Because Love...

di dana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 19: *** Capitolo15 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Una fine per un nuovo inizio ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Che cos’è l’amore? Era una domanda che ormai si ripeteva spesso,

A pranzo, a cena, con gli amici e con i parenti.

Stare con Ron le aveva modificato completamente il modo di essere,

Ma c’era ancora qualcosa che non andava.

Era la cosa giusta quella che stava facendo?

Faceva soffrire gli altri per delle storie impossibili?

O forse erano gli altri a non capirla……

Ma chi sa che un giorno anche a lei non capiti di scoprire Cos’è l’amore…

1 settembre-

Hermione si trascina pesantemente il goffo baule pieno zeppo di libri per poter affrontare un nuovo anno scolastico, l’ultimo per la precisione; e proprio mentre il treno annunciava con un fischio che stava per partire una mano si posò su quella di lei sopra il baule. Alzò gli occhi e si vide di fronte un ragazzo alto e dai capelli rossi, che l’aiutò a portare il baule.

-- Allora ragazzi, come è andata la vostra estate? -- cominciò sul treno Hermione giusto per rompere quell’atmosfera tesa come una corda di violino

-- a me tutto bene, mio padre ha portato tutta la famiglia a fare una vacanza in irlanda, aveva voglia di condurre una ricerca su goblin e folletti -- disse quasi in modo scettico Ron -- e tu Harry come è andata?

-- Non male ragazzi, grazie, ma poteva anche andare meglio se mi aveste mandato qualche lettera voi due… -- rispose un po’ seccato questo. Hermione si morse la lingua, sapeva cosa doveva voler dire per lui vederla insieme a Ron. Si, perché da circa un anno Hermione stava insieme a Ronald Weasley, e sinceramente, si trovava anche bene. Aveva iniziato anche a curare di più se stessa, sentendosi amata, e ora stava diventando una ragazza molto carina. Harry ancora non aveva digerito bene la coppia Ron-Hermione, anche se li considerava ancora i suoi due migliori amici. Poi ci furono attimi di silenzio che sembrarono interminabili finchè Hermione decise che l’aria che si respirava era troppo pesante per lei

-- Ok, vado a fare un giro d’ispezione lungo i corridoi, voi rimanete qui non preoccupatevi -- disse facendo cenno a Ron di tornare a sedersi. I corridoi erano deserti, in alcune cabine vi erano dei ragazzini di circa 11 o 12 anni che parlavano tutti eccitati per la nuova scuola di cui sarebbero entrati a far parte. Le sfuggì un breve sorriso, si ricordava bene dei suoi primi anni ad Hogwarts. E come avrebbe potuto dimenticarsene? Lei, Harry e Ron ne avevano passate di tutti i colori, e proprio ora se ne andava. Era l’ultimo anno per lei in quella scuola. Continuò il suo giro, finchè non andò a finire dritta dritta contro la persona che odiava di più nella scuola: Draco Malfoy. Quel suo ghigno in faccia le dava il voltastomaco, per non parlare poi di quei capelli tenuti laccati da chi sa quale incantesimo.

-- guarda guarda chi incontriamo in giro nei corridoi, tutta sola soletta… -- disse volgendo lo sguardo a uno dei suoi soliti scagnozzi

-- Malfoy, cosa vuoi adesso? -- disse Hermione con una smorfia di disgusto per il ragazzo che aveva di fronte.

-- Cosa voglio? -- disse con voce suadente allontanando gli scagnozzi da se ed avvicinandosi alla ragazza, talmente tanto che lei potè sentire il fiato di lui sul collo

-- credo che tu sabbia già cosa voglio… -- disse poi osservandola dritta negli occhi

-- Non credo Malfoy, e non mi interessa -- rispose Hermione respingendolo e notando di essere praticamente incollata al muro. Fece per andarsene ma un braccio, snello e muscoloso la bloccò.

-- Perché te ne vai? Non è un pò presto? -- continuò Draco avvicinandosi quanto più poteva alla ragazza che si era appiattita al massimo

-- Allontanati subito da me lurido topo di fogna -- Hermione con una spinta forte se lo scrollò praticamente di dosso.

-- Hei, sentitela, cosa crede di fare contro di noi! -- disse facendo scoppiare le risate tra i presenti.

-- Cosa credi di fare? -- continuò ridendo

-- cosa credi di fare tu piuttosto.. -- una voce alle spalle di Malfoy risuonò e alle orecchie di Hermione apparve come la salvezza. Ron era proprio dietro Malfoy, e dato che era 10 cm buoni più alto di lui, si allontanò richiamando a se gli scagnozzi che ubbidienti se ne andarono. Hermione corse verso Ron estremamente grata per quel che le aveva evitato, ed Harry cominciava a sentirsi fuori posto, come un terzo incomodo. Il viaggio proseguì senza intoppi,ed Harry riuscì persino a ridere e a scherzare alle battute di Ron. Solo dopo molte ore di viaggio arrivarono a destinazione e come al solito ad accoglierli c’era la professoressa McGranitt. Il Banchetto fu favoloso,e quando fu ora di andare ognuno ai propri dormitori, nessuno riusciva a muoversi tanto erano sazi.

-- ehi Ron, vedi di non ingozzarti -- disse ridendo la ragazza a Ron, il quale la guardava con uno sguardo molto stupito. Questo creò una scena molto buffa che fece ridere anche Harry.

-- Già Ron, ne vuoi lasciare un po’ anche a noi? -- disse con una punta di sarcasmo.

-- Ok ragazzi, io sono stremata, vado un attimo ai bagni e poi torno su da voi. Ok? -- i ragazzi annuirono con la testa e Ron le accennò ad un occhiolino che la fece arrossire leggermente. Bel modo di finire la giornata, se non fosse stato per il fatto che nei bagni (che stranamente erano popolati dai ragazzi) trovò nuovamente Draco Malfoy, quasi fosse lì ad aspettare qualcuno, senza la presenza dei suoi scagnozzi. Fece dietrofront ma si ritrovò la faccia bionda del ragazzo di fronte

-- Sono piuttosto bravo nel materializzarmi vero Granger? --

-- Nella scuola non ci si può materializzare, stupido --

-- Già hai ragione, non ti si può ingannare neppure per un momento --

-- Vero, bene, ora devo andare grazie… -- mosse un passo verso la porta, ma il ragazzo svelto come non mai fece un forte incantesimo alla porta facendola sbattere violentemente.

-- Non provare ad aprirla, Granger, sono molto più veloce di te nel fare gli incantesimi.. Lo sai --

-- E cosa dovrei temere di quella bacchetta? -- domandò beffarda Hermione, sorprendendosi della sua spavalderia.

-- Vedo che siamo coraggiose oggi eh? Non ti conviene sperimentarlo, ragazzina, potresti rovinare quel bel viso che si nasconde sotto i capelli --

-- Finiscila subito con questa specie di scherzo di malogusto. Voglio uscire di qui. Subito! -- comandò acida Hermione

-- Ehi, ehi calma, non c’è bisogno di fare le difficili -- disse Malfoy, perdendo per un attimo tutta la calma che lo aveva accompagnato fino a quel momento. SI sorprese delle sue parole perché rimase qualche secondo a contemplarle.

-- IO voglio, anzi devo uscire di qui --

-- D’accordo, ecco -- fece nuovamente un incantesimo e la porta si aprì. Hermione però non fece in tempo a muovere qualche passo che la porta fu richiusa alle sue spalle con uno scatto.

-- Che gioco stai facendo Malfoy, ho da fare per domani -- disse Hermione con tono secco

-- su via, Herm, non potresti fare a meno di salire per un paio di minuti? -- disse piano Malfoy. L’aveva chiamata Herm, come si permetteva?! Però il suo nome suonava bene in quella bocca…

-- Non chiamarmi più Herm, non ne hai il diritto, e poi, non cambiare argomento, apri la porta --

-- Va bene d’accordo, ma hai davvero tanta fretta? O scappi? -- continuò lui con un piccolo ghigno nel viso, non era riuscito a trattenerlo

-- Non sono affari che ti riguardano. Apri la porta altrimenti… --

-- Altrimenti cosa? Chiami Potter e Weasley a difenderti come sempre? Non riesci a vivere un minuto senza di loro? Cos’è sono i tuoi padrini? Insomma guardati, hai 17 anni e ti comporti ancora come se foste nel periodo in cui vivevate mille avventure ogni giorno. Svegliati è tutto finito! Avete battuto il signore oscuro e anche mandato mio padre ad Azkaban! -- sfogò Draco cercando di stare calmo, senza purtroppo riuscirci. Hermione non sapeva cosa rispondere. Che le mancavano i tempi in cui vivevano mille avventure?! Che voleva loro un bene dell’anima, e che li considerava come fratelli? Anche se l’avesse fatto non avrebbe capito. Scacciò indietro delle lacrime: non era quello il momento di lasciare andare i sentimenti Hermione! Draco si pentì velocemente di quelle parole… Che sei diventato cretino! Praticamente cacci a male parole la ragazza che ti piace! Abbassò lo sguardo cercando un modo per rimediare la situazione.

-- Insomma, non ti va proprio di parlare qualche minuto con me, non ho mica la peste sai? -- disse con voce addolcita Malfoy

-- Cosa? -- Hermione era sconcertata: di cosa voleva parlare? Poco prima le rinfacciava gli amici ed ora voleva “parlare” ! Vai a capire la gente certe volte! Le lacrime di poco prima le appannavano la vista, ma era sicura di aver visto nascere un sorriso sulle labbra di Malfoy, non il solito Ghigno malefico, ma un sorriso, pieno di tenerezza, come quelli che le volgeva spesso Ron, facendola sentire la persona più importante che ci sia.

-- Io voglio solo parlare.. -- disse il ragazzo avvicinandosi lentamente a lei.

-- E.. e di cosa? -- chiese con voce malferma pur essendo certa di sapere di cosa intendeva parlare lui, mentre erano molto vicini

-- Bhè, di come sei cambiata per esempio -- rispose il ragazzo mentre le loro bocche erano ormai a pochi millimetri di distanza. Il battito di Hermione sembrò fermarsi quando queste si incontrarono.

“Ron non bacia così” pensò. Quel pensiero non potè fare a meno di farla allontanare velocemente da Malfoy, il quale era rimasto stupito dal fatto che si era lasciata baciare, e non tanto dal fatto che si era quasi subito allontanata da lui.

-- A.. apri quella porta Malfoy -- mormorò con voce tremante. Lui non pòtè fare a meno di aprirla e di vederla scomparire correndo verso le scale per il dormitorio di Grifondoro.

-- Ehi Hermione, finalmente, pensavamo ti fossi persa… -- disse il giovane rosso, vedendola entrare come una furia e dirigersi verso il dormitorio delle ragazze, dove sapeva di non poter essere raggiunta. Arrivata lì si butto sul letto a baldacchino a riversare delle lacrime acide. Non erano ne di gioia, ne di tristezza, ma di confusione. “Cosa ho fatto? Ora sicuramente sarà in giro per la scuola a raccontare che è riuscita a baciare Hermione Granger, la ragazza che viene dal mondo dei balocchi” si addormentò presto con quel pensiero fisso in mente, e si svegliò solo molte ore più tardi a notte fonda. Scese giù in sala comune e vide che Ron era addormentato davanti al camino ancora un po’ acceso. Le faceva molta tenerezza, quella tenerezza che un anno prima la aveva fatta innamorare di lui. Gli mise una coperta addosso e proprio in quel momento gli occhi di Ron si aprirono un po’ assonnati.

-- Hermione? --

-- Shhh, dormi, non volevo svegliarti, è tardi --

-- Hermione, prima, perché sei scappata in quel modo? È successo qualcosa? -- chiese preoccupato Ron, facendole spazio sotto la coperta. Hermione non poteva dirgli di quello che era successo prima nel bagno, quindi mormorò semplicemente

-- Baciami --

-- Come? --

-- Ho detto baciami --

Le loro labbra si incontrarono in un vero bacio, “questo è il bacio di Ron” pensò Hermione “ma non è quello di Draco”. Draco! Adesso lo definiva anche per nome. Doveva levarselo dalla testa prima che potesse causare guai inaspettati.

-- Ora va meglio? -- chiese Ron sorridendo

-- Si, grazie -- rispose Hermione poggiandosi a lui.

2 settembre-

Si addormentarono in quel modo e vi rimasero per tutta notte. Furono svegliati da un fracasso infernale al dormitorio dei grifondoro.

-- Ma cosa succede qui? -- chiese Ron appena arrivati al piano di sopra. UN disordine totale regnava nel dormitorio e una finestra era fracassata, qualcuno aveva voluto fare uno scherzo di malogusto, che poteva anche finire male.

-- Si è fatto male qualcuno?-- continuò Ron, cercando di stare calmo

-- No non credo, ma sulla pietra c’è scritto 23:59 D.M. Astronomia --

-- Come? -- Hermione prese la pietra e la guardò attentamente. Aveva capito cos’era, o almeno credeva di aver capito (altrimenti come si sarebbe giustificata ad andare in giro di notte!), una specie d’invito, da parte di Draco Malfoy per la sera alla torre di astronomia, doveva aver sbagliato dormitorio però.

-- Qualcosa non va Hermione, mi sembri strana oggi… -- chiese preoccupato Ron

-- No Ron, ho solo un leggero mal di testa che credo passerà tra poco… -- mentì lei, disgustandosi di se stessa.

-- Ok, herm, io corro che tra poco inizia la lezione, ciao -- disse Ron dandole un lieve bacio sulla guancia. “Bene, e ora cosa faccio?” si disse non appena Ron fu uscito dalla sala comune

-- Hermione cosa c’è? -- una voce alle spalle di lei la fece sussultare un attimo, e vedendo che era Harry si calmò velocemente

-- Harry? Ciao, come mai non sei a lezione? -- chiese

-- Potrei domandarti lo stesso, comunque la Professoressa McGranitt mi ha dato la mattinata libera per gli allenamenti di Quiddich, tra due giorni c’è la prima partita del campionato contro i serpeverde --

-- Da- davvero? Non me lo ricordavo… -- riflettè ad alta voce Hermione

-- Perché, dimmi che è successo, dopotutto sono ancora il tuo migliore amico no?-- “ Si, lo sei, ma anche Ron è il tuo migliore amico, è meglio che non ti dica niente…”

-- Non ti preoccupare, non mi è successo niente, come ho detto a Ron ho solo un semplice mal di testa, mi passerà fra poco-- rispose lei accennando ad un sorriso, anche se sembrava lì lì per scoppiare a piangere

-- Hermione, con me puoi parlare tranquillamente, è per Ron? -- chiese vedendo il disagio della ragazza

-- No, cioè, si, insomma, non lo so. So solo che… -- farfugliò, ma si interruppe, cosa sapeva?

-- Hermione, dai ora non prendermi in giro --

-- Devo andare… -- mormorò Hermione prendendo i libri e correndo verso il quadro della signora grassa, per andare a lezione. Alla lezione di trasfigurazione, Ron non c’era. “deve essere con Harry a fare l’allenamento, ora fa parte della squadra…” pensò.

-- Signorina Granger, prego entri, anche se è in ritardo alla sua prima lezione, passerò sopra al fatto. Prego, si sieda accanto al signor Malfoy --

-- Come? Non c’è un altro posto? -- chiese sconcertata alla professoressa, Hermione

-- Ci sarebbe, ma a meno che lei non voglia riempirsi di pustole per tutto il corpo, le conviene sedersi accanto al signor Malfoy… -- disse in tono ovvio la professoressa ed Hermione rassegnata andò a sedersi in banco assieme a Malfoy.

-- Bene iniziamo la lezione, se non ci sono altri problemi -- cominciò la lezione la prof guardando con tono di rimprovero Neville, coperto di una strana crema blu. Hermione non riusciva a stare attenta alla spiegazione, e si chiese come mai un bacio l’aveva ridotta così. Evitò accuratamente di guardare in faccia Malfoy, anche perché non sapeva come avrebbe reagito, e non c’era da fidarsi. Le altre lezione furono tutte molto noiose, ed Hermione era felice di poter andare a vedere gli allenamenti di Ron. Non aveva molte occasioni per farlo, e questa era una delle poche volte in cui poteva andare a vederlo. In scopa era tutt’altra cosa Ron: infatti i capelli gli volavano a vento quando doveva bloccare la pluffa e la divisa faceva lo stesso. Poi quei colori gli donavano perfettamente, facevano risaltare il colore dei capelli. Questo pensiero fece scivolare un sorriso sulle sue labbra. Alla fine dell’allenamento Hermione si fece trovare negli spogliatoi.

-- Hermione? Lo sai che non ti è permesso entrare qui. Se ti scopre Harry sai di cosa è capace… -- disse Ron

-- Si, certo lo so, ma volevo solo vederti, questo non potrà mica fare del male a qualcuno no?-- disse Hermione sorridendo

-- Dai, Hermione, non scherzare, ma che ti prende oggi? Sei strana..-- disse Ron un po’ sconcertato. Hermione a quelle parole rimase un pò di stucco per poi andarsene via senza una parola. Lo avevano notato tutti che era diversa. Nel pomeriggio decise di andare a trovare Hagrid, anche per salutarlo, perché non era riuscito a vederlo prima. Busso tre volte dopo di che la grossa porta di legno massiccio si aprì con uno scatto e vide Hagrid sorridergli.

-- Hermione come va? Entra entra, stavo giusto preparando un po’ di tè. Dimmi un po’ come mai Harry e Ron non sono con te, di solito siete inseparabili… -- chiese Hagrid

-- Oh, bhè ecco, volevo starmene un po’ tranquilla e ho pensato di venirti a trovare, ma se ti do fastidio vado..-- fece Hermione dirigendosi verso la porta

-- Ehi, no vieni qui, così magari parliamo un po’-- disse Hagrid facendole cenno di sedersi sull’enorme poltrona di pelle.

-- Hai sentito che fra due giorni c’è la prima partita del campionato di quiddich, mi pare un po’ presto non pensi? --

-- Si, anche troppo presto -- fece notare Hermione

-- Vabbè comunque vincerà sicuro grifondoro, perché sembra essere la squadra più brava, non pensi? Da quando Malfoy è diventato il capitano della squadra, sembra proprio che siano tutti dei pappamolle -- scherzò Hagrid

-- Non credo Hagrid, basta vedere quanto si allenano a settimana: 6 ore, mentre noi solo 4 ore a settimana, senza contare però le ore extra di Harry… -- commentò Hermione sovrappensiero.

-- Bhè io dovrei andare, si sta facendo buio, e purtroppo abbiamo anche noi del 7° anno il coprifuoco…-- e così dicendo si diresse verso la porta per andare al castello.

La serata trascorse lenta, ed Hermione, che si era pentita del comportamento che aveva avuto con Ron dato che lui aveva ragione, non riuscì a trovarlo per scusarsi… non era una cosa comune per Hermione chiedere scusa, di solito aveva sempre ragione, ma per Ron avrebbe fatto un‘eccezione…

2 settembre ore 10,30

Hermione era nella sala comune dei grifondoro, seduta sulla sua poltrona preferita con in braccio grattastinchi, che giocava vivacemente con un filo della sua maglietta. Non era scesa giù in sala grande, non aveva una gran fame: era troppo impegnata a pensare all’appuntamento che avrebbe avuto tra poche ore, e al fatto che non sapeva come fare per andarci… bhè, forse un modo c’era, ma sarebbe stato tradimento da parte sua… ma doveva farlo… ok… va bene… Mentre Hermione rifletteva su questi pensieri una mano le si posò sulla spalla, ed Hermione vide che era Ron.

-- Hey Herm, come stai? Scusa per prima, ma sai com’è Harry quando si tratta di quiddich, lo conosci… -- disse sedendosi accanto alla ragazza

-- Si non ti preoccupare -- rispose lei sorridendo -- sono stata io che… insomma ero un pò fuori di me oggi --

-- D’accordo, io però ora vado a letto, Harry è stato più pesante del solito… -- scherzò Ron volgendo lo sguardo al celo. Si salutarono e poco dopo arrivò Harry, più nero che mai di umore

-- Harry, come è andato l’allenamento? -- chiese Hermione, pur sapendo già la risposta che avrebbe ricevuto

-- uno schifo, non sappiamo giocare… -- rispose lui semplicemente, evitando di guardarla negli occhi

-- Come?! Ma se siete la squadra più brava della scuola?! --

-- Eravamo vorrai dire… Ron non è riuscito a parare una pluffa, Ginny la faceva cadere sempre e in più un bolide ha colpito in pieno Colin Canon… -- si fermò un secondo -- mandandolo dritto dritto in infermeria con una gamba

rotta… -- finì poi prendendo un gran respiro. Lei rimase con in fiato mozzo dalla sorpresa: la squadra non poteva andare così male! Era impossibile: da 5 anni circa la coppa era sempre stata loro, e questa non veniva certo regalata ai preferiti del preside…

-- Cosa? Qui c’è di mezzo un colpo di sfortuna! Non potete andare così male! --

-- Senti ti dico che è così! Sono io il capitano della squadra e so dirti come va o non va l’allenamento! -- rispose lui sull’orlo di una crisi di nervi.

-- Va bene! Calmati! Perché non ti vai a fare una doccia fredda così ti riposi un po’! -- anche Hermione cominciava a scaldarsi, non sopportava quando qualcosa le veniva rinfacciato così in faccia! Per tutta risposta lui se ne andò confabulando qualcosa tra se e se… Doveva essere una giornata nera per tutti quella

3 settembre ore 00,00

Hermione si dirigeva lentamente verso la torre di astronomia. Sperava ardentemente che non si trattasse di uno scherzo, per farla trovare da Gazza e per crearle guai, non sarebbe riuscita a digerirlo, e poi come si sarebbe giustificata con gli altri? Cosa avrebbe detto loro? Che era sonnambula? E con indosso il mantello di Harry?! Che credeva di aver “preso in prestito”, anche se sapeva che ben presto se ne sarebbe pentita. Salì le scale della torre un gradino per volta, pur sapendo che la tensione stava aumentando velocemente. Aprì lentamente la porta, sapeva di non essere vista, ma la prudenza prima di tutto.

-- Entra, anche se hai il mantello dell’invisibilità di Potter, so che ci sei -- un ragazzo girato di spalle con indosso un grande mantello blu o forse verde scuro che osservava il celo pieno di stelle parlò, con tono tranquillo. Hermione sfilò via il mantello e si avvicinò lentamente.

-- Ok, cosa vuoi adesso? -- chiese lei cercando invano di avere un tono annoiato

-- Il celo questa notte è bellissimo, ma tra un paio d’ore tutto questo svanirà… -- sospirò lui senza rispondere. La risposta sconcertò Hermione: non era proprio quella che si aspettava.

-- Senti, non voglio restare qui a contemplare il celo, dunque o mi dici perché mi hai detto di venire qui, oppure scordati di conoscermi o di avermi conosciuta… -- disse lei tutto d’un fiato

-- Voglio che mi ascolti un minuto -- cominciò il ragazzo, evitando accuratamente di guardare Hermione negli occhi

-- Io… bhè ecco io non credevo.. Non credevo che sarei mai riuscito ad innamorarmi di una come te… -- disse con una grande fatica Draco, non sembrava riuscire a reggere un fardello simile. Hermione sembrava sul punto di replicare ma lui continuò

-- O meglio, non credevo sarei mai riuscito ad innamorarmi --

-- La mia famiglia mi ha abituato ad essere superiore agli altri, ed ecco come sono venuto fuori, o meglio, come mi conoscono gli altri: il ragazzino Viziato e vanitoso, che se ne frega altamente di tutti, tranne che di se stesso… -- fece un respiro, dire quelle parole gli costava caro: la sua reputazione e anche un po’ della sua dignità se ne andava con questa.

-- Però, credo che a tutti debba essere concessa una possibilità, e anche a me, che non ne ho mai concessa… Bene, ora che ti ho detto questo puoi andare… volevo solo che lo sapessi, così da farti quattro risate con Potter e Weasley, perché loro si che mi conoscono bene… -- Hermione non si mosse e non aveva intenzione di farlo, quelle parole l’avevano colpita, era sicura che le volesse rinfacciare quello che era successo la sera di due giorni prima, invece eccola lì con il pensiero di una rivelazione in testa, una rivelazione che l’aveva lasciata sconvolta.

-- Ebbene, cosa aspetti ad andartene… -- riprese Draco, questa volta con una punta di nervosismo nella voce

-- Non ho intenzione di andarmene via… e non ho intenzione di raccontare a nessuno queste parole… -- mormorò lei con voce abbastanza ferma. Solo allora Draco alzò lo sguardo per osservarla ancora una volta, come aveva fatto da un sacco di tempo, durante le lezioni di pozioni… Solo lei riusciva a essere più brava di lui in questa materia.

-- Io… non so perché, ma non me ne andrò… -- balbettò piano lei. Cosa stava facendo ? Stava “socializzando” con Draco Malfoy! Il suo acerrimo nemico! Il nemico numero 1 dopo Voldemort per Harry!

-- forse lo so io perché… -- mormorò nuovamente lui, alzandosi ma continuando ad osservare il celo blu sopra le loro teste

-- Davvero? -- il cuore di Hermione batteva a mille. Draco si avvicinava lentamente ad Hermione, senza però guardarla negli occhi.

-- Si, perché credo che anche tu vuoi quello che voglio io --mormorò. Anche il suo cuore batteva a mille, in amore non era mai stato tanto spavaldo, la Parkinson non era stata nulla per lui, neppure un’amica figuriamoci un amore.

-- e che cosa vorresti tu? -- “Hei Hermione! Cosa ti prende? Non la senti più la piccola voce nella tua mente? Quella voce detta buonsenso?!!” questi pensieri balenavano come un temporale nella mente di Hermione, ma lei non vi badava molto.

-- questo -- rispose lui alzando finalmente lo sguardo e mostrando non più due occhi di ghiaccio, ma due splendidi occhi azzurri pieni di dolcezza. Le loro bocche si scontrarono, prima in un bacio leggero e poi superato il primo imbarazzo con passione.

-- Io Hermione… non ci posso fare niente…-- balbettava Draco tra un respiro e l’altro

-- io ti amo… -- mormorò piano. Queste non erano più le parole di Malfoy, ma di Draco, un ragazzo di diciassette anni innamorato di una ragazza. Nonostante fosse notte fonda ormai, ad Hermione si imporporarono leggermente le guance… Non c’era abituata, anche se stava con Ron erano molte poche le volte in cui lui le diceva “ti amo”, pensò tra se.

-- A.. Anche io -- rispose poi lei, sorprendendosi di quanto le riusciva facile dirlo. Draco si allontanò dolcemente da lei e la fissò negli occhi.

-- Celo come ho fatto a non notarlo prima… -- pensò ad alta voce, facendo nascere un sorriso sulle labbra di Hermione. Si sdraiarono ad osservare le stelle, quelle stelle che poco prima Draco osservava da solo, con un pizzico di malinconia. Era dolcissimo stare così. Senza rendersene conto il tempo passava e loro due erano lì distesi a parlare e a ridere di quanto erano stati stupidi a giudicarsi prima di conoscersi, finchè il sole non cominciò a sorgere in un alba dai mille colori.

-- Oh, no! -- fece Hermione alzandosi di scatto

-- Che succede? -- chiese Draco confuso

-- E’… è così tardi! O meglio è così presto! Insomma, si renderanno conto che manco! -- farfugliò cercando di riprendere il controllo di se stessa.

-- Non riesco ad immaginare cosa sarebbero capaci di farti Ron ed Harry se ci scoprissero… -- il tono in cui l’aveva detto intenerì Draco.

-- Ok, allora vai prima che ti scopra qualcuno… -- rispose lui posandole una mano sul viso. Hermione dopo essersi salutati con un lungo bacio prese il mantello e si diresse velocemente verso il dormitorio.

Non si levò il mantello da dosso neppure dentro alla sala grande, e vedendo Ron ed Harry discutere tra loro, decise di avvicinarsi ad ascoltarli.

