La Promessa di Mezzanotte

di vanesiis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Un Brutto Presentimento ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Un Uomo Scomodo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Donne e Illusioni ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Insidie in Agguato ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: La Ricompensa ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: L'Ombra nell'Anello ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Ricordi di Una Promessa ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Il Cliente Misterioso ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Una Confessione Ricostruita ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Il Diamante ***
Capitolo 11: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Un Brutto Presentimento ***


Mi chiamo Naruto Namikaze. Lavoro come venditore per la ditta Konoha Crown. Abito nel condominio Tsukuyomi, un vecchio palazzo di Los Angeles. Non è sempre stato un condominio un tempo era un hotel, dal prevedibile nome di Hotel Tsukuyomi. Credo che il nome si ispiri a quella grande mezza luna che sporge da un faro che c'è ancora sulla terrazza.
Prima abitavo a Manhattan ed ero un detective. Uno dei migliori, a quanto dicevano. Quattro anni fa lasciai la polizia e tornai qui a Los Angeles. Penso sia stato proprio quel faro sulla terrazza ad attirarmi in questo posto. Sono diventato un inquilino dell'appartamento 202 senza neanche aver dato un'occhiata alla stanza.
È un monolocale vecchissimo in un palazzo dall'aria un po' decadente. D'altra parte non ho mai avuto il pallino dell'appartamento all'ultimo grido. Inoltre, lo scorcio di città che posso vedere dalla finestra non è affatto male, per essere solo al secondo piano.
Ho lasciato che gli anni passassero a modo mio: tra i miei dischi, le mie quattro mura e il mio bourbon. E ora sono all'alba dei miei 34 anni, la stessa età che aveva mio padre quando fu assassinato 25 anni fa.
Mi ritrovo a Los Angeles a spaccarmi la schiena per la Konoha Crown. A pensarci bene, non so perché continui a fare questo lavoro, né perché mi trovi ancora qui. In realtà, non ho la minima idea di quale altro posto potrei chiamare casa.
Ufficialmente, la Konoha Crown si occupa della vendita a domicilio di prodotti per la casa. Ma a volte do una mano a Jiraiya, il direttore, nei suoi affari sottobanco: trovare degli oggetti scomparsi, roba che probabilmente sarebbe meglio lasciare dove si trova. Le vendite mi sfiancano, ma questo secondo lavoro mi calza a pennello. Forse è per questo che continuo a farlo.

***
18 dicembre 1980
Mi sono svegliato nella mia macchina dopo una pennichella. Ho raggiunto il cercapersone buttato sul sedile a fianco e l'ho acceso per la prima volta in due giorni.
Ha subito iniziato a trillare nervosamente, rimbombando all'interno dell'angusto spazio della mia auto, come offeso dalla scarsa attenzione che gli avevo prestato ultimamente.
"Ho capito, ho capito... è meglio che chiami Jiraiya!"
Sono uscito dall'auto e ho arrancato alla ricerca di una cabina telefonica. Nella testa affiorava il pensiero che in fondo non era poi così male la mia vita: lavorare un po', tornare a casa e passare il Capodanno esattamente come avevo fatto negli ultimi anni.
Girato il primo angolo, ho trovato gli ultimi spiccioli che mi trovavo in tasca e ho composto il numero della Konoha Crown. Mentre dall'altra parte del ricevitore sentivo il tipico suono della linea libera, mi preparavo con un sospiro all'inevitabile strigliata che avrei dovuto sorbirmi.
Non avevo idea di ciò che mi aspettava.
Non sapevo che era giunto il momento in cui Jiraiya si era definitivamente stancato del mio modo di fare e aveva deciso di licenziarmi, né che lo stabile in cui vivevo era destinato a essere raso al suolo.
Soprattutto, non avevo idea che tutto questo sarebbe stato soltanto l'inizio.

 

Soprattutto, non avevo idea che tutto questo sarebbe stato soltanto l'inizio

— CAPITOLO 1 —

UN BRUTTO PRESENTIMENTO

Los Angeles
18 dicembre 1980
9:00 PM


 

Il manto della notte sta avvolgendo la città, mentre un'autovettura si arresta di fronte allo Tsukuyomi. La portiera si apre per rivelare il volto segnato di un uomo. La camicia bianca e la cravatta nera allacciata malamente, sommate a un vecchio giubbotto di pelle, tradiscono la personalità, mentre la violenza con cui sbatte la portiera non lascia dubbi sull'umore. L'uomo si dirige stancamente verso l'ingresso reggendo una vecchia valigetta. La corporatura robusta e snella, combinata a un'altezza di circa 1,80 stonano lievemente con il pensieroso sguardo fisso a terra. L'uomo si chiama Naruto Namikaze, lavora come venditore porta a porta per la Konoha Crown e abita nell'appartamento 202 del Condominio Tsukuyomi.
Si ferma un attimo di fronte ai pochi gradini di pietra che separano l'ingresso dalla strada. Lascia scorrere lo sguardo sulla luce che filtra dalla porta, inspira profondamente e si lascia sfuggire un laconico: 
"Dannazione!"
Naruto non è un tipo abituato a rimuginare a lungo, ma sta sera non è come le altre. Quella telefonata ha guastato tutto. La voce infuriata del suo capo Jiraiya gli rimbomba ancora in testa:
"Sei licenziato!"
Naruto si ferma a riflettere: ormai sono passati quattro anni da quando ha lasciato Manhattan e la polizia. Non si è certo affezionato al suo lavoro da venditore, ma il tempo è passato senza accorgersene e forse ciò che più l'aveva stupito era stata la capacità di non perdere il posto così a lungo. Quando arrivò in città, Jiraiya gli offrì quel lavoro come venditore di casalinghi in nome della vecchia conoscenza che li legava, ma non si poteva certo definire il mestiere ideale per un tipo taciturno come Naruto. Tuttavia, cedette all'insistenza e alla gentilezza di Jiraiya, che era ben consapevole delle cattive acque in cui versava. Inoltre questo lavoro gli permise di continuare a vivere per quattro anni come aveva sempre fatto.
Naruto Namikaze non aveva una vita del tutto priva di ombre ed era alla ricerca del suo vecchio collega Sasuke Uchiha. Sasuke aveva fatto sparire le sue tracce quattro anni prima durante un'indagine sotto copertura. Naruto scoprì che Sasuke aveva informato i criminali dell'indagine in corso e, combattuto tra lo stupore e la rabbia, l'aveva inseguito fino a un molo, dove aveva lasciato scivolare il dito sul grilletto. Sasuke cadde in acqua e scomparve nel nulla. Naruto si scontrò con i superiori quando le ricerche furono interrotte e decise di lasciare la polizia. Da quel momento, Naruto era sempre stato alla ricerca di Sasuke, delle ragioni del suo tradimento e di sue notizie.
Jiraiya, il direttore della Konoha Crown, è uno dei pochi a conoscenza del suo passato e la lunga esperienza nella polizia di Los Angeles deve essere alla base della sua comprensione. Ma la realtà non è sempre così piacevole: dopo anni di lavoro lasciato a metà e di ritardi, belle risposte al cercapersone, quel sottile rapporto di complicità sembra essersi spezzato con quelle due semplici parole.
Naruto scuote la testa per scacciare quelle odiose parole e risale i pochi gradini, quando la porta si apre per lasciare passare qualcuno.
Ma chi...
Dal palazzo sta uscendo una giovane donna vestita elegantemente, ma con il volto nascosto da un grosso cappello a falda larga e da grandi occhiali da sole che suggeriscono qualcosa di misterioso nel buio della sera. Naruto e la donna si incrociano lungo i gradini, senza che nessuno dei due rallenti il passo. Dopo aver poggiato la mano sulla maniglia della porta, Naruto si volta a osservarla, mentre sale a bordo di una vettura parcheggiata lungo la strada antistante il palazzo. La macchina si mette in moto e Naruto coglie l'istante in cui si accendono in fanali per scrutare il volto della donna. No, non l'ha mai vista.
Mentre entra nella hall con i contorni della donna ancor ben impressi nella mente, nota Kiba fermo di fronte alla bacheca. Il ragazzo si volta, spalanca le braccia e apre la bocca in un sorriso. Si chiama Kiba Inuzuka e abita nell'appartamento 201, proprio di fronte a Naruto: è un musicista spiantato che cerca di sfondare.
"Ma quanto tempo che non ci si vede! Mi sembra passata una vita dall'ultima volta!"
Naruto non sopporta quel modo di fare amichevole e, soprattutto, la sua brutta abitudine di chiedere soldi. Ma tutto il male non viene per nuocere e Naruto si ritrova a pensare che Kiba potrebbe aver visto meglio la donna che è appena passata.
Perciò, senza perdere troppo tempo a rispondere alle sue domande, gli chiede chi fosse quella ragazza, ma la risposta non è d'aiuto:
"Una donna così elegante non può essere certo una di qua."
Non ci si poteva aspettare niente di più da uno come Kiba. Il lavoro porta spesso Naruto fuori casa e non conosce molta gente nel palazzo, ma risulta chiaro che la donna era ospite di qualcuno. Perso l'interesse per la conversazione, Naruto fa per dirigersi verso casa, ignorando Kiba.
La reazione è immediata:
"Sempre il solito scontroso! Ti pare il caso di trattare così una amico che non vedi da un sacco?"
La voce squillante di Kiba fa riecheggiare degli spiacevoli ricordi della settimana precedente nella testa di Naruto.
"E da quand'è che siamo amici?"
Kiba è convinto che aver vissuto quattro anni come dirimpettai generi naturalmente un rapporto di reciproca amicizia. Senza neanche aspettare una risposta da Naruto, prosegue nella sua filippica, chiedendo persino un prestito. Naruto conta fino a dieci per non perdere le staffe.
"Mia madre è stata ricoverata e mi servono almeno 1000 dollari per le spese mediche..."
Due settimane prima sembrava che il fratello fosse rimasto coinvolto in un incidente, ma i soldi prestati da Naruto erano finiti nella cena con una ragazza. Ad ogni modo, Naruto non ha così tanti soldi con sé. 
"Accidenti, e adesso come lo pago il conto del bar?"
Nonostante fossero sussurrate, le parole giungono all'orecchio di Naruto. Prima che la rabbia possa manifestarsi, Kiba la placa scusandosi sinceramente:
"Giuro che non ti mentirò mai più."
Naruto non riesce a convincersi della promessa e fissa il volto di Kiba alla ricerca di un particolare che possa tradire le sue parole. 
"Me lo dici ogni mese, ma non cambia mai niente. Dovrò sorbirmi lo stesso giuramento anche il mese prossimo?"
"Ma che stai dicendo?"
Kiba sembra quasi stordito dalla risposta.
"Il mese prossimo non potremo più starcene qui a chiacchierare tranquillamente!"
Adesso tocca a Naruto essere sorpreso:
"Cosa vuol dire che non potremo più stare qui?"
Il dialogo sta assumendo tinte ambigue: forse Kiba ha intenzione di traslocare, ma più lo guarda e più la risposta pare meno chiara. 
Kiba rompe il silenzio chiedendogli se ha guardato nella sua cassetta della posta di recente. Ma Naruto non controlla così spesso, visto che si tratta sempre di bollette o pubblicità.
Kiba sbuffa e inizia a spiegargli che la settimana scorsa la signorina Tsunade ha inviato delle lettere che hanno scosso l'intero condominio.
Sembra che sia stata decisa la vendita dello stabile e le lettere invitano tutti gli inquilini a sgomberare entro fine mese. Una notizia così importante è ancora sul fondo della cassetta di Naruto...
Che giornata infernale... non bastava il licenziamento, adesso si parla anche di sfratto.
"Salve!"
Una voce allegra risuona dalle scale seguita dalla sagoma di una giovane donna che scende con grazia i gradini. Il viso di Kiba si illumina d'incanto. 
La ragazza si chiama Sakura Haruno e lavora in un negozio di accessori femminili. Abita nell'appartamento 203.
"Di cosa stavate parlando?"
La domanda giunge quasi impertinente, ma Kiba apre la bocca in un sorriso, mentre le spiega che stava giusto spiegando a Naruto dello sfratto, perché non ne sapeva nulla. 
"Da non credere! Ah ah ah!"
Tra le risate, Sakura lo descrive come uno sbadato che cerca di fare il duro.
Naruto si morde le labbra per evitare una risposta irriverente e ascolta i due discutere sulle loro reazioni allo sfratto. Sembra che Sakura abbia già trovato una sistemazione, ma Kiba bofonchia che avrebbe voluto essere al corrente delle sue decisioni. La ragazza sorride mentre gli fa notare che non hanno un rapporto così stretto, poi sventola la mano ed esce dal condominio. Kiba continua a seguirla con lo sguardo finché non scompare chiudendosi dietro la porta.
Naruto commenta che farebbe meglio a lasciar perdere una ragazza del genere, ma la risposta "Guarda che lo so!" è troppo aggressiva per suonare sincera. Rattristato, Kiba si allontana lasciandosi avvolgere dal buio della sera. La hall rimane abbandonata in un innaturale silenzio. Naruto stiracchia la schiena con un meglio e prende in mano la valigetta.
Mentre inizia a immaginarsi la doccia che laverà via tutti i problemi, viene sorpreso da una voce alle spalle:
"Buonasera, signor Namikaze."
Voltandosi, vede dinanzi a sé una signora di mezza età vestita di nero. Si tratta di Tsunade Kato, la proprietaria dello Tsukuyomi. Acquistò l'hotel ormai fallito con il denaro ereditato dal marito e lo ristrutturò in una palazzina residenziale. Di certo è una donna dal carattere forte e con i piedi per terra, conosciuta da tutti gli inquilini anche solo come signorina Tsunade.
Il palazzo è un edificio molto vecchio, ma la sua gestione lo ha mantenuto sempre pulito e rispettabile.
"Signor Namikaze, la sua cassetta delle lettere straborda sempre di posta."
Naruto non può far altro che annuire, ben consapevole che una qualsiasi altra risposta non farebbe altro che peggiorare le cose.
"Inoltre, avrei un messaggio per il signor Inuzuka... sa... mi deve ancora quattro mesi di affitto."
La signorina Tsunade mantiene sempre un tono rilassato nelle sue parole, quasi come se stesse discutendo del tempo. Tra gli altri vaghi discorsi, esprime disappunto per il fatto che Kiba scompaia sempre nei momenti più propizi. Naruto si sente come un bambino sgridato per qualcosa che non ha fatto. O forse c'è qualcosa che ha combinato... la signorina Tsunade blocca lo sguardo a incrociare il suo.
"Ora che ci penso, non ha ancora saldato l'affitto del mese scorso. In tutto mi deve 400 dollari e la pregherei di portarmeli entro la fine della settimana."
Naruto annuisce in silenzio.
Un senso di sollievo lo pervade quando quella donna glaciale gli rivolge un breve saluto per accomiatarsi. Tuttavia, Naruto ha qualcosa da chiederle. Non riesce a comprendere le ragioni dell'improvvisa vendita dello stabile.
La signorina Tsunade mantiene un'espressione imperscrutabile e risponde laconicamente:
"Mi dispiace... avevo intenzione di continuare a occuparmi di questo palazzo, ma..."
Lo Tsukuyomi è un complesso di quattro piani con un bar che dà sulla hall. Non è certamente nuovo, ma regala un ambiente gradevole. Il quarto piano dell'edificio non è stato rinnovato e mantiene la struttura originaria dell'albergo, ma sono pochi gli appartamenti sfitti e una vendita avrebbe poco senso.
"Non ho potuto fare altrimenti, a causa di certe circostanze..."
La risposta della signorina Tsunade si riassume in queste poche parole.
Chissà a quali circostanze si sta riferendo... Naruto vorrebbe approfondire maggiormente, ma si rende immediatamente conto che la donna non ha alcuna intenzione di discuterne.
"Può immaginare che gestire un complesso tutto da sola non sia un compito facile..."
La signorina Tsunade risponde mentre si fissa la punta delle dita.
Naruto è stato cresciuto solo dalla madre Kushina e non fa fatica a comprendere le difficoltà in cui si può imbattere una vedova durante un lavoro complesso come la gestione di un immobile.
"In più, la speculazione edilizia non conosce limite e poi piove sempre sul bagnato..."
Ma il discorso viene lasciato cadere a metà senza alcun accenno sui particolari:
"Mi spiace, ma non me la sento di parlarne. La prego di scusarmi."
Dopo quest'ultimo breve commento, la signorina Tsunade rientra in casa.
Mentre segue con la sguardo la figura della donna, Naruto rimane colpito dalla sua camminata aggraziata. Forse il fascino nasce dall'alone di solitudine che la accompagna, rigorosamente abbinato ad abiti scuri.
Naruto spazza via dalla testa queste considerazioni e va a controllare la sua cassetta delle lettere alla ricerca della lettera menzionata da Kiba. Non si può negare che la cassetta stia letteralmente straripando di posta e non appena la apre inserendo la combinazione, numerose lettere cadono a terra con un fruscio confuso.
In mezzo al mucchio di carte, trova la comunicazione della proprietaria e inizia a leggerla.
" A tutti gli inquilini del palazzo comunico la recente decisione di cedere lo stabile. Il nuovo proprietario ha intenzione di radere al suolo il palazzo. Per i succitati motivi, mi rincresce chiedervi di abbandonare lo stabile. Quando sarà fissata la data di cessazione delle attività, verrà affisso un avviso in bacheca.
10 dicembre,
Tsunade Kato "
La comunicazione di sfratto era stata recapitata la settimana scorsa. La dura realtà è che Naruto dovrà lasciare il suo appartamento.
Si perde tra i pensieri, mentre sale al secondo piano per tornare a casa, ma un uomo gli si para davanti.
Si chiama Sai ed è un idraulico che abita nell'appartamento 304.
Naruto non ha mai scambiato molte parole con lui, forse per il fatto che è molto introverso e cammina sempre con lo sguardo rivolto a terra.
Nonostante il martello che tiene in mano, Sai non ha un aspetto particolarmente minaccioso e un paio di domande chiariscono subito che si sta occupando della manutenzione dello stabile sotto richiesta della signorina Tsunade. Di certo è bizzarro che si occupi di sistemare un palazzo che sarà presto demolito, ma Sai risponde timidamente che la proprietaria si è raccomandata di continuare come sempre fino al giorno della cessione.
Forse la signorina Tsunade vuole illudersi che non sia cambiato nulla.
Sai si allontana dopo aver verificato che tutto sia a posto con l'ingresso dell'appartamento di Naruto. Magra consolazione rispetto al fatto che dovrà uscire da quella casa per non tornare mai più. Non appena Naruto apre la porta, vede cadere qualcosa dallo stipite. Allunga la mano per raccogliere la nuova sorpresa.
Si tratta di una busta senza mittente né destinatario. Dopo un veloce sguardo stupito, entra e appoggia stancamente la valigetta sul tavolo.
Guarda la valigetta logora e pensa che anche lei è ormai stanca e provata dalla vita. Ormai potrà andare in pensione, visto che dal giorno dopo non ci sarà più un lavoro ad aspettarli. La valigetta era di suo padre e l'ha accompagnato ovunque da quando ha iniziato a lavorare per la Konoha Crown quattro anni fa.
Naruto lascia cadere il giubbotto sul divano lungo la parete e apre la busta che ha raccolto all'ingresso.
All'interno si nasconde una lettera ripiegata:
" L'oggetto da cercare è la Kitsune Star, scomparso 25 anni fa all'Hotel Tsukuyomi. "
Non è possibile che un ordine del genere gli venga recapitato direttamente! Che sia uno scherzo di cattivo gusto?
Ma mentre le domande si affollano nella sua testa, il telefono squilla per poi zittirsi repentinamente.
Sempre più strano...
La spia della segreteria telefonica sta lampeggiando. Non appena sente la voce di Hinata, Naruto si ritrova a immaginare il suo volto preoccupato.
Finora Hinata l'ha sempre protetto e scusato davanti a Jiraiya, ogni volta che ha esagerato con le proprie libertà, ma stavolta pare che non ci sia niente da fare e Naruto si lascia sopraffare dalla gravità del licenziamento.
C'è un altro messaggio in segreteria.
Ma da chi?
"Naruto Namikaze? Hai una richiesta per cercare un oggetto. L'ordine verrà recapitato direttamente al tuo appartamento."
Una voce maschile sconosciuta che quasi sicuramente appartiene alla stessa persona che gli ha consegnato l'ordine.
Un oggetto di 25 anni fa...
L'idea dello scherzo di cattivo gusto sembra l'unica plausibile. L'edificio era un hotel fino a 13 anni fa, ma un oggetto così vecchio sarà scomparso dalla circolazione... e poi, cos'è questo Kitsune Star? La mente di Naruto continua a ribollire tra i dubbi e le domande.
I duri eventi della giornata lo spingono a letto presto. La stanchezza ha preso il sopravvento. Ma per quanto cerchi di chiudere gli occhi e rilassarsi, il sonno tarda ad arrivare. Gli avvenimenti di oggi sembrano lucciole impazzite tra i suoi pensieri.
Il licenziamento, lo sfratto e questo ordine misterioso...
Quattro anni fa lasciò la polizia e Manhattan per venire in questa città a lavorare come venditore. La Konoha Crown si occupa di vendite porta a porta... ufficialmente... ma Jiraiya si interessa anche di ritrovare oggetti scomparsi che forse sarebbe meglio lasciare dove sono. Naruto gli ha sempre dato una mano in questa attività secondaria.
Ma perché quell'ordine gli è arrivato a casa stavolta? Non era mai successo prima: è sempre stato Jiraiya a occuparsi di ricevere gli ordini e impartire le istruzioni necessarie. Più Naruto ci pensa, più si accorge che le risposte si fanno sfocate e, ormai rassegnato all'insonnia, si perde a fissare il soffitto con un'espressione corrucciata.

 Più Naruto ci pensa, più si accorge che le risposte si fanno sfocate e, ormai rassegnato all'insonnia, si perde a fissare il soffitto con un'espressione corrucciata

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Un Uomo Scomodo ***


— CAPITOLO 2 —

UN UOMO SCOMODO
Los Angeles 
19 dicembre 1980
8:00 AM

 

 

 Il sole mattutino si fa largo in un misero monolocale per accarezzare la sveglia posata accanto alla figura addormentata di Naruto. Il trillo della sveglia viene ignorato tra suppliche di sonno perduto. Naruto allunga la mano e la spegne. Normalmente sarebbe ora di prepararsi per uscire, ma oggi non c'è più un lavoro a cui recarsi, perciò si rigira per abbandonarsi al dolce mondo di Morfeo. Ma il telefono non è d'accordo e inizia a squillare impertinente.
"Pronto..."
Nonostante i riflessi ancora offuscati dal sonno, riconosce subito la risata all'altro capo del telefono: è sua madre Kushina. Dopo aver perduto il marito, tirò su Naruto da sola e ora vive in New Jersey lavorando come infermiera. Era da molto che non sentiva più la sua voce.
La madre chiede come mai non si stia ancora preparando per andare a lavoro e Naruto risponde brevemente che ha preso un giorno di riposo.
Non se la sente di dirle del licenziamento.
"Come mai mi telefoni a quest'ora?"
Non ha avvertito agitazione nella voce della madre, ma qualcosa stona nell'orario della chiamata...
"C'è una cosa che mi ha fatto pensare... ieri ho ricevuto una telefonata da un certo Kakashi Hatake..."
Naruto non ha mai sentito quel nome prima d'ora. Sembra che quell'uomo conosca il suo passato e abbia chiesto se è ancora alla ricerca del suo ex collega Sasuke Uchiha.
Come fa a sapere di Sasuke?
Naruto si sforza di associare il nome ad un volto ma senza alcun risultato. Per la frustrazione, sbotta con la madre:
"Non devi rispondere alle telefonate degli sconosciuti!"
Fa per riagganciare, ma la madre non lo sente da parecchio e gli chiede qualche minuto del suo tempo:
"Naruto, cerchi ancora Sasuke?"
Sembra che Kushina si sia tenuta dentro questa domanda per quattro anni... da quando il figlio non è più nella polizia.
La risposta di Naruto è secca e breve: no. Due lettere per evitare ulteriori domande.
Kushina cambia discorso è chiede se va tutto bene con Jiraiya, un conoscente di lunga data. Kushina lo conobbe venticinque anni prima: quando Jiraiya era un detective della polizia di Los Angeles, divenne per caso amico del padre di Naruto e fu lui a scoprire il suo cadavere abbandonato in un parcheggio del centro.
Naruto risponde bruscamente alla madre:
"Ormai ho 34 anni e non dovresti più preoccuparti così tanto per me."
"Hai la stessa età che aveva tuo padre..."
Il tono della voce di Kushina si tinge di amarezza, poco prima di riagganciare. Naruto non può fare a meno di rimuginare sulle ultime parole della madre. La telefonata l'ha ormai risvegliato del tutto, perciò si alza, si sciacqua il viso e si prepara come se dovesse andare al lavoro.
Ma non c'è motivo di affrettarsi...
Non ha più un posto in cui andare e si perde tra i pensieri lasciandosi cadere pesantemente sul vecchio divano.
Mentre fissa con sguardo perso la parete di fronte, numerosi ricordi brillano per un istante, prima di sparire rapidi come sono apparsi.
Naruto nacque a Los Angeles e visse con i genitori in un piccolo appartamento che dava su una stretta strada di periferia.
Il padre, Minato Namikaze, era un uomo silenzioso che passava molto tempo fuori casa per lavoro. Non giocava spesso con il figlio, ma i pochi ricordi delle partite a baseball insieme lasciano un sapore dolce e amaro tra le memorie di Naruto.
Tra i ricordi spunta anche la schiena del padre quando ascoltava le dirette delle partite di baseball chino sulla radio.
Naruto si trova immerso nella malinconia, ripensando al balcone di casa tinto di arancio nel crepuscolo, mentre aspettava che la madre tornasse dall'ospedale dove lavorava come infermiera.
Il padre di Naruto morì a dicembre quando il figlio aveva solo 9 anni. Fu una lunga notte per Naruto e la madre, che aspettarono sue notizie fino a tarda ora...
Tre giorni dopo, il suo cadavere venne ritrovato in un parcheggio del centro.
Dopo aver trascorso una settimana in lacrime, Kushina decise di scappare da Los Angeles con il figlio e di trasferirsi a Manhattan.
Kushina non diede alcuna spiegazione a Naruto. Dovettero passare altri sette anni, prima che quella triste notizia tornasse a galla.
L'allora sedicenne Naruto scoprì così che il padre era uno scassinatore professionista, ma aveva deciso di uscire dal giro con un ultimo colpo, proprio la notte in cui fu ucciso.
Altri sei anni trascorsero e Naruto entrò nella polizia di Manhattan. Kushina sperò segretamente che un giorno facesse luce sul delitto del padre, ma questa nuova vita fece capire a Naruto che la fine di un criminale è spesso cruenta, come quella che toccò a suo padre. Persino i parenti, in genere, preferiscono rimanere all'oscuro dell'imbarazzante realtà.
Naruto non cercò mai di risolvere il mistero che avvolgeva la morte del padre. Anche dopo essersene andato, non pensò mai di mettersi alla ricerca dell'assassino. Con un pesante sorriso, Naruto riporta i pensieri sulla propria condizione: niente lavoro e uno sfratto incombente.
Si vede seduto sul divano, con lo sguardo perso nel vuoto a perdere tempo rispolverando la memoria.
Quasi per scrollarsi di dosso le ombre del passato, si alza dal divano e si volta verso il telefono che sembrava aspettare un suo cenno per iniziare a squillare.
"Come ti senti stamattina?"
Hinata, la segretaria di Jiraiya: l'unica ragazza con cui Naruto riesca a sentirsi a proprio agio.
"Non troppo male..."
Naruto ha l'impressione che il sospiro di poco fa sia riuscito a ravvivare lievemente la sua giornata.
"Sembri in forma per uno che è stato licenziato soltanto ieri!"
Naruto prova a chiedere informazioni su Jiraiya, ma Hinata gli rivela che è ancora infuriato. In fondo, è stato Naruto a non farsi trovare per giorni e a mancare agli appuntamenti con i clienti. Il licenziamento non si può dire inaspettato.
Forse la cosa migliore sarebbe scusarsi di persona, ma in questo momento Jiraiya non lo farebbe neanche entrare.
"C'è Jiraiya?"
Hinata gli spiega che è andato ad ascoltare i discorsi dei candidati alle elezioni municipali. Sembra che tra gli aspiranti sindaci ci sia anche un suo vecchio superiore, Danzo Shimura. Ad ogni modo, Hinata gli promette che lo contatterà per tenerlo informato.
"Però accendi il cercapersone, mi raccomando!"
Hinata è ben consapevole che Naruto fa spesso apposta a dimenticarselo spento. Ma Hinata ha ancora qualcosa da comunicargli:
"Ti ha cercato un certo Kakashi Hatake, ma gli ho detto che oggi eri di riposo."
La telefonata termina con un breve saluto. Mentre riaggancia, Naruto avverte un leggero brivido lungo la schiena: la giornata è appena iniziata e il nome di Kakashi Hatake è già apparso in due discorsi diversi.
Ma chi accidenti è?
Questo individuo misterioso si insinua inesorabilmente tra le sue riflessioni. Ma il campanello interrompe il flusso dei suoi pensieri. Kiba è sull'uscio con un'espressione corrucciata.
Le parole concitate di Kiba innescano una logica reazione di Naruto:
"Che succede?"
L'istinto gli suggerisce di non immischiarsi perché sa che rischia solo di rimetterci. Ma Kiba sta farfugliando una spiegazione confusa degli avvenimenti.
"Calmati e spiegami cos'è successo."
Il ragazzo gli sta chiedendo di proteggerlo, di garantire per lui, di tirarlo fuori dal pantano di accuse che gli sono state rivolte. Konan Tenshi, la ragazza dai capelli violacei che si è trasferita nell'appartamento 206 sei mesi fa, ha intimato a Kiba di restituirle un anello. Il ragazzo insiste di non sapere di cosa stia parlando, ma Konan non vuole sentire ragioni: per questo è venuto a cercare l'aiuto di Naruto.
L'espressione stupita e preoccupata, accompagnata dal tono concitato, lo convincono della sua innocenza. Non è la persona più affidabile del mondo, ma non è di certo un ladro... perciò decide di verificare con i propri occhi la situazione. Nel corridoio Konan aspetta con le braccia conserte e un'espressione adirata. Naruto non ha mai avuto occasione di parlare a lungo con lei e cerca di scoprire cosa sia successo, ma la ragazza insiste che l'anello è stato rubato. 
Naruto le chiede maggiori dettagli per capire la dinamica dell'accaduto e Konan spiega:
"Stamattina sono scesa a comprare un succo di frutta e ho dimenticato di chiudere la porta a chiave. Quando sono tornata su, l'anello non c'era più e l'unica persona che ho incrociato sulle scale è stato Kiba. Non ho alcun dubbio che il colpevole sia lui: non sarebbe strano che uno sempre alla ricerca di soldi si trasformi in un ladro all'occorrenza."
"Ma che cavolo dici?"
Kiba comincia a innervosirsi e ad avvicinarsi minacciosamente alla ragazza, ma Naruto gli afferra il braccio e riesce a calmarlo. 
La situazione si sta facendo spinosa e rischia di degenerare in fretta.
"Quando è successo?"
Naruto cerca di concentrarsi sulle circostanze del furto per ridurre la tensione. Qualsiasi indagine deve svolgersi con calma e raziocinio. 
Pare che l'incidente sia avvenuto solamente un'ora prima: Konan è rimasta insospettita dalla porta di casa socchiusa e ha tratto in fretta le proprie conclusioni quando non ha più trovato l'anello. Il gioiello è ornato da un diamante a tre carati e alcuni rubini, per un valore totale considerevole.
"Non ho rubato niente, io!"
"Smettila di mentire! Uno come te è capace di questo e altro!"
La situazione si fa sempre più infuocata e Kiba allunga la mano per afferrare il braccio di Konan. Questa volta Naruto non fa in tempo a fermarlo.
"Aaah! Lasciami!"
Lo strillo di Konan riecheggia con forza per il corridoio, tanto che Sakura si affaccia infastidita dalla porta.
Forse per colpa delle urla che l'hanno svegliata stamattina, Sakura è di un umore nero e le sbotta in faccia:
"Sei sicura di non accusare Kiba ingiustamente?"
Le guance di Konan tremano per l'indignazione. Sakura incalza spiegando che, durante il trasloco di sei mesi prima, Konan aveva iniziato a lamentare il furto di alcuni bagagli, accusando Shino dell'appartamento 205 e, alla fine, si era scoperto che c'era stato solo un errore nelle consegne.
Konan apre la bocca per rispondere, ma Sakura la interrompe con un gesto perentorio della mano:
"Prima di puntare il dito, controlla bene in casa tua!"
Sakura continua energicamente con una smorfia sulle labbra:
"E soprattutto, vedete di portare la vostra rumorosa lite lontano da casa mia!"
Con queste parole, rientra in casa sbattendo la porta. L'uscita di scena di Sakura fa piombare il corridoio in un'atmosfera tesa. Naruto chiede a Konan di cercare bene in casa e, se l'anello non dovesse saltare fuori, allora sarà lei stessa a ispezionare la casa e gli averi di Kiba.
Konan acconsente ma chiede a Naruto di cercarlo. Le cose sembrano mettersi nel verso giusto. Naruto entra in casa di Konan e si guarda attorno, notando che l'appartamento è pulito e ordinato come ci si potrebbe aspettare da una donna come lei.
Inizia a svolgere una metodica ricerca, controllando ogni angolo.
Chissà se è qua l'anello... 
Prova a chiedere dove l'avesse lasciato l'ultima volta e lei gli indica il tavolo davanti al divano. Tuttavia la risposta suona poco convinta. L'ispezione di Naruto lo porta nei pressi della specchiera, dove nota un luccichio dalla fessura che confina con il cassettone.
Lo spazio è troppo stretto per infilare la mano. Deve trovare qualche attrezzo per estrarre l'oggetto luccicante dalla fessura. Konan gli ha detto di prendere qualsiasi cosa gli dovesse servire. Naruto si guarda attorno con molta attenzione e scova un metro nella cassettiera.
Forse allungandolo... 
Svolge il metro e lo cala nella fessura, segretamente soddisfatto della soluzione.
Tuttavia è difficile riuscire a valutare esattamente la lunghezza necessaria per recuperare l'oggetto che non si muove di un centimetro. Forse c'è un metodo più facile, ma Naruto non intende cedere e la sua nota caparbietà premia i suoi sforzi, quando riesce a estrarre l'oggetto dalla fessura. Un anello con diamante... Naruto consegna l'anello a Konan che, dopo aver espresso la propria felicità, si scusa per il trambusto che ha causato.
"Scusami... mi sono sbagliata."
Naruto la rassicura:
"Può succedere a tutti."
Konan vorrebbe scusarsi anche con Kiba, ma Naruto le garantisce che ci penserà lui a riportare la notizia.
Già si immagina quale potrebbe essere la sua reazione dopo tutta quella confusione in corridoio.
"Grazie mille."
Le parole di ringraziamento accompagnano Naruto fuori dalla porta. In corridoio lo sta aspettando Kiba che continua a camminare inquieto. Gli spiega in fretta che ha ritrovato l'anello e che Konan si scusa profondamente per l'accaduto.
Kiba si rallegra che tutto sia andato per il meglio, ma bofonchia che vorrebbe restituirle pan per focaccia.
Naruto lo interrompe alzando la voce e intimandogli di farla finita:
"Non ti basta la seccatura per lo sgombero del condominio?! Io ne ho abbastanza e ho altro a cui pensare."
Kiba si calma a quelle parole e con un leggero sorriso si lascia sfuggire:
"Lo sapevo che il tuo istinto da detective non avrebbe fallito."
Ma cosa? 
Naruto non ha parlato del suo passato a nessuno nel palazzo... eppure Kiba lo sa.
Sembra che glielo abbia confidato Sai, l'idraulico che abita nell'appartamento 304. Naruto apre la bocca per chiedere maggiori informazioni, ma Kiba lo interrompe bruscamente, spiegandogli che deve scappare a un provino.
"Se lo passo, potrebbero farmi fare un piccolo concerto!"
Dopo aver espresso le sue speranze, si allontana di fretta.
"Sempre pieno di energie..."
Naruto scuote la testa e si sofferma a pensare a Sai. Come fa a sapere del suo passato da detective? La cosa migliore da fare sarebbe chiedere spiegazioni direttamente a lui.
Proprio in quel momento, il cercapersone inizia a suonare. 
Hinata lo sta chiamando. Torna a casa e telefona in tutta fretta alla Konoha Crown. Forse Jiraiya si è calmato...
Hinata risponde al telefono come al solito e gli passa subito Jiraiya, ma la sua voce non è più rilassata rispetto al giorno precedente: è ancora infuriato.
Prima che la rabbia di Jiraiya lo faccia riagganciare, Naruto gli parla della lettera che ha trovato ieri quando è tornato a casa e dello strano ordine:
"Trova lo Kitsune Star scomparso 25 anni fa all'Hotel Tsukuyomi."
Jiraiya risponde bruscamente che è impossibile che qualcuno gli recapiti direttamente un ordine, a meno che Naruto non abbia confidato a qualcuno della sua seconda attività, cosa che ovviamente non ha mai fatto.
"Ad ogni modo, non sei più un dipendente della Konoha Crown, perciò non sei obbligato a prenderti carico di questi affari. Non è plausibile ritrovare un oggetto scomparso 25 anni fa. Invece di cercare qualcosa che non sai, cercati un lavoro!"
Dopo aver parlato senza neanche prendere fiato, Jiraiya riaggancia bruscamente. Naruto si ritrova a credere che, probabilmente, è davvero uno scherzo di cattivo gusto.
Però non può fare a meno di pensarci... ma anche se fosse davvero uno scherzo, chi è stato? E perché, poi?
I pensieri lo riportano al fatto di poco fa, quando ha scoperto che Kiba era a conoscenza del suo passato.
Naruto esce di casa, deciso a chiedere spiegazioni a Sai. Non appena inizia a salire le scale, gli si para di fronte proprio lui. Senza troppi giri di parole, Naruto gli chiede se davvero ha detto a Kiba del suo passato in polizia.
La risposta è chiara e concisa:
"Sì, me l'ha chiesto lui."
Ma le domande sono appena iniziate:
"Kiba ti avrebbe chiesto qualcosa su di me?"
Sai gli spiega che, circa due settimane prima, ha sistemato la porta dell'appartamento di Kiba e sono andati a bere insieme.
In quell'occasione, gli ha chiesto se sapesse qualcosa su Naruto:
"Ha detto che voleva diventare tuo amico e conoscerti meglio."
Come fa Sai a sapere del suo passato?
Timidamente gli rivela che l'ha letto sul giornale. Circa tre mesi prima, è stato mandato a sistemare un lavandino in una casa di una persona appena trasferitasi da New York.
In una pausa durante la riparazione, gli è caduto l'occhio su un vecchio quotidiano con un articolo in cui appariva il nome di Naruto. 
Era un inserto speciale su un'indagine sotto copertura della polizia di New York.
Al termine della spiegazione Sai aggiunge:
"Hai davvero sparato al tuo collega che aveva tradito la polizia durante l'indagine?"
Naruto trae un respiro profondo per celare l'irritazione che qualcuno abbia scoperto il suo passato e si sia messo a raccontarlo in giro a cuor leggero.
In quel momento, la voce di un uomo irrompe perentoria tra i due:
"Siete d'intralcio qui in mezzo al corridoio."
La maleducazione è tutta di Homura Mitokado, l'anziano inquilino dell'appartamento 302. Abita proprio sopra la casa di Naruto e spesso cammina su e giù tutta la notte rendendogli il sonno impossibile.
Con tono arrogante, ordina ai due:
"Levatevi di mezzo!"
Naruto si presenta con affetta educazione e gli fa presente le sue rimostranze a riguardi delle passeggiatine notturne. Tuttavia Homura lo ignora altezzosamente.
Naruto alza la voce, mentre si ostina a fargli capire i problemi che causa. 
Homura, di rimando, inizia a innervosirsi facendogli ironicamente notare che è un ragazzo un po' troppo delicato...
"Non credo sia il caso di creare dissapori."
La voce di Sai arresta la lite sul nascere. Sai suggerisce con un timido sguardo a Naruto di evitare un alterco e anche Homura si rende conto che certi atteggiamenti potrebbero essere sconvenienti a volte.
Con un leggero colpo di tosse, Homura cambia rapidamente discorso rivolgendosi a Sai:
"Davanti alla porta tagliafuoco del quarto piano c'è ancora della robaccia. Se succedesse la stessa cosa dell'altra volta sarebbe un guaio. Per piacere, metti in ordine."
Con queste parole, Homura entra in casa.
"Caspita, anche se il quarto piano è chiuso, mi dà un sacco da fare con la manutenzione!"
Sai si allontana in tutta fretta salendo le scale. Le parole di Homura hanno messo la pulce nell'orecchio di Naruto. La stessa cosa dell'altra volta... chissà di cosa si tratta... Naruto decide di seguire Sai. Non appena si accorge che Naruto è salito al quarto piano con lui, reagisce con uno sguardo stupito.
Per non insospettirlo, Naruto cerca di deviare il discorso con un semplice:
"Di che robaccia stava parlando? Spazzatura?"
Sai risponde che l'accesso al palazzo è libero e ci sono alcune persone che vengono a lasciare l'immondizia al quarto piano perché è sfitto. Naruto decide di affrontare l'argomento:
"Cos'è successo qua al quarto piano?"
Ma Sai svia il discorso con qualche balbettio imbarazzato e si allontana nervosamente lungo le scale come se si stesse dando alla fuga.
Naruto rimane incuriosito dalla reazione di Sai e qualcosa dentro di sé lo spinge a dare un'occhiata a ciò che si trova oltre la porta tagliafuoco.
Ruota la maniglia per aprirla, ma l'improvviso trillo di un allarme si propaga per il palazzo. Naruto fa appello al proprio sangue freddo per reagire all'imprevisto e inizia a guardarsi attorno a mente lucida alla ricerca di un dispositivo per spegnere l'allarme. 
C'è un quadro di controllo sulla parete... 
All'interno ci sono due interruttori: entrambi sono attivi e la spia è accesa.
"Forse basta disattivarli tutti e due..."
Un solo pensiero e le mani sono già all'opera. La spia si spegne e il suono cessa.
"Meno male..."
Ma mentre trae un sospiro di sollievo, appare Sai tutto trafelato. Il tentativo di Naruto di passare inosservato è stato un buco nell'acqua.
Gli chiede nervosamente che cosa stesse combinando e Naruto si scusa:
"Mi spiace... ho fatto suonare l'allarme per sbaglio."
La risposta non fa calmare Sai che incalza:
"Hai cercato di aprire la porta anche se è vietato l'accesso?!"
La situazione si sta facendo sempre più complicata...
"Sai, potrei sapere cosa sta succedendo?"
Anche la signorina Tsunade entra in scena. Un brivido percorre la schiena di Sai quando sente la voce della donna. Apre la bocca per spiegare, ma non riesce a fiatare: sembra quasi intimorito. La signorina Tsunade si accorge di Naruto, che comprende subito che è il momento delle scuse.
Ma prima che possa iniziare a parlare, Sai si intromette spiegando che stava effettuando un test di sicurezza.
"Un test? A quest'ora?"
La signorina Tsunade aggrotta le sopracciglia, passando lo sguardo da uno all'altro. Il volto di Sai si vela di timore, mentre suggerisce con gli occhi a Naruto di reggere il gioco e lui, senza perdere tempo, conferma alla signorina Tsunade che l'ha aiutato nel test. La donna sembra convincersi delle loro parole. Sorride e approva l'impegno di Sai nella manutenzione dello stabile sebbene a breve verrà ceduto, per poi scendere le scale.
Sai si volta verso Naruto e lo fissa con espressione contrariata, infastidito dal fatto che avesse cercato di prendersi gioco di lui, e lo allontana dal quarto piano. Sembra che non sia del tutto convinto che abbia toccato la porta per sbaglio... 
Naruto scende le scale come gli è stato intimato e torna a casa. Si lascia cadere sul vecchio divano e fissa il vuoto per un po', continuando a rimuginare sullo strano ordine.
Quando si accorge dell'ora si ricorda delle parole di Hinata sulla trasmissione con l'ex superiore di Jiraiya e decide di accendere il televisore. Sullo schermo si staglia la figura del candidato sindaco Danzo Shimura. Il giornalista narra le sue gesta nella polizia di Los Angeles e l'ingresso nel mondo della politica 13 anni prima. Ma allora quest'uomo era al dipartimento quando suo padre fu ucciso...
Mentre il giornalista si dilunga sui suoi successi in polizia, come la risoluzione di diversi casi, l'integerrimo perseguimento della giustizia in un dipartimento corrotto e tutte le qualità che lo renderebbero un ottimo primo cittadino, Naruto si ritrova a pensare che uno così non avrà avuto a che fare con casi minori come l'omicidio di suo padre. Lascia andare la televisione senza particolare interesse: dopo tutto non è abituato al tempo libero durante la settimana e scopre che le ore possono scorrere anche molto lente.
"Potrei andare a bere qualcosa."
I pensieri si manifestano a voce alta. C'è ancora tempo prima di cena, perciò decide di andare all' Ichiraku Café.
Giunto nella hall, si dirige verso il bar, quando una voce educata lo fa fermare:
"Buonasera..."
Non è la prima volta che incontra questo ragazzo, ma non riesce a ricordarsi il suo nome.
"Sei Naruto Namikaze dell'appartamento 202, vero?"
Il ragazzo si ricorda di lui: che situazione imbarazzante... 
Si chiama Konohamaru Sarutobi ed è chiaramente infastidito dal suo vuoto di memoria.
Naruto cerca di rimediare:
"Non te la prendere. Tendo a dimenticarmi le cose che non mi toccano da vicino e non mi aspetto che gli altri si ricordino di me."
L'umore di Konohamaru non migliora, mentre risponde a denti stretti:
"Ah, capisco..."
Naruto sperava di non lasciare troppo il segno, ma il suo commento sta avendo un effetto decisamente opposto.
"In ogni caso, vedi di non scordarti più il mio nome. Non mi piace essere dimenticato."
Konohamaru continua a fissare Naruto durante lo sfogo. Un ragazzo con le idee chiare. Konohamaru Sarutobi è uno studente francese e vive nell'appartamento 305 da circa un anno. Una volta, Sakura aveva accennato al suo interesse per il cinema. Konohamaru cambia discorso e chiede a Naruto informazioni sull'allarme che è suonato al quarto piano. Gli spiega che si trattava solo di un test e Konohamaru sospira sollevato: era preoccupato che fosse successo ancora qualcosa lì sopra. 
In che senso "ancora"?
Qualche domanda e Naruto scopre che due settimane prima qualcuno era salito al quarto piano e aveva cercato di appiccare un incendio.
Fortunatamente Homura del 302 se n'era subito accorto e l'aveva spento prima che potesse diventare pericoloso. Chissà perché Sai aveva voluto tenere segreta una cosa di così poco conto...
Konohamaru riprende improvvisamente a parlare chiedendo:
"Cosa farai, ora che ci sfrattano?"
Ovviamente Naruto non ha ancora pensato al problema, ma il suo silenzio viene subito interrotto:
"Mi piace questo palazzo e avrei voluto viverci ancora."
Un breve saluto e se ne va.
Naruto riprende a dirigersi verso il bar dove incrocia Homura all'ingresso e lo saluta:
"Ci incontriamo spesso oggi."
"Proprio vero..."
Naruto gli chiede del principio d'incendio di cui gli ha parlato Konohamaru.
Ha saputo anche che sale spesso al quarto piano, ma ottiene solo una risposta brusca alla richiesta di informazioni:
"Alla mia età, è importante muovere regolarmente le gambe, perciò salgo spesso le scale. Ma perché t'interessa?"
Dopo quello sfogo inutile, Homura se ne va. Tuttavia c'è qualcosa che non torna nelle sue risposte... 
Naruto è sempre fuori casa e ha sempre considerato gli inquilini come sconosciuti che incrocia sulle scale.
Perciò si sente a disagio quando si deve fermare per scambiare quattro chiacchiere di circostanza.
Non appena apre la porta dell'Ichiraku Café viene avvolto dall'aroma del caffè.
"Benvenuto! La specialità di oggi è il caffè ristretto del Guatemala!"
La solita voce gioviale lo accoglie all'ingresso. Si tratta di Ayame, la figlia del proprietario del bar, una ragazza ricca di energia che metterebbe di buon umore qualunque avventore. Anche il menu del locale è sempre ottimo grazie a Teuchi, il proprietario, che si premura di ascoltare i pareri dei clienti in ogni occasione.
Ayame lo rimbrotta spesso che così non riusciranno mai a fare soldi, ma Teuchi non ci sente da quell'orecchio.
Il punto di forza dell'Ichiraku Café è una buona cucina a un prezzo ragionevole.
Naruto ordina un caffè nero e cede al suggerimento di Ayame per il dessert.
Dopo essersi seduto al suo solito posto, si rilassa godendosi l'attesa.
All'arrivo di Ayame con l'ordinazione, si lascia andare al piacere di gustarsi un tartufo al cioccolato guarnito con delle prugne e la sua espressione soddisfatta attira l'attenzione di Teuchi:
"Com'è?"
Teuchi è un po' cocciuto ma ama molto parlare.
Sembra proprio curioso di sapere come sono i dessert della figlia. La risposta di Naruto non lascia spazio ai dubbi:
"Ottimo, come sempre."
Ma Teuchi ha da ridire:
"Però un po' di liquore ne esalterebbe di più il sapore."
Ayame fa finta di non sentire.
"Ogni giorno somiglia sempre di più alla mia ex moglie."
Sbotta indispettito, per poi cambiare discorso e chiedergli se conosce l'uomo con gli occhiali da sole che è seduto in fondo al locale, perché ha parlato di lui. Naruto lancia una rapida occhiata, ma non riconosce quel volto. Perché chiedeva informazioni su di lui? E perché sembra che il mondo non voglia lasciarlo in pace?
Naruto si dirige a grandi passi verso l'uomo:
"Chi sei? E com'è che sai di me anche se non ci siamo mai visti né conosciuti?"
L'uomo si toglie gli occhiali da sole con movimenti lenti e misurati. Ha uno sguardo penetrante e risulta immediato che c'è qualcosa di sospetto in lui.
"Sono Kakashi Hatake."
Ecco l'uomo di cui ha sentito parlare per ben due volte.
"Cosa stai tramando?"
La domanda è aggressiva, ma Kakashi si limita a far sorgere un sorriso sulle labbra.
Naruto dilata le narici cercando di frenare il nervosismo, ma Kakashi non si scompone:
"Sembra un interrogatorio degno di un detective."
Naruto non riesce a capire le ragioni dell'uomo: come fa a conoscere il suo passato?
Non sopporta il suo atteggiamento arrogante, ma Kakashi prosegue con ostentata calma:
"Non mi interessi solo tu..."
"Cosa vuoi dire?"
"Per ora è un segreto..."
Ancora una risposta seccante: qualsiasi domanda sembra cedere nel vuoto.
Kakashi non ha intenzione di confidargli nulla:
"Se te ne parlassi, potresti mettermi i bastoni tra le ruote. Non appena finito un caso, ritorni a essere un detective."
Naruto non ne può più di quella conversazione senza senso. Nessuna domanda sembra smuoverlo dalla sua posizione ambigua e strafottente.
Kakashi interrompe i suoi ragionamenti chiedendogli cosa è successo al secondo piano. Ora è il turno di Naruto di fare orecchie da mercante, rispondendo che non è successo nulla.
Kakashi mormora "Meglio così" e si appresta a uscire.
"Ma che risposta è?!"Naruto cerca di fermarlo, ma Kakashi increspa nuovamente le labbra in un sorriso beffardo e se ne va. Naruto fissa la sua schiena mentre esce, prima che Teuchi si avvicini per chiedergli chi fosse. Gli spiega che si chiama Kakashi Hatake e sta indagando su di lui.
Teuchi borbotta:
"Lo dicevo io che era un tipo sospetto..."
Il barista dice che è venuto un po' di volte negli ultimi giorni: ordinava un caffè e rimaneva seduto ore ad osservare i clienti. Teuchi aggrotta le sopracciglia e continua a spiegare che gli ha anche fatto delle domande su alcuni fatti del passato. 
Ma quali fatti?
In risposta al volto incuriosito di Naruto, Teuchi racconta che 13 anni prima quell'hotel è stato teatro di una tragedia.
La signorina Tsunade insiste che la cosa resti segreta, ma Teuchi sa di potersi fidare di Naruto e gli rivela che è accaduto un episodio che ha velato di dolore quelle mura.
"C'è stato un omicidio."
Il caso è rimasto irrisolto. Naruto inizia a domandare maggiori particolari, ma Teuchi non ha intenzione di dire altro e cambia discorso. Si limita a ipotizzare che Sasuke possa essere un giornalista che cerca materiali per un articolo su quel caso insoluto. Naruto è sempre più confuso: anche se fosse un giornalista, perché è così interessato a lui?
Teuchi cambia nuovamente discorso:
"Chi voterai come sindaco?"
Continua spiegandogli che, nonostante tutto il trambusto dei media, vorrebbe soltanto che Danzo Shimura non diventasse primo cittadino.
Il bar è ormai vuoto, ma Teuchi abbassa la voce e sussurra:
"Un mio collega mi ha detto che tutto il suo senso civico è solo una facciata: in realtà sta partecipando alle speculazioni edilizie in questo quartiere. Vero è che alla fin fine non mi interessa chi vince, basta che si occupi di sistemare la situazione economica e di ridurre il crimine."
Il discorso fa venire in mente qualcosa a Teuchi che poggia sul tavolo un quotidiano con un articolo su un furto di gioielli avvenuto il giorno prima nelle vicinanze.
Il crimine sembra averlo scosso profondamente.
"Una volta c'erano un sacco di furti del genere!"
Naruto vorrebbe capirne un po' di più, ma Ayame chiama il padre che, dopo un breve saluto, torna al bancone. Naruto apre il giornale e inizia a leggere. L'articolo sul furto di gioielli accenna a una donna con un cappello nero apparsa in zona poco prima del misfatto. Inoltre la polizia ha espresso l'opinione che questo furto abbia delle somiglianze con il metodo adottato dal gruppo criminale ANBU durante i numerosi delitti di 13 anni fa.
Una donna con un cappello nero...
Naruto si ritrova a pensare alla donna che ha incrociato all'ingresso del palazzo.


