Cuore di ghiaccio

di orny81
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arya ***
Capitolo 2: *** Confessioni ***
Capitolo 3: *** Fantasmi ***
Capitolo 4: *** L'albero del cuore ***
Capitolo 5: *** Rose blu ***
Capitolo 6: *** Attesa ***
Capitolo 7: *** Morte ***



Capitolo 1
*** Arya ***


 
 
Arya

 
Molto tempo è passato da quando ha oltrepassato le mura del cancello di Grande Inverno insieme a suo padre, la persona che ha più amato al mondo, Ned Stark.
Le manca immensamente, sono passati molti anni dalla sua morte ed ancora sente accanto a sé la sua presenza. 
E' cambiata tanto nel corso degli anni. Non è più la bambina sprovveduta che era in principio. E' tornata da poco tempo a casa. Non è tanto diversa da come l'ha lasciata. A parte qualche cambiamento è sempre la stessa, sono le persone che ci abitano che sono cambiate totalmente.
Ritrovare Sansa è stato per lei così strano. Non odiava sua sorella,  solamente non riusciva a tollerare la sua stupidità e la sua ingenuità verso le persone. Viveva di canzoni e parole d'amore, lei invece di guerra e lotta.
Due mondi completamente diversi. Guardandola ora, trova una donna davanti a sè bellissima, provata da tanto dolore.
Gli occhi di Sansa sono tristi. Non è più la sorella che rideva per un non  nulla. La sorella che amava cucire e con la testa piena di canzoni d'amore.
Un giorno mentre erano  sedute davanti al camino della  camera da letto di Sansa, le aveva raccontato  dei suoi matrimoni. Il primo  era solo per fortuna un fidanzamento con quel pazzo di Joffrey. Quel ragazzo non era una persona a cui dare affidamento per una vita coniugale futura. Il suo sangue incestuoso era marcio...come lui stesso. 
Arya fu contenta quel giorno quando morì. Voleva essere presente alla sua morte, non aveva creduto possibile che sua sorella...la gracile Sansa, fosse in grado di creare tale complotto.
Poi seppe dei matrimoni con Tyrion e con  quel pazzo esaltato di Ramsay. Ricorda ancora le parole di sua sorella riguardo al primo.

- Forse lui è stato il migliore marito che avessi avuto. Mi ha rispettato, non ha voluto giacere con me e non mi ha mai fatto del male. Con il senno di poi forse mi sarei concessa, mi avrebbe trattato come una Regina, ma ero troppo stupida ed ingenua all'epoca.
 
La risposta di Arya fu semplice e lineare.
 
- L'amore è per i coraggiosi...per tutti gli altri è solo un incontro di corpi, pronti a saziare la propria lussuria e niente altro.
-Hai mai amato qualcuno Arya?...qualcuno con cui condividere il resto della tua vita?
 
I suoi occhi azzurri la guardavano con un velo di malinconia. I capelli rossi sciolti sulle spalle, con la luce del fuoco del camino, facevano risaltare la sua pelle bianchissima.
 
-Credo di aver amato qualcuno...ma è morto ormai.
 
Guardava la tazza che teneva tra le mani, facendo muovere il liquido all'interno.
 
- Credi?...
- E' stato molto tempo fa...è morto ormai.
- Sei sicura che sia morto...
- E' morto...vado ho bisogno di dormire. Tra pochi giorni arriva Jon e ci sarà molto lavoro da fare.
 
Si alza dalla poltrona, Sansa delicatamente le prende la mano destra.
 
- Arya... se hai bisogno di parlare, io sono qui lo sai, ti ascolto.
 
Appoggia l'altra mano a quella di sua sorella.
 
- Quando verrà il momento ti dirò tutto...ma ora no, ti ringrazio comunque.
 
Lascia la stanza mentre sua sorella pensa ad Arya e cosa le sia successo per diventare così chiusa e fredda. 
Nella sua stanza Arya si spoglia davanti allo specchio. Non ama guardarsi allo specchio per via di tutte le cicatrici che ha sul corpo.
Toglie tutti i vestiti rimanendo nuda, pronta per un bagno rigenerante nella vasca piena d'acqua calda messa vicino al camino.
Guarda le differenze di quando era una ragazzina in giro per il mondo con Gendry e la fratellanza, e come invece è adesso.
 
Il seno è pieno e a volte le viene difficile muoversi in combattimento, tanto che lo mortifica con le fasce molto strette. Scende più in basso verso lo stomaco, terribilmente martoriato dalle lame dell'orfana a Braavos.
Ricorda ancora le parole di  Lady Crane e dell'aiuto che le ha dato. Le aveva risparmiato la vita per poi perderla in un modo atroce, solo per averla aiutata.
Scende ancora più giù...i fianchi larghi, come diceva sua madre adatti per avere figli sani. Figli...non ha mai pensato ad averne, non crede che sia la persona adatta ad avere dei bambini, lei è un'assassina...lei toglie la vita non la crea.
Guarda più in basso pensando a ciò che ha visto e fatto a Braavos. La fase successiva, prima della sua dipartita, era concedere il proprio corpo...il corpo di Arya ad un estraneo per diventare Nessuno. Il corpo non più puro, era più facile da annullare. La sua purezza era un ostacolo per la formazione.
E' contenta di non aver fatto questo passo...lei è Arya Stark, decide lei chi amare.
Ripensa a ciò che ha detto a sua sorella. Le è uscito spontaneo l'aver detto di aver amato qualcuno molti anni prima. Forse è così... l'avrà amato con tutto il cuore, ma per lei ormai è morto.
L'ha lasciata lì da sola...dopo che la donna rossa se l'è portato via. Sicuramente avrà fatto qualcosa di brutto portandolo alla morte subito dopo.
Entra dentro la vasca e ripensa ai suoi occhi di un blu così intenso, che non può dimenticare. Una lacrima scende giù dal viso. E' l'unica... non vuole piangere, non è più quella ragazzina piena di sentimento  che era in principio, non può farsi prendere dalle emozioni. Deve essere di ghiaccio così che niente e nessuno  potrà scalfire la sua anima, neanche il ricordo di Gendry.
 
