the cursed kingdom

di bluedragon_115
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la leggenda dei regni ***
Capitolo 2: *** l'inizio di tutto ***
Capitolo 3: *** Rivelazioni ***
Capitolo 4: *** Raikù & Aceli ***
Capitolo 5: *** in cammino ***
Capitolo 6: *** Nei panni di Raikù ***
Capitolo 7: *** risveglio dall'oblio ***
Capitolo 8: *** dietro l'arco ***
Capitolo 9: *** la laguna delle anime ***



Capitolo 1
*** la leggenda dei regni ***


Accanto al nostro tempo, alla nostra Terra, alla nostra dimensione, vi è una dimensione parallela contenente un pianeta, tanto simile alla Terra quanto diverso, chiamato Zibaa,  situato nella galassia di Lumiar, settore Z22. Su Zibaa vi erano due regni, soprannominati “ Eldor”, poiché, secondo la leggenda, il dio Eldor li aveva creati per custodire Zibaa e vegliare gli esseri che vi abitavano. Il regno era stato diviso in due grandi parti, il regno della Luna e il regno del Sole, entrambi simboleggiavano i due lati del dio, ed entrambi possedevano grandi poteri, che dovevano essere usati soltanto a scopo benefico. Infatti i due regni non avevano lo scopo di distruggere ma quello di salvare, ma non appena il potere fu messo nelle mani dei due re, essi, per invidia sia dell’uno che dell’altro, si diedero guerra ed Eldor fu costretto a uccidere i due re e ad immobilizzare per secoli i due regni,promettendo di lasciarli liberi solamente quando due anime pure fossero comparse nel regno ultraterreno. Dopo circa due secoli di “stallo” il dio Eldor trovò, nel regno ultraterreno, nella parte del Caos, due anime pure, una femminile e una maschile. Le due anime furono messe a capo dei due regni: l’anima femminea fu messa a capo del regno della Luna, mentre quella maschile fu messa a capo del regno del Sole. I due re, dato che erano a conoscenza della situazione precedente, crearono un accordo, il quale vincolava che i due regni non dovevano mai creare guerre tra di loro, essi dovevano rimanere in un atmosfera di pace ed armonia e dovevano proteggere Zibaa a qualsiasi costo.
Un anno dopo l’ascesa dei due re al trono un essere luminescente si presentò al loro cospetto dicendo di voler predicare loro il futuro, entrambi ascoltarono attentamente le parole dell’essere  “Due nascite avverranno e due principi esisteranno. Al compiersi dei loro 15 anni disperazione e sangue invaderanno le strade dei due regni, una guerra di creature scoppierà, ma un amore di fiamma blu la pace ricreerà”. A quelle parole i re rabbrividirono e increduli cacciarono la creatura luminosa, la quale prima di sparire si rivelò essere un messaggero del cielo, un Otarf. I due re non badarono molto a quelle parole e lasciarono scorrere il tempo tranquillamente. Circa un anno e mezzo dopo entrambi i re ebbero un figlio, la regina del regno della Luna ebbe una bellissima figlia dagli occhi verdi, i capelli lunghi e scuri e la pelle chiara, mentre il re del  regno del Sole ebbe un bellissimo figlio dagli occhi azzurri, i capelli biondi e la pelle chiara. La bambina fu chiamata Yal mentre il bambino fu chiamato Blaid. Entrambi i re ricordavano le parole dell’Otarf e sapevano che la prima visione si era avverata. A quel punto una domanda tormentava i due sovrani: La predizione era vera, oppure la nascita dei due principi era solo una strana coincidenza?

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Capitolo 2
*** l'inizio di tutto ***


Gli anni passarono in fretta e ben presto i due ragazzini divennero due splendidi ragazzi di 15 anni. Yal divenne una splendida ragazza, abile nel combattimento con la spada, intelligente, creativa, impulsiva e magnetica. Blaid divenne, anch’esso, uno splendido ragazzo, abile nel cavalcare, sfrontato, impulsivo e solare. Entrambi possedevano un enorme spirito d’avventura e adoravano divertirsi. Nessuno avrebbe mai immaginato che quei due ragazzi avrebbero avuto nelle mani il destino di un intero pianeta.
Erano circa le 5:30 del mattino, mi sentivo strana, come se tutto intorno a me fosse falso, come se la vita che io, Yal, principessa del regno della Luna, avessi vissuto fino ad ora, era solamente uno strano sogno senza risveglio.- Buffo – pensai. Mi alzai dal letto molto lentamente, i muscoli erano ancora doloranti dopo l’allenamento di ieri. Mi sistemai senza fare rumore, non volevo svegliare tutti a palazzo.
Mi svegliai, le 5:30 del mattino, la testa mi girava e una strana sensazione mi perseguitava, come se io, Blaid, principe del regno del Sole, non appartenessi più a questa realtà, come se il mondo intorno a me non fosse vero – Strano – pensai. Mi alzai molto lentamente, la testa mi girava ancora dopo la sbronza di ieri. Mi sistemai senza fare rumore, non volevo svegliare tutti.
- Secondo la “Gran Assemblea” Erendor, dovremo bandirli dal regno per sempre, ma ci deve essere un altro modo per evitare che la profezia si completi, è mia figlia e io non voglio..- non fece in tempo a finire la frase – perché pensi che a me faccia piacere abbandonare mio figlio Alala?!, se lo credi, fidati sbagli di grosso!- Alala rispose alzando la voce – no che non lo credo Erendor! So benissimo quanto tieni a tuo figlio! 

E sai benissimo quanto io  tengo a mia figlia! Blaid e Yal non sono un pericolo- disse Alala a Erendor in modo più calmo – ci deve essere un’ altra soluzione e so che c’è, solo che non ho idea di quale sia, ma di sicuro non è bandirli dal regno.- Erendor guardo in basso e tirò un sospiro, poi alzò gli occhi e vide la faccia determinata e triste di Alala, poi disse – si hai ragione, è solo che ho paura, ho paura di perdere mio figlio, ho paura perché non so quello che ci aspetta, ho paura che accada tutto da capo, ricordi ciò che ha detto Eldor? E se dovesse riaccadere? E se succedesse qualcosa a Yal e Blaid? Oltretutto essendo il re del regno del Sole e tu la regina del regno della Luna, dobbiamo pensare anche al nostro popolo e non solo a noi stessi – sospirò, poi continuò – non so veramente cosa fare Alala – - lo so Erendor, lo so, siamo nei guai e sembra che non ci sia soluzione per risolverli. –. L’aria si fece pesante e claustrofobica, come se dei muri invisibili si fossero formati intorno ai  due sovrani. Gli occhi azzurri di Erendor si fecero lucidi, stava per piangere ma si trattenne, mentre gli occhi marroni di Alala vagavano nel suo pensiero, senza meta ne direzione. Il re guardò l’orologio, segnava le sei esatte del mattino. – io devo tornare a palazzo, ma non preoccuparti Alala, troveremo una soluzione – la regina del regno della Luna annuì, poi Erendor pronunciò una formula:

                                                                    - Himane Ommis Omonia Hus.-

Poco dopo Erendor era scomparso in una cortina di fumo luminosa. Alala rimase per un attimo ferma a guardare, poi si girò verso la finestra. Il cielo era sereno, ma c’era come uno strano alone nell’aria, anche se ciò che si poteva vedere da quella finestra sembrava del tutto normale, le montagne di Cairius, le vallate, il villaggio di Joric, perfino la Foresta Oscura sembrava tranquilla, eppure una sensazione strana continuava a perseguitare Alala, era come se nulla appartenesse più a lei e nulla di ciò che la circondava sembrava reale, era come se tutto fosse solo un gigantesco sogno, ma l’atmosfera che invadeva il regno dava l’impressione che un qualcosa di strano e misterioso stesse per abbattersi su di esso. – Qualcosa sta arrivando, me lo sento … ma che cosa sei? - .

 

  Scesi le scale. Quelle lunghe scale che arrivavano fino alla Moon’s room non mi erano mai sembrate così diverse, sembrava che stessi camminando in un’altra dimensione. Arrivai alla Moon’s room. Il pavimento trasparente di cristallo e diamanti, le stelle che circondavano le pareti, come se stessi nello spazio, le colonne d’argento e i ghirigori tempestati di diamanti, lapislazzuli, ametiste, cristalli di rocca e acquamarina, il Trono Lunare, quel grande trono brillante, a forma di mezzaluna creato con l’energia lunare e le pietre di luna, le quali facevano da catalizzatore energetico. Non riconoscevo più niente, mi sembrava di guardare un film. Cercai di riprendere lucidità ma niente. – forse mettere qualcosa sotto i denti mi farà stare meglio – dissi a me stessa e mi diressi verso le cucine.

...

Attraversai il lungo corridoio che separava la mia camera dalla Solar’s room. Le pareti buie si stringevano a me, o almeno questa era la sensazione che provavo. Mi sembrava di camminare in un lungo e stretto tunnel. Attraversai il portone e mi ritrovai nella Solar’s room. Le alte colonne d’oro, le nuvole e il cielo si stagliavano sul muro. Sulle colonne e sul pavimento c’erano grandi fregi, creati con i rubini, il Trono Solare, così grande e così bello, creato con le pietre del fuoco e l’energia solare. Non lo riconoscevo più, non riconoscevo niente, come se stessi camminando in un’altra dimensione. Cercai di svegliarmi da questo sogno ad occhi aperti, ma non ci riuscivo – chi sa forse se mangio qualcosa mi sentirò meglio – dissi a me stesso e cominciai a camminare verso le cucine.

...

