥ ♥ ♥

Marinette correva a perdifiato già da un po' e non intendeva fermarsi. Per fortuna Tikki era nella sua borsetta o non sarebbe rimasta al passo.

«Marinette, rallenta!» si lamentò il kwami. «Non siamo in ritardo.»

«Lo so.» disse lei non riuscendo a trattenersi dal sorridere. «È che sono impaziente di rivedere Adrien!»

«Lo vedi tutti i giorni... perché tutta questa fretta?»

«Ieri, prima che l'esercito di akuma ci interrompesse, stavamo parlando... chissà cosa voleva dirmi!»

La ragazza sembrava davvero entusiasta... tuttavia Tikki proprio non riusciva a stare tranquilla. Distolse lo sguardo pensando ancora una volta a cosa era successo il  giorno prima. Secondo Plagg non avevano niente di cui preoccuparsi, ma sapeva bene quanto l'amico fosse superficiale in certe cose...

♥ ♥ ♥

Arrivata in classe cercò di localizzare con lo sguardo il ragazzo con una certa ansia.

«Buongiorno.» la salutò Luka arrivando vicino al banco.

«Ah... ciao Luka!» lo salutò a sua volta un po' impacciatamente.

«Cercavi qualcuno?»

«Sì... cercavo Alya!» esclamò pensando fosse meglio non dirgli la verità.

Luka si girò e guardò i compagni di classe.

«Guarda, è laggiù.»

«Perfetto!» esclamò alzandosi. «V-vado un attimo a parlarle!»

Marinette andò verso l'amica, che appena la vide la salutò con la mano.

«Alya, hai visto Adrien?!» le domandò avvicinandosi un sacco per non farsi sentire dagli altri.

«No, mi dispiace...» rispose un po' a disagio.

Marinette si tirò indietro demoralizzata e si portò una mano alla fronte clinando leggermente la testa in avanti.

«Marinette, dovresti smetterla di agitarti tanto.» commentò Alya. «Ai visto due giorni fa cos'è successo, no? Diventi una preda facile per le akuma di Papillon se ti fai prendere così facilmente dalle emozioni.»

A sentire le parole dell'amica si stupì... aveva ragione, non poteva negarlo... quando si parlava di Adrien non riusciva a ragionare con lucidità... anzi, non riusciva a ragionare e basta.

In quel momento nell'aula entrò proprio Adrien e Marinette non poté fare a meno di guardarlo. Lo seguì con lo sguardo fino al suo posto. Avrebbe voluto dirgli qualcosa... ma cosa?!

Il ragazzo notò il suo guardo e le sorrise, così lei ricambiò impacciatamente.

«Ma che succede tra di voi ultimamente?» le chiese Alya sottovoce sospettosa.

«Che succede? Niente! Solite cose! Cosa mai dovrebbe succedere!?» farfugliò nervosa.

«Uhm... sarà...»

«Prendete posto ragazzi, coraggio!» esclamò la signorina Bustier. 

Marinette e molti altri studenti ancora in piedi andarono verso il loro banco.

«Bene, come sapete la settimana scorsa abbiamo finito il capitolo dedicato ai Miti Greci, quindi adesso voglio che vi dividiate in gruppi di due o tre persone e facciate una ricerca.»

«Professoressa?» prese parola Alix, alzando la mano, senza aspettare il permesso di parlare. «Possiamo scegliere noi i nostri compagni di gruppo?»

«Certo Alix, potete scegliere voi per questa volta.»

«Un compito di gruppo?» si domandò Marinette leggermente terrorizzata. «Ma non ne avevamo mai fatti...»

«Marinette, ti va di far parte del mio gruppo?» le chiese Luka con un sorriso.

Lei lo guardò sorpresa... era una buona idea? Insomma... Luka cos'era davvero per lei? Un amico? Un compagno di classe? Avrebbero lavorato bene insieme?

Adrien, vedendo la scena, decise di alzarsi e andare da loro. Non aveva capito bene che cosa si erano detti, ma poteva immaginarlo... se davvero Luka le aveva chiesto di far parte del suo gruppo voleva che almeno sapesse di avere un'alternativa!

«Ehi Marinette?» la chiamò appoggiando le mani al suo banco sorridendo. «Ti va di fare il compito insieme?»

«Scusa Adrien, ma glielo stavo giusto chiedendo.» si intromise l'altro ragazzo sorridendo.

Adrien pensò di non aver mai visto un sorriso più falso in vita sua... ok, forse stava un po' esagerando, ma non sopportava quel tipo... e ancora meno sopportava l'idea che forse Marinette aveva una cotta per lui.

La ragazza non sapeva verso chi dei due indirizzare il suo sguardo. Faceva roteare gli occhi da una parte all'altra tanto da farsi quasi venire mal di testa...

«Adrien caro!» esclamò Chloé prendendolo per un braccio. «Fai coppia con me, sì?»

«Non ci pensare neanche!» sbattè Lila avvicinandosi con le braccia sui fianchi. «Adrien ha bisogno di una compagna che sia all'altezza del compito.» aggiunse spostandosi i capelli dietro alla spalla.

«E chi sarebbe?! TU!?»

Nella confusione creatasi...

«Che ne dici Marinette?» le chiese di nuovo Luka. «Uniamo le forze?»

Che fatto!? CHE FACCIO?!

Mentre glielo chiedeva aveva continuato a sorridere... sembrava quasi che un rifiuto non fosse nelle sue previsioni. Che doveva fare? Lui glielo aveva chiesto per primo... inoltre Adrien era conteso tra Chloé e Lila...

«V-va bene...» risposte sorridendo un po' in imbarazzo.

Adrien aveva visto e sentito bene... non era per nulla contento di quello che stava succedendo.

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


All'uscita da scuola Marinette vide Adrien seduto su una panchina, così si fermò in lontananza indecisa sul da farsi. Avrebbe dovuto avvicinarsi? Forse sarebbe stato meglio per tutti se si fosse allontanata come se niente fosse...