Angolino autrice
Grazie a chi legge :)
 
 
 

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Capitolo 2
*** Confessioni ***


Confessioni

Grande Inverno è in fermento. Molte sono  le cose da sistemare prima che arrivi Jon Snow  e tutto il suo gruppo formato dagli eserciti di Daenerys ed i draghi. L'inverno è arrivato, freddo e pungente. Le scorte non bastano per tutti, per questo Sansa, in quanto responsabile del castello e di tutto ciò che lo circonda, ha fatto in modo di aver più cibo e coperte possibili.
Dopo aver parlato davanti al fuoco giorni prima, ultimamente non hanno avuto molto tempo per poter parlare tra di loro. L'unico con cui ha rivolto una conversazione, se così si può definire, è il fratello Bran.
Da quando è tornata al castello e quindi ai suoi affetti, l'unica cosa che veramente l'ha turbata, è il cambiamento di suo fratello. Doveva diventare un cavaliere...amava ridere ed arrampicarsi, ora è un involucro e non sa neanche se è rimasto qualcosa del vecchio Bran dentro di lui.
 
Si avvicina all'albero nel parco degli Dei, lui è come al solito seduto lì. Come sempre non dice una parola, perso nei suoi pensieri.
 
- Ciao Bran...oggi fa particolarmente freddo dovresti rientrare, ti ammalerai.
- Non accadrà...
 
Si siede accanto a lui.
 
-Allora se non ti dispiace ti faccio un pò di compagnia.
 
La guarda...la studia.
 
- Tante facce hai avuto...tante persone hai ucciso...ma la vera Arya non è morta a Braavos. Il passato ritorna, non chiudere le porte...il cuore ha sofferto abbastanza.
- Cosa?...
 
Si gira non guardandola più...è già lontano.
Rimane lì persa nelle parole di suo fratello. Ancora non si capacita delle potenzialità acquisite dal fratello. Dopo Ditorcorto  e la sua morte, non sa più cosa aspettarsi dalle sue parole.
Passano le ore e si ritrova finalmente al caldo, davanti al camino con Sansa accanto a lei, stremata sulla poltrona.
 
- Sansa, dovresti rallentare un pò...
- Deve essere tutto perfetto, non voglio che si dica di noi che siamo dei selvaggi e che non riusciamo a gestirci.
- Ok...ma cerca di dormire almeno un pò.
- E tu hai dormito?...ultimamente sembri stanca.
- Sarà per il mio ciclio della luna, sta finendo ma a volte mi sento senza forze e spossata.
- Arya...
- No Sansa ti prego...ti conosco sei una persona terribilmente curiosa, ti ho detto che ti racconterò tutto, promesso.
- Arya... e se non avessimo più tempo?...pensaci. Se questi estranei dovessero venire qui, non so se ci sarà un domani per sapere.
- Spero invece che ci sia un domani Sansa...ok posso dirti che non è stata una vita facile. Ero lì quando nostro padre morì e ringrazio Yoren che mi ha tolto dalla vista di nostro padre decapitato. 
- Ti capisco...io sono svenuta subito dopo. Ho odiato Joffrey con tutta me stessa per quello che ha fatto, era un mostro.
 
Guarda la sua tazza con il liquido caldo all'interno.
 
- Cosa è successo dopo?...
- Sono partita con Yoren, lui portava uomini al muro per farli diventare guardiani della notte...
- Oddio...non avevi paura?...
- No...non ero sola.
 
Sul suo viso compare un sorriso. Uno dei pochi sorrisi che ha visto nel viso di sua sorella da quando è tornata. Un ricordo felice in tanto orrore.
 
- Ho conosciuto tre ragazzi poco più grandi di me, tranne uno era un pò più grande di noi. In principio volevano togliermi la spada che mi aveva regalato Jon...
- Jon ti aveva regalato una spada?... non ne sapevo nulla.
- Pensi ancora che seguivo un corso di danza?...
- Si...lo pensavo sinceramente.
- No...ho avuto l'onore, grazie a nostro padre, di imparare l'arte della danza dell'acqua con il maestro di Braavos Syrio Forel... 
- Non sei mai stata una ballerina dovevo immaginarlo...racconta.
- Siamo andati via...i due ragazzi volevano rubarmi Ago, ma non ci sono riusciti grazie a Gendry.
- Il ragazzo più grande suppongo...
- Si...
 
Arya è un fiume in piena, parlare con sua sorella forse da un lato è liberatorio, anche soprattutto parlare di lui.
 
- Ci siamo aiutati...ci siamo protetti. Ma lui di punto in bianco non voleva più seguirmi. 
- Cosa gli hai detto Arya...cosa hai fatto?...
 
Si alza dalla poltrona girandoci intorno.
 
- Arya...ti prego, ho bisogno di capire...
 
Sansa la guarda in viso, nota il suo turbamento e gli occhi lucidi.
 
- Sansa...oddio non so come continuare, non dovevo parlarne, avevo rimosso tutto.
 
Si siede portando le mani sul viso. Sansa si avvicina accarezzando le sue spalle e sedendosi a terra.
 
- Lascia andare Arya, ne hai bisogno.
 
Arya alza lo sguardo incontrando gli occhi di sua sorella, molto simili a quelli della madre.
 
- Mancava poco e mi avrebbero lasciato a nostra madre e a Robb, non so cosa gli è venuto in mente, ma ha chiesto di fare parte della fratellanza.
- Avrà avuto un buon motivo per farlo non credi?...
- Non mi avrebbe mai lasciato Sansa...gli ho detto che Robb lo avrebbe accolto a braccia aperte. Mi disse che la fratellanza sono come dei fratelli...una famiglia. Lui non ha mai avuto una famiglia, è sempre stato solo.
 
Si ferma, non parla.
 
- Arya...
- Volevo essere io la sua famiglia e glielo ho detto...
- Cosa?... Arya ma sai cosa hai detto?...
- Si ora con gli anni ho capito cosa intendevo chiedergli, ma all'epoca ero piccola ed ingenua.
- Cosa ti ha risposto lui?...
- Che non sarei mai stata la sua famiglia, ma la sua signora.
 
Si appoggia mani sul viso coprendolo nuovamente. Sansa si alza toccandosi una guancia mentre si siede nuovamente sulla sua poltrona.
 