Cercai in giro qualcosa di stuzzicante ma niente, non avevo fame, - che strano -. Una strana sensazione mi assalì, come se dovessi incontrare qualcuno. Istintivamente attraversai il corridoio, poi aprì la porta a sinistra, stavo correndo ora, feci un gesto fulmineo con la mano e la mia spada, la spada di Aridel vi comparse. Aprì il portone e mi fermai di colpo. Ero stupita, non avevo mai visto il giardino del castello 

Così  … - Ma cosa sta succedendo? E’ incredibile non era mai successo prima -. Riposi la spada. – Wow, pazzesco -. Alzai gli occhi. Il cielo era tutto pieno di minacciose nuvole nere come la pece,ogni tanto squarciate da enormi e folgoranti fulmini rosso sangue, li si poteva sentire sfrigolare  tra di loro, sembrava che saltassero da una nuvola all’altra, muovendosi come serpenti minacciosi. Abbassai lo sguardo,il giardino, che era similare ad un boschetto, sembrava una gigantesca foresta, oscura e minacciosa, pronta a inghiottirmi ad ogni mio passo falso. Scossi la testa e mi levai quest’idea. Si alzò un vento fortissimo, e con esso anche varie polveri. Alzai un braccio e mi coprì gli occhi, poi tutto cessò. Delle gocce d’acqua si alzarono dal terreno, sembravano stelle.

...

Entrai nelle cucine e cerai qualcosa di stuzzicante da mettere sotto i denti, ma niente, non avevo affatto fame. Sentì una strana sensazione. Mi girai di scatto e attraversai il corridoio, aprì la seconda porta a destra. Era come se dovessi incontrare qualcuno. Cominciai a correre, battei le mani e la spada di Isium vi comparve. Aprì la porta che avevo davanti. Mi fermai di colpo, ero nel giardino del castello, ma non sembrava lui. – che cos… non è possibile, pazzesco -. Alzai gli occhi al cielo. Era pieno di grosse nuvole nere come la pece, e grossi fulmini rosso sangue che le squarciavano da parte a parte. Abbassai lo sguardo, il giardino era similare ad un cielo in pieno tramonto, con delle nuvole candide al posto dell’erba e con fiori dorati, ma invece che tranquillizzarmi mi metteva ansia, era come se da un momento all’altro sarei precipitato dentro una di queste nuvole. Scossi la testa e lasciai stare quei pensieri, poi, improvvisamente, da terra si alzarono delle gocce d’acqua, sembravano stelle. Il mio stupore fu interrotto da una sagoma alta e luminescente che scomparve tra le nuvole. Impugnai la spada e le corsi dietro. – hei! hei chi sei? Fermo –

Ero sbalordita, non avevo mai visto niente di simile prima – wow, ma com’è possibile che accada tu …- il mio pensiero fu interrotto da un alta sagoma luminescente che camminava in mezzo agli alberi. – hei! hei fermati -. Non mi ascoltava, così impugnai la spada e gli corsi dietro. 

   

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Capitolo 3
*** Rivelazioni ***


Corsi il più veloce che potevo, ma non riuscivo a raggiungerlo, era troppo veloce. Il mio respiro era diventato affannato, le gambe bruciavano ed erano pesanti come piombo. Ero troppo stanca, così usai una formula per aumentare velocità e resistenza – irim kahel -. Subito fui avvolta da una sfera bluastra e di colpo aumentai di velocità e le mie forze tornarono. – si posso raggiungerlo, si posso farcela –.
Stavo correndo a più non posso, ero al limite delle mie forze, non riuscivo a raggiungerlo. Ero stanco e non riuscivo quasi a respirare, così usai una formula per aiutarmi – omin vivel -. Fui avvolto da una luce rossiccia e, immediatamente la mia velocità era aumentata e le mie energie salirono al massimo. – si ce la posso fare -.
L’essere si fermò nel bel mezzo del bosco, ma non appena lo raggiunsi scomparì, come se non fosse mai esistito. – Hey! hey fatti vedere! Avanti esci fuori! – niente, quell’essere no c’era più. Sospirai, e mi sedetti a terra, poi udì qualcosa, sembrava come un sussurro tra gli alberi. - Chi sei? – lo risentì di nuovo, ma questa volta sembrava più chiaro – Yal, Yal il tuo destino sta per compiersi – disse la voce, che ora era diventata più vicina, chiara e profonda. – il mio destino? Che vuoi dire? E chi, anzi cosa sei tu? – sentì una strana presenza dietro la schiena, mi girai e dietro di me c’era un essere luminoso che mi stava fissando.
La creatura si fermò di colpo in mezzo ad un vortice di nuvole. La raggiunsi in mezzo al vortice ma scomparve, volatilizzandosi nel nulla. –Dove sei? Vigliacco fatti avanti! -, niente, l’essere era scomparso senza lasciare traccia. Mi sedetti a terra e, improvvisamente, sentì un sussurro portato dal vento, - chi sei? -, lo risentì ancora, ma questa volta era più nitido, vicino e profondo – Blaid, Blaid il tuo destino sta per compiersi – - destino? Che intendi? E chi o cosa sei? – sentì una strana sensazione sulla schiena, mi girai e vidi un essere luminoso che mi stava guardando.
- Cosa sei tu? – chiesi, ma non ebbi alcuna risposta, l’essere continuava a guardarmi in silenzio, il suo sguardo vuoto mi stava gelando il sangue nelle vene, e il cuore aveva quasi smesso di battere. L’essere era alto e luminoso, aveva il viso allungato e grandi occhi verde-oro. La creatura aprì bocca e parlò – io sono l’Otarf, colui che sa e colui che dice, e tu Yal dovrai affrontare il tuo destino, un destino oscuro e pieno di insidie, una guerra ti aspetta, ma non sarai sola in questo viaggio, un ragazzo di luce incontrerai e la guerra affronterai con la fiamma blu-. Rimasi senza parole, - un Otarf? No, no non è possibile, quale guerra? Chi incontrerò? E che cos’è la fiamma blu?? – chiesi, sempre più stranita e agitata, ma l’essere sospirò e disse – lo capirai presto – poi si dissolse nell’aria, lasciandosi una scia luminosa alle spalle. – No aspetta … ti prego, aspetta –
-Che cosa sei tu? – chiesi a quell’essere. Era alto e luminoso, con il viso allungato e gli occhi grandi e di color verde-oro. Stavo raggelando, non riuscivo nemmeno a muovermi. La creatura parlò – io sono l’Otarf, colui che sa e colui che dice e tu, Blaid, devi compiere il tuo destino, un destino tortuoso e oscuro, una guerra ti aspetta, ma non dovrai affrontare tutto da solo il tuo viaggio, una ragazza d’ombra incontrerai e la guerra affronterai con la fiamma blu -. Ero stranito e confuso. – Che diavolo stai dicendo? È impossibile, e poi chi incontrerò? E cos’è la fiamma blu? – ma l’Otarf non mi rispose e si volatilizzò, ma con un ultimo sospiro disse – lo scoprirai presto -, poi si dissolse lasciandosi alle spalle una scia luminosa. – Torna qui, non lasciarmi così – abbassai la testa e tornai a casa, confuso e sbalordito, con mille domande in testa ma una era più frequente: – Che cazzo è successo? -.
Abbassai la testa tra mille domande, ero nel pallone. Tornai a casa, ma una domanda mi stava tormentando: – Che cazzo è successo? -. Rientrai, attraversai il corridoio e andai nella Moon’s room. Ero sovrappensiero e non mi accorsi che mia madre era dietro di me – ciao Yal – mi girai e la vidi – ciao Madre -, sembrava la stessa di sempre, con i suoi occhi marroni e i suoi lunghi e folti capelli marrone scuro, sempre in forma come al solito e sempre bellissima. Indossava una maglietta nera con dei riflessi dorati e dei jeans. Ero all'apice dell’incredulità e della confusione, ma osservando attentamente il volto di mia madre notai che era molto preoccupata, cosi le chiesi cosa aveva. – Sembri preoccupata, cos’è successo? – emise un lungo sospiro, come se avesse paura di rivelare ciò che sapeva. – Yal purtroppo devo darti una brutta notizia –
- Che succede? – chiesi "a quanto pare oggi non è ancora finita, e se l’Otarf avesse ragione?"
- Con rammarico devo annunciarti che il Regno del Sole ci ha dichiarato guerra –.
- No non è possibile! – pensai. Ero stupita, - come può essere accaduto? -. La testa cominciò a pulsare e a farmi male, ero confusa, troppo confusa, "ma come era possibile? Per secoli i due regni erano vissuti in pace e ora… qualcosa non va, ma non posso restarmene così con le mani in mano. Devo fare qualcosa" pensai, poi dissi – voglio essere d’aiuto, fammi fare qualcosa, non posso restare così ferma a guardare -, il mio tono di voce era determinato ed energico, mia madre si accigliò e mi chiese - sentiamo allora – io le risposi energica – potrei … fare da spia nel palazzo nemico! Sarebbe molto utile no? - Lei si accigliò ancora di più poi disse seria – non se ne parla nemmeno! Tu non entrerai in battaglia, tu rimarrai qui, capito? – io sempre più confusa e stupita replicai alzando la voce – NO! io non rimarrò qui senza fare niente! –
- E invece sarà proprio quello che farai e se continuerai a replicare ti confinerò nelle tue stanze chiaro?? –
- No non è chiaro per niente! Credevo … credevo … Ah al diavolo! Io voglio combattere e tu non puoi fermarmi!! –
- Oh invece io posso e come! Guardie! – immediatamente due guardie armate entrarono nella sala – portatela nelle sue stanze, e sorvegliate la porta chiaro?! Non deve uscire da lì! – le due guardie si diedero un occhiata perplessa, ma poi senza nemmeno pensarci ubbidirono e mi scortarono nelle mie stanze.