 

 

       

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Donne e Illusioni ***


 

− CAPITOLO 3 −

DONNE E ILLUSIONI
Los Angeles
20 dicembre 1980
11:00 AM




 

 

 I rumori della città si confondono in lontananza, mentre Naruto cerca di afferrare ogni scampolo di sonno. Non occorre più alzarsi di fretta. Tuttavia viene sorpreso dallo squillo del telefono e allunga infastidito la mano ad afferrare la cornetta.
"Buongiorno!"
La voce allegra di Hinata lo sorprende con un saluto squillante.
"Ti va di lavorare ancora per la Konoha Crown?"
Naruto si sbarazza degli ultimi brandelli di torpore. Non ha mai ritenuto che il lavoro di venditore fosse particolarmente entusiasmante, ma da quando è stato licenziato, è iniziato a germogliare un senso di inadeguatezza.
"Vuoi dire che... Jiraiya si è pentito di avermi buttato fuori?"
Naruto scandisce stancamente le parole, ma di botto la voce di Jiraiya esplode all'altro capo.
"Per colpa tua e del fatto che ti sei fatto licenziare, ho cominciato ad avere incubi! Ti ho visto morto solo e abbandonato..."
L'immagine di Jiraiya che strappa con violenza la cornetta dalla mano di Hinata appare con chiarezza nella mente di Naruto, sempre più stupefatto, mano a mano che le parole si accavallano:
"Mi sono preoccupato per te..."
Non è da Jiraiya.
Naruto cerca di convincersi di essere sveglio, mentre lo sente parlare:
"Se ti va ancora di lavorare, beh... ti do un'altra possibilità."
Il viso di Naruto si rilassa mentre risponde con forza che, sì, vuole ancora lavorare, nonostante sia lui il primo a essere sbigottito da questa verità. Jiraiya annuisce e risponde che troverà un modo per mettere alla prova la sua buona volontà. Passa solo un attimo prima che il tono squillante di Hinata si ripresenti al telefono.
"Allora? Adesso sei sveglio?"
Naruto sorride alla battuta. Ma Jiraiya diceva sul serio? E quale prova lo aspetta? Gli è passata l’arrabbiatura?
Naruto si ritrova la testa piena di dubbi, ma se ne sbarazza pensando che, dopotutto, la cosa importante è che ha di nuovo la possibilità di lavorare. Sarebbe perfetto sfuggire a tutti problemi prima che arrivi Natale...
Hinata gli rassicura che è dalla sua parte e lo aiuterà a riprendersi il lavoro. Naruto lascia che un sorriso sincero gli illumini il volto. Ma c'è una cosa che deve assolutamente dirle...
Naruto le racconta della sua conversazione di ieri con Kakashi Hatake.
L'incontro all'Ichiraku Café gli ha lasciato un sapore amaro e le chiede di cercare qualche informazione su di lui. Hinata è sempre stata un asso nella raccolta di informazioni, tanto da riuscire a stupire più volte persino un ex detective come Naruto: sa sempre come trovare la persona giusta a cui chiedere.
Chissà cosa scoprirà... Naruto, ormai completamente sveglio dopo la chiacchierata con Jiraiya, inizia a riacquistare consapevolezza di sé. Fino a poco fa non aveva più mete o obiettivi, mentre ora comincia a prepararsi come in un qualsiasi giorno lavorativo.
Improvvisamente la signorina Tsunade apre la porta, cosa che non capita tutti i giorni. Il motivo della visita è l'affitto arretrato e Naruto coglie l'occasione per chiederle informazioni su quanto accaduto 13 anni prima nel palazzo, ma senza fare il nome di Teuchi.
La signorina Tsunade si sfiora il mento dubbiosa:
"Cosa sarebbe accaduto?"
Naruto insiste con le domande, ma la donna mantiene la calma mentre risponde:
"Ah, parla di quello... ma prima di perderci a chiacchierare in voci prive di fondamento, non le parrebbe il caso di saldare l'affitto?"
La signorina Tsunade non lascia trasparire alcuna emozione, mentre tocca il tema spinoso del pagamento degli arretrati.
Non ci sono scuse: Naruto deve pagare l'affitto. Scuote la testa ripensando alla sua situazione di quasi disoccupato e futuro senza tetto. Quando le cose inizieranno ad aggiustarsi?
Sul conto dovrebbero esserci almeno 400 dollari... ma oggi è sabato e la banca è chiusa. Niente gira per il verso giusto e Naruto deve rovistare la casa per tirare su i soldi dell'affitto.
In quel momento, suona il campanello e Kiba fa la sua entrata in scena:
"Oggi ti porto solo buone notizie!"
Naruto non ha avuto neanche il tempo di aprire la porta che dal volto radioso di Kiba sfocia una raffica di parole concitate. Gli spiega che ha fiutato un affare per decuplicare i soldi senza rischi e in poco tempo.
Naruto sente puzza di bruciato...
A quanto pare, Kiba non ha abbastanza soldi da investire ed è passato per convincerlo a contribuire:
"Perché non mi presti qualche verdone?"
Il telefono inizia a squillare. Naruto si chiede come faccia a ritrovarsi sempre in queste situazioni assurde e gli intima di levarsi dai piedi:
"Devo rispondere al telefono."
Kiba perde il sorriso.
"Mi lasci in un mare di guai."
Chissà di che guai parla...
Naruto lo lascia a lamentarsi e risponde al telefono dove la voce della signorina Tsunade lo avverte:
"Mi sono dimenticata di dirle che gradirei i soldi dell'affitto entro oggi."
Naruto sorride, suo malgrado, pensando che piove sempre sul bagnato.
Kiba si accorge della sua reazione e chiede:
"Era la signorina Tsunade?"
Il seccatore è ancora lì...
"Quella donna è un mastino: non molla mai la presa. Prima ha telefonato anche a me."
Dopo un momento Kiba torna alla carica:
"Come posso fare... se non vanno le scommesse, non riuscirò mai a pagare l'affitto..."
Da dove saltano fuori le scommesse, adesso?
Quelle parole insospettiscono Naruto. Ci mancava solo il gioco d'azzardo...
Al culmine della sopportazione, si volta di scatto verso Kiba e gli abbaia in faccia:
"Non vorrai che ti paghi io i tuoi quattro mesi di affitto, adesso?! Arrangiati!"
Kiba rimane a bocca aperta al cospetto di quella sfuriata ed esce a capo chino dall'appartamento.
Finalmente da solo, Naruto ripiomba i problemi ben più reali. Ci sarà qualche spicciolo in giro per casa...
Ha sempre avuto l'abitudine di mettere tutti gli spiccioli che trovava in tasca in una bottiglia di whiskey vuota, perciò la prende in mano e la rovescia per farli cadere.
All'interno ci sono anche delle banconote, ma non riesce a farle uscire dal collo. Che situazione assurda... Non c'è altro da fare che spaccare la bottiglia. Potrebbe usare un cacciavite che ha in casa. Lo poggia sul vetro e dà un colpo secco sul manico con il palmo della mano, ma rischia solo di bucare il tavolo.
Bisogna trovare qualcosa di più adatto...
Cerca un attrezzo per spaccare la bottiglia, ma non riesce a trovare nulla. Basterebbe un semplice martello... e il pensiero vola subito a Sai e alla sua professione di idraulico.
Con il lavoro che fa, avrà certamente molti utensili per riparazioni, perciò sale al suo appartamento senza perdere altro tempo. Sai è sorpreso della visita inaspettata, ma lo invita a entrare in casa. Naruto evita di menzionare l'affitto e gli spiega che, per sbaglio, ha infilato qualcosa d'importante in una bottiglia e ora è costretto a romperla. Sai gli risponde amichevolmente che gli può prestare un martello, ma deve andare a prenderlo in macchina. Soddisfatto di poter essere utile, esce di casa e lo lascia solo.
Durante l'attesa, Naruto si guarda intorno e si sofferma davanti a un quadro. Si avvicina per osservarlo meglio e scopre che è un puzzle.
Si tratta de "L'angelo che apre la porta" di Osterzone.* E rappresenta proprio un angelo dai tratti bambineschi che porge tra i palmi delle mani aperte una chiave dorata. Come un fiume in piena, i ricordi invadono la sua testa.
Un'organizzazione criminale trafugò l'originale da una pinacoteca di New York tempo addietro. Era l'organizzazione in cui si era infiltrato Sasuke. Sembra quasi che non sia un caso essere incappati in questo quadro proprio qui e proprio adesso...
Fa scorrere le dita sul puzzle adombrato dalla polvere.
Ma il puzzle... con uno schianto cade a terra, spargendo tasselli su tutto il pavimento! Naruto si affretta a raccogliere tutto prima che ritorni Sai. Se dovesse scoprire ciò che ha combinato, non sarebbe incline a prestargli il martello. Nonostante la fretta, Naruto riesce a ricomporre il puzzle e tira un sospiro di sollievo.
"Eccomi qua."
Sai appare sulla porta e gli porge il martello con un sorriso.
Naruto lo ringrazia, ma prima di uscire si volta per rivolgergli una domanda:
"Hai fatto tu quel puzzle? È un quadro di... com'è che si chiama... Osterzone, giusto? 'L'angelo che apre la porta' o qualcosa di simile..."
Sai annuisce quasi stupito, ma non sembra aver voglia di parlare troppo del puzzle. Naruto torna a casa e spacca la bottiglia.
Finalmente anche il problema dell'affitto è risolto e non ha voglia di far aspettare troppo la signorina Tsunade. Si dirige di gran carriera nel suo appartamento.
"Le ho portato l'affitto."
Naruto viene invitato nel soggiorno. Nonostante i quattro anni passati nel condominio, è la prima volta che entra in casa della signorina Tsunade.
Mentre riceve il denaro, la donna si lascia sfuggire che soltanto due inquilini devono ancora saldare gli arretrati.
Uno è ovviamente Kiba, mentre l'altra è Konan Tenshi dell'appartamento 206. La ragazza che sbraitava per la perdita dell'anello non dava l'impressione di avere problemi di denaro...
La signorina Tsunade manifesta comprensione per la ragazza, spiegando che anche lei è vedova e non deve essere facile racimolare i soldi per arrivare a fine mese. Ma senza apparente logica, gli chiede il favore di ricordarle dell'affitto. Naruto, rimasto senza parole, si limita ad annuire. La donna lo invita a fermarsi per un tè e quattro chiacchiere in tranquillità.
Naruto esita un istante, prima di essere aggredito con un brusco "Non le sono simpatica?" che lo spinge a cedere.
La signorina Tsunade si rilassa e spiega che la necessaria separazione dal palazzo l'ha portata a ripensare al passato. Naruto sorseggia il tè, mentre ascolta le confidenze della donna.
Scopre così che il marito suonava il sassofono in un gruppo jazz:
"Se fosse ancora vivo..."
Seguendo lo sguardo della donna che si rivolge verso uno scaffale, Naruto si accorge della foto di un uomo che suona un sassofono tenore. Poggia la tazza e chiede quali circostanze hanno portato alla scomparsa del marito.
"Un incidente... un terribile incidente..."
Poi, quasi per cambiare discorso, la signorina Tsunade si rivolge a Naruto e gli chiede come sia scomparso il padre.
"Beh... è morto quando avevo nove anni... è stato ucciso."
La risposta è secca.
La signorina Tsunade spalanca gli occhi e resta senza parole, mentre Naruto continua spiegando che il colpevole è ancora a piede libero.
Lo sguardo della donna si fa dolce, mentre sussurra qualcosa di appena percettibile:
"Ah... se potessi tornare indietro 13 anni fa e sistemare tutto..."
Ancora quei fatidici 13 anni... Naruto prova a carpirle qualche altra informazione:
"Dice che non bisogna dare fede a ciò che si racconta su quel che è accaduto 13 anni fa?"
Il tono della signorina Tsunade non varia minimamente quando risponde che è di sicuro una diceria e lo prega di evitare il discorso di fronte a lei.
La discussione è chiaramente giunta a un punto morto e Naruto decide di accomiatarsi. Solo Teuchi potrebbe dirgli qualcosa di più sull'incidente di 13 anni fa...
Naruto va al bar, dove il pavimento rischiarato dal sole della sera non è disturbato dall'ombra di nessun cliente.
L'usuale sorriso raggiante di Ayame lo accoglie all'ingresso:
"Benvenuto all'Ichiraku Café!"
Naruto sorride e ordina il caffè del giorno e un hamburger, ma ha le idee chiare sui dettagli:
"Ayame, l'hamburger senza pomodoro e con molti sottaceti. Mettici anche il formaggio, mi raccomando."
Teuchi borbotta alla figlia che dovrebbe ricordarsi i gusti dei clienti una volta tanto, ma Ayame non gli bada. Teuchi continua a borbottare che chi lavora in un ristorante o in un bar dovrebbe fare maggiore attenzione ai gusti dei clienti, soprattutto se abituali.
Dopo lo sfogo, si avvicina al tavolo. Grazie al suo amore per la chiacchiera, Naruto riesce a essere sempre informato su ciò che succede in città: è una perfetta fonte d'informazioni per un tipo schivo come Naruto.
"Senti, Teuchi, potresti dirmi qualcosa di più sull'incidente di 13 anni fa di cui mi hai accennato ieri?"
Teuchi si limita a dire che il discorso iniziava e finiva ieri sera. Mai gli aveva dato una risposta così brusca.
"Nessuno vuole vivere in un palazzo che è stato teatro di un omicidio."
Ciò che dice ha senso e Naruto capisce perché non avrebbe dovuto accennare alla signorina Tsunade.
Teuchi si lascia andare a delle riflessioni sulla donna:
"Non è stato facile per lei da quando le è morto il marito. Quando ha preso il palazzo, ha avuto vari problemi e non ho detto niente in giro per non renderle la vita più difficile."
Teuchi rimpiange di essersi lasciato sfuggire la cosa e gli chiede di dimenticarsela. Naruto non può fare molto altro che acconsentire.
Dopo un breve silenzio, Teuchi cambia improvvisamente discorso e chiede come se la cava con i cruciverba. Naruto annuisce tradendo un certo orgoglio nelle sue abilità di logica.
Teuchi non perde tempo e gli ficca in mano un modulo di partecipazione al quiz dell'Ichiraku Café. Tra i partecipanti che rispondono correttamente verrà sorteggiato il vincitore di 1000 dollari. Per essere un piccolo bar di quartiere, la cifra è decisamente alta. Sembra che Teuchi voglia chiudere il locale in grande stile tirando su il morale dei clienti.
Con un sorriso aggiunge:
"Qua mi faranno anche chiudere, ma aprire da un'altra parte."
Teuchi è sicuramente il proprietario perfetto e ci sono molti clienti abituali, ma non è arduo immaginare le difficoltà di sgombrare in breve tempo un locale e riaprirlo da un'altra parte. Naruto realizza che a breve non potrà più passare il tempo in questo bar e l'idea che possa chiudere gli lascia un senso di vuoto.
Mentre assapora l'hamburger tra un sorso e l'altro di caffè, fa scorrere le dita sul cruciverba. Perché non provarci? Finita la cena, attraversa la hall diretto a casa, quando una voce lo sorprende alle spalle.
"Scusa ancora per i problemi che ho causato ieri..."
La voce è quella di Konan, la ragazza che ieri strillava accusando Kiba del furto di un anello. Konan aggiunge con un sussurro che ormai si sarà fatto una pessima opinione di lei.
Tuttavia Naruto le risponde con un accenno di sorriso che per avere un'opinione pessima di qualcuno, dovrebbe averne una buona per se stesso.
"Namikaze... non ti facevo così gentile..."
Per la prima volta, Konan alza lo sguardo a incrociare il suo. Naruto aggiunge che non si tratta di gentilezza, ma del fatto che cerca di dimenticare le seccature che gli piombano addosso.
Konan scoppia in lacrime lasciandolo in preda allo sgomento:
"Io... ti faccio pena, vero?"
"No... immagino che non sia facile per te... hai qualche problema di soldi, forse?"
Gli spiega che, in effetti, ha chiesto alla signorina Tsunade di avere pazienza con il suo affitto, perché a breve dovrebbe riuscire a ritirare un po' di soldi.
Tra le lacrime, gli rivela che ha cercato di essere sempre forte da quando è morto il marito, ma istintivamente ha trovato in Naruto qualcuno di cui potersi fidare. Ma perché proprio adesso ha deciso di lasciarsi andare e dirgli tutto?
Nonostante uno spiacevole presentimento, Naruto si rassegna ad ascoltare i suoi discorsi. A metà della conversazione, la porta di ingresso si apre accogliendo Kakashi Hatake nella hall.
Non passa neppure un attimo che Konan si irrigidisce, smette di parlare e si allontana in tutta fretta.
Dopo un attimo di sbigottimento, Naruto attacca discorso con Kakashi:
"Ti serve qualcosa?"
"Non da te."
Alla risposta secca, segue una breve spiegazione: sta cercando un altro inquilino. L'atteggiamento arrogante di Hatake mette a dura prova la pazienza di Naruto. Tuttavia, la curiosità lo sprona a chiedere chi stia cercando.
"Qualcuno più interessante di te. Ci vediamo."
Dopo il breve saluto, Hatake va verso l'uscita, ma Naruto cerca di fermarlo:
"C'è per caso qualcuno del genere in questo palazzo?"
Kakashi ridacchia e risponde che sì, è probabile che ci sia qualcuno di più interessante di un ex poliziotto che ha sparato a un collega. La battuta ironica chiude il discorso e Kakashi esce dal palazzo.
Naruto non riesce a levarsi dalla testa la reazione di Konan. Sale le scale per andare a parlare con lei, ma lungo il corridoio del secondo piano si ferma indeciso sul da farsi. Proprio in quel momento, gli cade l'occhio su una busta per terra vicino a una panchina.
Si tratta di una lettera di una compagnia assicurativa per Konan, che lo fa ripensare alle parole di poco prima riguardo ai soldi che dovrebbe ritirare.
Arrivato alla porta dell'appartamento 206, bussa e Konan si affaccia subito.
Naruto le consegna la busta:
"Penso sia tua, da una compagnia assicurativa."
L'espressione della ragazza diventa agitata mentre lo invita ad entrare in casa. Si prospetta un discorso spinoso.
Pare che quei pochi fogli presenti nella busta sgualcita siano molto importanti. La ragazza si affretta a dargli spiegazioni.
La lettera riguarda l'incidente che è costato la vita al marito e riporta l'ammontare dell'indennizzo che le permetterà di saldare l'affitto e trovare una nuova casa.
L'accenno al marito la spinge a parlare, rivelando che è stata quella ragione per cui si è trasferita nel condominio sei mesi prima:
"Questo posto mi ricorda tante cose. L'ho conosciuto qua, quando era ancora l'Hotel Tsukuyomi."
Konan sperava che abitare nel palazzo le permettesse di vivere tra i ricordi e, ascoltandola, Naruto si rende conto che la ragazza che ha di fronte è molto diversa dall'immagine che si era fatto.
Davanti a lui c'è una donna fragile e insicura. Naruto capisce che non può lasciarla da sola.
Konan interrompe le sue riflessioni per chiedergli un consiglio. Si allontana un attimo e torna con un apparecchio grosso come il palmo di una mano. Ma è una cimice... Konan sospetta che sia stato Kakashi a installarla.
Ora si spiega la reazione di Konan quando ha visto Kakashi all'ingresso: è chiaramente terrorizzata da quell'individuo.
"Nell'ultimo periodo mi sento un sguardo addosso ovunque vada e tre giorni fa mi sono accorta che lo sguardo era il suo."
Konan non ha dubbi. Naruto la tranquillizza promettendole che farà sputare il rospo ad Hatake. Ma come avrà fatto a installare una cimice?
Konan non ne ha idea, ma da tre giorni ha cominciato ad avere la sensazione di essere seguita e spiata.
Konan si guarda attorno nervosamente, mentre espone la sua ipotesi di come si sia infilato in casa.
A Naruto è capitato di usare delle cimici come metodo di indagine e ricorda che alla prima lezione sul loro utilizzo, gli hanno spiegato che la cosa più importante è il luogo in cui le si installa. Evidentemente deve aver avuto fretta, se Konan è riuscita a trovarla. Magari una persona esterna come Kakashi non ha avuto abbastanza tempo per fare una lavoro migliore...
Tuttavia, Naruto non riesce a capire quali possano essere le ragioni che lo potrebbero spingere a tanto. Cosa spera di trovare? Solo il diretto interessato potrebbe dargli una risposta soddisfacente. Konan torna a parlare dei tempi in cui il palazzo era ancora l'Hotel Tsukuyomi. Non c'erano molte camere, ma il servizio era buono e la cucina gustosa. La voce si tinge di nostalgia. Sarà per il tono più rilassato, ma la ragazza trasmette una piacevole sensazione di dolcezza.
Il marito lavorava all'hotel con il fratello di Konan, ormai scomparso. Questo spiega i numerosi ricordi che il palazzo le suscita.
Naruto prova a chiederle dell'incidente accaduto 13 anni prima, ma Konan sa solo che c'è stato un omicidio e nulla di più. Sembra che non sappia neanche del fatto che sia ancora irrisolto. Prova ad accennare anche alla Kitsune Star, ma Konan scuote la testa. Naruto cerca di riflettere e di capire chi possa essere Kakashi Hatake e quali possano essere i suoi obbiettivi, ma non riesce a darsi una risposta.
Finora ha sempre cercato di non farsi coinvolgere nei problemi degli altri, ma questa volta capisce che non può fare finta di niente. Kakashi non si sta interessando solamente a lui, ma sta indagando anche su altri inquilini...
Deve scoprire chi è e che cosa vuole ottenere.
Naruto torna a casa e si siede sul divano continuando a rimuginare su quel misterioso tipo. In quel momento si accorge del martello sul tavolo. Accidenti, non l'ha ancora restituito.
Quasi come se lo avesse chiamato, Sai suona alla porta per riprendere il martello.
Naruto si scusa per essersi dimenticato e lo ringrazia, ma mentre sta chiudendo la porta, Sai lo ferma con una strana domanda:
"Negli ultimi giorni hai per caso notato uno strano individuo con gli occhiali da sole che si aggirava per la palazzina?"
Sta parlando di Kakashi... secondo Sai, sia lo sguardo che il modo di fare, lo contraddistinguono chiaramente come un vero e proprio poliziotto e vorrebbe parlargli non appena possibile. Ama molto i polizieschi e vorrebbe saperne di più su come davvero si svolgono le indagini e altre cose del genere.
Ma se sa di Naruto, perché non chiede a lui? Non è comunque un lavoro così interessante come lo dipinge la televisione. Senza mezzi termini, gli consiglia di stare alla larga da quell'uomo e Sai abbassa la testa deluso.
Naruto approfitta dell'occasione per fargli qualche domanda:
"Di recente non è successo niente di strano nel palazzo?"
"L'unica cosa che mi viene in mente è che la radio ha una ricezione peggiore del solito. L'hai notato anche tu?"
Naruto scuote la testa, ma si ricorda che è da un po' di giorni che non la accende.
Quando Sai se ne va, preme l'interruttore della sua piccola radio, ma la ricezione è pessima, forse perché è rimasta spenta per troppo tempo. Mentre cerca di sintonizzarla su qualche stazione, si accorge di uno strano suono. Gli sembra di sentire la voce di Teuchi tra le note di una canzone.
Perché diavolo gli pare di sentire i suoni dell'Ichiraku Café? Che si tratti di un'altra cimice? Naruto deve capire con certezza se la sua intuizione è giusta e, per farlo, deve scendere all'Ichiraku Café, ma mentre sta per uscire suona il telefono. Hinata ha qualcosa per lui.
"Ho raccolto qualche informazione su Kakashi Hatake. Ha 38 anni e lavora come investigatore privato per le compagnie assicurative."
Hinata continua dicendo che girano voci sul fatto che le indagini di Hatake abbiano sempre fatto risparmiare soldi alle assicurazioni. Naruto le chiede di fare anche qualche ricerca sull'Hotel Tsukuyomi. Inoltre spiega a Hinata che dovrà lasciare la casa entro la fine del mese.
"Così all'improvviso?"
"Posso sempre venire a piazzarmi da te, se non trovo altro."
All'altro capo del telefono, Hinata si zittisce di colpo. Naruto la rassicura che stava solo scherzando prima di riattaccare.
Naruto esce di casa per andare all'Ichiraku Café ripensando alla strana battuta che ha fatto. Non è incline a scherzi del genere e si ritrova ad allungare istintivamente il passo. Giunto davanti al bar, fa un respiro profondo prima di spingere la porta ed entrare. Con qualche domanda, scopre da Teuchi che Konan si siede sempre nello stesso posto quando viene al bar di fianco all'albero di Natale.
Naruto si avvicina al luogo indicato da Teuchi e inizia a ispezionare l'albero. Mentre sta analizzando i singoli addobbi, si accorge di un oggetto scuro tra i rami. Ecco una cimice ancora attiva. Se la infila in tasca ed esce dall'Ichiraku Café. Nella hall incappa in Kakashi e lo ferma.
"Sputa il rospo: nel tuo mirino c'è Konan Tenshi!"
Hatake non si scompone e propina il solito sorriso arrogante. Naruto gli mostra la cimice e l'espressione di Kakashi si congela. Poi lo incalza chiedendogli spiegazioni sulle cimici che ha installato per spiare Konan.
Hatake cede e sputa una risposta:
"Voglio smascherarla."
A detta di Kakashi, Konan è abile a tessere trame per approfittare degli altri e spillargli soldi. Naruto gli chiede maggiori dettagli sulle sue indagini.
Tuttavia, Hatake si rifiuta di rispondere e Naruto continua a pressarlo senza perdere tempo:
"So chi sei."
Queste tre parole infrangono il silenzio di Kakashi, che si lascia andare in una spiegazione: lavora per la compagnia che assicurava il defunto marito di Konan. Dovrebbe trovare delle prove della truffa che Konan sta perpetrando. Naruto ripensa al viso in lacrime di Konan, mentre gli raccontava del marito.
Kakashi gli spiega che la ragazza aveva ricevuto una notevole somma di denaro dall'assicurazione alla morte del fratello 13 anni prima. E il marito coinvolto in un incidente d'auto stranamente simile. La compagnia si è insospettita e ha assunto Hatake per investigare. Durante le indagini, è venuto a conoscenza di alcuni curiosi particolari. Naruto gli domanda se sappia qualcosa sull'omicidio che è avvenuto 13 anni prima.
La breve risposta non lascia adito a dubbi:
"Certo."
Increspa le labbra in un sorriso beffardo, mentre Naruto prosegue:
"E hai sentito parlare anche di una certa Kitsune Star?"
"Kitsune Star???"
Kakashi spalanca gli occhi quasi scandalizzato:
"Se è mai esistito qualcuno che ne sapesse qualcosa, quello è stato tuo padre."
Naruto rimane di sasso.
"Se ne vuoi sapere qualcosa, dovresti trovare il modo di chiedere a lui!"
Ma che rapporto potrebbe mai legare suo padre con la misteriosa Kitsune Star? Naruto rimane impietrito senza trovare più le parole, mentre fissa la figura di Hatake che esce dal palazzo.
La truffa di Konan...
L'omicidio di 13 anni fa...
L'ordine misterioso...
Naruto si rende conto di quante cose questo palazzo gli stia ancora nascondendo e di come rimanga sempre invischiato a dispetto delle sue intenzioni.

 
 
 

          

 

*Osterzone: ci tengo a specificare che 'il pittore Osterzone', non esiste.

Spero che la storia vi stia piacendo nonostante l'OOC, non è nata come naruhina bensì come un semplice AU giallo.
E' di 10 capitoli già terminati e da sistemare, non esitate a recensire, mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate!

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Insidie in Agguato ***


− CAPITOLO 4 − 

INSIDIE IN AGGUATO 
Los Angeles
21 dicembre 1980 
11:00 AM








 

 

 Il risveglio è pessimo.
La voce della madre ha continuato a rimbombare nella testa di Naruto dalla telefonata della sera precedente fino all'alba di stamattina.
"Kitsune Star? Tuo padre non ha mai parlato di niente del genere."
Eppure Kakashi è stato decisamente chiaro a riguardo.

"Se è mai esistito qualcuno che ne sapesse qualcosa, quello era tuo padre."

