vengeance

di bbhyung
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** uno ***
Capitolo 2: *** due ***
Capitolo 3: *** tre ***
Capitolo 4: *** quattro ***
Capitolo 5: *** cinque ***
Capitolo 6: *** sei ***
Capitolo 7: *** sette ***
Capitolo 8: *** otto ***
Capitolo 9: *** nove ***
Capitolo 10: *** dieci ***
Capitolo 11: *** undici ***
Capitolo 12: *** dodici ***
Capitolo 13: *** tredici ***
Capitolo 14: *** quattordici ***
Capitolo 15: *** quindici ***
Capitolo 16: *** sedici ***
Capitolo 17: *** diciassette ***
Capitolo 18: *** diciotto ***
Capitolo 19: *** diciannove ***
Capitolo 20: *** venti ***
Capitolo 21: *** epilogo ***



Capitolo 1
*** uno ***


Quando Chanyeol si soffermava sui ricordi risalenti agli anni trascorsi veniva inconsciamente pervaso da un'irrefrenabile sensazione di tristezza e rabbia. La sua storia era cominciata ventisei anni prima, appena nato non era consapevole di essere il bambino più fortunato del regno e certamente non immaginava che quella condizione gli si sarebbe rivoltata contro. Crebbe in un ambiente privilegiato, i suoi genitori erano riusciti ad avere un figlio maschio dopo molte difficoltà e non appena suo padre ebbe la certezza che una volta che sarebbe arrivato il momento avrebbe ceduto la corona a un suo erede si rilassò completamente, come se avesse sistemato il resto della sua vita. Forse si lasciò andare un po' troppo. Governare era sempre stato molto difficile, da decenni il regno era stato messo a dura prova a causa dei cambiamenti climatici, degli attacchi da parte dei nemici e dagli stessi nobili — ignoravano il fatto che nelle campagne poveri contadini morissero di fame solo per provare ad arricchirsi di più, perché per loro niente era mai abbastanza. Un sovrano solo era costretto a cercare di tenere a bada gli esseri umani e le calamità naturali, non era affatto facile perché una cosa era materialmente ingestibile, l'altra fin troppo malvagia e spesso impossibile da controllare usando le buone maniere, così facendo si finiva per prendere soluzioni drastiche e per diventare ancora meno umani di loro — alla fine, il buon senso spariva del tutto e la percezione del giusto e del sbagliato diventava distorta.

Chanyeol prendeva regolarmente lezioni di piano, di scherma, di difesa, non gli piaceva combattere ma per fortuna aveva un esercito pronto a difenderlo. Quello stesso esercito che una sera di sedici anni prima scortò lui e la sua famiglia fuori dal paese, mentre la pioggia cadeva copiosamente e il freddo si faceva sentire dopo mesi di estate. Tremava, ma la pelliccia pesante che sua madre gli aveva messo sulle spalle era molto calda, si addormentò tra le sue braccia in modo tranquillo e riposò fino al giorno seguente, quando si svegliò in una realtà completamente nuova, si sentiva un estraneo in un mondo che non era il suo.

Da quella mattina, la sua vita cambiò del tutto. Da un bambino che non sapeva neanche prepararsi un pasto da solo dovette cominciare a lottare per riuscire a non morire di fame ogni giorno, settimana, mese che passava. Man mano che il tempo trascorreva la rabbia, il rancore e il desiderio di vendetta che stava accumulando all'interno del suo corpo crescevano, non era ancora scoppiato, non aveva mai pensato di mollare tutto perché aveva un obiettivo e lo avrebbe portato a termine. Se lui non aveva potuto avere una determinata cosa, allora non l'avrebbe avuta nessun altro. Se lui non fosse mai riuscito ad essere felice, nessuno doveva esserlo. Non era felice e l'unica motivazione che aveva per andare avanti era sperare di poter cambiare quel tratto di lui.

Colpì con un pugno una caldaia che non ne voleva sapere di funzionare e guardò il suo fabbro di fiducia, l'uomo ormai alla fine della sua giovinezza si lasciò sfuggire una risata che di felicità non lasciava trasparire niente, erano in guai molto seri se non riprendeva subito a funzionare. "Sistemala."

Chanyeol, che da bambino era stato abituato a ricevere qualsiasi cosa volesse con uno schiocco delle dita, prendeva ordini senza fiatare, come uno di quei servi ai quali aveva sempre attribuito un valore basso, quasi nullo. Mentre cercava di stringere il più possibile uno dei bulloni guardò il suo bicipite destro, si era allenato duramente nell'ultimo periodo, in quel modo non poteva sbagliare. Si sentiva forte, ma non lo era. E nessun altro doveva esserlo, ma in quelle condizioni non riusciva a prevalere sugli altri. Non importava il valore di una persona, l'unica cosa che la definiva era la sua classe sociale, non era una cosa che si poteva cambiare, se eri nato povero eri destinato a vivere in una situazione di disagio, se avevi la fortuna di nascere in una famiglia nobile allora potevi sperare in una vita più dignitosa. A Chanyeol avevano strappato la sua unica possibilità di vivere una vita degna di essere definita tale e lui l'avrebbe cambiata, quella condizione non gli apparteneva affatto.

Ripercorreva spesso la sua storia, era rimasto solo e i ricordi gli permettevano di passare le giornate ad alimentare la fiamma della vendetta che ribolliva dentro di lui, era necessario che provasse almeno un po' di rabbia ogni singolo giorno, non poteva lasciare che si dimenticasse del modo in cui lo avevano trattato — ignorava il fatto che anche volendo non ci sarebbe mai riuscito, non pensarci era più che impossibile, il suo passato lo perseguitava di giorno e di notte, i suoi incubi erano sempre gli stessi e gli provocavano sempre le stesse brutte emozioni. Rivolse un cenno della testa al vecchio che stringeva un sigaro tra le dita e gli lanciò uno straccio pieno di grasso sulle ginocchia. "Per oggi ho finito, è tutto risolto."

"Già risolto? Ottimo." gettò la pezza a terra e si portò il cappello sulla fronte, pronto a fare uno dei suoi soliti pisolini pomeridiani. Chanyeol uscì dalla bottega del fabbro, non c'era più niente da fare quindi avrebbe passato il resto della giornata o chiuso in casa o a vagare per il paese. Era ritornato nel regno solo cinque anni prima, aveva passato la sua intera adolescenza tra i boschi e non era stato piacevole. Una volta ritornato in una cittadina relazionarsi con le persone gli era sembrata un'impresa di altri tempi, riuscì a guadagnarsi da vivere trovando un'anziana che aveva bisogno di farsi accudire, aveva vissuto insieme a lei per due anni, poi era venuta a mancare e gli aveva lasciato in eredità la sua piccola casa. Aveva elaborato due opzioni prima di prendere la fatidica scelta, in un primo momento non sapeva se ritornare nel regno o cambiare totalmente vita — andare in un posto nuovo gli sembrava sbagliato, completamente. Vedere il castello da lontano gli faceva pensare ai suoi genitori, doveva onorarli, doveva capire perché li avessero trattati in quel modo, perché erano dovuti morire in quel modo disumano, perché gli avevano rovinato la vita. Per quel motivo aveva deciso di provare a riavvicinarsi a quel luogo, perché le fantasie che prendevano spesso posto nella sua testa dovevano diventare realtà, perché doveva riuscire a vendicarsi.

Aveva costantemente paura di essere riconosciuto, ma aveva realizzato che nessuno si ricordasse più della vecchia, vera famiglia reale. Le uniche volte in cui nominavano il re precedente era per diffamarlo e quella situazione non lo aiutava a mantenere la calma. Diversamente da ciò che provava Chanyeol, il clima generale che si respirava in quel paesino era tranquillo, nessuno era benestante e nessuno poteva sognare chissà quale vita, ma erano tutti uniti e si davano sostegno l'un l'altro. Se ne stava seduto su un muretto quando dal nulla sbucarono gli urlatori, sentendo il rumore assordante dei tamburi molti cittadini si precipitarono in piazza, alcuni aprirono le finestre delle loro abitazioni per sentire meglio, altri erano già lì e si limitarono ad ascoltare, compreso Chanyeol che si chiese cosa fosse successo quella volta, era da molto tempo che non si presentavano in piazza, era felice di essere andato lì e di non essere tornato a casa altrimenti si sarebbe perso l'annuncio.

"Udite udite, abbiamo una comunicazione ufficiale da parte del re." parlò l'uomo più robusto, srotolando una pergamena e leggendo attentamente. "Si cercano servi giovani, che non abbiano oltre vent'anni, delle carrozze caricheranno i candidati e li scorteranno fino al castello, ce ne sono solo dieci disponibili. Arriveranno qui domani mattina, non abbiamo ricevuto altre informazioni." l'uomo fece una piccola pausa, dato che altra gente era accorsa in piazza si preoccupò di ripetere il discorso. "Udite udite —."

Qualcosa scattò nella testa di Chanyeol. Doveva farlo, doveva prendersi la sua vendetta in quel momento, doveva cogliere l'occasione perché non se ne sarebbe ripresentata un'altra, aspettò che gli urlatori cominciassero ad andare via, ciò significava che non avevano più niente da dire. Poi cominciò a correre, da quando aveva lasciato il castello aveva dovuto imparare a farlo. Per salvarsi la vita, cosa che prima gli era dovuta senza nessuno sforzo. Sentiva il vento tagliargli il viso, l'aria era gelida e le gambe sembravano essere un unico pezzo di ghiaccio, non erano flessibili tant'era l'ansia che stava provando, se fosse caduto in quel momento si sarebbe fatto davvero male. Ritornò lì, alla bottega del fabbro, entrò e fece spaventare l'anziano che fino a pochi secondi prima stava dormendo. "Chanyeol." disse l'uomo, si portò una mano sul petto e lo guardò. "Per l'amor di Dio, spero che porti buone notizie."

"Ottime notizie. Me ne vado."

"Cosa?" domandò. Aveva molti operai e la sua impresa era davvero grande, era l'unica del villaggio e di quelli vicini per cui era veramente frequentata — ma Chanyeol non poteva andarsene, non lui, non glielo diceva mai ma era il suo operaio preferito, anzi, era più che un semplice operaio. Era il suo migliore amico, uno dei pochi che ascoltava sempre le sue lamentele e le sue chiacchiere, passavano le giornate insieme a lamentarsi di tutto e a bere, faceva parte della sua vita ormai. "Che stai dicendo?"

"I reali cercano nuovi servi e io... ho bisogno di andare." lo guardò, vide l'espressione dell'uomo incupirsi. Anche per Chanyeol quell'uomo era speciale, era l'unico che era a conoscenza della sua vera identità, l'unico che lo aveva sempre ascoltato, l'unico con il quale si era confidato completamente. "Potrei non tornare mai più, ma non devi fartene una colpa. Ho vissuto fino ad ora solo per arrivare a questo momento." abbassò il tono della voce e gli si avvicinò. "Ho bisogno del forno adesso, devo preparare delle armi." parlò, si diresse di corsa verso il laboratorio e cominciò a recuperare ciò di cui aveva bisogno. "Niente di troppo evidente dato che mi perquisiranno, devo riuscire a nasconderle ma non posso andare disarmato, non sarò neanche in grado di recuperare niente al castello altrimenti sospetteranno subito di noi nuovi arrivati, non posso permettermi di sprecare questa occasione, deve essere tutto perfetto."

"Chanyeol." il modo in cui aveva pronunciato il suo nome fece venire la pelle d'oca al ragazzo, la sua adrenalina stava schizzando alle stelle e avrebbe potuto vomitare da un momento all'altro ma doveva mantenere la calma, aveva vissuto situazioni più difficili. "Chanyeol, morirai."

"Ti ho detto che lo so." si stava scaldando, cosa credeva quel vecchio? Che lui non avesse paura? Non stava tremando per il freddo ma perché sapeva che in quel momento doveva prendere una decisione, che la sua vita sarebbe finalmente cambiata, che le avrebbe dato un senso — e aveva paura per quel motivo, ma doveva affrontarlo a testa alta. "Ti ricordi cosa mi hai detto? Che mi avresti aiutato."

"Io non posso aiutarti, è questa la verità. Morirai come un povero coglione." gli rivolse un sorriso e recuperò un martello che passò al giovane. "Sei come un figlio per me e non voglio che ti penti di non aver fatto determinate cose. Devi andarci, anche se morirai. E so che non sembra ma sono abbastanza dispiaciuto che questo momento sia arrivato così in fretta." sospirò rumorosamente, osservò il forno e si portò il palmo della mano sulla fronte per asciugare le goccioline di sudore che si erano già formate su di essa a causa del calore. "In soffitta ci sono delle borse di stoffa, puoi mettere lì i tuoi vestiti, sono molto capienti. Voglio solo dirti..." mormorò. "Voglio farti sapere che anche se ti uccideranno, devi fare ciò che credi che sia più giusto. Non importa quanto macabro possa essere, solo io, te e loro sappiamo cosa hanno fatto a te e ai tuoi genitori, e andare lì per aiutare quei bastardi è l'ultimo dei tuoi pensieri, lo so, ma devi entrare nella parte. Devi essere metodico, non devi mai perdere la calma, il controllo deve diventare il tuo migliore amico."

Dopo aver sistemato tutto, bevvero un bicchiere di whisky insieme per quella che entrambi speravano non fosse l'ultima volta. "Quando mi hai accolto qui, quando mi hai dato un lavoro... Dio, ti detestavo." Chanyeol ridacchiò e guardò il vecchio che alternava il sigaro al bicchiere di vetro, in quel momento nella stanza c'era un odore irrespirabile.

"E io odiavo te." rise e rispose onestamente. "Sei qui da quanto, cinque anni? Quattro? Mi sembra di conoscerti da una vita, Chanyeol. Se avessi avuto la tua età sono sicuro che saremmo stati grandi amici, compagni di vita, cazzate simili. Invece..." tossì e strinse più forte il sigaro tra le dita. "Invece moriremo entrambi tra poco." lo guardò e lo vide versarsi altro alcool nel bicchiere. "Pregherò per te."

"Io per te. Tornerò, ci rivedremo, te lo prometto." si avvicinò a lui e gli prese la mano, poi si inginocchiò per guardarlo meglio. "Grazie di tutto, di tutto. Per tutto quello che hai fatto. Non potrò mai ringraziarti a dovere."

L'uomo ammiccò un sorriso. "Te l'ho detto, dai una lezione al re e sarò più che soddisfatto." gli toccò la mano e gli passò il proprio bicchiere. "Riempilo ancora, stanotte sarà difficile da superare."

Si abbracciarono a lungo, non appena Chanyeol si allontanò una lacrima scivolò lungo la sua guancia. "Non devi morire." gli disse, l'uomo era piuttosto divertito dalla situazione. Riusciva a percepire le sensazioni che stava provando Chanyeol, sapeva che era molto spaventato, sapeva che un ragazzo di ventisei anni non avrebbe mai dovuto sperimentare certe cose, ma non voleva commuoversi anche lui — era successo tutto così velocemente. "Hai capito?"

"Ti ho detto che non morirò. Sono vecchio, non malato." ripeté, dandogli una pacca sulla schiena e allontanandosi del tutto. "Porta alto il nome della tua famiglia e i loro valori, Chanyeol. Non lo stai facendo solo per te."

Annuì, non disse altro finché non si ritrovò sulla soglia della porta. Se c'era qualcosa che avesse dovuto dire avrebbe dovuto farlo in quel momento. "Ti invierò delle lettere ogni tanto, per farti sapere che sono vivo, se un giorno dovessi smettere di spedirtele... lo capirai, ci vediamo, va bene?" dopo le sue parole, l'uomo sollevò il proprio cappello per salutarlo. Chanyeol sorrise e chiuse la porta dietro le sue spalle, poi cominciò a camminare velocemente verso la piazza. Il suo cuore batteva all'impazzata, stava per uscirgli dal petto. Lacrime copiose scendevano lungo le sue guance, aveva provato ad asciugarle ma non riusciva a gestire la situazione così lasciò che bagnassero il suo collo e la sua camicia, la più nuova che aveva, l'aveva indossata per fare bella figura. Era riuscito a trattenersi ma finalmente si era ritrovato da solo e poteva sfogarsi, doveva esternare tutte le sue emozioni in quel momento, al castello non avrebbe potuto farlo, non poteva mostrarsi debole lì.

Era ancora notte fonda ma la piazza non era mai stata tanto caotica. C'erano giovani che si prendevano a pugni e si minacciavano, cercavano di imporsi sui più deboli per assicurarsi un posto in una delle sole dieci carrozze che sarebbero arrivate. Molti, anzi, tutti i giovani volevano cogliere quell'occasione, lavorare al castello significava sicuramente essere sfruttato ma a fine giornata potevi contare su un tetto sopra la testa e del cibo, cose che non erano sempre garantite al villaggio. E Chanyeol lo sapeva bene, lui ne aveva avuti di problemi, aveva passato giorni senza mangiare, sapeva cosa significava. Ma non avrebbe provato pietà per nessuno, voleva guadagnarsi il suo posto, voleva pensare solo a sé stesso e alla sua famiglia. Il vecchio aveva ragione, non lo stava facendo solo per sé ma anche per loro, per suo padre, sua madre e sua sorella. Se fosse morto avrebbe riposato insieme a loro, se avesse continuato a vivere avrebbe onorato il loro ricordo. Voleva solo che loro fossero fieri di lui. "Hey tu, tornatene a casa." un ragazzo si avvicinò a lui, Chanyeol lo guardò e sorrise innocentemente, tirò fuori dalla tasca un pugnale e glielo mostrò. Il ragazzo spalancò gli occhi spaventato, si sentiva anche offeso, sfidato.

"Non voglio usarlo, vedi di starmi lontano." lo avvertì. "Hai capito? Se mi metti un solo dito addosso non riuscirai sicuramente a raggiungerlo il tuo adorato castello."

"Ho capito, non cerco guai." se ne andò via come un cane che si allontana dal padrone che lo ha sgridato furiosamente. Chanyeol sorrise, sentiva come se la sua vita stesse finalmente cominciando, solo in quel momento e per un solo motivo.
 


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Capitolo 2
*** due ***


Chanyeol credeva — anzi, era certo — che quella sarebbe stata oltre che una delle cose più difficili che avesse mai potuto fare, anche la più gratificante. I ragazzi che erano nella carrozza con lui erano tutti di campagna, giovanissimi, alcuni non avevano neanche compiuto sedici anni. Loro fantasticavano su quanto bello sarebbe stato vivere al castello, Chanyeol non vedeva l'ora di raggiungerlo solo per poterlo distruggere con le sue stesse mani. Era riuscito a salire senza problemi su una delle carrozze, c'erano state molte discussioni ma lui era riuscito a guadagnarsi il suo posto ed era l'unica cosa che contava in quel momento. Il tragitto era lungo e tortuoso, stava cercando di mostrarsi sereno non solo agli altri ma anche a sé stesso, credeva che autoconvincersi che sarebbe andato tutto secondo i suoi piani fosse un buon modo per iniziare a portarli davvero a termine, ma era impossibile. Per due motivi, il primo, stava per ritornare nel luogo in cui aveva vissuto da bambino, tutti i suoi ricordi felici risalivano al castello, era lì che aveva visto sorridere per l'ultima volta i suoi genitori e lì aveva tutti lasciato i suoi sogni — non riusciva neanche lontanamente a sperare che una volta arrivato non sarebbe crollato, era certo che sarebbe successo, doveva solo evitare di farlo accadere in pubblico. Il secondo motivo era ancora più semplice, non aveva un vero e proprio piano. Doveva fare qualcosa per prendersi la sua vendetta, ma stabilire come agire doveva essere adeguato alle circostanze in cui si sarebbe trovato quindi non poteva progettarlo in quel momento non sapendo quali sarebbero state le sue mansioni effettive.

Lo avrebbero messo a pulire la cantina? In quel modo non avrebbe visto la luce del sole per più di due ore al giorno. Avrebbe lavorato in cucina? Nelle stanze degli altri nobili? In giardino? C'erano sicuramente servi che erano lì da più tempo e che si erano guadagnati quei posti dignitosi, gli avrebbero ordinato di fare dei lavori disumani, anni addietro quel pensiero lo avrebbe disgustato ma visto il modo in cui era cresciuto sapeva che poteva farlo, sapeva che aveva affrontato cose più difficili e che non era lì per preoccuparsi delle mansioni che gli avrebbero affidato, non era quello il problema principale. Chanyeol aveva un vantaggio, conosceva il castello, ogni angolo di esso. I suoi ricordi non erano neanche lontanamente sbiaditi, erano chiari e vividi. A volte chiudeva gli occhi e ripercorreva le stanze della dimora, immaginava di camminare ancora tra quelle mura, di essere vestito come un vero futuro re, quello che era da sempre destinato ad essere. Conosceva ciò che si vedeva e ciò che era nascosto, avrebbe usato quella situazione a suo vantaggio.

"Chissà se al castello ci sarà permesso vivere una storia d'amore, con il principe magari." una delle ragazze che viaggiava con lui stava decisamente sognando troppo, Chanyeol la guardò contrariato e parlò per la prima volta dopo l'inizio del viaggio.

"Sai che al principe non è permesso neanche parlare con gente come noi, vero? L'unica cosa che potrai lucidargli saranno le suole delle scarpe, anzi, se finisci a farlo sei veramente considerato un servo d'onore — visto il motivo per cui hanno reclutato tutta questa gente dubito che vogliano assegnarci una posizione del genere."

"Sei proprio negativo." parlò un altro ragazzo, Chanyeol sorrise e si arrese. Avrebbero capito col tempo, di quello ne era certo.

Sulle ginocchia teneva una piccola borsa, lì aveva messo i suoi vestiti, non troppi. Sapeva che non gli sarebbero serviti a causa delle regole del castello ma doveva comunque fare un po' di scena. Ci voleva quasi un'ora per raggiungere quel luogo, man mano che si avvicinavano Chanyeol si sentiva sempre peggio, negli anni aveva sviluppato un buon autocontrollo solo che non si era mai trovato in un contesto simile ed era difficile applicare tutto ciò che aveva imparato in quel momento, non riusciva a far rallentare i battiti del suo cuore, aveva cominciato ad andare in quel modo non appena la strada completamente sconnessa diventò piana, piacevole da percorrere, stava a significare che erano quasi arrivati. Lo avrebbe capito anche semplicemente guardando fuori dal finestrino, il castello era enorme e si ci stavano avvicinando sempre di più, non lo vedeva così da vicino da anni. Chiuse gli occhi e rivolse un pensiero alla sua famiglia, in quel momento giurò di vendicarli.

La carrozza si fermò di colpo, uno dei fantini scese e aprì la porta, invitando tutti a scendere. Non era da solo, c'erano due uomini che strapparono la borsa dalle mani della prima ragazza che mise i piedi sul suolo regale. "Non vi è permesso portare niente, vi forniremo noi dei vestiti. Mi duole informarla che mi tocca perquisirla." cominciò a controllare che non avesse niente di sospetto addosso, nel frattempo l'altro uomo strattonò Chanyeol e prese a perquisire anche lui, nel mezzo dell'atto si voltò verso la ragazza e le rivolse un sorriso, lei pareva terrorizzata. Quello non era niente in confronto a ciò che avrebbe dovuto affrontare. I due uomini guidavano una lunga fila di ragazzi e ragazze, erano tutti affascinati dal luogo in cui si trovavano e allo stesso tempo timorosi, Chanyeol riuscì a tirare un sospiro di sollievo solo in quel momento. La prima parte, la più semplice ma allo stesso tempo quella necessaria, era andata.

Fecero segno a chi era di competenza di abbassare il ponte levatoio, il meccanismo di sicurezza presente nel castello era il più efficiente che Chanyeol avesse mai conosciuto, nessuno poteva entrare o uscire senza essere notato, nessuno di normale. Il ponte di legno e metallo strideva e non appena si fermò, poggiandosi sul piccolo fiume che scorreva intorno al perimetro del castello, gli uomini invitarono tutti ad entrare. Fissava i suoi piedi che si muovevano in modo regolare e che avanzavano, non appena la superficie sulla quale stava camminando si trasformò in mattoni sollevò lo sguardo: aveva messo piede nel castello.

"Il re vi sta dando molta fiducia —." parlò uno degli uomini, voltandosi e osservando i ragazzi negli occhi. "Se qualcuno di voi avesse in mente di tradirlo, sappiate che abbiamo l'ordine di rinchiudervi nel carcere del castello a vita, se la gravità dell'atto che compirete sarà molto grave potrete anche essere condannati a morte. Non sarei stato obbligato a dirvelo, ma preferirei evitare spargimenti di sangue, state molto attenti e se avete voglia di dire qualsiasi cosa fatelo ora o mai più." si voltò di nuovo e riprese a camminare, nessuno aveva osato aprire bocca. L'entrata del castello era piena di uomini e donne che stavano organizzando i loro lavori, nobili che passeggiavano, bambini che giocavano — lì si che si respirava la vita, la spensieratezza. Vennero condotti nella sala principale del castello e furono invitati a mettersi in fila. Chanyeol aveva contato quanti ragazzi come lui ci fossero effettivamente lì, erano quarantuno. Si misero in fila e rimasero immobili, Chanyeol sollevò le mani solo per sistemarsi un po' la cravatta, non gli avevano detto cosa avrebbero dovuto aspettare ma lui poteva immaginarselo. Non appena gli uomini che si erano posizionati rispettivamente ai due lati della scala al centro della stanza si voltarono, capì che aveva indovinato.

Un ragazzo completamente vestito di nero prese a scendere i gradini, la sua giacca era tempestata di pietre preziose così come il bastone da passeggio che stringeva nella mano destra. Sul capo aveva una corona, luccicava, era anch'essa preziosissima e tutti lo stavano guardando meravigliati, per qualche secondo si sollevò un vocio nella stanza, bastò riacquistare un po' di buon senso collettivo per far si che quel luogo ritornasse totalmente silenzioso, l'unica cosa che udiva Chanyeol — oltre ai battiti del suo cuore — erano i passi del principe. Squadrò la prima fila di giovani e sorrise, poi sollevò una mano. "Vi do il benvenuto al castello, sono il principe Byun e ho il compito di occuparmi di voi." cominciò a camminare avanti e indietro mentre continuava a guardare i candidati. "Forse dieci carrozze sono troppe, no? Vedrò di metterci poco a conoscervi tutti." avanzò verso la prima ragazza della prima fila e le sorrise, poi cominciò a chiederle da che paese venisse, chiese della sua famiglia, Chanyeol sbiancò. Era nella seconda fila, ci avrebbe messo poco ad arrivare a lui e non sapeva cosa inventarsi. Non riusciva neanche a percepire cosa stesse succedendo, continuava ad elaborare nella testa un possibile discorso che gli si sarebbe presentato, il timore lo stava divorando ma non poteva permettersi di perdere il controllo in quel momento.

Doveva farcela, per la sua famiglia. Baekhyun avanzò molto velocemente, non appena passò alla seconda fila interrogò il ragazzo che si trovava di fianco a lui e poi avanzò ancora, se lo ritrovò di fronte, lo guardò negli occhi e si chinò leggermente. "Sua maestà." parlò con un filo di voce, sollevò lo sguardo e vide il principe squadrarlo da capo a piedi, non lo aveva fatto con nessun altro.

"Credevo che l'annuncio fosse stato chiaro." disse, Chanyeol non riuscì a capire cosa intendesse in un primo momento. "Giovani dai vent'anni in giù. Tu hai vent'anni?" sollevò il bastone di scena e Chanyeol chiuse gli occhi spaventato, li riaprì poco dopo e realizzò che gli stesse solo passando il tacco sulla giacca. "Capisco che i miei collaboratori siano degli incompetenti e non se ne siano neanche resi conto, ma credi che io non ci veda? O che la famiglia reale non si accorga di queste cose?"

Deglutì nervosamente, sapeva che fosse in attesa di una risposta quindi disse la prima cosa che gli passò per la mente. "Lo speravo."

Tutti i presenti lo guardarono con gli occhi spalancati, erano decisamente increduli — tutti tranne Baekhyun che ammiccò un sorriso, era raro che chiunque usasse quel tono nei suoi confronti, non c'era abituato. "Dammi un buon motivo per cui non dovrei mandarti via ora." un comportamento così riprovevole non era per niente accettabile, ma qualcosa scattò nella sua testa, non riusciva a capire cosa fosse ma lo entusiasmava. "Quanti anni hai?"

"Ventisei, sua maestà." provò a riprendersi. "Le chiedo scusa, ma continuo a pensare che non dovreste mandarmi via perché posso offrire molto di più di tutti loro messi insieme." si voltò e con l'indice indicò gli altri concorrenti, il principe sollevò di nuovo il suo bastone da passeggio e lo invitò a rimettere giù la mano.

Di colpo, qualcuno parlò. Chanyeol riconobbe subito quella voce, si trattava del ragazzo con cui si era scontrato verbalmente prima di partire, quello che aveva minacciato col coltello. "I—io ho un valido motivo per cui non dovreste assumerlo! Ne va della vostra sicurezza!"

Degli uomini armati cominciarono a prenderlo di mira dato che non era stato autorizzato ad aprire bocca, Baekhyun sollevò una mano. "Non c'è nessun problema, facciamolo pure parlare. Credi che i miei soldati non siano capaci di tenere a bada questo qui?" domandò poi, guardando negli occhi Chanyeol. "Ti sbagli di grosso. Cosa stavi dicendo?"

"Lui nasconde un pugnale." esclamò, l'espressione del maggiore non cambiò minimamente, si voltò verso il diretto interessato e inarcò un sopracciglio. "È vero! Io l'ho visto, mi ha anche —."

"Taci." sputò acido Baekhyun. "È vero quello che dice?" Chanyeol non rispose, solo — sollevò entrambe le braccia, gli stessi uomini di qualche secondo prima mirarono verso di lui con le proprie pistole e il principe sbuffò annoiato. "Potreste farmi un favore, potreste mettere via le armi? Non ce n'è bisogno, grazie." si rivolse poi a Chanyeol, il suo sorriso cominciò a scomparire, si sentiva piuttosto scocciato in quel momento. "Rispondi alla domanda, non ho tempo da perdere con te."

"Mi perquisisca personalmente." allargò di nuovo le braccia, lo stava chiaramente sfidando. "Non ho nessun pugnale."

Erano tutti sconvolti dal suo modo di parlare al principe, quest'ultimo non era da meno. La sfacciataggine di Chanyeol gli piaceva eccome. "Senz'altro, sergente. Scorti questo ragazzo in un bagno e controlli che non abbia davvero niente addosso, spero per te che tu non abbia mentito perché saresti in guai molto seri. Parleremo dopo, voialtri, andiamo nell'altra sala."

"Ai suoi ordini, sua maestà." l'uomo, con una folta barba bianca si avvicinò a Chanyeol e gli afferrò un braccio, eseguendo gli ordini del principe. "Cammina." borbottò una volta che si furono allontanati, conducendolo verso una delle stanze. "Hai una bella faccia tosta."

Non riusciva a capacitarsi del fatto che avesse cominciato quell'avventura nel modo peggiore possibile. Si era fatto notare, aveva fatto scalpore, il principe sapeva chi fosse, conosceva bene la sua identità, sarebbe stato più controllato degli altri, senza dubbio — era un male. Non appena entrarono nella piccola stanza, l'uomo lo invitò a togliersi i vestiti. Chanyeol non lo trovava umiliante, un tempo l'avrebbe pensato ma dopo tutto quello che era stato costretto ad affrontare una perquisizione non lo impressionava per niente, gli avevano fatto di peggio. Gli passò la sua maglietta e l'ufficiale controllò che non avesse tasche nascoste, fece lo stesso con il resto degli abiti, non appena si ritrovò completamente nudo il sergente lo guardò. "Vuole continuare a fissarmi o posso rivestirmi?" domandò dopo qualche secondo.

"Ho finito. Resta fermo, ti porterò io dei vestiti puliti. Ho l'impressione che il principe voglia trattenerti e chiunque viva nel castello deve indossare abiti adatti, di certo non questa roba qui. Ti lascio solo le scarpe, di quelle non ne abbiamo molte." recuperò tutti i suoi vestiti dal pavimento e uscì dalla stanza, Chanyeol rimase finalmente da solo. Avrebbe volentieri messo le mani tra i propri capelli, pianto, urlato, ma doveva mantenere la calma. Doveva fare il possibile per restare lucido e non perdere il controllo, magari lo stavano osservando. Avrebbero potuto osservarlo in qualsiasi momento. Si guardò allo specchio e si passò una mano sui pettorali, sospirò profondamente e aspettò. Non c'era altro che poteva fare, in quel momento. Era nei guai fino al collo e il principe gli avrebbe parlato personalmente a breve, non riusciva a restare calmo. Improvvisamente la porta della stanza si aprì, l'ufficiale era ritornato — passò a Chanyeol i suoi nuovi vestiti e quest'ultimo li indossò, gli stavano perfettamente bene addosso. "Andiamo, il principe ti starà aspettando."

"Lei crede che mi manderà via?" domandò, cercando di lasciar trasparire maggiore preoccupazione possibile. "Ho davvero bisogno di un lavoro." non sapeva se le sue doti di attore fossero in grado di ingannare i reali e i loro sottomessi, sperava che fosse così perché non si sarebbe mai perdonato se avesse sprecato quell'occasione.

Lo guardò sorridendo, evidentemente il ragazzo non conosceva il principe, questo era quello che pensava il sergente. Aveva sicuramente visto qualcosa in lui, non aveva idea di cosa si trattasse e non era autorizzato a scoprirlo, quindi se ne sarebbe stato zitto, disse solo una cosa. "Se avesse voluto cacciarti lo avrebbe già fatto — non farti strane idee, abbiamo più che mai bisogno di personale in questo momento, il motivo è sicuramente quello."

Lo condusse nella sala in cui si erano riuniti prima, non c'era nessuno. Lo lasciò da solo per un paio di minuti, anche se non era mai davvero solo — c'erano costantemente due guardie rispettivamente a destra e a sinistra della scala gigante che dominava l'intera stanza. Li osservò, loro non dicevano niente. Poco dopo sentì dei passi risuonare nella camera, provenivano da uno dei corridoi, stavolta comparse il principe. "È tutto sistemato." disse ad alta voce, guardando Chanyeol. "Il sergente On mi ha fatto sapere che sei pulito, mi ha detto che vuoi veramente lavorare qui, purtroppo hai violato le regole però. Avevamo richiesto ragazzi di un certo raggio di età, non sarebbe giusto assumere anche te, un ventiseienne." sorrise. "Ma ci sono tante cose ingiuste a questo mondo, le cose ci vanno molto male e abbiamo bisogno di personale, penso che potremo tranquillamente assumere anche te. Il discorso che ho fatto poco fa agli altri è questo, noi ti diamo da mangiare, un tetto sulla testa, un letto su cui riposare, pretendo rispetto. Hai sprecato la tua unica occasione di sbagliare, al prossimo errore ti caccerò personalmente da casa mia, hai capito? Rispondi se hai capito."

"Ho compreso perfettamente, sua maestà. Non avevo niente e voi mi avete dato un'occasione per poter rinascere, ve ne sono grato ed è già abbastanza per me."

Lo guardò negli occhi e Chanyeol non si sentì come prima, quando era stato spogliato di tutti i suoi vestiti dall'ufficiale. No, si sentiva peggio, era come se il principe stesse cercando di scavare all'interno del suo sguardo, sembrava voler percepire se pensasse davvero quello che gli aveva detto e Chanyeol aveva paura che potesse riuscire a cogliere quelli che erano i suoi veri pensieri. Sapeva che sarebbe stato impossibile, ma la paura c'era ugualmente. "Ti farò portare nel dormitorio, lì potrai darti una sciacquata. Abbiamo assunto tutte queste persone perché stiamo costruendo un impianto idrico sotterraneo e abbiamo bisogno di qualcuno che si occupi dei lavori, in questo momento sono in pausa però, ricominceranno domani mattina. Per il momento ti occuperai di questo."

Annuì e si separarono, una cameriera gli si avvicinò e lo condusse al piano superiore, in una camera che comprendeva quattro letti. C'era un'altra piccola stanza all'interno di essa, dalla quale fuoriusciva del vapore causato dall'acqua calda, gli altri ragazzi che erano arrivati si stavano già lavando probabilmente. Si sedette sull'unico letto libero, che non era stato disfatto o altro, si distese e osservò il soffitto, lo stucco cadeva a pezzi e non era in ottime condizioni — ma dato che i servi di grado più basso come lui vivevano lì, non c'era bisogno di sistemarlo. Chiuse gli occhi e lasciò vagare la sua mente, gli sembrò quasi di essersi addormentato, aveva passato la notte precedente del tutto in bianco e aveva proprio bisogno di riposare. Venne svegliato poco tempo dopo, gli altri tre ragazzi uscirono dal bagno e lo guardarono. "Tu chi sei?"

Chanyeol li guardò tutti, non erano i ragazzi delle carrozze, nessuno dei tre. Avevano degli asciugamani intorno ai loro corpi e i loro capelli erano ancora bagnati, non si aspettavano proprio di avere un nuovo compagno di stanza evidentemente. "Voi chi siete? Mi hanno appena assunto e mi hanno mandato qui."

"Io sono Minseok." parlò quello che sembrava il più grande dei tre, poi indicò i suoi due amici, toccò la spalla di uno di loro e continuò. "Questo qui è Jongdae, l'altro è Sehun. Non ci avevano detto che avremmo avuto un nuovo compagno, vero? Da quando Jongin..."

"Cosa è successo a Jongin?" domandò improvvisamente Chanyeol, gli sembravano amichevoli e aveva assolutamente bisogno di discutere di quella situazione con qualcuno che la stava vivendo da più tempo, non poteva farcela senza un po' di sostegno — tuttavia non doveva fidarsi troppo degli sconosciuti, per questo doveva prima provare a conoscerli meglio per essere sicuro che stessero dalla sua parte.

"Lui ha avuto una brutta febbre, lo conoscevamo da poco, era appena arrivato." parlò tristemente Jongdae. "Ad ogni modo, perché sei qui?"

Minseok si distese sul proprio letto insieme a quest'ultimo che attirò a sé e che guardò in modo divertito. "Perché è qui? Perché è un povero stronzo proprio come noi, chissà che cosa ha combinato. Tu com'è che ti chiami? Non lo hai ancora detto."

"Chanyeol." si sollevò leggermente e li guardò, non si sentiva a suo agio in quella stanza. Nella sua testa quella sarebbe stata una giornata lavorativa e noiosa seguita da un ritorno a casa, avrebbe potuto dormire nel suo letto che non era comodo ma che per lui era il massimo, invece quel giorno non sarebbe successo e non riusciva ad elaborare la cosa, non riusciva a capacitarsi del fatto che la sua vita fosse appena totalmente cambiata. "Voi conoscete il principe? Ci avete mai parlato?"

"È proprio uno stronzo."

"Sehun, non parlare in questo modo." il più grande lo rimproverò. "Lo abbiamo conosciuto tutti personalmente e scommetto che lo hai fatto anche tu se sei qui."

Lo guardò, era un po' perso e c'erano molte cose che non capiva. "In che senso?" chiese, in modo piuttosto generale.

"Nel senso che tutti quelli che sono passati da questa stanza in particolare hanno avuto dei problemi col principe, di qualunque genere. Minseok gli ha mentito un paio di volte, io ho spesso portato problemi al castello e Sehun —."

"Io cosa? Chanyeol, va' pure a farti una doccia, che dici? Ne avrai bisogno." domandò l'ultimo ragazzo che era stato tirato in ballo, sollevandosi e sistemando in modo aggressivo i suoi vestiti.

Qualcuno aveva detto qualcosa che lo aveva fatto innervosire ma Chanyeol non era riuscito a coglierla, lo conosceva da troppo poco per poterlo fare. "Bene, così vi lascio parlare in pace, avrete molto da dire sul mio conto. Lo capisco." sorrise e si diresse verso il bagno senza opporsi, non vedeva l'ora di rinfrescarsi.

"È molto intelligente, mi piace già."

Una volta in bagno, come prima cosa si rimosse le scarpe. Forzò leggermente una delle cuciture interne della calzatura e tirò fuori la suola, sotto di essa scorse il suo piccolo coltello. Sorrise e capì di essere riuscito a imbrogliare l'intero castello, mentre lasciava che l'acqua sorprendentemente calda lavasse via ogni traccia dal suo corpo cominciò a pensare al piano da mettere in atto, non riusciva a smettere di sorridere.

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Capitolo 3
*** tre ***


"Certo che sei stato proprio sfacciato."

Chanyeol aveva appena finito di raccontare ai suoi tre compagni di stanza quello che era precisamente successo col principe, avevano tutti capito che il carattere del nuovo arrivato era autoritario e molto forte ma se lo avesse usato in modo pretenzioso non sarebbe sicuramente arrivato da nessuna parte — non doveva oltrepassare il limite, non sarebbe stato difficile farlo, il minimo errore avrebbe potuto far scattare qualcosa in chiunque, il minimo errore avrebbe potuto garantirgli l'esclusione dal castello, l'arresto, la morte. Non ci stava pensando troppo in quel momento, però. Si trovava disteso sul suo letto e fissava gli altri ragazzi, sembravano tutti affranti, avevano decisamente molte cose che gli frullavano per la testa frutto di una permanenza al castello che portava chiunque a diventare esausto di quello stile di vita. "Da quanto tempo siete qui?"

"Quasi due anni."
"Due anni e mezzo, circa."
"Più di cinque anni."

Parlarono in ordine di età, come facevano sempre. Credevano che fosse piuttosto probabile che avrebbero lavorato insieme loro quattro e Chanyeol ne era sollevato, stava pian piano acquisendo la loro fiducia e anche loro sembravano provare simpatia nei suoi confronti. Nessuno parlò per un paio di minuti, ciò permise ai cinque colpi che vennero inferti alla porta di risuonare in modo chiaro nella stanza. Tutti e tre i ragazzi si alzarono, il nuovo arrivato non capiva. "Che succede?" domandò a quel punto.

Sehun, il più piccolo dei tre, lo guardò in modo spaventoso. C'era qualcosa nel suo sguardo che non gliela contava giusta, era come se si stesse trattenendo dall'essere sincero, non riusciva a capire perché, sembrava nascondere qualcosa. "Non te l'ha detto nessuno? È ora di pranzo."

"Cominciamo a lavorare tra poco quindi mangiamo presto." aggiunse Jongdae, infilandosi le scarpe e aprendo la porta. Chanyeol era confuso, credeva che avrebbero ripreso i lavori all'impianto idrico solo il giorno seguente, poi si ricordò di una cosa — un servo che riposa, è un servo inutile. Il principe avrebbe sicuramente trovato qualche altra mansione da fargli ricoprire, non gli avrebbero mai offerto da mangiare per poi fargli passare il resto della giornata con le mani in mano, sarebbe stato uno spreco di risorse. Oltrepassarono il lungo corridoio in silenzio e si ritrovarono in una sala che Chanyeol conosceva bene. Strizzò gli occhi e li riaprì, era totalmente cambiata ma ricordava quando da bambino passava i pomeriggi a giocare insieme ai suoi amici in quella stessa stanza, era la più grande e la più spaziosa in cui gli era permesso stare, lì potevano fare qualsiasi tipo di gioco in totale comodità — poi il suo maggiordomo sarebbe andato a prenderlo perché il tempo di giocare era finito e avrebbe dovuto cominciare a studiare, imparare a combattere, a difendersi. Gli mancavano quei momenti. "Tutto bene?"

"Ah? Sì, mi sono solo distratto." si riprese, scosse la testa e ritornò nella realtà, aveva camminato fino a prendere uno dei vassoi, in fila passarono tutti lungo i tavoli principali per farsi servire da altri ragazzi e ragazze come loro. Sembravano molto scocciati, il cibo non mancava di certo, i piatti erano abbondanti ma il contenuto freddo, tuttavia a Chanyeol non dispiaceva affatto — dopo tanto tempo non doveva procurarsi lui stesso da mangiare, un piatto del genere regalato in quel modo lo rendeva felice, sapeva che una volta che avrebbe cominciato a lavorare non l'avrebbe pensata così quindi voleva godersi quel piccolo momento di gioia. "È questo che si mangia ogni giorno? Patate cotte fin troppo e pane raffermo?"

"Questo e molto altro, di solito le pietanze ruotano sempre per evitare di farci mangiare le stesse cose."
"Minseok, digli anche che le pietanze che ruotano sono due."
"Esatto, due piatti diversi, se siamo fortunati a volte anche tre. Diciamo che il cibo non è la parte migliore del nostro lavoro ma almeno non manca mai."

"Fantastico, va bene." sorrise Chanyeol. Quel momento lo rendeva felice, era come la calma prima della tempesta. Non rimase sorpreso quando, poco dopo, il principe entrò in quella stanza accompagnato da due guardie, a lui era assegnato un compito piuttosto semplice ma importante ovvero quello di gestire i lavoratori e le mansioni da fargli svolgere — oltre a quello, non faceva chissà cos'altro a parte partecipare alle riunioni, prendere costantemente lezioni di scherma, lotta, combattimento in generale, era d'obbligo per tutti i nobili più importanti, li preparavano al peggio. Tutti si zittirono, la sua voce doveva essere sempre in grado di risuonare in modo chiaro ovunque si trovasse, che fosse in una piccola stanza o in un posto del genere, immenso.

"Quelli che sanno già cosa fare, continuate pure a mangiare con calma. Quelli che non hanno idea di dove andare dopo aver finito il pranzo, alzatevi in piedi." esordì, un numero consistente di persone si alzò e Chanyeol si ritrovò circondato da ragazzi che si erano sollevati, così lo fece anche lui. Il principe li contò in modo approssimativo e annuì a una delle guardie. "Restate in questa sala, vi aggiornerò dopo che gli altri saranno andati via."

Non appena si allontanò, tutti si sedettero e un vocio si sollevò nella stanza. "Sembrate preoccupati." scherzò Chanyeol, riprendendo a mangiare. In effetti le facce dei suoi amici si erano un po' incupite.

"È che ultimamente ci stanno facendo fare così tante cose che la sera siamo esausti, è stressante lavorare qui. Ci hai detto che avevi un lavoro al tuo paese, perché hai deciso di rovinarti la vita venendo al castello?" domandò Minseok, davvero non riusciva a capacitarsene. "Questo posto è sopportabile solo per gente come me, che non ha niente e che deve piegarsi per poter sopravvivere, senza il castello sarei già morto da tempo. Ma tu — Chanyeol, non ti capisco proprio."

Tutti lo guardarono confusi, lui non disse niente né lasciò trasparire nessuna emozione, non voleva che scoprissero chi fosse veramente. "Forse sto cercando di trovare un senso alla mia vita, voglio fare qualcosa di utile."

Sehun si lasciò sfuggire una risata. "Utile per quelli che ti calpestano senza pietà? Potessi scegliere, non userei mai la mia forza per fare del bene a loro."

Se solo loro avessero saputo non lo avrebbero giudicato stupido, ma purtroppo non potevano rendersene conto. Finirono di mangiare e non appena le due lancette dell'orologio segnarono mezzogiorno in punto una buona parte dei lavoratori si alzò e si diresse a svolgere le proprie mansioni, Chanyeol e tutti gli altri, quelli che vivevano alla giornata e che non sapevano quale ruolo ricoprire, rimasero lì ad aspettare. "Direi che possiamo cominciare a sparecchiare." disse una ragazza, sollevandosi in piedi. Tutti la seguirono a ruota e anche Chanyeol la imitò, sistemarono i piatti che portarono in cucina così che gli incaricati potessero lavarli, il tempo di ritornare nella sala che il principe si era già fatto vivo e li stava aspettando tutti.

"Bene. Chi è che ha lavorato con gli animali, ieri?" domandò, i tirati in causa sollevarono la mano. Tra questi c'erano anche i tre compagni di stanza di Chanyeol. "Bene, siete ancora richiesti lì." guardò sul quaderno che una delle guardie gli teneva davanti al volto e lesse ciò di cui c'era bisogno per quella la giornata. "Qui avete dimenticato di scrivere che serve qualcuno per pulire le stanze dei sotterranei, ne avremo bisogno dato che tra poco gli altri porteranno dei carichi di raccolto. Siete rimasti..." sollevò lo sguardo e li contò. "Poco più di trenta, andate tutti nei sotterranei, chi conosce la strada guidi chi non c'è mai stato." gli incaricati cominciarono a muoversi. "Aspettate." li interruppe, si bloccarono e lo guardarono credendo che avesse dimenticato di dirgli qualcosa, il principe li stava guardando in modo strano. "Andate tutti nei sotterranei, tutti tranne te."

Rimasero in silenzio, Chanyeol si sentì una miriade di occhi addosso e deglutì nervosamente. "Io?"

"Credi che io sia strabico? Sì, tu, sto guardando proprio te. Seguimi, voialtri andate, che state aspettando?" cominciarono a camminare velocemente verso le stanze in questione — cercando di non darlo a vedere, tutti osservarono Chanyeol, non capivano — e anche il diretto interessato avanzò, piano e in modo molto insicuro, aveva un pessimo presentimento e sperava che il principe non avesse intenzione di cacciarlo dal castello o peggio ancora. Non sapeva cosa sarebbe successo, non ne aveva proprio idea. "Voi andate a controllare che non combinino niente."

"Sua maestà, lei ha bisogno di qualcuno che —."

"Cosa vorresti insinuare? Era un ordine." disse, le due guardie non osarono dire altro e si allontanarono insieme alla folla di persone. "Beh, che aspetti?"

"In cosa posso esserle utile?" domandò Chanyeol, cercando di mostrarsi il più naturale possibile. Non odiava il principe, quando era accaduto tutto lui era solo un bambino, non era consapevole della cattiveria dei suoi genitori, probabilmente non conosceva neanche la vera storia — non ce l'aveva con lui, sapeva che non poteva sapere, sapeva che probabilmente i suoi ricordi erano confusi, sapeva che quella situazione non era colpa sua, non voleva ritrovarsi ad odiare il mondo intero per colpa di due singoli individui. Nonostante ciò, nutriva un profondo senso di disprezzo nei suoi confronti, in lui vedeva ciò che sarebbe dovuto diventare, vedeva sé stesso e ciò che gli aveva indirettamente strappato dalle mani.

Aveva di nuovo cambiato i suoi vestiti, ogni giacca che indossava era più preziosa della precedente. "Sei arrivato da meno di ventiquattro ore e ti sto già dando tutta questa fiducia, perché credi che lo stia facendo?"

"Devo essere onesto?" domandò. Non avrebbe cambiato il suo carattere estroverso e sfacciato solo per lui, anzi, gli avrebbe mostrato il peggio di sé. Continuava a seguire il principe, aveva una vaga idea di dove lo stesse conducendo visto il corridoio che avevano imboccato ma non poteva esserne del tutto certo. "Si sta annoiando, è vero? Quindi vuole divertirsi con me. Oppure quella che mi sta dando non è affatto fiducia ma il contrario, ovvero non si fida di me e vuole conoscermi meglio. Credo sia per uno di questi motivi."

Baekhyun sorrise e si voltò leggermente per guardarlo. Chanyeol non distolse lo sguardo e si sentì come la prima volta, come se il principe stesse cercando di scavare all'interno del suo animo. "Tu non hai un'alta considerazione di me, vero? Sii onesto adesso."

"Lei non mi ha fatto niente principe, non vedo perché dovrei provare rancore o odio nei suoi confronti. Non pensi una cosa del genere." sorrise in modo tranquillo e cominciarono a salire le scale insieme. "Posso chiederle dove stiamo andando?"

"In camera mia." si limitò a rispondere, si voltò per osservare l'espressione che Chanyeol si sforzò di trasformare in sorpresa. "Tu non mi piaci, sappilo. Ma come hai detto tu... ho bisogno di divertirmi." proseguirono in modo silenzioso, la stanza del principe era molto espansiva per essere solo il luogo in cui andava a riposare la sera. Sollevò la mano e se la portò al collo, recuperò la collana che aveva lì appesa e sganciò con facilità la piccola chiave che usò per aprire la porta della sua camera. Entrò e Chanyeol lo seguì, i colori caldi dominavano l'intero territorio e la mobilia era curata, antica e arricchita con varie decorazioni d'oro che illuminavano il legno scuro. "Guarda che non staremo qui, non viaggiare troppo con la fantasia."

"Perché dovrei?" domandò, lo vide usare una chiave diversa per aprire uno dei tanti armadi presenti di fronte al letto a baldacchino, recuperò qualcosa e gli passò una spada da scherma. "Vuole combattere contro di me? Non le conviene proprio."

Si lasciò sfuggire una risata e richiuse l'armadio. "Una leggenda narra che i manici di queste spade siano costruiti con lo stesso ferro dell'elmo che il primo re del nostro regno indossò durante la battaglia per conquistarlo." spiegò, recuperandole e osservandole attentamente. "Per questo le custodisco io. Ma lo ammetterò, sono le uniche con le quali combatto, voglio vedere come te la cavi perché sei davvero sprecato a pulire la cantina. Hai capito dove voglio arrivare? Sei un tipo sveglio."

Rispose dopo un paio di secondi. "Serve personale anche nell'esercito, è così?"

Uscirono dalla stanza e ripresero a camminare nel verso opposto rispetto a quello che avevano percorso precedentemente, dato che Chanyeol non accennava a fermarsi non conoscendo la strada il principe gli indicò una stanza nella quale entrarono entrambi. C'erano vari tappetini, uno specchio enorme e attrezzature per allenarsi. Baekhyun passò la sciabola al suo accompagnatore. "Mettiamo solo la maschera, non sei così delicato da aver bisogno anche della tuta, sbaglio?" aprì un armadietto e ne prese due, c'era un mucchio di attrezzatura sportiva lì dentro.

"Per chi mi ha preso?"

La indossarono entrambi e si misero l'uno di fronte all'altro. "In posizione." parlò ad alta voce Baekhyun. "La scherma è come una partita a scacchi, non devi pensare solo a te stesso ma soprattutto all'avversario, devi avere bene in mente le sue tecniche di combattimento, come ha intenzione di attaccarti e come fare per affrontarlo." ci furono poi una serie di attacchi e contrattacchi, ben presto Chanyeol si ritrovò quasi contro il muro. Il principe non era affatto debole, continuava a fare una leggera pressione con la sua sciabola contro quella del più alto che lo fissò intensamente attraverso la retina della sua maschera. "Sei in difficoltà?"

"Mai abbassare la guardia, non si può prevedere quando il tuo avversario avrà intenzione di fare una qualsiasi mossa, devi solo essere in grado di fronteggiarla." fu l'unica cosa che disse, lo spinse e cominciò anche lui ad attaccare, Baekhyun non riuscì a parare un paio di colpi e si ritrovò con la punta della spada dell'altro premuta contro il suo cuore. "Un punto a mio favore."

"Dove hai imparato a combattere così?" domandò, attaccandolo di nuovo. Mentre combatteva contro di lui Chanyeol ricordava di tutti i pomeriggi che aveva passato lì da bambino, di tutte le volte in cui il suo maestro lo aveva fatto piangere perché troppo debole, di come gli mancasse essere debole. Era da tanto che non impugnava quella spada, suo padre gliel'aveva regalata al suo nono compleanno, come da tradizione. Era sua, era da sempre destinata ad essere di sua proprietà. Strinse forte il manico, la rabbia che cercava di nascondere all'interno del suo animo non doveva fuoriuscire in quel momento, non doveva perdere la concentrazione per nessun motivo al mondo. "Ti sei mosso orizzontalmente, un punto a mio favore."

"Mi sono distratto."

"Non devi distrarti altrimenti non riesci ad immaginare la mossa che ho intenzione di compiere. Un altro punto per me." Chanyeol sentì la punta della spada contro il collo, Baekhyun premeva sempre più forte e non riusciva neanche a deglutire. Continuarono a combattere per molti minuti, per così tanto tempo che non smisero finché il principe non si sedette a terra esausto. Il minore lo imitò e si sedette contro lo specchio, si tolse la maschera sotto la quale era sudato fin troppo e si asciugò la fronte con la manica della sua camicia.

"Si è arreso." gli fece notare Chanyeol. "Era da molto che non trovavo un degno avversario come lei però, è stata combattuta."