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Capitolo 4
*** Raikù & Aceli ***


Mi gettarono nella mia stanza. Ero infuriata e sconvolta. – Aprite! Aprite! – mi lanciai contro la porta e provai ad aprirla, ma niente era chiusa dall’ esterno, cominciai a prenderla a calci e pugni, ma non servì a niente. – Fatemi uscire da qui!! -. Ringhiai e urlai in preda ad una furia ceca cominciai a mettere a soqquadro la mia stanza. Mi calmai, - devo escogitare un qualcosa per andare via da qui, ma cosa? – ero immersa nei miei pensieri e gironzolavo su e giù per la stanza, saltando i mobili che avevo buttato giù a terra. Ero talmente immersa nei miei pensieri che non mi accorsi che avevano aperto la porta – permesso? – mi fermai "quella voce, l’avrei riconosciuta tra mille" mi dissi – Raikù! Che bello vederti – poi un’altra voce, più squillante,  – hei ci sono anche io – il mio sorriso divenne ancora più luminoso – Aceli! Oh che bello rivedervi! Ma che ci fate qui? – Raikù fece segno alle guardie di chiudere nuovamente la porta. Era un ragazzo bellissimo, dal fisico scolpito, con capelli rossi e occhi verdi, Aceli invece era una ragazza molto graziosa, con dei grandi occhi blu e con dei lunghi capelli azzurri, raccolti in due grandi code laterali. Aceli parlò – sappiamo quello che è successo tra te e tua madre –
- Hem – dissi io in tono sarcastico – e come ve ne siete accorti? –
- Mi dispiace Yal, - disse Raikù
- Non ti preoccupare – dissi alegramente – ho un piano -. Mi guardarono con un aria perplessa e stupita allo stesso tempo - ma sei completamente sorvegliata – disse Raikù – non c’è modo di uscire da qui –
- Non c’è modo di uscire da lì – e indicai la porta della stanza – ma posso sempre usare quella – e indicai la finestra.
- Ma sei matta? Sono più di … mmm – tappai ad Aceli la bocca non potevo rischiare di essere sentita dalle guardie – shhh non devono sentirci – dissi sibilando, lei annuì – Aceli lo so che sono … beh so che è un bel volo da qui fino a terra, ma è l’unico modo. Siete con me? – dissi. Ci pensarono un attimo, poi annuirono all’unisono – okay allora ecco il piano: voi uscite normalmente dalla porta e fate finta di niente poi, a mezzanotte in punto, ci ritroviamo sotto la mia finestra, io mi calerò giù, poi penseremo ai cavalli e a come uscire dal regno – Raikù mi guardo poi disse scherzosamente – cos’è non hai un piano intero? – e io risposi – eh no le parti erano vendute separatamente – ridacchiammo un attimo, poi loro mi salutarono e uscirono come se niente fosse – perfetto – pensai – cara mammina guarda il trono prima di sederti perché credo proprio che sarà messo dalla mia parte … quella della punta! -. 
Sorrisi in modo malizioso, poi mi ripresi. Guardai l’ora, erano le 9:40 – meglio che mi dia una mossa -. Gironzolavo e destra e a sinistra della camera prendendo e mettendo oggetti nello zaino – allora vediamo: spazzola presa, spazzolino e dentifricio presi, specchio preso, vestiti presi, il  bracciale di Kol preso, tutte le pozioni e le formule prese … credo ci sia tutto … - mi girai e vidi la mia stanza, era completamente vuota a parte i mobili, e qualche cosa qua e la. – Ops credo di aver esagerato un pochino, ma va beh fa niente in fondo quello che è utile va preso, anche se il lettore dvd portatile e l’intera serie del “diario del vampiro” non credo siano molto utili -. Svuotai un pochino lo zaino – ok cosi va molto meglio -. Guardai nuovamente l’ora quasi le 10:40, "tra poco" pensai "ma come faccio a scendere da qui? Mmm" guardai il letto "calarmi giù con le coperte? No scontato e non ho abbastanza coperte, potrei usare una corda, ma non saprei proprio dove rimediarla" interruppi il mio pensiero e gridai – Oh ma dai ci deve essere pure qualcosa – mi bloccai. Sentii una guardia chiedere – tutto bene principessa? –
- Oh cavolo ho gridato e nemmeno me ne sono accorta – a quel punto dissi con voce leggermente incerta – ehm si tutto bene, stavo solo, solo guardando la tv, e stavo soltanto dicendo “o ma dai ci deve essere pure qualcosa in televisione” hehe –
- Okay, sicura di stare bene? – chiese la guardia in modo sospettoso
– benissimo – dissi – a parte il fatto che sono rinchiusa in camera mia -
- okay – disse la guardia. Tirai un sospiro di sollievo "incredibile se l’è bevuta, certo che ho rischiato grosso" mi misi lo zaino in spalla, poi mi avvicinai alla finestra, sospirai e mi appoggiai sul davanzale. Guardai in alto. La luna era alta e luminosa, stupenda come al solito, anche se guardandola bene sembrava più nera, era strano forte. Improvvisamente le parole dell’Otarf tornarono  nella mia testa "la guerra …" e, insieme a loro, mi tornarono in mente mia madre e le sue parole “il Regno del Sole ci ha dichiarato guerra ... ma chi dovrò incontrare? E cos’è la fiamma blu? Perché non trovo mai una risposta definitiva alle mie domande?" ero caduta in un potente vortice di pensieri, e a quanto pare non riuscivo ad uscirne fino a quand, – Yal! Yal! ehi collegamento terra a Svampi oh Yal! – scossi la testa e guardai in basso – ohh era ora –.
- Raikù? Ma che – guardai l’orologio era mezzanotte – wow come corre il tempo – Raikù mi guardò – ehm principessina scusa l’interruzione ma qui c’è un qualcuno che sta aspettando di vederti a terra, sai com’è il collo comincia a fare male – lo guardai – Aceli dov’è? – mi guardò poi disse – te lo spiego appena scendi – annuii. Diedi le spalle alla finestra "già ma come faccio a scendere? … giusto la formula del teletrasporto, che razza di cretina, come ho fatto a dimenticarlo!" mi concentrai sul posto dove volevo andare, cioè accanto a Raikù, poi dissi – Hamael Irias Kras – in un lampo di luce sparì e apparvi accanto a Raikù insieme ad una miriade di stelline bianche. Era piacevolmente stupito – oh sveglia Raikù? –
- Eh? si sono presente si – cominciai a ridacchiare, - scusa perché sei diventato rosso? -  gli chiesi. L’espressione che aveva sul viso era semplicemente divertente – ma no che dici non sono rosso! – replicò lui
- Ah no? Per caso vuoi una foto? – dissi con sarcasmo,
– eh … lasciamo stare, volevi sapere dov’era Aceli giusto? – annuii – ha detto che non sarebbe venuta –
Ero stranita – come? Non è da Aceli, ti ha detto il perché almeno?- scosse la testa – no, ma ora che ci penso era strana forte, era pallida, e aveva uno strano ghigno sulla faccia, oltretutto i suoi occhi sembravano quelli di uno zombie, spenti, quasi morenti. Non è che sta in … quel periodo li? – lo guardai con perplessità e imbarazzo – ma che ne so io scusa? Può essere però, anche se mi sembra un po’ strano … oddio stiamo veramente parlando di … lasciamo stare –.
- Meglio, comunque vogliamo andare? – mi chiese inchinandosi e mostrandomi il sentiero, strano era molto più carino del solito – i cavalli sono in fondo alla via, sei pronta? – mi chiese – pronta come non mai – gli risposi con entusiasmo e determinazione – bene allora andiamo, e niente ripensamenti – disse lui in modo serio
– e chi ci ripensa, io voglio combattere, e tu lo sai, perciò andiamo – Raikù annuii, mise le mani dietro la testa e cominciò a camminare. Mi incamminai anche io, poi mi girai – Scusami madre, ma non puoi impedirmi di combattere, ne adesso ne mai. Addio, per ora -.


 

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Capitolo 5
*** in cammino ***