Ha continuato a pensare fino a notte fonda a qualcosa che lo aveva colpito nella telefonata. Con uno sbuffo d'irritazione, si alza dal letto e si veste senza neanche sciacquarsi il viso, per poi uscire per una passeggiata nel parco vicino al condominio.
Si lascia cadere su una gelida panchina ad assaporare l'aria pungente, mentre le preoccupazioni si fanno sempre più rarefatte. Fissa la propria immagine riflessa nella pozzanghera ai propri piedi, senza riuscire davvero a vederla.
Naruto resta immobile sulla panchina per quasi un'ora, nonostante il freddo che lo avvinghia e lascia che il pallido sole invernale lo avvolga. I minuti si trascinano lenti come i suoi passi quando torna verso il condominio.
Fermo all'incrocio, sofferma lo sguardo sull'insegna di un'agenzia immobiliare sul lato opposto alla strada. Si avvicina per un'occhiata alle offerte appese, ma non trova nulla che lo convinca a traslocare.
Non sarà facile trovare una nuova sistemazione. Appena oltrepassata la porta d'ingresso, sente la voce di Sakura alle sue spalle.
"Naruto, aspetta! Ti ho visto per strada e ho provato a chiamarti ma non mi hai sentita."
Fin da quando si è soffermato davanti all'immobiliare, era immerso nei suoi progetti per visitare il quarto piano senza destare sospetti. In circostanze normali, si sarebbe accorto subito della presenza di Sakura... Che stia perdendo il suo sesto senso?
Sakura lo spiazza con delle confidenze inaspettate:
"Trasloco venerdì, perciò a Natale sarò ancora qua. Insomma, mi spiacerebbe creare problemi a Babbo Natale: non saprebbe più dove portarmi i regali."
La sua risata suona allegra.
"Naruto, sai già cosa riceverai per regalo?"
Sembra che Kiba le abbia promesso una borsa di Bella Regina, una marca costosa che va molto di moda. Ma Naruto non si è mai interessato di stile e accessori chic... Ma come fa Kiba a permettersi un acquisto del genere? Sembra che le abbia rivelato che a breve avrà modo di tirare su un po' di soldi.
Naruto interrompe bruscamente le chiacchiere insulse della ragazza:
"Kiba prova qualcosa per te. Smettila di prenderlo in giro."
Sakura non rimane particolarmente impressionata dalla sua sincerità e risponde con tono leggero:
"Guarda che Kiba sa bene come la penso su di lui."
Scuote infastidita il collo con un lieve sbuffo e senza altra ragione apparente, cambia presto discorso.
"Ma piuttosto, hai sentito di quella terribile rapina alla gioielleria?"
Sakura gli confida che il negozio che è stato colpito si trova accanto al suo.
Il quotidiano accennava a un furto collegato alla donna con il cappello.
Naruto prova a chiedere a Sakura se ha mai visto una donna con il cappello nel palazzo, ma la ragazza non ne sa nulla. Le continue domande di Naruto riescono a soddisfare le necessità di dialogo di Sakura, che lo saluta prima di salire le scale. Mentre la segue con lo sguardo, si domanda quale possa essere la sua opinione su Kiba.
Si ferma nella hall a pensare. Ma all'improvviso viene distratto da un movimento proveniente dalle scale e, voltandosi si trova dinanzi la figura della signorina Tsunade. Quando la donna di accorge di lui, gli si avvicina ringraziandolo ancora per i soldi dell'affitto.
"Grazie, signor Namikaze. Lei, sì, che è un uomo con la testa sulle spalle: ha portato l'affitto come promesso... Ah, prima che mi dimentichi, la volevo informare che dobbiamo staccare la corrente dagli appartamenti sfitti per prepararci allo sgombero. Inizieremo il 25, staccando la luce al quarto piano, ma tanto lei non avrebbe motivo di salirci."
Dannazione, proprio ora che aveva intenzione di andare a dare un'occhiata...
"Le spiacerebbe mostrarmi le stanze al quarto piano prima di staccare la corrente?"
Avanza la richiesta cautamente, ma la signorina Tsunade ha sempre la risposta pronta:
"Sta scherzando? Le stanze al quarto piano non vengono usate da più di dieci anni e sono piene di polvere. Mi spiace tanto, ma non intendo lasciarla salire lassù."
Non vuole sentire ragioni, ma Naruto prova a insistere.
"Le ho detto di no. L'accesso al quarto piano è vietato! Per questo motivo ho fatto mettere una porta tagliafuoco. E poi..."
E poi... cosa?
"Gli acquirenti dello stabile mi hanno espressamente richiesto di non toccare nulla al quarto piano."
La richiesta cozza decisamente con la decisione di demolire l'edificio.
"Chi ha comprato il palazzo?"
"Non glielo posso dire."
La signorina Tsunade non fornisce alcuna risposta, ma non manifesta nemmeno il desiderio di andarsene e Naruto ne approfitta per rivolgerle una domanda che gli frulla in testa da un po' di tempo:
"Perché non ha mai trasformato le stanze al quarto piano in appartamenti?"
La donna lo sorprende con una risposta semplice:
"Perché non avevo il capitale necessario."
Il suo sguardo è saldo mentre scandisce lentamente le parole.
"Ho usato tutto il patrimonio di mio marito per comprare l'Hotel Tsukuyomi in rovina. Ho dovuto faticare parecchio per rinnovare tutto e trasformarlo in un condominio."
L'espressione della donna si sta irrigidendo e Naruto comprende che è giunto il momento di interrompere le domande. Dopo che la signorina Tsunade si è allontanata, Sai appare dal nulla e si avvicina a Naruto.
"Se vuoi, ti posso mostrare le stanze al quarto piano, ma non devi farne parola con la signorina Tsunade."
Senza nessuna vergogna, ha origliato la loro discussione, ma si legge solo divertimento sul volto di Sai. Naruto si sente a disagio, ma vuole dare un'occhiata alle stanze.
"Per me è facile entrare al quarto piano, ma in cambio avrei bisogno di un piccolo favore..."
"Sputa il rospo."
"Raccontami tutto quello che sai su Kakashi Hatake!"
Naruto scopre con fastidio che Sai ha la brutta abitudine di origliare e il giorno prima ha sintonizzato l'orecchio sulla loro conversazione.
"Kakashi è un investigatore di una compagnia di assicurazioni, giusto? E sta indagando su quella ragazza..."
Naruto alza le spalle per non rispondere, ma Sai continua sempre più eccitato:
"Dai, non prendermi in giro. Kakashi sta indagando su Konan del 206, vero?"
"Hai sentito anche quello?"
"Allora avevo ragione!"
Sai sorride per un perverso senso di soddisfazione.
"Che ti prende?"
"Naruto, lasciami dire che quella ragazza... Konan... non mi ha mai convinto. E a dirla tutta, non mi piaceva neanche prima che si trasferisse qua."
Spiega che gli era capitato di fare qualche riparazione all'impianto idraulico a casa di Konan quando il marito era ancora vivo e si ricorda che l'atmosfera era tesa.
"Litigavano tutto il tempo. E dopo sei mesi il marito è morto... Secondo me è stata lei ad ammazzarlo dopo avergli fatto firmare un'assicurazione!"
Naruto pensa che Sai abbia letto troppi gialli:
"Hai finito con le deduzioni, ispettore? Il mio passato da detective... il marito di una vedova... ti piace immaginarti i segreti degli altri?"
"Un sacco! Spiare i segreti degli altri è un'esperienza così elettrizzante!"
Naruto rimane disgustato dall'interesse quasi morboso di Sai per le vite degli altri e dalla sua abitudine di trarre facili conclusioni.
"Dai, Naruto, dopo averti annoiato con i miei stupidi discorsi, ti mostrerò le stanze al quarto piano. Ci vediamo lassù alle 4 di oggi pomeriggio."
Sai esce dal palazzo, mantenendo sul volto un sorriso complice.
"Che tipo strano..."
Ma prima che Naruto ci pensi troppo a lungo, Hinata fa squillare il cercapersone per chiamarlo.
Arrivato a casa, si fionda sul telefono, ma si accorge che la spia della segreteria telefonica è accesa.
Il mittente dell'ordine misterioso ha lasciato un messaggio:
"Se hai deciso di accettare l'ordine, metti una moneta da un centesimo in una busta e imbucala nella cassetta della stanza 404."
Di chi sarà quella voce?
Il cercapersone scuote Naruto dai nuovi dubbi. Hinata lo sta chiamando di nuovo. Si sbriga a telefonarle.
"Ho raccolto qualche altra informazione su Kakashi Hatake. Pare che sia un investigatore assicurativo che lavora in proprio ottenendo ottimi risultati. Tanto buoni che in tutte le sue indagini sono sempre venute fuori delle prove... e l'indennizzo non è mai stato pagato. Chiaramente le compagnie reputano che sia più conveniente assumere un investigatore del genere piuttosto che pagare il dovuto."
Hinata gli chiede se nel palazzo c'è qualcuno in attesa di un risarcimento assicurativo e Naruto risponde brevemente:
"Sì, c'è una vedova trentenne di nome Konan. Mi ha chiesto qualche consiglio su Kakashi."
Hinata resta colpita e si lascia sfuggire una domanda sul rapporto che ha con lei, ma Naruto risponde distrattamente che si trattava soltanto di una conversazione nata sul momento.
Hinata lascia passare qualche secondo prima di aggiungere:
"Va bene... ero solo un po' preoccupata..."
Quasi per coprire la sua risposta, Naruto chiede affrettatamente se ha scoperto qualcosa sull'Hotel Tsukuyomi. Iniziò l'attività nel 1950 e chiuse per fallimento nel 1967, 13 anni prima. Il direttore al tempo della chiusura era un uomo di nome Hashirama Senju. L'ultimo giorno prima di chiudere, fu organizzata una festa in grande stile. Era dicembre e durante il party accadde un fatto tragico: in una stanza del quarto piano venne uccisa la moglie del direttore. Si chiamava Mito Senju e fu avvelenata con del cianuro di potassio. Il cadavere fu scoperto da un dipendente dell'albergo di nome Nagato Tenshi... Hinata snocciola al telefono tutte le informazioni trovate con tono professionale e distaccato.
Nagato Tenshi? Ha lo stesso cognome di Konan... Naruto non si lascia sfuggire niente con Hinata e le chiede di indagare anche sulla situazione dell'hotel di 25 anni fa.
Quasi come se stesse ricordandolo a se stesso, Naruto aggiunge:
"L'ordine parlava di un certo Kitsune Star, scomparso 25 anni fa all'Hotel Tsukuyomi e vorrei capirne di più."
Hinata lo rassicura che chiederà in giro e poi riaggancia, lasciandolo a fissare il vuoto per un tempo indefinito.
Naruto non riesce a distogliere i pensieri da quel dipendente dell'hotel con lo stesso cognome di Konan.
A questi dubbi, si aggiungono anche le parole di Sai sui pessimi rapporti con il marito. Più ci riflette, più i sospetti su Konan aumentano. Naruto decide di andare a parlarle ed esce con passo deciso.
Konan è ancora in casa e lo invita a entrare non appena riconosce la sua voce.
Prima di toccare l'argomento, le parla di Kakashi come promesso:
"Credo che sia stato lui a installare la cimice in casa tua e ne aveva messa anche un'altra."
Konan rimane atterrita quando scopre che c'era una cimice anche nell'Ichiraku Café e si lascia andare in uno sfogo:
"Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?"
La domanda sussurrata si sovrappone ai quesiti di Naruto. Perché Kakashi sta indagando su di lei? Quali segreti si celano nell'animo della ragazza? Ma soprattutto, sta dicendo la verità?
"Perché me lo chiedi?"
Konan aggrotta le sopracciglia, mentre lo squadra con uno sguardo indagatore. Naruto si domanda cosa stia leggendo sul suo volto. Forse ora ha davvero la faccia del piedipiatti... ma non ha tempo da perdere tra i dubbi e comincia a interrogarla.
"So che il rapporto con tuo marito non era dei migliori... e Kakashi mi ha raccontato che vuoi truffare l'assicurazione."
"Non è possibile! Naruto, hai creduto così facilmente alle parole di quell'individuo?"
"Non così facilmente. C'è qualcosa che non mi convince in lui... ma ho bisogno delle tue risposte per sapere da che parte sta la verità... devo chiederti di parlarmi della morte di tuo marito e di tuo fratello..."
Nonostante i sospetti di Naruto, lo sguardo della ragazza resta saldo e diretto.
Konan comincia a raccontare il proprio passato con tono asciutto:
"Mio fratello Yahiko morì 13 anni fa in un incidente. Precipitò da un dirupo a causa di un guasto ai freni. Per un'orfana come me fu un duro colpo... mio fratello era tutto per me. Nagato, un collega di mio fratello, mi aiutò a superare quel terribile periodo."
Konan parla con ragionata calma, scegliendo accuratamente le parole.
Dopo la morte del fratello, Konan presentò la richiesta per il pagamento dell'assicurazione sulla vita. Yahiko l'aveva fatta poco prima di morire per permettere alla sorella di non avere problemi economici nel caso gli fosse successo qualcosa. Anche l'anello che aveva causato un trambusto qualche giorno prima è legato al fratello: era un suo regalo.
"Ho presentato la richiesta per il pagamento alla compagnia assicurativa, ma non ho potuto avere subito i soldi... La polizia aveva stabilito che era stato un incidente, ma l'assicurazione continuava ad avere dei dubbi e avviò un'indagine. Naruto, non puoi immaginare cosa abbia dovuto passare per ottenere quei soldi."
Alla fine, la compagnia non trovò nulla di sospetto e pagò la cifra dovuta.
Konan conclude:
"Le esperienze spiacevoli di quei mesi macchiarono i soldi di amarezza. Solo Nagato mi fu accanto e mi sorresse. Quando riuscii ad avere i soldi, lo sposai."
Il volto di Konan si rabbuia di dolore mentre dissotterra gli spiacevoli fatti di 13 anni prima:
"Naruto, non sto truffando nessuno. Ti prego, non credere alle parole di quel Kakashi Hatake."
Lo guarda con gli occhi umidi, ma Naruto ha bisogno di sapere tutta al verità:
"Probabilmente mi sono sbagliato a giudicarti, ma odio essere preso in giro. Raccontami tutto."
Il tono fermo colpisce Konan, che si rassegna a confessare le ombre del passato all'uomo che ha di fronte.
Dopo la morte del fratello, si sposò con Nagato, ma dopo poco tempo cominciò a chiedersi se amasse lei o i suoi soldi. Il dubbio minò le radici del rapporto, ma l'inevitabile strappo fu causato da un'attività commerciale che Nagato avviò con parte del denaro. Lo spettro dei soldi comparve sempre più spesso nei loro litigi.
Quando i soldi dell'assicurazione finirono, Konan decise di divorziare, ma per ironia della sorte, Nagato incontrò lo stesso destino di Yahiko poco prima che glielo dicesse. Anche il suo incidente fu imputato a un guasto ai freni che lo fece precipitare da un dirupo. E il caso volle che anche lui avesse fatto un'assicurazione sulla vita a favore di Konan senza dirle nulla. Fu quasi naturale che la compagnia assicurativa cominciò a nutrire dei sospetti nei suoi confronti.
"Ti giuro che non ho fatto nulla."
Ma la aspetta ancora un'ultima domanda.
"Perché ieri hai fatto finta di non sapere nulla sull'omicidio che si è consumato in questo palazzo 13 anni fa?"
Ripensando alle parole di Hinata aggiunge:
"Fu tuo marito Nagato Tenshi a scoprire il cadavere per primo, o mi sbaglio?"
Konan resta in silenzio e trae un lungo respiro.
Dopo poco, stringe le labbra e le riapre in una risposta:
"Sì, Naruto... è stato mio marito Nagato a trovare il cadavere al quarto piano ed era assieme a mio fratello Yahiko."
Furono loro due a scoprire il cadavere.
Konan sussurra:
"Naruto, scusami per averti mentito ieri..."
Quella sordida vicenda portò il fratello sull'orlo di un crollo nervoso.
"Temo che la sua depressione sia stata la causa dell'incidente in macchina. Se solo non fosse stato lui il primo..."
Konan si sfrega gli occhi prima di continuare:
"Naruto, sarai rimasto sorpreso di quanto sia intricato il mio passato... ora, ti prego... lasciami sola."
Konan rilassa il volto, prima di aggiungere:
"Non ti preoccupare per me. Sono più forte di quel che sembra."
Naruto comprende appieno quanta forza serva per non crollare di fronte a ricordi del genere. Non è la prima volta che sente quelle parole... Sono le medesime parole che sua madre pronunciò quando si trasferirono a Manhattan dopo la morte del padre.
"Konan, non staremo in questo palazzo ancora a lungo... ma se dovessi avere bisogno di me, sai dove trovarmi..."
La ragazza ritrova un pizzico di energia:
"Starai a sentirmi?"
L'espressione di fragilità, che Naruto conosce bene, torna sul volto della ragazza.
"Se avrai ancora voglia di parlarmi, ci sarò..."
Come ultima cosa, le chiede se abbia mai sentito parlare dello Kitsune Star dal marito o dal fratello. Konan gli risponde che ogni tanto usavano la parola "star". Nel gergo dei dipendenti, veniva usata per indicare una festa. Forse l'ordine è legato in qualche modo con la gente che lavorava all'hotel...
Naruto esce da casa di Konan. Nonostante non sappia da chi sia giunto l'ordine, è incuriosito dalla faccenda e decide di stare al gioco mettendo un centesimo in una busta da imbucare nella cassetta 404.
Per seguire le istruzioni, ha bisogno di una moneta da un centesimo, ma anche se al momento non ha spiccioli con sé, ha un'idea: può servirsi del salvadanaio di Pinkie Rabbit che gli ha regalato Yuki. Ha messo qualche moneta nel salvadanaio riposto nell'armadio e sa già come prenderle senza romperlo. Recupera un righello tra le sue cose e lo inserisce nella fessura sul retro del salvadanaio.
Con movimenti lenti e precisi riesce a estrarre la moneta che gli occorre.
Fa cadere il centesimo nella busta, la sigilla con del nastro adesivo e la imbuca nella cassetta 404.
Ormai sono le 4:00. L'ora dell'appuntamento con Sai è giunta e si affretta a salire al quarto piano.
Lo trova già lì:
"Naruto, vieni qua a vedere. Se sai come aprire la porta tagliafuoco senza far suonare l'allarme, puoi accedere al quarto piano senza farti scoprire dalla signorina Tsunade."
Sai gli spiega come fare.
Bisogna disattivare il dispositivo d'allarme prima di aprire la porta. Inoltre si deve spegnere un altro dispositivo collocato a destra della porta.
Basta abbassare la leva per disattivarlo e far scattare l'apertura.
Tuttavia, la maniglia sul lato interno della porta è mancante e non sarebbe possibile uscire se si dovesse chiudere. Perciò Sai suggerisce di utilizzare un fermaporta di legno per tenerla socchiusa.
Conclude la spiegazione con un commento:
"Io scendo e controllo che nessuno salga. Però non fare rumore. Ti lascio mezz'ora prima di chiamarti. Lascia pure i dispositivi così come sono, che poi li sistemo io."
Sai scende le scale verso il terzo piano. Naruto aspetta che scompaia dalla vista per disattivare i dispositivi nell'ordine che gli ha spiegato e aprire la porta tagliafuoco. Il quarto piano è davvero rimasto com'era ai tempi dell'hotel.
Procede lungo il corridoio fino a trovarsi di fronte alla stanza 404. Quando poggia la mano sulla maniglia, si accorge che la porta non è chiusa a chiave. La stanza puzza di umido ed è provvista di una poltrona e di un tavolo. La polvere che ricopre ogni superficie narra dei lunghi anni in cui nessuno è entrato.
Si sofferma davanti alla scrivania addossata alla parete, dove nota un vecchio biglietto ricoperto di polvere su cui spiccano il logo dell'Hotel Tsukuyomi e una stella. Sembra un invito.
Non si riesce a leggere e Naruto spazza via la polvere con un soffio.
"Grazie per la fiducia a lungo dimostrata per l'Hotel Tsukuyomi.
In occasione della chiusura dell'Hotel e per ringraziarla dell'affetto dimostratoci, siamo lieti di invitare la Signoria Vostra alla festa di cessazione delle attività. Ci auguriamo di potere avere un'ultima volta l'onore di accoglierla come ospite il 10 dicembre 1967.
Hotel Tsukuyomi,
il Direttore, Hashirama Senju"
Deve essere un invito alla festa in occasione della chiusura di 13 anni fa. Quella notte Mito, la moglie del direttore, fu uccisa e il colpevole ancora non ha un nome.
Naruto si infila il biglietto in tasca, quando sobbalza a una voce:
"Naruto! Il tempo sta per scadere. Esci in fretta!"
Sai fa capolino dalla porta e gli domanda:
"Ti è piaciuto il quarto piano?"
Dopodiché, lo avvisa di stare attento a non farsi vedere, perché se la signorina Tsunade dovesse scoprirlo, non ne verrebbe fuori niente di buono. Si allontana, dopo il veloce avvertimento.
Naruto torna al secondo piano, dove viene bloccato dall'urlo "Sei un idiota!" che giunge da dietro le sue spalle. Kiba e Homura stanno litigando aspramente.
Kiba insiste:
"Ti sto dicendo che non so di cosa parli!"
Homura scuote il pugno:
"Non penserai di prenderti gioco di me?!"
Naruto si avvicina ai due e cerca di entrare nel discorso:
"Kiba, cosa succede?"
"Oh, Naruto... sono felice di vederti. Questo vecchio mi accusa di essere un ladro."
"Perché mi hai derubato!"
"Ehi, calmati! Non mi lascio trattare così da nessuno, neanche da un vecchio!"
Il ragazzo allunga una mano ad afferrare il braccio di Homura.
"Calmati Kiba! Con la violenza gli darai soltanto ragione!"
"Come immaginavo, questo sa soltanto alzare le mani!"
"Come ti permetti?!"
Mentre cerca di calmare Kiba, Naruto si volta verso Homura e gli dice con tono deciso:
"Signor Mitokado, non voglio immischiarmi nei vostri problemi, ma non credo sia normale mettersi a urlare in questo modo nel corridoio!"
Homura fissa per un attimo il volto di Naruto e borbotta:
"Va bene... ma questo discorso non è ancora finito."
Dopo queste parole, si allontana con passo deciso.
Non appena la sagoma di Homura scompare, Naruto chiede a Kiba:
"Cos'è successo?"
"Mi ha detto che non trova più il suo registratore. Dai, quello che si porta sempre dietro. Lo usa per registrare le sue lamentele mentre è da solo a casa."
Sembra che nel condominio lo sappiano tutti, tranne Naruto.
"Ma perché pensa che sia stato proprio tu?"
Kiba scuote la testa:
"Perché poco fa l'ho incontrato in lavanderia. Lui era lì già da prima."
Naruto aggrotta la fronte per poi lanciare uno sguardo indagatore:
"Kiba... mi assicuri che tu non ne sai niente?"
La risposta si mischia a uno sbuffo:
"Anche tu ti ci metti?! No, non ne so niente! E adesso devo andare."
Senza aggiungere altro, esce dal palazzo in tutta fretta. Naruto decide di andare in lavanderia, quasi per verificare la versione di Kiba e una breve ispezione lo porta a scoprire un registratore sotto un tavolo, ma non appena lo prende in mano, si accorge di una crepa sulla superficie. Che sia il registratore alla base del litigio di poco fa?
La cosa migliore da fare è portarlo ad Homura. Sale al terzo piano e bussa alla sua porta, ma non riceve risposta. Mentre riflette sul da farsi, viene sorpreso dal trillo del cercapersone. Hinata lo sta chiamando, perciò decide di tornare subito a casa.
Sono in arrivo nuove notizie:
"Ho scoperto altro su Kakashi Hatake. Prima di diventare un investigatore privato, era un giornalista."
"Sai anche per che testata?"
"Al Los Angeles SHARINGAN, un settimanale specializzato in casi di cronaca, famoso per non avere peli sulla lingua."
Naruto si chiede come mai un giornalista decide di diventare un detective, ma Hinata interrompe i suoi pensieri:
"Senti... com'è andata con... Konan?"
"Abbiamo parlato, ma mi sono ritrovato in problemi più grandi di me. Hinata... scusa se ti faccio lavorare anche di domenica."
"Non c'è problema. Non avevo impegni per oggi... e poi mi fa piacere sentirti."
Naruto riattacca con un saluto.
Homura sarà ormai tornato a quest'ora e Naruto esce dalla stanza diretto al terzo piano, ma appena fuori di casa, si accorge che la porta dell'appartamento di Kiba è aperta.
Naruto si avvicina di soppiatto e sbircia all'interno. Vede la figura di un uomo di spalle: è Homura Mitokado.
Entra silenziosamente e gli chiede con voce chiara:
"Cosa ci fai qua?"
Homura sussulta e si volta con un'espressione sorpresa sul volto. Naruto non gli dà tempo di prendere fiato:
"Chi ti ha dato il permesso di entrare qua dentro, quando Kiba non c'è?! Rispondi!"
"Ci sento bene, non serve che urli."
Homura è entrato nell'appartamento di Kiba alla ricerca del registratore scomparso, ma Naruto non è disposto a scusarlo:
"Kiba sarà anche spiantato e impulsivo, ma non è un ladro. Perché sospetti di lui?"
"Perché non mi fido di quelli che hanno precedenti come i suoi."
Dei precedenti criminali?
Rimane sorpreso che Homura abbia informazioni del genere:
"Ho degli amici in polizia e sono venuto a sapere che è stato denunciato per percosse. Ed è successo due volte: quattro e cinque anni fa. Una volta è stato anche fermato per furto, ma l'hanno rilasciato per mancanza di prove."
La domanda di Naruto non si fa attendere:
"Mi pare di capire che eri un poliziotto..."
"Sì, ho lavorato al distretto di Los Angeles fino a qualche hanno fa."
"Per quanto mi riguarda, puoi essere stato anche il miglior poliziotto in circolazione, ma è meglio che la smetti di giudicare le persone per il loro passato. Kiba non ha preso il tuo registratore."
Naruto lo estrae dalla tasca e lo porge ad Homura:
"L'ho trovato in lavanderia. Mi sa che te lo sei dimenticato là."
Homura lo guarda per un momento e brontola:
"Ma è rotto..."
"Si sarà rovinato quando è caduto dal tavolo."
"Ma... dov'è il nastro?"
"Non chiederlo a me: l'ho solo raccolto."
Homura pronuncia un riluttante ringraziamento per poi dirigersi verso l'uscita.
Naruto gli dà un consiglio:
"Non sospettare più di Kiba. Fidati, lui non c'entra."
"Smetterò quando riavrò anche il nastro."
Homura esce dall'appartamento. La casa è sottosopra, probabilmente a causa dell'ispezione di Homura. Naruto si china a raccogliere della carta da lettere caduta a terra.
Sembra uguale a quella dell'ordine che gli è arrivato qualche giorno fa.
Proprio in quel momento Kiba fa capolino alla porta.
"Ciao Kiba. Scusa se mi sono infilato alla casa tua in questo modo, ma..."
Le scuse vengono interrotte dal tono stanco di Kiba:
"Ho appena incontrato Homura e mi ha detto che gli hai ritrovato il registratore."
"Sì, ma sembra che manchi il nastro che c'era dentro."
Kiba sbuffa infastidito: sembra che Homura voglia incolparlo di qualcosa a tutti i costi.
"Sì, poco fa me l'ha chiesto. Non ne so niente..."
Kiba è scandalizzato, più che arrabbiato e la sua affermazione suona sincera.
Naruto cambia subito discorso:
"Sei stato tu a lasciare una lettera a casa mia qualche giorno fa?"
Non riesce a levarsi dalla testa quella carta da lettere, ma Kiba risponde:
"Non ti ho mai scritto una lettera."
Risponde concitatamente e abbassa lo sguardo.
"Ogni tanto scrivo delle lettere, ma di certo non a te... Sono per Sakura... vorrei darle una lettera con il regalo di Natale, ma non so come cominciare. Ci penso per ore, ma non mi escono le parole."
Naruto gli chiede dove si è procurato la carta da lettere e la busta.
"Anche questo t'interessa? Beh, mi ha dato tutto Sai. Ma senti... ti va di ascoltare l'ultimo pezzo che ho scritto?"
"Facciamo la prossima volta. Mi è venuta in mente una cosa che devo fare prima."
Naruto esce di fretta.
Il suo passo rapido lo sta portando all'appartamento di Sai, ma lo incontra per caso sulle scale.
Gli chiede senza perdere tempo in giri di parole:
"Hai dato della carta da lettere e delle buste a Kiba?"
Sai lo osserva quasi intontito per un momento:
"Sì, perché?"
"Sai, ascoltami bene: hai usato una di quelle buste per consegnarmi una lettera?"
La domanda di Naruto fa sorgere un sorriso divertito sul volto di Sai.
Scuote la testa mentre risponde:
"Non ti ho mai scritto né lasciato una lettera. Se dovessi aver bisogno di te, mi basterebbe bussare a casa tua... non trovi?"
"È allora dove hai trovato quella carta da lettere?"
"Me l'ha regalata la signorina Tsunade per ringraziarmi del mio lavoro. Ma perché t'interessa una stupidaggine del genere?"
"Non so... mi ha dato da pensare..."
"Beh, allora ti consiglio di parlare direttamente con la signorina Tsunade. Guarda... ci stavo giusto andando per restituirle una cosa. Puoi venire con me, se vuoi."
I due scendono le scale insieme.
Naruto bussa e la signorina Tsunade a calare subito dopo:
"Come mai siete entrambi qui?"
Sai risponde per primo:
"Naruto si è unito per caso. Io volevo restituirle questo."
Porge un mazzo di chiavi alla donna per poi rivolgere un saluto e andarsene.
La signorina Tsunade spiega a Naruto:
"Ogni tanto presto queste chiavi a Sai. Gli servono per una corretta manutenzione dello stabile. Ma mi dica, cosa le occorre?"
"Ha per caso dato della carta da lettere e delle buste a Sai?"
Prima che la signorina Tsunade possa rispondere, Naruto chiede anche se l'ha usata di recente.
Il volto della donna manifesta una chiara sorpresa... ma l'attimo successivo esclama:
"Ah, ho capito di cosa sta parlando. Occorre anche a lei della carta da lettere? Mi dispiace, ma non ne ho più di quel tipo... se vuole, credo che ne potrà trovare dell'altra presso il negozio all'angolo."
Incassa l'amarezza nello scoprire che è un articolo molto comune e cede:
"Ma mi dica... di recente, mi ha lasciato una lettera a casa?"
La domanda non suona molto convinta. Com'era da immaginarsi, la signorina Tsunade risponde che ha consegnato solo lettera lettere relative allo sgombero.
"Ah, stavo per dimenticarmi... Il signor Inuzuka del 201 mi ha detto che salderà l'affitto."
"Dice davvero?"
"Sì, me l'ha confermato al telefono."
La signorina Tsunade sorride.
Naruto torna a casa ripensando al misterioso ordine. Sarà stato un inquilino a recapitarglielo?
Ormai si sono fatte le 9 di sera ed è inutile stare ad arrovellarsi su domande senza risposta. Forse è meglio dare un'altra occhiata al quarto piano. Naruto sale le scale, supera la porta tagliafuoco e si dirige verso la stanza 404.
Improvvisamente si accorge di Homura:
"Signor Mitokado, cosa ci fa qua?"
Forse per lo spavento, Homura risponde aggressivamente:
"Non sono fatti tuoi!"
Naruto cerca di stemperare il tono, consapevole che si ritrovano entrambi nella stessa imbarazzante situazione: sono entrati senza permesso.
"Sono salito al quarto piano e ho notato che la porta era aperta. Ho pensato che Sai fosse qua e sono entrato a cercarlo."
La spiegazione lo porta a chiedergli il motivo che lo ha spinto lì, ma Homura risponde che anche lui ha visto la porta socchiusa e ha pensato di dare un'occhiata:
"Bisogna fare attenzione a Sai: non sarebbe la prima volta che si dimentica la porta aperta."
Con queste parole Homura si allontana. Tuttavia, nel palazzo girano voci su Homura e le sue strane abitudini, come le passeggiate senza tregua in casa a tutte le ore del giorno e della notte. Cammina spesso con il registratore in mano, mentre bofonchia al microfono. Gli inquilini alzano le spalle pensando che sia una bizzarra abitudine di un anziano con troppo tempo a disposizione. Ma Naruto non è della stessa opinione: Homura sta cercando qualcosa e lui vuole sapere cosa.
Ispeziona ogni angolo della stanza, ma non riesce a trovare nulla degno di nota. Improvvisamente la porta della 404 si apre e appare Kiba.
Naruto reagisce istintivamente:
"Che ci fai qua?"
"Naruto! Tu, qua? Perché?"
Le voci dei due esplodono in contemporanea. Naruto si inventa una passeggiata notturna e Kiba risponde concitatamente che anche lui è lì per caso. Sembra una gara ad arrampicarsi sugli specchi... Oggi non passa un attimo senza che qualcuno interrompa le sue ricerche.
"Kiba, dimmi una cosa... hai chiamato la signorina Tsunade per dirle che pagherai l'affitto... e poi hai promesso a Sakura un regalo di Natale decisamente costoso... dove troverai tutti quei soldi?"
Kiba impallidisce.
Tra i balbettii, cerca di cacciare Naruto fuori dalla stanza:
"Naruto, vattene, per favore, altrimenti finisci male."
Naruto non ci sta:
"Che vuoi dire?"
"Ogni tanto c'è qualcuno che passa per questo piano."
"Stai parlando di Sai?"
Kiba scuote la testa, ma Naruto insiste:
"Chi è che sale quassù?"
"Naruto, per favore... vattene. Se resti qua, tutti i miei piani andranno in fumo."
"I tuoi piani? Vuoi spiegarmi una buona volta?!"
Kiba lascia passare qualche secondo prima di rispondere.
"Se ne parlassi, scopriresti quanto sono ridotto male."
"Kiba... tu non sei ridotto male... e se non ti va che io lo scopra, ti conviene lasciar perdere subito."
Kiba si prende la testa tra le mani e fissa il pavimento per interminabili secondi.
Poi, lentamente, apre bocca:
"Naruto, il mio piano è... aspettare nascosto e scucirgli dei soldi. Io... io l'ho visto... Viene quassù di notte ed entra qua dentro."
Naruto aggrotta le sopracciglia:
"Stai parlando di... Homura Mitokado?"
"Sì... entra e guarda dappertutto. Sempre con quel registratore in mano. Su quel nastro saranno raccolti tutti i suoi segreti, ne sono certo."
"Kiba, stai giocando con il fuoco."
A quel punto, gli spiega che Homura era un poliziotto e sa dei suoi precedenti criminali. Il suo passato controverso lo rende sospetto agli occhi di Homura.
Kiba resta a bocca aperta:
"Dici... dici sul serio?"
"Sì, Kiba. Dov'è il nastro di Homura?"
"Ce... ce l'ho io... avevo pensato di chiedergli un sacco di soldi per riaverlo... che stupido che sono... davvero un cretino."
Kiba si colpisce ripetutamente la fronte durante lo sfogo. Poi svela a Naruto le circostanze che hanno causato i suoi precedenti criminali.
La prima volta accadde quando aveva iniziato a vendere come musicista. Il suo manager l'aveva fatto infuriare perché aveva sperperato tutti i suoi soldi a sua insaputa. La seconda volta mandò all'ospedale un teppista che stava maltrattando una sua fan che credeva in lui nonostante i precedenti penali. Un errore può essere scusato, ma due no, e Kiba era troppo giovane per rendersene conto. Da quel momento, le cose andarono di male in peggio e i problemi si erano accumulati.
Di conseguenza, anche il suo atteggiamento era diventato più aggressivo:
"Da allora non sono più riuscito a combinare niente. La casa discografica ha strappato il contratto: sono un buono a nulla, tanto che a volte mi odio..."
"Se lo sai, perché non cerchi di cambiare? Impegnati seriamente e vedrai che riuscirai a sfondare. Devi solo crederci!"
"Naruto... sì... mi voglio fidare delle tue parole e proverò a darmi una sistemata..."
La bocca di Kiba si apre in un sorriso:
"Hai ragione, Naruto. Tieni... puoi restituirlo tu a Homura?"
Gli consegna il nastro mentre Naruto muore dalla curiosità di sapere cosa ci sia registrato.
Non appena torna a casa, estrae il nastro dalla segreteria telefonica e inserisce quello di Homura. L'apparecchio rimanda una voce maschile.
"Appunti d'indagine 0083. Le condizioni del quarto piano sono le stesse del giorno del crimine di tredici anni fa."
La voce di Homura narra con tono rilassato:
"Fine della prima ispezione nella stanza 404 dove fu ritrovato il corpo di Mito Senju. Necessaria ricerca delle possibili tracce lasciate dall'Akatsuki, prima dello sgombero."
La frase viene interrotta dal segnale di termine del nastro. Mito Senju? Si ricorda che è il nome della vittima dell'omicidio avvenuto nell'hotel. Il cadavere fu ritrovato nella stanza 404.
Quindi Homura sta investigando sul delitto accaduto nel palazzo 13 anni prima. Ma cos'è l'Akatsuki?
Ormai i dubbi e le domande stanno diventando gli amici più intimi di Naruto.

 Ma cos'è l'Akatsuki? Ormai i dubbi e le domande stanno diventando gli amici più intimi di Naruto

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: La Ricompensa ***


− CAPITOLO 5 −

LA RICOMPENSA
Los Angeles
22 dicembre 1980
10:00 AM


 

 