-- Ma Harry tu devi smetterla! -- Ron sembrava parecchio arrabbiato con Harry

-- E perché dovrei? Non è mica una tua proprietà privata! Io almeno le stò vicino quando ha bisogno d’aiuto, tu invece… -- ribatteva Harry con aria, se possibile, ancora peggiore di quella di Ron

-- Come non è di mia proprietà? È la mia ragazza Harry, e non voglio che ti impicci. -- chiuse Ron

-- Ma cos’è la ritieni un oggetto? Ricorda che prima di essere la tua ragazza, Hermione è la nostra migliore amica! E dunque non la si può trattare come un pezzo di carta, che si usa e si butta come stai facendo tu! -- cercò di farlo ragionare Harry

-- So che è la nostra migliore amica ma per ora è anche la mia ragazza capisci? --

Hermione era esattamente dietro Ron, il quale era di fronte ad Harry

-- Ron o glielo dici tu o lo faccio io, e non credo che le piacerà quello che le dirò… --

-- e che cosa le dovrei dire? Che sto sia con lei che con Calì? --. Proprio in quel momento Hermione si sfilò via il mantello rendendosi visibile a tutti, e facendo strabuzzare gli occhi ad Harry

-- Come faccio a dirglielo! -- disse Ron prendendo praticamente la testa fra le mani.

-- Ehm.. Ron, mi sa che lo hai già fatto… -- rispose piano Harry facendogli un cenno con il capo. Girandosi a Ron per poco non venne un colpo vedendo Hermione con una guancia rigata dalle lacrime e il mantello stretto in una mano. Dopo questi attimi di tensione Hermione si avvicinò lentamente a Ron, il quale non aveva parole per giustificare quello che aveva appena detto, e gli tirò un sonoro schiaffo su una guancia lasciandogli il tratto rosso di cinque dita.

-- E io che temevo di ferirti… -- mormorò lei, dopodiché si diresse verso il dormitorio lasciandosi dietro il mantello.

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Fine primo cap, com’è? Un po’ svelto non trovate? Succedono un sacco di cose in poco tempo, ma questo è solo l’inizio, e chi sa che… Ok, cm non voglio rivelarvi il finale, dunque vi prego di recensirmi tanto xkè gli spunti derivano anche dall’incoraggiamento… Bene grazie per aver letto la storia.

Alex

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

3 settembre ore 7:00

Hermione aveva smesso di versare lacrime per Ron, non ne valeva. Non era riuscita a chiudere occhio per tutta la notte, e questo le aveva causate delle grandi occhiaie intorno agli occhi, come se le avessero dato dritto in faccia due pugni. Chi sa da quanto tempo la storia andava avanti. Si stupì della facilità con cui era stata manipolata. I baci, le carezze, le parole dolci… erano tutte false. Questo pensiero fece nascere una smorfia d’amarezza nelle labbra di Hermione. Dunque si sistemò in fretta i capelli in una lunga coda spettinata e dopo aver preso con un braccio i libri, si diresse a passo veloce verso l’aula di Pozioni. L’aula era completamente deserta, come aveva previsto, e allora si sedette su una sedia e vinta dal sonno iniziò a parlare. Più che altro erano parole senza senso e farfugliate, seguite a ruota da frasi di disprezzo verso Ron.

3 settembre ore 18:00

Quando si svegliò era in infermeria ed un sacco di gridate la fecero svegliare completamente

-- Via via! Deve riposare! Non ha dormito per niente… Passate più tardi! -- la voce di madama Chips risuonava imponente.

-- Ma Madama Chips! È ore che è chiusa qui dentro! Non potrebbe farcela vedere! -- un’altra voce che stava praticamente litigando con Madama Chips, Hermione la riconobbe come quella di Harry…

-- E invece si che posso! E lo sto facendo, andate e tornate solo domani! --

-- Domani?! -- un’altra voce, quella di Ron questa volta…

-- Madama Chips, non è che potrebbe farli entrare per un paio di minuti a vedere come sta la ragazza? Dopotutto so che sono inseparabili… -- ancora un’altra voce, quella di Silente. Ormai Hermione era ben sveglia, ma quando sentì un sospiro da parte di Madama Chips e dei passi avvicinarsi richiuse immediatamente gli occhi e fece finta di dormire.

-- Ecco vedete! Dorme! Deve essere preoccupata per gli esami… -- disse piano la Medimago. Harry e Ron si scambiarono un’occhiata… non era certo per i compiti

-- Bene ora potete andare… -- disse poi riferendosi al preside -- anche lei professor silente, per quanto riguarda la salute, le regole sono uguali per tutti… dunque via! -- chiuse madama Chips. Stranamente sentiva gli occhi di qualcuno addosso a se, ed era sicura che fossero quelli di Silente… Poteva farla franca ad Harry e Ron, ma a Silente, No… ed era sicura che lui la stesse guardando perché aveva capito qualcosa. Appena furono usciti di li fece “finta” di essersi appena svegliata e la Medimago vedendola sorrise

-- Oh, ti sei svegliata finalmente… ma quanto hai dormito stanotte? Non c’è stato neppure bisogno del sonnifero come per tutti gli altri! -- chiese con un po’ di severità

-- Come ci sono finita qui? -- chiese Hermione non facendo caso alle parole di Madama Chips

-- Ti ci ha portato qui il signor Malfoy, ha detto che era venuto presto in classe a controllare gli ingredienti di una pozione e ti ha visto accasciata su un banco, ma non era niente, solo che non avevi dormito abbastanza. Cosa combinate voi ragazzi di sera! Si può sapere?! -- chiese questa volta con tono più severo. A sapere che Draco si era preoccupato per lei un piccolo sorriso le comparse in viso. Come avrebbe voluto che la serata passata con lui non fosse mai finita… o che almeno non fosse finita così…

-- A proposito poco fa sono venuti a trovarti il signor Potter e Weasley… sembravano veramente preoccupati -- continuò Madama

-- E cosa volevano? -- chiese Hermione senza nascondere una punta di disprezzo nella voce: c’è l’aveva anche con Harry che, nonostante fosse il suo migliore amico, le aveva nascosto tutto.

-- Per l’amor del celo?! Lo chiede anche? Erano molto preoccupati per lei, se ne sono andati un minuto fa… -- rispose la dottoressa

-- ora è meglio che continui a riposare… --

-- Ma madama Chips?! Ha visto che ore sono? Mi sa che ho dormito abbastanza… -- disse Hermione cercando di alzarsi dal letto, senza riuscirci. Sentiva dentro di se una grande stanchezza e le gambe molli non la reggevano un secondo.

-- Dove crede d’andare? Lei non si muove da qui finchè non lo dico io. E poi con quelle gambe non credo che riuscirebbe ad andare lontano. Se proprio non vuole dormire, va bene, ma non si muova dal letto -- chiuse madama Chips. Proprio in quel momento la porta si aprì, anche se Hermione non poteva vedere chi era visto che era nascosta praticamente dietro ad un grosso paravento, non perse una parole del discorso che fece con madama Chips.

-- Posso entrare a vedere come sta? -- una voce parlò con una punta di freddezza nelle parole che pronunciò, ma non quella di Ron, e neppure quella di Harry.

-- Non credo che la ragazza sia nelle condizioni di vedere qualcuno ora… -- rispose con tono altrettanto freddo Madama Chips.

-- Neanche un paio di minuti? Ho visto Potter e Weasley prima entrare… -- rispose con fare di sfida la voce. Madama Chips sospirò come aveva fatto prima con Harry e Ron, e lasciò passare il ragazzo. I passi erano leggeri e delicati, senza peso praticamente, ed una figura con un grande mantello verde che copriva completamente fino a terra il corpo del ragazzo entrò nella stanza. Aveva i capelli biondi con qualche ciuffo che gli ricadeva davanti agli occhi di un azzurro ghiaccio. Era Draco che si avvicinava. Il fiato di lei si mozzò per un instante nel guardarlo venire con in mantello che svolazzava da un lato all’altro. Pareva un angelo, l’angelo custode di Hermione. Si sedette al bordo del letto ed Hermione, che fino a quel momento aveva fatto finta di dormire con gli occhi leggermente schiusi, fece nuovamente “finta” di svegliarsi.

-- Ciao, come stai? -- disse leggermente imbarazzato lui

-- Bene grazie, e solo che quando sono andata nella sala comune non sono riuscita a dormire… -- rispose lei sorridendo: era tremendamente carino quando era imbarazzato…

-- Volevo darti questa… -- disse facendo uscire una mano dal mantello e mostrando una grande rosa bianca

-- è bellissima… -- mormorò Hermione. Draco nel porgergliela si punse con una spina ed una goccia di sangue cadde e bagnò le candide coperte dell’infermeria.

-- Ti sei fatto male? -- chiese Hermione

-- No, non preoccuparti, non è niente… -- rispose Draco

-- Sono contenta che tu sia venuto a trovarmi sai… ieri sera, o meglio stanotte ho litigato con Ron… -- disse piano lei

-- Come? Che ti ha fatto? -- chiese Draco

-- No nulla, l’ho lasciato… -- si fermò un attimo e riprendendo fiato -- come lui faceva con me per un’altra… -- chiuse gli occhi non sapendo cosa fare. Ma quando sentì il dorso i una mano passarle su una guancia una lacrima riuscì a fuggire dal suo occhio.

-- Non ti preoccupare, lui non ti meritava proprio… -- mormorò piano Draco tirandola a se ed abbracciandola piano. A questo punto Hermione si lasciò andare e ricambiando l’abbraccio si mise a piangere silenziosamente

-- Io… io mi fidavo di lui… mi sentivo protetta… -- mormorò con la voce impastata dal pianto

-- Shhh… non ti preoccupare, ora ci sono io qui -- la zittì dolcemente lui

-- grazie… -- potè dire semplicemente lei. In quel momento si scambiarono un bacio in cui era contenuta tutta la rabbia repressa e il dolore che avevano dovuto sopportare nel tempo, ma allo stesso tempo era un bacio pieno di dolcezza, che nessuno dei due voleva finisse mai…

-- Ehm.. Ehm-- una voce alle loro spalle li sorprese e subito si staccarono l’uno dall’altro come se si fossero scottati a vicenda.

-- Ora capisco signorina Granger, cosa le succede la sera… -- disse severa madama Chips. Hermione arrossì leggermente e lo stesso Draco.

-- Bene ora che sa come sta la ragazza, credo che possa anche andare… --

-- Si, vado… -- disse andandosene via senza una parola di più.

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Fine secondo capitolo

Devo assolutamente ringraziare Sphinx, sono molto contenta che il pimo chap ti sia piaciuto.. cmq la storia di per se è completate, ma metterò un capitolo alla volta...

baci

Alex

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

5 ottobre ore 17:00

Era ormai passato un mese dall’inconveniente introduzione in infermeria di Madama Chips, ed Hermione era stata rimessa senza problemi. In più Hermione da 3 settimane stava insieme a Draco, e la cosa non sembrava andare giù ne ad Harry ne a Ron, con in quali Hermione non parlava da altrettanto tempo. La ragazza si rendeva spesso conto di essere osservata alle sue spalle, quando andava in classe, quando usciva, e anche quando stava con Draco.

-- Non potresti parlargli? In modo che finiscano questa buffonata! -- chiese nervoso Draco ad Hermione

-- Perché ti da fastidio? Non sarai mica geloso? -- lo stuzzicò ridendo lei

-- Eh, si ridi tu! A me da fastidio! -- disse in risposta lui facendo quello che doveva essere un broncio. Questo fece ridere un po’ di più Hermione.

Da quando stavano insieme erano cambiati entrambi: Hermione non era più timorosa verso gli altri, riusciva a sorridere e a far sorridere tutti; Draco invece, oltre a essere diventato più simpatico (e anche più seguito dalle ragazzine) riusciva ad esprimere i suoi sentimenti con più chiarezza, specie ad Hermione. Insomma entrambi erano la carica l’uno per l’altro di vivere ogni giorno. Nel frattempo si erano buttati a capofitto in una lotta al solletico.

-- Ok, ok, mi arrendo! -- fece esausto lui

-- Hai vinto, andiamo a fare un giro nel parco -- continuò

-- Va bene, ma aspetta che vado a posare questi libri nella sala, ok? -- disse lei facendogli cenno di aspettarla lì.

Nella sala grande non c’era nessuno, quando ad un tratto un incantesimo volò da lei dal nulla. Quando si risvegliò davanti a lei c’erano Ron ed Harry.

-- Che volete da me? Devo andare -- disse lei facendo per alzarsi, ma i due la bloccarono di colpo.

-- No Hermione, adesso ascoltaci -- le disse Harry

--Perché dovrei stare ad ascoltarvi? Ho cose migliori da fare in questo momento! -- continuò lei

-- Con chi con quel verme di Malfoy! -- le rispose Ron

-- Per tua informazione non è un verme! --

-- Hermione sentiti come parli! Che cosa ti ha fatto? Un Imperius? -- Harry sembrava stesse delirando

-- Non mi ha fatto niente, lasciatemi andare, io non voglio stare qui! --

-- Invece ci starai, perché devi spiegarci come sei finita tra le braccia di quel verme, Hermione -- fece il rosso

-- Non vi devo spiegazioni, non siete i miei padrini, e poi, lui è decisamente più vero di un verme di mia conoscenza… -- disse con una smorfia stampata in viso, riferendosi a Ron

-- Non puoi dire così. Da quanto la storia va avanti?! -- fece questa volta il moro

-- Senti chi parla! Quello che credevo fosse il mio migliore amico! Quello che mi ha nascosto tutto sin dall’inizio! E vorresti spiegazioni?! -- Hermione stava perdendo le staffe

-- E tu poi -- continuò rivolgendosi a Ron -- che non hai avuto nemmeno il coraggio di dirmi “è finita”. L’avrei presa meglio! Se io non fossi tornata in quel momento non avrei scoperto nulla! -- le lacrime ora le rigavano il viso, erano lacrime di rabbia, lacrime bollenti, di un’ira incontenibile.

-- Aspetta un attimo… -- Harry ora stava riflettendo su quanto aveva detto la ragazza

-- tu hai detto che eri appena tornata… -- si fermò un attimo

-- Dove eri andata quella sera?! Sarei io quello senza fegato?! -- continuò per Harry Ron. Hermione si rese conto di essersi intrappolata sa sola. Non poteva dire che era stato da Draco, le avrebbero rinfacciato tutto quello che aveva appena detto.

-- Non lo devo dire a te… -- replicò lei

-- Ho detto che VOGLIO sapere dov’eri quella sera! Con Malfoy?-- le urlò contro Ron, e se Harry non lo avesse trattenuto dietro, sarebbe andato a finire addosso alla ragazza.

-- … -- Hermione non parlava, e non aveva intenzione di farlo

-- Chi tace acconsente… -- sentenziò alla fine con il fiato corto per le urla

-- vattene, non ti voglio vedere, tu che parlavi di rispetto, coraggio e amicizia, proprio tu non hai rispettato i fatti… --

-- Per favore, non parlare così -- fece Hermione e si diresse verso l’uscita dal quadro per andare da Draco. Quando lui la vide aveva con ancora gli occhi rossi dal pianto

-- Che è successo? -- chiese preoccupato

-- Ni… niente -- rispose lei

-- Non c’è bisogno di mentirmi -- continuò lui levandone con una mano una lacrima che le solcava la guancia.

-- Bhè… ho… insomma ho visto Harry e Ron, o meglio, loro mi hanno visto… -- disse piano

-- E che è successo? Ti hanno fatto qualcosa? Se è così gliela faccio pagare amara… --

-- Abbiamo litigato… loro credono che tu mi stia facendo un Imperius e si lamentano che stiamo insieme -- disse. Lui l’abbracciò, come aveva fatto un mese prima

-- Ma non baderemo a quello che dicono, vero? -- la incoraggiò piano. Hermione si prese un secondo prima di rispondere “Vero”.

5 ottobre ore 19:00

Draco, approfittando del fatto che Hermione era andata a fare una doccia, si diresse verso il campo da quiddich, dove si tenevano gli allenamenti di Grifondoro. Era furioso, il che non era facile, visto che lui aveva un temperamento calmo e docile (da quando stava con Hermione). Quei due cominciavano ad intromettersi troppo nella loro storia, nessuno si poteva permettere a trattare così la sua ragazza, ne tantomeno Lenticchia e Sfregiato. Aspettò che l’allenamento finisse, e che tutti fossero usciti, perché sapeva che loro due erano gli ultimi ad uscire da lì. A questo punto fece la sua entrata nello spogliatoio e i due ragazzi nel vederlo presero sottomano la bacchetta

-- Ehi calmatevi, uno non può neppure venire a parlare? -- disse con calma Draco

-- Cosa vuoi Malfoy? -- risposero in coro con tono acido Harry e Ron

-- Come vi ho già detto, vorrei parlare, ad esempio di come stiate rovinando la vita della mia ragazza… -- commentò con tono altrettanto acido Draco

-- Come puoi chiamarla così?! Tu verme schifoso! Che magia le hai fatto che farla cadere ai tuoi piedi?! -- disse Ron

-- Nessuna magia Lenticchia, solo che mentre voi le stavate contro, io le ero vicino in ogni momento… e dunque Hermione ha scelto me che voi-- disse lasciando trasparire una punta di nervosismo nella sua voce.

-- Non chiamarla più così! -- Ron gli si era praticamente buttato addosso

-- Levami di dosso le tue sudice mani, anzi levati di dosso… -- disse buttandolo da un lato e salendogli addosso puntandogli la bacchetta alla gola

-- Ascoltami bene: lascia stare Hermione, Hai capito?! Se verrò a sapere qualcosa che non mi piace, e non preoccuparti lo saprò, non sai fino a che punto sono diventato bravo in trasfigurazione, ho imparato dalla migliore… -- e dicendo questo si alzò e se ne andò.

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Fine Terzo Capitolo

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

6 ottobre ore 8:30

Hermione correva le scale per dirigersi nell’aula di trasfigurazione. Stava arrivando in ritardo, e per lei sarebbe stato il 1° Ritardo! Quando fece il suo ingresso nell’aula ansimante

-- Signorina Granger, mi stupisco di lei, come mai questo ritardo? La lezione è iniziata da venti minuti… si sieda lì in fondo, vicino a Potter, così magari potrà spiegargli meglio come si trasfigura un animale… -- commentò la professoressa guardando severa Harry ed Hermione. La ragazza sapeva che anche se si fosse lamentata non sarebbe riuscita ad ottenere un altro posto, e dunque rassegnata si sedette accanto ad Harry. Non si guardarono in faccia neppure per un momento, ma all’uscita Harry la prese per un braccio e allontanandosi dagli altri le disse

-- Sei stata tu a mandare Malfoy ieri? -- era incredibile come gli occhi di Harry potessero essere freddi

-- Ma… di cosa stai parlando? -- chiese stupita Hermione

-- Non fare finta di niente, ieri Malfoy è venuto a “minacciarci” per come ti trattavamo. L’hai mandato tu? -- chiese nuovamente

-- No, io non sapevo neppure che fosse venuto da voi -- disse sinceramente Hermione dando uno strattone per liberarsi dalla presa di Harry

-- Non sapevo nulla di questo -- continuò -- ma se ti interessa ne parlerò io con Draco, stanne certo -- e con un velo di amarezza dipinto in viso se ne andò. “Draco ha fatto cosa?” si ripeteva tra se “Non è possibile, non lo farebbe mai, o almeno, non adesso…” rifletteva. Ci avrebbe parlato, di questo era certa, ma ancora non sapeva se per rimproverarlo o ringraziarlo…

6 ottobre ore 14:00

Le lezioni finirono e tutte le case si riunirono nella sala grande per pranzare. Hermione non poteva fare a meno di voltarsi verso il tavolo dei serpeverde. Draco le dava le spalle e stava parlando animatamente con gli altri serpeverde, “probabilmente della partita di quiddich che non si è svolta” pensava tra se Hermione. Doveva parlarci il prima possibile, ma fu distratta da questi pensieri vedendolo uscire seguito a ruota da Blaise Zabini, Tiger e Goyle. La cosa non era molto rassicurante dal fatto che le loro facce erano più malefiche del solito. La ragazza decise allora di seguirli da lontano.

-- Allora vuoi dirmi che cosa sta succedendo Draco? -- chiese Blaise a Draco con una voce molto acida. Hermione da lontano non vedeva bene, ma grazie ad un incantesimo (tipo quello fatto alle orecchie oblunghe) riusciva a sentire tutto

-- Di che cosa stai parlando? -- chiese a sua volta Draco, con una voce talmente gelida che ad Hermione un brivido solcò la schiena.

-- Lo sai, che cosa stai combinando con la Granger? -- disse con disprezzo l’altro

-- Non credo siano affari che ti riguardano Blaise -- continuò il biondo con una calma assoluta

-- Ascoltami, ti parlo da amico, lascia perdere quella mezzosangue, stai rovinando il tuo futuro, il tuo nome… -- riprese Blaise. Draco si avvicinò lentamente, e quando fu a due centimetri da lui lo prese per il colletto della camicia e disse

-- Non mi piace che venga chiamata in questo modo. Sai Blaise, io con te sono sempre stato un buon amico, ma in amore e in guerra tutto è concesso… --

-- Sentiti! Guarda come ti ha fatto diventare! Ti ha rovinato! Sei la rovina dei serpeverde -- biascicò il moro staccandosi dalla presa di Draco.

-- Adesso ascoltami, mollala il prima possibile, non sai di cosa sono capace io, ed anche gli altri che sono d’accordo con me --

-- E chi sarebbero i tuoi alleati contro di me? Questi due cretini? -- rise Draco. Era una risata vuota, spenta, non come quelle che faceva quando era con Hermione

-- Non provocarmi, ti ripeto che stai giocando con il fuoco… -- lo avvertì l’altro

-- Non credo di dover temere le tue minacce Blaise, ora se vuoi scusarmi, devo andare dalla mia ragazza -- disse accentuando il tono sulle ultime due parole e dirigendosi verso la sala comune dei serpeverde. Hermione quando fu sicura che non c’era nessuno seguì il ragazzo.

-- Hey Herm! Come stai? -- chiese allegramente lui vedendola arrivare nella sua direzione

-- Bene -- disse lei, anche se nel tono della voce si notava benissimo che c’era qualcosa che non andava.

-- Cos’è successo questa volta? Sono ancora quel Potter e quel Weasley? Se è così… -- continuò lui cercando di risollevarle il morale, invano.

-- No, per questa volta almeno, loro non c’entrano… -- disse lasciando trasparire un po’ della sua tristezza attraverso la voce.

-- Allora cos’è che non va? Lo posso sapere? -- chiese dolcemente lui passandole una mano sulla guancia arrossata. Era il suo modo di consolarla, quando succedeva qualcosa di brutto.

-- Credo di essere solo causa di problemi per te… -- disse piano, non sapendo che reazione avrebbe avuto il ragazzo

-- Cosa?! E chi ti avrebbe messo in testa queste scemenze? -- la fermò lui sorpreso

-- Ecco… ho sentito parte della tua discussione con Zabini, nei miei confronti -- sfogò finalmente lei.

-- Co…cosa? E questo è bastato a farti cambiare idea? Hermione tu fino a questo momento sei la cosa migliore che mi sia mai capitata. Non ho mai saputo cosa voleva dire Amare, ma da quando ti ho conosciuto veramente,l’ho capito… e non ho intenzione di lasciarti andare via, per quello schifoso… -- disse lui con sincerità

-- ma io.. -- non fece in tempo a finire la frase che lui le tappò la bocca con un bacio caloroso.

-- Ora hai capito? --le chiese quando si allontanò piano con un sorriso. Lei non fece altro che annuire con la testa, come una bambina piccola. Se ne andarono così insieme mano nella mano nel parco. Draco non aveva avuto bisogno di parole per farle capire quanto l’amava. Quel bacio era stato molto chiaro…

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Fine quarto capitolo

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

7 ottobre ore 10:50

Hermione non riusciva a restare attenta alla lezione, il che era rarissimo. Aveva riflettuto molto su quello che era successo il giorno prima. Le parole di Draco la tranquillizzavano, ma nonostante questo non poteva fare a meno di pensare a quello che i serpeverde gli stavano facendo “per colpa tua”. Questo era quello che si ripeteva da una notte intera ormai. La innervosiva il fatto che aveva perso i suoi due migliori amici, che Ron avesse un’altra, che Harry non gli avesse detto niente e che Draco non venisse considerato per il semplice fatto che stava con lei. Il suono di una campanella la fece rinsavire da questi pensieri e quindi presi i libri uscì dall’aula di Storia della Magia e si diresse verso quella di Pozioni. Appena entrata Draco le sorrideva da lontano. Lei rispondendo al sorriso si diresse verso il banco. Sentiva gli occhi di tutti (grifondoro e serpeverde) puntati su di lei, ma cercava di non farci caso. La lezione iniziò con l’arrivo di Piton

-- Bene, oggi credo che cominceremo a preparare qualche pozione che troverete ai M.A.G.O. -- disse con la sua solita voce strisciante. Con la bacchetta colpì leggermente la lavagna e comparvero degli ingredienti per una pozione che Hermione conosceva anche troppo bene.

-- Cominciamo con qualcosa di semplice, anche per dare la possibilità a tutti -- disse con un’occhiata furtiva ad Harry e a Ron

-- Di consegnare una provetta senza distruggere l’intera aula. Questa pozione credo che la conosciate già, è il Veritaserum, meglio conosciuto come la Pozione della Verità. Gli ingredienti sapete dove trovarli. Avete un’ora di tempo a partire da adesso -- concluse tornando a sedere alla sua cattedra. Hermione pareva annoiata dalla situazione. La pozione della Verità la sapeva fare meglio di qualunque altra, perché ne aveva avuto bisogno nel 6° anno quando Harry… “Oh, Hermione! Basta pensare ad Harry e a Ron!” una voce nella sua testa la bloccò da questi ricordi.

Lei e Draco furono i primi a finire la pozione e consegnarono le due fiaschette molto prima dello scadere del tempo.

-- Bene, ora vogliamo provare se la pozione è efficace? -- disse con un sorriso malevolo Piton ad Hermione e a Draco

-- Co…Cosa? Non credo c’è ne sarà bisogno professore, le pozioni che facciamo noi sono sempre le… -- ma Hermione non fece in tempo a finire la frase che il professor Piton continuò malevolo

-- A meno che non vogliate entrambi una nota… --. I due si scambiarono uno sguardo fuggente. Non potevano prendere il veritaserum! Non lì di fronte a tutta la classe! Avrebbero dovuto rispondere a qualunque domanda…

-- Va bene… -- Draco prese velocemente la fiaschetta e ne bevve il contenuto in un solo sorso. Piton mostrò uno dei suoi sorrisi maligni: non era buon segno. Non aveva buone intenzioni nei confronti di Draco, ed Hermione lo capì velocemente.

-- Bene signor Malfoy, mi dica, cosa sta pensando in questo momento? -- chiese con la voce più tranquilla che gli poteva fare

-- Che lei è un brutto stronzo e che ha fatto questo solo per umiliarci davanti a tutta la classe -- rispose automaticamente chiudendo gli occhi. Delle risate si sprigionarono dalla classe.

-- Bene… E ora lei signorina Granger… Vuole provare la sua pozione? Se ha fatto tutto correttamente come dice, non ci saranno problemi… -- continuò con il solito sorriso aspro e malevolo Piton. Hermione guardava la fiaschetta contenente quel liquido bluastro. Non aveva intenzione di farlo. Ma non voleva una nota! La sua prima nota, perché non aveva voluto provare una pozione innocua…

-- Ebbene? Si vuole decidere? -- la voce ancora sprezzante di Piton risuonò nella stanza. Hermione prese la fiaschetta e anche lei come Draco ne ingoiò il contenuto velocemente.

-- Ora. Le porgo la stessa domanda che ho fatto al signor Malfoy… -- disse piano con un ghigno famelico dipinto in faccia, come quelli che aveva Draco prima che la conoscesse.

-- Cosa sta pensando in questo momento? --

-- La stessa cosa che ha detto Draco e… -- si sforzò di stare zitta anche se la pozione era molto potente (dato che l’aveva creata lei)

-- E…? --

-- e che gli stò rovinando la vita ad Hogwarts… -- le sue guance avvamparono di colpo. Non le piaceva affatto essere sotto l’effetto del Veritaserum… Draco strabuzzò gli occhi

-- Cosa?! Pensi ancora a quelle scemenze? -- la voce di lui echeggiò nella penombra della piccola stanza.

-- Si. Ti ho rovinato la vita in buona parte! E mi sono rovinata la vita! -- disse “ Oh no! Ma che sto dicendo?! Non lo credo veramente” disse una vocina nella sua mente, anche se sapeva che era logicamente impossibile, dato che il veritaserum faceva dire solo la verità.

