Frammenti

di Iva27
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Primo capitolo: andando a Hogwarts ***
Capitolo 3: *** secondo capitolo: scuola ***
Capitolo 4: *** terzo capitolo: amici...? ***
Capitolo 5: *** quarto capitolo: la storia avanza ***
Capitolo 6: *** Quinto capitolo: saltiamo un po'.... ***
Capitolo 7: *** sesto capitolo: vacanze pasquali ***
Capitolo 8: *** Settimo capitolo: un grande, enorme, immenso, SI!!!!!!!!!! ***
Capitolo 9: *** ottavo capitolo: invitati indesiderati ***
Capitolo 10: *** Nono capitolo: Quidditch, botte e inviti! ***
Capitolo 11: *** Decimo capitolo: cane, topo, cervo, lupo... e intruso... ***
Capitolo 12: *** undicesimo capitolo: Non c'è nessuna differenza!!! ***
Capitolo 13: *** dodicesimo capitolo: la mappa del malandrino ***
Capitolo 14: *** Tredicesimo capitolo: supermercalli??? ***
Capitolo 15: *** Quattordicesimo capitolo: supermercalli??? - seconda parte ***
Capitolo 16: *** Quindicesimo capitolo: un viaggio in treno ***
Capitolo 17: *** Sedicesimo capitolo: tu cosa fai??? ***
Capitolo 18: *** diciassettesimo capitolo: tu cosa fai??? seconda parte ***
Capitolo 19: *** Diciottesimo capitolo: prime perdite ***
Capitolo 20: *** diciannovesimo capitolo: fu grazie a lui se non mi divisi in tanti frammenti. ***
Capitolo 21: *** ventesimo capitolo: Ricordi ***
Capitolo 22: *** Ventunesimo capitolo: forse amici ***
Capitolo 23: *** Ventiduesimo capitolo: una notte strana, una partita andata (quasi) male e un.... ***
Capitolo 24: *** Ventitreesimo capitolo: buonanotte pazzo James ***
Capitolo 25: *** Ventiquattresimo capitolo: un cervo, un lupo e un cane ***
Capitolo 26: *** Venticinquesimo capitolo: la verità... e saluti ***
Capitolo 27: *** Ventiseesimo capitolo: Natale in famiglia (più o meno) ***
Capitolo 28: *** Ventisettesimo capitolo: Natale... ***
Capitolo 29: *** Ventottesimo capitolo: ricominciare... ***
Capitolo 30: *** Ventinovesimo capitolo: Nevicata colorata ***
Capitolo 31: *** Trentesimo capitolo: Lily… (…) certo che sei proprio stupida.. ***
Capitolo 32: *** Trentunesimo capitolo: un regalo e una scelta... importante ***
Capitolo 33: *** trentaduesimo capitolo: dubbi... ***
Capitolo 34: *** Trentatreesimo capitolo: Sorprese.. con il cuore ***
Capitolo 35: *** Trentaquattresimo capitolo: ci sarò sempre ***
Capitolo 36: *** trentacinquesimo capitolo: Grazie ***
Capitolo 37: *** Trentaseiesimo capitolo: lettere ***
Capitolo 38: *** Trentasettesimo capitolo: esami e vacanze.. ***
Capitolo 39: *** Trentottesimo capitolo: Una giornata particolarmente lunga... ***
Capitolo 40: *** Trentanovesimo capitolo: in una notte... ***
Capitolo 41: *** Quarantesimo capitolo: Problemi? Remus risolve tutto!!!!XD ***
Capitolo 42: *** Quarantunesimo capitolo: Il sole dentro me... ***
Capitolo 43: *** Quarantaduesimo capitolo: dalla parte giusta o da quella sbagliata??? ***
Capitolo 44: *** Quarantetreesimo capitolo: Ma chi è? (prima parte) ***
Capitolo 45: *** Quarantaquattresimo capitolo: Ma chi è? (seconda parte) ***
Capitolo 46: *** Quarantacinquesimo capitolo: Proprio come sei.. ***
Capitolo 47: *** Quarantaseiesimo capitolo: Questione di.. testa ***
Capitolo 48: *** Quarantasettesimo capitolo: James rischia un esaurimento nervoso!! ***
Capitolo 49: *** Quarantottesimo capitolo: Cosa sta succedendo? ***
Capitolo 50: *** Quarantanovesimo capitolo: Le cose migliorano? beh.. chi lo sa... ***
Capitolo 51: *** Cinquantesimo capitolo: Bye bye Luana (più o meno...) ***
Capitolo 52: *** Cinquantunesimo capitolo: regali, biscotti, cani e gatti! ***
Capitolo 53: *** Cinquantaduesimo capitolo: Una magica notte di Natale ***
Capitolo 54: *** Cinquantatreesimo capitolo: Le bugie hanno le gambe corte... e non sanno guardare negli occhi!!! ***
Capitolo 55: *** Cinquantaquattresimo capitolo: una festa... col botto! (parte I) ***
Capitolo 56: *** cinquantacinquesimo capitolo: Una festa.. col botto (parte II) ***
Capitolo 57: *** avviso ***
Capitolo 58: *** Cinquantaseiesimo capitolo: era una promessa ***
Capitolo 59: *** Cinquantasettesimo capitolo: guardie del corpo cercasi ***
Capitolo 60: *** Cinquantottesimo capitolo: Il mio grande e grosso matrimonio coi mangiamorte! ***
Capitolo 61: *** Cinquantanovesimo capitolo: la fine di un sogno ***
Capitolo 62: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** prologo ***


CAPITOLO 1:
PROLOGO
 

 

Sirius 

 

Nient'altro che frammenti. 

Se sei a pezzi cosa devi fare? 

Come fai a ritornare intero? 

Hai bisogno di qualcuno che ti rimetta insieme, ma se non hai nessuno? 

Si deve cercare? 

Ma se sei a pezzi, si ha paura. Chi ti dice che la persona davanti a te non ti distrugga ancora di più i pezzi, invece di ricomporti? 

Come si fa ad aprirsi agli altri se ti potrebbero distruggere di più? 

La paura rimane, essere distrutto dalle persone che ti dovrebbero amare senza un perché ti cambia. 

Ma io odiavo sentirmi debole. 

E fingevo. Cercavo di mostrarmi più forte di quanto in realtà fossi. 

Fino a quando non incontrai quel qualcuno che mi aiutò. 

Quel qualcuno che mi fece cambiare e che mi salvò. 

Chi era? 

Un vero amico! 

 

*** 
note autrice

 

Sabato mattina, terza ora. Entra la prof di religione, particolare come al solito. Apre vari libri e inizia a leggere un vangelo di non mi ricordo chi. E pronuncia quella parola. Frammenti! 

In un momento di totale mancanza di ispirazione quella parola mi fece venir voglia di scrivere questa storia. 

E mi ha riportato la voglia di scrivere anche il continuo della storia destini. 

Anche se non la leggerà mai voglio dedicare questa storia alla mia prof, che quest'anno è più pazza del solito ma forse è meglio così. 

 

Piccola nota: questo prologo l'ho scritto verso marzo, quel sabato stesso di cui parlavo. Avendo una storia da scrivere e continuare non ho voluto iniziare subito questa, ma un capitolo e un pensiero alla volta si è sviluppata. Adesso, finita la storia ho voluto pubblicare questa! Se aspettavate il continuo di destini, volevo aspettare un po' per scriverlo. Voglio descrivere bene le emozioni che non ho mai provato prima, quindi di conseguenza voglio aspettare! 

Spero che qualcuno la legga e che infondo magari vi piaccia, solo un pochino. Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando. Baci! 

 

 

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Capitolo 2
*** Primo capitolo: andando a Hogwarts ***


Primo capitolo: andando a Hogwarts 

 

James 

 

Frammenti. Non pensavo che questa parola potesse essere così importante per qualcuno.  

Se pensavo alla parola frammenti, pensavo soltanto ai tanti vasi o piatti che in quegli anni avevo fatto cadere per sbaglio, giocando in casa ad acchiappare boccini o pluffe. Non pensavo che potesse essere attribuito a nient'altro, meno ancora credevo che una persona potesse sentirsi rotto dentro, così come un vaso, ridotto a tanti piccoli frammenti. 

Casa! Forse era una delle parole chiave. Del resto ero decisamente un privilegiato da questo punto di vista. Ero stato fortunato ad avere due genitori forse un po' stravaganti, ma magnifici. Cosa che a molti dei miei amici era mancato.  

Avevano iniziato a perdere pezzi fin da piccoli e io, appena me ne ero reso conto, avevo tentato di salvare il salvabile. Erano persone uniche che non si meritavano di finire a pezzi.  

Ma sto’ andando troppo avanti. Torniamo insieme al primo giorno di questa storia.  

Il nostro arrivo a King's Cross e il nostro primo incontro! 

 

 

*** 

 

Ero come al solito in ritardo. Nessuno di noi Potter era fatto per arrivare puntuale.  

Guardai mio padre accigliato, mentre trainava il mio baule sul carrello verso la barriera tra i binari. 

-Ancora non capisco il perché non posso portarmi la scopa. Dopo che mi avranno visto giocare vedrai che mi pregheranno di entrare in squadra- Tentai di insistere. Avevo tentato di nascondere la scopa nel baule per portarmela anche se era proibito e invece mio padre l'aveva sequestrata in macchina, con un ultimo controllo a sorpresa. Probabilmente mi conosceva troppo bene, uffa! 

-James ne abbiamo già parlato. Non ti voglio rivedere almeno fino a Natale e se ti fossi portato la scopa ti avrebbero subito sbattuto fuori dalla scuola! Non puoi cercare di non farti espellere appena arrivato- mi sgridò lui. Arrivammo davanti al treno fumante e lui prese il baule di peso senza sforzo e lo salì sul treno, facendosi spazio tra la folla. Io intanto mi voltai verso mia madre che mi accarezzò i capelli tentando di aggiustarli, gesto inutile visto come si ribellavano sempre. 

-Papà ha ragione! Non metterti nei guai fin da subito. E, mi raccomando, non demolire la scuola!- si raccomandò mentre mi sistemava il colletto. Io sorrisi. 

-Va bene mamma. E tu cattura tanti Mangiamorte anche da parte mia!- le sorrisi e lei mi strinse tra le braccia scombinando di più i capelli. Mio padre intanto saltò giù dal treno e sorrise. 

-Devi andare mi sa proprio. Allora, quanto scommettiamo che tra meno di una settimana farai saltare in aria la scuola? Guarda di lasciarla in piedi, non come hai fatto alla casa di zia Kerry- ricordò mio padre. Io annuì, divertito. 

-Sali James. Altrimenti perdi il treno!- disse mia madre, però continuando ad abbracciarmi. 

-Se non lo lasci non penso possa andare da nessuna parte- la schernì mio padre mentre io ridevo e anche la mamma. Mi strinse forte e poi mi lasciò andare. Salì sul treno e poi battei il cinque a mio padre, sporgendomi dalla porta del vagone ancora aperta. 

-Fatti sentite, mi raccomando!. Altrimenti tua madre mi farà diventare i capelli bianchi a forza di essere preoccupata per te!- mi strizzò l'occhio mio padre. 

-Guarda che hai già i capelli bianchi, vecchietto!- lo prese in giro mia madre. 

-Ciao! Non vi preoccupate!- dissi di rimando allontanandomi dalla porta che stavano per chiudere. Mi affacciai al finestrino e li guardai sorridenti salutarmi. 

Tre secondi, tre secondi, tre secondi. Potevo aspettare tre secondi, giusto?  

E invece mi sporsi gridandogli, mentre il treno prendeva velocità per uscire dalla stazione: 

-State attenti!-. Vidi mio padre alzare la mano per salutarmi e mi chiesi se mi avessero sentito. Tre secondi non erano bastati per trattenermi. Non volevo mostrarmi preoccupato, sapevo che mia madre si sarebbe presa d'ansia pensandomi solo e preoccupato per loro a scuola. Io non ero preoccupato per me, naturalmente. 

Ero orgoglioso dei miei genitori, che avevano rinchiuso più Mangiamorte di molti altri Auror nella prigione di Azkaban. Ma la cosa non poteva anche non farmi preoccupare ancora di più.  

Ma preoccuparsi non era per me. Presi per la maniglia il mio baule e tentai di portarmelo appresso. Ragazzi passavano accanto a me e io salutavo, ma nessuno attirava la mia attenzione. Poi entrai nel primo scompartimento che aveva dei sedili liberi occupato già da tre ragazzini e una ragazza.
Solo i due ragazzi più vicini alla porta si voltarono verso di me, mentre gli altri due guardavano verso il finestrino sembrando indifferenti a tutti noi. 

Li ignorai, sorridendo e porgendo la mano al ragazzo con i capelli neri e occhi grigio chiaro, che aveva un'aria parecchio annoiata. 

-Ciao! Sono James Potter!- mi presentai. Lui sorrise stringendomi la mano. 

-Sei un Potter? Bene, piacere, io sono Sirius Black- ricambiò lui, enigmatico. 

-Mi conosci?- chiesi incuriosito. 

-Diciamo che conosco di fama i tuoi genitori. Ottima gente!- si complimentò. 

-Grazie!- dissi incerto. Era sincero, però c'era un qualcosa che mi faceva pensare che stava tralasciando qualcosa. 

L'altro ragazzo, seduto accanto a me non aveva perso un attimo della nostra conversazione e io mi affrettai a presentarmi anche a lui. 

-Sono Peter Minus- disse timido. 

-Piacere. Allora, voi ci credete ancora? Hogwarts. Sarà magnifico! Certo sarebbe stato magnifico evitare anche di dover studiare!- esclamai, desideroso di iniziare a conversare e conoscere più persone possibili. 

-Per me è fantastico perché starò lontano dai miei! E i compiti non c'è problema.  

Basta non farli!- rispose Sirius con semplicità. Scoppiai a ridere felice.  

Ecco, qualcosa mi diceva che avevo appena trovato un ottimo compagno di scorribande. 

Chiacchierando con lui e con Peter tornai ad occuparmi degli altri due accanto al finestrino solo quando sentì la parola Serpeverde detta dal ragazzo mingherlino, con lunghi e untuosi capelli neri e un naso molto lungo. Parlava con le ragazzina con i capelli rossi e lunghi, che aveva il muso e gli occhi verdi parecchio rossi, come se avesse pianto fino a poco prima

-Chi vuole diventare un Serpeverde? Io credo che lascerei la scuola, e tu?- chiesi a Sirius che però non sorrise. 

-Tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde- rispose lui. 

-Oh, cavolo- commentai -E dire che mi sembravi un tipo a posto!-.
Sirius ghignò in risposta. 

-Forse io andrò contro la tradizione. Dove vorresti finire, se potessi scegliere?- 

Io alzai una spada invisibile rispondendo: 

-Grifondoro... culla dei coraggiosi di cuore! Come mio padre-.
Il ragazzo con i capelli neri fece un verso sprezzante e mi girai verso di lui, accigliato. 

-Qualcosa che non va?- 

-No-rispose lui. - Se preferisci i muscoli al cervello- 

-E tu dove speri di finire, visto che non hai nessuno dei due?- intervenne Sirius. 
Scoppiai in una risata fragorosa e quasi non notai la rossa che si alzava dal sedile, nervosa, guardandoci disgustata. 

-Andiamo Severus, cerchiamo un altro scompartimento- 

-Ooooooooh...- scherzammo noi. Tentai di imitare la sua voce altezzosa e scoppiammo a ridere. Poi tentai di fare lo sgambetto a questo “Severus”. 

-Ci si vede Mocciosus!- gridò Sirius, mentre loro si chiudevano dietro la porta. 

Continuando a ridere e passammo piacevolmente, tra uno scherzo e un altro, il viaggio verso Hogwarts. 

 

Quella sera, arrivati di fronte a Hogwarts, persi le parole. Era meravigliosa!

E grandissima. Un sorriso mi si aprì spontaneo pensando a quanto mi sarei divertito a scoprirla tutta. Arrivati entrammo nella Sala Grande dove tutti erano seduti e attendevano noi per lo smistamento. Guardammo il tetto che mostrava il cielo fuori, quella sera stellato e sgombro dalle nuvole. La professoressa McGranitt, che si presentò a noi con aria severa, si fece avanti con il Cappello Parlante tra le mani.  

Era da molto che lo immaginavo, da quando i miei mi avevano raccontato proprio del fatidico Smistamento. Aspettavo la sua sentenza felice e sicuro di me.  

Ma prima del mio turno osservai quelli che sarebbero potuti essere i miei compagni di avventura. Ignorai quelli delle altre case e mi soffermai su Sirius, che era riuscito a rompere la tradizione entrando tra i Grifondoro, e su quella ragazzine rossa che scoprì chiamarsi Lily Evans. Quando si sedette accanto a me con un sorriso e incrociò il mio sguardo la sua espressione cambiò. Mi guardò con disgusto e spostò lo sguardo sul ragazzo che era con lei sul treno. Che poco dopo fu smistato a Serpeverde. Lo guardai ghignando, pensando al soprannome che gli aveva dato Sirius. Mocciosus! 

Ci saremo divertiti a prenderlo un po' in giro, non potei non pensare. Dopo Lily, fu smistata anche Joy, che non avevo incontrato sul treno stranamente. Oltre ad essere la mia vicina, suo padre e suo fratello maggiore erano dei colleghi dei miei genitori. Tutti e due Auror. 

-Ciao James- mi salutò, sedendosi di fronte a me. 

Vidi Sirius guardarla come probabilmente l'avevo guardata io la prima volta. Joy era una ragazza forte. Era a dir poco minuscola, con lunghi capelli castani sempre legati con una coda bassa e vestiti sempre troppo grandi per lei. Si ostinava a mettere i vestiti del fratello, molto più grande di lui. Io, abituato a vederla con lo skate accanto e un cappello storto in testa la fissavo ridendo, in quella divisa gigantesca. 

-Sei sempre mitica Joy- le dissi. Lei mi sorrise e iniziammo tutti a mangiare, quando ci comparì un banchetto enorme di fronte. 

Quando finimmo tutto andammo nei nostri dormitori e scoprì di essere nella stessa stanza con Sirius, Peter e un certo Remus Lupin.  

Felice, come lo ero infondo sempre, andai a coricarmi stanco e sentendo di essermi dimenticato qualcosa. Nella semi incoscienza che precedeva il sonno realizzai cosa avevo dimenticato. Sorridendo immaginai mia madre e mio padre a casa, a chiedersi perché non gli avessi mandato una lettera!


 

*** 

note autrice:

E anche questo capitolo è finito! Bè, probabilmente molto corto però spero leggibile. Grazie mille a Tosca91. Sei la prima a lasciare un commento e a mettere questa storia tra i seguiti! Spero che mi continuerai a seguire. Grazie davvero a anche a chi ha letto! Al prossimo capitolo! Baci!!!! 

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Capitolo 3
*** secondo capitolo: scuola ***


CAPITOLO 2 

Scuola 

 

Lily 

 

A pezzi... non me né ero resa conto, ma anch'io avevo lasciato pezzi in giro. 

Anche se in confronto a gli altri erano piccoli pezzi. Ma anch'io ne avevo persi diversi lungo la mia infanzia.

Lasciati a casa dove avevo paura di tornare e sentirmi un'estranea, di vedermi guardare in modo strano sia dai miei, che sembravano entusiasti, ma sapevo che avevano paura, e specialmente da mia sorella, che già mi mancava. Mi mancava da tanto, da quando era arrivata la lettera di Hogwarts, per la precisione. Da quel momento in poi ero diventata un'estranea per lei e ne soffrivo più di quanto potessi immaginare. Così tanto che il mio strano essere mi aveva fatto reagire nel modo più strano che c'era. Molti si sarebbero fatti scoraggiare, avrebbero avuto paura di essere considerata da tutti un mostro e si sarebbero rannicchiate in loro stesse, a riccio. Io invece avevo deciso di dare il meglio di me. Sarei diventata un'ottima strega. Gli avrei fatto vedere che non ero un mostro! 

Certo, allora non pensavo che anche altre persone mi avrebbero considerata in quel modo.... 

 

 

*** 

 

 

Hogwarts! Ancora non credevo di esserci davvero. Quando mi alzai quella mattina mi guardai smarrita intorno, non realizzando davvero dove fossi finita. Poi un grande sorriso mi si aprì in viso e mi alzai contenta. Era ancora presto, e tutte le mie compagne dormivano. Anzi, non tutte. Un letto era vuoto e mi ricordai che la mia compagna che non c'era si chiamava Joy. Ieri avevo conosciute tutte e mi erano sembrate tutte abbastanza simpatiche. Tranne forse Elen Prot che mi aveva lanciato uno sguardo strano quando alla domanda “che lavoro fanno i tuoi” avevo risposto che erano uno un banchiere a l'altra maestra d'asilo. 

“Ma sono maghi?” mi aveva chiesto. Dopo la mia negazione aveva smesso di parlami e aveva attaccato conversazione con Taira, un'altra nostra compagna che sembrava molto timida. 

Mi alzai stiracchiandomi per prendere dal baule i vestiti che dovevo indossare. 

Guardai la divisa sorridente. Avevo sempre avuto paura delle divise. 

Invece questa era proprio bella! E non dovevo pensare a cosa mettere ogni giorno, cosa che poteva togliere tempo alla studio. 

Sentì aprirsi la porta e mi voltai verso Joy, che usciva vestita di tutto punto dal bagno. 

Mi sorrise e io ricambiai. 

-Sei mattiniera!- notai. 

-In realtà non eccessivamente. Sono solo un po' tesa per il primo giorno di scuola. E tu?- mi chiese, sedendosi sul letto con le gambe incrociate. Lei usava i pantaloni della divisa maschile, non la gonna, non potei non notare. 

-Anch'io. In genere dormo fino a quando qualcuno non mi sveglia. A che ora dobbiamo scendere secondo te?- chiesi guardando l'ora. Avevo il tempo di farmi una doccia? 

-Hai mezz'ora piena. Se vuoi ti aspetto per scendere!- propose. Le sorrisi. 

-Grazie. Ma penso di metterci almeno un quarto d'ora a prepararmi- 

-Fai con calma. Vado a svegliare mio fratello e ti aspetto nella Sala Comune!- e si avviò fuori. Io presi le miei cose e andai a prepararmi. 

 

Dopo più o meno quindici minuti uscì dal bagno e trovai quasi tutte sveglie. 

Le salutai con un grande buongiorno e scesi sotto, dove trovai Joy seduta al divano con tre ragazzi con l'aria di essersi appena alzati. Sembravamo così piccoli rispetto a loro. Uno di loro, ipotizzai il fratello, le stava dormendo sulla spalla. Lei lo scostò sorridendo. 

-Avanti non dormire pigrone. Svegliati altrimenti ti addormenti sul cibo- le disse incoraggiante lei. 

Lui la guardò accigliato. 

-Il mio riposo è finito. Arrivata tu non riuscirò più a dormire fino all'ultimo come prima, vero?- chiese lui in tono finto disperato. Lei rise. 

-No Erik. Diciamo che potrai dormire solo la domenica e il sabato- rispose lei. 

Poi mi notò e mi fece cenno di venire. 

-Lily questo addormentato accanto a me è mio fratello Erik. Fa il settimo anno, insieme a questi altri dormiglioni, John e Ted. Lei è Lily, la mia nuova amica!- ci presentò lei svegliando con un calcio uno degli amici vicini. Lui si riscosse e mi guardò confuso. 

-Hai dei bei occhi- mi disse e io arrossì. 

Joy si alzò e lanciò uno sguardo da rimprovero al ragazzo. 

-Va bene. Andiamo a fare colazione. Ted è decisamente poco sveglio, un caffè gli farà bene!- esclamò divertita e ci avviammo fuori dal dipinto. Lasciammo naturalmente che loro tre ci superassero in modo da poterci fare strada e mi guardai intorno stupita. 

Era enorme quel castello. E avevo anche paura di perdermi. Per questo feci molta attenzione alla strada. Speravo davvero di non perdermi, anche se sembrava una possibilità alquanto concreta. 

-E così pensi di sopportare questo mostriciattolo per sette anni? Ti assicuro che è terribile quando ci si mette!- mi raccontò Erik, scherzando. Joy gli tirò un pugno sulla spalla, più forte di quanto pensassi, ma non sortì nessun effetto su di lui, come se l'avesse appena toccato. 

-Non dire certe cose. Io non sono un tormento. O almeno lo sono solo con chi lo merita. Come te, fratello- rispose lei. Sorrisi. Questi battibecchi tra fratelli mi piacevano tanto. Avevo sempre immaginato che un fratello maggiore dovesse essere come sembrava essere Erik; simpatico, protettivo e specialmente gentile e divertente. 

A ogni passo scoprivo sempre qualcosa di nuovo. I dipinti mi affascinavano tantissimo. 

Il fatto che si muovessero, che ti parlassero anche, mi piaceva un sacco. E le scale che si muovevano erano sorprendenti. 

-Ricordatevi che questa scala il venerdì porta da un'altra parte, quindi venerdì prendete quell'altra, che però al terzo scalino da sopra o il 34esimo scalino da sotto è finto. Scompare appena si poggia il piede- spiegò lui. Si stavano iniziando a svegliare e parlavano di più e notai che erano davvero simpatici. Mi sedetti accanto a Joy alla tavola imbandita già abbastanza piena e iniziammo a fare colazione. 

-Non ingozzarti come al solito. Guarda che hai messo su un bel po' di ciccia!- si raccomandò Joy al fratello, guardando divertita la sua reazione. 

-Non è ciccia. Sono muscoli. E poi appena si inizia con il Quidditch vedrai come diventerò ancora più bello!- scherzò lui. 

-Cos'è il Quidditch?- chiesi curiosa. 

A questa domanda molti mi guardarono increduli e Joy fu la prima a sorridermi a spiegarmi. 

-Giusto tu non lo puoi sapere. È uno sport. Tra i babbani ci sono sport, mi sembra che il più famoso sia quello con il pallone bianco e nero. Quello dove gli tirano calci. 

Come si chiama?- chiese lei. Prima che potessi aprire bocca rispose Erik. 

-è il calcio. Allora diciamo che il Quidditch è un miscuglio di molti sport vostri babbani. Però si gioca a cavallo di una scopa, ci sono quattro palle e sette giocatori- e si lanciò nella descrizione di questo sport che mi parve molto interessante. Doveva essere bello, l'unico mio dilemma fu che si svolgeva a cavallo di scope. Io soffrivo terribilmente di vertigini. 

-Non vedo l'ora di prendere il tuo posto nella squadra. Non farò entrare neanche uno palla dentro gli anelli! Non come te che ti fai fare certi gol proprio improbabili- disse lei prendendolo in giro. In quel momento vidi Severus entrare nella sala. Sorrisi e mi alzai, per salutarlo. Lui mi vide e mi lanciò un grande sorriso. 

-Allora, non pensi che sia tutto fantastico?- chiesi. Lui annuì. Poi si rabbuiò un attimo. 

-Peccato non essere nella stessa casa- disse triste. 

Io sorrisi mentre lui si avvicinava al suo posto. 

-Non penso sia una grande differenza. Sembrano simpatiche le mie compagne di stanza, e i tuoi compagni?- ma non ebbe il tempo di rispondermi. Un suo compagnò lo chiamò. 

-Ehi Severus, vieni qui!- quasi ordinò. Io guardai Severus indugiare. Io sorrisi. 

-Vai, parliamo dopo! Ora vado a finire di fare colazione- e me ne andai. Arrivata vidi che era appena entrata anche due delle mie compagnie di dormitorio, Elen e Taira. 

La prima mi lanciava delle occhiate strane e parlava all'orecchio di Taira, che sbarrava gli occhi, quasi spaventata. Ma non volli farci molto caso. Perché mai mi dovevo creare complessi? Di sicuro non era dovuto a me. Mi sedetti di nuovo accanto a Joy. 

Lei mi porse una fetta di pane tostato imburrato. 

-Ne vuoi?- chiese. Ci misi un po' per capire perché avesse tutto il piatto pieno di pane imburrato. Suo fratello stava spalmando ancora burro su altro pane tostato, distribuendolo nel suo piatto e in quello di Joy. 

-Mio fratello è convinto che dobbiamo mangiare quanto mangia lui. Ogni mattina in estate fa una colazione per un esercito e sono costretta a mangiarla. Ora mi aiuti tu a finirla, vero?- mi domandò all'orecchio. Io risi e annuì, accettando la fetta di pane. 

-La colazione è il pasto più importante della giornata. Si deve fare abbondante e ogni mattina, senza saltarla mai- disse Erik, con fare molto materno. Sorrisi pensando a quanto fosse simpatico e affettuoso. Anzi, a dire il vero arrossì quando mi mise anche a me una decina di fette imburrate. 

-Mangia anche tu, mi sembri troppo magra!- si raccomandò. Joy mi sorrise come a mo di scusa. 

 

 

*** 

 

Remus 

 

Io forse ero uno di quelli che aveva perso più pezzi. 

La mia infanzia, il mio futuro, mi apparivano solo come uno specchio rotto e poi disintegrato. 

Il professore Silente aveva raccolto i pezzi più grandi e mi aveva fatto credere di avere un futuro. Ma io ancora non vedevo possibilità. Mi vedevo come un marchiato, come un mostro che non poteva stare con gli altri. E mi nascondevo dietro l'indifferenza e il silenzio per non farmi notare, per non permettere più a nessuno di ferirmi.

 

*** 

 

Quella mattina mi alzai presto. Anzi, non ero riuscito a dormire molto. Ma avevo pensato molto. E sperato molto, in una maniera che cercavo sempre di evitare, ma che alla fine era inevitabile. 

Ero pronto molto prima del necessario e mi trovai in piedi a guardare i miei compagni di dormitorio che russavano ancora. Sbuffai! Quel russare era stato difficile da sopportare. Ero abituato a dormire nel silenzio assoluto. Ma era una delle cose a cui dovevo abituarmi. Del resto cercavo di abituarmi ad una cosa molto più difficile, e se volevo riuscire in quella, come potevo essere preoccupato da una simile inezia? 

Non volevo scendere sotto però tanto prima degli altri. Anzi, a dire la verità non avevo neanche molta fame. Scesi in Sala Comune con la mia borsa e tirai fuori una lettera per i miei genitori. Conoscevo mia madre e sapevo che se non avessi mandato subito una lettera sarebbe uscita pazza. La scrissi mentre iniziavano a scendere tutti gli altri. 

Non sorrisi, non salutai, non alzai neanche la testa quando passavano persone. 

Cercavo di scrivere qualcosa di rassicurante e vagamente divertente. Non volevo che pensassero che aveva deciso di costruirsi una vita infelice e solitaria. 

Dopo una buona mezz'ora mi alzai e decisi che avrei dovuto trovare qualcuno a cui chiedere dov'era la guferia. Ormai non c'era più nessuno in giro, dovevano essere tutti scesi a colazione. Guardai l'ora. Il tempo era volato, un altro po' e avrei rischiato di fare ritardo. Salì sopra per posare la borsa quando trovai tutti e tre i miei compagni di stanza nel pieno del sonno. Rimasi incerto a guardarli. Dovevo tenermi silenzioso, distaccato, freddo, così non avrebbero potuto “interferire” con il mio piano di isolarmi. 

Anche se non pensavo davvero che qualcuno volesse fare amicizia con uno come me, anche se non sapevano chi ero davvero si doveva pur percepire in qualche modo. 

Fatto sta che riposi la borsa e provai a scendere sotto. Ma mi fermai sulla soglia della stanza. Dovevo davvero lasciare che dormissero così tanto? Avrebbero preso una sgridata fin da subito. Forse anche una punizione. Sbuffai a tornai sui miei passi. Presi la sveglia che mi ero portato da casa e l’impostai in modo che suonasse tra un minuto. Poi presi la borsa e scesi le scale. Mi fermai solo un secondo per sentire la sveglia suonare ad altissimo volume e uno dei miei compagni gridarle contro. 

-Cosa?- sentì gridare, forse mentre guardava l'ora. Sorrisi e scesi sotto, deciso a mettere da ora in poi sempre la sveglia. 

 

Arrivai giusto in tempo per l'arrivo della professoressa McGranitt al nostro tavolo. Stava distribuendo gli orari. Mi diede l'orario e io gli diedi un'occhiata, mentre cercavo di ignorare i discorsi molto invitanti sulle possibili lezioni, i possibili professori e cose del genere che facevano i miei compagni Grifondoro. Mi ero seduto accanto a Lily Evans, se non ricordavo male il nome dallo Smistamento, e ora anche lei guardava l'orario. La professoressa si fermò guardando tre posti vuoti accanto a me. 

-Signor Lupin, per caso sa dove possono essere i suoi compagni di dormitorio?- mi chiese, prendendomi alla sprovvista. Scossi il capo e la vidi con un cipiglio molto severo. 

-Ma staranno scendendo- dissi prima di potermi trattenere. Mi dispiaceva che si prendessero una sgridata fin da subito. E come se mi avessero sentito loro entrarono proprio in quel momento nella sala. Uno accanto a me, uno di fronte, presero posto e guardarono la McGranitt sorridendo. L'ultimo nostro compagno, ancora assonnato, corse a sedersi nell'unico posto vuoto. 

-Siete in ritardo. Chiuderò un occhio solo perché era il primo giorno, ma che non capiti più. Già da domani prenderò seri provvedimenti- e gli porse gli orari. 

-Allora, a voi di primo devo informarvi che la vostra prima lezione è Incantesimi, quindi dovete andare al secondo piano, prendere il corridoio di destra e sarà la quarta aula verso la Biblioteca. Il professor Vitius di certo vi aspetterà fuori dall'aula per accogliervi- indicò con un cenno il piccolo 

professore con un sorriso contagioso. 

-Per le altre aule chiedete ai professori. Se avete bisogno di qualcosa e non ci sono professori in giro cercate i vostri compagni più grandi, in particolari i Prefetti, che hanno una spilla rossa con una grande P e i Caposcuola, con una grossa C- indicò cinque persone e poi se ne andò. 

Tra uno scricchiolio e uno strofinamento della sedia ci alzammo tutti per andare alla prima lezione dell'anno. 

 

*** 

Sirius 

Ero stanco, stufo e forse qualche altra emozione in più. Ero stanco perché aveva sonno, ero stufo perché le lezioni mi annoiavano ed ero di un'umore strano per via della mia indecisione sullo scrivere o non una lettera ai miei. Dovevo dirgli che avevo di nuovo portato disonore nella mia famiglia? Appena ero stato assegnato a Grifondoro ero felice e non vedevo l'ora che arrivasse il momento opportuno per annunciarlo ai miei genitori. Ridevo immaginando i loro volti, la loro furia e io troppo lontano da loro per prendere qualche tipo di castigo. Ma col pensarci tutto il mio entusiasmo era sfumato. Forse dopo aver visto la lettera che era arrivata a James. I suoi genitori erano orgogliosi di lui e gli chiedevano di scrivergli spesso, odiavano avere sue notizie da altre fonti. Chissà poi chi erano le altre fonti. 

Io invece mi sarei beccato una strilettera al cento per cento. Guardai il minuscolo professore muovere la bacchetta sperando che lo imitassimo. Presi la bacchetta e guardai inevitabilmente di fronte a me. Un Serpeverde di nome Bulciperg stava parlando fitto fitto col ragazzo che ieri avevo ribattezzato Mocciosus, senza sapere niente di lui. Sorrisi dando di gomito a James. Poi, mentre tutti imitavamo il “bel movimento della mano” pronunciai a bassa voce l'incantesimo di fuoco. I quattro capelli di Bulciperg andarono a fuoco e lui si alzò in piedi gridando. Mocciosus prese a colpirlo col libro tentando di spegnere le fiamme e tra le risate e io che mi stavo rotolando dal ridere, il professor Vitius spense subito il fuoco e mandò Bulciperg in infermeria. Mocciosus, dopo aver ricevuto un'occhiata di fuoco dal suo “amico”, si voltò verso James e tentò di incenerirlo. Noi ridevamo ancora a crepapelle. 

-Chi è stato?- chiese Vitius arrabbiato. Noi ci guardammo tentando di trattenere le risate. 

-Ma stavamo provando un incantesimo nuovo, professore. Magari la bacchetta mi è scappata un attimo e ha fatto un incantesimo involontario. Ma sono errori che possono fare tutti, non crede?- dissi, cercando di soffocare la risata per lo sguardo del prof. 

-Punizione Black. E anche a lei Potter, se non la smette subito di ridere- minacciò il professore. James si alzò in piedi e si finse serio. 

-Signorsì signore!- disse pomposo. 

-Punizione! E cinque punti a tutte e due in meno- e ritornò alla cattedra. 

Io battei il cinque con James. 

-Al primo giorno nella prima lezione. Chissà se supereremo il record il prossimo anno- pensai, sorridendo. 

-Se ci mettiamo d'impegno possiamo anche farlo!- rispose lui. 

 

Ecco come mi sentivo bene. Divertendomi a scapito degli altri. Vedendo altri in crisi dimenticavo i miei problemi, e la mia maschera si rafforzava sempre di più. 

 

***

Note autrice: 

 

E con questo è finito il capitolo! Spero che piaccia a qualcuno, per il momento non è molto, non è neanche molto lungo e forse neanche un granché. Però spero che leggiate e lasciatemi qualche commento, se non si seccate! Anche messaggi tipo :”non scrivere più, così salvi la vita a centinaia di persone! Baci e grazie a ha DANINO che ha messo la storia tra i preferiti (sono commossa) e grazie a Tosca91, l'unica che ha recensito questa storia fino ad ora e che l'ha aggiunta tra i seguiti! 

Grazie ai pochi che l'hanno letta! Baci! 

 

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Capitolo 4
*** terzo capitolo: amici...? ***


Capitolo 3: 

Amici? 

 

Sirius 

La punizione fu meno terribile del previsto. Certo, si trattava di dover spolverare tutti i trofei della Sala dei Trofei, sala piena zeppa di trofei (non danno nomi a caso in questa scuola, devo ammetterlo), ma ero con James. Organizzammo ben presto un modo per divertirci. Ci avevo visto giusto fin dall'inizio, sarebbe stato un perfetto compagno di divertimenti.  

Questo pensavo in quel periodo, che James fosse un ottimo compagno di avventure, un grande aiuto per distrarmi e per cercare di fortificare la mia maschera. Ma non ci misi molto a rendermi conto che sarebbe diventato molto di più, per me! 

Quella sera mi arrivò la lettera da casa. Evidentemente i miei genitori non volevano dare spettacolo, quindi avevano evitato la strilettera. Ma la lettera che avevo tra le mani, forse, era anche peggiore. Dopo averla letta, un magone mi invase lo stomaco. Avevo tentato in tutti i modi a essere abbastanza forte per non provare certe cose. Mi sarei dovuto abituare dopo undici anni di continui rimproveri e dimostrazioni del genere. Eppure non riuscivo ancora a esserne del tutto indifferente. 

Mi guardai intorno, tentando di distrarmi. Incrociai lo sguardo di James e forse vi lesse qualcosa che non sospettavo neanche di provare, perché lui mi fissò preoccupato, per poi alzare lo sguardo sulla ragazza che aveva di fronte. Lei era nascosta dietro un grande libro, quello di Storia della Magia se non sbagliavo. Eravamo tutti intorno al basso tavolino, seduti sulle poltrone, nella Sala Comune.  

-Ehi tu, ma leggi sempre?- le chiese. Osservai interessato lo scambio, per distrarmi, e vidi lei alzare lo sguardo su James, accigliata. 

-Prima di tutto ho un nome e un cognome. Secondo, non capisco cosa ti interessi di quello che faccio sempre o no. Ti dà fastidio?- domandò lei, trafiggendolo con lo sguardo. Sorrisi, notando il cipiglio battagliero di James. 

-No. Allora, come ti chiami?- Chiese ancora lui, osservandola. 

-Abbiamo avuto un'intera giornata di lezione insieme e non ti ricordi neanche un cognome? Non hai una buona memoria, forse l'hai barattata per un po' di cervello? Mi dispiace, ma ti devono aver truffato perché evidentemente non hai neanche quello- disse lei, in modo piuttosto antipatico. 

Quasi risi. Aveva tirato fuori le unghie. Notai che anche James si stava divertendo, nonostante le avesse appena detto che non possedeva un cervello. 

-Hai proprio una lingua tagliente. E sei anche un po' acida. Non è che c’era dell’acido oggi nel tuo latte?- domandò. 

-Potter è meglio se chiudi il becco, faresti più figura- e si alzò, portandosi via il suo librone. James la guardò andarsene, e quando era ancora a portata di orecchio disse: 

-Non abbiamo ancora finito di parlare, Evans!- 

Io risi, seguito da James. 

-Molto suscettibile come ragazza, non pensi?- mi chiese. 

-Secondo me sono tutte così- commentai. Notai subito lo sguardo di Joy. A lezione James me l'aveva presentata e l'avevo trovata molto simpatica. Ma ora mi avrebbe incenerito probabilmente, se avesse potuto. 

-Avete un'alta opinione del genere femminile, vedo!- e se ne andò anche lei. 

-Io non le capisco proprio, le femmine!- esclamai. 

Sentì sbuffare Remus Lupin, il nostro compagno di dormitorio che fino ad ora non aveva voluto dire una parola. Guardava la sua pergamena, fingendo di non aver nascosto una risata. 

-Una risata non ti farà di certo male!- gli dissi. Lui mi guardò, ma poi ritornò veloce al suo tema. Guardai James in cerca di spiegazioni. Lui rispose con un cenno tra il “non so che dirti” e il “lascia stare”. 

 

*** 

 

Guardai James alzando un sopracciglio. Poi guardai Jonh e Kyle, due nostri compagni del primo anno. 

-Pensate davvero che non ne avrei il coraggio?- domandai. Loro mi guardarono scettici. 

-Sì. Sono sicuro che non riuscirai a baciarla- John sembrava davvero convinto del fatto suo. 

-Che mi dai se ci riesco?- chiesi, non riuscendo a trattenere il ghigno che mi veniva spontaneo. Come spennare un pollo.  

-Tutti i dolci che ho nel baule- propose. Io gli strinsi la mano e mi avviai verso la mia “preda”. Era il primo bacio che davo e fino ad ora non pensavo fosse una cosa molto interessante. Anzi, la trovavo schifosa. Ma una sfida e una sfida! Specialmente se mi venivano proposti dolci in cambio! Molte ragazzine mi guardarono con interesse e arrossirono mentre mi incamminavo tra loro. La Prot mi fissava anche lei rossa in viso. Mi sentivo con i proiettori addosso. Non potevano guardare da un'altra parte? Comunque li ignorai, cosa che ormai mi veniva estremamente facile, e mi rivolsi solo a lei. 

-Ciao Prot. Puoi venire un attimo con me?- chiesi, fingendo più sicurezza di quanto ne sentissi in quel momento, indicandole un punto poco lontano dalla confusione. Mi sorpresi di vederla diventare ancora più rossa. Annuì, si alzò dalla panca dov'era seduta e mi si avvicinò. Avevo più o meno in mente cosa fare, ma farlo davvero era più difficile di quanto pensassi. L’osservai un po’ indeciso, per poi prenderle gentilmente il mento per poter avere le sue labbra alla mia altezza, visto che lei non mi guardava in viso. Mi abbassai un po' perché era più bassa di me, e infine appoggiai le mie labbra sulle sue. Lei chiuse di colpo gli occhi e dischiuse le labbra. Io rimasi fermo un secondo, non sapendo esattamente cosa fare. Ma poi mi lasciai fare all'istinto. Dischiusi anch'io le labbra e le mossi sulle sue, cercando di prenderle tra le mie, baciandogliele. O almeno pensavo si facesse così. Lei ricambiò più titubante. Mi sorprese il fatto che provai un certo piacere in quel bacio. Mi piaceva quel contatto. Mi piaceva quel sapore. Poi lei tentò di stringermi le braccia al collo e mi allontanai immediatamente da lei. La vidi quasi cadere, come se non avesse più un appiglio. Poi mi guardò stupita, stralunata, sperduta. Io le sorrisi, mimando un gesto marziale. 

-È stato un vero piacere- e le voltai le spalle, guardando con sfida James, che si sganasciava dalle risate mentre gli altri mi guardavano increduli. 

Facile come bere un bicchiere d’acqua!  

 

*** 

 

Lily 

Severus e io ci fermammo sotto uno degli alberi più vicini al castello. Eravamo ancora troppo intimiditi da quel posto così grande per affrontare l'immenso parco di Hogwarts. Ed eravamo anche senza parole. Non pensavo davvero che tutto fosse così meraviglioso. 

-Com’è il tuo dormitorio?- chiesi, visto che ancora ci eravamo raccontati ancora così poco.   

-Freddo. Ma mi ci posso abituare. In più è fantastico, abbiamo un’intera parete che da sul fondale del lago e… è incredibile. Il tuo? Si trova su uno delle torri, vero?- mi chiese. Io annuì. 

-Sì, ed è molto accogliente e caloroso. Mi ci trovo davvero bene! E i quadri sono bellissimi. Non li avevo mai visti muoversi. Tutto qui è davvero magico....- esclamai, ancora euforica. Mi trovavo davvero in un castello magico. Ed ero una strega! Sembrava ancora tutto un dannato sogno, ma era tutto vero. 

-Già. Hai fatto amicizia con le tue compagne?- 

-Sì. Specialmente Joy è simpatica. Tu? Prima parlavi con quel ragazzo che sembra gigantesco- notai. 

-Sì. Si chiama Bulciberg. È davvero forte, sa tutto di questa scuola. Solo che ora è un po' scorbutico, ma del resto dopo quello che gli ha fatto quel cretino. L'ho pensato dal primo momento che fosse un grosso problema!- disse arrabbiato. Lo guardai, annuendo. Mi sentivo un po' incolpa, aveva ragione a essere arrabbiato perché era un suo amico. Eppure avevo dovuto fare più di uno sforzo per non ridere, quando gli erano andati a fuoco i capelli e aveva iniziato a gridare come una bambina. 

 

*** 

 

Remus 

 Chiusi gli occhi davanti a un mondo felice e pieno di speranza. Chiusi gli occhi e cercai di pensare solo al peggio, tentando di non farmi prendere dalla felicità di quel momento. Quando salì nel mio dormitorio ero totalmente pronto a non farmi prendere da niente e da nessuno. Poi, aperta la porta, prima che potessi fare qualsiasi cosa, mi arrivò un cuscino in testa. Evidentemente non ero pronto a non farmi prendere da un cuscino… 

-Scusa!- disse James, mentre cercava di evitare un altro cuscino voltante, che lo mancò e andò a sbattere di nuovo contro il mio naso. Toccandomi il punto infortunato, guardai la stanza. 

Era un vero manicomio! E Sirius si trovava sul suo letto armato ancora di cuscini. James, invece, era in piedi di fronte a lui e Peter era in una specie di trincea dietro al suo letto. Vestiti, cuscini, copri letti, erano finiti tutti a terra senza pietà. Mi sarei dovuto arrabbiare, mi sarei dovuto dirigere sul mio letto e dirgli di comportarsi da adulti. Ma ero pur sempre un undicenne. E il cuscino che avevo poco fa sul naso ora era stretto tra le mie mani. E poi lo lanciai a Sirius che schivò il mio cuscino con un sorriso, piacevolmente incredulo. 

-Hai una buona mira- si complimentò Sirius. Anch'io mi ritrovai a sorridere e prima di rendermene conto iniziammo una guerra fino all’ultimo cuscino. 

 

*** 

 

James 

 Sorrisi stremato, guardando i miei amici. Sirius si lanciò sul suo letto a pancia in su, guardando il soffitto. 

Peter, che quasi non riusciva a respirare per la stanchezza, si lanciò a peso morto sul letto e non si mosse più. Sarei corso a controllare che andasse tutto bene, se non avesse iniziato a russare sonoramente palesando il motivo del suo immobilismo. Risi, mentre guardavo anche Remus, che rideva insieme a noi, anche lui stanco, ma finalmente felice. Prima sembrava che si costringesse a non divertirsi. Come se pensasse continuamente a qualcosa di brutto. Ed ero contento di vederlo così preso da questo divertimento, sia pure infantile o stupido (avevamo undici anni cavolo), finalmente dimostrava di avere la sua età come tutti noi. 

-Chissà se gli elfi domestici ci cercheranno per ucciderci, quando troveranno questo macello- disse Sirius, non riuscendo a non mostrare un certo divertimento mentre immaginava questa eventualità. 

-Mia madre lo farebbe di sicuro- dissi io. Vidi Sirius scurirsi un attimo in viso e mi appuntai mentalmente di non parlare molto dei miei genitori. Invece Remus stava guardando il cielo fuori e anche lui divenne triste. Anzi, il suo volto nascondeva qualcosa di più. Ma non capivo bene cosa. Però l'avrei scoperto, mi ripromisi. 

-Allora, direi di imitare Peter e di dormire- Propose Sirius, alzandosi e iniziando a prendere il pigiama. Anch'io mi alzai e dopo essermi infilato il pigiama appoggiai il piede su qualcosa che mi fece male. Mi abbassai per vedere e vidi i resti di quell'aggeggio che ci aveva svegliato quella mattina. Presi uno dei pezzi più grandi e lo mostrai a Remus. 

-Era tuo per caso questo coso?- chiesi. Lui sorrise, osservando cosa restava di quel povero oggetto. 

-Sì. È triste che sia arrivata già la sua ora- rispose. 

-Scusami, l'ho gettato io a terra dopo aver visto l'ora. E dopo che non smetteva di fare quel suono terribile- mi scusai. 

-Non ti preoccupare. Però la mattina vi dovete svegliare prima. Se volete lo faccio io, sempre se non mi lanciate contro il muro per cercare di spegnermi- si propose lui, divertito. 

-Cercheremo di trattenerci- scherzai e andammo tutti a letto. Quella notte sognai di litigare ancora con la Evans e di avere accanto Remus che mi faceva strani gesti, come per dirmi di stare zitto. Ma rideva. Davvero uno strano sogno.... 

 

*** 

 

Remus 

Furono strani quei primi giorni. Più tentavo di ignorare gli altri, più ero attratto dai miei nuovi compagni di stanza. Erano simpatici e mi veniva davvero spontaneo unirmi a loro per chiacchierare o per scherzare e giocare su qualcosa. Passai le prime due settimane con loro, scoprendo tante cose. 

Sirius era divertente, ma sembrava non voler pensare a niente. Odiava non fare niente, cercava sempre qualcosa da fare, come se dovesse scappare assolutamente dalla noia. Anche se alcune volte mi sembrava che scappasse da ben altro. Peter era felice di aver trovato degli amici. Aveva paura di essere trattato male per qualsiasi cosa facesse. Non credeva davvero nelle sue capacità e si sentiva importante ad avere amici come loro. 

James, da parte sua, era molto particolare. Non l'avrei mai detto prima, ma dopo la prima settimana capii che era molto più complesso di quanto poteva apparire. Era divertente, pazzo, casinista come tutti lo possono essere, ma aveva una capacità di osservazione incredibile. Forse perché vedeva le cose nel modo più semplice possibile. Riusciva a capire cosa fare o non fare, come con Sirius, che era evidente avesse dei problemi in famiglia. Appena un filo di tristezza o di sofferenza traspariva dal viso di Sirius, James era lì pronto a coinvolgerlo in qualche impresa pazza. Se Peter veniva preso in giro da qualcuno, James si trasformava subito in un paladino senza macchia né paura che trasformava tutti in rane o gli faceva spuntare una testa in più sul collo. 

E appena mi vedeva vacillare un attimo, era sempre lì con una battuta divertente. Ma io forse ero più complicato. Perché il mio problema era bello grosso. Anzi, veniva sempre di più ad ingrossarsi. Due notti e la luna sarebbe stata piena. E non stavo per niente bene né poco prima né poco dopo la luna piena. 

 

-Remus mangia qualcosa. Guarda che buon dolce- disse James, riempiendomi il piatto con una montagna di cioccolata. Io guardai tutto con una leggera nausea. Il dolore delle trasformazioni era così forte che mi si chiudeva lo stomaco quasi sempre. 

-No, grazie. Non sto’ tanto bene, non ho fame- dissi. 

Lui, con già un quintale di dolce in bocca, mi guardo accigliato dicendo qualcosa che non riuscì a capire. Sirius rise, mentre si ripuliva un angolo della bocca con la mano. 

-Abbiamo bisogno di un traduttore per capirti, James- 

James inghiottì e poi guardò Sirius. 

-Non pensi anche tu che dovrebbe mangiare qualcosa? Non stai bene perché non hai mangiato niente- disse lui in un'ottima imitazione di un genitore premuroso. Però gli mancava la faccia da genitore. Il viso pieno di cioccolata e il suo continuo masticare con la bocca aperta lo rendevano decisamente poco credibile. 

-Non ti preoccupare James. Adesso finisci di fare colazione, che dobbiamo essere a pozioni entro dieci minuti!- Provai a distrarlo! 

-Va bene mamma!- disse scherzando lui. 

Dieci minuti dopo stavamo percorrendo il ponte verso il passaggio che ci avrebbe portato ai sotterranei. 

 

*** 

 

Lily 

 Fu una sorpresa per me pozioni. Avevo sempre sperato di fare intrugli vari, da piccola specialmente adoravo giocare e impiastricciare la cucina. La vera sorpresa non fu che trovavo le lezioni divertenti. Fu che ci riuscivo bene. Il professor Lumacorno mi elogiò fino a farmi diventare dello stesso colore dei miei capelli per la pozione che preparai solo alla mia prima lezione. E non vedevo l'ora di provare a fare altre pozioni. Appena raccontai la mia nuova scoperta a Severus parve condividere la mia passione. Restammo ore sotto l'albero più vicino al castello a parlare di pozioni, di quanto fosse bello sentire il calore del fuoco, vedere la pozione cambiare colore, aggiungere e pesare ingredienti, capire attraverso il fumo e il colore le differenze. Sorrisi mentre mi immaginavo a fare la pozione il giorno dopo. Non vedevo l'ora. E intanto gli parlai delle mie amiche. Avevo fatto molta amicizia con Joy che era sempre vitale e felice di tutto. Taira e Mary erano simpatiche e molto gentili, l'unica ostile era Elen. Avevo scoperto cosa trovava di insopportabile in me e non potevo non parlarne con Severus, proprio colui il quale mi aveva mentito.  

-Quando mi hai detto che il fatto che fossi nata nel mondo Babbano non faceva differenza scherzavi, vero? Oppure mi hai preso in giro?- chiesi, circondando con le braccia le mie gambe e stringendole al petto. Lui esitò e io continuai. 

-Elen Prot dice che sono una mezzosangue che fraternizzo con un nemico, cioè tu, e che porterò lei e i Grifondoro, quindi tutti quelli che mi circondano, nella distruzione e nel disonore. Cosa volesse intendere ancora non l'ho capito però...- dissi con un tono incerto. Anche Severus parve esitare. 

-Certe persone pensano di essere migliori per la loro discendenza. Ma tu ed io siamo la dimostrazione che non è vero!- disse serio. Io sorrisi, annuendo. Avevo fiducia in Severus. Sapevo che non tutti la pensavano come lui, ma il fatto che lui pensasse questo sicuramente mi faceva sentire sicura di qualcosa. Sicura di lui. Perché se lui sarebbe stato sempre al mio fianco e dalla mia parte, non mi interessava cosa pensava il resto del mondo.  

 

*** 

 

Remus 

 Non stavo per niente bene. Chiusi il libro e guardai James e Sirius che giocavano a gobbiglie sul tappeto e Peter che li guardava in attesa che arrivasse il suo turno. Mi alzai barcollando un po', scosso da un forte giramento di testa. Il libro che avevo in mano cadde a terra e tutti e tre alzarono gli occhi su di me. 

-Remus stai male?- chiese Sirius, mentre James prendeva il libro da terra. Io deglutì. Ma perché proprio ora mi doveva venire tutto quel dolore? Non che non fossero sempre brutte le trasformazioni, ma i momenti prima potevano essere anche più leggeri. Invece quel momento era terribile. Forse proprio perché ero più nervoso? Mi appoggiai a Sirius, il più vicino, trattenendo un gemito di dolore. Lui mi circondò il busto con un braccio. 

-Ti portiamo in infermeria amico- mi rassicurò. Rimasi incerto e sorpreso. Amico. Ero davvero loro amico? 

 

Chissà se sarebbero stati pronti a considerarmi un amico anche vedendomi ore dopo, mentre insieme a Madama Chips andavo verso il passaggio sotto il Platano Picchiatore. 

-Vedrai che andrà tutto bene signor Lupin. È al sicuro qui e non accadrà niente di male. Ci vediamo domani mattina, verrò a prenderla io- e dopo avermi lasciato una pacca comprensiva sulla spalla mi lasciò da solo nella Stamberga Strillante, bloccando la botola. La luna stava per sorgere, quasi la sentivo chiamarmi. Guardai verso la finestra e l'aspettai, mentre la mia mente pensava solo a lei. Alla mia luna, colei che amavo e che odiavo. Colei che mi fece gridare di dolore appena spuntò. 

Mi ritrovai a terra agonizzante mentre tutto in me cambiava. Anche i miei pensieri. Non erano più razionali. La parte di me razionale andava a scomparire gradualmente, sperando in una morte istantanea. Invece la presenza del lupo prendeva il sopravvento. 

Cercai di combatterla, ma non ci riuscì, come ogni volta. Piano piano le mie urla cambiarono. Ora erano di gioia. Il lupo aveva preso il sopravvento. Ma non era libero. Era in trappola. Tentai di trovare un'uscita, ma non c'era. 

Me la presi con i muri, con i mobili, distrussi tutto, cercando di andarmene. Avevo fame e anche voglia di uccidere. Sentivo rumori dall'esterno, passi, odori particolari. Volevo attaccare tutti, colpì tutto e anche me stesso, tentando di scappare da quella trappola. Ero in trappola.  

 

*** 

 

Sirius 

Eravamo preoccupati. Andammo a trovare Remus dopo cena, ma Madama Chips non ci fece entrare. 

-Il signor Lupin deve riposare, lo vedrete domattina- disse prima di chiuderci la porta in faccia. Tristi, ci accingemmo ad andare nel nostro dormitorio, ma davanti a noi si parò un gruppo di Serpeverde e una bambina in lacrime. 

-Questo sei. Una lurida mezzosangue- disse uno, lanciandogli un incantesimo e tutti scoppiarono a ridere quando lei venne lanciata per terra. Lo conoscevo quel tipo che aveva parlato, era Lucius Malfoy. 

-Non è vero- protestò lei, tra le lacrime. Il tempo di battere un ciglio e James si era già frapposto tra lei e i Serpeverde. 

-Rimangiati quello che hai detto, cretino!- li minacciò, bacchetta già in mano e pronto a lottare. Loro scoppiarono a ridere puntando le bacchette contro di lui. Anche io presi la mia e mi affiancai a lui, imitato da Peter, che però tremava. Non era molto preparato ancora negli incantesimi. 

-Guardate il piccolo Potter. Vorresti farci paura? Sei piccolo e inesperto. E a quanto pare non hai la minima idea di che posto dovresti prendere, visto che sei un purosangue. Ma del resto cosa posso aspettarmi, da un Grifondoro. E mi dispiace davvero vedere anche te Black con questo individuo. I tuoi parenti sono molto infelici per te, lo sai vero?- chiese. Perfino lui sembrava scettico. Nessuno dei miei parenti ad Hogwarts, avevo ben due cugine lì, una dello stesso anno di quel pallone gonfiato, aveva anche solo cercato di parlarmi da quando era iniziata la scuola. Mi evitavano e mi ignoravano, come facevo io, del resto. 

-Diciamo che se potessi cambiare nome lo farei subito- e senza esitare gli lanciai contro un incantesimo. Lui lo parò all'ultimo momento, ma non riuscii a fare lo stesso con quello di James, che aveva agito subito dopo di me. Si ritrovò a terra in un batter d'occhio. Bastarono pochi incantesimi veloci e precisi. Non ci voleva molto a sconfiggere quegli smidollati. E cosa ci si poteva aspettare, infondo se in cinque se la prendevano con una ragazzina del primo anno?! Anzi, in generale tutti i prepotenti alla fine dei conti si ritrovavano a scappare come fecero loro, quando capivano di avere di fronte persone che non si spaventano e che sono pronte a reagire. 

 

*** 

 

Quella mattina Remus parve confuso quando si svegliò e ci trovò intorno al suo letto. Lo guardammo tutti con lo stesso identico sorriso. 

-Che ci fate qui?- domandò. 

-Che domande. Siamo venuti a ballare!- scherzai. 

-Già Sirius. Però dovevi portare la musica- sorrise James. 

-Siamo venuti a trovarti. Abbiamo dovuto lottare però con Madama Chips per entrare!- raccontò Peter. Remus si guardò intorno. Vide il sole già alto che illuminava l'infermeria e poi si voltò di nuovo verso di noi. 

-Ma che ore sono?- 

-Le undici e quaranta!- rispose prontamente James, dopo uno sguardo al suo orologio. 

-Ma non dovreste essere a lezione?- chiese Remus, apparendo confuso. 

Io scrollai le spalle. 

-Dettagli. Madama Chips non ci faceva entrare in nessun modo e quindi abbiamo approfittato del primo minuto in cui finalmente se ne è andata, cioè ora- illustrai. 

-Abbiamo solo saltato un paio di lezioni... ma infondo cosa vuoi che sia perdere qualche ora di Storia della Magia e di Trasfigurazione?- l'espressione di James mentre lo disse mi fece ridere. Anche lui non stava affatto scherzando. 

-Ma siete pazzi. Io sto’ bene, spero di poter uscire presto, forse anche oggi- quella frase fece un contrasto tremendo con il suo viso. Sembrava non stare poi tanto bene. 

-Perché l'avete fatto?- chiese incerto. Lo guardammo incredulo. 

-Mi sembra ovvio. Siamo o non siamo amici?- disse semplicemente James. Io e Peter annuimmo convinti. Anche a me sembrava strano, ma lo sapevo ormai. Eravamo amici. Remus rimase ancora un po' incerto. Ci guardò e mormorò la parola amici. Poi sorrise, felice come forse non lo era da tempo. 

 

*** 

Nota autrice:

 

E anche questo cap è finito. Allora, come vi sembra? A me sembra che la storia non abbia molto successo... la leggono davvero in pochi e non ho nessuna recensione... me tanto triste.... Spero davvero di ricevere anche solo una piccola recensione.... al prossimo capitolo, che magari arriverà prima se ricevo una piccola recensione! Un bacio! 

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Capitolo 5
*** quarto capitolo: la storia avanza ***


Capitolo 4: 

Una storia che avanza 

 

Avvertenze! Questa storia avrà molti salti temporali! La mia idea era mostrare il primo anno dei Malandrini ma mi rendo conto che è una cosa che non riesco a fare molto bene, specialmente perché nei primi anni non succede molto. Quindi già in questo capitolo e in quelli consecutivi farò semplicemente qualche riassunto, andando agli eventi più importanti! Spero che la cosa non vi dia fastidio! 

 

Joy 

Visto con gli occhi di un bambino il mondo è sempre un qualcosa da scoprire. Ci si aspetta sempre di scoprire un mondo roseo e felice. O almeno è quello che i bambini sperano. Il mio mondo era iniziato nel miglior modo. Avevo una vita felice, dei genitori premurosi, un fratello meraviglioso. Poi, a 3 anni, era successo il peggio. Ricordo quel giorno come se fosse stato ieri, anche se avevo solo 3 anni. 

Il mio mondo era caduto nel buio. Tutto era stato trasformato, distrutto, e avevo dovuto iniziare dall'inizio. La mia vita era ricominciata a 5 anni, quando mio padre si era ripreso dalla perdita. Grazie a lui io e mio fratello avevamo ricominciato ad essere felici. Possiamo dire di aver dimenticato il dolore. Il mio mondo era tornato roseo e sereno. 

E sarebbe diventato decisamente felice grazie alle persone che mi circondavano. 

 

 

Quella mattina mi svegliai come al solito presto e tentai di non fare rumore mentre lasciavo il dormitorio. Mio fratello quella mattina aveva un allenamento di Quidditch molto presto, quindi non dovevo andare a svegliarlo come al solito. E non sapevo che fare… Magari sarei potuta andare al campo da Quidditch. Era sabato mattina e tutti non si sarebbero svegliati se non prima delle dieci. Sì, era un’ottima idea andare a vedere gli allenamenti, pensai mentre mi dirigevo vero il parco.  

Arrivata al campo di Quidditch rimasi sorpresa di trovare quattro altre persone che avevano avuto la mia stessa idea. James, Sirius, Peter e Remus erano seduti sugli spalti, intenti a guardare con un diverso grado di interesse i giocatori sulle scope. Sorrisi, mentre mi sedevo accanto a loro. 

-Ciao Joy!!- mi salutarono in coro. 

-Ciao ragazzi. Che fate in giro a quest'ora? Cioè, Remus l'ho visto qualche volta sveglio presto, ma voi tre no- osservai, curiosa. 

-Non vedo l'ora di fare parte della squadra di Quidditch- disse James, come se non lo sapessi già. Sirius, che era disteso in pratica sul sedile, si voltò a guardarmi. 

-Non ti sorprendere troppo. Noi possiamo anche essere svegli a quest’ora, se vogliamo. Basta non andare a dormire affatto- disse con aria furba.

-Come?- chiesi fissandoli, scioccata. Peter ricambiò con un grande sbadiglio e Remus con un'occhiata divertita. 

-Davvero non avete dormito?- insistetti, non riuscendo a nascondere un sorrisetto incredulo.  

-Ci sono molte cose che si possono fare la notte in giro per Hogwarts- disse James distratto, guardando un’azione molto spettacolare del cercatore. 

-Tipo?- chiesi curiosa e ancora un po' stupita. Insomma, non era permesso andare in giro, si rischiava di essere sorpresi dai professori e dai Prefetti. 

-Tante cose- disse laconico Sirius. Lo fissai accigliata. 

-Però adesso rischio di addormentarmi ovunque- sbadigliò di nuovo Peter. Risi insieme a Remus e Sirius. 

-Sai che tuo fratello è davvero bravo? E la sua scopa è una delle più veloci esistenti. Una Commet 260, ultimo modello. Magnifica!- mi disse James. Sirius sbuffò 

-Sì, si, certo. Ci siamo stancati di sentirlo- 

e Remus mi spiegò: 

-Vedi è da ore che ci illustra tutti i pregi e i difetti di tutte le scope sul mercato- Io sorrisi. 

-Gli ho sempre detto che ha una malattia, la Quidditchite cronica- scherzai. 

 

Fu così che feci amicizia con quelli che presto divennero per tutti i Malandrini. E per me i miei migliori amici. 

 

*** 

 

Lily 

La vita di Hogwarts era bellissima. L'adoravo, adoravo il castello, adoravo le lezioni, adoravo tutto. Anzi, c'era solo una cosa che odiavo e avevo un nome e un cognome: James Potter. 

Quel ragazzo era insopportabile. E non capivo perché continuasse a parlarmi, se alla fine non facevamo altro che litigare ogni volta. Io la maggior parte delle volte lo ignoravo. Anche se mi veniva un po' difficile, perché la mia migliore amica, Joy, aveva preso a frequentare i quattro ragazzi e quindi la trovavo sempre con loro. 

-Come fai a sopportarli?- le chiesi dopo la lezione di Storia della Magia, dove quei quattro o dormivano oppure scherzavano per tutta l'ora. 

-Sono divertenti!- rispose lei, sorridendo. Io li guardai. Erano circondati da amici o meglio ammiratori, che ridevano per qualcosa che stavano dicendo Black e Potter. In effetti non erano tanto male, pensai. Forse un po' montati... 

 

Naturalmente le cose cambiarono quando iniziarono a prendersela spesso con Severus. Sì, in quel caso iniziai davvero a odiare Potter e Black. Erano degli idioti e gioivo ogni volta che venivano puniti. Non vedevo l’ora di diventare Prefetto solo per poterli mettere personalmente in punizione e riuscire a farli pentire di ogni loro presa in giro, scherzo o cosa idiote che combinavano.  

 

-Evans, cosa fai?- chiese Potter, un giorno, sedendosi accanto a me. Io ero sul divano nella Sala Comune con il libro di Storia della Magia in mano. 

-Mi illudo che sia possibile studiare, nonostante la tua esistenza!- dissi, molto acida. Forse potevo moderare i toni, infondo non mi aveva chiesto chissà che cosa. Ma lo odiavo così tanto! Odiavo il suo tono spavaldo, il suo ghigno continuo…  

-Sempre a studiare... lo sai che fa male studiare troppo? La testa ti diventa sempre più grande e poi esplode- scherzò lui. Lo guardai accigliata. 

-Cosa vuoi, Potter?- chiesi. 

-Niente di che. Voglio solo sedermi qua, riposarmi e pensare cosa posso combinare di nuovo- disse semplicemente allungando le gambe sul tavolo, accanto ai miei libri. Guardai le sue scarpe vicino ai miei appunti. 

-Non si mettono i piedi sul tavolo- dissi severa. Oddio, sembro davvero mia madre, mi resi conto. Ma quelli erano i miei libri e i miei appunti e ora erano accanto alle sue scarpe sporche! 

-Ma io sto’ comodo così, mamma- Mi prese in giro lui, tranquillo, chiudendo gli occhi. Lo guardai accigliata e poi spostai un po' i libri lontano dai suoi piedi. Poi ripresi a leggere il capitolo. Ero immersa nella guerra dei folletti, sperando di riuscire a terminare almeno il capitolo, quando Potter mi chiamò di nuovo. 

-Ma siamo già arrivati alla guerra dei folletti?- chiese guardando quello che stavo leggendo. 

-Sì. L'ha spiegata oggi, probabilmente mentre dormivi sul libro- dissi di nuovo acida. Alzai di poco il libro e tentai di mettermi a leggere di nuovo. Il divano era dannatamente comodo e il fuoco nel camino scoppiettava emettendo il giusto calore. Non volevo abbandonare il punto perfetto per studiare solo per quell’idiota! 

-Non è colpa mia. È il libro di Storia della Magia che è grande e morbido come un cuscino. E poi non sono un secchione come te, quindi non ho problemi a saltare qualche lezione. Anzi, diciamo tutte- 

-Cosa sono io?- chiesi incredula. 

-Una secchiona- rispose lui semplicemente. 

-E tu sei uno scansafatiche e un pallone gonfiato- dissi arrabbiata, iniziando a prendere le mie cose. 

-Ma io ho detto semplicemente la verità- disse Potter, mentre gli voltavo le spalle e uscivo dalla Sala Comune attraverso il ritratto. Ero arrabbiata e anche disperata. Avevo un magone dentro. Non mi piaceva essere considerata in quel modo, una secchiona... e odiavo Potter. Arrabbiata i miei occhi si stavano appannando, ma continuai a camminare. E come una stupida andai a sbattere contro qualcuno, qualcuno che fu scaraventato a terra insieme a tutti i miei libri, perché li avevo mollati addosso a lui per lo spavento e l'urto. 

-Scusami davvero! Mi dispiace!- mi scusai, inginocchiandomi e cercando di recuperare tutto. 

-Non ti preoccupare. Sto’ bene!- mi rassicurò Remus Lupin. Mi aiutò a impilare tutto e prese i libri tra le braccia. 

-Dove stai andando con tutti questi libri?- mi chiese. 

-In biblioteca. Forse lì riesco a studiare in pace. Adesso puoi darmeli, grazie, e scusami ancora- dissi di nuovo. 

Lui mi porse metà libri. Poi si incamminò insieme a me in biblioteca. 

-Devo andarci anche io per studiare. Faccio la strada con te- disse semplicemente. Sorrisi, pensando che lui sarebbe potuto essere un mio amico. Lui non mi considerava una secchiona. Anche lui doveva studiare. E infatti studiammo insieme. Era simpatico e gentile. Scoprì presto che era piacevole stare con lui. E da quel giorno divenne un mio caro amico, nonostante facesse parte dei Malandrini. 

 

*** 

 

Remus 

 

E settembre era passato. E anche ottobre stava finendo. Questa volta la luna piena arrivò meno dolorosa. E inventai una scusa per i miei amici, spero convincente. Mia madre stava male a potevo andare a trovarla solo quel giorno. Per fortuna era anche di sabato, quindi non avevo avuto grossi problemi. Loro parvero preoccupati, ma non fecero tante domande. Tornato, mi chiesero come stava e io risposi che sembrava essersi ripresa. James mi guardò accigliato e mi chiese come mi ero graffiato sul collo. Io mi alzai il colletto e cambiai discorso frettolosamente. 

Il mese dopo finsi di essere andato in infermeria per mal di stomaco. Mi vennero a trovare preoccupati e sperai non sospettosi. Ma sorrisi vedendo che erano distratti da altro. James si sedette sulla sedia di fronte a me imbronciato. 

-Cos'è successo?- chiesi curioso. Era raro vederlo in quel modo. 

-Niente- disse lui, imbronciato. Guardai Sirius, che scuoteva il capo. 

-Ha avuto una accesa litigata con la Evans. Sembrava si volessero scannare- raccontò lui, sedendosi su l'altra sedia. 

-E perché avete litigato, questa volta?- chiesi accigliato. 

-Perché è insopportabile. Non posso fare uno scherzo che lei è lì a sbraitare, a dire che sono un bambino e che mi dovrei comportare come lei. Anche lei è una bambina! Non ha idea di cosa sia esserlo, però- disse lui arrabbiato per il ricordo. Io lo guardai, incerto. 

-E tu gli hai detto questo?- chiesi. Lui annuì. 

-E invece di rendersi conto che ho evidente ragione, ha detto che sono io che non capisco niente!- ribatte arrabbiato. Io scossi il capo. 

-Mi sembra ovvio che ti abbia riposto così. Non puoi dire una cosa del genere a una persona, anzi specialmente a una ragazza come Lily, e aspettarti che dica “hai ragione, sono io ad aver sbagliato!”- tentai di spiegare. 

-Io ammetto sempre di aver sbagliato, quando sbaglio!- disse James, accigliato. 

-Sì, ma non tutti sono come te, James- ci provai di nuovo. Lui rimase sconcertato e un po' contrariato. Ma non aggiunse niente. Guardai Sirius e lui mi sorrise. 

-Gli passerà in fretta. Allora, come stai?- chiese. 

-Bene. Pomeriggio posso uscire già uscire di qua!- dissi felice. Quella luna piena era stata una delle più leggere che avessi mai avuto. Solo qualche graffio che sarebbe guarito, niente nuove cicatrici! 

-Benissimo!- esclamarono contenti tutti e tre. Io anche sorrisi. Ero davvero felice di avere degli amici come loro. La mia vita grazie a loro era magnifica. Solo ogni mese, quando li vedevo preoccupati, mi preoccupavo anch'io, sentendomi in colpa. Loro erano miei amici, ma non gli stavo raccontando la verità. Anzi, gli raccontavo solo un mucchio di bugie. Ma se avessero saputo la verità, si sarebbero allontanati tutti, come facevano sempre. E io li avrei persi per sempre... 

 

*** 

 

Sirius 

Natale è uno dei periodi che odiavo di più. Perché? Semplice, perché dovevo tornare a casa! Avrei preferito cento volte di più restare a Hogwarts. Anche se tutti se ne tornavano a casa per Natale, il solo fatto di non vedere la mia famiglia mi avrebbe reso felice. Sarebbe stato finalmente un felice Natale. E invece dovevo tornare. Avevo già ricevuto la lettera dei miei con l'ordine perentorio che prendessi il treno in orario. E io non ne avevo totalmente voglia. I giorni prima della partenza feci di tutto per dimenticare che dovevo rivederli.  

Fu proprio in quel momento che organizzammo le nostre prime vere “malandrinate”. Dopo aver raccolto una cavalletta nella serra, grazie ad un incantesimo che conosceva James la moltiplicammo per 1000, e le lasciammo vagare nei sotterranei fino a quando non uscirono fuori e invasero tutto il castello. In ogni angolo della scuola nascondemmo dei fuochi d'artificio, che avevo trovato quell'estate da Zonko, che si accendevano appena qualcuno vi passava vicino. E continuammo l'esplorazione del castello. Avevamo trovato molti passaggi segreti per accorciare la strada. Ma più scoprivamo, più ci sembrava che ci fossero tante altre cose ancora da scoprire. E non vedevamo l'ora di conoscere Hogwarts come le nostre tasche. 

 

Ma ci trovammo presto sul treno per casa. E io sbuffavo. 

-Avanti Sirius, non può essere davvero tanto terribile!- mi cercò di consolare James. Lui non capiva, non poteva farlo, non con una famiglia come la sua. Non capiva com'era tornare in quella che invece era la mia. Ma non era colpa sua, me ne rendevo conto, semplicemente non capiva. E quando scesi dal treno e trovai ad attendermi Kreacher, il mio morale scese ancora di più sotto i miei piedi. Rimasi vicino ai miei amici, conobbi il padre di Joy che ci salutò con un gran sorriso e li guardai andarsene. Conobbi i signori Lupin, che abbracciarono Remus come se non lo vedessero da anni. Ma non era tornato da lui pochi giorni fa perché stava male sua madre?! Sospetto, molto sospetto…  

E poi conobbi i Potter. Chiesero scusa a James per il ritardo e li salutai. E infine, non potendo trovare altri motivi per rimandare, andai dal mio elfo domestico. 

-I padroni non saranno tanto contenti di sapere che frequenta certa gente, padroncino- disse lui, gracchiando nel suo solito modo. Sbuffai, ignorandolo. Dovevo avere la faccia di uno che si sta dirigendo verso il patibolo. 

 

*** 

 

Note autrice:  

 

ciao a chiunque legga questo nuovo capitolo... non siete molti e devo dire che anche non avere recensioni mi demoralizza molto... mi sa che questa storia non piace. Però in effetti non è successo molto fino ad ora... quindi penso che sia più che giusto. Allora, ho intenzione, com'è ho già detto prima, di fare alcuni salti per mostrare momenti che secondo me sono importanti nella storia dei malandrini. E poi mi fermerò al settimo anno, di cui parlerò abbastanza, credo. Allora... se qualcuno continuerà a leggere questa storia, grazie mille! Al prossimo capitolo che non so quando pubblicherò ma penso presto! 

 

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Capitolo 6
*** Quinto capitolo: saltiamo un po'.... ***


Capitolo 5: 

Saltiamo un po’…

 

Lily 

Natale. Per me il Natale era sempre stata una festa bellissima. Mi divertivo tanto a giocare con Petunia a decorare l'albero, a fare i biscotti con la mamma e ad aiutare papà ad accendere il camino. Ed era bellissimo stare nella nostra stanza aspettando l'arrivo di Babbo Natale e sognando tutti i giocattoli del mondo. 

Invece, ora che ero sul treno e tornavo a scuola, ricordavo quei bei momenti come tempo ormai passato. Era stato un Natale orrendo. Iniziando dal fatto che Petunia non mi voleva rivolgere la parola, finendo col fatto che cercando di riprendere i rapporti con lei non avevo fatto altro che litigare furiosamente al pranzo di Natale. I miei avevano assistito impotenti, strani anche loro. Non si erano schierati dalla mia parte apertamente come mi immaginavo, e nonostante si mostrassero felicissimi e orgogliosi di me, li avevo trovati comunque un po' distanti. Il che mi aveva fatto molto male... anche se non quando le parole di mia sorella. 

Mi strinsi le gambe con le braccia al petto e guardai il paesaggio che scorreva dietro il finestrino. L’unica cosa che potevo fare era sperare che col tempo saremo tornati a stare bene insieme come prima. Dovevo sperare.  

La porta si aprì e comparvero Joy e Remus. 

-Ciao Lily. Come sono andate la vacanze di Natale?- chiese Joy, sedendosi accanto a me. 

-Diciamo bene. La vostra?- chiesi, cercando di sembrare normale, non avevo molta voglia di rivelare la verità. 

-Le mie benissimo. Ho imparato a fare Snowboard- raccontò Joy, estasiata. Io sorrisi contenta per lei. Dopo poco entrò Severus. Io lo salutai felice, ma lui non ricambiò, notando con chi ero. Il perché avesse questa antipatia verso Joy e Remus non lo capivo, capivo quello verso Potter e Black che lo prendevano in giro, ma loro non centravano niente. 

-Lily, sono passato solo per salutarti- e se ne andò. Mi alzai di corsa e gli andai subito dietro. Non ci voleva mica un maestro a capire che qualcosa non andava. 

-Sev, cos'è successo?- chiesi. Lui si strinse nelle spalle e non disse niente. Lo seguì e ci sedemmo insieme in uno scompartimento vuoto.  

-Non è stato un bel Natale- disse soltanto, lasciandomi immaginare solo il peggio, conoscendo la situazione.  

 

*** 

 

Sirius 

Non riuscivo a pensare ad altro che al fatto che fossi tornato! Adesso potevo tornare a fare tutti i casini che volevo e nessuno mi avrebbe fermato. Dopo giorni d'inferno non vedevo l'ora di ritrovare i miei amici e di sfogare tutta la rabbia e tensione repressa. 

E iniziammo subito. 

Passammo tutto il restante anno a divertirci come pazzi. 

E mentre ci divertivamo, io, James e Peter notammo una cosa importante. Un evento che si ripeteva ogni mese e che stranamente coincideva con le malattie di Remus. Era un pomeriggio di giugno e Remus era in biblioteca, mentre noi in dormitorio. E James aveva proprio in mano la sua agenda. 

-I giorni coincidono tutti- disse, lanciandomela. Io la presi al volo e guardai tutti i giorni che lui aveva annotato. Ormai avevamo più di una prova schiacciante. Non potevano esserci molte altre possibilità, dovevamo per forza avere ragione.  

-Dici che ce lo dirà prima o poi? O dovremo parlarne noi?- chiesi. James guardò serio il soffitto. Era strano vederlo serio in quel modo, ma stavamo parlando di una cosa importante. Peter, accanto a noi, era un po' più titubante. 

-Ma magari ce l'avrebbe detto se fosse stato una cosa del genere- disse incerto. James lo fissò accigliato. 

-No, conoscendolo avrebbe temuto che una cosa del genere ci avrebbe fatto allontanare! Anche se è una cosa totalmente stupida. E ho aspettato tre mesi in più del previsto perché siamo arrivati alla stessa conclusione da tempo. Dobbiamo parlargliene. Solo dobbiamo scegliere come- pensò James. Io sorrisi. 

-Come glielo vuoi dire? Non penso ci sia un modo abbastanza delicato per dire una cosa del genere. Semplicemente quando viene Remus gli chiediamo ...- e la porta si aprì. 

Si parla del diavolo e compaiono le corna, pensai. 

-Cosa mi dovete chiedere?- chiese lui curioso, posando la montagna di libri che aveva in mano sul letto. 

-Cosa fai con tutti quei libri? Vuoi costruire una fortezza?- chiesi accigliato, interessato dalla possibilità. 

-No. Sono i libri che ci servono per fare il tema di Pozioni. E sono anche per voi. Come si dice, se Maometto non va alla montagna, allora la montagna va da Maometto. Così se non andate in biblioteca è la biblioteca che viene da voi!- ci spiegò, sorridendo tutto contento come se avesse fatto una scoperta scientifica magnifica. 

Lo fissammo come se fosse impazzito. Anzi, doveva essere di sicuro impazzito. 

-Pensi davvero che studieremo? Pozioni per di più?- chiesi incredulo. 

-No. Però ci devo provare qualche volta, giusto per essere tranquillo con la mia coscienza- disse lui, decisamente più triste, sedendosi sul letto. 

-Bene. Allora Remus, vorremmo chiederti una cosa...- disse Peter, inaspettatamente iniziando il discorso. Ma, naturalmente, si bloccò subito dopo.  

-Noi sappiamo- disse allora James. Ecco, come mi piaceva. Diretto, senza giri di parole. Bravo James! Gli avrei battuto anche il cinque, se non fosse che Remus non capì al volo. O forse non voleva ammetterlo subito. 

-Sapete cosa?- chiese perplesso.  

-Che hai un... piccolo problema peloso- disse James sorridendo. Vidi Remus fissarlo scioccato. Io risi. 

-Piccolo problema peloso? Ma da dove ti è venuto?- chiesi ridendo ancora. James mi sorrise in risposta. 

-Non lo so Sirius. Forse mi ispiri. Sei la mia musa- scherzò. 

-Io la tua musa ispiratrice? Sono commosso- scherzai anch'io. Remus si schiarì la voce. 

-Aspettate, di cosa stiamo parlando? Mi sono perso in mezzo alle vostre stupidate- disse accigliato. 

-Sei un lupo mannaro. Lo sappiamo, anche da un po' a dire il vero. Ma speravamo che ce ne parlassi. Ma visto che non lo fai è meglio che ti diciamo che l'abbiamo capito- disse James, schietto. Questa volta non poteva decisamente non essere compreso.  

Remus boccheggiò, diventando ancora più pallido. Balbettò qualcosa di indefinibile e poi puntò lo sguardo a terra. 

-E... come.. cosa farete?- chiese tremante. Guardai accigliato James e Peter, che mi guardarono anche loro accigliati. 

-Cosa intendi?- chiese James. 

Remus si mise le mani in tasca e guardò il soffitto. Notai che aveva gli occhi lucidi e la cosa gli dava ovviamente fastidio, perché cercava di nascondercelo.  

-Non vorrete più stare nella stanza con uno come me, immagino. Penso che la McGranitt capirà e magari mi trasferirà da qualche altra parte...- stava delirando troppo. James lo bloccò, prendendolo per le spalle e scuotendolo. 

-Remus guardami negli occhi. Lo sai che mi da fastidio non guardare le persone negli occhi mentre parlo- e infatti non continuò fino a quando Remus non si decise a ricambiare lo sguardo. 

-A noi non interessa. Ti trasformi una volta in un mese in un lupo, non importa. Cambia per caso quello che sei? No. Tu sei nostro amico, non basterà di certo un piccolo problema peloso a farci dimenticare che ottimo amico sei. Anzi, in realtà trovo incredibile il fatto di essere amico di un Lupo Mannaro! E adesso raccontaci un po' come è successo- finì, sedendosi sul letto e tutti aspettammo il racconto. 

 

*** 

 

Remus 

Avevo sempre pensato che James, Sirius e Peter erano persone eccezionali. Spesso tutti li guardavano con un occhio esterno troppo critico. Vedevano dei ragazzi che si divertivano combinando guai, che si comportavano come dei bambini. Che forse erano un po' troppo palloni gonfiati. Ma guardandoli da più vicino erano persone uniche e meravigliose. 

Non conoscevo molte persone che avrebbero teso una mano anche a un lupo mannaro senza preoccupazioni ne altro. E così i nostri primi anni a Hogwarts furono unici per tutti noi. Mi divertivo insieme a loro, sia quando facevamo scherzi, sia quando cercavo di convincerli a studiare. Eravamo legati da vera amicizia, cosa che mi dimostrarono pienamente al nostro secondo anno. 

Eravamo a cenare e James, Sirius e Peter mi nascondevano qualcosa. E non volevano dirmi cosa. 

-Allora, adesso dobbiamo salire- disse James, alzandosi, seguito subito dagli altri. Li guardai increduli. Non erano ancora comparsi i dolci e già se ne volevano andare? Non si alzavano mai dal tavolo senza prima aver spazzolato tutto, dagli antipasti al dolce. 

-Ma dove volete andare?- chiesi. Loro mi guardarono accigliati. 

-Alzati e basta. Il nostro piano entra in azione- disse James e li seguì. 

-Che scherzo avete in mente?- chiesi preoccupato e forse un po' infastidito. In genere quando organizzavano qualche scherzo mi informavano, così potevo partecipare e magari renderlo o meno pericoloso o meno crudele. E invece ancora non mi spiegavano. 

-James dov'è il mantello?- chiese Sirius. 

-Qui nella borsa- rispose, tirandolo fuori. Ci coprimmo tutti col mantello e ci avviammo verso il corridoio del secondo piano. Uno stomaco gorgogliò. Scoppiammo a ridere. Era lo stomaco di Peter. 

-Ho fame- si giustificò lui. 

-Andremo a sgraffignare qualcosa dalla cucina, dopo! Adesso dobbiamo arrivare nel luogo X. Sarà difficile e tremendo per noi, ma purtroppo necessario- disse serio James. Lo guardai accigliato. 

-Posto X?- chiesi incerto. Quella strada la facevo molte volte al giorno, ma mai con loro. Infatti entrammo in Biblioteca poco dopo e tutto era chiuso e spento. 

-La Biblioteca è chiusa a quest’ora! E poi voi non ci entrate in genere. Che ci facciamo qui?- chiesi, mentre loro prendevano le bacchette, ci toglievamo da sotto il mantello e accendevano delle lampade. 

-Fratello spiega tu! Io inizio a cercare! Viene Pete- disse Sirius a James. Lui annuì e mi sorride. 

-Vedi, è da un bel po' che ci pensiamo. Le tue trasformazioni fino ad ora sono state momenti terribili, momenti solo di dolore e terrore. E fino ad ora pensavamo che purtroppo in questo non ti potevamo aiutare. Insieme diventa tutto divertente, ma stando con te come umani non possiamo divertirci. Ci uccideresti soltanto. Quindi abbiamo usato quei due neuroni che abbiamo in testa e incredibilmente nel libro di Difesa Contro le Arti Oscure ho letto una cosa che mi ha stupito. Ci sono davvero informazioni utili nei libri- disse, quasi serio. Io sorrisi mio malgrado, ma non lo interruppi. 

-Parlava dei lupi mannari e di come possono essere pericolosi durante la trasformazione per gli umani. Ma non accenna minimamente agli animali- disse felice. Sembrava mi avesse spiegato tutto, ma io lo guardai ancora confuso. 

-E allora? Non per smontarti James, ma non hai detto niente di nuovo- tentai di fargli notare. 

Lui sbuffò. 

-Come fai a non vedere il nostro piano perfetto. Appena me ne sono reso conto si è mostrato in tutto il suo splendore. Sono rimasto così estasiato dall'illuminazione che..- 

-James puoi arrivare al dunque?- chiesi, esasperato. 

-Va bene, idiota. Da umani non possiamo aiutarti. Da animali si. Ed ecco cosa diventeremo. Animagus. E io sono sicuro che diventerò un leone!- disse contento. 

Io lo guardai incredulo. Probabilmente avevo la faccia da idiota, ma non credevo alle mie orecchie. Quando ritrovai la parola balbettai: 

-Ma il fatto che non ci sia scritto che un lupo mannaro è pericoloso per gli animali non vuol dire che non lo è- tentai di fargli notare. 

-Ma non vuol dire neanche che lo è- disse James semplicemente. 

-Ma vi potrete fare male. Vi potrei uccidere o mordere o...- ma Sirius mi interruppe, arrivando con almeno dieci libroni in mano. 

-Chiudi il becco e aiutami a portare questi su un tavolo- mi disse. Io salvai dalla caduta un paio di quei libri e li posammo su una scrivania. 

-Allora Remus, chiariamo questa cosa. Vogliamo farlo e lo faremo, sia che tu lo voglia sia che non lo voglia. Adesso, se vuoi aiutarci nelle ricerche, fai pure. Altrimenti ti puoi infilare tra quelli che vanno a dormire e noi poi veniamo- disse Sirius, iniziando ad aprire il primo libro. Lo guardai incerto mentre anche Peter arrivava con altri libri in mano e James si sedeva e ne prendeva uno a sua volta, iniziando a leggerlo. 

-La trasfigurazione umana è una delle cose più difficili esistenti. Si può finire molto male a scherzare con queste cose, tutti gli Animagus sono controllati e tenuti severamente sotto controllo dal Ministero della Magia. Devono registrarsi, seguire sicuramente un qualche addestramento, o fare determinate cose sicuramente non facili! E avete a malapena dodici anni. Non vi daranno mai il permesso di tentare, ora- dissi. 

-Non lo diremo a nessuno. Saremo Animagus illegali. Studieremo di notte, appunto per questo- disse Peter. 

-E anche perché non dobbiamo farci vedere qui, altrimenti ci cadrà la faccia. Non possiamo mica farci vedere a studiare- James notò che stavo per ribattere e mi anticipò, continuando. 

-E poi scusami, ma siamo o non siamo i migliori? Riusciremo a farcela, non ti preoccupare- la sicurezza di James mentre lo diceva era impressionante. 

-Va bene ragazzi. Ma adesso zitti e leggiamo. Altrimenti altro che tutta la notte, staremo qui fino a domani a quest'ora- disse Sirius. 

Li guardai lì, tutti e tre immersi per la prima volta in due anni in quei libri che stavano davvero leggendo. E non potei far altro che sentirmi felice. Felice, come mai avrei mai pensato di poter essere. Probabilmente avrebbero gettato presto la spugna perché quello che volevano fare era davvero difficile, ma il pensiero che stessero pensando ad una cosa del genere per me, che rischierebbero la vita solo per farmi compagnia… eravamo davvero amici, cavolo! E non potevo avere amici migliori di loro.  

 

*** 

Nota autrice: 

 

Va bene... questo momento, specialmente questo pezzo finale era da tanto che lo volevo scrivere. Me l'immagino proprio così, magari con qualche battuta in più ma così uniti, tutti, per aiutare Remus. Allora, grazie a chi continua a leggere e a chi ha messo la questa storia tra i seguiti e i preferiti. Sono molto impegnata in questo periodo e poi sto’ scrivendo anche un'altra storia e devo dire che visto che in questa non ho nessuna recensione non riesco a trovare la voglia di scrivere come succede nell'altra. Ma vedrò di impegnarmi, appena ho il tempo, per voi che leggete questa storia. Grazie! Adesso mi concentrerò su momenti precisi raccontati più o meno dai personaggi, come Remus in questo capitolo. Spero che esca qualcosa di decente. Il prossimo penso di basarlo su Lily e James. Bacio!!! 

 

 

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Capitolo 7
*** sesto capitolo: vacanze pasquali ***


Capitolo 6: 

Vacanze pasquali 

 

James 

Le ragazze, che cose strane e complicate. 

Difficili da capire. 

Difficili da comprendere. 

Come la matematica. Se avessi saputo cos'era. 

 

Questo pensavo quella mattina di aprile del mio secondo anno, mentre ero in classe. Come al solito mi stavo annoiando e non essendoci i miei amici accanto a me, la professoressa McGranitt ci aveva sparpagliati da una parte all'altra della classe appunto per non farci disturbare la lezione, mi ritrovai a osservarle per un po'. 

Joy, che conoscevo ormai da molti anni, era l'unica ragazza con cui riuscivo a parlare di tutto. Quidditch, professori, scherzi, andava bene tutto per lei. Ma le altre della sua “specie” erano molto più assurde. 

Come quelle che mi stavano intorno. Mi fissavano quando non pensavano che le guardassi, appena mi voltavo verso di loro abbassavano lo sguardo e arrossivano. E se cercavi di parlare con loro o rimanevano a bocca aperta senza rispondere, oppure balbettavano e scappavano via. 

L'unica ragazza oltre a Joy con cui parlavo era Lily Evans. Fin dal primo giorno avevamo fatto certe litigate che mi avevano divertito molto. Aveva la lingua affilata come i migliori coltelli del mondo. E mi divertivo molte volte a litigare con lei. 

Sono consapevole che non è molto normale trovare divertente litigare con qualcuno, i Malandrini me lo avevano fatto notare diverse volte. E in linea di principio ero d’accordo con loro. Ma c’era qualcosa di diverso nel litigare con la Evans. Forse perché mi piaceva il suo viso quando diventava seria e arrabbiata. Forse mi piaceva il lampo che aveva negli occhi quando ribatteva. Forse perché mi piaceva semplicemente vederla reagire come faceva con me. 

La Evans era per lo più una ragazza timida. Leggeva, studiava e rispondeva sempre ai professori, era socievole, ma non si apriva quasi mai del tutto. Aveva sempre qualcosa che non capivo, qualcosa di triste dentro. Come se facesse sempre qualcosa che la facesse un po' soffrire. Come se si sentisse sempre fuori posto. 

Invece quando litigava con me la vedevo infiammarsi. Diventava un fuoco, rinasceva completamente e la cosa mi piaceva un sacco. Più o meno come Sirius quando si rinchiudeva nei suoi silenzi musoni. Distolsi lo sguardo da Lily che alzava la mano per rispondere a una domanda della professoressa e guardai Sirius. 

Quest'anno non era iniziato nel modo migliore, quell’estate era stata difficile da passare a casa. Lo avevo capito chiaramente nelle lettere che mi aveva mandato. E nel fatto, che appunto, mi avesse mandato delle lettere. 

Sirius non era il tipo che si fermava a scrivere. Non era il tipo che si metteva a parlare dei suoi sentimenti. 

Lui era il tipo che perdeva pezzi. E io quello che li raccoglieva, un pezzo per volta. Ora stava scarabocchiando sul quaderno. Ecco una cosa che piaceva fare a Sirius. Disegnare. E se la cavava, anche se mai quanto me! 

Io ero il maestro del disegno. Ma come tutto quello che riguardava i suoi sentimenti, Sirius li ignorava cercando di dimenticarli. E disegnava solo quando era triste. 

Cercai con lo sguardo Remus. Era appena uscito da una notte di luna piena ed era piuttosto ammaccato. Ma seguiva la professoressa, riuscendo persino a partecipare attivamente alla lezione. Per un attimo si voltò verso di me, poi guardò anche lui Sirius. Tornò a guardarmi e doveva avere la mia stessa faccia preoccupata. Ci pensai un attimo. 

Cosa poteva avere ora per essere triste? Insomma, questa era l'ultima mattinata di lezione e poi sarebbero arrivate le vacanze di pasqua. Riposo, niente studio, niente scuola e casa. E mi diedi dello stupido. Casa. Ecco il problema. E io avevo la soluzione, mi dissi sorridendo. Poi una voce severa mi chiamò all'attenzione. 

-Potter?- chiese la professoressa. Io alzai lo sguardo ancora sorridendo. 

-Allora Potter, qual è la risposta?- chiese leggermente arrabbiata. Il mio sguardo cascò su Sirius che mi mostrava il disegno di un cane nero. Sorridendo, guardai la professoressa. 

-Un cane nero!- dissi. Sirius scoppiò a ridere e anche gli altri iniziarono subito dopo. Tranne Evans, che si voltò verso di me e mi guardò accigliata. 

-Mi sta’ prendendo in giro signor Potter?- chiese la McGranitt, furiosa. Mi voltai verso Sirius che rideva a crepapelle. E risi anch'io. 

-No professoressa. È solo Black che mi suggerisce cose sbagliate- dissi, tra le risate. 

-Va bene. Black, Potter, cinque punti in meno a Grifondoro e punizione. Stasera alle otto nel mio ufficio- disse furiosa. 

-Signor sì, signora!- dicemmo in coro io e Sirius e scoppiammo di nuovo a ridere. Lei ci fulminò e cercammo di trattenerci. E a salvarci fu la campanella. Mentre tutti si alzavano io andai da Sirius fingendomi arrabbiato. 

-E quindi? Che c'entrava il cane?- chiesi. 

-Stavo pensando e ripensando a quella cosa, e alle domande che possono farci intuire o no cosa potremmo diventare se riusciamo in quello che vorremmo fare... e beh, quello potrebbe essere una possibilità!- disse Sirius. Il suo riferimento non tanto velato mi fece ridere. Un cane. In effetti lo vedevo come un cane, sarebbe stato un animale perfetto per lui!  

-Certo che siete incredibili- disse Remus. 

Ridemmo e intanto guardai la Evans, allontanarsi, mentre mi lanciava un'occhiataccia. 

Arrivati nei sotterranei per la lezione di Pozioni ci trovammo ad aspettare che il professore aprisse la porta e Joy si avvicinò a noi sorridendo. 

-Un cane. Ma perché gli hai suggerito un cane?- chiese curiosa a Sirius. 

-Perché il cane è l'animale perfetto, non trovi? Fedele, leale, veloce, bello...- stava elencando. 

-Sì, ma metti tutti gli aggettivi che vuoi, ma il leone non lo batti- dissi. Sirius mi guardò scettico, e sapevo perfettamente cosa mi stava dicendo, quindi presi a ignorarlo. Secondo lui non sarei diventato un leone, ma infondo che ne sapeva lui? Insomma, in che altro animale potevo trasformarmi, se non in un leone? 

-Ma di cosa stanno parlando?- chiese Joy disperata a Remus. 

-Di niente. Sono solo impazziti, non ti preoccupare- disse lui, sorridendo confortante. 

L'arrivo del professore non fermò il nostro discutere su che animale fosse il più bello. 

-Remus, tu che ne pensi?- chiese Sirius. Lo guardai anch'io e lo vidi ridere, esasperato. 

-Penso che possiamo smetterla di parlare di animali. Ora zitti che inizia la lezione- disse. 

Sospirammo e osservammo il professore che ci parlava della nuova pozione corroborante. 

-Prendete il libro a pagina 320 e iniziate a fare la pozione che troverete- ci annunciò. 

Io presi il libro e guardai la pozione. Niente di molto complicato, ma mi seccavo farla. Mi voltai e osservai Sirius. Accanto a me osservava il suo calderone pensando a chissà cosa. Stava di nuovo iniziando a immusonirsi. Allora presi il un pezzo di fegato di germillo secco e ci giocai lanciandolo e prendendolo. Poi, dopo un cenno a Sirius, indicai Mocciosus. Aveva già iniziato la sua pozione, che già fumava copiosamente. 

-Ecco un buon metodo per saltare una lezione noiosa- ghignai. 

Lanciai la pietra con un colpo preciso, dritto nel calderone di Piton. Io e la mia incredibile mira. Ero un grande! 

Quello iniziò a bollire e poi, prima che qualsiasi persona potesse fare qualcosa, a esplodere. Ridemmo come pazzi mentre tutti strillavano e Piton cercava di togliersi la pozione di dosso. Non era pericolosa, era appena all'inizio e si trovò solo lavato dal fegato di germillo e da vermicoli tritati e per questo la cosa era ancora più divertente. 

-State tutti calmi. Signor Piton venga qui che la ripulisco. E voi due, subito fuori. Dieci punti in meno ai Grifondoro e punizione stasera- strillò il professore Lumacorno. 

-Professore questa sera abbiamo già un'altra punizione- dissi, non riuscendo a smettere di ridere. 

-Allora verrete pomeriggio. Tanto le lezioni non ci saranno essendo il giorno prima delle vacanze. Sarete contenti di essere in punizione, vero?- domandò, severo. 

-Mai stati più felici- scherzò Sirius. 

-Bene, adesso voi due fuori di qui, subito!- e ci cacciò. 

Uscimmo ancora ridendo e poi mi fermai a osservare il sole cocente fuori. 

-Sirius, stavo pensando a una cosa- dissi. 

-Stavi pensando? Mi devo preoccupare. Non è che mi diventi in un attimo come Remus, vero?- disse scherzando. 

-Divertente. E perché, come sarei io?- chiese Remus dietro di noi. Con lui c'era anche Peter. 

-Che fate qui? Siete stati cacciati anche voi?- chiese Sirius. 

-No, voi siete gli unici che si fanno cacciare dall'aula. Noi abbiamo solo chiesto di andare in bagno- spiegò Remus. 

Io scossi il capo, agitando le mani per zittirli. 

-Va bene. Ora lasciatemi parlare altrimenti mi dimentico cosa stavo dicendo. Allora... queste vacanze di pasqua sono davvero poche, ma i miei le hanno organizzate a casa dei miei nonni a mare. Che ne dite se venite anche voi?- chiesi. Guardai i miei tre amici. Sirius fu il primo a gioire e strillare il suo si. Poi anche Peter e Remus accettarono. Ci saremo divertiti un mondo. 

 

*** 

 

Lily 

 

Vacanze di pasqua. Erano davvero troppo brevi per poter anche solo pensare a tornare a casa. E non avevo voglia di tornare a casa. Avrei studiato e sarei rimasta con i miei amici. Per di più sembrava che Potter e Black non ci sarebbero stati, il che voleva dire che potevo stare tranquilla. E magari sarei stata dei giorni in pace anche con Severus, senza che arrivassero quei due a dargli fastidio e lo trasformassero in quella specie di arpia che era quando li vedeva. 

Salì nel mio dormitorio e trovai Joy che scendeva dal dormitorio dei ragazzi, ridendo. 

-Ciao Lily- disse, sorridendo. Poi, dietro di lei, spuntarono proprio Potter e Black. 

-Ciao Evans- disse Potter, sorridente. Io li guardai accigliata salutando con un educato ciao. Sorrisi solo a Joy, però. 

-Che fai di bello?- chiesi. 

-Vado a fare la borsa. Vado a mare con questi pazzi- disse lei, indicando i due dietro di lei. 

-Pazzi? Guarda che posso ritirare l'invito quando voglio- disse Potter. Spero scherzando. 

-E io come faccio ad affogarla se non la portiamo con noi?- chiese Sirius, fingendosi serio. 

Joy gli tirò un pugno non tanto piano alla spalla. 

-Vediamo chi affoga chi- disse, per poi andare verso il nostro dormitorio. 

-Ehi Evans, vuoi venire anche tu a mare con noi?- chiese Potter sorprendendomi. 

Lo guardai dubbiosa. Davvero mi aveva invitato? In quasi due anni ci parlavamo solo per litigare e poi mi invitava a mare con lui??? 

-No, grazie. Ho altre cose da fare- dissi. 

-Tipo studiare o fare la calza? Oppure leggere tutti i libri della biblioteca?- chiese lui, forse un po' stizzito. Ma anche un po' crudele. 

-Quello che devo fare non ti interessa. Si da il caso che anche contare i granelli di polvere sarebbe meglio che stare con te- e me ne andai nel mio dormitorio. 

Ero arrabbiata. Mi sedetti sul letto con rabbia, stringendomi le gambe al petto. E guardai Joy che in silenzio spostava dei vestiti dal baule a uno zaino. Si mordeva le labbra. Forse mi avrebbe voluto dire qualcosa, ma si stava trattenendo. Forse qualcosa per difendere i suoi amici. Le stavo dicendo qualcosa di estremamente acido, quando mi resi conto che non ce ne era bisogno. Che forse non era in torto nel dirmi che avevo sbagliato. Che non c'era motivo di rispondere in quel modo a Potter. 

Era stato gentile, ma era sempre così stupido. Ed era una cosa così inaspettata e strana. Insomma, non facevamo altro che litigare, non poteva chiedermi una cosa del genere così, dal nulla, e aspettandosi magari che dicessi si. Sarebbe stato assurdo! 

Stavo pensando di tutto e di più quando Joy chiuse lo zaino e mi guardò. 

-Allora ciao. Ci vediamo tra tre giorni. Buona vacanza di Pasqua!- disse sorridendo. Tutta l'ostilità che aveva trattenuto era sparita, più o meno. 

-Grazie, anche a te. Divertiti- dissi sorridendo. E poi si voltò per andarsene. 

“Forza Lily, fermala. Digli che ti dispiace. Che vorresti dire scusa a Potter. Che hai esagerato. Basta solo una frase. Delle semplici parole. Non ne devi usare neanche tante. 

Digli a Potter che ho esagerato. Gli chiedo scusa. No, scusa? Non voglio ammettere di aver sbagliato. Anche lui non è stato tanto gentile, io ero solo presa alla sprovvista.” Ma mentre questa vocina mi tormentava Joy uscì dalla stanza e io rimasi da sola. “Stupida codarda orgogliosa” disse quella stessa vocina nel silenzio della stanza. 

 

*** 

 

Sirius

-Per favore James, non fare quella faccia. Possibile che devi mettere il muso per quella secchiona della Evans?- chiesi contrariato. Lui mi guardò, sbuffando. 

-Lasciami in pace Sirius. Guarda il paesaggio piuttosto. Anzi, pensa a non cadere- disse, mentre il Nottetempo faceva una svolta così violenta e improvvisa che per poco non ci sbatté tutti a terra. 

Peter, infatti, cadde a terra e noi scoppiammo a ridere, mi sporsi per tirarlo su e un'altra curva mi fece cadere su di lui, tirando anche Remus. Scoppiammo a ridere e James finalmente sorrise anche lui. Per poi scoppiare a ridere. 

 

Mare. Ero stato pochissime volte a mare nella mia vita. I miei genitori non erano tipi da andare a mare. Ma erano tipi da avere ville enormi sulla spiaggia. In quei rari momenti che andavamo, io scappavo sempre sulla spiaggia. Mi piaceva immaginare di essere solo su un'isola deserta, senza i miei genitori. Mi arrampicavo sugli scogli, imparai a nuotare da solo, facevo buche in cui speravo cadessero i miei genitori per non tornare più. Un giorno, però, ci finì mio fratello e si slogò un polso. 

Da quel giorno non andammo più. Solo qualche volta riuscivo ad andarci con le mie cugine, in particolare con Andromeda. Lei era l'unica parente con cui mi trovavo bene. Ma anche l'unica che tutti odiavano. Più o meno come facevano ora tutti con me. Specialmente da quando, recentemente, stava frequentando un ragazzo nato Babbano. Io risi, pensando che quel ragazzo infondo mi piaceva. 

Li immaginavo già in luna di miele in qualche posto esotico. Ora, anche solo tre giorni con i miei migliori amici sarebbero stati unici e meravigliosi. 

Ed erano anche iniziati alla grande. 

Casa Potter era così diversa dalla mia. 

A casa mia c'era sempre un'aria cupa che ti raggelava dentro. Le stanza erano pulite e in ordine, come se nessuno le toccasse mai e tutto era dannatamente silenzioso. Inoltre tutto era o nero, o bianco e argento, o anche verde. 

Invece casa Potter era colorata. Era in disordine, con una moltitudine di colori che contrastavano, e con un calore che impregnava quasi l'aria. 

E una delle cose che ormai mi confermava che James era veramente un vero amico per me, era che non fossi invidioso di lui perché aveva quella che avrei definito la famiglia migliore del mondo. Ero felice per lui. E felice che lui volesse condividere quella vita con me, anche se ero totalmente diverso da lui. 

 

Passammo il primo giorno intero a mare, divertendoci tra schizzi e scherzi. Eravamo solo cinque pazzi sulla spiaggia deserta, ma sembravamo una mandria di bufali inferociti. 

Il sole bruciava già, ma ce ne fregammo, stando sulla sabbia a rotolarci, nell'acqua a fare gare di nuoto e a scherzare continuamente. 

-Questa estate dobbiamo passarla insieme, ragazzi- dissi. L'idea di passare le vacanze con i miei genitori e mio fratello era orribile, la temevo davvero. Specialmente perché li avevo lasciati a Natale che mi volevano uccidere. 

-Certo. Se volete possiamo tornare tutti qui!- propose James. 

-Sì- disse Joy, entusiasta. Aveva preso dei bicchieri e dei cucchiai che aveva nella borsa, per fare dei castelli di sabbia. La guardai curioso. Era già riuscita a fare una torretta niente male. Con il manico del cucchiaio stava facendo i particolari e la torre ricordava una di quelle di Hogwarts. 

-Ma come sei riuscita a farla con un bicchiere?- chiesi stupefatto. 

Lei sorrise. 

-Segreto- disse lei. Anche gli altri si avvicinarono. 

-Possiamo aiutarti?- chiese Remus. 

-Certamente. A patto che non mi distruggete tutto- disse lei, iniziando subito a minacciarci se avessimo fatto crollare tutto.  

Detto fatto iniziammo tutti a costruire un castello, come dei bambini. Ma ci divertimmo un sacco, sporcandoci inspiegabilmente molto di più di quando ci eravamo rotolati sulla sabbia e scambiandoci consigli sulla struttura. Ormai noi Malandrini la conoscevamo bene e riuscimmo a costruirla quasi del tutto, con nostra grande soddisfazione. 

 

Dopo ore ci alzammo per ammirare il nostro capolavoro. Naturalmente non eravamo bravi come Joy, anche se l'avevo osservata bene non mi ero reso conto di come facesse a farli così perfetti, ma eravamo riusciti a farli e lei dopo li aveva rifiniti con cura. E davanti a noi c'era una miniatura del castello. 

-Chissà quanti segreti ci nasconde ancora..- disse James, osservandola con gli occhi che brillavano. 

-Beh fratello, basterà scoprirli tutti- gli risposi. 

 

*** 

 

Joy 

Era stata una delle giornate più belle della mia vita, ma la sera qualcosa la rovinò un po'. Io e anche gli altri, anche se maggiormente io, eravamo ustionati. Mi sdraiai sul mio letto, gemendo mentre sentivo tutta la pelle delle spalle e della schiena andare a fuoco. 

-Certo che siete proprio degli imprudenti. Vi avevo detto di mettere la crema- disse severa la signora Potter, mentre passava da tutti e cinque per applicarci una crema speciale fatta dal signor Potter, incredibilmente abile nelle pozioni. Peccato che James non avesse ereditato la sua bravura. Mi sentivo una bambina piccola. Come avevamo fatto a non rendercene conto che stavamo andando a fuoco? E perché tra tutti e 5 io dovevo avere la pelle più chiara e delicata? 

-Ce ne siamo dimenticati mamma. Tutto qua. E comunque con la pozione di papà ci passerà subito, vero?- chiese James, sorridendo. 

-Se domani volete andare di nuovo in spiaggia andrete solo dopo aver messo la crema e presto, alle 8 massimo per poi tornare alle 11. E poi se volete potete tornare dopo le quattro. Il fatto che il rossore passi non vuol dire che la vostra pelle è pronta per bruciarsi di nuovo- disse lei severa, spalmando forse un po' troppo forte la mano sulle sue spalle. Lui gemette, imprecando e sua madre gli diede uno scappellotto sulla nuca. 

-Non ti lamentare, è tutta colpa tua. Anzi vostra- 

 

Quella sera mi ritrovai l'unica sveglia. Non riuscivo a dormire. Avevamo fatto casino fino a tardi e poi erano crollati uno dopo l'altro mentre parlavamo. E ora ero l'unica che non dormiva. Mi alzai lentamente dal mio letto e li guardai, tutti e quattro che russavano o dormivano nelle maniere più strane. James era a pancia in su, la testa che sporgeva dal letto così come le braccia e le gambe. 

Sirius era quasi nella sua stessa posizione solo che girato sulla pancia. Remus era seduti diritto, a pancia in sotto con una mano sotto al sua testa, l'altra fuori dal letto che toccava terra. Peter invece era aggomitolato su se stesso, come un piccolo gatto. Anche se non mi sarebbe venuto da dire gatto ma più topo. 

Mi alzai e in punta di piedi andai fino al salotto di sotto. Lì, la finestra era aperta e dava su un terrazzino molto vicino alla spiaggia. Ci andai ammirando il cielo. E specialmente la luna, che era appena uno spicchio sbiadito. Mi sedetti su una sdraio che c'era lì e osservai le stelle. Era un posto così bello lì. E c'era una tale pace. Mi stesi lì, mentre l'aria mi rinfrescava. E forse mi faceva un po' rabbrividire. Ma non mi interessava. Ero contenta di essere lì. 

Anche se avevo un po' di nostalgia. Nostalgia delle mia mamma, che non c'era più. Guardavo la madre di James e non potevo chiedermi se le assomigliasse, se fosse anche lei così materna, severa e simpatica. 

Nel silenzio dei miei pensieri e dei miei dubbi mi accorsi all'ultimo momento che qualcuno mi si sedette accanto. Saltai spaventata, girandomi e trovandomi un Sirius perplesso accanto. 

-Ma sei pazzo? Mi volevi far venire un colpo?- chiesi, mettendomi una mano sul cuore che batteva all'impazzata per lo spavento. 

-Sì, peccato non esserci riuscito. Volevo riuscire a stecchirti tutto d'un colpo- scherzò lui. Poi ci guardammo negli occhi. 

Fui io la prima ad abbassare lo sguardo, sospirando pesantemente. 

-Perché non riesci a dormire?- chiese lui, leggendomi quasi negli occhi. 

-Non lo so esattamente. Ho come un magone dentro. Ma non capisco che cos'è...- dissi, evasiva. Rimanemmo in silenzio, mentre mi chiedevo se avesse capito che in realtà sapevo perfettamente il perché mi sentissi come mi sentivo. 

Ero contenta che ci fosse lì lui. James non solo mi avrebbe letto tutto dentro, ma si sarebbe sentito anche in colpa. E Remus avrebbe tentato di consolarmi. Forse solo Peter mi avrebbe resa più felice di Sirius, ma per lui era raro non dormire dovunque si trovasse. 

Sirius rimase semplicemente in silenzio, accanto a me. Poi mi diede un colpetto sulla spalla. Una piccola pacca. Non era un grande dimostratore di affetto. Lui non l'aveva mai ricevuto in realtà molto. 

Pensai a lui, pensai alla sua situazione familiare e a come si poteva sentire. E mi sentì una stupida. Il magone scomparì. Come potevo non dimenticare mio padre e i mio fratello, che non mi avevano mai fatto mancare niente? Come potevo essere triste io, che avevo comunque loro, mentre Sirius era circondato da familiari che lo trattavano malissimo, eppure affrontava il tutto sorridendo? Sorrisi anch'io e senza trattenermi lo abbracciai. Lui rimase forse spiazzato, ma ero felice e non me ne interessava. 

Si, ero decisamente felice che si fosse svegliato lui. 

 

*** 

 

James 

Quella pietra mi colpì subito. Non so come avevo fatto a vederla, in mezzo a tutte le altre. E anche dopo che l'avevo raccolta, non capivo esattamente perché mi attraesse così tanto. Come forma non era niente di particolare, una pietra piuttosto piccola, con una forma irregolare. 

Però aveva un bel colore. Colore che istintivamente non definivo solo verde. C'era qualcosa di più speciale, qualcosa che era dello stesso colore, ma che al momento non riuscivo ad individuare. Mentre guardavo la pietra Sirius mi spuntò, davanti e prese a schizzarmi come un matto, ridendo. Io alzai le braccia per proteggermi e lo guardai con il suo stesso identico sorriso da malandrino. 

-Te la farò pagare cara, Sirius!- ma prima mi voltai verso il mio zaino, aperto accanto alle mie cose sparpagliate sulla spiaggia. Un lancio sicuro. La pietra finì dentro lo zaino. Notai Sirius che mi fissava curioso e io mi avvicinai a lui piano, camminando all'indietro in modo che non si rendesse conto delle mie intenzioni. E poi mi lanciai addosso a lui tentando di affogarlo mentre Remus, Joy e Peter ridevano e iniziavano a fare il tifo. 

 

*** 

 

Sirius 

Quella sera, quando tornammo nella nostra stanza, James prese il suo zaino e ci frugò dentro. Presa la pietra, la mise sul suo comodino e rimase imbambolato a guardarla. Io mi sedetti accanto a lui guardandola. 

Era una normale pietra. Di quelle verdi con molte venature e molto irregolare. Non era particolarmente bella, se non per il colore particolare, ma non capivo perché fosse in contemplazione. Guardai Remus, che mi lanciò uno sguardo d'intesa. Lui aveva capito. Riflettei un attimo. Avevo già visto quel colore, di sfuggita. 

E  in effetti avevo già visto James rimanere imbambolato in quel modo, specialmente durante le lezioni. E poi sorrisi mentre realizzavo tutto anch'io. Bene, se bastava anche solo una pietra del colore degli occhi della Evans a incantarlo doveva davvero essere partito... 

 

*** 

 

Nota autrice: 

 

E finalmente sono riuscita a completare questo capitolo. Devo dire che non so esattamente com'è uscito, ma se mi metto di nuovo a leggerlo lo cambio totalmente e ci sono invece pezzi che mi è piaciuto molto scrivere. Però forse non sono molto collegati tra di loro.. insomma, spero sia leggibile. 

Di una cosa sono sicura: grazie millemalandrina4everper la tua recensione. Non provare a sminuirti in qualsiasi modo, ti dirò che sarò la scrittrice più felice dell'intero universo se mi lascerai ancora qualche recensione, grazie mille per i complimenti, spero che riuscirò a non deluderti! appe ho letto la tua recensione non riuscivo a credere ai miei occhi. allora a qualcuno piace davvero la mia idea! grazie ancora!!!! 

E grazie naturalmente per gli altri che hanno letto! 

Grazie. Al prossimo capitolo! 

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Capitolo 8
*** Settimo capitolo: un grande, enorme, immenso, SI!!!!!!!!!! ***


Capitolo 8 
Un grande, enorme, immenso, SI!!!!!!!!!! 

 

 

Sirius 

Scuola. Incredibile come cambia tutto a seconda della prospettiva. Avevo visto sempre la fine della scuola come una cosa tragica, il ritorno alla mia schifosa esistenza di persona odiata e maltrattata. 

Gli ultimi giorni di scuola, quindi, fuggivano troppo velocemente, come se facessero a gara a far arrivare prima il momento tanto odiato. 

Invece ora, con la prospettiva di un'estate diversa è felice, il tempo sembrava andare al rallentatore. 

Le lezioni, i compiti, gli esami di fine anno... non sembravano finire mai... 

Particolarmente questo venerdì, in cui non vedevo l'ora di abbandonare l'aula di Trasfigurazione. 

Seduto accanto a James, come al solito, parlavamo e scherzavamo quando la McGranitt ci interruppe (che maleducata), furiosa con noi. 

-Potter si segga accanto alla signorina Evans. E lei, Black, accanto alla signorina Amberg. Vediamo se con voi separati riusciamo a terminare la lezione- disse, seccata. Mi alzai, sbuffando e vidi James lanciarmi un'occhiata preoccupata. 

La Evans e James non si erano più parlati dalle vacanze di Pasqua. Vai a capirli, ma entrambi si tenevano il muso e la cosa, si vedeva, non giovava molto a James. L'avevo visto più volte tormentarsi, spinto dalla tentazione di lanciare alla Evans una delle sue solite frecciatine. E ora dovevano passare due ore intere così vicini l'uno all'altro. 

Mi chiesi se la McGranitt avesse idea di cosa avesse appena fatto. Mi sedetti accanto a Amberg, una ragazza di Corvonero che non avevo mai notato, e poi guardai James, che ancora camminava per arrivare al banco in prima fila, proprio di fronte alla cattedra. Si sedette accanto alla Evans, che sedeva rigida e che allontanò subito la sedia. Vidi James guardarla un attimo, poi girarsi verso la professoressa. Sorrisi, pensando che, per la prima volta da tanto tempo, James avrebbe seguito una lezione. 

 

*** 

 

James 

Era nervosa. Sedeva rigida sul bordo della sedia e sbuffava, mentre muoveva la matita tra le dita. E scriveva velocissimo, quasi parola per parola quello che la professoressa diceva. La osservai con la coda dell’occhio, mentre fingevo di ascoltare. Non che non ascoltassi del tutto. Stavamo parlando di un argomento interessante. Anzi, per me Trasfigurazione era sempre interessante, mi piaceva molto come materia. Ma era difficile stare ad ascoltare la maggior parte delle volte, mentre invece avrei voluto fare migliaia di altre cose. 

Oggi stavamo parlando di nuovo degli Animagus e io, come ne ero certo anche Sirius, ascoltavamo con le orecchie bene aperte, aspettandoci e sperando in qualche aiuto in più per trovare il segreto della trasformazione. Non potevamo arrenderci. Avevamo deciso di stare accanto a Remus anche nei suoi momenti da meno umano, e dovevamo imparare a farlo presto. 

Fu proprio mentre ci diede una dimostrazione trasformandosi, che io alzai la mano. La professoressa mi guardò seria prima di chiedermi -Potter?- 

-In quanto tempo avete imparato a trasformarvi?- chiesi. 

-Tre anni. Ci vuole molta dedizione e tempo. La trasfigurazione tra generi diversi è molto complessa, si deve conoscere adeguatamente la trasfigurazione umana. Inoltre, se non conosciamo tutte le parti da far mutare non si riuscirà mai a mutarle tutte- rispose. 

-Quindi, lei intende solo una conoscenza anatomica?- chiese Sirius. 

La professoressa ci guardò incerta, prima di rispondere subito. 

-Anche, ma non solo quella. Così come quando vi faccio trasformare una teiera in una testuggine voi dovete avere in mente ben chiara la trasformazione della materia in cosa animata, così voi dovete tenere in conto la mutazione della materia umana in quelle animale- spiegò. Sembrava confusa da tante domande fatte da noi, che in genere disturbavamo soltanto. 

-Quindi devi essere anche consapevole della trasformazione!- dissi, illuminato. Queste erano informazioni d'oro. 

-Esatto. Continuiamo o avete altre domande?- chiese. 

-A lei la parola prof- disse Sirius e la McGranitt continuò con la lezione. Io presi a scarabocchiare sul banco, pensando alla nostra impresa. E alla voglia che avevo di scappare via e di provare a trasformarmi. 

Guardai Sirius velocemente e vidi il mio stesso desiderio riflesso nei suoi occhi. Poi tornai a osservare Lily. 

E mi persi nei suoi gesti. Notai che non riusciva a tenere le dita ferme. Le muoveva di continuo, a meno che non stesse scrivendo. E notai anche che i suoi capelli le andavano spesso sul viso. Sarebbe stato bello poterglieli spostare, per provare a sentire com'erano al tatto. 

Immaginai me fare una cosa del genere. 

Anche a me sembrava un pensiero da malato mentale. 

O peggio da maniaco. La cosa mi preoccupò un po'. Guardai la McGranitt confuso. Forse la Evans mi piaceva? 

Possibile? Tornai a guardarla con la coda dell'occhio. 

E incrociai i suoi occhi così belli. Così verdi. 

Così arrabbiati. 

-Pulisci subito il banco, non si disegna sopra!- mi rimproverò. 

Sorrisi, presi la matita e scrissi un grande “NO”. 

Invece alla mia domanda dovevo rispondere con un grande, enorme, immenso, si!!!!!!!!!!! 

 

*** 

 

Lily 

Ero arrabbiata. Possibile che dovesse sporcare così il banco??!? 

-Sai che non solo dai fastidio a Gazza ma anche ai poveri tuo compagni che si siederanno lì dopo di te?? Gli si macchierà la pergamena- tentai di spiegargli trattenendomi dal dargli un pugno. 

-Non penso che nessuno si lamenterà. I miei scarabocchi valgono oro, aspetta e vedrai quanto varranno dal prossimo anno, quando entrerò nella squadra di Quidditch!!- si vantò. 

-Sentilo, il re dei modesti- gli risposi stizzita. 

Ma chi si credeva di essere quel Potter? Possibile che non si rendesse conto di quello che diceva? 

-Visto, hai confermato anche tu che sono un re?- mi chiese. Lo guardai esasperata. 

-Possibile che non hai notato il sarcasmo nella mia voce??? Sei sicuro di sentire bene? O non capisci il sarcasmo?- chiesi arrabbiata. Lui mi sorrise. Un bel sorriso, che però scansai veloce, concentrandomi sulle sue parole. 

-Io noto tutto. Anche quello che magari non vuoi far vedere- disse enigmatico. 

-Pallone gonfiato- dissi e mi concentrai sulla professoressa di nuovo. Lei stava tornando al suo posto, mentre camminava e spiegava. Seduta davanti a noi continuò a parlare e Potter per fortuna non disse più niente, ma continuava a scarabocchiare il banco. Guardai i suoi scarabocchi arrabbiata, fino a quando non distinsi qualcosa. Erano di quei scarabocchi che sono fra il cerchio e la spirale e anche molto fitti e quindi solo guardandoli tutti insieme mi resi conto che stava componendo qualcosa. Ed era il castello di Hogwarts. 

Era un po' improvvisato ma stava riuscendo bene. 

Ora stava facendo una delle tante torri e ormai non ascoltavo più la professoressa. 

Mi sentì come quando sviluppavo le foto che facevo. Prima il nulla, poi il nero che piano piano compariva, formando la figura. Poi passava ai colori, ma quel suo disegno sembrava la fase prima. Quella in cui dal nulla compare una macchia che ha una forma precisa. E che continua a crescere. 

-Signorina Evans, allora? Non risponde alla mia domanda?- chiese la professoressa e mi riportò al mondo della realtà. 

Cavolo. Adesso chissà cosa mi aveva chiesto. Tutto per colpa di Potter, pensai arrabbiata. 

-Mi scusi professoressa, potrebbe ripetere? Ero un attimo disattenta- dissi. Lei mi guardò accigliata, ma poi ripetè la domanda a cui risposi subito. Ma mi voltai verso Potter arrabbiata, per poi ignorare il suo banco e comunque lui stesso per poi seguire la lezione. 

 

***

Note autrice: 

 

Lo so che è un capitolo minuscolo, ma mi piaceva così. In più è ormai l'una di notte, ho da un'ora 19 anni e non vorrei fare altro che dormire. Quindi ringrazio di cuoreMalandrina4everche ha recensito e che mi sostiene sempre! Grazie di cuore. 

E naturalmente anche i pochi altri lettori di questa mia pazzia. Grazie mille a tutti. Anche a te amica mia!!!!!!! un saluto a tutti. Scusatemi ancora per il mese di ritardo. Al prossimo capitolo che giuro posterò appena posso. 

Capitolo che parlerà di un'estate particolare, non solo in senso positivo. 

 

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Capitolo 9
*** ottavo capitolo: invitati indesiderati ***


Capitolo 8: 

Invitati indesiderati 

 

James 

Quella mattina mi svegliai all'improvviso e felice per il sogno che avevo appena fatto. Mi guardai intorno. 

La mia stanza era combinata davvero male quella mattina. Nonostante fosse così enorme da poter contenere almeno due volte il nostro dormitorio a Hogwarts, tutti e quattro eravamo riusciti a disordinarla in egual misura. Il che a noi andava benissimo solo che a Hogwarts non c'era nessuno che ci sgridava. Invece se fosse entrata mia madre ci avrebbe ucciso. 

Mi alzai e guardai i miei amici dormire sereni. L'estate era iniziata e ora eravamo tutti a mare. 

Cosa c'era di meglio? 

Andai alla finestra e aprì le tende di poco, guardai la spiaggia dorata e il mare blu chiaro illuminati dal sole che ci aspettavano e poi l'orologio. 

Era presto rispetto al solito. Infondo era sempre Remus il primo a svegliarsi, ci sarei dovuto arrivare che era presto, ma mi stupì lo stesso. Doveva essere stato per il sogno. 

Sorrisi ripensandoci. Avevo sognato che ci fosse la Evans. E che la gettavo in mare per farla stare zitta. 

Le voci dei miei genitori provenivano dalla cucina. Andai tranquillo, ma mi fermai poco prima, visto che avevano una voce concitata. Mio padre aveva un tono molto arrabbiato, cosa strana per lui. 

-Non capisci che non si può continuare così?- chiese. 

-Lo so. E sono d'accordo con tutto quello che dici e che dicono loro. Sto’ solo dicendo che come vuoi farne parte anche tu, ho tutto il diritto fare altrettanto- ribatté mia madre. 

-Sei già nella lista di molti Mangiamorte. Vuoi anche attaccarti un bersaglio addosso?- chiese mio padre infuriato. 

-Potrei dire lo stesso di te. Non vorrei neanch’io che corressi un simile rischio. Come pensi mi possa sentire io? Credi davvero che se ti perdessi sarei tranquilla e serena perché al sicuro? Non posso vivere senza di te- disse mia madre in poco più che un sussurro. Aprì piano la porta e vidi mio padre abbracciarla. Gli accarezzò i capelli sussurrandogli qualcosa all'orecchio. Chiusi la porta, piano, lasciandoli soli. Camminai piano verso la porta di casa e uscì. Non vedevo più il sole, non vedevo più il mare, non vedevo neanche le varie persone che gridavano e giocavano in giro per la spiaggia. Pensavo solo a camminare mentre vedevo quello che probabilmente avevano visto nella loro mente i miei genitori. Un mondo senza uno dei due. Ma io vedevo un mondo anche senza tutti e due. 

Cosa avrei fatto io se loro non ci fossero stati più? 

 

 

Non so quanto tempo avevo passato sulla sabbia. Mi ero accorto a malapena che un bambino mi aveva lanciato la palla in testa. Lo guardai accigliato mentre riprendeva il pallone e si scusava. 

-Vuoi giocare con me?- chiese il bambino timido. Sorrisi. 

Ecco cosa ci voleva. Non pensarci più. 

-Va bene. Ma poi devo tornare a casa!- e sorrisi. 

 

 

***

 

Remus 

-Cosa?- chiesi preoccupato mentre qualcuno mi scrollava. Guardai accigliato e poi sconvolto James che,  completamente bagnato, mi scrollava per svegliarmi. 

-Sveglia Remus!!! Il sole è alto, il mare e blu e la vita è bella!- disse James, quasi gridandomi addosso. 

Mentre mi alzavo James andò da Sirius e lo scrollò con forza. Ma visto che non dava segno di svegliarsi gli si gettò addosso. 

Sirius saltò su spaventato e guardò furioso James, che rideva saltando sulla sua pancia. 

-Vuoi morire James? Ma perché sei tutto bagnato!- disse, scostandolo mentre lui sorrideva e a posta prendeva la maglietta e la strizzava sopra la sua testa. Cadde abbastanza acqua da bagnare i capelli a Sirius, che reagì scrollandoseli di dosso e gettandosi su James per vendicarsi. I rumori della lotta e la mia risata svegliarono Peter, che dopo aver guardato quei due guardò me e sbadiglio. 

-Ma non c'è mattina che inizi più tranquillamente?- domandò. E si rimise a letto mentre io ridevo. 

-No Pete. Non ti addormentare di nuovo. Alziamoci, andiamo a giocare a Quidditch!- disse James. 

La sua frase, che suonava un po' soffocata, era in contrasto col fatto che ora di trovava per terra con tutto il peso di Sirius sulla sua schiena che non gli permetteva di alzarsi. 

-Guarda che noi non siamo Quiddtch dipendenti. Possiamo dormire anche un altro po', non moriamo di certo!- dissi. 

E notai qualcosa di strano nella faccia di James. Qualcosa che lo scosse e che anche Sirius notò. Lui si alzò subito e mentre James, con il viso estremamente serio si alzava. 

-Voi non morirete! E adesso andiamo a giocare- e si voltò verso la porta. Il tempo di uno sguardo e Sirius lo seguì subito, mentre io tirai per un braccio Peter e li imitammo. 

 

*** 

 

James 

Volare. Ecco la cosa più bella del mondo. 

Il fatto che mi venisse così naturale lo rendeva ancora più meraviglioso. Mentre sfrecciavo in giro, con il vento che infuriava forte contro di me e il cielo che si avvicinava sempre di più, pensavo a tutte le mie preoccupazioni che avevo lasciato dietro di me. 

Mi fermai e guardai giù. Persino i miei amici, tutti e tre sulle scope e ad una certa altezza dal terreno, mi sembravano minuscoli dall'altezza che avevo raggiunto. E come potevo prendere sul serio la mia preoccupazione, la mia ansia e i miei problemi quando sembravano così piccoli e insignificanti in confronto alla vastità del mondo? 

Sorrisi mentre mi schermavo con la mano gli occhi dal sole e tentai di volare ancora più in alto. 

Mi fermai proprio dove l'atmosfera e la differenza di ossigeno mi fecero venire mal di testa. Respirai lentamente e poi mi lasciai andare in una picchiata straordinaria. Mi appiattì alla scopa mentre il vento diventava sempre più forte e mi dirigevo come un proiettile verso il suolo che si avvicinava. E quando ritenni necessario ripresi il controllo della scopa, raddrizzandola appena in tempo, sfiorando con i piedi la poca erba bruciata che c'era in giro e rallentando. 

Era stato straordinario. Era stato pazzesco. Era stato … 

-...pericoloso. Ma sei uscito pazzo James? Ti potevi ammazzare!- disse Remus volando verso di me arrabbiato e ancora spaventato. 

Io sorrisi, guardandolo mentre anche Sirius ci raggiungeva, anche lui serio. 

-Jamie, non farlo mai più!- disse semplicemente. 

Io scossi il capo, sempre sorridendo. 

-Non puoi vivere la vita a pieno se non rischi il tutto per tutto- dissi, smontando dalla scopa. 

Loro mi seguirono e sapevo che mi stavano guardando e si stavano guardando preoccupati, cercando qualcosa da dire. 

Ma non c'era bisogno, io stavo bene. Solo che ora, finalmente, capivo il punto di vista dei miei genitori. La loro pazzia di mettersi ancora più in pericolo chissà in quale impresa. Vivere a pieno, facendo e combattendo per quello che si ritiene giusto! Anche a costo della vita. 

 

*** 

 

Lily 

Estate=famiglia. Famiglia=Petunia. 

Estate=Petunia. 

Non sopportavo più l'odio insensato che aveva verso di me. Non doveva essersi smorzata la rabbia ormai, dopo tutto questo tempo? 

Insomma, avrei tra poco iniziato il mio terzo anno a Hogwart. Dovevo fare altri cinque anni, non poteva continuare a trasformare la rabbia in odio. Il suo odio sarebbe diventato decisamente distruttivo se continuava così. Almeno i miei genitori mi confortavano. Loro erano sempre felici. Erano sempre gentili e premurosi. 

Ma come mi succedeva spesso non riuscivo a trovare i lati positivi delle situazioni. E soffrivo in silenzio. Soffrivo pensando al rapporto che avevo prima con mia sorella. E soffrendo ancora di più... 

 

Mi piaceva il mare. Ma avevo un grande problema. La pelle dannatamente chiara che si bruciava subito. Anche quel giorno quindi, andando a mare con i miei, prima mi immersi quasi in una vasca di crema solare per bambini. Solo in quel modo non mi bruciavo. Anche se il risultato finale non mi convinceva tanto. Insomma, si, non diventavo rossa, ma assumevo uno strano colore tra il bianco e l'azzurro che forse non era molto meglio... 

Mi sedetti sulla solita sdraio sotto l'ombrellone e tirai fuori dalla borsa il libro di Pozioni che mi ero portata dietro, insieme alla pergamena, piuma e inchiostro. 

-Ma che fai? Vuoi essere presa per pazza? Posa subito quelle cose- disse furiosa Petunia. La guardai accigliata. 

-Devo fare un tema. E non mi interessa cosa pensano gli altri- dissi stizzita. 

-Mamma non la conosco. Non voglio stare accanto a lei- disse Petunia, riprendendo le sue cose e andando vicino a mamma, che sbuffò esasperata. 

-Petunia non essere stupida. Anzi, dovresti fare come Lily che studia bene e sempre. Sbaglio o ti riduci sempre all'ultimo momento a fare i compiti?- chiese lei severa. 

Se avesse potuto Petunia mi avrebbe bruciata viva. 

Promemoria mentale, non avvicinarsi a lei nell'acqua; avrebbe potuto affogarmi senza pietà. 

Presi la pergamena e iniziai a scrivere il titolo. 

Era un tema molto importante e su una pozione che mi piaceva molto, la pozione restringente. 

Per ora stavamo studiando solo la soluzione più facile e innocua che rimpiccioliva solo oggetti o vegetali. 

Ma la variazione su cui volevo approfondire era quella più potente, che sarebbe riuscita a rendere anche le persone minuscole, oltre a cose enormi, come Hogwarts stessa. 

Sarebbe stato forte rimpicciolire Hogwarts fino a farla entrare nel palmo della mano. 

Dopo due ore però a mare, e dopo aver ricevuto una secchiata da Petunia che bagno sia il mio tema quasi finito che il mio libro, oltre a me stessa, l'idea di rimpicciolire anche lei non era mai stata così allettante. 

 

*** 

 

James 

-Papà, mamma, vi posso parlare?- chiesi. 

-Certo!- disse mia madre guardandomi e indicandomi di sedere sulla sedia accanto alla sua. Mio padre era in piedi che ci guardava e beveva una tazza di te. Gli altri erano di là a cambiarsi e a farsi la doccia dopo una giornata a mare. 

Io stesso aspettavo il mio turno per la doccia, per liberarmi di tutta la sabbia che avevo addosso. Quel pomeriggio ci eravamo sepolti a vicenda sotto la sabbia, lasciando solo la testa fuori. E la sabbia era in posti inimmaginabili. 

-Io...- ma un rumore di qualcosa che cadeva ci interruppe. 

-Cosa?- chiesi incerto mentre per un evidente incantesimo la porta della cucina chiusa cadde a terra scardinandosi. 

Entrarono due figure vestite di nero, con delle maschere bianche e le bacchette sguainate. 

Non ebbi il tempo di fare niente che mio padre a giudicare dalla forza, mi gettò a terra e lanciò un incantesimo ai Mangiamorte, imitato da mia madre. 

A terra mi trascinai dietro il divano e maledì la mia stupidità. Perché non avevo la bacchetta con me? 

-Potter non vale la pena di combattere. Il nostro Signore Oscuro vuole solo parlare con voi!- disse la voce viscida di un Mangiamorte. 

Mi alzai di poco vedendo che erano entrati altri quattro Mangiarmorte e che mio padre e mia madre erano una accanto a l'altro in posizione di attacco. 

-Il vostro Signore Oscuro? Vi fa inginocchiare quando siete al suo cospetto? Oppure vuole anche che gli baciate i piedi?- chiese mio padre ironico. 

-E per quanto riguarda il suo invito, ditegli che quando arriveremo da lui saremo solo lì per arrestarlo e frenare la sua pazzia- disse mia madre. 

Gli incantesimi ripresero a volare da una parte all'altra e mi distrassi dalla battaglia solo per vedere Sirius che si affacciava dall'altra porta che dava sul corridoio con la mia bacchetta in mano e facendomi un occhiolino. Sorrisi e annuì e lui a Sirius entrarono, lanciando la bacchetta a me e lanciando incantesimo contro i Mangiamorte. 

-Andate via, ora!- disse mio padre preoccupato mentre anch'io mi univo alla battaglia. Lanciai un Expelliarmus e il Mangiamorte che stava attaccando mia madre perse la bacchetta e lei approfittò per farlo stramazzare contro il muro. Nello stesso istante un getto verde partì dalla bacchetta di un Mangiarmorte per colpire mia madre e mio padre di gettò su di lei portandola a terra e evitando l'incantesimo. 

Lo Stupeficium di Sirius colpì quel Mangiamorte che fece compagnia ad altri due Mangiamorte a terra. Ormai era rimasto solo uno, che fu colpito sia dal mio che dall'incantesimo di Remus e finì a terra privo di sensi. Andai dai miei genitori che si alzarono subito in piedi. 

Mio padre mi prese dalle spalle. 

-Dovete subito andarvene. Spesso ne arriveranno altri. È impossibile che siano solo così pochi. Portali via- disse mio padre a mia madre. 

-Io non ti lascio- disse lei e evocò il suo patronus. Lo conoscevo, lo usavano spesso per parlare con i colleghi e tra di loro, un modo sicuro e veloce per mandarsi messaggi e in questo caso chiedere rinforzi. 

Rumori di passi ci informarono dell'arrivo di altri Mangiamorte, ma mio padre ci spinse a tutti oltre la porta, dove trovammo Peter tremare spaventato. 

In quel momento iniziarono a comparire quelli che pensai fossero altri Auror. Tra cui un uomo che conoscevo solo di vista purtroppo, ma che avrei voluto conoscere molto meglio dopo aver ascoltato delle sue imprese; il famoso Auror Alastor Moody. 

Una donna si avvicinò a mio padre e lui gli fece un segno.  

-Portali subito tutti via!- ordinò e le nostre proteste non furono ascoltate. Scomparimmo poco dopo attraverso una Passaporta. 

 

***

 

Lily 

Mi svegliai presto quella mattina guardando il gufo che mi portava il giornale come ogni mattina. 

La gazzetta del profeta quel giorno aveva come prima pagina una serie di foto di persone. 

Lessi il titolo dell'articolo e mentre leggevo mi ritrovai ad essere preoccupata. 

 

ATTACCO A VILLA POTTER 

CATTURATI 20 MANGIAMORTE 

 

Lessi in fretta cercando notizie. Per fortuna sembrava essere andato tutto bene. L'attacco era avvenuto di sera, ma era stato interrotto dall'arrivo degli Auror che avevano aiutato i Potter. Erano anche riusciti ad arrestare più della metà dei Mangiamorte che li avevano attaccati. 

I Potter non avevano voluto lasciare commenti, ma il giornalista finì l'articolo dicendo 

“Cosa ci sarà dietro questo attacco? Colui che non deve essere nominato voleva eliminare oppure portare dalla sua parte due dei più famosi Auror che gli stanno mettendo i bastoni tra le ruota? Quale sarà la sua prossima mossa? Purtroppo lo potremo scoprire solo andando avanti”. 

Guardai l'articolo ripercorrendolo tutto. Nessuna notizia che mi aiutasse a sapere che fine avesse fatto James. Stava bene, vero? L'avrebbero scritto se non stava bene. 

Lessi e dicevano che oltre ai Mangiamorte non c'erano feriti. Quindi stava bene. Pensai che probabilmente da lui c'erano anche gli altri. Dovevano stare bene anche loro. 

Sospirai pensando che era orribile quello che era successo, ma che almeno stavano bene. 

E pensai alla paura che adesso invadeva il mio cuore. 

Quale sarà la sua prossima mossa??? Una domanda a dir poco terrificante. 

 

***

Note autrice: 

 

Scusatemi per il ritardo incredibile. Purtroppo oltre a scarseggiare il tempo non ho più molta ispirazione... infatti questo capitolo non mi piace molto. 

Non faccio promesse più che non so se manterrò, quindi non so quando posterò il prossimo capitolo. Ho un sacco di materie da prepararmi a viste degli esami che avrò tra poco e quindi sarò più in università e in biblioteca che a casa a scrivere. Ma cercherò di scrivere il più possibile! Spero che continuerete a leggere lo stesso e vi ringrazio per la grande pazienza che avete! 

Grazie a malandrina4ever per le tue puntuali recensioni. Già, è quasi surreale che quei due seguano una lezione. E che Lily invece non la segua. 

E grazia alla mia Pao!!! 

un bacio a tutti! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 10
*** Nono capitolo: Quidditch, botte e inviti! ***


Capitolo 9: 

Quidditch, botte e inviti! 

 

Remus 

 

E l'estate finì. Gli eventi di quella estate erano stati decisamente molto anomali e ancora di più lo era stato il cambiamento in James. 

Lo guardai mentre abbracciava i suoi genitori come non si era mai permesso di fare per non farsi vedere dagli altri. 

Ma ora era profondamente cambiato. E ancora non sapevo chiaramente se in bene o in male. 

 

Guardai Sirius. Anche lui era preoccupato, ma aveva anche lui i suoi problemi. Dopo l'attacco i suoi genitori erano venuti a prenderlo quasi con la forza. E ora, vedendolo dopo varie settimane, sapevo che anche per lui non era stata facile quell'estate. Chiusi gli occhi desiderando di essere forte come era stato James in questi due anni. Pronto a rimettere a posto i pezzi dei miei amici. 

 

*** 

Lily 

 

-Vieni con me alle selezioni di Quidditch?- chiese Joy, sorridendomi. La guardai incerta. Non che non mi piacesse il Quidditch. Era un bello sport, ma mi metteva una specie di disagio addosso. Forse perché avevo una paura tremenda di volare, del resto soffrivo di vertigini! 

-Vuoi partecipare?- chiesi. 

-Sì. Mi proporrò come cacciatrice. E se ci fossi anche tu ne sarei davvero felice!- disse speranzosa. 

Durante l'estate ci eravamo sentite molto per posta e sapevo che se me lo chiedeva era per un buon motivo. 

Quindi, anche se controvoglia, chiusi il libro di Pozione e mi alzai dal letto. 

-Allora andiamo- dissi sorridendo. 

 

*** 

 

James 

Quidditch. Ecco la parola magica. Finalmente i vecchi giocatori avevano ottenuto i M.A.G.O. E avevo l'opportunità per giocare finalmente nella squadra di Grifondoro. Era da quando ero piccolo che lo desideravo. 

Volai per il campo più veloce che potevo e cercai il boccino. 

E lo trovai subito. Volava vicino alla base di una degli anelli dall'altra parte del campo. Presi velocità, abbassandomi più che potevo sulla scopa e con il vento che mi scompigliava i capelli lo afferrai dopo una delle mie grande picchiate che ormai adoravo. Alzai il boccino in aria e mi guardai intorno. Tutti mi stavano battendo le mani e il capitano, Smith, aveva quasi le lacrime agli occhi. 

-Bravo James. Sei il nostro cercatore!- disse contento. Alzai la mano in celo facendo un veloce giro del campo e gridando di contentezza. Lo sapevo. I Potter erano dei vincenti! 

-Sono il migliore!!!!!!!!- gridai felice! 

 

*** 

 

Lily 

-Certo che è molto modesto!- dissi sarcastica guardando Potter volare come un pazzo ridendo come una pasqua. 

-è contento! Mi sembra più che ovvio che si lasci trasportare un po’- disse Joy sorridendo. Sorrisi anch’io pensando che infondo era giusto. Guardai il capitano che ora organizzava le altre prove. 

-Che si avvicinino tutti quelli che vogliono fare i cacciatori!- gridò. Joy si fece avanti insieme a molti altri. 

Mi sedetti sugli spalti e accanto a me si sedette Remus con un sorriso enorme. 

-Sai che spero davvero che entri nella squadra. È molto importante per lei!- disse. Sorrisi e annuì. Poi guardai preoccupata i suoi avversari. 

-Non pensi però che sia un po'... piccola rispetto agli altri. Insomma, sono degli armadi o degli spilungoni gli altri- notai un po' preoccupata. Black rise sedendosi accanto a Remus. 

-Non riuscirebbero a vincere contro di lei nemmeno se ci provassero tutti insieme- disse sicuro. 

Guardai Joy salire sulla scopa mentre ci raggiungeva Potter. Si sedette accanto a me, tentando di sistemarsi i capelli che erano sparati in tutte le direzioni e mi sorrise. 

Stavo per ricambiare quando chiese 

-Allora Evans, non sono stato bravissimo?-. 

Non so se fosse stato il suo sguardo così sicuro di se, oppure la sua voce arrogante e l'evidente ironia della domanda a darmi fastidio, ma feci scomparire anche il minimo accenno del sorriso e tornai a guardare Joy. 

-Forse lo saresti di più se non fossi un pallone gonfiato- 

Lo sentì sbottare per rispondermi, ma in quel momento Joy segnò il primo punto e tutti ci distraemmo gioendo per lei. 

 

Joy riuscì a superare tutti segnando 10 gol in 5 minuti al portiere che rimase decisamente spiazzato. Scese felice e corse ad abbracciarmi, dopo che il capitano disse che era entrata nella squadra. 

-Sei stata bravissima!- dissi felice per lei. 

-Grazie. Ancora non ci credo!- disse lei staccandosi e abbracciando anche gli altri. James le scompigliò i capelli 

-Bene, ora siamo compagni di squadra. Vedrai, conquisteremo la coppa del Quidditch finalmente quest'anno!!!- disse contento. 

Sorrisi. Ero felice per loro. 

 

 

La felicità sfumò presto. Potter era cambiato. 

Era sempre stato arrogante e pieno di sé, ma ora stava superando i limiti. Andava in giro per il castello mostrando quanto era bravo negli incantesimi, e non passava momento che non desse spettacolo lanciando incantesimi su tutti. Naturalmente i bersagli preferiti erano i Serpeverde. Alcune volte potevano anche meritarselo, ma stava diventando decisamente esagerando. 

E all'avvicinarsi della prima partita dell'anno, Grifondoro contro Serpeverde, le battaglie tra le due case diventarono così frequenti che iniziammo a perdere un sacco di punti. 

Tutti punti che io avevo guadagnato alle interrogazioni e per i compiti in classe o in più. 

La mattina della grande partita c'era una tale agitazione che fui una delle poche che notarono il nuovo cartello alla bacheca. Per il prossimo fine settimana era stata organizzata la prima gita a Hogsmead dell'anno, a cui finalmente noi ora del terzo potevamo partecipare. 

Sorridendo andai a fare colazione mentre la discussione sulla bocca di tutti erano le possibilità e le probabilità di vincere o perdere. 

Io invece pensavo ad Hogsmead. Sarebbe stato davvero bello vedere quel famoso paesino. Ne parlavano sempre come un luogo bellissimo. 

Al tavolo arrivò Taira, che si sedette accanto a me sorridendo. 

-C'è un grande fervore, vero?- chiese. 

-Già. Sembra che si sta parlando di una cosa più importante di una banale partita- dissi e vidi molti miei compagni, tra cui Elen, girarsi verso di me scandalizzati come se avessi detto qualcosa di terribile. 

Taira invece sorrise servendosi la colazione. 

-E invece hai visto che c'è finalmente hanno organizzato la gita a Hogsmead?- chiesi, mangiando la mia fetta di pane tostato. In quel momento entrarono la squadra di Quiddicth di Grifondoro e tutti i miei compagni li accolsero battendo le mani! 

Per il mio grande e profondo fastidio Potter si sedette proprio di fronte a me e mi sorrise, lanciando intanto occhiate in giro per ringraziare e salutare chi gli faceva gli auguri per la partita imminente. 

-Buongiorno Evans. Verrai alla prima partita dell'anno, vero?- e mi fissò dritto negli occhi. 

Lo guardai anch'io in quegli occhi nocciola molto profondi, e cercai di non essere troppo acida come diceva che ero in genere. Infondo mi aveva solo dato il buongiorno. 

-Buongiorno Potter. Si, penso di venire alla partita- risposi. 

Potter mi stava per dire qualcos'altro ma la comparsa di una ragazza del sesto anno di Tassorosso dietro di lui lo distrasse. 

-James tiferò per te. Non deludermi- disse sbattendo le ciglia. La guardai incredula. 

Era Karol Fort una delle ragazze più ammirate dai ragazzi e invidiate dalle ragazze. Il perché a me era completamente estraneo, e la cosa si rafforzava ancora di più mentre la osservavo. Magari poteva essere carina, alta, magra, con dei lunghi capelli stirati sembrava col ferro da stiro e gli occhi chiari. Ma era a dir poco osceno il suo abbigliamento, che infatti molti professori criticavano, e il suo trucco molto eccessivo. Infatti guardò Potter da sotto un forte e grande sipario che erano sicuro ciglia finte di un nero impressionante. Mi ritrovai a pensare che probabilmente sarebbero stati più neri quegli occhi, con tutta la matita che aveva messo, solo se avesse ricevuto due pugni negli occhi. Cosa che a giudicare dalle molte ragazze che la guardavano accigliate mentre toccava Potter sulla spalla aspettando una sua risposta, era molto probabile accadesse. 

-Va bene Karol- rispose lui sorridendogli. Io finì la mia colazione e notai che Joy ancora non era scesa. 

-Dov'è Joy?- chiesi prima che Potter riprendesse chissà quale discorso. 

-A detto che scendeva subito. Aveva lasciato una cosa nella stanza- rispose lui e io mi alzai pronta ad andarmene. 

-Evans aspetta- disse lui, ma io lo ignorai correndo via. Perché avevo visto Joy andare oltre le porte della Sala Grande, dritto verso il cortile. Gli corsi dietro e la trovai già sul ponte sospeso, quasi a metà. Preoccupata la chiamai, ma non mi sentiva. Ero preoccupata. Temevo fosse successo qualcosa. Poi lei si fermò alla fine del ponte per allacciarsi le scarpe e io la raggiunsi. 

Ci volle poco per capire che la mia preoccupazione era sbagliata. Joy era vestita con una tuta, aveva i capelli legati alti e le scarpe da ginnastica. 

-Stavi correndo- dissi tra un respiro all'altro. Ero già senza fiato?! La cosa mi doveva preoccupare. Va bene che il ponte sospeso era lungo, ma non potevo già avere il fiatone. 

Dovevo fare un po' di corsa anch'io qualche volta, mi sa proprio. 

-Sì. Mi distende i nervi e così sono pronta per la partita. Vuoi correre con me?- chiese Joy sorridente. Io sorrisi scuotendo il capo. 

-Magari la prossima volta. Sono già sfiatata e con la divisa sarebbe davvero complicato. Buona corsa- dissi sorridendo e andandomene. Ritornando pensai a cosa mai mi voleva dire Potter. Ma era stato così involontario scappare da lui. 

Non perché non fossi preoccupata per Joy, ma la mia mente era stata così veloce e vederla e a preoccuparsi che l'avevo ignorato completamente. 

Arrivata di nuovo al castello vidi che la sala grande ora era ancora più piena. Tornai al mio posto, ma ora Potter stava mangiando mentre ascoltava il discorso tra il capitano e Black. Mi versai un po' d'acqua guardando Taira che chiacchierava con Elen. Le cose tra noi non erano migliorate affatto. Specialmente perché era innamorata cotta di Potter e Black. E ogni volta che noi litigavamo lei sbraitava poi in dormitorio pretendendo che lo trattassi meglio. 

-Sai, penso che questa partita sarà entusiasmante- stava dicendo a lei. 

 

E forse su questo aveva ragione. 

 

*** 

 

James 

-Ed ecco a voi la prima partita dell'anno: Grifondoro contro Serpeverde. Grifondoro capitanata da Smith. Vedremo se il nuovo capitano è riuscito a ricostruire una buona squadra dopo la perdita di ben tre componenti. E Madama Jung da il via. La partita ha inizio- gridò Frank Paciock, un ragazzo del secondo anno molto bravo di cui ero amico. 

E io mi guardai subito intorno. L'adrenalina del momento era come una droga. Era tutto così meraviglioso. Il pubblico che applaudiva, il vento che fischiava e frustava contro di me quasi a volermi spazzare via e il sole che splendeva nel cielo. 

Dopo un veloce giro del campo iniziai a guardarmi intorno. Trovare il boccino, questo era l'obbiettivo. 

 

Mi distraevo dalla mia ricerca solo quando mi arrivava la voce di Frank nelle orecchie che annunciava un gol o un fallo. E guardai felice Joy mentre scartava veloce i tre cacciatori di Serpeverde, alti come armadi, e segnare un gol spettacolare. E a quel punto lo vidi. Il boccino era proprio all'altezza della tribuna, volava poco sopra la gente dall'altra parte del campo. Ma il cercatore di Serpeverde era più vicino. Se iniziavo a correre verso il boccino mi avrebbe notato e sarebbe arrivato per primo. 

Mi guardai intorno poi iniziai a salire verso l'alto, più veloce che potevo. Speravo solo che mi notasse e per fortuna fu così. Credendo che la mia veloce risalita fosse dovuta all'inseguimento del boccino il cercatore di Serpeverde mi seguì, allontanandosi dal boccino. Appena fu alla mia altezza però io invertì completamente rotta. Ora scendevo in picchiata, veloce verso la tribuna, verso il boccino che ora passava verso un gruppo di Serpeverde che sventolavano uno striscione con scritto “forza Serpeverde”. 

E presi il boccino giusto prima di perdere il controllo della scopa e atterrare con tutta la forza della caduta su quel gruppo di Serpeverde. 

 

*** 

 

Sirius 

-Preside non può accettare una cosa del genere- gridai contro il professore Silente. La McGranitt mi fulminò con lo sguardo, ma non me ne importava minimamente. 

-Signor Black..- tentò di dirmi il preside ma io sbraitai interrompendolo. 

-Lo hanno picchiato. Non mi interessa niente che avevano perso e che James gli è andato addosso, ma si stava già ammazzando con la caduta, di certo loro non gli hanno fatto del bene- dissi infuriato. 

-E quindi cosa vorrebbe che facessi signor Black? Il direttore della loro casa li punirà, te l'ho già detto. E James si riprenderà- mi rassicurò lui. 

-Lo so che si riprenderà altrimenti non sarei qui. Voglio solo chiedere che non sia il professor Lumacorno a dargli la punizione. Mentre con noi Grifondoro è rigido riguardo alle regole con i Serpeverde e specialmente con le sue pupille sarebbe decisamente troppo generoso. E invece si meritano una vera punizione- dissi deciso. 

-Non credo che tu, signor Black, sia in grado di decidere se il professor Lumacorno sia in grado di fare il suo dovere. Quindi prima che ti metta in punizione io questa volta se ne vada- disse la McGranitt. 

Io la ignorai guardando il preside. 

-Quello che hanno fatto il signor Malfoy, Bulciberg e Piton è stato terribile quindi avranno la giusta punizione. Piuttosto sono sicuro che il signor Potter voglia festeggiare con i suoi amici la vittoria, piuttosto che pensare a cosa o non cosa succederà a loro. Quindi vai- disse più gentilmente della McGranitt. Me ne andai con appena un cenno ancora arrabbiato. Non ero riuscito a mettere le mani su quei tre e la cosa era insopportabile. Però avevo una grande idea. 

Sapevo cosa fare. Gli avrei dato io la giusta punizione. 

 

*** 

 

-Di la verità Minerva. Anche tu vorresti dire la tua nella punizione, vero?- chiese Silente sorridendo. 

Minerva McGranitt guardò severamente il preside. 

-Naturalmente mi prenderò la libertà di controllare la punizione personalmente. E se è il caso anche di dire la mia su questa punizione. Ma non mi sembrava il caso di dirlo al signor Black- e se ne andò. 

 

*** 

 

Remus 

James sorrise a tutti mostrando il boccino che teneva ancora in mano. 

-Sei caduto dopo una picchiata di trenta metri, ti sei rotto le ossa di tutta la parte sinistra su cui sei atterrato e sei stato picchiato da un trio di Serpeverde subito dopo. Direi che se questo è l'inizio non oso immaginare la fine- dissi, seriamente preoccupato. 

Ma James scoppio a ridere. 

-Andrà sempre meglio. Tu scherzi. Ho vinto la partita. Abbiamo vinto la partita. Ti rendi conto??? la mia prima partita- quasi gridava per la contentezza. Se non fosse stato in pratica quasi legato al letto da Madama Chips probabilmente avrebbe iniziato a saltare sul letto dalla contentezza. 

In quel momento entrò Sirius furioso come non mai. Ma vedendo James sveglio si sedette accanto mentre la rabbia svaniva. 

-Allora campione? Ti sei ripreso alla grande vedo- disse battendogli il cinque. 

Visto che ancora aveva un grande decotto su tutto il naso e due occhi completamenti neri oltre che le bende su metà corpo mi sembrava un po' esagerato dire che si era ripreso alla grande. Ma era una cosa giusta da dire. 

Il sorriso di James si allargò ancora di più. 

-Allora Sirius dov’eri finito?- chiese James guardandolo. 

Era sparito appena James si era addormentato senza dire niente. 

-Niente di che. Ho solo pensato a una cosa per festeggiare la partita!- disse sorridendo. Poi guardò James. 

-Però mi sa che dobbiamo rimandare di qualche giorno.. 

appena Madama ti lascia uscire da qui. Ha detto quando potrai uscire?- chiese, guardandosi intorno e aspettando una risposta. Joy, che era accanto a me e fino ad ora non aveva detto niente rispose per prima. 

-Ha parlato di una settimana- 

-No! È pazza se pensa che me ne starò una settimana a letto. Io sto benissimo. Sono invincibile- disse James, tentando di alzarsi. E tutti ci alzammo per rimetterlo a letto. Sirius, il più vicino, lo spinse nel materasso forse un po' troppo forte. A James scappò un gemito quando Peter inciampò sul tappeto e gli finì sulla gamba ma lo tirai su subito e James sorrise. 

-Be, almeno salterò un bel po' di lezioni- 

 

*** 

 

Lily 

Joy tornò dall'infermeria poco prima che scendessi dalla cena e mi sorrise sedendosi accanto a me. 

-Allora, ti è piaciuta la partita?- chiese. 

Io finì di inghiottire il boccone di cotoletta e sorrisi. 

-è stata emozionante. Anche se mi dispiace per Potter. Ha preso una gran bella botta. Come sta?- chiesi. Lo odiavo, ma non al punto di desiderare che si facesse davvero male. 

Certo molte volte avrei tanto voluto lanciargli qualche libro in testa, se non anche il pentolone di Pozioni, ma niente di peggio. 

-Sta bene. Si riprenderà presto. Gli altri sono rimasti là a fargli compagnia. Sempre se Madama Chips non li caccia prima... cosa probabile, visto che stanno facendo un casino. Ma sono divertenti- sorrise. 

Sorrisi anch'io. Anch'io ero felice per lui. 

 

Anche se non lo sarei stata per molto. 

 

Eravamo tutti a colazione quando successe. Era la mattina della gita a Hogsmead ed eravamo tutti eccitati, o almeno noi del terzo visto che era la nostra prima gita lì. 

Ero seduta con Taira e Joy che parlavamo felici e spensierate quando entrarono i Malandrini, finalmente con il componente mancante, Potter. Lo guardai un attimo di sfuggita e notai che sembrava essersi ripreso perfettamente. 

Tutti e quattro si sedettero accanto a Joy, che mi stava di fronte. E quindi, alzando lo sguardo trovai gli occhi nocciola di Potter puntati sui miei. 

-Buongiorno Evans. Ti sono mancato?- chiese. 

-Quanto può mancare la muffa sul muro- dissi pungente. 

-Beh, allora, visto che ti sono mancato così tanto, che ne dici se andiamo insieme a Hogsmead?- mi chiese. 

In quel momento la sala gelò. O almeno così fu per me. 

Non sentivo più rumori, più gli odori, più nient'altro. 

Mi sembrava di essere solo con lui, e quelle domanda che ancora vagava lontana negli abissi della mia mente. 

Ancora non l'avevo capita. La mia mente si era inceppata. 

Forse non mi arrivava abbastanza sangue al cervello. 

O aria... in effetti avevo smesso di respirare. 

E poi lui mi sorrise. Un sorriso che gli avevo visto solo in quel periodo. Un sorriso sornione, un sorriso sicuro, convinto. Un sorriso bello, devo ammetterlo. Ma che non era il suo sorriso. Era un sorriso arrogante, da chi ha il mondo nelle mani, o almeno così crede. E quindi tutto tornò normale. Mi accorsi che molte teste, non solo quelle dei Malandrini e delle mie amiche, erano girate verso di me e aspettavano curiosi la risposta. 

O anche arrabbiati in alcuni casi. Io guardai Potter gelida. 

-No, grazie!- e mi alzai andandomene. Non volevo dare spettacolo. Non sopportavo il fatto che mille occhi mi guardassero mentre me ne andavo. Ma sapevo che non volevo in quel momento guardare Potter. Forse perché avrebbe chiesto il perché. E io, anche se avevo mille e una risposte, non volevo dargliele. 

 

*** 

Sirius 

Avevo organizzato lo scherzo perfetto. E avevo fatto anche di tutto per nasconderglielo agli altri, che era stata anche una cosa difficile. Ma doveva essere una sorpresa. 

Per James perché era ovviamente pensare per lui; 

per Peter perché gli sarebbe piaciuta di più come sorpresa anche a lui; per Remus perché altrimenti non mi avrebbe mai permesso di farla. Ma dovevo farlo. 

Eravamo ancora tutti in sala grande ed eravamo rimasti tutti spiazzati dalla proposta che James aveva appena dato a Evans. E fu proprio lei a dare inizio al mio scherzo, che per un attimo mi ero scordato. 

Ero entrato poco dopo gli altri, appunto per dare il tocco finale al mio scherzo. Durante la notte avevo “preso in prestito” da James il mantello dell'invisibilità e con le braccia cariche di fuochi di artificio, ero venuto preparare tutto nella sala grande. Alla fine era bastato un incantesimo ingegnoso, un piccolo palloncino pieno d'acqua, i fuochi di artificio e un bel filo. Legare il filo alla porta e tutto fatto, in un baleno una bella trappola. 

Infatti, quando la Evans aprì la porta quasi tirandola con forza, il filo che avevo legato, invisibile grazie a un incantesimo, si tirò, muovendosi con se fino al lampadario, per poi cadere giù esattamente sotto il tavolo dei Serpeverde. Lì tirarono il palloncino fissavo in modo che mosso esplodesse, bagnando i fuochi di artificio con innesco ad acqua che partirono con un forte BUM! 

Tutto posizionato esattamente tra le gambe di quei famosi tre Serpeverde, causa in parte della settimana in infermeria che aveva dovuto passare James. 

Tutti e tre si alzarono colpiti dal fuoco e dalle fiamme. Inseguiti da draghi, serpenti (visto che gli piacevano tanto) e leoni che per un mio incantesimo gli sarebbero corsi addosso fino a quando non avrebbero implorato pietà. 

Tutta la sala fu un esplosione di risate, interrotta solo dall'urla di alcuni Serpeverde colpiti e dalle rassicurazioni dei professori. 

Il brutto fu che tutto finì più in fretta di quanto immaginassi. Il preside portò tutto alla normalità più in fretta di quanto sperassi. Il bello e che non potevano accusare nessuno, almeno che non collegassero lo scoppio all'apertura delle porte. Cosa improbabile, ma se anche lo avessero fatto avrebbero potuto solo incolpare la Evans. 

Sorrisi a James che ancora rideva. Mi diede in cinque. 

-Sei grande fratello!- 

 

*** 

 

Lily 

E da quel momento divenne un tormento. Passarono due anni, tutto il terzo e tutto il quarto, con Potter che diventava sempre più arrogante e sfrontato. 

Ogni fine settimana a Hogsmead diventava un tormento. 

Potter mi seguiva ovunque e mi faceva sempre la stessa domanda. E la mia risposta era sempre più seccata. Non lo capiva che non mi piaceva un simile pallone gonfiato??? 

Cosa ci trovassero tutte le ragazze che ormai l'avevano eletto il padrone assoluto di Hogwarts non lo capivo. 

Odiavo le altre ragazze. Odiavo il fatto che ovunque mi girassi mi trovavo dietro ragazze che parlavano dei mitici Malandrini; di quanto erano belli, di quanto erano geniali, di quanto era belli e divertenti i loro scherzi, delle partite che secondo loro Potter vinceva praticamente da solo e cose del genere. 

Anche stare con Severus era diventato difficile. Anche lui aveva una specie di ossessione per Potter e compagni. 

Il che era un po' inquietante a dire la verità. 

Lo capivo, anche a me davano fastidio. Anche a me Potter mi tormentava anche se non si era mai permesso di farmi gli scherzi che faceva a lui. Ma l'ossessione verso di lui, la sua evidente e grande invidia che aveva, sul perché era bello, affascinante, popolare, lo rendeva quasi pazzo. 

Stava sempre a domandarsi cosa mai nascondessero, cosa mai stessero tramando. E aveva anche iniziato a frequentare gente che non sopportavo minimamente, come Malfoy e compagni. 

E guardava i giornali non trovando terrificanti come invece pensavo io, gli attacchi e il sempre più potere che sembrava ottenere Voldemorto. O meglio, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. O almeno era così che tutti iniziavano a chiamarlo. 

Una volta Mary, una mia amica, fu attaccata da un Serpeverde amico di Severus. E l'indifferenza di Severus mi lasciò di stucco. Da quel momento mi chiesi se tutte le mie amiche non avessero un minimo di ragione chiedendomi il perché della mia amicizia con Severus. 

Non vedevo più davanti a me il bambino che veniva picchiato dal padre e soffriva in silenzio, ma aveva ancora speranza. 

Vedevo solo un ragazzo che aveva perso la speranza, che si guardava intorno desiderando solo quello che non aveva e scegliendo ciò che era sbagliato. 

 

*** 

Note autrice: 

 

Chiedo scusa per il capitolo che secondo me non è molto bello.... vi dirò che in origine questo capitolo era molto diverso.. ma ho fatto l'errore di rileggerlo e alla fine l'ho cancellato e riscritto dall'inizio, o quasi. Quindi eccolo qui. Spero che lo leggiata e che vi piaccia. Chiedo scusa anche degli eventuali errori che mi sono sfuggiti di sicuro. Un grazie speciale a chi ha seguito la storia e la continua a leggere e a chi ha recensito lo scorso capitolo. 

 

Grazie Pao (alias Hayley_Gin91) . Allora, come vedi la storia galoppa verso gli ultimi anni. Spero che non dispiaccia troppo! Continua a recensire a pubblicare capitolo della tua bella storia! 

 

Grazie malandrina4ever, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. In realà nell'idea originale dovevano morire, o almeno uno.... intendo i genitori di James. Però poi mi è venuta un'altra ispirazione. 

Spero ti piaccia questo capitolo! 

 

Grazie a tutti. Spero di poter scrivere presto il nuovo capitolo! Ciao a tutti!!!!!!!

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Capitolo 11
*** Decimo capitolo: cane, topo, cervo, lupo... e intruso... ***


Capitolo 10: 

Cane, topo, cervo, lupo... e intruso... 

 

James 

C'ero riuscito. Era una cosa fantastica, grandiosa, unica. Guardai Sirius che ero sicuro provasse le mie stesse sensazioni. Poi ci provò anche lui. Ed eccoci qui, un cervo e un cane che correvano come pazzi per il dormitorio. 

-Ci siete davvero riusciti- disse Peter felice, guardandoci mentre io cercavo di scrutarmi nel piccolo specchio che avevamo accanto alla porta del bagno e Sirius invece saltava da un letto all'altro spostando e togliendo lenzuola e cuscini. Le corna erano un po' più scomode di quanto immaginassi, e purtroppo non ero un leone, ma infondo non mi dispiaceva il mio animale. Avevo la testa decisamente più ingombrante di quanto fosse mai stata prima d’ora, però. La mossi da una parte e l'altra cercando di abituarmi. 

Poi mi voltai verso Peter e gli feci cenno verso la bacchetta. Lui mi fissò un attimo incerto, poi capì e scosse il capo. 

-Avanti James, non ci riuscirò mai- disse avvilito. Sirius saltò accanto a me e lo guardò severo. Anche io feci lo stesso. 

Poi mi ritrasformai. Seduto davanti al letto di Peter misi la mani conserte e lo guardai accigliato. 

-Ce la puoi fare benissimo. Noi lo sappiamo! Il problema è solo nella tua testa. Se pensi che non ci riuscirai, è certo che non ci riuscirai. Devi credere nelle cose, il trucco è questo!- dissi. Peter sospirò. Poi prese la bacchetta e tentò. La prima volta andò male e anche Sirius tornò umano per aiutarmi a farlo tornare normale. Ci provammo cinque volte. E alla sesta finalmente un piccolo topolino aveva preso il posto di Peter sul suo letto. Squittì felice, girandosi e tentandosi di guardare e noi sorridemmo! 

E poi un rumore ci richiamò alla realtà. Un breve sguardo e io e Sirius ci trasformammo. Poi cercammo di nasconderci. Peter era il più avvantaggiato, gli bastava benissimo nascondersi dietro una scarpa di Sirius che torreggiava in mezzo alla stanza senza la compagna, finita chissà dove. 

Sirius si dovette appiattire molto per nascondersi dietro il letto di Remus, vista la sua enorme mole. Ma io con le mie eleganti corna non potevo mettermi sicuro sotto un letto. 

Ma la bellezza richiedeva anche un po' di sacrifici e attenzioni in più. Galoppai veloce dietro la porta che Remus aprì proprio in quel momento. Si guardò intorno stupito. 

Pensava di trovarci lì. E infatti c'eravamo, in teoria. 

Sorrisi, anche se non ero sicuro di come dovesse apparire il sorriso di un cervo. 

E poi, mentre Remus posava i libri e si dirigeva verso il suo letto, Sirius saltò fuori dal suo nascondiglio, proprio davanti a lui. Io mi feci avanti, ma con le mie corna colpì la porta che sbatté con forza e Peter uscì dal suo nascondiglio. 

Il tempo di un mezzo urlo per lo spavento che Remus si trovò a terra con Sirius addosso, io su un braccio e Peter sul collo. 

-Voi siete pazzi!- gridò disperato cercando di liberarsi. Ma era incredulo. Noi lo lasciammo andare e lui si passò una mano sulla faccia incredulo. 

-Ci siete davvero riusciti? Siete voi?- chiese. 

Sirius in tutta risposte prese ad abbaiare come un pazzo mentre Peter gli salì sul braccio aggrappandosi alla maglietta e procurandogli il solletico. Io ridevo annuendo. 

C'eravamo davvero riusciti. Ora eravamo tre Animagus. 

E non vedevamo l'ora che arrivasse la prima luna piena! 

 

 

Quella sera.... 

 

 

Luna piena. La prima notte di luna piena fu indescrivibile. Dopo che Remus fu scortato da Madama Chips noi ci preparammo a percorrere il loro stesso tragitto coperti dal mantello dell'invisibilità. Eravamo in uno strano silenzio per noi, un silenzio pieno di attesa. Sirius non vedeva l'ora di vedere un lupo mannaro in carne e ossa. Peter invece era terrorizzato all'idea di trovarselo davvero davanti. Io avevo paura. Non del fatto che fosse un lupo mannaro naturalmente. Né del fatto che ci potesse uccidere o trasformare in lupi mannari mordendoci. 

Avevo paura di come l'avremo trovato. La trasformazione era sempre difficile. I segni erano evidenti quando era umano e così anche la sua sofferenza. In quei momenti non era più lui. Era un mostro che prendeva il suo corpo e lo dilaniava. E se l'avessimo trovato spezzato? Se non avessimo visto altro che il mostro che aveva ridotto in pezzi Remus? 

Arrivati, Peter ci mise un po' a trasformarsi e poi andò a premere il nodo dell'albero. Allora uscimmo anche noi da sotto il mantello. Io presi il mantello dell'invisibilità ed entrammo dal passaggio. Lasciammo il mantello e tutto il resto dentro il passaggio e poi ci trasformammo. 

Entrammo con cautela salendo e scendendo le varie scale e i passaggi sotto terra. E poi arrivammo alla casa. 

Salimmo le ultime scale e ormai sentivamo i gemiti e gli ululati di Remus. Davanti alla porta chiusa ci guardammo un attimo. Osservai la porta. Non avevamo più le mani. Come potevamo aprire la maniglia. E poi mi ricordai delle mie corna. Cercai di decidere come muovermi. E poi diedi un colpo ben calcolato alla porta, che si spalancò. E il lupo mannaro si voltò verso di noi. 

 

*** 

 

Sirius 

La mattina arrivò troppo presto per i miei gusti. Mentre la luna se ne andava finalmente Remus tornava a essere un essere umano. Guardai James che ricambiò il mio sguardo, per poi andare accanto al nostro amico. 

Poi tornò umano e si sedette accanto a Remus, togliendosi il mantello e mettendoglielo addosso. Remus era steso a terra, mezzo addormentato già. Anche noi eravamo sfiniti,  ma contenti. 

Non solo eravamo riusciti a trasformarci, ma Remus non ci aveva ucciso tutti. Certo, c'era voluto un po' perché potesse riconoscerci. Durante le trasformazioni in genere si faceva avanti il lupo, la sua parte umana veniva cacciata via. Quindi avevamo dovuto “un po'” lottare per farci riconoscere e non divorare. Ma ne era valsa la pena. 

Nell'ultima mezz'ora di luna Remus era tornato a essere il nostro Remus, solo un po' più peloso del solito! 

Chiusi gli occhi e tornai anch’io umano. Mi alzai stanco e guardai fuori dalla finestra. 

-Madama Chips verrà presto a prendere Remus. Penso che dovremo andarcene- dissi agli altri. James si alzò annuendo. Peter annuì alzandosi dal letto mezzo scassato. 

-Rem?- o chiamò James piano. Remus aprì gli occhi e lo fissò un attimo, sorridendo. 

-Noi andiamo. Madama Chips sta arrivando. Ci vediamo in infermeria, ok? Veniamo appena possiamo!- e dopo che Remus si fu di nuovo addormentato ci trasformammo di nuovo per tornare a Hogwarts. 

Usciti dal passaggio e nascosti sotto il mantello dell'invisibilità iniziammo a salire il pendio verso Hogwarts. Incrociammo l'infermiera che andava da Remus e poi arrivammo al castello che era ancora silenzioso. 

Eravamo così sfiniti che ci lasciammo guidare dai piedi verso il nostro dormitorio, percorrendo il soliti passaggi e pensando a tutto e niente. Io pensavo al castello. Da quando eravamo lì avevamo scoperto molte cose del castello. Ma ero sicuro che c'era molto altro da scoprire. 

Arrivati al dormitorio ci gettammo sui letto e Peter iniziò già subito a russare. Io mi voltai un attimo verso James che stava posando gli occhiali sul comodino. 

-pensavo a una cosa. Secondo te quanto ci nasconde ancora Hogwarts?- chiesi. 

-Ancora troppo. Ma ancora per poco- rispose James sorridendo in modo molto malandrinesco e poi girandosi per dormire. Poco dopo lo imitai anch'io, pensando a tutti possibili segreti nascosti tra le mura. 

 

*** 

 

Remus 

Era incredibile. Mai le mie trasformazioni erano state qualcosa da ricordare. A dir la verità non le avevo mai ricordate...in quei momenti non ero mai stato cosciente. Svenivo dal dolore durante la trasformazione e mi risvegliavo nudo, ferito e con la stanza in condizioni sempre più pietose. 

Era una strana sensazione invece diventare un lupo consapevole. Era stato difficile venire fuori. James, Sirius e Peter ce l'avevano messa tutta per farmi ragionare. Ma alla fine ero tornato me stesso. 

Li avevo riconosciuti, e con la loro presenza ero riuscito a emergere. La seconda luna piena fu un'esperienza molto più positiva. Ci misi mezz'ora per riprendere il pieno controllo del mio corpo da lupo. E ci mettemmo a cercare di capire come comunicare tra di noi. Gli occhi erano molto importanti, del resto ci capivamo anche in genere attraverso lo sguardo. Ma la faccia di un animale non mostra tutte le emozioni come quella degli uomini. La terza luna piena, James e Sirius riuscirono a convincermi a provare a uscire dalla stamberga strillante. 

Era un'idea che avevano avuto da molto. Avevano tentato di convincermi ad accettare molte volte, ma io avevo troppa paura. E se avessimo incontrato qualcuno? Ma James e Sirius mi avevano rassicurato. 

-E noi secondo te che ci facciamo noi con te? Tutti e due siamo abbastanza forti da tenerti a bada. E sarà divertente- mi disse James. 

-Non pensi che sarebbe una cosa bellissima andare in giro per il parco di Hogwarts indisturbati? Potremmo scoprire cose che durante il giorno non abbiamo scoperto!- disse Sirius. Ma non erano riusciti a convincere del tutto. Fino alla prima sera che misi piede nel parco di Hogwarts sotto forma di lupo. 

Guardai i miei amici che sembravano felici quanto me. E quella notte fu una delle notte più belle della mia vita, insieme a molte altre, sempre insieme ai miei amici. 

 

*** 

 

Sirius 

Fu una notte in cui stavamo uscendo dal castello insieme a Remus. Questa volta avevamo deciso di seguirlo subito, mentre scendeva con Madama Chips. Eravamo in completo silenzio e con tutta la calma che c'era in giro, tutti erano o a finire i compiti all'ultimo momento o già a dormire, che sentì un rumore di passi in più. Dopo le nostre continue trasformazioni, ci divertivamo ad andare in giro non solo con la luna piena, i nostri sensi si erano acuiti parecchio. E ora ero sicuro che qualcuno ci seguisse. 

Mi voltai intimando silenzio a Peter che aveva stava già protestando perché James gli era per sbaglio finito sul piede per non andare addosso a me e cadere. E gli indicai l'angolo del corridoio. Pochi minuti dopo, il tempo che ci volle perché Remus e Madama Chips avessero attraversato le porte d'ingresso, e la faccia brutta incorniciata dai capelli unti di Mocciosus comparve. 

Sentì montare dentro una grande rabbia. E così voleva scoprire il segreto di Remus? Pensava di poterci mettere nei guai. Stavo andando a chiarirgli qualche piccola cosa sul ficcare il naso dove non si deve quando James mi fermò. Uno sguardo e capì che era meglio lasciare stare. 

Non dovevamo farci vedere. Ma potevamo fermarlo. James tirò fuori la bacchetta da sotto il mantello e la puntò sull'armatura dietro a Piton. Proprio mentre stava camminando per raggiungere il portone d'ingresso la fece muovere. Piton si fermò pietrificato mentre l'armatura gli metteva le braccia intorno al collo. E poi gli cadde letteralmente addosso. 

Mocciosus iniziò a gridare e a dimenarsi, riuscendo solo a farla smontare in mille pezzi e perciò a fare un rumore impressionante. Presa anch’io la bacchetta iniziai a far muovere verso di lui anche l'altra e quasi morivo dal ridere mentre Mocciosus scappava terrorizzato. Sperando che il rumore avesse richiamato Gazza che avrebbe trovato Piton sicuro, ce ne andammo felici, ridendo ancora e andando da Remus. 

 

*** 

 

James 

E quella non fu l'unica volta. Non che la cosa non ci facesse piacere, era un divertimento impedirgli in tutti i modi di scoprire il nostro segreto! Perché ormai era da anni che il segreto di Remus era anche il nostro. 

Purtroppo, dopo i primi due mesi ci rendemmo conto che ai professori forse sarebbe parso troppo sospetto il fatto che ogni mese, proprio la mattina dopo la luna piena, non andavamo sempre a lezione. La professoressa McGranitt già aveva chiesto spiegazioni e purtroppo eravamo arrivati alla conclusione con non potevamo dare così nell'occhio. 

E quindi quella mattina eravamo andati invece che a letto direttamente a colazione, sperando che il caffè ci tenesse svegli. 

Ma non era solo il sonno il problema. Mi ero dimenticato che lezione avevamo il lunedì mattina: Pozioni con Serpeverde. Sbuffai mentre mi fermavo realizzando la cruda realtà. 

-Abbiamo pozioni oggi- dissi. Sirius si accigliò. 

-Cos'hai, paura dei Serpeverde?- chiese. Poi scoppiammo a ridere per l'assurdità della domanda. 

-A parte gli scherzi, sarà una noia mortale- osservai. 

-Scusami, ma non sei tu a dire che non dobbiamo fare assenze? A quanto ricordo ero io quello che mentre dicevi una simile assurdità gridava, “NO!! Ma sei impazzito? Hai la febbre?!!?” e tu non mi hai dato ascolto!- mi fece notare. 

Sbuffai. 

-Il tuo sarcasmo non aiuta. Torniamocene a letto- dissi. E mi voltai per andarmene. Ma mi trovai davanti la Evans. 

Aveva il libro di Pozioni in mano, stretto al letto con le braccia intrecciate. Quella mattina aveva i capelli alzati in una coda di cavallo che gli lasciava ricadere alcuni ciocche troppo corte sul viso, in modo confuso. Ma era bellissima lo stesso, anzi, proprio per quello. 

I suoi occhi verdi mi guardarono nel suo solito modo, passò un lampo di avvertimento che mi fece sorridere forse come uno stupido, mentre le mie fissava severa. 

-Avete per caso intenzione di saltare la lezione?- chiese severa. 

-No, mamma!- disse Sirius ironico, imitando un bambino piccolo e lamentoso. Risi e guardai Lily che inarcava le sopracciglia, arrabbiata. 

-Sono un Prefetto. E in quanto Prefetto non posso permettervi di andarvene via. Dovete venire a lezione!- 

-Certo Evans. E cosa farai per convincermi? Uscirai con me?- chiesi speranzoso. Ma il suo sguardo di odio mi chiarì la risposta ancor prima del suo no esasperato. 

E poi una voce dietro di lei ci fece voltare. 

-Cosa succede qui? Un altro dei vostri soliti famosi litigi signorina Evans e signor Potter?- era il professor Lumacorno. Sbuffai. Ecco, ora mi sarebbe toccato andare a lezione. Guardai Evans che mi guardò trionfante. Poi rispose al professore. 

-No, stavo solo ricordando a Potter dove fosse l'aula. Vero?- chiese lei sorridendo. 

Adoravo quel sorriso, anche se era piuttosto canzonatorio. 

Sorrisi anch’io, esasperato mentre Sirius sbuffava sonoramente. 

-Capisco! Potter allora mi segua! Farò strada io così non sbaglierà sicuro!- disse Lumacorno proseguendo per la sala d'ingresso verso i sotterranei. Evans mi guardò fino a quando non mi incamminai per andare seguire il professore. 

L'unico lato positivo era che Evans era contenta per qualcosa, anche se era per qualcosa che mi avrebbe fatto stare tre ora davanti a un pentolone a dormire, probabilmente. 

Poco prima dell'aula, dal corridoio dove c'era un passaggio che portava al quarto piano, arrivò una ragazza del secondo anno con le lacrime negli occhi. 

Senza guardare nessuno salì verso la sala d'ingresso e vidi Evans guardarla preoccupata. Io intanto guardavo il corridoio, dal quale uscirono alcuni Serpeverde. Piton, Avery, Malfoy e la cugina di Sirius, Bellatrix Black, tutti ridendo. Malfoy diede una pacca sulla schiena di Piton. 

-Bravo, gliel'hai fatta vedere a quella sporca mezzosangue!- disse ridendo ancora. 

Il professore intanto entrò in aula e lo stavo imitando quando notai Bellatrix che guardava dietro di me. 

Sorrise col suo sorriso forse affascinante per qualcuno ma per me solo perfido, e si rivolse a Sirius. 

-Oh, guarda chi c'è, il reietto! Come va Sirius, quel babbanofilo di Potter e i tuoi altri amici mezzosangue osano ancora farsi vedere in giro?- chiese acida. 

Sirius la guardò con sufficienza. 

-E voi invece mostrate ancora la vostra faccia in giro? Attenta Bella, un altro po' e piuttosto che la bella letale ti scambieranno per la befana!- ed entrò in aula. Io lo seguì, ridendo e seguito da Peter. 

 

*** 

 

Lily 

Io invece guardai Piton. Guardava Bellatrix che fissava con rabbia Sirius che entrava e poi voltò le spalle e se ne andò via, seguita da Malfoy. Avery e Piton invece si fecero avanti verso l'aula e Severus non mi fece neanche un cenno. Non mi guardò neanche. Entrò dietro il suo amico e io rimasi quasi sola in corridoio. Solo Taira che mi guardava confusa. Io intanto pensavo a cosa avrei fatto se Severus mi avesse salutato. Probabilmente l'avrei aggredito. Cosa avevano fatto a quella povera ragazzina? 

Entrai in classe spedita e guardai il mio solito posto, davanti alla cattedra del professore e specialmente accanto a quello di Severus. Purtroppo per me tutti i posti erano occupati, ma avrei tanto preferito cambiare posto per una volta. Mi sedetti e aprì la borsa per tirare fuori le varie cose, cercando di non pensare a tutte le cose che avrei voluto dire a Severus. Lo sapevo, l'avevo capito da un bel po', che era inutile iniziare a gridargli addosso. 

Specialmente durante una lezione. Speravo davvero che non mi rivolgesse la parola, altrimenti sarei saltata come una molla. 

Ma purtroppo lui mi sorrise mentre iniziavamo a preparare la bevanda della pace. Trovai ironico quel giorno preparare proprio quella pozione, specialmente dopo che Severus parlò. 

-Allora Lily, cosa c'è?- chiese confuso. Io lo guardai incredula. Com'era possibile che non capisse cosa avevo? 

-Secondo te? Cos'hai fatto a quella bambina?- dissi stritolando in pratica in mano la milza di ratto che invece avrei dovuto mettere nella pozione due secondi dopo di averla messa nel fuoco. 

Il suo sguardo si fece tagliente, gli occhi si strinsero, piccoli e pronti a difendersi. 

-Niente che non avrebbe fatto il tuo caro Potter- disse arrabbiato. 

-Cosa c'entra lui ora?- chiesi stupefatta. Perché lo tirava sempre in ballo, cosa c'entrava in questo momento? 

Notai con mio disappunto che il professore ci stava osservando quindi gettai la milza nel calderone e iniziai ad aggiungere l'acqua. L'avrei dovuto fare prima, ma ora non importava. Avrei sistemato la cosa semplicemente aggiungendo dell'erba viola dopo i 30 minuti di ebollizione. 

-Mi tratti come se le avessi fatto qualcosa di terribile. Non l'ho toccata, non ti preoccupare. E se vuoi farmi la moralista sul bullismo non iniziare minimamente. Dovresti prima parlarne con quelli della tua casa, Prefetto!- 

Lo guardai furente mentre pensavo a quanto avrei voluto prendere la bacchetta e puntargliela addosso. Oggi ero particolarmente aggressiva. 

-Uno prima di giudicare dovrebbe guardare i proprio errori. Quindi guarda prima come ti comporti tu, e poi quello che fanno gli altri!- lo rimbeccai. Mescolavo energicamente la pozione che ancor prima dei sette minuti richiesti stava diventando rosa dopo appena due minuti. Sospirai cercando di rilassarmi. Era impensabile che potessi sbagliare una pozione così. 

Piton mi stava per rispondere per le rime quando il professore si avvicinò e ci mise a entrambi le mani sulle spalle. 

-Cari ragazzi. Cosa succede? Oggi vi date alle chiacchiere?- chiese sorridente. 

-Ci scusi professore. Non fiateremo più- dissi subito. Lui sorrise. 

-Mia cara, non è che non dovete fiatare. Ma mi dispiace vedervi litigare. Posso aiutare? È forse un litigio d'amore?- chiese sorridendo. Sembrava deliziato da quella possibilità. 

Io lo fulminai con lo sguardo. 

-Anche se fosse professore, scusatemi se mi permetto, ma non sarebbe un vostro problema. E comunque non è assolutamente quel caso- dissi arrabbiata. 

Non mi voltai per vedere cosa ne pensava Severus. 

Non volevo scoprire se per caso l'avevo ferito. Non mi interessava. 

Il professore rispose gioviale, ridendo, ma quasi non lo sentì. Piuttosto guardai la mia pozione di cui avevo lasciato passare tre passaggi fondamentali. 

Non mi sarebbe più uscita, sicuramente. Forse appunto perché era la bevanda della pace. E io in quel momento ero pronta per la guerra. 

 

*** 

 

James 

Ero sdraiato sul mio letto a guardare la luna appena sorta. 

Quella notte non potevamo andare da Remus come al solito. Peter stava male e anche se io e Sirius eravamo convinti che saremo riusciti a premere il tronco del platano in altro modo, senza il suo aiuto, non avevamo il cuore di lasciare Peter da solo, malato. Non era voluto andare in infermeria. E non avendo la febbre troppo alta avevamo acconsentito a sorvegliarlo noi. Remus era stato d'accordo. 

Una sera, aveva detto non avrebbe fatto differenza. Ora era molto più controllato. Era sicuro che sarebbe riuscito a stare buono senza tornare a essere un lupo che si colpiva da solo perché non poteva sfogarsi su nessuno. 

Guardai Peter che finalmente riposava un po' più tranquillo quando Sirius entrò fischiettando. Si gettò sul letto e prese un libro in mano. Sirius con un libro in mano? 

Era incredibile. Impensabile. Adesso si sarebbe messo a piovere fuoco. 

Doveva esserci qualcosa sotto. Mi sedetti e lo guardai incerto. 

-Cosa c'è sotto? Cos'hai combinato?- chiesi un po' preoccupato, ma anche divertito. Era uno dei tanti modi in cui faceva sapere dei suoi scherzi solitari, ma in genere molto divertenti. 

-Ho fatto uno scherzo a Mocciosus. Hai idea di quante volte ormai lo abbiamo visto in giro pronto a seguirci, cercando di scoprire che facciamo e di metterci quindi nei guai?- chiese. Io annuì. 

Quello stupido non voleva fare altro che trovare un motivo in più per farcela pagare per gli innocui scherzi che gli facevamo. 

-Bene, allora oggi, visto che è tanto curioso di quello che facciamo e di cosa succede nella stamberga strillante, gli ho detto come entrare. Non vedo l'ora che Remus se lo trovi davanti. Spero che gli faccia passare definitivamente la voglia di farsi i fatti nostri- disse Sirius perfido. 