- Ho capito cosa avrà pensato Arya, che non era degno di te. Come non capirlo, ti voleva bene. Ma con nostra madre la vostra amicizia sarebbe terminata subito. Lui ti voleva bene, lo vedo da ciò che dici e di come ne parli e probabilmente anche tu anche se non ne sei consapevole. Credo non sia finita qui...racconta.
- Non è rimasto nella fratellanza...
- Ma come?... cosa gli è successo?...
- Lo hanno venduto alla strega rossa...quella dannata donna.
- Perchè?...
- Per soldi ovviamente. Da lì in poi non so nulla di lui, potrebbe essere morto da molti anni ormai.
 
Non parla più e non alza neppure le mani dal viso. Sansa si alza  e si inginocchia davanti al suo viso, togliendo le mani.
 
- Non piangi da molto tempo vero?...
- Dopo nostro padre, non ho più versato una lacrima...non venivano giù.
 
Prende le sue mani, si alzano e con molta delicatezza Sansa abbraccia sua sorella, portando il suo viso bagnato sulla sua spalla destra.
 
- Nessuno ti farà del male qui Arya. Non dirò a nessuno che hai pianto, per nostro padre...per madre Robb Rickon e Gendry...andiamo oggi dormirai con me.
 
Si avviarono sul letto, Sansa avvicina sua sorella a sè mentre senza dire una parola, inizia a piangere.
Si addormentano così, l'una nelle braccia dell'altra.
 
Due giorni dopo
 
Arya dorme da due notti con sua sorella, stringendo un legame che si era andato perso nel corso degli anni. Aver parlato del passato e delle persone che hanno perso, ha fatto bene a tutte e due. 
Si avviano verso il cortile, vedono gli eserciti in lontananza...tra poco avrebbero rivisto Jon.
Quando era bambina all'arrivo del re Robert, lei correva in mezzo alla gente, ora ha preferito essere accanto ai suoi fratelli per accogliere.
Sono tesi e felici allo stesso tempo.
Vedono arrivare Jon sul suo cavallo con accanto la regina dei draghi.
I cavalli si fermano e Jon scende con un sorriso enorme stampato sul viso.
Arya si avvicina a lui abbracciandolo, si guardano negli occhi, emozionati. Si abbracciano tutti con affetto, la regina viene presentata e tutti iniziano ad avviarsi verso l'entrata del castello.
Una sensazione strana attraversa Arya...come un brivido. si gira e guarda in lontananza. Il cortile è pieno di soldati e uomini comuni. Rimane ferma mentre sua sorella la chiama.
 
- Arya...dai su entriamo...
- Non è possibile...
- Cosa?...
 
Vede un uomo alto che si avvicina a loro. Sansa nota i suoi occhi, uno sguardo a lei familiare, anche se non ricorda dove li abbia visti. Lo sguardo di lui sembra come se avesse visto un fantasma e lo stesso vale per sua sorella.
 
- Gendry?...
- Arya...
 
Passano secondi interminabili, fino a quando Arya si gira scappando verso il castello.
 
- Aryaaaa...
 
Sansa lo blocca con una mano.
 
- Benvenuto a Grande Inverno, parlerà più tardi con mia sorella. Sono sicura che avete molte cose di cui parlare, vero Gendry mi sembra...
- Si...Gendry...
- Non essere sorpreso, i fantasmi sono ovunque e compaiono sempre quando meno te l'aspetti. 
 
Si gira lasciando Gendry a bocca aperta e con molta confusione ed incredulità.
 
Angolino autrice
 Finalmente Arya si è aperta. Non ho mai sopportato il suo essere freddo. Amo Arya dei libri, è più aperta ai sentimenti. Spero di riuscire a rendere l'idea di ciò che penso di lei. Un abbraccio a chi mi segue  Orny
  

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Capitolo 3
*** Fantasmi ***


Fantasmi 
 
Uno sguardo...un fantasma davanti a sè. Non può essere ancora vivo. Nessuno riesce a sopravvivere alle maledizioni di una strega. Deve essere successo qualcosa...perchè è vivo, doveva essere morto da molto tempo. 
 
Questi sono i pensieri di Arya mentre corre a perdifiato nei cunicoli oscuri della cripta. Si ferma improvvisamente davanti alla statua del padre. Lo guarda dal basso, non sembra lui...è freddo inespressivo. 
Scende nella cripta quando si sente spaesata o solo per un semplice conforto. Il solo pensiero  che ci fosse suo padre lì, le dava sostegno.
 
-"Padre...doveva essere morto..."
 
Dopo la perdita di Gendry, si rivolgeva sempre a suo padre. Prima forse la sola presenza di quel ragazzo, riusciva a tranquillizzarla, a tenerla calma e tranquilla. Lei era l'acqua e lui la roccia.
Nella sua mente ingenua di ragazzina, non si capacitava perchè sentisse così tanto la sua mancanza, diversamente da Frittella. 
Si stupiva quando la notte ripensava a lui ed il suo sorriso in mezzo a tanto orrore come era Harrenal. Non ricorda nulla della sofferenza patita dalla mancanza di cibo e altro, ma ricorda perfettamente lui e tutto ciò che ha fatto per lei nel corso di tutto il tempo in cui sono stati insieme.
Ma dopo il suo addio aveva pregato suo padre che accogliesse lui...la sua anima. Gli voleva bene ed il suo cuore era tremendamente spezzato.
Nel periodo in cui stava a Braavos, a volte pensava a lui. Quando incontrava uomini simili a lui o qualcuno con il suo stesso sorriso. C'erano momenti verso la fine, quando stava ormai per dimenticare se stessa che lui le tornava in mente...lui ed il suo modo come la prendeva in giro chiamandola mia signora. Allora si che una lacrima scendeva giù...ogni singola volta, una sola niente più.
Nel tragitto di ritorno a casa non ci aveva pensato più, forse l'aver parlato con sua sorella ha risvegliato qualcosa che andava nascosta, in fondo al cuore che non si è più ripreso.
Rimane giù nella cripta per molto tempo fino a quando non sente qualcuno avvicinarsi.
 
- Sansa...non è facile sorprendermi lo sai.
- Eppure poco fa eri terribilmente sorpresa o sbaglio?... è lui vero?...
 
Si alza posizionandosi davanti alla statua del padre, guardandolo.
 