-- Che sarebbe a dire che mi hai rovinato la vita?! Tu sei la mia salvezza?! -- disse scioccato Draco, anche lui sotto l’effetto della pozione. Erano entrambi arrossiti violentemente, non erano mais stati tanto “aperti” alle confidenze in pubblico…

-- Si… ma tu non sei la mia… -- e con queste parole uscì correndo dalla stanza. Chi le stava vicino poteva notare un luccichio nelle sue guance: erano lacrime.

7 ottobre ore 15:00

Hermione era seduta sul letto che rifletteva. Aveva ancora gli occhi lucidi e rossi per il pianto. L’effetto della pozione era finito solo poche dopo “l’incidente” come lo definiva lei…

Sapeva che rimanendo lì a piangere non avrebbe mai risolto nulla, ma nonostante ciò non sentiva più forza nelle braccia, ne nelle gambe, per riuscire a scortarla fino al piano di sotto. Tutte le energie sembravano essersene andate “insieme a lui” pensò con un velo di malinconia che l’avvolgeva. Si era rovinata da sola… Non era Draco il problema, ma lei! Si era fatta travolgere da quello che pensavano gli altri, e aveva perso così l’unica persona che amava… l’unica che l’avesse amata veramente…

-- Hermione? -- una voce alle sue spalle la fece sobbalzare e quando vide che si trattava semplicemente di Ginny si rilassò appena.

-- Ciao Ginny, come stai? -- disse facendo la voce più allegra che le riusciva al momento. Lo sguardo di Ginny si fece da preoccupato ad addolcito, ed Hermione ebbe la vaga impressione di averle fatto pena…

-- Io bene, ma tu…? Mi hanno detto che cosa è successo oggi a lezione di pozioni… e mi sono preoccupata… quel Piton è un vero e proprio verme…-- disse piano, come a non voler procurare dolore all’amica, ricordandole semplicemente quello che era successo poche ore prima. Hermione non voleva essere trattata come una bambola di cristallo che sembra sul punto di rompersi.

-- Si, lo so -- disse con voce acida, con una voce che non le apparteneva, e che le era sembrata totalmente estranea alla sua bocca, “sempre sorridente e contagiosa” queste erano le parole che il biondo usava più spesso con lei… a questo pensiero una lacrima le scivolò lenta per un occhio. Non voleva piangere, non davanti a Ginny

non ancora… Ma il tentativo fu vano. Un piccolo ruscello di lacrime cominciò a sgorgare dai suoi occhi e lei si sentì totalmente impotente. Ginny andò a sedersi accanto all’amica e le poggiò una mano sulla spalla.

-- Io… non c’e la faccio più! Non c’è la faccio proprio! Sono stanca di dover lottare contro tutti e tutto! Non ho più i miei migliori amici e non ho più nemmeno Draco, l’unico che mi è stato vicino! -- disse infine Hermione abbandonandosi alle confessioni all’amica, che l’ascoltava senza dire una parola. Era così fastidioso! In quel momento voleva proprio che le dicesse qualcosa, qualunque cosa! Sarebbe stata molto più confortante di quel suo silenzio, quasi forzato. Si fece così cadere pesantemente sul letto e poco dopo si addormentò.

7 ottobre ore 17:00

Si svegliò che erano già le cinque del pomeriggio, e decise dunque di andare in biblioteca, anche per trovare qualcosa capace di “distrarla” da Draco. Si diresse piano verso la biblioteca, ed era sicura di avere li occhi di tutti addosso. Quello che era successo doveva essersi diffuso rapidamente per tutta la scuola. Affrettò il passo cercando di non guardare nessuno in faccia. All’interno della biblioteca vi era il classico odore di pagine vecchie, usate e forse anche logore dal tempo. Era l’unica cosa che riusciva a tranquillizzare Hermione. Si diresse il più tranquillamente possibile verso il reparto dedicato ai libri di Hogwarts, e decise di prendere il più grande e grosso, pur non sapendo di cosa trattasse. Quando fece per uscire dalla biblioteca si trovò di fronte ad un ragazzo alto, biondo e con gli occhi di un azzurro ghiacciato. L’espressione di Draco Malfoy mutò velocemente dalla sorpresa alla freddezza più assoluta. Quegli occhi, un tempo pieni di vita e dolcezza ora non rispecchiavano altro che quello che contenevano all’interno: dolore, amarezza misti a rabbia e confusione.

-- Potresti anche spostarti, Granger -- disse con il tono più distaccato che gli riusciva. Hermione non si era resa conto che lo fissava da almeno un paio di minuti, e arrossendo leggermente se ne andò verso la sala comune di grifondoro. Hermione rimase molto delusa da quello che vide poco prima. Non era più il Draco Malfoy che era riuscito a creare. Quello probabilmente esisteva ancora, ma il dolore e la rabbia erano stati capaci di prendere il suo posto… Ormai ne era sicura: lo aveva perso, e non sarebbe riuscita a recuperarlo…

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Fine 5° capitolo

Sphinx: bhè, si in effetti Harry ha l'aria di essere un pò "tonto" ecco... cmq sarà abbastanza "utile" più avanti... ^-^ grazie mille per aver recensito! Sn veramente cntenta che la storia ti piaccia!

Irene: un'altra lettrice! Grazie mille per aver recensito la storia, poi se vuoi fammi sapere che ne pensi di questi capitoli...

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

8 novembre ore 16:30

Era una giornata soleggiata e anche piuttosto calda per essere ai primi di novembre.

Draco Malfoy si teneva la testa tra le mani. Era stanco e disgustato di se stesso. Da un mese non riusciva più a vivere una vita normale. Ricordava bene il giorno in cui aveva incrociato gli occhi di lei, ma non aveva pensato ad altro se non a farle passare tutto il dolore che provava lui. Non aveva guardato quegli occhi come faceva di solito, ma l’aveva ghiacciata e basta. Se avesse guardato bene nei suoi occhi si sarebbe accorto prima del dolore e della frustrazione che provava anche lei per quello che gli aveva detto sotto l’effetto del veritaserum. Maledisse ancora una volta il capocasa Piton. Gli aveva rovinato tutto. Un’ondata di rabbia lo invase e mollò un calcio al comodino che era la vicino. Era l’unico modo per sfogare la sua rabbia distruggendo tutto quello che aveva sotto tiro.

“ Si… ma tu non sei la mia… “

Queste parole gli rimbombavano furiosamente nella testa… perché sapeva che aveva ragione… Lui non poteva essere la salvezza di Hermione. Lui. Un Malfoy, l’irraggiungibile Malfoy, che tutte le ragazzine aspiravano ad avere. Si alzò e decise di andare a fare un giro in biblioteca… Chi sa se avrebbe incontrato Hermione…

8 novembre ore 16:30

Hermione era seduta ai bordi del lago in un punto molto nascosto, che era sicura, di conoscere solo lei. Osservava un punto distante e non preciso con sguardo spento e vuoto. Non aveva più versato lacrime, sapeva che questo non sarebbe servito a riportare tutto come era prima: quando ancora c’erano Harry e Ron e quando Draco era ancora lo stronzo di sempre. Era passato un mese, ed ogni giorno il rimorso di quello che aveva fatto sembrava mangiarsi un pezzo di lei, come fossero tarme dentro al legno. Sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla e un piccolo barlume di speranza si accese in lei, sperando che fosse Draco. Voltandosi il buco allo stomaco che aveva da prima si fece ancora più largo vedendo il volto sorridente di Harry. Da un lato era contenta di vederlo, perché infondo qualcuno ancora le era accanto…

-- Come hai fatto a trovarmi? -- chiese con voce spenta quanto ai suoi occhi.

-- Ginny… mi ha detto che tin ha visto uscire verso il parco… e io mi sono ricordato del posto in cui vai quando sei triste… -- disse piano lui sempre sorridente

-- Ah… -- fece Hermione volgendo nuovamente lo sguardo verso il lago nello stesso punto in cui prima stava guardando.

-- Ehm… posso sedermi? -- continuò Harry. Hermione gli fece segno di sedersi ed entrambi rimasero ad osservare il lago.

-- Come mai sei venuto qui? -- domandò dopo un paio di minuti di silenzio Hermione

-- Volevo vedere come stavi… Mi spiace per l’altro giorno… -- disse Harry. Hermione sorrise di un sorriso falso

-- Non è vero… Tu e Ron speravate che finisse così… Dopotutto è Draco Malfoy… -- fece

-- … -- Harry non rispose ed il sorriso della ragazza si allargò leggermente. Come pensava…

-- Senti, è vero che un po’ ci speravo… ma tu ci sei rimasta troppo male… -- disse dopo un po’

-- Ti va di parlarne un po’? -- continuò dopo una piccola pausa, come per voler constatare che l’amica la stesse ascoltando.

-- Non ne voglio parlare -- rispose seccamente Hermione. Ed era la verità. Non ne voleva parlare. Non voleva riportare alla realtà quello che per lei era stato un incubo ad occhi aperti.

-- Sicura? -- domandò Harry non credendo ciecamente alle parole della ragazza

-- Si -- replicò forte lei -- Bene ora scusa ma devo andare… -- fece alzandosi e lasciando lì seduto Harry.

Era furiosa, anche se non sapeva bene perché.

-- Hermione fermati -- le ordinò quasi

-- Sono o non sono il tuo migliore amico? -- disse con tono quasi di sfida

-- O bhè… questa si che è una domanda! Prova a dare tu una risposta e vedrai da solo…

-- Ehi, vuoi stare più attento! -- non prestando attenzione a dove camminava era andata a sbattere contro qualcuno e quando si accorse che si trattava di Draco si alzò e gli rivolse la stessa occhiata ghiacciata che ricordava bene gli aveva fatto lui. Draco dopo aver passato una buona mezz’oretta in biblioteca aveva deciso di andare a fare un giro nel parco per respirare un po’ d’aria. Vedendola una piccola lampadina gli si accese nella testa.

-- No, aspetta… -- la prese per un braccio obbligandola a girarsi e a guardarlo negli occhi, ora spenti, come quelli che aveva lei poco prima da circa due giorni di seguito. Hermione addolcì leggermente lo sguardo, riusciva ad intenerirla…

-- Vieni un attimo con me… -- disse piano lui

-- per favore… -- continuò vedendo lo sguardo di lei irrigidirsi nuovamente.

-- D’accordo… -- rispose dopo un po’ lei ancora titubante. Si diressero vicino ad una grande quercia.

-- Senti… vorrei… dobbiamo parlare… -- fece piano lui, impappinandosi nelle sue stesse parole.

-- Si, lo so -- rispose freddamente lei

-- Ecco io volevo sapere… è vero quello che mi hai detto? -- continuò Draco. Ad Hermione per poco non strabuzzarono gli occhi.

-- Era quello che pensavo in quel momento… --

-- Ma… -- le parole sembrarono morirgli in gola

-- non lo credevo veramente… -- si sorprese a dire Hermione

-- Senti.. Lo so che per colpa mia hai perso tutto quello che avevi, e dunque avevi ragione… tu senza di me non hai problemi e ti trovi meglio… ma io senza di te… Sto diventando matto! -- si ritrovò a farfugliare Draco. Dio solo sapeva se si era mia comportato così… Hermione cercò di nascondere un piccolo sorriso. Era quasi “fiera” di come era riuscita a trasformare quel ragazzo. Si ritrovò a fargli una carezza sulla guancia come faceva spesso lui.

-- Io… mi dispiace… non pensavo veramente quello che ho detto… era solo un momento di… dubbi-- disse piano lei. Le costava parecchia fatica. Un leggero sorriso comparve sulle labbra di Draco, come avrebbe voluto baciarle di nuovo come non faceva più da tempo! Volse lo sguardo contro quello del ragazzo e potè leggerci all’interno lo stesso desiderio mancato, la rabbia repressa e la luce che vi brillava al loro interno. A quel punto non resistette più alla tentazione. Gli buttò le braccia al collo e lo abbracciò. Era stanca di dover fare l’orgogliosa fuori e sentirsi a mille pezzi dentro…

-- Mi sei mancato… -- disse con un filo di voce. Non sentendo nessuna risposta Hermione si allontanò dal ragazzo per osservarlo negli occhi: erano totalmente inespressivi e non si poteva capire che cosa stesse pensando.

-- Anche tu… -- rispose poco dopo dandole un bacio pieno di dolcezza e allo stesso tempo pieno di passione, di cui Hermione non riusciva a saziarsi mai. Quando si allontanarono l’uno dall’altro Hermione poteva notare che Draco aveva gli occhi lucidi. Solo in quel momento Hermione aveva veramente compreso che il loro amore sarebbe stato sempre ostacolato… ma loro lo avrebbero affrontato… insieme

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Fine sesto capitolo

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

9 novembre ore 14:00

“Che dolore!” fu questo il primo pensiero che invase la mente di Hermione. Un dolore lacerante alla testa infatti costringeva a tenere gli occhi chiusi. E quando provò ad aprirli una luce quasi accecante glieli fece richiudere di colpo.

-- Ma dove mi trovo? -- cercò di dire anche se la sua voce non sembrava voler darle retta.

-- Zitta tu -- una voce che non aveva riconosciuto parò dal fondo della stanza. Riaprì lentamente gli occhi, a poco a poco la sua vista si stava riabituando alla luce che entrava da una finestra cadente in pezzi. La sua lucidità non tardò ad arrivare e quando cercò tra le pieghe del mantello che aveva addosso la sua bacchetta scoprì di non averla con se.

-- Inutile che cerchi. Tanto non la troverai la tua bacchetta. C’e l’ho io… -- fece un’altra voce sempre dal fondo della stanza. Hermione diresse lo sguardo dalla sua parte, ma non riuscì a capire di chi si trattasse, dato che portava un lungo cappuccio in testa. Mille domande le frullavano nella testa in quel preciso istante, voleva sapere dov’era Ginny, Lenny e Draco, perché nella stanza era presente solo lei. Ricordava perfettamente che era stata portata lì dai finti “Draco e Lenny” e che era stata schiantata e da quel momento tutto buio totale.

-- Dove sono gli altri? -- domandò nascondendo abilmente una nota isterica nella voce

-- Chi intendi per altri? La tua amica dai capelli rossi? O quell’altro traditore dei serpeverde…? -- fece di rimando uno dei due incappucciati, Hermione anche se non lo poteva vedere era sicura che avesse stampato nel viso un ghigno, di quelli che aveva visto solo nei 5 anni prima a Draco.

-- E voi due chi sareste? Cappuccetto nero? -- disse con una nota di sarcasmo nella voce

-- Non sei nella posizione di fare dell’ironia Granger, e poi come ti permetti a paragonarci a quelle stupide favole babbane? --

-- Eccone un altro con l’orgoglio da leone… -- mormorò ad una voce abbastanza alta da farsi sentire dai due tizi in fondo

-- Ci tieni alla pelle Granger? Se è così ti conviene stare zitta e non replicare… -- fece con voce suadente uno dei due. Hermione non trattene una smorfia di disgusto verso quest’ultimo.

-- Comunque ti posso dire che è giorni che tutti ti cercano, e non ti troveranno… -- mentì l’altro. “Cosa?!” Hermione era stata sul punto di gridare “Non posso essere rimasta schiantata così a lungo!” riflettè

-- Non è vero -- disse semplicemente

-- No? Bene puoi anche non credermi, ma nessuno verrà a cercarti. Il tuo amato ti ha già dimenticata con l’aiuto della Parkinson… -- Ad Hermione le si mozzò il fiato… Non poteva essere! “Aspetta un attimo Hermione! Stai facendo il suo gioco! Lui vuole che tu creda che tutti ti hanno dimenticato, quando invece non è vero… non deve essere vero!” una vocina nella sua mente si fece largamente spazio. La sorpresa iniziale fu sovrastata da un sorriso malefico

-- Ridi Granger? Puoi pensarla come vuoi… ma la verità e questa -- chiuse l’altro girandosi ed uscendo assieme all’altro incappucciato dalla porta che aveva accanto.

9 novembre ore 16:00

Un ragazzo biondo e alto girava per la scuola come se cercasse qualcosa… o qualcuno. Era Draco Malfoy, ed erano circa quattro ore che cercava Hermione. Nessuno sembrava averla vista. Guardò dall’altra parte della sala. Harry Potter e Ron Weasley parlavano animatamente. Probabilmente non si erano neanche accorti che Hermione non era rientrata dalla gita ad Hogsmeade. Prese comunque tutta la sua forza di volontà e il suo autocontrollo e si avviò verso di loro per vedere se sapevano qualcosa.

-- Potter? -- disse malcelando il suo disprezzo. Il moro girò la testa da un lato per vedere chi fosse la persona che aveva pronunciato con un tale tono il suo nome. Vedendo la faccia di Malfoy non trattenne una smorfia.

-- Malfoy… cosa vuoi? -- chiese

-- Sai dov’è Hermione? -- continuò lui secco

-- Perché non doveva venire con te ad Hogsmeade? --

-- Si, ma non l’ho vista da stamattina quando l’ho completamente persa di vista. Allora sai dov’è? --

-- No. Neanche Ginny è tornata --

A quel punto un grande barbagianni fece il suo ingresso nella sala, e lasciò cadere tra le mani del biondo una lettera scritta velocemente e con caratteri poco leggibili. Quando capì quello che vi era scritto sbiancò totalmente, e molto più di quello che era solitamente per natura.

La tua amata è qui. C’e l’abbiamo noi. È il tuo disonore, anzi il nostro disonore. Vediamoci stanotte alle 11 ai pressi della stamberga strillante, e se la vuoi rivedere viva, non portare amici o alleati… Non conviene. P.S. Nel caso volessi saperlo, anche la purosangue babbanofila è qui con noi… Carissimi saluti” la lettera finiva così. Harry non potè fare a meno di notare il cambiamento istantaneo del ragazzo che si ritrovava di fronte, e gli strappò praticamente di mano il foglio. Quando lesse anche lui sbiancò

-- Cosa le hai fatto stronzo! -- mormorò con un odio che era sicuro di non aver mai provato per nessuno e prendendolo per il colletto della camicia

-- Niente! Non so dov’è e stanotte mi presenterò all’appuntamento… -- disse allontanandosi dalla presa di Harry

-- E non conviene che ti presenti anche tu, San Potter, altrimenti qui ci rischiano di grosso… --

9 novembre ore 11:00

Draco si stava incamminando a passo svelto verso la stamberga strillante. Potter gli aveva prestato il mantello dell’invisibilità per uscire dalla scuola. “Potter che presta a Malfoy” si ritrovò a pensare con un ghigno. Non credeva di essere arrivato così in basso. Si ritrovò nei pressi della stamberga prima di quanto pensasse e due voci da dietro parlarono

-- Levati quel mantello, tanto non funziona. Sappiamo che ci sei -- fece con calma il primo. Era incappucciato e non riusciva ad intravedere il volto di questo. Draco si levò il mantello, con aria leggermente sconfitta.

-- Allora? Dov’è? -- chiese con aria gelida. O forse era proprio il fatto che la fuori fosse “veramente” gelido.

-- Perché tanta fretta Malfoy… prima dobbiamo chiarire alcuni punti… -- fece invece l’altro.

-- Cosa vuoi? -- la rabbia gli usciva da tutti i pori e la luce della luna si infrangeva delicatamente sulla sua chioma chiara. Una risata fragorosa infranse quel silenzio che si era creato tutt’intorno.

-- Cosa vogliamo? Che la smetti con questa cretinata e che torni in te stesso! -- risposero quasi in coro i due incappucciati

-- Non le abbiamo fatto niente… per ora… --. Draco fu tentato di fare un’Avada Kedavra contro quei due che aveva davanti

-- Noi la libereremo a patto che tu la smetta di stare con questa lurida mezzosangue… -- dissero con calma.

-- Cosa?! Voi siete pazzi! -- fece Draco in preda ad una crisi di nervi che non riusciva a trattenere. La sua calma alla Malfoy, che lo aveva sempre contrassegnato se ne era andata. Non sopportava che il futuro di Hermione potesse dipendere dalle luride mani di quei due davanti.

-- Decidi tu… o la smetti con questa cretinata e noi la lasciamo andare, oppure… bhè quel bel faccino che si ritrova potrebbe diventare peggio di quello di Potter… -- fece con un ghigno uno dei due di fronte e Draco. Quest’ultimo era completamente svuotato dentro. Le stavano levando l’unica persona a cui teneva realmente.

-- Allora? --

-- Lasciatela… io… non starò più con lei… -- disse

-- bene… -- e schioccando le dita il corpo inerme di Hermione si materializzò all’istante davanti a l ragazzo.

-- Ricordati che cosa devi fare quando si riprenderà. -- dissero quei due e con un secco “pop” si smaterializzarono.

10 novembre ore 2:00

Hermione aprì gli occhi. Non era più sul duro e freddo pavimento di prima, ma su un caldo e morbido letto. “Devo essere nella stanza delle necessità” pensò girando poi lo sguardo alla sua destra dove in una larga poltrona si trovava Draco. Si intenerì molto vedendo il suo viso angelico. Proprio in quel momento lui aprì lentamente gli occhi.

-- Ti sei svegliata… -- fece assonnato

-- Anche tu. Ma che cosa è successo? Chi erano quei due? --

-- Non lo so. Comunque… devo dirti una cosa… -- gli costava tanto, troppo dire quelle parole, ma doveva per il bene della ragazza che aveva di fronte. Hermione ascoltava senza dire parola

-- Vedi… non possiamo stare insieme… ne adesso ne mai… -- ecco l’aveva fatto. Puntò gli occhi azzurri contro quelli marroni di lei e vi vide il vuoto. Non riuscì a leggervi nessuna emozione.

-- perché? -- domandò con la voce strozzata lei

-- perché… perché ci tengo troppo a te… -- disse sinceramente

-- Oh, si questa si che è una scusa perfetta! -- fece lei e delle lacrime calde premevano contro i suoi occhi per uscire.

-- Non capisci… oggi per poco non ti ammazzavano! --

-- Non significa niente --

-- Come sarebbe a dire che non significa niente?! -- fece Draco strabuzzando gli occhi

-- Non significa assolutamente niente. Non è colpa tua. Quei due pazzi volevano sicuramente fare uno scherzo cretino… -- disse Hermione con la voce che le tremava. Sapeva benissimo che non era uno scherzo e che lei ci aveva quasi rimesso la pelle…

-- Invece è colpa mie, e non è uno scherzo! Quelli non vogliono che sto insieme a te! Altrimenti sarebbero capaci… -- deglutì il nodo che sentiva alla gola

-- di ammazzarmi? -- finì la frase per lui senza mai staccare il contatto che c’era tra i loro occhi.

-- Si… -- disse alzandosi dalla poltrona e dirigendosi verso la porta. Ma arrivato lì si fermò e continuò senza voltarsi e abbassando la testa

-- preferisco non averti, se poi devo abbandonarti… --

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Fine ottavo capitolo

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

10 novembre ore 8:00

Hermione si dirigeva a passo spedito verso l’aula di pozioni. Come odiava avere due ore di pozioni il lunedì mattina! Entrò nell’aula e il fiato le si mozzò leggermente vedendo la figura ghiacciata di Draco. Non le aveva rivolto neppure un sorriso. Superato velocemente lo stato di sorpresa iniziale andò a sedersi verso l’unico banco rimasto libero, accanto a Neville. Proprio in quel momento il professor Piton fece il suo ingresso nell’aula. I capelli sembravano più scuri e unti e il suo umore più nero e maligno del solito. Non c’era una buona prospettiva in vista.

-- Mettete da parte i calderoni -- disse con aria scocciata mentre si dirigeva verso la cattedra

-- Sotto il volere del nostro preside, da oggi devo cominciare ad insegnare a tutti voi l’arte dell’Occlumanzia -- continuò poi volgendo un’occhiata di amarezza verso Harry.

-- Qualcuno di voi sa cos’è l’occlumanzia? -- chiese. Hermione non alzò la mano. In sette anni che conviveva con quest’essere aveva capito che serviva solo a farsi odiare di più.

-- Nessuno…? Signorina Granger? Mi sorprende non vedere la sua mano svolazzare per aria… -- fece risvegliando la ragazza dai suoi pensieri.

-- L’occlumanzia… L’occlumanzia è un’arte di origine antichissima ed è la forza di non far leggere apertamente la propria mente a tutti… -- disse lei distrattamente

-- Si… se vogliamo definirla in modo grottesco si… Cominciamo la lezione. Dunque, chiunque è capace di leggere nella mente grazie al semplice incantesimo legilimens. Adesso a turno ognuno di voi verrà qui e io gli farò l’incantesimo legilimens. Tutto quello che io riuscirò a vedere verrà automaticamente proiettato sulla lavagna bianca di fronte. Dovrete essere molto forti. E non parlo di muscoli, ma dovrete riuscire ad opporvi al potere della mia mente… Comunque è probabile che con quest’incantesimo si riuscirà ad intravedere solo un paio di ricordi al massimo, probabilmente o i più felici o i più tristi e spaventosi -- spiegò il più brevemente possibile Piton

-- Bene. Signor Potter, cominciamo da lei? -- fece con un’occhiata maligna il professore. Harry si diresse rassegnato verso la cattedra e si preparò mentalmente ad un duello tra maghi.

-- Ora. Legilimens! -- pronunciando queste parole delle immagini apparvero sulla grande lavagna bianca sotto l’effetto di un incantesimo. Erano molto sfocate, come deteriorate dal tempo. Si vedeva un ragazzino sui sette anni con degli occhiali rotti ed un ragazzo grosso il doppio di lui che sembrava sul punto di dargliele.

-- Basta! -- urlò Harry con gli occhi chiusi dallo sforzo e dicendo questo tutte le immagini apparse fino a quel momento scomparvero.

-- Può andare al posto Potter, ma le devo dire che mi ha molto deluso il risultato che abbiamo avuto oggi --. Nel frattempo fra i banchi dei serpeverde si sentivano delle risate per quello che avevano visto nel breve “filmato” della vita di Harry.

-- ora… signor Paciok? --. Neville se possibile aveva un’aria più preoccupata del normale e si diresse tremando come una foglia verso la cattedra

-- legilimens! -- mormorò Piton. In quel momento apparvero altre immagini nello schermo: un bimbo impaurito che teneva stretta la mano di un’anziana signora, sicuramente sua nonna, che cercava di farlo entrare dentro al negozio di Olivander. Si sentì un tonfo. Neville era caduto a terra. Non aveva retto all’incantesimo. Piton lo rianimò con un incantesimo dopodiché chiamo alla cattedra Malfoy. Nei suoi occhi non era presente alcuna emozione o almeno no si riusciva ad intravedere attraverso quelle chiare finestre opache.

-- E’ pronto signor Malfoy? Legilimens! --. Ancora altre immagini. C’era un altro bimbo di 6 anni al massimo che veniva schiantato di lato da un uomo da una lunga coda bionda. Subito le immagini cambiarono. Ora Draco era adulto, o almeno aveva la corporatura di un adulto, si trovava presso la stamberga strillante e due figuri incappucciate gli stavano parlando. Hermione trasalì: l’aveva salvata lui… ma alle condizioni di quei due serpenti. “Serpenti?! Aspetta un attimo Hermione! Serpenti! Devono essere per forza due serpeverde, sicuramente dello stesso anno di Draco! Ci hanno incastrato!” riflettè piano lei. Aveva una teoria, che andava approfondita.

-- Può andare a sedersi. Anche lei signor Malfoy, mi ha deluso… mi aspettavo di più.. Blaise Zabini -- disse il professore. Anche Zabini mostrava la stessa spavalderia di Draco in volto, anche se un lampo di terrore invase leggermente i suoi occhi per un istante.

-- legilimens! --. C’erano due ragazzi incappucciati e di fronte Draco Malfoy. Zabini intanto cominciava a sudare freddo, la situazione si sarebbe messa male se qualcuno avesse riconosciuto le stesse immagini dei ricordi di Malfoy. Ad Hermione questa visione non sfuggì e riconoscendole come quelle di Draco si alzò di scatto dalla sedia e si diresse versò l’uscita prendendo per il colletto Draco e trascinandoselo via sotto lo sguardo incredulo di tutta la classe e quello infuriato e sorpreso di Piton che aveva smesso la legilimens su Zabini.

-- Che diavolo fai?! Fermati! -- disse Draco non appena furono fuori staccandosi dalla presa ben salda di Hermione.

-- Ma non l’hai visto!! Non hai visto la legilimens che ha fatto Piton su Zabini! Sono gli stessi ricordi che hai tu! Solo che erano visti dal suo punto di vista! -- gli urlò contro

-- Ma che vai dicendo! Stai delirando! -- fece lui

-- Evidentemente non hai seguito la lezione perché se lo avessi fatto avresti visto che lui era uno di quei due tizi che mi hanno presa!!! -- continuò ad urlare isterica. Non ne poteva più: o sfogava su qualcuno o si ammazzava di sua spontanea volontà!