Guardai Sirius incredulo. 

Doveva essere uno scherzo. Non poteva aver fatto davvero una cosa del genere. Era impossibile, impensabile, troppo crudele e sconsiderato perfino per Sirius. Ma mi bastò uno sguardo per capire che non stava scherzando. 

Stava dicendo sul serio, l'aveva davvero fatto. 

Rimasi impietrito per un attimo. 

Immaginai anche solo la sofferenza di Remus se l'avesse ucciso. E poi agì. 

-Sirius sei un deficiente!- dissi prendendo il mantello e afferrando a bacchetta. E poi corsi a come un disperato fuori. Coperto, speravo completamente visto che non avevo tempo di controllare, uscì fuori dal ritratto approfittando dell'entrata di una ragazza del quinto anno e corsi fuori. Incrociai Lily che rideva e scherzava con Joy e Taira, mentre salivano in Sala Comune. Ma non mi fermai come avrei voluto a guardarla. Nella mente avevo solo Remus. Era davvero un'idiota Sirius. Di sicuro non si era reso conto di cosa sarebbe potuto davvero succedere. 

Quando non usava il cervello, era davvero spietato. E non aveva limiti. 

Non penso di aver mai percorso il tratto dormitorio-ponte sospeso in soli cinque minuti, ma ci ero riuscito. 

Ancora qualche minuto e Remus si sarebbe trasformato. Dov'era Piton?? Era già arrivato? Stava per entrare nella casa? Ormai era già quasi tutto immerso nel buio. 

Arrivai al Platano Picchiatore ,ma non vidi nessuno. Sperai che non fosse entrato. Ma poi vidi un ramo, sicuramente lasciato da Piton. Allora alzai la bacchetta e la puntai contro il ramo. Lo feci premere contro il nodo nel tronco e poi mi lanciai dentro. 

Alla fine del tunnel , proprio sotto la botola che portava finalmente alla stamberga, c'era Piton. Mi tolsi il mantello dell'invisibilità e gli gridai contro. 

-Mocciosus fermo. Non aprire quelle botola- 

Lui si voltò sorpreso e aperta di botto la botola entrò quasi correndo. 

-Brutto cretino- dissi correndo per fermarlo. 

Sentivo i suoi passi correre su per le scale. 

Ormai Remus si sarebbe trasformato a momenti. 

Gli corsi dietro e riuscì a saltargli addosso proprio poco prima che aprisse la porta. Ma non avevo calcolato la mia velocità. Infatti, finito addosso a lui cademmo entrambi sulla porta che si spalanco. 

E mi trovai davanti quello che temevo. 

Non c'era neanche più lo sguardo di Remus nei suoi occhi. Il suo corpo era scosso da violenti spasmi e stava cambiando molto velocemente. Mi alzai velocemente mentre Piton fissava spaventato a morte la trasformazione. Mi voltai verso Remus. Ormai era quasi del tutto trasformato. 

Io tirai Piton su a forza e lo spinsi verso la porta. 

-Scappa stupido, o vuoi essere divorato- dissi, spingendolo più forte. E quello cadde a terra. Un altro paio di secondi e ci avrebbe attaccato. Bacchetta in mano feci volare Piton per la caviglia e lo mandai a finire contro il muro del corridoio. Chiusi veloce la porta e poi trascinai dietro Piton che tremava per la paura e per la botta che gli avevo fatto prendere. 

-Cammina idiota- provai a scuoterlo, ma sembrava un peso morto. Con un calcio lo spinsi dentro la botola e ci saltai anch'io dentro. I passi svelti e veloci del lupo mannaro ci seguivano e chiusi appena in tempo la botola, prima che la faccia del lupo vi si affacciasse mostrandocela mentre ora ascoltavamo solo il suo ululato di rabbia. 

Guardai Mocciosus che annaspava a terra, a carponi. 

Aveva preso una botta in testa e aveva tutta la faccia piena di terra. Doveva essere atterrato di testa poco fa. 

E mi guardava con odio. 

-Tu non dirai a nessuno quello che hai visto. Chiaro?- chiesi minaccioso puntandogli la bacchetta addosso. 

-Neanche se mi pagassi mille galeoni. Io..- stava sputando fuori arrabbiato Piton, ma una voce lo interruppe e ci fece voltare. Albus Silente veniva verso di noi, guardando calmo e serio Mocciosus. 

-Tu non dirai niente, vero signor Piton? Che ne dite ragazzi di andare in un altro posto. Le nostre voci danno un fastidio non necessario al nostro caro amico- e si incamminò verso il tunnel. Sbuffai pensando alla ramanzina che sarebbe uscita fuori. Sirius mi doveva decisamente un grandissimo favore. 

 

*** 

Note autrice: 

 

E con questo abbiamo finito. Il capitolo è tagliato, come probabilmente si nota benissimo, ma tutto è davvero troppo lungo. Già ora sono 15 pagine e sono abbastanza sicura che se lasciassi le altre 10 pagine che ci sono sarebbe un capitolo illeggibile sono in una volta. Quindi vedrò di postare il prima possibile il seguito. Sempre se il pc si connette.... 

ragazze penso di avere la febbre... uffa.. brutto freddo... comunque... lasciamo stare la mia salute, mi scuso per il davvero poco tempo che ho per scrivere. Ce la stò mettendo tutta, ma l'università non aiuta minimamente sottraendomi anche il tempo per dormire, cosa che in genere almeno lo faceva scrivere, e a me non dispiaceva... 

vabbè... allora, grazie per tutti quelli che hanno letto lo scorso capitolo! Spero che questo non sia orribile.... e un grazie sincero alle mie due recensitrici. 

Malandrina4ever, grazie per la tua recensione. Mi è dispiaciuto molto scrivere che James era stato picchiato quindi la vendetta di Sirius era inevitabile. Dovevo riscattarmi anche io! 

James crede di essere invincibile dopo aver aiutato i suoi genitori a sconfiggere i mangiamorte. E da quel momento che diventa così arrogante. Ho pensato molto al suo cambiamento e spero di essere riuscita a trovare un buon modo per farlo avvenire. Non è molto chiaro però, anche se lo sarà molto più avanti, sicuro. Ma volevo specificarlo! E anch'io non vedo l'ora di scrivere il cambiamento tra quei due!!! 

 

Cara Pao, grazie anche a te per la tua recensione. Mi si illumina la lampadina della idea quando vedo che recensite. 

Sono davvero felice. Mentre prima che riceve recensioni sono tanto triste... comunque.. Joy e James?? non ti posso rivelare niente per il momento! 

Per quanto riguarda Sirius e le selezioni volevo fare qualche altra ricerca in più... comunque vedrai anche quello dopo! Come ho già detto prima, non sono felice quando mi lasci una recensione, ma felicissima!!! 

spero davvero di pubblicare, anche se lo ripeto, presto l'altro capitolo! Un bacio!!! 

Al prossimo capitolo!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 12
*** undicesimo capitolo: Non c'è nessuna differenza!!! ***


Capitolo 11: 

Non c’è nessuna differenza! 

 

James 

-TU SEI UN IDIOTA! NON TI E' PASSATO NEANCHE NELL'ANTICAMERA DEL CERVELLO COSA SAREBBE POTUTO SUCCEDERE SE JAMES NON L'AVESSE FERMATO IN TEMPO? STAVI PER COMMETTERE UN OMICIDIO! MI STAVI PER FAR COMMETTERE UN OMICIDIO!! MA NON PUOI USARE UN PÒ DI CERVELLO PER UNA VOLTA??!!- Remus ormai stava gridando da quasi un'ora. Lo guardai preoccupato del fatto che si potesse sentire male. Una cosa sicura era che se continuava così, cosa che sembrava decisamente probabile, non avrebbe avuto più voce. Guardai Sirius. Sembrava trattenersi molto dal rispondergli per le rime. E non lo faceva solo perché sapeva di aver sbagliato e quindi sapeva anche di meritarsi quella strigliata. Ma se Remus non avesse smesso da qui a un minuto Sirius sarebbe esploso. 

Era ora di intervenire. 

-Remus basta! Non c'è bisogno di continuare così. Sia Silente che la McGranitt gli hanno già fatto un ramanzina simile. E Sirius ha capito che ha sbagliato, vero?- guardai Sirius. Lui si morse il labbro e annuì, scocciato. Da lui era impossibile sentire dire quella frase. “Ho sbagliato” non erano parole che rientravano nel suo vocabolario. Come tante altre.. comunque già che avesse annuito era una grande cosa. 

E Remus se ne rese conto. Sospirò e si schiarì la voce. 

-Va bene. Allora finisco qua il mio sermone. Piuttosto, il professor Silente cos'ha detto?- chiese, guardandomi. 

Era ora di pranzo, tutto questo era successo la notte precedente e Remus, che si era svegliato solo quando eravamo arrivati noi un'ora fa, appena sentito dello scherzo non sapeva ancora la fine. 

-Niente di che... ci ha portati nel suo studio e ci ha fatto entrare uno alla volta. Quindi non so cosa abbia detto a Mocciosus. Però dopo mi ha assicurato che non avrebbe detto niente di te- dissi. 

-E cosa ha detto a te, invece?- chiese Remus accigliato. 

-Mi ha chiesto com'erano andate le cose. Dopo il mio racconto mi ha detto che speravo non sarebbe accaduta mai più una cosa del genere. E che voleva parlare con Sirius. Io non avevo detto niente di lui, ma penso che Mocciosus gli abbia detto che era stato lui a dirgli come attraversare il Platano Picchiatore- dissi. 

-Ti ha dato una punizione?- chiese Remus a Sirius. 

-La McGranitt sì, come al solito. Lei si diverte a mettermi in punizione appena può. Comunque devo andare stasera nel suo ufficio. Probabilmente mi farà finire di sistemare tutti quei fogli nell'archivio della biblioteca, non avevamo finito di farlo l'ultima punizione, vero James?- 

Io scossi il capo. 

-No, eravamo arrivati solo alla lettera p- ricordai. 

Lui sbuffò. 

-La prossima volta che hai un'altra idea del genere chiedi prima a me, ok?- chiesi sorridendo. Lui rispose con un sorriso ironico. Remus ci squadrò ancora arrabbiato, ma poi si addolcì. Ci sorrise e si abbandonò finalmente sul cuscino. 

 

*** 

 

Sirius 

Smistare fogli in ordine alfabetico era una noia mortale. E la biblioteca era anche il luogo che preferivo di meno, considerato che l'unico motivo per cui ero entrato lì dentro non era certo per fare i compiti, ma solo per trovare informazioni sugli Animagus. Sbuffai, sistemando al suo posto l'ennesimo foglietto con sopra scritto l'ennesimo libro noioso di Storia della Magia. Presi il prossimo foglio. Era un libro del reparto proibito. Si riconosceva per il piccolo sigillo applicato sull'angolo alto a destra. 

Lessi il titolo. 

“Disegno magico”. Lo guardai incuriosito. Poi controllai intorno. Ormai erano le undici passate. Non c'era nessuno studente in giro, e la professoressa McGranitt mi aveva lasciato solo momentaneamente per controllare il corridoio del secondo piano. Sorrisi e mi alzai velocemente. Andai allo scaffale e per fortuna era solo il quinto libro della colonna I. Lo presi guardandolo incuriosito. Poi tornai veloce alla mia scrivania, lo misi nella borsa per poi tornai a sistemare i miei fogli. Poco dopo ritorno la professoressa e decretò la fine della punizione. 

La salutai entusiasta e poi andai verso il settimo piano. Non vedevo l'ora, forse per la prima volta da molti anni, di arrivare subito per leggere un libro. 

Ma qualcosa mi bloccò. Superato il passaggio del secondo piano fino al quinto avevo girato per il corridoio verso il secondo passaggio quando sentì una delle tante voci che non avrei voluto più sentire, se avessi potuto decidere. 

-E vedrai quante cose grandiose faremo- stava dicendo Bellatrix. Mi avvicinai piano e vidi che parlava con altri giovani Serpeverde che la guardavano incantati, più per il suo aspetto che per le sue parole. Accanto a lei c'era il suo orribile ragazzo: Rodolphus Lestrange. 

Odiavo quei due, così come odiavo tutti i Serpeverde. 

Guardai i vari ragazzi con attenzione e non potei non notare che c'era anche lui. Mio fratello, Regulus Black. 

Fu per lui che decisi di farmi avanti. L'idea di allontanarmi e fargli fare quello che diavolo volevano in pace era passato subito. Con passo deciso, non preoccupandomi che i miei passi rivelassero la mia presenza, andai dritto verso mia cugina. 

Lei fu la prima a notarmi. La riunione segreta sembrava essere finita perché infatti tutti se ne stavano andando via. Ma molti si fermarono a guardami incuriositi o ostili. Vidi mio fratello alzarsi, guardarmi e poi prendere le sue cose per andarsene. 

-Che fai, ci spii?- chiese Bella, avvicinandosi spocchiosa. Io la trafissi con lo sguardo per poi rivolgermi a lei, sprezzante. 

-Non pensavo potessi cadere più in basso. Ora fai anche il lavaggio del cervello a dei cretini per conto del tuo caro Voldemort? Di la verità, cosa ti ha promesso in cambio?- chiesi, sfidandola a rispondere. 

Lei mi guardò con rabbia, ma non ascoltai la sua risposta, guardando mio fratello che pensava davvero di potersene andare senza dirmi niente. 

-Tu stai fermo lì! Dove credi di andare?- chiesi minaccioso. Lui alzò lo sguardo molto simile al mio e mi guardò freddamente. 

-Mi sembra che sono passati tanti anni da quando potevi prenderti il diritto di chiedermi certe cose. Non ti deve interessare dove vado- rispose col mio stesso tono arrogante. Lo guardai arrabbiato. 

Intanto Bellatrix stava sbraitando completamente ignorata. 

-Non mi interessa se questa vipera entra a far parte dei Mangiamorte, che si faccia ammazzare benissimo dagli Auror, ma pensavo che tu avessi più cervello. 

Abbastanza almeno da capire che le cose che da anni ci cercano di far entrare nella testa i nostri genitori e che adesso Voldemort grida in lungo e in largo sono solo stronzate- guardai Bellatrix alzando immediatamente la bacchetta, mentre lei me la puntava addosso 

-Non osare pronunciare il nome dell'Oscuro Signore- disse velenosa. 

-Voldemort, Voldemort, Voldemort, Voldemort....- iniziai a dire per farla impazzire. L'incantesimo che mi lanciò finì contro la mia barriera e sbatte contro uno dei divani lasciandogli una piccola bruciatura. Veloce contro-attaccai, ma lei lo schivò. Poi Regulus disarmò Bellatrix e tentò anche con me, ma io mi protessi con lo scudo. 

-Adesso finitela voi due. Sirius riponi la bacchetta- disse. Io non la posai, ma l'abbassai accanto al fianco. 

I nostri occhi azzurro chiaro erano identici mentre ci guardavamo. 

-Io so solo che noi maghi siamo da anni prigionieri in un mondo pieno di babbani. Dobbiamo nasconderci da loro, fare tutto di nascosto per non farci scoprire, rintanarci nei buchi della società perché potremo farci notare. E non capisco il perché. Noi abbiamo la magia. Dovrebbe essere il contrario, dovremo essere noi a dominare il mondo- disse Regulus animatamente. 

-Potere. Dominare il mondo... il gene della pazzia ormai fa parte dei Black. Nessuno ha il potere. Nessuno deve pretenderlo. E cos'è il potere Regulus? E perché noi avremo il diritto di prenderlo? Non c'è nessuno che comanda. Perché diavolo non lo capisci?!?!? Non ci sono babbani e maghi!! Non c'è nessuna differenza tra loro e noi!!!!- 

 

*** 

 

James 

Sirius musone era terribile. L’osservai mentre fissava atono il soffitto. Era da due ore che non proferiva parola. Da due ore che fissava quel dannato soffitto senza staccare mai lo sguardo da esso. E da due ore aspettavo un segno, un indizio, il via libera per le domande. Sapevo di doverlo aspettare. Conoscevo bene Sirius, era mio fratello ormai. Non avrei ottenuto niente chiedendogli cosa era successo prima del segno. Lui mi avrebbe semplicemente ignorato, continuando a perdere pezzi senza darmi la possibilità di aiutarlo. E così rimasi seduto sul mio letto, i gomiti appoggiati alle ginocchia e la testa sulle mani e guardare Sirius, aspettando il segno. 

Remus aspettava anche, preoccupato. Leggeva il libro di Trasfigurazione pronto ad alzare lo sguardo appena Sirius avesse fatto lo stesso. 

Peter, anche con tutta la sua buona volontà, si era addormentato sul letto mentre aspettava anche lui. Ormai erano le due di notte, quindi lo capivamo tutti. E Sirius ancora non reagiva. Mi stiracchiai la schiena. Mi sa che l'attesa sarebbe stata ancora più lunga di quanto pensavo. Insomma, era arrivato massimo a due ore di quel mutismo. Ma ormai erano due ore e mezzo che aspettavo. Remus stava crollando, ma io mi alzai stiracchiandomi anche le gambe, nella speranza di svegliarmi un po' di più. Voleva rimanere tutta la notte in quel modo? Io avrei aspettato. 

 

*** 

 

Sirius 

Appena mossi le braccia mi resi conto di averle totalmente addormentate. Le stesi sulla mia testa, stiracchiando anche la schiena e poi mi alzai. 

E incontrai subito lo sguardo di James. 

-Potevi dormire- dissi semplicemente. Lui mi guardò con una nota di scetticismo negli occhi. 

-Ti sembrerà strano, ma ti assicuro che dormire nel caos che fai in genere è molto più facile dormire rispetto al tuo irreale silenzio. Senza il tuo russare e sbraitare solito non sono riuscito a prendere sonno!- rispose lui. 

Io sorrisi e guardai Remus che aveva riposto il libro e mi fissava preoccupato. Guardai Peter, che si era addormentato seduto sul suo letto e ora la testa gli ciondolava sulla spalla. Sbottai esasperato. 

-Va bene, adesso possiamo dormire un po' ragazzi. 

Che ore si sono fatte?- chiesi, mentre mi alzavo e iniziavo a pensare a dove potessi aver lasciato il mio pigiama in tutto quel disordine che era il mio letto. 

-Sono le cinque e mezza del mattino- disse Remus, sconcertato. 

Io lo guardai incredulo. Davvero era così tardi? 

-Già, è stata una lunga veglia. E perciò non puoi davvero pensare di andare semplicemente a letto. Sirius sputa subito il rospo!- mi disse James, alzandosi. Avevo trovato la maglietta del pigiama. Mi tolsi la cravatta che era già slegata, la camicia e poi mi infilai la maglia senza rispondere. James si sedette sul mio letto e mi guardò con le braccia incrociate. 

Sbuffando sonoramente mi voltai, cercando i pantaloni e sfilandomi le scarpe, ma incontrai lo sguardo serio di Remus. Ero circondato. 

Quasi ringhiai guardando James. 

-Alzati dal mio letto- 

-No, se prima non parli- disse lui. 

-Ok- dissi arrabbiato, lasciando perdere i pantaloni e strofinandomi la faccia. Tutta la stanchezza si stava facendo sentire. 

-Ho incontrato al quinto piano un gruppo di s

Serpeverde. E Bellatrix gli stava facendo un chissà che grande discorso su Voldemort. E in prima fila c'era Regulus. Insomma, lo so come sono i miei genitori. So come sono i miei parenti. Ma so anche com'è Regulus. Perché cavolo ancora non riesce a capire che quello che è facile non è per forza quello che è giusto? Perchè?- nella mia mente tornavano sprazzi della mia infanzia. 

Io che giocavo con il bambino del vicino e l'arrivo di mia madre che mi prendeva a schiaffi dicendomi che non dovevo avvicinarmi a certa feccia. 

Tutte le urla e le punizioni che mi dovevo sorbire perché mi ostinavo a non considerare come animali o peggio i babbani. La mia cugina preferita, Andromeda, che veniva cacciata dalla famiglia perché aveva sposato un babbano di nascita. 

Tutte le lezioni sul sangue puro e quello che loro consideravano sangue sporco. 

Una scena particolare mi venne in mente. 

James mi prese per le spalle e mi scrollò riportandomi indietro da quei ricordi tremendi, riportandomi qui con lui. 

-Sirius vedrai che tuo fratello capirà cosa è giusto e cosa è sbagliato. L'hai sempre detto anche tu che non è uno stupido- disse lui, tentando di consolarmi. 

Io risi, senza passione. 

-No James. Lui non è più mio fratello. Quella non è più la mia famiglia. La mia famiglia siete voi, i Malandrini! E tu sei mio fratello. Non certo quel tizio- 

 

*** 

 

Regulus 

-Perché? Perché lo fai? Perché non fai semplicemente come ti dicono?- gli avevo chiesto quella volta, mentre Sirius si lavava il viso. Il suo corpo ebbe un fremito di dolore mentre si sedeva sul letto. La maledizione di Criciatus di nostra madre quel giorno era stata più pesante del solito. 

Lui aveva sorriso sereno. Mi aveva fissato negli occhi così uguali ai miei e mi aveva detto semplicemente. 

-Perché non dovrei?! Loro sono identici a noi, non c'è nessuna differenza!- 

 

*** 

Note autrice: 

 

E con questo finisce il capitolo. È un po' triste forse... spero non vi dispiaccia. Stavo leggendo il quinto libro e ho visto per la prima volta qualcosa di più nelle parole di Sirius quando spiega a Harry che Regulus era tra i Mangiamorte. Ho visto dolore, anche se forse l'ho solo immaginato. E ho cercato di mostrarlo. 

Spero di esserci riuscita, almeno in parte. 

Grazie a tutti voi che avete letto e a chi ha aggiunto questa storia tra le preferite e seguite! Grazie a 

Malandrina4ever e Hayley_Gin91 che continuano a recensire sempre! Grazie mille belle mie! Spero che il capitolo vi piaccia! scusatemi se non vi do il dovuto spazio per ringraziarvi, lo meritereste, ma devo correre studiare....Domani ho un test e poi dovrò prepararmi per un esame che ho i primi di febbraio, quindi non so quando riuscirò a pubblicare il prossimo capitolo. Spero non mi abbandonerete! Un grazie a tutti, al prossimo capitolo! XD

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Capitolo 13
*** dodicesimo capitolo: la mappa del malandrino ***


Capitolo 12: 

La Mappa del Malandrino

 

James

Erano infinite le cose insolite che potevano succedere nel mondo. In particolare le cose insolite nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts erano all'ordine del giorno. Perfino un asino che vola non era una cosa insolita (avevo trasfigurato Bulciberg in un asino volante proprio quella mattina durante Trasfigurazione per tentare di tirare su Sirius e c'ero quasi riuscito. Certo la McGranitt, per quanto avesse dovuto ammettere che l'incantesimo era uscito bene, non era molto contenta lo stesso. Non è mai contenta quella donna!). Ma c'erano alcune cose che stupivano ancora. Per esempio avrebbe stupito molto vedere Mocciosus lavarsi i capelli. Oppure Remus impreparato a una lezione.

O Evans che non sapeva rispondere a una domanda durante le interrogazioni. Tra le tante cose che potevano ancora creare stupore Sirius che leggeva era sia sconcertante che insolito. Naturalmente l'avevo visto già succedere. Per diventare Animagus avevamo letto molto.

Ma c'era un buon motivo. E invece ora era in silenzio che leggeva durante la lezione di Incantesimi. E non aveva solo preso un libro in mano come aveva fatto svariate volte per fingere di leggere mentre metteva in atto uno scherzo. Stava proprio leggendo.

Non penso che capiate appieno l'enormità di tutto ciò almeno che non conosciate il piccolo insegnante di Incantesimi che abbiamo: Il professore Vitius. 

Le sue lezioni non sono mai noiose, neanche per noi. E non solo per gli incantesimi, che in realtà riusciamo a fare subito sempre e quindi ci annoiano, ma perché sono sempre uno spasso. Si crea sempre un macello, tra incantesimi che non vanno bene, strilli dei malcapitati colpiti per sbaglio o lo stesso professore che viene sbattuto da una parte all'altra dell'aula!

Non fraintendetemi, non è che non ci distraiamo lo stesso, ma in genere Sirius è il primo a guardare e ridere delle comiche che ci sono intorno. Ed è lui stesso che, invece di fare gli incantesimi contro l'oggetto della lezione li scaglia contro le persone per divertirsi ancora di più.

Forse ora potrete capire il perché era sconcertante non solo che Sirius leggesse davvero un libro, ma anche che lo facesse durante una delle sue lezioni preferite.

Battei la bacchetta sulla tazza che avevo davanti e due zampe lunghe e forti apparvero ai suoi lati e iniziò a camminare per la scrivania incontrandosi con quella di Remus, che trotterellava anche in giro, per poi andare insieme accanto al libro di Sirius che le ignorò, almeno fino a quando non feci salire la mia tazza sul libro davanti al suo viso. Lui alzò lo sguardo accigliato su di me.

-James finiscila o dopodomani ti strappo i rami che porti sulla testa- mi avvisò lui. Io lo guardai con aria scettica.

-Certo! Cagnolino, non penso proprio ce la farai- dissi. Lui mi guardò con aria di sfida.

-è una sfida Ramoso?- chiese minaccioso.

-Ragazzi, a che punto siete?- chiese il professor Vitius arrivando in quel momento. Guardò le due tazze trotterellanti e poi la tazza di Peter che era riuscito solo a fargli cambiare colore, e quella di Sirius intatta. Inarcò un bianco sopracciglio e guardò Sirius che presa la bacchetta fece comparire due gambe alla tazza con tutta tranquillità, per poi mettersi a leggere tranquillo ignorando il professore.

-Signor Black, non è il momento di leggere, anche se devo dire che una grande sorpresa trovarla in questa attività. Dovrebbe continuare ad esercitarsi. E magari osservare un po' la sua tazza- e con ciò indicò la tazza che si avvicinava pericolosamente al bordo del tavolo. Un colpo di bacchetta e il salto che aveva fatto la tazza, invece di portarla a terra per rompersi, la fece volare in alto e atterrare sul tavolo della Evans e di Joy. Le tazze delle ragazze, che correvano intorno al perimetro del tavolo come in una corsa, persero l'equilibrio e caddero per terra in frantumi. Scorsi gli occhi di fuoco della Evans, gli occhi confusi di Joy e poi lo sguardo del professore, tutti puntati su Sirius, che bellamente li ignorava, continuando a leggere.

 

Fu solo la sera, a libro finito, che Sirius ci espose il tutto. Eravamo saliti nella nostra stanza e stavamo per prendere i pigiami mentre lui aveva iniziato a frugare nel suo baule come un pazzo. E aveva tirato fuori una serie di pergamene dove disegnava.

La stese a terra e ci guardò.

-Sentite un po' la mia idea geniale!- ci chiamò. Mi avvicinai curioso, sedendomi accanto a lui e guardando i fogli. Uno era grande e bianco, gli altri contenevano vari schizzi di Hogwarts e quelle che sembravano piantine.

-Questo non è il primo passaggio che abbiamo trovato durante il nostro primo anno?- chiese Remus appena seduto accanto a me, indicando uno dei fogli. Sirius annuì.

-L'idea di preparare una mappa ci era venuta in mente quel giorno, ricordate? Sei stato tu ad averla Jamie, ricordi? Poi però ci abbiamo ripensato. Certo non era una brutta idea, ma ne avremo avuto davvero bisogno? Insomma i passaggi li imparavamo a memoria senza problemi. Non ci era sembrata una buona idea. Ma ho trovato questo che cambia decisamente le cose!- disse, mostrandoci il libro.

-Con un inchiostro speciale si possono animare i disegni. E io pensavo di animare qualcosa di diverso!- disse, sorridendo eccitato. E ci espose tutti i suoi piani.

 

***

Remus

 

Presi la penna esitante, chiedendomi perché proprio io dovevo scrivere. L'inchiostro non era stato difficile da preparare, avevamo solo dovuto “prendere in prestito” degli ingredienti dalla dispensa del professor Lumacorno, tutto fatto da Sirius in trepida attesa di vedere il risultato.

Poi avevamo unito tutti i disegni e preso a disegnare. Con mani esperte o meno eravamo riusciti a creare una mappa di Hogwarts perfetta. Che appena fosse stata pronta avremo sigillato con l'incantesimo necessario per renderla davvero speciale. Tutti i passaggi segreti e tutte le nostre scoperte erano annotate, comprese quelle che da poco conoscevamo del parco e dintorni. Ma adesso mancava l'ultima cosa.

-Allora, cosa scriviamo?- chiesi, guardando le tre paia di occhi che mi fissavano.

-I nostri nomi...anche se forse sono meglio dei soprannomi- rifletté Sirius.

-Bene, allora che ne pensate di: - disse James esponendo la sua frase. Fummo subito d'accordo, l'unico problema erano i soprannomi.

-Proporrei di crearli parlando della nostra più grande Malandrinata, essere Animagus non registrati! Quindi io propongo che il tuo nome James, per esempio, sia Ramoso!- propose Sirius. Lui ci pensò un po' su mentre io ridevo.

-Io direi che è perfetto- feci notare. Peter annuì e Sirius si avvicinò a me con aria cospiratrice.

-Mi era venuto un altro soprannome, ma cornuto ancora non gli va bene, nessuno gli ha messo le corna al momento, o almeno così pensiamo- la sua voce era fin troppo udibile e le nostre risate non riuscirono a nascondere la risposta di James e il suo assalto nei confronti di Sirius.

-Va bene ragazzi, pensiamo a gli altri- dissi, cercando di riportarli alla realtà quando smisi di ridere. James si alzò dal corpo di Sirius che aveva un cuscino in faccia col quale aveva tentato di soffocarlo.

-Ok. Allora Ramoso a me va bene. E per te Remus volevo proporre Lunastorta! Che ne pensi? A me piace!- propose. Io sorrisi, pensandoci.

-Proprio azzeccato. E per Sirius...- ci pensai un po' mentre lo guardavo intento a fingere di essere morto.

-Felpato- Sirius si alzò seduto di colpo e mi guardò.

-E perché Felpato?- chiese.

-Perché sei caldo e peloso come le coperte felpate- risi. Anche gli altri risero mentre Sirius invece ci pensava su.

-Va bene. E sia Felpato! Ma per via del mio passo felpato- disse lui. Dopo uno sguardo io e James scoppiammo a ridere.

-Sì, quello di un elefante in una cristalleria- disse James.

Sirius li ignorò e guardo Peter.

-Pete che ne pensi per te di Codaliscia?- Lui annuì felice.

-Bene, allora inizio a scrivere!- annunciai.

E mentre scrivevo arrivarono le proteste.

-Perché scrivi il tuo nome per primo? Io ho avuto l'idea?- chiese Sirius.

-Il mio soprannome è arrivato per primo però. Dovrebbe scrivere il mio per primo!- protestò James.

-Certo Ramoso. E poi ti eleggiamo re assoluto di Hogwarts- scherzò Sirius. James si alzò iniziando a pavoneggiarsi e muoversi come se avesse un mantello, una corona e uno scettro, come un re.

-Miei sudditi, inginocchiatevi ai miei piedi- disse con tono pomposo.

-O nostro re, subito, ai suoi ordini- scherzò Sirius, guardandolo.

Io guardai la mia opera soddisfatto. Tutti ci voltammo a guardarla e poi Sirius, presa la bacchetta pronunciò l'incantesimo speciale.

E mentre la pergamena tornava bianca, io sorrisi pensando a quella lunga settimana, compresa anche la luna piena, passata a disegnare e fare incantesimi.

-Chi vuole avere questo onore per primo?- chiese Sirius, mettendo al centro la pergamena bianca. Tutti ci guardammo incerti. Poi James sorrise.

-Insieme- disse, mettendo la bacchetta sul foglio. Lo imitammo subito e insieme pronunciammo “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni” e come se dita invisibile di muovessero la mappa comparve. Una Hogwarts intera comparve, ma non solo quello. La particolarità e la vera magia erano i puntini con i cartigli che erano dappertutto. E che davano la posizione esatta di ogni studente e professore e specialmente di tutti i loro spostamenti.

-Abbiamo Hogwarts in pugno ragazzi- disse Peter, eccitato.

Poi guardammo l'intestazione. E sorridemmo.

 

I Signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso

Consiglieri e Alleati dei Magici Malfattori

sono fieri di presentarvi

LA MAPPA DEL MALANDRINO

 

 

 

C'eravamo riusciti! Una mappa magica. Si, ora avevamo davvero “Fatto il misfatto”!

 

***

 

 

Lily

-Non posso più fingere. Tu hai scelto la tua strada, io la mia- erano state le ultime parole che avevo rivolto a Severus Piton. Lo odiavo. Lo odiavo perché era diventato stupido, perché aveva represso la persona che conoscevo, a cui volevo bene. Non c'era traccia del bambino con cui avevo fatto amicizia tanti anni fa. Era diventato uno sconosciuto, uno sconosciuto che seguiva un pazzo solo per vendicarsi di tutte le persone che l'avevano trattato male.

Ero sul mio letto con il libro di Trasfigurazione in mano, ma forse per la prima volta non riuscivo a studiare. Non riuscivo ancora a credere che le cose fossero andate davvero così. Possibile davvero che non c'era un altro modo? Non c'era un modo per aiutarlo? Stupida, quante volte ci hai provato fino ad ora? Hai quasi perso l'amicizia di Joy perché continuavi a giustificare Severus. Era successo lo scorso mese. Joy aveva salvato dalle grinfie di un gruppo di Serpeverde una bambina del primo anno, incolpata e torturata da quei ragazzi più grandi solo perché era una mezzosangue.

Era tornata in Sala Comune livida di rabbia e mi aveva raccontato che a capitanare tutto era stato Piton. Io non ci volevo credere. Avevo negato. E lei, da che era arrabbiata con Piton e mi stava semplicemente raccontando, era passata a rovesciare la sua furia su di me.

E purtroppo aveva ragione. Ragione da vendere. Non potevo continuare a giustificarlo. Non poteva continuare così. E del resto mi aveva dato la dimostrazione della sua scelta proprio oggi. Mentre la banda Potter prendeva in giro Severus io avevo tentato di difenderlo ancora. E lui mi aveva chiamata Schifosa mezzosangue.

Non potevo più fare niente. Avevo tentato, io c'era sempre stata per lui. Ma non era stato abbastanza per lui, evidentemente. Lui era andato a trovarsi i suoi amici con il quale avrebbe seguito Tu-Sai-Chi e avrebbero fatto cose orribili. E io invece avevo deciso del tutto il contrario. Avrei combattuto come Auror contro di loro. Volevo che tutta quell'assurda guerra che era cominciata finisse presto.

Rimasi sul letto in silenzio, non sapendo cosa fare...

 

***

 

 

Joy

 

La trovai a letto con gli occhi pieni di lacrime che non voleva lasciar traboccare. Mi sedetti sul mio letto in silenzio, non sapendo cosa dire esattamente. Il giorno prima avevamo litigato per via della stessa persona con cui oggi aveva chiuso tutti i ponti. O almeno sembrava. Purtroppo ero capitata vicina nel momento in cui Lily aveva parlato con quel verme di Piton. E non avevo mai sentito la voce di Lily diventare così fredda. Non avevo mai visto i suoi occhi guardare qualcuno in quel modo. Neanche James, con cui litigava sempre.

-Mi dispiace- mormorò lei all’improvviso, prendendomi alla sprovvista. Incrociai i suoi occhi verdi e mi sorrise.

-Avevi completamente ragione. Avevano ragione tutti a chiedermi come ho potuto stare dalla sua parte per così tanto tempo. E io ho sbagliato a non vederlo. O almeno a continuare a sperare, anche se sapevo che era inutile. Sono una stupida- disse. Io mi alzai e mi sedetti accanto a lei sul suo letto. Poi le presi una mano sorridendole.

-Non sei una stupida. Forse sei solo troppo testarda- alzò gli occhi e mi sorrise amaramente.

Ora non sapevo cosa dire. Cosa potevo dirle per farla sentire meglio? C'era davvero un modo per farla stare meglio? Non sarebbe bastata qualche parola... avrei tanto voluto avere lì accanto a me i Malandrini. Gli stessi malandrini che Lily odiava tanto ma che, ero sicura, sarebbero riusciti a trovare le parole giuste per farla sentire meglio.

 

***

 

Remus

 

Il mutismo di James mi preoccupava. Era diverso da quello di Sirius. Sirius rimaneva in silenzio a lungo e non sentiva ne vedeva nient'altro, fino a quando non finiva quel momento. Quello di James durava poco e finiva sempre con qualcosa di catastrofico. Un esempio?

Dopo una delle interminabili litigate con Lily era rimasto in silenzio per venti minuti durante Storia della Magia. Era il secondo anno se non sbaglio. Due ore dopo era finito dal preside con una settimana di punizione perché aveva fatto esplodere il bagno del terzo piano. Ne volete altri? Sono sempre legati a Lily, incredibilmente.

Lo scorso anno aveva creato una grande trappola per i Serpeverde nei sotterranei. Tutto in trenta minuti di silenzio. I Serpeverde si erano ritrovati in breve tempo tutti appesi per le gambe al soffitto. Avevano dovuto aspettare l'arrivo della professoressa McGranitt per tornare con i piedi per terra.

Quest'anno, la notte di Halloween in dieci minuti di silenzio, sempre dopo una grande litigata con Lily proprio sugli scherzi che faceva, aveva fatto esplodere tre zucche giganti che si trovavano in Sala Grande, proprio sopra la testa dei Serpeverde seduti al tavolo.

E l'elenco è infinito. E tutto per Lily.

Era incredibile come ogni volta per la rabbia e la frustrazione di essere “odiato” da lei, non riusciva più a vedere altro se non scherzi e vendetta. Era sempre pronto a ridere e scherzare. Ma ogni volta che i suoi scherzi andavano oltre il solo divertente, ogni volta che diventava crudele, era sempre dopo una litigata con lei. Perché perdeva totalmente la bussola. Perché, come gli avevo detto io molte volte, diventava cieco. Tutta la sua bontà, tutto il suo autocontrollo, tutto il suo buonsenso venivano offuscati dalla rabbia. Ed ecco l'amico che capiva sempre tutti e che sapeva sempre come aiutarti, non riuscire a capire il male che poteva fare alle altre persone. Purtroppo più glielo spiegavo più non capiva. Sirius, ormai vestito, si sedette sul letto di James e lo guardò con le sopracciglia alzate. James lo guardò sospirando.

-Non ho idee amico. Non riesco a pensare a niente- disse James sorprendendoci tutti. Si stropicciò frustrato il viso con le mani per non guardarci.

-Fratello, che ti prende? Non starai ancora pensando a quello che ti ha detto la Evans? Non dice più o meno sempre la stessa cosa? È una tale noia che fa a botte con il professor Ruph- disse Sirius, cercando di farlo almeno sorridere. Ma si beccò solo un'occhiataccia.

-Sono davvero tanto terribile? Insomma faccio davvero tanto schifo come mi ha detto?- domandò. Sirius stava aprendo la bocca per ribattere subito si no, ma io lo anticipai zittendolo.

-Risponditi da solo, James. Analizza un attimo quello che hai fatto e quello che fai sempre ogni volta che sei arrabbiato. Pensaci un attimo, senza essere offuscato dalla rabbia ora- dissi. Aspettai mentre la sua espressione diventava sempre più depressa.

Poi si alzò di colpo. Senza neanche pronunciare l'incantesimo afferrò la bacchetta e la scopa gli volò in mano.

-Vado a farmi un giro con la scopa- disse e aprendo con un incantesimo la finestra volò via. Io lo guardai preoccupato andare via e poi mi voltai verso Sirius.

-Gli do due minuti di vantaggio. Poi vado a tenergli compagnia!- disse lui, prendendo la sua scopa.

Io sospirai. Speravo che almeno tutti quei dubbi che finalmente si stava creando James avrebbero portato a un miglioramento.

 

***

Note autrice:

 

Chiedo perdono sia per il ritardo, non ho mai fatto un tale ritardo tra un capitolo e l'altro fino ad ora, sia per la fine del capitolo che non mi piace per niente.

Purtroppo ho avuto, come avevo anticipato, pochissimo tempo per via degli esami che avevo e che ho finito fino ad aprile. Inoltre la perdita di mia nonna è stata un brutto colpo. Mi mettevo davanti allo schermo ma non riuscivo a scrivere più di quattro parole di seguito. E per me che invece i capitoli uscivano fuori in pratica già scritti è stato terribile. E ora la rottura di un rapporto che pensavo fosse molto più saldo è stato un grande colpo... tento di riprendermi scrivendo ma non so se riuscirò a non peggiorare.. spero di no...

comunque chiedo ancora scusa e ringrazio chi continuerà a leggere questa storia. Tenterò di scrivere presto! E grazie a Hayley_Gin91 per la tua recensione. Si, avevo sbagliato a scrivere però ho corretto appena ho letto la tua recensione. Spero che questo capitolo non sia tanto orribile.

Grazie anche a malandrina4ever! Sono contenta che Regulus ti piaccia. Ho letto la tua recensione e sono corsa a leggere le tue storie. Non voglio ripeterti quello che ho scritto nelle recensioni che ho lasciato ma ancora mi sorprendo di quanto abbiamo immaginato questo loro rapporto molto simile. Non so se parlerò ancora di questo grande personaggio che è Regulus. Vediamo, magari verrà fuori altre volte. Intanto leggiamo le tue fic che sono bellissime!

E adesso un grazie a tutti quelli che leggeranno questo capitolo! Scusatemi se è orribile.

Ah, quasi dimenticavo. Il prossimo capitolo sarà un po' complicato forse. Perché ho intenzione di parlare solo di vari momenti del sesto anno, per poi passare direttamente al settimo. Cercherò di rendere chiara la cosa e magari alla fine o all'inizio metto una nota per capire meglio.. dipenderà da come viene fuori immagino. Alla prossima!

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Capitolo 14
*** Tredicesimo capitolo: supermercalli??? ***


CAPITOLO 13: 

Supermercalli???

 

James

 

Quella mattina mi svegliò la voce del mio migliore amico. Mi svegliai intontito, pensando di trovarmi a Hogwarts. E invece ero a casa. Ero tornato a casa da appena una settimana, mi ricordai mentre mi svegliavo.

 I miei amici purtroppo per quella estate non sarebbero stati con me, quindi ero solo. 

Allora la voce di Sirius me l'ero immaginata?

-James? Ma stai ancora dormendo? Sono le undici, rispondi cavolo- la sua voce risuonò ancora, un po' attutita, ma chiara e distinta. Impossibile che sognassi ancora. E poi ricordai degli specchietti. Mi tuffai verso i pantaloni che avevo usato la sera prima e tirai fuori dalla tasca un piccolo specchietto. Nel farlo caddi a terra, inciampando nel lenzuolo che maledetto si era avvinghiato alla mia caviglia. 

Per fortuna non si era rotto, erano un regalo di mio padre per il mio compleanno quei due specchietti speciali, che mi permetteva di parlare con Sirius, a cui avevo dato immediatamente l'altro specchietto, anche a distanza.

Guardai il viso di Sirius, accigliato.

-è una mia impressione o sei arrabbiato?- chiesi.

-No Ramoso, sto saltando di gioia. Devo chiederti un favore- disse serio. Annuì.

-Posso venire per oggi da te?- chiese.

-Mia casa è tua casa! Non c'è bisogno di chiedere stupido, vieni pure- dissi tranquillo. Lui sorrise.

-In effetti speravo in una risposta del genere.

Sono nel tuo giardino- disse lui. Io mi liberai delle lenzuola e corsi di sotto. I miei non c'erano, erano entrambi a lavoro. Arrivato alla porta la aprì e sorrisi alla vista di Sirius. Anche se dentro di me ero seriamente preoccupato.

Sirius aveva un paio di jeans stracciati, una maglietta nera e il volto abbastanza frustrato. Aveva la scopa in spalla e il baule al fianco.

Il suo viso mi preoccupò ancora di più.

Non era ancora riuscito a mettersi addosso una maschera decente. E i pezzi mancanti Si vedevano benissimo.

-Ti aiuto col baule- dissi, prendendo un manico del baule ed evitando di guardarlo in quello stato, perché lo avrei fatto sentire solo più male. Lui prese l’altra maniglia e insieme lo portammo nel corridoio all'entrata. Lasciato lì andammo in cucina, dove mia madre aveva lasciato delle belle frittelle.

-Hai fame?- chiesi. Guardai Sirius con attenzione mentre si sedeva al tavolo e guardava accigliato la tovaglia. Non mi rispose e io presi veloce un altro piatto mettendo metà delle frittelle. Gliele misi davanti con una forchetta e mi sedetti accanto a lui.

E rimanemmo in silenzio per un bel pezzo. Lui guardava torvo le frittelle. Io osservavo lui in attesa del segnale. Poi, quando finalmente prese la forchetta in mano e tagliò il primo pezzo, feci anch'io lo stesso.

Con la pancia piena delle dolci frittelle di mia madre la sua maschera era pronta.

Ma l'avevo osservato tutto il tempo e avevo visto che finalmente non era una semplice maschera che copriva il dolore. Era qualcosa di diverso. Qualcosa di positivo, non di negativo. E allontanato il piatto finito Sirius mi sorrise.

-Da oggi inizia la mia nuova vita. Da questa mattina non sono più un Black!- mi annunciò felice.

E io sorrisi. Sapevo che naturalmente soffriva.

Ma sapevo anche che c'era una grande differenza tra quando si nascondeva e si distruggeva soltanto.

Vedevo in lui qualcosa che ricordava molto la fenice. Non era pronto a sgretolarsi ancora, ma a risorgere. Rinasceva dalle sue ceneri.

E avrei fatto di tutto per aiutarlo.

 

***

 

Lily

Guardai la lettera di Joy sorridente.

Andare a stare da lei una settimana. Non era molto, ma abbastanza per divertirci un mondo. E per poter cambiare finalmente aria.

Naturalmente amavo i miei genitori, e anche mia sorella, ma peccato non poter dire lo stesso del contrario. Mia sorella era diventata insopportabile. Non la riconoscevo quasi più. 

Era cambiata così tanto in quegli anni che davanti a me purtroppo non potevo non vedere solo odio verso di me e quello che ero. E cosa ancora più tremenda era che Petunia aveva presentato il suo ragazzo a casa. 

Ragazzo che, dopo l'approvazione dei miei genitori, a dire il vero un po' perplessi tutt'ora, trovavo 24 ore su 24 a casa mia. E che ragazzo.

Vernon Dursley era un ragazzo senza collo, robusto, con uno sguardo pieno d'odio verso di me e pronto a giudicare tutto dall'alto al basso. 

Aveva la stessa età di Petunia e a differenza di lei non faceva che parlare del quasi immediato futuro nel campo dei trapani nella ditta di suo padre.

Non lo sopportavo! All'inizio avevo cercato di sembrare cortese, ma probabilmente prima del mio arrivo ero stata un tema di discussione molto spinoso tra Petunia e Vernon. 

Fatto sta che probabilmente pensava fossi un mostro a cui si rivolgeva a malapena la parola e che doveva essere ignorato, ma tenuto anche il più lontano.

E probabilmente un mostro che non sentiva oppure che non era in grado di capire le cose che malignamente si lasciava scappare su di me con mia sorella.

Mi ero arresa da anni a ignorare mia sorella, perché ero arrivata alla conclusione che soffrire ancora sarebbe stato assurdo. Lei era ormai convinta e la mia sofferenza non la scalfiva assolutamente.

Ma avere anche il suo ragazzo che mi bersagliava continuamente di malignità era anche troppo.

Per ben tre volte ero stata sul punto di tirare fuori la bacchetta e fargli vedere di cosa ero capace.

Ma il pensiero del sorriso che avrebbe fatto Potter a questa notizia mi aveva fermata.

Non che dovesse saperlo, naturalmente.

Non sarei mai andata a raccontarglielo. Però l'idea che per lui sarebbe stato logico reagire attaccando con la magia e quindi avrebbe approvato la mia reazione, mi bloccava. 

Avevo già messo in chiaro nella mia testa che qualsiasi cosa facesse quel ragazzo era sbagliato. E io ero una persona coerente. O almeno mi sforzavo di esserlo.

Ecco perché ero contenta all'idea di andare, anche se solo per una settimana, da Joy. Dopo il consenso dei miei ero corsa a fare le valigie e ora ero soltanto indecisa quali libri portarmi.

Naturalmente avevo finito tutti i compiti. Del resto mancavano solo due settimane alla fine delle vacanze. 15 giorni più o meno e saremo tornati a Hogwarts. Non potevo non averli finiti.

 

***

 

Joy

Guardai la lettera di Lily felicissima. Mi bastarono alcuni minuti prima di risponderle con un data e un'ora precisa in cui sarei potuta andare a prenderla. E poi ci saremo divertite un mondo. 

Dopo aver legato la lettera al mio fedele Hert e averlo visto volare via, corsi sotto dove mio padre, con il suo solito grembiule con i fiori che mio fratello Erik gli aveva regalato per il suo compleanno, ironizzando sul fatto che sembrava tanto una mammina premurosa, stava cucinando.

-Papà Lily ha detto che può venire. L'andiamo a prendere domani mattina, vero????- gridai felice, correndo verso di lui.

Lui, che stava uscendo dal forno una teglia piena di biscotti, saltò per lo spavento e gettò metà dei biscotti a terra.

-Ahia- disse, mentre gli scivolava la mano dallo strofinaccio e si bruciava anche, lasciando la teglia e gettando ancora tutto a terra. Mi guardò severamente mentre io guardavo il disastro per terra. Poveri biscotti, pensai.

Lo guardai accigliata.

-Dovresti stare più attento papà- dissi, scherzando.

Lui si mise le mani sui fianchi e mi fissò anche lui accigliato.

-E tu non dovresti gridarmi dietro spaventandomi. Per punizione pulirai tutto tu, ora!- ordinò.

Io sbuffai, iniziando a prendere i biscotti e a gettarli nella teglia per alzarli da terra.

-Comunque sono contento che Lily può venire. Certo che andiamo a prenderla domani. Ma prima delle nove. Io devo andare a lavoro poi, lo sai bene- mi disse lui, prendendo l'impasto di biscotti rimasto e iniziando a stenderlo sulla tavola per preparare altri biscotti.

-Lo so papà. Infatti le avevo già scritto che ci vedevamo alle otto se per lei andava bene. L'andiamo a prendere con la materializzazione?- chiesi eccitata. Adoravo materializzarmi e smaterializzarmi. Non vedevo l'ora di poterlo fare da sola. Purtroppo dovevo aspettare settembre prossimo, non avevo ancora 17 anni.

-No. Penso sia meglio usare la Metropolvere. Loro hanno un camino, vero?- mi chiese.

Io mi alzai con la teglia in mano pieni di biscotti da gettare e la misi sui fornelli della cucina spenta. Poi mi sedetti sul tavolo e rubai un po' di impasto mangiandolo.

-Sì, ha il camino. Le ho parlato più di una volta con il camino, non ricordi? Comunque se usiamo la Metropolvere posso andare benissimo solo io a prenderla- dissi tranquilla.

Insomma, ero grande abbastanza per andare da sola con la Metropolvere, la usavo da quando avevo sei anni.

-Non lo so.. penso che i suoi genitori mi vorranno vedere per rassicurarsi di dove andrà loro figlia, non credi?!

E poi sai in che tempi siamo. Non mi fido a mandarvi da sola, anche se si tratta di un viaggio per la cappa dei camini- disse lui. Io sbuffai.

Era come al solito troppo preoccupato. Avvicinai la mano per prendere un altro po' di impasto e mi beccai uno schiaffetto sulla mano.

-Ti fa male l'impasto crudo. Se non mi avessi gridato a quest'ora mangiavi i biscotti cotti- mi fece notare. Io sbuffai. Poi qualcuno bussò alla porta e mio padre corse a vedere chi fosse mentre mio fratello arrivava dalla sua stanza, con l'aria di chi si era appena svegliato.

-Biscotti!- disse sorridendo e prendendo un biscotto dalla teglia. Lo guardai presa dalla tentazione di fermarlo, ma mi trattenni subito.

Rimasi a osservarlo mentre mangiava due biscotti di filata. Poi prese il terzo e l'osservò un attimo.

-Perché questo biscotto ha dei capelli sopra?- chiese accigliato e schifato.

Io risi.

-Forse perché sono caduti tutti a terra!- dissi tra le risate. E poi mi alzai veloce scappando, mentre Erik mi correva dietro gridando come un pazzo e in cerca di vendetta.

 

***

 

Lily

Peccato che il tempo vola quando ci si diverte.

Quei sette giorni passarono in un baleno, mentre insieme facevamo di tutto. La mattina iniziava con una bella colazione preparata dal padre di Joy, poi tv e tranquillità fino a quando non volevamo uscire. Allora andavamo in giro per la cittadina babbana che si estendeva proprio sulla costa e andavamo sulla spiaggia a giocare a pallavolo oppure a nuotare. Dal secondo pomeriggio poi Joy mi fece vedere la biblioteca che c'era poco vicino al corso e d'allora era diventata una tappa obbligatoria. E poi andavamo in giro con Erik.

Ci portava alle partite della sua squadra, al bowling oppure al cinema. La sera prima eravamo andati tutti in campagna con anche il padre di Joy.

Ci eravamo divertiti un sacco ad andare in giro per il paesino e per i boschi raccogliendo funghi in groppa a delle bici!

Era stata la settimana più bella di quella estate e purtroppo la mattina dopo dovevo tornare a casa.

Quella sera il padre di Joy ci arrostì la carne nel falò che avevamo deciso di fare. Io e Joy guardavamo le stelle dalle nostra belle sdraio e raccontandoci tutto e niente. Ad un certo punto esitai. Quando avevo ricevuto al lettera di Joy ero rimasta solo un po' perplessa.

Joy era la mia migliore amica, ma era amica anche dei Malandrini. E in quelle sei estati ogni volta stava sempre con loro. Ero sicura che anche quell'estate sarebbe stato lo stesso, visto che erano anche vicini di casa. 

Eppure in una settimana che eravamo insieme non si erano scambiati neanche un gufo e non si erano fatti vedere per niente. 

Non fraintendete, ne ero felicissima. La mia iniziale esitazione derivava proprio dalla paura che magari Joy avesse invitato anche loro. Temevo di dover incrociare Potter anche d'estate. Non sopportavo l'idea di dover litigare con lui anche quando non volevo fare altro che stare tranquilla e serena.

E per fortuna non si erano fatti vivi. Ma stranamente la cosa mi sembrava davvero strana. Che mi stesse evitando anche lui? Perché questa possibilità mi infastidiva così tanto invece di sollevarmi?

Esitai, pensando a come potevo chiederle dove si fossero cacciati. E quando non riuscii a trovare un modo mi fermai un attimo a pensare al perché infondo mi interessava tanto.

Intanto dovevo avere un'espressione strana perché Joy mi sorrise mentre mi guardava.

-Cosa c'è Lily?- domandò lei tranquilla.

-Niente- risposi forse troppo in fretta. Lei rise guardandosi intorno. Suo fratello stava trangugiando forse le quinta bistecca e suo padre continuava a cuocere carne canticchiando, anche se noi ne avevamo mangiata già abbastanza.

-Come sta Remus?- chiesi all’improvviso, fulminata dall'idea. Del resto Remus era l'unico Malandrino con cui andavo d'accordo. Era diventato Prefetto lo scorso anno insieme a me ed eravamo diventati da conoscenti cordiali ad amici. Anche se non troppo amici. Non mi piaceva il fatto che si faceva trascinare da Potter e Black. Comunque non mi sentivo minimamente a disaggio a chiedere di lui.

-Bene. Questa estate è in viaggio con i suoi genitori. Sono andati in Grecia. Una meta bellissima anche se Remus si è lamentato un po'. Voleva passare le vacanze con gli altri come al solito- raccontò lei.

-Capito- esclamai. Bene, quindi lui era lontano.

Pensai alla Grecia. Proprio una meta bellissima. Dovevo organizzare proprio un viaggio in Grecia una di queste estati, appena diventata maggiorenne.

-James e Sirius invece sono in giro come al solito. In teoria dovrebbero stare a casa di James, ma questa estate si sono dati al campeggio. Non so esattamente dove siano adesso. Li ho sentiti all'inizio della settimana e mi hanno detto che erano da qualche parte in Scozia- raccontò lei.

Io rimasi interdetta. La guardai accigliata.

-Ma è pericoloso! Con i Mangiamorte e Tu-Sai-Chi che sta uccidendo babbani e maghi se ne vanno in giro da soli?- ero sorpresa, preoccupata e incredula. Non pensavo potessero fare una tale stupidaggine. Joy si strinse nelle spalle.

-Il problema è che se gli dici di no loro lo fanno giusto perché glielo hai proibito. Quindi ormai li lascio fare- rispose lei tranquilla. La guardai sconcertata e sorrise.

-Non ti preoccupare. Pensi che i signori Potter li abbiano lasciati davvero liberi come loro sperano?

Sono sicura che o li seguono o comunque si sono premurati che siano al sicuro in tutti i modi. E poi non c'è bisogno di essere preoccupati. Anche se naturalmente lo sono non ho voglia di farmi prendere dal panico comunque. Non sarebbe l'ideale, vero?- chiese. E notai quanto in realtà non fosse tranquilla. Quanto era davvero preoccupata per loro. Allora sorrisi e annuì.

-Sì, quei due sono terribili. Non penso che neanche Tu-Sai-Chi riuscirebbe a farli fuori, uscirebbe pazzo prima lui- risi, cercando di tranquillizzarla, e sperando davvero che stesse andando tutto bene.

 

***

 

Sirius

James leggeva l'ennesima lettera di Remus ad alta voce.

...e spero che abbiate anche studiato, oltre che andare in cerca di guai nel vostro girovagare. O non ricordate che tra 4 giorni torniamo a scuola? Vi avviso, non vi farò copiare niente! E non ridere James, questa volta dico sul serio.

E tu Sirius non fare quella faccia. Vi assicuro che neanche se mi pregaste in ginocchio vi farei copiare i miei compiti, visto che mi avete lasciato tutta l'estate solo e ve ne siete andati in giro a farvi ammazzare ... – James sbuffò, saltando evidentemente tutta la solita ramanzina che ormai faceva in ogni lettera -.. comunque io torno a casa domani! Se volete passare sono lì! Per quanto le vostre due righe di risposta ogni volta siano così piene di informazioni da non lasciarmi minimamente preoccupato..- fa il sarcastico anche

-..magari mi potrete raccontare cosa avete fatto in questa lunga estate!

Ciao Felpato e Ramoso!

 

Lunastorta”

 

Sbuffai.

-Quindi arriva solo domani? Ma non eri sicuro che nella scorsa lettera avesse detto che tornava ieri???- domandai.

-Sì, ti assicuro che devono aver cambiato idea ora- mi disse James, convinto.

Sì, ne ero convinto anch'io. Intanto eravamo davanti a casa di Remus con la casa totalmente vuota per la loro assenza. Sbuffai.

-Certo. I signori Lupin e Remus sono proprio i tipi che non organizzano una vacanza minuto per minuto. Ne sono convinto- la mia ironia era decisamente molto ovvia.

-Beh, allora comunque è sempre colpa tua. Sbaglio o se tu non avessi perso durante il volo tutte le lettere di Remus a quest'ora potevamo benissimo controllare?- ribatté lui divertito dalla situazione. Per lui ogni imprevisto era solo un motivo in più per divertirsi. Io invece quel giorno ero decisamente stanco. E desideravo davvero un letto e non la solita brandina.

-certo Ramoso. Adesso che facciamo? Non abbiamo portato cibo pensando che avremo trovato Remus a casa- gli feci osservare. Lui si guardò intorno.

-Possiamo andare a mangiare da qualche parte. Se non sbaglio qui vicino c'è una città babbana. Possiamo benissimo andare a prendere qualcosa in uno di quei negozi che chiamano supermercalli. O comunque una cosa del genere- propose James. Io annuì.

-Va bene, però lasciamo gli zaini qui- e detto questo lanciai lo zaino a terra. Si adagiò esattamente sull'aiuola distruggendo un po' di fiori.

E ci incamminammo verso quel paese poco distante.

 

***

 

Lily

Ed eccomi tornata a casa. Che pizza il mio paesino senza mare e niente da fare.

Le giornate passavano con il sottofondo di mia sorella e il suo ragazzo che decisamente non sopportavo più. Fu per disperazione che decisi di andare a fare la spesa io quel giorno. Almeno sarei riuscita a stargli lontano.

 

***

 

Note autrice:

 

ed ecco, penso che sia abbastanza scontato cosa succederà. Ma mi sono resa conto che il capitolo era diventato davvero troppo lungo quindi mi sono fermata qui! Che ne pensate? Sono riuscita a scrivere come al mio solito tante cose senza alla fine arrivare dove volevo arrivare! E adesso ringrazio chi ha letto fino ad ora, chi sta continuando a seguire questa storia e grazie a chi recensisce! Non ho fatto prestissimo ma non ci ho fatto aspettare come l'ultima volta, vero???

 

Grazie a Hayley_Gin91 per la tua recensione! È incredibile come sono riuscita a sbagliarlo di nuovo! Me chiede perdono!

E non sei autolesionista, o per lo meno non tantissimo! Ihihihihihih!!!!

grazie per il sostegno!!! prometto di riprendermi presto! Anzi, posso quasi dire di essermi già ripresa!!!!=) lo sai che ti voglio tanto bene vero????? baci!!!

 

cara malandrina4ever grazie per la recensione! E grazie per la comprensione!!! si, riuscirò a superarlo!!! specialmente grazie alle vostre recensioni!!! =) grazie per i complimenti, non vedo l'ora di leggere la tua prossima recensione!

 

Ciao a tutti! Al prossimo capitolo che spero di pubblicare il prima possibile!!!

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Capitolo 15
*** Quattordicesimo capitolo: supermercalli??? - seconda parte ***


CAPITOLO 14: 

Supermercalli- seconda parte

 

Sirius

Il supermercato, come scoprimmo si chiamava perché scritto a lettere cubitali sull'entrata, era un posto davvero strano.

Certo anche noi maghi avevamo posti dove comprare cibo, anche se per esempio a casa mia mandavamo solo gli elfi domestici in quei posti. Penso che nessun Black fosse mai andato a fare la spesa.

Le eccezioni erano poche e confermavano solo la regola. Ma i supermercati babbani erano davvero strani. Pieni di gente, di tante cose di ogni tipo e troppa confusione. Mentre James frugava entusiasta tra delle buste con dei fili colorati che non avevo idea di cosa fossero, io mi voltai a guardare una scatola con su raffigurante una tazza di cioccolato fumante. La guardai mentre leggevo un grande bollino che enunciava “pronto in due minuti in microonde”.

-Ramoso sai cos'è il microonde?- chiesi, curioso.

Lui emerse dalla gabbia di ferro dove c'erano tutti quei fili con uno rosso brillante e scosse il capo.

-No. Diavolerie babbane. Tu sai a cosa servono questi fili? E perché hanno queste strane forme alla fine e all'inizio?- chiese, guardandole curioso.

-Quelli sono cavi dell’elettricità con spine. E che ci fate qua?- chiese una voce che ci sorprese. Ebbi il tempo di vedere l'espressione curiosa di James prima che si girasse verso la proprietaria della voce. Era incredulo, ma felice e la sua mano passò subito tra i capelli per scompigliarseli ancora di più. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

Lily Evans era davanti a noi con un cestino rosso in mano. E ci guardava incredula. L'opposto di James. Lei era spiacevolmente sorpresa.

-Ciao Evans- disse James, con voce squillante.

-Potter lascia quelle spine e spiegami cosa ci fai qua- ordinò lei impettita. Io intanto sapevo il perché James non parlava. Era rimasto incantato a guardarla. La Evans aveva i capelli rossi leggermente mossi che ricadevano sulle spalle coperte solo da due piccole bretelle della canottiera celeste che portava. Aveva dei pantaloncini corti che lasciavano scoperte le gambe e delle convers ai piedi. Persino a me, anche se non era completamente il mio tipo, sembrava carina.

Per James doveva essere una visione.

Ma James non era James se non si riprendeva in poco tempo. Con una mano si arruffò ancora i capelli ed ero sicuro che il suo sorriso si era ingrandito mentre rispondeva.

-Siamo venuti a trovare Remus, che abita qua vicino, ma visto che non è ancora tornato e abbiamo fame ci siamo avventurati fino a qua.

In questo posto ci sono cose da mangiare, vero?

E cos'è l'elettricità?- chiese curioso.

Evans sospirò.

-Ma proprio qua dovevano finire...- si disse tra se, e la sentì appena, solo grazie al mio udito fino (la trasformazione in cane mi aveva decisamente migliorato l'udito). Sorrisi, mentre lei si guardava intorno in cerca di una scappatoia.

-Perché non pensi di fare babbanologia? Ti servirebbe! Comunque sì, là c'è il mangiare. Io devo andare. Ciao a tutti- e si avviò verso una serie di scaffali. James la seguì subito, trascinandosi dietro ancora quel lungo filo che Evans aveva chiamato cavo elettrico...

Io li seguì guardandomi in giro. Magari riuscivo a trovare davvero qualcosa di commestibile tra tutte quelle cose.

-Tu che ci fai qua invece?- domandò, affiancandola. Lei intanto prendeva con una certa furia le cose dagli scaffali come se avesse fretta di andarsene. No, mi correggo, aveva proprio fretta di andarsene e lasciarci alle sue spalle.

-Sono venuta a fare la spesa, ovviamente. Ma devo correre a casa, quindi scusami- e si avviò veloce verso un altro scaffale. James era la sua ombra.

-E cosa devi comprare di bello?- insistette lui.

-Non credo ti interessi – rispose lei, continuando a mettere le varie cose nel cestino e controllando la lista che aveva in mano.

-Invece mi interessa davvero- disse lui, con tutta la sincerità che dimostrava molte volte di avere.

Lei si voltò un attimo e per la prima volta lo guardò negli occhi. Era impossibile che non capisse che era davvero sincero. Ma poi scosse il capo e tornò a cercare quello che doveva prendere. Si allungò per prendere una scatola sullo scaffale più alto, ma era troppo in alto. Tentò due volte e poi abbassò la mano sbuffando. James la prese subito senza problemi, alzando solo il braccio.

-Volevi prendere questa?- chiese sorridendogli e porgendogliela. Lei si allontanò un po' spiazzata da quanto si fosse fatto vicino e guardò la scatola incerta. Poi scosse il capo e sfuggì veloce.

-No, grazie. Non la prendo- e proseguì per la sua corsa. James rimase interdetto solo un secondo.

Poi riprese a rincorrerla.

-Evans perché sei così ostile? Ti ho solo preso la scatola. Tra parentesi, cosa contiene?- chiese, scrutandola incuriosito e facendola scuotere per sentire il rumore che faceva. 

Lei era arrivata alla cassa e non aveva via di scampo. Doveva per forza fermarsi per aspettare la fila. Sorrisi, era finalmente in trappola. Non sarebbe riuscita a scappare da James ancora per molto. Io mi godetti lo spettacolo. Però ci voleva qualcosa da mangiare nel frattempo. Ci sarebbero stati davvero bene i popcorn. 

Mi guardai intorno e ne individuai una confezione. Li presi, e iniziai a mangiarne un po' mentre James ancora aspettava una risposta che la Evans non sembrava volergli ancora dare.

 

***

 

Lily

Tra tutti i posti in cui si poteva trovare perché era proprio là? Ero riuscita a non vederlo per una settimana intera stando dalla sua vicina di casa, e invece me lo trovavo nel mio solito supermercato a due passi da casa? Ma quanto potevo essere sfigata? E perché era così dannatamente gentile?

Era difficile essere sgarbati con un tipo che ti parla così gentilmente. Dovevo ripetermi continuamente tutte le cose sbagliate che faceva di continuo per continuare a non rispondergli oppure a essere sgarbata. Ora vi chiederete magari il perché.

Ma perché era Potter. Dovevo essere sgarbata con lui. Insomma era insopportabile, egoista, egocentrico, ebete, ottuso, vanitoso, arrogante, borioso, gonfio, pomposo, presuntuoso, sprezzante, superbo e chi più ne ha più ne metta. Probabilmente troverei almeno cento termini da dargli, ma lui continua lo stesso a guardarmi con quel sorriso che fa battere molte ragazze e che a me fa solo venir voglia di picchiarlo.

Perché? Per tutte quelle cose che ho detto poco fa, oppure volete che le ripeto???

Comunque non potevo non rispondere.

Potter capii che non avevo intenzione di rispondere e smise di scrutare la scatola per guardarmi dritto negli occhi.

Rimasi spiazzata come poco fa dal suo sguardo molto più profondo di quanto mi fossi mai resa conto prima. Ok, tra i mille difetti dovevo ammettere che aveva dei bei occhi. Anche se erano banalmente castani erano profondi e grandi, intensi.

-Prendi questa stupida scatola piena di cereali- me la porse di nuovo. Io la presi distogliendo lo sguardo e cercando di ritrovare il filo del discorso.

Promemoria: non guardarlo più negli occhi.

Rimanere incantata a guardarlo avrebbe potuto dare un'idea strana della situazione. Per me Potter era solo un pallone gonfiato. E neanche uno sguardo molto bello e magnetico avrebbe cambiato le cose.

-Grazie- dissi, riprendendomi e dandogli le spalle.

Lo sentì sempre dietro di me e pregai che Scoth, il cassiere, si sbrigasse a finire con i tre signori prima di me.

-Ciao Lily, come stai cara?- mi voltai, senza prima non prendere un grande respiro, e poi mi voltai verso la signora che mi aveva salutato. Era la mia vicina di casa. Una signora anziana molto adorabile, ma abbastanza pettegola e curiosa. Mi sorrise e si voltò verso Potter che mi stava ancora troppo vicino.

-Bene signora Cartlon. Lei come sta?- chiesi educata. Speravo che non arrivasse alle sue solite conclusioni affrettate.

-Bene, i soliti dolori della vecchiaia, ma niente di che. Cara non mi presenti questo baldo giovane?- chiese, indicando proprio Potter. Io sbuffai esasperata.

Aprì la bocca per dirgli che non lo conoscevo, quando Potter mi precedette porgendo la mano alla vecchina.

-Salve signora. Sono James Potter e sono un suo compagno di scuola- disse, più educato di quanto potessi pensare.

-Oh, che bello. Cara non mi avevi detto che avevi un compagno così carino e beneducato- mi disse la signora, come per sgridarmi. Io sospirai e poi mi venne un'idea fantastica. Sorrisi, pensando a quanto avrei adorato la signora Cartlon se ci fosse riuscita.

-Sì, è molto beneducato. E anche molto servizievole. Signora Cartlon non deve prendere altro che quelle due cose?- domandai, intuendo già la risposta.

-No cara, le mie braccia non riescono più a reggere tutte le cose di cui ho bisogno. Il resto me lo faccio portare a casa dai commessi- rispose lei.

-Ma non c'è né bisogno. Potter sarà felicissimo di aiutarla. Gli dica solo cosa deve prendere- dissi entusiasta. Sorrisi perfida guardando lo sguardo sconcertato di Potter mentre la signora, anche lei entusiasta, lo prendeva per la mano e lo trascinava via.

-Oh grazie caro. Sei così gentile ad aiutare una povera vecchia come me. Allora mi serviva una valigetta d'acqua, poi una scatola da sei di latte, e non dimentichiamo la passata. Sai che conviene molto di più prenderla a scatoloni da 12? Oh quanto sei gentile caro. La prossima volta che vieni a trovare la mia cara Lily dimmelo prima così non mi faccio portare le cose prima a casa. Devo prendere solo una 20ina di cose, ho la casa già quasi del tutto piena. e....- e continuò a portarlo via mentre io cercando, di trattenere la lacrime dal ridere, pensavo che finalmente mi ero liberata di lui. Incredibile quanto un evento che sembrava una catastrofe si fosse rivelato uno scherzo così divertente. Lo sguardo di Potter mentre veniva trascinato dalla signora a braccetto era impagabile.

 

***

 

Sirius

Quella ragazza era degna di merito. Era riuscita a intrappolare James. L'aveva fatta a James Potter. Mentre mi sbellicavo dalle risate pensai a quanto avrei preso in giro James per questo.

L'osservai ridente, mentre lo vedevo sollevare scatoloni su scatoloni con la nonnina che non la smetterla di ciarlare. Non l'avessi mai fatto. Una risata particolarmente forte e James mi lanciò subito un'occhiataccia. Si avvicinò veloce seguito dalla vecchietta e sorrise malignamente. No, non avrebbe osato. Ero il suo migliore amico...

-Signora questo è il mio migliore amico Sirius. Anche lui vuole tanto aiutarvi- ecco, ora avrei molto volentieri tirato un pugno a James.

Ma non potei farlo. La signora mi prese con forza la mano, ma dove c'è l'aveva tutta quella forza????, e mi trascinò per altri scaffali.

Incredibile. Due malandrini come noi fermati da una signora alta un metro e un tappo.

Non l'avremmo mai detto in giro, altrimenti addio alla reputazione.

 

***

 

Lily

 

Non avevo mai riso così tanto. Quando tornai a casa mi tenevo ancora la mano sullo stomaco e avevo le lacrime agli occhi. Le asciugai mentre tentavo di far scemare il sorriso, ma tornai a ridere mentre ricordavo ancora il volto di quei due. 

Avrei costruito una statua alla signora seduta stante. E di puro oro!

-Cosa c'è di così divertente?- chiese mia sorella, uscendo dalla cucina e guardandomi acida.

-Niente- dissi sorridendo. Iniziai a posare al loro posto le varie cose che avevo comprato. Poi andai in salotto e mi misi alla finestra.

E poco dopo eccoli arrivare. La signora camminava trionfante davanti ai due che erano sommersi di cose. Avevano tra le braccia scatoloni, buste e valigette di acqua. Per un momento pensai a quando infondo erano stati bravi. 

Insomma, almeno non erano stati sgarbati con la signora e l'avevano davvero aiutata. Anche se del resto con la signora non si poteva dire di no. Proprio perché anche se glielo dicevi lei lo ignorava tranquillamente.

Li guardai sorridendo mentre li vedevo arrivare con difficoltà alla casa della signora che li fece entrare per posare sicuramente tutte le cose al loro posto. Andai in cucina e presi una pesca. Dopo averla sbucciata tornai in salotto e vidi che ancora non erano usciti. Risi ancora e Petunia, entrata in quel momento corse alla finestra curiosa.

-Cosa ti ha fatto ridere? Cosa c'è?- chiese.

Io stavo per rispondergli quando Potter e Black uscirono dalla casa della signora che li salutava.

-E chi sono quelli?- chiese impicciona come sempre, Petunia scrutandoli.

-Non ne ho idea- dissi. Ma poi con mio grande orrore loro si diressero verso la porta della nostra casa. Mi voltai subito verso mia sorella.

-So che l'idea di aiutarmi non ti fa piacere, ma per favore vai ad aprire tu e digli che non ci sono. Fai questa piccola opera di carità- la pregai.

Lei mi guardò, inarcando le lunghe sopracciglia.

Quando il campanello suonò corse ad aprire. Mi avvicinai piano per sentire quello che dicevano.

-Ciao! Io sono James e lui Sirius. Cerchiamo Lily, possiamo parlarle?- la voce di Potter era quella che in genere usava con le svampite che gli andavano dietro. Avrei voluto tanto vedere la faccia di Petunia davanti al suo sorriso. L'avrebbe trovato orribilmente come facevo io, oppure sarebbe stata come una di quelle che gli cadevano ai sui piedi?

-è di là, in salotto- rispose lei piano. E li fece entrare. Guardai con orrore mia sorella. Non ci credevo, non poteva averlo davvero fatto! Insomma, allora mi voleva proprio morta.

Me li vidi arrivare davanti a io incrociai le braccia in segno di sfida, per poi limitarmi guardarli divertita.

-Allora, vi siete divertiti con la signora Cartlon? È davvero una signora gentile, non trovate?- chiesi, prima che parlassero. Ancora mi scoppiava da ridere pensando alle loro facce.

-Devo dire che sei stata molto astuta Evans. Una vera Malandrina!- sorrise Potter. E io rimasi interdetta da quello che mi aveva detto. E dal suo sorriso. Entrambe le cose mi avevano turbato.

Davvero ero riuscita a fare uno scherzo? Ma mi bastò poco per non preoccuparmene più. Il tempo di rendermi conto come rispondergli.

-Non ho infranto nessuna regola, ho solo fatto un favore a una povera vecchina. Tanto sbaglio o vi vantate tanto di quanto atletici siete? Sollevare qualche chilo in più non vi ucciderà- gli feci notare tranquilla. Lo sguardo di Black era qualcosa di simile all'incredulità. Forse non si aspettava che “la santarellina Evans”, come spesso mi apostrofava, fosse capace di fare un innocente scherzetto.

Potter invece mi guardava felice. Sì, era incredibile, ma sembrava davvero felicissimo.

Rimasi incredula mentre quasi si tratteneva dal saltare di gioia. Il che non aveva senso. Perché era così felice? Perché mi sorrideva ancora in quel modo? Non arrogante, non sbruffone, non strafottente. Era soltanto un sorriso felice. E qualcosa di più. Qualcosa che mi confondeva.

 

***

 

James

 

Era fantastica. Era così bella, così trionfante, così divertita, così tanto Lily Evans. L'adoravo quando era così lei. Si, perché Lily Evans era il fuoco. Evans era intelligente, bella e decisa. Ed era anche malandrina. Certo, in senso minimo.

Ma sapeva fare scherzi. E anche se rideva di me poteva continuare a farlo fino alla mia morte. Basta che rideva. Non c'era niente di più bello della sua risata. Mi stava guardando aspettando una risposta e si aggrottò leggermente vedendo che non rispondevo. Mi sorrise divertita. Un sorriso che mi abbaio.

-Che c'è, il gatto ti ha rubato la lingua?- mi domandò. Sorrisi ancora pieno di tutta la felicità che potevo spiegarmi solo perché lei era felice.

Sì, io ero contento e euforico perché lo era lei.

Incontrai i suoi bellissimi occhi verdi, così belli, profondi e incredibili. C'era una luce dentro che sembrava una fiamma sempre eterna.

-No, ancora c'è. Magari non avrai infranto regole, ma non pensavo che potessi fare uno scherzo. Sono contento davvero. Vuol dire che possiedi il senso dell'umorismo!- alla mie parole rise piano, scuotendo un poco i suoi bellissimo capelli rossi che per il sole e forse anche il male erano diventati più chiari. Mi persi nei suoi riflessi fino a quando lei non continuò a parlare.

-Sono sempre divertente. Ma mai hai vostri livelli.

I miei scherzi sono innocui- mi fece notare. Io annuì.

-Sì, è decisamente il tuo stile- dissi soltanto. La vidi confusa e mi resi conto che lo ero anch'io. Ma piacevolmente confuso.

Era una vera impresa stare con lei e parlare senza che lei si mettesse a gridarmi addosso per qualcosa che avevo fatto.

Era strano. Ma era bellissimo. Lei era bellissima!

 

***

 

Sirius

Mi chiesi con un certo sconcerto cosa ci facessi lì. Insomma, loro mi avevano dimenticato da tempo e per me andava anche bene. Andava benissimo perché finalmente le cose stavano andando meglio del solito. Forse, finalmente, James non avrebbe finito una conversazione con la Evans senza che si distruggesse dopo. Perché era stato stupido oppure per le cose che lei gli aveva detto.

Inoltre io avevo notato un grande cambiamento, da entrambe le parti.

Evans era rimasta perplessa e sgomenta dal cambiamento di James. Non che non fosse il solito James, ma vederlo non prendere in giro alla gente e relativamente calmo era una grande cosa per lei. Ed era confusa. Un'indecisione che prima non aveva mai avuto.

E James era perso. Per esempio ora era di nuovo incantato a guardarla. Chissà dove stava volando la sua testa. Quante volte di era ripetuto che aveva davanti la persona più bella del mondo? Conoscendolo almeno cento volte. Quasi potevo vedergli nella testa. E dai suoi occhi non potevo non essere sicuro che era ormai perso per quella ragazza. E, il mio vecchio amico era partito.

Mi voltai e notai che la ragazza che ci aveva aperto ci guardava tra il curioso e l'esitante. La osservai distrattamente. Era una Evans anche lei? Non somigliava affatto alla Evans. Era orrenda.

E poi entrò dalla porta una signora che doveva essere per forza loro madre. Era una signora distinta, di una certa bellezza matura, aveva gli stessi capelli rossi della figlia, ma era più ossuta, come l'altra. Ma aveva un bel viso e un sorriso gentile.

-Non sapevo che avevamo ospiti. Ciao ragazzi- ci salutò lei, sorpresa. Guardai curioso la Evans. Che era arrossita. Decisamente molto arrossita.

 

***

 

Lily

-Ciao mamma. Non era previsto che arrivassero- ecco che arrossivo. Dannazione, ma perché era arrivata mia madre? Perché???? Trucidai con gli occhi Black che visibilmente si tratteneva dal ridere e dallo sfottermi e poi guardai James mentre sorrideva a mia madre e le porgeva la mano per presentarsi.

-Salve signora, scusi l'invasione. Sua figlia ha ragione, ci siamo trovati qui per caso e siamo passati un secondo- era fin troppo gentile. Fin troppo perfetto. Dannazione come faceva a essere così tranquillo? Così a suo agio? Io volevo sprofondare nel pavimento.

-Piacere di conoscerti. Tu sei..- mia madre mi lanciò un occhiata incerta.

-James Potter. E lui è il mio amico Sirius Black. Andiamo a scuola insieme a Lily- si spiegò lui.

-Bene ragazzi. Stavo preparando il pranzo. Quindi scusatemi, vado a cucinare. Volete fermarvi?- chiese lei.

-NO- quasi lo urlai e me ne pentì subito. Mia madre mi guardò scandalizzata.

Potter non si voltò neanche e sorrise a mia madre.

-Grazie mille per l’offerta, ma magari sarà per la prossima volta. Ora abbiamo un impegno- si voltò verso di me e mi strizzò un occhio divertito.

-Alla prossima. Grazie per l'ospitalità e anche per la palestra gratuita! Salve signora- Quello non poteva essere Potter. E neanche l'altro Black. Insomma, non erano educati. Non erano così gentili. Non erano persone civili. 

Ci avevo messo 5 anni per convincermi che erano persone orribili. E ora li vedevo comportarsi come delle persone perfettamente adeguate alla situazione. Ero incredula. Li vidi andarsene sconcertata.

E ancora di più lo era mia madre. Ma in senso negativo.

-Li hai cacciati e poi non li accompagni neanche alla porta? Dove è finita l'educazione che ti ho insegnato? E perché non mi hai detto che venivano? La casa è un macello. Guarda che disordine- e cominciò a farmi la predica. Io guardai la stanza smarrita. Mi sentivo come in una dimensione parallela. Non credevo a quello che fosse successo. E mentre per fare qualcosa mi mettevo a riordinare tutto il disordine che c'era nel salotto (che era soltanto un giornale non impilato a quelli sotto), pensavo che forse era tutto davvero uno strano sogno. Uno strano sogno che mi aveva lasciato davvero tanti dubbi.

 

***

Note autrice: 

Non ho idea da dove sia uscito questo capitolo...

me sconcertata....

cioè era tutto diverso... eppure ho scritto ben 17 pagine di fila senza esitare. Ho cambiato tutto rispetto a quello che avevo pensato...

com'è? È orribile???

fatemi sapere cosa ne pensate!

chiedo scusa se c'è qualche svista. Ho scoperto che il fatto di dover scrivere nei pensieri di uno o l'altro personaggio ha un solo difetto. Il fatto che non posso dire tranquillamente attraverso (per esempio) il punto di vista di Lily i loro nomi ma solo i cognomi. Idem il contrario. Il quale non mi viene naturale. Tendo a scrivere i nomi. Quando parlo di Lily non mi viene da scrivere Evans. Tanto meno per James. Quindi se in qualche parte mi sono lasciata sfuggire un errore del genere scusatemi.

E ora un grazie mille a tutti voi che leggete e che seguite questa storia.

E grazie a chi ha recensito!

 

Hayley_Gin91 grazie mille cara!!!! Pao ti voglio tanto bene!!!!!!! e anche se ti vorrei tirare un po' le orecchie in questo momento ti voglio tanto bene lo stesso!!! allora, cosa mi avevi scritto nella recensione??? si, me pubblica prima che può. Non avere esami e esoneri per il momento è una grande salvezza. Ma non so per quanto continuerà questa storia... per la litigata si Sirius mi viene difficile descrivere le litigate... quindi ho saltato la litigata... anche se forse dovevo farla..

per quanto riguarda Joy.... devo rifletterci. Si, in pratica ti sei creata tutta una storia!! Ihihihihih!!!

no, babbanologia non la studiano loro, ma gli servirebbe. Questo no, è il sesto. Ma in teoria dovrei essere molto sintetica perché voglio passare veloce all'estate tra il sesto e il settimo dove accadrà una grande cosa, e poi al loro ultimo anno. Codaliscia non lo sopporto!!! insomma non riesco a inserirlo sempre, chiedo perdono, ma trovo difficile farlo... tenterò di farlo comparire, del resto c'è a scuola... comunque..

che te ne pare di questo capitolo? È orrendo vero?

Al prossimo commento! Ti voglio tanto bene!!!!

 

cara malandrina4ever, grazie mille per la recensione! Addirittura stupenda la prima parte!!! grazie mille, me piange!!! e poi io vedo molto Lily non una persona che si fa pregiudizi, assolutamente no, ma come una che ormai ha una convinzione precisa. È convinta che Potter e co siano il male. Quindi tutto quello che fanno loro è sbagliato! E poi Lily è Lily. L'ho sempre pensata come una persona che si mette a fare i compiti appena li assegnano. Quindi è sicuro che li ha finiti ora. Grazie mille ancora per i complimenti e per la recensione!! non vedo l'orda di sapere cosa ne pensi di quest'altro capitolo! E di leggere il prossimo capitolo della tua fic sui malandrini che si trasformano!!! =)

 

Beky sono contenta di avere una nuova lettrice!!! Sono euforica anch'io!!!! grazie per i complimenti. Spero che continuerà a piacerti questa storia e che continuerai a farmi sapere se ti piace oppure se trovi qualche cosa che non va!!! grazie davvero per la recensione!!!

 

vi voglio un mondo di bene a tutti sia che leggete, sia che recensite sia che passate solo per un momento su questa fic!!!! =) alla prossima!!!!

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Capitolo 16
*** Quindicesimo capitolo: un viaggio in treno ***


CAPITOLO 15

Un viaggio in treno

 

Remus

Sospirai pesantemente. Dovevo immaginarlo.

Del resto erano i miei migliori amici. Dovevo pensarlo che solo loro potevano fare una pazzia del genere. 

Quindi, quando arrivammo verso casa mia e notammo una nube densa di fumo venire più o meno dal nostro giardino, non mi sarei dovuto chiedere cosa stesse succedendo. Ma che potevo farci? Speravo semplicemente di sbagliarmi.

Invece, arrivati davanti alla casa scoprimmo che il nostro giardino, il giardino venerato dai miei genitori quanto un Dio, era tutto bruciato.

Al centro del falò c'era una tenda, che stava anch’essa bruciando, e i colpevoli si rotolavano a terra come due pazzi, picchiandosi.

I miei presero subito le bacchette per spegnere l’incendio, che ora minacciava anche la casa, mentre io non potevo aiutare perché ancora non ero maggiorenne. Ma potevo intanto uccidere due pazzi. Mi avvicinai a quei due. James, a cavalcioni su Sirius, stava cercando di strangolarlo mentre quest'ultimo gli mordeva un polso.

-La smettete subito?!?!?!- gridai furioso e i due si voltarono appena verso di me sorridendomi.

-Ciao Remus- risposero in coro, prima di ritornare a cercare di uccidersi. Naturalmente non si volevano uccidere davvero. Ero abituato alle loro litigate in cui si divertivano a tirarsi cuscini e a strozzarsi un po', ma in quel momento mi sembrava totalmente fuori luogo. Io li avrei dovuti uccidere per quello che avevano fatto.

-Che ci fate qua???- chiesi.

-Siamo venuti a trovarti. Ma questo idiota ha acceso male il fuoco e ha bruciato tutto- mi rispose Sirius con voce soffocata.

-Chi sarebbe l'idiota? Sei tu che giocavi col fuoco, non io. Hai incendiato tu tutto- ribatté James, stringendo davvero la presa al collo. Vidi Sirius diventare blu prima che James allentasse la presa, sempre dopo un pugno particolarmente forte del quasi morto che stava sotto di lui.

-FINITELA SUBITO!!!!!- gridai.

Tutti e due scattarono in piedi sull'attenti come soldati. Bene, non solo mi bruciavano il giardino e per poco anche la casa, si prendevano la briga anche di sfottermi.

Li guardai furioso. Sentivo i miei istinti da lupo tornare a bussare alla porta. Avanzai piano verso di loro mentre la rabbia combatteva per uscire fuori.

Quei due fecero due passi indietro preoccupati.

Le loro espressioni erano quasi divertenti se non pensavo alla rabbia che avevo ancora dentro.

-Che ne dici Felpato, una fuga ci salverebbe la vita?- chiese Sirius.

-Non lo so. Quando è furioso Remus corre molto veloce. Forse arrampicarsi sarebbe meglio. Tu dici che i lupi si sanno arrampicare sugli alberi?- rispose lui, con un altra domanda.

Avanzai un altro po’, mettendoli con le spalle al muro. E poi i loro volti cambiarono espressione.

Quello che avevo davanti erano espressioni di pura paura. Allora mi voltai. L'espressione ora doveva essere esattamente quella di quei due cretini dietro di me. Puro terrore nel guardare lo sguardo di mia madre che si avvicinava minacciosa verso noi tre.

-Mamma io non centro niente- tentai di difendermi. Ma lei ormai non mi ascoltava già più.

 

***

 

Lily

Non capisco il perché dovevo essere preoccupata.

Ogni inizio anno non ero mai preoccupata. Solo il primo anno, ma semplicemente perché non sapevo cosa potevo aspettarmi.

E ora perché ero preoccupata??? Perché ero rimasta ore seduta sul mio letto invece di dormire tranquilla come al solito? Perché vestirmi era stata una cosa così difficile?

In genere sapevo sempre cosa mettermi la mattina. Era semplice. La prima cosa che vedevo.

Invece rimasi a guardare i vestiti e l'armadio aperto per almeno mezz’ora, senza davvero pensare a qualcosa. Aspettavo la solita intuizione. In genere la mia mente agiva velocemente. Vedeva e collegava subito gli abbinamenti. E io sceglievo. Invece rimasi con la mente vuota per ben 30 minuti. Poi mi alzai, sbuffando, decisa a prendere la prima cosa vicina alla mia mano.

La presi. Era una maglia marrone. Mi piaceva tanto, ma in quel momento non mi sembrò per niente bella. Sbuffando decisi che avrei messo la seconda cosa.

E così avevo fatto per un’altra decina di volte.

Alla fine ero riuscita a infilare dei jeans e una camicetta, ma tutta quella indecisione mi aveva lasciato ancora di più preoccupata.

Perché ero così preoccupata????

Il baule almeno era sistemato e in ordine, già pronto dal pomeriggio prima.

I miei genitori però si dovevano ancora preparare, come al solito, anche se ci avevo messo di più del solito, ero pronta con largo anticipo. E adesso non sapevo cosa fare. Guardai la mia stanza in ordine.

Avevo preso tutto dal bagno? Andai in bagno, controllando di aver preso il mio shampoo preferito. Ma non avevo dimenticato niente.

Scesi sotto e trovai mia sorella intenta a guardare la tv mangiando dei biscotti.

Sbuffai, sedendomi accanto a lei. Non capivo perché ero nervosa. Non vedevo l'ora di prendere il treno per Hogwarts. E allo stesso tempo temevo quel momento. Ma perché mai??

Ma rimanere lì era insopportabile. La stupida telenovela che Petunia stava guardando non mi faceva che venir voglia di abolire la tv. Mi alzai e un'illuminazione mi fece sorridere.

Mi fiondai nella mia stanza e poi aprì l'armadio.

E tirai fuori la mia macchina fotografica professionale. Me l'aveva regalata mio padre molto tempo prima, quando avevo scoperto questa grande passione. Ma da quando ero andata a Hogwarts l'avevo purtroppo abbandonata. 

Ero molto titubante sulle cose babbane. Non ero sicura se fosse possibile portarla a Hogwarts. Naturalmente poi avevo scoperto che non era considerata un oggetto totalmente babbano. Anche i maghi la usavano e quindi potevo portarla a Hogwarts. Ma il secondo anno l'avevo sempre lasciata chiusa nel baule senza mai usarla. E quindi dal terzo in poi avevo deciso di non portarla più. La controllai per bene, per vedere che tutto fosse a posto. Poi scattai una bella foto alla mia stanza con baule per Hogwarts pronto. Questa volta uscì dalla mia stanza sorridendo. Sì, ora andava tutto bene. Niente preoccupazione.

Aprì piano la porta dei miei e trovai mia madre che si stava cercando di sistemare i capelli ancora bagnati. Aveva un'espressione così tanto buffa che scattai subito la foto. Lei si voltò verso di me e mi lanciò un'occhiataccia. 

Risi come una pasqua e scesi sotto. Trovai mio padre già pronto che mangiava un po' di biscotti, rubati dal barattolo dove mia madre fin da quando ero piccola li nascondeva. 

Sorrisi e impressi quel momento oltre che nella mia memoria anche sulla pellicola. Mio padre si voltò verso di me e schiacciò un occhio in segno di intesa. Sorrisi di rimando e andai in salotto. 

Mi fermai silenziosa. Guardai Petunia dall'obiettivo della macchina. Era così assorta dalla telenovela che non si sarebbe accorta di me neanche se mi fossi messa a ballare la samba.

Scattai la foto quando, presa dalla storia, storceva la faccia in un'espressione di paura. Era così buffa che scoppiai a ridere. Una bella differenza rispetto alle grida della protagonista. Notai appena lo sguardo di fuoco di Petunia e ridacchiavo ancora mentre mia madre scendeva pronta dalle scale.

-Dai Lily, non dobbiamo andare?- chiese. Io annuì e salì di corsa sopra. Chiusi con cura la macchina nella sua scatola, presi tutti i rullini vuoti che avevo e misi tutto nel baule. La preoccupazione era sparita. Si, avevo fatto una buona scelta a portare la macchina quest'anno, me lo sentivo.

 

***

 

James

Non vedevo l'ora di prendere il treno. Guardai Sirius che si era quasi addormentato sul letto. Anche se doveva ancora chiudere il suo baule. Guardai Remus, che aveva finito con largo anticipo di sistemare le sue cose nel baule e mi guardava incuriosito.

-Che ti prende James? In genere ogni volta devo minacciare Sirius e te per sbrigarvi e non fare tardi.

Invece Sirius sta dormendo come al suo solito, mentre tu hai finito prima di me il baule e ora lo fissi come se volessi farlo alzare per sbrigarsi. Sbaglio o hai voglia di tornare a scuola?- domandò. 

Sorrisi. Sapevo che era inutile mentire quindi annuì soltanto. Poi presi la rincorsa e mi gettai di peso sullo stomaco del mio migliore amico. Che rispose con un ringhio.

-Sei impazzito?- chiese, imprecando contro di me e cercando di spostarmi di dosso. In poco tempo ribaltò le cose e tentò di soffocarmi con il cuscino.

-Usa almeno il tuo Felpato. Non voglio macchie di sangue sul mio cuscino- sentì Remus sbraitare, mentre io pensavo che anche lui doveva tenere al giardino per non intervenire in mio soccorso. Si stava vendicando a suo modo. Oppure il problema riguardava la sgridata e la punizione che sua madre aveva esteso non solo a noi, ma anche a lui, anche se non c’entrava niente. Certo, passare queste ultime poche ore di vacanza riseminando e concimando tutto il giardino non era stato davvero divertente, se non contiamo il fatto che con me e Sirius era impossibile rimanere seri e concentrati.

Intanto Sirius, invece di cambiare cuscino cambiò discorso.

-Secondo te perché cavolo è così ansiosi di andare sul treno? Pensi che sia per vedere la sua bella?-domandò, sogghignando.

Bastò un attimo di distrazione. Non aveva terminato nemmeno la frase che invertì le posizioni e questa volta ero io a soffocarlo col cuscino. Così imparava.

-Chiudi il becco cagnaccio-

-Attenzione ragazzi. Già i miei vi vogliono uccidere perché gli avete distrutto il loro giardino che curavano con tanto amore e distruggere questa stanza di sicuro non li farà rabbonire. Non vi faranno più entrare in casa- ci avvertì Remus.

Guardai Sirius agitare le braccia fingendo di stare per morire soffocato con fin troppa enfasi, considerato che sicuramente aveva ancora abbastanza aria per soffrire meglio. Lo lasciai andare solo dopo un po’, sbuffando.

-Invece di lasciare respirare la bocca come al solito finisci di fare il bagaglio. Altrimenti perdiamo il treno. Vero Rem?- cercai il suo appoggio.

-Per la prima volta mi trovo d'accordo con James. Il treno non ci aspetta- ribadii Remus. Guardai con gioia Sirius che metteva alla rinfusa le ultime cose e per la prima volta non cercai di mettergli i bastoni tra le ruote, una delle cose che mi piaceva fare.

Era divertente specialmente quando lo facevo a Remus. Ma mi trattenni naturalmente. Dovevamo andare al treno. Di corsa. E non volevo distogliere Sirius finalmente dalla sua opera. Altrimenti avremo davvero perso il treno.

 

***

 

Joy

Strinsi forte mio padre, mentre i miei compagni salivano sul treno. Lui sciolse l'abbraccio e mi scompigliò i capelli, legati nella solita treccia.

Me lo scrollai di dosso infastidita come al solito.

-Papà dai, non sono più una bambina- gli feci notare.

-Sempre la solita storia. Tu sei la mia bambina. Lo resterai anche quando avrai 76 anni e magari sarai nonna. Quindi fatti coccolare dal tuo papà- disse, riprendendomi tra le braccia.

-Va bene papi. Ti voglio bene- l'abbracciai forte. Era terribile doverlo lasciare. Terribile pensare che io andavo a scuola protetta mentre lui era sempre in prima fila nella lotta contro i Mangiamorte.

Il solo pensarci e non riuscivo più a sciogliere quell’abbraccio.

-Ti voglio bene anch'io Josephine. Mi raccomando, cerca di studiare e fai del tuo meglio sempre. E stai attenta, ok?- i suoi occhi erano tristi e preoccupati.

Io annuì.

-Tu devi stare attento. Lo farai per me, vero?- domandai. Lui sorrise e mi baciò la fronte. Poi si allontanò guardandosi in giro.

-Quella non è Lily?- chiese sorridendo e indicando proprio Lily che correva verso di noi. Le sorrisi salutandola mentre di avvicinava. Mi abbracciò contenta.

-Ciao Joy- mi salutò.

-Ciao Lily. Allora, com'è andata quest'ultima settimana?- domandai curiosa. Lei sorrise, ma invece di rispondere salutò mio padre. Anche i suoi genitori si erano avvicinati e sorrisi mentre pensavo che se era corsa a salutare mio padre c'era qualcosa che mi doveva dire, ma in privato.

Salutati tutti entrammo nel treno mentre mi guardavo ancora in giro. C'era poco tempo.

Non capivo il perché non vedevo quei quattro.

Mi rimangiai quello che avevo detto. Quei tre. Peter stava correndo verso il treno e mi sbracciai per salutarlo. Lui ricambiò mentre arrancava velocemente verso il treno. Intanto guardai in giro. E gli altri? Insomma James e Sirius erano sempre in ritardo, ma non Remus. Avrebbero perso il treno, ne ero sicura. Guardai ansiosa Lily e mi sorpresi a incontrare i suoi occhi preoccupati allo stesso modo. Era preoccupata per l'assenza di quei tre anche lei?

Poi una risata simile a un latrato mi fece voltare. Attraversarono di corsa la barriera proprio quei tre, ridendo come pazzi. Naturalmente era la risata di Sirius a risuonare più forte delle altre. Chissà, forse non si erano resi conto che mancavano solo due minuti. Il treno sbuffò forse per avvisarli e allora salirono in fretta salutati dai genitori di Remus. Salutai mio padre che mi strizzò un occhio.

Prima di uscire dalla stazione lui era già sparito.

 

***

 

Remus

 

Eravamo riusciti a salire appena in tempo in pratica.

Il treno aveva iniziato a partire appena prima che James salisse sopra. Ma ce l'avevamo fatta. James chiuse lo sportello e si guardò intorno.

-Allora, dove sarà Codaliscia?- domandò.

-Cerchiamolo- dissi semplicemente e mi incamminai per il treno lanciando sempre un occhiata agli scompartimenti. E lo trovammo con Joy e con niente poco di meno che Lily.

Che mi sorrise salutandomi.

-Ciao Lily- ricambiai.

-Buongiorno Evans!- la salutò anche James, con un sorriso smagliante.

Fu strano vederla esitare. Poi si sciolse in un sorriso anche lei e salutò tutti. James ne rimase incantato. Nel vero senso della parola. Sapevo che in quel momento, se gli avessi tirato il baule in testa, l'avessi appeso con i piedi all'aria o qualsiasi altra cosa, lui sarebbe stato imbambolato a guardare quel sorriso magnifico. Sospirai scuotendo il capo e posando il baule a posto.

Ormai mi ero arreso davanti all'evidenza.

James amava davvero Lily. Peccato che Lily non se ne fosse ancora resa conto.

-Allora ragazzi? Non mi raccontate niente della vostra estate?- chiese Joy curiosa a James e Sirius.

Io guardai esitante Sirius. Speravo non iniziasse a parlare lui. E invece lo fece. Mi sedetti accanto a Lily guardando preoccupato Sirius. Mi avevano raccontato ben poco in quelle ore chini a concimare il terreno, ma quel poco raccontato da Sirius mi preoccupava seriamente. O meglio sapevo cosa avrebbe portato se avesse raccontato quello che aveva detto a me.

-Ce la siamo spassata alla grande Joy. Non hai idea di quanto è bello andare in giro solo con una tenda, un sacco a pelo e dormire dove ti pare, non dover dar retta a nessuno e non preoccuparsi di niente. Vero James?- rispose Sirius. 

James annuì mentre si sedeva di fronte a me. Il suo sguardo era ancora puntato su Lily. Che sembrava in qualche modo fuori posto, ma anche perfetta qui con noi.

Era una sensazione strana. Mi persi qualcosa che aveva detto Sirius mentre pensavo al perché fosse lì. Certo, Joy era la sua migliore amica, ma lei odiava James e Sirius. 

Si rifiutava di stare accanto a loro se non costretta dalla lezione. E aveva tante altre amiche con cui stava sempre. E allora perché era là? Poi mi venne in mente che in genere non stava neanche con le sue amiche sul treno.

Lei prendeva posto con Piton ogni volta. Li avevo visti più di una volta e l'anno precedente con il fatto dei prefetti, li avevo visti chiaramente andare e venire dallo stesso scompartimento.

Ma ora non erano più amici. Forse era per questo che aveva quell'espressione triste. Subito sostituita da una di rabbia e indignazione.

Si alzò di scatto guardando Sirius.

-Bene, vedo che ti rende davvero fiero il fatto che usi le ragazze come degli oggetti. Complimenti, da quel poco che ho sentito ve la siete davvero goduta questa estate- era furiosa e lanciò uno sguardo di puro fuoco a James prima di andarsene. Guardai Sirius maledicendolo mentalmente. Non l'avevo ascoltato, ma non ci voleva molto a capire cosa poteva aver detto. 

Joy si alzò subito mentre Sirius diceva -attento James. Mi sa che è un tantino gelosa- rideva lui. James lo trucidò con lo sguardo, ma entrambi guardammo Joy che con sguardo duro se ne stava andando anche lei dallo scompartimento.

-Dove vai Joy?- domandò Sirius. Io nascosi il viso tra le mani. Ma perché quel cavolo di ragazzo era sempre più cieco?

-Me ne vado così potete raccontarvi e trastullarvi nei ricordi di un'estate da maiali. Sono davvero pentita di essermi preoccupata come una pazza per voi. Non farò più questo errore- e se ne andò sbattendo la porta a vetri.

-Bel colpo Sirius. La tua classe si distingue sempre- la voce di James era incredibilmente molto seria. Ne rimasi stupito perfino io.

Sirius guardò l'amico come se si aspettasse di vedere qualcun altro al suo posto.

-Ma io ho solo detto la pura e semplice verità. Le ragazze cercano le avventure facili in vacanza e non capisco che male c'è ad approfittarne. E quelle due sono esagerate, non ho detto niente di offensivo- ora anche lui sembrava offeso. 

Guardai quei due che forse per la prima volta di guardavano davvero con un cipiglio serio e arrabbiato. Poi James sospirò esasperato e guardò fuori dalla finestra. Chissà cosa stava pensando.

 

***

 

James

Mi aveva sorriso. Mi aveva sorriso davvero. Un sorriso amichevole, un sorriso gentile, magari un sorriso che sarebbe diventato una risata a qualche mia battuta simpatica. E invece Sirius aveva dovuto parlare. Ma perché non chiudeva la bocca giusto per fare qualcosa di nuovo.

Chissà dove era ora. Chissà se era ancora arrabbiata con me. Inoltre la cosa assurda era che io non centravo niente. Sirius aveva avuto più di 20 ragazze quell'estate. Io invece avevo avuto solo lei in testa, nonostante le bellissime ragazze che avevo incontrato quell’estate. 

Non potevo sorridere a nessuna ragazza che mi ricordavo la mia Evans. Pensavo a quanto fosse bella, a quanto invece quella ragazza fosse brutta rispetto a lei, fosse troppo bionda o troppo bruna. 

A quanto solo i suoi occhi verde smeraldo erano belli, nessun'altra li poteva eguagliare. Ma specialmente una cosa che vedevo in lei e che non riuscivo a trovare in nessuna era la sua testa e la sua personalità. Erano tutte così stupide, così vuote, così oche... Lei invece era intelligente. Lei era forte, era simpatica, era unica nel suo genere.

Ed eccomi qua invece con lei che sicuramente pensava chissà che cosa avessi fatto anch’io quell’estate. Distolsi lo sguardo dalle colline verdi che sorpassavamo e notai lo sguardo di Remus che mi fissava. Lui forse capiva. Guardai Sirius invece.

Il mio migliore amico era offeso. Offeso dal fatto che me la fossi presa con lui. Con tutta la buona volontà Sirius non capiva il perché me la prendessi tanto. O il perché Evans e Joy se la fossero presa tanto. 

Appena reso conto della strana attrazione che provocava alle ragazze Sirius aveva scoperto un passatempo che lo distraeva completamente dai suoi problemi familiari. Che gli liberava la testa molto meglio dell'alcol che noi Malandrini eravamo riusciti a tenergli, anche se non sempre, abbastanza lontano. Sì, lui pensava alle donne come oggetti. 

Tranne Joy. Tutti tranne Joy, per lei una vera amica. E le amiche non si toccavano.

Per il resto il comportamento verso tutte le altre ragazze era da stupido, del resto più o meno come al mio. Fino a quando non mi sono reso conto che amavo la Evans. 

Certo molte ragazze erano fin troppo insistenti e allora trattarle male, per modo di dire, era perfino necessario. Ma non ero arrivato ai livelli di Sirius. O almeno speravo di non arrivarci mai.

Il perché Joy si fosse arrabbiata mi era chiaro. Si doveva essere davvero preoccupata per noi.

E l'idea che Sirius invece se la fosse spassata con una ventina di ragazze mentre lei si preoccupava come una matta per lui era la peggiore delle cose.

Povera la mia amica, cotta di quel tontolone di Sirius che non l'avrebbe capito neanche se glielo avessi gridato nell'orecchio. Ma la Evans? Va bene che si era offesa per la poco considerazione di Sirius verso le donne. Era un offesa alla sua categoria.

Ma arrivare addirittura a essere furiosa… guardai Sirius all'improvviso stupito.

-Tu pensi davvero che la Evans fosse gelosa?- chiesi speranzoso. Cercai di trattenere quella speranza che stava nascendo dentro di me, ma era incontrollabile. 

Se la Evans era gelosa forse avevo ancora qualche possibilità. Non che se anche non ne avessi non avrei continuato a tentare di conquistarla. L'amavo, cos'altro potevo fare?

Ma avere davvero una speranza in più..

Sirius mi sorrise, scacciando definitivamente l'espressione ferita. Venne sostituita da quella malandrina.

-Secondo me si Ramoso. È chiaramente gelosa- mi disse.

 

***

 

Lily

-Non sono gelosa. Sono solo arrabbiata del fatto che come una stupida mi sono illusa che fosse cambiato. Quando l'ho visto è stato così gentile. Ma tanto si era fatto chissà quante ragazze prima, ero sicura che fingeva- ormai parlavo a vanvera furiosa. Mi trattenni dal tirare calci alla porta del bagno. Non ero un vandalo. Non mi dovevo lasciare prendere dalla rabbia.

-Tu una stupida? Lily voltati e guarda la regina degli stupidi allora. Quella che per un'estate intera si è tormentata, che non dormiva la notte preoccupata per quei due idioti.

 E invece non pensavano ad altro che alle ragazze. Io sono stupida, decisamente- la voce di Joy era tremante. La mia rabbia si congelò mentre la guardavo cercare di trattenere la voglia evidente di piangere. 

Ma sapevo benissimo che l'idea di piangere sarebbe stata ancora più umiliante per lei. Non voleva piangere per quei due cretini. Non l'avrebbe fatto, no, considerato che lei non piangeva mai.

L'abbracciai di slancio e lei ricambiò nascondendo il viso nei miei capelli. Speravo che quell'abbraccio la potesse far sentire meglio. Speravo che riuscisse a trasmettergli tutte le cose che le volevo dire, ma che non riuscivo a sintetizzare in parole. Speravo bastasse a farle almeno capire che ero con lei.

 

***

 

Sirius

 

Dovevo parlarle. Mi aveva evitato per tutto il viaggio e a cena si era seduta molto lontana da noi insieme alla Evans e altre amiche. Ma non poteva evitarmi in eterno.

Non avevo bisogno degli sguardi dei miei amici per capire che dovevo andarmi a scusare. Anche se non avevo la minima idea di come farlo. Specialmente perché io non chiedevo scusa. Era una cosa impossibile. Una delle tante cose impossibili dei Black. C'era una lista bella lunga delle cose che i Black non potevano fare. Perché? Perché era nei nostri geni.

Era scritto nei nostri geni : 

  1. I Black sono bellissimi; 

2. I Black sono intelligentissimi;

3. I Black non possono amare;

4. I Black non chiedono mai scusa;

 

In realtà ce ne erano molte altre, ma avevo iniziato a sforbiciare questa lista. Il quinto punto per esempio era “i Black saranno sempre e solo Serpeverde”. Ed eccomi qui, io sono un Grifondoro invece. Comunque lasciamo stare tutto questo.

I primi quattro punti sono intoccabili. Insomma volevo vedere qualcuno dire che come tutti i Black io non ero bellissimo. E la mia intelligenza e bravura era saputa e risaputa da tutti. 

Per amare... possiamo semplicemente dire che non essendoci nei nostri geni non possiamo proprio provarlo. L'idea di un Black che ama è ridicola e allo stesso tempo terrificante. Probabilmente quando un Black imparerà ad amare il mondo avrà una fine spaventosa e molto dolorosa.

E il quarto punto era quasi una legge assoluta.

Era semplicemente impossibile che chiedessi scusa.

Però avrei preso Joy e l'avrei sbattuta al muro ora e subito. L'avrei torturata fino a quando non avrebbe ripreso a parlarmi. La mia tecnica era infallibile. Io e James eravamo i migliori e la collaudavamo molto spesso con il nostro caro lupastro per convincerlo ad aiutarci con i compiti.

Con la Mappa del Malandrino la trovai subito. Era ancora insieme a Evans. Sbuffai, mentre pensavo a cosa quella pazza avesse potuto metterle in testa. E se Joy diventava come la Evans? E se invece di stare con noi e ridere con noi dei nostri scherzi, avesse iniziato a guardarci con aria disgustata sgridandoci e trattandoci male? L'avrei mai sopportato?

Non mi ero reso di correre fino a quando non mi fermai e quasi scivolai sul pavimento per colpa di un tappeto davanti alla porta del bagno al terzo piano. 

Mi appoggiai al muro e aspettai la loro uscita. E dopo un paio di minuti, eccole uscire. La Evans fu la prima a notarmi. Mi lanciò un'occhiataccia sperando forse di farmi sparire e si voltò verso le amiche. La seguiva Taira che stava descrivendo non so cosa e poi Joy. Quando Taira si accorse di me chiuse il becco e Joy alzò lo sguardo stupita. E incontrai i suoi occhi di quel castano chiaro, quasi miele. Si fermò e la vidi indecisa.

Io sorrisi.

-Joy ti posso parlare???- le domandai. Si accigliò. Mi dovetti trattenere dal ridere perché aveva sempre una faccia molto buffa quando si accigliava in quel modo, e scosse il capo.

-Non voglio ascoltarti Sirius- disse lei e si incamminò seguita dalle amiche. Io sbuffai e la presi per il braccio con forza, trattenendola.

-Non avrai davvero intenzione di non parlarmi più. Avanti Joy, siamo amici o sbaglio?- Le domandai. Lei mi guardò ora fredda. Provai una sensazione orribile. Essere guardato di nuovo in quel modo era come ritornare indietro nel tempo.

 

***

 

Joy

Stavo per rispondergli che si sarebbe dovuto abituare perché no gli avrei parlato ancora per molto. 

La sua mano calda e grande mi strinse più forte il polso come se non mi volesse lasciare andare. Se non la smetteva di stringere mi avrebbe fatto male. E poi vidi la sua espressione. Mi bastò perdermi in quegli occhi e per rimangiarmi tutto.

I suoi occhi grigio azzurro che si erano spalancati come se avesse... come se avesse paura. Davvero paura. Una voce dentro la mia testa che ricordava incredibilmente quella di James mi rimproverò.

“La freddezza è l'arma che ha ferito molte volte Sirius” mi ricordò.

E mi diedi della stupida. Insomma, lui del resto non provava niente per me. Solo amicizia.

E il fatto che mi ero preoccupata inutilmente non sarebbe dovuto sparire visto che lui e James stavano bene?

Dovevo fargli del male dicendogli che mi aveva ferito? Ferito per qualcosa che lui semplicemente non provava?

Smisi di fare resistenza e distolsi lo sguardo da quegli occhi disperati. Notai vagamente che eravamo soli nel corridoio. Lily e Taira ci avevano lasciato soli. Ma non mi importava in quel momento.

-Cosa volevi dirmi?- chiesi piano. Sentì la sua mano stringermi ancora. Poi mi lasciò. Alzai lo sguardo e lo vidi guardare i suoi piedi.

-Ti avevamo detto di non preoccuparti. Io e James siamo i migliori. Non ci può battere nessuno- la sua espressione sicura e sfrontata nascondeva quasi del tutto la malinconia che aveva provato. Io sbuffai dal naso. Poi lo guardai negli occhi, ora più tranquilli e sorrisi.

-Va bene, se questo era il tuo modo di dire scusami ti perdono. Ma mi devi promettere una cosa- dissi seria. Lui mi guardò accigliato.

-Cosa?- chiese.

-Non voglio sapere nient'altro della tua vacanza. Specialmente non ho intenzione di sentire nessun riferimento a una di quelle dee che ti sei fatto. Chiaro???- mi sforzai di sembrare solo infastidita e non furiosa o ferita come invece mi sentivo.

Lui sorrise e annuì.

-Ok! Adesso torniamo nella Sala Comune- propose lui incamminandosi.

Io mi fermai un attimo. Lo guardai incerta mordendomi un labbro. E poi lo richiamai. Lui si voltò e io lo abbracciai di slancio. Appoggiai il viso del suo petto caldo coperto dalla camicia sbottonata e spiegazzata. 

Lo strinsi forte e lui mi accarezzò un momento i capelli. Poi le sue mani si posarono sulle mie spalle tentando di allontanarmi.

-Lasciami pazza, non respiro. Mi stai stritolando- si lamentò. Io risi stringendolo ancora di più, ma poi lo lasciai andare. Le dimostrazioni di affetto non erano nel suo DNA. Alzò la mano, indicandomi col dito come per sgridarmi e io lo anticipai.

-I Black non abbracciano le persone. Si, me lo hai detto migliaia di volte- lui mi guardò fingendosi infastidito. Poi scoppio a ridere come me e insieme tornammo nella sala comune.

 

***

 

Lily

 

Non ero sicura di aver fatto al cosa giusta. Insomma Joy era distrutta per via di Sirius e lasciarla sola proprio con lui non mi sembrava una mossa geniale. Ma se c'era una cosa di cui ero convinta, mio malgrado, era che l'amicizia di quegli strambi Malandrini era indistruttibile. E sapevo che anche Joy ne faceva parte, anche se non come i quattro. 

Quindi sapevo che Black non le avrebbe fatto del male o cose del genere. Ma non sapevo se lei voleva essere lasciata sola con lui. Come amica, se lei mi voleva accanto io sarei rimasta. Ma non mi aveva dato nessun segno evidente.

Si era dimenticata di me e Taira. E allora cosa potevo fare se non andarmene? Arrivata alla Sala Comune rimasi un attimo perplessa. La sala era quasi vuota. Tutto dovevano essere andati via e infatti vidi che era piuttosto tardi. Nella sala però c'era James. Era seduto nella poltrona migliore vicino al fuoco e appena mi vide si alzò subito in piedi. 

Io rimasi interdetta mentre il suo viso appariva incerto e titubante. Una combinazione che pensavo impossibile in quel volto sempre sicuro e deciso.

-Evans so che a te non importerà molto. Ma te lo voglio dire lo stesso- prese fiato e io intanto sentì Taira allontanarsi velocemente. Ci aveva lasciato soli in meno di due secondi.

-Mi è dispiaciuto davvero che Sirius abbia combinato questo pasticcio. Joy è la nostra migliore amica, non volevamo farla preoccupare.

E questa vacanza … beh, Sirius si è divertito quanto voleva, ma io... io non sono stato con nessuna. Perché è da anni che davanti a me vedo solo una donna. Un'unica e sola persona che continua a tornarmi in mente anche se lei mi rifiuta sempre- la sua voce era seria, profonda, quasi matura, anche se non del tutto. Lo guardai incerta mentre il mio cuore batteva a mille. 

Cosa mi avrebbe detto? Quello che pensavo io? Ero io quella che lo rifiutava sempre, vero? Incredibile quanto non ne fossi più davvero convinta.

E io cosa avrei risposto? Mi sarei dovuta arrabbiare per quello che stava per dire?

Lui aprì la bocca e poi si bloccò all'improvviso, mentre dal ritratto entrarono Black e Joy. Io arrossì pensando a quanto avrei voluto che non tornassero proprio in quel momento. Poi ci riflettei un attimo su. Ne ero proprio convinta?

Black ci guardò un secondo incerto.

-Abbiamo interrotto qualcosa?- chiese guardando Potter che sorrise.

-in realtà sì, Felpato. Ma ormai mi sono arreso. La tua vita è sempre un continuo disturbo- l'occhiataccia con cui ricambiò Black era un chiaro monito di quello che sarebbe successo. 

Mi spostai appena in tempo per lasciare passare Black che si gettò sopra Potter afferrando contemporaneamente un cuscino dal divano e colpendolo a più non posso. Mentre il mio cuore tornava a un ritmo normale e mi chiedevo perché avessi una sensazione di fastidio del tutto involontaria, mi voltai verso Joy.

Rideva tranquilla, ogni preoccupazione sparita.

Sorrisi e mi incamminai verso la mia stanza, lasciando quei due a scannarsi e chiedendomi cosa Potter mi volesse mai dire.

 

***

Note autrice: 

 

Chiedo venia. Mi dispiace. Questo capitolo doveva arrivare molto prima ma mi sono ritrovata nel vero senso della parola bloccata. Quando poi mi sono sbloccata o scritto molto più di quanto pensavo. Sono arrivata a scrivere 27 pagine... penso siano troppe, ma visto che cavolo parlano tutte solo di una giornata non mi sento di dividerlo il capitolo... spero che non sia così lungo da causare noia... almeno spero che siete riusciti ad arrivare qui non dormendo. Devo esercitarmi decisamente a essere più sintetica e non perdermi in tutte queste parole....

Allora, cosa vi volevo dire d'altro? Volevo ringraziare chi ha letto lo scorso capitolo, chi lo segue e chi lo ha tra i preferiti. Per non parlare di chi si ricorda di questa storia!=)

grazie!

E un grazie a chi ha recensito! Me tanto contenta!!!

 

Cara Hayley_GIn91 ti piace questo verde' a me lascia un pò perplessa. Hai visto, Joy è innamorata di un malandrino, ma non di James. Spero di ricevere una tua recensione! Ti voglio tanto bene!

 

Cara beky grazie mille per i complimenti. Sono contenta che Lily ti sia piaciuta e anche che la mia idea di due malandrini al supermercato sia risultata addirittura geniale. Guarda che così mi monto la testa! =P scherzo comunque grazie davvero. Che ne pensi di questo capitolo? E del verde? Penso che proverò a sperimentare un po', altrimenti torno a viola! Bacio!

 

Cara malandrina4ever grazie per la recensione. Si, Lily è un mito e se avessi davvero molti soldi farei una statua d'oro alla signora per essere riuscita a domare i Sirius e James! =)

grazie per i complimenti, spero davvero di essere migliorata. Anche se penso che mi perdo troppo nei particolari forse.. tu che ne pensi? Spero di ricevere anche la tua recensione presto=)

 

scusatemi ancora per il ritardo e grazie a tutti quelli che leggeranno questo capitolo. Spero di non avere più blocchi e quindi di poter scrivere e pubblicare presto. Bacio!!! alla prossima!!!!

 

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Capitolo 17
*** Sedicesimo capitolo: tu cosa fai??? ***


CAPITOLO 16: 

Tu cosa fai???

 

James

Cosa potevo farci con Sirius??? Era incredibile come riusciva a comparire nei momenti meno opportuni. Ero quasi riuscito a dichiararmi alla Evans. Forse davanti a una seria dichiarazione lei avrebbe capito finalmente che non la volevo prendere in giro.

Ma qualcosa mi diceva che non sarebbe bastato solo questo... comunque non aveva senso piangere sul latte versato, pensai mentre guardavo il soffitto pensando allo sguardo della Evans quando ero stato interrotto. Chissà se....

 

Remus

 

-E James è partito di nuovo. Ma cosa gli prende in questo periodo? È sempre con la testa per aria- osservò Sirius ad alta voce. Aveva ragione, e infatti James non alzò neanche lo sguardo, quasi non avesse neanche sentito cosa aveva detto Sirius. Il che probabilmente era vero.

-è innamorato. Capiterà anche a te prima o poi- gli dissi sorridendo. Inutile guardarlo, sapevo già quale era la sua espressione.

-Io non mi innamorerò mai e questo lo sai benissimo Rem. E James sembra sempre di più uno stupido continuando così- sbottò.

-Non so se hai ragione. Comunque che ne pensi di dormire? Se smetti di parlare forse io ci riesco- gli feci notare.

Lui sbuffò. Guardò Peter che russava già. E Poi James, l'unico che come lui anche alle due di notte era pronto a fare cagnara insieme. Ma che questa volta, anche se non dormiva, sembrava essersi rintanato nel suo mondo di sogni. Sirius si sarebbe arreso?

-Dormire... non ho sonno. Mi chiedo perché non è una notte di luna piena. Ecco cosa ci voleva, una corsa nel parco con un lupo mannaro. Che ne pensi di andare a farci un giro?- chiese entusiasta.

Io mi lasciai scappare uno sbadiglio enorme.

-Tra una settimana c'è la luna piena, non ti basta?

E alle sette ci dobbiamo svegliare per le lezioni. Forse non ti ricordi, ma domani ci aspettano due ore di Trasfigurazione. E la McGranitt non sarà contenta di vederti dormire in classe- ma lui non si arrese.

-Almeno andiamo a mangiare qualcosa?- chiese, sedendosi sul letto speranzoso.

-Non sono Peter, Sirius. Ho mangiato più che bene a cena e ora non ho altro che voglia di dormire.

Aspetterò la colazione senza problemi- non ero mica dipendente dal cibo come loro.

-E se andassimo a mangiare cioccolato? Una bella tazza di cioccolato caldo con una spruzzata di panna sopra, arricchito con noccioline e scaglie di cioccolato fondente?-

Nonostante la mia risolutezza, non potei non immaginare quella belle tazza fumante di cioccolata esattamente come l'aveva descritta.

Guardai Sirius sbuffando, perché sapeva come tentarmi.

-Io non mi alzo dal letto, anche se mi tenti in tutti i modi. Cerca piuttosto di svegliare il bel addormentato- e detto questo nascosi il viso nel cuscino. Non mi dovevo lasciare convincere da Sirius a infrangere le regole per un qualcosa che infondo non era necessario. Anche se tremendamente squisito.

-Sì, è più facile svegliare Peter dal suo letargo piuttosto che svegliare Ramoso da uno dei suoi sogni ad occhi aperti- sbuffò anche Sirius, tornando a sdraiarsi sul letto. Forse questa volta si sarebbe arreso.

E invece, poco dopo, si alzò in piedi. Aprì il baule di James e veloce prese quello che pensavo fosse il mantello dell'invisibilità.

-Ramoso lo prendo in prestito. Buonanotte ragazzi- e, presa la scopa, si avviò verso la porta.

-Sirius, ma dove hai intenzione di andare?- chiesi sedendomi di scatto.

-A vedere se qualcuno è disposto ad accompagnarmi a mangiare qualcosa- rispose semplicemente.

Ci pensai un attimo.

-Non combinare disastri. E specialmente... portami la tazza di cioccolato- il mio tono era molto serio e Sirius rise mentre se ne usciva dalla porta. Sospirai e guardai James. Si era addormentato. Ecco perché Sirius era stato così propenso ad andarsene.

Sospirai e tentai di addormentarmi. Ma in mente avevo solo la tazza di cioccolata…. Dannato Sirius!

 

***

 

Sirius

 

Superare le scale magiche, che si trasformavano in scivolo e perciò erano una trappola per qualsiasi ragazzo tentasse di salirle, era stato fin da subito una sfida che io e James avevamo affrontato immediatamente, e superato alla grande decidendo di volare con la scopa per superarle.

E io e lui sapevamo benissimo volare. Mi venne in mente che ora che mancava un cacciatore alla squadra ero deciso a far parte anch'io del gioco. Basta stare negli sparti e lasciare a James tutta la gloria.

Anche io me ne sarei preso una grande fetta. Atterrato sul pianerottolo, individuai subito la porta della stanza di Joy. Ero andato altre volte da lei così, con tutti gli altri. Anzi, a dire la verità era stata quasi la prima sfida che avevamo affrontato. Le scale non ci permettevano di passare? Dovevamo superarle, non pensate?

E quindi sapevo dov'era la sua stanza. E anche, se non avevano cambiato recentemente, cosa che non speravo, dov'era il suo letto. Aprì piano la porta e trovai cinque ragazze addormentate profondamente.

Elen, una mia fiamma di due anni fa, russava come un elefante. Ero contento di essermi stancata di lei piuttosto presto e non essermi mai trovato con lei il tempo necessario per sentirla russare così.

Mi avvicinai alla finestra, che illuminava in quel momento il pavimento in mezzo a due letti. La luna era già forte da illuminare il profilo di tutte e due i letti, ma sarebbe stata piena solo tra una settimana.

Alla sinistra della finestra c'era la Evans. Notai solo che era composta anche nel sonno. Quella ragazza era assurda. E poi individuai il botolo alla destra della finestra. Il modo di dormire di Joy era decisamente divertente invece. Dormiva raggomitolata come un gatto. Si legava quasi con la coperta, ruotando su di se e sembrando ancora più piccola. Il che era incredibile considerato com'era piccola. Era minuscola. 

I letti a una piazza sono sempre tremendamente piccoli, ma per lei erano enormi. Una sproporzione. In quegli anni la prendevo sempre in giro per questo. E lei protestava dicendo che eravamo noi che stavamo diventando giganti.

Mi avvicinai e tentai di liberarle almeno il viso per tentare di svegliarla. Riuscì a spostare la coperta di poco, ma intravidi il suo viso. Era così... come si potrebbe definire? 

Devo rivedere un attimo il mio enorme dizionario mentale per trovare un termine adatto. Tenera, ecco come sembrava. Quasi davvero una bambina piccola che dormiva tranquilla, senza preoccupazioni o altro, indifesa davanti al mondo che lei vedeva solo in rosa.

Mi dovetti fermare dal ridere forte per il mio pensiero.

Joy indifesa? E per di più che vedeva tutto rosa?

Mi dovetti quasi mettere tutta la mano in bocca per non svegliare le ragazze. Joy non era per niente indifesa. Se qualcuno le faceva un torto lei picchiava lui e poi te, se avevi osato difenderla. E non sto esagerando. L'aveva fatto molte volte con noi Malandrini, troppo protettivi per i suoi gusti. E anche con suo fratello, era stato sempre uno spasso, guardarli.

Troppo divertente vedere chi la vinceva prima.

Piano le toccai la guancia. La punzecchiai con un dito. Poi le tirai piano una ciocca di capelli sfuggiti dalla treccia con cui li teneva sempre legati.

Lei si mosse piano, infastidita, ma non sveglia. Sospirai e la smossi un po’, prendendola per la spalla. E lei si mosse tanto che anche la sua testa era scomparsa sotto la coperta. Rimasi un attimo interdetto, poi presi la coperta che aveva mollato e la sollevai. Joy su stringeva al petto le gambe, dormendo ancora profondamente. La scossi un'altra volta e le sussurrai all'orecchio

-Joy! Svegliati pelandrona. È tardi- la vidi rabbrividire, probabilmente perché non era più coperta, e poi sbattere piano gli occhi. Ancora in quella posizione mi fissò confusa, poi sorrise. E rimasi interdetto. Era così bello quel sorriso.

 

***

 

Joy

 

Quella notte stavo facendo dei sogni molto strani. Prima ero sul lago che camminavo sull'acqua, e adesso sognavo di avere accanto Sirius. Com'era bello illuminato dalla luna e così vicino a me. Mi aveva sussurrato all'orecchio, procurandomi un brivido lungo la schiena, per via del suo tono così roco e basso.

Sorrisi, pensando che almeno nel mio sogno Sirius forse non era così insopportabile come nella realtà. Insomma, non poteva saltare addosso alle ragazze anche nei miei sogni. Altrimenti sarebbe diventato tutto un incubo. 

Lui rimase immobile e io mi accigliai, pensando che avevo stranamente tanto sonno per sognare. Sbattei gli occhi pesanti ancora per un po', aspettando che il Sirius del mio sogno facesse qualcosa. Lui poi sorrise, il suo sorriso malandrino, e si avvicinò ancora a me.

-Finalmente ti sei svegliata. Allora, vieni con me?- domandò, stranamente molto piano.

-Svegliata? Ma io sto dormendo. E dove mi vuoi portare?- chiesi anch’io, alzandomi incerta. Quanto ero stanca per poter essere stanca anche in un sogno?

-Parla piano. A differenza delle tue compagne, che stanno dormendo, tu sei sveglia. O almeno lo sei più o meno. Ma ti sveglierai appena arrivati alle cucine- era entusiasta della sua idea. E io iniziavo a non credere più che fosse un sogno. Sirius era capace di venirmi a svegliare la notte per portarmi a mangiare nella cucina, infrangendo una decina di regole in una volta? La risposta naturalmente era si. Il sorriso scomparì dal mio viso.

-Cioè, tu mi hai svegliato perché non vuoi andare da solo a mangiare?- domandai incredula.

-Non alzare la voce. La Evans mi uccide se mi trova qua! E comunque si. Ho fame e voglio mangiare qualcosa con te. Sbaglio o sei stata tu a non cenare con noi? Voglio stare con te, ti sembra una cosa tanto orribile?- mi chiese scocciato. Io lo guardai incredula. Diceva sul serio??? Poi vidi il suo sguardo serio trasformarsi in un ghigno. Lo colpì forte con un pugno al petto. E mossi il braccio indietro per caricarne un altro.

 

***

 

Sirius

Altro che indifesa. Se continuava così sarei diventato viola per i lividi. Ma dove la teneva tutta quella forza. Le bloccai i polsi prima che mi tirasse altri pugni e la guardai mentre cercava di liberarsi. Possibile che non ci era cascata? 

Vedete, Joy non è una ragazza normale. Con le altre basta un sorriso e una frase smielata e ti cadono praticamente sui piedi.

-Avanti Joy, non mi uccidere proprio ora. Non avevamo fatto pace?- le chiesi. Lei tentò di liberarsi ancora e poi sbuffò esasperata. Mi fulminò con lo sguardo e poi la liberai.

-Andiamo?- chiesi, sorridendo. Lei sbuffò ancora. Poi poggiò i piedi per terra e guardò il pavimento.

-Trovami le ciabatte e andiamo- acconsentì. Sorrisi. Chi meglio di un cane poteva trovare delle pantofole?

 

***

 

Lily

 

Guardai Joy contenta. Era spensierata, tranquilla e serena. A differenza di me. Non sapevo cosa non andava nella mia vita ora. Insomma, lo studio andava bene, le materie mi piacevano sempre di più e a quanto sembrava ero pronta il prossimo anno a diventare niente meno che Caposcuola, a detta dei professori. Eppure qualcosa non andava. 

Inutile dire che non lo sapevo... insomma c'era una sola cosa che non andava. La maggior parte delle volte cercavo di non pensarci e negavo. Ma la verità è che mi mancava. Mi mancava da morire. Era da sempre stato il mio migliore amico. Perché ora non lo era più?

Sei stata tu a cacciarlo, ricordi? Mi ricordò la mia voce interiore. Sì, questo lo sapevo. Ma perché se lo era meritato. Insomma era cambiato, e in peggio. Avevo cercato di aiutarlo, ma lui non aveva voluto aiuto da me, era andato a cercare altre persone che l'avevano solo fatto peggiorare. E non ero riuscita a fermare tutto questo. Ma non volevo pensarci. 

Perché mi dovevo sempre rattristire per quell'idiota? Tirai un calcio al mio baule e sentì un suono che mi fece preoccupare all'improvviso. Mi ricordai cosa avevo portato e ancora non avevo usato quell'anno. Ricordai che anche il primo settembre ero preoccupata. Iniziare la scuola senza il mio migliore amico. E lei mi aveva aiutato. Aprì il baule e tirai fuori la macchina fotografica, che per fortuna stava bene. E iniziai a scattare foto.

Il mio letto ordinato, solo il baule aperto e non parallelo al letto come al solito. Il letto di Joy, ancora scoperto anche se erano le tre del pomeriggio.

Il letto di Mary, coperto da pupazzi. Il letto di Taira, chiuso alla rinfusa. Il copriletto era al suo posto, ma il lenzuolo di sotto si vedeva benissimo arrotolato ai piedi.

Saltai l'ultimo letto e scesi sotto. Evitai la confusione della Sala Comune e scesi subito sotto, per le scale. Scattai una foto alle scale che si muovevano, ai ragazzi che salivano chiacchierando, strappai una foto anche a un quadro che sbadigliava e a un bacio tra due studenti.

Scesi sotto pronta a rubare altri momenti di vita.

Arrivata al cortile scoprì che stava nevicando. La prima nevicata dell'anno. Faceva abbastanza freddo da essere sicura che quella nevicata avrebbe imbiancato tutto molto presto. Una foto alla neve che cadeva dal cielo. Poi una dei ragazzi che correvano a ripararsi dalla neve. Mi sorpresi a vedere correre verso l'entrata anche i Malandrini e Joy. 

Erano così felici insieme. Mi chiesi se anche io sembravo così felice con lui. O almeno se lo ero sembrata anche agli altri. Chissà com'era il mio viso quando ero con lui.

Ma basta. Mi diedi della stupida mentre mi ritrovavo ancora a pensare a lui. Non andava bene per niente. La macchina fotografica non doveva aiutarmi a non ricordarlo? Sbuffai mentre mi concentravo su un cristallo di neve che scendeva proprio vicino a me.

Chiusi gli occhi e sorrisi mentre la neve mi bagnava la guancia. E poi tornai a guardare intorno a me.

Joy era arrivata vicino a me e mi sorrideva.

-Cosa fai di bello Lily?- chiese. Io gli mostrai la macchina fotografica.

-è tua Lily?- domandò Remus, affiancandosi anche lui a Joy.

Annuì. Era strano, ma non riuscivo a trovare la voce.

-A chi fai foto Evans?- chiese Black, arrivando anche lui.

-A niente in particolare- la mia voce mi sembrò stranamente roca. Me la schiarì piano e notai che anche Potter e Minus ci avevano raggiunto.

-Sai che non ti immaginavo con una simile macchina? Sembri... strana con quella macchina in mano- notò Potter. Lo guardai accigliata.

-In che senso strana, scusami?- domandai.

-Niente di che. Solo sei... dannatamente sexy- il suo solito sorriso malandrino mi diede fastidio in un certo senso. Ma mi fece anche battere il cuore forte.

Distolsi lo sguardo dai suoi occhi, dannatamente troppo profondi, e poi scossi il capo.

Stavo per rispondergli probabilmente qualcosa di molto acido, quando Joy abbracciò James e Sirius, i più vicini a lei, e mi sorrise.

-Ci fai una bella foto per favore?- chiese, speranzosa. Io sorrisi e annuì. Tutti e cinque si misero in posa e mi ritrovai a sorridere delle loro facce buffe.

E mi ritrovai mio malgrado a ridere insieme a loro, mentre si facevano le boccacce, oppure le corna a vicenda. Erano amici, e infondo erano anche simpatici.

E forse, ma dico e sottolineo il forse, iniziavano a piacermi.

 

Il giorno dopo sviluppai il rullino con quella pozione magica che avrebbe reso le foto magiche. Sorrisi, mentre le figure comparivano. E mi sorpresi a osservare più del dovuto Potter. Era... bello? Mi accigliai al solo pensiero. Poteva anche esserlo, ma rimaneva sempre il solito idiota.

Guardai l'orologio. Joy aveva detto che mi avrebbe raggiunta per studiare insieme in biblioteca.

Strano che fosse tanto in ritardo. Posai le foto e presi i libri. Forse aveva capito che ci saremo visti in biblioteca.

Arrivai lì e mi sorpresi a trovarla davvero lì, seduta in uno dei primi tavoli che si mangiava le unghie.

Evento strano. Inoltre aveva una faccia incredula e quasi eccitata. Arrivai subito da lei.

-Non ci dovevamo vedere in dormitorio?- domandai.

-Ops. Scusami Lily, non ci ho pensato- disse lei dispiaciuta. Iniziai a prendere i libri e poi la guardai curiosa.

-Cosa ti è successo? Hai una faccia!- le chiesi. Lei arrossì mentre si toccava la faccia.

-Che faccia ho?- domandò.

-La faccia di una che ha qualcosa da raccontare. Dai, sputa il rospo- chiesi, sempre più curiosa. Accanto a me si sedette Mary che ci aveva raggiunto.

-Chi deve parlare? Cosa devi sputare fuori?- chiese curiosa. Sembrava avere sempre un radar per i pettegolezzi quella ragazza.

-Eric Vandom mi ha invitato a Hogsmead- non potè, evitare di arrossire ancora Joy, mentre parlava.

La guardai incredula. Mary, invece, era la quinta essenza delle felicità?

-Davvero? Eric Vandom? Il portiere di Corvonero? Ti rendi conto che dopo i Malandrini è uno dei ragazzi più sexy di Hogwarts?- domandò eccitata anche lei.

-Come è successo?- chiesi incerta. La vedevo lusingata, arrossire e sentirsi elettrizzata. Però l'avevo vista più volte guardare Black. L'avevo notato anche dalle foto che avevo scattato, come se metterle nero su bianco rendesse tutto più reale. E mi sembrava strano che avesse cambiato così radicalmente opinione. Anche se io ne ero contenta. Insomma, Eric era un caposcuola. Era intelligente, diligente e anche molto maturo. Non un bambino come quel Black. Ma in realtà speravo solo che lei non soffrisse.

 

***

 

Sirius

Stavo guardando James giocare col boccino morto di noia mentre attorno a noi la Sala Comune di muoveva eccitata per chissà quale nuovo pettegolezzo. Precisamente le ragazze si muovevano da una parte all'altra. Sbuffai. Non sopportavo quelle oche.

Per me le ragazze avevano un solo scopo.

Ma visto che sembrava proprio che le mie opinioni offendessero troppo persone evitai di dirlo per la centesima volta. Guardai il soffitto annoiato. Non potevo morire di noia così.

-James organizziamo qualche scherzo?- chiesi.

James afferrò per l'ultima volta il boccino e mi guardò, inarcando il sopracciglio.

-Lo dici come se non ne avessimo già organizzato uno meno di un'ora fa. O non abbiamo incendiato l'ufficio di Gazza noi? È stato qualcun altro di cui non conosco i nomi?- domandò lui, come se ne avesse davvero il dubbio. Remus sbuffò da dietro il suo libro di Artimanzia.

-Sirius non c'è bisogno di metterci ancora di più nei guai- mi ragguagliò. Io sospirai.

-Ma mi annoio, cavolo- sbottai, alzandomi stufo della situazione. Mi incamminai verso la mia stanza e James mi lanciò un'occhiata interrogativa.

-Vado a partorire qualche idea- e me ne andai a letto. Forse dormire mi avrebbe fatto bene.

 

***

 

Remus

 

Guardai James incerto. Il boccino poteva andare bene. Il suo sguardo assorto anche. Ma il fatto che Sirius fosse annoiato e che lui non avesse trovato subito un altro modo per renderlo contento come al solito mi preoccupava. Possibile che James avesse capito che la maggior parte di quegli scherzi erano ridicoli?

-Rem, secondo te se chiedo questa volta alla Evans di uscire, mi dirà di nuovo di no?- domandò.

Ecco qual era il problema. Era preoccupato..

-Non lo so Jamie. Hai messo un po' la testa a posto e forse lei sta piano piano cambiando opinione. Ma non penso sia il caso di correre troppo. Lasciale il tempo. Non cercare tu il momento, lascia decidere al caso. Il momento giusto arriverà- gli consigliai. O almeno speravo che fosse così.

Più tempo passava e più James ci stava male.

E mi dispiaceva vederlo soffrire, specialmente perché stava cercando di evitare i soliti scherzi che nascondevano la sua tristezza. Il che voleva dire che appariva triste, cosa che era assurda per James. Irreale. Avrei pensato che stesse davvero male se non si fosse trattato di Lily. 

Non che non soffrisse, proprio perché si parlava di Lily, ma quello accadeva sempre. 

E in quel momento entrarono Joy, Lily e Mary. Ah, li seguiva anche Taira. Joy ci individuò e si sedette sorridente. Il suo sorriso era entusiasta e anche un po' nervoso.

La guardai incuriosito.

-Ciao ragazze. È successo qualcosa di bello?- chiesi. Mary rise e Taira diede una gomitata a Joy nelle costole. Mi chiesi se non le avesse fatto male.

-Taira. Ahi- si lamentò lei.

James, dopo aver lanciato un sorriso enorme a Lily, iniziò a punzecchiare Joy.

-Dai, hai intenzione di dirci quello che dovevi dirci oppure vuoi tenerlo per te?- chiese, mentre le faceva solletico sulla pancia.

-James smettila. Guarda che ti picchio- disse, dimenandosi.

Notai lo sguardo di Lily mentre Joy si gettava su James e lo atterrava per fermarlo dal farle il solletico.

-Allora, se stai fermo parlo, se proprio di tenete- dichiarò quando l’ebbe atterrato. La guardai, inarcando un sopracciglio.

Perché tra le tante cose aveva preso anche l'inclinazione a fare la scena di quei due idioti?

-Questo sabato esco con Eric Vandom-.

Lo sapevo. Era una cosa prevedibile. Durante l'ultima partita avevo visto gli sguardi che lui le aveva lanciato, gol dopo gol.

Non era da lui farsi fare tutti quei punti, specialmente da una ragazza. Era rimasto colpito dalla sua bravura e forza, come molti, purtroppo per quell'idiota di Sirius.

James, invece, sembrava aver perso l'uso della bocca.

-Davvero? Sei sicura?- chiese, alzandosi facilmente, del resto era così leggera Joy, e guardandola serio.

-Certo che ne sono sicura. Secondo te perché dovrei dirtelo se non è vero?- domandò.

Lui si accigliò.

-Un appuntamento con un ragazzo? Un ragazzo che non è un Malandrino?- domandò stupidamente.

-No, guarda esco con una ragazza travestita da ragazzo. Non mi sembra che sto infrangendo nessuna regola, no?- chiese, minacciosa.

Guardai James esitare. Sorrisi. Era facile immaginare ciò che stava pensando.

 

***

 

James

 

Forse non stava infrangendo nessuna legge scritta.

Ma ricordavo benissimo Sirius e il suo discorso al terzo anno che aveva fatto a Marck Stuart.

L'aveva sbattuto al muro e gli aveva chiarito una regola.

Nessuno doveva provarci con Joy. Nessuno tranne noi poteva starle vicina, poteva abbracciarla, poteva toccarla in qualunque modo e poteva uscire con lei. 

Solo noi avevamo il permesso. Non era un legge scritta, ma una legge segnata dai pugni e calci che Sirius avrebbe dato a tutti quelli che l'avrebbero infranta.

-Ehm... Joy io aspetterei a dirlo a Sirius. Magari qualche annetto- balbettai.

-Cosa intendi? Perché non dovrei dirglielo?- domandò accigliata. Certo che si, Sirius poteva essere stupido quanto voleva, ma alcune volte anche lei non vedeva l'ovvio. Chissà se era un problema di noi giovani... forse c'era qualcosa che non andava in quello che mangiavamo oppure in quello che respiravamo. Chissà...

 

***

Note autrice: 

 

ciao a tutti! Ecco il nuovo capitolo, diviso in due parti. Purtroppo non so se riuscirò a pubblicare presto. Ho tre esoneri tutti tra il sei maggio e il 10.

Io dovrei studiare già da un pezzo ma prima volevo finire almeno questo capitolo. Allora, che ne dite? Com'è venuto?

Come pensate la prenda Sirius questa uscita di Joy?

Un grazie immenso a chi ha letto lo scorso capitolo, a chi continua a seguire questa storia, chi l'ha messa tra i seguiti e chi tra quelli da ricordare. E un grazie alle due lettrici che recensiscono! Me tanto felice.

beky grazie per la tue recensione e per le tue parole. I capitoli penso che diventeranno sempre più lunghi se continuo così =) Allora, il blocco dello scrittore sembra momentaneamente scomparso ma ecco l'università che non mi permette di scrivere molto...spero che anche questo capitolo ti piaccia,!bacio!

malandrina4ever grazie mille. La tua recensione mi solleva. Pensavo di essere diventata noiosa. Per i capitoli lunghi, eccone un altro abbastanza lungo. E mi sa che lo saranno sempre di più! =)

sul fatto di Lily sono d'accordo. E alla fine di questo capitolo anche Remus si pone la stessa domanda. Possibile che sia qualcosa che bevono o mangiano o respirano che li renda così ciechi a tutti?

 

non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni.

Fatemi felice! Un bacio a tutti. Alla prossima!

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Capitolo 18
*** diciassettesimo capitolo: tu cosa fai??? seconda parte ***


CAPITOLO 17: 

Tu cosa fai? Seconda parte.

 

Joy

-Perché non dovrei dirglielo?- chiesi minacciosa a James. Tanto a Sirius non era fregato mai niente di me. Lui mi guardò incerto. Poi si voltò a guardare Remus. Una richiesta d'aiuto che Remus accolse, anche lui incerto.

-Vedi Joy.. sai com'è Sirius... quello che James cercava di dirti è che non sappiamo come potrebbe reagire-

Stavo per ribattere, quando James mi interruppe, ridendo.

-Avanti Rem. Non sappiamo come potrebbe reagire? Lo sappiamo benissimo come reagirà-

Il commento di James mi lasciò perplessa. Lo guardai con aria di sfida.

-E come dovrebbe reagire, scusami?- per me era ridicola tutta quella situazione. Pensava di poter avere per me una gelosia fraterna? Di fratello ce ne avevo già uno e mi bastava. Avrei voluto che Sirius mi considerasse un po' di più, ma visto che chiaramente non era così poteva soltanto andarsene a friggere.

-Va bene Joy. Vuoi sapere come reagirà Sirius!? Vaglielo a dire allora. Ma poi non venire a dirmi che noi non ti avevamo avvisato, chiaro? Io sarò disponibile a salvare dalle mani di Sirius solo te, di quel portiere da strapazzo non mi interessa niente- il tono di James era di totale sfida e io, ora furiosa più che mai, mi alzai di scatto per vedere realmente come Sirius avrebbe risposto.

 

***

 

Sirius

Stavo per cadere nel mondo dei sogni.

L'avevo quasi raggiunto, mi mancava solo qualche passo, quando qualcosa, invece, mi cadde sullo stomaco.

Dalla quantità di peso e dal profumo, ormai il mio fiuto era molto più canino che umano, riconobbi Joy.

La guardai accigliato.

-Che c'è? Non vedi che stavo dormendo?- chiesi.

-Tu dormi sempre Sirius, che ci posso fare io?

Comunque ti devo dire una cosa- e si interruppe, come per cercare le parole. Io mi voltai verso di lei poggiando la testa sulla mano, e la guardai curioso. Certo, ero ancora infastidito perché stavo davvero quasi dormendo. Ma del resto non ci voleva molto a riaddormentarmi.

La vidi mordersi il labbro, seccata, ed esitare più del dovuto. Molto più del dovuto. Io mi sarei addormentato a momenti se non avesse parlato.

-Cos'è? Hai combinato qualcosa di male? Mi hai rovinato la scopa oppure qualcosa del genere?- chiesi, tentando di convincerla a sputare il rospo.

Lei esitò ancora un po'. Poi sospirò e iniziò a parlare a raffica.

-Vedi questo sabato vado a Hogsmead con Eric Vandom. Nient'altro, niente di cui preoccuparsi.

È solo quel cretino di James che mi ha guardato come se fosse una cosa tremenda. Non perché secondo lui pensa che Eric abbia ricevuto un bolide troppo forte. Anzi, sono sicura che lo pensa, del resto perché mai un ragazzo si dovrebbe trovare a uscire con una come me, ma...-

Stava vaneggiando. La lasciai perdere nei suoi sproloqui, mentre pensavo al succo del discorso.

Joy usciva con un ragazzo. Non con un Malandrino, con un ragazzo. Un ragazzo più grande di lei, un ragazzo che molto probabilmente la trovava fantastica, la trovava bella, la trovava unica. Una delle cose che avevo sempre temuto: il momento in cui le persone di sarebbero rese conto che tipo di persona era Joy. Il momento in cui avrebbero notato questi particolari che fino ad ora noi Malandrini avevamo goduto e tenuto per noi.

Che io avevo tenuto specialmente per me. E adesso usciva con un ragazzo.

James gli aveva già preannunciato una catastrofe.  Catastrofe che sentì crescere dentro di me. Una rabbia immensa, incontrollabile.

Non potevo permettere una cosa del genere. Non potevo realmente lasciare correre e basta. Dovevo riuscire a fermare tutto questo.

-Tu non esci con nessuno- dissi chiaro, perentori, ma cercando di restare tranquillo.

Joy inarcò il sopracciglio e mi guardò stupita, bloccata nel mezzo del suo lungo monologo che io non stavo più ascoltando da un pezzo. Quando si fu ripresa chiese semplicemente.

-Cosa?-

-Mi hai capito bene, tu non esci con nessuno- ripetei freddamente. Mi resi appena conto del suono che aveva avuto la mia voce e comunque lo ignorai.

-E perché Sirius? Perché non dovrei uscire con chi mi pare?- mi domandò, arrabbiata.

-Perché... perché no. Non ha idea di cosa vuole quello da te. I ragazzi danno appuntamenti alle ragazze sempre per secondi fini. E tu non sei una ragazza da secondi fine, chiaro? Tu non sei una ragazza con cui si può uscire- il ragionamento per me era fin troppo ovvio. Le cose andavano così, chiaro e tondo.

Ma a lei non sembrava essere chiaro come a me. Mi guardò come una furia e iniziò a gridarmi contro.

 

***

 

James

Remus mi lanciava occhiate preoccupate.

Evans e le sue amiche guardavano la scala dei dormitori dei maschi incerte se essere preoccupate o curiose. Anzi, la Evans era solo preoccupata.

Incrociai un’altra volta lo sguardo di Remus.

-Adesso andiamo. Solo un attimo. Aspetto solo il segnale giusto- lo rassicurai. E dopo poco arrivò il segnale. Un grido da parte di Joy. Un grido arrabbiato, furioso, in risposta di una qualche cosa detta da Sirius. Ecco, ora Joy aveva sicuro capito perché non doveva dirglielo. 

Avevo vinto ancora la sfida. Ora potevo cercare di non far sfociare tutto in un massacro. Anche se sarebbe stato forte vedere chi la vinceva. Sirius aveva da parte sua la sua altezza e forza in più, ma Joy non era da sottovalutare.

Io stesso ne avevo fatto le spese molte volte.

Salito le scale aprì la porta della mia stanza e trovai Sirius e Joy gridarsi addosso come belve feroci.

-Dimmi Sirius perché io non sarei una ragazza con cui si può uscire???? Cos'è che secondo te mi manca???- gli stava gridando Joy.

-Non è quello che ti manca cavolo, ma quello che hai. Tu hai cervello. Non capisco il perché devi iniziare a farti usare come un oggetto dai ragazzi- ribatté Sirius. Dovetti ammettere che la risposta di Sirius non era malaccio.

-Un oggetto? Non capisci che siete voi, i ragazzi come te, che trattano le donne come oggetti?? E io non mi sto trasformando in un oggetto solo perché voglio uscire con un ragazzo. Non capisco cosa c'è di male. E non è detto che sia un pervertito come te-

Anche Joy non scherzava in fatto di urla.

-Certo. Se quel cretino è un santo io sono un angelo.

Puoi dire quello che vuoi, tu con quello non ci esci- Sirius era determinato a non cambiare posizione.

Joy era pronta a staccargli la testa a morsi.

-Ragazzi un attimo di calma. Sirius gli puoi dire per favore il motivo per il quale non vuoi che Joy esca con altri ragazzi?- la mia voce seria sconcertò Sirius. Ma non quanto la risposta che non riusciva a dare.

Dannazione Sirius, usa un attimo di cervello e lascia stare le tue convinzioni da idiota. Su, dai, non ci vuole tanto. Dille la verità.

Sapevo che Sirius riusciva benissimo a leggere nei miei occhi. Per questo distolse di corsa lo sguardo guardandosi le scarpe.

Poi guardò Joy.

-Va bene, esci con chi vuoi, fai quello che vuoi.

Di te non me ne frega più niente- e se ne andò sbattendosi la porta dietro. Rimasi di sasso.

Ehi, Sirius, ma allora sei proprio scemo????

Guardai Remus che sembrava essere della mia stessa opinione. Poi guardai Joy. Stava tremando di rabbia.

Non una lacrima scendeva mai dai suoi occhi.

Lei non piangeva, esattamente come Sirius. Due teste vuote, in effetti quei due si erano proprio trovati.

-Va bene, se è quello che vuole sarà quello che avrà- e senza ascoltarmi, mentre la richiamavo, se ne andò dalla stanza sbattendo anche lei la porta.

Ancora incredulo da tutto ciò che era accaduto guardai sconfitto Remus.

-Vedi con chi ho a che fare ogni volta? E ti ricordo James che anche tu sei una testa vuota come loro, quasi sempre-

 

***

 

Sirius

Non voleva ascoltarmi? Bene, io non le avrei più parlato. Poteva fare quello che voleva con quel cretino. Io non mi sarei interessato. E se si ritrovava poi in lacrime per colpa di quel cretino non l'avrei mai e poi mai consolata. Le avrei detto “te lo avevo detto” e l'avrei lasciata sola. Si, non mi interessava niente. Certo, avrei anche ucciso quel portiere da strapazzo.

Sì, un minimo passo falso e di lui non sarebbe rimasto neanche un ricordo.

E di Joy non mi interessava più niente.

No, decisamente niente. Per me non esisteva già.

 

***

 

Lily

Guardai Joy. Stava tirando calci ovunque. Al suo baule, agli scatoloni sotto i letti delle ragazze, ai miei libri sotto il letto. Si gettava sul letto e tirava pugni al cuscino. Non riusciva a stare ferma un attimo.

-Joy- tentai di chiamarla. Ma lei non ci pensava.

Non mi ascoltava.

-Joy..- tentò di chiamarla anche Mary.

Ma lei continuava a tormentare il cuscino.

Tra poco sarebbe diventato solo un cumulo di piume.

Guardai Taira. Lei si strinse nelle spalle, non sapendo cosa fare. Anche io non sapevo cosa fare.. del resto, cosa di poteva dire in un caso del genere?

Forse “Joy sei sicura che non provi niente per Black?” non lo trovavo possibile. Non trovavo possibile dire una cosa del genere. Non riuscivo a capire perché lei dovesse amare un cretino come Black.

Insomma, era un pazzo, un cretino, uno stupido, un maiale che non faceva altro che andare con mille ragazze, fare scherzi idioti a tutti quelli che lo contraddicevano e stare con quel Potter.

Insomma, come si poteva voler bene a un tipo come lui? Anzi, come si poteva amare un tipo del genere?

Perché quello scatto di gelosia? Perché era così preoccupata della sua reazione allora?

Chiusi gli occhi non sapendo cosa dire e mi venne in mente il volto di Potter. Li aprì di colpo, spaventata, anzi, inorridita. Cosa c'entrava lui in quel momento?

Stavo forse avendo incubi ad occhi aperti?

Rimasi immobile sul letto mentre pensavo che probabilmente la mia mente stava andando verso la pazzia.

 

 

Fu varie ore dopo, mentre Joy dormiva, che mi alzai dal letto non riuscendo più a dormire. Mi tornava in mente il volto di Potter. Troppi incubi quella sera.

Mi sedetti sulla poltrona migliore vicino al camino nella sala comune e mi soffermai a guardare il fuoco. Era così bello il fuoco. L'unico elemento della natura che tendeva ad andare verso l'alto, sfidando le leggi della gravità. Il solo elemento capace di distruggere, ma anche di dare vita.

Bello... era così bello.... la stessa vita che c'era sempre in un paio di occhi nocciola.... com'erano belli quegli occhi...

Ma cos'ero, diventata stupida?

Dovevo essere uscita completamente pazza.

Possibile che mi fossi bevuta il cervello????

-Che ci fai qua?- questa domanda mi fece sobbalzare. Dal ritratto era entrato in quel momento Potter, con sulla schiena Black.

-Dovrei chiederti la stessa cosa. Sono le tre di notte e tu sei uscito fuori. Sono un prefetto Potter, precisamente dovrei essere solo io a chiederti cosa ci fai qua? Anzi, scusami, cosa ci facevi fuori!- dissi piccata. Poi osservai Black. Sembrava addormentato, o forse in coma per il troppo alcol.

Era probabile l'ultima cosa.

Potter mi sorrise.

-Va bene, sono solo andato a recuperare questo testone del mio amico. Mi vuoi mettere in punizione per questo, Evans?- aveva usato un tono di sfida che mi fece infuriare. Ma come potevo biasimarlo?

Insomma, era uscito per aiutare il suo amico...

Respirai piano, tentando di calmarmi.

-Non ti metto in punizione questa volta. Ma solo perché ti voglio chiedere una cosa- rimasi un attimo in silenzio, chiedendomi come fosse meglio porre la domanda.

-Joy ama quel cretino sulla tua spalla. Lei anche lo sa, ma vuole toglierselo dalla testa perché non pensa di essere ricambiata. E Black cosa prova?- a chi potevo chiederglielo se non a lui?

Lui esitò. Si sistemò meglio Black sulle spalle e tornò a fissarmi.

-Sirius è un cretino. Questa è la sola cosa di cui sono sicuro. Ma del resto chi è che non lo è? Comunque lui non se ne rende conto. Per lui non esiste l'amore. Ha già dovuto ammettere che esiste l'amicizia, cosa che lui pretendeva di sapere che non esisteva. E si è dovuto ricredere. Ma per lui una convinzione non vera basta per tutta una vita.

Non vuole cambiare oltre le cose. Per lui Joy rimarrà un'amica. Almeno fino a quando non la smetterà di fare l'idiota- sorrise.

-Non sono sicuro di essermi spiegato a dire il vero. Ecco, diciamo che si, Sirius ama Joy. Questa è la risposta alla tua domanda- si spiegò meglio.

Rimasi interdetta dalla sua spiegazione. Poi tornai a guardare il fuoco. Potter si schiarì la voce.

-Scusami Evans, ma ora devo portare questo pazzo sopra. Altrimenti delle mia schiena non resterà altro che cenere- io annuì e lui scomparve su per le scale.

Lo guardai scomparire pensando che potevo anche augurargli la buonanotte.

Ma ero proprio uscita pazza... mi chiesi se la stupida ora non fossi io.

Mi alzai. Forse ora avevo abbastanza sonno da andare a letto. Mi stavo avviando verso la mia stanza quando la voce di Potter mi chiamò.

-Ehi Evans. Perché scappi? Ti volevo parlare- mi voltai, già due gradini più su, per guardare Potter.

-Cosa mi devi dire?- domandai. Il cuore mi batteva forte come non mai. Forse mi stava venendo un infarto. Mi formicolava il braccio sinistro???

No, non mi formicolava. Forse non era davvero un infarto. Anche se avevo lo stomaco sotto sopra.

-Ti volevo chiedere come mai sei sveglia. Qualche problema?- domandai.

Sì, il mio problema sei tu”, questo gli avrei dovuto rispondere. Ma non mi sembrava molto garbato dirglielo, e anzi poteva farmi sembrare una psicopatica.

-No, nessun problema Potter. Non devi per forza far finta di preoccuparti- dissi, un po’ più acida di quanto avrei voluto, perché ero seccata dai miei stessi sentimenti. 

-Io non faccio finta di preoccuparmi. Io sono preoccupato per te, Evans- mi spiazzò lui.

Mi persi nei suoi occhi davvero troppo a lungo.

Si avvicinò a me, sempre imprigionandomi col suo sguardo.

-Del resto, si dice che si deve tenere vicini gli amici, e ancora più vicini i nemici. Quindi se mi preoccupo della salute dei miei amici devo pensare anche alla tua salute- disse semplicemente.

Ah, bene. Quindi io ero una nemica. Mi sentì molto stupida ad aver pensato che... che... che mi aspettavo?

-Ehi? Evans? Guarda che io scherzavo. Cercavo di essere ironico. Sbaglio o sei stata tu a dirmi che sei simpatica? Anche se non al mio livello, certo- ed eccolo là quel sorriso da ebete. Strinsi forte le mani, mentre cercavo di pensare ad altro che a prenderlo a pugni.

-Vado a dormire Potter. Io domani devo studiare e seguire le lezioni. Non faccio come te che arriva tardi e che dorme in classe- ribattei, tentando di sfogare quella rabbia che provavo.

-Va bene Evans. Allora buonanotte! Spero che riuscirai a dormire ora!- alzai lo sguardo stupita dal suo tono di voce. E incrociai ancora quegli occhi.

Quello sguardo, e quel sorriso. Così simile a quello malandrino, ma in un certo senso anche diverso.

Rimasi immobile finché lui si girò e salii nella sua stanza, tranquillamente, ignorando il fatto che io stavo avendo un infarto per un solo suo sguardo.

Sì, ero decisamente impazzita.

 

***

 

Sirius

Il tempo era passato, anche se non in fretta.

Insomma, come si dice che il tempo vola quando si sta bene, quando sei su di nervi il tempo non passa mai. Ero rimasto risoluto sulla mia scelta. Da quel pomeriggio non avevo più parlato con Joy.

Non avevo ascoltato Remus, non avevo ascoltato Peter e né tanto meno James. Specialmente James.

Che era diventato particolarmente stressante da quel giorno.

-Sirius tu vuoi Joy solo per te perché la... dai è una parola facile. Solo tre lettere. Dai, non è difficile.

Dov'è finita tutta la tua intelligenza? Oppure quando proclamavi la tua intelligenza hai sempre mentito spudoratamente?- questo ormai non era altro che il suo tormento.

Avevo fatto di tutto per chiudergli la bocca.

Pugni, calci, morsi, incantesimi, soffocamento... niente l'aveva zittito. E, mentre si avvicinava l'ora del fatidico appuntamento, diventai sempre più nervoso, irritabile e impazzito. L'idea di rimanere oltre fermo ad aspettare mi sembrava assurda. Dovevo fare qualcosa.

Mi alzai di scatto dalla poltrona e vidi lo sguardo di James e di Remus pieno di felicità.

-State zitti voi due- e me ne andai, quasi correndo. Dovevo trovarla, dovevo fermarla.

Anzi, mi bastava trovare quel tizio.

Gli avrei spaccato la faccia e poi sarei andato da Joy a scusarmi. Non ci sarebbe voluto troppo tempo.

E invece di trovare Joy incontrai il preside.

-Signor Black. Proprio lei cercavo. Tempo di aver fatto un grosso errore a non aver chiamato lei e i suoi amici prima- la sua voce era grave e preoccupata.

-Cos'è successo?- chiesi preoccupato. Temevo il peggio.

Lui mi guardò triste.

-Joy...-

 

***

Note autrice: 

 

Ed ecco il nuovo capitolo, con questa fine che vi farà contenti! =)

no, vi supplico non mi ammazzate! Altrimenti non posso scrivere il seguito!

(noi ti ammazziamo appunto perchè non lo vogliamoXD tutti)

comunque...ignorando cosa scritto sopra, ricominciamo il commento.

Ciao a tutti! Io uscita intera da un esonero.

E la mia vena ispiratrice e tornata!

E ora che devo fare? Semplice, scrivere!

Almeno tra un po' di studio per un altro esonero.

Che purtroppo sarà il 17, ma spero di scrivere presto il prossimo capitolo! =)

allora, che ne pensate?

Vi piace? Mi lasciate un commentino????

un grazie a chi segue la storia, a chi la legge soltanto e a chi ha recensito!!!!!

cioè Malandrina4ever. Grazie! Questo capitolo lo dedico a te che continui a recensire ogni capitolo!

Le tue parole mi fanno sentire sempre bene, così come anche le tue storie! =)

adesso rispondo alla tua recensione!

Cosa combina Joy? È convinta che Sirius non provo niente per lei, che la sua gelosia che in questo capitolo si dimostra palese, è solo perché si sente come un fratello. La tua serie di uccisioni mi piaceva molto, ma alla fine li ho dovuti fare un po' ragionare, anche se non si possono domare i malandrini a lungo. Grazie mille ancora. Non vedo l'ora di leggere la tua recensione!

Un ciao grande insieme a un abbraccio altrettanto grande a tutti! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 19
*** Diciottesimo capitolo: prime perdite ***


Capitolo 18: 

Prime perdite

 

Joy

 

Camminavo, ma senza rendermi conto di dove andassi. Accanto a me solo neve e ghiaccio. Faceva freddo, ero bagnata fradicia, ma nessuna di queste cose mi preoccupava. Continuavo a camminare.

E tremavo, ma non per il freddo, ma per il dolore che sentivo dentro. Il mio cuore stava esalando gli ultimi battiti. Tra poco si sarebbe fermato, perché ormai era in frantumi. Ad ogni battito si frantumava sempre di più.

 

***

 

James

 

Non pensarci James. Non facevo altro che ripetermelo. Non pensarci nemmeno. Non devi strafare. Ricordati, hai promesso che non glielo avresti chiesto!

Questo mi ripetevo mentre l'ora dell'uscita a Hogsmead si avvicinava e io lottavo contro l'istinto di correre da Evans.

-Sembra che si sta avvicinando una tempesta di neve. Ho idea che il professor Silente non ci farà uscire quest'oggi- osservò Remus, guardando fuori dalla finestra.

Mi alzai di scatto, sorpreso perché fino a poco prima la cosa non sembrava così messa male.

-Una tempesta di neve addirittura? E dire che è appena iniziato l'inverno- notai, guardando la neve che scendeva e sbatteva sempre più forte sulla finestra. Notai appena una figura solitaria nel parco che camminava nella neve, ma poi la finestra di oscurò e anche un tuono e un fulmine illuminarono e fecero tremare il castello. Sì, decisamente una tempesta. Sperai che la figura che avevo visto non fosse una persona.

E poi qualcosa mi distrasse. Sentì la sua risata.

Mi voltai di scatto e la vidi scendere con Taira continuare a chiacchierare tranquillamente. Anzi, lei stava ridendo. Una risata bellissima.

Mi schiarì la voce, tentando di tornare a ragionare più chiaramente. E la guardai.

Lei guardò verso la finestra e incontrò i miei occhi.

Le sorrisi e lei strinse le labbra, come se trattenesse il sorriso. Ghignai, tornando a guardare verso Remus.

-Chissà se Sirius ha raggiunto Joy prima che si incontrasse con quel tizio- mi chiesi. In realtà non ero molto interessato alla risposta. Tutti i miei sensi erano pronti a seguire ogni movimento della rossa.

-Sai, stavo pensando proprio questo. Non sarà meglio andare a controllare? Non vorremo che Sirius uccidesse Vandom, no?- mi domandò Remus.

Io lo guardai. Lui sospirò.

-Va bene, lo so che a te non te ne frega niente di Vandom. Ma non per questo dobbiamo permettere a Sirius di cacciarsi nei guai, no?- il suo tono era severo, sperava che lasciassi andare un po' di buon senso. Ma Evans era ormai alla finestra, cioè dannatamente vicina a me, e quindi ormai non pensavo altro che a lei. E al fatto che ancora non mi avesse salutato.

-Una tempesta. Allora niente gita oggi. Remus non pensi che dovremo aiutare la professoressa McGranitt e Gazza a controllare che nessun ragazzo sia partito per Hogsmead con questo tempo?- chiese lei, rivolgendosi solo a Remus. Lanciai uno sguardo assassino a Remus che guardava Evans senza guardare me.

Ehi, Rem, devi ricevere il mio sguardo assassino, guardami.

-Probabilmente sì- rispose.

-Il tuo animo da prefetto scalcia così tanto, Evans? Stai tranquilla, se la McGranitt ha bisogno vi chiamerà. E poi, sbaglio o si dice “buongiorno", o almeno “ciao”, sai, per buona educazione?- domandai lasciando stare Rem e incrociando gli occhi infastiditi di Evans.

-Prima di tutto è la professoressa McGranitt, devi avere rispetto per lei. Secondo, il fatto che abbia o no un animo da Prefetto non ti deve interessare.

Terzo, se proprio ci tieni, buongiorno idiota!- la sua voce era stizzita e quando finì di parlare iniziò ad andare verso il ritratto.

Quanto l'adoravo quando si adirava in quel modo.

Ghignai e corsi verso di lei per fermarla.

 

***

 

Sirius

 

Correvo. Dovevo trovarla. Correvo pensando a dove potesse essere. Aveva ben cinque posti preferiti dove andava quando era triste, oppure quando voleva restare sola.

E quindi avevo bisogno di rinforzi. Corsi come un pazzo in Sala Comune sperando di trovarli e per fortuna erano tutti lì. 

Trovai più vicino a me la Evans, subito dopo James, Remus, Peter seduto in poltrona. Afferrai la mano di Evans senza neanche pensarci e guardai prima lei e poi James.

-Dobbiamo trovare Joy. Subito!- esclamai.

 

***

 

Joy

-Mi dispiace dovertelo dire così Joy. Ma tuo padre, mentre svolgeva il suo lavoro di Auror salvando vite innocenti, è stata assassinato da Voldemort-

Queste parole dette gravemente dal professor Silente erano state le frecce che avevano trapassato il mio cuore. Erano state così tante, e così grandi che ora il mio cuore era diviso in tanti frammenti.

Mio padre non c'era più.

Era riuscito a salvare due famiglie di Babbani.

Era un eroe, ma non sarebbe tornato da me.

Non sarei tornata a casa quel Natale trovando lui che cucinava dolci, vestito di rosso e con quella stupida barba finta che si ostinava a portare sempre.

Non mi sarei più svegliata la mattina di Natale, con lui che mi cantava le canzoni.

Non ci sarebbe stato più. Se ne era andato, come mia madre. Ora non c'erano più nessuno dei due.

Il vuoto dentro di me non faceva che farmi ancora più male, ma continuavo a camminare.

Avevo paura di fermarmi. Mi concentrai sui passi che facevo, passi che mi facevano sempre più immergere nel gelo, ma che almeno non mi facevano pensare oltre. Uno... due... tre... quattro...

 

***

 

Sirius

Vidi la Evans portarsi le mani al viso colpita dalla notizia. Ma poi guardai James.

Dovette leggere la mia preoccupazione. Dovette capire che trovarla subito era la sola cosa che si doveva fare. E come me stava pensando a dove potesse essere finita.

-Ho visto una persona dalla finestra. Era nel parco. Potrebbe essere lei- disse, indicando la finestra.

-Nel parco? Ma dove voleva andare?- chiese Peter, preoccupato anche lui.

-Al lago- dissi in preda al panico. E iniziammo tutti a correre. Era da sempre il posto in cui si rifugiava quando soffriva, le rare volte che aveva probabilmente piange da sola. La festa della mamma la passava sempre nel suo posticino vicino al lago, e pensare triste a sua madre e a quanto le mancasse. Doveva essere lì, ora, specialmente se James era tanto sicuro di aver visto qualcuno lì. 

James era di fianco a me, correvamo testa a testa. Sentivo Remus quasi subito dietro e forse anche la Evans. Peter di sicuro stava arrancando dietro. Dovevamo fare più in fretta possibile. Joy doveva essere distrutta. E fuori stava infuriando una tempesta terribile.

Arrivammo in poco tempo davanti al portone e trovammo la McGranitt che ci sbarrava la strada.

-Non si può uscire. La tempesta è già iniziata- disse severa.

Io non l'ascoltai e senza smettere di correre aprì il portone con una spallata e uscì fuori. Sentì a malapena Remus e la Evans spiegare la situazione e James che era ancora al mio fianco, perché i boati della tempesta risuonavano sempre più forte. Neve, ghiaccio, un vento fortissimo, questo turbinava addosso a me, ma io continuavo a correre. Dovevo trovarla. E correvo sempre più forte. Arrivammo vicino al lago, ma non c'era altro che una distesa bianca di neve. Dov'era? Ci eravamo sbagliati? Non eravamo nel posto giusto?

-Sirius il tuo fiuto. Trasformati- mi disse James.

Che buona idea. Mi trasformai subito e tentai di trovare il suo profumo. In mezzo al ghiaccio e alla tempesta era quasi impossibile. Ma conoscevo così bene il suo profumo che l'avrei trovata. Affondando e quasi affogando nella neve cercai come un disperato. E sentì il suo odore appena le mie zampe trovarono il lago ghiacciato. Salii sul ghiaccio e cercai ancora il suo profumo. Ma poco più avanti finiva. Guai disperato e poco dopo la magia di James sgomberò quel pezzo di ghiaccio sotto di me. Quel pezzo di ghiaccio nuovo, che si stava ricostruendo ora, come se si fosse spezzato poco fa. E con un tuffo al cuore vidi niente poco di meno che Joy sotto quel ghiaccio. Joy raggomitolata su se stessa, Joy bianca come un fantasma, Joy sotto il ghiaccio.

Un rumore di rottura e il ghiaccio finì in mille pezzi. Mi buttai subito nuotando verso di lei. E lo stesso fece James. L'acqua era ghiacciata e anche con tutto il pelo che avevo quasi non riuscivo a muovermi bene. Presa Joy per i vestiti iniziai a portarla in superficie.

James la prese per la vita e fece lo stesso. Riemergemmo sulla superficie che già sembrava volersi richiudere. Ma il pugno di James distrusse facilmente quel ghiaccio appena accennato. Pensando che il mio fiuto canino ora non era indispensabile tornai umano e sentì il doppio del freddo. Ma riuscii ad aiutare meglio James a far uscire Joy dal ghiaccio senza ricaderci anche noi dentro. L’abbracciai, stringendola a me. Era bianca, non respirava ed era freddissima.

La stesi sul ghiaccio e guardai James con occhi smarriti. Stava morendo.

-James..- quasi lo implorai. Lui mi guardò serio.

Nei suoi occhi un messaggio chiaro.

“Non è il momento di farti prendere dal panico cretino”.

James pose le mani sul suo petto.

-Io gli faccio il massaggio cardiaco. Tu falla respirare- ordinò.

Eseguì subito, aprendole la bocca e gettando più aria nei suoi polmoni che potevo.

James intanto continuava a premere sul suo petto a un ritmo regolare, contando. E io al tre ricominciavo a riempirle i polmoni d’aria.

Rifeci combaciare le mie labbra con le sue, pregando per la prima volta che si svegliasse, che si riprendesse.

-Respira cavolo- imprecai, mentre riprendevo aria.

Doveva respirare. Non poteva andarsene così.

Non ora ne mai!

Sentì appena Remus accanto a me e vidi appena il mantello con cui aveva coperto Joy.

Aspettavo un suo respiro. Doveva respirare cavolo.

E con una specie di risucchio il corpo di Joy sussultò all’improvviso. 

Dalla sua bocca uscì un fiotto d'acqua e James veloce la distese su un fianco, facendo uscire l'acqua. Lei tossì altra acqua. Le battei sulla schiena e gettò più acqua di quanto pensavo dei polmoni potessero contenere. Poi iniziò a respirare aria, veloce, sfinita, abbandonandosi contro il terreno gelato. Incrociò il mio sguardo.

-Non si piange, stupido- sussurrò con voce strozzata a me. E poi chiuse gli occhi.

Io mi toccai il viso. Avevo le guance rigate dalle lacrime. Non me ne ero nemmeno reso conto.

-Senti chi parla- sbraitai con rabbia, prendendola in braccio e tirandola su. James mi aiutò, ma io rifiutai. Iniziai ad arrancare verso il castello. Notai che la Evans era stata tutto il tempo con noi, non osando però intervenire, forse non sapendo cosa fare.

Forse preoccupata che più che aiutare avrebbe potuto disturbare noi.

Vidi la McGranitt arrivare in quel momento preoccupata. Senza dire niente, proseguì verso il castello, mentre stringevo forte Joy a me.

Che stupido io e che stupida lei. Non stavo piangendo.

Ero solo completamente bagnato, tra l’acqua del lago e la neve che cercava di ricoprirci ferocemente. Figuriamoci, io piangere. Ma per tutta risposta la strinsi ancora più forte a me. Non l'avrei mai più lasciata andare.

 

***

 

Remus

Ed eccoci là, fradici, stanchi ma profondamente preoccupati. Madama Chips aveva indicato la stufa ordinandoci di stare lì vicino. E poi si era dedicata a Joy, che sembrava un ghiacciolo. Rabbrividì mentre pensavo alla prontezza di James e Sirius. Se non ci fossero stati loro chissà quando avremo trovato Joy. Anche con la mappa del malandrino sarebbe stata un'impresa impossibile.

Sirius non era con noi. Era accanto al letto di Joy.

Non gli mollava la mano. Madama Chips aveva protestato ma era bastato uno sguardo di Sirius per farla arrendere. James ora sorrideva.

E in effetti anche io. Era salva.

Lily non aveva ancora parlato. Era silenziosa e alternava sguardi al fuoco e a Joy. Chissà cosa pensava.

Madama Chips dava pozioni su pozioni a Joy, quasi tutte così calde che fumavano di vari colori diversi.

Fu in quel momento che tornai a guardare Lily che stava agitando la bacchetta. I suoi vestiti si asciugarono all'istante, seguiti dai miei, da quelli di James, Sirius e poi Peter.

-grazie- disse James all'istante sorridendo a Lily.

Lei arrossì. Si avvicinò lo stesso alla stufa e borbottò.

-non è niente. Ci sarebbero volute ore altrimenti per asciugarci davvero. Specialmente tu e Black-

 

Quando Joy riprese il suo colore normale e incominciò a dormire tranquilla Madama Chips aveva finito tutte le pozioni necessarie e ci guardò severa.

-possibile che dovete combinare sempre qualche macello voi quattro?- chiese.

Non sapeva niente evidentemente. Abbassai lo sguardo non sapendo cosa dirgli.

Ma lei lasciò stare e andò nel suo studio a riporre le cose.

Accerchiammo subito il letto di Joy.

Lily le tolse i capelli dal viso. Era così strana in quel momento. Joy aveva sempre i capelli legati, o in una coda o in una treccia. Invece Madama Chips glieli aveva lasciati sciolti, e cadevano sul cuscino e sulle sue spalle in modo strano e scomposto.

James si sedette accanto a Lily sul letto accanto a quello di Joy, per guardarla anche lui. Invece Sirius alzò lo sguardo che aveva fisso su Joy e guardò James.

-James io... - stava dicendo in un tono stranissimo.

Quasi mi venne un colpo. Sirius stava cercando di dire grazie.

James però scosse il capo e guardò suo fratello con un gran sorriso.

-La squadra Potter-Black è imbattibile. Vince anche le tempeste ora! Tra poco arriveremo anche a fare i miracoli- io ridacchiai, mentre Sirius si accigliava.

-Squadra Black-Potter vorrai dire- ribatté lui.

-No caro fratello. Io per primo! Del resto sono io il genio della squadra- spiegò James, fingendo una serietà impressionante.

-Certo, se tu sei il genio io sono il re d'Inghilterra- ironizzò Sirius. James si alzò in piedi e si inchinò.

-Salve mio re. Che grande onore abbiamo ad accoglierla in questa umile infermeria- continuò James, impettito.

Ormai ridevo incontrollato e vidi anche Lily ridere.

Erano troppo idioti quei due.

 

***

 

Lily

 

Ok, dovevo ammetterlo. Quando non appendevano la gente per le caviglie e si limitavano a scherzare in quel modo erano davvero divertenti. Riuscirono a fare andare via tutta la tristezza e la preoccupazione che avevo accumulato in così poco tempo. E va bene, erano stati davvero incredibili, non potevo non ammettere anche questo. 

Erano stati quasi degli eroi a salvare Joy in quel modo. Anche se ancora non mi era chiaro come erano riusciti a capire che fosse nel lago, sotto il ghiaccio e non l'avevano cercata nei dintorni, ma avevo visto loro appena usciti dall'acqua ghiacciata.

Avevo visto come erano riusciti a farle la respirazione e il massaggio cardiaco necessario.

Insomma, erano stati davvero degli eroi. Ma non glielo avrei mai detto.

No, troppo rischioso. Si sarebbero montati troppo la testa. Già avevano preso, tra le risate generali, a chiamarsi re e regina. Perfino Madama Chips, che era pronta a cacciarci via, seguendo un attimo la conversazione rideva a crepapelle.

-Mi spieghi perché devo essere io la regina d'Inghilterra? Stai forse insinuando che sono effeminato?- chiese Potter.

-No mia cara Jamie! Ma mi sono proclamato io per primo re! Non posso cambiare sesso così, senza prima un periodo adeguatamente adatto per affrontare questo cambiamento- rispose Black.

La cosa più divertente era la serietà con cui facevano simili discorsi.

Ridevamo ancora quando una risata imprecisa ci fece sussultare. Ci voltammo tutti verso il letto.

Joy rideva ancora, ignorando il nostro mutismo.

Si asciugò le lacrime che gli sgorgavano dagli occhi mentre rideva a crepapelle. E poi ci guardò.

Guardò Potter e Black.

-Re e regina d'Inghilterra. Lo sapete che siete troppo ridicoli?- chiese tra le risate.

In tutti e due i volti dei due ragazzi comparve lo stesso sorriso malandrino.

-Noi ridicoli? Ma ti sei mai vista allo specchio?- domandò con aria di sfida Black.

-Già, secondo me non sa neanche cosa sia uno specchio. Noi siamo i più bei ragazzi che il mondo abbia mai avuto. Noi siamo la personificazione del bello, del geniale, del fantastico...- iniziò a elencare Potter. E intanto Remus aveva ripreso a ridere.

-Certo che siete proprio modesti- gli feci notare io, non riuscendo però a restare seria.

-Certo, siamo anche questo Evans. James, tra tutti gli aggettivi aggiungi anche terribilmente modesti- disse Black serio.

-Va bene. Allora siamo terribilmente modesti, terribilmente bellissimi, terribilmente geniali...- e continuò il suo elenco infinito.

Mi stupii, oltre che della loro assurda stupidità, della loro conoscenza di tutti quei sinonimi.

Possibile che avessero mangiato un dizionario di sinonimi e contrari?

Conoscendoli forse potevano davvero averlo fatto.

Ma non mi lasciai andare ad un altra risata.

Guardai Joy attentamente. Sorrideva ai due Malandrini, che continuavano a tessere le loro lodi.

E notai che gli occhi erano terribilmente rossi e lucidi. Notai che si strinse le braccia intorno al petto.

Stava ritornando il dolore. Dolore per una perdita terribile, ma cercava ancora di stare dietro i discorsi di quei due per non farsi sovrastare a esso.

-Ragazzi, non penso ci siano altre qualità che non avete già nominato. Ma se volete possiamo passare a quelle tipo idioti, stupidi, ottusi...- stava scherzando Remus.

-Ehi, ci stai per caso insultando Remus? Il nostro caro prefettino ci sta insultando James. Non pensi abbia bisogno di una lezione?- domandò Black.

-Sono perfettamente d'accordo- Potter si stava già alzando minaccioso verso Remus. Quando anche lui notò Joy. E anche Black. Che le strinse subito la mano.

-Joy...- sussurrò, ma non disse altro.

Joy gli sorrise.

-Devo andare da mio fratello. Avrà bisogno di me.

Ci sono tante cose da sistemare, c'è da organizzare il funerale...- disse come spiegazione.

-Bene. Quando vuoi andare?- chiese Black tranquillo.

Dove la vedeva tutta questa tranquillità?

La sola idea di lasciare andare Joy da sola con tutto il dolore che provava e che proverà era inammissibile.

Poi capii che non l'avrei mai lasciata andare da sola. Ci sarei andata anche io. E capii che Black era così tranquillo perché pensava fosse scontato che anche i Malandrini avrebbero seguito Joy.

-Subito- disse.

 

***

 

La Professoressa McGranitt (non voglio mancarle di rispetto!XD)

 

Guardai i cinque ragazzi che mi trovavo davanti, accigliata. Mi schiarii la voce e tentai di farli ragionare.

-Ragazzi dovete capire che non posso mandare via sei dei miei ragazzi così, senza aver prima l'autorizzazione scritta dei genitori, il permesso del preside e ...- ma Black non mi lasciò finire.

-Professoressa, con tutto il dovuto rispetto, ma secondo lei un suo divieto ci fermerà? Andremo comunque con Joy, sia con il suo permesso che senza. Non vale la pena quindi non fare storie?- provò Black.

Mi accigliai e provai a ribattere che era ridicolo ancora, ma Potter intervenne.

-Questa volta abbiamo un buon motivo per disubbidire professoressa. Joy ha bisogno dei suoi amici. E poi non parliamo di chissà quanto tempo. Domani è sabato. Domenica sera saremo di ritorno-

Chiusi la bocca, pensandoci seriamente. Ma mi sembrava ancora una cosa troppo preoccupante.

I Mangiamorte erano ancora in giro a uccidere persone, come minimo dovevo chiedere il permesso ai genitori. Ma la signorina Evans mi implorò anche lei con i suoi occhioni verdi.

-Professoressa la prego. Joy ne ha bisogno. Ha bisogno di noi per affrontare tutto questo dolore-

Come potevo continuare a dire di no? Strinsi le labbra, cercando di trattenere lo sbuffo che mi veniva spontaneo.

-E va bene, andate! Ma manderò una lettera ai vostri genitori e domenica alle cinque di pomeriggio vi voglio subito qui- ordinai.

-Certo professoressa- dissero tutti in coro.

E se ne andarono.

Impossibile fermare degli amici.

E del resto anch'io l'avrei fatto per i miei amici.

Per chi volevo bene. Anche per i miei studenti.

Sì, specialmente per quei ragazzi che erano appena usciti. I Malandrini erano la mia disperazione, ma non potevo non ammettere che li adoravo. Erano ormai tutti come figli miei.

E Lily. Anche lei era unica nel suo genere. E adesso stava con quei quattro. Una cosa che mi doveva far preoccupare seriamente.

Avrei perso la scommessa con quel vecchio Serpeverde di Lumacorno, forse. Eppure ero così sicura che Lily non si sarebbe mai messa con James. Due personalità troppo diverse.

Eppure, purtroppo, rischiavo di perdere la scommessa.

 

***

Note autrice: 

 

Eccomi qui! Sono stata brava, visto?

Finalmente non mi faccio attendere troppo.

Devo ringraziare il ritorno della mia ispirazione!

Voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto lo scorso capitolo e che leggeranno questo.

Anche se purtroppo per me rimanete muti, grazie lo stesso!!! XD

ma adesso ringrazio specialmente la mia cara

Malandrina4ever!!!! grazie.

E mi dispiace per aver finito il capitolo in quel modo. Però hai visto, non mi sono fatta attendere molto.

E io non posso sopportare l'idea di non poter leggere le tue storie! Per questo non ti faccio morireXD

cos'altro mi hai chiesto?

Quanti capitoli avrà?

A dire il vero volevo continuare fino alla loro bruttissima morte..... ma non so se oserò tanto...

ma comunque ci saranno tanti capitoli.... tanti davvero!!!!!!! così tanti che vi farò impazzire a tutti! XD

Grazie per le tue parole. e per la recensione lunghissima!!!!!!!! mi piacciono tantissimo!!!!!!!!!!!!!!!E adesso vado! Spero di ricevere presto una tua recensione, e aspetto un bel aggiornamento della tua storia!

Al prossimo capitolo!!!!

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Capitolo 20
*** diciannovesimo capitolo: fu grazie a lui se non mi divisi in tanti frammenti. ***


CAPITOLO 19: 

Fu grazie a lui se non mi divisi in tanti frammenti.

 

Joy

Eccomi qua. Entrata nel camino mi sarei ritrovata a casa mia. Il che voleva dire vedere fare i conti con la perdita reale di mio padre. Con un piede per terra e uno nel camino ebbi un attimo di esitazione. E sentì una mano afferrare la mia e stringerla forte.

Mi voltai di scatto. Era quella di Lily. Ricambiai la stretta sorridendole, per poi entrare finalmente nel camino.

 

Una delle cose che mi fece più male fu vedere il volto di mio fratello. In tutta la mia vita Erik era sempre stato sorridente. Sorrideva per qualsiasi cosa.

Per qualsiasi tipo di battuta, anche quelle non divertenti, per rendere felici, per incoraggiare, per rassicurare, perché c'era il sole, perché pioveva, perché il cielo è blu... insomma per tutto.

Invece, questa volta, il suo viso era serio. Anzi, dilaniato da un grande dolore. 

Le rughe che il suo viso giovane non aveva mai avuto, ora c'erano, anche se quasi del tutto impercettibili se non conoscevi il suo viso bene come me. 

I suoi occhi erano assenti. 

Sembrava non vedesse la stanza, ma tutt'altro.

Inoltre aveva dei graffi sul viso, e la mano sinistra fasciata. Quando mi vide arrivare era circondato da tante persone. Persone di cui non riuscivo a scorgere i volti. Non dopo aver visto il suo.

I suoi occhi si posarono su di me e divennero più attenti. Si alzò in piedi e allargò le braccia. Io gli corsi incontro stritolandolo in un grande abbraccio.

Sentì calore in quell’abbraccio, ma anche una grande mancanza. Perché quello era l'abbraccio in cui anche mio padre partecipava. 

Ci avvolgeva tutti e due, ci stringevamo insieme. Era il nostro abbraccio di famiglia. 

Ma ora lui non c'era più, non avrebbe più completato l’abbracciato, non c'era più.

 

Ma era rimasto il suo corpo. Era sul suo letto, vestito con gli abiti migliori e circondato dai fiori e dai suoi colleghi.

Non ebbi il coraggio di entrare nella stanza per tutta la giornata. 

Non ci riuscivo. Ma mi sembrava una grande vigliaccheria. Dovevo trovare il coraggio di entrare anch’io. 

Dovevo dirgli addio in qualche modo. Io che non c'ero mentre era morto, io che non lo vedevo da ben tre mesi e qualche altro giorno, dovevo almeno vederlo ora.

Tutte queste parole erano assurde per me. Non mi sembravano vere e proprie motivazioni. Me ne stavo seduta all'ingresso, pronta ad accogliere tutte quelle persone che arrivavano, di cui non riuscivo a scorgere il viso, non capivo chi erano, erano sconosciuti per me.

Tutti sconosciuti, tutti estranei che venivano a trovare quello che era rimasto di mio padre: un corpo senza vita.

Accanto a me avevo tutti i miei amici.

In silenzio mi circondavano. Anche se non parlavamo, anche se ci guardavamo appena, era come se mi abbracciassero. Li sentivo vicini come non mai. Senza di loro probabilmente non sarei riuscita a sopportare tutto quel via vai. Non avrei mai trovato la forza di accettare tutte quelle “condoglianze”, tutte quelle lacrime, alcune anche palesemente false, tutta quell'atmosfera inconcepibile.

Mentre io accoglievo le persone e mi beccavo solo le condoglianze, mio fratello li accompagnava nella stanza di mio padre, e si sorbiva le loro lacrime, i loro commenti, il loro sconcerto per quella morte.

Sentì una donna dire addirittura a mio fratello quanto fosse terribile questa situazione per noi.

-Ora siete soli. Non avete più vostra madre, non avete più vostro padre, siete diventati orfani-

Avevo visto Sirius alzarsi e lanciare un occhiata di fuoco alla signora, che lapidaria continuava con il resoconto di ciò che purtroppo non era altro la verità.

-Non ci sarà più lui a badare alla casa, ad aiutarvi nei momenti difficili, non ci sarà più se avrete bisogno..- non la smetteva. Remus diede uno sguardo di avvertimento a Sirius che però annuì soltanto, prima di avvicinarsi alla signora.

-Vuole qualcosa da bere signora? Così magari la smette di essere così allegra?- domandò, con tono freddo.

Vidi la donna spalancare gli occhi incerta, stupita forse da tale frase. 

Era combattuta tra il continuare, il rendersi conto che forse non era per niente confortante, e la voglia di rispondere male a Sirius perché l'aveva ripresa in quel modo. 

Ma il bel volto di Sirius l'aveva fermata. Con la bocca finalmente chiusa annuì e andò verso la cucina. Sospirai di sollievo e vidi Erik fare lo stesso.

Dovevamo ringraziare davvero Sirius.

 

***

 

Lily

Era una cosa terribile e quasi insostenibile.

Tutte quelle persone che continuavano a venire, molte delle quali sembravano provare un dolore incontrollabile, maggiore perfino di quello della famiglia, erano sempre troppe e sempre più insopportabili. Però i Malandrini furono fantastici anche in questo caso.

Quel giorno non era da risate o altro. Rimasero seri quasi sempre, aiutando e confortando sempre, anche solo con la loro presenza. E riuscivano a distogliere le persone esageratamente false dalla loro recita, riuscivano a filtrare un po' di quell'aria insostenibile.