«Che aspetti? Va da lui e parlagli!» esclamò Tikki dalla sua borsa.

«No Tikki! E che vuoi che gli dica!?» ribatté lei sforzandosi di mantenere il tono della voce basso.

«Avanti, lo sono che vuoi andare a parlargli...»

Eccome se voleva... però... che avrebbe dovuto fare? Le aveva anche chiesto di fare il progetto insieme, ma lei aveva dovuto rifiutare... in realtà non aveva risposto, ma aveva detto di sì a Luka, quindi... però infondo Luka glielo aveva chiesto per primo. Sì, dopotutto non aveva scelto in base a preferenza o simpatia. Aveva solo detto di sì al primo che glielo aveva chiesto...

Decise di farsi coraggio ed avvicinarsi.

«E-ehi Adrien...!» salutò sorridendo in imbarazzo.

«Marinette?» si lasciò scappare stupito guardandola.

Prima che si avvicinasse del tutto si alzò in piedi aspettando che si fermasse.

«Ehm... cosa ci fai qui tutto solo? Stai aspettando qualcuno?» disse sempre il maniera goffa.

«Sì, il mio autista.» rispose. «Mio padre non vuole più che torni da solo dopo... sì beh, quello che è successo...»

«Ah, mi dispiace...»

La ragazza si sentiva in parte responsabile. Pensare che il signor. Agreste aveva cominciato da poco a lasciare più libertà al figlio...

«Non preoccuparti, va bene così.» disse accennando un sorriso un po' amaro. «Vuoi un passaggio?»

«Eh? Nono, ti ringrazio!»

Il ragazzo in quel momento avrebbe voluto riprendere il discorso interrotto il giorno prima. Si ricordava molto bene cosa stava per chiederle... sei innamorata di Luka? Era questa la domanda che lo tormentava e che avrebbe voluto farle una volta per tutte. Tuttavia pensava che ormai avesse ricevuto una risposta chiara. Marinette aveva accettato di fare il compito con lui... anche se indirettamente l'aveva capito.

La macchina di Adrien arrivò proprio in quel momento e si fermò a pochi metri da loro.

«Ora devo andare, ci vediamo domani.» disse con un sorriso prima di andare.

La ragazza restò lì a sorridere come un'ebete, e salutare con la mano, anche quando la macchina ripartì.

«Marinette, torniamo a casa, dai...» mormorò Tikki.

«Come?» chiese spontaneamente guardandola. «Certo! Andiamo!»

♥ ♥ ♥

Adrien entrò in camera sua e chiuse la porta.

La testa gli caddé in avanti quasi spontaneamente. Non riusciva a smettere di pensare a Luka e Marinette... dire che era geloso era poco... ormai non aveva più neanche la forza di arrabbiarsi. Era solo triste... 

«Tirati su, coraggio!» esclamò Plagg volandogli accanto. «C'è di peggio nella vita... e tu lo sai, pensa se Papillon avesse scoperto la tua vera identità.»

«Sai cosa ti dico?» domandò retorico avvicinandosi al suo letto. «Papillon è l'ultimo dei miei pensieri in questo momento... anzi, direi che non ci penso per niente.» aggiunse buttandosi a pancia in sù.

«Ma bravo... e tu saresti Chat Noir? Psf, adolescenti...»

La testa di Adrien era inondata di pensieri. Anche se poteva provare ad accettare che a Marinette piacesse quel tipo almeno voleva provare a parlarle dei suoi sentimenti... come poteva fare? Poteva semplicemente andare da lei e dirglielo? E se gli avesse riso in faccia?

«Va da lei e diglielo.» commentò il kwami.

«Come?» chiese confuso rialzando la testa.

«Va da lei e diglielo.» ripeté. «Se sei così sicuro che sia innamorata di Luka... persiero che tra l'altro io non condivido... almeno va a dirglielo e facciamo la finita!»

«Non è così facile, sai?»

«Perché?! Sii sincero verso te stesso e verso di lei! Almeno potrai metterci una pietra sopra e non pensarci più!»

Adrien abbasso di nuovo lo sguardo. 

Il punto era se voleva veramente mettere un punto definitivo a questa storia. Dopo essere stato rifiutato per l'ennesima volta dalla Sua Lady avrebbe dovuto rivederla ogni giorno a scuola e in servizio. Come avrebbe fatto ad andare avanti?

«Senti, vuoi fare a modo mio?» domandò retorico il suo kwami. «Invitala ad uscire, solo tu e lei, poi vedi come ti dice di sì.»

Il ragazzo era perplesso... perché Plagg era così ostinato a credere che Marinette provasse qualcosa per lui? Insomma, se ne sarebbe accorto, no? 

Ci pensò bene e più ci rimuginava su più non gli sembrava una così cattiva idea. Lo doveva a sé stesso... e se anche avesse rifiutato almeno ci avrebbe provato. Valeva la pena rischiare. Dopotutto non stava ancora con Luka, avrebbe dovuto tentare di conquistarla. Non poteva darsi per vinto già in partenza! Poi c'era Plagg... lui sembrava così convinto...

«Non è una cattiva idea in effetti.»

«Cosa cosa? Tu che mi dai ragione?» domanda Plagg sconcertato. «Meglio se vedo a mangiare il mio Camembert...»

Adrien sorrise e tornò a stendersi a guardare il soffitto. 

Sì, ora più che mai ne era convinto. Glielo avrebbe chiesto al più presto possibile.

 

Ciao! Prima di lasciarvi andare via volevo farvi vedere il disegno di Marinette in versione anime che ho fatto oggi:

Ciao! Prima di lasciarvi andare via volevo farvi vedere il disegno di Marinette in versione anime che ho fatto oggi:       

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima! ♥

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Il giorno dopo nel pomeriggio Adrien aveva lezione di scherma. Stranamente suo padre ora lo lasciava di nuovo uscire di casa da solo, infatti ci stava andando a piedi.