- Vieni, i cavalli sono da questa parte – stavamo camminando tranquillamente quando – hai sentito? – mi chiese Raikù
– si ho sentito – 
– sembrano voci umane – Raikù mi guardo
– già, e si avvicinano -. Feci comparire la mia spada, mentre Raikù prese dal fodero che aveva sulla schiena, la sua frusta infuocata. – Che facciamo ora? – gli chiesi, ero su di giri, non riuscivo a stare ferma e, a quanto pare, anche Raikù era nervoso – vieni – mi disse, e cominciò a correre. Gli andai dietro – dove stiamo andando? – gli chiesi, ma lui non mi rispose "tipico di Raikù" pensai. Mi limitai a seguirlo, per qualche strana ragione aveva rallentato – Yal – mi chiamò e mi fece segno di andargli vicino – guarda qua, pare che non siamo soli – ci eravamo fermati sopra ad uno strapiombo, mi scorsi in avanti – oh no... – un esercito di angeli del sole si era accampato ai piedi dello strapiombo, vicinissimo alla valle. Gli angeli del sole erano i soldati del regno del sole, creature di luce capaci di uccidere chiunque, senza pietà. Strinsi i pugni. – Devo fare qualcosa, non posso permettergli di avanzare o attaccare i villaggi circostanti – stavo incominciando a camminare per prendere il sentiero che scendeva a valle, ma Raikù mi mise la mano sulla spalla. Mi bloccai. Guardai la mano di Raikù, poi gli guardai il viso – Yal non puoi combattere da sola soprattutto contro di loro – abbassai lo sguardo, la sua voce era dolce, ma le sue parole erano come mille spine, che mi trafiggevano un qualcosa dentro l'anima. Raikù mi sollevò il mento – ehi – lo guardai e mi sorrise, non potei trattenermi, ricambiai il sorriso, ed istintivamente lo abbracciai, lui ricambiò. Il suo battito accelerò immediatamente. Alzai lo sguardo, era di nuovo rosso in viso, ma questa volta sembrava diverso, non avevo mai visto quel espressione sul viso di Raikù, era come se tutto ciò che lo circondava non esisteva più. Si riprese e mi lasciò andare schiarendosi  la voce – allora ehm che facciamo ora? – ero confusa, stranita e avevo un mare di pensieri nella testa, ma riuscì a riprendermi e dissi – beh, se non possiamo combatterli rallentiamoli no? – Raikù mi guardò con aria pensierosa – e come pensi di fare? – riflettei un momento, diedi un occhiata intorno, niente, non c’era niente in grado di rallentare quegli esseri. La mia espressione era quella di un cane bastonato. – Hei Yal, scusa ma, oggi, sbaglio o c’è la luna di Sirione? – mi chiese Raikù con un sorrisino furbetto e delizioso. Guardai il cielo, la luna era piena e argentea, ma aveva una particolarità: un alone violaceo con sfumature azzurrine. – Già hai ragione, e allora? – il suo sorriso divenne ancora più furbetto, credo che stesse tramando qualcosa – sai Yal mi stavo giusto ricordando che tu durante questa luna puoi fare un certo tipo di, non so … incantesimo? Sai quello dell’oblio … - si appoggiò ad un albero e gesticolò in modo convulsivo. – Si, è esatto – mi levai quella sensazione di vuoto – Raikù, passami la spada – lui annuì e mi passò la spada. Senza nemmeno pensarci feci scorrere la lama sul palmo della mano, e il sangue scorse copioso. Era di un rosso acceso ma scuro, caldo e viscoso, mi avvicinai ad una roccia e con le dita della mano opposta disegnai il simbolo di “Sirio”. Esso rappresentava una stella a cinque punte con al centro una spirale, il tutto racchiuso dentro ad un grande cerchio. – Fatto, adesso mi serve solo la formula – Raikù avanzò incerto – Yal – lo guardai, aveva un aria preoccupata e pensierosa. – Si ? – gli chiesi – Hai … - sembrava non volesse continuare la frase
– coraggio, nessuno ti morde – fece un lungo sospiro, poi continuò – tu hai mai fatto quest’incantesimo prima d’ora? – mi prese alla sprovvista, non pensavo che mi avrebbe fatto una domanda del genere. – no, non ho mai fatto questo incantesimo, ma mi hanno insegnato fin da piccola la formula – Raikù sgranò gli occhi e sobbalzò leggermente, sembrava come se quella notizia lo avesse scosso nel profondo, come se avesse paura di qualcosa – quali sono i rischi che corri, facendo questo incantesimo? – rimasi di stucco "ora ho capito, si sta preoccupando per me" pensai "certo, ha paura che mi possa accadere qualcosa, questo incantesimo ha i suoi rischi, ma non voglio far preoccupare Raikù" sospirai poi dissi sorridente – no nessun rischio, - cercai di essere il più convincente possibile – non ti preoccupare, sul serio non corriamo alcun rischio – Raikù si accigliò poi disse in tono serio – Yal, non mentirmi –
replicai – ma io non sto mentendo –
Raikù si accigliò di più e disse – sai Yal, sei brava in un mucchio di cose, ma mentire non rientra tra queste – stavo per aprire bocca per replicare, ma Raikù storse la bocca "ho capito, mi ha scoperto, come sempre" pensai. Sospirai – ah okay, mi hai scoperto, purtroppo – 
Raikù sorrise un momento – non è stato difficile, allora, spara –, feci un lungo sospiro
– questo incantesimo evoca una “mano d’ombra”, la quale trascinerà gli angeli del sole dentro adUn vortice spaziotemporale. Infine gli angeli verranno spediti nell’oblio e vi rimarranno per un certo periodo di tempo - i suoi occhi verde gatto mi stavano fissando e ciò mi metteva leggermente in imbarazzo – l’unico rischio che corro è quello di … - feci una pausa – quello di rimanere impossessata dalla mano d’ombra ed essere presa dal mio lato oscuro, diverrei un essere senza controllo, e con una voglia innata di uccidere chiunque. – Raikù rimase impassibile. Ci fu un minuto di silenzio, un minuto che sembrava non terminasse mai, un minuto pieno di rumore inesistente che mi stava dando al cervello, Raikù rimase inespressivo e fin troppo tranquillo, poi finalmente parlò – ma ti sei bevuta il cervello?!!? –
"Ah ecco" pensai -
-  Andiamo! E tu vorresti fare un incantesimo che ti farà diventare Miss Crudelia De Mon in persona? No mi dispiace Yal, è una follia! E io … io non ti permetterò di farlo! –
- Raikù … - provai a replicare, ma lui si voltò e disse – NO! Non mi convincerai ad aiutarti, non voglio che tu corra dei rischi – lo guardai con dolcezza, poi mi avvicinai e gli misi la mano sulla spalla, lui si girò, aveva un’aria seria. Gli sorrisi, e lui, imbarazzato e scosso allo stesso tempo mi disse – scusa perché sorridi? Insomma ti vuoi trasformare in Maleficent... –
- Guarda che non rimarrò in quello stato per sempre, ma solo fin quando la luna scomparirà – Raikù mi guardò attonito – come? Ma io pensavo che … - ridacchiai – forse invece di arrabbiarti potevi chiedere no? – Raikù guardò a terra poi disse – okay, la prossima volta che stai per fare un incantesimo quasi mortale, oppure un incantesimo che ti farà diventare un bersaglio per Dean e Sam Whincester  allora chiederò – sorridemmo – però adesso toglimi una curiosità, cosa posso fare per evitare di rimanere ucciso? – tornai seria – beh in effetti qualcosa puoi fare, ed è anche molto semplice – Raikù ascoltò attento e curioso – tutto ciò che devi fare è creare un campo di forza. Però deve essere un campo di forza molto potente. Sei d’accordo? – sembrò pensarci un attimo. Sospirò. - mi hai convinto, allora quando si comincia? – il suo entusiasmo era travolgente, guardai l’ora sul mio orologio digitale, erano le 3:40 del mattino – direi che possiamo cominciare se sei pronto –
- Oh eccome! – rispose lui entusiasta.
– bene … cari angioletti preparatevi ad un biglietto a calci in culo per l’inferno, spero di sola andata – dissi  e Raikù fece un sorriso quasi diabolico. Mi avvicinai alla roccia col simbolo. Respirai profondamente, alzai le braccia e cominciai a muovere le mani in aria creando una sfera di energia nera, che poi portai accanto al petto. Pronunciai la formula magica
                            - Neikhar malonthe indi hombre manus oblike port, Neikhar malonthe –

Dal centro della roccia si innalzò una gigantesca fiamma nera, mossi le mani in modo circolare e la fiamma si tramutò in una mano d’ombra, scheletrica e affusolata. L’espressione sul viso di Raikù era attonita e impaurita allo stesso tempo. – Vai – ordinai alla mano – Vai e trascina quegli angeli solari nell’oblio -. La mano si chiuse a pugno e si infiltrò nel terreno. Tutto sembrava tranquillo, ma poi, esattamente al centro del campo creato dagli angeli, la mano d’ombra riesumò dal terreno. Gli angeli la attaccarono con delle spade dalla lama luminosa e infuocata. La mano si divise in due parti, ma si riunì immediatamente, e squarciando l’aria con un dito, aprì un grande portale che sembrava un gigantesco vortice oscuro e senza fine. Gli angeli furono presi e trascinati dentro al vortice. Si dimenavano e continuavano a lottare, ma senza successo, la mano era troppo potente. Furono trascinati senza pietà nell’oblio. Il vortice si chiuse inghiottendo sia la mano che i suoi prigionieri. La calma scese di nuovo, - allora è finita? – mi chiese Raikù. Il suo tono di voce era incerto e preoccupato, mi girai, il suo viso era pallido, e con un espressione confusa e sbalordita, quasi delusa. – E’ finita? – sembrava tutto troppo calmo fin troppo calmo. Stavo per rispondergli ma poi sentì la terra tremare e il vento innalzarsi. Mi girai verso Raikù, stavo per dirgli di tenersi pronto, ma ad un tratto la terra tremò ancora più violentemente. Sotto di me il terreno cominciò a creparsi e dalle spaccature uscirono dei fasci di luce – oh no -. Guardai Raikù con un espressione di profonda tristezza – Yal – sentii poi … il terreno si distrusse in mille pezzi e fui sbalzata in aria – Yal no!!! –
- Raikù!! – la mano d’ombra mi piombò addosso, urlai, ma le grida mi si strozzarono in gola, la mano mi si strinse addosso, non riuscivo a respirare. – Yal, YAL!! Non mollare! – con difficoltà mi girai verso Raikù , gli sorrisi, poi cacciai un urlo di dolore, la mano d’ombra mi trafisse il torace e mi entrò nel cuore. – Oh mio dio Yal -. La mano d’ombra si tramutò in una sfera blu, poi tutto diventò buio.