Anche i miei genitori vennero a trovarci. Avevano conosciuto il padre di Joy questa estate, quando ero andata da loro per una settimana, e quando vennero mi abbracciarono forte. 

Li strinsi forte a me. Fino ad ora avevo paura delle stragi che aveva fatto Voldermort, ma in un certo senso le avevo sempre vissute come qualcosa di distante. Ora invece era una paura tangibile, quasi insostenibile.

-Joy, avete sistemato tutto? Se possiamo fare qualcosa, qualcosa di qualsiasi tipo noi ci siamo- disse mio padre, stringendo Joy. Lei riuscì a sorridergli.

-Grazie mille signor Evans. Ma mio fratello ha tutto sotto controllo, penso che anche i colleghi di mio padre abbiano aiutato- lo rassicurò.

Entrai insieme a loro nella stanza del padre di Joy. Prima non avevo avuto il coraggio, cosa che invece i Malandrini avevano fatto a turno per stare con Erik e per aiutarlo con la gente.

E cercai di nascondere le lacrime di cui di certo non avevano bisogno.

 

***

 

James

Era quasi sera, notai, e guardai l'ora. Erano le sette e mezzo. Andai in cucina piano e in silenzio e aprì il frigo.

Pensai con un tuffo al cuore che il padre di Joy aveva di sicuro fatto la spesa poco prima di morire.

Guardai con attenzione quello che c'era. Diedi un occhiata alle persone in casa. 

Quasi tutti se ne erano andati. Joy ed Erik non avevano parenti. Il che voleva dire che, anche se molte persone si erano offerte di rimanere ad aiutare Erik, era riuscito a rassicurarli per andarsene. 

Erano rimasti i signori Evans, i miei genitori che avevano aiuto anche Erik col funerale, e qualche altro Auror e amico. E, quasi dimenticavo, c'era anche il preside. Mi chiesi se sarebbero rimasti per cena.

Però tanto valeva cucinare anche per loro. Tirai fuori le fette di pollo e poi la padella.

Cercai, fino a quando non trovai delle patate, che misi a sciacquarsi in un recipiente. 

E accesi il forno, assicurandomi che non ci fosse niente dentro. Mentre mi raddrizzavo sentì qualcuno avvicinarsi. Mi voltai e vidi Evans venire verso di me, accigliata.

-Cosa stai facendo Potter?- chiese. Io per tutta risposta presi un coltello e iniziai a sbucciare una patata.

-Preparo qualcosa da mangiare. Loro non ci stanno proprio pensando e di sicuro se glielo chiedevo non avrebbero voluto niente, ma davanti al piatto già cucinato c'è più probabilità che mangino, penso. Che ne dici, ho torto?- il mio ragionamento mi era sembrato giusto, ma all'improvviso ebbi un attimo di incertezza. Io incerto? Era assurdo, ma lo sguardo di Evans mi metteva in soggezione.

Lei annuì, prese anche lei un coltello e iniziò ad aiutarmi a sbucciare le patate.

-Hai acceso il forno per le patate?- chiese.

Io annuì.

-Non è meglio friggerle a questo punto? Col forno ci vorrà tanto tempo- disse. 

Io ci pensai su. Poi sorrisi.

-Certo Evans, hai ragione- le concessi.

-Non avrei mai detto che sapessi sbucciare una patata- disse ad un certo punto Evans, rompendo il silenzio. La guardai, sorridendo.

-Idea di mia madre. Non ha avuto figlie, solo me, e quindi si è divertita a farmi imparare a cucinare qualcosa anche se mio padre era contrario. Specialmente perché, quando mi metteva ai fornelli, poi si ritrovava a dover aggiustare tutta la cucina a cui in genere avevo appiccato un incendio. 

Ma era divertente. Ed è tutt'ora divertente cucinare. Poi insieme a te è ancora più assurdo- Le feci notare.

-E perché è tanto assurdo?- mi chiese, accigliata.

-Perché pensavo che mi sarei ritrovato in una stanza da solo con te con un coltello tra le tue mani solo nel caso tu ti fossi decisa a liberarti di me tagliandomi la testa. Oppure semplicemente pugnalandomi- scherzai, anche se non del tutto. L'avevo davvero pensato qualche volta.

-Non mi istigare Potter, altrimenti guarda che lo faccio davvero. E comunque se ti dovessi uccidere non ti taglierei la testa-

-No? E come mi uccideresti?- chiesi curioso.

-In modo molto doloroso. E una pugnalata al cuore oppure la testa tagliata sono morti troppo veloci-

la interruppi.

-Sempre se non mi tagli la testa con la stessa accetta non affilata di Nick-quasi-senza-testa- scherzai.

Lei sorrise e poi continuò.

Che bel sorriso che mi fece.

-Comunque opterei per rinchiuderti in una stanza e farti morire piano piano senza aria- finì lei.

Io ci riflettei un attimo su.

-Sì, sarebbe una delle morti più orribili. Mancanza di aria. Probabilmente è la cosa più orribile- ci riflettei.

-Per me la morta più terribile sarebbe lo sfracellarsi.

Cadere dalla scopa oppure da una torre. Il terreno che si avvicina sempre di più..... tremendo- disse lei con un brivido, involontario. La guardai sorridendo incredulo.

-Secondo me invece sarebbe la morte meno terribile- protestai.

-E come secondo te può essere meno terribile di una qualsiasi altra morte?- sembrava scettica.

-Perché almeno in quel momento sperimenti la bellissima sensazione di volare. 

Voli senza scopa né nient'altro. L'ultimo tuo pensiero non sarà di terrore, ma di felicità. 

In quel momento stai volando davvero. Il vero problema poi è l'atterraggio, ma basta concentrarsi sulla sensazione di volare e muori contento- cercai di spiegarle. Lei mi fissò accigliata. 

Poi scosse il capo.

-è decisamente assurdo. E tu sei pazzo Potter- borbottò. Io ridacchiai, piano.

-Può darsi. Del resto siamo tutti pazzi-

-Io sono normale Potter-

-Questo lo dici tu. Dipende dal punto di vista. Per me sei pazza, e anche per gli altri Malandrini. E per te invece siamo noi pazzi. Secondo te chi ha ragione?- domandai.

-Io- rispose subito lei.

-No. Abbiamo ragione entrambi. Siamo tutti pazzi-

-Io non sono pazza- ribatté lei.

-Questo perché ti illudi. Ma siamo tutti pazzi a nostro modo. Inutile negarlo- continuai a insistere, imperterrito.

-Potter, se questa è la tua convinzione l'accetterò. Ma dimmi che sono pazza di nuovo e penserò seriamente a come ucciderti il più dolorosamente possibile- mi minacciò.

-Di la verità. Vuoi che ti chiami ancora pazza, vero? Così avrai una buona occasione per pensarmi- la punzecchiai. Lei mi lanciò una di quelle occhiate che mi piacevano un sacco, stile “ora ti pianto davvero il coltello nel cuore”. Non potei non sorridere davanti a quello sguardo. 

E lei non potè sicuramente non considerarmi pazzo. Ma del resto lo ero!

 

***

 

Lily

Presto l'avrei ucciso. Me lo sentivo. L'avrei fatto se non la finiva subito.

Stavo per rispondergli qualcosa di decisamente molto acido, quando entrarono dalla porta mia madre e la donna che avevo capito fosse la madre di Potter.

-Eccoli qua. Ma che state facendo ragazzi?- chiese mia madre, sorridendo a Potter.

-Stavo cucinando qualcosa per tutti e vostra figlia si è offerta di aiutarmi- rispose lui. Ora aveva usato un tono gentilissimo, quel cretino di lecchino.

-Mi sembra un'idea bellissima. Possiamo aiutarvi?- chiese la signora Potter, sorridente. Io mi ritrovai mio malgrado a ricambiare il sorriso.

-Certo signora-

-Cosa volevate cucinare?- chiese mia madre.

-Ci sono abbastanza fette di pollo per tutti.

E volevamo friggere queste patate- spiegò Potter.

-Bene, allora noi ci occupiamo del pollo- esclamò la signora Potter cercando la padella adatta.

-Anche se non è un motivo piacevole almeno ho conosciuto la mia consuocera! E specialmente la mia futura nuora. Sono davvero felice di conoscerti finalmente, Lily- mi sorrise la signora Potter.

-Cosa?- chiesi, incredula.

-Tu e il mio James. Spero davvero di poter organizzare presto il vostro matrimonio!- mi chiarì lei. 

Io iniziai a balbettare, arrossendo vistosamente.

-Noi non siamo... cioè io non.. non stiamo insieme..- balbettai.

Che stupida. Che imbarazzo. E quanto odiavo Potter, che dietro lo sguardo delle due donne, se la rideva guardandomi in pieno imbarazzo.

-è vero, non corriamo troppo. Però sono davvero contenta di vederti di nuovo James- sorrise mia madre, voltandosi verso di lui.

Nel suo viso scomparve immediatamente quel ghigno divertito, sostituito da uno dei suoi sorrisi più belli.

-Anche per me è lo stesso signora Evans!-

 Notai la signora Potter che scuoteva il capo guardando suo figlio. Ma poi si voltò verso di me e mi sorrise.

-La famosa Lily Evans. James e gli altri mi hanno parlato di te così tante volte che ti ho immaginato spesso. Devo dire di aver fantasticato tanto, ma una cosa l'ho individuata!- indicò i miei capelli rossi e poi i suoi. Erano di una rosso più chiaro, vicino al biondo. Ma era un colore bellissimo.

-Anche tu sei rossa. Così come me. Così come anche la nonna di James. E la bisnonna. E così via. Ci deve essere qualcosa nei geni dei Potter. Sembrano amare follemente le donne coi capelli rossi- e rise, mentre io arrossivo, di nuovo.

Come potevo spiegarle che odiavo suo figlio???

Che non lo sopportavo? Che poco prima avrei voluto ucciderlo con quel coltello che ora stringevo più forte che potevo?

Ma poi vidi il suo sorriso, il sorriso di mia madre… e decisi che era inutile protestare ora. Me la sarei presa poi con Potter.

 

***

 

Remus

 

Quella cena fu indescrivibile. Da una parte il dolore per la perdita del padre di Erik e Joy, sempre presente, dall'altra la conoscenza inaspettata, ma ben accolta tra i genitori di James e quelli di Lily.

Vidi perfino Erik e Joy lasciarsi scappare un sorriso, vedendo le occhiate che lanciava il signor Evans a James.

Occhiate da padre geloso della figlia. Per non parlare di quelle furiose che lanciava Lily a James. E di quelle divertite in risposta da lui.

Nessuno osava cadere troppo nel frivolo, nessuna risata culminava in momenti di imbarazzo, era pur sempre morto una persona importante per tutti noi. Tutti a quel tavolo conoscevamo il padre di Joy, anche se alcuni meno degli altri, ma era bastato poco per sentire davvero la sua perdita. 

Era un uomo meraviglioso a cui si voleva bene da subito, ma la strana situazione in cui si erano trovati Lily e James stemperava la situazione. 

Sembrava riuscire garbatamente a rendere la situazione meno triste.

 

 

***

 

Joy

 

E tutti iniziarono ad andare via.

Salutai i genitori di James stringendoli a me, davvero grata del loro aiuto e del loro volermi davvero bene.

Guardai Lily avere una breve discussione con i suoi genitori per convincerli a lasciarla lì.

Salutai il professor Silente, che mi poggiò una mano sulla spalla e mi sorrise in modo rassicurante.

E poi rimasi con mio fratello e i mie amici.

-Io vado da papà. Non... non voglio lasciarlo solo questa notte...- disse Erik, con la voce che si incrinava appena. Lo guardai dirigersi verso la porta che fino ad ora non ero riuscita a varcare.

Non ero riuscita ad entrare nella stanza di mio padre.

Non ci riuscivo.

Era troppo per me in questo momento. L'avevo guardato dal corridoio e il dolore che avevo sentito era stato troppo grande. Mi avrebbe distrutto avvicinarmi ancora, ma non volevo lasciare mio fratello da solo.

E neanche mio padre.

Anche se la sua anima di sicuro non era più in quel corpo, capivo mio fratello. 

Anch'io non lo volevo lasciare solo tutta la notte, ma non ce la facevo. Rimasi in piedi, mentre sentivo come uno strano sottofondo gli altri parlare.

Strinsi forte i pugni.

Mi morsi quasi a sangue le labbra.

Dovevo riuscirci.

Ci sarei riuscita.

Camminai piano, un passo alla volta.

Dovevo sembrare proprio una stupida, stranamente fu un pensiero quasi divertente, che mi distrasse da quello che stavo facendo.

E in poco tempo mi ritrovai nella stanza, ma non riuscivo ad avvicinarmi al letto.

Guardavo mio padre dormire.

Sì, sembrava dormisse.

Era nel suo completo migliore, aveva i capelli riordinati, cosa insolita per lui, ed era perfettamente immobile.

L'immobilità e il colore della pelle rendevano la cosa chiara. Era morto.

Fu come se avessi ricevuto in quel momento la notizia. Come se la realtà della sua morte fosse diventata davvero reale in quel momento.

E mentre le lacrime traboccavano dagli occhi che erano rimasti asciutti così a lungo, rimasi a guardare in silenzio mio padre morto.

 

***

 

Lily

Era straziante. Un dolore che ti distruggeva.

Avrei voluto poter sottrarre almeno una parte di quel dolore che Joy provava in quel momento, per non farla più soffrire in quel modo.

Ma non era possibile. Distolsi lo sguardo dalla lacrime di Joy per puntarlo su qualsiasi altra cosa.

E vidi lo sguardo dei Malandrini. Si guardavano tra di loro. Black stringeva forte i pugni.

-Io...- stava per dire qualcosa mentre andava verso la porta, ma Potter gli mise una mano sulla spalla bloccandolo.

-Sirius non ora. Deve affrontare questo dolore anche da sola. Altrimenti non riuscirà ad andare avanti- disse. Il suo sesto senso, la sua sicurezza, la sua perspicacia... tutte cose nuove per me.

Sembrava capire Joy meglio anche di se stessa, sembrava poter dire sempre la cosa giusta.

-Non sopporto il fatto che soffra così tanto.

James sta piangendo. Tu l'hai mai vista piangere?- domandò Black.

Potter scosse il capo.

-Non possiamo farci niente comunque. Glielo ha detto anche Silente: il dolore è la prova che siamo umani. E che riusciamo ad amare così tanto una persona.

Se non si sentisse la mancanza di quella persona, se non si provasse un tale dolore, vorrebbe dire che non si ha amato- guardai Potter con occhi spalancati.

Poi lui si lasciò sfuggire un sorriso, sempre guardando il volto di Sirius.

-Lo so che ti sembra una cavolata, lo vedo dalla tua faccia. Ma è così. E comunque c'è una sola cosa che possiamo fare: appena Joy alzerà lo sguardo per cercare un supporto, un ancora di salvataggio per uscire da quell'oceano di dolore, dovrà vedere uno dei nostri sguardi- e fummo tutti d'accordo con lui.

 

***

 

Joy

Alzai lo sguardo e trovai il suo sguardo subito. E mi sentì meglio. Gli occhi di Sirius erano quasi un salvagente.

Mi aggrappai al suo sguardo per non annegare.

 

Fu una notte lunghissima.

Non dormì nessuno.

Rimanemmo tutti svegli, intorno al letto dove dormiva mio padre. E poi arrivò il giorno e insieme ad esso un altro momento orribile.

La chiusura della bara. Strinsi forte la mano di Sirius mentre mio padre scompariva dentro quella bara.

E poi quel dannato odore di saldatura. Non potevo più guardare. Mi voltai e affondai il viso nel petto di Sirius, lasciando andare le lacrime, ma non emettendo i singhiozzi che invece continuavano a scuotermi.

Lui mi stringeva così forte però che non andai in frantumi. Lui mi teneva insieme, attaccato al suo petto.

Si, fu grazie a lui se non mi divisi in tanti frammenti.

 

***

Note autrice:

 

E con questo sono due i funerali che mi ritrovo a scrivere... e purtroppo non saranno gli ultimi...

ciò mi preoccupata davvero a dire la verità... comunque c'è una grande differenza tra i due eventi. La prima volta non avevo mai assistito a un funerale.

Ora, con la morte recente di mia nonna, il funerale, la paura e quell'immenso dolore che ho passato è un po' accennato in questo capitolo...

non penso di essere mai stata così triste in commento d'autore...

rimediamo un po'!

Innanzitutto, avete visto che non vi faccio attendere più tanto?

E sapete il perché? Perché la mia ispirazione è tornata. E anche se dovrei studiare e non avrei davvero tempo per ritrovarmi a scrivere niente con bel 200 pagine da imparare piene zeppe di leggi, eccomi qui a scrivere fino a notte fonda.

Non so come andrà questo esonero, penso proprio male.

Ma vi dirò, preferisco scrivere! =) me incosciente.

Allora, volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto lo scorso capitolo! Grazie lettori silenziosi. XD

e un grazie speciale come al solito a chi recensisce.!

Grazie mille (anche duemila)  maltrerio !!!

Sono felice di avere una nuova lettrice.

Ho visto dopo la recensione che mi avevi lasciato, perché era nel primo capitolo!

Ma grazie anche per quella.

Grazie davvero per le tue parole.

Si, la mia idea perfetta infatti era quella di riuscire a capire benissimo cosa pensano sempre tutti i personaggi!

Spero di non creare troppa confusione a dire il vero...

grazie mille per i complimenti!

Spero di ricevere presto altre tue recensioni! XD

bacio!!!!!!

 

carissima Pao! Sei tornata nel mondo di EFP?

Ecco un nuovo capitolo a meno di una settimana di distanza. E spero di poter continuare così!

Anch'io spero che riuscirai a scrivere presto anche tu!XD un bacio enorme. Ti voglio un mondo di bene!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

cara malandrina4ever, non ti volevo morta!

Io aspettare con impazienza nuovi capitoli della tua storia, non potevo fare altrimenti! Ihihihihih!!!!

la scuola è difficile, e brutta perché toglie tempo alla scrittura (questa frase l'avevo già scritta.. chissà quando...) ma l'importante è impegnarsi in entrambe. Spero davvero di leggere presto un tuo nuovo capitolo e una tua nuova recensione!

E vedrai che non rimarrà nessun debito!

Per Joy, si, James e Sirius sono fantastici.

In questo capitolo sono un po' troppo seri per i miei gusti ma non potevo fare altrimenti.

Mi sembrava troppo brutto davvero farli già ridere e scherzare... ma mi rifarò nel prossimo capitolo!

Per la fine della storia... capisco benissimo cosa vuoi dire... anche io ci penso da quando ho ideato questa cosa... non so se riuscirò davvero a dare la morte ai miei personaggi.... ma quando arriverò vedremo....

un bacio!

 

Al prossimo capitolo! XD

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Capitolo 21
*** ventesimo capitolo: Ricordi ***


CAPITOLO 20:

 Ricordi

 

James

Silenzio.

Un silenzio incredibile e insostenibile.

Guardai i miei genitori che avevano deciso di accompagnarci e di rimanere un po' con noi.

Notai gli sguardi che si scambiavano.

Erano sempre i soliti. Sapevo perfettamente cosa stavano cercando di dirsi.

“Avanti, dì qualcosa” stava intimando in silenzio mia madre a mio padre. Lui ricambiava.

“E cosa dannazione? Perché non parli prima tu e io ti seguo a ruota?”.

Li facevano spesso quei discorsi silenziosi.

Specialmente se dovevano tenere qualcosa di segreto a me. Ma io li avevo sempre capiti abbastanza bene.

Del resto esercitarmi con loro mi era servito davvero molto.

La maggior parte dei sentimenti di Sirius, e molte volte anche quelli di Remus, si leggevano e capivano meglio attraverso gli occhi che non a voce.

Mi alzai dalla poltrona, ma nessuno fece caso a me. Eravamo seduti in quel salotto da così tanto in silenzio che mi ero chiesto se non si fossero addormentati tutti ad occhi aperti.

Guardai la libreria, dove ancora troneggiavano tutte le cose di Simon, il padre di Joy.

E dove notai un album di foto con una data.

Il 26 marzo. Il compleanno di Joy. Lo presi, notando quanto era decisamente grande quel librone.

E aprì una pagina a caso.

E vidi Joy come anch'io la ricordavo, in piedi su una sedia davanti a una torta enorme.

 Compiva sette anni. Aveva un cerotto enorme sul naso perché giocando le avevo lanciato lì la pluffa.

Lei, per risposta, mi aveva dato un pugno allo stomaco.

Poi guardai gli altri. Sì, poteva andare come idea.

Mi avvicinai a Sirius e gli indicai la foto.

-Ti ricordi che ti dicevo che Joy era un maschiaccio fin da piccola. Ecco la dimostrazione- dissi.

Lui guardò la foto incuriosito. Notai Joy lanciarmi un occhiata strana, finalmente sveglia, dal suo dolore silenzioso.

-Questa eri tu?- chiese Sirius, con un ghigno sul viso. In un baleno tutti ci guardarono interessati e Joy corse a vedere la foto.

-Chi ti ha dato il permesso di fargli vedere queste foto?- chiese lei, arrossendo.

-Avanti Joy, eri bellissima. Ignora questi due trogloditi- la rassicurò mia madre.

-Sì, bellissima. Una vero bellissimo mostriciattolo.

A sette anni sembravi più una delle piccole pesti che un angelo di bambina- riuscì a ironizzare Erik. Riuscì perfino a sorridere mentre vedeva noi che ridevamo piano e Joy che lo trucidava con lo sguardo.

-Questa foto ce l'abbiamo anche noi. Non era quel compleanno in cui Joy aveva tirato la sua fetta di torta in testa a James?- chiese mio padre, causando altre risate. Avvertì più che vidi Evans avvicinarsi a me per guardare le foto. Io rimasi a osservare Joy che rideva.

-Certo. Era diventato antipatico solo perché ero riuscita a prendere il boccino prima di lui. Infatti poi mi aveva lanciato la pluffa sul naso- raccontò lei.

-Ecco perché del cerotto. Avanti James, non sapevi perdere neanche quando eri piccolo?- mi prese in giro Sirius.

-Si, si, ridi pure Sirius. Dimentichi forse che nelle ammissioni per cacciatori hai dovuto penare per entrare? Devo ricordarti le mille volte in cui è riuscita a prenderti la pluffa?- ribattei.

-E così vi conoscete da quando avete...- chiese Evans.

-Due anni- rispondemmo in coro io, Joy e i miei genitori.

-Simon aveva affittato la casa vicino a noi.

Ricordo ancora quando io con James in braccio andammo a salutare i nuovi vicini. Gli avevo anche portato una bella torta di panna a tuo padre. Volevo fare colpo su di lui- mia madre lanciò una frecciata a mio padre che rispose con un'occhiataccia.

-E cosa è successo invece?- chiese Joy.

-Voi due all'inizio eravate rimasti fermi a scrutarvi torvi. Io intanto parlavo con Simon e il momento di distrarmi che avevate già iniziato a giocare chissà come. Fatto sta che in meno di dieci secondi siete riusciti a far rovinare a terra tutta la torta che avevo faticosamente fatto.

Alla fine fu tuo padre ad offrirmi dei biscotti appena sfornati, non il contrario- rise raccontando mia madre.

-Era un cuoco migliore di te cara, ammettilo.

Quando questa qua andava da sua madre per alcuni giorni era da lui che andavo a mangiare.

Simon sfamava me e James. E i due demonietti tentavano di distruggere la casa intanto- mio padre ormai era in momenti lontani. Pensava al suo amico.

Anche io ricordavo quelle lunghe giornate insieme.

Quei giorni perfetti, dove divertimento, scherzi e giochi erano sempre garantiti.

Intanto Sirius, che mi aveva rubato l’album, lo chiuse e iniziò a sfogliarlo dall'inizio.

E come prima foto c'erano i genitori di Joy.

Insieme, con Erik accanto e un bel pancione che la donna accarezzava teneramente.

La guardammo in silenzio e poi Sirius girò ancora pagina.

Altra foto, una bimba in fasce.

Piccola, fasciata in un lenzuolo bianco.

Con pochissimi capelli e la faccetta rossa tipica dei neonati.

Altra pagina, altra foto, Joy e sua madre.

Poi Joy e suo padre. Joy e Erik.

E poi il primo compleanno di Joy. Lei davanti alla torta. Lei che alzava la manina con un solo dito alzato, per indicare gli anni che ora aveva.

Peccato che fosse il dito sbagliato. Ridemmo come pazzi mentre Joy arrossiva.

E poi il suo secondo compleanno.

Foto con la torta, foto con i genitori. Foto dove Joy era costretta a vestire con odiosi vestiti bianchi e rosa, gonne e molto altro.

-Odiavo quei vestiti. Non li sopportavo.

Ma era mia madre a costringermi a usarli.

Dopo... quando divenni troppo grande per i vestiti che mia madre mi aveva comprato mio padre mi vestì con quelli di Erik. Per me fu una cosa positiva almeno. Già a tre anni scoprì che non solo i vestiti dei maschi erano meno complicati, ma anche molto più pratici. Specialmente se dovevi rincorrere un odioso bambino che mi dava della tappa- Joy mi lanciò un'occhiataccia che ci fece ridere.

Mia madre intervenne

-Tuo padre aveva cercato di comprarti vestiti.

Ricordo un giorno in cui ti lasciò con me.

Tornò dopo ore, con una marea di buste e lo sguardo sconvolto.

Non voglio più avere a che fare con le commesse” aveva esclamato. Ero scoppiata a ridere e avevo guardato i vestiti. Ti giuro, mai visto un assortimento di vestiti più orribili. La commessa aveva capito che non se ne intendeva e gli aveva fatto comprare tutto quello che una normale madre non avrebbe mai e poi mai comprato- rideva divertita, mentre tutti immaginavamo benissimo l'evento.

-Lo ricordo anch’io. Dovevi sentire come lo raccontava.

Non era una persona normale, era un cobra travestita da ragazza, con quegli occhi ipnotici e quei denti velenosi a cui non potevi contraddire”- ridevamo. E sapevo che finalmente ci stava.

Guardai Joy ed Erik. Poi i miei genitori.

Mi dispiace cari, ma ero più bravo io, decisamente il migliore!

 

***

Joy

Perdersi in ricordi gioiosi riguardo alla persona che hai perso è la cosa giusta, almeno per noi.

Probabilmente è una cosa soggettiva. Ma eravamo sicuri di una cosa certa.

Non sarebbe morta fino a quando il suo ricordo era nel nostro cuore. E a ogni racconto, a ogni foto, a ogni sorriso o risata, lui era lì con noi, lo sentivo vicino, lo sentivo con me.

Come se non se ne fosse mai andato davvero.

E ne ero sicura, lui era con noi e lo sarebbe sempre stato. Non l'avrei mai dimenticato. L'avrei tenuto nel cuore per sempre, accanto a mia madre, per tutta la mia vita.

 

***

Lily

Era notte. E finalmente Joy aveva chiuso gli occhi. Stava dormendo finalmente serena e mentre la guardavo fui fiera di lei.

Fui fiera di come stava affrontando le cose e mi chiesi cosa avrei fatto io al suo posto. Ma scacciai subito il pensiero, perché era una cosa che sarebbe potuta succedere. Tutti eravamo in pericolo.

Mi strinsi le braccia intorno al corpo, tentando di non farmi prendere dalla paura che come una stupida avevo lasciato affiorare. Mi alzai dal letto per andare a bere un po' d'acqua. Mi avrebbe aiutato sicuro.

Arrivata in cucina, però, notai che c'era già qualcuno davanti al frigo. Era tutto buio, il ragazzo che avevo davanti non aveva voluto svegliare nessuno accendendo la luce, come avevo pensato di fare anch’io. Del resto oggi la luna quasi piena e senza nuvole illuminava la cosa dalle ampie vetrate abbastanza da potersi muovere anche se era una cosa poco conosciuta.

Non sapevo chi dei malandrini fosse, ma ero abbastanza certa che non fosse Minus. Aveva la schiena incurvata per cercare nel frigo chissà cosa.

E lui era basso invece, non ci sarebbe stato bisogno. Quando si raddrizzò capii subito chi fosse, comunque. Quei capelli da pazzo avevano solo una marca: Potter.

Dovevo ammetterlo. I Malandrini erano stati davvero bravi.

Erano stati unici, uniti, fantastici e adeguati in tutte le circostanze. Erano riusciti a portar buon umore quando c'era bisogno, a essere seri e confortanti quando avevano bisogno di questo e tutti erano stati guidati da Potter. Era pieno di sorprese, incredibile, fantastico. Ci avevo pensato per tutti quei giorni.

Non era solo uno stupido, ok, lo potevo ammettere.

Io mi ero sentita spesso stupida invece, non avendo idea di cosa fare o dire.

Ma lui era stato fantastico.

Ma me la doveva pagare. Mi aveva messo in ridicolo davanti a mia e sua madre. Avevo promesso di fargliela pagare. E avrei iniziato da uno scherzo stupido, ma innocuo.

Lui non si era accorto di me. Aveva chiuso il frigo con un'abbondanza di cose tra le braccia da riporre sul piano della cucina. Mi aveva voltato di nuovo le spalle. E io mi avvicinai tentando di fare più piano che potevo.

-Buuu- gli dissi a poca distanza. Lo vidi saltare e poi gemere. Si voltò verso di me e notai che aveva una forbice tra le mani. Ok, scherzo stupido e non del tutto innocuo.

-Ma sei impazzito? Anzi, impazzita. Sei tu Evans?- sembrava sorpreso di trovarsi me davanti.

-Sì, ti sei fatto male?- Chiesi preoccupata. Va bene, la luna poteva anche illuminare, ma non così bene da distinguere se si era tagliato oppure no.

Lui mise l'indice in bocca scuotendo il capo.

-è un graffio. Come mai sveglia?- mi chiese.

-Avevo sete. Non pensavo avessi qualcosa in mano... io.. - ma non riuscì a continuare.

Non mi piaceva chiedere scusa.

In genere non facevo errori io. Non dovevo chiedere scusa io alle persone, casomai il contrario.

Lui mi guardò per un po'. Forse aspettando che continuassi. Ma riuscì solo ad arrossire. Salvata però dalla luce della luna non se ne doveva essere reso conto. Guardai i suoi occhi bellissimi anche a quella luce. E poi sorrise, il suo sorriso che amav... cosa stavo per dire??? Il suo sorriso che non odiavo.

Sì, non era quello strafottente che faceva sempre. Questo era molto meglio. Ma amar... no, non riuscivo neanche a pronunciare una pazzia del genere.

-Va bene, farò finta che mi hai chiesto scusa.

Anche se non penso ti farebbe male dirlo qualche volta. Non morde mica la parola scusa- mi fece notare.

-Lo so che non morde...-mormorai piano.

Così piano che forse non mi sentì. Infatti si era girato e aveva ripreso a fare quello che stava facendo.

Per la seconda volta in quella stessa cucina, gli chiesi cosa stesse facendo.

-Un panino. Ho fame, stavo aprendo la busta del pane bianco. Vuoi un panino anche tu?- mi domandò.

-Non penso il mio stomaco reggerebbe a una cosa del genere. È troppo pesante a quest'ora- lo rimbeccai.

-Forse per il tuo stomaco. Ma per noi Malandrini lo spuntino della mezzanotte normale. Infatti devo portare un panino anche a Sirius e Peter.

Pensavo fosse uno di loro quando sei arrivata- e intanto iniziava a mettere di tutto su quella fetta di pan. Distinsi prosciutto, kectcup, maionese, qualcosa in un barattolo che forse erano sottaceti.

Mi venne il mal di stomaco solo a guardare tutte quelle cose.

Tentando di ignorarlo mi andai a prendere un bicchiere d'acqua. E poi mi voltai verso di lui.

Era intento a fare un panino enorme, e lo potei osservare. E di nuovo mi ritrovai a pensare che si, James Potter era bello. Dannatamente bello.

Era davvero tanto difficile ammetterlo?

Infondo non potevo contraddire la verità quando mi si presentava così evidente.

Ma se fosse bastata la bellezza a conquistarmi mi sarei fatta schifo da sola.

Non bastava un bel sorriso a incantarmi. Anche se il suo sorriso mi faceva battere forte il cuore.

Certo, era una situazione particolare e lui si era destreggiato in modo egregio.

Ma non pensavo fosse cambiato. Non ci avrei messo la mano sul fuoco. Poteva tornare a essere il ragazzo arrogante, sbruffone e idiota che era sempre stato.

Non avrei abbassato la guardia solo perché finalmente avevo ammesso che fosse bello.

E intanto non mi resi conto che lui aveva finito e mi guardava incuriosito.

-Ti sei addormentata in piedi e con gli occhi aperti?

O sei rimasta abbagliata dalla mia bellezza?- mi punzecchiò.

Eccolo tornato il cretino.

-Abbagliata dalla tua bellezza? Dalla tua bruttezza magari. A dire la verità stavo notando la tua incredibile somiglianza a un Dorso Rugoso di Norvegia- lo presi in giro.

Lui mi guardò accigliato per un momento. Poi sorrise.

-Un drago. Sai, non sono sicuro di considerarlo un insulto. Mi sembra più un complimento- e sorrise.

Dannato sorriso. Perché doveva essere così bello?

-Lo dovrebbe essere, considerato che ha una faccia rugosa e piena di vesciche. E un alito che fa svenire-

Lui mi si avvicinò, prima ancora che potessi rendermene conto. Il suo volto era così vicino al mio, non avevo mai guardato i suoi occhi da così vicino. Mi rispecchiai in lui quasi completamente.

Così vicini che i nostri respiri si confondevano.

Lily, torna in te, non puoi accettare una cosa del genere. Mi rimproverai. Mi allontanai subito e lui sorrise.

-Visto, non sei svenuta- e tornò dai suoi panini che impilò in un piatto.

Io rimasi incerta e ancora incredula a fissarlo.

-Joy dorme tranquilla?- chiese, voltandosi di nuovo.

-Sì. Erik?-

-Come un ghiro. E fra poco anche io. Vuoi un po' di compagnia per dormire? Magari ti posso raccontare una storia della buonanotte!- mi schernì lui, guardandomi. Io gli feci la linguaccia. Gesto molto infantile, lo so. Ma mi venne decisamente spontaneo.

-Ma guarda da chi mi devo far sentire dire che sono una bambina. Tu sei sicuramente più infantile di me- ribattei. Ma non ne ero sicura. Non dopo quei due giorni insieme.

-Sarà. Allora buonanotte Evans-

-Buonanotte Potter- e me ne tornai nella stanza.

Mi sdraiai sul letto a pancia in sotto.

Strinsi il cuscino a me e chiusi gli occhi.

Poi mi girai sul fianco.

Mi rigirai sull'altro fianco.

Dannazione a quel Potter. Mi aveva fatto passare anche il sonno. E ora come mi addormentavo?

 

***

 

Joy

Tornare a Hogwarts fu del tutto irreale.

Anche se avevo accettato la sua morte non voleva dire che ancora non mi sentissi come se tutto intorno a me fosse strano e irreale.

Ricominciare la scuola. I compiti, le lezioni, lo studio, il Quidditch...tutto così stressante a suo modo. Ma tutto così necessario specialmente adesso. 

Perché intanto i morti aumentavano. Ormai sul giornale le scomparse delle persone e la morte di babbani erano all'ordine del giorno. Noi restavamo uniti.

Anche se con grande sconcerto di Lily, anche lei si unì più al nostro gruppo che a altri. Specialmente perché si stava creando una cosa terribile. La paura era dilagata anche tra noi studenti. E tutti, anche i Grifondoro, temevano il fatto di stare vicino a mezzosangue.

La paura dilagava, l'odio dei Serpeverde e la loro sicurezza era incrementata, tutti non si fidavano di nessuno. Solo i Malandrini erano rimasti a sollevare il morale.

Loro riuscivano a farti ridere e distrarre da tutti i problemi che c'erano, anche se solo per pochi minuti.

Si riusciva ancora a sperare che le cose potessero tornare come prima, che la gente potesse ancora tornare a sorridere felice come una volta.

 

***

Note autrice: 

 

e su questa nota malinconica il capitolo finisce.

Che ne pensate? Mi sono fatta attendere troppo? Scusatemi se è così!

È che mi ero bloccata sulla parte iniziale.

Sapevo come alleggerire l'atmosfera, del resto è stato un momento molto autobiografico.

Solo che non sapevo come presentarlo. Ero indecisa.

Perché nel mio momento di lutto era mio padre a rievocare i ricordi divertenti e spensierati per farci stare bene. Qui invece avevo intenzione di creare una cosa in comune. E spero di esservi riuscita.

Allora, anche se in teoria domani dovevo preparare una consegna, eccomi qui invece a presentarvi un nuovo capitolo! =)

me tanto pazza.!!!!

grazie per tutti voi che leggete, siete aumentati e la cosa non può che rendermi felice.

Anche voi che aggiungete tra i preferiti, i ricordati e e preferiti questa storia: grazie mille. Sono felicissima!

E grazie come al solito ma sempre con estremo affetto e felicità, a tutte voi che recensite!

 

Grazie maltrerio(anzi Dafne) perla tua recensione. Anche se di fretta sei riuscita a lasciare delle parole di cui ti sono davvero grata. Spero di ricevere presto un'altra tua recensione!

 

Cara beky grazie anche a te. Spero che lo studio e i vari impegni ti permettano di leggere ancora e specialmente di continuare a recensire lasciandomi queste parole meravigliose. Grazie mille, sono contante di essere riuscita a dare l'idea del dolore di tutti. E si, la scena della famigliola mi ha divertito subito scriverla, spero non sia risultata forzata....

anch'io spero che troverai tempo per recensire sempre. Grazie davvero!!!

 

carissima malandrina4ever grazie per la tua recensione! Davvero è stupendo? Grazie mille.

Di questo che ne pensi?

Io non lo so se magari in qualche fic è detta la stessa cosa. So solo che insieme alle mie amiche pazze una volta ci abbiamo pensato (non temere, niente di macabro o di preoccupante, solo stupidaggini tra amiche) e mi sono resa conto che quello che ho fatto dire a James è quasi totalmente cosa ho detto io quella volta. La penso esattamente in quel modo.

E James, con il suo amore per il volare, così come anche Harry penso che la vedano esattamente come me. E anche come te! XD

 

ciao a tutti! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 22
*** Ventunesimo capitolo: forse amici ***


CAPITOLO 21: 

Forse amici

 

James

Stavamo facendo colazione quando arrivò la posta.

Mentre mangiavo la mia enorme fetta di pane piena di marmellata, guardai Remus che prendeva il giornale e lo iniziava a leggere. Mi sporsi verso di lui per leggere anch'io la prima pagina.

In prima pagina spiccava il volto di Bartimeus Crouch e altre sei piccole foto di fianco.

 

Condannati ad Azkaban altri sei Mangiamorte.

Crouch assicura: Vinceremo la lotta!

 

L'articolo parlava degli ultimi arresti di “probabili” Mangiamorte. Mi chiesi quanti tra quei sei fossero davvero Mangiamorte.

-è assurdo. Il Ministero ormai pur di dimostrare che sta facendo qualcosa sbatterebbe in prigione anche il postino perché avrà portato sicuramente la posta a un Mangiamorte- Remus scosse il capo, mentre apriva il giornale e iniziava a leggere gli articoli all'interno.

-Già, vogliono dare l'impressione che stanno vincendo. E invece non fanno altro che prendere buchi nell'acqua- ribatté Evans, anche lei col giornale in mano.

Lanciai un'occhiata al tavolo dei professori, dove sembrava che si stesse discutendo qualcosa di molto importante.

Era davvero strano per me avere la Evans accanto a colazione. In genere si sedeva così lontana che riuscivo a guardarla benissimo senza farmi notare. Ora, e anche purtroppo, appena la guardavo, lei notava il mio sguardo. E i suoi bellissimi occhi verdi mi chiedevano gentilmente, solo fulminandomi, di guardare qualcos'altro. Il mio gufo arrivò di poco in ritardo rispetto agli altri, portando la lettere dei miei.

Ormai era diventata una esigenza. Ero davvero preoccupato, anche se non l'avrei mai ammesso probabilmente. La morte del padre di Joy era la dimostrazione che anche i migliori Auror non avevano speranze contro Voldemort. E il fatto che loro fossero dannatamente sempre in vista mi rendeva ancora più preoccupato.

 

“Ciao caro figliolo.

Mi sembra incredibile ricevere una tua lettera al giorno. Devo dire che la cosa mi preoccupa e mi mette in crisi più di qualsiasi altra cosa! =)

Sto scherzando Jamie! Allora, sei pronto per la partita? Grifondoro contro Serpeverde, giusto?

Riuscirai a vincere anche questa volta?

Tuo padre non vede l'ora di ricevere la notizia della tua vittoria. Questo Natale cosa vuoi fare di bello?

Sai, stavamo pensando che sarebbe bello fare una vacanza bianca come i babbani. Con la neve e gli sci (lo so che non sai cosa sono, ma ti assicuro che ti piacerà. Parola di mamma) . Naturalmente chiedi anche a Sirius e Joy perché verranno sicuro anche loro. Voglio la loro opinione, come anche la tua figliolo. Una bacio enorme James. Ti vogliamo bene, ricordatelo.

E non vogliamo che ti preoccupi. Andrà tutto bene!

Con affetto,

la tua bellissima mamma!"

 

 

Sorrisi. La mamma, non si smentiva mai.

Del resto avevo preso molti lati del mio carattere da lei!

Guardai Sirius che stava lanciando occhiate strane al suo piatto. Chissà cosa gli frullava nella mente.

-Voi sapete cos'è lo sci?- domandai.

-è uno sport babbano. Si pratica sulla neve con l'aiuto degli sci, che non sono altro che pezzi di legno sagomato in un certo modo legati ai piedi.

In origine era un modo per spostarsi e non affondare nella neve. Poi è diventato un vero e proprio sport, anzi vari sport che si possono fare sugli sci- rispose subito la Evans. Chissà se rispondere correttamente a tutte le domande era una cosa insita nel suo DNA o solo un'abitudine.

-Come mai questa domanda?- chiese Remus.

-Perché i miei vogliono andare a sciare questo natale. Sirius, che ne pensi? Ti piacerebbe andare a sciare?- domandai. Lui alzò gli occhi dal piatto e mi guardò accigliato. Era da un po' che se ne stava in silenzio a meditare, come al suo solito.

-Penso di si. Anche se con dei pezzi di legno attaccati ai piedi non capisco come non si possa sembrare degli idioti patentati- disse ritrovando il suo normale sorriso.

-Joy naturalmente vieni anche tu, lo sai vero?- domandai guardandola. Lei sorrise annuendo.

-Io sono imbattibile con lo snowboard, vi avverto!- 

Evitai di ribattere, non avevo idea di che cosa stesse dicendo, ma lo avrei scoperto perché ci avrei sicuramente voluto provare anch’io a farlo se lei ci riusciva così bene. 

Guardai Remus interrogativo.

Lui scosse il capo.

-Non penso che i miei ne sarebbero felici. Con tutta questa agitazione... non vedono l'ora di vedermi- si giustificò.

-Okay. Tu Pete?- guardai Peter, che aveva la bocca piena di cibo. Inghiottii e si scusò anche lui.

-I miei mi vedono sempre così poco. Inoltre mi volevano anche ritirare dalla scuola per stare con loro. Figurati se posso non passare le vacanze con loro- io mi strinsi nelle spalle.

-Dai, tre su cinque. Però non è male come risultato- poi guardai la Evans che ancora leggeva il giornale.

Chissà cosa avrebbe risposto lei, se glielo avessi proposto. Sicuramente che non poteva. Si sarebbe inventata sicuro qualche scusa.

O molto probabilmente mi avrebbe detto che non aveva intenzione di sopportarmi anche durante il Natale.

pastedGraphic.pngMentre continuavamo a mangiare si avvicinò Dorcas Meadowes.

-Ragazzi, siete preoccupati per la partita di domani?- chiese Dorcas appoggiandosi alla spalla.

Io sorrisi, sicuro.

-Noi preoccupati? Sirius siamo preoccupati?- domandai al mio amico.

Lui alzò finalmente gli occhi con il mio stesso sorriso malandrino.

-No, non siamo preoccupati. Siamo terrorizzati.

Fra poco ce la facciamo sotto, vero?- e scoppiammo tutti a ridere.

Ma notai qualcosa nel suo sguardo. Qualcosa che non sapevo cosa fosse. Mentre lui continuava a parlare con Dorcas, che evidentemente stava scommettendo con altri suoi compagni su chi avrebbe vinto, guardai Remus e cercai di chiedergli cosa avesse Sirius secondo lui. Bastava sempre uno sguardo per capirci.

Ma Remus mi smentì subito, guardandomi incerto.

-James hai una mosca che ti ronza sulla testa?- domandò lui. Io gli tirai un calcio al piede sotto il tavolo.

-Ma che dici. Io non sto facendo niente. Niente di niente Rem- dissi più forte del dovuto, per mascherare l'imprecazione di dolore di Remus per il calcio. Così imparava a non capirmi.

-Cosa c'è James?- chiese Sirius, con la bocca piena di uova all'occhio di bue. Almeno aveva iniziato a mangiare.

-Niente. È Remus che grida- dissi, mentre non sapevo cosa rispondere. L'ultima cosa che volevo era chiedere direttamente a Sirius il perché del suo sguardo di prima. Avrebbe semplicemente negato e si sarebbe raggomitolato maggiormente su se stesso.

-Io grido perché tu mi tiri calci!- disse Remus piccato.

-Io tirare calci? Sono un cercatore, non un canciatore babbano- ribadì subito.

-Primo, si dice calciatore James, secondo il livido che ho sul polpaccio può già parlare a tua discolpa- ribatté lui.

Sbuffando mi voltai a guardare qualsiasi cosa tranne quell'idiota che avevo davanti, e poi si vantava di essere il più intelligente dei quattro, e guardai la Evans. Lei stava seguendo la conversazione mordendosi il labbro inferiore. Era pur sempre un Prefetto. Non gli piaceva il giro di scommesse che sembrava esserci in quel momento al tavolo.

Sorrisi, chiedendomi cosa stesse pensando...

 

***

 

Joy

-Uffa- sbraitò Lily. La guardai confusa.

-Cosa c'è?- chiesi.

-Non ho segnato il libro a cui aveva accennato oggi a lezione la professoressa McGranitt. Tu ricordi il titolo?- mi chiese. Io la guardai accigliata...

-Ecco.. non penso proprio- dissi.

-Ma sono sicura che Remus se lo ricorderà. Magari possiamo chiedere a lui- cercai di consolarla. Lei si alzò dal letto.

-Bene. Così magari ci posso andare prima che chiuda. Rimane una buona mezz'ora e posso sempre leggerlo stanotte-

-Ma per quando dobbiamo leggere questo libro?- chiesi. Onestamente non ricordavo che la professoressa ci avesse detto di leggere niente.

-Non dobbiamo per forza leggerlo. L'ha solo citato come miglior libro sulla trasfigurazione umana- rispose lei.

-Ah, ecco perché non lo ricordavo- mi consolai, pensando che almeno non mi ero dimentica di una richiesta specifica.

Iniziai a salire le scale del dormitorio mentre Lily mi seguiva. Ma si fermò forse al secondo scalino.

-Ma stiamo andando nel loro dormitorio- notò lei.

-Sì. Mi hanno detto che salivano sopra quando siamo andate in dormitorio, quindi sono lì- dissi tranquilla.

Lei esitò.

-Non dovremo salire nel dormitorio dei maschi- insistette lei. Io sbuffai.

-Lily sono loro a non poter salire da noi, non il contrario. E poi non ti preoccupare, tanto devi chiedergli solo una cosa. Se non lo fai ora poi non riesci ad andare in biblioteca- e finalmente mi seguii su per le scale.

Aprì la porta senza preoccuparmi, e mi preparai come al solito a parare i colpi che potevano sempre capitare di ricevere.

Aprire la porta di quella stanza era sempre molto pericoloso. E infatti, invece del solito cuscino o qualcosa di simile mi ritrovai uno di quei pazzi addosso. Crollai a terra sotto il peso di Sirius, imprecando visto che non era un peso da niente.

-Scusami Joy. Quel cretino mi ha spinto- si scusò lui alzandosi con le braccia per non continuare a pesare su di me, e guardandomi negli occhi da così vicino che rimasi senza fiato.

I suoi occhi così dannatamente... da Sirius.

-Se ti togliessi di dosso forse ti potrei scusare. E sottolineo il forse- tentai di uscire dall’imbarazzo io.

Lui mi guardò sorridendo, il suo solito sorriso che mi faceva battere forte il cuore.

Si mise prima sul fianco, spostandosi da sopra di me e poi si alzò con leggiadria.

Mi porse subito la mano e notai che aveva una camicia nera, che gli stava dannatamente bene, sbottonata a rivelare il suo petto scolpito ed era solo in boxer, sempre neri.

E lanciava occhiatacce a James.

-Va bene Ramoso. Ora o tiri fuori i pantaloni o ti taglio la testa- lo minacciò.

-Aiuto Remus. La regina di cuori mi vuole tagliare la testa- disse, fingendosi spaventato James mentre si gettava sul letto di Remus. Che stava scrivendo e si ritrovò la pergamena, il libro, il letto e il pigiama macchiati di inchiostro.

-James ti uccido- disse, voltandosi verso il colpevole. Che scappò dalle sue mani per rifugiarsi dietro le mie spalle. E poi notò Lily.

-Ehilà Evans. Come mai da queste parti?- domandò.

-Sono venuta a chiedere una cosa a Remus.

Ma secondo voi questo è un dormitorio?- chiese.

Non ci voleva un genio per capire a cosa si riferisse. In quella stanza non c'era neanche una cosa al posto giusto. Carte, libri, pergamene, vestiti, lenzuola, calzini e scarpe erano gettati a terra alla rinfusa.

Persino le sedie erano del tutto invisibili dietro tutto il disastro di vestiti.

-Joy, se non vuoi andare di mezzo di nuovo tu è meglio se ti sposti. Prima che uccida quel cervo che ti trovi sotto la sua sottana a rifugiarsi- mi avvertì Sirius avvicinandosi di nuovo a me.

-Avanti Sirius. Domani ti ritornerà i pantaloni.

Tanto dove devi andare a quest'ora?- chiesi, cercando di calmare gli animi. Ma un'occhiata alla faccia stupita di Sirius mi fece capire che era confuso.

E mi resi conto cosa significasse sia la camicia che portava sia la sua voglia di vestirsi.

-Scusa, giusto. Starai uscendo come al solito. James ridagli i pantaloni altrimenti fa aspettare la sua ultima fiamma. Chi è questa volta? Quella di Corvonero che ti faceva gli occhi dolci stamattina?- domandai, cercando di risultare indifferente.

-In realtà si. Non pensavo te ne fossi accorta- rispose Sirius, con tutta la sua solita tranquillità.

-Mi sa che dovrai andare in boxer. Perché i pantaloni non ce li ho io- disse James.

-E dove li hai messi?- chiese lui, arrabbiato.

-Semplice, li ho dati a Pix!- rispose James tranquillo.

Mi spostai appena in tempo per evitare Sirius che si lanciava addosso a James.

 

***

 

Lily

-Ma fanno sempre così?- chiesi, avvicinandomi a Remus.

-Sì, purtroppo per me. Questa è una delle scenette solite. Cosa volevi chiedermi Lily?- chiese lui, sorridendomi. Aveva preso la bacchetta per rimediare al disastro con l'inchiostro.

-Hai in mente il libro sulla trasfigurazione umana che ha citato oggi la professoressa? Non ho segnato l'autore e vorrei correre in biblioteca a prenderlo, invece. Tu lo ricordi?- chiesi.

-L'ho segnato da qualche parte. Aspetta che lo cerco- e si alzò dal letto per cercare nella borsa.

Intanto vidi Joy sedersi sul letto e Potter e Black picchiarsi, spero per finta, a terra rotolandosi e buttando di tutto e di più.

-Eccolo qui. Rambard Vector, Il libro della Trasfigurazione Umana. Ma io non sono riuscito a trovarlo il mese scorso in biblioteca. Perché l'ultimo che ha messo a posto il libro l'ha nascosto come al suo solito da qualche parte- disse Remus, incredibilmente riferendosi a qualcuno in quella stanza. Chi oltre a lui, a me e a volte Joy leggeva libri di scuola?

Black era riuscito a vincere la lotta, stendendo Potter a terra e piegandogli il braccio dietro la schiena.

-Se non vuoi che ti stacco il braccio dimmi subito dove sono i pantaloni- lo minacciò Black.

-Li ho dati davvero a Pix idiota. E così mi fai davvero male-

-E io ora cosa metto?-

-Hai altri pantaloni mi sembra. Altrimenti puoi sempre farti prestare qualcosa da Peter. Sarà felice di prestarti i suoi pantaloni- rispose Potter.

E poi gemette perché Black rafforzò la stretta.

-Facciamo così. Ora ti lascio vivo. Ma solo perché prendo i tuoi pantaloni neri- e lasciandolo andare a terra si alzò e corse a rovistare in un baule. Ne uscii fuori con dei pantaloni e corse in bagno.

Potter si alzò mezzo morto da terra e guardò nella mia direzione. Dovetti trattenermi dal non ridergli in faccia, come invece stavano facendo Joy e Remus.

-Sai che sei ridicolo? E dannatamente stupido?- dissi, fingendomi seria.

-E tu lo sai che sei dannatamente gentile questa sera? Cosa c'era nel tuo dolce?- chiese, mentre si alzava a terra. Dannazione, perché era a torso nudo?

Non dovevo arrossire. Lily distogli lo sguardo e non arrossire, mi ripetei mentalmente, anche se era difficile non soffermarmi a guadare quel petto scolpito, quelle spalle volitive, quegli addominali così evidenti.…

-Piuttosto di chiederle una cosa del genere dille dove hai nascosto il libro di Vector Ramoso. Lily lo cercava- disse Remus. Guardai Remus, incredula.

-Cioè mi vuoi dire che Potter ha letto un libro? Un libro non solo di figure?- chiesi fingendomi scioccata. Ok, con il libro solo di figure ero più ironica di quanto volessi, ma per piacere alla professoressa doveva essere un libro tosto, ed era davvero difficile immaginare Potter leggere un libro.

-Certo Evans. Anche io so leggere, sai? E comunque non ho nascosto nessun libro. È nella biblioteca!- rispose lui.

-Certo. E dove di preciso? Perché non l'ho trovato. Sai che ero quasi sul punto di denunciarti a Madama Pince? Quando gli ho chiesto dov'era e lei ha detto che tu l'avevi preso per ultimo e che lo avevi restituito da poco sono rimasto incerto se dirle che era da ore che lo cercavo dove tu dovevi posarlo- Remus era esasperato, ma nella voce aveva una nota divertita.

Stesso divertimento e serenità che c'era nel volto di Potter mentre mi sorrideva.

-Okay, vieni con me Evans. Ti farò vedere dove ho riposto il libro. Ma a che ti serve a quest'ora scusa?- mi domandò mentre si dirigeva verso il baule che Sirius aveva quasi rivoltato, e prendeva la prima maglietta che trovava per indossarla.

-Non lo so. Cosa potrei mai fare con un libro Potter? Giocare a carte?- chiesi ironica.

Guardai Joy, seduta tranquilla su quel letto aperto, pieno di vestiti, fogli e pacchetti di mangiare vuoti, chiedendomi come poteva sedersi lì.

Io avrei come minimo temuto che mi spuntasse accanto un topo.

E mentre Potter si infilava le scarpe, Black uscii dal bagno, pronto per la sua uscita.

Capivo perché Potter e Black venivano considerati i più belli della scuola. Non era legato solo alla perfezione. Perché non erano perfetti, per niente.

Ma erano belli. E Black era da sempre considerato il bello dannato, l'angelo nero caduto dal cielo.

Quando una mia compagnia l'aveva definito così ero scoppiata a ridere. Si, era Mefisto. O Belzebù.

O i mille nomi per definire il diavolo.

Tornai a guardare Potter però. Erano così simili, eppure così diversi.

E inconsciamente sapevo quale preferivo.

Quale preferisci? Tu odi tutte e due, lo ricordi? Ecco ritornata la vocina nella mia testa, dannata. Uffa... aveva ragione.

E perché dannazione stavo pensando a Black?

Giusto, per Joy. Infatti lei lo guardava dalla sua postazione. Lei con occhi tristi, con occhi sconfitti, con... dolore. Dolore per quel dannato stupido che non si rendeva conto di niente.

Dovetti mordermi le labbra per non sbraitare o lasciare andare almeno uno sbuffo.

Eccola qui la dimostrazione che erano sempre i soliti stupidi.

 

***

James

Finito di allacciare l'ultima scarpa guardai Sirius, che ricambiò il mio sguardo divertito.

-Mi stanno bene i tuoi pantaloni. Anzi, stanno meglio che a te- mi sfidò lui. Lo guardai accigliato. In effetti gli stavano bene, ma stavano molto meglio a me.

-Vedi di ritornarmeli interi. E prima di darmeli mi raccomando, lavali accuratamente. E non ti fare rompere la cerniera- lo stuzzicai un po'.

-Allora buonanotte e tutti. Mi raccomando, non mi aspettate alzati voi due. Potrei fare davvero molto tardi oggi- disse rivolto a me e Remus.

-E tu ricordati che abbiamo la partita. Dovresti dormire almeno un poco- gli ricordai. Ma lui stava guardando finalmente Joy. Gli si avvicinò subito, cercando il suo sguardo, probabilmente rendendosi conto che c’era qualcosa che non andava. 

-Sei stanca?- chiese ingenuamente.

Lei annuì ricambiando lo sguardo.

-Vai Sirius, non farti aspettare troppo- disse tranquilla. Chissà quanti sforzi per far apparire la voce così neutra. Io non ci sarei mai riuscito.

Sirius sorrise, le scompigliò tutti i capelli e se ne andò.

Tutti guardammo la porta chiudersi e poi tornammo a guardare Joy che si era sdraiata sul letto e nascosta il viso sotto il cuscino di Sirius.

Lanciai un'occhiata a Remus, che si strinse nella spalle. Lo esortai con le mani a farsi avanti lui questa volta. Io personalmente mi sarei solo arrabbiato anche con lei. Sirius era un idiota patentato.

Ma anche lei non scherzava. Perché non le diceva chiaro e tondo quello che provava? Così avrebbe costretto lui ad una presa di coscienza.

E a rendersi conto che cosa provava per lei.

Ma visto che questo discorso glielo avevo già fatto con tutta la tranquillità possibile e lei non mi aveva ancora ascoltato, questa volta glielo avrei gridato addosso. Risultato: era meglio che la consolava lui, io non ci sarei riuscito questa volta.

Remus sospirò e si sedette accanto a Joy. Io feci segno alla Evans per andare.

-Meglio lasciarli soli- dissi piano, dopo essermi avvicinata a lei in modo che sentisse.

E mentre sentivo Remus iniziare a parlare, chiusi la porta alle mie spalle.

 

Scendemmo le scale e notai che stringeva i pugni e sembrava arrabbiata.

Nella Sala Comune c'era ancora un po' di gente che notai ci guardò in modo strano.

Quasi mi scappò da ridere quando mi resi conto del perché. E quando realizzai che cosa stavamo in effetti facendo lasciai che le labbra si distendessero in un largo sorriso.

-Non ti sembra strano?- le chiesi mentre uscivamo nel corridoio e andavamo verso le scale principali.

-Cosa?- chiese lei. La mia domanda l'aveva distolta da altri pensieri, di certo più rabbiosi.

-Non ti sembra strano che io e te usciamo insieme? Cioè, so che ti sto solo aiutando a cercare un libro che ho posato io, ma è strano lo stesso. Non trovi?-

mi parve stupita da questo mio discorso.

Rimasi a osservarla mentre nel suo viso tante emozioni passavano l'una dopo l'altra.

Alcune erano riconoscibili, altre fortemente facili da scambiare in qualcosa che mi faceva sperare, ma che non volevo capire perché non volevo illudermi ancora.

Però arrossii sotto il mio sguardo. Cosa che mi fece sentire felice.

-Non avrei bisogno del tuo aiuto, se non avessi nascosto il libro chissà dove- protestò lei per togliersi dall'imbarazzo e iniziò di nuovo a camminare a passo spedito.

-Non l'ho nascosto. L'ho solo posato in un posto diverso da quello stabilito. E sono davvero stupito che Madama Pince non si sia resa conto che non era al suo posto. Io l'ho preso l'anno scorso- dissi tranquillo, seguendola.

-L'anno scorso? Sei incredibile. Cosa te ne facevi di quel libro l'anno scorso? Va bene che Trasfigurazione sembra una delle materie che preferisci di più, ma arrivare a studiare la trasfigurazione umana ancor prima di avere una spiegazione..- si interruppe forse incerta su come definirmi. Il termine pazzo che usava più spesso forse le sembrava fuori luogo.

Io comunque mi lasciai andare a un sorriso.

E se le avessi rivelato che quel dannato libro l'avevo letto, riletto e riletto ancora dal mio secondo anno?

E solo per scoprire come diventare un Animagus illegale?

Probabilmente mi avrebbe denunciato su due piedi.

E poi tornò rigida, arrabbiata, e per un attimo mi chiesi se non avessi rivelato la storia dell’Animagus a voce alta.

-Evans cosa succede?- chiesi, fermandomi.

Lei mi guardò arrabbiata.

-Niente- disse.

-Sai che inizio a odiare questo niente? Se ti chiedo se c'è qualcosa forse e perché è evidente che c'è qualcosa, non pensi?- ribattei subito.

Lei mi trafisse con lo sguardo.

-Come fai a stare fermo e vedere soffrire Joy per quello stupido del tuo amico? Non è tua amica anche Joy? Perché non cerchi di aiutarli????- mi domandò. Il tono con cui me lo disse e lo sguardo che mi aveva lanciato mi fecero scoppiare a ridere.

-Pensavo che tu mi ritenessi solo uno che combina guai, non uno che li risolve- le feci notare.

-Vuoi dire che ho torto?- chiese, guardandomi negli occhi seria.

-Sul fatto che sono un combina guai? No, non hai torto. Ma non esiste magia abbastanza forte da far venire un po' di sale in zucca a quei due. Glielo posso ripetere all'infinito, e stai sicura che lo faccio, ma alla fine ci dovranno arrivare in qualche modo da soli.

Noi non possiamo fare molto- e la continuai a guardare. Anche per noi era così Evans?

Io ero consapevole di quello che provavo per te, ma tu quanto ci avresti messo a capirlo?

Strinsi i pugni per evitare di parlarne ora. Non era pronta. O almeno così sembrava.

Ricominciai a camminare, mentre lei mie seguiva.

-Sì, ma lei non soffrirebbe se non andasse a fare lo stronzo con tutte le donne di Hogwarts- ribatté lei.

Mi sentii subito in dovere di ribattere anch'io.

Stava pur sempre parlando del mio migliore amico.

-Prima di tutto non è solo colpa sua. Ti ricordo che certe cose si fanno in due, e stai sicura che Sirius non se ne va a violentare nessuno. Sono sempre consenzienti e sanno già cosa farà lui dopo. Secondo, è ormai da tempo che ha imparato una una cosa fondamentale. Per sfuggire ai pensieri e al dolore ci sono due modi: primo, ubriacarsi.

Ma ha disastrosi risultati, con tanto di sentirsi molto male il giorno dopo.

Il secondo metodo è... be, lo sai. Lo so che ti sembrerà strano ma Sirius soffre tanto. Ma non vuole soffrire. Odia soffrire. E quindi non fa altro che distrarsi. E un suo modo di auto difendersi- tentai di spiegarle.

-E cosa lo preoccupa ora?- chiese lei accigliata.

Io ci pensai su. Mi ero dimenticato di chiedere il parere di Remus. Anche se in effetti ero io quello che leggeva meglio tutte le idee pazze e auto distruttive di Sirius meglio di chiunque altro. Cosa gli poteva frullare in quella testa bucata oggi?

Ormai eravamo arrivati in biblioteca e sotto ordine di Madama Pince di sbrigarci che stava per chiudere, la porta verso il reparto Astronomia.

E la lampadina della mia testa si accese.

-La partita. Domani è la sua prima partita contro Serpeverde- lei mi guardò ancora più interrogativa.

-domani vedrà il suo fratello acquisito, cioè io, scontrarsi contro suo fratello vero, che lui si ostina a odiare ancora non riuscendoci. Non gli piace essere confuso. E adora prendere scorciatoie- tentai di giustificarlo. Io capivo benissimo il suo punto di vista. Ma la Evans?

Odiavo l'idea che giudicasse male mio fratello.

Intanto presi il libro che cercavamo e glielo porsi. Lei lo prese e lo guardò in silenzio. Poi guardò lo scaffale.

-Che ci fa un libro di Trasfigurazione tra i libri di Astronomia che per di più parlano solo della luna? E non è l'unico libro- notò, scorrendo il dito su alcuni volumi.

-Non lo so Evans. Non è mica colpa mia di tutto quello che succede a Hogwarts- dissi, andando verso l'uscita e studiando la sua espressione.

In realtà avevo detto una grande bugia. Era quasi sempre colpa mia o dei Malandrini comunque.

Mentre tornavamo in silenzio al dormitorio la Evans mi sorprese, riprendendo il discorso.

-Comunque non approvo quello che fa. E spero che si renda presto conto che sta facendo soffrire Joy e che la smetta di farlo, altrimenti se la vedrà con me. Ma...- aveva esitato un attimo, per poi continuare

-Lo capisco purtroppo. È più facile sfuggire al dolore piuttosto che affrontarlo. Ma non si può essere sempre dei codardi, giusto?- forse non la voleva far suonare come una domanda. Probabilmente avrebbe voluto essere un'affermazione. Ma era finita esattamente come una domanda. E io mi ritrovai a sorridere e annuire.

-Siamo Grifondoro. Il coraggio è dentro di noi, sempre e comunque, anche se alcune volte fa più fatica di altre a mostrarsi- ed entrammo nella nostra sala comune.

 

***

 

Lily

Ecco cosa succedeva a frequentare i Malandrini. Rompevano tutte le tue convinzioni.

Riuscivano a farti perdere tutte le tue sicurezze su di loro, tutti i loro comportamenti che tu avevi benissimo giudicato come manifestazioni di immaturità e stupidità, tutto demolito da qualche parola. Riuscivano a farti capire addirittura che dietro a una delle cose che io avevo sempre condannato per essere dimostrazione di idiozia totale, c'era ben altro. Ciò non andava affatto bene.

Ma sotto il sorriso di Potter, pensai mentre lo seguivo nel suo dormitorio per vedere come stava Joy, cosa c’era davvero?

Trovammo sdraiata sul letto di Black, mentre parlava ancora con Remus. Anzi, stava ripetendo la lezione di Trasfigurazione per domani.

-L'avete trovato?- chiese Remus, sorridendoci.

-Sì, Potter sapeva benissimo dov'era. E ora anch'io so dove trovare libri di Trasfigurazione che non sono al loro posto. Basta andare a controllare la luna- dissi, cercando di suonare scherzosa. Ma mi accigliai quando vidi lo sguardo che sia Joy che Remus lanciarono a Potter.

-Molto divertente James. Vuoi per caso che ti ricordi quella cosa?- chiese Remus, guardando Potter come non l'avevo mai visto fare. Aveva anche lui... quell'aria malandrina.

-No Remus caro. Ricordo bene quello che vuoi ricordarmi. E sai anche che non ti devi preoccupare. E si, naturalmente trovo tutto ciò sicuramente e dannatamente divertente!- disse lui con un sorriso a trentadue denti. E poi dovette schivare un cuscino lanciato da Remus. Mi lasciai scappare una risata, erano troppo divertenti. E poi guardai l'orario. Dovevo andare a leggere se volevo anche dormire, quella notte.

-Io vado a letto. Tu Joy che fai?- le domandai.

Lei rimase un attimo perplessa. Poi un po' triste, guardò per terra.

-Se vuoi puoi dormire qui- disse Remus, sorridente.

Lei annuì.

-Ci vediamo domani mattina allora. Buonanotte- era strano dare la buonanotte a quei Malandrini.

Ma purtroppo ormai non potevo evitare di pensarli come... si forse amici.

 

***

Note autrice:

 

Wao... devo dire che questo probabilmente è il capitolo più lungo che abbia mai scritto. Capitolo così lungo che non posso pubblicarlo tutto in una volta. Sono più di 50 pagine... mi sembra davvero troppo.... lo divido almeno in due parti anche se forse con titoli diversi... poi vedrò....

E sapete qual è la cosa più divertente?

Che in teoria nella storia doveva succedere solo la prima parte e poi dovo catapultare tutto dopo natale. E invece eccoci qui con la descrizione infinita di una sola serata.

Chiedo scusa per il ritardo ma ho avuto due esami uno ieri e uno stamattina. E dovevo prepararmi.

In più ora ce ne ho altri tre molto vicino quindi dovrò studiare ancora. Ma spero di riuscire a scrivere lo stesso. Al limite come in questo capitolo scriverò tanti pezzetti e poi riaccorderò tutto spero abbastanza bene.

Scusatemi per eventuali errori o cose errate.

Se le vedete e magari se c'è qualche pezzo non chiaro chiedete, sono qui per rispondere a voi, e magari così mi lasciate anche qualche altro commento in più che vi assicuro mi farebbe solo felice, di qualsiasi natura fosse!

Allora, ringrazio chi ha letto e chi continua a leggere e a seguire.

E ora a chi ha recensito:

 

grazie malandrina4ever per la tua recensione molto gradita. Sai che adoro le tue recensione? Spero il compito d'inglese ti sia andato bene e così anche la fine della scuola! Grazie per le tue parole! Non vedo l'ora di leggere il tuo prossimo commento, e le tue bellissime storie!

 

Cara maltrerio grazie per la tua recensione. Scusami se l'aggiornamento non è arrivato presto quando speravo. Ma troppi esami. L'università è bruttissima.. grazie per i tuoi complimenti, me tanto felice!!!! spero di vedere presto un tuo commento anche su quest'altro capitolo. E io cercherò di mettermi in pari con la tua storia. Con tutto questo studio non accendo neanche più il pc,....

 

il resto di questo capitolo è già scritto, quindi arriverà appena avrò almeno qualche piccola recensione!!!

ciao a tutti. Al prossimo capitolo!!!!!!!!!!

 

ps: spero di aver corretto gli errori di distrazione dei pov.... grazie a Malandrina4ever!!!!

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Capitolo 23
*** Ventiduesimo capitolo: una notte strana, una partita andata (quasi) male e un.... ***


 CAPITOLO 22: 

Una notte strana, una partita andata (quasi) male e un....

 

Sirius

 

Tornai tardi quella notte. Anzi, quella mattina.

Stava già per albeggiare. Era stata una notte stranissima però. Mentre stavo con … ecco, come al solito non ricordavo più il suo nome.

Ma tanto non ricordavo mai il nome di nessuna di quelle con cui passavo le notti.

Comunque, mentre stavo con lei, la mia mente aveva rievocato immagini terribili. Terribili in quel momento. E che non centravano completamente niente. Mi aveva complicato un sacco le cose, anche troppo. E tutto per colpa di Joy. Anzi, diciamo della mia testa bacata. Perché vi chiederete?

Perché quando stai con una ragazza non dovresti pensare alla tua migliore amica, giusto?

Quando tocchi i capelli di una ragazza, non dovresti confrontarli con quelli della tua migliore amica.

Non dovresti aprire gli occhi e cercare gli occhi della tua migliore amica e ritrovarti dannatamente disgustato di vederne degli altri.

Quella notte, invece di rilassarmi e non farmi pensare ai miei problemi, ai miei dubbi o alle mie preoccupazioni, me ne aveva create di nuove e terribili.

Arrivai nella mia stanza che tutti dormivano.

Bene, almeno ci sarebbe voluto un po' perché James si rendesse conto che il mio umore era giù e iniziasse a chiedere spiegazioni. O a non chiederle.

Ma a guardarmi aspettando. Forse anche peggio per me.

Mi tolsi i vestiti e presi il pigiama. E quando ero pronto a gettarmi nel letto, notai che il mio letto era occupato. Le tende erano completamente tirate quindi non vedevo bene. Ma ero sicuro che quel monte sul letto non fossero solo vestiti. Mi avvicinai alla finestra e scostai le tende, in modo che filtrasse la leggera luce dell’alba. Guardai il letto dove dormiva Remus tranquillo. Peter dormiva russando già quando ero uscito, ora era completamente andato. E James dormiva con le braccia fuori dal letto, come al solito. E allora chi era nel mio letto?

E con un timore e una paura che non avevo mai provato davvero prima, mi avvicinai a tolsi la coperta. E mi lasciai andare a un imprecazione, perché Joy dormiva nel mio letto.

Doveva essere un incubo. Sì, tutto un dannato incubo. Insomma, io che avevo problemi con una ragazza. Che non mi godevo una bella nottata delle mie.

E ora Joy nel mio letto.

Joy che mi aveva tormentata tutta la notte. Sì, doveva essere decisamente un incubo. Mi diedi un pizzicotto. Però lei era ancora nel mio letto.

Sbuffai, mi avvicinai a James e lo guardai sperando che magari fosse sveglio.

Gli toccai con un dito la spalla. Ma non si svegliava. Cavolo dovevo dormire qualche ora, stamattina c'era la partita.

Lo smossi con più decisione. Lui borbottò qualcosa e si voltò verso l'altra parte. 

-Ramoso svegliati subito- dissi scrollandolo più forte.

-Sirius chiudi quel forno di bocca e dormi- rispose lui con la voce impastata di sonno girandosi verso l'altra parte.

-James, posso dormire con te?- chiesi scrollandolo ancora. Lui si alzò sul gomito e mi guardò sbattendo gli occhi morto di sonno.

-Ma che stai dicendo?- chiese. Cercò di mettermi a fuoco e io gli indicai il mio letto.

-Perché Joy mi ha rubato il letto?- domandai. E intanto lo  spostai di forza e mi sedetti sul letto accanto a lui, che quasi ringhiando mi fece spazio.

-Perché ieri era a pezzi e voleva stare qui con noi.

E probabilmente voleva scoprire a che cavolo di ora saresti tornato. A proposito, che ore sono?- mi domandò. Io sbuffai.

-Non lo so ma fammi spazio. Dormo con te- dissi.

-E perché scusami? Hai dormito mille volte con Joy accanto. E poi il mio letto è il mio letto- Protestò lui. 

-Cosa c'entra? Oggi è diverso. Non posso dormire con lei accanto, chiaro? E ora fammi spazio sennò ti butto dal letto- sbraitai seccato.

-La volete finire voi due di fare baccano?- domandò un Remus arrabbiato e assonnato, mentre si sedeva sul letto stropicciandosi gli occhi.

-Vai a dormire con lui. È stato lui a suggerire a Joy di dormire qua- disse James, agendo più veloce di quanto uno appena sveglio dovrebbe fare.

Mi spinse forte e mi ritrovai per terra.

-Ramoso sei morto- dissi, rialzandomi.

-Sirius finiscila di sbraitare come un cretino.

Tra meno di cinque ore devi essere in campo per giocare la tua prima partita. La prima partita del campionato.

Non vorrai mancare la pluffa e non riuscire a fare neanche un punto- la voce di James sembrava davvero stufa.

-Remus- iniziai, ma lui mi interruppe.

-Sono completamente d'accordo con James Sirius.

Vai a letto. E se le cose non ti vanno bene ci pensavi prima di uscire- disse lui con la sua solita aria saccente.

-Bene, begli amici che mi ritrovo- dissi arrabbiato, stufo, stanco e deluso. Ma più di tutto ero arrabbiato. Perché non mi riuscivo a spiegare il perché non potessi semplicemente sdraiarmi accanto a Joy e dormire, come in effetti avevo fatto tante altre volte in diverse circostanze e senza nessun problema.

Mi alzai mentre la rabbia mi stordiva.

E poi lanciai un'occhiataccia a James. Che mi guardava da sdraiato. E che si sedette subito e mi invitò di nuovo sul letto.

-Va bene Felpato. Dimmi cosa c'è che non va, ora, subito. Altrimenti ti faccio dormire per terra- disse lui. Mi sedetti e notai che anche Remus si era seduto e aspettava.

-Niente. C'è Joy nel mio letto- mentii solo nella prima parte. C'era davvero Joy nel mio letto.

-Ok, allora noi possiamo tornare a dormire e tu o dormi con lei o dormi per terra- disse Remus pronto a ricominciare a dormire così come James.

-Okay, okay. Ma è una cosa assurda. Che non so come sia successo e che non capisco e che non voglio più ripetere. E che voi naturalmente non dovrete dire a nessuno. Tanto meno a Joy- dissi perentorio, decidendo di vuotare il sacco.

-Va bene, spara- fu la risposta di James.

-Ero con quella ragazza..- stavo dicendo.

E Remus mi interruppe.

-Si chiama Jane Sirius. Non mi dire che già non te ne ricordi il nome- mi disse scocciato.

-Lasciamo stare? Non è essenziale nel mio racconto- dissi. In realtà sospettavo di non averlo mai saputo davvero il suo nome... comunque dovevo parlare ormai.

-Giusto. Remus chiudi la bocca adesso. Quindi eri con questa ragazza- mi invitò James a continuare.

-E iniziamo a fare le solite cose. Chiudo gli occhi mentre le accarezzo i capelli e penso ai capelli di Joy. Mi dite cosa cavolo c'entrava? Mi ritrovo a pensare ai suoi capelli- ai suoi dannati bellissimi capelli, potrei continuare. Ma decido di fermarmi.

Remus stava per parlare, ma io gli feci segno di lasciarmi parlare.

-eE non è tutto. Perché potrei anche accettarlo, se quando la stringo a me non penso anche a quando abbraccio Joy. Non penso al suo corpo, alle sue braccia, al suo viso. Io stanotte sono impazzito. Stavo per morire. Letteralmente. Ogni minuto era un ricordo e ogni ricordo o sensazione un dannato infarto- mi resi conto che avevo alzato la voce e mi voltai verso Joy per assicurarmi che non l'avessi svegliata. Ma lei dormiva tranquilla, per fortuna aveva un sonno pesante.

-Vuoi sapere davvero quello che pensiamo noi Sirius?- chiese Remus. Io annuì.

Si scambiarono un'occhiata. Un'occhiata strana, quasi trionfante. E poi James sorrise e mi diede una pacca spezza spalla.

-Era anche ora che succedesse. È la tua anima che si ribella, il tuo cuore che vuole darti una svegliata finalmente. Sirius ascoltami. Guardami negli occhi- mi ammonì visto che avevo abbassato lo sguardo.

- Sto dicendo seriamente e vorrei che questa volta mi ascoltassi riuscendo davvero a capire quello che voglio dirti- e detto questo si avvicinò a me e mi mise entrambe le mani sulle spalle. Sempre guardandomi negli occhi.

-TU SEI INNAMORATO DI JOY- mi gridò, scuotendomi come fossi un burattino nel frattempo.

Appena mi lasciò andare rimasi immobile, scombussolato. Intanto, pensavo che mi avesse rotto i timpani. Segno del fatto che non sentivo più, la stanza era diventata all'improvviso totalmente silenziosa. Non sentivo più neanche il russare di Peter.

No, aspetta, eccolo qui. Mi ero sbagliato, si doveva essere solo momentaneamente spostato.

Secondo pensavo che James fosse pazzo.

-Tu sei pazzo- glielo dissi schietto e sincero.

-Sì, lo so. Anche tu, ricordi? Ma ciò non vuol dire che quello che sto dicendo è falso. Anzi, è totalmente vero. Lo sai che i pazzi sanno molte più verità dei sani mentali?- Mi disse James.

Guardai lui, poi Remus, che mi guardava esattamente allo stesso modo.

E poi mi alzai dal letto.

-Non è possibile. Io non posso essere innamorato.

Io non amo nessuno. Non posso amare nessuno.

Sono un Black. E comunque questa conversazione l'abbiamo già avuta mi sembra- dissi, furioso.

-Lo so, ma visto che non lo capisci non possiamo fare altro che ripeterlo- sbraitò James.

-Sirius ascoltaci. Ti ricordi quando eri geloso di Joy? Che macello hai fatto solo per un invito di un altro ragazzo? Ecco, finalmente stavi arrivando a capirlo davvero. Il tuo cuore innamorato era commosso, felice che finalmente stesse riuscendo a farti capire quanto ami Joy, e poi è successo quello che è successo. Ti sei dovuto frenare. Ma la consapevolezza di questo amore è rimasta dentro di te.

Il tuo corpo cerca di fartelo capire in tutti i modi, rievocando immagini, ricordi e sensazioni- mi spiegò Remus. James annuì e continuò lui.

-La tua mente sta tentando di farti capire che tu non vuoi nessun'altra, nemmeno se è la più bella del mondo, nemmeno se fosse un angelo o qualsiasi altra cosa. Tu vuoi solo e unicamente Joy perché è lei che ami. Del resto è esattamente quello che cercavo di farti capire quando mi chiedevi perché non uscivo con nessun'altra e insistevo con la Evans. È così che funziona quando sei innamorato.

Non parlo di una cotta, di un flirt, oppure di solo un’avventura. Parlo di un vero amore. È quello che provo io per Evans. Ed è lo stesso che provi tu per Joy- finì semplicemente.

 Restai immobile ancora. Non riuscivo a trovare niente per smentirli. Non riuscivo ad aggrapparmi a niente che potessi contestare. Eppure dovevo contestare qualcosa.

Non poteva essere vero. Non potevo ammetterlo. No... ero un Black. Noi non amavamo. Noi non...

-Sirius..- una voce. La sua voce. E il suo viso illuminato dalla luce. 

Dormiva ancora, ma si stava agitando nel sonno. E chiamava il mio nome.

Mi avvicinai senza pensarci. Mi stava sognando? Lacrime calde iniziavano a uscirgli dagli occhi chiusi. Di nuovo, senza pensarci, mi sedetti sul letto accarezzandogli i capelli, tentando di calmarla.

E lei, sentendomi, si abbracciò a me.

Si strinse a me piangendo, ma continuando a dormire. E a chiamare ora un altra parola.

-Papà- stava sognando suo padre. Stava soffrendo per suo padre. E aveva bisogno di me.

Al diavolo tutto. Al diavolo le preoccupazioni, le mie stupidaggini, i miei dubbi e il mio essere un Black.

La strinsi a me e la cullai piano e gentile.

Notai appena lo sguardo dei miei due amici prima che si rimettessero a dormire entrambi.

Io continuai a stringerla e le baciai quei bei capelli, piano, leggero, non sapevo da cosa fossi guidato.

Ma lei si calmò, piano, lentamente, smise di piangere per accoccolarsi meglio tra le mie braccia e prese a dormire serena, stringendomi forte. E tra mille pensieri e mille sensazioni diverse, mi addormentai con lei tra le mie braccia.

 

***

 

James

-Dovremmo svegliarli- mi fece notare Remus per la centesima volta. Io annuì, ma mi fermai ancora a guardarli. Erano così belli insieme. Come potevo rompere questo idilliaco momento tra quei due?

Potevo forse incominciare la partita senza due cacciatori? Purtroppo la risposta fu un no.

Non potevamo assolutamente perdere contro i Serpeverde.

-Sono così...- dissi guardando Remus.

-Lo so... anch'io non vorrei che li svegliassi.

Ma devono farlo. O vuoi perdere la partita?- mi domandò.

Io scossi il capo.

-Comunque è tutto merito mio- dissi vantandomi.

-E come di grazia sarebbe merito tuo?

Mi sembra che sono stato io a suggerire a Joy di dormire qua- ribatté lui.

-Sì, ma il mio discorso è riuscito a farlo ragionare- dissi, cercando di mostrarmi modesto, ma sentendomi bravissimo. Ci voleva un applauso in sottofondo.

Però Peter dormiva ancora. Anche lui si sarebbe dovuto svegliare presto.

-Sì, certo. Abbassa la coda Pavone e pensa a concentrarti sulla partita. E poi arrenditi, è stato mio il piano e come sempre è andato a meraviglia- disse Remus ancora.

Io sbuffai e guardai verso i due belli addormentati.

Anzi, Joy si stava svegliando.

Si alzò piano, lottando forse un po' per liberarsi dalla stretta di Sirius. La vidi guardare il suo viso così vicino. Poi sbattere gli occhi e voltarsi verso di me.

Sembrava del tutto disorientata.

-Cosa è successo?- chiese confusa.

-Niente, penso. Spero che tu sia riuscita a dormire bene, perché tra meno di mezz'ora inizia la partita e noi dovremmo essere già là- le dissi. La vidi saltare in piedi veloce come un razzo.

-Svegliarmi prima no???- mi gridò lei contro, correndo verso il suo dormitorio.

 

***

 

Sirius

 

Fu come sentirmi perso nel vuoto strinsi l'aria con la mano con cui prima stringevo Joy.

Perché la stringevo davvero?

O era tutto un meraviglioso e bellissimo sogno?

Mi sedetti sul letto e guardai James che mi fissava.

Vidi appena Joy correre via parlando di chissà che cosa.

Remus invece scrollava Peter per svegliarlo.

E capii subito il perché.

-La partita- esclamai, alzandomi in piedi.

-Già- disse James. E iniziai a vestirmi.

 

***

 

James

Uffa... speravo in un qualcosa di più.

Correndo verso il campo guardavo quei due che continuavano a sgridarmi per non averli svegliati prima.

Va bene, non mi aspettavo chissà che cosa, anche se un bel bacio o almeno una resa di coscienza non era male, ma perché non si parlavano????

Se continuavano così li avrei uccisi... a tutti e due. Già che dovevo era meglio fare il lavoro per bene.

-Ma dove eravate finiti?- i nostri compagni di squadra ci aspettavano già pronti e del tutto nel panico.

-Vi ucciderò lentamente, ma prima andiamo in campo- disse Luke, il capitano guardandoci male.

E ci voltammo per entrare in campo.

 

Volare era una esperienza bellissima.

E giocare a Quidditch era meraviglioso, qualcosa che non si poteva descrivere con una semplice parola. C'era adrenalina, felicità, libertà, tutte queste sensazioni oltre a mille altre.

Mi guardai intorno. Stavamo volando già da mezz'ora e del boccino nessuna traccia.

E intanto guardavo i miei compagni di squadra.

Luke era sempre un portiere fantastico.

Parava uno dopo l'altro i tentativi di fare punti dei Serpeverde. Stuart e Matt erano due battitori infallibili.

E durante gli allenamenti avevamo scoperto che Sirius, Joy e Faith giocavano benissimo insieme. Bastava uno sguardo, un cenno, e i passaggi erano veloci e precisi, fluidi e senza errori. Durante gli allenamenti e una partita amichevole contro i Corvonero erano riusciti a realizzare 250 punti per noi in mezz'ora.

Cosa non andava ora però? Semplice, Sirius e Joy non si volevano guardare negli occhi.

Ma cosa gli era preso???? Ma perché cavolo ora non si parlavano????

Guardai quei due idioti che per la quarta volta si lasciavano prendere la palla dai serpeverde. Cercai con lo sguardo il boccino.

Eravamo 60 a zero.

Se non la smettevano e si mettevano a giocare decentemente avremo finito per perdere.

 

***

 

Joy

 

Dovevo finirla. Va bene, lo sapevo. Era stupido prendermela con Sirius. Ma.. era stato strano… mi ero sentita di nuovo respinta, di nuovo ignorata, di nuovo... insignificante per lui.

Non ero riuscita ad andarmene la sera precedente. Remus aveva tentato di consolarmi. E aveva cercato di farmi dire cosa provavo.

-Ammettere che lo ami è il primo passo per la guarigione- aveva scherzato imitando colui che si occupava degli alcolisti anonimi.

Ma non lo potevo fare. Temevo soltanto di soffrire di più. E invece, quella notte...

Era stata una notte strana. Era dalla morte di mio padre che non facevo altro che incubi.

E invece quella notte avevo avuto l'impressione di sentire Sirius. E subito mi ero aggrappata a lui.

Avevo bisogno di lui per riuscire ad andarmene da quegli incubi. Ed ero riuscita a sfuggirgli. Avevo stretto Sirius più forte che potevo, sentendo il suo profumo, il suo calore, le sue mani e le sue braccia che mi avvolgevano. Con il viso sul suo petto ero riuscita a sentire anche ogni suo respiro, persino il battito del suo cuore. Ed ero riuscita a sognare.

Il problema? Io pensavo che fosse tutto un sogno.

Uno strano sogno, anzi un bellissimo sogno. Un qualcosa di meraviglioso, certo, ma un sogno. E invece ecco che mi ero risvegliata davvero tra le sue braccia. Col suo viso a pochi millimetri dal mio. Il suo profumo sulla mia pelle, il suo calore che ormai era anche il mio. Era stato... meraviglioso.

Ma anche terribile. Terribile perché non sapevo cosa significasse. Terribile perché tutto poteva passare dall'essere i migliori amici e dall'odiarsi e non volersi vedere più in un attimo. E la paura che qualcosa fosse cambiato mi stringeva ancora il cuore.

E non mi permetteva di guardarlo negli occhi.

Inoltre temevo che mi fossi creata uno dei miei soliti film. E se mi stessi preoccupando mentre invece lui magari pensava ad altro?

Tirai con forza la pluffa nel cerchio centrale e il portiere la parò. Mi voltai e vidi di sfuggita che Sirius sarebbe stato in ottima posizione per tirare.

Bastava mi fossi voltata prima...

-Allora? Se voi volete perdere non lo so. Ma io preferirei vincere cavolo- la voce di James mi arrivò da dietro le spalle. Notai che anche Sirius lo stava ascoltando. E lui ci guardava con aria severa.

Ma non potemmo rispondere, perché lui ricominciò a volare e il portiere stava lanciando la pluffa.

E sospirando, incontrai gli occhi di Sirius.

Mi rivolse uno sguardo strano. Tanto strano che non sapevo come interpretarlo. Sembrava.... imperscrutabile. Però mi sorrise.

-Non vorremmo davvero farci battere da questi idioti, vero?- mi chiese.

Io annuì. E con il cuore che mi batteva forte ci mettemmo finalmente a giocare.

 

***

 

Remus

 

Sospirai di sollievo vedendo l'azione veloce di Sirius, Joy e Faith. In meno di dieci minuti eravamo già arrivati a 40 punti, e speravo che le cose andassero sempre meglio. Certo, giusto per complicare le cose, iniziò a nevicare. Mi strinsi nel mio mantello ringraziando la mia previdenza.

Vidi Lily fare lo stesso. Da quando Joy giocava seguiva ogni partita. Ma la vedevo spesso distrarsi e guardare solo James. Va bene, forse Joy e Sirius erano sulla via della ragione finalmente. Lei quando si sarebbe decisa?

Quando vidi lo sguardo di lei illuminarsi lo seguì subito. James stava volava dietro al boccino molto vicino al limite dello stadio sud, cioè sopra di noi.

-FORZA JAMES!!- gridai, sapendo che mi poteva sentire da quella vicinanza. E così iniziarono anche tutti i Grifondoro. Intanto il commentatore stava annunciando un triplo tiro con altrettanti punti per noi.

A mentre James stringeva nel pugno il boccino, un bolide colpì preciso e tremendamente forte il petto di James.

Sussultammo tutti e guardammo James cadere fuori dallo stadio, perdendo la scopa. Corsi più veloce che potevo, ma Lily mi sfrecciò davanti. La vidi affacciarsi dallo stadio e indicarlo con la bacchetta. La sua caduta rallentò subito, ma finì lo stesso su un cumulo di neve, dove fu sommerso totalmente.

Sirius e gli altri giocatori arrivarono subito e lo tirarono fuori. E iniziammo tutti una corsa, e loro un volo, verso il castello.

 

***

 

Note autrice:

 

Ed ecco la fine del capitolo precedente.

Scusatemi se ci ho messo tanto tempo ma tra gli esami delle mie compagnie che ho cercato di incoraggiare, spero riuscendoci almeno un po', tra un raffreddore e una stanchezza che ora è sfociata in una febbre alta, e inoltre un pc che non si connetteva, ci sono riuscita solo ora.

Che ne pensate? Sono riuscita a metterla ora solo perché con la febbre non posso fare nient'altro.

E avendo dormito già più di 14 ore non riesco neanche a riposarmi oltre...

grazie e a tutti voi che seguite, e se c'è qualcuno che stà facendo gli esami, gli auguro che siano andati bene fino ad ora e un in bocca al lupo per dopo.

Speravo in almeno due recensioni visto il tanto tempo che è passato, ma mi accontento, perché è della mia meravigliosa Malandrina4ever!!!

grazie bella mia!!! ti voglio tanto bene!!!!

per rispondere alla tua recensione:

si, l'ispirazione è tornata. Peccato manchi il tempo... forse a questo punto dovrei ringraziare la febbre...

sono d'accordissimo con te per Lily, riesce a capirlo molto bene! Sono contenta che mi capisci così bene!

E si, chissà quando se ne renderà conto. Ti dirò, ancora non lo so... forse farò soffrire parecchio James ancora...

per la partita.... non sono un granchè a descriverle.

Ho tentato e spero sia leggibile.

Grazie per la correzione degli errori, spero più o meno corretti... ma ricontrollerò, magari con la febbre scesa...

grazie mille per i complimenti!!!!!!!

continua a sostenermi, mi fai felice ogni oltre limite!

 

Grazie a tutti i lettori silenziosi, lo so che forse non avete tempo e vi perdono!

Un bacio a tutti!!!!!!! al prossimo capitolo!!!!!!!

con un James malandato e forse... una scoperta da parte di Lily sulla luna!!!!

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Capitolo 24
*** Ventitreesimo capitolo: buonanotte pazzo James ***


CAPITOLO 23: 

Buonanotte pazzo James

 

Remus

Arrivai davanti all'infermeria di corsa e con Lily che correva insieme a me.

Ma avevamo iniziato a sentire la voce di Sirius, forte e arrabbiata, fin dalla scalinata principale.

Arrivati trovammo Sirius che gridava contro la professoressa McGranitt.

Per quanto la professoressa fosse alta e ci fosse sembrata sempre irraggiungibile, Sirius ora era alto quanto lei e la squadrava furioso, non più torreggiato dalla sua figura.

-Black non può entrare. Madama Chips si occuperà di Potter, non si deve preoccupare- stava cercando di portale la calma la professoressa.

-Io devo entrare. Quella megera non mi può tenere lontano da mio fratello. Ha bisogno di me- non avevo mai visto Sirius in quello stato.

Mai la preoccupazione era stata dipinta in quel modo sul suo viso.

Era sempre stato dannatamente bravo a nascondere dietro una maschera la paura, la preoccupazione, il dolore. E la preoccupazione dentro di me si intensificò fino a farmi piegare in due dal dolore.

Se era così preoccupato, se era in quelle condizioni... in che condizioni doveva essere James?

-In questo momento gli saresti solo di distrazione.

Fra poco dovrebbe arrivare il preside comunque- la professoressa si guardava nervosa in giro, cercando proprio il preside. Sirius fissava la porta stringendo forte i pugni. Vedevo le sue nocche diventare sempre più bianche. Accanto a lui Joy aveva gli occhi lucidi, tentava di non piangere, ma anche lei era visibilmente nel panico.

Mi avvinai a loro e Sirius si voltò verso di me. I suoi occhi erano pieni di terrore. Mi costrinsi a sorridergli e gli diedi una pacca sulla schiena. Nessuna parola, solo quel sorriso.

Che non prometteva niente, che non poteva rassicurarlo sulla salute di James, ma che speravo gli dicesse che non era solo. Che c'ero anch'io.

Che anch'io provavo lo stesso dolore al petto alla sola idea che James non… non riuscivo neanche a pensare una cosa del genere.

Era assurdo pensare alla vita senza James. Lui era tutto. Lui era quello che ci faceva sempre ridere, quello che sapeva sempre cosa fare, quello che si comportava come uno stupido per farti sorridere, per sollevarti il morale, quello che univa tutti noi, che c'era sempre per noi...

Insomma, lui era James! Semplicemente James.

 

***

 

Sirius

Il viso di James. Ecco cosa vedevo davanti agli occhi.

Il suo respiro forzato, il sangue che mentre lo portavo aveva vomitato continuamente.

Il dolore che non era riuscito a trattenere mentre cercava di rimanere sveglio.

Non avrei mai dimenticato le sue urla mentre lo stringevo tentando di non farlo cadere dalla scopa e di volare contemporaneamente veloce fino all’infermeria della scuola.

Non avrei dimenticato un solo attimo di tutto quel dolore. E la paura che sentivo, il vero e proprio panico perché non sapevo come stesse ora, per non poter fare niente, era terribile. Come potevo restare fuori da quella dannata porta mentre James era dentro a lottare per la vita?

Guardai ancora la McGranitt. Non mi avrebbe fermato questa volta, non mi interessava niente.

Che mi sospendesse anche, ma io dovevo entrare là dentro. Il rumore di passi ci avvertì dell'arrivo del preside, e non solo. Lo seguivano con sguardo serio e preoccupato i Potter.

La signora Potter ci raggiunse e strinse a se Joy.

-Andrà tutto bene- disse lei, sorridendo dolcemente.

Lo sguardo del signor Potter cercò invece il mio, poi quello di Remus e Peter.

-Adesso entriamo. Vedrete che tra poco James riderà di noi perché ci siamo preoccupati!- e probabilmente era la verità.

Se si salvava avrebbe sminuito tutto come faceva sempre. La vedevo già la sua faccia da schiaffi mentre diceva “vi siete davvero preoccupati? Ma siete propri stupidi. Io non muoio mai. Sono invincibile”.

Probabilmente l'avrei preso davvero a schiaffi.

Lo speravo davvero. Mentre aspettavo non facevo altro che sperare di aver ancora l'occasione di dargli un bello schiaffo in quella sua dannata faccia.

 

***

 

Lily

Passarono tre ore e trentadue minuti prima che la porta si aprisse di nuovo. La professoressa McGranitt, anche lei molto preoccupata prima, ci fece entrare con un sorriso. Entrammo tutti e trovammo Potter steso sul letto che sembrava dormire tranquillamente.

I signori Potter erano seduto accanto al letto e ci sorrisero. Madama Chips ci lanciò un'occhiataccia mentre ci vedeva entrare in 5.

-Massimo sei visitatori alla volta- sbraitò.

Mi sentì subito esclusa. In realtà non sapevo perché fossi rimasta lì ad aspettare. Non sapevo perché mi ero sentita male insieme a loro per Potter. Insomma, io l'odiavo giusto?

Ma potevo ancora mentire in quel modo a me stessa? Non era più vero che l'odiavo.

Forse era diventato un amico. Sì, gli volevo bene come un amico.

-Avanti Poppy, lasciali entrare. Mi sembra più che giusto che si rassicurino vedevo James. Che ora sta bene- la voce del preside era calma a rassicurante.

Ci avvicinammo e guardai Potter dormire.

Sembrava stare bene, anche se era decisamente molto immobile.

-Allora?- chiese Sirius guardando Madama Chips, che rispose.

-Il bolide ha fatto un bel po’ di danni, purtroppo.

Gli ha rotto ben 4 costole forandogli il polmone destro. È una cosa molto grave, è bastato il tragitto dal campo a qua il polmone si era ridotto di 2/3 di quanto era.

Dovrà rimanere a riposo per almeno 14 giorni se tutto va bene, prendendo molte pozioni diverse. Per la rottura di ossa non ho problemi, ma con i polmoni non si scherza- la sua voce era pacata e mi sentì relativamente meglio, sapendo che comunque stava bene. Notai però lo sguardo decisamente strano che si scambiarono Remus e Black.

-Cosa c'è?- chiese Joy, anche lei accortasi del loro sguardo.

Black le sorrise mentre si voltava verso di lei.

-Niente, ci chiedevamo davvero se riusciremo a far stare a letto James per ben 14 giorni-

-Già, in genere anche con la febbre non fa altro che saltare in giro come un pazzo- finì Remus.

Mi voltai verso Potter. Sua madre gli stava accarezzando i capelli con dolcezza. E mi scoprì a pensare che anche a me sarebbe piaciuto farlo.

 

***

 

Sirius

Contro le proteste di Madama Chips noi Malandrini rimanemmo accanto a James fino a quando non si svegliò.

E ci mise parecchio, ben otto ore. Le proteste erano riuscite solo a far andare via la Evans, anche se sembrava decisamente molto dispiaciuta. Mi trovai a chiedermi come mai lo fosse.

Infondo lei odiava James. Oppure no? Ma un movimento da parte di quel cervo che non era altro mi distrasse.

Mosse appena il busto forse per provare a girarsi, e gemette dal dolore. Aprì di scatto gli occhi e respirò con forza, quasi non riuscisse a respirare.

Madama Chips arrivò subito.

-Signor Potter non provi neanche per un momento ad alzarsi. Beva questo- e alzandogli appena il collo, lo aiutò a bere da un enorme caraffa. Finita tutta la faccia di James era la più buffa del mondo. Sembrava aver appena bevuto... una caraffa di olio.

-Bene. E dopo questo mi viene da vomitare.

Ragazzi, allora, cosa mi sono perso?- chiese tranquillo, guardandoci sorridente.

Ecco la faccia da schiaffi.

-Hai visto Remus. Ci chiede cosa si è perso. Secondo te se gli spezzo il collo gli faccio abbastanza male?- domandai a Remus sfoggiando il mio sorriso malandrino. Lui ricambiò con lo stesso identico sorriso.

-Beh, possiamo spezzargli tutte le ossa piano piano. Del resto l'opera è quasi già stata fatta. Rompendogli subito quello del collo morirebbe subito.

E quindi soffrirebbe di meno- fu la sua risposta.

-Che carini. I miei amici al mio capezzale, invece di consolarmi sulla mia salute, decidono come farmi soffrire di più. Quanto mi volete bene voi?- e detto questo James tentò di raddrizzare la schiena. Gemendo di nuovo per il dolore.

-Noi? Vogliamo bene a questo cervide pazzo e mezzo fracassato??? Io proprio no- dissi, con il tono più serio che mi poteva uscire.

Incontrai i suoi occhi che ridevano, mentre il suo viso esprimeva il finto dolore per la mia affermazione.

-Felpato mi stai uccidendo con le tue parole.

Io ti amo amico mio e tu invece preferiresti vedermi morto? Lunastorta consolami tu. Dimmi che mi ami-

Ci vollero tutti gli sforzi di Remus per non scoppiargli a ridere in faccia e mantenere una faccia seria.

-Cosa? Io amarti? Ma sei impazzito Ramoso?

Ho gusti diversi caro, non sceglierei mai un tipo come te- e si finse offeso.

Ora Ramoso era il massimo del dolore.

-Oh povero me. Peter, tu almeno mi ami? E tu Joy?

Voi non mi abbandonate, vero?- evocò lui in suo soccorso gli altri.

-Proprio amarti??? No, non sono passato all'altra sponda- rispose Peter ridacchiando.

-E io penso proprio di amare qualcun altro. Ma se quel qualcuno non si decide magari ci potrei fare un pensiero- ci sorprese rispondendo in quel modo Joy. La guardai incredulo. Il cuore mi stava impazzendo in petto.

E peggio del peggio, James la guardò illuminandosi e iniziando ad adorarla con gli occhi.

-Mio amore! Allora possiamo direttamente sposarci, tanto quel qualcuno è troppo idiota. Dove ti vuoi sposare? In che chiesa vorresti farlo?-. Lo sapevo che lo stavano facendo a posta, ma ciò non toglieva la mia irritazione per come si stavano guardando. E per come Joy fosse riuscita a improvvisare già una preparazione per questo fantomatico matrimonio.

-Io sono il testimone, sia chiaro- entrò nella conversazione anche Remus. Tutti a darmi fastidio.

Mi alzai di scatto. Tutti si zittirono per guardarmi.

Puntai il dito contro il naso di James.

-Tu zitto. Ho un modo per farti scomparire quello stupido sorriso. Non ti potrai muovere di qui per due settimane se non di più- lo sguardo incredulo e devastato di James mi ripagò appena. Poi presi il polso di Joy e la tirai via. Senza dire nient'altro la trascinai fuori e sbattei la porta dietro di noi.

E poi trascinai Joy via. Vi chiederete dove.

Non ne avevo idea. Prima di tutto dovevo pensare a cosa dirle.

 

***

 

Remus

-Te la sei passata male. Ed eravamo davvero preoccupati. Sirius... era davvero nel panico...- gli confessai dopo un po'.

Aveva appena finito di parlare con Madama Chips che gli aveva assicurato che la minaccia di Sirius non era falsa. Doveva stare davvero due settimane in infermeria fermo e immobile.

-Mi dispiace ragazzi. Non è colpa mia questa volta. Avete visto, quel cretino mi ha fatto fallo, io non centro niente- si difese lui.

Io mi rabbuiai.

-Cosa c'è?- mi chiese.

-Niente. Eravamo così presi dalla tua salute che non abbiamo capito cosa gli hanno dato a Bulciberg.

Spero davvero che Sirius non se ne ricordi mentre non è con noi. Non oso pensare cosa potrebbe fare da solo- ed ero davvero preoccupato.

E lo era anche lui. Ma per motivi diversi.

Lui era preoccupato perché temeva che potesse esagerare e mettersi nei guai. Io ero preoccupato perché anch'io volevo partecipare.

Doveva pagarmela anche a me. Non poteva ridurre così James e sperare che noi Malandrini non rispondessimo in coro. Il problema per me era solo uno. Il fatto che Sirius era famoso per pensare che da solo poteva fare tutto. Ma forse non mi dovevo preoccupare. Per il momento aveva tutt'altro in testa.

Speriamo la cosa giusta.

 

***

 

Joy

 

Giravamo ormai da un quarto d'ora. Ma dove mi voleva portare? Cos'era, non ricordava più come ci si arrivava? Lui che sapeva andare in giro ad occhi chiusi per Hogwarts come me e tutti gli altri Malandrini, del resto.

E a ogni passo mi rimproveravo. E se stava cercando le parole migliori per dirmi che per lui ero come una sorella?

Che non poteva considerarmi minimamente come sua... non riuscivo neanche a pronunciare quella semplicissima parola.

Era tremendo. Mi sentivo a dir poco male se pensavo a quello che gli poteva frullare per la testa.

E il cuore iniziava già a fare male mentre immaginavo le sue parole. E il suo viso.

I suoi occhi sarebbero stati la cosa peggiore. Quello sguardo di ghiaccio sapeva ferire.

Arrivati a 20 minuti ci trovammo a passare per la torre di Astronomia per la decima volta. Allora puntai i piedi per fermarlo, stufa di assecondarlo in quel guadagnare tempo inutile.

-Sirius basta girare come dei pazzi- dissi, mentre cercavo di non farmi trascinare dietro.

Era pur sempre il doppio di me sia di altezza che in quanto a muscolatura.

Lui si fermò e mi lasciò il polso. Mise le mani in tasca e si mise a guardare il muro.

Sbuffai, già infastidita troppo da tutto questo girare e tergiversare.

-Allora, volevi forse dirmi qualcosa?- decisi di chiedergli, trattenendo tutta la frustrazione che provavo e avevo accumulato.

-Sì..- disse lui, sempre non guardandomi.

Aveva un tono strano e non penso di aver mai visto sul suo viso una simile espressione...

sembrava.... imbarazzato???? Sirius???

Sirius Black imbarazzato???? Era perfino impensabile una cosa del genere! Eppure....

-Si cosa?- lo invitai a continuare.

Dentro di me il mio cuore era pronto per le due possibilità: la prima e la più probabile, il suo confuso discorso sarebbe stato sul rimanere solo amici e non rovinare la nostra amicizia;

la seconda possibilità sarebbe stata... non riuscivo neanche a pensarci... era troppo assurda.

Lui non era innamorato di me. Non lo era.

Pensarlo come possibilità mi avrebbe illuso soltanto.

Comunque in tutte e due i casi il mio cuore sarebbe morto. E mentre mi preparavo alla mia prematura dipartita finalmente incontrai i suoi occhi.

I suoi occhi che mi svuotarono la testa da tutto questo disastro di pensieri. Ormai libera, senza nessuno di quei pensieri pieni di paura, realizzai che quello sguardo che mi stava lanciando era meraviglioso.

Non mi interessava più se mi avesse detto che voleva solo essere un amico. Avrei vissuto felice solo per quello sguardo. La mia unica ragione di vita forse era proprio ricevere quel suo sguardo.

 

***

 

Sirius

Ti amo. no... non potevo davvero dirlo. Era assurdo.

Un Black non amava. Non era nei nostri geni. E io non amavo Joy. Era facile da dire nella mia testa. Peccato che mentre lo dicevo sentivo la voce di Remus ( possibile che mi perseguitasse sempre? Cos'era la mia coscienza????) che mi parlava sopra.

Non la ami? Allora perché sei uscito pazzo appena James gli ha dichiarato il suo amore? Perché, anche se stava scherzando, hai pensato benissimo a picchiarlo e magari a spezzargli davvero il collo come avevi proposto poco prima solo che scherzando??? 

Odiavo Remus. L'avrei ucciso. Era colpa sua se ero diventato tanto pazzo da sentire la sua voce nella testa.

E poi trovai gli occhi di Joy. E mi ritrovai perso. Lei era la mia Joy. Solo e soltanto mia.

Era la ragazza perfetta, non le piacevano tutte le cose idiote che interessavano alle altre ragazze.

Non l'avresti mai trovata a pensare di fare un giro di Shopping, oppure andare a comprare trucchi, profumi o altre cose del genere.

A lei piaceva il Quidditch, piacevano le moto come a me e molto altro. Lei era un maschiaccio, lei era il mio maschiaccio.

Lei era Joy. E io non riuscivo a immaginare una vita senza di lei. Senza neanche rendermene conto mi avvicinai. E lei indietreggiò. Si ritrovò con la schiena contro il muro e io a pochi centimetri da lei.

Era assurdo. Cosa stavo facendo?

Non lo sapevo, ma la mia mano era andata a spostarle un ciuffo che in modo bizzarro e distratto come al solito le finiva sugli occhi.

E il suo sguardo mi ricordò che dovevo rispondere a una sua domanda. Che mi aveva chiesto???

Sì? Cos'era quel si che avevo detto? L'ennesima risposta al mio Remus interiore che mi aveva interrogato. E la domanda a cui avevo risposto in modo affermativo era semplicemente -l'ami?-.

Solo che non potevo dirglielo. No.... non ci sarei riuscito... cosa potevo fare allora?

Semplice, spiegarle quanto era importante per me. Ma ci sarei riuscito ad aprirgli il mio cuore? Mi bastò perdermi nei suoi occhi per sapere la risposta.

-In vita mia ho avuto paura di pochissime cose. Ho avuto paura dei miei genitori fino a 5 anni. Poi mi sono reso conto che le punizioni e le torture con cui mi minacciavano e mi costringevano a fare quello che volevano facessi erano meglio che essere un burattino nelle loro mani.

A 11 anni temevo di entrare tra i  Serpeverde. Per un lungo momento ho temuto che non sarei davvero riuscito a cambiare la mia strada.

Ma poi mi sono reso conto che bastava volerlo, e io lo volevo davvero e sono riuscito a superare anche questa paura.

Col passare degli anni non ho avuto paura di niente, tranne una cosa. Una cosa sola. Insieme a voi, i miei amici, è venuta fuori una grande paura.

La paura di perdervi. Oggi, mentre portavo James distrutto in infermeria, mentre aspettavamo per sapere come stava e tutto il tempo prima di averlo visto finalmente con gli occhi aperti, sono rimasto a pensare a questo. Non riuscirei a pensare di perdervi.

Per me voi siete la mia famiglia e tu meglio di chiunque altro ormai sai cosa vuol dire perdere parte della famiglia. E....-

 

***

 

Joy

Gli occhi mi si inumidirono mentre pensavo a mio padre. Ma poi vidi Sirius bloccato. Non sapeva come continuare? Oppure temeva solo di aver sbagliato?

Appoggiai la guancia sulla sua mano e gli sorrisi, speravo incoraggiante.

-E non voglio perdervi. E pensavo anche a una cosa. Con tutta questa morte che incombe su di noi, questa dannata paura mi ha fatto capire varie cose. Una che sapevo già, vivere la vita pienamente, secondo dopo secondo.

E proprio per questo non posso rimandare ancora. Non so come finirà, non ne ho idea. Ma so che voglio dirti una cosa prima che sia troppo tardi- il mio cuore aveva preso a battere così forte che quasi non lo sentivo. Ormai stava sussurrando.

Ma si era anche avvicinato e tutto il mio corpo vibrava di impazienza.

Probabilmente tutte le mei cellule erano pronte a saltare insieme al mio cuore fuori dal mio corpo.

E Sirius avvicinò il suo viso.

Non riuscivo neanche a respirare, era scomparso tutto, c'eravamo solo noi e il mio cuore che stava impazzendo. E a un soffio dalle mie labbra, col suo odore che ormai respiravo a pieni polmoni quasi saziandomi, mi sussurrò due semplici parole.

Così piano che forse me le ero davvero immaginate.

-Ti amo- e poi le sue labbra furono sulle mie.

 

***

 

James

Remus aveva preso a leggere. Peter stava finendo di fare il tema di pozioni, con il libro davanti. E io non potevo muovere un muscolo.

Che strazio. I miei genitori se ne erano andati appena mi avevano visto sveglio e pronto a ridere. Mi ero sentito una stretta al cuore. Non mi succedeva da parecchio tempo.

Però temevo davvero di non vederli mai più. Qualcosa me lo diceva. Infatti, nonostante le proteste del mio corpo e le loro, avevo abbracciato mia madre e mio padre prima che se ne andassero.

-State attenti- gli avevo detto. Loro mi avevano sorriso.

-Qualunque cosa succeda, noi resteremo sempre con te. Quindi non c'è da preoccuparsi, giusto?- aveva detto mia madre avvicinandosi un'altra volta e baciandomi la fronte. E poi erano scomparsi.

Il mio pensiero volò a Sirius e Joy. Speravo davvero che le cose andassero bene. Il fatto che erano ormai fuori da due ore era positivo, vero?

-Dici che quei due finalmente si sono decisi?- chiesi a Remus. Non serviva spiegarsi meglio, lui mi capii al volo. Chissà se ci stava pensando anche lui.

-Lo spero. Altrimenti lo distruggo con le mie stesse mani. È impossibile essere ottusi fino a questo punto- ed ero d'accordo con lui. Perfino io mi ero reso conto che molte cose che facevo erano decisamente idiote.

Ma molte le facevo comunque.

Guardai l'orologio appeso al muro.

Possibile che non gli fregasse davvero niente… sbuffai e senza pensarci tentati di girarmi sul fianco. Odiavo stare a pancia sopra tutto questo tempo.

Ma il dolore al busto mi immobilizzò come una scossa elettrica.

-James stai bene?- Remus era subito al mio fianco. Avevo iniziato a tossire l'anima, e ogni colpo di tosse era uno scuotere e quindi far male a tutto il corpo.

-Madama Chips- la chiamò veloce Peter, allarmato. Arrivò subito con una pozione in una provetta.

Era viola scuro ed emanava un vapore nero e puzzolente che non prometteva niente di buono.

-Ti farà bene, aprii la bocca- disse lei. Io chiusi gli occhi e inghiottì.

Era la cosa più orrenda che avessi mai mandato giù. Ma mi fece smettere di tossire e mi diminuii il dolore al petto. Chiusi gli occhi e pensai a tanti modi per uccidere Bulciberg. Me l'avrebbe pagata cara.

 

***

 

Sirius

Non credevo davvero che potessi pronunciare quelle due piccole parole. Le avevo appena sussurrate, speravo quasi che lei non le avesse quasi sentite.

Almeno fino a quando le mie labbra non incontrarono le sue.

Non avrei mai potuto dimenticare quel momento.

Avevo dato almeno mille baci in tutta la mia vita.

E anche quelli più audaci, più eccitanti, quelli più strani che per queste particolarità ricordavo, scomparirono del tutto dopo quel bacio.

Il suo sapore, la sua morbidezza, la sensazione finalmente di stringerla tra le mie braccia senza preoccupazioni, senza fraintendimenti da non creare, senza nessun problema era meraviglioso.

Lei si strinse a me ricambiando e il mondo mi parve scomparire. Eravamo in una bolla di sapone, sospesi nel vuoto dello spazio.

E in quel momento mi sentii completo, mi sentii bene.

Dannazione, perché quei due dovevano avere sempre ragione??? Ora avevo un'unica certezza.

Amavo Joy e odiavo Remus e James, quei due odiosi sapientoni.

 

***

 

James

 

Sorrisi. Guardai il mio migliore amico non che Sirius.

Poi guardai Joy, mia migliore amica. E poi sorrisi ancora. Perché erano in tremendo imbarazzo. Perché finalmente quei due si erano chiariti. E perché mi sarei divertito un sacco a prenderli in giro.

Rimarcando specialmente una cosa.

-Avete visto! Avevo ragione!!!!!- iniziai trionfante. Sirius e Joy mi fulminarono con gli occhi. Ma non parlarono quindi ripresi.

-Visto Joy, è da anni che te lo avevo detto. E visto caro mio Sirius. Te lo avevo detto. Avevo ragione!!!- i loro sguardi mi fecero sentire decisamente meglio. Era divertenti tormentarli.

-Lo sai che te l'avevo detto ha una fratello?

Si chiama chiudi il becco- disse Sirius piccato.

E io sorrisi. Guardai Remus.

-Dici che posso smettere o meritano un'altro po' di tortura?- gli domandai divertito.

-Non lo so. Visto che sono miei amici direi di smettere. Ma visto anche che ci hanno messo un secolo a rendersene conto e che noi l'avevamo detto... continua ancora un po'!- mi rispose lui altrettanto divertito.

Sirius sbuffò.

-Bravo. Adesso ti ci metti anche tu e Lunastorta. Che devo fare per farvi stare zitti?- domandò lui esasperato.

-Niente. Non la smetterei in qualsiasi caso- risi io come risposta.

-Piuttosto, parliamo di un'altra cosa.

Domani c'è la luna piena. Ramoso non ci può essere per ovvi motivi ma noi ci siamo, vero Peter?- domandò improvvisamente Sirius, probabilmente per farci distrarre.

-No. Senza James non riusciresti a tenermi buono nel caso.... nel caos succedesse qualcosa. Non voglio rischiare di farmi del male- disse Remus scuotendo il capo.

Lo guardai triste.

-Mi dispiace lasciarti solo, però, Lunastorta- dissi.

-Ma infatti non sarà solo. Non ti preoccupare Lunastorta, avrò la situazione in pugno. Non ci serve uno stupido cervide che non fa altro che gongolare- la voce di Sirius sembrava convinta e dannatamente decisa. Lo guardai preoccupato.

-è inutile rischiare Felpato. Una notte da solo non mi ucciderà mica- disse convinto Remus.

-Sono d'accordo. Mi dispiace lasciare solo Remus, ma io a differenza di James non posso aiutarti se le cose ci scappano di mano- ribadii anche Peter.

Io continuai a guardare Sirius.

-Hanno ragione. Non fare il bastian contrario per una volta- Joy cercava il suo sguardo, mentre pronunciava l'ultima frase.

E Sirius la guardò accigliato.

-Ormai ho deciso. Non mi smuoverete di un millimetro. E poi ho la tua approvazione, vero fratello?- e mi guardò.

 

***

 

Lily

Non ci pensare.

Non ci pensare.

Non ci pensare!!!!!!!!

Ma non ci riuscivo. Non potevo davvero farlo.

Anche se avevo molte cose che potevo studiare, anche se avevo fatto due temi di Pozione e uno di Trasfigurazione per la settimana prossima, era rimasto lì. Il mio pensiero andava sempre a lui.

Ma perché me ne ero andata? Perché infondo non c'entravo nulla lì, giusto??? Di sicuro non ero una Malandrina come loro.

E di sicuro non ero neanche un'amica come loro. Insomma io ero amica di Joy. Anche di Remus, ma non di Potter. Lui mi faceva impazzire.

Lui era stupido, un pallone gonfiato che lanciava fatture solo per far vedere che lo sapeva fare.

Ora non lo fa più Lily. Ha smesso perché si è reso conto che era una stupidaggine.

Intervenne la solita vocina nella mia testa che assomigliava molto alla voce di Remus.

Scossi la testa come una stupida e tornai a guardare il libro. Potter mi tormentava sempre perché voleva uscire con me. E perché poi? Perché voleva aggiungere una persona alla sua collezione di donne conquistate.

Questa è una grossa bugia Lily. Lui non esce più con nessuna da due anni. E lo sai bene, perché li hai contati. Inoltre te lo ha detto chiaro e tondo. Lui pensa solo a te. Cosa vuoi di più? Una dichiarazione pubblica?

No!!! Risposi a me stessa come una stupida.

Stavo parlando con me stessa?

Anzi, quel me stessa aveva una voce simile a quella di Remus.

Il che era ancora più preoccupante.

Chiusi il libro e guardai l’ora. Era molto tardi. Madama Pince andava in giro già a riposare i libri e a cacciare i ritardatari.

Posai tutto e poi abbandonai anch’io la biblioteca. La giornata era passata, ormai. Domani avrei chiesto come stava a Joy oppure a Remus. Anzi, potevo farlo anche ora se Joy era al dormitorio. Del resto era abbastanza tardi.

L'ora delle visite era passata e probabilmente Madama Chips aveva cacciato tutti. E ora era a letto.

Forse…. forse…. Ero già arrivata davanti al ritratto della signora Grassa quando mi voltai a iniziai a correre verso l'infermeria. Non c'era niente di male, infondo.

Era un mio compagno di casa. E non eravamo proprio amici amici, ma lo eravamo un po'.

Sì, lo eravamo dannazione. Ed ero stata davvero stupida a non andarlo a trovare per tutta la giornata. Mi sarebbe bastato vederlo un attimo.

Mi fermai col fiatone davanti alla porta dell'infermeria. Sarei entrata un attimo, avrei controllato che stesse bene, che fosse intero. Se ero fortunata magari lo trovavo anche a dormire. Lo avrei guardato un attimo e poi me ne sarei andata tranquilla. Giusto per vedere se era vivo. Niente di più. E così posai la mano sulla maniglia e l'aprii.

L'infermeria era vuota. Potter dormiva tranquillo nell'unico letto occupato. Mi avvicinai piano, sentendomi quasi una ladra.

Mi avvicinai e lo guardai. Sembrava stare bene, il viso era tranquillo, rilassato, dormiva sereno.

Ma muovendo le braccia gli era scivolata la coperta fino alle gambe e mi ritrovai a vedere, attraverso la camicia che aveva lasciato mezza sbottonata (possibile che doveva essere sempre così in disordine??), e intravidi delle bende che sembravano coprirgli tutto il petto. Accanto a lui c'era una fiala con un goccio della pozione che probabilmente aveva preso da poco, visto che usciva ancora un po' di fumo. Presi la fiala.

La girai piano, osservai il colore e le sue sfumature, sentì l'odore, osservai il fumo violaceo e nero che emetteva, anche se appena distinguibile.

Non era una pozione che conoscevo. Ma potevo distinguere alcuni ingredienti. Come il dittamo. E l'asfodello in polvere. E ci doveva essere sicuro anche sciroppo di elleboro.

Ascoltai di nuovo il profumo. Se non sbagliavo ci doveva anche essere della centinodia. E questa informazione mi fece sorridere.

Doveva avere un gusto orrendo. E di sicuro Madama Chips non si era preoccupata di aggiungere delle gocce di essenza di mandragola. Che stranamente, avevo scoperto per puro caso, ne migliorava il sapore senza alterarne le capacità.

Riposi al suo posto la fiala e poi guardai un attimo la luna. L'indomani sarebbe stata piena.

Ma era già bellissima così. Guardai di nuovo James. Senza ragionarci sopra gli risistemai la coperta coprendolo. Poi la mano iniziò a prudere.

Volevo toccargli i capelli. Ci avevo pensato irrazionalmente molte volte. Ed era una cosa assurda, da pazza svitata. Mi ero detta che era stupido desiderare una cosa del genere. Eppure lo desideravo, tanto da farmi tremare e prudere la mano.

Ora era perfetto. Lui dormiva. Non se ne sarebbe reso conto. Alzai piano la mano. E incerta cercai di togliergli i capelli dalla fronte. Così, se per caso di fosse svegliato, gli avrei almeno potuto balbettare che aveva i capelli tutti appiccicati alla fronte e glieli stavo semplicemente sistemando.

E rimasi incantata dalla setosità di quei capelli, così inaspettata, ma così bizzarra. Avevo sempre pensato che mettesse qualcosa tipo il gel per tenerli così in disordine. Mi sembrava assurdo un tale disordine da parte di capelli. Non che i miei molte volte non diventassero spesso ribelli da farmi esaurire soltanto a pettinarli.

Ma i suoi erano capelli corti.

Insomma, probabilmente si riuscivano a pettinare in qualche modo. Eppure erano capelli morbidi, senza niente sopra per tenerli in quel modo, e semplicemente arruffati.

Indomabili. Sorrisi e tentai di sistemarglieli.

Ma si arruffarono solo di più.

Sospirai e li lasciai stare.

Notai un leggero cambiamento nel viso di James.

E mi diedi della stupida. Mi allontanai dal letto perché inavvertitamente mi ero avvicinata di molto e lo guardai arrabbiata, arrossendo come una stupida.

-Tu sei sveglio!- lo accusai.

Rimase un attimo fermo e sperai che mi fossi sbagliata.

Ma poi si mise a ridere. Piano e senza muovere troppo il petto, ma stava ridendo.

-Non hai idea di quanto ho dovuto penare per stare serio e immobile- disse, tra le risate.

Arrossì ancora di più e mi imbronciai.

Dovevo essergli sembrata una stupida. Perché non avevo semplicemente aperto la porta, guardato che non avesse un lenzuolo sul viso, e me ne ero andata? Avrei evitato decisamente una figuraccia del genere.

Con le braccia incrociate mi avviai verso la porta.

-Felice di averti divertito. Ora che sono sicura che non sei morto posso andarmene- dissi, tentando di riottenere almeno un minimo di dignità.

-No, aspetta Evans. Non andartene per favore- mi disse. Mi immobilizzai.

Aveva usato un tono così strano. Sembrava quasi... avesse bisogno di me. Come se fosse una richiesta d'aiuto.

Mi girai e incontrai i suoi occhi nocciola. Lui mi guardò serio e io mi avvicinai di nuovo al letto, distogliendo lo sguardo dal suo, però. Mi sedetti sulla sedia e aspettai, interrogativa. E intanto il mio cuore batteva sempre più forte.

-Grazie. E scusami Evans. È stato più forte di me. Ero.. curioso, immagino- poi guardò il comodino dove c'era la fiala.

-Allora, pensi che Madama Chips mi voglia fare fuori avvelenandomi?- mi domandò sorridendo, tentando di sciogliere l’imbarazzo.

Sorrisi anch'io senza potermi trattenere.

-Sì, ci sono tutti gli elementi per un bel avvelenamento. Ti rimarrà massimo un giorno di vita. Domani, quando sorgerà la luna, morirai sicuro- scherzai io. Vidi un attimo qualcosa nei suoi occhi, un brillio strano, poi ridacchiò.

-Molto divertente. Sai che se domani dovessi davvero morire tu saresti colpevole di aver contribuito consapevolmente alla mia morte? Ti potrebbero arrestare-

-Penso che potrei sopportarlo. Anche se non ne sono convinta. Probabilmente non mi porteranno mai in prigione, ma piuttosto mi eleggeranno a salvatrice del mondo, per aver liberato il mondo da una piaga come te- lo stuzzicai. Lo guardai ridere illuminato dalla luce della luna e della piccola candela sul comodino e il mio cuore continuò a battere sempre più forte.

 

***

 

James

Rimasi a guardarla, cercando di non perdermi nei miei pensieri. Era così bella. Come potevo non incantarmi a guardala, illuminata in quel modo da quella fioca luce.

Sembrava un sogno. Un sogno il solo fatto che davvero fosse venuta da me. Che fosse preoccupata.

E anche se tutto mi faceva male, se la testa mi stava scoppiando e non riuscivo ancora a respirare bene, non potevo non pensare a quanto l'amavo, e a quanto ero felice che lei fosse vicino a me, anche se era solo per amicizia. Sì, lo speravo davvero che mi considerasse almeno un amico.

-Le cose tra Joy e Black sono andate bene?- mi chiese. Io annuì, sorridendo.

-Finalmente si sono resi conto che erano degli stupidi. Si amavano entrambi. Perché dovevano complicarsi ancora di più le cose, vero?- e la guardai.

Ma lei non mi guardava negli occhi. E non riuscivo a capire cosa stesse pensando. Tentai di tirarmi su almeno un pò. Volevo sollevargli il viso per poterla guardare in quei meravigliosi occhi verdi.

Ma una fitta al fianco mi tolse il respiro. Boccheggiando, mi rilasciai di nuovo sui cuscini enormi che mi sostenevano.

-James? Vuoi che chiamo Madama Chips? Posso fare qualcosa?- si era alzata preoccupata e mi guardava negli occhi, pronta ad andare verso la porta della stanza dell'infermiera.

-Non ti preoccupare, va già meglio rispetto a un paio di ore fa. Mi devo solo ricordare di non muovermi.

E non respirare ancora a pieni polmoni- a dire la verità anche ridere mi faceva un male inimmaginabile.

Comunque dentro di me avevo sentito una parola mai pronunciata da lei.

E mai pronunciata in quel modo da nessuno. Ero abituato a sentire il mio nome pronunciato da centinaia di persone. Ma mai da lei.

Sembrava contenta di chiamarmi per cognome, specialmente quando era arrabbiata.

Mi aveva chiamato molte volte anche stupido, idiota, cretino, pallone gonfiato e in molti altri modi.

Ma mai per nome. E il mio nome pronunciato da lei mi fece sentire l'uomo più felice del mondo.

-Sei combinato male. Ma fai il bravo e vedrai che starai meglio. Come faranno tutti senza di te? Domani mattina, per esempio, la lezione di Pozioni sarà molto tranquilla senza di te- continuò lei la conversazione. Mi persi nei suoi occhi mentre vedevo che era davvero preoccupata per me.

E gongolavo. Sì, stavo decisamente gongolando.

- Ancora a gongolare? Non gongolare troppo Ramoso, ti farà male a lungo andare- mi ammonì una voce.

Distolsi lo sguardo da quelle pozze verde chiaro e guardai verso la porta. Nessun suono aveva annunciato l'arrivo di Sirius, probabilmente fino a poco tempo fa coperto dal mantello dell'invisibilità che ora era avvolto alle sue spalle, in modo che sembrasse un comune mantello.

-Io gongolare?! Non direi Felpato, io sono sempre felice non trovi- e guardai mio fratello che si avvicinava e guardava di sottecchi Evans.

-E pensare che ti immaginavo qui, solo e sconsolato. Se avessi saputo che avevi compagnia sarei rimasto a dormire- lo guardai incuriosito.

Sembrava quasi irritato dal fatto che ci fosse lei.

Come mai? Fino ad ora l'unica ostilità espressa da Sirius nei confronti di Evans era solo dovuta a una sua punizione per uno dei nostri tanti scherzi, magari mandato a rotoli proprio da lei.

-Se volete un po' di intimità vi lascio da soli. Non vorrei mai darvi fastidio- disse la Evans, alzandosi in piedi quasi divertita. Fui contento che non avesse notato l'irritazione di Sirius. Oppure lo stava semplicemente ignorando.

-Non sarebbe una brutta idea in effetti, vero mio amato?- disse ironicamente Sirius, fingendo uno sguardo di puro amore.

Era orribile dover smorzare le risate spontanee e ridurle di molto per non dover sentire dolore.

Tentai di tornare serio e posi una mano sul cuore.

-Non vedo l'ora di sentire le tue parole piene di amore Sirius. Ma penso che dovresti fare il gentiluomo per una volta e accompagnare Evans nella nostra sala comune, non vorrai che pensi che siamo dei malandrini maleducati. Noi non lasciamo le donne indifese da sole- dissi. Sapevo cosa era venuto a chiedermi.

E anche se sapeva già la mia risposta, non si sarebbe dato pace fino a quando non me l'avrebbe fatta cambiare… 

Quindi meglio liquidarlo, anche se mi sarei sentito solo appena se fosse andato. 

-Non capisco perché sei così mal fidato. Nessuno toccherà la tua Evans. Inoltre vorrei che ripensassi alla domanda che ti avevo fatto pomeriggio. Ci hai ripensato, vero?- chiese.

-Sì, ci ho pensato. E sono arrivato a una conclusione- dissi.

-Quale?-

-La risposta è no, sempre e soltanto no. È troppo pericoloso. E comunque direi che io sono davvero stanco. Penso che la pozione che mi ha dato Madama sia anche soporifera. Quindi buonanotte caro fratellino- ed in effetti mi scappò un grosso sbadiglio. 

-Allora vado. Buonanotte Potter. Black, non ho bisogno naturalmente di essere accompagnata- e lei si voltò verso la porta.

Sirius sbuffò.

-Buonanotte brutto traditore. Almeno tu potevi essere d'accordo con me. Comunque domani ne riparliamo- e superò Evans per uscire dalla porta.

Prima che lei scomparisse la fermai chiamandola.

-Evans, prima... prima mi hai chiamato per nome- le feci notare. Lei si voltò appena, chiedendomi se volesse nascondermi il rossore.

Speravo davvero di averla fatta arrossire. Purtroppo la poca luce non mi permise di controllare.

Ma l'adoravo quando arrossiva. Come adoravo quelle bellissime lentiggini attorno al naso. E adoravo tutto di lei.

-Sì, mi è scappato- disse in un sussurro.

-Beh, se vuoi mi puoi chiamare benissimo James. Per me va bene. Del resto siamo amici, vero?- la guardai sperando con tutto il cuore in una sua risposta positiva.

-Sì, lo siamo. Ma non ti montare la testa Potter- aggiunse lei, tornando seria.

Io sorrisi.

-Certo Evans. Continuerò a rigare dritto. Anche se ciò non vuol dire che non devierò un po', magari andrò anche zigzagando, oppure potrei anche andare in tondo. Del resto non capisco perché si dica proprio rigare dritto. Non si potrebbe dire rigare in tondo?- tutto questo per fargli scappare una risata.

-Buonanotte pazzo James- disse ridendo.

E prima che scomparisse le sussurrai a pena.

-Buonanotte mia Lily-

 

 

***

Note autrice:

 

43 pagine. Basta, mi fermò qui. Per quanto siano sempre abbastanza lunghi i miei capitoli non penso sia il caso di allungarlo ancora. Anche se non sono arrivata alla luna piena. Ma nel prossimo capitolo ci sarà. Cosa ne pensate di James e Lily? E di Joy e Sirius? Mi stò iniziando a chiedere se li ho resi troppo smielati, spero davvero di no...

chieso scusa per il ritardo nel pubblicare ma mio fratello che deve prepare la tesi di laure mi ha rubato la chiavetta quindi sono riuscita a postare solo ora.

In compenso ho scritto già l'altro capitolo che pubblicherò appena arriveranno recensioni, salvo imprevisti.

Quindi recensite!

Ora i commenti alle recensioni!!!

 

cara  maltrerio grazie mille per le tue parole.

Sono contenta che nonostante la confusione si riesca a capire al scena della partita!=) che ne pensi di questo capitolo? Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi. Ciao dafne!!!

 

cara  malandrina4ever ehmmm..... scusami, ti avevo promesso la luna (ihihihihXD) ma ancora non c'è.

È che mi è venuto fuori un capitolo così lungo non so da dove e penso che sia meglio, visto che succederanno un sacco di cose, pubblicarlo separatamente. Ma prometto che entro domani pubblico il prossimo capitolo. Anche oggi stesso se ricevo qualche recensione! =) il nostro James si è fatto un po' male, ma di riprenderà presto! E Sirius e Joy, spero che la loro scena non risulti scritta troppo male.... perché ne scriverò molte altre su di loro=) alla prossima!!!

 

cara Pao!!!!!!!!!!! o meglio  Hayley_Gin91 sono contenta che Sirius e Joy ti piacciano tanto!!!!!!!

povero James, ma si riprenderà, penso presto. Dipende dalla mia cattiveria. IhihihiXD scherzo. Si, la febbre ci è venuta quasi insieme. Ma per fortuna ora se né finalmente andata!!!!!!!!!!!! non vedo l'ora di sapere cosa ti sembra di quest'altro capitolo! Un bacio!!!!!!!!

 

carissima mikicullen ho letto le tue altre recensioni e sono felicissima che tu me le abbia lasciate!!!!!!!!

sono felice che la storia ti piaccia e spero di ricevere molte altre tue recensioni!!!!!!!

 

grazie a tutti i lettori silenziosi e a chi ha aggiunto questa storia tra i preferiti, seguiti e da ricordare!!!!!!!!!!

al prossimo capitolo!!!!!!!!!!!

 

ps: spero di non aver fatto molti errori... la storia l'ho scritta un pezzettino alla volta quindi magari ci sono molte sviste. Ma come mi è successo un sacco di volte se rileggo tutto poi lo cambio tutto... e non sono mai sicura che riscriverli migliorino davvero la storia... quindi ecco a voi il capitolo com'è, e se c'è qualche errore scusatemi, se i danno fastidio e volete dirmelo potrei correggerli!!!!

grazie!!!!!!!!!!

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Capitolo 25
*** Ventiquattresimo capitolo: un cervo, un lupo e un cane ***


CAPITOLO 24: 

Un cervo, un lupo e un cane

 

Lily

Che silenzio. Camminavano tranquilli, abbastanza piano, mentre tornavamo nel nostro dormitorio.

E Black non apriva bocca. Non capivo il perché ce l'avesse con me. Non me l'ero immaginato quel tono irritato prima, vero?

Lo so che io ero sempre la prima a non aver nessun motivo per prendermela sempre con loro e lo facevo lo stesso, ma quell'aperta ostilità mi sembrava... strana... specie dopo aver finalmente accettato l'idea che io fossi amica di James. James....

JamesJamesJamesJamesJamesJamesJames....

Era una parola così tanto strana? No, affatto. E allora perché il suo suono mi faceva sentire euforica? Sempre non quanto il mio di nome pronunciato da lui.

Mi risvegliai dai miei pensieri solo quando arrivammo davanti al ritratto della signora grassa. Fu Black a dire per primo la parola d'ordine.

Doveva essere tardi, non c'era più nessuno in giro. Mi avviai subito verso le scale del mio dormitorio, quando Black mi fermò.

-Evans aspetta. Io... non ho mai capito James in una cosa: la sua ossessione per te.

Lui ha una risposta pronta per questo, e fino a poco tempo fa non la capivo, perché non ci credevo.

Un Black non può amare. Lo davo per scontato. Ma sbagliavo. Quindi ti voglio chiedere una cosa. È un grande sforzo per me, quindi non te lo ripeterò un'altra volta. Non fare soffrire James. Ti assicuro che le tue parole lo possono distruggere più di un bolide- e detto questo se ne andò.

Rimasi a osservarlo andarsene con qualcosa di strano nel petto. Io non ci credevo... un Black non può amare.... voleva dire che James... lui...

 

Entrai nella stanza e mi guardai intorno. Le mie compagnie di stanza stavano tutte dormendo. Mi sedetti sul letto ripensando alle parole di Black. E in quel momento Joy si sedette di scatto sul suo letto facendomi venire un colpo.

-Ciao Lily- disse con voce squillante.

-Mi vuoi far prendere un infarto???- dissi con una mano sul cuore. Mi guardai intorno e vidi che per fortuna le altre continuavano a dormire.

-Scusami, non era mia intenzione. Dove sei stata fino a quest'ora????- domandò. Mi iniziai a sistemare per la notte e le raccontai che ero rimasta in biblioteca fino a tardi. Poi mi fermai.

-E dopo? Neanche una lumaca fa la strada dalla biblioteca fino a qua perdendo più di un'ora- mi fece notare.

-Sono passata in infermeria- arrossii come una stupida, ma mi nascosi il viso sfilandomi la maglietta.

-Davvero? E James era sveglio?- chiese curiosa.

Mi infilai la camicia da notte e mi sbottonai i pantaloni senza rispondere.

Quando ero sul letto mi lasciai sfuggire un sorriso.

-Sì, comunque non mi hai ancora raccontato niente. Cosa è successo con Sirius???- domandai.

La mia curiosità ed euforia erano piuttosto esagerate, non perché non mi interessasse, ma perché oltre l'interesse volevo anche distrarla.

Non avevo intenzione di raccontarle ora delle mie pazzie. Lei arrossii completamente. Sogghignai, guardandola crogiolarsi finalmente felice come non lo faceva da un bel po' di tempo.

-Mi ha detto che mi ama. Cioè, l'ha sussurrato appena, era anche un mormorio confuso a dire la verità, ma sono sicura che lo ha detto. Ed è una cosa meravigliosa. E poi... è stato magnifico. Stupendo, meraviglioso.....- e probabilmente la lista sarebbe continuata fino a domani mattina, pensai sorridendo.

 

***

 

Joy

Mi alzai euforica quella mattina. E anche molto presto. Perfino Lily dormiva ancora.

Mi sedetti sul letto pensando a quello che era successo. E poi mi chiesi se non fosse stato tutto solo un sogno. Corsi in bagno mentre una vera crisi di panico mi colpiva.

Sirius mi aveva davvero baciata? Mi aveva detto ti amo? O era solo un sogno bellissimo, ma pur sempre solo un sogno????

Ma come potevo fare a scoprirlo? Mi guardai allo specchio. Ma giustamente non ci poteva essere niente nel mio viso che testimoniasse il fatto che finalmente avevo ricevuto il mio primo bacio. E poi decisi. Sarei andata da lui.

Non mi interessava se indossavo solo una felpa enorme, che tra l'altro mi avevano regalato proprio quei quattro. Oppure se avevo i capelli in disordine sciolti e arruffati come erano sempre la mattina appena sveglia. Dovevo andare da lui.

Uscii e salii veloce le scale del dormitorio maschile.

Quando aprii la porta trovai Remus in piedi che stava aprendo la porta.

-Buongiorno- disse lui stupito.

-Buongiorno Rem. Ti offendi se ti dico che hai un aspetto orribile?- domandai, osservandolo dispiaciuta.

-No. Specialmente perché mi sento orribilmente male. Ma è storia vecchia. Piuttosto.. vuoi svegliare tu oggi il tuo amato? Così mi eviti un grande sforzo alle corde vocali?- mi chiese divertito.

Io arrossii inevitabilmente.

-Ecco... si, lo sveglio io. Tu vai già a colazione?- domandai, vedendolo aprire la porta.

-Si, e spero mi raggiungiate presto. Così andiamo a salutare James prima di andare a lezione- e se ne andò. Mi avvicinai piano al letto di Sirius.

Lui dormiva come al solito tranquillamente, russando leggermente e con un'espressione tra il pensieroso e lo sfinito. Era buffa quella sua espressione, mi faceva ridere un sacco. Mi sedetti sul letto accanto a lui e gli accarezzai piano il viso.

Seguii il profilo della sua mascella, salii fino al profilo del naso per poi tuffare la mano nei suoi capelli.

E poi gli stampai un bel bacio sulle labbra.

Mi allontanai per guardarlo meglio e vidi che sorrideva nel sonno.

Sì, era successo. Lui mi amava. Mi avvicinai di nuovo.

Lo baciai, questa volta soffermandomi sulle sue labbra immobili, con cui mi divertì a sperimentare.

E dopo poco iniziarono a rispondere. Le sue mani si strinsero intorno ai miei fianchi tirandomi accanto a lui. E mentre si svegliava pienamente iniziò a baciarmi con sempre più passione. Capovolse le situazioni e mi ritrovai stesa di schiena sul materasso con lui sopra.

Le sue mani si spostarono dai miei fianchi salendo più sopra.. e iniziando a farmi il solletico.

Scoppiai a ridere, mentre lui continuava a tormentarmi, ridendo.

-Sarà questa la mia nuova sveglia?- mi domandò, appoggiando la sua fronte alla mia quando mi permise di respirare.

Averlo così vicino era meraviglioso, mi sentivo come se galleggiassi nell'aria.

-Se ti piace forse si. Ma la prossima volta il solletico te lo faccio io- sussurrai.

-E quindi sarò io a baciarti- e detto questo mi baciò ancora. Ci misi un po' a ricordarmi che Remus ci aspettava sotto.

E quando arrivammo sotto incontrammo lo sguardo severo, ma in realtà divertito di Remus.

 

***

James

Appena aprii gli occhi vidi davanti a me il volto di Lily. I suoi bellissimi occhi verdi, il suo viso perfetto, i suoi capelli rossi sciolti e fluenti che gli incorniciavano il viso. Era così vicina che le potevo contare le lentiggini sul naso e mi guardava come non aveva mai fatto prima. E stava per aprire bocca. Mi stava per dire qualcosa.

-Guardalo, il bello addormentato del bosco. Ti avviso che se non ti svegli subito la smetterò di venirti a trovare- disse Sirius. Sirius?

Aprii gli occhi e mi ritrovai sdraiato nel letto, tutte le ossa che mi facevano ancora male e Sirius seduto sulla sedia accanto al letto, che mi guardava accigliato.

-Avanti Sir, non ti arrabbiare per così poco.

Lo sai che è sempre stato un gran dormiglione- Joy era sulle sue gambe e mi sorrise anche lei.

Remus e Peter erano su altre due sedie dall'altra parte del letto.

-Lo confermo. Devo ancora sgolarmi per svegliare entrambi- disse Remus. Notai le sue occhiaie e la sua aria stanca e sorrisi preoccupato.

-Che ore sono? Non siete già a lezione?- domandai.

-In realtà dovremo scappare. Perché ci sono due persone qui che ci hanno messo davvero tanto ad arrivare a colazione- disse Remus, guardando divertito Sirius e Joy.

-Vi date già da fare? Siete davvero carini insieme ragazzi. Ma mi raccomando, niente atti osceni, specialmente davanti ai poveri occhi dei nostri poveri bambini- e indicai ghignando Peter e Remus.

-Bambino? Chi sarebbe il bambino?- domandò Remus.

 

***

 

Sirius

 

Scoppiai a ridere, guardando Remus cercare di difendere la sua virilità. E strinsi più a me Joy.

Che appoggiò la testa sulla mia spalla. Sentivo il suo respiro sul mio collo. E poco dopo mi baciò sulla gola, per poi darmi un altro bacio un po' più su.

Risi tra me per questa intraprendenza e abbassai il viso per cercare le sue labbra.

E tutto scomparve. Eravamo solo noi due e nessun altro. La strinsi a me con tutte le mie forze gustandomi a pieno quel bacio.

Doveva avermi stregato in qualche modo. Com'era possibile che ogni bacio fosse meglio dell’ultimo? Mi stava stregando, avrei fatto di tutto per quelle labbra.

E poi un cuscino mi colpì la testa. Interruppi il bacio malvolentieri e fulminai James, che mi guardava ridacchiando.

-Ho detto niente atti osceni davanti ai poveri bambini ed eccovi a pomiciare subito. Spero che stiate lontani almeno dal mio letto-

-Ottima idea. Non ci avevo pensato- ghignai io, fingendomi entusiasta della prospettiva.

James guardò Remus in cerca di aiuto, ma lui lo guardò corrucciato per essere stato chiamato bambino.

-Non guardarmi così. Non posso controllarli giorno e notte. Inoltre ricordi che sono solo un bambino?- gli domandò, fingendosi offeso.

Ci guardammo tutti e cinque. E scoppiammo a ridere.

 

***

 

James

 

-Madama ma io sto già meglio- le feci notare.

Ed era la pura e semplice verità. Dopo quella notte e dopo aver preso la pozione ben otto volte, la prendevo ogni 3 ore, riuscivo a sedermi e respirare normalmente. E l'idea di stare due settimane a letto ora mi sembrava del tutto ridicola. Figuriamoci, me ne volevo già andare quel pomeriggio.

-Potter sono io l'infermiera, giusto? Sono io quella che ha studiato cinque anni dopo il mio diploma e che lavora ormai qua da dieci anni, o sbaglio? E quindi sono io che devo decidere quanto starai tu a riposo, non trovi?

La magia è complessa. Non basta un secondo e tutto passa. Anche le ossa che riparo in due secondi devono essere trattate bene i primi periodi, perché se si rompessero di nuovo la magia non le guarirebbe allo stesso modo. L’osso si  salderebbe sempre di meno. Fino a quando poi la magia non potrebbe aggiustare più niente. La tua ferita ha bucato il polmone. Che con un movimento sbagliato o uno sforzo eccessivo potrebbe riaprirsi e danneggiarsi più di quanto lo sia già. Gli organi interni sono più lenti a guarire. E non vorrà trovarsi senza un polmone Potter, vero?- domandò lei minacciosa.

Io scossi il capo deluso.

-Posso sgranchirmi le gambe però? Non riesco più a muoverle visto che sono ferme da ieri mattina- chiesi.

Lei mi guardò severa.

-Non si può alzare per il momento. Le muova appena, ma senza alzarsi e una per volta. Specialmente la destra- e detto questo se ne andò.

Io iniziai a muoverle seccato. E iniziai a pensare ai miei amici. Avevano Pozioni in quel momento. Chissà se Peter avrebbe fatto scoppiare la classe come l'ultima volta.

Oppure se Sirius avrebbe fatto scoppiare volendo la classe però sotto il naso di uno sei Serpeverde, o se Joy sarebbe riuscito a distrarlo abbastanza da questi pensieri.

E chissà se Remus riusciva a seguire la lezione. E se Lily.... Lily... poteva chiamarla per nome ora. E se Lily mi stesse pensando?

Non credo proprio. Sorrisi e alzai la gamba destra con troppa energia, deciso ad insistere sul mio ritorno a lezione, non per le lezioni in se, ma per poter stare con loro.

E una fitta allo stomaco mi tolse il fiato.

Ok, forse un giorno in più di riposo mi avrebbe fatto bene....

 

***

 

Sirius

Fase uno: distrarre il prof.

-Professore avrei una domanda sulla pozione che dovremo fare- chiese Remus, attirando l'attenzione del professor Lumacorno dopo il mio via. Distratto il professore si passa alla fase successiva.

Fase due: distrarre i compagni. Peter prese la pozione che Remus gli aveva dato e la lanciò nel calderone di Bulciberg.

La pozione iniziò a ribollire e ad emettere una densa crema viola che uscii veloce dal calderone.

In poco tempo invase la zone vicino al calderone, attirando l'attenzione.

Fase tre: infilarmi nel ripostiglio privato del professore per prendere gli ingredienti che ci servivano senza essere visto.

Quando ritornai tutti gli altri erano intrappolati nella schiuma densa mentre il professore cercava di portare la calma e preparava una pozione per aggiustare tutto.

Mi avvicinai a Remus e Joy come se niente fosse.

Bene, la prima parte del piano era uscita.

 

***

 

Lily

Ero a pranzo quando Remus, seduto accanto a me, mi chiamò.

Lo guardai sorridendo. Sembrava molto stanco e malandato.

-Stai bene Remus?- domandai preoccupata. Lui si strinse nelle spalle.

-Temo di essermi preso l'influenza di nuovo. Comunque volevo chiederti un favore- e mi porse un quaderno. Lo presi incuriosa.

-Questi sono i compiti che quel pelandrone di James dovrebbe fare. Potresti portarglieli tu? Io vorrei andare a riposare un po' e Sirius si è rifiutato di portarglieli, anche se è già andato da lui con Joy. Peter invece deve correre in biblioteca a finire il tema di Trasfigurazione prima delle tre.

Hai qualcos'altro da fare?- domandò preoccupato.

Io scossi il capo. In effetti non avevo visto né Joy né Sirius a pranzo.

-Va bene, glielo porto se proprio ci tieni. Ma non è meglio che vai in infermeria? Posso accompagnarti se vuoi!- dissi tranquilla. Dentro di me il mio stomaco stava ballando la conca.

Perché?

Perché era da ore che stava cercando un buon motivo per andare di nuovo a trovare James, ma non volendo sembrare una pazza furiosa, o meglio ossessionata, avevo rinunciato.

Ma adesso avevo una buonissima scusa.

-Non ti preoccupate. Due o tre giorni e mi passa.

Mi basta risposare un po'. Cosi' forse riesco a venire a Trasfigurazione- e si alzò dal tavolo, salutandomi con un sorriso. Lo guardai andarsene, pensierosa.

Oggi era una notte di luna piena.

Lo pensavo già da tempo. Prima non avevo mai fatto caso a quello che faceva Remus.

Quando Severus mi aveva fatto notare che i suoi misteriosi malanni avvenivano sempre quando c'era la luna piena io ero piuttosto scettica.

Non me ne ero accorta. Ora invece me ne ero accorta. Avevo visto che era così ed ero rimasta un po' interdetta. Poteva una persona così buona e dolce essere un lupo mannaro?

Del resto uno non lo era per scelta. E comunque non avrebbe di certo cambiato qualcosa. Remus era sempre il nostro Remus.

Mangiai l'ultimo boccone e mi avviai verso l’infermeria. Arrivata in infermeria trovai James con un gran vassoio sulle gambe. Intorno a se aveva un sacco di fiori e cioccorane, cioccolatini, gelatine, zuccoti.

Insomma, probabilmente un intero negozio di dolci.

-Ciao Lily. Vuoi favorire?- chiese, con uno dei suoi meravigliosi sorrisi.

-Già mangiato Potter. Come stai?- domandai, sedendomi sulla sedia accanto al letto.

-Meglio Lily, grazie! Riesco a sedermi, e posso mangiare!!! Ho detto a Madama Chips che domani volevo andarmene e mi ha risposto che mi avrebbe legato al letto...- mi confessò spazientito.

-Deve essere una vera tortura stare qui fermo e non fare niente, e James? Stai iniziando a impazzire?- lo stuzzicai.

-Impazzire? Non ricordi? Io sono già pazzo. Il che vuol dire che non posso diventarlo di più- disse tranquillo.

-ma forse potresti al contrario cercare di tornare normale. O almeno più intelligente. Per esempio potresti usare questo tempo studiando. A proposito, Remus mi ha chiesto se ti potevo portare gli appunti. Ci sono anche i compiti che si devono fare per la prossima lezione. Puoi iniziare a studiare- gli sorrisi furbamente.

-E diventare come Remus? No, sopporterei tutto, ma non questo. Remus sarebbe il primo a volermi indietro com'ero. Lui odia quando gli faccio il verso. Sirius invece ha mia disposizione chiara su questo punto. Se mi vede diventare come lui mi deve uccidere per evitare troppa sofferenza.

E tu.. tu mi preferiresti come Remus?- domandò incerto. Mentre tutto il discorso l'aveva detto con tono irale e scherzoso, l'ultima domanda me l'aveva chiesta seriamente e guardandomi negli occhi.

Ci riflettei un attimo.

Uno James come Remus? Scossi subito il capo.

-No, di Remus ce né uno solo. E di te... se ce ne fossero altri uguali a te salterebbe in aria la terra- dissi scherzando. Il sorriso che mi lanciò era di pura felicità, così splendente che mi colse completamente di sorpresa. Rimasi abbagliata a guardarlo e solo quando il suo sorriso divenne divertito mi resi conto che dovevo sembrare davvero una stupida a fissarlo in quel modo. Distolsi subito lo sguardo e cercai qualcosa da dire prima che mi potesse chiedere o far imbarazzare ancora di più.

-Lo sai che i tuoi amici hanno combinato qualcosa a Pozioni- dissi.

Mi guardò incuriosito e interessato.

-Cosa?- chiese.

-La pozione di Bulciberg ha iniziato a emettere una schiuma densa che ci ha quasi intrappolati tutti- risposi. Lui scosse il capo guardandomi.

-E così hanno deciso di vendicarmi. Ma qualcosa non mi torna... la vena diabolica di Sirius non si è vista molto se a quello stupido non è successo niente. A lui la schiuma ha bruciato, fatto male o affogato in qualche modo?- domandò.

-No, ci ha solo bloccato per un po'- risposi, accigliata.

Allora sorrise.

-Allora è solo parte di un piano più grande. E bravi che non mi hanno detto niente. Quando c'è da divertirsi sanno che mi devono chiamare. Questa gliela faccio pagare- ribadii, un po' contrariato.

-Aiuto, cosa vorrai fare ora? Far esplodere la scuola? E poi comunque la vendetta porta solo a rovinarsi con le proprie mani- gli dissi seria.

Lui ci rifletté un po', finendo di pranzare.

Poi, deglutito l'ultimo boccone, mi chiese:

-Quindi tu non sei per la vendetta? Qualsiasi cosa ti facciano gli altri non gli risponderesti mai allo stesso modo?- mi chiese.

Rimasi sconcertata da tanta serietà.

-Se penso che la cosa che ha fatto sia sbagliata e non vada fatta certo che non la posso fare anch'io. Altrimenti dovrei incolpare me stessa.

È come la pena di morte. Che senso può mai avere vietare l'omicidio e poi uccidere noi stessi? Allora non siamo noi che condanniamo un assassino a diventare assassini?- gli spiegai concitata.

 

***

 

James

Quanta passione c'era nel suo viso, nelle sue parole, nei suoi occhi. Una fiamma pronta a bruciare l'intero mondo. Ecco perché amavo Lily Evans. Non solo per la sua bellezza. Era solo una piccola parte il fatto che fosse meravigliosa anche d'aspetto. Amavo la sua passione per ogni cosa, come le pozioni, come questo dibattito sull'ipocrisia, come qualunque cosa gli interessasse davvero.

Era intelligente e bellissima, cosa che decisamente troppe persone non sono.

-Si diventa ipocriti- disse.

I suoi occhi erano nei miei. I suoi meravigliosi occhi verdi. Mi avvicinai a lei e senza potermi controllare le accarezzai il viso, piano, con l'indice.

Solo il profilo della guancia. Senza distogliere i miei occhi dai suoi.

-Sai che ho letto che l'ipocrisia potrebbe non essere un inganno volontario, ma un meccanismo di difesa?- domandai.

Lei era persa nel mio sguardo e mi avvicinai ancora, sentendo il suo profumo, inebriandomi nel suo calore che già iniziavo a sentire. E poi si allontanò di scatto.

Perché anche lei si era avvicinata. Anche lei si era protesa verso di me.

E ora era tornata con la schiena appoggiata alla sedia a guardare per terra.

-Cosa stavi dicendo?- chiese.

-Niente, solo qualcosa riguardo ai meccanismi di difesa- borbottai.

Esattamente quello che ti blocca mia cara, per non provare e sbagliare tu non provi, ti difendi dal dolore che potresti provare.

Ma io non ti farò mai del male Lily. Peccato che se te lo dicessi ora scapperesti di corsa via da me....

 

***

 

Sirius

-Resta con me stanotte- una frase bellissima.

Quale uomo non vuole sentire una frase del genere?

Io!

E sapete il perché?

Perché non era stata pronunciata dalla mia ragazza, ma dal mio migliore amico. Lo guardai sconvolto e lui scoppiò a ridere.

-Ok, ora mi fai paura Ramoso. Devo iniziare a starti lontano?- domandai, in effetti spostando leggermente la sedia dal suo letto.

-Perché non ho mai una macchina fotografica quando serve??? Dovevi vedere la tua faccia- disse tra le risate.

Scossi il capo, incredulo. Dove porta la pazzia.

Stare fermo e in mobile per due giorni lo aveva reso già così folle. Figuriamoci tra una settimana come sarebbe stato.

-Comunque Sir. Non scherzavo. Resta qua, te ne prego. Ho dormito tutto il giorno e stanotte non riuscirò a dormire sicuro. Sia per il pensiero a Lunastorta, sia perché non siamo più abituati a dormire le notti di luna piena, o sbaglio?- e lo guardai. Era serio questa volta. Sorrisi anch'io.

-Ho capito. Vuoi assicurarti che non vada da Remus e magari combini qualche disastro. Ma se sei davvero tanto preoccupato per lui perché non mi lasci andare. Pensi che sarei tanto idiota da uscire con lui e magari farlo incontrare con qualcuno quando non ci sei tu?

Non che non sarei in grado di fermarlo, sia chiaro. Ci riuscirei benissimo anche senza un cornuto come te. Ma non sono davvero pazzo come pensate- ribadì.

Lo sguardo di James diceva chiaramente che su quest'ultima cosa era molto scettico.

-tu stai qui con me e non discutere. Possiamo giocare a carte. Dai, una partita a poker. O non hai il fegato per provarci, perdente?- mi sfidò lui. E no, non doveva metterla sul piano del mio orgoglio.

-Certo mister perdente numero uno. Vediamo chi è il vincitore questa volta- e iniziammo a giocare.

 

***

 

Lily

La ronda senza compagnia era terribile.

Dovevo ammetterlo, Remus mi mancava. Chissà come stava. Chissà se era davvero in infermeria e almeno si stava divertendo con James. Oppure se era davvero nascosto da qualche parte, probabilmente qualche posto che c’entrava col Platano Picchiatore, e si stava trasformando in un lupo mannaro.  

Guardai la luna piena. Era meravigliosa quella notte. Splendeva così tanto che avevo deciso di non usare la bacchetta per andare in giro, almeno mentre ero nei corridoi della parte ovest del castello, che davano sul parco. Bastava lei a illuminare tutto.

Inoltre avevo sempre pensato che la luce delle bacchette tradisse la nostra comparsa.

Chiunque scappa se vede una luce illuminarsi.

E quindi era doppiamente difficili trovare qualcuno in quelle ronde. E la mia nottata passata in bianco sarebbe stata inutile.

Sbuffai mentre mi avvicinavo percorrevo ancora qualche corridoio. E poi sentì un rumore.

Erano delle voci. Chiusi gli occhi nella speranza di sentire meglio da dove provenivano. E mi diressi guardinga verso le voci.

Provenivano da un'aula al terzo piano. Ed erano di molte persone. Mi avvicinai poggiando, l'orecchio e sentii molte voci. Ne distinsi poche, ma ipotizzai benissimo quelle che non conoscevo.

Erano tutti Serpeverde.

E poi sentii la voce di Lucius Malfoy più forte delle altre. Avvicinandomi ancora riuscii anche a scorgere il discorso.

-... perché solo noi siamo coloro che il nostro Signore terrà con se.

Noi, purosangue. Noi suoi seguaci. Noi che distruggeremo, uccideremo e tortureremo tutti i babbani e mezzosangue che ci sbarrano la via del potere. Per il nostro Signore Oscuro-

-PER IL NOSTRO SIGNORE OSCURO- gridarono in coro gli altri.

Rimasi disgustata nel sentire un simile discorso.

Come potevano fare queste riunioni sotto il naso del Professor Silente? Come potevano stare dalla parte di un pazzo che voleva eliminare persone innocenti? Come potevano pensare che.... che davvero fossimo così diversi da loro? Di cosa eravamo fatti?

Di metallo? No, di carne, ossa, sangue, esattamente come loro. E la nostra magia era autentica.

Avevo un desiderio immenso di entrare e mettere tutti in punizione cacciando punti.

Ma non potevo farlo. Specialmente perché ero convinta che probabilmente avrebbero attuato i loro scopi subito e con me.

Avrei cercato di vedere tutte le persone che c'erano e sarei andata a segnalare simili riunioni al professore.

Sì, era la scelta giusta. Dai rumori intuii che se ne stavano andando. Mi nascosi dietro una tenda e guardai tutti andarsene.

Mi fermai a guardare particolarmente una persona.

Era Severus. Aveva accanto un ragazzino con cui stava parlando. Ma non riuscivo a capire cosa si dicevano.

Il tempo di tentare di avvicinarmi di più e smisero di parlare. E il ragazzino corse verso una ragazza che era rimasta indietro.

Era una ragazza di prima. La ricordavo vagamente allo smistamento.

Parlando passarono vicino al mio nascondiglio e sentii il discorso. Vidi gli occhi spalancarsi di paura mentre ascoltava.

-Sappiamo cosa vuoi fare. Quindi non farlo.

Altrimenti farai la stessa fine del tuo povero gatto- disse lui, malvagio.

-Cosa avete fatto a Bianca? Dov'è????- domandò lei, nel panico.

-Sai dov'è il Platano Picchiatore?

Se si preme il nodo sul tronco si ferma e tu puoi passarci sotto. Abbiamo rinchiuso la gatta dentro il passaggio, alla fine. Se farai ancora un passo falso, ti porterò io stesso a trovare la morte oltre il passaggio- e detto questo, degno di un cattivo dei film o cartoni, se ne andò sghignazzando.

Rimasi impietrita mentre pensavo alla luna piena.

Al passaggio sotto il Platano Picchiatore...

Al salvataggio di... Severus.... quella ragazza si sarebbe presto ritrovata di fronte un lupo mannaro.

Dovevo fermarla subito. Ma il tempo di pensarci e non c'era più. Corsi a cercarla disperata, ma non la scorsi da nessuna parte. Cosa dovevo fare?

Dovevo aiutarla. Potevo andare al platano picchiatore da sola? E cosa avrei potuto fare?

Come potevo fermale un lupomannaro???E poi pensai a lui. Lui che aveva sempre tutte le soluzioni. Lui che aveva già salvato una vita in un caso simile.

E che inoltre era in quello stesso corridoio.

 

***

 

Sirius

Stavo per stracciarlo quando entrò la Evans trafelata.

La guardammo tutti e due sbalorditi. James molto preoccupato.

-Una ragazza... sta andando al Platano Picchiatore. Ho sentito che vuole superare il passaggio perché alcuni Serpeverde le hanno rinchiusi lì la gatta- disse tutto d’un fiato. Mi alzai di scatto dalla sedia.

Guardai James che tentava di alzarsi anche lui. Lo guardai incerto.

-Che aspetti! Corri stupido. E mi raccomando, attento!- disse James, esortandomi ad andare.

Annuii e corsi fuori. Non sentii più nessuno, né James né la Evans. Corsi e mentre correvo mi trasformai.

Chiunque fosse stato in giro non avrebbe mai distinto un cane nero in mezzo a tutto quel buio.

 

***

 

Lily

-James non ti devi alzare- dissi, guardandolo.

Lui scosse il capo, già in piedi. Prese la bacchetta dal comodino.

-Tu rimani qui. Io devo andare dai miei amici- disse andando verso la porta. Lo seguii a ruota.

-Ti avevo detto di restare lì o sbaglio?- chiese irritato.

-Tu non comandi nessuno, chiaro? Sono io il prefetto quindi l'unica libera di poter girare nei corridoi a quest'ora,  e inoltre tu sei malato. Dovresti stare a letto- gli ricordai, preoccupata.

Ma si muoveva bene, correva senza nessuno sforzo apparente.

-Sono più preoccupato per Sirius che per me. E anche per te. Ma mi spieghi cosa è successo esattamente?- domandò. Gli spiegai in poche parole quello che avevo sentito e lo vidi serrare i denti dalla rabbia.

-Quei..- disse tra la rabbia. Ma non continuò perché eravamo arrivati al parco. E in lontananza vedevo solo una macchia nera indistinta.

Lui si voltò verso di me. Mi mise entrambe le mani sulle spalle guardandomi seriamente.

-Non credere neanche a una cosa che dicono quei bastardi. Altro che sangue sporco o altro, sono loro che dovrebbero essere eliminati. Ora per favore Lily, te lo chiedo per favore, rimani qua. Anzi, corri sopra a chiamare Peter. Ma non venire con me. È troppo pericoloso- disse.

Lo guardai negli occhi e mi persi in quel nocciola che ora sembrava nero. Ma la luce che c'era dentro era più luminosa della luna stessa.

-Sono una Grifondoro. Non ho paura- ribadii.

-Essere coraggiosi non vuol dire non avere paura. Io ora ho dannatamente paura. Ma non vuol dire che non sono coraggioso. Andrò lo stesso dove devo andare. Ma avere coraggio non vuol dire solo andare incontro al pericolo, ma anche saper aspettare. Aspettami qui Lily, ti supplicò- si era avvicinato di nuovo e a tale distanza, col suo respiro e con le sue parole sul mio viso, mi aveva tolto ogni possibilità di dire altro che si. Si allontanò correndo, non prima di avermi accarezzato la guancia.

Lo guardai per un po' pietrificata. Il coraggio di aspettare???? Ma che diavolo di idiozia diceva??????

 

***

 

Sirius

 

Era troppo tardi. Sentivo l'odore della bambina e sapevo che era già passata da quella parte.

E anche se non da molto, da abbastanza per sapere che era già dentro il passaggio.

Corsi lo stesso più forte che potevo, aiutato dalle mie quattro zampe e arrivato alla fine del passaggio la vidi. Stava per chiudere la botola, era già nella Stamberga Strillante.

Corsi come un pazzo e con un salto sullo scalino e poi una grande spinta arrivai dentro, sfondando la botola.

Mi guardai intorno. E fiutai. L'olfatto era il senso che mi aiutava sempre di più quando ero un cane.

Corsi verso la stanza dove in genere c'era Remus e mi ritrovai infatti di fronte a un lupo mannaro pronto ad azzannare la povera ragazza, già stesa a terra sul cadavere della sua gatta.

Con tutta la forza che avevo mi gettai su Remus, spingendolo e cercando di fargli perdere l'equilibrio. La ragazza strillante prese il gatto e corse via, almeno aveva un po' di sale in zucca.

Evitai una zampata di Remus e i suoi denti per un soffio e mi lanciai anch'io verso l'uscita.

Mi gettai dentro la botola. Peccato che visto la mia irruenza di prima la botola rimase aperta.

E quando me ne resi conto il lupo mannaro era già entrato nel passaggio.

“Cavolo Sirius, ora si che sei nei guai” pensai.

E continuai a correre.

Fu dopo varia strada che incontrai quel cervide impiccione. Mi fermai, scivolando quasi sul terriccio e gli lanciai un'occhiataccia, che lui ricambiò.

Poi guardammo il lupo mannaro che ci veniva addosso. Un bramito da parte di Ramoso ed ecco il via. Insieme saremo riusciti a riportare il nostro Lunastorta al suo posto.

 

***

 

Lily

Ero arrivata all'albero e non dovetti aspettare molto per vedere comparire la ragazzina. Scappava in lacrime col gatto in braccio. La fermai subito.

-Cosa è successo? stai bene?- chiesi preoccupata.

-Bianca. Bianca è morta...- piangeva lei. Guardai la gatta. Era ridotta male, ma ancora non era morta. Frugai nella borsa.

E gli misi del dittamo sulle ferite.

-Non so se ce la farà, ma abbiamo fatto il possibile. Ora dimmi come stanno James e Sirius. Li hai visti passare?- domandai spaventata. Lei mi guardò assente.

-C'era un.. un... un lupomannaro... era orribile e poi... poi .. poi è arrivato un cane... era nero... grande, e mi ha aiutato a scappare…. Poi, mentre correvo nel tunnel, ho visto... ho visto un cervo...- e si accasciò per terra. La presi poco prima che si schiantasse davvero a terra. Era svenuta, ma sembrava stare bene.

Poi guardai l’albero. Un cervo e un cane? Rimasi col cuore in ansia fino a quando non vidi l'albero fermarsi e due figure spuntare dal passaggio, erano un cane nero enorme che sorreggeva un cervo dall’aria imponente, anche se malandata.

Un cervo che sembrava respirare appena.

Mi avvicinai, lasciando la ragazza a terra e guardai incantata il cervo. Alzò lo sguardo su di me e riconobbi subito quei grandi occhi nocciola.

Quei bellissimi occhi nocciola. Gli toccai il muso.

-James- sussurrai. Lui chiuse gli occhi. E davanti a me si ritrasformò in James.

Era inginocchiato a terra e mi guardava, la sua guancia appoggiata sulla mia mano.

E poi svenne. Lo strinsi contro il mio petto cercando di non farlo cadere a terra.

Cercai con gli occhi il cane, ma c'era Black al suo posto.

-non ti preoccupare, lo porto io. Tu puoi portare la ragazzina?- domandò lui, issandoselo sulle spalle.

Annuì e agitai la bacchetta. La ragazza levitò a un metro da terra e ci seguii, mentre correvamo ancora verso l'infermeria.

 

Era stata una notte strana. Ero rimasta in infermeria fino a quando Madama Chips non aveva controllato sia James, poi Black e poi la ragazza.

Mi allontanai solo assicurata che quei due stessero bene e fossero a letto, in infermeria, che dormivano tranquilli. Poi avevo portata la ragazza nel suo dormitorio. Il gatto sembrava stare meglio e lei era un po' rincuorata.

La guardai scomparire nei sotterranei in maniera strana. Ero stata parecchio incerta sullo sgridarla o consolarla sul fatto che ora era tutto passato.

Il suo interesse solo per il gatto mi inquietava un po’. Arrivai sfinita a letto e non riuscii a chiudere occhio per lungo tempo. E quando la mattina mi alzai e passai in infermeria per vedere come stavano, li trovai tutti e tre addormentati.

E non pensai a loro come James, Remus e Black, ma come un cervo, un lupo e un cane.

 

***

Note autrice: 

 

Ed ecco il nuovo capitolo. Pronto già da tanto ma purtroppo internet è stato fino a poche ore fa sequestrato da mio fratello per studiare, e solo ora sono riuscita a pubblicarlo. Chiedo scusa per aver detto che lo pubblicavo subito e aver dato quindi finta speranza. Lo so, non sono stata brava.

Mi sa che dire quando lo pubblicherò porta sfortuna, ogni volta che lo dico per una cosa o un'altra non riesco mai a farlo. Quindi non dirò quando pubblicherò il capitolo, ma solo alla prossima.

Anche se non so quando arriverà.

In questo momento sono molto depressa...la mia migliore amica ce l'ha con me per una stupidaggine che ho fatto e sono pronta a buttarmi da un ponte...

non riesco a immaginare di poter stare senza lei...

comunque scusatemi per lo sfogo, evitiamo di parlare di cose che mi deprimono ancora di più e passiamo ai ringraziamenti!!!

Ringrazio di cuore chi ha letto, chi stà seguendo, e chi ha messo la storia tra le preferite e le ricordate. State aumentando il che mi fa solo un immenso piacere.

 

Inoltre un ringraziamento speciale a chi ha recensito.

 

Carissima  maltrerio grazie mille per le tue parole. L'amicizia è il vero scopo della vita, la sola cosa che ti fa capire che è bello vivere. Granzie Dafne!!! i tuoi complimenti mi fanno sentire benissimo!!!!!! non vedo l'ora di leggere la tua prossima recensione!!!!!

 

carissima Pao!!!!!! grazie per le tue parole. E per la tua conversazione l'altra sera. È stata una cosa meravigliosa vederti parlare della mia storia, del mio capitolo, come spesso abbiamo fatto con i libri che adoriamo!!!!!!!!!!! mi sono sentita davvero importante, mi sono sentita quasi una scrittrice.
Una cosa meravigliosa, grazie mille!!!!!!! tvtrb

 

grazie anche per la tua recensione mikicullen !!!!

non ti preoccupare per il ritardo, hai visto anch'io né ho fatto tanto. Grazie per i complimenti. Addirittura la migliore che tu abbia mai letto di Harry Potter? Guarda che mi monto la testa!!XD ihihihihihiXD

grazie mille ancora, non so cos'altro dire perché la tua recensione è bellissima e non posso fare altro che ringraziarti! Ecco il nuovo capitolo. E poi continuerò, e continuerò, e continuerò ancora....

sono contenta che sono riuscita a rendere tutto divertente anche se drammatico. È una cosa che farà molto visto che ora capiteranno solo cose brutte....

forse... anch'io adoro James. E così anche altre molte persone. Il mio James non è lo stupido che tutti invece ritraggono spesso. È stupido e pazzo, questo si, ma ha anche un cuore enorme. E un sesto senso per le persone!!!!!!!!!!!!!!

 

E adesso chiudo altrimenti a letto non ci vado più... anche se dopo l'incubo della notte precedente non ho molta voglia di dormire....

amica mia.. perdonami....

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Capitolo 26
*** Venticinquesimo capitolo: la verità... e saluti ***


CAPITOLO 25:

La verità... e saluti

 

James

Dovevo riuscirci. Ci ero già riuscito una volta, giusto?Bastava stare fermo, respirare piano e profondamente, senza esagerare. E rimanere serio. Non dovevo neanche aprire gli occhi.

Potevo riuscirci. Del resto ero un attore perfetto. Il maestro dell’inganno. Lily non si sarebbe mai resa conto che ero sveglio e che sapevo che stava aspettando che mi svegliassi per le spiegazioni. Ma non potevo darle alcuna spiegazione.

Come potevo dirle cosa ero senza non trovarmi a rivelare il segreto anche dei miei amici e di Remus?

Non era solo un segreto mio. C'era solo un dubbio. Quanto dovevo aspettare prima che si decidesse ad andarsene?

Era già passato parecchio secondo la mia opinione… Ma dovevo resistere.

-James vuoi smetterla di fingere di dormire? Voglio parlarti, ora, subito- mi sorprese la voce di Lily, molto vicina. Rimasi fermo e immobile.

Altro che attore nato... cavolo come aveva fatto a capire che ero sveglio???

Ma magari bluffava. Forse non se ne era resa conto, ma voleva mettermi alla prova.

Allora bastava continuare a fingere di dormire.

-è inutile che fingi ancora. Piuttosto potresti usare questo tempo per darmi una bella spiegazione. Così non salto anche Trasfigurazione, magari- mi bloccò lei.

Aprii di scatto gli occhi. Cosa? Aveva saltato le lezioni? Lily Evans??? La cosa mi aveva sconvolto tanto da dimenticare che non avrei dovuto alzarmi. Che sarebbe stato meglio continuare a fingere di dormire.

-Finalmente! Allora James, come stai?- chiese Lily, sorridente. Era seduta sulla sedia vicino al mio letto a cui appoggiava le braccia conserte.

Rimasi sconcertato dal fatto che fosse così vicina a me. Era così bella con quel sorriso.

-Bene. Ma non so cosa ti è preso. Salti le lezioni, svegli poveri malati con insinuazioni assurde. Qualche problema cara Lily?- chiesi, fingendo una tranquillità che non avevo.

-Sia chiaro, io non ho svegliato nessuno. E non faccio insinuazioni assurde Potter! E poi, ti dirò, sì, ho un problema.

Sono confusa. E per quanto in questo periodo purtroppo lo sono spesso, odio essere confusa. Ma tu puoi darmi una spiegazione, vero?- il suo sorriso era deciso e i suoi occhi ardevano.

Di sicuro non si sarebbe fermata fino a quando non avrei confessato. Ma non potevo. Terza regola dei Malandrini: negare sempre. Anche quando la verità è ovvia, negarla è una delle regole dei Malandrini.

-Che spiegazione ti devo dare? Io sono rimasto nel mio bel letto a dormire tutta la notte. Una notte tranquilla e di totale sonno. Tu hai fatto qualcosa di diverso invece?- chiesi, quasi insinuando qualcosa.

La vidi accigliarsi. Il sorriso scomparve e la sua espressione divenne seria. Molto seria.

-James Potter esigo una spiegazione, ora e subito. Altrimenti chiederò chiarimenti al preside. Lui di sicuro mi saprà rispondere, o sbaglio?- sapevo che non era una minaccia a vuoto.

Lo vedevo nel suo sguardo. E iniziai a sudare freddo. Non riuscivo neanche a immaginare il casino che sarebbe successo se ci avessero scoperto.

Il nostro segreto doveva rimanere un segreto, altrimenti avremmo perso la possibilità di divertirci aiutando Remus, la nostra complicità, il nostro divertimento, tutto perso se non facevo la cosa giusta.

Ma qual era la mossa giusta? Parlare? Rivelare il segreto solo a Lily. Lei avrebbe capito. Lei non avrebbe sbandierato in giro il nostro segreto. Magari avrebbe apprezzato tutto questo.

Ma non potevo. Non era un mio segreto. O per lo meno non era solo il mio segreto. Strinsi i pugni e guardai le lenzuola.

Dovevo cercare di farle capire che non potevo parlarne. Speravo solo che avrebbe capito.

-Non posso. Non è solo un mio segreto. Non riguarda solo me. E non posso rivelartelo. Non ora per lo meno- dissi.

-Beh, allora parla con i diretti interessati. Sai, non sei proprio l'unico a fingere da un bel po' di dormire- mi sorprese, lei divertita.

Guardai verso i letti dei miei amici. Remus fu il primo ad arrendersi e aprire gli occhi. Mi lanciò uno sguardo tra il preoccupato e il calcolatore. Sapevo che stava cercando velocemente un modo per sfuggire a tutto questo. Sirius si sedette di colpo guardando invece Lily.

Per la prima volta non sapevo definire lo sguardo di Sirius. Sembrava... seccato... ma forse anche ammirato. Ma erano cose troppo contrastanti per farmi davvero capire. Mi grattai infastidito la testa, non avendo idea di cosa sarebbe successo ora.

Lily ci sorprese di nuovo. Si alzò e iniziò a camminare piano di fronte a noi, avanti e indietro.

Cosa che mi ricordò molto anche Sirius. Lo faceva spesso, specialmente quando il discorso era lungo. Invece quando non voleva parlare tendeva a stare fermo, seduto o sdraiato.

-Ho visto un bel po' ieri sera da farmi una qualche idea su cosa sia successo. Inoltre so fare due più due… e penso proprio di aver scoperto il vostro segreto-

 

***

 

Remus

Il vostro segreto. Voleva dire il mio segreto. Eccomi di nuovo sul ciglio del precipizio. Bastava poco, niente più di un soffio per gettarmi nel vuoto o per mettermi in salvo.

Lily Evans, il Prefetto Evans, la studentessa più brillante e rispettosa delle regole, aveva scoperto il mio segreto. E probabilmente mi avrebbe denunciato. Chissà che faccia quando avrebbe scoperto che tutti i professori sapevano del mio segreto.

E chissà come sarebbe cambiato tutto rivelando anche il segreto di James e Sirius.

Si, erano Animagus. E perché?

Per colpa mia. Solo mia. Rischiavano l'espulsione per colpa mia, rischiavano la vita ogni mese per farmi felice, per non vedermi distrutto, come invece avevano dovuto vedermi nei primi anni.

Avevano rischiato, e ancora adesso rischiavano il tutto per tutto per potermi stare vicini.

Guardai James. Lo vedevo totalmente insicuro. Era terribile per lui. Non aveva idea di cosa dirle. Come avrebbe potuto parlare non sapendo se volevo rivelarle la verità? Ma poteva davvero rischiare di perdere l'amicizia di Lily, dopo tanto che era riuscito a ottenerla?

Ma chi era che rischiava seriamente ora? Io. Perché Lily era anche mia amica.

Era una persona speciale. Una persona che condivideva con me tante passioni, che come me si era sentita diversa rispetto agli altri, respinta per quello che era. Sì, meritava la verità. E dovevo dargliela io.

-Sì, sono un lupo mannaro. E sì, loro sono Animagus. L'hanno fatto per starmi vicino. Non mi avevano detto niente, ma hanno tentato e studiato per anni prima di riuscirci.

E adesso mi fanno compagnia ogni notte di luna piena- avevo detto tutto d’un fiato e mi ci volle tutta la mia forza di volontà per alzare lo sguardo su di lei.

Come avrebbe reagito? Sarebbe scappata a gambe levate?

-Ora capisco davvero molte cose. I vostri soprannomi, le varie stranezze che avete, il perché ogni sera di luna piena sparite e ricomparite sempre distrutti. Capisco persino i libri di Trasfigurazione- sorrise, lanciando un'occhiata a James che non riuscii a non sorridere in risposta.

Ma? Ci doveva essere un ma...

Quando Lily tornò a guardarmi mi aspettavo quel, ma che non venne. Anzi, si sedette accanto a me sul letto e mi strinse la mano tra le sue.

-L'ho immaginato. Sapevo che c'era qualcosa del genere ma sapevo anche che al momento giusto me lo avresti detto, solo se volevi naturalmente.

E non so cosa dire se non che mi dispiace. Ma che non cambia niente. Tu sei sempre Remus. L'unico in grado di tenere testa a questi due pazzi. Due pazzi che devo dire che hanno davvero tentato tutto per te- nel sorriso di Lily trovai la tranquillità.

-Grazie!- le dissi rispondendo, al sorriso.

-Allora non ci denuncerai? Davvero?- chiese Sirius, incredulo.

-No Black. Non posso condannarvi per essere dei veri amici. Ma una cosa la posso dire. Siete completamenti pazzi. Ora dovrei andare a Trasfigurazione, altrimenti la professoressa verrà direttamente qua a sequestrarmi. Buon riposo ragazzi. E fate i bravi!- mi lasciò la mano, ci sorrise e se ne andò.

-Fossi in te Ramoso sarei preoccupato della concorrenza. Hai visto come le stringeva la mano?- esclamò Sirius, ridacchiando, con l’aria molto sollevata.

-Già. Lunastorta, guarda che potrei diventare molto, ma molto geloso- la voce di James era molto minacciosa.

-Oh, avanti, non fare l'idiota. Piuttosto cosa diceva dei libri di Trasfigurazione?- chiesi curioso.

-Guardalo, cerca di cambiare discorso. Ammetti la tua colpa- disse Sirius serio.

-Sì, Remus. Io pensavo amassi solo me. Non posso sopportare la concorrenza!!!!!!!- disse James, ancora più serio. Guardai James incredulo.

Poi guardai Sirius che ricambiava con sguardo serio. E poi scoppiammo tutti a ridere come degli stupidi.

Già, degli stupidi ma dei veri amici.

 

***

 

Peter

Eccoli di nuovo lì, insieme, a ridere e scherzare senza di me. Perché? Perché senza di me?

Semplice, perché io ero Peter, colui che era sempre inadeguato, colui che qualsiasi cosa facesse era sempre sbagliata. Prima facevo molte più cose.

Ma ora, più tempo passava, più temevo di fare qualcosa di sbagliato. Avevo paura...

Ed eccomi ormai ai margini del nostro gruppo, messo in disparte ormai molte volte...

 

***

 

Lily

 

-E così ora lo sai- costatò Joy.

Io annuì. Mancava poco alla fine dell'ora di Trasfigurazione e le avevo appena finito di spiegare tutto quello che era successo. Il brusio che c'era quell'oggi a lezione ci aveva permesso di farlo.

La vidi preoccuparsi, sapendo cosa avevano rischiato e felice che ora anche io sapessi finalmente il segreto.

-Pensa che quei quattro me lo hanno tenuto segreto anche a me. Anche io ero preoccupata, cercavo di trovare un motivo della malattia di Remus.

Ho persino detto che poteva essere un lupo mannaro e quei quattro hanno avuto il coraggio di farmi credere che era ridicolo e che ero impazzita.

Mentre in realtà loro lo sapevano già. Quando l'ho scoperto ho picchiato tutti e quattro per non avermelo detto prima. James dovrebbe avere ancora un cicatrice sulla spalla per quello che gli ho fatto- rispose, divertita.

Io sorrisi tra il preoccupata e il divertita.

Era una cosa che sapevo già, ma meglio ricordarsi più volte di non far arrabbiare Joy.

Poi pensai a quei pazzi. Possibile che mi fossi sbagliata completamente su di loro in tutti questi anni?

Mi guarda intorno. La professoressa McGranitt era ormai sfinita di richiamare tutti ogni due secondi, perché appena li zittiva poi tutti ricominciavano a parlare. Notai stranamente che molti indicavano noi.

-Ma cosa successo? Come mai sono così scatenati? C'è qualche pettegolezzo nuovo in giro?- chiesi infastidita.

Vidi Joy arrossire.

-In realtà sono tutti in fermento perché hanno saputo la notizia. Sembra che qualche ex di Sirius ieri gli abbia proposto di ripetere la loro serata, o almeno così sembra. E lui gli abbia risposto che ora è fidanzato con me. E la voce ha fatto un certo successo...- era piacevolmente sorpresa della cosa, ma anche tremendamente in imbarazzo.

-Non mi piacciono i pettegolezzi. Chissà tra poco la storia come continuerà a cambiare. Ma se la smettessero di fissarmi tutti potrei anche ignorare la cosa. Mi sento come se avessi un insegna luminosa puntata addosso- sbuffò poi.

Io sorrisi.

-Non ti preoccupare. Presto troveranno qualcos'altro su cui sparlare- la consolai.

 

***

 

James

 

-Bene ragazzi. Posso finalmente alzarmi!- dissi felice alzandomi in piedi di scatto. Una debole fitta allo sterno mi avvisò che la prossima volta dovevo fare meno veloce, ma andava tutto bene.

Anche gli altri stavano bene.

-Potter è meglio che stai attento a cosa fai, mi raccomando. Ti lascio andare prima solo perché domani inizieranno le vacanze di Natale. Quindi vai, ma attento ai movimenti bruschi. Ho parlato con i tuoi genitori che hanno insistito perché ti lasciassi andare. E se ti tengo qui davvero due settimane finiamo per passare il Natale chiusi qui, cosa che non andrebbe affatto bene per la mia saluta mentale.- mi congedò Madama Chips.

Uscimmo tutti insieme dall'infermeria e iniziai a cercare Peter.

-Non doveva venire a trovarci stamattina?- domandai a Remus. Lui si strinse nelle spalle.

-In teoria si. Magari ha deciso di seguire le lezioni e non saltarle come gli avevi proposto tu. Non gli farebbe male seguire più lezioni- rispose lui.

-Già, in effetti non gli farebbe male- osservai anch'io pensieroso. C'era qualcosa però che mi preoccupava. Non sapevo cosa...

-Speriamo solo non ci diventi un Remus secondo. Altrimenti il suicidio sarà meglio di sopportarli tutte e due- scherzò Sirius.

Ridendo andammo verso la sala grande. Tra poco ci sarebbe stata la cena.

 

Poco dopo, a cena notai che non c'era Lily.

-Dov'è Lily?- chiesi a Joy.

-In biblioteca. Ha detto che avrebbe mangiato dopo, che prima doveva andare a prendere dei libri- rispose lei.

-satare d' angiare pe' la bi'liot'ca? È paccia!- disse Sirius mentre masticava.

-Sirius chiudi quella bocca, ti prego. Inoltre non si è capito niente di quello che hai detto- lo rimproverò Remus disgustato.

Sirius finì di inghiottire e poi guardò Remus serio.

-Chiudi il becco tu- e ricominciò a mangiare.

-Ragazzi comunque stamattina mi ha mandato una lettere mia madre. Per voi va tutti bene la montagna, giusto?- domandai, ricordandomi che dovevo ancora risponderle.

-Sì. Non vedo l'ora di provare quello sport strano- disse Sirius entusiasta. 

-Sarà divertentissimo, vedrete!- disse Joy entusiasta anche lei.

Io protestai.

-Aiuto, riuscirò a sopportare questi due per tutte le vacanze? Ci sarai Remus ad aiutarmi, vero?- domandai guardandolo speranzoso.

-Sì, Ramoso. I miei hanno deciso di permettermi di venire, anche se non per le feste di Capodanno, per quelle devo tornare a casa!- disse lui ridendo. Allora guardai Peter.

-E tu ci sarai anche, vero?- domandai.

-Io non posso. I miei mi vogliono a casa- sussurrò invece Peter, abbacchiato.

Lo guardai con l'aria più triste e pietosa che potessi fare.

-Non pensi proprio di riuscire a convincerli? Digli qualsiasi cosa, digli che devi studiare e resti a Hogwarts- tentai.

Lui scosse il capo.

-Non posso James, scusami- disse lui triste.

-E va bene. Ma digli ai tuoi che questa estate sei per forza con noi! Altrimenti ti rapiamo!- lo avvertii.

Poi mi concentrai sul mangiare. E aspettai l'arrivo di Lily. Chissà quanto ci avrebbe messo.

 

***

 

Lily

Ero in biblioteca. Domani mattina saremo partiti tutti per passare il Natale a casa ed avevo iniziato la ricerca dei libri che mi sarebbero serviti per studiare.

Appena tornati dalle vacanze ci sarebbero stati compiti in classe di Trasfigurazione, Pozioni e Difesa Contro le Arti Oscure. Dovevo essere preparata al meglio. Notai appena l'ora. Cavolo, ormai i tavoli dovevano essere sgombri. Non avrei mangiato questa volta a cena. Vabbè, sarei sopravvissuta.

E mentre leggevo i titoli percepii un cambiamento nella sala.

Da silenziosa e tranquilla si trasformò. Iniziarono sussurri su sussurri, sospiri di ragazze seguite da risatine, e un muoversi più veloce di sedie e altro.

Cosa era successo? Mi voltai giusto in tempo per vedere James Potter venire verso di me.

Lo guardai incredula. Ora capivo i bisbigli.

-Ciao Lily. Che libro cerchi?- chiese, fermandosi poco distante da me.

-Un libro di Pozioni sulla pietra lunare.

Che ci fai qua?- domandai.

-Non posso venire in biblioteca?- domandò curioso.

Guardai le ragazze che poco prima studiavano diligentemente animarsi, parlare, guardarlo adoranti.

Tutte a guardare quanto era bello e a dimenticare completamente il loro dovere, cioè studiare!

Persino i ragazzi avevano alzato gli occhi dal libro, solo per altri motivi.

C'erano quelli che volevano studiare, ma nel silenzio, cosa che grazie a lui non c'era più.

C'erano quelli sorpresi e incuriositi dalla sua prima comparsa in biblioteca, luogo in cui lui probabilmente non ci era mai entrato.

O almeno così la pensavo anche io, ma ero stata smentita dai fatti.

Del resto ero già venuta una volta in biblioteca con lui a cercare un libro di Trasfigurazione.

Ma c'era stata poca gente quella volta.

-Diciamo che la tua apparizione improvvisa ha interrotto la quiete e la tranquillità della biblioteca. Mi sorprendo che Madama Chips non metta un cartello alla porta con scritto: vietato l'accesso a James Potter; pericolo quiete- scherzai.

Lui rise e io mi concentrai sul libro per non perdermi nella sua bellissima risata.

-Non sei venuta a cena- mi fece notare.

Io annuii.

-Sì, ho perso tempo qui. Non mi ero resa conto che era già quest'ora. Ma non c'è problema.

Resisterò fino a domani mattina- dissi tranquillamente.

-Non c'è bisogno. Ti ho portato un bel panino- disse lui. Alzai gli occhi sorpresa, guardandolo finalmente. Mi porgeva un tovagliolo dove probabilmente c'era il panino. Mi chiesi se fosse il tovagliolo grande o il panino che conteneva, ma sembrava enorme.

Esitai un attimo. Non mi aspettavo una cosa del genere, mi trovavo spiazzata. Poi deglutii e gli sorrisi.

-Grazie. Ma qui non si può mangiare, se lo sapesse Madama Chips- dissi preoccupata.

-E allora usciamo- e senza poter dire o fare niente, mi trascinò fuori, tirandomi per il polso.

E io non mi opposi. Ci fermammo sulle scale che portavano dal secondo piano alla torre per andare in infermeria e lui mi porse il panino.

Lo aprii non sapendo cos'altro dire e rimasi di stucco. Il mio stomaco brontolò dalla fame.

Era un panino enorme, con tutto dentro.

C'era pollo, insalata, pomodori, salse varie e formaggio a volontà.

Era così grande che non mi entrava nelle mani.

Quasi non riuscivo a morderlo.

-Dai, assaggialo. Il tuo stomaco lo reclama- mi invitò lui, sorridendo felice. Era l'espressione della felicità assoluta. Sorrisi e iniziai a mangiarlo.

Era buonissimo. Unico, non avevo mai assaggiato un panino così buono.

Quasi a metà mi resi conto che lo stavo divorando senza ritegno e James mi guardava attentamente, cosa che mi fece arrossire terribilmente.