"E con questo? Ho fatto comunque più punti — e ti ringrazio, anche tu mi hai dato del filo da torcere." sorrise, lasciando rotolare la maschera sul parquet e cercando di riprendere fiato. "Ritornando all'argomento di prima, penso che l'esercito ti darebbe sicuramente più dignità che restare al castello a riparare le fogne, non ti andrebbe?"

Chanyeol si voltò e lo guardò negli occhi, quella situazione era del tutto surreale. "Si sentirebbe più tranquillo se ci fosse un elemento come me nell'esercito che la difende, forse?"

"Figurati. Mi sentirei più tranquillo se ci fosse un esercito a difendermi in primo luogo, dato che ultimamente non si capisce granché di chi si occupa della sicurezza, mio padre sta trovando delle difficoltà nel gestire tutto anche se non vuole ammetterlo. Però di una cosa sono certo, il regno è al sicuro per il momento. È tutto regolare." sospirò e guardò altrove. "Non sembrano esserci nuove battaglie nei prossimi mesi, non dovrebbe succedere niente di grave. Dobbiamo comunque essere sempre pronti a combattere e penso che un individuo determinato come te nell'esercito sia perfetto."

"Se mi è permesso scegliere, rifiuto questa proposta." parlò in modo molto sicuro di sé, lo guardò assumere un'espressione confusa e spiegò le sue motivazioni — prendere parte all'esercito lo avrebbe allontanato dal castello e non poteva permetterselo altrimenti tutti i suoi piani sarebbero andati in fumo. "In futuro potrei ripensarci ma al villaggio ho vissuto dei momenti talmente difficili che pensare di riviverli mi fa stare molto male, il solo pensiero mi rattrista. Vorrei provare a riprendermi prima."

"Ho capito, e credi che io voglia darti la libertà di scegliere?" il principe non perdeva occasione di ricordargli quanto in basso si trovasse rispetto a lui, detestava quell'atteggiamento.

Chanyeol sorrise e lo guardò. "Credevo stessimo cominciando a diventare amici. O deve solo controllarmi? Starmi appiccicato così che io non possa fare chissà cosa? Perché non ho intenzione di fare nessuna cazzata, se è questo di cui avete tutti paura."

"No, non ho paura di te. Neanche un po', e noi non siamo amici. Io non ho amici. Non sei qui perché devo controllarti personalmente, solo perché hanno annullato i miei piani per il pomeriggio e non sapevo cosa fare quindi ho pensato di conoscere uno dei nuovi arrivati al castello. Non credo di doverti spiegazioni ad ogni modo." si sollevò e sistemò la sua maschera nell'armadietto, Chanyeol lo imitò e dato che furono per la prima volta davvero vicini lo guardò negli occhi e gli rivolse un sorriso incerto. "Ti farò andare in cucina adesso, ci sarà sicuramente bisogno di aiuto lì."

"Ai suoi ordini." si mise sull'attenti e lo guardò. "Prima o poi voglio una rivincita a scherma, spero che me la concederà." Chanyeol gli parlava in quel modo non perché voleva risultare azzardato o maleducato, ma perché aveva bisogno di mostrarsi il più naturale possibile. Voleva che credesse che fosse un ragazzo normale, quella situazione non gli dispiaceva più così tanto — guadagnarsi la fiducia del principe era qualcosa che non avrebbe mai ritenuto possibile eppure credeva di stare facendo un buon lavoro, era ancora meglio di tutti i piani che aveva mai provato ad elaborare. Si separarono e come stabilito venne scortato da una guardia presso la cucina, il responsabile del reparto lo mise a lavare delle verdure, non gli dispiaceva come compito. Era immerso nei suoi pensieri quando un volto familiare entrò nella stanza. "Sehun." richiamò la sua attenzione, nessuno gli aveva rivolto la parola fino a quel momento, si sentiva solo e sperava che almeno lui si degnasse di fargli compagnia.

"Ciao." disse, pareva molto frustrato. Si sedette accanto a lui e prese una ciotola di spinaci, poi cominciò a lavarli per aiutarlo e allo stesso tempo fare qualcosa. "Non c'era molto da fare al campo quindi mi hanno fatto tornare indietro, beh, fanculo. Come te la stai passando tu?"

"Sono arrivato anch'io da poco." Sehun lo guardò stranito, dov'era stato fino a quel momento allora? Non appena Chanyeol glielo riferì si sentì crollare il mondo sulle spalle. "Il principe mi ha trattenuto, mi ha portato in una specie di palestra e mi ha sfidato a scherma. Siamo stati insieme fino a poco tempo fa, poi mi ha mandato qui — mi ha anche detto che sarei perfetto per l'esercito e cose del genere."

"Cosa? E tu che cosa hai risposto?" deglutì in modo nervoso e lo guardò sorridendo. "Perché credi che ti stia trattando in questo modo, Chanyeol?"

La reazione del ragazzo gli parve molto esagerata, non capiva perché avesse reagito così. "Gli ho risposto che non mi sembrava una buona idea perché non me la sento, è vero. Forse me lo ha chiesto... perché gli interessa che fine farò?"

"O perché gli interessa farti finire nel suo letto?"
"Cosa?"
"Hai sentito bene, non lo ripeterò."

Chanyeol era rimasto immobile, con le mani ferme dentro l'acqua gelida. "Scusami, cosa?" ripeté, stavolta il suo tono era scherzoso, come se non fosse davvero possibile che il principe pensasse certe cose. "Perché lo dici?" domandò, Sehun non rispose ma vista la sua espressione molto negativa l'altro riuscì a cogliere tutto quello che stesse cercando di fargli capire attraverso lo sguardo, era come se i suoi occhi stessero parlando. "Aspetta, non mi dire che tu e —."

"Stai zitto." fu l'unica cosa che disse, ora ne era certo. "Chanyeol, non mi piace la piega che sta prendendo questa situazione, te lo sto dicendo perché non voglio che ti succeda niente e allo stesso tempo per prepararti a ciò che potrebbe succedere, devi stare attento."

"Cazzo, dovrei farlo sapere alla ragazza che viaggiava con me, non ci crederebbe mai —."

Lo interruppe in modo brusco. "Abbassa la voce, queste non sono cose di cui possiamo parlare così liberamente." in effetti, tutto ciò che aveva detto glielo aveva praticamente sussurrato per non farsi sentire dalle altre persone nella stanza. "Non devi farti manipolare altrimenti finirai a dipendere da lui non allo stesso modo di tutti gli altri servi ma ancora peggiore, in modo più subdolo — ti assicuro che è insopportabile."

"Non lo farei per nessuna ragione al mondo, grazie dell'avvertimento." e invece sorrise perché aveva appena trovato il piano perfetto, il tassello mancante del puzzle per completare il suo viaggio al castello, ciò che gli avrebbe permesso di avvicinarsi non sono al principe ma a tutta l'industria reale, se fosse davvero riuscito a infiltrarsi lì avrebbe potuto considerare la sua vendetta già acquisita. Non avrebbe potuto desiderare di meglio.

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Capitolo 4
*** quattro ***


Chanyeol continuava a sfregare le proprie mani l'una contro l'altra, più lo faceva e più si spellavano, aveva passato un sacco di ore in cucina a contatto con l'acqua ed erano talmente screpolate che avevano cominciato a fare male. Ci aveva applicato un po' di lozione gentilmente offertagli da Jongdae ma nonostante ciò il dolore non accennava a diminuire, non era abituato a passare tutto quel tempo a lavare verdure, lucidare scaffali, stare a contatto con prodotti chimici quali i detersivi — l'effetto era quello, dolore. "E sei appena arrivato, pensa a come starai tra un mesetto." sorrise Jongdae, porgendogli di nuovo il tubetto di crema e spalmandogliene un altro po' sul palmo della mano. Chanyeol gli rivolse uno sguardo scocciato e riprese a concentrarsi sui suoi polpastrelli. "Cosa hai intenzione di fare con il principe?" aveva raccontato anche a loro ciò che era successo quel pomeriggio.

"Solo perché mi tratta così non vuol dire che succederà qualcosa tra di noi, vero Sehun?"
"Perché lo chiedi a me, scusa?"
"Perché tu ci hai avuto a che fare e lo conosci meglio di me."
"E solo perché siamo stati insieme qualche volta credi che riesca a prevedere ogni sua mossa?"
"Non hai neanche una vaga idea? È questo che vuoi farmi credere? Oggi sembravi preoccupato."
"Lo sono e ti ho già detto cosa fare, non farmelo ripetere."

"Ragazzi, tranquilli. Chanyeol ha ragione." stavolta fu Minseok a parlare. "Mi hai detto che il principe non ti ha mai costretto a fare niente, non è così?"

Sospirò profondamente e cercò di trovare le parole adatte per descrivere ciò che aveva provato in quel periodo di tempo, non era facile. "Non direttamente, il modo in cui riesce a manipolarti non è qualcosa che si può ignorare. È uno stronzo, il più stronzo che abbia mai conosciuto e con cui abbia mai avuto a che fare." sospirò Sehun, chiudendo il libro che stava leggendo incapace di concentrarsi dato che si era toccato quel discorso. "Non mi ha mai dato fastidio sentirmi usato, ci usano tutti i giorni, costantemente — ma quello è un tipo diverso di sfruttamento, anche se non te lo fa credere, anche se ti convince del fatto che essere il suo cagnolino da compagnia sia un privilegio sappi che non è così, per una persona con una coscienza non è affatto così."

Jongdae guardò il diretto interessato in modo malinconico, era già tutto complicato per lui ed era arrivato lì da neanche un giorno, gli dispiaceva che fosse costretto a fare i conti con certe situazioni scomode. "Nel caso dovesse succedere cosa hai intenzione di fare, Chanyeol?"

"Non lo so." si limitò a rispondere. Non era per niente preoccupato dalla piega che stava prendendo quella situazione, riusciva soltanto a vederne i lati positivi, per lui non c'era assolutamente niente di male ma non poteva confessarlo ai suoi amici, non si fidava ancora di loro. "Voglio prima vedere come va davvero a finire e poi potrò pensarci, che dite? Sono molto stanco adesso." si lamentò, infilandosi del tutto sotto le coperte e godendosi la morbidezza del cuscino sul quale aveva poggiato la testa, profumava di buono. "Domani dovremo lavorare molto, è meglio se dormiamo. Lo dico perché se non la smettete di fare rumore non riuscirò a rilassarmi."

"Ti capisco, anche io ho bisogno di assoluto silenzio e hai ragione, domani sarà molto difficile." dopo che furono tutti a letto Jongdae soffiò sulla lampada ad olio per spegnerla, finalmente c'era un po' di pace nella stanza. Come ogni sera prima di addormentarsi, Chanyeol pregò per la sua famiglia. Aveva molti pensieri per la testa ma la stanchezza era ancora più forte di essi, si sentiva la testa pesante, gli occhi bruciare, lo stomaco in subbuglio. Non riusciva ad elaborare dei discorsi di senso compiuto nella sua mente, rinunciò a farlo, a un certo punto lasciò semplicemente che il suo cervello si prendesse un po' di meritato riposo.

L'indomani, i lavori cominciarono ancora prima di mezzogiorno. Stavolta non ci furono dei colpetti leggeri alla porta, a svegliare tutte le persone che riposavano su quel piano fu qualcuno che camminava per il corridoio agitando una campana incredibilmente rumorosa, per poco Chanyeol non cadde dal letto. Gli altri ragazzi c'erano abituati, loro non reagirono in modo strano. Avevano poco tempo per fare colazione e mettersi in forze prima di andare a lavorare all'impianto idrico, Chanyeol si sarebbe reso molto utile conoscendo il settore, in quel modo si sarebbe guadagnato quel posto e avrebbe evitato di farsi trasferire da qualche altra parte. Preferiva senza dubbio passare il giorno lì che in cucina o all'esercito. Era arrivato al castello da precisamente un giorno, sebbene la sua voglia di mettere in atto un piano per prendersi la sua vendetta lo stesse divorando non poteva farlo, aveva bisogno di trovarsi in una situazione di vantaggio e in quel momento non lo era affatto, inoltre il suo obiettivo principale ovvero il re era costantemente tenuto sotto controllo, aveva degli assaggiatori personali che degustavano ogni suo piatto prima di lui per evitare che fosse avvelenato, non gli era permesso parlare con i servi — in pratica, era intoccabile da uno come lui. Nessuno gli avrebbe permesso di avvicinarsi a lui, e non poteva ucciderlo in quelle condizioni.

Doveva riuscire  ad avvicinarsi al re in modo cauto, senza destare sospetti, conosceva dei metodi attraverso cui avrebbe potuto farlo ma non poteva ancora adoperarli, era troppo presto. Aveva nascosto il suo coltello in un punto della stanza che nessuno avrebbe mai osato guardare o ispezionare, si ripromise di riprenderlo solo una volta: il giorno che avrebbe ucciso il re. "È qui che dobbiamo lavorare?" il luogo in questione si trovava dietro il castello, la terra era malamente scavata e c'erano delle tubature rotte, attrezzature ancora da mettere in funzione, era tutto molto confusionario. Coloro che non avevano esperienza venivano usati per i lavori pesanti, quelli che sapevano come funzionavano quelle cose, tipo Chanyeol, si occupavano della struttura dell'impianto in sé. Mostrò a tutti le sue capacità, ben presto si ritrovò a saldare un paio di tubi insieme al direttore dei lavori. "C'è bisogno di un tubo con un diametro maggiore qui altrimenti la pressione non sarà abbastanza." fece sapere all'uomo. Era faticoso lavorare sotto al sole, con addosso dei vestiti piuttosto pesanti e circondato da gente che non faceva altro che dirgli cosa fare e come farlo, tuttavia ce la stava mettendo tutta per riuscire a concentrarsi. Se avesse avuto un ruolo predominante nella costruzione di quell'impianto il re avrebbe potuto anche decidere di incontrarlo per assegnargli una funzione d'onore, era quello che sperava e quello che gli stava dando la motivazione per fare bene il suo lavoro.

Aveva perso la cognizione del tempo, riusciva a rendersi conto delle ore che passavano solo grazie al sole che si muoveva e che gli dava fastidio da angolazioni diverse ogni volta, si fermarono solo in due momenti della giornata, in entrambi quegli attimi ciò che fecero fu mangiare e riprendere le forze, dopo poco più di dieci minuti dovevano ricomporsi— ripresero a lavorare e quando terminarono una prima parte dell'impianto il sole sembrava essersi come poggiato su una delle montagne all'orizzonte, il cielo era diventato più chiaro. Chanyeol era esausto, si sedette sulla terra fredda e guardò tutti gli altri ragazzi come lui ancora a lavoro, voleva solo riposare, gli occhi gli si stavano chiudendo. "Di questo passo riusciremo a finire i lavori prima della fine del prossimo mes— hey, tutto bene?"

Chanyeol si svegliò a causa di un suono molto forte, non voleva assolutamente alzarsi dal letto per riprendere a lavorare, non ce l'avrebbe fatta, le sue braccia avevano bisogno di riposo. Il rumore assordante lo costrinse ad aprire gli occhi, oltre a quello si era aggiunta anche una luce accecante puntata direttamente contro le sue palpebre. Si spaventò dato che quella non era la sua stanza, provò a sollevarsi ma una fitta di dolore gli impedì di muoversi. "Stai fermo." gli ordinò un uomo vestito di bianco, spingendolo verso il cuscino. "È sotto controllo, adesso."

"Bene." la voce del principe risuonò in tutta la camera, gli occhi di Chanyeol si erano chiusi un po' a causa della stanchezza e un po' a causa del dolore ma l'avrebbe riconosciuta tra molte altre voci, senza dubbio. Cosa ci faceva lì? Cosa gli era successo? Qualcuno gli aveva fatto del male? La testa gli scoppiava e non riusciva neanche a pensare. "Mi senti?"

Voleva parlare ma non ci riusciva, si sentiva incredibilmente debole in quel momento. "Mamma." mormorò, era come quando da piccolo aveva l'influenza e lei gli stava vicino e gli teneva la mano, sembrava come se lei fosse lì in quel momento, riusciva a percepire la sua presenza. "Mamma, mi manchi. Perché te ne sei andata?" mormorò, provando a tendere la mano verso di lei. Stava per afferrarla ma la donna si spostò di colpo, lasciandolo cadere in un burrone profondo, scuro e spaventoso. Sobbalzò e aprì gli occhi, non appena lo fece la prima cosa che percepì fu una sensazione di freschezza sul capo, il principe gli aveva poggiato una pezza bagnata sulla fronte. "Io — che cosa è successo?"

"Sei svenuto e penso che ora ti stia salendo la febbre, puoi dirmelo tu che cosa è successo? Non hai mangiato abbastanza? Non sei abituato a lavorare così tanto?"

"Non lo so... mi sentivo un po' stanco, ho chiuso gli occhi per qualche secondo e quando li ho riaperti mi sono ritrovato qui. Mi dispiace." disse, sollevando a fatica la mano per asciugare una goccia d'acqua che stava cadendo sul suo collo.

"Ti manca tua madre?" domandò il principe, Chanyeol si sentì svenire di nuovo. Perché glielo stava chiedendo? Aveva scoperto qualcosa sul suo conto? Qualcuno aveva fatto la spia? Perché gli aveva parlato in quel modo così improvvisamente? Non riusciva a capire. "Da quando sei arrivato non hai fatto altro che chiamarla. Mamma, mamma, mamma." sorrise, il minore aveva voglia di colpirlo per farlo smettere, per togliergli quel sorriso innocente dal volto. "È così?"

"Non me ne sono reso conto, sarà tutta colpa della febbre." provò a sviare il discorso, non poteva permettersi di nominare sua madre, non dopo quello che la sua famiglia le aveva fatto. Non visto il modo in cui l'avevano trattata, gli avrebbe dato una lezione prima o poi, avrebbe capito.

"Domani riposerai tutto il giorno, non vorrei mai che ti ammalassi, mi hanno riferito che hai guidato i lavori e che sei stato molto bravo. Ne sono felice, per questo voglio che ti rimetti in forze e che riposi per bene." il minore annuì in risposta, ancora un po' stordito. Forse aveva battuto la testa dato che gli faceva male, eppure ignorò quel dolore. Non si era mai sentito più solo di allora, non conosceva quel posto, non c'era mai stato, non sapeva dove si trovasse e l'aria sembrava irrespirabile, gli mancava il fiato, gli veniva da piangere e non si sentiva debole solo fisicamente ma anche mentalmente, sentiva come se non fosse in grado di affrontare tutto, come se avesse fatto il passo più lungo della gamba. "Quando me ne andrò, se avrai bisogno di aiuto ti basterà chiamare ad alta voce il dottore, è sempre nella stanza affianco."

Chanyeol si voltò leggermente e osservo in modo chiaro il principe, ora ci vedeva meglio, non era più tutto sfocato. Lui non era in abiti regali ma in quello che sembrava un pigiama, in effetti era molto tardi ed era quasi ora di andare a letto per tutti gli abitanti del castello — tuttavia si distese sull'altro letto, quello di fianco al suo. Era molto confuso. "Lei resta qui?"

"Solo finché non ti addormenti." rispose piano, soffiando sulla fiamma di una delle due lampade ad olio poggiate sul comodino che li divideva, in quel modo la luce diventò meno forte e più gradevole agli occhi di entrambi. "Quando si sta male l'ultima cosa che si vuole è essere lasciati da soli, non è così? E poi il dottore ha detto di avere da fare, voglio controllarti io."

Se stava provando a manipolarlo, quello era il modo giusto per farlo. Chanyeol sorrise, addolcitosi grazie a quelle parole, si voltò di nuovo fino a fissare il soffitto e sospirò piano, se lo faceva troppo velocemente il petto gli faceva male. "Sono abituato a stare da solo, è così da un bel po' ormai. Non mi impressiono più." disse sinceramente, spesso non sapeva se il modo in cui si rivolgeva alle persone al castello rappresentasse ciò che provava veramente o se erano solo bugie, era costretto a fingere di essere qualcun altro ogni singolo giorno, lui stesso trovava difficoltà nel capire chi fosse davvero. "Neanche lei vuole andare in camera sua perché ha paura di trovarsi lì da solo, è così?"

"Non è bello dormire da soli." rispose semplicemente. La personalità di Baekhyun era complicata e l'altro non riusciva a decifrarla, lo conosceva da troppo poco per poter stabilire che tipo di persona fosse, gli sembrava molto fragile, a primo impatto. "Soprattutto quando si hanno spesso degli incubi, ho sempre paura di quello che la mia mente potrebbe elaborare e affrontarlo da solo mi spaventa."

E così stavano avendo una conversazione a suo avviso profonda, Chanyeol non poteva sapere se il principe si ritrovasse ogni giorno a parlare così con chiunque o se avesse visto qualcosa in lui che lo aveva portato a rivelargli le sue paure più nascoste, ma era molto preso da quel discorso. "Quando da piccolo non riuscivo a dormire mia madre di preparava del latte caldo col miele, diceva che era abbastanza dolce e potente da poter sciogliere e contrastare tutti i brutti sogni, quando non funzionava e mi svegliavo comunque a causa di un incubo mi arrabbiavo con lei e la obbligavo a farmi dormire nel suo letto." sorrise, aveva un groppo molto profondo in gola a causa di quei pensieri, parlarne ad alta voce lo rendeva triste.

"Dottor Choi!" urlò Baekhyun, rovinando quella sensazione di calma che si era creata e facendo quasi spaventare il minore. "So che è impegnato ma chieda a qualcuno di portarci del latte caldo e del miele, grazie."

Chanyeol sorrise. "Non devi solo bere il latte caldo e aspettare che faccia effetto, devi volerlo davvero. Devi avere una persona al tuo fianco che ti rassicuri, altrimenti la magia non riuscirà a funzionare." non capiva se stesse provando seriamente a flirtare con lui o se stesse solo assecondando le mosse del principe che apparentemente miravano a un secondo fine, doveva solo provare a non lasciarsi troppo andare per non destare nessun sospetto e per non oltrepassare il limite.

Rimasero in silenzio finché il dottore non ritornò in camera con un vassoio, due tazze di latte fumanti e al centro un vasetto di miele. Lo poggiò sul comodino e guardò Chanyeol. "Ti senti bene, ragazzo?" domandò, lui annuì. "Verrò a controllarti la temperatura più tardi, cerca di riposare."

Il principe si sollevò per primo, si avvicinò alle tazze e recuperò il piccolo spargimiele che immerse nel vasetto, era molto liquido e riuscì a fatica a far cadere la sostanza nella sua tazza senza sporcare il vassoio. Fece lo stesso anche con la tazza di Chanyeol che rimase molto sorpreso, il principe lo stava servendo, era una cosa piuttosto assurda. "Fermo, sei svenuto, te la passo io." gli disse, sembrava molto apprensivo ed era strano visto che si conoscevano da poco meno di ventiquattro ore. Si sollevò e gli passò la tazza, Chanyeol la prese con entrambe le mani e chiuse gli occhi, quel profumo gli ricordava la sua infanzia. "È molto buono, è dolce." gli fece sapere Baekhyun, non potendo ancora bere il suo latte che era fin troppo bollente prese un po' di miele con un dito e lo assaggiò. "Potrei mangiarlo tutto, è delizioso."

"Un momento di pace del genere non è abbastanza per permettere a te stesso di riposare in modo più tranquillo?" domandò Chanyeol, riprendendo il discorso precedente. "A volte a causa degli affanni della giornata, dello stress, della stanchezza, di tutto ci dimentichiamo di prendere un momento per noi, per riflettere. A volte non ci è concesso, magari non ci è permesso, magari abbiamo cose più importanti da fare ma fermarsi per una quindicina di minuti e sorseggiare una tazza di latte caldo è già abbastanza, è il massimo."

Baekhyun gli rivolse un sorriso sincero. "Dovrò farlo più spesso."

"Ci saranno delle conseguenze? Intendo, a causa il mio svenimento." domandò a quel punto il più piccolo. "Magari a qualcuno capiterà di pensare che non sono abbastanza forte e che non sono degno di stare qui, come però ho assicurato di essere appena arrivato. Non ho mentito, glielo assicuro. Sono forte, non so cosa mi sia capitato."

"Lo so, non ci sarà nessuna conseguenza, stai tranquillo. È meglio se dormi adesso." disse, come se avesse voluto mettere fine a quel discorso tanto scomodo, voleva davvero evitare di parlarne perciò continuò a sorseggiare in silenzio il latte.

Il minore guardò la tazza che stringeva tra le mani, era ormai quasi vuota e riusciva a intravedere dei residui di miele sul fondo. "Si, forse è meglio."

Quando il sole sorse e diede inizio a un nuovo giorno tutti i reali, i nobili e i servi cominciarono a svolgere le loro mansioni, tutti tranne Chanyeol. Lui se ne stava in uno dei comodi letti dell'infermeria, non appena aveva aperto gli occhi aveva notato una cosa — Baekhyun non era nel letto accanto al suo, era ancora sfatto, se n'era andato e lo aveva lasciato in quel modo quasi come se non avesse voluto fare il minimo rumore, o forse era solo pigrizia. Restò fermo per un bel po', ripensò alla conversazione che avevano avuto il giorno precedente. Nel bel mezzo dei suoi pensieri, venne interrotto da un colpo di tosse molto forte e il dottore si precipitò subito nella sua camera con un bicchiere d'acqua. "Va tutto bene, respira." gli portò subito la testina gelida dello stetoscopio sul petto, Chanyeol trattenne il fiato e riuscì a calmare quell'attacco. "Non sembri scottare troppo, la febbre deve essere scesa stanotte. Quando se ne è andato il principe?" domandò, Chanyeol lo guardò confuso. 

"Come, non lo ha visto andare via? Mi ha detto che se ne sarebbe andato ieri sera." rispose, bevendo l'acqua e tossendo ancora così da schiarirsi meglio la gola.

"Deve essersene andato poco fa, quando sono andato a recuperare la colazione. Sono stato sveglio tutta la notte a lavorare nel laboratorio, sono sicuro di non averlo visto uscire, si sarà addormentato qui." cominciò a sistemare le lenzuola e a mettere in ordine la stanza, Chanyeol sorrise.

Per tutto il resto del giorno, non fece altro che convivere con i suoi incubi peggiori, con i suoi brutti pensieri. Il dottore lo aveva invitato a camminare sul terrazzo ed era rimasto lì quasi tutto il pomeriggio, a rilassarsi e a giocare con il cane che se ne stava sul balconcino a fare da guardia. Restare da solo aveva fatto emergere il peggio dall'interno del suo corpo, molte volte si era ritrovato a singhiozzare senza neanche rendersene conto, stava cominciando a capire cosa significasse davvero trovarsi al castello — non era una bella sensazione. Quella doveva essere casa sua, invece tutti lo trattavano solo come se fosse un estraneo. Lui avrebbe dovuto essere il principe, governare quel posto, essere il secondo uomo più importante del regno — invece non contava niente.

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Capitolo 5
*** cinque ***


"Ragazzino, si sta alzando il vento, è meglio se rientri. Porta dentro anche il cane."

Chanyeol si sollevò dalla piccola sedia di vimini a fatica, aveva passato l'intera giornata a stare seduto lì e tutto quel dolce far nulla non lo aveva fatto sentire meglio, anzi, si sentiva sempre più spossato e incapace di riprendere in mano la sua vita, era una strana sensazione ma erano di certo anni che non si sentiva così debole e senza forze, non aveva idea di cosa gli fosse capitato, quel brusco cambio improvviso di stile di vita e il ritorno al castello lo avevano fatto sentire talmente male dal buttarlo giù in quel modo? Guardò il cane e lo prese in braccio, era stato l'unico ad averlo riconosciuto, non appena era uscito sul balconcino aveva cominciato a fargli le feste e a saltargli addosso — si ricordava di lui. Aveva pianto anche per quel motivo, perché quel cane gli era stato regalato dai suoi genitori quando aveva solo cinque anni, erano soliti stare sempre insieme, non si aspettava di certo di ritornare al castello e di ritrovarlo ancora vivo e così in salute ma ne era senza dubbio felice, era stata una bella sorpresa, non si erano allontanati l'uno dall'altro neanche un secondo. Gli sembrava di rivedere la sua infanzia in lui. "Ecco qua." rimise il barboncino nero a terra e lo vide alzarsi su due zampe, continuava ad agitare la coda e a guardarlo negli occhi.

"Certo che siete diventati subito amici, di solito non si comporta così con gli sconosciuti." parlò il dottore, senza staccare lo sguardo dai documenti che stava sistemando. Il cane abbaiò e gli girò intorno alle gambe senza sosta, Chanyeol lo invidiava, era così energico e sembrava felicissimo — per lui era tutto più facile. "Deve avere fame, se esci dalla porta principale e vai sulla destra c'è un armadietto con dentro delle salsicce essiccate solo per lui. Prendigliele, per favore. Ne avrò ancora per un po' con queste scartoffie."

Chanyeol fece come gli era stato detto, non appena aprì la porta e la spinse in avanti per passare si spaventò e sobbalzò leggermente, il principe era fermo, impalato lì davanti a lui, con la mano tesa. "Stavo giusto per venire a controllare se ti fossi ripreso, vedo che stai camminando, bene." sorrise, il cane che aveva rigorosamente seguito Chanyeol cominciò a ringhiare contro il principe stesso che spalancò gli occhi incredulo. "Che succede? Sei arrabbiato con me, Toben?" parlò, inginocchiandosi per accarezzarlo e cercare di farlo calmare. Il minore aveva recuperato le salsicce, chiuse l'armadietto e richiamò il cane che lo seguì fino a ritornare nella stanza. Poggiò il cibo nella sua cuccia e Toben andò a mangiare, Baekhyun continuava a fissare il minore. "Vuoi continuare a guardare il cane cenare oppure puoi parlare con me?" domandò, spostando poi lo sguardo verso il dottore. "In privato. Mi segui?"

Recuperò una giacca pesante e se la mise sulla spalle prima di uscire dalla stanza, non faceva freddissimo ma il vento era fastidioso e voleva evitare di peggiorare. Passeggiarono un po' in silenzio, finché Chanyeol non si decise a dire qualcosa per provare a non rendere quel momento troppo imbarazzante e allo stesso tempo per mostrarsi interessato al principe. "Ha dormito meglio stanotte?"

Baekhyun si lasciò scappare un sorriso. "Ho dormito talmente bene che dopo aver chiuso gli occhi non li ho più riaperti fino alla mattina dopo, erano le cinque quando mi sono svegliato e sono dovuto andare subito via perché avevo degli impegni — stai bene?" domandò, quando l'altro si poggiò a un muretto come a voler riprendere fiato. Si preoccupò immediatamente, Chanyeol non sembrava essere in ottime forze, anche solo fare due passi gli aveva fatto venire l'affanno. "Sediamoci."

Sospirò in modo stanco e affranto, poi si poggiò lì come gli era stato suggerito e si prese la testa tra le mani. "Mi sento debole."

"È normale, ieri sei svenuto e devi ancora riprenderti, stai seduto."

"Non debole in quel senso — anche, ma non è quello che mi fa stare così male in questo momento." non sapeva perché era sul punto di confessarglielo, non riusciva a concepire come riuscisse a parlargli così sinceramente pur sapendo chi fosse, eppure in quel momento visti tutti i brutti pensieri che era stato costretto ad affrontare durante il giorno e forse per colpa dell'influenza che lo rendeva meno lucido del normale, si ritrovò a confidarsi con lui. "Debole nell'animo." non voleva andare oltre. Baekhyun continuò a guardare in avanti, incerto su cosa dire. "Vorrei poter essere più forte, per me stesso e per gli altri. Ho avuto molto tempo per pensare oggi... e non è stato piacevole, non mi piacciono questi pensieri." finalmente sollevò la testa e mostrò orgogliosamente i suoi occhi lucidi, si voltò verso di lui e cercò un po' di conforto. 

"E pensi che parlarne con me sia una buona idea?"

Ogni cosa che diceva lo lasciava senza parole, era in grado di zittirlo sempre con la sua arroganza e il suo sarcasmo fin troppo eccessivo. Doveva mantenere la calma, doveva giocare bene le sue carte. "Non lo so se è una buona idea, so solo che non ho nessun altro con cui farlo e lei è la prima persona che si è degnata di chiedermi come stessi oggi, a parte il dottore. Non so se lo ha fatto perché sono un semplice operaio e vuole che torni a lavorare il più preso possibile o se le importa davvero di me, ma mi ha fatto piacere."

Baekhyun inarcò entrambe le sopracciglia. Cominciava veramente a fare freddo, anche a lui stava venendo la pelle d'oca per colpa del vento. Non disse una parola riguardo il discorso che aveva fatto il minore, non riusciva a pensare a niente da aggiungere. "Cosa ti ha detto il medico?"

"Che è meglio se sto a riposo finché non mi riprendo per bene."
"Allora resterai in infermeria anche domani."
"Penso che aiuterei molto se andassi insieme agli altri a sistemare l'impianto —."
"Saresti solo un peso visto che non faresti altro che stare male e lamentarti, riprenditi bene prima."

Sospirò in modo rumoroso, non riusciva a capire cosa stesse cercando di fare il principe, tutto a un tratto sembrava preoccupato per lui e sembrava non volere che si sforzasse troppo ma sapeva che in realtà non gli importava niente dei servi e degli operai, lo sapeva perché anche lui avrebbe avuto quella mentalità se fosse diventato principe, se avesse vissuto in quell'ambiente. "Ho dato una pessima impressione da quando sono arrivato qui, ne sono consapevole e mi dispiace, volevo chiederle scusa."

"Puoi anche smetterla di leccarmi il culo, non sono stupido."
"Mi dispiace." 
"E smettila di scusarti."

"Mi spiega cosa devo fare?" domandò a quel punto, alzandosi e mettendosi di fronte a lui. Lo guardò negli occhi ma Baekhyun continuava a fissare altrove, in particolare guardava le montagne e le luci del paese che si intravedevano da lì sopra, lo incuriosiva sempre ciò che facevano gli altri, come passassero le loro giornate, stava pensando soprattutto a quello in quel momento. Come aveva passato tutte le giornate precedenti a quella, Chanyeol? Cosa lo aveva portato a fidarsi così poco delle persone? Ad avere una considerazione talmente bassa, quasi inesistente, della famiglia reale? Era strano ma non aveva mai sentito una connessione così forte con uno sconosciuto che era — per giunta — un semplice servo, non capiva come fosse possibile. "Aspetterò di riprendermi ma dopo darò il meglio di me, questo posso promettervelo."

"Hai abbandonato la tua famiglia per venire qui?" chiese a quel punto, lasciando il minore senza parole. Voleva saperne di più. Lo guardò ma non si mosse, rimase seduto sul muretto a fissare Chanyeol che era ancora di fronte a lui e lo guardava a sua volta. "Cosa pensavi di guadagnare?"

Scosse la testa, sorridendo. Quella del principe gli era sembrata una provocazione bella e buona e non gli aveva fatto molto piacere ascoltare delle simili domande. "Non ho più una famiglia, non ho niente da guadagnare e niente da perdere, voglio solo vivere in qualche modo e ho colto l'occasione." si spostò e si rimise di nuovo accanto a lui, non aveva voglia di guardarlo negli occhi mentre parlava di quelle cose, non ci sarebbe mai riuscito. "Mi piace il castello, in questi giorni mi avete trattato bene nonostante tutto, devo solo abituarmi alla mia nuova vita."

"Ho capito. Mi dispiace per la tua famiglia."

No, non ti dispiace — pensò Chanyeol. Ciò che fece invece fu sorridere leggermente, come per nascondere il dolore che quelle parole gli avevano arrecato. Tutto a un tratto, un fulmine improvviso fece illuminare il cielo. Il tempo non era dei migliori ma di solito al villaggio quello non era niente in confronto alle vere tempeste, a volte arrivavano delle piogge potentissime che distruggevano i raccolti, le case più malandate — Chanyeol era felice di essere al castello, un luogo costruito in modo sicuro e con materiali resistenti non gli sarebbero sicuramente caduti sulla testa, lì poteva dormire sonni tranquilli. Rivolse tuttavia un pensiero al suo vecchio fabbro, sperava che stesse bene. Un altro fulmine tagliò il cielo e lo divise come a metà, a quel punto il minore sentì qualcosa stringergli il braccio. Si voltò e vide che il principe lo stava toccando. "Ha forse paura di un paio di fulmini?" domandò, l'interpellato scosse velocemente la testa. "È meglio se torna nella sua stanza o non farà in tempo ad arrivarci, sta già cominciando a piovere."

"Non fa niente, tanto avevo intenzione di dormire in infermeria comunque." chiuse gli occhi e strinse più forte il suo avambraccio per colpa di un tuono, quel boato tanto chiaro e forte non gli piaceva, lo spaventava ma ovviamente non lo avrebbe mai ammesso. "È che devo parlare al dottore di un paio di cose quindi ne approfitto per farlo adesso, okay?"

"Mi sta forse chiedendo il permesso?"
"No, sto solo cercando di farti capire che non voglio restare lì per te o qualcosa del genere, sei egocentrico, so che lo stai pensando."
"Veramente no, ma se me lo dice così lo prendo come un complimento..."

Baekhyun si mise sull'attenti, continuando a cingergli il braccio con la mano. "Forza, possiamo tornare in casa, ti tengo io fino a lì perché non vorrei che cadessi, non hai un bell'aspetto."

Il minore fu il primo a scendere dal muro di cemento, lo guardò dato che riusciva a cogliere un certo sarcasmo nel suo tono di voce, non si stava decisamente poggiando a lui perché aveva paura che cadesse ma perché aveva solo paura, di chissà cosa. Non sarebbe successo niente, perché avrebbe dovuto avere paura di un temporale? Era al sicuro lì. "Certo, grazie mille." anche la sua risposta era piena di ironia. "La aiuto a scendere di lì?"

Con un piccolo salto riuscì a toccare con i piedi per terra e ad alzarsi, lo guardò malissimo. Forse era la prima volta da quando si erano conosciuti che lo guardava così tanto male. "Stai criticando la mia altezza?"

"Volevo solo essere gentile."
"Stai zitto, per favore."
"Non mi odia veramente."
"Ah no? E cosa te lo fa pensare?"

Chanyeol non disse niente, solo — sorrise. Rientrarono nel piccolo alloggio e si diressero subito verso le camere da letto, nella piccola stanza dell'altra volta, quella in cui c'erano due lettini separati da un comò e una libreria che occupava tutta la parete di destra. Baekhyun recuperò un libro a caso e lo portò sul proprio letto, poi cominciò a sfogliarlo. "Le piace proprio tanto leggere." parlò Chanyeol, la sua voce risuonò in tutta la stanza e il maggiore sollevò la testa. 

"Si, e non mi piace quando mi interrompono."
"Possiamo leggerlo insieme?"

"Cosa?" ridacchiò, chiudendo il libro e guardandolo, voleva davvero capire cosa intendesse con quell'insieme. "Non mi piace leggere ad alta voce, ho bisogno di tranquillità." senza aggiungere altro si sistemò sotto le coperte, si coprì col lenzuolo e continuò a guardarlo dato che l'altro lo stava ancora fissando. "Cosa vuoi?"

La pioggia era molto forte, batteva sulle grondaie e risuonava in tutto l'edificio in modo chiaro — il temporale era ufficialmente iniziato, c'erano fulmini e tuoni, il vento entrava nella cappa del camino e produceva dei suoni terrificanti, spesso si sentivano anche rumori di oggetti che cadevano all'esterno dell'abitazione. Era senza dubbio spaventoso, ma loro erano al sicuro quindi dovevano stare tranquilli, sarebbe passato tutto. Per Chanyeol, non associare quel temporale a quello di sedici anni prima era molto difficile — dopo quello che aveva sperimentato quella notte, le stesse sensazioni di terrore e solitudine lo affliggevano ogni volta, la sua paura non derivava dal temporale, da un paio di fulmini o di tuoni, ciò che lo faceva preoccupare era quello che era successo. Come era cambiata la sua vita dopo che quel temporale finì e il sole ritornò a splendere, per tutti tranne che per lui. "Da piccolo andavo sempre nel letto dei miei genitori quando c'era un temporale." mormorò, inumidendosi le labbra e arrotolando le lenzuola intorno alle proprie dita. "Mi sentivo più protetto e al sicuro, anche se i suoni che potevo sentire all'esterno erano spaventosi loro mi facevano sentire bene, sapevo che non sarebbe successo niente. Posso mettermi vicino a lei?" domandò senza scomporsi troppo. L'altro ragazzo, esternamente cercò di non avere nessuna reazione. Deglutì e fece comparire un sorriso sul suo volto, girò la testa fino a guardarlo e poggiò una mano sulla parte libera del letto. "Non darò fastidio."

Chanyeol cercava una risposta, così sbuffò qualcosa. "Fai come vuoi."

"Lo prenderò come un sì." sgattaiolò fuori dalle proprie lenzuola e si sedette sul letto del maggiore, era quasi sorpreso dalla morbidezza di quel materasso, ci era come sprofondato dentro. Sollevò le lenzuola e se le portò fin sopra il petto, guardò il principe e lo vide mettere in alto il libro in modo da permettere ad entrambi di leggere. "Così neanche lei avrà paura."

"Io non ho paura, puoi restare finché non finisce il temporale."
"Va bene, va bene. Leggiamo ora, al villaggio non avevo mai tempo di farlo."

Quando Chanyeol riaprì gli occhi, si spaventò e sobbalzò, facendo cadere il libro con il quale aveva dormito sul viso tutta la notte. Inutile dire che non fu solo lui quello a spaventarsi ma anche Baekhyun che — sentendo quel rumore — si svegliò e strinse a sé la prima cosa che trovò sottomano, ovvero il braccio di Chanyeol, di nuovo. "Che cazzo stai facendo?" domandò, ancora mezzo addormentato, stordito e incapace di urlare troppo. "Mi sembrava di averti detto di andartene una volta finito il temporale." guardò fuori dalla finestra e vide che il cielo era chiaro, non c'era neanche una nuvola e si intravedeva solo l'azzurro — non era solo arrivato un nuovo giorno, era anche del tutto passato il temporale. Era sollevato e sperava che non avesse fatto troppi danni durante la notte.

"Devo essermi addormentato, questo letto è proprio comodo." si giustificò, guardandosi il braccio. "Mi ha preso per il suo pupazzetto, scusi?" 

"Mi hai fatto saltare in aria, mi sono spaventato per colpa tua." lo lasciò andare e si rimise a letto, con non-chalance si portò le coperte fin sopra la testa e chiuse gli occhi. Voleva provare a dormire, anche se sapeva benissimo che non avrebbe mai ripreso sonno.

"Non ha nessun impegno oggi?"
"Sì, far riposare la mia faccia. Buonanotte e non disturbarmi."
"Ciao piccolo!"

Il dottore aveva fatto rientrare il cane in casa, ovviamente era corso da Chanyeol e gli era letteralmente saltato addosso. Continuava ad abbaiare, a quel punto Baekhyun si sollevò scocciato. Aveva tutti i capelli scompigliati, il minore non riuscì a trattenere una risata. "Perché ridi? Mi stai disturbando e ti avevo detto di stare zitto, fai stare zitto quell'animale."

"Non fare rumore Toben, il principe si è svegliato con la luna storta." mormorò, abbastanza forte da farsi sentire dal ragazzo che si diresse violentemente verso di loro.

"Spero che tu sia bravo nella lotta libera così come lo sei con la scherma perché sto per strozzar—." non riuscì neanche a mettergli le mani addosso che Chanyeol reagì, lo afferrò facendolo voltare e bloccandogli i polsi contro il letto in modo deciso. Lo guardò sorridendo e Baekhyun rimase in silenzio, non era riuscito a fare niente, non aveva reagito minimamente. I riflessi del minore erano senza dubbio ottimi, pur essendo svenuto e nonostante avesse avuto l'influenza, la forza che aveva nelle mani era comunque tanta, stava premendo abbastanza forte da fargli male.

"Vuole vedere come si strangola veramente qualcuno? Scommetto che non lo ha mai fatto." vista quella domanda il principe deglutì e sorrise, provò a sollevare una gamba per colpirlo ma Chanyeol gliel'aveva bloccata con la propria non appena lo aveva sentito muoversi. Si sedette su di lui e continuò a guardarlo dritto negli occhi. "Nella lotta libera sono molto più bravo che nella scherma, come forse sa, al villaggio è necessario sapere come difendersi per evitare di essere derubati o uccisi. Ora le avrei ferito una delle due braccia o gliele avrei immobilizzate entrambe, avrei fatto così." gli lasciò libero un polso, Baekhyun non provò neanche a muoversi. "Userei la mia mano libera." gli poggiò la mano destra contro il collo. "E finirei il mio lavoro. È un po' troppo grafico per lei, principe?"

"Lo hai mai fatto?" domandò, Chanyeol non rispose. "Hai mai strangolato qualcuno?"

Sorrise e smise di premere, gli accarezzò piano il collo e si allontanò. "Non ho mai ucciso nessuno, se la domanda mirava a questo. Non ho mai avuto bisogno di farlo." portò una mano sulla testa del cagnolino che era saltato sul letto e che si accoccolò lì, poi guardò Baekhyun, era ancora seduto di fronte a lui. "Ma mi è capitato spesso di dover difendere persone a cui tenevo e me stesso, non è stato semplice imparare tutto da solo."

"Eppure sei bravo." disse piano, ancora un po' scosso. "Penso che riusciresti ad uccidermi in qualunque momento."

"Si figuri, non voglio ucciderla. È così gentile con me e mi ha lasciato pure dormire nel letto insieme a lei." si voltò e si mise di fianco a lui, tenendo ancora in braccio il cane. Ruotò la testa e lo guardò. "Può anche tornare a dormire, non farò rumore."

"Non ho più sonno." mormorò, tirando su le gambe e abbracciandole, aveva poggiato la testa sulle ginocchia e stava guardando il barboncino. "Piuttosto, potremmo portarlo a fare una passeggiata. Oggi ho la mattinata libera e non so come impiegare il mio tempo, di pomeriggio ho un incontro con la mia sposa."

"Si sposa?" domandò, spalancando gli occhi. Baekhyun sorrise.

"Ho ventisette anni e mio padre sta diventando vecchio, devo farlo. È la principessa del regno qui vicino." storse il naso e lo guardò. "Ma non mi interessa minimamente, e neanche a lei. Non ci amiamo neanche un po' se devo essere sincero."

"Il fatto è che lei è un principe e non può sposare una ragazza qualunque, deve essere una principessa. Se lei è l'unica disponibile ben venga, imparerà ad apprezzarla col tempo."
"Già, lo spero. Purtroppo noi principi siamo obbligati, lo sai? Sposarci, fare figli, se vogliamo che la nostra dinastia vada avanti dobbiamo farlo."
"Non mi sembra molto entusiasta della cosa."

Baekhyun sorrise e si sollevò, poi gli afferrò il braccio. "Infatti non lo sono, andiamo a passeggiare." detto ciò uscirono dall'abitazione in silenzio, il cane si diresse subito verso le aiuole per andare a fare i suoi bisogni e loro si sedettero sul muretto della sera prima per aspettare che finisse. "Mio padre mi ha detto che lui ha amato la mamma fin dal primo giorno, è possibile?"

"Nessuno mi ha mai fatto sentire così quindi personalmente non ci credo." sorrise. "E io non sono obbligato a sposarmi quindi ben venga, se troverò qualcuno sarò felice, altrimenti..." Chanyeol non era mai stato innamorato, aveva sempre avuto cose migliori a cui pensare e aveva quasi sempre vissuto in situazioni che gli impedivano di focalizzarsi sulla vita amorosa, aveva avuto le sue esperienze più o meno importanti ma che non lo avevano mai cambiato, non lo avevano segnato, fatto riflettere, erano sempre state cose passeggere e di poco conto. "Non so se l'amore esiste, se si è costretti a sposare qualcuno... quello potrebbe diventare amore, ma sarà eterno?" fece una smorfia. "Se due persone sono legate da un sentimento più profondo invece, qualcosa che va al di là della costrizione, anche se non staranno insieme, anche se non potranno mai amarsi liberamente saranno comunque anime gemelle. E a quello ci credo, capisce cosa intendo?" sorrise. "C'è qualcuno per chiunque, dobbiamo solo sperare di trovarlo e di non perdere l'occasione, dobbiamo coglierla al volo quando il nostro istinto ci dice di farlo, lui non sbaglia mai."

Annuì e lo guardò. "Allora, Chanyeol —."

"Byun Baekhyun!" sentirono urlare da una voce molto forte, si voltarono entrambi a causa dello spavento improvviso e per la prima volta il principe sembrava veramente terrorizzato da qualcuno. Chanyeol all'inizio non capì cosa stesse succedendo, naturalmente gli bastò osservare l'uomo per rendersi conto di chi fosse e di cosa stesse succedendo. Nessuno avrebbe osato dire una parola, tuttavia Baekhyun fu costretto a parlare altrimenti gli sarebbe successo chissà cosa.

"Padre?
 


 

a/n: ciao lettori! spero che vi stia piacendo questa storia, mi sto impegnando molto per scriverla in modo grammaticalmente corretto e il più decente possibile, non per essere modesta ma sono mesi che non ero così soddisfatta di qualcosa che scrivevo, il risultato finale mi sta piacendo molto.

so che spammare sotto le proprie storie non è elegante ma volevo chiedervi di lasciare una recensione per farmi sapere cosa ne state pensando voi, personalmente. io ne sono felice ma mi piacerebbe sapere se anche voi trovate piacevole leggerla, se c'è qualcosa che non va, insomma, tutto quello che vi passa per la testa, se qualche anima buona ha voglia di farmi sentire meglio con quello che scrivo e vorrebbe commentare, mi sentirei più serena.

tutto qui! spero che lo spam tattico non vi abbia dato fastidio, molti altri capitoli arriveranno prestissimo, stay tuned 

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Capitolo 6
*** sei ***


"Mi spieghi che cosa stai facendo? Dovevamo vederci stamattina nella sala da pranzo, abbiamo aspettato lì per quasi un'ora e nel frattempo ti ho fatto cercare per tutto il castello ma di te non c'era traccia! La principessa ti sta aspettando, vuoi degnarti di venire a salutarla? Ti comporti come se non fossi destinato a passare il resto della tua vita con lei. Hai quasi trent'anni, Baekhyun, smettila con le cazzate." era decisamente arrabbiato, le guardie che si trovavano rispettivamente alla sua destra e alla sua sinistra erano impassibili, anche loro intimidite dall'atteggiamento del re. "Chi è questo? È lui che ti sta trattenendo?"

Chanyeol provò a dire qualcosa ma il principe parlò più in fretta di lui, doveva assolutamente impedirgli di aprire bocca davanti a suo padre, avrebbe combinato solo casini altrimenti. "Posso spiegare." parlò, il suo tono di voce era per lo più cauto. "Primo, credevo che l'incontro con la mia futura moglie fosse oggi pomeriggio. Secondo, ho lavorato con il dottore ieri, avevamo delle cose da sistemare e ho approfittato della mia serata libera per farlo — una volta finito ha cominciato a piovere e non sono potuto tornare al castello." respirò profondamente, l'espressione con cui lo stava guardando lo terrorizzava. "Lui è uno degli operai che sta prendendo parte ai lavori all'impianto idrico, non mi stava affatto trattenendo."

"Ah no? Eppure non mi sembra che stia lavorando."
"L'altro giorno è svenuto per essersi sforzato troppo e il dottore lo sta tenendo sotto controllo, ha ancora la pressione bassa e non può sforzarsi o la febbre salirà di nuovo."
"E perché tu sei con lui?"
"Il dottore ci ha chiesto di portare fuori il cane dato che era molto impegnato, così lo abbiamo fatto." mentì.
Parlò dopo una lunga pausa. "Va bene, ti credo. Tu, prendi il cane e torna dal medico, intesi?" una volta udito quell'ordine Chanyeol corse verso il barboncino, lo prese in braccio e camminò velocemente verso la struttura. "Tu vieni con me invece, dobbiamo parlare."

Il minore era terrorizzato, aveva rischiato grosso. Il dottore lo vide un po' scosso e gli chiese se ci fosse qualcosa che non andava, lui disse che era tutto a posto. Non era affatto così. L'uomo che avrebbe dovuto uccidere lo conosceva, aveva visto chiaramente il suo volto, probabilmente si sarebbe informato e avrebbe chiesto il suo nome. Sperava che non si ricordasse di lui. Sperava che non succedesse niente, che riuscisse comunque a mettere in atto il suo piano, che andasse tutto bene. Sperava che non facesse niente a Baekhyun — non sapeva come mai aveva pregato perché non succedesse niente al principe, ma lo aveva fatto. Non riusciva più a capire come si sentisse, voleva solo che quella situazione si risolvesse in fretta, voleva ucciderlo e voleva andarsene, voleva tornare alla sua vita, non ce la faceva più ad essere sottoposto a tutto quello stress.

Si sedette sulla poltrona dato che il dottore gli aveva chiesto di sistemare dei fascicoli per lui e se ne occupò lì, non appena finì di fare ciò che gli era stato domandato cadde in un sonno profondo, con Toben sulle sue ginocchia. Quando il dottore lo svegliò era già ora di pranzo, dato che si trovava con lui nell'infermeria gli venivano consegnati pasti deliziosi, quello del giorno comprendeva del pollo — il migliore che avesse mai mangiato. Eppure non riusciva ad essere tranquillo, c'era una brutta sensazione che gli impediva di rilassarsi completamente, non riusciva a capire cosa fosse ma non riusciva neanche ad ignorarla. Di pomeriggio portò di nuovo il cane a fare i suoi bisogni, spostò lo sguardo verso il castello ma non si intravedeva nessuno, né il principe, né il re, né la sua futura moglie... sperava solo che a causa di quella donna Baekhyun non si dimenticasse di lui, aveva bisogno delle sue attenzioni per mettere in atto il piano che stava progettando attentamente nella sua testa.

Quando qualcuno bussò alla porta Chanyeol si allarmò — successe molte altre volte, un sacco di persone andavano dal dottore per farsi visitare, ormai non lo sorprendevano più. Verso le otto di sera, quando stava consumando la sua cena guardando la copertina di uno dei libri che aveva recuperato dal comodino, l'ennesima persona bussò alla porta, stavolta si trattava davvero di lui. Certo, trovandosi nella sua stanza Chanyeol non se ne rese neanche conto, la porta si aprì e guardò confuso verso di essa con degli spaghetti di riso che gli penzolavano giù dalle labbra, credeva che fosse il dottore — invece vide Baekhyun e sorpreso mangiò velocemente, mettendosi la mano davanti al volto e cercando di ricomporsi. "Finisci pure." rispose, il suo respiro era affannoso e ciò che fece fu sedersi sul letto di fianco al suo. "Me ne vado subito." fece una lunga pausa, Chanyeol non poteva parlare perché stava ancora cercando di deglutire senza farsi andare storta la cena. "Sono solo venuto a chiederti scusa."

"Chiedermi scusa?" domandò, ingoiando il resto degli spaghetti. "E per cosa?"

"Per quello che è successo stamattina, mio padre non è stato gentile."
"Non fa niente. Con lei è stato gentile, spero."
"Non lo è mai con me."
"Ah — allora, com'è andata con la sua futura moglie, invece?" si finse interessato alla questione.

Baekhyun ridacchiò e si tolse le sue scarpe nuove — che si erano rivelate estremamente scomode, voleva distendersi almeno per un paio di minuti sul letto dato che i piedi gli facevano male a causa di quelle suole tanto dure. "Abbiamo parlato del regno, cose del genere. Mio padre sta ancora bene e anche il suo di padre, non penso che saremo costretti ad andare a vivere insieme per un bel po', io non lascerò comunque il mio castello, non lo farei per niente al mondo. Continua a mangiare, ti ho detto."

Il suo castello, a Chanyeol vennero i brividi. Non era così. "Non fa niente, finisco dopo." aveva poggiato il piatto sul comodino insieme al bicchiere pieno di una strana medicina che gli era stata ordinata di bere, aveva un sapore orribile e non riusciva a mandarla giù. "Domani torno a lavoro, sto meglio. Sarei tornato anche se fossi stato male, sono stanco di stare qui ad aiutare il medico con le sue cose e a non fare niente. Mi annoio."

"A proposito di domani, farò venire delle guardie a prenderti molto presto, ti porteranno al dormitorio così potrai darti una sciacquata e dopo andrai a lavorare, va bene?"