 

 

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Capitolo 6
*** Nei panni di Raikù ***


- Yal, no! – tutto si fece confuso  - no! No no no Nooo! – mi lasciai cadere a terra. Ero sfinito, e non potevo credere ai miei occhi, non potevo credere  a nulla di quello che stava accadendo. "Yal, perché? Perché hai voluto fare quell’incantesimo? Io non posso fare niente per aiutarti, sono così impotente" vari ricordi mi tornarono alla mente ma non riuscivo a distinguerli. Mi rialzai e guardai la sfera blu notte. Presi la mia frusta infuocata chiamata “Furieskatch” . La sfera blu si schiuse e si dissolse in una nuvola nera. Yal cadde a terra – Yal – dissi con un filo di voce. Corsi per andarle vicino, ma non appena le fui accanto vidi stampato sul suo viso, un ghigno malefico, e i suoi occhi erano iniettati di sangue. – Yal? Ma che ca …. – feci un gemito di dolore quando Yal, con un solo gesto della mano, mi lanciò contro il tronco di un albero. – Io non sono più Yal, ma tu … sei morto –
- Beh, in realtà sono Raikù... – con un gesto fulmineo mi lanciò delle potenti scariche elettriche violacee, riuscì ad evitarle con una capriola, - Yal, so che sei ancora lì, coraggio reagisci! – niente da fare. Caddi a terra mentre tentavo di evitare uno dei suoi attacchi. – E’ inutile, non riuscirai a sconfiggermi, sono troppo forte, anche più forte rispetto alla tua cara amichetta –
- Questo non è vero!, io ti batterò –  lei fece una piccola risatina,
- sei solo un povero illuso, sei debole e.. – urlò di dolore quando gli diedi addosso la mia cara e vecchia Furieskatch – e tu parli troppo – digrignò i denti e, urlando in preda ad una furia cieca, mi si lanciò contro e con forza e mi buttò a terra. Mi bloccò e tentò di prendermi a pugni la faccia, schivai, schivai e schivai, poi riuscì a levarmela di dosso, buttandola a terra. Mi allontanai il più possibile da lei. Si rialzò, aveva il labbro sanguinante, ma nulla di più – ma com’è possibile? – rise poi mi si lanciò contro cacciando un grido di rabbia. "Non posso farcela, è troppo forte" pensai. Tutta la mia vita mi scorse davanti – mi dispiace Yal – dissi. Una lacrima mi scese giù per la guancia – Raikù – sentì una voce che riecheggiava intorno a me. – Yal, sei tu? –
- Raikù non arrenderti puoi farcela – ero sbigottito e incredulo, nella mia testa riemerse un ricordo lontano:
“ stò tentando di arrampicarmi su di un albero, ma non riesco a salire, ero piccolo, cado – è inutile non ci riesco - 
- puoi farcela, io lo so, devi solo credere in te stesso – mi giro
–Yal... –”.
 Scossi la testa per riprendermi. - Non ti deluderò Yal - dissi, mentre mi rialzavo – tu non puoi sconfiggermi!, io posso batterti e adesso ti farò vedere! – aprìi le braccia, respirai e chiusi gli occhi – io posso farcela, io posso farcela – respirai profondamente, sentì il mio cuore che pulsava molto velocemente, l’adrenalina scorreva più del sangue nelle vene. Respirai. I rumori, amplificati e confusi si placarono, il battito cardiaco diminuì e la mia mente si fece più chiara. Ero pronto. Aprì gli occhi.
– Eymar, eyshar, - tutto si fece più veloce – oimis – dalle mie mani uscì fuori un fuoco rosso e giallo – imes – lei gridò e dalle sue mani uscì un fuoco viola – oisines! – ci lanciammo l’uno contro l’altro . I due fuochi si scontrarono, creando un esplosione bicolore. Dall’esplosione uscirono due draghi di fuoco. I due draghi si fronteggiarono violentemente.
– AHHHHHHH –  gridammo. Stavo lentamente scivolando all’indietro, ma tenni duro.
– Tu non puoi sconfiggermi – disse lei. Digrignai i denti e alzai lo sguardo, il sole stava per sorgere . Feci  sbattere i denti  - questo è per Yal! AHHHHHHHHHH!! – il mio drago eliminò l’altro e attraversò il flusso di luce, colpendo il bersaglio con violenza, poi  ci fu un lampo di luce e fiamme. Mi copriì gli occhi dalla luce accecante.
Poco dopo guardai, il drago era scomparso . Il mio respiro era affannoso  e il mio corpo tremava come una foglia, il cuore era a mille e la testa pulsava, le vene mi stavano esplodendo, gocce di sudore scorrevano lentamente sul mio volto. Mi passai la mano sulla fronte per asciugarmi, poi mi resi conto che Yal, era distesa a terra. Corsi da lei, ma mi avvicinai con cautela. Era svenuta. Un fuoco nero uscì dal suo petto e arrivò fino in cielo. Il sole ormai era sorto. – Ce l’ho  fatta..., Yal, io ce l’ho fatta!, ahah si, evvai! – ero al settimo cielo. – Io ce l’ho fatta ! -  sorrisi a lungo, poi caddi a terra privo di sensi.

 

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Capitolo 7
*** risveglio dall'oblio ***


- Dove sono? – dissi mentre aprivo lentamente gli occhi. Mi guardai intorno. Ero in una foresta, circondata da imponenti e maestosi alberi dal legno scuro. – Ma che posto è questo?, e come ci sono finita qui? – alzai lo sguardo al cielo e il sole mi piombò dritto negli occhi. Abbassai lo sguardo, i raggi solari si poggiavano delicatamente sul mio volto. Si alzò un lieve vento, guardai dritto davanti a me, il vento aumentò – ma che diavolo? – pian piano il vento stava sgretolando il paesaggio circostante. Vidi una quercia gigantesca scomparire d’innanzi a me. A quel punto iniziai a correre. Tutto si fece più veloce e caotico, un tornado stava disintegrando ogni cosa che si trovava sul suo cammino. Stavo correndo più veloce della luce, mi girai di scatto, il semplice vento si era tramutato in un qualcosa di spaventoso e sinistro.
 – Cazzo – fu l’unica cosa che riuscì a dire, feci un passo, scivolai in un burrone. 
- Ahhh! -. Non avevo fatto in tempo nemmeno a girarmi che caddi, saranno stati una quindicina di metri. L’unica cosa che riuscì a vedere fu l’orizzonte, che, velocemente, sprofondò nell’abisso con me. Il cuore a mille, il corpo si scontrava costantemente con l’aria, che tagliava come la lama di un coltello, le pareti si strinsero intorno a me. Sbattei con tutto il lato sinistro sul muro. Sentì un rumore sordo, tentai di muovere il braccio grondante di sangue, ma non appena lo mossi sentiì tutto l’inferno e il purgatorio messi insieme. Il dolore era lancinante. Avevo smesso di precipitare, ma in compenso stavo sbattendo e rotolando dal pendio. Me lo sentivo … il sangue era ovunque, le ossa si frantumavano, rovi e spine perforavano la carne come proiettili. Chiusi gli occhi, me lo sentivo, ero arrivata al capolinea. Una sensazione di vuoto, poi il niente, ne il dolore ne il sangue che scorreva senza sosta, ne l’impressione che la morte era li,pronta a portarmi tra le sue braccia. Aprì gli occhi, la prima cosa che vedi fu … luce, nient’altro che luce. 
Feci l’inventario di tutti i miei pezzi, braccia gambe … - cazzo era un sogno! -. Stavo cominciando ad abituarmi alla luce. Sentì un movimento accanto a me e, velocemente scattai all’indietro. La vista era ancora leggermente offuscata. Mi stropicciai gli occhi. 
Mi rilassai, era Raikù. Era steso a terra, dormiente,doveva essere svenuto dopo lo scontro. Gli sorrisi, poi gli andai vicino, - non puoi capire quanto mi dispiace, Raikù – abbassai lo sguardo e sospirai. – Tranquilla Yal, non è colpa tua – disse lui con voce flebile.
- Raikù! Tutto okay? – lo guardai, stava aprendo gli occhi – beh, stavo meglio prima – risi 
– aiutami ad alzarmi – gli presi la mano e lo tirai su – grazie – disse 
– figurati non c’è di che – dissi e lui sarcastico
 – già, tanto mi hai solo quasi ammazzato quindi mi sembra il minimo – 
- ha ha ha divertente, ora da che parte andiamo? – chiesi 
– ehm …. Di qua – disse. Mi guardai intorno – sicuro? – chiesi a Raikù un po’ stranita 
- Ma si certo che sono sicuro .. –. disse sicuro di se, ma i suoi occhi dicevano ben altro. Aveva lo sguardo vago ed incerto
- Bene, visto che sei tanto sicuro di dove stai andando, allora avrai già notato il burrone … - dissi sarcastica
- Burrone? Quale burro … - si interruppe e guardò in basso. Era ad un centimetro dal cadere nella voragine. Aveva l’aria stupefatta e la bocca spalancata. - Ah quel burrone … beh si l’avevo notato –. 
Risi  – dai andiamo, non vorrai mica fare tardi al palazzo vero …? –
- Oh no! Non voglio di certo creare dispiacere ad Alice e il Bian coniglio! -. Ridemmo insieme, mentre ci avviammo. 

 

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Capitolo 8
*** dietro l'arco ***