Nonostante il sole mattutino si stia levando in cielo, le veneziane mantengono la penombra nell'appartamento 202 dove Naruto continua a sonnecchiare pacifico.
Negli ultimi giorni si sta godendo la libertà di alzarsi senza una sveglia a disturbare il suo sonno. Per questo, il risveglio è brusco quando il telefono squilla repentino e infrange la quiete della stanza, oltre a rovinare il suo umore. Il telefono continua a suonare impertinente, quasi a pretendere una risposta.
Naruto allunga la mano verso la cornetta e l'avvicina con riluttanza all'orecchio, mentre tiene gli occhi chiusi e sfida la voce all'altro capo con un tono secco:
"Richiama più tardi, quando avrò aperto gli occhi."
Chiunque fosse, avrà capito che è meglio lasciar perdere, perciò allontana la cornetta dell'orecchio per riagganciare. Tuttavia, dall'altro capo gli risponde una robusta voce maschile e Naruto si rende conto che, per una volta, non è stata Hinata a svegliarlo.
"Naruto, sono io."
La voce di Jiraiya non sembra di un umore migliore.
"Ti tratti bene, vedo... dormire fino a quest'ora... pensavo avessi voglia di rimetterti a lavorare per me..."
Il tono di Jiraiya lo scuote completamente dal torpore:
"No Jiraiya, aspetta!"
Dopo un leggero colpo di tosse, Naruto gli spiega che di recente si è lasciato un po' andare, ma ha intenzione di rimettersi a fare sul serio. Jiraiya lo informa che ha chiamato per discutere del reimpiego, ma non si risparmia delle sfumature ironiche nella voce.
Vuole mettere alla prova le sue capacità di vendita, prima di riassumerlo:
"Non è difficile. Scegli dei prodotti tra quelli che hai e vendili ad almeno due inquilini nel palazzo."
Nonostante le sue parole, Jiraiya è consapevole delle difficoltà del compito. Ma Naruto è determinato a tornare al lavoro. Deve darsi da fare, se vuole riconquistare il posto.
Jiraiya aggiunge seccamente che non è il caso di mettersi a pensare ad altre ricerche e Naruto arriccia le labbra:
"Va bene..."
Jiraiya sembra soddisfatto, mentre gli dice di chiamare quando ha finito con la vendita e passa la telefonata a Hinata.
"Ce la farai, Naruto."
Le prime parole sono di incoraggiamento e continua dandogli dei consigli per celare la propria preoccupazione.
"Stai attento alle occasioni di vendita. Non sarà difficile se cerchi di scoprire di cosa hanno bisogno i potenziali clienti."
Naruto non può fare a meno di sorridere in risposta. Sono le stesse identiche parole che gli disse Jiraiya quattro anni prima, quando iniziò a lavorare per lui, ma Naruto capisce chiaramente cosa la spinga a pronunciarle. Hinata è sempre stata sincera con lui ed è sempre stata sua amica. Naruto sa quanto lei sia importante per la sua vita.
"Yuki viene qua a passare le vacanze invernali."
Yuki Tsubaki... è un anno che non la vede...
Il cuore di Naruto si stringe al ricordo della sagoma di Yuki nello specchietto retrovisore e chiede distrattamente:
"Come va alla scuola d'arte?"
Conobbe Yuki un anno fa, quando alloggiò in un albergo sperduto durante un'indagine per conto di Jiraiya. La vita di Yuki ha dei grossi vuoti. A seguito di eventi spiacevoli, perse conoscenza e rimase in coma in ospedale per dieci anni. Yuki non ha nessuno... Quando Naruto la conobbe, scoprì che il padre era scomparso senza lasciare traccia e senza un perché decise di portarla con sé.
I ricordi si accumulano e Naruto ripensa al suo profilo triste.
"Yuki passerà di qua per incontrarti."
Hinata gli promette che lo chiamerà quando arriva e poi chiude la telefonata. Naruto si alza e si mette a frugare tra gli articoli della Konoha Crown che ha con sé. Detersivo, cera, collante... 
Si rabbuia pensando che non ha la più pallida idea di chi possa essere interessato ad articoli del genere. Ma il telefono lo distoglie dai pensieri. Naruto esita un momento, prima di rispondere. Se fosse un altro problema?
Infine solleva la cornetta e all'altro capo lo sorprende la voce della madre:
"Naruto, ma sei ancora in ferie?"
La voce di Kushina suona preoccupata. Sembra che abbia saputo delle sue vacanze dopo una telefonata alla Konoha Crown.
Naruto è infastidito dalla sua continua apprensione:
"Perché hai deciso di chiamare al lavoro?"
Le pressioni della madre sono troppo insistenti perché Naruto possa tollerarle.
"Ho telefonato perché dovevo dire una cosa a Jiraiya."
Naruto non è pronto per le parole successive.
"Mi hanno chiamata dalla polizia di Los Angeles per informarmi che riapriranno il caso sulla morte di Minato."
Naruto rimane sorpreso dalla notizia, considerando che si tratta di un caso di 25 anni prima. A cosa serve riaprirlo ora? La notizia ha spinto Kushina ad avvertire Jiraiya. La sua ipotesi è che il candidato sindaco, Danzo Shimura voglia rafforzare la tutela dell'ordine cominciando da un giro di vite nelle forze della polizia da cui proviene.
Kushina ha un valido motivo per aver voluto parlare con Jiraiya. Fu lui, infatti, a trovare il cadavere di Minato in un parcheggio del centro di Los Angeles, quando ancora era in polizia.
Inoltre fu l'unico tra i poliziotti coinvolti nell'indagine a presentare le proprie scuse quando il caso fu chiuso senza un colpevole.
"Naruto, tu vorresti scoprire la verità su ciò che successe a tuo padre?"
Kushina pensa che la riapertura del caso potrebbe portare nuove luci sulla vicenda. Naruto resta in silenzio per alcuni istanti prima di rispondere che è suo dovere di figlio sapere la verità, anche se dovesse essere qualcosa di spiacevole o imbarazzante. Kushina non dice nient'altro prima di riagganciare, ma sembra aver compreso le ragioni del figlio. Sono passati parecchi anni dall'ultima volta che i due toccarono questo delicato argomento. Naruto si domanda cos'abbia spinto la riapertura del caso e, soprattutto, se la madre condivida le sue stesse opinioni: se anche lei voglia sapere la verità su ciò che è successo quel lontano inverno.
Naruto sa che Kushina è una donna molto sensibile e forse le sue parole potrebbero averla ferita nel caso non volesse conoscere la verità.
"Ora devo pensare al lavoro..."
Ha finalmente l'occasione per riconquistare il posto. Quasi per scuotersi via i pensieri, cerca di concentrarsi sulla sfida di Jiraiya, ma si ritrova a collegarlo a suo padre, a sua madre e al turbine di emozioni che lo stanno sopraffacendo...
"No, ora è il momento di darsi da fare!"
Naruto si ritrova nella hall a fissare il muro, pensando a chi potrebbe riuscire a vendere qualche articolo.
All'improvviso sente una voce dalle scale:
"Accidenti..."
Sakura saluta Naruto non appena si accorge di lui, ma qualcosa sta turbando il suo consueto buonumore.
"Ti è successo qualcosa?"
"No, però... uff..."
Naruto è sorpreso da quell'insolito comportamento, ma Sakura lo interrompe prima che possa fare una domanda e si allontana rapidamente.
Naruto ha un'idea e scende nella lavanderia dove trova un vestito da donna macchiato. Crede di aver capito cosa ha rovinato la giornata di Sakura. Si dirige subito a casa sua per informarsi sull'abito. Dopo averle spiegato che ha scoperto la ragione delle sue preoccupazioni in lavanderia, Sakura gli confessa che ha macchiato di vino un vestito prestatole da un'amica.
"Uhm... vino... ho un detersivo potente che lo pulirà perfettamente senza rovinare il tessuto."
Sakura spalanca gli occhi e gli chiede di venderglielo.
"Tre dollari per un flacone non sono niente per salvare un'amicizia."
Naruto è riuscito a vendere il detersivo, sebbene sono pochi, si può dire che abbia conquistato una vendita impossibile, ma poco importa.
Una vendita è andata a buon fine.
Sakura pulirà il vestito alla perfezione e lo restituirà senza timori. L'amica sarà entusiasta di vedere il proprio abito candido come se fosse nuovo e Sakura si ritroverà a doverle lavare anche altri vecchi capi. Mentre Sakura sta togliendo la macchia dal vestito in lavanderia, ripensa all'atteggiamento di Naruto e scoppia a ridere ricordandosi quanto fosse buffo come venditore. Naruto prova ad andare da Konan per chiederle se c'è qualcosa che le possa servire, ma la ragazza non si sente in vena di parlare e forzare la vendita non risolverebbe nulla. Naruto si rende conto che non sarà facile vendere gli articoli e decide di passare dall'Ichiraku Café a rilassarsi. Non appena entra nel locale, Teuchi si accorge che c'è qualcosa che non va e attacca discorso, quasi avesse capito esattamente il suo problema.
Nonostante non si sia lasciato sfuggire nessun accenno al lavoro, Teuchi dice candidamente:
"L'importante è preoccuparsi sempre di come stanno i propri clienti!"
Poi, con un sorriso, aggiunge:
"Non so perché, ma oggi sono tutti così fiacchi. Poco fa è passata anche Konan..."
Quando Teuchi si è accorto che era giù, ha chiesto ad Ayame di provare a parlarle.
Naruto le domanda quale fosse l'argomento della conversazione con Konan e la ragazza risponde senza farsi pregare:
"Konan non si sente sicura con la serratura di casa. Sta cercando qualche modo per rafforzare la sicurezza dell'appartamento, anche se dovrà lasciarlo a breve. Era davvero preoccupata."
Naruto si dirige rapidamente al suo appartamento.
"Konan, immagino che la vita da sola presenti molti problemi... ti va di parlarne con me?"
Questa volta Konan apre la porta, forse perché è felice che Naruto si sia preoccupato per lei, e gli confessa che ogni notte ha paura che qualcuno possa entrare in casa mentre dorme.
La cimice che ha rinvenuto in casa ha solo peggiorato le cose. Naruto le mostra comprensione e le rivela che forse ha un modo per risolvere i suoi problemi. Così dicendo, le propone un chiavistello per ottenere una doppia serratura alla porta. Konan è estasiata dalla soluzione e dalla sua delicatezza. Senza pensarci due volte lo compra.
"Grazie mille!"
Il ringraziamento, sommato al successo nella vendita, fa sorridere Naruto. Una vendita è andata a buon fine. Capisce che è importante mettere a proprio agio i clienti per concludere una vendita. Inoltre è felice di sapere che il chiavistello regalerà a Konan sonni tranquilli. Naruto è compiaciuto di essere riuscito a superare la sfida di Jiraiya e telefona alla Konoha Crown pieno di entusiasmo.
"Naruto, sono un uomo di parola e ti riassumo come promesso."
La sfida vinta e il lavoro riottenuto lo riempiono di soddisfazione, ma ha un favore da chiedere, quando Jiraiya gli dice di tornare in ufficio:
"Ti prego, lasciami lavorare in questo condominio..."
Ha accettato l'ordine misterioso che gli è arrivato e vorrebbe stare lì per arrivare in fondo alla vicenda.
Jiraiya lo avverte che sarà impossibile ritrovare qualcosa scomparso 25 anni fa. Tuttavia, Naruto insiste che forse l'ordine gli è arrivato proprio perché qualcuno crede che lui possa farcela.
"Non so perché, ma ho come l'impressione che il ritrovamento dell'oggetto sia... come dire... collegato, forse... alla verità su mio padre."
Si rende conto che ha solo il suo sesto senso come prova, ma non riesce a credere che la riapertura di un caso vecchio di 25 anni e la consegna dell'ordine siano avvenute nello stesso momento per pura coincidenza.
Jiraiya prende tempo per riflettere, ma infine accetta:
"Da oggi lavorerai là."
Quindi aggiunge che gli darà qualsiasi informazione di cui possa aver bisogno e Naruto gli domanda di Homura Mitokado.
"Ho già sentito questo nome, ma non credo di conoscerlo. Perché t'interessa?"
Naruto gli spiega che è un ex poliziotto di Los Angeles più anziano di Jiraiya e vive nel suo condominio. Nonostante sia in pensione, sembra che stia indagando sull'omicidio avvenuto 13 anni prima all'Hotel Tsukuyomi. Jiraiya gli promette che si servirà dei suoi contatti per scoprire qualcosa in più su di lui e poi riaggancia. Forse perché si è calmato, ma Naruto si rende conto di avere fame e si dirige all'Ichiraku Café dove scopre di essere l'unico cliente al momento. Come sempre, il sorriso luminoso di Ayame lo accoglie all'ingresso, ma la consapevolezza che anche questo locale scomparirà con il palazzo, è amara.
"Ayame, qual è la specialità di oggi?"
La ragazza non perde tempo nella risposta:
"Caffè Mandheling ristretto: è originario dell'Indonesia ed è caratterizzato dal sapore ricco e corposo."
"Va bene, portamelo con un bel piatto abbondante di fettuccine ai funghi!"
Ayame annuisce e aggiunge:
"Oggi le serviamo con l'aggiunta di pepe nero a grani grossi."
Dopo aver preso l'ordinazione, Ayame torna dietro al bancone canticchiando. Naruto si siede al suo posto preferito, poco prima che Teuchi si avvicini con un saluto.
Si sporge verso Naruto e sussurra quasi a fatica:
"Devo tirar su tutto, prima della fine del mese..."
Naruto percepisce appieno il rancore di Teuchi.
"Dopo 12 anni di duro lavoro, non avrei mai voluto che finisse in questo modo. Se poi conto gli anni che ho lavorato qui, quando era ancora un albergo, è da 18 che sto qua."
Teuchi non riesce a farsene una ragione. Naruto gli chiede di descrivergli com'era l'hotel e Teuchi, in tutta risposta, gli mostra una foto di 13 anni fa che ne ritrae la facciata.
Gli lascia la foto accompagnata da delle parole amare:
"Sarà un capodanno difficile per tutti e due."
Naruto annuisce, prima di uscire dal bar e addentrarsi tra le luci che rischiarano la città nel tardo pomeriggio. Il fresco della sera non filtra tra la folla e Naruto si sente a disagio. Per evitare la calca, si infila in un'angusta traversa per andare a vedere un film in un piccolo cinema che frequenta di tanto in tanto.
Sullo schermo scorre la storia di un uomo che ama il deserto e la vita tra le sabbie. Il protagonista avanza intrepido tra le dune e quando solleva il capo a sfidare le bizze del vento, Naruto ricorda all'improvviso il profilo del padre. Non ha modo di sapere contro quali elementi combattesse il padre, ma il profilo che emerge dalla memoria di Naruto non è meno intrepido dell'eroe del film.
Quando esce dal cinema, il crepuscolo sta già accarezzando la città. Decide di tornare a casa per recuperare le forze.
Si ferma davanti al condominio e alza lo sguardo a osservare la vecchia facciata.
Qualcosa non torna...
Una luce è accesa al quarto piano.
Che ci sia qualcuno? Aggrotta la fronte insospettito ed entra nel palazzo. Non appena arriva nella hall, si accorge di uno sconosciuto sulle scale. L'uomo lo saluta, ma Naruto non sa chi sia.
Gli chiede bruscamente: 
"Chi sei?"
Si chiama Kabuto Yakushi e abita nell'appartamento 306. Ora che sente il nome, Naruto ha l'impressione di averlo visto da qualche parte.
L'uomo dice:
"Non ti ricordi neanche il mio nome... mentre io so bene chi sei... Namikaze del 202."
Naruto risponde con un laconico "esatto".
Sembra quasi che Kabuto sia alla ricerca di qualcuno con cui parlare:
"Sai, sono un venditore e passo parecchio tempo fuori casa, perciò non conosco molti inquilini. Sotto questo aspetto, siamo simili io e te, non trovi?"
Naruto lo ascolta in silenzio.
"Vorrei poter dire che avremo altre occasioni di dialogo, ma a breve dovremo sloggiare e posso solo dire che mi avrebbe fatto piacere conoscerti meglio."
Kabuto continua a parlare chiedendo a Naruto cosa possa aver spinto la signorina Tsunade a cedere l'edificio. Naruto risponde semplicemente:
"Di questi tempi, la vita non è certo facile e, magari, si è stancata di tutto questo peso sulle spalle..."
Kabuto lo fissa per un attimo e, poi, interrompe il discorso con un breve saluto prima di andarsene.
Ecco una persona che ama parlare...
Naruto segue Kabuto con lo sguardo, mentre pensa a quante conversazioni simili dovrà sorbirsi prima dello sgombero. Scuote la testa e riporta l'attenzione alla luce che ha visto al quarto piano e decide di salire.
Qualcuno è passato prima di lui: la porta tagliafuoco è aperta e dalla stanza 405 filtra della luce dall'uscio socchiuso.
Un breve sguardo all'interno gli fa subito notare un uomo che, senza voltarsi, pronuncia ad alta voce:
"Naruto?"
Deve aver pensato che nessuno tranne lui salirebbe quassù.
"A proposito, ieri sei venuto?"
L'uomo si volta e la voce assume il volto di Sai.
Naruto gli risponde che ha solo dato un'occhiata veloce alla stanza 404 e Sai reagisce con un'espressione dubbiosa:
"Allora chi è il colpevole?"
"Il colpevole di cosa?"
Sai gli spiega che Kabuto Yakushi del 306 si è lamentato con la signorina Tsunade che ha deciso di mandare subito Sai a indagare sulle cause.
"Ma di cosa si è lamentato?"
Sembra che abbia sentito un rumore dal quarto piano nel mezzo della notte e quando Sai è venuto a controllare, ha trovato una lampada riversa a terra. Sai continua ammettendo che non sopporta Kabuto perché è sempre nervoso e insistente.
Per una volta i due hanno la stessa opinione e Sai sottolinea l'intesa:
"Ciò mi fa felice..."
Naruto rimane lievemente sorpreso da una reazione esagerata per una cosa di così poco conto, ma Sai gli spiega che era da un po' che gli voleva parlare.
Naruto si schernisce:
"E di cosa vorresti parlarmi?"
Vorrebbe sentire qualche storia di quando lavorava al distretto, ma Naruto gli assicura di non avere aneddoti particolarmente interessanti da condividere. Sai lo sorprende rivelandogli che non è il solo a voler sapere qualcosa di lui: anche Homura del 302 è curioso a riguardo.
Come mai anche Homura?
Ha chiesto a Sai che tipo di persona fosse Naruto e lui gli ha rivelato che era stato un detective a Manhattan, ma se n'era andato quattro anni fa, dopo aver sparato a un collega. Naruto stringe i pugni per l'irritazione: odia che la gente racconti in giro i fatti suoi. Sai si accorge di aver esagerato e dopo un saluto nervoso, esce dalla stanza senza perdere tempo. Tuttavia, per la fretta fa sbattere la porta dietro di sé e la maniglia si stacca, chiudendo Naruto nella stanza 405. Scuote la testa e respira a fondo per calmarsi. Poi inizia ad accendere e spegnere la luce della stanza. Qualcuno si accorgerà...
La porta si apre e appare nuovamente Sai che piega la testa di lato incuriosito:
"Ho visto una luce del quarto piano che lampeggiava e sono venuto a controllare."
"Quando hai chiuso la porta, hai fatto staccare la maniglia all'interno e io sono rimasto bloccato dentro."
Nonostante le proteste, è felice che sia venuto ad aprire. Sai gli garantisce che sistemerà la maniglia rotta. Naruto lo ringrazia per poi lasciare la stanza con lui.
Aspetta che Sai scenda le scale, poi borbotta tra sé e sé. Di recente succedono troppe cose strane...
In quel momento, il cercapersone inizia a suonare. Naruto si dirige verso casa, ma incontra Kiba in mezzo al corridoio che ride sotto i baffi.
Ma che ha? 
Kiba si avvicina sorridendo.
"Guarda che lo so... ho visto quella bella ragazza che è venuta a bussare alla tua porta..."
Naruto gli chiede maggiori dettagli e Kiba gli dice che era snella, con lunghi capelli lisci. L'ha vista circa mezz'ora prima davanti a casa di Naruto, ma non appena ha cercato di attaccare discorso, è scappata.
Naruto rientra affrettatamente in casa e trova un foglietto:
"Tornerò, Yuki"
Naruto tira un pesante sospiro mentre rimpiange di non essere riuscito a incrociarla. Che sfortuna... Afferra la cornetta per telefonare ad Hinata, ma si accorge che la spia della segreteria telefonica sta lampeggiando.
"Il destinatario dello Kitsune Star è l'assassino di Mito Senju e troverai le informazioni sulla ricompensa sotto il tavolo B del Café alle 7."
Ma cosa vuol dire?
Quasi per distoglierlo dai suoi pensieri, il cercapersone suona di nuovo. Naruto cerca di schiarirsi le idee, mentre compone il numero della Konoha Crown. Risponde Hinata e le confida del mancato incontro con Yuki.
"Dev'essere passata da te non appena è arrivata a Los Angeles."
Hinata aggiunge che ha un appuntamento con lei a breve e gli passa Jiraiya. Sembra che sia stato lui a chiamarlo sul cercapersone. Inizia dicendogli che ha parlato con degli ex colleghi della polizia di Los Angeles sulla riapertura del caso, dopo aver ricevuto la telefonata di Kushina. Poi continua spiegando che, dall'anno prossimo, le forze dell'ordine vogliono avviare un programma di lotta al crimine per incastrare una grossa organizzazione, cominciando con la riapertura di casi irrisolti. A detta della polizia, il caso del padre di Naruto era collegato a quella organizzazione. Quando il cadavere fu ritrovato 25 anni fa, era morto da almeno due giorni e le tracce sul corpo suggerivano che fosse stato ucciso in un altro luogo e trasportato successivamente. Purtroppo non si erano trovati testimoni o prove utili. Solamente grazie alla valigetta ritrovata sul luogo era stato possibile identificare l'uomo come Minato Namikaze, senza precedenti penali.
Tuttavia, il superiore di Jiraiya al tempo aveva deciso di annullare l'indagine perché la polizia non aveva personale a disposizione per casi minori come quello. Infine Jiraiya ammette che il superiore in questione era Danzo Shimura.
"Chi l'avrebbe mai detto che c'entrava la ANBU con quel caso..."
Per la prima volta, Naruto scopre un brandello della verità. L'organizzazione criminale di cui parla Jiraiya è l'ANBU. Gli avvenimenti di un anno fa affollano la mente di Naruto.
"Sasuke... mio padre..."
Naruto comunica a Jiraiya che il mittente dell'ordine misterioso lo ha informato sulla consegna.
"Dove dovresti consegnarlo?"
"Dovrei consegnare quello Kitsune Star all'assassino di Mito Senju..."
Jiraiya trattiene il respiro.
"Devi consegnarlo al colpevole di un caso irrisolto? Uhm... qualcuno vuole farti indagare sul passato e non solo su un oggetto scomparso."
Ma Naruto non ha intenzione di lasciarsi intimorire.
"Mi faccio sentire quando scopro qualcosa su Homura."
Passa solo un attimo prima che suoni il campanello. Homura lo sta cercando. Non appena Naruto apre la porta, l'uomo lo incalza intimandogli di restituirgli il nastro e di dirgli come l'ha ottenuto. Naruto risponde semplicemente che l'ha raccolto in lavanderia. Homura chiarisce la conversazione avuta ieri con Kiba: gli ha detto di salire al quarto piano per una cosa importante, ma una volta giunto lì all'ora stabilita, ci ha trovato soltanto Naruto. In effetti, si sono incontrati al quarto piano ieri. Alla fin fine, non c'era nessuna traccia di Kiba, ma oggi è passato da lui per dirgli di lasciar perdere il suo discorso e che il nastro ce l'aveva Naruto.
"Non so proprio cosa gli passi per la testa!"
Homura lo squadra, mentre borbotta infastidito. Naruto gli risponde con sufficienza che, se vuole davvero saperlo, sarà meglio che lo chieda a lui. Aggiunge che ha ascoltato il nastro, ma sembra che Homura se lo aspettasse, in quanto rimane impassibile alla notizia.
Naruto si azzarda a chiedere cosa lo spinga a indagare su un omicidio di anni addietro, ma la risposta di Homura è secca e rude:
"Non ti riguarda."
Naruto non intende mollare e Homura sussurra quasi parlasse da solo:
"Non ci si scrolla da dosso i vizi da detective così facilmente. Non appena si fiuta una pista non si riesce a mollare... è triste, ma è così..."
Alza lo sguardo verso Naruto per ordinargli di non interessarsi più ai casi su cui sta lavorando e gli consegna una fotografia. Ritrae il funerale della prima persona che ha scoperto l'omicidio.
"Sta' lontano da chi vedi in questa foto!"
Il vigore fa suonare le parole come una minaccia che sorprende Naruto, ma dopo un attimo di silenzio, gli rivolge un'ultima domanda:
"Cosa c'entra l'Akatsuki?"
Homura sbarra gli occhi:
"Non conosci l'Akatsuki?"
Homura scruta Naruto come se venisse da un altro pianeta.
Ma ribadisce subito dopo:
"Non mettermi i bastoni fra le ruote!"
Sono le sue ultime parole prima di lasciare l'appartamento. Naruto scorre lo sguardo sulla fotografia. Tra i volti ritratti, riconosce quelli di Konan Tenshi e di Kakashi Hatake. Si sforza di comprendere quale rapporto possano avere con Homura, ma non riesce a venirne a capo.
"E di chi è questo funerale?"
Ripensa alle vaghe parole di Homura, ma non riesce a ricollegare la fotografia a nulla. L'ora indicata nel messaggio è giunta... Seguendo le istruzioni ricevute, Naruto esce di casa diretto all'Ichiraku Café.
Passando davanti all'appartamento 203 sente le voci di un uomo e di una donna:
"Quel vestito ti dona..."
"Grazie per ieri..."
Quasi fosse un riverbero di una delle voci, Sakura esce dall'appartamento.
"Eh eh eh... ci vediamo dopo!"
Da dentro giunge la risposta di Kakashi:
"Ti aspetto davanti al locale dell'ultima volta."
Kakashi Hatake esce di casa e si allontana lungo il corridoio. Qualcosa comincia a smuoversi nel suo petto, ma non sa cosa. Scuote la testa con violenza per riprendersi.
Quindi Naruto coglie l'occasione per fermare Sakura:
"Cosa ci facevi con quello lì?"
Sakura gli risponde con sorpresa che è un cliente che ultimamente frequenta il suo negozio.
Naruto continua dopo un leggero rossore sulle gote:
"Hai una storia con lui?!"
Sakura si irrigidisce:
"Sì... e allora?"
Naruto non riesce ad abbassare i toni e mette in guardia Sakura che sta giocando a un gioco pericoloso.
"Ma per chi mi hai presa? Io capisco gli uomini alla prima occhiata. Kakashi è affascinante, ricco e sa bene come far sentire importante una donna."
L'espressione di Sakura si impreziosisce di femminilità:
"Sono gli uomini così a essere quelli più soli e vulnerabili alla tenerezza... Ti ringrazio, Naruto, ma non devi preoccuparti per me... potrei anche approfittarmi di lui, ma non sarà mai lui ad approfittarsi di me."
Naruto smorza il tono e dice:
"Soli e vulnerabili alla tenerezza... stai parlando di lui... o di te?"
Sakura torna in casa senza rispondere e sbatte la porta. Non voleva essere così duro... non sapeva cosa gli fosse preso; ha altro a cui pensare.
Naruto entra nel bar e ispeziona il tavolo indicato dalla telefonata. Non rimane sorpreso quando trova una busta sotto il tavolo B. La apre e scopre al suo interno un messaggio dattiloscritto e un ritaglio di giornale.
Il foglio riporta le parole:
" La ricompensa per la ricerca è la verità di venticinque anni fa. Di quella verità allego un piccolo anticipo."
Il ritaglio di giornale è datato 1955 e reca un articolo su un caso di polizia:
" La mattina del 17 dicembre, in un parcheggio del centro, in zona municipio, è stato trovato il corpo di un uomo sulla trentina. Dall'autopsia condotta sul cadavere per chiarire le cause della morte, si evince che l'uomo è deceduto in seguito alla copiosa perdita di sangue causata da un proiettile. La morte risalirebbe a due giorni prima dell'effettivo ritrovamento e si suppone che sia stato trasportato al parcheggio dopo essere stato ucciso. "
L'articolo parla della morte di suo padre... Vuol dire che la ricerca dello Kitsune Star potrebbe rivelare la verità su ciò che successe a Minato Namikaze? Un'osservazione più attenta rivela che il carattere "t" è leggermente più rialzato rispetto agli altri. Naruto va a chiedere ad Ayame chi sia stato l'ultimo cliente a essere servito al tavolo B e sembra che gli unici a sedersi lì siano stati Konohamaru e Sai. Naruto si dirige in tutta fretta all'appartamento 305, dove abita Konohamaru. Non appena il ragazzo si affaccia, Naruto lo aggredisce chiedendogli se sia stato lui a mettere la busta sotto il tavolo.
L'atteggiamento irruento indispettisce Konohamaru che ribatte con una smorfia:
"Sospetti che abbia fatto qualcosa?"
La domanda gli riporta ciò che aveva detto Kakashi:
"Sembra un interrogatorio degno di un detective."
Naruto scaccia dalla testa le odiose parole e risponde:
"No, scusa... volevo solo chiederti una cosa... mi puoi dire se, prima che ti sedessi al tavolo del bar, c'era qualcun altro a quel posto?"
Konohamaru fa il nome di Sai.
Naruto esce e si dirige a passi spediti verso l'appartamento di Sai, ma viene fermato da Kabuto che sta uscendo dal 306 e attacca discorso:
"Salve, Namikaze, che sorpresa! Qual buon vento ti porta qui al terzo piano?"
Kabuto inizia a parlare amabilmente e obbliga Naruto a rispondere che vuole incontrare qualcuno del piano.
"Stai parlando di Sai? Quello che vive al 304?"
Kabuto si lascia trasportare dalla conversazione e racconta che Sai ama impicciarsi delle vite degli inquilini, approfittando delle richieste di manutenzione della signorina Tsunade, e conclude con una chiara opinione:
"Non so tu, ma io lo evito come la peste."
Naruto rimane a bocca aperta, mentre Kabuto saluta e si allontana per le scale. Il vuoto si colma subito dopo, quando Sai si affaccia dalla porta perché li ha sentiti parlottare tra loro.
Insiste per sapere l'argomento della conversazione, ma Naruto lo blocca in modo brusco:
"Ti sei messo a origliare?"
Naruto cerca di metterlo sotto torchio, ma Sai reagisce offendendosi e rifugiandosi in casa. Naruto non ha intenzione di mollare e lo chiama dalla porta chiusa, ma Sai fa finta di non sentirlo. Prova a urlare a gran voce con l'unico risultato di far uscire Homura di casa.
"Cos'è tutto questo baccano?"
"Devo parlare con Sai, ma non vuole uscire."
Forse stava con l'orecchio poggiato sulla porta, perché esce non appena Naruto finisce di parlare. Sai sorride nervosamente a Homura e inventa la scusa del campanello rotto, quindi invita Naruto a entrare.
"Cosa ti ha spinto a venire fuori?"
Naruto non perde tempo con le smancerie e Sai risponde che non vuole che un ex poliziotto come Homura venga a sapere degli affari suoi.
Naruto gli domanda se è stato lui a mettere la busta sotto il tavolo del bar, ma Sai nega:
"Quella busta era lì prima che io arrivassi."
Sai mostra un certo interesse per le domande di Naruto e reagisce facendogliene alcune:
"Naruto, perché cerchi chi ha messo lì quella busta? Cosa c'era dentro?"
Naruto scuote la testa e gli dice di lasciar perdere, ma Sai si lascia sfuggire una domanda insolita:
"Qualcuno sta minacciando anche te?"
La faccenda si fa intricata...
Naruto non può trattenere a lungo la curiosità:
"Chi è stato minacciato?"
Sai fissa per un momento gli occhi cerulei di Naruto, poi abbassa il capo e inizia docilmente a raccontare. La signorina Tsunade ha subito delle minacce. All'inizio si trattava soltanto di telefonate minatorie, ma dopo hanno cominciato a esserle recapitati pacchi e lettere senza mittente per ingiungerle di vendere lo stabile.
L'ha scoperto per caso: un giorno era dalla signorina Tsunade quando è squillato il telefono. Subito dopo la breve telefonata, si è accorto che la donna era impallidita e tremava. Poi si era confidata con lui, spiegandogli che il suo passato era adombrato da foschi segreti. Ma Sai assicura Naruto che lui non ha niente a che fare con le lettere.
Quali segreti nasconde la signorina Tsunade? Minacce... passato... segreti... Sai ha quasi un'espressione divertita quando riapre bocca.
"Se t'interessa tanto, posso anche dirti tutto sui segreti della signorina Tsunade. Ma in cambio, mi dici cosa c'era nella busta."
"Ci penserò."
Naruto smorza la richiesta.
Tuttavia si ritrova a pensare che qualcosa è in movimento nel palazzo.
Tutto è iniziato senza che lui se ne accorgesse, ma ormai è rimasto invischiato in un pantano di foschi segreti e domande senza risposta.

 

Sì, Yuki è Yukimaru xP

Sì, Yuki è Yukimaru xP.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: L'Ombra nell'Anello ***


− CAPITOLO 6 −

L'OMBRA NELL'ANELLO
Los Angeles
23 dicembre 1980
9:00 AM






 

 Che sete...
L'arsura in gola strappa Naruto dal sonno. Ha bevuto troppo la sera precedente, buttando giù bicchiere dopo bicchiere insieme a Kiba.
Con il cuore che gli rimbomba nei timpani, si alza adagio dal letto. Non è il momento di trastullarsi con i ricordi dei brindisi di ieri.
Si trascina lentamente verso la finestra e apre le tende per far entrare la luce del nuovo giorno.
Come ha fatto a tornare a letto ieri?
Il sole mattutino fa capolino attraverso la finestra e rischiara delicatamente la stanza. La città si espande oltre il vetro. Naruto chiude gli occhi lasciandosi baciare dal chiarore.
Tra pochi giorni dovrà dire addio a questa vista...
Naruto sente un leggero peso al cuore al pensiero di abbandonare l'appartamento.
"Che freddo..."
Rabbrividisce per gli spifferi che si insinuano nella stanza.
Sua madre sfidava il freddo alla finestra a braccia conserte. Naruto ricorda la mattina che lasciarono Los Angeles dopo la morte del padre: Kushina guardava in silenzio la città al di là del vetro.
Chissà a cosa pensava mentre rimirava la strada... Naruto si lascia invadere dai ricordi.
Riporta l'attenzione sulla propria situazione e decide di andare all'Ichiraku's Café per levarsi di dosso la sete con una buona dose di caffè forte.
"La signorina Tsunade?"
Naruto si lascia sfuggire il nome quando si imbatte nella donna che sta uscendo dall'ascensore della hall.
Sembra che sia stato riparato.
La signorina Tsunade attacca discorso con tono leggero:
"Sarà comodo per spostare i bagagli dei traslochi."
Poi aggiunge che il giorno successivo rimuoveranno il distributore automatico di bibite della hall.
"Non immagina quanto sia occupata in questi giorni."
Naruto non riesce a trattenere la curiosità e le domande se le sia capitato qualche altro problema.
Nonostante il tono pacato, la donna risponde che non ha tempo di parlare dei suoi problemi e poi, improvvisamente, si massaggia le tempie allontanandosi con la scusa di un forte mal di testa.
Dato che è l'ultimo giorno disponibile, Naruto decide di prendere una Cool Pop. Gli sono sempre piaciute le bibite gassate, ma è un po' troppo dolce e non la compra spesso.
Com'è rinfrescante!
Il cercapersone trilla all'improvviso. Hinata lo sta cercando, forse perché ha ottenuto nuove informazioni, e Naruto torna a casa in tutta fretta.
"Buongiorno!"
Kiba si affaccia alla porta. Stamattina è in ottima forma, quasi come se ieri fosse andato a letto presto.
Ieri sera Kiba lo ha invitato a bere e gli ha fatto ascoltare una sua canzone. La piacevole melodia della chitarra acustica che accompagnava la ballata è rimasta nelle orecchie di Naruto per ore.
"Kiba, la canzone di ieri sera era davvero bella."
Il complimento di Naruto è sincero, sebbene non gli rivelerà mai che la sua canzone l'aveva quasi commosso.
Kiba cerca di nascondere l'imbarazzo mentre risponde:
"Speriamo che piaccia anche a qualche casa discografica."
Tuttavia si può leggere soddisfazione sul suo volto.
"Scusa, Naruto, hai una radio, giusto? Allora accendila alle 11 su Rock 'n' Soul. C'è un programma che non puoi perderti."
Kiba gli spiega che, grazie all'intervento di un suo amico che lavora nel campo, trasmetteranno una canzone che gli ha inviato.
"Sai... mi piacerebbe girare per la città e vedere la faccia di quelli che ascolteranno la radio in quel momento."
Questo pensiero dipinge un sorriso sul volto di Kiba che si allontana con un saluto.
Naruto gli strizza l'occhio e torna a casa per telefonare alla Konoha Crown. Hinata ha ottenuto nuove informazioni sul nome Akatsuki.
"Sul logo dell'Hotel Tsukuyomi c'era una mezzaluna. La parola Akatsuki significa luna rossa."
L'albergo aveva adottato quel simbolo, ma Hinata aggiunge:
"C'è una cosa che mi dà da pensare..."
Riguarda la conversazione che Naruto ha avuto con Jiraiya il giorno prima. Jiraiya ha detto che non gli sembrava di conoscere Homura.
Però, dopo aver riattaccato, ha tirato fuori un quaderno dal cassetto e ha borbottato: 
"Perché lui proprio adesso..."
Perciò Jiraiya sa chi sia Homura. Quale ragione può averlo spinto a mentirgli?
Dopo una breve pausa imbarazzata, Hinata cambia argomento e gli dice raggiante: 
"Ieri Yuki ha deciso di fermarsi da me per qualche notte. Che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa insieme domani? Yuki vuole passare la vigilia con te."
Un veloce saluto e Hinata riaggancia.
Non vede l'ora di rivederla... Hinata gli aveva rivelato che Yuki passava soltanto per incontrarlo. Chissà perché l'idea di una cena con loro due gli smuove qualcosa in petto... anche se quella reazione non gli è nuova.
Abbassa istintivamente gli occhi sull'orologio e si accorge che sono quasi le 11. Sta per iniziare la trasmissione radiofonica Rock 'n' Soul. Non appena accende la radio, viene accolto dalla voce di Kiba che pervade la stanza.
Naruto si abbandona sul divano lasciandosi cullare dalle note. Chissà dove la sta ascoltando lui, invece? La ballata che scorre dalla radio gli fa assaporare briciole di quiete.
Al termine della musica, il presentatore annuncia la data e l'ora.
Oggi è il 23 dicembre.
Finalmente è arrivato il giorno dell'estrazione dell'Ichiraku's Café. Naruto pensa di approfittare del pranzo per scoprire chi ha vinto.
Giunto nella hall, nota Konohamaru presso l'ingresso del locale. Anche lui è uno dei partecipanti al concorso.
Dopo qualche parola, scopre che Konohamaru è deluso perché non è stato estratto il suo numero.
"Uffa... quei 1000 dollari mi avrebbero fatto comodo per una nuova cinepresa... mai che abbia fortuna, io!"
Continua a borbottare mentre si allontana.
"Benvenuto, Naruto!"
Il saluto di Ayame risuona allegramente nel locale come ogni volta che Naruto varca la porta. Ayame gli suggerisce la specialità di oggi: la qualità moka dello Yemen, dal sapore ricco e dolce con un retrogusto aspro.
Naruto non se lo lascia sfuggire. Mentre scrive l'ordinazione, Ayame gli dice che il padre sta decidendo il menu per Natale, nonostante siano già molto occupati con l'estrazione.
Ogni anno Teuchi spende ore nella pianificazione, ma per l'ultimo anno di attività del bar vuole fare qualcosa di davvero speciale.
Ayame ricorda che quando la madre viveva con loro, ogni Natale c'era una discussione infinita per non ripiegare su un menu banale. Però quelli erano anche i momenti divertenti.
Si siede al suo posto preferito e Teuchi gli si avvicina:
"Preparati a grandi cose per il menu natalizio di quest'anno."
Ha finito con i preparativi e alza le spalle mentre gli spiega un po' imbarazzato:
"Veramente... stavo pensando di fare il pudding di Natale che piace tanto ad Ayame, ma poi mi sono reso conto che non potrei mai farlo meglio della mia ex moglie..."
Un discorso tira l'altro e Teuchi ricomincia a lamentarsi che non avrebbe mai voluto che arrivasse un Natale come quello di quest'anno.
Ayame interrompe i borbottii del padre arrivando con il caffè e sussurra:
"Naruto, avrei una cosa da chiederti, ma mio padre non deve saperlo. Puoi passare più tardi dalla cucina, per favore? Ma non farti vedere!"
Ayame lancia un veloce sguardo al padre prima di dirigersi in cucina.
Naruto butta giù il caffè, ancora sorpreso dalla bizzarra richiesta. Aspetta che Teuchi vada verso la sala da biliardo per alzarsi ed entrare di soppiatto in cucina.
Dopo gli anni passati all'Ichiraku Café senza aver mai messo piede in cucina, Naruto si guarda intorno incuriosito.
Prima di spiegargli meglio, Ayame ha bisogno di un favore: non riesce ad aprire un barattolo di burro d'aceto. Naruto si rimbocca le maniche e apre con forza il tappo lasciandosi sfuggire un suono dalla bocca. In quel momento, il tappo gli scivola di mano andando a infrangere un bicchiere posato nel lavandino.
Che danno...
Invece di dare una mano ad Ayame, è riuscito solo a farla sudare di più.
Ayame è rimasta di stucco, ma gli sorride mentre dice:
"Non ti preoccupare. Sembra che mio padre non si sia accorto di nulla e troverò il modo di sistemare tutto."
Dopo averlo ringraziato per l'aiuto, il volto della ragazza si fa serio, mentre abbassa il tono per addentrarsi in un discorso spinoso. I genitori sono divorziati ormai da sette anni e vorrebbe sapere se suo padre si sta vedendo con qualche altra donna.
"Puoi immaginare che non sia una cosa facile da chiedere..."
Naruto lascia scorrere lo sguardo sui lineamenti corrucciati della ragazza e le risponde:
"Va bene, provo a chiederglielo alla prima occasione."
Non gli piace immischiarsi in questi discorsi, ma non poteva dire di no ad Ayame. La ragazza esplode in un sorriso riconoscente. Naruto la saluta ed esce dalla cucina, quando viene distratto dal trillo del cercapersone che lo sprona a tornare in fretta a casa.
"Grazie mille."
"Non c'è problema."
Le voci che scorrono lungo il corridoio sembrano provenire dall'appartamento 203, dove abita Sakura.
Inaspettatamente è Konan a uscire dalla casa... e Naruto non resiste alla tentazione di farle delle domande:
"Cosa succede?"
Konan scrolla il capo come se avesse di fronte un bambino:
"Discorsi da donne. Avevo bisogno di chiederle un consiglio da specialista di accessori. Soddisfatto?"
Konan lascia Naruto con un breve saluto accompagnato da un sorriso ammiccante. Non sembra la stessa Konan di sempre... Naruto si insospettisce e bussa alla porta di Sakura per chiarire i suoi dubbi.
"Konan è passata da te, giusto?"
Anche se Sakura non ha la minima intenzione di rivelare l'argomento della discussione, si lascia sfuggire un accenno ai soldi e Naruto coglie la palla al balzo:
"Konan ha problemi di soldi?"
Sakura strabuzza gli occhi verdi e rientra nervosamente in casa, sbattendo la porta. Prima o poi sarà il caso di parlare con Konan...
Naruto torna a casa e chiama Hinata, ma è Jiraiya a rispondere:
"Ti ho chiamato io. Ho trovato qualcosa sul caso irrisolto di 13 anni fa e su Homura Mitokado..."
Jiraiya si schiarisce la voce prima di cominciare a parlare:
"Prima di tutto, sappi che non fu Homura Mitokado a occuparsi di quel caso. Anni prima fu sottoposto a un'inchiesta interna al dipartimento. E con una macchia del genere sul curriculum, fu relegato a semplici lavori di archivio. Per ora non sono riuscito a trovare nessun collegamento con quelli coinvolti nel caso."
Non si occupò dell'indagine e non ha niente a che fare con la vittima... che l'indagine su un caso di 13 anni fa sia solo un passatempo da pensionato?
Un colpo di tosse di Jiraiya introduce la spiegazione sullo sviluppo del caso. Il delitto si consumò 13 anni fa, nell'ultimo giorno di attività dell'Hotel Tsukuyomi. Ci fu una festa di chiusura voluta dal direttore, durante la quale scomparve sua moglie Mito. La ritrovarono morta e il cadavere della donna rivelò che la causa del decesso fu un bicchiere di vino avvelenato con cianuro di potassio.
All'inizio, la polizia di Los Angeles vagliò la possibilità di un suicidio, ma la scatoletta contenente il veleno non presentava impronte digitali sulla superficie e il prezioso anello di Mito era scomparso. Questi dettagli fecero presumere un omicidio.
La sera del crimine l'hotel era particolarmente affollato e la raccolta delle testimonianze prese una considerevole quantità di tempo. Un ulteriore ostacolo alle indagini fu la scomparsa della bottiglia di vino da cui Mito bevve prima di incontrare la sua fine e i numerosi impedimenti si tramutarono in un caso irrisolto.
Naruto ha bisogno di una conferma:
"La stanza in cui è stato ritrovato il cadavere di Mito è la 404, giusto? Mi serve saperlo perché quella stanza esiste ancora."
Jiraiya rimane sbigottito alla notizia che la scena del crimine sia rimasta intatta da anni.
Naruto prosegue con le domande:
"Davvero non ti ricordi di Homura Mitokado?"
"Davvero? Ma che domanda è?"
Naruto non se la sente di mettere Hinata in una situazione imbarazzante e si limita a rispondere che il suo sesto senso gli suggeriva altrimenti. Jiraiya ripete che ha sentito il suo nome, ma non si ricorda che faccia abbia. Aggiunge che fu il suo superiore di allora, Danzo Shimura, a chiedere un'indagine interna su Homura Mitokado.
"Se trovo altro, mi faccio sentire."
Ma ha un ultimo messaggio:
"Provo a vedere anche se scopro qualcosa su quel Kitsune Star."
Passa la cornetta ad Hinata.
"Pronto... Naruto? Ti va bene se domani ci troviamo per le 7 alla pizzeria Da Leonardo? Non sarebbe male una vigilia a base di cucina italiana! E non scordati il regalo per Yuki!"
Hinata riattacca in fretta senza neanche un saluto. Il regalo per Yuki... con tutti i problemi che si sono accumulati negli ultimi giorni, Naruto se n'è completamente scordato. Aggrotta la fronte pensando a cosa potrebbe farla felice, ma non gli viene nessuna idea... forse avrebbe dovuto chiedere consiglio a Hinata, ma si vergogna di richiamarla solo per questo. Non è mai stato abituato a fare regali...
Naruto darebbe qualsiasi cosa per vedere la felicità dipinta sul volto delle due ragazze. Non resta altro da fare che andare per negozi a cercare qualcosa di adatto.
Ma le sue buone intenzioni vengono interrotte dal suono del campanello.
La porta si apre subito dopo e Sakura entra in casa trafelata:
"Devo parlarti."
Gli spiega che Konan le ha voluto vendere l'anello. Si tratta dello stesso anello che aveva causato un gran trambusto solo quattro giorni prima e Sakura ha acconsentito ad acquistarlo per 500 dollari.
Konan insisteva che aveva bisogno immediato di contanti, ma Sakura trova che 500 dollari per un anello con diamante da tre carati siano comunque troppo pochi.
"Naruto, secondo te è autentico?"
Naruto non si intende per niente di gioielli, però cede all'insistenza della ragazza e propone di chiedere aiuto a Sai, che si vanta sempre di avere una lente da orefice. Ma Sakura non ha intenzione di raccontare i fatti suoi a un impiccione come Sai.
"Perché ho accettato di comprare l'anello?"
La voce di Sakura inizia a tremare indecisa tra l'irritazione e la disperazione. Naruto riflette un momento e si ricorda che Konan gli aveva rivelato che l'anello era stato un regalo del fratello morto.
"Sakura, mi puoi prestare per un po' quell'anello?"
Naruto è deciso a chiedere la lente a Sai per andare in fondo alla faccenda. Sale le scale e bussa alla sua porta.
"Ciao Naruto, posso aiutarti?"
Naruto fa finta di essere interessato ai minerali e Sai lo fa entrare per lasciargli ammirare la sua collezione. Mentre dà uno sguardo alle pietre, Naruto si accorge della lente abbandonata sul tavolo.
Sai prende la lente e gli spiega che è fatta apposta per l'analisi dei minerali: con quella le pietre assumono un fascino del tutto nuovo. Naruto non si era mai accorto di quanto Sai fosse appassionato di quell'argomento.
"Prova a usarla anche tu."
Gli consegna la lente e corre a rispondere al telefono che sta squillando. Naruto approfitta dell'occasione per verificare l'autenticità dell'anello.
Mette a fuoco l'immagine con calma e nota che c'è un motivo sulla montatura. Lo osserva meglio per capire di cosa si tratti. Non ci sono dubbi: è una mezzaluna decorata con dei sottili ghirigori rossi. Alza lo sguardo per riposare gli occhi e nota lo stesso disegno tracciato su un quaderno lasciato sul tavolo. Si trova di fronte a una coincidenza incredibile: i due disegni sono pressoché identici.
"Com'è andata? Quella lente è ottima, vero? Con quella, anche la più piccola pietruzza si trasforma in un pianeta da scoprire con le sue valli e le sue grotte, non trovi?"
Naruto rimane impassibile alla comparsa di Sai e gli chiede distrattamente che disegno sia quello tracciato sul quaderno.
"Ah, quello? Beh, è una mezzaluna."
Sai lo fissa dubbioso.
Una mezzaluna...
"Ti piace?"
Qualche altra domanda e Sai gli spiega che ha copiato il disegno della mezzaluna che ha visto al quarto piano, nella stanza 406. Perché sull'anello c'è lo stesso disegno che si trova nella stanza 406?
Non può essere un caso e Naruto freme di vedere quel disegno. Una "mezzaluna" sta apparendo troppo spesso sulla sua strada: il simbolo dell'hotel... il nastro di Homura... Sì, proprio sul nastro di Homura ha sentito per la prima volta la parola "Akatsuki" ovvero "luna rossa".
"Fine della prima ispezione nella stanza 404 dove fu ritrovato il corpo di Mito Senju. Necessaria ricerca delle possibili tracce lasciate dall'Akatsuki, prima dello sgombero."
Naruto si dimena tra i dubbi e i sospetti: cosa accidenti lega l'Hotel Tsukuyomi all'Akatsuki?
Non resta altro che salire al quarto piano per fare chiarezza, ma deve fare in fretta: sono già le 3.
Apre la porta tagliafuoco e si dirige in fretta alla stanza 406, ma è chiusa a chiave.
Per la frustrazione, Naruto cerca più volte di girare la maniglia, ma senza alcun risultato, quando una voce alle spalle lo fa trasalire:
"Come immaginavo... sei salito per vedere il disegno, vero?"
Sai gli sorride beffardo e spiega che la signorina Tsunade gli permette di avere le copie delle chiavi per la manutenzione dell'edificio.
Con movimenti esperti, Sai fa scattare la serratura e invita Naruto a entrare con un ampio movimento del braccio:
"Prego, si accomodi."
Naruto entra a passi incerti nella stanza 406 e si guarda attorno, senza trovare nulla che assomigli a una mezzaluna.
"Chi cerca trova..."
Sai getta delle parole di scherno nella stanza, prima di andarsene. Naruto non si lascia intimorire e cerca il disegno per la stanza, ma sembra che non ci sia. A un certo punto, nota un mobile in disuso abbandonato in un angolo.
Grazie a un'ispezione più attenta, si imbatte in un vecchio album ingiallito su un tavolo. Sulla copertina è incisa una stella rossa a rilievo.
"Ora che ci penso... Konan mi ha detto qualcosa... cos'era? Se non ricordo male, Star voleva dire festa nel gergo dei dipendenti..."
Sfoglia il vecchio album, ma contiene solamente fotografie di varie feste dell'albergo. Continua l'ispezione e incappa in una fotografia incorniciata appesa alla parete. Istintivamente la raddrizza e scopre per caso una mezzaluna disegnata sulla carta da parati.
Ha trovato il disegno di cui parlava Sai, ma ciò non l'aiuta a capire per quale motivo sia nell'anello di Konan. Mille supposizioni non gli daranno comunque una risposta concreta.
Naruto trae un profondo respiro ed esce dalla stanza per riportare le sue scoperte a Sakura.
A passi pesanti arriva davanti all'ingresso di casa sua.
"Ah, sei tu, Naruto..."
Sembra che stia aspettando qualcuno. Naruto le dice che, come immaginava, solo un esperto potrebbe confermare l'autenticità del gioiello.
Prima dei saluti le chiede velocemente:
"Konan non ti ha detto da dove arrivava quell'anello?"
"No, non mi ha detto niente."
Appare chiaro che Sakura non sa nulla sulla mezzaluna.
Naruto infrange il momento di silenzio che scorre tra i due:
"Quell'anello mi ha fatto venire in mente una cosa... Konan mi ha detto che le fu regalato dal fratello morto 13 anni fa. Sono certo che non l'avresti mai preso se l'avessi saputo e non volevo dirtelo io, ma senti... Sakura... ti consiglio di restituirglielo."
"Konan non mi ha detto niente di tutto questo!"
Naruto insiste che quell'anello serba molti ricordi importanti.
Sakura annuisce:
"Sarebbe bastato che me lo dicesse e non l'avrei mai accettato."
Sakura abbassa lo sguardo pensierosa, poi guarda Naruto e gli chiede se può restituirglielo lui.
"Non serve che mi ridia i soldi."
Naruto prende l'anello senza aggiungere altro. Qualcuno bussa alla porta infrangendo il gioco di sguardi tra i due.
Sakura sparisce nel corridoio dopo aver controllato dallo spioncino, ma la sottile barriera della porta non blocca le voci:
"Hai detto che me la restituivi oggi."
"Sì, tieni pure."
Naruto aggrotta la fronte dubbioso. Quando Sakura torna in casa, prova a chiederle chi fosse, ma la ragazza non si sbottona e gli chiede di lasciarla da sola.
Naruto rivolge i pensieri alle strane coincidenze che coinvolgono il simbolo della mezzaluna. Appena fuori dalla porta, si imbatte in Konohamaru.
"Ah, c'eri tu nella stanza di Sakura? Pensavo fosse quell'altro."
Probabilmente si riferisce a Kakashi Hatake. Konohamaru gli spiega che era passato da Sakura per farsi restituire la chiave dell'appartamento 205.
Perché Konohamaru ha la chiave di un appartamento vuoto?
Fino a un mese fa, un suo amico abitava in quell'appartamento. Durante il trasloco perse la chiave di scorta e la ritrovò per caso qualche giorno fa tra gli scatoloni.
Perciò quando ha incontrato Konohamaru all'università, gli ha chiesto di restituirla alla signorina Tsunade. Purtroppo la donna non era in casa quando è passato. Mentre era davanti all'ingresso, pensando di metterla nella cassetta della posta, è passata Sakura con il suo ragazzo e, non appena sentita la storia, gli hanno chiesto di prestargliela.
"Perché Sakura ti ha chiesto la chiave del 205?"
"Boh, non saprei... Sakura ha detto che il suo ragazzo voleva controllare una cosa..."
"Konohamaru, ti spiacerebbe prestare anche a me quella chiave?"
Aggiunge che è curioso di sapere com'è la vista che si gode dalle finestre del 205... Giusto per levarsi un'ultima curiosità prima dello sgombero.
Ma cosa sta cercando Kakashi?
Un'accurata ispezione dell'appartamento potrebbe finalmente fornirgli delle risposte per zittire i dubbi che lo attanagliano da giorni.
Konohamaru tentenna un attimo, prima di dargli la chiave. Poi sorride e gli rivela che quell'appartamento nasconde un oggetto meraviglioso.
"Il mio amico ha cambiato casa quando ha vinto un premio per una sceneggiatura e, secondo me, è stata la macchina da scrivere che ha trovato a portargli fortuna. Pensa che in giro si dice persino che per anni aveva provato a scrivere una storia d'amore senza riuscire neppure a iniziare, invece poi appare una macchina miracolosa e lui tira fuori un'opera fenomenale!"
Gli occhi di Konohamaru brillano durante il racconto. Naruto increspa le labbra di fronte all'ingenuità di un ragazzo che credeva ancora alle favole, ma il sorriso è rivolto anche ai grandi sogni che accompagnano con entusiasmo la giovinezza.
Lascia Konohamaru con un saluto ed entra nell'appartamento 205. La curiosità di vedere la macchina da scrivere dei misteri non gli dà requie.
Non impiega molto tempo a trovarla in un armadio. Mentre lascia scorrere le dita sui tasti, si ricorda dei messaggi dattiloscritti che ha ricevuto.
C'era un carattere peculiare...
Sorride anche alla propria ingenuità nel pensare che possa essere stata davvero questa macchina a scrivere i misteriosi messaggi, ma non vede l'ora di togliersi il dubbio.
Cerca della carta e inizia a battere sui tasti.
Tac tac tac...
Quando pigia la lettera "t" nota che il carattere si posiziona leggermente rialzato rispetto al resto della frase. Ha già visto questo difetto nei messaggi misteriosi: chi glieli ha consegnati deve aver usato questa macchina...
Kakashi Hatake?
Naruto esce in fretta dalla stanza per andare da Sakura. Due colpi sull'uscio e la ragazza si affaccia.
"Sakura, hai chiesto a Konohamaru la chiave del 205, giusto? Sei per caso entrata?"
Sakura sobbalza per la sorpresa e cerca di evitare il discorso. Naruto incalza domandandole se è stato Kakashi a chiederle di prendere la chiave e la ragazza reagisce aggressivamente.
"Sakura, è più importante di ciò che pensi. Rispondimi."
Tace per qualche istante, guardandolo di sottecchi. Alla fine inspira profondamente e inizia a parlare. Ammette di avere chiesto la chiave a Konohamaru per darla a Kakashi.
Naruto scuote la testa chiedendole cosa la spinga a frequentare un uomo del genere, ma Sakura sbotta infastidita:
"Ormai è finita. Non voglio più sentirne parlare!"
Nonostante il tono infuocato, le si inumidiscono gli occhi.
Prosegue con voce fievole:
"Non faceva sul serio... il suo unico obiettivo era Konan."
Naruto quasi sospira sollevato e rallenta il ritmo delle parole per rilassare Sakura.
"Cosa voleva sapere su Konan?"
"Mi chiedeva di continuo con chi si vedeva... con chi parlava... era una tortura... ma un giorno gli ho chiesto perché insisteva con domande del genere e sai cosa ha detto? Mi ha risposto che Konan era solo un burattino e lui voleva scoprire chi tirasse i fili."
Sakura non ha più avuto sue notizie da quando Kakashi ha ispezionato l'appartamento 205. Naruto le porge un fazzoletto, mentre si domanda se la ragione delle lacrime sia il dolore o l'orgoglio ferito.
Le chiede se Kakashi avesse delle lettere con sé, ma Sakura non ne ha mai vista una e Naruto comprende che ha già rigirato troppo il coltello nella piaga.
Torna a casa in un continuo tramestio di quesiti e sospetti. Forse Kakashi ha usato la macchina da scrivere per inviargli quei misteriosi messaggi... ma anche se fosse, che cosa lo ha spinto a farlo?
Senza parlare dello stesso disegno della mezzaluna sulla parete della stanza 406 e nell'anello di Konan...
Ogni giorno che passa è un ulteriore passo in una fosca nebbia di dubbi e misteri.