-Scusami, devo sembrare ridicola e pazza- dissi, abbassando gli occhi.

Lui rise.

-no, sei meravigliosa sempre. E sei buffa, non ridicola. Ah, dimenticavo, poi sei pazza sempre secondo me, quindi non c'è problema-.

Mi ritrovai ad alzare lo sguardo per trovare i suoi occhi. E mi sentii speciale, quasi unica, davvero ma davvero importante per lui.

-Ancora? Io non sono pazza. Comunque ne vuoi un po'?- chiesi, cercando di cambiare discorso e tornare al mio colore naturale.

-Io ho mangiato, non ti preoccupare. Quel panino l'ho fatto solo per te!-

-Sì, ma io non mangio mai così tanto. Questo panino è un pranzo, una cena e una merenda tutto insieme- gli feci notare.

Lui scosse il capo.

-Devi passare più tempo con me Lily. Vedrai che molto presto scoprirai che questo è appena uno spuntino- disse col suo sorriso di traverso che mi faceva venir voglia di dargli schiaffi. O di riempirlo di baci.... cosa??? Lily cosa stai pensando cavolo!!!!!!!

Di dargli pugni. Ecco cosa stavo dicendo!!! è ovvio.

Io baciarlo? Ma che, stiamo impazzendo?

No, non sarebbe mai successo, assolutamente no.

Mi ero sicuramente accigliata perché lui mi guardò incuriosito.

-Volevo chiederti una cosa. Cosa fai questo Natale?- mi domandò. Io guardai quel poco che era rimasto del panino e ci pensai.

-Andiamo a trovare mia nonna che non sta molto bene. Perché?- chiesi.

-Niente... solo... se ti mandassi una lettera con gli auguri la bruceresti ancor prima di aprirla?- domandò, scherzando.

Finsi di pensarci su.

-Forse no. Aspetterei di leggere chi la manda. E se fossi tu probabilmente si, la lancerei nel fuoco!- scherzai.

Finii il panino e quasi desiderai non averlo finito in così poco tempo.

-Ti manca ancora molto in biblioteca? Non dovrebbe chiudere tra un po'?- chiese lui.

-Sì, è aperta solo altri cinque minuti. E devo prendere un altro libro- dissi, ricordandomi ora che dovevo prendere il libro di Trasfigurazione.

-Bene, allora cerchiamolo- si offrì lui.

Fu strano, ma ci ritrovammo di nuovo in quella biblioteca a cercare un libro di Trasfigurazione, che lui sapeva conoscere già.

E se fu strano questo immaginatevi quanto poteva essere strano tornare nel nostro dormitorio discutendo di Trasfigurazione. Con Potter. Con James Potter. Anzi, con James. 

Arrivata in Sala Comune trovammo molta gente intenta a bisbigliare pettegolezzi e si voltò subito a guardarci arrivare insieme.

Una ragazzina, mentre passavamo vicini, stava dicendo acidamente alla sua amica : -Black si è fidanzato e ora anche Potter sembra finalmente far breccia sulla Evans? Cavolo, i più belli della scuola tutti a loro?-

Mi ritrovai a sorridere mentre salivo le scale, ma mi bloccai per guardare James.

-E così si è sparsa la voce di Sirius e Joy. Per fortuna che ora partiamo per le vacanze, sennò qui sarebbe stato terribile. Probabilmente Joy avrebbe picchiato qualcuna conoscendola- sorrise.

-Già. Bè, grazie James. Ora andiamo a dormire- dissi, sorridendo.

-Buonanotte Lily!- disse e salii nel mio dormitorio.

 

***

 

Me non tanto convinta di questo capitolo... è uscito strano... forse perché infondo è un po' di transizione...

inoltre chiedo perdono per la piccola incongruenza che ho creato. So benissimo che secondo quello che ho scritto io James doveva rimanere a letto per molto tempo, ma poi mi sono resa conto stupidamente che le vacanze di natale dovevano pur iniziare. Quindi ho fatto intervenire un po' di buon senso alla storia. Spero non succeda più... immagino mi sia successo perché mi lascio trascinare troppo dai personaggi e dimentico particolari “insignificanti” come il tempo. =p

comunque, passiamo ad altro. Innanzitutto spero di poter scrivere il prima possibile, anche se non prometto niente perché la settimana prossima avrò il test d'ingresso all'uni e non so quanto tempo libero avrò... ma mi impegnerò per trovarlo!!!

secondo voglio ringraziare tutte le persone meravigliose che continuano a seguire e apprezzare questa mia piccola (insomma guarda quante pagine hai scritto. Tra poco arriviamo a 500) e insignificante storia.

Grazie a chi l'ha aggiunta tra i seguiti, a chi l'ha messa tra le ricordate e a chi tra le preferite!!!

e grazie come sempre a voi che recensite!!!

 

carissima Dafne, grazie ancora per la tua recensione.

Sono felice che sei d'accordo con me!!!

non vedo l'ora di leggere la tua prossima recensione, ti aspetto!!!!!!!!!!!

 

cara Pao!!!! come ormai sai è andato tutto bene alla fine!!! quindi parliamo della tua recensione.

Sono felice che ti piaccono Sirius e Joy.

E si, il bacio tra Lily e James arriverà o non arriverà?

In realtà ti rivelo una cosa. Se i personaggi non mi sorprendono come al solito e tutto va secondo i miei piani, il bacio arriverà tra molto ma molto tempo!!!ihihihihi!!!!!!!!!! si, voglio farli soffrire!!! XD

 

cara malandrina4ever grazie anche a te!!!

in effetti anche a me piace quando ho più da leggere!!! =)

sono felice che le mie “coppie” ti piacciano!!!

e grazie per i tupi complimenti.

Le cose tra Lily e James andare meglio? si...

o almeno forse!!! XD

non vedo l'ora di sapere cosa pensi di quest'altro capitolo anche se a me non piace moltissimo...

 

cara mikicullen, grazie anche per le tue parole.

Si, quando mi è venuta fuori quella scena sono scoppiata a ridere persino io e l'ho dovuta scrivere subito! Forse è che ormai ho in testa solo James e Sirius.!!!!!!!

 

e allora alla prossima!!!!!!!!!!! ciao!!!!!!!!!!

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Capitolo 27
*** Ventiseesimo capitolo: Natale in famiglia (più o meno) ***


CAPITOLO 26:

Natale in famiglia (più o meno)

 

James

I miei genitori ci accolsero felici al nostro arrivo. Mia madre mi stritolò in un abbraccio, che avrei preferito non mi desse davanti a tutti. Vidi già Sirius ghignare. Almeno fino a quando lei non lo abbracciò come aveva fatto con me.

-Allora ragazzi, come va' la scuola?- e andammo in macchina.

-Tutto bene, signora. Riescono sempre a cavarsela- rispose Remus, ridacchiando alla domanda di mia madre.

Ridendo e scherzando arrivammo a casa.

-Ragazzi, mi dispiace dirvelo solo ora, ma non riusciremo ad andare a sciare dove volevamo.

Non vedevo l'ora di andare in villeggiatura, con tutte quelle attività, i ristoranti, le serate, saune, affascinanti insegnanti di scii...- stava elencando mia madre.

-Ehi! Cosa hai detto???- domandò mio padre, incredulo. Lei rise.

-Come mai non ci andiamo?- chiesi, incuriosito.

-Perché dobbiamo lavorare. Purtroppo c'è bisogno di noi. Forse siamo riusciti ad individuare un piano di Voldemort e dobbiamo mettergli i bastoni tra le ruote. 

Con la materializzazione potremo anche andare e venire, ma sarebbe più stancante e in caso di... in qualsiasi caso è meglio che voi siate a casa, dove conoscete tante persone e potete stare tranquilli- mio padre parve imbarazzato da questa conversazione. Avevo notato la sua esitazione e tutta la faccenda mi sembrava estremamente pericolosa.

E la cosa non mi piaceva per niente.

 

***

 

Lily

Guardai il foglio, avvilita. Ma perché mi stavo tormentando? Perché dovevo complicarmi la vita?

Del resto magari stava scherzando. Forse non mi avrebbe mandato niente. Figurati se pensava davvero di mandarmi un gufo. Probabilmente mi stava prendendo in giro.

Sì, di sicuro l'aveva promesso ad altre mille ragazze. Peccato che non ci credessi neanche io…. insomma, era James... si, James, non più solo Potter...

Iniziai a scrivere la lettera. Arrivata alla seconda frase, però, appallottolai il foglio e lo gettai nel fuoco.

Accigliata iniziai a scrivere di nuovo. Ma non andava neanche così…. Forse potevo aspettare di ricevere il suo di gufo. E solo dopo avrei deciso se rispondergli. In questo modo avrei saputo cosa scrivere.

O almeno così speravo. Però mi sembrava piuttosto brutto.. insomma, non era una giorno qualsiasi, era Natale.

Quindi se lui mi mandava gli auguri, cosa che lui mi aveva detto che avrebbe fatto, io potevo benissimo fare altrettanto. Ma non avrebbe avuto senso mandargli gli auguri dopo Natale.

Dovevo farlo prima, basta. Mi fidavo di James?

Credevo davvero che mi avrebbe mandato gli auguri?

La risposta era sì, dannazione. Allora dovevo mandargli gli auguri anch'io.

Niente di speciale, era solo un amico. Sì, avrei aggiunto gli auguri anche agli altri. Infondo era semplice educazione. Del resto i Malandrini ora erano miei amici. E con loro c'era Joy.

A lei avevo già scritto una lettera, ma tutto sommato sarebbe stata una buona idea mandarla una per tutti. Sì, avevo risolto il problema!!!

 

***

 

James

-Non andate- dissi. I miei genitori mi guardarono increduli.

-E perché?- chiese subito mia madre.

-Perché è pericoloso. E non provate a dire che non è vero. Non siamo partiti perché è una missione difficile e anche voi non sapete se tornerete. Non posso rimanere zitto e fermo a vedervi partire quando sapete già che non tornerete vivi!- strinsi forte le mani, aspettando che uno dei due iniziasse a parlare. Mi chiedevo se avrebbero avuto il coraggio di contraddirmi, o peggio, di mentirmi. Probabilmente se fosse stato mio padre a farlo gli avrei tirato un pugno. Li guardai negli occhi, ma loro abbassarono lo sguardo.

-Mamma, guardami negli occhi e dimmi che non c'è pericolo. Prova a dirmi che tornerete sicuramente, dimmelo!- le dissi arrabbiato. Lei incrociò il mio sguardo. Poi lo abbassò sconfitta.

-Non usare quel tono con tua madre! James, non c’è bisogno di fare una simile questione- disse mio padre, avvicinandosi. Lo guardai negli occhi e lo vidi addolorato e pieno di preoccupazione, come me.

-James… dobbiamo fare del nostro meglio per risolvere questa guerra assurda. Se non facciamo niente moriremo lo stesso, e da sconfitti.

Preferisco lottare e fare di tutto per permettere a voi ragazzi di vivere una vita migliore, per cambiare il vostro futuro in meglio. Le cose non cambieranno scappando, dobbiamo lottare per farlo.

Ho chiesto anch’io tua madre di rimanere a casa, ma...- si interruppe, guardando lei che continuò subito, accorata.

-Sai benissimo che io non rimarrò con le mani in mano. Lo so che sembra difficile... lo so che stiamo rischiando molto, ma se questo servirà per guadagnare terreno e permettere la caduta di Voldemort faremo questo e altro- lo sguardo di mia madre era determinato e risoluto. Sapevo che non l'avrebbe fermata niente e nessuno. E il cuore mi fece male per questo.

-Morirete... morirete e mi lascerete solo... e non vi preoccupate minimamente di questo... - li accusai, non riuscendo ad accettare quello che stavano facendo.

-Non è vero. Tu sei un ragazzo meraviglioso. Sei forte e hai degli amici unici. Inoltre sei capace di badare a te stesso da molti anni ormai. Il tuo viaggio di questa estate ce l'ha dimostrato. Lo so che ti sembra orribile, ma lo stiamo facendo per darti un futuro migliore- spiegò mio padre.

Lo guardai. Mi bastò un'occhiata per capire che ogni mia protesta sarebbe stata inutile.

-Vengo anch'io con voi. Anch'io voglio fare qualcosa. Non voglio stare con le mani nelle mani- dissi, ripetendo le parole di mia madre.

-James Potter non provare a pensarci neanche un minuto. Non sei neanche maggiorenne.

E poi noi stiamo provando il tutto per tutto per te. Cosa vuoi fare, morire e quindi farci morire per niente?- la voce di mia madre era isterica mentre diceva queste parole. Arrivò da me e mi abbracciò forte, mentre lacrime salate le cadevano dagli occhi. Le sentivo sul mio collo, mentre mi abbracciava forte.

-James non odiarci. Ti amiamo troppo per permetterti di fare sciocchezze. E ti amiamo troppo per non fare niente. Non possiamo rimanere qui pensando che se non facciamo niente per sconfiggerlo rovinerà la tua vita e quella degli altri. Non voglio più vedere morire altre persone a me care- probabilmente voleva dire altre cose, ma i singhiozzi non le permisero di continuare.

Mio padre si avvicinò e ci strinse in un abbraccio collettivo.

-Non fate così. Non deve finire per forza male. Noi faremo di tutto per tornare. Per te figliolo. Ma rischieremo la vita comunque per te, perché voglio vederti un giorno con un bella vita senza preoccupazioni, senza la paura con cui viviamo ogni giorno noi- furono le parole di mio padre.

Io chiusi gli occhi. E mentre anche le mie lacrime scendevano, impressi nella mia mente il ricordo dei miei genitori e del loro amore. Non accettavo la loro scelta, ma la comprendevo. Soltanto, avrei preferito prendere il loro posto, essere io ad andare e lasciarli al sicuro.

 

***

 

Remus

Impossibile non capire la sua angoscia. Non la dava a vedere, ma che cavolo di amico sarei stato se non l'avessi notato. Guardai anch'io l'orologio appeso alla parete. Dovevano essere tornati già da tornati da 4 ore.

-James... - lui mi guardò curioso. Esitai...

-Tu.... cosa vuoi fare ora?- domandai alla fine.

Non avevo il coraggio di iniziare una simile conversazione. Cosa gli avrei detto per consolarlo? Che andava tutto bene? Anche se sapevo che era una possibile bugia? Del resto tutto era possibile... anche l'inevitabile...

Guardai Sirius. Anche lui era preoccupato quanto James.

-Possiamo fare da mangiare. Mi sa che se non cuciniamo qualcosa finiremo per non mangiare- disse James prima di dirigersi verso il frigo, per tentare di scoprire cosa sua madre aveva intenzione di cucinare. Sirius prese un fazzoletto e fece tatti pezzetti di carta. Fingendo professionalità le preparò tutte della stessa grandezza e le allineò con precisione. E poi iniziò a lanciarli a James.

E poco dopo si ritrovarono a picchiarsi a vicenda per gioco. Molto infantile. Ma non c’era niente di meglio per distrarsi e sentirsi più sereni.

 

***

 

Lily

Guardai avvilita l'albero di Natale. Era tutto come al solito. Mamma stava cucinando, mio padre era alla tv che guardava un partita di calcio e io aspettavo che si facesse l'ora di pranzo leggendo un bellissimo libro. Allora perché ero avvilita?

Perché accanto a me c'era mia sorella e il suo fidanzato. Già avere lei a canto, con la sua voce polemica e le sue frecciatine continue era molto stressante, ma quando erano in due era ancora peggio.

Era da un po' che cercavo di non ascoltare le loro chiacchiere intrise di miele e di frecciatine verso il mostro che avevano accanto.

Tutto, naturalmente, abbastanza velato in modo che mio padre non se ne rendesse conto.

Sbuffai e mi alzai, esasperata.

-Piccola, va tutto bene?- chiese mio padre preoccupato. Io cercai di rassicurarlo, sorridendo.

-Certo papà. Vado a vedere se mamma vuole aiuto- e andai in cucina.

Mia madre stava controllando il tacchino nel forno.

-Come va mamma? Vuoi aiuto?- le chiesi.

-Vuoi aiutarmi? Puoi controllare per favore le patate? Non vorrei che si bruciassero- mi chiese e io andai a controllare. Appena ebbi finito vidi mia madre guardarmi curiosa.

-Cosa c'è? Sei scappata dal soggiorno?- domandò. Io sospirai.

-Lo so che tanto la mia opinione non cambierà niente, ma tu l'hai visto quel tizio? Insieme sono insopportabili. E lui è... ...- non trovavo una parola per descriverlo. Avevo davanti mia madre e non volevo essere troppo offensiva o irriverente.

Ma non potevo non dire niente.

Lei parve capire, infatti annuì comprensiva, sorridendo tristemente.

-A me infondo sembra un tipo apposto. E poi piccola mia, sai cosa guardo io quando guardo i miei possibili generi?-

 Le stavo per chiedere quanti possibili generi avesse incontrato, visto che io non ero mai stata fidanzata e per mia sorella era il primo ragazzo che presentava a casa, ma non mi lasciò parlare.

-Io guardo quanto mia figlia viene amata. Il mio problema non sarà se hanno un futuro già deciso, se è bello o brutto, ricco o povero. La mia domanda, quello che cui tengo di più, è se ci saranno quando mia figlia avrà bisogno, se vi amerà tanto da sorvolare su tutte le difficoltà che ci sono nella vita. Se resterà sempre al vostro fianco nel bene e nel male. E, per quanto ammetto che Vernon non sembri molto... simpatico... lo vedo nei suoi occhi. Capisci, li vedo già insieme, lui farebbe tutto per darle la vita che Petunia desidera. Quindi, sorvoliamo su tutte le altre cose, ok?- mi propose.

Io sorrisi annuendo. Il sesto senso di mia madre non sbagliava mai.

E, tutto sommato, bastava ignorare quei due. Anch'io speravo che Petunia fosse felice. Anche se lei probabilmente non sperava lo stesso per me.

-Comunque qui è pronto. Che ne dici se apparecchiamo?- mi domandò. Io annuì. E mentre distendevamo la tovaglia mi chiese.

-E James? Ti sei decisa a mandargli gli auguri?-. Mi immobilizzai sul posto sconvolta e sorpresa.

-Cosa? Come sai che???- mi morsi la lingua per la mia stupidità e cercai di salvarmi in extremis

-Ma che dici? Perché gli dovrei mandare gli auguri?- chiesi, fingendomi sorpresa e persino offesa per quella insinuazione.

-Vuoi dire che non era per lui che stamattina eri tutta agitata e non hai fatto altro che gettare lettere su lettere nel fuoco?- mi chiese, sorridendo furba.

-No, ti sbagli. Non è vero!- mi ostinai a dire, imbronciata perché mi ero fregata da sola.

-Va bene cara, fai quello che vuoi. Ma ti dirò, se in Vernon ho visto quello che ho detto prima, in James ho visto molto di più. Sappi che quel ragazzo non è il tuo principe azzurro, è la tua perfetta metà. Non lasciartela sfuggire- e lasciandomi basita, scomparve dietro la porta.

 

***

 

Sirius

Mangiammo tra risate e scherzi, cercando di ignorare la mancanza dei signori Potter. James non era triste. Si divertiva semplicemente, non pensando a nient'altro che a noi. Risi, mentre faceva un'imitazione della McGranitt.

- Ma non sono stato io a distruggere il bagno del terzo piano professoressa. È stato sicuramente Mocciosus- scherzai, fingendomi spaventato a morte.

-Bene, allora andrò...- ma James non finì mai la frase. In quel momento comparve dal camino proprio la professoressa McGranitt.

La guardammo leggermente spaventati. Prima di vedere il suo volto. E di capire cosa era successo....

 

***

Note autrice: 

 

Che brutto capitolo... non mi piace più scrivere di morti... eppure ne avrei in mente molti, ma molti altri... sono necessari... però orribili...

comunque... che ne pensate? A me non dispiace molto... è uscita decisamente più strana di quanto avessi programmato la discussione dei genitori Potter con il figlio... però avevo bisogno di questo discorso.

Ho pensato e ripensato cosa avesse spinto James a rimanere nascosto con Lily e suo figlio. Era un comportamento a dir poco strano per il James che ho nella mia mente. Ed ecco il motivo.

Lui sa come ci si sente abbandonati, com'è perdere i genitori, anche se per una causa giusta. E non lo trova giusto. Non vuole fare la stessa cosa che hanno fatto i suoi lasciandolo da solo. In più lui aveva sedici anni, ha sofferto così tanto, come poteva vivere suo figlio senza i genitori da così piccolo??

Secondo me è molto probabile che sia successa una cosa del genere. Secondo voi?

Va bene, ora vado che oggi devo mangiare presto!

Ringrazio tutti voi che leggete, continuate a seguire e preferire questa storia!!! non vi dirò quanto sono contenta quando vedo quanti siete!!! =) non ve lo dico perché sarebbe difficile dirlo a parole!!!

e ringrazio di cuore le quattro meravigliose persone che hanno recensito!!!!!!!!!!!!

 

cara Dafne (alias maltrerio) grazie! Peccato non poter disegnare così ti farei la mia faccia quando ho letto la tua recensione!!! tu che ringrazi me per la mia storia e addirittura dici che è perfetto... ok, ora svengo dalla contentezza!!!! ti adoro!!!!!!!!!! grazie ancora. Non vedo l'ora di sapere come ti sembra quest'altro capitolo! Ciaoooooo!!!!!!!

 

cara Pao, o meglio Hayley_GIn91, grazie per la recensione!!=) si, in effetti vi farò pensare un po' per il bacio tra Lily e James. Ricorda che loro si mettono insieme solo durante il settimo anno. Quindi deve passare ancora tempo!!! ma ci saranno molti altri momenti belli tra loro!!!!!!!!!!!!!!! si, il gelato era buonissimo!!!!!!! Piton che fine a fatto??? ecco, in realtà non lo so... fino ad ora non c'è stato nessun momento in cui si è voluto intrufolare. Forse tornerà presto, forse no... chissàXD

un bacio, ciaoooo!!!

 

cara mikicullen, mi vuoi fare davvero arrossire, vero?

Grazie, sono contenta che secondo te scrivo bene. Anche se secondo me faccio ancora troppi errori... tra gli errori di battitura e quelli di distrazione molte volte mi ritrovo a preoccuparmi di sbagliare. Ma poi non rileggo altrimenti cambio tutto!!!

Lily... forse intende in quel modo forse no... lo scoprirai. Per quando si mettono insieme invece leggi la risposta sopra!!!

spero di aver postato abbastanza presto. Anche se non come sono abituata io in genere. Ciaoooo!!!!

 

cara Malandrina4ever, sono felice che ti piaccia il panino che ti ho descritto. Alla fine ne hai mangiato davvero uno? =)

ho parlato con Sirius e si, approverebbe. Però poi te ne chiederebbe almeno metà! E quindi lo mangerebbe tutto!!! XD

grazie per la recensione. Aspetto di sentire cosa pensi di quest'altro capitolo!!! ciaoooo!!!!

 

un bacio a tutti!!!!!!!!!!! alla prossima!!!!!!!!!!!!!

 

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Capitolo 28
*** Ventisettesimo capitolo: Natale... ***


CAPITOLO 27:

Natale…

Lily

Questa mattina mi alzai entusiasta, non vedendo l'ora di cominciare la giornata. Perché? Beh... era Natale, ovviamente per questo. Non c'era nient'altro, no! Era Natale e non vedevo l'ora di vedere i regali che mi avevano fatto i miei genitori. Esatto, nient'altro.

Non aspettavo niente in particolare… Mi chiesi se valesse la pena mentire anche a me stessa... Ma mi scrollai tutto di dosso e mi infilai le pantofole.

Mi guardai intorno. Avevo lasciato la finestra aperta proprio per fare entrare eventuali gufi, nonostante il freddo. Ma mi bastò poco per capire che non ce ne erano...

Scesi di sotto, non dandomi per vinta. Forse era arrivato in cucina e mia madre aveva preso la lettera.

-Buon Natale mamma- dissi, appena la vidi intenta a preparare il caffè.

-Buon natale piccola mia. Allora, hai visto quanti bei regali sotto l'albero?- chiese, sorridendo. Diedi uno sguardo ai pacchetti. Erano una decina. Tre erano per me, lo capivo dalle etichette. Era ormai una specie di tradizione per i miei mettere le etichette colorate, e io avevo sempre il verde.

Ma non c'era niente che non venisse dai miei. Niente... neanche una lettera....

 

***

Joy

Era orribile. Il dolore tornava, e si faceva sempre più forte. Era come perdere altri genitori. Perché erano questo per me i signori Potter.

Mi strinsi le gambe al petto, circondandole con le braccia, mentre osservavo James andare avanti e indietro per la cucina. Remus e Sirius, seduti al tavolo, lo guardavano sofferenti e altrettanto preoccupati. E lui, di una tranquillità disarmante, preparava la colazione.

-Volete la solita colazione?- chiese, mentre chiudeva il frigo con le braccia colme di tutti gli ingredienti per le frittelle.

Sirius lanciò un occhiata a Remus, prima di alzarsi e rispondergli, prendendo dalle braccia stracariche di James le uova.

-Certo. Però questa volta le faccio io- disse, iniziando ad aprire la confezione delle uova.

-Sì, certo! Così ci ritroviamo i gusci d'uovo nello stomaco- disse Remus, salvando il latte dalla caduta che gli stava facendo fare James involontariamente, e rimboccandosi le mani per aiutare.

-Va bene. Allora mettiamoci a lavoro!- disse James, con quel tono sempre neutro e tranquillo.

Come riusciva ad essere così tranquillo?

Come ce la faceva???? Chiusi gli occhi e nascosi il viso tra le ginocchia. Poi maledii me stessa. Mi alzai, rimboccandomi anch'io le maniche. E tentai di salvare le uova, che tra le mani di Sirius stavano facendo una brutta fine.

-Volete vedere come riesco a far saltare la scodella senza far cadere le uova a terra?- stava chiedendo, con il suo solito ghigno, forse un po’ più forzato del solito.

 

***

 

Sirius

Suonarono alla porta poco dopo esserci seduti a tavola. James parve perplesso, ma andò subito ad aprire. Lo seguii subito e ci trovammo davanti il preside.

-Buon Natale ragazzi, anche se so che non è per niente buono.. James, posso parlarti?- aveva chiesto con tono confidenziale. Guardai mio fratello.

Che rimase a guardarlo serio. Poi annuii. Il preside uscì dalla porta e James lo seguì. Feci per seguirli, ma lo sguardo di James mi fermò.

Quello sguardo... poche volte lo avevo visto. James aveva parlato chiaro e tondo, anche se solo usando gli occhi. E li guardai andare via con una grande preoccupazione nel cuore.

 

***

 

Remus

Eravamo preoccupati e distrutti, ma cercavamo di non darlo a vedere.

Lasciarci prendere dal panico non era nostra prerogativa. Rimanemmo seduti al tavolo ad aspettare il suo ritorno,  mentre aspettavamo James.

Rimanemmo in silenzio mentre aspettavamo, un silenzio carico di dolore e ansia.

-Sapete, stavo pensando che non sono per niente sicuro che tornino presto. Non possiamo restare fino a stasera qui seduti senza fare niente, giusto?- domandò Sirius, rompendo infine il silenzio.

-Lo dici solo perché vuoi mangiare- lo rimbeccai, tentando di smorzare la tensione.

-Non è vero Remus. Lo sai che sono un angelo caduto dal cielo e quindi sono meraviglioso!!! E ho dannatamente ragione, sempre e comunque. Quindi posso affermare con sicurezza che James vorrebbe che mangiamo! Ne sono sicuro!- disse con una certa serietà, non stonava a quello che aveva detto. Anche per lui era una perdita incredibile, del resto, perciò annuì, e iniziammo a mangiare.

 

***

 

James

Spero le stiano mangiando quelle frittelle! Pensai mentre mi sedevo di fronte al preside. Mi sentivo trafiggere dal suo sguardo. Ma innanzitutto dovevo parlare io.

-Professore volevo ringraziarla. La professoressa McGranitt mi ha detto che lei si sta occupando di tutto, dal funerale al resto, quindi è il minimo ringraziarla- le parole mi venivano davvero dal cuore, perché non avrei saputo davvero cosa e come fare tutto quello che si doveva fare. 

Lo vidi però rabbuiarsi, assumere quasi una aria colpevole e non solo dannatamente seria.

-Mio caro ragazzo, lo faccio perché è mio dovere.

Ma anche perché devi sapere una cosa. La missione che stavano svolgendo i tuoi genitori non gli era stata affidata in qualità di Auror. Loro erano sotto la mia guida.

Il che, purtroppo, mi rende colpevole di tutto quello che è successo- rimasi senza parola, mentre vedevo il dolore e il dispiacere sul suo viso.

Mentre cercavo di riordinare i sentimenti che avevo dentro, pensai a come dovevo reagire. Potevo strangolare il mio preside????

 

***

 

Joy

Notai il gufo di Lily, che batteva alla finestra, sorpresa, chiedendomi cos’altro fosse successo e temendo la risposta. Poi feci mente locale e mi ricordai che era la mattina di Natale. E che quelli dovevano essere gli auguri da parte di Lily. Andai alla finestra e feci entrare il gufo.

-è di James?- chiese Sirius, avvicinandosi, ovviamente non riconoscendo il gufo bruno.

Scossi il capo, mentre aprivo la lettera. Eravamo tutti in tensione. Era passata tutta la mattinata e ancora James non era tornato.

Lessi veloce gli auguri e sorrisi al fatto che aveva aggiunto persino gli auguri per tutti i Malandrini, cosa che non aveva mai fatto prima.

-Cosa faccio? Le dico cosa è successo? Oppure aspettiamo prima il ritorno di James?- chiesi ad alta voce, ma più a me stessa. Sirius, che mi aveva stretto a se prendendomi per i fianchi per leggere la lettera da sopra la mia spalla, rimase zitto.

Remus, invece, mi guardò incuriosito. Gli spiegai della lettera e lui si diede una botta in testa, come se avesse dimenticato qualcosa di importante.

-Dobbiamo mandare sicuramente una lettera a Peter cavolo. E dirgli di venire- e corse a prendere carta e penna.

Mi voltai, cercando lo sguardo di Sirius.

-Diglielo. Sono sicuro che James sarebbe contento di vederla domani al.. al funerale- disse lui.

Annuì. E poi mi sedetti per scriverle una risposta.

 

***

 

Lily

Per tutta la giornata fui intrattabile. Non riuscivo a trovare un solo motivo per non essere arrabbiata, sia con lui sia con me stessa per essermi illusa di nuovo.

La vita mi aveva dimostrato che non ci si poteva fidare di nessuno. Ed eccomi di nuovo qui a sbagliare, di nuovo.

Fu solo la sera che il mio gufo tornò. Andai subito da lui e aprii di corsa la lettera. Riconoscere la scrittura di Joy non mi avrebbe dovuto sorprendere o fare intristire così tanto, non trovate?

Ma appena finii di leggere sentii solo il dolore. E ora si che mi diedi della stupida. Non avevo capito niente...

 

***

 

James

 

Chiusi gli occhi sul mondo. Quel mondo ingiusto, quel mondo terribile, quel mondo che non si fermava davanti a niente. Lo stesso mondo che ti permetteva di amare più di quanto fosse permesso, e che poi, all'improvviso e per i motivi non per forza dipendenti da te, ti distruggeva dall'interno, strappandoti via tutto con forza.

E in quel momento non importava se eri stato buono o malvagio, se avevi fatto del tuo meglio con quel poco che avevi, se eri tu stesso la causa dei guai oppure ti avevano trascinato.... non importava niente....

Aprii gli occhi e guardai le tombe dei miei genitori… erano chiuse... un inutile dolore guardare quello che era rimasto di loro.. un dolore che avevo voluto avere poco prima che le chiudessero, senza nessun aiuto o sostegno.

Dovevo farlo. Per imprimermi nella mente quanto fossero spietate e crudeli le persone che avevo davanti.

Per poter riuscire a essere altrettanto forte, per poter combattere anch'io.

Mi persi in quei pensieri, immerso nel dolore... e poi una mano si posò sulla mia spalla. Mi voltai.

Era Sirius, con il mio stesso dolore negli occhi. Subito accanto Joy, con le lacrime agli occhi che però non scendevano, rimanevano lì, incastrate, perché non voleva piangere.

E naturalmente c'era anche Remus, e poco più indietro Peter. I miei amici. Loro mi capivano, loro sapevano, loro erano con me sempre e comunque.

Uniti per sempre, anche dopo la morte. E il mondo non mi sembrò più così terribile. La morte, il dolore, tutto quello che era inequivocabile esisteva ancora. Era sempre lì, pronto a togliermi tutto.

Ma avrei lottato, lottato per non perderlo. Lottato per avere la mia vita, la mia felicità, il mio amore. E forse era uno stupido pensiero, ma mi ricordai della lettera che avevo promesso di mandare.

E che non avevo avuto il tempo di fare. E mentre mi sarei potuto benissimo perdere nel dolore, pensai alla rabbia di una certa rossa in quel momento. Forse la mia fine sarebbe arrivata presto, per mano sua.

Mi voltai per non vedere ancora le tombe appena coperte dal terriccio, pensando a questa inattesa speranza.

E poi, inaspettatamente, la vidi.

 

***

 

Lily

Non osai avvicinarmi. Era troppo distante, circondato dagli altri e da una miriade di persone. Non sarei riuscita a farmi spazio neanche volendo.

Rimasi lì a guardarlo mentre il funerale andava avanti. E mi chiedevo quanti altri funerali ci sarebbero stati, quanto altro dolore avremo provato, fino alla fine di tutto questo. Fino alla fine di Voldermort.

E quando loro furono nei loro posti per il riposo eterno, o per qualunque cosa ci aspettasse dopo la morte, lui si voltò per andarsene.

E poi lo vidi sorridere. Sì, incredibile, ma accennò quasi un sorriso. Chissà cosa l’aveva distolto dall’incredibile dolore che lo invadeva.

E poi mi notò. Parve sorpreso, poi si incamminò verso di me. La gente lo fece passare, separandosi o spostandosi. E quando mi raggiunse non ci furono bisogno di parole. Fu dannatamente istintivo allargare le braccia ed abbracciarlo. Mi strinsi forte a lui tentando di esprimere tutto quello che provavo in quel momento, senza provare imbarazzo, senza sentirmi strana per quel gesto, senza farmi paranoie. Lo strinsi e lui ricambiò totalmente.

Non esistevano né parole né altri gesti per esprimergli meglio tutto questo.

E sperai che in qualche modo potesse bastare.

 

***

Note autrice: 

 

Ed ecco il nuovo capitolo... devo dire che la fine mi ha fatto un po' spazientire... perché non doveva essere così. Cioè, si, doveva essere più o meno così, ma non proprio.. speravo in un altra frase finale ma è uscita solo questa... comunque... che ne pensate?

Inoltre ho da aggiungere una cosa. In realtà il discorso di Silente c'era tutto. L'ho scritto tutto, ma poi l'ho cancellato e riscritto varie volte... e alla fine è rimasto quello che è rimasto.

Ci sono molte cose in sospeso che chiarirò in seguito. James si confiderà, e parlerà anche molto spesso col preside!!!!

Scusatemi per il ritardo, ma sono in un momento strano, con l'ispirazione che mi fa scrivere e poi cancellare tutto (no, non si era capito?XD)

voglio ringraziare tutti voi che leggete silenziosi, e anche voi che avete aggiunto questa storia tra le preferite, le seguite e le ricordate.

Grazie mille!!!

e grazie a chi ha recensito!

 

Carissima Stecullen94, è la prima volta che recensisci?? sono così contenta che tu l'abbia fatto!!! grazie innanzitutto per questo!!! spero di sapere presto cosa pensi anche di questo capitolo! Ciao!!!

 

carissima mikicullen, in effetti si, spero che lei se ne renda conto presto dell'ovvio. E si, le mamme sono uniche!!! grazie mille per la recensione e per i complimenti!!!! spero di essere riuscita in questo capitolo almeno a strappare anche qualche sorriso oltre che tristezza. Ciaoooo!!!!

 

carissima malandrina4ever, grazie anche a te per la recensione!

Si, in realtà ho scoperto tutte queste cose su internet poco dopo aver scritto i primi capitoli, quindi di aver descritto, anche se veramente poco, i genitori di James.

Il che voleva dire che non potevo farli morire di vecchiaia dopo averli descritti come scattanti e bravissimi auror.

Per i genitori di Lily in realtà ho seri dubbi... insomma, come possono essere morti anche loro??? e per quali cause??? pensavo di fare morire prima uno e poi un altro per qualche malattia però non trovavo mai il momento giusto... e ora come li faccio morire?? boh.. in realtà non lo so ancora... penso che modificherò anche questa morte, per dargli più senso... anche se non ne sono convinta... perché se muoiono per mano di Voldermort l'atteggiamento di Petunia dovrebbe essere molto più deciso verso la magia... e non posso farli morire di incidente d'auto. Non avrebbe mai detto che anche Lily e James erano morti in un incidente a Harry... non so perché ti sto dicendo tutte queste cose però, alla fine sono molto dubbiosa!!IHIHIHIH!!!! spero di ricevere presto tue notizie!!! ciaooo!!!!

 

carissima maltrerio grazie a te!!! le tue parole sono una delle cose più belle!!!!

non ho altre parole da dire se non GRAZIE DI CUORE!!!!!! sei meravigliosa!!!!!!!!

alla prossima!!!!=)

 

carissima la mia Pao diciannovenne!!!!!!!!!! grazie per la recensione!!! sono preoccupata... mi leggi nel pensiero oppure mi conosci così bene ormai che capisci meglio di me dove mi porteranno i miei personaggi??? Xdihihihihih!!!!!!

finisco con un sono pienamente d'accordo con te per quanto riguarda Voldermort e ti mando un bacio!!!

ciaoooo!!!!

 

spero di riuscire a scrivere presto anche se tra poco comincerà l'università. Quindi non prometto niente.

Alla prossima!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 29
*** Ventottesimo capitolo: ricominciare... ***


CAPITOLO 28: 

Ricominciare

Una piccola noto d'inizio. La parte in corsivo sono ricordi!!!

 

James

-James, sai già in che situazione si trova il mondo magico. Non sei né uno sciocco né un cieco. Sai benissimo che la lotta contro Voldemort non sta andando affatto bene. Perderemo e moriremo tutti se continua così. Mi dispiace essere così crudo con te, ma...- lo interruppi, arrabbiato.

-La smetta di farsi complessi idioti preside! Continui-

Forse avrebbe voluto sgridarmi, ma non lo fece, piuttosto continuò.

-Dobbiamo fare qualcosa. Il ministero ormai è corrotto. Ora come ora quelli che lo governano sono quasi più spietati di quelli che devono combatterlo. E insieme ai tuoi genitori ho pensato che dovessimo fare qualcosa di diverso che affidarsi semplicemente alla loro guida-

-E cosa avete pensato di fare?-

-Formare un esercito diverso, un nostro esercito!-

 

-Signor Potter mi sa dire a cosa serve la radice di Asfodelo in polvere?- chiese il Professor Lumacorno.

Mi risvegliai dai ricordi, guardandolo incerto. La radice di Asfodelo... serviva a … inutile rimuginarci oltre, non avevo quell’informazione.

-Non lo so professore- risposi semplicemente.

Tutti mi guardarono scioccati.

Non capivo il perché di tutta quello stupore. Insomma, non l'avevo mica insultato, giusto?

-Stia più attento signor Potter. Era distratto. L'avevo appena detto a cosa serviva- ma anche lui pareva sorpreso. Infatti non mi tolse i soliti punti, che in altre occasioni aveva fatto.

Ricominciò a spiegare, facendomela passare liscia.

Lanciai uno sguardo confuso a Remus, che mi rispose con uno preoccupato.

E capì. Non era la mia risposta solita. In altre circostanze avrei fatto qualche battuta, sparato a caso, improvvisato in qualche modo per non dover ammettere di non sapere qualcosa. Stavo cambiando? Analizzai i giorni dopo la morte dei miei genitori, cercando di guardarli da un’altra prospettiva.

Non pensavo di essere cambiato. Insomma, a Capodanno abbiamo bruciato casa insieme a Sirius con i fuochi d’artificio, così come facciamo quasi ogni anno.

Tornati a Hogwarts da nemmeno due giorni avevano già organizzato 6 scherzi, in cui non eravamo stati beccati neanche una volta.

I sotterranei erano ancora in parte allagati dal nostro ultimo scherzo. E allora perché tutti mi guardavano sconvolti?

Sbuffai e guardai il libro di Pozioni. Erano tutti esagerati.

 

***

 

Remus

Stava seguendo la lezione.

James che segue la lezione di Pozioni!!!!!!! Era assurdo, era impossibile, era… la dimostrazione della realtà.

James non stava bene. Inutili tutti i tentativi di Sirius di coinvolgerlo in scherzi ed altro.

Inutili anche i suoi continui sforzi per dimostrare che stava bene. James non stava bene! E non lo sarebbe stato forse mai più.

Pensai a cosa potevo farci. Sapevo per esperienza che con James era inutile andare dritto al sodo. Lui lo faceva sempre con gli altri, ma mai con se stesso.

Perché era fatto in modo strano James. Per lui il mondo era chiaro. O almeno quasi. Sapeva cosa era giusto o sbagliato, anche se la rabbia lo faceva spesso sbagliare.

E sapeva benissimo che la perdita dei genitori deve essere superata. E cercava di farlo nel modo migliore.

Ma non ci stava riuscendo così bene come voleva dare a vedere. Probabilmente non c’era davvero un modo giusto o sbagliato di superare tutto quel dolore, c’era soltanto bisogno di più tempo.

Già... doveva passare più tempo...

 

***

 

James

Sogni e pensieri si mescolano sempre nel dormiveglia. E i ricordi fanno sempre capolino quando meno te lo aspetti...

 

-Voglio che tu pensi alla mia proposta seriamente.

La tua risposta non deve essere dettata dall'odio per Voldemort, né dalla fretta, né da qualsiasi altro sentimento che non sia la speranza.

Non voglio un altro martire, altrimenti non ti avrei detto niente. Semplicemente dobbiamo fare qualcosa. E sto radunando i migliori- Silente mi aveva guardato attentamente, aspettando una risposta.

-E cosa le fa credere che tutto cambierebbe? Mi sembra solo una missione suicida. Tutte le persone che sono morte erano forse stupide? Forse non sapevano lottare o altro?

Non mi sembra. Erano tutte brave persone. I migliori! E cosa renderebbe questa altre persone che sta radunando migliori di quelle?

I miei genitori sono morti e non capisco secondo quale logica lei porta altre persone a morire. Abbiamo pochissime speranze, l'ha detto anche lei. E allora perché dobbiamo lottare?- gridai.

-Quindi preferiresti non lottare?- domandò lui, con una calma che mi fece solo arrabbiare ancora di più.

-Se i miei genitori non fossero andati a fare i martiri a quest'ora sarebbero qui!- gridai con tutto il fiato che avevo in corpo.

Ero così arrabbiato che ero anche saltato in piedi.

Ma Silente non parlò. Mi guardò negli occhi e rimasi a guardarlo fino a che la mia rabbia piano piano svanì. Quando tornai a sedermi lui si mosse leggermente e iniziò a parlare.

-Lo so che ti sembra assurdo. Il fatto che tu ti sia fermato, però, dimostra che non pensi davvero che abbiano dato la loro vita per niente. O sbaglio?- mi chiese.

-Hanno dato la loro vita per amore-

 

***

 

Sirius

Incredibile. Impensabile. Inaccettabile. Come potevo io, Sirius Black, dormiglione di natura, svegliarmi il sabato mattina probabilmente alle sei??

Semplice, con il mio da ora ex-migliore amico che mi buttava giù dal letto.

-Sirius andiamo a volare. Dai!!!!!!- mi disse, mentre mi saltava addosso.

-Ma sei impazzito? È l'alba!- gridai, cercando di buttarlo giù dal letto per tornare sotto le coperte.

Lui cadde a terra, tirandosele dietro però e lasciandomi all'improvviso al freddo.

-RAMOSO!!!!!!!- gridai infuriato, pronto a ucciderlo.

E infatti mi lanciai addosso a lui per strozzarlo.

Nel farlo lo feci sbattere contro la rete del letto di Remus, che fu svegliato di colpo dalla botta e dalle nostre imprecazioni.

-Ma che diavolo state facendo???- chiese lui, spaventato.

Poi ci guardò accapigliarci come la solito e tornò a dormire dicendo:

-Fate meno baccano. Qui qualcuno sta cercando di dormire-

-Io ti uccido!!!!- dissi strozzando, James.

Lui farfugliò qualcosa di insensato, tentando di liberarsi. Lo lasciai andare solo quando divenne blu. Poi lo guardai arrabbiato, mentre tossiva e riprendeva aria, seduto a gambe incrociate sul pavimento gelato.

-Volevo solo andare a volare...- fu la prima cosa che mi disse.

-Che ore sono Jamie?- chiesi arrabbiato.

James mi guardò sorpreso, poi si guardò il polso e parve perplesso. Si grattò la testa a disagio, mentre rispondeva.

-Sono le cinque e mezza- disse.

Io lo guardai furioso. Ancora prima di quanto pensassi..

-Vedi perché sono arrabbiato!!! è sabato mattina cavolo!!!!!!!!!!!- dissi, alzando di nuovo la voce.

-Non me ne ero accorto. E poi tanto ora sei sveglio. Andiamo a volare un po', dai- disse lui, con un entusiasmo decisamente inappropriato, alzandosi dal pavimento.

Lo guardai incredulo. Stava dicendo davvero sul serio????

-Tu sei pazzo James. Ti ci vuole uno strizzacervelli. Non sei affatto normale- dissi, riprendendomi le coperte e gettandomi sul mio caldo letto che mi aspettava.

-E va bene. Allora ti sveglio col mio piano B- gli sentì dire tranquillo. E poco dopo mi sentì bagnato da un'acqua gelida.

-SEI MORTO!!!!!!!!!!- gridai, poco prima di avventarmi su di lui questa volta per ucciderlo seriamente.

 

***

 

Remus

Sbadigliai sconsolato. La Sala Grande era vuota. Completamente vuota. Del resto chi era il povero scemo che il sabato mattina andava a fare colazione alla sette??

Solo io. E per colpa di quei cretini dei miei migliori amici.

Guardai il cielo azzurro, chiedendomi cosa fosse frullato nella mente di Ramoso quella mattina.

Lui che si sveglia presto solo per volare un po’... Certo che Sirius poteva pensarci su a questa cosa prima di gridare contro di lui.

Ma del resto era pur sempre Sirius.

E buon amico o meno, essere svegliato alle cinque e mezza dalla stessa persona che ti ha fatto dormire solo dopo una lunga e interminabile conversazione durata fino alle tre, non era il massimo. Cosa ne pensate?

Vi dirò la verità. Neanche io mi sarei comportato molto diversamente.

Però James ne aveva bisogno, evidentemente. E il suo bisogno mi aveva fatto svegliare molto prima di quanto avrei voluto.

Per fortuna che non aveva trascinato anche me a volare. Probabilmente l'aveva fatto perché domani ci sarebbe stata la luna piena e voleva evitare di stancarmi.

Lo confermava il fatto che aveva trascinato persino Peter al campo da Quidditch, anche se era terribile nel volo.

Peccato che svegliarmi prestissimo mi stancava ugualmente, ma non ero riuscito a tornare a dormire. Non con James che soffriva in quel modo.

Sbadigliai ancora, cercando di mangiare qualcosa.

Guardiamo il lato positivo. Potevo iniziare a studiare prima. Peccato che non fosse esattamente un divertimento...

 

***

 

Joy

Il sabato mattina era uno dei momenti più belli della settimana. Quando puoi stare addormentata quanto vuoi, senza dover pensare che tra tot minuti devi andare a lezione.

Mi stiracchiai tra le lenzuola, dopo una dormita inaspettatamente tranquilla.

Avevo fatto un bellissimo sogno, di cui non ricordavo molto. Solo quel poco che bastava a lasciarmi una bellissima sensazione di felicità.

Era da tanto che non mi sentivo così.

Mi alzai, decisa ad andare a svegliare gli altri per fare qualcosa di speciale e che magari risollevasse il morale a James.

Lily, accanto a me, si stava vestendo e mi salutò con un largo sorriso.

-Buongiorno Lily!- ricambiai, sorridente.

E dopo un breve passaggio in bagno, mi vestì velocemente.

-Io vado a fare colazione e poi voglio studiare per il compito di Trasfigurazione di lunedì. Vuoi studiare insieme a me?- mi chiese lei.

Ci ragionai per un attimo.

Studiare con Lily voleva dire avere un grande aiuto da parte sua, quindi più probabilità di prendere un bel voto.

E probabilmente James, Sirius e Peter si sarebbero ridotti come al solito alle dieci di sera di domenica a cercare di ripassare qualcosa, costringendo il povero Remus a fare il riassunto di tutto.

Quindi annuì.

-Certo. Magari riesco a far venire anche Remus. Probabilmente anche lui vorrà studiare ora- e rimanemmo d'accordo di vederci più tardi.

Corsi nel dormitorio dei ragazzi cercandoli, ma trovai la stanza vuota. Accigliata mi guardai per bene in giro. Come trovare quei quattro?

Semplice, usando la Mappa del Malandrino.

Andai con passo deciso verso il baule di James e iniziai a frugarci dentro. Trovai la mappa quasi subito e ciò mi permise di trovarli più velocemente di quanto pensassi.

Tre su quattro stavano sfrecciando sul campo da Quidditch. Remus era in Sala Grande.

Riposi la mappa e raggiunsi Lily.

Insieme andammo a fare colazione, trovando Remus già con il libro di Trasfigurazione in mano.

-Scusami, ma a che ora si sono svegliati quei tre?- chiesi curiosa.

Lui sbadigliò e poi rispose.

-Alle cinque e mezza. Ma forse James ha dormito molto meno... ha trascinato tutti e tre a volare e ancora non sono tornati- raccontò.

Mi rabbuiai. James ci preoccupava sempre di più, ma come biasimarlo.

-Non sta bene, vero?- chiese Lily, preoccupata.

Io scossi il capo.

-Sta decisamente male... ma non ne vuole sapere di ascoltarci. L'ultima volta che ho provato a parlarci è scappato nel vero senso della parola...- evitai di dire quanto ciò mi avesse irritato. Primo, perché sarebbe stato inutile arrabbiarsi. Secondo, perché non lo avrebbe accettato. Ma era difficile non parlare mentre James era stato il primo a farmi parlare della perdita di mio padre. Grazie a lui ero riuscita a sfogarmi, ad accettare la perdita pian piano, a metabolizzare la morte di mio padre.

Non a superarla, soffrivo ancora, ma non come prima. Ma quel dannato, ottuso di un Potter non permetteva alle persone di fare lo stesso che faceva lui. O almeno non su di sé.

Guardai Remus annuire e Lily mi parve davvero preoccupata.

Prendemmo a fare colazione, cambiando argomento per alleggerire l'atmosfera e solo quando ci eravamo alzati per andare verso la biblioteca, si erano fatte le dieci e mezza ormai, li vedemmo arrivare.

Peter aveva vari graffi e botte visibili sul viso, indice di molte cadute dalla scopa.

Sirius aveva l'aria di chi non dorme da giorni se non settimane. James, invece sfoggiava uno dei suoi sorrisi più grandi e più forzati.

La cosa mi fece intristire subito. Chissà quanto stava soffrendo...

 

***

 

James

-Buongiorno ragazze e Remus!!! Avete già finito di fare colazione?- chiesi, sedendomi accanto a Remus. Di fronte a me c'era la mia bellissima Evans, che rispose al mio saluto con un sorriso.

Non ero ancora abituato al fatto che mi sorridesse. Per un attimo mi sentì davvero bene.

Come se non fosse successo niente. E mi ritrovai a sorridere davvero.

-Sì. Stavamo andando a studiare. Voi vi ridurrete a domenica sera come al solito?- mi chiese Remus, mentre mi scrutava cercando probabilmente qualche cenno di tristezza o simili.

Ma non ne poteva trovare in quel momento, non con la Evans di fronte a me che mi sorrideva.

-Io studiare ora? No, grazie, salto pure. Non ho proprio voglia di rinchiudermi in biblioteca. Ho già in mente cosa fare- dissi, sghignazzando.

-E cosa Potter? Non vorrai allagare ancora la scuola?- chiese Evans, tagliente.

Il sorriso era scomparso, per essere rimpiazzato dal suo tipico sguardo da super-Prefetto!

-Non verrò a dirlo certo a te Evans. A meno che tu non mi voglia aiutare e quindi lasciare da parte la tua vena da Prefetto- le sorriso, furbamente.

Il suo sorriso mi sorprese.

-Magari potrei pensarci. Cosa hai intenzione di fare?- mi chiese, sorprendendo non solo me ma anche tutti gli altri.

 

***

Note autrice:

 

Ciao a tutti!!!!!!!!!!! scusatemi se mi sono fatta aspettare ma finalmente il capitolo è finito. Certo, non nel vero senso della parola.

Davvero Lily si lascerà convincere a fare una qualche malandrinata?

È forse uscita pazza?

Come probabilmente avrete notato James non sta molto bene e tutti sono preoccupati.

E inoltre la parte in corsivo e nero è un ricordo, parti del famoso discorso che avevo scritto per intero tra Silente e James e che ho riportato e riporterò ancora nei prossimi capitoli!!!

del resto sarà un discorso ancora molto lungo e causa di molte notti insonni per James.

Perché quello che gli si prospetta non è affatto una passeggiata...

allora, cambiamo argomento.

Voglio ringraziare di cuore tutti voi che continuate a leggere e seguire questa storia! Siete meravigliosi e sono contenta che lo facciate anche se mi faccio attendere.

Ma l'università mi toglie tutte le energie e anche se mi costringo a davanti al pc puntualmente ogni giorno devo essere di un certo umore per scrivere davvero.

E poi parto a scrivere un capitolo intero in dieci minuti. Quindi scusatemi se non sono più tanto veloce come un tempo.

 

E ora i ringraziamenti alle magnifiche persone che recensiscono e mi rendono felicissima!!! sono arrivata a 6. per questa storia è il massimo fino ad ora per un capitolo, il che mi rende contentissima!!!

so che per chi ne riceve il triplo se non di più sembrerà stupida la mia felicità, ma io invece sono immensamente felice!!!

 

Carissima Hayley_Gin91 grazie mille per la tua recensione e le tue parole! Al di là di complicazioni e altro ti voglio bene!

 

Cara love_vampire Grazie per la recensione e per il consiglio!!!! purtroppo il mio problema con l'inglese mi rene quasi impossibile seguire il tuo giustissimo consiglio.

Non ci capirei molto... ma ci proverò!!!!comunque grazie e si, infondo lo sapevo che sarebbero morti per malattia ma in un certo senso mi sembrava strano descrivere quattro morti diverse per delle persone che infondo non immaginavo tanto vecchie o altro...

comunque scusami se il capitolo non è arrivato presto, ma ora eccolo qui. Spero che mi lascerai ancora le tue opinioni e i tuoi consigli! Grazie!

 

Cara mikicullen non ti preoccupare per le poche parole. L'idea che son riuscita a esprimere sentimenti, anche se di tristezza, mi ha reso felice! Non che tu sia triste naturalmente.

Ma che sono riuscita a esprimere bene i sentimenti di James. Grazie!

 

Carissima malandrina4ever  grazie per la tua recensione!!!!e per tutto il resto!!!!

sei magnifica!!!!!! grazie mille per il tuo farmi notare questo errore. Appena l'ho letto ho letto la tua recensione sono corsa a correggere imprecando contro di me!!!

se noti altre cose puoi benissimo dirmelo, mi aiuterà a migliorare. Il fatto che sia un po' più attenta purtroppo non mi assicura di non sbagliare lo stesso qualcosa.. =(

grazie ancora. Alla prossima=)

 

cara  Stecullen94 grazie per le tue poche ma bellissime parole. Ecco qui il capitolo consecutivo!!! spero ti piaccia anche se non è un granché... =) bacio!

 

Carissima maltrerio o meglio Dafne!!!

grazie per la tua recensione!!!!

a me è piaciuta subito l'idea di far vedere cosa pensano tutti i miei personaggi, cosa che non trovo spesso nei libri ma che secondo me se fatta bene da esattamente quello che descrivi tu: la trama di un telaio!

Spero di riuscirci se non bene, benino. Le vostre recensioni sono confortanti, perché se non fatte almeno benino poi la storia risulta poco scorrevole e confusa.

Grazie ancora. Alla prossima cara!!! =)

 

e alla prossima a tutti!!!!!!!!!!!!!

spero di riuscire a scrivere presto per tutti voi, i miei lettori!!!!XD

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Capitolo 30
*** Ventinovesimo capitolo: Nevicata colorata ***


CAPITOLO 29: 

Nevicata colorata

 

Lily

No! Non potevo farlo. Non poteva chiedermi una cosa del genere.

-Avanti Lily, non ti lascerò cadere!- mi sorrise, rassicurante. Scossi il capo.

-Non si sale sul tetto delle torri!- dissi severamente, per mascherare la paura.

-Hai detto che mi avresti aiutato o sbaglio? Bene, io devo fare una cosa su questo tetto. Quindi se vuoi sali con me- la sua voce era perentoria.

-Sono un Prefetto, non posso darmi alla scalata degli edifici scolastici- ribattei.

-Va bene! Allora non dirmi più che vuoi venire con me- disse James, deluso. E salì in piedi sulla ringhiera.

-Stai attento- esclamai, terrorizzata, afferrandolo per le gambe e quasi facendolo cadere. Lui mi guardò scocciato, recuperando subito l’equilibrio.

-Non cado, sempre se non mi butti tu giù.

Tu sei un Prefetto, io sono un perfetto funambolo! Sicura di non volermi seguire?- chiese ancora, guardandomi serio negli occhi.

-Non voglio morire spiaccicata al suolo. Inoltre non mi hai ancora detto cosa vuoi fare.

Forse, se me lo dici, potrei pensare di cambiare idea- dissi, continuando a tenermi attaccata alle sue gambe, decisa a non farlo andare via. In realtà volevo davvero sapere cosa voleva fare in anticipo. Non volevo si mettesse ancora nei guai per qualche stupido scherzo.

Come l'allagamento dei sotterranei.. Però non riuscivo a capire come il salire sul tetto della torre più alta potesse servire a fare un qualche scherzo.

-Diciamo che c'entra molto il cielo e un incantesimo di mia invenzione. È ancora in brevetto e quindi non posso rivelartelo. Altrimenti me lo ruberai- scherzò lui.

-Va bene, allora dimmi solo una cosa. Si farà male qualcuno?- chiesi.

Lui si accigliò, guardandomi.

-No, almeno che non sia allergico al gelato- e, liberandosi delle mie mani che gli tenevano ancora i pantaloni, si issò con la forza delle sole braccia e scomparve alla vista, salendo sul tetto.

Mi affacciai alla ringhiera e guardai verso l’alto, tentando di scorgerlo.

Ovviamente non potei vedere niente da quella posizione.

-Gelato? Cosa hai intenzione di fare?- chiesi, ora curiosa.

-Diciamo che l'ultima nevicata è stata piuttosto scarsa e quindi voglio aiutare un po' le nuvole. Diciamo creando altre nuvole. Le mie nuvole che faranno cadere qualcosa di un po' diverso da sola acqua solidificata- sghignazzò lui. E poi si sentì un botto. Quello che poteva sembrare un razzo, volò verso l'alto per poi scoppiare molto più su, dentro una nuvola grigia.

Che divenne all'improvviso rosa confetto.

E poi un altro scoppio e comparve accanto a quella una nuvola viola. E poi un'altra verde pistacchio.

E così via. Tante piccole nuvole dai colori accesi.

Ero talmente presa a guardare quello spettacolare cielo colorato, che mi accorsi solo all'ultimo momento che James stava scendendo.

Mi guardò sorridendo, appena tornato accanto a me, appoggiato alla ringhiera.

-Qual è il tuo gusto di gelato preferito?- mi chiese. E poi indicò il cielo.

Aveva iniziato a nevicare, ma quella non era neve, piuttosto erano grandi e soffici fiocchi di gelato per tutti i gusti.

 

***

 

James

Era un'idea che avevo avuto da bambino. Ricordavo ancora quando all'età di cinque anni chiesi a mio padre perché dal cielo cadeva solo neve.

-Perché non cade mai il gelato?- avevo domandato. E lui era scoppiato a ridere.

-Perché è difficile che ci siano nuvole di gelato in cielo. Se ci fossero magari cadrebbe anche il gelato- mi rispose lui, tra una risata e l'altra.

-Bene, quindi basta creare nuvole di gelato quindi. Non sarà difficile!!!- dissi.

-Certo figliolo. Tutto è possibile, basta volerlo- mi aveva detto lui.

E dall'ora ci avevo lavorato. Ma, come ogni bambino, avevo dimenticato la questione per un altro evento consecutivo. Mi ritornava in mente ogni tanto, giusto quel po' di tempo per tornare a pensarci e poi ricominciare a dimenticarlo subito dopo.

Ma dopo essere riusciti a capire come funzionava la trasfigurazione umana, la più complicata, trasfigurare una semplice nuvola non mi sembrava poi tanto difficile.

E quella mattina mi era tornato in mente il mio desiderio. E la risata di mio padre.

Si papà, hai visto? Ci sono riuscito.

Sta nevicando gelato!

 

***

 

Lily

-Nocciola. Il nocciola è il mio gusto preferito!- gli risposi. E lo vidi tornare al mondo reale da chissà quale altro pensiero.

Mi sorrise felice e mi prese per mano.

-Lily Evans allora andiamo a mangiare un po' di gelato- e mi trascinò, correndo come un pazzo.

 

***

 

Remus

-Aspettate. Sta nevicando gelato- disse Sirius, fermandosi. Io sbuffai.

-Che stupidaggini dici Felpato? In genere inventi scuse più realistiche per tentare di saltare una giornata di studio- gli feci notare.

-Sì, ma queste non è una scusa. O quello che vedo cadere è cioccolata, oppure un'altra cosa ben diversa- ghignò lui, divertito. Io, Joy e Peter ci avvicinammo subito alla finestra.

E mi bastò guardare il cielo, verso quelle strane nuvole colorate, per capire che James c'era riuscito. Era da anni che ci lavorava su e diceva che ci sarebbe riuscito prima o poi.

Sì, quello che cadeva era proprio gelato. Per di più al cioccolato.

Ok Rem, frenati. Non è il caso di buttarsi dalla finestra. Anche se cadessi nel cioccolato.

Non sarebbe un comportamento da Prefetto. Non...

-Chi vuole fare guerra a palle di gelato?- chiese Sirius, entusiasta.

-Io!- disse subito Joy.

-Io voglio mangiarlo tutto invece!!!- disse Peter saltando dalla gioia. E si gettarono tutti dalla finestra visto che eravamo al primo piano.

Io mi trattenni un po’. Ma poi sbottai, gettandomi anche io.

-Il cioccolato è tutto mio!!!!!!!!!!!!!!!-

 

***

 

Lily

-Allora, ti è piaciuto il mio scherzo?- mi chiese lui, mentre camminavamo in mezzo a quella nevicata multicolore.

Dovevo dargliela vinta??? Sospirai, sconfitta dall'evidenza.

-Sì, devo dire che è una cosa meravigliosa. Speriamo solo che le persone si sappiano contenere, altrimenti Madama Chips ricovererà tutti per mal di stomaco- dissi, vedendo un gruppo di undicenni immersi fino al collo nel gelato al cioccolato.

-Si stanno divertendo. È più che giusto. Anzi, ci vorrebbero più risate- il suo tono era strano. Mi voltai verso di lui, appena in tempo per ricevere una palla di neve sul naso. Lo guardai, mentre rideva a crepapelle.

-Ah, quindi lo trovi divertente. Stupido che non sei altro!- dissi, prendendo una mangiata di gelato dal colore arancione. Forse melone.

-Se vuoi la guerra guerra, avrai- e gliela gettai addosso.

E ridendo come bambini ci divertimmo a prenderci a palle di gelato!

 

***

 

Joy

-ti ho steso!- esultai, dopo la caduta di Sirius dovuta ad una mia scarica di palle di gelato che non gli avevano lasciato respiro.

Lui mi, guardò con occhi di sfida.

-è quello che credi tu- e mi tirò velocemente per le gambe. Finì a terra accanto a lui, immersa quasi completamente nella fragola senza poter fare niente per evitarlo. Tentai si alzarmi, ma lui mi si mise sopra, bloccandomi, mentre inveivo contro di lui.

-Fragola. Mi piace la fragola- disse ridacchiando. E con la mano piena di gelato mi sporcò tutta la faccia.

-Stupido, lasciami!!!- tentai di ribellarmi io.

-Su, non arrabbiarti. Sei solo tutta rosa- continuò a ridacchiare lui. E poi mi baciò.

Piano, dolcemente, passando dalle mie labbra alle mie guance sporche di gelato per colpa sua.

E a ogni bacio la sensazione di freddo svaniva, sostituita da un calore simile al fuoco.

Sì, stavo andando a fuoco.

 

****

 

James

-Io ci sto! Ma chi ci sarà oltre a me?- domandai.

-è anche per questo perché te ne sto parlando.

Tu sei il mitico James Potter, ormai tutti ti conoscono. Voglio che vagli tra le tue amicizie, voglio che valuti le persone, la loro bontà, la loro voglia di dare fine a tutto questo. Se la proposta arrivasse da me mi ritroverei con un sacco di persone che vengono solo per farsi belli davanti agli amici. Oppure per mettersi semplicemente alla prova intraprendono questa decisione. Ma non abbiamo bisogno di queste persone. Se lo proponi tu in un modo diverso, da pari, da semplice ragazzo e non con la presunzione di essere una guida, riuscirai a capire chi è davvero interessato. So che ci riuscirai James. Io credo in te- lo sguardo del Professor Silente mi aveva colpito davvero in quel momento. Lui credeva in me.

Ma io ci credevo?

 

Rimasi a osservare Evans, tutta sporca di gelato, ma che ancora rideva come una pazza.

Mai vista visione più bella. Dovevo parlargliene? La ritenevo una persona che avrebbe dato anima e corpo per sconfiggere Voldemort?

Sì, e la cosa però mi preoccupava dannatamente.

Così come mi preoccupava la sola idea di parlarne con i miei amici.

Loro rispecchiavano tutto quello che Silente cercava. Loro condividevano la maggior parte dei miei pensieri. Loro avrebbero scelto di combattere.

Ma io potevo permetterlo? Potevo permettergli di rischiare la vita? Cosa avrei fatto se avessi perso anche loro?

Una palla di gelato al cioccolato mi colpì dritto sul naso, distogliendomi da tutte quei pensieri. Sirius era arrivato. E stava preparando un altro attacco. Sorrisi, ringraziando il fatto che ancora non era tempo per decidere. Non lo avrei fatto ora. Ero sicuro che la situazione sarebbe arrivata al momento opportuno.

 

***

 

Remus

-Giusto per curiosità, Jamie, per quanto ancora nevicherà gelato?- domandai, curioso.

Dopo un'ardente battaglia di neve eravamo tutti a terra sconfitti, stremati, bagnati, appiccicosi e infreddoliti.

Ma non questo non riuscivo ad alzarmi.

Del resto come potevo alzarmi, visto che ero immerso in una montagna di cioccolata??? Un po' di panna e sarei stato in paradiso.

Oh, ecco la panna, pensai ingenuamente, mentre dal cielo incominciavano a cadere fiocchi bianchi e vaporosi.

-Direi ora, purtroppo... naturalmente non può avere un effetto duraturo.. ma stai sicuro che non sarà l'ultima volta che nevica gelato!!!- disse James, entusiasta alzandosi.

Guardai deluso la neve che cadeva giù.

Mi sentì molto stupido, ma non riuscivo a non essere triste.

-E adesso ci vuole proprio un bel bagno caldo. E poi una bella cioccolata calda con panna, che ne dite ragazzi?- mi sorprese James. Lo guardai incredulo.

Possibile che mi avesse letto nella mente??? Lui mi lanciò un'occhiata incuriosita e sorrise.

-Tu dirai sicuramente di si, vero Lunastorta?- mi chiese divertito, prima di porgermi la mano.

Mi sentì all'improvviso sfinito, risentendo di tutto lo sforzo e la stanchezza dovuta alla battaglia e alla luna imminente. Ma riuscì grazie a lui ad alzarmi e fu con una sensazione di benessere che guardai James battibeccare con Lily, che stava disapprovando la nostra idea.

-Dopo tutto questo gelato volete mangiare altra cioccolata? Non vi aspettate una visita in infermeria quando sarete lì per indigestione- stava dicendo.

-La cioccolata è intoccabile Lily. Fa solo bene!!!- risposi io. Lei mi guardò accigliata. Probabilmente la mia faccia non confermava per niente le mie parole. Ciò ebbe un effetto esilarante.

Scoppiammo tutti a ridere e senza smettere entrammo nel castello, mentre la neve aumentava e faceva scomparire, purtroppo, tutto il buon gelato!

 

***

 

Lily

 

Adoravo il bagno dei Prefetti! Non c'era niente di meglio che immergersi nell'acqua calda dopo una battaglia di gelato.

Ero preoccupata che i miei capelli non tornassero mai come prima, per colpa di tutto quel gelato che Potter e Black mi avevano lanciato, ma per fortuna l'acqua e il mio shampoo facevano miracoli.

Pensai ridendo a quanto mi ero divertita. Specialmente quando quei due non avevano potuto niente contro i miei attacchi magici con le palle di neve.

Risi al pensiero e uscii dall'acqua.

Mi asciugai e vestita con abiti puliti mi diressi verso la biblioteca. Dovevo recuperare quella mattina di studio. Chissà Remus e Joy quanto ci avrebbero messo a sistemarsi.

Mi sedetti nel mio tavolo preferito, non troppo lontano dall’entrata, ma abbastanza nascosto da non essere notato e importunato spesso!

Stavo aprendo il libro di Trasfigurazione quando accanto a me si sedette Alice!

Alice frequentava il settimo anno ed eravamo diventate amiche da quando ero diventata Prefetto. Anche lei era Prefetto di Grifondoro e molto spesso ci trovavamo a ridere e scherzare insieme. Ma quel giorno sembrava molto triste.

-Ciao Lily-

-Ciao Alice. Tutto bene?- domandai.

-Frank è un'idiota... - disse, depressa.

Frank Paciock, anche lui del settimo anno e Caposcuola, doveva aver combinato qualcosa di grave per farsi odiare dalla sua ragazza.

Accigliata, chiesi cosa avesse fatto.

-Cosa non ha fatto vorrai dire. Oggi nevicava gelato. Tutte le coppiette sono andate subito a giocare con la neve, approfittando del momento per stare insieme e lui cosa fa invece?

Sta in biblioteca tutta la giornata per completare la ricerca, facoltativa e non obbligatoria, di Erbologia. Ama più delle orribile piante piuttosto che me...- disse lei triste e arrabbiata.

Conoscevo Alice abbastanza bene da sapere che contraddirla in quel momento sarebbe stato inutile. La lasciai sfogare, mentre iniziavo a studiare. Alzai lo sguardo solo quando finii di parlare, non trovando altri modi per offendere quel povero ragazzo.

-Lily secondo te devo ucciderlo?- mi chiese.

-No, naturalmente no Alice. Non essere così precipitosa. Frank è solo molto appassionato. Ma ciò non vuol dire che non ti vuole bene. Solo che probabilmente non ha pensato che giocare nel gelato ti facesse piacere. Tu glielo hai proposto?- domandai.

Lei rimase interdetta.

-Doveva capirlo da solo- rispose scontrosa, incrociando le braccia.

-E come, leggendoti nella testa? Alice molte cose che diamo per scontato per gli altri non lo sono. Non te la prendere con lui per una cosa che neanche sa di non aver fatto- cercai di farla ragionare. Ma lei rimaneva imbronciata.

-Perché per una volta non mi puoi semplicemente dare ragione a me?- domandò accigliata.

-Quando hai ragione ti do ragione- risposi.

-No. Ti ho detto che dovresti uscire con James Potter e mi sembra che non mi hai dato ragione- ribatté.

-Infatti ho detto quando hai ragione. Comunque lasciamo stare. Pensa piuttosto a parlare con Frank!- dissi.

-Lo farò quando anche tu mi ascolterai!- disse e se ne andò arrabbiata.

Sarebbe tornata. Dopo aver capito che avevo ragione. Ma mi aveva portato a riflettere su un'altra cosa. Su James...

 

-Lily, ti disturbo - mi chiese una voce. Quanto ero rimasta a pensare a Potter? Ero disorientata...

E voltandomi mi trovai davanti Frank, con l'aria molto preoccupata.

-No Frank, non mi disturbi. Cosa c'è?- chiesi.

-Volevo chiederti se.. per caso avevi parlato con Alice. L'ho incontrata poco fa e mi ha gridato contro non ho capito cosa... e non sono riuscito a parlarle. Si è rintanata nel bagno delle ragazze. Ho fatto qualcosa di male?- la sua tenerezza mi faceva sempre sorridere.

-No Frank. Anzi, diciamo di si... ma niente di troppo grosso. Diciamo che dovresti comprarle un bel regalo! Magari una confezione enorme di gelato- dissi, ridendo. Lui mi guardò preoccupato per la mia saluta mentale. E poi, sospirando iniziai a spiegargli in che pasticcio si era cacciato senza neanche sapere niente.

 

***

 

Frank

-Cosa??? E ora dovrei scusarmi per una cosa che ignoravo totalmente??? Come potevo sapere che stava nevicando gelato. Cioè, si, probabilmente mi sarei dovuto accorgere di qualcosa.. ma ero tutto preso da una nuova scoperta- non riuscivo a crederci che fosse di nuovo arrabbiata.

Facevo qualcosa e lei si arrabbiava. Non facevo niente e lei si arrabbiava… Ok, tutta quella storia era ridicola. Perché la mia fidanzata era così esasperante?

-Lily cosa devo fare?- chiesi disperato.

Lei mi sorrise, comprensiva.

 

***

 

Lily

-Non lo so.. probabilmente le passerà appena si renderà conto che in effetti e stupido prendersela per una cosa del genere. Ma fossi in te andrei subito da lei e le chiederei scusa. E domani a Hogsmead comprale un bel regalo, può soltanto farle piacere- gli consigliai.

Lui ci pensò un po' su. Poi mi guardò implorante.

-Posso chiederti un favore Lily? Ti supplico, se vuoi mi inginocchio anche per terra- mi disse.

-Cosa c’è?- chiesi curiosa.

-Mi aiuti a scegliere il regalo? Io sono un totale fiasco. E sai cos'è successo a Natale. Non vorrai di nuovo che Alice mi riduca in fin di vita, vero?- chiese.

Come dimenticarmi il suo regalo di Natale?

Visto che era totalmente indeciso gli avevo consigliato di prendere qualcosa che gli sarebbe piaciuto anche a lui. Qualcosa che lui avrebbe voluto come regalo. E lui aveva comprato un'enciclopedia di piante... si può essere così fissati???

Sì, del resto James non lo è allo stesso modo con il Quidditch?, pensai sconfitta.

-Ti ricordo che è stata anche colpa tua!!!- tentò di far peso sui sensi di colpa. Che purtroppo funzionarono.

-Va bene. Ci vediamo domani pomeriggio nel Salone d'Ingresso. Ma il tempo che ti dedicherò sarà molto limitato. Se ci vedesse Alice mi ucciderebbe. E non voglio morire così giovane- lo ammonì. Lui annuì e ringraziando scomparve per cercare Alice. E io ripresi a fare quello che stavo facendo prima.

Cosa stavo facendo però? Studiavo???

No cara, pensavi a James! Mi disse una vocetta maliziosa nella mente.

Scossi il capo. No, dovevo pensare a studiare!!!!!!

 

***

 

Sirius

-Non avete idea di che pettegolezzo c'è in giro- dissi eccitato, andando a sedermi accanto a Peter e Remus. Per fortuna James non c’era, altrimenti non avrei potuto dire niente.

-Cosa dicono?- chiese Peter incuriosito.

-Ma perché siete così legati ai pettegolezzi. Lo sapete che il 90% sono solo bugie?- o no, Remus aveva intenzione di iniziare la paternale...

-No Remus, ti supplico lasciami solo parlare!- lo scongiurai quasi.

-Sì, voglio sentire il nuovo pettegolezzo. Cosa dicono in giro?- chiese una voce dietro di me. Mi voltai e vidi James uscire dal bagno, con solo i pantaloni del pigiama tamponandosi i capelli con un telo.

Mi fermai. Non potevo dirglielo. Non era sicuro.

Per la mia persona in primis. Sì, lui non avrebbe fatto mai fede al vecchio detto “ambasciatore non porta pena”. No, lui mi avrebbe ucciso solamente.

-Nieeeente! Remus ha ragione... insomma, è una cosa di poca importanza, probabilmente una bugia...- dissi, cercando di banalizzare il tutto.

James mi lanciò uno sguardo da inquisitore.

-No, ora parli Sirius. Sputa il rospo!- mi minacciò.

Ormai avevo gli occhi di tutti e tre i Malandrini puntati addosso.

Cosa dovevo fare?

-Okay, lo dico, ma ricordati, è solo un pettegolezzo.

Frank pomeriggio andrà a Hogsmead con una persona che non è Alice- dissi.

Tutti e tre erano increduli, Peter stava già iniziando a parlare, ma James lo fermò con un cenno della mano. Mi guardava negli occhi.

-C'è dell'altro vero? Con chi esce?- domandò serio.

-Con Lily Evans!- dissi, decretando la mia imminente morte!

 

***

Note autrice:

 

Ciao a tutti!!!!!!!!!! mi aspettavate così presto?

Io no, ma visto che probabilmente ci sarà un lungo periodo di separazione tra me e la mia connessione internet, mi sono messa a scrivere!!!!

penso tornerà la prossima settimana se tutto va bene quindi non mi farò attendere troppo, o almeno spero...

ma vi volevo avvertire...

 

Allora, che ne pensate? È brutto?

A me in realtà piace perché è frutto di pura e semplice pazzia...

Lo scherzo doveva essere tutta un'altra cosa... ma poi ho visto piovono polpette!!!

E il film mi ha contagiato!!!!

Non potevo non far piovere gelato!!!

XD

cos'altro dire? Lo so, Alice e Frank sono comparsi dal nulla, ma non potevo non farli apparire. Me stupida a non averli utilizzati fin dall'inizio, lo so. Ma ora eccoli qui.

E a seguire compariranno altri personaggi.

Del resto, si deve preparare tutto per l'Ordine della Fenice, giusto???

grazie come al solito a tutti voi che leggono e che seguono questa mia delirante storia!!!

e un grazie speciale a chi ha recensito.

Certo, sono un attimino preoccupata dal fatto che le 6 recensioni che tanto ho apprezzato siano scese ora a 3... ma non mi faccio scoraggiare. Perché le tre che ho ricevuto per me valgono almeno 50 recensioni ognuna. Grazie ragazze!!!!=)

 

maltrerio: ok, la tua vale almeno 100 recensioni. Cosa posso risponderti a tutti questi complimenti???

grazie davvero Dafne, *.*!!!!

 

mikicullen: grazie per la tua recensione!!!=)

si, l'Ordine della Fenice si sta formando!!!

E James deve reclutare i giovani. Cosa strana vero? Ma mi è venuta questa idea e non ho potuto fare altrimenti!!! Jamie si riprenderà, spero presto!!! intanto una nevicata di sicuro gli ha fatto scordare tante cose. A presto spero!!! ciao!!!

 

malandrina4ever: buonasera anche a te Carissima!!!!!!!!!!! si, Lily se ne è resa conto. Altrimenti non avrebbe mai accettato di andare con James!!!! e devo dire che è rimasta davvero sorpresa da questo scherzo!!

grazie per la tua recensione!!! ciaooooo!!!=D

 

Alla prossima!!!!!!!!!!!!!! XD

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Capitolo 31
*** Trentesimo capitolo: Lily… (…) certo che sei proprio stupida.. ***


CAPITOLO 30:

Lily… (…) certo che sei proprio stupida.

 

Lily

Ero riuscita sorprendentemente a studiare, finalmente, quando sentii la bibliotecaria cercare di portare un po' più di silenzio nella sala.

In effetti avevo notato appena un certo brusio che non mi ero spiegata. Chissà quale pettegolezzo li stava facendo smuovere. Ma non ero tanto interessata ai pettegolezzi.

Del resto avevo Taira che ci informava tutte ogni sera prima di andare a letto. Cosa che molte volte odiavo, ma alcune volte era anche utile.

 Si era fatta sera quando decisi di riporre tutte le cose al proprio posto e andare a cenare. Si era fatto davvero tardi.

Presi a camminare velocemente per arrivare alla Sala d'Ingresso e sulle scale incrociai James.

Era difficile decifrare un volto come il suo. Sembrava.. imperscrutabile, ma stranamente serio. Mi venne incontro e mi prese per le spalle, guardandomi negli occhi.

-Dimmi che non andrai a Hogsmeade con Frank Paciock- mi disse. 

Mi accigliai, stupita dal fatto che lo sapesse.

-Sì, andrò con lui a Hogsmeade- dissi, ma prima di poter continuare lui mi lasciò andare e mi diede le spalle.

Se ne stava andando.

-James aspetta. Non avevo finito di parlare- lo chiamai ancora.

Lui si voltò appena fermandosi, ma guardando di fronte a se. Mi avvicinai a lui, cercando il suo sguardo, mentre proseguivo a spiegargli.

-Mi ha chiesto aiuto per scegliere un regalo per Alice visto che è un'autentica frana. E quindi lo aiuterò-

Lui si voltò stupito. Tutta la rabbia che aveva era scomparsa e mi stava sorridendo, incredulo.

-Quindi vai con lui solo per aiutarlo. Non è un appuntamento- ripeté.

-Esatto. Una ragazza può uscire con un ragazzo anche come amico, sai?- lo punzecchiai, divertita e davvero felice del fatto che fosse geloso. Anche se qualcosa dentro di me mi tentava di avvertirmi. C'era qualcosa a cui non avevo pensato.

Ma non sapevo cosa. Lui ghignò, divertito.

-Interessante... allora usciresti come amico con me?- chiese. 

Dovevo aspettarmelo. Ma rimasi gelata, non sapendo cosa rispondere. Avevo detto così tante volte di no. E ora potevo cambiare idea?

Tutte le mille cose che mi avevano portato a dire sempre di no ora tornavano. Specialmente la paura che tutto sarebbe andato male. E che avrei solo sofferto.

Alice mi avrebbe uccido per una simile esitazione… Alice!!!!

Ops, cavolo!

-James ma chi ti ha detto che uscivo con Frank?- domandai, improvvisamente preoccupata.

Lui parve un po' infastidito dal fatto che cambiassi discorso, ma rispose lo stesso.

-Sembra che sia una voce che sta circolando-

Gli afferrai un braccio, stringendolo.

-Ti supplico, aiutami a nascondermi- lo implorai.

-Cosa?- domandò sorpreso.

-Perché se la voce sta girando tra poco lo saprà anche Alice. E lei mi ucciderà senza un attimo di esitazione- dissi, davvero preoccupata.

E infatti, neanche a dirlo, dal piano di sopra apparve Alice.

Si affacciò dalle scale e mi vide. Aveva uno sguardo assassino.

-Lily- ringhiò con rabbia.

-Non basta dirle la verità?- mi chiese James. Scossi il capo.

-Se vuoi salvarmi la vita andiamocene subito- lo pregai.

Allora lui prese la mia mano e mi guidò via.

 

***

 

Remus

-Lo sai che se fa qualche cretinata sarà tutta colpa tua?- chiesi a Sirius, mentre li convincevo a seguire James.

Lui sbuffò.

-Non fare il melodrammatico. Non ucciderà nessuno. Frank è il doppio di lui. Al limite gli spacca il naso, oppure gli lascia un occhio nero- disse, pensando di tranquillizzarmi.

Gli lanciai un'occhiataccia che fece finta di non vedere.

-Ma non abbiamo inventato la Mappa del Malandrino per poterci trovare in ogni momento?- domandò Peter.

Lo guardai sbalordito dalla brillante idea.

Che stupido, io non ci avevamo pensato.

-Ogni tanto hai davvero qualche idea geniale Peter!- si congratulò Sirius mentre apriva il baule di James e recuperava la mappa.

Lo cercammo tra tutti i puntini.

E lo trovammo che correva via con la Evans.

-Dite che l'ha rapita per non farla andare a Hogsmeade?- chiese Peter.

-No... l'ha uccisa e ora la sta portando da qualche parte per sotterrare il copro- scherzò Sirius.

-Io dico che stanno scappando- dissi sicuro.

-E da chi?- domandò Sirius, scettico.

-Da Alice!- dissi, puntando il dito verso un puntino che seguiva James e Lily.

Che, scommettevo tutte le mie cioccolate nascoste nel baule, era fumante di rabbia.

 

***

 

Lily

-Perché non le puoi dire quello che hai detto a me?- chiese, mentre mi trascinava in un passaggio segreto dietro un arazzo.

-Perché il regalo deve essere una sorpresa. In più, se sa che l'ho aiutato io a sceglierlo, perderà parte della sua bellezza- tentai di spiegargli.

-Voi ragazze siete troppo complicate. Vi rovinate la vita con tutte le stupidaggini che vi inventate- mi disse, mentre apriva un altro passaggio, questa volta toccando appena una parte di muro.

A differenza del primo questo non lo conoscevo.

-Dove mi stai portando?- domandai.

-Nel nostro dormitorio. Forse lì potrai nasconderti dalle mani di Alice per un po'- mi rispose.

-Ma quanti passaggi segreti ci sono in questo castello?- domandai impressionata, mentre mi lasciavo portare fino al quarto piano, e da lì passavamo dietro a una libreria e finimmo al settimo piano. Tutti passaggi che neanche avevo mai immaginato.

-Un centinaio. E probabilmente ce ne sono ancora un sacco che non abbiamo trovato. Hogwarts è il sogno di qualsiasi esploratore!- mi sorrise lui, mentre si fermava davanti a una parete di pietra.

Premette un mattone e il passaggio si aprì. Eravamo in quello che sembrava un bagno.

-Dove siamo?- domandai.

-Nel bagno del nostro dormitorio- mi spiegò. E aperta la porta ci trovammo nella stanza dei Malandrini.

 

***

 

James

Mi sorpresi nel vedere la stanza vuota. Dov'erano finiti tutti? Poi notai un foglietto sul mio letto. Mi ci sedetti sopra e iniziai a leggere.

 

Carissimo Ramoso,

 noi siamo andati ad accompagnare Remus in infermeria.

Se hai bisogno di intimità con la tua cara lascia la cravatta appesa alla maniglia della porta e non ti interromperemo!

Ma mi raccomando, a mezzanotte ci dobbiamo vedere per andare da Lunastorta. Quindi fate una cosa veloce!!!

Altrimenti un lupo ti mangerà!!!!!!!!!!!

Sirius

 

Il solito idiota… accartocciai il foglietto e lo misi in tasca.

E poi guardai Lily, che era rimasta sulla soglia, indecisa sul da fare.

-Ehi, non ti mordo mica. Accomodati...- dissi, indicando il letto di Felpato alla mia destra.

Poi, rendendomi conto, mi voltai dall'altra parte e indicai il letto di Remus.

-..qui. Remus è l'unico che si rifà il letto ogni giorno.

E in più in quello di Sirius penso ci siano un po' di pulci...- scherzai non tanto io. Lei si sedette, ma la vidi in tremendo imbarazzo. Il che mi fece quasi scoppiare a ridere.

Ma decisi di non farlo. Non era il caso. Se l'avessi fatto avrebbe alzato subito i tacchi. Invece, finalmente, era una buona occasione per parlare un po' da soli.

-Se conosco Alice a quest'ora starà distruggendo il quarto piano...- disse Lily, per spezzare il suo imbarazzo.

-E come le spiegherai comunque il fatto che domani uscirai con il suo ragazzo se non le vuoi spiegare il motivo?- domandai, incuriosito.

-Non ciò pensato.. però mi verrà qualcosa in mente. Insomma... potrei dirle che era solo un pettegolezzo..- rifletté lei.

-Sì, e poi come risponderai al fatto che sei scappata via in quel modo?- domandai, inarcando le sopracciglia.

-Non lo so James. Hai per caso qualche proposta o un piano?- mi domandò.

-Io? Non ho nessun piano... semplicemente pensavo che qui non sarebbe venuta a controllare- le risposi.

Poi notai sul letto di Remus la Mappa del Malandrino.

La presi e con la bacchetta la feci aprire.

E cercai di vedere dov'era Alice.

-Ok, Alice sta tornando della Sala Comune … si aspetterà che prima o poi torni- dissi.

 E mi sorpresi quando me la trovai accanto che guardava la mappa. Ma quando si era alzata dal letto per sedersi accanto a me?

-Cos'è questa mappa?- chiese.

Che idiota ero stato a fargliela vedere. Ora come glielo avrei spiegato? Cosa le potevo dire?

-è... è un cimelio di famiglia. Comunque puoi restare qui quanto vuoi! Puoi anche dormire qui- le proposi.

-Non posso James. Sono un Prefetto. Non posso dormire nel dormitorio dei ragazzi. In più dove dormo, sul pavimento?- chiese ironica.

-No, puoi dormire con me, no?- la stuzzicai io.

-Ti piacerebbe, ma si da il caso che preferirei dormire per terra piuttosto che con te- ribatté lei.

-Potresti benissimo farlo allora- la sfidai. Poi scossi il capo. 

-Tanto non dormiremo nessuno di noi qua stanotte. Oggi staremo con Remus, quindi avrai la stanza libera, non ti preoccupare. Torneremo probabilmente dopo l’alba, come al solito- la rassicurai.

Spalancò gli occhi mentre capiva.

-Non... non sarà pericoloso, vero?- domandò.

Io scoppiai a ridere.

-Scherzi. È una normale serata con gli amici!- dissi, per poi prendere la mappa e avviarmi fuori.

-Buonanotte Lily- le augurai.

-Stai attento James. E... buon divertimento- rispose lei.

E sorridendo uscì.

Quanto era difficile chiudere la porta e andarmene. Quanto avrei voluto restare lì con lei. Sarebbe stato divertente visto che era imprigionata con me.

Ma non potevo lasciare Remus e gli altri da soli. Non l'avrei mai e poi mai fatto. In Sala Comune incontrai Joy.

-Stai andando...lì?- chiese.

-Certo- risposi, come se fosse una cosa ovvia.

-Hai idea di dove sia Lily? Perché in dormitorio c'è Alice che sembra non voler andarsene prima di avergli spezzato tutte le ossa- mi disse.

Io risi. Poi mi avvicinai al suo orecchio in modo che sentisse solo lei.

-è nel mio dormitorio. Vai a farle compagnia prima che impazzisca!- le suggerì.

Feci una corsa per arrivare fino alla cucina. E poi corsi dagli altri.

 

***

 

Joy

La trovai seduta sul letto di Remus a pensare.

-Ciao Lily!- la salutai dalla porta, per non farla spaventare.

Lei si voltò e mi sorrise.

-Ciao Joy. Hai incontrato James?- domandò.

Io annuì, andandomi a sedere come di consueto sul letto di Sirius.

-Perché Alice ti vuole uccidere?- chiesi curiosa.

Quando finì di spiegarmi la situazione mi unì a lei per inventare una scusa plausibile da dare a Alice.

-Potresti dirle che non l'avevi vista oggi e che James ti aveva trascinato via per farti vedere... per farsi aiutare in Pozioni. Ma che poi tu l'avevi piantato in asso e te ne eri andata in biblioteca di nuovo.

E per la tua uscita le dirai che la voce che gira è assurda. Forse hanno sentito il momento in cui dicevi a Frank “magari ci vediamo dopo a Hogsmeade”, inteso non come un invito, ma come un semplice saluto. Che ne dici?- domandai.

-Potrebbe andare... e perché non tornerei a dormire nel mio dormitorio però?- mi chiese.

-Perché... non ne ho idea...- dissi sconfitta.

Lei sbuffò.

-Povera me, non posso neanche tornare nel mio letto...- disse, sconsolata.

E poi si guardò intorno.

Fermò lo sguardo sulla finestra, guardando la luna.

-Non sei mai preoccupata tu?- chiese.

-Certo che sono preoccupata. Terribilmente.

Specialmente pensando all'ultima luna piena... ma non posso andare in panico ogni sera, giusto? Altrimenti dovrei preoccuparmi anche delle piccole cose. Del resto potrebbero benissimo cadere dalle scale mille volte e rompersi l'osso del collo senza nessun preavviso. Non che non sarebbe una cosa positiva, almeno ci sarebbe meno confusione in giro- scherzai, per alleggerire la situazione.

Lei si alzò sorridendo. E si guardò intorno.

-Ho fame. Non sono andata a cenare- disse. Ma neanche il tempo di sbattere le ciglia e comparve un elfo domestico con un enorme vassoio pieno di cibo.

-Il signor Potter mi ha mandato per consegnare questo alla signorina Evans. Inoltre devo consegnare anche questo biglietto-

E le porse un foglietto. Incuriosita e meravigliata mi avvicinai a leggerlo anch’io.

 

Pensavi che non mi fossi accorto che non avevi cenato, vero?

Ecco un po’ di mangiare. Se non dovesse bastare e non vuoi disturbare Prett puoi pure guardare dentro il baule di Remus.

Ci sono un sacco di tavolette di cioccolato!!

A dopo!!!!!!!!

Sempre se non ti trova prima Alice e non ti decapiti. =)

James

 

Lily sorrise, commossa!

Mangiammo insieme, chiacchierando contente, specialmente io. James si stava mostrando per quello che era.

E a quanto pareva Lily ne stava rimanendo sempre più abbagliata!

 

***

 

James

Tornammo nel nostro dormitorio che erano le sei. Ci eravamo attardati decisamente, ma eravamo contenti come al solito di stare con Remus.

Vederlo riuscire a dominare la sua natura e a divertirsi addirittura con noi era precisamente quello che volevamo dall’inizio.

Il nostro scopo! Fui io ad aprire la porta e per quanto sapessi benissimo che quella era la nostra stanza, mi ritrovai a chiedermi comunque se non avessi sbagliato.

Perché quella non era la stanza che avevamo lasciato noi. La luce del sole appena sorto illuminava una stanza in perfetto ordine.

Niente vestiti, libri e giornali a terra. Niente letti senza lenzuola, niente cuscini per terra, niente bauli spalancati a traboccanti.

-Avevo dimenticato che avevamo il marmo bianco per terra- disse Sirius, guardando accigliato il pavimento come se davvero non l’avesse mai notato.

 Ma io non guardavo il pavimento. Guardavo il mio letto dove era profondamente addormentata Lily!

Era stata lei l’artefice di tutto, questo era sicuro.

-Penso che la tua bella non riuscisse proprio a dormire nel disordine!- scherzò lui.

-Una cosa è sicura Ramoso. Quando vi sposerete la vostra casa sarà splendente!- disse Peter, prima di crollare nel letto vestito e iniziare in pochissimo tempo a russare.

Io e Lily sposati? Con una cosa tutta nostra???

Era una visione meravigliosa! All’improvviso tutta la stanchezza se ne era andata.

Joy dormiva sul letto di Sirius e lui le si avvicinò piano guardandola teneramente.

Non riuscì a non essere felice per quello sguardo. Sirius l’amava davvero e profondamente.

Mi avvicinai anch’io al mio letto e guardai Lily. Naturalmente era ancora vestita e sul letto coperto.

Chissà se sentiva freddo..

I capelli rossi erano sparsi sul cuscino e aveva un viso meraviglioso.

Sorrise, chissà quale bel sogno stava facendo. Poi guardai Sirius.

-ci dividiamo il letto di Remus?- domandai.

Lui mi guardò divertito, mentre si toglieva i vestiti per mettersi il pigiama.

-Non c’è bisogno mio caro! Io posso dormire benissimo accanto alla mia bella. E magari potresti farlo anche tu.

Sono sicuro che tutto sommato se la Evans si svegliasse tra le tue braccia ne sarebbe solo contenta!- e mi strizzò l’occhio.

Io sbuffai.

-Certo, quello che sarebbe più contento sei tu, perché assisteresti alla mia morte per mano sua- lo rimbeccai. Lui ridacchiò per poi infilarsi sotto le coperte e stringere a se Joy.

-Buonanotte Ramoso!-.

-Buonanotte Felpato- gli risposi, mentre mi cambiavo anch’io.

Lanciai un’occhiata alla Evans prima di aprire le lenzuola del letto di Remus e prepararmi a sdraiarmi.

Poi notai che la Evans aveva appena rabbrividito. E mi alzai. Con molta attenzione tentai di scostarle la coperta da sotto. Dopo molti tentativi ci riuscì e la coprì accuratamente con la coperta.

Poi mi avvicinai. Era così bella. Quanto avrei voluto potermi sdraiare anche io accanto a lei e stringerla a me.

Non importava nient’altro. Anche solo una notte di sonno tra le mie braccia, vederla e sentirla vicino a me, mi avrebbe reso l’uomo più felice del mondo.

Ci misi davvero tutta la mia forza di volontà per sdraiarmi nel letto di Remus e non accanto a lei.

Chiusi gli occhi e cercai di addormentarmi. Sì, dovevo dormire. Solo dormire! E magari sognare un futuro diverso, in cui davvero avremmo diviso una casa super ordinata, una vita insieme, e l’avrei potuta stringere a me ogni volta che avessi voluto farlo. 

 

***

 

Lily

Mi svegliai non capendo dov’ero. Ero sdraiata in un bel letto caldo, ma il cuscino faceva un odore diverso.

Non era il solito profumo, ma un altro che risvegliava pensieri confusi in me, che al momento non riuscivo a definire.

Era un buon profumo. Inoltre stavo molto bene in quelle coperte calde. Ma mi bastò aprire gli occhi per vedere che le tende non erano del colore giusto.

E mi bastò poco per ricordare dove fossi. Mi alzai di scatto, guardandomi intorno.

Ero nel dormitorio dei ragazzi. Ero nel letto di James Potter!!!! Guardai il letto accanto. E trovai Joy che dormiva tranquilla, tra le braccia di Sirius. Per un momento li invidiai.

Sembravano così beati e sereni. Era meraviglioso il loro amore. E mi voltai verso James.

Lo trovai che dormiva nel letto accanto. Dormiva con la pancia in sopra, respirava a bocca aperta, ma non stava russando a differenza di Peter, che sembrava una cornamusa. Come aveva fatto a non svegliarmi quel rumore? Evidentemente avevo dormito davvero bene in quel letto…

Mi alzai per poter osservare attentamente James. Lo vidi rigirarsi nel letto, mormorando qualcosa. Sembrava stesse facendo un incubo. Avrei tanto voluto fare qualcosa.

Forse sarebbe stato meglio svegliarlo.

Mi avvicinai ancora, per cercare di rendermi conto cosa potevo fare, quando il suo volto si rilassò e sorrise nel sonno.

-Lily- sussurrò, talmente piano che forse me lo ero immaginato.

Il cuore mi batté forte. Stava sognando me. Mi avvicinai ancora di più per riuscire a sentire quello che stava dicendo.

-Lily certo che sei proprio stupida..- disse, voltandosi sul fianco.

Mi allontanai arrabbiata. Mi alzai e uscì quasi di corsa dalla stanza.

Sì, stupida a pensare chissà cosa. Era ovvio che quel cretino stesse facendo qualche sogno cretino!!!!

Ero furiosa! Le illusioni erano cose stupide…

Ti facevano solo soffrire…

 

***

 

James

Era proprio una stupida. Mi aveva versato tutta la tazza di cioccolata in testa. Lei rideva in un modo bellissimo.

E non riuscì a resistere. Le presi il viso tra le mani e la baciai.

Peccato che era solo un sogno. Mi svegliai improvvisamente, senza neanche poter sognare la sensazione sicuramente bellissima di baciare finalmente Lily.

Sbuffai e mi guardai intorno. E vidi che Lily non c’era più. Dov’era finita?

 

***

 

Lily

Mi ero dimenticata dell’intera questione Alice fino a quando non mi ritrovai Frank davanti.

Era disperato.

-Alice mi ha cercato e quasi ucciso per la storia dell’uscita. Le ho detto che era tutto falso, ma non penso mi abbia creduto. Mi ha lasciato- aveva quasi le lacrime agli occhi.

Le accarezzai il viso, presa da un estremo attacco di tenerezza.

-Dai, non preoccuparti. Vedrai che riuscirai a farle capire che in realtà l’ami più di qualunque altra cosa.

E che quindi non deve essere gelosa in questo modo. Sono sicura che si è già pentita di tutto quello che ha detto. Inoltre le parlerò. So esattamente cosa dirle per farla calmare!!!- dissi, per consolarlo.

Glielo dissi con tutta la più completa sincerità e sicurezza, ma in realtà non avevo idea di cosa dirle. Però avrei sicuramente trovato qualcosa da dirle!

Frank mi sorrise e io lo guardai un attimo seria.

-Però c’è una cosa che tu e solo tu devi fare. Decidi che regalo farle. Ora, subito! Io posso aiutarti a scegliere in minima parte. Posso dirti se sbagli totalmente e che devi cercare qualcos’altro o aiutarti nella scelta tra due, tre cose. Ma l’idea deve essere tua- e lo lasciai lì nella Sala Comune a riflettere.

 

***

 

James

 

-Dove vai?- chiesi, raggiungendola mentre attraversava il corridoio del settimo piano.

Lei si sorprese e si voltò imbronciata. Anzi, sembrava arrabbiata, ma cosa avevo fatto questa volta?

-Non lo so- rispose lei

Sorrisi.

-Bene. Allora puoi venire a fare colazione con me?- proposi.

-Non so se è una buona idea andare in Sala Grande in realtà…- disse incerta.

-E infatti io non volevo portarti in Sala Grande. Ma nel mio luogo preferito per fare colazione!- e sorridendo, la guidai fino alle cucine.

-Ecco uno dei luoghi più belli di Hogwarts. Le cucine!- la invitai ad entrare, aprendo le porte.

Ma lei non entrò.

-È vietato entrare nelle cucine Potter! È contro le regole- disse.

-Evans le regole sono fatte per essere infrante. In più non facciamo niente di male, te lo assicuro- e la spinsi dentro.

Una marea di elfi si girò verso di noi e ci accolsero con vari inchini.

-Signor Potter bentornato- mi salutarono tutti gli elfi in coro.

Prett si avvicinò vicino a noi e salutò anche Lily con un profondo inchino.

-Volete qualcosa da mangiare?- domandò e intanto tre elfi vennero verso di noi con dei grandi vassoi.

-Grazie mille a tutti!- sorrisi, prendendo un bel dolce alla crema. Lily fece lo stesso, ma più incerta.

-Grazie. Siete davvero gentilissimi!- li ringraziò, lasciandosi andare a un sorriso bellissimo. Ne rimasi incantato. Lei mi guardò incuriosita.

-Cosa c’è, il dolce ti ha mangiato la lingua?- scherzò.

-No. Sei solamente bellissima quando sorridi- risposi, spinto dalla necessità di non trattenere come al mio solito i miei pensieri.

Lei arrossì e la trovai ancora più bella.

-..se questo è l’ennesimo tentativo per convincermi a uscire con te Potter è inutile. Non sono tipo da farmi abbindolare da due lusinghe inventate- si infervorò lei, ritornando addirittura al cognome.

La guardai incredula.

-Certo che sei proprio impossibile. Non va bene se ti faccio i complimenti, non va bene che ti faccio scherzi.

Vuoi che passo agli insulti?- domandai, guardandola negli occhi davvero perplesso.

-No! Semplicemente voglio che dici le cose perché le senti davvero. E non per far colpo o altro- disse lei.

Ne rimasi di stucco.

Lei pensava davvero che tutti i complimenti che le rivolgevo erano solo per farmi apparire bello?

Lo vidi nei suoi occhi che ne era convinta. Ma vidi anche un’altra cosa. Lei aveva paura. Paura di essere presa in giro.

Presi un grande respiro e la guardai ancora negli occhi.

-Probabilmente all’inizio l’ho fatto, lo ammetto.

Sia voi donne che noi uomini ci sentiamo meglio se ci viene fatto un complimento. E si, qualche volta i primi anni ti facevo complimenti per conquistarti. Ma è ormai un bel po’ di tempo che ho smesso.

Anzi, probabilmente anche prima tra qualche complimento c’era sempre uno sincero al cento per cento. Del tutto spontaneo. Come ora. Lily tu sei bellissima, specialmente quando sorridi. E se vuoi credere che lo stia dicendo per qualche secondo fine pensalo pure. Non posso modificare i tuoi pensieri. Ma sappi che quello che dico lo penso davvero- non riuscivo più a staccarmi dai suoi occhi.

Ci vedevo incertezza, ci vedevo stupore, ci vedevo una voglia matta di credere davvero a ciò che stavo dicendo.

Non si può immaginare quanta voglia avevo di prenderla e baciarla. Ma avevo paura anch’io.

Avrebbe avuto un argomento in più per non fidarsi.

“Vedi, hai detto quella cosa per poi baciarmi” mi avrebbe risposto sicuramente così.

Dentro di me sbuffai. Sirius diceva sempre che mi facevo troppo complessi certe volte. Lo pensavo anch’io, ma del resto era inevitabile ormai.

-Grazie… per questo, per ieri e per tutto… - disse, distogliendo lo sguardo dal mio, rossa in viso quanto i suoi capelli.

Era un grande sforzo per lei, si vedeva. Ridacchiai mentre la guardavo.

-Lo so, sono il migliore. Inoltre cara c’è un altro modo per ringraziarmi. E quindi per ricambiare il favore-.

Lei mi guardò, accigliata.

-Cosa?- domandò.

-Sì, ricambiare il favore. E anche quello che ti farò aiutandoti a sfuggire da Alice fino a quando vorrai.

Ed è molto semplice. Probabilmente ci sarai già arrivata… no? Bene, verrò con te a Hogsmeade pomeriggio. Passeremo tutto il pomeriggio insieme! Questo sarà il mio premio!- sorrisi trionfante io!

 

***

Note autrice: 

 

Ok… non sono arrivata dove in realtà volevo arrivare…

Ma devo chiudere per forza e se non aggiorno ora non so quando lo farò più, quindi ecco a voi il nuovo capitolo. È passato molto tempo quindi chiedo venia!!!

Scusatemi se sarò sintetica ma domani devo alzarmi prestissimo per studiare seriamente e ho davvero bisogno di andare a letto.

Un grazie immenso a tutti coloro che hanno letto lo scorso capitolo e che leggeranno questo.

E un grazie doppiamente immenso a voi che avete recensito:

 

carissima malandrina4ever, aspetta che mi concentro!!!!!!

Ecco, tra due ore e mezza sopra casa tua spunterà una bella nuvola di gelato! Qual è il tuo gusto preferito???XD

A parte gli scherzi sono davvero contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto talmente tanto!!!! =) me felicissima!!! Appena ho letto la tua recensione sono entrata in un brodo di giuggiole (si scriveva così… boh.. ho troppo sonno ora per vedere se ho scritto giusto….) ancora un enorme grazie!!!

Alla prossima!!!XD

 

Cara maltrerio grazie per la tua “doppia” recensione. Non ti preoccupare, capita sempre almeno un paio di giorni di pazzia o meglio di perdita di senno totale=)!

Spero che tu ti stia riprendendo!!!=)

Scrivendo in realtà anch’io mi sono posta la stessa domanda. Lily o Joy?

Sono entrambe beate, felici e contente!!!

Però probabilmente sarei Joy perché alla fine lei riesce a baciare il suo bello!!!!ihihihihihXD

Adesso vado, grazie ancora mia carissima recensitrice!!!! XD

 

Cara mikicullen come sono felice di ricevere così tanti complimenti. Me si sente dannatamente bene ogni volta che legge le vostre recensioni!!!!! XD

Ecco questo capitolo che sicuramente non è migliore degli altri e alla fine non dice molto ma è uscito lo stesso dannatamente lungo..

James geloso alla fine o ha fatto pazzie, almeno ancora no. XD Alice gelosa ha quasi ucciso Frank e costretto Lily a infrangere un paio di regole…

Chissà qual è peggio alla fine. Un bacio!

 

Grazie ancora a tutti voi che leggete, seguite e ricordate e naturalmente preferite la storia.

Vi adoro!!!

Alla prossima!!!

 

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Capitolo 32
*** Trentunesimo capitolo: un regalo e una scelta... importante ***


CAPITOLO 31: 

Un regalo e una scelta... importante

 

James

Nevicava ancora uscendo dal castello. Ci guardavamo intorno, preoccupati nel vedere Alice comparirci davanti, ma eravamo decisi a finire la nostra missione più velocemente possibile.

Specialmente io. Perché dopo aver lasciato Frank sarei rimasto finalmente solo con Lily!!!

-Allora cosa hai deciso di comprare?- chiese Lily a Frank.

-Non sono ancora deciso… ma un qualcosa che possa portare sempre con se. Una cosa che possa guardare nei momenti di insicurezza che ha. Così forse non le vengono gli attacchi di gelosia come ora- rispose.

Mi fece pena. Come poteva Alice dubitare del suo amore? Rimasi un po’ scioccato davanti allo sguardo dolce che Lily le lanciò.

Cosacosacosa???? Che voleva dire quello sguardo???

-Non ti preoccupare Frank. Riuscirai a farglielo capire. Immaginavi una cosa come cosa?- domandò rincuorante.

-Un bracciale… una collana.. una cosa del genere- rispose.

-E quanto hai intenzione di spendere?- domandò ancora.

-Ho con me 80 galeoni. È tutto quello che ho risparmiato quest’anno e se fosse possibile vorrei non spenderli tutti- rispose sincero.

-Stai dicendo una cosa del genere a una donna? Non farlo mai Frank, devi dire sempre di meno di quello che hai. Altrimenti ti fanno spendere tutto!- lo avvertì ricevendo un’occhiataccia da Lily in risposta.

-Non ti preoccupare. So già in che posto portarti. Devi solo promettermi che non sceglierai una cosa solo per il prezzo minore. Deve essere bellissima!!!- si raccomandò Lily.

Ci portò in un negozio dall’aria simpatica, poco distante dalla via principale. Che per fortuna non era pieno di cuori e cretinate varie come molti altri negozi per l’imminente festa di San Valentino.

-Guardati intorno- lo invitò Lily. E poi si avvicinò a sua volta alle vetrine. La seguii subito.

Guardai le vetrine piene zeppe di ciondoli, bracciali, collane, anelli, orecchini di tutti i tipi.

-A te che tipo di cose ti piacciono?- le chiesi curioso.

Lei mi guardò incerta.

-Intendi di questi?- e indicò le collane che stava guardando. Annuì con la testa.

-Mi piacciono quelle sottili. E i ciondoli non troppo grandi. Ti fanno sembrare un lampadario altrimenti!

O almeno addosso a me hanno questo effetto. Ci sono invece molte persone a cui stanno bene naturalmente.

Mi piacciono tantissimo quelle sottili e delicate. Come queste- disse, indicandone una fila.

-Ma quella che adoro è questa. È da anni che è qua e nessuno la compra, ma è il pezzo forte del negozio, si può dire. È meravigliosa- disse, portandomi davanti a un’altra teca. 

Erano una collana e un anello d’oro bianco e giallo.

L’anello era formato da due sottili filamenti d’oro diverso che si intrecciavano al centro con giravolte delicate, sorreggendo un diamante piccolo, ma a forma di stella.

Il cartellino accanto alla collana diceva: collier oro giallo 18 carati, pendenti 3 ori 18 carati.

Era formata da due catene sottili che si intrecciavano al collo su un anello di oro bianco, lasciando scivolare una unica catena con pendente lo stesso diamante a forma di stella che c’era sull’anello, solo che poco più grande.

Erano belle ed eleganti. 

A me non interessavano proprio i gioielli, ma persino a me sembrarono belle. E subito le immaginai addosso a Lily. Lei bella, con un acconciatura e un vestito elegante e particolare, insieme a me in un posto lussuoso e importante.

Però c’era qualcosa che stonava. Cosa?

Il fatto che a me non piacevano in genere i posti del genere. La immaginai piuttosto su una terrazza, con le stelle che ci guardavano dall’alto e la luce della luna che, nonostante i suoi pochi raggi, illuminava il suo viso bellissimo. Glieli avrei regalati io!!!

Lo decisi subito. Guardai il prezzo e ne rimasi fulminato. No… non era possibile… era troppo spropositato. Feci qualche beve calcolo.. no, non potevo fare una spesa del genere ora. Probabilmente me li sarei potuti permettere, ma non senza aver iniziato a guadagnare qualcosa e perciò essere sicuro di non avere problemi in seguito… ma perché costavano così tanto?

-Sono stati forgiati da un folletto famosissimo, morto qualche anno fa. Aveva creato gioielli fantastici, ma nei suoi ultimi attimi di vita li raccolse e distrusse tutti.

Tranne questo. Per questo il prezzo, già alto, è salito a dismisura. È un pezzo unico e mai ripetibile- spiegò Lily, sospirando e allontanandosi dalla teca.

Si avvicinò a Frank, che nel frattempo vagava smarrito davanti a tutte quelle teche.

-Allora, hai visto qualcosa che ti piace?- domandai.

-No…  non mi convince niente- rispose lui, deluso.

Poi ad un certo punto sembrò fulminato.

Rimase totalmente rapito da qualcosa dietro di me.

Mi voltai e ne rimasi di stucco. Aveva davvero intenzione di comprare…

 

***

 

Lily

-Stai dicendo sul serio? È un passo importantissimo!- chiesi seria.

Non poteva prendere una decisione del genere solo per annullare un litigio. Doveva essere davvero una scelta pensata e seria.

Lui mi guardò determinato e serio.

-Sì, lo voglio fare! È da tempo che ci penso. La vita è troppo breve ora. Le persone spariscono, muoiono senza preavviso. In un periodo del genere non si può rimandare niente a domani. Sono maggiorenne e anche lei lo è. L’hanno prossimo entrerò tra gli Auror. Ho già una casa ereditata da mio padre in cui potremmo vivere. E sono disposto a fare di tutto per poter vivere insieme a Alice per sempre.

L’amo più della mia stessa vita- la sincerità e il sentimento intenso usciva fuori da ogni parola.

Sorrisi felice e gli feci l’occhiolino.

-Bravo. Allora prendilo subito e falle la proposta. Ma mi raccomando, quando lo farai esprimile lo stesso amore che hai dimostrato ora per lei!- e lo incoraggiai. Ero davvero commossa da tutto quel sentimento. Poi guardai James, che mi fissava accigliato.

-Cosa c’è?- domandai.

-Quelle sono lacrime?- chiese, con aria di sfida.

Io scossi il capo, cercando di tornare lucida.

-Ho solo sbadigliato. Per questo ho gli occhi lucidi. Comunque, tu che ne pensi? È un passo troppo affrettato?- domandai.

-Quello che sta facendo Frank? No. L’amore porta anche a questo. Mi è stato insegnato fin da piccolo che è un passo indispensabile dell’amore il matrimonio.

Poi ho incontrato Sirius e la mia visione è un po’ cambiata. Con un’unica differenza soltanto però. Che è un passo da fare solo quando hai trovato davvero la persona giusta- rispose sinceramente.

Perché il mio cuor voleva scappare dal mio petto? Perché tutto era scomparso se non io e lui molto vicini? Distolsi lo sguardo da quei bellissimi occhi nocciola, preoccupata di potermi perdere.

-Bene. È un discorso davvero molto maturo James… Non pensavo potessi fare davvero un ragionamento del genere. Pensavo che per un Don Giovanni come te il matrimonio non fosse altro che un cappio al collo- lo stuzzicai, cercando di togliermi dalla situazione imbarazzante in cui ci trovavamo.

-Sono soli luoghi comuni Lily! Non ti lasciare imbrogliare da delle convinzioni pre costruite- mi ammonì. E poi Frank ci raggiunse con il pacchetto in mano.

Uscimmo pronti a salutarlo per dirigerci.. dove vi saremo diretti? Cosa avremmo fatto???

Il terrore mi presi in ostaggio. Ero nel panico completo. Cosa avrei fatto se lui…..

Ma tutto scomparve mentre attorno a noi si alzavano grida. Ci voltammo insieme verso il rumore.

Un’esplosione aveva colpito un negozio e la gente scappava. Uomini incappucciati erano comparsi nella via. E un freddo avanzava sempre di più, insieme a figure incappucciate fluttuanti. Sembrava di essere stati gettati in un incubo. Un incubo terribile e pieno di Mangiamorte.

 

***

Note autrice:

 

Ciao a tutti!!! Si, non è uno scherzo!!!

Ho davvero già pubblicato!!! La mia ispirazione mi ha colpito e ora eccomi qua con il nuovo capitolo.

Piuttosto piccolo e che probabilmente avrei dovuto continuare, ma la mia ispirazione mi ha intimato di pubblicare subito e così e non posso farci niente. Quindi eccolo qui!!!!

Ringrazio di cuore tutti voi che siete già riusciti a leggere lo scorso capitolo e che ora leggeranno questo!!!!

Ringrazio naturalmente le due lettrici che hanno recensito : maltrerio e  malandrina4ever.

Grazie per i complimenti, le parole bellissime e anche per le correzioni !!!!! ;)

Scusatemi se sono super breve però devo scappare. L’ispirazione è arrivata quando in realtà non avrei proprio tempo…

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Capitolo 33
*** trentaduesimo capitolo: dubbi... ***


CAPITOLO 32: 

Dubbi…

 

James

-Lily torna al castello!- gridai, tirando fuori la bacchetta e correndo verso le urla della gente.

Non avevo un’idea precisa di cosa fare, qualcosa avrei fatto per aiutare. Ricordavo bene quei pomeriggi con gli altri a tentare di far comparire un vero Patronus.

Eravamo al quinto anno e il professore aveva parlato dei Dissennatori e di questo difficile incantesimo.

La mia necessità di impararlo subito aveva fatto esaurire Remus.

 

-Non ho idea di come si faccia un Patronus James.

Non puoi lasciare stare per una volta?- mi aveva domandato.

-No Remus. Ha detto che solo i migliori riescono a farlo. E io sono il migliore! E poi dovrò spiegarlo anche a questo zuccone di Sirius- dissi, indicando appena Sirius che si accigliò.

-Cosa? Guarda che in realtà sei tu lo zuccone. Io sono il migliore!!!- ribatté lui.

Lo ignorai, per rivolgermi di nuovo a Remus.

- Avanti, ti ho solo chiesto di aiutarmi. Devi andare in biblioteca e cercarmi un libro!- lo pregai.

-Perché non ci vai tu?-

-Non posso farmi vedere in biblioteca. Ho una reputazione da difendere- gli risposi e Sirius annuì.

-Allora ci vai quando non c’è più nessuno- sbuffò.

-No, devi andare ora tu!!! Che ne dici Sirius, usiamo il solito metodo?-domandai, guardando Sirius.

Lui ghignò, sorridendo e annuendo.

-No. Avevate promesso che non l’avreste fatto più!- disse Remus, sconcertato.

Uno sguardo d’intesa a Sirius, prendemmo un bel respiro tutti e due e iniziammo a chiedere a raffica:

-tipregotipregotipregotipregotipregotipregotiprego……- Remus tentò di ignorarci per un po’ e poi scappò via, per ritornare poco dopo con due libri enormi sulla Difesa Contro le Arti Oscure! E ci eravamo messi a lavoro.

Non era stato difficile. Bastava solo concentrarsi su un momento felice. Il più felice possibile.

 E io ne avevo tanti, specialmente con i miei migliori amici.

Eravamo riusciti tutti e quattro a creare dei Patronus, anche se Peter ci aveva messo di più. Ma non pensavo di trovarmi a doverlo fare davvero tanto presto.

 

-Expecto Patronum!- gridai. Bastava quel ricordo insignificante per rendermi più felice possibile.

E dalla punta della bacchetta spuntò un cervo d’argento. Scacciò i Dissennatori davanti a me e mi permise di lanciare vari incantesimi ai Mangiamorte, presi alla sprovvista. Ma mi dovetti nascondere subito dietro un vicolo per proteggermi da vari contrattacchi.

E Lily mi imitò. Mi chiesi se dovevo esserne sorpreso, del resto credevo davvero mi avrebbe dato ascolto? Certo che no.

-Sai fare un Patronus Corporeo?- domandò lei, stupita.

-Non possiamo rimandare questa conversazione a un altro momento? Non so se ti sei accorta che siamo nel ben mezzo di un attacco- scherzai io, guardandola arrossire subito.

Ma distolsi lo sguardo, vedendo che anche Frank era arrivato a duellava con i Mangiamorte insieme a vari altri maghi. Uscii subito dal vicolo per aiutarlo, seguito purtroppo da Lily.

Velocità, precisione e potenza. Questi erano i tre punti essenziali in un combattimento. Pensai ai vari insegnamenti di mio padre.

Fin dai miei 11 anni mi divertivo sempre a chiedergli di duellare. E lui non mi negava mai l’occasione di fare pratica. Ma adesso, ripensandoci, mi chiedevo se non fosse stato tutto premeditato.

Mio padre sapeva che mi sarebbe servito duellare? Me lo aveva insegnato fin dall’inizio per permettermi di sopravvivere?

Ma più Mangiamorte stendevamo, più ne arrivavano.

-Morirete tutti- gridò un Mangiamorte, ridendo stridulo prima di lanciare un incantesimo potentissimo contro il padrone del negozio vicino che era venuto a combatterli. E purtroppo stavano riuscendo davvero a colpire tantissime povere persone e ragazzi.

Parò il mio incantesimo schiantante e mi lanciò addosso un incantesimo che schivai per un soffio.

E nel frattempo un suo compare lanciò un incantesimo verso Lily. Lo riconobbi e mi lanciai subito addosso a Lily, tentando di salvarla.

Era una maledizione orribile che avrebbe ferito gravemente gli organi interni della persona colpita.

Riuscii a scostarla in tempo e a schiantare il Mangiamorte prendendolo di sorpresa.

Lily mi lanciò un breve sguardo di ringraziamento per poi schiantarne un altro dietro di me.

Sorrisi mio malgrado mentre ci voltavamo in sincrono, schiena contro schiena, riuscendo a schiantare e disarmare altri due Mangiamorte.

-Aiuto!!!- gridò qualcuno. Mi voltai e vidi la donna indicare la sua bambina, che per seguire il suo cane stava correndo verso i Mangiamorte.

Era distante e mi anticipò Frank. Corse verso la bambina, la strinse tra le braccia e riuscii a proteggersi con un incantesimo scudo davvero ben fatto. Schiantai il Mangiamorte che gli stava lanciando contro degli incantesimi, permettendogli di tornare indietro e in quel momento arrivarono finalmente gli Auror. Si smaterializzarono con un alone bianco e gridarono a tutti di scappare. Io continuai a combattere, riuscendo a stendere ancora qualche altro Mangiamorte, ma mi gettai a terra per riuscire a schivare un anatema che uccide.

-James aiutami- mi chiamò Lily.

Mi alzai veloce per raggiungerla. Stava aiutando a portare via i feriti.

Un uomo aveva una grossa ferita al petto e lei stava cercando di portarlo via, ma barcollava troppo.

Lo presi per l’altro braccio e insieme riuscimmo a portarlo in una via secondaria, dove si erano già rifuggiate parecchie persone.

Lily iniziò a frugare nella borsa ed estrasse una fiala che guardai sconcertato.

-Perché ti porti dietro delle pozioni?- domandai.

-È essenza di dittamo. Dovrebbe riuscire a salvarlo per il momento- disse lei risoluta.

Mi sorpresi del suo coraggio e del suo sangue freddo.

Ma non era tempo per pensare. Mi avviai di nuovo sulla via, ma ormai sembrava che si stesse risolvendo tutto. Specialmente perché era comparso Silente.

Sospirai di sollievo e cercai con lo sguardo Frank.

Gli Auror stavano ordinando a tutti di andarsene e lui stava aiutando alcuni feriti a mettersi al sicuro.

Lo aiutai.

L’ultima era una ragazza. Aveva appena 11 anni, forse non aveva neanche iniziato Hogwarts.

E purtroppo era talmente ridotta male che mi chiese se avesse resistito.

Si avvicinarono vari Medimago che erano arrivati insieme agli Auror e Frank la depositò sulla barella.

Era pieno di sangue e negli occhi aveva dolore e rabbia. Una rabbia profonda.

-Se muore giuro che prenderò quel mostro che l’ha colpita e metterò fine alla sua di vita- disse, fumante di rabbia. Io lo seguì cercandola.

Dov’era finita???

 

 ***

 

Lily

Le mani mi tremavano. Erano ancora sporche di sangue. Grazie al cielo erano arrivati gli Auror e i Medimago, perché c’erano davvero troppo feriti.

Troppi morti.. troppi… chiusi gli occhi tentando di non lasciare scappare le lacrime.

Non dovevo reagire così. Io ero forte!

E mi guardai intorno. Ormai i Mangiamorte se ne erano andati, ma era rimasta la confusione e la paura.

Avevo paura però di guardare a terra, di guardare i caduti. Se avessi trovato qualcuno che conoscevo? Cosa avrei fatto? Erano arrivati anche tutti i professori che ci richiamarono per vedere se eravamo tutti, se c’erano feriti…

E poi vidi Frank e James.

Li raggiunsi correndo. Loro stavano bene, grazie al cielo!!! Mi ripetevo contenta.

James si voltò e mi abbracciò di slancio. E io mi sentì meglio. Non tremavo più, non avevo più paura. No, ora che ero tra le sue braccia mi sentivo bene! Quando mi lasciò andare e mi sorrise riuscì a farlo anch’io, e poi a dargli un buffetto sulla testa.

-Chi ti ha dato il permesso di abbracciarmi?- lo sfidai scherzando. Avevo bisogno del suo sorriso.

Avevo bisogno della sua risata, che arrivò poco dopo, riscaldandomi il cuore.

-Devo approfittare di ogni momento disponibile. Altrimenti non riuscirei ad abbracciarti mai!- disse appena finì di ridere.

-Forse perché ti devi meritare gli abbracci! State bene? Frank sei ferito?- chiesi preoccupata, notando la sua veste macchiata.

-No, non è mio- rispose triste.

-Ragazzi state bene?- Silente era arrivato dietro di noi senza che ce ne accorgessimo. Annuimmo tutti e tre.

-Bene, allora tornate al castello insieme a tutti gli altri. Ci vediamo tutti in Sala Grande- e si girò per parlare con un uomo.

-Malocchio?- chiese James, sorpreso, riconoscendolo.

Guardai James incerta mentre si rivolgeva all’uomo accanto a Silente.

-James Potter. Vedo che sei tutto intero. Bene, ascolti i miei consigli allora?- chiese.

Era un uomo particolare.

Era alto, con capelli castani lunghi e alcune cicatrici sul volto.

Si appoggiava a un bastone che pensai usasse più come una bacchetta perché non si sorreggeva quasi per niente.

-Certo! Vigilanza costante!!!- disse James.

Ghignò divertito, poco prima che Silente ci raccomandasse di nuovo di andare al castello.

 

***

 

Sirius

Quel pomeriggio, visto che Remus era ancora in infermeria, avevamo deciso di restare almeno noi con lui. Specialmente visto che James era finalmente uscito, più o meno, con la Evans.

E stavamo scherzando, immaginandoli lì insieme a battibeccare su qualcosa, quando la voce arrivò. Fu Peter a portarla. Aveva il fiatone ed era spaventato e preoccupato.

-C’è stato un attacco a Hogsmeade!!- e io, non sapendo cosa fare, mi misi a correre. Dovevo raggiungere mio fratello. Mi maledissi in tutti i modi possibili ed inimmaginabili mentre percorrevo quei corridoi più velocemente che potevo.

Perché le cose dovevano sempre succedere appena non ero con lui????

Perché doveva rischiare la vita e io non ero al suo fianco a proteggerlo???

E quando vidi la gente arrivare, sporca ma intera, mi misi a cercarlo. Ero arrivato al portone d’ingresso.

Lo attraversai, cercandolo. E appena lo vidi riuscii ad acquietarmi. Rimasi lì, sulle scale ad aspettarlo, osservandolo attentamente. Era intero. Camminava perfettamente, senza neanche una smorfia di dolore o altro.

Notai però che aveva la veste sporca e sul braccio destro aveva uno strappo, oltre ad un taglio sulla guancia, ma molto superficiale.

Lui mi vide e arrivato di fronte a me facemmo scontrare i pugni.

-Cos’è successo? Hai tentato di baciare la Evans e lei ti ha sistemato per le feste?- scherzai, non perdendo l’occasione di  punzecchiarlo.

-Se avesse tentato di farlo non sarebbe tutto intero. Probabilmente l’avresti potuto raccogliere solo con un cucchiaio- mi sorprese la Evans, con una battuta molto tagliente.

James le lanciò un’occhiataccia prima di rivolgersi a me.

-Sappi che se avessi baciato Lily non solo lei non mi avrebbe ridotto in cenere, ma saremo ancora lì a baciarci appassionatamente!- disse lui serio e sicuro di se come al solito.

Adesso era Lily a lanciargli un’occhiataccia.

Poi guardai serio James. Che ricambiò con uno sguardo rassicurante. Ero sicuro di quello che stava pensando.

“Non ti fare le paranoie, sono intero e perfetto come al solito”.

-Come sta Remus?- mi domandò curioso, mentre prendevamo le scale per l’infermeria.

 Non c’era nessuna fretta di sapere cosa fosse successo. Era evidente che non ne voleva parlare subito. Ora non restava altro da fare che arrivare da Remus. E li avrebbe dovuto raccontare tutto con più i particolari.

 

***

 

Frank

Uscii dall’infermeria, salutando i Malandrini più Joy, insieme a Lily.

Ecco, ora arrivava la parte più difficile.

Quasi tremavo dalla paura.

-Non ti vorrai rimangiare la tua decisione?- mi chiese Lily. Scossi il capo mentre continuavamo a camminare.

-No, però non penso che avrò molta fortuna nel tentare di spiegare tutto a Alice. Non mi vorrà più vedere- dissi, esprimendo una delle mie tante preoccupazioni.

-Non eri spaventato di fronte a tutti quei Mangiamorte e sei spaventato ora di fronte alla donna che ami?

Dai Frank, non ti ucciderà mica- tentò di tranquillizzarmi lei.

Ma l’aria intorno a noi divenne gelida mentre una persona girò l’angolo del corridoio.

Era proprio lei. Camminava piano, senza guardarci.

Aveva il volto basso e con la poca luce che c’era in quel momento non riuscii a capire la sua espressione.

Incontrai però all’improvviso i suoi occhi.

E si mise a correre verso di me. Ero sicuro che corresse per uccidermi.

Ma quando mi gettò le braccia al collo e mi baciò con uno  slancio, stringendomi con tutte le sue forze, non potei far altro che ricambiare e sentirmi finalmente bene!

Lei si staccò e mi guardò con occhi pieni d’amore.

-Stai bene? Non ti hanno fatto niente i Mangiamorte, vero??? Non hai idea di come mi sono sentita appena l’ho saputo. Sono corsa subito a cercarti e ora sei qui per fortuna. Dopo tutte le cose che ti ho detto… non volevo neanche pensare che potessero essere le ultime…- era scossa da singulti e tremori per lo spavento. La strinsi più forte a me per infonderle tutto il mio amore. In questo momento era in versione telecronaca immediata. Non avrebbe ascoltato le mie parole. Ma anche un abbraccio poteva parlare.

Notai Lily andare via, salutandomi con un cenno della mano. Bene, mi lasciava da solo senza neanche qualche suggerimento sulla nostra… “uscita”.

Ma Alice non sembrava volerne parlare. Al contrario mi travolse ancora baciandomi e mi ritrovai presto a doverla staccare da me per non perdere il controllo nel ben mezzo del corridoio.

-Quindi non sei più arrabbiata?- domandai.

Sapevo che stavo rischiando molto a ricordarle il motivo per cui aveva voluto chiudere, ma meglio affrontare tutto subito.

-No. Ho riflettuto. Conosco te e conosco Lily. Inoltre tra poco è San Valentino. A mente lucida ho ragionato. E ho capito che probabilmente ho pensato troppo male- ammise arrossendo.

-Quindi ammetti che ogni tanto sei troppo paranoica?- domandai, stringendola a me.

-Diciamo che ammetto che hai bisogno di consigli per scegliermi i regali. E che.. si… la prossima volta tenterò di pensare un po’ prima di arrabbiarmi- e mi baciò ancora.

E insieme, finalmente, tornammo nel nostro dormitorio con un solo desiderio. Non litigare più!

Strinsi il pacchetto che avevo nella tasca tra le mani.

Avrebbe aspettato. Sì, San Valentino era vicino.

 

***

 

James

Il mattino dopo trovai Frank intento a studiare chissà cosa nella Sala Comune.

Mi sedetti accanto a lui, notando che doveva essere piuttosto presto. Eravamo solo noi due.

-Come mai sveglio di prima mattina?- domandò Frank, incuriosito.

Avevo riflettuto tutta la notte, arrivando a una conclusione e più o meno a una strategia, ma la cosa sembrava più difficile del previsto.

Guardai Frank, che a sua volta guardava il libro che stava leggendo.

E sospirando piano presi a parlare.

-Non riesco a dormire. Ripenso a ciò che è successo ieri…- dissi triste.

-C’ho ripensato anch’io… è una cosa terribile.. l’anno prossimo ho già deciso che combatterò in prima linea contro tutti loro. Non voglio più vedere gente morire senza almeno cercare di salvarla- disse Frank, stringendo i pugni con rabbia.

Voce atona e stupita, questa era quella che doveva uscirmi fuori.

-E non hai paura di cosa succederà invece se perderemo?- chiesi.

-Cosa?- domandò sconcertato.

-Ci sono tantissimi Auror bravi e nonostante catturino decine di Mangiamorte ogni volta, e cerchino di sbaragliare i loro piani, ci sono lo stesso morti e feriti gravi. Per non parlare dei tanti Auror che sono morti appunto perché erano i migliori. E lo stesso tu vuoi metterti nella mischia?

Vuoi morire lo stesso, anche se il tuo intervento non cambierà nulla?- ci misi tutta la mia forza di volontà per apparire del tutto scoraggiato.

-Inoltre il nostro sistema è ormai corrotto. Decine di maghi al Ministero non fanno che sostenere sempre più Voldemort, forse perché sono sotto incantesimo, ma ormai non lo credo più. E altri combattono per sconfiggerlo riuscendo a essere più crudeli e spietati di loro.

Non ti viene voglia di scappare da tutto questo e non ascoltare più niente e nessuno? Insomma, se ci nascondessimo, dandoci alla macchia, probabilmente riusciremo a vivere tranquillamente- sbraitai.

Frank mi guardò incredulo e poi arrabbiato.

-Cosa? Tu pensi davvero tutto quello che hai detto?

Non riesci a capire che le cose non cambieranno se non ci mettiamo a lottare noi in prima persona?

Dobbiamo combattere, dobbiamo almeno provarci. E se moriremo l’avremmo fatto perché era giusto farlo! E sono d’accordo con te, il Ministero non si sta comportando meglio dei Mangiamorte, ma non possiamo neanche non lottare! Non possiamo arrenderci, perché abbiamo il diritto di avere un futuro diverso!- mi gridò contro. Era davvero arrabbiato per le mie parole. E io presi a ghignare per le sue.

Mi guardò come se fossi diventato pazzo.

-Cosa c’è da ridere?- chiese irritato.

-È esattamente quello che volevo sentirti dire!- dissi.

-Quindi hai detto tutte quelle cose per irritarmi?- chiese, con occhi di fuoco.

-No. L’ho fatto perché ti devo proporre una cosa.

Ma dovevo essere sicuro di come la pensavi- e iniziai a parlarne.

 

***

 

Remus

-Sirius ma dove vai?- chiesi.

Erano giorni che Sirius scompariva per qualche ora senza che nessuno sapesse dove finiva.

Si portava anche dietro la Mappa del Malandrino perché gli serviva, ma onestamente iniziavo a pensare che lo facesse apposta perché non volesse farsi trovare.

-Vado dove mi pare!- rispose, andandosene.

Guardai James, che però ignorava il tutto. Perché stava pensando a qualcos’altro in silenzio. E il suo silenzio naturalmente preoccupava tutti.

-Cosa c’è?- domandai a lui.

-Niente.. solo.. domani è San Valentino. E non so se ignorarlo oppure comprare qualcosa per Lily- finalmente rivelò.

Rimasi a pensarci un po’ prima di rispondere.

-Non so.. la questione è complicata.. potrebbe prenderla bene, ma potrebbe anche prenderla male… magari niente di impegnativo..- tentai di riflettere di più. Lily era una persona complicata. Anche quando teneva ormai a una persona poteva decidere di allontanarsi per non farsi ferire.

Aveva un meccanismo di difesa troppo eccessivo.

-Troppo impegnativo? Stai sicuro che non farei come Frank. Ma quali altri sono i regali impegnativi da evitare?- chiese confuso.

-Un cuore gigante con scritto “Ti amo James Potter” a lettere cubitali?- scherzai, ripensando a uno dei regali che aveva ricevuto lo scorso anno da una delle sue mille ammiratrici.

Lui ridacchiò, per poi tornare serio e sconfortato.

-So che è complicato James… ma non angosciarti. Magari ti verrà qualche illuminazione. Oppure non le prenderai niente. Forse sarà la mossa giusta qualsiasi tu decida, alla fine- tentai di consolarlo.

Lui sbuffò per poi abbandonarsi di più nel divano, ancora più giù.

Lo guardai abbattuto. C’era solo una cosa positiva di tutto questo. Era così preso da Lily in questo periodo che non riusciva a concentrarsi anche sulla perdita dei suoi genitori.

 

***

 

Joy

-Sirius dove stai andando?- chiesi, vedendolo camminare con aria furtiva nel corridoio del terzo piano.

Lui si voltò sorpreso e poi mi sorrise.

-Da nessuna parte. Che fai tu?- domandò, mettendomi le mani sui fianchi e avvicinandomi a sé.

Gli passai le braccia intorno al collo, sorridendo.

-Io stavo andando in biblioteca per prendere un libro sui vampiri. Tu?- riprovai a chiedergli.

E lui mi baciò a tradimento. Un bacio che mi fece dimenticare cosa volessi chiedergli.

Anzi, mi fece dimenticare tutto. Persino dov’eravamo.

Quando si staccò mi sentì sbalzata di nuovo nel mondo reale, persa. Mi strinsi più forte a lui per non farmi cadere, visto che avevo le gambe di gelatina in pratica.

-Ci vediamo dopo in Sala Comune, allora?- e senza aspettare risposta mi diede un altro bacio più veloce e se ne andò. Rimasi imbambolata, cercando di riconnettere il cervello.

Quando mi fui ripresa sbuffai. Chissà cosa stava combinando.

 

 

 

-Come non sai cosa sta facendo? Non te lo dice, fa il misterioso, sta organizzando qualcosa in gran segreto. E domani è un giorno speciale. Insomma non è ovvio?- mi domandò Taira.

Ero andata in biblioteca e avevo incontrato lei, Mary e Lily che studiavano. E gli avevo raccontato di Sirius.

E Taira sembrava certa di sapere cosa stesse combinando.

-No, non è ovvio- dissi seccata.

Lei sbuffò.

-Domani è San Valentino. Ti starà organizzando qualche sorpresa- disse entusiasta.

-Cosa??????- chiesi confusa.

Cosa???? Pensai nella mia testa.

Possibile che Sirius mi stesse davvero organizzando una qualche sorpresa per San Valentino?

Lui non era il tipo.. no. Non l’avrebbe mai fatto.

Ma allora cosa stava facendo???

Magari non l’aveva mai fatto prima d’ora perché non aveva incontrato la ragazza giusta. Ma ora lo sta facendo con me, mi disse una voce nella testa.

Ma non ci credevo davvero.

No! Sirius non stava organizzando niente, me lo sentivo. Guardai le altre. Taira e Mary sembravano convinte.

-Tu gli hai comprato qualcosa, vero?- chiese Mary.

Scossi il capo.

-E allora cosa aspetti. Non vorrai rimanere senza regalo quando lui ti mostrerà il suo- disse convinta Taira.

Io ci pensai su..

Non era possibile. Sirius non avrebbe mai organizzato una sorpresa per San Valentino. Odiava certe cose e probabilmente avrebbe anche ignorato totalmente quel giorno….

Ma…

E se fosse impazzito e mi stesse davvero organizzando una sorpresa?

 

***

 

James

Quando Sirius tornò in sala comune si sedette accanto a me, sorridente.

Sì, aveva proprio l’aria eccitata e euforica di quando sta organizzando uno scherzo.

Un bello scherzo.

-Cosa stai combinando Felpato?- gli domandai.

-Vedrai domani Ramoso. Sarà proprio una bella sorpresa!- mi disse soltanto.

Lo guardai. Sapevo che non gli avrei tirato fuori niente. Dovevo aspettare davvero domani per capire cosa stava organizzando. Ma potevo benissimo tormentarlo un po’ lo stesso!

-Sicuro?? Vuoi tenere un segreto a tuo fratello??? Dai Sirius dimmi cosa stai combinando!!!- lo scongiurai.

Lui scosse il capo.

-Allora dimmelo se no ti stacco la testa cane!!!- lo minacciai.

-Devi solo provarci, erbivoro!- rispose lui a tono.

Mi alzai in piedi. E per tutta risposta mi gettai a peso morto sulla sua pancia.

 

***

 

Joy

Stavo tornando in sala comune con Lily, tormentandomi ancora.

Non sapevo cosa fare. Dovevo comprargli un regalo? Dovevo non fare niente?

Era solo un’illusione, un malinteso? Chissà, può darsi che il suo comportamento fosse dovuto solo a un qualche nuovo scherzo. A una delle sue idee geniali-demenziali-idiote delle sue.

Ma se invece mi sbagliavo?

Ero così tormentata che Lily mi dovette scrollare per le spalle per attirare la mia attenzione.

-Tutto bene Joy?- mi domandò.

-Si… no. Lily secondo te quante possibilità ci sono che Sirius mi stia facendo una sorpresa?- le domandai.

-Ehm… vuoi che sia sincera??- domandò. Sbuffai.

-Lo sapevo. Anche io non ci credo a una simile cosa. Lui non è il tipo che fa certe cose- dissi. E mi sorpresi per il tono scontento. Ero davvero così legata a una cosa stupida come San Valentino?

Non ero io quella che fino allo scorso anno diceva che era una festa puramente commerciale, che non aveva il minimo senso e che l’amore non si contava certamente per quelle quattro cose comprate per un giorno scelto dagli altri?

Sì, ma ormai quelle due mi avevano fatto il lavaggio del cervello.

-Non conosco Black così bene. Di sicuro meglio di qualche anno fa, ma non così bene da dover prendere la mia opinione come un no certo. Magari potresti parlargli. Oppure chiedere a James o Remus. Loro di sicuro sapranno cosa sta organizzando- mi consigliò.

Io annuì. Non era un’idea malvagia. Arrivati in sala comune però non c’era nessuno dei tre.

Andai diretta allora alla loro stanza e trovai solo Remus che studiava. Mi sedetti sul letto di Sirius come al solito e lo guardai in silenzio.

Lui finì di leggere qualche riga e poi mi posò addosso lo sguardo.

-Cosa c’è?- domandò.

-Cosa sta combinando Sirius?- domandai io.

-Ignorando il fatto che non si risponde a una domanda con una domanda… non ne ho idea. Purtroppo non sta dicendo niente a nessuno. James e Sirius ne hanno discusso poco fa in Sala Comune proprio del fatto che non ci dice cosa fa.

Ora sono fuori a combattere con la neve, penso- disse, accennando alla finestra.

-Capito… non vi ha detto proprio, ma proprio niente?- insistetti.

-Ha detto solo che la scopriremo domani. E che è una bella sorpresa- disse.

 

***

 

Sirius

-Sarà una bellissima sorpresa. Scommetto che riderai fino a morire Ramoso!- ridacchiai, mentre ormai zuppi, tornavamo nella nostra Sala Comune dopo un’ardua battaglia di neve. Culminata con la mia vittoria, naturalmente. Anche se quel cervide accanto a me pensava il contrario.

-È esattamente questo che mi preoccupa. Stai organizzando il mio funerale Felpato?- scherzò lui.

-No carissimo. Voglio solo farti schiattare dal ridere. È una bella morte per un pagliaccio come te- ribattei.

-Sì, piuttosto ironica. Ma credo che infondo mi piacerebbe!- rispose.

Poi rimase zitto per un piccolo tragitto, abbastanza a lungo, però, da farmi innervosire.

-Insomma Ramos, non sarai ancora preoccupato per quella storia del regalo, vero? La Evans se ne fregherebbe di qualsiasi regalo, anche se le portassi la luna. Quindi lascia semplicemente stare e non pensarci- gli dissi.

-Vuoi dirmi che tu non hai pensato di fare niente a Joy. Niente di niente?- domandò.

-Esatto. Niente di niente!- risposi con tutta la tranquillità.

Figuriamoci, io preoccuparmi!

 

 

 

-Niente di niente??? Sirius, Joy vuole che le fai qualche regalo. Dovevi vedere la sua faccia mentre, senza volerlo, sono scoppiato a ridere. Ma l’idea di te che entri in un negozio pieno di cuori per comprare qualcosa per una festa che odi con tutto il cuore mi faceva ridere- mi sgridò Remus nella nostra stanza, dopo avergli confermato che la sorpresa non c’entrava con Joy.

-E da dove diavolo le è venuta un’idea del genere?

Non lo farei mai e poi mai. Inoltre pensavo che anche per lei fosse una festa inutile e completamente insensata- dissi, stupito.

-Sì, diceva più o meno la stessa cosa fino all’anno scorso. Quando una trentina di ragazze ciarlanti ti si gettavano ai tuoi piedi per darti un bigliettino- mi ricordò James.

-Quindi dici che lo odiava perché.. era gelosa?- ecco, ora ero anche perplesso.

-Più o meno si. O per lo meno è probabile- rispose nel suo solito tono. Perché parlava se poi non ti poteva dare la sicurezza, dannazione!!!

-Va bene, comunque non le farò niente di niente.

Per me è solo una stupida idea. I regali non fanno la differenza. E non sono certo indispensabili per qualsiasi tipo di relazione. Piuttosto Remus, hai finito il tema per Ruf? Perché sai.. dobbiamo consegnarlo tra qualche ora- dissi, interessato e con aria innocente.

-Non copierai il mio tema Felpato. E neanche tu Ramoso. Potevate fare come Peter, studiare e farlo insieme- disse Remus, tornando a immergersi nel suo libro. James e io ci scambiammo uno sguardo eloquente. Ci trasformammo entrambi nei nostri rispettivi animali e ci gettammo addosso a lui, bagnandolo a leccate per convincerlo. E nel mio caso mordendolo anche!!! 

 

***

 

Lily

-Tu vorresti che James ti regalasse qualcosa?- mi domandò Joy, stupendomi. Pensavo si fosse addormentata come tutte le altre. Stavo anche per spegnere la mia luce, dopo aver finito di leggere la lezione di domani di Difesa contro le Arti Oscure.

-Cosa? E perché mai dovrebbe farlo? Insomma non stiamo insieme- risposi stupita.

-Saresti felice se lui ti facesse un regalo?- mi domandò, rivoltando la domanda.

Mi immaginai di svegliarmi con una rosa bianca sul cuscino. E un biglietto accanto, con la sua grafia.

Mi sarebbe piaciuto?

Si.. e no.

Forse più no che si. L’idea che fosse entrato nella mia stanza mentre dormivo mi faceva preoccupare seriamente. Mi metteva addosso un senso di agitazione tremendo. In più sarebbe stato davvero difficile stargli vicino. Cosa si dice in una situazione del genere. Grazie?

E poi basta? Nient’altro?

-Non lo so… non ciò mai pensato… Probabilmente mi darebbe fastidio- finì per dire. Ma non ero del tutto sincera.

-Tu vorresti che Sirius ti regalasse qualcosa?- la stuzzicai con la stessa domanda che mi aveva rivolto poco fa.

-Penso di sì. Ma non perché domani è San Valentino. Ma perché il regalo che mi ha fatto per Natale è inutilizzabile- ridacchiò.

La guardai curiosa.

-Mi aveva promesso tutte le burrobirre che volevo ogni volta che saremo andati a Hogsmeade. Ma visto che non ci andremmo più è un regalo inutilizzabile!- mi spiegò.

Ridemmo entrambe. Poi guardai triste la tenda sul mio letto. Quel giorno a Hogsmeade era stato terribile… mi venivamo ancora i brividi a ripensarci.

-Comunque ora non pensiamoci più. Dormiamo, altrimenti domani andrà male l’interrogazione di Difesa contro le Arti Oscure- dissi, coprendomi bene con la coperta.

-Buonanotte Lily!- mi augurò.

Già, peccato che non sarebbe stata una bella notte.

 

***

Note autrice: 

 

Ok, questo capitolo non mi piace affatto… all’inizio era accettabile ma poi l’ho letto il 24 per tentare di correggerlo e l’ho cambiato quasi tutto.

Poi sono stata malata e l’ho ripreso solo il 30 per cercare di finirlo e pubblicare e l’ho cambiato tutto di nuovo… ora sono riuscita a rileggerlo senza cambiarlo e ho notato due cose.

Primo: è cambiato totalmente da quello che avevo scritto all’inizio.

Secondo: è diventato davvero un capitolo barboso e pesante.

Ora, sperando che sia magari solo una mi impressione lo pubblico subito e scusandomi per la penosità del capitolo…

Avrei tanto voluto pubblicare a Natale o almeno a Capodanno per farvi gli auguri in tempo ma non sono proprio riuscita a farlo quindi spero che le vostre feste siano andate bene, che vi siate divertiti e che questo nuovo anno vi porti tanta gioia!!!

Sto già scrivendo il prossimo capitolo e spero di farmi perdonare!!! Arriverà molto presto quindi controllate eventuali aggiornamenti, mi raccomando!!!

Risponderò alle recensioni per messaggio!!!=) appena   il tempo me lo permette!!!

Un grazie infinito a chi leggerà questo capitolo e continuerà a seguire la storia nonostante faccia schifo!

Sono sicura che se lo farete il 2011 vi porterà solo cose meravigliose!!!! XD

Alla prossima!!!!!

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Capitolo 34
*** Trentatreesimo capitolo: Sorprese.. con il cuore ***


CAPITOLO 33:

Sorprese.. con il cuore

 

Lily

 

Mi svegliai sull’orlo delle lacrime. Tremavo e mi guardai le mani aspettandomi di vederle ancora sporche di sangue, come nel sogno. Ma naturalmente non lo erano.

Tentai di tranquillizzarmi, ripetendomi che era solo un sogno. Mi strinsi tra le mie stesse braccia e mi sdraiai di nuovo, tentando di togliermi quella sensazione di paura, quel freddo dentro che mi stava quasi schiacciando.

Ma neanche le coperte riuscirono a farmi smettere di tremare. Mi alzai, tentando di non svegliare le mie compagne di stanza. Presi la coperta più pesante che avevo sul letto e mi ci avvolsi stretta. E andai vicino alla stufa centrale che troneggiava al centro della stanza. Ma non mi sentì meglio. Non ricordavo il sogno, se non ha sprazzi. Ero in una strada che somigliava a quella di Hogsmeade, ma che sapevo che non lo era. E c’erano tante persone a terra morte. Tentavo di salvarle, ma non ci riuscivo. Morivano tutte prima di poter fare qualsiasi cosa per aiutarle. Non erano persone che conoscevo, ma sapevo una cosa precisa di quelle persone. Avevo la sicurezza, solo quella che si può avere nei sogni, che erano babbani.

Tutti babbani. E ricordavo le grida della battaglia, i lamenti dei feriti.

Non ce la facevo a pensarci! Andai in Sala Comune, correndo quasi pet posizionarmi vicino al camino, per riuscire a trovare nel fuoco vivo un po’ di calore.

Avvicinai le mani al fuoco, cercando di non essere inghiottita di nuovo dal ricordo di quell’incubo.

E poi un rumore mi fece voltare. Sirius Black entrò dal ritratto e s’immobilizzò, notandomi.

-Cosa ci fai a quest’ora qui?- domandò, nel momento stesso in cui io gli chiesi: -Dove sei andato a quest’ora?-.

La cosa lo fece sorridere.

-Io non chiedo niente se tu fai lo stesso con me, ok?- propose. Mi accigliai.

-Non so se accettare Black. Io non stavo facendo niente di male. Potrei anche risponderti. Mentre tu sei uscito oltre il coprifuoco e ti ricordo che io sono un Prefetto!- la mia voce suonava molto come una minaccia, anche se non avevo davvero intenzione di attuarla. Per una volta il mio animo da Prefetto non stava scalpitando, provavo ancora quel freddo incredibile e stavo ancora male.

-Capisco Evans. Allora sei pronta anche a dirmi perché ha la faccia di un cadavere?- mi chiese.

Dovette notare il mio tremore alla sua parola. Mi strinsi tra le braccia forte, mentre un’immagine del sogno mi colpiva quasi come una pugnalata al cervello. Il viso di Black... uno di quei cadaveri che avevo visto per terra... era il suo. Anche lui era morto e non ero riuscita a fare niente per salvarlo…

- Evans?? Stai bene?- domandò, preoccupato.

Peccato che guardarlo in volto non fece altro che ricordarmi ancora di più il sogno, nonostante lui non avesse la gola sgozzata, questa volta.

Chiusi gli occhi, tentando di cacciare via l’immagine. Ma il buio peggiorò solo la situazione, facendomi cadere in esso senza poter fare niente per impedirlo.

 

***

 

Sirius

Ecco, se mi moriva davanti Evans, la mia vita era segnata. James mi avrebbe ucciso per non averla salvata. Joy mi avrebbe fatto lo stesso. E probabilmente anche Remus.

Magari potevo dire di non averla vista... tanto lei, ormai morta, non avrebbe potuto dire il contrario.

Ma quando la vidi barcollare non potrei avvicinarmi per poterla afferrare prima che toccasse terra.

Con lei tra le braccia andai fino al divano e le toccai il viso, preoccupato. Era gelata nonostante la coperta in cui era ancora avvolta. La feci stendere e controllai il battito del suo cuore, tastandole il collo. Era viva. E sembrava un battito normale. Però era svenuta…

La strinsi a me, pronta a prenderla in braccio, pensando di portarla in infermeria, quando sussurrò una parola chiarissima che mi stupii.

- James-

La guardai incerto. Le toccai la fronte di nuovo. Stava tornando ad avere un po’ di colore sulle guance. E la sua pelle non era più tanto fredda.

La strinsi ancora, incerto sul da farsi. Poi mi decisi. La presi in braccio e la portai nel nostro dormitorio.

Era più pesante di quanto mi fosse parso prima, oppure era colpa delle poche flessioni che stavo facendo in questo periodo?

Ma ero o non ero l’unico che riusciva a portare Peter in giro in braccio mentre dormiva, per fargli gli scherzi? Lei era molto più leggera.

Scostai le tende del letto di James e gliela misi accanto. Mi sorpresi a pensare a come dormiva James. Dormiva sempre a pancia in su da un lato del letto, con le braccia larghe. Ora riuscii a vedere come sembrava quasi aspettare Evans. Era una cosa assurda, ma appena la poggiai accanto a lui sembrarono incastrarsi a meraviglia.

Inoltre lui la strinse subito, quasi avesse avvertito la sua presenza, anche se dormiva. Anzi, russava un po’. 

E lei appoggiò subito la testa sul suo petto. Li guardai accigliato, ma anche in un certo modo contento.

Sì, stavano decisamente bene insieme, sembravano fatti per stare insieme.

Presa una coperta dal mio letto, coprì ancora quei due piccioncini e poi andai a dormire. Sì, avevo bisogno di riposo per mettere in atto la mia vendetta!!!!

 

***

 

Lily

Mi ritrovai finalmente al sicuro. Sì, non ero più persa. Braccia calde mi stringevano e mi sentivo come quando da bambina papà mi stringeva rassicurandomi che l’uomo nero non era sotto il mio letto. I sogni sparirono, rimase solo una bella sensazione. Legata a un altro ricordo. Ad un abbraccio, per la precisione l’abbraccio di James.

Sì, mi ero ritrovata al sicuro tra le sue braccia. Mi ero sentita dannatamente bene in quel momento. Ora c’era un che di diverso. Ma mi sentivo quasi allo stesso modo.

E poi mi sentì trasportata e depositata su un qualcosa di morbido e caldo.

E inspiegabilmente riconobbi dov’ero. Ero su un letto. Il letto di James. Probabilmente stavo sognando. Sì, ne ero certa. Stavo sognando.

L’incubo, Black, tutto un sogno. Dovevo essere ancora nel mio letto, ma non m’importava. Riconoscevo l’odore di James, quel buon odore di lui. Sentivo il suo calore, era come se mi fosse accanto.

E ora si che stavo bene. Era quasi come stare un paradiso. Se era un sogno, era il più bello che avessi mai fatto. Dormire accanto a James, tra le sue braccia. Dimenticai l’incubo, dimenticai tutto.

Rimase solo una sensazione meravigliosa di benessere. Sarei voluta restare così per il resto della mia vita, protetta e al sicuro nel suo caldo abbraccio.

 

***

 

Remus

Mi svegliai sempre io, come ogni mattina, per primo.

Rifeci in modo automatico il letto, mi sistemai i vestiti da mettere e poi andai in bagno. Sapevo che era infruttuoso per me lavarmi dopo aver tentato di svegliare quei tre.

Mi avrebbero rubato il bagno subito, litigando tra di loro.

Era meglio essere pronto per assistere divertito alla loro lotta per la doccia o per il lavandino.

Iniziai a chiamarli solo quando fui vestito. Mi stavo legando la cravatta, quando scostai la tenda della finestra per fare entrare la luce. Ma non era così facile purtroppo, non bastava mai soltanto quello per svegliarli. Mi avvicinai al letto di James, pronto a gridargli nelle orecchie come al solito che Lily stava per sposarsi con Piton, quando la notai nel letto… Con James… 

Rimasi a bocca aperta, osservandoli incredulo. Ma cosa era successo??? Cosa mi ero perso???

Andai a scrollare Sirius ancora con la bocca spalancata. Più che scrollarlo lo gettai quasi dal letto, ma sortì l’effetto voluto. Riuscii solo a mormorare qualcosa d’indistinto quando lui mi guardò furioso per essere stato svegliato in quel modo. Poi vide la mia faccia e si sedette di scatto. Guardo verso il letto di James e sorrise.

-Sembrano davvero incastrarsi alla perfezione, vero???- chiese, confondendomi solo di più.

-Cosa???- domandai incerto. Non avevo capito niente. Lui si alzò ridendo, mentre scompariva dentro il bagno. Rimasi seduto sul suo letto mentre tentavo di schiarirmi le idee…

Sembrava che Sirius sapesse perché Lily fosse qui. Ma cos’era successo?

Comunque, mentre pensavo a tutte le possibilità, Lily iniziò a muoversi. Ed io la osservai, sperando che lei mi potesse dare qualche spiegazione.

 

***

 

Lily

 

Non avevo mai fatto un sogno così vivido.

Sembrava davvero che James mi stesse stringendo a sé. Aprire gli occhi fu difficile, il sogno era così bello che non avrei voluto porvi fine. Ma dovevo farlo. Non potevo non svegliarmi. Doveva essere anche piuttosto tardi.

Aprì gli occhi e mi trovai davanti però il suo viso. Sì, era proprio James. Stavo ancora sognando?

Probabilmente sì. Mossi piano la mano per toccargli la guancia, quasi fossi sicura che appena l’avessi fatto sarebbe evaporato via come se fosse stata nebbia.

Ma riuscì a toccare la sua pelle calda e un po’ ruvida. Accigliata tentai di muovermi. E capì, infine, che ero sveglia. E che mi trovavo davvero nel letto di James, con James accanto.

Mi trattenni dal gridare solo mettendomi le mani sulla bocca. Tentai di ricordare com’ero finita li. E ricordai solo una cosa.

Mi voltai verso il letto a fianco, ma c’era solo Remus, che mi fissava curioso.

-Dov’è Black?- chiesi furiosa. Lui indicò il bagno, del tutto sconcertato. Mi alzai dal letto, per fortuna James sembrava così addormentato che non si accorse dei miei movimenti.

Mi alzai e mi diressi come una furia nel bagno. Però trovai Sirius solo in boxer mentre si radeva e mi voltai arrossendo furiosamente, dandogli le spalle.

-Ti sembra il modo di andare in giro???- gli domandai.

-Non sto andando in giro Evans. Si da il caso che ero nel bagno della mia stanza da solo fino a due secondi fa. Hai fatto sogni d’oro?- mi stuzzicò.

Arrossì ancora di più, mordendomi la lingua per non rispondergli gridando. Ci mancava solo che rischiassi di svegliare James e che mi trovasse con il suo amico, nel loro bagno, mentre lui era mezzo nudo.

-Dimmi cosa è successo?- gli ordinai.

-E poi sono io il maleducato. Non dovresti chiedere per favore?- domandò.

Ero sull’orlo di una crisi di nervi. Marciai verso di lui inviperita, presi il rasoio dalle sue mani e glielo puntai addosso. Nello stesso tempo afferrai prontamente la sua bacchetta, che aveva lasciato vicino al lavandino.

-Allora, dimmi immediatamente cos’è successo altrimenti di pietrifico e poi ti raso tutta la testa. E non sto scherzando!- no, non stavo facendo minacce a vuoto, ero davvero seria.

-Allora Evans, tranquilla e non fare scelte azzardate. Non è successo niente. Non ricordi che eri in Sala Comune stanotte? Che sei svenuta? Sei forse sonnambula? Non è successo niente, sennonché sei svenuta e, mentre pensavo di portarti in infermeria, hai fatto il nome di James - detto questo mi lanciò un’occhiata maliziosa, nonostante non perdesse di vista la bacchetta che continuavo a puntargli addosso.

-Chissà cosa stavi sognando. Comunque allora ho deciso che la migliore soluzione era portarti dal tuo bello. Ti ho lasciato da James che dormiva tranquillo e poi sono andato a dormire. Fine della storia. Non c’è niente di cui tu debba preoccuparti-, rimasi a pensarci. In effetti, sentendo la sua spiegazione, pensavo di ricordarmi che fosse andata più o meno così.

Ricordavo un freddo e una paura incontrollabile.

E poi... sì, ricordavo delle braccia calde che mi portavano via da quel dolore.

Guardai Black, accigliata.

-Quindi James non si è accorto di niente? Non si è svegliato?- 

-No, non che io sappia. E ti assicuro che se si fosse svegliato con te tra le braccia e nel suo letto, sicuramente sarebbe morto dalla felicità- ghignò lui. Evitai di commentare, visto che ricordavo ancora la sensazione bellissima che avevo provato al mio risveglio trovandolo al mio fianco.

-Non provare a dire niente a James. Non dirgli che ho fatto il suo nome, chiaro? E dimentica tutta questa storia. Altrimenti non ti troverai più neanche un capello sulla testa- dissi, guardandolo negli occhi, seria.

Lui ricambiò il mio sguardo.

-Cosa hai sognato Evans? Cosa ti aveva stravolto a tal punto da svenire?- mi domandò con una serietà che non gli avevo mai visto.

-Non è una cosa che ti deve interessare Black - e me ne andai senza dire un’altra parola. Nella stanza guardai un attimo verso James, rassicurata dal fatto che dormisse sereno.

Remus mi guardò preoccupato, ma non dissi niente.

Dovevo andare a lavarmi e vestirmi. E dovevo tentare di capire cosa cavolo avessi sognato e cosa volessero dire tutti questi sentimenti che provavo.

 

***

 

James

-Come non puoi dirmi niente?- stava chiedendo Remus con tono seccato.

-Lunastorta tengo ai miei capelli. E quella strega ha minacciato di rasarli a zero. Sai quanto ci metterei a riportarli della loro attuale bellezza???- ribatté Sirius.

Rimasi a occhi chiusi a pensare a cosa avessi sognato. Lily era accanto a me, tra le mie braccia, il suo profumo e il suo corpo stretto al mio. Ma era solo un sogno, purtroppo. Però la sensazione bellissima di averla accanto era rimasta nell’aria, e mi riempiva il cuore di gioia.

-Che cavolo me ne frega dei tuoi capelli Felpato. Voglio sapere cos’è successo – ma poi si zittì. Aprì, gli occhi curioso, e lo vidi offeso guardare Sirius, che stava riponendo la sua bacchetta nei pantaloni. Mi notò sveglio e mi sorrise.

-Hai dormito bene? Non c’è bisogno che tu me lo confermi, hai una faccia che dice tutto! Io vado. Ci vediamo in Sala Grande tra... una decina di minuti per la sorpresa. Mi raccomando, non far sbloccare questo ciarlone! Mi porto via anche la sua bacchetta per evitare che si sblocchi da solo- disse ,cogliendo alla sprovvista Remus che si frugò nelle tasche sorpreso, mentre Sirius se ne andava.

Guardai Remus, divertito.

-Cosa gli hai fatto per portarlo toglierti la voce?- gli domandai. Lui tentò di parlare, ma senza risultato. Ridacchiai e mi stiracchiai, mentre la sensazione di benessere non mi abbandonava. Sì, stavo notevolmente bene e Remus si meritava un po’ di stare zitto. Solo una decina di minuti. Quanto finiva lo scherzo di Sirius. Del resto lui l’aveva fatto mille volte su di noi. Poi l’avrei liberato, sperando che se la prendesse solo con Sirius.

 

***

 

Remus

Muto. Completamente muto.

Vi sembra un incantesimo da fare a un amico??? Va bene, sorvoliamo sul fatto che lo avevo fatto mille volte io a quei due, ma si trattava sempre di James Potter e Sirius Black, due individui che quando ci mettevano potevano anche diventare logorroici e fare impazzire chiunque.

Potevano farti pensare al suicidio, oppure al loro omicidio. Quindi togliergli solo la voce, era un atto di pura carità.

Ma io non ero come loro. Oppure si??

Comunque arrivammo a colazione ed io almeno mi misi a mangiare senza problemi. James invece si guardava intorno. Mi chiesi ancora cosa Sirius mi avesse nascosto.

Io non potevo chiedere neanche a James cosa diamine ci facesse Lily nel suo letto, poiché ero muto. In più il fatto che non avesse chiesto di Lily, al suo risveglio, mi faceva venire seri dubbi su quanto sapesse anche lui dell’accaduto.

Poco dopo arrivarono anche Joy e Lily, e quest’ultima arrossii visibilmente, evitando il mio sguardo.

James la guardò curioso.

-Cosa c’è Lily? Hai dormito male stanotte?- chiese, anche un po’ preoccupato.

Era sincero. Il che mi fece capire che davvero lui non sapesse niente. E Lily arrossì ancora di più.

-Io??? Ecco… no. Io…- ma non finì di balbettare perché in quel momento la porta si spalancò e l’uomo che entrò attirò l’attenzione di tutti.

Era Bulciberg, Serpeverde. Lo guardai accigliato, ricordando che alla fine non gliel’avevamo fatto pagare per il colpo che aveva dato a James.

Tutti lo guardavano perché era entrato con la bacchetta sguainata gridando “viva il signore Oscuro”.

Ne rimanemmo tutti sconvolti e infastiditi, fino a quando con un salto, secondo me non possibile con una tale stazza, non saltò sul tavolo dei Serpeverde in piedi iniziando, la bacchetta trasformata in una chitarra, a cantare.

 

Viva il signore Oscuro

Il più idiota del mondo!

Colui che porterà gli stupidi a uccidersi.

Colui che è nato nella fogna

E insieme agli altri serpenti verrà schiacciatoooo!!!!”

 

Era davvero tremendo come cantante, sembrava una cornacchia.

-E ora un’altra strofa. Dai Serpeverde, cantate con me!- disse, esortando i suoi compagni di casa, ancora troppo scioccati per fare altro che guardarlo.

 

“Abbasso Serpeverde

La casa più brutta che c’è

È un orrore farne parte

Ed essere una serpe

Abbasso Serpeverde e anche il prof Lumacorno

Anche lui un serpente

Abbasso Serpeverde!”

 

I Serpeverde cercarono di tirarlo giù dal tavolo, probabilmente per ammazzarlo, ma lui saltò sul tavolo vicino per salvarsi. Il professor Lumacorno si alzò furioso, togliendo 30 punti a Serpeverde e minacciandolo di punizioni terribili se non avesse smesso subito.

Silente rideva, come la maggior parte degli altri studenti.

 

E ora che siamo arrivati all’ultima strofa

Vorrei dirvi una cosa seria

Una cosa che probabilmente molti di voi sanno

E se non lo sanno sono solo degli idioti.

Grifondoro è la casa più bella

Quella che fa novella

E se volete guardar la perfezione

Guardate i Malandrini, o che grande onore!!!!!”

 

E finì strimpellando con quella chitarra. Ormai avevo le lacrime agli occhi per le risate. James accanto a me era piegato in due sul tavolo. Peter non riusciva quasi a respirare.

Bulciberg si gettò a scivolata sulle ginocchia sul tavolo, come fanno i cantanti rock sul palco, buttando e rovesciando cibo e bevande ovunque e mostrò le corna ai professori.

-E ricordatevi che sono il peggior idiota- finì. E poi corse via con un’agilità sorprendente, inseguito da parecchi compagni di casa e dal professor Lumacorno, che reclamavano decisamente la sua testa.

La Sala Grande ormai era tutta una risata e un vociferare. Tutti si chiedevano cosa gli fosse preso a Bulciberg.

James continuava a ridere a crepapelle.

-Ma da dove gli sono uscite tutte quelle canzoncine???- ridacchiò.

-Probabilmente gli saranno uscite spontanee. È da lui improvvisare!- ribattei.

-Come fai a saperlo?- chiese Lily, anche lei scoppiata a ridere, ma con molto più ritegno di noi.

-Non l’hai capito? Quello non era il vero Bulciberg. Probabilmente lui sarà svenuto da qualche parte. Era una persona che conosciamo bene. E che finalmente si è vendicata- rispose Joy per noi.

 

***

 

Sirius

Riuscì a nascondermi per un soffio. Certo che sembravano davvero pronti a farmi la pelle… che poco senso dell’umorismo.

Mi bastò aspettare poco per tornare me stesso. E poi andai in Sala Grande con tutta tranquillità. Trovai i miei amici ancora seduti che sghignazzano, vedendomi arrivare.

Mi sedetti tra James e Remus, ignorandoli e iniziando a mangiare.

-Dove hai trovato la pozione polisucco?- mi chiese interessato Remus.

- L’ho fabbricata, mi sembra ovvio! Avrei voluto aggiungere qualche altra strofa alla canzone, ma gli occhi del professor Lumacorno stavano già uscendo dalle orbite- dissi, rammaricato.

-Sei un idiota Black. Potrei denunciarti!- s’intromise la Evans. Tutti e quattro ci voltammo verso di lei del tutto sconcertati. Poi sorrisi.

-E io potrei rivelare un segreto!- la minacciai.

Lei arrossì.

-Cosa state nascondendo?- chiese James, tra l’incuriosito e il preoccupato.

-Niente James. Si sta inventando tutto- e si alzò, andandosene. A quel punto ero pronto a lanciare uno sguardo sconcertato a Joy, come al solito, quando invece lei mi rivolse uno sguardo strano.

Sembrava quasi… combattuta.

-Tutto bene Joy? Ti è piaciuta la mia sorpresa?- domandai, fingendo tranquillità.

Insomma, tutta la storia del regalo era ridicola, vero? Non l’aveva preso sul serio. Ma dai suoi occhi intuì che forse era così. Dannazione.. cosa potevo fare all’ultimo minuto?

-Molto spiritosa. Ma se mi avessi avvertito avrei potuto suggerirti qualche strofa migliore!- disse, con l’aria da sapientona.

-E da quando tu saresti una cantautrice? Non sei quella che rompe gli specchi quando canta?- la stuzzicai. Lei mi tirò un calcio da sotto il tavolo, colpendomi forte lo stinco.

-Ahia!- imprecai.

-Non è assolutamente vero. Inoltre la bravura nello scrivere non dipende dal canto!- ribatté.

-Concordo con Joy. Inoltre ti faccio notare che eri tu poco fa a rompere i timpani!- mi punzecchiò James.

-Io ho una voce meraviglioso. È quell’idiota ad averla stonata. Non riuscivo quasi a suonare neanche la chitarra con quelle dita grosse come salsicce- dissi, mostrando le mie meravigliose mani.

-Sì, certo. Ora vado a lezione. Le vostre fan si stanno avvicinando come al solito e non ho voglia di vomitare anche quest’anno- disse Joy, stizzita alzandosi e guardando male un gruppo di ragazze che a spintoni si avvicinava.

Guardai James che ricambiò lo sguardo esasperato. Non che non ci facesse sentire lusingati avere lunghe schiere di ammiratrici urlanti che cascavano ai tuoi piedi solo con un sorriso. Insomma, faceva decisamente bene al nostro ego.

Ma ormai eravamo più grandi, ed erano diventati solo seccanti. Specialmente se la tua ragazza né è gelosa….

 

***

 

Alice

 

-Bene, ora non ci resta che andate a lezione!- dissi alzandomi dal tavolo, felice. Frank mi seguì subito, ma mi fermò appena fuori dal portone.

-So che ti sembrerà strano Alice, ma ti andrebbe di saltare le lezioni oggi?- lo guardai negli occhi, incredula. Lui saltare le lezioni? Anche se alla prima ora avevamo Erbologia?

-Cosa hai in mente?- chiesi, maliziosa.

Lui sorrise.

-È una sorpresa- e mi guidò fuori dal castello.

 

***

 

Lily

Però era stato divertente. Sorrisi mio malgrado, pensando a quanto era idiota Black. Ma infondo simpatico. Molto infondo. Arrivai presto davanti alla porta dell’aula di Trasfigurazione e non c’era ancora nessuno.

Mi appoggiai al muro, tentando di ricordare la nottata. Era tutto così confuso, ma la sensazione di benessere che mi aveva donato James era rimasta, tanto che non riuscivo a esserne davvero preoccupata.

Mi diedi della stupida. Non potevo essere felice per una cosa del genere, ma la mia testa non obbediva.

Di la verità. Altro che rosa bianca. Questo si che è stato un bellissimo regalo, mi stuzzicò la solita vocina.

Non sbattei la testa al muro solo perché stavano arrivando altre persone.

Come Joy, che mi si affiancò corrucciata.

Stavo per chiederle spiegazioni quando notai il prefetto di Corvonero, Danny Grongh, con un largo sorriso sul volto, avvicinarsi a noi.

-Come stai Lily?- mi chiese.

Non ci conoscevamo benissimo e il fatto che mi avesse chiamato per nome mi diede fastidio fin da subito. Ma tentai di non apparire troppo polemica.

-Ciao Grongh! Tutto bene, grazie. Tu?- chiesi, marcando un po’ la voce sul suo cognome, giusto per fargli notare quel passaggio confidenziale che si era abrogato senza alcun diritto.

-Mai stato meglio. Ho una cosa per te- mi disse e con mio profondo orrore tirò fuori dal mantello una scatola di dolci.

Lo guardai incredula.

-Cosa?- balbettai.

-È un pensiero per San Valentino. Insomma, è uno dei tanti modi per dirti che mi piaci- mi disse. Non riuscivo a connettere il cervello.

Cosa aveva detto??? Proprio quello che avevo sentito?? Non… non era possibile.

Lo conoscevo appena. Come poteva una persona dire una cosa del genere a una che conosci appena???

 

***

 

James

Sapete come funzionano questo tipo di cose, no?

Sei felice, al settimo cielo, senza pensieri o preoccupazioni, ed ecco che succede qualcosa che ti fa crollare tutto addosso.

E quando si dice che il fato esiste, è perché uno non può chiamare semplicemente un caso che arrivassi esattamente quando quell’idiota di Corvonero le dichiarava i suoi sentimenti!

No, ma chiunque abbia deciso una cosa del genere è molto sadico (o sadica XD by autrice).

Rimasi immobile, desiderando di vedere la faccia di Lily e non solo la sua nuca. Ma ero abbastanza vicino per sentire la sua risposta almeno.

-È un pensiero davvero gentile, ma non posso accettarlo- disse. Non mi ero reso conto che il mio cuore si fosse fermato fino a quando non aveva ripreso a battere più forte e quasi di gioia.

-Non ti piaccio?- chiese il cretino con aria sconvolta.

-Non ci conosciamo quasi per niente. Quante volte abbiamo parlato? Forse 5 volte in sei anni? Quindi penso sia un po’ affrettato dire che mi piaci o altro- spiegò lei, nel suo solito tono pacato. Anzi, la conoscevo abbastanza bene da sapere che stava iniziando a spazientirsi.

-Allora non credi ai colpi di fulmine?- chiese.

-Non proprio. Se un fulmine cadesse dal cielo e ti colpisse in questo momento ci crederei sicuramente-

Ridacchiai per la sua battuta. Era stata meravigliosa. Amavo quella ragazza.

-Allora hanno ragione a dire che sei proprio senza cuore. Pensi di trovarlo mai un marito continuando a essere così acida?- la rabbia si impossessò di me.

Odiavo quel tale. Come osava dire una cosa del genere a Lily. Solo io potevo accusarla di essere acida!

Mi stavo per avventare contro di lui, ma Remus mi mise una mano sulla spalla, per trattenermi.

Gli lanciai un’occhiata di fuoco mentre Lily rispondeva con una tranquillità che non avrei mai detto.

-Oh no, lui crede che sia senza cuore- disse, fingendo disperazione.

-Se pensi che mi vada a suicidare perché una persona che neanche conosco mi considera così ti sbagli di grosso. Le persone che mi conoscono possono dirti il contrario. E comunque non mi è mai interessato cosa le persone pensano di me. Io ho stima di me stessa, con tutti i miei pregi e difetti- e si voltò in tempo per entrare quando la professoressa, appena arrivata, aprì l’aula.

-Visto? Si sa difendere da sola- mi disse Remus, sorridendo. Io rimasi in silenzio, entrando in aula insieme agli altri, non perdendo di vista Lily.

 

***

 

Frank

-Dove mi stai portando?- mi domandò preoccupata.

Io ridacchiai mentre la portavo sulla riva del lago, dove ci eravamo dati il primo bacio. E poi diceva che non mi ricordavo mai di niente! Le presi le mani tra le mie, stringendole forte, mentre le baciavo dolcemente la fronte.

Lei aprii gli occhi e mi lanciò uno sguardo dolcissimo che mi riscaldò il cuore.

-Cosa vuoi fare?- chiese sorridente.

-Voglio darti il mio regalo.. – dissi. All’improvviso ero titubante. Dannazione cosa dovevo dire??

Aspetta, mi ero scritto il discorso. Ma dove lo avevo lasciato?????

Lei si alzò sulle punte e mi baciò le labbra con passione.

Quando si stancò non ero più nel panico. La mia mente era completamente vuota. Sorrisi.

-È un regalo però insolito. Non sono riuscito ad incartarlo. Perché è una promessa. Sono qui per donarti la promessa del mio amore. Io ci sarò sempre per te, ti amerò sempre, in qualsiasi situazione ci ritroveremo, nel bene e nel male.

Ti starò sempre accanto, darò la mia vita per te se c’è ne sarà bisogno. Quando ti volterai in tutta la vita a venire, mi troverai al tuo fianco, pronto a sostenerti, a divertirti, a essere per te qualsiasi cosa tu voglia.

Il tuo migliore amico, il tuo confidente più fidato, persino tuo marito se vorrai. E infatti ti chiedo solo una cosa. Una domanda. Che non cambierà tutto ciò che ho promesso di darti. Vuoi sposarmi?- l’ultima frase la dissi in ginocchio, con la voce che mi tremava un po’ per l’emozione, mentre le porgevo il cofanetto dell’anello.

Lei era totalmente spiazzata. Aveva le lacrime agli occhi e un espressione di puro stupore. Ero riuscita a sorprenderla totalmente!

E mi innamorai totalmente della sua espressione mentre pronunciava il fatidico “sì”, prima di saltarmi in braccio dalla gioia.

 

***

 

James

Avevo finalmente un’idea. Sorrisi felice, mentre guardavo Lily rispondere ad una domanda della professoressa.

Sapevo cosa fare finalmente. Avevo solo bisogno di un paio di ingredienti. E della Mappa del Malandrino.

E il mio piano sarebbe andato alla grande! O almeno così speravo.

 

***

 

Joy

Sirius mi abbracciò da dietro, sorprendendomi. Ero ancora arrabbiata perciò tentai di rimanere fredda, non ricambiando l’abbraccio.

-Mi spieghi perché sei arrabbiata?- mi domandò troppo vicino al mio orecchio.

Io sbuffai, allontanandolo da me visto che il suo calore e il suo respiro vicino al collo mi deconcentravano troppo.

-E me lo chiedi? Siamo fidanzati e quelle sceme del tuo fan club osano ancora farti dei regali- dissi, irata.

Sì, ero arrabbiata per quello. Non perché non mi aveva fatto uno straccio di regalo, ma la contrario aveva organizzato una sorpresa a James.

Lui mi guardò, inarcando le sopracciglia.

-E io cosa posso farci? Non le ho chiesto io di farli- rispose. Gli voltai le spalle e ripresi ad camminare. Arrivati all’aula di Pozioni non avrebbe più potuto parlarmi. Ma lui mi bloccò contro un muro.

-Joy li ho rifiutati. Cos’altro devo fare per non farti arrabbiare?- mi domandò con fervore.

Sembrava irritato anche lui.

Io deglutì.

Era stupido. Sì, la mia reazione era stupida. Lui aveva perfettamente ragione. E io ero una grande ipocrita.

Volevo un regalo, ma non riuscivo ad ammetterlo. Perché era stupido, perché avevo sempre odiato quel giorno senza senso, perché mi ero illusa che lui stesse organizzando qualcosa e avevo pagato un prezzo spropositato l’ultimo cd della band preferita di Sirius che avevo fatto arrivare di corsa quella notte di nascosto.

Sì, ero davvero una stupida.

-Joy, qual è il vero problema?- mi chiese lui, cambiando tono. Ora era più gentile, più preoccupato. Mi accarezzò il viso e poggiò la fronte sulla mia, guardandomi negli occhi.

Io sbattei gli occhi, tentando di cacciar via l’amaro che sentivo in bocca.

-Niente Sirius. Sono solo una stupida. Andiamo a lezione- dissi, sperando mi ascoltasse.

Ma non lo fece. Invece mi baciò. Nel suo solito modo da farmi girare la testa. Non esisteva nient’altro se non lui.

-Non dovreste venire a lezione?- domandò una voce, interrompendoci. Incredula mi staccai a forza da Sirius, che non sembrava voler interrompere il bacio, per voltarmi verso il professor Lumacorno.

In genere era un tipo abbastanza cordiale, ma l’evento della colazione gli aveva decisamente rovinato la giornata.

-Certo professore. Stiamo venendo- risposi sorridente, tentando di liberarmi dall’abbraccio di Sirius.

Il professore ci fece un cenno e poi si incamminò verso l’aula, ma ero sicuro che pensava che lo seguissimo.

Guardai Sirius negli occhi.

-Andiamo?- gli chiesi. Lui mi guardò accigliato.

-Io non avevo finito di baciarti- protestò.

Sorrisi.

-Bene, allora rimandiamo a dopo la lezione- e lo trascinai verso l’aula di pozioni.

 

***

 

Sirius

-James secondo te Joy si aspetta un regalo?- gli chiesi, mentre preparavamo la pozione. Joy era andata a pulire il suo coltello quindi glielo chiesi tranquillo.

-Probabilmente si- mi rispose tranquillamente lui.

Io sbuffai.

-Tu hai deciso cosa fare?- gli chiesi, guardando la Evans. Lui sorrise, guardandola anche lui.

-Sì. Devo solo decidere altre due o tre cose- disse, mettendo un ingrediente strano nella sua pozione. Che invece di essere gialla, come quella giusta, divenne turchese.

-Ma che stai combinando?- chiesi curioso mentre lo osservavo aggiungere qualcosa come polvere esplosiva nel pentolone. La pozione divenne quasi nera.

La mescolo piano facendola, diventare velocemente rossa.

-Non ricordi questa pozione? Eppure l’abbiamo inventata insieme!- mi stuzzicò.

Spalancai gli occhi, sorpreso, mentre la riconoscevo. Sorrisi euforico e stavo per parlare, ma lui mi precedette.

-Mi dispiace, ma non è un regalo divisibile. Fatti il tuo!- disse. Io sbuffai.

-Bravo, è così che si aiuta tuo fratello?- lo spinsi, scherzando e lui rispose con una spallata amichevole delle nostre.

E iniziammo a litigare come al nostro solito fregandocene del fatto che eravamo in classe durante una lezione.

 

***

 

Joy

 

Mi ero ormai arresa all’evidenza. Avrei conservato il regalo per il suo compleanno. Tanto sarebbe stato tra poco meno di tre mesi. Dovevo solo sperare non gli saltasse in testa di comprarselo prima lui.

Ma non l’avrebbe fatto. Guardai avvilita la pergamena contente il mio tema di Difesa Contro le Arti Oscure e poi guardai Lily che stava leggendo accanto a me. Lei non si era fatta illusioni e non c’era rimasta male come me.

Mi ero sorpresa a dire la verità che James non le avesse fatto niente. Lui era un tipo romantico quando voleva. Non che lo sapessi per esperienza in realtà, ma ce lo vedevo a fare un regalo romantico.

Sirius proprio no. Ero stata davvero una stupida a illudermi in quel modo.

-Joy ?- la voce di Sirius mi fece saltare all’improvviso.

Mi voltai incredula, sicura di essermi immaginata tutto. Ma invece lui era dietro di me sorridente. Anche se ero in biblioteca, dove lui non entrava mai.

-Sirius? Cosa ci fai qui?- gli chiesi.

-Sono venuto a cercarti. Vieni con me?- chiese.

-Dove?- chiesi curiosa.

-Niente di speciale. Solo una passeggiata- rispose.

E la mia curiosità svanì. Uffa, perché torni ad illuderti stupida???!?!?!

-Va bene- dissi, anche se controvoglia. Salutammo Lily, che mi sorrise incoraggiante e lo seguì. Mi portò al terzo piano e poi, a sorpresa, mi coprì col mantello dell’invisibilità.

-Cosa fai?- gli domandai.

-Una cosa che non dovremmo fare. Ma che non facciamo da troppo tempo- e mi trascinò verso il passaggio segreto della strega orba.

 

***

 

Lily

Speravo per Black che le stesse preparando una sorpresa. Joy era davvero depressa. Guardai il libro, sospirando. Per me non ci sarebbe stata nemmeno una sorpresa…

Per tutta la giornata mi ero ripetuta che non ero una di quelle ragazze che soffrono stupidamente per cose come queste. Ma alla fine non potevo mentire con me stessa. Se avessi ricevuto un regalo da lui non avrei rifiutato…

E poi ecco la sorpresa. Una rosa bianca comparve accanto a me, sul tavolo, con un semplice pop! Mi guardai intorno, incredula.

Da dove era spuntata? Era per me? Alla rosa, bellissima tra l’altro, era legato un piccolo biglietto. Lo lessi subito, con il cuore che mi batteva forte perché avevo riconosciuto la calligrafia.

 

È solo qualche disegno.

Spero tu non mi voglia affatturare, ma non potevo evitarlo.

Questo è quello che vedo appena chiudo gli occhi.

Guarda dalla finestra. Ora!

James!

 

Corsi alla finestra più vicina, che dava su un piccolo balconcino.

Mi affacciai, rabbrividendo per l’aria fresca della sera, ma desiderosa di sapere cosa diavolo avesse organizzato questa volta. Quel messaggio era a dir poco criptico.

E con mio profondo stupore sentì un forte scoppio, come di fuochi d’artificio.

Nel cielo blu comparve una luce dorata.

Salì dall’alto, veloce, fermandosi appena per poi fare dei giri strani. E nel giro di pochi secondi si formò un disegno. E rimasi completamente di stucco.

 

***

 

Sirius

Arrivammo a Hogsmeade abbastanza in fretta.

La portai ai Tre manici di scopa e salutammo insieme Madama Rosmerta che ci accolse con un grande sorriso.

-Non hai idea di cosa stai rischiando Sirius. Ma fai pure!- mi sussurrò lei, dandomi una chiave.

Joy mi guardò accigliata, non ero riuscita a sentire cosa mi avesse detto. Sorrisi furbamente e la portai sopra.

L'attico era seminascosto da tantissime piante. Da sotto non si vedeva neanche.

Inoltre era magicamente riscaldato, e illuminato da centinaia di candele. Certo che Rosmerta si era data proprio da fare a preparare tutto.

Rose e candele ovunque. E una tavola apparecchiata. Ci sedemmo, mentre Joy si guardava intorno, incredula.

-E tutto questo?- chiese, fingendosi indifferente. Come se non la vedevo che gioiva, pensai, mentre rispondevo con totale tranquillità.

-Niente. Solo mi sono reso conto che senza uscite a Hogsmeade il mio regalo di Natale non era più un granché. Allora volevo rassicurarti che in qualsiasi momento tu vorrai ti porterò qui a prendere quante Burrobirre vorrai- la rassicurai.

Non pensavo fosse una cosa molto romantica, ma con mia grane soddisfazione Joy né fu felice lo stesso.

Si alzò, guardandomi con gli occhi che brillavano come stelle quella sera, e mi baciò con passione.

Sì, avevo fatto bene alla fine a fare qualcosa.

 

***

 

James

E disegnai nel cielo lei. Lily mentre sorrideva, lei che studiava, il suo viso mentre pensava, lei che si arrabbiava... tutto quelle espressioni che amavo.

Cioè tutte. E come ultima il suo viso sereno che dormiva. Come quella volta che aveva dormito nel mio letto. Tentai di immaginare la sua espressione mentre vedeva i miei disegni.

Probabilmente mi avrebbe voluto strozzare per aver mostrato il suo viso a tutta Hogwarts, anche se brevemente, considerato che svaniva tutto alquanto velocemente.

Ma non potevo fare niente. Firmai tutto con un bella J.

E naturalmente la mia faccia appena schizzata, che faceva la linguaccia.

 

***

 

Note autrice:

 

Wao... non pensavo di metterci così tanto.

Avevo il capitolo quasi pronto, mi mancavano soltanto i regali da parte di James e Sirius e poi ecco qui che hanno deciso loro cosa fare... da soli... io avevo idee completamente diverse...

ma è possibile che i miei personaggi devono prendere da soli le decisioni???

Sono stra contenta di come sono uscite tutte!!!

Specialmente la dichiarazione di Frank. XD

L'unica forse è Sirius... ma non lo immagino un tipo romantico... e poi lui ha deciso di fare così, quindi non ho potuto fare niente.

Voi che ne pensate?

Sono orribili?

Sono troppo smielate?

Sono leggibili??

aspetto la vostra sentenza!!!

un grazie immenso a coloro che leggeranno questo capitolo!!! =)

 

ps:ho purtroppo una brutta notizia da darvi.

Ho due esami a fine gennaio che devo assolutamente dare e che spero di superare con dei bei voti quindi devo mettermi a studiare seriamente. Ciò vuol dire che il prossimo capitolo probabilmente arriverà a febbraio.

Mi dispiace tantissimo, mi farò perdonare con un capitolo super (o almeno spero) lo giuro!!!!!!!!!!

Non mi abbandonerete, vero???

quindi ci vediamo a febbraio!!! XD

 

pps:naturalmente se l'ispirazione spunterà tra i libri di psicologia tornerò a scrivere subito. Come dico sempre, l'ispirazione non si zittisce mai!!!

 

alla prossima!!! =)

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Capitolo 35
*** Trentaquattresimo capitolo: ci sarò sempre ***


CAPITOLO 34:

Ci sarò sempre...

 

James

Oggi sarebbe andato tutto a meraviglia, me lo sentivo.

Sì, perché dopo il mio piccolo regalo Lily mi aveva cercato e mi aveva ringraziato. E quella mattina saremo andati insieme nel parco. Un'uscita con Lily! Ve ne rendete conto??? 

Finalmente!!! Mi preparai con particolare attenzione mentre Remus mi fissava divertito. Gli altri dormivano della grossa. Niente li avrebbe svegliati prima delle undici il sabato mattina.

-Sono davvero felice per te James!- mi sorrise.

-Io in pratica tocco il cielo con un dito. Anzi, con tutta la mano!- dissi. Uno sguardo allo specchio veloce e poi scesi in Sala Comune e non la vidi. Era ancora presto, in effetti. Ma io non sarei riuscito ad aspettare neanche un momento di più.

E poi arrivò. Era meravigliosa come ogni mattina, come ogni giorno, come in ogni momento della sua vita. E mi sorrideva. Una cosa a cui ancora non riuscivo ad abituarmi.

E forse non sarei mai riuscito a farlo.

-Buongiorno!- la salutai.

-Buongiorno anche a te James- rispose lei.

E in silenzio ci avviammo fuori, attraversando il ritratto. E ci trovammo davanti...

 

***

 

Lily

È proprio quando pensavo di essere felice, la vita mi riportò coi piedi per terra e in un mare di dolore.

Il professor Silente mi guardò serio e decisamente triste. E capì che qualsiasi cosa mi avesse detto sicuramente mi avrebbe distrutto.

 

-Gli auror sono arrivati in tempo per salvargli la vita, ma non stanno bene. Sono entrambi ricoverati all'ospedale Babbano più vicino. Abbiamo tentato di portarli al San Mungo, ma ci sono stati problemi con troppi Babbani e inoltre sua sorella si è opposta fortemente- mi spiegò con voce grave.

-Lo immagino. Cos'hanno?- domandai, cercando di non farmi prendere dal panico. Erano vivi, era già una cosa per cui dovevo ringraziare.

-Per il momento so solo che sono vivi. Ti accompagnerò personalmente all'ospedale e farò del mio meglio per spostarli al San Mungo il più in fretta possibile- mi rassicurò, prendendo un bicchiere e facendogli un incantesimo sopra.

L'aveva trasformato in una passaporta.

Mi alzai, ma barcollai. Era una sensazione stranissima. Non mi sentivo bene, reale. Era come se fossi un una bolla di sapone e guardassi tutto da lontano.

James mi prese per un braccio, aiutandomi a rimanere in piedi.

-Vengo con te- mi disse con convinzione.

E io mi sentì meno persa. Sentì la sua forte presa sulle braccia. Lo sentì mentre mi abbracciava.

Mi strinsi a lui con disperazione, ma non riuscì a sfogarmi.

No, prima dovevo vederli. Loro erano vivi.

Mi aggrappai a questo pensiero e mentre stringevo forte la mano di James mi aggrappai anche alla passaporta. Che in poco tempo ci portò via.

 

***

 

James

Dolore. Dolore allo stato puro. Ecco cosa provava Lily in quel momento. Probabilmente il mio viso doveva essere stato come il suo mentre la realtà della morte dei miei genitori mi era caduta addosso, distruggendo tutto il mio mondo.

Eppure loro non erano morti. Il padre di Lily era stato torturato con diversi incantesimi, che gli avevano lasciato danni irrimediabili a detta dei dottori Babbani e dei Medimago.

Il suo cuore batteva appena, c'erano serie possibilità che non riuscisse più a camminare e non poteva più vedere.