Stavamo camminando da più di 40 minuti. Un mare di domande, non avevamo le idee chiare su quello che dovevamo fare, su quello che sarebbe successo, su cosa ci aspettava, oltretutto quello strano sogno mi stava tormentando la mente, sapevo che significava qualcosa anche se non riuscivo a trovare un nesso tra sogno e realtà. Un brivido mi percorse la schiena, avevo la sensazione orribile che sarebbe successo qualcosa, qualcosa di assurdo e agghiacciante al tempo stesso. La testa mi pulsava, sembrava bombardata da una quarantina di missili atomici, batteva violentemente. Una serie di immagini confuse mi scorsero davanti agli occhi … poi una sensazione di calore sulla spalla, immediatamente ritornai alla realtà. Era Raikù, che mi dava una pacca sulla spalla.
 - Hei, siamo quasi arrivati, i Transfer sono qui dietro l’angolo. Sei molto silenziosa, come mai? Va tutto bene? – mi chiese ansioso.
– Si certo, va tutto bene, sono solo … ancora un po’ confusa per, beh per tutto quello che è successo, ma sto bene -. Raikù sospirò, come se si sentisse sollevato
– Okay, se hai bisogno di parlare io sono qui, okay?
Annuiì. Lui mi sorrise dolcemente, poi si girò con le mani in tasca e la camminata decisa, e proseguì dritto per la sua strada. Lo guardai fisso per qualche secondo, poi dissi decisa – Raikù … - lui si fermò e si girò – Si? –
- Grazie – dissi e lui fece spallucce – figurati – sul suo viso apparve un sorriso sornione, poi continuammo a camminare.
Spostammo alcuni rami, e voilà, i Transfer erano li, che ci aspettavano.
– Kahur! – urlai euforica, il Transfer …
Okay prima di continuare a raccontare la mia storia è meglio che vi spieghi che cos’è un Transfer. Un Transfer è un normalissimo cavallo, usato in battaglia. Esso viene ricoperto da un’armatura molto sofisticata, che avvolge tutto il suo corpo, tranne gli occhi e il muso, inoltre l’armatura è dotata di nanotroni i quali dotano l’armatura di ali robotiche e di un impianto di “assalto” a raggi fotonici. Ora chiudiamo la parentesi, dove eravamo rimasti? A si giusto …
il Transfer nero alzò lo sguardo, nitrii contento e mi corse incontro. Lo abbracciai, cavolo era troppo tempo che non lo vedevo!.
– Kahur, bello – gli carezzai il muso 
- Dai basta, smettila hahaha, si anche io sono felice di vederti – io e Kahur ci girammo. Raikù era alle prese con il suo cavallo, che, oltre ad essere esuberante era anche molto, moolto vivace. Raikù si girò per un secondo, ma il cavallo lo prese per il colletto della camicia e cominciò a portarselo in giro, trotterellando. – Rooookyyy!!! Mollami, mollamiii!!-, scoppiai a ridere, ero letteralmente piegata in due. Con le lacrime agli occhi dissi – scusami hahah ma non dovresti portarlo tu il cavallo? Ah ho capito, è un nuovo tipo di stile hahahah –
- Non è affatto divertente! Roky! – il cavallo continuava a fare di testa sua.
– Per te forse, ma per me è uno spasso! Hahahah –
- Invece di prendermi per il culo ti dispiacerebbe aiutarmi? – sospirai, mi avvicinai a Roky e Raikù – dai festa finita, ora lascialo – il cavallo rifiutò – dai, altrimenti non potrai assaggiare questa – tirai fuori dallo zaino una carota e la mostrai al cavallo, che lasciò andare Raikù che inciampò e finì a terra. – bravo – e gli diedi la carota.
– grazie Yal –
- E di che, però è stato molto divertente, ancora sto ridendo -. Ridacchiai ancora, poi Raikù storse la bocca e arricciò il naso, fulminandomi con lo sguardo – E dai ammettilo – lo guardai dritto negli occhi. La sua smorfia si tramutò in un sorriso, e subito dopo in una risata. – Okay lo ammetto, è stato molto divertente, ma non abituartici –
- Si come no, visto come ti da ascolto Roky immagino che non vedremo più niente del genere... – dissi sarcasticamente. Raikù mi diede una pacca sulla spalla – sai dove devi andare vero Yal? – mi disse sorridendo maliziosamente
- Mmm … fammi pensare … non lo so dove? – gli sorrisi maliziosamente. Scosse la testa ridendo. - Dai andiamo, abbiamo ancora parecchia strada davanti a noi – disse Raikù. Annuii e Montammo sui Transfer – da che parte Raikù? – chiesi
- seguimi – disse sicuro di se e ci incamminammo verso la meta.
...
Mancava ormai poco all’arrivo. Spronammo i Transfer al galoppo. – Dai più veloce Raikù, voglio arrivare prima del tramonto, prima si arriva e prima si finisce –
- Hai ragione, ma tanto sarò io il primo ad arrivare! – disse Raikù
– No non credo proprio … Yah!! – dissi – tanto non ci riuscirai mai a superarmi, ti ho sempre battuto – dissi nel modo più sarcastico e bastardo possibile
– oh no no, non questa volta, AIHA!! -.
I capelli fluttuavano al vento, leggieri come l’aria.
I due ragazzi cavalcavano velocemente. Erano testa a testa, e Raikù si perse per un attimo nei suoi pensieri, facendo rallentare il cavallo. "Diamine, è così bella, sembra una Dea in terra, per lei correrei ogni rischio solo per poterla guardare, solo per poter udire la sua voce. È come se fosse un antidoto per ogni mio male. Ogni volta che sono con lei mi sento sollevato, è come se potessi cambiare la mia vita in un attimo, lei, e solo lei può farmi sentire così. Lei è come una parte della mia anima ...". Raikù si era fermato. Yal si girò – Raikù – lo richiamò, ma il ragazzo non rispose – Raikù! – lo richiamò di nuovo, urlando. Raikù alzò la testa – eh? – disse sconvolto. - È da un ora che ti chiamo, ti sei fermato, cos’è non reggevi? Sono troppo veloce per te? – disse Yal ridacchiando. Il ragazzo si avvicinò – si ti piacerebbe – disse con un tono di sfida. Yal gli fece un sorriso, poi chiese – quanto manca ancora? –
- Mmm – fece Raikù – non molto, stammi dietro … se ci riesci – disse sarcasticamente – ah, d’accordo … ma non credo sia molto difficile, se continui ad addormentarti in piedi – ribatte Yal
– ha ha ha divertente – disse Raikù seccato
 - Dai che scherzo, fai strada – disse Yal in tono giocoso, ma gentile. Si rincamminarono, questa volta però non stavano correndo, e Yal si perse, come Raikù, in un mare di pensieri. "
Che strano, ogni volta che guardo Raikù, il cuore si ferma per un secondo. È come se nulla potesse farmi del male. Quando sono con lui mi sento protetta, al sicuro. Sento che non posso lasciarlo andare. Non mi sono mai sentita così con Raikù, io l’ho sempre visto come un amico, e ora, così all’improvviso … è assurdo, non può essere vero … o forse lo è"  mi sentivo come ovattata "Sento che per lui potrei anche … Oddio! Ma cosa? No, no no"
- NO! – urlai ad alta voce.
"oh cazzo, non dirmi che l’ho detto ad alta voce!" pensai
- No cosa? – disse Raikù incuriosito.
– hem – feci io nel panico più totale "cazzo l’ho detto ad alta voce, dai pensa pensa … "
- No! Mi sono scordata il mio hemm … portafortuna, si me lo sono scordata, accidenti … -
- Ma se ce l’hai al collo – disse Raikù stranito e sospettoso
– davvero? – dissi io incredula e impacciata. Misi la mano sul collo – hahaha è vero, che scema che sono – dissi cercando di imitare un tono sorpreso e sbadato, ma più che altro mi era uscito fuori un tono isterico. – Se se, - disse Raikù, che arricciò il naso, (cosa che faceva ogni volta che non era convinto di qualcosa) e fece spallucce. Rigirò il Transfer e proseguimmo.
Ormai mancava pochissimo, e i due ragazzi sembravano tornati alla normalità. – siamo arrivati -. Yal alzò lo sguardo, era perplessa, non aveva mai visto nulla del genere. Due alte statue d’oro si innalzavano, fiere verso il cielo. Esse  Avevano l’aspetto di due sovrani anziani. Entrambe avevano uno scettro e un libro aperto nelle possenti mani dorate. Gli scettri erano portati verso l’alto ed avevano, sulla punta, un sole, con dentro una pietra rossa, invece il libro aveva un simbolo disegnato sulla copertina, un dragone di fuoco. Probabilmente era il sigillo reale o qualcosa del genere. Scendemmo dai Transfer. Mi girai verso Raikù che aveva le mani tremanti e un espressione seria sul volto. Non sembrava nemmeno lui. Quell’espressione era così innaturale, metteva quasi paura, una paura che si poteva leggere nei suoi occhi. Deglutiì. Mi avvicinai a lui – tutto bene? – mi guardò, quasi terrorizzato, senza proferir parola. – Che succede Raikù? –. Continuava a guardare fisso il varco tra le due statue.
- Io non lo so – disse sconvolto, pietrificato dalla paura
– come non lo sai … - chiesi io attonita – Yal ti giuro non so che cosa mi stia succedendo, ho paura, non riesco a distogliere lo sguardo! –
- Ehy, tranquillo, ci sono io – gli porsi la mano, Raikù la guardò, poi la strinse forte – INSIEME – dissi. Prese fiato
– INSIEME -. Pronunciò quella parola fiducioso. Mano nella mano ci dirigemmo verso la grande arcata.
- Pronto? – chiesi
– sono pronto – rispose deciso. Prendemmo un bel respiro. 
Guardammo dritto nel varco, chiudemmo gli occhi, sentii un lieve formicolio, e …
Bianco, solo un immenso spazio bianco e senza fine. – Ah tutto qui? ... Certo che il re non voleva spendere molto in vernice … - 





 


 

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Capitolo 9
*** la laguna delle anime ***