"Sembra quasi una minaccia."
"È un trattamento speciale."
Sorrise e cambiò discorso. "Prima stava dicendo qualcosa, di che si trattava?"
"Cosa? Quando?"
"Poco prima che suo padre ci interrompesse."

Baekhyun si alzò e si rimise in fretta le scarpe. "Non ricordo, probabilmente non era niente di importante. Adesso devo andare via perché ho un impegno."

"Pensavo che sarebbe potuto restare, avremmo finito di leggere quel libro visto che non ce ne sarebbe più stata l'occasione, domani ricomincio a lavorare dopotutto." disse, riprendendo tra le mani la sua ciotola di spaghetti dato che il principe si era ormai avvicinato all'uscio della porta ed era chiaro che sarebbe andato via — guardarono entrambi il libro che avevano letto insieme la sera precedente, era sul comodino, c'era ancora il segnalibro che aveva lasciato al suo interno Baekhyun. "Ma se ha un impegno così importante..."

"Devo andare." ripeté, guardandolo in modo quasi triste. "Stai attento domani, se svieni di nuovo non ti andrà bene come stavolta."

"Recupererò tutto quello che non ho fatto in questi giorni, glielo assicuro. Arrivederci." sollevò la mano e lo vide andarsene, non appena uscì, il sorriso sul viso del minore scomparve. Non riusciva a capire perché provasse simili sensazioni, non gli piacevano per niente. C'era qualcosa in Baekhyun che lo faceva sentire strano, aveva davvero oltrepassato metà castello solo per andare da lui a scusarsi? Gli sembrava assurdo. Non ci pensò troppo, lasciò accesa una delle due lampade ad olio e lesse fino ad addormentarsi. Gli piaceva leggere, lo aiutava a teletrasportarsi in un'altra dimensione, era perfetto per staccare un po' dalla realtà quando quest'ultima diventava oppressiva e monotona.

Sentì qualcuno scuotergli ripetutamente una spalla, ormai si era quasi abituato a svegliarsi in modo così brusco ogni mattina. Aprì gli occhi e vide degli uomini in divisa rispettivamente ai due lati del letto. "Park Chanyeol? Siamo qui per scortarti al dormitorio prima dell'inizio dei lavori."

Camminarono in silenzio per tutto il tempo, Chanyeol si sentiva distrutto. Respirava profondamente, cercava di trattenere più aria possibile, di farlo lentamente, eppure la tensione che stava provando in quel momento lo stava lacerando dall'interno. Gli mancava l'aria. Dopo un lasso di tempo che gli parve eterno, raggiunse la porta della sua stanza. La aprì senza problemi, era sempre possibile farlo a meno che non l'avessero chiusa a chiave cosa che era severamente vietata, i possessori delle camere potevano farlo solo durante i momenti di allarme e di panico generale. "Grazie." parlò piano, i due uomini annuirono e lo lasciarono stare. Inutile dire che i suoi compagni di stanza stavano ancora dormendo vista l'ora, si allarmarono un po', qualcuno era entrato nella loro stanza e non sapevano chi fosse. Non appena riconobbero Chanyeol si rilassarono, Minseok corse da lui e gli mise una mano sulla spalla, poi lo guardò.

"Ci siamo preoccupati tantissimo e abbiamo pensato solo a te, a quando e se saresti tornato, stai bene?" chiese, gli fecero tutti un milione di domande ma lui rimase zitto. "Stai meglio ora, vero? Sembri stanco."

"Ho solo bisogno di una doccia." fu l'unica cosa che disse, dopotutto non ne faceva una da due giorni. Andò a chiudersi in bagno e accese subito l'acqua calda, i tre ragazzi si guardarono, quello che potevano fare era aspettare. Non appena — una decina di minuti dopo — ritornò da loro, ciò che fece fu dirigersi verso l'armadio in comune e recuperare dei vestiti puliti. "Posso metterli? Non so che fine abbiano fatto i miei, forse sono rimasti nella lavanderia dell'infermeria." chiese, guardando i suoi compagni.

"Certo che puoi." stavolta, a parlare fu Jongdae. Non sapeva come aprire il discorso, il ragazzo sembrava non voler dire niente a riguardo. "Chanyeol, sei svenuto davanti ai nostri occhi e sei stato via per due giorni, non hai veramente niente da dirci?" chiese, non volevano in alcun modo forzarlo, ma visto come si stava comportando era ovvio che non stesse bene e volevano aiutarlo, ci tenevano alla sua salute. "Puoi parlare con noi, lo sai."

"Non è successo niente di eclatante, mi hanno dato delle medicine che mi hanno fatto stare meglio, mi sono alzato presto stamattina e sono stanco visto che non ho dormito molto bene. Non dovete preoccuparvi." tuttavia, il modo in cui parlava non lasciava trasparire nulla di buono.

"È successo qualcosa con il principe?" domandò Sehun, se tutti si preoccupavano il motivo era soprattutto quello.
"Niente di serio."
"Quindi è successo qualcosa."
"Vi ho detto di no, che non è niente di troppo strano, potremmo aver dormito insieme, nient'altro."
"Cosa?!"

Sorrise e si sollevò, guardandoli. "È successo la notte del temporale. È rimasto a dormire nell'infermeria e ci siamo messi a leggere un libro insieme, poi ci siamo addormentati."

"Bella merda." esordì Minseok. "E stai male per questo?"
"Non è vero che sto male, non ho mai detto di stare male e anche se fosse non sarebbe per un motivo così stupido."
"E qual è il vero motivo?"

Si coprì col lenzuolo e infilò la testa sotto il cuscino. "Sentite, tra poco dovremo andare a lavoro, voglio riposarmi almeno un altro po' perché preferirei arrivare lì riposato per evitare di svenire di nuovo. Non mi va di parlarne."

Alla fine si arresero, era evidente che non avesse intenzione di fargli sapere cosa c'era che lo tormentava, insistere avrebbe solo peggiorato le cose. Anche se mancava poco meno di mezz'ora provarono tutti a riposare qualche altro minuto, sapevano a cosa sarebbero andati in contro, era la scelta più saggia. Quando vennero svegliati gli sembrava di aver chiuso gli occhi solo per un paio di secondi, si diressero nella sala grande per fare colazione, in quel momento tutti guardavano Chanyeol in modo strano. Si sentiva osservato, era orribile, era come se avesse fatto chissà cosa e tutti stessero parlando di lui alle sue spalle — il fatto era, lui non aveva fatto niente, non capiva perché facessero così. Minseok gli mise una mano sulla spalla e sorrise per consolarlo, era felice che quelle persone che conosceva da così poco si preoccupassero per lui. Gli rivolse uno sguardo tranquillo e gratificante e dopo aver recuperato i vassoi andarono a sedersi ai primi posti liberi che trovarono, poi cominciarono a mangiare. Avevano pochissimo tempo a disposizione la mattina, a pranzo potevano fermarsi lì un po' di più, per quello era il momento della giornata preferito di tutti. Diedero ai ragazzi il tempo di finire e li scortarono dietro le mura del castello, dove la prima parte dell'impianto stava prendendo vita.

"Abbiamo provato a mettere in funzione il percorso e non ci sono stati problemi, ma ovviamente l'acqua è sgorgata nel terreno visto che non abbiamo terminato l'assemblaggio delle tubature. Ce ne manca ancora un bel po', preferisco non ricoprire tutto perché in caso di problemi dissotterrarlo sarebbe complicato, aspettiamo di essere sicuri che funzioni." spiegò il direttore a chi, a causa di qualsiasi motivo, era stato assente negli ultimi giorni e aveva bisogno di un riepilogo della situazione. Tra quelli c'era anche Chanyeol, ascoltò attentamente e si mise a lavoro.

Cercava di non sforzarsi troppo, di fare delle pause ogni tanto, per fortuna delle nuvole avevano coperto il sole e stavano rendendo il tutto meno difficile, almeno non faceva caldo come la scorsa volta. Nonostante le difficoltà riuscì a concentrarsi e a fare un buon lavoro, ogni tanto la sua mente viaggiava altrove ed era difficile fermarla, si chiedeva come fosse possibile avere certi pensieri e non riusciva a trovare una risposta che avesse senso. Durante la pausa pranzo andò a mettersi in fila per lavarsi le mani a una fontanella che si trovava lì vicino, i ragazzi che si occupavano di preparare i pasti erano già arrivati e avevano portato qualcosa per tutti. Erano passate cinque ore o più, ma la sensazione di disagio non era andata via, anzi, era diventata più forte. Si sentiva osservato, giudicato, sperava che fosse solo tutto nella sua testa. Era quasi arrivato il suo turno e stava pensando a cosa avrebbe potuto mangiare, quando qualcosa, anzi, qualcuno lo distrasse. "Mi sembrava strano che il principe non ti avesse cacciato, ti stai facendo usare da lui, non è così?" domandò un ragazzo con cui non aveva mai avuto niente a che fare, toccandogli in modo insistente la schiena. "Ho sentito parlare di te, e sappi che qui non c'è posto per —."

"Non toccarmi con quelle mani."
"Come?" ridacchiò. "Sono serio, non ho sentito quello che hai detto."
"Non lo ripeterò."
"Il moccioso mi sta minacciando! Cosa sei capace di fare? Vuoi inginocchiarti anche per m—."

Chanyeol non gli permise di finire la frase, la sua mano si mosse da sola in realtà, non appena lo colpì in pieno volto sentì un dolore lancinante alle nocche. Una folla di persone si avvicinò a loro, non volevano intromettersi perché avevano paura, a nessuno piaceva restare coinvolto in quelle questioni. Il ragazzo si alzò e provò a colpire Chanyeol che però riuscì facilmente a schifare il colpo. Purtroppo riuscì a prenderlo in braccio ed essendo più forte di lui lo scaraventò senza problemi contro il muro — una scarica di dolore attraversò il suo corpo, dalla testa ai piedi. "Che stai facendo? Sei impazzito?" urlò qualcuno, facendosi spazio e raggiungendo Chanyeol che era disteso a terra. "L'altro giorno è svenuto, non è in forze e te la prendi con un ragazzo così debole?"

"Ti consiglio di toglierti, non ho ancora finito."
"Io credo proprio di sì, invece." parlò Sehun, avvicinandosi a lui e mettendogli una mano sul petto. "Allontanati."
"Sì, va' via!" disse Jongdae.

Chanyeol tossì e si portò una mano sul labbro, poi la allontanò per osservarla. Non stava sanguinando, ciò che gli faceva male più di ogni altra cosa era la schiena, era caduto in modo molto brusco. "Ce la fai ad alzarti?" chiese Minseok, prendendolo per le mani e provando a tirarlo su. "Questo non è affatto positivo, Chanyeol. Le risse sono severamente vietate... un sacco di ragazzi sono stati sbattuti fuori per questo motivo."

"Non era una rissa." tossì e riuscì a fatica ad alzarsi, si fece poi accompagnare alla fontana per lavarsi le mani che erano sporche di terra e fango, rosse e doloranti. Si sedette di nuovo lì dato che camminare era difficile. "È stato solo un piccolo fraintendimento."

"Il destro che gli hai mollato non era tanto piccolo, però." gli fece notare Sehun. "Tranquillo, tutti siamo stati pestati almeno una volta, l'importante è imparare a farsi rispettare. Ci saremo sempre noi a proteggerti, finché non capiranno che è meglio lasciarti stare."

Sorrise e annuì come per ringraziarli, in quel momento si sentiva imbarazzato e ferito, il suo orgoglio era stato pesantemente intaccato e avrebbe voluto solo tornare indietro per dare lui stesso una lezione al ragazzo che lo aveva messo al tappeto. "È meglio se andate a prendere da mangiare, la pausa pranzo non durerà in eterno, non statemi dietro." era frustrante essere debole, lo detestava.

"Io resto con lui, non riesce ancora ad alzarsi." disse Sehun, cercando di farsi capire dai suoi due compagni. "Voi portateci il pranzo, okay?" si allontanarono e quest'ultimo si sedette di fianco a Chanyeol, voleva provare a consolarlo. "Anche a me lo hanno fatto, lo sai? Picchiarmi, chiamarmi la sua bambola, il suo cagnolino, cazzo, so che è incredibilmente fastidioso ma purtroppo al castello le voci circolano, in fretta pure. Devi riuscire a metterle a tacere e non avrai problemi di questo tipo, capisci cosa intendo?"

"Sehun, non c'è niente tra me e il principe, non ha senso che pensino una cosa del genere." parlò. Il suo piano era quello di avvicinarsi a lui, ma se veniva giornalmente picchiato e fosse stato espulso dal castello? Non poteva permetterselo, doveva mostrarsi in quel modo, disinteressato. "Tu sei qui da anni, come posso fare per togliere di mezzo queste voci?"

Portò un dito sul suo braccio, aveva strusciato il gomito contro il muro e stava sanguinando, non se ne era neanche reso conto. "Non sei tu che puoi deciderlo, ma Baekhyun. Dipende da come lui si comporta con te, tu non puoi fare niente a parte negare, continua a farlo e prima o poi si stancheranno." lo vide lamentarsi e gli poggiò una mano sulla schiena. "Ti fa male?"

"Da morire, spero che mi passi." sospirò e guardò il pavimento, poi si portò la testa tra le mani. "Sono stato uno stupido."

"Spera solo che lui non dica niente in giro perché potresti passare dei guai molto seri se un responsabile della sicurezza lo venisse a sapere."
"E da quando a loro importa di noi?"
"Beh, diciamo che ci provano." sorrise.

Mangiarono velocemente dato che avevano già perso molto tempo e, dopo essere andati in bagno, si rimisero a lavoro. Chanyeol si stava pian piano sentendo meglio, non era più sul punto di svenire costantemente, si ci era messa la schiena a dargli fastidio però — chissà che livido enorme avrebbe trovato quella sera, una volta che avrebbe controllato di fronte allo specchio il punto che continuava a fargli male. Fece buio in fretta a causa delle nuvole cariche di pioggia, per cui i ragazzi, dopo una cena non troppo sostanziosa vennero tutti rispediti nelle loro camere. 

La prima cosa che fece Chanyeol, fu sdraiarsi sul letto e lamentarsi ad alta voce. "Quel bastardo ti ha proprio fatto male, non ti è ancora passato?" domandò, sedendosi accanto a lui e tastandogli uno dei punti che anche il minore continuava a toccare. "Vuoi un massaggio? Jongdae può fartene uno, è bravo."

"Per quanto possa essere bravo, se è sbattuto in quel modo contro il muro e subito dopo a terra c'è poco da fare. Posso provare, però. Magari dopo una dormita starai ancora meglio."
"Non fa niente, voglio solo dormire, mi passerà da solo. Sono stanchissimo."
"Sicuro?"
"Sì, grazie."

Sospirarono e ognuno andò a sedersi sul proprio letto, erano calmi in quel momento, una lunga giornata era finalmente finita. Passarono un paio di ore, era ormai quasi ora di andare a letto e il corridoio era deserto, erano tutti rinchiusi nelle proprie stanze come da regolamento. Chanyeol stava dormendo beatamente, così come i suoi compagni di stanza che si svegliarono non appena sentirono qualcuno bussare alla porta. "Permesso." era una voce femminile, parlava piano. "Scusate se vi ho svegliati. È questa la camera di Park Chanyeol?"

"È lui." Sehun lo indicò, il ragazzo stava ancora dormendo. "Perché lo stai cercando?"

"Il principe Byun richiede urgentemente la sua presenza."

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Capitolo 7
*** sette ***


"Chanyeol, svegliati." il ragazzo udiva in modo chiaro quelle parole ma era talmente stanco da non riuscire a fare niente. Certo, visto il casino che i suoi compagni di stanza stavano provocando fu quasi costretto ad aprire gli occhi per cercare di capire cosa si stesse perdendo, li guardò e li scorse tutti intorno al suo letto, cos'era successo di tanto eclatante? Con loro c'era una ragazza che non aveva mai visto prima, forse c'entrava qualcosa lei. "Chanyeol." Minseok lo richiamò ancora, dandogli uno schiaffo leggero sul viso. "Chan!"

"Che è successo?" qualcosa scattò dentro di lui e si alzò di colpo, battendo la testa contro la mensola che era stata stupidamente posizionata proprio sul suo letto. La ragazza lo guardò, era un misto tra lo scioccato e il divertito vista la sua goffaggine. "Chi è lei?" chiese poi, massaggiandosi la testa con la mano, ormai ogni parte di lui faceva male.

Sehun lo aiutò a sollevarsi, capì che di sicuro provava ancora svariati dolori alla schiena dato che l'espressione che assunse non appena si mosse fu chiaramente di puro dolore. "Il principe vuole vederti." gli fece sapere, indicando la ragazza con lo sguardo. "Datti una sistemata, ti accompagnerà da lui."

Deglutì e si voltò, mise i piedi a terra e chiuse gli occhi per qualche secondo. "Penso di essere nei guai." il tempo di bere dell'acqua, lavarsi il viso e mettersi le scarpe e si ritrovò nel corridoio, a camminare di fianco a quella giovane. Il principe lo aveva convocato a quell'ora, perché? Si era appena liberato dai suoi impegni? O forse... perché i corridoi erano deserti e nessuno avrebbe visto niente? Qualcuno gli aveva riferito quello che era successo, ne era certo. Sicuramente lo avrebbe sgridato e mortificato, era una delle giornate peggiori della vita di Chanyeol che non solo provava dolore fisico dalla testa ai piedi, ma era anche distrutto a livello mentale e stava per ricevere l'ennesima brutta notizia, era pronto a mollare tutto, sentiva come se continuare con quella farsa non ne valesse la pena, non era abbastanza forte. "È questa la stanza." mormorò, una volta che si ritrovarono davanti all'enorme porta di legno scuro che riconobbe subito. La cameriera bussò, Baekhyun non ci mise troppo ad aprire, era vestito con un abito da notte e portava sulle spalle una vestaglia di colore nero, indirizzò un cenno della testa alla ragazza che si allontanò lasciandoli da soli. "Buonasera." parlò il minore, era molto spaventato dal suo atteggiamento e da quello che sarebbe successo — il principe chiuse la porta della stanza a chiave e lo guardò negli occhi.

"Non è affatto una buona sera. Perché non ti siedi? Mi hanno detto che non sei in ottime condizioni dopo la tua prima rissa qui al castello. È stato divertente?" parlò, dirigendosi verso il tavolino che si trovava contro il muro e versando in un calice un po' di vino rosso. Chanyeol avrebbe tanto voluto mantenere vivo il suo orgoglio, ma la sua schiena implorava pietà così si diresse verso il letto e si sedette lì. Era sfatto, morbidissimo e pieno di cuscini — sembrava anche fin troppo regale, ma non era il momento di concentrarsi su quello, non sarebbe riuscito a farlo neanche volendo visto il modo in cui lo stava fissando il principe, si sentiva dannatamente sotto pressione.

"Chiedo umilmente perdono, le spiegherò com'è andata se promette di credermi." mormorò, era anche parecchio intimidito dall'arredamento della stanza oltre che dalla situazione, le lampade ad olio erano tante e posizionate in molti punti della camera, le tende che si trovavano lungo le finestre lo facevano sentire quasi rinchiuso lì dentro, si sentiva mancare l'aria ma doveva restare calmo.

"Non ti prometto un bel niente, racconta e basta." sputò acido lui, era chiaramente arrabbiato e il minore capì che c'era ormai poco da fare.

Chanyeol annuì e poggiò entrambe le mani sul materasso, provando a distendere meglio la schiena per alleviare il dolore. "Era appena cominciata la pausa pranzo e ci siamo messi tutti in fila per lavarci le mani, c'era questo tizio dietro di me, di cui non conosco neanche il nome. Ha cominciato a toccarmi e a provocarmi, gli ho chiesto di smetterla ma lui ha continuato, così gli ho dato un pugno." sorrise leggermente. "Solo che mi sono distratto, non ho giocato bene le mie mosse e lui mi ha preso e mi ha lanciato contro il muro, sono caduto a terra e ho battuto la schiena."

"E questa cosa ti fa ridere? È un comportamento molto grave che non tollero assolutamente."
"Avrei dovuto lasciare che continuasse ad infastidirmi?"
"Cosa ti ha detto, in particolare?"
Chanyeol sbiancò, non poteva dire la verità. "Mi ha detto... mi ha chiamato stronzo."
"Dovrei crederti? Lo hai davvero colpito per questo?"
"Ciò che mi ha dato più fastidio in assoluto è stato il fatto che mi abbia toccato, è una cosa che detesto." sperò che se la bevesse.

Baekhyun sospirò, si era sollevato e stava cercando qualcosa in uno dei cassetti. "Ti fa ancora male la schiena, immagino. Continui a fare quell'espressione da coglione che sta soffrendo e nonostante io sia tremendamente amareggiato dal tuo comportamento non posso non aiutarti." tirò fuori un barattolo e lesse ciò che c'era scritto sull'etichetta, si avvicinò a lui e glielo passò. "Metti questa."

"La ringrazio." mormorò, poggiandolo sul letto e togliendosi la maglietta. Baekhyun lo guardò inarcando un sopracciglio.

"Non ho mica detto di farlo qui e ora, non puoi aspettare?" domandò contrariato, scuotendo la testa e sedendosi su una delle due poltrone presenti di fronte al letto. Chanyeol fece per rimettersi la maglia ma il principe aggiunse qualcosa. "Ormai finisci pure, tanto non hai la minima idea di cosa significhino le regole. Lo sai, se avessi dovuto darti un pugno per ogni cosa sbagliata che hai detto o che hai fatto da quando sei arrivato al castello non so in che condizioni saresti a quest'ora."

"Non riesco ad arrivare nel punto che mi fa male da solo, non ci avevo pensato prima. La metterò una volta tornato in camera." fece una piccola pausa. "Mi dispiace tanto se il mio comportamento è stato così riprovevole."
"Avrei dovuto cacciarti per quello che hai fatto."
Il minore esitò. "E perché non lo fa? Così non mi sentirò più come se fossi trattato in modo speciale, non capisco cosa pensa di me."

Il principe ridacchiò e Chanyeol capì che forse quello non avrebbe dovuto dirlo. "Bella domanda. Ti tratto in modo speciale? Stavo solo cercando di darti un'altra possibilità, di non vederti solo come un ragazzino arrogante, sbaglio a darti un'altra occasione? Bastava dirmelo, non comportarti come se al castello avessimo bisogno di te perché non è affatto così."

"Io non sono un ragazzino arrogante." lo guardò. Quell'intera situazione sembrava assurda, era seduto sul letto del principe, nella sua stanza, insieme a lui e mentre gli stava dicendo quelle cose - era decisamente assurdo. "O meglio, vorrei non esserlo. Mi piacerebbe non esserlo. Non sono io a dover giudicare me stesso, dopotutto."

"Infatti. Mi dispiace, ma l'impressione generale che hai dato è proprio questa. Sto solo cercando di scavare oltre, di vedere del buono in te nonostante tutto."
"E lo ha visto?"

Rispose dopo un bel po' di tempo, cambiando discorso. "Se ti volti posso stenderti io la crema. Non ti permetto di portarla in giro per il dormitorio, è una delle ultimi confezioni che mi è rimasta, non la fabbricano più usando la vecchia ricetta." guardò il soffitto. "Anche se io la adoravo."

"E la vuole far usare a me? Dopo tutto quello che ho fatto?" domandò, genuinamente confuso. "La crema con la sua ricetta preferita? Andiamo, principe. Mi dia retta, non farò altro che continuare a deluderla." provò a osare con le parole, il principe si era avvicinato a lui e aveva ripreso in mano il tubetto di vetro. Il modo in cui lo guardava, il modo in cui Chanyeol sentiva gli occhi del maggiore scavare dentro il suo animo era la cosa che odiava di più di lui, quello sguardo lo rendeva estremamente vulnerabile.

"Dammi retta tu, smettila di parlare e di fare battute non richieste se non vuoi che ti colpisca. Girati." Chanyeol fece come gli era stato ordinato, poggiò la testa sul cuscino e si distese completamente. "Dov'è che ti fa male?" chiese, non ci sarebbe stato neanche il bisogno di domandarlo dato che aveva un livido enorme al centro della schiena, dritto sulla spina dorsale. "Ti sei fatto proprio conciare per le feste." non appena portò le dita su quel punto, Chanyeol si lamentò. "Non hai paura per quello che succederà da oggi in poi?"

Si voltò leggermente, poggiò la testa di lato e chiuse gli occhi, stava diventando quasi rilassante. "Che cosa mi succederà?" chiese, muovendosi di nuovo a causa del fastidio. "So che non sembra, ma se potessi tornare indietro... preferirei darle un'impressione diversa di me, ho paura di essere definito arrogante dalle persone, io non sono così. Lui mi ha provocato, ecco tutto."

"Fossi in te lo farei anch'io, ma purtroppo non si può, no?" chiese. "A volte nella vita devi imparare a stare zitto e fermo, tu non lo hai imparato. C'è qualche altro punto che ti fa male?" domandò, continuando a muovere la mano per cercare di far assorbire il più in fretta possibile la crema. Lo notò scuotere la testa, vista la sua risposta si allontanò e chiuse il tubetto, sollevandosi per andare a riporlo al proprio posto. Andò nel suo bagno personale a lavarsi le mani, quando ritornò nella stanza principale Chanyeol era ancora disteso, con gli occhi chiusi. "Stai morendo di sonno, va' a riposare in camera tua." fece una piccola pausa, stava aspettando una risposta. "Chanyeol?"

Quando il minore si svegliò e provò a muoversi, capì di essersi messo in una situazione piuttosto pericolosa. La sera precedente non era stato molto lucido, ovviamente in quel momento ricordava tutto e si stava pentendo di quello che aveva detto e fatto. Si trovava nel letto del principe, quest'ultimo era girato di spalle e stava dormendo, Chanyeol era affascinato e spaventato — affascinato perché Baekhyun sembrava non avere affatto paura di lui, lo aveva lasciato dormire lì, era tranquillo nello stare in camera insieme a lui, quasi si sentiva in colpa vista quella che invece era la realtà, visto come lui lo giudicava. Era spaventato perché era stato talmente sfacciato e stupido che avrebbe soluto voluto tornare indietro per limitare le sue parole e non dare quella brutta impressione. Aveva un mucchio di coperte addosso e provava fin troppo caldo nonostante fosse a petto nudo, non riusciva a capire che ore fossero. Cosa stavano pensando i suoi compagni di stanza? Cosa avrebbero pensato tutti, se non lo avessero visto arrivare? Cominciava ad impanicarsi, non voleva svegliare il principe, non voleva parlare con lui, non voleva confrontarsi con lui, non era abbastanza maturo per farlo — il principe aveva ragione, era solo un ragazzino arrogante che non aveva ancora imparato il rispetto delle regole e a tenere la bocca chiusa nei momenti giusti. Dovette muoversi per forza, a causa della schiena che gli faceva male. Doveva ammetterlo, si sentiva leggermente meglio, forse la crema aveva fatto effetto — quella stessa crema che si era lasciato stendere addosso dal principe, al solo pensiero aveva voglia di urlare a causa dell'imbarazzo e vista la grossa perdita di dignità che era avvenuta accettando di ricevere quel gesto, come aveva potuto anche solo pensare che sarebbe stata una buona idea permettergli di farlo?

Il principe si mosse e si voltò, poi aprì leggermente gli occhi. Chanyeol li chiuse in modo un po' troppo violento. "Ho visto che sei sveglio." parlò piano, ancora con la voce impastata dal sonno.

Si arrese e lo guardò. "Mi dispiace."
"È tutto quello che sai dire, ormai?" ridacchiò. "Ho capito."
Ci mise un po' per rispondere. "Ho bisogno di sapere che non è arrabbiato con me."
"Sono arrabbiato perché non voglio che continui a fare cazzate e che ti rovini in questo modo, ecco tutto."
Chanyeol deglutì, si sentiva la bocca incredibilmente secca e aveva bisogno di bere dell'acqua. "Dovrei andarmene."

"Vuoi andare a lavorare in queste condizioni?" chiese, guardandolo e sollevandosi un po'. Chanyeol si sentiva in pace in quel momento, non stava pensando a niente nonostante molte cose non andassero nella sua vita, forse la morbidezza del letto era in grado di eliminare tutti i brutti pensieri. Anche lui si sollevò, non sapeva come doveva comportarsi, poteva ancora provocarlo? Si sentiva sul filo del rasoio.

"Può mettermi dell'altra crema sulla schiena? Mi sento meglio, ma... fa ancora un po' male." si stiracchiò e sbadigliò, Baekhyun si era ormai alzato del tutto, una luce molto forte entrava nella stanza attraverso le tende sottili, riusciva a vedere tutto perfettamente. Allontanò le coperte dal suo corpo e lo guardò, senza dire una parola si alzò per andare a recuperare il tubetto di crema. "Grazie — mi ha chiesto se voglio andare a lavoro, se non vado neanche oggi potrò considerarmi un fallito, no?"

"Prego." mise un'enorme quantità di crema sul livido viola di Chanyeol e cominciò a stenderla, il minore la trovava gelida ma quel contatto era piacevole visto quanto sentiva quella parte del corpo pulsare, in quel modo sentiva il bruciore attenuarsi. "Non è detto che non andrai a lavorare lì e resterai qui a riposare, puoi sempre aiutarmi con altre cose, ci sono miliardi di cose da fare al castello."

"Posso? Ah, un po' più giù." sentì Baekhyun ridacchiare. "Preferirei non fare sforzi e mi piacerebbe lavorare per lei." chiuse gli occhi e si godette quel piccolo massaggio alla schiena. Era fin troppo strano che il principe lo trattasse in quel modo, sperava che quella non fosse solo gentilezza, che avesse davvero un secondo fine e che potesse usarlo a suo vantaggio. "Va bene così."

"Va bene?" si allontanò e andò a lavarsi le mani, ci mise pochissimo e non appena si voltò verso la porta per uscire quasi si scontrò con Chanyeol. Lo guardò negli occhi e deglutì in modo nervoso, era arrivato in modo molto veloce lì di fronte a lui, era sorpreso. "Vuoi usare il mio  bagno?"

"Ne avrei bisogno." usò la mano destra per afferrare l'avambraccio di Baekhyun in modo delicato, quest'ultimo si scostò e si allontanò come se quel gesto gli avesse dato fastidio. Chanyeol rise e osservò la piccola stanza, se li ricordava proprio così lussuosi i bagni riservati ai nobili del castello, ogni mobile era placcato in oro, luccicante e fin troppo pulito. Dopo essersi sistemato uscì dal bagno e osservò il principe che aveva appena finito di cambiarsi e che si stava sistemando la camicia di fronte allo specchio, rimase a guardarlo per un po', tutto di lui lo intrigava.

Il maggiore lo osservò attraverso lo specchio e ridacchiò. "Hai finito? Mi porteranno la colazione tra poco, dirò di far preparare qualcosa anche per te."
"È gentile — ho finito di fare cosa?"
"Di guardarmi in quel modo."
Inarcò un sopracciglio. "È attraente, non posso?"

Baekhyun si voltò, semplicemente perché guardarlo tramite lo specchio non gli avrebbe permesso di mostrare in modo tanto evidente la sua espressione sorpresa. "Mi trovi bello?"

"Oggettivamente. Che c'è di male?" si sedette sul letto e continuò a guardarlo. "Ha la pelle curata, i capelli luminosi, il suo modo di vestire è molto raffinato, oggettivamente è un bell'uomo rispetto a me che sono penoso e non ho gusto nel vestire."

"Non è vero, anche tu sei attraente." rimase in silenzio per un bel po', per fortuna qualcuno bussò alla porta e interruppe quel momento imbarazzante. Baekhyun si diresse verso di essa, la aprì e sorrise alla cameriera che era lì per consegnargli la colazione. Guardò il carrello — era così pieno di cibo che non ci sarebbe stato neanche il bisogno di chiedere di raddoppiarlo, le ordinò di andare via e lo trascinò lui stesso all'interno della sua stanza, lo lasciò di fronte al letto e si sedette accanto a Chanyeol. "Mangia quello che vuoi."

Il minore aveva effettivamente dimenticato quanto corposi fossero i pranzi destinati ai nobili, c'era di tutto. Brioche dolci, panini, frutta, salsicce, tè, latte — sarebbe stato troppo cibo anche per due persone. "La ringrazio, si serva prima lei."

"Sono sicuro che non vedi un pasto del genere tutti i giorni, scegli quello che vuoi." disse. Chanyeol teneva gli occhi puntati su un dolce speciale, che mangiava spesso al castello e di cui aveva totalmente dimenticato il sapore. Allungò la mano e lo recuperò, non appena lo morse venne come investito dai ricordi. Era dolce, talmente dolce da dare quasi fastidio al palato, eppure da bambino lo adorava proprio per quel motivo. Istintivamente sorrise, si voltò fino a guardare Baekhyun e distolse lo sguardo imbarazzato. "Che c'è?"

"Mi ha ricordato di mia madre tutto questo, lei mi preparava sempre la colazione." in quel momento, si sentiva talmente debole da non riuscire a tenere quei pensieri per sé, si avvicinò al bicchiere di latte e ne prese un sorso. "Mi manca molto."

Baekhyun assunse un'espressione malinconica lo guardò. "Anche se lei non è più qui sono certo che è fiera di te e che ti porterà sempre con sé e nei suoi ricordi, le persone che perdi... non le perdi davvero, non finché le tieni nel tuo cuore."

Annuì e sorrise, quelle parole non potevano colmare il suo vuoto, ma erano molto significative e dolci. "Grazie." mormorò con un filo di voce, il principe lo colse alla sprovvista e lo abbracciò perché credeva che fosse la cosa giusta da fare. Si trovavano in una posizione piuttosto scomoda, soprattutto per la schiena dolorante di Chanyeol — ma aveva davvero bisogno di quel contatto, senza aggiungere niente anche lui lo strinse a sé. "Era da tanto che qualcuno non mi abbracciava."

"E per me era da tanto che non abbracciavo qualcuno." rispose, allontanandosi e guardandolo negli occhi. Anche Chanyeol rimase a fissarlo, ritornò lucido e scosse la testa, spostando l'attenzione sul vassoio pieno di cibo. Continuarono a mangiare in silenzio e non appena finirono lasciarono tutto in quelle condizioni dato che la stanza doveva essere pulita da un cameriere di fiducia. Uscirono e si avviarono verso una parte inaccessibile alla maggior parte delle persone, Chanyeol sapeva dove si stavano dirigendo. "Vuoi sapere dove porta questa strada?" il corridoio che stavano percorrendo era pieno di affreschi antichi, uno più bello dell'altro, il minore li stava osservando affascinato. Ricordava ogni singolo dipinto. Annuì al principe e lo guardò sorridendo. "Al mio giardino."

Chanyeol era solito andarci spesso da bambino. Mentre suo padre curava i fiori e le piante lui giocava in quell'area enorme, con gli animali che spesso andavano a visitarlo. "Non vedo l'ora di vederlo."

Non ci misero molto ad arrivare, Baekhyun aprì una grossa porta di vetro che li condusse in una specie di serra, non faceva caldo lì, anzi, si stava molto bene e quella era la temperatura ideale per tutti i fiori presenti lì — né troppo calda, né troppo fredda. Osservò quel luogo affascinato. "È da un paio di giorni che non ci vengo, ho dato il compito ad alcuni ragazzi di cui mi fido di prendersene cura ma in questo giorno della settimana tocca a me, mi piace stare qui."

"Cosa deve sistemare? È tutto perfetto." sfiorò le foglie verdi di una pianta in modo delicato e chiuse gli occhi, il profumo che si respirava lì dentro era spettacolare, centinaia di armonie diverse si univano ma non davano fastidio all'olfatto, anzi, erano molto piacevoli. Gli ricordavano la sua infanzia, non era minimamente cambiato.

"Ci sono delle piante che vanno potate, quell'arco lì è cresciuto troppo, i miei collaboratori annaffiano le piante ma io sono l'unico autorizzato a tagliarle, capisci?" sorrise, prendendo da un armadietto un paio di cesoie enormi. Chanyeol spalancò gli occhi e lo guardò ridacchiando. "Che c'è da ridere?"

"Niente, è che sembra un appassionato di giardinaggio e non me l'aspettavo da lei."
"Ho molto tempo libero e non so come impiegarlo a volte, devo trovare sempre qualcosa da fare."
"Io vorrei avere più tempo per fare le cose che mi piacciono."
"Chissà come sarebbe se facessimo a cambio vita."

Chanyeol sorrise, aiutandolo a portare dei secchi di plastica accanto all'arco di fiori in modo da poter raccogliere le foglie che l'altro avrebbe tagliato. "Sì, chissà come sarebbe." a volte, una frase innocente detta dal principe poteva farlo stare davvero male, non riusciva a capire come fosse possibile.

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Capitolo 8
*** otto ***


Chanyeol aprì finalmente la porta della sua stanza, ci fu un bel casino generale dato che i suoi amici si diressero di corsa verso di lui non appena lo videro — il loro atteggiamento era comprensibile, se ne era andato la sera prima ed era tornato solo ventiquattro ore dopo, si erano preoccupati molto e avevano temuto il peggio. "Credevamo che ti avesse mandato via." spiegò Jongdae, mentre Minseok si limitava ad abbracciarlo in maniera eccessivamente affettuosa. "Siamo felici che tu sia qui. Che è successo? Stai bene?"

Era ormai tarda sera ed era evidente che lui e Baekhyun non fossero rimasti a potare piante tutto il giorno, erano successe molte altre cose che i suoi compagni di stanza pretesero di farsi raccontare. Nonostante avessero avuto tutta la mattinata i due avevano comunque finito di pulire il giardino piuttosto tardi viste tutte le cose che c'erano state da sistemare, fu il principe a dire di smetterla a un certo punto e lo fece solo perché era affamato e stanco, stare con le braccia tese per ore lo aveva distrutto. Quella volta non era davvero successo niente di fin troppo sconcertante, Chanyeol era rimasto sorpreso dalla staticità di quella giornata. Solitamente Baekhyun pranzava insieme ai suoi genitori ma quel giorno non aveva potuto farlo visto che erano stati a lungo nella serra e l'ora di pranzo era passata da un pezzo — per quel motivo si era fatto portare del cibo in camera e lo avevano consumato lì insieme, Chanyeol non si era stancato affatto, il principe non gli aveva fatto fare nessun tipo di lavoro pesante, il brutto era arrivato dopo. Avendo degli impegni dai quali non poteva astenersi, lo aveva salutato e fatto scortare dalle guardie in una delle biblioteche del castello, lì aveva passato tutto il tempo a riorganizzare libri. Appena cominciato non sembrava essere un lavoro estremamente stancante, a fine giornata si era comunque ritrovato esausto a causa delle lunghe camminate che aveva fatto per portare i libri da una sezione all'altra. Aveva cenato lì insieme ad altri ragazzi che si occupavano della gestione della biblioteca e che lo avevano aiutato a capire come funzionava — anche se conoscendola lo sapeva già — poi le guardie erano ritornate e lo avevano accompagnato al dormitorio.

"Ti ha spalmato la crema sulla schiena?" domandò sconvolto Minseok. Il ragazzo gli aveva raccontato anche di quello, ovviamente. "È un po' viscido, no?"

"No, per niente." rispose, ed era sincero. Si era preoccupato per lui e non aveva preteso niente in cambio, come al solito. Era gentile e ciò non stava a significare che avesse necessariamente solo intenzione di portarlo a letto, se così fosse stato ci avrebbe già provato da un pezzo, era quello che credeva. Chanyeol sapeva che in fondo gli importava di lui, il modo in cui lo trattava era affettuoso e gentile, di certo non si sarebbe mai comportato in quella maniera se avesse voluto fargli del male o ferirlo. Non doveva cedere e fidarsi di lui e lo sapeva benissimo, doveva comunque cercare di rafforzare il loro rapporto, non sapeva ancora fino a che punto poteva spingersi ma in quel momento era certo del fatto che anche se avesse esagerato, il principe non si sarebbe arrabbiato così tanto. Aveva avuto un sacco di occasioni per mandarlo via e non lo aveva fatto, c'era un motivo se lo stava sopportando. Non ci teneva a scoprirlo, non era di certo quello il suo obiettivo, non doveva perdere di vista quello che era il vero motivo per cui era lì, uccidere il re — c'era da dire che non gli interessava, ma che scoprirlo era necessario per elaborare un piano e ottenere la sua vendetta, doveva per forza imparare a conoscere meglio Baekhyun per poterlo usare a suo vantaggio.

"Io capisco il fatto che tu possa sentirti eccitato nello stare a stretto contatto con un nobile." Sehun cominciò a parlare, sembrava deluso. "Ma stai sbagliando completamente atteggiamento, Chanyeol."

"Io credo che sia già abbastanza difficile per lui, dovremmo lasciarlo stare."
"Difficile? Mentre noi eravamo a spaccarci la schiena lui annaffiava piante insieme al principe, ti sembra difficile come situazione?"
"Sehun..." Minseok lo rimproverò.

Sospirò e sorrise. "Non lo dico perché sono geloso, preferirei fare qualsiasi cosa e non stare a contatto con quell'uomo, non lo invidio. Vorrei solo che non si facesse prendere troppo dall'entusiasmo, non c'è niente di cui essere felici e se ne renderà conto presto, lo sto avvisando."

Chanyeol scosse la testa. Anche Sehun teneva a lui, lo sapeva, il modo in cui cercasse sempre di metterlo in guardia glielo faceva capire — ma doveva imparare a farsi i fatti propri, lui non sapeva niente. "Sono un adulto, sono abbastanza grande per capire cosa mi fa stare male e cosa no." si limitò a rispondere, guardandolo. "Io apprezzo i tuoi consigli ma —."

"Bene, continua semplicemente ad apprezzarli allora." lo interruppe, si alzò e si diresse verso il bagno. "Ma poi non venire a piangere da me, intesi?" si chiuse a chiave nella piccola stanza, Chanyeol guardò gli altri un po' mortificato, non voleva discutere con nessuno di loro ma era stato inevitabile. Non aggiunse altro, si infilò sotto le coperte e chiuse gli occhi. Era certo del fatto che se loro avessero saputo non lo avrebbero giudicato in quel modo, ma purtroppo non si fidava ancora di nessuno, non poteva rivelargli il suo piano. Il suo piano inesistente, tra l'altro — si trovava in una situazione scomoda e non aveva la minima idea di come comportarsi. Con il principe, con i suoi amici, con sé stesso — non sapeva cosa fare.

Il giorno seguente andò a lavorare come tutti gli altri, aveva salutato Sehun, aveva provato a parlargli durante la colazione e in camera, eppure l'altro non gli rispondeva. Era frustrante, non aveva bisogno della sua amicizia ma affrontare tutto sarebbe stato decisamente più semplice con dei compagni pronti a difenderlo, invece lui si comportava come se non si conoscessero più. "Stai bene?" domandò uno dei ragazzi che stava lavorando insieme a lui, guardandolo.

"Sì, devo solo andare in bagno, puoi finire di saldare questi tubi?" indicò il punto in questione e si sollevò. "Torno subito." cominciò a camminare verso i servizi igienici, l'aria era irrespirabile, il sole si trovava in alto nel cielo e gli stava dando alla testa — aveva proprio bisogno di una pausa. Mentre camminava verso i bagni passò di fronte al gruppetto di persone che si occupavano di trasportare i materiali utili, tra di loro c'era anche Sehun che lo squadrò da capo a piedi in modo minaccioso — non disse niente, si morse il labbro ed entrò finalmente nel castello, attraversò il corridoio e raggiunse i bagni. Si sciacquò le mani e il viso, mentre era impegnato nel lavarsi la faccia era talmente sovrappensiero che non udì nessun passo, a un certo punto sentì solo qualcuno afferrargli i fianchi e allontanarlo dal lavandino, più precisamente si ritrovò con la testa premuta contro il muro e le mani bloccate.

"Forse l'altra volta non ci siamo capiti bene, ora che non ci sono i tuoi amici a difenderti vorrei farti capire chi sono veramente." era il tipo dell'altra volta. Chanyeol sorrise e si voltò a fatica, guardò poi gli altri due uomini presenti. Non se lo sarebbe mai aspettato, a dire il vero non aveva neanche la forza di reagire ma visto che era lì, in quel bagno da solo, doveva farlo se non voleva che gli facessero troppo male — era sicuramente quello il loro obiettivo.

"Sii giusto e fai andare via loro due, o hai bisogno della scorta?" domandò, il ragazzo annuì e gli indirizzò un cenno della testa, così entrambi uscirono dai bagni. Chanyeol aveva ancora le mani bloccate e non sapeva come liberarsi, non era in una bella situazione. "Che vuoi?"

"Dove sei stato ieri?" chiese, il ragazzo lo fece voltare e lo guardò negli occhi. Portò una delle mani intorno al suo collo e glielo strinse.

"Sei geloso del principe, è così?"
"Cosa?"
"Sei geloso, mi hai sentito bene. Credi che dedichi tutte queste attenzioni a me perché sei accecato dall'invidia. Magari se fossi più gentile lui si degnerebbe di guardare anche te, ci hai mai pensato?"

Forse non avrebbe dovuto farlo innervosire, visto che strinse più forte la mano intorno al suo collo e Chanyeol si sentì mancare l'aria. "Mi prendi in giro? Non sono qui per questo, l'altro giorno mi hai umiliato davanti a tutti e non credere che la passerai liscia per quello che hai fatto."

Chanyeol sorrise. "Quando parlerò a Baekhyun di tutto questo ti caccerà a calci in culo. O ti piacerebbe? Stronzo." non riuscì a dire altro visto che non era più una semplice sensazione, non riusciva davvero a respirare. Portò entrambe le mani sulla sua e provò anche a usare le gambe per liberarsi ma il modo in cui lo stava schiacciando contro il muro era fin troppo violento, inoltre al minimo movimento l'altro stringeva più forte, non poteva fare niente. 

"I tipi come te sono quelli che odio di più, lo sai?"

Chanyeol temette davvero il peggio, voleva urlare ma non riusciva a fare neanche quello. Proprio quando stava per perdere le speranze qualcuno entrò sbattendo la porta, tuttavia quel tipo non lasciò la presa e sebbene si fosse distratto Chanyeol non riuscì ad attaccarlo. Sehun era appena entrato nella stanza, si diresse in modo minaccioso verso il ragazzo che stava tenendo bloccato Chanyeol e lo afferrò per il colletto della camicia, una volta che l'altro poté tornare a respirare tossì per liberarsi da quella brutta sensazione e lo aiutò, fermando le mani di quel tipo. Rivolse uno sguardo pieno di gratitudine al suo amico, poi roteò il braccio dell'altro ragazzo fino a farlo lamentare di dolore. "A quanto pare non c'è posto per tutti e due qui, e io non posso proprio permettermi di andartene quindi lo farai tu. Intesi?" sorrise, finalmente era lui ad avere il controllo della situazione.

"I tuoi non verranno ad aiutarti, quindi togliti quello stupido sorriso dalla faccia. I miei amici se la stanno vedendo con loro, mh?" gli fece sapere Sehun. "E da oggi in poi lascialo stare se non vuoi che ti spezzi tutte le dita, hai capito?"

Chanyeol inarcò le sopracciglia. "Potremmo cominciare con uno per fargli capire come dovrebbe comportarsi. Tappagli la bocca."

Sehun fece come gli era stato detto e il ragazzo li guardò negli occhi, sembrava spaventato, da cacciatore era diventato una preda e lo sguardo che stava rivolgendo ai due non aveva prezzo. Chanyeol gli afferrò un dito e glielo strinse, provò a dimenarsi ma non c'era modo di riuscire a sfuggire da due persone, per cui rimase immobile. Fece per rigirargli il dito, lo vide chiudere gli occhi spaventato, dopo qualche secondo si allontanò e lo lasciò stare. "Gira a largo, hai capito? Ti senti umiliato? Fai bene." fece una pausa. "Lascialo." guardò Sehun, che esitò prima di mollare la presa. Il ragazzo, non appena fu libero si allontanò subito, senza dire una parola. "Grazie." gli disse, anche l'altro provò ad andarsene ma Chanyeol lo fermò afferrandogli il polso, doveva assolutamente parlargli. "Dico davvero, Sehun."

"Sei andato verso i bagni e loro hanno cominciato a ridere e a parlare, ho notato che ti hanno seguito, ho fatto ciò che avrebbe fatto un amico." sorrise e lo guardò, mettendogli una mano sulla spalla e sistemandogli la maglietta che quei ragazzi gli avevano stropicciato. "Anche se tu non mi apprezzi, io non vorrei mai che ti succedesse qualcosa di brutto. Anche io ho passato momenti difficili al castello, non c'era nessuno ad aiutarmi. Non voglio che succeda a nessun altro."

Chanyeol era mortificato, pensava quello di lui? Non era affatto vero. "Sappi che non è così, sono grato a tutti voi per quello che fate per me, mi avete accolto bene fin da subito e... anche io ci tengo e farei qualsiasi cosa per difendervi, se ce ne fosse la necessità." 

"Non ascolti mai i miei consigli, però."

Sospirò e uscirono insieme dalla stanza per tornare a lavoro, non sapeva cosa dire. "Ti fidi di me? So quello che faccio." Sehun venne richiamato dal suo gruppo, stava per incamminarsi verso di loro ma prima di andarsene l'altro gli disse un'ultima cosa. "A pranzo devo parlarti."

Chanyeol si sentiva le braccia doloranti, mentre camminava verso il dormitorio insieme ai suoi compagni di stanza cercava di massaggiarle leggermente per far attenuare il dolore, tuttavia sembravano sul punto di staccarsi dal corpo, si era sforzato veramente tanto quel giorno. Aveva parlato con Sehun e gli aveva chiesto dei consigli che non avrebbe necessariamente seguito ma che sicuramente lo avrebbero aiutato, solo che non era tranquillo fino in fondo, c'era qualcosa che lo tormentava e per quel motivo doveva liberarsi di quel ragazzo che gli dava fastidio — sapeva che non sarebbe finita lì, se non lo avesse fatto. Erano quasi arrivati in camera, si distrasse e notò la ragazza che lo aveva accompagnato dal principe la scorsa sera, si avvicino quindi a lei. "Ciao." la salutò, inchinandosi leggermente. "Puoi scortarmi dal principe? In camera sua?"

Era impegnata nel lucidare le finestre, posò lo straccio sul davanzale e lo guardò confuso. "Ma lui non mi ha chiesto di —."
"Lo so, lo ha detto a me poco fa ma se mi dirigessi da solo al piano di sopra qualcuno potrebbe pensare che io stia per fare chissà cosa, per questo ho bisogno che mi accompagni una persona fidata."
"Sarei io?"
"Esatto. Sai se è già nella sua stanza, prima di tutto?"

La ragazza inarcò le sopracciglia e lasciò lì la sua attrezzatura, avrebbe continuato a pulire dopo. "Sì. Seguimi." il corridoio era ormai sfollato, raggiunsero le scale interne che portavano al primo piano e le percorsero insieme, la stanza del principe era a pochi metri dall'inizio di quel corridoio. La ragazza bussò ripetutamente, tuttavia la porta continuava a restare chiusa. "Starà facendo il bagno." non appena finì di parlare sentirono una chiave girare nella serratura, il principe aprì la porta — la cameriera aveva ragione, si era presentato lì con i capelli bagnati e un accappatoio a coprirgli il corpo. Guardò i due ragazzi, si concentrò soprattutto su Chanyeol.

"Che ci fai qui?" era confuso, strinse più forte la cinghia che aveva in vita e portò l'asciugamano che fino ad allora aveva solo tenuto in mano sulla propria testa.

"Cosa?" domandò la ragazza, guardando il più piccolo in modo minaccioso. "Mi ha detto che eravate stato voi a convocarlo, non è così? Ha mentito?"

Baekhyun sorrise e assunse un'espressione rilassata. "Sì, è così. Entra, tu puoi andare." non appena Chanyeol avanzò e si ritrovò nella sua stanza, il principe richiuse la porta a chiave e lo guardò. "Mi spieghi cosa pensi di fare?"

"Mi dispiace se sono piombato qui senza preavviso, avevo una cosa importante da dirle."
"Non vedo l'ora di ascoltarti." il suo tono era decisamente sarcastico. "Siediti pure."
"Sono sporco e pieno di polvere perché abbiamo appena finito di lavorare, è meglio di no."

Baekhyun sorrise e gli indicò il tavolino che si trovava di fronte al letto. "Non fa niente, siediti, ti offro un bicchiere di vino." lo tranquillizzò, mentre si tamponava i capelli con il solito asciugamano. Lo poggiò sulle proprie spalle e andò a prendere un bicchiere nella piccola credenza che era posta in uno degli angoli della stanza, lo poggiò sul tavolo e versò del vino sia nel suo calice che in quello di Chanyeol. "Sto aspettando, parla."

"Kim Cheolwon." disse, il principe si era appena seduto di fronte a lui e aveva spalancato gli occhi. "Diciamo che oggi lui e due ragazzi del suo gruppo hanno provato a farmi del male." prese un sorso e sorrise. "Questo vino è buono. Comunque — non è successo niente, ma dato che mi ha giurato che me l'avrebbe fatta pagare volevo fargli sapere che se non fa qualcosa per fermarlo, allora lo farò io."

"E cosa avresti intenzione di fare?"
"Sono venuto qui proprio per questo, per un consiglio."

"Vuoi un consiglio?" Baekhyun si sollevò e recuperò un quaderno dalla scrivania, lo aprì e cercò qualcosa al suo interno. Chanyeol rimase in silenzio a sorseggiare il suo vino, era un po' teso ma come al solito il principe aveva ceduto, ormai ce lo aveva in pugno. "Ho qui la lista di tutte le persone che stanno prendendo parte ai lavori, Cheolwon e il suo gruppo si occupano del trasporto di materiali, giusto? È un lavoro che può essere facilmente fatto da chiunque, posso invertire dei gruppi e farli allontanare da te in questo modo." poggiò il quaderno sul tavolo. "A una condizione. Dopo non devi più darmi problemi." prese l'ennesimo sorso di vino e lo guardò. "Intesi?"

Annuì ripetutamente. "Purtroppo questa volta non è dipeso da me."

"Me ne rendo conto. Tuttavia tu c'entri comunque, no? Quindi cerca di non far succedere nient'altro, altrimenti non potrò più aiutarti e non perché non potrò, ma perché non vorrò farlo. Come va con la schiena?" cambiò discorso, Chanyeol allungò un braccio verso di essa e si stiracchiò. Si sentiva bene, peccato che tra un paio di minuti sarebbe crollato visto il sonno che stava provando.

"Meglio, sono stanco quindi andrò a riposare adesso. Si asciughi o prenderà freddo."
Baekhyun parlò subito dopo. "Mi porteranno la cena tra poco, non mi sento bene quindi ho richiesto di rimanere in camera. Vuoi restare?"

Chanyeol si era sollevato, ma finì per sedersi di nuovo. "Che cos'ha?" domandò poi, in effetti c'era qualcosa di strano nel suo sguardo, sembrava stanco e affranto. "Lei è restato con me quando stavo male."

"Stamattina ho ricevuto una notizia che mi sta recando molte preoccupazioni e non so come prenderla, sono scoraggiato." si alzò, cominciò a vagare per la stanza finché non si distese sul proprio letto e cominciò a fissare il soffitto. "Non voglio stare da solo. Anche se passo le giornate circondato da persone arriva questo momento della giornata e capisco che non m'importa di nessuna di loro, continuerò comunque a sentirmi solo. È una sensazione che detesto. La mia intera vita è stata programmata, il mio matrimonio è stato programmato, non mi sento felice. So già come tutto andrà a finire, so che un giorno dovrò morire e quando starò per farlo sentirò di aver sprecato ogni cosa, ogni singolo istante della mia vita. Questo mi preoccupa perché non so se sto vivendo per me stesso o per gli altri, ora come ora credo... di non essere neanche me stesso, questo non sono io, è fin troppo difficile."

Chanyeol non aveva mai avuto il tempo di sentirsi solo, ma lo faceva costantemente. Quando si trovava al villaggio non si sentiva mai a casa, non era mai insieme alle persone giuste, non riusciva mai a sentirsi a suo agio, era circondato da gente ma si sentiva solo. Capiva benissimo Baekhyun, ciò che stava cercando di dirgli riguardava anche lui, non era una bella sensazione. Si sollevò e andò a distendersi sul letto, accanto a lui. Baekhyun rimase sorpreso da quel gesto, soprattutto quando sentì il braccio dell'altro cingergli il corpo e abbracciarlo. "Può sembrare come se la nostra vita non abbia senso, anche se fosse così non dobbiamo abbatterci. Il tempo che passiamo qui non è molto e dobbiamo impiegarlo al meglio, dobbiamo fare ciò che ci fa stare bene, non dobbiamo morire con nessun rimpianto. È questo che ci farà dare un senso alla nostra vita, non crede?"