E come se la cosa non bastasse era anche in un coma profondo da cui non sapevano che si sarebbe svegliato.

E sua moglie era combinata forse peggio. Con lei avevano usato la maledizione del fuoco nero.

Quella che una volta era una Lily bellissima, solo che più grande, ora era qualcosa che assomigliava solo vagamente a un essere umano. Era anche lei in coma, portato dall'intossicazione dei polmoni.

Naturalmente la nostra magia avrebbe fatto miracoli in caso di un fuoco normale.

Ma la magia nera che avevano usato poteva riportarla solo a uno stato decente, sempre se si fosse ripresa.

E Lily era.... un fantasma. Appena finito di parlare con i Medimago lei uscì dalla stanza senza una parola.

E ora rimaneva a guardare la finestra con espressione completamente vuota. Avevo paura. Paura di cosa potessi fare per aiutarla. Volevo starle vicina.

Volevo farle sentire che io c’ero. Volevo prenderla tra le mie braccia e dirle che tutto sarebbe andato per il meglio.

Ma non avevo il coraggio di dirglielo.

No, non potevo dirle una cosa del genere perché era una pura bugia. La vita era uno schifo, le persone che ti amano ti vengono portate via in una maniera orribile e tu non puoi fare altro che soffrire. Ma non potevo lasciarla sola.

Mi avvicinai a lei e le toccai piano il braccio destro, delicatamente, con un solo dito.

Lei parve non sentirlo, rimase a guardare la finestra con sguardo vuoto. Vedevo il suo volto riflesso nel vetro, e mi sentivo male. Male per il suo dolore, male per il mio dolore riflesso, male per tutto.

Quanto avrei voluto Sirius accanto a me.

Sì, lui sarebbe stato accanto a me mi avrebbe lanciato uno di quei sguardi che parlavano.

Mi avrebbe detto “e perché cavolo non sei là a stringerla forte?” oppure “ma che, ti sei addormentato. Corri da lei idiota!”.

Sì, perché in un modo o nell'altro sapevano sempre cosa fare tra di noi. Lui diventava forte se io ero debole e viceversa.

Guardai Lily e stavo per parlare quando una voce ci fece voltare. Proveniva dal corridoio all'angolo e sembrava proprio una donna isterica. E quando girò l'angolo capì chi fosse.

Mi voltai verso Lily che si vide arrivare davanti sua sorella che le gridava addosso.

-TU!!! È TUTTA COLPA TUA!!!!!!- le gridò addosso.

Nonostante stesse attaccando Lily, non potei non provare pietà e un'infinita tristezza per lei, vedendola con le lacrime che le scorrevano sulle guance e il viso contratto dalla rabbia e dal dolore.

-Tunia io...- tentò di dire Lily, cercando di abbracciarla. Ma lei si scansò con rabbia.

-SEI UN MOSTRO. TUTTO QUESTO È SUCCESSO PER COLPA TUA. NOI NON FACCIAMO PARTE DI QUESTO MONDO DI SVITATI. LORO NON C'ENTRAVANO NIENTE!!!!!!

IO NON HO PIÙ UNA SORELLA NÈ DEI GENITORI. SONO TUTTI MORTI PER ME- disse, prima di gettarsi tra le braccia del suo fidanzato, e andarsene.

Se fossi stato in Lily le sarei corso dietro per tirarle un pugno in faccia. Ma lei rimase a osservarla andare via, in silenzio. Aveva voglia di piangere, ma qualcosa la bloccava. Non ci riusciva, tremava soltanto.

La presi tra le braccia stringendola forte. Non potevo fare nient'altro per lei, purtroppo. Potevo solo assicurarmi che sapesse che non era sola.

 

***

 

LilY

 

-Torniamo a scuola- disse Silente.

Lo guardai male. Sì, era la prima volta che lo guardavo con uno sguardo simile.

Ma aveva detto la cosa più assurda che potesse dire.

E James era perfettamente d'accordo con me.

-Professore resteremo qui. Non penso che per un'assenza giustificata cadrebbe il mondo, giusto?- domandai.

-No.. ma non vi fa bene stare qui da soli. Non c'è un posto sicuro in cui potete stare. E in più... non sapete quanto dovrete restare- Silente tentò di farci ragionare, ma io scossi la testa subito.

-Io resto qua. Non me ne andrò fino a quando non si saranno svegliati entrambi. E anche in quel caso non riuscirete a farmi uscire da qua fino a che non si verranno dimessi- dissi chiaro e tondo da subito.

Il professor Silente mi guardò esitante.

-Resto anch'io. Ci sarò io se c'è bisogno di aiuto e la chiamerò subito nel caso servisse- tentò anche James. Lo guardai con gratitudine e lui mi strinse la mano per risposta.

-Va bene. Vi lascio la passaporta. Vi poterà direttamente nel mio ufficio. Se c'è qualsiasi problema usatela subito senza problemi. In più vi prego di spedirmi un gufo se ci fossero novità e se non ci sono uno ogni sei ore da domani mattina. Chiamatemi se avete bisogno- disse. E dopo essersi rassicurato della nostra risposta affermativa, se ne andò.

-Grazie. Ma potevi andare se volevi. Non voglio costringerti a stare qui...- dissi, rendendomi conto solo ora che lui probabilmente avrebbe preferito tornare a scuola.

-Io sono qui con te, non me ne vado- disse convinto.

 

***

 

James

E la giornata passò. Rimanemmo tutta la fine del giorno e anche la notte accanto ai due letti. E i genitori di Lily rimasero a dormire senza nessun cambiamento.

Lily rimase in silenzio per tutto il tempo.

Non voleva parlare.

Non voleva piangere.

Non faceva altro che guardare prima l'uno e poi l'altro e sospirare. E io le rimasi accanto. Mi alzai solo per mandare le lettere promesse a Silente e agli altri e per andare a cercare qualcosa da mangiare per cena.

Trovai un panino e una bibita dolce e glieli portai subito e lei mangiò senza dire una parola.

La mattina dopo, appena arrivò il Medimago a controllare i pazienti, ci guardò accigliato.

-Vi farà male non dormire. Tornate a scuola, appena ci sono novità la farò chiamare signorina Evans- promise. Ma Lily scosse il capo.

-Loro si sveglieranno. Presto! E voglio che mi trovino qui accanto a loro- rispose.

Dopo i soliti controlli il Medimago uscì e io lo raggiunsi fuori.

-Scusi.. quante speranze ci sono che si sveglino?- domandai pacatamente.

E lui rispose in modo altrettanto pacato.

-Non dipende da me purtroppo. Ci sono il 50 % delle possibilità che si risveglino, ma altrettanti che non lo facciano mai-.

Annuì e ringraziandolo entrai di nuovo dentro.

E un altro giorno passò uguale a quello prima.

 

***

 

Lily

Si risveglieranno.

Questo era quello che mi ripetevo ogni ora, ogni minuto, ogni secondo. E insieme avremo sistemato tutto. Non importava niente, se non che loro si svegliassero.

Avevo bisogno di sentire le loro voci. Avevo bisogno del loro abbraccio. Avevo bisogno di sentirmi dire che non era colpa mia. Perché se lo fosse davvero stato...

Chiusi gli occhi e nascosi il viso tra le braccia piegate sul letto. No, non era colpa mia. E loro si sarebbero svegliati. Tutto sarebbe andato come doveva. Tutto!

James rimase accanto a me sempre. Era incredibile come lo percepissi al mio fianco anche se non mi voltavo mai a guardarlo, come la sua presenza mi rincuorasse anche se non parlavamo, come per me era importante che fosse qui con me senza nessun gesto a dimostrarlo.

E il tempo passava, mentre speravo.

 

Era notte e gli occhi mi si chiudevano. Decisi di alzarmi per non addormentarmi e mi avvicinai al letto di mio padre. Gli presi la mano e gliela baciai piano, come faceva tante volte con me, come avevo fatto tante volte ormai, in attesa che si svegliasse.

E con mia grande sorpresa sorrise. Rimasi bloccata, ferma, senza sapere cosa fare, mentre la mano che avevo tra le mie ricambiava la stretta.

-Lily- sussurrò roco.

La risposta mi rimase in gola. Non riuscivo a parlare. Il cuore mi batteva così veloce che non ce la facevo a connettere.

-Sì, è Lily signor Evans. È proprio lei- disse James a sorpreso, avvicinandomi al letto e sorridendo contento. Poi corse fuori, probabilmente per chiamare il dottore.

Io rimasi ancora immobile mentre mio padre mi stringeva la mano.

-La mia piccola Lily. Pensavo di non vederti più- disse.

Mi lasciò la mano e mi accarezzò la testa, con un amore che solo un padre sa dare. E le lacrime iniziarono a scendere come un fiume in piena.

Lo abbracciai sperando di non fargli male, ma anche non curandomene troppo. Si era svegliato. Si era svegliato davvero!!!!!!!!

 

*** 

 

Joy

Lessi ad alta voce la lettera di James con una nuova felicità. Finita mi alzai in piedi felicissima, mentre Sirius e Peter ballavano dalla gioia come degli stupidi e Remus salvata.

Io corsi e strinsi a me Sirius e Peter, i più vicini. Allora la sperare serviva a qualcosa!

 

***

 

Lily

 

-Vedrai come quando si sveglierà mamma sarà tutta preoccupata dal fatto che la casa non è in ordine- sorrisi, mentre rimboccavo la coperta a mio padre.

Lui rise e cercò la mia mano da stringere. Non vedere lo lasciava ancora del tutto sconvolto, ma cercava di non farlo notare. Mi strinse la mano, regalandomi un bellissimo sorriso.

-Già. Ne sono sicuro. Ma piccola tu non devi tornare a scuola?- domandò.

-Non ti preoccupare papà. Resterò qui fino a che voi non starete bene- lo rassicurai.

-Lily la scuola è importante. Non pensare a noi, ce la caveremo. Tra un po' potrò anche alzarmi. Hai sentito il medico, mi basterà appoggiarmi a un bastone e sarò a posto!- disse lui.

-Papà non ci pensare. Pensa solo a riprenderti- ribadì.

-James convincila tu. Dovete tornare a scuola. È già il terzo giorno che saltate- dissi mio padre a James, cercando un appoggio.

Lui esitò appena sotto il mio sguardo.

-Torneremo a scuola, ma solo quando tutto sarà al meglio. Non si preoccupi comunque. Sua figlia ha una media scolastica così alta che sono sicuro che se mancasse anche 4 mesi non ne risentirebbe. Inoltre, fino ad ora non aveva fatto neanche un'assenza, quindi non c'è proprio da preoccuparsi!- rispose con un tono tranquillizzante.

Apprezzai davvero le sue parole e con quelle anche tutto quello che stava facendo per me.

-Capisco, siete più forti di me. Ma voglio parlare con il preside Lily. Inoltre, dove dormite voi?- aspettò le nostre risposte, confusa, probabilmente perché gli era venuto in mente solo ora.

Io non seppi cosa rispondere. La verità lo avrebbe fatto arrabbiare...

-Non avrete dormito qua tutto questo tempo, vero?- chiese.

-Ehm.. si- diciamo più o meno dormito... pensai.

-James prendi subito mia figlia e portala a dormire nel suo letto a casa. Io resterò qui e non ci saranno problemi.

Chiederò all'infermiera di chiamarvi appena tua madre si sveglierà. E verrai a trovarmi domani mattina dopo una bella dormita. Chiaro?!?- usò il suo solito tono severo, da comandante che in altre occasioni mi faceva sempre arrabbiare. Ora mi fece quasi ridere per la contentezza. Pensavo di non sentirlo più.

-Papà, non ti preoccupare. È presto. E abbiamo dormito abbastanza bene. Stasera andremo a casa, se proprio vuoi, ma per ora non ti preoccupare- gli dissi tranquilla. In parte era una bugia, non avevamo chiuso neanche per un secondo gli occhi. Ma non c'era problema.

 

La giornata passò con notizie sempre più belle. Grazie all'efficienza dei Medimago, amo la magia, mio padre sarebbe stato dimesso tra quattro giorni.

Purtroppo non avevano potuto fare niente né per gli occhi né per la gamba destra che non sarebbe più riuscito a muovere.

E il Medimago gli prescrisse anche varie pozioni da prendere per il cuore. Ma stava bene.

Inoltre avevano lavorato anche su mia madre.

Gli avevano fatto ricrescere i capelli, il viso era umano ora perché erano riusciti a ricreare gran parte delle connotazioni come il naso e le labbra.

Per la pelle bruciata, però, non potevano farci molto, la magia oscura usata era troppo potente. Ma un unguento che le spalmavano ogni giorno sarebbe servito a migliorare il tutto.

Inoltre le si sarebbe potuto fare un incantesimo più in là, ma solo dopo che si fosse svegliata.

Per il resto, però, non presentava altri problemi, almeno questo.

Quando mio padre si addormentò e io quasi caddi dalla sedia per un colpo di sonno, James mi trascinò fuori tirandomi per le braccia.

-Hai bisogno di dormire. Andiamo- mi disse.

Raggiungemmo casa mia con la polvere volante, il San Mungo aveva una stanza apposita per questi spostamenti, e arrivammo senza problemi.

Indossai il mio pigiama solito e poi trovai uno di mio padre che sembrava potesse andare a James.

E frugai per cercargli anche qualche vestito pulito, visto che erano giorni che non ci cambiavamo.

Arrivata nella stanza in cui lui avrebbe dormito, quella degli ospiti, lo trovai che apriva un pacco che gli avevano mandato via gufo. E c'erano dei vestiti.

-Remus ha pensato che mi sarebbe servito qualcosa di pulito!- disse, notandomi sulla soglia della stanza.

Io arrossì.

-In effetti non ci avevo pensato minimamente...- sussurrai.

Lui rise. E senza rendermene conto scoppiai a ridere anche io. Era totalmente assurdo, senza una ragione precisa o altro. Ma ridevamo così forte e di gusto che ci ritrovammo piegati in due e con le lacrime agli occhi. Appena tentavo di tornare seria guardavo lui e scoppiavo ancora a ridere e lo stesso faceva lui.

Ridemmo per quelle che parvero ora, ma che mi fecero davvero bene. Quando mi alzai da terra, si perché ero caduta ridendo, lo guardai colma di gratitudine.

Lui mi sorrise e prese il pigiama.

-Bene. E ora andiamo proprio a dormire. Sono distrutto!- e si sfilò il maglione. Io feci un passo indietro, incredula.

-Cosa stai facendo?- domandai.

-Mi sto mettendo il pigiama. Come dovrei farlo?- domandò innocentemente mentre si sbottonava la camicia. Io distolsi lo sguardo prima di incantarmi e fare la figura della maniaca sessuale.

-Buonanotte James- dissi prima di aprire la porta e precipitarmi di sopra. Andando verso la mia stanza lo sentì ridere.

 

***

 

James

Ero in un cimitero. Lapidi ovunque e un'aria spettrale. La luna piena illuminava di argento tutto, compresi gli alberi spettrali. Arrivai davanti a una tomba bianca, che riconobbi.

Era quella dei miei genitori. E da lì provenivano le loro voci. Mi chiamavano. Corsi verso di loro e tentai di aprirle.

Con tutta la forza che potevo ne spalancai una. Mi avvicinai, pronto a rivedere mia madre, quando da lì uscì qualcosa. Che non era decisamente mia madre...

 

 

Mi sveglia di colpo. La porta si stava aprendo. Lo potevo vedere dalla luce dei lampioni che la finestra, con la serranda tirata, lasciava entrare. Guardai la maniglia della porta abbassarsi e poi la porta aprirsi.

Ed era lei. Il mio cuore riprese a battere lentamente mentre mi diedi dello stupido per la paura che avevo provato.

La vidi entrare, con i capelli rossi tutti spettinati. Aveva un pigiama bianco con degli animaletti stampati sopra, sembravano tartarughe.

E, lo notai con un sorriso, aveva i piedi scalzi. Stringeva a se un enorme cuscino bianco e mi guardò intimidita.

-Sei sveglio?- chiese. Annuii. Lei rimase sulla porta senza dire o fare altro. Allora decisi di parlare io.

-Non riesci a dormire, vero?- chiesi.

Lei annuì a sua volta. Mi spostai dal centro del letto e aprii le coperte.

-Accomodati pure- l’invitai. Riconobbi subito lo sguardo che mi lanciò. Uno di quelli da “vorrei tanto che gli sguardi potessero uccidere”. Sghignazzai mentre lei rimaneva immobile.

-Lily non c'è niente di male. Ti assicuro che ci farà sentire bene tutti e due- la incitai. Se la luce non mi stava ingannando stava arrossendo.

-Potter guarda che non sono venuta per finire a letto con te!- ribatté lei.

-Come sei mal fidata. E poi non facciamo nient'altro. Dormiamo, semplicemente- la rassicurai.

Ancora esitante si avvicinò e si sedette accanto a me. Mi sistemai meglio che potevo per lasciarle più spazio possibile e la guardai mentre sistemava il cuscino e si sdraiava anche lei. Probabilmente stava cadendo per quanta distanza cercava di tenere da me.

-Meglio?- domandai.

La sentì borbottare qualcosa di inconsulto. Piano mi avvicinai a lei e le passai un braccio sotto la testa.

Lei sussultò, alzandosi, sfuggendo.

-Shhhh- dissi, mentre dolcemente l'abbracciavo, facendola distendere di nuovo.

Lei era rigidissima, ma io non la lasciai. Al contrario presi ad accarezzarle la testa e i capelli, stringendomela al petto.

-Ci sono io qui Lily. Ci sarò sempre- promisi anche a me stesso in un sussurro.

E lei si rilassò pian piano. Poggiò le mani sul mio petto, così come il viso e la sentì sospirare.

-Grazie James- sussurrò.

Io sorrisi, appoggiando il mio viso sulla sua testa, sentendo il profumo dei suoi capelli. No Lily, grazie a te, pensai.

 

***

Nota autrice:

 

Ciao a tutti!!! non mi aspettavate così presto, vero? Ma eccomi qui!

Ho dovuto spostare gli esami al secondo appello, quindi l'8 e il 17 febbraio quindi sapete cosa ho pensato? Beh, allora scriviamo un po'! E infatti ho aggiornato tutte le storie che sto scrivendo ed ecco il nuovo capitolo di frammenti!

Lo so... fa schifo... lo so, non li voglio lasciare in pace. Lo so, sono dannatamente crudele.

Ma devo esserlo. La mia ispirazione ha fatto tutto. E naturalmente anche i personaggi.

Io sono solo colei che preme i pulsanti, non colei che sceglie cosa scrivere.

Mi è dispiaciuto tantissimo scrivere quelle cose dei genitori di Lily ma serve alla storia. Serve al rapporto tra Lily e James. Serve a progredire.

E servirà anche per separar...

ehm... dimenticate cosa ho appena detto (o scritto meglio). Lasciate stare.

Cercherò di scrivere il capitolo più in fretta possibile tra le tante ore di studio che faccio.

Perché ho una dannata voglia di scriverlo.

Perché non vi voglio lasciare con questo disastro che è successo. Perché vi voglio tanto bene a tutti voi che leggete, seguite, ricordati e preferite questa mia storia. Vi amo!!!!!!!!!!!

E amo amo ancora di più le due meravigliose recensitrici!!!!

grazie malandrina4ever e maltrerio. Vi ringrazio personalmente con i mess anche se prima l'ho fatto per capitolo, me ne sono accorta ed ecco qui. so che non era importante ma eccomi qui!!! 

sono impazzita!!!!!!! XD un bacio ragazze. vi voglio tanto bene!!!!!!!!!!!!!

e ora un “alla prossima” a tutti miei cari lettori.

E se avete voglia di fare un'opera di beneficenza, cliccate la frase “ Inserisci una recensione ” e lasciatemi in piccolo commento!

Farete davvero del bene!!!!!!!!!! XD

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Capitolo 36
*** trentacinquesimo capitolo: Grazie ***


CAPITOLO 35:

Grazie

 

Lily

Quanto mi sentivo bene tra le sue braccia, ma come ci riusciva? Come poteva con un abbraccio farmi dimenticare tutto il dolore? Come riusciva a bastare la sua presenza per non farmi scoraggiare?

Aveva un potere speciale? Non avevo risposta, ma non potevo fare altro che pensare a quanto fossi fortunata ad averlo accanto a me.

Riusciva perfino a farmi sorridere e ridere nonostante la preoccupazione.

 

***

 

Sirius

-Abbiamo la partita tra una settimana. Come facciamo senza il nostro cercatore?- chiese Luke.

Non aveva tutti i torti.

-Non ti preoccupare Luke. James tornerà per la partita. Sai che campione che è. Anche senza allenamenti riuscirà lo stesso a prendere per primo il boccino. Intanto ci alleniamo noi- tentai di convincerlo. Lui mi guardò scettico.

-James è il migliore, lo so. Ma allenandosi ogni volta.

Ma se salta la partita lo sbatto fuori dalla squadra- decretò. Sbuffai. Che casino.

 

***

 

Lily

Guardai mio padre mentre baciava con dolcezza la mano di mia madre. Ancora non si era svegliata. Lui invece oggi sarebbe stato dimesso. Era già vestito accuratamente e sulla sedia a rotelle, ma solo per il momento. Aveva il bastone accanto ed era pronto a tentare di camminare con tutto se stesso. Io ero molto preoccupata per questo. Ora non vedeva più niente. Sarebbe caduto a ogni passo non sapendo neanche dove.

Ma gli sarei stata vicina. Mi facevo forza tornando a ripetermelo. James in quel momento non c’era. Era venuto il professor Silente. Aveva parlato prima con me, chiedendomi cosa volessi fare, per poi parlare con lui.

 

-Non tornerò a scuola. Almeno non fino a quando i miei genitori non si saranno sistemati e riusciranno a cavarsela da soli. Non posso tornare e temere che mio padre cada dalle scale, oppure che non possa andare a farsi da mangiare o a comprare qualcosa. Devo restare con lui- dissi decisa.

-Capisco pienamente le tue motivazioni. E posso farti una proposta particolare. Per questa fine di anno potrai non tornare a Hogwarts. La tua media eccellente e le pochissime assenze che hai fatto in tutti questi sei anni ti permetteranno questo.

Ma a fine giugno dovrai tornare per svolgere gli esami. So che riuscirai a studiare e ad aiutare i tuoi genitori.

E sono sicuro che rimarrai lo stesso la studentessa con i voti più alti della scuola!- mi disse, sorridendo.

-Grazie professore-

 

Sì, mi aveva permesso di restare vicino a loro. Era esattamente quello che volevo. Non potevo tornare a scuola, non prima che mia madre si riprendesse. Non prima di averli visti insieme felici e capaci di cavarsela da soli. Guardai la porta chiusa sentendo, però, una stretta al cuore. Cosa avrebbe fatto James?

 

***

 

James

-Io resto con lei- dissi deciso.

-James capisco cosa provi, ma mentre Lily può permettersi di non frequentare più la scuola, per te è diverso. Le numerose assenze, le troppe punizioni che hai ricevuto.. anche se hai una media alta rischierai di perdere l'anno. E lo sai che a Hogwarts non ci sono ripetenti- mi tentò di convincere lui.

-E va bene. Verrò bocciato. Mi farò bastare i G.U.F.O.

Ma io resterò qui fino a quando lei avrà bisogno di me- dissi cocciuto.

Non potevo lasciala sola. Non potevo tornare a scuola e lasciarla sola tra mille difficoltà.

-James, Lily è una ragazza forte. Riuscirà a farcela da sola. E ti odierà se ti rovinerai la vita per lei-

-E io mi odierò se non riuscirò ad aiutarla. Professore ha detto che mi capisce, e mi conosce anche. Della scuola non me ne importa un fico secco!

Resterò qui fino a quando ce ne sarà bisogno e se poi potrò tornare a scuola tornerò. Altrimenti arrivederci professore- e me ne stavo andando sul serio, non volendo discutere oltre.

-Volterai le spalle anche all'Ordine?- chiese. Mi fermai.

-No. Continuerò a lottare sempre e comunque per fermare tutto questo male-

 

***

 

Remus

-Non tornerà comunque. Non gli interesserà niente del Quidditch, lo sai bene- dissi. Sirius annuì.

-Sembrerà assurdo, ma sono d'accordo. Però penso sia meglio scriverglielo lo stesso- ribatté lui.

Ci pensai su. E poi annuì. Non potevamo fare molto altro purtroppo.

 

***

 

Lily

Mi sentì come se davanti a me avessi un bambino. Mio padre barcollava per casa e toccava tutto con le mani, come se fosse avido di toccare qualsiasi cosa. Arrivò al frigo e lo tastò, sorridendo.

-Sarà davvero divertente imparare a cucinare qualcosa senza vedere!- disse, scherzando.

Lui ce la faceva. Io invece mi sentivo male a vederlo così.

-Sono d'accordo signor Evans. Deve essere una cosa davvero strana, ma appagante- gli rispose James tranquillo.

Lo guardai. Non mi aveva voluto dire di cosa avevano parlato con Silente. Mentre io gli avevo detto che non sarei tornata a scuola. E lui non aveva detto niente di niente. Lo avrei tanto voluto picchiare e se non ci fosse mio padre in mezzo lo avrei sicuramente fatto.

-Inoltre devo imparare come si legge con le dita. Altrimenti non potrò più leggere niente- e afferrò un libro con aria buffa.

-Non sarà troppo difficile. Se Lily ha preso la testa da lei sono sicuro che ci riuscirà in meno di una settimana- invidiai James. Riusciva a rispondergli senza nessun timbro negativo nella voce. Io non riuscivo a parlare, avrei soltanto lasciare scappare i singhiozzi angosciati che sentivo in gola.

Così come le lacrime che volevano scendere, ma che fermavo per principio. Non serviva a niente piangere in un momento del genere.

-Oh si, vedrai che mi ci vorrà ancora meno se c'è Lily che mi aiuta! Andiamo a vedere se riesco a salire le scale!- esclamò, entusiasta.

Io mi avvicinai, ma James mi bloccò.

-Tranquilla, lo seguo io- disse, sorridendomi.

Li guardai salire le scale e poco dopo mi sedetti al tavolo. Abbandonai la testa contro la superficie fredda. Ero davvero stanca.

 

***

 

James

 

Riusciva a muoversi abbastanza bene in casa sua.

Si muoveva con sicurezza e barcollava solo un po', non ancora abituato al doversi appoggiare al bastone per il poco movimento che poteva fare con la gamba destra.

Scendemmo sotto e trovammo Lily addormentata appoggiata al tavolo.

-Lily?- chiamò suo padre incerto, probabilmente non sentendo nessun rumore.

-Si è addormentata sul tavolo- gli spiegai, guardandola con tenerezza. Non dormiva da troppo tempo.

Anche lui sorrise.

-La puoi portare nel suo letto? È la terza porta a destra sopra- disse.

Annuì e la presi in braccio, cercando di non svegliarla. Sembrava talmente piccola e indifesa in quel momento. Loro non potevano chiedermi di tornare. No, dovevo restare con lei. Lei aveva bisogno di me.

L'adagiai nel letto e la coprì con cura. Era esausta. Aveva proprio bisogno di dormire un paio d’ore. Ritornato in cucina trovai il signor Evans con due uova in mano e una padella.

-Ti va un uovo fritto?- mi chiese.

-Certamente. Vuole aiuto?- domandai, mentre lo guardavo tentare di rompere il guscio dell'uovo contro il bordo della padella e naturalmente non beccarlo.

-Ci vuole solo un po' di esercizio- disse lui tranquillamente, mentre riprovava. E quando riuscì a romperlo lo fece con troppa forza e tutto l'uovo finì sulla cucina.

Sorridendo presi l'altro uovo, porgendoglielo.

-Riprovi. La seconda volta va sempre meglio- dissi incoraggiante.

 

***

 

Joy

Guardavo l'orizzonte triste. Accanto a me la lettera che mi aveva scritto Lily. Avrei tanto voluto aiutarla anch'io. Anche se non potevo non invidiarla in un certo senso. Certo, quello che le era successo non era una cosa bella, ma avere i genitori accanto, anche se un po' malandati, probabilmente era meglio che non averli. Guardai il cielo che stava diventando blu.

Mamma, papà, voi mi guardate da lassù? Pensate mai a quanto vorrei avervi vicino?

Un rumore mi fece distogliere lo sguardo dalle stelle. Sirius arrivò sulla torre e si sedette accanto a me per terra. Aveva anche lui una lettera in mano.

-Cosa ha risposto James?- domandai.

-Niente che non mi aspettassi. Ha detto di dire a Luke di trovare un altro cercatore. Ma non penso lo farò- rivelò lui.

-Lily ha deciso di non tornare a scuola. Silente gli ha proposto di studiare da casa e fare solo gli esami finali. E lei ha accettato- gli spiegai, triste.

Sirius si stropicciò il viso con le mani.

-Cavolo, allora James non tornerà proprio. Figurati se ha intenzione di lasciarla- disse lui.

Capì come si sentiva. Lo sentivo anch'io. L'idea che James rinunciasse a tutto per Lily era contrastante.

Sapevamo che si sarebbe rovinato la vita scolastica, oltre a quella del Quidditch e soffrivamo perché non l'avremmo potuto vedere, parlarsi solo per lettere era una cosa tremenda.

Ma sapevamo anche che qualsiasi cosa avremmo detto noi non sarebbe servita. Lui sarebbe rimasto convinto della sua decisione, fino alla fine. Appoggiai la testa sulla sua spalla e lui mi strinse a se per un fianco.

-Mi manca- disse triste. Non era da lui dire certe cose e di slancio lo abbracciai, stringendomi di più a lui.

-Temo che questa situazione non gli faccia bene. So com'è fatto. Starà tentando di alleggerire l'atmosfera e di far riprendere sia Lily che suo padre senza preoccupazioni. Ma dentro si starà facendo del male. Sia perché non potrà non pensare invece ai suoi genitori e a quanto li vorrebbe avere accanto, sia perché sono sicuro che sta male per Lily e per tutta questa situazione della scuola.

Avrebbe bisogno di noi. E Silente invece non mi fa andare da lui- disse sconfortato.

Aveva avuto una lunga discussione con la professoressa McGranitt e il professor Silente quella mattina. E anche con Remus, perché lui voleva andare anche se non aveva il permesso.

Avrebbe voluto prendere il primo camino e andare da lui. Ma Remus era riuscito a farlo ragionare, più o meno.

Alzai il viso e lo baciai a lungo, tentando di fargli capire che anche io mi sentivo impotente quanto lui.

Che capivo perfettamente come si dovesse sentire James. E anche io volevo essergli accanto, sia a lui che a Lily. L'unica cosa confortante probabilmente era proprio questo. Noi eravamo insieme. E anche loro.

Sì, James e Lily erano insieme. Almeno questo.

 

***

 

Lily

Guardai il volto di mia madre. Mio padre era rimasto con James a casa, speravo che dormissero tutti e due.

Ma io dovevo stare anche con mia madre. La guardai con una stretta al cuore. Si sarebbe mai ripresa lei? Mi avrebbe mai guardato, sorridendo serena.

Chiusi gli occhi e nascosi il viso tra le mani. Dovevo ringraziare il cielo che fossero vivi oppure essere arrabbiata perché almeno ora non erano in cielo insieme e almeno felici?

 

Stavo per andarmene quando un mormorio mi fece voltare. Mia madre aveva aperto gli occhi e tentava di parlare, ma per il momento usciva solo un mormorio confuso. Tornai da lei mentre premevo il pulsante per richiamare i Medimaghi.

E guardai ancora mia madre, che aveva iniziato a piangere guardandomi. Alzò una mano e mi accarezzò il viso, scansando le lacrime che iniziavano a scendere anche a me.

-Mamma- dissi soltanto, gettandomi ad abbracciarla.

-Lily- sussurrò lei con voce roca.

 

***

 

James

 

Stavo facendo una frittata (il signor Evans era davvero fissato con le uova) quando sentì la voce di Lily e mi allarmai immediatamente.

Corsi verso il salotto e nel camino vidi la testa di Lily.

-James riesci a venire con mio padre subito? Mia madre si è svegliata!- stava dicendo entusiasta.

-Certo. Arriviamo!- dissi felice anch'io e lasciata la ciotola sul tavolino corsi di sopra dal signor Evans.

Lo trovai alla scrivania del suo studio che studiava i caratteri braille.

-James questa è la “e”, giusto?- mi chiese.

Mi fermai un attimo per controllare.

-Sì, signor Evans. Complimenti per averla trovata! E ho una buona notizia. Vostra moglie si è svegliata!- esclamai felice. Lui si alzò dalla poltrona, cercando con le mani il bastone finché non l’ebbe trovato.

-Andiamo subito da lei!-

 

***

 

Lily

Dopo il primo momento di felicità mia madre chiese subito di mio padre. La rassicurai che stava bene e lei sorrise felice. Poi si toccò il viso.

-Voglio uno specchio. Lily dammi uno specchio, per favore- mi disse seria. Io scossi il capo.

-Mamma con la magia si può migliorare il tutto. Volendo possiamo mettere un incantesimo che funzioni come una maschera. Le persone non si accorgeranno di niente- tentai di rincuorarla, ma la voce mi tremava.

-Lily dammi uno specchio- ordinò lei.

Mi guardai in giro. Non avevo uno specchio naturalmente a portata di mano. Ma l’infermiera, che aveva da poco visitato mia madre, mi porse uno piccolo specchio tirato fuori dalla tasca del camice.

Si guardò e le lacrime ricominciarono a scorrere sulle sue guance. Mi avvicinai, tentando di consolarla, ma lei mi scostò.

-Sono un mostro- disse gettando lo specchio a terra con forza e piangendo disperata.

Feci per abbracciarla, ma una mano sulla spalla mi fermò.

Era quella di James. Mi voltai verso il letto e vidi mio padre che si sedeva. Lentamente tentò di trovare mia madre, allungando le braccia verso di lei. E quando la trovò le prese il viso tra le mani e sorrise.

-No. Tu sei bellissima. Tu sei il mio amore- e la baciò.

Mia madre avvolse le braccia intorno al suo collo e lo baciò con trasporto, mentre altre lacrime scendevano.

Ma questa volta commosse. Sì, sarebbero riusciti a riprendersi tutti e due. E anche io con loro. Insieme c'è l'avremo fatta!

 

***

 

James

Dolore, felicità. Tutte sensazioni strane da provare insieme. Ma che in quel momento aleggiavano entrambe nella stanza. Abbracciai Lily che in silenzio piangeva, guardando i suoi genitori. La strinsi a me pensando che da quel momento sarebbe andato tutto bene, me lo sentivo.

 

***

 

Lily

Presi un gran respiro e poi entrai nella stanza degli ospiti dove si trovava James. Lui stava ridacchiando, guardando uno specchietto, cosa che mi lasciò perplessa. Non si era accorto che ero entrata.

-Avanti Sirius, finiscila di fare il cretino- diceva una voce che riconobbi come quella di Remus.

-Ma perché mi insulti sempre Lunastorta? Non hai idea del dolore che mi dai quando lo fai...- proclamò Sirius con una voce intrisa di dolore.

-Aiuto James. Questi due mi stanno facendo letteralmente uscire pazzo!!!- sentì anche Peter dire.

-Mi dispiace Peter, ma in realtà non vedo come potrei aiutarti. Se ci fossi anche io là ora sarei a consolare il povero Sirius che soffre di dolore!- rispose James, ancora ridacchiando.

-James, vedi che ti amo!!!! Sei l'unico che mi comprende!- gli rispose Sirius.

Poi James si accorse finalmente di me e smise di ridacchiare.

-Ciao Lily- mi salutò.

-Cos'è quello specchio?- domandai curiosa.

-È uno specchio magico, collegato a un altro uguale che ha Sirius. Salutate Lily, ragazzi- disse, porgendomelo. Guardai i tre amici che cercavano in tutti i modi di apparire sulla superficie.

-Ciao Lily!- dissero in coro. E poi iniziarono a parlare tutti e tre insieme, non facendomi capire niente.

Congratulazioni per i miei genitori, una battuta di Sirius sul fatto che stavo bigiando bene la scuola finalmente, e una qualche allusione a me e James via a spassarcela.

-Ciao ragazzi!- dissi, incredibilmente contenta di vederli.

Poi guardai un attimo James e mi ricordai che dovevo essere seria e distaccata.

-Grazie per le vostre parole, ma ora dovrei parlare con James- dissi, riconsegnando lo specchio a lui, che mi fissò preoccupato.

Fece tornare lo specchio normale senza neanche salutare gli altri.

-Cosa c'è?- domandò lui.

  Respirai a fondo e poi lo guardai con gratitudine.

-Grazie James. Grazie per essermi stata vicina, grazie per aiutarmi in tutto, grazie per queste due settimane, quasi, che sei stato con me senza chiedermi niente in cambio. Solo per farmi stare bene e per aiutarmi. Sei stato magnifico e in molti momenti giuro di averti trovato indispensabile. Grazie-

Lui mi guardò incerto, imbarazzato. Lo trovai bellissimo con quell'aria così strana per lui e le guance un po' rosse. Mi sorpresi a pensare che avrei tanto voluto baciarlo. Ma non era questo il momento.

Decisamente no.

-Lily non...- stava per dire, ma lo zittì con un cenno della mano.

-Zitto, non ho finito. Vedi, ora che entrambi i miei genitori stanno bene e hanno l'uno l'altro per aiutarsi c'è meno lavoro qui da fare. Hanno solo bisogno di abituarsi a questa vita diversa, ma pur sempre vita. E io basto per aiutarli. Non posso ancora lasciarli da soli, su questo converrai visto che altrimenti non potrebbero fare molte, ma molte cose ancora. Ma io starò qui per questo. Sono i miei genitori. E tu devi tornare a scuola. E non dirmi di no.

I tuoi amici ti mancano, la scuola richiede la tua presenza altrimenti ti buttano fuori a calci e mi sono ricordata che domani c'è la partita Grifondoro contro Corvonero. Non vorrai mancare spero?- gli domandai.

Lui, accigliato, provò a rispondere, ma lo zittì ancora.

-Non voglio obiezioni. Ho già chiesto a Silente. Prenderai la polvere magica e viaggerai nel camino fino al suo studio. Ti aspetta tra mezz'ora. Il tempo di prendere le tue cose e salutare i miei. Poi tornerai a Hogwarts e ci vedremo a Pasqua magari. Potrete venire qua tu e gli altri magari, se non avete altre mete più allettanti. E poi ci vedremo a giugno per gli esami. E l'anno prossimo tornerò sicuramente a Hogwarts, cominceremo il nostro ultimo anno lì e poi diventeremo ufficialmente grandi- finì il discorso su questo nota malinconica. Ma tanto James non sembrava averlo ascoltato. Non l'ultima parte.

Si era alzato e ora mi si era avvicinato così tanto che per guardarlo negli occhi dovevo alzare la testa.

Dannato lui e a quanto era alto.

-Non mi importa né della scuola né del Quidditch. Se hai bisogno di me io resto qui con te- disse serio.

Gli accarezzai il viso, fu inevitabile e istintivo. E fu una cosa che mi fece battere fortissimo il cuore.

-L'hai già fatto. Ci sei stato davvero! Ma ora posso farcela anche da sola. Anzi, devo farcela da sola. Altrimenti resterò per sempre dipendente da qualcuno. Inoltre non voglio pensare che ti distrugga un futuro da Auror per me. Non quando, nonostante tutti i dolori che hai vissuto, sei rimasto sempre in silenzio mostrando il tuo sorriso e facendo ridere gli altri. James Potter, te l'ha mai detto nessuno che devi essere più egoista?- lo punzecchiai, toccandogli il naso. Non avrei mai pensato di dire proprio questa frase a James Potter, com’era strana la vita. Poi mi raddrizzai, togliendo a malincuore la mano dal suo viso.

-Prova a dirmi che non ho ragione e ti arriva un pugno in faccia- lo minacciai. Lui mi sorrise. Mi prese per mano.

-Se mai avessi bisogno di me..-

-Ti chiamerò e sarai qui con me subito, lo so. E ti credo James. Lo so che lo farai. È una delle poche sicurezza che ormai ho. Ma adesso devi andare, quindi prepara le tue cose- decretai. Tentai di liberarmi della presa per uscire da lì e dare sfogo a tutta la tristezza che sentivo nel lasciarlo andare via. Dimostrarsi forte era davvero difficile se si trattava di lui.

Ma lui mi tirò a sé e mi abbracciò forte. Lo strinsi anche io con tutte le mie forze.

Dentro di me una buona parte non voleva lasciarlo andare. Ma dovevo farlo. Non me lo sarei mai perdonata altrimenti.

 

***

 

Nota autrice: 

 

ciao a tutti!!!!!!!!!!!!!

Si, sono io!!! non ciò messo molto questa volta, vero? Sapete, l'ispirazione è tornata, e anche alla grande. Sto già scrivendo il prossimo capitolo, il quale, come potrete immaginare. Saranno solo una serie di lettere tra il nostro James e la nostra Lily. E probabilmente qualcuno anche dagli altri a Lily. Vedremo!!!

ringrazio davvero a tutti voi che leggete!!!!!!!!!!

Un grazie infinito a tutti voi che avete messo la mia storia tra le preferite:

1 - 9Anny7 
2 - 
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BlackCullen96 
4 - 
dyd33666 
5 - 
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seguite:

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28 - sihu 
29 - 
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30 - 
Stecullen94 
31 - 
stefania881 
32 - 
Tosca91 

ricordate:

1 - FunnyPink 
2 - 
ggmm
3 - lovegio92 
4 - 
Luna_XX 
5 - 
Potterina1993 

Un grazie di vero cuore!!!!!!!!

e naturalmente a chi ha recensito.

Vi ringrazierò una ad una via posta (ancora me lo dimentico troppo spesso questa bellissima possibilità).

Un bacio e abbraccio a tutti voi!

Il prossimo capitolo arriverà entro domani sera quindi date un'occhiatina ogni tanto!!!

e lasciatemi recensioni, grazie!!!!!!!!!!

alla prossima!!!!!!XD

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Capitolo 37
*** Trentaseiesimo capitolo: lettere ***


Trentaseiesimo capitolo: lettere


Cara Lily,

indovina un po'? Ho preso il boccino dopo appena cinque minuti dall'inizio della partita. Alla faccia di Luke che mi ha fatto una lavata di capo di due ore sul fatto che non mi ero allenato neanche una volta.

Ma dimentica che ha a che fare col Mitico James Potter!

Come stanno i tuoi? Salutameli moltissimo.

Qui sono tutti felici che sono tornato.

La McGranitt era così contenta che mi ha messo per due sere di fila in punizione solo perché ho inavvertitamente fatto volare tutti i fogli con i nuovi orari nelle bocche dei Serpeverde.

Ma non è stata colpa mia, ma loro. Del resto, se avessero voluto che non gli volasse qualcosa in bocca. avrebbero chiuso le loro orribili bocche.

Ora devo andare, la punizione mi aspetta.

A te come vanno le cose? Ricordati che basta un fischio e arrivo lì da te.

Aspetto la tua lettera prima di andare a dormire.


James ;)



Caro James,

io tutto bene! Cosa vuoi che sia successo in neanche 24 ore di distanza?

Va bene, è successa una cosa che ti potrebbe interessare forse. Mio padre ha imparato tutto l'alfabeto Braille. E aspetta quel libro che gli hai detto che gli avresti mandato! Non vede l'ora di leggerlo!

Ti salutano tanto anche loro.

Mi spieghi come hai fatto a stregarli? Dimmi la verità, gli hai messo un po' di Amortentia nell'acqua?

Comunque ero sicura che saresti riuscito a vincere la partita, una scommessa sicura!

E la punizione te la sei proprio meritata se vuoi saperlo!

Adesso vado che devo preparare la cena. Spero che la lettera arrivi presto, il tuo gufo è davvero veloce!

Però non so come si chiama!

Un saluto a tutti gli altri!

Mando anche un grande bacio a Joy!!!

Lily



Cara Lily,

ti mando anch'io un grande bacio.

Sono felice di sapere da James che con i tuoi genitori va tutto bene. Sappi che lui ci sta tormentando tanto.

Non pensa che a te!!!

E io, da brava amica, mi voglio impicciare un po'!!!

C'è qualcosa che mi vorresti raccontare???

sto facendo a gara con James a chi ti manda prima la lettera. Spero che il gufo che ho preso sia più veloce del gufo di James.

Un bacio

Joy


Carissima Lily,

è arrivato prima il mio gufo di quello che Joy, vero???

Sto scrivendo la lettera alla velocità della luce per poterla sconfiggere!

A proposito il mio Gufo si chiama Liliuccia!!!!!!!!

Un bellissimo nome, vero?

Sono davvero felice per tuo padre e ho mandato l'ordine via gufo per il libro. Arriverà spero entro due giorni.

Spero gli piaccia tanto. Vedi, tuo padre è un vero uomo! Gli piacerà davvero il libro “il Quidditch attraverso i secoli”. Digli che questa estate se vuole gli faccio fare un giro sulla mia scopa! =)

bene, ora spedisco altrimenti Joy vince.

Aspetto la tua lettera al più presto!

James XP



Cara Joy,

sì, la tua lettera è arrivata prima!

Sei la vincitrice.

Allora... che ti dovrei raccontare qualcosa??

Mi sono tagliate le unghie oggi e poi ho studiato tanto!

Ho letto il ventesimo capitolo del libro di pozioni.

È davvero interessante la pozione che descrive.

Voi l'avete già fatta in classe?

I miei genitori stanno bene, oggi sono andati anche a fare una passeggiata. Sono tenerissimi insieme.

Sono così contenta nel vederli. Quando sono insieme sembra che non sia successo niente.

Ora devo andare, altrimenti rischio di trovare la cucina sporca come l'altra volta.

Mia madre ha sviluppato una fobia per il fuoco e mio padre si intestardito allora che deve cucinare lui.

L'altra volta ci ha fatto una frittata piena di gusci d'uovo...

Quindi vado a cucinare.

Salutami tutti gli altri!

Un bacio

Lily



Cara Lily,

tutto bene? Come mai è arrivata la risposta a Joy e non la mia??? Il mio gufo si è perso?

Ops... è arrivata ora la tua..

Ok, mi sono agitato per niente...

aspetta che leggo la risposta che mi hai scritto...



Potter,

se pensi che faccia salire mio padre sulla tua scopa con te sei davvero ammattito!!!!!!!

Per il libro e il Quidditch... forse lui troverà più interessante di me questo sport. Spero solo non inizi a tormentarmi come fai tu altrimenti con la prossima lettera ti mando una maledizione.

Qui tutto bene più o meno. O almeno niente di troppo preoccupante. Mia madre giustamente ha sviluppato una fobia verso il fuoco. Non possiamo più accendere il camino e non vuole neanche avvicinarsi alla cucina.

Cucino tutto io, o mio padre. Che continua a combinare casino. Mi sta sporcando sempre la cucina, ogni ora. Perché deve tentare di cucinare bene.

Giuro che se riesce a cucinare qualcosa di decente gli do una medaglia d'oro.

Comunque dovresti vedere i miei insieme.

Anzi, tu li hai già visti. Quando sono insieme stanno così bene che non sembra successo niente.

Ora devo chiudere, devo fare da mangiare e poi studiare. Tu stai studiando vero James? Spero di si altrimenti penserò davvero di mandarti una bella maledizione.


Lily



Davvero il mio gufo è arrivato per secondo? Dannazione, Liliuaccia non mi avevi mai deluso fino ad ora!!!!! Come potrò vivere ora con questo peso sul cuore???

Vedrai che ogni problema si risolverà. Anche Peter aveva paura del buio al primo anno.

Gli passerà presto, basta che gli facciate capire che non ha ragione ad averne paura.

Ma mi chiedo, come fai a voler studiare?

Io sono qui a scuola e non vorrei fare altro che non studiare per niente!!!!!!!

Non sai proprio concederti un po' di vacanza ragazza mia. Se le cose diventano difficili o troppo stressanti chiamami. Arrivo.

E poi è difficile mandare maledizioni per posta, ascolta uno che se ne intende!

Il tuo James :p




Caro Remus,

come stai?

Ti ho mandato i saluti attraverso James tutto questo tempo ma mi rendo conto che per quanto sia irresponsabile forse non li hai neanche ricevuti.

Come stai? Come va la scuola?

Ti volevo chiedere un favore che solo tu puoi farmi.

Mi potresti dire cosa fate a lezione? Così posso mettermi in pari e studiare per bene le cose che spiegano?

Sempre se hai tempo, non voglio disturbarti!

Grazie mille in anticipo!


Con un bacio

Lily



Cara Lily,

io sto bene, grazie. Tu? Come vanno le cose a casa?

Naturalmente ogni giorno chiedo di te a James, quindi lo so, ma se avessi bisogno di parlare di qualsiasi cosa ricordati che ci sono anch'io.

Allora, con la scuola siamo andati un po' avanti. Abbiamo avuto il compito di Storia della Magia, di Difesa Contro le Arti Oscure e di Pozioni.

E domani abbiamo il compito di Trasfigurazione.

Ho pensato di mandarti tutti gli appunti che ho preso, fotocopiandoli con la magia.

Sono insieme alla lettera. Temevo che il gufo non riuscisse a trasportarla. Spero sia arrivato tutto.

Lì ci sono tutte le cose che hanno spiegato più un figlio con quello che hanno chiesto nei vari compiti!

Ti manderò gli appunti ogni sera!

A domani sera allora.

Ricambio il bacio

Remus


Caro James,

Grazie. Le tue lettere mi fanno sempre sorridere, e arrabbiare, e ridere anche. Grazie anche per le tue parole.

E ora basta con i grazie. Non ne ho mai detti così tanti e sappi che non lo farò mai più quindi vedi di farteli bastare per una vita intera!!!

Aspetta, mio malgrado te ne devo mandare un altro, ma questa volta è da parte di mio padre. È arrivo il libro ed è super contento!

Sappi che ti ha promosso a figlio per lui. Il che ci rende quasi fratello e sorella, cosa che mi preoccupa davvero..

Prima che me ne dimentico: quando hai cercato di mandare una maledizione per posta e a chi? Ormai mi hai incuriosito, voglio saperlo!

Lily




Cara Lily,

brava, brava!!!!

E così mi tradisci con Lunastorta. Sappi che appena finita la lettera lo andrà a uccidere!!!!!!!!!!!!!!!!!

Perché ti chiederai?

Semplice, gli hai mandato un bacio!!!!!!!!!!

Perché a lui si e me no!!! Non lo trovo affatto giusto, sappilo!!

Mi sono offeso con te! Passi Joy, ma Remus proprio no..

Inoltre ti annuncio che go trasformato la tua lettera in un quadro e l'ho appena al muro così almeno mi ricorderò per sempre dei mille grazie che mi hai mandato. Specialmente visto che dici che non me ne dirai più. Cattiva!!!

Sono davvero felice che il libro sia piaciuto a tuo padre! Salutameli entrambi! Come va con la situazione del fuoco?

E con il resto?

Qui è tutto la solita noia. La neve se ne sta andando e Luke ci sta facendo fare allenamenti quotidiani.

A proposito, ti saluta Sirius e Peter. Si sentono emarginati quindi mi hanno imposto di scriverti. E

Ciao Evans. Cos'è tutta questa aria di sufficienza?

Guarda che escludere Sirius Black equivale quasi a un reato.

Quindi pretendo che in ogni lettera ci sia almeno un saluto da parte tua a Sirius Black, il più bel uomo sulla faccia della terra!!!

James sta cercando di rubarmi la lettera. Ti saluto, lo strangolo un po'.

Ciao!!!!

Sirius

Ti saluto anch'io!

Peter

Ma guarda questi.. Mi strappando la lettera dalle mani, la imbrattano con le loro scritte e tentano anche di strangolarmi...

Che begli amici che ho, vero Lily?

Allora, si cosa stavamo parlando? Per colpa loro non ricordo..

Ops, è tardi. Luke mi sta aspettando al campo da Quidditch. Corro a mandarti la lettera prima che mi venga a cercare e a uccidermi prima di poterla mandare!

A presto

James :p



Cara Lily,

Cosa, cosa cosa??? Possibile che non mi annuncerai mai la notizia che aspetto da anni? Cioè “finalmente sto con James?”.

É questo che voglio sentire uscire dalle tua bocca!!!

Ehm, diciamo che in questo caso è quello che vorrei leggere sulla tua risposta...

Forse è più azzeccato. =)

Vedrai che ogni giorno di più i tuoi genitori si riprenderanno.

Non vedo l'ora di rivederti!!!

Qui a scuola è davvero strano senza di te.

Non so se te ne sei resa conto ma mi hai lasciato in una gabbia di matti!!!!

Ma guardiamo il lato positivo, quando ci vedremo sarà ancora più bello! =)

Un bacio enorme!!!!!!

Joy



Lily


E così passavano i giorni, le settimane, i mesi.

Le loro lettere erano sempre allegre e piene di tutto quello che più mi mancava. Sorrisi persino quando mi dovetti mettere a fare i post-scrittum anche a Peter e Sirius, cosa che non mi sarei mai aspettata di fare.

La situazione con i miei genitori aveva alti e bassi.

Mio padre ebbe un infarto il 3 marzo, e si salvò per miracolo. Tornò a casa ancora più affaticato di prima e con il divieto di alzarsi dal letto per almeno un mese.

Mia madre si stava riprendendo, ma aveva distrutto tutti gli specchi che erano a casa. E usciva solo con mio padre, e si teneva sempre appiccicata a lui.

Venne persino Petunia varie volte.

Sotto consiglio di James gli avevo telefonato per fargli sapere come stavano i nostri genitori.

Cosa che rese felice i miei genitori.

E ora veniva quasi ogni giorno per stare con loro lasciandomi un po' più di libertà per studiare, considerato che non potevamo stare nella stessa stanza altrimenti si metteva a gridarmi contro.

Decisi di tagliarmi i capelli e sotto preghiere e suppliche di James fui costretta a mandargli una mia foto coi capelli corti. Ricordo ancora la sua lettera di risposta!


Carissima Lily!

Sei bellissima! Meravigliosa!

E devo dire anche dannatamente sexy!!! Hahahahahahahah!!!!

Ecco, ora mi vorrai uccidere ma sappi che sto dicendo la pura e semplice verità. Ho solo un dubbio. Quando hai pensato di tagliarli, perché non mi hai mandato un messaggio così sarei arrivato personalmente e ti avrei adorato da lì? Sarei anche riuscito magari a prendere una ciocca dei tuoi bellissimi capelli e posarla sul cuore!

E invece ora i tuoi capelli tagliati sono nella spazzatura... che triste destino, poveri tapini!!!!

Comunque, la tua spiegazione, “così perso meno tempo a lavarli” implica il fatto che ti stai stressando? E magari per i compiti? Rilassati mia cara, altrimenti i capelli ti diventano bianchi!!!


E aveva continuato così per diverse pagine.

Ma la mia vita era diventato anche questo.

E avrei sentito davvero la mancanza se fosse cambiato qualcosa.


E il tempo passava. E giugno era alle porte.


****

Ciao a tutti!!!

Come promesso, ecco il secondo capitolo a distanza di un giorno!!!!!!!!!! La mia ispirazione è a mille e anche se l'8 ho l'esame non riesco a studiare. Ho tantissima voglia di scrivere!!!!!!!! XD

probabilmente durante l'esame gli racconterò come andrà a finire la mia storia!!!!XD

Ok, abbandoniamo un po' la demenza e continuiamo.

Cos'altro dovrei dire di questo capitolo???

Penso niente. Insomma, parla da solo.

Io non posso fare altro che ciarlare ancora inutilmente perché lui ha detto già tutto!

Quindi vi saluto, ringraziando tutte le persone che hanno letto questo capitolo, alle 33 persone che l'hanno aggiunto tra le seguite, le 12 tra le preferite e le 5 nelle ricordate.

Vi adoro!!!

i ringraziamenti per le persone mitiche che mi hanno lasciato una recensione arriveranno per posta!!!! =)

bene, il prossimo capitolo non so proprio quando arriverà.

Tenterò di studiare un po' e se non ci riesco voglio scrivere i nuovi capitoli della mie altre storie, quindi probabilmente non arriverà presto il nuovo capitolo! Ma non vi farò attendere troppo, lo prometto. Quindi date un'occhiata ogni tanto!!!!!

alla prossima!!!!!!!!


Per chi avesse voglia di lasciarmi un commento vi assicuro che la scritta non fa comparire nessun mostro che vi mangia! Potete benissimo farlo!!!!!!! XD


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Capitolo 38
*** Trentasettesimo capitolo: esami e vacanze.. ***


CAPITOLO 37:

Esami e vacanze.

 

Lily

Stavo mettendo i vestiti in valigia con una sensazione strana dentro. Dovendo stare solo quattro giorni, non mi dovevo portare molte cose, ma ci stavo mettendo il doppio del tempo rispetto al solito. E non perché non sapessi cosa portarmi. 

Una parte di me non voleva andarsene. L'idea di lasciare soli i miei genitori mi riempiva di paura. Non sapevo se li riavrei rivisti.

Temevo ogni giorni, ogni ora, ogni minuto che i Mangiamorte potessero entrare e ucciderci tutti. Ma stringevo a me la bacchetta, sempre nella tasca, ormai non la lasciavo più, e mi facevo coraggio.

Sarei riuscita a combatterli. Sarei riuscita a difenderli. O sarei morta con loro nel tentativo. Ed era già un qualcosa. Invece il lasciarli da soli, potenziali vittime, mi rendeva molto restia a partire.

Inoltre, ancora mi sentivo indispensabile in quella casa. Mia madre si stava rinchiudendo in se stessa. Non parlava più molto. E stava intorno a mio padre sempre aiutandolo in tutto. E mio padre sbottava. Lui non era disabile, continuava a dire.

Sorrisi, pensando che era riuscito nella sua impresa finalmente. Ieri sera aveva cucinato tutto lui.

E gli era uscito tutto decisamente bene. Ammiravo mio padre per come si stava comportando. Stare con lui non era mai pesante, ti faceva ridere, prendeva tutto con leggerezza e divertimento e non riusciva a essere triste.

Mia madre sembrava diventata l’opposto, invece. Non riuscivo più a parlarci. E la cosa mi faceva male. Dovevo rimanere con loro, ma loro stessi mi avevano imposto di andare a scuola.

Era inutile perdere una possibilità come quella di Hogwarts solo per pochi giorni di lontananza. E io rimanevo preoccupata.

Chiusi la valigia, facendomi colpire dai sensi di colpa. Perché, mentre una buona parte non voleva muoversi da qui, un'altra parte avrebbe voluto prendere il treno per tornare a Hogwarts molto prima. Per raggiungere lui.

Sì, purtroppo dovevo ammetterlo. Gli volevo bene. Dannatamente bene! E mi mancava tantissimo anche Joy. Era la mia migliore amica del resto!

E naturalmente anche Remus, col suo sorriso sempre comprensivo. E mio malgrado anche Sirius e Peter, con i quali in effetti avevo solo scritto per lettere, ma di cui mi ero lo stesso affezionata.

Volevo tornare a Hogwarts, non dover pensare a niente, vivere senza particolari preoccupazioni o paure.

Ma sapevo che quest'ultima cosa non l'avrei mai più provata. Il mio pensiero sarebbe stato sempre ai miei genitori e mi sarei lo stesso preoccupata, anche lì.

Il rumore della porta che si apriva mi fece voltare.

Pensavo fosse mio padre, ma con sorpresa mi trovai davanti Petunia che mi guardò con rabbia.

-Ee ne stai andando?- mi sputò addosso.

-Starò via solo quattro giorni. Cinque forse. Devo fare gli esami- le spiegai, senza però guardarla negli occhi.

-E così torni tra i pazzi. Nonostante abbiano fatto quello che hanno fatto a mamma e papà. Nonostante sia colpa tua e dei tuoi simili tutto quello che gli è successo! Te ne vai lasciandoli soli e magari senza neanche un po' di senso di colpa. Sei un mostro Lily. Un mostro- mi gridò, andandosene poi furiosa.

La chiamai, tentando di fermarla, ma non ci riuscì. Mi si era chiusa la bocca, seccata la gola, sentivo tantissimo freddo. Ero un mostro. Che me ne importava della scuola o di tutto il resto se loro potevano essere in pericolo e io ero troppo lontana per aiutarli?

Ed era tutta colpa mia. Aveva ragione. Li avevano attaccati perché avevano una figlia strega. Se non ci fossi stata sarebbero stati al sicuro...

Non mi accorsi che mio padre era entrato nella stanza. Sentì solo le sue forti braccia stringermi.

-Non è vero. Non l'ascoltare. Non è colpa tua. E non ti devi assolutamente sentire in colpa neanche perché stai andando via. Hai fatto un sacrificio enorme in tutti questi mesi, abbandonando la scuola che ti piace tanto, il tuo mondo e i tuoi amici.

Hai fatto anche troppo per noi. Vai, supera gli esami dando il meglio di te e organizzati con i tuoi amici per fare un viaggio meraviglioso questa estate.

Noi ce la sappiamo cavare tesoro. Soffriamo solo non sapendoti felice- mi sussurrò all'orecchio.

Io lo abbracciai forte.

-Grazie pà. Ma non penso proprio di riuscire a stare lontana da voi così a lungo. Tra cinque giorni sarò qui.

E poi vediamo cosa faremo insieme questa estate- riuscì anche a sorridergli.

Il senso di colpa si era allentato, le sue parole e il suo affetto mi facevano sentire meglio. Amavo mio padre, lui capiva sempre di cosa avessi bisogno. Anche ora che non vedeva, riusciva lo stesso a vedermi dentro.

Ricordai una citazione di un libro che mi leggeva quando ero piccola.

Non si vede bene che con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi”.

 

***

 

James

Andai dalla professoressa McGranitt una volta, passando per caso e trovando la porta aperta.

Lei mi guardò con aria interrogativa e io, dopo aver guardato dentro, la salutai soltanto, andandomene.

Tornai la seconda volta, ma la porta era chiusa. Allora bussai e lei mi dette il permesso di entrare. Scrutai la stanza di nuovo e sbuffai.

-Signor Potter, si può sapere cosa vuole?- domandò lei, seccata.

-Niente professoressa. Il suo studente preferito non può venire a salutare la sua professoressa preferita?- domandai, guardandola angelicamente.

Lei, inaspettatamente, sorrise. Non me lo sarei aspettato. Mi sorrise e tornò a guardare i fogli che aveva davanti.

-Quando arriverà la signorina Evans andrà subito in sala comune o davanti all'aula di Pozioni per la prima prova, conoscendola. Non potrebbe aspettarla là e lasciarmi in pace?- chiese, divertita.

-Ma preferisco stare in vostra compagnia che non in quella dei libri in biblioteca. Cosa fa di bello?- chiesi e senza aspettare cenni mi sedetti alla scrivania guardando i fogli che aveva davanti.

-sono i temi del sesto anno di Trasfigurazione.

E se continui a stressarmi penso proprio che prenderò subito il tuo- mi minacciò.

Io le sorrisi. Poi guardai la scrivania accigliato.

-Non ha qualcosa da mangiare da qualche parte?- domandai.

-No Potter. Ci sono i pasti appositi per mangiare, nel mio studio lavoro soltanto- mi fece notare, inarcando le sopracciglia.

-Sì, ma un biscotto di tanto in tanto non e farebbe male. L'altra settimana né ho visto una confezione che sono sicuro le piacerebbe. Glieli porterò appena posso- mi ripromisi, osservando tutte le mille cose scozzesi che aveva intorno a sé.

-Non c'è né bisogno Potter. Non va a studiare?- si documentò.

-Lei scherza. Tra meno di due ore iniziamo e pensa che posso mettermi a ripassare? No, impazzirei.

Non si ripete poco prima, altrimenti ti confondi le idee. Mi sorprendo di lei Professoressa. Lei ripeteva poco prima di un esame?- domandai, prendendola in giro con tono grave.

-Potter..- stava sbottando lei. Ma smise perché in quel momento il camino si accese e con una fiammata blu Lily Evans comparve.

Uscì dal camino sporca di cenere e ci sorrise. Guardò la professoressa McGranitt, che ricambiò il sorriso cortese.

-Ben tornata Signorina Evans. Sono molto lieta di rivederla- disse.

-Grazie professoressa McGranitt. Ricambio pienamente- rispose lei.

Io ero rimasto a osservarla senza parole.

Era... era... o cavolo quanto era bella!

 

***

 

Lily

-Signor Potter? Signor Potter? Ora che la sua compagna è arrivata potrebbe lasciarmi in pace a correggere i compiti?- domandò la professoressa McGranitt, divertita.

James sembrava imbambolato davvero.

Mi fece arrossire. Mi avvicinai e gli passai la mano aperta davanti alla mano, tentando di riportarlo alla realtà.

Lui sbatté gli occhi un paio di volte e poi mi sorrise.

-Sì, andiamo. Salve professoressa!- la salutò senza guardarla.

E insieme uscimmo dalla stanza. Mi sentivo strana. Ero stata tentata davvero di abbracciarlo, appena l'avevo visto.

Ma ora avevo una gran voglia di piangere, senza un motivo apparente. E poi lui ritrovò la parola.

-Come stai?- mi chiese semplicemente. Mi fermai cercando di rispondergli “bene”. Era una semplice parola, potevo anche riuscire a dirla. Eppure mi si fermò in gola.

E mentre lo guardavo negli occhi le lacrime iniziarono a scendere inesorabili. E mi sorpresero così tanto che non tentai neanche di asciugarle.

E lui mi si avvicinò e mi sorrise.

E io gli gettai le braccia al collo e piansi, piansi tanto. Come non facevo da tanto tempo.

L'ultima volta che avevo pianto era stato quando si erano svegliati i miei genitori. Poi mi ero imposta di non farlo più.

Perché non dovevo rattristire nessuno, perché dovevo essere forte, perché non dovevo proprio lasciarmi andare a uno sfogo inutile che non avrebbe cambiato niente.

E ora invece con quelle lacrime stavo sfogando tutto. Tutta la frustrazione e il dolore che avevo legato ai miei, alla separazione da Hogwarts, agli esami, a tutto..

James mi strinse a se lasciandomi sfogare, senza dire o fare niente di particolare, ma facendomi lo stesso sentire bene. Il suo abbraccio era una serie di sensazioni meravigliose.

Calore, affetto e qualcosa di più. Qualcosa che ancora non capivo, ma che amavo.

 

***

 

James

La strinsi forte e me, sperando di poterla aiutare almeno in questo modo.

Immersi il viso nei suoi capelli, accarezzandoli con la mano e sorridendo per il suo nuovo taglio. Ispirai il suo profumo, così buono, così... da Lily.

Sì, quello che era il profumo di Lily. E non un profumo comprato ma solo suo. Era il profumo della sua pelle. Era il profumo dei suoi capelli.

Quanto mi era mancato il suo profumo.

E quanto mi era mancata lei! Si strinse di più a me con le braccia intorno al mio collo.

Piano piano smise di piangere. La sentì calmarsi.

Chissà a cosa stava pensando. Chissà se il mio abbraccio bastava, oppure se avesse bisogno di qualcos'altro.

Sarei rimasto anche tutta la vita a stringerla tra le mie braccia. E mi godetti ogni secondo con lei, ogni minuto, ogni... ehi, ma quella che stava suonando era la campana delle nove? Gli esami sarebbero cominciati a momenti? Era davvero passato così tanto tempo?

Allentai la presa pronto a uno scatto di lei per liberarsi, ma a sorpresa lei mi strinse ancora di più.

-Non lasciarmi- disse a bassa voce.

Sorrisi, spostandole i capelli e sussurrandole nell'orecchio.

-Non lo farò mai. Per me possiamo restare tutta la vita così- le confidai.

La sentì ridacchiare e farsi più vicina al mio collo.

-Certo. Sarebbero proprio felici i professori. Se volessero cacciarti fuori dovrebbero buttare fuori anche me- scherzò lei, con le labbra così vicine al mio collo che sentì il suo fiato.

James pensa a qualcos'altro.. pensa ad un ghiacciaio.. a un cercatore che prende il boccino prima di.. alla tua bellissima scopa che si schianta contro il muro spezzandosi a metà...

-Vedrai che non ci cacceranno via. Caccerebbero te, ma sei la studentessa più promettente dai tempi della McGranitt. Non lo farebbero mai- risposi divertito e davvero contento.

-Certo, certo.. e comunque non potremmo neanche mangiare- mi fece notare lei.

-Questo lo dici tu. Possiamo farci passare le cose e mangiare l'uno contro l'altro. Prometto di fare attenzione a non lasciarti briciole nei capelli. E ricordati che sei tu ad aver proposto di rimanere così per tutta la vita- ribattei.

-Non è vero. Sei stato tu!- protestò lei.

-Può darsi. Ma tu non vuoi che smetta di abbracciarti, quindi implicitamente hai detto al stessa cosa-

Lei rimase senza parole per un po'. Poi si strinse ancora, appoggiando il volto sulla mai spalla, e sussurrò -Stupido-.

-Incredibile. Vuol dire che per una volta ho vinto un dibattito con te? Allora posso segnare questo giorno sul calendario. L'anno prossimo festeggerò il giorno in cui ho vinto contro Evans!- scherzai, fingendomi serio. Amavo quel momento.

Avrei desiderato rimanere in questa calma e tranquillità spiritosa per sempre. Ma una serie di voci annunciò l'arrivo dei miei amici.

-Eccoli qui i due piccioncini- disse Sirius, rimettendo in tasca qualcosa che intuì sicuramente essere la Mappa del Malandrino.

-Già. Ci si dimentica anche di salutare gli amici Lily?- chiese Joy, fingendosi sdegnata.

Lily le sorrise, mi lasciò, e corse ad abbracciare anche lei. La guardai, non riuscendo a non sorridere. Ora era così felice, tranquilla, persino gli occhi non sembravano più rossi anche se aveva pianto tanto.

Poi incrociai lo sguardo curioso di Sirius. Io scossi il capo, divertito.

Sapevo che mi voleva chiedere se finalmente le cose erano andate avanti. Ma non potevo rispondergli, perché le cose erano sempre più difficili.

Ma anche, e stranamente, interessanti e belle!

 

***

 

Joy

 

Uscì dall'aula dell'ultimo esame a dir poco sfinita.

Ma dannatamente contenta. Finalmente avevo finito. Finalmente non avrei dovuto studiare o ripetere per tutta l'estate. Mi voltai e incrociai gli occhi seccati di Sirius.

Ridacchiai, mentre gli passavo le braccia intorno al collo e mi alzavo sulle punte per dargli un bacio a fior di labbra.

-Non sei contento che abbiamo finito?- gli domandai.

-Certamente. Ma stare ore e ore fermo e senza fare niente come in questi giorni è a dir poco stressante. James organizziamo qualcosa di grande per la fine della scuola?- chiese, guardando verso James.

Lui sorrise.

-Deve venirci però una grande idea!- disse. Io feci per staccarmi, quando lui però mi strinse a se accigliato.

-Dove vai?- mi chiese.

-Ehm... non pensavo volessi restare abbracciato a me per così tanto tempo- lo stuzzicai.

-Non mi hai dato un bacio decente, ecco perché non ti lascio andare- mi spiegò lui, come se fosse ovvio.

E mi baciò come avrei preferito non facesse davanti a tutti i nostri compagni e ai possibili professori che potevano passare. Ma non me ne resi conto. Non potevo pensare a qualcos'altro quando lui mi baciava in quel modo.

 

***

 

James

-Oh no! Non ricominciate per favore. Mi date la nausea- scherzai, guardando quei due appiccicati.

-Esagerato. Però potrebbe arrivare a momenti un professore- disse Lily, guardandosi intorno imbarazzata.

-Fidati Lily, non la penseresti così se li avessi visti in questi mesi. Sono diventati intollerabili! Ho il terrore di entrare nel dormitorio ormai!- raccontò Remus mentre ci incamminavamo lasciando i due piccioncini a baciarsi.

-Già! Il nostro povero Lunastorta è rimasto scioccato!- lo presi in giro un po'.

Erano stati giorni estenuanti. Specialmente visto che Lily e Remus erano stati inequivocabili e ci avevano costretto a ripetere tutto nelle poche ore tra un esame e l'altro. Per fortuna che era finito. Anche se in un certo senso non avrei voluto finissero davvero.

Guardai Lily che chiacchierava tranquillamente con Remus e Peter. Cosa avrebbe fatto quest'estate? Cosa dovevo fare io? Cosa avrei potuto organizzare o fare? Lei sarebbe sicuramente voluto andare subito dai genitori. E come potevo non capirla.

Ma io volevo stare con lei. Era da troppo che non la vedevo, avevo bisogno di lei, della sua presenza, magari di farle un bello scherzo come facevo una volta. Avevamo tutti bisogno di spensieratezza.

Fossi stato solo io sarei andato da lei, anche sotto sua protesta, e le avrei fatto compagnia aiutandola come potevo. Sarebbe stata una bella estate innanzitutto perché ero con lei. Anche se ci fossimo trovati a non fare niente dalla mattina alla sera.

Ma c'erano anche Sirius e Joy, che erano terribilmente soli, e c'erano anche Remus e Peter. Fatemi scegliere tra tutto, ma non tra i miei amici. Rinunciare a l'uno o ad un altro era una cosa terribile per me. Ma non potevo risolvere tutto portandoli tutti da Lily. I suoi genitori avevano bisogno di calma e tranquillità, non del macello che avremmo combinato tutti insieme. Stavo riflettendo su tutto questo quando la voce di Lily mi richiamò al presente.

-James, mi hai sentito?- mi chiese.

-No. Stavo pensando ad altro, scusa. Cosa dicevi?- domandai.

-Ti stavo salutando. Le mie cose sono già pronte. Torno a casa- lo disse con un tono triste.

-Di già? Non puoi ripartire domani mattina ormai?- domandai.

-Sono stata via già troppo. Dimenticavo, non vi ho chiesto cosa avete intenzione di fare questa estate?- mi domandò, probabilmente per non sembrare triste.

-Non abbiamo ancora deciso niente. Tu vuoi fare qualcosa?- chiesi subito.

-Io rimarrò con i miei. Non penso che possa prendermi tempo libero. Però fatemi sapere se passate di lì, va bene?- si raccomandò lei. Salimmo in Sala Comune e lei prese le sue cose. E mentre ci avvicinavamo fino all'ufficio della McGranitt arrivarono Joy e Sirius.

Lei abbracciò e salutò tutti. Quando abbracciò me io mi dovetti controllare per poterla lasciare. La volevo stringere a me e non lasciarla più. Rimanemmo in silenzio mentre scompariva.

Poi mi ricordai di un particolare. Mi avvicinai alla professoressa e le sorrisi. E uscì dalla tasca una gran scatola tonda e scozzese. Lei la guardò accigliata.

-È un suo scherzo Potter?- domandò arcigna.

-No. Sono i biscotti che le ho promesso. Li assaggi, sono davvero buoni!- e dopo un cenno uscimmo tutti, lasciandola sola.

 

***

 

Minerva McGranitt

Dopo essermi assicurata che se ne fossero andati aprì la scatola e guardai incerta i biscotti. Presi la bacchetta e sottoposi un biscotto a un semplice controllo magico per controllare che non fosse soltanto uno scherzo di qualche tipo.

Visto che sembrava un normale biscotto lo assaggiai. E mentre masticavo guardai la scatola stupita, studiandola attentamente. Mi dovevo far dire dove li aveva trovati. Volevo farne una gran scorta. Erano davvero buonissimi!

Poco dopo guardai la scatola già vuota per metà. Dannato Potter, mi avrebbe fatto ingrassare!!!

 

***

 

James

-Mare!- propose Sirius entusiasta. Avevamo finito di cenare ed eravamo tutti nelle poltrone migliori in Sala Comune, tentando di decidere cosa fare quell'estate.

Era anche piuttosto tardi, ormai erano rimasti pochi ragazzi in giro oltre noi, quasi tutti erano andati a letto contenti ed euforici per la fine degli esami.

-Non lo so.. non mi convince...- dissi pensieroso. Era terribile non sapere come agire.

-Cosa vorresti fare tu?- chiese Peter, curioso.

Io esitai e Remus rispose per me.

-Non è scontato? Questo qui sarebbe corso dietro a Lily oggi stesso se avesse potuto- mi punzecchiò. Io gli lanciai una finta occhiataccia. Possibile che fossi un libro aperto per i miei amici.

Poi notai che Sirius era accigliato e non riuscì a capire cosa gli avesse dato fastidio.

-Dobbiamo pensare a divertici James. Quindi, a meno che tu non mi possa dire almeno un posto vicino a casa di Lily che sia super divertente, la tua proposta è bocciata!- disse soltanto.

Sbuffai. Non potevo dargli torto. Ma non riuscivo neanche a pensare a cosa potevo proporgli di diverso. Inoltre mi piaceva l'idea di andare a mare, anche se avevo una stretta nel cuore pensando a come mi sarei sentito varcando la casa dei miei genitori a mare, senza loro.

Sarebbe stata tremendamente vuota senza di loro.

Poi guardai i miei amici però, già lanciati nella prospettiva di questa bella vacanza e mi resi conto che non sarebbe stata mai vuota. Certo, loro sarebbero mancati, ma avevo la mia famiglia accanto.

 

***

 

Lily

Lo so, ora tutti penserete che questa estate è stata meravigliosa e che io sia andata alla fine con James e gli altri.

Ma non fu così. Mia madre tentò il suicidio alcuni giorni dopo il mio ritorno.

E da quel giorno cadde in depressione sempre più.

Io e mio padre cercammo di starle vicino il più possibile e solo un mese dopo lei parve riprendersi.

Vietai a James di venire. Ero abbastanza forte da affrontare questo. E loro avevano bisogno di me.

A fine estate tutto sembrava dirmi di non tornare a Hogwarts. Tranne i miei genitori. Loro mi assicurarono che stavano benissimo. Mia madre stessa mi preparò il baule. E mio padre mi sorprese chiamando James.

Lui comparve sorridente un giorno di fine agosto. Lo guardai incerta quando si stagliò sulla soglia di casa mia, non sapendo se fosse soltanto frutto della mia immaginazione.

-Che ci fai tu qui? Non eri a mare?- chiesi, notando appunto che era davvero abbronzato. Tentai in tutti i modi di non mangiarmelo con gli occhi.

Era bellissimo, con i suoi capelli scombinati, la pelle abbronzata, una maglietta bianca con un boccino disegnato all'altezza del cuore e dei jeans che gli stavano davvero bene e egli risaltavano tutto.

-Oggi sono qui per portarti a fare un po' di shopping! Che ne dici?- mi domandò, sorridente.

-James sei arrivato!- esclamò mio padre, comparendo dietro di me. Si strinsero la mano come grandi amici.

-Signor Evans. Spero di essere in orario. Allora, come promesso la riporto per cena!- disse lui, sicuro di sé. Lo guardai incredulo.

-Ma cosa stai dicendo? Io non mi muovo di qua?- dissi.

-E perché no?- chiese lui.

-Perché devo restare con..- ma mio padre mi interruppe.

-Noi ce la caveremo benissimo Lily. Ora vai tranquilla. Non ti voglio vedere fino a stasera!- mi ordinò lui.

-Ma non sono neanche vestita- protestai.

Ero con i pantaloncini e canottiera di una vecchia tuta, cosa che mi fece imbarazzare tantissimo, specie perché ero molto più scoperta di quanto volessi mostrarmi mai a lui. Ma faceva caldo ed ero a casa, non mi aspettavo proprio di vedermelo spuntare davanti.

-Non mi sembra che tu non sia vestita. Me ne sarei accorto immagino- ridacchiò lui a bassa voce in modo mio padre non lo sentisse. Gli tirai uno scappellotto sulla nuca, imbarazzata.

-Idiota- sbottai, voltandomi per andare nella mia stanza.

Lui mi seguì subito, naturalmente.

-Stai andando a cambiarti?- chiese.

-No. Sto andando a prendere la mazza da baseball per iniziare a colpirti più forte che posso. Forse riesco a spaccarti quella testaccia che hai- ironizzai. In realtà ero davvero contenta di vederlo. E davvero imbarazzata per non essermi subito resa conta di come fossi vestita.

-Una mazza da baseball? Se non sbaglio è simile a quella dei battitori, giusto? Allora non ci riuscirai, mi dispiace. La mia testa ha già spezzato un paio di mazze che mi hanno tirato vari avversari. In più dovresti riuscire a prendermi. Cosa cui non penso proprio tu sia in grado!- mi rispose, stando allo scherzo. E facendomi irritare.

-Sparisci Potter. Io non mi muovo di qui- dissi, aprendo la porta della mia stanza e cercando di chiuderlo fuori.

Lui mise subito il piede, bloccando la porta e mi guardò sorridente.

-Non mi muovo di qui se non vieni con me. Dai, andiamo solo a Diagon Alley a comprare le cose che ti servono per Hogwarts. Sono sicuro che avrai finito tutti gli ingredienti per le pozioni. Come potrai mai fare felice Lumacorno se non hai gli ingredienti per preparare le migliori pozioni?- mi domandò.

-Solo a Diagon Alley? E non farai l'idiota?- domandai, guardandolo seria.

Lui mise una mano sul cuore.

-Te lo prometto. Farò il bravo- disse.

Tentai di togliergli il piede.

-Mi vuoi fare male?- mi chiese, guardandomi cercare di chiudere la porta.

-Mi devo cambiare. Quindi togli questo dannato piede- gli dissi.

-Va bene. Ti do solo cinque minuti, però- e mi lasciò chiudere la porta. La guardai accigliata e arrossì pensando che lui era lì dietro ad aspettarmi.

Poi mi diedi della stupida perché ero felice. Insomma, era una cosa stupida. Sì, proprio stupida.

 

***

 

James

Lily finalmente uscì dalla stanza e la guardai attentamente. Com'era bella anche così, solo con un paio di jeans lunghi e una maglietta a mezze maniche bianca. Gli stava davvero bene quel colore.

Anche se certamente la visione delle sue gambe scoperte date dai pantaloncini della tuta che portava prima era poco più bella di quei jeans che pur fasciandoli, le nascondeva.

Peccato che non fosse rimasta vestita in quel modo.

-Andiamo- disse semplicemente.

-Non ti andrebbe di prendere il costume? Così magari passiamo dagli altri che sono ancora a mare. Volevano tanto vederti- proposi, rimanendo fermo davanti alla porta della sua stanza.

-No. E non insistere. Andiamo. E non voglio più ripeterlo- disse risoluta. Sospirai e scesi insieme a lei.

Salutai la madre di Lily, che nonostante tutto mi sembrava essersi ripresa.

Sorrideva a suo marito, innamorata e felice. Il momento di depressione doveva essere finito per fortuna. E dopo varie rassicurazioni uscimmo da casa Evans.

-Come ci arriviamo?- domandò lei, incerta.

Io sorrisi e allungai le mani verso la staccionata, afferrando qualcosa di invisibile. Presi il mantello dell'invisibilità che copriva la scopa e gliela mostrai.

-No, io non salgo sulla scopa. Non con te specialmente. E poi cos'è questo?- e toccò meravigliata il mantello.

La vidi spalancare gli occhi mentre lo riconosceva.

-È.. è un mantello dell’invisibilità? Ma è rarissimo!- e lo guardò con un'accuratezza che non mi aspettavo.

-È incredibile. Ho letto molti libri su questo oggetto rarissimo e non trovo neanche uno di quei difetti che elencavano. Dove l'hai trovato?- chiese con curiosità.

-Era di mio padre. E ancora prima di mio nonno. E così via. È da un po' che ce lo tramandiamo di figlio in figlio. Davvero ci sono libri interi su questo mantello?- chiesi curioso.

-Sì. E questo è davvero il più sorprendente. Insomma, dopo qualche anno anche i mantelli migliori perdono un po' di invisibilità oppure si sfilano. Eppure questo, anche se affermi che abbia tantissimi anni, è in perfette condizioni. E non penso che lo sia perché ci stia particolarmente attento- mi prese in giro.

-Beh, in effetti… È piuttosto raro e ben fatto. Allora, andiamo?- chiesi, tentando di convincerla a salire sulla scopa ancora prima che ritornasse a pensare al fatto di volare.

-Ma allora è con quello che andate di notte in giro per non farvi vedere- stava dicendo lei, mentre salivo sulla scopa, ancora concentrata su di esso.

-Dai, salta su- la incitai.

-Io lo... cosa?- chiese stralunata. Io gettai il mantello a dosso a entrambi e la presi di peso, issandola sulla scopa. E prima che potesse dire o fare qualcosa al di fuori di stringersi a me, eravamo già alti nel cielo.

-Fammi scendere!!!!- strillò lei, spaventata.

Scoppiai a ridere e puntai sicuro verso Diagon Alley.

-Tranquilla Lily, sei in buone mani- le dissi per tranquillizzarla. Ma lei non parve rassicurarsi molto, perché si sbilanciò rischiando di cadere. Allora si strinse ancora di più a me e la sistemai meglio, quasi in braccio a me.

Per fortuna che infondo la strada da fare era dritta, altrimenti avrei rischiato varie volte di sbagliare strada tentando di farla tranquillizzare.

-James Potter sappi che ti odio dal profondo del cuore!!!!- mi gridò lei contro, il viso nascosto nel mio collo e sempre stretta forte a me, mentre inclinavo la scopa per scendere.

-Esagerata. Io direi piuttosto che mi adori visto come mi stai attaccata. Inoltre... siamo arrivati!- dissi, ghignando. Lei aprì gli occhi e vide che eravamo appena atterrati a Diagon Alley. Mi lasciò subito di scatto, finendo quasi a terra. L'aiutai prendendola, per mano.

-Visto? Non è stato così terribile no?- domandai sorridente. Se gli sguardi potessero uccidere io sarei già morto almeno mille volte.

-Non ti avvicinare mai più a me- disse e voltandomi le spalle iniziò a camminare per la via. Misi il mantello nello zaino e poi la scopa sotto braccio e le corsi dietro.

-Lily non scappare così, dai. Sono venuto per accompagnarti! Come volevi che ti portassi a Diagon Alley, scusa?- domandai.

-In mille altri modi. E non mi dire che non ce ne sono perché sono sei anni che vengo qui e non mi è mai servita una scopa per arrivarci- disse furiosa, puntandomi un dito contro.

-Va bene. Ho pensato solo di farlo in un modo diverso. Divertente. Sai, volare ti fa dimenticare tutte le preoccupazioni. Ti puoi lasciare tutto alle spalle, o meglio a terra, e ti rimane solo la gioia del volo e un senso di libertà. Speravo di poterti trasmettere tutto questo- dissi.

 

***

 

Lily

Lo disse con una voce e un'espressione così seria e triste che mi sentì male.

Lui voleva davvero farmi sentire meglio e io invece l'avevo aggredito. Perché lui era così bravo a starmi vicino e faceva tutto per me e io invece dovevo sempre ferirlo? Mi avvicinai a lui, che si era voltato e incredibilmente sembrava singhiozzare. Le spalle si muovevano proprio come se stesse piangendo. Oppure...

Stava ridendo. Mi infuriai, voltandogli di nuovo le spalle, pronta a prendere il primo camino possibile e andare a casa, quando lui mi fermò afferrandomi per le spalle.

-Lily aspetta. Scusami, ma dovevi vedere la tua faccia. Non sono riuscito a stare serio. Comunque le pensavo davvero tutte queste cose. Per me il volo è davvero questo Lily, vorrei che lo capissi anche tu- mi disse serio. Questa volta lo guardai negli occhi e riuscì davvero a credergli.

-Lasciami, ci stanno guardando- sbottai, allontanandolo, notando per la prima volta molte persone che camminava con aria preoccupata in giro, ma che ci guardava sorridendo.

Chissà se pensavano che almeno, nonostante tutti i problemi che c'erano in giro, si poteva anche litigare e scherzare come una volta.

-Andiamo a comprare le cose- dissi e ci incamminammo verso Diagon Alley.

Presi la lista delle cose cosa da prendere arrivata insieme alla busta con cui era stata spedita e mi ricordai di cosa conteneva. Gli sorrisi guardandolo.

-Mi sono appena ricordata che ti devo dare una notizia. Sono stata nominata Caposcuola!- annunciai felice. Lui mi guardò, divertito.

-Avevi qualche dubbio?- mi domandò.

-Certamente, visto che ho passato quasi un anno intero, e comunque molto più della metà, non a scuola ma a casa- gli feci notare, come se non fosse ovvio. Ma mi stava prendendo in giro? Cos’era quel ghigno?

-Non potevano non scegliere te, dammi retta. Era già scritto dai tempi dei tempi che tu saresti stata Caposcuola!- mi disse lui, ridacchiando. Sbuffai.

-E Remus ha già provato la spilla?- domandai, curiosa.

-Cosa?- chiese lui, facendo il finto tonto.

-Oh dai, non mi dire che non vi ha detto niente per non essere bersagliato dalle vostre prese in giro?

So già per certo che lo avete preso in giro fino allo sfinimento perché era diventato Prefetto. Lo avete rifatto?- domandai. Lui mi guardò con una faccia strana.

-Non ti preoccupare tanto per Remus, si è rifatto alla grande in quanto battutine e prese in giro- sbottò lui, quasi infastidito.

-Cosa vuoi dire?- domandai incerta.

-Che non è stato lui il bersaglio questa volta. Ma ha partecipato, invece- mi spiegò, non spiegandomi però tutto.

-E allora chi è...- e lo guardai di stucco. No, non ci potevo credere. No!!!

Lui non incrociò neanche i miei occhi. Si fermò davanti alla vetrina della libreria e mi indicò dentro.

-Entriamo?- chiese.

-Sei tu?? Sei tu l'altro Caposcuola?- domandai, non volendo lasciare in sospeso la faccenda. Lui sbuffò.

-Sì- disse con la faccia di uno che stesse ammettendo una cosa dannatamente umiliante.

E scoppiai a ridere. Risi di cuore, quasi facendomi venire le lacrime agli occhi. E risi ancora più forte vedendolo accigliarsi e guardarmi con aria seccata.

-Tu...tu Caposcuola...- riuscii solo a dire, tra le risate.

-Hai finito?- chiese accigliato.

Io respirai profondamente e annuì.

-Penso di si- dissi. Poi lo guardai di nuovo in faccia e scoppiai ancora a ridere. Non potevo resistere!!!!

 

***

 

James

 

-Non dire niente- l’ammonì, appena tornò abbastanza seria da non scoppiare più a ridere.

-Ma- iniziò lei, ma le misi un dito sulle labbra, fermandola.

-Ho sentito già di tutto. Dalla possibilità che Silente si sia ubriacato prima di scegliere i Caposcuola, a una mia relazione di convenienza con Minnie... cioè la professoressa McGranitt. E ti assicuro che specialmente l'ultima non è assolutamente vera. Anche se sulla prima non sarei tanto sconvolto. Insomma, sappiamo tutti che Silente è una persona strana, chissà cosa si era fumato prima di scegliere me come Caposcuola. Sono sconvolto più di te- le dissi tentando di suonare convincente. Era un discorso che mi ero fatto miliardi di volte e che sicuramente avrei dovuto fare anche ad altre mille persone a Hogwarts e suonava ormai trito e ritrito.

-James, posso parlare ora?- mi domandò, scansandomi la mano.

-Dipende da cosa vuoi dirmi- dissi.

-Allora abbassa la mano e non fare quella faccia da martire. E complimenti James- mi disse, regalandomi inoltre un sorriso meraviglioso. Io ricambiai, rapito. Quanto cavolo avrei voluto prenderla e baciarla in quel momento.

 

E invece andammo a comprare le cose. Dopo aver preso tutto la portai al Paiolo magico e mangiammo qualcosa! La portai anche da Florian Fortebraccio e ci mangiammo due bei gelatoni enormi.

 

 

***

 

Lily

-Ora riproviamo. Ma non ti lasciare prendere dal panico come prima. Ricordati, ci sono io con te.

Non ti farò né cadere né ti permetterò di farti male in qualunque modo. Devi solo avere fiducia in me- si raccomandò James. Annuì, non potendo parlare altrimenti mi sarei messa a strillare. Era facile per lui dire fidati di me.

Non lo era averla davvero. Poi incrociai i suoi occhi e non potei non ammettere che io avevo fiducia in lui. Era inutile fingere il contrario. Non con me stessa almeno. Così allora presi la sua mano e salì sulla scopa davanti a lui, questa volta a cavalcioni, decisa.

Mi trovai molto vicina a lui, che mi abbracciò da dietro.

-Vedi, sono qui. Ti tengo forte!- mi rassicurò.

Ma non potevo non pensare che lui mi stava stringendo, che io ero tra le sue braccia. Partimmo dolcemente e tra tutte le sensazioni che provavo non riuscivo a pensare proprio alla paura.

Sì, era bello. Dovevo ammetterlo.

Mi sentì davvero libera per una volta. Mi sentì bene. Mi sentì... come se davvero potessi lasciarmi tutto alle spalle. E non mi preoccupai più di niente. Mi appoggiai a James, chiusi gli occhi e mi godetti il vento che mi colpiva forte e quella bellissima sensazione di benessere.

 

Così distratta non mi accorsi subito dove mi stesse portando. Né che il viaggio sembrava un “tantino” più lungo dell'andata.

Quando abbassai lo sguardo e vidi il mare sotto di me capì, e iniziai a strillare.

-Dovevi portarmi a casa- protestai.

-Ho promesso ai tuoi che ti avrei portato a casa stasera. Abbiamo ancora tutto un pomeriggio a disposizione!- mi sussurrò all'orecchio.

-Non lo trovo giusto. Cambiamo rotta- dissi convinta, tentando di muovere la scopa. Ma riuscì solo a farla sbandare pericolosamente. Lui naturalmente sistemò tutto in meno di un secondo, ma il mio cuore stava battendo all’impazzata dalla paura.

-Mi dice qual è il problema? Non sai nuotare forse?- mi chiese.

-Per tua informazione so nuotare e anche benissimo, grazie- dissi, ancora un po’ scossa.

-E allora non capisco dove ci sia il problema. Il costume, che ti avevo avvertito di portare a proposito, te lo presterà Joy. E si sistemerà con la magia se è troppo piccolo o grande. E quindi non hai nessun problema- finì il discorso lui.

Ma lui non capiva. Io non potevo mettermi in costume. Non potevo andare a mare con lui.

Dopo averlo visto in costume da bagno e in tutto il suo splendore non sarei più riuscita a guardarlo in faccia senza ripensarci!

 

***

 

Joy

-Questo?- proposi, facendoglielo vedere. Lei scosse il capo.

-Lily, non ho una marea di costumi. Ne rimangono solo due. Quindi sappi che se non scegli il prossimo l'ultimo sarà la tua unica possibilità- la minacciai.

Lei mi parve in crisi.

-Non voglio fare il bagno- disse.

-Allora?- chiesi ancora, mostrandoglielo un altro. Era un bikini semplice però nero. Lei era più alta di me e aveva anche due taglie in più, ma ero maggiorenne ormai e a sistemarlo non ci avrei messo più di due secondi con la magia.

Perciò avevo rassicurato James quando era andato a prenderla. Lui aveva intenzione di costringerla a prendere il costume o magari di prenderlo lui stesso.

Ma gli avevo fatto notare che essere trovato da lei mentre frugava nei suoi cassetti non era il massimo. Lei però scosse il capo.

Allora le mostrai l'ultimo. Era anche questo un bikini, ma un po' meno scollato. Aveva un bellissimo colore verde. Non bello come i suoi occhi, ma abbastanza simile da richiamarli.

Lei rimase a osservarlo accigliata.

-Quindi devo mettere per forza questo?- domandò. Io annuì.

 

Quando scendemmo in spiaggia vidi Lily arrossire mentre notava i ragazzi che si voltavano a guardarla.

A Lily non piaceva per niente questo tipo di attenzioni. Non capiva e non voleva ammettere che era bellissima. La capivo, era un tratto che avevamo in comune, ma stare insieme a Sirius mi aveva resa sicuramente meno paranoica sul mio aspetto. Anche perché lui mi faceva passare tutte le paranoie solo guardandomi. Arrivammo dai ragazzi che giocavano con la palla sul bagnoschiuma.

-Uno- disse Remus facendo un bagher e passando la palla a James che gli era accanto. Lui la passò veloce a Peter che riuscì a prenderla ripassandola a Remus, che girò veloce verso Sirius, che la prese per un pelo e la lanciò di nuovo a Peter, che gliela ripassò e la schiacciò urlando -Sette- verso James.

Vidi James prepararsi ad afferrarla, quando ci notò. Guardò Lily per un attimo di troppo.

La palla gli arrivò in faccia, stendendolo.

-Ti ho beccato!!!!- esultò Sirius, mentre noi scoppiavamo a ridere. Lily, sempre ridendo si avvicinò a James steso a terra un po' preoccupata.

-Tutto bene James?- domandò.

Lui la guardò accigliato, tastandosi il naso rosso.

-Di la verità, era tutto organizzato. Ti hanno chiesto di far vincere Sirius, vero?- gli chiese, scherzando. Lei rise ancora.

-Non ci posso fare niente se resti imbambolato a guardarmi Potter. Io non ho nessunissima colpa!- ribatté lei, tranquilla.

Risi e guardai il mio Sirius, che mi si avvicinò, guardandoli.

-È bello vederlo felice!- disse.

-Ed è bello vedere te felice!- dissi sorridente, passandogli le braccia intorno al collo e baciandolo.

-Certo, nessunissima colpa. Vieni qui, che ti faccio vedere com'è bella l'acqua- disse James, alzandosi agilmente e rincorrendo Lily. Risi, mentre mi staccavo dalle labbra di Sirius per vedere James caricarsi Lily in spalla e con mille proteste gettarla senza tante preoccupazioni nell'acqua.

-Raggiungiamoli- disse Sirius, trascinandomi subito dietro di lui.

Che bella la felicità. Perché non poteva restare tutto così?

 

***

 

Lily

Tentai di affogarlo per tutto il tempo, con l'aiuto di Sirius. Fu bellissimo lasciarsi tutto alle spalle e divertirsi così come infondo era giusto. Insomma, avevamo solo 16-17 anni. Era il momento di essere felici e spensierati.

Era il momento di vivere la vita con un po' di felicità. Mi sdraiai su uno dei lettini preparati da loro e guardai il sole. Sembrava piuttosto forte considerato che erano ormai le quattro di pomeriggio.

-Avete un po' di crema solare?- domandai, preoccupata.

Joy, che in quel momento era seduta abbracciata a Sirius sul lettino, si alzò sorridendo.

-Sì, è nella mia borsa, quella di paia. Vuoi che te la metta?- chiese, disponibile.

Sorrisi, annuendo grata. Ma Sirius, che fino a poco prima dormiva, venne svegliato da un movimento troppo brusco di Joy. Ehm, in effetti gli si era seduta addosso. Si alzò di scatto e la guardò.

-Ti sembra il modo di svegliare la gente questo?- chiese accigliato.

-Beh, in realtà ti sveglio sempre così, quindi non capisco dove sia il problema- lo sfidò lei, tranquilla.

-Te lo faccio vedere io qual è il problema!- disse lui alzandosi e caricandosela in spalla come un sacco.

-Sirius Black lasciami subito!- gridò lei, dibattendosi. Ma lui non la lasciò e s'incamminò verso casa.

-Lily torno presto- gridò lei.

-Non ci sperare. Lily, tornerà tra qualche ora! Questa è la frase giusta da gridare- le disse lui divertito prima di allontanarsi abbastanza da non sentire la sua risposta.

Sbuffai. Ecco, ora sarei tornata a casa ustionata dal sole. Dannata belle bianca.

Gli altri erano a farsi un bagno. Li guardai, riuscendo a trovare subito Peter che sembrava volersi reggere in piedi sulla tavola da surf. Ma cadde in mare poco dopo. Remus, ridendo lo aiutò a rimettersi in piedi.

E James uscì dall'acqua per venire verso di me come un adone! Cavolo, sembrava proprio un modello di costumi da bagno. O ancora meglio. Chiusi gli occhi e mi sdraiai, tentando di non farmi trovare da lui a sbavargli addosso. Sarebbe stato a dir poco umiliante.

-Sirius e Joy?- chiese, sdraiandosi accanto a me tutto gocciolante.

-Sirius ha trascinato Joy non so dove. E devo dire che preferisco non saperlo probabilmente- dissi, mentre tentavo di spalmarmi la crema dietro le spalle.

Ma dovevo essere una contorsionista per arrivarci per bene.

-Vuoi che ti passi la crema sulle spalle?- mi chiese lui, sorprendendomi. Mi voltai a guardarlo. Bastò la mia espressione a farlo scoppiare a ridere.

-Perché ci devi vedere qualcosa di male scusa? Un amico non ti può spalmarti la crema? Non posso fare in modo che non ti bruci come una stupida?- mi domandò. Io lo guardai, sbuffando.

-Non mi farò mettere la crema da te Potter- dissi.

-Ok, allora mi correggo. Ti brucerai come una stupida testarda- disse lui, ritornando a sdraiarsi.

Non dovevo fissarlo. Non dovevo fissarlo.

-Va bene. Ma non sono una stupida. E neanche testarda, chiaro?- specificai.

Lui sorrise illuminandosi e sedendosi.

Gli diedi la schiena e gli porsi la crema. Il rumore del barattolo che veniva spremuto, una mano che mi sfiorava appena il collo per spostare qualche capello sfuggito dalla mia crocchia improvvisata. E poi la crema fredda sulla pelle.

In dannato contrasto con quelle mani calde e grandi che iniziarono a spalmarla con gesti decisi e lenti.

Mi ritrovai involontariamente a tremare non per il freddo, ma per altro. Brividi di piacere. Dannato Potter. Dannato, dannatissimo POTTER!!!!!!!!!!

 

***

 

James

A fine serata portai Lily, con tutte le cose nuove comprate, a casa. Fermi, davanti alla porta di casa sua, la guardai incerto. Non volevo lasciarla. Era una cosa stupida, tra meno di tre giorni sarebbe ricominciata la scuola. E lei sarebbe tornata. Me lo aveva promesso.

E in più ora eravamo Caposcuola tutti e due. Lei aveva il volto triste mentre si voltava verso di me.

-Puoi fermarti a mangiare qui se vuoi- mi propose, sorprendendomi.

-Davvero? Sicura che non ti disturbo?- domandai preoccupato.

-Per niente. I miei saranno contentissimi di vederti- esclamò sicura. L'aiutai con le cose ed entrammo.

Sentimmo una canzone provenire dalla cucina e Lily mi fece segno di fare silenzio. Ci avvicinammo piano alla cucina dove trovammo i signori Evans davanti alla cucina.

La signora Evans era in piedi davanti ai fornelli, con una padella in mano con dentro quella che sembrava una crepes.

E il signor Evans la stringeva per i fianchi totalmente abbandonato dietro di lei, intendo a baciarle il collo e canticchiare piano.

-John guarda che mi fai distrarre. Vuoi che ne brucio un'altra?- chiese la signora Evans con tono divertito.

-No, voglio che lasci tutto per ballare con me- disse lui. Lily chiuse piano la porta senza farsi notare e mi condusse sopra in silenzio, lasciandoli soli.

Io sorrisi, seguendola nella sua stanza. Mi piaceva la sua stanza. Era piena di libri, non era in disordine, ma neanche troppo ordinata, come lo dimostrava la scrivania ingombra di fogli, appunti e libri aperti.

Ecco cosa stava facendo prima che arrivassi, stava studiando. Lei rimase in silenzio arrivando al suo letto e sedendosi.

-Quando li vedo così... così tranquilli e sereni mi sento bene. Sembra che non sia successo mai niente- confidò sorridente. Io mi sedetti accanto a lei non potendo e non riuscendo mio malgrado a sorridere. Non ci riuscivo...

-James... tutto bene?- mi chiese preoccupata.

Io tentai di mandare giù il magone che avevo in gola. Chiusi gli occhi, tentando di pensare a qualcos'altro.

Alla faccia di Sirius se mi avesse visto in questo momento, a quella di Remus, a quella di Peter. Si, sapevo esattamente cosa avrebbero pensato o detto vedendomi così.

E riuscì a sentirmi bene. A ritrovare un attimo di quiete. Sì, loro non c'erano, ma era come se ci fossero.

Aprì gli occhi e incontrai i suoi preoccupati. E sorrisi.

-Tutto bene Lily, scusami. Stavo pensando solo a una cosa- dissi in effetti sincero.

Stavo pensando a come anche i miei erano sempre così affiatati. Come avrei tanto voluto averli con me anch'io...

 

***

 

Ciao a tutti!!!!!!!!!!

Ecco il nuovo capitolo!!!!

Come vi sembra?

A me bello quasi tutto, considerato che l'avevo scritto quando mi sentivo un po' meno depressa, tranne l'ultima parte..

Sì, sono depressa...

Il primo esame che dovevo fare è andato male e lo devo ritentare il 24... e io tanto depressa... devo studiare ancora, cosa di cui ho la nausea a dire la verità. E devo tentare di concentrarmi solo sullo studio, cosa in cui non riesco.

Ho tanta voglia di scrivere, come forse potrete vedere guardando il mio profilo.

Sto aggiornando tutte le mie storie, ne ho scritto un'altra nuova, ed in realtà sto lavorando con l'idea di una storia originale... ma comunque non è questo il luogo adatto per parlane, scusatemi..

comunque tutto questo per dire che sono un po' giù... più o meno come si sente James alla fine del capitolo..

ho l'autostima un po' a terra...

comunque... passiamo invece a qualcosa di dannatamente bello!!!!

Adoro le meravigliose 13 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, le 35 persone che l'hanno messa tra le seguite e le 5 tra le ricordate. Siete persone meravigliose, vi voglio tanto bene!!!!!!

E naturalmente voglio tantissimo bene alle meravigliose persone che hanno recensito:

maltrerio e endy_lily95!

Spero di poter scrivere presto.

Alla prossima!!!XD

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Capitolo 39
*** Trentottesimo capitolo: Una giornata particolarmente lunga... ***


CAPITOLO 38: 

Una giornata particolarmente lunga...

 

Lily

Stava iniziando l'ultimo anno. L'ultimo anno di scuola, l'ultimo in assoluto.

Sentivo una grande paura all'idea che tutto finisse. Non solo il senso di smarrimento normale, del tipo cosa farò nella mia vita dopo?, ma anche una paura dovuta alla guerra, alle perdite, al futuro che sembrava così vicino, ma così precario. Sì, perché sarebbe anche potuto non esserci un futuro.

Sorrisi macabra. Forse non sarei arrivata a dovermi chiedere nemmeno cosa dovessi farne della mia vita. Sarei morta prima.

Una voce mi distrasse da questo pensiero e mi voltai per vedere arrivare gli altri. Ero andata alla stazione da sola, salutando e rassicurando i miei genitori che il Nottetempo era un mezzo sicuro e veloce. Infatti ero arrivata in anticipo e avevo già caricato il mio baule sul treno senza problemi. E poi ero scesa ad aspettarli, con un magone nella gola che non voleva scendere.

Non volevo assolutamente iniziare da sola. E quando vidi i miei amici sorridermi, mi sentì bene.

Sì, ora sarei stata bene. C'erano loro con me.

-Evans, ma tu arrivi mai in ritardo qualche volta?- mi punzecchiò Sirius, raggiungendomi poco dopo James, che rimase a sorridermi con aria piuttosto stupida.

Lo ignorai, non guardandolo, perché probabilmente avrei avuto la stessa faccia ebete.

-Ti sembrerà strano, ma si, succede anche a me alcune volte- ribattei io, sorridendo.

Joy mi strinse forte nel suo abbraccio e mi sussurrò nell'orecchio che voleva parlarmi. Quindi, quando entrammo, ci dirigemmo in bagno.

-Cosa c'è Joy? Cosa mi devi raccontare?- chiesi curiosa. E forse un tantinello preoccupata. Lei mi sorrise, furba.

-Io niente di particolare. Speravo che tu mi raccontassi qualcosa di nuovo. James non ha voluto spiccicare parola di quella sera che ha cenato a casa tua. Ma dì la verità, è successo qualcosa, vero? Dovevi vedere com'è rimasto serio e sognante per tutto il giorno. E oggi era pronto prima di tutti proprio per venire sicuramente a vederti!- e mi lanciò uno sguardo di puro interesse.

Io arrossii.

-Non.. non è successo niente- balbettai.

-Mi dispiace, ma tutto dice il contrario. A partire dalla tua voce- disse lei, ormai così eccitata e desiderosa di sapere che poco ci voleva che mi scuotesse con forza per farmi parlare.

-Ok. Vedi... noi..-

 

-James tutto bene?- gli chiesi vedendolo intristirsi.

-Sì, Lily. Scusami, stavo solo pensando a una cosa.

Comunque si, i tuoi genitori sono fantastici. Anche se stanno affrontando problemi che a molti sembrerebbero insormontabili, sono pronti a tutto per vivere lo stesso bene e insieme- mi rispose.

E io come una stupida mi resi finalmente conto di quale fosse il problema. Lui non aveva più genitori. Lui non... loro non c'erano più. E ora, guardando i miei genitori, di sicuro stava malissimo, anche se ora aveva ripreso a sorridere.

Un sorriso striminzito decisamente, ma almeno non falso. Non seppi cosa fare. Seduta accanto a lui volevo fare qualcosa per consolarlo. Ma non sapevo cosa.

Ma forse il problema è che ci pensavo troppo. Mi lasciai trasportare solo dal cuore e, inginocchiandomi sul letto, lo abbracciai.

Gli accarezzai la testa, facendogliela poggiare sulla mia spalla. Per la prima volta mi resi conto di quanto mi era mancato accarezzare i suoi capelli.

L'avevo fatto pochissime volte, la prima in assoluto quella volta che pensavo dormisse in infermeria. Lui mi abbracciò i fianchi con le braccia stringendosi a me e nascondendo il viso nei miei capelli.

Chissà se sentiva il mio cuore battere velocissimo. Chissà se sentiva che il mio respiro era accelerato. Chissà se si rendeva conto quanto fossero diventata rosse le mie guance.

Chissà se stavo riuscendo a fargli dimenticare la tristezza… Sentii il suo respiro sul collo e poi la sua voce, a pochissima distanza dal mio orecchio.

-Lily guardami negli occhi- lo disse con un tono così basso e sensuale che mi sentì quasi male.

Mi allontanai di poco, per guardarlo negli occhi.

Quei bellissimi e caldi occhi nocciola.

E lo vidi avvicinarsi. Era a pochi centimetri dalle mie labbra. Era tutto così... così meraviglioso.

Così strano. Così...

-Lily, ma sei tornata?- il rumore di passi e la porta che si apriva fu il segnale per farmi alzare subito dal letto, allontanandomi da lui.

Mia madre entrò e probabilmente notò la mia faccia rossa, insospettendosi.

-Mamma. Sì, siamo appena tornati. E siamo venuti subito a posare le cose- indicai le buste.

-Non vi ho sentiti- disse accigliata.

Capì che mi avrebbe voluto strigliare. Insomma, un ragazzo nella stanza. Sì, ero maggiorenne. E sì, era James, un ragazzo di cui si fidava ciecamente. Ma ciò non voleva dire che dovevo fare sesso selvaggio con lui sotto il loro tetto e con loro sotto.

Ma visto che non avevamo fatto niente del genere non mi fece sentire minimamente in colpa. Forse appena un po’ imbarazzata.

-Be, eri piuttosto occupata a quanto ho visto- le lanciai una frecciatina amorevole. Lei sorrise, cercando di nascondere il rossore e si voltò verso James.

-James caro ti fermi a cena?- domandò.

-Io non vorrei disturbare..- rispose subito lui, alzandosi dal letto e sorridendo un po’ a disagio.

-Quale disturbo. È solo un piacere. E non fraintendere, ma vorrei che la prossima che venissi passassi prima a salutarci- e dopo un occhiolino scese sotto, lasciandoci basiti. Arrossita mi avviai verso la cucina e James mi seguì.

 

-Cavolo, c'eravate quasi- esclamò Joy, scocciata, facendo schioccare le dita. Risi per la sua espressione.

-E poi? Quando se né andato non vi siete dati il bacio della buonanotte?- chiese lei di nuovo entusiasta.

Io sospirai rievocando quel momento.

 

-Allora ci vediamo al binario il primo?- domandai, aprendogli la porta di casa. Lui annuì, superandomi, ma voltandosi subito per guardarmi negli occhi.

-Sì, almeno che non perda il treno. Cosa che non farò. Sono un Caposcuola quest'anno. Devo ricordarmelo..- disse ,con tono buffo e facendomi ridere.

-Te l'ho già detto che adoro quando ridi?- mi domandò lui, facendomi arrossire.

-Smettila. Di la verità, ti piace vedermi arrossire, per questo mi dici sempre queste cose- lo rimbeccai.

-Anche per questo- rispose lui, sfoderando il suo miglior sorriso malandrino.

Gli diedi un pugno sul petto, non troppo forte, per gioco, e lui finse di farsi male con la solita melo drammaticità.

-Dovresti rivedere la tua idea di fare l'Auror Potter. Dovresti fare l'attore. Guadagneresti un sacco di soldi e diventeresti famoso probabilmente in breve tempo- scherzai.

-L'attore? E cos'è un attore?- chiese curioso.

-E dovresti studiare anche un po' di Babbanologia. Non hai mai pensato di frequentare le lezioni?- domandai.

-Lo sai che non si risponde ad una domanda con una domanda? E comunque che gusto c'è a studiare se posso chiedere a te il significato delle cose?- domandò.

-Ehi, io non sono il tuo dizionario portatile- dissi accigliata.

-Certo, altrimenti staresti nel mio taschino. Comunque, anche se vorrei stare ore così a parlare con te, mi sa che devo andare. Mi aspettano a casa- disse, diventando triste.

-Beh, ci vediamo presto- lo salutai. Lui mi sorrise ,avvicinandosi.

-Già. A presto Lily- disse avvicinandosi ancora al mio viso per la seconda volta in quella sera.

Chiusi gli occhi mentre il cuore ricominciava a battere a mille. E poi lui mi toccò il naso con il dito. Aprii gli occhi accigliata.

Lui mi sorrise, furbo e poi se ne andò, salendo sulla scopa e facendo un cenno con la mano.

E lasciandomi totalmente basita.

 

-Cioè, tu eri lì, labbra protese, occhi chiusi, aspettando il suo bacio e lui se né andato?- domandò lei, incredula. Io sospirai.

-Sì. Giuro che davvero in quel momento non ho capito niente. Mi sono anche arrabbiata ad un certo punto. Poi, ripensandoci, però ho capito che probabilmente pensava fosse meglio così- confessai.

Joy mi guardò come se fossi impazzita e iniziai a spiegarle.

-Vedi, sarebbe stata una cosa un po'... non forzata, ma quasi. Insomma come se quel bacio fosse avvenuto solo per tirarlo su di morale. Insomma... avrebbe perso quella cosa di unicità, di amore puro o soltanto di puro e semplice desiderio. Non deve nascere per dispiacere o per voglia di consolare una persona.

Deve nascere dal cuore. Lui forse pensava che mi sarei fatta baciare solo per questo. Non lo so se lo pensava davvero, ma di sicuro saprei dirti che dentro di me c'era molta voglia di aiutarlo. Quindi l'avrei fatto anche per quello. Lui ha deciso di aspettare, di rimandare la cosa- non ero di essere riuscita a spiegarmi bene. Non sapevo neanche se avevo detto qualcosa che avesse un senso logico.

Ero arrivata a una conclusione del genere solo dopo una notte insonne a pensare a lui, alle sue labbra, al suo respiro così vicino...

-Mah... io penso che si sia rimbambito. Lily, hai rimbambito completamente James- mi accusò lei, divertita.

-Senti chi parla. E cosa devo dire del tuo bel cagnolino nero che scodinzola appena ti vede?- chiesi.

Lei mi guardò incredula. Ci misi un paio di secondi per capire il doppio senso e mi portai la mano alla bocca per l'orrore.

Poi ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere entrambe, fino alle lacrime.

 

***

 

James

-Cosa si staranno raccontando secondo te?- chiesi, pensieroso guardando la porta che non accennava ad aprirsi, segno che ancora non erano tornate.

-Cosa da donne- provò Peter.

-Un applauso a mister Ovvietà. Ma cosa?- mi chiesi ancora.

-Probabilmente cosa avete combinato voi due la sera in cui l'hai riportata a casa e sei tornato tardi, non pensi? Cosa che non hai voluto raccontare tu a nessuno di noi- mi fulminò con lo sguardo Sirius, seduto con le spalle e la testa contro il muro e le gambe sui sedili.

Non ribattei. Non sapevo perché non avessi detto niente a loro. Forse perché immaginavo già la risata di Sirius. O lo sguardo stupito di Peter. O quello commosso di Remus. Si sarebbero guardati negli occhi loro tre e avrebbero detto in coro, chi sbigottito, chi ridendo e chi piangendo, “Il nostro cucciolo è cresciuto”.

E non l'avrei sopportato.

-Va bene, resta muto. Tanto lo saprò presto. Molto presto. Appena Joy tornerà con le sue succulenti informazioni- sghignazzò lui.

Gli lanciai un'occhiataccia che lui non vide neanche, perché aprì il giornale con noncuranza nascondendosi dietro. Sbuffai e mi voltai verso Remus. Era tornato a leggere il suo noioso libro. Lanciai un'occhiata a Peter che stava guardando il suo orologio. Lo guardai a mia volta.

-È tardi, cavolo! Dovevamo essere già da cinque minuti nella cabina iniziale del treno- dissi, ricordandomi subito il mio dovere da Caposcuola.

Uscii veloce dallo scompartimento per andare a cercare Lily e la trovai poco lontana, con aria affrettata.

-Mi ero dimenticata. Dobbiamo andare dai Prefetti!- disse lei e insieme andammo alla riunione!!!

 

***

 

Sirius

Abbracciai Joy, seduta tra le mie gambe e abbandonata sul mio petto, e iniziai a baciarle il collo.

-Davvero non vuoi dirmi cosa ha detto Lily di James?- chiesi contro la sua pelle.

-No. È un segreto e non aprirò bocca- disse lei con gli occhi chiusi, inclinando il collo per permettermi di baciarla meglio. Sorrisi e la baciai con più sensualità, insistendo sui punti che sapevo le facevano venire più brividi.

-Sicura di non volermelo dire?- chiese a un centimetro dal suo orecchio, prima di succhiarle il lobo.

-Non posso- ansimò pianissimo lei.

-Bene- dissi, abbandonando il suo collo. La scostai con forza per cacciarla, ma lei si voltò e si aggrappò contrariata.

-Che stai facendo?- chiese stupita.

-Mi stai tenendo un segreto, non vuoi confidarmelo neanche implorando, e pensi che starò qui a coccolarti? Piuttosto mi coccolo il mio Peter. Vieni qua tenerone!- dissi, riuscendo ad alzarmi e andando verso Peter, che si nascose preoccupato dietro Remus.

-Proteggimi tu Remus, aiuto!!!- disse, fingendosi spaventato.

-Ok. Allora coccolo il mio Remusino!- dissi, sedendomi accanto a Remus e riuscendo a prenderlo per il collo.

-Così mi fai saltare via la testa idiota- disse lui, tentando di divincolarsi.

-Hai sentito Joy, gli faccio perdere la testa!- scherzai, fingendomi felice. Lei scoppiò a ridere.

-Vieni qui cretino. Ti dirò cosa mi ha detto Lily- mi disse con aria sensuale.

Sorrisi, lasciando respirare Remus e tornando a sedermi sul sedile accanto a lei. Lei mi si sedette in braccio e mi baciò con passione.

-Ma perché dobbiamo sempre assistere a certe effusioni? Mi dovete fare stare male di stomaco per forza?- sentì a malapena Remus ribattere.

Joy si stava dando davvero da fare e persi la cognizione del tempo per un pelo'.

Mi ricordai che doveva darmi una risposta quando la sua mano mi accarezzò il petto sotto la camicia, scendendo sempre più giù...

Le afferrai la mano e la guardai con un sopracciglio alzato.

-Furbona. Ora spara, cosa ti ha raccontato Lily?- chiesi.

-Che non si sono baciati, non si sono dichiarati e non si sono tanto meno messi insieme- mi rispose. Sbuffai, scansandola.

-Tutta questa fatica per dirmi questo? Insomma, ho addirittura abbracciato Remus- scherzai, fingendomi sdegnato e indicandolo.

-Grazie Sirius. Anche io ti amo con tutto il cuore- disse Remus, come risposta, da dietro il suo libro.

-Beh, tu mi hai chiesto cosa mi ha detto, ed è soltanto questo. E non fare quella faccia. Quei due non si muoveranno mai se continuano così. Anche io voglio vederli insieme!- sbuffò lei, stringendosi al petto le gambe.

Sorrisi. Remus e Peter mi guardarono subito preoccupati.

-Allora ci inventeremo noi qualcosa per farli finalmente mettere insieme!- dissi, mentre il mio cervello iniziava a elaborare una possibile strategia.

-Non penso ce ne sia bisogno. Vedrete che se la sbrigheranno da soli. Secondo me sono già a un buon punto! E hanno bisogno del loro tempo- disse Remus, tentando di persuadermi.

Ma ormai il mio cervello era in azione.

Cosa mai potevo fare però???

 

***

 

Remus

Guardai davvero preoccupato Sirius, smettendo di parlare. Tanto non mi ascoltava più.

James era riuscito a conquistare la fiducia di Lily, era diventato suo amico e confidente, ora erano anche in una buona posizione per vedersi da soli in ogni momento, visto che erano Caposcuola, non c'era bisogno che ci mettessimo in mezzo noi. Ma quando ormai il cervello di Sirius parte è quasi inutile tentare di fermarlo.

Strano a dirsi, ma preferivo quando non lo usava la maggior parte delle volte. Cosa mai si sarebbe potuto inventare?

E specialmente, avrebbe avvicinato davvero di più James e Lily o avrebbe fatto solo danni?

 

***

 

James

Repressi a fatica uno sbadiglio. Che noia. Guardai Lily. Naturalmente continuava a seguire le indicazioni con interesse.

Ma tutto quell'elenco di responsabilità, di divieti, di regole da seguire e insegnare agli altri mi fece solo pensare a quante volte io personalmente le avevo infrante tutte. Anzi, ce n'erano due o tre che ancora non avevamo infranto. Il nuovo Caposcuola infrange le regole che dovrebbe far rispettare. Trattenni la risata spontanea per un simile pensiero.

Finalmente il professore smise di parlare e ci disse che noi Caposcuola dovevamo parlare con i nuovi Prefetti nella stanza accanto.

Lily fu la prima a parlare naturalmente. Concisa, precisa e non troppo pesantemente, spiegò qual era il loro ruolo e cosa dovevano specialmente non fare.

Alla fine del discorso mi guardò invitandomi a intervenire. Voleva che anche io dicessi qualcosa.

Mi grattai la testa incerto. Cosa potevo dire a una banda di Prefetti?

-Bene.. ricordatevi che comunque la vostra missione non è solo un dovere, ma anche un piacere- mi fermai notando lo sguardo che si lanciarono i due Prefetti di Serpeverde. Ingoia bile e continuai.

-Fate del vostro meglio per evitare che gli altri infrangano le regole facendosi o facendo del male, ma non pensate di poter tormentare tutti. Chi userà il proprio ruolo di Prefetto per dare fastidio alle persone se la vedrà personalmente con me- dissi l'ultima frase come una vera minaccia, guardando quei due mocciosi. Che ci provassero a fare i bulletti, gli avrei fatto vedere io come era bello!!!!

Lily mi lanciò un'occhiata strana e dopo poco ci congedammo. Cercammo gli altri altri, in uno strano silenzio. Chissà cosa stava pensando. Ma perché continuavo a chiedermelo soltanto?

-A cosa pensi?- le domandai. Lei abbassò lo sguardo.

-Niente di che... soltanto che è stato davvero strano vederti parlare con quell'autorità. Ma che comunque si vedeva che a parlare non era tanto un Caposcuola, ma un Malandrino- mi lanciò un'occhiataccia.

-Non si minacciano gli altri- disse ancora. Il tono era serio e di rimproverò, ma notai una luce divertita nei suoi occhi che mi fece ridere.

-Non pensavo lo pensassi!- sorrisi al gioco di parole.

-Tu lo fai sempre con me quindi pensavo non lo trovassi sbagliato!- le dissi.

-Cosa? Io non ti minaccio!- rispose lei, fintamente indignata.

-Nooo... mi hai minacciato forse ogni giorno dalla prima volta che ci siamo visti.

Potter sparisci o ti faccio sparire io”. Oppure “Potter vai a buttarti dalla finestra?” e potrei citarne molte, ma molte altre!-.

Lei, che si era accigliata quando avevo imitato la sua voce, mi guardò divertita.

-Va bene, allora puoi farlo con le persone che se lo meritano, come faccio io!- ed entrò nello scompartimento.

-Brava. Con questo hai detto in pratica che me lo sono sempre meritato, quindi- ribattei e mi guardai intorno per vedere dove mi potevo sedere; c'erano due sedili disponibili.

A destra Remus leggeva vicino al finestrino e Peter dormiva con la testa piegata sulla spalla.

A sinistra c'erano Sirius e Joy abbracciati, coricati sui sedili lasciando un minimo spazietto. Joy dormiva tra le braccia di Sirius, che sembrava anche lui addormentato. Ma con occhio esperto sapevo che stava solo fingendo. Lui in genere russava quando dormiva.

Andai verso Peter, ma Lily mi precedette sedendosi in quel posto. Allora dovetti sedermi stipato nel mezzo sedile occupato dal piede di Sirius.

Non poteva essere meno alto, così mi lasciava più spazio?? Mi sedetti e guardai Lily, che continuò il discorso.

-Guarda che l'hai detto tu e non io una simile cosa!-

-Sei insopportabile cara. Remus, secondo te sono uno che si merita le minacce?- chiesi, sperando di ricevere un po' di sostegno.

-Decisamente si James!- rispose lui, senza neanche distogliere lo sguardo dai libri, e neanche un attimo di esitazione Sbuffai.

-Siete tutti insopportabili voi! Nessuno mi capisce!- e finsi di piangere, nascondendomi il viso con un braccio. Loro scoppiarono a ridere.

 

 

Il viaggio proseguì tranquillo e mi chiesi se esistesse un'armonia così perfetta da un'altra parte del mondo. Stare con i miei amici e con la mia amata Lily, cosa potevo chiedere di più dalla vita? Niente.

Li guardai con calore e poi ripensai alla lettera che avevo ricevuto quella mattina da Silente. Stasera, all'una di notte, ci sarebbe stata la prima riunione dell'Ordine della Fenice.

Durante lo scorso anno avevo proposto ad alcune persone degne di nota questo importantissimo impegno. Ma non c'ero riuscito con loro. Con nessuno di loro. Cavolo, non volevo rischiassero di morire, di farsi del male. L'idea di perdere qualcuno di loro era terribile. Avrei dato la vita per proteggerli.

Ma sapevo che era un torto non dirglielo. Li guardai mentre chiacchieravano tranquilli e non riuscii a trovare il coraggio di parlare, però. Decisi di aspettare il momento giusto. Sì, sarebbe arrivato da solo.

 

***

 

Joy

La cena fu piuttosto tranquilla, cosa che mi sembrò strana. Sirius era ancora impegnato a pensare a una possibile idea per mettere insieme i nostri due amici, James era stranamente pensieroso e Peter mangiava sempre di più con una strana espressione. Gli avevo già chiesto se ci fosse qualcosa che non andava, ma mi aveva detto che era tutto ok.

E in genere Peter non sapeva dire le bugie, quindi lo lasciai stare. Forse era che non aveva mangiato abbastanza, cosa che infatti ora stava facendo fin troppo. Lily e Remus erano gli unici che chiacchieravano con me tra un boccone e un altro.

-Non vedo l'ora di vedere cosa prevedono quest'anno i vari programmi!- disse entusiasta Lily.

-Probabilmente troppe cose per farci uscire fuori di testa ancor di più di tutti e sei gli anni messi insieme- dissi certa.

-Mi dispiace ammetterlo, ma sono d'accordo con te Joy. Sarà un anno impegnativo. Ma almeno impareremo tantissimo cose nuove- disse Remus cercando il bello di questa situazione.

Finita la cena in quasi completo silenzio da parte loro.

Salimmo a dormire tutti. Io guardai Lily salutare e andare nel suo dormitorio, incerta. Mi voltai verso Sirius che mi sorrise, prendendomi per mano e tirandomi verso di lui.

-Vuoi davvero dormire lontano da me?- domandò col suo miglior sorriso da schiaffi che aveva.

Stavo per rispondergli, quando James parlò per primo.

-In realtà sarebbe meglio. Vi ricordo che ci saremo anche noi nella stanza, non ne avete una tutta per voi come a casa-

-Oh, avanti. Potete benissimo mettervi i tappi alle orecchie- scherzò Sirius.

-Vado nel mio letto. È meglio. Però vengo domani mattina- dissi, accarezzandogli il petto dal basso verso l'alto, per poi mettergli le braccia intorno al collo.

-Allora ti devo dare per bene la buonanotte- disse, prendendomi in braccio di slancio e baciandomi con passione.

 

***

 

James

 

Aspettai molto prima di essere sicuro che stessero dormendo. Anzi, aspettai anche fin troppo, perché non ero davvero sicuro lo stessero facendo. Sirius sembrava decisamente sveglio.

Ma tra cinque minuti mi aspettavano nell'ufficio di Silente, non potevo non andarci. Così mi sedetti e tentai di vedere se qualcuno di loro apriva gli occhi o si muoveva.

No, nessun segno visibile. Mi alzai piano, prendendo le mie cose e andando in bagno, sperando di fare meno rumore. Uscii poco dopo vestito e con il mantello in testa, dando solo una veloce occhiata ai letti. Sembrava tutto apposto.

Scesi sotto e, mentre spostavo il ritratto per passare, qualcuno dietro di me si schiarì la voce.

Mi voltai e mi trovai i miei tre amici dietro, accigliati e a braccia conserte. Sarei scoppiato a ridere per le loro espressioni, se non fosse stato un momento particolarmente importante.

-Avanti James, sappiamo che sei lì- disse Sirius, guardandomi esattamente negli occhi. Dio, sembrava mi vedesse davvero.

-Dove volevi andare?- chiese una voce che non pensavo di sentire proprio ora. Con orrore vidi anche Joy e Lily spuntare dalle poltrone vicino al camino, ancora in pigiama.

Sbuffai, togliendomi il mantello.

-Come avete fatto a capirlo????- sbottai.

-È da troppo tempo che ci tieni nascosto qualcosa, non mentire. E da stamattina, dopo aver ricevuto una lettera che io stesso ti ho visto bruciare dopo averla letta, che cerco di capire cosa nascondi. E stasera abbiamo notato che non avevi gettato a terra come al solito i vestiti, ma li avevi messi ai piedi del letto in disordine. Devi curare di più i dettagli James, ti si scopre facilmente- disse Sirius con un sorriso furbo.

-Me lo ha detto dopo il bacio della buonanotte e allora gli ho chiesto di mandarmi un segno appena avessi fatto qualcosa. E quindi eccoci qui- finì di spiegare Joy.

-Adesso tocca a te James. Dove stavi andando?- chiese Remus, serio.

Tutti quegli occhi addosso mi fecero morire. Mi sentivo malissimo perché non gliene avevo parlato prima, perché ora sarei stato costretto a farlo e, come ultimo, ma non meno importante, una parte di me non voleva dirglielo affatto.

La mano di Sirius si posò sulla mia spalla per darmi forza. Lo guardai negli occhi e non potei non parlare.

-Dopo la morte dei miei genitori ho passato la giornata con Silente, ricordate? Lui mi ha spiegato che i miei genitori stavano svolgendo una missione per conto suo, una missione molto delicata, che ha portato alla loro fine, ma anche a capire che quella era la giusta pista da seguire per cercare di sconfiggere Voldemort- il nome ormai era diventato quasi tabù con gli altri, solo loro non inorridivano pronunciando quel nome, a Peter tremava però il labbro inferiore.

Lanciai un attimo un'occhiata a Lily. Non sapevo come avrebbe reagito al nome e, nonostante il momento, fui preso dalla curiosità.

Lei si limitò a stringere i pugni, ma non fece nient'altro quindi tornai a guardare Sirius e a parlare.

-Sta organizzando un'associazione segreta. In questo anno ha radunato persone importanti, persone degne di fiducia. E stanotte c'è la prima riunione. Esattamente- guardai l'orologio -tra un minuto!- dissi.

-E tu che ruolo hai in questa associazione?- chiese Sirius, non smettendo di guardarmi. Cavolo, cosa aveva fatto? Aveva letto il senso di colpa nei miei occhi e aveva già capito tutto???

-Io... dovevo proporre di farne parte a chi pensavo... chi pensavo fosse pronto o … che avesse davvero un motivo per combattere Voldemort a costo della propria vita...- dissi, abbassando gli occhi.

Sirius mi lasciò la spalla e mi sentì solo. Avevo paura di riguardarlo negli occhi. Così come con gli altri.

-E perché a noi non hai detto niente?- chiese sempre Sirius. Gli altri sembravano non avere parole.

-Perché...- non riuscivo a proseguire.

-James guardami negli occhi e dimmi perché dannazione non hai detto solo una parola di questa storia. Prima che mi arrabbi sul serio- disse Sirius con un tono di voce che aveva usato raramente con me.

Lo guardai negli occhi e vidi rabbia, delusione (che mi fece malissimo) e confusione. Sì, non riusciva a capire perché l'avessi tradito.

Non lo sopportavo. Presi un grande respiro e sputai tutto fuori. Pregai che la voce non tremasse davvero tanto come mi sembrava. E dissi tutto d'un fiato.

-Avevo paura, ok? Non potevo mettervi in pericolo. So perfettamente che appena aveste saputo una cosa del genere avreste partecipato tutti subito. Ma non c'è l'ho fatta. Voi siete tutto per me! Non posso perdervi così come ho perso i miei genitori.

Io voglio dare la vita per uccidere quel dannato stronzo, ma non riesco a pensare di perdere nessuno di voi! Non sopravviverei, lo so perfettamente. Non potrei perdervi, non voi-

 

***

 

Remus

Avevo visto solo una volta James ridotto in quel modo. Quando erano morti i suoi genitori. Poi, anche se dentro soffriva in questo modo, aveva sempre mostrato una faccia felice o per lo meno fintamente tranquilla.

Ora invece aveva gettato la maschera. Se non fosse stato così deciso a non mostrarsi mai debole, probabilmente da quegli occhi sarebbero scese lacrime. Ma no, James non piangeva.

Distolse lo sguardo dagli occhi di Sirius e li abbassò a terra. Fu un momento. Poi tutti gli andammo incontro. Sirius fu il primo ad arrivare e lo strinse in un abbraccio fraterno.

Mi unì subito al gruppo abbracciando tutti e due, sentendo poco dopo Peter fare lo stesso.

-Noi ci saremo. E lotteremo insieme- dissi deciso.

-E poi guarda che la tua vita ci riguarda. Devi chiedere a noi il permesso prima di metterla a rischio, altrimenti ti incollo per sempre al mio fianco in modo che tu non possa più fare neanche un passo senza che io lo sappia e venga con te- lo punzecchiò Sirius.

-Sì, dobbiamo lottare per avere la felicità che meritiamo. Però insieme, così siamo più forti- disse Joy.

-Insieme- disse semplicemente Peter.

-L'unione fa la forza- finì Lily.

 

***

 

Oh, eccomi tornata a solo meno due dal mio esame. E volete sapere quanto ho studiato???

pochissimo!!!!!!!!!!!!

cavolo ragazzi, mai la mia ispirazione è arrivata così tempestosa, portandomi via ogni tipo di concentrazione. Inizio a ripetere e invece i miei pensieri corrono inesorabilmente al mio pc, con la pagina di Word che mi aspetta. Dannazione!!!!!!!!

almeno spero che quello che esce sia decente... che ne dite?

James è un ragazzo forte, quando ho pensato di fargli dare una così grande responsabilità nell'organizzazione pensavo che avrebbe detto ai suoi amici subito cosa stava succedendo.

Ma mentre mi scrivevo vedevo che non voleva farlo. Lo sentivo. E ora sono riuscita finalmente a capire perché. Lo so, la storia la scrivo io, ma vi assicuro che i miei personaggi decidono tutto loro. Sono persone viventi che mi sgridano anche se faccio qualcosa che non sia nella loro personalità...

voi che ne pensate?

Ok, ora chiudo. Devo assolutamente mettermi davvero a ripete. Altrimenti finirà male anche questo esame, cosa che annullerebbe totalmente la mia autostima...

ma cosa che probabilmente succederà...=(

comunque ringrazio davvero le specialissime persone a cui, se diventerò mai ricca, farò una statua d'oro a ciascuno, per aver inserito questa storia tra le preferite, le ricordate e le seguite (benvenuti ai nuovi!!! siamo arrivati a quota 38 quindi saluto e ringrazio i nuovi arrivati)!

Ricordatevi, le recensioni sono davvero ben accette!!!

alla prossima!!!!!!!!!!

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Capitolo 40
*** Trentanovesimo capitolo: in una notte... ***


CAPITOLO 39:  

In una notte...

 

James

E la scuola iniziò. Il nostro partecipare all'organizzazione purtroppo non cambiò di molto il nostro ruolo nella lotta che stavano combattendo fuori. Era troppo presto. E tutti non vedevamo l'ora di poter fare qualcosa.

Ma l'unica cosa che ci aspettava erano le lezioni sempre più pesanti, il nuovo incarico di Caposcuola e l'inizio della stagione di Quidditch con me come capitano. Ne ero contento, anche se avevo avuto una stretta al cuore pensando alla gioia di mio padre per una simile responsabilità. Ma ero andato avanti.

Inoltre avevo decisamente altri pensieri. In 14 giorni c'era stata una cosa che mi aveva fatto preoccupare seriamente.

Lily.

Lily era strana. Non dormiva quasi più, studiava continuamente, si lasciava prendere dal terrore fino a quando non arrivava la lettera dei suoi e aveva momenti in cui gridava contro tutti senza una ragione. E non voleva parlarne.

Mi svegliai il secondo sabato da quando eravamo a Hogwarts con l'intenzione di distrarla finalmente da tutto. Dovevo fare qualcosa cavolo, si stava solo distruggendo in quel modo.

Mi vestì che era appena l'alba e guardai i miei amici dormire, sereni.

Sorridendo uscii, prendendo la mia Mappa del Malandrino. Quando si sarebbe svegliata Lily?

Cosa avrei potuto organizzare nel frattempo? Pensavo ad una gita di qualche tipo, a uno svago che le sarebbe potuto piacere...

-Giuro di non avere buone intenzioni- sussurrai alla mappa e quella comparve. La consultai velocemente e mi bastò un attimo per vedere il puntino di Lily.

Non nel suo dormitorio però, nonostante fossero le sei di sabato mattina. No, lei era in Sala Comune. Riposi subito la mappa e scesi gli ultimi scalini.

La trovai sulla poltrona più scomoda di tutta la Sala Comune, vicino al fuoco, che leggeva quello che probabilmente era un libro di Pozioni.

Senza esitazioni mi sedetti sulla poltrona accanto a la guardai. Difficile dire se mi avesse sentito o no. Non aveva alzato neanche lo sguardo un secondo.

Rimasi in silenzio, osservandola. Non mi piaceva per niente quello che vedevo.

Chissà da quanto non dormiva, chissà quanto poco aveva mangiato, nonostante i nostri mille modi per costringerla, chissà da quanto voleva piangere e non lo faceva, chissà quanto stress e preoccupazione aveva addosso. Fino ad ora mi ero limitato a starle accanto, sapendo che infondo era una cosa normale sentirsi in questo modo all'inizio.

Tutta la sua preoccupazione non era immotivata. Ma non poteva continuare così, no. E la mia sola presenza sembrava non bastare.

Notai che aveva quasi finito il capitolo, quindi mi lasciai andare un attimo sulla poltrona, riflettendo un po'. E appena vidi che finiva sorrisi, pronto a trovare il suo sguardo. Ma lei non alzò lo sguardo.

Girò pagina e iniziò il capitolo dopo. La guardai accigliato e poi mi alzai.

-Lily?- la chiamai.

Lei, finalmente, alzò lo sguardo, ma non vidi i suoi bellissimi occhi verdi guardarmi.

No, quelli non erano i suoi occhi pieni di gioia e di vitalità. Quelli erano gli occhi di un fantasma. Non c'era neanche una luce di vita, né qualsiasi altra cosa che richiamasse i suoi bellissimi occhi. E c'era anche una certa rabbia.

-Cosa vuoi?- chiese pungente.

-Non... ti va se andiamo a fare colazione insieme?- decisi di non chiederle niente di più. Non c'era bisogno probabilmente di dire che sembrava uno straccio. Non è quasi mai una buona tattica.

-No. Devo finire di studiare questo libro per la prossima lezione e poi devo iniziare a fare i riassunti di ogni capitolo. Non ho tempo per mangiare ora- disse con qualcosa che sembrava davvero un tono maniacale, prima di tornare a immergersi nel libro.

Accigliato tentai di placare l'istinto che mi diceva di strapparle il libro dalle mani subito. Riprovai.

-Fare colazione non ti farà perdere tempo. Ti darà più energie per continuare a studiare. Si ragiona meglio a stomaco pieno- dissi.

-È presto. Più tardi mangerò qualcosa- fu la sua risposta.

-Dai, se andiamo in cucina troveremo già tantissime cose da mangiare. E potrai studiare di più dopo senza fare la pausa per mangiare- tentai di convincerla.

-Lasciami stare James. Non ti sopporto più! Mi stai distraendo troppo- quasi ringhiò lei, guardando sempre il libro.

-Ti distraggo?- chiesi, cercando di sembrare divertito e provocante, invece di lasciarmi andare alla sfuriata che mi stavo trattenendo dal fare da giorni.

Lei si alzò, guardandomi con freddezza mentre stringeva il suo libro al petto.

-Lasciami in pace. Mi sono stancata di averti sempre accanto a non fare niente. Vai a fare qualsiasi altra cosa, ma smettila. Non ho bisogno di te, non ho bisogno di nessuno. Non sono una bambina che ha bisogno della balia James! Voglio solo studiare in pace- mi disse con tono davvero glaciale. E se ne andò, uscendo dal ritratto.

Rimasi per un minuto buono con la bocca aperta in piedi, volendo gridare tutta la mia frustrazione. Poi feci due profondi sospiri per calmarmi e la seguii.

La trovai nel corridoio del secondo piano, seduta a terra vicino alla porta della biblioteca ancora chiusa.

Aveva ripreso a leggere. Ormai stufo di tutta quella situazione arrivai e le presi il libro dalle mani. Lei, presa alla sprovvista non fece resistenza, però mi trucidò con lo sguardo.

-Dammi il libro. Subito!- ordinò lei, alzandosi in piedi.

-Non prima di aver chiarito alcune cose Lily. Sono stufo di tutto questo. Ti stai distruggendo cavolo, non te ne rendi conto? Non dormi, non mangi, non parli! Non fai altro che gridare addosso a tutti e isolarti. Ho piene le scatole di questo tuo comportamento. Non si affrontano così le cose- le dissi con rabbia, non riuscendo più a trattenermi nonostante tutto.

-Certo! Perché tu sei il grande James Potter. Quello che non si lascia scoraggiare da niente e nessuno. Quello che riesce sempre a sfoderare un sorriso, quello che riesce sempre ad affrontare tutto! Sei solo un dannato pieno di sé! Non ti sopporto più! Vuoi aiutarmi? Allora lasciami in pace dannazione- gridò lei più forte che poteva.

Tentò di scappare, ma le afferrai il polso trattenendola.

-Lily..- stavo per dire, dispiaciuto di aver alzato il tono, quando lei si voltò tirandomi un forte schiaffo sulla guancia.

Lasciai il suo polso, portandomi la mano alla guancia colpita.

-Non sono più Lily per te! Sono Evans e gradirei molto, Potter, che tu non mi parlassi mai più- disse, tornando fredda e dannatamente seria. Prese il libro dall'altra mia mano e poi si voltò andandosene.

Rimasi immobile incredulo, mentre quello che faceva più male non era sicuramente la guancia.

 

***

 

Sirius

Tutta quella situazione era assurda, cavolo. Possibile che potessero ancora farsi così male quei due. Nonostante fosse così evidente cosa provavano l'uno per l'altro?

Ero passato dall'incredulità, alla rabbia verso Lily per aver ridotto James in quel modo, alla decisione di attuare finalmente il mio piano. Remus mi guardò male appena gli dissi che ci avrei pensato io a farli parlare.

-Lasciali stare- provò lui a convincermi.

-Sono passati due giorni e non si parlano. Sono arrivati anche a non guardarsi più e soffrono troppo. Devo agire- dissi.

-Cosa hai intenzione di fare?- chiese Joy, preoccupata.

-Niente di troppo complicato. Stasera vedrete- dissi, sorridendo.

 

Quella sera avevano la ronda. Incredibile come potessero andare in giro per i corridoi bui senza dirsi una parola. Quasi non ci credevo.

In silenzio e sotto il mantello dell'invisibilità, li precedetti di alcuni passi entrando in un'aula. Qualche incantesimo non verbale e tutto fu pronto. Feci cadere una sedia, richiamandoli per il rumore. E poco dopo entrarono, bacchetta alla mano. Veloce li agirai e uscii dalla porta. Per poi chiuderla e sigillarla dall'esterno.

Sentii le imprecazioni di entrambi e i loro tentativi di aprire la porta a mano e con la magia. Ma era tutto inutile. Avevo bloccato anche le finestre e qualsiasi altra via di fuga. Ogni incantesimo era inutile.

Ora rimaneva solo aspettare e scoprire se sarebbero riusciti a rappacificarsi oppure se si fossero ammazzati a vicenda.

 

***

 

Lily

Fu tutto inutile. Non mi arresi subito. Provai ad aprire la porta con mille incantesimi, così come tentai di aprire e poi rompere la finestra più volte.

Gli gettai addirittura contro una sedia con tutta la forza che avevo. Ma l'unica cosa che feci fu distruggere la sedia e farmi male alla mano.

-Ahi- dissi, guardando la mano sanguinante.

-Smettila- disse James con rabbia, avvicinandosi e prendendomi la mano per guardarla.

Era il primo contatto che avevamo dopo la nostra sfuriata, e creò in me reazioni contrastanti.

Prima di tutto gioia. Quanto era bella la sua voce, quanto era calda e, nonostante fosse rabbiosa, era come se fosse un suono dolce che mi era mancato molto. E poi rabbia. Lo scansai subito, nascondendo la mano.

-Non mi toccare Potter! Non ho bisogno del tuo aiuto!- sbottai, voltandomi.

-Giuro che staccherò la testa a chiunque ci abbia rinchiuso qua- dissi, arrivando fino al posto che in genere prendevo in quell'aula e sedendomi sulla sedia.

Mi guardai la mano, tirando fuori la bacchetta e guarendomela. Lo sentii sospirare e poi sedersi per terra, a gambe distese e la testa abbandonata al muro, gli occhi chiusi.

Era da davvero tanto che non lo guardavo. La poca luce veniva dalle nostre bacchette ancora accese e dalla luna a metà che faceva capolino dalle finestre.

Illuminava poco il suo viso, ma potei vedere chiaramente che anche lui sembrava sfinito. Sembrava stesse soffrendo molto anche lui. Inghiottii la voglia matta che avevo di corrergli incontro e abbracciarlo. Ne avevo talmente bisogno. Ma dovevo essere coerente con le mie decisioni. Non dovevo, basta!

 

***

 

James

Non lo sopportavo più. Dovevano essere passati almeno 35 minuti, se non di più, e non un rumore né in aula né fuori. Chi poteva essere stato così idiota da rinchiuderci qui?

Il mio pensiero andò ai Serpeverde, ma non potevano essere stati loro. Non ne vedevo il motivo. Almeno che non avessero messo in quella stanza un mostro pronto a sbranarci. Ma in 35 minuti si sarebbe già palesato.

Poi pensai a Sirius. E con una certa sorpresa mi ritrovai a pensare che quel cretino poteva davvero aver pensato che una cosa del genere ci avrebbe costretti a parlare. Cosa non esattamente sbagliata in effetti.

Io potevo aspettare anche giorni interi prima di parlare. Ma Lily aveva quello che infondo hanno tutte le donne: una grande parlantina. Non la vedevo a stare zitta troppo a lungo.

E infatti la sentii fremere mentre la sedia strideva un po' per terra. Si alzò e disperata si mise a battere sulla porta.

-Chiunque ha organizzato questo stupido scherzo ascolti. Appena esco da qui ti ucciderò nel modo più doloroso esistente. Anzi, se ci libererai subito potrai avere uno sconto sulla pena. Se dovessi restare qui qualche minuto in più giuro che non avrai sconti di nessun tipo. Ti ucciderò con le mie mani prima che tu possa dire o fare qualcos'altro!- minacciò lei gridando, probabilmente a Sirius. Che però non rispose.

Sì, ero abbastanza convinto che fosse Sirius ormai. E la cosa non mi piaceva affatto. Avremmo potuto benissimo aspettare davvero ore su ore...

Chi mai ci avrebbe liberato? Forse Remus appena saputo del piano di Sirius. Oppure Joy.

Peter probabilmente riteneva che Sirius avesse fatto la cosa giusta, e forse sarebbe riuscito anche a convincere Joy. Ma Remus ci avrebbe liberato, lo sapevo. Il vero problema era quando se ne sarebbe reso conto.

Almeno quando si sarebbe svegliato. Il che voleva dire tra almeno sei, sette ore.

Nascosi il viso tra le mani e cercai di trattenere uno sbadiglio. Ero stanco, erano due giorni che non riuscivo a dormire assolutamente.

Ma nonostante Lily non avesse dormito da molto di più, lei continuava a prendersela con la porta.

Gli lanciò perfino un calcio, facendosi male sicuramente dal gemito che si lasciò sfuggire.

-Evans lascia stare. Siediti e rilassati, sicuramente aspetteremo un bel po'- dissi, chiudendo gli occhi e ritornando alla posizione iniziale. Non era tanto scomoda, considerato che avrei dormito anche in piedi per la stanchezza che sentivo.

-Potter come fai a saperlo? Ci sei di mezzo tu per caso?- mi fulminò subito lei.

-No. Anche se visto che non mi ascolti più non penso mi crederai mai. Quindi lasciamo stare- sbottai, spazientito dall’idea di dovermi difendere perfino da un’accusa simile.

-Non ho intenzione di stare qui con te rinchiusa senza neanche pensare a un modo per uscire!- disse lei.

-Allora fallo. Ma non gridando. Il nostro carceriere potrebbe solo essere soddisfatto del fatto che sei arrabbiata. Invece il silenzio lo prenderà impreparato e magari ci libererà- provai a spiegarle. La sentii borbottare qualcosa di insensato e poi tornare a sedersi.

Silenzio.

Silenzio.

Silenzio...

Mi stavo quasi per addormentare quando la sentii sedersi accanto a me. Non aprii gli occhi, non mi mossi per niente. Ma poco dopo sentii il suo respiro più rilassato. Aprii solo un occhio, sbirciando e trovandola assopita. La tua testa era inclinata verso la sua spalla sinistra. E in poco tempo, quasi inconsciamente, si mosse di poco, appoggiandola alla mia spalla. Dormiva finalmente. La guardai. Era ancora più distrutta di quanto lo fosse il giorno della nostra lite. Ma perché cavolo dovevamo farci del male così? Perché lei aveva deciso di chiudermi fuori e non volermi più accanto???

Ma in quel momento decisi di non volerci pensare.

Mi concentrai solo sul fatto che lei era accanto a me e che finalmente riposava. E ascoltando il suo respiro, mi addormentai anch'io.

 

***

 

Sirius

Non c'era più nessun rumore. Sospirai spostando l'orecchio dalla porta. Non avevano chiarito, non avevano parlato quasi per niente.

No, dovevo aspettare ancora. Per fortuna che mi ero portato il caffè. Bevvi un sorso aspettando. La pazienza non era proprio uno dei mie pregi, ma ce l'avrei fatta.

Sì, ci sarei riuscito.

 

***

 

Lily

 

Stavo correndo. Non sapevo verso cosa o dove, ma correvo più veloce che potevo. E poi mi trovai davanti a casa mia. Sorridendo mi avviai, pronta a vedere i miei e poi vidi cosa c'era esattamente sopra, in cielo. Il marchio nero. Con orrore corsi verso la porta, trovandola aperta, sapendo già cosa avrei trovato all’interno e sentendomi morire…

-Lily. Lily svegliati!- sentii la voce di James.

Mi sentii scuotere e spalancai gli occhi. Davanti a me c'era James, con le mani sulle mie spalle per avermi scosso.

-Era solo un sogno! Va tutto bene- mi disse rassicurante. Ma stava mentendo, non andava niente bene. Mi alzai subito, scansandolo.

-Che ne sai tu? Cosa puoi saperne tu? Non va tutto bene. La gente muore senza che nessuno possa farci niente, i miei genitori sono a un passo dalla morte e io me ne sto qui a non fare niente. Non la trovi una cosa dannatamente ingiusta?- gli chiesi, gridando istericamente.

-Sono d'accordo con te. Anch'io vorrei uscire di qua e fare qualcosa dannazione. Ma non possiamo farlo. L'unica cosa che possiamo fare e continuare a vivere la nostra vita non lasciandoci condizionare da quello che potrebbe accadere. Visto che non siamo noi a scegliere. Noi dobbiamo tentare di vivere tranquillamente- ma lo interruppi, arrabbiata.

-Certo. Tu sai sempre cosa fare. Tu sei sempre positivo. Io non ce la faccio dannazione. Io ho paura!- dissi disperata, mettendomi le mani tra i capelli e lasciandomi andare per terra, in ginocchio.

-Non è vero. Io ho anche paura. E faccio tanti errori- mi disse lui. Ma non gli credevo. Ciò mi fece arrabbiare di nuovo. Mi alzai di scatto, guardandolo con odio.

-Ti odio Potter. Non ti sopporto! Non mi stai dicendo altro che bugie!- gridai, dandogli una spinta.

-Bugie? E quando?- m chiese lui, sconcertato da una simile affermazione.

Volevo fermarmi, non volevo dirgli quelle cose. Ma quella che in realtà era da sempre una mia paura mi tormentava, sembrava come veleno, ora mi faceva dannatamente male.

-Io ti odio! Mi hai tormentato per quasi sei anni, in tutti i modi possibili ed inimmaginabili. E ora ho capito cosa hai fatto in tutto questo tempo.

Tu stavi attuando solo un'altra tattica. Tu hai fatto quello che hai fatto solo per riuscire a convincermi a stare con te. E appena riuscirai a conquistarmi te ne andrai, come fanno sempre tutti! Sono sempre stata solo una sfida per te, nient'altro. IO TI ODIO!!!!- gli gridai addosso con tutta la forza che avevo in corpo.

-Sei assurda. Come puoi mettere in dubbio i miei sentimenti per te? Come puoi pensare soltanto un secondo che tutto quello che ho fatto sia solo una recita. Possibile che ancora non mi conosci?- la voce di James non era isterica come la mia, ma era dannatamente seria. Sembrava davvero ferito.

-Se... se pensi questo di me nonostante tutto io... ho sbagliato davvero tutto- e abbassò lo sguardo, forse per la prima volta da quando lo conoscevo.

Ero una stronza. Un vero mostro. Come potevo essere riuscita a dirgli certe cose? Volevo scappare, volevo nascondermi, volevo non vederlo più per il resto della mia vita.

Impugnata la bacchetta mi voltai verso la parete che dava sul corridoio.

-Bombarda- ruggii.

E il muro cadde in pezzi. Dissolta la polvere, passai dal buco che si era creato e scappai sopra, disperata.

Ormai le lacrime scendevano copiose.

 

***

 

Sirius

Riuscii a scansarmi appena prima dell’esplosione. Guardai con la bocca aperta cadere mezzo muro con un fracasso eccezionale. E poi Lily scappare via velocissima. Seriamente preoccupato mi affacciai dal buco, per vedere se James fosse vivo, e lo trovai a fissare il pavimento, il viso in ombra.

-James?- lo chiamai preoccupato.

Lui si incamminò verso di me. Agitò la bacchetta e aggiustò una sedia che chissà quando si era rotta.

Poi venne al mio fianco e alzò la bacchetta verso il muro.

-Mi aiuti ad aggiustarlo?- chiese, con voce tombale. Mi affrettai subito a fare l'incantesimo e poi ebbi appena il tempo di coprirmi col mantello per la comparsa improvvisa della professoressa McGranitt nel corridoio.

-Potter, cosa è successo?- chiese, guardandosi intorno.

-Niente professoressa. Solo uno scherzo di un ragazzino di terzo. L'ho rispedito a letto con una punizione per domani, se ne occuperà la Evans. Ora la raggiungo, è appena salita- gli rispose James con voce inespressiva.

-Va bene Potter. Vada a dormire- disse lei. E ci incamminammo verso le scale. Ma invece di salire fino al settimo piano, James si fermò al terzo.

-Dove stai andando?- chiesi.

-Voglio andare a Hogsmeade. Ho bisogno di bere qualcosa- disse, sempre inespressivo. Lo raggiunsi subito, pensando che Remus e Peter sarebbero voluti probabilmente esserci, ma che non avevo di certo il tempo di chiamarli. Lo seguii senza altre esitazioni, in un silenzio tombale.

 

***

 

James

Non avevo mai bevuto così tanto. Probabilmente c'era più Whisky Incendiario che acqua nel mio corpo. Ma non mi interessava. Grazie a quel liquido che bruciava la gola la sensazione di oppressione e dolore diminuiva. Però non riuscivo a non ripensare a quelle sue parole. A quel suo sguardo pieno davvero di odio.

Odio per me. Abbandonai la testa sul tavolo freddo, non riuscendo più a tenerla sollevata. La sentivo fin troppo pesante. Sentii la mano di Sirius poggiarsi sulla mia spalla, per darmi coraggio.

-Io la amo. Perché non sono riuscito a dimostrarglielo?- chiesi, mentre un magone orribile mi bruciava il collo. Lottai contro quella sensazione, non potendo lasciarmi andare. No, non potevo.

E c'era Sirius accanto a me. No, non mi sarei lasciato andare al pianto. Mai!

-Lo so amico, lo so- disse Sirius, stringendo la presa.

E saperlo accanto mi aiutò un po'. Sì, lui sapeva che amavo davvero Lily. E lui sapeva anche come ci si sentiva in questo momento. Averlo accanto mi aiutò a non cadere totalmente nell'abisso che stavo scavando.

 

***

 

Ciao a tutti!!! ok, sono del tutto basita..

Stamattina mi sono messa e ho scritto tutto il nuovo capitolo, cancellando tutto quello che avevo scritto prima! Era un capitolo bello, mi piaceva proprio com'era uscito. Dovevo solo scrivere il finale e l'avrei pubblicato. Peccato che avevo fatto davvero tardi e sono dovuta scappare lasciando il pc acceso. O almeno così pensavo. Perché, ancora non ho capito esattamente come, ma quando sono tornata il pc era spento (ed era attaccato alla spina) e con orrore ho visto che tutto quello che avevo scritto si era cancellato.... =(

la cosa mi ha buttato giù ancora di più, ma mi sono messa d'impegno e l'ho riscritto.

Ma è totalmente diverso da come lo avevo scritto stamattina. Sono successe cose totalmente diverse...

e questo non mi convince affatto a differenza dell'altro.. voi che ne pensate?

Lo so che il comportamento di James e Lily, più quello di Lily, vi sembrerà strano, ma secondo me è davvero difficile per lei questo momento.

E poi è un po' come noi donne, forse poco più, che ci preoccupiamo sempre troppo e di più.

Mi dispiace sempre far litigare le persone... ma non poteva andare tutto d'amore e d'accordo. Tutti hanno momenti no che portano a liti spesso stupide ma forti!

E l'idea di Sirius sembra proprio aver rovinato tutto...

bene, ora finisco di chiacchierare e pubblico.

Ma prima volevo ringraziare di cuore tutte le meravigliose persone che leggono la mia storia!

Siete fantastici, sia voi che seguite da sempre, sia voi che seguite da poco!!!

Mi rendete felice e mi aiutate a scrivere, specialmente visto che la mia autostima è scesa così in basso che non la trovo più...

ma visto che voi ci siete mi fate sentire davvero bene!

Grazie!!!!!

alla prossima, che prometto non arriverà troppo tardi. Ho una settimana libera prima di ricominciare le lezioni e probabilmente, molto probabilmente, mi metterò a scrivere molto. Potrebbe arrivare anche domani il prossimo capitolo! Alla prossima!!!!!!!!

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Capitolo 41
*** Quarantesimo capitolo: Problemi? Remus risolve tutto!!!!XD ***


CAPITOLO 40: 

Problemi? Remus risolve tutto!!!!

 

Lily

Tutto era orribile. La vita è orribile.
Sulla torre di Astronomia pensavo e ripensavo a tutto. E non riuscivo a fare altro che insultarmi. Perché mi stavo costringendo a stare male? Perché stavo facendo del male a lui? Perché????

 

***

 

Joy

Guardai Sirius, sconcertata.
-Ma è assurdo!!! cosa gli è preso a tutti e due? Sono forse impazziti?- chiesi incredula.
-Abbassa la voce. Non ti deve sentire. Non è dell'umore adatto per parlarne- mi disse lui, indicando il bagno dove James era rinchiuso da una mezz'oretta.
-A proposito, ci sta mettendo un po' troppo. Dici che non si sta cercando di affogare nella doccia, vero?- chiese Remus ironico, ma con un velo di preoccupazione.
-Vado a cercare Lily- dissi decisa, alzandomi.
-È in biblioteca- disse Peter che aveva tra le mani la mappa. Mi diressi verso la porta e la voce di Sirius mi richiamò.
-Ehi, non mi saluti neanche?- chiese.
-No. Sei in punizione. Le cose erano già problematiche e il tuo scherzetto non ha fatto altro che peggiorarle- lo fulminai con lo sguardo e poi uscii dalla stanza.
Mentre scendevo mi accorsi che una persona mi aveva raggiunto e mi girai pronta a gridare contro Sirius, ma trovandomi invece davanti Remus.
-Posso venire con te?- chiese, inespressivo.
-Certo!- risposi ovviamente e insieme andammo in biblioteca.
La trovammo quasi deserta, del resto erano pochissime le persone che andavano in biblioteca invece di fare colazione prima delle lezioni.
Arrivati al tavolo la trovammo a leggere un libro di Storia della Magia con gli occhi rossi e gonfi. Aveva i capelli legati in una coda, decisamente arruffata, e ciò dava un sacco di contrasto con la sua solita precisione.
-Ciao Lily!- la salutammo. Lei grugnì appena una risposta.
-Lily come va?- chiesi.
-Bene. Come deve andare scusa? Tutto va benissimo, sono decisamente ok!- rispose lei con voce roca e in un tono che diceva tutto il contrario.
Mi si strinse il cuore a sentirlo e d'istinto l'abbracciai. Lei rimase rigida però al mio abbraccio e dopo poco si scansò, tornando alla sua lettura.
Ne rimasi quasi scottata. Guardai Remus, preoccupata.
-Stai ripassando la lezione per oggi?- chiese Remus, con tono tranquillo. Lo guardai accigliata.
-Sì- rispose lei con voce roca per poi tentare di schiarirsela.
-Ma secondo te quando ci darà i voti del compito? Ormai è passata più di una settimana- continuò a chiedere.
Lo guardai stranita. Ma cosa combinava? Non eravamo qua per tentare di aiutarla?
Poi mi resi stupidamente conto che lo stava davvero facendo, sentendo la risposta abbastanza serena di Lily.
Sì, Lily aveva bisogno di tranquillizzarsi per poi pensare ed elaborare la cosa con calma. Non di parlarne subito.
E sì, Remus era davvero bravo!

 

***

 

Remus

Rimasi tutta la giornata con lei. Sapevo benissimo che ne aveva bisogno. E a pranzo incrociai lo sguardo di James per un attimo e lui mi fece un breve cenno che considerai un si.
Lui aveva Sirius, aveva Peter, aveva Joy. Persone che per Lily naturalmente erano importanti, ma che lo legavano troppo a James. Con me era amica da prima. Inoltre il parlare di scuola, di compiti, di lezioni, la distraeva quel poco per riuscire a tranquillizzarla.
Eravamo spiriti affini del resto.

 

***

 

James

Sapete come ci si sente quando il mondo ti crolla addosso?
Se la risposta è sì, mi dispiace davvero tanto. Ora sono certo di comprendervi pienamente.
Quel giorno mi costrinsi a non pensare a niente.
Sirius mi dava man forte, parlando di tutto e di più e distraendomi in tutti i modi possibili. Non dovevo preoccuparmi di niente, nemmeno di Lily. Specialmente di lei.
Perché la mia preoccupazione principale era comunque che non rimanesse sola. E che non si facesse del male.
Cosa scongiurata da Remus, formidabile come sempre.
Quanto volevo bene ai miei amici?
Quanto li adoravo? Quanto erano tutta la mia vita?
Mi sentivo un vuoto dentro quando pensavo a Lily.
E a quelle cose che mi aveva detto.
Sentirle dalla sua voce, percepirne l'odio... mi aveva fatto più male di un Cruciatus, probabilmente.
Ma mentre ci pensavo ascoltavo anche la voce di Sirus, che mi diceva che probabilmente Lily non era davvero in sé per dire quelle cose.

-Avanti James, come puoi pensare minimamente che tutto quello che ha detto lo pensi davvero?- mi disse dopo la decima bottiglia di whisky, dopo che gli avevo a malincuore riferito le sue parole.

-Lei ti ama. E tu l'ami profondamente. Siete fatti l'uno per l'altro. Questo è solo uno dei tanti ostacoli che incontrerete sulla via dell'amore. O Dio, sto parlando come una ragazza- si era detto disgustato al solo pensiero.

Risi, come solo da ubriaco potevo fare in un momento del genere, quando il mio cuore era a pezzi.

-No, un uomo da rubrica rosa per favore no! Joy ti sta proprio rammollendo!- gli dissi, divertito, appena riuscii a trovare abbastanza fiato.

-Sì, voglio vedere cosa succederà a te quando finalmente vi metterete insieme. Secondo me mi scodellerete subito un figlioccio da coccolare e viziare un po'!- scherzò lui. E io mi ritrovai a pregare perché tutto questo si avverasse davvero.

 

E in effetti non aveva tutti i torti. Mentre diceva quelle cose l'avevo guardata sempre negli occhi. E non era Lily ad averle dette.
No, erano state dette dalla frustrazione, dalla paura, dal sonno e da tutto quello che in questi dannati giorni aveva accumulato dentro di sé.
Ma doveva essere lei a decidersi. Doveva essere lei ad affrontarle di petto e sconfiggerle.
Io avrei aspettato, purtroppo ancora. Sempre che non ci avesse messo secoli. Altrimenti sarei andato io all'attacco.

 

***

 

Remus

Stavamo finendo un tema per Pozioni in Sala Comune la sera, quando notai distrattamente che non c'era più nessuno oltre noi. I miei amici erano saliti direttamente in dormitorio dopo cena, senza uno sguardo.
Presi dalla cartella la migliore cioccolata della mia scorta e ne porsi un pezzo a Lily. Lei la guardò incerta, per poi accettarla con l'ombra di un sorriso.
Diede il primo morso e rimanemmo in silenzio senza dire una parola. Aspettai con calma, senza problemi, guastandomi il cioccolato. Il cioccolato era sempre un toccasana, non c’era che dire. E poi lei sospirò pesantemente.
-Rem perché sono una stupida?- chiese lei, triste.
-Io non penso proprio tu sia una stupida. Penso piuttosto che siamo in una situazione davvero difficile e che sia normalissimo sentirsi come ti senti tu.
Anch’io probabilmente litigherei con tutti e tutto se non avessi nervi saldi. Stare per sette anni con James, Sirius e Peter ti assicuro che fa venire molta più pazienza del normale- la rincuorai, ridacchiando.
Lei si lasciò andare al primo vero sorrisetto della giornata e poi tornò a dare un altro morso alla cioccolata.
-Penso che come minimo James non mi voglia più vedere dopo tutto quello che gli ho detto. Sono stata davvero terribile- dichiarò disperata, portando i piedi sul divano e abbracciandosi le gambe piegate contro il petto.
Il suo viso era nascosto, non riuscivo a capire se stava piangendo. Ma ciò non influiva su quello che dovevo dire.
-Lily, possibile che ancora non capisci James? Dobbiamo farti un bel libretto di istruzioni cara, magari te lo scrivo io. Lui TI ADORA! Di più anzi, ti venera. E poi dimentichi che quando avevate i vostri bei battibecchi gli dicevi molte molte cose orribili. E lui ha sempre incassato tutto, senza per questo odiarti- le cercai di ricordare.
-Vedi? Sono una persona orribile. Non merito una persona del genere- si disperò lo stesso lei.
Sbuffai, ma senza fare troppo rumore. Se non l'avesse finita mi sarei alzato a prenderla a schiaffi.
E, sorpreso, mi ritrovai a pensare che forse aveva proprio bisogno di questo, cavolo.
-Sì, hai ragione. Non lo meriti- dissi serio, sorprendendola. Alzò di scatto il viso e mi guardò, con le lacrime che le riempivano già gli occhi.
-Se amassi davvero James come lui ama te correresti in questo momento da lui, scusandoti in tutti i modi possibili ed inimmaginabili e rivelandogli il tuo amore, piuttosto che piangerti addosso come stai facendo- dissi, duramente.
Lei mi guardò con sguardo un po' ferito.
Ma poi spalancò i suoi grandi occhi verdi, capendo. Si alzò di scatto, asciugandosi frettolosa le lacrime. E salii subito le scale del dormitorio maschile.

La guardai andarsene, soddisfatto di me. Poi un po' preoccupato. Speravo davvero che fosse la volta buona, altrimenti mi sarei davvero arrabbiato con entrambi. Ma quanto era duro essere un buon amico? Quanto cavolo dovevo patire ogni volta per loro?
E chissà quando mai avrebbero ricambiato il favore...

Guardai un attimo la finestra, dove uno spicchio di luna sembrò farmi l'occhiolino, ricordandomi che per me non era possibile. Io ero solo della luna, ero suo schiavo, ero legato indissolubilmente a lei. Non avrei mai trovato nessuno per me... ma non dovevo disperarmi.
Avevo trovato i miei amici, era già una cosa per cui ringraziavo la vita, ed era tutto quello di cui avevo bisogno!

 

***

 

Lily

 

Non era difficile. No, per niente. Dovevo solo mettere da parte l'orgoglio e chiedere il suo perdono. Scongiurarlo se era necessario. Perché l'amavo. L'amavo con tutta me stessa e non potevo vivere ormai senza di lui.

Ammetterlo fu difficile, ma era così senza ombra di dubbio.  Aprii la porta senza bussare e trovai tutti apparentemente addormentati. La luce era spenta e ci misi un po' ad abituarmi a quella poca luce che entrava dalle finestre. Davvero poca a dire la verità. Dopo un paio di minuti riuscii a scorgere i profili. E vidi che James era seduto nel letto.
-Che ci fai qui?- chiese lui.
-Devo parlarti- dissi, sicura di me. Lui si alzò dal letto e mi guidò verso il bagno. Sospirai, per darmi forza e andare avanti col discorso che volevo fare e lo seguii. 

Ma tutto scomparve appena, accese la luce, notai che era solo in canottiera e boxer. Non ricordavo più niente. Né cosa ero venuta a fare lì e neanche come mi chiamavo.
Ma non era il momento di restare imbambolata a guardarlo. No, decisamente non era il momento. Incrociai i suoi occhi e mi sentii morire. Perché lessi il dolore che gli avevo inferto, vi trovai il ricordo di tutto quello che avevo detto la notte prima, di tutto il dolore che mi aveva dilaniata in quel giorno.
E senza pensare mi gettai tra le sue braccia, piangendo disperata.
Lui mi accolse subito tra le sue braccia, accarezzandomi i capelli, stringendomi a sé.
-Scusascusascusascusa- biascicai tra le lacrime e i singhiozzi.
Lo sentii ridacchiare e arruffarmi i capelli. Poi il respiro suo suo collo, vicino al mio orecchio.
-Me lo ripeti ancora?- sussurrò.
Tentai di ricacciare i singhiozzi e mi allontanai quel poco da poterlo guardare negli occhi.
-Scusami davvero. Sono stata una stupida. Quello che ti ho detto.. sono preoccupata dannazione. E infondo al cuore penso di aver sempre paura che tu mi lascerai perché non sono speciale e unica come te- cercai di reprimere senza successo un singhiozzo e vidi James che voleva interrompermi, ma gli poggiai la mano sulla bocca per zittirlo.
-No, non ho finito. Non voglio che tu mi dica che non è vero. Perché ieri l'ho dimostrato. Hai davanti a te la prova che non sono una persona perfetta. Che ho paura dannazione, che spesso mi lascio prendere dalla disperazione e che probabilmente, se fosse stata al tuo posto ieri, ora ti odierebbe dal profondo. Non trovo neanche solo una ragione per dirti di perdonarmi, se non che ho avuto paura. Ma non solo per tutto quello che sta succedendo fuori da qui, ma per quello che mi sta succedendo dentro- la mia voce iniziò a tremare.

Ero arrivata alla cosa principale. Un salto nel vuoto. Ma dovevo farlo, ora, subito. Prima che lui mi dicesse qualsiasi cosa. Dovevo dimostrare che avevo quel coraggio necessario, che tutto questo era staccato dalla sua risposta. Che quel sentimento che sentivo dentro di me non era una conseguenza del suo, ma che veniva dal profondo.

-Io ti amo James- una frase che mi tolse tutte le energie. Non riuscii ad alzare le palpebre che avevo chiuso senza accorgermene.

Il mio cuore batteva fortissimo, contando i secondi che lo avrebbero portato alla felicità assoluta oppure all'essere definitivamente distrutto. E se dopo tutto quello che gli avevo detto lui si fosse davvero deciso a lasciarmi perdere , considerato quello che ero. 

E poi, il mio cuore perse un battito quando sentii le sue labbra sulle mie. Aprii gli occhi, stupita e lo vidi ad occhi chiusi chinato su di me, mentre le sue mani mi prendevano il viso guidandolo più vicino al mio.

Le sue labbra mi baciarono con una passione immensa, travolgente. E mi aggrappai alle sue spalle per rispondere a pieno a quel bacio. A quel bacio che ora era un bisogno estremo. A quel bacio che diveniva sempre più meraviglioso.
Il tempo si dilatò in maniera assurda. Sembrava essere passato un'eternità, ma anche pochi secondi. E quando passò dal desiderio alla dolcezza, poco prima di allontanarsi pochissimo, per potermi guardare negli occhi, il mio cuore perse più di un battito allo sguardo che mi lanciò.

Sorrise.
-Col rischio di ripetermi, lo ripeti ancora?- sussurrò rocamente. Lo guardai confusa. Poi capii.

-Ti amo James Potter. E non gongolare troppo- aggiunsi, quando rimasi colpita da quel meraviglioso sorriso di felicità che mi fece.

-Non prendertela con me. È che ho sperato da tantissimo tempo di sentirti dire una cosa del genere- scherzò, facendo sfregare i nostri nasi in modo giocoso. Poi il suo sguardo si fece più serio, ma sempre felicissimo.
-Ti amo anch'io mia Lily- disse, prima di baciarmi ancora, con una dolcezza incredibile. Te l'avrei ripetuto anche all'infinito James.

Ti amo! Ti amo! TI AMO!!!!!!!!!!

 

***

 

OHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!

I miei piccolini finalmente si sono decisi. Mamma chioccia è davvero contenta ora!!!XD

allora ragazze, che ne pensate????

Siete contente come me che questi due finalmente si siano decisi a dirsi quelle due semplici paroline??? XD

Un capitolo un po' corto probabilmente per i miei standard. Ma non me la sentivo di lasciarli penare ancora un po'. E di certo non potevo non finire il capitolo così!!!! =)

bene, ora devo correre che devo fare diverse cose prima di uscire!!! E sono già in ritardo purtroppo. Però non posso non ringraziare le meravigliose persone che hanno letto lo scorso capitolo e che leggeranno questo.

La mia felicità eguaglia quella di Lily e James quasi quando vedo i numeri delle seguite, preferite e ricordate aumentare. Vi adoro!!!!!!!!!!

lasciatemi qualche commento, mi raccomando!!!

E a proposito, grazie alle tre meravigliose persone che hanno recensito!!!!!!!!!!!

alla prossima ragazze e ragazzi (se ci sono)!!!!XD

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Capitolo 42
*** Quarantunesimo capitolo: Il sole dentro me... ***


CAPITOLO 41:

Il sole dentro me...

 

Sirius

-Secondo me stanno facendo sesso selvaggio- dissi, sorridente. Joy mi diede un pugno sul petto.

-Non fare il pervertito- e mi guardò accigliata.

-Ma non ho detto niente di pervertito. Sto notando solo che ormai sono da ore lì dentro. E quindi sono solo due le possibilità. O si sono uccisi a vicenda, oppure stanno facendo la pace con del bel sesso- spiegai il mio punto di vista, tranquillamente.

-Avanti Sirius, pensi davvero che lo stiano facendo?- mi chiese Remus mentre si sdraiava nel suo letto.

-Tu non lo trovi possibile?- chiesi incredulo. Lui finse di pensarci un po'.

-No, lo trovo alquanto impensabile. Notte- disse, prima di voltarsi dalla sua parte e cercare di addormentarmi. 

Sbuffai, per poi guardare Joy. 

-Sei preoccupata? Insomma, se Lily lo stesse uccidendo sentiremo almeno i suoi incantesimi infuriata. Starà andando tutto bene, ci scommetto. E punto davvero sul fatto che lo stiano facendo- dissi. 

-Sei incredibile- ridacchiò infine Joy, per poi tornare a stringersi a me e chiudere gli occhi. Respirai il profumo dei suoi capelli, stringendola a me e accarezzandole la schiena dolcemente. James meritava di essere amato, speravo davvero di non sbagliarmi.

 

***

 

Lily

Non avevo mai baciato nessuno in questo modo.

E non riuscivo a pensare di poterlo mai più baciare nessun altro. Quanto era bello baciare James, quanto amavo le sue labbra, il suo sapore, i suoi capelli da disordinare ancora di più, le sue spalle a cui aggrapparmi, le sue braccia che mi stringevano, le sue mani che mi accarezzavano con dolcezza, ma anche con passione.

Mi resi conto che non respiravo solo quando James si staccò dalle mie labbra e boccheggiai per la mancanza d'aria.

Ma adoravo così tanto quei suoi baci che sarei morta volentieri in quel modo. Lui mi accarezzò la guancia, sorridendo in una maniera fantastica.

-Ancora non ci credo. Lily, dimmi che non sto sognando. Altrimenti domani mattina potrei suicidarmi scoprendo che tutto questo è solo l'ennesimo frutto della mia fantasia- mi sussurrò.

-E come facciamo ora? Anch’io penso che tutto questo sia troppo bello per essere vero. Magari è tutto un mio sogno- gli risposi tristemente, pensando a questa probabilità.

-Un tuo sogno? Non eri quella che sognava di uccidermi in mille modi diversi, nei suoi sogni? Non mi avevi detto qualcosa del genere una volta... no, aspetta... forse due... forse tre.... almeno un miliardo di volte?- scherzò lui, trattenendo a stento le risate.

-Infatti questo sarebbe un incubo per me- risposi, stando allo scherzo.

-Per me invece sarebbe una novità- rivelò. Mi accigliai.

-Cosa? Perché scusami? Non mi hai mai sognato?- chiesi curiosa.

-Sì, e anche moltissime volte. Il problema non è il sognarti, ma il tipo di sogno. Ogni volta, appena voglio baciarti, mi sveglio, oppure tu mi respingi. Non hai idea di come mi alzo ogni volta- rivelò abbassando gli occhi.

Mi sporsi verso di lui e gli baciai l'angolo destro della bocca.

-Sono stata davvero terribile allora per non poterti dare una speranza nemmeno nei tuoi sogni- dissi, davvero pentita. La sua mani mi accarezzarono la schiena sopra la camicia, disegnando dei cerchi immaginari.

-Sì, non ti mentirò. Ma devo dirti che il bacio che mi hai dato mi ha fatto dimenticare tutto ciò che mi hai fatto in questi lunghi anni- mi sussurrò.

-Allora forse ne hai ancora un po' bisogno- bisbigliai dolcemente e lo baciai. Lui mi strinse a me, con passione e mi sorprese, alzandomi di peso e facendomi sedere sul mobile del bagno.

Sussultai, sentendo la superficie fredda anche attraverso le calze pesanti. Ma lo strinsi subito a me, con le braccia e con le gambe, apprezzando quella posizione che mi permetteva di tenerlo così vicino a me, ed ero decisa a non lasciarmelo portare via da niente, specialmente dalla mia parte più stupida che spesso lo respingeva.

 

***

 

James

 

-Cosa stai facendo?- mi chiese lei, non riuscendo a non lasciare andare un piccolo gemito di piacere.

Le mie labbra si tesero in un sorriso poco prima di baciarle di nuovo il collo. Un bacio, un altro bacio... arrivai alla fine del collo, vicinissimo all'orecchio e la sentì emettere un altro gemito, anche se un po’ trattenuto.

Le stava piacendo, così come piaceva a me gustare la sua pelle. Soddisfatto la ribaciai ancora lì, ma lei mi allontanò decisa, guardandomi accigliata.

-Cosa pensi di fare?- mi chiese. Notai dal modo in cui aveva il viso accigliato che era molto più divertita che arrabbiata e ciò mi fece sorridere.

-Stavo solo baciando la mia ragazza. Non posso?- domandai.

-No, ti sbagli. Tu stavi facendo impazzire la tua ragazza- ribatté lei.

-Impazzire solo con questi baci? Cara, potrei farti impazzire in molti modi diversi- le sussurrai all'orecchio con voce più roca del solito, per una serie di pensieri che stavo facendo. La sentii rabbrividire sotto le mie mani.

-T...tipo?- chiese.

-Tipo...- le mie mani passarono dalla schiena ai suoi fianchi, insinuandosi lentamente sotto la camicia.

E poi, mentre la sentivo tesa come una corda di violino, iniziai a farle il solletico. Scoppio a ridere, dimenandosi.

-James, smettila- provò a dire lei, tra le risate. Io la tormentai ancora un po' e poi la presi in spalla.

-Lasciami giù- gridò lei.

-È tardi mia dolce dama. Andiamo a dormire. E cerca di non urlare troppo. Per quanto le tue urla a me piacciono potrebbe attirare l'attenzione dei miei altri coinquilini- scherzai, aprendo la porta del bagno ed entrando nella stanza in semi-oscurità.

Sembrava che gli altri dormissero e io feci semplicemente cadere Lily sul mio letto. Lei si sedette guardandomi triste.

-Bene, allora vado a letto- disse, tentando di alzarsi.

Mi trattenni dal ridere mentre la raggiungevo sul letto e la prendevo per i fianchi.

-Pensi davvero ti faccia andare a dormire nel tuo letto solo e freddo? Vieni, dormiamo- dissi, aprendo il letto a attirandola sotto le coperte con me.

-Ma sono ancora vestita- si oppose lei.

-Non pensavo volessi dormire nuda. Ma puoi farlo benissimo, naturalmente. Io non mi opporrò- dissi, divertito.

Lei mi diede uno schiaffo leggero, più o meno, sulla nuca.

-Idiota. Dormiamo, che penso sia meglio- disse, sfilandosi le scarpe e appoggiando subito la testa sul mio petto, rannicchiandosi vicino a me.

L'abbracciai totalmente, assicurandomi fosse coperta del tutto, e poi chiusi gli occhi del tutto rilassato.

Sì, finalmente avrei dormito bene. Avevo il mio amore accanto. La mia Lily finalmente...

 

***

 

Sirius

 

-Li svegliamo?- chiese insicuro Remus.

Gli lanciai un'occhiata. Neanche lui aveva il coraggio di svegliarli, anche se l'aveva proposto.

-Sono così dolci- notò Joy. Gli passai un braccio intorno alla vita, attirandola a me.

-Beh, anche voi ogni mattina siete abbastanza da diabete- ci fece notare Peter.

Baciai sensuale il collo di Joy, però lei mi allontanò, arrossendo.

-Noi non siamo da diabete. Sirius, dobbiamo andare a lezione- mi ricordò lei tentando di allontanarmi di nuovo dal suo collo. Ridacchiai divertito, stringendola di più a me.

-No, avete ragione. Non siete da diabete, siete da film vietato ai minori. Andiamo a lezione, che è meglio- disse Remus e si avviò fuori dal dormitorio, seguito da Peter e poi da Joy, che mi costrinse a seguirla.

Poco prima di chiudere la porta lanciai un'ultima occhiata al letto del mio migliore amico.

-C'è l'hai fatta James, ci sei riuscito davvero!- mormorai, felicissimo per lui.

 

***

 

James

Pensavo di essere in paradiso. Stavo sognando? Mi ero già fatto questa stessa domanda poco fa?

Mi sembrava di si… E poi ricordai tutto. Ricordai lei, ricordai quello che era successo e capii che non era un sogno, che quella che stringevo a me era davvero Lily. Aprii gli occhi e mi voltai.

Lei era addormentata accanto a me, il viso appoggiato al mio petto. Non avevo mai visto una visione più bella in vita mia. In quel momento non c'era nient'altro che lei, bellissima.

 

Lei è il sole dentro me che mi fa splendere 

quando luce non c’è il nostro amore è un fuoco inestinguibile in un mondo freddo buio e fragile…

 

non esistono parole 

per descrivere la sensazione che scateni dentro me

sfiora l’incredibile

ciò che fino a ieri era impossibile

diventa all’improvviso raggiungibile per me

 

 

La sentii svegliarsi piano e rimasi ad osservarla senza perdere neanche una sua espressione, un suo sbadiglio, un suo movimento.

Ridacchiai, mentre mi guardava accigliata. Come se stesse pensando “cosa cavolo ci faccio qui?”.

Poi sorrise. Si sedette, stiracchiandosi. Poi mi abbracciò di nuovo tornando accanto a me.

-Dì la verità, per un attimo ti sei chiesta se fosse stato davvero tutto un sogno, vero?- chiesi divertito.

-Sì, e per fortuna non è così- e chiuse gli occhi, appoggiando il viso sul mio petto. Che sensazione meravigliosa che provavo avendola così vicina.

Le accarezzai piano la schiena, mentre sorridevo totalmente felice e rilassato.

-Vedi, c'erano tante persone scettiche. Invece avevo ragione! Ho avuto sempre ragione io- gongolai.

-Sbruffone!- mi punzecchiò lei, accigliandosi.

-No, ero la sola voce che gridava la verità, solo contro tutti. Io sapevo già che tutto sarebbe andato a finire così- dissi, fingendomi serio. Ma lei capii, infatti scoppio a ridere e mi guardò con una certa ironia.

-Certo, e io sono la regina del mondo. Non avevi minimamente idea di come sarebbero andate le cose, è la verità, vero?- domandò divertita.

-Hai ragione, ho pensato tantissime volte di non avere speranze. Nell'ultimo anno poi, ero talmente felice che tu mi volessi come amico che cercavo di farmela bastare. Ma non penso di essere riuscito a esserti soltanto un amico- dissi, pensando alle tante volte che mi ero trovato ad un passo dal dichiararle il mio profondo amore.

Lei sorrise e alzandosi sui gomiti mi diedi un dolce bacio sulle labbra.

-Ottima risposta- sorrisi, prima di passarle una mano tra i capelli e tirarla a me per la nuca.

E la baciai con passione.

Una campana ci avvisò distrattamente che era mezzogiorno. Infastidito e per nulla colpito da quella scoperta, mi sedetti trascinando Lily più vicino a me, prima che mi allontanasse. La guardai confuso mentre le mi fissava incredula.

-Cosa? Avevamo lezione oggi! Perché non mi hai svegliato prima?- domandò arrabbiata, alzandosi dal letto e andando verso il bagno.

Sì fermò davanti alla porta aperta, dopo aver poggiato il primo piede scalzo nel bagno.

-Perché è tutto bagnato?- domandò, preoccupata.

-Sarà entrato nel bagno per ultimo Sirius. Crea un lago ogni volta- dissi. Lei mi guardò accigliata.

-E che cosa fa per bagnare tutto? No, aspetta. Non ho voglia di saperlo!- mi bloccò lei, mettendosi una mano sugli occhi.

Io risi.

-Niente di male, è solo che ha le abitudini di un cane- e tentai di imitarlo quando si scrollava tutto come se avesse il pelo.

Anche Lily rise, poco prima di recuperare le sue scarpe.

-Vado nel mio dormitorio a lavarmi e vestirmi. Ci vediamo a pranzo ormai. E poi andremo a lezione, chiaro?- e ignorò del tutto il mio viso da cucciolo bastonato. Abbandonai lo sguardo esasperato dalla sua dedizione per lo studio. Ma non potei non lamentarmi quando si avviò verso la porta.

-Dove stai andando?- chiesi, catapultandomi fuori dal letto e mettendomi davanti alla porta.

-Te l'ho appena detto. Non mi stavi ascoltando?- domandò lei, accigliata.

-No, intendo dove pensi di andare senza avermi salutato- dissi.

 

***

 

Lily

Mi alzai sulle punte e gli stampati un semplice bacio sulle labbra.

-A dopo- dissi, tentando di spostarlo dalla porta.

-Mi vuoi lasciare ora solo con un bacino?- mi chiese, rifacendo di nuovo gli occhi da cucciolo bastonato.

Quanto lo adoravo? Aveva idea di quanto fosse difficile dirgli di no quando mi guardava in quel modo?

-Sì. Altrimenti non mi farai uscire- ribattei, cercando di trattenermi dalla voglia di esaudirlo e baciarlo semplicemente.

-Un solo bacio. Uno solo e poi tu vai a cambiarti e io mi vesto. E poi farò il bravo scolaretto andando a tutte le lezioni, ok?- e mi fece di nuovo quella faccia talmente dolce da farmi sciogliere.

Arresa mi sporsi per dargli un bacio. Che mi fece decisamente scordare di tutte le mie buone motivazioni.

Gli passai le mani tra i capelli, amandoli e chiedendomi come avessi potuto odiarli per tanto tempo. Lui mi strinse con forza e passione, togliendomi persino la percezione del tempo. E dello spazio. Dove finivo io? Dove finiva lui? Eravamo un tutt'uno, un unico corpo?

E poi sentimmo un rumore alla finestra. James si staccò da me, lasciandomi respirare e si guardò dietro, accigliato.

-Penso sia il tuo gufo- disse teso. Lo riconobbi anch'io e corsi ad aprire la finestra.

Aprii febbrilmente la busta, temendo cosa poteva esserci scritto. Ma con mio sollievo la scrittura ordinata e sicura di mia madre mi informò delle solite cose, rassicurandomi che andava tutto bene e raccomandandosi di salutare James.

Sorrisi, richiudendola e poi guardando James che mi guardava seduto sul letto.

-Tutto bene?- chiese, anche se l'aveva sicuramente capito dalla mia espressione. Annuii. Poi guardai la porta.

-Vado- sospirai, decisamente più restia di prima. Avrei voluto che mi abbracciasse di nuovo. Il mio cuore che batteva felice all'impazzata per quel suo bacio si era quasi fermato per la paura nel vedere la lettera dei miei genitori.

La paura mi aveva preso, forte e incontrollabile. E come se mi avesse letto il pensiero mi abbracciò subito.

-James, ma tu sai praticare la leggimanzia?- chiesi, mentre mi accoccolavo felice in quell'abbraccio.

-La cosa?- chiese lui curioso, guardandomi negli occhi.

-Niente- dissi, baciandogli veloce le labbra per poi uscire davvero dal dormitorio per andarmi a sistemare.

 

Stavo davvero bene. Non era cambiato quasi nulla. Voldemort era sempre là fuori, i miei genitori e tutti noi eravamo sempre in pericolo, la guerra non sembrava voler finire. Ma io stavo bene. Perché avevo James con me.

Il mio sole. Il mio Amore! Sì, con la lettera maiuscola!

 

Sei il sole dentro me che mi fa splendere

quando luce non c’è il nostro è amore un fuoco inestinguibile

in un mondo freddo buio e fragile

inesauribile la mia voglia di te

di tutto quel che sei la spinta incontrollabile

che mi fa camminare un metro dalle nuvole

 

-Felice?- chiese Joy, sorridendomi quando arrivai in Sala Grande.

-Come se non lo sapessi- le risposi divertita. E lei mi abbracciò, contenta.

 

***

 

Remus

In quanto tempo credete si sia sparsa per tutta Hogwarts la notizia? 

Poco, molto poco.

Le notizie terribili che giravano scomparvero totalmente, scartate da questo nuovo pettegolezzo che fece apparire più di un sorriso.

La professoressa McGranitt reagii alla notizia, annunciata dal bacio fin troppo amichevole che James aveva strappato a Lily davanti all'aula di Trasfigurazione, con prima uno sguardo severo ad entrambi.

-Potter spero davvero che non influenzerai negativamente Evans, altrimenti potrei sospenderti in immediatamente!- l'aveva ammonito. Ma mentre entrava la notammo tutti sorridere, anche se solo per un secondo.

 

Il professor Lumacorno, poi, parlò per tutta la lezione di questa unione meravigliosa a suo dire.

Ma aveva anche preso James da parte per raccomandarsi di trattarla bene. Sì, Lumacorno adorava davvero Lily.

 

Durante la cena c'era un tale chiacchiericcio ed una fin troppa euforia in giro che Silente stesso chiese cosa c'era che preoccupasse tutti.

Quando si chinò per farsi sussurrare dalla professoressa McGranitt la notizia, si raddrizzò subito, cercando James e Lily al tavolo di Grifondoro con lo sguardo.

Lily era tutta rossa in viso mentre James sembrava contento e forse un po' contrariato da così tanto scandalo.

-Vedete ragazzi, questa è precisamente la forza dell'amore. Quella che da sola può sconfiggere tutto, anche le tenebre più cupe. Tutto, perfino il dolore di perdite ingiuste e anche di fronte alla paura, può essere spazzato via dall'amore. Quindi ragazzi amate, amate sempre e con tutta la forza che avete. Lottate perché il vostro amore sarà la sola cosa che può salvare questo mondo- ci sorprese il professore con un discorso intenso.

Applaudimmo per quel discorso e intanto io mi sentii stringere il cuore. Amore...

Guardai James e Lily guardarsi negli occhi rapiti, Joy che applaudiva rilassata tra le braccia di Sirius.

Io non l'avrei mai provato. Io non dovevo provarlo.

Non un amore come il loro almeno. Ma quello tra amici sì.

 

Quelle che naturalmente rimasero più infastidite dalla notizia furono le ragazze dal fanclub di James.

Quelle di Sirius si erano ormai arrese e avevano abbandonato l'insana idea di uccidere Joy appena fosse stata indifesa, anche perché c’erano poche persone ormai che sottovalutavano Joy dopo averla vista sul campo agguerrita come non mai, ma come avrebbero reagito le ragazze che amavano alla follia James?

Per il momento lanciavano occhiate omicide a Lily dai loro posti. Ma sorrisi pensando che non si sarebbe di certo trovata in pericolo Lily se l'avessero presa in disparte per qualche assurdo sfogo di gelosia.

No, Lily avrebbe sconfitto probabilmente con tranquillità tutte quelle oche con un solo gesto.

