Crack pairing a raccolta. di Anown (/viewuser.php?uid=625123)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Jo/Lighting ***
Capitolo 2: *** Scott/Zoey ***
Capitolo 3: *** Samey/Brick ***
Capitolo 4: *** Leshawna&Gwen Gwen/Courtney ***
Capitolo 5: *** Gwen/Geoff... e DJ ***
Capitolo 6: *** Dave/Ella ***
Capitolo 7: *** Courtney&Trent ***
Capitolo 8: *** Noah&Owen ***
Capitolo 9: *** Sky/??? ***
Capitolo 10: *** Dawn/Scott ***
Capitolo 11: *** Heather&Harold ***
Capitolo 12: *** Duncan&Crimson ***
Capitolo 13: *** Mickey/Kitty ***
Capitolo 14: *** Spud/??? ***
Capitolo 15: *** Alejandro/Courtney ***
Capitolo 16: *** Alejandro/??? ***
Capitolo 17: *** Noah&Izzy ***
Capitolo 18: *** Lightning/??? ***
Capitolo 19: *** AnneMaria&Zoey ***
Capitolo 20: *** Beverly/Dawn ***
Capitolo 21: *** (Scary Girl)Lauren/Damien ***
Capitolo 22: *** Zee & MK ***
Capitolo 1 *** Jo/Lighting ***
Per alcuni il tredici era un brutto giorno, sopratutto se arrivava di
venerdì, poi c'era anche chi parlava del diciassette di
giovedì, certo. Ma per Jo erano tutte assurdità
per superstiziosi, se davvero esisteva un giorno da ritenere un brutto
giorno, quello era il quattordici indipendentemente dal giorno della
settimana se cadeva di Febbraio.
Jo non aveva mai avuto un fidanzato “E chi lo
vuole?!” ma c'era una parte di lei che si chiedeva come fosse
averne uno, essere innamorata... “Non è
vero!” peccato che negasse energicamente...
Trovava l'entusiasmo che le coppiette dimostravano a San Valentino
particolarmente irritante, ma trovava irritanti anche quelli che
parlavano del fatto che fosse una festa consumista ecc... “Vi
sentite tanto geniali a fare questi discorsi ogni anno? È
normale che lucrino sulle feste, non lo fareste anche voi se poteste
guadagnarci? Inoltre è solo una scusa per avere un giorno
segnato sul calendario in cui fare qualcosa col fidanzato a parte
l'anniversario, che senso ha comportarsi come se si trattasse di
qualcosa da denunciare? Dovreste semplicemente ignorare la cosa come
faccio io!” pensava non rendendosi conto che nemmeno lei
riusciva a non essere infastidita.
Quel giorno era entrata in classe decisa, sarebbe riuscita a fare finta
che quello fosse un giorno come gli altri... peccato che la sua
convinzione fosse svanita dopo poco... aveva ricevuto una notizia
veramente irritante...
-Ehy Jo!- la salutò Lighting. Già normalmente il
suo entusiasmo non l'avrebbe messa di buon umore. -Jo... c'è
qualcosa che non va?- domandò confuso. -Ehy... ci sei?!-
“Ma perchè non si arrende questo qua? Che
scocciatore...”
-Si, ci sono... che vuoi?-
-Oggi, dopo la scuola vieni a darmi una mano con gli allenamenti?- la
ragazza lo guardò acida, più del solito.
-Non sei già occupato, per caso?- chiese infastidita.
-No.- poi ci riflettè. -Avevamo qualche impegno?-
domandò un po' dubbioso.
-E perchè dovremmo? Sentiamo...-
-Beh, ovviamente perchè...- ma fu interrotto dal professore.
-Lighting, questa non è la tua classe.-
-Si, si, lo so, aspetti solo un attimo prof...-
-Lighting... indovina chi avrà le domande più
difficili nel compito di fisica?-
-Cameron? A lui piacciono queste cose, credo...- tentò
Lighting.
-No, tu...- era un po' strano vedere un nano come il professore di
fisica spaventarlo, ma anche se era vero che Lighting era un caso
disperato in quasi tutte le materie, in fisica lo era particolarmente e
aveva già fatto un disastro nel compito precedente, motivo
per cui la madre lo aveva minacciato di trovargli un insegnate privato
che occupasse la maggior parte del suo tempo libero...
-Ok, parleremo dopo Jo!- la salutò il ragazzo.
-Pensa a parlare con la tua ragazza invece!- gli aveva urlato lei.
-Tranquilla, lo farò!-
-Ah, quindi conferma pure di averla...- affermò digrignando
i denti. Zoey, la zuccherosa da carie, quella mattina le aveva chiesto
se avrebbe fatto qualcosa col suo fidanzato quel giorno, lei gli aveva
risposto irritata di non averlo e a quel punto l'insopportabile
santarellina aveva detto che sapeva che Lighting aveva una
ragazza ed era convintissima che si trattasse di lei... Jo era
incredula, davvero un idiota simile aveva la ragazza? Beh,
sì, solitamente gli atleti come lui avevano una certa
popolarità, ma Lighting a momenti non distingueva neanche le
ragazze dai ragazzi se erano un minimo ambigui, non le sembrava affatto
interessato... davvero non riusciva ad immaginarselo.
“Inoltre credevo che fossimo... credevo che mi considerasse
un'amica!” faceva fatica ad ammetterlo, ma anche lei lo
considerava un amico, ormai si era abituata ad averlo fra i
piedi... “Credevo che mi avrebbe parlato di una cosa
simile... che la rossa si fosse sbagliata...”
pensò irritata.
-Venga alla lavagna signorina.- la chiamò l'insegnante
vedendola distratta.
-Lighting, giuro che ti ucciderò...- sussurrò
alzandosi.
-Che ha detto?-
-Niente prof, niente!-
Durante la pausa Lighting non si fece vedere.
“Sarà con la sua misteriosa ragazza!” Jo
non voleva avvelenarsi la giornata per qualcosa di tanto stupido...
peccato che lo stesse già facendo... ma era rimasta
veramente molto delusa, più di quanto non volesse ammettere.
E non riusciva davvero a immaginare la sfortunata che aveva accettato
di mettersi con lui. Era convinta di essere lei quella con cui il
palestrato passava più tempo sia a scuola che in generale da
quando avevano cominciato ad essere in competizione. Nonostante
faticasse ad ammettere che fossero diventati buoni amici, lo erano
effettivamente, non gli importava dei suoi modi rudi, era sempre pronto
ad infastidirla con le sue idiozie. “Come ha fatto a tenermi
nascosta una ragazza per tutto questo tempo... non sono mica
stupida!” Era assurdo, come se all'improvviso scoprissi che
il tuo vicino pezzente in realtà è un milionario
che nasconde una fortuna. Le persone non si conoscono mai abbastanza...
e a volte non conosciamo abbastanza neanche noi stessi. Jo si rese
conto di un'altra cosa assurda. “Sembra quasi che mi lamenti
di non essere io la sua ragazza! Non pensavo mica che si sarebbe prima
o poi innamorato di me... e... e comunque non lo avrei mai
ricambiato!” era imbarazzante doversi giustificare con se
stessa. “E poi, perchè gli sarei dovuta
interessante? Possono raccontare tutte le storie che vogliono sul fatto
che non conti solo l'apparenza e l'aspetto fisico, la verità
è che se non sei una ragazza carina che veste e si trucca
come una femminuccia non attirerai mai nessuno, non importa quanto
qualcuno possa darti l'impressione di voler stare con te... questa ne
è l'ennesima prova...” pensò
aspramente. “Ma a maggior ragione, se per piacere a un
ragazzo devo portare vestiti da femmina che non mi stanno neanche bene
e scarpe scomode, perchè dovrei volermelo cercare? Per
essere condannata ad abiti che mi fanno pure schifo? Mah... no
grazie!” addentò il panino e si
rassegnò, a furia di rimuginare le stava venendo un gran mal
di testa.
Tyler si stava preparando per tirare a canestro... tutte le persone
nella palestra rimasero ad attendere in religioso silenzio, si
aspettavano qualcosa di veramente spettacolare... no, non un tiro
spettacolare, bensì uno spettacolare fallimento! Tyler corse
verso il canestro e... con somma delusione di tutti fece centro.
-Sì! Avete visto il campione?- chiese orgoglioso
-...oh.- un mormorio deluso si levò fra gli spettatori.
-Emh... ragazzi?- Tyler era confuso. L'unico ad applaudire fu
Alejandro, avrebbe anche lui preferito un fallimento, ma lo fece un po'
per educazione, un po' perchè sapeva che bastava quelle
piccole cose per tenere dalla sua parte quell'atleta da strapazzo...
-E tu Lighting? Che ne pensi?- chiese Tyler, Lighting sembrava molto
distratto. -Eh... Lighting?-
-Secondo te perchè Jo è arrabbiata?- chiese
cogliendolo alla sprovvista.
-Emh... ed io che ne so?- rispose confuso Tyler. -Magari ti sei
dimenticato di farle gli auguri per San Valentino o qualcosa di
simile?- Lighting sgranò gli occhi.
-Ma certo...- mormorò scosso... Lighting non aveva mai fatto
troppo caso a quella festività, del resto non
aveva mai riguardato lui, mai aveva prestato troppa attenzione
all'altro sesso e non era mai stato interessato ad avere una ragazza,
erano noiose e rubavano tempo secondo il vecchio sé
stesso... però ora che ne aveva una doveva cominciare a
farci più attenzione. “Non pensavo che a Jo
interessassero questo tipo di cose!” realizzò
sorpreso.
Si erano messi insieme circa un mese prima, non era nel suo stile, ma
ci aveva rimuginato molto e aveva deciso che quel sentimento che
provava per la ragazza doveva essere amore. Non avendo esperienza ci
aveva messo un po' ad accorgersene e non avrebbe saputo dire quando era
cominciato, si era accorto che gli piaceva ed era rimasto bloccato
sull'argomento per un po' prima di decidersi a vuotare il sacco, tutto
lì. Era abbastanza convinto che Jo potesse provare la stessa
cosa. Una volta aveva detto di non aver mai baciato un ragazzo davanti
a lui, doveva per forza trattarsi di uno di quei segnali sottili che
mandano le ragazze ai ragazzi a cui sono interessate di cui lui aveva
sentito parlare. Ma ai tempi, essendo convinto che Jo fosse un uomo non
aveva capito il messaggio. “Forse anche i gay mandano segnali
simili tipo le ragazze, non ci avevo mai pensato! Certo che
però potrebbero essere più dirette...
perchè lasciano il compito di fare il primo passo al
ragazzo? In questo Jo è molto femminile...” era
passato del tempo da quel segnale eppure la ragazza non gli aveva
ancora chiesto di uscire. “Forse vuole che sia io a
chiederglielo perchè lo trova imbarazzante...”
pensandoci non riusciva proprio a vedere un tipo come Jo che confessava
di amarlo, così una mattina, mentre correvano per
raggiungere la scuola aveva deciso di dirglielo, la situazione non
poteva rimanere in quel modo per sempre, rischiava che l'occasione
svanisse. La cosa si era rivelata più complicata del
previsto, era come se gli mancassero le parole. “E' molto
più bella di un ragazzo.” pensò nervoso
mentre le correva a fianco la guardandola, anche lei l'aveva guardato
dopo un po', aveva un'espressione stranita.
-Guarda davanti a te che rischi di sbattere contro un palo! Passi
troppo tempo con Tyler, ti contagerà...- gli aveva detto.
Lighting sorrise. “Si preoccupa per me!”
-Pensavo... io sono un ragazzo, tu sei una ragazza... e... e siamo
etero credo? Visto che ci piacciamo perchè non cominciamo a
frequentarci?- la ragazza non ebbe nessuna reazione, non lo
guardò nemmeno... “Deve essere troppo imbarazzata
per rispondermi...”
-Eh, Jo? Allora, che ne dici?- ancora nessuna risposta... -Jo?-
ripetè sfiorandole la spalla, lei finalmente si
voltò.
-Ok, come dici tu.- rispose fingendosi indifferente e scocciata, ma
Lighting capiva benissimo che quello doveva essere il suo modo di
affrontare l'imbarazzo del momento.
Lighting doveva rimediare in fretta un regalo per San Valentino,
preferibilmente non uscendo dalla scuola.
-Ma che belle rose, Tyler...-
-Ah, ti ringrazio! Sono per la mia Lindsay...- Linghting non sembrava
volersi togliere da davanti l'uscita della palestra e fissava
instancabilmente il mazzo di rose rosse. -Eh... va tutto bene?-
-Ma non ti sembrano un po' troppe?-
-No.- rispose secco Tyler, ma qualcuno lo sorprese alle spalle e gli
levò una rosa.
-Grazie Tyler, alla mia chica piacerà molto.- rise Alejandro
correndo via.
-M-ma... ehy!- anche Lighting fece lo stesso, del resto se lo
permetteva ad Alejandro...
Lighting entrò nella classe di Jo, la ragazza era seduta sul
banco, troppo occupata a guardare fuori dalla finestra aperta per
notarlo.
-Spero di essere ancora in tempo.- disse Lighting porgendole il dono.
-In tempo per cosa?- chiese lei scocciata, poi si girò. -E
questo che cosa significa?!- esclamò, la sorpresa era
talmente tanta che la ragazza si spinse all'indietro con la schiena e
rischiò di precipitare dalla finestra... va beh, era il
primo piano, tanto non sarebbe morta... forse...
Lighting istintivamente afferrò gli avambracci muscolosi
della ragazza portandola verso di lui.
-Che diamine stai facendo?!- disse allontanandolo.
-Ti salvo, ovviamente!- in effetti i due non avevano avuto molto
contatto fisico pur essendo una coppia, ma non si aspettava che Jo
reagisse così bruscamente.
-Non c'era bisogno, avevo già riacquistato l'equilibrio...-
precisò la ragazza. -E con quella? Che vuoi farci?-
domandò tesa indicando la rosa.
-Regalarla alla mia ragazza ovviamente!- Lighting gliela mise di
fronte, lei la allontanò.
-Bene, allora va a regalarla alla tua ragazza.-
-Ci sto provando.- ritendò perplesso il ragazzo, Jo si
allontanò.
-A-aspetta?! In... in che senso, scusa?- la ragazza cominciò
a farsi rossa.
-Eh, pronto? Ci stiamo frequentando, quindi sei la mia ragazza,
ricordi?-
-E da quando?!- sembrava veramente sconvolta.
-Da quando te l'ho chiesto mentre venivamo a scuola... mi hai pure
risposto di si...-
-Non avrò nemmeno ascoltato cosa mi stavi dicendo! Porto
sempre le cuffie mentre vado a scuola, non lo hai mai notato?!-
-Eh? Ah...-
-Si, bravo... a quanto pare le vocali le sai...- disse guardandosi
nervosamente intorno, cercava di mantenere una posa fredda e sicura, ma
sentiva le gambe che le tremavano. Era ancora incredula, ma per qualche
ragione si sentiva anche molto, sì, confusa... e non aveva
la minima idea di cosa rispondergli... ma era comunque felice.
Osservò Lighting... se era fortunata anche il ragazzo
sarebbe stato troppo confuso per notare il suo momento di insicurezza.
La ragazza prese una decisione e con mano ferma si prese la rosa.
-Beh, stiamo insieme da adesso!- affermò con decisione.
-Bene, stasera si esce a mangiare carne di cavallo per festeggiare!-
-Ah, che bello avere una ragazza che sa dove portarti a cena fuori!-
disse battendole il cinque. Poi si scambiarono uno sguardo dubbioso.
-Ehm... forse non è così che che dovrebbero
comportarsi due che stanno insieme...- riflettè Jo a voce
alta.
-Forse dovremmo tipo... baciarci o qualcosa di simile?-
azzardò Lighting. La bocca di Jo continuava ad essere tesa
verso sinistra in una smorfia...
-Magari rimandiamo a dopo cena? O a fra tantissimo tempo? Magari mai?
Magari prima o poi ma chissà quando?- cominciò a
balbettare cose senza senso “Ma che mi prende?!” si
chiese allarmata.
-Quoto...- concordò Lighting facendo il segno dell'ok.
-Qualunque cosa stessi cercando di dire...-
Angolo dell'autrice:
Beh... spero che non sia un pessimo inizio e che il capitolo vi possa
piacere...
Era da molto tempo che volevo fare una raccolta simile, mi piacciano le
crack-pairing in questo fandom(forse anche perchè si tratta
del primo tipo di oneshot che ho letto?) e mi piace l'idea di provare a
far funzionare e a mettere insieme delle coppie che non sono realmente
coppie. Spero tanto che ne escano fuori delle oneshot decenti e che la
raccolta possa interessarvi!
Personalmente questa coppia mi piace... ma è la prima volta
che provo ad utilizzare questi personaggi, non sono molto sicura del
risultato...
Se avete un parere da lasciarmi mi fa piacere, mi scuso per eventuali
errori.
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Capitolo 2 *** Scott/Zoey ***
Scott ricordava davvero poco di ciò che gli era accaduto
alla fine del reality, oltre al fatto che non aveva vinto ovviamente...
dopo tutto quello che aveva architettato, pur essendo decisamente il
concorrente più meritevole e capace, aveva fallito... ma la
frustrazione causata dalla sconfitta passava completamente in secondo
piano rispetto al fatto che aveva rischiato di morire.
“O peggio... di rimanere paralizzato a vita...” al
solo ripensarci tutto il suo corpo venne scosso da un brivido...
Era ancora molto debole, il suo corpo era più pallido del
normale e terribilmente magro, per quanto non avrebbe saputo dire
quanti chili aveva perso. Anche i suoi capelli gli sembrano strani,
aveva la sensazione che si fossero fatti più radi e sottili,
forse a causa dello stress. Non ci aveva mai tenuto particolarmente, ma
di diventare calvo così giovane non gli andava...
Nonostante tutto era di buon umore, in un certo senso, sì,
si poteva dire che lo era. Poteva sembra assurdo viste le sue
condizioni, ma era come se avesse consumato tutta la
negatività le settimane precedenti.
Era stato un risveglio traumatico, i familiari lo avevano accolto con
affetto e sollievo, ma lui, nonostante fosse finalmente, pienamente
cosciente e capace di parlare, si sentiva prigioniero di quel corpo
debole che si era ritrovato. A non farlo scoraggiare durante la
riabilitazione, a farlo andare avanti era stata una cosa sola... il
desiderio di non darla vinta a quegli incapaci! Per quanto non
ricordasse granchè e non avesse per niente voglia di
recuperare la puntata finale per vedere come era andata, era certo di
una cosa, delle sue condizioni avevano riso tutti! Ma lui si sarebbe
rialzato in piedi e li avrebbe guardati dall'alto in basso!
Ora che i progressi della riabilitazione si erano fatti evidenti era
decisamente più sereno, per quanto continuasse a sentirsi
debole.
-A più tardi fratellino!- lo salutò Alberta.
-Ciao...- la sorella lo abbracciò e gli baciò la
fronte, Scott emise un suono di disapprovazione simile ad un ringhio.
-Ti approfitti del fatto che non sono nelle condizioni per
respingerti...- le disse infastidito -Mostro!-
Sul viso della fulva giovane scocciatrice apparve un ghigno, strinse
più forte il fratello.
-Ah... il mio piccolo dolce fratellino che ha bisogno di tante cure e
affetto come quando era piccino piccino...-
cantilenò in falsetto.
-Ma vattene! Razza di squilibrata appiccicaticcia!- sbuffò
Scott. La verità era che vedere la sorella felice gli faceva
piacere, era stata molto preoccupata per lui e l'umore di lei aveva un
po' fatto da specchio per il suo. La stessa sensazione l'aveva avuta
con altri suoi familiari, non li aveva mai percepiti
così disponibili nei suoi confronti...
“Anche troppo... sono così strani, fanno quasi
paura così affettuosi! Anche se forse uno alla volta li
posso anche gestire...”
Pochi minuti dopo che la sorella se ne era andata, sentì di
nuovo il rumore della porta.
-Già di ritorno? Hai scordato qualcosa?- non ebbe risposta,
la porta si aprì lentamente, poi si richiuse prima che Scott
potesse capire chi nascondeva dietro. Dopo qualche secondo di
esitazione la porta riprese ad aprirsi timidamente. La prima cose che
vide spuntare fu un codino di un innaturale rosso sangue.
-Ma che diavolo...?- poi la visitatrice si decise a sporgere perlomeno
la testa, la ragazzina rise nervosamente.
-Eh, ciao... come va?- Scott la guardò in cagnesco, non
poteva evitarlo.
-Beh, benissimo come vedi.- sbuffò il ragazzo in tono
sarcastico. Lei appariva esitante, ma si decise ad entrare.
-Ti ho portato dei fiori!- disse assumendo un tono vivace mente si
avvicinava. Scott continuò a rivolgerle uno sguardo duro, ma
la ragazza era decisa a fare del suo meglio per non farsi mettere a
disagio, una volta che era li. -Sono contenta di trovarti finalmente
sveglio.- sorrise sistemando i fiori in un vaso posto a lato del letto
del ragazzo.
-Perchè? Sei venuta altre volte?- chiese perplesso.
-Già, ma ho avuto qualche problema, c'era una
ragazza che ogni volta che mi trovava qui mi scacciava...-
spiegò un po' dispiaciuta, Scott si mise a ridere.
-Mia sorella sa essere un bravo cane da guardia, non c'è
dubbio!- ma il sorriso di Zoey lo infastidì.
-E' davvero bello vederti di buon umore, dico sul serio.-
-Bene ora non lo sono più... potresti sloggiare?-
-Oh, ti ho portato anche dei dolcetti!- disse tempestivamente, con tono
teso. Era come se stesse cercando di temporeggiare, in attesa che le
venissero le parole giuste.
-Sono avvelenati?- domandò osservandoli sospettoso.
-Cosa?! Ma no!- esclamò sorpresa e anche un po' ferita, con
quella fastidiosa tonalità acuta che le veniva a volte.
Scott si tappò le orecchie.
-Sei venuta per spaccarmi i timpani?- Zoey mise il broncio e prese una
ciambellina zuccherate, la mise in bocca. -Visto?- disse dopo aver
deglutito.
Il ragazzo prese due dolcetti e li mandò giù.
-Se non sei qui per avvelenarmi, quale altro motivo?- disse con la
bocca piena.
-Ma perchè dovrei avvelenarti?!- domandò lei
esasperata.
-Uh...- il ragazzo prese qualche altro dolce. -Boh, magari la cara e
dolce Zoey ha un lato sadico.- ipotizzò mentre masticava.
Ora che era Zoey a non sembrare più così allegra
si sentiva decisamente meglio... e forse anche i dolci avevano qualche
ruolo...
-Scusa...- disse lei.
-Uh... Già, la tua presenza è fastidiosa, ma i
dolci non mi fanno troppo schifo.- notò un po' stupito che
oltre ad essere infastidito dalla ragazza non era realmente
arrabbiato... eppure la rabbia che aveva provato tempo prima era forte
e reale...
-Oltre a scusarmi per la mia presenza...- disse alzando gli occhi al
cielo. -Mi dispiace di essere stata... beh, insensibile quando ti sei
presentato paralizzato e collegato a quello strano affare... capisco di
averti ferito e...- Scott scattò all'indietro.
-Leggi nel pensiero o cosa?! È quella squilibrata della
fatina dei boschi a insegnartelo?!- sbattè accidentalmente
la schiena contro la spalliera del lettino.
-Oddio! Oddio! Stai bene?!- esclamò Zoey. -L-l-la flebo?!
È-è a posto? La schiena, te la senti?-
-Certo!- il ragazzo le allontanò le mani con una flebile
manata. -Certo... Sei imbarazzante! Non devi fare l'isterica, non
c'è ne è bisogno, non sono mica fatto di vetro!-
digrignò i denti offeso “Questa
sensazione...”
-Scusa tanto se mi sono preoccupata...- Zoey si spazientì.
-E da quando ti preoccupi per me?-
-Beh, dopo la fine del reality ho cominciato a preoccuparmi...-
spiegò imbarazzata. -Non era giusto, beh, certo... sei
stato... quello che sei stato...-
-Stronzo?-
-Già... ma in fin dei conti era una punizione esagerata
anche per un tipo...-
-Stronzo.- ci stava prendendo gusto.
-Ah... Come vuoi tu allora, era esagerato anche per uno stronzo come
te!-
-Visto? Non costava tanto....- la interruppe sghignazzando e provocando
in lei grande disappunto.
-Diciamo che il karma ha calcato un pochino la mano.- essere gentile
con Scott si stava rivelando complicato come previsto.
-Ma perchè a voi ragazze piacciono tanto cose come il karma
e il destino? Mah... mai capite... Comunque ti sei fatta l'idea
sbagliata, non ci sono rimasto affatto male, anzi non capisco cosa
possa darti questa idea.- rise il ragazzo.
-Eh... in qualche modo lo hai ammesso giusto qualche secondo fa...
genio...-
-Ah... Non so di cosa tu stia parlando.- sbuffò.
“Negare... negare sempre e comunque!”
-E poi ti ho sentito parlare nel sonno... Sembravi così
abbattuto...- si intristì percettibilmente.
-AH! Dovresti andare in psichiatria! Te lo sarai sicuramente
immaginato!- ribattè infantilmente il ragazzo dopo che la
sua pelle aveva assunto una tonalità che si intonava ai
capelli della ragazza. Lei si sforzò di limitarsi
a sorridere e sospirò, la sensazione era quella di trovarsi
di fronte a un bambino fastidioso e piuttosto maleducato ma fece il suo
meglio per non dire nulla a riguardo.
-Lascia perdere... non ero in me, ci ho messo un po' per ri... per
riprendermi...- si giustificò il ragazzo. -Comunque non me
ne può fregar di meno se avete riso di me.- cercò
di apparire tranquillo e disinvolto, ma cercando di portare le braccia
dietro la testa, il braccio sinistro ebbe un grampo. -M-merda!-
esclamò, ma tentò di continuare il discorso come
se niente fosse mentre Zoey sorrise quasi apprensiva. -Non pensavate
mica di ferirmi...- disse cercando di rimettere il braccio nella
posizione giusta. -Anche io se si fosse trattato di qualcun altro avrei
fatto lo stesso probabilmente...-
-Aspetta, faccio io.- disse Zoey spostandogli l'avambraccio con
delicatezza. Scott sbuffò.
-Però in effetti... visto che facevate tutta la parte dei
bravi ragazzi... certo che ridere un povero innocente in pessime
condizioni è stato veramente uno schifo!- concluse
altezzoso. -Sì, avete dimostrato proprio del pessimo gusto.-
annuì. -Almeno io sono coerente con me stesso ma tu e quegli
altri santarellini-ini-ini-inetti-inettini...- Zoey lo
guardò con una smorfia perplessa, si chiese se il ragazzo
non avesse riportato qualche danno al cervello. -Vi siete comportati
proprio male...- il ragazzo guardò Zoey, ma rimase
insoddisfatto, non risultata particolarmente turbata rispetto a quando
si era presentata nella camera.
-Sì... in un certo senso hai ragione...-
-Ah, solo in un certo senso?- la interruppe dubbioso.
-Infatti è per questo che sono venuta qua a controllare come
stavi e rimediare in qualche modo al mio comportamento.- la ragazza
scosse le spalle e sorrise. Scott sbuffò nuovamente.
-Ipocrita, lo fai solo per sentirti meglio con te stessa! Beh... almeno
non è venuta quell'inquietante fatina dei boschi.- disse
rabbrividendo leggermente. Zoey rise.
-Ti fa paura quella? Ma dai, è così bellina!
Anche se sì, è un po' inquietante...-
-Paura? Dai, non scherziamo...- disse tenendo le braccia conserte. Si
era bloccato di nuovo, ma sperò che Zoey non se ne
accorgesse... anche se non era tanto sicuro che la flebo dovesse stare
in quella posizione... -Ho avuto i brividi a causa della finestra
aperta.- prima che potesse ordinarglielo la rossa la chiuse.
-Eh... grazie... comunque quella ragazzina è un ipocrita,
dove mai s'è vista 'na santerellina che deride gli infermi?
Eh?- Scott ricordò con fastidio un evento in particolare.
-Oltre che una pettegola che svela i segreti altrui in mondovisione!-
-Eh... in effetti...- riflettè titubante Zoey.
Scott si sentì abbastanza sollevato di avere a che fare con
la rossa e non con quella pallida e spaventosa creatura. La ragazza
diede un'occhiata allo schermo del suo cellulare. -Ecco... mi spiace,
ma adesso dovrei proprio andare.- lo informò la ragazza, un
po' sollevata.
-Ecco! Alla buon ora, finalmente!- esclamò il ragazzo. Ma
era stato troppo lento per i suoi gusti, come se in fondo non fosse
stato poi tanto scocciato da quell'improvvisata. Ma forse stava solo
confondendo la soddisfazione del suo stomaco nell'essere stato riempito
con la propria. “Almeno la mia pancia è felice,
l'ochetta non è così inutile in fondo... certo
che però ti fai comprare facilmente amico mio.”
disse dando un'occhiata di biasimo alla parte del corpo incriminata.
La porta sbatté, Zoey anziché uscire l'aveva
chiusa con forza alle proprie spalle.
-Credo... credo proprio che opterò per un altra uscita,
sì...- riflettè ad alta voce.
Scott guardò sbigottito la ragazza lanciarsi dalla finestra.
“Ho anche le allucinazioni ora? P-perfetto!”
-Quella donna di malaffare!- esclamò Alberta fiondandosi
nella stanza e guardandosi intorno freneticamente. -Dov'è,
dov'è?! Ero sicura di averla vista! Era veramente qui?
Nuovamente qui?!- poi prestò attenzione al fratello che
ancora non si era ripreso dallo spavento per l'entrata e le urla della
cara sorella. -Ah!? Cosa ti ha fatto!?- si avventò su di lui
scuotendolo.
-S-stai facendo molti più danni tu! Te lo assicuro!- disse
riprendendosi.
-Ah...- la ragazza prese a ridere istericamente sotto gli occhi
sconvolti di Scott. -Scusa... mi sono lasciata prendere un po' trop....
Ah?! Quindi lei era veramente qui!-
-Sì... ora ti calmi per favore!?- la ragazza si sedette e
rimuginò.
-Non ci posso crederci! Dopo il modo in cui si è
comportata... come si permette di visitare il mio povero e
indifeso fratellino come se niente fosse!- disse velenosa.
-Povero e indifeso a chi?- non gli piaceva per niente essere visto in
quei termini. -In realtà si è resa utile mi ha
portato...-
-Ah?! Un pacco bomba?!- esclamò preoccupata.
-No, dei dolcetti...- avrà sicuramente avuto le migliori
intenzioni ma gli stava comunque provocando un bel mal di testa.
-Velenosi?!-
-Non credo, li ha presi anche lei.- la ragazza continuò a
rimuginare.
-Ok, almeno non vuole cercare di ucciderti... forse...- non era del
tutto convinta. -Ma in fondo ammiro la sua determinazione, per quanto
possa scacciarla la ritrovo sempre qui... mi sa che se non vuole
ucciderti... hai fatto colpo...-
-Cosa?!- la ragazza assunse un espressione molto seria.
-Ascolta, Scott, non devi farti fregare da una scialba, insensibile,
volubile e superficiale ragazzina come quella! Ricorda che per lei eri
niente ed è stata capace di deriderti anche se potevi
praticamente schiattare!- disse arrabbiata.
-Hey, guarda che non sono fesso!- la interruppe il fratello. -E poi non
sono mica il primo sfigato sprovveduto che si lascia usare!-
“E'... è veramente accaduto? Ma certo, era logico
che accadesse, era solo questione di tempo prima che...”
-Sono io quello che seduce ed io quello che usa.- “Prima che
una ragazza si infatuasse di me! Non c'era motivo per cui non dovesse
succedere, non sono un patetico sfigato. È che tenendo gli
altri a distanza c'è voluto più tempo del
normale, tutto qui...” Si sentiva molto elettrizzato -E
comunque lei non è per niente il mio tipo...-
“Forse il mio tipo non esiste neanche... non credo di
essere fatto per stare in coppia.” -Come hai detto
tu, sorellina, è una ragazzina scialba, volubile e
superficiale.- “Insensibile non credo... è solo
ipocrita, ma non insensibile... è questa la rende anche
più insopportabile.” ripensò al suo
sgradevolmente esagerato modo di mostrare preoccupazione quando credeva
che si fosse fatto male.
-Ok... allora mi fido.- Alberta lo salutò di nuovo e se ne
andò.
“Ah, finalmente tutto solo...”
-Eh...- si allarmò e cercò di muovere
gli arti superiori. -Ho... non ci posso credere... ho ancora le braccia
incastrate! Alberta! Aiuto! Torna indietro!-
Dopo un periodo di tempo estremamente lungo, in realtà solo
qualche minuto ma a Scott sembrarono ore, un eroico infermiere venne
finalmente a liberarlo.
-Sai... credo che tu mi piaccia davvero...- sussurrò
timidamente la ragazza dalle labbra rosse, il suo viso sembrava
bruciare durante quell'ammissione. “Perchè una
ragazza sulla carta tanto timida e spaurita dovrebbe conciarsi in modo
così appariscente...” si chiese Scott cercando di
distrarsi e non farsi prendere dalle emozioni. “Tutta in
rosso... se assistesse ad una corrida il toro si butterebbe sugli
spalti giusto per infilzarla...” all'improvviso la ragazza
prese a picchiettare sulla sua testa.
-Hey! Che ti prende?!- nessuna risposta.
Ci fu un altro picchiettio...
Il ragazzo aprì gli occhi, qualcuno stava bussando alla sua
finestra con insistenza, era Zoey.
“Ma un attimo fa non era... ah, era un sogno...”
Scott scosse la testa cercando di scacciare quella visione mentre la
ragazza attendeva. “Certo che è piuttosto
audace.” pensò con... ammirazione?
Cercò immediatamente di togliersi quello sciocco sorriso dal
volto. Prese le stampelle e andò ad aprirle.
-Ciao!- disse solare la ragazza. -Mi scuso per averti fatto alzare, ma
le infermiere non mi hanno fatta entrare, tua sorella deve aver detto
qualcosa...-
-Che ci fai ancora qui?- non suonava aggressivo come avrebbe voluto.
“Perchè mi sono alzato per aprirle tanto per
cominciare?” temeva di aver perso la testa.
-Per farti compagnia, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere.- rispose
sorridendo.
-Che presuntuosa, come fai a dire se una cosa mi piacerà o
no? Io e te non ci somigliamo... e fortunatamente aggiungerei...-
sbuffò il ragazzo. Diede un'occhiata a ciò che
poteva scorgere dalla finestra in cerca di qualcosa che potesse
spiegare come aveva fatto la ragazza ad arrivare fin lì.
L'unica spiegazione possibile era che avesse sfruttato un albero nelle
vicinanze del cornicione, per quanto il salto fosse comunque notevole.
“E' in gamba...” pensò suo malgrado. Lei
cercò di dargli una mano per tornare a letto lui la respinse
e fece da sé. Mentre la ragazza di occupava dei fiori lui
prese una cartella che Zoey si era portata dietro... forse erano cose
private, un gentiluomo non avrebbe dovuto ficcare il naso... per la
punto, un gentiluomo.
-Ma che fai!?- esclamò la ragazza togliendogli dalle mani le
foto che il ragazzo aveva estratto dalla busta.
-Rosa...- sghignazzò il ragazzo. -Alle medie avevi i capelli
rosa!-
-E... era una fase! Ho cambiato colore varie volte.- il ragazzo
continuò a ridere.
-Ti rendi conto che anche il tuo colore attuale è terribile,
vero? Perchè sei così imbarazzata?-
-Guarda che mi sta bene! E comunque non deve piacere a te, ma a me... e
a me piace...-
-Il rosa invece, no?-
-Eh... ero un po' ridicola.- ammise timidamente.
-In effetti quelle treccine rosa erano improponibili!- Disse
riprendendo le foto di una Zoey un po' più piccola. Anche il
lucidalabbra della foto era rosa, in tinta con i capelli. -Non
sarò un esperto, ma perchè tutto di un solo
colore? Capelli, labbra, accessori, vestiti... per non avere dubbi sul
colore che ti deve essere assegnato in caso diventassi un power ranger
o una maghetta tipo Doremì?- chiese beffardo.
-Infatti, non sei un esperto.- ribattè mentre il ragazzo
guardava altre foto. -Ridammele, per favore...- si lamentò
in tono puerile la ragazza. “M-ma tra tutti i giorni in cui
dovevo andare a far stampare delle vecchie foto proprio questo dovevo
scegliere?!” prese un sospiro e cercò di pensare
lucidamente... in fondo non stava accadendo nulla di così
drammatico. “Giusto?”
-Ah, c'è stata pure una fase gialla limone! Almeno hai avuto
il buon gusto di non cercare un rossetto dello stesso colore.- disse
divertito, sembrava un bambino col suo nuovo giocattolo. -Comunque
com'è che un giorno sei impazzita e hai cominciato a
tingerti i capelli?- domandò curioso.
-Ricordo che ai miei prese l'infarto quando tornai con la testa
gialla...- rise la ragazza presa dalla nostalgia. -Comunque... uhm, non
ricordo cosa pensai di preciso... forse volevo cambiare e pensavo che
un drastico cambio di look mi avrebbe messa su una buona strada.-
“Invece all'interno ero rimasta la stessa... tingersi i
capelli mi era sembrato un atto di coraggio... ma non mi rese comunque
più coraggiosa e non mi aiutò a socializzare
meglio.” Scott le rivolse uno sguardo di biasimo e
perplessità. -Ok, era un'idea stupida, ma alla fine ero
comunque una bambina al tempo...- si giustificò imbarazzata.
-Eh... Perchè ora invece sei una donna matura e vissuta...-
-Beh, in confronto a prima...- scosse le spalle e continuò.
-I primi giorni è stato abbastanza imbarazzante, mi
fissavano tutti.- a pensarci ora sorrideva, ma per la Zoey tredicenne
fu un brutto colpo.
-Beh, era prevedibile.- sentenziò il ragazzo con un ghigno.
-Sì... in effetti.- confermò la ragazza
sorridendo. Scott rimase abbastanza stupito, credeva di provocarla in
qualche modo, invece lei continuava a guardarlo pacificamente, sembrava
addirittura suo agio. Era una reazione imprevista.
“Che tipa strana...”
-Come mai hai continuato a cambiare colore?- domandò ancora.
-Mah... ha cominciato a piacermi, diciamo.- in realtà
piacere agli altri iniziate le medie aveva cominciato ad acquisire
sempre più importanza per lei e pensava che anche
presentarsi con un look eccentrico fosse una strada giusta, doveva solo
perfezionare la strategia. Alla fine aveva cominciato a interessarsi
realmente alla moda e voleva conciliare il suo desiderio di piacere e i
suoi gusti.
-Mah, queste cose da ragazza non le capisco proprio.- non si spiegava
neanche il perchè l'argomento gli avesse suscitato
quell'interesse.
-Sai, non mi dispiace parlare con te!- affermò la ragazza
prendendolo di sorpresa. -Penso... che potremmo anche diventare buoni
amici in fondo... non sei male come sembri quando metti da parte le
cattiverie e i sotterfugi!- Scott rise nervosamente.
-E cosa ti dice che io voglia metterli da parte, scusa?!-
-Hai imparato la lezione dopo quello che ti è successo, no?-
per lei era una conclusione abbastanza scontata.
-A-ah! C-che ingenua...- e il modo insicuro di rispondere del ragazzo
l'aveva ancora di più convinta.
-Anche per oggi devo andare... ci vediamo domani, va bene?-
-Aspetta che ci richiamino per partecipare di nuovo al reality e vedrai
come ho rinunciato ai sotterfugi, le trappole... la
crudeltà!- cercò di minacciarla il ragazzo.
-Ok, a domani!- lo salutò tranquilla e uscì
nuovamente dalla finestra.
Stare con qualcuno al di fuori della sua famiglia che non gli fosse
ostile e senza pensare a fregarlo... così come la presenza
della ragazza in sé... tutto in qualche modo era stato
inaspettatamente... “Non sgradevole...” si rese
conto il ragazzo. Si sentì nuovamente elettrizzato.
“NO! No, no! Non è il mio tipo, non è
il mio tipo! Non posso lasciarmi trasportare in questo modo solo
perchè per la prima volta una ragazza è
così palesemente interessata a me!” si sentiva
terribilmente infantile e sciocco, ma non riusciva comunque a scacciare
quella sensazione. “Perchè a me?!”
protestò mentalmente, imbarazzato.
L'anno dopo, Zoey non fu per niente sorpresa dal cambio di direzione
che aveva preso il comportamento di Scott durante il reality...
Angolo dell'autrice.
Questa one-shot è stata praticamente un parto... eh, non per
l'one-shot in sé, non mi è dispiaciuto scriverla,
anche se... non riesco proprio a farmi piacere Zoey, per quanto qualche
spunto interessante avrebbe potuto darlo... sorry...
Il problema è che la mia capacità di gestire il
tempo è inversamente proporzionale all'avvicinarsi di una
scadenza(tipo preparare una materia) così mi sono ritrovata
tanta voglia di scrivere(che arriva nei momenti più
inopportuni) e poco tempo per farlo...
Comunque... non so... mi ispirava abbastanza questa accoppiata ai
tempi(forse per il poco interesse che avevo per lei e Mike insieme?)