- Era morto Sansa...almeno credevo che lo fosse.
- Dovresti parlargli, sei scappata e non è da te...e lui lo sa benissimo. Sembrava confuso, come se avesse visto un fantasma e tu pure.
- Andiamo non puoi stare qui...hai molto da fare qui, non dovresti badare a me.
- Non mi dispiace...
 
Un bel sorriso sul viso sia di Sansa che di Arya.
Escono dalla cripta, è buio ormai fuori. Sono tutti radunati nel salone centrale per la cena.
Nel tavolo in alto si trova tutta la famiglia Stark con al centro Jon e Daenerys al suo fianco. 
La sala è piena di gente. Seduta accanto a Sansa, Arya guarda tutta la sala cercando il suo viso. Lo trova accanto al mastino. Anche lui un fantasma del passato. 
Non parlano e lui non può vederla perché le gira le spalle.  Non riesce a a non guardarlo. E' cambiato nel corso degli anni. I capelli sono più corti e sembra aver preso più muscoli. Era un ragazzo ora è un uomo...anche lei è cambiata.
Si alza dal tavolo, Sansa le accarezza la mano. Si avvicina al tavolo dove era seduto Gendry. Arrivando dietro le spalle, non si accorge della sua presenza.
 
- Ecco la piccola cagna...ti credevo morta.
- Pure io...
 
Gendry non si gira...non la guarda. Gira attorno al tavolo sedendosi accanto al Mastino, davanti a lui che tiene lo sguardo basso. Arya incrocia le mani sul tavolo, guardandolo.
Il mastino si accorge di qualcosa di strano tra le due persone che si trovano con lui...
 
- Sporco fabbro...dovresti salutare la tua signora...va bene che è una cagna Stark, però...
- Non dovresti rivolgerti a lei così...
- Mph... vado ho bisogno di altro vino...
 
Si alza lasciandoli soli.
 
- Perchè sei scappata?... non è da te...
 
Lo guarda...sembra teso, arrabbiato.
 
- Dovevi essere morto...
- Perchè?...
- Eri con quella strega, ti credevo morto.
- Mph...se è per questo pure io lo credevo di te. Dopo le nozze rosse, pensavo fossi lì.
 
Si guardano negli occhi...lei vede in lui malinconia e rabbia allo stesso tempo. Apre la bocca ma viene fermato da Jon che si siede accanto a loro.
 
- Voi due vi conoscete già?...
 
Gli mette la mano sulla spalla, mentre un sorriso gli riempie il viso. Arya li guarda e le piace ciò che vede. Con l'arrivo di Jon vede Gendry più rilassato.
 
- Si Jon...conosco Arya da molto tempo.
- Perchè non me lo hai detto al muro?...
- Eri al muro Gendry?...
- Arya è grazie a lui se io sono qui di fronte a te in questo momento...mi ha salvato la vita.
 
Rimane stupita da questa affermazione mentre si guardano.
 
- Non solo a te Jon...dobbiamo molto a Gendry...
 
Jon viene chiamato da Ser Davos...
 
-Scusatemi...Tormund ha preso in braccio Sansa. Quando è ubriaco non capisce nulla...ARRIVOOO...
 
Si guardano negli occhi nuovamente...ma nessuno riesce a parlare. Gendry stanco del silenzio opprimente, allunga la mano verso quella di lei.
 
- Sono qui...non sono morto. Quando hai voglia di parlarmi  seriamente, sai dove trovarmi. Per il momento vado a dormire, sono terribilmente stanco. Con il vostro permesso mia signora andrei...
- Non chiamarmi così...
 
Un sorriso...un saluto e lui va via, lasciandola lì a guardare la sua mano. Alza lo sguardo incontrando quello di sua sorella. Gli parlerà ma non è ancora il momento adatto. Tocca nuovamente la sua mano mentre il cuore batte velocemente, come un cavallo durante una corsa. 
 
Angolino autrice
Non è facile ancora parlarsi, ci vuole il suo tempo...il tempo li ha cambiati e devono recuperare. Grazie a chi legge e mi segue :D
 

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Capitolo 4
*** L'albero del cuore ***


L'albero del cuore
4


 
 
Mai notte fu più lunga per Arya. Ha voluto dormire sola, essere sdraiata al centro del letto a pensare e ripensare. Non ha voluto Sansa vicino a sè, aveva bisogno di stare sola con i suoi pensieri, l'avrebbe distratta.
Era bello averla ultimamente accanto, ma certe volte il bisogno di stare da sola era più forte. Forse tutti gli anni ad essere veramente da sola, dopo l'addio a Gendry, hanno modificato il suo carattere. Era sempre circondata da tutti. Dalla sua famiglia, dai figli della gente che lavorava per la sua famiglia, non importava, basta avere qualcuno accanto con cui giocare e parlare.
Ora era diverso. Aveva imparato cosa vuol dire la solitudine. Aveva capito che chi amava andava via senza problemi, spezzandole il cuore in mille pezzi. A Braavos aveva imparato ad ascoltarsi, ad essere la sola con cui parlare e confrontarsi.
Il fuoco scoppietta allegramente nel camino di fronte al suo letto. Sdraiata sul suo letto e coperta da soffici pellicce. Indossa semplicemente una lunga tunica bianca di lino, molto semplice rispetto a quelle di sua sorella. 
Guarda in alto mentre appoggiando la mano sinistra sul suo cuore che non ha smesso di battere furiosamente, dopo aver parlato con Gendry.
 
- Dannazione...
 
Si alza dal letto buttando a terra le coperte, appoggiandosi alla testiera in legno. 
 
- Devo darmi una calmata...cosa mi prende...non devo cedere ai sentimenti, sono pericolosi. Sono un'assassina...non devo provare nulla...nulla.
 