«Sei incredibile.» commentò Plagg. «Ieri sembravi tanto convinto e oggi che fai, ti tiri indietro? Avresti dovuto chiederglielo...»

«Ci ho provato Plagg, ma ogni volta venivamo interrotti...» ricorda con profonda tristezza.

In effetti era proprio stato così: una volta per colpa di Lila, una per colpa di Chloé, una a causa di Alya... insomma, anche solo avvicinarsi era stato molto difficile quel giorno.

«Tutte scuse... se fossi davvero convinto andresti sparato a chiederglielo e niente potrebbe farti cambiare idea.»

In quel momento videro, a distanza di pochi metri da loro, proprio Marinette! Dalla sorprese il ragazzo si fermò... che combinazione!

«Ma guarda guarda, chi abbiamo qui? Sù, va a parlarle!»

Adrien senza neanche guardarlo fece un'espressione sicura e cominciò ad avvicinarsi a lei.

«E-ehi Marinette!» salutò sorridendo un po' in imbarazzo.

La sua risolutezza stava pian piano scemando...

«A-Adrien...?» si lasciò scappare sorpresa voltandosi.

«Che coincidenza, eh?» disse una volta arrivato di fronte a lei.

«Ahah già... s-stavi andando a lezione di scherma?» 

«Già, proprio così... però sono in anticipo... senti, volevo parlarti di una cosa... hai un momento?»

«Eh? C-certo!» esclamò sorridendo in imbarazzo. «D-dimmi tutto!»

«Ecco... in realtà mi piacerebbe invitarti a pattinare sabato...» mormorò non riuscendo a non arrossire come un peperone.

Anche le guance di Marinette erano in fiamme. Adrien? Il SUO Adrien che le chiedeva di uscire!? Loro due da soli?! Questo era decisamente troppo... il cuore le stava battendo a duemila...

«Verrà anche Katami! E poi... sì... puoi chiedere anche a Luka se gli va di venire con noi... gli piace pattinare, no?!»

Subito Adrien non aveva neanche realizzato cosa avesse effettivamente detto. Aveva parlato senza pensare, era molto nervoso e aveva finito per parlare troppo e a sproposito.

Dopo quell'ultima frase l'espressione della ragazza si fece perplessa e un po' demoralizzata...

«Ah... naturalmente... come l'altra volta... un'uscita tra amici...» farfugliò indecisa. «D-devo andare, ma ci sono e... chiederò anche a Luka appena ci vediamo!» aggiunse per poi correre via.

«Che accidenti hai combinato?» gli chiese il kwami incredulo. «Non era questo che dovevi dire!»

«Ho combinato un bel pasticcio...» disse abbassando la testa tristemente.

«Un pasticcio è dire poco... e ora come pensi di rimediare?»

Adrien prese il suo cellulare e cercò un numero in rubrica.

«Non ho scelta, anche se non era quello che avevo in mente devo chiamare Katami.»

«Non sarebbe meglio lasciar perdere e dire a Marinette la verità?»

Il ragazzo si era portato il cellulare all'orecchio e aspettava impazientemente una risposta.

«Pronto Katami? Sei libera questo sabato?» domandò mentre riprendeva a camminare.

♥ ♥ ♥

Marinette ora si trovava davanti alla porta della biblioteca con la testa bassa. A momenti sarebbe arrivato Luka, quindi doveva riprendersi assolutamente ed entrare... però in quel momento era decisamente troppo giù...

«Marinette...?» la richiamò Tikki con un filo di voce.

Era preoccupata, ma niente, la ragazza non si scuoteva... e tutto per colpa di Adrien... ma cosa gli era preso? Perché si era comportato in quel modo? Aveva forse timore ad uscire da solo con lei? Strano modo per dimostrare i propri sentimenti...

«Tikki?» la chiamò Marinette rimanendo immobile. 

«Sì, Marinette?»

«Credi che Adrien si stia prendendo gioco di me?»

«Ma no, che dici?! Adrien non lo farebbe mai!» esclamò volando istintivamente fuori dalla borsa.

Anche se cominciava un po' a dubitarne...

«Non è che qualcuno gli ha detto che mi piace e ora sta facendo di tutto perché me lo tolga dalla testa?»

«NO!» esclamò più forte. «Caso mai è il contrario!»

La padroncina alzò la testa stupita.

«Cosa intendi?»

«Magari, che so, Adrien ha capito di vederti in modo diverso.»

«E in che modo mi vedrebbe?»

«In modo diverso da un'amica!»

La ragazza rifletté un attimo... no, era più probabile che Chloé e Lila diventassero amiche.

«Io non credo che sia così Tikki, ma grazie del conforto.» disse sorridendo in modo un po' amaro.

♥ ♥ ♥

Intanto nella zona armadietti, vicino alla palestra, Adrien stava chiudendo il suo dopo aver cercato qualcosa.

«Cos'è questa storia, Adrien?» chiese Katami, con un braccio sul fianco, entrando il quel momento.

«Ciao Katami.» la salutò sorpreso.

«Allora? Vuoi che venga con te e Marinette alla pista sabato?» domandò retorica. «Ma sei serio? Invece di tirarmi in ballo perché non le dici una volta per tutte quello che provi?»

Il ragazzo non sapeva proprio cosa dire. Suonava tanto come un rimprovero... dopotutto se l'era meritato...

«A meno che tu non mi voglia lì solo per farla ingelosire.» disse ancora stavolta con un sorriso sornione.

«Cosa?» si lasciò sfuggire sgranando gli occhi. «No! In realtà è tutto un malinteso... i-io volevo invitare solo lei... volevo che fossimo soltanto io e lei...»

«Beh, allora diglielo.»

«Non posso... in questo momento starà già invitando Luka... gliel'ho detto io di farlo...» spiegò distogliendo lo sguardo a disagio.

«Adrien, lascia che te lo dica, sei proprio stupido.»

Quelle parole dirette e taglienti lo sorpresero come non mai.