Zoey mi sembrava la più adatta a questo contesto, in
realtà ci sarebbe stata anche Dawn ma la Dott mi ispira
molto poco(anche se probabilmente scriverò qualcosa anche su
di loro, l'idea di Scott “inquietato” da Dawn mi
ispira abbastanza invece) Mi spiace per il finale aperto, ma chiuderlo
mi risultava forzato...
Non è possibile trattare la situazione di Scott alla fine
della quarta stagione da un punto di vista medico realistico, ma mentre
in un cartoni situazioni così irreali e approssimative ci
stanno, quando le trasponi scrivendo risultano parecchio strane secondo
me quindi ho cercato di descrivere come meglio potevo... spero comunque
di essere riuscita ad ottenere un risultato decente che non stoni
troppo. E' una mia impressione o andando avanti la violenza dello show
è diventata sempre più calcata e sopra le righe?
Per me stona abbastanza rispetto alle prime stagioni, poi non so...
E niente... spero che non ci siano troppi errori, mi scuso se i
personaggi vi risulteranno un po' fuori carattere e spero che la storia
vi possa piacere. Purtroppo non sono di sicura di come ho gestito i
personaggi. Scott in particolare è complicato per
me, anche perchè ne ha praticamente due di
personalità...
Le recensioni sono sempre molto apprezzate, grazie mille per aver letto!
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Capitolo 3 *** Samey/Brick ***
Brick aveva appena finito di sistemare i libri nell'armadietto.
Chiudendo l'anta si ritrovò di fianco un'accigliata testa
bionda.
-Ah!- Brick fece un salto all'indietro e cadde. la ragazza alta rise.
-Sei davvero facile da sorprendere e spaventare... Davvero vorresti
fare il soldatino? Soldatino bricco di lattuccio, che ridere!- disse
mantenendo quel ghigno.
-Buongiorno anche a te Jo...- disse il ragazzo guardandola di traverso.
Lei smise di sorridere.
-Andiamo al dunque, fammi copiare i compiti di biologia.- disse
infastidita. Era una ragazza incredibilmente sgarbata, ma non era la
classica bulletta ruba compiti, non le piaceva chiedere aiuto e averne
bisogno la rendeva anche meno bendisposta disposta del solito.
-Non sarebbe giu...- ma la ragazza gli rubò il quaderno.
-Giusto...- terminò rassegnato. -Va tutto bene? E' la terza
volta che me li chiedi...- la interrogò impensierito, la
ragazza emise una sorta di ringhio.
-Lascia perdere, non sono affari tuoi!-
-Aspe... ah, lasciamo perdere...- Jo lo lasciò solo... o
quasi...
-S-scusa...- sussurrò una vocina femminile alle sue spalle.
Sì trattava di una ragazzina con una divisa rossa da
cheerleader, un'altra testolina bionda dagli occhi azzurri, anche se
era più chiara.
-Si? Hai bisogno di qualcosa?- domandò garbato anche se
ancora un po' nervoso.
-Ecco... sono Samm... Samey... non so se ti ricordi di me so...-
-Sei quella nuova che aveva bisogno di sapere dove si trovavano le
aule, ora ricordo.-
-G-già...- rispose timidamente la ragazza. -Senti, potresti
venire con me un minuto? Avrei bisogno di nuovo di essere aiutata...
mi... mi dispiace non vorrei essere un disturbo ma...-
-Sì certo, tranquilla...- disse il ragazzo quasi con
cautela. "E' terribilmente timida." osservò.
La ragazza lo fece uscire fuori in cortile e gli indicò un
albero.
-Il mio zaino... non riesco a riprenderlo.- disse indicandogli il ramo
da cui pendeva. -Così visto che mi sei sembrato abbastanza
alto, ho pensato...- prima che la ragazzina gli potesse dire
qualcos'altro Brick le recuperò lo zaino.
-Ecco a te.- glielo passò sorridendo.
-Grazie...- bisbigliò la ragazza diventando tutta rossa.
-Ora vado...-
-Come mai era finito laggiù?- domandò Brick
incuriosito.
-Oh, c'è l'ha buttato mia sorella.- rispose lei un po'
imbarazzata.
-Ah...-
-E' che era arrabbiata perchè oggi ho usato il bagno prima
di lei.- spiegò con un sorrisetto nervoso.
-Ah...- Brick aveva un'aria sempre più perplessa. -E'...
è tutto a posto?- lei non aveva l'aria di stare molto bene.
-S-si...- rispose ancora più imbarazzata. -O-ora devo andare
in aula! Davvero! Add... Ciao!- rispose scappando via.
"Che strana... Eh... Ma devo andare in classe anche io! Sono anche in
ritardo!" si ricordò e si mise a correre. Essere troppo
disponibile aveva i suoi svantaggi oltre ai... ma c'erano davvero dei
vantaggi?
Sammy si sedette in aula, ancora agitatissima.
"Non ho fatto una figura brillante!" si disse ripensando al modo
piagnucoloso e timido con cui si era rivolta al ragazzo che le piaceva.
"Così imparo a fissarmi con un tizio che ho visto solo una
volta..." Sospirò poggiando la testa sul banco. L'aveva
conosciuto quando si era trasferita in quella scuola, era stato lui ad
offrirsi di farle da guida. "E se ne è pure ricordato."
questo la rallegrò. Non lo conosceva molto, ma le piacevano
i suoi modi gentili. Forse non era veramente innamorata ma sentiva il
bisogno di conoscerlo meglio. Chiedergli di aiutarla a recuperare lo
zaino le era sembrata una buona occasione, forse per una volta
un'azione di Amy avrebbe potuto avere un risvolto positivo per lei...
"Devo essergli sembrata patetica!" si angosciò. Neanche non
avere la prima ora in comune con Amy riusciva a tirarla su di morale.
"Chissà chi era quella ragazza..." si chiese. Non le
piaceva... sembrava dispotica... "Che anche Brick sia sfruttato..."
-Signorina Samey...- disse il professore di scienze avvicinandosi. La
ragazza atterrita tirò su la testa dal banco. -Stava forse
dormendo?- domandò minaccioso.
-N-no signore!- rispose alzandosi con un saluto militare. Solo un
secondo dopo averlo fatto si rese conto della reazione ridicola. I
compagni ridacchiarono tutti, o quasi... "Non me ne va una giusta
oggi..."
-Si sieda per favore...- sospirò il professore. -Una
reazione così me la sarei aspettata più dal
signor McArtur... sarà qualcosa di contagioso.-
commentò ironico. La ragazza si sentì
stranamente, e stupidamente, felice per il paragone o forse solo per
averlo sentito nominare.
"Oh, benissimo... sono davvero innamorata di un tizio che conosco
appena?"
Finita la lezione, Sammy recuperò i libri e si
preparò per andare nell'aula di matematica.
-Allora, con McArtur come è andata?- domandò una
ragazza di carnagione scura e altissima, si chiamava Jasmine, ed era
l'unica a non ridere quando le capitava qualcosa di brutto.
Inizialmente si era offerta di perderle lei lo zaino dall'albero, non
era certo un problema, poi aveva avuto quella splendida idea...
-Non bene... gli sarò sembrata ridicola...- rispose facendo
sospirare l'amica.
-Non puoi saperlo.- disse quasi severa. -A meno che non te lo abbia
detto lui e in quel caso si merita una bella lezione...-
-No!- Si affrettò a dire Sammy -E' stato molto gentile in
realtà...-
-Forse dovresti essere più diretta e andare da lui a
parlargli.- gli suggerì l'amica. Sammy rimase in silenzio.
-Se vuoi posso parlarci io e cercare di farvi conoscere...-
-No, grazie! V-voglio pensarci da sola...- disse cercando di darsi un
aria decisa. Jasmine sorrise. Vedeva di buon occhio quando l'amica
cercava di fare le cose da sola ed essere più indipendente.
-Non mi pare che per oggi abbiamo altre lezioni insieme...-
riflettè. -Va beh, ci vediamo durante la pausa allora.- la
salutò Jasmine. E così rimase l'unica ancora in
aula.
-Sei cosciente di esserti innamorata di lui solo perchè
è stato gentile? Probabilmente ti saresti infatuata di
Jasmine se fosse stata un maschio.- Sammy deglutì. Si
accorse che Scarlet era rimasta la ad osservarla tutto il tempo.
-Ma magari, se lo conoscessi meglio potrebbe piacermi davvero...-
rispose lei titubante, quella ragazza che agli occhi degli altri era
solamente un genio noioso, a lei incuteva un certo timore.
-Mi sembra comunque scomodo... potenzialmente rischi di innamorarti di
chiunque sia gentile con te, no? Hai pensato alla mia proposta?-
sorrise la rossa.
-Si ed...- disse titubante. Doveva davvero finire per fare qualcosa di
così scorretto? Sì... non poteva continuare in
quel modo. Tirò fuori i quaranta dollari dalla tasca.
-Sì... che informazioni hai per me?- domandò
nervosa.
Qualche giorno prima aveva scoperto la precisa e innocua Scarlet a
rubare le risposte ai test... inizialmente era rimasta sorpresa, quindi
il genio che dimostrava la compagna non era farina del suo sacco? Poi
scoprì che non era così, il suo piano era
semplicemente venderle alle peggiori capre della scuola e quando si era
sentita scoperta, Scarlet, aveva deciso di approfittarne e procurarsi
una potenziale, nuova, cliente. La rossa le aveva assicurato di essere
in grado di procurarsi qualcosa con cui avrebbe potuto facilmente
ricattare la sorella... fra la disperazione per le angherie della sua
versione malvagia, la sorpresa generata da quell'improvvisa proposta e
l'inquietudine che le suscitava vedere la compagna sotto quella nuova
luce e con quell'inquietante sorrisetto aveva accettato.
-Ho della roba molto interessante, a quanto pare c'è stato
un equivoco e...- la ragazza gli porse una busta ma improvvisamente
Sammy la respinse e nascose il denaro dietro la schiena.
-N... no... ho cambiato idea!-
-Eh?!- esclamò Scarlet sorpresa. Avanzò
minacciosamente verso di lei mostrando i denti. -Come prego?-
-Voglio... voglio provare a ribellarmi a mia sorella con le mie
forze...- disse con lo sguardo basso. Probabilmente non avrebbe mai
avuto il coraggio di risolvere qualcosa con Brick, ma voleva almeno non
deludere Jasmine in quello... era da quando avevano fatto amicizia che
la ragazza cercava di convincerla a non fare tutto ciò che
voleva sua sorella e che non le sarebbe successo nulla di male, non
sarebbe rimasta sola ora che c'era lei, ma perlomeno il primo passo
avrebbe dovuto farlo da sola...
-Mah, fa come vuoi!- rispose adirata Scarlet.
Dopo che la rossa uscì dall'aula lo fece pure Sammy tirando
un sospirò di sollievo. Sì sentì
nuovamente tesa incontrando Amy poco lontano dall'aula. La ragazza la
guardò minacciosa ed aprì la bocca per dire
qualcosa, poi la richiuse con aria frustrata. -Niente, lascia perdere!-
disse furiosa rispondendo allo sguardo un po' interdetto, un po'
impaurito della sorella.
“Non è un buon inizio...”
pensò quando Amy se ne andò “Beh,
comincerò a tenerle testa dalla prossima volta!
Chissà cosa le sarà preso 'sta volta?”
-I tuoi compiti di biologia facevano schifo.- disse una voce irritata e
leggermente familiare a Sammy, così come l'argomento.
-Beh, lo sai che non è la mia materia, ma meglio di niente,
no?- Sammy vide Brick parlare di nuovo con la ragazza bionda, aveva un
tono spazientito ma durò abbastanza poco. -Vuoi dirmi
perchè non...- la ragazza se ne andò sbuffando
senza neanche lasciarlo finire. -Ehy! Se mi spiegassi che problemi hai
magari potrei aiutarti!- la richiamò. Poi scosse le spalle e
si voltò verso Sammy.
-Ah, sei di nuovo tu... alla fine sei riuscita chiarirti con tua
sorella?- la ragazza scosse la testa agitata poi mise le mani avanti.
-No ma non c'è bisogno! Lei è sempre
così!- disse “No... così non va
bene...” pensò rendendosi conto che non faceva
altro che sminuire i suoi progetti nonostante fosse troppo presto per
arrendersi e stancarsi, non aveva neanche cominciato... il ragazzo le
rivolse un'occhiata perplessa. -Voglio provare a migliorare il mio
rapporto con lei, ma è complicato...- aggiunse.
-Mi fa piacere, sarà molto difficile, ma ne varrà
la pena...- cercò di essere rassicurante. -Lo so, ho detto
qualcosa di piuttosto scontato...- disse ripensandoci.
-Sì, ma... volevo dire no! Comunque... Tranquillo anche se
è una frase scontata fa piacere... anche se non dici nulla
di utile fa piacere quando qualcuno cerca di dimostrasi interessato ai
tuoi problemi.- disse titubante. -Anche quando magari non è
interesse sincero, ma una frase di circostanza...- “Aspetta,
era questo il caso?” -Comunque spero che migliori anche il
tuo rapporto con quella ragazza.- disse per levarsi dall'imbarazzo.
-Beh...- sembrava incerto su come rispondere -Non ci abito quindi non
è un problema così grosso.-
sdrammatizzò il ragazzo.
Nelle settimane successive, seppur con i suoi tempi, Sammy,
cominciò a risponde alla sorella e a smettere di ubbidirle.
Inizialmente era stato terrificante come si aspettava. La ragazza le
inveiva contro e la minacciava ogni volta che succedeva, c'era stato
anche un momento in cui erano venute alle mani, ma era accaduto una
volta sola. Avendo la stessa forza finirono per ritrovarsi con gli
stessi danni. Alla fine avevano tacitamente stabilito che non conveniva
a nessuna della due. Ma superati gli shock iniziali e l'atmosfera
elettrica che respiravano a casa, Sammy cominciò a capire
che non aveva un reale potere su di lei. Ciò che temeva di
più era che Amy facendo la vittima e calunniandola le
facesse perdere tutti gli amici, ma la maggior parte delle persone che
avevano imparato a conoscere Amy da quando si erano trasferite sapevano
di che pasta fosse fatta, sopratutto lo sapeva Jasmine che era l'unica
che avrebbe dovuto temere di perdere visto che effettivamente si
trattava della sua unica amica. “Ok... questo per una persona
normale sarebbe triste...” rifletteva la ragazza
“Ma facciamo un passo alla volta, cose come fare amicizia
devono avvenire naturalmente, no? Non devo angosciarmi troppo a
riguardo... ” si diceva fiduciosa Sammy.
Alla fine Amy si era stancata e a parte qualche frecciatina che le
gemelle si scambiavano ogni tanto e anche qualche litigio vero e
proprio, le due tendenzialmente si ignoravano. Non tornavano
né andavano più insieme a scuola. Sammy partiva
più presto la mattina e aspettava un po' all'uscita, Amy
scappava da scuola appena suonava l'ultima campanella. Non era facile
non incrociarsi del tutto ed era complicato ignorarsi quando non
avevano nessun altro a distrarle durante il tragitto. Ma dopo qualche
giorno accadde qualcosa di strano...
Quella mattina Amy si svegliò prima di lei e l'attese. Sammy
ebbe un colpo vedendola lì, ferma davanti al letto ad
osservarla corrucciata.
-Deve essere un incubo...- Amy sorrise con le labbra strette e
andò verso lo zaino di Sammy. -No, Amy, lascia stare il mio
zaino!- cominciò a dire la sorella cercando di mostrarsi
autoritaria, ma la ragazza sfrecciò via con aria di sfida.
Sammy la inseguì in pigiama per tutta la casa e non ebbe il
buon senso di arrendersi neanche quando uscì e la
seguì per il vicinato. Poi Amy si fermò di fronte
a una casa con un giardino in cui buttò lo zaino.
-Ricorda che tengo d'occhio sia te che Scarlet! Ricordatelo!- le
urlò Amy a distanza di sicurezza, poi ricominciò
a correre.
-Maledizione! Amyyyyyy!- si sfogò la ragazza.
-Samey?- la chiamò una voce. La ragazza si voltò
incredula verso il ragazzo nel giardino.
-Brick? Q-questa è casa tua?- il ragazzo fece un cenno
affermativo con la testa poi guardò in basso e raccolse lo
zaino, lo ridiede alla ragazza.
-Hai nuovamente litigato con tua sorella?- domandò
tendendo a drammatizzare. La ragazza annuì rassegnata.
-Non avevo idea che abitassi qua vicino.-
-Vicino? Quindi abitiamo nello stesso quartiere?- la ragazza
annuì con un lieve sorriso. -Se vuoi... eh... possiamo fare
la strada insieme.- prose il ragazzo sembrando a disagio, la ragazza
sorpresa annuì poi si allarmò.
-No! Voglio dire, non che non mi vada! Ma... non voglio disturbare...-
-No, non disturbi, tranquilla.- cercò di rassicurarla, poi
le si avvicinò. -Eh... non ne so molto di vestiario
femminile...- disse Brick estremamente dubbioso. -Ma stai andando a
scuola in pigiama?- la ragazza strabuzzò gli occhi chiari.
Si rese immediatamente conto che aveva ragione. -O forse i pantaloncini
a pagliaccetto e le magliette intonate con le paperelle... sono di
moda?- più continuava la frase più gli sembrava
improbabile. -Ah... scherzavo, non sono mica uno che sarebbe capace di
vestirsi totalmente a caso utilizzando una borsa esplosiva contenente
colla e indumenti.- ridacchiò imbarazzato. -L'ho capito
subito che quello è un pigiama e... e... perchè
sei uscita in pigiama a proposito?- Brick si rese conto di star
parlando da solo e che la ragazza se l'era data a gambe. “Eh,
suppongo che faremo la strada assieme la prossima volta...”
“La prossima volta” arrivò molto presto,
lo stesso giorno all'uscita da scuola per essere precisi.
-Samey, hey!- cercò di salutarla con naturalezza, lei non
capiva perchè improvvisamente sembrava così
nervoso pure lui.
“Gli avrò fatto qualcosa di male?”
-Non sei più in pigiama...- osservò, la ragazza
arrossì.
-E' meglio non parlarne più...- disse con un sorriso tirato.
-Comunque... eh... hai bisogno di qualcosa?-
-No ma... potremmo fare la strada di ritorno insieme, pensavo...-
-P-perchè no?- la ragazza annuì. Non capiva
l'improvviso interesse del ragazzo nei suoi confronti ma al caval
donato non si guarda in bocca.
Purtroppo non riuscirono a parlare di nulla durante quasi tutta la
strada. Si limitarono a scambiarsi qualche occhiata in parte curiosa,
in parte nervosa...
-Sai, mi sembri già meno timida rispetto a quando ti ho
conosciuta... sei cambiata velocemente...-
“Strana cosa da dire visto che non ho aperto bocca... davvero
molto strana...” sospirò lei. Brick lo
recepì come un segnale poco rassicurante.
-Eh... Per quanto riguarda ciò che mi hai detto qualche
giorno fa....-
-Sto già facendo dei progressi con mia sorella.- disse
sollevata. -Quella di stamattina è stata una
piccola ricaduta!- precisò.
-Non intendevo quel discorso.- rispose un po' perplesso. -Mi riferivo a
quando mi hai chiesto di uscire... Sai sono rimasto molto sorpreso,
soprattutto per il modo in cui me lo hai chiesto... N-non me lo
aspettavo ma... Samey?- il ragazzo si voltò e si rese conto
che la biondina era rimasta indietro, immobile come paralizzata, con lo
sguardo scioccato. -Samey? Samey?- cercò di richiamarla
agitandole la mano davanti la faccia.
-Io avrei fatto cosa?!- esclamò quando si fu ripresa.
-Beh, mi hai ricattato dicendomi che se non avessi cominciato a uscire
con te avresti raccontato a tutta la scuola di quando in
prima superiore mi sono fatto la pipì addosso....-
-Aspet! N-non posso essere stat! Pipì?- quella fù
l'unica frase che riuscì a completare in quel momento... per
quanto quella parola di due sillabe potesse essere considerata una
frase...
-Beh, si...- sussurrò con voce stridula diventando paonazzo.
-Beh, non me lo aspettavo.- si limitò a dire la ragazza,
inizialmente sorrise, poi si scusò. -Ah, scusa davvero...
hai un problema medico di qualche tipo?! Non dovrei sorriderci su! Mi
spiace!- “Forse è per questo che non riesco ad
avere amici! Ha ragione Amy, sono un disastro! Oh, no! Un'altra
ricaduta...”
-No, è che dopo la terza elementare avevo sempre studiato a
casa prima del liceo, ero nervoso e non più abituato
all'ambiente quindi sono andato nel panico e...- ammise un po' a
disagio. -E' che la classe delle elementari mi aveva sempre preso di
mira ed io... io ad un certo punto non sono più voluto
andare a scuola...- Sammy doveva restare molto concentrata per
sentirlo, balbettava con un tono molto basso. -Sì, lo so,
sembra molto molto stupido a pensarci ora! F-forse i miei sarebbero
dovuti essere meno protettivi e mandarmici comunque o forse avrei
dovuto parlarne prima che la situazione divenisse drastica con i miei e
le maestre ma mi vergognavo.- rise nervosamente. La ragazza gli si
buttò addosso abbracciandolo, fu una mossa istintiva.
-Non devi più pensarci è passato!-
esclamò con la testa appoggiata al suo petto evitando di
guardarlo. -Comunque, congratulazione davvero! Hai fatto dei passi da
gigante, non mi sarei mai aspettata che uno come te potesse aver avuto
questi problemi!- disse alzando la testa verso di lui, poi si
staccò imbarazzata. -Non sembri neanche la tipica vittima di
bullismo, sei così forte!- disse di getto. -Ops... commento
superficiale?- domandò insicura.
-Beh, ho avuto molto tempo per allenarmi mentre ero a casa... n-non che
lo facessi a posta per sembrare più forte e meno
vulnerabile! Ok, forse inizialmente ho pensato a quello da bambino...
anche se in realtà sembrare forte non mi ha aiutato molto
visto il mio carattere... però fare esercizio mi ha sempre
aiutato a scaricare lo stress, come se la fatica mentale si
trasformasse in fisica!-
-Capisco! Per me è lo stesso... anche se sono diventata una
cheerleader solo per seguire Amy...- “A proposito di Amy...
dannazione... sarà stata sicuramente lei a chiedergli di
uscire, ma perchè?” -Comunque, penso che tu sia
davvero ammirevole per essere stato capace di continuare le superiori
nonostante le prime difficoltà...-
-In realtà volevo mollare tutto per fare il militare...
sì, potrà sembrare una scelta assurda visto il
mio carattere, ma in realtà ho una certa confidenza con
l'ambiente... mia madre ha fatto il medico per l'esercito, ha sposato
un soldato ed io ci ho vissuto per un po' in una base.-
spiegò il ragazzo. -E' grazie a Jo se ho continuato...-
-Jo?-
-Sì, la ragazza dei compiti di biologia... E' stata lei a
sfidarmi, non faceva altro che dirmi che non potevo farcela, io mi sono
intestardito ed... beh, eccomi qua! Comunque... penso che mi abbia
aiutato anche concentrarmi più sui problemi degli altri che
sui miei e cercare di essere d'aiuto quando potevo... mi ha aiutato a
considerare i miei compagni più come esseri umani che
minacce. Scusa, temo di averti annoiata!-
-No, affatto!- al contrario la ragazza avrebbe voluto carta e penna per
segnare tutto quello che il ragazzo le diceva.
-Ah, giusto! Per quanto riguarda il metterci insieme... sembri molto
carina e gentile, ma penso dovremmo conoscerci meglio prima... potremmo
cominciare a frequentarci a scuola, stare insieme all'andata e al
ritorno... è che non ho molta esperienza a questo tipo di
situazioni...- le disse appoggiandole la mano sulla spalla. -A te sta
bene?-
la ragazza annuì.
-A-aspetta!-
-Non mi muovo... sono sempre qui...-
-C-certo! Intendevo, per quanto riguarda il modo in cui ti ho proposto
di... frequentarci se ho ben capito...-
-Ah sì... ho apprezzato il tuo entusiasmo, ma sei stata un
po' brusca. Comunque, non preoccuparti, so che sei stata molto sotto
pressione per tua sorella e dovevi essere nervosa, quindi...-
-Quella non ero io, era mia sorella Amy! Non è una scusa,
dico sul serio!- il ragazzo rimase senza dire una parola per qualche
secondo. “Non ci crede! Ora che faccio?!”
-Non capisco, quindi piaccio a tua sorella? E-eppure mi ha specificato
più volte di essere Samey...-
disse imbarazzato.
-N-no... m-mi piaci!- ammise. -Eh... ecco... cercherò di
chiarire io con mia sorella e sul perchè mi abbia fatto
questo scherzo però...- disse guardando verso il basso.
-Sono molto contenta di come siano andate le cose...- non
riuscì a trattenere un sorriso.
-B-bene...- i due continuarono a fare la strada insieme ancora per un
po', poi arrivarono davanti casa di Brick.
-Forse avrei dovuto accompagnarti fino a casa...- riflettè
ad alta voce.
-No, stai tranquillo... Aspetta ancora un minuto...- lo
fermò prima che attraversasse il cancello. -A te non piace
qualche altra ragazza, vero?- domandò nervosa, lui la
rassicurò. -Neanche... Jo?- il ragazzo rise.
-No, tranquilla. Non abbiamo quel tipo di rapporto... forse ho avuto
una cotta per lei all'inizio...- Sammy deglutì. -Ma
è tutto passato, sul serio.- la biondina fece un sospiro di
sollievo.
-Allora... come ho deciso di impegnarmi io per non farmi più
mettere i piedi in testa da Amy, provaci anche tu.- lo
incoraggiò sorridendo.
-Grazie della preoccupazione, ma non è un problema,
davvero.- le disse il ragazzo. -Ma se esagererà
cercherò di tenerle testa.-
-Bene, se avrai bisogno di aiuto, ricorda, sarò sempre
disponibile.- “Eh... Ma che aiuto posso dargli? E poi quella
ragazza mi terrorizza!”
-Ok, lo ricorderò!- rise il ragazzo. -Comunque credo che non
mi chiederà più i compiti per un po', sembra che
ora riesca ad organizzarsi meglio. È già
qualcosa, no?- Sammy annuì. -Beh, a domani Samey...- la
salutò Brick con un cenno della mano.
-Si a... emh... chiamami Sammy per favore.- gli disse lasciandolo un
po' perplesso. -Mi facevo chiamare Samey perchè il nome
suonasse più simile a quello di mia sorella ma ora non ne ho
più bisogno.-
-Ok, allora a domani Sammy.- suonava davvero molto bene detto da
un'altra persona... da lui in particolare.
-Allora? Perchè hai chiesto a Brick di uscire fingendoti
me?- domandò Sammy tornata a casa e trovando la sorella a
mangiare da un pacco di patatine. -Volevi farmi fare brutta figura?-
Amy sorrise.
-Allora, è andata bene fra voi? Sono stata un buon cupido?-
Sammy era piuttosto sconvolta. -Lui era talmente timido che per essere
sicura ti ho dovuta portare di fronte a casa sua. Dovevo fargli
prendere coraggio e ricordargli la proposta che gli avevi... che gli
avevo fatto per conto tuo...-
-M-ma... ma gli hai chiesto di uscire in modo orribile...
perchè l'hai fatto? E come hai saputo che si era fatto la
pipì addosso?-
-La risposta ad entrambe le domande è Scarlet!- disse
infastidita. -Comunque gli ho chiesto di uscire nel modo giusto, l'hai
visto con Jo, no? È quel tipo di ragazzo che sente il
bisogno di essere dominato... lo dice anche la platinata, pazza della
scuola, no?- forse avrebbe dovuto preoccuparsi di più per il
fatto che il ragazzo si fosse comportato in modo amichevole con lei
nonostante pensasse che l'avesse ricattato, ma in quel momento la sua
attenzione si spostò su altro... Sammy all'improvviso
saltò addosso alla sorella. -Non sulla faccia! Non sulla
faccia!- urlò Amy prima di accorgersi che quello era un
abbraccio.
-Hai fatto tutto questo per me... Non ci posso credere!-
esclamò commossa Sammy.
-Idiota!- urlò cercando disperatamente di allontanarla. -Ho
detto che la risposta alle domande era Scarlet! L'ho fatto
perchè volevo tenerti buona e impedirti di dire a tutti che
in realtà sei tu la sorella maggiore! Sei tu Amy! I-io non
volevo che usassi l'informazione avuta da quella rossa fuori di testa!-
Amy scoppiò a piangere. Sammy sospirò e la tenne
fra le braccia.
-Sei tu ad essere l'idiota... non avrei mai potuto farei una cosa del
genere...- “Non avevo idea di cosa avesse scoperto Scarlet e
poi non lo avrei mai fatto comunque... o forse
sì?” si ricordò di essere stata davvero
disperata in quel momento. -Ma ora non ha più importanza...
Amy... non puoi essere così idiota! Non ha alcuna importanza
chi è la maggiore fra noi!- le sorelle rimasero abbracciate
a singhiozzare per un po'....
Angolo dell'autrice:
Mi sono bloccata più volte con questa oneshot, ma alla fine
mi è venuta l'ispirazione, mi sono sbloccata tutta in una
volta e sono riuscita a finirla! Non me lo aspettavo, non sono
personaggi su cui avrei mai pensato di scrivere(ma per me è
anche questo il bello di questo tipo di raccolte), ma sono piuttosto
soddisfatta del risultato anche se in parte non ne sono sicura... spero
si riveli più esatta l'impressione positiva... mi spiace di
aver trattato superficialmente alcune situazioni, ma è una
raccolta di oneshot inoltre non mi veniva naturale dilungarmi molto...
spero che la storia possa piacervi e spero di non essere andata troppo
nel OOC...
Grazie a Farkas e a reginaZoey del suggerimento, non me ne ero accorta
subito ma in effetti i personaggi sono molto compatibili. Spero tanto
che anche voi siate soddisfatti del capitolo...
Buona Pasqua a tutti!
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Capitolo 4 *** Leshawna&Gwen Gwen/Courtney ***
Era una tarda mattinata di un sabato come un altro, Leshawna, si
dirigeva a casa dopo aver perso l'autobus. Normalmente sarebbe stata
frustrata dalla cosa, invece l'aveva presa bene da una parte. Non aveva
alcuna fretta di tornare, tanto ci voleva un po' perchè
quella persona arrivasse. C'era una cosa che sapeva di dover fare una
volta tornata e un motivo per temporeggiare che sfuggisse alla sua
volontà non dandole motivo di sentirsi in colpa era il
benvenuto...
-Leshawna! Ehy, Leshawna!- in un primo momento non era sicura di aver
sentito bene, poi si girò e vide che sul marciapiede dal
lato opposto al suo c'era effettivamente una ragazza che cercava di
richiamare la sua attenzione. Leshawna non ci mise troppo per
riconoscere la giovane dalla camicia indaco pastello. Gwen era
leggermente meno pallida, portava in capelli scuri un po'
più lunghi e senza meches di tinta verde acqua, ma rimaneva
sempre lei. Al massimo, forse, si sarebbe potuta un po' stupire della
vivacità che mostrava chiamandola in quel modo? In
realtà no... indipendentemente dall'amore per lo stile dark,
la ragazza aveva sempre avuto un lato capace di entusiasmo anche se
forse non amava mostrarlo.
-Ehy!- le rispose salutando con la mano per farle capire che anche lei
l'aveva vista e riconosciuta. Quando potè
attraversò la strada.
-Quanto tempo, eh, mozzarellina!- sorrise e abbracciandola la
sollevò leggermente da terra. Forse avrebbe dovuto sentirsi
a disagio, dal punto di vista di Gwen doveva essere come se lei
l'avesse abbandonata di punto in bianco qualche anno prima. Ma Leshawna
sapeva essere un tipo molto impulsivo, si lasciava trasportare dalle
prime emozioni che un evento le scatenava, in quel caso sorpresa e
contentezza.
-Eh, già...- Gwen sorrise, neanche lei sembrava farsi troppi
problemi. Le due decisero di andare a prendere un caffè
insieme.
-E' stata una fortuita coincidenza trovarti per strada così
a caso.- disse Gwen mentre andavano verso il bar.
-Già...- per un attimo Leshawna sembrò
pensierosa, quello non era un contrattempo indipendente dalla sua
volontà.... -Beh, sarà stato l'universo.- rise
riferendosi ad una delle cose strane di cui parlava Gwen a volte.
-Ah, ancora un po' ci credo...- sospirò Gwen. -Ma sempre
meno...-
-Peccato, fa sempre comodo avere qualcuno o qualcosa di più
grande da incolpare.-
-Puoi ben dirlo.-
Le ragazze si sedettero ad un tavolo del bar e Gwen ordinò,
aspettando continuarono a chiacchierare.
-In effetti, non ci vediamo da davvero molto tempo...- disse Gwen ad un
certo punto. -E non ci parliamo da ancora prima... è come se
fossi scomparsa dopo che ho rotto con Trent.- era più una
frecciatina per scherzare anche se in piccola parte era un po' per
togliersi un sassolino dalla scarpa, ma non provava realmente rancore
nei suoi confronti.
-Effettivamente...- l'altra per un attimo sembrò leggermente
tesa. -E suppongo che stenderti con un lancio di cucchiaio in testa non
sia stato un gran ultimo contatto...-
-Quale cucchiaio?- chiese perplessa, Gwen.
-Cucchiaio? Nessun cucchiaio! Chi ha parlato di cucchiai?- Leshawna
rise nervosamente “Ah, non se lo ricorda? L'ho colpita
così forte? O forse troppo poco?” si chiese.
“Perchè mi sento così sollevata e ho
finito per negare in quel modo? Comunque era colpa sua... Che
stupidaggine, forse è passato solo troppo tempo...
” sospirò, si era lasciata prendere un po' troppo
alla sprovvista. Gwen sembrava un po' confusa, ma lasciò
perdere.
-Sai, Tyler... gli altri reality... non avevo il tempo materiale da
passare con te e per aiutarti con quei vlog eco-friendly...- si
giustificò.
-Tranquilla, lo so.- la rassicurò Gwen.
-Certo che anche tu sei stata troppo occupata con Duncan per provare a
chiamarmi, eh?- ricambiò Leshawna. -Spero abbia migliorato
la sua igiene almeno durante quel periodo... sopratutto quella orale!-
scherzò.
-Strano, da non credere...- Gwen sorrise.
-Uh... cosa?-
-Almeno da questo punto di vista credo che tu e Courtney sareste molto
più che d'accordo.- rispose la ragazza. -Comunque
sì... fra Duncan e altre cose non ho pensato a
rintracciarti...- a Duncan non piaceva Leshawna ed era abbastanza
sicura che il sentimento fosse pienamente ricambiato. C'era anche un
altro problema, l'incognita della relazione con Harold... Secondo
Duncan il nerd e la sua amica non stavano realmente insieme, ma Gwen
non ne era del tutto certa. Non pensava che Harold le potesse portare
rancore per la storia della pala. “Se un tipo come Harold
dovesse prendersela con chiunque gli abbia fatto un torto farebbe prima
a vivere da eremita... è impossibile non maltrattarlo o non
essere infastiditi da lui almeno una volta per chiunque lo
conosca...” ma fra lui e Duncan non scorreva certo buon
sangue. Inoltre a causa del punk un po' tutti avevano cominciato a
considerarla la nuova Heather... e Leshawna? Cosa pensava di lei? Non
aveva mai avuto il coraggio di domandarglielo... Già non
aveva preso bene il suo comportamento nei confronti di Harold... e in
realtà si chiedeva se il motivo iniziale dell'allontanamento
della ragazza non fosse proprio l'irritante quattrocchi...
-Rilassati gioia, non ci ho pensato neanche io e poi... beh,
è normale avere periodi in cui si va d'accordo e periodi in
cui ci si perde di vista.- i legami non erano qualcosa di stabile,
anzi, la maggior parte erano in movimento.“Ci si adatta, si
cresce, si cambia...” Non era niente di tragico o di
particolarmente interessante su cui riflettere nella vita di tutti i
giorni e proprio lei era abituata a prendere le cose per quel che erano
senza farsi troppi problemi. Ma in quel momento in particola in cui le
serviva che la sua relazione di coppia rimanesse stabile non era
qualcosa di particolarmente lieto a cui pensare. -Ma rivederti mi rende
molto felice, davvero. E rispolverare il passato può essere
piacevole, anche se può portare una strana sensazione...-
finalmente a Gwen venne portato il caffè.
-Credo di capire cosa intendi.- rispose Gwen.
-Sai... non so quanto possa contare ora, ma mi spiace di averti
lasciata sola.- confessò Leshawna. -Non era uno dei tuoi
momenti migliori, a maggior ragione avrei dovuto... eh, forse non mi
sono comportata granchè bene...- ammise la ragazza. Gwen si
sentì inaspettatamente sollevata, l'altra dopo qualche
secondo di silenzio continuò -Beh, che stai facendo
ultimamente? Hai qualche lavoro, lavoretto, università? Ti
vedi con qualcuno?- domandò amichevolmente.
-Consegno pizze...- disse con zero entusiasmo -Sto cercando di
frequentare la facoltà d'arte e sto convivendo con
Courtney...- disse con naturalezza
-Ah, con Cour... con chi?!- esclamò Leshawna... -Oh...
condividete l'affitto? Avevo pensato che...-
-Stiamo insieme.- ammise senza troppi giri di parole.
-Ah ok, mi fa piacere.- la ragazza scosse le spalle e sorrise,
superò la sorpresa iniziale molto in fretta. -Sono curiosa,
come è successo?-
-Ecco...- Gwen arrossì. -Un po' per caso...- Leshawna non
sembrava soddisfatta dalla risposta. -Lei si è presentata da
me ignorando il fatto che la nostra amicizia non fosse andata
così bene ed è ripiombata nella mia vita...-
“Che tesoro di ragazza... una perla proprio...”
pensò l'altra ignorando che anche lei tendenzialmente
preferiva non fare caso ai propri sbagli.
-..Da cosa nasce cosa e ho preferito prendere la situazione come
veniva.- “Pensavo di essermi semplicemente stancata dei
ragazzi, ma che sarebbe stata una situazione temporanea...”
ripensò e invece eccola lì. -Alla fine
sì è fatta seria... non ho molta voglia di
entrare nei dettagli...- disse un po' schiva. -Comunque lei non
è così male come sembra, sa essere adorabile... a
volte...- ritornò leggermente rossa. -Tu invece?- Leshawna
non rispose subito, a Gwen sembrò un po' strano...
-Ho fatto la commessa per un panificio, un panificio davvero
terribile.- ricordò la ragazza. -Con l'università
ci sto provando anche io, ma non so come andrà a finire...
soprattutto in questo momento... Forse sto facendo un errore.-
sbuffò lei, Gwen pensò che era una situazione
abbastanza normale e si sentì meno preoccupata. -Harold
invece ha solo le ultime materie da dare, c'era da aspettarselo... ah,
quel bastardino, genietto, ma bastardino...- disse quasi con affetto.
-Beh, però il mio tesoro è pur sempre un comune
mortale. E' molto stressato, queste ultime materie lo hanno mandato in
crisi.-
-Ah... quindi tu e Harold siete ancora amici?-
-Quanto te e Courtney.-
-Oh... sono contenta per te...- a Gwen scappò una piccola
risata. -E' solo che è buffo e inaspettato.- sperava che non
risultasse offensivo in qualche modo. Leshawna la rassicurò
sorridendo. -Anche Courtney ha quasi concluso il suo percorso di
studi... e anche lei sta dando i numeri...- disse assumendo un
espressione corrucciata. -E' sempre stata una tipa metodica e che
impazzisce se tutto non va come dice e, parlando di oggetti, non viene
disposto secondo un ordine preciso, il suo, e capisco che si senta
sotto pressione... Anche se... insomma, lei ha quasi finito mentre io
sono in mezzo a una strada e vado molto a rilento!- Leshawna si
ritrovò ad annuire in mezzo a quello sfogo. -Pur trattandosi
di qualcosa che mi piace... in teoria...- sospirò la
ragazza. -Eh... dicevo? Ah sì... capisco che mettere tutto
secondo il suo ordine possa essere un modo per scaricare lo stress, ma
si è messa anche a frugare fra le mie cose per fare pulizia
e sbarazzarsi di tutto ciò che secondo lei non mi serve
più! Non portavo più i miei vecchi vestiti, ma
cacchio! Erano un ricordo!- Leshawna non riuscì a non
sorridere notando l'auto censura dell'amica ma cercò di
rimanere seria ad ascoltarla. -Stare con lei in questi giorni
è un inferno... basta che posi un oggetto che mi serve fuori
posto perchè non lo ritrovi, l'avrà
già spostato da qualche altra parte dove secondo lei sta
meglio. Non posso lasciare incustoditi i miei colori e i miei pennelli
neanche per andare in bagno perchè lei me li
poserà anche se li stavo usando. È praticamente
un ossessione.- disse infastidita tamburellando con le dita sul tavolo.
-Sembra avere molto tempo libero.- osservò l'altra dubbiosa.