Scende fino a terra, sedendosi. Appoggia la schiena nella testiera e guarda di fronte verso il fuoco.
Non dormirà...non riuscirà a farlo, è troppo sconvolta. Si è aperto un vaso di Pandora, i suoi sentimenti escono senza un freno, non riesce a fermali, ora è veramente difficile. Anni ed anni a rinchiudere tutto e adesso come se niente fosse, sono usciti fuori con una forza inaudita.
Si alza, vestendosi in fretta. Esce fuori dalla sua stanza dirigendosi alla stalla. Il cortile è pieno di gente che dorme, ma non le importa. Ha bisogno di svagare i suoi pensieri. Si avvicina ma sente un rumore in lontananza. Si rende conto che la fucina è illuminata. Si avvicina senza farsi sentire, come un gatto. Si appoggia al muro e lo trova lì, forse neanche lui riesce a dormire.
Si appoggia al muro d'entrata, così può guardarlo meglio. E' cambiato, è diventato uno splendido uomo. I suoi capelli corti...i muscoli che si intravedono dalla camicia ed il sedere alto. Inizia ad arrossire, il suo pensiero vola a chissà quante donne avrà avuto nel corso degli anni in cui sono stati lontani, ed una fitta di gelosia si insinua in lei.
Tiene il martello come se fosse il continuo del suo braccio...è rude e sembra nervoso e arrabbiato.
Non può stare lì vuole parlare con lui assolutamente.
 
- Vedo che neanche tu riesci a dormire.
 
Si ferma  ma non si gira. Appoggia il martello e prende uno straccio per asciugare il suo viso sudato.
Si gira appoggiandosi al tavolo di lavoro. Arya esce dal suo nascondiglio.
 
- No...avevo intenzione, ma non ci sono riuscito. Ciao mia signora, perchè sei qui?...
- Come ho detto poco fa, non riuscivo a prendere sonno, così ho deciso di fare un giro con il mio cavallo.
- Non fa un pò troppo freddo per girare a cavallo mia signora?...
- Smettila Gendry, non chiamarmi così!...
 
Si guardano...ma non era arrabbiata anzi...sul suo viso compare un bel sorriso e pure su di lui.
 
- Gendry...credo che dovremmo parlare, ma non qui.
-Va bene dammi solo un attimo che mi sistemo e arrivo.

 
Arya aspetta qualche minuto davanti alla fucina. Quando esce è pulito ed è coperto da una giacca pesante. 
 
- Si vede che sei del Sud...quante cose ti sei messo per non sentire freddo?...
- Non mi abituerò mai a questo freddo, neanche quando siamo andati al di là del muro...dio mio non sentivo neanche più i miei piedi.
 
Si avviano verso il parco degli Dei.
 
- Dove mi stai portando?...
- Nel luogo sacro della mia famiglia, qui c'è un laghetto di acqua calda, così ti puoi riscaldare le mani appena sentirai più freddo, ed è molto silenzioso...è il posto preferito di mio fratello Bran. Lì non ci disturberà nessuno.
 
Arrivano al parco e lui rimane estasiato dal grande albero con i fiori rossi e da tutto ciò che lo circonda. Non si accorge che lei è gia seduta davanti all'albero nel tronco di fronte al laghetto, dove spesso suo padre, lucidava la spada.
 
- E' bellissimo qui...
- Si...una delle cose che mi è mancata quando ero giù al sud, porta tranquillità e pace.
 
Si siede accanto a lei...sono a disagio ed imbarazzati.
Arya si gira guardandolo negli occhi.
 
- Gendry.....ti credevo morto...ho pure pregato per la tua anima.
- Per quale motivo pensavi che lo fossi?...
- La strega...non mi fidavo, aveva uno sguardo terribile. Cosa ti è successo?...
- Mph...non è facile da raccontare.
- Io ho tutto il tempo...
- Arya voleva fare un maleficio con il mio sangue.
- Perchè il tuo sangue?....
 
Aspetta un pò prima di parlare.
 
- Sono il figlio bastardo di Robert Baratheon...forse l'unico rimasto, ecco perchè i soldati di Cersei mi cercavano. 
 
Arya non sa cosa dire, rimane sconvolta.
 
- Il mio sangue secondo lei era forte...
 
Lo guarda con sospetto.
 
- Cosa ti ha fatto Gendry?...
- Mi ha fatto bere...era una bella donna, ed io uno stupido.
- Hai giaciuto con lei quindi?...
 
Una fitta di gelosia invade il suo corpo.
 
- Sì...e subito dopo ha messo delle sanguisughe che ha bruciato dicendo allo stesso tempo tre nomi, uno dei quali era tuo fratello Robb.
- Oddio...
 
Si alza allontanandosi da lui. Si alza pure lui avvicinandosi a lei che gli dava le spalle.
La gira incontrando i suoi occhi, coperti di lacrime e con una mano sulla sua bocca.
 
- Arya ti prego...io non ho fatto nulla.
 
Toglie la mano dalla sua bocca avvicinandola al viso di lui, accarezzandolo.
 
- Non è colpa tua, sono cose più grandi di noi...cose incomprensibili e pericolose.  Poi?... ti ha usato ancora?...
- Per fortuna no, voleva bruciarmi in un rogo.
- Maledetta strega...
- Ringrazio Ser Davos per avermi salvato. Mi ha messo in una barca e mi ha mandato via. Sono finito di nuovo ad Approdo del Re, ho lavorato sotto il naso di Cersei e non se ne è mai accorta.
 
Iniziano a ridere, guardandosi sempre negli occhi.
 
- Poi sempre Ser Davos mi ha ripreso e mi ha portato da tuo fratello.
- Alla fine stai servendo uno dei miei fratelli.
- Si....
- Credo che sia stato fortuito non averti portato da Robb, saresti morto anche tu quella sera.
- Probabilmente...Arya cosa ti è successo, sei così diversa.
- Non avevo più nessuno...per me eravate tutti morti. Ho ucciso e fatto cose deprorevoli, ma sono qui e sono viva.
- Non mi racconterai vero?...
- E' difficile...
- Allora aspetterò.
- Mi sei mancato Gendry...ho pianto per te, ho pregato per la tua an...
 
Improvvisamente lui si avvicina a lei baciandola.
In un primo momento lei sembra confusa e presa alla sprovvista.
Si allontana da lei imbarazzato.
 
- Scusami Arya...non dovevo.
 
Lei alza lo sguardo allunga le mani prendendo la sua giacca e tirandolo a sè. Lo bacia in modo rude e aggressivo. Le mani di lui avvolgono il corpo di lei, mentre continuano a baciarsi. Le mani di lei accarezzano il suo collo scoperto.
 