«Essere carini è un punto di forza, ma bisogna anche usare la testa... almeno non invitare il tuo rivale in amore.» concluse andando verso la porta e uscendo.

«Wow... te le ha proprio cantate, eh?» commentò Plagg colpito.

Il ragazzo non rispose neanche... era semplicemente troppo sorpreso! Da quando Katami sapeva che Luka aveva una cotta per Marinette? Forse se stavano così le cose poteva anche dirgli cosa provava Marinette... come facesse Katami a saperlo rimaneva un mistero...

«Pronto?» canticchiò il kwami.

«Eh?»

«Alleluja... è andata via, vogliamo andare anche noi o restiamo qua a leccarci le zampe?»

«Andiamo anche noi naturalmente! La lezione sta per cominciare!» esclamò correndo verso la porta.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Marinette e Luka, come stabilito, si erano trovati alla biblioteca della scuola per lavorare al compito.

Erano entrambi molto concentrati, ormai erano passate quasi due ore. Sedevano l'uno accanto all'altra e ognuno dei due stava scrivendo sul proprio quaderno.

A un certo punto le loro mani si sfiorarono, perché avevano deciso nello stesso momento di prendere l'unica gomma che avevano portato. Erano talmente concentrati che all'inizio quasi non lo avevano notato, ma appena Marinette realizzò ritirò la mano quasi terrorizzata.

«Credo che sia meglio andare!» esclamò alzandosi in piedi e sorridendo impacciatamente. «Fuori si sta facendo buio... per oggi abbiamo lavorato abbastanza!»

«Hai ragione.» concordò l'altro chiudendo il quaderno e alzandosi a sua volta. «Ti riaccompagno a casa, ti va?»

«G-grazie.» risposte sorridendo goffamente per non arrossire. «A proposito, c'è una cosa che vorrei chiederti... hai impegni questo sabato?»

«No, perché?»

«Volevo chiederti se ti va di venire alla pista di pattinaggio... vengono anche Adrien e Katami...» disse continuando a sorridere stavolta un po' a disagio.

«Uhm... tu e Adrien...» gli uscì di bocca quasi spontaneamente.

«E Katami.» aggiunse Marinette che aveva sentito.

Era davvero una situazione... imbarazzante? Era poco... stava invitando un ragazzo che trovava carino ad un appuntamento a cui l'aveva invitata il ragazzo che amava che però la vedeva solo come un'amica! Non avrebbe mai pensato a qualcosa di così complicato...

«Va bene, sono dei vostri!»

♥ ♥ ♥

Sabato alla piasta di pattinaggio...

Adrien stava guardando Marinette da lontano. Si stava allacciando i pattini, ma era un po' in difficoltà... avrebbe dovuto avvicinarsi ed aiutarla? Però c'era anche Luka e non voleva avere problemi... e se questo avesse dato il via ad una discussione?

«È stato carino da parte tua organizzare un appuntamento a Luka e Marinette.» lo prese in giro Katami.

«Eh?»

«Che cosa stai aspettando? Va da lei e aiutala, non vedi che è in difficoltà?»

In effetti la ragazza era davvero in difficoltà, ma cosa avrebbe dovuto fare? Luka sarebbe corso in suo soccorso a momenti...

«D'accordo Adrien, fa fare tutto a me... tanto ormai sono qui, qualcosa di utile lo devo pur fare.»

Senza spiegazioni Katami spinse il ragazzo verso Marinette. Quando lui se ne rese conto si voltò a guardarla in totale confusione, ma poi decise di proseguire.

«Serve una mano?» chiese fermandosi di fronte a Marinette.

«Ah Adrien... n-non preoccuparti! Ce la faccio!» disse sorridendo in modo goffo.

Si allacciò velocemente i lacci, poi si alzò in piedi... con decisamente troppo slancio! Aveva perso l'equilibrio e stava quasi per cadere!

«Attenta!» esclamò Adrien prendendola appena in tempo.

Erano finiti così vicini... le guance di entrambi avevano preso colore e continuavano a guardarsi come se fossero incantati l'uno dalla vista dell'altra.

«Tutto bene?» chiese preoccupato Luka che intanto era arrivato.

La domanda del ragazzo infranse tutta l'atmosfera romantica creatasi...

«S-sì, non preoccuparti!» esclamò la ragazza sorridendo goffamente e allontanandosi da Adrien.

Luka diede una rapida occhiata al rivale, poi la prese per mano.

I due entrarono in pista e Adrien dalla disperazione abbassò la testa sospirando.

«Tranquillo Adrien.» gli disse Katami raggiungendolo. «Ho un piano che funzionerà di sicuro.»

Il ragazzo non disse niente. Che cosa poteva avere in mente? Sapeva che le idee di Katami erano buone, ma davvero non capiva quale potesse essere questa fatidica idea...

♥ ♥ ♥

Anche Adrien e Katami erano scesi in pista.

La ragazza controllò bene dove si trovavano in quel momento Luka e Marinette... dovevano avvicinarsi perché il piano funzionasse. Marinette doveva vedere chiaro e tondo con i suoi occhi quello che stava per succedere...

«Ok, qui va bene.» disse fermandosi e lasciando le mani di Adrien.

«Mi puoi sp...?»

«Reggimi il gioco, ok?» lo interruppé bisbigliando.

Lui era sempre più confuso, tuttavia sapeva che fare domande non sarebbe servito...

«Non so ancora come ringraziarti, ti sei ricordato che i miei questo sabato non potevano accompagnarmi alla pista di pattinaggio.»

«F-figurati!» disse impacciatamente sorridendo un po' a disagio.

«Sei davvero un ragazzo attento, per me non sei un semplice compagno di corso.» aggiunse per poi baciarlo sulla guancia.

Marinette vide l'intera scena e ci rimase di sasso... non era neanche arrabbiata in quel momento... non sapeva cosa pensare... abbassò la testa sconfitta quasi automaticamente...

«Marinette?» la richiamò Luka.