-Ma... non dovrebbe studiare?-
-Dice che non riesce a concentrarsi se non è tutto
perfettamente in ordine. Si fa anche degli schemi per pianificare lo
studio, ma temo perda più tempo per la scaletta degli
argomenti che per studiare o ripassare.- Era abbastanza preoccupata per
la fidanzata. Forse nonostante si stesse rendendo insopportabile
avrebbe dovuto cercare di sostenerla in qualche modo, ma anche Gwen
aveva le sue cose a cui pensare ed oltre ai problemi di tutti i giorni
si era presentato un grattacapo molto fastidioso di cui avrebbe voluto
parlare e sfogarsi con Courtney, ma non riusciva a trovare un momento
sereno. -Non farmi sembrare quella con la fidanzata più
squilibrata, raccontami anche tu qualcosa.- Leshawna le sembrava
stranamente silenziosa, ma era probabile che la stesse filtrando
attraverso la sua visione attribuendole uno stato d'animo simile al suo.
-No, Harold non mi sta causando grossi problemi.- disse in un primo
momento. -Diciamo... però ultimamente sta avendo una sorta
di follia alimentare.- accennò la ragazza. -Fa attenzione a
qualunque pietanza, cibi con odori troppo forti o poco digeribili,
quelli che sono stati in frigo più di un giorno, non bisogna
mangiare troppo pesce, deve essere tutto lavato bene, deve essere tutto
ben cotto... e cose così.-
-Praticamente è in modalità donna incinta
prudente?- scherzò Gwen.
-In caso credo che Harold avrebbe parecchie cose da spiegarmi.- la
ragazza rise per un attimo. -E pensa che ultimamente mangiamo quasi
sempre insieme, qualche settimana fa abbiamo mangiato con mia madre,
lei si è arrabbiata accusandolo di sospettare che stesse
cercando di avvelenarlo. Poveretta, c'è rimasta proprio
male.- disse ancora un po' divertita, ma Gwen sembrava distratta.
-Se portassero loro la gravidanza non potrebbero optare per il Messico
come via di fuga... perlomeno non passati i nove mesi. Beh, passati
quelli anche le madri possono abbandonare i figli. Alcuni possono anche
restare con i bambini qualche anno, poi puff... decidono di sparire...-
Leshawna non sapeva se e come doveva intervenire in quel monologo. -Non
farli direttamente i figli? Stare più attenti?-
finì stizzita.
-Sai, non sempre si tratta di qualcosa di così
controllabile...- Leshawna cercò di inserirsi nel discorso.
-Beh, non dico che si tratti sempre di casi tragici. A volte
può essere una questione di ignoranza, ragazzette ingenue
che non sanno bene come evitare la gravidanza, ma si vergognano a
parlarne, credono alla prima cosa che trovano in rete o a qualche
superstizione stupida e... sorpresa, non funziona ma lo scoprono
tardi.- durante la scuola ne aveva viste due di situazioni del
genere... non erano cattive ragazze ed era affezionata ad una di loro
“Chissà come stanno?”una volta l'aveva
visto il bambino della sua amica, un coso rosa che piangeva infastidito
da troppi visi sconosciuti. -Oppure può trattarsi di una
perfetta combinazione di imprudenza, magari anche piccola, e sfortuna,
molta sfortuna... Magari ci si era scordati del preservativo, ma c'era
comunque la pillola... può darsi che eri anche abbastanza
convinta che il tuo ragazzo avesse buone probabilità di
essere sterile e invece rimani incinta...- l'attenzione di Leshawna si
spostò sulla TV all'interno del bar, davano un
telegiornale... -Poi c'è una catastrofe naturale e muori.-
-Cosa?!-
-Beh... non solo sei morta, hai anche passato i tuoi ultimi momenti di
vita a preoccuparti.- si lasciò sfuggire uno sghignazzo.
Forse avrebbe dovuto indagare di più su cosa preoccupasse
Gwen, ma qualcosa la bloccò.
-Ora comunque dovrei andare.- sbuffò la pallida ragazza. -Mi
ha fatto molto piacere vederti, ma è meglio che porti
qualcosa da mangiare a Courtney. La fame la rende anche più
feroce e sicuramente sarà così concentrata nel
suo, noiosissimo, ordine da scordarsi di preparare qualcosa.- disse
apparentemente rassegnata, ma con un po' di affetto. -E' un periodo un
po' no, ma andrà meglio.-
-Perchè? Esistono periodi solo
“sì”?- disse l'altra ragazza accennando
un sorriso.
-Anche questo è vero. Ma tu vedi di non scomparire di
nuovo.- la sfidò Gwen pacificamente Leshawna si
sentì un presa alla sprovvista, ma rispose.
-Ah... ok, tranquilla.-
-Magari potremmo pranzare o cenare tutti insieme uno di questi giorni,
così, tanto per vederci.- propose la ragazza. Leshawna la
guardò con aria sospettosa. -Intendevo anche con Courtney
e... Harold...-
-Ah... e non fiuti l'odore del disastro considerando l'ottimo rapporto
dei nostri partner? Penso di non piacerle neanche io.- le fece presente
con tono leggero e scherzoso, non era una reale preoccupazione. Gwen
apparve inquieta per un attimo.
-Sono certa che si dimostreranno abbastanza maturi, sono loro i quasi
laureati, no?- “Non può sapere che quando stavo
con Duncan avevo dei timori simili, giusto?”
-Se per te va bene allora è tutto a posto anche per me.
Comunque ciao... anche io avrei fretta di andare...- si
lasciò scappare una risatina nervosa, sembrava colpevole di
qualcosa.
-Aspetta...- la fermò Gwen. -C'è una cosa... un
segreto di cui vorrei tanto liberarmi, di cui mi piacerebbe parlare...
forse dovrei dirlo prima a Courtney, ma...-
-Non mi sembra molto corretto...- la fermò Leshawna un po'
titubante. -Ho una specie segreto anche io, ma non mi sento di
dirtelo... per ora.- confessò la ragazza, Gwen non si
sentì troppo sorpresa. -Preferirei che me ne parlassi quando
anche io sarò pronta a dirti cosa mi preoccupa e mi passa
per la testa. Inoltre... non conosco così bene Courtney e
non so nemmeno com'è ora, ma mi sembra un tipo geloso
già con gli amici, sarebbe meglio dirlo prima a lei... sai
non voglio essere ammazzata o ammazzare la tua ragazza per legittima
difesa.- scherzò.
-Già, probabilmente hai ragione.- sospirò Gwen,
ma sorrise. Forse non sarebbe neanche stato il caso di confidarsi con
qualcuno che non si era fatto vedere per anni, ma non sentiva
più il peso di quel periodo dopo averla rivista.
-Sei abbastanza diversa da come ti ricordavo.- Gwen la
guardò stupita in un primo momento, non si aspettava quel
commento. -Sembri più amichevole e meno cupa, tesoro.- disse
inizialmente positiva.
“Forse è vero... un po' ho perso interesse
nell'atteggiarmi e fare la tenebrosa...”
-Comunque... se davvero quella cosa ti preoccupa tanto...- sembrava
voler tornare sui propri passi. Ora che l'aveva davanti le veniva
spontaneo tornare a preoccuparsi di lei. Gwen si era sempre atteggiata
da dura e solitaria, ma non era realmente inscalfibile e non stava
realmente bene quando gli altri la isolavano. Forse era un po' strano
preoccuparsi in quel momento quando non aveva fatto alcun tentativo di
rintracciarla?
-No, non c'è bisogno, sto bene così, sul serio.-
la rassicurò la ragazza.
Dopo che le ragazze si congedarono, Leshawna cercò di
arrivare a casa il più in fretta possibile, nel frattempo il
telefono squillò. “Deve essere già
arrivato... diamine!”
-Pronto...-
-Come stai!? Ho avuto per tutta la mattina mal di stomaco!
Cos'è che abbiamo mangiato ieri?- chiese, Harold, dal
telefono.
-Sto bene, calmati un po'.- lo frenò lei -Sei già
arrivato a casa?-
-Sì, sono già a casa tua.- si calmò
per un istante. -Sei sicura di stare bene?- chiese sospettoso -Se sto
male io che non sono incinta allora tu...-
-Magari sei solo sotto pressione.- sospirò la ragazza.
-Eh? E perchè dovrei?- disse nervoso -Ma che almeno tu sia
tranquilla è un bene, lo stress non avrebbe effetti positivi
né su te, né sul bambino.- era un po' sollevato.
-Lo so. Sei tu quello che si è passato il tempo a parlarmi
degli “interessantissimi” effetti dello stress
sull'organismo e la salute, no?- disse con tono scanzonato.
-Ed io solo lieto di sapere che mi ascolti.- cercò di
nascondere di essere compiaciuto... con scarsi risultati... non era
affatto così scontato che qualcuno prestasse attenzione a
ciò che diceva.
-Forse stai così perchè sei solo
soletto con i miei familiari... Dai, non ti mette a disagio neanche un
po'?- lo stuzzicò.
-No...- negò il ragazzo, ma già normalmente
nessuno dei due stava particolarmente simpatico alla famiglia
dell'altro e i familiari non facevano molto per metterli a loro agio.
-Ma cerca comunque di tornare presto...- aggiunse.
-Sarò subito lì.- gli assicurò -Scusa
per il ritardo, ma mi sono fermata a fare compagnia a Gwen per un
caffè... E' che si è stato un colpo di fortuna
incontrarla, non la vedevo da tanto tempo... tranquillo l'ha preso solo
lei il caffè.- specificò per evitare di fargli
prendere un colpo. “Devo trovare un modo per impedirgli di
procurarsi altre informazioni sulle gravidanze se voglio sopravvivere a
questi mesi. Mi fa piacere che si interessi e si preoccupi, ma tende ad
essere spaventosamente paranoico... però non posso
impedirgli l'accesso ad internet... né dare fuoco a
qualunque libro sull'argomento...” in realtà, in
parte la faceva sentire più tranquilla il fatto che il
ragazzo manifestasse così apertamente le sue preoccupazioni,
percepirne alcune come esagerazioni la rassicurava, dall'altra parte
era meglio stare attenti in due. Perlomeno per il momento erano in
equilibrio. -Ma dobbiamo parlare ai miei del bambino insieme, non
lasciarti sfuggire niente.-
-Tranquilla...- sospirò -Ci tengo alla pelle.- aggiunse.
-Già ma sei comunque sbadato, non si sa mai con te... e poi
non essere melodrammatico. Guarda che sono l'unica dello stabile a non
avere o aver avuto parenti in carcere.- si vantò la ragazza.
-Che dire, consolante...- Leshawna sentì dal telefono un
rumore. -Oh no...-
-Che succede?-
-Sono venuti... i tuoi zii credo? Sai, se non chiamassi sorella e zio
persone a caso, per me sarebbe più semplice capire chi
è realmente tuo parente e chi no...- commentò -Ho
il presentimento che non uscirò vivo da questa
situazione...-
-Non dire sciocchezze, amore. Toglierti di mezzo non converrebbe a
nessuno, inoltre sanno di non doversi mettere contro di me e fare
qualcosa che potrebbe infastidirmi...- disse molto sicura di
sé. Ma si affrettò e cominciò a
correre comunque, non la rendeva tranquilla saperlo solo con i suoi e
altri individui non ben identificati. Perchè sembrava che
proprio quel giorno a casa sua dovesse venire altra gente?
Gwen non trovò nessuno a risponderle
“Ciao” quando varcò la porta del loro
appartamento. Courtney era con la testa china sulla scrivania,
addormentata su un libro. Gwen posò il cibo cinese, poi
riflettè attentamente... conveniva davvero svegliarla?
Appena le poggiò la mano sul capo per accarezzarla ,Courtney
scattò e si guardò intorno spaesata.
-Oh no...- si lamentò stropicciandosi gli occhi. -Mi sono
addormentata... ancora!- disse in tono neanche tanto vagamente
isterico. La ragazza riprese la matita e cercò di orientarsi
nella pagina a cui era arrivata, ma Gwen, ignorata fino a quel momento
la bloccò.
-Non se ne parla signorina.- la richiamò. La signorina le
lanciò un'occhiataccia demoniaca. -Prima devi mangiare.- la
ragazza con le occhiaie continuò a guardarla minacciosa.
-Guarda che se non ti riguardi ne risentiranno anche le tue prestazioni
mentali.- le fece presente con un sorriso. Courtney sbuffò
ma accettò. Gwen riuscì a convincerla a spostarsi
dalla scrivania per sedersi a mangiare con lei facendole notare che
avrebbe rischiato di sporcare la scrivania. Normalmente l'idea
l'avrebbe fatta impazzire, ma la poveretta era talmente stanca che non
ci aveva pensato.
-Cosa sto diventando?! Una sciattona!?- aveva esclamato allarmata
rendendosene conto.
Quando Courtney sembrò riprendersi, Gwen si fece coraggio e
provò a parlarle.
-Courtney... volevo dirti che...- ma la ragazza la interruppe
bruscamente.
-Me lo dirai dopo! Devo tornare a studiare!- poi aveva visto il viso
turbato di Gwen. -Gwen, cos'hai?- le aveva chiesto preoccupata.
Courtney sapeva già che il padre di Gwen se ne era andato
quando Gwen era davvero molto piccola, ma alla notizia che l'uomo si
fosse ripresentato dal nulla e volesse incontrarla la colse alla
sprovvista e la riempì di rabbia.
-Ma stiamo scherzando?! Non ne ha alcun diritto dopo che ha lasciato
te, tua madre e tuo fratello! Non può tornare e pretendere
comprensione, la sua decisione l'ha presa, punto! Ora ne
piangerà le conseguenze!- si rese conto che la sua rabbia
non era affatto utile alla fidanzata così optò
per un consiglio. -Non ci devi andare!- che somigliava a un ordine, ma
era un consiglio... in teoria..
-Courtney, sul serio...- sospirò. -Non posso farlo...-
-Come non puoi?! Non gli devi niente!- finalmente si calmò
un po' -Essere figli di qualcuno non significa volergli bene per dovere
se questa persona ti fa deliberatamente del male.- disse severa, ma
leggermente più pacata. -G-Gwen?- la ragazza non sembrava
stare meglio, Courtney cominciò a pensare di star facendo un
disastro. Non dispiacersi per un individuo simile e non considerarlo
nemmeno era una questione di principio per Courtney... se poi sarebbe
riuscita realmente a pensare secondo i propri principi se si fosse
trovata al posto di Gwen era un altro paio di maniche... ma se Gwen ci
stava male era mica colpa sua? I principi di Courtney l'avrebbero
aiutata in qualche modo? Forse non stava dando abbastanza valore a come
si sentiva Gwen...
-Ecco... Gwen...- tornò a sedersi vicino a lei poggiandole
una mano sulla spalla.
-Lo so... ho la faccia di una con le coliche che cerca di sorridere...-
disse Gwen alzando il viso verso di lei. -Se non lo
incontrerò sarà solo peggio. Non voglio ripensare
a questo momento, pentirmi di qualcosa che non ho fatto e restare a
chiedermi cosa aveva da dire.- era triste, tesa, ma lucida.
“A differenza mia...” Courtney si sentì
in imbarazzo. -Ma... se non te la senti non dovresti.-
sospirò abbracciandola.
-Al massimo mi prenderò di collera, ma mi
toglierò un pensiero e non avrò nulla da
rimpiangere.-
-Scusa...- Gwen si stupì un po' di sentirlo. -Sono
così stanca e... e mi sono fatta prendere dalla rabbia.-
ammise Courtney cercando di mantenere un tono dignitoso. Le labbra di
Gwen si incresparono in un leggero sorriso.
-Va tutto bene... credo di aver scelto il momento peggiore per dirtelo.
Una persona svegliata da poco è feroce, non si deve
disturbare.- cercò di sdrammatizzare.
-Perchè non me lo hai detto appena tua madre ti ha
avvertita?- sperava di non sentire una risposta del tipo
“Perchè avresti reagito male e ti saresti messa a
urlare e parlare come se dovessi rimproverarmi...” un ipotesi
molto dettagliata...
-Non volevo disturbarti, sei molto sotto pressione e ho pensato...-
-Era una cosa importante!- senza volerlo tornò brusca -Non
ti fidi?-
-Sì, ma so che non sei in un buon periodo.- Courtney era
quasi ferita. -Ma voglio restarti accanto, che razza di relazione
è una in cui si fugge non appena c'è una
difficoltà?- “Vero papà?”
forse non avrebbe dovuto giudicarlo senza avere tutte le informazioni
necessarie, ma non riusciva a non pensarlo. -E' per questo che te ne ho
parlato, non mi importa se mi dai consigli su cosa fare, utili o meno,
voglio solo sapere che sarai qui per sostenermi qualunque cosa accada.-
disse portandole una mano bianca al viso. -Rimarrai qui ad ascoltare i
miei piagnistei quando l'incontro andrà male o anche se
andrà bene?- le chiese.
-Sciocca, è ovvio!- rispose sicura.
Non importava come sarebbe andata. Se suo padre si fosse rivelato una
persona che aveva fatto un errore, ma buona. Se avesse avuto delle
motivazioni che lei poteva comprendere e accettare. O se magari l'aveva
cercata solo per trovare un donatore di organi compatibile e fosse
stato pure una persona marcia.
L'importante era avere un rifugio in cui tornare a leccarsi le ferite
per riprendersi e poter continuare...
Angolo dell'autrice:
Questo è un capitolo un po' particolare. Sinceramente non mi
ispirano molto Courtney e Gwen e le ho trovate forzate in All stars, ma
ero curiosa di provare a scrivere qualcosa su di loro perchè
l'improvviso interessamento di Gwen per Courtney può
sembrare una sorta di infatuazione se provo a
renderlo più logico... ho uno strano interesse per le
forzature e gli errori di All stars... comunque dato che non mi veniva
in mente nulla ho deciso di strutturarlo insieme al capitolo di
Leshawna(ecco cosa intendevo quando parlavo di coppie non romantiche).
Sono abbastanza soddisfatta del risultato, è stato un
capitolo abbastanza interessante da scrivere anche se in diverse parti
mi sono bloccata(come al solito, no?)
Comunque, spero che possa piacervi anche se magari non siete
interessati a tematiche shojo ai... anche se non penso di farne altri.
Alla prossima!
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Capitolo 5 *** Gwen/Geoff... e DJ ***
-Non potevo fare altrimenti...- disse rassegnata la voce femminile dal
telefono, Gwen conosceva abbastanza bene quel tono. -Il nostro rapporto
funzionava bene solo fino a quando stavamo attaccati... Beh, in
realtà anche prima, quando non stavamo insieme mi stava
simpatico, ma c'è davvero qualcosa che non va in noi come
coppia...-
"O in me..." a Gwen venne spontaneo completare mentalmente il silenzio
dell'amica con qualcosa che secondo lei poteva pensare
perchè anche lei si era ritrovata a formulare quel pensiero
su se stessa.
-Non può essere che quando non siamo fisicamente vicini mi
venga così facile scordare di essere fidanzata!- disse con
tono esasperato.
-Bridgette... hai tradito Geoff mentre eri in Australia?-
domandò "Non che sia esattamente quella che può
fare la predica..."
-No!- negò Bridgette. -Ma stava per succedere... di nuovo...
Non so davvero cosa diamine mi succede da quando sto con Geoff.-
sospirò. -Io ci ho pensato a lungo e non voglio ferire
Geoff, ma se le cose vanno così probabilmente non lo amo poi
così tanto.- disse sconsolata. -Giuro, normalmente non sono
una fidanzata così pessima! Lo giuro!- si difese lei.
-Tranquilla ti credo...- cercò di rassicurarla. -Quando
torni dall'Australia magari ci sentiamo e ne parliamo meglio, va bene?-
-Eh... non credo tornerò tanto presto...- rispose
dispiaciuta. -N-no! Non è che abbia trovato qualcuno con cui
consolarmi!- aggiunse tempestivamente temendo di essere fraintesa.
-Voglio solo stare un po' da sola, solo io e le onde... Tu... credi che
sia stata stronza a lasciarlo per telefono?- chiese bisognosa di un
parere, Gwen sospirò.
-Vuoi che sia sincera?-
-Lascia perdere... ho capito...-
Finita la telefonata, Gwen, si sentì abbastanza in colpa.
Anche se solo per un istante, quando la ragazza le aveva detto di aver
lasciato il fidanzato, si era sentita sollevata al pensiero che non
solo le sue storie d'amore del reality erano morte con esso. Ad un
certo punto quello show era diventato una sorta di trova l'anima
gemella! “È comunque terribile sentirsi sollevati
se dei tuoi amici si lasciano tanto per non sentirsi l'unica sfigata...
e... beh, in realtà..." si rese conto che era da prima di
quella notizia non era l'unica sfigata, anzi... "Courtney e Scott si
sono lasciati, Izzy e Owen si sono lasciati, ma lei non
l'avrà capito e a lui non gliene può fregar di
meno, Heather e Al sono una bomba ad orologeria, Leshawna è
in una zona grigia che non si capisce, Lindsay si scorderà
presto di Tyler, Cody ha guadagnato una stalker... e le altre stagioni
chi cacchio le ha guardate! Eh... forse sono leggermente egocentrica a
farci caso solo ora... Sì, magari sono stata un po'
superficiale... Chissà come starà Geoff..." Non
era stato "amore" a prima vista col biondino, anzi, le era sembrato un
insopportabile creatura idiota, superficiale, rumorosa e
stucchevolmente amichevole... forse non era molto gentile quando
formulava giudizi sulle prime impressioni che le facevano le persone
nuove e invadenti, però aveva cominciato ad apprezzarlo e
lui, per qualche oscuro motivo, l'aveva presa in simpatia ostile
com'era. L'aveva spesso invitata alle sue feste ed a uscire con lui e
Bridgette, era impressionata da quei gesti per quanto non capisse la
testardaggine del cowboy visto che non faceva che rifiutare i suoi
inviti. L'idea di andare a una festa non era esattamente invitante da
qualunque lato volesse guardarla.
Il giorno successivo si presentò alla porta di Geoff, per
accertarsi di come stesse.
-Uh... saresti?- la porta l'aprì un gigante biondo dagli
occhi verdi, doveva essere il fratello di Geoff.
-Beh, io sono...-
-Oh! Gwen la cotica!-
"Cotica?!"
-Hey! Fratellino! La pollastra cadavere! La cotica! E' venuta a
trovarti fratellinooo!-
-Che bisogno c'è di urlare!?-
-Ops... orecchie delicate, amica.- le sorrise l'urlatore. Gwen
entrò in casa mezza stordita e si lasciò guidare
nella stanza di Geoff... la puzza era incredibile, il disordine
apocalittico, c'erano vecchie scatole di pizza, alcune ancora piene,
per terra. C'erano due tizi in rosa apparentemente piagnucolanti e
accovacciati in posizione a fagiolo... avrebbe pensato fetale, ma,
anche questi a terra, c'erano sparsi dei fagioli così aveva
pensato a quelli.
-Inutile fratellone...- disse l'insolitamente cupa voce di Geoff. -Non
comprerai la mia felicità... nè con il pollo,
nè con le cotiche... il cibo non mi è di alcuna
consolazione!-
-Scusa amico, sono un pessimo amico, amico!- piagnucolò
l'altro ragazzo in rosa. Un tipo abbronzato dai capelli castani e
crespi.
-No, amico! Sono io un pessimo amico, amico! Scusa se ti deprimo
così!- ribbattè Geoff.
-Ma è a questo che servono gli amici, amico!- e i due si
abbracciarono. Gwen superò l'ostacolo dato dalla puzza e dal
ritrovarsi le versioni palestrate di Katie e Sadie davanti e
varcò l'entrata.
-Ehi, Geoff?- Gwen gli picchiettò sulla spalla cercando di
attirare la sua attenzione.
-Gwen!- esclamò Geoff sorpreso e la tirò dentro
un abbraccio. -Amica mia!- disse cullandola in mezzo a lui e all'altro
tizio. Stranamente l'istinto di allontanarsi dal fetore di sudore,
fagioli e chissà cos'altro non era la sua
priorità... o almeno non lo era stata per un momento anche
fin troppo lungo per i suoi standard.
-Brody, andiamo e lasciamoli soli...- suggerì il fratellone
trascinando via il ragazzo.
-No, Geoooff!-
-No, Brodyyyy!-
-Non fate i melodrammatici! Vi vedrete dopo!- li rassicurò
il biondo. Geoff tornò ad abbracciare Gwen.
-Sorella! Sono così contenta di vederti!- Gwen si
tappò il naso.
-Non resisto più!- trascinò in tutta fretta il
ragazzo in bagno. Non sapeva quale stanza fosse, ma la
necessità la spinse a tirare a indovinare. Lo chiuse dentro
e rimase all'esterno a guardia della porta. -Non esci se prima non ti
fai un bel bagno!- "Mi spiace, ma era ora che qualcuno glielo dicesse!"
-Cavolo, da dove l'ha tirata fuori tutta sta' forza?- disse colpito
Geoff. Per un attimo sembrò tornato normale.
-Non lo so... ma in qualche modo dovevo sopravvivere, la natura mi
sarà venuta in aiuto...- disse liberandosi il naso.
-Dici che sono stato mollato perchè puzzo?!-
-No... ma continuando così, un'altra non te la trovi!-
"Forse dovrei essere più delicata? Non capisco come
gestirla..."
-E chi la vuole un'altra?! D'oggi in poi niente più donne!
Ne ho abbastanza... credevo che dopo Alejandrasino potessimo superare
qualsiasi cosa e invece di punto in bianco, come un onda anomala, una
telefonata e puff! Piantato!- piagnucolava il ragazzo. -Avremmo potuto
migliorare il nostro rapporto insieme e invece è andata!
Sparita!-
-Beh, scusa se sono arrivata fin qui...- sospirò la ragazza.
"Anche Trent avrà provato qualcosa di simile... ma
è inutile insistere quando si sente che una situazione un
funziona o quando non si sente di tenere abbastanza ad una persona da
voler insistere..."
-Scusa...-
-Non è niente...-
-Sono davvero felice di vederti, non me l'aspettavo proprio! E' stata
una sorpresa e ti dimostrerei anche di essere felice... se non fosse
per... s-se non fosse per...-
-Tranquillo, lo capisco.- ad un certo punto credette di cadere
all'indietro, sentì mancare il sostegno della porta che
veniva tirata verso l'interno del bagno, ma venne afferrata e
abbracciata da Geoff.
-Grazieee! E' nei momenti come questo che si scoprono quali sono i veri
amici! Quelli che non ti abbandonano!- disse dondolandola di nuovo,
doveva averla scambiata per una bambola di pezza...
-Beh, se dici così suppongo che a questo punto
dovrò restarti vicina per tutto il tempo necessario a
superare la faccenda...-
-Beh, no se non vuoi...- rispose intristito.
-Scherzavo... non sei un fastidio.- disse con un leggero sorriso.
“Aspetta... che sto dicendo? Beh, non lo sto sul serio
prendendo come impegno...” guardo il dolce, puzzolente
ragazzo... “Però un po' di karma positivo fa
sempre bene...” si giustificò. -Però
sul serio, lavati...-
Gwen decise di andare da Geoff anche nei giorni successivi,
preferibilmente quando il fratello era a lavoro, a volte era presente
anche Brody. Solitamente giocavano ai videogiochi, anche se non era
un'attività che Gwen adorava. Il ragazzo sembrava stare
meglio, questa era l'impressione che dava, ma non era sicura se davvero
avesse già cominciato a smettere di pensare a Bridgette o se
stesse solamente fingendo.
-Sai, ieri ho fatto un grande passo avanti...- Gwen gli diede
un'occhiata confusa. -Ho cambiato il mio stato su facebook, sono
felicemente single ora. Bridgette? Bridgette chi?- diceva con un
sorriso cercando di mascherare po' di astio. -Chi ne ha bisogno di
ragazze... Certo, per te Gwen potrei anche fare un eccezione.-
ultimamente ci scherzava sopra.
“Anche troppo...”-No grazie, mai pensato a te come
ad un uomo.- sorrise stando al gioco.
-...In che senso?-
-Beh... non ho mai visto quelli come te come possibili fidanzati.-
rispose sperando di non urtarlo.
-Pensi che con me non si possa costruire un rapporto solido?-
domandò citando una delle "cose strane" come le aveva
chiamate lui, che gli aveva detto la sua ex.
-No.- sorrise Gwen dandogli una pacca sulla spalla. "Sarebbe anche
possibile... per qualcuno che non sia come me..." -E' che le persone
così solari ed espansive le ho sempre escluse a priori.-
-Hai degli orizzonti piuttosto ristretti... credo che avrei dovuto
rimanere nella fase triste allora. Nah... anche in quel modo troppo
poco tenebroso per te.- scherzò il ragazzo.
-Così mi fai sembrare piuttosto superficiale.- lo
fissò infastidita.
-Eh, scusa... non pensavo.- vide la ragazza sospirare. -Non penso
mai... forse sono troppo stupido per una ragazza intelligente come
Bringette, intelligenza che chissà dove era andata a finire
con Al... ma comunque troppo intelligente per me...-
-Non è affatto vero.- disse Gwen un po' sorpresa. -Non
c'è mica un muro che separa intelligenti e... spensierati.-
preferì non dire scemi. -E neanche che le persone
intelligenti debbano essere per forza migliori, vedi un po' Courtney...
E Duncan non era proprio una genio... chissà magari era
anche peggio di te.- rise la ragazza.
-Bugia?- chiese sorridendo, sorriso che lei gli restituì.
-Bugia.- “Grossa bugia.” il punk non era stupido,
lo sapeva. -Ma il mio discorso vale comunque.-
-Sai, penso che i tuoi orizzonti si siano allargati un bel po'
partecipando al reality.-
-Dici?- lo guardò dubbiosa, il ragazzo le
scompigliò i capelli e le adagiò qualcosa sulla
testa.
-Ma certo, avresti mai pensato di ritrovarti qui con me,con un cappello
da cowboy in testa?- rise Geoff. La ragazza se lo tolse e lo
osservò pensierosa.
-Uh... no...- Le sue labbra, quella rara volta senza
rossetto, si distesero in un sorriso.
-Ti ci vuole solo una coda di cavallo e un vestito rosa... o posso
prestarti qualche mia giacca visto che le adori!-
-No, grazie.- rabbrividì Gwen. -Lascio a te e Brody gli
indumenti rosa barbapapà...-
-A proposito... prima non ti ci avrei vista così amica di un
nerd come Cameron...- sogghignò.
-Beh, è un bravo ragazzo... Non ti fare strane idee, non
c'è niente tra noi...-
-Ah, peccato!- disse simulando, molto male, solo Bridgette ci sarebbe
potuta cascare, di essere ferito. Gwen aveva una smorfia confusa sul
volto. -Se potevi innamorarti di uno così insolito per i
tuoi gusti, magari anche di me, perchè no?-
ridacchiò.
-Smettila di scherza su questa cosa...- disse forse un po' imbarazzata.
Geoff la osservò piuttosto confuso, poi le sorrise... non le
piacque quell'espressione, le ricordò il sorriso di un altro
ragazzo quando la guardava, dai capelli scuri e gli occhi verdi. Forse
anche lei stava arrossendo eccessivamente. -Con Cameron ci sto bene
perchè non avverto nessun tipo di tensione...
così come con te non sento. In questo momento mi sento
più tranquilla così, senza possibili ragazzi.-
continuava a sentire il peso di quegli occhi e quel sorriso. -Che
è quel sorriso ebete?-
-Niente... pensavo solo che è ottimo che tu ti sia aperta un
po' e penso che dovresti continuare a farlo.- disse fiducioso. -Non
pensi che rifiutare di affrontare ciò ti sembra troppo
diverso da te e al di fuori dei tuoi gusti o chiudendoti finirai per
annoiarti a morte?-
-Chi dovrebbe sapere meglio di me cosa può piacermi e cosa
no?- domandò Gwen quasi risentita.
-Non voglio dire che i tuoi gusti siano sbagliati, dico solo che... eh,
lasciamo perdere...- “Avrò detto qualcosa di
sbagliato...”
-Scusa...- sbuffò. -Non volevo essere così
brusca...- “I miei orizzonti si sono ampliati anche
ultimamente...” sospirò guardandolo. Geoff prese
il cellulare e le scattò una foto. -Che fai?-
-Volevo solo immortalare una Gwen pensierosa.- sorrise innocente.
-Facciamo anche una foto insieme?-
DJ aveva appena finito di lavare i piatti, erano ancora presto. Forse
sarebbe stata una buona idea uscire a fare due passi, tanto per godersi
il sole, magari si sarebbe distratto un po' e avrebbe smesso di pensare
allo status su facebook di un suo vecchio amico surfista...
Era dispiaciuto per lui, ma qualcosa gli impediva di chiamarlo o andare
a trovarlo... Aveva sentito un feeling particolare col biondino e per
lui era stato diverso dai suoi altri amici anche se non sapeva quanto
il sentimento fosse reciproco. Nonostante tutto non si vedevano da un
po' e DJ non aveva insistito nel cercarlo. Geoff gli era sembrato
troppo assorbito da altro. Ora si sentiva fuori luogo a cercare di
contattarlo e non capiva neanche tanto il perchè.
Normalmente sarebbe stato facile chiamare qualcuno se lo scopo era
esprimere dispiacere, in quel caso per una rottura.
“Avrà già qualcuno a consolarlo... suo
fratello, qualche amico, quel tale Brody...”
-Non è che ti sei sentito semplicemente trascurato?- disse
una voce maschile molto vicina a lui.
-C-c'è qualcuno?- balbettò il ragazzo,
teoricamente in casa ci sarebbe dovuta essere solo sua madre a parte
lui... All’improvviso, sentì come un rombo di
tuono nonostante il cielo fosse sereno ed un improvviso calore sulla
spalla sinistra.
-Se fossi io al posto tuo me ne fregherei, ma visto che devo parlare a
tuo nome… Lascialo perdere, per lui non eri niente. Gli
è bastato trovarsi la ragazza per dimenticarsi di te e
metterti in secondo piano - disse la voce assumendo un tono cavernoso.
-Ma se proprio insisti… - ora invece si era fatto annoiato.
-Approfitta del suo cuore infranto per tornare ad essere importante per
lui! E’ una meravigliosa notizia che sia stato piantato!
Finché rimarrà solo, avrà
più tempo per te! - disse infine tutto sghignazzante. DJ era
molto spaventato…
-M-ma… c-che cos’era?! - esclamò
facendo un saltello laterale. -Io non penserei mai delle cose del
genere! - si guardò intorno e vide comparire sulla sua
spalla un Duncan in miniatura con delle corna rosse, delle ali scure e
un forcone. DJ urlò mentre il piccolo Duncan lo guardava con
aria di sufficienza, il diavolo si chiedeva come mai non fosse ancora
svenuto. Anche sull'altra spalla, cominciò a sentire una
fonte di calore.
-Non lo ascoltare, devi perdonare Geoff anche se ti ha ignorato ed
essere dalla sua parte in questo momento.-
-In pratica deve comportarsi come uno zerbino tipo te? - chiese
divertito il piccolo diavolo.
-Visto che sono qui in veste di angelo cercherò di
ignorarti, simpaticone… - ribattè la voce
proveniente da una nuvoletta di vapore sopra l'altra spalla di DJ.
-Ecco, sono più d’accordo con lui.- disse DJ
indicando la sua spalla destra. -Ma che diavolo succede?! -
-Sono qui! Eccomi, il diavolo.- lo chiamò Duncan.
-Mammina!- piagnucolò Dj. Si sentì il suono di
uno strumento a fiato e la nuvoletta svanì lasciando il
posto ad un piccolo Harold completo di ali chiare, aureola e una veste
bianca. Il ragazzo in miniatura stava scacciando via il vapore
soffiando in una grossa tuba.
-Bel vestitino! - rise Duncan.
-E’ una tunica, razza di ignorante!- ribbattè
Harold. Duncan con un rapido movimento di forcone sollevò
l’abito.
-Quando ti deciderai a portare dei boxer?-
-Emh… ragazzi, scusate. - DJ cercò di
intromettersi nella discussione, abbastanza nervoso. Harold
soffiò con forza nella tuba spazzando via Duncan dalla
spalla di DJ.
-Sai, non mi sembri affatto adatto come angioletto… -
commentò infastidito Duncan mentre si sistemava la cresta.
-Ah, dovremmo scambiarci di ruoli? Cuore d’oro?-
-Sai dove te la puoi infilare quella tuba? - lo minacciò
Duncan. Harold stava per dargli una risposta molto sgarbata, ma venne
tempestivamente interrotto.
-Moderate il tono! - esclamò DJ traumatizzato. -Devo aver
preso un colpo di sole o qualcosa del genere.- sospirò.
-Comunque se mi state sulle spalle mi verrà il torcicollo
cercando di seguirvi!- si lamentò il ragazzo e due si
spostarono sul tavolo della cucina. -Ma in teoria, non dovreste essere
due versioni alternative di me, come nelle Follie
dell’imperatore? - domandò cercando di stare al
gioco. Harold sembrava stare per dire qualcosa.
-Già, peccato che tu non accetti di avere un lato oscuro.-
disse Duncan. -E siccome non ti senti a tuo agio con me se non
c’è Geoff a spalleggiarti, e meno male che eravamo
amici...- DJ distolse lo sguardo imbarazzato. -Hai affidato il ruolo di
mio oppositore ad Harold.- l'angelo era rosso di rabbia,
Duncan lo aveva privato del momento più sacro della
giornata... lo spiegone! -Sì, se stiamo guardando Harold con
quel vestito candido è colpa tua! - rise il diavoletto.
Harold si preparava a soffiare con la tuba, così DJ, per
evitare il disastro, decise di calmarlo con un complimento.
-Secondo me quel vestito di dona davvero molto.- per qualche oscura
ragione non funzionò ed Harold schiantò DJ contro
il muro.
-Tunica!- ripetè. -In che modo ve lo devo far capire...-
sospirò. -Stai... stai bene?- domandò dopo
realizzando ciò che aveva fatto. DJ rimase accasciato contro
il muro, Harold deglutì e si avvicinò.
-E’ divertente quando non viene fatto a me. -
commentò Duncan seguendo il collega. -Ma dovrebbero togliere
armi musicali così potenti a voi pennuti con l'aureola. Non
vorrei vedere Courtney cosa potrebbe farci... del resto se puoi essere
un angioletto tu mi immagino che possa esserlo chiunque.-
-Zitto!- disse l'altro mentre svolazzava attorno la testa del
malcapitato DJ -Sto controllando le condizioni del nostro protetto...-
DJ aprì timidamente gli occhi.
-Oh no...- sospirò. -Non se ne sono andati...- disse fra se
e se. I due spiriti lo guardarono storto. -Quindi... Siete frutto della
mia immaginazione?- “F-forse dovrei evitare di parlarci...
sto impazzando!”
-Boh.-
-Forse...- disse Harold. -O forse mentre dormivo il mio spirito ha
cominciato a viaggiare ed è stato richiamato da te.
“Cogito ergo sum” penso dunque sono, come diceva
Cartesio... e a me sembra di pensare.- DJ non sembrava rassicurato
“Sarebbe comunque inquietante...”
-O forse sei solo morto.- sghignazzò Duncan privo di tatto.
-Aspetta... ma lo sarei anche io!- questo era meno divertente. DJ era
tentato di provare a telefonare i due ragazzi per vedere come stavano,
ma l'idea di verificare lo spaventava un po'.
Improvvisamente un oggetto non identificato cominciò a
brillare sopra il tavolo, i tre si avvicinarono... Una piccola palla
rosa con le ali?
-Oh, cavolo… - disse Harold distogliendo lo sguardo.
-Ehilà!- salutò allegro il nuovo intruso.
-Sai DJ, se la mia mente mi facesse apparire un Owen nudo mi
preoccuperei… -
-P-perchè tutto quello successo prima era normalissimo! M-ma
certo! - balbettò DJ preoccupato.
-Un tizio nudo... altro tizio con un vestitino... secondo me sei gay.-
concluse Duncan.
-Non penso che Owen rientri fra le mie fantasie, lo saprei...-
commentò DJ.
-Interpretazione banale... in ogni caso, se il suo tipo è
Geoff, biondo, palestrato e altissimo, perchè qui ci siamo
noi?- Harold mise in dubbio la sua ipotesi.
-Siamo sempre dei bei tipi, ma non corrispondiamo alla descrizione.-
concluse Owen con l'approvazione di Harold.
-Ok, qui c'è un po' di confusione...- sospirò il
diretto interessato. -Non mi piace Geoff... n-non mi è mai
piaciuto nessuno...- confessò. Aveva sempre ascoltato
volentieri e molto attentamente i suoi amici quando parlavano di
ragazze, era un buon ascoltatore e avrebbe anche potuto dispensare
consigli, ma nei fatti non si era mai realmente infatuato...
-Non sarò alto e palestrato, ma se le pollastre mi saltano
al collo un motivo ci sarà.- dichiarò Duncan
ignorandolo.
-Per strozzarti...- sussurrò Harold, poi
fischiettò fingendo di non aver detto nulla.
-Eh... ecco... in realtà non sono sicuro di quanto fascino
tu possa avere, sei un tipo...- disse incoscientemente Owen. -Non
capisco bene l'appeal del cattivo ragazzo anche se di solito gli occhi
chiari piacciono, ma quel monociglio non è proprio quello
che definirei attraente...- continuò con la risata a
malapena trattenuta di Harold a fare da sottofondo. -Poi magari
togliessi qualche pelo e curassi di più la tua igiene
orale... Sul serio, sei troppo peloso... Ora che ci penso, neanche i
tuoi capelli sembrano troppo puliti.-
-Sarà attraente Noah...- ribbattè con distacco
Duncan.