 

Ogni giorno che passa è un ulteriore passo in una fosca nebbia di dubbi e misteri       

Ho apportato qualche piccola modifica, spero vi stia piacendo la storia ;D.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Ricordi di Una Promessa ***


− CAPITOLO 7 −

RICORDI DI UNA PROMESSA
Los Angeles
24 dicembre 1980
1:00 PM











 

 

La folla si muove rapida e indaffarata per gli ultimi preparativi della vigilia, mentre Naruto vaga alla ricerca di qualcosa per la cena di stasera con Yuki e Hinata. L'idea di rivederle dopo tanto tempo lo riempie di un piacevole senso di aspettativa.
Ogni angolo di strada risuona delle note di canzoncine natalizie, ogni ingresso è adornato da alberi luccicanti e i volti delle famiglie con le braccia piene di pacchi sono cosparsi di gioia.
La vigilia di 25 anni fa fu il giorno della separazione da Los Angeles per Naruto e sua madre, ma i grattacieli di Manhattan li accolsero con le stesse canzoni di auguri.
I ricordi offuscano la leggerezza delle canzoni, collegando il tintinnio delle campanelle alla madre che gli stringeva con forza la mano, mentre lo trascinava di fretta attraverso una città di sconosciuti.
Naruto solleva lo sguardo verso il cielo e inspira l'aria gelida per scacciare le tristi memorie e immaginare l'amichevole serata che lo aspetta. I suoi passi distratti lo riaccompagnano a casa.
Il campanello annuncia la visita di qualcuno. Oltre la porta c'è Yuki ad attendere. Ma non è ancora ora di cena...
"Ciao Yuki... scusa per il viaggio a vuoto che ti ho fatto fare l'altro giorno..."
Yuki scuote semplicemente la testa con un leggero sorriso. Hinata le ha suggerito di avvertirlo la prossima volta, per evitare altre situazioni del genere.
Naruto sorride arrossendo appena:
"Pensavo che ci saremmo visti stasera..."
Yuki reagisce con uno sguardo triste:
"Non si fa più niente stasera."
"Eh? Perché?"
"Jiraiya è stato ricoverato..."
"Dici sul serio?!"
Hinata lo ha accompagnato in ospedale e Naruto riflette che è da tempo che alcuni problemi di cuore lo infastidiscono e, talvolta, si sono acuiti in situazioni di grande stress.
Naruto stringe le labbra con espressione preoccupata. Hinata ha chiesto a Yuki di passare per comunicargli che la cena è annullata. Naruto è felice che Hinata si sia preoccupata tanto, ma la cosa più importante ora è che Jiraiya stia bene. Ma deve pensare a Yuki, rimasta delusa di vedere tradire tutte le sue aspettative.
Inspira profondamente cercando di smorzare l'ansia e pensa che Hinata lo avvertirà di sicuro se la situazione dovesse peggiorare.
Sfoggia il sorriso migliore che riesce a trovare e dice:
"Dai, andremo a mangiare quando Jiraiya starà meglio..."
La ragazza scuote la testa mantenendo lo sguardo basso:
"Domani devo per forza ritornare a Seattle."
Ha solo le vacanze invernali per completare l'opera da presentare a un esame.
"Volevo incontrarti prima di partire."
"Sei passata... per questo?"
Yuki annuisce in silenzio. Lo squillo del telefono infrange l'atmosfera come una pietra gettata in un lago.
Il cuore di Naruto inizia a battere, pensando che possa essere Hinata, ma Yuki gli posa la mano sul braccio:
"Se è Hinata, voglio rispondere io."
Sembra che non sia lei, perché Yuki si scurisce in volto prima di porgergli la cornetta:
"Una donna."
Si tratta di sua madre Kushina. Naruto sente scorrere un brivido lungo la spina dorsale. Come era da immaginarsi, Kushina inizia una sequela di domande sulla voce femminile che ha risposto al telefono.
La sua affermazione che è solo un'amica non soddisfa la curiosità della madre che aggiunge allegramente:
"Comunque sia, sono felice di sapere che non passi la vigilia da solo..."
"Sì, ma non penserai mica..."
"Va bene, ho capito... non ti ruberò molto tempo. Volevo solo dirti che ti ho spedito un pacco."
La madre ha inviato un regalo al figlio, nonostante si fosse deciso da tempo di non scambiarsi più regali.
Kushina insiste:
"Il Natale di quest'anno è speciale perché hai raggiunto l'età di tuo padre... ormai sei un vero uomo... Buon Natale, Naruto."
Dopo un ultimo saluto, la madre riaggancia.
Naruto appoggia la cornetta e spiega a Yuki che era sua madre, provocando una domanda:
"E tuo padre?"
"Sai... è morto quando avevo 9 anni."
Yuki abbassa il capo e bisbiglia:
"Non so proprio niente di te... mentre tu sai tutto su di me."
Tempo addietro, Naruto si ritrovò gettato nel passato di Yuki. Perse la madre in un incidente aereo e fu cresciuta dal padre che gestiva una galleria d'arte. Rimase coinvolta in alcune vicende e perse conoscenza in un coma durato dieci anni. Quando riaprì gli occhi, il padre era scomparso. La triste realtà narra che il padre fu ucciso.
"Naruto... ti ricordi il Natale dell'anno scorso?"
Naruto ricorda come se fosse ieri il volto radioso di Yuki ancora senza voce e senza memoria di fronte all'albero di Natale che aveva allestito nel magazzino.
"Naruto, non mi dimenticherò mai di quell'albero di Natale."
L'immagine è viva anche nella memoria di Naruto: sembrano passati secoli, nonostante sia trascorso solo un anno.
"Naruto..."
Yuki si è ricordata di qualcosa di importante. Hinata le ha affidato il regalo di Natale per lui. Lo scarta con l'entusiasmo di un bambino, felice di avere ricevuto una bottiglia del suo vino preferito.
Anche Yuki ha qualcosa per lui: un ritratto fatto da lei.
"Mi hai fatto molto più bello di quanto non sia..."
Naruto cerca di smorzare il proprio imbarazzo con una battuta, ma il disegno gli riporta alla mente gli avvenimenti dell'anno che sta per concludersi.
Dopo, Yuki ha superato diverse traversie per riconquistare i suoi ricordi e il completo uso della voce. Si iscrisse alla scuola d'arte di Seattle per colmare un vuoto durato dieci anni e ricostruire una vita sulle sue capacità e i suoi amori. Non si è lasciata abbattere dalle sconfitte di tutti i giorni e in un solo anno si è fatta forte senza perdere in dolcezza.
"Stiamo imparando i principi basilari della pittura."
Nonostante l'usuale tono timido, le parole risuonano di entusiasmo, mentre spiega quanto le piacciano i giochi di luce e le ombreggiature.
La passione si può leggere anche nel suo disegno che, sebbene sia solo un tratteggio a carboncino, ritrae le ombre dell'espressione con il solo spessore delle linee.
"Scusa, Yuki... io... ho cercato qualcosa per te, ma... ti prometto che l'anno prossimo..."
Naruto si sente un verme: non sopporta di avere perso la possibilità di far felice Yuki.
"Non voglio aspettare fino all'anno prossimo."
La ragazza mette il broncio per un attimo, prima di aggiungere ammiccando:
"Fai il mio ritratto."
Naruto scuote la mani in un gesto di istintivo rifiuto, non è mai stato di combinare niente con le matite, ma Yuki insiste che vuole un disegno unico.
Non le si può dire di no...
Naruto impugna il taccuino e si impegna a fondo per tracciare i lineamenti di Yuki.
La ragazza siede nervosamente, ma mantiene la postura immobile con un notevole sforzo. Per la prima volta, Naruto fa il ritratto di qualcuno, ma il lungo tempo impiegato premia i suoi sforzi.
Yuki apre la bocca in un radioso sorriso mentre guarda l'opera di Naruto.
Inutile dire che il disegno non è chissà cosa...
Scuotendo la testa, la invita all'Ichiraku Café, ma Yuki risponde:
"C'è un altro posto in cui preferirei andare."
Propone di visitare l'imponente faro che spicca sulla sommità del palazzo.
Naruto acconsente con un sorriso e apre la porta alla ragazza.
Nel corridoio viene fermato da Konohamaru che ha bisogno di qualcosa. Naruto indica l'ascensore a Yuki suggerendole di aspettarlo sul tetto.
Konohamaru rivorrebbe indietro la chiave del 205. Naruto chiede scusa per essersi dimenticato e gliela restituisce. Si volta e allunga il passo per salire sull'ascensore e raggiungere Yuki.
La ragazza lo sta aspettando in prossimità del faro.
"A vederlo da giù mi sembrava più grande."
"Vuoi dire che secondo te è piccolo?"
Naruto la osserva con l'ombra di un sorriso sulle labbra. Anche lui aveva avuto la stessa impressione, quando salì la prima volta.
Questo palazzo era l'Hotel Tsukuyomi fino a 13 anni fa. 
Yuki bisbiglia sommessa:
"Questo faro è per i viaggiatori che non sanno dove andare."
In effetti... neanche Naruto sapeva più dove andare quattro anni fa, quando Sasuke tradì la polizia, poco prima che l'indagine andasse in porto.
Per centinai, anzi migliaia di volte continuò a chiedersi "perché?"
L'anelito di una risposta lo spinse a ripercorrere i suoi passi, per continuare a vivere... per continuare a sperare.
Con questo peso sul cuore giunse in città e fu quel faro, che ora si erge dinanzi a lui, a indicargli dove cercare approdo.
La scelta di vivere in questo palazzo consunto e pregno di storie fu la decisione di un momento. La luce del faro gli indicò la via, gli insegnò una nuova vita.
"Ehi, Naruto... ti è mai capitato di chiederti per cosa valga la pena vivere? Quando tutto sembra remarti contro... quando tutti ti voltano le spalle?"
L'abito di Yuki sbatte nel vento, bianco come la spuma delle onde quando si infrangono a riva.
"Non sai quante volte mi è successo. Mi sentivo come su una barca alla deriva in una gelida notte senza luna. Il sussulto ritmato delle onde era la mia unica certezza mentre tremavo per la paura di quell'oscurità quasi accecante. In quei momenti, mi sedevo sul bordo della barca e attendevo con pazienza l'alba. Anche il buio più fitto scompare ogni mattina al cospetto dell'aurora."
Naruto rimane stupito dalla liricità che le sue stesse parole hanno assunto, ma sembra che la presenza di Yuki lo possa trasformare in un uomo migliore. Gli ultimi giorni sono stati passi nel buio, ma sa che il sole non tarderà a sorgere e solleva il mento a sfidare le raffiche di vento che gli scorrono tra le rughe. Sì, l'alba non tarderà a rischiarare la sua vita.
Yuki fa scorrere lo sguardo alla ricerca degli occhi di Naruto e sussurra fievole:
"Chissà quando sorgerà il mio sole..."
Naruto avverte l'impulso di abbracciarla per proteggerla dalle intemperie della vita, ma resiste alla tentazione, mentre si lascia sfuggire dalle labbra:
"Yuki... non sei sola. Se mai sarai sommersa dal buio che si infittisce prima dell'alba, chiamami e correrò al tuo fianco."
Yuki risponde increspando le labbra in un sorriso. Naruto ha cambiato la sua vita e da allora l'ha sempre sostenuta in ogni sua scelta e sorretta durante le difficoltà che la vita le ha messo dinanzi.
I due passeggiano lentamente e Naruto si sofferma a osservare dall'alto il parco dove va spesso a rilassarsi. Con espressione divertita racconta a Yuki che mentre sedeva su una panchina del parco, è apparso un gatto dal pelo aranciato. Ormai hanno fatto amicizia e il micio spesso si avvicina miagolando alla ricerca di cibo. La graziosità di quel gatto è sottolineata da una coda molto folta.
"Quando me ne andrò da qui, non rivedrò più neanche quel gatto..."
Naruto parla dello sfratto a Yuki, che reagisce con espressione amareggiata all'idea il palazzo del faro possa scomparire.
Il vento si fa più freddo e Yuki deve tornare a casa. Salgono in ascensore e Naruto preme il pulsante del piano.
CLANK!
L'ascensore si arresta di schianto con un sordo rumore metallico.
"Naruto... ho paura..."
Naruto cerca di calmarla mentre prova a premere tutti i pulsanti, ma senza alcun risultato. La situazione si sta facendo claustrofobica... Naruto picchia sulle porte facendo risuonare le pareti, ma non giunge nessuna risposta dall'esterno.
L'aria si sta facendo pesante. Naruto sente le gambe tremare, ma si fa forza per tranquillizzare Yuki, mentre continua a sferrare colpi sulle porte e a gridare:
"C'è qualcuno?!"
Quando la gola inizia a bruciare per le urla, l'ascensore si rimette in moto. La cabina scende fino al primo piano. Le porte si aprono rivelando la figura di Sai. Dopo aver sentito la voce di Naruto, ha premuto il pulsante del primo piano dall'esterno. Pare sospetto che solo i pulsanti esterni funzionino.
"Si è bloccato tra due piani. Ho premuto i pulsanti e ho battuto sulle porte, ma non è successo niente."
Sai aggrotta le sopracciglia spiegando che era appena terminata la manutenzione dell'ascensore.
"Farò controllare di nuovo, ma per favore non farne parola con la signorina Tsunade."
Yuki è rimasta scossa dall'incidente, ma sorride e si allontana con un saluto:
"La prossima volta vediamoci anche con Hinata, però."
Sull'uscio, Yuki incontra Kiba che sta entrando. Tiene in mano un pacco e non appena vede Naruto, inizia a parlare senza lasciargli il tempo di interromperlo. Un corriere gli ha affidato quel pacco indirizzato alla signorina Tsunade.
Kiba aggiunge con un sorriso:
"Potresti consegnarglielo tu?"
Naruto risponde secco:
"Ma fallo tu!"
Kiba abbassa lo sguardo scuotendo il capo:
"Sai... non ho ancora pagato l'affitto e preferirei evitare di incontrarla... ti prego..."
Naruto sbuffa mentre prende il pacco. Prima di andarsene, chiede a Naruto se ha programmi per la sera. Quando scopre che l'appuntamento che aveva è saltato, gli chiede se gli va di andare a bere qualcosa insieme.
"No, se devo offrire."
Kiba gli dà una pacca sulla spalla:
"Non ti preoccupare: penso io a tutto per la sera della vigilia. Ci sentiamo dopo."
E si allontana, senza nemmeno aspettare una risposta. Naruto scuote la testa con un sospiro e si dirige verso l'appartamento della signorina Tsunade per consegnarle il pacco.
La donna prende il pacco e controlla il mittente, ma perde l'usuale vigore quando scopre che non c'è nessun nome. Con mani tremanti poggia il pacco sul tavolo.
"Signor Namikaze... le spiacerebbe aprire il pacco?"
Naruto scuote le spalle e scarta l'imballaggio con pochi gesti. All'interno brilla un orologio d'oro.
La signorina Tsunade si lascia sfuggire un sospiro. Naruto si insospettisce e le chiede cosa si aspettasse.
La donna si inumidisce le labbra prima di rispondere:
"Avevo sentito un ticchettio e... ho temuto che potesse essere una bomba..."
Naruto rimane di sasso.
Le parole della signorina Tsunade non hanno alcun senso: se davvero fosse stata una bomba, l'intero palazzo sarebbe finito in briciole o almeno questo appartamento. Ma poi, da dove le è saltata fuori l'idea di una bomba?
Naruto non riesce a trattenere uno sfogo d'ira:
"Ma cosa le passa per la testa? Lei ha paura, perciò fa aprire il pacco a qualcun altro? Ma si rende conto di cosa ci ha fatto rischiare?!"
Il tremore delle mani della signorina Tsunade tradisce un timore sospetto.
"Deve sapere che poco tempo fa mi è arrivata una lettera minatoria..."
Allunga il braccio per afferrare da uno scaffale un foglio strappato.
"Stai attenta, se non vuoi fare una brutta fine..."
La signorina Tsunade stringe le labbra, mentre le si inumidiscono gli occhi:
"L'altra metà del foglio parlava di mettere una bomba se non avessi venduto il palazzo. Quando l'ho letto, ho pensato fosse uno scherzo di cattivo gusto e l'ho stracciato. Ma quando ho visto un pacco senza mittente ho temuto che le minacce potessero essere vere e che non si fossero accontentati del palazzo... Signor Namikaze, non può immaginare che mondo crudele ci sia fuori dalla porta di casa. C'è gente senza scrupoli che farebbe di tutto pur di mettere le mani su ciò che vuole... senza guardare in faccia a nessuno... disposta anche a calpestare chi gli è d'intralcio..."
Naruto rimane sorpreso dalle parole drammatiche della donna. La signorina Tsunade aggiunge le scuse per il comportamento inaccettabile che ha tenuto e, quasi per non pensare ai propri problemi, gli rivolge una domanda ingenua.
"Chi era la fanciulla che è venuta a trovarla poco fa? Non avevo mai visto una ragazza bussare alla sua porta..."
Sembra che abbia visto Yuki nella hall, ma Naruto reagisce con espressione infastidita. La signorina Tsunade solleva le mani e lo rassicura che ha chiesto solo per pura curiosità.
"Non mi permetterei mai di esprimere un giudizio sulle sue frequentazioni..."
Naruto non sopporta più la presenza della donna ed esce dalla casa con un secco saluto. Quasi aspettasse la fine del discorso, il cercapersone lo sorprende con un trillo. Hinata lo sta cercando e Naruto si affretta a tornare a casa per telefonarle.
Vuole sapere al più presto come sta Jiraiya. Tuttavia il tono di Hinata è rilassato come sempre. Gli spiega che nonostante Jiraiya dica che si tratti di uno dei suoi soliti attacchi, il medico le ha rivelato che la situazione è peggiorata rispetto a prima.
"Dimmi in quale ospedale è ricoverato!"
"Naruto... Jiraiya non vuole che tu lo veda in queste condizioni. Sarebbe meglio che non ci andassi."
Hinata abbassa la voce per cercare di calmarlo.
Ha ragione...
Dopo una breve pausa, giunge una domanda dall'altro capo del telefono.
"Sei dispiaciuto che non si faccia più niente stasera?"
"Certo..."
Non riesce a dire altro.
"Naruto... Buon Natale."
Neanche quest'anno riescono a passare la vigilia di Natale insieme e Naruto sussurra con un lieve tremore nella voce:
"Buon Natale, Hinata..."
Il campanello interrompe l'emozione della telefonata. Il pacco della madre è arrivato. Apre il regalo che gli era stato anticipato. All'interno della scatola c'è una palla da baseball e le chiavi di una macchina.
Naruto prende in mano gli oggetti per osservarli meglio. La palla da baseball è vecchia e logora: è certamente quella con cui giocava con il padre. Ma non ha idea di che macchina possano essere le chiavi. C'è anche un biglietto di auguri.
" Buon Natale. Ti invio i ricordi di venticinque anni fa. Gli oggetti dentro questa scatola erano tutto ciò che tuo padre aveva nella valigetta quando è morto.
Ti voglio bene.
Mamma "
Quando il cadavere del padre fu ritrovato venticinque anni prima, accanto a lui giaceva la valigetta che usava per lavoro.
Naruto non può fare a meno di chiedersi quali emozioni spingessero il padre a portare con sé quella palla da baseball. E cosa può aver provato la madre a custodire quegli oggetti per così tanti anni.
Mentre fissa il regalo davanti a lui, ripensa ai suoi genitori con una stretta al cuore.
La sera avvolge il palazzo e le luci iniziano a rischiarare la città, quando Kiba suona alla porta:
"Eccomi qua, come promesso. Stasera offro io!"
Un sorriso entusiasta gli illumina il volto. Non c'è nulla di male ad accettare il suo invito. Dopo aver deciso di trovarsi all'Ichiraku Café, Kiba torna a casa.
Naruto si dirige al locale dove l'accoglie come sempre il sorriso caloroso di Ayame.
La ragazza attacca discorso:
"Ti ha chiamato mio padre?"
Naruto le risponde che è stato Kiba a invitarlo.
"Ma dai, Naruto. Ti fidi di quello lì?"
Ayame scuote la testa:
"Non ha mai un soldo, come puoi credere che ti offra qualcosa?"
"Ayame!"
Teuchi si avvicina di fretta sgridando la figlia:
"Kiba è uno dei nostri clienti abituali! Non ti permettere di parlare così di lui!"
La ragazza non accetta che il padre permetta soltanto a Kiba di non saldare subito i suoi conti.
"Anche oggi, per esempio, sei stato tu a invitarlo, no? E quello si mette a dire che offre..."
"Ayame, ora basta. Il locale è mio e ho tutto il diritto di decidere a chi offrire e a chi no."
Naruto passa nervosamente lo sguardo da uno all'altra:
"Veramente stasera... è stato lui ad invitarmi e a dirmi che offriva..."
"Ah ah ah!"
Naruto rimane sorpreso dalla risata di Teuchi:
"Che c'è da ridere?"
"Kiba mi aveva detto che veniva con qualcuno, ma credevo si trattasse di una ragazza!"
Teuchi gli si avvicina, scrutandolo in volto:
"Vuoi forse dirmi che anche tu sei diventato un suo fan?"
Teuchi lo ammira fin dal suo debutto. Naruto ripensa alla canzone che Kiba gli ha fatto ascoltare. Era la prima volta che sentiva un suo pezzo, ma deve ammettere che lo ha colpito.
Teuchi continua con fervore:
"Sono sempre stato un suo grande fan. Un vero fan non abbandona il suo idolo solo perché non vende. Aspetta che rinasca dalle sue ceneri!"
Naruto rimane impressionato:
"Kiba è fortunato ad avere un fan come te."
Teuchi sorride orgoglioso.
"Stasera offro io per tutti!"
Stringe per un istante le labbra per poi proseguire:
"Stasera forse è l'ultima occasione che abbiamo di bere tutti insieme."
Scuote la testa quasi a levarsi i pensieri tristi di torno e gli chiede di scegliere al juke-box la colonna sonora della serata, mentre aspettano Kiba.
Naruto scorre attentamente l'elenco e sceglie:
"Distant Memory"
La musica scorre lungo le pareti del bar.
La porta si apre e Kiba entra con un gran sorriso.
Sembra pronto a spassarsela senza limiti, ma Naruto gli dice che non dovrebbe approfittarsi della gentilezza di Teuchi.
Kiba abbassa lo sguardo imbarazzato, ma Naruto aggiunge:
"E non vergognarti! Siamo tra amici!"
Quelle parole sorprendono Kiba, che risponde con un'allegra risata. Erano anni che Naruto non trascorreva la vigilia di Natale con qualcuno e si lascia conquistate da una nuova serenità.
Non è poi così male...
"Ehi, barista! Sono venuto a farmi offrire da bere!"
In risposta alle sue parole, arriva Teuchi a dirgli di aspettare perché è preso in cucina. L'Ichiraku Café ha una vera e propria sala da biliardo, probabilmente rimasta dagli sfarzi dell'hotel.
Naruto e Kiba decidono di farsi una partita nell'attesa. Naruto non gioca da parecchio, ma è certo che l'abilità di una volta tornerà durante il gioco e decide di fare una scommessa con Kiba: se lui vince, Kiba canterà qualcosa, altrimenti gli offrirà da bere. Naruto vorrebbe sentire almeno una volta un brano di Kiba inondare quel locale.
La scommessa è solo sul tiro di apertura: vince chi mette più palle in buca al primo colpo. Non c'è tempo per una sfida più lunga e decidono di fare al meglio dei tre tiri.
La sfida ha inizio con il tiro di Kiba. Le palle si spargono sul tavolo. Ora tocca a Naruto. A ogni movimento della stecca sente che l'abilità di una volta sta tornando.
La sfida finisce 0 a 2.
Naruto ha perso.
Kiba gli chiede dove ha imparato e Naruto gli risponde che giocava spesso a biliardo quando viveva a Manhattan. Sasuke amava il biliardo ed entrambi erano convinti che le capacità di valutazione e concentrazione necessarie fossero ottime come esercizio per due poliziotti, anche se non hanno mai avuto modo di verificare quanto fosse vero.
Teuchi si affaccia nella sala da biliardo insieme ad Ayame. Sembra che i due siano incuriositi dalla sfida appena conclusa. Kiba dice che va a bere un aperitivo, mentre padre e figlia decidono di sfidare Naruto.
Se batte Teuchi, potrà bere il famoso bourbon invecchiato. Se vince contro Ayame, potrà avere un assaggio della sua ricetta speciale di Natale. La posta non è niente male, ma Teuchi pare piuttosto convinto della sua abilità.
Il primo tiro è di Teuchi.
La sfida finisce 1 a 0.
Naruto ha vinto.
Dopo aver giocato contro Teuchi, è il momento di sfidare Ayame. Sembra più difficile del previsto, perché la ragazza se la cava decisamente bene.
La sfida finisce 0 a 2.
Naruto ha perso.
Il biliardo dopo così tanto tempo lo ha stancato, ma Naruto si sente soddisfatto. Quando torna nel locale, nota un cliente insolito al bancone.
Si tratta di Kabuto Yakushi dell'appartamento 306. Non succede spesso di incontrarlo nel palazzo ed è la prima volta che lo vede all'Ichiraku Café.
Kabuto afferra il bicchiere poggiato sul bancone e finisce la bevanda in un sorso, per poi rivolgersi a Naruto:
"Buonasera Namikaze... sei qua da solo?"
Naruto scuote la testa e Kabuto continua a parlare:
"Mi piacerebbe bere qualcosa con te, che ne dici?"
"Scusa, ma non mi va."
"Suvvia, a breve dovremo andarcene tutti e due da qua... siamo sulla stessa barca e non c'è niente di meglio di un bicchiere in compagnia per scacciare la tristezza."
"Non ci siamo mai parlati fino a un paio di giorni fa e non capisco perché dovremmo cominciare proprio adesso."
Kabuto risponde ridendo:
"Sei come immaginavo."
Naruto è infastidito dal suo atteggiamento saccente:
"Che ci trovi da ridere?"
Kabuto si scusa meccanicamente e inizia la sua analisi di Naruto:
"Sei proprio come avevo immaginato: caparbio e ti fidi solo del tuo istinto. Lasci una forte impressione su chi ti incontra e non ti spiace... ma qualche volta speri che qualcuno si dimentichi di te. Odi assecondare gli altri. E proprio per questo non sai come fare quando ti trovi davanti ai sentimenti... ma non vuoi che questo si sappia in giro, vero? Non deve essere per niente facile avere a che fare con uno come te."
"Spiegami una cosa: è stato l'alcool che hai appena bevuto a darti questa parlantina oppure è il tuo lavoro di venditore?"
"Tu cosa ne pensi?"
"Che non mi interessa. Non voglio guastarmi la vigilia di Natale."
Naruto cerca di tagliare discorso con una risposta secca: non ha intenzione di perdere altro tempo con lui.
Finalmente è la vigilia di Natale e vuole trascorrerla con il sorriso sulle labbra. Kabuto si alza dallo sgabello, ma prima di uscire gli dice che si pentirà di non aver voluto parlare con lui.
Poco dopo, Sakura entra nel bar e lo saluta:
"So che è ancora presto, ma... Buon Natale lo stesso!"
In risposta alla voce di Sakura, Kiba si avvicina sorridente. L'impegno della ragazza è sfumato ed è un po' giù di corda, perciò vorrebbe invitarlo a bere qualcosa.
Kiba si scusa per non esserle riuscito a darle ancora il regalo che le ha promesso, ma Sakura scuote la mano con un leggero sorriso:
"Non c'è problema."
"Scusa Naruto, vado da qualche parte con Sakura, ma... non torno tardi..."
"Traditore."
Naruto sorride sotto i baffi, felice che l'amico possa trascorrere la vigilia con la ragazza che gli piace.
Al contrario, Teuchi ci rimane male che l'atmosfera allegra si sia dissipata e Ayame è delusa che tutti i suoi preparativi culinari siano andati in fumo. Ma Naruto scocca un sorriso, mentre li assicura che mangerà lui la porzione di Kiba e la battuta riesce a ravvivare l'ambiente.
Non appena si siede al tavolo, Ayame gli porta il pregiato bourbon che Teuchi conserva per le grandi occasioni: è un Kentucky invecchiato 20 anni. Naruto già immagina il sapore morbido e rotondo che gli scorrerà in gola durante la cena.
Un pollo arrosto guarnito da una deliziosa salsa preparata da Ayame accompagnerà il pregiato liquore.
Si prende il suo tempo per gustarsi l'ottima cena della vigilia di Natale.
Ayame sorride osservando la soddisfazione dipinta sul suo volto e dice ammiccando:
"Vedo che ti piace."
In mano ha un videogioco su cui lascia cadere lo sguardo tra una parola e l'altra.
Si tratta del premio del concorso del distributore automatico della hall: Pinkie Rabbit Land.
La voce si tinge di soddisfazione quasi infantile mentre gli spiega che dopo numerosi tentativi è riuscita a farsi questo regalo di Natale.
"Naruto, anche tu ne hai uno? Ho appena cominciato, ma riuscirò a fare il punteggio più alto di tutto il palazzo!"
Ayame gli chiede quanti punti servano per essere la migliore e Naruto solleva il bicchiere mentre risponde:
"000."
Ayame ride con entusiasmo:
"Sarebbe il tuo record, vero? Beh, ti batterò a occhi chiusi!"
Ayame si ricorda improvvisamente di un impegno con un'amica ed esce di fretta dal bar, lasciando i due uomini da soli.
Teuchi spegne tutte le luci, tranne quella del bancone trasformando l'Ichiraku Café in un ambiente quieto che contrasta violentemente con l'usuale frenesia che lo anima. Con movimenti lenti afferra una bottiglia da uno scaffale e la porge a Naruto. Nel vetro si agita un liquido ambrato e Naruto sgrana gli occhi mentre legge sull'etichetta che si tratta di un pregiato brandy stravecchio di 20 anni.
Naruto e Teuchi passano un po' di tempo persi trai bicchieri di brandy e le chiacchiere:
"Quando ancora ero con mia moglie, ci fermavamo spesso a bere qualcosa dopo aver chiuso il locale."
Naruto osserva il volto di Teuchi per un istante prima di chiedergli:
"Perché vi siete lasciati?"
"Per colpa mia."
Dopo la risposta laconica, Teuchi butta giù il brandy tutto d'un fiato.
Sbatte il bicchiere sul tavolo con un movimento secco, lo fissa per un momento, per poi alzare lo sguardo su Naruto e chiedergli se conosca il brano "Promise."
Naruto inclina il capo di lato dubbioso, ma Teuchi prosegue spiegandogli che è la colonna sonora perfetta per una sera come la vigilia di Natale. Si alza e recupera un disco che poggia sul bancone.
Naruto ha sotto gli occhi un disco importante nei ricordi di Teuchi.
Quando era al negozio a comprare quel disco, incontrò la madre si Ayame che stava facendo lo stesso acquisto.
"Fu la scintilla che fece nascere l'amore?"
Teuchi annuisce lievemente imbarazzato, ammettendo che fu un colpo di fulmine.
"Che tipo è?"
"La persona perfetta per me."
"Anche adesso che vi siete lasciati?"
"Certo."
Teuchi sorride mentre l'imbarazzo espande il rossore sulle guance. Con un colpo di tosse cambia discorso e chiede a Naruto se gli va un altro bicchiere.
"Ho bevuto abbastanza."
"Beh... si è fatto tardi ed è ora di chiudere..."
Si mette a rassettare il bar, mentre Naruto esce ringraziandolo di nuovo per la serata.
Naruto attraversa la quiete notturna per tornare a casa.
Prima di cambiarsi d'abito per mettersi a letto, ascolta il disco di Teuchi e una dolce melodia malinconica riempie la casa.
La musica smuove qualcosa nel petto di Naruto che fissa lo sguardo nel vuoto nella speranza che la melodia riscopra delle emozioni sotterrate da tempo nella memoria.



 

La musica smuove qualcosa nel petto di Naruto che fissa lo sguardo nel vuoto nella speranza che la melodia riscopra delle emozioni sotterrate da tempo nella memoria       

 

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Il Cliente Misterioso ***


 

 

− CAPITOLO 8 −
IL CLIENTE MISTERIOSO
Los Angeles
25 dicembre 1980
11:00 AM




 

L'alcool della vigilia si agita ancora in qualche recesso del corpo di Naruto. Quando apre gli occhi, gli ritornano in mente le note di "Promise". Il disco di Teuchi si è impresso persino nel suo inconscio...
Naruto si alza lentamente dal letto e si risveglia del tutto non appena la gelida aria del mattino lo abbraccia quando apre la finestra.
La sera precedente, prima di tornare a casa, si è diretto con passo incerto all'ospedale in cui è stato ricoverato Jiraiya.
Fortunatamente non aveva incrociato nessuno lungo i corridoi.
Jiraiya dormiva nella stanza buia e la visione della sua figura distesa gli aveva stretto il cuore in una morsa.
Se ne era andato senza fare rumore, sicuro che non gli avrebbe mai perdonato quella visita furtiva.
Stamattina il risveglio è stato piacevole al pensiero del cibo e delle chiacchiere della sera prima. Anche la pioggia che aveva lavato la città durante la notte era cessata.
Naruto scorre lo sguardo sulla città ancora umida, attraverso le gocce di pioggia che riposano sulla finestra.
La melodia di "Promise" gli risuona incessantemente in testa. Quel vecchio disco lo riempie di malinconia...
"Accidenti, ho già sentito quella musica!"
Si lascia cadere sul divano mentre cerca di riprendere il filo dei ricordi.
Lentamente, si fa strada nella sua testa l'immagine di una sera di 25 anni fa.

Era una notte dopo la morte del padre e il trasloco a Manhattan, una notte in cui le note di "Promise" accompagnavano gli strali di pioggia attraverso il buio.
Naruto si risvegliò al rumore della pioggia e si avvicinò alla finestra.
Fece scorrere la manica del pigiama sul vetro appannato dal caldo della stanza, poggiò le mani sul davanzale e allungò la schiena per osservare le luci della città attraverso la lente traslucida della pioggia.
I grattacieli della metropoli rischiaravano e punteggiavano il cielo arrossato dai fumi e per la prima volta Naruto apprezzò la vista di Manhattan.
Decise di andare a svegliare la madre per condividere questa nuova scoperta.
Quando aprì la porta della camera, la vide in piedi di fronte alla finestra a osservare lo stesso paesaggio.
"Mamma... hai visto che bello?"
La madre lo abbracciò senza dire una parola. La radio ai piedi del letto trasmetteva la canzone preferita del padre: "Promise".
Fu la prima volta che Kushina si lasciò sfuggire delle lacrime davanti al figlio, da quando erano giunti a Manhattan.