Sorrise leggermente, anche se era un sorriso triste — portò una mano sul braccio di Chanyeol e si voltò fino a guardarlo, non erano mai stati così vicini. "Anche tempo fa mi hai detto che dobbiamo agire d'istinto e fare ciò che vogliamo quando sentiamo che sia il momento giusto, credi che così starei meglio?"

"Credo che reprimersi voglia dire scavarsi una fossa da soli, non bisogna mai farlo. Forse è per questo che non mi trattengo mai, preferisco far sapere a tutti cosa penso e non restare in silenzio."

Baekhyun si sporse verso di lui, in quel momento era talmente vicino all'altro da non riuscire neanche a mettere a fuoco il suo viso, chiuse gli occhi e rimase immobile. Li aveva appena riaperti e stava per muoversi quando qualcuno bussò alla porta. "Principe! La sua cena!" esclamò una voce femminile.

Le sue guance diventarono rosse, sorrise e si sollevò, dirigendosi verso la porta senza dire altro. Lui e Chanyeol mangiarono in silenzio, non accennando minimamente al discorso di poco prima, dopo aver finito di cenare il minore ritornò nella sua stanza. Era difficile descrivere quello che stava provando in quel momento, si sentiva lo stomaco in subbuglio e il motivo non era la cena o altre cose che avrebbe potuto facilmente immaginare, non riusciva ad accettare il fatto che quella con il principe fosse solo finzione. Da parte sua poteva anche essere così, ma era davvero pronto a ferire una persona che non gli aveva fatto mai niente di male solo per portare a termine il suo piano? Sarebbe riuscito a convivere con quell'enorme peso sulle spalle?
 


 
a/n: vi chiedo scusa se ci metto sempre due o più giorni per aggiornare ma ho avuto un brusco calo di autostima per quanto riguarda questa storia, all'inizio adoravo scriverla e mi sembrava di stare andando bene, ora mi sembra di rovinare tutto con ogni nuovo capitolo che pubblico??? spero di riprendermi perché le idee ce le ho e sono molte, ma non so come metterle decentemente nero su bianco

:(

 

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Capitolo 9
*** nove ***


Chanyeol non riusciva a dormire. Da quando era arrivato al castello i suoi pensieri non erano mai stati tanto fitti da non permettergli di trovare una minima via d'uscita, eppure quella notte non riusciva a schiarirsi le idee. Continuava a rigirarsi nel letto e a cercare una posizione comoda che lo facesse cadere in fretta nel mondo dei sogni, niente stava andando per il verso giusto e non sapeva come comportarsi, si sentiva perso e solo. Incapace di fare qualsiasi altra cosa decise di alzarsi, i suoi compagni di stanza stavano tutti dormendo ed era molto frustrante vedere come loro riuscissero a riposare così bene, uscì dalla stanza e si guardò intorno. Non era vietato uscire, era ovvio che non potessero vagare per il castello come se niente fosse — ognuno poteva restare solo nel proprio piano. Avanzò fino alla fine del corridoio e aprì la porta del balconcino, respirare dell'aria fresca lo avrebbe aiutato a farlo sentire meglio, o almeno era quello che sperava. Poggiò i gomiti sulla ringhiera e sollevò la testa, non c'era neanche una nuvola, il cielo era chiaro e limpido e le stelle ben distinguibili, così come la luna che attirò principalmente la sua attenzione. Chiuse gli occhi e guardò in basso, cominciò poi a parlare lentamente. "Mamma, papà, sorella, mi mancate." sollevò lo sguardo e fissò tre stelle, erano vicine e ormai le riconosceva benissimo, sapeva sempre come e dove trovarle, per lui simboleggiavano la sua famiglia e pregava a quel gruppo di stelle ogni sera. "Non so se sto facendo la cosa giusta. Se così non fosse vi prego di inviarmi un segno, sono... amareggiato. Non so cosa fare." la sua richiesta era più che disperata. "Voglio solo che siate fieri di me." si allontanò da lì e rimise le mani in tasca, faceva freddo a causa del vento e non poteva rischiare di ammalarsi così si voltò per tornare indietro, non appena lo fece distinse una figura che lo fece spaventare.

"Scusa, non volevo."
Rimase in silenzio per qualche secondo, era incredulo. "Sehun? Mi hai seguito?"
"Hai fatto rumore quando sei uscito dalla stanza, ci siamo svegliati tutti e sono venuto a controllare quale fosse il problema. Ti senti male?"
Deglutì e si sedette sul piccolo divano presente in corridoio. "Hai ascoltato quello che ho detto?" domandò, un po' in imbarazzo — l'altro scosse la testa. "Voglio stare da solo."
"Stare da soli quando si è tristi non è il massimo. Vuoi parlarmene?"

Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un fazzoletto di carta e lo usò per soffiarsi il naso, tossì per schiarirsi la voce e cominciò a dirgli ciò che gli passava per la testa. C'era fin troppo silenzio in quel corridoio. "Credevo che sarebbe stato facile vivere qui al castello, che sarebbe stato meglio dello stare al villaggio, che avrei potuto finalmente sentirmi bene eppure non so cosa sto sbagliando, non riesco a stare bene. Non riesco più a dormire bene, mi sento costantemente spaventato."

"Cos'è che ti trattiene qui?"
Sorrise e lo guardò. "Sappi che la mia motivazione è tanta, non credo sia quello il problema."

Sehun si sollevò e ricambiò il sorriso, stava per dire qualcosa ma rimase zitto per provare a sentire meglio, qualcuno aveva raggiunto il loro corridoio e stava camminando a passo svelto su quel parquet. Degli uomini in divisa cominciarono a bussare alle porte delle camere, arrivarono in fretta anche alle ultime e quindi da loro. "C'è stata un'emergenza e abbiamo bisogno di qualcuno che ripari una delle nostre caldaie principali, conoscete una persona in grado di farlo?" domandò un ufficiale.

In un primo momento non risposero, poi Chanyeol si alzò in piedi. "Io posso farlo."

"Il ragazzo vuole provare, lo porto nei sotterranei." riferì a un suo collega.
"Non voglio provare, la riparerò." era molto sicuro di sé, era quello il suo mestiere, non avrebbe avuto nessun tipo di problema. Sehun non aveva nessuna esperienza in quel settore così si diresse verso la sua stanza ancora un po' confuso, non era inusuale che accadesse un fatto del genere ma c'erano molte altre cose che lo facevano sentire in quel modo, oltre a quella.

Mentre camminavano verso i sotterranei del castello, Chanyeol pensò a una cosa. Lì non c'era mai stato, non era mai arrivato così in fondo, non aveva, ad esempio, mai visto le carceri — e neanche il luogo in cui era posizionata la caldaia, sarebbe stata una strana sensazione andare lì e scoprire un luogo che non conosceva. C'era molta gente, lo lasciarono passare e l'uomo che lo stava accompagnando lo lasciò nelle mani di un tecnico. "Ragazzo, ciao." disse lui, sembrava abbastanza stressato e continuava a guardare la grossa caldaia, era molto antica e Chanyeol non ne vedeva una costruita in quel modo da molto tempo, era ovvio che avesse problemi. "Spero che tu possa aiutarmi, il tecnico principale non si trova al castello al momento, non so come fare." la stanza era illuminata in modo pessimo, non riusciva a capire bene la situazione.

Era un po' titubante, osservò l'armadietto pieno di attrezzi e indirizzò un cenno della testa all'uomo. "Se non abbassiamo subito la pressione la temperatura continuerà a salire ed esploderà, posso metterla in sicurezza e dopo penseremo a come sistemarla, va bene? Avrò bisogno di un po' di tempo." Chanyeol riusciva a lavorare perfettamente anche in momenti del genere, in cui la sua tranquillità era messa a dura prova. L'obiettivo principale era evitare che quella situazione producesse danni irreparabili, si concentrò il più possibile e insieme all'aiuto degli altri tecnici riuscirono a metterla in sicurezza, mentre lavorava non si rese conto del tempo che passava. Non era irrecuperabile, sarebbe riuscito non solo ad evitare una tragedia ma anche a ripararla quella notte stessa, c'era un piccolo guasto che solo una persona con molta esperienza avrebbe notato, fu la prima cosa che scorse in tutti quegli ingranaggi. Una volta che il pericolo su scampato e poté allontanarsi, calmarsi e riposare gli occhi, ebbe un brusco calo di pressione che lo costrinse a sedersi.

Osservò i volti di tutti gli altri uomini, erano increduli e continuavano ad osservare il termometro, quel ragazzo era riuscito a sistemare tutto in pochissimo tempo. Uno degli uomini gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla. "Volevo ringraziarti, abbiamo risolto soprattutto grazie a te."

Faceva ancora fin troppo caldo lì dentro, c'erano un sacco di persone e l'aria era irrespirabile. Chanyeol era davvero stanco, voleva solo chiudere gli occhi e riposare. "Ne sono felice." restò lì a chiacchierare finché gli altri non cominciarono ad andare via, non sapendo cosa fare lì ed essendosi ripreso si alzò anche lui, stava per uscire ma non appena guardò oltre l'uscio della porta vide Baekhyun fermo lì davanti, stava parlando con un gruppo di guardie. Ritornò nella stanza della caldaia e si morse il labbro, lui era il secondo motivo per cui era stato male poche ore prima, non aveva poi tanta voglia di parlargli. Mentre pensava a quella situazione e a come uscirne sentì qualcuno entrare nella stanza, si voltò e incrociò il suo sguardo. "Principe." lo salutò.

"Chanyeol." era strano sentirlo pronunciare il suo nome. "Mi è stato riferito tutto, grazie per aver riparato la caldaia in così poco tempo, sei stato anche più efficiente del nostro tecnico. Ti stavo cercando."
"Perché?"
"Perché un mio collaboratore mi ha riferito che non eri nella tua stanza, puoi dirmelo tu il perché?"
Il ragazzo spalancò gli occhi. "È un problema? Avevo bisogno di prendere un po' d'aria."

Baekhyun scosse la testa e fece attenzione a dove metteva i piedi, era pieno di attrezzi gettati in modo casuale sul pavimento e non era un posto poi tanto sicuro quello. "No, ma come avevi intenzione di affrontare il lavoro del giorno successivo stando ancora in piedi alle due di notte?" domandò, lui non rispose. "Tutti quelli che hanno preso parte ai lavori di riparazione della caldaia avranno la mattinata libera, così potrete recuperare il sonno perso. Volevo solo farti sapere questo."

"Ora torna nella sua stanza?" domandò Chanyeol, l'altro lo guardò confuso e annuì. "Posso venire?" dopo quella domanda Baekhyun assunse un'espressione stranita e guardò il minore, la maglietta di quest'ultimo era sporca di grasso ed era pieno di polvere dalla testa ai piedi. In aggiunta a quello i suoi occhi erano stanchi e spenti, non capiva cosa ci fosse di sbagliato in lui, magari era solo stanco e aveva bisogno di dormire, dopotutto aveva lavorato per quasi un paio d'ore senza aver riposato.

"Va bene." il suo tono di voce era titubante, Chanyeol gli rivolse un sorriso e cominciò a seguirlo. Il principe salutò le guardie e camminò verso la propria stanza senza dire altro, neanche il minore aveva voglia di parlare, credeva di avere già fatto abbastanza. "Vuoi infilarti nel mio letto con quei vestiti sporchi?"

"Se vuole posso togliermeli." 
Baekhyun inarcò un sopracciglio. "Non fa niente, chiederò di farmi cambiare le lenzuola domani." erano quasi arrivati, si preoccupò di recuperare la chiave per aprire più in fretta la porta e continuò a parlare. "Perché non riuscivi a dormire?"
"Pensavo."
"Pensavi?" aprì la porta e lo lasciò passare, poi vide di richiuderla bene. "A cosa?"

Chanyeol si tolse la maglietta e la lasciò cadere a terra, il letto era sfatto, si lanciò su di esso a peso morto e guardò il principe. "A un sacco di cose, ora sono troppo stanco." guardò le lancette dell'orologio e vide che segnavano quasi le cinque del mattino. "Anche lei dovrebbe dormire." il sonno lo faceva essere così estroverso e sfacciato, probabilmente. O forse aveva ormai preso solo troppa confidenza nei suoi confronti.

"Hanno svegliato anche me, credi che io non mi prenderò la mattinata libera domani?" ridacchiò e si sedette accanto a lui, prima di distendersi bevve dell'acqua, riaccese la lampada ad olio e sistemò le coperte. "Neanche io riuscivo a dormire, quando sono venuti a chiamarmi avevo appena chiuso gli occhi, ora non so se riuscirò a riprendere sonno."

"Anche io sono molto stanco ma se pensassi di chiudere gli occhi adesso e dormire... non lo so. Ci sono così tante cose che non vanno, non riesco a dormire tranquillo."
"Se non riposi non puoi avere la forza di sistemare quello che non va, no?"
Chanyeol sorrise. "E lei perché non riusciva a dormire?"
"Brutti pensieri, per questo tengo la luce accesa."

Sorrise di nuovo e si avvicinò a lui, lo guardò negli occhi per qualche secondo e poi si voltò di spalle. "Provo a dormire." mormorò, Baekhyun riuscì a sentirlo a fatica. Non volendo rispondere niente anche lui si sporse, usò un braccio per cingergli il fianco e poggiò il mento sulla sua schiena. Il battito del cuore di Chanyeol accelerò quasi immediatamente, era strano, non riusciva a capire perché si sentisse in quel modo. Pensò che non sarebbe mai riuscito ad addormentarsi in quelle condizioni, eppure si sentiva stranamente a suo agio, chiuse gli occhi e li riaprì solo la mattina seguente.

Baekhyun lo stava ancora abbracciando, era voltato verso di lui e teneva gli occhi chiusi. Mentre dormiva il suo volto appariva più rilassato che mai, i capelli gli ricadevano sul viso e respirava dalla bocca che era leggermente aperta. Il minore sapeva che il suo sonno non era uno dei più pesanti al mondo per cui provò a non muoversi troppo, sbadigliò e riaffondò la testa nel cuscino, si sentiva in pace, era bello stare lì. Per quanto gli piacesse trovarsi in quella situazione sapeva che non sarebbe sempre stato così, sapeva che quel momento era destinato a finire. Non riusciva a smettere di guardarlo, sollevò una mano e gli accarezzò la guancia, arrivò al collo e glielo strinse leggermente, poi gli tolse i capelli dalla fronte. "Che fai?" domandò il maggiore, aveva ancora gli occhi chiusi.

Chanyeol ridacchiò e gli rimise di nuovo tutti i capelli sulla faccia. "Niente." borbottò, in risposta Baekhyun scosse la testa per allontanare il ciuffo scuro dalla fronte e aprì gli occhi. "C'era una ciglia sulla tua guancia, ecco tutto."

"Ah sì? Mi hai svegliato per una buona causa allora, una ciglia. Devo andare in bagno." si spostò e si diresse in fretta verso la piccola stanza, Chanyeol sospirò e si portò le mani tra i capelli. Aveva dormito benissimo, si sentiva completamente riposato, guardò l'orologio e vide che erano quasi le undici del mattino, era da molto tempo che non dormiva fino a quell'ora. L'altro ritornò subito a letto, si distese e si voltò dandogli le spalle.

"Ora vado io." il pavimento era freddo, camminò velocemente verso la stanza — mentre si lavava le mani si guardò allo specchio. Quasi non si riconosceva, il suo viso era diventato magro e spento, era strano, non sapeva perché apparisse in quel modo, sperava che fosse solo una sua impressione. Ritornò di nuovo a letto, si sedette sul materasso e rotolò fino a raggiungere il principe. "Mi sento meglio, lo sa?"

"Anche io ho dormito bene."
"È perché c'ero io con lei."
"Dici?" si sollevò leggermente, fino a guardarlo. "Che vuoi fare stamattina?"
"Quello che vuole."
Baekhyun inarcò entrambe le sopracciglia. "Direi... che non ho voglia di alzarmi, per ora. Posso farci portare la colazione."
"Per me va bene, a mezzogiorno devo andare a lavorare quindi riposarmi fino ad allora non sarebbe male."

Baekhyun sospirò scocciato, si distese di nuovo e guardò il soffitto. "Anche io, devo andare a trovare la mia futura sposa al suo castello e tornerò stanotte, se non domani mattina."

"Sarà bello però, no?"
"Bellissimo, non vedo l'ora." c'era dell'evidente sarcasmo nelle sue parole. Si alzò e aprì la porta della stanza, chiamò velocemente una domestica per avvisarla e chiederle la colazione. Ritornò in camera e sorrise al minore. "Non fare niente di strano mentre non ci sono."
"Niente di strano? Tipo?"
"Non lo so, tipo uccidere qualcuno." ridacchiò, Chanyeol non disse niente. Forse sarebbe stato meglio non fare un simile esempio. "Perché sei voluto venire a dormire qui?"
"Lei perché ha accettato?"
"Perché non volevo stare da solo, ora rispondi tu."
"Perché non avevo voglia di andare nella mia stanza."

Non dissero altro finché la colazione non arrivò, cominciarono a commentare ogni singolo piatto presente sul carrello e a mangiare. Baekhyun aveva di nuovo lasciato il dolce preferito di Chanyeol lì per lui e quest'ultimo non esitò nel mangiarlo, era talmente strano poter assaporare quei piatti tanto semplici ma allo stesso tempo unici nel loro genere di nuovo, era bello. "Vuoi questo?" domandò il maggiore, Chanyeol scosse la testa e si lasciò cadere sul letto, sospirando e mettendosi una mano sullo stomaco.

"Sono pieno." rispose, il principe allontanò il carrello dal letto e si distese anche lui. "Era tutto buonissimo."
"Meglio del cibo che vi danno alla mensa?"
"Scherza? Non sono una persona schizzinosa ma riconosco la roba di qualità."

Baekhyun sorrise e si sollevò, portò la testa sulla propria mano e se la sorresse in quel modo, poi continuò a guardare il minore. "Puoi venire a mangiare da me quando vuoi. Lo sai, non so neanche cosa c'è in te, ma sento come se fossimo simili."

Il minore non credeva che fosse così, affatto. In fondo lo riteneva un ragazzo senza spina dorsale e che non meritava quella carica, che non sapeva cosa significasse guadagnarsi da vivere, la cui famiglia aveva ucciso la propria e lo aveva costretto a quella vita priva di dignità — non era così, Chanyeol. Lui e la sua famiglia erano persone oneste, al contrario dell'attuale famiglia reale. "Da bambino ero molto timido, crescendo sono diventato così, lei com'era da bambino?"

Sorrise e lo guardò. "Lo sai, io da bambino non vivevo al castello." disse, Chanyeol quasi si sentì mancare l'aria, sapeva tutto? Annuì come per dirgli di continuare, cercando di non destare nessun sospetto. "Non vivendo qui non sono cresciuto in modo troppo espansivo, vivevo una vita normale e neanche sapevo di essere destinato ad essere il futuro re, poi ci siamo trasferiti qui ed è cambiato tutto. Ricordo che fu un periodo molto strano, non uscivo mai dalla mia stanza perché sentivo come se ci fosse qualcosa che non andava, ancora non riesco a capire perché mi sentissi in quel modo."

"Magari cambiare stile di vita è stato strano per un bambino come lei, è sempre difficile abituarsi a nuove situazioni."
Baekhyun rifletté. "Forse. Da bambino non ero come adesso, ma credo che sia così per tutti."
"Arriva un momento in cui acquisiamo consapevolezza ed è lì che cambia tutto."
"A volte penso a come sarebbe stato non essere un principe, chissà, magari mi sarebbe piaciuto di più essere come tutti gli altri."

Chanyeol deglutì e non rispose, affrontare certi discorsi lo faceva sentire male, strano, mentire e fare finta di essere chi non era era molto difficile. "Ha una grande responsabilità e qui al castello la vedono tutti come il principe, ma quando parla con me sembra una persona normale, è come se il suo ruolo passasse in secondo piano. È bello, in un certo senso, a me farebbe piacere se lei mi vedesse al suo stesso livello e non soltanto come un lavoratore."

"Prima ancora di identificare una persona con il suo nome lo faccio col grado, è più in alto di me? Allora devo comportarmi in un certo modo. È più in basso? Cambio atteggiamento. È sempre così, è così che mi hanno insegnato a comportarmi — però con te." fece una pausa. "È strano, non ti vedo solo come un lavoratore, ti sento al mio stesso livello. Oggettivamente non lo sei, in pratica è ancora peggio, però nella mia testa è come se lo fossi. Forse è per questo che mi piace passare il tempo insieme."

"Oh, le piace stare con me?" gli diede una gomitata amichevole e il principe corrugò le sopracciglia.
"Non faccio mica queste cose con tutti, cosa credi?"
"Mi fa piacere, io sono speciale."

Sorrise e si mise seduto, poi lo guardò dal basso verso l'altro. "A volte vorrei solo non essere così per poter fare ciò che sento, eppure sono spesso... frenato."

"Cosa le ho detto, principe? Deve fare quello che la fa stare bene, non quello che rende felice suo padre." disse, sapendo benissimo che Baekhyun era sotto stretta sorveglianza del re. "So che non vuole deluderlo perché è comunque un suo genitore, deve portargli rispetto, è normale. Ma anche lui deve rispettare la sua persona, non crede?" domandò, vide che era piuttosto pensieroso e sorrise. "Se ora dovesse seguire il suo istinto senza preoccuparsi di cosa penserebbero tutti gli altri e delle conseguenze, che cosa farebbe?"

"Lo vuoi veramente sapere?" chiese, distendendosi di nuovo e spostando lo sguardo sulle sue labbra. "Annullerei l'appuntamento di oggi."
"Tutto qui? È il matrimonio il motivo del suo male interiore?"
"Principalmente sì."
Ridacchiò, divertito dalla situazione. "Avrei dovuto aspettarmelo."
"Tu cosa faresti?"

"Io?" chiese Chanyeol, la prima cosa che attraversò la sua testa fu una, ovvero alzarsi da quel letto, percorrere il corridoio e raggiungere le scale, arrivare al terzo piano del castello, entrare nella stanza del re e farlo fuori. Certo, non poteva essere totalmente onesto in quel momento. "È un segreto."

"Così non vale, io sono stato onesto." si lamentò Baekhyun, ben presto vide il minore tendere un braccio verso di lui e poggiargli una mano sulla testa, gli accarezzò piano i capelli e per quel motivo l'altro si sentì confuso. "Che c'è?"

"Mi preoccupano parecchio le conseguenze di ciò che vorrei fare, lo sa? Forse è per questo che non riesco a dirglielo."
Sorrise e chiuse gli occhi, il tocco di Chanyeol era rilassante. "Preferisci i rimorsi o i rimpianti?"
"Personalmente, pentirmi di qualcosa che ho fatto non è niente in confronto al dubbio che provo quando mi chiedo cosa sarebbe successo se avessi compiuto o no un determinato gesto. Si può provare a sistemare un errore compiuto, ma non si può tornare indietro per cogliere un'occasione persa."

Baekhyun si sollevò in maniera brusca, facendo ritirare la mano con cui Chanyeol lo stava accarezzando. Guardò quest'ultimo e si spostò sopra di lui, successe tutto velocemente e ben presto il minore si ritrovò premuto contro il materasso, con le labbra del principe sulle sue. Anche se fu colto di sorpresa riuscì a reagire subito, portò entrambe le mani sulla schiena del maggiore e lo attirò di più a sé, il bacio era diventato frenetico e passionale dopo solo qualche secondo. Il principe si allontanò per un attimo, per riprendere fiato e dire una cosa all'altro. "Il problema è che non so come farò a sistemare tutto questo."

"Magari non deve farlo." mormorò, con la mano destra gli afferrò i capelli e lo fece avvicinare di nuovo a sé. Lo stava baciando per portare a termine il suo piano, non perché volesse davvero farlo — avrebbe dovuto essere così, eppure pur volendo non sarebbe riuscito ad allontanarsi, gli piaceva trovarsi in quella situazione. Con le mani accarezzò la schiena del più grande, sollevò una gamba per spingerlo verso l'alto e Baekhyun sorrise tra un bacio e l'altro, proprio in quel momento in cui il tempo pareva essersi fermato l'orologio a pendolo cominciò ad emettere dei rintocchi, entrambi i ragazzi si allontanarono.

"Mio padre sarà qui tra poco." fu l'unica cosa che disse Baekhyun dopo aver realizzato che ore fossero, si sollevò e Chanyeol provò a trattenerlo. "Devo andare, e anche tu. Lui è sempre così puntuale..." borbottò, mentre cercava nell'armadio qualcosa di opportuno da indossare. Non era ancora pronto e sarebbe dovuto partire per andare dalla sua sposa tra qualche minuto. Chanyeol era ancora confuso, incredulo e disteso sul letto con un sorriso stampato sul volto. Si alzò piano e guardò il maggiore, non appena sentì bussare alla porta spalancò gli occhi e non si mosse di uno spillo, così da non fare il minimo rumore.

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Capitolo 10
*** dieci ***


"Va bene, è mio padre." parlò piano Baekhyun, guardando il minore e provando a trovare una soluzione razionale il più in fretta possibile. Era successo tutto così velocemente che aveva perso la cognizione del tempo e si era cacciato in quel guaio, non era una bella situazione. "Sì, allora, mettiti sotto al letto." mentre parlava manteneva un tono della voce basso e si cambiava i vestiti, dato che aveva ancora addosso il pigiama e doveva indossare qualcosa di più adeguato. "C'è una chiave secondaria in quel cassetto lì, sotto la biancheria. Dopo prendila per uscire. Io devo andare."

Chanyeol agì senza fiatare, fece come gli era stato detto e si infilò sotto il letto, le lenzuola ricadevano lungo i bordi e toccavano il pavimento, era incredibilmente scioccato da quello che era successo, dal bacio in primis, e dal re che era a pochi metri da lui subito dopo, per quel motivo non riuscì a dire niente — non che avesse potuto farlo, non poteva permettersi di fare il minimo rumore. Sentì Baekhyun aprire la porta, quest'ultimo sorrise al padre. "Sei pronto?" domandò subito il re, Chanyeol riconobbe senza problemi la sua voce. "Hanno già preparato la carrozza, dobbiamo partire subito o non faremo in tempo."

"Va bene, possiamo andare, stavo finendo di prepararmi." rispose, uscendo dalla stanza e chiudendo la porta. Chanyeol sentì la chiave girare nella serratura e il rumore dei passi degli uomini allontanarsi, non appena il loro suono diventò inudibile si rilassò, aveva la faccia spiaccicata contro il pavimento e gli occhi aperti, che fissavano il vuoto. Come c'era finito in una situazione simile? Aveva raggiunto il suo obiettivo quindi avrebbe dovuto ritenersi soddisfatto e felice, eppure le emozioni che stava provando non erano positive. Il suo cuore era pieno di preoccupazione e dolore, ed era qualcosa di debole, quasi impercettibile, che però andava avanti da tempo e lo stava lacerando dall'interno. Non sapeva cosa sarebbe successo il giorno successivo, non sapeva come sarebbe riuscito ad uscire da quella situazione scomoda. Si leccò le labbra, riusciva ancora a sentire il calore di quelle di Baekhyun contro le sue, non gli piaceva quella sensazione. Il bacio era stato reale, non aveva ricambiato solo perché doveva avvicinarsi a lui per mettere in atto il suo piano, non ci aveva pensato minimamente — e si sentiva uno stupido perché stava perdendo di vista ciò che importava veramente. Non era al castello per vivere una storia d'amore impossibile con il principe, era lì per distruggerlo insieme alla sua famiglia, non doveva pensare quelle cose. Mentre stava mentalmente ripercorrendo tutto quello che era successo si ricordò che sarebbe dovuto essere a lavoro, si sollevò di colpo, battendo la testa contro le stecche di legno che erano posizionate sotto al letto. 

Stava strisciando per raggiungere l'esterno quando sentì dei passi avvicinarsi verso la stanza, fece per ritornare indietro ma il suo piede colpì una delle gambe del letto, producendo un rumore poco indifferente. La porta si aprì, sentiva il suo cuore battere forte e le tempie pulsare, se qualcuno lo avesse beccato sarebbe stata la fine. Sentì i passi di una persona girare in tondo intorno a lui, di colpo il lenzuolo si mosse, probabilmente perché quel qualcuno stava rifacendo il letto. La persona rimosse completamente le coperte e le lenzuola, Chanyeol venne investito dalla luce naturale che entrava dalle finestre, riusciva a vedere il corridoio attraverso la porta, così come le gambe di tutte le persone che lo percorrevano. Di colpo a causa di un movimento brusco uno dei cuscini cadde a terra, e finì proprio di fianco a lui. Era la sua fine. Quella che dalle gambe sembrava essere una donna si chinò per raccoglierlo, in quel momento incrociò il suo sguardo. "Ti prego, non gridare." parlò piano Chanyeol. La riconobbe e sorrise. "Va tutto bene, sono io."

Lei corse verso la porta e la chiuse, nel frattempo il ragazzo uscì dal letto e andò in bagno, in quel modo se qualcuno fosse entrato non lo avrebbe visto. "Che stai facendo nella stanza del principe? Nascosto sotto il suo letto?" domandò la ragazza, era la stessa che lo aveva scortato lì per la prima volta e la stessa a cui aveva chiesto il favore di accompagnarlo sempre in quella stessa camera. Si mise una mano sulla testa e lo guardò. "Mi licenzieranno per colpa tua, mi stai perseguitando. Allora è vero quello che si dice su di te."

Inarcò un sopracciglio. "Cosa si dice su di me?"
"Che tu e il principe..."
Cambiò discorso, non era quella la cosa più importante, al momento. "Devi aiutarmi a tornare al mio dormitorio, dovrei essere a lavoro, se nessuno mi vede arrivare potranno cominciare a sospettare di me."
"Anche io sto sospettando di te." sorrise. "Cosa sarebbe successo se ti avesse trovato qualcun altro e non me?"
"Non è successo quindi per favore, aiutami."

La ragazza sospirò, guardando il letto ancora sfatto e le lenzuola abbandonate a terra. "Per prima cosa mettiti una maglietta, ho un'idea. Ma tu mi devi molti favori, lo sai, vero?" domandò, uscendo dalla stanza e recuperando il carrello delle pulizie. "Arrotolati dentro il lenzuolo, ti porterò nella lavanderia del tuo piano e ti lascerò lì." Chanyeol fece come gli era stato detto, essendo molto alto era difficile posizionarsi in quel carrellino in modo comodo ma sapeva che il tragitto era breve ed era la sua unica via d'uscita, visti tutti i passanti che c'erano su quel piano che non potevano assolutamente vederlo non poteva permettersi di essere schizzinoso. La ragazza faceva fatica a trascinarlo, alla fine del corridoio c'era una strada cementata che dava all'esterno, da quella era possibile trasportare i carrelli nei vari piani, anche se solitamente non ce n'era mai la necessità — per quel motivo era vuota. La lavanderia si trovava vicina all'inizio del corridoio del piano terra, dopo aver abbandonato il carrello lì, la ragazza chiuse la porta e gli permise di uscire.

"Ti ringrazio, davvero, devo correre a lavoro." la abbracciò in modo affettuoso e la guardò negli occhi. "A proposito, non so ancora il tuo nome."
"Haeri."
"Grazie mille Haeri, scappo." uscì dalla stanza e camminò velocemente verso il suo luogo di lavoro, molti ufficiali lo squadrarono mentre percorreva i vari corridoi ma capitava che i lavoratori si aggirassero per quel piano del castello per cui non dissero niente. L'adrenalina presente nel suo corpo aveva raggiunto dei livelli che non pensava neanche fosse possibile raggiungere, era stato decisamente entusiasmante, in quel momento si sentiva in grado di fare qualsiasi cosa. Era appena arrivato sul retro del castello, tutti i lavoratori si voltarono per guardarlo, compresi i suoi compagni di stanza che erano anch'essi lì. Nessuno osò dire niente però, stavano lavorando stranamente in silenzio. Si diresse verso il suo gruppo e guardò il direttore dei lavori. "Quindi, cosa dobbiamo fare oggi?" chiese, come se niente fosse.

Dopo quattro ore di sonno e il doppio di ore lavorative, erano tutti liberi e potevano dirigersi verso le loro camere per riposare. Chanyeol aveva letteralmente divorato la cena, lui e i suoi compagni di stanza si erano seduti vicini per consumare il pasto ma non avevano parlato molto, o meglio, non di quello che era successo — erano in pubblico e non potevano farlo. Certo, una volta che sarebbero andati in camera Chanyeol avrebbe avuto molto da raccontare. "Dove hai dormito stanotte?" chiese Sehun, mentre si dirigevano verso il dormitorio.

"Ti devo parlare." disse, assumendo un'espressione preoccupata. In quel momento, doveva parlare con lui per scoprire più cose possibili riguardanti Baekhyun. Erano stati insieme, ciò stava a significare che sicuramente lo conosceva meglio di lui, lo avrebbe fatto parlare quella sera, era pronto a mentire spudoratamente pur di guadagnare qualche informazione riguardo il principe. "In privato. Possiamo andare sul terrazzo?"

Senza dire niente il ragazzo lo seguì, raggiunsero insieme la fine del corridoio e una volta arrivati si sedettero sulla panchina che dava all'esterno del castello, da lì si riusciva a vedere la piazza e di sera il panorama era molto suggestivo. Sehun tirò fuori dalla tasca delle sigarette ammaccate e un vecchio accendino, poi ne porse una al maggiore. "Mi sono state date oggi da un ufficiale, è stato abbastanza strano visto che di solito si devono rubare."

"Sono anni che non ne tengo in mano una." disse, recuperandola senza farselo ripetere due volte. Distese la schiena e si rilassò, il primo tiro di fumo gli fece venire soprattutto voglia di tossire, non era più abituato a quel sapore. "Stanotte non ho dormito molto, mi sento distrutto."

"Com'è andata lì?"
"Ci ho messo poco per riparare tutto, poco si fa per dire, un paio di ore. Vista la gravità del guaio ci ho messo poco però. Dopo..."
"Esatto, dove sei stato dopo?" ridacchiò. "Non sei rimasto lì fino a mezzogiorno passato quando sei venuto a lavoro, vero? Non ci crederei minimamente."

Chanyeol abbassò il tono della voce, non poteva rischiare di farsi sentire, confidarsi con Sehun era già troppo rischioso. "Sono andato da lui." mormorò, vide l'espressione del minore incupirsi. "Stava andando tutto bene, nel senso, regolare. La mattina ci siamo svegliati piuttosto tardi, ci ha fatto portare la colazione, e a un certo punto mi ha baciato." in quel momento la mandibola di Sehun avrebbe potuto toccare il suolo. "Poi suo padre ha bussato alla porta e lasciami dire che ho temuto il peggio, mi sono nascosto e sono riuscito ad arrivare a lavoro senza che mi vedesse nessuno, è stato —."

"Tu sei pazzo. Chanyeol, finirai davvero per farti cacciare, oh mio Dio. Non ci credo." si portò la testa tra le mani e lo guardò con gli occhi stanchi e sorpresi. "Quindi vi siete baciati."

"Lo sai, mi è piaciuto." lo disse, solo per fare la propria parte. "Sono un coglione."
"Sì, lo sei. Ma non penso di essere in una posizione tale da giudicare, al massimo... posso darti un consiglio."
"Volevo chiederti se potevi raccontarmi com'era andata nei dettagli tra voi due. Magari non proprio nei dettagli, ma vorrei capire che tipo di persona è per sapere come comportarmi."
"Chanyeol." mormorò, aspirando del fumo e guardandolo, non sapeva cosa dire. "Se non ti fermo, sono sicuro che mi odierai."
"Puoi farlo? Puoi dirmelo?"

Sorrise e si massaggiò la tempia con le dita. "Certo che posso, sono passati anni ormai. È una storia un po' lunga, però." infilò la mano nella tasca dei pantaloni e vide che aveva ancora tre sigarette. "Ti racconto come ci siamo conosciuti. Quando sono arrivato al castello mi hanno messo a fare lavori davvero disumani, non sapevo fare niente quindi l'unica cosa che potevano farmi fare erano i lavori forzati, trasportare materiale, insomma, cose del genere. Un giorno mi sono fatto male a una gamba, mi ero ferito con una trave per intenderci, sono andato dal medico e sono rimasto con le fasciature per una settimana, incapace di fare la maggior parte delle cose che avrei dovuto fare." fece una pausa e lasciò cadere la cenere della sigaretta a terra. "Quando sono tornato operativo il medico mi disse che non potevo sforzarmi per un'altra settimana, quindi sono tornato nel mio dormitorio, consapevole del fatto che la mattina seguente delle guardie sarebbero venute a prendermi per portarmi chissà dove, per farmi lavorare. Lo riferii al medico che mi disse che avrebbe parlato col principe, che come sai si occupa della distribuzione dei lavoratori. Nonostante ciò, come al solito le guardie vennero a prenderci e fui costretto ad andare con gli altri, la gamba mi faceva ancora male e non avrei potuto mai lavorare, tutti si misero a fare le loro cose e io mi avvicinai a uno degli ufficiali, dicendogli che stavo male." ridacchiò, ricordava perfettamente quel giorno. "Lui mi prese per il colletto della maglia e mi disse una cosa del tipo, o vai a lavorare o ti caccio a calci in culo, il principe che era lì vicino e stava ancora lavorando sulla distribuzione degli operai si avvicinò a noi e ci chiese cosa stesse succedendo. Spiegai tutto con calma, disse all'ufficiale che se la sarebbe vista lui con me, e che mi avrebbe fatto fare altro."

"Altro." ripeté Chanyeol.

Sehun inarcò le sopracciglia. "Esatto, altro. Mi ha portato in cucina, mi ha fatto sedere accanto al lavandino e sono rimasto lì a lavare verdure per più di sei ore. Era comunque meglio di qualsiasi altra cosa, no? Molto prima della fine del turno è venuto a recuperarmi, mi ha detto che il giorno seguente sarei dovuto andare con lui e mi ha chiesto come stava la mia gamba, cose del genere. Il giorno dopo come stabilito sono andato con lui in una sala strana, piena di libri e cose non convenzionali, roba da intellettuali. Lui stava lavorando a un progetto e il mio compito era quello di sistemare i libri negli scaffali, e di pulirli. A un certo punto avevo bisogno di sedermi ma l'unica poltrona disponibile era quella sulla quale era seduto lui, così mi sono messo a terra e credimi, la ferita mi faceva davvero male, però potevo solo sopportare quel dolore. Ricordo che mi chiese perché mi fossi seduto lì e io gli dissi che ero stanco, così si alzò e si mise accanto a me per chiedermi consiglio riguardo una cosa che non capivo, ora — sarò onesto, sarà anche una persona di merda, però ha sempre avuto un fascino sopra le righe. Mi capisci? Dopo un giorno che avevamo ufficialmente parlato ci siamo dati il nostro primo bacio, mi sembrava una cosa straordinaria, ero insieme al principe e per qualche strano motivo gli piacevo, non era stranissimo? Avevo solo vent'anni e non sapevo niente, non sapevo come comportarmi, però lui mi piaceva. Da quel giorno, per tutta la settimana seguente non abbiamo fatto altro che vederci."

Chanyeol inarcò un sopracciglio. "Hai detto che eravate stati insieme solo un paio di volte."

"Sono stato inesatto allora." disse, sospirando e cercando di trovare le parole. "Mi sembrava veramente un sogno, lavoravo pochissimo e la maggior parte del tempo ero con lui, era bello. È andato tutto bene per circa due settimane, poi i ragazzi del mio gruppo, vedendomi lavorare solo pochissime volte hanno cominciato a chiedersi cosa ci fosse che non andava. Hanno scoperto in fretta quello che stava succedendo, e le voci sarebbero arrivate anche al re. Sarebbe stata una tragedia sia per me che per lui, per cui dovevamo metterle a tacere — proprio in quel periodo è stato annunciato il matrimonio programmato del principe e della principessa, quindi si sono distratti tutti — a proposito, lui la detesta. Abbiamo continuato a vederci finché un giorno, senza alcun motivo apparente lui ha smesso di cercarmi. Provavo a mettermi in contatto con lui ma diceva di non avere tempo, che non dovevamo vederci più, sono stato veramente male. So che probabilmente lo ha fatto solo per pararsi il culo ed è la cosa che mi ha ferito di più, non ha minimamente pensato a me e ai miei sentimenti. Mi ha spezzato il cuore, ci tenevo veramente a lui, ora lo odio. Lo detesto. Farà la stessa cosa a te Chanyeol, vuole solo giocare, fidati di me. So che ti piace, che è bravo a fare questo e quello, mettici tutte le cazzate che vuoi, ma non ne vale la pena."

"Con quanti ha fatto così?" domandò, sollevando lo sguardo e fissandolo. "Io —."

"Non lo so, è passato mezzo decennio da quando è toccato a me e lui ne avrà passati molti, ma sinceramente non mi interessa." sorrise e accese un'altra sigaretta, non volendone sprecare altre porse quella al suo amico e Chanyeol accettò di dividerla. "Sognavo davvero di fare una rivoluzione, mi vedevo già a comandare il regno, pensa. Invece ora sono uno stronzo qualunque e anche se lui mi aveva fatto sentire così speciale erano tutte bugie, non mi ha mai detto niente di vero, non era reale."

Non sapeva cosa dire. "Mi dispiace per quello che hai dovuto passare."
"È tutto okay. Capisci perché non voglio che ti fidi? Ti spezzerà il cuore."
"Magari è cambiato."
"Cambiato? Se solo il padre osasse guardarti storto ti cancellerebbe all'istante, farebbe finta di non conoscerti neanche."
"Ma il padre mi ha già conosciuto, ricordi?" domandò. "Quella volta mi ha difeso e la sera stessa è venuto da me solo a chiedermi scusa per quello che era successo, solo quello."
"Chanyeol, in questo momento lui non è nessuno. È la parola del re quella che conta, se ti spingerai troppo oltre e lui lo verrà a sapere potresti trovarti fuori dal castello senza neanche rendertene conto, oppure in un carcere, o peggio ancora. Non permetterebbe mai di disonorare la sua famiglia in questo modo, me lo ha sempre detto."

Gli passò la sigaretta e guardò il pavimento. "Sehun, io non voglio che mi faccia del male, né Baekhyun, né il re e né i miei sentimenti devono provarci. Ma in questo momento..." fece una pausa e pensò a cosa dire. Non poteva raccontargli tutto, ma non poteva neanche fare finta che non gli interessasse perché altrimenti sarebbe sembrato incoerente, visto che non aveva comunque intenzione di allontanarsi da lui.

Sentirono qualcuno bussare sul vetro della porta e si voltarono spaventati, c'era Haeri. "Stronzetto, il principe è appena tornato dall'incontro con la sua sposa e vuole vederti per chissà quale motivo, mi segui?"

Chanyeol fissò il minore che ridacchiò. "Ciao bella." quest'ultimo salutò la ragazza, lavorava nel loro piano quindi la conoscevano molto bene, lui che era in quel castello da anni aveva stretto una sana amicizia con quasi tutti i domestici. "Cosa posso dire, divertiti."

In quel momento non era affatto rilassato, dopo le cose che gli erano state dette da Sehun aveva veramente paura che il suo piano potesse essere compromesso da un brusco ed ingiustificato comportamento da parte del principe. Si alzò e seguì la ragazza, il cuore gli batteva forte, non si era neanche fatto una doccia ed era ancora pieno di polvere dalla testa ai piedi. "Non sembri tranquillo." notò la ragazza, continuando a camminare.

"Non capisco cosa stia succedendo." si limitò a rispondere, dopo aver ascoltato ciò che gli aveva raccontato Sehun aveva paura, si stava sentendo davvero usato quando, fino alla mattina prima, i suoi pensieri a riguardo erano per lo più positivi. Era curioso di sapere cosa avesse intenzione di dirgli Baekhyun quella sera. Avevano appena raggiunto la porta della sua stanza, era aperta. "Devo entrare?"

"Penso proprio di sì, mi aveva chiesto di lasciare aperto perché era occupato, chiudi a chiave dall'interno una volta dentro. Ci vediamo presto, sicuramente." lo salutò e cominciò ad allontanarsi, Chanyeol fece come gli era stato detto e aprì la porta, il principe era sicuramente in bagno. Chiuse a chiave così nessuno sarebbe potuto entrare e avanzò piano, non sapendo cosa fare. Si diresse verso la porta della piccola stanza e bussò.

"Avanti." parlò Baekhyun, il minore girò il pomello e si fece strada nella stanza, notò come il maggiore fosse fermo davanti allo specchio a tamponarsi i capelli, abbandonò l'asciugamano sulla superficie di ceramica e gli sorrise leggermente, avvicinandosi a lui. Chanyeol si sentiva teso, non era affatto dell'umore per fare qualsiasi cosa, ma vedendo la piega che quella situazione stava prendendo capì che non c'era chissà quale via d'uscita. Si aspettò che il principe lo baciasse, invece ciò che fece fu solo guardarlo negli occhi. "Spero non ci siano stati problemi stamattina."

"Sono andato a lavoro regolarmente." parlò, sperando che la sua voce non si spezzasse in quel momento. Si sentiva vulnerabile e neanche sapeva perché, era solo una brutta sensazione. Non poteva mostrarsi a lui in quel modo quindi provò a dimenticare tutto, qualsiasi cosa fosse uscita dalla bocca di Sehun. Non doveva lasciare che le sue emozioni lo investissero, doveva mantenere la calma e andare avanti con il suo piano. "Com'è andato l'incontro con la sua sposa?"

"Bene." rispose, sollevandosi sulle punte per avvicinarsi di più a lui. Chanyeol prese l'iniziativa e lo baciò, afferrandolo per i fianchi e facendolo voltare, lo spinse contro il muro e mosse le labbra lentamente — quel bacio era diverso dal primo che si erano scambiati, era dolce, era come se nessuno dei due avesse fretta perché sapevano che non li avrebbero interrotti quella volta. Mentre gli teneva la mano poggiata sulla nuca svariate goccioline d'acqua scivolarono dai capelli ancora bagnati di Baekhyun e andarono a posarsi sul braccio del minore. "Hai fumato." parlò il principe, si era staccato e si era allontanato per guardarlo negli occhi.

"Chiedo scusa se le dà fastidio." rispose, intrecciando le dita in uno dei passanti dell'accappatoio che portava addosso il maggiore. "Come mai voleva vedermi?"

"Volevo sapere se stessi bene visto quello che era successo."
"Sto bene."
Ammiccò un sorriso. "Mi fa piacere vederlo."

Erano ancora abbracciati, Chanyeol chinò il capo e portò le labbra sul suo collo, parte sulla quale lasciò numerosi baci. "Io credo che, a parte questo, lei mi abbia pensato costantemente oggi. Quasi come ho fatto io. È così o mi sbaglio? Non vedeva l'ora di vedermi." il modo in cui lo aveva mormorato a pochi centimetri dalla sua pelle fece venire la pelle d'oca al più grande. Quest'ultimo si morse il labbro e chiuse gli occhi, toccando la schiena del più alto e restando fermo. Chanyeol continuò a baciarlo, usò la mano per abbassare la spallina dell'accappatoio e raggiungere la spalla, a quel punto il principe si scostò e gli prese il volto tra le mani per baciarlo di nuovo. Non c'era più niente di romantico o di dolce in quei baci, il modo impaziente e brusco in cui si stava muovendo il maggiore stava a significare solo una cosa, ovvero che avesse bisogno di più contatto in quel momento.

Baekhyun si allontanò e invertì le posizioni, le sue labbra avevano assunto una tinta rosea a causa dei baci, guardò l'altro negli occhi per una decina di secondi. "Se devo essere sincero, ero per lo più preoccupato per ciò che sarebbe successo se non fossi riuscito ad andare a lavoro in tempo e a non farti beccare da nessuno."

"Davvero?" ridacchiò, sentì la mano del principe poggiarsi sulla sua gamba e risalire piano, per cui il sorriso scomparve dalla sua faccia e l'espressione che assunse divenne compiaciuta. "Ora mi sembra di vedere che è più sollevato, però."

"È stata una giornata orribile." poggiò la testa sul suo petto e la sollevò, guardandolo. "Per cui speravo che potessi farmi sentire meglio."
"In che modo?"
"Continuare con quello che stavi facendo potrebbe essere un buon inizio."

Lo spinse in avanti fino a farlo ritrovare con la schiena contro il muro, di nuovo. "Allora comando io, va bene?" gli piaceva avere il controllo della situazione, inoltre Baekhyun sembrava fin troppo preso dal momento per poter fare qualsiasi cosa, a momenti sentiva come se le gambe non sarebbero riuscite a sostenere il peso del suo corpo. Chanyeol lo condusse verso il letto dove avrebbero potuto sicuramente stare più comodi e lo toccò da sopra l'accappatoio. Era strano, ma ritrovarsi in quella situazione aveva permesso a tutti i brutti pensieri di volare via, in quel momento si stava concentrando solo su di lui, non sul fatto che fosse il principe, non su cosa sarebbe successo dopo, avere un Baekhyun ansimante e bisognoso sotto di lui era di certo un buon motivo per spronarlo a non perdere la concentrazione. Non era completamente tranquillo e avrebbe voluto parlargli, ma non poteva permettersi di farlo. Non poteva risultare pesante e rischiare che il principe prendesse la cosa troppo seriamente e si stancasse, non poteva perderlo, doveva solo assecondarlo. "Le piace?"

"Mh." mugolò, tenendo la testa poggiata sul cuscino e guardando il soffitto. Chanyeol era bravo, sapeva come muoversi e come farlo stare bene ed era bello poter finalmente finire ciò che avevano cominciato. Sollevò leggermente il capo per guardarlo, lo vide togliere la cinghia del suo accappatoio, una sensazione di freddo lo investì non appena la sua pelle si ritrovò a contatto con l'aria fredda e le labbra di Chanyeol, chiuse gli occhi e si rilassò di nuovo. "Smettila di stuzzicarmi."

"Vuole arrivare dritto al punto? Abbiamo tanto tempo."
"No, però —." Chanyeol lo interruppe afferrandogli le gambe, si fece spazio e risalì fino a concentrarsi di nuovo sul suo viso. Lo guardò negli occhi e poggiò la fronte contro la sua, mentre faceva pressione contro il corpo di Baekhyun.
"Però cosa?"
"Non vedo l'ora."

Inarcò le sopracciglia e sorrise, abbracciandolo in modo affettuoso. Ormai sapevano entrambi come si sarebbe conclusa quella serata e le emozioni che stavano provando erano svariate e contrastanti. Quella che padroneggiava Chanyeol era la paura — di affrontare quella situazione, del giorno dopo, di come si sarebbe conclusa quella storia. Ma non lo diede a vedere e provò a godersi al massimo quel momento, senza pensare alle cose negative.

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Capitolo 11
*** undici ***


Chanyeol si svegliò di colpo, a causa di un incubo. Gli era sembrato di cadere da un posto molto alto e una delle sue paure più grandi era proprio quella, delle altezze, di cadere, del vuoto. Era sollevato di essersi ritrovato su quel letto comodo. Strizzò gli occhi e usò una mano per stropicciarseli, la sua vista era ancora leggermente appannata a causa della stanchezza. Si sentiva la bocca secca, si voltò verso il comodino e recuperò un bicchiere d'acqua, non ce n'era molta ma almeno riuscì a dissetarsi un minimo. L'orologio segnava le sei e mezza del mattino, guardò Baekhyun che stava tranquillamente dormendo e si alzò, cominciando a cercare i suoi vestiti sul pavimento. Una volta recuperati si sedette di nuovo sul materasso e li spiegò, in modo da poterli indossare. "Dove vai?" domandò di colpo l'altro, si era svegliato per colpa dei movimenti per niente bruschi di Chanyeol — quest'ultimo non capiva come facesse il maggiore ad avere un sonno così leggero. Sorrise e si mise la maglietta senza girarsi.

"Torno al dormitorio prima dell'inizio dei lavori, devo farmi una doccia." si voltò e gli sorrise, il principe teneva ancora gli occhi per lo più chiusi e stava cercando di svegliarsi per bene, sbadigliò un paio di volte e si spostò verso di lui. Chanyeol rispose allungando un braccio e accarezzandogli delicatamente i capelli con una mano. "È stato bello ieri, dovremo rifarlo."

Annuì e si alzò leggermente, attirò l'altro a sé tenendolo per la mano e gli lasciò un bacio a stampo sulle labbra. "Su questo piano di solito non c'è nessuno a quest'ora ma è meglio se prendi comunque le scale esterne." lo baciò ancora, stavolta in modo più elaborato e lento, quando si allontanò sorrise e poggiò di nuovo la testa sul cuscino. "Mi hai fatto stare proprio bene."

"Lo avevo inteso." si sollevò per rimettersi i pantaloni, sorrise e continuò a guardare il maggiore. Aveva una miriade di domande per lui ma si stava chiaramente trattenendo dal parlare, non sapeva come aprire il discorso e non voleva davvero farlo, si sarebbe sentito a disagio a mostrarsi così vulnerabile a lui. "Allora io vado." si avvicinò alla porta e dopo un paio di mandate rimosse la chiave, che poggiò sull'apposito comodino. Si trattenne dall'aprirla e dall'uscire, dato che Baekhyun si stava muovendo.

Si era allontanato dal letto e lo aveva raggiunto, recuperò la chiave e lo guardò. "Devo chiudere a chiave quando esci, questioni di sicurezza." mise la mano sul pomello e fece per girarlo.
"Sicurezza?" chiese il minore, guardandolo negli occhi e baciandolo e poco dopo. "Non provi a trattenermi."
"Non ci stavo provando." aveva delicatamente poggiato una mano sulla sua vita, aprì la porta e sorrise, successivamente lo spinse in modo scherzoso verso l'uscita. "Puoi andare."
"Bene." si allontanò del tutto e uscì dalla stanza. "Non si dimentichi di me."
"Perché dovrei?"

Inarcò le sopracciglia e senza rispondere cominciò a camminare, dirigendosi verso le scale esterne. Baekhyun richiuse la porta a chiave e andò a mettersi a letto. Il minore teneva la testa bassa, si mosse in modo veloce e raggiunse ben presto il terrazzo del suo piano, il principe non aveva mentito, il castello era veramente deserto a quell'ora. Ci mise poco ad arrivare alla sua stanza, aprì la porta e si ritrovò subito tutti gli occhi dei ragazzi puntati addosso, erano già svegli. "Ciao." disse, come se niente fosse. Sehun si sollevò e lo guardò. "Devo farmi una doccia."

Si diresse verso il bagno e chiuse a chiave, si spogliò velocemente e guardò il suo corpo, senza soffermarsi troppo sui segni che erano comparsi sulla sua pelle la notte precedente. Prese del sapone e si lavò in fretta, si lasciò cullare dall'acqua calda della doccia e dopo una decina di minuti uscì da quella stanza pulito e sicuramente più rilassato. Prese dei vestiti dal loro armadio in comune e li indossò, tutti lo guardavano confusi. "Nottata interessante?" chiese a un certo punto Minseok.

Si sedette sul letto, i suoi capelli erano ancora bagnati e stavano gocciolando sulla maglietta che aveva appena indossato. Si portò le mani sul volto e respirò profondamente. "Sehun ve lo ha detto?"

"Ci ha detto dove stavi andando."
"Il resto lo abbiamo inteso noi." Jongdae concluse la frase.
"Va tutto bene?"

"Sì." sollevò lo sguardo e sorrise al più piccolo, che lo guardava con un'espressione triste sul volto. "Sto bene, sono stanco e un po' confuso ma penso che mi sentirò meglio dopo essermi schiarito le idee."