-Lui ha un appeal tutto suo. Con quel minuto corpicino e quel modo di
sgambettare scoordinato quando cammina...-
-Voglio vomitare! Comunque rispetto a voi sono il migliore, dai!-
-Penso di si...- ammise Owen anche se il suo senso estetico riteneva
Duncan scarso. -Ah, Harold senza...-
-T-tranquillo!- Harold continuava ad essere divertito. -Visto che
Duncan col suo irresistibile monociglio ci tiene così tanto
a essere riconosciuto come attraente...- disse continuando a ridere.
Duncan punse Harold col forcone per zittirlo, lui cercò di
ricorrere alla fida tuba, mentre il diavolo cercava di tirargliela via.
-No, guardate che non trovo Duncan attraente.- specificò
Owen. - e n-non trovo neanche gli uomini attraenti.-
ridacchiò nervosamente.
-E chissene se ti piacciano anche gli uomini.- disse Duncan occupato
con quella specie di tiro alla fune con Harold.
-Non c'è niente di male Owen... ci piaci così
come sei.- disse DJ che si era fatto una camomilla mentre gli sgraditi
piccoli ospiti lo ignoravano.
-Ah, grazie ragazzi!-
-Tienilo a mente anche tu DJ...- precisò Harold in
qualità di coscienza, nel frattempo perse la tuba e cadde a
terra.
-Ancora... ancora con questa storia?- chiese DJ.
-Secondo te perchè la tua coscienza ti sta facendo
immaginare tutto questo?- disse Duncan contento del suo trofeo.
-Perchè deve essere tutta una tua immaginazione... io non
posso essere morto, chiaro?!-
-Cogito ergo sum... tu stai pensando? Se sì esisti e questa
non è un immaginazione di DJ, magari sei tu a sognare.-
Harold schivò un colpo di tuba.
-Momento, momento... tu dovresti essere un angelo, per la Bibbia,
l'omosessualità non è sbagliata?-
domandò dubbioso DJ.
-Lo è anche mangiare animali acquatici privi di pinne,
insieme a molte altre cose.- Harold scosse le spalle. -Ma
un'Entità superiore dovrebbe preoccuparsi di faccende
simili? Qualcosa di superficiale come il mangiare una pepata di cozze o
il sesso delle persone a cui ci si interessa può davvero
macchiare un'anima?-
“Sarebbe più facile prenderlo sul serio se lui e
Duncan la smettessero di picchiarsi mentre parlano...” Duncan
capì che anziché utilizzare lo strumento per
cercare di colpire Harold, sarebbe stato meglio suonarlo, ma il ragazzo
in tunica, inorridito, glielo strappò subito di bocca.
-Schifo! Che schifo! L'hai tutta sbavata, ma almeno lo sai come si usa
uno strumento a fiato?!- a malincuore Harold, con uno schiocco di dita
dovette rispedire a casa la tuba. -Dovrò disinfettarla,
sterilizzarla, purificarla con...- una strana oscurità
pervase il viso del ragazzo e i suoi abiti si tinsero di rosso sangue.
-Purificarla con il fuoco di R'hllor! Che il signore della luce ci
protegga perchè la notte è oscura e piena di
terrori!- ghignò il ragazzo.
-Duncan... non dovevi contaminare quella tuba con la tua saliva
demoniaca, è diventato un eretico strambo!- si
agitò Owen.
-Che dici? Quale saliva demoniaca?! Avrà letto qualche
strano fantasy prima di di addormentarsi e iniziare il viaggio
extracorporeo!-
-Ma quindi siamo frutto dell'immaginazione di DJ o...-
-E che ne so! E che me ne frega!-
-Harold... è tutto ok?- chiese timoroso DJ. La tunica
tornò bianca.
-Per favore sbrigati a decidere cosa fare con Geoff e chiudiamo questa
cosa! Credo di non stare troppo bene...- rispose mezzo stordito e
indebolito. DJ accese il cellulare, titubante controllò
un'ultima volta facebook. In un primo momento apparve scioccato, poi
fece una smorfia infastidita.
-Beh, sono felice per lui, ci ha messo poco a riprendersi...- disse
andandosene bruscamente e mollando il cellulare sul tavolo. I tre
spiriti confusi diedero un'occhiata.
-C-che diamine?!- esclamò infastidito Duncan.
-Ah, ma che carini...- disse Owen, intanto Harold era crollato
addormentato.
Geoff aveva pubblicato una foto sua e di Gwen con una frase che diceva
“L'unica ragazza di cui ho bisogno in questo
momento.”-Peccato però, lui e Brody sembravano
così una coppietta... e... e anche per DJ mi dispiace...
Sai, deve essere brutto prendersi una cotta per il proprio migliore
amico... n-non che ne sappia qualcosa.- ridacchiò. -Duncan,
dove vai?-
-A perseguitare Geoff!- esclamò lucidando il forcone.
Gwen stava tornando a casa con le buste della spesa. Era un po' che
aveva smesso di incontrare Geoff. “Tanto quello sembra
essersi ripreso.” sbuffò. “Non mi va di
complicarmi ulteriormente la vita... l'unica cosa che voglio ora
è un po' di tranq...” Vide Geoff che le correva
incontro “Tranquillità... Ma andiamo?!
Com'è possibile?!” protestò mentalmente.
-Hey, Gwen!- la salutò con un sorrisetto innocente. -Che
coincidenza incontrarti qui per caso...-
-Vicino casa mia...- disse dubbiosa.
-Già proprio una bella coincidenza...- la ragazza gli
rivolse uno sguardo severo. -Sai... ieri sera mi ha telefonato DJ,
è stato un colpo! Non lo sentivo da una vita! E credo
neanche tu... magari una di queste sere dovremmo fare un party tutti
insieme!- Gwen gli parve ancora più irrequieta. -Gli ho
parlato un po' di quello che è successo ultimamente e mi ha
fatto notare che forse col mio modo di fare... magari anche con la
frase sulla foto ti ho un po' spaventata e che magari pensi che io stia
cercando disperatamente un'altra ragazza solo perchè voglio
sostituire Bridgette...-
-Geoff, sei un ragazzo adorabile, dico sul serio, anche se vai troppo
di fretta, ma...-
-Ho rivisto Bridgette.- la interruppe sorridendo. -E' tornata
dall'Australia e...-
-B-bene... sono felice per te...- “Già, dovrei
esserlo...” -Suppongo che tu non voglia farmi fare la parte
della nuova Heather di nuovo.- rise nervosamente “Ne ho
abbastanza...”
-Non voleva tornare con me, voleva solo scusarsi e spiegarsi meglio. E
neanche io volevo tornare con lei. Ecco, con questo il timore di essere
la sostituta di Bridgette non dovresti più averlo! Visto che
non c'entrava?- disse ingenuamente. Gwen non riuscì a non
farsi scappare un risolino. Geoff lo prese come segnale senza dubbio
positivo, ma lei tornò quasi subito seria.
-Geoff, andiamo! Se non ha funzionato con Bridgette come dovrebbe
funzionare con una come me? Siamo troppo diversi e non credo a
“opposti si attraggono”- anche se, suo malgrado, si
era ritrovata a pensare a Geoff fin troppo spesso negli ultimi tempi, a
cominciare a percepirlo come un ragazzo, a pensare che lui, per quanto
assurdo potesse sembrare, era il ragazzo con cui si era trovata meglio
in un certo senso. “Neanche chi si somiglia si piglia
funziona, visto com'è andata con Duncan...”
-Ma non avevi detto, niente barriere anti-stupidi?- chiese speranzoso
il ragazzo. -Non possiamo sapere come andrà se non ci
proviamo.-
-Ti sei ripreso da Bridgette, perchè vuoi ritrovarti in
un'altra relazione fallimentare a così poco tempo di
distanza?- cercò di evitare il suo sguardo.
-Beh, che vita sarebbe senza rischi? Poi potrebbe essere la volta buona
per entrambi!- sembrava fiducioso. L'unica reazione della ragazza fu
picchiettava nervosamente con le dita sul braccio sinistro. A Geoff
cominciò ad avere il dubbio di aver preso un abbaglio, si
sentì piuttosto stupido... -Non è che sono solo
scuse per non respingermi in modo brusco?- domandò
titubante. -Se mi sono sbagliato non insisto, anche se ero
convintissimo di piacerti... Avrò confuso e capito male
qualcosa...- rispose un po' imbarazzato. Pur mantenendo una parvenza di
positività sembrava abbattuto. La salutò
cortesemente e le voltò le spalle per andarsene.
-Aspetta!- lo richiamo lei. -Ok, mi piaci.- ammise. -O almeno credo...
preferirei rimanessimo solo amici almeno per il momento, per capire un
po' meglio la situazione...- sospirò. -Considera anche che
stavi con la mia migliore amica e... forse ho un po' paura di cosa
potrebbero pensare gli altri...-
-Ho provato a parlarne con Bridgette, lei mi sembrava tranquilla.-
“E che altro doveva dirti? Non dovresti credere a tutto
ciò che ti dice una tua ex...” -Preferirei
comunque che ci concedessimo un po' di tempo per riflettere, niente
fretta, ok?- Il ragazzo la abbracciò.
-Certo! Alcuna fretta! Ti do tutto il tempo di riflettere!- disse
fiducioso che le cose sarebbero andate per il meglio. Gwen era un po'
arrossata.
-Ed evita di scrivere cose strane sui social...- gli
raccomandò una volta che il ragazzo la lasciò
libera. -Non che dia troppa importanza a ciò che dicono i
simpaticissimi fan del programma su Internet...- in realtà
non aveva proprio voglia di riaffrontare una situazione simile a quella
che aveva attraversato a causa di Duncan e Courtney e a volte non
riusciva a credere che fosse davvero finita. -Ma... Eh... Che hai
là?- Geoff nascose tempestivamente un sacchetto viola dietro
la schiena.
-Cibo... per gatti...- disse poco convincente, ma Gwen, per il suo bene
preferì non indagare oltre, aveva una pessima impressione.
Forse non sarebbe stata particolarmente contenta di sapere che dentro
la busta si trovava un collage con delle loro foto. “Lo
riciclerò come regalo di anniversario o di San
Valentino...”
Epilogo...
DJ si sentiva strano... era contemporaneamente triste e sollevato per
aver deciso di contattare l'ingenuo, e maldestro, amico e avergli dato
dei consigli su come recuperare la situazione con Gwen, e le cose non
si fecero affatto più chiare quando Geoff lo
avvertì che grazie a lui aveva ancora delle speranze con la
gotica... dovette passare altro tempo perchè il ragazzo si
sentisse pronto a riallacciare i rapporti con i due... e
perchè smettesse di sentire la voce di Duncan che gli
ripeteva cantilenano“zerbino”ogni volta che
starnutiva...
Duncan si risvegliò dal coma e promise di non separarsi dal
suo casco mai più per andare in moto... lo sposò
anche mentre si trovava a Las Vegas ubriaco...
Harold fu licenziato dal lavoro di coscienza partime, ma R'hllor decise
di premiarlo col potere di incendiare le lame dei coltelli da cucina e
gli ombrelli... utilissimo nei giorni di pioggia! Il ragazzo
diventò un prestigiatore e in qualità di prete
rosso celebrava anche matrimoni a Las Vegas con la benedizione di
R'hllor.
Owen andò a consolare Brody, lui in realtà non
capiva da cosa visto che la ferita causata dalla Escobar era guarita...
ma va beh, alla fine sono diventati buoni amici.
Angolo dell'autrice:
Grazie davvero a chiunque abbia avuto la pazienza di arrivare fin qui,
spero che la lunghezza della storia non sia stata un problema...
prometto che cercherò di essere più sintetica la
prossima volta e di non farmi più sfuggire la situazione di
mano come per la parte su DJ tra angeli, demoni e R'hllor(se non avete
visto Got probabilmente sarete un po' confusi...) ho davvero dei
problemi a tagliare le parti “stupide”...
perchè la verità è che sono le parti
che preferisco, lo ammetto... spero non siano state un grosso
problema... spero...
Eh... forse non ho trattato benissimo Bridgette(solo forse?)
né la... Bridgeff(?) mea culpa. In parte era un'esigenza di
trama, non sono sicura che la coppia della storia mi piaccia o no, ho
trovato un po' carina la loro interazione in un episodio della prima
stagione, ma credo sia l'unica cosa che mi da ispirazione se si tratta
di scrivere di Geoff.
Ovviamente spero anche che l'oneshot possa esservi piaciuta(la speranza
è l'ultima a morire) un vostro parere mi farebbe piacere.
Riferimenti:
-Alcune parti riguardanti l'angelo e il diavolo coscienza sono riprese
dal film “Le follie dell'imperatore” uno dei pochi
film della Disney a cui sono particolarmente affezionata.
-Il divieto riguardante il mangiare animali acquatici privi
di pinne(e scaglie) insieme ad altri divieti alimentari e non, alcuni
piuttosto curiosi, è preso dal Levitico, il terzo libro che
compone Torah e la Bibbia.
-R'hllor, chi?!:
R'hllor/Il Dio rosso/Il Signore della Luce è la
divinità di un culto delle Cronache del ghiaccio e del
fuoco/ Game of thrones. I suoi preti sono i preti rossi(possono essere
anche donne) è una divinità legata al fuoco.
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Capitolo 6 *** Dave/Ella ***
Era una bella giornata di sole per passare del tempo al parco in quel
insolitamente accaldata cittadina canadese...
“Sarà l'effetto serra? Spero di non prendere
un'insolazione... ma alla fine, disgrazia in più, disgrazia
in meno...”
Un sole che spaccava le pietre, neanche il suo nuvolone di umore grigio
sarebbe riuscito a tenere il ragazzo al sicuro dai raggi...
“Solo un folle potrebbe pensare che una nuvola metaforica
possa fare da ombra a qualcuno... ed io non sono mica folle come tutti
gli altri concorrenti dell'isola di pahkitew... anche se ho il sospetto
che frequentiamo tutti o quasi tutti lo stesso analista... magari lo
frequenta anche Chris, ci avrà consigliati lui come
partecipanti per quello stupido reality?” si chiese Dave
nonostante, spontaneamente, si fosse iscritto per partecipare.
“Passando troppo tempo con Shawn rischio di diventare
complottista pure io!”
Il povero ragazzo era stato costretto a uscire e farsi due passi dalla
sua perfida madre, preoccupata per il fatto che, dopo la fine del
reality, il figlioletto non fosse più uscito di casa, e
raramente metteva piede fuori dalla sua camera. Dave aveva spiegato che
ricominciata la scuola sarebbe ovviamente uscito per frequentare le
lezioni, ma la donna non aveva voluto sentire ragioni...
“Un posto con piante e fontane... gli insetti devono
adorarlo!” pensò guardingo. “Avrei
dovuto portarmi un cappello...” si
lamentò passandosi una mano in cerca di ispida peluria che
sperava gli stesse lentamente ricrescendo sulla testa. “Una
pelata può scottarsi o ricevere un centinaio di punture di
insetto?” mentre il ragazzo se ne preoccupava fece caso ad
una voce melodiosa che aveva imparato a conoscere abbastanza bene.
In mezzo ad un gruppo di bambini delle elementari c'era una ragazza
bruna dalla pelle chiara e il vestito rosa. La ragazza cantava per i
bambini attirando a se diversi uccellini che si univano al suo canto
come se dovessero fungerle da coro. Un bambino in particolare osservava
un uccellino, la ragazza gli sorrise e facendo poggiare l'animaletto
sul palmo della mano, glielo porse, ma il bambino si scostò
con aria scontrosa. Dopo qualche parola che Dave non poteva udire,
Ella, riuscì a far smettere al bambino di fare il timido e a
fargli accarezzare l'animaletto stando attenta che lo maneggiasse con
delicatezza.
“Ci sa fare con i bambini.” osservò Dave
con un lieve sorriso. “Normalmente mi avvicinerei per
salutarla, ma...” ai suoi occhi la prospettiva di andare
vicino a quel gruppo di mocciolosi bambini pieni di germi non gli
sembrava particolarmente desiderabile. “Avranno tutti la
mononucleosi!” si disse angosciato notando con quanta
noncuranza si mettevano in bocca qualunque cosa gli capitasse sotto
tiro. “E probabilmente anche gli ossiuri!”
pensò vedendo un altro bambino giocare con la terra e
mettersi le mani in bocca...
Uno dei bambini saltò addosso la ragazza e le
attaccò qualcosa in testa. Dave per qualche secondo non
seppe se intervenire e come, ma fortunatamente ci pensò una
giovane mamma a evitare alla ragazzina di continuare ad essere
bullizzata dai bimbi... o forse la donna dai capelli corvini era una
maestra? Ma era estate... che fosse una specie di grest?
-Ehi, Ella!- la richiamò il ragazzo una volta deciso di
avvicinarsi. Appena lo vide la sua smorfia di tristezza si
trasformò in un luminoso sorriso.
-Ah! Allontanatelo subito!- si agitò un bambino,
gesticolando e indicandolo.
“E ora che succede?”
-Ha il cancro! Lo contagerà a tutti!- l'agitazione si
diffuse fra i bambini che corsero a mettersi dietro la donna dai
capelli scuri.
-Eh? No... non c'è l'ho...- spiegò infastidito.
-E poi il cancro non è nemmeno contagioso.-
-Bugiardo!- insistette il bambino. -Mia mamma mi ha detto che viene
provocato dall'energia negativa e il cattivo umore, tutte cose
contagiosissime!-
“Tua madre ha almeno la terza media?” ebbe il buon
senso di non dirlo ad alta voce. Non poteva mettersi a litigare con un
bambino... o forse si? “Chissà se è
vaccinato...”
-Attento che se inciampi e ti sbucci qualcosa mi sa che potresti anche
perdere il tetano...-
-Come puoi augurare il tetano a un bambino?!- esclamò
sconvolta e infuriata la donna adulta non ben identificata.
-C-cosa? N-no... non gli stavo davvero augurando il tetano! Stavo
solo...- sentì una piccola mano avvolgersi al suo braccio,
poi venne tirato delicatamente.
-Ehi, David!- lo salutò allegramente Ella. -Quanto tempo...-
disse allontanandolo dal gruppo di bambini.
-Sai, non dovresti dire quelle cose ai bambini, il tetano e le malattie
sono qualcosa di serio...- Dave sospirò incredulo.
-Non stavo augurando proprio nessun tetano...- si discolpò.
La ragazza lo abbracciò. -Che bello rivederti!- Dave
notò che aveva una gomma fra i capelli, anche Ella si
accorse che la stava fissando. -Non fa niente, sono solo bambini...-
disse attorcigliando i capelli corvini, liberi dalla gomma, attorno a
un dito e guardandoli pensierosa. -Anche se dovessi finire per
accorciarli, le nostre pettinature corte insieme faranno faville!-
disse sorridendo. Dave per un attimo si sentì a disagio, ora
sapeva di piacerle... o almeno di esserle piaciuto e la cosa lo metteva
in subbuglio... era carina... ma anche strana e pazzoide. Eppure dopo
ciò che era successo con Sky, riflettendo sulla sua
permanenza sull'isola, quella ragazza, tanto dolce, tanto svampita e
tanto stolta era risultata fra i pochi elementi positivi di quella
esperienza. Una volta aveva anche pensato di chiamarla, non era sicuro
di potersi interessare a quella tipa stramba, ma non gli sarebbe
dispiaciuto conoscerla meglio... ma oltre al fatto che non era sicuro
di cosa pensasse di lui dopo la fine dello show, dopo l'esperienza con
Sky aveva finito per diventare più cauto con le ragazze.
“Perlomeno sembra contenta di vedermi...” si
sarebbe aspettato di veder agire Ella in modo diverso? “Beh,
era bendisposta anche nei confronti di Sugar!”
-Credevo che per una ragazza rovinarsi i capelli fosse la fine del
mondo...- commentò Dave cercando di distrarsi dagli altri
pensieri. -Comunque te la cavi abbastanza bene con quei piccoli...-
“Sporchi, bavosi e mocciolosi...” -Bambini...-
-Non abbastanza...- sospirò la ragazza. -Con le bambine
è abbastanza facile... riesco a tenerle a bada. Per i
bambini è un po' più complicato. Credo di non
piacergli.- spiegò con un po' preoccupazione.
-Ah, tranquilla... credo sia una fase normale, ai bambini di solito le
principesse non stanno molto simpatiche.-
-Già però, se voglio fare la maestra devo
imparare a gestire pure loro, sai ho sempre voluto lavorare con i
bambini...-
“Fra simili ci si ritrova...”
-Per questo ho chiesto a mia cugina...- indicò la donna di
prima. -Se potevo aiutare con i bambini del gruppo estivo, ma ho
l'impressione che non stia andando molto bene...-
-Non credo dovresti buttarti giù subito, secondo me sei
portata.-
-Infatti non voglio arrendermi alle prime difficoltà.- disse
abbastanza fiduciosa. -E' che ultimamente mi sento un po'
giù... sono successe tante cose...-
-E c'è anche troppo caldo per ragionarci su...- disse Dave
ad alta voce, sventolandosi con un giornale. Ella gli sorrise.
-Sì, anche il caldo può essere un problema...-
-Potrebbe andare anche peggio... potrebbe sbucare Chris McLean da
dietro un cespuglio.-
-Se devo dire la verità, il reality non è stata
un esperienza tanto terribile...- a giudicare dall'espressione di Dave,
il ragazzo non era affatto d'accordo. -Sì, speravo di farmi
più amici...- ammise la ragazza un po' delusa. -Ma
è stato interessante... e sconvolgente... non credevo
potessero esistere persone tanto malvagie quanto Sugar e Scarlet...-
-E Sky...- aggiunse il ragazzo rabbuiandosi, ma probabilmente Ella non
lo sentì...
-Forse avrei dovuto cercare di farmele amiche, farle sentire
più amate e apprezzate...- a volte i ragionamenti, se
così potevano essere chiamati, di Ella, lo facevano andare
fuori di testa. Ma il ragazzo si limitò a sospirare.
-Ascolta, consiglio spassionato... se una persona ha un brutto
carattere e sembri non stargli neanche simpatica, ma anche se finge di
trovarti simpatica... stalle il più lontano possibile!-
-Oh, sei così carino a preoccuparti per me.- disse
più addolcita del normale. Dave si sentì
nuovamente a disagio.
-Beh... ci sono altre cose che hai imparato dal reality?-
domandò cercando di sviare il discorso.
-Forse dovrei cercare di essere meno ingenua e infantile...- rise
nervosamente.
“Ecco... questo è un ottimo punto da cui
partire.” pensò Dave, abbastanza ottimista.
-Ma non devo certo perdere la mia allegria e il mio entusiasmo!-
-Ok...-
-E non voglio per nessunissimo motivo al mondo smettere di cantare!-
-Beh, se ti fa piacere...-
-Comunque mi sembrerebbe un po' stupido lamentarmi tanto del reality,
alla fine è stata comunque un'avventura a cui ho partecipato
volontariamente e sapevo come funzionava già dalle scorse
stagioni...-
-Già, ma non c'è limite al peggio...-
pensò Dave passandosi la mano sul capo.
-Mi spiace...- si scusò la ragazza prendendogli la mano. -Tu
in effetti hai accumulato soprattutto molte cose negative da questa
esperienza...-
-E immagino di non piacerti più.- disse ritraendo la mano.
-Ho anche dimostrato di saper essere un po'... forse abbastanza
vendicativo... non esattamente il tuo principe azzurro, eh?- si
sentì lo stomaco stretto da una morsa. “Potevi
anche intuirlo, si è mai visto un principe con tante
allergie e con delle occhiaie come queste?” Ella non disse
nulla di particolare, ma arrossì un po', lasciandolo
perplesso.
-Non sei esattamente come pensavo... ma non mi dispiacerebbe se
passassimo più tempo assieme... sai, se ti senti solo
è normale annegare nella frustrazione e nei sentimenti
negativi... starti vicina ed esserti amica mi farebbe molto piacere.-
ammise candidamente.
-Ah... A-anche a me!-
-Sai, sei un tipo strano, ma mi piaci. Molto meglio di un principe
azzurro qualunque, sei... particolare, speciale.- ridacchiò
la ragazza. Probabilmente era anche un tentativo di tirarlo su di
morale.
-Eh, io a dire il vero sarei il ragazzo normale...-
puntualizzò Dave.
-Uh... n-non credo ci fosse davvero gente normale su quell'isola...-
Angolo dell'autrice:
Questa volta una breve oneshot, spero tanto possa essere di vostro
gradimento. Mi scuso in anticipo per eventuali errori, ma spero non ci
sia nulla di particolarmente grave...
Non mi piace molto Dave, ma è stato inaspettatamente
divertente scrivere dal suo punto di vista, spero di non averlo reso
OOC...
Ella è fra i pochi personaggi di quella stagione che in un
certo senso mi piace... sarà che mi aspettavo di non
sopportarla, i film disney non mi hanno mai fatto impazzire, in
particolare quelli con le principesse e molte canzoni, quindi il primo
impatto col personaggio non è stato particolarmente buono,
anzi. E forse ho un debole per le ragazze svampite e un po' ingenue...
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Capitolo 7 *** Courtney&Trent ***
Courtney non aveva mai apprezzato i fast food, tendenzialmente li
evitava, ma quel giorno decise di fare un'eccezione per uscire con una
sua amica, dopo la scuola. “Forse, dopo le mie disavventure
con la cucina di Chef, i miei gusti stanno andando inevitabilmente a
peggiorare...” riflettè mettendosi delle patatine
in bocca. Sapeva di dover fare qualcosa a riguardo, i cibi salati e
oleosi rischiavano di diventare una specie di dipendenza dopo il
recente tradimento, sulla tv internazionale, di quell'orco chiodato...
ma ci avrebbe pensato poi. Senza accorgersene prese altre due patatine.
“No, tu sei più forte del cibo! Forza,
resisti!” si costrinse a posarle mentre l'asiatica dai lunghi
capelli scuri, seduta al suo tavolo, la guardava dubbiosa.
-Quindi hai intenzione di fare qualcosa?- le domandò.
-Eh andiamo, Emma. Capita raramente che mangi cibo spazzatura...-
mentì, negli ultimi tempi aveva comprato molta robaccia,
anche se per il momento non se ne notavano i risultati. -Mi sembra un
po' presto per insinuare che abbia bisogno di una dieta.- rispose un
po' offesa.
-Eh?- l'altra ragazza sembrava spaesata. -No, mi riferivo a Trent e
Gwen... da come ne parlavi lungo la strada sembrava che volessi farli
rimettere insieme per riprenderti Duncan...-
-Ma di che diamine parli?!- esclamò Courtney scattando in
piedi. Emma indietreggiò contro lo schienale, poi le rivolse
una smorfia infastidita, Courtney si calmò leggermente. -Ho
solo detto che quel tipo patetico è ancora palesemente il
suo schiavetto e lei sembra dargli corda. Tutto qua...-
sbuffò.
-Si, ma mentre ne parlavi sembravi pensierosa... come se volessi
pianificare qualcosa...- disse sospettosa.
-E perchè dovrei?- cercò di impostare il proprio
tono come per farla sembrare l'insinuazione più stupida del
mondo. -Duncan chi lo rivuole? Sto meglio senza di lui, guardami! Non
ti sembro molto più serena e in salute?- Emma la
guardò scettica.
-No.- rispose sincera.
-Solo perchè sono venuta in un fast food non vuol dire che
mi lascerò andare e ingrasserò. Non ho nessun
dispiacere da affogare nel cibo. E anche se fosse, non sono mica tanto
patetica da finire così.- rispose lei sulla difensiva.
-No, non intendevo questo, Courtney...- sospirò Emma
rassegnata. Quando l'amica cominciava a parlare in quel modo, c'erano
da abbandonare le speranze di una conversazione ragionevole...
-Beh, quando Gwen avrà pagato le conseguenze delle sue
azioni starò molto meglio. Non voglio che sia lei a lasciare
Duncan... aspetto che venga tradita! So che accadrà,
com'è successo a me succederà anche a lei. Quella
gotica non è speciale e io non ho niente che non vada,
è Duncan ad essere chiaramente incline al tradimento.- disse
come se stesse cercando di persuadere Emma e se stessa.
-Sembri avercela più con Gwen che con lui...-
osservò Emma. -Forse lo ami ancora?- ipotizzò lei
senza particola malizia.
-Forse ti sei bevuta il cervello?-
-Pensavo solo che se spingessi Gwen nelle braccia di Trent, non solo
avresti la vendetta su di lui, potresti anche farlo tornare da te
strisciando. Non puoi riprendertelo, mettendo che tu voglia farlo,
certo... se non gli fai prima imparare la lezione.-
-Ripeto, chi lo rivuole?!- ringhiò Courtney. -E comunque
come dovrei fare, secondo te?- aggiunse la ragazza. Per un attimo Emma
ebbe l'impressione che fosse curiosa.
-Potresti ingelosire Gwen fingendoti interessata al suo ex e...-
-Emma, amica mia, da quando ti sei fidanzata i tuoi neuroni sono
migrati altrove.- “Ed era una delle poche con cui riuscivo ad
avere una conversazione decente.” pensò ricordando
con nostalgia quando l'aveva incontrata durante le medie, in
biblioteca. Stavano cercando entrambe un libro di legge, sembrava quasi
destino. Non erano mai state compagne di classe ma si erano sempre
tenute in contatto da quel giorno. “Ora invece, quando non
sta al telefono col suo fidanzato, immagina scenari da commedia
romantica di serie Z... che tristezza il periodo rosa...”
pensò quasi gelosa.
-O forse da quando tu non sei più fidanzata il tuo ego e il
orgoglio si sono espansi incontrollatamente come delle masse tumorali.-
ribattè cominciando a perdere la pazienza “Che
testa dura...”
-Pensavo volessi entrare anche tu alla facoltà di legge, non
di medicina...- sospirò Courtney. -Comunque fa attenzione...
Dovresti evitare di farti troppi progetti come al tuo solito, potresti
spaventarlo o sembrargli soffocante.- la avvertì. La
conosceva abbastanza bene da temere che avesse programmato il giorno
delle nozze, la destinazione della luna di miele, il numero dei
figli... se era fortunata il suo fidanzato non sospettava dei suoi
piani. “E dire che l'ultima volta mi ha detto di voler fare
l'avvocato divorzista...” pensò Courtney
tamburellando sul tavolo con le dita. -Penso che i fidanzati e la
pianificazione non vadano troppo d'accordo...- se c'era qualcosa di
simile ad un errore che aveva fatto con Duncan era stato quello
“Ho solo sopravvalutato maturità e forza di
volontà di Duncan... oltre che il valore che attribuiva a
me...”
-Grazie della preoccupazione, ma ho tutto sotto controllo.- rispose
l'altra, ingenuamente, facendo spallucce.
“Avevo tutto sotto controllo pure io...”
-E-eh... a proposito di Trent...- Emma cominciò a
gesticolare facendole strani segnali.
-Lasciamo perdere quel tuo stupido piano. Con quel perdente non ci
starei neanche per finta! È bello, atletico, teoricamente
con talento e fascino. Ma preferisce fare l'idiota, strambo e lo
zerbino per una tizia con una malsana pelle pallida e screpolata e dei
capelli rovinati! Ma che ci troveranno mai in lei?-
-Courtney!- la richiamò Emma disperatamente.
-Gli sfigati li posso anche tollerare, mica dipende da loro... ma
Trent... Beh, quello la è davvero...-
-Ciao, Courtney... da quanto tempo...- disse una voce tesa alle sue
spalle. Emma sospirò. Courtney lentamente si
voltò.
-Ah... ciao Trent.- disse con un sorriso forzato, lo stesso che il
chitarrista le restituì.
-Sai, ad alcune ragazze piacciono gli strambi...- cominciò
Trent piuttosto irritato.
“Poveretto, chissà chi gli avrà detto
questa cavolata?” si chiese Emma “Eh...
ripensandoci a Kitty potrebbero piacere...”
-E ad altre piaceranno i delinquenti senza particolari
qualità.- Courtney non apprezzò la frecciatina.
-Forse mi giudichi un perdente per il mio poter essere strano. Ma
almeno non sono un perdente perchè sacrifico qualunque mia
buona qualità facendo prendere il sopravvento all'isteria...
Buona giornata, Courtney...- se ne andò irritato.
-Mi ha appena dato della perdente?!- esclamò incredula
mentre il ragazzo le voltava le spalle.
-Beh...- Courtney prese il contenitore della coca-cola e gliela
lanciò beccandolo in testa. -Una perdente avrebbe una
così buona mira?!-
Giorni dopo, un pomeriggio, Courtney andò a prendere un
gelato sul lungo mare. Le giornate si facevano più calde e
presto il suo penultimo anno di liceo sarebbe finito. Tutto era
apparentemente tranquillo mentre passeggiava,ma girando ebbe la
sfortuna di incrociare una chitarra e il suo proprietario, seduto sul
muretto.
-Non hai niente da dirmi?- disse il ragazzo notando che la ragazza era
inizialmente intenzionata a superarlo ignorandolo. Courtney finse di
pensarci, poi scosse la testa. Alzò gli occhi al cielo
vedendo il ragazzo che la guardava storto.
-E va bene... forse ieri ho detto delle cose leggermente sgarbate su di
te e ti ho lanciato un bicchiere di cartone, ma va beh, era vuoto e
alla fine non ti sei nemmeno fatto male.- scosse le spalle.
-Ok, Courtney... accetto le tue scuse...- disse pur rimanendo poco
soddisfatto. Passò qualche secondo.
-E tu? Non hai davvero nulla da dirmi?-
-No...- cercò di rimanere impassibile mentre la ragazza
saliva sul muretto sedendosi vicino a lui.
-Sicuro?- insistè fulminandolo con lo sguardo.
-Ho solo ribattuto a quello che tu mi hai detto alle spalle.- si
giustificò il ragazzo con calma. -Anzi, ho detto che il
problema è la tua isteria, non tu come persona... dovresti
solo non essere così facilmente irritabile.- disse cercando
di rassicurarla. Non sembrava funzionare, ma continuò per
quella strada. -E' anche un peccato. Non ti conosco molto bene, ma non
mi sembri una persona così terribile... a Gwen ad esempio
sembravi piacere...- sentendolo Courtney sbuffò.
-Beh, se lo dice Gwen, allora... Già, l'approvazione di Gwen
è una specie di bollino qualità...-
-Mi fido del suo giudizio, e quindi? Ci si può lasciare, ma
restare amici o comunque rimanere in buoni rapporti.- Courtney lo
guardò irritata.
-Dovrei forse fare buon viso a cattivo gioco? Come potrei stare bene
sapendo che dalla mia infelicità è nata la
felicità di qualcuno?- disse estremamente ferita e
amareggiata, Trent si sentì a disagio, aveva quasi il timore
che la ragazza scoppiasse a piangere, ma svanì presto,
l'espressione della castana si incattivì presto nonostante
la voce apparisse più fredda. -No, non possono assolutamente
farla franca.-
-Capisco... mi sembra difficile rimanere amici di qualcuno che ti ha
tradito, la tua situazione è diversa dalla mia.- ammise
Trent. -Però...-
-Non mi era sembrato che Gwen ti avesse trattato così bene
in realtà...- gli fece presente. “Che razza di
zerbino...” -Ma tecnicamente non ti ha tradito con Duncan...-
“Ma il suo attaccamento al karma non le ha comunque impedito
di tradire me!” -E sembrava che le fregasse e le dispiacesse
per te...- “Ma di me che ero sua amica se n'è
comunque fregata!”
-Eh... Courtney?- in teoria stava riconoscendo che Gwen non era
così male e Trent era contento che qualcun'altro
pensasse che Gwen si fosse preoccupata per lui nonostante tutto. Ma
aveva l'impressione che Courtney stesse andando sempre più
in escandescenza.
-Che c'è?!-
-Emh... no, ok... lo capisco che tu sia arrabbiata con lei.-
-Quindi accetti che non si possa stravedere a prescindere per la tua
ex? Molto bene...-
-Però lo capisci che stai creando problemi a te e non a loro
con questo tuo atteggiamento, vero?- Courtney lo fulminò con
lo sguardo. -Poi va bene, la tua rottura è molto
più fresca della mia quindi sarai ancora un po'...-
-A parte il tuo patetico piagnucolio iniziale, mi sembra che tu abbia
superato un qualunque ipotetico astio per Gwen estremamente in fretta.-
-Sai, mi sembra che tu abbia il brutto vizio di scavalcare gli altri
quando parlano...- Courtney forse non lo sentì nemmeno.
-E a parte qualche leggera frecciatina non mi sembravi particolarmente
in collera neppure con Duncan...- pronunciò il suo nome
quasi con disgusto o forse a disgustarla era la mancanza di rabbia del
chitarrista nei confronti del punk.
-Oh... ma io sono in collera con Duncan...- Courtney si
stupì nel sentire Trent con un tono quasi aggressivo e
un'espressione così accigliata. -Ma che ci guadagnerei a
fare l'arrabbiato?- sospirò frustrato poi si
ammorbidì leggermente pur rimanendo teso. -Justin direbbe
delle rughe sul viso...-
“Ah, Justin... Duncan sembrava così geloso di
lui... e poco tempo dopo, di me non gli importava già
più niente...” pensò ricordando la
speranza che le aveva messo vedere il suo ex apparentemente geloso di
Alejandro. “Ma era tutta finzione e cosa peggiore, ci sono
cascata!”
-E... non mi stai più ascoltando...- constatò
Trent.
-Scusa, ma non sono davvero in vena di sentirti fare quello moralmente
superiore per cui la rabbia è inutile e non serve a niente.-
disse irritata.
-Non lo faccio per sentirmi moralmente superiore.- negò
infastidito. -E poi se potessi farlo, anche tu cercheresti di
fingere che non te ne importi nulla per punirli con l'indifferenza,
no?- Courtney non potè negarlo. -E poi voglio anche
mantenere buoni i miei rapporti con Gwen e se lei è
felice... beh... voglio riuscire ad essere felice per lei...- Courtney
guardò la sua espressione triste e malinconica, era quasi
dolorosa... Trent invece si inquietò incontrando lo sguardo
quasi indemoniato di lei. -Eh... parlavo di me, ovviamente, non dico
che tu dovresti essere felice per Duncan.- rise nervosamente
“Perchè ad un tratto sembra avercela
così tanto con me?!” dopo ciò che aveva
detto per calmarla addirittura la ragazza gli sembrò
più minacciosa.
-Tranquillo, davo per scontato che un pensiero tanto idiota non potesse
sfiorarti! Tranquillo!- ma non c'era nulla di rassicurante nel suo modo
di dirlo. -Sei ancora innamorato di lei?- chiese infastidita, ma
già meno minacciosa.
Trent non disse nulla, ma non c'era bisogno, glielo si leggeva in
faccia e lo sapeva anche lui. -E come fai ad essere così
calmo con lei e a rimane senza fare nulla?- chiese incredula. Lo
trovava abbastanza ridicolo, ma se provava un sentimento
così forte, la sua rassegnazione e accettazione le appariva
anche più assurda.
-E'-è meglio così... e poi non sono
più innamorato...- negò con poca decisione -Solo
che continuo a trovarla una brava persona e non riesco ad essere
arrabbiato con lei, tutto qua... E anche se fosse, non parteciperei ad
un piano come quello che stava ideando la tua amica l'altro giorno...-
disse sviando un po' il discorso. -Anche se Gwen si dimostrasse gelosa
di me, una ex gelosa non è per forza ancora innamorata e
disposta a provare a ricostruire un rapporto. Se io l'amassi ancora,
non vorrei illudermi.- Courtney lo guardò con dispiacere.
-Ti faccio pena?- chiese perplesso, era troppo sorpreso dalla reazione
della ragazza, fino ad un attimo prima una bomba ad orologeria, per
essere irritato.
-No!- negò lei infastidita. -Ti trovo comunque patetico...-
-Beh, come vuoi...- forse lui era una delle poche persone al
momento in grado di suscitare in lei empatia... riusciva a dispiacersi
per quel ragazzo anche se questo la spaventava... non voleva sentirsi
vulnerabile come lui, ma neanche rimanere col dubbio che il suo
sentimento nei confronti di Duncan non fosse mai stato così
forte in realtà. Che utilità aveva poi, essere
così ferita ed in collera, a quel punto?
-Secondo te, è normale non provare nient'altro che odio per
una persona che fino a pochi minuti prima amavi?- domandò
seria. Trent prese un profondo respiro e si preparò per
addentrarsi in quel campo minato.
-Credo che possa succedere, però... sei sicura di non aver
nascosto sotto tutta quella rabbia i sentimenti che provi per lui?-
“E adesso mi ammazza, è stato bello
finchè è durato...” ma nulla, la
ragazza sospirò con aria abbattuta.
-Non ho più nessun sentimento positivo da nascondere.-
scosse le spalle. Sembrò una constatazione sincera. -Anche
quando ho cercato di ingelosirlo, non sono più tanto sicura
di averlo fatto sperando che ancora tenesse a me, o sperando
semplicemente di ferire lui e Gwen. L'unica cosa che provo per loro ora
è odio. Non mi è mai capitato di pensare
“Mi manca Duncan” ma solo “Spero che la
paghi” vorrei che tornasse da me, certo... ma solo per
poterlo ferire io questa volta!- “Di qualunque
intensità fosse il sentimento che provavo per Duncan,
l'unica cosa di cui sono certa è che sia svanito tutto... ha
fatto svanire tutto... Credevo che mi sarei sentita felice di poter
dire che un tipo come lui non faceva per me, che non ne avevo bisogno,
che non sento più niente nei suoi confronti... invece mi fa
sentire vuota...” -S-sai, Emma, l'amica con cui ero quel
giorno al fast food, mi ha detto che forse ero più
arrabbiata con Gwen che con Duncan perchè provavo ancora
qualcosa per lui... ma la verità è che
c'è l'ho più con Gwen perchè mi sento
più ferita da lei, mi manca più lei che Duncan,
capisci?!- si sfogò la ragazza. Si accorse di essersi
appoggiata a Trent e che lui le stava accarezzando la spalla. Da quanto
erano così?