Il telefono lo riporta al presente.
"Pensavo di non trovarti."
La voce della madre sembra quasi rispondere ai suoi ricordi e Naruto non può fare a meno di sorridere alla peculiare coincidenza.
"Volevo sentire la tua voce..."
Naruto avverte la solitudine della madre e si affretta a rispondere:
"Mi è arrivato il pacco. Quella palla da baseball fu la prima che mi comprò papà."
La voce di Kushina si rischiara scoprendo che il figlio ha capito il vero senso di quel regalo.
Da bambino, Naruto sognava di diventare un giocatore di baseball e suo padre ne era orgoglioso.
Naruto le chiede delle chiavi.
Kushina risponde semplicemente che erano nella valigetta con la palla da baseball quando trovarono Minato e le furono consegnate dalla polizia.
Neppure lei sa a quale macchina appartengono, ma voleva fargli avere gli ultimi oggetti del padre.
"Perché hai deciso di metterti insieme a uno come papà?"
Era una domanda che non aveva mai avuto il coraggio di fare.
"Perché mi piaceva... perché lo amavo."
La risposta è chiara e decisa. Si erano conosciuti in ospedale quando lui era stato ricoverato e lei lavorava come infermiera. Giorno dopo giorno, una semplice conoscenza si era tramutata in amore. Kushina conclude:
"Succede spesso, sai..."
Naruto stringe le labbra pensando alla successiva domanda che le vuole rivolgere.
Quando aveva saputo che suo padre era uno scassinatore... perché non aveva cercato di farlo smettere?
Kushina confessa di avere saputo dell'attività del padre quando Naruto aveva due anni. Minato aveva deciso di smettere da quando aveva messo su famiglia, ma non era così facile uscire dal giro.
"Non posso... non posso perdonarlo per non aver smesso... per avere continuato a essere un criminale!"
Naruto non riesce a frenare la rabbia mentre si ritrova a strillare al telefono.
Non comprende le ragioni che spinsero il padre a continuare, no può credere che sia stato costretto a farlo.
La madre rimane in silenzio per un istante, per poi aggiungere con tranquillità:
"Un giorno riuscirai a perdonare tuo padre... e me. Quel giorno potremo continuare questo discorso."
Kushina riattacca senza lasciargli il tempo di rispondere.
Naruto resta con l'orecchio appoggiato alla cornetta ormai silenziosa, chiedendosi se abbia fatto bene a sputare fuori le domande che lo avevano ossessionato per anni.
Ma è troppo tardi per tornare indietro e sente stringersi il cuore al pensiero di avere ferito la madre.
Il campanello lo allontana dalla preoccupazioni: sull'uscio lo aspetta Kiba. Ieri avrebbero dovuto passare la serata insieme, ma alla fine lo aveva lasciato all'Ichiraku Café per uscire con Sakura e svanire tra le luci della città.
Naruto gli fa cenno di entrare e gli racconta di come abbia passato il resto della serata con Teuchi.
Poi gli chiede come sia stata la sua vigilia.
Di sicuro è passato da casa sua per raccontarglielo.
Kiba gli spiega che hanno passato una piacevole serata.
Naruto sta già preparando una battuta, quando nota che qualcosa lo turba. Senza bisogno di domande, Kiba racconta ciò che ha saputo da Sakura quando si è lasciata andare, complice qualche bicchiere di troppo.
Sakura ha incontrato qualcuno di speciale, ma di recente anche un'altra persona si è insinuata fra i suoi pensieri. Purtroppo è tutto finito con quella persona speciale.
Quell'uomo è riuscito a smuoverle qualcosa dentro e lei si è quasi innamorata...
Mentre l'altra persona non le ha smosso nulla di così violento, ma quando meno se lo aspetta si ritrova a a pensare a lui. Ormai Sakura è convinta che quella persona potrebbe renderla felice.
"Se solo fossi io quella persona di cui parla... ma non sono riuscito a chiederglielo."
Kiba abbassa il capo sconsolato.
Potrebbe sbagliarsi, ma allo stesso tempo vorrebbe avere il coraggio di chiarire la situazione. Naruto gli appoggia la mano sulla spalla:
"Dai, buttati. Diventa tu la persona a cui Sakura continua a pensare..."
Kiba si lascia sfuggire un sorriso in risposta.
Prima di uscire, gli consegna un taccuino da parte di Sakura.
L'ha dimenticato Kakashi da lei. Kiba si sofferma per un attimo a osservare Naruto, prima di andarsene.
Apre subito il taccuino e scorre lo sguardo sulle pagine.
" 1967 - Scompare l'Akatsuki e Obito Nohara."
Chi è Obito Nohara?
Non ha mai sentito quel nome...
Il telefono squilla. Naruto solleva la cornetta un po' infastidito.
Lo accoglie la voce di Hinata che gli comunica che le condizioni di Jiraiya si sono stabilizzate.
"Se vuoi andare a trovarlo, aspetta quando starà un po' meglio... lo sai che non vuole che tu lo veda in quello stato. Sai com'è fatto..."
Naruto le rivela della sua visita notturna della sera precedente.
"Naruto... non ho parole..."
Hinata lo sgrida per la sua bravata inopportuna.
Sembra che Jiraiya potrà uscire per la fine della settimana, ma il suo cuore non è più in grado di reggere lo stress ed è meglio evitare troppi sforzi.
Naruto borbotta che non lo farà più preoccupare.
Dopo averla lasciata finire, le chiede di trovargli qualche informazione in più su Kakashi Hatake:
"In particolar modo, vorrei sapere qualcosa su un certo Obito Nohara. Da quel che sono venuto a sapere, è scomparso nel 1967."
Hinata gli promette di indagare e di fargli avere notizie al più presto. Dopo un breve saluto, riattacca.
Scorrendo lo sguardo in casa, si accorge del disco che deve ancora restituire.
Lo raccoglie e si dirige all'Ichiraku Café.
Quando entra nel bar, vede Teuchi sulla porta della cucina che lo saluta calorosamente.
Naruto lo ringrazia mentre gli restituisce il disco.
"L'hai ascoltato?"
Annuisce con un sorriso, commentando quanto sia toccante quella melodia. Non provava un'emozione così profonda da parecchio.
Teuchi gli risponde che fa bene emozionarsi di tanto in tanto, poi abbassa di colpo la voce per bisbigliargli all'orecchio:
"Per favore, dimenticati ciò che ti ho detto sulla signorina Tsunade. Non vorrei crearle problemi."
Naruto annuisce rassicurandolo.
"Poi ci sarebbe un'altra cosa... Ayame non mi rivolge la parola da ieri sera. Potresti provare a chiederle cosa c'è che non va? Però... cerca di non essere aggressivo."
Naruto scuote la testa, consapevole del fatto che non è il più adatto a capire cosa passi per la testa di una ragazza.
Tuttavia non ha il coraggio di rifiutare un favore a un padre preoccupato e gli promette che proverà a parlarle.
Raggiunge Ayame nella sala da biliardo e nota subito che le manca l'usuale buonumore.
"Sei ancora preoccupata per tuo padre?"
Forse ha a che fare con il discorso che gli aveva fatto prima della vigilia.
"Naruto... hai chiesto quella cosa a mio padre? Se frequenta qualcuno..."
Le risponde che non glielo ha chiesto direttamente, ma ha l'impressione di aver capito i sentimenti di Teuchi.
"L'impressione? E cosa me ne faccio di un'impressione?"
Ayame è infastidita.
Ieri notte è andata a trovare sua madre di nascosto e ha scoperto che ha intenzione di trasferirsi a Boston.
Ayame ha paura che i suoi genitori non riescano a riconciliarsi come ha sempre sperato. Ha chiesto alla madre di fare pace, ma ha ottenuto una risposta inaspettata:
"Vorrei che fosse tuo padre a farmi cambiare idea... è l'ultima occasione."
Ayame è convinta che sua madre ami ancora Teuchi.
Tuttavia non vuole più mettere piede all'Ichiraku Café.
Questo locale resta illeso di molti ricordi, belli e brutti, e lei non vuole più ricordare.
I suoi ricordi brutti sono i debiti di Teuchi.
"Mia madre non sopporta che papà abbia chiesto un prestito alla signorina Tsunade. Avrebbe potuto chiederlo a chiunque, ma non a lei. È stato il motivo principale per cui si sono separati... Naruto, mia madre pensa che non abbia ancora restituito tutti i soldi."
Questo significa che una riconciliazione è impossibile e Ayame non riesce a farsene una ragione.
Il primo Natale, dopo che si erano separati, Teuchi era tornato a casa un po' ubriaco e, appena rientrato, l'aveva abbracciata con forza:
"Ayame, saremo felici. Te lo prometto: saremo felici, io e te... insieme..."
Per questo Ayame continua a cercare il modo di rendere suo padre e se stessa felici.
"Sono sicura che se i miei tornano insieme, saremmo tutti felici... ma non è facile..."
Naruto la guarda mentre le risponde che se i suoi genitori sono ancora innamorati, nulla è perduto.
"Ieri sera gli ho chiesto se ama ancora tua madre."
"Vuoi dire che... c'è ancora speranza?"
Ayame fissa Naruto con gli occhi sgranati.
"Sì. Basta che entrambi se ne accorgano per lasciarsi alle spalle il passato. E poi, su... i sospiri non ti si addicono."
Il volto di Ayame si illumina in un radioso sorriso.
All'uscita dalla sala da biliardo, Naruto trova Teuchi in ansia.
"Tua figlia non riesce a capire l'amore."
"Come... come pensavo..."
"Teuchi, non trarre conclusioni affrettate."
Con calma gli spiega che Ayame è preoccupata che i suoi genitori si lascino sfuggire la possibilità di tornare insieme ed essere nuovamente felici.
Teuchi annuisce con espressione imperscrutabile.
Naruto coglie l'occasione per rivolgergli una domanda spinosa:
"Cos'è questa storia dei soldi che hai preso in prestito dalla signorina Tsunade?"
Teuchi lascia trascorrere qualche istante perso tra i propri pensieri.
Le chiese un prestito per aprire il locale, ma gli mancano solo sei mesi per saldare il debito.
Teuchi aggiunge che li aveva chiesti a lei perché aveva conosciuto il marito.
Dan Kato era stato un cliente abituale dell'Hotel Tsukuyomi.
Da giovane era stato un sassofonista jazz, ma quando Teuchi era un cameriere del ristorante dell'albergo e lo conobbe, era già gestore di alcuni ristoranti.
Dan era una persona di classe e non mancava mai di elargire grosse mance, tanto che tutti i camerieri volevano sempre servire il suo tavolo e Teuchi non era da meno.
In particolar modo, era sempre presente alle feste soprannominate Kitsune Star.
Naruto sobbalza quando sente quel nome e chiede maggiori dettagli a riguardo.
Non può essere un caso...
Viene così a scoprire che ogni giorno del mese con il numero 6 si teneva una festa chiamata Kitsune Star. Non era chiara la ragione del nome, ma era accompagnata da altre feste nei giorni che contenevano il 3 e il 9 ed erano soprannominate rispettivamente Silver Star e Golden Star.
Dopo la spiegazione, Teuchi si lascia andare in un discorso riguardante la signorina Tsunade.
"Tsunade Kato era sempre al fianco del marito Dan. Era una donna molto bella, tanto che veniva spesso descritta come il fiore dell'occhiello di ogni festa. In particolare, tutti smettevano di parlare quando saliva in pista per un ballo."
Al tempo era la donna che faceva sospirare i giovani come Teuchi.
Naruto non riesce a trattenere la domanda:
"Di cosa ha paura la madre di Ayame?"
Teuchi inizia lentamente a raccontare che tutto cominciò quando la signorina Tsunade fu sospettata dell'assassinio del marito. Teuchi continuò a professare a gran voce l'innocenza della povera vedova.
"Però mia moglie non lo sopportò e litigammo parecchie volte a riguardo... queste discussioni infransero qualcosa tra di noi."
Prosegue con volto scuro:
"Il processo la scagionò e da quel momento mia moglie iniziò a dire che mi piaceva... che provavo qualcosa per lei... e non mi perdonerò mai di avere preso in prestito dei soldi proprio a lei. Ma io volevo aprire questo locale..."
Naruto gli si avvicina per chiedergli quali siano i suoi veri sentimenti e Teuchi sputa fuori la risposta come per levarsi un peso dal cuore:
"Io amo mia moglie! Ma... non ho più fiducia in me stesso."
Teuchi ammette che sono stati i suoi errori a causare la loro separazione:
"Sono uno stupido... non sono riuscito a capire i miei sentimenti finché non l'ho perduta. Per questo ho paura di ferirla ancora e non me lo perdonerei."
Naruto gli allunga una mano sulla spalla:
"Sono certo che anche lei vuole tornare a essere felice."
Il tono delle parole trasmette la sua convinzione.
"Ayame si ricorda ancora la promessa che le hai fatto... di essere felici insieme, ma per lei l'unica felicità possibile è che voi torniate la famiglia di una volta."
Naruto ha un ultimo pensiero:
"Non voglio intromettermi negli affari di altre persone, ma non ho mai visto una coppia separata con più probabilità di tornare assieme."
Esce dal bar, lasciandolo in compagnia dei suoi pensieri.
Si ferma dalla signorina Tsunade incapace di distogliere i pensieri da ciò che ha saputo dal suo amico barista.
Dopo tutto, era il personaggio immancabile a ogni festa Kitsune Star dell'hotel.
Inoltre, vorrebbe sapere qualcosa in più anche riguardo al marito.
Non perde tempo, quando la signorina Tsunade si affaccia alla porta:
"Deve sapere che sono sempre stato un appassionato di jazz, in particolar modo apprezzo la musica del sassofono..."
La donna sorride interessata, mentre prosegue:
"Perciò quando ho saputo che suo marito suonava, ho pensato di farle qualche domanda a riguardo. Le dispiace?"
La signorina Tsunade lo fa entrare, felice di poter ricordare il marito.
Naruto le chiede di parlargli dei primi passi del marito nel campo musicale.
"Mio marito iniziò a lavorare in una band quando aveva 20 anni. Deve sapere che si dava molto da fare e aveva il jazz nel sangue fin dalla nascita."
Le domanda che tipo di persona fosse e la signorina Tsunade non perde tempo a rispondere:
"Era energico e vitale, proprio come la musica che sapeva far uscire da un sassofono."
La donna fissa lo sguardo nel vuoto persa tra i ricordi.
Naruto ne approfitta per introdurre un nuovo argomento:
"Quando ha deciso di smettere di suonare?"
La signorina Tsunade spalanca gli occhi, ma Naruto previene qualsiasi domanda:
"Se non sbaglio, gestiva vari ristoranti e frequentava spesso questo palazzo quando ancora era un hotel."
Le guance della donna fremono, mentre gli chiede con fermezza da chi sia venuto a sapere le sue faccende private.
Naruto sostiene lo sguardo e la informa di essere a conoscenza anche del processo che ha dovuto subire. La signorina Tsunade arriccia le labbra in un'espressione disgustata.
Poi esplode in una violenta sequela di domande sulle motivazioni che lo spingono a indagare sul suo passato.
Naruto risponde pacatamente che è spinto solo dall'interesse per un jazzista defunto. Dopo una breve pausa, aggiunge che anche sua madre è una vedova e ciò ha suscitato il suo primo interesse. La donna ridacchia prima di chiedergli:
"Allora sa tutto..."
"Cosa ci trova di divertente?"
La donna mantiene un accenno di sorriso sulle labbra mentre risponde:
"Non ho voluto far sapere il mio passato a nessuno, persino adesso che è giunto il momento di lasciare il palazzo, ho sempre cercato di evitare certi discorsi... Tra pochi giorni non avremo più occasione di vederci e lei, che ha mai manifestato il benché minimo interesse nei miei confronti, bussa alla mia porta per chiedermi ciò che non ho mai detto a nessuno... cosa potrei fare se non ridere? Tutto questo solo perché sono stata accusata di aver ucciso mio marito?"
La donna gli spiega che 13 anni fa, un ladro si introdusse in casa loro e la tramortì.
Quando riprese conoscenza, suo marito era riverso a terra senza vita e lei stringeva nella mano destra la pistola che lo aveva ucciso.
Fu accusata dell'omicidio, ma il processo la scagionò.
Il vero colpevole non fu mai trovato e il caso rimase irrisolto. Le fu affidata l'eredità del marito con cui decise di comprare l'Hotel Tsukuyomi.
"Amava questo palazzo... perciò decisi di comprarlo per vivere nel suo ricordo. Mi dispiace deluderla, signor Namikaze, ma la triste storia di una vedova termina qui."
Naruto le crede...
Ma lo squillo di un telefono da un'altra stanza interrompe la conversazione e la donna si allontana scusandosi.
Nell'attesa, Naruto fa scorrere lo sguardo sulla stanza e nota alcune fotografie.
Una ritrae un uomo che sta suonando un sassofono tenore. Probabilmente si tratta del marito scomparso, Dan.
Su un'altra istantanea di una giovane coppia c'è un autografo con una dedica a Dan e Tsunade.
Nella foto a fianco si possono vedere due ragazze in abito da ballo.
I tratti della giovane sulla destra ricordano quelli della signorina Tsunade.
Quasi richiamata da questo pensiero, la donna rientra nella stanza scusandosi.
Naruto la rassicura dicendole che ha ingannato l'attesa guardando le foto della stanza.
Indica una foto e le chiede:
"La ragazza che si vede sulla destra in questa foto è lei?"
La donna annuisce e aggiunge che l'altra ragazza è una sua cara amica.
Perciò era una ballerina...
Ricollega il fatto alle parole di Teuchi e chiede:
"Di quand'è quella foto di lei e suo marito?"
Lo sguardo della donna diventa malinconico mentre risponde che era stata scattata poco dopo il matrimonio.
"Quella è la mia foto preferita. Sono certa che anche sua madre ne ha una simile."
Naruto si sofferma a pensare che sua madre non ha neanche una foto del padre.
Tutto d'un tratto la signorina Tsunade si prende la testa tra le mani e si accascia a terra. Naruto corre a sorreggerla e la donna gli dice flebilmente:
"Mi fa male la testa... sono 13 anni che questi attacchi mi tormentano... Signor Namikaze, la prego di lasciarmi da sola. E le chiedo di non dire a nessuno ciò che ha sentito qui oggi."
All'uscita si imbatte in Sai. Senza nemmeno un saluto gli chiede se fosse andato dalla signorina Tsunade.
Naruto inspira profondamente, infastidito dalla sua indiscrezione, e risponde seccamente che aveva bisogno di qualche consiglio per il trasloco. Sai sbuffa innervosito per la risposta evasiva ed entra dalla signorina Tsunade.
Il trillo improvviso del cercapersone incita Naruto a tornare a casa per telefonare a Hinata.
Ha trovato il nome di Obito Nohara tra gli annunci mortuari del 1967.
"Obito Nohara, anni 30. Professione: giornalista. Causa della morte: lacerazioni interne e emorragia a seguito di un incidente stradale."
Obito Nohara lavorava per il Los Angeles Sharingan, la stessa testata in cui era impiegato Kakashi Hatake. Inoltre sembra che i due abbiano lavorato insieme per tre anni come redattori.
Un suo scritto postumo ha attirato l'attenzione di Hinata, poiché si tratta di una serie di articoli su un'organizzazione criminale specializzata in furti di gioielli chiamata Akatsuki. Il titolo della serie è "La Verità sull'Akatsuki". A causa della sua morte, la pubblicazione fu terminata dopo la prima puntata.
Naruto le chiede se può procurargli quegli articoli.
Aggiunge che c'è un ulteriore fatto curioso: l'incidente di Obito Nohara si verificò lungo la strada che collega la sede del Los Angeles Sharingan all'Hotel Tsukuyomi.
In effetti, è curioso...
Oltre alle informazioni, ha un messaggio da parte di Jiraiya:
"I partecipanti alle feste che si tenevano regolarmente all'Hotel Tsukuyomi sono in qualche modo collegati allo Kitsune Star."
Ripensando alle storie che ha sentito oggi, il marito defunto della signorina Tsunade era sempre alle feste che si tenevano durante il mese.
L'immagine del vecchio album di foto che era al quarto piano gli ritorna vividamente in mente.
Naruto si affretta ad aprirlo per osservare le fotografie delle feste Kitsune Star.
Riconosce la figura giovanile della signorina Tsunade con indosso la collana e si rende conto che la donna deve essere a conoscenza di tutto.
Deve chiederle maggiori informazioni sullo Kitsune Star.
Non appena uscito in corridoio, vede Konohamaru uscire dal 205.
"Accidenti!"
Naruto rimane insospettito dal suo atteggiamento losco. Lo spinge nel 205 e si chiude la porta alle spalle.
"Sputa il rospo. Che ci fai con la copia della chiave del 205 ancora in mano?"
Konohamaru abbassa il capo e borbotta che stava solamente scrivendo la sceneggiatura per un film. Alza la testa con un'espressione implorante, mugolando che deve assolutamente usare la macchina da scrivere che c'è lì.
La macchina da scrivere che ha lasciato Billy era stata usata da uno dei migliori scrittori di Hollywood durante i suoi primi passi e ormai si racconta che sia stata proprio la macchina da scrivere a portargli fortuna.
E Konohamaru è convinto che sia necessario anche utilizzarla nella stessa stanza.
Inoltre è in una situazione complicata: se non dovesse ottenere alcun risultato durante quest'anno di studi, sarà obbligato a lasciare l'università e a tornare in patria per entrare nell'azienda del nonno. L'unico modo per ottenere un risultato tangibile e immediato è spuntarla a un concorso di sceneggiatura.
Infine, aggiunge che il soggetto è il mistero che aleggia nel palazzo.
"Di quale mistero parli?"
Prima di partire, suo nonno gli ha raccontato del misterioso omicidio rimasto irrisolto che era avvenuto nel palazzo 13 anni prima e Konohamaru intende farne una sceneggiatura.
Il titolo è "La Stanza che Racchiude Il Passato". La trama ruota attorno a un delitto successo anni prima in un hotel ormai in disuso. Con crescente entusiasmo gli racconta che il colpevole è il portiere dell'albergo e sarà scoperto grazie alle prove nascoste al quarto piano.
Naruto rimane incuriosito dall'accenno al quarto piano.
"Guarda che lo so che ogni tanto ti intrufoli al quarto piano anche se è vietato, però ammetto che ci sono andato anch'io qualche volta. Ha un certo fascino..."
Aggiunge che è salito lassù per raccogliere appunti per la stesura della sceneggiatura e qualche volta ha anche lasciato una cinepresa da 8 millimetri accesa durante la notte per filmare l'atmosfera.
"Sai che cosa ha filmato?"
Konohamaru sembra divertirsi a osservare le sue reazioni.
L'interesse di Naruto per quella cinepresa deve essere trasparso sul suo volto, perché Konohamaru aggiunge che gli mostrerà il filmato se, in cambio, gli spiegherà cosa lo spinge a visitare il quarto piano.
Naruto accetta lo scambio e i due si spostano nell'appartamento di Konohamaru per parlare al riparo da orecchie indiscrete.
"Ho i tuoi stessi motivi."
Naruto gli spiega che anche lui è interessato al delitto avvenuto anni fa e, perciò, ha visitato il quarto piano che è rimasto uguale a quando il palazzo era ancora un albergo.
Konohamaru non è completamente soddisfatto e gli chiede le ragioni del suo interesse. Naruto gli rivela che una volta era un poliziotto e fin da allora si era interessato a quel caso. Mentre risponde, si rende conto che la stoffa del detective gli è rimasta, nonostante siano passati quattro anni da quando ha lasciato il distretto.
Dopo aver finito di parlare, Konohamaru tiene fede all'accordo e gli mostra il filmato.
Mentre osserva attentamente le immagini, si accorge di una figura incompleta che passa davanti all'obiettivo.
Qualcuno era al quarto piano.
Non riesce a distinguere chi possa essere, ma nota un orologio al polso.
L'indizio non aiuta il riconoscimento, ma Naruto suppone che solo un inquilino del condominio possa essere entrato al quarto piano, considerando che l'accesso non è semplice per chi non c'è mai stato.
Quasi come se avesse udito i suoi pensieri, Konohamaru gli dice che, mentre scattava fotografie nei corridoi come materiale per la sceneggiatura, ha ritratto senza volerlo i condomini. Purtroppo non le ha ancora sviluppate e pensava di farlo il prima possibile, ma la lampada rossa non funziona più.
Naruto decide di guardare in casa se riesce a trovare qualcosa di utile per sostituirla. Si ricorda che la bottiglia che gli ha portato ieri Yuki è avvolta da una pellicola rossa. La rimuove e torna nell'appartamento di Konohamaru.
Avvolge la pellicola attorno alla lampada del bagno per creare la luce adatta. Quando l'accende, il bagno viene inondato di rosso.
Konohamaru si dà subito da fare e Naruto segue accuratamente le sue direttive.
Pone la carta fotografica nel vassoio pieno di liquido e la scuote cautamente finché non appare l'immagine. A quel punto, gli basta riprenderla.
Konohamaru sottolinea l'importanza del tempo di immersione e Naruto segue le istruzioni alla lettera, realizzando il primo sviluppo della sua vita.
Scorre le foto alla ricerca dell'orologio apparso nel filmato e riconosce in Kabuto Yakushi il proprietario.
Non si aspettava che potesse essere lui.
"Naruto, secondo te cosa ci faceva al quarto piano... vorrei quasi chiederglielo, ma..."
Naruto è consapevole che uno come Kabuto Yakushi non risponderà mai alle domande di un ragazzino e gli dice:
"Lascia fare a me."
Va al suo appartamento e bussa, ma non ottiene risposta.
"Il signor Yakushi non si vede da ieri."
Konohamaru gli si avvicina alle spalle continuando a parlare:
"Naruto, vuoi dirmi che pensavi di andare da lui e chiedergli di dirti tutto quanto? Non si direbbe che eri un poliziotto..."
Naruto è infastidito dalla sua presunzione e gli chiede di rimando cosa farebbe lui.
Konohamaru sembra non accorgersi della reazione e continua con lo stesso tono a dirgli che è venuto a sapere varie cose su Kabuto Yakushi.
Nonostante non sia quasi mai a casa, ha regolarmente dei visitatori e a volte esce di casa a notte inoltrata: non sembra per niente un normale venditore.
"Mi hai chiesto cosa farei io per indagare su di lui?"
Konohamaru ammicca e pronuncia a bassa voce:
"Userei del filo di ferro per aprire la porta e darei un'occhiata in casa sua."
Estrae dalla tasca del filo di ferro e fa per infilarlo nella serratura del 306.
"Konohamaru, fermo!"
Non appena Naruto lo ferma, Sai esce dal 306.
Tutti e tre rimangono per un attimo, che sembra infinito, fermi a osservarsi senza aprire bocca. Infine, Naruto esclama:
"Sai, che ci facevi lì dentro?"
"Mi è stato chiesto di chiudere l'acqua e sono entrato con una copia della chiave. Avevo appena finito."
Naruto non è convinto della risposta: le condutture di acqua e gas sono l'ultima cosa da chiudere prima di traslocare.
Sai sbuffa che non sa che intenzioni abbia Kabuto, ma è stato lui a chiederglielo e si allontana senza nemmeno un saluto.
Naruto non può fare a meno di nutrire dei dubbi osservandolo mentre si allontana di fretta, quasi di corsa.
I due si scambiano un veloce sguardo, prima di notare che la porta dell'appartamento 306 è rimasta aperta.
Il nervosismo di Sai gli ha fatto dimenticare di chiuderla. Konohamaru non perde tempo e propone di entrare.
Anche Naruto è della stessa opinione. Konohamaru rimarrà fuori a fare il palo, mentre lui si infila in casa.
Si accordano che se dovesse arrivare qualcuno, il segnale sarà un colpo sulla porta.
In quel caso, Naruto si fermerà senza fare rumore e aspetterà il successivo colpo a significare che il pericolo è passato.
Naruto entra nell'appartamento 306. Si trova in una casa spoglia e desolata: sembra quasi che non ci viva nessuno. Cercando di fare meno rumore possibile, inizia a perlustrarla, ma sobbalza allo squillo repentino del telefono.
Trattiene istintivamente il respiro.
Si attiva la segreteria telefonica.
"Kabuto, ci sei?"
Una voce tetra rimbomba nella stanza:
"Ho preso la roba nel solito modo. Lascia i soldi dove sai."
La telefonata termina dopo queste poche parole che sono però bastate a insospettire Naruto: "la roba", "i soldi"... la faccenda puzza. Prima di lasciarsi trascinare dai pensieri, ricomincia a perlustrare la casa.
Sul tavolo c'è una valigetta nera, ma è chiusa a chiave.
In quel momento, si sente un colpo sulla porta. Naruto si ferma immediatamente, evitando di fare qualsiasi rumore.
Ricomincia le sue indagini non appena sente il secondo colpo.
Nell'angolo della stanza c'è un armadio e Naruto lo apre cautamente.
All'interno trova una giacca appesa.
Tentenna un istante, ma poi decide di sbirciare nelle tasche, dove trova una chiave magnetica e il suo sesto senso da detective gli suggerisce che è proprio quella della valigetta.
La serratura scatta.
All'interno c'è un taccuino. Inizia a leggere respirando profondamente per ridurre il battito e la tensione.
"La roba è a destra delle teche al terzo piano. Il cambio di turno dei custodi è alle 10. L'allarme è di vecchio tipo. Solito sistema di comunicazione, controllare lo specchio."
Naruto si gratta la testa alla ricerca del significato.
Alza lo sguardo e nota un piccolo specchio sul lavandino, ma non ha niente di strano.
Nella valigetta c'è anche della carta da lettere e delle buste dello stesso modello usato per l'ordine misterioso.
Forse lo specchio...
Naruto apre il rubinetto come fa ogni mattina per far scorrere l'acqua calda e sulla superficie dello specchio appaiono dei numeri.
"213600"?
Naruto apre un altro armadio e trova una cassetta di sicurezza.
Inserisce i numeri appena scoperti sul pannello per la combinazione.
Con uno scatto si apre e rivela dei soldi e un passaporto al suo interno.
Non ha più tentennamenti.
Prende in mano il passaporto e lo apre. All'interno spicca la foto di Kabuto Yakushi.
Tuttavia, il nome è diverso:
Kabuto Senju.
Qualcosa non torna...
La mano di Naruto inizia a stringere con forza il documento.
Senju è lo stesso cognome del direttore dell'Hotel Tsukuyomi!
Il suono di un colpo sulla porta lo scuote dalle riflessioni, ma passano solo pochi secondi prima del segnale di via libera. Numerosi sospetti si fanno largo nella sua testa.
Decide di frugare ancora nella valigetta e trova una macchina fotografica giocattolo. Muove il contatore della data sul retro e preme alcune volte il pulsante finché non si apre il coperchio sul retro. All'interno c'è una cartolina strappata.
Il disegno è sbiadito, ma si riconosce un cielo notturno. Su un lato, si riesce a leggere la firma di Hashirama Senju, direttore dell'Hotel Tsukuyomi.
Le domande gli si accavallano in testa.
Concentrato nel tentativo di chiarire alcuni dei suoi dubbi, non si accorge del pericolo, finché non sente premere sulla schiena la bocca di fuoco di una pistola.
"Cosa ci fai qua?"
La voce suona più gelida dell'acciaio dell'arma.
Senza voltarsi, risponde lentamente che è entrato per scoprire qualcosa di più su di lui.
Con uno sforzo di volontà mantiene il sangue freddo e gli chiede di abbassare l'arma.
La pressione sulla schiena svanisce.
Naruto si volta a fronteggiare Kabuto Yakushi.
Gli spiega che è entrato approfittando della dimenticanza di Sai, che era lì su sua richiesta per gli ultimi preparativi del trasloco.
Kabuto aggrotta le sopracciglia rispondendo che non gli ha mai chiesto nulla del genere, ma dopo un attimo solleva lo sguardo su Naruto e gli domanda aggressivamente:
"Qual è il tuo obiettivo?"
"Voglio solo parlare, signor Senju."
Kabuto spalanca gli occhi in preda allo stupore.
Ma è sufficiente un solo attimo per fargli spezzare le labbra in un sorriso:
"Non mi sarei dovuto aspettare niente di meno da Naruto Namikaze."
"Sei stato tu a farmi avere quell'ordine misterioso?"
Kabuto annuisce lentamente.
Era a conoscenza della sua seconda attività presso la Konoha Crown, ma Naruto non capisce perché abbia deciso di consegnarglielo direttamente e Kabuto risponde mantenendo il sorriso beffardo sulle labbra:
"Perché era più divertente."
Naruto si accorge di avere di fronte una persona senza la cognizione del pericolo, forse per audacia o forse per ingenuità.
Nonostante la colpa di essere entrato in casa di altri senza permesso, decide di prendere in mano le redini della conversazione:
"Allora il tuo vero nome è Kabuto Senju, com'è scritto su quel passaporto..."
Senza interrompersi, gli mostra la cartolina strappata:
"Qua sopra c'è il nome di Hashirama Senju, il direttore dell'hotel, nonché marito di Mito, la donna che fu assassinata 13 anni fa. Cosa ci faceva quella cartolina nascosta in casa tua?"
Le sue supposizioni erano corrette: Kabuto non voleva far sapere la sua identità. In particolar modo, non vuole che la signorina Tsunade la conosca.
Kabuto Senju è il figlio del direttore dell'Hotel Tsukuyomi Hashirama Senju e di sua moglie Mito.
E la cartolina che regge Naruto in mano gli fu lasciata dal padre prima di morire.
Kabuto lo fissa senza battere ciglio e aggiunge che entrambi hanno vissuto lo stesso destino.
Prende fiato prima di continuare:
"Entrambi abbiamo avuto un genitore assassinato. Tu, tuo padre 25 anni fa. Io, mia madre 13 anni fa e nessun colpevole."
Le parole di Kabuto tradiscono una lieve presunzione, ma Naruto risponde senza esitazioni:
"Avremmo anche avuto lo stesso destino, ma il rapporto che abbiamo con il passato è decisamente diverso."
Naruto è entrato in polizia, ma non ha mai cercato di risolvere il caso di suo padre e non si era nemmeno accorto di vivere in un palazzo che potrebbe conservarne delle tracce. Kabuto stringe le labbra indispettito per poi sputare fuori un rimprovero:
"Ma non ti vergogni? Proprio per questo mi sono preso la briga di fartene accorgere!"
Naruto capisce finalmente qual era il vero motivo di quell'ordine misterioso.
Tuttavia qualcosa dentro di lui gli bisbiglia che c'è modo e modo di fare i conti con il passato.
Ma ha capito cosa sta cercando di ottenere.
"Su chi ti vuoi vendicare?"
Kabuto rimane in silenzio, ma Naruto incalza suggerendo che il suo obiettivo potrebbe essere la signorina Tsunade.
E forse Kabuto ha assunto una nuova identità per vendicarsi...
Le guance dell'uomo fremono prima di sbottare in una violenta risposta:
"Esatto! Ho deciso di venire a vivere qui per vendicarmi! Voglio stringerla piano piano in una morsa, vederla dibattersi in una via di fuga, farle confessare ciò che ha fatto... voglio vederla in ginocchio a pentirsi dei suoi crimini!"
Perso nell'entusiasmo del discorso, prosegue rivelandogli che ha pensato fosse molto più divertente far fare a qualcun altro il lavoro sporco. Naruto alza un sopracciglio mentre continua ad ascoltare:
"Non mi dire che non ti sei divertito con la tua piccola indagine da quando ti è arrivata la lettera dell'ordine! Senza contare che hai finalmente il modo di scoprire la verità sulla morte di tuo padre... basta che trovi lo Kitsune Star..."
Naruto non riesce proprio a capire come faccia a sapere che suo padre è stato ucciso.
Kabuto gli spiega che uno dei partecipanti alle feste Kitsune Star gli ha raccontato i fatti di 25 anni fa.
Che sia...
Il sesto senso di Naruto trilla come una sveglia.
Tre anni fa, Kabuto ha avuto modo di ascoltare la confessione di suo padre in punto di morte. Non si incontravano da una decina d'anni. Il padre era ormai piegato dalla vecchiaia e sperava che il figlio lo potesse assistere.
Inspira profondamente prima di continuare a parlare:
"Non aveva prove, ma mi ha detto che fu senza dubbio Dan Kato a uccidere mia madre."
In preda all'ira, Kabuto strappa via di mano la cartolina a Naruto.
"Tutto cominciò quando sparì lo Kitsune Star 25 anni fa. Un uomo lo rubò dalla cassaforte che lo custodiva. Ma mio padre spirò prima di riuscire a dirmi il nome del ladro..."
Kabuto sussurra che morì con un'espressione sconsolata sul volto. Questo evento lo segnò, riportando in superficie tutte le emozioni che aveva sepolto negli anni.
Iniziò così a indagare sul passato con i pochi indizi che gli aveva lasciato il padre.
Da un omicidio di 13 anni fa a uno di 25.
Kabuto è determinato a risolvere il caso una volta per tutte. Ha saputo della morte di Dan Kato e dell'acquisto del palazzo da parte della moglie.
"E per uno strano caso, un familiare di quello scassinatore, abita proprio nello stesso posto."
"Ma come fai a essere così convinto che quel ladro fosse mio padre?"
"Ho i miei metodi... comunque, quando l'ho saputo, ho voluto fartelo sapere. Tuttavia, non immaginavo che avrei finito per scoprire più cose su di te che sui Kato e lo Kitsune Star."
Il discorso di Kabuto ha qualcosa che puzza: come ha fatto a scoprire il suo passato e la sua seconda attività?
Kabuto scuote la testa e aggiunge mestamente:
"Vorrei scoprire tutta la verità sui miei genitori, ma ormai ho le mani legate. Se anche tu hai scoperto la mia vera identità, non ci vorrà molto prima che l'Akatsuki mi trovi."
"L'Akatsuki?!"
"Ah, è vero... tu la devi conoscere molto bene... era implicata nei fatti di 25 anni fa."
"No, aspetta, aspetta. Forse ti stai riferendo all'ANBU?"
Una risata lo sorprende.
"Allora non sai proprio niente. C'è qualcuno dell'Akatsuki nel palazzo e se dovesse scoprirmi, sarebbe la mia fine."
Kabuto continua a parlare riacquistando il tono professionale da uomo d'affari:
"Finché sono in vita, posso avere delle speranze di scoprire la verità... ma da morto..."
"Vuoi dire che vuoi abbandonare le tue ricerche?"
Kabuto rimane scosso dalla domanda. Non aveva mai dovuto parlare con nessuno dei suoi segreti e il confronto si sta rivelando più aspro del previsto.
Reclina il capo abbattuto.
"Non vorrei abbandonare il mio progetto di vendetta... ma non immaginavo di non avere la forza necessaria per portarlo a termine... E tu cosa pensi di fare?"
Naruto lo osserva per un istante e risponde che vuole trovare ciò che gli è stato chiesto, senza annullare l'ordine.
Aggiunge quasi parlando a se stesso:
"Voglio quella ricompensa."
Kabuto gli consegna la cartolina dicendogli che quel foglietto ricevuto dal padre in punto di morte non è solo un ricordo, ma un indizio per trovare lo Kitsune Star.
Con un breve saluto Kabuto esce da casa.
Naruto osserva la figura che si allontana, avvertendo la solitudine che deve averlo accompagnato per lunghi anni.
Forse non è né un venditore in carriera, né un criminale alle prime armi, ma solo un figlio senza più una famiglia.
Sarà dura vivere dovendo rinunciare al progetto di vendetta che ha coltivato per anni, tanto da renderlo la sua unica passione e ragione di vita...
Rimasto solo nell'appartamento, Naruto fa un lungo sospiro.
Non appena esce, gli si avvicina Konohamaru con espressione preoccupata, ma lo tranquillizza con un lieve sorriso.
Lentamente gli spiega che 13 anni fa un triste incidente ha scosso la famiglia di Kabuto e che probabilmente non metterà più piede nel palazzo.
"Meglio lasciarlo perdere."
Konohamaru vorrebbe saperne di più, ma capisce che non è il momento di fare domande e ritorna in casa.
La verità su Kabuto Senju è stata un altro passo verso la soluzione del caso del padre, ma quel vecchio palazzo nasconde ancora dei sottili fili che legano l'omicidio di 13 anni fa a uno di 25...
Naruto sussurra con decisione:
"C'è altro da scoprire."


 

 

       

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Una Confessione Ricostruita ***


− CAPITOLO 9 −
UNA CONFESSIONE RICOSTRUITA
Los Angeles
26 dicembre 1980

9:00 AM


 

 L'ultimo venerdì dell'anno.
 Naruto riapre gli occhi ripensando ai discorsi che ha sentito sul padre ieri sera. La luce del mattino non rischiara le fosche riflessioni.
 Si alza dal letto e si dirige in bagno con passo pesante.
 Non c'è niente di meglio di una docce fredda per calmare i bollenti spiriti che le parole di Kabuto hanno causato.
 Esce dal bagno, asciugandosi i capelli, si siede di fronte alle casse addossate al muro e tira fuori un vecchio disco da uno scaffale. Lo appoggia sul giradischi e, dopo un leggero sibilo, il suono caldo do un sassofono si insinua nella stanza.
 Naruto si lascia andare sul letto e si perde tra le note della melodia, che suonano come parole al suo orecchio. La testa vaga tra i pensieri fino a ritornare al dialogo che ha avuto con Kabuto.

"Quale verità vuoi sapere?"
"Quella di 25 anni fa..."
 Naruto sa che solo lui può riuscire ad afferrare quella verità e riportarla alla luce.

 Il piatto si è fermato senza che se ne accorgesse e la casa giace avvolta nel silenzio.
 Naruto si veste e si siede sul divano a sorseggiare del caffè nero e forte.
 Deve fare qualcosa.
 Mentre due tazze di caffè gli scorrono in gola, riflette su tutto ciò che gli è passato davanti in questi giorni, ma due colpi alla porta lo riportano alla realtà.
 Sai è in corridoio davanti alla sua porta.
"Volevo sapere cosa è successo ieri, dopo che me ne sono andato..."
 Ha pensato di passare per sapere se ha incontrato Kabuto e di cosa hanno parlato.
 Naruto non ha la minima intenzione di dirgli nulla:
"Dì la verità: hai paura che mi abbia parlato male di te?"
 Sai fa spallucce, come a sottolineare che si tratta di pura curiosità.
 Naruto è convinto che ci sia qualcosa che non vuole fare sapere in giro.
"Sai, eccoti qua. Ti stavo cercando."
 Improvvisamente la signorina Tsunade appare nel corridoio e Sai smette di parlare.
 Kabuto le ha telefonato per informarla che non tornerà più al suo appartamento, perciò Sai dovrebbe sistemare le ultime cose prima dello sgombero. L'uomo si allontana senza dire altro.
"Signor Namikaze, mi faccia sapere quando decide di traslocare, mi raccomando."
"C'è ancora qualcosa che mi trattiene nel palazzo."
"Dice sul serio?"
"Sì, sto cercando una cosa e sono certo che lei ne ha sentito parlare."
 La signorina Tsunade assume un'espressione infastidita:
"Sai mi ha detto che lei era un poliziotto e so anche che sta cercando qualcosa, ma non ho tempo né voglia di stare a parlarne con lei."
 Non può lasciarla andare.
"Mi ascolti... devo parlarle di alcune cose."
 La signorina Tsunade blocca i suoi passi quando sente che cosa ha da dirle: un messaggio dalla famiglia Senju.
"Va bene... passi da me oggi pomeriggio per le 4."
 Dopo la breve risposta, si allontana.
 Mentre osserva la figura della donna, Naruto sussurra tra sé e sé:
"La verità è vicina..."