-- Non è possibile ti dico! È vero non ho seguito la lezione, ma non può essere stato lui! Non sarebbe potuto uscire dalla scuola! -- disse lui rendendosi conto di essersi chiuso la strada da solo

-- Si come no! Raccontalo ad un’altra! Come sei uscito tu è uscito lui, non ti pare? --

-- Ma… ma è Zabini! Non sarebbe mai capace di questo! -- farfugliò lui

-- Non dire queste cretinate! Ho sentito quando ti minacciava per colpa mia sai! E ho sentito anche la parte in cui diceva di voler prendere provvedimenti! Bhè ora deve essere contento! È riuscito nel suo intento! -- disse infine e si allontanò il prima possibile dai sotterranei.

10 novembre ore 13:00

Non voleva scendere in sala grande a pranzare. Era sicura che avrebbe avuto gli occhi di tutti addosso che l’avrebbero presa per matta. “bhè, se non avessi riconosciuto quelle immagini anche io mi sarei presa per matta!” si ritrovò a pensare seduta sul suo grande letto a baldacchino con le tende calate ai lati. Riusciva a sentire a distanza dei passi avvicinarsi sempre più.

-- Hermione? -- la voce di Ginny penetrò dentro alle orecchie di Hermione la quale trattenne il fiato per non farsi sentire. Ma la rossa con un gesto veloce aprì le tende e vi trovò l’amica seduta

-- Herm… cosa credi di fare? Non puoi nasconderti per sempre! -- le rinfacciò

-- E’ vero non posso nascondermi per sempre… ma posso sempre provarci --

La rossa le scoccò uno sguardo severo alla Molly Weasley

-- Non dire scemenze Herm! Adesso vieni con me a mangiare. Dovrai pur mettere qualcosa sotto i denti… -- le disse poi con aria apprensiva

-- No. Non voglio scendere! Sicuramente… tutti mi crederanno una pazza… per quello che è successo oggi… -- balbettò.

-- Ginny tu c’eri! -- s’illuminò un istante dopo -- cioè, non hanno preso solo me… ma anche te… non è vero? -- domandò piena di speranza

-- Si… -- Ginny si bloccò indecisa se continuare a parlare o se lasciare fare all’amica.

-- Allora tu mi puoi credere. È stato Zabini! Quel verme ci ha preso! --

-- Ma Hermione come fai ad esserne certa…? Quali prove hai? --

Hermione cominciava a perdere la pazienza

-- Lo devo ripetere anche a te? Oggi non abbiamo fatto pozioni, ma occlumanzia! Quella che faceva un paio d’anni fa Harry… e ho visto che i ricordi che aveva Draco li aveva anche Zabini! Solo da un punto di vista diverso! Da quello dell’incappucciato! -- concluse Hermione non riuscendo capire se era stata abbastanza chiara.

-- Io ti credo Herm… Ma non c’e modo per farlo capire anche agli altri… mi spiace… --

Ma Hermione non l’ascoltava più e stava correndo giù verso i sotterranei… Un modo forse c’era…

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Fine nono capitolo

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Capitolo 12
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

10 novembre ore 13:00

“Oh santo celo Hermione, se ti scopre qualcuno sarai nei guai più grossi che tu possa immaginare!!” una vocina prese un piccolo spazio nella mente di Hermione. Lo sapeva benissimo che si sarebbe cacciata in un mare di guai, ma doveva farlo. Altrimenti tutto sarebbe rimasto così com’era. E non andava bene affatto. Scese piano i gradini che portavano ai lugubri sotterranei in cui si teneva pozioni. Bussò alla grossa porta d’ebano che le si parò di fronte… nessuna risposta… bussò nuovamente… ancora silenzio. Si inoltrò piano dentro la stanza. Quando voleva sapeva essere più silenziosa di una gatta.

-- Alohomora -- mormorò e l’armadietto degli ingredienti per le pozioni si aprì con uno scatto sordo. Hermione vi cercò gli ingredienti che le servivano e non appena li trovò scappò verso il bagno di Mirtilla Malcontenta. Entrata dentro al bagno ormai in disuso da decenni (proprio per la presenza di Mirtilla) si nascose dentro ad uno dei cubicoli per riprendere fiato. Ancora non ci credeva! Aveva rubato gli ingredienti per una pozione senza che fossero coinvolti sia Harry che Ron! Si aspettava che la professoressa McGranitt da un momento all’altro entrasse dentro al bagno e le urlasse contro “Signorina Granger questo proprio non me l’aspettavo da lei!” e che la spedisse dal preside. Ma non entrò nessuno.

-- Che fai? -- una voce dietro di lei la fece sobbalzare. Voltò di scatto la testa e vide il corpo al plasma di Mirtilla. Tirò un sospiro di sollievo. Mirtilla era anche un po’ piagnucolosa, ma di certo non spifferava le cose a mezzo mondo come faceva molta gente

-- Niente… -- rispose incerta se raccontarle il piano che aveva in mente o se lasciare passare.

-- Niente? -- chiese incredula la ragazza fluttuante per aria.

-- Bhè… devo preparare una pozione… --

-- E la prepari qui? --

-- Si. -- rispose seccamente lei con un tono che non ammetteva repliche. Non le andava di dover approfondire la discussione…

-- Che pozione è? -- continuò imperterrita Mirtilla

-- … un veritaserum -- rispose infine Hermione riflettendo un minuto e capendo che non sarebbe stato facile placare la curiosità dell’altra.

-- Ok -- rispose il fantasma dopodiché si tuffò nel gabinetto da cui era venuta. Hermione tirò un altro sospiro di sollievo, fortunatamente non aveva fatto altre domande perché non era certa di voler rispondere ad un dettagliato terzo grado fattole da una ragazza per aria. Fece un ultimo controllo fuori per verificare che non vi fosse nessuno, e non appena si tranquillizzò entrò nuovamente nel bagno e cominciò a preparare la pozione. Sapeva che sarebbe stato lungo prepararla, non come una mese prima circa, allora Pino aveva già preparato la fase lunare e dunque rimaneva solo preparare l’ “essenza” del Veritaserum. Ma le serviva anche una mano da parte di qualche serpeverde…

Mise da parte questi pensieri e si concentrò sulla pozione… dopotutto era l’allieva più brava della scuola

10 novembre ore 16:00

Draco Malfoy camminava con aria assente nell’immenso parco di Hogwarts. Stava ancora riflettendo su quello che le aveva detto la mattina stessa Hermione… la sua Hermione. “E se avesse ragione?” si ritrovò a pensare “No! Non può essere vero… cioè… è Zabini… è vero che non gli è mai andato a genio il fatto che stessi con Hermione… ma non sarebbe mai capace di arrivare a tanto…” pensò più per convincere se stesso che altro. Non badò molto alle lamentele che sentiva quando per sbaglio andava contro qualcuno senza rendersene conto. Quella condizione di sottomissione lo rendeva irascibile: non sopportava il fatto di aver dovuto lasciare Hermione per causa di questi viscidi. Sorrise, un sorriso opaco, come quelli che si fanno quando si hanno bei ricordi. Infatti stava pensando a quando gli altri parlavano così di lui: il viscido, freddo, distante e figlio di Mangiamorte Malfoy. Si diresse lentamente verso il lago. Conosceva infatti un punto molto isolato, nascosto da una larga parete rocciosa. Da lì si poteva vedere sempre uno splendido spettacolo sia all’alba che al tramonto. Ma quando andò si rese conto che il suo posto era già occupato da una delle persone che odiava di più nella scuola stessa: Harry Potter. Era lì seduto sull’umido terreno con sguardo assente verso il lago e sembrava completamente perso nei suoi pensieri, dato che non si era accorto della presenza del biondino neanche quando questi cercò invano di risvegliarlo dalla sua condizione pensierosa grazie ad una battuta acida.

-- Ehi Potter, che succede? Come mai non sei insieme alle tue numerose fan? -- continuò Draco

-- Cosa? Ah.. Sei tu Malfoy… -- disse e rivolse nuovamente lo sguardo verso il lago. Draco si stupì della reazione che aveva avuto poco prima il ragazzo che aveva praticamente di fronte. Malfoy si sedette il più lontano possibile da Harry.

-- Perché vi siete lasciati tu ed Hermione? -- chiese ad un certo punto senza mai spostare lo sguardo dal punto lontano in cui guardava

-- Non credo che siano affari che ti riguardano Potter -- chiuse secco Draco facendo in modo anche lui di non guardarlo mai in faccia.

-- Io invece credo di si. Non solo ti sei preso la ragazza di Ron facendola inimicare con me, ma poi ti sei pure permesso di lasciarla a tuo piacimento… come un giocattolo -- continuò Harry con aria imperterrita

-- Io non l’ho usata come un giocattolo Potter… piuttosto lo ha fatto quel tuo amico Weasley. Me lo ha detto Hermione -- a pronunciare quel nome una piccola fitta lo colpì dritto al cuore. Non gli piaceva parlare di lei al passato… come si fa con le persone morte… Harry sfoderò uno dei suoi sorrisi, ormai rari

-- Te l’ha detto? Lo considero anche io uno stronzo sai? Nonostante sia il mio migliore amico non doveva fare così -- disse ancora piano Harry con un sospiro finale. Per una delle sue pochissime volte Draco era rimasto senza parole. Non si aspettava una simile rivelazione da parte di Potter. Non da lui che era il suo acerrimo nemico da che tempo è tempo. Si alzò di scatto e se ne andò. Quella breve discussione era stata molto utile per lui: era riuscito a capire che non era l’unico a pensarla così.


10 novembre ore 17:00

Hermione correva nei corridoi. Aveva appena finito di preparare la fase “pre-lunare” della pozione. Ora le serviva che qualcuno dei serpeverde accettasse di aiutarla. Subito alla mente scattò il nome di Draco. “Non credo che vorrà neanche vedermi dopo quello che è successo stamattina” pensò con uno sbuffo. Proprio in quel momento, come evocato dal pensiero della ragazza Draco Malfoy entrò nel lungo corridoio che portava alla Sala Grande della scuola.

-- Malfoy…? -- chiamò a voce bassissima, ma questo bastò per farsi sentire dal ragazzo che si fermò per un istante e si girò per guardare in faccia la persona che l’aveva chiamato, anche se credeva di sapere già di chi si trattasse.

-- Che c’è Granger? -- disse con voce totalmente neutrale, senza lasciar trasparire alcuna emozione.

-- Ho… un favore da chiederti… -- disse piano

-- Che genere di favore? -- continuò lui con quel tono piatto e neutrale di prima

-- Riguardo… riguardo a quello che ho scoperto… su Zabini… -- fece ancora lei. Draco roteò gli occhi

-- Ancora con questa storia? Non può essere stato lui Hermione! -- disse ricordandosi solo in un secondo momento che l’aveva chiamata per nome.

-- Ho un modo per scoprire se è stato lui… --

-- Davvero? E quale sarebbe sentiamo? -- fece con voce acida per rimediare a quando aveva detto prima.

-- Veritaserum -- rispose semplicemente lei con sguardo severo intriso di tristezza.

-- Veritaserum? Come credi di fare a prepararlo? --

-- … Questi non sono tuoi problemi… tu dimmi solo che vuoi aiutarmi a farglielo bere. Basterà che ne versi il contenuto dentro al bicchiere… -- disse adesso con voce speranzosa la bruna.

--…--

-- Per favore -- chiese lei con voce sommessa.

-- vedremo… è già pronta la pozione? --

-- Non ancora… ci vorrà circa un mese… -- disse mordendosi il labbro inferiore e aspettandosi qualche predica da parte del ragazzo.

-- Ok… avvertimi tu quando la pozione è pronta -- e così dicendo si girò e si diresse verso la sala grande e anche se Hermione non poteva vederlo lui aveva un grande sorriso stampato in faccia… infatti avrebbero presto scoperto chi erano quei due tizi… ma per il momento ci voleva tanta calma.

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Fine decimo capitolo

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Capitolo 17
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

9 novembre ore 8:00

Hermione si era svegliata di buon ora quel mattino. Era Domenica, e sarebbe stato permesso ai ragazzi del sesto e settimo anno di andare a Hogsmeade. La ragazza stava cercando di pettinare i suoi indomabili capelli, apparentemente ordinati e ondulati. Si stava preparando perché sarebbe andata ad Hogsmeade con Draco. Anche se il freddo di Novembre cominciava a farsi sentire alle porte Hermione indossava un maglione a collo alto rosa pastello con una gonna bianca che gli arrivava appena sotto il ginocchio. Sull’orlo di una crisi di nervi per quei maledetti capelli, andò a chiamare Ginny, perché le desse una mano. Anche l’amica aveva un “appuntamento” ad Hogsmeade, con Lenny McGowan, un ragazzo del 7° anno della casa di Corvonero. Non c’era che dire: Ginny aveva parecchi ammiratori… che doveva tenere alla larga da Ron.

-- Ok, non fa niente lasciali così, me li sistemo io con un colpo di bacchetta -- disse spazientita Hermione allontanando leggermente l’amica. Non perché c’e l’avesse con lei, ma perché questo era il suo primo vero appuntamento con Draco: prima dovevano stare attenti a tutto e a tutti, e non avevano avuto modo di incontrarsi.; e questo la innervosiva leggermente. Scesero alla sala comune ed Hermione vide Harry con i suoi jeans “migliori” e una delle sue mille magliette e Ron con un completo blu da parte di mamma Weasley.

-- Ginny! Perché non hai messo il vestito rosso che ti ha mandato la mamma a natale! -- lo sentì inveire contro la sorella che indossava una gonna corta gialla ed una camicia rossa.

-- Oh Ron! Ma che credi che sono stupida come te solo perché mi chiamo Weasley? Quel vestito non lo indosserò mai! Sono sicura di averlo visto addosso ad una foto alla nonna… -- disse come per volerlo confermare prima nella sua mente e nei suoi pensieri la piccola di casa Weasley. Un leggero sorriso si formò sulle labbra di Hermione. Era contenta di sentirli litigare. La portava indietro nel tempo, a quando erano tutti amici. Quanto erano stupidi! Se davvero tenevano a lei anche minimamente l’avrebbero ascoltata! “Hermione non rovinarti la giornata da prima mattina! Non pensarci!” si disse. Scese così nella sala grande. Sentiva gli occhi di molti ragazzi all’interno della sala su di lei, tra cui quelli di Draco. Hermione infatti quando si vestiva a modo suo, era tutt’altra cosa. Le lunghe divise scolastiche di una taglia più grande del normale tendevano a “modificare” le curve ben definite del suo corpo. Si sedette al tavolo dei grifondoro e iniziò a fare colazione. Ad un certo punto la voce del professor Silente rimbombò nella sala. Subito trai gli studenti calò il silenzio più assoluto e il preside cominciò a parlare

-- Allora come ben sapete, oggi per gli alunni del sesto e settimo anno è programmata una gita di piacere ad Hogsmeade, le regole le sapete già e non credo valga la pena di ripeterle. Dunque a mezzogiorno tutti gli alunni devono essere dentro la scuola. Niente domande. Potete andare. --

Ad Hermione Hogsmeade era sempre piaciuta, anche perché era praticamente il centro della vita dei maghi dopo Diagon Alley. Hermione e Ginny avrebbero dovuto incontrare Draco e Lenny ai Tre manici di Scopa, per fare così un’uscita a quattro. Le due ragazze si diressero parlottando tra loro verso il pub, e una volta entrate Hermione scorse subito un ragazzo biondo che parlava animatamente con un ragazzo dai capelli neri.

-- Hei, come va? Di cosa stavate parlando? -- fece la sua entrata Ginny dopo averli scorti anche lei.

-- Niente, chiacchiere tra uomini…-- rispose ridendo Lenny

-- Ciao Herm, come stai? -- disse attirandola a se Draco

-- Bene grazie… -- rispose la ragazza sedendogli accanto

-- Ok, cosa volete ordinare ragazze? -- continuò Lenny

-- Non so, un paio di whisky incendiari Herm? -- fece Ginny all’amica, la quale acconsentì con un cenno del capo.

-- Bene, quattro whisky incendiari allora… -- concluse Draco chiamando un cameriere a prendere l’ordine.

-- Ok, adesso che abbiamo ordinato, voi volete dirci che cosa state tramando? -- chiese sempre più curiosa Ginny

-- Niente poi vedrete… la sapete l’ultima della professoressa Cooman? -- rispose in tono vago Lenny trascinando il discorso ad altri argomenti. Ginny volse gli occhi al celo in segno di spazientimento, ma non disse a nulla. Hermione nascose a fatica una risata. Sarebbe stata una lunga mattinata…

9 novembre ore 10:00

La giornata era soleggiata e l’aria profumava degli odori dell’inizio dell’inverno. Draco e Lenny stavano letteralmente trascinando Ginny ed Hermione, che sembravano leggermente appesantite dal whisky.

-- La prossima volta ricordami di prenderti del succo di zucca invece del whisky Herm… -- scherzò Draco, anche se queste parole provocarono una leggera smorfia nel viso di Hermione.

-- Ok, adesso dovete per forza chiudere gli occhi… -- disse con fare misterioso Lenny quando furono nei pressi della stamberga strillante. Le due ragazze rivolsero loro un’occhiata interrogativa.

-- Cos’è non vi fidate di noi? -- chiese Draco con una punta di ironia nella voce. Aveva fatto il viso d’angelo che Hermione pensò che gli mancassero solo le ali per volare via.

-- D’accordo. Ma niente scherzi! -- fecero quasi a coro Hermione e Ginny.

-- Niente scherzi -- disse Lenny con l’aria più seria che gli riusciva nella voce.

Chiusero gli occhi e si sentirono trascinare piano via. Era già un quarto d’ora che camminavano e Draco intuendo i pensieri della propria ragazza fece

-- Non vi preoccupate siamo quasi arrivate… fate attenzione che ci sono dei gradini qui… --. Lo scricchiolio del legno sotto i loro piedi fece nascere un sorriso nelle labbra di Hermione. Chi sa che cosa avevano architettato quei due…

-- Bene… ora potete aprire gli occhi… -- ma non fecero in tempo che due figure che non erano nemmeno lontanamente quelle di Draco e Lenny schiantarono sia lei che Ginny.

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Fine settimo capitolo

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Capitolo 19
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

15 dicembre ore 20:00

Hermione era eccitata come non mai. Mirtilla era lì intenta ad osservare Hermione prendere dal calderone una fiala di liquido trasparente. “Inodore, insapore, incolore” queste parole rimbombarono nella mente di Hermione. A malapena un esperto sarebbe riuscito a distinguere un bicchiere d’acqua da un veritaserum, ed Hermione aveva fatto un vero e proprio capolavoro.

-- Evanesco! -- mormorò e il calderone e tutti gli attrezzi scomparvero dal bagno, mise la fialetta in tasca e si diresse a passo spedito verso la sala grande per cenare insieme a tutti gli altri. Appena entrò nella sala il solito chiacchierio si fece subito largo fino alle sue orecchie. Si sedette con molta calma accanto ad Harry e prese a mangiare in silenzio: aveva mille pensieri per la testa, ma non voleva parlarne con nessuno, prima si sarebbe risolta questa faccenda e prima sarebbero finiti i guai.

Harry intanto la guardava con occhi sornioni. Era certo che stesse tramando qualcosa, ma non sapeva dire cosa… anche se non era sicuro che gli sarebbe piaciuto. Infatti era un mese che la vedeva sempre in giro anche ad orari incredibili per lei. Comunque si astenne dal fare domande e mangiò anche lui in silenzio scambiando un paio di parole con Dean e Neville. La ragazza finì presto di mangiare e si alzò facendo un leggero cenno con il capo a Malfoy che dal lungo tavolo dei serpeverde la guardava da un bel po’ di tempo. Ad Harry non sfuggì questo breve cenno e quando vide Malfoy alzarsi pochi minuti dopo si alzò anche lui e da lontano lo seguì.

-- Allora è pronto? -- sentì la voce di Malfoy

-- Si finalmente… però voglio esserci anche io quando rivelerà tutto… -- disse un’altra voce che Harry sarebbe riuscito a riconoscere in mezzo a mille altre.

-- Cosa?! Non puoi esserci! Come faresti ad entrare nel dormitorio?! -- fece nuovamente Draco con voce leggermente roca

-- Potremmo fare così… tu con una scusa te lo porti nella stanza delle necessità… e lì poi inventati qualcosa perché poco dopo arriverò anche io… ma ricorda che lui deve aver già bevuto il veritaserum… altrimenti non ne vorrà sapere dopo… -- spiegò come suo solito Hermione. Harry nel frattempo era confuso. Chi doveva bere il veritaserum? E poi Hermione stava ancora con Draco?!

-- Ok… facciamo domani sera a mezzanotte. Gli dirò che voglio organizzare delle corse clandestine e che ho bisogno di aiuto per l’organizzazione… -- disse velocemente il ragazzo

-- Bene… -- fece Hermione dopo di che nulla tranne che dei passi che si allontanavano sempre di più. La discussione era finita. “Domani sera a mezzanotte alla stanza delle necessità qualcuno berrà del veritaserum…” riflettè Harry. Non c’era nessuno che poteva dare fastidio ad Hermione… aveva deciso: sarebbe andato anche lui il giorno dopo all’incontro.

16 dicembre ore 6:00

Hermione si era appena svegliata da un sonno un po’ agitato. Infatti non era riuscita a pensare ad altro se non al fatto che tutto stava per chiarirsi… e probabilmente nel modo più sicuro ed indolore per tutti. Si alzò dal letto pigramente… ancora era troppo presto per prepararsi per le lezioni, e sapeva che ormai non sarebbe più riuscita a prendere sonno. Si affacciò alla finestra e osservò il lago che si estendeva subito dopo il grande parco di Hogwarts. All’orizzonte il sole cominciava a sorgere dipingendo le candide nuvole di un rosa pastello che contribuì a migliorare l’umore della ragazza. Con un largo sorriso stampato in faccia si diresse verso la sala comune. Con suo grande stupore la trovò già occupata da Harry. Aveva notato che in questo periodo era diventato un po’ lunatico e non ne sapeva il motivo. Si avvicinò lentamente ad una delle sue poltrone preferite e non appena si sedette Grattastinchi venne a farle compagnia.

-- Buongiorno… -- disse cercando di trattenere un po’ della sua euforia: sarebbe parso troppo strano alle sei di mattina!

-- Ciao Herm… -- rispose quasi meccanicamente il ragazzo. “E’ strano” questo si ritrovò a pensare. Osservandolo si rese conto con suo grande stupore che non era più il ragazzino scampanato di pochi anni prima. Era diventato il miglior cercatore che la squadra del Grifondoro abbia mai avuto. Il quiddich lo aveva ben scolpito come fosse del marmo: era sempre stato gracile e questo lo aiutava molto a prendere velocità sulla scopa e poi le spalle erano diventate più larghe e sicuramente, pensò Hermione, le braccia molto più forti. I capelli erano comunque rimasti indomabili nonostante avesse provato con più pozioni e incantesimi e ormai non portava più quegli orrendi occhialetti tondi, ma degli occhiali più “normali” che valorizzavano i suoi grandi occhi verdi. Doveva ammettere che come ragazzo non era diventato niente male… infatti insieme a Draco era uno dei più ricercati della scuola. “Hermione cosa vai pensando! È Harry il tuo migliore amico dal primo anno ad Hogwarts!” si disse e scrollò la testa come a volersi riprendere dalla trance.

-- Hey Harry… che succede? -- chiese poco dopo lei

-- Cosa? Ah… niente, pensavo. -- rispose in modo molto esplicito lui come a non voler continuare la conversazione. Ma Hermione aveva ormai imparato negli anni che con Harry bisognava avere la testa ancora più dura di quanto c’è l’avesse lui.

-- A che cosa? -- chiese come se non fosse successo nulla… anche se in realtà non era successo nulla.

Harry rimase pensoso prima di rispondere all’amica

-- Ad una discussione che ho sentito per caso nel corridoio… -- fece dopo pochi attimi di riflessione

-- Davvero? E chi parlava? -- chiese ormai incuriosita dalla strana discussione che stava avendo con harry.

-- Hanno uno strano piano… vogliono scoprire qualcosa…in modo illecito -- disse marcando con forza le ultime tre parole. Hermione non capiva come mai facesse tanto il misterioso. Continuava a credere che fosse diventato più strano di quanto potesse pensare.

-- Chi? -- chiese nuovamente curiosa di sapere.

-- non te lo posso dire… anche se credo che lo sai già… -- fece con aria misteriosa. Hermione cominciava a sentire i nervi stuzzicarle il collo. Doveva rimanere calma. Tanto non avrebbe risolto nulla arrabbiandosi con Harry…

-- Ok… allora io vado a prepararmi… ciao Harry -- chiuse lei dirigendosi verso il dormitorio femminile con una strana confusione che la invadeva totalmente. Ma di chi stava parlando Harry? “Bella domanda…” si ritrovò a pensare con uno strano sorriso diverso da quello di prima.

16 dicembre ore 8:00

Draco Malfoy correva lungo i corridoi di Hogwarts per raggiungere l’aula di Aritmanzia. “Perché ho scelto di studiare una materia così stupida!” si ripeteva mentalmente mentre i ragazzini più piccoli lo guardavano con occhi sgranati; non era cosa di tutti i giorni, infatti, vedere un Malfoy correre così. Entrò nell’aula con il fiato corto e si sedette vicino a Zabini suo compagno di banco da circa due mesi. Vedendo che il professore non era ancora arrivato pensò di dare inizio alla prima fase del piano.

-- Blaise -- chiamò a voce talmente bassa che solo la persona che aveva accanto poteva sentirla

-- Si che c’è Draco? -- domandò con voce leggermente scocciata per la chiamata.

-- Dovrei organizzare delle corse clandestine… -- cominciò il biondo. L’altro nel frattempo aveva cominciato ad ascoltare la conversazione che Draco gli stava facendo.

-- E per l’organizzazione vorrei una mano -- concluse con voce neutrale e senza lasciar trasparire alcuna emozione. Sul volto di Blaise intanto si era formato uno di quelli che lui definiva “sorrisi”, ma che gli altri riconoscevano come ghigni.

-- Lo domandi anche? Ci sto. Dimmi dove e a che ora. -- fece dandogli una leggera pacca sulla spalla.

-- Alla stanza delle necessità a mezzanotte. -- fece di rimando quasi meccanicamente Draco.

-- Bene ci si vede lì. -- rispose Blaise e si voltò a continuare una conversazione con un ragazzo del tassorosso.

Draco non potè trattenere un sorriso, era stato più facile di quanto pensava…

-- Bene ragazzi prendete fuori i libri e leggete il capitolo 7 prima della pratica… -- la voce del professore risvegliò Draco dai suoi pensieri: era fatta!

16 dicembre ore 23:55

Due figure molto scaltre si avviavano verso il corridoio del settimo piano. Erano Draco Malfoy e Blaise Zabini che si dirigevano alla stanza delle necessità. Tutto stava andando secondo i piani di Hermione e Draco. Fecero tre volte avanti e indietro nel punto in cui doveva esserci una porta che comparve poco dopo. Entrarono e la videro stranamente arredata: i colori erano verde e argento e gli oggetti che circondavano la saletta erano come quelli che venivano usati in passato dalle lezioni dell’ES. C’era un tavolo con tre sedie e un bicchiere.

-- Prima di cominciare ti andrebbe di bere qualcosa? -- chiese Draco

-- No grazie prima le corse e dopo il divertimento. Allora dove sono le carte? Non c’è niente. -- disse quasi spazientito l’altro.

-- Non ti devi preoccupare. Adesso lavoriamo. Prima però prendiamocela comoda. Dopotutto ce lo meritiamo… -- disse Draco per sistemare la questione, il loro discorso infatti non stava prendendo la piega desiderata.

-- D’accordo se questo basta a farti zittire… dammi un bicchiere di whisky incendiario -- ordinò quasi

“E dove lo prendo io il whisky incendiario?” fu sul punto di dire Draco ma si trattenne guardando la fialetta incolore che aveva in mano. Ad un tratto un idea gli venne in mente. Trasfigurò la fialetta in un bicchiere di whisky incendiario. Anche se poteva sembrare uguale al whisky in realtà aveva comunque l’effetto del veritaserum. Porse il bicchiere fumante senza ricevere alcun cenno di ringraziamento. Sul volto di Draco un sorriso diabolico si estendeva ad ogni sorso che beveva. Proprio in quel momento la porta si aprì ed Hermione entrò nella saletta come se fosse la cosa più naturale del mondo.