-Mi dispiace, davvero...- le disse con tatto nonostante l'avesse preso
alla sprovvista. Courtney tirò su col naso... da quanto
stava piangendo? Divenne completamente rossa, ma i due rimasero in
quella situazione per un po'.
Era davvero stanca di imbrigliare troppe energie nella rabbia
rischiando di avvelenare le sue giornate e le sue amicizie. Voleva
smettere di maledire Duncan e Gwen e andare avanti. E dopo quel
pomeriggio e quello sfogo cominciava a sembrarle quasi fattibile.
-Grazie...- disse prima di andarsene.
-Figurati...- le rispose un po' impacciato. Trent la guardò
stranito mentre metteva qualche monetina vicino a lui. -Eh, guarda che
non giro con la chitarra per chiedere l'elemosina...- lei sorrise
leggermente alzando le spalle.
-Ma puoi cominciare ad abituarti all'idea, non si sa mai scegliendo un
percorso musicale.- scherzò la ragazza. Anche Trent lo prese
come uno scherzo, non gli veniva naturale arrabbiarsi con lei... non
sapeva che Courtney lo ritenesse anche un buon avvertimento con cui
ripagarlo...
La ragazza se ne andò imbarazzata, anche se dopo le scenate
che le era capitato di fare durante il reality non le sembrava il caso
di vergognarsi tanto.
Dopo la fine della famigerata quinta stagione, quando seppe del ritorno
a casa di Gwen, Trent corse il più in fretta che poteva dal
fioraio per poi organizzarsi per incontrarla
“casualmente” davanti la stradina che portava a
casa sua. Voleva intercettarla ed essere il primo ad accoglierla. Ora
che Gwen si era lasciata con Duncan poteva finalmente sperare in una
seconda possibilità...
O almeno fu questo che pensò, finche non ebbe visto la
ragazza tornare a braccetto con un occhialuto ragazzino afroamericano,
molto basso, anche più di lei, con cui chiacchierava e
rideva amabilmente.
“S-sono... No, non può essere...” poi li
vide baciarsi -...Eh? Sono stato piantato per...-
-Sì, sei stato piantato per Cameron.- gli
confermò Courtney mentre osservava la scena mordendo una
mela rossa. -Quei fiori sono per me? Che carino...- gli prese il
mazzolino di coloratissimi anemoni dai toni freddi. Non l'avrebbe mai
ammesso, ma in realtà prendendoli voleva anche evitargli un
momento di imbarazzo in caso Gwen li avesse notati...
-Non è proprio il momento, sai?- disse il ragazzo
massaggiandosi le tempie e cercando di riprendersi “Era
troppo bello per essere vero... ci avevo davvero creduto...”
-E tu? Perchè sei qui?- la interrogò, la ragazza
sembrò un po' infastidita.
Trent era stato troppo concentrato su Cameron per accorgersene prima,
ma a fianco di Gwen c'era un'altra persona con cui la ragazza stava
parlando. Sembrava trovarsi molto bene con Zoey... -Non ti sembra di
essere un po' troppo possessiva con le tue amiche?- chiese perplesso.
-Per te non è tutto perduto, potresti comunque
riconquistarti la sua fiducia come amica, la presenza di Zoey non
è che cambi molto...- era infastidito oltre che invidioso
della situazione della ragazza. -Ma per me invece...- Courtney lo
sorprese a riguardare con tristezza Gwen. Sospirò, il
ragazzo continuava ad avere una certa influenza su di lei.
-Forza, andiamo.- disse trascinandolo via da quella triste visione.
-Per consolazione ti compro un bel gelato.- ne approfittò
per prenderlo un po' in giro e sdrammatizzare.
Trent in un primo momento la guardò storto, poi prese a
camminare al suo ritmo.
-Grazie...- si limitò a dirle senza lasciare la sua mano.
Probabilmente lui non ci fece molto caso, lei sì, ma non
disse nulla in proposito, né cercò di
lasciargliela.
“Non è importante dopo tutto...” sorrise
nervosamente.
Angolo dell'autrice:
Non so perchè, ma mi piace scrivere di rotture e sentimenti
andati a male...
A parte questo, non ho mai amato particolarmente questa coppia,
né l'ho mai ritenuta particolarmente plausibile, ma quando
mi sono avvicinata a questo fandom era abbastanza popolare,
così un po' per nostalgia, un po' perchè ero
curiosa di farli interagire, ho provato a scrivere qualcosa su di
loro... spero che il risultato vi possa piacere.
Gli anemoni a quanto so possono comunicare abbandono(che allegria...)
ma li ho scelti perchè sono belli e hanno dei bei colori. Un
mazzo di anemoni con colori freddi mi sembrava adatto a Gwen come
regalo floreale...
Non so se sono riuscita ad attenermi bene ai personaggi. Probabilmente
la cosa più improbabile di tutte è Gwen, ma visto
All stars non sarei rimasta stupita di una virata del genere e mi
ispirava farla finire così. Non sono molto sicura di Emma
e del suo ruolo...
Comunque che il capitolo possa risultare godibile e mi scuso per eventuali errori.
Alla prossima!
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Capitolo 8 *** Noah&Owen ***
-Noah...- lo chiamò, un'ultima volta prima uscire, una donna
che gli somigliava vagamente. -Sicuro che per te non sia un problema
rimanere a badare ai bambini?- gli domandò in ansia per i
cinque figlioletti che stava ponendo nelle mani di quel ragazzo sempre
così menefreghista e poco empatico... effettivamente la
sorprendeva che si fosse offerto di fare da baby sitter ai suoi
bimbi... non poteva sapere che suo marito, l'uomo che l'aspettava in
macchina, aveva convinto il nipote con una relativamente cospicua somma
di denaro... era disperato, uscivano poco e niente da quando l'ultima
baby sitter era andata al college e trovare qualcun altro che volesse
avere a che fare con cinque bambini non era facile.
-Nessun problema, zia.- le disse tranquillo. -Tanto tra un po' dovrebbe
venire Owen a darmi una mano.-
-Owen? Vi siete riappacificati?- era così sorpresa dalla
notizia da non preoccuparsi del fatto che il ragazzone biondo non fosse
tanto più idoneo di Noah a prendersi cura dei suoi figli.
-Perchè? Io e Owen avremmo litigato secondo te?-
-Beh, l'hai mollato per quella ragazza, pensavo fosse logico che se la
fosse presa. Ok, che non ti preoccupi più di tanto per gli
altri, però...-
-Zia, io e Owen non siamo mai stati insieme.- disse accigliato. -E mi
avevi detto di aver visto il reality, dovrebbe essere ovvio per te che
non...- la donna lo interruppe.
-Pensavo fosse una recita fatta per tranquillizzare tuo padre che non
stavi con quel perdigiorno.- aveva capito che il ragazzo si fosse
effettivamente messo con Emma solo quando era passato dal fare lo
scroccone a casa di Owen a fare la sanguisuga dalla giovane asiatica..
poi anche lei lo aveva cacciato dicendo che la distraeva troppo dai
suoi studi... ma stavano ancora insieme. -Poi la recita si è
trasformata in qualcosa di più e lo hai lasciato per Emma.-
-Zia... che razza di commedie romantiche guardi in TV?- lo zio, ancora
fuori ad aspettare cominciò a suonare insistentemente il
clacson.
-Ah... scusa ora devo andare.-
-Tranquilla... non troverai la casa esplosa al tuo ritorno.- la donna
si immobilizzò.
-Ho chiuso il gas?!- scappò in cucina a dare un'occhiata,
poi se ne andò. Chissà se lo aveva scordato
aperto veramente... ma Noah, decise di non soffermarsi troppo su quel
affascinante quesito.
Sentendo degli strilli di bambino nell'altra stanza di
avvicinò, ma senza alcuna fretta, non era poi
così entusiasta di quell'incarico.
Una delle sue cuginette di quattro anni, Ely, si era appesa alle trecce
della sorella di sei, Evy. Probabilmente si erano messe a litigare per
la bambola che si trovava ai loro piedi.
-Ehì, finitela qui!- disse Noah cercando di dividerle, ma in
cambio ricevette solo calci... beh, di bambine piccole, ma gli fecero
comunque male. Sentendo una fastidiosa risatina si girò.
Vide Sarah, la cugina di undici anni, sul uscio della porta che lo
fissava mostrandosi discretamente divertita.
-Potresti aiutarmi?- le domandò irritato, la bambina scosse
le spalle.
-Non mi va.- disse annoiata. -E poi il baby sitter sei tu...- disse il
piccolo mostro dai codini castani mentre si sistemava gli occhiali.
-Fortunatamente tra un po' arriverà la cavalleria...-
sospirò prendendo in ostaggio la bambola delle saltellanti
bimbette.
-Emma?- domandò Sarah.
-Owen.- la bambina alzò un sopracciglio. -Non siamo mai
stati fidanzati.- le disse prima che potesse domandare qualcosa. Non si
era accorto che la sua famiglia avesse frainteso così la
situazione. Nel mentre, Noah, schivando le bambine cercava di tenere la
bambola fuori della loro portata.
-Quindi stavi solo sfruttando i suoi sentimenti per i tuoi interessi?
Mi sembrava strano che potesse piacerti, proprio non me lo spiegavo...-
-Eh... no, Owen non ha sentimenti, solo spazio per il cibo.-
sghignazzò per un attimo. -Scherzo... ma non è
interessato a me, questo è sicuro.- le sottili labbra
dell'undicenne si distesero in un ampio sorriso.
-Sei proprio bravo a capire i sentimenti delle persone...- a Noah non
stava particolarmente simpatica ma dovette distogliere l'attenzione per
ridirigerla alle ostinate cugine più piccole che cercavano
di arrampicarsi su di lui.
-Ora basta, se continuate così divido la bambola in due e ne
avrete entrambe un...- nemmeno finita la frase, le piccole gli
saltarono addosso portandogli via la bambola e si congedarono con una
linguaccia.
-Ti chiami Noah, mica Salomone...- gli ricordò la saccente
ragazzina. Noah sentì altri bambini che litigavano. -Spero
per te che la cavalleria arrivi presto.- sghignazzò la
piccola.
Sarebbe stato un lungo pomeriggio...
Contrariamente a quanto si sarebbero aspettati Noah e sua zia, Owen se
la cavava... tranne che con Sarah che lo evitava come la peste. Per il
resto, il ragazzo sembrava abbastanza a suo agio. Probabilmente avendo
più fratellini sapeva come muoversi decentemente quando si
mettevano a litigare e farli smettere di piangere.
“A quanto pare anche un Owen può imparare dalle
esperienze.” sorrise il ragazzo. Dopo un po' Owen si sedette
sul divano accanto a lui, sfinito, approfittando del fatto che i due
cuginetti maschi si erano addormentati. “Ma il troppo
movimento rimane comunque nemico di un Owen.”
-Non ti somigliano per niente...- Quando l'amico gli aveva chiesto
aiuto, si era ingenuamente aspettato di dover badare a dei piccoli,
poco vivaci, adorabili, Noah in miniatura, non a due gemelli iperattivi
che si arrampicavano in mezzo agli scaffali della cucina... le bambine
gli era sembrate apparentemente più tranquille... poi
avevano improvvisato una sorta di lotta greco-romana... Owen riprese
fiato, avrebbe faticato meno se fosse andato a fare una corsa...
-Sai, credo dovresti metterti a dieta.-
-Tu dici?- sorrise, fra una boccata d'aria e l'altra.
-Ti ringrazio, mi hai davvero salvato la vita.- si
stiracchiò Noah, stanco per qualcosa che non aveva fatto.
-Dai, a che servono gli amici?- disse il ragazzo abbracciandolo senza
fare caso agli scricchiolii che il corpo di Noah produceva.
-La sai una cosa assurda?- chiese una volta libero.
-Uhm... Ah, si... hanno fatto uscire Chris di prigione, di nuovo.-
-Sì, abbastanza assurdo...- valutò il ragazzo.
-Ma mi riferivo ad un'altra cosa...-
-Spara!-
-A quanto pare, parte della mia famiglia era convinta che stessimo
insieme o comunque che io ti piaccia.- rise Noah.
-Beh, ma infatti tu mi piaci molto!-
-Owen... si intendeva in senso romantico...-
-Ah...- successivamente prese a ridere nervosamente. -Ma certo che...
certo che no...-
-Visto?- disse Noah soddisfatto, incontrando con lo sguardo una
spettatrice silenziosa. Sarah scosse le spalle e sorrise.
-Beh, ho visto ottusangoli più acuti...- Noah
sospirò scocciato.
-Sai, anche se pensi che io sia troppo poco reattivo, dovresti fare
attenzione a non stuzzicare troppo le persone.-
-Eh... ragazzi...- si intromise Owen. -Dai, non litighiamo, siamo una
famiglia, no? Volevo dire siete...-
-So benissimo come valutare le situazioni.- rispose offesa al cugino.
-E poi se riesci tu a trovare amici e fidanzate, può farcela
chiunque...- disse ferita. -Gli dici di continuo che dovrebbe fare una
dieta e poi non fai niente per fargliela seguire. Non ti preoccupi
dello stato di salute del tuo migliore amico? Della persona che rimane
li a sopportarti, ascoltarti e darti supporto? Non ti sentiresti male
se morisse? Insomma Noah!- lo riprese la ragazzina. -In
realtà posso capire che tu non voglia immischiarti tanto
nella sua vita privata, peccato che sembri fregartene semplicemente di
tutto ciò che non riguarda te stesso.- fremette di rabbia
mentre lo rimproverava. -Eppure tu...-
-Sarah, ora stai...- Owen interruppe l'amico, temendo che potesse
perdere la pazienza, circumnavigandolo col braccio e spingendolo
più vicino a sé.
-Ehi, Sarah, guarda che il tuo cuginetto non è affatto male
come pensi.- disse Owen cercando di sdrammatizzare. -Non è
da tutti rimanere accanto ad uno come me... Non so rispettare gli spazi
personali, le mie puzze potrebbero diventare un'arma biologica...-
-Già, e non fai nulla per trattenerle.-
puntualizzò Noah.
-Hai idea del mal di pancia che mi verrebbe se le trattenessi?-
domandò preoccupato, accarezzandosi la pancia. -Sai, potrei
anche esplodere!-
-Ma dai...-
-Il punto è che diverse persone mi troverebbero imbarazzanti
o si stuferebbero in poco tempo di me, ma il tuo cuginetto, il tuo caro
cuginetto è sempre con me! Ormai siamo come gemelli
persiani!- disse divertito.
-...Volevi dire siamesi?- chiese Sarah.
-Eh... credo...- rispose massaggiandosi una tempia. -Comunque non devi
farti ingannare. Anche se Noah non lo dice a parole, il fatto che mi
stia sempre vicino significa che mi considera un amico e mi vuole bene.
Le dimostrazioni di affetto non sono... non sono da Noah, come le diete
non sono da me...- annuì convinto di aver detto qualcosa di
profondo. -Ansi, questo è un ottimo modo per capire quando
sta male, se Noah un giorno venisse da me e mi dicesse che mi vuole
bene saprei che sta delirando o che gli rimane poco da vivere...-
-Beh, contento tu. Ma sappi che se ti trovassi in una situazione in cui
Noah dovrebbe aiutarti, anche se ti trovassi in pericolo lui non
muoverebbe un dito per te...- lo avvertì cinica la bambina.
-Ma dai, perchè hai così poca fiducia in lui?-
sdrammatizzò Owen, poi guardò l'amico.
-Beh... non posso mica sapere come reagirei in una determinata
situazione se prima non mi ci trovo.- poi Noah si accorse che
situazioni del genere si erano già verificate...
-Comunque tu non preoccuparti, Sarah, non devi essere invidiosa di tuo
cugino. Troverai sicuramente delle persone che tengono a te. Una
bambina che prende così a cuore un estraneo non
può non trovare un amico che le voglia bene.-
Noah guardò Owen sconvolto, poi guardò la bambina
che si era fatta rossa come un peperone.
-N-Non sono affatto i-invidiosa di l-lui...- balbettò
imbarazzata chinando lievemente la testa.
“Ci ha preso... Owen ci ha preso?!” Noah era ancora
incredulo all'idea che l'amico potesse aver intuito qualcosa a cui lui
non avrebbe mai pensato. “Suppongo che ai suoi neuroni possa
anche capitare di avere qualche connessione fatta bene...”
sorrise quasi fiero di lui.
-E-e n-non ero preoccupata per te... insomma... Noah te lo sei scelto
tu, quindi... q-quindi...- la bambina fuggì in
preda al panico prima di completare.
-Non capisco... ho detto qualcosa che non andava bene?- chiese il
ragazzo piuttosto confuso.
-No, anzi, sei stato bravo.- lo rassicurò Noah.
-Ma...- disse un po' titubante. -Te lo chiedo giusto per esserne
sicuro. Non sei mai stato interessato a me, vero?-
-Uhm...- Owen diede l'impressione di starci pensando un po' troppo.
-Dai, scherzo.- rise. -Sei il mio migliore amico, ma non per male...
ovviamente, il problema non sei tu...- disse girandoci intorno fingendo
di aver paura di spezzargli il cuore. -Al momento non mi sento pronto
per una relazione.- gli diede una pacca sulla spalla per consolarlo.
-Lo so amico mio, è dura...- per un attimo Owen
diventò pensieroso. -Beh, certo... se fossi disperato e mi
supplicassi non saprei come resisterti... però tu sei felice
con Emma e io sono felice per te.- disse Owen con un sorriso
rassicurante. -Uh... se fossi innamorato di te dovrei essere perlomeno
un po' geloso, giusto?- sembrava effettivamente una domanda, Noah ne
rimase un po' perplesso, ma annuì. -Sì... forse
è strano che io abbia bisogno di basarmi su questo per
capirlo... ma sai, a volte mi sento un po' confuso, quindi...- rise
Owen. -Di Izzy per esempio un po' geloso lo ero... mi è
anche dispiaciuto quando mi ha mollato...-
-Ma se volevi già lasciarla...- lo interruppe Noah.
-Sì, ma sarebbe stata comunque una separazione sofferta e...-
-Davvero?- Noah non ricordava l'amico particolarmente sofferente.
-Beh... forse non è andata proprio così alla
fine.- riconobbe con leggerezza il ragazzo. Noah ci riflettè
su.
-In pratica ti importo meno di Izzy? L'Izzy che hai buttato fra le
braccia di quello che credevi fosse uno spietato, pazzo, assassino, con
la motosega e l'uncino?-
-Eh... Ehm...-
-Scherzavo.- Noah si mise a ridere. -E poi probabilmente anche io farei
lo stesso con te... siamo davvero una bella squadra!-
-In realtà non so se lo farei con te al posto di Izzy...
Come hai detto prima tu, dovrei ritrovarmi in quella situazione per
saperlo...- riflettè Owen. -Comunque... se io ti avessi
risposto che sono innamorato di te, tu come avresti reagito?-
domandò curioso.
-Boh...-
-Ti sarebbe dispiaciuto per me e per il mio amore non corrisposto?- lo
stuzzicò.
-Non credo...- rispose Noah tenendosi sul vago.
-Non ci credo!- lo canzonò Owen.
-Fa come vuoi.- si limitò a rispondere l'altro.
-Però... da domani cominciamo la dieta.-
-Cosa?!- esclamò Owen, anche se, probabilmente Noah si
sarebbe arreso e avrebbe abbandonato il progetto facilmente. -Che
carino! Sei rimasto impressionato da quello che ti ha detto Sarah?-
anche se non si fosse realmente messo ad aiutarlo con la dieta, in fin
dei conti, ad essere importante era il pensiero. Noah
preferì comunque rimanere schivo.
-Può darsi... forse sì, forse no...-
Angolo dell'autrice:
Di re Salomone, nella Bibbia, si racconta che abbia proposto a due
donne che litigavano per un neonato, di cui si proclamavano entrambe
madre, di tagliare il bambino in due per accontentare entrambe, in
realtà per capire chi era la vera madre e teneva di
più al piccolo tanto da rinunciarsi pur di tenerlo in vita.
Sono agnostica, ma pur non avendo dei bei ricordi in proposito
ultimamente mi sento in vena di citazioni bibliche... chissà
perchè mi vengono proprio nei capitoli di questo tipo...
...E' la mia coppia non canonica preferita, per quanto non riesca a
immaginarmi risvolti romantici fra loro, li apprezzo molto
più in coppia che come personaggi singoli.
Non so quanto questa accoppiata possa interessare, spero comunque che
questo capitolo vi possa piacere e a tutti i curiosi giunti fin qui, vi
ringrazio davvero, ma davvero tanto.
Mi piace inserire parentame a caso... anche se temo che Sarah possa
risultare una bambina piuttosto fastidiosa, ma anche se fosse, spero
non infici troppo negativamente sul capitolo. In generale ho abbastanza
paura di gestire i personaggi in modo fastidioso, probabilmente lo
faccio con Courtney e forse l'ho fatto anche con Noah... nel complesso
non sono particolarmente sicura di come ho gestito i personaggi
principali. Se volete darmi un parere sul fatto che il capitolo e i
personaggi vi siano piaciuti o no, se avete notato problemi o errori, a
me farebbe molto piacere.
Spero abbiate passato un buon ferragosto.
Grazie mille ancora per aver letto, alla prossima!
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Capitolo 9 *** Sky/??? ***
Era passato qualche mese dalla fine di A tutto reality quando Sky
ottenne una lettera piuttosto curiosa.
Il mittente era un ex concorrente, Lightning. Il ragazzo aveva una
proposta, una competizione fra i concorrenti più atletici
del reality. Per la ragazza non era un'idea così facile da
rifiutare...
Sky era uno scricciolo, ma uno scricciolo molto determinato e
competitivo.
Alle elementari, durante le ore di ginnastica e a ricreazione quando
giocava con gli altri bambini, aveva capito di essere portata per lo
sport. Sarebbe potuta andare come di solito andava con la maggior parte
delle cose a cui si interessavano i bambini, si entusiasmavano
all'inizio poi perdevano interesse, ma con Sky così non
andò. Mentre competeva, sopratutto se sentiva di stare
vincendo o otteneva risultati, si sentiva bene come non le capitava con
nessun'altra attività. Quando era arrabbiata, sfogare le
tensioni tramite lo sport era in grado di calmarla e apparentemente
qualsiasi problema trovava una soluzione, o non sembrava più
così incontrollabile. Era qualcosa di quasi miracoloso.
Anche il suo essere piuttosto piccola sembrava alla ragazza una
caratteristica fatta apposta per avvantaggiarla. Lo sport era il suo
destino, ciò che più la faceva spiccare e fungeva
da biglietto da visita, anche più della sua etnia,
caratteristica piuttosto evidente quando sei di discendenza nativa
americana...
A parte quello era una ragazza piuttosto ordinaria, a prima vista
cordiale e disponibile anche se competitiva pure al di fuori delle
attività sportiva, ma non abbastanza da risultare sgradevole
e intrattabile.
Magari la propensione a ruttare quando era nervosa e il fatto che
stesse segretamente coltivando quel "talento" non la rendeva molto
femminile e anche i suoi gusti in fatto di ragazzi non la facevano
sentire in complicità con le sue compagne fin dalle medie.
Non capiva davvero che ci trovassero in quei giovani idoli, cantanti di
qualche boy band o attori di qualche film per adolescenti... Ma non
capiva granchè neanche dei suoi gusti... La cotta
più forte che aveva avuto alle medie ad esempio... non aveva
la minima idea del perchè le piacesse così tanto
quel tipo... Durante un anno delle medie era stato come lei un membro
del gruppo di atletica e partecipava anche ad altri sport, ma era
piuttosto sicura che non fossero state le sue capacità a
colpirla...
-Mi sembrava che non fosse il tuo tipo, ma dopo averlo visto in azione
ho cambiato idea.- le aveva detto la sorella maggiore finita una
partita del torneo di palla a volo a cui partecipava anche il ragazzo
che le piaceva. Sua sorella aveva un'ipotesi sulle caratteristiche che
l'attraevano in un ragazzo. -E' un incapace.- aveva detto con un
sorriso. La dodicenne Sky la guardò storto e mise il muso.
-Lui non mi piace!- protestò. -E poi non è... ok,
con lo sport è un po' impedito.- ammise irritata. -Ma ha
tante buone qualità.- Sky sarebbe voluta tornare indietro
nel tempo per chiedere alla se stessa del passato quali fossero... era
curiosa di cosa la piccola se stessa le avrebbe riferito. Non lo
avrebbe definito un atleta, ma forse avrebbe potuto rincontrarlo se
avesse accettato la proposta di Lightning...
-Se non ti piace quel ragazzo, cosa ti ha spinta a voler assistere ad
una partita del torneo del liceo? Non ti interessi neanche al torneo
della tua scuola media visto che non partecipi...- la sorella le fece
l'occhiolino.
"La ragazzina innamorata di un ex compagno di scuola di due anni
più grande... un po' clichè..." pensò
divertita la Sky sedicenne.
La sua attenzione si spostò su un altro ragazzo legato ad A
tutto reality. Il pensiero era meno divertente. Dave era da diversi
punti di vista un incapace, concordando con la teoria della sorella, e
lei era innamorata di lui... o almeno lo era stata...
Arrivato il pomeriggio del giorno prestabilito, Sky decise di seguire
le indicazioni dell'invito e trovò il campo affittato da
Lighting, gli altri concorrenti era già arrivati.
C'era Eva che si lamentava di aver scoperto che non c'era nessun premio
in denaro.
-Distruggerò tutti! Così imparano a disturbarmi
senza ragione!- poi la ragazza si infilò le cuffie.
“Avrebbe dovuto leggere meglio l'invito... Non si accennava a
nessun premio...” pensò che non fosse il momento
migliore per avvicinarsi alla ragazza e presentarsi.
Vicino ad Eva c'erano Jo, con le braccia conserte, e Brick che si
grattava con fare nervoso. Sembravano entrambi a disagio. Brick
spostandosi ebbe la sfortuna di andare a scontrarsi con Eva. Nella
colluttazione cadde l'mp3 che finì per essere pestato dal
ragazzo.
-O-oh... m-mi dispia...- prima che Brick potesse finire, Eva
ringhiò, poi gli saltò addosso.
“Spero che non sia nulla che comprenda un corpo a
corpo...” pensò Sky allontanandosi. “Ma
chi usa ormai gli mp3?”
Zoey e Mike, probabilmente invitato a causa di Svetlana, sembravano
più tranquilli, ma anche troppo innamorati perchè
lei ci si volesse avvicinare, non era dell'umore, anche se era
abbastanza curiosa di scambiare due chiacchiere con la rossa...
“Chissà se ha mai fatto sport in passato... Anzi,
deve per forza! Non si possono raggiungere certi risultati senza alcun
esercizio...” pensò sospettosa.
C'era DJ che si portava dietro un nastro per la ginnastica ritmica e
parlava con l'organizzatore di tutto, Lightning.
-Dove sono i nastri per gli altri?- domandò confuso.
-Eh? Nastri?- Lightning lo era anche di più. -Con la tua
stazza credevo che sapessi fare anche altro... Non ti ho mica invitato
qui per uno spettacolino da principesse, altrimenti avrei chiesto anche
al quattrocchi del pattinaggio artistico e alle altre due principesse
del ghiaccio fissate con la medaglia d'oro.- DJ sbuffò e se
ne andò via offeso.
“Forse ha chiamato persone con specialità un po'
troppo diverse...” pensò Sky preoccupata per
l'esito della gara.
-Scusa Lightning, perchè non c'è anche
Alejandro?- chiese Tyler. -E' in gamba, sarebbe stato interessante
misurarsi anche con lui.- Sky era un po' sorpresa che anche
l'improbabile atleta fosse lì, si chiedeva se credesse
ancora suo amico il latino.
“E' un ragazzo veramente ingenuo...”
sospirò con un sorriso. Lightning le sembrò a
disagio.
-Eh... non mi sembrava adatto, non volevo distraesse le ragazze...-
rispose schivo.
-Ehi giovine! Come hai osato non invitarci?!-
-Anche se era uno spin off abbiamo partecipato pure noi al programma!-
si lamentarono due anziani tennisti.
-Non sono interessato al tennis e preferirei non ritrovarmi a dover
chiamare un'ambulanza causa infarto nel bel mezzo di una gara!-
spiegò Lightning esasperato.
-Ehi, ciao!- l'avvicinò Tyler, amichevole.
-Ehi...- Sky gli sorrise a sua volta.
-Non vorrei che fraintendessi, ma noi due non ci siamo
già...-
-Sì!- lo interruppe lei con un po' troppa foga e un accenno
di risa nervose. -Eravamo nella stessa scuola alle medie e siamo stati
nello stesso gruppo di atletica...- “E' incredibile quanto
poco tempo abbiamo passato insieme... eppure, per quell'anno
è stato una presenza costante nei miei pensieri... Sky delle
medie? Se sei qui da qualche mi diresti cosa ci trovavi in questo
ragazzo qui?” non certo il gusto per i vestiti... quelle tute
rosse che si ostinava a portare... e quelle fascette...
un'oscenità! Per Sky sarebbe stato molto meglio con dei
colori freddi. “Un bel azzurro cielo...”
all'improvviso un ricordo bussò alla sua testa... una
piccola Sky che ipotizzava di scrivergli una lettera d'amore in cui gli
chiedeva di vestirsi del colore del cielo se accettava e ricambiava i
suoi sentimenti. La ragazza del presente arrossì e
cominciò a provare fastidio alla pancia. “Che
razza di idee imbarazzanti ti venivano in mente?! Sky dodicenne? Io ti
disconosco!”
-Ah, infatti! Mi sembrava di averti già vista da qualche
parte.- disse divertito, anche se Sky avvertì qualcosa di
strano nel suo tono... -A proposito, sei stata in gamba durante il
reality, sono proprio curioso di vedere...- poi si accorse di come la
piccoletta si chinasse in avanti tenendosi la pancia. -E'...
è tutto a posto?- chiese preoccupato. Le pose la mano sulla
spalla e lei ruttò tanto forte dal scombinargli la
pettinatura. Ancora più rossa si coprì la bocca
con le mani.
-Non è che ti serve il bagno?- domandò Tyler
sistemandosi i capelli. -Beh, ci sono anche dei cespugli se ti viene da
rimettere...- disse cercando di rendersi utile.
-No... non mi serve...- sospirò.
-Sai, ai tempi delle scuola media non avrei mai sospettato che potessi
tirare fuori rutti tanto potenti.- rise. -Una bambina così
piccola e graziosa, ma anche per questo mi mettevi a disagio...-
confessò più divertito che imbarazzato. -Ai tempi
non ero come ora e mi sentivo abbastanza a disagio con le ragazze...-
raccontò. La notizia non la sorprendeva.
-Una gara di rutti ti avrebbe messo più a tuo agio?-
-Forse.- annuì Tyler.
“Forse se fossi stata ancora più maschiaccio
saresti stato più interessato a passare del tempo con
me...” pensò nostalgica.
-Allora, come va con Lindsay?- “Che razza di domande fai? E
se poi ti chiede di Dave? E se ti giudicasse male per il tuo
comportamento con lui?” si sentì nuovamente
nervosa. “Però se mi giudicasse male non sarebbe
così amichevole, giusto?”
-Eh... ci... ci siamo mollati...-
-Cos...?! M-mi dispiace, vi avevo visti insieme in una foto in un
articolo di gossip così davo per scontato che andasse tutto
bene!- rispose maldestramente.
-Negli articoli di gossip si parla di coppie in cui va tutto bene?-
chiese perplesso. -Non ne ho mai letto uno, non ho la minima idea di
come funzionino...-
-Non ho idea neanche io... non l'ho neanche letto, mi sono fermata alla
foto.- ammise imbarazzata. I due si guardarono e rimasero in silenzio
senza sapere cosa dirsi. -Eh...- Sky decise di rompere di nuovo il
ghiaccio. -Com'è successo?- “Questa potrebbe
essere una domanda inopportuna, perchè non ci ho pensato
prima?”
-Si è scordata che stavamo insieme e si è messa
con un altro.- si lasciò sfuggire. -V-volevo dire...
l'abbiamo deciso di comune accordo perchè non stavamo
più bene insieme.- e rise nervosamente.
“Anche lui è messo male
però...” forse era una cattiva persona a
tranquillizzarsi a quell'idea.
-Pronto prova? Pronto prova?!- chiamò Lightning, in piedi su
una sedia con un microfono. -Ma perchè non funziona?-
borbottò picchiettando sull'oggetto.
-Chi glielo dice che il filo non è attaccato a niente?-
commentò Sky facendo sorridere un po' Tyler.
-Pazienza!- esclamò Lightning lanciando all'indietro il
microfono. A giudicare dal modo in cui si voltò, forse era
stato un incidente e gli era sfuggito di mano... -Allora! Grazie mille
per essere venuti! Ovviamente non potevate farvi scappare un evento
simile, anche se sappiamo già chi vincerà.- il
ragazzo rise poi finse un colpo di tosse. -Siete shafritti!- ne finse
un altro accompagnato dal suono di Eva che si scrocchiava
minacciosamente le nocche, Brick, Mike e Zoey che sospiravano
rassegnati e Jo che borbottava.
-Spero che non ci abbia fatti venire qui solo per scegliere qualcosa in
cui è avvantaggiato per fare bella figura...-
sbuffò Sky. -In ogni caso non sarà facile come
crede.- affermò fiduciosa.
-Già e poi io sono estremamente versatile negli sport.-
disse Tyler, Sky rise, poi si rese conto che non era una battuta auto
ironica.
-Ridevo perchè ho capito una battuta che mi avevano detto
ieri...- si giustificò, forse lui neanche la
sentì, se era fortunata...
-Inoltre questa è un'occasione davvero speciale...-
accennò Lightning concedendosi una lunga pausa drammatica.
Jo sbiancò, poi cominciò inspiegabilmente a
gesticolare sotto gli occhi confusi dei suoi ex compagni di squadra.
-Che c'è?! Sono perseguitata dalle mosche!- si
giustificò sgarbatamente.
-...Un giorno che voglio dedicare ad una persona molto speciale proprio
qui fra voi!- continuò finalmente Lightning mentre il
gesticolare di Jo si faceva ancora più violento. -Tranquilla
Jo, non l'ho scordato! Infatti questa gara è il mio regalo
per l'anniversario di fidanzamento!- annunciò giulivo sotto
lo sguardo sconvolto dei presenti e quello furioso della ragazza.
-Visto che fantastico fidanzato che sono? Altro che pessima memoria,
sei una ragazza proprio shafortunata!- la shafortunata fidanzata lo
buttò giù dalla sedia e cominciò a
sgridarlo.
-Cosa c'è di così complicato da capire in
“Non voglio che gli altri lo sappiano o considerati
morto”!? Shaimbecille!- nel frattempo Brick aveva cominciato
a contemplare il vuoto con Zoey e Mike che cercavano di farlo
riprendere.
-Ho l'impressione di essere venuta qui per niente...- sbuffò
Sky “Com'è possibile che anche dei tipi come
Lightning e Jo abbiano trovato qualcuno con cui stare?! N-non che sia
turbata per questo! La Sky romantica l'ho lasciata alle medie...
si...”
-E' davvero fortunata anche se non se ne rende conto...-
commentò Tyler abbattuto.
-Tyler...- lo chiamò Sky. -Tutto bene?- chiese preoccupata.
-Lindsay era già tanto se si ricordava il mio nome...-
continuò Tyler malinconico come se non la sentisse.
-Ehi... Tyler...- continuò a chiamarlo con aria pensierosa.
Nella foga della “pacifica” discussione col
fidanzato, Jo fece un movimento sbagliato con la gamba.
-Merd...-
-Jo?- Lightning si preoccupò quando la fidanzata
allentò la presa sul suo braccio e perse l'equilibrio.
-Ah! Non è niente!- rispose brusca. -Forse ho preso una
storta...- Lighting la prese in braccio e cominciò a correre.
-Tranquilla! Ti porto subito all'ospedale!-
-T-Tu brutto... Mettimi subito giù! Imbecille!-
Sbraitò Jo, così forte che potevano sentirli
anche se si erano allontanati.
-Non ha messo la testa a posto per niente...- sospirò Zoey.
-M-ma non gli converrebbe usare la macchina?- ridacchiò Mike
perplesso.
-Sì dicevo proprio per questo...-
-Li... Li raggiungiamo e gli diamo un passaggio?- propose Brick ancora
un po' deluso, ma sembrava essersi ripreso.
-Certo!- gli sorrise Zoey dandogli una pacca sulla spalla.
-Sicuro!- concordò anche Mike.
-Ma dove diavolo vanno tutti?!- ringhiò Eva. Ora erano solo
lei, Sky e Tyler, anche il buon umore del ragazzo aveva
deciso di andarsene. -Volete forse dirmi che io, sono venuta fin qui
perchè un idiota doveva vantarsi di non essere
più single?!- continuò Eva, furiosa
più del solito.
-Tranquilla... ha frequentato corsi di autocontrollo...- Tyler
rassicurò debolmente Sky, era troppo afflitto per
preoccuparsi realmente.
-Ehm, ehm...- una voce familiare, perlomeno per Sky, li interruppe e si
avvicinò alla furiosa Eva imprudentemente. -Hai bisogno di
una sigaretta per calmarti?- chiese il ragazzo bruno.
-Col cavolo!- rifiutò la ragazza. -Ci tengo ai miei
polmoni!- anche Eva lasciò il campo.
-K-Keith?- balbettò la ragazza.
-Ciao, Sky...- la salutò il ragazzo con l'aria di uno che
aveva incontrato uno scarafaggio sulla sua strada...
“Nessuno ti chiesto di venire fin qui per
vedermi...” era troppo nervosa per pensare che potesse
trattarsi di una semplice coincidenza.
-Tranquilla, non sono qui per te...- sbuffò il ragazzo. -Non
è mica un problema se quando ho acceso la TV per tifare la
mia ragazza, me la sono ritrovata che flirtava tranquillamente con un
altro ponendosi qualunque problema tranne quello che era già
fidanzata...- ridacchiò nervoso. Sky avrebbe voluto
scomparire. -Inizialmente ho pensato, starà fingendo...
forse vogliono creare delle coppie per far salire gli ascolti, ma anche
in quel caso, perchè non mi ha fatto recapitare un messaggio
in qualche modo? E-e poi... ho scoperto solo nell'ultima puntata che mi
volevi lasciare, ma non ne avevi avuto il tempo!- si sfogò.
Per Sky, Keith era il cattivo della sua relazione, il ragazzo
insopportabile, appiccicoso e prepotente che non sopportava
più... “Forse non meritava tutto questo
però...” pensò mentre si tratteneva dal
ruttare.
-S-senti Keith... io...-
-Non preoccuparti... è acqua passata...- disse cercando di
mutare in sorriso la sua espressione contrariata.
-Hai ragione però... però non avrei dovuto...
ecco...-
-Non c'è bisogno che ti scusi, non sono venuto qui per me
stesso, ma...- disse con una pausa drammatica per poi indicare una
sagoma che usciva dai cespugli. -Per accompagnare qui lui che doveva
parlarti!- disse insopportabilmente gioioso alla vista di Dave...
-Ciao Sky...- disse Dave cupo, poi inciampò rovinosamente
prima di essere uscito completamente dal cespuglio. Il sorriso di Keith
si affievolì, poi tornò il tempo di congedarsi.
-Vi lascio soli... non più piccioncini...- e si
allontanò per aspettare vicino la sua moto, contento
all'idea della sua non più amata Sky alle prese con un
isterico Dave...
-Come... come facevi a sapere che ero qui?- domandò Sky
nervosa. Non sapeva se essere grata o no, del fatto che ci fosse ancora
Tyler molto incerto sull'andarsene o rimanere lì facendo
finta di non ascoltare. Stranamente il suo fischiettare nervoso la
acquietava un po', ma non era sicura che volesse che fosse
lì, in un momento così imbarazzante per lei.
Forse lo meritava? Se si metteva nei panni di Dave, ma anche nei panni
di Keith di cui non si era minimamente preoccupata prima, non poteva
non capire che dei motivi per avercela con lei li avevano...
-Il palestrato squilibrato del secondo cast ha spedito una lettera
anche a Jasmine, se l'era portata appresso quando è andata a
trovare Shawn dall'Australia un giorno in cui c'ero anche io. Ma visto
che abita così lontano, alla fine ha preferito dedicare il
suo soggiorno qui in Canada al suo fidanzato.- spiegò
infastidito. -Non ho mai apprezzato molto le coppiette, di questi tempi
le apprezzo anche di meno...-
-Immagino...- fu tutto ciò che riuscì a dire.
-Però... quel che ho detto al tuo ex sul distruggerti
emotivamente, era per convincerlo ad accompagnarmi con la moto visto
che Shawn e Jasmine la trovavano una pessima idea...-
“E avrei preferito se li avessi ascoltati...”