Qual era il motivo principale dei suoi dubbi? Non si sarebbe mai aspettato di trovarsi a dover fronteggiare una situazione simile. Gli era piaciuto stare con Baekhyun, sapeva che non ci fosse niente di sbagliato nell'apprezzare la compagnia di qualcuno ma in quel caso era diverso, per ovvi motivi. Anche se lui non era il suo obiettivo principale gli stava comunque mentendo, le conseguenze che avrebbero provocato le sue azioni si sarebbero inevitabilmente ripercosse anche sul principe, lo avrebbe ferito. Aveva previsto di non agire subito e di prendersi del tempo per studiare bene la situazione e riuscire nel suo piano, ma spassarsela col figlio della persona che avrebbe dovuto uccidere non gli sembrava per niente giusto. Oltre che nei confronti di Baekhyun stesso, anche nei propri — se da una parte poteva anche trovarlo conveniente, dall'altra lo faceva stare male, come volevano dimostrare le ultime preoccupazioni che gli erano sorte, tutte riguardanti quella situazione. A lui non piaceva imbrogliarlo. Continuare per quella strada era semplice ed era ciò che avrebbe fatto finché sarebbe riuscito a sopportarlo, era forte, sapeva che ci sarebbe riuscito, doveva solo sopportare.

"Allora andiamo a fare colazione, Chanyeol?" Jongdae lo richiamò, il ragazzo si mise in piedi e seguì i suoi compagni. Era difficile lavorare bene con tutti quei pensieri nella testa, c'era uno strano clima di tensione in tutto il castello che lo rendeva ancora più preoccupato. I soldati erano diminuiti e spesso indaffarati, li vedevano correre per i corridoi, gli ufficiali erano inquieti e non pensavano più ai lavoratori e a gestirli, erano sempre impegnati in altre questioni. Dopo aver mangiato, Chanyeol e il suo gruppo si diressero verso l'impianto idrico. Avevano quasi terminato l'assemblaggio dell'impianto in sé, sarebbe bastato apportare le ultime modifiche e sistemare il tutto per completare anche quel lavoro. Un paio di giornate o più e avrebbero finito.

Quelli erano i giorni più difficili, si stavano muovendo in fretta per terminare i lavori il più velocemente possibile e non avevano neanche il tempo di respirare.

"Sono esausto." disse a un certo punto Chanyeol, distendendosi sul cemento e provando a riprendersi. Il caldo gli aveva aspirato via la voglia e la forza di fare qualsiasi cosa, era stanchissimo, aveva lavorato ininterrottamente per tutta la giornata.
"Puoi tornare al dormitorio, qui abbiamo finito per oggi. Il sole è quasi tramontato e sarà difficile lavorare." gli riferì il direttore. "Dico davvero, hai fatto un ottimo lavoro. Sistemo le ultime cose e poi mando via anche gli altri"
Sorrise e si mise seduto, gli rivolse un cenno della testa e si alzò. Era stancante lavorare al castello, molto di più di quanto non lo fosse stare al villaggio — lì le ore di lavoro non erano continuative, poteva riposarsi quando voleva, al castello non gli era permesso. Per fortuna il direttore dei lavori riconosceva il suo duro lavoro e in momenti come quelli lo assecondava, consentendogli di lasciare prima quel posto.

Andò nella sua stanza e si distese sul letto, senza neanche rendersene conto si addormentò subito, pochi minuti dopo aver poggiato la testa sul cuscino. Si svegliò dopo circa mezz'ora a causa di Minseok che poggiò in modo rumoroso un piatto sul suo comodino, era pieno di cibo. "La tua cena, devi mangiare." gli toccò la spalla e Chanyeol mugolò qualcosa, riaprì gli occhi e cercò di capire cosa stesse succedendo. "Eri talmente stanco che pensavi di saltare l'ultimo pasto della giornata? Non credo proprio."

"Grazie." rispose in modo sincero, il suo stomaco brontolava e non vedeva l'ora di mettere del cibo sotto i denti. Era stordito a causa della dormita, poggiò la schiena contro il muro e recuperò il piatto, se lo mise sulle ginocchia e guardò attentamente il contenuto per poi cominciare ad ingerirlo.

"Non mi racconti com'è andata ieri?" Sehun prese un libro e si distese sul proprio letto, si trovava di fronte a quello di Chanyeol, in quel modo poteva benissimo guardarlo negli occhi. Il minore si sentiva giudicato e sotto pressione ma cercò di prenderla sul ridere e di non darlo a vedere.

"Tutto bene, mi sono divertito molto." mangiò il suo cibo, gli altri ragazzi ridacchiarono visto il suo modo di parlare. "Ti interessa sapere se è diventato più bravo di cinque anni fa? Credo di sì, è stato —."

"Va bene, non ho bisogno dei dettagli. Ho un'altra domanda." Sehun lo interruppe e lo sfidò con lo sguardo. "Se anche lui si è divertito così tanto, perché non ti ha chiamato nella sua stanza anche oggi?"

"Magari aveva da fare —."
"Sicuro? Ora è tardi, penso che sia libero. Chanyeol, ieri sera non mi hai dato il tempo di finire di parlare ma credevo di essermi spiegato."
"E io ti avevo solo chiesto delle informazioni, non un consiglio. È difficile da capire?" 

Minseok e Jongdae si sentivano di troppo, mentre gli altri ragazzi discutevano non potevano intervenire quindi se ne stavano lì, zitti, a fissarsi e a sperare che finissero in fretta di parlare. "Dopo quello che ti ho detto credevo fosse sottinteso che tu dovessi smetterla di assecondare i tuoi istinti da ragazzino, non ti porteranno da nessuna parte."

"Intanto tu sembri piuttosto represso mentre io sto benissimo."
Sehun spalancò gli occhi. "Io? Forse non ti è chiaro il modo in cui —."
"Basta!" disse ad alta voce Jongdae, voltandosi e guardando il minore. "Se vuole continuare ad andare a letto col principe lascia che lo faccia, è un adulto, sa a che conseguenze va in contro."
"Non credo che lo sappia. Non volete il meglio per lui?"
"Il meglio non è impedirgli di fare ciò che lui ritiene giusto."

Si portò una mano sulla testa, poi usò il libro per colpirsi la fronte. "Ho capito. Fai quello che vuoi allora."

"Lo faccio, infatti." si alzò, abbandonando il piatto di cibo sul comodino e mettendosi le scarpe.
"Dove stai andando?" chiese Minseok. "Andiamo, risolvete senza fare troppe storie."
"Vado da Baekhyun."

Sehun si rimosse il libro dal volto e lo guardò. "Chanyeol, se qualcuno dovesse beccarti su quel piano del castello potresti davvero finire nei guai, fidati."

"Bene." sbatté la porta e camminò fuori dalla stanza di corsa. Era arrabbiato, prima Sehun faceva la parte dell'amico empatico che lo compativa e poi se ne usciva con discorsi simili? Mettendolo in ridicolo davanti agli altri? Detestava il suo comportamento, non avrebbe dovuto confidarsi con lui. Arrivò sul balcone e fece attenzione ad oltrepassare il cancelletto, poi cominciò a risalire le scale. Non sentiva nessun rumore ed era un buon segno, stava a significare che era da solo. Si ritrovò la finestra della stanza del principe di fronte, a causa delle tende non vedeva l'interno della camera ma la luce era accesa. Avanzò piano ed aprì la porta che cigolò producendo un rumore per niente gradevole, camminò fino ad arrivare all'angolo ma si fermò di colpo, Baekhyun stava parlando con qualcuno.

"Non sistemerà le cose." diceva il principe, non riusciva a capire di cosa stessero parlando.
"Almeno calmerà questa situazione." rispose l'altro uomo. "Sono gli ordini."
"E li eseguirò, ma bisogna preparare anche un piano di riserva perché stiamo mettendo in pericolo l'incolumità di tutti così e fidati, non calmerà un bel niente."
"Ci stanno già pensando, non siamo totalmente operativi ma stiamo facendo del nostro meglio."
"Lo spero. Ora vattene, non voglio più sentir parlare di questa storia per oggi."

Chanyeol vide l'ombra dell'uomo in procinto di svoltare l'angolo così si girò per tornare indietro, urtò contro un vaso che sbatté contro il muro. "Cos'è stato?" chiese l'uomo, allungando la testa verso la porta. Non c'era nessuno. "Lo ha sentito anche lei?"

Il maggiore vide qualcuno passare davanti le tende della sua finestra, sorrise e scosse la testa. "Non ho sentito niente. Puoi chiamare una domestica per me? Ho bisogno di qualcosa da mangiare."

Non appena aveva urtato contro quel vaso, Chanyeol era corso velocemente verso l'uscita, aveva percorso le scale ed era ritornato al piano inferiore. Il suo cuore batteva forte, sapeva che aveva rischiato grosso e si sentiva uno stupido, si infilò nella lavanderia e chiuse la porta per sedersi lì in pace e riprendere fiato. Deglutì più volte per provare a far andare via la sensazione di nodo alla gola che diventava sempre più forte, eppure non riusciva a sentirsi meglio. Restò un bel po' di minuti a pensare a cosa fare, poi realizzò che se non fosse stato nella sua stanza sarebbe potuto sembrare sospetto così aprì la porta per uscire, cercò di sembrare il più naturale possibile ma non appena si ritrovò Haeri davanti la sua espressione diventò subito sconvolta. "Anche tu qui? Stavo giusto per tornare nella mia stanza. Buonanotte." provò a camminare ma lei lo fermò afferrandogli la mano.

"Dove vai? Il principe vuole vederti."

Sorrise e inarcò un sopracciglio. Doveva solo restare calmo, non sarebbe successo niente di brutto, non doveva preoccuparsi — era quello che continuava a ripetere nella sua testa. La porta della camera di Baekhyun era aperta, Haeri lo lasciò lì da solo e lui la aprì, tuttavia quella volta il principe era nella sala principale, seduto al tavolino. Non appena entrò lo fissò. "Chiudi a chiave." gli disse, Chanyeol lo fece e avanzò in modo sicuro verso di lui. "Che cosa hai sentito?"

"Di cosa sta parlando?" chiese, l'ansia lo stava divorando. Baekhyun si alzò e si avvicinò a lui, gli mise una mano alla base del collo e lo spinse contro il muro.
"Non pensare che questo sia un gioco." mormorò, a pochi centimetri dal suo volto. "Non pensare che la mia pazienza non abbia un limite."
"Non lo penso."
Si inumidì le labbra e lo guardò, allontanandosi e lasciandolo stare. "Non rischierò di rovinare la mia reputazione per difendere te."
"Non deve farlo. Volevo solo vederla, tutto qui."

Baekhyun era ritornato al tavolo, si versò del vino e indicò la bottiglia all'altro, come per chiedergli di servirsi da solo. "Non credo che tu lo sappia, quindi te lo dirò adesso. Non devi venire a cercarmi mai, sono io che cerco te, intesi?"

Il suo atteggiamento era strano, solitamente non si comportava in quel modo, c'era qualcosa in lui che era diverso da solito. "Sta bene?" chiese Chanyeol, guadagnandosi un'occhiataccia. "Sembra molto stanco."

"Tu no, visto come te la sei data a gambe."
"Mi dispiace. Stavo camminando normalmente e quando ho sentito una voce non familiare mi sono spaventato e sono tornato indietro." sperò che ci credesse, Baekhyun abbandonò il calice di vino sul tavolo e sorrise.
"Fai come ti pare."
"Non ha risposto alla mia domanda."

Continuò a stare zitto, andò a distendersi sul letto e lo guardò, poi gli indicò lo spazio libero accanto a lui. Chanyeol sorrise e si diresse verso il punto indicatogli, si distese lì e si avvicinò sempre di più, fino ad abbracciarlo. "Non sto bene." rispose, mentre il minore gli accarezzava la spalla. "L'ultimo giorno del mese mi sposerò."

Il ragazzo ci mise un po' a rispondere, cosa avrebbe significato quel matrimonio? Era quello di cui stava parlando prima con quell'uomo? Che senso aveva sposarsi così presto? Suo padre stava forse male? Se così fosse stato, sarebbe cambiato tutto. "Non so cosa dire."

"Già." mormorò, sospirando profondamente e voltandosi verso di lui. "Non cambierà niente, intendiamoci. Lei continuerà a vivere nel suo castello e io nel mio finché non diventerò re e prenderemo la stanza dei miei genitori." sorrise e si portò una mano sulla fronte. "Non credo che succederà presto, quindi non dovrei preoccuparmi molto, è comunque una strana situazione."

"Più che altro è comunque il suo matrimonio, è una cosa che succede una sola volta nella vita. È ovvio che si senta così." si sollevò e cominciò a sorreggersi la testa con la mano, in quel modo riusciva a guardarlo negli occhi. "Ma suo padre è ancora giovane, non diventerà re a breve, spero."

"Lo speri? E perché?"
"Perché altrimenti non potremmo più fare questo." senza aggiungere altro abbassò la testa e lo baciò, sentì le mani di Baekhyun raggiungere i suoi capelli e sorrise, avvicinandosi di più a lui e approfondendo il bacio. Si allontanò a fatica dato che l'altro lo attirava stretto a sé. "Ha capito?" chiese, il principe non rispose, lo baciò di nuovo e chiuse gli occhi. 
"Lo sai." disse, una volta che Chanyeol poggiò la fronte contro la sua per riprendere fiato. "Mi sento meglio ora che sei qui. Anche se devi smetterla di comportarti da stupido altrimenti non farai altro che continuare a farmi incazzare, costantemente."
Inarcò un sopracciglio. "Mi permetta di farmi perdonare allora."

Chanyeol stava cercando di sviare l'attenzione dalla faccenda principale, ovvero il fatto che stesse succedendo qualcosa di molto serio al di fuori del castello, che comprendeva anche Baekhyun e il resto della nobiltà. Qualcosa che non riusciva a decifrare, ma che non sembrava essere di poco conto. Il principe non voleva pensarci, la sua schiena si inarcò senza troppe pretese non appena l'altro infilò la mano sotto la sua maglietta, era come se volesse solo dimenticarsi di quella storia. "Domattina voglio uscire dal castello." disse all'altro, che mugolò qualcosa in risposta e continuò a passare le labbra sul suo collo. "Vieni anche tu con me."

"Dove andremo?"
"Non lo so, voglio solo allontanarmi da qui per un po'."
Chanyeol annuì. "Suppongo che resterò nella sua stanza stanotte, allora."
"Non lo avresti mai detto altrimenti." disse il principe in modo sarcastico, scostandosi. "Prendo altro vino." il minore lo afferrò per un braccio e non lasciò che si muovesse.
"Non c'è bisogno di bere adesso, lasci fare a me."

Non riuscì a ribellarsi dato che il più piccolo cominciò a baciarlo, quando succedeva era come se si dimenticasse di tutto, era bello, lo teletrasportava in una dimensione in cui esistevano solo loro due e nient'altro contava. Non sapeva cosa provava per lui, se era davvero solo attrazione fisica o se c'era qualcosa di più, ma stare insieme a quel ragazzo lo metteva sempre di buon umore, riusciva a rallegrarlo e a distrarlo, era piacevole. Quando la schiena di Chanyeol tornò di nuovo sul materasso quest'ultimo era sudato e il suo respiro era affannoso, chiuse gli occhi e si distese, continuando a respirare in modo pesante. Si voltò e guardò il maggiore. "Potevi andarci piano."

"Chiedo scusa. Vado a prendere dell'acqua." si sollevò e Baekhyun chiuse gli occhi, era molto stanco. Dopo qualche secondo sentì l'altro toccargli la fronte col bicchiere e sorrise. "Tutto bene?"
"Avevo pensato di uscire a cavallo domani ma dopo stasera non ho intenzione di stare addosso a nessun altro essere vivente per un bel po' di tempo."
"È stato bello." finì di bere e abbandonò il bicchiere sul comodino, poi mise entrambe le mani sulla schiena del più grande e rimosse le coperte dal suo corpo.
"Non ti azzardare."
"Non voglio fare niente, solo un massaggio per farla sentire meglio." lo rassicurò, con le mani accarezzò delicatamente la sua schiena e poi prese a farlo più forte. "Ha i nervi molto tesi, non si è ancora rilassato del tutto?"

Baekhyun sorrise e chiuse gli occhi. "Sono più rilassato di quanto sembri, in realtà." disse, avrebbe voluto parlare e dirgli un sacco di cose ma visto il modo in cui le mani di Chanyeol si muovevano si sentiva sempre più stanco, prima che potesse accorgersene si addormentò a causa del suo tocco.

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Capitolo 12
*** dodici ***


Chanyeol sentiva qualcosa di strano e fastidioso sul naso, aprì gli occhi di colpo e vide che il principe gli stava facendo il solletico con lo spigolo delle lenzuola. "Che stai facendo?" mugolò, afferrandolo e togliendoglielo dalle mani. "Stavo sognando..." si lamentò, portandosi le lenzuola sulla testa e chiudendo di nuovo gli occhi.

"È la prima volta che mi dai del tu."
Il ragazzo riportò la testa sul cuscino e lo guardò mortificato. "Chiedo scusa, non volevo."
"E dopo stanotte mi chiedevo proprio quando avresti cominciato a farlo, perché chiedi scusa?" finì la fase e si distese accanto a lui, fece scivolare la mano lungo il suo braccio, lo afferrò e lo sollevò, poi guardò le loro mani unite. "Devo andare a consegnare una cosa a un ufficiale, farò portare la colazione così tu nel frattempo potrai mangiare, va bene?"
Annuì e gli strinse la mano, se la portò alle labbra e gli lasciò un bacio. "Va bene. Poi usciamo?" il maggiore rispose affermativamente, si sollevò e si mise seduto sul letto per provare a svegliarsi del tutto, Chanyeol lo guardò. "Ah, e posso farmi una doccia?"

"Puoi fare quello che vuoi, basta che non rovisti nelle mie cose. Gli asciugamano sono nell'armadio in bagno — vado prima io a lavarmi, altrimenti non faremo mai in tempo." si era alzato ed era andato a chiudersi nella piccola stanza, Chanyeol si stiracchiò e si spostò sull'altro lato del letto, affondò il viso nel cuscino del più grande e inalò il suo odore — per quanto possibile fosse farlo, visto che era schiacciato contro il tessuto e respirare era complicato. Era confortante, era strano ma dormire con lui gli trasmetteva uno strano senso di pace, si sentiva protetto e svegliandosi in quel modo si sentiva sollevato e di buon umore. Sentiva l'acqua scorrere e il maggiore fischiettare, era talmente rilassato che chiuse gli occhi e cadde di nuovo nel mondo dei sogni. "Principessa, svegliati." l'altro era ritornato nella stanza e gli aveva lanciato addosso l'asciugamano che aveva usato per tamponarsi i capelli. "Adesso uscirò per fare le mie commissioni quindi devi chiudere a chiave e farti la doccia, poi potremo uscire. È meglio se facciamo colazione insieme, quando torno."

Chanyeol sbadigliò e si voltò fino a trovarsi a pancia in su. "Se fossi davvero stato una principessa sarebbe stato tutto più facile, non credi?"
"Se fossi stato una principessa non mi saresti mai piaciuto." rispose, si vestì in fretta e dopo aver recuperato ciò di cui aveva bisogno si apprestò ad uscire dalla stanza. "Chiudi a chiave altrimenti entrerà qualcuno." gli raccomandò per la seconda volta. "Torno tra poco."
"A dopo." non appena uscì dalla stanza fece come gli era stato detto, passò davanti agli infiniti cassetti che si trovavano ovunque e li ignorò, non gli sembrava giusto curiosare tra le sue cose. Si diresse in bagno e recuperò un'asciugamano pulita, fortunatamente i suoi vestiti non erano troppo polverosi perché li aveva cambiati prima di andare da lui, si lavò in fretta e diede anche una sistemata veloce alla stanza, il principe l'aveva lasciata in condizioni orribili. D'altronde non era abituato a pulire e a mettere in ordine, c'era sempre qualcuno a farlo per lui, era ovvio che non notasse neanche quelle cose.

Ritornò nella sala principale, l'altro non era ancora tornato. Si sedette sul letto non sapendo cosa fare e bevve dell'acqua, non riusciva a stare fermo, aveva bisogno di fare qualcosa. Cominciò ad osservare meglio ciò che lo circondava dato che c'erano ancora dei particolari che non aveva mai notato. Preso dalla voglia di scoprire cosa ci fosse in tutti quegli armadi aprì il cassetto del comodino che si trovava accanto al letto, pensò che non poteva esserci chissà cosa lì, e anche se fosse avrebbe fatto finta di niente — ci trovò dentro vari fazzoletti stropicciati, carte da gioco, lettere e una vecchia foto. La prese e lesse cosa c'era scritto sul retro — cinque anni. Guardò cosa raffigurava e vide un bambino, somigliava molto a Baekhyun. Aprì il cassetto inferiore, era più grande, dentro c'erano varie bottiglie di liquore e di vino. Inarcò un sopracciglio e lo richiuse. Non c'era niente di interessante in quella camera. Rotolò al lato sinistro del letto e aprì anche l'altro cassetto, c'erano vari quaderni e un diario, la scrittura era in corsivo e riusciva a fatica a capire cosa diceva. Di colpo sentì la chiave girare all'interno della serratura, rimise il diario a posto e si distese sul letto in modo naturale. "Sono tornato con il nostro primo pasto della giornata." disse il maggiore, rientrando insieme al carrello della colazione. "Ho fatto preparare i cavalli."

"Ho tanta fame." esordì, si sollevò e si avvicinò al cibo, recuperando poi il suo dolce preferito. Si avvicinò a Baekhyun e gli diede un bacio sulla guancia, lasciando involontariamente dello zucchero a velo su di essa. Sorrise e glielo pulì col palmo della mano. Il maggiore si avvicinò e si accoccolò a lui. "Che c'è?"

"Prima hai detto che sarebbe più semplice se tu fossi stato una principessa, ma pensa a come sarebbe tutto se io non fossi stato un principe. Niente problemi relativi alla mia posizione, niente obblighi, avrei avuto una vita normale." mormorò, usando le dita per disegnare dei cerchi sulla gamba dell'altro. Era molto pensieroso, che riguardasse la situazione di cui stava parlando la sera precedente con quell'uomo? Sollevò la testa e lo guardò un po' triste.

"Sarebbe stato tutto noioso poi, così è più eccitante."
"Sei serio?"
Ridacchiò e prese un dolcetto, glielo avvicinò alle labbra e lo guardò. "So che sarebbe fantastico non soffrire." fece una pausa e lo guardò mangiare. "Però non è così che funziona, sognare come sarebbe il mondo senza le cose brutte ci porta a vedere solo il lato negativo di esso, dobbiamo imparare ad apprezzare quelle belle."
Baekhyun rispose baciandolo, poggiò la testa sulla sua spalla e lo guardò. "Forse hai ragione, ma oggi non ci voglio pensare. A volte... ho solo bisogno di non pensarci e non mi sembrerà neanche reale. È così che vado avanti ultimamente, distraendomi in continuazione per evitare di pensare."

Dopo aver finito di mangiare uscirono insieme, c'erano due cavalli ad aspettarli, il principe fece abbassare il ponte levatoio così da permettergli di uscire — tutti erano molto confusi di vedere Chanyeol, non lo avevano mai visto in giro con Baekhyun ed era una faccia nuova visto che era arrivato al castello da poco — ma naturalmente non potevano permettersi di parlare. "Dove andiamo?" domandò il minore, non era la prima volta che andava a cavallo, da bambino gli avevano insegnato a farlo e a quanto pare non aveva mai dimenticato come comportarsi in quei momenti.

"Sulla collina." mentre cavalcavano non dissero una parola, si godettero entrambi l'aria fresca che gli attraversava i capelli e faceva percepire ai loro corpi una temperatura inferiore di quella che ci fosse effettivamente. Il panorama al di fuori del castello era spettacolare, l'erba era di un verde brillante e il profumo che emanava era genuino, c'erano fiori colorati ovunque e nessuna nuvola in cielo, sembrava di trovarsi in un posto surreale. Ogni tanto si scambiavano delle occhiate e sorridevano, Chanyeol non riusciva a capire perché si sentisse in quel modo. Era felice, e quando era felice veniva assalito dai sensi di colpa perché non aveva ancora portato a termine il suo piano, lui non riusciva a vedere i lati positivi di quella situazione. "Ci mettiamo qui?"

Chanyeol fermò il suo cavallo, c'erano degli appositi pali di legno così legarono lì le corde, i cavalli andarono subito a ripararsi sotto l'ombra di un albero. Il minore accarezzò la criniera del suo destriero e fu costretto a smettere non appena Baekhyun lo baciò, prendendogli la mano. Si allontanò e cominciò a trascinarlo verso il lato opposto della collina. "Dove andiamo?"

"C'è un fiume qui sotto, stai attento." la discesa era piuttosto ripida. "È da molto che non ci vengo, mi piace un sacco questo posto." gli strinse più forte la mano e intrecciò le dita con le sue, camminando in modo sicuro verso il fiume.

"È romantico." non riuscì a finire di parlare che la terra sotto i suoi piedi franò, spalancò gli occhi e dopo una caduta neanche troppo brusca si trovò faccia a faccia con il terriccio. Baekhyun non gli aveva lasciato la mano ed era caduto anche lui, l'atterraggio era stato più morbido però. "Tutto bene?"

"Sto benissimo." ridacchiò il principe, mettendosi seduto e aiutandolo a sollevarsi. Si pulì le mani sul pantalone e continuarono a discendere fino ad avvicinarsi all'argine del fiume, così poterono lavarsi le mani. Chanyeol ne poggiò una intorno al collo di Baekhyun che sussultò visto che l'acqua era davvero fredda, quest'ultimo ricambiò ma si ritrovò ben presto bloccato dal minore. "Non provare a vendicarti."

Non rispose, era intimidito dal suo sguardo che sembrava scavargli dentro l'anima. Si sporse in avanti e lo baciò, a quel punto il minore gli lasciò le mani che il diretto interessato si preoccupò subito di portare tra i suoi capelli. Si staccò subito dal bacio, per dirgli qualcosa di importante. "Sei davvero bello."

Arrossì e si voltò, a quel punto il maggiore lo afferrò per il mento e lo costrinse a guardarlo negli occhi. Inarcò un sopracciglio come a pretendere una risposta e Chanyeol sorrise. "È che non me lo aveva mai detto nessuno."

"Com'è possibile?" gli baciò il collo e poggiò la testa sul suo petto. "A me lo dicono spesso, anche tu me lo hai detto molto prima che entrassimo in confidenza, ricordi? Però credo che assuma un significato più speciale quando te lo dice qualcuno che per te è importante e non uno sconosciuto."

"Io sono importante?"
"Dovrei chiedertelo io, visto che sono stato io a tirare in ballo questo discorso."
"Sei la persona più rilevante della mia vita in questo momento." rispose Chanyeol. "Quella che mi fa provare più emozioni. Credo proprio di sì."

Baekhyun sorrise, addolcito da quelle parole. Guardò l'acqua del fiume scorrere e vide dei pesciolini saltare, quel posto era bello proprio per quel motivo, la natura era incontaminata e sembrava di immergersi totalmente in essa quando si stava lì. "Non ti chiedi mai perché io abbia scelto proprio te?"

"Perché sono uno dei ragazzi più belli del castello, dopo di te?" inarcò un sopracciglio, Baekhyun scosse la testa.
"Non mi piaci solo perché sei attraente. Però non sento neanche di poter dire che è per il tuo modo di porti, dato che è decisamente orribile."
"Non esageriamo."
"Sono serio, mi fai incazzare. Ogni giorno. Ma..." fece una pausa e lo guardò. "C'è altro."
"A volte ho paura." fece una pausa e lo guardò. "Non voglio essere sostituito da nessun altro."
"Perché dici una cosa del genere?" domandò, assumendo un'espressione genuinamente dispiaciuta.

Chanyeol gli mise una mano sul fianco e lo fece spostare sul suo corpo, rimase a guardarlo negli occhi e a sorridergli. Perché lo guardava e non provava rabbia? L'unica cosa che sentiva era il suo stomaco in subbuglio e il cuore che batteva forte, non riusciva a capacitarsene, era una bella sensazione ma non riusciva a godersela a pieno. Il maggiore lo baciò, impedendogli di approfondire quei brutti pensieri, si mosse su di lui e fece pressione sul cavallo dei suoi pantaloni col bacino. Il diretto interessato lo guardò confuso. "Non ti consiglio di rifarlo."

"Non ti piace?" domandò, portò la testa sulla sua spalla e continuò a muoversi, Chanyeol sentiva il suo fiato caldo sul collo. "Non c'è un momento in cui non ti desideri e non mi era mai successo con nessun altro, ora come ora non potrei sostituirti facilmente." dopo quell'affermazione il minore perse anche l'ultima briciola di buon senso che gli era rimasta, sollevò le gambe in modo da trovarsi l'altro più vicino e cominciò a baciargli il collo — smise non appena sentì la mano di Baekhyun toccarlo. "Continua a baciarmi." chiese quest'ultimo, il modo in cui passava la mano sui suoi pantaloni non faceva per niente piacere all'altro, riusciva a malapena a sentire il suo tocco. Sollevò leggermente la mano e abbassò la cerniera dei suoi jeans, a quel punto Chanyeol sorrise tra sé e sé.

"Quando hai detto che volevi uscire per fare un giro con me era una richiesta indiretta? Del tipo, vieni con me a soddisfare le mie fantasie, voglio farlo mentre siamo circondati da insetti e da lucertole?"

"Una specie."

Inarcò un sopracciglio. "Bene."

Stare con lui lo riempiva di sensazioni positive, ma allo stesso tempo faceva nascere all'interno del suo animo sensi di colpa che non riusciva a mandare via. Di sicuro non ci pensava quando erano insieme, ma dopo lo investivano e gli facevano capire che stava sbagliando tutto. Si sentiva incompleto quando Baekhyun si allontanava, moriva dalla curiosità di sapere a cosa pensasse quando si sdraiava sul lato opposto del letto — in quel caso, della collina — e rimaneva zitto, a fissare il vuoto. "Lo vedo che mi stai guardando." parlò il maggiore.

Chanyeol si sollevò e si avvicinò al fiume, si chinò leggermente e si aiutò con la mano per bere dell'acqua. "Ne vuoi?" disse, prendendone un po' e ammiccando un sorriso.

"È meglio se ci ripensi." lo avvertì e si avvicinò a lui, poi copiò i suoi movimenti e bevve un po'.
"Ho davvero paura quindi non ti schizzerò." disse piano, mettendosi di nuovo seduto.
"Hai fame?"
"Ma non abbiamo portato da mangiare."
"Lo so, voglio farti vedere una cosa ma prima devo riprendere fiato." restò per un altro paio di minuti a riposarsi, dopodiché gli porse la mano e lo aiutò ad alzarsi. Risalirono la collina, c'erano molti alberi in cima e anche vari cespugli pieni di piccoli frutti rossi, Baekhyun ne prese uno e lo annusò. "Non dovrebbe essere velenoso."
"Ma è meglio non —." provò a dire, l'altro se ne mise un paio in bocca senza ascoltarlo minimamente. "Mangiarlo..." fece una pausa. "Se non sei morto allora posso mangiarli anche io."
"Certo che puoi, nessuno è mai morto per aver assaggiato dei mirtilli selvatici."
"Invece sì."
"E quindi? Stai zitto e mangia."

Restarono a mangiare per un po', non appena il sole diventò alto nel cielo Baekhyun propose di tornare al castello. Aveva delle cose di cui occuparsi e non poteva più temporeggiare, inoltre anche Chanyeol doveva andare a lavoro. Ritornarono dai cavalli e li slegarono, il più piccolo aveva portato dei mirtilli anche per loro. Ci misero poco a tornare alla loro dimora, non appena arrivarono lasciarono i cavalli nelle mani di chi li avrebbe riportati nelle loro scuderie e si divisero in modo discreto, senza baciarsi o toccarsi per non destare nessun — ulteriore — sospetto. Chanyeol andò nella sala da pranzo, si mise in fila e prese il suo pasto, poi si voltò verso i tavoli e cercò un posto dove andare a sedersi. Di solito restavano fissi, quindi per evitare di sottrarre i soliti a qualcuno andò a mettersi accanto ai suoi compagni di stanza. "Ciao." li salutò normalmente, Minseok gli rivolse un sorriso, per il resto non rispose nessuno. "Che succede?"

"Niente."
"Lo vuoi veramente sapere?" chiese Sehun. "Il tuo fidanzato non te l'ha già detto?"
"No. Che succede?" domandò di nuovo, provando il più possibile a mantenere la calma. Più il tempo passava, più Sehun diventava scorbutico.
Jongdae si avvicinò a lui e parlò piano, anche se non ce ne sarebbe neanche stato il bisogno dato che ormai la voce si era sparsa per tutto il castello. "Un ragazzo ci ha riferito che stanno scoppiando molte rivolte nei paesi, e che il regno vicino sta minacciando il nostro re."
Inarcò un sopracciglio. "Cosa?" sorrise, sembrava strano. Anche se... collegare quello a ciò che aveva sentito la sera precedente non sarebbe stato affatto da stupidi. "Per quale motivo?"
"Il motivo non lo conosciamo." rispose Minseok.

Non era inusuale che ci fossero incomprensioni e tumulti nei villaggi ma il fatto che la situazione si espandesse fino agli altri regni non era da prendere alla leggera. Chanyeol ricordava che a causa di quei momenti di crisi a volte non riusciva neanche a guadagnarsi da mangiare, spesso quel tipo di crisi finiva in fretta, poteva anche durare due mesi o più ma non aveva mai compreso anche gli altri regni, una cosa estremamente pericolosa. Sperava che le persone a cui voleva bene e che si trovavano al villaggio stessero bene. Non gli aveva scritto neanche una lettera pur avendolo promesso al suo vecchio, era stato talmente impegnato dal dimenticarsene. "Sono sicuro che non succederà niente di grave." disse ai suoi amici, non ne era convinto ma non gli importava più di tanto, loro erano al sicuro.

"Lo spero, ma è una situazione che mette comunque molta ansia."

Dopo quasi sette ore e mezza di lavoro — e la cena — tutti i ragazzi vennero mandati nelle loro rispettive camere. Chanyeol era esausto, non riuscì neanche a sciacquarsi, non fece neanche caso ai suoi compagni che parlavano e facevano rumore, si addormentò non appena la sua testa toccò il cuscino. L'indomani fu un'altra giornata piena di lavoro, i lavori erano quasi ultimati e tutti davano il massimo, non vedendo l'ora di liberarsi di quell'impianto. Quando avevano cominciato credevano che ci sarebbe voluto di più, invece erano riusciti a finirlo o quasi in molto meno tempo del previsto. Dopo tutte quelle interminabili ore Chanyeol si ritrovò nella stessa situazione della sera precedente, era stanchissimo, eppure quel giorno non riusciva proprio ad addormentarsi. Forse perché non aveva visto Baekhyun, continuava a pensare a lui. Il principe era stato chiaro, gli aveva detto di non cercarlo. Lo avrebbe cercato lui, se avesse voluto stare con lui. Perché non lo chiamava, allora?

"Sehun." disse ad alta voce, facendo spostare l'attenzione di tutti su di lui. "Ce l'hai una sigaretta per me?"
"Ormai è diventato così amico di quella guardia che non fa alto che scroccargliele." rispose Jongdae, mentre abbracciava Minseok e riusciva a stento a tenere gli occhi aperti. Lui era stanchissimo e non aveva nessun brutto pensiero che lo tormentava, si sarebbe potuto addormentare da un momento all'altro.
"Sono nella mia maglietta." disse il minore, indicando con lo sguardo il capo d'abbigliamento che si trovava sul pavimento. "Fa bene essere amici delle guardie, almeno ho il culo parato."
"Non credo."

Nel frattempo Chanyeol si era alzato e l'aveva recuperata, si avvicinò alla finestra e la aprì leggermente. Aspirava il fumo e lo mandava fuori da quello spiraglio, mentre si guardava le dita. "Mi dispiace per l'altra volta, non abbiamo più parlato e volevo solo fartelo sapere."

"Sono uno stronzo." rispose Sehun, continuando a leggere il suo libro e non distogliendo lo sguardo dalle pagine. "Prima non ero così, è colpa di questo posto."

"Tira fuori il peggio delle persone." rispose Minseok.
"Non di te, però." aggiunse Jongdae. Quel momento diventò immediatamente imbarazzante. "Comunque — Chanyeol, dove sei stato stamattina?"
"Sono uscito dal castello." disse, tutti lo guardarono affascinati. "È stato bello, finché è durato."
"Baekhyun non viene a cercarti stasera? Perché non vai da lui?" domandò Sehun. "Oh, perché gli dà fastidio quando sei tu a cercarlo e non è lui a farlo, sai com'è, per lui un partner deve soddisfare solo i suoi bisogni, è una macchina, non un essere umano."
"Sehun." lo interruppe Minseok. "Penso che dovresti darti una calmata."

Chanyeol non pensava che il principe fosse così, non credeva fosse così subdolo. Personalmente si sentiva debole perché aveva assunto uno dei comportamenti che aveva sempre odiato negli anni, poco cauto, frettoloso, per niente razionale, non doveva agire così ma non riusciva ad evitarlo. "Non mi dà fastidio." parlò, guardandolo. "Dopo quello che Baekhyun gli ha fatto è comprensibile che lo odi e voglia tenermi lontano da lui, dico davvero, lo capisco. Però..." inspirò una grande quantità di fumo e sorrise. "Ho seguito il cervello per tutta la mia vita, e ora che i miei sentimenti hanno preso il sopravvento non riesco a fermarli."

"Se hai bisogno di conforto, noi siamo qui. Non potremo fare niente ma almeno ti faremo sentire meno solo."

Chanyeol rivolse un pensiero alla sua famiglia, doveva ricordarsi che lo stava facendo per loro, non doveva perdere di vista il suo obiettivo anche viste le molteplici tentazioni. Era così difficile rimanere concentrato e restare lucido.

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Capitolo 13
*** tredici ***


Chanyeol si trovava nella sua vecchia casa al villaggio, stava preparando la cena mentre un temporale era in corso. La luce generata dai fulmini illuminava a tratti la stanza, il rumore della pioggia era confortante, quello dei tuoni gli metteva ansia. Sentiva come se stesse aspettando qualcuno, era una strana sensazione, sapeva che a breve sarebbe successo qualcosa. Portò sul tavolo il piatto pieno di cibo e si sedette, non riuscì a ingerire neanche un boccone della sua cena dato che qualcuno bussò alla porta. Si alzò per controllare chi fosse, non appena la aprì riconobbe sua madre, suo padre e sua sorella. "Siamo venuti a trovarti." sorrise la donna, il ragazzo abbracciò tutti e tre, soffermandosi sul contemplare il volto della sorella che sembrava cresciuta, più grande.

Si ritrovò al tavolo, si erano seduti in cerchio e stavano mangiando tutti insieme. "Come va al castello?" domandò suo padre.
Chanyeol si sentiva felice, era da tanto che non si trovavano tutti in una stanza a parlare. "Bene, nessuno sospetta di me."
"Lo ucciderai?" chiese sua sorella, bevendo dell'acqua. "Il re, come hai intenzione di ucciderlo?"
"Io —."
"Figliolo." parlò la madre. "Guardaci, noi siamo felici. Che senso ha spargere altro sangue?"
"Ma —."
"Lei ha ragione, non ci riuscirai, non perché non lo vuoi ma perché sei debole. Io, al tuo posto, lo avrei fatto senza esitare, noi ce lo meritiamo." la ragazza continuò a parlare. "E tu, che ne pensi, papà?"
L'uomo guardò Chanyeol e quest'ultimo rimase in silenzio, come se stesse aspettando solo la sua approvazione. "Devi fare quello che ritieni più giusto ma ricorda solo una cosa, noi non siamo assassini, a differenza loro."

Qualcuno bussò di nuovo alla porta, Chanyeol si alzò e si lasciò alle spalle la sua famiglia. Ci furono altri lampi e tuoni, questi ultimi erano più potenti che mai, la terra sembrava tremargli sotto i piedi. Aprì la porta e si ritrovò davanti il solito scenario, pioggia che cadeva copiosamente e una cosa strana, tre individui davanti a sé, li guardò attentamente e notò che tutti e tre avevano la gola sgozzata. Il primo era il re, il secondo sua moglie la regina, il terzo Baekhyun. Erano morti. Chiusero gli occhi e caddero in avanti, su Chanyeol, che si sollevò di colpo e gridò.

Aveva avuto un incubo. Con entrambe le mani stringeva forte le lenzuola, riusciva a fatica a respirare, era terrorizzato da quello che aveva visto e dalle immagini che scorrevano ripetutamente davanti ai suoi occhi, non ce la faceva a fermarle, sentì qualcuno stringergli il braccio e si voltò spaventato. "Va tutto bene?" domandò, era Jongdae.

Provava a dire qualcosa ma le parole non uscivano dalla sua bocca, si portò una mano sul petto e sentì il suo cuore battere forte. Per Chanyeol fu difficile superare quella notte, andò a farsi una doccia per cambiarsi i vestiti che erano impregnati di sudore ma non riuscì comunque a calmarsi, non chiuse occhio fino alla mattina seguente. Ogni rumore e suono veniva da lui percepito in modo strano, era come se fossero nella sua testa, qualcuno faceva rumore e una fitta gli attraversava l'intero cranio, forse a causa della stanchezza e delle mancate ore di sonno. Gli occhi gli si chiudevano da soli ma non riusciva ad addormentarsi. "Così non va, lo accompagniamo in infermeria." parlò Minseok, afferrandogli un braccio. "Jongdae, prendilo da lì."

Si lasciò sollevare e provò a camminare, poi fece un verso strano. "Amico, se devi vomitare è meglio non farlo ora."

Sehun li guardava in silenzio, aprì la porta e gli permise di uscire. Solo in quel momento il ragazzo reagì, fermando i piedi a terra e guardando negli occhi Minseok. "Lasciami, sto bene."
"Io non credo, vai in infermeria."
"Ho detto che sto bene." si liberò e ritornò in camera. "Dite al direttore che sono rimasto qui perché non stavo bene, ma sappiate non è così. Sto bene."
"E allora perché vuoi restare in camera? Hai detto che stai bene, se è così vieni a lavoro."
"Non ti lasciamo da solo qui."
"Ragazzi." parlò Sehun. "Oggi è l'ultimo giorno, dobbiamo concludere i lavori e ci sarà la cerimonia di ringraziamento, deve esserci. Il re e tutti i nobili saranno lì."
Dopo quelle parole Chanyeol corse in bagno per vomitare.

Alla fine decise di andare a lavoro, non stava male fisicamente quindi non sarebbe stato un problema — certo, aveva dormito per un totale di un'oretta scarsa e lo aveva anche fatto male a causa dell'incubo che lo aveva interrotto, non era al massimo delle forze, sarebbe stato comunque difficile lavorare a causa della stanchezza ma sapeva che mancava pochissimo e che avrebbero probabilmente finito per l'ora di pranzo. Continuava a pensare a quello che aveva sognato, i volti dei tre individui, ciò che gli era stato detto dai suoi genitori. "Chanyeol? Ti ho detto di passarmi quelle pinze." un suo collega lo richiamò e lui lo guardò confuso. "Mi capisci? Non le stai usando, dalle a me."

"Pinze. Scusa." mosse la mano e gliele passò, l'uomo lo guardò confuso.
"Ti senti bene? Stai tremando."
"Ho freddo."
Inarcò un sopracciglio. "Ci saranno trenta gradi all'ombra, come fai ad avere freddo?" ridacchiò e tornò a lavoro.

Chanyeol non stava affatto tremando per il freddo e non se ne era reso conto fino a quel momento, delle sue mani che si muovevano da sole in modo incontrollato. Bloccò la sinistra con la destra e rimase fermo. Aveva lavorato fino a poco prima, stavano ultimando l'impianto e a breve ci sarebbe stata la cerimonia, mancava pochissimo e la maggior parte dei ragazzi era seduta ad aspettare non sapendo cos'altro fare. "È tutto pronto qui? Il re vuole venire a ringraziarvi personalmente." chiese un soldato.

"Ci siamo." rispose il direttore dei lavori. Chanyeol si stava lavando le mani, si chinò sulla fontanella e bevve un po', poi andò a sedersi alla fine della fila. Altri ragazzi la riempirono e si ritrovarono tutti in cerchio, quasi stava per addormentarsi con la testa contro il muro. Ad un tratto i suoi amici andarono a sedersi accanto a lui e cominciarono a parlargli quindi non ci fu verso di riprendere sonno, lo distraevano. Dopo un po' la famiglia reale stava per arrivare per i ringraziamenti, quindi si alzarono tutti in piedi per aspettarli. Quando fecero il loro ingresso nella sala c'erano il re, la regina e il principe, e Chanyeol rivide nella sua testa le immagini del suo incubo. Baekhyun era davvero bello, sarebbe voluto andare da lui per abbracciarlo, era felice di vederlo ed era da un bel po' che non parlavano per cui sperava che lo notasse e che potessero comunicare.

"Gentili signori." cominciò a parlare ad alta voce il re. "Non mi dilungherò molto, so che siete stanchi, grazie per aver servito il regno. Per esprimere la mia riconoscenza avrete tutta la giornata libera e potrete usufruire del servizio della palestra, per rilassarvi un po'. Avevamo un grande bisogno di questo impianto e ora che verrà messo in funzione riusciremo tutti ad avere acqua calda, sempre, ed è grazie a voi. Mia moglie vuole dire qualcosa?" sorrise e la guardò, la donna si portò una mano sul viso e sorrise scuotendo la testa. "Mio figlio?"

Baekhyun annuì leggermente, si voltò verso tutti i lavoratori e li guardò, dal primo all'ultimo, non appena Chanyeol incrociò il suo sguardo sentì il suo cuore battere più velocemente. "Bel lavoro." fece un passo indietro, il re mantenne la solita espressione scocciata e anche lui si allontanò.

"Potete tornare nei vostri dormitori, in sala da pranzo per mangiare o in palestra, godetevi la vostra giornata libera." detto ciò se ne andarono, scortati dalle guardie. O meglio, i suoi genitori andarono via, Baekhyun restò a parlare con un soldato che si trovava lì. Tutti cominciarono a disperdersi e Minseok si avvicinò a Chanyeol, gli mise una mano sul braccio e lo fece quasi spaventare.

"Vieni con noi in palestra? Sono sicuro che non sai dove si trova, non ci sei mai andato, è —."
Allontanò il braccio e se lo toccò con la mano, poi scosse la testa. "Devo fare una cosa prima." sollevò il volto e guardò il principe. "Ci vediamo dopo." gli altri si allontanarono in silenzio, lui aspettò che i due finissero di parlare e si avvicinò a Baekhyun. Lo guardò da lontano ed esitò nel tendere la mano verso di lui, fece qualche passo e l'altro si voltò, avendolo visto.
"Ciao." disse sorpreso, inarcando un sopracciglio e guardandosi intorno. C'era pochissima gente. "Hai la giornata libera."
Parlò piano. "Voglio stare da solo con te."

Camminarono verso la fine del corridoio, erano al piano terra, l'area in cui arrivarono era quella del giardino botanico. Non appena entrarono e Baekhyun chiuse la porta, il minore lo abbracciò e lo strinse forte. L'altro ricambiò senza pensarci troppo, si allontanò e lo guardò in viso, vide che era strano. "Hai dormito stanotte?" chiese, sollevando una mano e accarezzandogli una guancia. Aveva dei solchi profondi e quasi viola sotto gli occhi, gli era decisamente successo qualcosa.

"Possiamo sederci?" chiese, indicando la panchina che si trovava in un posto più riservato, lontano dalla porta — non che qualcuno sarebbe andato lì comunque. Non smetteva di tenergli la mano neanche un secondo ed era strano trovarsi finalmente accanto a lui. "Perché ieri non mi hai chiamato per vedermi?" domandò, l'altro sorrise.
"Sono stato impegnato fino a tardi ed ero molto stanco."
Fece una pausa e si morse il labbro. "È che ho passato così tanto tempo a pensare al perché non mi avessi cercato che ho finito per rimanere sveglio, mi sentivo molto.... ansioso."
"Quindi ora non stai ragionando ed è per questo che parli così, capisco." sorrise e poggiò la testa sul suo petto, accarezzandogli forte il braccio per cercare di calmarlo. "Non puoi resistere ancora per molto, hai pure lavorato, andiamo in camera così puoi riposare."
"Ma adesso voglio stare con te."
"Avremo tutto il pomeriggio, la sera e la notte, e devi anche mangiare qualcosa. Usciamo dal retro e prendiamo la scale esterne così non ci vedrà nessuno."

Dopo una decina di minuti Baekhyun si ritrovò sul letto matrimoniale, mentre l'altro era attaccato a un suo braccio e quasi russava. Era sollevato perché si era addormentato in fretta ma anche frustrato, perché anche lui avrebbe voluto riposare in quel modo ma non ci riusciva a causa dei suoi pensieri, si era sentito un peso e non aveva detto all'altro che neanche lui aveva chiuso occhio la notte precedente, che sarebbe stato più tranquillo se fossero stati insieme e tutto il resto, ma in quel momento lo pensava più che mai. Lo guardò un'ultima volta prima di mettersi disteso e chiudere gli occhi, alla fine si addormentò dopo una decina di minuti. Si svegliò, per primo, dopo circa due ore. Si mosse piano per non far svegliare il minore che stava ancora dormendo e andò in bagno, quando ritornò a letto Chanyeol aveva gli occhi aperti.

"Hey." lo richiamò, parlando lentamente e allungando un braccio verso di lui. Il principe si distese lì e lo baciò, poi poggiò la testa sul cuscino e lo guardò sorridendo.
"Ti senti un po' meglio?" chiese, lo vide annuire. "Anche se sono le quattro di pomeriggio ci farò portare il pranzo."
"Lo sai, è strano come io sia riuscito a dormire così tranquillamente solo perché tu eri qui con me." si spinse in avanti e lo baciò. "Non so cosa fare." si riferiva a tutta quella situazione, a ciò che aveva sognato, a come gestire tutto.
"In che senso?"
"Tutto."
Gli accarezzò i capelli e sorrise, guardandogli le labbra. "Lascia che accada."

Il più piccolo lo baciò e si spostò su di lui, con una mano gli accarezzò il suo fianco e poi il collo, lo vide come quella notte, sgozzato. Si allontanò bruscamente e il maggiore assunse un'espressione confusa. Chanyeol lo baciò di nuovo, rotolò e raggiunse il lato opposto del letto. "Puoi far portare il pranzo? Ho fame e mi gira la testa."

Anche se era stato un comportamento insolito l'altro non ci diede peso. "Cosa vuoi da mangiare?"
"Pollo."
Sorrise e si alzò, dirigendosi verso la porta. "Torno subito."

Chanyeol si mosse verso il comodino e recuperò l'acqua, ne bevve due bicchieri. La testa gli scoppiava, eppure aveva riposato quindi non aveva senso che stesse ancora male, non si preoccupava molto per la sua salute, forse era solo stressato — cosa molto probabile. L'altro ci mise veramente poco a ritornare in camera, aveva due piatti tra le mani. Ne poggiò uno sulle gambe del minore e mise l'altro sulle sue, poi tolse il coperchio e guardò ciò che aveva preso. Chanyeol mangiò di corsa, il suo piatto diventò subito vuoto, lo lasciò sul comodino e andò in bagno. Quando ritornò l'altro stava ancora finendo il cibo, lo guardò e si concentrò sul suo sguardo.

"Che cosa non va? Lo vedo che c'è qualcosa che ti preoccupa." parlò il principe.
"Vuoi fingere che non sia così anche per te?"
"Mi sto solo preoccupando, non posso?" abbandonò la forchetta nel piatto e usò la mano destra per accarezzargli i capelli. "Ci sono molte cose che mi preoccupano, ma se non te le dico è perché sono certo che non potrai fare niente per risolverle. E tu? Io penso che potrei aiutarti, non so cosa ti passa per la testa."
Ci pensò su e sorrise. "Non puoi aiutarmi."
Anche Baekhyun sorrise, un po' offeso dato che non voleva parlargli. Era un comportamento che non gli piaceva affatto. "Però posso renderlo meno brutto."
Sorrise e indicò il suo piatto con la testa. "Lo fai già, finisci di mangiare."

Terminò il suo pasto e abbandonò il piatto, gli accarezzò il braccio, si sedette su di lui e lo baciò. "Ti va di continuare?" mormorò, afferrandogli il mento e facendosi spazio sul suo collo. Chanyeol non desiderava altro. Se non pensava a quella storia, se faceva finta che il motivo per cui fosse andato lì fosse davvero solo il lavoro, non riusciva a fare a meno di pensare a quanto fosse stato fortunato a ritrovarsi insieme a una persona come lui. Gli piaceva ed era innegabile, per quel motivo era molto spaventato. Non voleva farlo soffrire e non voleva soffrire personalmente, ma se avesse portato avanti il suo piano sarebbe stato inevitabile, avrebbe fatto stare male entrambi. In quel momento non sapeva se accontentare i suoi desideri o quelli della sua famiglia, i quali neanche conosceva, li poteva solo immaginare.

Non credeva che i suoi genitori fossero felici di vedere quello che stava facendo, come si stava comportando. Fin da piccolo gli avevano sempre impedito di mentire, gli avevano insegnato a non dire mai le bugie, erano una cosa che detestavano — eppure, eccolo lì, una decina di anni più tardi, a mentire alla famiglia reale. In che modo lo stava facendo? Non in un modo discreto, aveva superato tutti i limiti, ormai c'era dentro fino al collo e uscirne sarebbe stato difficile.

Si distese a pancia in giù e si lamentò a causa del dolore alla schiena, Baekhyun si sdraiò sul lato opposto del letto e lo guardò sorridendo. "Ci pensi che tra poco mi sposo?"
Sorrise. "Cerco di non pensarci."
"Anche io." si avvicinò a lui e si lasciò abbracciare. "A volte vorrei solo scappare."
"Solo per andare a vivere con me in una campagna schifosa in cui non riusciamo a guadagnarci neanche un pasto giornaliero? Tutto questo per stare con me?" inarcò un sopracciglio.
"È molto più di questo."
"E perché non lo fai?" chiese. "C'è qualcosa che te lo impedisce, per forza."
"Non voglio deludere i miei genitori. Loro sono la mia famiglia, voglio onorarli fino alla fine." sorrise, Chanyeol si sentì molto male, a causa di quelle parole. "La vita al castello mi piace."
"Hai tutto quello che vuoi quando lo vuoi."
Lo guardò male. "Non è vero." fece una pausa. "Non ho il diritto di scegliere per la mia vita, ma a parte questo ci sono anche delle cose positive."
"Hai il diritto di ribellarti."
Baekhyun scoppiò a ridere. "Tu non sei un principe, non puoi capire." lo vide cambiare espressione e gli portò una mano sul volto. "La vasca da bagno è abbastanza grande per tutti e due."

Fare tutte quelle cose normali con lui gli riempiva il cuore di gioia, al villaggio non avrebbe mai potuto vivere una relazione in quel modo, per lui era strano eppure cominciava ad abituarsi. Mentre stavano ridendo per una battuta fatta dal più piccolo, sentirono un rumore molto forte. Chanyeol si spaventò e guardò spaesato l'altro che non sembrava tanto sorpreso. "È lontano." lo rassicurò. "Sono i soldati, staranno facendo gli addestramenti, non preoccuparti."

"Sembrava una bomba." mormorò, vide l'altro sorridere e accarezzargli i capelli.
"Non è così, fidati."
Deglutì e gli prese la mano. "Volevi davvero farmi entrare nell'esercito quando me lo hai chiesto? Mi avresti mandato lì?"
Baekhyun fece una lunga pausa. "Non è male. Anche io ho fatto un anno di addestramento, è dura, ma credevo veramente che tu fossi fatto per quello."
"E ora?"
"Ora? Se ti mando lì non potrai più stare con me." sorrise e lo abbracciò, mentre l'altro lo stringeva sentirono un altro di quegli spari molto acuti.
"So che sta succedendo qualcosa, tutto il castello ne parla." disse allontanandosi. "E lascia che ti dica che le voci che girano non sono affatto positive."
Baekhyun era sorpreso di sentirgli dire una cosa del genere. "Quindi... sai già tutto." parlò, recuperando un'asciugamano e mettendosela sopra la testa.
"Non so niente. Puoi dirmi che sta succedendo? Non aprirò bocca."