- Ma che? … - disse Raikù sconvolto. Ci guardammo perplessi. Feci roteare lo sguardo qua e la, ma non c’era niente. Niente di niente. Solo noi e un’ immensa distesa bianca.
- Io … non so proprio che dire – dissi. Ero sconvolta, “tutta quella fatica, tutte quelle sensazioni, per poi finire Qui! Nel posto meno verniciato di sempre!”
- Perché? Perché tutte a noi dico io. Manco a dire che possiamo tornare indietro, non ci sono ne porte ne nient’altro – disse Raikù, sconvolto e infuriato. Sembrava un claustrofobico chiuso in ascensore.
- Raikù calmati, troveremo un modo per andarcene – tentai di rassicurarlo. 
– Ah si? E come pensi di fare, sentiamo “principessina”? – disse ironico. Mi fece andare su tutte le furie. Odiavo essere chiamata “principessina”, e Raikù lo sapeva meglio di chiunque altro – non chiamarmi in quel modo! Sai che detesto essere chiamata cosi!, volevo solo sollevarti un po’ il morale –. Dissi. Raikù mi aveva proprio fatto arrabbiare, ma comunque lo capivo, anche io ero sull’orlo di una crisi di nervi.
- Hai ragione. Scusa Yal, è che questo posto … non so … mi manda in bestia, mi sento come perso, non vedo una via d’uscita e, non riesco a sopportarlo mi da alla testa -. Respirai 
– tranquillo Raikù, so che provi, questo posto è davvero insopportabile –
- Oh puoi dirlo forte -.
- senti, facciamo così – proposi – proviamo a camminare, chissà magari la fortuna è dalla nostra – dissi sorridente – e oltretutto è l’unica cosa che mi è venuta in mente –
- Beh, tanto non credo che abbaiamo molta scelta, tanto vale provare -.
- Raikù senti – dissi un po’ incerta 
– si? –
- Tu hai detto di essere già stato al castello del Sole, giusto? – chiesi
- Si, perché? –
- Beh ecco, potresti darmi … qualche dritta? –
- E perché dovrei? Non voglio di certo toglierti tutto il divertimento – disse indifferente. Rimasi di stucco – sai quando ti ci impegni sei proprio un bastardo. E dai, almeno qualcosina? Che so, qualsiasi cosa … -
- E va bene – disse accondiscendente. Sorrisi euforica, - allora vediamo un po cosa posso dirti … fammi pensare … - mi tenne parecchio sulle spine – Ah si –
 “ finalmente” pensai
 – l’architetto a fatto scintille, eh si, devo proprio fargli i miei complimenti – disse divertito. Rimasi basita.
 – che stronzo –
- Te l’ho detto, non voglio toglierti il divertimento – ridacchiò. Gli diedi un pugno sulla spalla. Continuammo a scherzare per un bel po’, poi svariati dubbi cominciarono ad affollarmi la mente. Mi ricordai le parole dell’Otarf, e cominciai a pormi una marea di domande. “Chi era il ragazzo di cui parlava l’essere? E cosa ci riservava il futuro? E Raikù? Che cosa succederà a tutti noi?”… non riuscivo a smettere di pormi tutte queste domande. Ero preoccupata e impaurita, non sapevo che fare, o dove andare.
- Raikù – dissi quasi disperata, come se lui fosse l’unica cosa che potesse togliermi dalla testa ogni dubbio – secondo te cosa ci aspetta li ... ovunque sia “li”? – il volto di Raikù tramutò improvvisamente, lasciando un’ espressione di timore e incertezza – non lo so, non ne ho la minima idea, e tutto questo, mi terrorizza – lo sconforto prese il sopravvento. Abbassai lo sguardo e lasciai cadere qualche lacrima. Raikù si avvicinò e mi strinse forte
-  Hey, non piangere, okay? Qualsiasi cosa ci aspetta noi la affronteremo, e vinceremo okay? -. Aveva un tono di voce così dolce e confortante, era come se quelle parole mi cancellassero tutti i problemi, mi sentivo protetta tra le sue braccia. Mi asciugai le lacrime.
 – Okay – mi sorrise con dolcezza. Ricambiai.
- Insieme per sempre? – chiesi,
 - insieme per sempre – disse rassicurante. Ci abbracciammo forte. Passammo qualche istante abbracciati, poi riaprì gli occhi, e … 
- E’ una porta..., Raikù è una porta! – Raikù si girò di scatto – ma come … - feci spallucce – ok chi è che va in giro a disegnare porte? – risi, poi dissi – ah boh, vediamo un po’ di scoprirlo -. Corremmo verso la porta il più velocemente possibile.
Eravamo li, davanti a questa porticina in legno, con vari fregi dorati. Girai la maniglia decisa, poi la vidi. Era li davanti a me. Una luce immensa fece risplendere ogni cosa.
 – Andiamo – dissi. Non mi ero mai sentita più decisa. Oltrepassammo la porta. Mi coprì gli occhi dalla luce che, mano mano andava spegnendosi, fino a diventare ombra.
- wow! Ma che posto è questo? – chiesi stupefatta
- Non ne ho la minima idea -. Eravamo senza parole, davanti ai nostri occhi c’era una luna piena gigantesca, che sembrava sorretta da delle cascate altissime. Tutto intorno a noi era ricoperto di fiori e funghi luminosi, e l’acqua era fluorescente, il cielo era coperto di stelle, che sembravano diamanti, nell’aria c’era un delizioso profumo di rose, e come sottofondo si poteva udire un misterioso canto lamentoso, terrorizzante e affascinante al tempo stesso. Era meraviglioso.
- Hey Yal, che dici andiamo in esplorazione? – disse Raikù sovraeccitato, 
- Mah si, tanto non avevo altri programmi in agenda – ci sorridemmo, poi corremmo giù verso il lago. Mi specchiai nell’acqua – wow, non ho mai visto niente del genere, sono senza parole – dissi. Demmo un’occhiata intorno. Non avevamo mai visto nulla di simile. – Hey Yal, vieni a vedere – disse Raikù sbalordito – cosa? – chiesi.
- Guarda qua – mi avvicinai e guardai da dietro le sue spalle. – guarda, non avevo mai visto un fiore così – era una gigantesca rosa viola e azzurra, coperta da perle d’acqua. Sembrava brillasse, come una stella. Gli misi una mano sulla spalla. Ci sorridemmo, poi …
- cos’è stato? – chiesi spaventata 
– non lo so – rispose Raikù preoccupato. Lo risentimmo, un potentissimo boato che proveniva dalla fitta boscaglia. Scattammo in piedi e, di corsa, impugnammo le armi. – Tu l’hai sentito? – chiesi ancor più spaventata 
– si, e non mi è piaciuto affatto- disse Raikù spaventato anche lui.
Sentimmo un fruscio alle nostre spalle. Ci girammo lentamente all’unisono. I nostri volti erano attoniti. Non potevo crederci, ancora lui!
- Non è possibile, ancora tu?! – dissi infastidita, ma cosa voleva da me quell’essere? 
– ma cosa diavolo è quel coso? –. 
L’essere storse la testa e con voce solenne disse – IO sono l’Otarf, messaggero dei cieli. Felice di vedervi Yal –
- Aspetta tu conosci questo … questo … coso? – guardai la faccia stravolta di Raikù – Hem … si. Tranquillo è innocuo – dissi rassicurante,
- aspetta, aspetta, aspetta, tu hai incontrato questoooo … Otarf, e non mi hai detto niente? – disse in tono interrogativo 
– beh ecco, volevo farlo, però mi deve essere sfuggito di mente … - dissi con tono evasivo – Yal … okay forse hai ragione, ma … - sentimmo tonare violentemente, e ci zittimmo. – Silenzio – disse l’Otarf con voce tonante. Abbassammo lo sguardo. – C’è un’oscuro viaggio che vi attende. Un compito che solo voi potete compiere, per fuggire dall’etere delle anime, e liberare il Wrath dalle crudeli pene che sopporta –
Rimasi stranita – aspetta l’etere delle anime? – chiesi 
– che cos’è un Wrath? – chiese Raikù sconvolto e confuso. In realtà eravamo tutti confusi. “ perché quest’essere deve perseguitarci ovunque? E cos’è l’etere delle anime? E il Wrath? Troveremo mai un attimo di pace?” pensai. L’Otarf se ne rimase li, a guardarci pensante, in silenzio, poi disse – codesto posto è l’etere delle anime, un luogo in cui le anime ormai defunte dei mortali vengono a riposare in pace, ma il Wrath è un demone senz’anima che disturba il loro sonno eterno – dopo ciò, l’Otarf scomparve, come la prima volta 
– hey aspetta! – gridò Raikù. Gli corremmo incontro, ma era ormai troppo tardi, si era volatilizzato nel nulla.
- E adesso che facciamo? – chiese Raikù con tono interrogativo – non lo so, credo che l’unica cosa da fare sia … -
- Non starai mica pensando di andare ad uccidere il Wrath? -. Era confuso e irritato. Rimasi in silenzio e sospirai. Stavo per parlare ma Raikù mi interruppe subito – Yal, si può sapere cos’hai in testa? Neanche sappiamo che cosa diavolo sia questo Wrath, o cosa sia in grado di fare! – disse, era arrabbiato, preoccupato e forse, anche un po’ spaventato.
- Raikù so che sembra una follia, ma, pensaci bene, abbiamo un’altra scelta? Io direi di no. E poi non sei curioso di vedere? –
- Vedere cosa? La morte? No grazie, non è il mio tipo! –
- Beh neanche il mio. Ma, sento che è la cosa giusta da fare … -
- Beh per me non lo è! Yal tu sai che adoro buttarmi a capofitto in battaglie e cose varie ma … -
- Ma cosa? Lo abbiamo sempre fatto! Perché questa volta è diverso? Perché … -
- PERCHE’ NON VOGLIO PERDERTI! – disse urlando disperato e infuriato. Rimasi senza parole, in silenzio. Continuò - Ho paura, okay? Ho paura che se affrontiamo questa cosa, qualunque cosa sia... ho il terrore. Ho il presentimento, l’orribile presentimento, che se affrontiamo quell’affare, io ti perderò. Io non potrei sopportarlo, morirei … morirei di dolore se dovesse accadere! – pronunciava ogni parola con le lacrime negli occhi, e il dolore nel cuore. 