-Sai, il tuo ex quando non parla di vendetta nei tuoi confronti
è anche un tipo simpatico! Beh... però in
realtà siamo diventati amici su facebook proprio per
sparlare di te... Ma perchè sto divagando?! Ciò
che volevo dire è, se v-vorrai s-supplicarmi di rimettermi
con te...- il ragazzo deglutì. -Beh, anche se non vuoi
supplicarmi in realtà!- ridacchiò nervoso, poi si
buttò a terra. -Anzi, sono io a supplicarti!- anche Tyler,
evidentemente a disagio smise di fischiettare. -Beh... dovrei essere
arrabbiato! M-ma non lo sono più! E-e... e spero che anche
tu non sia arrabbiata con me perchè ti ho ostacolato nella
ricerca della vittoria! Insomma, che ne dici... ci rimettiamo
insieme?!- il ragazzo era praticamente ai suoi piedi, Sky
sospirò.
-Non siamo mai stati fidanzati o niente del genere... n-non
ufficialmente...- disse sforzandosi di guardare Dave negli occhi visto
che aveva leggermente alzato la testa.
Anche se lo aveva trattato come una palla al piede, a volte era stata
piuttosto brusca con lui, aveva cercato di sfruttare lui e i suoi
sentimenti a suo vantaggio e lo considerava fisicamente troppo incapace
per essere utile. “Beh... è la
verità...” lui le piaceva davvero... piaceva,
infatti... che utilità aveva dirglielo a quel punto e dargli
false speranze? Dopo la finale si era calmata, aveva riflettuto e...
-No, mi spiace ma non posso essere la tua fidanzata. Non mi va di stare
con un tizio vendicativo...- “Ma non posso fingere di non
capire perchè eri arrabbiato...” -... E isterico
che mi impedisce di spiegarmi!- era risultata più brusca di
quanto avrebbe voluto.
-Andiamo, non mi sembra che tu abbia insistito così tanto
per spiegarti!- ribattè il ragazzo. -Così come
non hai insistito tanto per dire a Keith che volevi lasciarlo... con o
senza spiegazioni non mi sembra proprio che tu abbia agito nel
giusto...- disse velenoso.
-Lo so...- sospirò. -E comunque, che ci posso fare adesso?-
-Ma io non voglio che tu faccia qualcosa, voglio solo che tu ti rimetta
con me!- supplicò sempre meno speranzoso. -E mi va bene
anche se mi hai umiliato davanti agli altri, baciato per manipolarmi ed
ero l'ultimo concorrente che volevi per compagno nella finale! Queste
cose mi vanno bene, quindi, perchè diavolo non mi dici di
sì?! Sembrava che ti piacessi, cosa non va ora?-
gridò esasperato mettendo Sky ancora più in
difficoltà.
-Eh... scusate se mi intrometto...- disse Tyler titubante mentre alzava
la mano come se si trovasse ancora a scuola. -Mi sembra un battibecco
molto infantile... non credo sia una buona idea insistere in questo
modo, una relazione non può fondarsi ed essere tenuta
insieme da questo... dal ti costringo col senso di colpa
perchè ti sei comportata male con me quindi me lo devi...
secondo me dovreste cercare di andare oltre invece di ferirvi a
vicenda...- propose Tyler. Sky sentì una sorta di nostalgia
per un attimo, ma si infastidì.
-Mi vedi ancora come una bambina delle medie? Abbiamo diciassette anni,
tu diciannove, non sei così più grande di noi!-
Tyler la guardò perplesso, sembrò imbarazzato in
un primo momento, poi aggrottò le sopracciglia.
-Ma guarda che volevo solo darvi una mano!-
-La tua è l'ultima esperienza di cui abbiamo bisogno visti i
tuoi precedenti e poi perchè prendi le sue parti?! L'hai
detto anche tu che ho dei motivi per farla sentire in colpa.!- rispose
brusco Dave.
-Non ho detto... Beh sì, non si è comportata
benissimo, ma il punto non è...-
-Grazie Tyler, sei davvero d'aiuto!- esclamò Sky risentita e
rossa in viso.
-Sono solo neutrale!- spiegò esasperato. -Mi sembra davvero
di stare dietro a due marmocchi...- osservò i visi
imbruttiti dei soggetti della frase. Sospirò -Ciò
che intendevo...-
-Sul serio, eri fidanzato con una tizia che neanche ti riconosceva!
Perchè parli?!- disse Dave. -Solo perchè tu ti
comportavi da zerbino e accettavi le sue assurdità non
significa che gli altri...-
-Intanto zerbino lo sei più di me! Poi non me ne sono mai
lamentato perchè quelle cose facevano parte di lei! Sapevo
che era così, ma l'ho voluta come fidanzata lo stesso quindi
non posso più lamentarmene!- per un attimo sembrava volersi
mettere a piangere. -Certe cose non si possono cambiare, tu non puoi
cambiare Sky, se così non siete compatibili e vi danneggiate
a vicenda, meglio per voi lasciar perdere, no?- singhiozzò.
Dave e Sky si avvicinarono a lui.
-T-tutto a posto? V-vuoi sederti un attimo?- chiese Dave avvicinandogli
la sedia di Lightning nel tentativo di scusarsi a modo suo.
-Vuoi che vada a prenderti una bottiglietta d'acqua al distributore? O
preferisci qualcos'altro?- chiese Sky premurosa.
-R-ragazzi, ragazzi... sto bene... davvero...- rispose Tyler
imbarazzato. Dave e Sky si guardarono malinconici. Dave le sorrise, ma
lei non ricambiò e scosse la testa, a quel punto il ragazzo
smise di sorridere.
-V-vado a chiedere a Keith di riaccompagnarmi...- sospirò.
Sky lo raggiunse.
-Aspetta...- sospirò lei.
-Che vuoi?- rispose l'altro velenoso.
-Mi dispiace... se ti ho ferito, forse non sono grachè nel
tenere conto i sentimenti degli altri, o forse essendo così
vicina al milione gli ho dato la priorità e non mi sono
preoccupata di manipolarti... ed è vero che non ti volevo
come compagno durante la finale... ma sono un tipo pratico e tu non eri
il miglior partner che poteva capitarmi nelle sfide fisiche...-
-E me lo stai dicendo ora perchè?- il ragazzo era dubbioso,
poi sorrise. -Ci hai rip...- ma Sky lo interruppe.
-No, non ci ho ripensato.- dovette far fuori il suo entusiasmo. -E
penso che andare avanti sia la scelta migliore per entrambi...-
-Ti piace qualcun altro?- la prese in contro piede il ragazzo.
-Non deve essere per forza questa la ragione di una rottura.-
specificò Sky girandoci intorno. -E non c'era nessuno che mi
piaceva quando ho deciso di non volermi più mettere con te e
anche ora... non so se c'è qualcuno che mi piace... forse
sì... forse no...- la ragazza si pentì di averlo
detto quando vide l'espressione affranta del ragazzo.
-O-ok...- balbettò. -S-sai forse anche io ho qualcun altro
che mi piace...- a Sky sembrava una bugia, ma sperava per l'altro che
fosse vero.
-Certo che ti piace proprio impicciarti, eh?- disse Sky una volta
tornata. Diede una leggera botta alla nuca di Tyler un po' per gioco,
un po' per scaricare il nervosismo.
-Ehy!- protestò il ragazzo. -Guarda che l'ho fatto per la
tua e la sua sicurezza. Non si dovrebbero mai lasciare due ex da soli a
litigare.- disse serio, mentre si risistemava la fascia.
-Beh... grazie...- non aveva più importanza cosa le fosse
piaciuto o le piaceva del ragazzo, e forse nessuno era realmente capace
di capire cosa faccia innamorare, si possono trovare spiegazioni a
posteriori, ma alla fine sono più scuse che motivazioni
reali. Ci si può affidare alla scienza e parlare di
chimica... ma che gusto ci sarebbe nel ridurre tutto a quello?
-Di niente... credimi, avrei fatto volentieri a meno di assistervi...-
la ragazza gli afferrò la manica lo tranne prima che potesse
decide di andare.
-E per quanto riguarda Lindsay... è davvero tutto a posto?
Vuoi sfogarti o qualcosa del genere?- domandò Sky
raccogliendo il suo coraggio.
-No, è tutto a posto, sul serio... a-acqua passata...- il
suo sorriso appariva incerto, ma la ragazza non riuscì a
trattenersi.
-Per ripagarti...- disse cercando di guardare ovunque tranne che in
direzione del ragazzo. -Potrei offrirti una cena... o magari un pranzo
uno di questi giorni... insomma io...-
-Non c'è bisogno.- rispose Tyler un po' perplesso
dall'iniziativa improvvisa. -Quello è un nuovo tic? Uh...
sempre che ruttare possa considerasi un tic... eh...-
sdrammatizzò riferendosi al modo in cui cambiava la
direzione dello sguardo cercando di non incontrare il suo. La ragazza
si spazientì e decise di affrontare quegli occhi castani.
-Guarda che sto facendo una cosa che non sono riuscita a fare molto
tempo fa...- gli anticipò seria. -Ti... ti sto chiedendo di
uscire...-
-Oh...- era troppo sorpreso per capire cosa provava.
-E non lo sto facendo neanche con l'aiuto dei bigliettini, te lo sto
chiedendo apertamente!- “Questo non migliora di certo le
cose!” aveva parlato molto velocemente sperando di finire la
frase prima di rischiare di ruttare. “E' infantile, forse
troppo infantile!” pensò agitata. -Ascolta...-
fece un respiro. -Magari non ti sono sembrata granchè
durante il reality, ma quella non era decisamente la situazione in cui
volevo innamorarmi, ero lì per vincere, non avevo il tempo
per le storie d'amore, mi ero appena lasciata col mio ragazzo... anche
se lui non lo sapeva... insomma, era tutto un enorme casino e
non riesco a gestire sentimenti e obbiettivi materiali insieme, ma
ora...- Sky si bloccò, non sapeva più cosa dire.
-Ok, le tue motivazioni le capisco... o forse no... eh, volevo dire,
non capisco bene i tuoi metodi, io mi sarei comportato diversamente, ma
è ok, tranquilla.- la ragazza continuava a sembrare agitata.
-E poi, noi del primo cast siamo abituati a ben altre dosi di
cattiveria e manipolazione.- cercò di sdrammatizzare. -Anche
se ammetto che non abbiamo mai avuto concorrenti con gli occhi che
diventano rossi e che cercano di controllare robot impazziti, questo
non è mai capitato...- ma visto che Tyler non rispose subito
al quesito che interessava a Sky, lei si lasciò prendere dal
panico.
-Lascia perdere!- esclamò per poi darsela a gambe.
-Sky, aspetta!- ma il ragazzo inciampò sui suoi stessi piedi
e non potè raggiungerla.
I giorni passarono, la ragazza si convinse che non era ancora
innamorata di Tyler, si era solo lasciata trasportare dell'emozione e
la nostalgia, non poteva aver conservato quel sentimento latente per
tutto quel tempo... però dopo quell'episodio
tornò spesso a ripensare a Tyler... non riusciva
più a toglierselo dalla testa... “Forse
contattarlo, trovare qualche scusa per frequentarci non sarebbe
così male...” si disse.
Nel frattempo anche Tyler ci aveva riflettuto, inizialmente gli era
sembrato strano, quell'ex compagna di scuola con cui non aveva neanche
passato tanto tempo che sbucava fuori dal nulla e gli chiedeva di
uscire... ma l'idea continuava a farsi strada nella sua testa e
finì per apparirgli sempre meno assurda. “In
fondo... perchè no?” Alla fine Tyler decise di
contattarla e di accettare l'uscita. In fondo non si trattava di un
impegno a vita, non avevano molto da perdere.
Nota:
-le differenze di età dei personaggi non sono basate su
qualcosa in particolare, anzi, probabilmente gli anni di differenza
dovrebbero essere tre anziché due, ma mi serviva per la
trama che non fossero tre.
Angolo dell'autrice:
Più che una raccolta di pairing credo che questa stia
diventando una scusa per far lasciare gente... In realtà
Tyler e Lindsay mi piacciono molto, Sky e Dave... è
complicato...
A volte non riesco proprio a scrivere capitoli brevi... non
è che allungo il brodo, sul serio, le mie idee comprendono
troppe parti per funzionare, non riesco a pensare a cose brevi il
più delle volte... spero per voi coraggiosi arrivati fino a
qui sia valsa la pena e di essere riuscita a dare abbastanza spazio a
Tyler, può sembrare una coppia completamente a caso... e
forse è così, ma mi piaceva molto l'idea. Spero
che anche per voi non sia stato un capitolo malvagio, che possa esservi
piaciuto e che non ci siano troppi errori.
Se avete consigli, commenti, se i personaggi vi sono sembrati troppo
ooc, ecc, sarò lieta di ascoltarvi.
Alla prossima!
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Capitolo 10 *** Dawn/Scott ***
A tutto reality era caratterizzato da un presentatore più
sadico del normale, da denuncia a voler essere sinceri, da del cibo
dubbiamente commestibile e prove che avrebbero anche potuto rivelarsi
mortali. Cosa portava degli adolescenti a trovarsi su una barca diretta
per quella destinazione così poco felice?
Dawn sapeva bene le sue ragioni, voleva utilizzare i soldi per degli
scopi nobili, credeva che le sue capacità le avrebbero dato
una buona probabilità di vincere e le foglie di
tè avevano concordato con lei. Per quel che riguardava gli
altri, poteva provare a scoprirlo concentrandosi sulle loro aure.
"Vediamo un po'..." C'era chi era disposto a sopportare per avere fama
e visibilità magari sottovalutando un po' la situazione,
come le due ragazze abbronzate, una mora e una bionda che litigavano
mentre Dawn guardava la prima, con disapprovazione, inquinare
l'atmosfera tramite una bomboletta di lacca spray... poi si accorse di
un alone di oscurità che pendeva sulla seconda ragazza,
c'era qualcosa di strano. "E' destinata ad attirare sventura, povera
ragazza..."
Poi c'era chi si trovava lì per caso e aveva fatto la
selezione non pensando di essere preso, come il ragazzo dai capelli
ricci e un po' sovrappeso che giocava con una console portatile. "Vuole
solo non essere eliminato per primo e non fare brutta figura." La fece
sorridere, sembrava un ragazzo tranquillo e semplice.
C'era chi era lì credendosi anormale e sperando di
incontrare altre persone strane con cui fare amicizia, come la ragazza
rossa e il ragazzo che parlava con lei. Era un tipo ordinario, ma con
altri cinque spiriti che dimoravano nel suo corpo.
Per il ragazzino afroamericano e apparentemente piccolo per la sua
età, le spiegazioni che Dawn trovava erano il masochismo, il
desiderare una spinta per cambiare vita o entrambe le cose. Il
ragazzino sembrava contemporaneamente esaltato e spaventato e questo
rendeva la sua aura confusa e difficilmente leggibile.
Dawn si aspettava di trovare anche concorrenti dall'aura potenzialmente
negativa che erano lì perchè estremamente
fiduciosi delle proprie abilità e della propria
superiorità e ne identificò almeno tre, una
ragazza bionda e androgina, un ragazzo palestrato afroamericano e...
"Ero sicura che c'è ne fosse un terzo..." continuava a
perderlo di vista, la sua aura le sfuggiva, come se si manifestasse ad
intermittenza. Questo rendeva la biondina ancora più curiosa
di scovarlo... Finalmente lo beccò, un ragazzo pallido, dai
capelli rossi e l'apparenza rozza. Lui la guardò storto
sentendosi osservato, lei non era particolarmente intimidita, ma dopo
poco distolse lo sguardo. "Troppa negatività è
opprimente... meglio non partire col piede sbagliato..." Dawn si
tranquillizzò percependo un'aura particolare provenire da un
ragazzo particolarmente sovrappeso.
-B, la tua aura è stranamente verde e violetta,
però ti si addice.- si sentì di dirgli
esplicitamente posandogli delicatamente una mano sulla spalla. B le
sorrise, c'era qualcosa in lui che le ispirava tranquillità.
L'arrivo sull'isola fu peggiore del previsto, non a causa
dell'esplosione che fece saltare la nave, quella non diede particolari
problemi a Dawn, anche se faceva supporre che il sadismo di Chris
stesse peggiorando... ma a turbare la ragazza fu la presenza di animali
vittima della radioattività, non si aspettava una situazione
così drastica, ma cercò di mantenere la calma
concentrandosi sul bene che avrebbe potuto fare alla terra vincendo il
milione.
La sera dell'eliminazione di B, Dawn, uscì dalla sua baracca
e rimase ferma a riflettere, seduta su quegli instabili scalini di
legno. Non si sarebbe stupita se ad un certo punto si fossero rotti
sotto il suo peso. "E dire che dei poveri alberi si sono sacrificati
perchè io potessi stare seduta qui..." La ragazzina era
irrequieta, contro le sue previsioni, il caro B, quel giovane inventore
così fantasioso e geniale che li aveva aiutati fin dalle
prime sfide, si era rivelato un manipolatore e aveva sabotato la sua
stessa squadra. "Ancora non ci riesco a credere..." pensò
triste. Si stava affezionando a lui e credeva di poterlo capire, ma
evidentemente si era sbagliata. Ma quel giorno le aveva anche riservato
delle belle sorprese a parte un ricongiungimento familiare fra
scarafaggi...
-Che diamine ci fai qui?- le domandò Scott con tono sorpreso.
-Questa è la baracca delle ragazze...- rispose Dawn. -Tu che
ci fai ancora in giro?- gli sorrise curiosa.
Il ragazzo si agitò. "Ed io che volevo approfittare della
notte per disseminare altre trappole!" -I-io... non riuscivo a dormire
così ho deciso di farmi due passi!-
-Ah... - l'agitazione del ragazzo la lasciava perplessa, ma quella
serata non aveva voglia di indagare oltre. -Neanche io riesco a
dormire... sono ancora un po' scossa per B...-
-Bev?- ridacchiò il ragazzo. -Ma se era uno sporco
traditore!- si assicurò di ricordarle con foga.
-Già...- sospirò lei “Deve essersi
sentito tradito anche lui, forse è agitato per
questo.” -Ma dalla sua aura non si capiva... temo di non
potermi più fidare dei miei poteri! F-forse l'inquinamento e
l'energia negativa interferiscono con la mia lettura...- gli
confidò insicura.
Scott la guardò incredulo, poi le sue labbra si deformarono
in un ghigno, ma fece del suo meglio per trattenersi. "Ma
quant'è idiota questa?! E' ancora più cretina di
quanto mi immaginassi!" pensò divertito... per quanto la sua
fortuna era che i suoi compagni di squadra fossero anche più
ingenui di lui... delle persone più attente si sarebbero
chieste che motivo aveva B di sabotare la squadra perchè una
persona normale non avrebbe mai pensato che sabotare la propria
squadra, col rischio di essere scoperto o eliminato per altri motivi,
fosse da qualsiasi punto di vista un buon piano, ma Scott non era una
persona normale...
-Però mi ero sbagliata anche su di te.- gli sorrise
ingenuamente la pallidissima ragazzina. -Alla prima lettura della tua
aura credevo che fossi molto determinato, ambizioso e sicuro di te...
n-non che siano per forza caratteristiche negative...-
precisò imbarazzata. -Poi però quando ti ho visto
in azione ho creduto fossi un tipo passivo e poco interessato alla
competizione, che l'unica cosa che eri interessato a fare era secernere
negatività...-
-Però!- ghignò la iena. -Precisi i tuoi poteri
paranormali!- Dawn era abituata a sentir prendere in giro i suoi
poteri, quindi non rimase molto turbata. -E ora?- fece sinceramente
curioso. -Cosa pensi di me ora?-
-Ecco... ti sei preoccupato di dare buoni consigli alla squadra per le
eliminazioni. Mi sono sbagliata due volte su di te.- ammise la
sconfitta con un sorriso leggero.
"Facciamo anche tre! Trattieniti Scott, non puoi farti scoprire
scoppiando a ridere... Lo so che è molto difficile, ma ti
prego, trattieniti davanti a tanta stupidità..."
-Sei molto più affidabile di quanto mi aspettassi.-
continuò la ragazza.
"Siamo sicuri che in realtà non sia tutto un suo piano per
farmi uscire allo scoperto?" cominciò a chiedersi il
ragazzo. "Magari vuole puntare su un mio ipotetico senso di colpa...
ah, illusa!" pensò infastidito.
-Certo, alcuni tuoi consigli sono stati un po' stupidi, come quello di
scegliere il fortino evidentemente messo peggio...-
"Ma devo ringraziare voi idioti che avete seguito le mie indicazioni
senza battere ciglio!"
-Non eri troppo collaborativo quando ti chiedevo di aiutarmi a sentire
le vibrazioni delle palle di neve, però sei un bravo
compagno di squadra.- la situazione era talmente patetica da cominciare
ad essere nauseante per Scott. -Ho difficoltà a percepire la
tua aura come dovrei, ma forse è solo perchè hai
un passato infelice...- gli disse posandogli una mano sulla spalla.
Scott ebbe un sussulto, non gli piaceva quel contatto, quella ragazzina
così pura e ingenua lo metteva a disagio, ma
cercò di trattenersi dalla tentazione di ritrarsi, sarebbe
potuto risultare sospetto e avrebbe potuto stimolare la ragazzina a
fare nuove irritanti speculazioni. -Chi ha la capacità di
parlare con gli animali non può essere cattivo.- concluse la
ragazza, era molto più chiacchierona di quel che sembrava,
anche troppo...
-Ah... sei quel tipo di ragazza?- sbuffò.
-Che?-
-Quel tipo di ragazzina ingenuotta e irritante che si fissa nel vedere
un cuore d'oro che non c'è in un ragazzo e nel volerlo
aiutare e curare con amore.- la canzonò poi fece un verso di
disgusto. La ragazza arrossì.
-Non sono quel tipo di ragazza!- alzò la voce. -E che
c'è di male a preoccuparsi per gli altri!?- chiese molto
infastidita. Scott si stupì vedendole quella specie di
broncio che probabilmente, secondo la ragazza, sarebbe dovuto risultare
minaccioso.
-Mi dispiace...- sospirò il ragazzo, non che gli dispiacesse
davvero, ma forse prenderla in giro non era la cosa giusta se voleva
sfruttarla a suo vantaggio. -C'è qualcosa che posso fare per
te?- chiese risultando però riluttante.
-Non credo che tu possa fare nulla contro l'inquinamento di
quest'isola...- sospirò abbattuta. -E poi c'è
quella Anna Maria con quelle sue bombolette inquinanti!- Scott sorrise
al suo sfogo.
-Beh, basta togliergliele, no?-
-Che intendi?-
-Potresti rubargliele mentre dorme. Tranquilla, io ti farei da palo...-
le suggerì come un diavolo tentatore. Non c'era realmente un
piano dietro, semplicemente quella notte si annoiava e l'idea di
ispirare la candida ragazzina ad compiere un furto lo divertiva.
-Ma... è sbagliato...- la ragazza era combattuta, Scott lo
capì subito.
-Non lo è anche inquinare, forse?- fece c'entro, la povera
Anna Maria avrebbe avuto un brutto risveglio il giorno dopo, ma era a
fin di bene... Dawn se ne andò a dormire felice, sotto
sotto, Scott si stava rivelando veramente un bravo ragazzo... peccato
che solo pochi giorni dopo si rese conto di essere stata una stupida...
Scott cominciava a farle simpatia, ma durante la sfida, il ragazzo le
aveva dato abbastanza sui nervi già sparando quei poveri
gabbiani velenosi. "E come se non bastasse sembra che per lui sparare
agli animali sia una specie di abitudine!" Poi quando aveva capito che
il ragazzo era il vero traditore e aveva sabotato la squadra, qualsiasi
simpatia per lui era svanita...
Aveva giocato con la sua fiducia... anche con quella degli altri, ma in
qualche modo si sentiva come se fosse stata tradita solo lei "Ah...
n-non dovrei pensare così egoisticamente!" Faceva male
pensare che si era addirittura sentita profondamente capita da lui e
non avrebbe ammesso di aver provato altro... non
poteva credere di esserci cascata. "Come ho fatto a fidarmi
così di lui? E' assurdo..." e per quel fatidico errore, per
non aver capito prima la natura di Scott si ritrovò fuori
dal reality...
Era combattuta, da una parte voleva guardare il resto delle puntate e
vedere Scott subire una qualche punizione, l'universo non poteva
davvero lasciarlo impunito. Dall'altra parte non voleva accumulare
altra negatività, ma la tentazione fu più forte.
Più guardava il reality più si sentiva frustrata.
Scott non era soltanto un traditore, manipolatore e approfittatore di
ragazze dall'animo gentile, era anche un idiota... come poteva essersi
fatta fregare in quel modo da quell'idiota? Come potevano tutti farsi
fregare da quell'idiota?!
Era così arrabbiata da non riuscire a sentirsi male per lui
neanche quando il ragazzo si era ritrovato temporaneamente paralizzato,
anzi, finì per ridere con gli altri... risata che si
ritrovò a rimpiangere a lungo...
Dawn cercò per molto tempo di capire dov'era ricoverato il
ragazzo, ma quando finalmente lo scoprì e lo intravide non
riuscì a varcare la soglia della stanza e
scappò...
Era un pomeriggio tranquillo alla fattoria della famiglia di Scott, o
almeno così il ragazzo pensava finchè non
sentì sua sorella maggiore urlare. Il ragazzo si
armò di mazza da baseball e andò da lei il prima
possibile, ma la ragazza gli corse incontro. Sembrava essersi
tranquillizzata, qualunque fosse il motivo del suo urlo.
-Fratellino, c'è una specie di intrusa... La ragazza
fantasma, è sotto il melo del cortile che chiede di te.- gli
spiegò confusionaria.
-...Cosa?-
-Eh, vai lì e capirai.- la ragazza fulva scosse le spalle.
-E' una tua vecchia conoscenza, tranquillo, in caso di bisogno basta
che mi fai un fischio e vengo lì per accopparla!-
scherzò, poi gli pizzicò la guancia. -Nessuno
può permettersi di prendersi gioco del mio fratellino,
proprio nessuno...- lo rassicurò prima di lasciarlo andare.
Scott pensò subito a Courtney, ma come si era introdotta nel
giardino senza che i cani avvertissero? E che intendeva sua sorella con
fantasma? "Forse la fine della nostra relazione l'ha distrutta e ora
sembra il fantasma di sè stessa... magari è
venuta qua per chiedermi di tornare con lei e lo desidera al punto di
infrangere la legge e introdursi in una proprietà privata!"
pensò Scott vagando in una dolce fantasia. "Mah... e da
quando ho tanta fortuna?" il ragazzo tornò alla
realtà e sbuffò. Non era neanche sicuro di
provare ancora qualcosa per lei... Non era così arrabbiato
per ciò che era successo durante il reality, lui aveva fatto
di peggio ad altri, ma lei non si era minimamente interessata a
rintracciarlo per chiarire la situazione nonostante Scott fosse sicuro
che toccasse a lei, non ne sapeva tanto di relazioni, ma era sicuro che
non fosse un buon segno. Sì, doveva essere lei a fare il
primo passo, si era impuntato...
Il ragazzo sospirò seccato, sotto l'albero c'era solo una
piccola svalvolata bionda. Lei sorrise e si alzò per
andargli incontro.
-Ciao... da quanto tempo...- il suo tono solitamente pacato si fece
quasi nervoso quando si rivolse a lui.
-Già...- Scott non era entusiasta di quella visita ma...
-Allora... perchè sei qui?- domandò con finto
disinteresse, nei fatti era abbastanza curioso.
-Ecco...- la ragazza si prese del tempo, come se fosse stata colta alla
sprovvista e non si sentisse pronta.
"E' venuta fin qui senza prepararsi una risposta?" pensò
inarcando un sopracciglio. "Sprovveduta..." nel mentre la ragazza
cercava qualcosa nella sua borsa a tracolla.
-Tieni.- gli porse un libro. -E' un regalo per la tua guarigione dalla
paralisi, un po' in ritardo forse....-
-Fai davvero schifo come bugiarda.- l'avvisò. -E dire che
solitamente sei molto più diretta e sembri dire tutto
ciò che ti passa per la testa... o che passa nella testa
degli altri, secondo te.- poi il ragazzo lesse il titolo del libro e
pensò che probabilmente era realmente un regalo per lui e
non una scusa. -Imparare a gestire le proprie emozioni e i rapporti con
gli altri... un libro di autoaiuto? Sul serio?- ghignò. -Ok,
sei strana come ti avevo lasciata, tutto come dovrebbe essere...-
-Ho pensato che sarebbe stato più adatto di un libro
sull'energia spirituale, non mi sei mai sembrato
interessato...- rispose un po' nervosa.
-Era... una battuta?-
-Eh? In che senso? Sono semplicemente dispiaciuta che il libro non sia
stato di tuo gradimento.-
-E che ti aspettavi? Anzi, fossi stato un altro avrei fatto l'offeso!-
le fece notare divertito.
-Ma se è per darti una mano!- cominciava ad essere
spazientita -E poi dovrei farmi dare lezioni di buone maniere proprio
da te? E' assurdo... per quanto tu sia migliorato rimane assurdo...-
-Quasi quando farsi dare consigli dalle foglie di te?-
-Le foglie di tè mi avevano sconsigliato di venire qua.-
confessò determinata. “E' stata solo una mia
decisione venire qui!”
-E tu non ti sei fidata?- fece in tono finto drammatico. -Scioccante!-
Dawn lo fulminò con lo sguardo.
-La verità è che mi fa piacere che tu non sia
più paralizzato...- ammise. -E volevo
dirtelo di persona... Così come volevo dirti che la tua aura
mi sembra più leggera e limpida, anche questo mi fa
piacere.- sembrava sincera, ma Scott non amava particolarmente i suoi
discorsi sulle auree.
-Per favore, non ricominciamo con questa storia...- disse con le
braccia conserte.
-Ok.- la cosa la irritò un po' e sbuffò. -Posso
almeno dire che nell'ultima stagione mi sei sembrato meno sociopatico e
meschino? Detta così ti piace di più?- Dawn si
era sorpresa di nutrire tanto interesse per la quinta stagione mentre
la guardava. Ma non poteva non sorridere quando vedeva quello Scott
così vivace e sereno, era più forte di lei. Anche
se veder nascere i suoi sentimenti per Courtney era stato doloroso, in
qualche modo non era riuscita a non sentirsi felice e sollevata per
lui...
-Eh...- Scott non sapeva quanto essere felice di quella sua nuova
immagine, ma pensava che protestando avrebbe finito per rendersi
ridicolo quanto Duncan. "Non voglio scendere così in
basso..."
-Perchè sarebbe caduto in basso?- Scott la fissò
irrequieto, poi sospirò.
-Dawn, evita i tuoi giochetti da mentalista, va bene?-
-E perchè non credi che io possa realmente percepire le
aure? Solo perchè non vedi o capisci una cosa non significa
che non esista!-
-Forse è proprio per questo modo di pensare che ti sei fatta
fregare come tutti gli altri cretini dal mio piano geniale, non
credi?-
-Non era poi così geniale.- si difese lei.
-Se non lo era, a maggior ragione, la tua situazione non migliora.-
rise di gusto finchè la principessa delle fate non gli
pestò il piede. -Credevo fossi contro la violenza...- la
guardò storto. -A meno che, ad infliggermela non sia qualcun
altro, qualche adorabile creaturina mutante della natura per
esempio...- Dawn si sentì abbastanza ferita da quella
frecciatina. -Quindi sei venuta qui per dirmi che sei contenta dei miei
miglioramenti come persona... e per convincermi dei tuoi poteri? Certo
che sei un bel po' impicciona... e a me che importa di essere diventata
una persona migliore secondo il tuo punto di vista?-
-E normale sentirsi turbati per qualcuno che si ha a cuore e sentirsi
sollevati quando si vede che quella persona sta meglio...-
-Aspetta, e da quando ti starei a cuore?- disse sarcastico.
-S-Scott... io... Volevo farti visita mentre eri bloccato all'ospedale,
ma non ne ho avuto il coraggio! Non mi era mai capitato di fare
qualcosa di tanto meschino quanto ridere di un infermo prima d'ora...-
gli confessò turbata. -Mi faceva stare male trovarmi davanti
alla prova della mia impurità... merito il tuo biasimo per
questo, sono stata una codarda!- si sfogò. “Forse
è anche per questo che non sono più riuscita ad
odiarti, non ne avevo il diritto... e così i miei sentimenti
per te hanno cominciato a ritornare quelli che erano...”
Scott trovò il suo dispiacere quasi eccessivo.
-In effetti è qualcosa di strano su cui ridere, dubito che
ci sia qualcuno che per hobby si passa il tempo a deridere chi ha
subito un qualche incidente. Te lo immagini un tizio simile che gira
per gli ospedali?- Dawn non sembrava trovarlo divertente quanto lui.
-E' che mi avevi fatto arrabbiare, mi sentivo così
tradita...- aveva realizzato che si stava innamorando prima che lui si
rivelasse per quello che era... sarebbe stata la prima volta per lei
anche se prima di allora aveva avuto delle simpatie.
-Mah... certo che siete suscettibili tu e gli altri... io l'avrei presa
più sportivamente se fossi stato ingannato da qualcuno...-
forse era una bugia...
-L'hai presa sportivamente quando ad ingannarti è stata
Courtney?- Dawn si sorprese di avergli chiesto qualcosa che poteva
ferirlo... beh, le capitava spesso di essere inopportuna, ma di solito
era accidentale.
-E' diverso... io ero innamorato di lei...-
-Ero...- ripetè lei fra sè e sé, con
una piccola goccia di speranza che le nasceva in petto. -A
proposito...- "No, non posso essere così egoista... Forse a
rendere migliore Scott è stato anche il suo amore per
Courtney, quindi... quindi..." era combattuta. "Ma se fosse davvero
finita fra loro... forse potrei... potrei..."
-A proposito cosa?- domandò Scott. Dawn cercò
nuovamente di farsi coraggio.
-C'era un altro motivo a parte la vergogna e il senso di colpa che mi
impediva di entrare nella tua stanza in ospedale...- il suo stesso
battito cardiaco si era fatto assordante, ma Dawn decise di non farsi
fermare. -Non riuscivo a sopportare di vedere una persona che amo
soffrire!- riuscì ad ammettere. Scott sgranò gli
occhi in un primo momento, poi assottigliò lo sguardo e
inarcò un sopracciglio.
-Ma scusa... tutto 'sto improvviso affetto per me da dove
t'è uscito?-
-Io... è complicato da spiegare e forse difficile da
credere, ma...-
-Hai trasformato il tuo senso di colpa in amore, caso chiuso!- la prese
in giro. -E poi non eri già innamorata di B?-
-Non prenderti gioco dei miei sentimenti!- disse determinata. -E poi B
mi stava solo simpatico, so distinguere le due cose...- finse sperando
che la sua inesperienza non si avvertisse.
Scott si sentì sollevato, sperò che non si
notasse poi però si decise a confessare.
-Sai, ti credevo una sciocca sprovveduta, angelica e buona come il
pane... in una parola, insopportabile! Però...- per un
attimo si fece titubante. -Ammetto di essere stato attratto dalla Dawn
agguerrita che ho eliminato...- sospirò.
-D-davvero?! Q-quindi?!-
-Quindi niente!- frenò il suo entusiasmo con fare brusco, ma
senza lasciar trasparire rabbia. -La mia attrazione è
sfumata nel momento in cui tu e gli altri avete riso di me!- ammettere
di essere stato ferito gli costava abbastanza, ma se era il modo
migliore per levarsela dai piedi... -Ora potresti andare, per favore?-
chiese con falso garbo.
-E se non volessi arrendermi e volessi riprovare a conquistarti?- gli
chiese molto diretta.
-Fa come vuoi!- sbuffò Scott -Ma ora va...- la ragazza se ne
andò, saltellando a cuor leggero, lasciandolo a riflettere e
metabolizzare l'accaduto. Era fiduciosa del fatto che decidesse davvero
di darle una seconda possibilità, a giudicare dall'aura del
ragazzo le speranze c'erano, e che Scott conservasse ancora un po' di
amore nei suoi confronti, serviva solo farlo rinascere e ricominciare,
questa volta col piede giusto.
"Ho visto un libro sulla cucina vegetariana che potrebbe
interessargli!" pensò felice.
-Aspetta, torna qui...- la richiamò Scott. Dawn si
avvicinò emozionata.
Scott si chinò lentamente verso il suo viso, la ragazza
pensò che quello fosse il momento di chiudere gli occhi e...
-La prossima volta, prima di scagliarti contro qualcosa informati
meglio. L'elemento che rendeva le bombolette di lacca inquinanti
è stato messo al bando da un po', non dovrebbero essere
più tanto dannose.- disse il ragazzo ridendo mentre Dawn
spalancava gli occhi incredibilmente imbarazzata. -Ti aspettavi un
bacio, eh?- Dawn mise di nuovo il broncio.
-Beh, per quel che ne so potrebbero avere ancora qualcosa di inquinante
non ancora identificato... o-o essere difficili da smaltire!- si
giustificò incerta mentre il ragazzo continuava a ridere. La
ragazza se ne andò, questa volta senza saltelli...
Angolo dell'autrice:
Non so più scrivere finali non aperti... e ho l'impressione
di trovarmi meglio a scrivere pairing di Scott e Courtney che non siano
la Scottney nonostante sia una delle coppie che preferisco...
Sono piuttosto neutrale su questa coppia, ma ero curiosa di scrivere
qualcosa su di loro visto che insieme a B e Dawn, Jo e Brick e Jo e
Lightning sono fra le coppie un po' suggerite, ma non concretizzate
della quarta stagione(per come la vedo io, comunque, forse prima o poi
farò qualcosa anche su quelle che non ho ancora trattato ma
al momento non so....) Inoltre volevo scrivere qualche missing moment
che accadesse durante il reality e questa coppia si prestava bene a
questa cosa secondo me(anche se avrei voluto sfruttarla di
più). E ammetto di essermi abbastanza divertita a prendere
in giro i personaggi...
Spero che la storia possa esservi piaciuta e mi scuso in anticipo per
eventuali errori(per quante volte possa ricontrollare un testo,
solitamente mi sfugge sempre qualcosa...)
E voi? Che ne pensate di questa coppia?
Alla prossima!
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Capitolo 11 *** Heather&Harold ***
Era un bar anonimo e poco frequentato, ma era l'ideale se Heather non
voleva che li vedessero insieme in quella fredda domenica mattina.
-I cornetti fanno schifo.- la ragazza gettò il croissant
morso al ragazzo all'altro lato del tavolino, Harold non era troppo
contento della mossa, ma provò ad assaggiarlo.
-E' mezzo crudo...- constatò il ragazzo, posandolo fra loro.
-Che schifo, l'hai morso davvero...- commentò Heather,
Harold fece spallucce.
-Quindi... perchè mi cercavi?- Heather si era presentata in
casa sua qualche giorno prima, ma il ragazzo le era parso l'ombra di
sé stesso, trasandato come non uscisse da giorni, indolente
e senza alcuna intenzione di ascoltarla. Non era rimasta sorpresa di
scoprire il motivo del suo comportamento, era prevedibile. L'aveva
sorpresa di più che l'avesse richiamata per mettersi
d'accordo e vedersi.
Si era sistemato quei disordinati peletti che gli crescevano
timidamente sulla faccia, e che magari chiamava ottimisticamente barba,
e si era pettinato nel tentativo di apparire più ordinato.
Ma il tentativo, come la pettinata, era superficiale ed Heather poteva
scorgere un fastidioso groviglio castano ramato... lei che si era
ritrovata rasata a zero non poteva tollerare una simile dimostrazione
di cattiva cura dei capelli!
Accorgendosi delle occhiate truci di Heather, Harold cercò
prima di sciogliere, poi di nascondere il nodo, mentre Heather
accarezzava un paio di grosse forbici che teneva in borsa. -Heather?-
-Giusto, giusto...- La ragazza smise di concentrarsi sui capelli. -Devi
aiutarmi a introdurmi in casa di Alejandro, ho scordato una preziosa
collana da lui, la rivoglio!- in un primo momento si godette
l'espressione confusa di Harold.
-Tutto qui?- chiese dubbioso. In realtà Heather
avrebbe voluto approfittarne per giocare qualche tiro mancino all'ex,
ma non riusciva a decidere. Il coinvolgimento emotivo la metteva in
difficoltà, odiava ammetterlo. -Non ne sono sicuro...- era
lusingato che Heather riconoscesse le sue doti di scassinatore, ma gli
sembrava azzardato.
-In cambio potrei aiutarti a prenderti una piccola vendetta su
Leshawna.- ma al suo sorriso si vide rispondere con un'occhiataccia.
Forse non avrebbe dovuto esserne sorpresa. “Strategia
sbagliata? Oh... gli piace ancora? Patetico... non cambiare mai,
eh?”
-Potremmo non funzionare come coppia, ma... siamo ancora amici...-
disse un po' titubante. Si accorse che Heather stava ridendo,
aggrottò le sopracciglia.
-Ci credi davvero? Poi l'importanza che da Leshawna all'amicizia...
dovresti sperare che si scordi di te e ti stia lontana.- Harold era
troppo irritato per percepire l'amarezza nel suo riso. Si
alzò per andarsene. -Perchè voi due non capite
mai quando vi do un consiglio o un avvertimento?- sembrò
frustrata, ma non ne era sicuro, Heather sapeva essere una brava
attrice.