In quel momento la ragazza tornò in sé e... stava pattinando da sola! Perché Luka non la teneva più per mano!? Rischiava di cadere!

La ragazza guardando i suoi piedi cominciò ad agitarsi fino a non cadere a peso morto, con le braccia, sulla sbarra. Era salva, così tirò un sospiro di sollievo.

«Stavi andando bene, perché ti sei agitata?»

«Credo proprio di aver bisogno di una pausa.» disse sforzandosi di sorridere. «T-tu vai pure...!»

«Sicura?» chiese perplesso.

«C-certamente!»

«Ok, allora a dopo.» concluse per poi allontanarsi.

A Marinette sfuggì un altro sospiro di sollievo e Tikki la vide. Era sempre più preoccupata... non poteva parlare con la padroncina di quello che era successo, ma stava diventando sempre più difficile nascondere tutto...

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Ciao a tutti!
Prima di lasciarvi al capitolo voglio scusarmi con Princess_Shiho, ti avevo detto che avrei postato questo capitolo ieri sera e i piani erano quelli... però ci sono stati alcuni intoppi nell'organizzazione ^^"
Colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che mi seguono, in particolare la stessa Princess_Shiho per recensire i miei capitoli ^^ (e subito dopo littel_vale, supereli, vanegeno, DSegno92, LadyS, ladyathena e TalesOfAFairy... vi ho visti che zitti zitti avete messo la storia nelle preferite/seguite, grazie <3)
Molto bene, ora vi lascio al capitolo, alla prossima!





«Sembra che tu sia un po' giù di morale, Marinette.» le disse a un certo punto qualcuno dalle gradinate.

La ragazza si voltò immediatamente confusa. 

Quella voce era irriconoscibile...

«Maestro Fu!?» esclamò sgranando gli occhi. «Lei cosa ci fa qui?!»

«Mi piace venire alla pasta di sabato, è un toccasana per l'anima vedere tanti giovani impegnati nell'arte del pattinaggio.» rispose tranquillo continuando a guardare la pista.

Marinette allora si rivoltò sorpresa verso la pista... sì, in effetti non aveva tutti i torti, era divertente vedere tutti i bambini e i ragazzi fluttuare sul ghiaccio.

«Allora Marinette?» richiamò la sua attenzione stavolta guardandola e facendola voltare. «Cosa c'è che non va? Perché non vai a divertirti con i tuoi amici?»

«Vede...» iniziò abbassando lo sguardo. «Il fatto è che non sono proprio tagliata per l'arte del pattinaggio!» aggiunse sorridendo falsamente per mascherare la menzogna.

Il maestro la guardò per un po' pensoso, poi distolse nuovamente lo sguardo.

«Io non credo che sia solo questo il motivo.»

«Massì! Glielo assicuro!»

Come faceva a convincerlo se lei per prima non ci credeva? 

Rinunciò a mantenere lo sguardo sul Maestro Fu e intercettò invece Adrien e Katami... inutile, per quanto volesse negarlo quei due erano davvero una bella coppia... erano perfetti per stare insieme...

«Capisco... problemi di cuore.»

«Eh?» le scappò spontaneamente. «Ma no, che dice?» aggiunse mostrando i palmi, però si ricordò immediatamente dov'era così arrancò un po' ma rimise le mani al loro posto.

«Ricordati le mie parole Marinette: nella vita mai nulla è come sembra.»

«Mai nulla è come sembra...» ripeté sorpresa spontaneamente.

«Ehi Marinette, dov'è Luka?» le domandò Adrien arrivando proprio in quel momento.

«Ah! Adrien!» esclamò sorridendo impacciata dalla sorpresa. «Gli ho detto io di fare un altro giro, non voglio che a causa mia non si diverta.»

«Va bene, ma cos'hai? Serve aiuto?»

«Nono, tranquillo! Mi stavo solo riposando... tutto qui!»

«Vuoi che usciamo a prendere una boccata d'aria?»

«V-volentieri!»

In quel momento Marinette non se l'era sentita di rifiutare. Sapeva che non era molto carino nei confronti di Luka e Katami allontanersi così senza dire niente, ma cosa poteva farci? Voleva così tanto trascorrere un po' di tempo da sola con Adrien! Non chiedeva altro... almeno quello! Dopotutto Katami ormai lo aveva tutto per sé!

♥ ♥ ♥

Marinette non sapeva cosa dire, il cuore le batteva a mille... adesso sì che iniziava a pensare fosse stato un errore! Sparire in quel modo... ma a cosa aveva pensando cinque minuti prima!?

«F-forse è meglio se rientriamo! Luka e Katami potrebbero chiedersi dove siamo finiti!» esclamò sorridendo goffamente.

«Di già? Siamo appena usciti...» disse l'altro sorpreso e un po' deluso.

Aveva ragione! Allora... doveva trovare immediatamente qualcosa da dire!

«C-come va il progetto che ci ha dato la professoressa Bustier?»

«Bene, abbiamo quasi finito... no, per la verità è un disastro...» ammise portandosi una mano alla fronte. «Chloé non fa altro che lamentarsi e Lila si distrae in continuazione.»

«Mi dispiace... la prossima volta faremo squadra insieme io e te!»

... e si era ufficialmente dimenticata dei filtri che si era imposta...

Davanti a tanta determinazione il ragazzo era rimasto davvero a bocca aperta. 

Era questo che amava di Marinette, il suo voler aiutare continuamente il prossimo...

«Cioé... se tu vorrai... ovvio!» aggiunse sorridendo imbarazzata.

«Certo che voglio...» rispose quasi subito sorridendo a sua volta, anche se più tranquillo della ragazza.

Il suo era un sorriso estremamente timido. Molto raro che sul suo volto apparisse un'espressione simile... si sentiva un po' a disagio, ma aveva deciso di lasciarsi andare. Voleva che capisse.

Ancora non era in grado di esprimerlo a parole, ma i sentimenti che provava erano forti. 

«Ah, eccovi finalmente!» esclamò Katami uscendo dall'edificio proprio in quel momento.