“Raikù” non riuscivo a pensare ad altro, solo al suo nome. Solo al suo sorriso, ai momenti passati insieme, ogni dolore, sorriso, paura, ogni cosa passata insieme. Abbassai leggermente la testa. Piansi, e non riuscivo a levarmi dalla testa i suoi occhi, i suoi stupendi occhi verdi, verdi come felci. Quegli occhi verdi e pieni di vita, di brio … ma più che altro, non riuscivo a smettere di pensare alle lacrime di dolore e paura che quegli occhi versavano in quell’istante. – Se solo dovesse accaderti qualcosa, qualsiasi cosa, io non potrei perdonarmelo. Non ci riuscirei. Yal io … -. Non riusciva più a parlare. Mi avvicinai a lui e gli strinsi le mani. Ci guardammo dritti negli occhi. Sentì una strana sensazione, come di calore intenso. Il cuore cominciò a battermi all’impazzata, non riuscivo più a parlare o a respirare. Vidi il viso di Raikù avvicinarsi al mio. Sentì il suo respiro sulla pelle. Chiusi gli occhi. Le sue labbra sulle mie. Ci baciammo. Era come se la mia anima stesse danzando con la sua, come se la mia anima si fosse sollevata dal corpo. Era come se i raggi del sole mi avvolgessero. Mi sentivo protetta tra le sue braccia. Lo amavo, e me ne ero accorta solo ora. Lo amavo, lo amavo con tutta l’anima. Era tutto come un sogno. Anzi credevo di sognare. Stavo bruciando dall’interno, stavo bruciando di un fuoco intenso, un fuoco bellissimo e potente, così potente da potermi portare su oltre il cielo.
Ci sciogliemmo da quel bacio profondo, e indugiammo nel perderci ancora, l’uno nello sguardo dell’altro.
Ad un tratto, un rumore improvviso ci fece sobbalzare, riportandoci alla realtà. 
- C – Cos’è stato? – chiese Raikù
- Non lo so … - dissi
Ci girammo lentamente. Il rumore proveniva da dietro le nostre spalle. Vedemmo degli alberi in lontananza muoversi, e una scura sagoma alta e nera allontanarsi, con pesanti e rumorosi passi. Sentì un brivido di paura scorrermi sulla schiena. Il sangue mi si raggelò nelle vene. – Cosa diavolo era quello??? – dissi esclamando. – Non ne ho la minima idea, perché non lo raggiungiamo? Così glielo chiediamo … - disse Raikù sarcastico. Lo guardai male, poi dissi – si certo come no, così poi ci facciamo un nuovo amichetto -. Raikù sorrise sarcastico. Ci guardammo un momento “andiamo” pensai. Raikù annui, come se avesse letto nel mio pensiero.
Scattanti come tigri ci dirigemmo verso la foresta. Le cime degli alberi erano divelte e mano a mano che ci addentravamo nella foresta il cielo si faceva sempre più plumbeo.
Groahhh, uno strano verso minaccioso ci fece sobbalzare. Velocemente impugnammo le armi. La spada di Aridel riluceva alla luce della luna, mentre la furieskatch di Raikù, lanciava piccole scintille infuocate qua e la. Corremmo ancora più velocemente.
Gli alberi si diradavano lentamente, e finimmo in una folta nebbia, così folta da poterla tagliare con un coltello. – Ma dove siamo? – chiesi. Raikù fece spallucce. Mi guardai intorno, sospettosa 
– bleah – disse Raikù disgustato – ma che roba eh? – mi abbassai e vidi un ammasso di melma gelatinosa e viscida sotto le sue scarpe – mah niente, solo melma – - Oh no che schifo! – disse riluttante
- Più che altro sembra mocciolo di Trol – sghignazzai. 
– Blah!! Io odio la melma! –
- Dai continuiamo a camminare -, proseguii. Con la coda dell’occhio vidi Raikù continuare a fare versi di disgusto e non potei fare a meno di ridacchiare.
Intorno a noi si estendevano chilometri di nebbia, e mano a mano che proseguivamo si delineavano i contorni di alti alberi scuri e scheletrici, che davano l’idea di lunghe e ossute mani malefiche e l’aria aveva un odore acre, sapeva di morte e disperazione. Una forte angoscia mi assalì, insieme al pensiero orribile che sarei morta in questo luogo maledetto … scossi la testa e scacciai il pensiero. Mi girai verso Raikù e mi fermai – Raikù? – chiesi impaurita – si? – sospirai
- Tu credi … che ce la faremo? – 
vidi Raikù girarsi lentamente verso di me e sorridermi con tenerezza – Yal, noi combatteremo, insieme, fino alla fine, d’accordo? – annuii con la testa. Raikù mi sorrise, poi si girò lentamente. Spalancò gli occhi e la bocca. Tutto a un tratto mi sentì osservata. Mi girai molto lentamente, vibrante di paura. Sgranai gli occhi. Non riuscivo a muovermi, ero immobilizzata dalla paura. L’essere si girò di scatto, e ci guardò con odio. Eravamo atterriti, il cuore pulsava, senza controllo. Le grida mi si strozzarono in gola, eravamo pietrificati. L’essere ruggì minacciosamente, mostrando i denti lunghi e affilati come rasoi. La terra tremò tutt’intorno a noi, e il boato era talmente forte, che dovetti coprirmi le orecchie.
Ad un tratto urlai – Oh porca – e Raikù – Puttana! Cazzooo corriiiiii –
Ci lanciammo alla fuga. Correvamo a piena velocità senza sapere cosa o dove andare. Stavamo ansimando. L’aria veniva a mancare, i polmoni bruciavano come fuoco, ogni muscolo del mio corpo mi doleva immensamente, il battito accelerava sempre più, facendomi scoppiare il cuore nel petto, le energie venivano a mancare … stavo per fermarmi “ce la posso fare, devo farcela” pensai. Stavo quasi per crollare, sentivo ogni arto del mio corpo che stava per cedere, ogni forza andarsene. “No, no non mollare, non ora … non ci riesco … ma devo … devo” non riuscivo più a pensare. Rallentai. Il respiro del mostro, era così vicino, potevo sentirlo sul collo.
D’un tratto sentì un qualcosa afferrarmi il braccio 
– Muoviti Yal – scossi la testa intontita mentre correvo e inciampavo – cosa? – alzai lo sguardo. Raikù mi stava tirando – Forza Yal, ce la puoi fare, ancora uno sforzo e saremo al sicuro -. Raikù disse ogni parola gridando a squarciagola. Scossi nuovamente la testa e mi ripresi. Corremmo ancora più forte.
- Guardaa!! – urlai indicando una caverna – Svelto … cazzo ci sta raggiungendo. Dai cazzo daiiii!!!! -. Velocemente ci lanciammo dentro la caverna. Ci nascondemmo in fretta e furia negli angoli più bui e remoti della caverna. Trattenemmo il respiro ( o almeno quello che ci restava ), per non essere scoperti.
Quando sentimmo i passi dell’essere avvicinarsi, le pareti più fragili della grotta si sbriciolarono e la paura mi invase. Guardai Raikù speranzosa e terrorizzata. Il panico dilagava nel suo sguardo, ormai fisso e immobile. In preda alla paura gli presi la mano e la strinsi talmente forte che le nocche delle dita divennero bianche. Lui ricambiò la stretta.
Le lacrime cominciarono a scendere, anche se provavo a trattenerle. Gli occhi bruciavano immensamente. Ci fu silenzio, un silenzio cupo e assordante e una calma assurda, senza fine. Mi sporsi leggermente per guardare fuori, c’era silenzio, soltanto silenzio. Ogni cosa sembrava immobile, poi lo vidi. Sbucò fuori dal nulla. Mi tirai indietro immediatamente, soffocando le urla in gola.
Stavo per cadere all’indietro ma Raikù mi sorresse. Mi strinse a se. Potevo sentire il battito del suo cuore accelerare. L’essere si ritirò, allontanandosi. Raikù mi lasciò andare. Riprendemmo a respirare affannosamente. Ci lasciammo cadere, esausti, a terra.
Con il cuore che mi martellava nel petto a piena velocità dissi, tentando di respirare – Cosa … dia … volo … era quello?! – Raikù scosse la testa. – Quello era il Wrath – disse una voce profonda alle nostre spalle. Ci girammo di scatto – Ah sei tu – disse Raikù ringhiando. Era l’Otarf. 
– Che cosa vuoi da noi? – chiese Raikù 
Ora il nostro respiro era tornato nella norma. Respirare, era la cosa più bella del mondo. L’essere era rimasto in silenzio per un po’, poi parlò – Colui che avete incontrato era il Wrath, il divoratore di anime, e vostro è il compito di sconfiggerlo, per liberarci dalla sofferenza eterna, così è stato predetto. Voi siete i prescelti per … - Raikù lo interruppe.
- Aspetta, aspetta, aspetta che? No scusa, secondo te, noi due – e ci indicò entrambi – dovremo affrontare quella … cosa da soli? … cazzo stai fuori o cosa? -. Raikù era rabbioso, ogni parola era rabbia pura. 
– Raikù ha ragione – dissi – e poi, se ciò che dici è vero … come facciamo ad uccidere il Wrath? –
- Avete tutto ciò che vi serve. Dovrete usare solo la forza che risiede in voi, e a quel punto la via vi sarà chiara –
- E se noi ci rifiutassimo? – chiese Raikù con aria di sfida.
- In tal caso – disse l’Otarf con voce solenne – morirete entrambi -. Cadde il silenzio. – Moriremo in ogni caso – dissi tentando di rompere quel silenzio inquietante e fastidioso.
 – Non è ora di morire, avete ancora molto da fare, oltretutto la porta è nell’essere – io e Raikù ci scambiammo uno sguardo interrogativo.
- Quindi per uscire da qui, dobbiamo per forza uccidere il Wrath? – l’Otarf annuì lentamente. Guardai Raikù. Gli tirai la manica della maglietta. Si girò. Era sconvolto, e terrorizzato, il suo sguardo in quel momento era vuoto e inespressivo. Gli strinsi il braccio, come per dargli forza. All’inizio sembrava non essersene accorto poi, senza guardare altrove, mi strinse la mano. Ci lasciammo un’occhiata d’intesa e annuimmo.
- Credo che non abbiamo altra scelta – dissi. L’Otarf annuì e si voltò, come per andarsene – Hey aspetta – disse Raikù – almeno dicci come fare per batterlo – l’Otarf si fermò, e senza guardarci disse solennemente – c’è solo una cosa da sapere …
“Quando tutto sarà perduto, quando l’oblio vi avvolgerà, e la furia vi accecherà, solo allora la tua mano si armerà e la creatura morirà.” -.
A quel punto l’Otarf scomparve. Ero confusa, non stavo capendo più niente. Io e Raikù ci guardammo un attimo e all’unisono esclamammo
- MERDA! -.






 








 

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