-- Granger?! -- disse Zabini sul punto di strozzarsi con la bevanda che aveva in gola. Hermione non badò minimamente al ragazzo ma si rivolse a Draco.

-- A quanto pare l’ha bevuta… --

-- Si, tutta -- rispose con un ghigno il biondo.

-- Ma di che diavolo state parlando. Draco! Che stai facendo! -- intervenne il moro nella conversazione dei due.

-- Scusa tanto Blaise… -- disse con la voce più angelica che gli riusciva. Quel tono aveva uno strano effetto su Hermione che rabbrividì.

-- Bene. Ora passiamo alle cose serie. Eri tu il ragazzo incappucciato nei ricordi di Draco? -- fece la ragazza rompendo quella strana tensione che si era formata da quando era entrata nella stanza.

-- Non ve lo dirò mai… si ero io -- rispose sorprendendosi delle sue parole. Il sorriso degli altri diventò se possibile ancora più largo.

-- E chi era il tuo amico quell’altro… -- continuò Hermione

-- Non era mio amico… -- disse sforzandosi di non parlare invano.

-- Si, si non c‘e ne frega… dicci solo chi era -- fece spazientito Draco

-- Weasley… -- rispose infine

-- COSA?! Ginny? -- chiese incredula Hermione

-- Non lei cretina, suo fratello… -- rispose sprezzante Zabini

-- Cosa? Non è vero… -- disse lei arretrando di qualche passo

-- Sicura? Secondo te perché non c’era mai dov’eri tu e lui? --

-- Sta zitto verme… -- Draco si era avvicinato pericolosamente a Zabini. Era molto più alto del moro e anche più possente per gli strenui allenamenti di quiddich. Ma in quel momento la porta si aprì di nuovo…

-- HARRY?! --

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Fine undicesimo capitolo

 

 

 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

11 gennaio ore 13:00

Hermione si svegliò di soprassalto, con il fiato corto e il volto madido di sudore… non era sicura che si trattasse di un semplice sogno. Quando si rese conto di essere in infermeria si alzò in punta i piedi dal letto per evitare di essere scoperta da Madama Chips. Ma non fece in tempo a muovere un passo che una voce dietro di se la fece irrigidire di colpo

-- Dove credi di andare? --, ma non era la voce della Medimago, era più dolce e sicuramente era una voce maschile. Si girò e scorse il viso di Harry che le sorrideva piano. Si lasciò cadere pesantemente su di una sedia che era lì vicino e con la voce secca chiese

-- Novità? -- Harry scosse tristemente il capo in segno di diniego. E la ragazza poggiò il capo fra le mani. Era troppo stanca per quello che stava succedendo. Ma una domanda non faceva altro che assillarla: perché proprio Draco e non qualcun altro? Tirò un lungo sospiro e alzò lo sguardo verso Harry che si era appena seduto accanto a lei. Era indecisa se raccontargli del “sogno” che aveva appena fatto. Alla fine si decise a che doveva pur confidarsi con qualcuno… e questo qualcuno non poteva essere Ginny

-- Harry… questa notte ho fatto… ho fatto un sogno… -- disse con la voce spaccata. Harry nel frattempo non si perdeva una parola di quello che le stava dicendo la ragazza.

-- O almeno credo si trattasse di un sogno… -- fece con una risatina nervosa -- Ho… ho visto Draco… era legato con delle catene… in una cella… e poi nella cella sono entrate due persone… uno era Voldemort… l’altro… oh Harry… L’altro era Lenny! -- fece con un singhiozzo mentre le lacrime cominciavano a rigarle il viso senza mostrar di voler smettere. Harry l’abbracciò a se. Ormai non sapeva più come fare per calmare l’amica. Piangeva sempre, questo glielo confermava Ginny, che la sentiva piangere anche nel sonno.

-- Calmati Hermione… era solo un sogno… -- fece in un sussurro. In quel momento Hermione si allontanò bruscamente dalla presa. Era improvvisamente infuriata e quelle lacrime che le rigavano il volto ora non era più di dolore ma di rabbia.

-- NO HARRY! TI DICO CHE NON ERA UN SEMPLICE SOGNO. IO… IO VEDEVO TUTTO… C’ERA DRACO ALLA PARETE LEGATO… VOLDEMORT CHE LO MINACCIAVA E LENNY CHE RIDEVA INSIEME A LUI PERCHE’ DRACO STAVA MORENDO DISSANGUATO!!! NON ERA UN SEMPLICE SOGNO! -- urlò con tutta la voce che aveva in gola. Era stanca che tutti la compatissero con “povera Hermione… chissà come si sente”. Non voleva essere trattata come una bambola di cristallo sul punto di rompersi… Harry parve spaventarsi un po’ dalla scenata che gli fece la ragazza

-- OK… calmati non ti preoccupare! Lo troveremo… e se quello che dici è vero… speriamo solo di trovarlo ancora vivo… --

12 gennaio ore 00:30

Draco venne trascinato pesantemente al cospetto di Voldemort. Non si era degnato neanche di alzare la testa questa volta il ragazzo, ma non perché non volesse, ma perché sentiva le forze mancargli completamente ed era un miracolo che fosse ancora vivo.

-- Allora Draco… vedo che sei ancora vivo. Anche se sembri un po’ gracile in verità sei forte… è così che li voglio i miei mangiamorte… -- fece con in volto un’espressione sadica di puro divertimento alla vista delle condizioni in cui era ridotto Draco. Il ragazzo aveva ancora il volto rivolto verso il basso, ma accennò ad un sorriso

-- Ancora non lo hai capito? Ma che lingua parlo arabo forse? Io non mi unirò mai alla tua banda di sfigati, devi capirlo. -- fece con un filo di voce che risultò comunque arrogante come nella natura Malfoy.

-- Ti ripeto che qui non si tratta solo di te... -- schioccò le dita e due mangiamorte piuttosto forti entrarono tenendo qualcuno per le braccia. Draco non riuscì ad intravedere chi fosse, perché si accasciò al suolo sfinito. Ma riuscì comunque a distinguere le voci, anche se le sentiva come da molto lontano.

-- Draco… -- sentiva dei passi avvicinarsi lentamente a lui, ma non aveva la forza di alzare il volto da terra per constatare chi fosse. Però che si trattasse di una voce dolce e non dura e sadica come quella di Voldemort era sicuro.

-- Allora non l’ho solo sognato… -- fece piano, tanto che lui faticò a sentire. Sentì di avere la spalla bagnata, ma non era sangue piuttosto una lacrima o una goccia d’acqua. Aprì faticosamente gli occhi e vide l’immagine appannata di Hermione che piangeva ai suoi piedi come se fosse in punto di morte.

-- Her… Hermione? -- fece con aria stupita in meno di un sussurro. L’altra sorrise dolcemente mentre le lacrime le solcavano le guance, quelle guance che, se avesse avuto la forza, avrebbe accarezzato dolcemente per ripulirle del dolore che stavano passando. Il suo viso era anche graffiato, dovevano aver fatto del male anche a lei. Questo non gliel’avrebbe mai perdonato. Le prese piano una mano e vide che sanguinava leggermente. La fissò leggermente stupito negli occhi. Le forze che sembrava aver perso completamente alla vista di Hermione gli erano ritornate, e se non completamente, almeno in parte…

-- Cosa… -- ma non riuscì a terminare la frase che lei gli si buttò al collo facendogli venire un male cane alla schiena. Ma per lei avrebbe sopportato dolori anche molto peggiori, come aveva dimostrato fino ad ora. Si sentirono dei battiti di mani

-- Che scena toccante! Draco non mi avevi detto che vi conoscevate… non in questo modo almeno… le avremmo fatto gli onori di casa… -- disse con voce strisciante Voldemort

-- Non provare a toccarla o io… --

-- Draco non provare a minacciarmi, non sei nelle condizioni, come ti ho ripetuto ieri -- fece con tono annoiato Voldemort

-- Non la passerai liscia per tutto quello che hai fatto -- la voce di Hermione proruppe nella stanza. Il malefico signore si mise a ridere di gusto

-- E chi me lo impedirebbe? Una mocciosa come te? O quel tuo amico Potter, quello che dovrebbe sconfiggermi come è scritto nella profezia? -- fece acido e freddo Voldemort

-- Portateli nei sotterranei… tutti e due e torturateli… -- continuò poco dopo mentre un lampo malefico gli attraversava gli occhi

-- Ma ricordate… non voglio che muoiano… --

12 gennaio ore 04:00

Draco era ancora in catene al muro ed Hermione accucciata in un angolo della lurida cella che gli aveva affibbiato. Il ragazzo sembrava stesse dormendo quando poco dopo parlò

-- Perché sei venuta? -- fece con voce fredda. Abbastanza fredda per ferire Hermione.

-- Domande stupide… -

-- Come facevi a sapere dov’ero? -- continuò con le domande Draco

-- Io… io non lo sapevo -- disse con un filo di voce Hermione

-- E allora come hai fatto a trovarmi? --

-- Ho… ho fatto un sogno l’altra notte… tu… tu eri legato a quella parete e Voldemort rideva e poi… poi c’era anche Lenny… che rideva con lui… -- fece con voce rotta. Draco non credeva alle sue orecchie.

-- Cos’hai detto? Tu mi hai visto in sogno? --

-- Si… ma nessuno credeva che fosse vero quello che ho sognato… ma… c’era qualcosa di diverso in questo sogno… era… vero… -- continuò lentamente Hermione

-- Herm… sai cosa vuol dire? -- fece lentamente Draco scandendo ogni sillaba

-- Bhè… che tutto questo mi ha portato qui… -- rispose con un’ironia triste (so che è un controsenso Nd Alex)

-- Certo che per essere l’alunna più brava di Hogwarts sei piuttosto cocciuta delle volte… -- fece Draco accennando ad un sorriso

-- Hermione… tu hai instaurato un contatto telepatico. -- fece con calma. Hermione nel frattempo stava pensando alle parole del ragazzo. Era vero… perché era sicura di non essere stata impossessata da Voldemort. Draco vedendo lo sguardo smarrito della ragazza le sorrise incoraggiante. Di sicuro non doveva essere stata una bella impressione per lei vederlo in catene in sogno… Hermione aveva smesso da poco di piangere, ma vedendo quel sorriso sul volto di lui le lacrime cominciarono a scorrerle automaticamente dagli occhi per riversarsi ai lati del volto.

-- Ora… mi crederai una piagnona… piango sempre… -- fece con gli occhi rossi e con la voce rotta

-- Non potrei mai considerarti una piagnona… -- fece calmo Draco -- Perché piangendo almeno non trattieni in te la rabbia, il dolore e la frustrazione che hai… -- continuò con un tono leggermente più dolce. Hermione sorrise a sua volta…

-- Quando usciremo da qui… -- fece nuovamente con un sospiro il ragazzo abbassando il capo.

-- A proposito Draco… -- fece con un lampo Hermione prendendo una boccetta trasparente dalla tasca dei pantaloni

-- Bevilo -- aggiunse porgendolo alle labbra di Draco. Il ragazzo la guardò con fare interrogatorio

-- Non è veleno non preoccuparti! Ti farà stare meglio…quei due che mi hanno portato qui non si sono accorti di niente… -- Hermione era come se avesse letto il pensiero che Draco aveva appena formulato. Draco bevve lentamente e ad ogni sorso sentiva il dolore alleviarsi

-- E’ una pozione rigenerante, le ferite si rimargineranno prima e le forze dovrebbero tornarti velocemente… non voglio che tu muoia per quel viscido… -- mormorò la ragazza avvicinandosi un po’ di più al ragazzo per osservarlo negli occhi.

12 gennaio ore 14:00

“Possibile che in questa scuola tutti debbano scomparire!” Ginny camminava con passo veloce per i corridoi di Hogwarts alla ricerca di Hermione e Lenny… era da un paio di giorni che non aveva notizie di loro due. Lenny l’aveva avvertita che sarebbe partito per un paio di giorni, ma Hermione… sapeva che Draco era scomparso ma nessuno sapeva dove si potesse trovare. Vide una figura alta dai capelli scuri e arruffati che le si avvicinava da lontano. Sorrise e gli venne incontro

-- Harry hai per caso visto dov’è Hermione? È tutto il giorno che la cerco e ancora non sono riuscita a trovarla. Ho controllato persino nella stanza delle necessità! Ma di lei non c’è traccia… -- fece un po’ nervosa. Era sempre un po’ nervosa quando doveva parlare con Harry… dopotutto era stato il suo “grande amore” per un bel po’ di anni. Harry dal canto suo però sembrò non notare questo nervosismo, o come minimo non mostrava fastidio.

-- Anche tu? Io è da ieri che cerco Hermione ma niente… credevo che tu potessi sapere dove si trova… -- fece non nascondendo la nota di delusione e tristezza che aveva nella voce. Ci furono alcuni minuti di silenzio imbarazzante… nessuno sapeva cosa dire o cosa fare. Proprio in quel momento si sentì lo stridere di una civetta ed Edwige fece cadere dolcemente una lettera sulla testa del suo padrone. Harry sorpreso da quella lettera inaspettata la aprì velocemente mentre il cuore gli batteva a mille… era una lettera di Hermione:

“Caro Harry…

Quando riceverai questa lettera io sarò già lontana, perché sono riuscita a convincere Edwige a portartela solo dopo un paio di giorni…

Spero non ti stia preoccupando per me…

Non hai motivo di farlo perché io sto bene (almeno per adesso).

Mentre ti scrivo sto osservando il lago piatto che c’è di fronte a me e rifletto…

Rifletto su quanto sta succedendo in queste settimane…

Mi sembrano le più lunghe e strane che abbia mai passato in questa scuola…

Ma non è di questo che volevo parlarti.

Riesco ad immaginare la tua faccia piena di stupore mentre leggi questa lettera.

Di solito io sono quella che cerca di impedire a te a Ron di combinare guai, non il contrario.

Ti ho voluto, per così dire, avvertire in modo che tu non faccia ricerche su dove sono…

Non mi troveresti lì a scuola. Non è facile da descrivere e probabilmente mi prenderai per una stupida ripetendoti che quello non era un semplice sogno, ma era Draco come in punto i morte… e…

e se dovesse essere veramente morto… voglio trovarlo. Sono sicura che dopo la foresta proibita lo troverò.

Dunque a presto Harry… perché sono sicura che ci rivedremo… e anche molto presto spero…

Con tanto affetto

Hermione

Harry osservava ancora quel pezzo di pergamena che stringeva convulsivamente tra le mani. Era andata. E lui doveva trovarla, anche se gli era stato chiesto in modo esplicito di non farlo. Ma doveva… perché se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato… non avrebbe mai permesso che la sua Hermione morisse o che le succedesse del male.

-- Andiamo dobbiamo trovare Hermione… credo di sapere dove si trova… -- fece alla rossa dirigendosi verso il grande portone del castello…

12 gennaio ore 22:00

Hermione era appoggiata pesantemente a grande muro di roccia e aveva lo sguardo perso e spento, ormai nessuna luce vibrava più dentro ad essi. Le ferite di Draco tornarono più in fretta di quanto previsto, e ormai sembrava ancora in vita solo per miracolo.

-- Non mi hai detto come hai fatto ad essere portato qui… -- la domanda era uscita dalle labbra di lei prima ancora che riuscisse a formularsela bene in mente. Draco alzò lo sguardo con fatica e lo soffermò sulla figura accovacciata di Hermione. Non rispose ma la osservò con molta intensità.

-- Non voglio i tuoi sguardi voglio una risposta Draco… -- fece nuovamente Hermione, solo che questa volta la voce aveva assunto un tono leggermente rauco. Draco abbassò lo sguardo

-- Bene… -- fece con il tono stanco di qualcuno che ha dovuto tenere un segreto per troppo tempo

-- Io lavoro per l’Ordine… da circa cinque mesi… -- fece con un sospiro.

Hermione cominciò a riflettere. Cinque mesi… era poco più tempo da quando si “erano conosciuti”. Hermione lo osservò come per incitarlo a continuare il racconto.

-- All’inizio non ero visto di buon occhio… sono il figlio di Lucius Malfoy dopotutto… -- un sorriso triste gli incurvò le labbra in modo malinconico

-- Ma Silente si fidava di me… diceva che io non ero come gli altri, che non sarei diventato un mangiamorte… che non sarei diventato mai come mio padre se davvero lo volevo… comunque visto che agli altri non piacevo mi è stata assegnata una cosiddetta “prova di fedeltà”… -- alzò nuovamente lo sguardo. Ora gli occhi di solito orgogliosi e forti sembravano fragili e tristi. Hermione non accennava ad una parola… era sicura che qualunque cosa avesse detto non sarebbe mai stata quella giusta, quindi lasciò che dopo una piccola pausa Draco riprendesse a parlare. Ora era quasi un sussurrò ed Hermione faticò a sentirlo.

-- Mi fu incaricato di “osservare le mosse di Potter” perché tutto quello che aveva a che fare con lui poteva essere in pericolo. Avevo notato come tenesse a te… più di quel Weasley da strapazzo… decisi così che la mia prova di fedeltà saresti stata tu… -- disse con tono affranto.

Hermione adesso lo osservava con le lacrime agli occhi… era sicura di aver capito come si sarebbe svolta la storia.

-- Ho provato a “conquistarti” in tutti i modi possibili ed immaginabili… ma nessuno a funzionato con te… no, tu eri una ragazza completamente diversa da tutte le altre, e con te la tattica “bello e impossibile” o “rude e grezzo” non funzionavano. Mi ero reso conto che tu cercavi una persona dolce e sensibile… ovvero tutto il contrario di me… ero sicuro che Silente lo avesse capito… ecco perché tu diventasti la mia missione.. Perché era molto difficile da portare a termine… -- si bloccò sentendo una fitta dolorosa allo stomaco, dato che erano cinque giorni che non mangiava nulla.

Adesso invece Hermione piangeva silenziosamente… sentiva che era stata presa in giro per tutti questi mesi, si sentiva tradita e ferita nell’orgoglio.

-- All’inizio pensavo che sarebbe stato facile… insomma ho avuto tante di quelle ragazze che verrebbe una lista lunga metri. Pensavo “Ci giocherò un po’ e poi la butterò via”… dio quanto ero bastardo a quei tempi… ma con il tempo cominciai ad amarti veramente… amavo quei sorrisi che mi rivolgevi sempre, i tuoi occhi splendenti e scuri, i tuoi capelli morbidi e mai completamente lisci… e poi quelle labbra… -- alzò gli occhi dal pavimento per portarli sulle sue labbra

-- non sai come mi sono sentito quando ho sfiorato quelle labbra per la prima volta… era incredibile… con nessuna avevo provato tante emozioni. Quello che hai davanti non è più il vecchio Draco Malfoy… con la tua dolcezza e il tuo modo di fare sei riuscito a sciogliere il ghiaccio che c’era attorno al mio cuore per dargli nuovamente vita. -- si fermò e prese a osservarla.

Hermione non sapeva cosa dire o anche solo cosa pensare.

-- Hermione vedi io… -- proprio in quel momento la porta della cella si aprì con una botta.

Hermione non vide subito la figura, ma poco dopo notò i lineamenti di una ragazza

-- Ginny… -- fece con un filo di voce alzandosi per correre dall’amica che l’aveva accolta tra le sue braccia.

-- Calmati Hermione… -- fece allontanando piano la brunetta. Si avvicinò poi alle catene che tenevano legato Draco e con un incantesimo queste si aprirono con uno scatto. Draco si massaggiò i polsi poi si alzò e chiese

-- Sono arrivati gli altri? -- il suo tono era tornato gelido e calmo come prima. Ginny annuì col capo e i tre corsero nella stanza dove Voldemort alloggiava.

Harry stava tenendo una battaglia con Voldemort… e sembrava che la profezia si dovesse avverare molto presto…

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Fine diciannovesimo capitolo

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

10 gennaio ore 06:00

Hermione era nel suo letto e piangeva come faceva da circa quattro giorni. Non era da lei buttare via lacrime, ma non riusciva a trattenersi, era come se qualcosa più forte di lei la costringesse a sfogarsi bagnando tutte le notti il cuscino. Infatti a scuola durante la giornata si mostrava allegra e affettuosa, ma durante la notte Ginny la sentiva piangere lacrime pesanti che andavano a riversare tutta la sua rabbia e il suo dolore sul cuscino. A questo punto Ginny non ce la fece più. Era stanca di sopportare le lacrime di Hermione si alzò dal letto e si diresse dall’amica.

-- Hermione… -- le sussurrò piano. La ragazza sembrava stesse dormendo pesantemente, nonostante stesse singhiozzando rumorosamente.

-- Non è giusto… non ha fatto niente… NO! -- si risvegliò tutta sudata e saltò in piedi.

-- Hey, Hermione calmati! -- Ginny tranquillizzò subito l’amica che era in piedi di fronte a lei -- forse è meglio se chiamo a madama Chips… -- fece preoccupata la rossa

-NO!… voglio dire… non ti preoccupare… sto bene, era solo uno stupidissimo incubo… niente di che… -- fece Hermione accennando ad un sorriso. L’altra la guardò e si allontanò un po’ titubante verso il suo letto.

Hermione si sdraiò nuovamente nel suo letto voltandosi verso la finestra dalla quale si poteva intravedere una splendida luna.

“Chi sa dov’è adesso… chi sa se è ancora vivo… e chissà se anche lui come me sta guardando la luna…” pensò mentre l’ultima lacrima le abbandonava gli occhi…

10 gennaio ore 06:00

-- padrone… c’è qui una persona che dice di avere delle notizie importanti per lei… -- la voce tremante di Codaliscia fece girare Voldemort per osservare chi lo stesse disturbando inutilmente. Alla vista di Codaliscia i suoi occhi neri e scuri si ridussero a due piccole fessure

-- Fallo entrare -- disse con aria non curante voltandosi verso il camino ormai spento. Si sentirono dei passi.

-- Lasciatemi stare, so camminare da solo -- una voce stava praticamente ordinando a due dei mangiamorte di Voldemort di mollarlo.

-- Lasciatelo e uscite da questa stanza subito. -- fece con tono raggelante Voldemort.

-- Grazie… -- fece con tono sarcastico quest’ultimo. Voldemort non si era ancora voltato a vedere chi fosse il ragazzo che aveva delle notizie importanti per lui.

-- Adesso… dimmi quali notizie mi porti. -- finalmente si voltò e vide uno dei suoi più fedeli servitori: McGowan

-- Ebbene, mio padrone, avete detto che Malfoy, non ha più niente da perdere? Invece una cosa c’è l’ha… -- fece con aria misteriosa. Lord Voldemort cominciava ad interessarsi vagamente alla discussione.

-- E dimmi, di cosa si tratta? Il suo manico di scopa forse? -- fece con tono gelido e sarcastico Voldemort. L’altro rimase apparentemente impassibile e continuò.

-- No, si tratta della sua futura moglie. --- fece come se non fosse nulla di particolare. Gli occhi di Voldemort sgranarono di colpo… non sapeva che Malfoy avesse una futura moglie.

-- Bene, bene… la cosa comincia ad interessarmi… parla McGowan… -- disse, questa volta ocn un tono di voce più sadico e maligno.

-- Come ho già detto si tratta della sua futura moglie… anche se per adesso sono semplicemente fidanzati. Se faceste qualcosa alla ragazza colpireste indirettamente anche Potter… infatti sa tutta la scuola che è innamorato di lei da sempre… -- fece con tono sempre più vago il ragazzo che aveva ormai abbassato il cappuccio. Voldemort fece un largo sorriso, come ormai gli era più unico che raro fare.

-- Di bene in meglio, e dimmi chi è la ragazza in questione? La conosco forse? -- fece sempre più felice per l’imminente scoperta.

-- Hermione Granger -- disse l’altro senza manifestare alcuna emozione. Per Voldemort fu come ricevere una doccia gelata. Non lei! Quella peste che l’anno prima con il suo veritaserum era riuscita a scoprire dove si trovava il suo “covo” e che per poco non gli faceva rimettere la pelle (Non che ne avesse poi tanta da perdere! Nd Alex). Non lei!

-- Hermione Granger? -- ripetè come ipnotizzato.

-- Esattamente. La migliore amica di Potter e la ragazza di Malfoy. Colpireste entrambi, sia direttamente che indirettamente. -- fece McGowan questa volta con un largo sorriso in faccia.

-- Caro ragazzo… tu farai molta strada come mangiamorte… -- disse con tono pacato Voldemort.

10 gennaio ore 9:00

La luna illuminava per quanto era possibile il piccolo cubicolo in cui si trovava Draco legato alla parete da grandi catene e completamente stremato. “Neanche agli elfi domestici li trattiamo così!” si ritrovò a pensare disgustato del luogo e del modo in cui era conciato. In quel momento dei passi leggeri fecero la loro entrata nella sudicia stanza. Il primo era lord Voldemort, il secondo invece non riuscì a riconoscerlo perché era incappucciato.

-- Caro Draco, sei molto giovane… ed evidentemente ti sei concesso il diritto di non dirmi tutta la verità su di te… -- fece la voce raggelante di Voldemort. Draco alzò lo sguardo da terra e lo osservo con uno sguardo completamente gelido. Voldemort rimase completamente impassibile mentre l’altro tremò visibilmente. Draco mostrò uno dei suoi ghigni

-- In effetti mi sono preso questa libertà, è vero ed ora mi ritrovo qui incatenato alla parete. Ma vedo che il mio effetto rimane lo stesso di sempre… -- disse alludendo all’uomo che era accanto a Voldemort.

-- Non sei nella posizione di poter fare dell’umorismo… McGowan mi ha portato un paio di notizie interessanti che tu non mi avevi dato Draco… -- fece con tono di rimprovero Voldemort. Ma Draco non stava affatto pensando a quello che diceva, ma piuttosto al nome con cui aveva chiamato l’uomo che gli era accanto. “McGowan…? Conosco qualcuno con questo nome…” si ritrovò a pensare.

-- Non credo che tu e il signorino McGowan vi conosciate, dunque e meglio che non sprechi energie… -- fece impassibile Voldemort. “Accidenti a lui e alla sua Legilimens!” si ritrovò a pensare, pentendosene subito un attimo dopo. Scrutò bene la figura per qualche attimo, ma era troppo buio per riuscire a distinguere qualcosa.

-- Comunque tornando a noi… sono venuto a conoscenza che ti sposerai… o che almeno avresti intenzione di farlo… con una certa grifondoro che conosco con il nome di Hermione Granger… -- continuò Voldemort con un sorriso sadico stampato in volto. A Draco un campanello suonò in mente: solo tre persone erano a conoscenza del loro matrimonio e di sicuro non era ne Potter ne Ginny dato che era una ragazza allora era…

-- Lenny?! -- chiese con voce strascicata Draco strabuzzando gli occhi. Ormai ne era sicuro, Quello che aveva di fronte era Lenny, solo che era messo in una condizione decisamente migliore della sua.

Dal canto suo l’altro ragazzo in piedi era decisamente nervoso… non era previsto che tutto andasse in questo modo… non era previsto che scoprisse chi era. Non rispose alla domanda.

-- Lenny!! Sei tu! -- fece Draco mentre una delle piccolissime fiamme di speranza che aveva dentro veniva soffocata da una stretta morsa. Non ci poteva credere! Da mesi si era confidato solo con lui… per cosa poi? Per far si che Voldemort avesse stretto contatto con lui e con la sua Hermione… la sua Hermione… era in pericolo!

-- Tu! TU brutto stronzo! Io che mi ero fidato di te e tu che fai? Vai a dire tutto a questo verme schifoso -- disse ma poi qualcuno gli mollò un calcio nello stomaco facendogli colare del sangue dal labbro inferiore per la botta.

-- Smettila Draco. Ti stai rendendo semplicemente ridicolo. -- fece la voce intramontabile di Voldemort. Draco rise, di una risata isterica e liberatoria, quasi quanto un pianto.

-- AH! Mi sto rendendo ridicolo!!! Ma guarda te! Credevo di esserlo già da prima che veniste voi due bast… -- ma non riuscì a finire la frase che qualcuno gli assestò un secondo calcio più forte del primo. Questa volta si ritrovò piegato in due dal dolore. Era stanco, affamato e voleva rivedere la sua Hermione. Infine gli occhi erano sempre di quell’azzurro ghiaccio, ma non si spegnevano mai nonostante le torture e le maledizioni.

