Vita di una perfetta ribelle

di LadyUnicornGirl95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo- Piccola presentazione ***
Capitolo 2: *** Uno- I miei primi mesi di vita ***
Capitolo 3: *** Due- Le mitiche elementari ***
Capitolo 4: *** Tre - Lo schifoso cibo della mensa ***



Capitolo 1
*** Prologo- Piccola presentazione ***


Prologo

Piccola presentazione

 

Mi chiamo Serena Baldi sono nata il 24 Novembre 1995 vivo a Torino e sono... beh!! Non lo so chi sono e cosa sono. La mia vita purtroppo è sempre stata molto imprevedibile. Per questo a quasi ventiquattro anni di età non ho le idee ben chiare riguardo a me. Ti posso dire a memoria la vita di un qualsiasi attore, cantante, sportivo o quello che vuoi ma se ti devo dire chi sono io non ci siamo proprio.
   Ho deciso di scrivere questa mia breve biografia non perché mi annoio ma perchè penso che può essere divertente ripercorrere la mia vita fino adesso. Forse i miei anni sono un po' pochi per pensare di scrivere la storia della mia vita ma la posso scrivere della mia vita fino adesso, nessuno può impedirmelo e poi decido io cosa scrivere o no.
   Scusate solo questo stupido e inutile prologo. Spero che il contenuto di tutto il resto sia migliore.

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Capitolo 2
*** Uno- I miei primi mesi di vita ***


Uno

I miei primi mesi di vita

 

Durante i miei primi mesi di vita per mia madre e mio padre ero un vero incubo. Ogni notte succedeva che cominciavo a piangere disperatamente come se mi fossi ritrovata un mostro davanti a me che mi disturbava il sonno e per via di questo strano fenomeno cominciavo a piangere, a urlare disperatamente da sembrare un gallo cedrone in preda ad un attacco di diarrea. Mio padre e mia madre dovevano farsi i turni di notte per chi doveva starmi dietro se no non c'era modo di passare una notte tranquilla, in casa Baldi non si dormiva più.

Ero proprio una vera rompi scatole ma penso che durante i primi mesi di vita quasi tutti i bambini sono dei veri rompi scatole e mi dispiace molto per i genitori che vorrano stare un po' tranquilli ma quando si ha a che fare con un bambino di pochi mesi, l'idea di dormire una notte tranquilla deve essere abolita immediatamente.

Diciamo che però io a differenza degli altri bambini il vizio di rompere le scatole non l'ho perso con la conclusione dei primi mesi, io ancora adesso che ne ho quasi ventiquattro di ann mi diverto a rompere le scatole ma non solo ai miei genitori a tutte quelle persone che provano a starmi vicino, penso che non appena mi levo di torno sono tutti contenti. Spero che sia tutta una mia sensazione ma secondo me appena mi tolgo dai piedi gli altri fanno festa.

Ma tornando ai miei primi mesi: non c'era proprio modo di farmi stare zitta la notte, i miei genitori non so cosa si siano dovuti inventare per farmi stare zitta almeno per una notte intera e credo seriamente che per almeno un paio d'anni si siano dovuti subire i miei pianti notturni.

Io penso che forse il mio comportamento era stato fondato dal mio desiderio di far subito capire chi ero e anche di voler rompere le scatole a tutti tanto da far desiderare di starmi alla larga. Ero proprio una bella bambina con un lato un po' selvaggio. Io mi descriverei in questo modo e penso che con i miei pianti notturni sarei stata capace anche di danneggiare l'udito al Presidente della Repubblica tanto da farlo innervosire.

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Due- Le mitiche elementari ***