-Ah, quindi saresti preoccupata per me?- doveva risultare sarcastico,
ma era troppo insicuro mentre tornava al tavolo.
-No, non intendevo questo... Ma saresti più intelligente a
evitarla, insomma, è un'energumena manesca. Io almeno non
picchio nessuno.- Harold la guardò incredulo.
-Ehm... Mi hai preso a pedate giusto l'altro giorno, solo
perchè non volevo ascoltarti...-
-Erano pedate di incoraggiamento! Così abbattuto eri
raccapricciante, più del solito...- le aveva fatto provare
senso di disagio quel giorno. -Allora, visto come sono premurosa?-
sbottò infastidita. -Poi non sembravi neanche
farti male, era come stuzzicare un cadavere. Se ti avessi danneggiato
non mi avresti richiamato, no? O sei così masochista?- non
era stato dell'umore per pensarci quel giorno, ma ora
ricordò quasi divertito il modo in cui Heather sembrava
frustrata dal non riuscire a fargli fare neanche una piega.
“Ho una buona resistenza, che credevi?”
pensò sorridendo.
-Sì... masochista probabilmente...-
-Eh? No... non era per quello...-
-Però non hai lividi e hai ancora tutti i denti mi pare.-
gli fece notare sorridendo amaramente, il dente d'oro era stato
sostituito, ma quello che le era stato fatto saltare da lei non sarebbe
ricresciuto.
Harold cercò nuovamente di sciogliere il nodo con fare
nervoso. -Leshawna è molto impulsiva e può
lasciarsi trascinare senza tenere conto degli altri.- disse tornando a
guardarla. -Ma non lo fa per cattiveria.-
-Questo non la giustifica!- ”Che altro potevo aspettarmi da
lui?”
-Credo si sia trattato di una questione di orgoglio... Aveva fatto una
pessima figura, si era sentita manipolata. Sentiva il bisogno di
concentrare l'attenzione su altro e nessuno le stava facendo problemi
per quello che ti aveva fatto, al contrario...-
-Mi ha usato come capro espiatorio, quindi? Ho capito...- sorrise in
qualche modo divertita. -E tu senti così tanto il bisogno di
prenderne le difese e giustificarla come fosse una creaturina
indifesa?- chiese beffarda. -Oppure non ce ne è bisogno, se
sono io la vittima, va bene a tutti.-
-La differenza fra voi è che sei più debole,
quindi fai meno danni? Per questo saresti nel giusto?-
-Ah, ma a me non interessa essere nel giusto, io voglio...- si
bloccò. “Voglio cosa?”
-Sì, chi ha più forza ha anche più
responsabilità, credo...- sospirò Harold
strofinandosi le mani fredde. -Ma indipendentemente da questo, anche se
non sei mai stata una buona amica, ma nemmeno così
terribile...-
“...Non terribile? ...Io?”
-Avrei dovuto dirle qualcosa per il modo in cui ti aveva trattata...-
Heather si sentì di nuovo a disagio.-Non mi aspettavo niente
da te!- sbuffò. -E nemmeno da lei... Certo, magari se non la
lodassi per ogni cosa che fa...- aggiunse infastidita.
-Forse non ero esattamente il più adatto a ispirarla ad
essere una persona migliore...- ammise abbattuto, chinando leggermente
il capo.
-Eravate una combinazione terribile! Tu poi per prenderne le difese! Mi
sorprende che non siamo finiti per tirarci i capelli avvicenda quando
ho parlato male di lei!- ma il ragazzo rimaneva con lo sguardo basso e
perso nel vuoto. Se non si lasciava smuovere neanche da quelle parole
c'era davvero qualcosa che non andava... “Ti sei lasciato
indebolire così?” pensò inorridita.
-Hai ragione ad avercela con Leshawna...- finalmente la
guardò. -Ma evita di agire contro di lei...- aggiunse serio
e vagamente minaccioso.
“Si è ripreso?” -Bravo cavalierino!
Anche se al servizio della signora sbagliata!- rimase stranito dalla
presa in giro. -Però dovresti riconoscere che da me certi
comportamenti te li aspetti, da Leshawna invece... quindi mi ha solo
manipolata! Anche quando mi ha detto quelle cose per guadagnarsi la mia
amicizia... in effetti solo qualche giorno dopo rideva già
di me al dopo show...- disse fra sé e sé
infastidita. Harold era sbigottito. -Che c'è?!-
ringhiò lei.
-Eh, a parte che Leshawna non ha peli sulla lingua e ha da ridire e
ridere su tutti, nemici e amici...- “Non fa caso ai
sentimenti altrui... ma amo questa sua crudeltà
inconsapevole...” Harold si riprese e continuò -Ma
Heather... quando parli di essere manipolata... ti riferisci a quella
specie di canzone di incoraggiamento dell'episodio sui film sportivi?-
interpretò il silenzio della ragazza come un sì.
-La canzone esplicitamente ruffiana, fatta a posta per farsi perdonare
di aver detto delle cattiverie?!- era incredulo e divertito, a
differenza di Heather. -Non ti ha neanche detto chissà che
cosa di così carino, si è limitata a un
complimento sul tuo aspetto fisico! Era ovvio che non potevi prenderla
sul serio! Mi sono dimostrato più freddo io di te nei suoi
confronti!- disse intenerito mentre Heather arrossiva e digrignava i
denti. -Le è bastato un complimento da poco per farti
sciogliere... sei così abituata ad essere trattata male da
chi sa come sei fatta...- sospirò, ora si sentiva
in colpa per non aver considerato i suoi sentimenti. -E' normale che ti
sia sentita ferita... e so come ci si sente a cercare di essere amico
di qualcuno che non ti considera...- se non trovava un modo per
sfruttarli nell'immediato, Heather mal sopportava i tentativi di
entrare in empatia, erano una perdita di tempo.
-Ok! Ho sbagliato ad abbassare la guardia nei suoi confronti!
È che non me lo aspettavo! Poi lei ha detto che potevo
contare sulla sua amicizia... la devo rivalutare come bugiarda e come
stratega probabilmente...-
-Non le era di alcuna utilità strategica, oltre a non essere
da lei, lo sai anche tu... Non penso volesse mentirti, forse vedendo
quanta importanza avevano avuto per te le sue parole e come ti eri
fatta affettuosa nei suoi confronti...-
-Ok! Finiamola qui!- lo interruppe irritata -Anzi! Un corno! Se era
sincera è peggio! Non riesce proprio a mantenere un rapporto
quella!- pensò ad alta voce.
-Veramente con me...-
-No, lasciamo perdere!- cambiò idea di nuovo.
-...Stai bene?-
-Sì... torniamo Alejandro invece...-
-Perfetto. Come ti ha fatto sentire la rottura? Parlami di cosa
sent...- Heather lo interruppe di nuovo.
-Non in quel senso! Ma mi stai prendendo in giro?- lui si
limitò a sorriderle, non sapeva come interpretarlo. Forse
era solo più rilassato perchè non si parlava di
Leshawna. -Vuoi aiutarmi, sì o no?-
-Eh...-
-Davvero non ti piacerebbe fare un torto ad Alejandro? Quello che ha
manipolato sia te che Leshawna?- cercò di essere
accattivante. Il volto di Harold si deformò in un sorriso
maligno, ma durò un attimo, poi il ragazzo distolse lo
guardo.
-Non saprei davvero...-
-Hai sorriso, ti ho visto!- Il ragazzo cercò di fare il
finto tonto mentre Heather continuava ad incenerirlo con lo sguardo.
-Va bene!- Heather era finalmente soddisfatta. -Ma mi aspetto parte dei
guadagni della vendita della collana.- Heather non ci aveva nemmeno mai
pensato. Harold fu incuriosito da quell'espressione titubante.
-Eh... Perchè no? Venderla... sì...-
Dovettero vedersi varie volte per organizzare il piano. L'atmosfera fra
i due era meno tesa, Heather aveva anche rinunciato a tagliargli i nodi
a tradimento.
-Sei proprio sicura di voler violare una proprietà privata?-
chiese Harold, mentre ricontrollavano le piantine di casa Burromuerto
che aveva disegnato sotto la guida di Heather.
-Perchè non dovrei?-
-E' che a volte mi sembri quasi una brava persona...- disse Harold.
Probabilmente era solo una scusa, ma Heather lo guardò con
pietà.
-Tu hai problemi...-
-Se ci sei rimasta male per Alejandro, ci sono altri modi in cui
potresti sfogarti.-
-Di la verità, hai paura, ma non hai il coraggio di tirarti
indietro, così vuoi che sia a cambiare idea.- lo prese in
giro. -Oppure sei scocciato all'idea di rischiare di perderti le
festività invernali per andare fin in Sud America. Io tutta
questa voglia di passare del tempo in famiglia non ce l'ho... In ogni
caso, ti sbagli, non ci sono rimasta male, è lui ad averci
perso.-
-E allora perchè non gli chiedi di ridarti la collana come
farebbe una persona normale?- le chiese infastidito. -Era un suo regalo
e hai paura che lui pensi che ci tieni?-
-Vai troppo di fantasia, tu!- lo avvertì minacciosa. -Ho
detto “preziosa collana”, è normale che
la rivoglia. E poi se ci tenessi non la venderei...- si osservarono,
che l'avrebbero venduta non ci credeva fino in fondo nessuno dei due.
-In ogni caso, ti stai impicciando troppo per i miei gusti.-
-Cavolo, se devo essere coinvolto, voglio almeno saperne il motivo!- Se
Heather preferiva chiudersi a riccio, Harold avrebbe dovuto lasciarla
fare, ma un po' la curiosità, un po' la scarsa
capacità di capire quando non parlare, glielo impedivano.
“Però questo atteggiamento potrebbe ritorcesi
contro di lei.” Forse c'erano stati dei momenti in cui la
difesa di spine di Heather si era diradata lasciando intravedere una
ragazza leggermente diversa. “Ma se sono le stesse persone a
farti abbassare la guardia a ferirti, le cose si fanno più
complicate...”-Se le avessi detto quello che provavi,
forse...- si lasciò sfuggire. Heather lo
guardò di traverso, Harold sospirò. -Magari se
avessi detto a Leshawna come ti aveva fatta sentire, lei avrebbe capito
di aver sbagliato...-
-Ah...- fece con una nota amara. -Ha bisogno che le si dica
esplicitamente “AHI” perchè capisca che
sta facendo male?- chiese sprezzante. -Inoltre perchè avrei
dovuto farlo? Per aiutare la tua bella a crescere come persona?- disse
con fare melodrammatico.
-Non lo dicevo per lei! O forse un po' sì... Ma lo dicevo
soprattutto per te, maledizione!- Heather lo guardò
sorpresa, come osservasse uno strano fenomeno. Lei non era una persona
magnanima e incline al perdono. Se era arrabbiata con qualcuno trovava
il modo di fargliela pagare. Ma con Leshawna non aveva tentato nulla e
finchè non avevano parlato e non l'aveva in qualche modo
stuzzicata, non aveva neanche dimostrato rancore per quello
che le era accaduto. “Come se avesse accettato tutto
passivamente, come se in qualche modo sentisse di meritarlo... non
meritava un'amica di cui potersi fidare e quella era la sua punizione
per aver abbassato la guardia... Sarebbe così
triste...” Quell'ipotesi stava perseguitando Harold da
qualche giorno. “Forse vado davvero troppo di fantasia e mi
preoccupo per niente... magari è colpa del suo
corpo...” si giustificò. Era bella, senz'altro!
-E in che modo avrebbe dovuto aiutarmi? Sentiamo...-
-Beh, poteva farti chiarire e razionalizzare magari... anche per
evitare di ritrovarti a compiere atti stupidi per sfogare la
frustrazione... come un furto per esempio...-
-Non è un furto, la collana è mia! Quindi...
accetti che la tua cara Leshawna sia stata pessima nei miei confronti?-
osservando quell'espressione contrariata, Heather si preparò
a sentirlo mentre la giustificava come al solito.
-Può capitare di non tenere conto dei sentimenti altrui...-
non lo sopportava quando faceva così ma sembrava
più forte di lui. -Nessuno di noi due può dire di
non averlo mai fatto... anzi, si può dire che uno di noi due
lo faccia quasi per sport.- le sorrise, Heather alzò le
sopracciglia mente i lati delle labbra erano tesi e continuavano a
puntare verso il basso, poi si rilassarono, alla fine sorrise anche lei.
-Già, modestamente in questo sono una campionessa.- si
vantò. -Ma sei comunque insopportabile. Non state insieme,
perchè devi farle da avvocato?- domandò
stiracchiandosi. Harold sviò il discorso
-Anche tu ed Alejandro vi siete mollati, eppure sembra che io non possa
nemmeno nominarlo.- era rimasto un po' sorpreso e abbastanza deluso, si
era aspettato di sentirla parlar male di Burromuerto continuamente,
invece sembrava un argomento doloroso o forse non voleva dare
l'impressione che le interessasse. -E poi, la nostra azione peggiore
non rappresenta ciò che siamo davvero. La penso
così...-
-Magnifica giustificazione per mettersi in situazioni di merda!-
sorrise con aggressività. Le dava sui nervi, si... ma una
parte di lei cominciava ad apprezzare le loro chiacchiere. -Se non per
le azioni, attraverso cosa dovremmo conoscere le persone?- disse un po'
più costruttiva.
-Sì, ma io conosco già Leshawna, posso andare
oltre un suo momento di fragilità, è questo il
punto.- spiegò determinato nella sua posizione.
-E di me?- domandò sotto un impulso di curiosità
-Cosa pensi di me?- ripetè come fosse una sfida. Harold si
sentì preso alla sprovvista, la prima parola che gli venne
in mente il quel momento fu “preoccupante”, ma ebbe
la fortuna di riuscire a riflettere prima di parlare o forse il
pensiero era stato più veloce della lingua proprio
perchè ciò che voleva dire era incerto. Nel
mentre Heather tamburellava sul tavolo con le dita, con ritmo sempre
più veloce.
“Sei minacciosa, ma mi fai preoccupare per te... o forse mi
preoccupo proprio perchè sei minacciosa... sì,
forse ho un debole proprio per le ragazze così, bel destino
tragico... però...” -Continuo a pensare che se
fossi un po' meno perfida e ti aprissi agli altri anziché
respingerli preventivamente, piaceresti a molte persone.- Heather
accolse la risposta con una smorfia di fastidio, poi rise.
-Sì, certamente! Se fossi più gentile piacerei a
tutti, come no...- si innervosì. -A volte stare per conto
proprio è la scelta migliore! È andata male anche
con chi teoricamente era più simile a me quindi figuriamoci
con gli altri! Ale... si lamentava che non lo tenevo abbastanza in
considerazione, che volevo primeggiare in tutto... Bleah! Come se lui
fosse Capitan Modestia e Romanticismo! E poi quando mai gli ho detto
che era l'amore della mia vita o che per me era più
importante di qualunque altra cosa?- “Forse mi sarei potuta
innamorare, lo credevo possibile... ma quell'essere lamentoso e viziato
non me ne ha dato il tempo!” sperava fosse rimasto un
pensiero e non l'avesse detto ad alta voce. Harold, col suo volto
pensieroso, non l'aiutava a capirlo. Rimase in silenzio prendendosi il
tempo per sbollire. Non voleva piangere per la frustrazione, preferiva
preservare le lacrime per quando le sarebbero state utili.
-Trattare gli altri come oggetti di poco conto fa parte della tua
natura o è una reazione difensiva?-
-Eh?- cominciava a credere che a pensare ad alta voce, fra i due, fosse
lui.
-Considerando la variabilità della della specie umana
è improbabile, ma mettiamo che esista qualcuno che non possa
piacere agli altri, anche se non nuoce a nessuno, se non cambiando la
sua natura e che questo faccia sentire la persona repressa e non
realmente accettata. La situazione sarebbe tragicamente ingiusta.-
disse quasi solenne. -Bisogna avere il diritto di esistere per
sé stessi e stare bene, non si può avere il
diritto all'esistenza solo in base a quanto si piace agli altri. Non si
può essere condannati solo perchè si è
nati con un determinato temperamento...- sospirò. -Non penso
sia questo il tuo caso, però.-
-Perchè non sono una poveretta che non fa del male a una
mosca?-
-Non sei neanche un'assassina o una che si renderebbe colpevole di
tortura e sevizie varie e mi sembri meno cattiva di quello che vuoi
pensare, inoltre...-
-Hai degli standard di brava persona davvero ampi!- scherzò.
Harold si innervosì.
-Quello che intendevo è...-
-Però mi congratulo con te, hai migliorato le tue
capacità di analisi.- lo interruppe.
-Oh... grazie!- rispose lusingato. -Ovviamente crescendo ho imparato ad
articolare meglio il mio pensiero, sono maturato e ho sviluppato un
metro di giudizio tutto mio. Non sono più un ragazzino di
sedici anni...- era buffo quando si sentiva apprezzato e autorizzato a
vantarsi, quasi le dispiaceva prenderlo in giro.
“Quasi...” -Certo, ormai a diciotto anni sei un
uomo vissuto.-
-Diciannove...- precisò meno entusiasta. Ma anche
offendendolo lui non si sarebbe vendicato col silenzio. Era
insopportabile stare con una persona che respirava, ma la ignorava come
fosse morta.
“E' troppo solo per ignorarmi e perchè io non gli
piaccia...” se avesse voluto avrebbe potuto procurarsi
compagnia anche se temporanea, ma erano soli entrambi...
-Aspetta! Non era di questo che volevo parlare!- disse esasperato.
Heather riprese a ridere. -Guarda che avevo da dire qualcosa di carino
su di te...- la guardò di traverso. Anche se non voleva, il
viso di Heather si illuminò di curiosità.
-Perfida o no, il tuo modo di essere piace a diverse persone.-
“Potrei essere un po' invidioso forse, ma...”
-Piaci a me per esempio...-
Aveva il dubbio di piacergli davvero... -Non c'è bisogno che
sia tu a dirmelo, so di piacerti.- disse eccessivamente compiaciuta,
tanto che Harold si sentì a disagio.
-Però non è che trovarti attraente e interessante
significhi amarti...-
-Che fai? Lanci la pietra e poi nascondi la mano?- lo prese in giro.
-Beh, probabilmente metà della popolazione ti troverebbe
attraente!- si infastidì di più vedendola ridere,
o forse no... aveva una bella risata.
-Oh, ti ringrazio!- “Quanto fai schifo a sminuire, santo
cielo!” ma col diminuire del riso, scomparve anche
l'entusiasmo. -Beh, poi non capisco come tu possa preferire Leshawna a
me...- interruppe Harold prima che potesse dire qualcosa. -Lo so, lo
so. L'amore e bla bla, cose così...- sbuffò.
-Però è frustrante, con o senza Leshawna,
piacerti non mi è servito a nulla...- lo guardò
storto.-Il milione poteva essere mio, invece...-
-Non capisco. Che avrei dovuto fare, scusa?-
-Vedi, quando ho pensato di aver bisogno di aiuto per riprendermi la
collana, ho pensato di scegliere te o Duncan. Così ho
cercato di riflettere sui nostri trascorsi per capire chi fosse il
più adatto e mi sono accorta di alcune cose che non mi sono
chiarissime... Per esempio, tornando all'episodio sulla sfida sportiva,
capisco che non volessi eliminare Leshawna, ma com'è che ti
sei alleato con Duncan contro di me?!-
-Beh... lui un'alleanza me l'ha proposta per prima, tu non ci hai
pensato... forse rispetto alla prima stagione hai perso qualche colpo.-
-Davo per scontato che non avessi motivo di fare l'amicone con Duncan!-
-Non è che tu con me sia stata così
più carina con me di Duncan! Perchè avrei dovuto
preferirti a priori?-
-Perchè in teoria dovevi provare rancore nei suoi confronti
ed essere attratto da me, forse?-
-Sbarazzarmi di Duncan non mi interessava molto... Non sono uno che non
serva gelosamente rancore, consideralo un difetto se ti va...-
-Probabilmente sei semplicemente uno di quei tipi che esplodono quando
quando accumulano troppa rabbia repressa poi tornano tranquilli. Ho
sopravvalutato il tuo rancore come potevo prevederlo?!-
-Forse non sei nemmeno così brava a coltivare e mantenere le
alleanze, cara la mia geniale manipolatrice...-
-Credo invece che qualcosa nel tuo cervellino bacato ti impedisce di
eliminare Duncan quando sarebbe la cosa più sensata. Ne sa
qualcosa Courtney e... fra l'eliminare lui e Leshawna... ricordami, chi
hai scelto?-
-Facciamo tutti degli errori...- si giustificò.
-Ora che ci penso, tu hai votato per far vincere lui o Beth?-
-Non ricordo...- disse elusivo. -Ho scelto chi mi aveva divertito
durante le prove che avevo scelto per loro...- Heather lo
guardò storto. -L'ho detto, non sono uno che tiene rancore!-
-Già, sei troppo ingenuo per decidere saggiamente di chi
devi fidarti in base all'esperienza.- gli sorrise amabilmente. -Mi
spiace, visti i tuoi bassi standard immagino che il delinquentello ti
facesse simpatia, un peccato che non ti abbia più dato
conto. Tranquillo, quella mezza calzetta non ti merita come vittima.-
scherzò prima che potesse ribattere.
-Non abbiamo avuto molte opportunità di vederci.- poi si
interruppe. -Fortunatamente! Ovviante non mi interessa. Non mi riferivo
certo a lui quando ho detto di capire come ti sentivi per Leshawna! Non
sono così malato da ricercare le attenzioni di bulletti e
ragazzi sadici! N-nemmeno di ragazze sadiche ovviamente!- si
fermò vedendo che Heather stava per scoppiare. -Lieto di
farti divertire...- la fulminò con lo sguardo. Vide una
testa con due lunghe code scure sbucare da dietro la porta di una
stanza socchiusa. -Credo che la tua sorellina voglia salutarti...-
-Monique! Se hai qualcosa da dire esci fuori invece di origliare!-
disse brusca. Una quattordicenne con un vaporoso vestito viola si fece
avanti timidamente.
-Mi stupisce solo che nonostante il tuo fidanzato tu stia con questo
buffo tipo, tutto qui... le tue compagnie sono peggiorate, sorellina.
Ti ho visto con una gigantessa con i capelli viola e ora con questa...
pertica...- disse cercando un insulto.
“L'insulto meno sentito mai ricevuto...”
commentò fra sé e sé Harold.
-Eri molto più simpatica prima di cercare, maldestramente,
di fare la velenosa.- sentenziò Heather poco colpita.
-Questo ruolo neanche ti si addice.- disse scompigliandole i capelli
scuri. -E la tua bellezza non può neanche lontanamente
avvicinarsi a quella di tua sorella maggiore, modestamente.- sorrise
compiaciuta. -Poi se vuoi sembrare più matura dovresti
evitare lo stile bambola di porcellana.-
-Gotich lolita...- la corresse Harold.
-Tu non hai la minima idea di cosa sia l'eleganza!- disse Monique
rivolgendole una linguaccia e battendo in ritirata verso la tua stanza.
-Pensa ancora che stai con Alejandro e che tu debba andare a
trasferirti da lui come programmato prima che vi lasciaste?- Heather
sentì come la pelle d'oca.
-La mia vita privata non è affare di quella bimbetta!-
-Magari ha paura di sentirsi sola se tu lasci la casa...-
ipotizzò Harold.
-Ha sempre quel simpaticone di mio fratello, si preoccupa di
più del fatto che possa portarle via il gatto! E poi lo stai
rifacendo...- sospirò scocciata. -Smettila di vedere i tuoi
problemi nelle altre persone...-
-Ti assicuro che è triste quando una persona che sei
abituato ad avere fra i piedi quotidianamente lascia la casa...- Sua
sorella si stava trasferendo, tornava di tanto in tanto per prendere
roba. Era inevitabile che accadesse, ma c'era comunque qualcosa di
malinconico nell'assistere alla stanza della ragazza che si svuotava.
“Presto non avrà più oggetti per cui
tornare... beh, è giusto così.” ma in
un moto di infantilismo le aveva comunque nascosto dei libri... -Quali
sono le altre volte in cui l'avrei fatto? Sentiamo...- la
sfidò.
-Sei tu quello con i genitori divorziati, tanto per cominciare....-
-Trovavo più probabili i genitori divorziati piuttosto
che...-
-Piuttosto che una famiglia che mi odia?- continuò Heather
come se non le importasse.
-N-non stavo per dire...- forse gli sarebbe scappato. Più
per fare maldestro e poco tatto che per cattiveria. Sembrava che
Heather sapesse incassare e che le crudeltà non potessero
scalfirla, ma questo non rendeva Harold più tranquillo. -Non
ti odiano, forse li infastidisci solo un po'.- “Taglia!
L'ultima era da tagliare!” pensò nel panico.
-Certo, come no...- rispose Heather recitando la sua parte.
-Puoi passare il natale con la mia famiglia se ti va.- propose per
riparare.
-Anche il discorso sul diritto di esistere nonostante il piacere o no
agli altri, era riferito a te stesso, non è
così?- continuò Heather ignorandolo.
-In passato ho provato a compiacere gli altri.- si fermò ad
osservarla, non sarebbe stato stupito di scoprire che Heather in
passato avesse provato a fare lo stesso. A volte sentiva di conoscerla
anche se di lei sapeva poco. -Ma mi sentivo a disagio e gli altri non
mi accettavano comunque quindi ho cominciato a fregarmene dell'opinione
altrui... sì, parlavo un po' di me... ma siamo nella stessa
barca, non è così?-
-Io non cerco di fare la brava persona, so che non fa per me. Non che
tu ci riesca così bene nonostante la tua
ingenuità.-
-Non sono ingenuo! E non cerco di “fare il bravo”
per gli altri, lo faccio per me, aspiro ad essere una brava persona.-
ammise. -Ci provo... Anche se, in un certo senso, ammiro il tuo fare la
vile manipolatrice in mondovisione anche se questo si rivolta
inevitabilmente contro di te. Stupido e controproducente, ma
affascinante.-
“Che è? Una presa in giro travestita da
complimento?”
-Ma sei sicura che sia nella tua natura più profonda e che
ti faccia stare bene? In questo momento non mi sembri così.
E in generale, non mi sembri neanche psicopatica... Abbiamo tutti un
modo per difenderci dagli altri e non so che esperienze tu possa aver
avuto, ma non c'è niente di intrinsecamente repellente nel
tuo modo di essere, specie quando non sei perfida ad ogni costo...- lei
rimase zitta, poi si morse il labbro.
-Ma sì, anche io non disprezzo il tuo non curarti del fatto
che gli altri ti trovino imbarazzante, stupido, disgustoso,
infantile...- evitò di rispondergli seriamente. Harold
sbuffò -Ma dell'opinione di Leshawna ti preoccupi fin troppo
per i miei gusti.-
-Le persone a cui tengo sono le uniche di cui mi interessa l'opinione.-
ritrattò. -E' normale, no?-
-Meh...-
-Lei si è interessata e preoccupata per me, di come venivo
trattato. Mi trovava strano ma mi ha voluto conoscere comunque. In
quante dopo aver aver scoperto che ero interessato a loro avrebbero
fatto lo stesso? Potrà fare degli errori, anche grossi, ma
è una brava persona anche se non è perfetta.- pur
difendendola fin dall'inizio, c'era stata una parte di lui che si era
sentita presa in giro, ma ora i rimasugli della rabbia erano svaniti.
“ E' stato meglio prendermi una pausa di riflessione... per
non perdere anche un'amica.” Sentì un piccolo
applauso.
-Sai rendere esagerate, melodrammatiche e artefatte tutte le tue
dichiarazioni, ma 'sta volta sei stato inquietantemente sincero su te e
lei.- rise. -E quindi, mi stai dicendo che i tuoi sentimenti non
dipendono solo da una perversione masochista?-
-C-cos..? Ah...- sospirò. -Però devo
ringraziarti...- Heather fu sorpresa. -In un certo senso sei stata tu a
tirarmi fuori dalla mia stanza. Se non fosse stato per te avrei passato
un inverno molto noioso e deprimente! Comunque...- prese a sorridere
curioso. -Che opinione hai di me?-
Heather buttò una gomma contro Harold, lui si
spostò. -Che sei bravo a schivare.-disse con un sorriso
serafico. C'era già stata troppa sincerità per i
suoi gusti.
Il giorno in cui dovevano andare all'aeroporto per dirigersi da Al
arrivò -Allora, rispondimi per bene...- le chiese Harold
all'improvviso. -Perchè hai deciso, tu, di introdurci in
casa del tuo ex?-
-Per riprendermi una collana che ho scordato da lui...- rispose
perplessa. -Hai forse preso una botta in testa, di recente?-
-Inviato...- disse Harold schiacciando un tasto del telefono. -Leshawna
ha insistito che le inviassi una tua confessione in caso ti venisse
voglia di fregarmi o di riappacificarti con Alejandro dando a me tutta
la colpa dell'intrusione.- spiegò Harold. -Niente di
personale ma...-
-Hai parlato di questa cosa con Leshawna?!- esclamò
incredula e infastidita.
-Visto che le importa di me?-
-Forse le viene difficile non preoccuparsi di una persona che le fa
te... pena volevo dire... In fondo non è così
male...- si fece sfuggire. Poi si ricordò di come si era
comportata con lei. -Col cavolo che non lo è!- venne
interrotta dallo squillo del telefono, era sua madre.
-Dove diavolo credete di andare?!-
-All'aeroporto, non ti ricordi? Per...-
-I voli sono stati cancellati, è prevista una bufera di
neve! Tornate dritti a casa!- Heather si sentiva sollevata... La ferita
stava guarendo da sola e riprendere la collana le sembrava sempre
più una scusa per rivedere Alejandro.
-Heather? Chi era al telefono?- Il mal tempo era un ottima scusa per
rinunciare senza dover ammettere nulla. -Heather? Ci sei?-
-Cambio di programma, torniamo a casa... E' prevista una bufera di
neve, niente volo. Certo che potevi preoccuparti di controllare il
meteo!-
-Potevi farlo anche tu...-
-Di la verità, un po' ci speravi di avere una scusa per
delinquere, eh?- Heather era stranamente allegra per una a cui avevano
scombinato i piani.
-Ma che dici?!- sbuffò Harold. -Comunque sei ancora invitata
per Natale, se ti va...-
-Continua a chiedermelo. Forse potrei impietosirmi e accettare... o
forse no...- disse sommessamente, approfittando di una folata di vento.
-Che?-
-Niente.- rispose con un sorriso malevolo. -Assolutamente, niente...-
-Se il tempo peggiora posso fermarmi da te? È più
vicino...- disse innocentemente.
-Meh, se ti succede qualcosa non mi va di essere accusata, quindi va
bene.-
Angolo dell'autrice:
Questo capitolo è stato molto travagliato, anche
perchè è un periodo piuttosto travagliato. L'ho
riscritto, cambiato il finale e tagliato parti molte volte e alla fine
eccomi qui! In un finale avevo anche ammazzato una comparsa... poi ci
ho ripensato e l'ho fatta finire all'ospedale... poi l'ho tolta
completamente...
Spero davvero possa piacervi e non risultarvi pesante nonostante la
lunghezza. Si tratta di due personaggi e una
“coppia” per cui provo sentimenti contrastanti, ma
che in un certo senso sono il motivo per cui mi sono affezionata a
questo cartone, forse si tratta di personaggi con cui è un
po' difficile empatizzare, per cui spero di aver fatto un buon lavoro.
Non volevo né giustificare, né rendere innocente
Heather, volevo provare a trattare il suo punto di vista e
ciò che può provare, anche tramite Harold. Sarei
curiosa di sapere il vostro parere, positivo o negativo che sia.
Grazie a tutti quelli che sono arrivati a leggere fin qui, non so
quanto spirito natalizio possa trasmettere questa storia... In ogni
caso, spero stiate passando buone vacanze.
A presto!
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Capitolo 12 *** Duncan&Crimson ***
Il cimitero diventava un luogo di aggregazione solo durante i giorni
dedicati ai morti, in cui si riempiva del colore dei fiori e delle voci
di grandi e piccini, gli altri era perlopiù deserto. E
Crimson lo preferiva in quel modo, le appariva molto più
naturale. Del resto era un luogo sacro dedicato ai morti, non a quei
vivi rumorosi che li evitavano e ignoravano la morte per gran parte
dell'anno. Le era sembrato il posto migliore per dare appuntamento ad
un demone come quello che si era avvicinato a lei quattro giorni prima.
Quella sera era emerso dalla folla, probabilmente evocato dalla musica,
e si era diretto verso di lei con andatura sgraziata e barcollante. Le
fece tornare in mente la severa voce della nonna“Il diavolo
è zoppo!” Sua nonna aveva scordato di aggiungere
cose come “Ha un alito pestilenziale che sa di
vomito.” e “Si capisce poco e niente di quello che
dice, parla come un ubriaco.”
Alla fine Crimson, paralizzata dalla paura, non aveva potuto fare a
meno di rispondere di sì con un cenno della testa alle
domande dell'oscura creatura e si erano scambiati il numero di telefono.
Ne era consapevole, non poteva essere davvero un demone, Crimson doveva
essersi fatta suggestionare dall'atmosfera del locale e, intimidita
dall'improvviso approccio del ragazzo, aveva lavorato troppo di
fantasia. Ma uscire con quel ragazzo poteva essere una buona occasione
per sbarazzarsi di quella timidezza tutt'altro che adatta ad una
creatura della notte come lei. In realtà gli aveva dato
appuntamento al cimitero anche perchè era uno dei pochi
luoghi in cui si sentiva sicura e a suo agio durante il giorno...
Cominciò a sentire il trillo del diavolo di Tartini, era la
sua suoneria. Non era davvero lugubre come il nome suggeriva e qualcuno
si sarebbe stupito di sentirla partire dal suo telefono al posto di
qualche brano metal, ma aveva un che di poetico... era così
assorta nell'ascolto che quasi si scordò di rispondere.
“Forse dovrei cambiarla...” -Pronto...-
-Dove cazzo sei?!- esclamò una voce esasperata al telefono.
Era il demonio.
-Sono seduta sulla lapide di tua nonna, pensavo che in questo modo mi
avresti trovata più facilmente.- rispose Crimson con il suo
solito tono monocorde.
-E chi se lo ricorda dove sta la tomba di mia nonna! Aspe'... Tu come
cazzo hai fatto a scoprire dove si trovava?- sembrava troppo angosciato
per non essere un umano... la sua prima impressione doveva essere stata
sbagliata, forse nonostante l'apparenza era un ragazzo normale, troppo
normale...
-Dimostrare interesse per i tuoi morti mi sembrava un'idea
appropriata.- avrebbe dovuto capirlo dai capelli fra l'azzurrino e il
verde acqua del tipo che non era poi così minaccioso, chi
altri avrebbe scelto un colore che richiamava pericolosamente la calma
interiore? Anche gli occhi del ragazzo, ora che ci pensava, erano di un
disgustoso azzurro acqua marina, forse tradivano la sua anima...
Duncan sgranò gli occhi, rimase in silenzio a riflettere.
Perchè si trovava li? Chi glielo aveva fatto fare?!
-Ehi, ci sei?- chiese la voce priva di emozioni.
“Forse dovrei mollarla qua e andarmene...” si disse
massaggiandosi le tempie. Magari era anche una serial killer e l'aveva
trascinato in un cimitero deserto per ucciderlo.
-Sì, ci sono. Aspettami, in un modo o nell'altro ti
troverò!- sbuffò. “Non esiste che io mi
faccia intimorire da una ragazza pelle e ossa! Sono stato pure in
galera!”
Quattro giorni prima, durante una serata dedicata al metal nel suo
locale preferito, aveva “un po'” alzato il gomito e
i suoi amici lo avevano sfidato a chiedere il numero di telefono ad una
goth a caso... o almeno questo era quello che gli avevano spiegato gli
amici dopo che si era svegliato con i postumi della sbornia e questo
numero di telefono scritto lungo il braccio.
Aveva accettato di uscire con questa Crimson, di cui non ricordava bene
neanche l'aspetto, più per curiosità. Che tipa
doveva essere una che gli scriveva un numero di telefono utilizzando i
numeri romani e con una calligrafia tutta fronzoli? Doveva averci messo
un'eternità per scriverglielo...
Certo, dopo aver passato un'ora a cercare sta tipa al cimitero
cominciava a pensare che non valeva la pena sprecare tutta
quest'energia per conoscere meglio una stramboide... forse gli
mancavano i tipi strani che aveva conosciuto al reality ed era stato
guidato dalla nostalgia, per quanto trovasse fastidioso ammetterlo.
Finalmente la trovò e i ricordi del loro primo incontro
cominciarono a riaffiorare , Crimson aveva dei lunghi capelli bianchi
davanti, neri nella zona posteriore e lo stesso trucco pesante di
quella sera sul viso dai lineamenti dolci e tondeggianti. Sulla pelle
portava una spaventosa quantità di cerone... si chiamava
cerone quello con cui si truccavano le donne? Forse era cipria?
Amianto? “Chi se ne frega del make up e tutta quell'altra
roba... ma comunque... no, decisamente non è
amianto...” pensò divertito ricordando che si
trattava di materiale cancerogeno. Appena lo vide accennare un sorriso,
Crimson lo guardò in modo strano, Duncan ricambiò
con uno sguardo torvo. “Ma che vuole 'sta qua? Non si
può nemmeno più sorridere?” per un
attimo ebbe l'impressione che la sua occhiataccia avesse provocato
un'espressione rilassata sul viso di quella strana tipa...
Duncan era riuscito a convincerla ad uscire dal cimitero, in teoria
Crimson era d'accordo, ma mentre la conduceva per mano, il ragazzo
aveva l'impressione che si fosse fatta rigida come una pietra e che
puntasse i tacchi sul terreno come se stesse opponendo resistenza e non
volesse davvero spostarsi...
-Eh...- sospirò. -Tutto ok?- chiese perplesso. Lei rispose
chinando una volta il capo. Il viso della giovane sembrava in ceramica
e la sua espressione non variava di una virgola apparentemente. Se non
avesse sbattuto ogni tanto le palpebre coperte di nero l'avrebbe presa
per morta...
Il volto di Crimson era di suo poco caloroso, ma sembrò
diventare man mano più corrucciato... Mentre uscivano dal
cimitero cominciarono a sentire delle voci infantili e più
si allontanavano, più si facevano forti. Duncan lo
collegò intuitivamente con l'umore nero della ragazza.
Cominciò a ridacchiare “Ed io che credevo che
Courtney fosse rigida!” rise anche per i ragazzini, erano
quattro, fra gli otto e dieci anni. Giocavano lanciandosi gavettoni,
correvano e sfruttavano occasionalmente le auto per ripararsi.
Crimson, attraverso i lunghi guanti rosso scuro, gli piantò
le unghie sul braccio e quasi si nascose dietro di lui.
Uno dei gavettoni dei bambini lo colpì. Il colpevole gli
corse incontro e quando per fare scena Duncan gli diede un'occhiata
feroce il bambino si intimidì e fece qualche passo indietro.
Poi il ragazzo ghignò.
-Beh, bel colpo, marmocchio!- scherzò.
-G-grazie...- mormorò il bambino imbarazzato.
-Mi daresti qualcuno dei tuoi proiettili?-
-Eh? Umh... si...- un po' confuso gli concesse qualche palloncino pieno
d'acqua.
Crimson lo guardò stranita.
-Così, in caso incrociassimo qualcuno che valga la pena
bersagliare...- disse divertito, pensò a diverse persone con
cui gli avrebbe fatto piacere divertirsi, anche nel contesto del
reality gli veniva in mente qualche persona...
“Perchè oggi mi sento così
nostalgico?!” si chiese.
Crimson per un attimo schiuse le labbra nere, ma sbattè le
palpebre e rimase in silenzio.
-Cosa c'è?- domandò Duncan. La ragazza scosse
impercettibilmente le spalle.
-Niente...- ancora silenzio. -La tua energia positiva è
sorprendente...- ammise in fine.
-...La mia che?-
-Sei così luminoso quando ridi... Mi riempi di sconforto...-
confessò. Duncan la guardò rassegnato, poi
ghignò e cominciò a far oscillare un gavettone,
come se volesse... Una volta capito Crimson indietreggiò, ma
prima che potesse cominciare a correre Duncan le tirò due
palloncini, mirò alla faccia. La ragazza
gettò un urlo, si accovacciò e si
coprì il viso.
-Dai... era solamente uno scherzo! Non è mica acqua santa!-
disse Duncan esasperato. Preoccupato si chinò e le pose una
mano sulla spalla. -Ehi... Ehi, stai bene?- lei gli colpì la
mano.
-Ti sembra che vada tutto bene?!- esclamò scoprendosi il
viso per un attimo. Guardandola in faccia, Duncan, non
riuscì a non scoppiare a ridere. Il mascara, la cipria e il
fondo tinta, forse cerone o chissà cos'altro si stavano
sciogliendo rendendole il viso un ammasso di macchie sfocate nere,
bianche e grigie. Crimson con orrore tornò a coprirsi il
viso e il ragazzo provò a riacquistare compostezza.
Notando che la povera ragazza continuava a stare accovacciata
mormorando senza sosta qualcosa di incomprensibile il ragazzo
cercò di aiutarla ad alzarsi.
-Vuoi che ti porti a casa, vero?- annuì agitata e gli si
attacco al braccio. Per tutto il percorso per arrivare dov'era
posteggiata la moto, Crimson fece il possibile per nascondersi dietro
la sua schiena.