***
 Quando torna a casa, viene accolto dallo squillo del telefono. Hinata lo sta cercando.
"Buongiorno, Naruto. Ho una buona notizia per te."
"Cosa?"
"Lo scoprirai subito."
"Ciao, Naruto. Sono io."
 La voce profonda all'altro capo del telefono è quella di Jiraiya. L'hanno dimesso come gli aveva detto Hinata.
"Al solo pensiero di dover lasciare tutta la baracca a voi due, mi sono ripreso così in fretta da lasciare i medici a bocca aperta."
 La degenza gli ha fatto bene.
 Jiraiya gli chiede del misterioso ordine e Naruto spiega che ha capito chi fosse il cliente.
 Era un uomo che viveva nel condominio sotto falso nome.
 Si chiama Kabuto Senju ed è il figlio di Mito, la donna uccisa 13 anni fa nel palazzo: è un ladro che lavora da solo e sa della sua seconda attività.
"Quell'uomo sapeva che 25 anni fa mio padre rubò la Kitsune Star dall'Hotel Tsukuyomi. "
"Cosa?!"
 D'altro capo del filo esplode un'esclamazione di stupore.
"Mi ha detto che dietro ai delitti di 13 e 25 anni fa c'è la stessa organizzazione: l'Akatsuki."
 A lui basta scoprire la verità sull'omicidio di 25 anni fa, ma per farlo deve cercare la Kitsune Star e portare a compimento l'ordine.
 La voce di Jiraiya si affievolisce mentre lo incoraggia:
"Trova quel maledetto oggetto e scopri tutto quello che c'è da scoprire!"
 La cornetta passa a Hinata e Naruto le chiede semplicemente di prendersi cura di Jiraiya.
"Sono riuscita a trovare la serie di articoli di Obito Nohara che mi hai chiesto ieri. Come ti ho detto, il titolo è 'La Verità sull'Akatsuki'. Doveva essere una serie, ma si fermò al primo numero. Ti leggo l'ultimo paragrafo."
 Dopo un leggero colpo di tosse, inizia a leggere:
"L'organizzazione criminale Akatsuki ha qualcosa di oscuro alle spalle. La precisione con cui è riuscita a eludere ogni indagine, a organizzare i piani di rapina e a scegliere i gioielli da rubare lascia supporre delle risorse superiori a quelle di un singolo gruppo. L'oscurità più fitta impera alle spalle dell'Akatsuki. Grazie a questa sono diventati inafferrabili. Nel prossimo numero, ci addentreremo nelle tenebre per scoprire chi ha donato all'Akatsuki lo scettro del terrore."
 C'è un attimo di pausa, prima che ritorni la voce di Hinata:
"L'articolo finisce qua, senza rivelare nulla di scottante. Ho saputo che di recente si sono verificate delle rapine simili."
 Il mistero si infittisce.
 Anche un negozio vicino al condominio ha subito un furto che ricorda lo stile dell'Akatsuki.
 Prima di riagganciare, Hinata lo informa che alle 11 ci sarà uno speciale in televisione.
 Naruto è incuriosito dall'Akatsuki e aspetta le 11 per accendere il televisore.
 Sullo schermo appare un uomo con gli occhiali che parla delle rapine:
"Buongiorno, cari telespettatori. 5 News presenta uno speciale sulla serie di rapine che hanno scosso la città di recente. Chi è la donna misteriosa che appare immancabilmente prima di ogni crimine? Cercheremo di scoprirlo assieme a voi."
 La telecamera inquadra la facciata di una delle gioiellerie svaligiate, dove si svolge l'intervista a uno dei commessi:
"Prima del fatto, è apparsa una donna che non avevo mai visto: è entrata in negozio e si è guardata intorno. Indossava un cappello e degli occhiali da sole, perciò non sono riuscito a vederla bene in faccia. Mi ricordo che portava un anello con rubini dall'aspetto decisamente costoso..."
 Il documentario mostra un identikit basato sulle rivelazioni di vari commessi.
"Questo identikit raccoglie le testimonianze di vari negozianti colpiti dai delitti. Cari telespettatori, che la donna sia la chiave per risolvere il caso?"
 La domanda chiude la prima puntata della trasmissione.
 Naruto ha riconosciuto nella donna misteriosa la persona che ha incrociato all'ingresso pochi giorni fa.
 C'è qualcos'altro che lo ha lasciato incuriosito: ha già visto quell'anello.
 Il modo più veloce per fare luce sui suoi dubbi è parlare direttamente a lei.
 Non appena esce in corridoio, s'imbatte in Kiba.
"Naruto, hai visto passare qualcuno su questo piano?"
 Naruto scuote la testa, ma Kiba si gratta la testa poco convinto:
"Questo sì che è strano..."
"Chi avrei dovuto vedere?"
"Sai la donna con il cappello che hai incrociato qualche giorno fa? Posso giurare di averla vista entrare nel palazzo..."
"Dici sul serio?"
"Sì, ha salito le scale."
 I nodi stanno venendo al pettine...
 Saluta Kiba e va a bussare all'appartamento 206. Konan si affaccia poco dopo.
"Ciao, che c'è?"
"Com'è andata con l'assicurazione?"
"L'assicurazione?"
"Sì, scusa se m'impiccio, ma ero preoccupato... anche per Hatake."
 Le chiede se Kakashi le abbia dato ancora fastidio.
"Naruto, ti preoccupi davvero molto per me..."
"Sì, so che non dovrei, ma non ci posso fare niente..."
 Konan gli dona un luminoso sorriso e lo lascia entrare.
 La casa è in ordine e pulita come sempre. La ragazza gli racconta che ha deciso di traslocare all'inizio della prossima settimana.
 L'assicurazione le ha comunicato la data del pagamento, perciò sembra che Kakashi abbia concluso le indagini... ma qualcosa non torna...
 Se la compagnia ha deciso di pagare, significa che le indagini non hanno rilevato nulla di sospetto.
 Tuttavia Hatake è famoso per i suoi ottimi risultati, mai a favore degli assicurati.
 Non è mai successo che un'assicurazione abbia pagato, quando Kakashi è stato coinvolto.
"Konan... mi stai nascondendo qualcosa?"
 Naruto non ha altra risorsa da usare che chiedere senza troppi giri di parole.
"Naruto, cosa vuoi dire? Ti ho raccontato tutto di me..."
"Non credo proprio. Perché non parliamo della donna con il cappello?"
 Konan impallidisce.
 Un colpo secco alla porta interrompe la discussione. Quando Konan apre, sulla soglia c'è Kakashi Hatake.
 Non guarda nemmeno Naruto, mentre le dice:
"Cos'hai combinato? Stamattina mi ha chiamato l'assicurazione dicendomi di interrompere le indagini... come hai fatto?"
 Konan scuote la testa affermando che non sa di cosa stia parlando, ma Kakashi insiste aggiungendo che sarà un discorso interessante anche per Naruto.
 La ragazza reagisce spingendolo di lato e fuggendo lungo il corridoio.
"Se hai intenzione di frequentarla, ti consiglio di farlo quando hai capito con chi hai a che fare."
 Naruto non bada alle sue parole e insegue la ragazza.
 Si accorge che l'ascensore è in movimento e, non appena nota che si arresta in corrispondenza della terrazza, si affretta a raggiungerla.
 Konan è sul tetto a guardare il cielo.
 Naruto si avvicina chiedendole che cosa sa Kakashi e perché è scappata, ma Konan risponde semplicemente che quell'uomo le fa paura.
 L'insistenza di Naruto rompe il muro di silenzio:
"Sì, Naruto... c'è qualcosa che non ti ho detto, ma non ne posso assolutamente parlare... ti prego, lasciami perdere..."
 Naruto comprende che deve ottenere delle prove per farla parlare, perciò decide di tornare nell'appartamento 206.
 Kakashi non è più in casa e la porta è rimasta aperta.
 Inizia le ricerche dall'armadio di legno, dove trova varie scatole di scarpe ammassate davanti a una giacca grigia buttata in malo modo.
 Assomiglia molto al vestito della donna misteriosa e Naruto si dà da fare per trovare anche il cappello e gli occhiali da sole.
 Saranno certamente nascosti da qualche parte.
 Sposta uno sgabello davanti all'armadio per raggiungere la piccola scatola posata in alto, dove trova gli oggetti che stava cercando.
 Accanto agli indumenti c'è anche una lettera senza mittente. Naruto la legge senza pensarci due volte:
Vai alla gioielleria vestita come sai alle 18. Segui le istruzioni alla lettera e non ti sarà fatto del male. Non puoi più fuggire da noi. "
 Prende la lettera, il cappello, gli occhiali da sole e torna sulla terrazza per mostrarli a Konan.
 La ragazza è ferma vicino al faro con un'espressione grave dipinta sul volto.
 Naruto le si avvicina indicandola come la donna con il cappello che appare prima delle rapine.
"Sarebbe questa la cosa che non potevi dirmi, giusto?"
 Konan spalanca gli occhi sorpresa, ma Naruto non le lascia il tempo di reagire:
"Chi ti ha ordinato di farlo? E chi ti sta minacciando?"
 Konan stringe le labbra e risponde gelida che non sa di cosa stia parlando, ma l'atteggiamento duro viene infranto dalle prove raccolte.
 Infine Naruto le mostra l'anello:
"Perché hai deciso di vendere un anello così importante per te? E sapevi che nasconde il simbolo di una mezzaluna?"
 Konan viene travolta dalla rapida sequela di domande.
"Dimmi tutto."
"Io... io non volevo farti sapere che donna fossi in realtà... non volevo che scoprissi i miei orribili segreti."
"Konan... se anche io non avessi scoperto nulla, prima o poi qualcuno l'avrebbe fatto. Stai giocando con il fuoco. Le persone con cui hai a che fare sono pericolose!"
"Lo so!!!"
 Konan si lascia scappare la risposta in uno strillo, ponendo fine al discorso. Dopo un attimo, un inquietante sorriso le sorge sul volto.
Non c'è tempo da perdere!
 Konan scatta verso il parapetto e Naruto la insegue di corsa, ma non fa in tempo.
 Naruto chiude gli occhi in uno sforzo disperato per raggiungerla, ma Konan si ferma sul bordo.
"Naruto, se solo ti avessi conosciuto prima... se solo avessi avuto il coraggio di confessarti tutto... forse sarebbe stato diverso. Addio, Naruto. Io... io non so più cosa fare."
"Konan!!!"
 Konan allarga le braccia, chiudendo lentamente gli occhi.
Ora o mai più!
 Naruto si scaglia in avanti e l'afferra all'altezza del bacino, finendo a terra sopra di lei.
"Che cosa pensavi di fare?! Vuoi aiuto??? Chiedilo!!!"
"Non... non posso... tu... non sai quanto siano pericolosi."
 La ragazza apre e chiude la bocca più volte prima di lasciarsi andare, confessandogli che anche il denaro dell'assicurazione le è stato garantito come premio per la sua collaborazione.
 Naruto viene a sapere che il fratello Yahiko e il marito Nagato partecipavano alla vendita clandestina di gioielli, mentre svolgevano delle mansioni all'Hotel Tsukuyomi.
 Ma non si parla solo di pietre preziose, Yahiko e Nagato hanno fatto di tutto per i soldi: dal trasporto di cadaveri all'occultamento di prove.
 Tutta la sua vita è stata come quella di un burattino: la morte del fratello e il denaro dell'assicurazione, il matrimonio con Nagato e la sua morte in un fatale incidente. Tutto è stato orchestrato da quei criminali.
"Hanno cominciato a contattarmi quando ho richiesto il pagamento dell'assicurazione di Nagato. E dopo poco tempo mi hanno detto che ormai non avevo più possibilità di scampo."
 Naruto la fissa con sguardo duro e le chiede di chi stia parlando.
 La ragazza trema prima di aprire bocca:
"L'ANBU. Si fanno chiamare così."
"Ora capisco..."
 Sulla terrazza irrompe la voce di qualcuno.
 I due si voltano e vedono Kakashi Hatake.
 Con poche domande Naruto scopre i suoi veri motivi.
"Sto cercando i pezzi di un puzzle che voglio risolvere da anni... da quando me l'ha lasciato. Da quando è stato ucciso 13 anni fa..."
"Stai parlando del tuo collega Obito Nohara?"
 Sorpreso dalla risposta di Naruto, Kakashi indurisce i tratti del volto per un attimo.
"Se sai anche questo, allora ti posso dire che è stato un'altra vittima dell'ANBU."
"Stai dicendo che l'ANBU gli ha chiuso la bocca prima che potesse scrivere del loro rapporto con l'Akatsuki?"
 Kakashi gli risponde con dell'altro.
 L'Akatsuki iniziò l'attività a Los Angeles 25, 26 anni fa. Il loro modus operandi era estremamente preciso in ogni dettaglio: dalla scelta del luogo fino allo smercio e la polizia non è mai riuscita neanche ad avvicinarsi a loro.
"Vuoi dire che c'era una fuga di informazioni dal distretto?"
"Forse. La realtà è che hanno continuato a muoversi indisturbati tra le ombre fino a 13 anni fa, per poi scomparire improvvisamente."
 Kakashi scrisse un articolo accusando i criminali dell'incidente di Obito, ma fu marchiato come un articolo scandalistico e tendenzioso, costringendolo a lasciare il giornalismo.
 La morte di Obito fu liquidata come un incidente e fu gettata nel dimenticatoio.
 Perciò decise di diventare un investigatore assicurativo per potere indagare su vari incidenti, tra cui quello di Obito.
 Rispolverò la dinamica dei fatti che lo portarono alla morte e si accorse di alcuni particolari sospetti.
"Non mi fermerò mai. Non lascerò che Obito venga dimenticato e rivelerò il vero male che si nasconde dietro al suo incidente."
"Il vero male?"
"Non parlo dell'ANBU, ma delle persone che la usano. Alle sue spalle ci sono uomini che predicano la giustizia. Io sono poco più di un insetto, ma ho con me un'arma formidabile... il coraggio di non chiudere gli occhi davanti alla verità. E un giorno il mondo saprà tutta la verità che questi occhi hanno visto."
 Kakashi è fermamente deciso a non mollare nella sua battaglia per vendicare Obito Nohara.
"Namikaze, Obito indagò anche su tuo padre. Lo scassinatore trovato morto in un parcheggio del centro 25 anni fa era un membro dell'Akatsuki e fu ucciso per i segreti che aveva scoperto sull'ANBU."
"Cosa?! Mio padre era uno dei membri dell'Akatsuki?!"
 Kakashi attende che Naruto si calmi per continuare a parlare.
"In realtà, è solo un'ipotesi. Le informazioni raccolte da Obito sono frammentarie."
"Impossibile! Mio padre era sì un criminale, ma non può aver fatto parte di un'organizzazione del genere!"
 Naruto respira pesantemente cercando di calmarsi, capendo che solo lui può riuscire a scoprire la verità a riguardo.
"Ciò che è certo è che quando tuo padre fu ucciso, il prezioso diamante Kitsune Star scomparve nel nulla."
 Kakashi sospira leggermente.
"Konan..."
 Si volta verso la ragazza:
"Te lo dico un'ultima volta: vattene da questa città."
"Non posso. Anche se me ne andassi. L'ANBU mi troverebbe."
"Ti aiuterò io. Mi cercano da una vita e so come fare a scomparire, però devi fidarti di me. Domattina fatti trovare alle 6 alla Union Station e porta con te una sola valigia. Ti aspetterò soltanto per dieci minuti."
 Konan annuisce in silenzio.
"Namikaze... credo che non ci vedremo più... addio."
 Kakashi si allontana, scomparendo nell'ascensore.
 Naruto infrange il silenzio:
"Konan, cosa farai?"
 La ragazza non sa più come vivere una vita finalmente libera da ombre.
 Naruto sa di non avere nessuna responsabilità, ma non può far a meno di preoccuparsi per lei.
"Naruto, sono più forte di ciò che sembra... grazie per essermi stato vicino. Sono felice di aver trovato qualcuno di cui potermi fidare. Addio."
 Konan gli stringe la mano prima di salire sull'ascensore.
 Mentre osserva la ragazza allontanarsi, spera che possa finalmente vivere tranquilla.
 Vorrebbe proteggerla dal pericolo che la circonda, ma sa di avere già fatto tutto il possibile.
 Quando Konan si volta per un ultimo cenno di saluto, ha gli occhi umidi, ma lo sguardo è fermo e deciso.
 Naruto comprende che può lasciarla andare senza timore: se la saprà cavare.
 Il cercapersone trilla per una chiamata da Hinata.
 Tutto d'un tratto avverte il freddo che gli è penetrato nelle ossa e si sbriga a tornare a casa. 
 Davanti al suo appartamento trova Sai.
 Attacca discorso dicendo che sta facendo un po' di manutenzione, ma dopo qualche domanda aggiunge di aver visto Hatake salire sulla terrazza.
 Si è accorto che Naruto e Konan erano saliti.
 La curiosità lo spinge a chiedere maggiori informazioni, ma Naruto lo blocca:
"Mi spiace, ma non ho voglia di parlarne."
 Ha già chiuso ermeticamente dentro di sé i segreti che gli sono stati raccontati.
 Con un leggero sorriso gli dice solo che non vedrà più Hatake in giro per il palazzo.
 Sai gli chiede com'è andata con l'assicurazione di Konan e Naruto gli risponde seccamente che la pagheranno e le sue supposizioni erano sbagliate.
 Sai si allontana con il volto velato dal disappunto.
 Naruto entra in casa e chiama Hinata.
"Ti passo Jiraiya."
"Ciao, Naruto. Un vecchio collega del distretto di Los Angeles mi ha dato qualche informazione. Le rapine che ricordano l'Akatsuki hanno messo in stato d'allerta la polizia. Dall'anno prossimo il distretto di Los Angeles concentrerà le sue energie nella lotta al crimine sbandierata dal candidato sindaco Danzo Shimura, a cominciare dall'ANBU."
"Spiegati meglio..."
"Sembra che la polizia voglia sfruttare l'Akatsuki per colpire l'ANBU..."
 Naruto gli chiede di raccogliere maggiori informazioni.
"Jiraiya, 13 anni fa è stato fatto sparire un uomo che stava accogliendo materiale sull'Akatsuki e sull'ANBU. Un suo amico mi ha detto che forse mio padre faceva parte dell'Akatsuki."
"Va bene. Me lo segno insieme alle informazioni da chiedere a Homura Mitokado."
 Poi riattacca bruscamente.
 Sono già le 3 di pomeriggio. Il campanello suona e sulla soglia c'è Homura Mitokado.
"Sai mi ha detto di averti visto salire sulla terrazza con Konan e Kakashi... dobbiamo chiarire un paio di cose noi due. Non ti voglio tra i piedi. Se non sbaglio, ti ho mostrato una foto dicendoti di non avvicinarti a quelle persone."
 Naruto ricorda l'avvertimento, ma non ricorda di avere mai acconsentito e Homura esplode in uno sfogo d'ira:
"Namikaze, non ti mettere in mezzo alle mie ricerche!"
"Signor Mitokado, posso sapere come mai a lei e a Sai interessa così tanto sapere di cosa abbiamo parlato sul tetto?"
"Ecco..."
 Homura tentenna nella risposta e Naruto ne approfitta per cambiare argomento.
"Mi sono permesso di indagare un po' sul suo conto e ho scoperto qualcosa sull'omocidio di Mito Senju e sull'Akatsuki."
"Ma cosa stai dicendo? Non è possibile che tu riesca a ottenere le mie stesse informazioni!"
 Lascia passare l'esclamazione, gustandosi la crescente preoccupazione di Homura.
"Namikaze... che cosa sai?"
 Naruto gli parla dell'indagine interna al distretto di polizia.
"Un giovane poliziotto preso dalla passione e disposto a tutto pur di aumentare il proprio numero di arresti..."
 Il volto di Homura tradisce la sorpresa mista a timore e la voce trema quando gli chiede:
"Come hai fatto a saperlo?"
"Pensa che glielo dica?"
 Naruto aggiunge che è interessato a un delitto di 25 anni fa, non all'omocidio avvenuto 13 anni fa su cui sta indagando Homura.
"Eh?!"
 Naruto continua a sbilanciare il vecchio poliziotto:
"Sa qualcosa su ciò che è successo 25 anni fa?"
 Homura sbotta innervosito:
"So tante cose. Ma cosa ti interessa principalmente?"
"La Kitsune Star scomparsa dall'Hotel Tsukuyomi."
"La Kitsune Star???"
 Senza dubbio sa qualcosa.
"Come fai a sapere della Kitsune Star?"
"Non è importante... mi dica cosa sa."
 Homura inizia a ripensare agli anni in polizia:
"La Kitsune Star era custodita in una cassaforte dell'Hotel Tsukuyomi. Solo il direttore ne era a conoscenza."
 La storia si fa interessante.
"Ora dimmi come hai fatto a sapere della Kitsune Star."
"Me ne ha parlato il figlio di Hashirama Senju e mi ha chiesto di ritrovarlo."
 Naruto aggiunge che è venuto a sapere anche della morte dell'uomo, avvenuta tre anni fa, e della sua ipotesi dell'assassino della moglie.
"Namikaze, devo parlarti di qualcosa d'importante."
 I due si accordano di incontrarsi alle 5 all'Ichiraku Café.
 Naruto torna in casa e il telefono squilla non appena chiude la porta, quasi lo stesse aspettando. Avvicina la cornetta all'orecchio e all'altro capo lo sorprende la voce spaventata di Konan:
"Naruto, ho paura."
 Sembra che qualcuno sia di fronte a casa sua a fare la guardia.
 Non perde tempo ed esce subito dopo aver riagganciato. Davanti alll'appartamento di Konan trova Sai.
"Cosa ci fai qua?"
 Sai rimane sorpreso nel vederlo apparire.
 Dopo aver glissato un paio di domande, si allontana in fretta, lasciando Naruto a interrogarsi sulla possibilità che fosse lui a terrorizzare Konan.
 Entra in casa della ragazza e le rivela l'identità dell'uomo che l'aveva spaventata.
"Perché Sai era fermo davanti a casa mia?"
"Konan... Sai sapeva di te prima che venissi a vivere qua. Mi ha detto che aveva fatto dei lavori di idraulica a casa tua prima del trasloco."
 Konan spalanca gli occhi sbalordita e spiega a Naruto che ha sempre commissionato le riparazioni a un idraulico di fiducia e non aveva mai visto Sai prima di cambiare casa.
 Una rivelazione lo colpisce, mentre la sta ascoltando.
"Konan, ti devo chiedere un favore. Potresti prestarmi la lettera minatoria che hai ricevuto?"
 Dopo averla presa, le dice di non lasciare entrare nessuno finché non torna e si allontana alla ricerca di Sai.
 Sale in fretta al terzo piano e raggiunge l'appartamento 304.
"Voglio farti vedere una cosa, ma sarebbe meglio entrare in casa. Sono certo che non ti farebbe piacere se si venisse a sapere."
 Sai lo lascia entrare con poco entusiasmo. La casa è piena di scatole pronte per il trasloco.
"Devo uscire tra poco. Se hai qualcosa da mostrarmi, fa' in fretta."
 Naruto gli porge la lettera.
"Questa lettera intimidatoria è stata consegnata a Konan."
 Sai fa scorrere lo sguardo sul foglio senza dire nulla.
"Ci ho messo un po', ma finalmente ho capito chi sei. Devi tenere d'occhio Konan o sbaglio?"
 L'uomo bisbiglia a fatica che ha solo eseguito gli ordini.
"Chi te l'ha ordinato?"
"Non posso dirlo."
"Sputa il rospo: è stata l'ANBU, giusto? Dovevi tenere d'occhio gli inquilini e consegnare questa lettera?"
"No... dovevo tenere d'occhio Konan e la signorina Tsunade..."
 Ha ricevuto dall'ANBU varie informazioni per guadagnarsi la fiducia delle due donne.
 Il fratello e il marito di Konan erano entrambi membri dell'Akatsuki, ma lei non se n'è mai accorta.
 L'Akatsuki si sciolse 13 anni prima, ma Konan e la signorina Tsunade sono essenziali nel piano dell'ANBU, che si è servita dell'Akatsuki come anello di collegamento con la polizia di Los Angeles e li ha protetti dalle indagini.
"Sai, tu sei uno dell'ANBU."
 L'uomo solleva le mani e spiega che non è molto coinvolto: deve solo passare delle informazioni di tanto in tanto, tenere d'occhio delle persone e minacciare qualcuno, se necessario. Abbassa il capo aggiungendo che la paga era molto buona. Non fa più di questo per paura di farsi coinvolgere troppo.
"Solo qualche informazione..."
"Sai, come pensi che andrà a finire quando si saprà che la tua copertura è saltata? Dici che l'ANBU chiuderà un occhio? Un errore del genere potrebbe costarti la vita..."
 Non vuole minacciarlo, ma solo avvertirlo.
"E cosa dovrei fare, adesso?"
 Naruto riflette un attimo, prima di rispondere con tono pacato, cercando di calmarlo:
"Ti prometto che non lo dirò a nessuno finché non sarai fuori di qui. Approfitta del mio silenzio per scappare. Dovrei riuscire a farti guadagnare almeno due giorni."
 Sai non riesce a credergli, quando aggiunge:
"Posso trovare il modo per farti fuggire, ma sta a te fidarti di me."
 Prima che finisca di parlare, Sai solleva il braccio destro.
 In mano stringe con forza una pistola:
"Non posso fidarmi così facilmente di uno sconosciuto. Penserò alle tue parole quando sarò fuori da qua. Ci tengo alla mia vita."
"Sto aspettando una risposta."
"Domani sera ti telefono e ti faccio sapere. Adesso non muoverti."
 Sai si fionda fuori dalla porta.
 Naruto scrolla le spalle e torna da Konan.
 Le racconta ciò che ha appena scoperto:
"Ho scoperto che è stato Sai a inviarti quella lettera ed era sempre lui a tenerti d'occhio."
"Questo vuol dire che era uno dell'ANBU..."
"Gli ho fatto paura. Non credo si farà vedere, almeno finché non sarai riuscita a scappare."
 Le restituisce la lettera continuando a parlare:
"Konan, chiudi la porta a chiave e non aprire per nessun motivo. Domattina presto vattene senza dire niente a nessuno."
 Konan entra in casa e chiude la porta a chiave.
 Sono le 4 e Naruto scende al primo piano.
 Deve andare a parlare con la signorina Tsunade. Quando bussa alla porta, gli giunge in risposta solo la voce della donna:
"Mi scusi signor Namikaze, ma al momento sono occupata. Le dispiacerebbe ripassare?"
 Naruto alza le spalle e risale le scale.
 Mentre sta tornando a casa, si imbatte in Homura Mitokado.
"Sei passato da Sai poco fa? L'ho visto andarsene di corsa..."
"Ho scoperto che lavora per l'ANBU ed è fuggito."
 Anche Homura l'aveva appena scoperto.
"Mi sembrava sospetto che per una ragione o per un'altra fosse sempre alle calcagna della signorina Tsunade."
"Cosa intende dire?"
"Devi sapere che il marito, Dan Kato, era un gran amico di Hashirama Senju, il direttore dell'Hotel Tsukuyomi. E fu il primo indiziato per l'omicidio di Mito Senju. Ma non solo. Sono convinto che quell'uomo sapesse qualcosa sulla Kitsune Star."
"Aspetti un momento. Prima mi ha detto che solo Hashirama Senju sapeva i motivi della scomparsa della Kitsune Star."
"Vedo che ascolti. Hashirama Senju sapeva che fine avesse fatto... ma quando l'albergo fu chiuso 13 anni fa, fu la signorina Tsunade a rivelarlo. Hashirama Senju deve aver sicuramente lasciato degli appunti sul luogo in cui si trova la Kitsune Star e io aspetto pazientemente che qualcuno, un giorno, si metta a cercarlo."
"Vuol dire che Hashirama Senju sapeva che qualcuno l'avrebbe cercato?"
"Sì, le persone che sapevano la verità sulla sua scomparsa... Dan Kato e sua moglie Tsunade. Oltre ai loro sgherri Yahiko e Nagato... nonché l'Akatsuki e l'ANBU che ne tirava le fila. Tra tutti quanti, sono rimaste soltanto la signorina Tsunade e l'ANBU."
"Signor Mitokado, mi vuole dire perché ha perso così tanto tempo ed energie a raccogliere tutte queste informazioni?"
"Per riscattare il mio nome."
 Homura Mitokado indagò sull'Akatsuki 25 anni fa.
 Scoprì che l'Hotel Tsukuyomi era la base di scambio della merce rubata.
 Ma proprio allora, iniziò l'indagine interna che l'avrebbe sollevato dall'incarico.
"Rimasi invischiato nei piani di un uomo. Quando realizzò che ero ormai vicino a rivelare la verità sull'Akatsuki, decise di togliermi di mezzo e di ostacolare le indagini, oltre a infangare il mio nome."
"Quell'uomo era... era Danzo Shimura, il candidato a sindaco?"
"Sì, Namikaze. Voglio divulgare il suo lurido passato e ripulire il mio nome."
"Signor Mitokado, questo vuol dire che sta cercando le prove per dimostrare i legami tra l'ANBU e la polizia di Los Angeles?"
"Proprio così e sono sicuro che la Kitsune Star è ancora qui, in questo palazzo. Sono sicuro che tra gli indizi lasciati da Hashirama Senju, ci sono anche le prove che sto cercando."
 Naruto rimane impressionato dalla passione che infiamma le parole dell'uomo e gli chiede:
"Ha un'idea di dove possano trovarsi?"
 Homura suppone possano essere o al quarto piano, che non ha ancora finito di perlustrare, oppure nell'appartamento della signorina Tsunade.
 Dopo un attimo, gli chiede:
"Namikaze, ho bisogno del tuo aiuto. Puoi dare un'occhiata alla casa della signorina Tsunade?"
"Ma che sta dicendo?"
 Rimane stupefatto dalla proposta, ma Homura mantiene uno sguardo serio e saldo.
"Mi posso fidare solo di te qua dentro."
 Naruto non ha idea di come fare, ma basta solo una manciata di minuti perché accetti.
 Homura aggiunge che la signorina Tsunade non è a conoscenza delle sue indagini sull'Akatsuki e potrebbe abbassare la guardia. Homura la chiamerà con una scusa e trascorrerà un'ora con lei al bar, lasciandogli il tempo di indagare.
"Cercherò di lasciare aperta la porta per farti entrare, ma non sarà facile."
"Va bene. Quando avrò finito, verrò anch'io al bar e ti dirò se ho scoperto qualcosa."
"D'accordo."
 Homura si dirige all'appartamento della signorina Tsunade senza perdere altro tempo.
 Naruto aspetta un po' prima di scendere al primo piano, dove sente le voci dei due:
"Va bene."
"Andiamo al bar."
 I passi si allontanano.
 Attende che i due entrino all'Ichiraku Café, prima di avvicinarsi alla casa.
 Fortunatamente la porta non è chiusa a chiave e può entrare senza problemi.
 Naruto procede nella stanza da letto e inizia le ricerche dalla scrivania. Per terra c'è una lettera strappata.
Sappiamo tutto. Lasciaci quel palazzo e i suoi segreti. L'ANBU non dimentica. Questo è il momento di rimpiangere di aver sposato Dan Kato. "
 Si tratta di una delle lettere minatorie che le sono state recapitate.
 Naruto continua le ricerche passando all'armadio di legno addossato al muro dove trova una scatola accuratamente avvolta in un panno bianco: è un carillon.
 Aprendo il coperchio, nota una chiave infilata in una sezione del perno.
 Sembra possibile estrarla, ma bisogna far corrispondere i movimenti del carillon con lo spazio necessario per tirare fuori la chiave. Dopo pochi tentativi, Naruto riesce nell'impresa.
 La chiave ha un'incisione a forma di mezzaluna.
 La ripone in tasca, sebbene non sappia dove possa tornare utile e continua le ricerche sperando di trovare degli indizi sulla Kitsune Star, ma senza alcun risultato. L'ora sta quasi per scadere ed esce dalla casa.
 Dopo pochi passi fuori, incontra la signorina Tsunade che ha appena lasciato l'Ichiraku Café.
 La donna si scusa per non aver rispettato l'appuntamento che avevano preso e Naruto le ricorda che avrebbe piacere a sentire a cosa ha da dire. La signorina Tsunade annuisce e rientra in casa.
 All'Ichiraku Café lo sta aspettando Homura.
"Com'è andata?"
"Ho trovato solo una cosa: una chiave con il simbolo di una mezzaluna."
"Va bene, dammela. Non c'è bisogno che tu faccia nient'altro."
 Naruto si oppone alla richiesta, aggiungendo che è alla ricerca di qualcosa.
"E questa chiave misteriosa potrebbe essere essenziale."
 Homura risponde che ha già perlustrato il quarto piano in lungo e in largo senza trovare nulla, ma Naruto prosegue:
"Non si sa mai..."
"Fa' come ti pare, allora."
 Naruto cambia argomento e gli domanda di cosa ha parlato con la signorina Tsunade.
"Niente di che, ci siamo scambiati i soliti discorsi che fanno gli anziani."
 Aggiunge che la signorina Tsunade sa che Sai se n'è andato, ma pare inconsapevole del suo coinvolgimento con l'ANBU. Dopo un breve saluto, Homura esce dall'Ichiraku Café lasciando il posto a Kiba che entra poco dopo.
"Accidenti, non avrei mai pensato di vederti bere qualcosa con quel brontolone si Homura Mitokado."
"Abbiamo finalmente trovato qualcosa da dirci."
"Ma piuttosto, Naruto, ho una bella notizia: la canzone che ti ho fatto ascoltare ha ricevuto ottime recensioni e hanno deciso di pubblicarla."
 Trattiene a stento l'entusiasmo e ringrazia Naruto per il sostegno.
"Vorrei ringraziarti facendo qualcosa per te, ma non saprei cosa..."
"Ho un'idea: potresti darmi una mano a cercare qualcosa."
 Naruto gli parla della Kitsune Star scomparsa 25 anni prima.
"E come posso dire di no a un'avventura del genere?"

***

 I due decidono di incontrarsi davanti alla porta tagliafuoco del quarto piano e Kiba esce prima per non dare nell'occhio.
 Naruto aspetta qualche minuto prima di seguirlo.
 Kiba non manca nell'appuntamento, ma non c'è corrente e il piano è avvolto dalle tenebre.
 Tuttavia, non è solo il buio a creare problemi: non hanno le chiavi per accedere alle stanze.
 Kiba ha un'idea:
"Aspetta... Sai aveva un mazzo di chiavi che usava per la manutenzione!"
 Naruto non perde tempo e si dirige in tutta fretta alll'appartamento di Sai dove trova il mazzo di chiavi dopo soli pochi minuti di ricerche.
 Nel frattempo, Kiba va a recuperare una torcia elettrica nel magazzino che si trova nel seminterrato.
 Dopo aver preso i rispettivi oggetti, i due si ritrovano al quarto piano.
 Servendosi della torcia elettrica, esplorano diverse stanze fino a raggiungere la 406.
 La porta è chiusa, ma Naruto la apre con le chiavi trovate a casa di Sai.
 I due entrano nella stanza e procedono fino in fondo, dove si imbattono in una cassaforte a combinazione.
"Naruto, forse il coso Star è custodito qua dentro..."
 Kiba si lascia sfuggire una voce stridula, soffocata dalla tensione.
 Naruto afferra la maniglia e cerca di aprirla.
"Dannazione, non si apre!"
"Proviamo con un piede di porco. Aspetta un attimo."
 Kiba esce dalla stanza.
 Sembra che finalmente Naruto sia riuscito a raggiungere degli indizi lasciati da Hashirama Senju...
 La Kitsune Star si sta facendo sempre più vicina.
 Quel diamante riuscirà a fare luce sulla verità che sta cercando affannosamente di scoprire?
 Naruto ha un cattivo presentimento, forse dovuto alla solitudine dell'attesa.
 Avverte la presenza di qualcuno alle spalle e si volta, convinto che sia Kiba, ma viene sorpreso dall'inaspettato spruzzo di uno spray.
 Le palpebre si appesantiscono al primo respiro.
 Di sicuro è uno spray soporifero. Naruto lotta con il torpore per identificare l'assalitore, ma ogni sforzo è vano e la realtà si tramuta in un fitto drappo nero.


 

 Naruto lotta con il torpore per identificare l'assalitore, ma ogni sforzo è vano e la realtà si tramuta in un fitto drappo nero        

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Il Diamante ***


- CAPITOLO 10 -IL DIAMANTELos Angeles26 dicembre 1980

- CAPITOLO 10 -
IL DIAMANTE
Los Angeles
26 dicembre 1980



 

"Mmh... il cercapersone..."
Il trillo lo risveglia in una stanza immersa nel buio. Istintivamente allunga la mano per spegnerlo, ma... non riesce a muoversi!
Seguendo le linee dell'indolenzimento, scopre di essere riverso al suolo con mani e piedi legati.
Cerca di schiarirsi la mente per ricordare gli ultimi avvenimenti.
Sente la gola riarsa e il corpo estremamente pesante. Inoltre, una fitta di dolore gli trapassa le pupille, ogni volta che cerca di aprire gli occhi. Devono essere gli effetti dello spray soporifero.
Naruto apre con uno sforzo una fessura tra le palpebre per guardarsi intorno e nota una fievole luce proiettata sul pavimento. La torcia elettrica... deve essere caduta a terra quando è stato stordito.
Osservando la luce, gli occhi si abituano piano piano al buio e Naruto riesce a comprendere la conformazione della stanza.
Deve trovare il modo di liberarsi dalla corda.
Sebbene i movimenti siano limitati, Naruto riesce ad avvicinarsi alla parete.
Sopra il tavolo vicino al muro, c'è un vaso di ceramica. Naruto dà un colpo a una gamba, facendolo ondeggiare.
Con uno sforzo, si getta con tutto il peso contro il tavolo un paio di volte, riuscendo a far cadere a terra il vaso che si infrange con uno schianto.
Allunga le dita per afferrare un frammento affilato e tagliare la corda. Dopo più di un'ora di tentativi, riesce finalmente a liberarsi.
Naruto si alza massaggiandosi le giunture indolenzite. Mentre si domanda chi possa essere stato, spera che Kiba stia bene.
Raccoglie la torcia e cerca l'uscita della stanza 406.
Sembra che la porta sia sbarrata dall'esterno. A nulla valgono gli sforzi nel tirare la maniglia.
"Devo trovare un modo..."
All'interno non ci sono molti oggetti utili per distruggere la porta: una sedia di legno e un tubo del bagno.
Naruto solleva la sedia e la sbatte con forza contro la porta. Con un rumore violento, si apre un buco in mezzo. Tra i pezzi di legno a terra spicca una targhetta su cui è incisa la scritta "Direzione": questa era la stanza del direttore.

Ad ogni modo Naruto è riuscito ad aprirsi una via di fuga. Esce sul corridoio e si guarda intorno, ma non c'è traccia di anima viva. I polsi e le caviglie gli ricordano la ruvidezza delle corde.
Poco più avanti, vede Kiba riverso a terra. Naruto si avvicina e lo scuote preoccupato, ma dal battito concitato delle palpebre sembra che anche lui sia stato vittima dello spray soporifero.
"Naruto, chi è stato?"
"Qualcuno che non vuole che troviamo la Kitsune Star."
Ma non ha idea di chi possa essere stato.
"E la cassaforte?"
Naruto risponde a Kiba che non ha avuto modo di toccarla a causa dell'aggressione.
"Allora diamoci un'occhiata adesso."
Kiba raccoglie il piede di porco che aveva portato con sé e torna con Naruto verso la stanza 406, ma non appena vede il buco nella porta esclama:
"Ma che hai usato? Dinamite?"
Naruto scuote la testa e gli indica la sedia, ma Kiba risponde limitandosi a ridere.
I due giungono davanti alla cassaforte in un angolo della stanza e infilano il piede di porco in una fessura dell'apertura. A un segnale di Kiba, uniscono le forze e la porta della cassaforte cade a terra con un tonfo.
Si è aperta.
All'interno c'è una piccola scatola, ma è vuota.
"Dopo tutta questa fatica... che delusione!"
Kiba scuote la testa e fa un grosso sospiro.
L'attenzione di Naruto cade sul lato interno della porta, che a una più attenta osservazione rivela una fessura.
Indaga più da vicino e scopre un quaderno.
Ha tra le mani il diario di Hashirama Senju, il marito di Mito uccisa 13 anni fa, il direttore dell'Hotel Tsukuyomi, nonché l'unica persona a sapere dove sia la Kitsune Star.
Naruto legge la prima pagina divorato dalla curiosità:
17 dicembre 1967,
Sono appena tornato dal funerale di Mito. Oh Mito, non posso credere di averti persa... perché sei dovuta morire? Ogni volta che ripenso alla tua morte, il rimpianto e il dolore mi stringono il cuore. Mito, lo so. So che la tua morte è legata a quello che è successo 12 anni fa. Se solo non avessi sparato a quello scassinatore che si era introdotto in camera mia... se solo non avessi raccolto la Kitsune Star che gli cadde dalla mano, tutto questo non sarebbe mai successo. "
Naruto si lascia sfuggire in un sussurro:
"La Kitsune Star... allora tutto iniziò così..."
Continua a leggere rapito dalla curiosità:
Dan mi ha avvertito, quando ho deciso di chiudere l'hotel e tagliare i ponti con l'Akatsuki. 'Se molli l'Akatsuki, molli anche me. E ricordati una cosa: gli amici chiudono un occhio, gli altri no.' Dan lo sapeva. Sapeva che avrei dovuto pagare la mia libertà con la Kitsune Star... mi ero rassegnato a perdere quel diamante, ma non immaginavo di perdere anche te, Mito. Mito... ho deciso cosa fare. Non darò mai la Kitsune Star a Dan. Non potrò mai perdonarlo per ciò che ha fatto. Mito, ti vendicherò. "
Il diario raccoglie il dolore di Hashirama e il suo bruciante desiderio di vendetta.
Naruto ricostruisce piano piano i fatti: 25 anni fa, il padre entrò di nascosto nella stanza e fu ucciso da Hashirama Senju.
La realtà ha un sapore amaro.
Naruto si scuote dai pensieri, quando sente la voce di Kiba che lo chiama. Devono andarsene in fretta. Suggerisce a Kiba di tornare nelle rispettive case per riprendersi dall'aggressione.
Quando Kiba rientra in casa, il cercapersone inizia a suonare. Hinata lo sta chiamando.
Naruto rimane un attimo fermo riconoscendo il suono che lo aveva risvegliato nella stanza avvolta dalle tenebre.
Rientra in casa e telefona subito a Hinata.
"Naruto, cos'è successo?"
La ragazza inizia a parlare concitatamente non appena sente la sua voce. Aveva chiamato sul cercapersone parecchie volte senza ottenere risposta e si era preoccupata.
"Me la sono vista brutta, ma adesso sto bene."
Hinata rimane con il fiato sospeso quando sente parlare di guai, ma si tranquillizza al tono rilassato di Naruto e gli passa Jiraiya.
All'altro capo del telefono si sente Hinata che lo informa della telefonata di Naruto.
Trascorre solo un istante, prima che la voce profonda di Jiraiya rimbombi nella cornetta.
Gli spiega che ha raccolto delle informazioni su Homura Mitokado. 25 anni fa stava indagando sull'Akatsuki, quando fu sollevato dall'incarico.
Naruto gli risponde che lo ha già saputo dallo stesso Homura e aggiunge ciò che gli ha detto.
Vuole farla pagare a Danzo Shimura, il superiore che infangò il suo nome, e l'unico modo per farlo è dimostrare i suoi rapporti con l'ANBU. L'Hotel Tsukuyomi era un luogo di scambio della refurtiva e Homura è sicuro che esistono ancora oggi delle prove che gli torneranno utili.
Prosegue rivelandogli che ha trovato il diario di Hashirama Senju che scrisse 13 anni fa e si sofferma sullo scassinatore ucciso 12 anni prima dell'inizio del diario.
"Cosa?!"
Persino un uomo provato dalla vita come Jiraiya non riesce a trattenere lo stupore.
Continua dicendogli che l'assassino di Mito Senju fu Dan, il marito della signorina Tsunade.
"Vedo che ti sei dato da fare."
Anche Naruto sente di essere sempre più vicino alla verità:
"Però mi sono fatto fregare come un pivello e mi hanno steso con uno spray soporifero."
"E hai idea di chi possa essere stato?"
"Sì... la signorina Tsunade."
Naruto è pressoché certo della sua supposizione. Innanzi tutto, un sistema del genere può essere usato da una donna. Poi ha avuto rapporti con l'ANBU ed è tenuta sotto sorveglianza ancora adesso. Ha numerosi segreti e odia che la gente chieda troppe cose sul passato del palazzo.
"Cosa intendi fare?"
"Voglio mettere alle strette chi mi ha fatto questo scherzo."
Dopo aver riagganciato, si dirige al primo piano per fare qualche domanda alla donna.

La signorina Tsunade risponde poco dopo aver bussato.
"Chi è?"
"Naruto Namikaze."
"Eh?! Namikaze???"
La voce da dentro la casa trema chiaramente.
"Signorina Tsunade, so tutto ciò che ha fatto. Mi apra."
Spinge la porta con forza, ma senza riuscire a smuoverla. 
La signorina Tsunade strilla di rimando:
"Lei è entrato in casa mia di nascosto e mi ha rubato quella chiave! Se ne vada!"
Dopo questa esclamazione, giunge solo silenzio dalla porta, nonostante la continue domande di Naruto. Non può far altro che rassegnarsi e abbandonare il progetto di farle dire tutto.
Ma come ha fatto a scoprire che è entrato in casa sua?

Mentre fissa il vuoto cercando di chiarire alcuni dei suoi dubbi, sente la voce di Homura salutarlo dalle scale:
"Eri dalla signorina Tsunade?"
Naruto gli rivela che la donna l'ha cacciato, perché sa che si è infilato in casa sua.
Homura inizia a parlare con leggerezza:
"Sai, poco fa la signorina Tsunade mi ha telefonato per parlare di te."
La donna sapeva che Homura era un poliziotto e gli ha chiesto se Naruto non fosse uno dell'ANBU. Il dubbio le era sorto quando ha scoperto che le era stata rubata la chiave con il simbolo della mezzaluna. Secondo la signorina Tsunade, solo un uomo che conosce il suo significato, potrebbe voler rubare quella chiave.

Ma come ha fatto a scoprire che è stato lui?
C'è qualcosa che non gli torna e Naruto chiede:
"Hai detto tu alla signorina Tsunade che sono entrato in casa sua?"
Senza scomporsi minimamente, Homura risponde di no e chiede se l'ispezione al quarto piano gli ha suggerito come usare quella chiave.
"Sono stato stordito mentre mi stavo guardando attorno..."
Naruto gli parla dell'attacco con lo spray soporifero e dei sospetti sulla signorina Tsunade.
Homura si limita a rispondere:
"Forse mi sono sbagliato."
Homura prosegue con tono asciutto e distaccato:
"Quando ho saputo che stavi cercando la Kitsune Star dopo aver ricevuto la richiesta del figlio di Hashirama Senju, ti ho parlato degli appunti, sperando di ottenere delle prove per incastrare Danzo Shimura, ma mi sa che ti ho solo messo nei pasticci..."
A causa sua, Naruto è stato aggredito dalla signorina Tsunade e Homura si pente di averlo coinvolto.
"Ma non mi hai coinvolto tu. Io stavo già indagando sui fatti di 25 anni fa."
"Cos'è successo 25 anni fa?"
Homura sembra non avere idea dell'argomento.
"Voglio scoprire chi ha ucciso lo scassinatore nella stanza del direttore dell'albergo. Non mi interessa per niente quella maledetta Kitsune Star."
Homura spalanca gli occhi in preda allo stupore:
"So qualcosa su ciò che cerchi, ma preferisco parlarne a casa mia."
Homura si allontana senza aggiungere altro.
Ma perché è impallidito sentendo il discorso su suo padre?
Naruto non perde tempo e raggiunge subito l'appartamento 302.
"Sono qui per sentire ciò che hai da dirmi."
Homura lo invita a entrare. La casa è ridotta alla mobilia essenziale.
"Il padrone del bar mi ha regalato del caffè. Te ne faccio uno nero?"
Mentre è in cucina, Naruto ai guarda intorno e nota una foto poggiata vicino al letto che ritrae un giovane Homura accompagnato dalla moglie e dai figli.

Ritorna con due tazze di caffè caldo e le appoggia sul tavolo. L'aroma si espande per la stanza.
"Ora che ci penso, è la prima volta che bevo un caffè con qualcuno in questa casa."
Homura perse la moglie dieci anni fa ed è da parecchio che non vede più i figli.
Naruto coglie una nota d'ira nelle parole di Homura che prosegue spiegando che vuole riscattare il nome non per sé, ma per la sua famiglia.
Le sue disgrazie si abbatterono pesantemente sui suoi familiari, perciò, senza dire nulla a nessuno, decise di mettersi a cercare le prove da solo, ma Naruto ribatte con dei dubbi sulle sue scelte.
"Naruto, tu non capisci. Non mi sono messo a investigare sul passato solo per ripulire il mio nome... io... io ho tolto la vita a una persona, coinvolgendola in un'indagine."

Naruto ha l'impressione di conoscere l'identità della vittima.
"Lui... lo scassinatore... è morto per colpa mia..."
Naruto scuote la testa, quasi deluso di avere indovinato.
"Homura, dimmi tutto ciò che sai sul ladro che è stato ucciso 25 anni fa."

Homura inspira profondamente, prima di cominciare il racconto. Inizia presentando Gregory, il suo informatore.
"Gregory?"
"Sì, ma non è il suo vero nome. Tutti usavano un nome falso in quell'ambiente."
Gregory era uno scassinatore, ma non era mai stato arrestato. Sapeva molte cose sull'Akatsuki, forse troppe.
Homura ebbe l'idea di servirsi di quello scassinatore per la sua indagine. Si accordò con lui e lo fece infiltrare nell'hotel. Tuttavia il piano per acciuffare l'Akatsuki era più fragile del previsto.
Homura freme di rabbia, mentre continua a parlare:
"Danzo Shimura mandò a monte tutto quanto!"
Naruto non riesce a capire cosa fosse andato storto.

Gli chiede maggiori dettagli su Danzo Shimura e l'uomo risponde alzando la voce:
"Non ho pace per ciò che ho fatto..."
Ha sete di sapere tutto ciò che è accaduto quella notte. Tuttavia, Homura è in preda all'ira e continua a ripetere improperi senza capo né coda.

"Vorrei che mi spiegassi alcune cose..."
Homura lo innervosisce con la sua risposta:
"Anche tu eri un detective... vediamo se riesci a farmi dire quello che vuoi sapere."
Non sarà un'impresa facile... ma Naruto vuole scoprire la verità a tutti i costi.
Per farlo, deve trovare il modo di aprire una breccia nel silenzio di Homura.
Naruto inizia con le domande:
"Quale fu il tuo piano per mettere il sale sulla coda dell'Akatsuki?"

Homura pensò che l'unico modo per mettere le mani su un'organizzazione così elusiva era prenderli con le mani nel sacco. L'Akatsuki era molto precisa in ogni sua mossa: non solo il furto, ma anche la vendita della refurtiva era pianificata con estrema cura.
Dopo varie ricerche, Homura venne a sapere che l'Hotel Tsukuyomi era il luogo di scambio dei gioielli. E un giorno scoprì che nella cassaforte del direttore era custodito un diamante.
Homura realizzò subito che se quel diamante fosse stato uno dei gioielli rubati, sarebbe stata la prova schiacciante per incastrare l'Akatsuki.
Il piano era di aspettare che Gregory aprisse la cassaforte e trovasse il diamante, per poi piombare nella stanza e confiscarlo come prova.
Naruto lo interrompe con una domanda:
"Quale segnale doveva fare Gregory per avvertirti?"
"Un segnale dalla finestra."
Dopo aver aperto la cassaforte e recuperato il diamante, Gregory avrebbe dovuto far lampeggiare la luce della torcia sul vetro della finestra per avvertire Homura che aspettava fuori dall'albergo.
Ma il piano non andò come previsto, Gregory scomparve e non ci fu nessuna irruzione delle forze dell'ordine.

"Cosa successe?"
Naruto chiede concitatamente:
"Vuoi dire che Gregory non lanciò il segnale?"
"No, il segnale ci fu, ma..."
"Ma... cosa?!"