Accanto a lei c'era Luka ed entrambi non sembravano per niente stupiti di trovarli insieme.

♥ ♥ ♥

«E va bene Adrien.» disse Katami sospirando al telefono. «Ma che vuoi che ti dica? Luka non smetteva più di chiedere dove eravate, ho dovuto improvvisare.»

«Tranquilla, tu hai fatto il possibile... anzi, grazie per oggi.» disse lui seduto sul letto.

Era demoralizzato. Lo si vedeva dallo sguardo. 

Alla fine niente. Neanche stavolta ce l'aveva fatta...

Non appena staccò la chiamata lasciò la testa ricadere indietro.

«Ancora Adrien? Quando ti deciderai una volta per tutte?» chiese incredulo, ma anche un po' divertito, il kwami.

«Domani Plagg!» esclamò deciso balzando a sedere. «Domani stesso!»

«Uhm... mi sa di averla già sentita.»

«Stavolta davvero Plagg! Non ce la faccio più... mi sembra di impazzire!» continuò prendendosi addirittura i capelli.

«Ohoh... sembra la volta buona...»

«Puoi giurarci Plagg, non ce la faccio più a vedere quei due insieme...»

«Intendi Luka e Marinette?»

«Per favore non me lo nominare.» disse. «Ormai ho deciso, domani vuoto il sacco.»

«Q-quale sacco...?»

A quella rivelazione il kwami si era leggermente terrorizzato... va bene, voleva che Adrien confessasse i suoi sentimenti a Marinette... ma non voleva di certo che le dicesse tutto tutto! In particolare che era Chat Noir... sì, era inutile girarci intorno...

«Le dirò che Luka e Katami non erano previsti... che volevo che uscissimo io e lei da soli!»

A quelle parole Plagg si sentì più leggero... a quanto pare non c'era bisogno del suo intervento, meglio così! Dov'era il suo Camembert? Iniziava ad avere fame.

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Il giorno dopo...

«Allora perché non ha chiamato anche me e Nino?» domandò retorica Alya a Marinette.

Le due stavano parlando dell'uscita di sabato alla pista di pattinaggio.

«Pensavo lo avesse fatto...» mormorò Marinette confusa.

In effetti non aveva mai avuto dubbi su questo punto. Adrien aveva organizzato una semplice uscita tra amici, no? Ma se ora Alya le diceva che in realtà non glielo aveva neanche chiesto... aspetta! E se l'avesse invitato lei e Luka per creare un doppio appuntamento con Katami!? Ma allora perché a un certo punto le aveva proposto di uscire a prendere una boccata d'aria? ... CAVOLO! Adrien l'aveva usata per far ingelosire Katami!

«Marinette, possiamo parlare?» si avvicinò Adrien in quel momento.

Lei lo guardò disorientata.

Se solo avesse saputo a cosa stava pensando... no, Adrien non era così. Non lo avrebbe mai fatto. Doveva scacciare quell'assurda idea dalla mente.

«Marinette? Tutto bene?» chiese il ragazzo confuso.

«Ah, no! Volevo dire sì! Parliamo pure!» esclamò sorridendo agitata alzandosi.

♥ ♥ ♥

Così Adrien e Marinette uscirono in cortile...

«Ti volevo parlare a proposito di sabato.» disse il ragazzo senza giri di parole.

«C-certo, ti ascolto!»

Ora era veramente nervosa... che cosa le voleva dire? Sta a vedere che alla fine l'aveva usata davvero per far ingelosire Katami...

«Vedi... in realtà non avevo chiesto a Katami di venire prima di te.»

Ecco. Stava parlando di Katami. Ormai non c'erano più dubbi.

«Beh, ma lo hai fatto dopo! Alla fine è uguale, no?...!»

Adrien aveva deciso di invitare prima lei per assicurarsi che venisse e poi mettere in atto il suo piano per far ingelosire Katami. Ormai ne era assolumente sicura!

«Non proprio... quello che sto cercando di dirti è che non era previsto neanche invitassi Luka...»

Fermi tutti... Luka? Perché non era prevista la sua presenza? Ah, certo! Perché così il triangolo che aveva previsto di creare non avrebbe preso forma... anche se alla fine aveva trovato comunque un modo...

«Non capisco, sei stato tu a chiedermi di...»

«Lo so, ma non è neanche questo il punto...» disse interrompendola.

«Qual è il punto allora...?»

Marinette non sapeva più che dire... però le sembrava che la sua teoria fosse l'unica in grado di stare in piedi... c'era dell'altro? Dove voleva arrivare a parare? Non era mai stata confusa come in quel momento.

«Ci volevo andare con te alla pista di pattinaggio... solo tu ed io.»

«Solo tu ed io...? Ehm, certo! C-capisco!»

In realtà non capiva. Non ci capiva più niente! Voleva che ci andassero solo loro due? Ma a che scopo? Fare in modo che Katami lo sapesse e ci rimanesse male? Questo era... però in quel momento qualcosa le disse che si stava arrampicando sugli specchi e qualcosa cambiò...

«Quindi... mi chiedevo se ti andrebbe di uscire una volta... solo tu ed io.»

Cosa...?

Adrien stava...? Cioé lui davvero...?

In quel momento si sentì un gran trambusto...

«Oh no! È di nuovo Gigante! Deve essere stato akumizzato ancora! Rimani qui mi raccomando!» esclamò la ragazza correndo via.

«Marinette?!»

Lei si fermò e lo guardò confusa.

«Buona fortuna.» disse lui sorridendo.

«Non preoccuparti!» esclamò per poi riprendere a correre.

«Vuoi trasformarti anche tu o preferisci restare ancora a fissarla per molto?» gli domandò retoricamente il kwami.

La osservava con un sorriso soddisfatto. Ce l'aveva fatta. Finalmente ce l'aveva fatta! Era stato interrotto sul più bello, ma sempre meglio di niente.

«Plagg, trasformami!»