- Non tagliarli più...
-Come comanda la mia signora...
 Continuano a baciarsi sotto l'albero del cuore, mentre inizia ad albeggiare.
 
Angolino autrice
Tanti pezzi mancano nella loro storia, importanti a mio parere. Gli autori hanno fatto un disastro con loro due. Grazie a chi legge e mi segue :)

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Capitolo 5
*** Rose blu ***


L'alba di un nuovo giorno. Il sole si alza alto nel cielo. La campagna si sveglia. La neve è caduta abbondantemente durante la notte, creando un gioco di luci con i raggi del sole, qualcosa di unico e bellissimo. 
Il parco degli Dei è silenzioso ed il grande albero del cuore si erge fiero in mezzo a tanta bellezza. Arya e Gendry sono ancora lì, seduti sopra una radice sporgente. Nessuno dei due parla, sono estasiati da tanta bellezza che si palesa davanti ai loro occhi. 
Il parco è circondato da tante rose blu, tipiche del nord. Rose di un colore straordinario, ogni petalo è bagnato di rugiada. E' sempre stato il fiore preferito di Arya, tipica Rosa del nord, forte e dura,  resistente al freddo e alle intemperie, un pò come lei.
 La testa appoggiata sulla spalla sinistra di lui, dolcemente. L'ultima volta che ha fatto qualcosa del genere, era con  il suo amato padre. Sorride al pensiero che lui abbia conosciuto Gendry, molti anni sono passati  e molte cose sono cambiate.
Un senso di tristezza le riempie il petto. Sente dentro di lei, come se tutto le scivolasse. I sentimenti sono un'arma a doppio taglio e lei lo sa benissimo, ma in questo momento non è una cosa importante.
Vede le loro mani intrecciate, e lui che con il pollice le accarezza piano il polso. Come usava fare  il padre per calmare i suoi nervi, da bambina irrequieta.
 
Sembra strano tutto ciò, eppure Gendry  non ha niente del  suo di  padre. Solo i bellissimi occhi, la forma del viso e ovviamente i capelli, ma per il resto non ha niente dell'uomo grasso e ubriaco che aveva incontrato anni prima.
Ironia del destino Gendry aveva molto invece di Ned Stark.  La bonta d'animo...la gentilezza e il senso del dovere. Sarà per questo che si è sempre fidata di lui, quando ha rivelato chi era mentre scappavano dai mantelli dorati. Poteva venderla e guadagnarci, poteva anche approfittare di lei, essendo una donna. Forse qualcun altro l'avrebbe fatto, ma lui no. 
Avrebbe amato Gendry come un figlio e ne sarebbe stato fiero. Avrebbe apprezzato questa unione, ne era certa. Forse sua madre un pò meno, conoscendola. Sarebbe stato ai suoi occhi sempre un bastardo, ma quante cose sono successe nel corso degli anni. Forse avrebbe compreso che nessuno avrebbe mai avuto sua figlia, problematica e difficile. Nessuno sarebbe riuscita a domarla. Probabilmente questo ragazzo è riuscito nell'impresa, non di domare questa donna, ma di riuscire a farle aprire il cuore, di apprezzare i lati dell'amore che lei e suo marito tanto amavano. 
 
Non sarebbe mai riuscito a domarla, perchè lui stesso non è neanche tanto facile da gestire. I suoi occhi così belli nascondono, sotto di essi, una forza di carattere e una determinazione senza uguali...la furia Baratheon. Non esce fuori facilmente ma lei sa che esiste. 
Sono nati per stare insieme, legati da un filo sottile creato prima che si conoscessero. Un destino che li porta a trovarsi e non perdersi. Lei è la spada e lui il martello che la forgia. Divisi non sono nulla...inesistenti e incompleti.
 
- Dovremmo rientrare Arya, dovresti riposare un pò.
- Perchè le cose belle finiscono subito.
- Perchè devi apprezzare il momento, quando rimane per troppo tempo diventa noioso.
- Giusto...
 
Si alzano tenendosi per mano, escono dal parco e non trovano nessuno in giro, tutti ancora dormono. 
Entrano nel castello ma lui lascia la sua mano. Si gira guardandolo negli occhi. 
 
- Vieni con me Gendry...hai bisogno di riposare pure tu. 
- Lo farei volentieri, ma non è corretto nei tuoi riguardi e verso la tua famiglia. 
 
Le prende la mano baciandola, alzando piano i suoi occhi verso di lei.
 
- Sono pur  sempre un fabbro bastardo...
-Smettila...non possono dirmi nulla.
- A te no, ma a me si.  Buon riposo mia signora...
 
Non ha tempo di ribattere, che già lui scompare dietro l'angolo.
Apre la porta della sua stanza, per fortuna sua sorella non è lì.
Si toglie i pesanti vestiti e gli stivali, la sua camicia da notte posata sul letto che aspetta di essere indossata. E' l'unico vezzo femminile che ha, adora il tessuto del cotone sulla sua pelle e i vari ricami sulle maniche.
Alza le pesanti pelliccie e si sdraia, cercando calore e conforto. Il sonno arriva stranamente subito. Non è abituata ad addormentarsi con tanta facilità. Forse quel pizzico di serenità è servita a qualcosa.
 
Poche ore dopo.
Bussano alla porta.
 
-Arya...sono io Sansa, posso entrare?.
 
Apre gli occhi, ancora mezza assonnata.
 
- Si...entra...
 
La porta si apre e sua sorella entra all'interno della stanza.
 
- Buongiorno, non ti ho visto a colazione, pensavo che ti sentissi male.
- No...- si siede appoggiando la schiena sul cuscino, mentre sua sorella si siede di fronte...-  Stanotte ho parlato con Gendry al parco degli Dei.
 
Sansa è sorpresa e non dice nulla.
 
- Abbiamo parlato di tante cose...abbiamo pure discusso.
- Eh?...poi?...
- Mi ama Sansa, mi ha sempre amato. 
 
Sansa si avvicina a lei prendendo le mani tra le sue.
 
- Non voglio sapere altro Arya...va bene così, sono felice per te. Ora...- si alza dal letto...- vestiti!...abbiamo una riunione con l'amica di Jon...
- Sansa!...non dovresti parlare della sua amica così!...
 