-- Voi… voi… la pagherete… -- disse con un filo di voce con la testa china mentre delle gocce di sangue si univano alla piccola pozzetta che si era formata sul pavimento ai piedi del biondo. Questa volta a ridere fu Voldemort

-- Ancora con questa storia? Credevo che un po’ di giorni di tortura potessero bastare a convincerti… evidentemente sei più testardo di quel che credevo… -- fece con tono aspro Voldemort

-- Ma non preoccuparti… se sarai fortunato, tra un paio di giorni ti riunirai alla tua amata all’altro mondo. -- continuò ridendo -- Io ci sono stato, e ti posso garantire che non è male come si pensa… --.

Quelle parole per Draco furono come l’ultima goccia nel vaso.

-- Se solo provi a torcerle un capello io… --

-- Tu cosa? Nelle condizioni in cui sei on riusciresti a far del male nemmeno ad una mosca… -- questa volta fu Lenny a parlare.

-- Calmatevi… non è necessario litigare… non adesso per lo meno… comunque io e te dobbiamo fare una bella chiacchierata Draco… --

10 gennaio ore 11:00

“Ok… ora calmati Hermione! Stai diventando Ossessiva” si ripeteva continuamente Hermione

“E se fosse in pericolo? Se in questo momento stesse morendo, mentre tu non fai altro che piagnucolare?” una piccola vocina si impossessò di lei. Provò a muovere qualche passo ma subito dopo cadde sicura di aver perso completamente i sensi e di accasciarsi pesantemente al suolo con un tonfo…

Fece uno strano sogno durante quello svenimento, un sogno molto particolare:

“La luna illuminava debolmente quella che doveva essere una cella

Un ragazzo era in catene al muro

Draco

Vidi l’immagine farsi più nitida…

Dei rivoli scendevano lungo le guance

Non erano lacrime

“Draco non piange mai”

Infatti quelli erano rivoli di sangue

I capelli ormai avevano perso totalmente la tonalità dorata

Per far posto al rosso scuro del sangue che si era riversato sopra.

Era smagrito molto in quei pochi giorni

E il suo viso era più spigoloso del solito. +

Ma quegli occhi…

Quegli occhi nonostante fossero freddi e duri come il ghiaccio

Brillavano

Di una luce intensa che le riscaldava il cuore

Brillavano

Di quella luce che tutti chiamano speranza

Ma che io definisco Amore.

Parlava con qualcuno

Uno doveva essere sicuramente Voldemort…

L‘anno prima era riuscita finalmente a vederlo in faccia

L‘altro si abbassò di scatto il cappuccio:

Era Lenny”

Si svegliò di soprassalto con il fiato corto: non era sicura che fosse un semplice sogno il suo…

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Fine diciottesimo capitolo

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Capitolo 19
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

7 gennaio ore 10:00

Una ragazza dai capelli leggermente ondulati correva per i corridoi di Hogwarts a perdifiato. “Questa me la fa pagare ne sono sicura!” si diceva mentalmente scendendo velocemente i gradini che portavano al sotterraneo di pozioni. Entrò nell’aula grigia e scura ansimando e prese posto accanto a Lavanda.

-- Signorina Granger… non resteremo qui in eterno ad aspettare il suo arrivo. Meno 10 punti a Grifondoro. La prossima volta cerchi di essere puntuale, se non vuole far perdere punti inutilmente alla sua casa. --

Hermione si era fatta piccola piccola. Non che non sapesse come rispondere a quello che le diceva il professore, ma non le sembrava proprio il caso di contrabbattere.

-- Si professore, non si preoccupi… -- rispose semplicemente con il tono più acido e formale che le riusciva

-- Non lo farò non si preoccupi… -- sussurrò all’angolo della bocca Snape prima di voltarsi velocemente verso la lavagna. Hermione gettò un’occhiata inquisitoria dalla parte dei serpeverde, e non vedendo Draco mille domande le si formarono in testa.

-- Herm -- la voce di Lavanda la risvegliò dai suoi pensieri.

-- Herm? Sei qui tra noi? -- domandò curiosa l’amica

-- Cosa? Eh… si scusa… stavo pensando… -- si giustificò Hermione con un timido sorriso in viso.

-- Lo avevo notato… comunque mi servono delle erbe del Madagascar. Le vai a prendere tu? -- chiese nuovamente Lavanda.

-- Oh… si certo… aspettami qui -- fece alzandosi e dirigendosi verso l’armadietto degli ingredienti. “Asfodelo… no, Scaglie di Drago… nemmeno, Erbe del Madagascar… eccole” prese la piccola boccetta contenente delle piccole foglioline arancioni. E tornò l banco.

-- Lavanda, quale pozione dobbiamo fare? -- chiese Hermione dato che non aveva seguito la lezione. L’altra ragazza per una attimo non nascose la sorpresa di quella domanda, ma subito dopo rispose

-- La pozione della pace… --

-- Ah… -- Hermione si morse il labbro inferiore… non era esattamente una pozione facile… sarebbe bastato un minimo errore di calcolo e tutto sarebbe saltato all’aria. Anche se ad Hermione riusciva perfetta.

-- Vuoi una mano? -- continuò poco dopo con un sorriso in faccia.

-- Certo… fai tu, io vado a prendere il resto degli ingredienti. -- disse Lavanda alzandosi di botto e lasciandole campo libero per il calderone.

-- Hermione cominciò a versare alcune erbe del Madagascar dentro al calderone quando qualcuno da dietro la face sobbalzare.

-- Signorina Granger stia più attenta… non vorrà prendere la prima T del suo curriculum scolastico spero… -- fece la voce strisciate di Piton. Hermione imprecò tra se e riprese a preparare la pozione. Era sicura che Piton stesse facendo di tutto per farle sbagliare la pozione… Quanto lo odiava… mise da parte questi pensieri con un sospiro e ripensò invece a dove poteva essere finito Draco.

*Flash Back*

7 gennaio ore 01:00

-- Dove sei ratto! -- la voce gelida e quasi sussurrata fece sussultare l’uomo piccolo e gracile che aveva di fronte.

-- Eccomi mio padrone… -- fece tremante avvicinandosi alla poltrona sulla quale era seduto l’essere raggelante coperto da un grande mantello nero.

-- E’ arrivato? -- continuò l’uomo seduto sulla poltrona. Voltava le spalle al piccoletto. Nella sua voce si potevano sentire apertamente delle note di odio e rabbia repressa.

-- Si padrone… lo faccio entrare? -- chiese piano quello.

-- Si Codaliscia… fallo entrare io e “l’ospite” dobbiamo fare una chiacchierata…-- disse semplicemente l’uomo sulla poltrona. Pochi istanti dopo dalla porta che vi era nella stanza entrarono due uomini che trascinavano un ragazzo pieno di lividi e graffi lungo il corpo. L’uomo sulla poltrona fece cenno a tutti i presenti di lasciare il ragazzo e di andarsene per lasciarli soli.

-- Sai… mi dispiace che tu debba fare questa fine… avrei voluto allevarti come un figlio… non vederti morire per mano mia… -- disse con voce gelida l’uomo incappucciato -- ma oggi mi sento buono, per così dire, e voglio concederti una possibilità… quella possibilità che non ho mai concesso a nessuno… -- continuò poco dopo. Il ragazzo era accasciato a terra ancora non aveva alzato la testa da terra e sembrava aver perso i sensi. Dopo un attimo di silenzio invece il ragazzo si alzò con una forza che non sapeva neanche lui sapeva da dove gli provenisse. Gli occhi erano azzurri e freddi come il ghiaccio e i capelli d’oro erano arruffati e sporchi di sangue.

-- Io non sono come quel viscido di mio padre… non mi corromperai facilmente… schifoso -- fece con la voce più gelida che gli riusciva mentre un rivolo di sangue si faceva spazio uscendo dal suo labbro inferiore.

-- Sicuro? Io non credo. Assomigli a tuo padre più di quanto pensi… -- fece con un sorriso spento, vuoto, senza vita. Draco si ritrovò nella mente l’immagine nitida di Hermione che gli sorrideva con fare dolce; l’immagine di Hermione che rideva allegramente, forse per qualche battuta che aveva sentito. Si ritrovò a sorridere anche lui.

-- Credevo che tu fossi più forte degli altri sai… -- fece con un sospiro Voldemort -- Ero sicuro che una volta addestrato saresti stato il migliore dei miei mangiamorte. Che saresti stato più di un figlio.. Non credevo che ti saresti arreso così facilmente… che avresti lasciato perdere tutto in questo modo. -- continuò con aria falsamente scoraggiata.

-- Io non ho perso, anzi forse sono l’unico che ha vinto veramente. Tu hai perso in partenza. Guardati come sei ridotto. Non puoi muoverti da questa baracca che consideri una casa, perché ad ogni angolo in ogni strada, sia magica che babbana puoi trovare un auror pronto a farti fuori. -- si fermò per prendere fiato mentre sentiva di non riuscire più a muovere una gamba. Si accasciò al suolo e continuò

-- Guardati. Non vali niente. -- concluse con un sorriso raggiante in volto. Era incredibile che riuscisse a sorridere ancora in quel modo, era come se una forza più potente di lui lo incitasse a continuare, a lottare contro qualcuno che lo avrebbe ucciso mormorando due parole.

-- Comunque dovresti sapere che sono un ottimo legilimens… e che quindi ti conviene stare attento a quello che pensi… --

Draco si mise a ridere in modo raccapricciante, anche se questo gli costava un dolore lancinante alla testa e a tutti i muscoli facciali.

-- Non me ne fotte niente di quello che mi conviene o No… -- fece strafottente. “tanto ormai non ho più nulla da perdere” pensò. Era colpa sua se doveva mostrarsi arrogante, viziato, senza anima, senza coscienza, era colpa sua e non solo del padre. La sua famiglia, se per famiglia si intendevano i mangiamorte, era stata distrutta dall’essere che aveva davanti. Suo padre era morto indirettamente per mano di Voldemort. Ricordava ancora bene la scena, era presente anche lui

“Lucius, mi hai disobbedito… sai che non ammetto certe cose” la voce gelida e pacata di Voldemort risuonò nella sudicia stanza, come fosse stata emessa in un megafono.

“Si mio padrone… avete ragione… ma io non posso farlo” fece la voce tremante di Lucius. Non aveva mai visto il padre in quelle condizioni. Con Voldemort erano sempre stati ‘amici’ .

“NON PUOI FARLO!” la voce di Voldemort risuonò nuovamente nella stanza questa volta rimbombando.

“No mio signore… non posso” fece Lucius.

“E dimmi, cosa te lo impedisce?” fece riprendendo la calma Voldemort

“..”

“Non rispondi? Molto bene…”

“Mio signore vi prego in ginocchio… non chiedetemi questo…” la voce implorante di Lucius si fece largo nella stanza

“Non posso. Per servire Lord Voldemort bisogna rinunciare a tutto… anche all’amore, come ho fatto io” disse con tono secco e pacato Voldemort

“ Mio signore vi prego…” ma non fece in tempo a finire la frase che un lampo di luce verde lo colpì.

Lucius Malfoy, suo padre, era morto per mano di Lord Voldemort, perché non aveva voluto uccidere sua moglie Narcissa Black, la quale morì anch’essa poco tempo dopo in preda a varie crisi di nervi che la sfinirono completamente…

Draco ripensò alla scena con orrore, e osservò la figura che aveva di fronte. Quel giorno non aveva potuto fare nulla per fermare la scena. Suo padre era si un mangiamorte, ma non meritava di fare la stessa fine di tutti gli altri. Meritava una seconda possibilità… Una rabbia unica in quel momento si impossessò del ragazzo.

-- TU… TU HAI DISTRUTTO LA MIA FAMIGLIA! HAI DISTRUTTO L’UNICA COSA CHE AVEVO!!! MI HA LASCIATO SOLO, MI HAI ABBANDONATO, HAI UCCISO I MIEI GENITORI, E MI CHIEDI DI VENIRTI AD AIUTARE PER VINCERE LA TUA STUPIDA GUERRA AL POTERE CONTRO POTTER! MI FAI SCHIFO ECCO COSA MI FAI! -- fece rialzandosi miracolosamente in piedi e sputando per terra del sangue. In quel sangue doveva esserci raccolto tutto il suo odio, tutta la sua rabbia, la sua depressione, perché una cosa sola gli rimase impressa nella mente, il dolce ricordo di Hermione, l’unica persona che aveva visto oltre quello che c’era, che aveva sciolto quel gelido cuore di ghiaccio che aveva per poi riscaldarlo di un calore unico, l’amore. L’anno prima, quando aveva visto uccidere suo padre aveva il cuore ancora ghiacciato, e on provava ne pena ne dispiacere per la fine che fece. Riusciva semplicemente a pensare “gli ha disobbedito”, non riusciva a capire il perché gli avesse disobbedito, perché il più fedele dei suoi mangiamorte non avesse svolto l’ordine di uccidere. Dopotutto lo aveva già fatto molte altre volte. Solo in quel momento si rese finalmente conto di aver capito perché non poteva uccidere sua moglie: perché l’amava. Era una cosa strana, un mangiamorte che ama… ma era così…

Draco si sentì in dovere di proteggere Hermione da qualunque cosa le avesse fatto l’essere che aveva ancora di fronte. Aveva sputato dinnanzi ai suoi piedi, ed era sicuro che gli occhi di Voldemort in quel momento stessero brillando di un’ira, di una furia unica… nessuno aveva mai azzardato tanto. Draco aspettò ansimando che pronunciasse le due fatidiche parole.

-- Tu ci servirai comunque… Codaliscia, fallo portare nei sotterranei, e fallo torturare… -- disse con voce sadica chiamando il fedele servo che impaurito accorse subito

-- Ma non voglio che muoia… -- disse accentuando il tono su queste ultime parole.

*Fine Flash Back*

7 gennaio ore 14:00

Adesso Hermione era seriamente preoccupata. Era ore che cercava Draco, ma sembrava essersi dissolto nel nulla, e, se non fosse convinta del fatto che è impossibile, direbbe che sembra essersi materializzato da un’altra parte.

--Dai, non preoccuparti, sicuramente starà bene. Silente sta intervenendo… lo troveremo… -- una voce dolce che conosceva anche troppo bene la fece girare di colpo. Harry era dietro di lei e le aveva poggiato una mano sulla spalla per confortarla. Ad Hermione salirono le lacrime agli occhi

-- Oh Harry! Sento che non sta bene! Sento che è nei guai… se gli succedesse qualcosa io… io… -- balbettò in preda alle lacrime. Harry l’attiro piano a se e l’abbracciò

-- Shhhh… non devi piangere, non credo che gli farebbe piacere… e poi non dobbiamo pensare male no? -- fece piano. Hermione si sfogò ancora per alcuni minuti su di Harry senza essere però al corrente che qualcuno da lontano li stava osservando ed ascoltando con intenzioni malevole…

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Fine diciassettesimo capitolo

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Capitolo 19
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

2 gennaio ore 10:00

Hermione si era svegliata di buon mattino quel giorno. Era tutt’allegra e sentiva l’energia sprizzarle via da tutti i pori. La ragazza era ancora su di giri per la strana “proposta” che solo pochi giorni prima Draco le aveva fatto… anche se un po’ in anticipo dovette ammettere. Alla fine dell’anno mancavano ancora cinque lunghi mesi da passare in quella scuola… fece un largo sospiro e corse alla ricerca dell’amica… Non era ancora stata capace di dirglielo… o meglio… non la trovava mai!

La scuola si stava a mano a mano riempiendo nuovamente di studenti ritornati dalle vacanze perché il giorno dopo sarebbero cominciate le lezioni. In lontananza vide una folta capigliatura rossa e corse in direzione di quella… solo Ginny aveva i capelli di quel rosso accesso in tutta la scuola.

-- Hey Herm!!! -- fece quella andandogli incontro

-- Ciao Ginny come va? È da un sacco di tempo che non ti si vede… -- fece facendo finta di niente la brunetta. Ginny arrossì leggermente ma rispose con calma

-- Scusa. Comunque… andiamo a fare un giro? Ho voglia di camminare…-- fece stiracchiandosi leggermente.

--Ok… anche perché devo dirti quattro parole… -- fece con aria seria Hermione.

-- E’ grave? Dal modo in cui l’hai detto sembra che il mondo ti sia cascato addosso… -- disse un po’ preoccupata la rossa.

-- No, no, anzi! È fantastico! -- farfugliò Hermione.

-- Avanti parla… -- la incoraggiò Ginny,

-- Prova ad indovinare cosa mi è successo a natale? -- fece con aria misteriosa Hermione. Ginny si ritrovò a fissarla con aria stupita: certo che era cambiata da quando stava con Draco…

-- Non so… dai… parla! -- fece Ginny poco dopo con aria falsamente spazientita.

-- Mi ha chiesto di sposarlo… -- disse tutto d’un fiato Hermione. Gli occhi di Ginny si sgranarono di botto per osservare stralunati la ragazza che avevano di fronte.

-- COSA?! TI SPOSI?! -- fece quasi urlando

-- Shhh… per adesso lo sapete solo tu ed Harry… non voglio che si sparga la notizia… non adesso almeno… -- la zittì Hermione. Ginny ancora non le aveva staccato gli occhi di dosso, ma abbassando il tono continuò a parlare

-- Hermione! Tu me la vieni a dire adesso questa storia?! --

-- Bhè… tu non ti sei fatta ne vedere ne sentire!! -- fece con aria accusatoria Hermione. Ginny chiuse gli occhi e prese fiato.

-- Ok… ricapitolando tu ti sposi con Draco? -- chiese come per averne nuovamente la conferma.

-- Si… -- rispose semplicemente Hermione. Non si era aspettata una reazione simile dalla sua migliore amica. Dopotutto anche lei ne aveva passate tante… ma non doveva sottovalutare il fatto che fosse la sorella di Ron… il quale era un attaccabrighe per natura.

-- E… e quando? -- chiese ancora Ginny piano.

-- Quando finirà la scuola… --

-- Allora… allora c’è ancora tempo… -- fece Ginny più per rassicurare se stessa che l’amica che aveva di fronte.

-- Tempo per cosa? -- chiese sospettosa Hermione.

-- Bhè… l’hai detto tu che non ti sposi subito… devi prima prepararti… -- continuò riacquistando velocemente la calma di prima.

-- Cosa? Da dove ti saltano queste idee? -- fece Hermione anche se sapeva bene che l’amica aveva ragione. Era bravissima in trasfigurazione, incantesimi ed anche in pozioni… ma per quanto riguardava i matrimoni era proprio sottozero. Ginny le rivolse un’occhiata inquisitoria.

-- Hermione vuoi mettere in moto quel cervello di cui tanto ti vanti per favore? Come per pozioni anche per un matrimonio ti devi preparare… -- fece Ginny con l’aria di chi la sa lunga…

-- E dovresti essere tu ad aiutarmi a “prepararmi”? -- chiese con aria sarcastica Hermione

-- Sarei un’ottima consulente… e poi io non ti costo niente! -- disse con un largo sorriso in faccia.

-- Ginny Ginny… -- fece volgendo gli occhi al celo come in simbolo di pietà.

-- Su non fare quella faccia… -- fece Ginny prendendo sottobraccio l’amica

-- Dovresti essere sorridente come me… ora cominciamo a prepararci… --

2 gennaio ore 10:00

Draco era in biblioteca… aveva qualche carenza da risanare in trasfigurazione nonostante Hermione lo aiutasse sempre a capire qualcosa di quella maledetta materia. “Hermione” pensò con un sospiro. Ancora non poteva fare a meno di chiedersi se era stato un po’ troppo frettoloso con i tempi… anche se quello che lo aveva spiazzato più di tutto era stata la sua reazione…

Fu risvegliato bruscamente da questi pensieri da una voce

-- Ehi Draco! Cosa stai facendo? Sembri pensieroso -- chiese la voce inconfodibile di Lenny.

-- Ciao Lenny… sto studiando trasfigurazione… anche se mi è già passata la voglia di studiare… -- rispose Draco chiudendo con uno scatto il libro che aveva di fronte.

-- Vedo… andiamo a fare un giro? -- chiese nuovamente Lenny. Draco annuì con il capo e i due si avviarono nel largo corridoio semi-desertico che portava all’uscita per il parco.

-- Sembri stanco… non hai dormito per caso stanotte? -- fece Draco con il suo classico ghigno canzonatorio in viso ricordandosi delle parole di Hermione non appena furono usciti dal castello .

-- Non scherzare per favore! -- fece Lenny piuttosto scocciato da quella conversazione

-- Piuttosto ho visto Ginny ed Hermione prima… Ginny sembrava venuta da un altro pianeta (ed è raro Draco… inutile che ridi) ed Hermione era tutta rossa in faccia… tu ne sai qualcosa? -- chiese al biondo che aveva accanto .

-- Dipende… -- fece guardando avanti Draco, pur sentendo gli occhi interrogativi di Lenny addosso.

-- Parla. -- disse semplicemente Lenny

-- le ho chiesto di sposarmi -- disse velocemente

-- COS’HAI FATTO?!! -- urlò Lenny nel mezzo del parco facendo voltare nella sua direzione numerose testoline…

-- Zitto! Non c’è bisogno che il mondo intero lo sappia… -- lo ammonì Draco con lo sguardo leggermente indurito.

-- Scusa… ma… le hai davvero chiesto di sposarti? -- fece ancora leggermente intontito Lenny.

-- Mmm… e a giudicare da quel che mi hai detto lo deve sapere anche Ginny… -- disse calmo Draco.

-- La capisco… -- fece a bassa voce Lenny beccandosi un’occhiata di ghiaccio da parte di Draco

-- Scusa… ma il fatto è che… non ti sembra di correre un po’ troppo? Cosa ti ha risposto lei? -- mormorò Lenny

-- A quanto vedo sei curioso… -- fece con un largo sorriso in faccia Draco -- Comunque ci sposeremo quando la scuola sarà finita… dunque non credo di essere troppo frettoloso… -- continuò poco dopo

-- Allora devo dedurne che ti ha risposo di si… vero? --. Draco annuì con il capo e Lenny fece un largo sorriso.

-- Wow amico! Non c’è che dire! -- disse semplicemente.

-- Andiamo dai vogliamo fare il nostro cosiddetto “giro”? -- fece sarcastico Draco

-- Ok…ma credo che ti servirà una buona preparazione sai… -- fece pensieroso Lenny. Draco lo guardò con uno sguardo indecifrabile.

-- A cosa stai pensando? -- chiese senza lasciar trasparire alcuna emozione dal suo tono di voce

-- Niente… io potrei farti da “consulente”… non sarebbe una buona idea? E poi io ci sono sempre e gratis! -- fece ridendo Lenny. Draco volse un’occhiata in celo quasi chiedendo pietà… Lenny gli passo un braccio nella spalla e continuò a parlare

-- Potrei essere il tuo consulente… non è mica male come idea! -- e cominciarono a camminare.

2 gennaio ore 13:00

La sala grande era più gremita del solito ed Hermione si ritrovò a fissare impazientemente il tavolo dei serpeverde dove si trovava Draco. Era tutta la mattina che sembrava “evitarla”, ma forse questa era una sua impressione… lo vide alzarsi dal tavolo e lo seguì poco dopo.

-- Speravo mi seguissi.. -- fece poco dopo Draco prima di girarsi. Hermione sussultò. Quel ragazzo era ogni volt auna nuova scoperta.

-- Bhè.. Sembra che mi eviti da una giornata intera! -- fece con voce accusatoria Hermione.

-- Veramente c’era Lenny che era impegnato a farmi da manager… mentre tu non ti sei voluta avvicinare neanche un po’… ma ho notato che eri impegnata a parlare con Ginny-- fece trattenendo un risolino.

-- Ah AH! Che risate! Vuole farmi da “consulente”! -- fece marcando il tono sull’ultima parola. Draco a questo punto si fece una risata.

-- Anche a te? -- fece tra una risata e l’altra

-- Si purtroppo… -- fece un po’ imbronciata Hermione voltandosi verso una finestra ad osservare il paesaggio che vi era fuori -- Ecco perché non volevo dirlo a nessuno… -- continuò poco dopo.

-- Non avrai già cambiato idea spero… -- fece Draco avvicinandosi da dietro ad Hermione e cingendole la vita con un braccio

-- Non ti preoccupare… non basta così poco per scoraggiarmi… sono molto testarda… -- disse lei sorridendo.

-- Lo spero… perché anche io sono testardo come un mulo… e solo un asino come te potrebbe tenermi testa… -- Hermione si girò di scatto ma non fece in tempo a replicare con qualche battuta pungente che Draco le catturò le labbra in un bacio passionale. Poco dopo si allontanò delicatamente e con un sorriso in faccia fece:

-- Non è che fai molta resistenza quando ci sono io… --

-- Ma finiscila… -- fece Hermione voltandosi nuovamente

-- Ok… scusa… vedo che oggi non siamo in vena di scherzi -- fece passandosi una mano tra i capelli. Proprio in quel momento Hermione si girò di scatto e lo baciò in modo molto passionale. Allontanandosi mormorò in un orecchio

-- Bhè… neanche tu ti opponi molto quando ci sono io… --

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Fine sedicesimo capitolo

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Capitolo 19
*** Capitolo15 ***


Capitolo 15

25 dicembre ore 10:00

Era il giorno di Natale e ormai tutta la scuola (compresi i professori) sapevano del rapporto che c’era tra Hermione Granger e Draco Malfoy, e quasi tutti approvavano. Hermione si era svegliata da poco. Le vacanze natalizie, oltre ad essere un buon motivo per mettersi a studiare era anche un ottimo motivo per dormire di più al mattino. Svegliandosi vide che la stanza era vuota. Non si sorprese. Accanto al comodino trovò un bigliettino da parte di Ginny: Mi sono svegliata presto, scendo giù a fare colazione e dopo esco con Lenny… dunque non ti preoccupare per me firmato Ginny.

Hermione sospirò. Non si preoccupava affatto per l’amica, sapeva che non ce ne sarebbe stato bisogno… sapeva come cavarsela… specie ricordando la fattura orcovolante che aveva fatto un paio di anni prima a Draco nell’ (ex) ufficio della Umbridge. Soffocò un risolino tra le lenzuola decisa a scendere a fare colazione prima che si facesse mezzogiorno. Dunque si sistemò come meglio le riusciva e corse giù verso la sala grande. Le candele non erano ancora state rimosse, ma il lungo tavolo era ritornato al solito posto, dove vi era parecchia gente che giocava a scacchi o che semplicemente chiacchierava. Si sedette e subito sentì di avere gli occhi di tutti puntati addosso. Solo adesso si era resa conto che Draco forse aveva “leggermente” esagerato la sera prima… cercò di non badare alle occhiate furtive che tutti le rivolgevano e cominciò a fare una colazione veloce, finchè non sentì il braccio di qualcuno cingerle la vita.

-- Buongiorno… -- Draco si era seduto accanto a lei sulla panca

-- ‘Giorno… -- fece fintamente assonnata Hermione strofinandosi gli occhi.

-- Vedo che siamo mattiniere… -- continuò ironico lui

-- Spiritoso… -- commentò acida Hermione alzandosi dalla panca per uscire un po’ nel parco… chi sa che non vi avrebbe trovato Ginny e Lenny per chiacchierare…

Non appena misero piede fuori dalle mura di Hogwarts, Hermione si sentì invasa da una carica di energia e di allegria: infatti il sole splendeva in celo in tutta la sua maestosità, l’aria era fresca e leggermente frizzante e in più era il giorno di Natale.

-- A proposito… non lo vuoi il tuo regalo di natale? -- chiese Draco con l’aria di uno che si è appena ricordato una banalità.

-- Hai fatto un regalo per me? Wow! Oltre a essere mister Gentilezza sei diventato anche mister Generosità a quanto vedo! -- fece ironicamente Hermione.

-- Sul serio… chiudi gli occhi… -- disse con fare misterioso

-- Draco… non mi piace chiudere gli occhi… -- disse severamente la ragazza alludendo a quanto era successo poco più di un mese prima.

-- Non ti preoccupare… sono io: Draco! --

-- Ok.. Ma niente scherzi… non sono dell’umore giusto… --. Si rese conto di aver detto una bugia… in realtà aveva un umore che saliva sopra le stelle… ma non vi badò più di tanto

-- Ora riaprili… -- sentì nuovamente la voce di Draco parlarle ma questa volta con voce più nervosa. Aprì gli occhi e vide che non era solo un’impressione quella che aveva avuto.