Due
Le mitiche elementari

Le intimenticabili elementari quanti bei ricordi! Era il periodo della vita dopo l'asilo dove ancora potevi permetterti di fare una qualsiasi stupidata tanto al massimo ti beccavi una nota dalla maestra e le conseguenze non erano così gravi o almeno una bambina ancora non poteva rendersene conto della stupidata appena fatta. Io non mi rendevo proprio conto.
   Alle elementari avevo fatto amicizia con altri due bambini: Ilaria e Omar, loro due rimasero miei amici veri fino alla conclusione della scuola elementare anche se devo essere sincera verso gli ultimi due anni delle elementari il mio rapporto con Ilaria peggiorò alla grande ma non per causa mia visto che era lei che non si faceva gli affari suoi e andava a dire a tutti le cose mie senza il mio permesso.
   Tornando alle bambinate che avevo fatto alle elementari era un periodo dove ne combinavo di tutti i colori ero una bambina molto tremenda e quando ero vicina ai miei due amichetti non vi dico quante bravate abbiamo fatto insieme. Veramente i protagonisti delle giornate delle maestre eravamo io e Omar, Ilaria preferiva non fare queste belle bambinate lei preferiva stare calma e tranquilla. Puntualmente io e Omar non facevamo mai passare un momento tranquillo alle nostre maestre. Purtroppo, mi tocca dire che la bambinata più grande al tempo delle elementari era stata fatta da me.
   Un pomeriggio eravamo andati a giocare in cortile con la classe e quel giorno io e Omar ci eravamo messi a lanciare un portachiavi a forma di Geronimo Stilton che era di Omar sopra un albero. Eravamo talmente convinti che non si sarebbe mai impigliato tra i rami e invece all'improvviso rimase incastrato tra i rami del povero albero.
   Omar era disperato perché voleva recuperare a tutti i costi quel dannato portachiavi e il massimo che potevamo fare era chiamare qualcuno che ci avrebbe ripreso il portachiavi. Avevamo pensato alla bidella ma poi essendo che era troppo bassa decidemmo infine di selezionare come vittima della nostra bambinata la povera maestra Tina che era la più alta anche tra le altre maestre e quindi per noi due era la numero uno.
   Fatto sta che dopo svariati tentativi della maestra Tina di far cadere il portachiavi a terra con un lungo bastone non era riuscita a portare a termine l'impresa e dopo un po' dovette rassegnarsi.
   Il povero Omar era scoppiato in lacrime iniziò a dire che era colpa mia e che non dovevamo proprio lanciarlo il portachiavi. Ad un certo punto, io stanca di sentire il mio amico piagniuccolare che cosa faccio? Prendo un sasso e lo lancio sull'albero. Il portachiavi cadde finalmente dal povero albero ma il sasso... ah! Il sasso precipitò bello dritto in testa alla maestra Tina che in tanto si era messa a parlare con la bidella.
   Quel giorno, io e Omar ci eravamo presi una bella nota e una sgridata pazzesca dalla maestra Tina e anche dalla maestra Rossana. Quella però non fu l'ultima delle bambinate fatte da due geni come noi due, le altre ve le racconterò nei prossimi capitoli. Preparatevi a farvi due risate.

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Capitolo 4
*** Tre - Lo schifoso cibo della mensa ***


Tre

Lo schifoso cibo della mensa

 

Non so se qualcuno di voi come me ha un ricordo specifico del cibo della mensa della scuola elementare e come me lo ricorda come il cibo più schifoso di tutta la sua vita. Diciamo che però non tutto il cibo mi faceva schifo a volte qualche cosa buona ci era concessa ma la maggior parte era una vera schifezza garantita.

Un giorno dei tanti, in mensa capitò che per pranzo c'era lo spezzatino con la purea di patate in poche parole il massimo dello schifo. La purea di patate mi piaceva ma lo spezzatino mi faceva proprio schifo non volevo mangiarlo. Dovevo trovare un compagno di classe che lo mangiasse al posto mio e puntualmente ero finita a implorare il mio amico Omar. Il mio amico ovviamente si rifiutò di mangiare per la seconda volta quella schifezza e un po' io lo capivo pensavo che nessuno si rimangerebbe quella roba una seconda volta da capo. Oltre a Omar si era rifiutata anche la mia amica Ilaria in poche parole ero spacciata. In qualche modo dovevo liberarmi dello spezzatino.

Mi ritrovai poi nella classica situazione dove tutti erano rientrati in classe e io ero ancora a mensa con le maestre che mi imploravano di finire il cibo nel piatto. Decisi in quella situazione umiliante che dovevo giocarmi il tutto per tutto e indovinate un po'? Provai a dire alle maestre che non mangiavo lo spezzatino perché ero vegetariana insomma la classica scusa per fare i furbetti. Le maestre ovviamente non si bevvero questa scusa fai da te e dissero che il giorno prima avevo mangiato il prosciutto cotto quindi non potevo essere vegetariana.

A quel punto disperata mi incavolai molto presi il piatto dove c'era lo spezzatino e lo buttai per terra proprio davanti a gli occhi increduli delle due maestre che si arrabbiarono tantissimo con me e furono costrette a chiedere un colloquio con i miei genitori perché alcune volte le facevo esasperare queste povere maestre. Il bello che io non me ne rendevo proprio conto per me se le facevo disperare non era affatto un problema.

 

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