Iniziano a ridere...
 
- No certo...la regina dei draghi...
 
Alza le coperte  e scende giù dal letto.
 
- E' sempre nostro fratello, ricordalo Sansa. Lei non ci piace questo è vero, vediamo cosa ci dirà più tardi.
- Si!...Bran...
- Bran cosa?...
- Ha avuto una visione, e non è tanto piacevole.
 
Si sta asciugando con un asciugamano,  il viso ed il busto, per potersi vestire subito dopo.
Sansa prende una spazzola per sistemarle i capelli. Ormai è un'abitudine presa recentemente e ad Arya non dispiace, le ricorda sua madre quando lo faceva ad entrambe.
 
- Ha visto il muro cadere...
- NO!...
- Ho il brutto presentimento che la lunga notte sia più vicina di quello che sembra...
 
Escono insieme dalla stanza di Arya, per dirigersi nella sala grande dove si sarebbe svolta la riunione.
 Arrivano con il cuore pesante, mentre si accomodano nei rispettivi posti. Arya controlla la sala e trova Gendry seduto accanto a Ser Davos. Lui capisce immediatamente dal suo sguardo, che qualcosa di tremendo accadrà da lì a breve.
 
Angolino autrice
La lunga notte sta arrivando, ci sarà fermento e preoccupazione. Molta gente morirà e molti cuori verranno spezzati...
Grazie a chi mi segue, vi aspetto al prossimo aggiornamento
 

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Capitolo 6
*** Attesa ***


Attesa
6

"Sarà una carneficina..."
Seduti intorno ad un tavolo nella sala centrale, Jon Snow dice queste semplici parole. Ha già visto cosa sono capaci questi uomini di ghiaccio ed i morti che li seguono.
 
- Sono sincero...qui rischiamo tutti la nostra vita. Non ci sono guerre tra di noi qui, questo è  il solo terribile nemico che abbiamo di fronte.  Abbiamo due draghi...abbiamo il dragonglass...abbiamo noi stessi. Quindi vi prego, non cercate di fare gli eroi, combattete per voi stessi, la paura è normale in questa occasione. Dobbiamo posizionare i nostri uomini in questo modo... i Dohtraki sono i migliori in campo aperto, saranno davanti, i guerrieri della Valle nei lati a difendere insieme ai soldati del nord e gli uomini di ferro di Theon con Bran nel parco degli Dei. Cerchiamo di restare uniti e mi raccomando state attenti. Abbiamo poco tempo, andate a riposarvi, salutate i vostri cari e spero di rivedervi tutti sani e salvi alla fine di tutto ciò.
Un silenzio avvolge la sala. Potrebbe essere l'ultima volta che sono tutti insieme lì. Molti si avviano verso le proprie stanze. C'è chi avvolge in un caldo abbraccio la propria moglie e figli, chi davanti ad un camino scoppiettante, beve l'ultima goccia di vino, pensando alla propria vita  e augurandosi di poter continuare a viverla.
 
La cripta è illuminata...una donna in fondo, con i lunghi capelli rossi, guarda la statua del padre. Tra le mani tiene una candela accesa e le sue labbra in silenzio, si muovono con una preghiera sulle labbra rosse.
 
- Sansa...
 
La donna si gira, guardando in faccia sua sorella.
 
- Arya...preghiamo insieme...
 
Non prega da molto tempo gli Dei del padre...un solo dio ha seguito nel corso degli anni, ed è la morte. Ma non può rifiutare ciò che le viene chiesto dalla sorella, davanti alla figura amata dal padre.
In ginocchio davanti  alla statua del padre, in silenzio chiedono che la loro vita e quella delle persone a loro più care, venga risparmiata.
Dopo vari minuti, si alzano guardandosi negli occhi.
Un abbraccio spontaneo...due corpi di due donne che nel corso dei primi anni non hanno mai avuto amore tra di loro, in questo momento è tutto l'opposto.
E' un abbraccio di cuore ed anima...di chi ha paura di ciò che avverrà da lì a breve. Il non rivedersi più e soffrire per la perdita di una persona cara.
Non ci sono parole...si allontanano guardandosi negli occhi. Sansa avvicina la sua bocca sulla fronte della sorella più piccola.
 
- Stai attenta, ti voglio bene.
-Anche io te ne voglio, non dubitarne mai. Tieni...
 
Le mostra un pugnale.
 
- Cosa devo farne...non so neanche come usarlo.
- La parte appuntita va verso la persona che intendi colpire...riuscirai.
 
Si avviano verso l'uscita, camminando verso la porta d'entrata del castello, quando da lontano, Arya incontra lo sguardo di gendry con una lancia in mano.
 
- Vai...posso entrare da sola e poi ho un'arma, nessuno mi farà del male.
- A dopo...
 
Piano piano si avvicina a Gendry. Per la riunione si è ripulito dalla fuliggine della fucina. Ha lavorato molto per creare le armi e per esaudire la sua richiesta di una lancia particolare.
E' stanco e provato...ma è un combattente. 
 
- Hai bisogno di dormire Gendry...
- Ho finito la tua lancia...
 
Le porge la lancia.
 
- E' perfetta, grazie. Vieni...andiamo a riposare,ne hai bisogno.
 
Si dirigono verso la sua camera.
 
-Arya...non posso...è la tua stanza. 
 
Apre la porta, mentre si gira verso di lui, guardandolo.
 
- Non vedo quale sia il problema.
- Ti ricordo che sei una signora ed io non dovrei essere qui...con te.
 
 Entrano chiudendo con un chiavistello, la porta.
 
- Devo per caso ricordarti che per molto tempo abbiamo dormito insieme, nello stesso giaciglio?...
 
Gendry (a disagio), si tocca la testa. Arya si avvicina a lui.
 
- Hai bisogno di riposare e laggiù non potrai farlo. C'è troppa gente che urla e si dispera.  Vieni...spogliati, non puoi dormire così.
 
Mani sapienti iniziano a togliere i vestiti, mentre si guardano negli occhi.
 
- Ti amo Arya...ti ho sempre amato.
 
Occhi lucidi e mani che toccano il viso pulito...occhi che si riempiono di desiderio.
 
Nudi...l'uno di fronte all'altro...
 