 

***

 

Lily

Guardai la lettera triste. Approfittando di uno degli ultimi giorni sereni di inizio ottobre ero seduta nel mio posto preferito in riva al lago, insolitamente da sola. Oggi c'era un allenamento che aveva portato tutti i miei amici e il mio “ragazzo” lontani da me.

Il mio ragazzo, che cosa strana ancora pensare una cosa del genere. Erano innumerevoli le volte che mi ero ritrovata sotto questo stesso albero a lamentarmi di James Potter. Avevo detto fin troppe volte “odio Potter” continuamente a Joy, anche a Remus.

E anche a lui. Riguardai la lettera ancora sigillata. Era firmata Sev, con la sua grafia sottile e disordinata.

Come lo chiamavo sempre io. Chiusi gli occhi e mi persi un attimo nei pensieri. Mille ricordi insieme, momenti indimenticabili anche se, forse ad un occhio esterno, insignificanti.

Mi aveva mandato una lettera. Non aveva avuto neanche il fegato per cercarmi e dirmi quello che voleva di persona. Eppure non eravamo così distanti. No, decisamente molto vicini. Ma invece mi aveva mandato una lettera per dirmi qualcosa. Il problema era cosa.

Cosa mi dovevo aspettare da quella lettera? Parole piene di odio e rancore? Probabilmente la voce della mia relazione con James era arrivata anche al suo orecchio, di sicuro, e quella lettera era piena di frasi come “sei un ipocrita”?

In quel caso non sarebbe stato meglio non leggerla? Sì, potevo benissimo bruciarla. Non leggerla mai, non dovermi preoccupare di niente. Ma potevo davvero fare una cosa del genere? No, non potevo.

Aprii la lettera con mano tremante. Sarei stata male dopo aver letto quelle parole? Non potei non chiedermelo, prima di iniziare a leggerla.

 

***

 

James

Scesi contento dalla scopa, guardando fiero i miei giocatori.

-Ragazzi, quest'anno la coppa è nostra! Nessuno riuscirà a batterci!- dissi agli altri, che reagirono con altrettanto entusiasmo.

-Sì, campioni del mondo!- esclamò Sirius.

-Certo, certo- lo prese in giro Joy.

-Stai ribattendo alla mia affermazione, cara?- chiese lui, guardandola con sfida.

-No caro, ti sto solo prendendo un po' in giro!- ridacchiò lei. E si iniziarono a rincorrere come due bambini. Ridendo, salutai gli altri e salii sulla mia scopa per tornare volando al castello.

Come ogni volta guardai verso il lago e notai subito una chioma rossa sulla riva. Felice, scesi più silenzioso che potevo per arrivare dietro all'albero a cui era appoggiata la mia Lily, deciso a prenderla di sorpresa.

Sì, la mia Lily! Questo solo pensiero mi rendeva l'uomo più felice del mondo.

I miei sforzi per fare meno silenzio possibile risultarono inutile. Sembrava molto presa da quello che stava facendo. Appena mi avvicinai la vidi guardare le sue mani. Da una parte aveva la bacchetta, nell'altra aveva una lettera che stava bruciando piano, a mezz'aria.

Non si accorse di me neanche mentre mi sedevo accanto a lei.

-Chi ti scriveva?- chiesi, deciso a riportarla alla realtà. Il suo sguardo vuoto era fin troppo triste, non mi piaceva per niente.

Lei si voltò sorpresa, mentre l'ultimo pezzettino di foglio non andato in cenere cadeva nella sua mano.

-Cosa? Da quanto sei qua?- chiese sconcertata.

-Da un po'. La lettera che hai bruciato conteneva brutte notizie? Va tutto bene?- domandai preoccupato, lanciando un'occhiata al frammento che era nella sue mani. Lei chiuse a pugno la mano prima che potessi vedere qualcosa di più di una scritta piccola e disordinata.

-Era... era... di mia sorella. Insulti e niente più... non ti preoccupare- mi disse, abbassando gli occhi.

Stava mentendo? Sembrava davvero di si. E la cosa mi fece preoccupare.

-Mi dispiace- dissi, soltanto sperando che lei mi dicesse qualcosa di più. E invece mi abbracciò soltanto. Ricambiai l’abbraccio, confuso e preoccupato.

Perché mi stava mentendo? Chi gli aveva mandato quella lettera? Forse... forse un ammiratore segreto?

E mi colpii la gelosia. Ma allora perché aveva quello sguardo triste?

Confuso accarezzai i suoi meravigliosi capelli rossi, tentando di non lasciarmi andare alla gelosia più nera. Non sembrava dell'umore giusto per una scenata e poi non aveva neanche senso farla. Avevo fiducia in lei. Anche se non capivo perché mi stesse mentendo…

 

***

 

Lily

 

Le sue braccia forti e calde mi fecero sentire bene.

Sì, lui era il mio sole nel buio del mondo. Lui, nessun altro. Ancora aggrappata al suo collo, aprii la mano chiusa a pugno che ancora conteneva il frammento di foglio. Lo guardai volare via, volteggiare leggero nell'aria, piccolo frammento di foglio, piccolo frammento di una parte di me, probabilmente.

Ma come avevo detto tempo fa, lui aveva fatto una scelta, io la mia. E grazie a James non riuscii a provare più dolore, guardando quella parte andarsene via. Quel piccolo frammento che aveva resistito al fuoco era quasi una presa in giro del fato.

Ma non mi toccava più. Io amavo James. E quelle parole non avevano più importanza per me...

 

...forse non ha più importanza per te, ma io ti amo Lily...

 

***

 

Ok, è piccolo, e finisce anche con una nota malinconica... spero non penserete male di Lily o altro. Ma dovete capire il suo punto di vista. Per lei Severus Piton è un capitolo chiuso. Lui ha fatto una scelta, così come lei l'ha fatta anche. Però doveva leggere quella lettera.

Non so se la citerò in seguito.. vi piacerebbe leggerla? In teoria so benissimo cosa direbbe, visto che modificherà abbastanza, ma non troppo, gli eventi futuri ed il comportamento di Lily....

mah, vedremo nel prossimo capitolo.

La canzone, da cui trae anche il titolo, è una bellissima opera di Anansi. Vi consiglio di andarla a sentire, è davvero dolce e bella!

Dovevo dire altro??? Non ricordo... comunque una cosa di sicuro la voglio fare. Ringraziare davvero tanto tutte le mie fantastiche lettrici!!!!!!!!!! vi adoro tutte, da chi ha inserito la storia tre le preferite, chi tra le ricordate e chi le seguite. State aumentano sempre più e vi adoro appunto per questo!!!!!!!! vorrei tanto ringraziarvi personalmente uno ad uno ma ora non ho tempo purtroppo. Ma lo farò state sicuri!

Inoltre ringrazio davvero tutte quelle persone che leggono soltanto!!!!!!!!

Ricordate che le recensioni mi fanno immensamente piacere e invitano la mia ispirazione a fare del suo meglio!!!!

alla prossima!!!!=D

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Capitolo 43
*** Quarantaduesimo capitolo: dalla parte giusta o da quella sbagliata??? ***


Piccola nota iniziale: le scritte che troverete in un'altra scrittura fanno parte della lettera di Piton a Lily, che pubblicherò a parte. Si intitolerà “Cara Lily” e se siete curiosi di leggerla vi consiglio di farlo prima della lettura di questo capitolo, vi potrà chiarire alcuni punti! Ora vi lascio al capitolo!

 

CAPITOLO 42: 

Dalla parte giusta o da quella sbagliata???

 

James

Rimasi a rodermi il fegato per un bel pezzo, pensando a chi diavolo poteva aver scritto alla mia Lily.

Molte volte pensavo ad un ragazzo misterioso, bello e perfetto che le faceva la corte a mia insaputa, altre volte mi dicevo che molto probabilmente era davvero una lettera di sua sorella. Perché mi avrebbe dovuto mentire? Non starebbe con me se avesse un altro, giusto?

Erano assurdi certi dubbi, terribili e del tutto inutili. Pensarci continuamente non mi faceva bene, rendeva un piccolo evento una Terza Guerra Mondiale.

E non ce n'era bisogno.

Ma come potevo guardarla e non pensare che quel velo di tristezza che compariva qualche volta era colpa di quella lettera? E come potevo non pensare che quando era in silenzio, pensierosa, lei non pensava a quel lui ignoto?!?

Più tempo passava più la situazione era insostenibile. Era da poco iniziato novembre ed eravamo, come ogni sera, seduti ad uno dei tavoli in Sala Comune con Lily e Remus che si ostinavano a farci studiare.

Alzai lo sguardo dal tema che stavo scrivendo e trovai Lily che guardava il suo libro di Pozioni. Guardava è il termine giusto. Non stava leggendo! Aveva gli occhi fissi su un punto preciso, come se non lo vedesse davvero. E la sua espressione era appena accigliata.

-Lily?- la richiamai.

-Qualche problema col tema?- chiese lei, riemergendo dai suoi pensieri e guardandomi sorridente.

-No. Mi stavo solo chiedendo per l'ennesima volta a chi stessi pensando- dissi, concentrandomi sui suoi occhi per leggervi ogni emozione.

Lei mi guardò, cercando di sembrare stupita. Ma aveva capito benissimo a cosa mi riferivo. Distolse lo sguardo e tornò a guardare il libro, voltando pagina.

-E perché mai dovrei pensare a qualcuno? Mi ero solo distratta, non lo fai continuamente anche tu. Continua a scrivere il tema altrimenti non possiamo andare a letto- esclamò lei, severa.

-Lily guardami negli occhi e dimmi che sono solo un paranoico e tu non stai pensando a chiunque ti abbia mandato quella lettera- le chiesi, non riuscendo più a trattenermi.

Ma lei non alzò lo sguardo, si limita a scuotere il capo.

-Possibile che pensi sempre a quello? Ti ho detto chi era allora, ti ho anche detto di cosa parlava. La vuoi smettere di preoccuparti inutilmente!- ribatté lei, arrabbiata.

-Peccato che tu quella volta mi abbia mentito, e non dirmi che non è così- la avvertii, sapendo che avrebbe negato subito.

-So capire quando menti- affermai sicuro.

-Bene, e io so capire quando una persona non ha fiducia in me. James è passato quasi un mese dannazione. E tu stai davvero a tormentarti su una cosa del genere?- gridò lei, incredula e furiosa. Si era alzata dal posto vicino a me e mi guardava finalmente negli occhi. Sapevo che i nostri amici ci guardavano, compresi anche qualche altro compagno di casa che era rimasto alzato nonostante l'ora tarda, ma non me ne importava molto.

-Io mi tormento perché vedo che tu ci pensi ancora. Lo vedo nei tuoi silenzi, nella tua tristezza, nei tuoi atteggiamenti. Dimmi chi cavolo ti ha mandato quella dannata lettera!!!!- replicai con lo stesso tono furioso.

-Basta, io non parlo con un despota come te. Sei assurdo e ridicolo. E sei geloso marcio!! Non sono sicura di volere accanto un paranoico come te, sai?- e prese tutte le sue cose con rabbia, andandosene velocemente.

-Non avevamo finito la discussione!- le gridai dietro tentando di fermarla. Ma lei ormai era salita sopra, scomparendo.

Sbuffai, tornando a sedermi esasperato. Mi stropicciai tutta la faccia in segno di profonda frustrazione.

Poi aprii gli occhi e incontrai lo sguardo di Sirius.

-Cosa cavolo guardi?- chiesi scortese.

-Un deficiente geloso marcio, ecco cosa guardo- rispose lui con tono serio.

Sbuffai, esasperato alzandomi e andando nella mia stanza per gettarmi sul letto, sperando di scomparire sotto le coperte pesanti.

Sirius aveva pienamente ragione. Ma cosa potevo farci? Il tarlo mi stava distruggendo tutto il cervello!

 

***

 

Joy

La trovai seduta sul suo letto, schiena contro la testiera, braccia intorno alle gambe strette al petto e il viso nascosto tra le ginocchia.

Mi sedetti accanto a lei, sul letto, non sapendo cosa poter dire. Forse era il caso di aspettare soltanto, quando avesse voluto parlare, l'avrebbe fatto.

-...Joy... La lettera... me l'ha mandata Severus Piton- mi sorprese lei, sorprendendomi.

 

***

 

Remus

-Non pensi che forse te la stai prendendo per niente?- domandai, rompendo finalmente il silenzio che si era creato nel nostro dormitorio.

James, ancora vestito, disteso nel suo letto, non dava segno di avermi sentito.

-Io sono d'accordo con James- fu la ovvia frase di Sirius. Mi voltai verso di lui con le sopracciglia inarcate.

-Non mi sorprende!- dissi soltanto.

-Non fare l'idiota Remus. È evidente che Lily nasconde qualcosa. Altrimenti non avrebbe reagito così alle parole di James- sbuffò lui, lanciandomi un'occhiataccia.

-Può darsi. Ma ora lei pensa che non si fidi di lei. Cosa che comunque ha dimostrato, accusandola di mentire- tentai di spiegare.

-Beh, forse James non dovrebbe fidarsi di lei allora. Poteva contenere di tutto quella lettera. E secondo me, il fatto che non gli abbia detto cosa c'era scritto, è un chiaro segno di colpevolezza. Lei è colpevole e oggi è diventata una furia perché sa che è dalla parte del torto!- Sirius era così convinto che per un attimo mi chiesi se non fosse la verità e se per una volta non mi stessi sbagliando.

Mi voltai verso James, ma lui non c'era più. Con sguardo smarrito mi girai verso Sirius e Peter che confusi, ricambiavano il mio sguardo.

 

***

 

Joy

-Cosa pensi di quella lettera?- chiesi seria, dopo una lunga pausa riflessiva.

Tentai di non guardarla con sguardo apprensivo. Ero preoccupata dalla sua risposta.

In altre occasioni non avrei dubitato del suo amore per James, né tantomeno della sua scelta nella lotta contro Voldemort.

Ma James aveva ragione, in questo mese Lily era stata spesso strana. E mi preoccupava la possibilità che in quei silenzi stesse meditando le varie possibilità.

-Che ci sono scritte un sacco di idiozie. Che se me le avesse dette in faccia sarebbe stato meglio perché lo avrei potuto affatturare di persona e subito e che la sua mente ormai è tanto malata che non riesce più a ragionare! Non posso credere che lui le abbia davvero scritte. Io...- disse Lily con rabbia, alzandosi dal letto e andando avanti e indietro per la stanza.

Un po' sollevata, la guardai mentre continuava a parlare.

-...non riesco a credere che mi abbia potuto scrivere quelle cose. Come si permette di parlarmi in quel modo? E come può parlare di James e del nostro amore in quel modo?? Non so cosa mi fermi dall'andare da lui e ucciderlo di persona!- terminò con fervore, fermandosi davanti alla finestra.

-E... Della sua dichiarazione, invece?- chiesi esitante.

Lei rimase a fissare qualcosa fuori dalla finestra, con sguardo triste.

-Era il mio migliore amico. Non ho mai provato nient'altro. La nostra amicizia si è distrutta per colpa sua da troppo tempo, ormai è un capitolo chiuso- disse senza un attimo di esitazione.

-E allora perché sei triste? Perché ti tormenti? Cosa ti frulla per la testa?- chiesi, per farle trovare la risposta a tutto questo trambusto.

-Succede che quell'idiota ha fatto una scelta sbagliata, che centinaia di persone stanno ugualmente facendo. Succede che presto ci ritroveremo a lottare contro persone confuse, o stupide, che si sono convinte di aver ragione, di fare del bene! Probabilmente pensano di salvare il mondo, pensano di essere dalla parte del giusto. E noi cosa possiamo fare per fermarli? Niente. Assolutamente niente. Se anche lui, nonostante gli fossi vicina all'epoca, ha preso quella decisione, come possiamo pensare di cambiare qualcosa?- furiosa tirò un calcio al suo baule, ma non le servii per calmarsi.

-Lottando. Perché la sola idea di fare del bene uccidendo innocenti non è concepibile- le risposi.

-E loro non sono innocenti a loro modo? Non pensi che la maggior parte di quelli che ci troveremo davanti non saranno persone convinte di salvare le proprie famiglie agendo in quel modo? Non uccideremo anche noi persone innocenti lottandogli contro?- chiese lei disperata. Sì, disperata, non c'erano altri modi per definirla. Ecco cosa la tormentava. La guerra e tutto quello che inevitabilmente comportava. Cosa a cui, come una stupida, fino ad ora non avevo mai pensato.

 

***

 

James

Sentendo entrambe in silenzio decisi di rivelarmi. Avevo sentito tutto, o almeno così speravo. E ora sapevo cosa affliggeva Lily, cos'era che la tormentava da così tanti giorni.

Mi tolsi il mantello di dosso e lo poggiai, insieme alla scopa sulla parete.

Entrambe apparvero sorprese di vedermi lì. Guardai un attimo i letti delle loro compagne, sorpreso che fino ad ora non si fossero fatte vive. Non erano state molto silenziose. Ma non me ne preoccupai davvero.

-James, mi stavi spiando?- chiese Lily, ferita all'idea.

-Volevo capire. Volevo la verità. E l'ho avuta finalmente. E sono decisamente sconcertato dal fatto che tu non mi abbia detto tutto questo fin dall'inizio. È orribile, la guerra lo è. Tutto il mondo e tutto il nostro futuro è orribile se guardiamo le cose da questo punto di vista. Ecco perché si dovrebbero evitare le guerre! Ma rispondimi a questo Lily, cosa succederebbe se non facessimo niente?- le domandai.

Lei deglutì mentre tentava di concentrarsi sulla domanda evitando la sfuriata che sapevo volesse farmi per averla ascoltata di nascosto.

-...Niente... Voldemort e i suoi continuerebbero a uccidere i babbani e prenderebbero il potere- rispose in un sussurro.

-Esatto. Noi dobbiamo fermarlo. Non possiamo permettergli di fare una cosa del genere. E noi non saremo come lui. Non uccideremo se non è strettamente necessario. Abbiamo le prigioni per questo, giusto? E loro avranno tutto il tempo per redimersi. Ma dobbiamo lottare, dobbiamo fermare tutto questo. Perché non fare niente gli darà solo la possibilità di uccidere più persone- mi ero avvicinato tanto da prenderle le mani tra le mie e appoggiare la mia fronte sulla sua, dandogli la sicurezza di cui aveva bisogno. E di cui avevo bisogno anch'io.

-Allora anche tu ci avevi pensato?- chiese, con gli occhi lucidi, non perdendo neanche un attimo del mio sguardo.

-Sì, molto tempo fa. Quando mio padre tornò a casa dopo aver ucciso il suo primo Mangiamorte. Stava male, dannatamente male. Aveva distrutto la vita ad un uomo. Un uomo che dietro di se aveva una famiglia, aveva degli amici, aveva persone che gli volevano bene. Mia madre è riuscita a spiegargli l'importanza del loro lavoro. Gli ha assicurato che aveva comunque fatto il possibile per salvarlo. Ma era stato tutto inevitabile- raccontai.

Lei lasciò le mie mani per potermi abbracciare.

-Sono una stupida- disse, contro la mia camicia.

-Sì Lily, lo sei. Perché se avevi questi dubbi dovevi dirli fin da subito e non arrovellarti come una stupida per settimane. Così non mi avresti fatti impazzire tutto questo tempo- le feci notare, allontanandomi quel tanto da poterle lanciare uno sguardo tra il divertito e il severo.

-Ti faccio notare che sei tu quello paranoico. Come hai potuto pensare che ci fosse qualcun altro al di fuori di te? Dov'è finito il James Potter che conosco, quello che diceva che nessuno lo potrà mai eguagliare, figuriamoci superare?- mi prese in giro lei, tentando di alleggerire l'atmosfera ancora di più.

-È scappato quando ha capito che ama talmente tanto la sua ragazza da non poter pensare in maniera razionale- mi incupii un attimo, guardandola in silenzio.

-Piton ha detto che ti ama?- chiesi, anche se probabilmente non suonava come una domanda. Era meglio affrontare subito questo argomento.

-Sì. Ma non per questo devi fare o dire qualcosa. Me ne occuperò io, gli dirò quanto è stato vigliacco a spedirmi una lettera, lo picchierò per tutte le cose che ha detto sul nostro amore e tenterò di aprirgli gli occhi sulla sua scelta. Questo perché dobbiamo aiutare gli altri, dobbiamo tentare di salvare più persone possibili. E prima che tu me lo dica non ti voglio in mezzo ai piedi. Devi fidarti di me, cosa che in questo periodo hai dimostrato di non fare- mi rimproverò lei.

-Io mi fido di te. Ma non di lui- ribattei.

-Certo, ma se vuoi che rimanga la tua fidanzata devi dimostrare di avere fiducia in me lasciandomi fare queste cose da sola. Io ti amo James, e non c'è niente di cui ti debba preoccupare su questo- disse con intensità.

La baciai perché avevo bisogno del suo bacio, avevo bisogno di scacciare via tutte le preoccupazioni e specie le paure. La baciai con un bisogno di averla accanto così estremo che la strinsi con tutta la forza che avevo, rischiando persino di farle male. La lasciai ormai senza fiato, preoccupato. Ma lei mi sorrise, non consentendomi di allontanarmi.

-Ti amo anch'io, direi anche troppo. Vorrei poterti tenere sempre appiccicata a me non doverti perdere mai di vista, ma non perché non mi fido di te come stai insinuando, ma perché al mondo ci sono persone terribili pronte a portarti via da me. Ma farò come mi stai chiedendo. Basta che la prossima volta tu non mi menta più- acconsentii infine.

-E allora tu non spiarmi mai più- replicò lei.

-Se non mi menti non ne avrò bisogno- le risposi furbo. Lei sorrise, esasperata e mi baciò ancora.

E continuammo per un po' fino a quando non sentimmo Joy sbuffare.

-Ho messo gli incantesimo silenziosi ai letti delle nostre compagne quando Lily si è messa a urlare, devo fare lo stesso col mio per poter andare a letto senza doversi sentire copulare qui?- ci prese in giro.

Lily la guardò scandalizzata, mentre io scoppiai a ridere.

-Ipocrita del cavolo. E io cosa dovrei dire di te e il mio migliore amico, eh?- dissi tra le risate.

Lei mi sorrise e si mise a letto.

-Vuoi dire che se non mi lamento io poi non ti lamenterai neanche più tu? Allora buonanotte, fate quello che volete!- rispose Joy, divertita, chiudendo le tende.

-E no, guarda che continuerò a lamentarmi lo stesso. Ogni volta vi devo ricordare io di isolare il letto!- sbottai, sperando mi sentisse ancora.

Lily rise, il viso contro la mia maglietta.

-Siamo totalmente pazzi, lo sai?- chiese.

-Certamente cara. È da tanto che te lo dico!- risposi, sorridendo furbescamente prima di prenderla e baciarla ancora. E ancora. E ancora...

-Vai a letto Potter, domani abbiamo lezione- disse Lily, interrompendo i baci passionali che ci stavamo dando.

-A diavolo le lezioni- sussurrai, mentre scendevo sul suo collo e lo baciavo dolcemente.

La sentii sospirare mentre si reggeva con forza alle mie spalle.

-Sono stanca. Siamo stanchi entrambi- sospirò lei.

-Mi dispiace, non sei convincente. E poi io non sono stanco- le sussurrai a un centimetro dall'orecchio prima di tornare a dedicarmi al suo bellissimo collo.

Mi lasciò fare un altro po', facendomi impazzire con i suoi sospiri e con il suo corpo sempre più stretto al mio. E poi mi scansò decisa.

-Buonanotte James- mi salutò, andando verso il suo letto. La guardai, notando il suo sorriso divertito e sereno. Mi avvicinai a lei e l'abbracciai da dietro, appoggiando il mento sulla sua spalla e scoccandogli un bacio sul lato del collo.

-Dormo qui con te, mia cara?- chiesi.

-No, vai nel tuo lettuccio e domani mattina ci vediamo- ribatté lei.

-Mi vuoi far dormire solo soletto?- chiesi, facendo gli occhi da cucciolo bastonato. Ma lei non mi guardava, aveva agguantato la maglietta del suo pigiama.

-Punizione per aver dubitato di me. Ora vai a letto subito, altrimenti la prossima volta ti vieterò di baciarmi. E se hai davvero bisogno di coccole vai da Sirius. Sono sicura che ti accoglierà a braccia aperte visto che non c'è neanche Joy con lui- mi punzecchiò, divertita.

-Signorsì comandante!- scherzai, saltando sull'attenti.

Un ultimo bacio e mio malgrado me ne andai a letto, che mi sembrava decisamente troppo vuoto senza di lei.

 

***

 

Lily

Il momento era arrivato. Dovevo assolutamente farlo ora, altrimenti non lo avrei fatto più.

Lo vidi andare da solo per il corridoio, momento a dir poco perfetto. Corsi verso di lui e lo presi per mano con decisione. Lui mi guardò sorpreso, ma non ebbe tempo per dire o fare niente. Lo avevo fatto entrare nella prima aula vuota e gli puntavo la bacchetta sul petto. Ma lui stava guardando i mie occhi, probabilmente bastavano quelli per fargli capire la mia rabbia.

-Piton posso parlarti?- chiesi ironica visto che l'avevo in pratica costretto.

-Non pensavo l'avresti davvero letta..- mormorò lui, abbassando lo sguardo.

-Ti sbagliavi. L'ho fatto. Ricordati che sono una Grifondoro, se ti vuoi dare una spiegazione- dissi con un tono di gelo nella voce.

-Cosa vuoi dirmi allora?- chiese e vi scorsi incredibilmente un filo di speranza.

 

Ho preso una decisione definitiva. Sono con loro. Ormai faccio parte dei Mangiamorte. E ti prego, ti scongiuro Lily, vieni con me.

 

Pensare alle parole che mi aveva scritto mi faceva male. E mi faceva una tale rabbia il fatto che in realtà non mi conoscesse così bene. Perché, se l'avesse fatto, non mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere.

-Che ti sbagli. Ti sbagli su tutto. Ti sbagli dicendo che ti ho abbandonato, sei tu che mi hai voltato le spalle tanto tempo fa. Ti sbagli dicendo che James non mi ama, me lo ha dimostrato in mille modi diversi. E anche io lo amo, nonostante ciò che ho sempre pensato di lui. Mi sono resa conto che la gente sbaglia, ma che può cambiare anche in meglio. E ti sbagli su Voldemort e i suoi ideali che sbandiera in giro. Non si fa del bene uccidendo le persone. Non si può pensare di essere talmente superiori ad altri esseri viventi e decidere della loro vita e della loro morte.

Non starò ferma a vedere persone innocenti morire. E tantomeno non accetterei mai e poi mai di ucciderli io stessi in nome di un mondo nuovo, che in realtà sarà solo una rovina per tutti. Sono venuta qua Severus per dirti di persona, cosa che tu non ti sei degnato di fare invece, che stai sbagliando. Non stare dalla sua parte, combatti con noi. Se cerchi davvero di salvare il nostro mondo e le vite delle persone non devi essere dalla parte di chi sta uccidendo- ci misi tutta me stessa in quel discorso. Quanto avrei voluto salvarlo dal destino che si stava creando. Ma lui scosse il capo con quella faccia che conoscevo bene. Quella della rabbia e della delusione.

-Come fai a sapere che la tua parte è quella giusta? Come credi di poter dire che tutto quello che faremo è sbagliato, mentre tu sei nella ragione? Non puoi, tu non puoi farlo. Con che faccia mi dici che uccidiamo persone innocenti? Loro non lo sono. Ti devo ricordare che mio padre ha ucciso mia madre? Che quello stupido babbano ha distrutto tutta la mia vita. Che i babbani ci stanno costringendo a vivere rintanati nella nostra tana, mentre loro sono i signori del mondo.

Il Signore Oscuro vuole portare noi al potere, dov'è giusto che stiamo. Noi abbiamo il diritto di regnare, così potremmo fermare tutto questo. Potremmo far si che nessun altro bambino venga più trattato come me solo perché sono un mago. Possiamo portale il bene in questo mondo ormai corrotto. Sì, questo mondo ormai è in distruzione. Solo col potere si potrà salvare tutto- sembrava stesse delirando. Lo guardai triste, con un magone all'altezza del cuore.

-Inoltre mi sembra che anche voi uccidiate innocenti! Gli Auror ieri hanno ucciso il padre di un mio amico. Cosa mi dici su questo? Il dolore del mio amico e della sua famiglia è stato causato da noi oppure da voi? Aveva una figlia di tre anni che lo aspettava, eppure se ne sono fregati di tutto e di tutti. Se voi siete i primi a non provare rancore, perché dovremmo farlo noi?- chiese rabbioso.

-Non puoi generalizzare. Quello che è successo ai tuoi genitori non fa dei babbani tutti degli assassini. E quello che ha fatto quell'Auror non estende l'appellativo a tutti- tentai di spiegargli. Ma lui scosse il capo non ascoltandomi.

Si era allontanato dalla parete e mi guardava come non lo aveva mai fatto.

-Tu sei solo una Mezzosangue, non puoi capire. Addio Lily- disse.

-Addio Sev...- mormorai, mentre usciva dall'aula.

Avevo tentato e non c'ero riuscita, di nuovo.

Ma forse non c'era semplicemente più speranza per lui...

 

***

 

Severus

Lei non capiva. Lei non ci riusciva. E lei non mi amava. L'avevano detto i suoi occhi, chiaro e tondo ancor prima che parlasse. Camminavo, ma non sentivo altro che il mio cuore spezzarsi in tanti Frammenti. Tanti piccoli frammenti che non si sarebbe mai più ricomposti, mai più.

 

***

 

Ciao a tutti! Come state? Come vi va la vita? A me un po' così, tra alti e bassi...

Sono un po' triste, forse per riflesso a questo capitolo abbastanza malinconico.

A questo proposito, scusatemi se tra il discorso tra James e Lily forse sono stata un po'... non saprei, penso di essere stata troppo noiosa probabilmente.

Il vero problema è che la mia università fa male alla mia psiche.

Ho cercato di entrare nei panni di Severus Piton per scrivere la famosa lettera, e ho cercato in tutti i modi di comprendere i motivi dietro i quali si possono prendere decisioni del genere. E mi sono sentita sconfortata esattamente come Lily.

Come si può dire cosa è giusto o sbagliato con questa confusione che c'è? La verità non è solo una, oggettiva e universale, ma è invece molteplice, soggettiva. Questo mi ha fatto riflettere sulel guerre, su quello che portano a chi le combatte, su tutti e due i fronti....

e mi ha depresso ancora di più....

è un tema molto delicato quindi spero di averlo reso bene e di non aver offeso nessuno, e tantomeno turbato. Già io mi sto facendo i complessi, spero di non crearli a nessuno...

 

E ora passiamo a qualcosa di più piacevole. Vi ringrazio davvero a tutti!

Grazie per aver letto lo scorso capitolo, grazie a chi leggerà questo e grazie a chi continua ad aggiungere la mia storia tra preferiti/seguiti/ricordate!!!

siete delle persone meravigliose e vi meritereste tutti un futuro meraviglioso come voi!!!

spero anche che le molte persone a cui evidentemente piace la storia visto che le ha inserite tra queste tre categorie, possa trovare un attimo di tempo per lasciarmi due paroline, giusto per farmi sentire le vostre opinioni. Si migliora solo se si hanno riscontri con qualcuno, non importa se negativi o positivi. Tutto fa bene!!!

e il ringraziamento più grande ti tutti va alle tre lettrici recensitrici che mi fanno sempre sentire dannatamente bene, riuscendo con le loro parole a farmi uscire fuori anche dalla depressioni che questa vita mi affligge.

Grazie!!!!!!!!!!!!

 

Con il prossimo capitolo dovrei abbandonare questa nota malinconica riuscendo a scrivere qualcosa di più divertente, o almeno spero!!

alla prossima!!!!!!!!

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Capitolo 44
*** Quarantetreesimo capitolo: Ma chi è? (prima parte) ***


CAPITOLO 43: 

Ma chi è? (prima parte)

 

James

 

Guardai sorridendo l'avviso che stavo appendendo alla bacheca nella Sala Comune.

-Davvero possiamo ricominciare le uscite a Hogsmeade?- mi chiese una ragazza del sesto anno, una del mio fanclub, lanciandomi uno sguardo piuttosto malizioso. Accigliato, annuii.

-Sì, Silente ha accolto la nostra richiesta. C'erano parecchie persone che lo richiedevano, nonostante l'evidente preoccupazione generale- la informai.

-Ci vieni con me, James?- chiese, sbattendo le sue lunghe ciglia truccate.

Sorrisi, avvicinando il viso al suo.

-Mi dispiace, ma ho già la mia bella con cui uscire.- Me ne andai divertito, pensando a come quella ragazza potesse mai pensare di competere con la mia Lily.

La mia cara amata mi stava aspettando su uno dei divani vicino al fuoco, con il suo enorme libro di Pozioni in mano. Ma guardava me. O meglio qualcosa alle mie spalle.

-Cosa voleva quella lì da te?- chiese subito.

-Chiedermi se davvero potevamo ritornare a Hogsmeade. Gelosa Evans?-

-No, affatto- rispose frettolosamente lei, facendo finta di niente. Ridacchiai e mi voltai verso il tappeto dove Sirius era sdraiato a pancia in giù, e stava finendo il compito di Trasfigurazione.

-Ti ha convinto a studiare, vedo!- lo presi in giro.

Lui mi fulminò con lo sguardo.

-La tua ragazza è un despota Ramoso. Fossi in te mi troverei qualcuno di più mansueto- scherzò lui, facendo il finto serio. Stetti al gioco, sporgendomi verso di lui e parlandogli con tono da cospiratore.

-In effetti mi stavo guardando in giro. Chi mi consiglieresti?-

-Sirius finisci subito il tema e non dare certe idee a James. Altrimenti uccido lui e castro te- minacciò Lily.

Vidi Sirius rabbrividire e ricominciare il tema. Io mi raddrizzai, guardandola con un largo sorriso.

-Sei il mio despota preferito Lily-

-Togliti dalla faccia quel sorriso da idiota e studia anche tu. Hai preso un impreparato la scorsa volta in Pozioni. Ora voglio che ti leggi tutto il capitolo- disse, porgendomi il libro. Gli angoli della mia bocca calarono verso il basso, trasformando il sorriso in un broncio.

-Perché mi tratti così male? Io sono un bravo bambino-

Lei tentò di fulminarmi ancora con gli occhi, ma non ce la fece. Due secondi dopo scoppiò in una grande risata.

-Sei impossibile. E comunque prendi e leggi- disse tra le risate. Presi il libro soddisfatto e iniziai a fingere di leggerlo, perché preferivo molto di più guardare Lily che sbadigliava e alzava le braccia al cielo per stiracchiarsi. Poi si voltò verso Remus, seduto accanto a lei, con sguardo rassegnato.

-Ma come hai fatto in tutti questi anni con loro?- gli chiese.

-Non lo chiedere a me.. Ma devo dire che stai riuscendo a tenerli a bada bene. Anzi, probabilmente lo stai facendo meglio di me- si complimentò lui.

-Forse allora avevano bisogno di una donna per domarli- scherzò lei, ricevendo le nostre occhiatacce come risposta.

In quel momento scese Joy, con addosso i pantaloni del pigiama e una felpa di qualche giocatore di Quiddich dove ci stava tre volte, che doveva essere di Sirius.

Aveva i capelli arruffati e sciolti, sicuramente li aveva appena asciugati.

-Ancora non avete finito?- chiese accigliata. Sirius si alzò subito a sedere guardandola rapito.

-Joy- disse serio. Lei lo guardò curiosa.

-Sì? Hai finito?- domandò.

-No. Ma sei del tutto indecente. Non puoi andare in giro così- e subito si alzò in piedi.

Joy si guardò attorno confusa, incrociando il mio sguardo. Le feci un cenno divertito e non compromettente riprendendo a leggere, anche se avevo una mezza idea di cosa Sirius le stesse ora sussurrando nell'orecchio.

 

***

 

Sirius

-Tu non hai idea cosa risvegli in un uomo che ti guarda vestita così- le dissi avvicinandola a me, stringendola per i fianchi e tenendo la bocca a pochi centimetri del suo orecchio. Lei mi passò le braccia intorno al collo e la sentii ridacchiare.

-Per un momento pensavo ti riferissi ad altro- rispose, divertita.

-Ti proibisco di scendere in Sala Comune vestita così, in qualsiasi circostanza. Non sopporto l'idea che qualcuno ti veda così e magari faccia sogni sconci su di te, chiaro?- e prima che potesse ribattere avvicinai le labbra al suo collo baciandola, ispirando il suo buon profumo.

Lei ridacchio. 

-Comunque sappi che sei l’unico in tutto il pianeta che mi nota, non credere- disse poi lei, tra un sospiro e un altro. Sbuffai contro la sua pelle, era incredibile come non si rendesse conto di quanto fosse bella e unica. Non era assolutamente vero che nessuno la notasse, e questo non faceva altro che rendermi geloso. Ma adesso ero troppo preso da lei, dalla sua pelle, dal suo profumo…

-Sai di fragola- le dissi tra un bacio e l'altro.

-È il mio nuovo bagnoschiuma!- sospirò lei in risposta. La baciai ancora, scendendo e salendo su quel collo che sapeva così di buono, che ormai conoscevo a memoria, ma che non avrei mai finito di adorare, così come tutto il suo corpo. Sì, lei era la mia dea, io veneravo tutto di lei, da ogni più piccolo centimetro della sua pelle, a ogni filo di capello.

Come aveva fatto a ridurmi così, dannazione? Ero completamente e totalmente perso per lei.

-Mi dispiace interrompervi, ma Sirius ti ricordo che devi finire il tema- ci richiamò alla realtà Lily.

Staccai le mie labbra dalla sua pelle solo un attimo, per emettere un grugnito arrabbiato, e poi ritornai a dedicarmi a lei.

Che però mi scostò.

-Dai, vai a studiare Sir. Ti aspetto- mi sorrise lei.

-Lo credo bene che mi aspetti. Sei pazza di me. Io sono unico e magnifico. Il migliore- mi vantai sorridente.

-Di una cosa sei il migliore sicuramente: degli sbruffoni!- replicò lei, spingendomi verso il tappeto dove c'era il mio tema da finire. Sbuffando mi risedetti per terra e lanciai un'altra occhiataccia a Lily.

-Sei un despota che interrompe tutti i momenti più belli. Ma non credere, mi rifarò presto- e la mia era una promessa!

 

***

 

Lily

Quel sabato James mi sorprese venendomi a svegliare prestissimo. Lui che il sabato mattina dormiva fino a quando non andavo io a svegliarlo, tranne se naturalmente non aveva un allenamento di Quidditch. Mi svegliò con dei baci molto dolci. Quando aprii gli occhi, confusa, lo trovai semi-sdraiato accanto a me.

Mi sorrise appena vide che mi ero svegliata e mi baciò dolcemente il mento, per poi scendere fino al collo. Gli presi la testa tra le mani, mentre non potevo evitare di chiudere gli occhi colpita da tanta dolcezza e passione.

Poi aprii gli occhi, rendendomi conto di quello che stava succedendo.

-James cosa stai facendo?- chiesi con voce tremante.

-Ti sto svegliando piccola- mi rispose, abbandonando solo un attimo la mia pelle, per poi continuare nel suo intento.

-Sono già sveglia. Potresti anche lasciarmi alzare allora- gli dissi, divertita dall’espressione che fece subito dopo.

E con un lampo malizioso si avvicinò di nuovo al mio viso, sovrastandomi con il suo corpo.

-Pensi che ti lascerei sfuggire di nuovo da me? Oppure cacciare. Ti sbagli amore- Catturò le mie labbra in un altro bacio.

Fu difficile ritrovare il punto della situazione, ma io non avevo di certo finito le domande. Appena mi lasciò respirare tentai di connettere di nuovo il cervello.

-Cosa ci fai qui?- domandai ancora.

-Ti sono venuta a svegliare, te l'ho detto no?- si accigliò lui.

-È presto. Hai per caso un allenamento di Quidditch? Sei venuto a chiamare Joy?- chiesi incerta.

-No- rispose, accigliato.

-E come mai ti sei svegliato così presto?- chiesi, incuriosita e un po' preoccupata. Ma il sorriso di James mi fece capire che andava tutto bene.

-Per due motivi. Primo, ero sicuro di trovarti a letto e finalmente potevo svegliarti io una volta ogni tanto, secondo, voglio iniziare la nostra giornata di vacanza dallo studio e dalle preoccupazioni di ogni tipo da subito. Non ho potuto aspettare oltre!!- e mi baciò di nuovo. Questa volta risposi con forza, trovandomi ad assaporare le sue labbra, a mordicchiarle, a giocare con la sua lingua.

Sentii la sua mano, prima infilata tra i miei capelli, scendere sul collo, poi sulla schiena facendola inarcare e avvicinandomi ancora di più a lui.

Si fermò sul fianco scoperto dalla maglia, toccando la mia pelle che sembrava stesse andando a fuoco.

E poi, forse un po' titubante o almeno così sembrava, prese a salire al di sotto di essa, lungo il fianco.

Non riuscii più a respirare, ero totalmente immobile, completamente tesa, tutto il mio corpo era concentrato sulla sua mano che piano tracciava cerchi sulla mia pelle, sempre più su.

E poi si fermò. Il bacio divenne estremamente dolce, poco prima di interromperlo e sollevarsi sulle braccia per guardarmi negli occhi.

Forse, anzi, probabilmente aveva percepito la mia tensione.

-Dai Lily, alzati e cammina. Andiamo a fare una bella passeggiata- mi disse, alzandosi poco dopo. Mi sedetti sul letto mentre sentivo ancora la pelle andare a fuoco e il cuore battere forte.

-Va bene. Mi aspetti giù?- chiesi.

-No. Ti aspetto qui. Ma se vuoi ti posso fare anche compagnia in bagno- mi disse con sguardo malizioso.

-Non ti azzardare a muoverti di qui. E non fare rumore, altrimenti sveglierai qualcuno. Se qualcuna delle mie compagne di stanza si sveglia e ti trova qui potrebbe tentare di violentarti. E io non potrei fare niente per evitarlo- scherzai, pensando alla mia “odiata” compagna Elen. Mentre mi chiudevo la porta del bagno dietro la schiena, però, mi sentii infastidita dal mio stesso pensiero. E poi turbata da tutto quello che avevo provato prima. Mi lavai il viso tentando di attenuare il caldo che provavo.

Sì, stavo andando a fuoco.

 

***

 

Sirius

 

Mi svegliai trovando la bellissima sensazione che mi accompagnava ogni mattina da molti mesi. L'averla accanto a me. Guardai il viso di Joy, disteso e rilassato, appoggiata sul mio petto.

Certo che James aveva ragione. Mi ero davvero rammollito. Sirius Black che si sveglia presto il sabato mattina per guardare la sua ragazza dormire.

La mia ragazza...

Anni fa non ci avrei mai pensato, sembrava una cosa assurda, una cosa totalmente incompatibile con me.

Eppure era successo. Com'era possibile? Com'era riuscita a farmi tutto questo? La conoscevo da anni eppure non mi aveva mai fatto un effetto del genere. Oppure si? Ci riflettei un attimo, tornando con la mente a vari episodi del passato. E sorrisi.

No, non l'amavo d'allora, avevo la testa completamente incasinata all'epoca. Non che ora fosse messa meglio però. Oppure si? Mi accigliai, pensando alla mia vita come era adesso. Era cambiata e decisamente in meglio. Ero davvero riuscito a dare un senso alla mia vita?

Avevo raggiunto davvero la felicità?

Era una cosa assurda da pensare probabilmente, specialmente alle otto di mattina di sabato. Ma era tutto così assurdo per me che non riuscivo a non pensarci ormai.

Cosa ne era stato della mia vita? Ero davvero cambiato così tanto? E mi andava bene com'era cambiata? Mah... Probabilmente erano davvero pensieri troppo complicati per un’ora simile pensai sbuffando e chiudendo gli occhi. Sì, meglio tornare a dormire.

 

***

 

Lily

Mi portò a Hogsmeade per uno dei suoi mille passaggi segreti. E passammo un'intera giornata in giro per il paesino, divertendoci come non pensavo fosse possibile. Quando entrammo in libreria mi chiesi se si sarebbe annoiato. Infondo non era tipo da libri e io in genere ci perdevo ore. Ma invece mi seguii sereno, indicando qualche libro con sguardo curioso.

-Hai mai letto questo libro?- mi chiese. Lo guardai con attenzione e poi annuii.

-Sì. È un libro divertente, anche se non sembra. Parla di uno stregone che racconta a tutti di gesta incredibili, naturalmente inventate. Ma la verità viene a galla in modo imprevedibile ed esilarante. Ma perché me lo chiedi?- domandò.

-Perché mi hanno regalato lo stesso libro un paio di anni fa. Ora posso dire che so cosa succede!- mi sorrise lui.

-Sei assurdo. Niente libri per te, va bene. Non lo leggeresti mai, vero?- chiesi divertita.

-Decisamente no. Anzi, potrei anche leggere qualcosa, basta che sia un libro sul Quidditch. Molto interessante però. Penso sarebbe l'unico libro che potrei apprezzare- rispose.

-Bene, me lo ricorderò- e ricominciai a guardarmi in giro. C'erano ben cinque libri che mi piacevano, ma non potevo comprarli tutti. Per ogni libro che prendevo in mano mi faceva mille domande. Perché mi piacesse, cosa mi attraeva, cosa mi aveva colpito.

Lo guardai incredula quando mi fece notare che avevo scelto cinque libri tutti scritti da donne.

-Non me n'ero resa conto. È stata una cosa del tutto involontaria- Risposi e rimasi a pensarci un po'.

E lui scoppiò a ridere.

-Cosa ci trovi di tanto divertente?- gli chiesi infastidita.

-Niente. Notavo che sei una femminista senza rendertene conto. Non è una cosa divertente?- domandò. E poi scoppiò ancora a ridere per la mia faccia.

 

Era l'ora di pranzo ed era tutto così sereno che le cose mi sembravano decisamente troppo irreali.

Mentre andavamo da Mielandia decisi a comprare una scorta di cioccolata nuova a Remus, visto che ne avevamo mangiata parte di nascosto durante alcune nottate insonni, una voce ci fermò.

-James? Sei tu?-

Ci voltammo trovandoci davanti una ragazza molto bella, probabilmente poco più grande di noi, con occhi verde chiaro e capelli biondi che scendevano a boccoli eleganti sulla schiena. Sembrava una fotomodella, una di quelle persone così belle che quando le vedi su qualche copertina pensi che sia ritoccata qui e là. Peccato che era lei in carne ed ossa. E guardava James con uno sguardo totalmente rapito e felice.

-Luana? Cosa ci fai qui?- chiese lui, sorpreso evidentemente di trovarsela davanti.

-Che gioia vederti- e sorprendendo sia me che lui l'abbracciò di slancio, spalmandoglisi addosso senza tanti problemi davanti a me.

 

 

***

 

Fine prima parte!!!=) la seconda parte l'avrete a breve, se tutto va bene!!!=) Non mi volete uccidere, vero? Vi supplico, altrimenti non posso scrivere il continuo a farvi scoprire chi sia la nuova arrivata. Voi cosa ne pensate? Siete curiose???

Spero di esserci riuscita!!!! XD

Forse è più corto del solito, anzi, sicuramente è più corto del solito, chiedo perdono. Ma mi convinceva così, mi “ispira”! XD

Mi lasciate un commentino??? giusto per farmi sapere cosa ne pensate???

un grazie enorme a tutti voi che leggerete questo capitolo, alla mia fantastica Beta e alle mie care recensitrici. Lo sapete che vi amo!!! Sì care, vi amo dannatamente!!!!XD

Alla prossima!!!!! =D

 

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Capitolo 45
*** Quarantaquattresimo capitolo: Ma chi è? (seconda parte) ***


CAPITOLO 44: 

Ma chi è? (seconda parte)

 

Joy

-Ma voglio mangiare- protestai indicando la Sala Grande dove ormai il pranzo ci aspettava più invitante che mai.

-Come? Per aggiungere ancora ciccia a ciccia. Guarda che tra poco diventerai un bel botolo- ridacchiò lui, stuzzicandomi un fianco. Arrossii guardandolo seccata.

-Pensi davvero che stia mettendo su alcuni chili?- chiesi nonostante l’irritazione, diventando ancora più rossa.

-Oh si, incredibilmente. Tra poco diventi più larga che alta- mi prese in giro lui con una faccia da schiaffi.

-Fai poco lo spiritoso. Potrei anche farti ammazzare per una cosa del genere. Anzi, ti lascio semplicemente. Troverò qualcuno che apprezzi sia me che il mio grasso- ribattei tra l'infastidita e il divertita.

Sì, sapevo che stava scherzando. O almeno lo speravo. E lui sapeva che scherzavo, vero?

Non potei controllare perché lui mi prese in spalla veloce come sempre e iniziò a correre.

-Non ci pensare neanche Joy. Ora andiamo a mangiare qualcosa a Hogsmeade! Ho proprio voglia di un bel cornetto!!!- mi disse lui.

-Ma guarda che è ora di pranzo, dove pensi di trovarlo un cornetto ancora? E lasciami, mettimi giù!!!- strillai, cercando di liberarmi della sua presa senza successo.

-Inoltre tu vuoi solo disturbare quei due poveretti. Non potresti lasciarli stare, gli dai fastidio da giorni ormai- tentai di persuaderlo per la centesima volta. Lui scoppiò a ridere facendomi il verso.

-È lei che ha cominciato comunque- continuò poi dandomi, una sculacciata scherzosa. 

Gli tirandogli un pugno sulla schiena che lo fece gemere di dolore.

-Come sei manesca- sbottò lui facendomi scendere, eravamo ormai all'entrata del passaggio segreto.

-Non ci provare mai più, chiaro?- sbottai, tirandogli un altro pugno allo stomaco, abbastanza forte.

Lui si chinò, fingendosi molto più dolorante della realtà.

-Povero me. Mi ha distrutto qualche costola. Aiuto infermiera. Mi salvi lei!!!!!!!!- e gli tirai un altro pugno per tutta risposta.

 

***

 

James

Ricambiai l'abbraccio ancora scioccato da questa apparizione. Il suo profumo colpii come al solito forte e sensuale. Ricordavo ancora la strana attrazione che tutto di lei dava. Probabilmente aveva lo stesso effetto che fa una pianta carnivora sulle sue prede. Sia il profumo, sia l'aspetto sembrava essere fatta apposta per attrarti in ogni modo.

L'allontanai poco dopo, mettendole le mani sulle spalle e guardandola negli occhi sorpreso.

-Cosa ci fai qua?- chiesi ancora.

-Mi dispiace James non esserci stata per i tuoi genitori. Ho tentato di tornare, ma non ci sono riuscita- disse subito lei preoccupata, accarezzandomi il viso.

-Non ti preoccupare. Ho ricevuto le tue lettere, le ho apprezzate davvero. Piuttosto, devo ripeterti la domanda?- le allontanai le mani dal mio viso, in modo forse un po’ sgarbato. Sentivo lo sguardo di Lily sempre più pressante.

Probabilmente tra poco mi avrebbe ucciso.

-No. L'ho sentita. Ma prima dovevo assolutamente dirti questa cosa. Allora, mi sono decisa a tornare in Inghilterra. E sentendo da te e Sirius com'è bella Hogwarts, ho deciso di chiedere un lavoro lì. Il professor Silente mi deve vedere tra un paio d'ore per un possibile impiego- annunciò lei, entusiasta.

-Davvero? Ma è una cosa.... - mi bloccai, cercando una parola che potesse descrivere cosa sentissi ora. Una parola che non suonasse offensiva però. Ma lei mi anticipò, sorridente.

-Sì. È una cosa stupenda, lo so! Come stanno gli altri? Come mai non sei insieme a loro?- e si guardò intorno, notando solo ora Lily. Io mi allontanai subito da lei, per sorridere a Lily.

-Luana, questa è Lily Evans, la mia ragazza. Lily, lei è Luana Burke. Una mia cugina di secondo grado- la presentai.

 

****

 

Lily

Una cugina. Sorrisi stringendo la mano di Luana, che aveva iniziato a squadrarmi attentamente, come se dovesse valutarmi. Mi sentivo una stupida. Stavo morendo di gelosia per una cugina.

Che stupida che mi sentivo. Ma come non potevo non sentirmi così? Insomma, quella donna sembrava scesa dal cielo. E sembrava decisamente troppo in intimità con James.

-Piacere di conoscerti- dissi, cercando di essere più cordiale.

-Il piacere è mio. Ho sentito molto parlare di te Lily e sono davvero felice che finalmente James sia riuscito a conquistarti. Non hai idea di quanto stava male ogni volta che lo vedevo per te- rivelò, facendomi sentire leggermente in colpa. Anzi, togliamo il leggermente.

-Luana, non hai ancora capito cosa puoi o non puoi dire, eh?- ironizzò James, guardando sua cugina accigliato.

-Io sono semplicemente spontanea James- ribatté, continuando a guardarmi.

-Sai, da come ti descriveva James pensavo fossi diversa. Ti immaginavo molto più...- ma si fermò accigliata, osservandomi.

Inarcai le sopracciglia e la guardai mentre mi sentivo decisamente infastidita.

-Molto più cosa, scusa?- domandai. James mi fece passare un braccio intorno alla vita, attirandomi di fianco a lui.

-Lasciala stare. Ignora la maggior parte delle cose che dice, io faccio così- mi sussurrò nell'orecchio.

-Intendo più... Insomma, pensavo fossi più o meno una dea, alta, sinuosa, bellissima, eterea, con capelli lucenti e occhi di smeraldo. E invece sei... normale... - si spiegò lei tranquillamente, ignorando quello che James aveva detto.

-Stai dicendo che secondo te è incapace di intendere e di volere?- domandai rabbiosa all'indirizzo di James, tentando di non saltare addosso alla donna che avevo davanti.

-No, ma non lo fa con cattiveria. Semplicemente.. è fatta così- tentò James.

-Ho detto qualcosa che non va?- chiese lei con aria innocente, come se non avesse sentito tutta la conversazione.

Le lanciai un’occhiataccia, sbuffandogli contro.

-James- chiamò una voce da lontano. Ci girammo per vedere Sirius e Joy venire verso di noi. Il tempo di fare un cenno e Luana aveva preso a correre verso il giovane Black mentre James esclamava:

-No, aspetta!!-

 

***

 

Sirius

Appena notato James, quella zazzera di capelli ormai riuscivo ad individuarla tra mille, lo tentai di chiamare. Si erano goduti una mattinata tranquilli, senza interruzioni, cosa che avevo giurato a Lily non avrebbero avuto per un bel po'. Era da giorni che mi divertivo a interromperli nei momenti meno opportuni.

James pensava di avermi fregato alzandosi presto. E grazie alla collaborazione di Joy era anche riuscito a scomparire. Ma non era difficile individuarli.

-Sirius- disse una voce che non sentivo ormai da anni. Guardai accigliato la bionda che correva verso di me. Per poi ritrovarmela spalmata addosso in poco tempo. 

Riconobbi quel suo profumo sempre irresistibile, quel suo corpo caldo e formoso, quel suo modo di abbracciarmi che... con le mani sui suoi fianchi l'allontanai da me, per poterla guadare in viso. Era davvero lei?

-Ma che cavolo ci fai qui?- chiesi.

-Sono tornata qui. Lavorerò a Hogwarts. Sono felicissima di rivederti-.

Rimasi a osservarla ancora scioccato, pensando all'ultima volta che l'avevo vista.

-Io... - io no. Avrei voluto dire così. Anzi, l'avrei detto sicuramente se lei non mi avesse baciato, interrompendomi.

 

***

 

Joy

Guardai incredula Luana che baciava Sirius con passione. Davanti a me, senza nessun problema e nessun freno. Poi abbassai lo sguardo a terra sentendomi morire. Lei era tornata. Probabilmente per lui.

Chi avrebbe scelto tra me e lei?

 

***

 

Sirius

Chiusi gli occhi sentendo in quel bacio qualcosa di lontano, un ricordo passato. Un sapore e un odore, insieme a una sensazione non dimenticata. Rintanata dentro di me da qualche parte. Per un attimo mi lasciai andare a quel bacio, solo un attimo.

E poi ricordai Joy. Ricordai le sue labbra, i suoi baci. Lei non era Joy. La staccai con forza da me e la guardai incredulo.

-Io no! Luana come mai sei tornata? Avevi detto che non saresti tornata mai più qui- domandai.

-Lo so. Ma mi mancavi Sirius- disse lei, sorprendendomi e tentando di abbracciarmi. L'allontanai subito, voltandomi verso Joy, che fissava per terra con sguardo smarrito. Le presi la mano, attirando la sua attenzione.

-A me no! Io ho chiuso con te e tutte le altre ragazze da un bel po'. Da quando sto con Joy a dire il vero- dissi, rivolto a Luana, ma cercando lo sguardo di Joy. Lo trovai sorpreso, ma anche sollevato.

 

***

 

Joy

-Joy?? La piccola Joy? Oh ma quanto sei... cresciuta! Sei davvero... - si fermò scrutandomi con sguardo critico, come a cercare l'insulto migliore, nonostante avesse incassato il colpo abbastanza dignitosamente.

-E tu sembri sempre la stessa- già la solita b....

-Oh grazie cara. Sì, in effetti sono sempre meravigliosa, lo so! Sono felice di sapere che vi siete messi insieme. Sorpresa, ma felice. Sei riuscita a farlo rigare dritto? Non pensavo nessuno ti avrebbe mai incastrato- e sorrise a Sirius che si accigliò.

-Già, forse perché nessuno mi aveva mai amato come lei- fece lui.

Il cuore mi batté fortissimo, mi sembrava tutto così irreale. Era stato davvero Sirius a dire una cosa del genere?

-Bene... sono molto felice per te allora. Vado.. Ho un appuntamento con Silente- e si voltò, salutandoci appena. Alla fine la sua maschera di indifferenza doveva essere caduta.

Ma non potei preoccuparmi per lei. Probabilmente non l'avrei mai potuto fare visto come si era sempre comportata con me. Mentre con Sirius e James, perfino con Peter e Remus, era stata sempre gentile e buona, con me era stata sempre cattiva, perfida.

E comunque non potevo pensare a nient'altro se non a Sirius che mi stava stringendo tra le braccia cercando i miei occhi.

-Joy, tutto bene? Scusami per il bacio, mi ha preso in contropiede- disse, preoccupato.

Rimasi in silenzio, ripensando alle parole che aveva detto. “Nessuno mi aveva mai amato come lei”.

-Ecco, lo sapevo. Sei arrabbiata. Come posso farmi perdonare Joy?- chiese, tentando di richiamare la mia attenzione.

Alzai finalmente lo sguardo, incrociando i suoi meravigliosi occhi.

-Sirius, tu mi ami? Perché io sì, lo ha anche capito benissimo a quanto sembra. Ma vorrei tanto sentirlo detto da te finalmente. E ben forte, non sussurrato appena- provai, sapendo di chiedergli molto. Ma ne avevo bisogno. Avevo dannatamente bisogno di quella certezza, ora, in quel preciso momento.

Lui sbuffò alzando il viso al cielo e mordendosi il labbro inferiore. Chiuse gli occhi e poi sospirò.

Incontrò di nuovo il mio sguardo e vi vidi una luce che brillava dentro, qualcosa di forte e potente.

-Ti amo Joy! Ma non te lo ripeterò altre volte, quindi ricordatelo per sempre!- sbuffò infine. Sorridendo mi alzai sulle punte e lo baciai, con forza e tantissimo amore. Sì, cosa me ne fregava di quella spilungona comparsa dall'oltretomba. Lui mi amava. Amava me non lei! Lo sentivo.

Ma una piccola parte di me aveva paura, una dannata paura...

 

***

 

James

Vederli baciarsi mi tranquillizzò. Io e Lily ci fermammo prima di raggiungerli e li guardammo andare via insieme, dimentichi di noi.

-E io che mi ero preoccupato così tanto. Devo ammettere che questa volta Sirius ha fatto la cosa giusta a quanto sembra- dissi, sentendomi rincuorato.

-Cosa c'è tra tua cugina e Sirius, James?- chiese Lily.

-Niente- risposi vacuo.

-Non ti saresti preoccupato se fosse così- replicò.

-E poi non la considero mia cugina. È una lontana parente..- sbottai, infastidito. La vidi accigliarsi.

-Allora rettifico la domanda. Cosa c'è mai stato tra e quella pseudo parente?- mi chiese con ferocia.

Risi, capendo la sua preoccupazione.

-Assolutamente niente. Non è questo che intendevo. È che io e i miei genitori siamo sempre stati separati dal resto della famiglia. Del resto la maggior parte dei purosangue sono imparentati. Anzi, tutti. E ciò vuol dire che tutti i massimi esponenti dei Mangiamorte sono miei parenti in qualche modo. Anche io e Sirius siamo lontani parenti, anche se per me è ormai un fratello. E in molti casi preferisco non considerarli affatto gli altri- tentai di spiegarmi, forse con un po’ troppo rancore.

La vidi rattristirsi.

-E tra lei e Sirius cosa c'è stato, invece?- domandò.

-È un lunga storia, complicata e molto, molto contorta direi- sperai di finire il discorso lì, ma persino io sapevo che era inutile. Bastò uno sguardo per capire che voleva sapere di più.

Sospirando iniziai a raccontargli la complicata storia di Sirius e Luana.

 

Atto primo: Il matrimonio combinato!

Sì, Sirius aveva soli 13 anni quando i suoi “amati” genitori gli avevano presentato la sua promessa sposa. Luana Burke, aveva 15 anni all'epoca, ed era non dissimile da ora, bella e provocante!

E si era sorpresa a non odiare molto il suo promesso sposo. Cosa non ricambiata pienamente da Sirius che pensava non avesse niente in testa se non le idee che i purosangue si passavano come una malattia: l'essere superiori per il loro stato di sangue.

Quell'estate passo un mese con i suoi genitori, e uno da me. E Luana, sapendolo, chiese ospitalità ai miei genitori per potergli stare vicino. Sirius reagì male all'inizio, non voleva una “piattola” in mezzo ai piedi.

Ma lei si mostrò più intelligente di quanto pensassimo.

 

Atto secondo: il lavaggio del cervello.

Prima di tutto usò la sua bellezza. Sulla spiaggia attirava l'attenzione di tutti, divenne affettuosa, simpatica, quella che ci seguiva in ogni scherzo e disastro che combinavamo, però mostrando la sua bellezza sempre, stuzzicando Sirius in tutti i modi possibili ed inimmaginabili. Sembrava ingenua, ma non troppo, persuasiva, ma non eccessiva.

E Sirius… beh, diciamo che si lasciò stringere nella sua morsa. Alla fine dell'estate suggellarono il loro strano rapporto, facendo sesso.

Ciò mostrò a Sirius com'era piacevole un rapporto del genere e fece si che iniziasse la sua strage di donne!

 

Atto terzo: la fine, o almeno così si pensava.

Sirius divenne un playboy, fregandosene dei suoi sentimenti e di quelli delle altre ragazze.

Luana divenne solo una delle tante che incontrava svariate volte in estate. Fino all'estate in cui andammo in campeggio. La incontrammo per caso e lei ci confidò che voleva scappare così come aveva fatto Sirius. Soltanto con una differenza, lei se ne sarebbe andata proprio. Voleva andare in America, scappare da questa guerra oltre che dai suoi genitori, che di sicuro l'avrebbero ripresa con la forza se l'avessero vista.

Quindi, dopo l'ultimo breve incontro con Sirius, lei se ne andò. Sirius non fece una piega. Persino io che lo conoscevo così bene, notai solo due serie di sensazioni. Una specie di orgoglio perché era riuscito a farle capire che l'avere una famiglia del genere non era una condanna; se si lotta si riesce a fare comunque quello che si vuole e che si trova giusto.

E una sensazione di fastidio per qualcosa che non capii, e di cui lui non mi parlò mai. Ma avevo la sensazione che lui fosse felice che se ne fosse andata.

 

-Non me ne avete mai parlato, perché? Insomma, la conoscevi tu, la conosceva Joy, conosceva anche Remus e Peter. E non avete mai fatto un cenno di qualsiasi tipo- domandò Lily, incerta.

-Probabilmente perché non ci pensavamo molto anche noi. Insomma Joy la odia completamente, per motivi ovvi, penso. Non so se era innamorata di Sirius fin d'allora, probabilmente sì, ma anche se non lo fosse stato con il suo carattere da maschiaccio sarebbe diventata lo stesso la sua nemica numero uno. Divenne la sua nemesi, più o meno. Erano continuamente in guerra. Quando c'era lei dovevo stare dietro a Joy ogni minuto, altrimenti le sarebbe saltata al collo per staccarle la testa. Con Remus e Peter... beh, lei ci provava sempre con tutti. E mentre Peter risultava abbastanza lusingato da questo, Remus non se la filava completamente. Non la sopportava neanche lui. Ammetto di aver pensato che ce l'avesse con tutte le donne per un bel periodo- ridacchiai un secondo, ripensando alla discussione che avevo avuto con Remus quando avevo capito che era solo infastidito da Luana per un episodio... diciamo particolare.

-Cosa ridi?- chiese Lily, accigliata.

-Niente, niente. Cose tra uomini. Comunque penso di aver risposto alla tua domanda, no?-

-No. Hai dimenticato di dirmi il tuo motivo- mi fece notare. Io sbuffai. Non se ne poteva non accorgere?

-Non la odio, ma la trovo una persona... con poca personalità, ecco. L'ho sempre vista convinta prima dai suoi genitori a comportarsi come una giovane aristocratica, e poi convinta da noi che la vita fosse diversa... mi ha sempre dato l'idea che non avesse davvero capito che la decisione su come essere o cosa fare non dovessero essere gli altri a dargliela, che doveva essere una scelta sua. E poi non sopportavo quel filo di cattiveria che aveva sempre. Non lo mostrava con noi, o almeno non nei confronti di Sirius, ed essendo sempre con lui non me ne sarei quasi accorto se non l'avessi vista anche con gli altri. O almeno fino a quando....- e poi mi fermai. Era giusto dirglielo? Dovevo farlo davvero?

La guardai negli occhi mentre lei mi fissava e capiva che il discorso non era certo finito lì.

-Ho avuto molte discussioni con lei. Su di te. Lei trovava oltremodo ridicolo il fatto che ti amassi, o per lo meno che non frequentassi altre ragazze. Ho rifiutato persino lei, cosa per cui non mi ha mai perdonato, penso...- la guardai incerto, non sapendo se si sarebbe sentita infastidita o preoccupata da questa notizia.

Lei sorrise, però, annuendo.

-Ok. Avevo notato che era un tipo piuttosto... particolare. C'è qualcos'altro che mi devi dire?-

Esitai solo un attimo poi annuii.

-No, è tutto!-

 

***

 

Joy

E andammo a fare colazione, cercando un cornetto. Sirius ormai era fissato che ne voleva uno. Dopo averlo trovato da Mielanda, andammo in giro a cercare James e Lily. Li trovammo in libreria, impegnati in un'accesa discussione.

-Non c'è né bisogno James- stava sbottando Lily, forse per la centesima volta.

-Può darsi, ma lo voglio fare. Non mi sembra che farlo sia un torto a qualcuno- ribatté James con due libri in mano.

-Non vi sembra il posto meno adatto per parlare di farlo o non farlo?- li punzecchiò Sirius, ghignando.

-Spiritoso. Provi tu a dire alla mia ragazza che volerle comprare un libro non è un reato?- cercò sostegno James.

Sirius stava per parlare quando Lily lo interruppe.

-E tu potresti dire al mio ragazzo che non voglio che sprechi soldi per me. La prossima settima avrò i soldi e li comprerò io, se mi interesseranno ancora. Non voglio la carità- sbottò Lily, incrociando le braccia al petto.

James la fissò stralunato.

-Carità? Lily ti voglio solo comprare un libro. Non mi sembra che sia fare carità. Sarebbe un regalo!-

-Sì, un regalo del tutto superfluo- replicò lei.

-Ma è una cosa assurda! Perché ti sembra una cosa tanto sbagliata? Io non ci vedo niente di male a volerti comprare una cosa- disse disperato James, lasciando i libri sul mobile e mettendosi le mani nei capelli.

Guardai Sirius che stava aprendo bocca e gli lanciai un'occhiataccia che diceva “se la devono cavare da soli”.

-Il mio affetto non si compra con i soldi. Non c'è bisogno di nessun regalo per farti amare di più- disse Lily, abbassando lo sguardo a terra.

-Ma io non lo faccio per questo- disse James, prendendole le mani e cercando il suo sguardo.

Lily incontrò i suoi occhi e parve rilassarsi. Poi sorrise.

-Va bene James. Non lo fai per questo. Ma la cosa mi mette lo stesso a disagio quindi non ne parliamo più-

-Ok Lily. Ma sappi che sei esagerata. Tremendamente esagerata- la punzecchiò James, abbracciandola.

Sorrisi nel vederli così. Erano così carini e dolci.

-Non sono esagerata. Tu sei uno stupido cavaliere dei tempi ormai passati. E io non sono una donnetta che ha bisogno del cavaliere dalla lucida armatura che mi supporti in tutto- ribatté Lily subito, non smettendo di abbracciarlo, però.

-Certo, tu sei una femminista, lo sapevo già. Sei anche una testa dura- e detto ciò le diede un buffetto sulla testa affettuoso.

-Quanto ti odio- sbottò Lily, staccandosi da lui, ma guardandolo divertita.

-Più o meno quanto ti odio io, cara!- replicò lui tranquillo. Beh.. diciamo che sapevano essere dolci al loro modo.

-Ma si può sapere quando finirete di blaterare cose insensate? Amici miei, voi avete troppa tensione in corpo- disse Sirius, intromettendosi tra i due e mettendo le braccia intorno alle loro spalle, stringendoli a sé.

-Tensione?- chiese Lily, ingenuamente.

James lanciò un'occhiataccia a Sirius che però non la raccolse.

-Certo. Tensione sessuale. Si percepisce perfettamente da ogni vostra litigata- continuò tranquillo Sirius mentre uscivamo dal negozio.

Lily arrossii e James sbuffò.

-Certo, certo. Sirius mi lasci? Probabilmente non te ne sei reso conto, ma mi stai staccando la testa dal collo- tentò di scappare lui. Ma Sirius lasciò andare le spalle di Lily e prese più saldamente James per il collo.

-Ma guardatelo voi, ha fatto anche la rima. Allora te la stacco davvero- ghignò lui, iniziando a torturagli la testa con la mano chiusa a pugno.

-Sono dei bambini- disse Lily scuotendo il capo, mentre li guardava.

-Già. E noi non li conosciamo- dissi divertita, prendendola a braccetto e allontanandoci ridendo tra noi.

-Ehi, dove andate voi due?- arrivarono in coro le voci di James e Sirius. Ridendo, tentammo di sfuggirgli.

 

***

 

Sirius

Fu un pomeriggio molto bello, il piccolo evento iniziale sembrava non aver scalfito per niente la nostra tranquillità. Cosa che mi rallegrò. Temevo che Joy si sarebbe comportata diversamente, pensavo fosse preoccupata infondo. Quasi mi accigliai vedendola serena mentre ci sedavamo al tavolo dei Grifondoro in Sala Grande. Non sembrava minimamente gelosa.

Perché? Mi chiesi forse un po' infastidito. Lo so che non aveva senso, ma la cosa mi infastidiva lo stesso.

-Sirius, tutto bene?- chiese James, notando che ero accigliato.

-Sì, mai stato meglio- dissi con una nota di sarcasmo che non mi sapevo ancora spiegare.

-Bene... sai prima salendo ho visto Luana andare in giro per il castello...- disse un po' incerto a bassa voce. -Allora quel pazzo di Silente l'ha davvero assunta per fare qualcosa qui?- dissi, incredulo.

-Sembra di si.. - James cercò il mio sguardo, ma io gli sfuggii. Non avevo intenzione di fargli capire cosa provavo in questo momento. Non sapevo neanche io se ero più seccato, turbato o semplicemente indifferente a questa notizia. E non lo volevo sapere per il momento.

-Felpato?- mi richiamò lui.

Lo ignorai voltandomi verso Joy, che stava guardando accigliata verso la sala.

-Cos'hai piccola?- chiesi, spostandole la coda di capelli dalla spalla a dietro al schiena.

-Niente. Notavo che ci deve essere qualche nuovo pettegolezzo in giro. Non senti questo mormorio?- chiese, indicando con un cenno del capo il gruppo di ragazze più vicino che parlava guardandoci.

Appena notarono che mi ero voltato verso di loro abbassarono lo sguardo e arrossirono, facendo le indifferenti.

-Mah, hanno sempre qualcosa su cui sparlare- dissi alzando le spalle per niente preoccupato.

La cena finì tranquilla, se non verso la fine Joy si lasciò uscire un lamento. La guardai preoccupato e lei mi sorrise tranquilla.

-Non ti preoccupare, mi è solo venuto il ciclo. Sono solo i normali dolori allo stomaco- disse appoggiando la testa sulla mia spalla.

-Già, gli insopportabili dolori del ciclo- scherzai io, ricevendo un pizzicotto forte sul fianco come risposta.

-Ecco uno di quei momenti in cui vorrei tu fossi una donna. Almeno capiresti e non mi prederesti in giro- ribatté Joy, accigliata.

-Ma scusa, non sentiresti la mancanza di qualcosa se io fossi una donna?- ghignai io.

E lei mi diedi un pugno forte sulla spalla.

-James la mia ragazza mena- mi lamentai abbracciando James, il mio vicino di panca.

-Non venirti a lamentarti, lo sapevi fin dall'inizio che era piuttosto manesca. Hai più cicatrici che ti ha fatto lei che altro- mi ricordò lui, divertito.

-Sì, ma pensavo si sarebbe ammansita col tempo- replicai.

-Sei stato troppo ottimista. Ormai nella sua testa tu sei il suo punciball preferito. E non riuscirai a farle cambiare idea, è piuttosto difficile visto che non ha un'elasticità mentale come la nostra- ribatté James.

-Mi stai insultando James?- domandò Joy, inarcando le sopracciglia.

-No Joy. Affatto. Non è colpa tua se non hai un cervello come quello mio e di Sirius. Insomma, noi siamo dei geni, tu sei solo una persona mediocre- scherzò lui. E Joy gli tirò un pugno anche a lui. Risi soddisfatto.

-Fai sempre bene a picchiarli. Ma non ti fai male? Ieri ho provato a picchiare James e mi sono fatta male alla mano- chiese Lily.

-Ohhhh... e come mai hai tentato di picchiarlo? Non faceva il bravo?- chiesi, sogghignando e vedendola arrossire.

-Sei proprio impossibile Sirius. Ma come fai a travisare tutto quello che dico?- ribatté lei seccata.

-Semplice. Come il tuo ragazzo ha fatto notare poco fa, io ho un cervello da genio. Quindi ascolto, rielaboro e rispondo correttamente- risposi, facendo il maestrino.

Notai appena Joy chiudere gli occhi per portarsi le mani allo stomaco e non ascoltai la risposta di Lily.

-Vuoi che ti accompagno in infermeria? Madama Chips ti fa passare tutto in genere con quell’intruglio disgustoso- proposi preoccupato. L'avevo vista impallidire.

-Sì, è meglio. Davvero mi vuoi accompagnare?- mi chiese stupita. Pensava davvero non volessi andare con lei??? Non riuscivo a capirla.

-Non c'è neanche bisogno di chiederlo! Andiamo!- dissi tranquillo alzandomi, seguita da lei. Salutammo gli altri con un cenno e poi andammo verso l’infermeria, scherzando come al solito. Arrivati in infermeria trovammo come al solito Madama Chips, pronta a guardarci con quel suo cipiglio severo, e proprio Luana!

 

***

 

Joy

 

-Bene signorina Burke, quale pozione le darebbe in questi casi?- chiese Madama Chips a Luana, che guardò le boccette di pozioni nell'armadietto con concentrazione. Poi prese una con una gradazione di giallo inquietante.

Guardai preoccupata Madama Chips e mi sentii profondamente sollevata nel vederla annuire.

Luana mi avrebbe davvero avvelenata? Non lo so, ma da lei potevo aspettarmi di tutto! Ma se c’era Madama Chips a controllare non avevo di che preoccuparmi.

-Bene Joy. Bevi questa e starai bene per 24 ore. Se ti sentirai ancora male torna che te ne do un altro po'!- disse, fin troppo servizievole. Certo, c'era la sua sorvegliante. O dio, da quando ero diventata così acida? E poi con chi cavolo sto parlando???

Ecco, ora questa qua mi fa anche impazzire...

-Grazie- risposi, cortese e buttai giù la pozione tutto d'un fiato. Aveva un sapore orribile. Ma ormai ci ero abituata.

-Hai spesso dolori molto forti?- chiese curiosa.

-Purtroppo si. Specie i primi tre giorni- risposi, anche se controvoglia.

-Capisco- disse, lasciando cadere il discorso per guardare Sirius. Lui era rimasto in silenzio, ma sembrava sereno. Non sembrava minimamente turbato dalla presenza della bionda.

-Va bene ragazzi, ora andate al vostro dormitorio. E mi raccomando, niente soste, sta per scadere il coprifuoco- ci avvertii Madama Chips.

Con un breve saluto ce ne andammo verso il dormitorio.

-Allora, come stai ora?- chiese Sirius.

-Bene- dissi subito, anche se in effetti mi faceva male la testa. Dannato ciclo, ma perché la natura ci doveva fare così? Non poteva davvero far si che i bambini venissero portati dalla cicogna? Sarebbe stato tutto più facile per noi donne!!!

-Vuoi andare a letto quindi?- domandò.

-Sì, mi sento esausta- risposi. Arrivati in Sala Comune trovammo gli altri seduti nei soliti posti. Peter, James e Remus erano con un libro enorme di Artimanzia, sicuramente di Lily, davanti a loro. Sembrava che stessero interrogando Lily.

-È giusto?- chiese lei, accigliata.

-Sì Lily- si congratulò Remus. 

-Ora cerchiamo qualcosa che non puoi sapere- disse James furbo, girando le pagine con furia.

-Mi dispiace Jamie, non ci riuscirai. Io le so tutte!!!- scherzò Lily, sorridente.

-Ed ecco a voi la donna che ci incolpava sempre di essere troppo vanitosi- la prese in giro Sirius. Loro si voltarono sorridenti.

-Come stai ora Joy?- chiese Lily preoccupata, ignorando Sirius che per ripicca ora aveva preso a dare pugni a James per finta, mentre lui fingeva di essere pestato a sangue.

-Bene. Sono abituata ormai a questo mio male mensile. Del resto tu mi puoi capire- dissi, strizzandole un occhio.

Lei rise e vidi con la coda dell'occhio anche Remus sorridere.

-Sì, anche tu lupacchiotto- gli dissi tirandogli un pugno sulla spalla piano, per gioco.

La luna era passata da pochi giorni e lui era ancora piuttosto giù di tono.

-Già- commento solo lui, tranquillo.

-Andiamo a letto mia bellezza, devi riposarti- disse Sirius, lasciando andare James morente sul tavolo e circondandomi la vita con le sue braccia grandi e calde.

-Sirius... voglio dormire nel mio letto oggi...- sussurrai piano, temendo la sua risposta. Speravo non la prendesse come un rifiuto.

-Sicura? Sai quanto adoro svegliarmi con te accanto- sussurrò lui in risposta. Lo guardai sentendomi sciogliere sotto il suo sguardo. Sirius non era un tipo romantico e quando si lasciava sfuggire certe frasi mi faceva sciogliere davvero come neve al sole, perché per lui erano davvero sincere e spontanee. E specialmente istintive, perché se ci avesse riflettuto su non avrebbe mai permesso a se stesso di pronunciare simili parole.

-E che con me ti sveglierai almeno sei volte tutta la notte se non di più. La pozione ha un piccolo effetto collaterale. Dovrò andare in bagno molte volte- gli spiegai, arrossendo.

-Capito. Allora ci salutiamo qui?- chiese imbronciato.

Gli strinsi le braccia intorno al collo e mi alzai sulle punte per baciarlo.

-Buonanotte Sir- e poi salii le scale verso il mio letto.

 

***

 

James

 

Guardai Sirius accigliato. Era mattina abbastanza presto, mi ero svegliato deciso a buttare giù dal letto tutti i miei giocatori di Quidditch per un bell'allenamento mattutino e sorpresa delle sorprese, avevo trovato Sirius sveglio.

Le braccia incrociate sotto la testa, sdraiato a pancia in su, guardava il soffitto con espressione vacua.

-Felpato? Tutto bene?- chiesi incerto, sedendomi di scatto sul letto.

-Sì... Tutto meravigliosamente bene- disse lui.

-Non direi. Sirius mi dici cosa cavolo c'è una volta per tutte. Cosa ne pensi della comparsa di Luana? Per te è cambiato qualcosa?- chiesi, leggermente arrabbiato.

La sera prima mi aveva detto che Luana era diventata un'apprendista infermiera e che l'avevano incontrata in infermeria, ma poi si era addormentato non volendomi dire niente. E per una volta non riuscivo a capire cosa cavolo passasse per la testa al mio migliore amico, cosa che mi faceva davvero impazzire.

-Non riesco a capire. Non riesco a capire cosa cavolo gli passa per la testa dannazione. Perché si comporta così? Perché sembra così serena e non mi dice niente?- sbottò Sirius, sedendosi anche lui e permettendomi di guardarlo negli occhi. Era preoccupato e seccato nello stesso momento.

-Sì può sapere cosa stai dicendo? Cosa ti interessa di cosa passa per la testa a quella lì scusa?- chiesi nervoso. Non glielo avrei permesso. Non poteva pensare di lasciare Joy facendole del male, per stare con una solo perché era un pazzo masochista.

Lo stavo per accusare di non pensare a Joy, quando mi bloccai per la sua espressione accigliata.

-Di cosa parli? Insomma, è naturale che mi interessi cosa pensa Joy, no?- chiese.

-Joy? Stavi parlando di Joy, quindi?!- chiesi sollevato. E poi mi diedi dello scemo. Proprio io avevo dubitato di mio fratello, che idiota che ero.

-Certo. Non capisco perché non si sta comportando come mi aspettavo. Pensavo che l'avrebbe messa in crisi l'arrivo inaspettato di Luana. Ha messo in crisi anche me per un po'. Ma dopo il primo attimo di preoccupazione è tornata serena e totalmente rilassata- spiegò irritato.

-E quindi dov'è il problema? Non è una cosa positiva?- chiesi, non riuscendo a capire.

-Dov'è la gelosia? Non capisco perché non sia almeno un po' gelosa. Vuol dire che non tiene davvero a me se non è gelosa, o sbaglio? Insomma, so che Remus dice che la gelosia fa male, ce lo ha ripetuto un sacco di volte quel sacco di pulci. Ma il non essercene affatto non è altrettanto preoccupante?- chiese, aspettando una mia risposta.

Scoppiai a ridere e poco dopo mi arrivò un cuscino in pieno viso.

-Bravo. Io ti parlo seriamente per una volta e tu ridi. Sai cosa ti faccio io, cervide da strapazzo?- chiese mentre si gettava su di me e iniziava a torturarmi.

Lottammo un po’, ma ero svantaggiato visto che non riuscivo a smettere di ridere.

-Sei tu il sacco di pulci comunque. E lascialo, non vedi che non respira?- arrivò la voce di Remus in mia salvezza. Sirius mi aveva trascinato per terra, pancia in sotto, braccia bloccata indietro e si era seduto sulla mia schiena togliendomi totalmente il respiro, comprimendomi la cassa toracica. E le risate non aiutavano.

-Ma si, tanto anche se muore non perdiamo molto- disse ironico Sirius, alzandosi dalla mia schiena dopo alcuni secondi, giusto un po' per farmi temere che mi avrebbe davvero lasciato morire. Come se fosse possibile...

-Perché questa bella litigata di prima mattina?- chiese Remus, curioso.

-Perché questo idiota del nostro migliore amico ride le poche volte che dico una cosa seria- rispose Sirius.

-E cosa mai hai detto di serio scusami? Stai forse male?- chiese Remus, fingendosi preoccupato, per poi scoppiare a ridere insieme a me.

Sirius ci lanciò un'occhiataccia.

-Ma perché parlo ancora con voi mi chiedo? Se parlassi con i muri sarebbe meglio, almeno loro sarebbero in grado di ascoltare senza ridere come dei cretini- sbottò lui.

-Avanti Sirius. Non te la prendere. Giuro che ora risponderò alla tua domanda illuminandoti con la mia sapienza- gli dissi alzandomi e trascinandolo per le spalle sul suo letto. Lui si lasciò trascinare controvoglia e mi guardò scettico.

-Ed ecco il maestro all'opera. Sai che mi sembri proprio un deficiente con quell'aria da maestrino- mi schernii.

-Grazie Sirius, i tuoi complimenti sono sempre apprezzati. Comunque ora lasciami parlare. Ti voglio far notare che Joy ha avuto anni e anni per capire come nasconderti la sua gelosia, visto che per anni sei stato dietro a mille ragazze e lei non voleva mostrare che moriva di dolore e di rabbia ogni volta che ti vedeva con una di loro. E non interrompermi- lo avvertii, anche se lui non aveva neanche aperto bocca.

-Inoltre, non hai pensato che lei ti ama e si fida di te? Insomma, se c'è fiducia la gelosia c'è sempre, ma diventa meno evidente! Non si impossessa di te trasformandoti in un assassino spietato della persona che ha osato avvicinarsi al tuo partner- tentai di spiegarli.

Poi lo guardai accigliato mentre lo guardavo riflettere.

-Sirius dimmi che Joy non ha niente di cui preoccuparsi. Anzi, dimmi che io non ho niente di preoccuparmi- gli dissi serio.

-E di cosa dovresti preoccuparti?- chiese lui, evasivo.

-Sirius cosa pensi della ricomparsa di Luana? Sei felice, arrabbiato, infastidito, non so. Cosa provi insomma?- chiese Remus, intromettendosi.

Sirius guardò prima me e poi lui.

Poi si gettò sul suo letto, chiudendo gli occhi.

-Non lo so ragazzi. Non lo so-

 

***

 

Joy

Sirius mi venne a svegliare facendomi venire un colpo, per un allenamento di Quidditch. Arrivati al campo giocammo per tre ore intere, provando tutti gli schemi che il nostro capitano aveva deciso.

-Bene ragazzi. Allora ci vediamo domani sera e così la sera dopo, così via fino al giorno della partita. Sabato saremo così pronti che riusciremo a vincere anche con gli occhi chiusi- ci incitò James.

-Capitano, ma domani avrei un...- il battitore smise di parlare sotto la sguardo decisamente pazzo di James.

-Cosa mi stavi per dire?- domandò minaccioso.

-Niente James. Niente! Ci sarò!- rispose subito il poveretto.

-Altro che Lily. Il vero despota sei tu James- lo punzecchiò come al solito Sirius.

-Non si scherza sul Quidditch. Non si può saltare un allenamento per nessun motivo- disse risoluto.

-E tutti gli allenamenti che hai saltato l'anno scorso?- gli ricordò lui, divertito.

-Beh, non ero io il capitano. Quest'anno le cose sono cambiate amico!- Rispose James con aria da professionista.

-Ragazzi io volo al mio dormitorio. Voglio farmi una doccia nel mio bel bagno. Dovrebbe essere libero a quest'ora- dissi, mentre montavo di nuovo sulla mia scopa.

-Ok. Ci vediamo su- mi salutarono loro e poi partii. Arrivata nella mia stanza la trovai meravigliosamente vuota. Andai in bagno e mi rilassai sotto un bel forte getto di acqua calda.

Indossai un paio di pantaloni di una tuta e poi guardai indecisa tra le varie felpe. Alla fine ne scelsi una che era appartenuta a mio padre. Me l'aveva data tre anni fa più o meno, perché aveva visto quanto l'amavo. Aveva disegnato dietro il volto di uno dei migliori giocatori di Quidditch della nazionale dagli ultimi sei anni e c'era anche il suo autografo originale.

Era una felpa blu che adoravo davvero, ora specialmente perché era stata di mio padre.

Mentre mi asciugavo i capelli entrò nella stanza Elen, con Taira dietro.

-Oh Joy, finalmente ti trovo. Speravo tanto di vederti. Come stai? Sappi che se hai bisogno di una spalla su cui piangere io ci sono- disse lei, mostrando una gentilezza decisamente anormale. La guardai stralunata, notando che il suo viso era fintamente dispiaciuto.

-Io sto benissimo. Perché dovrei stare male?- chiesi, accigliata.

-Oh.. allora non lo sai ancora? Eppure è da ieri pomeriggio che gira la voce... Mi duole doverti dare la notizia proprio io, ma devo farlo. Ieri pomeriggio Sirius è stato visto baciare una bionda- disse con tono da pettegolezzo proprio.

Inarcai un sopracciglio.

-Lo sapevo- dissi sorprendendola.

-Davvero? E hai preso così bene la notizia? Gli hai fatto particolarmente male quando lo hai lasciato?- chiese, mostrando una maniacale curiosità.

-No. Non l'ho lasciato. So bene tutta la situazione, ero presente. Quindi so com'è andata. È stato un bacio involontario. Lei pensava fosse ancora libero. Lui gli ha chiaramente detto che non è così, fine della storia- dissi sapendo che ciò l'avrebbe delusa e provando un enorme piacere in questo. Ripresi ad asciugarmi i capelli tranquillamente, guardandola dallo specchio. Lei riordinò le idee e poi mi sorrise furba.

-Quindi il fatto che lei sia ora l'infermiera della scuola non ti preoccupa affatto?- domandò.

-No, per niente- risposi.

-Strano, io sarei preoccupata fossi in te. Anche se sono bellissima mi sentirei comunque insicura in confronto a lei. Insomma lei è slanciata, elegante, sexy, magrissima, ma formosa. Penso che tutti gli uomini cerchino una come lei da portarsi a letto. Mentre tu sei così... non prendertela cara se sono sincera, ma solo le vere amiche lo sono, giusto? Ma un uomo sano di mente non sceglierebbe mai una come te con lei a portato di mano- e ridacchiando se ne andò. Notai appena Taira guardarmi dispiaciuta poco prima di seguirla.

La porta si chiuse e io strinsi forte nelle mani il pettine. E riuscii a spezzarlo. Guardai le due parti solo un minuto, per poi gettarle a terra arrabbiata.

E mi guardai allo specchio. Io non ero bella, non ero sexy, non ero alta o slanciata. E non ero neanche magra come Luana. Ero orribile.

Un uomo sano di mentre non sceglierebbe mai te con una come lei a portata di mano...

Chiusi gli occhi tentando di non sentire quella dannata voce nella testa. C'era riuscita dannazione. Arrabbiata con me stessa strinsi la testa con le mani tentando di frenare quella tortura.

Ma ormai mi aveva messo la pulce nell'orecchio e non potevo scacciarla facilmente. Del resto era da una vita che mi sentivo una nullità rispetto a lei…

 

***

 

Ehm... ora mi ammazzerete? Spero di no! Insomma, io probabilmente lo farei se mi presentassero un simile capitolo...

Mi dispiace ma questo capitolo ha fatto davvero molta fatica a uscire fuori. Avete mai provato la sensazione di voler tornare indietro per poter scrivere e aggiungere alla storia pubblicata particolari che prima avevi omesso? O che semplicemente prima non ti erano venuti in mente? Bene, se si allora capirete come mi sono sentita io. Se no... beh, è una bruttissima sensazione. Perché vuoi scrivere quella cosa ma ti rendi conto che risulterà strana detta solo ora.. quindi chiedo umilmente perdono se vi sembrerà strana ora la comparsa di Luana. Ma è andata così.. finita la storia forse potrei pensare di modificare qualche parte, aggiungere qualche pezzo per renderla più coerente perché mi sono davvero resa conto che non aver pianificato una storia così lunga anche solo minimamente, ha fatto si che gli eventi sembrano messi così, a caso. In realtà uno schema ce lo avevo nella testa, ma mi sono discostata spesso...

Quindi chiedo scusa!

Adesso passiamo al resto... a parte questo spero che il capitolo sia come minimo accettabile.

Volevo pubblicare ora per potervi augurare una buona pasqua a voi e alle vostre famiglie!!!=)

cosa farete a pasquetta? Spero qualcosa di meraviglioso. Mi raccomando, divertitevi molto!!!!

e mangiate molta cioccolata!!!xD

io non vedo l'ora che venga domani per ricevere il mio enorme coniglio di cioccolato!!! hmmmm che fame....

ok, evitiamo di sbavare sul pc... inoltre vedo negli occhi di Remus uno sguardo a dir poco lupesco. Scommetto che verrebbe volentieri a rubarmi il mio coniglio di cioccolata!! ihihihi!XD

dopo gli auguri vi ringrazio davvero a tutti per aver letto questo capitolo ed essere arrivati fino a qua, sappiate che siete mitici. Ringrazio tantissimo le persone che continuano a seguire/preferire/ e ricordare questa mia storia e ringrazio davvero le lettrici che hanno potuto recensire.

Sappiate che non c'è regalo migliore che una recensione fatta spontaneamente anche se breve. Vi adoro!!! e spero davvero che vogliate sempre farmi sapere anche solo con poche parole che non odiate questa mia storia!!!

alla prossima!!!!!!!!!!

ps:auguri ancora!!!

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Capitolo 46
*** Quarantacinquesimo capitolo: Proprio come sei.. ***


CAPITOLO 45: 

Proprio come sei

 

Lily

Stavo salendo le scale del mio dormitorio quando incontrai Elen e Taira che scendevano. Elen stava ridendo e Taira la stava guardando accigliata.

-Non pensi di essere stata troppo cattiva?- stava chiedendo Taira, seccata.

-Ma dai, io l'ho fatto per lei. Tutti pensano la stessa cosa, ma nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo. Le ho fatto un favore- la voce altezzosa di Elen era piena ancora di ilarità. Si voltò, notandomi e mi ignorò bellamente, passandomi accanto per scendere.

Fissai Taira accigliata e lei ricambiò con sguardo colpevole.

-Ciao Lily- disse, per poi seguire Elen.

Con un cenno salii di sopra, preoccupata. Cercai, entrando, Joy e vidi che era nel suo letto quasi del tutto nascosta dalle coperte.

-Cosa è successo Joy? Cosa ti ha detto quella vipera di Elen?- le chiesi, sedendomi accanto a lei e iniziando ad accarezzarle i capelli. Lei rispose con un flebile mormorio.

-Joy? Lo sai che quella strega è solo gelosa marcia, vero? Pensa di essere la più bella del mondo per il suo aspetto curato, per il suo sangue puro, per tutti i soldi che hanno i suoi. Era da mesi che cercava qualche motivo per farti male dopo che ti sei messa con Sirius, avrebbe usato qualsiasi cosa. Cosa ti ha detto, me lo dici o devo andare a farmelo dire da lei?- domandai, un po' seccata, alla fine.

Non sopportavo Elen da anni ormai, da quando aveva iniziato a insultarmi e scacciarmi perché ero una babbana di nascita. Inoltre in questo ultimo periodo aveva uno strano ascendente su Taira, che passava decisamente troppo tempo con lei. Ma, essendo una persona non di spirito bellicoso, tranne che con James, ero riuscita ad ignorarla. Ma non poteva attentare alla felicità di Joy senza dover passare sul mio cadavere.

-Lei... lei...- mi dovetti avvicinare e abbracciarla per sentire le sue parole mormorate da sotto le coperte.

-...Sirius mi lascerà, lo so per certo... come potrebbe scegliere me quando ha Luana così vicina... mi lascerà e io sarò di nuovo sola.. non avrò più nessuno...- e si chiuse ancora di più a riccio. Non piangeva, ma la sua voce e il suo corpo tremavano scossi dai singulti.

-Ma cosa stai blaterando? Prima di tutto, anche se ritengo sia assurdo anche pensare a questa ipotesi, se Sirius ti lasciasse tu non saresti affatto sola. Ci sono io o sbaglio? E poi ci sono James, Remus, Peter, e non dimentichiamoci di tuo fratello. Insomma, mi sembra che non staresti sola per niente. Secondo, Sirius morirebbe piuttosto che lasciarti. Mi dici cosa ti ha detto Elen per favore?- chiesi, sentendo il bisogno di sapere per cosa avrei cercato la mia compagna di stanza per distruggerla.

-Mi... mi ha detto che un uomo sano di mente non sceglierebbe mai me con una come con Luana a portata di mano. E penso che abbia ragione. Sirius è sempre stato attratto da lei, sempre. Confrontava tutte le ragazze con lei, lo so per certo. Inoltre hanno così tante cose in comune... come la famiglia, il fatto di essere entrambi dei rinnegati... hanno avuto sempre un rapporto particolare... Non è mai stato con nessuna come con lei...- mi spiegò, disperata.

 

***

 

Sirius

Guardai James accigliato.

Non c'era Lily accanto a lui ma, nonostante questo, era chino su una pergamena con la penna in mano. Dannazione, la situazione stava decisamente diventando ridicola.

-James cosa stai facendo?- chiesi fingendomi indifferente.

-Sto facendo il tema di Trasfigurazione. Così poi non ho problemi- fu la sua disarmante risposta.

Lo guardai scioccato. La bocca spalancata così come gli occhi. Poi mi alzai in piedi sbattendo le mani sul tavolo con forza.

-Ora vado a dire due paroline alla tua ragazza. Ti ha fatto il lavaggio del cervello, dannazione. Dov'è finito James Potter il Malandrino non che mio fratello?- dissi in una totale dimostrazione di disperazione assoluta, scrollandolo per le spalle.

E lui per tutta risposta scoppiò a ridere.

-Stavo stilando la lista delle cose che ci servono per il mio nuovissimo scherzo, idiota. Ci sei davvero cascato- e si accasciò sul tavolo, ridendosela alla grossa.

Profondamente confortato dal fatto che il mio migliore amico non fosse davvero diventato come Lily, mi sarei potuto uccidere per una cosa del genere, lo guardai minaccioso.

-Osi prendermi in giro Cervide da strapazzo? Se non fossi interessato al tuo piano ti ucciderei all'istante- decretai rubandogli, interessato, il foglio di pergamena.

-Sei uno spasso fratello. È sempre più divertente prenderti in giro. Comunque è ammirevole che tu sia preoccupato per il mio spirito malandrino. Ma non ti preoccupare, sono o non sono il Malandrino capo? Non mi redimerò mai- disse, incrociando le braccia con aria da superiore.

-Il Malandrino capo? Come? E da quando scusami?-

-Da sempre. Sono stato io ad avere l'idea geniale di tutto. Sono io l'ideatore di tutto questo! Io l'unico che ha visto al luce!- proclamò, alzandosi in piedi e puntando il dito verso un punto imprecisato in alto.

Guardai il punto che indicava, accigliato.

-Cosa stai indicando scusa?- domandai, divertito.

-Non si vede? Il soffitto!- rispose lui, tranquillissimo.

E scoppiammo a ridere. Peter e Remus arrivarono in quel momento con due libri a testa dall'aria particolarmente noiosa.

-Bene ragazzi, facciamo il compito di Trasfigurazione?- propose Remus sorridente, poggiando il libri di fronte a James. Che mi guardò negli occhi e scoppiammo a ridere di nuovo.

-Ma secondo te sono ubriachi?- domandò Peter a Remus sedendosi.

-No. Sono sempre così- rispose lui, con un'alzata di spalle.

 

***

 

Joy

 

-Joy alzati da questo letto e smettila di piangerti addosso. Vuoi dirmi che questo ti fermerà? Che rimanere a letto servirà a qualcosa? Tu e Sirius vi amate, eppure dubiti del suo amore e di te stessa solo per quelle quattro parole dette da un'oca idiota e gelosa? Ti fidi più di me o di lei scusa?- il tono di Lily era furioso e allo stesso tempo spronante. Voleva che reagissi. Mi sedetti di scatto, scostando le coperte di dosso.

-Hai ragione. Io non sono una che si piange addosso- dissi. Lei mi sorrise, incoraggiante.

-Esattamente. Non devi permettere a nessuno di farti dubitare del legame che avete. Inoltre, scusami, ma secondo te Sirius è sano di mente? Perché secondo me no, quindi non dovresti preoccuparti proprio di quello che dice Elen, o sbaglio?- e scoppiammo a ridere. Mi alzai dal letto mentre la depressione e il freddo scomparivano.

-Sì. Deve solo provarci Luana a toccare di nuovo il mio Sirius. Le stacco tutti i capelli dalla sua brutta testaccia. Vediamo quanto sarà bella dopo, tutta pelata- dissi convinta.

-Ben detto. Ora scendiamo, forse riusciamo a convincerli a fare il tema di Trasfigurazione- propose lei rincuorata dalla mia ripresa. L'abbracciai di slancio.

-Grazie Lily. Mi stavo per comportare come una...-

-Una vera stupida, sì. Ma le amiche servono anche a questo, giusto?- ci abbracciammo, felici di quel legame. Non avevo mai avuto una sorella, ma forse era questo che si provava ad averla.

-Mi cambio e vengo- dissi, quando ci lasciammo.

-Come mai ti cambi?- chiese curiosa.

-Voglio mettere qualcosa di particolare oggi- le rivelai, sorridendo radiosa.

-Ok, non esagerare sennò altrimenti chi lo ferma Sirius?- disse e, sorridendo se ne andò.

 

***

 

James

Guardai, sorridendo, Lily scendere dal dormitorio leggermente accigliata. Chissà perché era contrariata e chissà da chi era contrariata. Sorrisi, pensando che magari sarebbe stata felice all'idea di fargli un bello scherzo, di chiunque si trattasse.

-State studiando?- chiese, con uno sguardo stupito vedendo me e Sirius con dei fogli davanti.

-No. Stiamo organizzando un bello scherzo ai Serpeverde del settimo anno mia cara Evans. Ma... Joy sta bene? Ancora non è scesa- lo sguardo da prima divertito di Sirius divenne preoccupato.

-Sì. Non ti preoccupare, ora scende- rispose Lily con uno sguardo strano.

Mi accigliai quando lo notai, ma lei si guardava già intorno, come se cercasse qualcosa o qualcuno.

-Chi cerchi?- chiesi curioso e insospettito.

-Elen a dire la verità. Le volevo dire due parole. L'hai per caso vista?- domandò lei.

-Mi sembra di averla vista uscire dal ritratto... ma non ne sono molto sicuro a dire il vero.. cosa dovresti dirle?- chiesi curioso. Lily e Joy non andavano affatto d'accordo con quella loro compagna di dormitorio.

-Te l'ho già detto. Volevo solo dirle una cosa. Cosa avete in mente? Perché vi dovete sempre mettere nei guai?- ci rimproverò lei, accigliandosi.

-Noi siamo i Malandrini Lily, siamo e saremo sempre così- le rispose Sirius con aria estremamente seria.

Poi lo vidi accigliarsi e mi voltai per vedere cosa stava guardando. E rimasi stupito anch’io.

 

***

 

Sirius

Scendeva le scale con tranquillità, incurante delle persone che si erano voltate a guardarla.

Joy aveva lasciato i capelli sciolti, cosa che non faceva quasi mai, lunghi e con i boccoli sulle punte. Portava un maglione blu che non le avevo mai visto, che le lasciava le spalle scoperte, scendeva stretto sul seno, sulla vita, sui fianchi e finiva a metà coscia. Le gambe erano coperte da dei fuson sottili blu, notte e ai piedi aveva delle ballerine.

Guardai, sconvolto, il suo viso. Gli occhi, i suoi bellissimi occhi, erano truccati. Un ombretto blu brillante, il mascara e la matita rendevano il suo sguardo diverso da quello a cui ero abituato. Anche sulle labbra aveva messo qualcosa; erano lucide e leggermene più scure.

-Ciao ragazzi. Ma state davvero studiando?- chiese, sedendosi accanto a me e guardando incuriosita i fogli davanti a me e James.

-No. Stiamo organizzando uno scherzo. Ma sicura di essere Joy e non un alieno travestito?- chiese James.

-Spiritoso. Ma perché, che cosa c'è di diverso dal solito?- tirò fuori la sua aria più innocente, lasciandomi del tutto basito.

-Joy cosa stai combinando?- domandai, ritrovando finalmente la voce. Lei mi guardò sorridente.

-Niente. Avevo sola voglia di mettere questo maglione. Me lo aveva regalato Lily e non l'avevo ancora mai usato- mi rispose prendendo il foglio e scrutando il piano che avevamo perfezionato incuriosita.

-In effetti è passato più di un anno. Era ora che lo usassi- le sorrise Lily.

-E il trucco? E i capelli?- domandai infuriato dalla sua tranquillità.

-Sir abbassa la voce- disse James, tentando di richiamare la mia attenzione. Lo ignorai, era un idiota e non avevo bisogno di lui in questo momento.

-Cosa c'è Sirius? Non riesco a capire perché sei arrabbiato- ribatté lei, abbandonando il foglio e guardandomi incredula.

-Io non sono arrabbiato!- le gridai addosso, alzandomi dalla sedia.

-E allora perché mi stai gridando addosso???- ribatté lei alzandosi in piedi per fronteggiarmi subito.

-Io non sto gridando!- gridai io come un idiota. Non sopportavo tutta questa situazione, era stata una cosa assurda, non avevo neanche un’idea precisa del perché ero furioso. Non sapevo perché, ma non potevo frenare la rabbia che ormai avevo in corpo.

-Sirius- tentò di chiamarmi questa volta Remus. Ma non ascoltai neanche lui.

-Sei un idiota Sirius! Sei solo questo!!!- e detto questo girò i tacchi e se ne andò. La guardai andarsene furioso. Diedi un calcio alla sedia vicino a me, gettandola a terra e poi mi sedetti incrociando le braccia.

-Sirius..- stava iniziando James.

-Lasciami in pace- sbottai.

-Ecco. Ora si rinchiuderà nel solito silenzio da cretino. Sirius ma mi dici cosa cavolo ti è saltato in testa?- James mi stava decisamente facendo arrabbiare, questa volta. Lo guardai furioso, probabilmente l'avevo guardato pochissime volte in quel modo da quando ci conoscevamo.

-Che cosa le è saltato in testa a lei, caso mai! Ma l'hai vista dannazione? È forse impazzita?-

-No. È semplicemente gelosa. Sbaglio o era esattamente quello che volevi ieri?- mi disse lui in risposta. Ne rimasi scioccato. Cosa? Davvero?

Guardai confuso il tavolo, non vedendolo davvero, sciolsi le braccia, mi alzai e le corsi dietro.

 

***

 

Lily

-Se si fosse messo a ribattere anche a questo giuro che mi sarei alzata e gli avrei spaccato la faccia- dissi furiosa dopo che Sirius scomparve dietro il ritratto.

-Mi sarebbe piaciuto vederti farlo. Vedrai che la raggiungerà ed andrà tutto bene. È un idiota, ma è anche Sirius. So che farà la cosa giusta alla fine- mi rassicurò James, sedendosi tranquillo. Incredibile come poco prima era arrabbiato e ora era tranquillo.

Chissà se... ma come faceva a sapere sempre quello che doveva fare con quell'idiota di Sirius? Io avrei reagito solo pestandolo.

-Speriamo, altrimenti giuro che gli taglio la testa- promisi.

-E io qualcos'altro- sghignazzò, lui abbracciandomi.

 

***

 

Joy

Non riuscivo a fermarmi, correvo come una pazza, senza sapere dove andare. Forse volevo che qualcuno mi fermasse, che lui mi fermasse. Ma arrivai fuori, nel parco, senza che nessuno mi avesse fermato.

Era autunno e il vento era gelido e ciò mi fermò per un attimo. Solo il maglione non mi avrebbe riparato da quel vento, ma avevo dannatamente voglia di andare in riva al lago. Mi incamminai lo stesso fuori, questa volta camminando soltanto, e mi trovavo sul ponte sospeso quando una mano mi afferrò il polso. Mi voltai, trovandomi davanti Sirius.

Sbuffai liberando il braccio.

-Joy perché ti sei combinata in questo modo?- mi chiese. La sua frase mi irritò terribilmente.

-In questo modo? Cosa intendi per questo modo Sirius? Cosa c'è di male a farsi un po' belle? Mi trovi così orrenda che vestita così ti faccio venire voglia di vomitare? Non capisco perché ti comporti in questo modo, cavolo!!!- e per sfogare la rabbia gli tirai un pugno sulla spalla.

Lui accusò il colpo senza scomporsi e mi guardò serio.

-Io ti trovo diversa e non capisco il perché. Ma ti sei vista? Ti sei addirittura truccata gli occhi- e tentò di accarezzarmi il viso. Respinsi la sua mano profondamente seccata.

-Non mi toccare. Potresti sentirti male a starmi così vicino- dissi, ferita, voltandomi.

 

 

***

 

Sirius

La guardai sconvolto.

La fermai con rabbia, prendendola per le spalle e bloccandola contro una della colonnine del ponte. Non potevo permetterle di scappare.

Con mio profondo orrore vidi che i suoi occhi erano lucidi, stava trattenendo le lacrime. Ciò mi scioccò, facendo scomparire tutta la mia rabbia. Chiusi gli occhi e respirai piano, tentando di riordinare i miei sentimenti e tentando di riuscire a esprimerli al meglio.

-È così triste pensare che tu non veda ciò che io vedo, Joy. Ti guardo ogni giorno, il tuo viso, i tuoi occhi, tu, tu sei stupenda. Sei ciò che io voglio, sei perfetta così come sei-

 

Quando vedo il tuo viso

non c'è una cosa che cambierei

perché sei stupenda, proprio come sei

e quando sorridi

il mondo si ferma a guardare un po'

perché sei stupenda proprio come sei

 

 

-Davvero?- mi chiese, guardandomi con i suoi meravigliosi occhi.

 

Le sue labbra, le sue labbra

Le bacerei tutto il giorno se lei me lo permettesse

La sua risata, la sua risata

Lei la odia ma io la trovo così sexy

Lei è così bella

E glielo dico ogni giorno

 

lo sai, lo sai, lo sai

Non ti chiederei mai di cambiare

Se ciò che cerchi è perfetta

allora resta la stessa

quindi non disturbarti nemmeno a chiedermi

se stai bene

Perché dirò:

 

Quando vedo il tuo viso

Non c’è una cosa che cambierei

Perché sei stupenda

Proprio come sei

E quando sorridi,

Il mondo si ferma a guardare un po'

Perché sei stupenda proprio come sei

 

La baciai, tentando di trasmetterle tutto questo. Cercando di farle capire che per me lei era unica, perfetta. Se era vero che noi uomini cerchiamo la nostra metà lei era la mia. Non c'era nemmeno un dubbio, non più.

 

 

 

 

-Ehi, ma quella è Joy?- chiese John, il battitore della nostra squadra, quando entrammo in campo alcune ore dopo, raggiungendo gli altri per l'allenamento del pomeriggio.

-Già John. E toglile subito gli occhi di dosso se non vuoi che te li cavi all'istante- sbottai, notando che la scrutava fin troppo insistentemente.

-Scusa Sirius. Ero solo rimasto basito dalla conferma che lei fosse davvero una donna- scherzò lui. O almeno tentò di scherzare. Non mi fece per niente ridere, gli avrei spaccato la faccia all'istante se non avessi visto prima il volto di James, che mi chiedeva indiscutibilmente di non fargli del male visto la partita imminente.

-Se ti serve vedere una truccata e vestita in un certo per modo sapere se è una donna o un uomo sei messo davvero male John. Sicuro di uscire con donne?- lo prese in giro Joy, tranquillamente, mentre si avviava allo spogliatoio per infilare la divisa.

Scoppiammo tutti a ridere e John accettò la sconfitta senza troppe lamentele.

-Pensavo saresti tornato almeno con un occhio nero. Joy mi ha deluso, persino Lily ti avrebbe tirato il collo almeno- mi disse James, avvicinandosi in modo che non ci sentissero tutti.

-Beh, un pugno me lo ha dato a dire la verità. Comunque non mi aspettavo niente di meglio dalla tua bella. Scommetto che se potesse mi taglierebbe a fette e mi cuocerebbe nel calderone-

-Uno bello stufato di Sirius. Potrebbe diventare la sua specialità della casa. Ma secondo me saprebbe troppo di cane bagnato!- e scoppiammo a ridere.

 

***

 

Joy

 

Quella sera andai da sola in infermeria per la pozione, lasciando Sirius a parlare con James di un qualche nuovo acquisto.

Voleva comprare qualcosa, ma ancora non mi aveva detto cosa. Parlava in codice con James, cosa che mi aveva sempre dato fastidio perché, nonostante tutti gli anni passati insieme, non riuscivo ancora a capirli.

Ormai mi sentivo decisamente forte, non mi interessava nulla di Luana. Lui amava me, così com'ero, non lei perché era così perfetta. Anzi, per lui ero io perfetta, la sua perfetta metà!

Entrai in infermeria trovando proprio lei che stava dando una pozione piperita a una ragazza di terzo colpita dall'influenza che stava girando.

-Oh, Joy. Sei tornata. Hai bisogno della pozione?- chiese più gentile di quanto potessi pensare. Vidi che seduta poco lontana da lei c'era Madama Chips e il mio odio profondo per lei mi suggerì che probabilmente era così gentile solo per fare buona figura. Andò nell'altra stanza e mi portò la pozione.

La bevvi con un minimo di esitazione, ma vuotato il bicchiere mi sentì già meglio.

-Arrivederci- salutai.

 

***

 

Luana

Mi accostai piano alla porta del bagno dell'infermeria. Il preside era venuto a chiedere a Madama Chips se mi ero comportata bene. Avevo notato una strana inquietudine al momento dell'assunzione, cosa che mi aveva sorpreso. Lui non poteva sapere niente di me, giusto?

-Sono davvero soddisfatta della mia aiutante Silente. Sta facendo un buon lavoro- la rassicurò lei. Sorrisi. Già, ce la stavo mettendo tutta. Avrei dimostrato a tutti che ero una persona affidabile. Così forse l'avrebbe notato anche lui. Avevo solo bisogno di tempo...

 

***

 

Sirius

Stavo andando, leggermente in ritardo, a cena, due giorni dopo, quando incontrai nel corridoio del terzo piano Luana. Lei mi sorrise contenta e io mi accigliai. Non avevo voglia di parlarle.

-Ciao Sirius!- mi salutò.

-Che ci fai qui?- chiesi, in modo brusco.

-Stavo facendo un giro esplorativo. Non devo stare per forza rintanata in infermeria, sai? Sono anche libera di andare in giro per il castello- il suo sguardo parve divertito, cosa che mi irritò maggiormente.

-Bene, allora continua- dissi, avviandomi verso il passaggio segreto che mi avrebbe fatto sbucare nel Salone d'Ingresso.

-Volevo parlarti Sirius. A dire la verità speravo mi saresti venuto a trovare in questi giorni, ma quando mi sono resa conto che non lo avresti fatto ho deciso di cercarti io-

-Non ho voglia di sentire quello che vuoi dirmi Luana. Ho fame- la interruppi, non fermandomi neanche. Ma lei mi seguì anche nel passaggio segreto e io sbuffai. Mi sembrava decisamente infantile mettermi a correre per seminarla, ma nonostante tutto ci pensai.

Lei, con i tacchi che portava, non mi avrebbe mai raggiunto e io non sarei dovuto restare ad ascoltarla.

Ma qualcosa mi bloccò.

-Sirius io sono tornata perché ti amo. Mi sono resa conto che ho fatto un errore enorme. In questi anni separati ho potuto capire quanto mi manchi, quanto sono stata stupida a scappare da questo sentimento che sentivo per te e quanto, forse, avrei voluto che tu mi dicessi di restare, quella volta. Ma sono partita lo stesso... e così ci siamo allontanati. Ma quello che provo per te non è cambiato- mi disse con una voce strana, commossa.

Mi accorsi, accigliato, che nonostante tutto mi ero fermato ad ascoltarla. Mi voltai a guardarla, trovandola ancora più strana. Non sembrava più una donna sicura di sé e spavalda, ma una ragazzina. La stessa ragazzina che anni fa mi parlava di quei genitori che la costringevano a eseguire gli ordini con le minacce. La stessa pazza ragazza che mi aveva detto di amarmi, ma che se ne sarebbe andata appunto per questo.

-È decisamente assurdo il fatto che io sia costretto a ripetere ormai questa cosa un'altra volta, quando mi ero ripromesso di non dirla più perché non sono decisamente un tipo dolce e smielato, ma io amo Joy. Solo lei. Mi dispiace Luana, ma se sei davvero tornata per me faresti bene ad andartene- E dopo aver detto questo me ne andai, credendo di aver finalmente posto fine a questa storia.

 

***

 

Luana

Me l'avrebbe pagata. Lui, lei, tutti.

Ma specialmente lei. Specialmente lei che era riuscita a portarmelo via. Sì, la mia vendetta sarebbe stata tremenda. Risi istericamente, mentre mandavo giù un bicchiere di liquore alla Testa di Porco.

Un uomo mi si avvicinò, probabilmente per farmi della avance, ma io lo ignorai. Sì, dovevo solo pensare ad un piano. E poi mi sarei vendicata.

 

***

 

James

La partita di Quidditch arrivò presto senza troppi problemi. La squadra era magnifica, giocammo benissimo e stracciammo, nel vero senso della parola, gli avversari fin dai primi cinque minuti. Era ormai un'ora che volavo per il campo cercando i boccino e i Grifondoro governavano per i loro 170 punti su 30.

Ma del boccino nessuna traccia. Mi voltai appena in tempo per vedere un altro bel punto segnato da Joy, quando fui colpito da una luce. Sembrava un bagliore, uno di quelli che fa un raggio di sole riflesso in uno specchietto o in un orologio.

Chiusi gli occhi, tentando di proteggerli, domandandomi se qualche Serpeverde si stava divertendo alle mie spalle.

E poi sentì il grido della folla e spalancai di nuovo gli occhi. Joy stava cadendo dalla scopa in caduta libera e gli altri componenti della squadra si stropicciavano gli occhi, non notandola.

Mi lanciai in picchiata più velocemente che potevo, tentando di prenderla prima che cadesse.

Sentì la voce di Lily gridare un incantesimo, che la fece rallentare. E riuscì a prenderla per un pelo. Sollevato le sorrisi, notando che però era svenuta, forse per la paura.

Ma ritrassi inorridito la mano che gli avevo messo sotto alla nuca per sorreggerla. Era sporca di sangue.

 

*** 

 

Ok... so che mi vorrete uccidere... cioè, scrivo un capitolo così... così romantico e poi finisce così...

a proposito la canzone che ho citato e di Bruno Mars, “Just the way you are”. Me l'ha fatta conoscere giusto ieri la mia amica Eliana che ringrazio davvero, perché mi ha dato l'ispirazione per descrivere i sentimenti di Sirius.

È una canzone meravigliosa, sia in inglese che cantata tradotta da Fakemen!!!=) la potete trovare su youtube se siete curiosi potete andare a sentirla nella versione italiana, che io prediligo e ho citato proprio da quella perché io e l'inglese purtroppo siamo in una lotta continua. Non riuscirò mai a comprenderlo e lui mi odierà sempre!!!

comunque... torniamo al capitolo... mi ucciderei personalmente se potessi. Cioè, in realtà potrei ma.. diciamo che l'idea di lasciare le cose così sarebbe più brutto... non volete sapere cosa succederà? Quindi non mi potete davvero uccidere, giusto?

Tenterò di pubblicare il prossimo capitolo al più presto, anche se dovrei solo studiare, studiare e studiare. Ma se ho l'ispirazione scriverò lo stesso come al solito!!!

ringrazio tutte le persone che hanno letto questo capitolo e le 4 meravigliose persone che ormai amo dal più profondo del mio cuore che mi hanno lasciato una recensione!!!

spero di sapere presto cosa ne pensate!!! =)

alla prossima!!!

ps: un ultima cosa. Avete facebook? Mi sono da poco iscritta con il mio pseudo nome “Ilaria Valeria Walter”. Sarei davvero felice di potervi mettere come amici, se ci siete anche voi. Così potremmo parlare di efp, della mia fic se volete (quindi mi potrete insultare magari anche lì) e vi potrei far sapere subito quando aggiorno o no.

Grazie per l'ascolto!!!

e di nuovo alla prossima!!! xD

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Capitolo 47
*** Quarantaseiesimo capitolo: Questione di.. testa ***


CAPITOLO 46: 

Questione di.. testa

 

Lily

-Il bolide l'ha colpita in testa, da dietro- spiegai ad una squadra sconvolta che sembrava non aver visto totalmente la scena. Eravamo tutti fuori dall'infermeria, totalmente sconvolti dall'accaduto.

-Mi ha colpito una luce, non ho visto neanche il bolide vicino a lei- spiegò uno dei battitori.

-Anche a me- rispose l'altro sorpreso.

-Ma è successo anche a me- disse il portiere.

-Allora è stato un sabotaggio bello e buono per farvi perdere. E si spiega anche perché Joy non abbia visto il bolide- disse Remus, inorridito.

Rimanemmo in silenzio, non sapendo cosa dire. Era una cosa terribile, avevamo tutti una paura assoluta. Guardai James che ovviamente aveva occhi solo per Sirius, che era seduto a terra, la schiena contro il muro e il viso nascosto tra le mani.

 

***

 

James

 

Mi sedetti accanto a lui non riuscendo a trovare niente da dire. Frasi di circostanza, rassicurazioni inutili e futili... Gli potevo dire che tutto sarebbe andato bene quando invece tutto sarebbe potuto andare male?

Dopo la morte dei miei genitori, dopo l'orrore e il dolore che avevo provato, ero arrivato a non credere più ai miracoli.

L'unica cosa che potevo fare per Sirius, che potevo fare per Joy, era aspettare. E pregare che stesse bene, solo questo.

 

***

 

Sirius

Passarono due ore prima che arrivasse Eric. Preoccupato ci chiese spiegazione e furono Remus e Lily a dargliele. Io non avevo la forza di fare o dire niente. Non riuscivo neanche ad alzarmi da terra. Non riuscivo neanche a pensare. 

Era come se nella mia testa ci fosse solo un palloncino d'aria che si era allargato per tutto il mio cervello, facendo uscire tutto il resto. La mia testa era completamente vuota, non riuscivo neanche a sentire il mio corpo. Non esisteva più niente. Non provavo neanche dolore. Ero semplicemente in uno stato di catalessi, vuoto totale.

Mi stavo perdendo nel nulla, sentivo che non mi sarei più trovato. Lo sapevo. E poi una mano sulla spalla mi portò di nuovo in quel corridoio, nel mio corpo, nella realtà. Alzai lo sguardo e trovai quello di James.

No, non ero perso. Lui c'era e provava le mie stesse sensazioni, il mio stesso dolore, la mia stessa paura, il mio stesso senso di impotenza e rabbia. Sì, soffrivamo entrambi lo sapevo, ma dava un senso diverso tutta la questione sapendo che c'eravamo l'uno per l'altro.

 

***

 

Lily

Mi strinsi le braccia al petto tentando di tranquillizzarmi. Sì, sarebbe tutto andato bene, non poteva andare male. La sola idea di una vita senza Joy era... era impensabile.

Permisero a Erik di entrare poco dopo il suo arrivo, e ciò provocò la nostra ribellione, specialmente perché non ci dissero niente tranne che ancora non era stabile.

Quando, mezz'ora dopo, Erik uscì, sentì il mio cuore smettere di battere.

-È... è viva. Ma non si sa in che condizioni si sveglierà. Ha riportato alcuni danni cerebrali, sembra, non guaribili con la magia. Potrebbe non poter muoversi più, o non parlare più...- era scosso da singhiozzi e io, la più vicina, corsi ad abbracciarlo, cercando di dargli forza. E piansi anch'io. Piansi per la paura che morisse, piansi per l'eventualità di quella vita che l'aspettava complicata e terribile. Piansi come avevo fatto per i miei genitori. Piansi col desiderio di gridare al cielo e chiedergli perché doveva toglierci le cose più belle anche se non ce lo meritavamo.

 

***

 

Sirius

 

Entrando in infermeria la trovammo nel letto più lontano alla porta, dietro delle tendine. Dormiva, bianca in volto, bianca come le lenzuola che l'avvolgevano. Mi sedetti sul bordo del letto, prendendole una mano tra le mie e trovandola piuttosto fredda per i suoi standard. Guardai il suo viso sentendomi morire. La mia Joy...

 

***

 

James

Passammo tutta la giornata in infermeria e anche se ci cacciarono per la notte, Sirius insistette per tornare col mantello dell'invisibilità e io lo seguì senza esitazione. Non volevo lasciarlo solo. Non doveva essere lasciato solo.

Rimanemmo tutta la notte a guardarla in silenzio, scambiandoci spesso sguardi per rassicurarci della nostra reciproca presenza.

Quando Madama Chips venne la mattina con Luana, trascinai Sirius nelle cucine per mangiare qualcosa, ricordandomi improvvisamente che ieri eravamo così presi che non avevamo cenato.

Ci sedemmo in un angolo che gli elfi ci avevano sempre lasciato per noi, e iniziai a prendere cibo e metterglielo sotto il naso. Ma lui non sembrava intenzionato a mangiare. Appoggiai il gomito sul tavolo e la testa sulla mano, guardandolo.

-Torta al cioccolato?-

-No-

-Cornetto alla crema e nutella?-

-No-

-Banana split-

-No-

-Cialde con marmellata di pesche-

-No-

-Tiramisù?-

-No-

-Allora hai voglia di qualcosa di salato? Vuoi le patatine fritte, di la verità?- chiesi, tentando di fargli almeno alzare lo sguardo.

-No- rispose ancora. Monosillabi, dannazione, quanto li odiavo....

Sospirai, nascondendomi il viso tra le mani tentando di ricordarmi che gridargli addosso non era una buona mossa. E poi mi venne un'idea.

-Sir...-

-Sì?-

-Lo sai cosa mangerebbe lei se fosse qui con noi in questo momento?- gli chiesi.

Lui si guardò intorno, osservando i mille piatti che gli elfi mi avevano passato e messo sul piccolo tavolo a cui eravamo seduti. Individuò subito il piatto scelto.

-Gelato. Prima non lo era così tanto, ma dalla tua nevicata è diventata una specie di ossessione per lei. Specialmente quello alle fragole...- spostò il piatto in mezzo e lo fissò con un cipiglio strano, che faceva sempre quando era immerso nei pensieri. Presi un cucchiaio e lo infilai nel tronchetto di gelato.

-A te l'onore- dissi, con cenno regale.

Lui prese il cucchiaio e iniziò a mangiare. Sorrisi, presi un secondo cucchiaio e mi unì subito all'attacco di quel tronchetto, evitando di pensare alla faccia che avrebbe fatto Joy, o alle mille risate che ci saremo scambiati mentre cercava di non farci mangiare il suo amato gelato.

 

***

 

Lily

Guardai Joy dormire sperando e non sperando allo stesso tempo che si svegliasse.

Avevo paura, una dannata paura. E James non era con me. Ma non ero egoista. James e Sirius avevano sempre avuto un rapporto speciale e sapevo che avrebbero dato la vita l'uno per l'altro. Lui doveva stare con Sirius, lo sapevo. E stranamente non riuscivo a esserne neanche gelosa. Insomma, questo non dimostrava soltanto che il mio James era una persona unica e meravigliosa?

Quando sentì la porta aprirsi mi voltai per vedere entrare Remus.

-Sei qui. Non sei venuta a colazione- mi fece notare, sedendomi accanto.

-Non avevo fame- risposi semplicemente.

Rimanemmo in silenzio, guardando Joy e sentendoci impotenti. Possibile che non potessimo fare niente per lei?

-James e Sirius erano a colazione?- chiesi dopo un po'. Lui scosse il capo e io mi accigliai.

-Probabilmente c'era troppo confusione per il loro umore. Anche se a dire la verità pensavo di trovarli qui visto che anche stanotte ci sono stati- fu il suo commento.

-Rem io...- ma non riuscii a completare la frase sentendo gli occhi pizzicarmi e il mio cuore mandare una fitta di dolore.

-Lo so Lily. Anch'io. Ma purtroppo possiamo solo aspettare... Madama Chips ha detto che si dovrebbe svegliare tra qualche ora. E poi... poi vedremo cosa fare- la sua voce era stata titubante, specialmente nell'ultima frase. Mi avvicinai un po' a lui e gli poggiai la guancia sulla spalla. Lui mi prese ad accarezzare fraternamente un braccio.

-Aspettiamo- sussurrai anch’io, tristemente, ma almeno non sentendomi più sola.

 

***

 

Joy

Aprire gli occhi fu una cosa difficile. La testa mi stava scoppiando e vedevo tutto appannato. Sbattei le palpebre un altro paio di volte, tentando di mettere a fuoco qualcosa. Ma vedevo lo stesso tutto sfocato.

Tentai di sedermi, riuscendo a capire che ero sdraiata su un letto, e due mani mi aiutarono a sedermi, sistemando dei cuscini dietro la mia schiena in modo che mi ci appoggiassi.

-Piano piccola, non ti strapazzare- disse una voce calda e dolce. Non riuscì a capire di chi fosse, ma mi fece lo stesso sentire bene. Un'altra voce, fuori campo, sempre maschile, stava chiamando Madama Chips.

-Come ti senti?- mi chiese il primo ragazzo. Mi voltai verso dove veniva la voce e sbattei ancora gli occhi, tentando di mettere meglio a fuoco la sua figura. Attraverso una sempre più sottile nebbia, notai prima i suoi capelli neri, poi il suo bel viso, poi i suoi stupendi occhi e quel sorriso con cui mi accolse.

Mi accigliai. Ma chi diavolo era?

Una donna sulla trentina mi si avvicinò sorridente.

-Ben svegliata. Bevi questo!- e prima che potessi dire o fare qualcosa mi verso in gola un liquido fumante, viola. Deglutì disgustata e le lanciai un'occhiataccia.

-Ma è impazzita? Mi vuole avvelenare?- chiesi, pentendomene subito, avendo subito notato che lo sguardo mi era tornato normale e mi sentivo piena di energia. Anche se il mal di testa era sempre in sottofondo.

-Ti fa male qualcosa? Non riesci a muoverti o a fare altro?- chiese lei, iniziando ancor prima che rispondessi, a toccarmi le braccia e a farle muovere lentamente. Sentì una fitta alla testa quando arrivò alle gambe, ma solo la prima volta. Appena finì quella specie di massaggio strano, mi sentì meglio.

-Riesci a muoverle da sola?- domandò. Io annuì muovendole e riuscendo anche a non provare dolore.

-E la vista?-

-Bene. Prima era appannata, ma ora vedo benissimo- risposi e lei annuì, contenta.

-E la testa?- chiese, tornando seria.

-Fa male. Ho mal di testa- e istintivamente mi toccai la nuca, dove il dolore era più forte.

-Altri due giorni di pozioni e vedrai come starai meglio. Devo ammettere che rispetto a quanto sembrava stai davvero bene. Devi avere la testa molto dura!- scherzò lei.

-Già. È riuscita anche a distruggere un bolide- disse uno dei due ragazzi. Mi voltai per guardarlo, accigliata. Anche lui sfoggiava un sorriso enorme, portava gli occhiali e aveva i capelli molto arruffati. Era anche lui bello e aveva l'aria simpatica. In quel momento si aprì la porta ed entrò un ragazzo alto, con capelli castani e gli occhi blu. Appena mi vide corse da me, felice.

-Ti sei svegliata finalmente. Allora, come stai? Come sta?- si era seduto sul bordo del letto e mi aveva preso per le spalle osservandomi attentamente, per poi voltarsi verso l'infermiera all'ultima domanda.

-Sembra bene- disse incoraggiante lei.

-È meraviglioso- disse un'altra voce e mi voltai, notando che erano presenti altre tre figure, una ragazza dai capelli rossi e poi altri due ragazzi. 

Confusa tornai a guardare il ragazzo che ancora mi teneva per le braccia, affettuosamente.

-Ehm... scusami ma... anzi, scusatemi, ma si può sapere chi siete tutti voi?- domandai un po' bruscamente forse, ma mi era venuto tutto molto spontaneo.

Lo sguardo sconvolto di tutti mi colpì, per poi concentrarsi sull'infermiera.

 

***

 

Sirius

-Ma perché ci sta cacciando?!!- sbraitai io mentre Madama Chips ci spingeva tutti fuori dall'infermeria.

-Perché devo fare dei controlli alla signorina senza avere voi in mezzo ai piedi. Andatevene subito. Dopo vi potrò dare tutte le risposte che volete- e detto questo ci chiuse la porta in faccia e sentimmo anche scattare la chiave nella toppa. Guardai la porta smarrito, non riuscendo a capirci niente.

 

***

 

Luana

 

Guardai Madama Chips porre domande su domande a Joy e mi morsi l'interno della guancia, tentando di contenere il fastidio. Perché non era morta? Perché non era ancora in quel dannato letto in coma? Dovevo proprio ucciderla con le mie mani, uffa?

Eppure era un piano così perfetto. Anche se avessero scoperto che era stato un gruppo di Serpeverde ad accecare i giocatori, quello del bolide sarebbe stato solo un dannato incidente. Mi ero assicurata io personalmente che i Serpeverde coinvolti perdessero ogni ricordo della mia chiacchierata con loro.

E lì mi venne l'idea. Bene Joy, hai perso la memoria? Sarà compito mio non fartela ritornare mai più.

 

***

 

Joy

-Signora...-

-Sì cara?- chiese Madama Chips mentre sistemava le cose, dopo che mi ebbe fatto mille domande.

-Ho mal di testa- dissi toccandomi la tempie. Lei mi passò subito una pozione e mi sorrise rassicurante.

-Dormi e riposati. Sono sicura che quando ti sveglierai ti sentirai meglio- e obbedì, bevendo. Mi sdraiai tra le coperte mentre la fitta alla testa diminuiva piano piano, scacciata dalla sonnolenza. Mi addormentai poco dopo.

 

***

 

James

-Dice che riuscirà a ricordare mai tutto?- chiesi dopo che Madama Chips ci spiegò tutto.

-Non lo so. È un problema fisico in un certo senso, si è danneggiata una parte che per noi è difficile guarire, non senza rischiare di peggiorare le cose. Però penso che la perdita di memoria è davvero il minimo che poteva succedere. Quindi non fate quel muso- ci guardò accigliata a tutti e poi sorrise.

-Gli tornerà, anche se non posso pronosticare quando. Devo andare a parlare con il preside. Lei sta dormendo e la guarderà Luana. Quindi andate a lezione voi senza preoccuparvi. Le ho dato una pozione e si sveglierà verso l'ora di pranzo- e ci lasciò soli. Guardai gli altri, sentendomi strano. Ero sollevato, avendo vagliato tutte le varie possibilità e temendo il peggio. Ma il fatto che non si ricordasse niente non era esattamente stare bene.

Guardai Sirius, studiando la sua espressione. Aveva creato una maschera imperscrutabile però. Non riuscì a capire a cosa stesse pensando. E la cosa non mi piaceva.

-Mi sa che dobbiamo andare a lezione...- disse Lily, incerta. Sirius sbuffò.

-Ci vediamo dopo- e si incamminò verso chissà dove. Presi per mano Lily e l'abbracciai di slancio, stringendola a me. Era da troppo che non lo facevo e ne avevo bisogno.

Lei mi accarezzò i capelli affettuosamente e si strinse di più a me. La lasciai con un piccolo bacio pieno di tante cose e poi seguì mio fratello.

 

***

 

Sirius

-Potevi andare a lezione e restare con la tua bella!- dissi a James, quando mi raggiunse. Stavamo camminando lungo il parco, a passo abbastanza sostenuto. Volevo allontanarmi da lì il più in fretta possibile.

-Da quando preferirei le lezioni a una bella passeggiata verso l'ignoto con mio fratello, scusa?- rispose lui con aria scherzoso. Sbuffai. Non lo sopportavo quando faceva lo spiritoso e io invece volevo solo deprimermi.

Rimanemmo in silenzio fino al cancello che chiudeva Hogwarts da tutto il resto. Conoscevamo un modo perfetto per scappare dagli incantesimi che chiudevano Hogwarts e la proteggevano. Mi trasformai in un cane e mi diressi verso una buca che avevo scavato personalmente anni fa, nascosta e protetta da incantesimi che Remus aveva trovato attentamente.

Secondo lui non potevamo lasciare un vuoto del genere in quella barriera protettiva senza almeno metterci qualche tipo di protezione.

Sentì Ramoso seguirmi e sbuffai, pensando che sarebbe stato meglio lasciare il buco stretto in modo che non potesse passarci con quell'impalcatura che aveva. Ma in quel momento non ci avevo pensato.

Avrei dovuto studiare meglio Divinazione ai tempi. Almeno avrei potuto prevedere che non avrei voluto che un cervide mi seguisse.

 

***

 

Luana

Mi assicurai che non ci fosse nessuno a vedermi, specialmente Madama Chips. Rassicurata mi avvicinai alla nostra bella addormentata. Le mie labbra si curvarono in un sorriso mentre puntavo la bacchetta contro quella che mi aveva portato via il mio amore.

Vediamo se Sirius ti avrebbe amato ancora dopo quello che ti stavo per fare!

 

***

 

Ok... è un capitolo orrendo.. lo so...

L'unica parte che mi convince è l'ultima, quella di Luana. Perché sapevo già esattamente cosa farle dire e volevo mostrare come fosse davvero cattiva e pronta a tutto per riavere Sirius. Ma il resto non mi convince... voi cosa ne pensate? Non siate clementi, lo sapete benissimo che mi potete anche insultare!

E le critiche costruttive sono sempre bene accette, anzi, anche di più!!!

comunque chiedo scusa per la bruttezza del capitolo e per il fatto che è molto piccolo, almeno per i miei standard...volevo riscriverlo o almeno cambiare un paio di cose... ma sono partita per Milano e ora avrò ancora meno tempo per scrivere perché pomeriggio andrò da mia zia che mi farà studiare per poter fare più esami possibili a settembre, il che vuol dire che non avrò tempo per scrivere....=( tra massimo due settimane dovrei tornare a casa dove dovrei poter ritagliarmi un po' di tempo per scrivere, quindi scusatemi davvero per l'attesa, purtroppo dovrete aspettare. Spero non mi abbandonerete!!! specie perché le vostre recensioni mi aiutano a non cadere nel baratro buio che mi sto creando intorno....

per questo voglio ringraziare enormemente tutte le persone meravigliose che seguono la storia e che mi lasciano un commento!!! Vi voglio tantissimo bene e cercherò di rispondere e ringraziarvi personalmente al più presto!

La storia acquista sempre più persone e la cosa mi rende felicissima!!! ricordo ancora quando ho pubblicato i primi capitoli e avevo 0 recensioni... =( ero tristissima... ma ora sono arrivata addirittura a 117 recensioni! un numero che tra l'altro adoro!!! XD GRAZIE a tutti!!!!!!!!!!!!!!

un bacione e alla prossima!!!!!!!!!!!

 

ps: il prossimo capitolo e pronto a frammenti (che ironia XD) e se avrò tempo magari cercherò di aggiustarlo e pubblicarlo al più presto! Ma non prometto niente purtroppo....

ancora un bacione e un abbraccio a tutti!!!!!!!!!! non mi abbandonerete, vero????

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Capitolo 48
*** Quarantasettesimo capitolo: James rischia un esaurimento nervoso!! ***


CAPITOLO 47: 

James rischia un esaurimento nervoso!!!

Joy

Mi svegliai con l'impressione di non essermi riposata per niente.

Avevo mal di testa e mi sentivo molto confusa. Mi bastò un'occhiata intorno per vedere che era ormai sera e che ero da sola. La cosa mi suonava strana, anche se non capivo il perché. Chi ci doveva essere?

Forse quei ragazzi che c'erano prima? Beh... non c'erano. Pensai a loro e una fitta mi trafisse la testa, facendomi gemere. Perché faceva così male?

-Sei sveglia- mi voltai verso la voce e vidi quella che se avevo capito bene era un aiuto infermiera, venire verso di me. Mi sorrise e io non potei non sentire una strana sensazione. Come se provassi fastidio verso di lei. Ma visto che la mia testa era tutto un male non potevo esserne sicura.

-Hai fame? Ti porto qualcosa- propose lei. Annuì e la guardai preparare da mangiare serenamente. Non sembrava avere niente di fastidioso. E la testa non mi faceva poi così male quando la guardavo.

Forse era una sensazione sbagliata. Probabilmente era dovuta solo al mal di testa. Mangiai in silenzio mentre lei mi osservava.

-Ricordi qualcosa Joy?- chiese.

Scossi il capo.

-Beh, vedrai che la memoria ti ritornerà. Sai, ci sono parecchie persone che non vedono l'ora di vederti riprendere- e sorrise.

-Non c'è nessuno ora- notai un po’ sconsolata.

-Tuo fratello è dovuto tornare a lavoro. E gli altri.. beh, staranno cenando anche loro- mi consolò. Ma non sembrava convinta. Mi accigliai.

-Davvero sono fidanzata con quel ragazzo dai capelli neri?- chiesi. Era una domanda che mi ero posta anche prima e che mi confondeva perché non lo ricordavo.

-Sì. E a proposito, ottima scelta. È davvero un bellissimo ragazzo- disse. Arrossì per il complimento, ma lei continuò guardandomi maliziosa.

-Anche molto bravo a fare il suo dovere direi. Il migliore fino ad ora-

-Cosa intendi?- chiesi accigliata e confusa.

-Sirius e io stavamo insieme prima. Siamo stati insieme per un lungo periodo direi, anche se non con continuità. Sai, era un rapporto abbastanza libero il nostro. Certo, il fatto che si sia fidanzato con te ha cambiato un po’ le cose, ma ciò non vuol dire niente, no?- concluse lei, sorridente.

-Cioè lui stava prima con te? E perché ora sta con me scusa?- ero confusa. La guardavo e la vedevo bellissima anche nel suo camice bianco. Ok, recentemente non mi ero vista allo specchio, ma non mi sentivo sicuramente alla sua altezza.

-Forse perché prova qualcosa per te. Insomma, magari vuole vedere com'è stare con una persona diversa. Provare nuove cose, non so. È una cosa tra voi due del resto. Davvero non ricordi niente?- chiese ancora con aria dispiaciuta.

-No- e probabilmente la mia voce suonava delusa quanto mi sentivo. Mi sembrava a dir poco assurda tutta la questione. In pratica sembrava che Sirius fosse il mio ragazzo solo perché si era stancato delle bellezze supreme e voleva provare a stare con una brutta?

Il concetto sembrava più o meno questo...

-Hai idea di chi siano gli altri miei amici?- chiesi.

-Allora c'è James. Tu e lui siete quasi fratello e sorella. Vi conoscete che eravate piccolissimi e a dire il vero vi ho sempre visti benissimo insieme. Solo che poi è arrivata quella Evans che si è messa in mezzo. Ora James è totalmente succube di lei e giuro, non si riconosce più. Lei è anche una tua amica in teoria, anche se l'ho sempre vista come una persona molto frivola e snob. Pensa di sapere tutto solo perché passa ore sui libri e secondo me ha stregato James, altrimenti non si spiegherebbe perché stanno insieme- mi raccontò.

Accigliata l’ascoltai, chiedendomi di quali cavolo persone ero amica. Era tutto troppo assurdo.

 

***

 

Lily

Ero con Remus e Peter quando finalmente ci fecero entrare in infermeria e trovammo Joy che si metteva lo smalto alle unghie. Ci immobilizzammo per poi scambiarci uno sguardo confuso. Era una cosa che non aveva mai fatto in sette anni che ci conoscevamo.

Quando alzò lo sguardo e ci vide fece un sorriso, che poi si trasformò in una smorfia perché tentò di trattenerlo.

-Ciao- disse soltanto.

-Ciao Joy. È da tanto che sei sveglia?- chiese Remus, avvicinandosi e sorridendo, più veloce di me a mostrare tranquillità.

-Da un pò... Tu sei Remus, giusto?- chiese lei, incerta.

-Esatto. Remus, Peter e Lily!- rispose lui, indicandoci e sorridendo incoraggiante. Notai lo sguardo di Joy esitare su Peter per poi dare una breve occhiata a me.

-Come ti senti?- chiesi, sedendomi accanto a Remus, di lato al letto.

-Bene- notai che si guardava le unghie e anche io le fissai stupita. Era uno smalto nero. In più lei non sapeva metterlo, non avendolo mai messo in vita sua, probabilmente, ed aveva tutte le mani sporche.

-Come mai hai messo lo smalto?- chiese Peter.

-Io... non avevo niente da fare quindi Luana me lo ha dato per poter fare qualcosa. Perché?- chiese lei.

-Perché non l'hai mai messo.. o voluto mettere- spiegai.

-C'è qualcosa di male?- chiese, piuttosto ostile.

-No- dissi spiazzata.

-Bene- fu la sua secca risposta. E calò il silenzio. Guardai Remus smarrita, ma lui non sembrava aver compreso più di me.

-Ti ho portato i compiti. Così puoi studiare se vuoi- dissi, tentando di smorzare la tensione.

-Grazie. Li farò se ho voglia-

 

***

 

James

 

-Non pensi sia meglio tornare al castello?- chiesi.

Eravamo sulla riva opposta al lago rispetto al castello, fermi guardare le stelle in religioso silenzio.

Sirius si era rinchiuso in suoi pensieri da un bel po’ e nessun mio tentativo era riuscito a farlo tornare alla realtà. Non rispose, ma ero abbastanza certo che mi avesse sentito.

-Non pensi che Joy si chiederà dove siamo finiti? E insomma, se non stiamo con lei non ci ricorderà mai, non credi?- lo guardai da seduto, sperando che reagisse.

-Jamie..- chiese anche lui sedendosi, ma guardando il lago.

-Sì amico?-

-E se... se non mi ricordasse mai? Se lei non ricordasse più niente di me? Se... se non provasse più niente per me o... non...- esitò e poi sbuffò chiudendo gli occhi e stendendosi di nuovo per terra.

-E perché di grazia non dovrebbe farlo? Dobbiamo solo aspettare e vedrai che si ricorderà di noi presto. Noi Malandrini siamo indimenticabili, giusto?- e gli strizzai l'occhio. Lui sbuffò ancora, ma si alzò e insieme tornammo al castello. Arrivati nel corridoio di astronomia incontrammo Lily che camminava con aria strana.

-Cosa è successo?- chiesi preoccupato, raggiungendola subito.

Lei tentò di sorridermi.

-Niente. Tutto bene. Solo... Joy è un pò strana...- disse soltanto.

-Cosa intendi?- ora era Sirius a chiedere, con la preoccupazione a mille.

-Vedete per crederci. Mi sono dovuta trattenere dal non risponderle male qualche volta. È... ostile- ci raccontò. Sirius si diresse subito alla porta dell’infermeria, mentre io strinsi la mano a Lily. Lei ricambiò lo sguardo.

-Non so James. È... diversa- mi confidò.

-Può darsi che lo sia perché non ricorda più niente. Non deve essere una passeggiata, no? Ritorni dentro con me?- chiesi. Lei scosse il capo.

-No James. Devo studiare delle cose per domani ed è anche tardi. Pensi che dormirete stanotte?-

-Non lo so. Penso di si-

-Allora ci vediamo da te dopo- e si allungò per darmi un bacio. La trattenni, baciandola per bene, finalmente. Avrei voluto non lasciarla, ma lei voleva andare e io dovevo vedere con i miei occhi com'era davvero la situazione.

 

***

 

Remus

Andata via Lily, Joy era sembrata meno ostile. Aveva persino perso interesse per le sue unghie e mi aveva risposto guardandomi in faccia. Anche se quella che sfoggiava non era la sua espressione solita. Arrivato Sirius la situazione era tornata a raggelarsi. Aveva provato a fare conversazione, ma Joy aveva preso a rispondere a monosillabi e presto Sirius si era arreso, lanciandomi occhiate di terrore davanti a tale comportamento. Anche io ero più che confuso.

Per fortuna arrivò James, con il suo solito sorriso smagliante.

-Buonasera gente. Come va' Joy?- chiese, sedendosi direttamente ai piedi del letto di Joy.

Con mio profondo sconcerto vidi Joy sorridergli finalmente come al solito e rispondergli non a monosillabi come aveva fatto con noi.

-Diciamo bene. Il mal di testa è passato, ma ho una specie di confusione in testa. Come se avessi la testa tra le nuvole-

-Sarà dovuto al fatto che hai la testa vuota! No, aspetta. Non che la tua fosse mai stata piena di molto, poco più che aria. Quindi non cambia poi molto- scherzò lui. Lei gli diede una gomitata.

-Stupido. E allora cosa c'è nella tua testa? Una scimmia che dorme?-

-No. Una scimmia che batte i piatti a ritmo!- e scoppiarono a ridere. Ok, ora ero ancora più confuso. Sembrava una persona completamente diversa ora. O meglio sembrava tornata la stessa di sempre.

-Ragazzi come mai così muti? Sir, non pensi che sembra che Joy si sia martellata le dita fino a farle diventare nere? Sei a dir poco ridicola- fu il commento di James mentre prendeva la mano di Joy e osservava le unghie, divertito.

-La vuoi tu una martellata sulle dita? Poi vediamo se anche le tue diventano così- lo minacciò lei.

-Io dico che diventerebbero più viola che nere- fu il mio contributo alla conversazione. Joy mi lanciò un'occhiata prima di parlare.

-Viola, nere. È lo stesso. L'importante è fargli male!- ribatté facendomi ridere.

-Ehi, non mi sembra che ci sia niente da ridere nel mio dolore- si finse indignato James.

-Ma per favore. Rideresti di cuore anche con tutte le ossa rotte- disse Sirius, con un sorriso un po’ forzato.

-Beh, dipenderebbe da come me le sono rotte, per esempio- ma i suoi sproloqui sui modi più divertenti per rompersi le ossa furono interrotti dall'arrivo di Madama Chips.

 

***

 

James

-È tardi. Dovete lasciare riposare Joy. Su, tornatevene nei vostri dormitori, avanti!- ci cacciò via lei. Scompigliai i capelli come facevo di solito a Joy per salutarla e lei mi lanciò una finta occhiataccia. Poi guardai gli altri, invitandoli a salutarla per bene. Forse ripetere le consuetudini avrebbe aiutato. Sirius fu l'unico a esitare. Ma per via della faccia che fece Joy mentre lui le si avvicinava.

Si portò le mani alla testa come se avesse un dolore improvviso e Sirius tornò sui suoi passi.

-Ci vediamo domani- disse soltanto, prima di anticiparmi nell'uscire dalla porta.

Guardai Joy un attimo e poi lo seguì anch'io, deciso a fargli una strigliata.

 

***

 

Sirius

James non capiva. Non aveva visto gli sguardi che mi lanciava Joy. Non aveva notato la smorfia che faceva appena incontrava i miei occhi.

C'era qualcosa che non andava, ma non avevo idea di cosa fosse.

La notte non riuscì a prendere sonno, non facevo che pensare alla sua freddezza. Alla sua ostentata indifferenza verso me. E quando finalmente riuscì a prendere sonno mi trovai immerso in vari ricordi.

Io da piccolo che osservavo gli altri bambini, abbracciati, coccolati, lodati dai genitori. Ed i miei genitori distanti, freddi, arroganti verso coloro che erano diversi da loro. E verso me. Li avevo sempre percepiti come distanti anni luce da me. Ricoperti interamente da un freddo ghiaccio che non gli aveva mai permesso di avvicinarsi nemmeno a loro figlio, di dargli neanche una pacca sulla spalla o un abbraccio quando cadeva e si faceva male. Si erano sempre e solo limitati a trafiggermi con la freddezza, accusandomi di debolezza e rimproverandomi per la poca propensione al male che dimostravo. Mi svegliai solo quando vidi davanti a me Joy, vestita con abiti neri come quelli che usava mia madre, guardarmi con il suo stesso sguardo, prima di voltarsi e scomparire nel buio, non ascoltando nessun mio richiamo.

 

***

 

Joy

Quel mattino mio fratello Eric tornò a trovarmi con un grosso pacco in mano.

-Ti ho portato delle foto!- esclamò contento. Insieme guardammo foto in cui ero piccolissima, foto in cui ero insieme ai miei genitori, foto con lui, foto con James. C'è ne erano davvero tantissime. Mi fermai ad osservare una foto in cui ero insieme a i miei genitori. Guardai il volto di mia madre per tanto tempo, seguito poi da quello di mio padre. E provai una stretta al cuore.

E senza potermi frenare e neanche capire esattamente la causa, scoppiai a piangere. Eric mi abbracciò subito, facendomi sentire meglio.

-Va bene Joy. Va tutto bene-

 

***

 

James

 

Joy fu dimessa il pomeriggio dopo. Arrivò un Medimago del San Mungo per visitarla e il responso fu che non si poteva fare niente, si doveva solo aspettare. Probabilmente avrebbe ricordato tutto da sola. Noi dovevamo solo aiutarla a ricordare. Quindi, prima di tutto, gli facemmo fare un giro del castello.

Non ricordava niente, né le aule né i mille posti legati a momenti particolari come scherzi particolarmente riusciti o simili. Ad un certo punto Sirius la prese per mano e la guidò in un punto particolare.

-Non ricordi neanche questo posto?- chiese. Joy si liberò della sua stretta in modo sgarbato, ma poi si concentrò sul posto.

-È un corridoio come mille altri- decretò infine.

Non c'era bisogno che lo guardassi in faccia, avevo sentito benissimo Sirius andare in pezzi. Joy si allontanò da lui, come se gli provocasse un grande disagio stargli vicina, e si rivolse a me.

-Dov'è il nostro dormitorio?-

Esitai, guardando la schiena di Sirius.

-Sir?- lo richiamai.

Lui si voltò subito, in faccia una maschera che non mi permetteva di entrare.

-Andiamo al dormitorio- disse soltanto, avviandosi per primo.

 

***

Lily

-Oh povera cara. Davvero non ricordi più niente?- chiese Elen, fingendosi dispiaciuta. Le lanciai un'occhiataccia mentre Joy, che si stava infilando il pigiama, le rispondeva.

-Niente di niente. Tutto quello che ricordo è quello che è successo ieri, quello che è successo oggi. Nient'altro-

-Vedrai che la memoria ritornerà presto!- sorrise Taira, incoraggiante. Elen le lanciò uno sguardo assassino, ma poi ritornò a sorridere falsamente.

-Io non sarei tanto impaziente di riacquistare la memoria. Insomma, è come se stai ricominciando da zero. Puoi decidere di cambiare, puoi decidere di fare cose che prima non avevi mai pensato. Puoi perfino decidere di cambiare amici o ragazzo, tanto non li ricordi per niente. Io ci penserei se fossi in te- e fece un cenno verso di me.

Strinsi la mascella per non risponderle male. Non valeva la pena di risponderle perché era proprio lo scontro che cercava.

-Comunque non è una cosa che posso decidere. Se torna torna- fu la risposta di Joy. Aveva ignorato il chiaro suggerimento di Elen, cosa che apprezzai. Anche se la vecchia Joy avrebbe risposto in modo piuttosto colorito a una simile cosa.

Messo il pigiama esitai. Volevo andare da James, avevo bisogno di lui. Ma lasciare Joy lì voleva dire lasciarla nelle grinfie di Elen. E per quanto Taira magari avrebbe cercato di mediare la sua cattiveria, avevo timore di quello che comunque avrebbe potuto metterle in testa.

-Buonanotte ragazze- ci augurò Taira chiudendo le tende. Elen invece mi osservava con un sopracciglio sollevato.

-Non te ne scappi come al solito dal tuo ragazzo, Caposcuola?- mi provocò lei. La fulminai con lo sguardo.

-Vai a letto e fai scomparire tutto quell'acido Elen, altrimenti ti ritroverai lo stomaco bucato- e mi sdraiai nel mio letto decisa a non muovermi.

Joy mi imitò. Chissà cosa stava pensando.

-Buonanotte- disse, da dietro le tende.

-Buonanotte Joy-

 

***

 

Joy

Fu una cosa assurda cominciare le lezioni. Scoprì di ricordare molte cose che non credevo, come le conoscenze di base delle materie, ma per il resto era tutto scomparso. La verifica di Trasfigurazione andò così male che la professoressa mi richiamò a fine lezione per parlarmi.

-Dobbiamo risolvere questa situazione in qualche modo. Non possiamo dimenticare che sei al settimo anno e che non abbiamo sicurezza che la tua memoria ritorni prima degli esami. Penso che chiederò a qualcuno dei tuoi compagni di aiutarti a ripetere tutte le cose più importanti. Ti farò sapere- e non attese nessuna risposta, ricordandomi che c'era l'altra lezione. Trovai tutti gli altri ad attendermi e apprezzai davvero al cosa, primo perché non ricordavo qual era la lezione dopo, secondo perché probabilmente non ci sarei comunque saputa arrivata.

Le altre lezioni non andarono diversamente dalla prima. Non ricordavo moltissime cose e mi perdevo nei ragionamenti, finendo per non ascoltare più e concentrarmi su altro. Concentrarmi per esempio su James, seduto accanto a me, che giocava in un angolo della sua pergamena con Sirius a scarabocchiare, osservai Lily e Remus seguire accuratamente tutte le lezioni. Osservai Peter dormire dietro il libro di testo.

Non osservai Sirius. Quando lo guardavo, ma anche quando lo pensavo soltanto, mi ritornava il mal di testa e in più una sensazione stranissima di forte disagio, a cui non riuscivo a rispondere se non con freddezza.

Quel pomeriggio Lily mi disse che la professoressa McGranitt le aveva proposto di farmi da tutor, quindi andammo in biblioteca tutti insieme e iniziammo a studiare.

 

***

 

James

Andai in dormitorio convinto di trovarlo lì e scoprendo che non mi sbagliavo.

Sirius se ne stava al buio, sul suo letto, immobile a guardare il soffitto. Chissà perché quella scena mi sembrava familiare.

-Sir scendiamo a cenare, su?-

-Non ho fame-

-Guarda che se diventi pelle e ossa perderai il secondo posto di più bello della scuola. E tutto il tuo fanclub avrà crisi isteriche e di identità, non avendo più te da idolatrare- tentai di scherzare.

-Non ho fame- ripetè lui atono. Sbuffai.

-Cosa ti frulla nella testa fratello?- chiesi. Lui non rispose.

-Qualunque cosa è direi che non ti fa per niente bene. Sirius dai, sputa il rospo!- lo esortai.

Sbuffai nel silenzio. Ero stanco. Era passata ormai una settimana dalla partita e Sirius era ancora intrattabile, Joy era sempre più strana, Lily sempre più lunatica e anche Remus si dimostrava altrettanto instabile visto che la luna piena era nelle vicinanze. Diciamo che la mia pazienza aveva raggiunto il limite.

-Joy ci sta aspettando- gli dissi, sperando di smuoverlo.

-Non è vero. Sta aspettando te. Stravede per te. Io invece le faccio indifferenza- Disse.

-Ecco cosa ti frulla in testa. Ed è tutta una emerita cavolata. Lei si trova più a suo agio con me solo perché tu ti comporti in maniera strana con lei. Se ti comportassi come fai di solito vedresti che sarebbe meno distaccata- lo incoraggiai.

-Non lo penso proprio- sbuffò lui.

-Provaci. E se non è così mi farai scontare la pena. Ma ora scendi a cenare- gli ordinai.

Lui sbuffò, alzandosi e lo guardai uscire per primo dalla porta. Inutile dirgli che sembrava uno zombie e che aveva i capelli più simili ai miei che a quelli che aveva lui di solito. Così almeno mi potevo fare due risate tra me e me, guardando le varie reazioni nelle ragazze quando lo avessero visto. Arrivati in sala prendemmo i nostri soliti posti e tentai di portare una conversazione tra Sirius e Joy, con scarsi risultati da entrambi i fronti. Verso la fine della cena arrivò il mio bellissimo gufo Liliuccia con un pacco enorme.

-Grazie piccola!- le dissi accarezzandola affettuosamente. Lei mi salì sulla spalla, mi diede qualche buffetto affettuoso mentre la ringraziavo con un po’ di pollo e poi volò alla guferia.

-Cosa ti è arrivato?- chiese Lily curiosa, rigirandosi il pacco.

-Ho chiesto al mio elfo domestico di mandarmi le foto che ho a casa. Mi dispiace Joy, ma io ho molte più foto di te di quando eravamo piccoli. E ti mostrerò che sono anche molto più belle-. E lo feci. Quella sera in Sala Comune ci prendemmo le poltrone migliori e insieme guardammo le foto.

-Cosa ci facevamo appesi a una corda?- chiese, mostrandomela una. La guardai, non riuscendo a non ridere al ricordo legato ad essa.

-Avevamo 9 anni e mio padre ci aveva portato al circo. Non ricordo come eravamo riusciti a scappare ed eravamo saliti sulla scaletta del palo più alto perché volevamo fare gli acrobati. Peccato che non avevamo calcolato bene le cose. Siamo caduti e ci siamo riusciti ad appendere alla corda dei funamboli e mio padre, invece di liberarci ci ha scattato questa foto. Ricordo che ci lasciò appesi per un bel po’, perché era convinto che sarebbe stata una buona punizione. E che non avremmo più fatto simili sciocchezze- raccontai.

-Peccato non ci sia riuscito- ghignò Lily, seduta sul mio bracciolo. L'attirai in braccio, guardandola con aria di sfida.

-Io dico che non ti piacerei se fossi un santarellino-

-No. La vita sarebbe troppo noiosa se lo fossi- scherzò lei.

-E questa?- chiese Joy, reclamando la mia attenzione. Lei era a terra, con la schiena appoggiata alla base della mia poltrona e vidi benissimo lanciare un'occhiataccia a Lily mentre mi porgeva la foto. Evitai di alzare gli occhi al cielo e guardai la foto.

-Era il giorno prima del nostro primo anno ad Hogwarts. Avevamo messo la divisa nuova, ma poi eravamo usciti a giocare fuori in giardino. Eravamo riusciti non solo a sporcarla, ma anche a strapparla e mentre mia madre ci sgridava mio padre ci fece questa foto- raccontai.

Lei continuò ad osservare la foto e poi indicò il tavolino che compariva nell'angolo destro.

-Ricordo questo tavolino- disse all'improvviso. Tutti scattammo quasi sull'attenti a questa notizia.

-Davvero?- chiesi subito, speranzoso.

Lei, volto al settimo cielo, annuì.

-Ricordo che mi avevi gettato in una pozzanghera e che quindi ti stavo rincorrendo per tirati un pugno. Ad un certo punto sei inciampato e ti sono venuta addosso, e tu hai sbattuto la spalla contro l'angolo. Ti usciva anche il sangue e hai ancora la cicatrice- disse sicura del ricordo.

-Esatto- esclamai entusiasta, sbottonando la camicia e mostrandole la piccola cicatrice che avevo ancora.

-Come mai non te la sei fatta curare in modo che non restasse la cicatrice?- chiese Remus.

-Così- dissi semplicemente, stringendomi nelle spalle mentre mi riabbottonavo la camicia. Ma Joy se lo ricordava.

-Aveva paura che mio padre si sarebbe infuriato e quindi ha taciuto la cosa. L'abbiamo disinfettata meglio che potevamo e poi è guarita da sola, in segreto- raccontò. Aveva gli occhi lucidi e mi guardò con un grande affetto.

-Certo, ti eri messa a frignare. Non avrei potuto fare altrimenti- scherzai io, scompigliandole i capelli.

 

***

 

Sirius

Avevano sempre scherzato così. E avevo sentito sempre i loro racconti di quando erano piccoli. Eppure, quella sera, la cosa divenne insopportabile. Forse per lo sguardo che Joy lanciava continuamente a James, forse per il fatto che lei avesse scelto solo le foto in cui c'erano solo loro due, ignorando tutte quelle in cui c'ero anche io. Non lo so cosa fu esattamente, ma mi alzai in silenzio e uscì dal buco del ritratto prima che loro potessero accorgersene. Non lo sopportavo più. Non ci riuscivo.

Vagai per i corridoi senza una meta e presto mi ritrovai a dovermi nascondere da Gazza e da alcuni Prefetti di ronda.

Ed a un certo punto incontrai lei. Luana, avvolta in un mantello nero camminava per i corridoi, in direzione dell'ingresso principale.

-Dove vai?- chiesi, uscendo fuori dal mio nascondiglio. Lei si voltò stupita e poi sorrise, riconoscendomi.

-E tu che ci fai fuori dai dormitori a quest'ora, scusa?- chiese.

-Avevo bisogno di prendere un pò d'aria- risposi soltanto. Lei mi fissò per alcuni secondi.

-Ti va di bere qualcosa insieme ai Tre manici di Scopa?- propose.

Non avrei dovuto, lo sapevo. Non era affatto una buona idea. Ma la seguì lo stesso.

Sì, probabilmente avevo il cervello bacato come diceva sempre James.

 

***

 

James

-Chissà dov'è finito- sbuffai esasperato, scrutando la mappa.

-Calmati, sarà da qualche parte per poter tenere il muso come fa sempre- mi tranquillizzò Remus, però cercando anche lui nella mappa.

-Non lo vedo dannazione- esclamai, infastidito.

-Dove potrebbe essere?- chiese Lily, preoccupata.

-Se non c'è nella mappa potrebbe essere a Hogsmeade- ragionai e mi alzai per prendere il mantello.

-Ti accompagno- disse Remus, alzandosi dal letto. Lo guardai accigliato.

-Certo, così poi ti devo portare al castello caricandoti sulla schiena. Remus domani c'è la luna piena, sei già stremato. Non ti preoccupare, ci penso io- lo tranquillizzai.

Lily annuì.

-Non ti preoccupare. Vado anch'io con lui-

-No- esclamai io.

-Sì. Perché non dovrei?- chiese, fulminandomi con lo sguardo.

-Perché primo, non ho bisogno di una balia; secondo perché mi muoverò molto più velocemente da solo; terzo non ho idea di come stia ora Sirius e se accetti la tua presenza. Probabilmente non vorrà neanche me, non penso sia il caso che venga anche tu-

-Io vengo con te fine della storia-

Ci fissammo per un pò pronti entrambi a fare battaglia.

-Aspettate, Sirius è qui- ci richiamò Peter che stava scrutando la mappa. Ci avvicinammo tutti e guardammo il puntino chiamato Sirius Black attraversare ora il corridoio del terzo piano dove c'era il passaggio per segreto per Hogsmeade.

Ci sedemmo tutti pronti ad aspettarlo. Ma l'aspettammo più di quanto immaginavamo.

 

***

 

Sirius

Arrivai nella Sala Comune con ancora la bottiglia di Whisky in mano. Avevo bevuto tanto, ma avevo conservato abbastanza buon senso per fuggire da Luana prima di fare qualche sciocchezza.

Ringrazia l'invenzione dei passaggi segreti, se qualcuno mi avesse visto in giro ubriaco mi avrebbero probabilmente cacciato a calci via dalla scuola. Avevo intenzione di andare verso il mio letto, che mi aspettava, ed ero ancora invaso dall'euforia che portava all'inizio una bella sbornia, quando notai Joy su una poltrona. Mi avvicinai a lei, contento.

-Ciao smemorata!- la chiamai. Lei alzò lo sguardo da una di quelle altre stupidissime foto, che mi avevano decisamente stufato, e mi guardò.

-Dov'eri andato?- chiese.

-A bere qualcosa. Sai, distende i sensi, rilassa, fa vedere le cose più chiare e positive- decretai sorridente.

Lei inarcò le sopracciglia.

-Devi aver bevuto davvero tanto- disse, poi si alzò, raccolse le foto e si avviò verso il suo dormitorio.

-Aspetta, te n’è caduta una- l’avvisai, raccogliendola per porgergliela. La osservai, riconoscendola nonostante la confusione che avevo in testa.

Anche lei la guardò un attimo e poi mi fissò.

-Sai per caso chi mi ha fatto questa foto a proposito?- chiese.

Sì, lo sapevo. Ero stato io. Era stato durante una gita in montagna. Avevamo trovato una cascata e ci eravamo fatti il bagno nell'acqua gelata. Aveva catturato il momento in cui Joy si era messa direttamente sotto il getto della cascata, bella, ad occhi chiusi, le mani tra i capelli per portarli lontani dal viso e l'acqua che le scorreva su tutto il corpo.

Una dea. La guardai. Lei aspettava una risposta. Io avevo solo voglia di baciarla, una dannata voglia.

E come succede alla maggior parte degli ubriachi, feci quello di cui avevo voglia senza pensare al resto. L'abbracciai di slancio, la strinsi a me e la baciai con irruenza.

Era da troppo che non sentivo le sue labbra sulle mie, che non sentivo il suo sapore, che non la stringevo a me.

Mi persi in quel momento meraviglioso, preso solo dal mio desiderio e dal mio benessere, accorgendomi appena, probabilmente come aiutante l'acol, che lei non stava ricambiando.

Quando me ne resi conto la lasciai e lei si allontanò da me infuriata. Mi tirò addirittura una schiaffo che mi fece voltare tutta la testa e fare dei passi indietro, barcollando.

-Chi ti ha dato il permesso di baciarmi?- mi gridò addosso.

-Io...- balbettai, stordito.

-Forse siamo stati fidanzati prima, ma ora non provare mai più ad avvicinarti a me, chiaro? Io non ti sopporto. Non riesco a starti vicina, ok? Provo una sensazione di disgusto quando ti guardo! Ecco, questa è la verità! Quindi fammi il piacere Sirius, stammi lontana!- e se ne andò furiosa.

Rimasi immobile, non riuscendo nemmeno a fare un passo avanti. Nella mia mente risuonavano solo le sue parole, mentre il mio cuore andava in pezzi.

 

***

 

Ed eccoci arrivati alla fine del capitolo! Mi sono messa d'impegno, ho tolto allo studio un'intera mattinata cosa che poi dovrò scontare con mia zia sicuramente, ma ecco qua il capitolo!

Perché è già arrivato anche se avevo messo appena qualche giorno fa l'avviso che mi sarei fatta sentire ad agosto? perché stavo male all'idea di lasciarvi.

Avevo lasciato tutto in un momento poco adatto per piantarvi in asso e temevo che avreste abbandonato in molti la storia. Quindi ho deciso di mettercela tutta e ho appena scritto tutto il capitolo.

Mi scuso per gli errori e perchè probabilmente non sarà molto ben scritto, ma ho avuto questa mattinata libera perché non sono da mia zia, dov'è del resto c'è anche il mio pc con il capitolo quasi finito, ma sono a casa di mio fratello, col suo pc, e quindi l'ho dovuto riscrivere tutto e non ho idea di come sia venuto.

Non ho tempo per rileggerlo per correggerlo perché tra poco devo prendere il treno e mia zia di aspetta che ho imparato un intero capitolo del libro che devo studiare... ma in realtà l'ho appena toccato.. quindi adesso devo chiudere purtroppo!

Spero che noterete questo nuovo aggiornamento e che apprezzerete almeno il mio sforzo.

Ringrazio tutte voi che avete letto lo scorso capitolo e specialmente: maltrerio, lily_potter_cullen e queen of angels che mi hanno lasciato le recensioni. grazie, grazie davvero. scusatemi se non vi ringrazio una per una ma ho davvero poco tempo.

grazie anche a tutte le meravigliose persone che hanno aggiunto questa storia tra le preferite, le seguite e le ricordate!!!!

grazie infinite!!!!

purtroppo penso davvero che la prossima volta che aggiornerò sarà fine luglio, inizi di agosto, spero potrete aspettare!

spero mi possiate lasciare qualche parolina, anche insulti oppure saluti perché non avete intenzione di aspettare oltre!

Alla prossima!!!!!

 

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Capitolo 49
*** Quarantottesimo capitolo: Cosa sta succedendo? ***


CAPITOLO 48: 

Cosa sta succedendo?

 

James

-Non era la voce di Joy?- chiese Lily ad un certo punto. Mi alzai subito dal letto e corsi sotto, avendo sentito anch’io che era la sua voce, ma non avendo capito cosa diceva. E quello che trovai fu terribile.

Avevo visto solo una volta Sirius così distrutto. Ma c'era qualcosa di diverso questa volta. L'altra volta, il giorno che era scappato di casa, era come una fenice che diventava cenere per poi rinascere. Questa volta era semplicemente esploso in mille pezzettini e non sembrava in grado neanche più di pensare a niente.

Era in piedi, ma probabilmente non sapeva neanche più dove si trovava.

Guardai gli altri che mi avevano inseguito solo un secondo, poi mi avvicinai a Sirius. Gli poggiai un braccio sulle spalle e lo guidai fuori dal ritratto.

-Jamie- mi richiamò un attimo Remus. Mi voltai e presi appena in tempo il mantello dell'invisibilità che mi aveva lanciato. Lo misi addosso a me e a Sirius e uscimmo fuori, diretti non sapevo ancora dove. Ma dovevo trovare un modo per ritrovare Sirius in mezzo a tutte quelle macerie.

 

***

 

Lily

Quella mattina ancora non erano ancora tornati. Avevo dormito nel dormitorio dei ragazzi, aspettandoli, ma non vedendoli arrivare ancora per l'ora di colazione non resistetti più.

-Ci vediamo in Sala Grande tra un po'. Vado a parlare con Joy- dissi a Peter e Remus. Mentre uscivo mi stavano cercando di dire qualcosa, ma non li ascoltai.

Arrivata nel mio dormitorio trovai Joy che si stava allacciando le scarpe e Elen che si truccava allo specchio. E stavano parlando, o per lo meno lo stavano facendo fino a quando non ero piombata dentro. Elen mi lanciò la solito occhiata sprezzante e si finì di mettere la matita negli occhi.

Joy si alzò dal letto e non mi guardò neanche.

-Vuoi che ti aspetto Elen così andiamo a fare colazione?- chiese lei.

-Va' pure, ora arrivo- fu la sua risposta. Sconcertata guardai Elen finire tranquillamente di truccarsi.

-Cosa stai facendo?- le chiesi.

-Mi sto truccando. So che è una cosa totalmente sconosciuta a te, ma non tutte si sentono a loro agio ad andare in giro come delle cozze come fai tu- fu la sua solita risposta acida.

-Intendevo con Joy. L'hai sempre odiata così come hai sempre fatto con me. Cosa hai intenzione di farle ora?-

-Ma niente. Semplicemente è cambiata, non l'hai notato? Ed è un cambiamento che a me va benissimo. Un tale cambiamento che me la sta facendo apprezzare. Non ho bisogno di combinare nient'altro. Già la tua faccia mi ripaga di tutto- e le sue labbra si aprirono nel suo solito ghigno cattivo.

Quanto avrei voluto lanciarle qualcosa addosso. Ma decisi di lasciarla stare per andare da Joy. Riuscì a raggiungerla sulla scalinata più o meno al terzo piano, correndo.

-Joy, aspetta- la richiamai col fiato corto.

-Cosa vuoi?- chiese ostile, fermandosi ma non voltandosi.

-Volevo chiederti cosa è successo ieri sera con Sirius. Tutto bene? Avete litigato?- chiesi, tentando di non riprendere fiato nel frattempo. Lei si voltò un attimo e rimasi colpita dal suo sguardo freddo, così diverso dal suo. Quella non era più Joy.

-Gli ho detto solo che lo detesto. E non sopporto neanche te, schifosa mezzosangue-

 

***

 

James

-Dai Sirius, alza quel sedere e seguimi. So che quando arriveremo alla meta sarai contentissimo- lo incoraggiai per la centesima volta, tirandolo nel frattempo per un braccio.

Eravamo alla Testa di Porco, dove avevamo passato tutta la notte. E non ero riuscito a cavargli neanche un piccolo accenno di parola. Niente.

Ma i suoi occhi avevano parlato facendomi capire il suo dolore. Non chiarendomi naturalmente tutti i particolari.
Gli avevo dato un'intera notte di silenzio e ancora non sembrava intenzionato a parlare. Si stava lasciando semplicemente cadere nel baratro, peccato che io non avevo intenzione di lasciarglielo fare.

-Va bene Felpato, l'hai voluto tu. Ma poi non lamentarti- dissi, lasciandolo stare e impugnando la bacchetta.

levicorpus”

E Sirius si ritrovò a testa in giù. Mi lanciò un'occhiataccia e io ghignai in risposta.

-Andiamo!!!- dissi con entusiasmo.

 

***

 

Lily

 

Non è successo niente Lily. Va tutto bene, tranquilla. Tutto si sistemerà.

Era esattamente quello che ormai mi ripetevo tra me da almeno un'ora, non arrivando a nessuna consolazione però. Infatti ero rimasta in quel corridoio ferma, come congelata, guardando il punto in cui lo sguardo di Joy mi aveva trafitto.

Non poteva essere vero. Va bene non ricordare, ma poteva davvero essere cambiata così tanto? Non aveva senso. Mi risvegliai dal mio congelamento solo quando suonò la campanella. Corsi in classe e mi sedetti subito accanto a Remus e Peter, infondo all'aula. Joy, dall'altra parte dell'aula insieme a Elen ridacchiava per qualche motivo. Remus mi lanciò un'occhiata e mentre il professor Ruf iniziava a spiegare l'ennesima guerra di almeno 300 anni fa, lui avvicinò il foglio a me e iniziò a scrivere.

Cos'è successo? Hai una faccia...

Niente... più o meno. Joy non è più in se. Guardala, attaccata a Elen. E..  

Esitai, non riuscendo neanche a scriverlo come mi avesse chiamato. Incrociai di nuovo il suo sguardo e mi decisi.

 

Mi ha chiamato schifosa mezzosangue.

 

Lui spalancò gli occhi, incredulo quanto me.

 

È una cosa assurda. Non lo farebbe mai!

 

L'ha fatto invece. Non ho idea di cosa le sia preso, Remus, ma non è più in se. Non è una cosa normale.

 

Lui esitò prima di rispondermi.

 

Non lo so... in effetti è strano un tale cambiamento dovuto solo alla perdita della memoria... ma non so niente di questo campo. Può darsi che infondo c’entri...

 

Non ne ho idea. Ma voglio andare a parlare con Madama Chips a pranzo. 

 

Conclusi convinta.

 

***

 

James

-Dove siamo?- chiese con espressione atona Sirius appena ci fermammo.

-Come, non riconosci questo posto? Cioè, ok, non ci siamo mai stati, ma non è difficile capire dove siamo. Inoltre mi hai parlato così tanto di questo posto che pensavo saresti stato tu prima di tutto a dire dov'eravamo- gli feci notare. Lui si guardò intorno. Poi mi guardò accigliato.

-Ramoso, non so come dirtelo, ma siamo solo in un vicolo di Londra. Tra l'altro davanti a un negozio di bambole di porcellana- mi fece notare. Io mi guardai per bene in giro. In effetti aveva ragione.

-Ma la via è quella giusta- dissi voltandomi e indicando la targa col nome della via. Lui la scrutò con un sospirò esasperato, poco convinto. Poi gli si accesero gli occhi. Sorrisi, felice che avesse capito dove lo volevo portare e che lo trovasse, nonostante tutto una cosa importante. Ero sulla giusta strada, quindi.

-La via è questa idiota, ma il numero era il 77 non il 7. andiamo- disse e iniziammo a dirigerci verso il numero giusto. Guardandomi in giro notai anche che non eravamo i soli ad andare in quella direzione.

-Ci dovevo pensare, bastava seguire gli sciroccati come te che ci sono in giro e ci saremmo arrivati subito- scherzai, indicando un paio di ragazzi con capelli lunghi e magliette da rocchettari.

Lo sguardo che mi lanciò Sirius non era quello fulminante che mi avrebbe lanciato di solito a una simile affermazione, ma era abbastanza occhiataccia da farmi capire che non stavo camminando insieme allo zombie con cui avevo passato la notte.

Sirius Black stava resuscitando! O almeno lo avrebbe fatto appena avesse incontrato il suo secondo amore. Chi? La sua moto tanto sognata che oggi era esposta nel salone di moto che stavamo andando a vedere.

 

***

 

Luana

Grazie al cielo c'ero solo io quando Lily si presentò in infermeria. Mi accorsi subito che qui gatta ci covava. Voleva parlare con Madama Chips e non voleva dire niente a me. Quando se ne andò con una scusa, mi accigliai. Possibile che mi avesse scoperto? Eppure ero stata così attenta e in più ero riuscita a ottenere la fiducia di Madama Chips e quindi anche di Silente. Non potevo certo permetterle di istallarle il tarlo del dubbio in loro. Per quanto mi avesse preso in buona fede Madama Chips poteva benissimo scoprire che ci avevo messo lo zampino io. Bastava che collegasse il fatto che ogni due giorni almeno Joy veniva da me a chiedere la pozione per il mal di testa. Pozione che in realtà rafforzava la sua avversione e il suo cambiamento. No, dovevo intervenire subito. Ma per fortuna sapevo cosa fare.

 

***

 

Lily

Era tardo pomeriggio e ancora di Sirius e James non c'era nessuna traccia. Mi alzai di scatto dalla sedia e lanciai un'occhiata a Remus e Peter, seduti di fronte a me intenti a finire il tema di Storia della Magia.

-Vado di nuovo in infermeria. Spero che questa volta Madama Chips ci sia- dissi.

-Ok. Verrei con te se riuscissi ad alzarmi- disse con un sorriso di scusa Remus.

-Riposa idiota. Peter mi raccomando, attento che non svenga in giro- e me ne andai velocemente.

Dovevo vederci chiaro in questa storia. Era assurdo un tale cambiamento in Joy.

Avevo fatto una ricerca accurata e non avevo trovato da nessuna parte incantesimi che potevano modificare la personalità delle persone. E poi chi glieli avrebbe fatti? Il pensiero andò un attimo a Luana, ma poi esitai. Non avevo nessuna prova contro di lei, anzi, si era dimostrata antipatica, ma molto attiva nel curare Joy e tutti gli altri. Aveva anche ottenuto la piena fiducia di Madama Chips a quanto sembrava, altrimenti non l'avrebbe mai lasciata sola. Ma...

Il problema era capire se il mio dubitare di lei era solo legato a tutto quello che sapevo di lei e della sua storia, oppure era una intuizione giusta.

Ma come capirlo? Beh, parlare con Madama Chips sembrava la scelta giusta. Chi meglio di lei poteva dirmi se c'era qualcosa di sospetto e di imputabile a fattori esterni nel cambiamento di Joy? E se non lo fosse stato...

Non avevo idea di come l’avrei presa in quel caso… Ma ci avrei pensato dopo.

Arrivai in infermeria e sorrisi, trovandomi davanti proprio Madama Chips che si stava occupando di un ragazzino del primo anno.

-Salve signorina Evans. L’aspettavo. Luana mi ha detto che mi cercavi. Tutto bene?- chiese sorridente, mentre il ragazzino se ne andava, ringraziando.

-Volevo chiederle un parere. Vede.. Joy si sta comportando in modo molto strano. Fa cose che non avrebbe mai fatto prima. E lo trovo strano. Cioè, la perdita di memoria può portare a questo? Sono confusa- le confidai. Lei si accigliò mentre rifletteva attentamente.

-La perdita della memoria può portare a tante cose. In effetti la maggior parte delle volte il carattere della persona non sembra cambiare. E i ricordi aiutano molto a ritornare la persona che si era prima. Ma la memoria o più in generale i ricordi, sono tutt'ora un campo totalmente inesplorato. Se avessimo scoperto i suoi segreti del resto non ci sarebbero le tante persone ricoverate al San Mungo, giusto?- mi sorrise, tristemente.

-La sua amica viene più o meno ogni due giorni lamentandosi del mal di testa. Forse è solo questione di tempo che ricordi tutto. Forse non succederà tanto presto, ma di sicuro le sue azioni sono causate solo da sensazioni che aveva da sempre dentro. Forse... ha mai pensato che magari lei reprimesse la sua vera natura? Insomma, tutto abbiamo una vocina che dentro che ci dice cosa fare o non fare. Magari, spenta quella, lei si comporta diversamente per questo-

Rimasi a lungo a pensarci anche dopo aver ringraziato e salutato Madama Chips. Avevo piena fiducia in lei e di sicuro non avevo nessun argomento per contestare quello che mi aveva detto. Eppure non mi sentivo convinta. Non ancora.

 

***

 

Remus

 

Era ormai notte. Arrivato alla Stamberga Strillante mi lasciai cadere per terra, preda dei dolori. Incredibile come anche il momento prima della trasformazione cambiava se c'erano i miei amici con me.

Il dolore forte era attutito dalle battute di quei tre pazzi e tornava solo nel momento della trasformazione, per poi sparire subito.

E invece ora ero di nuovo da solo con la luna. Io solo con lei mentre i miei amici erano chissà dove, forse avevano anche bisogno di me. E io invece dovevo stare rinchiuso per non uccidere nessuno. Gridai alla luna, arrabbiato, mentre iniziava la trasformazione. Preso dagli spasmi sentì appena il rombo di una moto in lontananza. Ma non me ne interessai, non fino a quando la trasformazione non finì. Allora mi ritrovai a sentire l'odore di carne umana. E dopo un ululato mi preparai a gettarmi sulla finestra per distruggerla in mille pezzi. Il lupo aveva preso completamente il sopravvento.

Poi però sentì un abbaiare familiare, che riuscì a farmi ragionare di nuovo. La mia mente di rischiarò e mi trovai a capire chi era quel sacco di pulci che faceva le feste, fuori. Qualcuno che mi stava dimostrando che non ero solo, che c'era sicuramente un cervo accanto a lui che voleva ribadire il concetto e che c'era sicuramente qualche sorpresa in vista. E io li aspettai, deciso a mordergli le chiappe per essere spariti per tutto questo tempo.

 

***

 

James

 

Tornammo al castello poco dopo l'alba, lasciando un Remus distrutto, ma contento e finalmente non preoccupato. Durante il nostro percorso osservai Sirius. Ancora non mi aveva detto cosa cavolo gli aveva detto Joy, ma avevo una idea di cosa potesse essere. E sapevo che lui non me lo avrebbe mai detto. Quindi, tornato in dormitorio, mi accinsi ad uscire invece di gettarmi come lui sul letto. Ma lui mi richiamò.

-Ramoso lascia perdere- disse soltanto. La sua voce mi apparve dura e decisa e io mi fermai, non voltandomi però.

-Cerco Lily per rassicurarla. Non ho intenzione di svegliare Joy a quest'ora- dissi soltanto. Visto che la stanza risuonò solo del russare di Peter presi la scopa e mi preparai a salire nel dormitorio delle ragazze.

Mi aspettavo che tutte dormissero, come giustamente dovevano fare tutte, e invece, scostando le tende del letto di Lily, la trovai a leggere con la luce della bacchetta. La guardai accigliata, notando una gran quantità di libri sul suo letto, tutti piuttosto consistenti, e le sue occhiaie mentre mi fissava. Anzi, mi trafiggeva con lo sguardo.

-Allora?- chiese.

-Shhhh- dissi salendo sul letto e chiudendomi la tenda dietro. Lei fece subito un incantesimo alle tende in modo che potessimo parlare senza disturbare ed essere ascoltati.

-Allora?- chiese di nuovo. Io tolsi di mezzo un po' di libri e mi sdraiai accanto a lei, guardandola.

-Sirius è vivo, sofferente, ma almeno non si è suicidato. Siamo arrivati giusto in tempo per stare con Rem- raccontai.

-Bene, lui sarà stato molto contento- disse lei riponendo i libri sul comodino accanto.

-Che leggevi?- domandai quando lei rimise la tenda apposto.

-Libri sul funzionamento del cervello. Sirius ti ha detto cosa... cosa le ha detto Joy?- chiese esitante.

-No. Ma penso di averlo intuito. Tu hai parlato con Joy? Cosa ha detto?- ero ansioso e preoccupato per il tono che stava usando. E la sua risposta certamente non mi fece fare i salti mortali dalla felicità.

 

***

 

Joy

Possibile che il mal di testa non mi abbandonava mai, dannazione? Mi svegliai già di cattivo umore e corsi in bagno sperando che non fosse occupato. Mi lavai il viso e poi mi guardai allo specchio. Quello che vidi non mi piacque. Avevo una faccia terribile, il mal di testa non mi aveva lasciata stare neanche un secondo quella notte, facendomi dormire malissimo. Almeno mi fosse tornato qualche ricordo dannazione. E invece niente. Sbuffai e mi sciolsi i capelli per pettinarli. Chissà perché non me li ero tagliati. Insomma, erano a dir poco lunghissimi. Da quanto tempo dovevo non averli tagliati per arrivare a una simile lunghezza?

Eppure li tenevo sempre legati a quanto sembrava in tutte le foto che avevo visto. E allora perché non me li ero semplicemente tagliati corti?

Guardai il mio riflesso incerta. Dovevo chiederlo a James. James... il mal di testa cesso all'improvviso e non capì come mai. Ma mi sentì bene, quindi finì di lavarmi e poi tornai in dormitorio con un bel sorriso.

Chissà se era tornato. Chissà dove si era cacciato, anzi. Non capivo perché era scomparso per una giornata intera senza dire niente. Avevo chiesto a Remus e lui mi aveva inventato una scusa ridicola dicendo che non stava tanto bene e che era in dormitorio. Ridicola perché io l'avevo cercato poco prima lì, scoprendo che non c'era.

Salutai Elen e Taira e poi mi voltai verso il letto di Lily, ancora con le tende chiuse. E mi colpì di nuovo il mal di testa. Dannazione, ma perché faceva così? Ecco perché dovevo starle lontana. Sia a lei che a Sirius. Loro aumentavano il mio malessere, loro mi facevano stare male. Loro dovevano uscire dalla mia vita.

Quel pensiero pieno di rabbia mi colpì dentro in modo strano. Non era un mio pensiero, o almeno l'avevo percepito come se fosse stato pronunciato da qualcun altro. Mi guardai intorno, ma era una mossa stupida. Chi volevo che ci fosse, un folletto sulla mia spalla che mi parlava? La mia testa era la mia testa nessuno ci poteva parlare dentro. Che cosa assurda. Uscì decisa a passare prima di tutto in infermeria per mettere fine a quell'odioso mal di testa. E con un po' di fortuna avrei incontrato James prima delle lezioni.

 

***

 

James

Mi svegliai di malavoglia ma sapendo che non potevo fare altrimenti. E trovai Lily già sveglia intenta a leggere.

-Ma quanto hai dormito, scusami?- domandai, visto che dal momento del tramonto della luna, quindi al mio arrivo, ad adesso erano passate pochissime ore.

-Ho dormito, non ti preoccupare. Nonostante il tuo russare. Hai preso freddo James per caso?- chiese lei, sdrammatizzando la situazione.

-Ehi, io non russo mai. E poi quel sacco di pulci del mio migliore amico mi ha tenuto al freddo per una notte intera, certo che ho preso freddo. Anche troppo. Che ore sono?-

-Le otto meno venti. Dobbiamo alzarci e andare velocemente a fare colazione se è questo che stai pensando-

-Hai davvero intenzione di andare a lezione? Non vuoi rimanere a dormire un altro po'?- domandai, cingendola con un braccio e avvicinandomi a lei.

-No. Già ieri sono stata con la testa così distante che non ho seguito quasi nessuna lezione, non voglio saltare anche oggi. Vieni a lezione con me, vero?- me lo stava chiedendo allo stesso tempo anche con i suoi bellissimi occhi, cosa che mi fece annuire, purtroppo per me. Lei mi sorrise dolce per poi baciarmi.

Risposi al bacio subito e con impeto, ma purtroppo lei si staccò poco dopo per sbirciare fuori dalle tende e poi spalancarle.

Sospirai a mi alzai anch'io, notando che Joy non c'era già più. Ora dovevo scegliere. Andavo da Sirius per vedere come se la cavava o chiarivo con Joy? Poi, pensando che conoscendo Sirius, che sicuramente avrebbe dormito ancora qualche ora, decisi di andare a cercare Joy. 

 

***

 

Joy

Ero da poco uscita dall'infermeria quando James mi raggiunse. Mi avvicinai sorridente a lui e notai invece che lui era molto serio. Ero partita con l'intenzione di abbracciarlo, ma mi bloccai e lo guardai preoccupata.

-Ciao James. Dove sei finito ieri?- chiesi lo stesso, cercando di sorridere.

-Ero in giro. Tu che mi racconti invece?- chiese con una strana espressione incrociando le braccia al petto.

-Niente...- dissi, non riuscendo a reggere il suo sguardo. Perché? Perché mi guardava in quel modo? E perché mi sentivo come se... come se fossi martellata dal senso di colpa?

Mi veniva addirittura da piangere.

-Niente? Sicura?- insistette lui. E io, senza capire ancora il perché, scoppiai a piangere. L'abbracciai con forza stringendomi alla sua vita, piangendo disperata.

 

***

 

Ciaoooo!!! Sono tornata!!! chiedo perdono per il ritardo ma la libertà ritrovata è bellissima!!! E l'ispirazione ha fatto un po' la dispettosa. Anzi, più che dispettosa visto che è venuta e se né andata velocemente. Non riuscivo a terminare il capitolo... poi ho deciso di tagliarlo, sperando che magari le vostre recensioni poi mi facciano scattare qualcosa per scrivere della conversazione tra James e Joy!!!! e di tutto il macello che ci sarà dopo...

Ringrazio davvero tutte le magnifiche persone che hanno letto lo scorso capitolo!!! grazie!!!

grazie specialmente a chi ha recensito ma a voi vi ringrazierò personalmente!;)

cosa ne pensate di questo capitolo? È successo troppo poco? È troppo corto? Volete uccidermi? Fatemi sapere!!!!! un bacione alla prossima, che spero sarà molto presto|=)

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Capitolo 50
*** Quarantanovesimo capitolo: Le cose migliorano? beh.. chi lo sa... ***


CAPITOLO 49: 

Le cose migliorano? beh.. chi lo sa...

 

James

La strinsi forte a me, anche se avrei voluto gridarle tante cose. Non sopportavo vederla piangere, non sopportavo neanche l'idea che stesse soffrendo. Ma in un certo senso ero anche rincuorato.

Se piangeva voleva dire che qualcosa di lei c'era, si era resa conto che quello che aveva fatto era sbagliato.

Scossa dai singhiozzi prese a balbettare qualcosa contro il mio maglione, ma io le accarezzai i capelli rassicurante mentre la guidavo in un'aula vuota, lontano da orecchie indiscrete.

-Non ti preoccupare. Piangi quanto vuoi, poi parliamo- sussurrai. Lei si strinse ancora di più e io aspettai. Aspettai fino a quando anche l'ultimo singhiozzo si spense. Quando si staccò da me aveva gli occhi gonfi e rossi e cercava di cacciare via le ultime lacrime che ancora sfuggivano.

La guardai, aspettando che fosse lei a iniziare il discorso.

-Mi sento strana.. così tanto confusa James... non riesco quasi più a capire cosa faccio o non faccio. Non ricordo niente, niente di niente. Come ti sentiresti tu se fossi catapultato in una vita che non senti tua? In un posto dove tutti ti conoscono e tu però non ti ci ritrovi?- mi chiese, disperata.

-Deve essere terribile, hai ragione! Ma ci siamo noi. Noi siamo qui per aiutarti. E poi hai ricordato la cicatrice l'altra volta. Vedrai che tra poco ricorderai tutto!- la incoraggiai.

-Tu non c'eri ieri...- disse con rammarico, guardando a terra.

Mi accigliai, mentre la rabbia ribolliva.