-- Si? -- disse con tono sarcastico Hermione non vedendo nessun pacchetto.

Era nervoso per quello che stava facendo. Stava cercando di ironizzare la cosa ma non era per niente facile… non con Hermione che sembrava voler fare di tutto per farlo innervosire.

-- Ora riaprili… -- mormorò anche se era sicuro di aver fatto trasparire parte del suo nervosismo. Hermione gettò un’occhiata intorno e poi con tono sarcastico commentò

-- Si? --. Se uno sguardo fosse stato capace di fulminare Hermione in questo momento sarebbe già polverizzata.

-- Scusa… -- fece poco dopo rendendosi conto che non faceva altro che mettergli la tensione addosso.

-- Non ti preoccupare… ora… ascoltami… -- cominciò Draco passandosi una mano tra i capelli -- quello che ti devo dire non è facile… Dopo che Hogwarts finirà tutto questo finirà con esso… -- si bloccò un attimo come a voler prendere prima coscienza con se stesso di quello che stava facendo -- ma io non voglio che tutto questo finisca… non voglio che tu te ne vada via per poi non rivederci più… quindi… volevo chiederti se… -- intanto si era messo in ginocchio. Hermione stava trattenendo il respiro fino a sentire male ai polmoni… credeva di sapere cosa le volesse dire. Draco tossicchiò e poi con la voce più seria e dolce al contempo che gli riusciva disse

-- Hermione Jane Granger… quando tutto questo sarà finito… mi vuoi sposare? -- chiuse gli occhi. Non era sicuro di quello che stava facendo. Forse stava andando troppo veloce… ma ormai era fatta…

Hermione lasciò andare pesantemente un respiro. L’aveva detto… quello che temeva e che sognava da tempo… Sentì una fitta tra le costole che colpì precisamente il cuore. Draco nel frattempo aveva abbassato lo sguardo

-- Draco… -- le parole le morirono in gola… non sapeva come continuare. In quel momento Draco si rialzò e le prese le mani

-- Ascolta… forse sono io che sono uno stupido… che sto correndo troppo coi tempi… -- cominciò a farfugliare lui

-- E’ vero che è da poco che stiamo insieme… ma io non riesco neppure a respirare senza di te… è come se… come se mi mancasse l’ossigeno… -- continuò velocemente lui. Hermione gli premette un dito sulle labbra per farlo zittire.

-- Io.. Si… -- lo disse in un sussurro, ma questo bastò per riempire il cuore di Draco di un calore immenso che quasi lo bruciava.

-- Co…come? -- ancora non credeva alle sue orecchie. Hermione gli aveva gettato le braccia al collo e stava piangendo

-- Si… -- ripeté in un altro sussurrò -- so che… che dovremo affrontare molte persone… ma insieme… ce la faremo -- continuò Hermione. Il suo tono era solo un sussurro ma era deciso e sicuro.

-- No… nessuno si metterà contro di noi… -- Draco ricambiò l’abbraccio. -- Nessuno… -- finì con tono sicuro

25 dicembre ore 12:00

Ora c’era solo un problema: come dirlo ad Harry? È vero, l’amico l’aveva (quasi) sempre appoggiata anche nelle sue scelte più strane… ma qui si trattava di un… matrimonio…

Harry Aveva una cotta per lei da quasi due anni… e non era sicura che l’avrebbe presa bene. Camminava nervosa per i corridoi alla ricerca di Harry. Prima glielo diceva prima si levava il grosso masso che aveva sopra lo stomaco.

Eccolo lì con la sua firebolt che sfrecciava in celo. Harry le aveva confidato che volare era una cosa unica: volando eri libero da tutto e da tutti, non ti passano pensieri in mente anche perché non ne hai il tempo, e quando piove le gocce d’acqua che ti cadono in faccia sono come piccole lamette di ghiaccio. E in quel momento sembrava esattamente nello stato che le aveva descritto: i capelli come al solito erano arruffatissimi, ma gli occhi erano vuoti e allo stesso tempo pieni di una luce che gli offuscava la vista.

-- Harry! -- lo chiamò gridando in modo che la potesse sentire. Il ragazzo voltò di scatto la testa e cominciò a scendere piano fino a fermarsi esattamente di fronte alla ragazza

-- Hermione! Come stai? Buon natale comunque… -- fece sorridente.

-- Ehm… Harry… che ne dici di fare una passeggiata dovrei dirti una cosa… -- disse un po’ nervosa. Sapeva com’erano gli scatti di rabbia di Harry, e soprattutto le faceva male levare quel sorriso dalle labbra di Harry.

-- Certo aspetta che poso la scopa… --. Dopo un paio di minuti passeggiavano insieme nel grande parco di Hogwarts

--Allora che cosa dovevi dirmi di così importante? -- fece sarcastico. Hermione lo guardò leggermente stralunata. Certo che Harry era cambiato molto di carattere…

-- Ehm… non so se ti piacerà quello che ho da dirti. -- fece nervosa

-- Mettimi alla prova… --

-- Ok… -- prese fiato -- mi sposo… -- ecco l’aveva detto

-- Con chi? -- chiese Harry senza lasciar trasparire alcuna emozione anche se sapeva già la risposta di Hermione.

-- Con Draco alla fine dell’anno scolastico… -- continuò cautamente la ragazza

-- Complimenti Hermione… auguri… -- disse sorridendo

-- Co…Cosa? -- Hermione per una delle pochissime volte nella sua vita era rimasta senza parole. Harry che non le faceva la ramanzina?

-- Sono contento per te! -- continuò

-- Harry… ma stai bene… -- fece seriamente preoccupata l’amica sporgendosi in avanti per toccargli la fronte

-- Si non ti preoccupare… -- la tranquillizzò lui. Hermione dal canto suo rifletteva: chi poteva essere stato capace di creare un cambiamento del genere ad Harry

-- Stai con luna? -- chiese sorridendo anche lei. Le guance di Harry si erano accese di un rosso vivo. Il sorriso di Hermione si allargò maggiormente. Harry non aveva avuto molte esperienze con le ragazze… ma da quando stava con luna lo vedeva sorridere sempre.

-- Non esattamente… cioè… si… non proprio… -- farfugliò lui

-- Non ti preoccupare. Sai che di me ci si può fidare no? --

-- Già… -- disse Harry tornando lentamente del suo colore naturale.

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Fine quindicesimo capitolo

P.S. Volevo ringraziare Kia91 per la bellissima recensione che mi ha lasciato!! Thanks!!!!^-^

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Capitolo 19
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

24 dicembre ore 9:00

I pochi ragazzi che erano rimasti nella scuola di Hogwarts si stavano dirigendo ad Hogsmeade. Infatti era stato permesso loro di andarci per comprare un vestito. Tutti erano molto eccitati per il ballo che si sarebbe tenuto la sera imminente ed Hermione e Ginny (la quale non era voluta andare con la famiglia a trovare Charlie) si erano espressamente rifiutate di essere accompagnate da Draco e Lenny (quelli veri) perché volevano fare loro una sorpresa. La piccola cittadine era un continuo brusio di gente che andava e veniva con pacchi e buste sottomano, e l’aria che si respirava in un certo senso rassicurava Hermione. Una volta raggiunta Hogsmeade la piccola folla che si era formata si dissolse velocemente ed Hermione e Ginny cominciarono a vagare non sapendo cosa cercare. Dopo un po’, scoraggiate per non aver trovato nulla di loro gradimento, le due ragazze decisero di andare a prendere una burrobirra ai Tre manici di scopa. Si sedettero ad un tavolino un po’ appartato e cominciarono a parlare del più e del meno.

-- Herm credo che dobbiamo affrettarci a trovare qualcosa da mettere stasera… tra poco faremo ritorno ad Hogwarts… e non ho intenzione di andare al ballo con jeans e maglietta -- fece la rossa dopo un po’

-- Hai ragione Gin, ma non ho ancora visto niente che mi interessasse… -- rispose l’altra con fare leggermente assente.

-- Allora andiamo a fare un altro giro… chi sa che non saremo più fortunate adesso… -- disse sorridendo l’amica. Dopo questa breve discussione Ginny portò Hermione in un negozio che non aveva mai visto, forse perché era molto piccolo e quasi nascosto dalle grandi imposte pubblicitarie che vi erano fuori. Mrs Glams così si chiamava. Entrarono e dentro vi erano tantissimi vestiti di ogni genere. Hermione potè constatare anche che da dentro era molto più grande di quel che si poteva pensare.

-- Hei Herm… dici che questo vestito mi starebbe bene? -- fece Ginny tenendo in mano un abito da sera blu scuro con una scollatura che doveva lasciar scoperte le spalle e lungo all’incirca poco sopra le ginocchia.

-- Credo che staresti meravigliosamente in quel vestito Gin, si intona perfettamente con i tuoi occhi -- rispose sorridente la ragazza. Ginny lo scrutò ancora per un altro minuto come per trovarne dei difetti e alla fine sorrise e lo portò al bancone.

-- Bene, ora manca solo il tuo vestito Herm… guarda un po’ quello lì in fondo… credo staresti benissimo con quel vestito… -- fece indicando un vestito rosso lungo fino alle ginocchia ma che andava in diagonale verso l’altra gamba e terminava all’incirca verso il polpaccio ed era anche piuttosto scollato.

-- Ginny! A me non stanno bene questo tipo di vestiti… -- fece arrossendo quasi impercettibilmente sulle gote.

-- Non è vero. Credo staresti benissimo con la figura che hai… -- disse con un largo sorriso in faccia la rossa.

-- Ma… -- Hermione non sapeva bene come ribattere. Era si un bel vestito ma non era sicura che le sarebbe stato bene

-- Niente ma… allora ci tieni a fare figura con il tuo principe stasera? -- fece con aria falsamente accusatoria Ginny. Hermione non aveva badato molto alle prediche che l’amica le stava rivolgendo, e nel frattempo si era avvicinata al vestito e ne aveva tastato la consistenza

-- Ok… credo che lo prenderò… -- fece ancora un po’ titubate portando il vestito alla cassa.

Uscite dal negozio si diressero velocemente verso il punto dove tutti gli alunni si sarebbero dovuti incontrare di lì a presso a poco. Hermione era sicura che la commessa le avesse un po’ fregate. “Dieci Galeoni per il vestito di Ginny e dodici per il mio! Un furto!” si ripeteva.

24 dicembre ore 17:00

Nonostante la scuola fosse praticamente vuota una strana frenesia si trovava sempre tra loro. Il banchetto fu più buono del solito, anche perché era riservato un menù speciale per questi giorni di festa. Erano ormai passate quattro ore dal pranzo ed Hermione cercava inutilmente di trovare un’acconciatura decente per i suoi indomabili capelli. Ginny al contrario non sembrava avere problemi con i suoi capelli lisci come l’olio.

-- Ginny ma come fai a tenere in quel modo i capelli! -- disse spazientita la ragazza poggiando in malo modo la spazzola che teneva in mano.

-- Calmati Herm, aspetta che ti do una mano… -- le venne in soccorso la rossa che con un tocco di bacchetta le sciolse i capelli che raccolse con una molletta in modo che restassero su, facendo cadere dolcemente ai lati delle ciocche di capelli.

-- Grazie… non ho pazienza per queste cose… -- disse accennando ad un sorriso Hermione

-- Figurati… --

-- Dannati capelli! Ma volete stare giù! -- Draco Malfoy era in stanza con Lenny (a cui era stato dato un permesso speciale per entrare nel dormitorio) e sembrava sul punto di imprecare..

Lenny rise e si avvicinò

-- Meno male che sei anche famoso per questi tuoi “dannati capelli” --

-- Si ma ci vogliono ore per farli stare come vorrei! -- disse un po’ nervoso Draco

-- Aspetta che ti aiuto io… -- mormorò qualcosa e i capelli sembrarono lisciarsi “come per magia”. Non c’era neanche bisogno di pettinarli. Qualche ciuffo ribelle gli ricadeva davanti agli occhi di un azzurro ghiaccio.

-- Mi devi spiegare come fai! --

-- Se te lo dicessi io non ti servirei più -- fece ancora ridendo Lenny.

-- Ok… Va bene… adesso puoi anche smetterla di ridere così… mi innervosisci… piuttosto scendiamo in sala grande… sono già le sette! -- disse guardando la sveglia magica che aveva sopra al comodino.

-- Stiamo aspettando solo te… -- fece sorridendo Lenny. Era un caso unico, pensò Draco, riusciva sempre a mantenere il sorriso e la calma, anche quando lui perdeva le staffe… cosa da non poco.

24 dicembre opre 19:30

Draco aspettava un po’ spazientito l’arrivo di Hermione in sala grande, che era stata imbandita a dovere. Le solite candele bianche erano state rimpiazzate da altre rosse e dorate e il tavolo su cui mangiavano di solito era imbandito anch’esso a dovere. Ad un tratto vide una figura vestita di rosso con i capelli legati da una molletta e alcune ciocche brune che cadevano sul viso angelico. Il tempo sembrò rallentare e il fiato di Draco si mozzò per un secondo. “Hermione! Incredibile…” questo fu il primo pensiero che gli raffiorò alla mente per primo. Infatti era completamente trasformata da come la vedeva di solito, era particolarmente bella e quel vestito rosso acceso sembrava esserle disegnato addosso.

-- Hermione non ti preoccupare sei fantastica! Pensa solo a divertirti stasera… -- l’aveva congedata l’amica con un sorriso a trentadue denti. E adesso scendeva le scale diretta verso la sala grande. Ai piedi delle scale c’era Draco ad aspettarla. Indossava un paio di pantaloni neri ed una camicia fuori dai pantaloni bianca con una grande giacca nera. “Draco? Wow!” questi furono i pensieri che le balenarono la mente per primi. Non era abituata a vederlo vestito in modo così… formale? Quando stava con lei era sempre in jeans e maglietta… e poi i capelli gli stavano giù in modo incredibile… come sotto l’effetto di un incantesimo.

-- Ciao… -- disse arrossendo leggermente

-- Ciao Hermione… -- rispose lui senza mai staccarle lo sguardo di dosso. Sembrava magnetizzato

-- Allora… andiamo in sala grande? -- disse lei come per rompere il ghiaccio.

-- La prego… -- fece Draco porgendole il braccio in modo galante. Hermione sorrise e vi si appoggiò leggermente. La sala era già gremita da quelle poche persone che vi erano presenti in tutta la scuola. La musica era leggera e la sala da ballo per ora era attraversata solo da Lenny e Ginny che improvvisavano un lento.

-- Quei due sono proprio fatti l’uno per l’atro… -- commentò Draco fissandoli

-- Già… sono incredibili… sempre con il sorriso stampato in faccia… --

-- E io come le sembro? -- disse Draco in modo ironico sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi

-- Direi che riesce quasi a farle concorrenza… -- rispose Hermione

-- Mi concede questo ballo? -- chiese con il tono più serio e dolce al contempo che gli riusciva.

-- Ecco io… -- ma non fece in tempo a terminare la frase che si trovava già fra le braccia di Draco a ballare un lento molto lento…

-- Non so ballare molto bene… -- finì la frase interrotta poco prima

-- A me invece sembra proprio il contrario… -- rispose lui osservandola dritta negli occhi e facendola arrossire leggermente. Poco dopo di loro la sala da ballo si era già riempita di gente ed Hermione potè notare Harry che ballava con Luna… come coppia non erano tanto male… un po’ stravagante forse… ma non erano male.

-- A cosa stai pensando? -- la voce suadente di Draco la riportò in se

-- A niente… mi piace la serata tutto qui… -- disse sorridendo.

-- Vieni… andiamo da Lenny e Ginny… hanno smesso di ballare, finalmente… sono ore che ballano. -- disse ridendo

-- Ciao Hermione! Draco… come va la serata? -- chiese Ginny

-- Bene e a voi? -- rispose Draco cingendo la vita di Hermione

-- Non male… ci siamo scatenati su quella pista da ballo… -- fece il volto perennemente sorridente di Lenny

-- Lo avevamo notato… -- continuò Draco

-- Anche noi abbiamo ballato un po’… -- finalmente Hermione si decise a parlare.

-- Si… e ballavate anche piuttosto bene… per essere dei principianti -- disse la rossa con fare provocatorio.

-- Principianti a chi? Hermione hai sentito? Hanno detto che siamo principianti! -- fece con aria falsamente arrabbiata Draco stringendola un po’ di più dalla vita

-- Si… infatti… che ne direste di una gara di ballo? Nessuno dovrà smettere di ballare fino alla mezzanotte… e adesso sono le… 10 e mezza… che ne dite? -- sfidò Lenny

-- Ci stiamo… --

-- Bene… in pista Gin… -- disse prendendo per mano la ragazza e cominciando a ballare al centro della pista

-- Andiamo Hermione? -- fece piano Draco. Hermione acconsentì con la testa. Anche loro iniziarono a ballare. Erano le uniche due coppie in pista adesso.

24 dicembre ore 23:30

La mezzanotte era ormai vicina e tra un ballo e l’altro sembrava proprio che la scommessa l’avrebbero vinta Draco ed Hermione. Gli occhi degli spettatori ormai erano addosso alle due coppie da almeno mezz’ora tra cui vi era quello di Silente che sorrideva anche con gli occhi.

-- Ancora pochi minuti e vinceremo! -- diceva ridendo Draco senza mai mollare la presa di Hermione

-- Me lo auguro non ho mai ballato così tanto in vita mia! -- fece Hermione

-- Avrei dovuto dirtelo prima… -- fece con tono vacuo Draco

-- Cosa? --

-- Che questa sera sei stupenda… -- continuò il biondo. Il contatto che si era formato tra i loro occhi fu rotto dal conto alla rovescia del grande orologio della scuola che scoccava…10, 9, 8, 7, Hermione si era persa nuovamente in quegli occhi azzurro ghiaccio che aveva di fronte 6, 5, 4, il volto di Draco si stava lentamente avvicinando a quello di Hermione 3, 2, 1...

Draco era tutta la serata che non riusciva a staccare gli occhi di dosso ad Hermione.

-- Avrei dovuto dirtelo prima… -- disse

-- Cosa? -- vide lo stupore negli occhi di Hermione

-- Che questa sera sei stupenda… -- Hermione arrossì violentemente e Draco non potè nascondere un sorriso leggermente compiaciuto… dopotutto era pur sempre un Malfoy e gli piaceva vedere Hermione in imbarazzo, anche senza doverla prendere in giro… Intanto la mezzanotte si stava avvicinando. Il conto alla rovescia del grande orologio della scuola… 10, 9, 8, 7, Draco potè notare che Hermione doveva essersi persa nei suoi occhi dall’espressione che aveva in volto… 6, 5, 4, Decise di avvicinare lentamente il suo volto a quello della giovane che si trovava di fronte… 3, 2, 1, aveva separato la corta distanza che c’era tra i loro volti e li aveva uniti con un bacio. Si sentirono dei fischi d’approvazione provenienti dalla sala. Draco era sicuro che la ragazza era arrossita più di quanto fosse già e quando aprì gli occhi riuscì a specchiarsi in quelli luminosi di lei…

-- Buon natale Hermione… -- sussurrò per poi riunire le sue labbra a quelle della ragazza in un altro bacio.

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Fine quattordicesimo capitolo

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Capitolo 19
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

18 dicembre ore 11:00

-- La prego Madama, mi lasci andare!! -- Hermione stava discutendo con madama Chips per farla andare via dall’infermeria.

-- Non so se sia una buona cosa signorina Granger… -- fece la Medimago dubbiosa

-- Perché? Le prometto che non combinerò guai… dopotutto siamo a Natale… -- disse con la sua aria più angelica. Madama Chips si lasciò andare ad un sospiro

-- Va bene… ma spero di non rivederti qui dentro tra un paio di giorni… -- disse. La ragazza si vestì in modo presentabile e corse verso la sala comune di grifondoro. Voleva rivedere Harry. Era il suo migliore amico ed era riuscita a fargliela pagare a quello che credeva da sempre il suo secondo migliore amico.

La sala grande, come aveva previsto, era praticamente deserta. Vi erano solo un paio di ragazzini del primo anno e Neville alle prese con una partita di scacchi magici con Harry. Non appena la videro varcare la soglia del quadro entrambi le rivolsero un sorriso radioso.

-- Hermione, come stai? -- fece Harry con aria leggermente preoccupata

-- Se sono qui direi meglio no Harry? -- fece ironicamente lei -- Allora Neville… come sta andando la partita? -- continuò sorridendo all’altro. Il sorriso sul volto di Neville era stato sovrastato da una strana smorfia

-- Peggio che a pozioni… mi sta completamente stracciando… -- disse sconsolato.

-- A proposito Harry… sai dov’è Ron? Vorrei parlargli… -- cambiò discorso la ragazza.

-- è andando in Romania anche quest’anno. C’è il quinto concorso di bellezza per Draghi Scozzesi… una novità… -- rispose velocemente.

-- E non ha detto nulla su… insomma… -- Hermione stava diventando leggermente rossa. Neville li guardava stralunato.

-- Vedo che io non centro niente nella discussione… vi lascio soli dieci minuti… -- disse uscendo dal quadro della signora grassa. Harry intanto si era avvicinato ad una finestra e le dava le spalle.

-- Sono successi parecchi guai quando tu non c’eri… -- disse con un sospiro -- Silente era fuori di se… quando ha bevuto il veritaserum ha confessato tutto e quasi non veniva sospeso dalle lezioni… -- riprese fiato e continuò a fissare fuori con aria assorta. -- Poi è arrivata una strillettera da parte dei genitori… una cosa orrenda… da non ripetersi… credo che tutta la scuola abbia sentito le sgridate che gli hanno mollato… -- solo allora si decise a voltarsi e guardarla dritta negli occhi. Hermione era senza parole… o meglio non voleva parlare… non era sicura di quello che avrebbe detto. Una domanda però l’assillava da tempo

-- Perché lo ha fatto? -- doveva aver pensato ad alta voce perché Harry sospirò nuovamente…

-- Non lo so… andiamo… oggi si mangia prima… siamo pochissimi nella scuola… -- concluse cambiando argomento.

18 dicembre ore 12:30

Erano veramente pochissimi nella scuola che vi era un tavolo solo per far mangiare tutti. Infatti I professori e gazza più gli alunni rimanenti in tutto dovevano formare un gruppetto di circa trenta persone al massimo. Nella sala grande Hermione cercò Draco con lo sguardo. Finalmente lo vide. Come al solito tendeva a pavoneggiarsi con le ragazzine svenevoli attorno. Scacciò con forza un violento moto di gelosia e si diresse a passo deciso verso di lui. Vedendola venirgli incontrò Hermione fu sicura di avergli visto gli occhi illuminarsi. Lo vide allontanare tutte quelle ragazzine.

-- Hermione! Stai bene? -- chiese con voce dolce.

-- Si non ti preoccupare… -- rispose. Ma quando lui provò a darle un lieve bacio sulla guancia lei lo allontanò piano

-- ehm… non conviene qui… ci sono troppi testimoni… tra cui molti disposti ad ammazzarmi per te… -- disse ironicamente volgendo lo sguardo verso quelle ragazzine che ricambiavano uno sguardo omicida.

-- Che ci provino solo a sfiorarti… -- disse piano lui avvicinandosi sempre di più alla ragazza

-- non credo che poi avranno il tempo per raccontarlo a qualcuno… -- concluse dandole un bacio leggero sulle labbra. Andarono a sedersi e Silente cominciò a fare il suo solito discorsetto natalizio.

-- Bene ragazzi… vedo che non siamo molti… anche se più dei soliti natali. Volevo semplicemente dirvi che la sera del ventiquattro festeggeremo il Natale con un ballo. Potrete venirci con chi volete.. -- disse scoccando un’occhiata ad Hermione e a Draco che arrossirono impercettibilmente.

-- Alla mezzanotte potremo assistere ad uno spettacolo pirotecnico creato dai Gemelli Weasley. Ora se volete possiamo iniziare a mangiare. -- e così dicendo si sedette sulla sua sedia e contemporaneamente i tavoli si riempirono di cibi di ogni genere che sarebbero stati in grado di sfamare più di 50 persone. Hermione non si lasciò pregare e mangiò molto di più del solito, anche perché non si poteva definire una squisitezza il cibo che davano in infermeria, e favorì soprattutto quando arrivò il dolce: una grande torta di zucca. Dopo mangiato molti non vollero alzarsi da tavola dove si era creata una certa atmosfera. Hermione invece preferì alzarsi per andare a fare un giro. Dopo tutto quello che aveva mangiato doveva proprio fare una bella camminata. Si diresse verso il parco, deserto a quell’ora. La tranquillità regnava sovrana e riusciva anche a trasmettere ad Hermione questa sensazione. Si sedette su una roccia. Si stava così bene con il sole che ti riscaldava nonostante il gelo che l’inverno portava con se. Chiuse gli occhi e si lasciò andare a molti pensieri, a quante cose erano successe in così poco tempo, e a come ne era uscita fuori. Sentì una mano sulla spalla e d’istinto aprì gli occhi e si girò di scatto. Vedendo il volto di Draco tirò un sorriso. Il ragazzo le si sedette accanto senza una parola e cominciò ad osservare il lago che si stendeva di fronte a loro senza una grinza.

-- Sicura che non ci sono problemi? -- chiese piano Draco dopo una breve pausa sciogliendo quegli occhi di ghiaccio nelle iridi scure di Hermione.

-- Si non ti preoccupare… almeno per natale… non voglio problemi… -- rispose con voce lieve lei.

-- Perché sembri… distaccata… -- continuò Draco senza staccarle gli occhi di dosso. In quel momento Hermione gli rivolse uno sguardo interrogativo

-- Non chiedermi come lo faccio a sapere… per sei anni di seguito io ero così… -- rispose allo sguardo. Hermione sorrise di un caldo sorriso.

-- No è che sono pensierosa… --

-- Su cosa? -- chiese avvicinandosi senza farsi notare Draco.

-- Bhè… su quante ne abbiamo passate… e superate… -- disse sempre sorridendo.

-- E credi che sia un segno? --

-- Più o meno… --. Il volto di Draco si stava avvicinando a quello di lei. Hermione stava letteralmente parlando a vanvera. Non era sicura di cosa rispondeva. Si avvicinò anche lei al volto di Draco per separare la corta distanza che c’era tra i loro volti. Le loro labbra si unirono in un dolce bacio. Hermione aprì leggermente gli occhi per vedere l’espressione di Draco mentre la baciava. Teneva gli occhi chiusi e sorrideva tra un bacio e l’altro.

-- mm mm -- una voce alle loro spalle li fece allontanare di scatto. Draco cominciava ad irritarsi delle continue intrusioni di gente… si girò di scatto e vedendo il volto untuoso di Piton sbiancò, se possibile, più del normale.

-- Professor Piton! -- fece con voce roca. Piton gli volse uno sguardo disgustato. Lui il suo beniamino che baciava una secchiona mezzosangue.

-- Potrei consigliarvi di scambiare le vostre effusioni lontano dagli occhi altrui signor Malfoy? -- fece con voce sprezzante

-- Professore non credo siano affari che la riguardino minimamente… -- disse con voce fredda il biondo.

-- Ne è così sicuro? Lei sta rovinando la reputazione della famiglia Malfoy, lo sa vero? -- domandò Piton. Draco si alzò di scatto.

-- la mia famiglia è già caduta abbastanza in basso da quando mio padre si è unito a quel viscido Signore. Non credo che si possa scendere più in basso di così -- disse con un tono talmente acido che fece rabbrividire Hermione.

-- Bene, vedo che se ne rende conto. -- e così dicendo Piton se ne andò verso il castello. Draco nel frattempo si era seduto e aveva il respiro leggermente affannato e guardava a terra. Hermione non aveva detto una sola parola, era rimasta lì seduta a guardare la scena impotente.

-- Io… io ti sono vicina quando vorrai… -- mormorò finalmente la ragazza fissandolo continuamente. Draco alzò lo sguardo e le rivolse un sorriso.

-- Lo so… grazie… -- disse piano fissandola negli occhi -- A proposito… dov’è ch’eravamo rimasti? -- continuò avvicinandosi piano alla ragazza che aveva accanto per concludere il bacio che era stato bruscamente interrotto da Piton…

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Fine 13 capitolo

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Capitolo 19
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

17 dicembre ore 00:20

-- HARRY?! Co…cosa ci fai tu qui! -- chiese Hermione sentendosi completamente disorientata da quello che da pochi attimi stava succedendo nella piccola saletta . Prese una delle due sedie rimaste libere e si lasciò cadere pesantemente su quest’ultima.