♥ ♥ ♥

«Ben fatto!» esclamarono battendo pugno contro pugno al termine della missione.

Sia l'anello di Chat Noir che gli orecchini di Ladybug lampeggiarono proprio in quel momento.

Ladybug si posò una mano sull'orecchio ed entrambi fecero un'espressione stupita, poi si misero a ridere.

«Meglio che vada, ci vediamo My Lady!» esclamò Chat Noir inchinandosi per poi correre via.

La supereroina lo osservò sorridendo.

Tikki la guardò stupita, ma non disse niente.

«Sono felice che tra me e Chat Noir le cose si siano sistemate.» disse guardandolo sparire in lontananza.

♥ ♥ ♥

Marinette si era appena ritrasformata e stava tornando indietro, quando incrociò Adrien.

«Adrien!» esclamò stupita avvicinandosi. «È strano vederti in giro senza il tuo autista...»

«Sì, mio padre in questo periodo è più permissivo... ha fissato il coprifuoco e devo essere a casa per quell'ora, ma per il resto sono abbastanza libero.»

Avevano ripreso a camminare.

«Mi fa piacere, è bello sapere che tuo padre si sta abituando alla nuova situazione.» commentò sorridendo.

Era passato quasi un anno. Per fortuna il signor. Agreste aveva capito. Adrien era un ragazzo responsabile, non aveva senso rinchiuderlo continuamente.

«Marinette, riguardo a quello che ti avevo detto prima...»

«Intendi sul fatto di uscire una volta tu ed io?! Se ci hai ripensato per me va benissimo! Non voglio insistere! Voglio dire... lo so che potrebbe sembrare strano! Un ragazzo e una ragazza... ma siamo solo amici! Non vuol dire niente! La gente parla e parla, ma alla fine...!»

Aveva ricominciato a straparlare... ormai era un classico... ma ce la poteva fare? Voleva veramente uscire con lui. Perché non stava un po' zittà!?

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Nel sentirla Adrien non aveva potuto fare a meno di ridere, ma poi vedendo la sua espressione stupita si era corretto.

«Non mi sono pentito, Marinette, ti va ancora di uscire con me?» chiese cercando di sorridere e mantenere la calma.

Marinette era semplicemente... non ci poteva credere! Il SUO Adrien che le chiedeva di uscire!? Non voleva svegliarsi da un sogno così bello...

«V-volentieri!» esclamò arrossendo e sorridendo.

Il ragazzo le prese entrambe le mani entusiasta.

«Davvero accetti? Che bella notizia! Possiamo andare dove preferisci, non c'è bisogno che andiamo per forza alla pista di pattinaggio, anche perché né io né te ce la caviamo molto bene.»

«Che ne dici del cinema...?» chiese sorridendo imbarazzata.

«Va benissimo! Possiamo andarci stasera, ti va?»

«Stasera!? Ehm... certo che mi va! Però sei sicuro che tuo padre ti lascerà venire?»

«Sta tranquilla, te l'ho detto, ho il coprifuoco.»

Era tranquilla, sì, ora era decisamente tranquilla. Vedere Adrien lì di fronte a lei... che le teneva le mani e le sorrideva... neanche nei suoi migliori sogni era tutto così perfetto. 

Quel giorno era accaduto un miracolo.

♥ ♥ ♥

Quella sera...

«Molto bene Plagg, è quasi ora.» annunciò Adrien finendo di allacciandosi una scarpa.

«Ah già, devi andare all'appuntamento con la tua amica Marinette...» commentò il kwami annoiato.

Il ragazzo non rispose e continuò tranquillamente ad allacciarsi la scarpa.

«Non dici niente?»

«Sai Plagg?» disse tornando a guardarlo. «Forse stavolta non hai tutti i torti.»

«Cosa significa, non riesco a capirti...» commentò incrociando le zampe.

«Marinette non è una semplice amica, lei è Ladybug.»

«Ah, solo questo...»

«Beh, no.» disse alzandosi. «Prima di sapere che è lei Ladybug mi sono chiesto spesso chi fosse e quale fosse la sua vera identità... Ladybug per me era una sorta di creatura mistica proveniente da un'altra dimensione, mai nella vita avrei immaginato che per tutto questo tempo fosse tanto vicina a me.»

«Sì... dove stai cercando di arrivare con questi discursi?»

«Quando ho scoperto che Ladybug era Marinette mi sono stupito come mai prima d'ora, ma sono arrivato a pensare che in realtà non sia tanto strano... per tutto questo tempo ho provato dei sentimenti reali che avvertivo a prescindere dalla maschera.»

«Quindi quando insistevi a dire che Marinette era soltanto un'amica per te in realtà...?»

«Ero molto combattuto, l'unica cosa a cui riuscivo a pensavo era Ladybug... pensavo che sarei stato un idiota ad amare due persone diverse allo stesso tempo.»

«E io che iniziavo a pensare fossi troppo tonto per essere vero!» esclamò alzandosi in volo.

Adrien sorrise.

Non era così tonto. Semplicemente faceva il finto tonto. A volte si rivelava molto più facile.

Aveva sospettato più volte anche che Marinette provasse qualcosa per lui... ma poi era arrivato Luka e questo lo aveva messo in confusione. 

♥ ♥ ♥

All'entrata del cinema Adrien incontrò Marinette quasi subito...

Appena se la trovò di fronte gli venne difficile staccarle gli occhi di dosso. Indossava un delizioso vestitino estivo bianco candido e, insolitamente, aveva i capelli sciolti.

«Il tuo vestito è davvero molto bello.» commentò spontaneamente.

«G-grazie...» farfugliò lei sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«L'ha cucito da sola, sai? Apposta per l'occasione!» sbucò fuori Tikki.

«Tikki!»

«Vogliamo entrare?» le domandò porgendole la mano.

Marinette esitò, ma poi la prese.

♥ ♥ ♥

«Ci sono davvero tanti film, tu quale vuoi vedere?» chiese il ragazzo a Marinette fermandosi a guardare le locandine davanti al pancone della reception.