Baekhyun si alzò di colpo e uscì dalla vasca, poi cominciò ad asciugarsi. "Vieni." lo richiamò, dopo che anche l'altro si fu sistemato raggiunsero insieme la stanza principale, Baekhyun versò un po' di vino nel suo bicchiere e ne recuperò un altro per il più piccolo. "Mio padre non sta male, allora perché devo sposarmi così urgentemente?" chiese. "È che i regni stanno riscontrando dei problemi di fiducia e quant'altro, si teme che chiunque possa attaccare in qualsiasi momento anche se noi abbiamo assicurato che non avremmo mai fatto niente e loro hanno fatto lo stesso. Eppure la parola non basta, quindi... abbiamo deciso di sposarci ora, in modo che i due regni potranno riacquistare la fiducia reciproca."

"E cosa succede al villaggio?" vide che l'altro non rispondeva. "Lì ci sono persone a cui tengo Baekhyun." lo guardò negli occhi. "Stanno bene?"

"Ci sono... stati dei morti, nei giorni precedenti." mormorò, il minore sentì il suo cuore fermarsi. "Ma nella parte del villaggio che confina con l'altro regno. Mi hai detto che non vivevi lì."
"Non vivevo lì, ma se il matrimonio non ferma queste rivolte non metto in dubbio che potrebbero arrivare anche a ovest, dove vivevo io."
"È per questo che i nostri soldati si esercitano, per proteggere il regno." sorrise. "Sono sicuro che si risolverà tutto, non ti preoccupare."
"Io ho paura della guerra." disse piano. "È la cosa che mi fa più paura in assoluto."
"Non succederà niente del genere, e poi noi siamo al sicuro, fidati." allungò una mano verso di lui e gliela prese. "Staremo bene."

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Capitolo 14
*** quattordici ***


"Ti sei addormentato di nuovo." a Chanyeol era sembrato di essersi solo disteso un attimo, invece era davvero finito per dormire in modo pesante, lo capiva grazie alla bocca che era più secca del solito. Si girò verso l'orologio e si strofinò gli occhi con una mano perché la vista era annebbiata, lesse poi l'ora, erano le otto di sera. Si voltò verso Baekhyun e lo vide alla scrivania. "Devi aver proprio dormito malissimo stanotte per essere così stanco."

Non rispose, ci mise un po' prima di sollevarsi, si mise seduto e deglutì. Guardò la schiena del maggiore e pensò. A niente in particolare, viste tutte le cose che gli passavano per la testa gli argomenti attraversavano il suo cervello in modo veloce, non riusciva a soffermarsi su una questione che arrivava l'altra pronta a perseguitarlo. Si alzò e si avvicinò al principe, dopodiché si chinò leggermente per baciarlo. Ricambiò, ma si staccò subito. "Cosa c'è?"

"Sto finendo di compilare delle cose, voglio finire in fretta." gli lasciò un ultimo bacio e riprese a concentrarsi su quei fogli, Chanyeol si allontanò e si abbandonò di nuovo sul letto. "Vuoi rimanere a dormire qui stanotte?"

"Sì. Sto avendo dei conflitti con un mio compagno di stanza ultimamente, quel posto mi fa solo stare male." cominciò ad allungare le gambe e a fare un po' di stretching per rilassare i muscoli.
"Con chi sei in stanza?"
"Jongdae, Minseok e Sehun. Li conosci?" chiese, sapendo benissimo che l'altro avrebbe risposto affermativamente — o magari avrebbe mentito.
Il principe fece una piccola pausa. "Tutti. Ti danno fastidio?"
"Veramente sono molto gentili con me, mi hanno accolto bene. Solo che..."
"Questa storia non gli piace, vero? Vogliono tenerti lontano da me."
Non voleva che quel discorso arrivasse a quel punto. "Anche se fosse, non è quello che voglio io e non hanno diritto di decidere per me."
Baekhyun sorrise. "Hanno ragione."
"Cosa?"
"Passi tutto il tuo tempo libero con un principe che per giunta si sta per sposare, dei veri amici si comporterebbero proprio così, ti stanno solo avvertendo."
Chanyeol si fermò, guardò il soffitto e sentì un nodo formarsi all'interno della sua gola. "La pensi come loro?"
"Cosa ti ha detto Sehun di me?"

Il minore rimase in silenzio, vide l'altro alzarsi e andare a distendersi accanto a lui, lo abbracciò subito e lo vide sorridere. "A me non interessa, okay?"

"Ero un ragazzino all'epoca. Non rifarei niente di quello che ho fatto, a cominciare dal vederlo, non sapevo in cosa mi sarei andato a cacciare e quando ho capito che era troppo difficile da sopportare sono scappato. Non mi sono comportato bene, però —."

"Perché ti senti in dovere di darmi spiegazioni? Non ne ho bisogno."
Lo guardò negli occhi con un'espressione triste. "Non voglio che pensi che rifarei lo stesso con te, non è affatto così."
"Lo so."
Arricciò il naso e nascose la testa sul suo petto, lo abbracciò forte e continuò a mugolare delle cose. "All'inizio pensavo davvero che saremmo solo andati a letto un paio di volte, ma poi quando non eri con me mi mancavi e speravo solo che stessi bene, so che questa storia va avanti da poco ma è vero che non ho intenzione di ferirti, te lo assicuro."
Poggiò una mano dietro la sua testa e gli baciò la fronte. "Non c'è bisogno di sentirsi così."
"Mi vergogno tanto del mio passato. Vorrei solo essere come te..." Chanyeol lo sentì singhiozzare e gli sollevò la testa, portò subito una mano sulle sue guance e sorrise. "Mi dispiace."

"Quando sono arrivato qui era tutto buio, eppure ho conosciuto una persona che per la prima volta nella mia vita non mi ha sbattuto in faccia il suo potere, non mi ha calpestato solo per il piacere di farlo, ho trovato una persona alla quale importava veramente di come mi sentivo e da quel momento in poi non ho fatto altro che aggrapparmi a te perché oltre a farmi stare bene riuscivi a rendere i giorni meno pesanti, era bello ricevere certe attenzioni e non sentirsi solo come un oggetto." recuperò fiato. "Quando sono stato male e sono stato dal dottore stavi lì con me soltanto per farmi compagnia, ha significato tanto per me, non ti ho mai ringraziato per quello."

Lo guardò confuso e mormorò una risposta. "Perché me lo dici adesso?"
"Non devi vergognarti di essere una brava persona, il tuo passato non ti definisce."
Sorrise e si morse il labbro. "Non avevo idea che pensassi certe cose, non lo immaginavo affatto."

Finalmente il minore lo baciò, Baekhyun ricambiò senza problemi quella volta, lasciò che l'altro lo sovrastasse perché aveva solo bisogno di stare con lui in quel momento. Per la prima volta da quando stavano insieme Chanyeol non pensò a cose brutte, il pensiero di affrontare tutto non gli passò neanche per la testa e più tardi si sentì spaventato — non voleva dimenticarsi del motivo per cui era lì. Lo strinse forte e il maggiore si allontanò, a quel punto sbuffò. "Rimani."

"Devo consegnare questi moduli stasera, mi hai già distratto abbastanza."
"Almeno metti dei vestiti addosso."
Baekhyun inarcò un sopracciglio. "Ho caldo."
Lo guardò scrivere e si domandò cosa stesse facendo da tutto quel tempo. "Che roba è?"
"Sono i documenti per il matrimonio."
Rise e si portò una mano sul volto. "Com'è ironico. Dovrai anche farci sesso una volta che sarete sposati?"
"Dio, spero di no."

Chanyeol si sollevò per andare in bagno, durante il percorso recuperò i suoi vestiti che indossò una volta arrivato nella stanza, quando ritornò Baekhyun gli fece subito una domanda. "Tu sei mai stato con una ragazza?"

"Sì."
"E ti piacciono?"
Ci pensò su e si versò del vino in un bicchiere, lo fece anche col calice di Baekhyun che andò a portargli alla scrivania. "Non molto, sono troppo complicate per me, tra uomini ci si capisce meglio. Non vuoi provare?"
"E mi lasceresti farlo?"
Chanyeol lo guardò e si sedette sul letto. "La tua sposa avrebbe il diritto di chiedertelo, non io."
"Ma ora sto con te, non mi interessa esplorare l'universo femminile." lo sentì ridacchiare. "Che c'è?"
"Sei divertente."

Baekhyun dovette andare a consegnare il fascicolo a suo padre, dato che lo avrebbe trattenuto per qualche ora il minore decise di dirigersi a cenare nella sala comune per passare il tempo. I suoi amici lo trattavano freddamente ma non credeva che avessero il diritto di tenergli il muso, aveva solo rifiutato il loro invito, non erano più bambini e certe cose avrebbero dovuto capirle. Erano tutti rilassati vista la giornata libera che si erano guadagnati, lui invece si sentiva parecchio combattuto — aveva davvero bisogno di parlare con qualcuno, non riusciva più a tenere tutta quella situazione per sé ma non si fidava di nessuno dei suoi compagni di stanza e loro erano quelli che conosceva meglio — non poteva confidarsi con il primo che capitava. Dopo aver mangiato tutto recuperò il piatto vuoto e si sollevò, mancava ancora molto alle dieci e mezza, l'ora in cui il principe gli aveva dato appuntamento per ritornare in camera. "Ci vediamo domani." disse ai suoi amici, si allontanò senza aspettare una risposta. Restituì il piatto agli addetti alla mensa e dopo aver percorso il corridoio uscì dalla struttura, l'aria fresca lo investì, andò a sedersi sul muretto dal quale si vedeva ciò che si trovava ai piedi della montagna e osservò il panorama pensando che gli mancava tutto. Mise le mani giunte e sollevò lo sguardo fino a guardare la luna, era piena e luminosa, chiuse gli occhi e pensò alla sua famiglia.

C'erano due uomini in divisa che passeggiavano, riuscì a malapena a sentirli parlare. "È che oggi i contadini hanno attaccato i villaggi nemici, stanno cominciando a ribellarsi ed è come se non ci siano più confini tra i regni."
"Dovremmo mandare dei soldati lì." sentì un altro uomo parlare. "Se continuiamo così finiranno per morire in tantissimi."
Chanyeol si voltò e li guardò passare, non lo avevano visto. "Questo mese finirà tutto."

Respirò profondamente e si portò le mani tra i capelli. Restò lì, immerso tra i suoi pensieri per molto tempo. Quando cominciò a stancarsi ritornò al dormitorio, osservò l'orologio e vide che erano a malapena le dieci, si diresse verso la fine del corridoio e arrivò alla panchina che si trovava sul terrazzo, poggiò un cuscino sotto la propria testa e si distese, prese sonno dopo un po'.

Baekhyun stava ritornando dal suo incontro durato più di due ore con il re, stava per rientrare in camera quando si ricordò dell'appuntamento col minore, era talmente stanco, aveva solo voglia di riposare. Scese le scale e arrivò al luogo indicato, gli bastò allungare lo sguardo per scorgere Chanyeol, addormentato. Sorrise e si avvicinò a lui, scavalcò il cancelletto e gli toccò la spalla. "Dobbiamo andare." cercò di fare il più in fretta possibile, l'altro si svegliò subito, era confuso ma capì velocemente che il maggiore era arrivato. Gli prese la mano e lo raggiunse in camera sua, dove si accoccolarono sul letto.

"Com'è andata con tuo padre?"
"Meravigliosamente." ridacchiò. "Abbiamo parlato del matrimonio, era talmente contento."
Anche lui sorrise, ripensando a quello che aveva sentito qualche ora prima. "Lo stai facendo per il regno."
Un sospiro triste e malinconico uscì dalle sue labbra. "Me ne voglio andare. Voglio scappare da qui, lontano da tutto."
Inarcò le sopracciglia e lo guardò. "Stanotte alziamoci quando tutti dormono e andiamo via."
"E dove vorresti andare?"
"Ho vissuto per anni da solo senza sapere niente, pensa quanto sarebbe bello per me riprendere a farlo di nuovo ma insieme a qualcuno. Libertà e casa insieme."
Baekhyun scosse la testa incredulo. "È meglio se dormiamo." fece una pausa. "Devo dirti una cosa."

La mattina seguente normalmente Chanyeol non avrebbe avuto la minima idea di quali sarebbero stati i suoi incarichi, invece gli era stato tutto anticipato dal principe giusto la sera prima. Per il suo matrimonio dovevano costruire qualcosa di grande, il gazebo in cui si sarebbe celebrata la cerimonia e un posto in cui i nobili avrebbero potuto festeggiare, dovevano finire in pochi giorni, il tempo non era tantissimo ma viste tutte le persone impegnate per quel progetto non sarebbe stato affatto difficile, Chanyeol lavorava alla fontana, dato che si occupava di quelle cose e sapeva come gestirle. Era strano veder prendere vita quel luogo, il piccolo gazebo diventava sempre più elaborato e mentre anche l'impianto idrico della fontana si stava formando, gli scultori stavano incidendo la pietra per ciò che ci sarebbe stato a coprire il lavoro di Chanyeol e del suo gruppo. Non sapeva come sentirsi a riguardo, era molto strano. Continuava a pensare alle parole che gli aveva rivolto il minore e si sentiva davvero triste.

Non aveva molta fame e aveva fatto una colazione abbondante ma si avviò comunque insieme a tutti gli altri verso la sala da pranzo, le prime ore di lavoro erano passate, dopo lo avrebbe aspettato il pomeriggio. Era quasi arrivato, immerso nei suoi pensieri neanche si rese conto di Haeri che si avvicinò a lui, la cameriera per farsi notare gli toccò un braccio. "Ci sei?"

"Da quanto tempo." si fermò e si guadagnò delle occhiatacce dato che aveva bloccato la fila. "Starei andando a pranzo, c'è qualcosa che non va?"
"Si tratta del principe, non sta bene."
Spalancò gli occhi e la guardò. "Dov'è adesso?"
"Ti stava cercando, devo passare dal magazzino per prendere delle cose e poi possiamo andare. Devi aiutarmi a portarle in camera sua."
"Certo. Ma che cos'ha?"

La ragazza gli fece segno di stare zitto e camminarono insieme, Chanyeol si sentiva preoccupato, quando lo aveva salutato poche ore prima stava bene, gli aveva anche detto che era affamato e non vedeva l'ora di fare colazione, cosa gli era preso? La ragazza usò le chiavi per aprire la porta della piccola stanza, una volta che entrarono la richiuse, Chanyeol lo trovò strano ma cominciò a guardarsi intorno incuriosito.

"Cosa dobbiamo prendere qui?"
"Sei proprio stupido." ridacchiò lei, si infilò una mano in tasca e gli mise davanti agli occhi una foto. "Chi è questo?"
Chanyeol deglutì, sorrise e inarcò le sopracciglia. "Non risponderò."
"Penso proprio che lo farai, se non vuoi che la porti nella camera del principe seduta stante." si poggiò al muro e continuò a tenere in mano il pezzo di carta sbiadito. "Sapevo che c'era qualcosa di strano in te."
"L'aria autunnale deve averti dato alla testa, non ho tempo per le tue stronzate —." provò ad avvicinarsi alla porta ma si fermò immediatamente quando la vide estrarre un coltello. Lo riconosceva fin troppo bene.
"C'era questo in camera tua, incastrato nella struttura di legno del tuo letto. Nessuno lo avrebbe mai trovato, ma io... l'ho fatto, pochi giorni dopo che sei arrivato, se vuoi sapere la verità. Una donna non dovrebbe trovarsi in una stanza da sola con un ragazzo senza possibilità di difendersi." sorrise.
"Che cosa vuoi da me?"
"Prima di tutto." sollevò di nuovo la foto. "Chi sono? Uno è il re Park, ovvio, tutti conosciamo la sua faccia. L'altro?"
"Sono io."

Annuì e sorrise. "Sono sempre stata appassionata dalla storia dinastica del nostro regno, ma non pensavo che sarebbe diventata ancora più interessante." sorrise e parlò ad alta voce. "Il vero principe fa finta di essere solo uno stupido servo per infiltrarsi nel castello e fare chissà cosa. Quali sono i tuoi piani? C'entra Baekhyun, vero?"

Sentiva le tempie pulsargli, aveva preso in considerazione l'idea che qualcuno avrebbe potuto scoprirlo, ma non pensava che sarebbe davvero successo, per lo più in quel modo così inaspettato. "Se hai intenzione di andare a dirlo in giro allora preferisco prima essere ucciso." allungò la mano verso il coltello e la guardò. "Non sto scherzando."

"Non ho intenzione di dirlo in giro, coglione. Non voglio che ti ammazzino. C'è qualcuno che lo sa?"
"Nessuno."
"Dopo essere stati cacciati dalla residenza reale, si narra che il re, la regina e il loro figlio morirono dopo poche settimane. Ma a quanto pare non è stato così."
"Lo sai, devo complimentarmi con te." era difficile mantenere la calma in quel momento, ma sapeva che reagire avrebbe reso solo tutto più complicato. "Ora basta con le storielle, dimmi che cosa vuoi."
"Tu vuoi vendetta, vero?" sorrise. "Io posso aiutarti."
Chanyeol scoppiò a ridere, Haeri assunse un'espressione arrabbiata. "Scusa ma questa è una questione che riguarda solo me, non ho intenzione di mettere in mezzo nessuna ragazzina con istinti suicidi, se vuoi morire fallo per conto tuo."

"Non è uno scherzo. Il re ha ucciso i miei genitori." deglutì e lo guardò. "E poi mi ha presa a lavorare qui, come se niente fosse stato. Io ero piccolissima, avevo circa quindici anni anni quando è successo, loro erano dei nobili. Non ho dimenticato, Chanyeol. Tu... eri solo un neonato all'epoca, quando ci siamo conosciuti, ma io ricordo. Come ti avrei riconosciuto qui, altrimenti?"

"Cosa?" rise, non riusciva a capire. "Chi sei tu?"

"Park Haeri, sono tua cugina." non appena pronunciò quella parola il minore sbiancò. "Mio padre e tuo padre erano fratelli quindi non dirò un'altra parola riguardo il perché debba aiutarti, ci sono dentro tanto quanto te, e per me l'incubo è iniziato ancora prima di quanto lo abbia fatto per te. Adesso hai capito?" lo vide scuotere la testa. Lei sorrise e si portò una mano sul volto. "Ricordo che quando tu nascesti venimmo a trovarti, ti vidi solo quella volta, ogni tanto ci venivano spedite delle foto come questa qui, ne ho molte altre in camera mia. I nostri padri non erano in buoni rapporti e noi non vivevamo al castello con voi ma a sud, al confine, dove ora non ci sono altro che militari. Una decina d'anni fa lì c'era una villa abbastanza grande, perfetta per ospitarci. Prima che il re Byun prendesse il controllo del castello in quel modo disumano è venuto da noi, ha provato a corrompere mio padre ma lui non ha voluto tradire il tuo, io ero lì, il modo in cui ha cercato di proteggerlo gli è costato la vita. Ha ucciso anche mia madre, poi i suoi uomini mi hanno presa e mi hanno portata a casa sua. Sono rimasta lì fino al tredici ottobre, la notte in cui voi siete stati sfrattati. La mattina stessa mi trovavo già qui, da allora non ho mai lasciato questo posto."

Stentava a crederci, eppure quella foto non avrebbe potuto trovarla da nessun'altra parte, non poteva essersi inventata niente. "Non mi hanno mai parlato di te."

"Che senso avrebbe avuto? Tuo padre odiava la nostra famiglia, io ho sempre sognato conoscerti, da quando ho scoperto quello che vi avevano fatto non ho mai smesso di pregare e forse sono stata ascoltata." tirò su col naso e allargò le braccia.

Si avvicinò a lei e la strinse forte. Era assurdo. "Deve essere stato difficile per te."
"Entrambi abbiamo visto la nostra famiglia morire, sono sicura che ci capiamo." si allontanò e lo guardò negli occhi. "Che cosa sei venuto a fare qui?"
Rispose senza esitare, in quel momento ne era più certo che mai. "Voglio ucciderlo."
"E Baekhyun?"
Sospirò e scosse la testa. "Lui... non c'entra niente."
"È vero. Lui non sa niente, non conosce minimamente i suoi genitori. Crede che gli siano state raccontate solo bugie, non sa quale sia la verità." guardò l'orologio e spalancò gli occhi. "Devo andare adesso."
"Anche io, il pranzo si starà raffreddando." ridacchiò. "Stasera dobbiamo vederci io e te."
"Assolutamente. Ho un milione di cose da dirti."
"Aspetta." disse, fermandola prima che potesse aprire la porta. "Posso tenerla quella? Non ho nessun ricordo di mio padre."
"Certo che puoi." gliela passò e sorrise.

Chanyeol si allontanò verso la sala da pranzo, ciò che aveva sentito lo aveva sconvolto — non solo aveva trovato qualcuno con cui sfogarsi, qualcuno che lo avrebbe capito, aveva anche conosciuto sua cugina, fino a poco prima non era neanche a conoscenza della sua esistenza eppure si era presentata da lui, era un miracolo. Si sentiva genuinamente felice, era stata una scoperta piacevole, non vedeva l'ora di ritrovarsi da solo con lei per parlarle e scoprire altre cose. Lavorare fu meno faticoso del solito, la motivazione per arrivare a fine giornata era altissima e  sebbene il tempo scorresse in modo lento non vedeva l'ora che finisse tutto per poter finalmente ritrovarsi con Haeri. Pensò molto anche a Baekhyun, non erano poi così diversi loro. Per nessuno dei due era facile vivere la propria realtà, sebbene per lui fosse terribile affrontarla, il principe non ne era neanche a conoscenza — non voleva neanche immaginare quanto brutto sarebbe stato quando lo avrebbe scoperto. Quella sera non si erano dati appuntamento ma Chanyeol non era triste, in quel modo poteva andare in camera di Haeri e stare con lei, quando si ritrovò seduto sul suo letto quasi gli sembrava di essere un sogno. 

La ragazza aveva poggiato sulle lenzuola tutte le foto che possedeva, viveva lì da abbastanza tempo dall'essersi guadagnata una stanza singola, in quel modo potevano stare tranquilli. "Il re è tutto tranne che umano." parlò, guardando suo cugino quasi commuoversi osservando quei ricordi. "Ho desiderato morire, avrei voluto che avesse ucciso anche me, ho anche provato a farlo una volta. Ma ho paura. Io non voglio morire. Vivere qui è stato difficile all'inizio, ma ora ci sono talmente abituata che... non mi fa neanche più male."

Chanyeol osservò una foto che ritraeva sua sorella da piccola. "Lo sai, ora che ci penso vi somigliate molto voi due." sollevò lo sguardo e le sorrise. "Ricordo benissimo il suo volto. Mi manca così tanto." sospirò. "Qual è il piano?"

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Capitolo 15
*** quindici ***


Alla fine i due non avevano parlato molto del piano, Chanyeol in un primo momento si era sentito felice, ma aveva preso anche a sentirsi in ansia. Haeri sembrava voler agire così, da un giorno all'altro — lui non era pronto per quello. La storia che lei gli aveva raccontato era stata agghiacciante, non poteva fare finta che non fosse successo niente, quella ragazza non era mai stata ascoltata da nessuno e lavorava per la famiglia che aveva ucciso i suoi genitori, proprio come lui. Se c'era una persona che poteva aiutarlo con il prendere la sua vendetta quella era lei, senza ombra di dubbio, glielo doveva, lo aveva aiutato un paio di volte e doveva ricambiare quel favore — a parte per quel motivo secondario, loro due erano cugini. Se non aiutava l'ultimo membro della sua famiglia rimasto in vita che senso avrebbe avuto tutto?

Era mattina e si stava incamminando verso il suo luogo di lavoro, avevano finito con la costruzione dell'impianto ma avrebbe aiutato a montare la fontana e poi chissà chi gli avrebbe detto cosa fare, dato che una volta terminato anche quel lavoro non aveva più incarichi prestabiliti. Era impossibile non pensare a Baekhyun — a cosa lui avrebbe fatto se solo avesse saputo di quello che aveva intenzione di fare a suo padre. Si ripeteva che non era colpa sua, che quell'uomo non aveva avuto pietà quando aveva indirettamente sterminato la sua famiglia, eppure non faceva altro che immaginarlo con le lacrime agli occhi e quell'immagine gli spezzava il cuore. Dopo la sera precedente ne era certo, avrebbe ucciso il re. Ciò che aveva fatto ai genitori di Haeri era stato ancora più crudele, li aveva uccisi a sangue freddo davanti agli occhi della loro bambina, quell'uomo non meritava la sua compassione. Ma Baekhyun sì, il solo pensiero di far passare a lui quello che aveva provato in prima persona lo distruggeva, anche se suo padre era un uomo orribile lui non ne era a conoscenza e ucciderlo così, su due piedi e senza spiegazioni lo avrebbe sicuramente fatto stare male.

Non sapeva cosa fare, né come dire ad Haeri che non aveva intenzione di agire in fretta. Lei sembrava talmente intraprendente ma per lui non dovevano ancora fare niente, dovevano aspettare. Se lo avesse ucciso, Baekhyun sarebbe diventato il nuovo re insieme alla sua sposa, avrebbe potuto dirgli addio. Il cumulo di responsabilità che lo avrebbero investito sarebbe stato così grande e difficile da sopportare che il solo pensiero lo faceva sentire male, e non era neanche lui quello a trovarsi in una situazione simile. C'era poi la questione delle rivolte al paese, e di come uccidere il re avrebbe fatto evolvere la situazione — e poi c'era lui. Ciò che avrebbe provato dopo, come si sarebbe sentito, se sarebbe riuscito a godersi quel momento senza venire ucciso subito dopo. I dubbi erano tanti, e conoscere la vera identità di Haeri ne aveva solo aggiunti altri, non gliene aveva tolto neanche uno.

Sbuffò e si avvicinò alla fontanella per bere dell'acqua e rinfrescarsi un po', ormai i lavori erano quasi finiti, il direttore gli si avvicinò — non era lo stesso del lavoro precedente, era un ragazzo molto più giovane, avrà avuto un paio d'anni in più di lui. "Qui abbiamo finito, ora i fabbri si occuperanno di saldare il tutto, dobbiamo continuare con l'impianto secondario dopo pranzo perché adesso mancano i materiali."

Una bella notizia. "Cosa faccio nel frattempo?"
"Voi potete andare a riposare, così alterniamo i due gruppi." gli disse. "Ma dopo pranzo dovete essere di nuovo qui."
"Va bene, allora vado." sollevò una mano e si allontanò, oltre ad avere bisogno di andare in bagno una vera pausa non gli sarebbe dispiaciuta, era bello lavorare autonomamente e senza i militari di torno, almeno i direttori erano molto più permissivi. 

Stava camminando per il corridoio quando vide in mezzo alla grossa sala Baekhyun, intento a parlare con un uomo in divisa. Stare con lui sarebbe stato meglio di qualsiasi altra cosa. Si fece notare e camminò piano, il principe salutò il soldato che si allontanò dalla parte opposta del corridoio, gli sorrise e si incamminò verso di lui. "Che ci fai qui?"

"Sono in pausa fino a dopo pranzo." gli riferì Chanyeol.

Si voltò verso l'orologio. "Mancano venti minuti, ho appena finito con le cose che dovevo fare stamattina, se vuoi possiamo farcelo portare in camera... così mangiamo insieme." ovviamente non rifiutò la sua proposta, non averlo visto la sera precedente gli aveva fatto sentire la sua mancanza, voleva passare del tempo con lui. Erano quasi arrivati ed era contento, a un certo punto svoltò l'angolo del corridoio Haeri, con una cesta di panni puliti proveniente dalla lavanderia. Si guardarono e lei gli lanciò un'occhiataccia che il principe non notò. "Ah, Haeri, non appena è pronto ci puoi portare il pranzo? Lascia il carrello davanti la camera, grazie." disse invece.

"Certo." rispose cordialmente, allontanandosi.
Chanyeol sentiva il suo cuore battere forte, voleva solo godersi quel momento e non pensare alle cose brutte, ma gli stava ritornando tutto in mente. "Qualcosa non va?" domandò il principe, aprendo la porta della stanza. "Ti piace la cameriera?"
"Cosa?" ridacchiò vista la domanda bizzarra, entrarono in camera e vide che era perfettamente ordinata e quasi splendeva, dovevano averla pulita quella mattina. "A me piaci tu." e lo baciò, in quel momento i gesti valevano di più di qualsiasi altra parola.

Quando Haeri bussò alla porta i due erano ancora talmente immersi nel loro mondo che Chanyeol non se ne rese neanche conto. "Il pranzo." mormorò con un filo di voce Baekhyun, il minore, non curante, inarcò un sopracciglio e lo guardò come per chiedergli indirettamente se fosse quello il momento di pensare a cosa avrebbero mangiato tra poco. Il principe inarcò la schiena e sospirò, era stanco, i capelli sudati erano premuti sulla fronte e le dita erano intrecciate in quelli di Chanyeol.

"Cosa c'è per pranzo?" domandò l'altro, allontanandosi leggermente. Il suo fiato caldo solleticò la pelle di Baekhyun che non si aspettava che quel momento venisse interrotto così bruscamente, senza dire niente lo fece avvicinare di nuovo a sé. Chanyeol riusciva sempre a farlo sentire bene, ogni volta che stavano insieme era migliore della precedente, ormai conosceva perfettamente ciò che gli piaceva. Non si era mai sentito a suo agio con qualcuno come con lui, lo trattava sempre in modo gentile, quando si allontanò dal suo corpo gli lasciò un tenero bacio sulla fronte, Baekhyun lo trovava un gesto molto dolce.

"Dopo porta dentro il carrello." ordinò all'altro, dopo che si fu sdraiato sul suo lato del letto. "Io sono stanco."
"Lo faccio adesso, ho una fame." rispose, restò disteso per un paio di minuti e si sollevò, aprì la porta e cercò di tirarlo dentro senza uscire dato che non aveva addosso i vestiti, c'era solo il suo braccio fuori la porta.
"Baekhyun?" sentì domandare da qualcuno, il ragazzo in questione riconobbe quella voce, scattò in piedi e gli disse di andare in bagno a nascondersi. "Che stai facendo?"
"Sto prendendo il carrello." rispose a suo padre, sporgendo la testa. Aveva ancora il fiato corto.
"Ah. Mi fai entrare?"
"Sono nudo, mi stavo spalmando la crema per le verruche."
L'uomo assunse un'espressione confusa. "Allora parliamo dopo, la cameriera mi ha detto che eri in camera e pensavo stessi male e non potessi venire al nostro incontro. Quando hai finito vieni nel mio ufficio."
Annuì e ritornò nella sua stanza, chiuse la porta a chiave e cercò di calmarsi, aveva temuto il peggio.

"La crema per le verruche? Eppure non ne ho vista nessuna." chiese Chanyeol, uscendo dal bagno con un ghigno sul volto. Anche lui si era spaventato un po', per fortuna era andato tutto bene.

"Forse perché ho mentito? In che altro modo avrei potuto spiegarlo? C'è mancato poco." si grattò la nuca con le dita e andò a stendersi sul letto. Vide Chanyeol avvicinarsi alle varie ciotole e scoperchiarle per guardare cosa c'era al loro interno, ne prese una per sé e un'altra che portò sul letto e gli passò. "Grazie."

"Di cosa dovete parlare oggi?" chiese, cominciando a mangiare.
Baekhyun scosse la testa. "Non lo so, ci siamo già visti stamattina, sono stanco."
"Non vuoi vederlo? È tuo padre."
"Ultimamente lo detesto."
Inarcò un sopracciglio. "Sei solo stressato per il matrimonio."
"Che lui ha programmato per risolvere i problemi che non riesce ad affrontare, certo."
Sorrise e gli accarezzò la mano con la sua, era la prima volta che lo vedeva così arrabbiato nei confronti del padre, e non gli dispiaceva. "Non ci pensare adesso, ha rovinato l'atmosfera, se vuoi prima di andarmene possiamo —."
"Datti una calmata." ridacchiò e osservò la sua zuppa. "Se vuoi che mi ritorni il buon umore dammi quella carne lì, mi piace di più."
Chanyeol usò le sue bacchette per afferrarla e portargliela alla bocca.

Passare quel breve tempo con lui lo aveva messo di buon umore, ma avrebbe sicuramente dovuto dare delle spiegazioni ad Haeri più tardi e quella questione lo rendeva ansioso, c'erano sempre due emozioni contrastanti che gli impedivano di godersi i momenti belli della giornata. La sera precedente non avevano parlato del loro rapporto e non sapeva come avrebbe fatto a fargli capire quello che provava per lui, probabilmente lo avrebbe preso per un malato, infatuarsi del figlio della persona che ha ucciso i tuoi genitori non deve sembrare una cosa normale a nessuno. Non riusciva a trattenersi e neanche volendo sarebbe riuscito ad allontanarsi da Baekhyun, non sperava neanche che fosse quest'ultimo a farlo, voleva solo che potessero stare insieme perché quelli erano gli unici momenti in cui riusciva a dimenticare tutto e a sentirsi veramente bene.

Mentre lavorava aveva la testa fra le nuvole, più quel posto diventava bello più pensava che era lì che si sarebbe sposato il ragazzo con il quale lui voleva stare, e che non poteva fare assolutamente niente per evitarlo. Sapeva che Baekhyun voleva stare con lui, e sapeva anche che faceva male ad entrambi non poter cambiare le cose, doveva restare a guardare mentre gli altri decidevano per la sua vita, come al solito, come faceva da sempre. Si era stancato. Lavorarono finché non fece buio e a quel punto andarono a cena. Chanyeol vide i suoi compagni di stanza per la prima volta quel giorno. "Ciao." si sedette al tavolo e cominciò a mangiare il purè. "Tutto bene?"

"Sì, a te?" chiese Minseok.
"Tutto bene. È buono."
"Molto."
"Per Dio." imprecò Sehun, poggiando il palmo sul tavolo di legno. "Questo non è normale. Da quante sere non dormi in camera nostra?"
"È troppo umida quella stanza, preferisco stare altrove." parlò Chanyeol, mettendo in bocca dell'altro cibo. "Ti manco?"
"Mi irriti, e se devo essere sincero mi sto trattenendo dal colpirti in faccia in questo momento."
Lui la prese sul ridere dato che non era affatto arrabbiato con lui e non capiva perché continuasse a trattarlo in quel modo. "Bene, allora non intrometterti nelle conversazioni mie e di Minseok, non c'entri un cazzo. Hai capito? E nessuno ti ha chiesto di intervenire, smettila di fare l'egocentrico."
Aveva già finito di mangiare così si sollevò e andò via. "Ha un bel carattere di merda." commentò Jongdae.
"Non fa niente, ho cose più importanti a cui pensare." Chanyeol lo tranquillizzò. "Dopo passo a prendere dei vestiti puliti in camera e vado a dormire altrove."

Oltre a non voler stare nella stessa camera di Sehun, quello era l'unico momento in cui poteva ritrovarsi con Haeri. Avevano molte cose di cui parlare e preferiva fare in fretta visto che continuava a sbadigliare per colpa della stanchezza, voleva dormire. Arrivato da lei usò il suo bagno e si cambiò, indossò i vestiti nuovi e di distese sul letto a due piazze della ragazza. "Ora che hai usufruito del mio bagno e preso possesso del mio letto, puoi dirmi cosa stai facendo con Baekhyun?"

Inarcò le sopracciglia. "Prima vorrei anche un po' d'acqua."
"Questa non è come la stanza del principe, non ho nessun'acqua filtrata e purificata disponibile, se vuoi bere usa quella del rubinetto."
Ritornò nel bagno e fece una bevuta, quando incrociò gli occhi di Haeri vide che erano stanchi. "Va tutto bene?"
"Evita di sviare il discorso. Solo gli esseri umani deboli sentono il bisogno di legarsi a qualcuno, Chanyeol."

E lui, in quel momento era più debole che mai. Forse era quello il motivo per cui voleva così tanto stare con Baekhyun. Cominciò a parlare piano e a voce quasi inudibile. "All'inizio volevo usarlo per il mio piano, ho provato ad avvicinarmi a lui e ci sono riuscito."

"Ma ora non credo si tratti solo di questo." osservò lei.
"Io ho bisogno di più tempo. Oltre a questo, ci sono delle persone a cui voglio bene al villaggio, se dovessimo farlo ora e si scatenassero rivolte ancora più potenti —."
"Non mentire, l'unico di cui ti importa è Baekhyun. Non vuoi ferire lui, è vero?" rimase in silenzio. "Chanyeol, le due cose non possono coesistere."
"Credi che non lo sappia?"
Scrollò le spalle. "Ma ti comporti come se fosse così. Cosa pensi di fare, parlargli e dirgli quello che hai intenzione di fare e sperare che ti dia la sua approvazione? Oppure farlo di nascosto e pugnalarlo alle spalle?"

Si portò una mano sulla testa. "Non pensare che i miei sentimenti mi impediscano di portare a termine la missione, perché non è affatto così. Non voglio esitare. C'è un motivo se ti ho chiesto di non essere frettolosi ed è questo, capire come fare per uscire da questa situazione senza far soffrire nessuno tranne il bastardo."

Sorrise. "Non c'è un modo, Chanyeol."

Baekhyun stava lavorando nello studio di suo padre quando, a un certo punto, un ufficiale andò a disturbarlo. "Principe, mi scusi per il disturbo ma c'è stato un problema di sicurezza. Un gruppo di lavoratori non ha fatto rientro al dormitorio e non sappiamo dove siano, sono stati visti aggirarsi per il primo piano, hanno detto che si stavano dirigendo verso l'infermeria ma quando siamo andati a controllare non erano lì e i dottori dicono di non aver mai visto arrivare nessuno lì stasera."

"Cosa?" domandò, smettendo di scrivere. Il giorno erano anche liberi di passeggiare per il piano terra del castello, ma di sera dovevano rientrare tutti nelle loro camere e non farsi trovare in giro, a meno che non dovessero recarsi in infermeria. "Io ho quasi finito, voi controllate l'esterno del castello, andrò ad occuparmi delle altre camere."

Lasciò un biglietto a suo padre in cui gli spiegava che a causa di quel problema era dovuto andare via e scese al piano di sotto. Cominciò a bussare alle camere una ad una con il quaderno alla mano, non sapevano chi fossero i ragazzi ad essere spariti quindi doveva controllare personalmente chi non si trovasse nella propria camera e segnalarlo ai responsabili della sicurezza. Bussava alle porte, leggeva i nomi, contava i presenti e usciva, senza dare spiegazioni. Deglutì leggendo i nomi delle persone presenti nella prossima camera e si voltò verso il soldato al suo fianco.

"Ho la bocca un po' secca, puoi portarmi dell'acqua?" sorrise, dopo che quell'uomo si fu allontanato del tutto respirò profondamente e aprì la porta. C'erano solo tre persone.

I ragazzi rimasero zitti e in silenzio a guardarlo, era la prima volta dopo anni che Sehun lo rincontrava in un contesto simile, in cui poteva guardarlo negli occhi. "Principe." disse Jongdae, alzandosi. "C'è qualche problema?"

"C'è qualcuno in bagno?"
"Chanyeol non c'è." rispose ad alta voce Sehun, continuando a fissare il suo libro per evitare di guardarlo, era un po' intimidito dal suo comportamento ma non gli interessava neanche essere scortese, se lo meritava.
"Sapete dov'è andato?"
"No." rispose Minseok.
Non sapeva cosa dire o fare, vide l'ufficiale fare ritorno così uscì dalla stanza e sorrise, recuperando il suo bicchiere d'acqua. "Fino ad ora va tutto bene, penso che dovremmo fare più in fretta, perché non continua lei a controllare le stanze da questa in poi? Io vado nel dormitorio femminile." 
"Va bene, controllo se tutti i letti sono occupati. A dopo, principe."

Ricambiò il saluto e si allontanò, svoltando verso l'altro corridoio, quello che dava alle stanze delle ragazze. Cercò un nome sul suo quaderno e il numero di stanza relativo, poi si avviò verso di essa. Bussò e aspettò che la ragazza sbloccasse la porta, entrò sorridendo. "Principe. Va tutto bene?" chiese lei.

"Bene, purtroppo stiamo avendo dei problemi di sicurezza." entrò e abbassò la testa fino a guardare sotto il letto, non c'era nessuno. "E devo controllare che vada tutto bene. Hai visto qualcuno di strano aggirarsi per il corridoio ultimamente?" aprì l'armadio e la guardò, lei scosse la testa. Si diresse verso il bagno e aprì la porta, la stanza era molto piccola, a malapena conteneva il necessario. Si voltò verso la doccia e vide Chanyeol, infilato lì dentro. Sorrise e allo stesso tempo si sentì sul punto di piangere, o di mollargli uno schiaffo. "Bene. È arrivato il momento di andare."

"Non è come pensi." disse seguendolo, Haeri era sconvolta, fino a un secondo prima erano sul letto a parlare come se niente fosse e poi, di colpo, un'ispezione? Doveva essere uno scherzo.
"E com'è allora?" chiese voltandosi. "Sei un bastardo, voglio che tu te ne vada da casa mia."
Sorrise, come se sapesse che quella situazione era perfettamente risolvibile. "Haeri, puoi uscire? Dobbiamo parlare."
"Oh, non azzardarti a dirle cosa deve fare, quello che viene con me sei tu." Baekhyun sembrava veramente arrabbiato, cominciò a camminare fino ad arrivare in una stanza libera, il minore lo seguì senza dire niente. Entrarono e chiuse la porta, Chanyeol provò subito a mugolare qualche parola ma gli impedì di andare avanti. "Mi hai mentito."
"Mi lasci parlare?" provò a toccarlo ma lui si allontanò, ovviamente. "Ho litigato con Sehun e non sapevo dove andare a dormire."
"Quindi anche ieri sei andato a dormire da lei? E non me lo hai detto? Bravo." si sedette sul letto pieno di polvere e sorrise. "Perché non ti credo?"
"Baekhyun, non sto mentendo."
"Ti sei nascosto come se avessi fatto qualcosa di male, proprio come avevi fatto oggi quando eri stato con me." 

Si sedette accanto a lui, ma non lo toccò. "L'ho fatto perché lei mi aveva detto che quella alla porta era una sua amica che era solita andare a trovarla la sera e non voleva che mi vedesse lì perché avrebbe sicuramente pensato qualcosa di strano, se avessi saputo che quello alla porta eri stato tu avrei aperto io e ti avrei anche dato un bacio."

"Stai zitto." sbottò, non aveva accennato neanche a un sorriso, cosa che Chanyeol aveva sperato di provocargli. "Stanno controllando tutte le stanze perché qualcuno è scappato, quando sono entrato nella tua non c'eri. Capisci che le regole sono uguali per tutti? Puoi dormire solo da me."

"Mi avevi detto che dovevi lavorare con tuo padre..."
"E allora saresti dovuto stare nella tua stanza, non m'importa del perché non potevi." si portò una mano sulla fronte. Non gli importava neanche dei fuggitivi e di quanto pericolosi fossero, in quel momento era solo terribilmente arrabbiato con lui.
"Scusa."
Inarcò le sopracciglia. "Eppure le conoscevi le regole, le scuse non valgono."
"Ti chiedo scusa comunque." portò la mano sulla sua gamba e lo guardò. "Solo perché tu lo sappia, venire a dormire qui ha evitato che facessi a botte con Sehun, dato che lui ha detto che voleva picchiarmi per chissà quale ragione."
"Potevi chiedermi di farti fare a cambio di stanza, dopotutto le gestisco io." inarcò un sopracciglio. "Togli la mano."

Chanyeol la sollevò e la portò dietro la sua nuca, lo fece avvicinare a sé e lo baciò piano, mettendo l'altra mano sulla sua schiena. Il principe ricambiò, Chanyeol sentì come un peso scomparire dal suo stomaco, non voleva litigare con lui. Poggiò la fronte contro la sua e sorrise. "Nessuno mi fa stare bene come te. Perché pensi che andrei a cercare qualcun altro?"

Sorrise leggermente. "Devo tornare a lavoro."
"Lavori fino a tardi stasera?"
"Finché non si risolve questa situazione." dopo esseri lasciato abbracciare si allontanò. "Non voglio che dormi nello stesso letto di quella, quindi non tornare lì mai più."
Chanyeol ridacchiò, l'altro non sapeva che fosse sua cugina quindi era ovvio che la percepisse come una minaccia. "È strano vederti così geloso. E dove dovrei dormire?"
"È perché non voglio che ti portino via da me." gli si avvicinò di nuovo, spostò poi una mano sui suoi capelli. "Torna in camera e fai pace con Sehun."
"Ma —."
"È un ordine. Esci dopo di me, se qualcuno ti chiede perché sei in giro digli di venire a parlare con me, e torna in camera tua." detto ciò uscì, lasciandolo da solo.

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Capitolo 16
*** sedici ***


I giorni antecedenti al matrimonio erano stati molto brutti per Baekhyun che non aveva fatto altro che intristirsi sempre di più, il tempo era passato in fretta e la fine del mese era arrivata. All'inizio — quando quella storia sembrava lontana e il giorno della cerimonia solo un problema del futuro — stava già molto male, immaginava che una volta che sarebbe arrivato il momento sarebbe stato anche peggio, invece la mattina del matrimonio i sentimenti che provava erano svaniti del tutto. La tristezza c'era, ma la consapevolezza di doverlo fare era molto più forte, sapeva che non c'era più niente che potesse dire o fare per evitarlo. Si stava preparando nella sua stanza, il suo sarto di fiducia gli aveva consegnato l'abito su misura che era stato cucito per lui, si guardava allo specchio e si sistemava la camicia e i capelli, doveva arrivare per primo al luogo della cerimonia così da attendere lì la sua sposa, poi avrebbero festeggiato tutto il giorno. Dopo un respiro profondo uscì dalla stanza, sperando che il gesto che avrebbe compiuto a breve non fosse stato vano.

Chanyeol se ne stava disteso sul divano della sala in cui il suo gruppo si trovavano in quel momento, erano stati dei giorni piuttosto intensi anche per lui. C'erano state centinaia di cose da preparare, non solo da parte del principe ma anche dei lavoratori, si erano visti poche volte e quel fatto gli pesava, molto. Ora potevano riposare dato che la cerimonia era iniziata e ciò che era stato fatto era stato fatto, era andata. Aveva fatto pace con Sehun ed era tornato a dormire nella sua stanza, tuttavia il loro rapporto era cambiato, non si sentiva più a suo agio né con lui né con gli altri. Era più difficile vedere Haeri dato che Baekhyun glielo aveva vietato e ne era felice, meno la vedeva meno lei lo pressava, in quel momento era già abbastanza provato per conto suo, non voleva parlare con nessuno.

Girò la testa e vide tutti brindare con uno spumante scadente, di colpo scorse Haeri avviarsi verso di lui con due bicchieri alla mano. "Bevi." disse, passandogliene uno. Chanyeol si mise seduto in modo da fare un po' di spazio anche a lei sul divano e la guardò, facendo un'espressione strana e involontaria non appena lo spumante toccò la sua lingua. Nonostante ciò, lo bevve tutto. "Come stai?"

"Non lo so." rispose. "Non sono triste, solo... rassegnato?"
"Credo sia la parola adatta," sorrise lei, bevendo. "A quest'ora la cerimonia sarà già finita, staranno festeggiando."
Sospirò e scosse la testa. "Non penso che dovremmo parlarne qui."
"Volevo solo assicurarmi che stessi bene, penso che questo sia uno dei pochi momenti in cui possiamo effettivamente parlare tranquilli."
"Oggi non ci voglio pensare." poggiò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi. "A tutta quella storia, basta così. Ho bisogno di un po' di tregua. Se c'è dell'altro spumante puoi riempirmi il bicchiere?"

Baekhyun sorrideva ai nobili che andavano a congratularsi con lui, mentre alla sua sinistra c'era sua moglie che faceva lo stesso. La cerimonia era passata in fretta, si era sentito sul punto di vomitare un paio di volte ma era riuscito a non rovinare tutto, suo padre non aveva smesso di sorridere e neanche lui, aveva messo su quel sorriso da quando era uscito dalla sua camera e non lo aveva più tolto anche se, in realtà, dentro non era affatto felice. "È bello vedere le nostre famiglie tutte unite." Byun Eunjin, sua moglie, gli prese la mano e Baekhyun la guardò. Si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò qualcosa. "Possiamo dare inizio al buffet? Sono stanca di salutare tutti."

"Certo." rispose lui. Il tempo di dire ai camerieri di cominciare a portare il cibo che tutti si concentrarono solo su quello, compreso Baekhyun, che non aveva chissà quanta fame ma doveva pur mangiare qualcosa per riempire il suo stomaco vuoto. Non sapeva come parlare a quella donna, erano seduti allo stesso tavolo, lei mangiava, sorrideva proprio come lui, eppure la sentiva così lontana. "È buono? Tutto preparato dai nostri cuochi."

"È ottimo, sono contenta di fermarmi qui stanotte." sorrise.
"A proposito —."
"Ho chiesto a tuo padre di darmi la vostra stanza migliore, hanno già portato lì le mie cose." disse, Baekhyun era confuso, credeva che lei avrebbe insistito per dormire con lui e invece —. "Spero che non ti dispiaccia non dormire insieme. Sai, anche se ci siamo sposati... non credo che sia opportuno."
"Come vuoi tu, Eunjin." sorrise. Vide suo padre sollevare un calice pieno di champagne e tutti rimasero in silenzio.

"Facciamo un brindisi a questa nuova coppia, che possano essere felici e che Dio li benedica." tutti sollevarono i loro bicchieri, compresi i due novelli sposi. Spostò un occhio sulla ragazza e vide che non ne bevve neanche un po', si sollevò e lasciò il tovagliolo che si era poggiata sulle gambe sul tavolo.

"Vado un attimo in bagno."
"Ti accompagno." dopotutto non aveva idea di dove si trovassero le stanze. Si sollevò, sorrise e le prese la mano. Lei sembrava strana, non appena arrivarono davanti al bagno delle signore la lasciò entrare e aspettò fuori. Sospirò numerose volte, era... strano. Fingere non gli piaceva affatto. Erano passati una decina di minuti e lei era ancora chiusa lì dentro, bussò alla porta e la richiamò. "Stai bene?"
"Non entrare." disse, il suo tono di voce sembrava addolorato. La sentì sbattere contro qualcosa e lamentarsi così aprì la porta, era seduta su uno dei comodini pieni di roba e si stava tenendo una mano sulla pancia. "Quale parte di non entrare —." non riuscì a parlare, cominciò a respirare in modo irregolare e l'altro si chiese cosa c'era che non andava.
"Devo chiamare un dottore?"
"No." aveva gli occhi lucidi, lo guardò e sorrise. "È normale."
"Come fai a dirlo? Lui può darti qualcosa, ti farà stare meglio."
"Sono incinta, Baekhyun." mormorò, delle lacrime scorsero lungo le sue guance ed andarono a bagnare il vestito candido che portava addosso. "Di sei settimane."

Chanyeol era disteso lungo lo schienale del divano con le gambe sollevate,i piedi premuti contro la parete e la bottiglia di spumante alla mano, ogni tanto ne prendeva un sorso, i bordi della sua bocca erano pieni di goccioline di alcool che scorreva giù. Ormai sentiva di essere andato, stava solo aspettando che il sonno prendesse il sopravvento ma a causa della testa che gli faceva male non riusciva a rilassarsi del tutto. Niente riusciva a fargli dimenticare di Baekhyun, neanche la mezza bottiglia di prosecco che si era scolato. Era quasi finita, bevve le ultime gocce e la abbandonò sul divano, si rimise dritto e chiuse gli occhi. 

Ovviamente dormì per ore, perse coscienza alle tre del pomeriggio e si risvegliò sei ore dopo, quando era ormai buio. La testa gli girava, corse verso il bagno e a bere dell'acqua, non si sentiva neanche troppo male. Non c'era nessuno nella sala, pensò che erano stati proprio degli stronzi a lasciarlo lì da solo, ma se ne fece una ragione. A nessuno importava di lui. Chissà se Baekhyun stava ancora festeggiando, se stava dormendo con la sua nuova moglie, se quando l'aveva baciata per finta aveva sentito qualcosa. Ritornò nella sua camera e aprì la porta, guardò i suoi compagni e sorrise. "Dove sei stato?" chiese Minseok.

"A smaltire la sbronza sul divano della sala comune, voi dov'eravate? Ho bisogno di farmi una doccia." si lanciò sul letto e chiuse gli occhi. "Che giornata di merda."

"Già." parlò Sehun. Rise e si sollevò, poi li guardò tutti e tre.
"Il bagno è tutto tuo." rispose Jongdae, appena uscito dalla stanza in questione.

Erano le undici passate quando qualcuno andò a bussare alla porta della loro porta, nessuno aveva idea di chi fosse e si rilassarono quando videro che era solo una cameriera, tutti tranne Chanyeol. Lei le chiese di seguirlo, era un po' titubante. Sapeva che c'era un solo motivo per cui gli aveva chiesto di andare con lei ed era confuso. Lo condusse fin davanti la camera di Baekhyun, la porta era aperta. Non appena entrò si ritrovò davanti il maggiore, non riuscì a dire niente che l'altro lo abbracciò, portò le mani dietro la sua schiena e dopo averne usata una per chiudere a chiave lo strinse forte. "Mi sei mancato." mormorò, lasciandogli molti baci sulla guancia. Non disse altro, non sapeva cosa chiedergli, non voleva essere scortese e farlo stare male. "Pensavo che non ci saremmo visti oggi." in effetti credeva che avrebbero dormito insieme, i novelli sposi.

"Io non posso stare con lei, Chan." parlò, con un nodo alla gola che rendeva la sua voce molto diversa dal normale. "Questo matrimonio non serve affatto a salvare il regno, è l'ultimo dei loro pensieri."

"Che vuol dire?"
Si allontanò e lo guardò, Chanyeol notò che aveva gli occhi rossi e gonfi, come se si fosse sfogato tutto d'un colpo. "Lei è incinta."
"Cosa?" domandò dopo un po', era rimasto a bocca aperta.
"Non lo sa nessuno, solo io e te. E la sua famiglia, credo. Hanno chiesto di farci sposare ora non per salvare il regno ma perché... non vogliono metterla in cattiva luce, mi ha detto che l'idea dei suoi genitori era che quando sarebbe nato avremmo detto a tutti che quel bambino fosse mio figlio, ma ci credi?" chiese, non sapeva se ridere o piangere. Portò la testa sul suo petto e singhiozzò in modo più forte. "Me ne voglio andare, non me ne frega un cazzo del regno, della corona, di lei, voglio andarmene."
"Baekhyun." disse piano, allontanandosi e guardandolo negli occhi. "Prima di tutto, calmati."
In effetti il suo respiro era molto irregolare, tossì e si diresse verso il letto dove l'altro lo raggiunse e lo abbracciò di nuovo. "Non è giusto."

"Niente ti porterà via da me." restò ad accarezzargli la schiena per farlo calmare, mentre gli sussurrava quelle parole. "E niente ti farà del male, finché sarai con me starai bene. Non piangere."

Baekhyun sapeva che doveva raccontargli di come era andata. "Il matrimonio... è stato strano." cominciò a parlare, non appena ebbe smesso di singhiozzare. "La cerimonia è durata poco, ci siamo promessi amore eterno davanti a tutta la mia famiglia e a Dio, quando è ovvio che a lei importava anche meno di me — eppure non lo avevo notato. Ci hanno fatto gli auguri, siamo andati a mangiare, mentre eravamo a tavola non si è sentita bene e l'ho accompagnata in bagno, me lo ha detto e ha vomitato un paio di volte, ha anche detto che nelle prime settimane è normale." rise e chiuse gli occhi. "Ma che ha in mente mio padre?"

"Lui non può saperlo."
"Io non so se ne è al corrente o meno, ma non... è giusto." ripeté. "Lei ama qualcun altro, io amo qualcun altro, perché dobbiamo stare insieme? Che lei se ne vada con l'uomo che ama, io starò con il mio. Non è giusto che stiamo insieme, Chanyeol."
Sorrise. "Cosa vuoi fare?"
"Ne abbiamo parlato, io e lei. Si è confidata con me e ora non la odio più come un tempo, lo sai? Siamo molto simili."
"No, tu non sei incinta."

"Dio, smettila." quasi si ritrovò di nuovo sul punto di piangere, gli si avvicinò e si poggiò sul suo petto. "Abbiamo deciso che faremo così." fece una pausa. "Per ora continueremo con questa farsa, in modo da calmare i dissapori e non scatenarne altri, lei vivrà al suo castello dato che ancora non siamo sovrani, starà con l'uomo che ama e partorirà lì, terrà il bambino un segreto. Quando mio padre morirà, scioglierò il matrimonio — anche se per me non ha nessun valore, non voglio restare sposato con lei a vita. E porterò te sul trono con me. Ovviamente questo non gliel'ho detto, credo che sconvolgerà un po' tutti." sorrise e lo baciò. "Ti piace come idea?"