-Sì, ero con il mio migliore amico distrutto per colpa tua...- lo sforzo di trattenere la rabbia pensando a come avevo trovato Sirius mi impedì di continuare la frase. Strizzai gli occhi e serrai la mascella, tentando di ritrovare la calma. E intanto lei mi abbracciò, nascondendo di nuovo il viso nel maglione.

-Non c'è la faccio. Lo so che lo amavo, me lo hai detto tu e tutti gli altri.. ma non... non lo amo più, ok? Quando sto con lui mi viene mal di testa, provo una sorta di repulsione per lui non riesco a stargli vicina o a pensarci. Non so perché...- disse lei, sorprendendomi. Perché provavo tutto questo?

-Hai parlato con Madama Chips di questo? Le hai chiesto se è normale?- chiesi. Annuì.

-Dice che recuperare la memoria può essere facile e alcune volte difficile e sembra che per me sarà l'ultima. Forse il mal di testa è dovuto a ricordi che cercano di tornare, ma che non ci riescono. E la repulsione è solo una risposta del corpo al non voler provare dolore, che quindi mi allontana... Ogni due giorni prendo una pozione che dovrebbe migliorare le cose- mi spiegò.

Ci riflettei su, mentre la guardavo. Joy non stava bene. Era sciupata, il sorriso era inesistente e i capelli tenuti sciolti le davano un'aria diversa, più stanca.

-Ti rendi conto, vero, che gli hai fatto del male dicendogli quelle cose?- dissi, senza bisogno ovviamente di specificare a chi mi riferissi.

Lei annuì, incrociando le braccia e stringendole come se cercasse un appiglio per essere più forte. Gli presi le mani tra le mie, sciogliendo l'intreccio e cercando il suo sguardo.

-Lo so che sembro un padre che fa la ramanzina, ma non farlo più. Se vuoi che io non sia arrabbiato con te e che resti il tuo migliore amico non fare soffrire le persone a cui voglio bene- lessi nei suoi occhi le sue scuse e proseguì.

-E questo ci porta anche al secondo punto. Anche con Lily senti le stesse cose?- chiesi. Lei abbassò lo sguardo e si accigliò.

-No. A Lily la odio- disse con un tono di voce strano, quasi non avesse parlato davvero lei.

-E perché?- chiesi incredulo, allentando la presa sulle sue mani.

-Perché se non ci fosse lei capiresti che io ti amo!- mi disse, stringendomi forte le mani. Strabuzzai gli occhi e la guardai senza parole. E poi scoppiai a ridere.

 

***

 

Joy

Era piegato in due dal ridere. Assurdo, incredibile, impensabile. Quale cavolo di persona muore dal ridere quando gli confessi il tuo amore per lui. Rimasi un attimo incerta di fronte a ciò che provavo. La logica mi diceva che dovevo sentirmi offesa, risentita, mi sarei dovuta infuriare. Ma invece avevo voglia di unirmi alla sua risata. Però c'era qualcosa che mi bloccava. Una parte di me mi ripeteva che dovevo arrabbiarmi, sembrare almeno offesa. E che dovevo dimostrargli che lo amavo davvero.

Bacialo così capirà. Disse una voce dentro di me. Mi avvicinai a lui, che si stava riprendendo mentre si asciugava addirittura una lacrima uscita per le troppe risate.

-Sai, era da un po' che non mi divertivo così tanto. Grazie, mi ci voleva proprio una bella risata- mi disse sorridendo e trovandomi più vicino di quanto pensasse. E prima di poter dire qualcos'altro, lo baciai. Posi le mie labbra sulle sue e inizia a baciargliele, piano, ma lui divenne un ghiacciolo. Rimase immobile, come paralizzato e si mosse solo per scostarmi subito da lui, prendendomi per le spalle.

Mi guardò accigliato e dannatamente serio.

-Joy tu non mi ami- mi disse.

-Sì, invece-

-No-

-Sì-

-Nooo-

-Sìììì-

-No. Tu non ami me, ami Sirius- ribatté lui con convinzione.

-No che non lo amo- ribattei io.

-Sì, invece-

-No, invece-

-Sì-

-No-

-Ho detto di sì-

-E io ho detto di no. Mi sembra che dovrei essere io a sapere cosa provo o no, sbaglio?- chiesi esasperata.

-Tu non capisci. Sei soltanto confusa, è questa la spiegazione. Tu non puoi amarmi. Mi vuoi bene, sono il tuo migliore amico, tuo fratello. Ma non mi ami- disse, scuotendo il capo. Mi scrollai le sue mani dalle spalle e lo guardai seccata.

-Questo lo dici tu- dissi, con tono di sfida.

-No, questa è la pura e semplice realtà e te lo posso anche dimostrare benissimo. Cosa hai provato quando mi baciavi?- mi chiese.

Esitai un attimo mentre la voce nella mia testa mi dava la risposta.

-Non hai risposto e mi hai scansato subito, cosa avrei potuto provare?- rispose seccata. Lui sorrise e mi puntò il dito addosso.

-Esattamente niente, ed è perché non mi ami. Se mi avessi amato avresti provato gioia mentre le nostre labbra si toccavano e saresti stata distrutta dal fatto che non ho risposto. Dovresti essere in lacrime oppure incavolata nera con me. E non lo sei Joy. Capito? Tu mi vuoi bene. Per qualche strano e assurdo caso ti ricordi di me e non provi dolore quando stai con me, ma non per questo mi ami. Semplicemente ti senti libera di tornare a essere te stessa con me. Quindi mi senti più vicino. Ma non mi ami- finì soddisfatto, forse perché aveva letto nei miei occhi che avevo capito cosa volesse dire. E mi sembrava totalmente logico. E allora perché una voce dentro di me continuava a dirmi che non era vero e che lo amavo?

 

***

 

James

 

-Sono confusa- ammise. Sospirai e guardai l'ora. Lily mi stava probabilmente aspettando davanti alla porta di Trasfigurazione per la lezione.

-Non possiamo risolvere tutto ora. L'importante è che abbiamo chiarito questo punto. Sono sicuro che presto ricorderai tutto e tornerà tutto normale, ma ora concentriamoci su un'ultima cosa. Hai insultato Lily solo perché pensavi di essere gelosa di lei o per qualche altro motivo?- chiesi.

-Mi dispiace... non lo pensavo davvero... mi è uscito fuori così, come se non fossi stata io a pronunciarlo...-rivelò incerta. L'abbracciai per poi prenderla a scombinarle i capelli.

-Va bene pazza, ora andiamo a lezione. Ma fammi sapere quando quella brutta voce compare ok, che ti faccio rinsavire io!- scherzai. Le si liberò ridendo e uscimmo insieme dall'aula, sorridendo.

 

***

 

Luana

Non era andata come speravo. Ma avevo fatto qualche foto interessante, forse potevano servirmi in caso.

Li guardai scomparire dal corridoio e mi ritrovai a pensare che il mio piano mi si stava ritorcendo contro. James aveva più influenza di quanto potessi immaginare su Joy. E non era purtroppo uno che si approfittava delle situazioni… Dovevo fare qualcosa prima che la situazione mi sfuggisse dalle mani.

Sì, avrei trovato qualcosa da fare...

 

***

 

Lily

Arrivarono quando eravamo appena tutti entrati in classe.

James si sedette subito accanto a me e Joy dietro, accanto a Peter. Risposi con un sorriso incerto all'occhiolino che mi fece James. Ero preoccupata e avevo tirato un sospiro di sollievo quando l'avevo visto sedersi accanto a me. So che non ha senso, so benissimo che quello che sta succedendo a Joy sarà un effetto della botta e basta, ma comunque avevo il timore assurdo che anche James mi voltasse le spalle, che anche lui si mostrasse freddo o che mi odiasse.

James ormai era diventato una certezza per me, non sarei sopravvissuta senza lui. No, non ci sarei riuscita.

 

***

 

Sirius

Mi spiegate perché quando hai una montagna di cose da fare si potrebbe passare tutta la vita dormendo, mentre quando uno non vuole fare nient'altro che cadere nelle braccia di Morfeo per non pensare a niente, non riesce a dormire?

Chiunque sa chi è il responsabile di questo me lo dica, così vado a investirlo personalmente. Mio malgrado i lati della bocca si incurvarono verso su.

Ora potevo investirlo, avevo una moto. La più bella e potente moto del mondo.

Aprì gli occhi e mi trovai un foglio sulla faccia. Ecco cos’era quella cosa che mi infastidiva, non erano soltanto i miei capelli. Mi alzai e gli diedi un'occhiata.

 

Ben svegliato Felpato!

Pensavo dormissi fino a domani mattina! Fatti sogni d'oro? Hai volato con la tua moto nei tuoi sogni, di la verità!?! Bravo, bravoooo!!!

Io vado a lezione, purtroppo, ma chiama quando ti svegli così posso scappare!;)

Il tuo amato,

unico,

mitico,

irripetibile,

meraviglioso,

straordinario,

re di tutto il mondo: Ramoso!!!

XD

 

Che sciroccato. Scostai le tende e mi ritrovai nel dormitorio vuoto. Avevo addosso una sensazione stranissima, come se il giorno prima fosse stato solo un sogno. Un incubo anzi, iniziato precisamente dopo che Joy... mi misi le mani tra i capelli e tentai di ritrovare un po' di lucidità nel dolore. Non dovevo pensare a lei. No, non era il modo giusto.

Era assurdo che Sirius Black stesse male per amore!

Dovevo reagire dannazione e avevo anche idea di come fare. Andai in bagno e dopo una bella doccia rinfrescante mi vestì non dando troppa attenzione a cosa indossare. E poi presi lo specchio gemello.

-James? Ramoso?- lo chiamai.

Rispose quasi subito.

-Buongiorno. Non gridare, il prof potrebbe sentirti- disse lui. Non riuscivo a vederlo, probabilmente l'aveva nascosto nella manica del maglione.

-Ok- dissi soltanto, bloccandomi. L'avevo chiamato per dirgli cosa? Non lo sapevo esattamente.

-Andiamo a trovare Remus e poi andiamo dalla tua amata moto? Sbaglio o dobbiamo modificarla un po'?- mi disse lui con voce divertita.

Ghignai, pensando che era esattamente per questo che James era più che un fratello per me. Sapeva leggermi dentro persino senza guardarmi.

-Ti aspetto in infermeria. Non tardare- dissi poco prima di infilare lo specchio in tasca.

Arrivai in infermeria stando attento a non incontrare professori, essendo ora di lezione ed essendo scomparso già tutto ieri.

Sbuffai pensando che probabilmente la McGranitt mi sarebbe venuta a trovare pomeriggio per vedere se ero davvero malato o qualsiasi altra cosa si erano inventati per giustificare la mia assenza.

Ma ci avrei pensato dopo. Sbirciai in infermeria prima di entrare, non vedendo nessuno. Entrai e individuai quasi subito Remus. Stava dormendo. Sbuffai andando a sedermi sul letto accanto al suo. Possibile che dovesse dormire sempre? Perché lui riusciva a dormire e io no?

Eppure anch’io ero altrettanto stanco, non dormivo bene da giorni…

Mi guardai intorno, chiedendomi dove fosse Madama Chips e quando vidi la porta aprirsi diedi per scontato che fosse lei. Invece mi trovai davanti Luana. Mi ero quasi dimenticato che ci fosse. Tornai a guardare Remus, pensando che forse mi conveniva punzecchiarlo un po' per svegliarlo.

-Sirius cosa ci fai qui?- chiese Luana, avvicinandosi.

-Sono venuto a trovare il mio amico, no?- risposi ostile per una domanda così ovvia, e toccando il braccio di Remus e sperando che si svegliasse.

-Capito.. come vanno le cose Sirius? Come stai oggi?- chiese, cercando il mio sguardo e non trovandolo mi posò una mano sulla spalla. Decisione sbagliata.

Mi alzai dalla sedia decisamente infastidito, scostandola. Non mi piaceva essere toccato, non da lei. Non più almeno.

-Va tutto a meraviglia!- sputai fuori, voltandole la schiena.

-Non sembra per niente. Lo sai che puoi parlarne con me, vero? Così come hai fatto la scorsa sera! Io sono tua amica!- mi disse con dolcezza. Mi voltai a guardarla e notai che i suoi occhi sembravano sinceri.

In effetti quella sera che avevo passato con lei era stata davvero un'amica. Avevamo parlato, mi aveva confortato e aveva bevuto tanto anche lei con me. Peccato che avesse cercato di baciarmi. In quel momento ero fuggito, il mio cuore era solo di Joy. Ma ora??? Lei non mi voleva più. Lei non mi amava più...

Sentì la sua mano sulla mia spalla e questa volta non mi scostai, non ne avevo la forza...

-Come ti ha ridotto l'amore? E pensare che anni fa ci ridevamo su. Ti ricordi? “L'amore non è nei geni dei Black. Ed è meglio, così non mi vedrai mai star male per amore”. Sembra ironico, non pensi?- mi chiese, sorridendo triste. La guardai accigliato, rimanendo fermo mentre mi accarezzava una guancia con fare comprensivo.

-Lo sai che anche io ho fatto il tuo stesso errore, quindi non ti biasimo. Ma sappi che anche se Joy è diventata tanto pazza da non amarti più io continuo ad amarti comunque. Da sempre e probabilmente per sempre- la vidi avvicinarsi e sapevo benissimo cosa stava per fare. Ma a differenza dell'ultima volta non mi mossi per spostarmi. Non scappai.

Perché il mio cuore disperato sembrava cercare amore e lei me lo stava promettendo.

 

***

 

James

Arrivai in infermeria poco dopo, sperando di trovare Remus sveglio. Magari stava chiacchierando con Sirius. Lui ci avrebbe potuto aiutare molto nell'impresa che voleva fare Sirius, cioè far volare la sua moto. Io non avevo la minima idea neanche da dove cominciare e sapevo che neanche Sirius era messo molto meglio di me. Poco prima di aprire la porta dell'infermeria lanciai uno sguardo al cielo dalla finestra più vicina. Incredibile quanto mi facessi schifo da solo, ma come capitano della squadra di Grifondoro ero davvero troppo distratto. Dovevo organizzare al più presto sessioni di allenamenti quotidiani, altrimenti non avremmo mai vinto il campionato.

Varcai la soglia dell'infermeria ancora distratto e non capì subito la scena che mi si parò di fronte. Sirius e Luana si stavano baciando, in piedi vicino al letto dove giaceva addormentato Remus.

Rimasi sconvolto per alcuni secondi perché perfino il mio cervello era rimasto basito dalla sorpresa.

Poi chiusi la bocca che prima era aperta e mi schiarì la voce. Ma non servì, quei due si stavano divorando e non mi sentivano.

-Sirius- lo chiamai.

Lui si staccò, ma non vidi il suo sguardo perché era rivolto verso lei. Ma vidi il sorriso che le stava facendo lei. Un sorriso che non prometteva niente di buono.

-James, anche tu qui per trovare Remus?- chiese lei dandomi attenzione e allontanandosi da Sirius, che rimase fermo dove l'aveva lasciato.

-Sì... sta dormendo della grossa, vero?- domandai anche se non ero al momento interessato dalla cosa. Infatti mi stavo avvicinando a Sirius.

-Già! Deve essersi stancato tantissimo stanotte- rispose lei.

Cercai lo sguardo di Sirius e lo trovai. Aveva in faccia quella sua maschera d'indifferenza solita.

-Andiamo- disse con voce perentoria, prima di voltarsi e camminare verso la porta. Lanciai un'occhiata a Remus, profondamente addormentato. E poi lo seguì.

 

***

 

Sirius

-Sì può sapere cosa t'è preso?- chiese James mentre marciavamo nel corridoio deserto.

-Niente- sbottai.

-Non mi sembrava proprio Felpato. Tu ami Joy, se non te lo ricordi- mi disse arrabbiato lui, seguendomi.

-Sì, e guarda come mi sono ridotto!- ribattei velenoso, accelerando il passo.

-È un momento difficile, sono d'accordo. Ma amare non è solo una cosa negativa. Vedrai che Joy ricorderà presto tutto- mi disse e io sbottai, voltandomi verso di lui arrabbiato.

-Sì, certo. Non me lo avevi già detto l'altra volta? E poi cos'è successo? Mi ha solo gridato in faccia che la disgusto e che non mi può vedere. Bene, sai cosa ti dico? Che io non amo più Joy. Non amerò mai più nessuno! Sirius Black da questo momento ha smesso di soffrire per gli altri!-

 

***

 

James

-Lo sai che farei di tutto per non farti soffrire, vero?- dissi, guardandolo negli occhi e cercando di fargli capire che stavo soffrendo per lui, che se avessi potuto avrei preso il suo dolore e l'avrei affrontato io al suo posto. E lui capì, perché sospirò, allentando la rabbia.

-E allora non farmi soffrire. Non voglio più saperne né di amore, né di Joy, né di nient'altro. Andiamo alla moto, va bene?- chiese disperato.

Avrei potuto ribattere. Gli avrei potuto dire che non era la scelta giusta e tentare di spiegare i mille perché.

Ma come potevo farlo davvero? Non stava facendo altro che chiedere una tregua dal dolore e io non potevo non concedergliela.

Quando sarebbe stata l'ora di affrontare di nuovo tutto io ci sarei stato.

 

***

 

Joy

James era andato di nuovo e io mi sentivo ancora confusa. Guardai verso Lily, seduta proprio di fronte a me e mi stupì non sentendo mal di testa. Forse confidarmi con James era servito. Forse sarei riuscita a ricordare anche lei. Forse.. sorrisi.

Sì, non dovevo sconfortarmi. C'è l'avrei fatta! Alla fine della lezione Elen venne verso di me e mi chiese come mai non mi ero seduta con lei.

-Scusami, ho seguito James e non ti ho notata- dissi.

-Tutto bene? Cosa voleva James da te?- domandò con tono altezzoso.

-Niente di particolare. Siamo amici, no? È normale fermarsi a parlare con gli amici- dissi alzandomi e avviandomi verso l'altra lezione.

-Mhmm.. pensavo avessi mollato quei tipi- mi fece notare.

-No. Sono miei amici. E a proposito scusami- dissi, superandola e iniziando a correre per raggiungere Lily. La testa mi iniziò a dar fastidio, ma arrivai da lei e riuscì a fermarla prima che entrasse in classe.

-Scusami Lily. Sono stata una stupida!- mi scusai quando incontrai i suoi occhi. Lei mi guardò stupita e poi sorrise.

-Beh, è una cosa normale. Tutti ci comportiamo da stupidi a volte!- mi disse lei rincuorante.

Sorrisi in risposta, trovando una bella sensazione dentro. Come se il fatto che mi avesse perdonato e non se la fosse presa fosse davvero una cosa importante per me. Eppure fino a quel momento non mi ero resa conto di soffrire per questo.

La dovresti odiare!!!!

Mi disse la voce nella mia testa. Ma non fu difficile ignorarla. Anzi, mi venne del tutto spontanea, come sedermi accanto a lei a lezione e tentare di capire cosa stesse spiegando il professore.

 

***

 

James

-Su dai, torniamo a scuola a mangiare qualcosa. E poi andiamo a lezione, altrimenti la McGranitt ti cercherà e ci ucciderà a tutti e due- dissi, alzandomi. Avevamo trasportato la moto fino alla foresta proibita, in un punto non così vicino al limitare da essere trovata facilmente, ma neanche troppo dentro dove gli animali potevano trovarla. E un posto dove non dava fastidio ai Centauri, non era una buona idea metterseli contro!

Poi avevamo provato ad incantarla in vari modi, non riuscendoci, però. La moto non si era staccata da terra.

-Ok- disse lui, ma riluttante.

Ci avviammo in silenzio verso Hogwarts e arrivati in sala Grande incontrammo la McGranitt che trafisse con lo sguardo Sirius.

-Black, come sta? Si è ripreso dal suo strano malessere che vi ha trattenuto dal venire a ben due mie lezioni?- chiese, inarcando le sopracciglia con fare severo.

-Non ha idea di quanto sono stato male il doppio perché avevo perso le sue lezioni. Non si preoccupi prof, ora sono in ottima forma e non mancherò più. Lo so che lei adora avermi in classe, altrimenti non ci si diverte!- scherzò lui, spavaldo. La McGranitt lo sgridò con lo sguardo prima di andarsene e noi ci sedemmo vicino a Remus.

Aveva alla sua destra Lily e alla sua sinistra Joy. Spontaneamente stavo per sedermi di fronte a Lily per poi ricordarmi che Sirius mi stava seguendo. Mi bastò un breve sguardo per convincermi a sedermi accanto a Lily e Sirius si mise subito di fianco a me, più lontano possibile quindi da Joy.

-Rem, sei risuscitato!- dissi con un sorriso, cercando di distogliere l'attenzione dalla mia esitazione. Lui mi guardò con volto stanco, ma sorridente.

-Già. Sono riuscito a convincere Madama Chips a lasciarmi uscire. Dopo aver dormito tutta la mattina mi sento più che bene!-

-Allora pomeriggio andremo tutti a lezione, che bellezza! I professori saranno contentissimi di averci tutti all'appello!- notai, iniziando a servirmi.

-Già! Probabilmente salteranno di gioia- fu il commento di Lily. La guardai accigliato, nonostante sapessi perché suonava così sarcastica.

-Cosa stai cercando di dirmi? Che i prof ci odiano e non ci sopportano, forse?- chiesi con voce finta-offesa.

-Noooo. Diciamo che le lezioni quando siete tutti in classe in genere sono quanto meno più.. movimentate- ribatté lei divertita.

-Certamente, mica siamo gente da mortorio. A proposito gente, dopo le lezioni dobbiamo fare per forza un allenamento di Quidditch!- dissi lanciando un'occhiata a Sirius che annuì, mentre giocava con il mangiare che aveva nel piatto e poi cercai lo sguardo di Joy.

-Quidditch? Che cos'è il Quidditch?- chiese lei e io rischiai di affogarmi con l'acqua che stavo bevendo. Lily mi batté varie volte la mano aperta sulla schiena per aiutarmi a respirare.

-Come che cos'è il Quidditch? Come hai potuto dimenticarlo???- domandai sconvolto e tutto gocciolante d'acqua.

-Forse è dovuto al fatto che ho perso la memoria, no?- chiese lei con ironia.

-Beh, non puoi dimenticarti del Quidditch. Tu sei una insostituibile cacciatrice, la squadra di Grifondoro non si può permettere di perderti. Quindi pomeriggio, appena finiamo le lezioni, sali sulla scopa immediatamente! E non voglio storie!- ordinai.

 

 

***

 

Luana

Lo aspettavo. Sapevo che sarebbe venuto prima o poi e il mio piano era aspettarlo. Ma non ci riuscivo, fremevo all'idea che James potesse fargli cambiare idea. Quel ragazzo aveva troppo controllo su Sirius. E anche su Joy. Oggi Joy non era venuta per la pozione, eppure avevo aumentato la dose in modo che venisse ogni giorno, puntuale. No, aveva decisamente troppa influenza su di loro. Ma cosa potevo fare per cambiare le cose? Insomma, di sicuro non potevo ucciderlo. No, troppe complicazioni. Ma dovevo inventarmi qualcosa al più presto. Magari... non riuscì a finire di rifletterci su perché Madama Chips emerse dal suo studio con aria preoccupata e una lettera in mano.

-Scusami Luana, ma devo correre a casa. Mia madre sta di nuovo male e chiede di me- disse lei con fare disperato. Mi misi in volto il mio miglior sorriso e fui subito pronta per rassicurarla.

-Non si preoccupi. Mi ha assunto proprio perché sapeva che avrebbe dovuto fare avanti e indietro, per me non è un problema. Tra l'altro oggi sembra che stiano tutti bene, sarà un pomeriggio assolutamente piatto, quindi vada tranquilla e non di strapazzi troppo-

-Grazie! A dopo!- e presa la sua borsa si incamminò verso l'uscita. Appena la porta si chiuse il sorriso scomparve. James... cosa potevo fare?

 

***

 

Joy

Ero nervosa. Mezz'ora e sarebbero finite le lezioni e mi sarei dovuta cimentare in un allenamento di Quidditch. James sembrava sicuro che appena salita sulla scopa avrei ricordato come si volava. Ma io non ne ero così tanto sicura. Temevo di ammazzarmi.

Del resto non era cominciato tutto proprio perché stavo giocando a Quidditch? E se avessi ricevuto un'altra botta? Forse mi sarebbe passato tutto, ma potevo benissimo lasciare definitamente le penne.

E oltre al nervosismo mi era tornato il mal di testa.

Ero uscita dalla classe proprio con la scusa di andare in infermeria. Ma non ne ero più tanto convinta.

Ero arrivata fino al quarto piano addirittura, ma mi ero come bloccata nel corridoio. Il mal di testa non era poi così forte. Era molto di più il nervosismo, quello era da tenere sotto controllo.

Avevo appena deciso di non andare da Luana quando me la trovai davanti.

-Ciao Joy. Come ti senti oggi?- domandò sorridente.

-Bene, grazie!- risposi, cercando di sorridere. Non so il perché, ma era cambiato qualcosa. Sì, c'era qualcosa che me la faceva vedere sotto una luce diversa.

-Non dovresti essere a lezione?- domandò incuriosita.

-Sono uscita poco prima per andare in bagno. Tra poco ho un allenamento di Quidditch, sai, pensavo sarebbe stato meglio andarci prima visto che a quanto ho capito James ci terrà sulle scope per un bel po’- improvvisai sul momento. Lei mi guardò accigliata.

-Stai andando a giocare a Quidditch?-

 

***

 

Luana

Stava andando a giocare a Quidditch. Ma io le avevo istallato la paura per quello sport. Cavolo, non era più sotto il mio controllo. Probabilmente se fosse salita sulla scopa avrebbe ricordato tutto e Sirius si sarebbe reso conto che l'amava ancora. Agì d'istinto, senza pensare, senza controllare neanche che non ci fosse nessuno nel corridoio. Impugnai la bacchetta e la schiantai.

Non se lo aspettava proprio e infatti la colpì senza problemi. Poi mi guardai intorno, spaventata. Per fortuna il corridoio era deserto. La portai in infermeria più velocemente possibile, facendola librare nell'aria e la feci stendere su un lettino. Poi la coprì alla vista con varie tende e tentai di capire cosa potevo fare ora.

Mi rimaneva l'unica soluzione estrema. Mi alzai e rovistai nella mia borsa. L'avevo già fatto una volta ed ero stata una Madama Chips perfetta. Ero riuscita ad imbrogliare Lily che era una meraviglia. Sarei riuscita ad imbrogliare James e specialmente Sirius? Non lo sapevo, ma non rimaneva che provare, pensai mentre staccavo un capello a Joy!

 

 

***

 

Cosa combinerà Luana? Come andrà a finire questa storia? Non lo so neanche io quindi figuratevi voi!!!XD

allora ragazze, chiedo enormemente scusa per la mia scomparsa. Ma l'università è ingestibile e anche la mole di lavoro. Tra l'altro oggi ho avuto l'ennesima batosta che mi fa seriamente pensare che forse dovrei abbandonare l'idea dell'università... ma non c'è lavoro in giro.. uffa.. che brutta cosa... meglio non pensarci! Ritorniamo nel mondo dei Malandrini, molto più bello del nostro!!!!

Allora, penso di essere tornata. Ho un esame il 22 e uno il 29 e quindi dovrò continuare a studiare ma cercherò di scrivere più che posso.

Voi continuerete a seguirmi? Ringrazio enormemente le magnifiche e straordinarie persone che mi continuano a leggere la mia storia, a seguirla, preferirla e ricordarla. Ringrazio le nuove arrivate e i miei vecchi lettori! Vi voglio un mondo di bene!!!! e grazie per le recensioni che ho ricevuto. Non avete idea di quanto vorrei rispondervi subito tutte per potervi ringraziare di persona ma purtroppo ho grossi problemi con la connessione quindi vi ringrazierò a breve ma non subito!!!

alla prossima che prometto arriverà presto!!!

Spero in qualche commento!;)

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Capitolo 51
*** Cinquantesimo capitolo: Bye bye Luana (più o meno...) ***


CAPITOLO 50: 

Bye bye Luana (più o meno...)

 

Lily

Rimanere in silenzio e non intervenire era stata una cosa terribile, avevo dovuto lottare contro ogni fibra del mio corpo. Avrei voluto saltare fuori e lanciare tutti i mille incantesimi che conoscevo contro di lei, ma ero riuscita a fermarmi. E a usare il mantello di James che gli avevo chiesto perché dovevo fare un'indagine.

Volevo spiare Luana, ecco la verità. E ora l'avevo trovata addirittura che aveva schiantato Joy. No, i miei sospetti erano giusti, e fra poco avrei saputo tutto. Piano e con attenzione la seguì, la bacchetta tra le mani in caso avessi dovuto fermarla.

Dopo che ebbe adagiato Joy su uno dei letti la vidi rovistare nella sua borsa per tirare fuori una fiala di pozione. E la riconobbi subito. Capì anche cosa volesse fare e stavo per intervenire, quando lei iniziò a parlare.

-L'hai voluto tu. Io avevo raggiunto il mio obiettivo. Sirius era tornato da me, lo stavo per fare di nuovo mio. Sei stata tu a spezzare il mio incantesimo. Tu grazie a quel cavolo di James. Ma adesso mi rifaccio, non ti preoccupare! Per te ho una pozione così potente che se mai riuscirai a trovare l'antidoto distruggerai per sempre la tua memoria. Mentre per lui ho in mente un paio di altre cose. Per esempio metterlo contro Sirius. Non si distruggono i piani di Luana, è una lezione che deve imparare- ma il rumore della campanella la fece trasalire e fermò il suo monologo. Prese varie fiale dalla borsa e le unì in una ciotola sul comodino accanto a Joy. Poi si tappò il naso e aggiunse una foglia di ortica. Mi tappai subito il naso anch'io mentre dalla ciotola iniziava a uscire un fumo denso, color rubino.

-Buon riposo Joy. Goditi questa bella camera a gas- e detto questo uscì, probabilmente sigillando la porta.

Mi tolsi subito il mantello e corsi alla ciotola. Tentai di evanescere la pozione, ma non ci riuscì.

Spalancai le finestre e mi misi a frugare tra le bottigliette, facendone cadere un paio a terra per la fretta, alla ricerca di qualcosa che mi aiutasse.

Per fortuna trovai quello che cercavo, una foglia di una pianta che veniva usata per la pozione per donare un sonno senza sogni. E aveva anche un'importante potere: bloccava istantaneamente la combustione spontanea di certe pozioni, come questa. Infatti appena la gettai dentro la pozione quella smise di emettere il fumo.

Quanto ne aveva potuto inalare? Non molto, giusto? E se quel poco le avesse fatto effetto.

-Inerva. Joy, Joy svegliati- le dissi puntando la bacchetta contro di lei e facendola rinvenire.

Lei si svegliò con l'aria scombussolata, strizzando gli occhi.

-Cosa... cosa è successo Lily? Che ci facciamo in infermeria?- chiese confusa.

-Qual è l'ultima cosa che ricordi?- chiesi preoccupata.

Lei si accigliò.

-Ero.. dovevo andare all'allenamento di Quidditch, ma... - spalancò gli occhi e si sedette di scatto.

-Ma Luana mi ha schiantato! Ma perché? Cosa cavolo le è preso? Cosa è successo?- chiese preoccupata.

Io sorrisi, per fortuna la pozione non aveva avuto il tempo di fare effetto. Del resto era pur sempre una grande stanza e si era dispersa maggiormente quando avevo aperto le finestre.

-Ti spiegherò tutto dopo. Ora dobbiamo andare, vieni con me- dissi, puntando la bacchetta sulla porta senza nessun risultato. Ma sapevo io come tirarmi fuori da questa situazione, pensai mentre facevo esplodere la parete intorno. Uscimmo in mezzo alle macerie e vidi parecchi ragazzi del primo anno che ci guardavano sconvolti.

-Va tutti bene, non vi preoccupate. Sono un Caposcuola. Andate alla vostra prossima lezione, su, è tutto tranquillo- li tranquillizzai. Poi iniziai a correre.

-Lily mi puoi spiegare dove stiamo correndo?- chiese Joy seguendomi.

-Luana ha preso il tuo posto e ora è andata al campo da Quidditch a combinare chissà che cosa con Sirius e James. Dobbiamo fermarla e portarla dal preside- le spiegai senza fermarmi. Dovevamo essere veloci.

 

***

 

Sirius

 

Lanciai la pluffa in aria, nervoso. Mi infastidiva l'ottimismo di James. Eccolo lì a parlare con Remus, seduto in prima fila con un librone in mano, mentre parlava di quanto fosse sicuro che Joy si sarebbe ricordata come si vola. Io sapevo che ormai quella non era Joy. No, avevo abbandonato l'idea di vederla tornare se stessa, di voltarmi e trovarla così com'era prima: la donna che amavo. E fu come una conferma vederla arrivare, esitante e con gli occhi che le brillavano in strano modo.

-Bene Joy. Ho detto agli altri di venire un po' più tardi perché prima volevo essere sicuro che tu ricordassi come si sta su una scopa. Ma dov'è la tua? Non l'hai presa?- chiese James quando arrivò vicino a noi.

Lei scosse il capo.

-No James. Non voglio provare a risalire sulla scopa- James la fissò accigliato.

-Devi provarci! Lo so che può sembrare pericoloso o preoccupante, ma ci siamo noi qui a posta!- la rassicurò lui, sorridente. Lei si allontanò da lui con un certo panico nel volto.

-Non ci salgo, non ci salirò. Tu non capisci, mi sento male alla sola idea. Non posso farlo-

-Saliamoci insieme. Ti terrò io, non ti preoccupare. Devi affrontare questo blocco, ti aiuterà sicuramente, ne sono certo- insistette lui.

-Vuoi smetterla? No, non è vero! Non mi aiuterà. Starò ancora più male e se fossi mio amico lo sapresti!

Come fai a sapere che andrà tutto bene, come fai a conformarmelo? Non puoi, e anche se eri con me quel giorno della partita mi sembra che non mi hai aiutato comunque. Tu non sei mio amico, non lo sei! Tu sei uno schifo di amico!- gridò lei, arrabbiata.

Guardai James sconvolto. Non le stava rispondendo. Stava li ad essere preso a pesci in faccia e non la fermava. Smisi di ascoltarla perché ormai tutto quello che diceva erano solo stronzate e guardai James.

Deciso scesi dalla scopa e andai contro Joy, mettendomi tra lei e James.

-Come fai a dire una serie di stronzate tutte in una volta? James è la migliore persona che esiste al mondo e tu non hai il diritto di dirgli queste cose visto che ti voleva solo aiutare. Non vuoi stare qui? Non vuoi giocare? Vattene allora e non farti più vedere, ma non venire a dire certe cose di mio fratello se non vuoi che mi arrabbio sul serio- le gridai addosso io.

Lei parve sconvolta per un attimo da un tale attacco e poi incrociò le braccia, mentre lacrime forse di rabbia le cadevano dagli occhi. Cosa che mi confermò quanto fosse cambiata, perché lei non aveva la lacrima facile.

-Sì, un fratello. Un gran bravo fratello che intanto mi ha baciato stamattina senza dirti niente. Lo è davvero, te lo raccomando- mi disse. Rimasi basito. Mi voltai verso James che impallidì.

Cercai nei suoi occhi la verità, aspettandomi un diniego. Ma era uno sguardo di scuse.

-Sirius non è come ha detto lei. Lei..- ma scossi il capo deciso a non ascoltare.

Non capivo più niente. Mi sembrava che il mondo stesse definitivamente cadendo a pezzi. Come poteva aver fatto una cosa anche James? Mi sentivo tradito e come al solito tentai di scappare.

-Sirius, cazzo, ascoltami! Guardami in faccia e ascoltami- ordinò lui, prendendomi per il braccio e fermando la mia corsa. Lo scansai furioso, ma mi fermai, guardandolo.

-Era confusa, ha tentato di baciarmi e l'ho respinta. Fine della storia. Non è successo nient'altro. Questa è la verità. Guardami negli occhi se non ci credi!- mi disse lui.

 

***

 

Luana

Perché? Perché non si stavano picchiando. Perché Sirius non scappava come pensavo? Perché?

Si stavano guardando negli occhi e sentì la mia fine arrivare a rallentatore. Lui gli credeva. Sirius credeva a James e non a me.

Sirius non mi avrebbe mai creduto, come non mi avrebbe mai amato. E come se fossero uno solo uomo si voltarono verso di me con lo stesso sguardo.

-Tu non sei Joy. Memoria o non memoria tu sei troppo cattiva per essere lei. Non puoi esserlo!- disse Sirius.

E prima che potessi dire una sola parola sentimmo dei passi. Ci voltammo e ci trovammo davanti Lily e niente poco di meno che Joy in persona.

-Lei non è Joy. È Luana. Ci ha preso in giro fin dall'inizio di tutta questa faccenda, confondendo e stregando Joy per tutto il tempo. E non mi sorprenderei che anche l'indicente non fosse altro che una sua macchinazione- mi accusò Lily, puntandomi contro la bacchetta nonostante il fiatone. Cercai il volto di Sirius con disperazione, e vi trovai il peggio del peggio.

Perché lui guardava Joy, una piccola fiammella di speranza si era riaccesa nel suo sguardo, l'amore per lei non se n'era andato, era ancora tutto lì. Lui non sarebbe mai stato mio… Ma allora non sarebbe stato di nessuno.

Non stavo più ascoltando, le loro voci erano solo un brusio senza senso ormai. Ma si erano distratti un attimo. Attimo che bastò per farmi prendere la bacchetta dalla tasca e puntarla contro Sirius. Sì, avrei ucciso lui così non sarebbe stato di nessuno.

-Avada Ke..- ma fui fermata perché la mia bacchetta volò via colpita da un incantesimo. E prima che potessi anche solo capire chi l'aveva lanciato mi trovai Joy di fronte, furiosa.

-Sai Luana, ho sempre voluto farlo- e mi tirò un pugno in faccia che mi fece perdere i sensi.

 

***

 

James

Guardai la porta chiudersi dietro Silente e sospirai. Eravamo nello studio del preside, ad attendere notizie di Joy. Dopo che aveva steso Luana con un formidabile gancio destro, aveva avuto un forte attacco di mal di testa e l'avevamo portata di corsa in infermeria. Avevamo anche legato e imbavagliato Luana e Remus era corso subito dalla professoressa McGranitt ad avvisarla. Nel giro di qualche minuto erano arrivati lei, il preside e Madama Chips, chiamata d'urgenza.

Lily aveva spiegato tutto quello che era successo. Aveva mostrato le varie pozioni trovate nella borsa di Luana e raccontato per filo e per segno cosa aveva sentito. E mentre spiegavamo Madama Chips curava Joy. Eravamo tutti preoccupati e forse era meglio così, altrimenti saremmo tutti saltati al collo di Luana per strangolarla. Ci aveva preso in giro, aveva fatto del male su male a Joy e a Sirius sotto il nostro naso e la cosa mi faceva decisamente arrabbiare. Ora il preside era appena stato chiamato nell'altra stanza da Madama Chips e noi rimanemmo sulle sedie fermi e immobili, non sapendo cosa pensare o fare.

Cosa che non andava affatto bene. L'aria stava diventando irrespirabile per quanto era tesa. E come un fulmine ricordai una cosa che mi fece ridere.

-Perché ridi?- chiese Lily, accigliata.

-Pensavo a Joy. Avete visto che bel gancio destro che le ha tirato? Secondo me le ha come minimo slogato la mascella- ridacchiai, seguito poco dopo dagli altri.

-Cosa pensate le faranno?- chiese Sirius quando la sua risata si spense. Si stava guardando le mani che stava stringendo forte a pugno.

-Probabilmente la manderanno ad Azkaban in attesa dell'udienza. Deve rispondere di tanti reati, primo tra tutti i due tentati omicidi: quello di Joy e poi il tuo- rispose subito Lily seria.

-Quanto avrei voluto tirarle almeno un pugno anch'io. Sono sicuro che Joy si sente decisamente meglio ora, solo per averlo potuto fare- disse Sirius dondolandosi sulla sedia e guardando il soffitto.

Era ritornato calmo, cosa che mi rincuorò.

 

Ma quando incontrò il mio sguardo si accigliò, forse perché stavo sorridendo.

-Non pensarci neanche. Non sono così ottimista. Sono semplicemente contento che abbiamo scoperto cosa succedeva e vi abbiamo posto fine. Non penso che tutto tornerà come prima, non sono così ingenuo-

-Non si tratta di essere ingenui Sirius..- iniziai io, ma Sirius mi interruppe.

-James non lo dire neanche. Anche se abbiamo fermato Luana niente ci assicura che Joy di ricordi di tutto nuovamente. Lei non è più quella di prima e non può tornare indietro per ridiventarlo. E io... non so se riuscirei a guardarla neanche negli occhi...- abbassò lo sguardo, frustrato e io mi accigliai.

-E perché scusa?- domandai.

-Perché è colpa mia cavolo- Si alzò non riuscendo più a stare seduto e prese a camminare su e giù per la stanza.

-Luana ha fatto tutto questo per colpa mia-

-Luana ha fatto tutto questo perché è pazza. Non è colpa tua- ribattei subito. Ma non era convinto, lo vedevo chiaramente che dentro di se si stava rodendo il fegato.

-Sirius è una cosa stupida tormentarsi così. Abbiamo risolto le cose, sappiamo che la maggior parte delle cose strane che Joy faceva, anzi tutte, erano solo una cosa imposta da Luana e ora dovremmo essere sollevati. Ora affronteremo solo l'amnesia di Joy, e ci riusciremo- disse Lily.

-Quindi secondo voi dovrei convincermi che le cose andranno bene e che tutto tornerà come prima?- chiese Sirius, arrabbiato.

-No! Non è una certezza, hai ragione, e nessuno di noi può assicurartelo! Ma non devi vedere tutto in negativo o tutti in positivo. Non è detto che ricordi tutto come non è detto che non lo faccia. Quindi che ne dici di non farti paranoie e prendere le cose semplicemente così come vengono?- fu la proposta ragionevole di Remus. Sirius si risedette sulla sedia, muto. Ma si capiva dalla sua espressione che aveva dato ragione a quello che aveva detto Remus. Lo guardai annuendo e lui fece un piccolo sorriso.

Eravamo ancora in silenzio quando rientrò il preside.

-Sarete contenti di sapere che Joy sta bene. Ho fatto venire qui dei Medimaghi dal San Mungo per poterla controllare attentamente e ci hanno assicurato di aver rimosso tutte le maledizioni poste dalla signorina Burke. Joy adesso dorme in infermeria senza nessun problema. La sua memoria naturalmente è deficitaria per via della botta che comunque ha preso, ma qualcosa mi dice che ricorderà tutto questa volta- e qui ci sorrise, infondendoci tutta la sua fiducia. Poi divenne serio.

-Per quanto riguarda la signorina Burke, sarà processata domani stesso. A questo proposito ci sono alcune persone che devono parlare con voi. Vogliono avere la vostra testimonianza per il processo- disse e fece entrare un signore che conoscevo di vista perché amico dei miei genitori e Frank Paciock.

-Frank!- lo salutammo tutti sorridenti.

Lui ci sorrise. Aveva addosso la divisa da Auror e ci salutò brevemente, per poi dare inizio all'interrogatorio da parte dell'ufficiale del Ministero.

 

***

 

Remus

 

Ci eravamo dispersi in attesa che potessimo andare a trovare Joy. Lily era andata in libreria, trascinandosi anche Peter che domani avrebbe avuto un interrogazione in Trasfigurazione. Sirius li aveva seguiti, ma esclusivamente perché voleva cercare qualche libro su come far volare la sua moto. Aveva seguito il mio consiglio, non pensandoci troppo su e distraendosi. Ma mancava una persona all'appello. James se n'era andato prima ancora di farci capire cosa volesse o non volesse fare. Tirai fuori dalla tasca la mappa del Malandrino, ringraziando il fatto di averla presa io per ultimo, e lo cercai.

Dopo una lunga ricerca lo trovai mentre andava verso il campo di Quidditch, probabilmente sulla sua scopa.

Sospirai, piegai la mappa e poi mi preparai a fare parecchia strada.

 

Arrivai che lui stava volando in aria come un pazzo, per afferrare il boccino che aveva liberato.

Mi notò solo dopo averlo afferrato, per fortuna qualche minuto dopo il mio arrivo.

Accigliato scese piano verso terra e rimase sospeso a pochi centimetri dal terreno, accanto a me.

-Come mai qua? Hai deciso di darti al Quidditch finalmente dopo tanti anni di lavaggio del cervello?- disse sorridente.

-No, lo sai che non sono qui per questo! Tutto bene Ramoso, vero?- chiesi, guardandolo dritto negli occhi senza girarci intorno.

-Sì- fu la sua risposta immediata. Però abbassò gli occhi e scrutò in silenzio tutto il campo, senza più sorridere.

-No, non va tutto bene. Lo so che è stupido ma...- si fermò probabilmente perché aveva trovato il blocco. James aveva un grande blocco.

Era in grado di leggerti dentro meglio di qualsiasi Leggilimens, sapendoti aiutare esattamente nel modo in cui ne avevi bisogno. Ma non sapeva affrontare i suoi sentimenti come quelli degli altri. In genere riusciva comunque a trovare una soluzione abbastanza bene, ma comunque non riusciva a parlarne facilmente.

-Mi sarei dovuto accorgere che c'era qualcosa di strano. Joy me lo aveva detto. Sentiva una voce strana che le diceva cosa fare, ricordava scene stonate, che neanche lei sentiva sue, che le alteravano le sensazioni. Avevo tutti gli indizi possibili ed inimmaginabili, eppure non mi sono accorto di niente. Che cavolo di amico sono, me lo spieghi? Beh, te lo dico io: sono uno schifo di amico- finì con rabbia.

Lo guardai in volto e poi scoppiai a ridere.

-Ehi, guarda che sto dicendo sul serio?- e la sua voce suonava offesa.

Dovetti fare dei grandi respiri profondi per calmarmi quel tanto da poter parlare, e comunque quando lo feci iniziai ridacchiando.

-James se tu sei un pessimo amico io ogni luna piena mi trasformo in un coniglio. Tu sei un grande amico, sai guardare dentro le persone come nessuno sa fare. Non ho idea di come tu riesca a farlo, ma ogni volta riesci a capire di cosa abbiamo bisogno, anche se noi siamo i primi a non saperlo, e lo fai benissimo. Se così non fosse probabilmente io, Sirius e Peter saremmo gli stessi dell'inizio del primo anno. E ti ricorderai che non eravamo messi molto bene. Io ero pronto quasi al suicidio, Sirius probabilmente sarebbe morto per qualche cazzata che avrebbe combinato, pazzo com'era, e Peter sarebbe stato sempre dannatamente solo. Insomma James, guardaci. Noi siamo così grazie a te. Ci hai dato fiducia, ci hai sempre sostenuto ed aiutato. Quindi non venirmi a dire cose assurde come il fatto che non sei un buon amico perché non posso proprio prenderti sul serio- lo osservai per bene e lo vidi piano piano sorridere, grato. Poi un'ombra si affacciò sul suo viso.

-Se sono così bravo perché non sono riuscito a capire che cosa stava succedendo a Joy?-

-Perché per quanto sei bravo, James, sei sempre un essere umano. Ed errare è umano! Tutti sbagliamo! E poi scusami, ma secondo me non era comunque una così facile da intuire! Se pensi che tu dovessi capire cosa succedeva allora dobbiamo rimproverarcene anche noi! Insomma, anche noi avremmo potuto capire che qualcosa non andava e invece cosa abbiamo fatto? Niente. Solo Lily aveva capito che c'entrava qualcosa Luana e devo dire per fortuna che l'ha fatto. Quindi non ti rimproverare di niente, chiaro? Altrimenti ti picchio! Se avessi detto una cosa del genere a Sirius ti avrebbe preso a calci, lo sai?- dissi sorridente, dandogli una forte pacca sulla spalla.

-Già. Si sarebbe messo a farmi il verso e a dirmi che predico bene, ma razzolo male!- ridacchiò lui. Poi mi fece cenno di salire sulla scopa.

-Cosa?- chiesi stupito.

-Avanti, torniamocene al castello. Così facciamo più veloce, no?-

-No, io non salgo con te sulla scopa. Sarebbe strano e..-

Lui scoppiò a ridere.

-Guarda che non ci sto mica provando Remus. Non vorrei offenderti, ma ricordati che ho una bella rossa che mi aspetta e per quanto tu sia un gran bell'uomo non sei il mio tipo!-

-Idiota! Come se fosse quello il dubbio. Ti devo ricordare che l'ultima volta che sono salito su una scopa tu e quel sacco di pulci del nostro amico avete cercato di buttarmi da trenta metri di altezza?- gli ricordai.

-Ora farò il bravo, sali, su!- mi invitò lui.

Lo feci e per fortuna non prese a correre come un pazzo. Ma mentre il vento era forte, poco prima che arrivassimo al castello, lo sentì parlare.

-Grazie Rem, grazie davvero!- aveva detto. O almeno così forse avevo sentito, difficile dirlo con tutto il vento che disperdeva le nostre voci.

 

***

 

Joy

Risvegliarmi di nuovo in infermeria fu una cosa stana. Ero confusa. Cosa ci facevo lì? Non ricordavo molto. Solo una sensazione di soddisfazione, grande soddisfazione. Come se avessi fatto una cosa che desideravo fare da anni. Ma non ricordavo neanche cosa...

Mi guardai intorno e notai subito Madama Chips che mi sorrideva.

-Ben svegliata. Come ti senti?-

-Confusa. Ma penso bene. Insomma, non mi fa più male la testa- dissi, sorprendendomi della cosa e sorridendo felice.

Lei sorrise e poi si rattristì.

-Ti chiedo perdono Joy. Tra tutti in questa storia io sono la persona che si deve biasimare di più. Sono stata davvero una sciocca a non accorgermi niente e ho anche dato le dimissioni, non sono...- ma la bloccai subito.

-Cosa? Ma lei è uscita pazza? Non può dimettersi, assolutamente! Come faremo noi senza di lei? E inoltre perché dovrebbe dimettersi? Perché si sta scusando con me? Cos'è successo?- domandai. Ma nel momento in cui lo domandai i ricordi mi sommersero la testa. La discussione con Luana prima di andare al campo da Quidditch, lei che mi puntava addosso la bacchetta, poi Lily che mi risvegliava e poi la corsa al campo da Quidditch. E infine il pugno che le avevo tirato. Ora capivo il senso di soddisfazione e non potei non scoppiare a ridere, contenta, mentre ci ripensavo. Madama Chips mi guardò confusa, bloccando la sua spiegazione degli eventi, ormai inutile.

-Ho tirato un pugno a Luana?!?- chiesi non ponendola esattamente come una domanda. Era più un'affermazione tra le risate. Madama Chips mi fissò accigliata.

-Non dovrei apprezzare un atto di violenza..- iniziò a dire e poi sorrise.

-..ma hai fatto proprio bene! Non dire a nessuno che l'ho detto, però- si assicurò lei e io annuì velocemente.

-Comunque Madama non si deve preoccupare. Insomma, non so esattamente cosa mi abbia fatto quella lì, ma ora sto meglio, giusto? È questo l'importante- la rassicurai io. E lei sorrise grata.

-Sì, stai bene Joy. Ma l'amnesia per la botta è rimasta comunque. Ma sono sicura che riuscirai a riprenderla tranquillamente, senza nessun ostacolo questa volta- mi disse lei convinta.

Io sorrisi e poi mi guardai intorno.

-E i miei amici? Non sono passati proprio?- domandai.

Erano loro il mio primo ricordo. Mi ero svegliata in quella stessa infermeria e avevo tutti loro intorno pronti a ridere e scherzare. A un certo punto ricordai un altro evento, uguale a quello, ma dissimile.

Ricordavo James e Sirius chiamarsi Re e Regina... possibile mai una cosa del genere?

E anche se non ricordavo nient'altro mi seppi rispondere che sì, erano abbastanza pazzi da aver detto una cosa del genere!

-In realtà li ho cacciati. Dovevi riposare tranquilla e con quelli che ridono e fanno continuamente rumore non potevi farlo. Ma tranquilla, aspetta qualche minuto e ritorneranno per vedere se ti sei svegliata, ci potrei scommettere il camice- mi rassicurò.

-A proposito Madama, non vi siete dimessa, vero?- chiesi ricordando il primo discorso.

-No, o almeno il preside non le ha volute accettare. Anche se io sono ancora convinta che dovrebbe cacciarmi-

-Non è assolutamente vero! Lei è buonissima e...- ma mi bloccai perché la porta si aprì ed entrarono i Malandrini.

-Madama, non ci può tenere ancora fuori! Non sia cattiva!!!- scongiurarono loro rivolti a Madama Chips e lei scosse il capo, divertita facendogli cenno di entrare.

Ridacchiai anch'io mentre tutti mi notavano sveglia a venivano da me. Anzi, solo Sirius non corse, ma sorrise, non guardandomi.

Mi morsi il labbro inferiore mentre lo guardavo. Cosa provavo per lui? Non lo sapevo ancora, ma forse non era il caso di pensarci ora.

-Ehi, Joy ci sei? Madama, ma non è che dorme con gli occhi aperti?- chiese James richiamandomi dai miei pensieri.

-No, sto benissimo James. Stavo solo pensando a una cosa- gli risposi. Lui mi sorrise e mi fece un affettuoso buffetto sul naso.

-Allora, stai bene ora?- domandò.

-Penso di si. O almeno così sembra!- sorrisi.

 

***

 

Luana

 

L'avevo perso per sempre...

Per sempre...

Niente mi distraeva da questo pensiero fisso, niente. Non facevo che ripetermelo nella testa, parola dopo parola, vedendo Sirius nella mia mente che mi guardava con rabbia, odio. Odio profondo.

Non mi accorsi neanche che le mie porte della cella si stavano aprendo. Quando qualcuno si sedette accanto a me sobbalzai sorpresa, non essendomi accorta che era entrato qualcuno. Davanti a me mi ritrovai un uomo. Un uomo strano, inquietante in un certo senso.

-Signorina Burke sono qui per farle una proposta- disse.

-Una proposta? Cosa c'entra questo col processo?- chiesi confusa.

-Se lei accetterà questa mia proposta può scordarsi del processo. La porterò via da questa prigione e potrà avere la sua vendetta su chi là sbattuta qua!-

-Vendetta? E come? Cosa devo fare?- chiesi con trasporto.

-Devi solo giurare fedeltà a Lord Voldemort!-

 

***

 

Chi era che diceva che Luana ci sarebbe stata bene tra i Mangiamorte? Beh, aveva decisamente ragione!!!!

ed ecco qui il nuovo capitolo! Chiedo scusa per la cortezza... so benissimo che inoltre ho narrato gli eventi solo di un pomeriggio, in pratica una giornata intera insieme allo scorso capitolo... cosa che mi sono accorta che faccio spesso purtroppo... spero non dia troppo fastidio...

per il resto cosa mi rimane da dire? Non so se le cose torneranno come prima, lo decideranno i personaggi, anzi lo decideranno proprio Sirius e Joy temo!!! il che vuol dire che potremmo anche aspettare una vita!!!XD

A parte gli scherzi, non penso che dovremmo aspettare davvero così tanto, abbiate fede!!!

che ne pensate voi di questo capitolo? Mi farete sapere? Spero davvero di si!!! io torno a studiare, e sappiate che appena ricevo una recensione mi metterò subito a scrivere il prossimo capitolo!!! quindi affrettatevi se lo volete pronto a breve!!!XD

un bacione e un ringraziamento a tutti le persone che hanno letto lo scorso capitolo e specialmente che hanno recensito! A voi vi potrò ringraziare via posta, ma mi piacerebbe tantissimo ringraziare personalmente tutte le tante altre persone che leggono!!! anche a voi vi voglio un mondo di bene e purtroppo non potendovelo dire di persone, vi ringrazio tutti comunque in gruppo!!!!!!!!!!!!!!!

alla prossima!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 52
*** Cinquantunesimo capitolo: regali, biscotti, cani e gatti! ***


CAPITOLO 51: 

Regali, biscotti, cani e gatti!

Sirius

Perché mi ero lasciato convincere??? Non lo sapevo e la cosa mi spiazzava. Lily era riuscita a rivoltare le cose così bene che non ero riuscito a dirle di no. E ora mi ritrovavo con lei e con Joy per negozi, cosa assurda per me. 

Io odiavo fare regali. Non ne ero in grado. Ogni anno James e Remus uscivano e compravano i regali a cui poi io partecipavo dando la mia parte dei soldi, limitandomi al massimo ad una firma sul biglietto, fine della storia. E come facevo il regalo a James e Remus vi chiederete? Beh, semplice, aspettavo che Joy facesse i regali e facevo esattamente la stessa cosa. Io non sapevo fare i regali. E invece quella rossa mi aveva trascinato con la storia che doveva prendere qualcosa di davvero unico a James.

-Allora Sirius, hai visto qualcosa che potrebbe piacergli?- mi domandò Lily, voltandosi verso di me.

-No, ma so cosa regalerei a te. Un collare e un guinzaglio, così quando porterai in giro James sarai sicura che non scappa- la punzecchiai.

-È un modo per dirmi che vorresti essere in qualsiasi altro posto piuttosto che con noi in questo momento, per caso?- domandò lei, divertita.

-Diciamo che non stai sbagliando-

-Quanto vi volete bene, si vede a mille miglia- ironizzò Joy divertita e Lily rise mentre io mi limitai a ridacchiare.

Poi la guardai. Quelle due settimane erano state strane. Lei era tornata a essere la Joy di sempre, riuscendo non tanto a ricordare tutto, ma a ristabilire le vecchie amicizie. Era tornata la migliore amica di Lily, la nostra quasi quinta Malandrina, la brillante giocatrice di Quidditch, il solito maschiaccio che ci dava fastidio, ma che ci faceva divertire.

Peccato che si era fermata lì. Eravamo tornati a essere amici come prima, ma non era rimasto niente del nostro amore. Devo dire che la cosa mi aveva sollevato, anche se gli altri mi chiamavano pazzo. Ma non riuscivano a capire.

Io non ero adatto per lei già prima. Ora mi sentivo talmente sporco, talmente un traditore, talmente uno schifo che non riuscivo neanche a guardarla negli occhi.

Era già tanto che fossimo tornati amici e che riuscissi a scherzare con lei come una volta, visto che i primi giorni scappavo semplicemente da lei. Mi sarei accontentato, scacciando qualsiasi altro pensiero andasse oltre l'amicizia.

Perso nei pensieri notai appena che ci eravamo fermati davanti al negozio di articoli per il Quidditch. Lily si voltò ancora verso di me e mi indicò un paio di guantoni.

-Quelli andrebbero bene?- chiese.

-Quelli sono guantoni da portiere Lily. Il tuo bello è un cercatore ti ricorderei- le feci notare, divertito dalla sua incapacità di capire il Quidditch nonostante James avesse tentato più volte di contagiarla.

-Ok. E allora quella pluffa?-

-E che se ne fa di una pluffa? Almeno avesse qualche firma interessante sopra, quelle sono di una squadra decisamente scarsa. No, non gli piacerebbe-

-Bene, allora vuoi consigliarmi tu qualcosa che gli piacerebbe senza bocciare tutte le mie proposte?- propose lei, irritata. Alzai gli occhi al cielo per non risponderle ed entrai nel negozio.

Avrei dovuto sapere cosa gli aveva comprato Remus a dire la verità. Di sicuro era venuto anche lui qui. Mi guardai intorno cercando un possibile acquisto a cui lui non avesse già pensato.

E poi lo trovai. Era il regalo perfetto per James, lo sapevo.

 

 

-Sì, però quest'anno il regalo lo faccio insieme a te!- dissi, mentre lei, felicissima, stringeva a se la busta con il regalo che James avrebbe adorato.

Lei si accigliò e mi guardò seccata.

-Scherzi vero? Il nostro primo Natale come coppia e dovrei dividere il mio regalo per lui con te? No, non posso proprio farlo!- rispose Lily stringendosi la busta al petto.

-Ma ti ho aiutato io a scegliere il regalo. Non fosse stato per me gli avresti preso dei guantoni che neanche gli servono!!!- ribattei.

Lily stava per rispondermi acidamente, vista la smorfia che aveva in viso, quando Joy si mise a strillare e preoccupati la cercammo con lo sguardo. Era china vicino a un cesto poggiato davanti al negozio di animali. Quando si alzò e si voltò verso di noi aveva una piccola palla di pelo in mano.

-Non è un amore?- chiese felice.

Rimasi abbagliato da quel sorriso, era da tanto che non lo vedevo. Era così spensierato, così istintivo, così.. come non lo si vedeva da prima della morte di suo padre. Per un momento mi sembrò di rivedere la ragazza felice e spensierata di tanto tempo fa.

E giurai dentro di me che qualunque cosa la rendesse così felice l'avrei ringraziato per il resto della mia vita. Poi, mentre anche Lily si avvicinava e iniziavano a cinguettare frasi sconnesse, tipiche delle donne vicino a una cosa tenera e pelosa, capì che cosa aveva tra le mani. Era un gatto. Un lurido, schifoso, rognoso gatto! Ok, era piccolissimo, e non era poi così lurido, ma era comunque un gatto!!!

Andiamo gente, un gatto!!!!!!!

Come potevano essere al settimo cielo davanti a un gatto. Fosse stato un cane... ma un gattoooo!!!

-Sirius, guarda com'è bello!!! Mi ama!- disse Joy felice, avvicinandosi a me per mostrarmelo e poi avvicinandoselo al viso. Il gatto la guardò fisso e poi le lecco furtivo il naso. Lei scoppio a ridere felice e io ringhiai.

-Ehi, guarda che quello posso farlo solo io!- dissi spontaneamente, senza potermi trattenere.

Lei mi guardò confusa sbattendo le ciglia.

-Leccarmi? Mi hai mai leccato Sirius?- chiese, interrogativa.

Cavolo, quello che sentivo era quasi imbarazzo? Sì, forse sì. Speriamo almeno di non essere arrossito. La verità era che lei non si ricordava del “piccolo problema peloso” di Remus e quindi neanche di noi. E in effetti la mia frase senza sapere quello sembrava un po' strana. L’avrei potuta buttare sul doppio senso, però mi sentì stranamente imbarazzato nel farlo.

-Beh, stavamo insieme no... comunque scusa, mi è uscito... ignora quello che ho detto- dissi. Poi mi morsi la lingua. Avevo chiesto scusa??? Da quando chiedevo scusa? Dannata Joy, e dannato gatto che ora le stava accoccolato al petto e mi guardava. Era uno schifoso gatto di massimo qualche giorno eppure lo sguardo che mi lanciò era sicuramente di derisione.

Ridi, ridi, poi ti farò conoscere Felpato e vediamo chi ride per ultimo!

-Comunque chissà quanto costa. Lo voglio! Non posso più separarmene, guarda, neanche lui lo vuole fare!- disse, allargando le braccia e mostrando il gatto che ormai era attaccato con gli artigli al cappotto.

-Beh, allora prendilo, no?- fu la semplice risposta di Lily. Le lanciai un'occhiataccia e lei rispose divertita.

Se la rideva sotto i baffi quella lì.

-Oh no... ho speso quasi tutti i soldi e quelli che ho non bastano per prenderlo...- disse Joy poco dopo, tornando con aria triste. Mi sentì osservato e mi voltai verso Lily per vedere che mi lanciava una serie di occhiatacce. Ma che cercava di dirmi questa qui???

Secondo me era impazzita.

-Mi dispiace piccolino... torno domani se posso, ok?- stava dicendo Joy malinconicamente, tentando di staccare il gatto da lei, ma a malincuore.

Il cuore mi si strinse sentendo la sua voce così triste e come se non bastasse Lily mi pestò un piede e si avvicinò seccata, bisbigliandomi all'orecchio.

-Perché non le stai prendendo tu il gatto, scusa?- domandò.

-Perché è un gatto! Io odio i gatti!- bisbigliai a mia volta.

-Le hai già fatto un regalo?- insistette lei. Io sbuffai. No che non glielo avevo fatto. Che le dovevo regalare scusa? Già non sapevo fare regali, poi nella situazione strana in cui eravamo era tutto ancora più strano… ma poi guardai Joy. E ricordai cosa avevo detto vendendola così felice.

E pensato questo entrai, mio malgrado, nel negozio.

 

***

 

Joy

-Dov'è andato Sirius?- domandai notando che non c'era più.

-È entrato dentro il negozio, chissà perché!- rispose Lily, sorridente. La guardai incuriosita. Ero riuscita a staccare il micino adorabile dal cappotto, ma non riuscivo a posarlo di nuovo. Gli volevo già bene a quel gattino, così bello, così minuscolo, così bisognoso di me. Lo guardai negli occhi e lo vidi chiaramente nei suoi occhi: aveva paura. Paura che lo lasciassi.

E in quel momento ebbi di nuovo una specie di flashback! Ce lo avevo avuto anche prima, quando il gatto mi aveva leccato il naso. Avevo ricordata un altro animale che mi leccava, un cane nero dagli occhi blu, meravigliosi. Ma non avevo saputo collegare nient'altro, né di chi fosse il cane, né quando fosse successo. E questa volta rividi altri occhi. Non azzurri come quelli del micino, ma sempre blu, molto simili a quelli del cane e con la stessa paura scritta sopra. La paura di essere abbandonato, la richiesta implicita di non lasciarlo.

Confusa sbattei gli occhi e tentai di ricordare qualcosa, qualcos'altro che mi aiutasse a capire di chi fossero quegli occhi. Almeno il viso che aveva quegli occhi. Ma per qualche motivo non riuscivo a ricordarlo.

-Fatto. Tieniti la palla di pelo e andiamo a casa, su- disse Sirius, uscendo dal negozio e incamminandosi verso il castello, a passo svelto.

Lo guardai ancora confusa e senza dire niente, col gatto ancora in mano che si riposizionava come prima vicino al mio petto, e lo seguì.

Lo raggiunsi con un poco di sforzo e lo fermai, prendendolo per il braccio. Lo sentì irrigidirsi e si fermò, ma non si voltò.

Allora lo lasciai e gli lasciai la libertà di non guardarmi negli occhi. Ma sorrisi come se mi guardasse, felice.

-Grazie Sirius, grazie mille-

 

***

 

James

-Le hai regalato un gatto? Tu, Sirius Black hai regalato un gatto a Joy?- chiesi, per poi scoppiare a ridere. Sirius mi lanciò un occhiata che mi avrebbe ucciso, se gli sguardi lo potessero davvero fare.

Ma io continuai a ridere, seguito dagli altri Malandrini.

-Di la verità, ti ha fatto gli occhioni da cucciolo bastonato?- chiese divertito Remus.

Lui scosse il capo e sorrise, teneramente. Cosa che mi zittì, ma mi fece sorridere di rimando.

-Allora?- domandai, intuendo però la risposta.

-Era felice. Lo guardava felice in una maniera... era da tanto che non la vedevo così felice, sarà strano, ma non ho potuto dirle di no...- rivelò. Poi si accigliò e mi guardò storto.

-E poi quella specie di arpia della tua ragazza mi ha quasi reso invalido perché non mi muovevo a comprarglielo. Mamma mia con chi ti stai immischiando James, pensaci bene prima di farti mettere il cappio al collo! È una despota. Ed è pericolosa, molto pericolosa-

Risi.

-Lo so amico, ma è proprio per questo che l'amo! Allora posso dedurre che ti sia piaciuta davvero l'uscita con la mia dolce metà-

-Certo! Andremo ogni giorno a fare shopping insieme con la stessa frequenza con cui presto mi vedrai usare vestiti e delle bellissime minigonne!- scherzò lui.

Scoppiammo tutti a ridere al solo pensiero e non ci fermammo neanche quando qualcuno bussò alla porta.

-Avanti- disse Remus tra le risate.

E dalla porta entrò la mia dolce metà.

-Si parla del diavolo...- sbuffò Sirius, sdraiandosi sul letto. Lei gli lanciò un'occhiataccia e poi mi sorrise.

-Ciao a tutti. James ti posso parlare un attimo?- chiese. Annuì e mi congedai dai miei amici, raggiungendola appena fuori dalla porta.

-Ciao Lily- la salutai per bene prendendola per i fianchi e avvicinandola a me. Avevo tentato di sfoderare tutto il mio sex appeal, ma probabilmente non ci ero riuscito bene perché era scoppiata a ridere e mi aveva messo davanti alla faccia quelle che sembravano foto.

-Ho trovato il regalo perfetto per Joy- disse felice.

-Cosa c'entrano le foto?- chiesi confuso.

-Saranno questo il regalo. E magari pensavo che potremmo metterci anche qualche tuo meraviglioso disegno. So che dobbiamo terminarlo il prima possibile, ma sono sicura che le faremo un album meraviglioso!- disse entusiasta. Diedi un occhiata alle foto e poi la guardai accigliato e lei mi guardò prima confusa e poi preoccupata.

-Cosa c'è? Non ti piace la mia idea?-.

-No. La trovo fantastica. Ma non mi hai salutato per bene e hai riso prima, quando ti ho salutata. Lo sai che questo richiederà che tu paghi pegno, vero?- domandai furbo.

Lei rise e poi mi baciò di slancio, facendomi dimenticare tutti i miei pensieri.

 

***

 

Joy

Dovevo trovare James. Mi fermai all'inizio della scale che portavano al dormitorio dei maschi, chiedendomi con che scusa potevo mai far uscire James e non farla sembrare una cosa strana. Ma per fortuna lo trovai sulle scale, appiccicato a Lily a dire il vero. Risi, raggiungendoli.

-Ma possibile che state sempre a pomiciare voi due? Mi volete sfornare un nipotino a breve!- li presi un po’ in giro.

James e Lily si staccarono e si guardarono un attimo negli occhi prima di scoppiare a ridere forte.

-Siete ubriachi per caso?- domandai quando notai che avevano persino le lacrime agli occhi.

-No, è colpa tua! Mi hai rubato la battuta! Comunque, mi cercavi oppure volevi semplicemente usare la mia battuta?- domandò James, divertito.

-Ti cercavo. Posso chiederti una cosa?- chiesi.

-Certo. Ma prima dimmi una cosa, quella sulla tua spalla è una palla di pelo oppure un gattino?-

-Un gattino. Sirius non ti ha raccontato niente?- chiesi sentendomi forse un po' delusa.

Forse mi ero fatta problemi per niente, allora...

-No, per niente. Stava solo uccidendoci dal ridere poco fa!- lo schernì lui e mi sentì rincuorata. Allora era un gesto importante anche per lui.

-Allora è vero che odia i gatti. Ma come mai?- domandai curiosa.

-Ehm... diciamo che... è un tipo più da cane che da gatto... comunque cosa volevi chiedermi?- disse in fretta, come se volesse cambiare discorso. Lo lasciai fare per il momento.

-Vedi, visto che lui è stato così gentile, specialmente considerato che mi ha preso un gatto anche se sembra avere un'avversione per loro... pensavo che il regalo che gli ho preso non è poi così speciale... forse dovrei fargli qualcosa di più.. e quindi volevo una tua opinione!-

-Non penso. Insomma gli abbiamo comprato l'intero equipaggiamento per la moto. Va bene, forse i guanti di pelle non sono particolarmente romantici, ma cosa gli vorresti prendere altrimenti?- mi chiese.

Io arrossì. Particolarmente romantici? Non volevo fargli un regalo romantico. Non era questo il problema.. giusto? Oppure.. no, non lo sapevo...

James aspettò paziente, guardandomi negli occhi, cosa che mi fece un po' esasperare in realtà. Si aspettava che trovassi la risposta da sola anche se gli avevo chiesto aiuto, non lo trovavo giusto. Gli tirai un pugno sulla spalla e lui finse di morire dal dolore come al solito. Ma lo ignorai pensando a Sirius. Cosa potevo regalargli oltre i guanti? Cosa gli piaceva???

-I biscotti alle noci- sussurrai senza rendermene conto, mentre nella mente mi passava un ricordo: Sirius che mangiava dei biscotti sbriciolati e un po' bruciati. Lui che mi sorrideva dicendomi che nonostante tutto erano decenti. E ricordai anche lui che li finiva di nascosto!

James mi guardò sorridente.

-Allora in quella testaccia che hai è rimasto qualcosa, vedo!- mi schernì. Troppo presa dalla felicità del ricordo non lo picchiai come si sarebbe meritato, ma mi limitai a tirargli un altro affettuoso pugno per tornare nella mia stanza e cercare di ricordare come si facevano quei biscotti.

 

***

 

Lily

Natale. Era strano tornare a casa per Natale, anche se l'avevo desiderato molto. Ero sempre preoccupata per loro e avevo voglia di vederli e stare con loro. Ma ero anche decisamente combattuta. La vita a casa era così strana, così irreale rispetto a quella a Hogwarts.

Mi sembrava di vivere in un sogno, mentre all'inizio della storia era tutto diverso. Sì, andare a Hogwarts sembrava un sogno ad occhi aperti e tornare a casa era proprio come svegliarsi. E invece si erano ribaltate le cose. Inoltre era stato strano salutare di nuovo James. Era una divisione minima, lo sapevo, ma mi aveva fatto soffrire più del dovuto.

Mi sdraiai sul mio letto guardando l'album che stavo preparando per Joy. Mancavano solo i disegni di James. Mi aveva promesso di venire a portarmeli tra qualche ora, ma mi sembrava comunque troppo.

Oddio, ero davvero diventata una di quelle ragazze che moriva se non aveva il ragazzo accanto? No, io non ero così, non lo ero affatto. Per anni ero stata benissimo senza avere un rapporto con nessuno, avevo anzi rifiutato James per così tanto tempo che quasi quasi non credevo a come erano cambiati i nostri rapporti. E ora anche questo...

No, io ero una donna forte e indipendente. Ero stata quasi un anno e un'estate quasi intera senza di lui per poter aiutare i miei genitori. Me la sapevo cavare benissimo da sola. Ma quando sentì qualcuno che bussava alla porta non potei fare altro che saltare in piedi e sorridere felice.

No, non ero dipendente da lui né morivo senza James. Ma ciò non voleva dire che non amavo stare con lui e avrei desiderato per tutta la vita stare con lui!

 

 

***

 

James

Lo guardai prima di uscire. Sirius sembrava totalmente tranquillo e sereno mentre era steso sul tappeto, ormai probabilmente indelebilmente macchiato da un liquido nero che cadeva dalla moto, mentre cercava di aggiustarla.

Lui si piegò di nuovo sotto la moto per poi lanciarmi un attimo un'occhiata.

-James non sono un neonato! Vai dalla tua bella, io ho da fare!-

-Già, mi stai solo cercando di distruggere il salotto... non è che torno e non trovo più la casa perché la fai esplodere amico?- lo presi in giro.

-Esplodere? Mah, potrei pensarci!- scherzò lui, iniziando poco dopo a canticchiare una canzone di Natale. Sorrisi scuotendo il capo.

Non potevo neanche insistere a dirgli di venire con me, altrimenti avrebbe scoperto il regalo che stavamo organizzando per Joy e conoscendolo non gli sarebbe piaciuto.

Lo lasciai che cantava a bassa voce “Tu scendi dalle stelle o Raaaaamoooosooooo!! E vattene altrimenti ti tiiii straaangooooloooooo”

Mi smaterializzai, ridacchiando, vicino a casa di Lily e dopo aver controllato che nessuno mi avesse notato mi avviai canticchiando anch'io fino al portone della casa.

E quando suonai mi venne ad aprire la signora Evans con un gran sorriso. Fui felice di vederla così felice, anche se era un po' sciupata e non smise di sorridere mentre le stringevo la mano, salutandola.

-Quanto sono contenta di vederti James! Lily ci ha detto che saresti passato, ma non pensavo arrivassi così presto! Ne sono contenta. Come stai caro?- mi disse calorosamente, cosa che mi fece ricordare incredibilmente il calore che ci metteva mia madre in tutto quello che faceva.

-Bene signora, grazie! E voi come state?- Ma prima che mi potesse rispondere arrivò sul pianerottolo anche il signor Evans, che sorrise.

-Questa è la voce di James, vero? James, caro, sei venuto allora. Ti aspettavamo!- disse, avvicinandosi. Mi tese il braccio e io gli strinsi subito la mano e mi sorprese attirandomi a sé in un abbraccio rude, ma paterno.

-Signor Evans! Come sta? La vedo benissimo!- lo salutai spontaneo, per poi mordermi la lingua per aver usato proprio quel termine.

Ma lui scoppiò a ridere e mi batté la mano sulla spalla, felice.

-Grazie figliolo. Io non ti vedo, ma sono sicuro che tu stia bene! La tua voce dice molto! Allora giovanotto, come sono stati questi primi mesi di scuola?- chiese.

Mentre gli rispondevo mi guidarono verso il salotto e mi sedetti volentieri sul divano, ormai familiare dopo quei mesi che avevo passato da loro, e mi sentì stranamente a casa. In un certo senso più a casa di quanto mi fossi sentito tornando a casa mia.

Forse perché per me non era tanto la casa, ma le persone a renderla tale.

Mentre rispondevo alle domande davvero premurose del padre di Lily, lei entrò sorridente venendo quasi di corsa verso di me. Io mi alzai di conseguenza, pronta ad accoglierla tra le mie braccia, anch'io desideroso di abbracciarla. Ma lei si fermò a pochi passi da me, voltandosi verso i suoi e mi sorrise a mo' di scusa.

-Ciao James. Hai avuto problemi a trovare la casa?- chiese dolcemente.

Io incrociai le braccia e mi sedetti di nuovo, evitando lo sguardo della signora Evans che mi stava perforando la nuca, lo sentivo, e feci finta di niente.

-Problemi a trovare la casa? Perché, ne avrei dovuti avere?- domandai incuriosito.

-No, tu no almeno. Ho imposto un incantesimo sulla casa e dovrebbe essere protetta contro altri maghi. Ma ho tentato di renderla visibile per alcune persone, tra cui te. Non ero sicura di esserci riuscita però, per questo chiedevo- mi spiegò lei.

-La mia piccola preoccupata. Ti ho detto che non ci deve pensare, ma lei rimane sempre spaventata- il padre sorrise affettuoso, abbracciando Lily che si era seduta accanto a lui e sorrisi anch’io, perché la gioia di Lily non poteva non essere la mia.

-Sì, va bene. Noi andiamo sopra però, dobbiamo preparare quel regalo di cui vi ho parlato- disse Lily, alzandosi.

-Va bene. Tra poco vi salgo un po' di cioccolata calda però, e lasciate la porta aperta- si raccomandò mia madre.

Lily sbuffò mentre trattenevo una risata.

-Neanche fossi una bambina e James uno sconosciuto- borbottò.

Quando arrivammo al piano di sopra le presi la mano e lei si voltò sorridendomi. Entrammo in camera e lei appoggiò la porta prima di voltarsi e passarmi le braccia intorno al collo. Le abbracciai la vita mentre la baciavo dolcemente.

-Quando ti sei fermata prima temevo mi si fermasse il cuore sai?- Lei rise.

-Esagerato! Ma sai, non mi sembrava il caso di fronte ai miei genitori. E poi non è che non ci vediamo da così tanto da non poter ritardare un saluto come si deve, no?- mi fece notare lei.

Mi accigliai. E così non le ero mancato neanche un po'? E pensare che a me era mancata un casino, anche se sapevo che era stupido.

-Hai ragione. Mettiamoci al lavoro allora, tanto le mie coccole non le vuoi- dissi scansandola e sedendomi sul letto dove avevo già notato l'album aperto.

Notai con la coda dell'occhio che era rimasta interdetta, ma la ignorai, fingendomi molto più interessato del dovuto al suo lavoro che a lei.

-Cosa te ne pare? Non hai portato i disegni?- chiese lei dopo un po’, sedendosi sul letto di fronte a me.

-Sono qui- risposi, tirando fuori dalla tasca interne della giacca una matita, un carboncino e un gessetto bianco.

-Ma quelli non sono disegni?- si oppose lei.

-Certo, perché li farò qui. Ti ho detto questo album e ti ho detto di lasciare dei fogli in mezzo alle foto bianchi appunto perché ho intenzione di disegnare direttamente là sopra. Darà un bell'effetto, fidati. Per il resto basta che mi lasci tranquillo a disegnare un po'. Saranno pronti massimo tra due ore- la rassicurai.

-Ok. Allora ti fermi a cena qua, va bene? I miei non vedono l'ora di averti ancora un po' per loro. Mi è ancora del tutto estraneo il come tu sia riuscito a farti amare così velocemente da loro-

-Hanno buon gusto, direi- la provocai di rimando, mettendomi a schizzare il primo foglio. Accanto a una foto di loro due al tavolo della Sala Grande schizzai velocemente una loro immagine di loro seduti allo stesso modo ad una lezione di Storia della Magia. Lezione così noiosa che Joy si era addormentata appoggiata alla spalla di Sirius e lui altrettanto, solo che poggiava la guancia sulla sua testa.

Aggiunsi ombre e luce, divertendomi a notare che Lily mi osservava con attenzione. Ebbi quasi la tentazione di aggiungere Lily, di fianco a loro, che li fissava rimproverandoli come in effetti era successo molte volte, ma mi trattenni pensando che quell'album doveva comprendere solo Joy e Sirius.

Solo loro, solo il loro amore.

Sperando di trasmettere davvero qualcosa in modo che Joy ricordasse.

 

***

 

Sirius

 

Accesi la moto e il suo rombo mi fece aprire un grande ghigno. Ora ero pronta, lo sentivo. Sarebbe volata, ne ero sicuro. La feci rombare ancora un po' e poi partì. Il vento mi sferzava il viso e il mantello che avevo addosso non mi proteggeva del tutto dal freddo, avevo le mani sporche e completamente ghiacciate, ma non mi interessava. Non potevo non provarla subito.

Partì sulla strada ghiacciata e accelerai più che potevo, controllando che non ci fosse nessuno in vista. E poi alzai forte il volante. La moto impennò per un po' e poi spiccò il volo. Si staccò di poco e ritornai a terra rudemente dopo qualche metro, ma si era alzata. Ruggendo di felicità ci riprovai e questa volta la mia bellissima moto volò più su. Ma ricademmo a terra questa volta così forte che quasi mi disarcionò.

-Dai amore della mia vita, so che ci riuscirai. Lo sento, c'è la puoi fare!- la incoraggiai mentre riprovavo, prendendo una rincorsa più lunga.

E lei mi accontentò. Prendemmo il volo e riuscì a salire così tanto che presi a ridere per al felicità. Era già sera e le nuvole promettevano neve, ma mi sembrava la sera più bella della mia vita.

Volai per un lungo tratto, stando sempre attento che la moto non iniziasse a perdere colpi, e poi mi ritrovai a capire dove stavo andando. In realtà non avevo una meta precisa, volavo a caso, ma non potevo non riconoscere la via che stavo sorvolando.

Scesi con attenzione qualche isolato più avanti di casa di Joy, giusto per non farle sentire il rombo della moto. Perché, nonostante fossi venuto lì non avevo intenzione di andarla a trovare. No, perché del resto avrei dovuto? Mi nascosi appena in tempo dietro gli alberi vicino alla casa dove ero atterrata vendendo uscire fuori dalla porta di casa di Joy qualcuno. Lo guardai attentamente e riconobbi suo fratello. Lo guardai girarsi, bacchetta alla mano, poco prima di smaterializzarsi. Joy era da sola a casa?

Non doveva restare da sola, e se le fosse successo qualcosa? L'idea di lasciarla sola mi sembrava una cosa ridicola e per un attimo mi infuriai con suo fratello per essere andato chissà dove. Sarebbe dovuta venire da noi come faceva sempre così non... mi fermai, ripensandoci. Conoscevo Erik, probabilmente Erik aveva una qualche missione, altrimenti non l'avrebbe mai lasciata. Non era uno stupido e le voleva un mondo di bene, quindi aveva protetto la casa meglio che poteva, sicuramente.

Potevo andarmene tranquillamente, sì, lo potevo fare. Ma allora perché non ci riuscivo? Mi voltai di nuovo verso la casa. Dovevo controllare che stesse bene. Se l'avessi vista tranquilla e serena, magari a leggere un libro, me ne sarei andato rassicurato. Abbandonai la moto, avrebbe fatto troppo rumore. In realtà sembrava che anche i miei stivali facessero troppo rumore, affondando nella neve. E allora decisi di trasformarmi.

Non mi chiamavano Felpato per chissà quale motivo, infondo no?

Da cane riuscivo anche a non affondare nella neve come prima, anche se in un certo senso il freddo era più persistente visto che mi inzuppavo tutto il pelo.

Arrivai alla porta finestra che dava sul soggiorno aspettando di vederla sul divano, come faceva di solito, ma invece non c'era. Inquieto mi mossi, cercando di capire dove poteva essere e poi notai la luce accesa anche in cucina. Anche lì c'era la porta a finestra e ci andai subito, trovandola.

Era di fronte al tavolo, mi dava il profilo destro, ed armeggiava con una ciotola. Non potei non rimanere folgorato nel vederla.

Aveva addosso una felpa che mi aveva rubato dall'armadio più di un anno fa, sotto portava dei pantaloni felpati neri e aveva i capelli mezzi tirati in su da una pinza. Il volto concentrato, il viso sporco di farina e tutta l'energia che ci metteva per modellare l'impasto mi fecero desiderare per l'ennesima volta che tutto tornasse come prima. Sì, perché nonostante mi ostinassi a dire che era meglio così, che l'avrei solo fatta soffrire ancora, che lei stava centinaia di volte meglio senza uno come me accanto che era solo la causa dei suoi guai, non passava attimo della mia vita che non la desiderassi accanto. Non riuscivo neanche a guardarla più negli occhi visto come mi sentivo, uno schifo, un traditore, un...

Sobbalzai quando davanti alla finestra mi comparve una palla di pelo, prima di rendermi conto che non era altro che quel gatto. Mi spiazzò il fatto che nonostante mi avesse visto per bene non si spaventasse, ne aveva il pelo in su o altro. Anzi, mi guardava con qualcosa di più simile alla curiosità. Distratto dal gatto non mi accorsi che Joy mi aveva notato fino a quando non me la trovai davanti.

Incontrai i suoi occhi dopo tanto tempo e mi sentì bene, completo, felice. Lei aprì subito la porta finestra e mi continuò a guardare con gli occhi sbarrati. Erano sorpresi, ma ci vedevo qualcosa, quel qualcosa che ci vedevo prima.

Mi guardava con amore. Mi aveva forse riconosciuto?

Senza potermi frenare la speranza mi colpì in pieno, insieme alla paura di sbagliarmi di nuovo. Non mi dovevo illudere, avrei sofferto di più. E intanto lei si avvicinava, si inginocchiava accanto a me, incurante della neve, e mi abbracciò.

-Felpato!- sussurrò nel mio collo da cane.

E il mio cuore esplose di gioia.

 

***

 

Joy

Era assurdo, lo so. Ma io conoscevo quel cane. Era Felpato, lo sapevo benissimo, ne ero sicura al cento per cento. Peccato che non sapessi nient'altro su quel cane tranne il nome e l'amore che provavo per lui. Sì, io lo amavo. Lo so, è una cosa strana da pensare per un cane, vero? Sì, lo devo ammettere, ma se quello non era amore era comunque qualcosa che gli si avvicinava terribilmente.

Mi staccai da lui, era quasi del tutto bagnato, ma nonostante tutto ancora caldo, e gli accarezzai il pelo con energia, fino al collo, dove poi gli presi la testa tra le mani gentilmente e avvicinai il mio naso al suo.

-Tu sei Felpato. Di questo ne sono sicura. Ma non ricordo nient'altro purtroppo. Ma sono felicissima di vederti!- dissi, anche se sapevo che il cane non avrebbe capito. Eppure all'improvviso sembrò spegnersi. La coda gli si abbassò floscia, lo sguardo e il muso si fermarono a terra e sembrò irrigidirsi. Gli alzai il muso con decisione per incrociare il suo sguardo. Ed ebbi un altro flash. Quegli occhi erano gli stessi di quando avevo trovato il gatto, quelli bisognosi di affetto, quelli che non avrei mai voluto abbandonare. Ma c'era ancora qualcosa che mi sfuggiva. Più di qualcosa a dire la verità.

-Entra, vieni, ci stiamo raffreddando- esclamai, alzandomi e invitandolo a entrare. Lui esitò.

-Felpato entra subito prima che ti trascini dentro a forza. E non provare a scappare perché vengo a riprenderti e ti metto il guinzaglio- lo minacciai. Era incredibile come mi rendessi conto che era una cosa stupida parlare a un cane come se mi capisse perfettamente, ma non mi sentissi davvero stupida, come se una parte di me era sicura che lui capisse. E in effetti lui entrò in casa senza più esitazione, lasciandomi a riflettere un po' sulla faccenda. Il mio adorato gattino uscì il capo fuori dalla finestra e miagolò, come per farmi tornare sulla terra e infatti sobbalzai quasi prima di entrare in casa e chiudere finalmente la finestra.

Felpato mi osservava poco distante, con il capo inclinato e gli occhioni dolcissimi.

Sorrisi, mi lavai le mani nel lavello e poi presi i primi biscotti sfornati.

-Non so se hai fame, ma mi sento abbastanza sicura da dire che sei un pozzo senza fondo quindi tieni. Questi sono un po' troppo bruciati, ma penso che magari non sarai schizzinoso- e prendendo un piatto gli versai qualche biscotto ancora caldo. Lui prese a scodinzolare e poi iniziò a mangiare, mostrandosi felice. Sorrisi sedendomi su uno degli sgabelli alti, presa da quella strana felicità che non sapevo spiegarmi, ma che provavo.

Per poi ricordarmi all'improvviso che avevo i biscotti nel forno e che probabilmente stavano facendo la stessa fine degli altri: carbonizzati.

 

***

 

Lily

 

Ero rapita completamente da lui. I suoi gesti dolci e decisi, le sue mani grandi strette attorno alla matita, ora al carboncino e ora al gessetto bianco, che disegnavano delle immagine così belle da far impallidire le mie foto.

Sentivo un calore dentro sorprendente, pensando che lui era mio e io ero sua. Arrossì vistosamente, pensando a quando volessi saltargli addosso in quel preciso momento. Come poteva essere così sensuale, così tentatore, così …

Scossi il capo. No, non potevo saltargli addosso. Avevamo poco tempo, doveva disegnare. E poi eravamo in casa dei miei. Con i miei sotto e la porta aperta. No, decisamente non potevo.

Lily trattieniti, del resto l'hai fatto per così tanto tempo. E anche se più di una volta ci eravamo ritrovati in circostanze molto.. intime ti sei sempre voluta fermare. Non sarebbe stato affatto logico saltargli addosso ora e spogliarlo completamente per poi... ma che cavolo di pensieri avevo? Da quant'è che ero diventata un'assatanata? Non era normale!!!

Mi toccai il viso, sentendo che stavo andando a fuoco. Per fortuna che lui era troppo preso a disegnare per rendersene conto.

Mi alzai di scatto dal letto e mi voltai, in modo che lui non avesse il tempo di notare il mio viso rosso.

-Vado a dire ai miei genitori che ti fermi a cena. Torno subito, tu continua-

-Ok- fu la sua sintetica risposta.

Poco prima di scomparire alla vista notai lo sguardo di James su di me e avvampai di nuovo, correndo invece che in salotto, in bagno per primo. Dovevo lavarmi il viso e rinfrescare i pensieri, sì, decisamente, prima di prendere fuoco.

Raggiunsi i miei poco dopo e furono felicissimi della notizia. Poi tornai lentamente nella mia stanza, trovando James a terra ora, a pancia in sotto sul tappeto, che disegnava un'altra scena con tranquillità.

Mi sedetti sul letto e in silenzio lo guardai disegnare.

Lo guardai disegnare per ore, senza mai stancarmi. Ad un certo punto lui si sedette per terra mettendo l'album sulle gambe e appoggiando la schiena al bordo del letto e io mi avvicinai, iniziando ad accarezzargli i capelli. Lo vidi chiudere gli occhi mentre intrecciavo le dita tra i suoi capelli ribelli, per poi riprendere a disegnare. Sorrisi e continuai dolcemente, giocando con i suoi capelli e divertendomi quando notavo che si distraeva per le mie carezze. Ad un certo punto si fermò e mi guardò accigliato.

-Ma vuoi proprio farmi sbagliare tu!? Mi stavi facendo fare un naso stratosferico a Joy, sai?-. Risi maliziosa, non smettendo.

-Davvero non vuoi che continui? Ok, allora smetto- dissi, allontanandomi per ripagarlo della sua stessa moneta. E poco dopo fui investita da lui che si sedette sul letto e mi abbracciò di slancio.

-Diabolik vieni qui- e mi baciò. Mi gettai in quel bacio con tutta la passione che sentivo di nuovo sorgermi dentro. Dimenticai tutti i miei propositi, dimenticai che eravamo nella mia stanza con i miei genitori poco distanti e la porta aperta, dimenticai tutto come al solito quando mi lasciavo andare con lui. Sapevo solo che volevo abbracciarlo più forte che potevo, che volevo sentirlo contro di me, che quel dannato maglione che aveva era solo un ostacolo, per questo glielo tolsi subito e lo stesso fece lui col mio. Rimanemmo io in camicia e lui in maglietta, mentre interrompevamo un attimo il nostro bacio e ci guardavamo un attimo negli occhi.

Poi dei passi appena fuori alla porta ci fece staccare. James si sedette di nuovo a terra, fingendo di essere rimasto sempre lì a disegnare e io presi i maglioni e li nascosi dietro il letto veloce, poco prima che mio padre entrasse nella stanza. Mi lasciai andare a un piccolo sospiro di sollievo, lui almeno non avrebbe notato il rossore dei nostri visi o il fatto che non avevamo più i maglioni.

-Tra poco e pronto! Come va?- domandò, rimanendo alla soglia.

-Bene- esclamammo entrambi. Ma mentre il tono di James era abbastanza convincente la mia voce era risultata a dir poco stridula. Mio padre si accigliò.

-Lily vieni ad aiutare tua madre ad apparecchiare?- chiese.

-Subito- dissi, alzandomi dal letto e uscendo. Lanciai un'occhiata a James, che ricambiò con sguardo divertito e sorridendo scesi sotto, seguita da mio padre. Chissà cosa pensava. Spesso mi chiedevo come gli doveva apparire strano ora il mondo, non riuscendo a vedere più niente, ma sembrava totalmente tranquillo. Almeno con me. Come aveva interpretato la situazione? Chissà, speravo solo non si fosse fatto un'idea sbagliata.

Aiutai mia madre ad apparecchiare e poco dopo ci mettemmo a mangiare.

Era strano mangiare tutti insieme così tranquillamente. Mi rimproverai di non aver ancora trovato un modo per dirgli che io e James stavamo insieme, ma non sapevo da dove iniziare.

Come si dicono certe cose? Non ne avevo idea. E intanto che io rimuginavo James se la cavava egregiamente a parlare con i miei. Ignoravo di cosa parlassero per un bel po', fino a quando, ad un certo punto, li invitò l’indomani a passare la Vigilia di Natale da lui.

-Davvero, sarebbe un piacere avervi a cena da me- ribadì James.

-Grazie figliolo, sei davvero gentile, ma domani sera abbiamo già promesso a nostra figlia maggiore che saremo andati da lei. Ha organizzato una festa anche con i genitori del suo futuro sposo. Non abbiamo potuto dire di no- spiegò mio padre. Abbassai lo sguardo. Mia sorella aveva invitato tempo fa i miei, ma non si era presa la briga di fare altrettanto con me. Mia madre diceva che sarei dovuta andare, ma io non ne avevo la minima intenzione. Non mi avrebbe voluta e non volevo essere di troppo.

-Ci sarò io per loro, non ti preoccupare!- dissi a James sorridente e lui rispose incerto.

-Non ci vai anche tu?-

-No, non sono stata invitata e comunque sarei un ospite sgradita. Non vorrai dirmi che non mi vuoi neanche tu?- chiesi, sbalordita.

-Scherzi? Certo che sei la benvenuta. Ma pensavo che ci tenessi a partecipare alla cena con i tuoi. Non voglio costringerti a scegliere tra passare la Vigilia di Natale con noi o con i tuoi- fu la sua risposta incredibile. L'avevo sentito esitare nel momento in cui aveva detto “con noi”, come se in realtà avesse voluto dire “con me”.

Sorrisi e stavo per rassicurarlo, quando intervenne mia madre.

-Secondo me non sarebbe davvero un ospite sgradita. Petunia sarà anche ostile in apparenza, ma sono sicura che ti aspetta. Comunque, se l'alternativa sarebbe andare da James, penso proprio che tu non abbia difficoltà di scelta, quindi vai serena. Però promettetemi che farete i bravi- si raccomandò a James. Chissà se stavo arrossendo davvero così vistosamente come temevo, cosa intendeva mia madre? Aveva capito tutto?

Per fortuna James sapeva trattenere l’imbarazzo meglio di me, rispondendo a mia madre con il suo solito tono calmo. 

-Certo signora. Comunque dovete almeno accettare il mio invito per Capodanno. Organizzerò una festa con degli amici, ci saranno anche dei vecchi amici dei miei genitori, tra cui anche dei nostri professori e il preside. Non potete mancare!-

-Ok James, grazie mille per l’invito, saremo felicissimi di esserci!-

Dopo cena ci alzammo e tornammo nella mia stanza. James era riuscito a disegnare tantissimo prima di cena e ora gli mancavano solo un foglio, quello finale.

-Sei stato gentilissimo a invitare i miei a Capodanno. Ma davvero sei intenzionato a organizzare una festa del genere?-

-Certo. Uniremo tutti i membri dell'Ordine della Fenice, più alcuni nostri amici. Ho invitato anche i genitori di Remus, quelli di Peter, lo zio di Sirius, anche se lui non lo sa. Forse ci sarà anche Andromeda, la cugina di Sirius. Vedrai, ti piacerà. Sarà un'opportunità per stare tutti insieme, per sentirci uniti e per festeggiare il nuovo anno a pieno-

-E la festa di domani sarà come questa?-

-No, sarà una cosa tra noi. Ci sarà Sirius, tu, io e forse Remus- disse e notai un po' di tristezza nel suo tono.

-E Peter e Joy?-

-Peter vuole stare con i suoi genitori. Non so cosa hanno organizzato, ma sembrava non potesse proprio venire. Mentre Joy andrà a casa della ragazza di suo fratello per essere presentati in famiglia. Sembra proprio che Erik si sia deciso a chiedere la mano a Amelia, e ha chiesto a Joy di starle accanto. Non poteva non andare- mi spiegò.

-Bene, allora mi sentirò molto più a mio agio sicuramente della notte di Capodanno. Non sono un tipo da feste con mille invitati- tentai di sdrammatizzare.

-Non l'avevo mai notato, sai?- mi prese in giro lui.

Gli feci la linguaccia e lui rise.

-Asociale-

-Festaiolo-

 

***

 

James

Tornai a casa sorpreso da quanto si fosse fatto tardi. Chissà se Sirius aveva già mangiato. Avevo il piatto di avanzi in mano e la mia battuta sul fatto che fosse un sacco di pulci pronta sulla punta della lingua, quando aprì la porta del soggiorno, ma non lo trovai. Era tutto buio. Aprì la luce e notai una pozza di olio, tutto sporco per terra e tutto abbastanza simile a quanto l'avevo lasciata, più o meno, ma niente moto. E, cosa più importante, niente Sirius.

Girai piano tutta la casa, sperando di trovarlo sempre nella stanza successiva, ma non lo trovai. Controllai perfino in cantina e nello scantinato, senza trovarlo. E andai nel panico: dove cavolo poteva essere andato?

Mi fiondai fuori, ma aveva preso a nevicare da ore, qualsiasi possibile traccia doveva essere sparita da parecchio tempo.

Se n'era andato con la moto, ma non potevo dedurre nient'altro. Poteva essere andato ovunque. Da Remus, da Peter, da Joy.. da Joy. Chissà perché l'ultima opzione mi sembrava la più probabile. Mi smaterializzai fuori casa di Joy poco dopo e, notando la luce accesa in cucina andai subito lì, fermandomi alla finestra. Joy stava per mettere in forno una teglia di biscotti. Alla fine l'aveva preparati davvero!

E notai subito Felpato sdraiato sul tappeto accanto ai suoi piedi, un piatto di biscotti davanti che stava mangiando tranquillo. Aveva gli occhi fissi su Joy, non la perdeva di vista neanche un secondo e, anche se aveva una faccia da cane riuscivo benissimo a immaginare cosa stesse pensando. Sorridendo mi allontanai piano e ritornai a casa, col sospetto che Sirius avrebbe preferito passare il resto della sua vita da cane accanto a lei, piuttosto che tornare a casa con me in quel momento.

 

***

 

Sirius

Si era addormentata tardissimo perché era tutta presa dall'idea di fare dei buoni biscotti. Come se no si rendesse conto che quelli che aveva fatto erano già perfetti. Per fortuna che ero un cane, altrimenti le avrei riso in faccia un sacco di volte mentre si arrabbiava e rifaceva i biscotti all'infinito. Perché poi volesse fare dei biscotti perfetti non l'avevo ancora capito, ma era così entusiasta che non mi ero mica lamentato. Adoravo guardarla così piena di energia e decisa a raggiungere la meta.

Quanto l'amavo.

Mi mossi piano, si era addormentata abbracciandomi sul divano come se fossi un enorme peluche, e riuscì a guardarla in viso. Il suo profumo, l'averla così vicina, mi faceva un effetto stravolgente.

Perché non ricordi il mio amore per te? Perché non mi ami ancora? Perché i cani guaiscono quando piangono? Mi morsi la lingua tentando di non fiatare per non svegliarla e vidi il gatto balzare sul divano per guardarmi. Stupido gatto.

Mi aveva stressato per tutta la sera come se volesse giocare con me, non capendo che il mio unico gioco con i gatti era giocare a sbranarsi. E di sicuro non voleva che ci giocassi con lui.

Joy l'aveva chiamato Arancino. Dimmi tu se puoi mai chiamare un gatto Arancino... poveri i suoi figli se avesse scelto lei il loro nome da sola.

Joy dei figli? Ma che cavolo di idea mi era mai venuta in testa? Joy dei figli. E con chi? Nella mente mi si formò l'immagine di lei, vestita di bianco all'altare con un uomo sconosciuto. Un uomo che non le aveva fatto del male, un uomo che poteva prometterle un futuro migliore che non quello di un rinnegato, un uomo che non l'avrebbe mai tradita, anche se sotto inganno. L'uomo perfetto, che indubbiamente non ero io. Sì, perché lei si meritava un uomo così, non l'abominio che ero io. Con una stretta al cuore mi alzai piano dal divano e mi diressi verso la porta.

Erano da poco le quattro del mattino. Joy non si sarebbe svegliata prima di diverse ora e magari avrebbe scambiato la mia comparsa solo per uno strano sogno. Non ci avrebbe fatto caso.

Non avrebbe sicuramente sentito la mia mancanza. Le lanciai un'ultima occhiata e poi andai verso la porta. Mi alzai sui piedi posteriori per abbassare la maniglia, ma mi voltai un attimo sospeso perché il gatto mi miagolava dietro.

Cosa voleva quella bestiaccia ora? Mi guardava come se mi volesse dire “perché te ne stai andando?”

Beh, non erano sicuramente affari suoi. Me ne uscì, richiusi la porta e poi tornai alla mia moto. Lì ripresi le mie sembianze e tornai a casa di James. Entrai in casa e non trovai nessuno.

Mi sorpresi un po’, pensavo che James mi avrebbe aspettato sveglio. Perché avrebbe dovuto farlo visto che molto spesso gli avevo detto di non farlo?

Eppure ero quasi deluso dall'idea che non l'avesse fatto.

Andai in cucina e mi sedetti al tavolo, non sapendo cosa fare. Ero stanco, ma non volevo andare a letto.

Ero triste, frustrato e se fosse stato qualche anno fa sapevo esattamente quale sarebbe stato il metodo giusto per sentirmi meglio. Ma tradire Joy mi avrebbe solo fatto sentire ancora più dolore. E non solo, perché non sarebbe mai potuto bastarmi. No, perché non avrei cercato solo il sesso, avrei cercato l'amore. L'amore che mi dava sempre Joy da anni, e che ora non avevo più.

 

***

 

James

Avevo sentito la moto e mi ero svegliato di colpo. Mi sedetti sul letto di scatto, aspettando che entrasse nella sua stanza.

Sì, ero nel suo letto, volevo essere sicuro di accorgermi che tornasse. Non avevo pensato che la sua moto facesse ancora tanto rumore. Ma quando aspettai un po’, mi resi conto che non sarebbe salito sopra e quindi mi rimisi in piedi per raggiungerlo.

Lo trovai al tavolo della cucina con una bottiglia di liquore di mio padre in mano. Si era già scolato almeno la metà.

Mi sedetti accanto a lui in silenzio e notai che mi lanciò un'occhiata stralunata. Come se non si aspettasse che sarei comparso.

-Com'è andata dalla tua bella? Avremo i genitori Evans a cena domani? I tuoi futuri suoceri!- mi punzecchiò lui.

-No. Sono invitati dalla famiglia del ragazzo dell'altra figlia. E visto che avevano già detto di si, non hanno potuto disdire. Ma a Capodanno ci saranno sicuramente, gli ho anche anticipato la presenza di vari componenti della scuola e quindi erano a dir poco entusiasti- risposi, osservandolo attentamente per cercare di capire quale pensiero nefasto gli girava nella testa, impedendo al sorriso di espandersi anche agli occhi.

-Già. Ma sei davvero sicuro di voler passare il Capodanno con tutti i nostri prof? Insomma, non ci potremmo divertire-

-Io non la vedo così. Secondo me potremmo divertirci eccome. E comunque io non ho invitato i prof, ma ho invitato tutti i componenti dell'Ordine della Fenice.

Ci saranno anche nostri ex compagni di scuola, Auror, nostri amici, non saremo solo con i vecchi- lo rassicurai.

Lui ridacchiò e si prese un altro grosso sorso di liquore dalla bottiglia. Lo guardai accigliato.

-Ma domani vuoi avere ancora un cervello in testa o solo una pappetta indefinita?- domandai.

-Una pappetta indefinita, ovviamente!-

-Non vorrai mica finirtela tutta tu spero. Dammela un po', su- lo invitai, tendendo il braccio.

Lui me la porse con un attimo di esitazione, ma mi guardò profondamente divertito quando presi anch'io un lungo sorso.

-Ancora in bianco, vero?- sogghignò.

Presi un altro lungo sorso prima di degnarlo di un'occhiataccia.

-Vorrei capire perché ti diverte così tanto che non faccia l'amore con Lily. Non dovrebbero essere fatti miei?-

-No caro, sono fatti anche miei visto che questa cosa ti fa soffrire. E non dire che non è vero. È una cosa fisiologica, noi uomini ne abbiamo bisogno. E il fatto che voi due vi amate eppure lei ti costringa a rimanere in bianco senza motivo non è affatto logico- illustrò con la stessa serenità di uno scienziato che spiega la tua teoria sulla relatività.

-Non sto soffrendo. E poi quando capiterà capiterà, ok? E non gettare su di me le tue voglie, perché sei chiaramente tu quello che vorrebbe saltare addosso alle ragazze perché è da un bel po' in bianco, non io!-. Ero stato più acido del previsto e gli lanciai un'occhiata di scuse subito dopo, sperando di non averlo ferito.

Ma lui non raccolse la mia occhiata, piuttosto mi strappò di mano la bottiglia e finì il liquore in un sol sorso.

-Colpito e affondato!- esplose poco dopo, abbandonandosi sulla spalliera della sedia e mettendosi a dondolarsi sulle gambe posteriori, come al solito. Guardava il soffitto come se ci fosse qualcosa di importanti.

Ero stupito che mi avesse dato ragione e non si fosse arrabbiato o difeso in qualche modo. Voleva dire che era davvero ubriaco. Allora quella bottiglia di liquore non era l'unica cosa che aveva bevuto, e come uno stupido guardai ai piedi della sua sedia vedendo altre due bottiglie vuote. Due bottiglie di Whisky.

-Non hai mai pensato che dirle che l'ami potrebbe far accadere qualcosa?- gli chiesi a bruciapelo, visto che magari avrei ricevuto una risposta sincera, visto lo stato in cui era.

-E cosa? James siamo nella vita reale non in una stupida storia di ultimo ordine. Non basterà il bacio del principe azzurro per far svanire l'incantesimo fatto alla principessa. Specialmente perché io non sono il principe azzurro. Joy si merita qualcuno mille volte meglio di me. Il fatto che non mi ami più può solo essere una cosa buona per lei. E io non cambierò le cose- rispose con rabbia e dolore.

-La vedo difficile Sir. Non penso che Joy troverà mai in tutto il mondo un uomo che l'ama quanto la ami tu- non potei non dire, perché era la pura e semplice verità. Lui l’amava davvero, non ne avevo alcun dubbio.

-No, lei è meravigliosa. Non si può non amarla. Né incontrerà a milioni che l'ameranno mille volte meglio di me- c'erano un dolore incredibile nella sua voce mentre pronunciava le ultime parole, così tanto che mi fece venir voglia di tirargli un pugno per le stupidate che diceva.

-E proprio per questo non la troverà. L'ami così tanto che, pur di vederla felice, potresti anche lasciarla andare, potresti affrontare in silenzio tutta la vita, basta che lei sia felice. Ma non è una cosa necessaria secondo me. Lei vuole te, anche se non se ne rende conto. Non vorrà nessun altro se non te-

-Invece vedrai che presto incontrerà l'uomo della sua vita e lo amerà follemente. E io mi farò da parte, felice per lei. Andiamo a letto idiota, per colpa tua domani dovremmo almeno cucinare per tutta la mattina. E sai quanto adoro cucinare- borbottò lui, alzandosi e lanciando la bottiglia nella spazzatura. Lo seguì di sopra con riluttanza, cercando qualcosa da dirgli per farlo sentire meglio, ma purtroppo non trovandolo. Non mi avrebbe creduto e se ne sarebbe andato a letto ancora più addolorato se gli avessi detto che era lui l'uomo della vita di Joy.

Alla fine, quando eravamo sulla soglia delle nostre stanze, uno di fronte all'altro, gli poggiai una mano sulla spalla e lo guardai negli occhi.

Nient'altro, ma vidi i suoi occhi acquietarsi un po', poco dopo di allontanarmi e dargli la buonanotte.

Mi gettai sul mio letto pensando alle sue parole.

James siamo nella vita reale”.

Aveva ragione, ma perché la vita reale doveva essere così crudele? Non era giusto, non lo era per niente.

Mia madre mi avrebbe rimproverato per simili pensieri. Sorrisi. Mi avrebbe detto che se non ci fossero le difficoltà non apprezzeremo mai le cose belle. E io avrei ribattuto che comunque era fin troppo crudele. E lei avrebbe riso, abbracciandomi, e poi mi avrebbe guardato dritto negli occhi.

La vita semplicemente ti fa capire che non c'è niente di scontato. Dobbiamo lottare se vogliamo il meglio della vita, dobbiamo lottare per i nostri diritti, i nostri ideali e per raggiungere la felicità.

Già mamma, dobbiamo lottare. Ma dove ci poterà il nostro lottare? A te dove ti ha portato?

 

***

 

E su questa nota finale molto triste direi, ecco finalmente il capitolo!

Mi dispiace davvero per l'attesa, ma purtroppo la mia ispirazione è sparita, volatilizzata, evaporata, puff!!!! XD

Vi chiedo scusa davvero!!!

Tenterò di non fare più ritardo ma purtroppo non me la sento di promettervelo perché con l'università, la nascita del mio nuovo nipotino che avverrà a giorni, e un trasferimento che dovrei fare a breve, non ho molto tempo!

Ma farò del mio meglio. Non ricordo se volevo dire qualcosa sul capitolo... beh, non so come è venuto, spero che non sia orribile.

Lascerò a voi la parola. Devo ammettere che all'inizio ero un po' delusa dal fatto di avere solo una recensione... ma poi ho ricevuto un messaggio personale da “lyndance1” che ringrazio vivamente e poi ho letto al recensione di Maltrerio è ho pensato che infondo mi basta questo! Perché voi due siete persone mitiche e vi ringrazio davvero, le vostre parole sono come mille recensioni!!!

Inoltre le visite e anche il numero dei preferiti/seguiti/ricordati sono saliti quindi mi sento totalmente ripagata. Grazie mille quindi a tutti!!! ora vi lascio. Vorrei riuscire a scrivere ancora un po' e spero vivamente di riuscire a scrivere e pubblicare presto quindi vi saluto e vi ringrazio ancora!!! Mi raccomando, lasciatemi qualche recensione se avete tempo!!!

alla prossima, baciii!!!!!=)

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Capitolo 53
*** Cinquantaduesimo capitolo: Una magica notte di Natale ***


CAPITOLO 52:

 Una magica notte di Natale

Sirius

Arricciai il naso, guardando il tacchino da pulire.

-Ma perché dobbiamo davvero cucinare qualcosa noi? Non possiamo andare a comprare qualcosa di già cucinato e riscaldarlo! Nessuno Si accorgerà della differenza- proposi.

-Scansafatiche, fai il tuo lavoro e non ti lamentare così tanto- replicò James, divertito.

-Già, intanto tu ti prepari il ripieno e io devo mettere la mano lì dentro per pulirlo- indicai schifato il tacchino surgelato, che mi faceva solo impressione. Personalmente sarei potuto anche diventare vegetariano da questo momento in poi piuttosto che pulire quel coso.

-Perché non ci diamo il cambio?- proposi.

-Perché abbiamo lanciato la moneta e devi fare tu quello, mi dispiace, ma ha scelto la sorte! Ed era una tua idea, ti ricordo- mi fece notare lui.

-Certo, perché non ti decidevi a farlo tu e dovevamo scegliere. Comunque sono sicuro che tu hai barato. Dovevo lanciarla io la moneta! Rilanciamo, dai!-

-No Sirius Black, non mi fido di te. Abbiamo già fatto ed è uscito questo-

-Ma quando arriva Remus? Non potrebbe farlo lui e io preparo... preparo l'insalata?-

-Certo, l’insalata! Smettila di fare il bambino e prepara il tacchino! E comunque Remus non verrà prima di due ore e noi dobbiamo aver messo entro mezz'ora il tacchino in forno se vogliamo mangiare stasera-

-Sai, penso che l'idea di mangiare il tacchino ripieno a Natale sia una cosa un po' barbosa. Insomma, trita e ritrita! Non possiamo mangiare un po' di bruschette e basta? Del resto saremo solo noi quattro. Anzi, togli il quattro, ma metti il due visto che probabilmente tu e la tua bella vi apparterete per tutta la serata e io rimarrò solo con Remus- sbottai al pensiero. James ridacchiò.

-Era esattamente quello che pensavo quando dovevo rimanere quest'estate solo con te e Joy. E ti ricordo che mi avete lasciato solo parecchie volte, quindi non avresti di che lamentarti. Ma visto che sono bravo e buono ti assicuro che non succederà quello che hai presagito. Staremo tutti e quattro insieme, sereni e felici- mi rassicurò con un irritante sorriso.

-Sì, tutti insieme appassionatamente. Fammi rileggere come dice di pulirlo quel dannato libro..- sbuffai.

Lui sorrise, porgendomi il libro.

-Ma perché cucinare deve essere così schifoso?-

 

***

 

Lily

Salutai i miei genitori, che stavano già andando via, e poi tornai nella mia stanza, dove sul mio letto mi aspettavano due abiti. Entrambi di lana, uno era corto, verde, da usare con i fuson sotto e aveva il collo alto e morbido.

L'altro era bianco, mi arrivava alle ginocchia, una cintura nera alla vita e aveva un ampio scollo. L'avrei indossato con un maglioncino nero sotto, come le calze che avrei indossato. Non sapevo scegliermi.

In realtà, essendo vigilia di Natale mi sarei dovuta vestire di rosso, ma non ne avevo voglia. Forse, allora, avrei dovuto scegliere il verde… alla fine mi misi il vestito verde e mi guardai incerta allo specchio. Sarei piaciuta a James?

Dannata insicurezza. Quanto avrei voluto Joy vicino a darmi consigli. Ma a quanto ne sapevo anche lei era presa da ben altri problemi.

 

***

 

Joy

Sbuffai guardandomi allo specchio. Sembravo una cozza.

-Joy dobbiamo essere lì tra cinque minuti, sei pronta?- mi chiese mio fratello dalle scale.

-Quasi!- gli gridai io in risposta, anche se non era vero. Non sapevo cosa mettermi. Di norma non mi sarei preoccupata affatto di come vestirmi, ma stavamo andando a cena con i genitori della ragazza di mio fratello. Insomma, lui si aspettava sicuramente che fossi al meglio, così come anche loro, solo ed esclusivamente perché ero l'unica parte della sua famiglia. Ma non avevo idea di cosa mettere, ogni cosa mi sembrava mostruosamente brutta, all'improvviso.

No, non andava affatto bene. Mi sedetti sul letto e mi presi la testa tra le mani per la disperazione. Per niente bene!!!

-Joy- mi chiamò mio fratello da dietro la porta, facendomi sobbalzare.

-Sì, Erik?- domandai con un filo di voce.

-Posso entrare? Volevo chiederti se..- dicendo questo aveva già aperto la porta e si era bloccato, guardandomi. Era vestito in giacca e cravatta, cosa che mi fece ridere perché lui non era per niente un tipo del genere se non doveva indossare la divisa, e sembrava teso ancor più di me, anche se era decisamente ovvio che lo fosse.

-Non vuoi venire con quella felpa, vero?- chiese incerto. Scossi il capo e me la sfilai restando in canottiera e jeans.

-Non ho idea di cosa mettere. Cosa volevi, piuttosto?-

-Cioè, tra meno di cinque minuti dobbiamo essere a casa di Amelia e ancora non sai come vestirti?- chiese, scoraggiato.

-Mi dici cosa cavolo volevi oppure mi conviene cercare nel mio armadio intanto qualcosa da mettere?- domandai acidamente.

-Volevo chiederti se secondo te ho messo troppo profumo- mi avvicinai, annusando, e poi scossi il capo.

-No, non è esagerato. Hai qualche consiglio tu invece da darmi per i vestiti?- domandai in risposta.

-Non metterai mai una gonna, vero?- chiese divertito, per poi riprendere dopo la mia occhiataccia.

-I jeans vanno bene, sono i meno stracciati che hai mi sembra. Ma evita le felpe con rockstar e cacciatori per favore. Potresti metterti un maglione semplice, non ce li hai?- chiese.

Io frugai nell'armadio e trovai un maglione blu, così diverso da tutti gli altri vestiti che avevo che mi sorprese. Lo guardai accigliata e lo indossai subito. E quando mi guardai allo specchio ebbi un flash di ricordo. Avevo messo quel maglione solo una volta da quando Lily me lo aveva regalato: per fare colpo su Sirius. Ricordavo persino il motivo. Elen, la mia compagna di Grifondoro, mi aveva fatto notare che con Luana vicino Sirius mi avrebbe lasciato sicuramente perché nessuna persona sana di mente avrebbe scelto me con lei vicino. E ricordai all'improvviso anche il volto di Sirius quando mi aveva visto.

Pieno di sconcerto, pieno di.. rabbia? E poi com'era andata a finire la storia? Non lo ricordavo. Mi tenni la testa tra le mani, sconvolta da tutti quei ricordi.

-Joy, cosa c'è? Stai male?- chiese Erik preoccupato, sorreggendomi per le spalle.

-Io... non lo so... sì, tutto ok. Ora sto meglio!- lo rassicurai, vedendolo preoccupato. Lui mi sorrise incoraggiante e poi guardò il maglione.

-Ottima scelta, così sei più presentabile. Anche se ti preferisco con le felpone- mi spettinò i capelli e io lo scacciai, divertita.

-Sai, i genitori di Amelia sono tipi da... da vestiti eleganti e per questo che insisto. Ma le prossime volte puoi venire benissimo come vuoi, del resto è la prima impressione quella che conta!- mi rassicurò lui, scherzando.

-Allora andiamo e speriamo di non combinare disastri! Sarebbe degno di noi, direi!- e ridendo ce ne uscimmo di casa a braccetto.

 

***

 

Lily

Suonai alla porta un paio di volte prima di riuscire a farmi sentire. Da dentro casa proveniva una musica che spaccava i timpani e mi chiesi come potessero stare dentro, visto che già da fuori le orecchie protestavano.

-Oh, guarda chi si vede. Come mai qui?- mi disse Sirius alla porta, quando finalmente si decisero ad aprire.

-Non lo so, forse volevo rompermi un po' i timpani, ma mi seccavo farlo da sola. Non pensate che la musica sia un po' troppo alta?- chiesi ironica.

Lui alzò le spalle con aria di sufficienza.

-Al tuo caro maritino piace la musica al massimo, cosa ci vuoi fare- e si fece indietro per farmi entrare.

La casa era decorata a vera regola d'arte e sorrisi, immaginando quei due che si mettevano a decorarla.

Impugnai la bacchetta e abbassai subito il volume per salvare davvero i miei timpani, prima di seguirlo verso la cucina.

-Quelli sono regali per me, vero?- chiese, guardando la busta che portavo.

-Certo, tutti per te- scherzai mentre li prendeva dalle mie mani, restava sulla porta del salotto e con un lancio perfetto li lanciava sul divano accanto all'albero.

-E se ci fosse stato qualcosa di fragile?- domandai, inorridita.

-Non essere pignola, ci siamo solo risparmiati strada. E poi c'è la magia, no?- ed entrò in cucina, dove trovammo James chino sul forno che contemplava un enorme tacchino che stava cuocendo.

-Dici che ci devo mettere della salsa sopra di tanto in tanto Felp.. Oh, ciao Lily! Già arrivata?- mi sorrise lui quando mi notò. Poi tornò a guardare Sirius.

-Leggi sul libro se devo mettergli la salsa o no?-

-Questa è l'ultima cosa che faccio James, sia chiaro. E se il prossimo anno ti viene in mente di organizzare tu una cena sappi che io passerò il Natale da un'altra parte mooooolto lontano da te- fu la risposta di Sirius mentre prendeva il libro e iniziava a sfogliarlo.

Mi avvicinai a James, un po' risentita dal suo saluto tiepido. Mi meritavo solo un ciao?

Ma lui era così intento a guardare il tacchino che non si accorse neanche che gli ero al fianco. Sbuffai e lui si voltò finalmente verso di me.

-Hai abbassato tu il volume prima?- mi chiese. Accigliata lo guardai.

-L'ho fatto per legittima difesa, sì. Non pensi che era un po' alto?-

-Gliel'ho detto a Sirius, ma lui continuava ad alzarlo lo stesso. Penso che non abbia più i timpani ormai per questo ha bisogno di volumi così alti- mi spiegò, divertito.

-Cosa fate, scaricabarile voi due?- sghignazzai mio malgrado.

James mi stava probabilmente per chiedere cosa intendevo, quando Sirius lo richiamò.

-Devi inumidirlo di tanto in tanto. Ma solo quando prende colore-

-Ok. Allora possiamo iniziare a fare qualcos'altro. Facciamo patate di contorno, vero?- chiese James, anche se stava già prendendo le patate.

-Vuoi una mano?- domandai.

-No. Ti avevo detto di venire più tardi proprio perché voglio cucinare tutto io, da solo. Anzi, solo con Sirius. Così gli insegno a fare quattro cose e quando andrà a vivere solo soletto in una catapecchia saprà almeno bollire un po' d'acqua- scherzò.

-Divertente! Pensa a te piuttosto, non ti preoccupare per me. E fai lavorare la tua bella, guarda che sennò si impigrisce e quando vi sposerete ti ritroverai a farle da servetto- e detto questo scomparve di sopra, canticchiando qualche canzone.

James ridacchiò, scuotendo il capo e iniziò a lavare le patate e a metterle su uno strofinaccio per asciugarle. Impugnai un coltello e iniziai a prenderle dallo strofinaccio per sbucciarle.

-Non ti tagliare- si raccomandò.

-Certo mamma- mi ritrovai a dire e risi, pensando che era una frase che mi diceva spesso lui.

Appena ebbe finito di lavare la patate si spostò dal mio campo visivo e iniziai a chiedermi dove fosse andato. Forse di nuovo a controllare il suo amato tacchino.

E invece mi passò le mani sulla vita, abbracciandomi da dietro. Sentivo il suo respiro tra i miei capelli.

-Sono contento che sei venuta prima, sai?-

-Davvero? Non sembrava poco fa, mi hai accolto solo un “ciao” e poi mi hai quasi cacciato- gli feci notare.

-Io cacciarti? No, facevo solo scena. Per impietosirti e convincerti a sbucciare due chili di patate. È una cosa che odio- e si scansò ridendo, visto che avevo cercato di dargli una gomitata.

-Idiota-

-Scherzavo-

-Ora ti lascio da solo e vado a cercare Sirius- dissi, posando il coltello.

-Mi tradiresti col mio migliore amico? No, troppo scontato, già visto, già sentito troppe volte. Prova a tradirmi col mio miglior nemico, quello si che è meno solito e più particolare- scherzò lui, trattenendomi per un braccio.

-Non darmi queste idee James, potresti pentirtene- lo stuzzicai divertita. Ridemmo mentre mi stringeva a sé in un caldo abbraccio.

-E chi sarebbe il tuo peggior nemico?- chiesi, fingendomi interessata. Lui fece una faccia disgustata.

-O cavolo, la sola idea di te e Voldemort mi fa rizzare i peli sulla nuca e rivoltare lo stomaco. Miss Evans mi farà venire gli incubi per mesi-

-Mi dispiace Mister Potter, ma è stato lei a fare tutto da solo. E obiettivamente hai fatto venire il voltastomaco anche a me. Spero di non avere anche gli incubi- appoggiai la testa sulla sua spalla, godendomi quel momento. Il suo profumo, le sue braccia, il suo petto... Allontanai il viso, giusto per trovare i suoi occhi e poi mi alzai sulle punte per baciargli le labbra.

Lo baciai con forza, trovando la passione che riusciva sempre troppo spesso ad accendere in me.

E lui rispose, con altrettanta passione.

Senza neanche accorgermi come, mi ritrovai seduta sul bordo del tavolo, lui in mezzo alle mie gambe, stretto a me, che ci divoravamo a vicenda. I suoi capelli, sempre in disordine, ora lo erano molto di più per via delle mie mani. E le sue mi accarezzavano la schiena, i fianchi, scendevano per poi salire in carezze sempre più profonde…

-Ho portato il dolce!- irruppe nella cucina Remus, con un vassoio enorme di una pasticceria.

Ci staccammo sorpresi e scesi subito dal tavolo, con il viso probabilmente che mi stava per prendere fuoco.

-Scusatemi ragazzi! Dovreste scegliere i vostri posti più accuratamente, la cucina non è troppo frequentata?- si scusò Remus, ma approfittando per prenderci comunque.

-No, lo sbaglio e farvi venire qui. Dovrei chiudervi tutti fuori così io e Lily potremmo anche farlo sul tavolo-

Gli tirai uno schiaffo, arrossendo terribilmente, e lui rise, fingendo anche di essere stato ferito.

-Oh, finalmente Remus. Questi due mi stavano facendo venire il diabete- arrivò anche Sirius, andando da Remus e addirittura abbracciandolo.

-Ma se quando c'eri tu ci siamo ammala pena parlati- gli fece notare James.

-Sì, ma i vostri pensieri erano molto chiari lo stesso- rispose Sirius con l'aria di chi sta dicendo una cosa ovvia.

-E non hai idea di cosa ho visto io, allora! Non è un granché essere single con dimostrazioni del genere in giro, vero Felpato?- lo stuzzicò Remus. Sirius scosse il capo e gli mise un braccio sulle spalle.

-Andiamo a decidere il programma di stasera piuttosto. Che giochi facciamo?- e insieme se ne andarono in salotto a chiacchierare.

-Begli amici che ho, sempre pronti a dare fastidio- sghignazzò James.

-James..- lo richiamai. Lui mi guardò negli occhi, intuendo dalla mia voce che ero tesa. In effetti lo ero davvero. Mi ero ripromessa di parlargliene, lo dovevo fare. Era una situazione da chiarire subito, prima che diventasse un problema.

-Cosa c'è?-

-Vedi, volevo parlarti di cosa... cosa sta succedendo tra noi..-

-Cosa... parla, ti ascolto- disse, interrompendo la domanda, stringendomi le mani e guardandomi negli occhi. Non mi stava rendendo le cose più facili, era davvero una cosa difficile da dire.

-Io ti amo, lo sai già, giusto? No, non rispondere, altrimenti non arriverò mai al dunque. Vedi, stavo pensando seriamente al nostro rapporto e ho notato che... che in quest'ultimo periodo tendiamo saltarci addosso in ogni momento disponibile, più o meno- mi morsi il labbro, indecisa su come proseguire e lui mi sorrise incoraggiante.

-Non so se sono pronta per quel passo. Non... non ho mai avuto un ragazzo ed è la prima volta per me che desidero così tanto una persona, non vorrei bruciare tappe oppure rovinare tutto perché sono troppo... frettolosa. Ecco, magari potremmo aspettare ancora un po', fino a quando non mi sentirò pronta..- chiusi gli occhi, temendo la sua risposta. E se ne fosse rimasto deluso? Insomma, gli stavo chiedendo di aspettare per una cosa che era evidente che non vedevamo l'ora di fare entrambi. Ma avevo paura e per me questo voleva dire che non ero pronta.

Aprì gli occhi solo quando mi accarezzò dolcemente la testa, il viso a poca distanza dal mio e gli occhi fissi nei miei.

-Capisco, comprendo e approvo in pieno. Devi sentirti pronta, dobbiamo essere pronti entrambi perché sarà un momento unico, indimenticabile che vivremmo interamente insieme. Aspetteremo- mi sorprese lui. E negli occhi non gli lessi altro che sincerità e amore. Lo baciai dolcemente per poi riprendere il coltello.

-Allora, la finiamo questa cena che tra poco dobbiamo mangiare?- proposi felice.

 

***

 

Joy

Sorrisi cordiale e presi una tartina dal piatto che mi porgeva il cameriere. Conoscendo Amelia tutto avrei pensato tranne che avesse genitori come quelli. Altro che persone da vestiti eleganti, qui eravamo in una villa con maggiordomi e valletti. Sembravamo quasi di trovarsi al cospetto di Re e Regina da come si comportavano.

Ora capivo perché mio fratello voleva chiedere la mano prima al padre di Amelia e non lo aveva chiesto semplicemente a lei. Erano tipi del genere. Molto... antichi e snob.

Per fortuna che Amelia non lo era, altrimenti mi sarei impuntata. Chissà cosa avrebbe detto mio padre di tutto questo. Probabilmente sarebbe stato in grado di parlare di più con i genitori di Amelia, più di me. Ero riuscita a malapena a salutarli e a porgergli le più cortesi domande prima di diventare invisibile ai loro occhi. E meno male che non mi ero presentata in felpa e jeans.

Quella sera non eravamo invitati solo noi, naturalmente, c'erano almeno altre cento persone in giro per la villa con la puzza sotto il naso e vestiti costosi.

Mi davano tutti la nausea. Tra l'altro molti erano persone non raccomandabili. Mio fratello mi aveva avvertito di stare lontano da certi individui, invischiati con i Mangiamorte, ma che gli Auror non erano riusciti ad arrestare per mancanza di prove.

Io avevo protestato, dicendo che se li frequentavano, non erano poi così raccomandabili i genitori di Amelia, ma lui mi aveva rabbonito.

-Joy, già devo andare a chiedere la mano della loro unica figlia, non mi sembra il caso di mettermi a fare simile polemiche. Loro sanno benissimo che combatto in prima linea contro Voldemort e i Mangiamorte e non la pensano diversamente da noi, altrimenti non mi avrebbero voluto tutto questo tempo accanto a loro figlia. Ma sono pur sempre dei conti, sono legati all'etichetta e tutte queste grandi cretinate, ed essendo purosangue sono tutti invischiati con Voldemort. Quindi, se riusciamo ad andarcene da qui senza creare dispute, sarà un gran successo. Quindi non ti mettere a litigare con nessuno, per favore. Per Amelia è importante avere il consenso dei suoi genitori-

E quindi me ne ero zitta, anche se avevo incontrato già molte persone ostili, come Lucius Malfoy. Come potevano andarsene in giro sorridendo tranquillamente e bevendo alcolici, visto tutto quello che stavano combinando?!

Mi morsi la lingua e mi allontanai dal salone, scegliendo di andare sul balcone a nord, che sembrava il meno affollato.

Mi appoggiai al davanzale, pensando a quanto sarebbe stato diverso essere con James, Sirius, Remus e Lily. Loro si che si stavano divertendo sicuramente.

 

***

 

Lily

-Ma voi cosa vi siete fumati?- chiesi ridendo, mentre James e Sirius aprivano la porta e uscivano. La cena era quasi pronta, ma loro volevano comunque fare l'ennesimo gioco, o meglio gara. Era da tutto il pomeriggio che ci tormentavano con giochi di tutti i tipi.

-Dì la verità Evans, hai solo paura di arrivare ultima perché non sai fare dei pupazzi di neve- mi prese in giro Sirius.

-Sbruffone! Adesso vedrai se non sono brava- dissi, prendendo il cappotto e la sciarpa.

-Portati anche il cappello, te lo consiglio. Ci riempiranno di neve tempo dieci secondi!- mi disse Remus, mentre si legava la sciarpa al collo.

Risi divertita.

-Devono solo provarci!-

 

***

 

Joy

-Triste?- mi chiese qualcuno e mi voltai incredula. Sembrava... no, non era lui. Guardai attentamente il ragazzo davanti a me. Ricordava Sirius, gli assomigliava terribilmente, ma non era lui, così come la sua voce era diversa, anche se era così simile alla sua.

Quando incrociai i suoi occhi vidi che erano neri e non blu, come quelli meravigliosi di Sirius. Fui colpita di nuovo dai ricordi.

Lui era Regulus Black, il fratello di Sirius. Ricordai anche che Sirius era scappato di casa e i casini con i genitori. Rimasi scossa da tutti i ricordi ancora una volta e dovetti preoccuparlo, perché quando ritornai al presente me lo trovai molto vicino che mi teneva per le spalle. Forse avevo barcollato.

-Ehi, stai male?- chiese.

-Lasciami, sto bene- dissi istintivamente, per poi rimpiangere il mio tono sgarbato. Il suo sguardo cambiò totalmente, oltre alla sua postura. Divenne freddo e distaccato.

-Meglio non aiutare nessuno, è questo alla fine il segreto della vita- disse freddamente, prima di andarsene. Mi morsi il labbro. Dannazione, perché non riflettevo prima di parlare? Ci doveva essere un motivo per cui lui mi si era avvicinato. Non mi aveva cercato mai di parlare e sapeva benissimo in che rapporti ero con Sirius. O ero... sì, meglio dire in che rapporti ero con Sirius. Tentai di seguirlo, ma non lo vidi più. Chissà perché mi aveva cercato...

 

***

 

James

-Ed ora l'ultima nostra tradizione, la gara a chi regge di più il Whisky!- esclamò entusiasta Sirius, prendendo dalla vetrinetta la famosa bottiglia che stamattina era andato a comprare proprio in vista di questa gara. Una varietà più forte e tosta che ci fosse al mondo.

-Cosa? Non mi sembra una grande idea!- giudicò Lily.

-Ma se è una della nostre gare migliori. Ho vinto il titolo per tre anni di fila e adesso riuscirò a raggiungere quota quattro battendo te, mio caro Jamie, che ha tenuto il record di sole tre gare vinte- e Sirius mi lanciò un'occhiata di sfida.

-Sbruffone, non ci riuscirai mai- lo sfidai io.

-Comunque non la trovo una gara corretta. Tu e James siete abituati a bere, mi sembra ovvio che vincerete!- protestò Lily. Se l'era un po' presa per non avermi vinto alla battaglia di scultura di neve ed entrando si era detta decisa a battermi in qualche altra gara.

-Beh, la gara è questa cara, se vuoi giochi altrimenti non partecipi- dissi, ridacchiando. Lei mi trucidò con lo sguardo.

-Beh, se preferisci possiamo giocare a carte. Giochiamo a poker! Ma chi perde si deve togliere un capo di vestiario- la provocò malizioso Sirius. Lily non fu l'unica a lanciargli un'occhiataccia. Ma sapevo che lo faceva apposta per stuzzicarmi, quindi tornai alla carica con Lily.

-Paura amore?- la stuzzicai.

-Per niente. Giochiamo. Ma Remus farà da giudice e se mi vede troppo andata fermerà tutte le pazzie che tenterò di fare e mi darà la pozione che prima mi lascerete preparare-

-Che pozione?- chiesi curioso.

-La migliore pozione contro la sbornia che sia mai esistita-

-E come la conosci scusami?- domandai ancora.

-Semplice, l'ho letta in un libro in biblioteca- gli risposi.

-Guarda tu, allora in biblioteca si legge anche qualcosa di interessante- notò Sirius, mentre tutti e tre ci avvicinavamo al tavolo dove lei stava tirando fuori ciotole e ingredienti dalla borsa.

-Ma ti porti dietro tutto questo arsenale ogni volta?- gli chiesi sconcertato.

-Beh, non si sa mai quando ti può servire una pozione. Ho sempre con me l'essenziale come qualche pozione curativa, il dittamo, un bezoar e cose varie- fu la sua ancor più sconcertante risposta. Lanciai un'occhiata a Sirius che si stava trattenendo dal ridere.

-Mi sembra un'ottima cosa- giudicò Remus, anche se il suo sorriso era un po' troppo largo.

-Sì, scherzate pure. Quando verrete avvelenati ringrazierete il mio bezoar a portata di mano, vedrete!- ci rimproverò lei, intuendo i nostri sguardi.

-Ok, questo è un bel bicchiere di pozione. Farà passare qualsiasi effetto dell'alcolico che berremo- sorrise lei, mostrandoci il bicchiere con un liquido che bolliva da solo ed era schiumoso.

-Non so voi, ma non ha un bel aspetto. Non è che vuoi avvelenarci di già per farcela pagare?- la provocai.

-Non lo saprete mai- e ci guardò con sguardo furbo.

Sirius mi lanciò occhiata del tipo “ma quale pazza ti sei scelto?” per poi voltarsi verso Remus.

-Va bene arbitro. Giochiamo?- gli chiese.

-Però la pozione la diamo solo al vincitore, va bene?- proposi, ghignando.

Lily mi lanciò un'occhiataccia.

-Mi sembra più che giusto!- mi assistette Sirius subito, prima che Lily potesse dire anche solo una parola.

Lily guardò Remus e poi sospirò sconfitta.

-Va bene. Ma sappiate che se vi uccido mentre sono ubriaca nessun Ministero mi condannerà, anzi mi ringrazieranno enormemente per aver liberato il mondo da due come voi- ci minacciò.

-Paura di perdere eh?- Sirius la guardò divertito.

-Per niente!- disse lei, risoluta.

Agitai la bacchetta e sul tavolo tra noi apparvero tre bicchierini. Uno per ciascuno.

-Iniziamo- disse Remus versando la stessa quantità in tutti e tre i bicchieri.

Io lo bevvi subito in un sorso, seguito da Sirius. Poi fissammo tutti e tre Lily che guardava il liquido ambrato, preoccupata.

-Ammettilo Lily, hai paura questa volta- la presi in giro. Lei mi trafisse con lo sguardo prima di buttar giù il bicchiere tutto in un sorso. E poi iniziare a tossire.

-È orrendo!-

-Dopo il terzo bicchiere ti piacerà di più, sempre se ci arrivi- la schernì Sirius mentre Remus finiva di riempire di nuovo i bicchieri.

Lily si schiarì la voce e questa volta bevve insieme a noi. E poi passammo al terzo senza fiatare.

 

***

 

Joy

-Guardate chi c'è. La ragazza del rinnegato- disse una voce, avvicinandosi a me. Strinsi il bicchiere che avevo tra le mani, ignorando la voce. Sapevo a chi apparteneva, anche se era da un bel po' che non la sentivo, per fortuna.

-Cosa sei, sorda? Guardala, poverina, speri di sentire tuo padre dall'oltretomba non parlando?- mi schernì lei e mi voltai furiosa. Di fronte a me c'era Bellatrix Black, cugina di Sirius e da sempre una pazza svitata, fin dai tempo di scuola. Ricordai qualche litigata sua e di Sirius, specie i primi anni. Prima che Sirius scappasse e ignorasse tutti i suoi parenti così come facevano anche loro con lui. Era vestita di nero, come al suo solito, ed era accompagnata da quello che doveva essere suo marito. Un matrimonio combinato, così come accadeva a tutta la sua famiglia.

-Quanto sono felice di vedere che le accuse di arresto non hanno per niente scalfito il tuo ego- dissi, gelida.

Lei mi trafisse con lo sguardo, cattivo, per poi sorridere ancora più malignamente.

-Essere uno scarto perfino per un rinnegato non ti fa bene mia cara ragazza, sei decisamente fin troppo acida. Se continui così non troverai nessuno straccio di marito. Peccato, il tuo sangue puro sarebbe servito almeno come sforna figli-

-Non ti preoccupare per me, serpe. Pensa piuttosto al veleno che hai nelle vene! E se fossi in te non sarei tanto lusingata dall'idea di stare in vita solo per produrre altri schifosi purosangue. Non ti senti usata solo come una bestia? Ah, dimenticavo che lo sei, una serpe velenosa. E spero davvero che morirai presto col tuo veleno- e le voltai le spalle decisa a non farmi prendere oltre dalla rabbia, altrimenti non sarei riuscita a mantenere la promessa fatta a Erik.

Arrivata al tavolo del buffet, mi avvicinai alle bibite e presi un bicchiere con un liquido azzurro che non avevo idea di cosa fosse. Ma lo finì lo stesso in un lungo sorso. Il liquido scivolò giù senza neanche sfiorarmi troppo. Doveva essere a malapena alcolico. Sbuffai, avevo voglia di stordire un po' la mente, non di bere acqua. E all'improvviso mi venne un pensiero.

Se fossi stata da James, molto probabilmente, avremmo fatto la solita gara da ubriaconi. Guardai la tavola senza guardarla davvero. Avevo ricordato più oggi che in tutte quelle settimane di dicembre, incredibile.

Ma perché stava succedendo? Forse stavo davvero guarendo del tutto?

-Ehi Joy, tutto bene? Ho visto che ti si era avvicinata la svitata- mio fratello mi raggiunse con un bicchiere nella mano sinistra e l'altra nella tasca dei jeans, qualcosa mi diceva intorno alla bacchetta.

-Sì, ma ci siamo semplicemente scambiati qualche ringhio, tutto qui. E tu, tutto bene?- chiesi, cercando di rassicurarlo.

-Ancora non sono riuscito a trovare il momento adatto. Ma adesso vado, non sopporto di stare più qui. E specialmente di sapere te da sola in mezzo a questa gente. Dammi tempo un'ora e ce ne andiamo!- e con un breve abbraccio scomparve tra la folla.

Un'ora. Mancava un'ora alla mezzanotte.

Sì, potevo resistere un'altra ora.

 

***

 

Sirius

-Ok, devo ammetterlo amico: la tua bella è più forte di quello che credevo- ammisi infine, dopo quello che secondo Remus era il 20esimo bicchiere.

-È la mia donna, non mi aspettavo niente di meglio- disse James, poco prima di bere tutto in un sorso il suo bicchiere.

Mi fece piacere vedere che anche lui se ne stava andando, così come me del resto. Vedevo doppio e la mente andava troppo spesso alla deriva per pensare di essere sobrio.

Ma riuscivo lo stesso a vedere chiaramente che Lily era fresca come una rosa, come se quello che stesse bevendo da un’ora fosse solo acqua.

-Ma come ci riesci?- chiese James, passandole un braccio intorno alle spalle. Lei scoppiò a ridere.

-Sono semplicemente molto più resistente di voi due a quanto sembra. E io che credevo di perdere subito! Vi dovreste vedere, avete un'aria decisamente malconcia!- ci prese in giro lei.

Sbuffai, però divertito. Sì, a quanto pare avevo una sbornia allegra, questa volta.

-Vi volete arrendere, così posso annunciare la vincitrice?- ci provocò Remus, divertito.

-Mai. Non mi arrenderò mai fino a quando non mi accascerò a terra con più alcol nelle vene che sangue!- decretai, battendo forte i pugni sul tavolo e facendo tremare i bicchieri vuoti.

-E tu, James?- si informò Remus.

-Me lo chiedi? Sto magnificamente a dispetto di quello che dite e non mi farò battere tanto facilmente!-

 

***

 

Joy

La testa iniziava a girarmi pericolosamente. Aver trovato gli alcolici non era stata una cosa poi così tanto positiva. Uscì dalla sala troppo piena e mi avviai fuori, sulla neve, sperando nella calma e nella solitudine.

Mio fratello avrebbe dovuto finire prima o poi.

Mi abbandonai con la schiena contro il muro, fregandomene del freddo, della neve, del fatto che non avevo neanche il cappotto.

Tanto non sentivo il freddo in quel momento, mi sentivo solo sola. Avrei tanto voluto che ci fossero gli altri con me. Chissà se avevano già aperto i regali di Natale… Chissà se Sirius aveva già mangiato i biscotti. Ricordavo che gli piacevano tanto quindi, probabilmente, li aveva divorati tutti subito.

Sorrisi, prima di arrossire e darmi della stupida. Che regalo stupido che gli avevo fatto. Chissà come avrebbe reagito vedendolo. Chissà...

Mi accorsi in ritardo che qualcuno aveva avuto il mio stesso desiderio. Vidi il suo profilo avanzare per il giardino senza accorgersi di me. Questa volta lo riconobbi subito. Non era Sirius, era Regulus. Di nuovo lui, ma questa volta non era lì per me, non mi cercava. Chissà perché prima l'aveva fatto? Voleva forse dirmi qualcosa di importante? Voleva parlarmi e chiedere di Sirius?

Mi alzai e gli andai incontro, notando che aveva un bel cappotto grigio pesante, uguale a uno che usava spesso Sirius. Era un regalo dello zio preferito di Sirius e a quanto sembrava anche di Regulus. Era un dettaglio particolare, che mi incuriosì molto.

Aveva una enorme bottiglia di liquore mezza vuota in mano, doveva essere brillo anche lui. Non si accorse neanche di me fino a quando non gli sfilai di mano la bottiglia. Mi correggo, non era mezza vuota, ma quasi del tutto vuota.

-Cosa stai facendo?- mi chiese, sconcertato.

Ero più ubriaca di quanto pensassi, perché altrimenti non avrei mai fatto una cosa del genere con un mezzo sconosciuto, ma finì la bottiglia in un sorso.

-Bevo, non è ovvio?-

-Ora capisco perché mio fratello ti ama, sei completamente pazza- commentò lui, accigliato. Io risposi, accigliandomi a mia volta per quella strana sua affermazione.

-Come fai a sapere che sono completamente pazza? Solo perché sono ubriaca?- domandai.

-Che tu sia normale non lo puoi di certo dire, mi sembra-

-Forse no. Ma potrei dire lo stesso di te? Scusami se mi intrometto, ma come mai non sei con i tuoi amichetti Mangiamorte e vantarti della tua ultima uccisione di babbani o di quanti soldi in banca hai oppure qualsiasi altra cosa da vermi come voi? Anzi, scusa, da serpente, dimentico che oltre a strisciare vivete anche di veleno-

Lui mi strappò la bottiglia di mano e la gettò a terra, facendomi trasalire. Si ruppe subito, urtando un masso, e tutti e due ci fermammo a guardare i cocci brillare al chiarore di luna.

-Non sono come loro, chiaro?!? Io non striscio né sputo veleno, ma mi sembra che lo stai facendo tu invece- ribatté.

-Forse, ma solo perché stare in mezzo a voi mi fa diventare così-

-Bene, allora vattene e portati via tuo fratello prima che i Mangiamorte se ne liberino. E dì al tuo caro amico Potter che i Mangiamorte hanno anche intenzione di approfittare della festa che sta organizzando per Capodanno per uccidere un bel po' di persone tutte in una volta- non stava gridando, il suo tono di voce era molto basso, ma avevo la rabbia che traspariva in ogni parola.

-Era questo che volevi dirmi prima? Perché mi stai avvertendo?- domandai, dopo essermi ripresa dal momento di sconcerto.

Lui mi guardò per un po' negli occhi, come se si fosse perso. Somigliava così tanto a Sirius. E per un attimo fui investita da mille flash su Sirius. Di quante volte mi aveva guardato in questo modo e di come mi sentivo sempre quando lo avevo ricevuto: l'avrei voluto abbracciare, stringere forte e confortarlo.

Mi dovetti trattenere dall'abbracciarlo, ma gli poggiai la mano sulla spalla lo stesso. Ma lui mi scansò, erigendo barriere come faceva sempre Sirius, doveva essere un vizio di famiglia.

-I miei motivi saranno solo i miei, chiaro? E ora vattene, sarà meglio. Se ci vedono insieme sarà un problema per me, e non voglio che mi complichi la vita. Basta che la complichi a un solo Black per volta- e se ne andò senza voltarsi quando tentai di fermarlo. Si perse in mezzo alla gente in un baleno e non lo scorsi più per tutta la serata.

 

***

 

Remus

 

Guardai James e Sirius che cantavano a squarciagola.

-Annuncio il vincitore: Lily Evans!- tentai di sovrastare le loro voci, decisamente stordenti, dandomi una nota di autorità ed entrambi scoppiarono a ridere per poi cadere dalle sedie. Anche io scoppiai a ridere e vidi anche Lily ridacchiare, mentre prendeva la pozione e la versata in altri due bicchieri.

-Cosa dici, gliene do un po'?- mi chiese.

-Non so. Considerato che hai imbrogliato potresti benissimo dargliene un po', no?- la stuzzicai, sorprendendola.

-Pensavi davvero che non fosse così palese? Hai preso qualcosa prima della gara, altrimenti non si spiega come hai fatto a resistere davvero così tanto. Se non fossero crollati tra poco avrei fermato comunque la gara, perché la quantità di alcol che hanno ingerito poteva essere decisamente pericolosa-

Lily si morse il labbro e poi sorrise.

-Sono stati loro i primi a non essere giusti. Era una sfida impossibile per me, ho solo ritoccato un attimo le cose per insegnargli una lezione-

-E quale?-

-Che non si osa dubitare del coraggio di Lily Evans!- rispose lei, tranquillamente. Ridacchiando guardai i due stesi per terra, che dopo aver quasi pianto dal ridere ora russavano profondamente.

-Sai, penso che alla fine si riprenderebbero da soli. Piuttosto c'è il fatto che se non li svegliamo non potremmo aprire i regali insieme. Mezzanotte è passata da un'ora ormai- notai indicando l'orologio.

-Davvero abbiamo fatto tanto tardi? E chi se n'era accorta. Beh... potremmo aprirli domani ormai. Mi sa che ci conviene andarcene a letto...- e sbadigliò.

-In effetti vedervi impazzire mi ha fatto venire sonno. Li lasciamo a terra?-

-Vorrei tanto dire sì, ma mi dispiacerebbe farli dormire a terra proprio la sera di Natale. Magari quando arriva Babbo Natale non li vede e ci inciampa. Si potrebbe fare seriamente male- scherzò lei, fingendosi preoccupata.

-Già, povero Babbo Natale- ridacchiai iniziando a smuovere Sirius per farlo alzare. Lui borbottò qualcosa di incoerente e si girò dall'altra parte.

-James vieni, andiamo a letto- Lily stava cercando di far alzare James, non ottenendo risultati migliori.

Ci vollero tanti tentativi per far alzare quei due da terra e quella che se la cavò meglio fu proprio Lily, perché infondo James l'avrebbe seguita ovunque, anche se da sonnambulo.

Io riuscì a sollevare Sirius, ma lui mi scansò per poi cadere sul divano e addormentarsi subito profondamente.

-Lascialo, almeno non è a terra. Buon Natale Rem e buonanotte- mi augurò Lily, mentre aiutava James a trovare la via per il piano di sopra.

Ricambiai gli auguri e poi li guardai salire le scale.

Erano dannatamente fortunati a essersi trovati.

Chissà se avrei mai avuto anch'io questa fortuna. Mi voltai verso Sirius e per un attimo pensai a quanto sarebbe stato bello essere ubriaco come lui, per non pensare a niente e non crogiolarmi nella tristezza.

Ma infondo sarebbe stata una cosa momentanea e in tutta franchezza mi sembrava a dir poco ridicolo pensare alle mie sfortune. Io avevo loro, fino a quando ci fossero stati loro sarei stato benissimo.

 

***

 

Erik

-...ed è per questo che.. vorrei chiedere la mano di vostra figlia- finì il mio discorso, sentendomi come un condannato a morte che dice le sue ultime parole.

Gli occhi del padre di Amelia mi inflissero un duro colpo. Stava per dirmi di no, era quello che dicevano quegli occhi. Tutte le motivazioni, tutte le mie buone volontà, tutto era stato decisamente inutile: non ero riuscito a conquistare il suo sì. Avevo la tentazione di girarmi per trovare lo sguardo di Amelia, ma non riuscì a distogliere lo sguardo dal suo.

-Te la concedo. Ma se non darai a mia figlia il futuro che si merita ti taglierò la testa, farò bruciare le tue ceneri e le userò come concime- fu la sua incredibile risposta alla mia domandai. Incredulo lo guardai a bocca aperta fino a quando Amelia non corse verso di me, abbracciandomi stretto. Sorrisi ancora incredulo, mentre piano piano nella mente realizzai che era andato tutto bene. Che aveva detto sì. Che ci saremo sposati!!!

 

Trovai mia sorella fuori, poco dopo, seduta sulla neve, con una bottiglia vuota in mano.

-Ma sei proprio un impiastro tu. Da quando sei diventata un'ubriacona?- chiesi accigliato, tentando di farla alzare.

-Non lo sono quasi mai. Com'è andata?- chiese, porgendomi la mano per farsi aiutare.

La tirai su e le sorrisi.

-Ci sposiamo! Ma infondo l'avremmo fatto anche senza permesso, mi sa. L'amo troppo. Ma così non dobbiamo farlo di...- mi bloccai, notando il suo sguardo quasi del tutto assente e il suo dondolare. Le poggiai il giubbotto sulle spalle e la presi in braccio.

-Mi sa che è meglio continuare questo discorso domani mattina, dopo una bella tazza di caffè. Andiamo- e mi incamminai lontano dalla casa, per poterci smaterializzare.

Arrivati la portai nella sua stanza e riuscì a convincerla a mettersi il pigiama e a coricarsi subito.

Il tempo di infilarmi anch'io il pigiama, però e sentì un rumore di vetro rotto in cucina, per poi trovare Joy che raccoglieva cocci di ceramica da terra.

-Lascia stare, faccio io. Ma non avevamo detto che dovevi andare a letto?- domandai, agitando la bacchetta. In pochi minuti la tazza si ricompose e Joy la scrutò accigliata.

-Non è uguale a prima!- affermò.

-Come non è uguale? Certo che lo è!- ribattei, avvicinandomi per accertarmene.

-No, non è uguale. Ora sono due!- disse lei, per poi scoppiare a ridere. Mi passai le mani sul viso e sui capelli, tentando di sfogare la mia esasperazione.

-Ok Joy, andiamo a fare la nanna, devi riacquistare un po' di lucidità, mi sa proprio- ma prima che potessi prenderla per il braccio lei si mise a correre verso il salotto.

-Ma aspetta è Natale! Ci sono i regali!!!!- gridò felice.

Si gettò sul tappeto vicino all'albero di Natale e iniziò a prendere i pacchetti sotto l'albero. Eravamo solo noi due quell'anno e i regali erano molto meno del solito. Del resto mancavano proprio quelli di mio padre.

Specialmente da quando eravamo a Hogwarts entrambi, aveva preso l'abitudine di prenderci durante l'anno scolastico varie cose in diversi negozi e darcele tutte insieme a Natale o ai nostri compleanni.

Così, ogni volta, ci trovavamo con almeno 20 regali, da piccoli pensieri a oggetti particolari oppure stravaganti e assurdi.

Con amarezza pensai alle tante cose che avevo buttato, pensando di non averne bisogno, oppure che avevo rovinato senza apprezzarle a pieno. Sarebbero stati ricordi in più di lui da conservare.

Perso nei miei ragionamenti mi persi l'apertura del primo regalo di Joy, ma la trovai che leggeva una lettera legata a un pacco che doveva essere un libro per la forma che aveva.

-È il regalo di Lily?- domandai, intuendo la provenienza.

Ma lei non mi rispose. Poggiò la lettera accanto a sé e iniziò ad aprire il regalo con foga. Era un album e ne ebbi la conferma quando notai le foto all'interno.

Curioso, presi la lettera per leggerla.

 

Alla mia migliore amica, che nonostante sia abbastanza smemorata se la cava alla grande!

Io...

 

Vorrai dire noi forse, mia cara Lily?

 

Sì, va bene. Io e James vogliamo fare un po' del nostro, ricordandoti qualcosa che purtroppo non riesci a ricordarti! Quel qualcosa che tu amavi tantissimo, con cui adoravi stare in ogni momento.

 

Già. Quel qualcosa che adoravi picchiare, minacciare, insultare…

 

James, ma da che parte stai scusa?

 

Da quella della cosa, naturalmente!

 

Della cosa? Aiuto, ma non doveva essere una dedica questa? Non l'ennesima conferma della tua stupidità. Torniamo seri, ti va?

 

Ok! Joy, ti regaliamo questo piccolo pensiero, sperando che da qualche parte nella tua testolina scatti qualcosa. E se non succede niente, beh, ti stiamo mostrando quanto eri felice con lui. Quanto lo sei sempre stata, nonostante tutto!

 

Mi complimento con te, molto serio!

 

Ne dubitavi forse? E ora non mi distrarre, dobbiamo concludere perché sta finendo il foglio e se ne dobbiamo prendere un altro devo alzarmi e non mi va proprio!

 

Il solito scansafatiche!

 

Buon Natale Piccola!

 

Buon Natale Joy!

 

Con un bacio (due)

Lily e James!

 

Appena finito di leggerla mi voltai a guardare Joy, preoccupato.

Lei fissava le foto e i disegni con attenzione, il suo sguardo incerto, insicuro. Guardai anch’io quello che stava vedendo ed ebbi una bella dimostrazione di quando avesse davvero amato Sirius. Chiuse l'album dopo un tempo infinito e rimase immobile, lo sguardo nel vuoto.

-Joy?- la chiamai, ancora più preoccupato.

-Vado a letto... - sussurrò prima di alzarsi, stringersi al petto l'album e salire di sopra.

Sospirai, guardai ancora la lettera e poi me ne andai nella mia stanza per dormire anch'io. Che strano Natale.

 

***

 

Lily

Lo trascinai un po' di forza, un po' di peso in camera. Appena arrivati vicino al letto lo lasciai andare e lui cadde e peso morto sul bordo del letto, russando.

Scossi la testa, fintamente esasperata e poi iniziai a sistemare il letto. Mi presi il pigiama e mi avviai verso il bagno. Dopo essermi sistemata per la notte tornai in stanza e trovai James a terra, probabilmente caduto mentre si rigirava.

-James vuoi dormire davvero a terra?- chiesi, tentando di alzarlo e tirandolo per la mano.

Lui si sedette e aprì gli occhi, stralunato.

-Che giorno è?- domandò.

-È il 25 dicembre- gli risposi, confusa.

-È Natale. Lily è Natale- la sua voce era entusiasta e in mezzo secondo era riuscito ad alzarsi in piedi e a prendermi di sorpresa, abbracciandomi.

-Sì, James, è Natale- ripetei, anche se non capivo molto il suo entusiasmo.

Lui si allontanò un po', tenendomi comunque un braccio intorno alla vita, e mi accarezzò la guancia, guardandomi negli occhi.

-E così hai vinto tu la sfida di Natale!- domandò, divertito.

-Già. Mai dubitare di me. Anche se continuo a pensare che la sfida a chi beve di più non è un granché come sfida. Guardati, ora sei totalmente ubriaco- gli feci notare. Chiusi gli occhi quando alla sua mano si sostituì la sua bocca. Mi stava baciando dolcemente la guancia, per poi scendere sul collo.

-È il nostro primo Natale insieme- sussurrò.

Il cuore mi iniziò a battere forte. Era vero. Il nostro primo Natale da coppia. Incredibile, ma dopo averci pensato per tutta la scorsa settimana con trepidazione, sperando che arrivasse, da quando ero arrivata da loro tutta la tensione era scomparsa. Mi ero sentita bene, avevamo giocato come bambini spensierati, sereni, felici di nuovo e senza preoccupazioni. Era stata una serata bellissima e ora ero sola con James, in quella stanza, abbracciata e lui mi stava facendo perdere la testa. All'improvviso mi sentivo come se potessi prendere fuoco da un momento all'altro.

E il discorso che avevamo fatto qualche ora fa? Mi trattenni dal passargli le mani nei capelli come stavo per fare e le poggiai sulle sue spalle, tentando di allontanarlo.

Lui abbandonò il mio collo e mi guardò, accigliato per essere stato interrotto.

-Sei ubriaco- gli ricordai.

-Non lo sono poi così tanto- sghignazzò lui.

Lo guardai prima confusa, poi indignata quando capì che non era un semplice vaneggiamento di un ubriaco. Lui era davvero abbastanza lucido.

-Mi hai preso in giro- protestai.

-Ehi, guarda che poco fa ero decisamente andato ancora. Ho solo approfittato della tua pozione mentre eri in bagno, e adesso ho fatto un po’ di scena. Infondo sei tu che hai imbrogliato durante una vera sfida, o sbaglio?- mi domandò con una faccia molto irritante.

Infastidita perché messa alle strette mi allontanai da lui malamente e mi diressi verso il letto in un silenzio arrabbiato.

-Dai, non ti arrabbiare. Casomai dovrei essere io arrabbiato. O Sirius visto che non se né reso conto invece e di sicuro se sapesse che hai barato ci ucciderebbe- tentò di richiamarmi James, ma io mi ero già ficcata sotto le coperte.

Lui mi seguì sul letto e io gli girai le spalle, nascondendo il viso nel cuscino che stavo abbracciando.

-Brutto, lasciami stare- ero infantile lo so, ma pensavo di avergliela fatta. E invece era stato lui a prendermi in giro.

-Brutto? Ehi, io sono bellissimo. E poi ripeto, Sirius potrebbe essere arrabbiato, io e te siamo pari invece-

-No, non è vero. Sei bruttissimo e ho sonno. Buonanotte-

Lui mi abbracciò da sopra le coperte e io tentai di rimanere ferma più che potevo.

Una sua mano mi accarezzò i capelli e li sistemò tutti su un lato. E poi avvicinò il volto al mio orecchio ormai scoperto. Il suo respiro mi fece rabbrividire, ma non di freddo.

-Lily per favore, guardami un attimo negli occhi. Ti voglio dire una cosa che non ti ho potuto dire prima per ovvi motivi. E poi ti lascerò in pace se proprio lo desideri-.

Riluttante mi girai per incontrare i suoi bellissimi occhi. Lui mi sorrise, un sorriso bellissimo.

-Buon Natale amore mio- sussurrò.

Mi morsi il labbro, tentando di non rispondergli con un sorriso, ma non ci riuscì per molto. Mio malgrado sorrisi felice e gli stampai un bacio sulle labbra.

-Buon Natale anche a te amore-

Ma un bacio divennero due, tre, quattro… Mi ritrovai presto fuori dalle coperte, a cavalcioni su di lui. Ma incredibilmente non ero preoccupata minimamente, nessuna voce che mi diceva niente, nessuna paura neanche nascosta in un angoletto.

Quando iniziai a muovermi un po' su di lui, guidata dall'istinto lui mi bloccò i fianchi con le mani, allontanandomi.

-Amore, stai minando terribilmente il mio autocontrollo. Non dovevamo aspettare di essere pronti?- chiese. Sorrisi, tornando a baciarlo dolcemente.

-Non ho idea di cosa sia successo o no, ma sono pronta James- Lui spalancò gli occhi per lo stupore.

-Sicura?-

-Ti amo James, questo è tutto quello che conta. E ti voglio, voglio fare l'amore con te-

 

***

 

Joy

Suonai a casa di James non pensando a quanto dovesse essere tardi. O per lo meno lo pensavo, solo che speravo comunque che qualcuno rispondesse.

Sentivo il freddo solo vagamente, inebriata ancora dall'alcol che avevo bevuto senza ritegno per non saltare al collo di nessuna di quelle serpi che giravano alla festa, altrimenti mi sarei resa conto che uscire con il pigiama non era certo una buona idea.

Ma dovevo vederlo e sapevo che era lì. E infatti, come se mi avesse sentito, mi aprì proprio lui.

Aveva l'aria stravolta, i capelli arruffati, due occhiaie da paura e probabilmente era mezzo ubriaco. Incredibile come mi bastasse un'occhiata per capirlo.

-Cosa ci fai qui?- chiese.

-Io... io volevo parlarti- dissi, facendomi coraggio. Lui si appoggiò alla porta e mi guardò confuso, poi mi fece cenno di entrare e lo seguì.

Dopo aver chiuso la porta ci dirigemmo entrambi in salotto mentre mi toglievo il cappotto che avevo indossato sopra ad una felpa che avevo indossato per andare a letto, dove mi sedetti come al solito a gambe incrociate su un angolo del divano.

Mi accorsi che ero anche in pantofole, cosa che non avevo registrato neanche quando avevo camminato nella neve fino alla porta, solo quando mi caddero dai piedi mentre li sollevavo sul divano.

Sirius guardò i miei piedi nudi accigliato e poi si sedette sulla poltrona accanto al divano. Si sedette sbilenco, le gambe che penzolavano da sopra un bracciolo e la testa abbandonata su quella opposta.

-Penso che Lily e James siano a letto. Non so se dormono o fanno altro, ma se hai bisogno di uno dei due li troverai lì. E Remus è anche nella sua stanza- disse scorbutico, gli occhi chiusi e l'aria di volersi dimenticare che ero lì.

-Io...- esitai. La mia testa era annebbiata e per un attimo non ero riuscita a capire bene cosa avesse detto. Gli stavo per chiedere come mai fossero già a letto, quando sentì tra le mie mani il blocco di foto e disegni che avevo trovato sotto l'albero prima di andare a letto. Ero qui per quello. Ed ero qui per lui.

-Sirius, io sono qui per te- dissi, sperando che lui si voltasse verso di me per guardarmi negli occhi.

Un mormorio incomprensibile si levò dalla poltrona. Si stava addormentando.

-Sirius Black voltati immediatamente verso di me e non ti addormentare- lo richiamai con forza e lui saltò sul posto, come se l'avessi svegliato di botto.

-Cosa? Cosa ci fai qui?- domandò stralunato.

Per quanto fossi ubriaca anch’io, sbuffai dall'esasperazione. No, non era possibile continuare così. Mi alzai e a piedi scalzi mi avvicinai a lui così tanto che mi ritrovai vicinissima a lui, con le mani appoggiate ai lati della sua testa. Avevo scelto quella posizione per poterlo finalmente vedere negli occhi, era una cosa di cui avevo assolutamente bisogno.

Lui però si era ostinato a guardare l’album, che avevo lasciato sul tavolino.

-Sirius- lo richiamai. Ma lui mi scansò rude, per prenderlo.

-Cos'è questo? Mi hai portato un regalo?- chiese. Forse era meno ubriaco di quanto pensassi. Ciò mi fece serrare la mascella.

Non risposi. Tanto l'aveva iniziato a sfogliare.

 

***

 

Sirius

 

Eravamo io e lei. Prima di tutto questo casino, io e lei che ci amavamo. Le foto erano opera di Lily, di sicuro. Ne riconoscevo alcune, ricordavo persino quando le aveva scattate. Altre immagini erano disegni di James, impossibile sbagliarsi. Dentro di me c'era una lotta interna fortissima. Una parte voleva chiudere subito quell'album e non vedere più niente, l'altra ancora avrebbe voluto continuare a sfogliarlo all'infinito per potersi gettare in ogni momento, per poter rivivere quelle sensazioni tanto meravigliose.

Chiusi gli occhi per un attimo, tentando di chiuderlo, ma le mani non ubbidirono. Gli occhi ritornarono a guardare e le pagine furono sfogliate.

Lei mi stava parlando, ma non capì cosa diceva, ero troppo distratto. La testa, che prima mi faceva male ora era come sospesa su una nuvola, lontana dal dolore, più vicina alla felicità che avevo provato nei momenti raccolti in quell'album.

Mi risvegliai da quel senso di benessere solo quando l'album finì. E mi diedi dello stupido per non averlo chiuso subito senza guardare: ora stavo ancora peggio.

-Sirius, ma mi hai ascoltato?- chiese Joy, leggermente irritata. La guardai, così bella in quella felpa enorme, chissà se ricordava che era mia, ma probabilmente aveva solo pescato la prima cosa che gli veniva dall'armadio, con i capelli sciolti e gli occhi puntati su di me. Abbassai subito lo sguardo, non dovevo incrociarlo, non dovevo.

-No, non mi stavi ascoltando- sbuffò lei.

-Cosa volevi dirmi?- chiesi, tentando di cacciare via tutte le sensazioni che sentivo. Non era il caso considerato che avevo bevuto davvero tanto e potevo combinare casini.

-Ti ho solo detto che il regalo per te è sotto l'albero, come mai non avete aperto i regali?-

-Perché siamo crollati più o meno- risposi laconico.

Per fare qualcosa, visto che era calato il silenzio, mi sedetti accanto all'albero di Natale e cercai il suo regalo per me. Sapevo cos'era, o almeno una parte del regalo la conoscevo. Biscotti! I migliori biscotti che avessi mai mangiato, proprio perché li aveva fatti lei. Ne mangiai due in un sol boccone appena scartata la scatola e poi aprì l'altro pacco.

Dei guanti da motociclista.

-Visto che hai una moto così bella devi essere bello anche tu, no?- chiese, stuzzicandomi.

-Ok, la mia moto è magnifica, ma stai per caso insinuando che non sono bello?- risposi di getto, guardandola. Scansai il suo sguardo per un soffio, mi ero lasciato prendere troppo. Com'era bello scherzare con lei.

-Mah, non lo so. Dipende con chi ti paragoniamo. Se consideriamo Severus Piton sei di sicuro più bello tu!-

-E vorrei vedere, pure! E dimmi, di chi sarei meno bello scusami?- chiesi indispettito.

-Beh... Non penserai davvero di essere il più bello del mondo, vero?- mi stuzzicò lei, divertita.

-E dove avresti incontrato questi tizi più del sottoscritto- chiesi, sicuro che stesse scherzando.

-Sai, oggi sono stata a una festa e ho incontrato tante persone! E c'erano davvero tanti bei ragazzi che mi hanno offerto da bere- il suo tono sembrava troppo sincero oltre che furbo e la guardai, non riuscendo a capire se dicesse la verità oppure se mi stesse prendendo in giro.

-Stai scherzando, vero? Chi hai incontrato?- chiesi feroce. Incontrare i suoi occhi però fu un errore, ora non sarei più riuscito a staccarmi.

-Varie persone. Però devo dire nessuno come te- lei, in piedi, si avvicinò di nuovo e mi accarezzò piano la guancia.

 

***

 

Joy

Non si era fatto la barba per almeno tre giorni, in genere non era quasi mai così... pungiglioso!!! Lo so, me la sono inventata come parola ma non importa, sono ubriaca, non sto a guardare mica il vocabolario!!! E in più ero così vicina a lui che sentivo il cuore battermi in gola.

-Sirius io... io ti amo- sapevo che non c'entrava niente, lo sapevo. Non era un'idea geniale uscire dal nulla con una frase del genere. Eppure volevo dirlo, ne avevo voglia, fin da quando avevo visto quell'album e si era solo rafforzata avvicinandomi a lui e guardandolo negli occhi.

Lui sgranò gli occhi e rimase come impietrito.

Il silenzio che seguì le mie parole mi fece allontanare. Era evidente che non ricambiava più. Mi sentì una stupida, davvero una stupida per aver sperato che dopo tutto quello che avevo combinato, stregata o non stregata, lui potesse ancora amarmi. Chissà quanto male gli avevo fatto. Lui non mi amava, pensai mentre le lacrime iniziavano a scendere dai miei occhi.

Mi voltai per non fargliele vedere e pensai di andarmene subito. Avrei recuperato l'album dopo grazie a James o a Lily, del resto era mio ed era l'unica testimonianza del fatto che una volta lui mi amava.

Ma una mano mi bloccò per la spalla. Mi voltò con forza e prima ancora di voltarmi del tutto, mi baciò con forza e passione. Mi travolse e mi prese totalmente alla sprovvista, stringendomi a se quasi con violenza.

E io reagì con altrettanta passione. Non capivo perché mi stesse baciando, non capivo dove nascondesse tutta quella disperazione che mostrava, mi stava facendo quasi male stringendomi così forte, ma non mi interessava, l'amavo, lo volevo disperatamente anch’io nello stesso modo, volevo essere sue e farlo di nuovo mio. Di nuovo un'unica cosa anche se non mi amava più. Di nuovo insieme anche se forse per l'ultima volta.

 

 

 

 

-... e così ti sposi. Sai che non l'avrei mai detto che saresti uscito vivo dalla dichiarazione con i genitori di Amelia. Non ci avrei scommesso neanche un soldo- la voce di James era leggermente attutita, ma chiarissima. Aprì gli occhi piano, non riuscendo a capire dove mi trovassi. Oltre alla coperta che mi avvolgeva il corpo ne avevo un'altra bianca, sopra il viso. Chiusi gli occhi, sentendo la voce di mio fratello rispondere a James. Non lo ascoltai, tentando di capire cosa fosse successo. Mi faceva male la testa, tanto male.

-... quando non l'ho più vista avevo capito che era venuta da te, ma poteva anche dirmelo. Dille che se la dovrà vedere con me quando torna. Ma a proposito, dov'è?-

-Lei sta dormendo, sopra. Sai, abbiamo aperto i regali e poi siamo andati tutti a nanna- lo rassicurò James, sereno.

-Sì... senti e con Sirius come vanno le cose? So che gli ha preparato i biscotti- mio fratello era davvero un impiccione, dovevo ammetterlo.

-Beh, non ne sono sicuro, ma penso ci siano dei miglioramenti. Ma ancora non ne sono sicuro, però ti terrò informato amico. E ora scusami, ma devo preparare la colazione alla mia amata-

-E bravo il nostro James, ti lascio allora e ancora buon Natale!-

Appena sentì James alzarsi mi sedetti, togliendomi il plaid dalla faccia. Dovetti prendere l'altra coperta per coprirmi il petto, ero completamente nuda. Arrossì mentre i ricordi finalmente tornavano ad affiorare. Sirius, la mia dichiarazione, il suo silenzio, il suo bacio e tutto il resto. Avevamo fatto l'amore per tutta la notte, più volte. Non mi aveva detto che mi amava, ma l'aveva dimostrato in mille modi quella notte. Guardai James e notai che mi fissava felice.

-Allora, hai passato bene la notte?- chiese.

Presi il primo cuscino che avevo accanto e glielo lanciai in testa.

-Stupido impiccione, fatti i fatti tuoi!- dissi, arrossendo.

Lui prese a ridacchiare dopo aver afferrato al volo il cuscino.

-Sai, quando sono sceso non pensavo di trovarti sul divano mezza nuda. Pensavo di avere un flashback, ma poi mi sono reso conto solo che si era avverato quello che avevo pronosticato. Ti sei ricordata di tutto, vero?- mi chiese.

-Lo sai che sei snervante quando pretendi di avere sempre ragione? Comunque no, non mi sono ricordata di tutto. Ma amo Sirius, questo sì- confessai arrossendo.

-Finalmente! Non hai idea di che regalo di Natale mi avete fatto, meraviglioso davvero, di sicuro più bello di quel diario che mi hai regalato per Natale. Lo scherzo era divertente, ma alla fine mi è rimasto uno schifo di regalo- mi fece notare.

Ridacchiai.

-Ma non è vero, resterà per sempre nella tua libreria e ti ricorderà sempre di quanto è divertente e meravigliosa la tua migliore amica-

-Spiritosa. A proposito, com'è andata la serata ieri? Prima del sesso selvaggio con il tuo amato intendo, naturalmente- mi stuzzicò ancora.

Alzai gli occhi al cielo prima di rispondere.

-Penso di aver bevuto un po' troppo per tentare di sopportare tutte quelle persone. Ho incontrato molta gente che speravo di non incontrare più se non mentre li arrestavo. e...- esitai. Ricordavo vagamente un momento in cui ero finita in giardino, seduta sulla neve.

-Ho parlato con Regulus Black. Mi ha detto... mi ha detto che stanno organizzando una retata la notte di Capodanno. Sanno arrivare qui e vogliono uccidere tutti- rivelai.

James si accigliò.

-Come fanno a sapere della festa, io ne ho parlato solo con le persone dell'ordine, più pochissimi altri che sono i genitori di Lily, quelli di Remus, quelli di Peter. Nessun altro-

-Non lo so, qualcuno glielo ha detto-

-E come mai Regulus ti ha rivelato questo? È un Mangiamorte, lo sappiamo sicuramente. Cosa l'ha spinto ad avvertirci?- chiese sospettoso.

-Non ricordo esattamente cosa mi ha detto. Avevo la testa annebbiata. Ma ricordo che ha parlato di Sirius- ricordai.

James annuì pensieroso.

-Voleva salvarlo. Ok, allora mi basta come spiegazione, ne parlerò appena possibile con Silente e vedremo cosa fare-

-Tu gli credi, vero?- domandai incerta.

-Tu no? Sembrava dicesse una bugia?-

-No... o almeno non penso... io non lo so- ammisi.

-Per quanto quei due dicano di odiarsi, hanno lo stesso gene e da piccoli erano molto legati. Tengono l'uno all'altro più di quanto entrambi lo vogliano ammettere e scommetterei tutto l'oro del mondo che Regulus metterà prima o poi la testa a posto e farà la cosa giusta come la sta già facendo Sirius. Ma visto che Sirius ha il vizio di non sentirmi mai non sono riuscito a convincerlo a parlargli. Comunque abbiamo ancora tempo, no?- ironizzò infine, tentando di alleggerire la situazione come al solito. Sorrisi.

-In effetti anche secondo me è una brava persona. Però preferisco decisamente Sirius- e gli tirai un pugno sulla spalla, divertita.

-Oh, se è per questo anch'io. A proposito, dov'è il nostro preferito?- chiese. Io mi sentì gelare sul posto.

-Come? Non è di la da qualche parte?- domandai.

-No, prima di parlare con tuo fratello ti avevo notata sul divano e l'avevo cercato per casa, ma…-

 

***

 

James

La vidi sbiancare e capì che grande cretinata stavo per dire.

-Ma aspetta, forse so dov'è andato. Ieri sera avevo dimenticato una cosa importantissima per il pranzo e lui aveva promesso di andarmela a comprare stamattina. Forse ha pensato di scappare un attimo così si toglieva il pensiero. Tranquilla. Adesso scusami, vado a preparare la colazione, la devo portare su alla mia bella. E te ne lascio un po' anche a te se vuoi anche tu frittelle- gli strizzai un occhio, sperando che la mia storia ridicola potesse averla quanto meno tranquillizzata un po'. Lei mi fece uno striminzito sorriso e annuì.

-Ok, allora è meglio che ti vesti di nuovo, altrimenti Lily potrebbe farsi una strana idea, non pensi?- scherzai ancora.

Lei ridacchiò mentre io andavo verso la cucina. Ma poco prima di entrare, lei mi richiamò.

-A proposito, e tu e la mia migliore amica cosa avete fatto stanotte? Avete dormito tranquilli?- chiese maliziosa.

Io sorrisi.

-È stata la notte più bella della mia vita. E non voglio dire altro, ti lascio solo immaginare!- e mi chiusi la porta dietro. Era la verità, ma in questo momento pensavo solo a una cosa. Dove cavolo si era ficcato quel cretino? E cosa cavolo gli frullerà nella testa???

 

***

 

Bene bene!!! ecco qui il capitolo!!!

cosa ne pensate? Avete visto che i nostri cari amori hanno passato proprio una bella notte di Natale? Ma cosa succederà ora? Dov'è finito Sirius? Beh, non è un mistero solo per voi ma anche per me. Sono arrivata a un bivio importante della mia storia. Ora davanti a me ho due strade da prendere, che porterebbero la storia in due direzioni completamente diverse. Ma non ho ancora idea di quale strada prendere!!!

insomma, abbiate paura!!!! ahahahahaha!!!!

scherzo!! non c'è bisogno di pensare al peggio ma sì, non sto scherzando sul fatto che Sirius potrebbe prendere una decisione o un'altra. Quale decisione prenderà, quella giusta o quella sbagliata? Ma sarà davvero così netta la differenza? E se quella sbagliata potesse invece sembrare anche giusta? Mah, mi sto solo confondendo!!ihihihi!!!XD

facciamo così, quando arriverà il prossimo capitolo forse lo scoprirete!!!

A questo proposito chiedo scusa per un eventuale ritardo nel prossimo aggiornamento. Sia perché mi trovo in una situazione un po' incresciosa nella storia e devo rifletterci bene, sia perché sono in una situazione a casa che non è tranquillissima (trasferimento, studio, esami e un bellissimo nipotino nuovo) non penso di potermi mettere a scrivere presto! Ma tenterò di farlo per voi!

Vi ringrazio come sempre, siete meravigliosi tutti e nonostante lo dica sempre vi assicuro che l'intensità e la sincerità con cui lo dico non è mai fasulla!!! vi voglio un mondo di bene a tutti, sia voi che recensite, sia voi che leggete soltanto, sia chi ha inserito la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate!!!! grazie davvero!!!!!!!!

alla prossima!!!!! smack!!!:*

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Capitolo 54
*** Cinquantatreesimo capitolo: Le bugie hanno le gambe corte... e non sanno guardare negli occhi!!! ***


CAPITOLO 53: 

Le bugie hanno le gambe corte... e non sanno guardare negli occhi!!!

James

-Ehi Peter, Buon Natale!-

-Buon Natale anche a te James. Come mai così mattiniero oggi?-

-Ehm.. sono alla ricerca del sacco di pulci. Per caso si è fatto vivo?- chiesi, fingendomi tranquillo. Ma stavo pur sempre parlando con Peter, che infatti mi guardò accigliato.

-Cos'ha combinato?-

-Spero niente, ma il mio sesto senso mi dice che sta facendo qualcosa di dannatamente sbagliato, autolesionista e che mi farà venir voglia di strangolarlo. Remus e Joy sono qua quindi se non è neanche da te... potrebbe essere ovunque, purtroppo- sospirai preoccupato.

-Starò con gli occhi aperti in caso spunti. E poi vengo lì per pranzo, così mi spieghi anche cosa succede-

-Ti aspetto amico! A questo proposito mi hai ricordato che devo fare da mangiare anche- mi ricordai all'improvviso. Come dire “non c'è mai fine alle cose che si devono fare”.

-Allora vedi di cucinare bene, mi raccomando!-

-Perché, ho mai preparato qualcosa di brutto io?-

-Vuoi davvero che ti ricordi di quante volte ci hai fatto stare male di stomaco per i tuoi esperimenti?- chiese divertito.

-No, grazie, rimandiamo alla prossima volta! A dopo- e uscì dal fuoco, ritornando nel mio salotto.

Guardai la stanza, cercando disperatamente un qualche idea. Ma poi il pensiero di Lily sola sopra mi fece ancora di più preoccupare. Cosa dovevo fare?

Ero dannatamente combattuto. Potevo andare a cercare Sirius in lungo e in largo, come del resto facevo sempre, oppure andare da Lily che sicuramente si stava per svegliare. Come l'avrebbe presa non trovandomi accanto a sé?

Non potevo non esserci al suo risveglio, non solo per la sua rabbia assicurata, ma perché non volevo perdermi neanche un momento di tutto questo.

Già i minuti passati mi sembravano semplicemente tempo sprecato a non guardarla dormire, a non baciarla, a non...

No, concentrazione James. Cosa è meglio fare? Insomma, Sirius ha sicuramente bisogno di te in qualunque posto si trovi. Però non puoi rintracciarlo facilmente. È con una moto volante in giro, senza neanche lo specchietto per poterlo chiamare, senza una mappa che mi dica dove si trova e naturalmente senza un minimo indizio sulla sua meta.

Giuro che gli lego in qualche modo lo specchietto addosso in modo che c'è l'abbia sempre con sé. Dovrà pur esistere un dannato incantesimo che mi permetta di farlo. Quando glielo avevo dato ci eravamo promessi che l'avremmo portato sempre con noi. E io l'avevo sempre mantenuta. Lui mai.

Sbuffai, passandomi le mani tra i capelli. Ricordi della notte meravigliosa che avevamo passato premevano per invadermi la testa, ma li dovetti archiviare per pensare.

Avevo una precisa idea di cosa gli potesse frullare nella testa a quella bestia che non era altro e sapevo che aveva bisogno di assistenza prima di farsi del male.

Ma come trovarlo? Dove poteva essere?

E in un lampo di genio mi venne in mente dove poteva essere andato. Sapevo che era un posto assurdo, ma sapevo che era anche l'unico che mi venisse in mente.

Mi alzai subito e corsi in cucina. Presi penna e pergamene e corsi di sopra.

La stanza era in penombra, non chiudevo mai del tutto la finestra e alcuni raggi di sole erano filtrati dentro. Mi avvicinai al letto e la vidi lì, bellissima e profondamente addormentata.

Scrissi due righe e pregai non so neanche che Dio che non si svegliasse prima del mio ritorno. Le baciai la guancia e l’osservai, mentre sorrideva con aria buffa. Ma ronfava ancora.

Mi allontanai e chiusi gli occhi, concentrandomi su Sirius. Dovevo farlo, aveva bisogno di me.

 

***

 

Joy

Non è scappato! Non è scappato!!! NON é SCAPPATO!!!! Chiusi gli occhi mentre l'acqua calda mi bagnava il viso, facendo scomparire quelle dannate lacrime. No, ci doveva essere un'altra spiegazione.

Lui mi ama! Me lo aveva dimostrato, anche se non detto, non avrebbe potuto fingere in quel modo!

Non pensi che anche tutte le sue ex abbiano pensato la stessa cosa? Mi chiese una voce maligna nella testa. No, no!!! Lui mi ama, me lo ha già detto!

Sì, ma poi vi siete lasciati per colpa tua! Lui ha tutti i motivi per non amarti più.

Lui mi ama.

No, lui ti amava!

Non dopo questa notte! Non può non amarmi.

Potrebbe essere stato solo sesso, non credi?

Mi pietrificai, pensando a questa orribile possibilità.

E la vocetta crudele nella mia testa, mi continuò spiattellando tutte le mie più profonde paure, spietata.

Lo ha sempre fatto. Di sicuro ci metteva molta passione anche con le altre, non ci hai mai pensato? Altrimenti non le sarebbero corse così tante dietro. E non avrebbero mai creduto che fosse possibile che le amasse. Eppure le hai viste molte volte piangere per lui, ma non ci hai mai pensato vero? Ed eccoti qui a piangere per lui esattamente come loro, con lui che sicuramente si sarà già dimenticato di tutto e starà pensando alla prossima da farsi.

-Sbatta, smettila- gemetti, tappandomi le orecchie con le mani, come se potessi non sentire quella voce, la mia voce, che veniva dalla mia testa.

Non è vero. Lui mi amava, non poteva essere diverso. Non poteva!!! Mi raggomitolai nella doccia, nascondendo il viso tra le ginocchia. No, non poteva, semplicemente non poteva non amarmi.

Lui mi amava così come io amavo lui! 

Chissà quante volte Sirius si è fatto la stessa domanda quando tu non ricordavi niente e gli dicevi di odiarlo.

Un'altra pugnalata...

Soffocai i singhiozzi mordendomi le labbra fino a farmi male.

 

***

 

Sirius

Non avevo idea del perché fossi proprio lì. Insomma, non c'era posto più brutto per me di quello. Avevo abbandonato casa dei miei definitivamente circa due anni fa, decidendo di tagliare completamente i ponti con loro. E allora perché ero proprio davanti a casa Black?

Mi guardai intorno, inquieto. Non volevo incontrare nessuno di loro, non l'avrei sopportato. Poi mi ricordai che avevo indossato i miei regali di Natale, quelli che mi avevano fatto la “mia famiglia”. Casco integrale, giubbotto, guantoni, così conciato non mi avrebbe lanciato nessuno di loro più di un'occhiataccia. Mi avrebbero etichettato come un babbano, decidendo di ignorarmi e non riconoscendomi minimamente. Ciò mi rincuorò e perciò tornai a guardare la casa.

Perché sei qui? Mi chiese la vocina nella testa che aveva la voce di Remus. Sbuffai.

L'avrei voluto sapere anche io. Non trovavo nemmeno una ragione possibile.

Insomma, questa notte era stata magica. Sentirmi dire che Joy mi amava mi aveva fatto venire quasi un infarto. Ma quella mattina, mentre la guardavo dormire e osservavo i primi raggi di sole entrare nella stanza, mi ero ricordato di tutti i miei propositi.

Mi ero ricordato della feccia che ero, mi ero ricordato del fatto che non avevo un futuro da darle, mi ero ricordato di quanto lei sarebbe stata meglio senza di me.

Meglio vederla felice con qualcuno che le poteva assicurare un futuro felice, piuttosto che con me a morire di fame, senza una casa e con una delle famiglie più influenti del mondo dei maghi che l'avrebbero odiata. Sì, perché lei pensava che non me ne fossi accorto, ma sapevo benissimo che i miei parenti appena la vedevano la insultavano anche a Hogwarts, dove eravamo più o meno protetti. Tutto per colpa mia. Quanto avrei voluto ucciderli tutti personalmente, mi sarei sentito meglio. Forse ero qui per questo. Potevo bruciare la casa e così tutte le persone che si trovavano là dentro.

Pensai un attimo a Regulus, ma poi scossi il capo. Ma non potevo farlo davvero, lo sapevo. E allora perché ero lì???

Forse perché non sarei potuto resistere a stare ancora con Joy? Con lei accanto com'era facile dimenticare tutti i miei propositi. Mentre mi baciava, mentre mi abbracciava, mentre mi amava, era facile dimenticare tutto pensando solo a noi due.

Chiusi gli occhi gettandomi a capofitto nei ricordi. Sì, perché mi sarebbero rimasti solo quelli. Io dovevo riuscire nella mia impresa.

Mi resi conto che qualcuno si stava avvicinando a me solo perché la strada era desolata e solo quando mi fu vicino. Del resto il turbinio di pensieri era davvero intenso.

Ma quando guardai il nuovo arrivato sbuffai, esasperato, sentendo mio malgrado un calore immenso al petto.

-Mai pensato che magari volessi restare un po' da solo?-

-Mai e poi mai- rispose lui con la solita faccia da schiaffi che si ritrovava. Si appoggiò alla moto accanto a me e osservammo insieme la casa, in silenzio.

 

***

 

Lily

Che strana sensazione svegliarmi nuda nel letto. Non mi era mai successo. La consistenza delle lenzuola, il contatto diverso con la pelle, erano sensazioni a cui non ero abituata per niente. Eppure eccomi qui, nuda sotto le coperte. Sorrisi involontariamente, mentre la mente mi ricordava il perché fossi nuda.

Aprì gli occhi e mi trovai nella penombra della stanza di James. Allungai una mano di fianco a me, sperando di trovarlo. Ma il letto era vuoto. Mi sedetti di scatto, guardandomi intorno.

Ero da sola nella stanza. All'improvviso tutta la serenità, tutta la felicità che avevo addosso scomparve. Dov'era James? E se fosse successo qualcosa?

Cercai con gli occhi i miei vestiti e mi accorsi che sul comodino c'era un foglio con su scritto il mio nome. Lo presi subito e iniziai a leggere le poche righe che c'erano sopra, con paura.

Mentre leggevo però mi sentì combattuta. Preoccupata per quello che avevano fatto Joy e Sirius, ma ancora di più dalle motivazioni di Sirius nello scappare.

Ero anche arrabbiata con lui e il mio primo pensiero fu infilarmi di nuovo i vestiti per andare a cercare Joy.

Stavo per scendere sotto, sperando di trovarla in cucina quando sentì il rumore della doccia. Sperando che non si trattasse di Remus bussai alla porta subito. Ma non ricevetti risposta.

-Joy, sei lì?-

Mi rispose un rumore indistinto che assomigliava tanto ad un singhiozzo. Senza neanche pensarci un attimo spalancai la porta e la vidi, seduta sotto la doccia accesa, a piangere tutte le lacrime del mondo.

 

***

 

James

-Perché sono qui James?-

-Se non lo sai tu perché dovrei saperlo io, scusami?- chiesi, non potendo trattenere un ghigno.

-Lo sai benissimo che tu potresti saperlo. Altrimenti perché mi hai cercato qui?- chiese, togliendosi il casco per potermi guardare.

-Lo sai anche tu Sirius. E ci devi arrivare tu, non posso sempre suggerirti io le risposte. Sei troppo pigro!- lo schernì, ma lui non sorrise. Ritornò a guardare la casa.

-Ho abbandonato questa casa e queste persone completamente. Non mi importerebbe neanche se sapessi che la casa è esplosa e sono morti tutti. Eppure sono venuto qui. No James, non ci arrivo proprio- sorrise lui freddamente. Ma i suoi occhi esprimevano tutt'altri sentimenti.

-Hai abbandonato questa casa e le persone, vero. Perché l'avevi fatto?-

-Perché non volevo più avere a che fare con loro. Li odio totalmente e non stavo bene quanto ero con loro-

-Quindi li hai abbandonati per sentirti bene, per sentirti libero, per poter finalmente non dover avere niente a che fare con loro. E la cosa ti ha fatto piacere, nonostante i sacrifici, giusto?-

-Mi ha fatto bene? James io sono rinato quando sono scappato. Sono libero, cosa che ho desiderato per anni- mi rispose con convinzione.

-Perfetto. Ora però ti faccio un'altra domanda. Tu vuoi scappare da Joy?- domandai, scrutandolo attentamente.

Lui si voltò subito, evitando il mio sguardo.

-Non sto scappando!- sbraitò lui. 

-Allora riformulo la domanda, anche se mi sembra che il termine che ho usato sia decisamente più adatto. Tu stai abbandonando Joy?- 

-Si e lo sai il perché. E odio essere ripetitivo quindi non parliamone più- disse freddamente.

-Arriviamo solo al perché sei qui, allora. Cosa c'è in comune tra una cosa e l'altra?-

-Il fatto che sto scappando di nuovo, vero?- si arrese lui, evidenziando il termine come se fosse una parolaccia. 

-Bravo. Ti do una E se mi sai rispondere anche al perché secondo te sei scappato da Joy e sei venuto qui a guardare questa casa- lo incoraggiai.

Il tempo di ragionare e il suo viso si adombrò ancora di più. Sbuffò e si rimise il casco, cosa che mi fece capire che non avrebbe di certo detto quello che aveva capito. Allora decisi di intervenire. Al limite mi sarei beccato un pugno, ma sarei stato sicuro che il messaggio sarebbe arrivato forte e chiaro.

-Tu non hai il coraggio di abbandonare Joy perché sai che ti farà soffrire ancora di più. Sei tornato a essere uno dei suoi migliori amici, ma non ti basta. E lo stesso vuoi abbandonarla, nonostante lei ti abbia di nuovo offerto di più. Sei un suicida Sirius e il tuo subconscio ti sta dicendo di non farlo- ma mi interruppe, ringhiando, salendo sulla moto. 
-Certo, ti piace colloquiare molto col mio subconscio James!-
Io continuai, ignorando il suo commento.