Homura scuote la testa e dice che non ne può parlare, perché legato a una promessa che fece a Gregory. Dopo qualche secondo di silenzio, aggiunge con un sospiro che se soltanto l'avesse mantenuta, lui non sarebbe morto.
"Fa male ricordare... ho deciso che ne avrei parlato soltanto con un familiare di Gregory..."

Queste parole fanno scorrere un'ombra sugli occhi di Naruto. 
Ma c'è un'ultima domanda che sente di dove assolutamente fare:
"Che accordo hai fatto con Gregory?"

Homura gli spiega che Gregory voleva uscire dal giro, ma non riusciva a tagliare i ponti con gli altri criminali.
Si è servito di questo punto debole, promettendogli che, in cambio della sua collaborazione, avrebbe ottenuto la protezione della polizia per iniziare una nuova vita senza la preoccupazione di essere indagato o ricercato.

Gregory non si era fidato subito delle sue parole, ma quando Homura gli consegnò le chiavi di una macchina come anticipo per l'aiuto, cedette alle sue insistenze e acconsentì a collaborare.
"Lo so che è illegale, ma era un metodo piuttosto comune al tempo."

Ascoltando il racconto, un dubbio si fa largo nella mente di Naruto:
"Dimmi cosa accadde a te."
Homura freme di rabbia, mentre ripercorre gli avvenimenti di quella sera e la distruzione del suo piano da parte di Danzo Shimura.
"Non ha niente a che fare con ciò che vuoi sapere."
Naruto continua chiedendogli:
"Se portassi qui un familiare di Gregory, mi racconteresti tutto?"
"Sì, ma è impossibile."
Homura scuote la testa con un sorriso amaro.
Naruto torna a casa e prende le chiavi della macchina che erano nel pacco inviatogli dalla madre. Devono essere quelle che Homura diede a suo padre.

***
Naruto torna da Homura.
"Naruto, non vedo nessun altro con te. Avevi parlato di un familiare..."
"Sono io."
Naruto gli mostra le chiavi della macchina che lui riconosce immediatamente: sono le stesse che consegnò a Gregory.
"Erano vicino a un cadavere trovato in un parcheggio del centro 25 anni fa: mio padre."

Homura non nasconde lo stupore di trovarsi davanti al figlio di Gregory. La sorpresa lo lascia senza parole.
"Il vero nome di Gregory era Minato Namikaze e morì proprio la sera del suo ultimo colpo per uscire dal giro. E ancora oggi il suo caso è senza un colpevole."
Naruto trattiene a stento l'ira nelle parole, mentre tormenta Homura con i sensi di colpa.

Gli occhi dell'uomo si riempiono di stupore frammisto a rimorso.
"Quando... quando ho stretto l'accordo con Gregory, lui... lui mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha chiesto se poteva davvero fidarsi di me... io... io risposi con un cenno della testa... e ci credevo... quella risposta era sincera, ma poi... poi..."

Gli occhi del vecchio si velano di lacrime, mentre inizia a raccontare delle ultime ore del padre di Naruto.
Una notte di 25 anni fa Gregory fece un accordo per entrare di soppiatto nella direzione dell'hotel e scassinare la cassaforte. Quando trovò il diamante, lanciò il segnale convenuto dalla finestra della stanza buia.
Ma non ci fu mai un segnale di risposta dall'esterno.
Homura non c'era.

Poche ore prima aveva ricevuto un messaggio da Danzo Shimura che lo informava che le condizioni di sua moglie erano peggiorate e doveva precipitarsi in ospedale.
Homura chiese a Shimura di dargli il cambio sul luogo dell'indagine e andò all'ospedale in tutta fretta. Quando realizzò che il messaggio era falso e tornò all'hotel, incontrò Shimura che gli disse:
"Ho solo ricevuto il messaggio, non l'ho certo scritto."
E aggiunse che non c'era stato alcun segnale dalla finestra. Solamente dopo un collega gli rivelò di nascosto che il segnale, invece, c'era stato. Era stato tutto congegnato da Shimura, ma Homura se ne rese conto solo quando ricevette la notifica di indagine interna e fu sollevato dal caso.
"Naruto, mi dispiace. Se solo mi fossi accorto allora dei legami tra Shimura e l'Akatsuki... se non avessi lasciato la mia posizione, fidandomi di lui, tuo padre non sarebbe morto."

Naruto non se la sente di incolpare Homura, ora che ha saputo come sono andate le cose. Ma non riesce a levarsi dalla testa il dubbio di quali possano essere stati gli ultimi pensieri di suo padre.
"Naruto, dimmi una cosa. Quando l'hai saputo?"
"Ho iniziato a supporlo quando Kabuto mi ha parlato di suo padre Hashirama Senju, ma è stato il diario a darmene certezza."
Naruto aggiunge che il diario non menziona Danzo Shimura e Homura esprime la volontà di parlare con Kabuto. Purtroppo se n'è già andato e Homura abbassa il capo deluso.
"Non ti abbattere. Troverò io le prove che ti servono per incastrare Danzo Shimura."
Naruto è fermamente intenzionato a riportare alla luce tutta la verità nascosta per lunghi anni.
"Aspetta qui senza interferire e lascia fare a me."
Homura acconsente a lasciargli il suo caso e gli consegna una cartolina strappata. Senza dubbio è il pezzo mancante della cartolina che ha ricevuto da Kabuto.
"Sono riuscito a trovare solo questa durante le mie ricerche al quarto piano. Non so a cosa potrebbe servirti... e poi, vuoi che parli alla signorina Tsunade?"

Naruto annuisce e Homura gli promette che dirà alla donna che lui non è dell'ANBU.

"Homura, ho un'ultima domanda. Com'era mio padre?"
Homura lo descrive come un tipo duro e silenzioso, ma diretto. Un giorno gli rivelò che suo figlio voleva diventare un giocatore di baseball.
Naruto esce dall'appartamento e ricostruisce la cartolina, unendo il pezzo appena ricevuto con quello datogli da Kabuto. Ottiene così una cartolina di un paesaggio lunare. Sul retro c'è uno strano codice dall'oscuro significato.

Senza perdere altro tempo, si dirige all'appartamento della signorina Tsunade, ma nessuno risponde quando bussa. Non si perde d'animo e continua a bussare con insistenza.

Dopo un po', si sente la voce della donna:
"Chi è?"
"Naruto Namikaze. Ho trovato il diario di Hashirama Senju e vorrei parlarne con lei..."
Passano alcuni minuti, prima che giunga una risposta:
"Va bene."

Finalmente Naruto riesce a entrare, ma l'atmosfera nella stanza è tesa.
"Non avrei mai creduto che potesse fare una cosa del genere."
I due dicono la stessa cosa nello stesso momento. Naruto si riferisce allo spray soporifero, mentre la signorina Tsunade parla della chiave trafugata.
"Sai mi ha detto di fare attenzione a lei..."
"Signorina Tsunade, Sai era uno dell'ANBU incaricato di tenerla d'occhio... doveva controllare i movimenti dei familiari degli ex membri dell'Akatsuki."
La donna gli chiede a chi si stia riferendo, ma Naruto preferisce non rispondere.

Ma la signorina Tsunade ha altre domande per Naruto:
"E lei chi accidenti è? Me lo dica una buona volta!"
"Io..."

Naruto prende fiato prima di dare la risposta:
"Sono il figlio dello scassinatore che fu ucciso in questo palazzo 25 anni fa."
La signorina Tsunade rimane a fissarlo senza dire nulla.

"Non dovrebbe essere sorpresa, in fondo le avevo già detto tutto: mio padre fu ucciso quando avevo nove anni. Le ho anche svelato che il suo caso è ancora irrisolto. E soltanto dopo aver ricevuto la notifica di sfratto, sono venuto a sapere che fu coinvolto in un'indagine che si svolse all'Hotel Tsukuyomi per recuperare dei gioielli rubati dall'Akatsuki. E durante quell'indagine rimase ucciso."
Dopo lunghi attimi di silenzio, la signorina Tsunade apre lentamente la bocca:
"Come ha fatto a sapere tutto questo?"
"Da uno degli inquilini che era stato colpito dall'Akatsuki. Fu lui a parlarmi del furto della Kitsune Star e della sua scomparsa 25 anni fa. Così incominciai a indagare sul passato di questo palazzo per riportare alla luce la verità. Per lo stesso motivo sono entrato in casa sua."
Naruto prende fiato prima di proseguire:
"Lei cosa sa dell'Akatsuki?"

La signorina Tsunade scuote la testa infastidita:
"Non voglio parlarne."
Ma Naruto la mette alle corde:
"Sapeva che suo marito Dan era uno dei leader dell'Akatsuki?"
"Sì... cambiò da quando si ruppe un dito e non poté più suonare il sassofono."

Tutto nacque quasi per caso, quando pianificò il primo furto grazie a una dritta. Il colpo andò a buon fine e pian piano l'organizzazione criminale lo assorbì sempre di più. Prima che facesse in tempo ad accorgersene, Dan era a capo dell'Akatsuki.

Naruto ripensa a Kabuto e rivolge una domanda alla donna:
"Chi uccise Mito Senju 13 anni fa?'
"Dan... mi rivelò che era il prezzo che Hashirama doveva pagare per il suo tradimento."
Lo Tsukuyomi era il luogo perfetto per lo smercio delle refurtiva.
Dan si liberava dei gioielli consegnandoli ad Hashirama che li custodiva nell'albergo.
Quando Dan trovava un acquirente, avvertiva Hashirama che si premurava di ospitarlo nell'hotel come un qualsiasi cliente, in modo da favorire lo scambio di gioielli e denaro lontano da occhi indiscreti.
Quindi, Hashirama consegnava il pagamento a Dan, trattenendo per sé una commissione.
"Le feste all'hotel erano un mezzo per raccogliere clienti?"
La signorina Tsunade annuisce abbassando lo sguardo.
La consegna dei gioielli non avveniva nelle camere degli ospiti, ma in una stanza adibita allo scopo.
Tuttavia, 25 anni fa Hashirama tradì l'organizzazione.

Dan era venuto a sapere che qualcuno aveva preso di mira la cassaforte dell'hotel e aveva incaricato Hashirama di proteggerla.
All'interno era custodito un diamante che non aveva ancora un acquirente.
Era la Kitsune Star.
Quando qualcuno si infiltrò nella direzione come previsto, Hashirama gli sparò e nascose il cadavere nella ghiacciaia. Due giorni dopo, trasferirono il corpo in un parcheggio abbandonato, dove fu ritrovato.
La vittima era il padre di Naruto Namikaze.
Dopo la vicenda, Hashirama disse che non c'era più traccia della Kitsune Star.
Dan sospettò di lui, ma non disse nulla, temendo di perdere la base di scambio.
Tuttavia, 12 anni dopo Dan decise di uccidere la moglie Mito, quando Hashirama si risolse a chiudere l'albergo e a tagliare i ponti con l'Akatsuki.
Inoltre, la presenza di Mito era pericolosa per Dan a causa di tutto ciò che sapeva.

La signorina Tsunade riprende fiato alzando le spalle, ma Naruto ha ancora delle domande:
"Ha parlato di una camera adibita allo scambio dei gioielli..."
Anche lei l'ha cercata durante il restauro dell'edificio, ma senza alcun risultato ed è convinta che la chiave trafugata da Naruto serva per entrare lì.
"Ho parlato fin troppo..."
"Ma non mi ha ancora detto tutto."
La donna chiede qualcosa in cambio delle sue parole:
"Per favore, trovi ciò che io non sono riuscita a trovare."
Sta parlando della misteriosa camera degli scambi.
Naruto acconsente e la signorina Tsunade gli consegna una fotografia scattata all'inaugurazione dell'Hotel Tsukuyomi.
Posa anche una piccola chiave sul suo palmo.
"Le servirà anche questa."

Le era stata data dal marito insieme alla chiave con il simbolo della mezzaluna. La donna consegna a Naruto anche un vecchio foglio stropicciato che risulta essere una mappa del quarto piano con alcuni segni. Guardando meglio, Naruto si accorge che ci sono sei piccoli cerchi e una X. Sul bordo del foglio sono scritte le parole "Dietro la luna".

"Però non saprei dirle come usare tutte queste cose..."

Naruto le promette di trovare la stanza misteriosa ed esce dalla casa.

Confronta attentamente la fotografia dell'inaugurazione con quella di 13 anni fa alla ricerca di una differenza e scopre una finestra circolare che manca nell'immagine più recente.
Dopo qualche ragionamento, comprende che probabilmente la camera si trova tra il vano dell'ascensore e la stanza 405, ma non riesce a figurarsi dove possa essere l'entrata.
Finalmente ha un punto di partenza e sa che la risposta sarà di sicuro al quarto piano.

Sale di fretta e inizia con un'indagine approfondita di tutte le stanze.
Servendosi della luce della torcia ispeziona la 401, dove trova un grande letto.
Sulla testata nota un'incisione a forma di mezzaluna con un numero e se li appunta sul taccuino.
"Potrebbe tornare utile..."

Passa poi alla 402 dove trova un altro numero sul lato di un'anta nell'armadio. Nella 403 è sulla gamba di una vecchia sedia. Nella 404 è sulla superficie di una scrivania. La 405 lo nasconde sulla cornice di uno specchio e, infine, trova un numero anche sulla finestra alla fine del corridoio. Naruto li disegna tutti sul taccuino.
Ispeziona con particolare attenzione la prete della stanza 405, vicino alla finestra che ha notato sulla vecchia fotografia, ma non trova nulla di anomalo.

Osserva gli appunti, ma non riesce a capire cosa possano significare. Passa lo sguardo sul codice scritto sul retro della cartolina, ma la soluzione fatica ad arrivare...
Gli manca ancora l'ascensore da ispezionare. Sale e prova di nuovo a confrontare il codice sul retro della cartolina con i numeri e i simboli a forma di mezzaluna raccolti nelle stanze.
Non appena solleva lo sguardo sul pannello dell'ascensore, si accorge che riporta gli stessi simboli del codice scritto sul retro della cartolina.
Un'idea inizia a prendere forma nella sua testa...
Un'osservazione più attenta dei pulsanti gli fa notare che su quello del quarto piano c'è un coperchio con una piccola serratura.
Inserisce la chiave che ha avuto dalla signorina Tsunade e la gira verso destra.
Il coperchio si apre, facendo cadere a terra il pulsante.
Nello spazio che si è creato, c'è un interruttore e Naruto lo aziona senza pensarci troppo.
A quel punto preme i pulsanti del pannello.
Segue cautamente l'ordine ottenuto confrontando il codice sul retro della cartolina con i numeri e i simboli trovati al quarto piano.
Non appena solleva la mano dall'ultimo pulsante, l'ascensore si mette in moto per poi fermarsi.
Una parte del sedile si apre con un rumore sordo, rivelando un'altra serratura.
Naruto inserisce la chiave con il simbolo della mezzaluna e si apre uno sportello sotto il sedile, facendo apparire un ingresso.

Naruto ai accovaccia per entrare nella stanza segreta.
L'interno è buio e polveroso. Al centro c'è un tavolo da poker, mentre lungo il muro di trova una scrivania con una lampada accesa.
Sulla scrivania c'è un leggio che ospita il registro di tutte le transazioni di preziosi dell'Akatsuki, mentre in un cassetto trova una vecchia busta marrone che contiene un distintivo della polizia di Los Angeles e una fotografia.
Probabilmente, l'uomo con il cappello ritratto nella fotografia è Dan Kato.
Nella fotografia ci sono tre uomini: Dan Kato sulla destra e un uomo che Naruto ha già visto al centro. Ci vuole solo un attimo prima di accorgersi che si tratta del candidato sindaco Danzo Shimura che ha visto in televisione. L'uomo al centro della foto è lui da giovane.
Sulla sinistra c'è Hashirama Senju. Ecco le prove per dimostrare i rapporti tra Danzo Shimura e l'Akatsuki. Ormai mancano solo pochi passi per agguantare l'intera verità.
Solleva lo sguardo sul quadro appeso alla parete: è un paesaggio che ritrae una nave tra le onde e un faro.
Abbassando lo sguardo, nota un interruttore nella zona inferiore della cornice e lo preme tenendo gli occhi fissi sul faro.

"Urgh... che luce!"
Un fascio di luce si diparte dal faro per illuminare la parete opposta.
Voltandosi verso la destinazione della luce, Naruto vede un'ombra stagliarsi sulle quattro carte disposte a ornamento sulla parete.
L'ombra ha la forma di una mezzaluna e la parte concava sembra abbracciare l'asso di quadri.
Una luce dal faro...
Naruto ha un lampo di genio: è di fronte all'indicazione per ritrovare la Kitsune Star!

***
Sulla terrazza, la luce del tramonto si riflette sulle finestre degli edifici vicini.
La luce del faro si allunga sul muro di mattoni situato all'estremità opposta 
La luce indica precisamente uno dei mattoni e, a guardarlo da vicino, sembra più nuovo rispetto agli altri.

Naruto solleva una pietra da terra e colpisce il mattone con forza fino a romperlo. Nel vuoto che si è formato appare un diamante. Naruto lo solleva, pensando che non ne ha mai visto uno così grande:
"Eccoti... Kistune Star."

Non riesce a staccare gli occhi dalla pietra e rimane a fissarla per interminabili secondi.

Suo padre è morto stringendola in mano. 
Senza accorgersi, Naruto stringe con forza il diamante, mentre ripensa al padre.
La pietra lega così il padre e il figlio attraverso 25 anni.
A questo pensiero, Naruto ha l'impressione che il diamante si stia sciogliendo nel palmo.
Abbassa lo sguardo sul pugno chiuso che stringe la Kistune Star e percorre con la mente la memoria fino a ricordare la grossa mano del padre che stringeva la sua.
Quando si volta per tornare indietro, vede aprirsi le porte dell'ascensore.
Le porte si aprono a rivelare la figura della signorina Tsunade. "Ha acceso lei la luce del faro?"
Naruto annuisce e alla donna basta quel semplice gesto per comprendere che ha trovato la stanza misteriosa, perché è l'interruttore alla base della cornice ad accendere il faro.
Sapeva di questo particolare, sebbene non fosse mai entrata nella stanza.
Quello era il luogo dove il marito Dan aveva commesso i suoi atti criminali e la donna non aveva mai voluto entrarci.
"Perché non mi ha detto nulla, se sapeva dov'era la stanza?"
La signorina Tsunade aveva giurato a se stessa di non rivelare mai l'ubicazione a nessuno e aggiunge, dopo alcuni secondi di silenzio:
"Namikaze, le sue domande mi hanno fatto capire una cosa: non sarei mai riuscita a nasconderle tutto."
Il palazzo cela tutti i crimini che hanno macchiato la vita di Dan Kato e la moglie aveva deciso di purificarne il ricordo disfandosi dello stabile, a condizione che lo abbattessero.
Ma Naruto le ha messo i bastoni tra le ruote, facendo luce sull'oscuro passato del palazzo.
"Perciò ho pensato di giocare il tutto per tutto. Una scommessa in cui la posta in gioco era lasciare questo posto pieno di segreti o libero da ombre."
"Quale scommessa?"
"Che lei riuscisse a trovare la stanza segreta."
Naruto le chiede come si aspettava che sarebbe finita.
"Ero certa di perdere. Sapevo che lei avrebbe scoperto tutto. Però decisi lo stesso di sfidarla a trovare la stanza. Se ci fosse riuscito, le avrei raccontato tutto ciò che so."
"Ma cosa voleva nascondermi?"
"I crimini di mio marito."
La signorina Tsunade abbassa lo sguardo mentre inizia il racconto.
Dan Kato era il leader dell'Akatsuki e si serviva dell'hotel per rivendere la merce. Quell'uomo ha coinvolto perfino la polizia nei suoi loschi traffici e ha ucciso la moglie di un amico per punire il suo tradimento...

I suoi crimini sono rimasti occultati nel palazzo per anni.
"Io volevo tenerli tutti nascosti fino alla morte, ma ormai non posso più farlo... Namikaze... da quando è venuto a casa mia oggi, ho iniziato a pensare che lei avrebbe scoperto tutto quanto e io..."
Dopo aver preso fiato, la signorina Tsunade gli chiede se ha trovato anche ciò che neanche lei ea riuscita a trovare e Naruto risponde annuendo.
Le rivela di aver recuperato il diario di Hashirama, le prove dei legami con la polizia e la Kitsune Star.

Naruto le mostra il diamante:
"Fu il furto di questa pietra a spingere suo marito a uccidere Mito Senju."
"Sì... tutto iniziò con la sua scomparsa..."
Naruto la corregge:
"No, non con la sua scomparsa, ma con il suo furto."
Lascia trascorrere una manciata di secondi prima di proseguire:
"Se Dan fosse ancora vivo, gli mostrerei questo diamante e lo obbligherei a confessarmi tutti i suoi crimini."
"Sì... se fosse vivo..."
La voce della signorina Tsunade esce in u sussurro.
Alza lo sguardo verso di lui e gli dice:
"Tutto ciò che ha trovato è suo adesso: la Kitsune Star, ciò che era nascosto nella stanza segreta... sta a lei decidere che farsene."
La signorina Tsunade prende fiato e continua:
"Ma le devo una spiegazione."
La donna guarda Naruto dritto negli occhi.
Nonostante il velo di dolore, ha un'espressione sincera.
"Vorrei parlarle di me, di una stupida donna che perse la testa per un uomo malvagio."
Tsunade conobbe Dan a 19 anni. 
Lei era una ballerina, mentre lui suonava in una band.
"Capii subito che era un poco di buono."
Dan era accompagnato ogni giorno da una ragazza diversa e frequentava uomini loschi, ma Tsunade ne rimase affascinata.
"Quando ero al suo fianco, ero combattuta tra l'amore e l'odio, ma non riuscivo a staccarmi... più cercavo di allontanarmi da lui, più lo desideravo e lo amavo."

Quando Dan iniziò a sporcarsi le mani con dei crimini, ne condivise il segreto con lei, legandola a doppio filo nella consapevolezza dei suoi delitti.
Naturalmente un rapporto del genere non poteva che degenerare con il tempo...
E quando seppe che Dan e Mito avevano una storia, non rimase nemmeno troppo sorpresa 
Quando Dan uccise Mito, tornò a casa e con un leggero sorriso le disse:
"La colpa è stata solo sua. E noi adesso abbiamo un nuovo segreto."
Tsunade si rese conto solo allora di quale destino si prospettava al fianco di quell'uomo.

Perciò decise di fermarlo:
"Quel giorno... ero... ero determinata a sparargli."
Ma per ironia della sorte fu Hashirama a ucciderlo.
Quando la vide, la tramortì con il calcio della pistola.
Lei perse conoscenza e quando rinvenne, reggeva in mano la pistola che aveva sparato a Dan.
Davanti ai suoi occhi, c'era il marito esanime riverso a terra.
Il volto contorto dal dolore di Dan la colpì.
Le labbra sembravano muoversi tremolanti a chiedere perdono per i propri peccati.
"Fu in quel momento che gli giurai di non rivelare mai a nessuno i segreti di cui ero a conoscenza. Da quel momento veleggiai nell'oscurità, come una nave alla deriva nel buio della notte. Tremavo nelle tenebre, scossa dal rumore delle onde."
In occasione dell'arresto, non fece il nome di Hashirama.
Voleva essere incolpata di qualcosa, ma il processo la dichiarò innocente.
Con l'eredità lasciata dal marito acquistò l'albergo e lo trasformò in un condominio.
"Ebbi come l'impressione che il faro di questo palazzo mi avrebbe indicato la rotta per uscire dal mare di tenebre in cui la sua morte mi aveva gettata. Speravo di potermi liberare dalla paura... ma fui un'ingenua."

"Non sono nemmeno riuscita a mantenere il mio giuramento... ecco, le ho detto tutto..."
La signorina Tsunade ha terminato il racconto.
"Non avrebbe torto a disprezzarmi ora che sa che genere di donna sia... per questo non ho mai voluto parlarne con nessuno..."
Naruto risponde in un sussurro:
"Non è vero... in realtà sperava di potersi sfogare con qualcuno."
Confessioni di quest'entità costringerebbero chiunque a lasciarsi andare.
"Non immaginavo che chiudersi in un mondo di ricordi, continuando ad amare qualcuno, potesse essere così doloroso..."
La signorina Tsunade si lascia trasportare dal flusso delle proprie emozioni:
"Sì, Namikaze, ha ragione... io... in fondo... volevo trovare qualcuno con cui potermi sfogare."
La donna si lascia cadere a terra priva di forze ed esplode in un pianto incontrollato.
Le emozioni e i sentimenti, tenuti a bada troppo a lungo, la stravolgono in una lunga serie di singhiozzi.
Naruto si ritrova a pensare che anche lui avrebbe tutte la ragioni di sedersi accanto a lei e piangere.
Il poderoso flusso di sentimenti contrastanti scaturiti dalla verità sulla morte del padre è difficile da placare.

Naruto comprende che per la signorina Tsunade questa confessione ha avuto il potere di dissipare una nebbia che la soffocava da anni, ma il dolore nel petto non sparirà mai.
Tuttavia le lacrime laveranno via gli angoli più spinosi e porteranno conforto in un animo lacerato.
Naruto attende pazientemente che le lacrime si diradino sulle gote della donna.
Il freddo delle note cala sulla terrazza e Naruto allunga la mano per aiutare la donna ad alzarsi.
"Fino ad oggi non ho mai chiesto l'aiuto di nessuno per riuscire a rialzarmi..."
La signorina Tsunade gli afferra la mano e si alza in piedi con gli occhi ormai asciutti.

Quelle pupille brillano della luce riflessa del faro e sono salde mentre osservano Naruto.
"Dovrò presto dire addio a questo faro e spero di trovare la mia rotta anche senza la sua luce a guidarmi."
Naruto alza lo sguardo verso il faro senza dire nulla.
Rimane ancora un po' sulla terrazza, dopo che la signorina Tsunade si è allontanata.

Attende qualche minuto, per poi dirigersi nella stanza 406 e spalancare le tende.
Dalla finestra ricoperta di polvere, vede stagliarsi le linee della città di notte lavata dalla pioggia.
Non è di certo lo stesso paesaggio su cui posò gli occhi il padre.
Però dopo 25 anni, Naruto ha la stessa età del padre quando quella stanza lo vide morire, davanti all'ultima finestra su cui cadde il suo sguardo.
Qual è stata l'ultima cosa che vide da questa finestra?
Naruto ha scoperto la verità sulla sua morte, ma non sa come trovare la verità del suo cuore... eppure ha capito una cosa.

Questa finestra si è appannata con l'ultimo respiro di un uomo che si è sacrificato per la moglie e per il figlio.
Naruto chiude le tende.
Fermo di fronte alla finestra, rivolge un ultimo pensiero alla memoria di suo padre.
Il mattino successivo, viene svegliato dallo squillo del telefono.
"Buongiorno Naruto."
La voce della madre risuona piena di vita.
"Ieri sera mi ha telefonato Jiraiya. Perché non me l'hai detto?"
"Cosa avrei dovuto dirti?"
"Del suo ricovero, no?"
Naruto scuote la testa con un leggero sbuffo.
"Guarda che Jiraiya me l'ha detto che sei diventato molto più responsabile e che si può fidare di te."
La madre sembra felice.

Naruto non se la sente ancora di raccontarle la verità sulla morte del padre, sebbene sappia che un giorno dovrà farlo. Apre la bocca per dirle:
"Mamma... ti ricordi quando ti ho chiesto perché amavi un uomo come papà?"
"Certo che mi ricordo."
"Beh, ci ho pensato e... ecco... se io pensassi di perdonarlo e volessi incontrarti... ti andrebbe di continuare il discorso che abbiamo lasciato in sospeso?"
"Ma certo, Naruto..."
Dopo un breve saluto, la madre riaggancia.

Naruto va in bagno a sciacquarsi la faccia con dell'acqua fredda.

Dopo essersi vestito, telefona a Hinata per informarla di aver finito il lavoro.

"Hai trovato quello che stavi cercando?"
"Sì, insieme alla verità su papà."
Hinata gli chiede se vuole parlare con Jiraiya, ma Naruto le risponde che passerà più tardi dall'ufficio e riattacca.

Esce di casa e passa a trovare Homura per dargli ciò che stava cercando.
Gli racconta della stanza segreta che l'Akatsuki utilizzava per la compravendita dei gioielli.
"Questo registro contiene tutte le transazioni effettuate dall'Akatsuki. Poi, ho trovato questo distintivo della polizia di Los Angeles e questa vecchia foto dove appare Danzo Shimura insieme all'Akatsuki."
Homura è al colmo della gioia e rientra in casa gongolando al pensiero di poterlo finalmente incastrare.
Naruto ha mantenuto anche questa promessa.
Stiracchia la schiena e scende al primo piano, deciso a passare da un'agenzia immobiliare.
Ma nella hall si imbatte in Ayame dell'Ichiraku Café, che lo chiama con entusiasmo.
"Sei piena di vitalità oggi."

La ragazza è felice perché la madre è venuta a parlare con suo padre proprio in quel momento. Niente è sicuro, ma potrebbe darsi che...
"E tutto grazie a te, Naruto."
Naruto non riesce a capire cosa voglia intendere.
"Sei stato tu a parlare con papà e a fargli capire che bastava solo la sua volontà per ricostruire la famiglia!"
Naruto ha l'impressione di avere fatto un discorso del genere, ma non ricorda più i particolari.
Dal bar si sente la voce di Teuchi che cerca la figlia.
La sua faccia sbuca dalla porta.
"Papà, come sta andando con la mamma?"
"Ayame, non so come fare... non so cosa dire... vieni a darmi una mano."
Ayame sorride teneramente:
"Stai tranquillo, avete tutto il tempo del mondo e la mamma sa che non è facile per te..."
Ayame torna verso il bar a passo leggero.
"Non è così facile..."
Teuchi borbotta imbarazzato, ma Naruto risponde sorridendo:
"Ayame ha ragione. Ci vuole tempo per sistemare le cose."
Teuchi annuisce stringendo le labbra e appare chiara la sua intenzione di recuperare il rapporto nonostante le chiare difficoltà.

Dopo aver salutato Teuchi, sente la voce di Kiba che lo chiama. Si volta e lo vede arrivare con una chitarra tra le mani.
"Naruto, ho un lavoro: mi hanno detto che devo fare delle esibizioni dal vivo e inizio tra una settimana!"
Sembra che il gestore di un locale sia stato impressionata dalla sua canzone trasmessa alla radio.
Però Kiba è in pensiero perché gli è stato chiesto un brano originale per chiudere il ciclo di serate. Naruto lo fissa ed esclama senza mezzi termini:
"Scrivilo!"
Kiba spalanca gli occhi sorpreso, ma Naruto continua:
"Adesso come adesso, sei in grado di scrivere qualcosa di nuovo. Conosci il dolore e la felicità: quale argomento migliore puoi trovare per una canzone?"
Kiba sorride e annuisce:
"Hai ragione!"
Naruto è felice di vedere Kiba più forte e più maturo.

Dopo qualche secondo di silenzio gli chiede come va.
"Tutto bene... a te com'è andata la ricerca del diamante?"
Naruto risponde che era tutta una storia senza fondamento. Kiba scuote la testa:
"E anche il sogno di diventare ricchi è andato in fumo, allora."

Mentre parlano, la signorina Tsunade esce si casa e si avvicina lentamente:
"Signor Inuzuka, quando ha intenzione di pagarmi l'affitto?"
"Ah, scusi... potrebbe aspettare ancora un po'? La settimana prossima inizio un buon lavoro e... e poi le potrò ridare tutto..."
La signorina Tsunade lo guarda per un momento e poi acconsente ad attendere ancora.
Kiba si allontana per non arrivare in ritardo.
"Il signor Inuzuka è cambiato."
La donna si rivolge a Naruto e prosegue a esprimere le proprie impressioni:
"Mi guarda quando parla e ha un'espressione più solare. Riesco persino a fidarmi delle sue parole per l'affitto. Chissà cosa gli è successo..."
"Ha avuto un'esperienza simile alla sua. Dopo anni di segreti, è riuscito a superare le sue paure e i suoi dolori."
Dopo una breve pausa, Naruto cambia argomento:
"Ha già deciso cosa fare dopo aver venduto lo stabile?"
Tsunade risponde con un dolce sorriso:
"Vorrei fare il viaggio che ho rimandato a lungo... un viaggio in nave a solcare le onde della notte, guidata dalla luce di un faro... e lui, signor Namikaze? Le va si venire con me?"
Naruto declina l'invito con un tenere sorriso. Tsunade lo osserva per un istante prima di cambiare discorso:
"Tutti hanno ormai finito con i preparativi del trasloco, tranne lei e il signor Inuzuka. Guardi che non c'è più molto tempo a disposizione."
Posa lo sguardo sul volto di Naruto e prosegue:
"Non sarà facile neanche per me, ma credo che lei lo possa facilmente immaginare."
Dopo queste parole e un breve saluto, la donna torna verso casa.
Naruto la segue con lo sguardo, mentre un sorriso amaro sorge sulle sue labbra.
Nonostante ciò che ha passato è tornata ad essere la signorina Tsunade di sempre.

Naruto su rassegna a uscire alla ricerca di una nuova casa, ma il cercapersone esprime il suo dissenso con un trillo. Lo spegne con un movimento automatico della mano, mentre pensa che non ha più niente in sospeso in questo palazzo.
Poggia la mano sulla maniglia dell'ingresso e fa il passo per uscire.

***
La ricerca di una casa risulta essere una perdita di tempo, perché non riesce a trovare nulla che gli piaccia.
Dopo aver guardato diverse proposte, si dirige alla Konoha Crown per arrivare in orario.

Era da molto che Naruto, Jiraiya e Hinata non passavano del tempo insieme nell'ufficio e l'atmosfera è imbarazzata.
"Hai trovato ciò che cercavi?"
Naruto si aspettava questa domanda.
Prende fiato e racconta ai due gli ultimi momenti della vita del padre.

Al termine del racconto, il silenzio cala nell'ufficio, ma Jiraiya lo infrange dicendo:
"Come ti senti? Tuo padre mi diceva sempre che suo figlio era troppo buono..."
Naruto ha saputo dalla madre quanto Jiraiya fu gentile e sensibile quando ritrovarono il cadavere del padre.
Jiraiya inizia a raccontare come conobbe Minato.
Si videro in un piccolo pub, dove Jiraiya smaltiva spesso la sbornia con gli eccessi propri della gioventù.
Si lasciava spesso andare a discorsi con sconosciuti e capitò così che parlarono di tanto in tanto. Minato era un tipo taciturno, ma l'alcool lo faceva diventare più loquace e deliziava Jiraiya con discorsi sulla moglie dolce, ma concreta e sul figlio esuberante, ma a volte troppo serio per la sua età.
Poi Jiraiya non frequentò il locale per parecchi giorni a causa del lavoro e l'incontro successivo fu con la straziante figura del cadavere di Minato.
Jiraiya solleva la tazza chiedendo a Hinata un altro caffè.

Hinata glielo porta e si risiede, per poi voltarsi verso Naruto e chiedere:
"Pensi che Homura riuscirà davvero a incastrare Danzo Shimura?"
Ma la risposta giunge da Jiraiya:
"Se c'è qualcuno che ce la può fare, quello è Homura."

Homura fu sollevato dal caso dell'Akatsuki a causa di un'inchiesta interna voluta da Danzo Shimura.

Aveva i suoi difetti quando era in polizia: era testardo e avventato, ritrovandosi spesso da solo nelle indagini, ma ha sempre combattuto il crimine senza scendere a compromessi, finendo per scambiare la felicità familiare con dei risultati migliori al distretto.
Fu la malattia della moglie a farlo riflettere sulla famiglia. Aveva deciso di prendersi una vacanza e partire in viaggio insieme, non appena fosse riuscito a mettere l'Akatsuki alle corde.
Il destino beffardo gli diede tutto il tempo di cui poteva avere bisogno, quando fu sollevato dall'incarico. Ma la notizia dell'inchiesta interna fece peggiorare le condizioni della moglie, che se ne andò prima del tempo. La lunga serie di terribili vicende scavò un fossato anche tra lui e i figli.

Mentre ascolta il racconto di Jiraiya, Naruto si rende conto che anche Homura nasconde dentro di sé un pesante fardello di dolori e rimorsi.
Se anche riuscisse a incastrare Danzo Shimura, sarà in grado di superare il passato e ricominciare a vivere?

Jiraiya allunga le braccia, si stiracchia e borbotta:
"Hai finito con quell'ordine, perciò da domani vedi di fare il tuo meglio con le vendite."

 

Domani l'epilogo! ;D

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Capitolo 11
*** Epilogo ***


EPILOGO

Union Station,
27 dicembre 1980
6:00 AM


La mattina rischiara la stazione ancora desolata.
Solo la figura di un uomo si staglia sotto l'orologio della vasta sala d'attesa per i treni a lunga percorrenza. L'uomo con il volto coperto da occhiali da sole si chiama Kakashi Hatake ed è fermo a fissare l'ingresso della sala da almeno 30 minuti.
Kakashi è infastidito dal proprio nervosismo e cerca di scaricarlo lasciando sfuggire un pesante sbuffo dalle labbra.
Non sa se la donna crederà alle sue parole e si farà vedere, ma solamente lui è in grado di farla fuggire dall'ANBU che le sta alle costole.
La lancetta dell'orologio ha già raggiunto le 6, l'ora dell'appuntamento.
Ancora dieci minuti di attesa prima di andarsene e sparire.
Non appena il pensiero gli passa per la testa, nota una figura attraversare l'ingresso.
Riconosce una sagoma femminile, mentre il suono dei tacchi sul pavimento di marmo riecheggia per l'ampio salone.
Il volto è nascosto da una luna sciarpa e un impermeabile copre le fattezze della donna che tiene in mano una borsetta di piccole dimensioni.
La ragazza si ferma in mezzo alla sala e si guarda intorno incerta su dove andare.
Kakashi osserva i suoi movimenti per una manciata di secondi, prima di staccarsi dalla parete e avvicinarsi togliendosi gli occhiali da sole.
"Konan, sono qua."
La voce improvvisa fa sussultare la donna che si volta impaurita, ma il timore si tramuta in sollievo quando lo riconosce e gli rivolge un cenno d'intesa.
Kakashi le consegna un biglietto e le poggia un braccio sulle spalle per accompagnarla fuori dalla sala.
Quando giungono al binario, Kakashi abbassa il braccio e guarda per la prima volta il viso della ragazza.
Gli occhi castani sono velati da una profonda insicurezza.
Kakashi le si avvicina per dirle:
"Fidati di me. Non sarà un viaggio breve, ma ti porterà alla libertà e io sarò al tuo fianco finché non l'avrai raggiunta."

Quel giorno vide Konan Tenshi scomparire da Los Angeles senza che nessuno dei suoi abitanti sapesse mai dove fosse diretta.

Hollywood,
26 dicembre 1980
10:00 PM

Una sera di fine anno cala sui numerosi clienti del bar di un hotel.
Al bancone del vecchio bar di fronte al Chinese Theatre, siede un uomo con una camicia a scacchi.
Si chiama Sai e a prima vista sembra una brava persona, ma in realtà lavora per l'organizzazione criminale ANBU.
Era da molto che Sai non si rilassava con dei liquori così buoni e l'alcool sta iniziando a dargli alla testa.
O forse tutto gli sembra più buono da quando ha lasciato il palazzo e quell'odioso lavoro. Per anni ha dovuto rinunciare a se stesso e recitare un ruolo.
Butta giù l'ultimo sorso, mentre continua a riflettere che era come essere un poliziotto sotto copertura, ma i lunghi anni in vesti che non erano sue gli hanno fatto quasi dimenticare che persona fosse originariamente.
Ancora adesso non crede del tutto alle parole di quell'uomo, ma capisce che era stato necessario andarsene, perché nessun giuramento è davvero importante, quando si è soltanto una pedina. Ormai era giunta l'ora di rassegnare le dimissioni.

"Le posso servire qualcos'altro?"
Dalla parte opposta del bancone giunge la voce del barista, accortosi del bicchiere vuoto.
"Ma sì, fai tu."
Prima che gli arrivi da bere, Sai si alza e va nella hall a cercare un telefono pubblico.
Digita il numero e ascolta lo squillo ripetersi alcune volte, prima che si avvii una segreteria telefonica.
Sai non riesce a crederci: gli aveva detto che l'avrebbe chiamato la sera successiva, ma quell'uomo non è in casa ad aspettare la sua telefonata.
Sai scoppia a ridere, per poi decidersi a lasciare un messaggio:
"Namikaze, sono io. Non voglio più avere a che fare con te. Hai capito? Scordati di me... e se manterrai la promessa di non parlare a nessuno di me, io dimenticherò tutto quello che ho visto e sentito in quel condominio. Ma se spifferi qualcosa i giro... allora io... io..."
Tutto d'un tratto si sente uno strano suono dall'altro capo del telefono e la chiamata si interrompe.

Sai torna al bar dove trova un bicchiere da cocktail ad aspettarlo sul bancone. Il barista versa il contenuto dello shaker non appena lo vede rientrare. Lo guarnisce con una fetta di limone e un'oliva.
Al primo sorso, il volto di Sai si cosparge di soddisfazione e dice al barista:
"Mi dici una cosa? Quanti anni ci vogliono per fare un cocktail così buono?"

Quella notte vide Sai scomparire da Los Angeles.
Nemmeno l'ANBU riuscì mai a ritrovarne le tracce.

Centro di Los Angeles,
26 gennaio 1981
3:00 PM

Nel parco riscaldato dal sole pomeridiano risuonano le voci gioise dei bambini.
Un'automobile si ferma lì vicino per far scendere un uomo.
Si chiama Naruto Namikaze e abitava in un condominio del quartiere fino all'anno precedente.
Con passo cadenzato attraversa l'incrocio vicino e si dirige al palazzo in cui passò quattro anni, dopo essere arrivato a Los Angeles. Le strade hanno un sapore conosciuto e Naruto si rende conto che è trascorso soltanto un mese dal trasloco.
Svolta a un angolo e scopre che l'edificio è circondato da un recinto. Si avvicina per spiare da una fessura e vede che una parte del palazzo è già stata demolita.
Segue il recinto fino al lato opposto, dove riesce a vedere che il suo appartamento e il faro del tetto non sono ancora stati toccati.

"Naruto!"
Una voce alle spalle lo fa voltare verso il viso sorridente di una ragazza.
"Ayame?"
"Non avrei mai pensato di vederti da queste parti. Passi spesso di qua?"
"No, è la prima volta dopo il trasloco."
"Anche per me, ma penso che sarà anche l'ultima."
Ayame lavorava al bar del condominio e a breve si trasferirà a Boston con i genitori.
"Avete deciso di aprire un nuovo locale?"
"Sì, ne abbiamo trovato uno piccolo, ma tanto carino, vicino alla casa dei genitori di mia madre."
"Bene!"
"Naruto, passa a trovarci se ti capita di venire a Boston. Ti prometto che convincerò papà a prepararti l'hamburger alla california che ti piace tanto."
Ayame sbircia attraverso il recinto alla ricerca del luogo in cui c'era l'Ichiraku Café.
"Beh, ti devo salutare. Ciao!"

Dopo che Ayame si è allontanata, Naruto attraversa la strada e alza lo sguardo a cercare quella finestra al quarto piano e si ferma a guardarla per parecchi minuti.
Torna all'ingresso del parco e risale in macchina. Mentre inserisce la chiave, nota Ayame che cammina assieme a Teuchi e a una donna di mezz'età. Sorride pensando che, a vederli così, nessuno direbbe mai che quella famiglia si sia mai divisa.

Abbassa lo schienale del sedile e intreccia le dita dietro alla nuca.
Oggi il cielo di Los Angeles ha un colore diverso, chissà se per tutti gli inquilini del Condominio Tsukuyomi l'aria ha un sapore diverso, dopo tutte le parole spese tra quelle mura.
Naruto chiude gli occhi e si lascia trasportare dal torpore pomeridiano, mentre in un angolo recondito del cuore qualcosa gli dice che...
"Hinata mi sveglierà."





FINE
___________

Salve a tutti! Spero che la storia vi sia piaciuta!
È ispirata a un gioco intitolato "Last Window: Il segreto di Cape West". È stato uno dei primi racconti gialli che ho seguito, e ogni volta che pensavo ad un AU giallo nel fandom di Naruto, mi saltava sempre in mente questo gioco. Non è mai nata come una storia naruhina o su qualsiasi altra ship, perciò mi dispiace per le persone che si aspettavano un passo in più da questo Naruto più figo del solito ahah.
Spero vi sia piaciuto l'adattamento!

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