"Io..." mormorò, no, non gli piaceva affatto. "Sì." sorrise. "Perché sei stato così male per il matrimonio, allora?"
"Perché credevo che per lei fosse vero, invece no, non significa niente per entrambi. È una notizia bellissima, no?" chiese, Chanyeol annuì. "Non ci voglio più pensare. Facciamo l'amore?"

Dopo quella sera, Chanyeol non sapeva come definire quella situazione. In un primo momento aveva visto Baekhyun distrutto, dopo un po' si era calmato e gli aveva spiegato come stavano veramente le cose, non sembrava neanche essere più un problema, il matrimonio. Non che gli importasse qualcosa di come affrontava quella faccenda, anzi — ciò che lo aveva disturbato di più era stato quello che gli aveva detto il principe, che aveva intenzione di portarlo sul trono con lui una volta che il padre fosse morto, quando Chanyeol sapeva benissimo che non avrebbe mai voluto sedersi lì e che non avrebbe mai permesso che il re morisse di morte naturale. Si era seduto una sola volta sul trono, era tutto in oro, pieno di pietre preziose, vistoso ed elegante. Si era seduto lì, aveva preso lo scettro di suo padre e la corona — pesante e fin troppo grande per la sua testolina da bambino di sei anni — e il sovrano gli aveva detto che un giorno ci sarebbe stato lui, a governare. Il solo pensiero, il ricordo di quel momento lo faceva stare male. Era cresciuto con la consapevolezza che non sarebbe stato più possibile arrivare di nuovo lì e non voleva arrivarci. Sarebbe stato tutto più semplice, se non ci fosse stato Baekhyun. Se non avesse dovuto scegliere tra lui e la sua vendetta.

Si svegliò a causa del calore del corpo del più grande che era incollato a lui, non appena si mosse leggermente si ritrovò un bacio stampato sulle labbra. Ne era certo, non c'era nessun altra cosa che voleva vedere appena aperti gli occhi la mattina, stare con lui lo rendeva felice. "Devo andare a lavoro." mormorò, sbadigliando ripetute volte.

"Ci faccio prima portare la colazione, va bene?" rimase un paio di minuti ad abbracciarlo e poi per andare alla porta si spostò su di lui, gli lasciò un bacio e lo scavalcò. Chanyeol sorrise e si rimise sotto le coperte. Sentì la porta riaprirsi dopo un po' e qualcuno toccargli la spalla, non appena si voltò scorse una ragazza che non aveva mai visto prima. Spalancò gli occhi, anche lei era visibilmente confusa.

"Baekhyun non c'è." disse naturalmente. "Ma tornerà tra poco. Lei è?"
"Sono sua moglie."
"Ah." si sollevò e si inumidì le labbra, poi gli porse la mano destra. "Piacere, sono il suo migliore amico."
"Piacere... scusa se mi siedo, mi gira la testa." si poggiò ai piedi del letto e guardò interessata la stanza. "Suo padre mi aveva detto di venire a salutarlo ma se non c'è posso andare via, ritorno al mio castello." parlò con calma, l'altro non riuscì a rispondere che il principe rientrò nella stanza.
"Eunjin? Che ci fai qui?" domandò subito, poggiando i due piatti sul tavolino e guardando minacciosamente l'altro. "Vuoi fare colazione con noi?"
"Meglio di no, sto andando via e tuo padre voleva che ti salutassi."
"Fai buon viaggio allora." sorrise.
"Non guardo, potete baciarvi." disse Chanyeol, infilando la testa sotto le coperte. Baekhyun sorrise e si sedette, la ragazza invece si sollevò e si avvicinò alla porta.
"Non volevamo farlo. È stato un piacere." detto ciò, uscì.
Una volta che fu andata via Chanyeol tirò fuori la testa e sorrise al maggiore. "È simpatica."

Non si aspettava di conoscerla in quel modo, ma era successo tutto così velocemente che neanche sembrava essere accaduto. Dopo averne parlato e dopo averci riso su con Baekhyun andò a lavoro, gli toccava smontare ciò che avevano costruito per il matrimonio e ripulire quell'aerea, sarebbe stato un bel lavoraccio. Chanyeol era confuso. Il principe voleva portarlo sul trono con lui, ma continuava a fargli fare quei lavori faticosi? Sapeva che probabilmente doveva solo chiederglielo, se avesse voluto cambiare ambiente — ma non voleva ritrovarsi tutto il giorno seduto, ad esempio, in biblioteca a non fare niente. Voleva lavorare, non era il tipo di persona a cui piaceva restare con le mani in mano, ovviamente c'erano i momenti in cui avrebbe preferito oziare che sforzarsi, ma essendo stato sempre abituato a quella vita di sforzi gli sarebbe sembrato fin troppo strano cambiare tutto drasticamente. La verità era che non sapeva cosa voleva. 

Gli sembrava naturale passare le giornate a lavorare, ma voleva poter avere più tempo per lui. Voleva riscoprirsi, visto che non sembrava sapere cosa volesse dalla vita e chi fosse. E se non lo sapeva lui, personalmente, era un po' difficile cercare di spiegarlo agli altri. Parlò con Haeri, di sfuggita e nel bel mezzo del corridoio, non avevano discusso di chissà cosa ma lei gli aveva chiesto di vedersi più tardi. Era rischioso, ma se andavano nella lavanderia negli orari in cui non c'era nessuno e parlavano lì non c'era pericolo di essere ascoltati o visti. Fecero proprio così — Chanyeol aprì la porta della stanza in questione e non appena entrò la richiuse. Lei stava facendo davvero il bucato, lui si sedette e le sorrise. "Com'è?"

"Com'è cosa?" chiese Haeri.
"Tutto. Come va?"
Inarcò le sopracciglia. "A me meravigliosamente, a te? L'uomo che ami si è sposato ieri."
"E quindi? È solo un matrimonio, non è mica una cosa grossa." disse ironicamente. "Dico sul serio, all'inizio mi sentivo molto demoralizzato ma ora lei è già tornata al suo regno, è come se non fosse mai successo niente.
Ridacchiò. "Se lo dici tu. Hai in mente qualcosa per il piano?"
"Niente." rispose subito.

Non sapeva più come fargli capire ciò che la stava perseguitando. "Sarò onesta con te, io non voglio affrettare proprio un bel niente, se pensi che stia cercando di correre per far succedere tutto più in fretta. Non scappare da me, non ti costringerò a fare niente se non vuoi. Il fatto è che ci tengo a te, più questa storia va avanti più i tuoi sentimenti diventeranno forti, più sarà difficile dirgli la verità. Perché dovrai dirgliela, Chanyeol. Ci sarà un giorno in cui dovrai guardarlo negli occhi e rivelargli chi sei, presto o tardi succederà e in quel momento non potrai scappare. In quel momento sarà lui a scegliere cosa fare, non puoi assolutamente prevedere se continuerà ad amarti, se ti butterà nelle segrete o se ti ucciderà lui stesso, possono succedere centinaia di cose, le opzioni sono talmente tante..." fece una pausa e sospirò. "Io ho aspettato più di quindici anni e posso aspettare ancora per vedere quell'uomo soffrire. Posso farlo. Non sono legata a nessuno, non rischio di ferire nessuno — ma tu quanto riuscirai a resistere prima che questa situazione cominci a fare veramente male, non solo a te ma anche a chi ami?"

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Capitolo 17
*** diciassette ***


Erano tre giorni che la maggior parte delle persone al castello passava la notte in bianco. Chanyeol non ne comprendeva il motivo, ogni volta che provava a chiudere gli occhi e a rilassarsi sentiva passi, all'esterno, lungo il corridoio, nei sotterranei, erano ovunque. Quel luogo non era mai stato tanto movimentato e non riusciva ad immaginare perché fosse improvvisamente pieno di gente che faceva chissà cosa. Aveva cercato di parlarne con Baekhyun ma lui era sempre stato vago nella risposta, non erano più stati insieme da soli dalla mattinata del giorno successivo al matrimonio e non aveva potuto esprimergli tutte le sue preoccupazioni, forse quel pomeriggio lo avrebbe cercato per farsi aiutare con una cosa, ma era tutto da vedere. Sperava che riuscisse a liberarsi perché gli mancava stare con lui.

Se doveva essere sincero, a Baekhyun non sembrava neanche di essersi sposato — se avesse saputo che sarebbe bastato solo mentire per salvare le sorti del regno lo avrebbe fatto senza problemi e lamentele, eppure, il motivo per cui non lo aveva accettato con tranquillità era proprio quello: non era servito a niente, e lo aveva saputo fin dall'inizio. Come poteva dire a Chanyeol che il luogo in cui aveva vissuto da sempre, il villaggio, era ormai diventato ingestibile? I nobili non potevano ignorare quella situazione, non esisteva nessun re senza i suoi sudditi, e i sudditi non esistevano senza il re. Serviva che quelle due istituzioni riuscissero a coesistere, ma erano in crisi. I sudditi non avevano più fiducia nel loro sovrano che non era in grado di garantirgli protezione, era un circolo vizioso. Per quel motivo, quella mattina le cose sarebbero cambiate.

Gli addestramenti erano terminati, le armi erano pronte, tutti i soldati sarebbero scesi al villaggio. Una parte, la più sostanziosa, si sarebbe fermata al confine e avrebbe controllato quella zona, gli altri avrebbero soccorso i cittadini che ne avevano bisogno. Il principe si sentiva molto teso, anche se non sarebbe dovuto andare direttamente lì se i soldati avessero fallito avrebbe significato perdere una grande fonte di risorse, non ci sarebbe più stato modo di rimettersi in piedi. Quella mattina si ritrovarono tutti sullo spiazzale sul retro del castello, c'era un numero esorbitante di uomini in divisa, li guardò e si preparò a fare il suo discorso.

"Siete a conoscenza della crisi del regno, sapete quali sono i vostri compiti, siete pronti a morire e riconoscete benissimo i vostri ruoli, non deludetemi. Tornate sani e salvi, avete tutto il rispetto della famiglia reale. Mio padre, il re, non può essere qui stamattina ma lui vorrebbe che faceste del vostro meglio. Questo è tutto."

Si misero sull'attenti e Baekhyun se ne andò, il rumore degli zoccoli dei cavalli che correvano e si allontanavano da quel luogo fu perfettamente udibile in tutto il piano terra del castello, anche da Chanyeol che in quel momento si stava facendo una doccia. "Cos'è stato?" chiese, chiudendo l'acqua.

"Non lo so. Facciamo in fretta, siamo in ritardo per la colazione."

Dopo essersi preparati si avviarono verso la sala comune per mangiare e scoprire come sarebbero stati distribuiti i loro impegni nel corso della giornata, Mentre Chanyeol era impegnato a chiacchierare con Minseok, il maggiore lo interruppe e gli disse di guardare in avanti. Scorse Baekhyun e inarcò le sopracciglia. Il principe gli chiese di seguirlo un attimo, lo condusse in una stanza e una volta arrivati chiuse la porta. "Avevi detto che mi avresti chiamato più tardi. Ti sei già liberato?" chiese felice.

"Non posso più, devo partire tra poco per andare al castello del regno vicino, dobbiamo firmare degli accordi. Niente di serio." mentì, vide l'espressione del minore incupirsi. "Resterò lì stanotte, domattina quando tornerò verrò a cercarti, va bene?"

Annuì, si avvicinò a lui e lo abbracciò. "Ho bisogno di stare con te."
Baekhyun portò una mano sulla sua nuca così dal farlo avvicinare a sé e lo baciò. "Però mio padre mi sta aspettando."
Lo baciò ancora facendolo sorridere, quando si allontanò gli prese la mano. "Stai attento."
"Anche tu. Tornerò, non c'è bisogno di essere così drammatici." lo strinse forte e sentì Chanyeol baciargli la fronte.
"Secondo me sì." sospirò, allontanandosi e guardandolo. "Salutami tua moglie."
"Mia moglie, certo. Sarà molto piacevole rivederla."

Dopo che si furono separati il minore tornò dagli altri e cercò di concentrarsi sul lavoro per non pensare a quelle cose, era difficile, molte volte si ritrovò con le lacrime agli occhi senza essersene reso neanche conto. Quella giornata passò in fretta, trascorse la serata a leggere un libro. La sua frangia era diventata troppo lunga così si improvvisò barbiere e tagliò da solo i propri capelli. 

"Sembri un fungo adesso." gli fece notare Sehun.
"No, è più una ciotola di riso."
"Perché? Secondo me sono belli, almeno non mi daranno fastidio per un po'." si distese a letto e sospirò. "Mi manca Baekhyun."
"Lo hai detto ad alta voce."
Sollevò la testa e rivolse un sorriso al minore. "No, volevo veramente farvelo sapere."
"Non di nuovo questa storia." disse scocciato Minseok.
Jongdae aggiunse qualcosa. "Avevate detto che non ne avreste più parlato."
"No, può parlarne." lo rassicurò Sehun. "Non mi dà mica fastidio sentirlo parlare di quello —."
"Grazie." lo interruppe prima che potesse dire altro.

Alla fine decise di dormire, sperando che quella giornata lavorativa sarebbe stata compensata con un po' di riposo il giorno successivo. Gli avevano fatto riparare vari rubinetti rotti e poi era passato al telefono meccanico, con il quale i nobili comunicavano attraverso le camere del castello. Quando lui era piccolo, non esisteva — non aveva mai visto neanche Baekhyun usarlo, doveva essere una delle ultime tecnologie. Studiò il suo funzionamento e provò a sistemare un cavo che era rotto, ci riuscì, ma continuava ad essere tutto fin troppo confusionario per lui e quindi rinunciò a capire come funzionasse quel meccanismo. La sera andava sempre a letto stanco ed esausto, riusciva ad addormentarsi in meno di qualche minuto.

L'indomani si svegliò perfettamente in orario e dopo essersi lavato uscì insieme ai suoi compagni di stanza per la colazione, come ogni mattina da quando era arrivato lì. Baekhyun non era lì ad aspettarlo, sospirò e andò a mangiare il cibo penoso della mensa, era più abituato a quello prelibato che portavano sempre a lui e al principe, non gli piacevano minimamente quelle frittelle troppo dolci e tutto il resto che avevano da offrigli — ma era talmente affamato che fece anche il bis. Proprio quando aveva perso le speranze, vide Baekhyun entrare nella sala. Tutti si sollevarono per dargli il buon giorno e lui fece lo stesso.

"Buon appetito, sedetevi." disse, controllando ciò che aveva scritto sul quaderno. Indicò una sezione dei tavoli e si rivolse a loro. "I soldati sono attualmente impegnati con l'addestramento, è per questo che non ne vedete molti in giro. Cercate di non combinare casini in modo da non avere bisogno di loro. Adesso vi detto i vostri compiti." e cominciò a dividere i gruppi, Chanyeol era con quelli che dovevano occuparsi di pulire uno delle decine di giardini presenti. Quando uscì insieme al suo gruppo vide Baekhyun fermo davanti la porta, gli sorrise e lo osservò prendergli il braccio. "Pensavi che mi fossi dimenticato?"

Cominciarono a camminare verso un'uscita e il minore sorrise, non appena furono in un punto abbastanza isolato lo baciò. "Dove andiamo?"

"Non possiamo prendere i cavalli quindi andiamo a fare una passeggiata nei dintorni." indicò le sue spalle. "Ho portato dei panini così non dovremo preoccuparci di tornare, li ho preparati io." non vedeva l'ora di stare da solo con lui. Il minore gli prese la mano e continuarono a camminare fino all'uscita, Baekhyun non lo lasciò andare. "Usiamo un passaggio segreto dato che nessuno può abbassarci il ponte levatoio, va bene?"

"Davvero questo castello ne ha?" si finse interessato. Riguardo quelli di cui i suoi genitori gli avevano parlato, li conosceva tutti perfettamente, per il resto non sapeva se ne avevano costruiti di nuovi.

"Sarebbe un castello se non ne avesse almeno uno?" arrivarono sul retro, c'erano un sacco di bidoni per gettare l'immondizia che veniva poi scortata dagli addetti in una discarica, in uno di quelli, però, era stato costruito un passaggio al quale si poteva accedere solo se si aveva la chiave. "Questa apre molte cose." parlò Baekhyun, prima di entrare tirò fuori dal suo zaino una piccola torcia, una di quelle che restavano accese solo per una decina di minuti e che per tutti erano il massimo della tecnologia, la diede a Chanyeol e una volta sbloccata la serratura riuscirono ad entrare. Richiuse la porta e si ritrovarono sottoterra al buio, dato che il minore aveva spento la luce. "Non vedo niente —." provò a dire, lo zittì baciandolo. Si poggiò contro la parete in mattoni, le mani del più alto lo cercavano e nonostante l'assenza di luce si muovevano in modo esperto. "Non qui."

"Perché? Ho aspettato così tanto."
"Sì, ma io non ci vedo." sbuffò, diventò un sospiro piacevole quando gli accarezzò la schiena. Dopo un paio di secondi fece attenzione a spingerlo senza fargli male e gli prese la mano, dalla quale riuscì a sottrargli la torcia. "Arriveremo subito, non mi piace il buio."

"Ci sono io, non devi aver paura." Chanyeol sapeva che quel percorso non era poi così corto, ma fece finta di crederci. Camminarono per poco meno di un chilometro e una volta arrivati alle scale e alla porta di legno che delimitava l'uscita Baekhyun l'aprì con la chiave, uscirono e finalmente vennero investiti dalla luce naturale. Richiuse la porta e guardò il minore. "È bello qui." disse quest'ultimo, abbracciandolo. "E te." Baekhyun si allontanò, sorrise e si sedette a terra, contro la struttura di legno. Chanyeol copiò il suo gesto e si mise accanto a lui. "Com'è andata stanotte?"

"Non è successo niente di che, ho incontrato Eunjin, i suoi non sanno che io so che è incinta. Ho anche conosciuto il padre del bambino, lo sai?" ripensando a quell'incontro imbarazzante, gli veniva voglia di sotterrarsi. "Un tizio è venuto da me mentre ero con lei in giardino a bere il tè e mi ha chiesto chi fossi, gli ho detto che ero suo marito, ha cominciato a ridere e mi ha detto che sapeva che scherzavo e che lui era il suo fidanzato, e poi si sono baciati lì, in pubblico, davanti a me. È stato strano."

Chanyeol ridacchiò. "Beh, la prossima volta lo faremo anche noi."
"Noi siamo fidanzati?"
Inarcò le sopracciglia. "Sì?"
Spalancò la bocca. "Non lo sapevo."
Ridacchiò trovandolo estremamente dolce. "Dovresti chiedermelo ufficialmente però." disse, accarezzandogli una gamba.
"Lo farò." sembrava pensieroso, sollevò lo sguardo e gli rivolse un sorriso. "Dove eravamo rimasti?"
"Quando? Nel tunnel? Avevi detto che volevi che la smettessi."

Baekhyun sorrise e si spostò su di lui, gli afferrò il colletto della camicia e lo attirò a sé. "Mi piace guardarti negli occhi quando stiamo insieme." parlò piano, continuando a fissarlo. Si tolse lo zainetto dalle spalle e lo poggiò poco lontano. "È un problema?" lo vide scuotere la testa e la sua espressione diventò confusa. "Ora che ti guardo meglio c'è qualcosa di strano in te."

"Che cosa?"
Si allontanò di poco e continuò a guardarlo. "I capelli."
"Non sto bene?" sorrise. "Li ho tagliati io."
Rispose dopo un po'. "Sono quasi meglio di quelli che fanno i miei barbieri." 
"Non sembri convinto."

"Non sto dicendo una bugia, non mi piace mentire." dopo quelle parole Chanyeol gli accarezzò una guancia e lo baciò. Gliene stava dicendo fin troppe di falsità, in quei momenti gli pesavano più che mai perché Baekhyun era una persona così genuina mentre lui... non faceva che mentire, era difficile conviverci. Tra un bacio e l'altro gli sussurrò di non andarsene e di restare con lui, il principe annuì ma Chanyeol sapeva benissimo che se solo avesse saputo, i suoi sentimenti per lui si sarebbero azzerati in un istante.

"Lo dicevo veramente." mormorò, subito dopo che l'altro si fu allontanato.
"Cosa?"
"Non lasciarmi." aveva veramente paura. Gli prese la mano e se la portò alle labbra. "Davvero, Baekhyun."
"Lo prometto." fece intrecciare le loro dita e avvicinò la testa alla sua, usò l'altro braccio per cingergli il corpo. "Non devi avere paura."

Restarono lì, pranzarono con i panini preparati da Baekhyun e si avviarono a piedi verso il fiume dato che non avevano acqua con loro ma avevano bisogno di bere. Si sedettero sull'argine e rimasero a rilassarsi, passarono il pomeriggio in quel modo e Chanyeol era davvero grato al maggiore per avergli permesso di vivere una giornata simile, neanche un secondo gli era sembrato sprecato, si era goduto ogni momento con lui. Quando il vento cominciò a sollevarsi decisero di incamminarsi verso il castello, mano nella mano. "È stata una bella giornata." disse.

"Sì, dovremo rifarlo." fece una pausa. "Perché hai detto quelle cose prima? Sto continuando a pensarci..." mormorò, Chanyeol non sapeva cosa rispondergli. "Non voglio lasciarti."
"Sono stato abbandonato così tante volte da un sacco di persone, legarmi a qualcuno è sempre un enorme dubbio. Sarà come tutti gli altri e mi deluderà oppure farà veramente la differenza?"
Sorrise e si poggiò a lui. "Io non sono come gli altri, neanche un po'. Fidati di me come faccio io."
"Ti fidi di me?"
Spalancò la bocca. "Certo che sì. Perché, non si nota?" gli accarezzò la mano e gli chiese di tenere la torcia dato che doveva aprire la porta che li avrebbe condotti al castello.
"Devo dirti una cosa." quando Baekhyun sollevò una delle ante del passaggio, per sbaglio gli scivolò dalle mani e cadde producendo un rumore forte che diede fastidio alle sue orecchie e fece volare via tutti gli uccelli che stavano riposando sugli alberi lì vicino. "Ti aiuto." si chinò e sollevò entrambe le ante di metallo, l'altro sorrise ed entrarono insieme nel passaggio.
"Che cosa devi dirmi?" domandò, mentre recuperava lo zainetto da terra.

Sai, contavo di usare la possibilità di lavorare al castello per avvicinarmi al re, tuo padre, e ucciderlo, dato che la mia famiglia è morta dopo che lui ha bruscamente preso possesso di ciò che era nostro. Ah, e all'inizio volevo usare anche te, solo che ci ho preso troppo la mano e penso proprio di starmi innamorando, come dovrei fare? Non voglio rinunciare né alla mia vendetta né a te, sei la prima cosa bella che mi capita dopo anni, non riesco a capire come tu possa essere figlio di un tale bastardo. Non poteva dirglielo, non ci sarebbe mai riuscito, non sapeva da dove cominciare. Perché aveva anche solo pensato di poterlo fare? Doveva stare zitto. "Sei sicuro di non volerlo fare nel tunnel?"

Dopo una permanenza più lunga del normale nella galleria, ritornarono in camera pronti a mangiare la cena accoccolati sul letto, da quando Chanyeol aveva pensato a quelle cose si sentiva triste, come se non sapesse più cosa fare. Provava quella sensazione di impotenza da un bel po' di tempo, ormai. Si addormentò con la testa sulla sua spalla e anche Baekhyun dopo qualche minuto chiuse gli occhi e scivolò nel mondo dei sogni.

Passarono una notte tranquilla ma si svegliarono in modo brusco la mattina successiva, qualcuno stava bussando insistentemente alla porta. "Cazzo..." mormorò Baekhyun, alzandosi a fatica. Portò le coperte fin sopra la testa di Chanyeol che sembrava stare ancora dormendo e andò ad aprire, era un soldato. "Voglio sapere solo una cosa. Sì o no?"

"In che senso, sua maestà? Sì in senso positivo o in senso negativo?" dato che non disse niente continuò a parlare. "Sì, l'operazione è andata a buon fine, sì, l'operazione è fall—."
"Per Dio." sospirò e chiuse la porta, uscendo e parlando a bassa voce. "Ho un ospite, fai silenzio."
Il soldato inarcò le sopracciglia. "Mi scusi. Il confine è sotto controllo, nessuno sta più entrando, stanno dando assistenza ai feriti e cercando di riportare tutto alla normalità."
"Morti?"
"Soldati, una decina." pochissimi rispetto al numero iniziale. "Civili... non è stato stabilito, venti, duecento, duemila, di più..."
"Ho capito." rimise la mano sul pomello e sorrise. "Se incrocia una cameriera le chieda di portarmi una colazione, doppia come al solito."
"Riferisco subito, principe."

Non appena rimise piede nella stanza si ritrovò Chanyeol dritto di fronte a lui. Sorrise in modo disinvolto e si lasciò abbracciare. "Mi sono svegliato, non eri in bagno e ho pensato che fossi uscito per chiedere la colazione."

"Ce la porteranno tra poco."
"Perfetto. A parte questo, ho sentito, non sei bravo a mentire." ridacchiò, mentre gli accarezzava la nuca. "Che è successo?"
Si allontanò e sospirò. "È tutto sotto controllo ora, per fortuna. Sono successe delle cose al confine ma i soldati hanno risolto tutto, non ci sono neanche stati tanti morti. Non era rilevante. C'entra con gli accordi che abbiamo firmato ieri, adesso dovremo riuscire a vivere in pace." gli lasciò un bacio e si allontanò. "Se succedesse qualcosa di serio... te lo direi. Mangiamo in fretta perché dopo devo andare da mio padre."

Chanyeol non avrebbe voluto allontanarsi da lui ma sapeva che era inevitabile, mentre si incamminava verso il suo luogo di lavoro si sentiva solo, come se non fosse più a casa. Da quando era arrivato lì aveva provato quella sensazione di disagio che provano tutti gli esseri umani quando si trovano a contatto con un ambiente sconosciuto, stava cercando di abituarsi al luogo in cui dormiva, a quei corridoi, al castello — anche se ci aveva vissuto per tutta l'infanzia, quel luogo riusciva sia a riportargli a galla ricordi che credeva di aver dimenticato, sia fargli credere che lui lì non ci fosse mai stato. Ed era strano, ma con Baekhyun ciò non accadeva. Con lui si sentiva bene, a casa. Voleva soltanto che mantenesse la promessa che gli aveva fatto il giorno precedente.

Mentre con un mucchietto di rami rotti che andavano a formare una scopa sgombrava il pavimento del vialetto da tutte le foglie secche, vide la porta principale che dava al castello aprirsi, era Haeri. "Cerchi qualcuno?" domandò sorridendo, la vide avvicinarsi a sé e abbracciarlo. Abbandonò la scopa contro il tronco di un albero e ricambiò. "Va tutto bene?"

"Cercavo il mio cugino preferito." si allontanò e sorrise. "Per parlargli di una cosa seria, ha un minuto?" si guardò intorno, c'era veramente molta gente. Chanyeol annuì. "Mi hanno riferito che tra una settimana ci sarà un ballo al nostro castello, ma non uno normale. Comprenderà anche i nobili dell'altro regno." fece una pausa. "Capisci cosa voglio intendere? Sarà veramente confusionario, i preparativi saranno infiniti, penso che dovremmo agire."
 


 
a/n: non riesco a capire se questa storia stia piacendo o meno qui su efp dato che dopo tutti questi capitoli non ho ancora nessuna recensione... spero vivamente di sì perché mi sto impegnando molto :(

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Capitolo 18
*** diciotto ***


I nobili erano sicuramente i più emozionati per il ballo. Era una delle molteplici fonti di intrattenimento, un'attività straordinaria che gli impediva di passare sempre le solite giornate noiose, Chanyeol credeva che si entusiasmassero veramente per poco. Forse non sapevano che dietro il loro divertimento c'erano giorni di preparativi, e che persone come lui si occupavano solo di organizzare l'evento, non di prenderne parte e divertirsi — a loro non ci pensava mai nessuno. Aveva chiesto ad Haeri di non agire quella sera. Aveva usato la scusa del non poter rischiare di venire ucciso, ma la verità era che non gli importava affatto di quello — non era la sua paura principale. Non voleva ferire Baekhyun, per cui gliene avrebbe parlato. Aveva passato un sacco di notti completamente insonni solo per elaborare il discorso nella sua testa, lo aveva fatto anche mentre era disteso accanto a lui, mentre il principe dormiva ignaro di tutto, era pronto, glielo avrebbe detto. Era stato un periodo difficile per lui, per quel motivo gli avrebbe fatto godere la festa e poi, il giorno successivo, gli avrebbe confessato tutto. Era pronto al peggio ma stava diventando così difficile tenere quei sentimenti per sé che avrebbe preferito essere odiato dall'uomo che amava e non continuare a mentire.

Sapeva che se lo avesse fatto non avrebbe più potuto mettere personalmente in atto il piano, ma non gli importava.

"Pronti? Uno, due, tre." lui e altri tre ragazzi spostarono una grossa colonna dal centro della sala verso un angolo, nel frattempo c'erano delle ragazze che stavano lavando il pavimento, altri collaboratori che sistemavano la sala, persone che cucinavano, che preparavano i cibi che sarebbero stati degustati quella stessa sera, i musicisti che si esercitavano per fornire un buon intrattenimento musicale — quella sala era un casino. Da quelle stesse scale che Chanyeol stava addobbando sarebbe sceso il re, avrebbe augurato a tutti una buona serata e avrebbe fatto ciò che facevano tutti i re ai balli — socializzato, mangiato, bevuto. Mentre suo padre, sua madre e sua sorella si trovavano sottoterra per colpa sua. La rabbia che non poteva sfogare in nessun modo si stava accumulando, doveva assolutamente parlare con Baekhyun o non avrebbe resistito un minuto di più. Doveva vederlo, baciarlo, stringerlo, sentirlo dire cose belle nei suoi confronti perché quella sera non avrebbe potuto stare con lui a causa della festa e il giorno seguente sarebbe stato Baekhyun a non avere più voglia di stargli accanto. Il solo pensiero era come una morsa che gli stringeva il cuore, andava avanti così da quando aveva deciso di farlo.

Chiese a una cameriera di poter essere scortato nella sua stanza, lei gli fece sapere che il principe aveva detto di non voler essere disturbato ma gli riferì che riguardava la festa e che era molto importante, per cui lo portò al piano di sopra. "Grazie." sorrise. Prima di bussare alla porta cercò di mandare via quella brutta sensazione, pregò che non succedesse niente di brutto il giorno seguente, voleva solo che non cambiasse niente. Sarebbe stato difficile godersi quel momento, tutto ciò a cui riusciva a pensare era all'indomani. "Ciao."

"Ciao." rispose con tono quasi interrogativo, lasciandolo entrare e chiudendo la porta. Gli lasciò subito un bacio che lo fece sorridere. "È successo qualcosa?"
"Tutto regolare. Abbiamo appena finito, è tutto pronto per stasera, eravamo in pausa pranzo ora ma volevo venire a salutarti."
"Io ho già mangiato, se vuoi posso farti portare qualcosa." lo vide scuotere la testa.
"Sto bene, dopo la colazione di stamattina non ho molta fame. Ho bisogno solo di te adesso." lo baciò di nuovo e gli prese la mano, indicò il letto con lo sguardo e il maggiore sorrise. "Che c'è?"
"Dovrei essere in ufficio tra qualche minuto." fece una pausa e gli toccò la schiena, camminando all'indietro fino a poggiarsi sul materasso. "Ma penso di poter rimandare di un'oretta."
"Così poco?"
"O un'ora, o adesso mi alzo e me ne vado." disse, guardandolo negli occhi. Sentì Chanyeol toccargli i fianchi e si morse il labbro. "Facciamo un'ora e mezza."

Non voleva pensare che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbero fatto l'amore, non riusciva a sopportarlo ma in cuor suo sapeva che se era tormentato da quei pensieri un motivo c'era ed era uno solo, era quasi certo che le sue paure sarebbero diventati reali. Lo strinse forte anche dopo che ebbero finito, a Baekhyun non sembrava affatto strano, si comportava sempre in quel modo. "Non andare."

"Ma devo, riguarda la festa di stasera."
Chanyeol sorrise, non si riferiva all'andare via in quel momento, ma per sempre. Quello il maggiore non poteva saperlo, però. "Mi sono innamorato di te." sussurrò, accarezzandogli il collo con il dorso della mano. "Come faccio?"
Si lasciò sfuggire una risatina. "Non è mica una brutta cosa."
Lo attirò a sé e lo baciò piano, lo guardava negli occhi e gli sembrava di conoscerlo da una vita, il suo sguardo era confortante e dolce. "No." mormorò. "Vorrei solo che potesse essere così per sempre."
"Cosa ci impedisce di farlo?" sorrise. "Sei strano oggi."
"Non voglio che tu te ne vada."
"Ancora? Devo solo andare a questo stupido ballo e fare finta di divertirmi, finirà in fretta." si sollevò. "E domani ci vedremo. Forza, rivestiti e vattene prima che arrivi mio padre alla porta a chiedermi che fine abbia fatto."
"Tu sei innamorato?" chiese, Baekhyun si infilò la maglietta e lo guardò sorridendo.
"Per la prima volta dopo anni, ed è una bella sensazione."

Chanyeol pianse molto non appena si separarono, era stato tutto un disastro. Il suo piano... era stato un vero fallimento. Fin dall'inizio. Non c'era stato niente di normale in quello che aveva architettato. Una volta che gli avrebbe confessato tutto doveva sperare in una sua reazione benevola, il motivo per cui aveva scelto di dirglielo era uno — in quel modo, aveva una minima possibilità di non essere odiato da lui. Ovviamente non avrebbe detto direttamente che aveva intenzione di uccidere uno dei suoi genitori, ma Baekhyun non era affatto stupido, era una cosa che avrebbe potuto intendere chiunque. Tuttavia non aveva mai pensato a come avesse potuto reagire il minore quando avrebbe saputo che suo padre era un assassino e che lui non era destinato a essere un principe. Sarebbe stato scioccato soprattutto da quello. 

Doveva essere lui a dargli una tale notizia, sarebbe stato orribile.

Quella serata la passò insieme ai suoi compagni di stanza, stavano dividendo una bottiglia di vino che avevano recuperato dalla cucina e sperava solo di poter dimenticare tutto, almeno per quella notte. Niente sarebbe stato come prima l'indomani. Non riusciva a dormire — si ci era messa, oltre all'alcool, anche la musica alta che proveniva dalla sala dove i nobili stavano festeggiando. In quel momento Baekhyun stava bevendo, magari si stava divertendo, stava chiacchierando, era felice anche se detestava quelle feste, ne era certo. Avrebbe distrutto tutto, non c'era modo di non ferirlo ma se avesse tirato ancora un altro po' la corda, si sarebbe spezzata e sarebbe caduto nel vuoto. Non ci sarebbe stato più modo di rimettersi in piedi, se avesse continuato a mentire. Era durata anche troppo.

Si svegliò con un brutto mal di testa, dopo una doccia andò a lavoro insieme agli altri. Continuava a sperare che Baekhyun non lo cercasse mai. Passò l'intera giornata in ansia, con lo stomaco che gli bruciava più del solito e l'ansia che lo perseguitava. Si fece buio, andò a cena e ritornò anche in camera. I suoi compagni si rilassavano, lui continuava a rigirarsi nel letto. Aveva la foto di lui e suo padre in tasca, se non gli avesse creduto l'avrebbe tirata fuori in modo da dargli una prova tangibile. Cominciava a credere che non sarebbe andato a chiamarlo, che avrebbe rimandato il loro incontro al giorno seguente e che a causa della paura avrebbe anche lui rimandato la sua confessione, non poteva permettersi di aspettare, non ce la faceva più. "Va tutto bene?" gli chiese Jongdae. "Sembri agitato."

"Se dopo stasera... se domani non dovessimo vederci —."
"Ma che dici?"

Prima che potesse rispondere, qualcuno bussò alla loro porta. Li salutò sorridendo, lasciandoli come al solito confusi e ignari di tutto e andò al piano di sopra, da Baekhyun — consapevole che niente sarebbe più stato come prima dopo ciò che gli avrebbe detto.
Il maggiore lo baciò subito, ma non appena si scostò capì che c'era qualcosa che non andava. "Com'è andata la festa?"

"Bene." rispose Baekhyun, baciandolo. Sapeva di alcool.
Il minore sorrise. "Sei sobrio?"
"Ho bevuto solo qualche bicchiere, sono abbastanza sobrio dal capire che c'è qualcosa che non va." fece una pausa e lo guardò. "Che succede?"

"Devo dirti una cosa." gli disse, a quel punto il sorriso sul suo volto scomparì. Il principe provò a baciarlo di nuovo ma lui si allontanò, non credeva che fosse giusto continuare in quel modo, non si sentiva tranquillo, doveva parlare prima che diventasse tutto troppo pesante. "Sappi che quelle cose che ti ho detto ieri erano vere."

"Ma cosa c'entra? Che è successo?" domandò, accarezzandogli il braccio e sorridendo. "Va tutto bene?"

Scosse la testa e andarono a sedersi sul letto, tutto ciò a cui aveva pensato era come svanito dai suoi pensieri, non sapeva come cominciare il discorso e quasi gli veniva da piangere, eppure si disse di rimanere forte. "So delle cose riguardo tuo padre, di cui probabilmente non sei a conoscenza e che credo sia giusto farti sapere." batté velocemente le palpebre e sospirò, poi tirò fuori dalle tasche la foto. "Ti ricordi quando mi hai detto che non hai vissuto al castello fino a una certa età?" gli passò il foglio di carta e gli prese la mano. "Prima che tuo padre salisse al trono, c'era lui al suo posto."

"Questo bambino..." sussurrò, sfiorando il suo viso.
"Sono io." rispose, riprendendo la foto e guardandolo negli occhi. "Mio padre era il re di questo regno."
Inarcò un sopracciglio. "Il re precedente è morto non lasciando nessun erede... quindi la corona è passata a mio padre. La storia è questa."
Scosse la testa. "Io c'ero quando la mia famiglia è stata sfrattata da questo posto, li ho visti morire davanti ai miei occhi, le ferite che aveva riportato mia madre si erano infettate e non c'era stato modo di curarla, mia sorella è morta pochi giorni dopo, per un incidente e mio padre —." sospirò. "Eravamo insieme, si è accasciato a terra di colpo e ha smesso di respirare, non so cosa gli sia preso, credo un infarto a causa di tutta la tensione che aveva provato. Sono rimasto da solo, è questa la vera storia."

Baekhyun si allontanò, si grattò le dita con le quali aveva accarezzato la mano del minore e cominciò ad agitarsi. "Che cosa stai dicendo?"

Gli raccontò tutto. Di quello che ricordava personalmente, di ciò che gli era stato spiegato da suo padre, dei motivi che avevano fatto nascere tutte quelle discussioni tra i due nobili. Non gli era ancora chiaro il modo in cui il re Byun si fosse guadagnato il consenso di tutti i civili e l'appoggio dell'esercito ma una cosa era certa, tutti avevano tradito la sua famiglia, e gli fece capire che si era sentito abbandonato e solo. "Mi dispiace avertelo tenuto nascosto fino ad ora ma io non sapevo come dirtelo, non volevo farti stare male." in quel momento, aveva già pianto un bel po' di lacrime. Baekhyun era sconvolto, se ne stava con lo sguardo basso a scuotere la testa.

"Mi hai mentito." mormorò, sospirando profondamente e mordendosi il labbro per evitare di piangere. "Per tutto questo tempo. Anche ieri quando mi hai detto quelle cose, lo hai fatto perché ti sentivi in colpa." si portò le mani alla testa e cominciò a singhiozzare. "Sei un bastardo."

"Quello è tuo padre." 
Spalancò gli occhi e si sollevò, allontanandosi da lui. "Tu non sei venuto qui per lavorare o per altro." lo vide scuotere la testa e sorrise. "Cosa ti costa essere sincero per una volta? Una sola volta da quando sei qui, per una volta, non mentirmi. Che cosa volevi?" un sacco di lacrime stavano scivolando lungo le sue guance. Vide Chanyeol sollevarsi e avvicinarsi a sé e sollevò il palmo di una mano. "Non costringermi a chiamare le guardie."
"Non stavo mentendo ieri." disse, guardandolo negli occhi. "O tutte le volte che ti dicevo che mi piaceva stare con te, o per qualsiasi cosa che ho detto a te."
"Un giorno mi hai detto che non mi stavi dicendo nessuna bugia, mi hai mentito allora." sospirò profondamente per provare a non perdere la calma. "Mi hai tenuto nascosto una cosa così importante, lo sapevi eppure hai preferito fare finta di niente —."

"Vuoi sapere che cosa volevo?" si avvicinò a lui ma non lo toccò. "Volevo ucciderlo." lo vide assumere un'espressione sconvolta e sorrise. "Lo so, è orribile da dire. Lo avrei fatto presto, sai cosa mi ha fermato? Te. Non volevo ferirti, il mio intento non era quello di farti del male, non lo è mai stato. Ti amo e non vorrei mai, mai, vederti piangere, non voglio che tu soffra, questo mi ha fermato." allungò una mano verso di lui ma Baekhyun si spostò dall'altra parte della stanza.

"Ti dico cosa faremo ora." parlò piano, gli tremavano le mani. "Aprirò la porta e te ne andrai, e faremo finta di non avere mai avuto questa conversazione. Quando ci incontreremo per il castello non mi guarderai, io non ti cercherò più, sarà come se non ci fossimo mai conosciuti."
"Per favore, Baekhyun."
"O, posso chiamare le guardie e lasciare che ti scortino nelle segrete." si asciugò le lacrime e lo guardò. "Ma io non voglio che tu soffra ancora, hai passato delle cose orribili, tremende. Da oggi in poi stammi lontano, per il bene di entrambi. Saresti dovuto starmi lontano fin dall'inizio se il tuo obiettivo era solo quello di... far del male alla mia famiglia." si sedette sul letto e cominciò a piangere in modo più forte e incontrollato, a quel punto Chanyeol non sapeva davvero cosa fare.
"Io non sapevo come dirtelo." andò a sedersi accanto a lui ma il principe si sollevò, non voleva proprio stargli vicino e al minore quella consapevolezza faceva male.

"Per tutto questo tempo ho creduto di essere una persona che non sono, che non ero destinata a diventare e non so se hai la minima idea di come mi stia sentendo." tirò fuori dal cassetto un fazzoletto con il quale si soffiò il naso, non appena lo allontanò dal volto Chanyeol vide che i suoi occhi erano rossi e gonfi. "Io non posso credere che quello che mi dici sia vero."

Si morse il labbro e lo guardò. "Vieni a sederti."
Scosse la testa. "Voglio che tu te ne vada ora." lo vide non muoversi di uno spillo. "Chanyeol, ora ci penso io a gestire questa situazione. Se pensi che lascerò che un uomo che vuole assassinare mio padre vaghi a piede libero nel castello ti sbagli di grosso."

Si alzò e strinse i pugni. "Lui ha ucciso la mia famiglia." sussurrò. "E a te non frega un cazzo. Eri felice per la tua nuova carica di principe e futuro re, hai passato l'adolescenza a oziare, divertirti, fare il coglione con i ragazzi, mentre io ero lì al villaggio, da solo, a dover lottare ogni giorno per vivere. Non ti interessa minimamente questo, è vero?" sorrise. "Se solo tu fossi stato come me, se non fossi diventato un principe viziato forse capiresti cosa si prova ad essere abbandonati, invece hai totalmente assorbito lo stereotipo del nobile strafottente. Non è colpa tua, hai ragione." si prese la testa tra le mani. "Ma ti sto chiedendo in ginocchio di ascoltarmi ora, e di rimediare."

Rispose dopo qualche secondo. "Rimediare? A cosa dovrei rimediare?" scosse la testa. "Non sapevo niente di tutta questa storia e mi stai attaccando come se fosse colpa mia. Ti do tre secondi per alzarti e andare via prima che apra la porta e chiami dei soldati."
"Fallo." rispose, mettendosi in piedi. "Ho appena perso tutto, tutto. Non ho più motivo di vivere, almeno ritornerò dalla mia famiglia. Fammi uccidere, prendi l'esempio di quel bastardo e liberati del problema."
Baekhyun si avvicinò a lui e gli diede uno schiaffo in pieno volto, così forte che il minore sentì la pelle della sua guancia formicolare. "Hai parlato abbastanza." mormorò.
Si diresse verso la porta in silenzio, in quel momento aveva ricominciato a piangere. "Va' all'inferno." senza voltarsi la aprì, sentì qualcuno spingerla e spalancò gli occhi, era un soldato.
Si era fatto le scale di corsa per andare da Baekhyun a comunicare quella notizia. "Principe, stanno attaccando il castello, dobbiamo andarcene subito."

Baekhyun ci mise un po' prima di rendersi conto che quello che aveva sentito stava succedendo davvero e che non se l'era immaginato, vide il soldato e Chanyeol discutere e a quel punto si decise a dire qualcosa. "Lui è con me." disse, il minore si voltò a guardarlo sconvolto. "È con me ho detto. Andiamo." gli prese la mano e la strinse forte, mentre percorrevano le scale neanche vedeva dove metteva i piedi a causa degli occhi appannati, l'unica cosa che percepiva era il calore della mano di Chanyeol. Quest'ultimo stava provando esattamente ciò che aveva provato la notte di sedici anni prima, il panico più totale. C'erano rumori forti e non aveva la minima idea di cosa stesse succedendo intorno a sé — aveva già vissuto tutto ciò. Continuava a correre ma sentiva le gambe diventare sempre più pesanti, a un certo punto si fermò. Baekhyun provò a tirare ma non ne voleva sapere di riprendere a camminare.

"Principe, dobbiamo muoverci." il soldato lo intimò di fare in fretta ma lui si prese il suo tempo, si spostò di fronte al minore e lo guardò negli occhi.
"Che c'è? Chanyeol, non sono arrabbiato con te, va bene? Dobbiamo andare adesso."
"Se non ci muoviamo —."
"Ho capito, aspetta." sbottò, il soldato avanzò fino a lasciarli da soli. Baekhyun gli prese il mento e sorrise, riusciva a scorgere il respiro di Chanyeol che diventava sempre più irregolare. "Dobbiamo andare, mi dispiace." gli accarezzò la guancia sulla quale lo aveva colpito e abbassò la testa. "Mi dispiace."
"Non volevo ferirti." mormorò lui, Baekhyun si allontanò e lo guardò.
"Andiamo adesso." gli strinse la mano e riprese a camminare.

Chanyeol lo vide asciugarsi le lacrime e si sentì davvero male. Non aveva mai desiderato tutto ciò — e cosa significava che il castello era sotto attacco? Non erano in buoni rapporti, loro e il regno vicino? Attraverso un passaggio sotterraneo arrivarono a delle carrozze che si dirigevano verso ovest, Baekhyun e Chanyeol vennero fatti accomodare nel veicolo ma prima che il fantino facesse partire i cavalli il principe richiamò un soldato.

"Dove sono i miei genitori?"

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Capitolo 19
*** diciannove ***


Bastava sollevare lo sguardo per notare un panorama completamente invaso da piccoli fiocchi di neve che volteggiavano nell'aria. Le foglie degli alberi avevano assunto un leggero colore biancastro, la neve non si sarebbe posata subito però, le particelle erano talmente sottili che si scioglievano subito a contatto con la terra. Baekhyun scosse la testa non appena sentì qualcosa di freddo arrivargli in volto, attirò le ginocchia al petto e si chinò, in modo da ripararsi. Oltre al rumore del vento che attraversava i centinaia di alberi presenti, non c'era nessun suono udibile all'esterno della piccola baita dove si stavano riparando — a coronare quello scenario suggestivo c'erano le sue lacrime, ormai asciutte e fredde contro le sue guance. Provava ad elaborare quello che era successo ma ogni volta che la sua mente si teletrasportava a poche ore prima non faceva altro che sentire un enorme peso sul petto, non riusciva a sopportarlo. 

Sentì la porta principale aprirsi ma non si voltò. "Vieni dentro, si gela." era la voce di Chanyeol, che ben presto avanzò verso di lui e si sedette lì, al lato opposto delle scale che davano l'ingresso alla casa. "Ed è notte fonda." aggiunse, il maggiore non rispose. Lo guardava e per la prima volta non aveva la minima idea di come confortarlo dopo tutto l'accaduto. "Grazie per avermi permesso di venire qui."

"Non l'ho fatto perché ho bisogno di te, quindi vattene." non riuscì a finire la frase che ricominciò a piangere. Chanyeol stava congelando, voleva solo tornare in casa eppure non era tranquillo, non riusciva a dormire se pensava che il maggiore era lì fuori a morire di freddo. Era sicuramente ancora arrabbiato con lui e il più piccolo non sapeva come fare per mantenere la calma e allo stesso tempo cercare di aiutare l'altro, era fin troppo difficile per una persona sola e debole, in quel momento si sentiva proprio in quel modo, non all'altezza. Non voleva rendere solo le cose più difficili.

Aveva addosso tre cappotti, dopo essersi sollevato se ne tolse uno che mise sulla schiena del più grande. "Non c'è nessuno in salotto, di fronte al camino. Sono tutti nelle camere di sopra. Entra e mettiti lì, ti ammalerai per colpa di tutto questo freddo."
"Aspetta." disse non appena lo sentì allontanarsi. Tirò su col naso e si voltò per guardarlo. "Tu... come hai fatto a superarla?"
Continuò a camminare verso l'ingresso della baita, lui non si voltò. "Non l'ho superata. E non è vero che quando gli anni passano fa meno male, col tempo impari soltanto a conviverci, ma non la superi." entrò in casa, la porta sbatté a causa del vento. Baekhyun si infilò il cappotto che gli era stato portato dal più piccolo ma continuava ad avere freddo, decise di entrare in casa dopo un po'. La luce del caminetto acceso illuminava la stanza principale, il divano era davvero libero. Andò a distendersi lì e diede le spalle al fuoco, la giornata era stata più lunga del solito.

Quando si svegliò non aveva tanto freddo, un soldato stava mettendo nuova legna ad ardere e a causa di quel rumore il suo sonno venne disturbato. Si voltò verso di lui e in quel momento realizzò una cosa, aveva appena preso una delle scelte più importanti della sua vita. "Vuole la colazione, principe?" domandò l'uomo. "Abbiamo molte provviste ma degli uomini ne stanno già cercando altre, un aggiornamento della situazione al castello ci verrà mandato tra poco e —."

Sollevò il palmo della mano. "Mostra un po' di rispetto e stai zitto."
Si mise in piedi e fece un piccolo inchino. "Chiedo perdono." detto ciò, si allontanò.

Baekhyun camminò verso l'esterno, non appena aprì la porta vide che c'era Chanyeol seduto sulle scale. Non sapeva se tornare indietro o meno, non se la sentiva di parlargli ma allo stesso tempo vedeva ancora in lui una figura confortante, qualcuno che lo avrebbe aiutato a superare quel momento. Gli aveva detto cose davvero orribili e che non pensava affatto, doveva scusarsi per quello. Avanzò fino a farsi notare e si sedette vicino a lui, abbastanza vicino dal poggiare la testa contro il suo corpo. Il più piccolo non disse niente, lo abbracciò e lo attirò di più a sé. C'era stata una tempesta di neve durante la notte, era tutto completamente imbiancato. Guardò la distesa di alberi e dopo un po' chiuse gli occhi. "Non diventerò re." si decise a dire qualcosa. "Non metterò più piede in quel castello, mai più." il minore spostò la mano sulla sua testa e gli accarezzò i capelli. "Ora che loro sono morti non potrò chiedergli il perché di tutto quello che è successo e io stesso morirò senza saperlo, non ha senso che torni lì."

"Non devi lasciare che questi pensieri ti tormentino."
Rispose dopo un po'. "E cosa dovrei fare?"
"So come ti senti, so che pensi che non ci sia niente che puoi fare ma —."
Scosse la testa. "I tuoi genitori non erano degli assassini, erano delle brave persone, era lecito che tu stessi male per la loro morte. Non lo sai."
"Ti stai sbagliando." disse, guardandolo. "So che nonostante tutto in questo momento stai soffrendo ed è normale, Baekhyun. Loro sono morti, hai ragione, anche se erano delle brutte persone ti hanno cresciuto ed erano i tuoi genitori, non sei uno stronzo solo perché ti dispiace che siano morti."
Lo abbracciò di nuovo e poggiò la testa sul suo petto. "Lo sono per tutto quello che ho detto a te."
Sorrise. "So che eri arrabbiato."
"Ma erano comunque parole terribili e mi dispiace che siano uscite dalla mia bocca." si allontanò e lo guardò negli occhi. "Anche io ti amo."
"Non dovresti però." si inumidì le labbra e si voltò per evitare di guardarlo. "Se non ci fossimo mai conosciuti e io avessi fatto ciò che avevo intenzione di fare avresti sofferto a causa mia."
"Non è successo." rispose subito. "E in questo momento sento di non poter contare su nessuno tranne che su di te." gli prese la mano e rimase accoccolato a lui. "Quindi ora sono io quello a chiederti di non lasciarmi, promettimi che non lo farai. Abbiamo ancora tante cose di cui parlare."

Gli baciò la fronte e continuò ad abbracciarlo, quando era rimasto solo avrebbe fatto di tutto per avere qualcuno accanto, sapeva quanta differenza ci fosse nel piangere mentre si veniva consolati rispetto al farlo in totale solitudine. Stavano risiedendo in quella baita dalla sera precedente, quando, a detta del fantino che guidava la carrozza che li avrebbe scortati lontano dal castello, era successo qualcosa di terribile. Chanyeol aveva chiesto cosa fosse successo di preciso ai soldati insieme ai quali aveva condiviso la camera da letto ma loro non avevano chiarito tutti i suoi dubbi, gli avevano solo detto che qualcuno aveva attaccato il castello. Le stesse identiche parole che aveva sentito la prima volta, niente di più, niente di meno. "Tu hai già vissuto lontano dal castello." disse al maggiore. "Sai cosa si prova. Ma quando io sono stato portato fuori da quell'ambiente era come se non riuscissi a trovare il mio posto, non mi sentivo bene. Essere da solo ha peggiorato le cose."

Sollevò lo sguardo. "Mi dispiace." prima che potesse dire altro, riprese a parlare. "Per quello che mio padre ti ha fatto passare. Mi dispiace. Penso che se non fosse stato così, se non si fosse fatto tutti quei nemici nel corso degli anni, ora sarebbe ancora vivo. E penso anche che saremmo stati tutti meglio, la tua famiglia, io, lui, la mamma — non credo abbia riflettuto e abbia fatto le scelte che ha fatto per noi, ha pensato solo a sé, detesto gli egoisti." sospirò. "Sei contento che lui sia morto?"

"Non dovresti farmi una domanda simile."
"Lo sei." sorrise. "Stronzo."
"Non lo sono." rispose sinceramente. "È morto senza sapere di me. Senza conoscermi, ed è morto prima che io potessi chiedergli il perché di tutto quello che mi è capitato. Per me non ha significato niente."
Si portò una mano alla testa e si chiese se stava facendo la cosa giusta. "Grazie della sincerità." si morse poi il labbro. "Tutto questo è sbagliato, completamente."
"Hai detto che mi ami, anche io ti amo. Non basta?"
Si allontanò e lo guardò sorridendo. "Non lo so. So che mi sento male e vorrei solo che non fosse mai successo niente, vorrei tornare a quando la mia preoccupazione principale era il matrimonio."
Gli prese la mano e anche lui lo guardò. "Anche se ora sembri non capirci niente, avrai molto tempo per elaborare tutto."
Un gruppo di soldati stavano uscendo per recuperare nuova legna, Baekhyun li guardò. "Voglio stare un po' da solo." gli lasciò la mano e si sollevò. "Vado insieme a loro."
Lo osservò dal basso verso l'alto e annuì. "Io torno in casa allora."