«Oh! Per me è uguale...» disse sorridendo imbarazzata.

«Sicura? Guarda che mi fa piacere se scegli tu.»

«Salve, come posso esservi utile?» arrivò una donna dietro il pancone.

«Stiamo decidendo, ci sono talmente tanti bei film.» disse il ragazzo con un sorriso.

«Capisco, fate pure con calma!»

Adrien notò che Marinette stava guardando una locandina di un film romantico con occhi sognanti, così sorrise e tornò a guardare la donna.

«Due biglietti per Sweet Beats.»

«Molto bene, ecco i biglietti.»

«M-ma... Adrien, ne sei sicuro...?»

Lui sorrise e la prese per mano, poi andarono verso la sala.

♥ ♥ ♥

Passata la metà del film Marinette si era addormentata sulla spalla di Adrien...

«Ha scelto lei il film, eppure si è addormentata...» commentò Plagg stranito.

«Plagg, dovresti rimanere nascosto!»

«Oh insomma! Non mi vede nessuno! Lei dorme e la sala è praticamente deserta... chissà come mai...»

«Mamma! Quel gatto volante ha parlato!» esclamò un bambino indicando il kwami.

«Quale gatto volante? Intendi nel film?» gli domandò la madre confusa che non aveva guardato dove indicasse.

«Quello!»

«Ma nel film non c'è nessun gatto volante...»

«Non nel film, vicino a quel ragazzo!»

Plagg tornò a nascondersi dietro il braccio di Adrien.

«Ora capisci perché ti dico di nasconderti?»

«Quale razza di genitore porta il proprio figlio a vedere un film del genere? Non posso crederci...»

♥ ♥ ♥

Sotto casa di Marinette...

«Scusa se prima mi sono addormentata.» disse lei sorridendo imbarazzata.

«Non preoccuparti, è molto tardi, è normale.»

«Grazie, mi sono divertita...»

«Anch'io.»

Si guardarono per un po' negli occhi.

«Allora ci vediamo domani, buonanotte.» salutò la ragazza iniziando ad avviarsi alla porta.

«Marinette?!»

«Sì Adrien?» chiese fermandosi immediatamente.

Era confusa certo, ma anche felice, era innegabile... e senza neanche rendersene conto si era riavvicinata.

«Io... io ci tenevo molto ad uscire questa sera con te... perché...»

Non sapendo più cosa dire la baciò velocemente sulla guancia.

«Ci vediamo domani a scuola, buonanotte!» esclamò allontanandosi di corsa.

«B-buonanotte...» mormorò lei sorridendo e arrossendo.

♥ ♥ ♥

«Adrien, sono le undici e mezza... le UNDICI e MEZZA! Il coprifuoco è alle dieci... vuoi che mi penta di averti lasciato più libertà!?»

«Mi dispiace papà...» mormorò seduto sul divano a testa bassa. «Ho dovuto riaccompagnare un'amica a casa, abita distante dal cinema e non volevo tornasse da sola.»

Il padre allora sorrise.

«Hai fatto bene, una ragazza non dovrebbe mai girare da sola di notte.»

«Quindi non sei arrabbiato?»

«Dai, fila in camera tua, domani c'è scuola.»

«Sì, papà!»

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Capitolo 22
*** Epilogo ***


Era mattina presto e Marinette stava andando a scuola con largo anticipo. Si era svegliata di buon umore, se solo ripensava a cos'era successo la notte precedente non poteva smettere di sorridere.

Dopo un po' che camminava trovò davanti a sé una sagoma famigliare. Si fermò, ma ne era già più che certa. Era Chat Noir.

Strano vederlo fuori servizio, pensò.

Stava ammirando la Senna. L'immenso fiume che attraversava Parigi... chissà perché in una giornata come quella aveva deciso di alzarsi presto e osservare l'orizzonte tanto intensamente...

«Chat Noir!» esclamò Marinette alzando un braccio e cominciando ad avvicinarsi.

Era contenta di vederlo. Era contenta in generale, quella mattina, ma vederlo l'aveva rallegrata ancora di più. 

Lei e Chat Noir erano amici... anzi, di più, migliori amici! Con nessuno, a parte con Alya, si era mai trovata così a suo agio. Stava benissimo con lui e ora che le cose tra di loro sembravano migliorate ne era ancora più entusiasta.

La ragazza stava quasi per avvicinarsi, quando... Chat Noir si ritrasformò proprio sotto ai suoi occhi facendola fermare istintivamente.

Adrien?

«Adrien?» mormorò estremamente in confusione.

Il ragazzo sentendosi osservato si voltò e... quando incrociò gli occhi di lei si paralizzò completamente.

E ora che faccio? Cosa le dico?

Mentre Adrien se ne stava lì impalato, Marinette corse via. Veloce. Troppo veloce perché potesse cercare di raggiungerla.

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Capitolo 23
*** Ringraziamenti ***


Ciao a tutti!

Grazie per aver letto la mia fanfiction fino alla fine. 

Ci tengo a dirvi fin da subito che ho in programma di scrivere il continuo, perché il bello viene ora... cioé, già qui ne abbiamo viste di cotte e di crude (tutto a giocato sulle identità dei nostri eroi preferiti, infatti abbiamo visto Adrien/Chat Noir quasi uscire di testa per aver scoperto che Marinette è Ladybug ma non potergli dire a sua volta chi è).

Nel prossimo libro, e non credo sia uno spoiler, vedremmo come reagirà Marinette dopo aver scoperto che Chat Noir è Adrien. Come si evolveranno le cose? Voi che ne pensate? Se vi va potete scrivermelo nei commenti, tanto una mia versione di cosa succederà la leggerete presto.

Magari tra un mese, sicuramente prima che escano i nuovi episodi in italiano di Miraculous.

Bene, ora vado e spero di continuare a ricevere voti e commenti anche a storia conclusa ♥

Alla prossima!

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