-Ti ha riportato qui per farti notare che anche se hai abbandonato questa casa e ne sei felice, una piccola parte di te soffre lo stesso inevitabilmente. Hai una minima idea di quanto soffrirai se abbandoni Joy?-

-Smettila. Non ti voglio ascoltare- disse, accendendo la moto e facendola rombare.

-Lei non tornerà più Sirius. Se la lasci questa volta lei non ti vorrà mai più vedere, non avrai mai più neanche la sua amicizia. Le farai troppo male Sirius, le distruggerai il cuore e lo calpesterai all'infinito- la mia voce era dura e forte, per sovrastare la sua barriera. Nonostante il rombare della moto lui aveva ricevuto una pugnalata ad ogni mia parola, cosa che non avrei voluto fare, ma stava facendo una grande cazzata, almeno volevo che avesse chiaro tutto il quadro. 

Partì appena chiusi la bocca e lo guardai sparire dietro l'angolo. Sospirai, lanciai un'occhiata alla casa silenziosa e poi mi voltai per arrivare nel vicolo da cui prima mi ero smaterializzato.

 

***

 

Lily

 

L'aiutai a vestirsi e lei non smise un secondo di piangere. Non riuscì a chiederle niente e forse speravo anche che fosse lei la prima a parlare, per togliermi l'onere di cominciare una simile discussione.

Entrambe temevamo il peggio e non pensavo ci fosse una qualche parola che potesse aiutarla in quel momento. Una spalla su cui piangere e un caldo abbraccio era meglio di molte parole.

Con i capelli ancora bagnati mi abbracciò stretta, piangendo tutte le lacrime sulla mia maglia. Sì, avrei ucciso Sirius nel modo più doloroso possibile.

Fu quando i singhiozzi erano quasi scomparsi che dalla porta entrò James. Aveva una faccia scura, preoccupata, che si angosciò ancora di più notando lo stato di Joy. Ma con grande sforzo la fece scomparire per rimpiazzarla con un sorriso scherzoso.

-Ed eccoci arrivati alle cascate del Niagara. Raccomandiamo ai signori visitatori di tenersi gli impermeabili forniti dal servizio Lily Evans e di non sporgersi dalla barca! Buona visione!-

Mi dovetti trattenere dal sorridergli con tutto l'amore che sentivo in quel momento, e guardai Joy, che tirò su col naso.

-Vuoi proprio un occhio nero Ramoso?- aveva la voce strozzata, ma il suo umorismo non era stato totalmente attaccato.

-Non so. Lily che dici, lo stile panda ti piacerebbe? Mi farebbe più invitante?-

-Potremmo provare!- scherzai.

-Con piacere. Cosa sei venuto a dirmi Jamie?- chiese Joy, guardandolo negli occhi. Le lacrime non scendevano più, ma aveva gli occhi ancora gonfi e parecchio rossi!

Gli lanciò un'occhiataccia però e non lo lasciò rispondere.

-Non aveva il fegato per venire? Ha mandato te?- chiese feroce.

James scosse il capo, triste.

-È di là. Vuole parlarti...-

Joy si staccò da me con gli occhi chiusi.

Si passò una mano tra i capelli e poi si voltò verso la porta, pronta ad andare. James la fermò, prendendole una mano.

-Non ti fare passare strane idee nella testa. Ascoltalo e picchialo anche da parte mia- Non vidi lo sguardo di risposta di Joy, ma intuì qualcosa dal piccolo sorriso sincero di James, poco prima che lei lo oltrepassasse per andare di sotto.

Mi avvicinai a James e lui mi strinse subito la mano, sorridendomi.

-Cosa ha intenzione di fare Sirius?-

-Niente di buono. Dobbiamo solo sperare. A questo proposito, vieni!- e mi trascinò fuori dalla stanza da letto fino a sotto, fermandosi sulle scale.

Lì mi fece segno di stare zitta e capì subito il perché. La voce di Sirius era ben udibile.

-Non dovremmo- bisbigliai, avvicinandomi al suo orecchio.

Lui mi passò le braccia intorno alla vita.

-Guarda chi si è svegliato appena in tempo- ghignò sempre piano. Mi voltai e vidi Remus scendere le scale e raggiungerci.

-Che ci fate qui sulle scale?-

-Shhhhhh!!!!!!!! Zitto, dobbiamo ascoltare!- lo sgridò lui.

-Vorrai dire dobbiamo spiare?- insistetti, seccata. Avevo una grande curiosità anch’io, ma mi sembrava molto sbagliato spiare.

-Cos'hanno combinato?- domandò Remus in un sussurrò, intuendo sicuramente i protagonisti.

-Se trovi tanto ignobile ascoltare un pezzetto della conversazione potresti salire sopra con Remus per aggiornarlo. Così posso anche sentire qualcos'altro oltre te che mi rimproveri- propose James, con la sua classica faccia da schiaffi.

-Ti meriteresti tanti di quegli schiaffi Potter che non immagini neanche-

-Scusatemi, ma non potreste non parlare così sento qualcosa? Mi spiegherete dopo il resto- mi sorprese Remus. Gli lanciai un’occhiataccia, ma entrambi mi fecero segno di tacere e io sbuffai scuotendo il capo.

E mio malgrado iniziai ad ascoltare.

 

***

 

Joy

Il cuore mi faceva male. Aveva parlato deciso, come se si fosse costruito un discorso prima e ora lo stesse recitando. Aveva iniziato scusandosi, anche se non lo faceva mai, e poi aveva inserito un sacco di frasi di circostanza come “eravamo ubriachi”, “non capivamo più niente”, “può succedere, ma dovremmo dimenticare tutto”, “far finta che non sia successo niente”. Non ero riuscita più ad ascoltarlo.

Strinsi forte i pugni, così tanto che mi sentì quasi le unghie entrare nella pelle e poi strinsi i denti. Non mi voleva, non mi amava, non volevo ascoltare altro volevo solo scappare da tutto quel dolore.

Ma la voce di James mi risuonò nella testa, bloccando ogni tentativo di fuga. Non ti fare passare strane idee nella testa. Ascoltalo e picchialo anche da parte mia.

E allora mi sforzai di guardarlo in viso e tornare ad ascoltarlo.

-... non permetterò che succeda di nuovo. È stata tutta colpa mia, ero troppo ubriaco e sono sempre abituato a lasciarmi andare troppo quando lo sono. Ho lottato troppo contro la mia natura. Da domani ricomincerò la mia vita da una botta e via con sconosciute, non ti salterò più addosso, tranquilla. E ti capirò anche se da ora... mi odierai...Me ne farò una ragione. Ora andiamo di la a vedere cosa mangeremo?- chiese, fingendosi indifferente, ma non riuscendoci neanche un po’, perché la sua voce aveva esitato e tremato troppe volte.

 

***

 

Sirius

-No Sirius, non lo puoi fare!- la sua voce mi bloccò sul colpo. Era piena di dolore, ma anche furiosa.

-Cosa? Non vuoi vedere cosa..- iniziai a chiedere fingendomi indifferente, ma mi interruppe, arrabbiata.

-No, non parlare, ho già sentito troppe cretinate uscire dalla tua bocca. Ora voglio che tu faccia solo una cosa, solo una! Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami, guardami negli occhi e dimmi che questa notte è stata davvero solo una notte di sesso! Se è... se è la verità me lo devi!- Rimasi immobile, gli occhi sempre fissi sul tappeto.

-Te l'ho già detto mi sembra- non potevo usare un tono più freddo, immagino.

-Non guardandomi negli occhi. Me lo devi- ripeté lei. Non potevo, non potevo, non potevo...

Non ci sarei riuscito anche volendo. Avevo già sentito tutto il dolore nella sua voce, causato dalle mie parole. Non potevo vederlo anche riflesso nei suoi occhi. Non ci sarei riuscito!

Ma glielo dovevo, aveva pienamente ragione. Questo era il momento di non ritorno, il momento che avevo tanto temuto. Se fossi riuscito a guardarla negli occhi dicendole che non l’amavo, sarei riuscito a salvarla da un futuro disastroso insieme a me. Le avrei regalato un futuro con un altra persona che gliene avrebbe sicuramente offerto uno migliore.

Dovevo guardarla a mentire. Mentire. Non era una cosa davvero così difficile, lo facevo spesso, sia direttamente sia mostrando una maschera diversa!

Allora perché era così difficile alzare lo sguardo e mentirle??? Sei un Grifondoro cavolo, dov'è il tuo coraggio?

Alzai lo sguardo e incrociai i suoi occhi.

-Io non.... Io non......- strinsi i denti per continuare, ma non ce la facevo. Abbassai lo sguardo e feci un bel respiro per dire quelle dannate parole, ma prima che potessi proferire parola mi riprese.

-Guardandomi negli occhi-

La guardai negli occhi, ora anch'io furioso.

-Perché devi complicare le cose?-

-E tu perché stai facendo tutto questo?-

-Perché è meglio per te dannazione. Io non posso offrirti alcun futuro. Tu meriti di meglio, tu meriti qualcuno che ti possa assicurare la felicità- sbottai infine, sputando la verità.

Lei rimase un attimo interdetta, come se stesse riflettendo su quello che avevo appena detto. Poi mi guardò con sguardo duro.

-Capisco. Quindi stavi cercando di mentirmi perché avevi scelto per me. Non ti è mai venuto in testa che dovrei essere io a scegliere chi amare? Anzi, che infondo non si decide mai chi amare, accade e basta? Mi dispiace deluderti Sirius, ma non puoi sperare che dirmi che non mi ami possa far sparire l'amore che provo per te in un attimo. Io continuerò lo stesso ad amarti, come del resto lo hai fatto comunque tu quando avevo perso la memoria. Quindi smettila subito di fare il coglione e baciami prima che ti spacco il naso-

Rimasi fermo, congelato sul posto come se mi avesse davvero appena tirato un pugno.

Due voci nella mia testa si contrastavano. Una mi ordinava di baciarla subito, l'altra di smentire le sue parole. Ma quali scuse potevo inventare? Io l'amavo e lei mi amava. Lei voleva solo me, come del resto io non mi sarei mai accontento di nessun altra a parte lei.

Io l'amavo. E nonostante il buon senso mi gridasse di non farlo eseguì il suo ordine.

 

***

 

James

Sporsi un attimo la testa fuori dal nascondiglio e li vidi baciarsi. Sorrisi, pensando che finalmente le cose forse si stavano sistemando davvero. Sorridendo mi voltai verso gli altri che tirarono un sospiro di sollievo.

-Ora possiamo lasciarli soli- decretai, ritornando sopra e seguito da Lily e Remus.

-Questo si che è un bel regalo di Natale- sorrise Remus.

-Già- disse Lily e mi voltai a guardarla, accigliato.

-Io vado a lavarmi e vestirmi. Tra poco dobbiamo metterci a cucinare, giusto? Oppure non mangiamo questo Natale?-

-Mah, possiamo anche non mangiare considerato quanto abbiamo mangiato ieri sera! Non ci farebbe male- propose Lily. Non si era accorta ancora del mio sguardo inquisitore. Cercavo la sua rabbia nei minimi dettagli, per esempio nella sua fronte lievemente aggrottata, oppure nascosta dietro un sorriso tirato. Ma non la vedevo. E mi accigliavo.

-Certo. Se pensi questo vedrai che verrai mangiata tu per pranzo. A dopo piccioncini- e Remus ci salutò, scomparendo nel bagno.

Fu allora che Lily si accorse finalmente del mio sguardo.

-Cos'hai?- chiese, avvicinandosi e passandomi le braccia intorno al collo.

-Pensavo mi avresti ucciso..- risposi sincero

-E perché? Hai fatto qualcosa che mi dovrebbe portare a ucciderti?- domandò, confusa.

-No. Cioè, me ne sono andato- balbettai, quasi indeciso se dirlo oppure no. Forse non era il caso di chiamarmela, ma ero davvero sconcertato.

-Ahhh!!! Capisco- disse e si fece seria, distogliendo gli occhi dai miei e rendendomi inquieto. Non riuscivo a capire a cosa stesse pensando. Preoccupato, stavo per parlare, quando lei nascose il viso sul mio petto e iniziò a ridere.

-Ehi, perché ridi?- chiesi, del tutto confuso.

-Non so se mi conviene dirtelo a dire il vero- sghignazzò lei.

-E no, ora me lo dici. Io ti stavo parlando di una cosa seria e tu mi scoppi a ridere. Non si fa così signorina Evans- la rimproverai, dandole un buffetto su quell’adorabile naso che si trovava.

-Beh, meglio ridere che dirti cosa ho pensato-

-Allora devo immaginare male-

-No! Solo che... beh, quando non ti ho visto mi sono seriamente preoccupata. Ho pensato che ti fosse successo qualcosa. Quando ho visto il foglio l'ho letto ancora spaventata, temendo ciò che ci poteva essere scritto. E quando ho finito di leggere ho provato solo due cose: una dannata voglia di uccidere Sirius per aver combinato di nuovo casini e paura per Joy. Ho pensato subito che non poteva stare bene e sono andata a cercarla. Il che mi ha completamente distratto dal fatto che non ci fossi. 

Mi fa ridere perché, anche se ora che me lo hai fatto notare dovrei essere seriamente incavolata con te per aver scelto per l'ennesima volta Sirius a me, non lo sono perché anche per me è stato spontaneo pensare a Joy in quel momento-

-È davvero interessante che tutto questo ti faccia ridere. A me personalmente mi fa dubitare della nostra sanità mentale-

-Ma non eri tu che dicevi che siamo tutti pazzi?-

-Sì, ma... lascia stare e baciami, stupida- la rimbeccai per poi baciarla come avrei voluto fare dal mio risveglio!

E lei rispose con la stessa passione che mi fece pensare che anche lei ricambiava appieno!

 

***

 

Prima di tutto, Buon 2012 a tutti!!!!!!!!!!! =)

Ho tentato di scrivere in questi giorni per pubblicare magari l'uno o il 31, ma l'ispirazione non mi aiutava in quel poco tempo che avevo. Quindi vi faccio gli auguri un po' in ritardo! Scusatemi!!XD

Questo capitolo, come penso si sia notato, non è esattamente un capitolo dei miei, lungo se non immenso. È un capitolo a metà. Mi sono resa conto che l'ispirazione non mi aiuta e che devo studiare seriamente visto che tra pochissimo ho gli esami quindi o pubblicavo questa metà capitolo oppure di sicuro pubblicavo a fine febbraio... quindi eccomi qui! Spero almeno sia un dolce capitolo, visto la fine! Insomma, quei due sono tornati insieme, questa volta si spera per sempre! Certo non potrà essere tutto come prima, Joy ha sofferto molto e Sirius ancora di più. Inoltre si è messo in testa di non meritarla, cosa che probabilmente lo perseguiterà per mooooolto tempo!

Ma almeno sono insieme! E cosa ne pensate di James e Lily? Voi vi sareste arrabbiate se fosse state in Lily? Beh, io si!!!XD ma infondo Lily non l'avrebbe fatto, almeno non la Lily che io ho in testa!!!

bene, prima che il commento diventi più lungo del capitolo vi saluto, ringrazio infinitamente chi ha letto, inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate e specialmente a chi ha recensito!!!

Purtroppo non vi posso promettere un aggiornamento molto presto visto che devo studiare tantissime cosa ancora, ma spero di potermi mettere a scrivere per fine febbraio sicuramente!

Non mi abbandonateeeee!!!!!!!!!!

tantissimi auguri ancora a tutti!!!!!!!!!!!

alla prossima!!!!!!!!

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Capitolo 55
*** Cinquantaquattresimo capitolo: una festa... col botto! (parte I) ***


CAPITOLO 54: 

Una festa... col botto! (parte I)

James

-Potremmo non annullare la festa- propose Silente.

Eravamo nel suo studio a Hogwarts. Ero arrivato lì con la polvere volante, come di comune accordo la sera del 25 dicembre. E gli avevo rivelato subito cosa mi aveva riferito Joy.

-Ho riflettuto anch'io su questo punto. In effetti la loro strategia sarà colpirci di sorpresa, probabilmente dopo che ci siamo abbuffati, dopo che abbiamo bevuto e nel momento in cui saremo più deboli e disorientati da un attacco a sorpresa. Conteranno molto proprio sulla sorpresa. Il che vuol dire che potremmo fare una perfetta trappola dentro la trappola visto che potrebbero fare degli errori. Ma mi preoccupa molto il modo in cui hanno saputo della festa- gli spiegai.

-Capisco cosa vuoi dire James. Se mettiamo in allerta i nostri la spia lo rivelerà a Voldemort e perderemo il vantaggio della sorpresa. Meglio annullarla, in quel caso, siamo troppo pochi ancora per pensare di riuscire a sconfiggerli. In più sanno che ci sarò anche io alla festa. Verranno ben pronti ad uno scontro con il sottoscritto- rispose.

-E metteremmo in pericolo tutti. No, non è il caso di rischiare, giusto?- cercavo conferma, perché ero totalmente combattuto.

-La tentazione è forte, ma sarebbe meglio evitare un tale pericolo. Le probabilità di riuscita sono troppo poche e non voglio neanche pensare alle possibili perdite- il suo tono risoluto mi fece annuire. Anche se sapevo della pericolosità del piano, in realtà avrei tanto voluto organizzare questa trappola, in modo da poter fare almeno una volta una mossa noi.

-Ok, quindi annulliamo la festa- decretai infine.

-E tu dovrà trasferirsi in un altro posto più protetto. È stato troppo avventato da parte mia non consigliarti di trasferirti già al momento della morte dei tuoi genitori. Dovremmo tutti trovare un luogo più sicuro, gli attacchi stanno aumentando, le scomparse sono troppo frequenti- finì con tono cupo.

Guardai a terra, depresso, ma alzai lo sguardo quando mi pose una mano sulla spalla.

-Ma non dobbiamo perdere la speranza. Dobbiamo continuare a lottare, solo così potremmo cambiare le cose-

 

***

 

Sirius

Chissà quando sarebbe tornato James. Camminavo per casa, pensieroso, mentre pensavo a tutto quello che era successo. Gran parte dei dubbi e della frustrazione erano andati via e ora mi sentivo meglio, decisamente meglio. Ero ancora convinto di non meritare Joy, ma visto che lei mi voleva, cosa potevo fare io?

Ora il mio pensiero andava a James, che non mi aveva voluto dire l'argomento di discussione con Silente.

Mi aveva liquidato con un “te lo dico dopo”, che mi sembrava sincero, ma che comunque non presagiva niente di buono. Mi avviai verso la cucina non sapendo bene cosa fare, quando sentì le ragazze ridere. Da perfetto curioso che ero, mi avvicinai silenzioso alla porta aperta per sentire di cosa stessero parlando.

-Ma secondo te sto sbagliando?- stava chiedendo, Lily.

-Non penso si possa mischiare la torta in modo sbagliato Lily- ridacchiò Joy.

-Dici? In pozioni è molto importante in che verso giri-

-Stiamo facendo una torta Lily, oppure vuoi uccidere gli altri facendogli una torta velenosa? Dimmelo, così non la mangio- fu la ridente risposta di Joy.

-No, non te lo dico perché mi stai prendendo troppo in giro. Non c'è che dire, sei davvero felice, vero?- chiese Lily. Mi appoggiai al muro, incuriosito dalla sua risposta.

-Sì, sempre se quell'idiota non si fa altri complessi. Sono felicissima come non lo sono da... beh, non ricordo da quando non sono così felice, ma sicuramente da prima della botta! Ed è magnifico, mi sento come se tutto non potesse che andare per il verso giusto, ora!- era inutile trattenere il sorriso di piacere nel sentirla così.

-Ne sono davvero contenta, ve lo meritate. Entrambi-

-Strano sentirti dire una cosa positiva su Sirius- la punzecchiò Joy.

-Quel ragazzo, anzi il tuo ragazzo, sarà anche pazzo da legare, ma infondo è un bravo ragazzo e gli voglio abbastanza bene da essere contenta che stia bene. Ma per lo più sono contenta perché rende te felice!- precisò Lily, col suo solito tono da saputella.

-Ok, non dirò a Sirius che hai ammesso di volergli bene! E penso di non dirlo neanche a James altrimenti potrebbe ingelosirsi seriamente e uccidere il mio ragazzo. Ma a proposito di James, allora, com'è andata stanotte?- domandò curiosa e se possibile mi feci ancora più attento. Pettegolezzi e per di più materiale anche importante da riferire a James. O per cui prenderlo in giro.

-Ma io non ti chiedo come va' con Sirius, però- ribatté lei.

-Sarà, ma io non sono te, no? Sputa il rospo! Voglio dettagli!!!-

-E come mai? Per caso devo allertare Sirius? Troppo interesse per il mio ragazzo amica mia!!!- tentò di distrarla lei, ma Joy non demorse.

-Ha fatto cilecca per caso?- potevo solo immaginare lo sguardo divertito di Joy mentre chiedeva e quello scandalizzato di Lily in risposta.

-Per niente. Anzi, mi immaginavo molto meno... non che me lo immaginassi piccolo, mah... insomma, ma cosa mi stai facendo dire???? E smettila di ridere!!!!- dovetti trattenermi questa volta dal non ridere, come invece sta facendo già Joy senza farsi problemi, per i balbettamenti di Lily.

-Ok, torno seria. Scusami! Allora, oltre alla grandezza- e qui ridacchiò un po'- ha fatto male?- e tornò seria.

-Forse mi ero fatta un'idea molto esagerata del dolore che avrei provato, sai? Perché infondo non mi ha fatto così tanto male. È stata una sensazione strana... specialmente all'inizio. Ma mi sentivo completa, mi sentivo bene nonostante il fastidio! E James è stato talmente dolce e... fantastico!-

-Lo ami davvero, allora!- giudicò Joy.

-Perché, avevi qualche dubbio?- e ridacchiarono entrambe.

-La tua prima volta invece com'è stata?- domandò Lily. Mi irrigidì, involontariamente.

-Non te ne ho mai parlato?- chiese incredula Joy.

-No, probabilmente perché non te l'ho mai chiesto seriamente. Ma comunque non ciò pensato, forse non lo ricordi!- si ricordò all'improvviso Lily.

-In realtà lo ricordo...- esitò Joy.

-Davvero?-

-L'ho ricordato stanotte- rivelò. Rimasero in silenzio per così tanto tempo che temevo si fossero rese conto che le stavo spiando. Me le immaginavo già tutte e due piombare all'improvviso in corridoio e gettarmi qualcosa addosso.

E invece poco dopo Lily parlò.

-Ehhh...?-

-Ha fatto male... e lui si è fermato. Ricordo che mi ha accarezzato la guancia e ha cercato il mio sguardo preoccupato. Come se non fosse stato in un momento in cui probabilmente non poteva ragionare, come se non gli importasse niente di quello che stava provando lui, come se esistessi solo io. Il mio dolore aveva spento tutto il resto, non gli interessava nient'altro che di me. In quel momento mi sono resa conto di quanto mi doveva volere bene e quanto gliene volevo io. E non ti nascondo che d’allora non vorrei che stare con lui sempre-

Rimanemmo tutti e tre in silenzio, io col cuore che batteva forte. L’avrei voluto prendere e baciare, farla mia immediatamente, con una tale forza che dovetti aspettare un po’ prima di poterle raggiungere in cucina con passo spavaldo, fingendo di essere arrivato in quel momento.

 

***

 

Lily

 

Quando togliemmo la torta dal forno, sorrisi felice. Aveva proprio un bell'aspetto.

-E questa torta è tutta mia, vero?- domandò Sirius, mangiandola con gli occhi.

-No Sirius, questa non è per niente tutta tua- ribattei io, ma mi interruppi sentendo la porta chiudersi. Ci voltammo tutti per l'entrata di James.

-Ma che buon profumo. Cosa avete cucinato di buono?- domandò, curioso.

-Una torta al cioccolato! L'ha preparata Lily solo per me, Remus e te, James!- scherzò Joy.

Sirius l'abbracciò da dietro e prese a farle il solletico, tenendola imprigionata.

-Tutti tranne me in pratica. Te la faccio pagare!-

Non potei trattenermi dal sorridere e guardai James, aspettandomelo pronto per qualche battuta. Ma lo trovai a guardarsi intorno con uno sguardo triste. Incrociai lo sguardo preoccupato di Remus e poi tornammo entrambi a guardare James. Ma appena notò il mio sguardo mise su il suo miglior sorriso.

-E se la provassimo. Ho una fame!-

-Certamente- risposi e lui prese velocemente un coltello per tagliarla. Ci sedemmo tutti e cinque per mangiare la torta e rimanemmo in silenzio per un po'. Guardavamo tutti James, in attesa.

-Devo trasferirmi. Questa casa non è più sicura e considerato che dobbiamo tornare a Hogwarts a breve e meglio che sistemi le cose da domani- ci annunciò, guardando la torta che ancora non aveva toccato.

-Come sappiamo che non è sicura scusami?- chiese Sirius.

James esitò e si rigirò la forchetta tra le mani prima di rispondere.

-Abbiamo avuto una soffiata. Voldemort ha scoperto dove siamo e della festa che stavo organizzando e ci vuole attaccare. Non ci resta che annullare la festa, quindi e che io e te ci trasferiamo, Sirius- spiegò.

-Da dove è venuta la soffiata?- domandai, accigliata.

James esitò ancora e questa volta guardò Joy, in attesa. Lei si mosse a disagio sulla sedia.

-Alla festa di Natale ho incontrato Regulus Black che mi ha avvertito dell'attacco- confessò Joy.

-Cosa? E quando avevi intenzione di dirmelo? Perché l'hai detto prima a James?!?- Sirius si alzò in piedi con l'aria di essersi davvero offeso.

-Perché doveva dirlo subito a Silente per decidere cosa fare. E non alzare la voce!- ribatté Joy.

-Non sto alzando la voce, mi sto solo chiedendo perché mio fratello ti ha parlato e io sono l'ultimo a saperlo!-

-Mi sembra che sono successe un po' di cose in meno di 24 ore tra noi e non volevo iniziare già subito a litigare! Sapevo che l'avresti presa così-

-Così come? Io non la sto prendendo per niente male, voglio solo sapere cosa cavolo ti ha detto! E subito-

-Non sono ai tuoi ordini Sirius e abbassa il tono altrimenti non ti dirò neanche più una parola per molto tempo- lo zittì infine Joy. Sirius la guardò furioso, ma tornò a sedersi e non abbandonò i suoi occhi.

-Non ricordo esattamente cosa mi ha detto, ero un po' ubriaca, ma mi ha parlato del fatto di stare attenta a mio fratello e poi del fatto che i Mangiamorte sapevano della festa e volevano attaccarci. Gli ho chiesto anche perché me lo stesse dicendo ma ha detto che i suoi motivi l'avrebbe tenuti per sé- raccontò.

-Tu eri ubriaca a una festa piena di Mangiamorte!!!- Sirius si infervorò ancora.

Guardai James, che si stava nascondendo il viso tra le mani, esasperato, Remus iniziare a sbattere la testa contro il tavolo e Joy pronta a ribattere duramente contro Sirius. Poco prima che intervenissi io per interromperli, però, lo fece Remus.

-Allora, volete smetterla di fare i bambini?!? Sedetevi immediatamente e state in silenzio! James, ti ha detto altro Silente?- domandò.

-Niente di che. Abbiamo parlato della possibilità di organizzare una trappola dentro una trappola. Potevamo prenderli noi di sorpresa sapendo già dell'attacco. Ma rischiamo di farlo sapere anche alla spia, così anche loro lo saprebbero. Siamo troppo pochi per poterli combattere e sconfiggere, non senza tantissime possibili perdite, quindi niente, dobbiamo annullare la festa e basta-

-A chi hai detto della festa? Dobbiamo trovare la spia- dissi.

-E come, scusami?- chiese accigliato.

-Prima di tutto facendo una lista. E poi vagliando uno per uno i possibili candidati- gli spiegai.

-Non so, non mi piace per niente questa idea. Non riesco a credere che tra di loro ci possa essere davvero una spia.. insomma, sono tutti amici e persone di cui mi fido- James era decisamente a disagio e non riusciva più ad alzare lo sguardo dalla torta.

Restammo tutti in silenzio, di nuovo, ponendoci tutti le stesse domande, probabilmente.

 

***

 

Joy

-Giusto per chiarire, cosa ti da particolarmente fastidio della storia della festa?- chiesi a Sirius. Eravamo rimasti da soli, Remus era tornato a casa e James era andato ad accompagnare Lily. Sirius, però, aveva preso a misurare la cucina a passi misurati, nervoso.

-Vediamo, da dove posso iniziare? Perché quella sera ti sei ubriacata?- chiese, fermandosi e cercando i miei occhi.

-Perché non sopportavo quelle persone. Ho avuto anche un bello scambio di battute con la tua cara cugina Bellatrix e non ho resistito a non prendere qualcosa per non strangolarli tutti- gli spiegai.

-Ok bere qualcosa, ma per ubriacarti ci vuole un po' più di un bicchiere per distendere i nervi- mi fece notare.

-Sì, mi sono lasciata un po' andare, ma non sarebbe successo niente, c'era mio fratello a sorvegliarmi e poi eravamo ad una festa- provai a dire, ma lui mi interruppe.

-Non mi sembra minimamente un ragionamento possibile. Quella che abbiamo appena annullato era una festa e lo abbiamo fatto per non morire tutti. E poi ti si è avvicinato mio fratello e ti ha detto questa cosa. Per parlare dovevate essere soli quindi tuo fratello non ti ha sorvegliato abbastanza, mi sembra- mi fece notare.

-Sirius, ma non è successo niente, dannazione. E poi non puoi davvero essere così arrabbiato solo per questo. Quale cavolo è davvero il problema? Che tuo fratello è venuto da me e non da te? Forse è questo il problema?- chiesi, scorgendo forse la vera ragione di tanta rabbia.

E Sirius non mi rispose. Rimase fermo abbassando lo sguardo.

-Perché ci ha avvertito?- chiese, dopo quelle che parvero ore.

-Non lo so esattamente Sirius, ma secondo me non voleva che ti succedesse qualcosa di brutto. Secondo me...- ma lui mi interruppe.

-Ma lo sai cosa vuol dire il fatto che sapesse dell'attacco? Che lui è un Mangiamorte a tutti gli effetti! Lui è diventato un Mangiamorte dannazione- e tirò un calcio a una sedia che finì a terra.

Mi alzai dal tavolo e gli andai vicino mentre ancora gettava cose alla rinfusa preso dalla rabbia e dalla delusione.

-Ma ci ha avvertito. Sirius penso che lo sia diventato purtroppo, ma magari si sta rendendo pian piano conto che ha fatto una scelta stupida. Insomma, altrimenti se ne sarebbe stato zitto. Dovevi vederlo alla festa, sembrava nella mia stessa condizione, totalmente insofferente a tutti quelle persone accanto a noi. Ha allungato la mano verso di noi, ci ha aiutato. Forse... forse tornati a scuola potresti tentare di parlargli. Sai, magari potresti allungare la mano anche tu verso di lui- provai a convincerlo. Lui sbuffò e si allontanò da me che gli avevo poggiato una mano sulla spalla.

-Non è mio fratello Joy, io non ho una famiglia al di fuori di voi. E non la voglio avere- e se ne andò via.

Mi chiesi se dovessi seguirlo subito, ma non mi sembrò una buona idea. Infondo sarebbe stato immerso nei suoi pensieri per lungo tempo e non volevo disturbarlo. Non avrebbe accennato altre parole da me. In quel momento tornò James che mi sorrise e poi si accigliò.

-Cosa c'è? Tutto bene?- e poi guardandosi intorno e notando il disastro delle cose per terra, rotte, chiese.

-Dov'è il pulcioso?-

-Penso sia salito sopra, nella sua stanza. Abbiamo.. discusso di Regulus...- gli spiegai.

Lui sospirò.

-Non te la prendere. Sirius è solo furioso con se stesso, con i suoi genitori e in ultimo con Regulus. Non penso c'è l'abbia davvero con te- mi informò.

-Non ha dato questa impressione-

-Sirius è fatto così, non ricordi? Piuttosto vado a parlargli. Tu hai già parlato con tuo fratello?-

-No, ora lo sento per camino- mi ricordai.

-No, non farlo. Potremmo essere spiati. Stai molto attenta a questo, mi raccomando. Vai da Erik usando la materializzazione e parlagli di persona. Appena recupero Sirius verremo anche noi. Devo parlare con tuo fratello di una cosa importante-

-Cosa?-

-Ho solo un messaggio da parte di Silente da dargli- mi disse soltanto e poi salì sopra da Sirius.

 

***

 

Sirius

Ed eccolo di nuovo qui. Sbuffai, vedendolo entrare con un sorriso che divenne profondamente divertito dopo il mio sbuffo.

-Cosa c'è fratello, ancora seccato perché la tua bella si è ubriacata a una festa dove non c'eri? Se può aiutare so che non si è messa a fare spogliarelli quindi non ti sei perso molto- scherzò.

Io rimasi in silenzio e lui si sedette accanto a me, aspettando.

-Non ti aspettare niente da me James. Non so cosa pensare, ok? Non mi raccapacito di niente. Non ho scoperto nulla di nuovo eppure...- e mi bloccai.

-Eppure?- mi invitò lui a continuare.

-Sono arrabbiato, furioso, profondamente deluso... ma non da Regulus- rivelai. Ed era la verità.

Io non ero deluso da lui, almeno quasi per niente. Ero deluso da me stesso.

Lui ci aveva avvertito, stava provando a salvarci. E io invece non lo avevo aiutato per niente. Prima l'avevo abbandonato e poi gli avevo voltato del tutto le spalle, senza lottare per salvarlo dal futuro a cui sembrava destinato. Perché non avevo fatto niente? Ero profondamente deluso da me stesso, non l'avrei dovuto abbandonare e mi odiavo per averlo biasimato per così tanto tempo.

Avevo condannato mio fratello e non avevo fatto niente per salvarlo.

 

***

 

James

E il giorno dopo iniziammo il trasloco. Per primo andai con gli altri a casa dei miei nonni. Avevo intenzione di andare lì perché era uno dei posti in cui i Mangiamorte non mi avrebbero cercato.

Era in un villaggio di maghi e babbani e la casa era abbandonata da quando i miei nonni erano morti, più di 30 anni fa quindi. Io ci ero andato pochissime volte ed ero stato solo fuori, ma sapevo che era una villetta di due piani ben proporzionata, con un grande giardino. Pochissimi sapevano che i vecchi abitanti erano i miei nonni, perché erano i genitori di mia madre e lei aveva abbandonato il suo cognome dopo essersi sposata con mio padre, poco dopo la loro morte. Per arrivarci decidemmo di usare una particolare passaporta che aveva inventato mio nonno.

-Mio padre me ne ha sempre parlato e l'abbiamo usata solo una volta insieme. Sembra un cubo di vetro assolutamente anonimo, ma in realtà ruotando questi lati- e ruotai varie parti del cubo che non sembrava, ma era diviso in tre parti rotabili- si riesce a trasformarlo a dividerlo in sei parti. Prendetelo uno in mano- e glieli porsi appena il cubo si divise.

-Basta una parola speciale per attivarla, detta o sussurrata anche dalla persona che ha il pezzo centrale!- e scomparimmo tutti appena l'ebbi sussurrata appena.

Comparimmo tutti in un giardino, abbastanza trascurato ma molto grande, con una panchina vicino a un piccolo laghetto, sotto alberi che ora erano solo spogli e pieni di neve.

La casa aveva un grande veranda, sorretta da colonne dove c'era un grande tavolo e poi un dondolo. Il piano di sopra aveva grandi finestre, ma per il resto non si capiva nient'altro.

-È bellissima!- dichiarò Lily e le sorrisi, felice che le piacesse.

-Sì, bellissima. Che ne dite prima di vedere com'è combinato l'interno?- ci smontò l'entusiasmo Sirius.

-Ok. Ma non strillate se ci troviamo qualche topo, ok?!?- scherzai con un occhiolino a Peter. Ed entrammo.

 

Quando tornammo a casa mi abbandonai sul divano sapendo che in quei quattro giorni prima di capodanno dovemo fare troppe cose. La casa era davvero ridotta male e nonostante la magia ci saremo distrutti a sistemare tutto. Inoltre non volevo abbandonare questa casa, non sapevo se ci sarei riuscito davvero a farlo. Ma poi guardai i miei amici, che già discutevano di quando cominciare a pulire, si dividevano in gruppi per aiutarmi a chiudere le cose negli scatoloni per portarli e sorrisi.

Ci sarei riuscito e solo grazie a loro.

-Possiamo metterci già a fare qualcosa ora. Dobbiamo spolverare, spazzare, lavare per terra e togliere le ragnatele. Io direi di mandare voi donne, del resto siete voi le più pratiche, no?- propose Sirius, ricevendo poco dopo una botta sulla nuca da Joy.

-Scordatelo! Non dare troppo per scontato il nostro ruolo di donne, Sirius altrimenti ti mettiamo a lavare i pavimenti come Cenerentola- lo minaccio Lily.

-Cenerentola? Ma chi cavolo è?- domandò lui accigliato.

-È una fiaba babbana, incredibile che tu non la conosca. Cosa vi raccontavano prima di andare a dormire?- domandò Lily.

-Queste!- dissi, tirando fuori dalla libreria un libro e lanciandoglielo. Lily non riuscì a prenderlo, ma lo prese poco prima di cadere Sirius, accanto a lei.

-Hai proprio una pessima presa, cara. Mi sa che l'unico tuo futuro è mettersi a spazzare per terra- la schernì Sirius e Lily gli prese il libro dalle mani seccata.

-Finiscila con questa storia immediatamente prima che mi arrabbi sul serio e ti risponda com'è giusto che faccia. Me lo posso portare a casa? Vorrei leggerlo!- mi chiese Lily, sorridendomi, dopo aver minacciato Sirius.

-Quel che è mio è tuo! Piuttosto com'è questa storia di Cenerentola?- domandai, curioso.

-Una ragazza cresce con la matrigna e due sorellastre che non la lasciano stare. Deve lavare, cucinare, stirare, cucire, rifare i letti e tutti i lavori di casa- riassunse in poche parole.

-Sicura che sia una fiaba per bambini? Cosa insegna, che le donne devono pulire?- Sirius ormai era decisamente monotematico e Joy questa volta gli tirò un calcio.

Notai che Remus era rimasto in piedi rigirandosi il cubo.

-A che pensi Rem?- gli domandai, mentre Lily tentava di spiegare la fiaba ad un Sirius che si voleva decisamente far pestare da due donne furiose quel giorno.

Lui alzò lo sguardo e venne a sedersi accanto a me. Mi porse il piccolo cubo e mi lanciò un'occhiata seria.

-Davvero non ti è venuto in testa?- chiese. Lo guardai accigliato e non riuscendo a capirci niente. Guardai il cubo che avvicinato al mio si unì in un rettangolo.

-Io non... - ma mi bloccai.

-Intendi...?- chiesi mentre capivo l'idea.

-È strano che tu non abbia visto subito la possibilità che abbiamo- notò.

-Già, è decisamente assurdo. Ragazzi, scusatemi, vado a parlare con Silente!!!- e senza dire altro corsi via.

 

***

 

Lily

Intanto che lo aspettavamo ci mettemmo all'opera pulizie. Io, Remus e Peter iniziammo a spazzare per terra mentre Joy trascinava Sirius con le buste della spazzatura in giro per raccogliere quello che noi raccoglievamo.

Dopo tre ore eravamo abbastanza soddisfatti. Avevamo pulito il salotto e la cucina. Ci mancava ancora tanto, però aver iniziato ci fece sentire meglio. Per James abbandonare la sua casa era una sofferenza che tutti sapevamo, era il suo legame con la vita con i suoi genitori, quindi l’unica che cosa che potevamo fare era aiutarlo in tutti i modi. 

Quando tornammo a casa di James, per prima cosa sentimmo un buonissimo odore venire dalla cucina. Lì trovammo la tavola apparecchiata e James che stava per servire uno spezzatino di carne dall’aspetto meraviglioso.

-Per ringraziarvi e perché probabilmente siete sfiniti ed affamati- ci accolse.

-Ottima idea Jamie! Ma guarda che per quanto ho lavorato oggi non mi basta solo questa cena. Mi devi ripagare ancora di più- disse Sirius, sedendosi e iniziando a mangiare.

-Non ti lamentare che non hai fatto quasi niente tu. E non ti rubare tutto la carne!- lo rimproverò Joy.

Io mi sedetti accanto a James che ci guardava sorridente.

-Cosa ha detto Silente?- domandai e tutti rimasero in silenzio per sentire. James si fece serio e mi guardò negli occhi.

-Che è pericoloso, ma che trova il nostro piano eccellente. Sarà lui a vagliarlo e a scegliere chi altro avvertire della possibilità dell'attacco. È rischioso ma organizzandolo per bene non sarà altro che una trappola perfetta. Non pensiamo possa intrappolare Voldemort naturalmente. Ma più persone cadono nella trappola meglio sarà per noi-

Rimanemmo tutti in silenzio a pensare a cosa stavamo andando incontro e il primo a commentare fu Sirius.

-Sono contento che finalmente faremo qualcosa di attivo. Direi di brindare alla nostra prima mossa contro quegli schifosi Mangiamorte!-

La cena continuò serena, nessuno sembrava preoccupato da quello che ci aspettava, anzi, sembravano entusiasti.

Forse solo Peter era un po' titubante, ma poi guardava i suoi amici e tornava sorridente.

Io invece avevo l'idea che ci stessimo mettendo tutti nei guai. A cena finita ci dividemmo tutti. Sirius andò ad accompagnare Joy a casa, non poteva sempre non stare con suo fratello, del resto. Remus e Peter tornarono anche loro a casa e io rimasi con James ad aiutarlo a lavare i piatti.

-Ti devo portare a casa per forza?- mi domandò, abbracciandomi da dietro. Io mi abbandonai sul suo petto e chiusi gli occhi, continuando però ad asciugare il piatto che avevo in mano.

-Sai, temo che i miei genitori ti vorranno decisamente uccidere se passo ancora così tanto tempo fuori casa. Mio padre mi ha detto che ti voleva parlare- rivelai.

-Cosa? Cosa mi dovrebbe dire? Gli hai detto di noi?- sembrava preoccupato e posai il piatto sul mobile per potermi girare e guardarlo in volto.

-Tu pensi davvero che i miei sono così stupidi da non essersi resi conto che stiamo insieme?- chiesi.

-No. Cioè, non intendevo che stiamo insieme. Gli hai detto che noi abbiamo fatto l'amore?-

-No cavolo. I miei genitori non sono tipi che parlano di queste cose. Ma sanno fare due più due e il fatto che ho passato la notte di Natale qui non gli è sfuggito- gli spiegai.

-E cosa mi vorrà dire tuo padre?- domandò.

-Non lo so. Probabilmente ti farà un discorso sulla responsabilità e cose così, immagino. Incredibile, non mi dire che sei più preoccupato di riportarmi a casa ed affrontare mio padre rispetto a fare una festa che probabilmente ci porterà a combattere con Voldemort in persona?- la situazione mi sembrava decisamente ridicola, ma la sua faccia mi fece proprio scoppiare a ridere.

-Sì, ridi, ridi. Io so cosa tuo padre mi vorrà dire o per lo meno fare-

-Esagerato. Non ti farà niente! Se fossi nei suoi panni cosa combineresti al ragazzo di nostra figlia, scusami?- mi venne così spontaneo chiederglielo che solo dopo mi maledissi per il mio azzardo. Ma lui non sembrava totalmente turbato dalla mia frase, piuttosto era ancora preoccupato.

-È esattamente per questo che sono preoccupato. Se fossi nei panni di tuo padre ucciderei James Potter nel modo più doloroso possibile. E sappi che nessun ragazzo avrà la possibilità di avvicinarsi a nostra figlia prima che lei abbia compiuto almeno 30 anni- scoppiai a ridere e lui mi guardò seccato.

-E cosa avresti intenzione di fare, rinchiuderla in soffitta fino a che non diventerà grande?-

-Potrei anche farlo se ne fossi costretto. Ma pensavo più che altro di seguirla ovunque e terrorizzare ogni ragazzo che si avvicina a lei-

-Povera la nostra piccola, guarda che non ti permetterò mai di farle una cosa del genere- lo avvertì.

-Ma tanto avremmo prima una maschio, così continuerà lui il mio lavoro anche quando per me sarà impossibile perché tu mi fermerai o comunque lo farà anche a Hogwarts!- che faccia da schiaffi che aveva. Ma che sorriso meraviglioso.

Lo baciai, prendendolo alla sprovvista, ma non ci mise molto a ricambiare e lasciarsi totalmente andare. Mi strinse a se, mi accarezzò dolcemente e io gli passai le mani tra i capelli per baciarlo meglio, aggrappandomi poi alle sue larghe spalle.

-Mi piace l'idea di avere almeno due figli. Ma non gli rovinerai la vita o io non mi chiamo Lily Evans- gli dissi a un soffio dalle labbra, quando sciogliemmo il bacio per respirare.

-Due? Amore mio per me potremmo averne almeno 20. Ma mi sa che non ne avremmo neanche uno se non ti porto a casa subito, si sta facendo tardi- mi fece purtroppo notare.

-Ok, andiamo. E speriamo di non trovare mio padre con il fucile in mano- scherzai.

-Cos'è un fucile?- chiese spaventato e io scoppiai a ridere di nuovo. Come potevo essere preoccupata se avevo lui al mio fianco?

 

***

 

Sirius

-Sai non sono pienamente convinta di quello che stiamo facendo...- disse Joy, titubante. Mancavano due giorni alla vigilia di Capodanno e Joy stava radunando tutti i suoi vestiti per decidere cosa portare o cosa buttare. Anche lei e suo fratello avrebbero abbandonato la loro attuale casa. Erik, però sarebbe andato a vivere con la sua futura moglie e Joy si sarebbe trasferita con loro per un po'.

-Cosa ti preoccupa in particolare?- domandai, per confrontare i miei dubbi con i suoi.

-Facendo così non porteremo in salvo anche la spia?- domandò, preoccupata.

-È stato il mio primo pensiero, ma James ha detto di non preoccuparci. Ha in mente qualcosa penso, o almeno spero visto che conoscendolo non gli piace minimamente l'idea della spia. Hai già finito?- chiesi, decidendo di cambiare discorso e comunque seriamente sorpreso vedendo che aveva sistemato più o meno tutti i vestiti in un solo baule.

-Quasi. Stavo cercando una felpa in realtà, ma non la trovo..-

-Che felpa?- chiesi curioso.

-Una che mi ha regalato mio padre. È da tanto che non la metto, ma dovrebbe essere da qualche parte...- e poi esitò.

-Qualcosa mi dice che sai dov'è!- provai ad indovinare.

-Forse è nella sua stanza...- rivelò.

-E non vuoi entrarci- dedussi. Lei rimase in silenzio guardandosi le mani. La strinsi a me appoggiando il mento alla sua testa.

-Io sono con te- dissi soltanto. Restammo un po' abbracciati e poi lei si girò per baciarmi.

-Andiamo- disse, quando la lasciai respirare.

-Sicura?- domandai.

-Sì. Voglio prendere quella felpa- disse convinta. E prendendomi per mano andammo insieme verso la stanza di suo padre.

Era dalla sua morte che non entrava nella sua stanza, troppo piena di brutti ricordi. Del resto anch'io mi fermai a guardare il letto con il gelo dentro mentre la mia mente ricordava il momento orribile in cui l'avevano messo nella bara.

Guardai Joy e notai che anche lei stava fissando il letto con occhi lucidi. Ma poi si voltò verso l'armadio e lo aprì, decisa. Io intanto guardai la stanza. In effetti non ero entrato molte volte in quella stanza, si e no due, tre volte massimo.

Non avevo notate le tante foto sul comò. E avevo appena guardato la grande tela che raffigurava il padre e la madre di Joy il giorno del loro matrimonio.

Questa volta mi avvicinai e rimasi incantato a guardare la madre di Joy. Erano identiche, sembrava che quella giovane ragazza vestita di bianco fosse proprio Joy. La mia Joy.

-Non lo sapevo questo...- mi voltai verso Joy, che aveva pronunciato questa enigmatica frase e la trovai mentre prendeva dall'armadio delle grandi scatole bianche e le metteva sul letto.

-Cosa sono queste?- domandai curioso.

-Da quello che c'è scritto sull'etichetta... i vestiti di mia madre...- sussurrò Joy, stupita, indicando le piccole etichette attaccato sul lato corto della scatola.

Le guardai anch'io. C'era perfino la data e l'occasione in cui l'aveva indossate, scritte con l'ordinata calligrafia del padre di Joy.

-Che senso ha tenere dei vestiti?- si chiese perplessa. Guardai Joy, poi le scatole, poi il ritratto.

-Forse tuo padre li conservava per te. Forse... si chiedeva se un giorno ti sarebbe piaciuto averli- dissi esitante.

-Per me?- si accigliò riflettendoci.

-E perché non me ne ha mai parlato?- si domandò ancora, ad alta voce.

-Forse perché aspettava un momento particolare, oppure non so. Che ne dici se ne vediamo qualcuno? Per esempio...- lessi le varie etichette e presi una scatola dove c'era scritto “primo compleanno di Erik” seguito dalla data e dal posto in cui l'avevano festeggiato.

Per essere sicuro che lei fosse pronta la guardai un attimo e poi sollevai il coperchio.

Dentro c'era un vestito color lillà molto bello. A bretelline, aveva il corpetto stretto, ricamato e poi scendeva largo fino ad appena sopra il ginocchio.

Guardai Joy che lo prese delicatamente dalle mia mani per guardarlo, pensierosa.

-Sono vestiti particolarmente femminili... papà non me li ha fatti vedere forse perché credeva non l’avrei mai indossati...- provò a darsi una spiegazione.

-Tua madre era un tipo elegante?- chiesi, perplesso. Stavo cercando di ricordare le foto che avevo visto, ma non avevo mai notato particolarmente cosa indossasse.

-Non esageratamente, ma le piacevano i vestiti- ripose attentamente il vestito nella scatola e poi tornò a guardare le scatole.

-Questo l'ha indossata una notte di capodanno- notai, tirando fuori la scatola dalla pila. Lei guardò la data curiosa e poi mi guardò stupita.

-Aveva diciassette anni quando l'ha indossato. Il giorno in cui mio padre si dichiarò- era immobile scioccata, lo guardava come se fosse un tesoro inestimabile.

Aprì la scatola veloce e scoprì un vestito blu, meraviglioso.

-Provatelo- ordinai.

-Ma non..- stava dicendo, ma la interruppi.

-Joy provalo- questa volta il mio tono non ammetteva repliche. Lei si alzò e senza nessun tentennamento si tolse la tuta che indossava rimanendo solo in biancheria intima. Poi allungò le mani per prendere il vestito e notai che le tremavano.

Le sorrisi incoraggiante e lei, dopo aver ricambiato, si infilò nel vestito.

Mi avvicinai per allacciarle il vestito al collo e tirarle su la cerniera, poi entrambi fissammo il grande specchio accanto all'armadio.

-Ora so esattamente cosa ha pensato tuo padre quando ha visto tua madre quella sera di tanti anni fa- esclamai.

-Cosa?- domandò, mentre si rimirava ancora allo specchio incredula per come le donasse quell’abito.

-Beh, diciamo che non è difficile immaginare perché fu quel giorno che le dichiarò il suo amore- ridacchiai.

Lei si voltò verso di me, accigliata.

-Non ti capisco. L'ultima volta che ho provato a vestirmi diversamente, ed era solo un maglione e quindi non paragonabile a questo vestito, hai fatto una scenata stile bambina viziata. E ora invece mi istighi a mettere un vestito del genere. Hai forse la febbre?-

Risi e poi le sciolsi delicatamente i capelli. Glieli sistemai con le mani e poi la feci ruotare su se stessa per guardarsi allo specchio.

-Era perché avevo paura che il mio sentimento per te sarebbe cambiato, se tu fossi cambiata. Ma ora sono sicuro, anzi, stra-sicuro di quello che provo e proverò per te, quindi non ho più problemi- le confidai, stringendola a me mentre entrambi ci guardavamo nel grande specchio che avevamo di fronte.

-Quindi vuoi che mi vesta così da oggi in poi?- inarcò le sopracciglia, cercando i miei occhi nel riflesso dello specchio.

-Assolutamente no. Voglio solo che sia chiaro che puoi vestirti come vuoi. Io tengo molto di più a qualcos'altro, qualcosa che è dentro di te e che non c'entra niente con i vestiti che metti. Qualcosa che ti rende magnifica e che ti renderà magnifica anche se dovessi trasformarti in una brutta strega bitorzoluta con il naso lungo e storto e rughe ovunque-

-Che bel futuro che mi hai dipinto!- rise lei.

-Ma... per caso è un modo per dirmi che mi amerai per sempre, o almeno fino alla fine dei nostri giorni?- chiese ancora, con la risata ancora in volto, mentre una sua mano mi accarezzava la nuca, giocando con i miei capelli, in quella maniera che mi faceva impazzire.

-Potrebbe. Ma potrebbe anche essere una richiesta di toglierti i vestiti di nuovo, infondo ti preferisco ancora di più totalmente nuda- le sussurrai all'orecchio.

Lei mi tirò uno scappellotto, e si allontanò da me, ridendo. Guardammo quella stanza e nonostante tutti i ricordi tristi che la riempivano uscimmo da lì ridendo, con il vestito nuovo e lasciando la porta aperta. Infondo dovevo tornarci tra poco, per le due figure nel ritratto che sorridevano, per ringraziarli della persona meravigliosa che ora era al mio fianco.

 

***

 

James

Dire che ero nervoso era decisamente un eufemismo.

Non ero nervoso, ero nel panico più totale. Stavo per mettere in atto un piano organizzato da me, ma non uno per qualche solito scherzo idiota, no, uno che poteva portare alla morte di tante persone se andava storto. Da dire c'era soltanto che Silente ne era pienamente al corrente e aveva approvato appieno il piano, dando tutto il contributo possibile e inimmaginabile. Quindi non sarebbe potuto andare storto, vero?

Alla faccia della tranquilla maschera che avevo mostrato a Lily. Se mi avesse visto ora mi avrebbe probabilmente ucciso.

Sbuffai, passandomi le mani tra i capelli e in quel momento entrò Sirius, più elegante di quanto potessi mai immaginare. Era in smoking.

-Ehi Felpato, ma a che festa stai andando?- chiesi, non riuscendo però a sorridergli come avrei fatto che se non fossi stato nel panico.

-Quella che ha organizzato il mio migliore amico, sai. Dovresti conoscerlo, l'hai visto tante volte. È quel mio amico matto, che ride in faccia al pericolo, un Grifondoro nato- mi schernì.

-Molto divertente Sirius, mi sto sganasciando dal ridere- ribattei, infastidito, non tanto da lui, ma da me stesso.

Tornai a guardarmi i capelli allo specchio e a tentare di dargli una normale piega. Incredibile, avevo sempre adorato e venerato i miei capelli, ma quella sera mi stavano facendo impazzire.

-Ma allora sei davvero preoccupato?- chiese scioccato Sirius, osservandomi.

-E se tutto andasse male?- gli domandai, rivelando subito la mia paura.

-Andrà come deve andare. Noi siamo pronti, dobbiamo solo vedere come andrà, no?- rispose lui tranquillamente. Lo guardai male.

-È anche questa la cosa che mi angoscia di più, noi lo sappiamo,     ma la gente che verrà tranquilla e serena e verrà tirata dentro senza poter scegliere?-

-James stai diventando una lagna. Finiscila di crearti tutti questi problemi, ormai le cose sono fatte. E poi potrebbe anche non esserci nessun attacco, te ne sei dimenticato? Non abbiamo idea di chi sia la spia e se ha già avvertito i suoi cari amici- e qui strinse la mascella.

Tenni la bocca chiusa, non volevo litigare, specialmente non ora. Ma io non riuscivo a dubitare della gente che quella sera ci sarebbe stata. Erano tutti miei amici e dubitare degli amici per me era quasi un disonore.

-Comunque non mi hai risposto, come mai così elegante? Mi vuoi fare sfigurare? Sono io il padrone di casa guarda- decisi di alleggerire l'atmosfera e di togliermi questo dubbio.

-Giusto per puntualizzare, viviamo insieme, quindi io sono un coinquilino, altrettanto importante quindi! E poi dovevo essere degno della mia dama. Oggi Joy metterà un vestito di sua madre e volevo fare una bella figura accanto a lei- mi spiegò semplicemente.

-E come mai non hai fatto una delle tue solite scenate se sarà più bella di tutti?- chiesi curioso.

-Perché sono fatti miei Ramoso!- mi rispose soltanto, il che mi fece incuriosire ancora di più.

-Cosa c'è? Perché non vuoi rivelare il motivo al tuo migliore amico?-

-Perché non sono fatti tuoi!- ribatté ancora, sedendosi sul mio letto.

-Dì la verità, ti sei reso conto che infondo un vestito non cambia la persona?- lo punzecchiai.

-Non sei stanco di dare aria alla bocca? Puoi anche chiuderla ogni tanto fratello- e mi iniziò a lanciare i cuscini addosso.

 

***

 

Lily

Quando James mi venne a prendere rimasi incantata a guardarlo. Era bellissimo con una camicia bianca con i primi bottoni sbottonati, giacca e pantaloni eleganti neri e i suoi capelli ribelli come al solito.

Per non parlare del suo meraviglioso sorriso.

-Ben arrivato James. Lily, non lo fai entrare?- chiese mio padre, avvicinandosi alla porta e richiamando la mia attenzione. Lui non poteva vedermi incantata a guardarlo per fortuna, ma James mi notò e ridacchiò, lanciandomi un'occhiata divertita. Io gli risposi con un pizzicotto sul fianco appena mi fui avvicinata abbastanza.

-Anche io sono felice di vederti piccola, sei meravigliosa anche tu, sai?- mi sussurrò all’orecchio, affiancandomi. Rabbrividì per il suo respiro sul mio collo, ma entrando in salotto c'era anche mia madre, che già ci guardava accigliata, quindi James si allontanò per salutarla e farle i complimenti.

I miei avevano insistito molto che quella sera andassimo a casa di James con mezzi “normali” e James ci aveva sorpreso dicendo che allora avrebbe chiamato una limousine per andarci. E non mentiva. Ad aspettarci c'era una vera e propria limousine bianca, molto bella.

Mi aveva raccontato che Sirius gliene aveva parlato, raccontandogli del matrimonio della sua cugina Andromeda. Lei era arrivata in limousine e James mi aveva raccontato che aveva giurato che avrebbe guidato una limousine prima o poi. Non capivo la sua attrazione per una macchina del genere, ma avevo chiarito a James che se avesse guidato Sirius non sarei mai salita sulla macchina.

James aprì la portiera e i miei entrarono per primi. Io mi fermai per guardarlo negli occhi.

-Chi guida?- gli chiesi.

-Non fare scenate davanti ai tuoi, ti prego. Già tuo padre mi vuole uccidere, ricordati-

-Vuoi dirmi che nonostante io ti abbia avvertito tu..- ma mi mise un dito sulla bocca per zittirmi.

-Mi ha promesso di guidare bene e ti assicuro che lo sa fare se vuole! Dai, è il nostro regalo per lui per i prossimi 17 Natali!- mi pregò. Com'era dolce dannazione, come si poteva mai rimanere arrabbiati con lui? Come ci ero riuscita un tempo era un mistero anche per me, ormai.

-Lily, qualche problema?- mi chiese mio padre da dentro.

-No, nessuno- ed entrai, seguita poco dopo da James.

 

***

 

Joy

-Non posso proprio lasciarti un attimo sola vedo, e amore?- mi chiese Sirius abbracciandomi per la vita. La festa era appena iniziata con l'arrivo dei primi invitati, la musica da sottofondo era molto bella e l'atmosfera era calda e serena. Avevamo già salutato vari amici e avevo ricevuto anche complimenti per il mio vestito e per quanto fossi bella quella sera. Non era una cosa a cui ero abituata ed ero diventata rossissima le prime volte. Ma appena mi si era avvicinato l'ennesimo ragazzo Sirius mi aveva agguantato per la vita e non mi aveva più lasciato.

-Sai Sirius che dovrei essere io la prima a preoccuparmi. Ti sei visto stasera? Ispiri sesso puro da ogni poro, ed è una cosa che mi fa impazzire- gli sussurrai all'orecchio. La sua presa divenne più serrata e le sue labbra volarono al mio collo per baciarlo.

-Joy pensi davvero di dirmi una cosa del genere e non avere nessuna ripercussione?!?-

-E no, è inutile che vi guardate con quello sguardo miei cari amici, ma da bravi dovete attendere la fine della festa per saltarvi addosso- la voce di James ruppe l'idillio e questa volta non fu solo Sirius a voltarsi per guardarlo male.

-Lily mi vogliono uccidere con lo sguardo, li vedi? Difendimi tu, amore!- si nascose James dietro le spalle di Lily, fingendosi spaventato a morte.

-”Non disturbare il drago che dorme” ti ricorda qualcosa Jamie?- gli disse Lily, divertita.

-Sempre a scherzare voi quattro?- chiese una voce divertita.

Ci girammo e ci trovammo davanti Frank e Alice, ancora con il mantello addosso.

-Alice!!!- la andò a salutare di corsa Lily.

-Ed ecco i novelli sposini! Allora, come va la vita da marito e moglie?- gli chiese James, interessato.

-Cos'è, vuoi informazioni per motivi personali?- lo stuzzicò Frank. Io risi, battendogli il cinque.

-Sappi che il matrimonio è bellissimo James! Lo consiglio a tutti!- Alice strizzò l'occhio a Lily, che arrossì.

Sirius mi riprese per stringermi a sé.

-E la vita da Auror?- chiese.

-Se riuscissimo a buttare in prigione più Mangiamorte sarebbe più gratificante, ma diciamo che non ci possiamo lamentare. Anche se abbiamo avuto un po' di sfiga- raccontò Frank.

-Non dire così caro, ti ricordo che ha orecchie ovunque!- lo avvertì Alice divertita.

-Non mi direte che siete capitati col vecchio Moody, vero?- domandò James, incredulo.

-Come hai fatto ad indovinare?- domandò Frank, stupito.

-Chi è Moody?- chiese Lily.

-Solo il più grande Auror che il Ministero della Magia abbia mai avuto fino ad ora- risposi io.

-Evita di leccarmi le scarpe Joy, con me tanto non attacca- grugnì una voce dietro di noi.

Ed ecco arrivare “Malocchio” Moody. Io e James lo conoscevamo perché era un collega dei nostri genitori, un collega di cui si parlava molto in giro.

-Ma io sono stata solamente sincera- ribattei.

-E non sia così severo con se stesso Malocchio, tutti lo sappiamo che non mente per niente! Quindi ora state addestrando i giovani Auror?- chiese James, sorridendo.

-Non essendoci tua madre a farlo tocca a me, purtroppo. E devo dire che ci sono davvero delle teste di legno quest'anno- raccontò col suo tono duro e conciso.

-Sta scherzando, si vede vero? Noi siamo degli Auror eccellenti!- affermò Alice. Moody sbuffò per poi guardare Lily.

-Anche tu una futura Auror signorina?- chiese.

-No-

-Sì- James e Lily risposero insieme, ma completamente risposte diverse. Entrambi di guardarono accigliati e io lanciai un'occhiata preoccupata a Sirius. Ed ecco arrivare la tempesta!

 

***

 

Lily

-Non per smontarti James ma perché ti senti in dovere di parlare per me?- chiesi accigliata.

-Ecco, non ne abbiamo mai parlato seriamente e non pensavo proprio tu volessi fare un mestiere così... pericoloso a dire la verità- disse lui, sincero.

-Un lavoro che tu dai per scontato che farai e di cui non mi chiederai certamente il permesso. Quindi tu non dovresti fare lo stesso, giusto?-

-Non mi sono opposto, mi sembra- mi fece notare.

-Beh, il tuo tono diceva molto su cosa ne pensi- ribattei, innervosita.

-Vuoi fare l'Auror?- mi domandò accigliato.

-Non lo so. Forse sì, non mi sembra che mi sia mai sottratta all'idea di lottare per far smettere questa stupida guerra-

-Ma lo puoi fare in molti altri modi. Secondo me saresti un ottima Medimago. Insomma, guardati, sai distillare pozioni meravigliose dal nulla quasi e hai anche un'intuizione incredibile in quel campo- mi elogiò lui. Sorrisi, sentendo nella sua voce che non erano elogi nulli, fatti solo per convincermi a cambiare idea, ma del tutto sinceri.

Ma scossi il capo.

-Non lo so, ma comunque non rispondere più per me, ok?- dissi, decidendo di non litigare. James mi guardò con l'aria di voler aggiungere qualcosa, ma poi chiuse la bocca e guardò Moody che ci guardava con aria interessata.

-Conversazione interessante. Piuttosto, siete sicuri di aver reso questa casa sicura? Ci sono parecchie persone interessanti qui stasera- si informò mentre il suo occhio magico controllava tutto come al solito.

-Certamente. Ma un paio di occhi in più che ci guardano le spalle non fanno mai male- e gli strizzò l'occhio.

-Vigilanza costante, no Moody?- ghignò Sirius.

-Esatto Black. Vigilanza Costante! Ma fai meno il sarcastico se non vuoi una bella fattura stasera- e se ne andò, zoppicando.

James mi abbracciò e tutto sommato mi abbandonai a quell'abbraccio senza batter ciglio.

-Non voglio che tu faccia qualcosa di tanto pericoloso. Se potessi ti terrei sempre con me proteggendoti anche dall'aria- mi sussurrò all'orecchio.

-Sì, sei decisamente troppo iper-protettivo Potter. L'avevo già capito, ma non sono ancora sicura che sia una cosa che mi piace in assoluto. Vorresti rinchiudere anche a me in soffitta insieme a nostra figlia?- decisi di scherzare un po'.

-Almeno non starebbe da sola- ghignò lui mentre mi trascinava sulla pista da ballo. Ballammo un lento, abbracciati e io poi notai i miei genitori ballare poco lontano, felici, contenti come mi sorprendevo sempre lo fossero, nonostante tutti questi drammi.

James notò il mio sguardo probabilmente, perché dopo avermi preso per mano e avermi fatto fare una giravolta, mi disse che sarebbe voluto diventare come loro.

-In che senso?- chiesi curiosa.

-Una coppia di vecchi sposati, felici e sereni perché insieme nonostante tutte le avversità. Cosa c'è di meglio?-

-Io non vedo proprio l'ora di diventare vecchia in effetti- dissi ironica.

-Oh avanti Lily, mi hai capito. Non c'è niente di più bello che stare con la persona che ami, niente! Con lei potresti stare bene anche all'inferno, ed è proprio questo che voglio, una vita insieme al mio amore- rivelò. Il cuore mi batteva forte mentre mi guardava negli occhi. Aveva uno sguardo talmente intenso che mi sentì quasi sciogliere.

-Quindi quando troverai il tuo amore non lo lascerai mai andare via?- domandai.

-No, per nessuna ragione al mondo. Resterò sempre con te Lily, qualunque cosa la vita ci prospetti. Sempre insieme, per sempre-

-Per sempre!-

 

***

 

James

Confusione, esplosione, un polverone nero che si alzava da terra e gente che gridava e scappava.

-State calmi- gridò Silente, ma una risata fredda e gelida coprì la sua voce.

-Buon nuovo anno a tutti- ci disse la voce di Lord Voldemort.

Strinsi la mano a Lily che era pietrificata al mio fianco, ed entrambi guardammo verso dove proveniva la voce. Piano piano il polverone nero scomparve rivelando Voldemort e i suoi seguaci. Erano il doppio di noi se non di più e tutti ci puntavano le bacchette addosso.

 

***

 

Ed ecco a voi un momento bellissimo interrotto proprio da quei brutti Mangiamorte!!!

Oh cavolo quanto mi sono fatta aspettare, vi prego davvero di scusarmi!!! Ho fatto due esami che per fortuna sono andati anche bene (XD) e ora ho già iniziato le lezioni, cosa che mi ha distolto parecchio dal poter scrivere. Inoltre anche l'ispirazione non mi ha aiutato minimamente. Quando avevo tempo libero mi mettevo davanti al foglio bianco e non riuscivo a scrivere più di due parole, quando infine riuscivo a scrivere dovevo sempre uscire, fare questo e fare quest'altro. E come se non fosse già abbastanza questo ieri mi sono messa a rileggere quello che avevo scritto e ho cambiato tutto!!! Sì care, il capitolo è del tutto diverso da quello che ho iniziato a scrivere da gennaio... Sono pazza, sì, decisamente troppo pazza... comunque ecco a voi il capitolo! Spero vi piaccia infondo anche se come al solito non mi soddisfa completamente... il prossimo capitolo, almeno l'inizio, sarà sicuramente difficilissimo da scrivere. Non sono brava a scrivere di battaglie e quindi sarà tutto piuttosto confusionario come al solito. Prometto di impegnarmi per scrivere qualcosa che si capisca e anche per non farlo arrivare tra altri tre mesi! No care, cercherò di farmi viva decisamente prima!

Intanto ringrazio di cuore tutti quelli che leggeranno questo capitolo e che avranno la forza di arrivare fino alla fine! Vi adoro, siete grandi e se potessi vi ringrazierei di persona con una statua d'oro per tutti! Ma purtroppo non sono ricca e non mi potrei permettere neanche una statuetta formato mignon!!! xD vi farò sapere nel caso trovassi un tesoro sotto le mie coperte, dove mi sto ficcando ora perché è decisamente tardi... per fortuna che domani non ho lezione!!!

ok, detto questo grazie mille ancora, alla prossima!!!!

un bacione a tuttiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 56
*** cinquantacinquesimo capitolo: Una festa.. col botto (parte II) ***


CAPITOLO 55: 

Un capodanno.... col botto! (parte II)

Lily

Aprì gli occhi spaventata, sedendomi di scatto sul letto. Ecco, ci mancavano solo gli incubi!

Quanto avrei voluto avere accanto a me James, pensai, guardando il lettino della mia stanza. Mi alzai, mi misi la vestaglia e scesi sotto decisa a mandare una lettera a James. Probabilmente anche lui era sveglio, anche lui aveva mille pensieri in testa, esattamente come me.

Arrivata in cucina, però, non la trovai vuota. Mio padre sedeva al buio al tavolo, uno dei suoi libri speciali tra le mani. Non alzò la testa quando entrai anch'io in cucina, ma sapevo che mi aveva sicuramente sentito. Dopo la perdita della vista tutti gli altri sensi gli si erano acuiti, compreso l’udito, e il pavimento di legno scricchiola sempre, anche quando sei a piedi nudi.

-Non riesci a dormire?- mi chiese.

-E tu?- domandai, cercando di capire come mai fosse sveglio. Lui si accigliò.

-Non si risponde ad una domanda con una domanda signorina! Comunque pomeriggio avevo quasi finito questo libro, ma visto che tua madre mi ha costretto a prepararmi ore prima mi sono ritrovato a non sapere come finiva. Mi mancavano solo dieci pagine, mi sono alzato per andare in bagno e ho pensato di finirlo. Ora che ti ho risposto, che ne dici di dirmi perché tu non dormi?- il suo sguardo mi trafisse come se mi potesse ancora analizzare e quasi trapassare con lo sguardo per leggermi dentro. La cosa strana è che nonostante non potesse proprio farlo, sembrava che la sua vista interna fosse aumentata perché, anche se non risposi, lui individuò subito il problema.

-Non era uno scherzo, vero? L'attacco dei Mangiamorte di stasera, era vero e voi avete solo fatto finta che tutto andasse bene. Non so come ci siete riusciti, ma quando avete detto che era una scherzo eravamo in un altro posto. L'odore nell'aria e la temperatura erano diversi, la canzone che stavamo ascoltando era alla fine mentre poi nell'altro posto era all'inizio, perfino i rumori all'esterno erano diversi. Probabilmente la casa e l'aspetto era uguale, ed è per questo che molti non si sono resi conto di niente, ma avete trascurato un po' di dettagli. Chi non vede, ma sente soltanto, non si lascia ingannare da semplici bugie dette con voce falsamente allegra!- l'acutezza di mio padre mi sorprese.

Non ci avevamo minimamente pensato quando avevamo messo in atto il nostro piano. Avevamo pensato ad ogni dettaglio, ma non era stato abbastanza. Non solo non eravamo riusciti a pieno nel nostro piano, ma neanche a mascherarlo a tutti.

Guardai mio padre, decidendo che meritava la verità. Se l'era decisamente guadagnata.

-Sapevamo dell’attacco, ma abbiamo deciso di creare una trappola. Subito dopo l'arrivo dei Mangiamorte James ha pronunciato una parola segreta che ha trasportato tutti coloro che avevano la spilla che vi ha dato all'inizio della festa in un'altra casa. Avevamo creato una stanza completamente identica, stessi mobili, stesse dimensioni, stesso cibo e bevande distribuite in giro, stessa musica, stesse luci e perciò atmosfera. Pensavamo di poter ingannare tutti e non farvi preoccupare. Intanto, nella casa che avevamo abbandonato, esattamente nel momento in cui noi sparivamo, si è attivato un incantesimo complesso, opera di Silente. Un incantesimo sigillante che avrebbe intrappolato i Mangiamorte, anche se per un tempo limitato- gli spiegai.

-Quindi poi siete tornati lì quando non riuscivo a trovarti- dedusse.

-Probabilmente era esattamente in quel momento, sì. Dopo avervi rassicurato siamo ricomparsi fuori dalla casa io, James, il professore Silente insieme alla McGranitt e il professor Vitius, più Sirius e Joy, Remus, Peter, e alcuni degli Auror che erano invitati e avevamo deciso di avvertire. 25 persone all'incirca, tutti fuori dalla casa, aspettando che i Mangiamorte distruggessero l'incantesimo e tentassero di scappare. Intanto abbiamo chiamato gli altri Auror del Ministero e quando loro si sono liberati, mandando a pezzi la casa abbiamo combattuto. Siamo riusciti a catturare 30 Mangiamorte, ma abbiamo perso tre Auror, colpiti da Voldemort in persona. E ci sono molti feriti... tra cui Sirius- la mia voce si inclinò, pensando al momento in cui l'avevamo visto a terra, che non si muoveva più. La paura ci aveva tolto il fiato, ma per fortuna ora stava bene.

-Ecco perché, quando ce ne siamo andati Joy e Sirius non c'erano e James aveva la voce così tesa. Come sta? Cosa gli hanno fatto?- chiese preoccupato.

-Per fortuna sta bene. Dovrà prendere delle pozioni per un po' di giorni e restare fermo a letto senza muoversi troppo per un pò, ma niente di più- lo rassicurai.

Restammo in silenzio e poi mio padre chiuse il libro, sospirando.

-E come mai non c'è lo hai chiesto?-

-Cosa?- chiese stupita.

-Di restare con loro. Ecco perché non dormi, sei preoccupata per loro, vorresti stare con i tuoi amici, con James, e ti comprendo appieno. Sei rimasta solo per noi?- mi sconcerto lui.

-In che senso solo per voi? Papà, mi sembra ovvio che io voglia stare con voi!-

-Non è questo il punto. Forse ho esagerato l'altra sera, ok, il fatto che tu sia rimasta a Natale da James mi ha dato fastidio e fatto preoccupare, ma era un caso diverso. Mi avresti potuto dire tutto e io ti avrei lasciata stare con loro tranquillamente- mi sorprese lui.

-Grazie papà e scusami per non avertelo detto, volevo solo tentare di...- mi bloccai, non sapendo se continuare, ma lui intuì.

-Proteggermi? Non c'è bisogno piccola mia. Sono i genitori che hanno questo compito, o almeno c'è l'hanno fino a quando i figli non diventano abbastanza grandi da cavarsela da soli e trovano altre persone che li proteggano e da proteggere- detto questo non resistetti e lo abbracciai. Mio padre mi fece sedere sulle sue gambe, come quando ero piccola, e mi accarezzò la schiena e i capelli dolcemente.

-Tu resterai per sempre la mia piccolina, ma so che è passato il tempo in cui posso tenerti con me e proteggerti da tutto. Ma sono felice della donna che stai diventando, la donna più forte del mondo! E sapere che al tuo fianco c'è un uomo di cui mi fido pienamente mi fa sentire ancora meglio, potrei andarmene domani e rimanere sereno per il resto della fine del mondo- dovetti strizzare gli occhi per trattenere le lacrime, che spontanee, stavano sorgendo dai miei occhi. Lui dovette capirlo perché mi strinse ancora più affettuosamente.

-A proposito di questo, mia cara, a quando il matrimonio?- mi sorprese ancora.

Mi allontanai per guardarlo sconvolta.

-Quale matrimonio?-

-Come quale? Quello tra te e James! Ancora non te l'ha chiesto? Eppure mi sembrava che...- più il mio cipiglio diventava serio più lui sembrava in imbarazzo.

-Niente, scusami, ho parlato a sproposito. Vuoi un po' di camomilla piccola mia?- e mi fece scendere dalle sue gambe per alzarsi.

-Papà James ti ha chiesto se poteva chiedermi di sposarmi??????-

 

***

 

James

-..e non...- stava ancora parlando quando gli si chiusero definitivamente gli occhi e si addormentò. Come un bambino, ma del resto una delle pozioni che avrebbe dovuto prendere per almeno cinque giorni causava proprio il sonno. Sirius prese a russare in poco tempo e io mi distesi. Finalmente si era addormentato. Joy, accanto a lui, continuava ad accarezzargli i capelli con dolcezza.

Ora potevo andarmene a dormire, ma non ci riuscivo. Il sorriso che avevo forzato per tutto il tempo, specialmente da quando Sirius si era svegliato in stato confusionale per poi prendere lucidità un po' per volta, mi aveva del tutto abbandonato.

Guardai Sirius, il viso pallido, le palpebre che vibravano appena, il petto che si alzava e si abbassava lentamente, molto lentamente.

-Jamie vai a dormire un po’- mi richiamò Joy. Cercai il suo sguardo e lo vidi piuttosto autoritario. E pensare che tra i due sono sempre stato io il fratello maggiore da ascoltare. Mi voleva forse prendere il posto?

-Sono sfinito, ma non me ne andrò da qui, mi dispiace. Mi passeresti un cuscino piuttosto? Questa poltrona è comoda, ma un cuscino potrebbe renderla ancora di più- e poco dopo un cuscino volò, puntando alla mia faccia, e lo fermai appena in tempo.

-Sai, non dovresti attentare al mio naso, Lily potrebbe prendersela con te se me lo rovini troppo- la punzecchiai, deciso ad alleggerire di nuovo l'atmosfera. Ma non riuscivo ancora a sorridere e a quanto pare neanche Joy. Appena finì di sistemarmi e mi fermai cercai il suo sguardo e lo trovai piuttosto lucido.

-Il Mangiamorte, chiunque esso fosse, mi voleva uccidere. Avevo appena schivato un Avada Kedavra. Se avesse colpito Sirius io...- nascose il viso nei capelli di Sirius e io desiderai quasi che Sirius fosse sveglio e che la consolasse lui, subito. Che mi consolasse anche a me. Avrebbe potuto morire e non esserci più, poteva andarsene per sempre e io non avrei potuto fare niente per fermarlo. Ecco perché odiavo la paura, perché ti schiacciava con il senso d'impotenza più assoluto. E la cosa più terribile è proprio che si può fare ben poco in quei momenti, quasi niente.

Mi fermai su un particolare però. Se davvero il Mangiamorte aveva intenzione di uccidere Joy perché l'incantesimo che aveva colpito Sirius non era mortale? Naturalmente era stato mille volte meglio così, ma era una cosa strana. Guardai Joy.

-Non è successo Joy. Basta, non tormentiamoci per una cosa che non è successa. Ora dobbiamo solo essere felici- e riuscì a sorriderle. Lei ricambiò il sorriso sincero e poi entrambi ci sistemammo per dormire. Certo che la poltrona non era davvero così comoda. Sistemai il cuscino meglio che potevo e poi il mio pensiero volò a Lily. Chissà cosa stava facendo, se stava dormendo, almeno lei.

 

***

 

Sirius

Mi svegliai intontito quella mattina. Accanto a me sentivo Joy dormire serena. Quanto si doveva essere spaventata, quella stupida. Si era persino addormentata con il collo tutto storto, perché era semi-sdraiata in modo da potermi guardare. Le sfiorai il viso, pensando che probabilmente aveva sentito la stessa paura che avevo provato io prima di arrivarle di fronte, quando mi ero reso conto che stava seriamente rischiando la vita e mi ero parato davanti a lei per intercettare l’incantesimo che l’avrebbe sicuramente colpita.

Incredibile come uno non cerca di pensare mai al fatto che si può morire in un attimo e senza poter fare o dire niente, e quando uno si trova davvero davanti a questa possibilità si sente comunque morto.

Un rumore mi fece alzare la testa e voltare verso la poltrona vicino al letto, dove notai James che ci dormiva sopra. Ecco un altro che non era riuscito a darsi pace. Sorrisi, pensando che erano pazzi. Mi appoggiai di nuovo completamente al cuscino e pensai al sogno che mi aveva tormentato. Avevo visto e rivisto quel momento all'infinito.

Il Mangiamorte incappucciato, i raggi verdi che per poco non colpivano Joy, la mia corsa verso di lei.

E ricordavo perfettamente gli occhi del Mangiamorte. Li avevo visti chiaramente quando mi aveva puntato la bacchetta contro. Ma perché non mi aveva ucciso mentre avrebbe ucciso tranquillamente Joy? Perché? Perché Regulus?

I miei pensieri furono interrotti dall'entrata di qualcuno nella stanza.

-Te l'avevo detto che erano tutti e tre qui!- stava bisbigliando Remus.

-Peccato. Non possiamo svegliare almeno James, spaventandolo, allora. Ma posso saltargli sulla pancia!- propose Peter, sempre a bassa voce.

-E se poi strilla e svegliamo anche Sirius? Lui deve riposare- gli ricordò Rem.

-E se fossi già sveglio?- domandai, facendoli saltare. Poi Peter ghignò.

-Beh, allora mi potrei sedere su James- e si lanciò quasi a peso morto sulla poltrona. James si svegliò imprecando e cercando di far ruzzolare Peter giù da sé, Joy si mosse piano svegliandosi e Remus, che rideva insieme a me, si avvicinò curioso.

-Come ti senti Felpato?-

-Bene Lunastorta. E con questa risata ancora di più direi- lo rassicurai.

-Aiutami Remus!- gridò, scappando dietro le spalle di Remus Peter, per proteggersi da James che con il cuscino in mano aveva decisamente cattive intenzioni.

-Calma Ramoso. Peter ha portato una mega-torta al cioccolato e panna per voi, fatta da sua madre. Si clemente!- tentò di convincerlo a calmarsi Rem.

James si grattò il mento.

-Interessante... non te la farò pagare solo se mi dai anche la tua fetta Pete!-

-Ma non vale!- protestò lui.

-E allora cuscino- e James tornò all'attacco.

Risi guardandoli e desiderando potermi unire al loro gioco. Ma non potevo muovere la schiena, purtroppo. Guardai il cuscino sbattere forte contro il naso di Remus, spinto da Peter davanti a se come se fosse uno scudo. E poi Peter scappare fuori dalla stanza sia da James che da Remus.

Ridevo ancora quando Joy appoggiò la testa sul mio petto e cercò il mio sguardo.

-È bello risvegliarsi con noi tutti affianco, vero?- domandò. Io annuì, accarezzandole poi il viso.

-Mi fai un favore Joy?- non riuscì a trattenermi. Avevo decisamente bisogno di sentirle promettere che sarebbe stata lontana dai guai, che avrebbe protetto per prima se stessa perché io senza lei non potevo vivere.

-Tutto quello che vuoi!- promise Joy. Esitai. Poi decisi di non chiederglielo davvero. Sapevo che non avrebbe mantenuto la promessa.

-Mi vai a salvare una grossa fetta di torta dal macello che probabilmente ora combineranno saltando e rincorrendosi in cucina?-

-Farò del mio meglio- e strizzandomi l'occhio uscì dalla stanza.

 

***

 

James

-Vado a farmi una doccia- annunciò Joy alzandosi dal letto.

-No, non lasciarmi baby! Come farò senza di te a respirare?- scoppiai a ridere per il tono serio e disperato che Sirius stava davvero usando e Joy mi tirò uno schiaffo sul capo prima di tornare da Sirius e sporgersi per darle un lungo bacio.

-Fai meno lo spiritoso Sir e stai a cuccia!- puntualizzò lei.

-Ma senza di te che mi rimbocchi le coperte, che mi sistemi i cuscini, che mi imbocchi il mangiare, come farò? Chi mi terrà il bicchiere con la cannuccia?- il tono di Sirius era decisamente troppo ironico e si meritò anche lui uno schiaffo, anche se Joy ci andò molto più leggera che con me.

-Se vuoi ti faccio diventare menomato, devi solo chiedere! E non sparlate di me quando sono via che vi sento!- ci ammonì, prima di sparire oltre la soglia.

-Ma non pensi che Joy sia terribile? Non riesco a capire come fai a sopportarla- dissi ad alta voce, certo che ancora fosse a portata d'orecchio.

La sentimmo rispondere in modo molto colorito e io e gli altri Malandrini scoppiammo a ridere.

Era quasi sera e avevamo passato il primo giorno dell'anno in quella stanza a tirarci cuscini, mangiare la torta della mamma di Peter e gli avanzi della festa di ieri e parlare di tutto e di niente. L'argomento attacco era stato evitato con cura e scherzavamo sul fatto che Sirius fosse a letto come se si fosse preso semplicemente la febbre. Era bello crogiolarsi in quella piccola bugia, lontani dalla paura della morte che ci aveva colpiti.

-Pensate sia sotto la doccia?- chiese Sirius ad un certo punto, diventando serio. Lo guardai accigliato.

Restammo tutti in silenzio, tentando di sentire l'acqua della doccia e quando la sentimmo tutti chiaramente ci voltammo a guardare Sirius, curiosi e preoccupati.

-Cosa c'è Sir?- domandai per primo.

-Tra i catturati chi c'era?- domandò, stupendoci!

Esitai per decidere se era il caso i rispondergli, ma infine elencai le persone arrestate.

Lo vidi stringere i pugni e serrare la mascella arrabbiato.

-Non avete preso lui, quindi!-

-Sai chi ti ha lanciato la maledizione?- domandai, intuendo di cosa stesse parlando.

-Sì, l'ho riconosciuto- disse gravemente.

 

***

 

Lily

Andai a trovarli nel pomeriggio e li trovai tutti nella stanza di Sirius a ridere e scherzare. Mi sentì bene, sentendoli tranquilli e sereni e risi quando Sirius mi accolse chiedendomi cosa gli avessi portato.

-E perché ti avrei dovuto portare qualcosa scusami?- lo punzecchiai, nascondendo dietro la schiena la vaschetta di gelato che avevo portato per tutti.

-Ma guardala un po'. James sbatti fuori da casa questa insulsa donna che è stata tanto villana da non portare neanche un pensierino al povero malato!- si finse altezzoso Sirius.

-Se dovessi cacciare qualcuno di casa magari caccerei un sacco di pulci a dir la verità!- rise James.

-Un sacco di pulci? Ma perché dovresti cacciare proprio Remus? Insomma, so che alcune volte è insopportabile e che non ha portato niente anche lui visto che la torta l'ha portata Pete, ma il problema delle pulci dovrebbe averlo superato!- Sirius si beccò due cuscini lanciati da Remus proprio sul naso.

-Comunque mia bella, vieni qui da me e dammi quel gelato che hai portato, su! È solo per me, vero?- mi strizzò l'occhio James, invitandomi a sedermi sulle sue gambe. Esitai un attimo, nervosa, pensando a quello che mio padre si era lasciato scappare. James mi guardò interrogativa e io lo raggiunsi subito, sedendomi sulle sue gambe e mostrando la vaschetta.

-Ahhhh!!!! Allora mi avevi portato qualcosa!- Sirius mi tornò a guardare interessato e io risi.

-Non so se te lo meriti più Felpato. Forse lo lascerò davvero tutto a James! Lui si che mi ha accolto bene!-

-Sfido io, è innamorato cotto di te da anni!!! Vuoi dirmi che non mi daresti davvero neanche un cucchiaino di gelato? Sei davvero senza cuore?- che faccia tosta, mi stava facendo gli occhi da cucciolo bastonato!

-Che gusto hai preso?- domandò Peter curioso.

-Cioccolato, stracciatella, nocciola e fragola!- risposi e vidi tutti illuminarsi visto che erano i loro gusti preferiti.

-Ti ho mai detto quanto ti adoro?- domandò Sirius, con gli occhi che gli brillavano.

-No Sirius, ma non ti abituare!-

-Io voglio il cioccolato!- proclamò Remus, appellando un cucchiaio dalla cucina e avvicinandosi.

-La fragola è mia!- disse subito Joy, imitandolo.

-E a me la stracciatella!- Peter era pronto a una battaglia per prenderlo e fissai tutti e tre preoccupata. Mi voltai verso James che mi strizzò un occhio.

Quando erano tutti pronti per assalirci James gridò -Lancio lungo!- e la vaschetta scomparve. Nessuno dei tre fu abbastanza veloce da saltare per prendere la vaschetta che era stata lanciata in alto dritto verso il letto. Vidi Sirius con le braccia protese verso l'alto per prenderla, poco prima di essere investita da Peter!

-Non respiro!- dissi, cercando di alzarmi.

-Non lo dire a me. Pete alzati!!!- lo supplicò James, aiutandomi a spingerlo via. Quando mi fui alzata vidi Joy saltare sul letto per prendere il gelato dalle mani di Sirius, che però lo lanciò di nuovo verso James, che, ormai in piedi vicino a me, l'afferrò senza problemi.

-Ma perché non capite che è tutto mio?- sghignazzò James, prima di scappare dalla stanza inseguito dagli altri.

-James ricordati che mi devi dare la mia parte!!!- gridò Sirius prima che non fossero più a portata d'orecchio. Io risi e mi sedetti di nuovo sulla poltrona scuotendo il capo. Avevo proprio a che fare con dei bambini.

Mi accorsi che Sirius mi guardava in modo strano e gli lanciai un'occhiata interrogativa.

-Lo sai che si finiranno il gelato tutto loro, vero?- mi domandò. Io annuì.

-Eppure non gli sei andata dietro- mi fece notare.

-Non ho voglia di sbracciarmi e lottare con loro- gli spiegai.

-E ti sei già mangiata un gelato tu, ammettilo! Ne hai preso almeno un po' prima, di la verità-

-Mi dovrei sentire offesa Black per una simile accusa!- dissi, ma sorridevo troppo e lui scoppiò a ridere.

-E brava la nostra Evans. Hai visto, ci ho messo un po’, ma ora ti capisco al volo! Ti ho smascherato!!!- gioì lui e anche se leggermente infastidita per essere stata beccata, non potei non lasciarmi contagiare dalla sua risata.

 

***

 

James

-Tutto bene?- le chiesi e la vidi tornare nel nostro mondo.

-Cosa? Scusami, ero soprappensiero. Dicevi?- chiese lei, guardandomi.

-A cosa stavi pensando?- chiesi curioso appoggiando a terra, vicino ai piedi della poltrona dove eravamo tornati a sederci, lei in braccio a me, la ciotola che avevo usato per mangiare il gelato.

Dopo la battaglia all'ultimo lancio eravamo tutti tornati su con le ciotole di gelato e l'avevamo mangiati in quasi-tranquillità.

E avevo notato lo sguardo perso di Lily, il suo modo un po' rigido rispetto al solito di starmi vicino, sembrava proprio ci fosse qualche problema. Ma quale?

-Qualcosa non va'?- le chiesi ancora a bassa voce.

Lei abbassò lo sguardo e arrossì lievemente, cosa che mi fece ancora di più incuriosire.

-Niente- disse soltanto.

Le baciai il collo e lei mi scacciò, arrossendo.

-Dai, ci sono gli altri!- disse, fingendosi seccata.

-Ignorali- e continuai a baciarla, stringendola forte tra le braccia in modo che non scappasse. Adoravo baciarle il collo, aveva un profumo così buono e mi divertiva stuzzicarla.

Lei si lasciò andare contro il mio petto e si strinse nelle spalle per nascondermi il collo, ma iniziai a farle il solletico e lei lo inarcò inevitabilmente e l'attaccai subito.

-Ma vuoi fare sesso con la Evans proprio sulla mia poltrona?- domandò fintamente seccato Sirius, giusto per darci fastidio.

-Ok ragazzi, scusatemi, ma noi dobbiamo andare a lavare le ciotole!- mi alzai in piedi, trascinandomi Lily e sfilai veloce la bacchetta alla tasca pensando al rapido incantesimo per far levitare tutte le ciotole di gelato.

-Ehi, io non ho finito!- Sirius era davvero contrariato ora, ma io risi.

-Peggio per te, parli troppo! Io e Lily li andiamo a lavare!- e detto questo uscimmo dalla porta con le risate degli altri come colonna sonora. Ma non facemmo molta strada perché la baciai con passione, non potendo trattenermi. Non mi interessai del fatto che le ciotole erano cadute a terra anche se Lily si lasciò andare ad una risata, subito soffocata dalle mie labbra.

Ci staccammo solo per respirare e io comunque ripresi a baciarle il collo. Lei questa volta mi assecondò intrecciando le sue dita tra i miei capelli.

Ma non mi ero dimenticato che mi nascondeva qualcosa.

-Allora, mi dici cosa non va'?- le domandai all'orecchio. Lei mi allontanò, afferrandomi per il colletto e cercò il mio sguardo. Il suo era fermo e sereno.

-Niente stupido, ho solo voglia di te- mi stupì lei. E non potei fare altro che accontentarla subito.

 

***

 

Joy

 

Sirius si potè alzare solo poco prima del nostro ritorno a Hogwarts, cosa che lo fece seccare enormemente.

-Ti rendi conto che sono stato quasi sei giorni interi a letto senza potermi muovere per colpa tua e di quei pulciosi degli altri? Neanche fossi stato in infermeria da Madama Chips- si lamentò lui.

-Finiscila che tanto lo so che ti è piaciuto essere servito e riverito!!!- avevo ribattuto e James aveva rincarato la dose. Ora era sotto la doccia e io ero rimasta sola nella stanza con il mio baule spalancato accanto, quasi del tutto pieno.

Mi sentivo strana all'idea di tornare a scuola a studiare, a preoccuparmi per i compiti e le interrogazioni dopo aver toccato con mano la dura realtà: Voldemort era deciso a combattere seriamente e aveva troppi nemici al suo fianco.

Non sarebbe stato meglio lasciare la scuola e combatterlo tutti insieme subito?

-Oh!!! Si è alzato dal letto davvero, temevo non lo facesse mai davvero!!!- James aveva una faccia divertita mentre entrava, ma si sedette sul letto accanto a me con un sorriso che nascondeva una domanda inespressa che sapevo benissimo: il perché avessi quel muso.

-Tu hai davvero voglia di tornare a scuola a studiare, subire i compiti in classe e interrogazioni a non finire? Io no!- gli spiegai sintetica.

-Penso che solo Lily sarà contenta di ritornare per questi motivi! Hai un'amica secchiona, lo sapevi?-

-Sì. E ti ricordo che oltre a essere la mia migliore amica è anche la tua ragazza, amico!- e gli diedi una gomitata scherzosa.

-Io penso più al fatto che ritorniamo per rivedere tutti i nostri amici, per sfidare e vincere la coppa delle case e per stracciare tutti a Quidditch! E non dimentichiamo i mille scherzi possibili in quel castello a tanti ignari Serpeverde! Come lati positivi questi non sono brutti, no?- e mi guardò incoraggiante.

-Hai ancora intenzione di organizzare scherzi ai Serpeverde Caposcuola Potter?- gli ricordai.

-Aveva dubbi signorina?- disse con una faccia tremenda da schiaffi prima di iniziare a farmi il solletico.

-Ehi, state importunando la mia donna per caso, messere?- Sirius era appena tornato a torso nudo, con indosso un paio di jeans e un asciugamani con cui si stava torturando i capelli.

-È la sua donna ad avere incominciato, messere!- rispose James smettendo di torturarmi e mimando una specie di riverenza.

Anche Sirius si atteggiò a uomo del medioevo con modi gentili.

-E cosa mai può aver fatto la mia dolce pulzella per contrariarla?- domandò.

-Codesta pulzella ha osato porre dubbi sulla mia malandrinità. Capirà che è un affronto che non posso di certo accettare- spiegò James con eleganza.

-Ha pienamente ragione messere. Anzi, l'aiuterò a riscattare la propria dignità di Malandrino molto volentieri-

-Sarà un vero piacere essere aiutato da lei messere!-

Ed entrambi mi provarono ad acchiappare, sicuramente per torturarmi. Scappai ridendo come una pazza, ma la mia fuga purtroppo durò molto poco.

 

***

 

Remus

 

Ritornare a Hogwarts, concentrarsi sullo studio, ignorare le cattive notizie che arrivavano dall'esterno... insomma, quei mesi che sarebbero dovuti essere i più belli, visto che erano gli ultimi in cui stavamo a Hogwarts, divennero particolarmente difficili. Certo, ci sforzavamo di apprezzare minuto dopo minuto di serenità, divertendoci insieme più che mai, ma la nube nera che ormai ci aveva coperto il cielo ci opprimeva ogni giorno di più.

 

***

 

E su questo tono decisamente poco allegro, ecco il nuovo capitolo. Da quant'è che non aggiorno? Un paio di mesi???

Mi vergogno terribilmente di essere scomparsa, scusatemi davvero, sempre se ci sarà qualcuno a leggere queste mie parole e non avete semplicemente scelto di non leggerle più. Non vi darei torto. Sono scomparsa senza dire niente e torno con un capitolo che sembra uscito dalla spazzatura. Ma ho un grosso problema, l'ispirazione è volata via e a quanto sembra non ha intenzione di tornare. Ho aspettato, sperando che ritornasse, ho pazientato, ho riletto tutto all'infinito ma ancora non è riapparsa. Allora cosa ho deciso di fare? Di provare comunque a scrivere. Magari torna scrivendo! Giuro, altrimenti non so cosa mai posso fare. Quindi eccomi qui, spero che quello che scriverò da oggi in poi non sarà solo una schifezza e se volete potete dirmelo chiaramente come al solito, sapete che accetto molto volentieri le critiche costruttive.

Non so quando arriverà il prossimo capitolo, ma mi metterò già domani a tentare di scrivere. Quindi, sempre se c'è ancora qualcuno, a presto!

Un bacio e vi ringrazio di cuore per il sostegno che fino ad ora mi avete dato e vi ringrazio ancora se siete arrivati fino a qua e magari vorrete continuare a leggere ancora!

<3

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Capitolo 57
*** avviso ***


Ciao a tutti! scusatemi, dopo tutto questo tempo mi faccio viva e metto un avviso... sono imperdonabile di nuovo e lo sarò sempre mi sa... ma vi voglio dire, se c'è ancora qualcuno e non ve ne siete tutti andati dopo questo avviso, che ho il capitolo pronto. l'ho terminato da poco e vorrei pubblicarlo subito, ma non lo farò. perché? perché vorrei scrivere almeno quello dopo, visto che sto arrivando alla fine della storia e non ho ancora idea di come finirla. la mia idea originaria, come avevo già detto, era scrivere fino alla morte James e Lily, ma non ci riesco. mi sono resa conto che mi è difficilissimo anche solo immaginare la situazione orribile che si è creata in quegli anni dopo la scuola, dove i malandrini si sono ritrovati a dubitare l'uno dell'altro (con l'eccezione di James che sappiamo grazie ad una frase detta da Remus che "dubitare dei proprio amici sarebbe stato un disonore per lui", per cui secondo me lui fino alla fine non è riuscito mai a pensare che uno dei malandrini l'avrebbe mai potuto tradire), non lo concepisco, scusatemi. ho cercato di pensare a come continuare mille volte, seriamente, ma non ci riesco.. penso che questa storia arriverà fino alla fine della scuola, quindi finirà a breve. quindi, visto che non so bene come si evolveranno le cose ho deciso di finire prima tutta la storia e poi di pubblicare i capitoli finali o tutti insieme o comunque con poca distanza. così magari eviterò di scrivere cose che poi mi bloccheranno ulteriormente e non mi aiuteranno quindi a finire questa storia, storia che voglio davvero finire perché è la mia storia preferita, dove ho messo tanto di me stessa e dove purtroppo ho fatto più errori che in qualsiasi altra cosa. se potete aspettare, vi ringrazio davvero dal profondo del cuore. altrimenti scusatemi davvero! spero di poter pubblicare al più presto i prossimi capitoli e finire questa storia, alla prossima a tutti e un grosso bacio!

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Capitolo 58
*** Cinquantaseiesimo capitolo: era una promessa ***


CAPITOLO 56: 

Era una promessa

Lily

Era assurdo! Totalmente assurdo! Che gli passava per la testa? Perché ancora non me lo aveva chiesto? Cosa aspettava? 

Sbuffai, pensando a quanto fossi stupida. Insomma, l’indomani avevo un compito importante, dovevo studiare e ripetere tutto mica preoccuparmi di richieste di matrimonio!!! Ma da gennaio ero in continua crisi! 

Prima, dalla sola idea di una richiesta del genere così presto, e poi dalla sua mancanza. Sì, perché avevo dato quasi per scontato che James mi avrebbe fatto la proposta a San Valentino, altrimenti cosa stava aspettando? 

Anche se mi risultava un po’ troppo sdolcinato, se mi voleva fare la proposta da Capodanno e aveva rimandato, l’aveva fatto per aspettare qualcosa, no? Oppure perché la festa di Capodanno doveva essere interrotta da un invasione di Mangiamorte? Più probabilmente era stato quello il motivo. 

Ma perché non lo aveva fatto a San Valentino, allora? Che giornata assurda a proposito, avevo passato il 14 febbraio. Tesa come una corda di violino avevo aspettato la sorpresa di James per tutta la giornata, ma lui si era probabilmente divertito alle mie spalle. Sicuramente lo aveva fatto apposta perché mi aveva con una Passaporta a casa sua, dove trovammo un tavolo imbandito con le candele ad attenderci. E al momento del regalo ero andata quasi in iperventilazione. 

Ma la scatola che uscì contendeva una collana, la collana che era nei miei sogni da anni, che mi rese comunque la donna più felice del mondo, anche se aspettai la fine della serata col pensiero che lui tirasse fuori a sorpresa l'anello dal nulla. Ma non andò così.

Ed ora eravamo a marzo e ancora niente. Forse aveva cambiato idea? Depressa appoggiai la testa al libro sul tavolo. Forse mio padre aveva capito male, James aveva fatto una qualche battuta, oppure aveva accennato ad un pensiero e non gli aveva chiesto davvero la mia mano. Forse mio padre aveva solo tirato le somme dalle sue solite deduzioni e non aveva ragione.

Tutti pensieri inutili, non potevo sapere niente senza parlare con i diretti interessati, ma mio padre non mi aveva chiarito in nessun modo la situazione prima di tornare a scuola e per lettera non potevo pensare di poter ricevere risposte da parte sua. E parlarne con James… beh, non è che potevo andare da lui e chiedergli quando aveva intenzione di farmi la proposta, giusto? Non è esattamente la cosa giusta da fare,

No?! Ma così non mi esaurirei così tanto. Sbuffai, rialzando la testa per poi guardarmi in giro. Era pieno pomeriggio e la biblioteca era piena di persone che studiavano. A breve sarebbero dovuti arrivare Remus e Joy, almeno loro erano abbastanza coscienziosi da mettersi un po' a studiare. Sirius e James si erano dati come dispersi da dopo pranzo, erano andati chissà dove senza dare spiegazioni. Chissà che stavano combinando... probabilmente niente che c'entrasse con la proposta di matrimonio, quindi potevo starmene tranquilla.

 

***

 

James

-Mi spieghi perché stai aspettando tanto? Insomma, lo so che hai comprato l'anello già a Natale, perché non le hai fatto al proposta a San Valentino?- mi domandò Sirius. Eravamo appoggiati ad un tronco di un grande albero, fianco a fianco, nascosti sotto il mantello.

-Perché se lo aspettava. Sono ormai sicuro che suo padre si sia lasciato sfuggire qualcosa e io voglio sorprenderla. E poi mi piace vederla disperarsi un po' per una cosa del genere. La tiene occupata da altri pensieri- spiegai.

-Giusto. Così non ficca il naso in cose pericolose. Ma a proposito, qual è il tuo piano esattamente? Siamo appostati qui da due ore almeno, e non è successo niente!- non erano passate davvero due ore, altrimenti non sarebbe riuscito a stare fermo qui così tanto senza spiegazioni, ma evitai di ribattere.

-Tranquillo, prima o poi arriveranno. È da Capodanno che cerco di capire cosa fare e ho deciso di tenere d'occhio i movimenti dei Serpeverde più del solito. Li guardo sempre con la mappa ed ho visto che si riuniscono in questa parte della foresta spesso a quest'ora, in modo non da non destare sospetti. Insomma, durante il pomeriggio siamo liberi di girare per il parco e arrivare fino a qui non è difficile, devi solo girare intorno al lago. Molto più sicuro di aggirarsi la notte con aria losca per loro. Dobbiamo riuscire a capire cosa fanno esattamente, però- gli spiegai. Lo vidi irrigidirsi, e dopo una lunga pausa si decise a domandarmi quello che la tormentava.

-E tra i presenti... c'è lui?-. Aspettai un po' prima di rispondere, per ponderare bene le parole.

-Sì, c'è anche tuo fratello. Ho pensato che sarebbe l'ora di chiarire cosa vuoi fare riguardo a questo argomento. Non è meglio inchiodarlo in un angolo e parlargli?- non ero più sicuro di aver fatto a bene a porre l'ultima domanda, però. 

Lo vidi quasi alzarsi per andarsene, ma un rumore chiaro di passi ci fece immobilizzare. Erano arrivati i primi Serpeverde. Li avevo osservati abbastanza e li avevo visti arrivare spesso con questo punto in coppia, come se fossero semplicemente in cerca di un po' d'intimità. Chissà cosa combinavano.

 

***

 

Sirius

Vederlo circondato dagli altri Serpeverde mi trafisse il cuore così come era successo tanto tempo fa. Non ero felice di vederlo, quando eravamo a Hogwarts cercavo sempre di non guardarlo mai, dimenticavo la sua esistenza, quasi. E la maggior parte delle volte ci riuscivo, anche se non sempre.

Ci misero un po' a radunarsi tutti e intanto noi restammo in perfetto silenzio. Eravamo totalmente nascosti alla vista e dei cespugli di rovi ci dividevano dal luogo dell'incontro in modo che a nessuno di quelli venisse in mente di venire per caso verso di noi e scoprirci. Chissà quando era venuto James e se questi rovi erano selvatici e del tutto naturali o li aveva messi lui per costruirci un nascondiglio sicuro.

Da James mi potevo aspettare questo ed altro.

Smisi di distrarmi e ascoltai soltanto ciò che dicevano i Serpeverde. E inorridì, insieme a James.

 

***

 

Regulus

Eravamo rimasti solo io, Rodolphus e Thorfinn quando mi bloccarono. Fu Rodolphus a parlare per primo.

-Regulus, ho un messaggio da Bellatrix per te-

-E da quando ti usa come gufo?- domandai per stuzzicarlo. In mente ancora avevo soltanto le parole che ci avevano detto durante la riunione. Ci avrebbero mandato uno ad uno in missioni segrete in modo che potessimo vedere quanto è bello davvero il lavoro di Mangiamorte. Ma dopo la battaglia di Capodanno avevo abbandonato l'idea che mi sarei potuto divertire davvero quella sera. E dire che c'ero andato anche se loro non volevano perché non ero ancora pronto. In realtà non capivo ancora bene perché lo avevo fatto e forse non lo volevo sapere. Avevo già abbastanza problemi.

-Gira voce tra i nostri fratelli che tu sia stata visto tempo fa a socializzare con la ragazza di tuo fratello. Ormai siamo tutti in allerta visto che qualcuno ha spifferato del nostro attacco e tu sei uno dei maggiori sospettati. Il Signore Oscuro non sembra molto interessato per il momento, ha ordinato a noi altri di trovare l'uccellino che ha cantato ma senza insistenza. Bellatrix ti vuole avvertire e ti consiglia di far sparire la mocciosa al più presto, facendo sapere che sei stato tu a noi altri, così le dicerie spariranno. Io sono pienamente d'accordo. Ci basta un Black che disonora il proprio nome, non vogliamo che un altro muoia presto, vero?-. Il suo sguardo mi fece capire che in caso sarebbe stato il primo a intervenire personalmente per estirparmi.

-L'aveva quasi uccisa, comunque. Ero accanto a lui mentre lottavamo e se non fosse arrivato la feccia a proteggerla l'avrebbe già uccisa- Thorfinn Rowle mi sorprese, intervenendo in mio favore. Ok, in effetti era davvero vicino a me, durante la lotta a Capodanno ci eravamo spesso aiutati essendo i più giovani e inesperti, ma lanciare una lancia in mio favore... Wao, era come fare un qualche patto di amicizia o simili.

-Se avessi ucciso lei e tuo fratello a quest'ora non saremo qui a discutere, comunque. Ora, naturalmente devi farlo in modo che Silente non si accorga di niente, ma mettiti in moto subito, prima che il Signore Oscuro si decida a interrogarti personalmente- e detto questo se ne andò. Lo guardai andarsene, chiedendomi se nella sua voce non ci fosse un tono strano. Sì, probabilmente non pensava davvero potessi fare una cosa del genere. E come ci potevo riuscire del resto? Cercava di essere gentile solo ed esclusivamente perché ero rimasto l'unico cugino caro alla sua donna.

Quanto avrei voluto spaccargli la faccia.

-Ehi, Regulus, mi hai sentito?- Thorfinn mi chiamò e io lo guardai confuso.

-Scusami, no, non ti ho sentito. Dicevi?-

-Che ti ha dato un gran bel compito tua cugina. Come pensa che potresti uccidere una studentessa sotto gli occhi di tutti? Mah, se vuoi ci possiamo inventare qualcosa- si propose.

Gli sorrisi, riconoscente, ma poi lo guardai accigliato.

-Se ci sono voci che circolano su di me e mi dichiarano una spia il Signore Oscuro mi avrebbe già fatto eliminare. Secondo me è solo Bellatrix che si vuole vendicare di mio fratello. Comunque vedremo se possiamo fare qualcosa, se proprio devo- mi finsi tranquillo e mente tornavamo tentai di, piuttosto che a un piano destinato sicuramente a fallire, a un modo per sdebitarmi con Thorfinn.

 

***

 

James

Trattenni Sirius fino a quando quei due non scomparvero dalla nostra vista e mi preparai ad affrontare la sua rabbia.

-Perché non mi hai lasciato andare da loro James? Se la trovano la uccidono, l'hai sentito. Devo ucciderli prima che pensino anche solo a toccarla!!!- e ritornai a bloccarlo.

-Sirius non reagire così. Ora andiamo da Silente e ne parliamo civilmente con lui. Joy è con Remus e Lily, è al sicuro e comunque non tenteranno sicuramente niente di affrettato. Sempre che vogliano fare qualcosa perché tuo fratello non mi è sembrato molto propenso a correre ad ucciderla. Parliamone con Silente, vediamo se possiamo fare qualcosa e poi avrai il permesso di stare con Joy ventiquattrore su ventiquattro. Non riuscirà neanche ad andare in bagno senza che tu o io la seguiamo, ok? Ma ora calmati-.

Lui annuì, ancora arrabbiato, ma rassicurato dalle mie parole. Poi mi trafisse con lo sguardo.

-Sei piuttosto calmo. Come fai a esserlo in un momento del genere?-

-Semplice. Se uno di noi impazzisce l'altro deve rimanere calmo, giusto? E ora andiamo!-

 

***

 

Joy

-Basta, non voglio più studiare per il resto della mia vita!- dissi, stendendomi sul divano appena arrivammo nella Sala Comune dei Grifondoro.

-Come sei esagerata. Se ti ricordi quest'anno abbiamo i M.A.G.O. Stiamo studiando pochissimo in confronto a quanto dovremmo fare. A questo proposito, ho organizzato lo studio fino a giugno, e questa dovrebbe essere la nostra tabella di marcia!- e Lily ci mostrò un foglio con una tabella colorata.

-Ci hai lasciato un po' di tempo per vivere?- domandò una voce alle nostre spalle. Ecco tornare Sirius. Si gettò accanto a me, senza farsi nessuno scrupolo e mi schiacciò quasi col suo peso.

-Guarda che se fai così divento una frittella. Spostati orso che non sei altro-

-Orso? Guarda che io non sono un Orso, sono un cane! Altro che studiare per i M.A.G.O. Dovresti ricominciare dall'asilo- mi prese in giro lui, sistemandosi meglio dietro di me e stringendomi a sé con un braccio. E iniziò a baciarmi il collo. Io mi accigliai, non capendo bene cosa avesse voluto dire sul fatto del cane, ma diciamo che era difficile pensarci con Sirius accanto che stava...

-Ehm, non pensate di stare esagerando come al solito? Non dovreste essere così espansivi in Sala Comune, ci sono tutti a guardarvi, anche bambini del primo anno- ci rimproverò Lily prima di essere interrotta da James, che si sedette sul tappeto e si appoggiò alle sue gambe. Lei gli accarezzò i capelli, bisticciando come al solito, anche se non sentì molto visto che ero piuttosto presa da Sirius. Cercai i suoi occhi, ma invece lui mi investì con un bacio, un bacio strano che mi inquietò, forse perché era troppo disperato e c'era un qualcosa di bisognoso.

Quando ci staccammo per riprendere fiato tentai di nuovo di incrociare il suo sguardo, ma lui non mi diede tregua, gettandosi di nuovo in un altro bacio disperato.

Ok, mi stava facendo preoccupare, cos'era successo?

-Sir- tentai di parlare, staccandomelo dalle labbra, ma riuscì solo a pronunciare la prima sillaba perché lui iniziò a baciarmi di nuovo e con più passione.

C'era qualcosa che non andava, ma cosa?

Riuscii a staccarmelo di dosso e ad alzarmi, senza che mi bloccasse prima. Lui mi guardò smarrito, ma io lo presi per mano.

-Andiamo su- gli dissi prima che lui mi stringesse di nuovo a se.

-Ok-

 

***

 

Sirius

Non desideravo altro che averla con me, stringerla forte, sentirla al sicuro tra le mie braccia. Nient'altro, non avrei voluto fare nient'altro per tutta la vita. Peccato che lei, appena arrivati nella mia stanza, voleva solo parlare.

-Allora, cosa avete fatto tu e James?-

-Niente. Ma ora non parliamo, su- dissi abbracciandola e cercando le sue labbra. Ma lei mi respinse.

-Sirius cosa c'è? È successo qualcosa, lo so. Parlamene!- mi supplicò quasi.

Mio fratello vuole ucciderti e se non lo farà probabilmente verrà eliminato”. No, decisamente non potevo dirglielo. Faceva male anche solo pensarlo.

-C'è stata l'ennesima morte. E...- non ci fu bisogno di parlare per fortuna. Joy mi abbracciò di slancio e mi bastò immergere il viso tra i suoi capelli e mi sentì meglio.

-Ti amo Sirius- mi disse prima di baciarmi.

 

***

 

Lily

James era preoccupato, non ci voleva una laurea per capirlo. Ma per cosa? Lo guardai mentre finiva il tema di Trasfigurazione, incredibilmente pensieroso.

Ero curiosa e un po' preoccupata, ma rimasi in silenzio ad osservarlo decisa a non dargli un opportunità per distrarsi dal compito, non ne aveva bisogno. Quando finalmente finì e mi notò io mi ero persa a osservare ogni particolare del suo viso. Mancavano solo i cuoricini che volevano intorno e quando me ne resi conto mi disgustai da sola! Stavo forse ammattendo?

-Hai un faccia buffa- commentò James, sfiorandomi il naso con l'indice, un sorriso divertito sulle labbra.

-E tu hai una faccia preoccupata! Cosa mi nascondi?- mi decisi a chiedere. Lo vidi accigliarsi, ma solo per un attimo perché poi abbandonarsi contro lo schienale della poltrona con aria stanca, ma divertita.

-Se ti dicessi per cosa sono preoccupato rimarremo qui fino all'anno prossimo- rispose semplicemente.

-Poi ero io quella che si preoccupava sempre- lo punzecchiai un po'. Gli presi la mano e iniziai a giocarci e restammo un po' in silenzio guardando le nostre mani toccarsi. Era un silenzio sereno infondo. Sapevamo entrambi che le nostre preoccupazioni non potevano essere risolte in poco tempo, dovevamo lottare volta per volta e non lasciarci prendere dallo sconforto. Me lo aveva spiegato più volte lui e ora avevo la tentazione di ricordargli un po' delle sue varie ramanzine, ma mi resi conto che non era il caso. James sapeva già tutto e non era in preda allo sconforto com’ero stata io. No, era semplicemente stanco. In effetti era anche tardi e in Sala Comune eravamo rimasti solo noi due. Perfino gli altri ci avevano dato la buonanotte e se ne erano andati ormai.

-So che è tardi ma ti va di... venire con me?- chiese, con un sorriso furbo.

-Dove vuoi andare?- chiesi incerta, ma profondamente curiosa. I suoi occhi avevano preso a brillare quasi con malizia.

-Vedrai, ma devi chiudere gli occhi. Cosa più importante però non devi protestare!- e uscimmo dal dormitorio. Eravamo entrambi Caposcuola e non saremo decisamente dovuti andare fuori dopo il coprifuoco, ma per la prima volta mi sentì pervasa esattamente da brividi di euforia che probabilmente aveva sempre spinto i Malandrini a infrangere sempre questa regola. Eravamo al quinto piano quando James, contro le mie proteste, mi bendò gli occhi con la sua cravatta.

-Mi sembra proprio una cosa stupida!- gli feci notare anche se ridevo mentre mi faceva girare per farmi perdere il senso dell'orientamento.

-Dai, non lamentarti. E attenta a non cadere! Tieni le mie mani- mi dava istruzioni lui, cercando di non ridere troppo per non fare rumore.

Eravamo due bambini che giocavano e in questo momento era esattamente quello di cui avevamo bisogno.

 

***

 

James

Quando arrivammo davanti alla statua di Boris il Basito feci di tutto per sussurrare più piano possibile la parola d'ordine, così non davo troppi indizi sul luogo in cui stavo portando Lily. Era avventato e probabilmente mi avrebbe insultato un po’, ma avevo voglia di lei e un bagno caldo insieme era ancora un sogno che non avevamo realizzato.

La lasciai vicino alla vasca e con un colpo di bacchetta aprì tutti i rubinetti.

-Ma siamo...- balbettò lei arrossendo. Io ridacchiai divertito dal suo imbarazzo. L'abbracciai e le baciai le labbra con dolcezza. Lei ricambiò timidamente prima, per poi rispondere con sempre più passione.

Quando lasciai le sue labbra mi sentivo talmente leggero e spensierato che quasi galleggiavo.

-Un bel bagno caldo rilassa i nervi e le tensione come poco altro, non trovi?-

-Lo sai che hai una faccia da schiaffi?- ridacchiò lei, mentre mi passava una mano sulla nuca, accarezzandomi i capelli. Io sghignazzai per tutta risposta e le mie mani, prima sui suoi fianchi, si tuffarono sia sotto il suo maglione che sotto la camicia, accarezzando la pelle liscia e bianca del suo addome e della sua schiena.

-Sei decisamente una donna violenta Evans. Ma forse non mi dispiace- le sussurrai prima di prendere a baciarle il collo. La mano tra i miei capelli si strinse, non in modo doloroso, ma comunque abbastanza da sentirlo e farmi sentire un brivido di passione in più.

L'altra sua mano mi accarezzò il collo per poi arrivare alla camicia e iniziare a sbottonare i primi bottoni.

Fu un piacere indescrivibile immergerci insieme nell'acqua calda e piena di schiuma dopo esserci a vicenda tolti i vestiti. Giocammo per un po' come due bambini, divertiti da quel gioco nuovo e allo stesso tempo vecchio.

Quando la strinsi a me, finalmente, capì che potevo affrontare qualsiasi cosa con lei al mio fianco e che senza di lei invece probabilmente sarebbe stato meglio morire.

 

***

 

Sirius

La guardai dormire non riuscendo a fare altrettanto. Anche se era stretta tra le mie braccia, anche se in quel silenzio sentivo il suo respiro sereno e avvicinandomi di più anche il suo cuore, appena chiudevo gli occhi temevo che sarebbe scomparsa, sarebbe scivolata tra le mie braccia come fumo, per poi scomparire definitivamente.

No, non me la sarei fatta portare via. No, nessuno le avrebbe fatto del male. Era una promessa!

 

****

 

Bene... finalmente è arrivata la fine di questo capitolo... non commento, non dico niente e non ci voglio pensare perché altrimenti mi ritrovo a cancellarlo tutto! Non so se c'è ancora qualcuno che continuerà a leggere questa mia storia, sono scomparsa per tantissimo tempo anche se avevo promesso di postare presto la fine! Ma purtroppo oltre ad aver avuto molti problemi e impegni, ho avuto davvero una grossa perdita di ispirazione! Sembra una cretinata ma davvero, provavo sempre a scrivere ma non arrivavo neanche a due righe... quindi non commento questo capitolo ma mi limito a fare una cosa ben più importante: ringraziare chiunque lo legga dal profondo del cuore! Grazie, grazie davvero!!!

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Capitolo 59
*** Cinquantasettesimo capitolo: guardie del corpo cercasi ***


CAPITOLO 57: 

Guardie del corpo cercasi

Joy

Non lo notai subito. Insomma, ero sempre circondata dai miei amici, non l'avevo mai trovata una cosa strana, infondo.

Però... piano piano, mi resi conto che i Malandrini erano sempre troppo presenti accanto a me. James e Sirius mi erano sempre appiccicati e se non c'erano almeno uno di loro,  Peter e Remus erano sempre sulla mia scia. Non riuscii più a ritagliarmi del tempo solo con Lily, c'erano sempre almeno uno dei Malandrini al nostro seguito. Si fermavano con aria noncurante a conversare tranquillamente perfino fuori dal bagno delle ragazze, campanello d'allarme che mi aveva fatto rendere conto che qualcosa non andava davvero.

I Malandrini mi pedinavano! Dovete sapere che non sono tipo da rimuginare troppo sulle cose quindi, appena me ne resi conto, approfittai di uno dei momenti in cui mi trovai sola con Sirius per indagare.

-A cosa stai pensando?- domandai a Sirius. Aveva uno sguardo molto assorto e mi accarezzava la pancia con movimenti regolari e distratti. Eravamo ormai da ore insieme nella sua stanza da soli ed eravamo entrambi rilassati e abbastanza felici. Forse, se avessi chiesto serenamente cosa succedeva non sarebbe successo un putiferio.

-Sai, mi piacciono le domeniche così, dove stiamo soltanto a rotolarci tra le lenzuola!- mi rispose con la sua migliore faccia da schiaffi.

Gli diedi una botta sulla nuca, trattenendo un sorriso e cercando di fare la seria.

-Intanto per domani abbiamo una montagna di compiti e nessuno dei due li ha fatti. Non dovremmo essere un po' più responsabili? Gli altri sono tutti a studiare, probabilmente-

-Ehi, sono a letto con Joy oppure con Lily? Perché non ho voglia della predica, davvero- e prese a baciarmi lo stomaco, per poi salire più su. Gli infilai le mani tra i capelli, accarezzandoglieli mentre tentavo di non lasciarmi andare e di ragionare ancora.

-Sir, ma è già la terza volta... non sei stanco?-

-Di te mai!- fu la sua risposta contro la mia pelle.

Risi, mentre pensavo a come fosse strano tutto questo. E a quanto amavo quello stupido pervertito.

-Aspetta, volevo parlare di una cosa!- lo fermai di nuovo.

Lui si staccò dal mio seno, leggermente adombrato.

-Cosa?- chiese sulla difensiva.

-Come mai così preoccupato?- non potei non chiedere.

-Perché non esiste conversazione peggiore di quelle che iniziano con “volevo parlare di una cosa”- rispose semplicemente lui. Io sbuffai.

-Ho notato una cosa in questi giorni, una cosa che mi sembra decisamente curiosa e strana. Come mai mi stai attaccato tutto il tempo?- domandai infine.

Lui si accigliò, per poi mettere la sua migliore faccia confusa e che ormai, lo sapevo per esperienza, era totalmente falsa.

-Mi stai forse dicendo che non vuoi stare con me?-

-Non fare l'idiota Sirius. Sai di cosa sto parlando e non trattarmi da stupida, potrei iniziare a sentirmi offesa!- il mio tono era risoluto e definitivo. Come mi avrebbe risposto?

-Non voglio offenderti minimamente, ma non capisco cosa la tua mente da psicopatica pensi che stia facendo! Non mi sembra di comportarmi in modo diverso dal solito-

-Bene, quindi ieri pomeriggio, quando dovevo andare dal professore Lumacorno per chiedergli una cosa, mi hai davvero accompagnata perché dovevi chiedergli anche tu qualcosa?-

-Sì. Inoltre non avevo di meglio da fare, quindi non mi è costato niente farti compagnia! Non mi sembra che sia una cosa condannabile in tribunale!-

-No, ma tu odi Lumacorno! Comunque era solo uno stupido esempio. Tu e i compari non fate altro che starmi dietro continuamente! Insomma, non posso andare da nessuna parte se non ho almeno uno di voi ad accompagnarmi! Pensavi davvero fossi così stupida da non rendermi conto che c'è qualcosa di strano?- mi stavo decisamente seccando, perché lui stava attuando la sua strategia preferita: negare fino all'ultimo! E infatti..

-Joy hai manie di persecuzione? Dovremo parlarne con Madama Chips, magari puoi iniziare a farti seguire da uno specialista, potresti ancora salvarti dal manicomio!- mi prese in giro, lui fingendosi serio. Io gli bloccai le mani, prendendolo per i polsi e rotolammo insieme, in modo da ritrovarmi sopra di lui e bloccarlo col mio peso.

Incrociai il suo sguardo mezzo stupito e lo trucidai quasi di ricambio.

-Va bene. Allora io stasera esco e da sola! Chiederò a qualcuno di fare una passeggiata, qualche amico che però non siete né tu né nessuno altro dei Malandrini! Potrei chiedere per esempio a... Eric Vandom- pronunciai la minaccia senza pensarci, ma insieme a quella frase mi ritornò in mente del suo invito, e di come era finita quella questione.

-Joy, cos'hai?- domandò preoccupato. Non sapevo che faccia avessi, ma il dolore per la scoperta della morte di mio padre divenne quasi insopportabile. Mi venne da piangere, ma lui mi strinse forte a se e io, appoggiando la testa sul suo petto e sentendo il suo cuore battere forte, mi sentì subito meglio.

-Hai ricordato di quel brutto viscido portiere che ci ha provato con te?- il suo era un sussurro non tanto scherzoso, ma ci stava provando per farmi sorridere di nuovo. Tentai di distrarmi, pensando a come aveva chiamato quel poveretto.

-Guarda che è stato gentilissimo quella volta e mi è dispiaciuto avergli dato quel bidone. A proposito, ma poi sono andata a scusarmi?- domandai incerta.

-Certo che no. Io non te lo avrei permesso!-

-In che senso non me lo avresti permesso? Devo chiederti il permesso da quando per fare qualcosa?- gli chiesi lanciandogli un'occhiata di fuoco e pizzicandogli il fianco. Lui si mise a gemere dal dolore e io infierì, pizzicandolo più forte.

-Ok, ok, non mi devi chiedere il permesso. Ma non ti preoccupare, ormai è passato tanto di quel tempo che se ne sarà dimenticato. In più ora sei mia, no? Quindi se quel viscido si avvicina a te potrei seriamente staccargli almeno una gamba a morsi-

-Una gamba a morsi? E che sei, un can...- lo guardai stupita, alzandomi sulle braccia di nuovo per incontrare i suoi occhi. Poi mi accigliai e gli tirai un pugno.

-Ehi, e questo perché? Cosa ho fatto questa volta?-

-Tu sei Felpato. Tu hai scoperto in anticipo il mio regalo di Natale e ti sei mangiato un quintale di biscotti!- lo accusai.

Lui mi guardò confuso, per poi scoppiare a ridere.

-Te ne sei ricordata finalmente. Ce ne hai messo di tempo!-

-Non ti meriti neanche più un biscotto, imbroglione. Non te ne farò mai più!- lo minacciai.

-Oh, che grave perdita. Come farò a resistere- mi prese in giro e io sbottai. Poi sorrisi perfida.

-Non ti tocca la mia minaccia? Beh, ne ho un altra, tranquillo- e mi alzai dal letto. Lui mi guardò preoccupato.

-Che stai facendo?- chiese.

-Mi sto vestendo, non vedi?-

-Ma perché? Non starai davvero andando a studiare!-

-Non lo so. So solo una cosa: per punizione non mi farò toccare da te per almeno una settimana. Vediamo se così capisci che prendere in giro la gente e approfittare di loro non è una cosa giusta- dissi, abbottonandomi la camicia.

-Non dirai sul serio spero?- Sirius era incredulo. Io ghignai.

-Joy non farai sul serio, vero?- mi gridò dietro, mentre in ritardo si alzava per inseguirmi, ma tornava indietro imprecando perché era nudo.

 

***

 

Remus

Guardai Peter, accigliato. Mi sembrava troppo preoccupato, non solo per il compito, come se ci fosse qualcosa che non andava.

-Cosa c'è Peter? Non riesci proprio a fare il tema?- domandai, cauto. Peter era un po' strano da un po' di tempo a questa parte, ma ancora non aveva spiegato il motivo.

Lui mi guardò sorpreso, per poi abbassare gli occhi subito sul libro e il foglio davanti a lui. Sì, non era il tema il suo problema.

-No Rem, c'è la faccio. Mi chiedevo solo dove potessero essere gli altri...- mentì lui. Esitai. Dovevo prenderlo di petto e chiedergli spiegazioni questa volta? James l'avrebbe fatto.

Ma sarebbe servito a farlo parlare o l’avrebbe soltanto fatto chiudere ancora di più?

-Sirius e Joy sono ancora a letto a quanto ne so e Lily e James andavano in biblioteca. Vuoi che andiamo a vedere a che punto sono? Tanto mi servirebbe un libro- proposi, rimandando la discussione. Magari c'è ne avrebbe parlato lui spontaneamente. Sapeva che noi c'eravamo sempre per lui se aveva un problema, no?

Stavamo andando in biblioteca quando Joy scese con la borsa e il gattino sulle spalle.

-E noi che pensavamo di doverci disperare al pensiero che restavate chiusi lì dentro fino a domani! Come mai qui?- chiesi, guardandola incuriosito e un attimo in pensiero.

Lei accarezzò Arancino e sorrise.

-Mi sono ricordata della montagna di compiti che avevamo per domani. Andata in biblioteca?-

-Sì. Vieni con noi?- chiesi, pronto a seguirla ovunque come di comune accordo.

Ma non ebbe il tempo di rispondermi perché arrivò di corsa Sirius, la camicia abbottonata male e lo sguardo seccato.

-Joy dove stai andando?-

-In biblioteca. A proposito, lui non può venire con me, ma mi ha visto quando sono andata a prendere i libri e vuole tante coccole. Tienimelo un po' tu, visto che tanto non vorrai venire a studiare- e gli mise tra le braccia il gattino che si mise subito a fare le fusa.

Lui lo guardò male.

-Mah...- provò a dire, ma lei gli voltò le spalle e se ne uscì dal ritratto senza ascoltarlo.

-Che le hai fatto?- chiesi curioso.

-Lascia stare, è una donna impossibile. Ma con chi mi sono messo, mi chiedo ancora. Andate con lei, su!- ci richiamò all'ordine lui e lo guardai ancora incuriosito mentre ce ne andavamo, seguendo Joy.

 

 

***

 

Lily

-E così ti sei ricordata del piccolo problema peloso di Remus- fece James, dopo che Joy ci ebbe spiegato che aveva appena ricordato un altro paio di cose. Io e James avevamo finito finalmente i compiti, ma visto che loro erano appena arrivati eravamo rimasti a parlare un po'.

-Sì, e siete stati stupidi a non dirmelo. E se non me lo fossi ricordata? Remus, avresti lasciato che lo scoprissi come la prima volta?- domandò Joy, un po' seccata da quella possibilità.

-No, cioè, non so. Insomma, non è una cosa facile da dire e non ho trovato semplicemente il tempo. Inoltre tu lo sapevi già, quindi ti sarebbe bastato solo un richiamo, o almeno così speravo- si spiegò lui.

-Infatti ti è bastato ricordare l'identità di Felpato per ricordarti di noi. Ma quando hai visto Felpato per la prima volta non l'hai ricordato, che cosa strana, no?- domandò James, incuriosito.

-Probabilmente è dovuto al fatto che la sua testa era ancora in piena confusione prima. E poi la memoria ha un funzionamento molto strano. Evidentemente la prima volta le ha richiamato alla mente altri ricordi, mentre questa volta l'ha categorizzata o legata all'evento scatenante la trasformazione- cercai di spiegarli. Mi ero interessata abbastanza al funzionamento del sistema nervoso quando cercavo di capire cosa fosse successo a Joy, ma purtroppo era tutto molto complicato e la maggior parte del come funzionava davvero tutto era ancora sconosciuto.

-Vedi che ho ragione a dire che saresti una perfetta Medimago!- mi sorrise lui.

-In effetti non sarebbe male come scelta, anche se preferisco più pensarmi come un Auror, ormai- dissi.

-Probabilmente non dovrei sorprendermi dal fatto che tu abbia deciso. Mia moglie farà l’Auror come me. Non mi dispiace per niente, saremo una squadra perfetta- sghignazzò lui. Ma io rimasi un attimo interdetta. Aveva detto mia moglie?

-Come hai detto, scusami?- chiesi incerta su cosa avessi sentito.

-Che mi va bene che facciamo lo stesso lavoro. Perché hai quella faccia?- parve confuso.

-No, intendevo come mi hai chiamato!- tentai di spiegarmi. Capì dalla sua espressione che aveva capito, ma mi sconcertò con un sorriso da mozzare il fiato.

-Beh, diventeremo Auror tra qualche anno, pensi davvero che non cadrai tra le mie braccia quanto prima? No, diventerai la signora Potter al più presto, non voglio perdermi un solo attimo che possiamo passare insieme- e stupendomi mi prese il viso tra le mani baciandomi dolcemente. O almeno prima era dolcemente, poi si trasformò in qualcosa di molto più profondo.

-Signor Potter, signorina Evans, proprio voi Caposcuola. Cosa vedono mai i miei occhi. Siete in biblioteca, un po' di contegno!- ci rimproverò Madama Pince e James si staccò da me, ridacchiando.

Io arrossì terribilmente, ma sorrisi a James felice. Non era una proposta di matrimonio, ma qualcosa non solo molto simile, ma meno esagerata, sdolcinata e leggera. Sì, a questo ero pronta per il momento.

-Ci scusi Madama Pince, staremo più attenti la prossima volta a non farci vedere da...- stava dicendo James, prima che gli dessi una gomitata interrompendolo.

-Non succederà più, glielo assicuro! E ci scusi ancora- continuai e dopo aver sorriso e guardato Madama Pince allontanarsi, trucidai con lo sguardo James.

-Ma ti sembra il modo di rispondere?-lo sgridai.

-Non stavo per dire niente di male Lily. Comunque che ne dici se ce ne andiamo? Sono stufo della biblioteca e visto che ti ho fatto il favore di studiare ora devi essere tu a farmi un favore-

-Tipo?- domandai incerta.

-Lo vedrai!- e mi trascinò via. Salutammo tutti per poi uscire fuori dal castello. Era un bellissimo pomeriggio, uno dei primi in cui iniziava a fare più caldo e non pioveva.

Lui alzò la sua bacchetta e io rimasi incerta guardandolo.

-Cosa stai facendo?-

-Sto aspettando la mia scopa. Voglio che ci facciamo un bel giro!- mi disarmò con un sorriso bellissimo.

-Lo sai che però andare sulla scopa non è una cosa che mi piaccia molto- gli ricordai.

-Non ricominciare, ci sono io- disse afferrando la scopa appena arrivata. Ci salimmo su e poi volammo in alto. Io strinsi gli occhi e mi appoggiai completamente a lui, cercando di ignorare il fatto che probabilmente stavamo salendo parecchio. Ci fermammo su una delle molte torrette alte e dopo un po' di esitazione riuscimmo a sistemarci su un punto stabile e iniziai a godermi il panorama. Era meraviglioso.

Cercai il suo sguardo e lo trovai triste.

-Cos'hai?-

-Pensavo al nostro futuro. So che ti sembrerà strano, ma non ne parliamo più quando ci sono gli altri, ok?-

-Perché mai?- domandai preoccupata dal suo tono per niente sereno.

-Remus soffre molto pensando al futuro. Gli ho detto più volte che non si deve preoccupare, che non è vero che non troverà lavoro uscendo da qui, ma intanto si è documentato e non può fare i corsi per diventare Auror. Il regolamento non ammette persone che abbiano problemi, neanche uno piccolo e stupido come il suo...- la sua voce era carica di rabbia repressa e subito fu condivisa anche da me.

-Che grossa cretinata. Dove lo ha letto? Com'è possibile? Cioè, è una cosa incredibile! Remus sarebbe un Auror meraviglioso- guardai incredula il lago, che ora era uno specchio del cielo azzurro, mentre pensavo realmente a cosa volesse dire per Remus vedere il suo futuro bloccato.

-Dobbiamo fare qualcosa, insomma, è un ingiustizia inutile. Non possiamo permettere una cosa del genere- decretai infine.

-Sono d'accordo. Se una persona come Remus non ha un futuro in questo mondo, è il mondo che è sbagliato, non lui-

Lo guardai e vidi quanto soffriva per questo fatto. Gli passai le braccia intorno al collo, abbracciandolo, e lui mi accolse subito tra le sue braccia e nascose il viso tra i miei capelli.

-Andrà tutto bene James, andrà tutto bene-

 

***

 

Sirius

La guardai dare la buonanotte a tutti e la guardai malissimo.

-Dove stai andando?-

-A dormire, mi sembra ovvio-

-E perché ti vuoi portare quel coso? Guarda che non ci rimette piede nel nostro dormitorio, mi ha distrutto il cuscino e strappato le lenzuola quel vandalo- dissi, indicando quel mostro di gatto col dito. Avevo passato un pomeriggio terribile a cercare di dormire con quel mostro che salvata continuamente in giro e miagolava in modo decisamente troppo rumoroso. Aveva rischiato di finire lanciato dalla finestra un bel po' di volte.

-Tranquillo, dorme con me nel mio letto stanotte!- e detto questo mi stampò un bacio sulle mie labbra sconvolte per poi andarsene nel suo dormitorio. Da accigliato diventai incredulo e infine disperato. James, Peter e Remus scoppiarono e ridere e io mi voltai verso di loro fulminandoli.

-Non c'è niente da ridere!- e mi alzai pronto a seguirla. James però mi fermò, prendendomi per la caviglia e rischiando di farmi cadere.

-Ma sei ammattito?- chiesi, appena riuscii a trovare di nuovo l'equilibrio.

-Non pensi di esagerare? Insomma, sta andando solo a dormire nel suo letto!- mi disse.

Lily mi guardò con curiosità e io decisi che non era il caso di approfondire la questione.

-Va bene... vado anch'io a letto...- borbottai per poi andarmene nella mia stanza. Presi subito la mappa del Malandrino e controllai la stanza di Joy. C'erano solo le sue altre compagne di stanza e tutte erano nei loro letti. Diedi una breve occhiata al resto della mappa per controllare che nessun Serpeverde si avvicinasse anche solo al settimo piano. Poi tornai a osservare Joy. Cavolo, ma perché doveva stare a dormire nella sua stanza? Non... no, non potevo sopportarlo per una notte intera.

 

***

 

Lily

Osservammo tutti Sirius salire nel dormitorio e poi mi voltai a guardare James.

-Si può sapere che state combinando?- domandai. Notai l'occhiata piena di panico che lanciò Peter ai suoi amici, quella rassicurante di Remus per cercare di calmarlo e infine quella di James, che cercava indubbiamente di destabilizzarmi per farmi confondere. In effetti quegli occhi e quel sorriso stavano quasi per farmi dimenticare cosa stessi chiedendo e quindi mi voltai subito per osservare i pochi altri studenti che erano rimasti nella Sala Comune. Qualcuno del settimo anno, due del quinto che probabilmente erano preoccupati per qualche interrogazione; insomma, quattro gatti.

-Per una volta che non combiniamo niente ci fai l'interrogatorio?- scherzò James intanto, fingendo un’aria divertita.

-James smettila. Lo so che c'è qualcosa che non va e so anche che riguarda Joy. Proprio oggi in bagno ne parlavamo. La state seguendo e non capisco perché se c'è qualcosa che non va non lo dite apertamente!-

James si accigliò e poi sospirò, come per arrendersi all'evidenza, cosa che apprezzai perché mi sarei seriamente seccata se avesse continuato a raccontarmi bugie.

-Vedi, è una cosa complicata e non so il perché non ne ho parlato subito anche con te. Forse ero preoccupato di farti preoccupare ulteriormente- iniziò lui. Io lo ascoltai con attenzione.

 

***

 

Joy

Quanto odiavo i maschi. Mi girai ancora nel letto non riuscendo proprio a prendere sonno. Volevo avere Sirius accanto. Ma non dovevo essere io la prima a cedere. Sirius meritava una punizione, ma avevo purtroppo scelto una che era una punizione anche per me. Sbottai seccata pensando che per colpa della mia memoria mi ero anche dimenticata come fosse iniziata la discussione con Sirius. Probabilmente stava gioendo che non avessi continuato a tartassarlo di domande in cerca di spiegazioni.

Non avevo chiesto niente neanche agli altri... uffa... eppure già solo il fatto che mi avessero lasciata salire nella mia stanza da sola forse mi stava facendo pensare che fossi diventata davvero un po' paranoica...

No, aspetta, non ti fare convincere. Non è vero! Loro vogliono che tu pensi di essere pazza. Sirius te lo vuole fare pensare! Mi alzai subito dal mio letto decisa ad andare a parlare con quello stupido, ma il tempo di arrivare alla porta fui investita da un essere invisibile. Tentai di strillare, ma una mano mi stava tappando la bocca non facendomi respirare.

 

Presto capì chi era il mio rapitore e presi a mordergli la mano. Lui imprecò a bassa voce e mi strinse a se.

-Sono io!- disse Sirius.

-Lo so! Cosa cavolo ci fai qui con il mantello dell'invisibilità!-

-Volevo proporti un volo sulla scopa!- fu la sua pronta risposta. Trovai il mantello e mi infilai sotto anch'io, per poterlo guardare direttamente negli occhi.

-E chi ti dice che ti seguirò?-

-Vuoi forse dirmi che non stavi venendo a cercarmi?- domandò lui, certo della risposta. Per tutta risposta io gli pestai forte un piede, pensando con rammarico al fatto che non possedevo scarpe col tacco, forse per la prima volta in vita mia; sarebbe stato bello conficcargli nel piede un bel tacco a spillo.

-Ahia! Vuoi svegliare le tue compagne di stanza a furia di uccidermi?- protestò lui prendendosi il piede con una mano.

Sbuffai.

-Usciamo di qui, ma non pensare che verrò a dormire con te!- gli specificai. Ci muovemmo insieme sotto il mantello dell’invisibilità, uscendo prima dal mio dormitorio, salendo sulla scopa e uscendo dal castello direttamente da una delle finestre sulle scale della torre.

Non era una notte particolarmente fredda, ma decidemmo comunque di entrare dalle ampie finestre della torre di Astronomia, in modo da non stare totalmente esposti al freddo notturno.

Ci togliemmo il mantello dell'invisibilità e Sirius si appoggiò alle ringhiere che delimitavano i lati aperti della torre. Io mi appoggiai accanto a lui e non cacciai Sirius quando mi passò un braccio intorno alla vita e mi strinse al suo fianco.

-C'è una cosa di cui ti devo parlare mi sa- disse infine.

-Sono decisamente contenta che per una volta sei arrivato a una conclusione del genere da solo. Cosa mi stai tenendo nascosto?-

-Io so chi ha tentato di uccidere te e chi poi ha colpito me. E so anche che il suo obiettivo è ucciderti ancora, per questo non riesco a... a pensarti sola da qualche parte. Faccio addirittura fatica a non stare accanto a te anche se so che ci sono gli altri- ammise.

-Chi è stato, Sirius?- chiesi dopo un lungo silenzio.

-Mio fratello-

-No, non ci credo!- dissi subito. Lui mi guardò quasi male.

-Cosa? Pensi che mi sia inventato tutto?-

-No, non sto dicendo questo. Sto dicendo che... non ha senso. Perché dovrebbe volermi uccidere?-

-Lo hanno notato parlare con te quella sera di Natale. Pensano che lui abbia fatto la spia, cosa che incredibilmente è vera. Non gli hanno dato un ordine perentorio, ma... dovrebbe eliminarti lui per togliere quest'idea che lui avrebbe potuto tradire i Mangiamorte- mi spiegò sempre più accigliato. Forse perché mi sentivo sempre più presa dal terrore.

-No, no... lui non... lui ci ha aiutato e io ho fatto un casino. Sirius mi dispiace-

 

***

 

Sirius

Non capivo. Di cosa si stava dispiacendo? Ero confuso e non mi piace essere confuso.

-Joy cosa stai dicendo?-

-Che ho fatto una vera cretinata ad avvicinarmi a lui. Non voglio che gli succeda qualcosa per colpa mia!-

Io scoppiai a ridere, una risata amara e forse stridula.

-Colpa tua? Spero tu stia scherzando Joy. Non è affatto colpa tua tutta questa storia, io so di chi è la colpa e non ho intenzione di ascoltare te che ti colpevolizzi. Non lo sopporterei- mi girai e appoggiai le mani sulla ringhiera, cercando di non tremare. Era colpa mia cavolo, mia e di Regulus. Assolutamente non di Joy.

-Sir...- lei mi mise una mano sulla spalla, ma me la scrollai di dosso, evitando di girarmi verso di lei.

-Odio quando fai così. Okay, non mi colpevolizzerò. Ma se non è colpa mia non lo è neanche tua, chiaro? L'unico colpevole è uno solo: Voldemort. Nessun altro ha colpe!-

Il silenzio calò tra di noi, ma non era sgradevole. Semplicemente non sapevo come riempirlo. Credevo alle sue parole, anche se sapevo che Voldemort era lo scatenante di tutto, ma non per questo potevo non sentirmi in colpa. Ma non volevo discutere oltre, ero stanco di farlo già abbastanza con me stesso. Odiavo mostrarmi debole, odiavo quello che sentivo, semplicemente odiavo.

Amavo Joy però e quando lei mi abbracciò sentì il calore tornare nel mio corpo. Guardammo la luna per molto tempo, in silenzio, mentre cercavo di ricostruire grazie a lei quel qualcosa che dentro di me si era spezzato già da tempo, ma che ora tornava a frantumarsi di più.

 

***

 

Lily

Fui contenta di scoprire che Sirius aveva detto la verità a Joy. Lei era pensierosa, ma non sembrava troppo preoccupata quindi cercammo tutti di non parlarne molto, stavamo soltanto tutti molto attenti a quello che facevamo. Andavamo persino a tutti gli allenamenti di Quidditch e mi ritrovai mio malgrado ad adorare quei momenti, non perché avessi scoperto una passione per quello sport, ma perché vedere James spensierato volare, era una cosa bellissima!

Un vero e proprio spettacolo che mi faceva battere forte il cuore, purtroppo anche perché era davvero un pazzo su quella scopa. Temevo sempre che potesse cadere e farsi male!

Prima di rendercene conto arrivarono le vacanze di Pasqua e per me arrivò il momento di tornare dai miei genitori. Volevo vederli, ma lasciare loro mi faceva male. Loro sarebbero andati tutti a casa del fratello di Joy perché alcuni giorni dopo Pasqua ci sarebbe stato il suo matrimonio. Io li avrei raggiunti naturalmente, ma sarei dovuta tornare a casa.

Fu con il cuore in gola che li salutai alla stazione.

Avevo un brutto presentimento e anche se mi ripetevo che mica ero una veggente e che quindi non sarebbe successo niente, non potei non sentirmi comunque angosciata.

 

***

 

Ed ecco la fine del capitolo! È uscito molto più triste di quanto volessi...Sono tornata veloce come all'inizio? No, non ci sperate, non vorrei deludervi! Ma tenterò di farlo, lo prometto!=)

ringrazio tantissimo  _ginnyweasley_ per la sua recensione, grazie grazie grazie!!!!!!!! mi sembra incredibile che ti piaccia tanto questa storia da leggerla più di una volta!=) non hai idea di quanto mi facciano felici le tue parole e continuerò a scrivere fino alla fine per te perché se c'è anche solo una persona che apprezza non posso deluderla! Spero di non farlo con questi ultimi capitoli! X( grazie ancora a te e a tutti coloro che hanno letto la mia storia e che leggeranno questo nuovo capitolo!

Spero di tornare presto col nuovo!

Alla prossima!

 

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Capitolo 60
*** Cinquantottesimo capitolo: Il mio grande e grosso matrimonio coi mangiamorte! ***


CAPITOLO 58: 

Il mio grande e grosso matrimonio coi mangiamorte!

Sirius

-Cosa?- domandai incredulo a Joy, che mi fissava ancora sorridente con la lettera in mano.

-Martedì di sposa Erik! Mi sembra ovvio che dobbiamo andarci!- rispose con assoluta calma.

-Mah... mah..- ero senza parole. Mi stropicciai il viso, cercando di mettere insieme le parole, ignorando le mille imprecazioni che stavano girando furiose nella mia testa.

-Tu non vai da nessuna parte, specialmente in un posto dove ci saranno mille Mangiamorte pronti a farti del male!- dissi infine. Sapevo che erano le parole sbagliate appena le avevo viste delinearsi nella mia testa, ma avrei fatto di tutto per metterla al sicuro, anche dovermi scontrare con la sua ostinazione!

 

***

 

James

Sospirai per la millesima volta mentre Joy continuava a lamentarsi a gran voce e a distruggere il cuscino di Sirius, prendendolo a pugni.

Guardai di sottecchi Lily, che ascoltava Joy sempre più accigliata. Incredibile come fosse già dalla sua parte, stavano entrambe ormai insultando a gran voce Sirius per la sua stupidità. E io cosa facevo? Me ne stavo zitto! Chi sono io, forse uno stupido per mettermi in mezzo a una situazione del genere? Specialmente se dovevo lottare contro Lily e Joy. Non mi conveniva. Eppure...

Mi alzai deciso ad andare a cercare Sirius.

-Ehi! Dove vai? Tu non dici niente? Sei dalla sua parte come al solito, vero?- mi richiamò Joy seccata, poco prima che avessi girato la maniglia della porta. Mi voltai verso di lei e sorrisi.

-Lo sai che sarò sempre dalla sua parte, no? Ha scelto il modo sbagliato sicuramente, ma pensa a questo Joy: lui ti ama e vuole solo saperti al sicuro!-

 

***

 

Sirius

Lo sapevo che sarebbe arrivato. In effetti lo stavo aspettando ormai. Finsi di non averlo sentito e continuai a lucidare la mia bellissima moto. Avevo deciso di nasconderla nella Stamberga Strillante, almeno i giorni in cui non ci andavamo con Remus. In quei giorni l'avrei posteggiata a Hogsmead, in qualche stradina protetta da incantesimi; non potevo mica rischiare che un lupo nevrotico potesse distruggermela, giusto?

James si sedette in silenzio accanto a me e io mi rivolsi a lui solo dopo aver finito di strofinare per bene la pezza su tutta la moto.

-Cosa avrei dovuto fare?- chiesi semplicemente.

-Penso niente. Ti sembrerà strano amico, ma se fossi stato al tuo posto avrei avuto la tua stessa reazione!- mi rispose semplicemente e io ne rimasi stupito. Lo schema era semplice in genere. Io sbagliavo, lui arrivava e mi spiegava come la mia impulsività non mi avesse fatto notare la risposta più ovvia. Lui non era un tipo riflessivo come Remus ma, probabilmente per istinto, riusciva a capire più facilmente di me tutti i meccanismi che c'erano dietro alla maggior parte delle situazioni e dei comportamenti della gente. E ora aveva ammesso che avrebbe fatto esattamente quello che avevo fatto io.

-Allora ho ragione!- esultai quasi. Lui scosse il capo e lo guardai deluso.

-Non è giusto questo, lo sai?- Mi rispose con un ghigno.

-Non ci sono molte cose giuste nel mondo, purtroppo! Comunque Sirius il problema è uno e uno soltanto! Tu non puoi vietare una cosa a Joy! Tralasciando il fatto importante che stiamo parlando del matrimonio di suo fratello, evento importantissimo e che nessuna sorella che vuole bene a suo fratello perderebbe, non avresti potuto fare una cosa del genere anche se fosse stata semplicemente un uscita tra amiche-

-Ma io sono il suo ragazzo!- mi difesi.

-E lei è una donna, ormai! Joy non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno fin da piccola, vuoi farlo ora tu quando ha decisamente tutti i diritti di prendere le sue decisioni? Immagina per un attimo se le parti fossero invertite!-

-Io non andrei al matrimonio di Regulus!- ribattei subito.

-Lo so, cavolo, mi lasci finire. Non immaginare il matrimonio di Regulus, povera la sua futura consorte! Immagina se Joy ti avesse proibito di usare la moto! Insomma, è pericolosa normalmente, per di più tu la stai facendo volare illegalmente! Potrebbe finire molto male e lei avrebbe avuto tutte le ragioni per impedirtelo di fare! Se si fosse opposta quale sarebbe stata la tua reazione?-

-Probabilmente molto simile a quella che ha avuto lei- ammisi a malincuore.

-Esatto! Vi amate, è normale prendersela a cuore in questi casi, ma non possiamo per questo non vivere, la paura di perderci non deve obbligarci a non vivere!-

 

***

 

Joy

Ero ancora furiosa quando tornarono gli altri. Sirius mi fece cenno di seguirlo e io strinsi i denti e andai con lui. Avevo riflettuto sulle parole di James naturalmente, ma non pensavo di avere comunque torto. Sarei andata al matrimonio di mio fratello ad ogni costo.

Avevo assecondato il suo pedinamento quasi ossessivo solo per un motivo: saremo stati sempre insieme e anche io avrei potuto proteggerlo. Una delle cose che non capiva e che io non ero più in pericolo di chiunque altro! Ognuno di noi poteva essere ucciso da un momento all'altro, il fatto che un singolo Mangiamorte volesse uccidere me, non toglieva che ce ne erano tantissimi che avrebbero potuto uccidere i miei amici anche senza premeditazione.

-Andremo al matrimonio tutti insieme, ma mi dovrai stare sempre vicina!-

Tutte le mie proteste sparirono subito e strinsi forte le mani di Sirius, per poi sorridergli.

-Staremo insieme e staremo attenti. Ti amo Sirius-

 

***

 

Regulus

Inginocchiato a terra, osservavo il tappetto rosso di fattura orientale per non cadere nel panico.

Li sentivo sghignazzare gli altri, come era immaginabile del resto. Avrebbero visto un bello spettacolo, erano davvero pochi quelli che avrebbero provato ribrezzo oppure si sarebbero dispiaciuti per me. Effettivamente li avrei potuti contare sulle dita di una mano.

Il silenzio gravava come un macigno, ma sapevo di non poter dire niente per rimediare al mio errore.

-Regulus Black- sibilò dolcemente la figura vestita di nero a capotavola. Rabbrividendo, alzai finalmente lo sguardo sul Signore Oscuro.

Era rivolto leggermente verso di me, ma in realtà non mi guardava. Fissava le sue dita lunghe e aguzze, sembravano quasi degli artigli. Per la centesima volta mi chiesi cosa avesse fatto per apparire sempre meno umano. Pensiero stupido in un momento del genere, ma abbastanza particolare dal distrarmi quel poco per non scappare strillando. No, non lo avrei mai fatto, ma sapevo che la paura era difficile da controllare.

-Ho riflettuto attentamente su quello che è successo e ora ho la prova decisiva che mi serviva. Non si dica mai che io, Lord Voldemort, non abbia analizzato le cose nel modo più corretto. Miei cari seguaci, ascoltate attentamente perché questo sarà di monito a tutti! Quando si giura fedeltà a Lord Voldemort, hai stilato un patto chiaro e inviolabile. 

Se lo infrangi la punizione è solo una: la morte! E tu, Regulus, hai tradito il tuo signore!-. Incredibile con che tono teatrale lo disse. Era un vero oratore, perfetto in ogni sua pausa e intonazione. Persino io ero rapito da ogni sua parola e aspettavo l'ultima che avrebbe decretato la mia fine.

Feci di tutto per non tremare mentre scrutavo Lord Voldemort, che intanto aveva preso la bacchetta in mano.

-La morte di un traditore deve essere particolarmente spettacolare, non lo pensi anche tu? Ma prima di tutto vorrei mostrarti una cosa, giusto perché tu sappia che la tua morte non ha portato a niente. Mi hai tradito per salvare delle persone, gesto nobile secondo molti, ma avrebbero torto. Bellatrix, portali qui!- ordinò con un freddo sorriso.

E Bellatrix, ghignando profondamente divertita, lanciò ai miei piedi due cose. Sapevo che non dovevo guardarle, sapevo che qualsiasi cosa fossero sarebbero state orrende e mi avrebbero fatto morire. Ma come potevo non guardare?

Erano due teste, totalmente sfigurate. Orbite vuote, tagli sanguinanti e ovunque, una non aveva perfino più le labbra. Quei volti erano due maschere di dolore e orrore. Una era di una ragazza, di Joy, e l'ultima fu quella che mi fece più male. La testa di mio fratello giaceva a pochi passi da me e per quanto fosse sfigurata e quasi irriconoscibile, sembrava guardarmi con aria d'accusa.

-No... no...- gemetti, non riuscendo più a controllarmi. Tremavo, mi sembrava di aver bevuto acido che ora mi stava corrodendo dall'interno, non riuscivo quasi a respirare, non capivo più niente.

-Sì, non li hai uccisi per mio ordine. E ora sono morti nel modo più straziante e orribile. Hanno gridato e supplicato fino a quando il loro cuore non ha smesso di battere. E le ultime parole erano per te Regulus. Parole piene di odio verso di te che li hai lasciati a noi!-. E Lord Voldemort rise, una risata fredda, acuta, così come la sua voce. Una risata che mi gelò il sangue, che mi sarebbe rimasta nelle orecchie per sempre.

 

Mi svegliai di colpo, col fiato così corto che mi sembrava di morire. Ero tutto sudato, avevo combinato un casino tra coperte e lenzuola ed ero così attorcigliato in mezzo che quasi non riuscivo a muovermi. Nel buio mi cercai di liberare e per tutta risposta finì a terra. Imprecai e cercai di calmarmi, riprendendo a respirare più lentamente. Era solo un sogno, un sogno, forse premonitore visto la situazione, ma solo un sogno. Libero dalle coperte mi avviai verso la finestra e scostai le tende. Ero nella mia stanza, a Grimmauld Place. Per fortuna non ero a Hogwarts, sarebbe stato decisamente difficile passare inosservato nel dormitorio. Avrei dovuto dare spiegazione, ma c'era un grosso problema: in quel momento non avevo nessuna risposta.

 

***

 

James

Passammo la Pasqua a Hogwarts a studiare, purtroppo, cosa deprimente e inaccettabile e che infatti noi Malandrini cercammo di mitigare facendo scherzi e approfittando di ogni momento disponibile per divertirci.

Poi, d'accordo con il preside, martedì mattina andammo al matrimonio di Erik con la metropolvere.

Tutti e sei arrivammo a casa di Erik trovandolo in crisi. Era agitato e non riusciva neanche ad sistemarsi il papillon.

Joy e Sirius risero come pazzi e io li imitai.

-Grazie, è sempre confortante avere il vostro sostegno- sbraitò lui seccato, slacciandosi l'ennesimo tentativo mal riuscito.

-Lasciali stare, vedremo quando saranno loro al tuo posto!- ci sgridò Remus anche con uno sguardo e andò ad aiutarlo. Peccato che neanche lui avesse mai fatto un papillon.

Ghignando ancora spostai Remus e gli sistemai io il fiocco.

-Grazie- sospirò un secondo più rilassato Erik.

-Sei un vero figurino fratello. Hai dormito? Sei...- Joy si era avvicinata e lo stava osservando preoccupato, ma Erik non la lasciò neanche finire.

-Va tutto alla grande, sono solo nervoso! Andate a vestirvi, su, non posso arrivare in ritardo!-

Anche io avevo notato che Erik era decisamente sciupato. Mi chiesi cosa fosse successo e cosa ci stesse nascondendo, ma effettivamente dovevamo sistemarci quindi decisi di rimandare la discussione. Riuscii a vestirmi alla velocità della luce e lo raggiunsi prima di tutti gli altri. Si era messo addosso un mantello da viaggio molto elegante e stava controllando di non dimenticare niente.

Aveva in mano vari oggetti, tra cui riconobbi subito la sua bacchetta e una scatola che conteneva probabilmente gli anelli.

-Sono pronto!- iniziai, pensando che fosse un buon modo per tranquillizzarlo.

-Bene, e gli altri?- domandò lui distrattamente, fissando dei fogli. Cercai di sbirciare cosa ci fosse scritto mentre gli rispondevo che erano tutti quasi pronti.

Lui mi notò e mi fissò accigliato mentre faceva sparire tutti i fogli con un colpo di bacchetta.

-Sai, sarebbe simpatico dirci quali sono i problemi meno ovvi, non pensi? Dobbiamo essere tutti preparati a qualsiasi cosa succeda! E non mi dire che sei nervoso solo per il matrimonio!- Ci sorprese Joy, che era arrivata insieme agli altri.

-Non... non c'è niente da dire che voi non abbiate già immaginato. Il mio gentilissimo suocero ha solo deciso di invitare non solo gran parte dei Mangiamorte più ricchi della comunità magica, ma Voldemort in persona-

 

***

 

Joy

La notizia ci lasciò talmente basiti che restammo in silenzio per un bel po'. Poi Erik, ci sorrise, cercando di sembrare rassicurante.

-Io naturalmente in cambio ho invitato tutti gli Auror possibili ed immaginabili e ci sarà anche Silente. Quindi... sono sicuro che non succederà niente. In più non riteniamo probabile che Voldemort si presenti davvero, visto che per i crimini che si è già macchiato potremmo benissimo arrestarlo, ma l'idea che il mio matrimonio si possa trasformare nella terza guerra mondiale, come potete ben pensare, non mi fa rilassare per niente!- spiegò Erik, cercando perfino di scherzare.

-Sarebbe davvero stupido da parte sua presentarsi! E tuo suocero è un idiota ad averlo invitato!- commentai.

-Non vuole farselo nemico, questa è la semplice verità. Pensa che non abbiamo nessuna possibilità di fermarlo e che tra poco sarà lui a regnare su tutto il mondo magico, perciò vuole fargli capire che è dalla sua parte- ammise Erik.

-Beh, si sbaglia. Lo fermeremo!- La voce di James riuscii a darci tranquillità e speranza, cosa sconvolgente visto che aveva detto solo cinque parole. Lily gli strinse la mano e poi ci sorrise.

-Forza, stiamo andando a un matrimonio, mica a un funerale! Andiamo?- ci invitò lei con entusiasmo.

 

***

 

Lily

Come avevo immaginato il matrimonio fu decisamente una cosa in grande. A parte gli invitati, fu una cerimonia fantastica. Nel momento delle promesse strinsi la mano a James e lo guardai negli occhi e da come mi ricambiò capii che anche lui pensava a quando sarebbe successo a noi. 

Il ricevimento era stato organizzato bene, probabilmente sia Erik che Amelia avevano pensato a lungo a come sarebbe stato meglio disporre i tavoli e i luoghi. Noi invitati eravamo divisi da linee invisibili, delineate dai tavoli e dal via vai dei camerieri. Naturalmente ognuno poteva andare da una parte all’altra, ma nessuno ci provò e quindi riuscimmo tutti a divertirci. Noi ci eravamo seduti con Frank e Alice, che ci avevano raccontato i vari aneddoti sull'addestramento per Auror. Si era unito a noi anche Moody e grazie ai Malandrini eravamo riusciti a ridere e a scherzare come se dall'altro lato della sala non ci fossero i Mangiamorte.

Eravamo tutti felici e verso la fine della serata James mi invitò a ballare. Era un lento e girammo l'uno tra le braccia dell'altro con lentezza e serenità.

Non avevamo bisogno di parole, stavamo parlando attraverso gli occhi, io leggevo nei suoi tutto il suo amore per me e ricambiavo in modo altrettanto forte.

Mi immaginai tra le sue braccia a ballare, esattamente come in questo momento, solo che invece del vestito verde che indossavo ora, portavo uno bianco. Noi al nostro matrimonio. E capii che non importava quando, come o altro, ma che il mio destino era stare con lui per sempre.

 

***

 

James

Lo vidi da lontano e fu come se si gelasse la sala. Portava un mantello nero col cappuccio calato sul viso, probabilmente per non fare scalpore.

Solo i suoi seguaci sapevano del suo arrivo e gli stavano intorno celando più che potevano la sua presenza agli Auror. Era incredibile che fosse venuto davvero, non pensavo che l'avrebbe fatto. Ma del resto se fosse stato prevedibile non sarebbe stato così tanto pericoloso.

Strinsi a me Lily, osservando sopra la sua testa la situazione.

-James, cosa c'è?- chiese Lily, avvertendo probabilmente la mia tensione.

-L'ospite speciale è arrivato!- gli rivelai. Volteggiammo per un po' con discrezione in modo che anche lei potesse vederlo.

Io controllai cosa stavano facendo gli altri e capii che anche loro l'avevano notato. L'occhio di Moody era puntato chiaramente sul gruppo che circondava Voldemort.

Con orrore notai che il suocero stava parlando con Voldemort e ad avvicinarsi a loro stavano proprio andando gli sposi.

 

***

 

Erik

Ecco qua, come poteva mai finire al meglio il giorno del mio matrimonio? Facile, essere presentato dalla mia “cara” nuova famiglia all'ospite d'onore.

L'uomo responsabile di questa guerra, l'uomo che aveva ucciso un sacco di persone, l'uomo che aveva ucciso mio padre. Amelia mi strinse forte la mano e quando incrociai il suo sguardo capii che era pieno di paura e di scuse per tutta questa situazione. Per la millesima volta mi chiesi perché non fossimo semplicemente scappati e ci fossimo sposati di nascosto, sarebbe stato decisamente meglio. Però sapevo che quell'uomo poi non avrebbe fatto altro che cercare la figlia e lei sarebbe stata in pericolo. Non potevo permetterlo!

E quindi ora mi trovavo davanti a Voldemort.

Cosa gli avrei dovuto dire? “È un piacere finalmente vederti! Ci rivediamo domani quando sarò in servizio così ti posso mostrare un posto fantastico come Azkaban?” Non sarebbe stata poi così brutta come frase...

I suoi occhi rossi mi gelarono dentro così come la sua voce quando, dopo averci scrutato con attenzione, ci parlò.

 

***

 

Sirius

-Dove vai?- chiesi a Joy, trattenendola per un braccio.

Lei non si voltò neanche, lo sguardo fermo su suo fratello.

-Devo andare da lui!- disse soltanto.

-Non è il caso. Attireremo solo l'attenzione ancora di più su di lui. Manterrà i nervi saldi e non succederà niente! Non vedi? Non vuole attirare l'attenzione degli Auror e di Silente e sa che tutti lo stiamo osservando!- James ci aveva raggiunto e aveva una voce sicura e rassicurante. Feci scivolare la mano che teneva il braccio di Joy fino alla sua mano e gliela strinsi in silenzio. Lei ricambiò con un stretta forte, mentre osservava preoccupata suo fratello che stava rispondendo a Voldemort. Aveva il viso serio e lo sguardo tagliente e l'aria intorno a lui sembrava tesa, ma non parlarono più di qualche minuto e poi si congedarono. Erik e Amelia vennero con calma verso di noi, fermandosi a prendere prima da bere.

Prima di berlo, notai Erik che controllava con un incantesimo non verbale il contenuto, mossa furba visto che sarebbe stato facilissimo versarci del veleno.

-Tutto bene?- chiese Joy, andandogli incontro. Erik l'abbracciò col braccio libero e sorrise rassicurante.

-Sì Joy, non ti preoccupare. Dalle vostre parti invece tutto bene?- domandò lui, scrutandoci tutti. Annuimmo e poi tornammo al nostro tavolo, per parlare un po' con Moody e il professor Silente, che si era unito a lui. Stavano parlando ti dolci, con noncuranza, come se non fossero stati minimamente toccati dall'arrivo dell'ospite d'onore.

-Non possiamo fare niente, vero?- chiese Erik a Moody, semplicemente. Lui lo guardò male.

-Possiamo mangiare un altra fetta di dolce ragazzo. Ma avventarsi su un altro piatto troppo appetibile ci porterebbe a fare fila per nulla, non trovando più niente al nostro arrivo al tavolo-

 

***

 

Ed ecco la fine del capitolo! Cosa c'è? Avete avuto paura che fossi di nuovo scomparsa? Spero di no e mi dispiace se ho dato questa impressione. Sono tornata con questo capitolo che non so esattamente se mi soddisfa, e annunciarvi che ho finalmente un idea di quando e come finirà questa storia. Ho abbandonato l'idea di scriverla fino alla morte di James e Lily, non ci riuscirei, e ho deciso che ci saranno circa altri due capitoli! Forse tre, ma non penso... spero di non dare l'idea di voler finire al più presto la storia, non è mia intenzione, ma effettivamente non mi rimane molto da scrivere considerato che a breve finiranno la scuola. Qualcos'altro c'è, ma penso di non arrivare a più di tre capitoli sicuramente. Grazie a tutti voi lettori, silenziosi o no! Alla prossima, che sarà presto! :*

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Capitolo 61
*** Cinquantanovesimo capitolo: la fine di un sogno ***


CAPITOLO 59: 

La fine di un sogno

Joy

Dopo il matrimonio non ci restò altro che tornare a scuola e studiare. Nonostante cercassimo di godere di ogni piccolo secondo delle nostre giornate, il tempo volò inesorabilmente e ci trovammo presto al giorno prima dei M.A.G.O. Il castello fremeva tutto per emozioni simili, ma al contempo differenti.

Tutte le classi avevano finito gli esami di fine anno ed erano pronti a divertirsi quell'estate, solo quelli del quinto e noi del settimo anno avevamo addosso il peso degli esami. I G.U.F.O. sarebbero finiti il giorno dopo, i nostri esami sarebbero invece iniziati proprio domani. Studiammo insieme per quasi tutta la mattina e pomeriggio, nonostante le lamentele di Sirius e di James, anche se considerato tutto non furono così troppe, ma la sera decidemmo di rilassarci.

Invece di andare a mangiare nella Sala Grande, i ragazzi fecero il pieno di squisitezze in cucina e insieme a Lily ci trovammo tutti sulle rive del lago nero, con la luce del sole che stava sempre più scomparendo lasciando solo quella della luna e delle stelle, a fare un meraviglioso e rilassante picnic.

Mi sdraiai su una delle coperte che avevamo steso sull'erba, osservando quel piccolo spicchio di luna che comunque iniziava sempre di più a brillare e immaginando cosa sarebbe successo il giorno dopo.

Sirius si stava ancora abbuffando insieme a Peter, Remus stava guardando distrattamente la foresta, forse con pensieri simili ai miei. James e Lily si erano spostati sulle rive del lago e lui gli stava dicendo chissà cosa. Era bello vederli insieme e mi chiesi se anche io e Sirius eravamo così visti dall'esterno.

Poi il mio pensiero volò a mio fratello e mI vennero i brividi al solo pensiero di quello che era successo il giorno del suo matrimonio. Ora lui e Amelia erano nascosti, perché Voldemort aveva cercato di assoldarli e si sa che o la risposta è sì, oppure ti uccideranno presto. Guardai con tristezza e preoccupazione un filo d'erba, chiedendomi cosa il destino ci avrebbe fatto affrontare ancora.

Due braccia forti e calde mi abbracciarono da dietro e labbra ancora fredde per il gelato appena mangiato si posarono sul mio collo.

-Non starai pensando a quegli stupidi esami di domani, vero? Avevamo detto che ci saremo rilassati stasera!- mi apostrofò, lui accigliato.

-Quanto gelato hai mangiato?- chiesi, decisa a non rispondergli. Non volevo rovinare la serata con simili pensieri, ero seccata profondamente con me stessa già per averli tirarti in ballo.

Gli passai una mano sui capelli, scombinandoglieli un po' e Sirius mi guardò male.

Poi mi baciò. Sapeva di fragola! E io amavo la fragola. Così come amavo lui.

 

***

 

Lily

 

Forza Lily, non andare nel panico. Sei pronta, hai studiato tutto fino all'ultimo, hai ripetuto un sacco di volte, ora non ti resta che entrare e iniziare il tuo primo esame. Andrà tutto bene!

Ripetei nella mia testa questo incoraggiamento un milione di volte almeno, per riuscire ad avere almeno una parvenza di calma, ma quando riaprii gli occhi e incrociai quelli di James il panico ritornò tutto indietro.

-Lily andrà tutto benissimo! Stiamo per affrontare un esame, non stiamo andando alla forca!- scherzò lui, come al solito. Il suo sorriso e le sue mani che strinsero subito le mie, però, mi fecero sentire molto meglio.

-Però non sono esami qualunque. Sono i M.A.G.O. Decreteranno cosa possiamo o non possiamo fare nella nostra vita!- gli feci notare. Il mio panico non era eccessivo, c'era davvero di che preoccuparsi.

-Mio zio Alfred non riuscii a superare i M.A.G.O. di nessuna materia, ma trovò comunque un lavoro rispettabile e visse fino a 50 anni sereno, felice e con quasi tutte le dita dei piedi!-

-Come perse le dita dei piedi?- chiesi incuriosita.

-Aspetta, tuo zio Alfred non era quello che allevava vermicoli? È stato divorato nel sonno da uno di loro, poveretto!- intervenne Sirius.

Inarcai le sopracciglia, guardando James.

-Allevare vermicoli? Sarebbe questa la tua proposta?- presi in giro James, che guardò Sirius male per avermi svelato il lavoro dello zio Alfred.

Prima che potesse ribattere, però, le porte della Sala Grande si spalancarono e tutti gli alunni del settimo anno entrarono dentro per prendere posto.

Mi sedetti in terza fila con il cuore ancora in gola. Stavamo iniziando con Trasfigurazione e la professoressa era in piedi di fronte a tutti noi, però portava un mantello nero col cappuccio e si scorgeva appena la sua figura. Non mi soffermai molto sulla stranezza del mantello fino a quando non vidi le dita che sporgevano dalle maniche. Erano bianche, lunghe e sottili, come zampe di un ragno albino. Con un colpo di bacchetta comparvero dei fogli davanti a noi, sul banco, e li guardai col fiato sospeso. Non era il foglio dell'esame.

Era una lettera di Voldemort che ci informava che ormai il regno magico era suo e che avevamo solo due possibilità, diventare Mangiamorte oppure morire.

-Meglio la morte!- fu la risposta forte e chiara di James.

No, stavo gridando nella mia testa, ma ero come pietrificata e non potei far altro che guardare Voldemort che puntava velocissimo la bacchetta su James mentre gridava: -Avada Kedavra-

 

-Lily? Lily! Svegliati Lily!- sentivo James chiamarmi, ma lo vedevo lì, a terra tra i banchi. All'improvviso mi sentii scrollare forte e aprii finalmente gli occhi. James mi guardava preoccupato, stringendomi per le braccia con le sue calde mani. Eravamo nella sua stanza, nel dormitorio dei ragazzi. Tutto era tranquillo, la luna ci illuminava appena spuntando timida dalla finestra. Gli altri avevano le tende tirate e probabilmente dormivano sogni tranquilli e privi di incubi come i miei. Era solo un incubo! Con ancora il cuore in gola accarezzai il viso di James che ancora mi fissava preoccupato. Era caldo e vivo ed era meraviglioso.

Stava per parlare, ma io lo fermai mettendogli l'indice sulle labbra.

-James Potter vuoi sposarmi?-

 

***

 

James

La guardai completamente confuso mentre il mio cervello tentava di elaborare le sue parole. Dormivo tranquillo quando l'avevo sentita agitarsi di fianco a me. Piangeva e diceva il mio nome.

E ora lei mi... o cavolo, dove avevo messo l'anello? Chiusi gli occhi per un secondo, per poi tornare a guardarla. I suoi grandi occhi verdi erano ancora pieni di lacrime, ma mi guardava con serietà e amore, un sguardo di amore solenne.

Feci scivolare le mie mani sulle sue braccia fino a stringere le sue mani tra le mie e le guardai, unite. Me le portai al viso per baciarle e sorrisi. Mi morsi l'interno della bocca per trattenere una battuta che sicuramente mi avrebbe fatto meritare un pugno da parte di Lily, dovevo prima fare la mia parte! Pensai divertito a quanto avevo rimandato la dichiarazione! C'erano stati molti momenti perfetti, ma non come li volevo io. Io volevo prenderla di sorpresa, volevo stupirla, volevo fare una proposta che l'avrebbe fatta innamorare ancora di più di me. Ma avevo rimandato troppo e ora aveva preso lei l'iniziativa. La mia Lily, così forte, così imprevedibile, così... mi sarei dovuto preoccupare seriamente se iniziava così, chi avrebbe portato i pantaloni in questa famiglia con una moglie come lei? Ma infondo, era davvero importante? 

-Sì, Lily Evans, ti sposerò se tu vorrai- e poi la baciai. Lei si strinse a me con una sorta di disperazione e ricambiai con dolcezza. Quando tornai a guardarla negli occhi scacciai le ultime sue lacrime e mi finsi indispettito.

-Potevi farmi fare l'uomo e aspettare, però!- scherzai infine. Lei rise, per poi baciarmi di nuovo.

-La colpa non è mia. Sei tu che hai aspettato troppo! E manca anche l’anello, ma non pensavo di dovertelo prendere Milady- mi prese in giro. Ormai ero sdraiato di nuovo sul letto con lei sopra e feci scivolare le mani sulla sua schiena per farla aderire ancora di più al mio corpo.

-Mi hai chiamato davvero Milady? Stai forze dicendo che non sono un uomo?- Lei si sistemò meglio su di me e entrambi sospirammo di piacere.

Lei non mi rispose, ma si piegò di nuovo su di me per baciarmi. Però mancava una cosa!

Capovolsi la situazione e poi mi alzai in piedi prendendola per le mani e tirandola su.

-Che stai facendo?- chiese lei stupita.

-Devi venire con me, ora!-

-Dove? È tardissimo e domani iniziamo gli esami! Cavolo, ci sono i M.A.G.O. domani e noi siamo qui svegli e non riposiamo!- si ricordò lei, all'improvviso. Io sbuffai.

-Lily Evans vieni con me senza fiatare. Non dobbiamo andare lontano comunque, tranquilla!- la rassicurai. Afferrai il suo mantello per posarglielo sulle spalle e poi feci lo stesso col mio. Tastai un attimo la tasca per assicurarmi che ci fosse la scatoletta e poi presi la scopa.

-E perché la scopa?-

-Spegni il cervello Lily e vieni con me- ripetei per la seconda volta. Che testarda questa ragazza. Salii sulla scopa e gli porsi la mano. Uscimmo dalla finestra e atterrammo sopra la torre di Grifondoro, sul tetto.

Era uno dei miei posti preferiti e quella notte erano ancora più bello con solo la luce del piccolo spicchio di luna e quella delle stelle a illuminare di raggi d'argento tutto il castello e il parco.

Osservai attentamente Lily guardare il paesaggio incantata e poi prendermi per mano. Ci sedemmo sul tetto spiovente stando attenti a non perdere l'equilibrio e io tentai di riordinare i pensieri.

-Lily Evans, so che mi hai bruciato sul tempo, ma per ricostruire il mio ego altrimenti mutilato, devo fare anche la mia parte. Quindi facciamo finta che tu non abbia chiesto nulla, okay? E ricordati che io ho risposto sì, e che quindi la tua risposta dovrebbe essere molto simile!-

-Il tuo ego ne soffrirebbe se scoppiassi a ridere?- tentò di restare seria lei.

-Decisamente quindi cuciti la bocca e stammi ad ascoltare!- risposi divertito. Lei finse addirittura di cucirsi la bocca e mi ritrovai a trattenere io le risate.

-Sei proprio impossibile Lily. E io ti amo anche per questo. Con te al mio fianco mi sento felice, mi sento bene, completo. Quando sei con me magari mi sento un pò stupido a volte, ma sicuramente mi sento anche più forte. Non ho idea di cosa ci riserverà il futuro, ma so che se ci sarai tu al mio fianco saprò affrontare tutto! Voglio amarti per l'eternità, non solo fino alla fine dei nostri giorni! Lily Evans vuoi accettare un piantagrane come me, una fonte continua di problemi, ma anche di risate, uno stupido che però ti ama e che per te morirebbe, come marito?- e tirai fuori la scatoletta che da troppo avevo nella tasca. Lei la prese tremante, ma non l'aprii subito.

-Sì, James, lo voglio. E tu accetterai di sposare una pazza come me, con tutti i difetti che ho, le pippe mentali che mi faccio e i mille problemi che sono sicura che creerò?-

-Si Lily, lo voglio-

 

***

 

Lily

Affrontammo gli esami insieme, io con un anello meraviglioso all’anulare della mano sinistra. Ci saremo sposati! La mattina prima degli esami mandai una lettera ai miei per dirgli le novità, perché non potevo aspettare fino alla fine della scuola per farglielo sapere. Ogni giorno svolgevamo prima gli scritti e poi gli esami orali o pratici delle varie materie e i giorni si susseguirono tra ripetizioni e studio. Purtroppo finirono anche subito e presto ci ritrovammo a dover sistemare il baule per il ritorno a casa. Era orribile l'idea di abbandonare Hogwarts, ma avevamo anche tutto un futuro davanti da iniziare e anche se faceva paura, eravamo Grifondoro, giusto? Lo avremo affrontato.

 

***

 

James

Ed eccoci qui, la notte prima del nostro ritorno a casa. Tra poche ore avremo lasciato per sempre Hogwarts e saremo diventati adulti nel pieno senso della parola.

Eravamo nel nostro dormitorio, ma tutti e quattro non riuscivamo a prendere sonno e parlavamo continuamente, senza avere davvero qualcosa da dirci. Scherzavamo, cercando di far finta di niente, ma la verità era che eravamo tutti preoccupati. Ci eravamo ritagliati quella sera e notte solo per noi, solo noi Malandrini!

-Ragazzi, voi non avete fame?- chiese Sirius ad un certo punto.

-Certamente fratello!- acconsentì io. Vidi Remus interdetto, come se volesse dirci che non era il caso andare di notte in giro per il castello. Ma era una marachella decisamente innocente rispetto a tutti i nostri scherzi soliti, quindi non disse niente e tutti e quattro uscimmo in silenzio dalla nostra stanza. Avevamo deciso di non usare né i mantelli, né di trasformarci e fu divertente scappare dai prof che con aria annoiata controllavano i corridoi, come all’inizio della nostra avventura.

Di comune accordo avevamo deciso di girare tutta Hogwarts, e quando arrivammo nella cucina avevamo già ricordato moltissimi eventi spassosi avvenuti in ogni punto.

Mangiammo dolci a non finire e poi proposi di andare nel parco e tutti gli altri mi seguirono di buona lena.

 

Sdraiati sotto le stelle, con un solo spicchio di luna nel cielo, tutti e quattro eravamo ormai in silenzio. Il blu della notte stava schiarendo, a breve il sole sarebbe spuntato.

Avevamo passato tutta la notte insonne, ma eravamo contenti comunque. Tutti avevamo dubbi, eravamo preoccupati per il futuro, ma stare insieme ci aveva fatto sentire molto meglio.

-Vi ricordate al primo anno quando abbiamo aspettato il sorgere del sole proprio qui, sdraiati sull'erba?- chiesi, rompendo il silenzio.

-Sì, faceva freddo e ho starnutito tutto il giorno seguente!- rammentò Remus.

-Non è colpa nostra se avevi le difese immunitarie basse Lunastorta!- commentò Sirius e Remus gli diede un calcio.

Prima che iniziasse la guerra tra i due mi schiarii la voce.

-Stavo cercando di fare un discorso, idioti. Mi lasciate parlare?- protestai.

-Avanti saggio capo. Parla pure!- acconsentii Remus, prendendomi palesemente in giro.

-Già, grande e venerabile capo, cosa mai volevi dirci?- mi provocò anche Sirius.

-Che se non mi state ad ascoltare vi butto a tutti e due nel lago nero. Comunque stavo dicendo, vi ricordate di cosa avevamo parlato quella notte?-

-Del nostro futuro- rispose Remus in tono malinconico.

-Già!- borbottò a disagio Peter.

-Chi l'avrebbe detto che saremo arrivati fino a questo momento, vero? Io temevo di essere espulso molto prima di finire la scuola!- ammise Sirius.

-Beh, hai rischiato molte volte di essere espulso Felpato, non erano vaneggiamenti i tuoi!- lo stuzzicò Peter.

-Mai affermato il contrario!?!-

Scoppiammo tutti a ridere per la faccia di Sirius e poi continuai.

-Sono cambiate molte cose da quando abbiamo fatto questo discorso, ma devo dire che una cosa non è cambiata per fortuna! Noi. Noi siamo e saremo i Malandrini ragazzi! Noi... noi staremo sempre uniti anche fuori da qui, non importa cosa succederà amici miei, ma io ci sarò sempre per voi- e guardai tutti e tre con aria solenne. Stavo facendo una promessa importante, ma ci credevo davvero.

-Per sempre Malandrini- e tesi la mano davanti a me.

-Uniti e pazzi come sempre!- aggiunse Sirius, poggiando subito la mano sulla mia.

-Ci saremo sempre l'uno per l'altro- promise Remus, poggiando anche la sua mano sulle nostre. Peter esitò. Immaginai che fosse perché non sapeva come proseguire, non era mai stato bravo ad improvvisare come noi. Ma poi pose la mano sopra le nostre e disse: -Per sempre-

 

 

***

 

Ed ecco a voi il capitolo finale! Okay, premetto che è stato terribile da scrivere perché qualsiasi cosa scrivessi mi sembrava sempre orribile! Non sono brava a finire le storie, l'ho dimostrato più di una volta e quindi temo di aver sbagliato anche in questo caso... ma questa è la versione migliore che mi sia uscita e non la odio molto, anzi, mi piace quasi! Quasi!!! poteva essere meglio? Sicuramente si! Ma infondo non sentitevi tristi, non è esattamente la fine. Ho un altro piccolo capitolo da scrivere, una specie di epilogo. Lo pubblicherò domani, così magari avrete il tempo di recensire!! (come se ci sarà qualcuno che vuole leggere la fine della tua storia, è orribile x( XD ) okay, scusate la mia pazzia a sfondo depressivo, ma come potrebbe non esserlo visto che sta finendo una storia che scrivo dal 26.07.2009? ha in pratica cinque anni!!! Un eternità! Ero completamente un altra persona quando ho iniziato a scrivere questa storia! Eppure eccomi qui a finire questa mia storia! Rimando i ringraziamenti e gli addii all'epilogo quindi... beh... a domani!:) :*

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Capitolo 62
*** Epilogo ***


Epilogo

 

1 settembre 1978

Lily

Oggi era il grande giorno. Il più bello della mia vita, o almeno così dicevano tutti! Da parte mia speravo che fosse l'inizio dei giorni più belli della mia vita. Mi guardai nel lungo e grande specchio, quasi spaventata di vedere qualche problema nel vestito, nell'abito, nel trucco. Ma l'abito era meraviglioso, i capelli erano stati appuntati con cura e il trucco era leggero e perfetto! Sospirai profondamente, tentando di calmare il battito del cuore, andava tutto alla perfezione!

Ecco, questa è una frase da non dire mai in un evento del genere! Ora sapevo sicuramente che sarebbe successo qualcosa di brutto! Il fiato mi si accorciò e guardai la porta, aspettando sicuramente un disastro incombente.

Ad entrare però fu Joy con un grande sorriso, segno che forse stava andando tutto bene.

-Come stai? Eccitata?- chiese, porgendomi il bouquet.

-Agitata penso che sia il termine giusto! Sono arrivati tutti?-

-Sì, manchiamo solo noi e Remus. Devi vederlo com'è euforico. Ci sta aspettando fuori- mi assicurò lei.

Bene, allora andava tutto bene. James mi stava aspettando all'altare, non era scappato come avevo sognato quella notte. Era lì e mi aspettava! Dopo un gran respiro sorrisi a Joy e insieme uscimmo dalla stanza. Remus era in smoking, aveva una leggerissima barba curata che si stava facendo crescere da un po' per provare come stava, e i suoi occhi scintillarono quando incontrarono i miei.

-Lily sei meravigliosa! Farai svenire James appena ti vedrà!- Gli sorrisi grata e senza potermi trattenere lo abbracciai di slancio.

-Grazie per esserci!-

-Ehi, ci sarò sempre per te!- mi rassicurò lui. Guardai lui e poi mi voltai verso Joy, pensando a quanto gli volessi bene e a quanto avevano fatto per me in quei sette anni. Loro erano insieme a me fin dall'inizio, loro mi erano stati accanto sempre, era grazie a loro che avevo iniziato a rivalutare James, grazie a loro che ora mi sarei sposata con lui.

Presi sottobraccio Remus e Joy ci precedette lungo il corridoio. Sì, era più che giusto che fossero loro accanto a me mentre andavo verso l’inizio della mia nuova avventura.

 

***

 

James

La chiesa era bellissima, avevamo pensato insieme io e Lily ad arredarla e con i Malandrini come aiutanti e un pizzico di magia la chiesa, piccola, antica, ma molto accogliente, ora sembrava un posto incantato! 

Le candele viola, i fiori bianchi e blu, decoravano senza esagerare la chiesa e gli invitati, poche persone, ma tutti amici cari e importanti, sfoggiavano un sorriso felice oltre agli abiti eleganti.

C'eravamo tutti ormai, mancava solo la sposa. Strinsi i pugni pensando che in realtà mancava qualcuno all’appello.

I miei genitori erano morti troppo presto e purtroppo ci avevano lasciato anche i genitori di Lily. Il signor Evans era morto, per colpa di un infarto improvviso, mentre organizzavamo il matrimonio e la signora Evans non aveva resistito senza di lui ed era morta pochi giorni dopo. 

Era stato un vero shock ed eravamo rimasti tutti devastati da questa perdita. Il matrimonio era stato rimandato di due mesi, e nonostante Lily cerchi di essere forte, so con certezza che non smetterà mai di soffrire per la loro assenza. Per fortuna Remus aveva assunto il compito di accompagnarla all’altare, in quanto si era proclamato padre responsabile del gruppo ormai da secoli. Non era la stessa cosa, ma Lily si era dimostrata contenta dell'idea e felice di poter dare un ruolo importante a Remus. Sirius, accanto a me, mi guardò accigliato perché forse mi vedeva teso. Sorrisi rassicurante al mio testimone, tranquillizzandolo con un occhiolino. 

Se c'era una cosa giusta al mondo era esattamente quello che stavo facendo. Amavo Lily e non avrei amato mai nessuna donna più di lei. Forse solo l'amore per un futuro figlio o figlia poteva avvicinarsi, ma probabilmente sarebbe stato intenso e bello come l'amore che provavo per Lily, ma così diverso da non gareggiare l'uno con l'altro, ma piuttosto avrebbero vissuto insieme nel mio cuore perché legati.

Che discorsi assurdi si fanno quando si è agitati! Ora mi mettevo a paragonare l'amore per tua moglie, o meglio per la tua futura moglie, con quella per i tuoi futuri figli! Stavo correndo troppo, ma immaginare Lily con un bambino in braccio mi fece battere il cuore come se fosse impazzito. E sembrò quasi fermarsi quando entrò Joy, bellissima nel suo abito blu, e subito dietro c'era lei.

Lily era la cosa più bella che avessi mai visto. Il vestito bianco e semplice era bellissimo, i capelli  rossi in magnifico contrasto con tutto quel bianco, erano in parte alzati e in parte no, con fiori piccoli e delicati bianchi proprio dove era appuntato il velo. Ma la cosa più bella era sicuramente il suo volto. Gli occhi brillavano come gemme, il sorriso era dolce, brillante, da sciogliere il cuore. Quando Remus, anche lui raggiante, pose la mano di Lily sulla mia, nell'antico gesto del matrimonio, strinsi forte quella mano pensando che avrei fatto di tutto per non lasciarla mai più, per averla sempre vicino, per l'eternità!

Anzi, questo era solo l'inizio!

 

***

 

Sirius

Mentre James e Lily pronunciavano le promesse li osservai attentamente, pensando che avevo davanti agli occhi un amore puro ed eterno. Era incredibile come, nonostante l'odio iniziale e le diversità fossero riusciti ad arrivare ad amarsi così tanto. Erano due frammenti completamente diversi, sia per colori che per forma, due frammenti di oggetti diversi, con una storia e una appartenenza diversa, ma che nel corso della vita erano state unite per caso da un artigiano, che le aveva forgiate e poi incollate insieme, come se fossero due pezzi di un mosaico. Sì, tutti noi eravamo piccoli frammenti che però, messi nel punto giusto, formavano qualcosa di magnifico, un mosaico che rappresentava qualcosa di unico e meraviglioso.

Cosa? Beh, non lo so, non sono altro che un piccolo frammento, ma ogni pezzo e importante per formare il disegno finale e solo l'artigiano che l'ha costruito potrà poi vedere la fine. Anzi, persino lui potrà rimanere sorpreso dal risultato, perché ogni frammento porta con se molto più che una luce e un colore, porta con se una storia unica, che brilla e risuona nel silenzio e che rende unico e non imitabile il risultato finale.

 

***

 

E con questo finale molto filosofico, del resto avevo iniziato anche in modo filosofico e se c'era una sola cosa chiara e decisa era proprio questa metafora dei frammenti e del mosaico, la mia storia frammenti è finita!

Ringrazio infinitamente chi ha letto la mia storia, specialmente chi ha recensito e chi magari la leggerà in futuro! Tutti voi lettori siete stati il motivo per cui non ho mollato questa storia che purtroppo è stata molte volte sul punto di non finire!

E naturalmente non posso non ringraziare chi ha inserito questa storia tra i preferiti o i seguiti oppure le storie ricordate! Spero che il finale non abbia lasciato con la bocca asciutta tutti ma che almeno a qualcuno possa essere piaciuto! Fatemelo sapere, va bene?

 

Ps: Se per caso qualcuno volesse qualche informazione sulla storia che avevo accennato che mi sarebbe piaciuto scrivere, sarebbe una What if? Standard!

E se Regulus avesse raccontato degli Horcrux a suo fratello? Vi piacerebbe leggerla?

 

In ogni caso, alla prossima a tutti e grazie per essermi stati vicini in un modo o nell'altro in questi anni!!!

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