Gli rivolse un cenno della testa e si allontanò. Chanyeol rubò una sigaretta da un contenitore che trovò in salotto, la accese e uscì di nuovo. Non sapeva cosa gli avrebbe riservato il futuro, sapeva solo che era stata una lunga notte e che i giorni successivi sarebbero stati altrettanto duri, più per lui che per Baekhyun. Mentre calpestava la neve la trovava soffice, proprio come quando da bambino usciva per giocare nel giardino del castello insieme a sua sorella. Si chinò e la toccò con la mano libera, si portò l'altra alla bocca e ispirò una grande quantità di fumo. La neve era ghiacciata, non era piacevole da toccare, sollevò lo sguardo e dopo aver sorriso al cielo chiuse gli occhi. "Mamma, papà, sorella, vi ho vendicati. Avete visto?"

Mentre Baekhyun passeggiava e guardava gli altri raccogliere la legna, si massaggiava la mano che Chanyeol gli aveva tenuto. Oltre alla questione principale che lo tormentava si ci era messo anche lui, sembrava come se qualsiasi scelta fosse estremamente complicata, non riusciva più a gestire niente. 

Fecero presto ritorno a casa, andò subito a distendersi sul divano di fronte al camino per riscaldarsi e riposare dopo la lunga camminata. Aveva anche bisogno di mangiare qualcosa quindi accettò il pranzo preparato dai soldati, erano degli ottimi cuochi. Una volta che furono tutti seduti a tavola, Chanyeol compreso, lui recuperò il suo piatto e andò a mangiare sul divano. Da quello che aveva capito, quella baita era stata costruita proprio per quelle evenienze, non aveva osato chiedere nessuna informazione riguardo il castello e dopo il modo in cui si era rivolto a quel soldato nessuno aveva più detto niente che potesse dargli fastidio. Chanyeol continuava a guardarlo, si sollevò portando con sé il suo piatto e andò a sedersi vicino a lui. Erano abituati a mangiare insieme e vicini, Baekhyun neanche si voltò per guardarlo. "È buono?"

"Non quanto quello del castello." sorrise, mettendo in bocca altro cibo. Si sentiva osservato a causa di tutti i soldati che si trovavano solo a qualche metro da loro quindi parlò a bassa voce. "Quanto ancora dobbiamo restare qui?"

"Lo chiedi a me?"

Recuperò dell'altro pollo con la forchetta. "Mia madre continuava a dirmi che sarei stato un ottimo re, che avrei fatto grandi cose, che mi avrebbero tutti amato." lo guardò. "Ma la verità è che io ho paura. Non voglio finire come loro, non voglio tutte queste responsabilità, non voglio neanche abbandonare tutto ciò che hanno provato a lasciarmi. Io non voglio essere re, ma non voglio neanche essere come tutti gli altri."

"Non sei come tutti  gli altri." fece una pausa. "Puoi sempre vivere al castello senza essere re —."
"Non voglio tornarci." marcò bene ogni singola parola, per fargli capire che era fermamente convinto di ciò che diceva. "Tu cosa vuoi?"
"Finché ci sei tu, andrò ovunque."
"Non è vero." ridacchiò e poggiò la testa sulla sua spalla. Tutti si agitarono dato che sentirono un rumore provenire dall'esterno.

I soldati impugnarono le armi, Baekhyun continuò a mangiare il pranzo mentre li guardava avvicinarsi alla porta in modo minaccioso. Li vide abbassare le pistole e inarcò le sopracciglia, erano altri soldati che provenivano da chissà dove. Un ufficiale più importante sorpassò i suoi ragazzi e raggiunse lui. "Principe." disse subito, facendo un piccolo inchino. Conosceva quell'uomo da moltissimi anni. "Buon appetito. È stato informato della situazione al castello? Stiamo cercando di far ritornare tutto alla normalità, volevo assicurarmi che stesse bene. Abbiamo bisogno di alcuni soldati, ne scambieremo la maggior parte in cambio di alcune domestiche, ormai il pericolo è scampato ma non può restare qui da solo. Preparatevi, ragazzi." disse, quasi tutti recuperarono le loro cose, due di loro restarono lì invece, dato che dovevano comunque proteggere il principe. 

"Sono felice che ci siano delle domestiche, questo pranzo non mi soddisfa." si sollevò. "Vado a riposare, non disturbatemi." detto ciò camminò verso le camere da letto e sbatté la porta. Chanyeol si sollevò per portare il suo piatto e quello del maggiore in cucina ma non appena vide le ragazze che erano entrate nella baita, spalancò gli occhi.

"Ciao Chanyeol." sorrise Haeri.
Il ragazzo ricambiò il sorriso e andò ad abbracciarla, la strinse forte e sussurrò qualcosa nel suo orecchio. "Facciamo una passeggiata?"
"Certo."
Uscirono di casa, c'era molta tensione nell'aria. "Lo abbiamo fatto." mormorò a un certo punto Chanyeol. "È finita."
"Come ti senti?"
Scosse la testa. "È tutto diverso adesso."
"Non dirlo a me, non riuscivo a prendere sonno stanotte. È una bella sensazione." lo guardò. "Lui che ha detto? Non sospetta di niente?"
"No, è andato tutto come avevamo previsto." ripensò a tutte le lacrime che aveva versato Baekhyun, un po' si sentiva in colpa. "Non vuole diventare re."
"E tu?" domandò.
"Io?"
"Non vuoi diventare re?"
"No." ne era fermamente convinto. "Quello il mio posto, ma non è ciò che voglio. Tu che farai?"
"Ho molte idee." sorrise e gli diede una gomitata amichevole. "Di certo non mi annoierò."

"Il peso sul mio petto non si è alleggerito." Chanyeol cambiò discorso e guardò la neve soffice che stava calpestando, si chinò e la toccò con le mani. "E non penso lo farà mai, ma credimi se ti dico che sono ben felice di sapere che quell'uomo ha sofferto, sicuramente non quanto ho sofferto io, ma sono sicuro che non sia stato bello per lui trovarsi faccia a faccia con la morte. L'unico che non volevo ferire era Baekhyun ma lui non era previsto, non sapevo come gestire tutto... e mi dispiace che stia passando quello che ho passato io, non sai quanto." si morse il labbro e fece una palla di neve. "Ma la mia famiglia se lo meritava, io me lo meritavo, e anche tu. Ti avevo detto che non avrei rinunciato né a Baekhyun  né alla mia vendetta, no?" sorrise e allungò il braccio. "Facciamo una battaglia."

"No Chan—." lui la colpì e Haeri si chinò per raccogliere della neve. "Te ne pentirai."

 

Flashback — Il giorno del Matrimonio

Haeri era appena uscita dalla sala comune, il rumore della musica alta che proveniva dall'esterno, luogo in cui stavano festeggiando le dava sui nervi. Andò in cucina e recuperò un piatto pieno di cibo che i cuochi avevano accuratamente preparato, camminò verso il gazebo dove erano riuniti tutti, visto il caos nessuno l'avrebbe notata. Vedeva Baekhyun, seduto accanto a sua moglie mentre mangiavano e vedeva il re e la regina, il loro tavolo era posizionato poco lontano. Lasciò il piatto a una famiglia di nobili e camminò verso l'uscita, rivolgendo uno sguardo provocatorio a un soldato dell'altro regno che si trovava lì. Quest'ultimo si guardò intorno e la seguì, non appena si ritrovarono nel corridoio da soli le mise una mano su un fianco. "Come stai?"

"È un piacere vederti." rispose Haeri. Raggiunsero uno sgabuzzino e non appena entrarono lei chiuse a chiave, sentì il ragazzo toccarla ma gli prese la mano e gliela allontanò, lo guardò negli occhi e sorrise. "Prima di questo, hai fatto ciò che ti avevo chiesto?"

"Non possiamo parlarne dopo?" si avvicinò e le baciò il collo, lei sollevò gli occhi al cielo e si scostò di nuovo, riassumendo un'espressione felice.
"No." rispose in modo secco. Gli toccò il cavallo dei pantaloni e ritirò subito la mano. "Ho aspettato giorni per avere tue notizie, vorrei evitare di dover attendere ancora. Una signora non dovrebbe neanche conoscere il significato della parola attendere."
"Lo sai, è davvero difficile, ma con la storia del matrimonio meno gente mi stava alle calcagna e i miei ingaggi hanno parlato. I nostri vogliono agire presto." spiegò, baciandola di nuovo. "Non penso di poter avvisarti quando succederà."
"Lo capirò da me." sorrise. "Non vedo l'ora."
"Neanche io, piccola. Finalmente tutto quello che abbiamo progettato potrà diventare realtà." le prese la mano e se la portò alla bocca. "E quando tu sarai regina." le lasciò un bacio. "Io sarò ben felice di essere tuo sposo, e re."
"Sì, lo voglio." scherzò e lo baciò sulle labbra.

Restarono lì per poco tempo, nessuno dei due poteva assentarsi troppo altrimenti avrebbero potuto sospettare di loro, anche se Haeri credeva che fossero talmente impegnati con i festeggiamenti che avrebbero evitato di andare a controllare cosa stessero facendo o ad ascoltare di cosa stessero parlando. Risiedere al castello per tutti quegli anni le aveva decisamente fornito un'innumerevole serie di ingaggi, l'uomo che amava era uno di loro. Doveva assolutamente dire a Chanyeol che potevano agire, ma era talmente stressato per colpa del matrimonio che non se la sentiva in quel momento. Aspettò che fosse libero, e non appena si incontrarono lui cominciò a farle una miriade di domande.

"Quando mi hai detto che avremmo dovuto agire non pensavo che da un giorno all'altro avresti trovato la soluzione a tutte le domande che mi avevi posto. Il tuo ingaggio? Ti fidi così tanto di lui?
"Ci siamo visti ieri." rispose, ovviamente lui non sapeva che stessero insieme, Haeri non gliene aveva parlato. "E l'ho fatto parlare. Mi fido di lui ed è la nostra unica possibilità."
"E con Baekhyun?"
"Devi parlargli stasera." guardò fuori dalla finestra, il sole non era ancora tramontato. "Mi ha detto che agiranno presto, molto di più di quanto ci aspettiamo. Non puoi rischiare, se non vuoi perderlo devi parlargli, stanotte potrebbe essere già tutto finito."
Era molto preoccupato. "Qual è il piano?"

Haeri sorrise e cominciò a spiegare. "Ho fornito una mappa del castello ai sicari che si occuperanno di ucciderli. Agiranno di sera, a quell'ora il re è sempre nella sua camera, così saremo sicuri di non fare nessun errore. Io li farò entrare attraverso il passaggio segreto, ho già dato la chiave che mi hai fatto avere a loro, non ci saranno problemi e non li noterà nessuno. Si introdurranno nel castello vestiti come i nostri soldati, le divise gliele ho fornite io — nel frattempo altri uomini armati distrarranno quelli del nostro castello, si recheranno tutti lontano dal re per gestire quella situazione di emergenza. A quel punto i due agiranno, si dirigeranno nella loro camera e li ammazzeranno, i soldati saranno occupati e non dovrebbero fargli del male." fece una pausa. "Dopo che saranno morti, Baekhyun verrà scortato in una baita qui vicino per essere tenuto al sicuro, conosco i protocolli. Tu devi andare con lui, ci rincontreremo lì."

Era molto teso, tutto stava per diventare realtà e si sentiva sul punto di vomitare. "Devo riuscire a dirlo a Baekhyun." si prese la testa tra le mani e sospirò. "Devo farlo stasera."

Haeri gli poggiò una mano sulla spalla. "Andrà tutto bene, non scoprirà che ci siamo noi dietro tutto ciò, ci prenderemo quello che ci spetta e non ci sporcheremo le mani di sangue. Voglio dirti solo una cosa, Chanyeol." quest'ultimo sollevò il capo e la guardò negli occhi. "Ti voglio bene e ti ringrazio per avermi aiutato a rendere tutto questo possibile."

"Tu hai fatto la gran parte del lavoro."
"Ma se non ci fossi stato tu mi sarei sentita veramente sola."
Sorrise e le prese la mano. "Anche io ti voglio bene." si sollevò. "Hai detto al tuo uomo quello che ti avevo chiesto?"
Annuì. "Quello che deve dire al re prima di sparargli, questo è da parte di Park Chanyeol."
"Bene. Voglio che io sia l'unica cosa a cui quell'uomo penserà prima di morire." si sollevò e la guardò dall'alto verso il basso. "Non deve neanche avere il tempo di chiedere a Dio di perdonarlo, quando succederà."

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Capitolo 20
*** venti ***


Neanche quella notte Chanyeol e Baekhyun avrebbero dormito insieme. Il minore sapeva che il suo fidanzato aveva bisogno di tempo, d'altro canto per quanto difficile fosse stargli vicino come se non fosse successo niente per Baekhyun era doloroso anche stargli lontano, la consapevolezza che alzandosi dal divano e andando nella camera da letto avrebbe potuto dormire tra le braccia del ragazzo che amava lo distruggeva perché sapeva che sarebbe stato più facile, ma non voleva dimenticare. Esattamente il giorno prima a quella stessa ora aveva scoperto la verità sul suo conto e non credeva di averlo ancora accettato. Quando si svegliava dai suoi pisolini spesso pensava che non fosse successo niente, poi la realtà lo colpiva ripetutamente e faceva molto male. Sentì la porta della camera da letto aprirsi, era proprio lui che era uscito di lì. Lo vide dirigersi verso di lui con un sorriso stampato sul volto. "Le ragazze si stanno cambiando." dietro di lui c'erano i soldati, anche loro erano stati cacciati dalla stanza. "Posso?" domandò, l'altro indicò il divano con un cenno della testa e Chanyeol si mise accanto a lui. "Credevo stessi già dormendo."

"Con tutti questi pensieri?" sorrise. "Non credo proprio."
"È dura, però vedrai che passerà."
Inarcò un sopracciglio. "L'altra notte mi hai detto che non sarebbe passata."
"Sto cercando di consolarti." si avvicinò a lui e Baekhyun si lasciò abbracciare. "So che vuoi stare da solo, ma se hai bisogno di me sai dove trovarmi."
"Lo so. Ma come hai detto tu, sto riflettendo molto ultimamente."
"Non ti fa bene, ti verrà il mal di testa." la poggiò contro la sua e la scosse leggermente. "Quindi non pensare troppo."
"Abbiamo finito!" sentì una delle ragazze urlare e vide la luce spegnersi, segno che si erano messe a letto.
"Allora ti lascio dormire." si sollevò, recuperò la coperta che aveva fatto cadere a terra e la adagiò sul corpo del più grande. "Stai bene qui al caldo vicino al camino, non essere troppo triste."
Sorrise e si accoccolò sul divano, pronto per riposare. "A domani."

 I giorni passavano e quella realtà cominciava a diventare sempre più familiare. Si svegliavano, andavano a raccogliere la legna, preparavano da mangiare, passavano il tempo parlando — per lo più, Baekhyun restava da solo. Ogni tanto concedeva a Chanyeol di partecipare alle sue riflessioni che condivideva ad alta voce, ma erano momenti molto rari. Al più piccolo mancava la sua spensieratezza, sapeva che era normale che fosse così triste, ma era anche preoccupato per lui. Non aveva mai creduto che la vendetta potesse essere inutile quanto in quel momento, vederlo così amareggiato era orribile, era stato lui a ferirlo, anche se Baekhyun non ne era consapevole. Era difficile fare finta che non fosse mai successo niente, eppure doveva, non voleva perdere anche lui. "Stasera resto con te, non voglio sentire nessuna scusa." gli disse, sedendosi sul grosso divano con lui e abbracciandolo. "Fa troppo freddo in camera, hai visto che tempesta è arrivata fuori? Domani potremmo svegliarci ricoperti di neve."

"Puoi restare, mi manchi." gli disse, poggiandosi sul suo petto e distendendosi. Lo sentì accarezzargli i capelli e la schiena e sorrise. "Continua."
"Anche tu mi manchi molto. È strano, al castello ci vedevamo una sola volta al giorno e non mi sentivo così, ora stiamo insieme tutto il tempo e sentiamo la nostra mancanza a vicenda."
"È colpa mia." mormorò mortificato. "Ti sto allontanando."
"Non dirlo." abbassò la testa e gli lasciò un bacio sui capelli.
"Sono passati tre giorni." mormorò. "E sto ancora come quella notte."
Continuò a stringerlo forte. "Hai pensato a cosa fare?"
"Voglio dimenticarmene e andare via con te." lo guardò negli occhi. "Prima scappare ci sembrava impossibile ma ora non abbiamo niente che ci trattiene, perché non possiamo farlo?"
"Possiamo." rispose immediatamente. "Ma è difficile."
"Non sarà la prima cosa difficile che affrontiamo, non credi?" sorrise e chiuse gli occhi, sollevò la testa e lo baciò sulle labbra per la prima volta dopo tutti quei giorni. "Hai detto che finché ci saresti stato sarei stato bene, quindi non andartene perché non riuscirei a stare peggio di così, Chanyeol."

Si addormentò pacificamente tra le sue braccia, quando la mattina dopo si svegliò era ancora lì, ed era bello. Chanyeol provò ad alzarsi per andare in bagno ma lui lo abbracciò e gli chiese di restare ancora, stargli vicino gli era seriamente mancato, aveva bisogno di lui. Dopo un po' si alzarono per fare colazione, Haeri aveva preparato delle frittelle. Passarono altri quattro giorni in totale tranquillità, poi cambiò tutto. In effetti era da quando erano arrivati lì che Baekhyun sapeva che prima o poi qualcuno sarebbe andato da loro, anzi, da lui, a chiedergli di indossare una corona e di fare luce su tutto ciò che era successo. Sapeva che avevano tenuto quella situazione nascosta ai cittadini, ma sapeva anche che non poteva continuare così per sempre e che avrebbero dovuto incoronare un nuovo re — e lui non voleva esserlo. Il rumore dei cavalli che si avvicinavano alla baita era forte, quando se ne rese conto era però troppo tardi, erano già quasi arrivati. Andò a chiamare Chanyeol che era in camera e gli disse ciò che credeva stesse succedendo, il minore gli prese la mano e gli disse di stare tranquillo.

Un uomo entrò in casa e si guardò intorno. "Vostra maestà." parlò, rivolgendosi a Baekhyun. "È ora di andare, il castello la sta aspettando, siamo riusciti a rimettere tutto in sicurezza."
"Sì." disse, guardando Chanyeol negli occhi. "Possiamo andare."

Si strinsero nella carrozza e vennero trasportati al castello. Loro due, Haeri, l'altra ragazza, i due soldati. Continuavano a tenersi la mano e sperava che lo avrebbe aiutato a superare quel brutto momento. Ritornare in quel luogo era strano, gli faceva molto male. Lo conosceva così bene, lì aveva passato i momenti più belli della sua vita ma ciò a cui riusciva a pensare era soltanto una cosa, ovvero che voleva andare via. Il ponte levatoio venne abbassato, non appena misero piede sul suolo regale Baekhyun fermò un soldato. "Dove sono?"

"Mi segua." disse. Si voltò verso Chanyeol e gli lasciò la mano.
"Aspettami in camera mia." mormorò, dirigendosi verso l'uomo che stava camminando spedito.
"Da questa parte." 

Camminarono lungo il corridoio del primo piano, osservava attentamente ogni singolo quadro, ogni particolare — si stavano dirigendo verso il suo giardino privato. Una volta raggiunto, l'uomo aprì la porta. Guardò davanti a sé e vide due tombe, annuì e il soldato si allontanò, capendo che avrebbe voluto essere lasciato solo. Toccò quella più vicina, su di essa c'era la corona di sua madre e se per tutti quei giorni era riuscito a non scoppiare, in quel momento sentì le lacrime rigargli il volto. "Mi dispiace." mormorò, poggiando i gomiti sul legno scuro e tenendosi la testa tra le mani. "Mi dispiace così tanto mamma, non c'entravi niente, tu. Mi dispiace che sia andata così." non riusciva più a parlare, non voleva stare in quel posto un minuto di più, sentiva come se i pezzi che avesse cercato di tenere insieme per quei giorni si fossero sgretolati di colpo. Dopo essersi calmato un minimo si avvicinò alla tomba di suo padre, osservò la corona, la sfiorò con le dita e si ritrovò a singhiozzare di nuovo. "Ti detesto..." mormorò. "Avremmo potuto essere felici tutti insieme, invece —." si bloccò e tossì, chiuse gli occhi e pregò in silenzio, nella sua testa. Rimase lì per circa venti minuti, dopo essersi calmato si sedette poco lontano e guardò le due tombe. "Grazie per tutto." a un certo punto si alzò. "Non vi dimenticherò mai, ma... devo pensare a me. E stare qui non mi va bene. Vi voglio bene." resto lì qualche altro minuto e si allontanò, il castello era vuoto. Raggiunse la camera da letto e aprì la porta, Chanyeol era lì e stava leggendo qualcosa su un foglio. "Prendiamo l'oro e andiamocene." cominciò a cercare qualcosa nei cassetti e lo guardò. "Mi aiuti? Prendi il borsone."

"Sei sicuro?" domandò, sollevandosi e guardandolo. "Non potrai più tornare indietro."
"Sono sicuro di poche cose, Chanyeol. E questa è una di quelle." lo vide guardarlo confuso e si morse il labbro. "Questa è tua, ci tenevo che la avessi." disse, passandogli la corona. "Era di tuo padre, è giusto che la tenga tu, sarebbe toccata a te."
"Non posso..."
"Chanyeol." ripeté, passandogliela e tenendogli la mano. "È l'unica cosa che ti resta di lui, prendila." sorrise. "Quella di mia madre l'ho lasciata sulla sua tomba, lo sai, credo che se la meritasse. Lei era una brava donna..."
La toccò e la guardò attentamente, poi spostò gli occhi sui suoi. "Non c'è bisogno di giustificarti, non mi dovevi neanche questo. Grazie."
Si sollevò sulle punte e gli lasciò un bacio sulle labbra. "Scappiamo ora." mormorò, a pochi centimetri dal suo viso. "E dimentichiamoci di tutto quanto."

Abbandonò la lettera che avevano scritto insieme sul suo letto e uscirono per l'ultima volta da quella stanza, percorsero per l'ultima volta quel corridoio, guardarono la facciata posteriore del castello e andarono via, verso le scuderie. Dopo aver preso due cavalli seguirono il sentiero e poi si ritrovarono nel bosco, Baekhyun si sentiva perso, non aveva mai cavalcato lungo quella strada ma era anche fiducioso, c'era Chanyeol con lui e non sarebbero stati male. Inoltre nel suo petto sentiva qualcosa, non capiva se fosse ansia, panico totale, felicità, entusiasmo, tristezza, rabbia, forse tutte quelle sensazioni insieme — sapeva soltanto che si sentiva sul punto di scoppiare.

"Quanto credi che manchi?" domandò, fermandosi e facendo riposare il suo cavallo. "Saranno dieci minuti che cavalchiamo."
"Ci vorrà un altro po', quando gli alberi diventeranno meno fitti saremo quasi arrivati. Ti porto a vedere dove ho vissuto per tutto questo tempo."

La luce del sole cominciò a riscaldare i loro corpi, gli alberi erano diventati sempre più radi lungo il sentiero e il villaggio era ben visibile da sopra la collina, erano arrivati. Baekhyun provò una sensazione piacevole in quel momento, era come l'inizio di una nuova vita. Avevano abbastanza oro per poter vivere bene, tuttavia avevano intenzione di vendere uno dei cavalli per guadagnare altro denaro. Chanyeol guidò il maggiore verso la scuderia principale del suo villaggio, attirarono visibilmente l'attenzione, non appena scese dai cavalli si rivolse al proprietario. "Tu chi sei?"

"Park Chanyeol, piacere." mise una mano sul destriero e lo guardò. "Quanto è disposto a pagare?"
"Non sei di qui, vero?" si tolse il sigaro dalla bocca e lo poggiò in un posacenere poco lontano, accarezzò la criniera del cavallo e lo guardò inarcando un sopracciglio. "Sembra in salute."
"È in perfetta salute. Cinquemila?"
Ridacchiò. "Mille."
Scosse la testa. "Quattromila."
"Mille e cinquecento."
Baekhyun roteò gli occhi e restò lì ad ascoltare l'altro provare a guadagnare il più possibile. "Ascolti, è un cavallo in salute, se non si fida di me chieda al vecchio fabbro, lui mi conosce molto bene."
"Credo che sarà un po' difficile, è morto da qualche settimana." sorrise e continuò ad osservare il cavallo. "Che ne dici di duemilacinquecento?"
Non gli sembrava di aver capito. "Lui... è morto? Come?" mormorò.
"Già." riprese il sigaro e si sedette accanto al tavolino. "Come? Avrà avuto settant'anni, era arrivata anche ora che riposasse. Allora, per il cavallo?"

Dopo che uscirono di lì con i soldi alla mano, a Chanyeol sembrava che niente avesse senso. Aveva davvero creduto che avrebbe riabbracciato il vecchio, che gli avrebbe detto che lo aveva fatto, che aveva preso la sua vendetta, e lui lo aveva lasciato lì da solo. Non lo avrebbe mai perdonato per quello, e non si sarebbe mai perdonato per non essere stato lì quando lui aveva bisogno d'aiuto, sarebbe tornato alla ferramenta, ma non in quel momento. "Andiamo a casa." stavano passeggiando per le strade del paese, Baekhyun guardava ogni cosa con le scintille negli occhi. "Lui potremo metterlo nel recinto che ho io."

"Starà bene." sorrise, continuando a guidare il cavallo. Raggiunsero la loro abitazione, c'era molta posta davanti la sua porta, non aveva con sé la chiave quindi forzò la serratura con uno strumento che trovò poco lontano. "Tu hai vissuto qui?"

"Per cinque anni o meno, non ricordo." camminò verso il tavolo, c'era una busta lì sopra, lui non ce l'aveva mai lasciata. La prese e si sedette poco lontano, poi la aprì per scoprirne il contenuto.

Dal tuo vecchio, diceva sul fronte.
Chanyeol, spero che tu riesca a leggere questa lettera. In caso tu lo faccia mandami un segno.
Non penso di poter mantenere la parola, sto cominciando ad accusare gli stessi sintomi che ebbe mia madre prima di lasciarmi e devo ammettere che è uno schifo, ma vado avanti.
In questo momento ti scrivo non sapendo se tu sia morto o meno, ben presto lo scoprirò. Quando varcherò le porte del Paradiso, se tu non sarai lì saprò che sei ancora sulla Terra, e ti guarderò e pregherò per te dall'alto. Tu fai lo stesso per me, figlio mio. Rimani sempre l'uomo giusto e onesto che sei e vivi anche secondo ciò che ti ho insegnato io.
Non avendo nessun erede ho deciso di lasciare la ferramenta a te, è di tua proprietà da oggi in avanti. Anche se non tornerai mai, ho inciso il tuo nome sulla targhetta della porta. È accanto al mio, per ringraziarti per tutto quello che tu hai fatto per me.

Ci vediamo.

Deglutì e si sollevò di colpo, le lacrime gli annebbiavano la vista. Baekhyun si era seduto accanto a lui e gli aveva poggiato una mano sulla spalla, la ritirò non appena il minore si allontanò. "Mi dispiace." mormorò, lo vide voltarsi verso di lui e gli sorrise leggermente. "Mi dispiace che tu non sia riuscito a dirgli addio."
"Non è un addio." disse, posando la lettera sul tavolo e asciugandosi le lacrime. "Ha detto che ci rivedremo, gli credo."

Sistemarono insieme ciò che c'era da riordinare, quella casa non era mai stata il massimo in fatto di comodità. Con i soldi che avevano, avrebbero potuto permettersi di rendere quel posto decente — inoltre nella busta che il vecchio gli aveva lasciato c'era anche del denaro, molto. Non se la sarebbero passata male. Erano distesi insieme sul letto, Baekhyun stava accarezzando lentamente la schiena del suo fidanzato. "Mi hai accolto in casa tua due volte, al castello e adesso." mormorò. "Grazie."

"Non sei tu quello che deve ringraziarmi." lo guardò negli occhi. "Hai rinunciato a tutto per me."
Lo abbracciò. "Ti sbagli, ho tutto quello di cui ho bisogno." restarono a coccolarsi sul letto per molto tempo, finché Chanyeol non si alzò e non trascinò fuori di casa anche un Baekhyun completamente assonnato. Andò in piazza per due motivi, il primo, doveva parlare con i suoi conoscenti di quello che era successo lì al villaggio, il secondo motivo era ciò che accadde dopo qualche ora. Gli urlatori si fecero vivi, finalmente. Chanyeol provò un incredibile sensazione, aveva già vissuto quel momento e sembrava essere accaduto molto tempo prima quando in realtà erano passate poche settimane. Lui e Baekhyun erano seduti sul muretto della piscina a dividere una sigaretta, a quell'ora la piazza era piena di gente.

"Udite udite, abbiamo un messaggio da parte del castello." disse uno dei grossi uomini, mentre l'altro si preoccupava di reclutare gente. "Sono stati giorni molto duri, ma abbiamo riportato stabilità all'interno del regno e ora il confine è sotto controllo. È Byun Baekhyun che vi parla, e voglio che tutti voi sappiate la verità." l'uomo, a cui era stato solo consegnato il foglio, inarcò le sopracciglia e lo voltò controllando se il sigillo reale fosse lì, gli sembrava strano che quella fosse una comunicazione ufficiale. Baekhyun, che era a pochi metri da lui, ripeteva la lettera che lui stesso aveva scritto. "A tutti voi è stata raccontata la storia del re Park, i più piccoli potranno non ricordarsene, ma chiunque sia vissuto negli ultimi quindici anni conosce sicuramente il suo nome. Vi è stato detto di tutto, che fosse una spia, un uomo che voleva il male dei cittadini, che andava sconfitto — la verità è che il nostro regno non vedrà mai più un sovrano onesto come lui, e che la sua morte è stata una dura perdita. Non sono qui per dare le colpe di tutta questa faccenda, voglio solo che il suo nome non venga più infangato, e che ci rendiamo conto dei nostri errori. Mio padre, il re Byun così come la regina Byun sono morti, e se poteste pregare per loro ve ne sarei grato. Nonostante ciò non ho intenzione di salire sul trono, non è la mia famiglia che deve portare la corona sul capo e non ho nessun desiderio particolare, voglio soltanto che sia fatta chiarezza su questa storia una volta per tutte." l'uomo era sconvolto, così come gran parte delle persone presenti. Tossì e si preparò a ripetere il discorso per gli ultimi arrivati. "Udite udite, abbiamo un messaggio da parte del castello —."

Baekhyun sentì il minore stringergli la mano, si voltò verso di lui e gli lasciò un bacio. "Possiamo andare a casa adesso."

Al castello si respirava una strana aria, tutti cercavano di ricominciare a comportarsi come se non fosse accaduto niente ma era impossibile, il modo in cui erano stati sfrattati e fatti nascondere nelle segrete e aver passato una lunga notte nascosti lì era stato spaventoso, avevano avuto davvero paura per la loro incolumità. In quel momento sapevano che erano più protetti del solito, ma erano comunque increduli. Haeri si trovava nel giardino privato del principe, stava contemplando le tombe degli ormai ex sovrani e teneva le dita sulla corona. La prese tra le mani, l'ufficiale che l'aveva accompagnata lì si avvicinò da lei minaccioso ma la ragazza tirò fuori dalla tasca un'arma. "Sono Park Haeri, la legittima erede al trono, figlia di Park Yuseung, fratello del sovrano Park." fece scivolare la pistola nella tasca del suo grembiule e dopo aver preso la corona se la mise sulla testa. "E da oggi in poi, il regno è sotto la mia attenta supervisione. Chieda che venga comunicato anche questo, al villaggio."

"Sono passati giorni, non capisco perché la cerimonia di incoronazione sia stata fissata solo per stamattina. Insomma, il principe sarebbe dovuto essere qui già da quanto? È strano." parlò Jongdae, mentre si stavano dirigendo, come al solito, tutti e tre, verso la sala del trono. "Ed è strano che abbiano invitato anche noi."
"È Baekhyun, ci ha invitati perché siamo noi, non lo trovo strano." rispose Minseok. "È strano che non abbiamo più notizie di lui e Chanyeol da quando il castello è stato attaccato, questo è strano."
"Datemi retta, Chanyeol è morto." lo interruppe Sehun. "Non c'è altra spiegazione."
"Ma smettila."

Non appena entrarono nella grossa sala si sedettero sui banchi in legno, il trono principale era vuoto, così come quello della regina e quello relativo ai principi e ai nobili di rango più basso. Non c'era nessuno sull'altare. Ben presto la stanza si riempì, non appena le campane suonarono si sollevarono tutti insieme e il nuovo sovrano fece il suo ingresso tramite le scale laterali. Portava un lungo vestito pieno di pietre preziose e pizzi delicati, i tre spalancarono gli occhi, erano molto confusi così come il resto dei presenti. "Sono Park Haeri, la legittima erede al trono." parlò ad alta voce, camminando verso il centro della sala e mettendosi di fronte al trono del re, quello più bello e imponente. "E da oggi in poi faremo grandi cose ." detto ciò, indietreggiò e si sedette lì.
 

the end

 


 

a/n: wow okay ho appena scritto il finale di getto e voglio fare lo stesso con lo spazio autrice così da fermare bene le emozioni che sto provando in questo momento
oltre alla tristezza c'è anche la soddisfazione di aver portato a termine una storia che a tratti mi sembrava anche troppo complicata da immaginare nella mia testa, spesso non sapevo come continuare i capitoli, cosa scrivere, eppure ora siamo arrivati al punto tale in cui non c'è niente da aggiungere, tutto è già stato detto... ed è strano
io spero immensamente che vi sia piaciuta, che siate arrivati a questo punto almeno un po' arricchiti, che vi abbia tenuto compagnia qualche volta, che abbia suscitato in voi delle emozioni positive
voglio ringraziare di cuore tutti coloro che mi hanno supportata ad alta voce, you know who you are, mi verrebbe da fare un elenco ma non vorrei escludere nessuno per sbaglio. oltre a chi mi ha fatto sapere cosa pensava riguardo la storia, ho avuto anche un numero esorbitante di lettori fantasma e vorrei ringraziare anche voi, che silenziosamente avete fatto aumentare il contatore delle visualizzazioni. grazie mille per aver reso le mie giornate più dolci con i vostri messaggi ♥
ma questo non è un addio
penso proprio che scriverò un capitolo speciale, una sorta di epilogo più epilogo per raccontare come se la passano i personaggi dopo tutto questo macello finale, e sarei felice se continuaste a tenere questa storia nella biblioteca così da poterlo leggere + ci sarebbe anche un'altra sorpresa, che arriverà... chissà quando. sappiate che vale la pena vederla, quindi pls restate ancora un po'
inoltre neanche noi ci separeremo se così vorrete, ho in programma altre chanbaek
il mio profilo wattpad: https://www.wattpad.com/user/bbhyung
per i miei followers: grazie per seguirmi e per supportarmi ogni qualvolta io decida di pubblicare qualcosa di nuovo
per coloro che non mi seguono: cosa aspettate? siete arrivati fin qui quindi vuol dire che questa storia vi è piaciuta almeno un minimo, posso offrirvi altre fanfiction molto più belle, fidatevi di me, click dat follow button che sono quasi a 900 ( •̀ ω •́ )✧
grazie ancora,
fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto lasciando un commento o una stellina
e restate per il capitolo speciale mi raccomando!
se avete domande riguardo il finale o altro sentitevi liberi di farmele, risponderò qui... o in alternativa ne scriverò a riguardo, nell'epilogo più epilogo
a presto! ♥ vi voglio bene ♥
(*  ̄3)(ε ̄ *)
chan      baek

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Capitolo 21
*** epilogo ***


A Baekhyun sembrava tutto nuovo e inusuale. Riuscì difficilmente a prendere sonno quella sera, prima di riuscire a calmarsi avrebbe voluto rigirarsi nel letto e urlare, oppure piangere, tuttavia c'era Chanyeol accanto a sé e guardarlo dormire in modo pacifico era un buon motivo per trattenersi. Non era abituato a vivere in un posto simile, quella casa puzzava di umido e per quanto pulita fosse le pareti erano vecchie e non gli trasmettevano affatto un senso di pace, al contrario, gli mancava il castello. Credeva che fosse normale, abituarsi a una situazione nuova richiede tempo e a lui non era mai stato richiesto di farlo in fretta, non sapeva come funzionassero quel genere di cose. Non sapeva se aveva fatto la scelta giusta, non sapeva se ne sarebbe valsa la pena. Si sentiva un po' stupido, al castello avrebbe avuto sempre protezione, cibo, cameriere pronte a fare qualsiasi cosa volesse, soldati che rischiavano la vita per lui, se pensava al fatto che aveva detto di no a tutte quelle cose si sentiva male — ma era ben felice di essersi tolto di mezzo dai drammi familiari, sociali, dalla crisi economica, dall'essere un sovrano. In fondo non credeva che sarebbe mai stato adatto a quel ruolo. 

L'indomani si svegliò per colpa del minore che si muoveva, lo sentì ritornare a letto e aprì gli occhi facendo comparire sul proprio volto un'espressione confusa. "Sono andato in bagno." quasi sentì il bisogno di giustificarsi per averlo svegliato involontariamente, lo abbracciò e chiuse gli occhi. "Come hai dormito?"

"Si dorme in qualche modo? A meno che il mio sonno non sia stato disturbato, cosa che non è successa, come faccio a sapere se ho dormito bene o male? È ora che mi sento... triste?" rispose con tono interrogativo, Chanyeol si sollevò leggermente per guardarlo, non aveva capito niente di ciò che aveva detto.
"Stai bene?"
"Non lo so, forse devo farci l'abitudine."
Sorrise e mise la testa accanto alla sua. "Non mi aspettavo che fosse tutto facile fin dall'inizio, non ti preoccupare, passerà."
"Anche io voglio solo che questo periodo passi in fretta." sentì il più piccolo accarezzargli la schiena e sorrise. "È da tanto che non rimaniamo così."
"Da soli, su un letto."
"Perché lo specifichi?"
Inarcò un sopracciglio e lo baciò. "Perché mi manchi." dopo avergli accarezzato la schiena lo vide sorridere. "Ed è da tanto che non facciamo l'amore."

Per caso, guardò sul tavolo e vide lì poggiata la corona di suo padre, avrebbe dovuto chiedere a Chanyeol di nasconderla, non voleva vederla, improvvisamente sentì i brutti ricordi di poco tempo prima balzargli addosso, quando succedeva era come se venisse investito dalle medesime sensazioni ancora e ancora, non sapeva più come affrontarle, niente sembrava essere abbastanza. Chiuse gli occhi e si accoccolò al minore. "Lo so, ma ora non mi va."

In un primo momento non disse niente, gli spostò i capelli dalla fronte e vide che il suo sguardo spento era proiettato su un punto fisso. "Allora che cosa vuoi fare stamattina?"
"Potremmo solo stare qui, andrebbe bene." mormorò. "E potrei fare anche finta che non sia mai successo niente, che siamo solo io e te, come una settimana fa."
"Baekhyun." disse subito. "Sei arrabbiato con me?"
Lo vide scuotere la testa. "No." dopo quella risposta sorrise e il maggiore ricominciò a parlare. "Sono sincero, voglio lasciarmi tutto alle spalle. Se fosse possibile dimenticarmi di tutto lo farei anche ora."

Non credeva che dimenticare fosse la soluzione giusta. "Non devi dimenticare mai chi sei, il dolore che hai provato, ciò che ti ha portato ad arrivare fino a dove sei ora." lo baciò e poggiò la testa sulla sua spalla, in modo da stare vicino al suo collo. "Se togliamo il dolore che abbiamo provato nel corso della nostra vita, non siamo niente. Senza le cose brutte non possono esistere quelle belle, se io non avessi passato certe cose tremende non avrei mai conosciuto te. E magari quando si sta vivendo un periodo difficile può non essere rassicurante o sembrare solo una falsità, ma ti assicuro... che non stavo così bene con qualcuno da anni, e voglio che tu ti senta allo stesso modo." dopo avergli baciato la fronte si sollevò. "Io voglio andare a vedere in che condizioni è la ferramenta, vieni anche tu?"

"No." rispose, vide Chanyeol guardarlo in modo strano e riprese a parlare. "Ho bisogno di lavarmi e mangiare."
"Va bene, ma non c'è niente da mangiare in casa quindi non credo che potrai fare colazione qui, dobbiamo fare un po' di spesa, ho molta fame anche io." controllò i vestiti che aveva nell'armadio e sorrise. "Puoi prendere le mie cose, non sono il massimo, però..."
"Però me le farò bastare." si sollevò e si avvicinò a lui. "Grazie."
"Vieni." abbandonò i vestiti sul letto e lo abbracciò forte. Quando erano in piedi riusciva a mettere il mento sulla sua testa facilmente, era bello sentire l'altro così piccolo, gli sembrava di poterlo proteggere da tutto. "Schiarisciti le idee e fatti forza, per me. Lo farai?"
"Devo farlo." sorrise e sollevò lo sguardo. "Solo che non ho idea di come si faccia la spesa, possiamo farla insieme?"
"Va bene." lo trovava davvero dolce. "Allora posso andarci oggi pomeriggio in ferramenta, stamattina usciamo, ti porto a fare colazione in un bel posto."

La vita all'interno del villaggio non era affatto poco dignitosa, se si avevano i soldi si poteva acquistare qualsiasi cosa, ovviamente la mancanza di Chanyeol nella sua abitazione aveva portato la diretta assenza di qualsiasi altra cosa, non avevano cibo, acqua, mancavano vestiti a Baekhyun, molte cose andavano sistemate. Usarono dapprima le monete per acquistare ciò di cui avevano bisogno, una volta terminate avrebbero pagato con i gioielli — certo, per il momento non c'era motivo di preoccuparsi, avevano un bel po' di soldi da parte. Avevano rinchiuso tutti i diamanti e l'oro nella cassaforte di Chanyeol prima di uscire di casa, insieme alla sua corona. Il ragazzo rincontrò tutti i suoi vecchi conoscenti, i venditori erano felici di rivederlo e alcuni gli fecero anche acquistare prodotti a un pezzo minore per augurargli un buon ritorno al villaggio. Baekhyun iniziava a conoscere meglio quel posto, a socializzare con quelli che fino a una settimana prima erano i suoi sudditi, era strano ma poteva abituarcisi. Riempirono casa di cibo e altri oggetti utili, in modo da poter rendere la loro permanenza lì più piacevole — mancava solo una cosa, l'ultima parte del piano, e se fosse andata bene sarebbe veramente finita, Chanyeol avrebbe potuto ricominciare.

"Cazzo." imprecò. "Abbiamo dimenticato di prendere i fiammiferi, non ne ho più, stasera non vedremo niente."
"Questa lampada durerà ancora per un bel po'." disse il più grande, controllando l'olio presente al suo interno. "E poi... possiamo fare attività che non richiedano la luce."

Sorrise e si risollevò dal letto. "Ne ho un sicuramente alcuni nella baracca dietro casa, vado a prenderli. In caso di bisogno preferisco vedere dove metto i piedi." gli passò di fianco e gli toccò i capelli, Baekhyun lo guardò uscire dall'abitazione e si sollevò per poggiare nel lavandino la tazza ormai vuota. Era stata una giornata tranquilla e piacevole, in quel momento voleva solo passare del tempo con lui, si sentiva pronto a lasciarsi tutto alle spalle. Stava per andare a mettersi a letto quando non riuscì a non notare le buste sparse accanto alla porta, si avvicinò ad esse e lesse i destinatari, scartò l'ennesima lettera inutile e ne notò un'altra con sopra impresso il sigillo reale. Batté ripetutamente le palpebre e sfiorò la carta, in quell'esatto momento Chanyeol rientrò in casa. "Non metterti dietro la porta, avrei potuto colpirti. Ho trovato i fiammiferi — tutta la posta è da buttare, se hai freddo posso mettere altra legna nel camino."

"Cos'è questo?" domandò, ignorando le sue domande e mostrandogli la lettera. "La data è di oggi, qui c'è scritto il destinatario..."
"Haeri mi ha spedito una lettera? La cameriera?" sorrise e lo guardò assumere un'espressione arrabbiata, a quel punto ritornò serio. "Ti giuro che non ne so niente, aprila tu, non ho idea di cosa sia."
Il cuore di Baekhyun stava battendo più velocemente del normale. "Leggiamo..."

Caro Chanyeol,
quando mi sono presentata a te non ho certamente detto il mio cognome; il cognome di noi servi, al castello, non interessa a nessuno, forse è stato per questo che quando tu mi hai detto il tuo sono rimasta colpita da quella strana coincidenza. Sapevo che c'era qualcosa di familiare in te fin dall'inizio.
So che ti ho mentito fin'ora, tutte le volte in cui mi avvicinavo a te non era per motivi loschi, come forse hai potuto pensare, e so che mentre leggi tutto ciò sei confuso ma penso di essere una delle poche persone che conosce la tua storia, che sa chi sei veramente. Sono tua cugina, Chanyeol. Durante i giorni passati alla baita ho pensato che avrei dovuto dirtelo prima o poi, ma non sono riuscita a farlo a voce e voglio che tu sappia che mi dispiace per tutto, e che se un giorno vorrai recuperare il tempo perso, io sarò ben disponibile a farlo.
Dopotutto, sei l'unico membro della famiglia che mi rimane.
Sai dove trovarmi.
Ti voglio bene,
tua cugina Haeri.

"Com'è possibile?" mormorò Baekhyun, guardandolo. "Non ne sapevi niente?" lo vide intristirsi e provò a passargli la lettera, il minore lo ignorò e andò a sedersi sul letto. "Tu... non ti ricordavi di lei?"
"Mi sento già abbastanza stupido io, che dici?" scosse la testa e se la prese tra le mani. "I miei non mi hanno mai permesso di andare a trovare i miei cugini che vivevano fuori dal castello, io non sapevo neanche che fine avessero fatto, non ha senso. Perché non me lo ha detto prima?"
Camminò verso di lui e si sedette lì. "Quella volta in cui ti ho trovato nella sua stanza, di che cosa stavate parlando?"
"Ricordo che lei mi aveva chiesto di andare lì per parlare, ma non era niente del genere, non aveva mai accennato al discorso... cosa c'entra?"
Scrollò le spalle. "Almeno ora sono certo del fatto che non ci sia stato niente tra di voi."
Sorrise. "Certo che no, non ci credevi?" si inumidì le labbra e diede uno sguardo veloce alla lettera che era ancora nelle mani del maggiore. "Prima o poi dovrò parlarle, è comunque mia cugina."
"Vuoi parlarne con me?"
"Va bene così."

"Va bene?" chiese di nuovo, poggiando la testa contro la sua. Gli prese la mano e la accarezzò lentamente. "Oggi è stata una bella giornata, l'hai resa leggera, mi hai aiutato a smettere di pensare a tutto." gli lasciò un bacio e lo guardò negli occhi. "E voglio che da oggi in poi sia sempre così, ma..." sorrise e spostò lo sguardo sul pavimento. "Haeri è la legittima erede al trono dopo di me e te, è tornata al castello l'altro giorno e ci ha spedito una lettera da lì. Penso che si sia già presa ciò che le spetta, non credi?"

"Haeri." lo guardò. "Regina? Lei?"
"È plausibile. È stata al mio servizio per tutti questi anni e non la conoscevo minimamente, è assurdo come non si possa mai sapere con certezza chi hai di fronte."
Si voltò verso di lui e lo baciò, lo fece distendere sul letto e rimase di fronte a lui, con le labbra contro le sue. Il piano era andato perfettamente, in quel momento non sospettava che loro avessero architettato tutto, era sollevato. "Voglio pensare soltanto a noi adesso."

 

— Un anno e mezzo Dopo

"Chanyeol! Yeol! Dove sei? Ho portato — ciao." si bloccò non appena lo vide chinato sotto un tavolino. "Chan?"
"Perché tutto questo casino?" dopo essesi sollevato si avvicinò al suo fidanzato e lo baciò. "Grazie, stavo morendo di fame." recuperò la busta di carta che gli era stata portata da lui e si sedette, passandogli uno dei dolci che c'erano al suo interno.
"Hai tanto lavoro?"
Addentò il bignè e rispose. "Diciamo, tra poco arrivano gli operai quindi potrò lasciare tutto a loro, sei pronto per oggi?"
Annuì. "Per quanto io possa esserlo..." non aggiunse altro alla frase, Chanyeol sorrise. "Sono venuto a chiamarti perché è quasi ora e non ti avevo ancora visto, credevo fossi sparito nel nulla."
"Non potrei mai." neanche finì di pronunciare l'ultima parola che udì il rumore delle ruote di una carrozza, si stava avvicinando. "Forse dobbiamo andare."

Erano stati invitati al matrimonio di Haeri che si sarebbe tenuto, ovviamente, al castello. In quei diciotto mesi erano cambiate molte cose e ritrovarsi a guardare il panorama dal finestrino di una carrozza portava alla memoria di entrambi molti ricordi ed emozioni, sia positive che negative. Si erano ormai integrati totalmente nella vita al villaggio, Chanyeol aveva ripreso in mano l'attività che gli era stata lasciata dal vecchio fabbro. Baekhyun aveva passato un primo periodo semplicemente a riflettere e a cercare di assimilare tutto, nei primi mesi non uscì molto, non interagì quasi con nessuno — grazie all'aiuto del minore, poco tempo più tardi, riuscì sia a trovare un lavoro alla biblioteca del villaggio, sia ad integrarsi. E a non provare brutte sensazioni ogni volta che ripensava al passato, che era la cosa più importante e difficile che fece. Si sentiva bene, il dolore c'era ancora, ma non condizionava più le sue giornate. 

"So che ne abbiamo già parlato, però —."
"Ancora? Sono sicuro, hai passato tutto il tempo a inviare solo lettere a tua cugina, meriti di vederla e di abbracciarla. E poi cambiare un po' aria non mi farà male." rispose Baekhyun. "Sono sicuro che ci penserò più del solito oggi... però ogni tanto dobbiamo fare i conti con queste cose e credo anche sia giusto che visiti la loro tomba, dopo tutto questo tempo."
Gli prese la mano. "Abbiamo anche ricordi piacevoli al castello, tipo la prima volta che ci siamo incontrati."
Sorrise. "Eri così sfacciato, avrei voluto colpirti in faccia, dico davvero."
"Ma ti piaceva il mio carattere."
Baekhyun sbuffò. "Ricordo anche il nostro primo bacio e mio padre che ha bussato alla porta poco dopo."
"E sono stato nascosto sotto il letto per dieci minuti." precisò. "La nostra vita è decisamente più tranquilla ora."
"Penso che ce lo meritiamo, no?"

Ad accoglierli al castello ci furono molti soldati, li condussero verso la sala in cui si sarebbe celebrato il matrimonio e non appena entrarono nella stanza Chanyeol riconobbe Minseok e Jongdae, erano in un angolo e stavano mangiando i rustici del buffet. Si diresse verso di loro e andò ad abbracciarli. "È da così tanto che non ci vediamo." disse, allontanandosi per guardarli meglio. "Come state?"

"Noi bene, e tu?" il maggiore guardò Baekhyun. "Come dovrei chiamarti?"
"Baekhyun." rispose lui. "Non sono più un principe." sorrise e gli strinse la mano.
"Sehun dov'è?" chiese Chanyeol, i due ragazzi assunsero un'espressione triste.
Fu Jongdae a rispondere. "Non lo sai? Ha lasciato il castello poco dopo quello che è successo, è tornato nel paese in cui è nato, ci ha spedito una lettera una volta e ci ha fatto sapere che stava bene ma... non lo abbiamo più sentito da allora."
"Mi dispiace di non poterlo vedere, spero stia bene." disse sinceramente.

Restarono a chiacchierare finché i soldati non dissero a tutti di andare a sedersi, perché la cerimonia sarebbe cominciata. Il futuro sposo di Haeri la stava già aspettando alla fine della navata e quando lei entrò nella sala con un lungo vestito bianco tutti si voltarono per guardarla incantati, i pianisti cominciarono ad intonare la tipica melodia presente ai matrimoni e la cerimonia passò, tra i sorrisi e le lacrime di quelli che non riuscirono a non commuoversi. Non appena finì tutti si misero in fila per dare gli auguri ai novelli sposi, quando Chanyeol si trovò di fronte alla sposa quest'ultima quasi urlò di felicità. "Chan! Sono così felice che tu sia qui." lo abbracciò e lo strinse forte. "E c'è anche Baekhyun, che sorpresa."

"Sua maestà." disse lui, prendendole la mano. "È un piacere essere qui."
"Anche per me." rispose Chanyeol. "Congratulazioni, siamo molto felici per te."
Sorrise, si vedeva dalla sua espressione che si sentiva bene. "Sono soddisfatta anch'io, finalmente. Accomodatevi ai tavoli, il pranzo sarà memorabile."

I due si allontanarono e andarono a prendere posto, pronti per godersi i festeggiamenti. Durarono circa tre ore, dopodiché i nobili cominciarono a disperdersi all'interno dei vari giardini e ognuno si dedicò a ciò che preferiva, Chanyeol e Baekhyun avevano camminato un po', finché il maggiore non decise che era meglio andare. "Mi accompagni?" chiese all'altro. "Voglio che ci sia anche tu."

Dietro le mura del castello c'era il cimitero reale, quello dove riposavano i nobili e i re passati, non ci misero molto a trovare le tombe dei due ex sovrani, erano cosparse di fiori freschi. Baekhyun guardò le due foto e si chinò per toccare il cemento, Chanyeol si allontanò. A lui faceva male quella situazione, lui non aveva mai avuto un posto su cui piangere i suoi genitori, per cui si sedette su una panchina, chiuse gli occhi e pregò per loro in silenzio. Dopo una decina di minuti o più sentì qualcuno toccargli la spalla, era Baekhyun. "Vuoi andare?" gli chiese, sollevandosi. Aprì le braccia e lo strinse forte, non c'erano parole che poteva aggiungere, alla morte bisognava solo tacere e portare rispetto.

Si incamminarono verso il castello mano nella mano, Chanyeol avrebbe voluto salutare sua cugina ma si era volatilizzata ed era anche normale che volesse riposarsi dopo quella giornata estenuante che aveva passato tra festeggiamenti e il suo matrimonio in generale. Non volevano dormire lì, per cui dopo aver chiamato una carrozza si fecero riaccompagnare al villaggio. Baekhyun non parlò molto, teneva la testa sulla spalla del minore e un po' a causa della stanchezza, un po' perché era immerso nei suoi pensieri, non aprì bocca finché non arrivarono a casa.

"No." disse al minore, che si stava dirigendo verso il portone della loro abitazione. "Facciamo una passeggiata prima."
Sorrise e acconsentì, camminarono verso le strade del paese che erano semi-vuote vista l'ora. "Come ti senti?"
"Normale."
"Normale?"
Sorrise. "Dopo oggi mi è venuta voglia di sposarmi, con te."
Chanyeol ricambiò il sorriso. "Possiamo farlo."
"Lo so, ma a parte questo..." si poggiò a lui e sospirò. "Troppi brutti pensieri, ho bisogno di dormirci su."

Gli mise una mano sulla guancia e continuarono a camminare, parlando solo ogni tanto. "Tu mi completi, lo sai?" lo fece fermare e lo baciò piano, tenendogli una mano dietro la testa. "Amo la vita che abbiamo ora, e amo te." allontanò la mano per mettersela dentro la tasca. "Ti ho preso una cosa, non sapevo quando sarebbe stato il momento giusto per dartela." gli mostrò una piccola collana, luccicava grazie alla luce della luna e delle stelle che erano alte nel cielo. "Accettala."

"Chanyeol, è bellissima." lo sentì mettergliela intorno al collo e con la mano toccò il pendente, raffigurava un sole stilizzato.
"Quando l'ho vista in oreficeria ho subito pensato a te, era l'unica di questo genere, non ne esiste un'altra identica. L'ho presa perché tu per me proprio così, inoltre sei indispensabile, proprio come il sole." lo vide sorridere. "Ti piace?"
Si alzò sulle punte e lo abbracciò, Chanyeol non poteva vederlo, ma in quel momento gli occhi del maggiore erano lucidi.

 
 
a/n: e così anche questa storia è conclusa! grazie per essere arrivati fin qui, spero che vi sia piaciuto l'epilogo ♥

presto pubblicherò una fanart riguardante questa ff sul mio profilo ig, se volete vederla potete seguirmi (nick: glass__houses) ricambio tutti!
alla prossima, spero che leggerete anche le prossime storie che pubblicherò, arriveranno presto ♥

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