-- Potrei chiedere la stessa cosa a voi… -- fece Harry con aria accusatoria e volgendo a Draco e a Zabini un’occhiata omicida.

-- Io non centro niente… mi hanno trascinato loro qui per scoprire che ero io e il tuo amico Weasley ad avere rapito la Granger… -- disse ancora sotto l’effetto del veritaserum Blaise mordendosi la lingua per aver parlato anche senza essere interpellato.

-- Cosa sta blaterando questo qui? Hermione vorrei una spiegazione! -- Harry parlava con un tono che non ammetteva repliche ed appariva in tutta la sua altezza in quel momento. Hermione si fece piccola piccola e cercò quasi di non farsi vedere. Non aveva voglia di parlare. Non aveva voglia di vedere nessuno. Quello che aveva creduto il suo migliore amico dopo Harry aveva organizzato una combutta contro lei e Draco. Non se lo sarebbe mai aspettato.

-- Non voglio parlare adesso Harry, casomai domani. -- e così dicendo si alzò dalla sedia e traballando raggiunse la porta prima di perdere completamente i sensi.

17 dicembre ore 18:00

Si era svegliata in un letto caldo e comodo, probabilmente quello dell’infermeria, pensò. Girò la testa e vide Harry addormentato su una sedia alla sua destra e Draco addormentato alla sua sinistra. Un sorriso addolcì ancora di più se possibile il suo volto. Erano entrambi i suoi due angeli custodi.

-- Ti sei svegliata! Sembravi in coma… -- disse Harry con voce impastata: si doveva essere appena svegliato e gli occhiali erano ormai sottosopra. “Devo smetterla di sentirmi male!” si ripromise a se stessa Hermione. Non le piaceva la condizione in cui si trovava quasi sempre.

-- Hermione! Stai bene? -- anche Draco si era svegliato, probabilmente dal rumore che aveva fatto Harry.

-- Si non preoccupatevi… piuttosto voi due andate a dormire… neanche voi avete un’aria tanto sana… -- disse guardandoli entrambi con occhi severi.

-- No -- disse Harry con sicurezza -- Prima voglio sapere che cosa ci facevate ieri sera alla stanza delle necessità. E soprattutto cosa ci facevi con questo qui… -- finì la frase indicando con un’occhiata disgustata Draco. Hermione in risposta lo fulminò con lo sguardo e cominciò a parlare con voce acida.

-- Harry non devo rendere conto a te di quello che faccio! Non sei mica il mio padrino! --. Harry cambiò velocemente espressione. La parola Padrino non era esattamente quella adatta in quel momento… si rese conto Hermione.

-- Bene… ciao Hermione -- disse con voce sprezzante e se ne andò. Draco pareva ancora incredulo a quello che stava succedendo da circa un paio di minuti. Comprendendo i pensieri che doveva avere Draco in quel momento fece

-- Brutti ricordi… --

-- Ok… non sono cose che mi riguardano… -- rispose semplicemente Draco osservandola negli occhi. “Incredibile com’è cambiato da quando lo conosco!” si ritrovò a pensare. Infatti in una qualunque altra circostanza non si sarebbe preso lo scrupolo di essere discreto.

-- Sicura di stare meglio? Sei molto pallida… -- continuò lui con aria preoccupata risvegliando Hermione dai suoi pensieri.

-- Si non ti preoccupare… se puoi vai a chiamare Madama Chips così le faccio sapere che me ne vado… -- disse facendo per alzarsi.

-- No tu non ti muovi di qui… non fino a quando non sarà arrivata madama Chips almeno… -- fece più veloce di lei e facendola ricadere a letto.

-- Suvvia Draco, ora non cominciare a fare la parte del preoccupato… -- disse con aria ironica Hermione. L’espressione di Draco invece diventò più severa. Era da un sacco di tempo che la vedeva pallida e voleva che si facesse visitare da Madama Chips. Come fosse invocata da questi pensieri Madama Chips fece la sua entrata nell’infermeria.

-- Signorina Granger vedo che sta meglio… -- disse con un ampio sorriso stampato in faccia la medimago.

-- Madama Chips… vorrei chiederle se può farle una visita… mi pare che sia un po’ pallida… -- rispose Draco prima ancora che Hermione avesse il tempo di formulare una frase.

-- Ma no, sto bene non si preoccupi… -- fece Hermione cercando di alzarsi.

-- In effetti signor Malfoy, la ragazza mi pare anche a me un po’ pallida… si rimetta sdraiata signorina Granger… --

-- Ma Madama… ho delle lezioni da seguire! --

-- Oh, non si preoccupi delle lezioni… sono state sospese. Silente afferma che sta succedendo qualcosa di strano… mà… mi sa che sta diventando un po’ matto… -- rispose come se stesse parlando da sola -- comunque le ripeto che non si deve muovere da quel letto. Ora se non le dispiace Signor Malfoy… la signorina Granger deve riposare… -- disse spingendo fuori dalla porta Draco. In quel breve istante gli occhi dei due si incontrarono ed Hermione non potè fare a meno di notare un lampo di soddisfazione passargli negli occhi. Con un sospiro si rimise sotto le coperte… “chi sa quanto durerà la “visita” di Madama Chips…” pensò

17 dicembre ore 22:00

Draco non era riuscito a saltare la cena in Sala Grande. Non voleva cenare con quella faccia di bronzo di Zabini di fronte… era stato per puro miracolo che non lo aveva strozzato in pubblico. Finita la cena si diresse con passo veloce verso l’infermeria… anche per fare le doverose scuse ad Hermione…

Ma non fece in tempo a mettere la mano sulla maniglia dell’infermeria che una voce alle sue spalle lo raggelò completamente.

-- Malfoy cosa cerchi? Perché non sei nella sala comune delle serpi dove dovresti essere? -- Harry Potter era poggiato con la schiena sul muro ed aveva un’espressione totalmente indecifrabile.

-- Non credo che ti debba interessare Potter -- rispose Draco con il tono più acido e secco che gli riusciva al momento.

-- Invece io credo di si… non mi piace la strada che sta prendendo Hermione. Nell’ultimo compito di trasfigurazione ha preso Eccellente e non Eccezionale come sempre… non è da lei… -- aggiunse pensieroso.

-- Potter levati dai piedi che in questo momento ho da fare. Cosa vuoi che ne sappia io dei voti che prende la Granger -- disse addolcendo un po’ il tono alla parola “Granger”.

-- Non è dei voti che sto parlando. Se provi anche solo lontanamente a farle del male ne pagherai le conseguenze. -- fece Harry

-- Dovrei temere le tue minacce Sfregiato? -- disse con una punta di amarezza nella voce Draco.

-- Sarebbe un inizio… -- concluse Harry girandosi e andandosene verso il parco. Draco lo osservava più stupito che impaurito da quella minaccia. Evidentemente non era l’unico che teneva ad Hermione, pensò tra se e se. Entrò piano nella stanza dove regnava sovrano il silenzio Hermione era girata da un lato e probabilmente dormiva, riflettè fra se. Ma facendo chiudere la porta con uno scatto la ragazza si voltò con altrettanta rapidità.

-- Draco! -- fece con un largo sorriso in volto e mettendosi seduta sul letto ad una piazza e mezzo dell’infermeria vuota.

-- Sai che se ti vede qualcuno saranno guai per entrambi e specie per te? -- disse con tono falsamente severo.

-- Lo so… ma non potevo fare a meno di venire a trovarti… -- fece con un’espressione a metà tra un sorriso e un ghigno. A questa smorfia Hermione non potè fare a meno di ridere. Era un sacco che non la vedeva ridere così, pensò il ragazzo.

-- Tu sei pazzo… -- fece dolcemente Hermione

-- Può darsi… ma non è detto che sia una cosa negativa… -- A quella frase la ragazza rise nuovamente. Gli piaceva sentirla ridere… le illuminava il viso…

-- Comunque…-- fece Hermione tornando seria in un attimo -- cos’è successo… dopo che mi sono sentita male? -- chiese titubante. Quella era la parte che Draco non avrebbe voluto riferirle…

-- Bhè… nulla di particolare… sono riuscito a fargliela pagare a Weasley… -- disse velocemente come se parlano in fretta tutto fosse meno difficile da sopportare.

-- Cosa?! Che cosa ha fatto Draco? -- chiese stralunata Hermione

--ecco… ricordi il veritaserum che mi avevi dato…? Non l’avevo dato tutto a Zabini… ne ho conservato un po’… e con l’aiuto (incredibile!) di Potter glielo abbiamo messo nel bicchiere… ha confessato ogni cosa gli chiedessimo… -- chiuse gli occhi aspettandosi una sgridata, un rimprovero o comunque qualche parola che non gli avrebbe fatto piacere… Con suo grande stupore invece la ragazza lo abbracciò…

-- Grazie… in fondo se lo meritava no? -- disse dolcemente.

-- Si… -- fu capace di dire solamente lui dopo che i loro volti si incontrarono nuovamente in un bacio unico…

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Fine dodicesimo capitolo

Ringrazio moltissimo i lettori di questa ff. E una nota in particolare per *LadyBlood*: se le storie su Draco/Hermione non ti piacciono non leggerle… sull’introduzione ci sono scritti i personaggi… e comunque non tutti la pensano come te… Dunque tornando a noi ringrazio moltissimo nuovamente Super Gaia, Kagome 13, Hilary14 e Mew Pam… ^-^

Alex

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

12 gennaio ore 23:00

Harry stava tenendo una battaglia con Voldemort… e sembrava che la profezia si dovesse avverare molto presto…

-- Tu resta qui non voglio che ti accada qualcosa… io devo dare una mano…-- la voce di Draco si sentiva a malapena tra il rumore che c’era per tutti gli incantesimi, schiantesimi e maledizioni che venivano scagliate da ogni direzione. Lo vide andare via con Ginny. Silente stava entrando nella stanza con un’aria molto imponente. Lo sguardo era calmo e tranquillo, nonostante i suoi occhi lo tradissero lasciando trasparire alcuni lampi di rabbia. Hermione osservava tutta la scena come paralizzata. Non riusciva a capacitarsi del fatto che la guerra stesse avvenendo proprio sotto i suoi occhi. Poco dopo Draco ritornò. Possedeva una bacchetta e si dirigeva verso Silente, gli mormorò qualcosa all’orecchio e vide l’anziano preside annuire leggermente con il capo. Hermione si riscosse dalla scena e andò anche lei da Silente

-- Professore voglio aiutare anch’io l’ordine… -- fece con voce ferma e sicura.

-- Hermione… non so se sia il caso… non sei al massimo delle forze… -- fece titubante il vecchio

-- Professore io DEVO aiutare -- fece nuovamente Hermione. Silente la fissò per alcuni attimi negli occhi dopodiché annui lentamente con il capo. La ragazza si era affiancata a Draco che la guardava stupito

-- Che ci fai qui? Dovevi rimanere da parte… non voglio che anche tu venga coinvolta in questa guerra… -- fece senza mai abbassare la guardia.

-- Anche IO faccio parte dell’ordine, e come tale devo aiutare Silente ed Harry a vincere contro Voldemort. -- fece sicura Hermione. Tutte le sue paure, la sua timidezza e il timore erano sparite via improvvisamente. Ora voleva solo una cosa, aveva solo un obbiettivo da raggiungere: sconfiggere Voldemort, anche se questo dovesse costarle la vita.

Draco le rivolse uno sguardo interrogativo e per tutta risposta Hermione lanciò uno schiantesimo allo scagnozzo che l’aveva “rapita” un po’ di giorni prima.

-- Bene… allora combatteremo insieme… -- fece Draco con voce gelata prendendole una mano e incrociando le dita con quelle della ragazza. Hermione fissò per un secondo Draco stupida da quel comportamento. Non era da lui… anche se sinceramente non sapeva chi fosse veramente lui…

La ragazza brandiva la bacchetta con forza quasi a volerla spezzare in due. Era nervosa e molto agitata. Sapeva che il momento era arrivato, e che Harry più di tutti doveva essere nervoso e agitato. Sarebbe dovuto diventare un assassino per non essere assassinato. Il moro era in una strenua lotta contro il più malvagio dei maghi oscuri, ma non dava cenno di debolezza, ma proprio in quel momento Harry si piegò in due urlando

-- NO! Non puoi leggere i miei ricordi! --. Hermione capì all’istante che Voldemort stava usando il legame che aveva con Harry per scoprire quale fosse la cosa a cui tenesse di più. Poi d’improvviso si voltò verso la ragazza osservandola maligno

-- SCAPPA HERMIONE! -- sentì le voci all’unisono di Harry e Draco che correvano verso di lei, anche se ormai era tardi. Voldemort aveva scagliato contro Hermione la peggiore delle maledizioni: un’Avada Kedavra.

Hermione chiuse gli occhi preparandosi ad accogliere il sonno eterno, ma non sentì nulla, riaprì gli occhi e vide che Draco le si era parato di fronte e aveva le aveva fatto da scudo contro l’incantesimo. Il resto della scena Hermione lo vide come al rallentatore: Draco che urlava e che cadeva con un tonfo sordo sul freddo pavimento, Voldemort che rideva di una sadica risata per quello che era successo, Harry paralizzato nel punto in cui era non era riuscito a muovere un passo mentre Hermione stessa si muoveva verso il biondo

-- Stupido ragazzo… l’avevo detto che era un debole… -- la voce strisciante di Voldemort risuonò nella stanza. Hermione rialzò lo sguardo dal corpo inerme di Draco e rivolse un’occhiata furiosa a Voldemort.

-- Non preoccuparti stupida ragazzina, tu farai la sua stessa fine e tra poco lo raggiungerai… -- continuò Voldemort

-- Avada Kedavra! -- Voldemort ed Hermione sussurrarono queste parole nello stesso momento…

 

--SCAPPA HERMIONE! -- ricordava di averle gridato

Dopodiché un lampo di luce verde abbagliante lo colpì in pieno…

La sua mente si svuotò di colpo

Non riusciva a sentire

Sentiva di non respirare perché i suoi polmoni erano bloccati

E non poteva muoversi perché le sue braccia e le sue gambe erano come paralizzate

Ma poteva ben sentire del bagnato sulla sua pelle…

Poteva vedere anche se i suoi occhi erano chiusi, forse per sempre

E in quel momento vedeva Hermione chinata sul suo corpo…

Doveva essere Morto…

Piangeva calde lacrime, come aveva fatto tante volte in quei giorni,

Ma quelle non erano lacrime di tristezza,

Racchiudevano in se stesse tutta la rabbia

Il dolore

Il desiderio di vendetta

Che potè sentire bene attraverso la sua pelle…

Hermione stava scagliando contro colui che gli aveva levato la vita una maledizione

E Voldemort stava facendo la stessa cosa contro la sua Hermione…

L’unica creatura a cui avesse mai tenuto veramente

Ma accadde qualcosa di straordinario…

Il lampo colpì lui invece che la ragazza…

Fu come uscire da una lunga apnea

I suoi polmoni presero tutta l’aria possibile

I suoi occhi si aprirono nuovamente

Riusciva a sentire nuovamente i suoni

Hermione osservò la scena con occhi sgranati sotto lo sguardo altrettanto stupito e meravigliato di Voldemort: Draco era di nuovo vivo

-- Adesso Potter… -- sussurrò con un filo di voce il biondo

-- Avada Kedavra! -- urlò con quanto fiato aveva in gola Harry colpendo in pieno Voldemort. Subito dopo il moro cadde a terra privo di sensi mentre la cicatrice cominciava a sanguinare rovinosamente…

-- Professor Silente… aiuto! -- Hermione sembrava aver ripreso il potere della parola.

15 gennaio ore 17:00

Harry si svegliò e la testa gli girava nonostante fosse sdraiato nel letto. Non riusciva a vedere bene dato che era senza occhiali così sporse una mano sul comodino per prenderli e se li mise sul naso. La sua vista mise così tutto a fuoco, era al San Mungo e vide che tutt’intorno era pieno di pacchetti e cartoline

-- Ti sei svegliato finalmente… -- una voce sarcastica lo fece sobbalzare un po’. Voltò la testa dal lato in cui proveniva la voce e vide che era Draco. Era su una sedia a rotelle, aveva una gamba ingessata e molte bende gli fasciavano la testa.

-- Sei tu… ma sono tutte per me queste cose? -- chiese dopo un po’ Harry

-- E per chi sennò? Vedi qualcun altro nella stanza oltre a noi due? -- fece di rimando Draco questa volta con un sorriso in volto.

-- Cosa mi è successo? Non ricordo nulla… -- fece Harry non badando al tono sarcastico in cui Malfoy gli parlò poco prima

-- Hai salvato tutto il mondo magico e quello babbano da Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, alias Voldemort, logico che tu abbia ricevuto ringraziamenti da tutto il mondo magico… -- continuò l’altro con tono calmo. In quel momento varie scene cominciarono a formarsi nella mente di Harry. Aveva vinto contro Voldemort. La profezia si era avverata, e non era stato lui a perdere.

-- Quanto tempo è che dormo? --

-- Tre giorni… certo che ne avevi di sonno da recuperare, chi sa cosa facevi durante la notte eh Potter? -- fece con un ghigno Draco, anche se in questo non vi era nulla di malvagio. Harry non badò a quel commento e si osservò intorno. Non aveva mai visto tante lettere indirizzate a lui, tranne forse al primo anno quando scesero dal camino montagne di lettere…

La porta si aprì con uno scatto

-- Harry! -- non fece in tempo a voltarsi nuovamente che la ragazza gli aveva già gettato le braccia al collo sul punto di stritolarlo

-- Piano Hermione, lo stai strozzando… -- fece ridendo Draco. La ragazza si staccò da Harry e rivolse un’occhiata dolce a Draco. In quel momento Harry si sentiva come il terzo incomodo.

-- Vi lascio due minuti… prego… -- fece Draco spingendo la sua carrozzella e uscendo dalla stanza, quasi come se avesse letto il pensiero ad Harry (cosa che il moro non escludeva totalmente Nd Alex ^-^).

Ci furono un paio di minuti di silenzio, poi Hermione non resistette e cominciò

-- Harry ce l’hai fatta! Hai vinto contro Voldemort… ormai non c’è più niente da combattere. Hai vinto… -- fece tutto d’un fiato. Harry sorrise dolcemente. Era sicuro che prima o poi se ne sarebbe venuta fuori con questa frase, era da “Hermione” si diceva.

-- Non ho vinto solo io, anche tu… -- disse Harry

-- Ricordo bene cosa è successo quando ho ucciso Voldemort… -- si fermò per osservarla dritta negli occhi, come per cogliere qualche sfumatura che lo facesse fermare, ma non vi scorse nulla

-- Draco era morto -- disse con tono serio senza mai staccarle gli occhi di dosso. Hermione quasi fosse infastidita da questa dichiarazione spostò lo sguardo fuori dalla finestra, dalla quale si poteva vedere un limpido celo azzurro… lo sapeva benissimo che Draco era morto. Era per causa sua che Draco era morto.

-- Hermione mi stai ascoltando? -- fece dopo pochi minuti Harry

-- Si Harry, ti sto ascoltando. Lo so che Draco era… era morto, ma ora… ora stiamo tutti bene, tutto questo finirà e non avremo più problemi. -- fece Hermione con la voce che le tremava impercettibilmente, nonostante facesse di tutto per evitarlo.

-- Silente non ti ha detto nulla su come possa essere accaduto? -- continuò Harry. Hermione scosse la testa. No. Silente ancora non si era neanche visto. Da quando Harry era stato portato al San Mungo era praticamente scomparso, rassicurando tutti che si sarebbe fatto vivo presto.

La porta si aprì nuovamente e questa volta entrarono Ginny, Neville e Luna; così la brunetta salutò e decise di levare le tende per lasciarli un po’ in pace.

Camminava lungo i corridoi del settimo piano del San Mungo, non sapeva cosa fare per spezzare il tempo, dunque aveva intenzione di prendere una burrobirra bollente al bar. Camminando però andò a sbattere contro qualcuno

-- Scusi non l’ho fatto a posta… -- disse automaticamente

-- Non preoccuparti Hermione… vuoi venire con me andiamo a prendere una burrobirra? -- la voce pacata e calma di Silente la fece tornare alla realtà.

-- Professore… mi scusi! Comunque… ok stavo andando apposta la bar. -- fece Hermione

Il bar del San Mungo era piccolo ma caldo e accogliente. La ragazza e Silente si sedettero un po’ lontano da tutti anche perché Hermione era sicura che Silente volesse parlarle. Le due burrobirra arrivarono poco dopo ed Hermione sentì che doveva dire qualcosa

-- Professore io… -- cominciò ma l’anziano professore la bloccò

-- Non c’è bisogno di avere tanta fretta Hermione.. So cosa vuoi chiedermi e ti dirò tutto a tempo debito… -- fece sorseggiando la sua bevanda, dopodiché posò la sua tazza e continuò

-- Credo che tu sappia che Draco fa parte dell’ordine… mi ha spiegato di avertene parlato… comunque credo che la tua domanda sia “come ha fatto a rivivere”… -- sospirò e spostò i suoi occhi limpidi come il celo che aveva visto dalla stanza di Harry su quelli di lei, quasi a volerle vedere dentro.

-- Credo che tu sappia che la più grande magia sia L’amore… come è capitato con i genitori di Harry, loro si sono sacrificati per salvare loro figlio… mentre Draco si è sacrificato per salvare te. -- sospirò nuovamente come se stesse dicendo delle parole molto difficili

-- Lui era disposto a tutto per te… anche a morire. Ed in effetti è anche morto… ma quando la seconda Avada Kedavra lo ha colpito tutto l’odio che Voldemort aveva trasmesso con quell’incantesimo si è tramutato in energia… energia che ha dato la “forza di rivivere” a Draco… Non è facile da spiegare Hermione… ma so che tu capirai… --

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Fine ventesimo capitolo

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Capitolo 21
*** Una fine per un nuovo inizio ***


Capitolo 21

22 gennaio ore 15:00

Draco era guarito dopo pochi giorni ed ora camminava come prima. Aveva visto poco Hermione, anche perché era sempre occupata a fare chissà cosa. Il professor Silente gli aveva parlato e gli aveva spiegato tutto. Lui pochi giorni prima era morto ed era rinato sempre per mano della stessa bacchetta e della stessa persona. Ancora quasi non ci credeva. Ecco perché molta gente quando lo vedeva cambiava strada o abbassava lo sguardo. Si stava dirigendo verso la stanza di Harry. Gli avrebbero tolto le bende dalla fronte.

“Chi sa cosa si aspettano di trovare sotto la benda” pensava un po’ sarcastico.

Tutti erano presenti quando medici tolsero le bende dalla fronte di Harry. E tutti rimasero senza fiato per quello che “non” vi trovarono.

-- Harry… la tua cicatrice… è scomparsa… -- Hermione mormorò queste parole e toccò la fronte del ragazzo come per assicurarsi che non se lo stesse immaginando. Nessuno aveva ancora parlato e guardavano la scena come fosse quella di un film (anche se non sanno cosa siano molte delle persone presenti nella stanza).

-- E’ naturale… -- la voce di Silente si fece sentire facendo sobbalzare la ragazza che ritirò di scatto la mano per andare da Draco.

-- Dopo che Voldemort è stato finalmente distrutto l’unico segno che lo collegava ad Harry era quella cicatrice, che se ne è andata con lui. -- fece semplicemente ad Harry il professore

-- Sono contenta che tu stia finalmente bene Harry… -- si fece largo Ginny per andare ad abbracciare l’amico.

-- Piano Gin, non c’è bisogno che mi strangoli… -- fece con ironia Harry, facendo scoppiare le risate tra i presenti e facendo arrossire Ginny che gli tirò un pugno sulla spalla

-- Ehi ora non cominciate a fare a pugni… Harry lo sai che Ginny avrebbe la meglio! -- fece Hermione divertita. Harry assunse un’aria imbronciata e le risate aumentarono ancora di più.

La sera stessa tornarono ad Hogwarts e Silente organizzò un buffet in onore di Harry il quale non vi dico la reazione che ebbe: era rosso come un peperone come i capelli di Ginny. La festa fu veramente magnifica. Tutti i tavoli erano imbanditi allo stesso modo, e non vi era distinzione tra le case. Hermione decise di alzarsi un po’ prima degli altri però. Era davanti alla finestra che vi era sul corridoio quando sentì dei passi leggeri, quasi felpati

-- Speravo che mi seguissi… -- fece Hermione con voce neutrale senza neanche voltarsi. Sentì che un braccio le cingeva la vita.

-- C’e l’hai ancora con me? -- fece piano Draco

-- Come potrei… -- disse con un sospirò Hermione abbassando lo sguardo.

-- Te l’avevo detto che nessuno si sarebbe messo contro di noi… -- sorrise Draco alzandole il viso con due dita per osservarla dritta negli occhi.

-- Non so se stiamo facendo la cosa giusta Draco… forse… forse non è destino che noi stiamo insieme. Guarda quante ne abbiamo dovute passare. -- disse la ragazza con un altro sospiro chiudendo gli occhi. Non voleva che Draco li vedesse luccicare

-- Non dirlo mai. Il destino invece è dalla nostra parte. Siamo ancora vivi dopo tutto, e siamo insieme no? --

Draco si avvicinò piano per darle un lieve bacio a fior di labbra. Hermione si allontanò quasi subito però come se si fosse scottata. Draco sospirò

-- Ascolta… quello che ti ho detto è vero -- fece guardandola dritta negli occhi -- tutto --

-- Cioè è vero che tu mi hai presa solo in giro? Che hai “giocato un po’ con me”? -- Hermione cominciava a perdere la pazienza. Con i sentimenti non le piaceva che giocassero gli altri. Specie se tra quegli altri c’era Draco Malfoy. Il ragazzo abbassò lo sguardo e un sorriso malinconico si dipinse nelle sue labbra.

-- In effetti è vero che all’inizio ho solo giocato con te… -- la mano di Hermione partì inconsapevolmente e quando fu a pochi centimetri dal viso di Draco la mano del ragazzo la fermò. Aveva degli ottimi riflessi per gli strenui allenamenti di quiddich. Delle lacrime amare scivolarono lungo le guance pallide della ragazza

-- ma poi tutto è cambiato… tu eri sincera con me, e per la prima volta nella mia vita mi sentivo un verme per come mi comportavo con te… -- continuò il biondo con lo sguardo sempre fisso al pavimento lucido del corridoio. Hermione invece non smetteva mai di fissarlo. Il tono di voce del ragazzo era pacato anche se un po’ rotto come se stesse piangendo lacrime invisibili.

Hermione si ritrovò a pensare che solo qualche anno prima non sarebbe mai riuscita a mettere in queste condizioni Draco Malfoy, anzi, si sarebbero odiati per il resto della loro vita probabilmente… Non aveva mai pensato che dietro al Draco Malfoy figlio di Lucius Malfoy il famoso Mangiamorte si potesse nascondere una persona come lui… D’istinto si alzò un po’ in punta di piedi perché era visibilmente più alto di lei e allungò una mano e gli carezzò piano una guancia. Era quello il gesto grazie al quale era riuscita a conoscerlo. Draco Alzò gli occhi dal pavimento e li pose su quelli della ragazza.

-- Scusami… -- fece piano. Gli occhi azzurri splendevano di una luce chiara e trasparente. Una luce che non era mai riuscita a vedere in lui. Si avvicinò e lo abbracciò. Il tutto senza dire una parola. Sentiva la gola secca e il fiato mancarle. L’odore di “Draco” le inondò i polmoni e la mandò completamente in estasi

-- Forse… -- fece piano con tutta la forza che le fu possibile trovare -- forse dovremmo rimandare i piani del matrimonio… e… e vedere come va a finire… -- continuò allontanandosi piano ed abbozzando un sorriso. Draco sorrise a sua volta

-- Forse hai ragione… comunque voglio che tu sappia una cosa… -- fece avvicinandosi nuovamente alla ragazza. Non era sicuro di quello che stava facendo. Ma ormai da tempo non era più sicuro di quello che faceva…

-- Cosa? -- Hermione ormai non respirava più. Era stata tante volte vicina a quel ragazzo che ora le stava di fronte, ma ora sentiva di conoscerlo veramente. Draco si stava avvicinando lentamente alle labbra della ragazza e quando si sfiorarono soffiò da un lato della bocca

-- ti amo… -- prima che unì le sue labbra con quelle della ragazza in un bacio dolce e leggero

 

Fine

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