- Potremmo morire stasera...Gendry...ma non so neanche da che parte iniziare. Dimmi di uccidere qualcuno  fare altro ma questo...
- Fidati di me...
- Mi sono sempre fidata di te...
 
Labbra che si toccano impazienti...mani che fanno altrettanto. E' fuoco e passione ciò che succede in quella stanza. Dove una donna ama un uomo...dove non c'è classe sociale o Re della notte che tenga. In questo momento ci sono solo loro due. Aspettando di vivere o morire...esiste solo il momento che hanno per potersi amare. 
Gendry, provato dalla stanchezza e dall'amore verso Arya, si addormenta come solito fare. I suoi ricordi di lui, durante la loro vita insieme, di lui che si addormenta ovunque e facilmente, quando invece lei aveva avuto sempre molti problemi a farlo, assillata dagli incubi e ricordi.
La testa appoggiata sul petto di lui. La gamba sinistra che avvolge la sua ed un lenzuolo che li copre. Non riesce ad addormentarsi...continua a fissarlo. Per la prima volta in vita sua a paura...
Ha paura di morire...di vedere morire le persone a lei più care.
 
Una lacrima scende giù piano, mentre un corno avvisa che la morte sta arrivando. E' giunto il momento, si alza svegliando Gendry con un bacio.
 
- Dobbiamo andare...
 
Iniziano a vestirsi...quando sono pronti, davanti la porta, lei si ferma guardandolo negli occhi.
 
- Prometti Gendry...
- Cosa?...
- Non morire...
- Come la mia signora comanda...
 
La lunga notte ha inizio...
 
Continua...
 
Angolino Orny
Grazie a chi mi segue...a chi recensisce e lascia anche un commento breve. Grazie :D

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Capitolo 7
*** Morte ***


Morte
7
 
 
Respira...respira...
Corre disperata tra i cunicoli scuri di Grande Inverno. Non riesce a guardare bene davanti a sé, la vista è offuscata dal sangue sul lato sinistro del suo viso.
La botta dopo la caduta è stata terribile. Si sente stordita e dolorante. Non può fermarsi, la morte avanza terribilmente. 
Non pensa a nulla, solo a correre.  Entra dentro la biblioteca...sembra vuota. Si appoggia allo stipite della porta, respirando a pieni polmoni. L'aria è viziata...di chiuso e di morte. Sente un rumore, si nasconde...per la prima volta è in preda al panico. Conosce la morte ma ciò che vede è al di là di tutto.
Per la prima volta ha seriamente paura. Sente dei passi...si alza cercando di non far rumore. Ma sono scaltri e terribili. Corre verso la porta d'uscita, mentre un non morto l'afferra per un braccio. La porta si apre, cadono rovinosamente a terra.
Il viso davanti al suo, puzza di putrido e un conato di vomito le sale in gola. 
 
- Aryaaaaaa...
 
Si gira...è Beric che la chiama, seguito dal Mastino. La spada infuocata brucia l'essere sopra di lei.
Arya si alza, le forze stanno iniziano a  mancarle...è stanca e provata, ma non può fermarsi, ne vale della sua vita e di tutti quelli che la circondano.
Corrono a perdifiato, sembrano tante locuste terribili. Sono ovunque e in continuo aumento.
Improvvisamente  Beric viene colpito, cerca di fare da muro per difendere Arya ed il mastino. Per dare loro il tempo di allontanarsi.
Trovano una stanza...si chiudono dentro portando con sè Beric, ferito gravemente.
L'uomo viene appoggiato allo stipite della porta. sofferente.
 
- Arya...
 
Si avvicina a lui, viso contro viso.
 
- Arya...devi vivere...fai che il mio sacrificio sia servito a qualcosa...
- Beric non morirai...
- No!...Thoros non può più riportarmi indietro...sono sicuro che sia arrivato il mio momento.
- Ma...
- Vivi Arya...
 
I suoi occhi si chiudono...
 
- Ha fatto ciò che il Signore della luce ha richiesto.
 
Arya ed il Mastino si girano verso un angolo buio, trovando  Melisandre ad aspettarli.
Si avvicinano con cautela, mentre fuori la porta si sentono grida e pianti.
 
- Cosa vuoi strega?...dice il Mastino.
 
Melisandre si avvicina ad Arya.
 
- Beric ha fatto il suo dovere...ora tocca a te.
- Sai...avevi ragione, ho chiuso molti occhi.
- Occhi marroni...occhi verdi...- si avvicina di più verso Arya che si gira dandole le spalle, guardando verso la porta...- occhi blu...
 
Un silenzio assordante, scende giù.
 
- Cosa diciamo noi al Dio della morte...
- Non oggi...
 
Inizia a correre, mentre sente il Mastino in lontananza che la chiama.
Corre e corre.
..
Vede in lontananza Jon con  il drago morto che sputa fuoco, davanti al parco degli Dei.
 
Piano...molto piano, come un gatto.
 
Non la sentono arrivare...è leggera come un soffio di vento. Con passo felino, salta sopra un uomo morto, che le fa da leva.
Davanti a sè...suo fratello Bran e l'essere malvagio. E' pronto ad uccidere suo fratello ma lei è più veloce.
Salta molto in alto, ma il Re della notte si gira afferrandola per il collo.
Non può farsi prendere dal panico, usa le lame da una vita e con tutte e due le mani. Con abile mossa...la daga che ha nella sua mano sinistra, passa per la destra, affondando la lama nel cuore di ghiaccio.
Scompare...si dissolve e con lui il suo esercito di morte.
Cade in ginocchio a terra...mentre guarda il fratello che le sorride.
Si alza avvicinandosi a lui.
 
- Hai finito il tuo addestramento...Syrio ne sarebbe contento Arya...hai portato la vita.
 
Si accascia a terra...stanca e provata.
Sente movimento dietro di sé...è Jon.
 
- Bran...Arya...state bene?...
- Sì...Arya ci ha salvati...uccidendo il Re della Notte.
 
Si abbassa guardando in viso, la sorella.
Lei alza lo sguardo verso di lui, ma dopo un pò, tutto diventa nero...
 
- Aryaaaa...svegliati...Aryaaaaa...
 
Angolino Orny
Grazie a chi legge e chi mi scrive. Un abbraccio :D

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