Trovare casa delle ragazza seguendo le sue indicazioni confuse e
imbarazzate non fu facilissimo, ma alla fine arrivarono a destinazione.
Una volta in casa Crimson si fiondò in bagno urlando sotto
lo sguardo stranito di Duncan e quello rassegnato di una donna di mezza
età con un maglione rosa che vedendo la faccia di Crimson
capì immediatamente.
-Problemi col trucco? Di nuovo?- Duncan confermò. -Questa
è la prima e ultima volta che ti vedrò, giusto?-
chiese la donna portandosi una sigaretta alla bocca.
-Non che ci sia qualcosa che non va in quella che credo sia sua
figlia...- la rossa annuì. -Ma non voglio darle false
speranza, Crimson non è il mio tipo e no, non credo mi
rivedrà più.- disse schietto.
-Se ti fermi alla prima impressione non sei degno di lei, meglio averlo
capito subito.- rispose la donna dopo aver buttato fuori del fumo in
viso a Duncan, si sarebbe sorpreso se non fosse stato fatto a posta.
-Ma in ogni caso, grazie per averla riaccompagnata.-
Crimson uscì dal bagno priva del pallore che le donava il
make up e con la parrucca in mano lasciando scoperti i suoi capelli
corti e rossi, fu sorpresa di trovare Duncan ad aspettarla.
-Come mai ancora qui?- chiese indossando una maschera da medico della
peste precedentemente appesa al muro.
-Ero solo curioso di che aspetto potessi avere senza trucco.-
confessò Duncan. -Come pensavo, l'unico tratto che riconosco
è la tua faccia tonda e... non mi aspettavo avessi gli occhi
azzurri...- la ragazza emise un ringhio da dietro la
maschera. -Guardami bene.- sorrise Duncan. -Il mio look fa spavento e
non ci rinuncerei, ma mica entrerei in crisi se mi ritrovassi senza
piercing e con i capelli al naturale.- Crimson ringhiò di
nuovo mentre si metteva con le braccia conserte.
-Ti faresti vedere nudo da qualcuno che conosci appena? Ecco, per me
è la stessa cosa.- sbuffò.
-Non vedo il problema.- rise Duncan. “Porco” gli
sembrò di sentire dalla ragazza. -Non mi sembra la stessa
cosa... Ma... beh, alla fine ognuno ha la sua armatura, se la tua
è il trucco... ok...- scosse le spalle e si mise le mani in
tasca con fare indifferente.
-Grazie...- mormorò Crimson. -Sei stato gentile ad aiutarmi
a tornare a casa...- ammise. -Non che non ci sarei riuscita
altrimenti... un modo lo avrei trovato...-
-Sicuro! Dai nell'occhio normalmente, non ci sarebbe stata tutta questa
differenza.- la prese in giro.
-Vuoi farmi delle prediche sul mio abbigliamento?- chiese perplessa.
-Non sei mica mia madre...-
-No, figuriamoci! E si tratta anche di un atteggiamento che davvero non
sopporto, ognuno può vestirsi come gli pare... certo, il
mondo sarebbe meno divertente senza tutte quelle persone che si
scandalizzano... Sono talmente insicuri da pensare che un ragazzo che
si tinge i capelli e porta gli orecchini sia abbastanza per mettere in
crisi i costumi e la società.- disse provocatorio. -Si
creativa nel vestirti come vuoi, può uscirne fuori qualcosa
di strano, ma quando mai strano significa sbagliato? Il tuo obbiettivo
non è piacere a me o a chiunque altro. Vuoi essere libera di
esprimerti, dico bene?-
Il suo spirito scherzoso era profondamente irritante, ma riusciva ad
essere gentile in qualche modo... o forse stava impazzendo! In ogni
caso non sapeva come reagire... Crimson non credeva che i tipi come lui
potessero essere rassicuranti e non avrebbe mai avuto il coraggio di
avvicinarcisi senza quella che lui aveva definito armatura... era vero,
il make up, la faceva sentire più a suo agio quando era in
mezzo alla gente. E la faceva sentire fra i suoi simili quando
incontrava persone con i suoi stessi gusti nell'ambito della moda.
-Esatto...- confermò. -Il corpo è come una
tela...-
-Trovo comunque un po' strano che ti senta a disagio quando sei al
naturale.- la interruppe. -In teoria dovresti essere capace di
andartene in giro fieramente anche con un merluzzo in testa!-
-No, no sei il mio tipo...- disse prendendolo alla sprovvista. -E
probabilmente non saremmo compatibili neanche come amici, non voglio
essere scortese, ma non funzionerebbe...-
-Beh, il sentimento è reciproco sorella!-
-E' che sei troppo solare...-
-S-solare?!- disse allibito, nessuno lo aveva mai definito
così. “Certo, dal suo punto di vista qualunque
cosa potrebbe essere definita solare...”
-Immagini troppe cose esilaranti...-
-Se posso dirlo, detta da te la parola esilarante suona davvero strana!
E poi un merluzzo in testa non mi sembra un'immagine così
divertente, è umorismo da bambini al massimo.-
-Guarda... sei anche modesto e autocritico...- non sembrava un
complimento.
-O... ok...- sospirò e si sedette sul divano. Voleva
riposarsi un po' prima di ripartire e tutto sommato, nonostante fosse
d'accordo con la ragazza sulla loro incompatibilità, non si
sentiva tanto a disagio da avvertire il bisogno di scappare. Anzi,
continuava a mantene una certa curiosità nei confronti di
Crimson.
-Tu cosa ne penseresti del partecipare ad un reality?-
domandò Crimson.
-Flashback del Vietnam...- commentò lui senza neanche
pensarci.
-In che senso?- Duncan avrebbe voluto studiare il suo viso, ma
continuava a portare quella maschera.
“Non mi ha riconosciuto? Pensavo fosse una domanda per capire
se ero davvero io...”
-Sono tv spazzatura e ti fanno sentire disgusto e morte quando li
guardi... non in senso buono...- continuò Crimson. Duncan
alzò un sopracciglio sentendo l'ultima parte della frase.
-Però mi piacerebbe mostrare dei goth seri nella televisione
mainstream... e anche vincere non sarebbe male... avevo adocchiato un
programma, ma mi servirebbe qualcuno con cui partec...-
-Me ne tiro fuori!-
-Ok...- se era delusa non era possibile saperlo a causa del tono di
voce e del viso nascosto.
-Comunque ce ne sono già stati personaggi goth... non so hai
mai visto a tutto reality, ma per esempio come goth c'era Gwen...-
-Oh... si c'è l'ho presente... ma lei era più sul
pastel goth...-
-Eh?-
-Non ne sono certa visto che ho sempre preferito evitare
l'approfondimento della conoscenza con quello stile... per me il pastel
goth è eresia...- marcò particolarmente l'ultima
parola. -Non quanto il gothic lolita... ma è comunque un
eresia...- osservò il viso perplesso di Duncan. -Non sei
informato sugli stili?-
-Beh, mi sembra che anche te non ti sia voluta informare...
Però no... non me ne frega granchè delle mode...
non è che se voglio usare i piercing vado ad informarmi
sulla storia dei piercing...-
-Oh... capisco...-
-Non era un goth, ma che ne pensi invece del mio omonimo?- chiese
curioso.
-Scarpette rosse da clown, una maglietta nera e crema e un'inguardabile
cresta verde speranza...- descrisse inorridita. Duncan ne era
abbastanza divertito. -Poi se erano attori, i personaggi erano
caratterizzati male... erano due cuori di panna, poi quella Gwen con i
suoi sogni su soffici pony e nuvole di marshmallow...- disse a fatica
visibilmente destabilizzata. -Il suo non voler essere vista come
cattiva... era anche una caratterizzazione incoerente considerando la
Gwen della prima stagione se ne sarebbe fregata di ciò che
pensavano gli altri di lei.-
“Sì, che diamine è successo a Gwen
vorrei saperlo anche io... l'interesse per Courtney deve averle fatto
marcire il cervello...” erano passati due anni e non era
più riuscito a ricontattarla, se era finita era stata anche
colpa sua, si era accorto che lei era importante solo durante la sua
permanenza in prigione. Era riuscito a dimenticarla, ma sentire parlare
di lei in quel modo lo disturbava... anche se in fondo non aveva detto
nulla di sbagliato. -Non ti sembra di giudicare un po' troppo le
persone dallo stile?- la provocò il ragazzo.
-Non ho nulla contro le persone col cuore di panna...-
precisò Crimson. -Senza la luce non ci sarebbero le ombre...
ma le persone così, mi inquietano e gettano nello sconforto,
non in senso positivo...- sembrò riflettere per
qualche momento. -Anche se a volte può essere rinvigorente
costringersi a confrontarsi con qualcuno di troppo luminoso, ma essere
troppo esposti alla luce ti fa sentire voglia di rintanarti al buio in
una caverna...-
-Ok...- Duncan continuava a non riuscire a capirla.
-Quei capelli verdi, bluastri... te li sei fatti in suo onore?-
-In onore di chi?!-
-Di Gwen... ci ho pensato quando hai nominato il programma, ma tu sei
quello di A tutto reality, giusto? Inizialmente ho pensato di rimanere
al gioco ed essere discreta visto che non me lo hai detto
esplicitamente, ma ci ho pensato e non mi va di passare per stupida.-
-E' una coincidenza, non c'entrano con Gwen e poi sono di una
tonalità differente, non vedi?- sbuffò. La
verità è che non ci aveva proprio fatto caso
quando aveva scelto il colore. -Comunque no, non eravamo attori, non so
perchè la mia ex sia diventata così insicura e
bisognosa di compiacere gli altri...- “Courtney!”
-...durante l'ultima stagione.-
-Non penso che siamo così in confidenza da parlare di ex e
simili...- disse Crimson turbata dalla possibilità di
eccessivi slanci emotivi da parte del ragazzo che lei non avrebbe
saputo come gestire. -Però suppongo che il reality abbia
potuto finire per stressarla e farla preoccupare abbastanza della sua
immagine pubblica. Anche tu ne sembravi fissato anche se in modo
diverso.-
-Flashback del Vietnam parte due...- sospirò “E' a
causa di questo che sono finito in carcere...” -Se vuoi un
consiglio da amico, per quanto dubito che ci rivedremo mai...- disse
stiracchiandosi prima di alzarsi dal divano. -Non partecipare a nessun
reality...- gli mancava quell'ambiente pieno di stramboidi, ma visti
certi meccanismi non era un'esperienza che si sentiva di consigliare.
“Com'è che andando avanti sono diventato tanto
sentimentale?” -E non attaccarti troppo alla tua immagine di
creatura oscura. Prendi i cambiamenti come vengono, anche sapersi
adattare è una dote...- “Oggi mi sento tanto
vecchio saggio dispensa consigli... Forse molto, ma molto, molto,
davvero molto alla lontana... 'sta stramba mi ricorda un po'
me...”
-Non è la mia immagine, sono oscura proprio all'interno...-
affermò. -Ma grazie comunque...-
-Attenzione, tutta questa gratitudine mi fa sentire in imbarazzo!-
sorrise Duncan.
-Ah... ah... ah...- probabilmente Crimson stava cercando di simulare
una risata.
-Bene...- sospirò Duncan. -Io allora andrei...-
-Sì... ciao...- chiusa la porta Crimson andò a
cancellare il numero del cellulare, ma si fermò... non era
il suo tipo, non erano compatibili... ma forse non sarebbe stato male
tenere il suo numero per sicurezza. Avrebbe potuto avere bisogno di
altre delucidazioni riguardo i reality, o di una persona solare e
positiva con cui confrontarsi.
Neanche Duncan cancellò il numero... era come se stesse
facendo collezione di numeri di telefono di svitati che non avrebbe
più avuto il coraggio di richiamare col rischio di ammettere
di esserci un po' affezionato.
“Forse una parte di me ha bisogno di persone poco normali di
cui circondarsi...”
Note:
-In realtà Crimson e Ennui si frequentano da tre anni nel
cartone mentre in questa storia che si verifica un anno prima di
missione cosmo ridicola non si fa accenno al ragazzo. Potete
interpretarlo come un what if e pensare che ci sia la
possibilità che Crimson ascolti il consiglio di Duncan e
decida di non partecipare, per quanto riguarda Ennui, lo
conoscerà più avanti (è anche una
delle poche coppie che mi piacciono.)
-Vista la mancanza della componente kawaii e il fatto che le sue
ciocche di capelli rimangono comunque troppo scure, non penso che Gwen
possa essere associata al pastel goth(anche se ce la potrei vedere con
uno stile un po' più soft e qualche elemento pastello) ho
inserito questa associazione solo perchè Gwen ha un look
più leggero rispetto a Crimson. Per la serie, cose
che nessuno voleva sapere, ma preferisco precisare.
Angolo dell'autrice:
Sono tornata con la prima storia del 2020! (In realtà ne ho
pubblicata un'altra quest'anno, ma era stata scritta durante il 2019)
Spero che la mia raccolta possa ancora interessarvi e che questa
oneshot sia di vostro gusto(ci ho fatto caso ora... ma tecnicamente
sarebbe “DxC”)
Ho voluto rendere Crimson un po' più immatura e inesperta,
come se fosse da poco che debutta come goth, infatti il suo trucco si
scioglie facilmente, mentre nella serie finchè non viene
prima sciolto dalla sauna non si scioglie a contatto con l'acqua.
Spero comunque che questa Crimson possa esservi piaciuta, per me
è stata abbastanza divertente da gestire, mi piacciono le
creepy girl in realtà insicure alla Sunako di Perfet girl
evolution (shojo un po' ripetitivo che conosco solo io forse...)
Chi più, chi meno, in realtà ho apprezzato un po'
tutto il cast di missione cosmo ridicola, però ho poca
ispirazione per quanto riguarda il loro inserimento nelle storie...
Che ne pensate delle storia e che ne pensate di Crimson? E Duncan? Vi
è piaciuto non vi è piaciuto?
Se avrete voglia di lasciare una recensione sarò
più che lieta di ascoltarvi.
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Capitolo 13 *** Mickey/Kitty ***
Un tardo pomeriggio, distesa sul letto dell'hotel, Kitty, postava le
foto che aveva scattato in giro per la città, su facebook
mentre Emma, andando avanti e indietro si lamentava.
-Sarà stata davvero una buona idea partire senza Noah? Non
dovevo farmi convincere da te! Non posso credere di esserci cascata!-
diceva mentre si tormentava il viso. Kitty sbuffò.
-Rilassati, Emma! Stare un po' lontana sia dalla tua nuova
ossessione... ehm, da Noah... che dalla tua ossessione abituale... ehm,
l'università... Ti farà bene, vedrai.-
-Ossessiva? Io?!- la richiamò la sorella maggiore chinandosi
su di lei.
-Un pochettino lo sei, dai...- ridacchiò la ragazza
indicandogli la quantità con le dita.
Emma ricominciò la sua passeggiata nervosa. -Ossessiva io...
andiamo...- farfugliò fra sé e sé.
-Ah, che coincidenza!- esclamò Kitty sedendosi sul letto.
-Cosa?- chiese Emma infastidita.
-Mickey ha commentato una delle mie foto e ha detto che ci troviamo
vicino casa sua, non è incredibile? Potremmo incontrare lui
e suo fratello e andare a fare due passi insieme, tu mi sembri avere
molta voglia di camminare, no?- disse entusiasta Kitty mentre Emma la
guardava perplessa.
-...Mickey? E suo... fratello?-
-I gemelli sventura! Non ricordi? Hanno partecipato con noi a missione
cosmo ridicola.-
-Ah... aspetta, ma io non avevo sabotato uno dei due?!-
-Eh... sì... hai sabotato proprio Mickey spaventandolo con
la storia dei germi... ma tranquilla, sono sicura che non sono
arrabbiati con te!-
-Ah... non mi va, sono stanca.- disse la ragazza stendendosi sul suo
letto.
-E dai, Emma.- cercò di convincerla facendole il solletico,
strategia orrenda.
-Smettila!- ringhiò Emma attorcigliandosi fra le coperte e
guardandola storto -Guarda che non tutti hanno le tue energie, dopo una
giornata passata a girare per una città certe persone si
stancano e con certe persone, intendo me!-
Kitty sbuffò. -Ok, vuol dire che ci uscirò io.-
disse mentre scriveva al ragazzo.
-Non puoi uscirci, fraintenderebbero la situazione, poi si lagnerebbero
che li hai frienzonati e bla bla bla. Non saranno mai usciti con una
donna in vita loro, magari non sono nemmeno abituati a parlarci, ti
farai il sangue amaro e ti rovinerai la vacanza!- l'avvertì
la sorella maggiore.
-Eh... Emma... guarda che dal punto di vista di Noah tu sei la sua
prima ragazza eppure mi sembra che sia sempre stato molto carino con
te...- le fece notare Kitty.
-Ma Noah non è un completo disadattato.- lo
giustificò Emma.
-Dai, Mickey e Jay sono due ragazzini tranquilli e simpatici inoltre
sono piccoli, sono ancora alle superiori, mi sembra di essere un po'
troppo vecchia per interessargli no?-
-Hai solo due anni in più di loro...- precisò
Emma dubbiosa.
Nel frattempo, a Kitty arrivò una notifica. -Ah, Mickey ha
accettato... dice che può venire solo lui perchè
Jay ha un... attacco di sonno? Dice che è narcolettico o
qualcosa del genere...-
-Ah, visto! Quella della narcolessia è una scusa! Lo
interpreta sicuramente come appuntamento galante!-
In un'altra stanza, in un altro edificio, nella stessa
città, ma abbastanza minuti prima, un ragazzino dai capelli
ricchi e castani soffiava in un sacchetto di carta.
-S-sapevo che non dovevo commentare sotto quella foto!-
esclamò agitato.
-M-Mickey, che succede?!- disse spaventato il gemello trovandolo in
quelle condizioni. -H-hai visto un ragno da qualche parte?- chiese
spaventato con voce stridula.
-N-no! E' Kitty, si trova in città e ci ha chiesto di
uscire!-
-AH!- urlò l'altro terrorizzato l'altro. -E' così
improvviso! Non sono pronto, ma se non le rispondiamo subito
penserà che siamo dei maleducati indifferenti e non ci
rivolgerà mai più la parola!-
-Lo so! Che facciamo, Jay?!-
Jay prese dei respiri profondi. -Ok, stiamo calmi! ...Calmi
...Calmiii!- urlò di nuovo con voce stridula. -Abbiamo
affrontato di peggio durante missione cosmo ridicola, no? P-possiamo
farcela, no?-
-Si! Hai ragione!- sorrise Mickey ancora terrorizzato.
-Bene, buona fortuna col tuo primo appuntamento! E congratulazioni!-
-Ah, grazie fratello... aspetta, cosa?!-
-B-beh, considerando che sua sorella ci ha fatto eliminare mi sembra
strano ipotizzare che gli stiamo simpatici, ma Kitty ha chiesto a te di
uscire...-
-No, no Jay, guarda che l'invito era per entrambi.-
-Sì... ma magari le piaci e ha invitato me solo per
educazione...-
-Ma... lei dovrebbe tipo cominciare l'università... non
credo si interesserebbe a me...- disse Mickey dubbioso.
-A maggior ragione potrebbe essere imbarazzata e volerti sviare dicendo
di invitare anche me...-
-J-Jay...-
-Sì?-
-E' una scusa per evitare uscire?- chiese Mickey dubbioso, suo fratello
non lo avrebbe mai abbandonato e dato in pasto ad una spaventosa
universitaria.
-Eh...- Jay guardò in basso imbarazzato. -A te non
piacerebbe uscire con una ragazza carina e gentile?-
-B-beh, sì... Kitty è molto carina e gentile.-
rispose Mickey abbastanza imbarazzato.
-Perfetto, tu riesci ad ottenere un primo appuntamento ed io riesco ad
evitare una situazione a cui non sono pronto. Non ti sto abbandonando,
ti sto dando la possibilità di fare un'esperienza nuova...
ma... eh... se non vuoi, ci usciamo tutti e due e facciamo una
passeggiata per mostrarle la città...-
-In realtà, ora che mi ci fai pensare non mi dispiacerebbe
stare un po' da solo con Kitty...- ammise ancora un po' insicuro.
-Perfetto!- esclamò Jay sollevato.
-Ma non credo sia davvero interessata a me...-
-Già... perdonami fratello, era una scusa per convincerti...
ero nel panico! Però... puoi provare a fare colpo su lei!
Sei simpatico, carino, comprensivo e coraggioso!-
-Aw, grazie... anche tu sei simpatico, carino, comprensivo e
coraggioso!-
-Grazie! ...Pensi che fare complimenti a un gemello omozigote sia come
come complimentarsi con se stessi visto che siamo estremamente simili
caratterialmente e biologicamente?- si chiese Jay.
-Non me lo sono mai chiesto...-
-Non ci facciamo spesso complimenti in effetti...-
-Dovremmo farlo più stesso, è piacevole!-
-Hai ragione! In fondo non c'è niente di male nel trovare
sé stessi e qualcuno di estremamente simile a sé
una bella persona.- annuì Jay più fiducioso.
-Esatto, forse ti ho dato un po' per scontato, ma la mia vita non
sarebbe affatto la stessa senza di te!- disse Mickey abbracciando il
fratello.
-Hai ragione! Avere un gemello sempre al tuo fianco è
meraviglioso. Non riesco a mettermi nei panni di quelli che la vivono
negativamente e che si sentono senza un'identità distinta.-
-Forse è merito delle difficoltà che abbiamo
sempre dovuto affrontare insieme! Alla fine non tutti i mali vengono
per nuocere!-
-Vero! Non ci avevo mai pensato!- disse Jay mentre il fratello,
caricatosi di positività rispondeva al messaggio di Kitty.
Kitty si sentiva un po' a disaggio a quel tavolo per due di un
ristorante abbastanza formale, sola con Mickey.
“Ok... forse pensa davvero che sia un
appuntamento...” pensò sentendosi un po' in colpa.
“E anche se lo fosse non credo sceglierei mai un posto simile
per un primo appuntamento, è troppo... troppo.” Il
ragazzino ogni tanto alzava gli occhi dal menù per
lanciargli un'occhiata o un sorriso nervoso. “Forse
è il suo primo appuntamento, deve essere molto imbarazzato,
poveretto.” sorrise per farlo sentire più a suo
agio, ma Mickey arrossì e nascose la testa con le braccia.
-C-con i capelli corti sei carina...- commentò facendo
riemergere il viso.
-Grazie! Ma mi sto un po' pentendo... purtroppo con i capelli sono un
po' così, cambio spesso idea sulla lunghezza, ma per ora e
piacevole avere un taglio più fresco ed estivo.-
-Ah... immagino...- dopo quella frase rimasero in silenzio per un po'.
-Eh, allora, Mickey... vieni spesso qui?- domandò per
rompere il ghiaccio.
Il ragazzo scosse la testa poi aprì la bocca come se si
fosse ricordato di poter parlare. -È la prima volta!
È... è anche la prima volta che sto da qualche
parte solo con una ragazza, lo dico prima in modo da non deluderti e a
proposito... Uhm... ti spiacerebbe prendere solo un antipasto? N-nella
fretta non mi sono reso conto di non avere abbastanza soldi...-
l'avvertì imbarazzato.
Kitty ridacchiò. -N-no, non stavo ridendo di te o qualcosa
di simile! Ecco... trovo solo buffa la situazione. Comunque non ti
preoccupare, pagherò per me.- si corresse per non far
sentire a disagio il ragazzo, ma pensò che non fosse la
strategia adatta. “Come capovolgo la situazione?”
-Il tuo nervosismo è carino, ma dovresti rilassarti un po'.-
“Non sarei granchè come sorella maggiore, del
resto Emma... le voglio bene, ma non è mai stata molto
rassicurante...” sospirò. “Mi sento un
po' in colpa, ma in questa situazione mi sembra naturale cercare di
recitare il ruolo di simil sorella maggiore... scusa
Mickey...” -Per me andava bene anche fare una passeggiata,
sarebbe stato carino avere qualcuno che mi facesse visitare il luogo da
non turista.-
-Oh... Jay e io avevamo pensato che se ti avessi fatto visitare i
luoghi che visitiamo abitualmente ti saresti annoiata... Sai, tipo...
l'ospedale... la farmacia... l'erboristeria, il laboratorio analisi, lo
studio del fisioterapista. Magari saresti stata contenta di conoscere
un buon fisioterapista o di fare scorte di rimedi naturali e non. Scusa
non ci avevo pensato... anche se per il fisioterapista ci sarebbe
voluto l'appuntamento... ti sto forse annoiando?-
-No, no... tranquillo...- “Forse avrei dovuto trovare io
qualche posto divertente dove andare...” -Possiamo ordinare
un antipasto e poi andare un po' in giro ad esplorare.- propose la
ragazza.
-E... esplorare?- Mickey la guardò confuso.
-Beh, sì. Andare alla ricerca di zone che non conosci,
improvvisare, cercare qualche locale carino dove divertirsi.- il
ragazzo sviluppò un leggero tremolio.
-N-non è una cosa che sarebbe meglio fare nella rassicurante
luce del giorno?-
-Eh...- Non sapeva quanto spingerlo a fare qualcosa di nuovo fosse uno
stimolo positivo e quanto fosse invece un fattore di stress. Per quel
poco che conosceva il ragazzo temeva che potesse accettare solo per
accontentarla e passare tutta la serata impaurito. -Potremmo farlo
domani con i nostri fratelli se ti viene più comodo.
Immagino che tu non abbia mai visitato la città da turista.
Potrebbe essere un cambio di prospettiva interessante.-
Mickey tirò un sospiro di sollievo, l'idea di passare una
giornata con Emma non lo entusiasmava, la ragazza lo inquietava un po'
dopo che l'aveva spaventato per farlo perdere. Non le teneva rancore,
ma non si sentiva neanche a suo agio.
Di norma solo i bulli e i prof di educazione fisica sfruttavano le
debolezze dei due gemelli per umiliarli mentre Emma l'aveva fatto per
amore... non riusciva a comprenderla, ma supponeva che questo la
rendesse un po' meno spaventosa, anche se sempre spaventosa rimaneva.
Ma se con lui ci fosse stato anche Jay sarebbe stato tutto molto
più semplice da gestire e infinitamente meno spaventoso...
anche se era felice di trovarsi lì con Kitty e sapeva che
lui e suo fratello dovevano imparare ad essere più autonomi,
Jay gli mancava in quel momento... Cercò di concentrasi
sulla scelta di un antipasto che non lo mandasse in ospedale, tanto
avrebbe rivisto suo fratello presto. “Forse non sono ancora
pronto per cercarmi una ragazza...” sospirò.
“Ma è un'esperienza che mi servirà per
il futuro e poi Kitty è simpatica. Potremmo diventare
amici... sarebbe bello avere un'amica ragazza.”
Mickey si accorse che Kitty stava guardando il cellulare.
“Oh, no! Si sta annoiando! Se guarda il telefono significa
che si sta annoiando, devo fare qualcosa, devo fare qualcosa!
Parlare!”
-Allora, Kitty... non trovi che i nostri nomi siano una combinazione molto
strana?- rise nervosamente. -Kitty, gattino, Mickey, come Mickey Mouse!
Eh eh... anche se preferirei che non mi mangiassi e la cosa
più divertente... è che io sono allergico ad
entrambi gli animali!- si sentì davvero stupido in quel
momento, ma Kitty fece una piccola risate, sembrava spontanea... era un
buon segno... forse...
-Sì, ci avevo pensato anche io. Hai mai notato che gli
animali antropomorfi della Disney hanno quasi tutti nomi con la stessa
iniziale della specie? E che anche di versi Super eroi hanno nome e
cognome con la stessa iniziale? È buffo, non credi?-
-Eh... io in realtà non ne so molto né di
fumetti, né di film di supereroi...- ammise. -Preferisco le
storie meno di azione... o meglio, mi piacciono quelle di avventure, ma
gli scontri non molto...- si accorse che la ragazza era di nuovo al
telefono, si sentì di nuovamente nervoso.
-E' mia sorella.- gli spiegò. -Mi ha tempestato di domande,
ma tranquillo, gli ho detto che sei un perfetto gentiluomo.-
scherzò Kitty.
Mickey in un primo momento arrossì. -In che senso? Non
dovrei esserlo? Non le piaccio?- chiese preoccupato.
Kitty sospirò. -Vedi... Emma è molto diffidente,
anche ora che ha un ragazzo... mi è sembrata di nuovo un po'
ossessionata in questi giorni, così l'ho convinta a girare
il Nord America per due settimane con me per farla staccare un po'...
so essere molto persuasiva sai?- disse ridendo. -Noah è un
bravo ragazzo, ma non è molto abituato a ricevere tante
attenzioni e durante gli appuntamenti a quattro lei era così
appiccicosa... Io ed Owen abbiamo pensato fosse meglio tenerli separati
per qualche giorno per evitare che Noah soccomba alla pressione e fare
in modo che mia sorella si riabitui ad essere fidanzata senza togliere
l'aria al suo ragazzo.- spiegò.
-Wow, sembri proprio la sorella maggiore fra le due, sei
così responsabile!- osservò Mickey -Fra me e Jay
non c'è un vero e proprio fratello maggiore quindi non so
cosa si provi ma tua sorella deve essere davvero fortunata.-
Kitty sorrise sorpresa. -Grazie! Per tutti sono sempre quella
più irresponsabile che pensa sempre e solo a divertirsi...-
-Ne sei sicura?- disse Mickey dubbioso. -Ti preoccupi molto per gli
altri e per me e Jay che abbiamo passato poco tempo con te è
stato impossibile non notarlo quindi non credo che qualcuno che ti
conosca bene possa crederti irresponsabile.- la rassicurò.
-N-non che pensi che tu stia mentendo o ti stia sbagliando.- si
corresse agitato. -Ma a volte ci si sottovaluta, tutto qua...-
-Potresti avere ragione... grazie!- disse sporgendosi sopra il tavolo e
abbracciandolo.
-P-prego...- sospirò era un bravo ascoltato quindi aveva
fatto caso anche a quello. -Quando hai parlato di doppio appuntamento
ti riferivi a tua sorella, Noah, te e Owen? State... insieme?-
-Eh? Ma no!- rispose divertita -Io non sono interessata né a
lui, né ad una relazione al momento.- disse sperando di non
ferirlo anche se non era convinta che Mickey fosse realmente
interessato a lei. -E credo che lo stesso valga per lui... mi
è sembrato di capire che gli piacciano anche i ragazzi e in
questo momento sembra interessato ad un ragazzo in particolare...
quello di mia sorella!- spiegò con una buffa espressione.
-E' un interesse esclusivamente platonico, io ho un particolare sesto
senso per queste cose, se gli piacesse in modo diverso me ne
accorgerei. Ma mi dispiace comunque un po' per lui, sembra impiegare
molte energie su Noah e ho l'impressione che per lui non conti allo
stesso modo...- sospirò. -Mi spiace dirlo, Noah è
un bravo ragazzo e si vede che Emma è molto importante per
lui, ma è anche un po' una sanguisuga che approfitta
dell'aiuto degli altri e poi non si interessa più di tanto a
loro...- disse imbarazzata. -Gliel'ho fatto presente, non sono una
persona che parla alle spalle... neanche una che fa stare male le
persone sbattendogli in faccia le cose senza un minimo di
sensibilità, però ho avuto l'impressione che a
lui non gliene sarebbe fregato niente se glielo avessi detto... e
infatti sembra che non gliene sia fregato davvero niente...-
sbuffò. -Lui e mia sorella a volte sono impossibili...-
-L'ho già detto, è che ti preoccupi molto per gli
altri, non fai le cose con cattive intenzioni, non devi sentirti in
colpa se dici o pensi qualcosa di negativo su qualcuno... sono cose
naturali.- Mickey cercò di farsi coraggio e sfiorarle la
mano sul tavolo, ma non ce la fece e la ritirò.
-Sì, ma a volte si può ferire una persona anche
se non si hanno cattive intenzioni... inoltre... mi sa che sto
diventando un po' troppo apprensiva con mia sorella, ma mi sento molto
vicino a lei e dopo il modo in cui ha reagito alla sua ultima rottura
mi sento un po' preoccupata, credo sia una faccenda delicata.- Kitty
sospirò, poi accennò un sorriso. -Sei davvero un
bravo ragazzo, sono felice di essere qua con te.-
-G-grazie.- sorrise imbarazzato il ragazzo. -Riguardo al tuo sesto
senso con l'amore... hai sentito scattate niente stasera?- gli chiese
ingenuamente.
-No.- rispose Kitty. -Credo che tu sia solo emozionato
perchè stai uscendo per la prima volta con una ragazza e
perchè non ti tratto male, ma non mi sembri realmente
interessato a me.- poi ci pensò. -Posso sbagliarmi
ovviamente... e in quel caso... non sono interessata, non cerco
relazioni al momento e non credo cambierò idea per un po',
mi spiace.- disse grattandosi la nuca. Illuderlo non era giusto.
-Tranquilla, credo che tu abbia ragione.- le rispose sollevato.
Le sembrava sincero, ma sperava di non averlo condizionato in qualche
modo.
I due cominciarono a mangiare, ma Mickey le sembrò un po'
strano.
-Hai mal di stomaco?- chiese preoccupata.
-N-no...- rise nervosamente. -Ma vorrei andare un attimo in bagno, con
permesso!- disse saltando giù dalla sedia e mettendosi a
correre.
Dopo qualche minuto pensò fosse il caso di andare a
controllare ma si presentò Jay e sedette al posto del
fratello con fare nervoso.
-Ciao Jay... come mai qua?-
-Oh, ciao Kitty ero... M-mi hai riconosciuto?!- esclamò.
-Scusa, scusa! È che Mickey si è sentito male ed
è in bagno a rimettere... Ma non voleva fare brutta figura
così mi ha chiesto se potevo sostituirlo visto c-che l'ho
seguito qui... è che ero preoccupato per lui
così... così... mi spiace! Come hai fatto a
riconoscermi?-
-Beh non siamo gemelle, ma io e mia sorella ci somigliamo moltissimo
inoltre lei è sempre stata un po' piccolina quindi
sembravamo gemelle, ci siamo scambiate spesso per divertirci forse
è per questo che sono così brava a distinguere i
gemelli identici.- disse mantenendo la calma.
-Oh, forte... non credo che riuscirei a distinguere altri omozigoti con
tanta sicurezza...- si congratulò il ragazzo.
-Ah grazie, ma con o senza questo sesto senso sarei comunque riuscita
distinguervi dalla voce...-
-Vero... è un po' diversa... E' un peccato che tu e Mickey
non vi piacciate in quel senso, una ragazza in grado di distinguerci
anche quando siamo vestiti uguali non sarebbe male.- rise nervosamente.
-Eh... già... Aspetta! Fingersi un'altra persona
è molto maleducato! Non bisogna prendersi gioco della
fiducia degli altri!- lo richiamò la ragazza. Jay
abbassò il capo imbarazzato.
-Non volevamo ingannarti... volevo solo evitare una brutta figura a mio
fratello.
-Sì, lo so..- sospirò Kitty. -E' la prima volta
che vi trovate in questa situazione quindi lo capisco... ammetto che
anche a me è capitato di coprire mia sorella nello stesso
modo con più o meno successo... Però, per il
futuro è una cosa che dovreste evitare di fare, d'accordo?-
consigliò la ragazza scompigliando i ricci castani ragazzo.
-Ti do una mano a portare tuo fratello a casa, d'accordo?-
-Sì, sì, grazie mille!-
Nel frattempo una pallida ragazzina bionda al tavolo con sua sorella
non aveva potuto fare a meno di ascoltare l'appuntamento dei due.
-Probabilmente direbbe che impicciarsi è sbagliato...- disse
a bassa voce la ragazza. Ma sua sorella non aveva spiccicato mezza
parola e l'aveva guardata male tutta la sera così il suo
udito aveva catturato con interesse tutto ciò che sentiva
dagli altri tavoli, in particolare ciò che si dicevano quei
due sconosciuti.
Sammy guardò la sorella con sguardo speranzoso.
-Scordatelo, non saremo mai affiatate come quei due gemelli o come
quella tizia e sua sorella maggiore!- ringhiò Amy strappando
la carne senza neanche usare coltello e forchetta. Purtroppo
l'appuntamento di riconciliazione non stava andando granchè
bene, per quanto il comportamento di sua sorella fosse un po'
migliorato dal reality rimaneva sempre in modalità
“tsun” senza traccia di
“dere”... forse un lato “dere”
un lato affettuoso in Amy non esisteva proprio...
Ma anche la gemella malvagia aveva ascoltato con interesse la
conversazione fra i due... magari c'era qualche speranza che volesse un
rapporto normale... o forse erano solo entrambe due inguaribili ficca
naso...
Note:
-Durante il discorso di congedo, Mickey e Jay fanno accenno al prof di
ginnastica che rideva della loro partecipazione al reality quando
gliene hanno parlato. Questo mi fa pensare che siano ancora alle
superiori mentre Kitty sembra poco più piccola di Emma
quindi me la immagino un po' più grande.
-Emma e Kitty si somigliano molto, ma non sono gemelle.
-Per tsundere si intende uno stereotipo comune negli anime(nato dai
videogiochi) di un personaggio che appare arrogante e scontroso(anche
sgarbato e violento) ma che nasconde un lato dolce e amorevole. La
parola dovrebbe nascere dalla fusione fra
“tsuntsun”(freddo, imbronciato) e
“deredere” innamorato (ma lo stereotipo non viene
riferito solo a personaggi innamorati.
Ed... ecco come nasce la battuta verso la fine riferita ad Amy... spero
fosse intuitivo anche senza la spiegazione visto che un po' tutti
conoscono il termine tsundere, giusto? Perchè sento il
bisogno di fare battute e riferimenti stupidi? Perchè?
C'è voluto un bel po', mi spiace... E' un periodo un po'
particolare per me e in particolare questa storia mi porta a formulare
tante idee, a non sapere su quale concentrarmi, quale ho più
possibilità di terminare e quale mi interesserebbe di
più portare a termine per prima.
Infatti avevo altri abbozzi di oneshot da terminare, è stato
imprevisto che realizzassi proprio questa alla fine...
Vi ringrazio per aver letto, spero che il capitolo non vi abbia
annoiati. Non era previsto che andassi a parare tanto sui rapporti
fraterni... comunque a me i gemelli sventura piacciono ad essere
sincera...
Questa storia mi è stata suggerita da reginaZoey, non avrei
mai pensato a questa coppia, sono contenta che me l'abbia suggerita,
grazie e grazie per le recensioni che mi lasci di solito. Grazie anche
a Farkas per le recensioni e per avermi suggerito il capitolo su Sammy
e Brick... e altre proposte per cui non ho trovato idee... mi spiace...
Grazie anche agli altri recensori e a chiunque legga le mie storie
anche senza recensire...
No, non è né un capitolo finale, né un
congedo temporaneo, pur avendo un'altra long(in realtà altre
due) e qualche oneshot continuerò a pubblicare i capitoli
per questa storia come al solito, ma per qualche motivo mi sentivo in
vena di ringraziamenti, tutto qua!
Se vi va di farmi sapere il vostro parere sul capitolo, mi fa piacere.
Intanto grazie per la lettura e alla prossima!
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Capitolo 14 *** Spud/??? ***
-Quindi, com'è che hai rimediato un appuntamento?- chiese
nuovamente incredulo, il giovane cassiere del bar dai lunghi rasta
biondi.
-Eh...-
Rock sospirò mentre aspettava con pazienza che l'amico
rispondesse.
-Allora...- cominciò Spud, poi si bloccò.
-Allora?- lo incoraggiò Rock.
-Quegli uccellini sono così carini e intonati.-
commentò osservando dei passerotti fuori dal bar. -Mi
ricordano la ragazza con cui devo uscire.- disse facendo sentire Rock
sempre più scoraggiato. Era abituato alla poca prontezza di
spirito dell'amico, ma quella notizia era assurda e doveva saperne di
più e subito!
“Ovviamente sono contento per lui... ma mi chiedo quale
disperata abbia accettato... magari vuole fregarlo in qualche
modo.”
-Spud, con calma, ma spiegati! Per favore!-
-Uhm... due giorni fa ho sentito un buon odore...-
-Ti prego, dimmi che non ti sei messo ad annusare le ragazze...
Potresti essere frainteso e finire dietro le sbarre.-
-Eh? Ma perchè dovrei farlo? Le donne puzzano e si mettono
addosso profumi che le fanno puzzare ancora di più. Molto
meglio l'odore naturale del corpo, amico.- gli sorrise.
-Eh... ok... Ti sarai lavato immagino, giusto?- domandò
uscendo da dietro il bancone e annusando il ragazzo. Spud ci
riflettè, non ricordandoselo cominciò ad
annusarsi per conto proprio. Il tutto sotto gli occhi imbarazzati dei
clienti.
-Direi sì.- disse Spud.
-Confermo, congratulazioni. Ti sei ricordato di lavarti, amico!-
-Grazie, amico.-
-A-aspetta e la ragazza?!- chiese con impazienza.
-Giusto... ho sentito un buon odore e l'ho seguito. E c'era un cesto
con delle brioche su una panchina, bello! Così le ho
mangiate.-
Rock attese, ma capì che Spud aveva, secondo lui, finito la
storia. -Eh... bello, e la ragazza?-
-Quale ragazza?-
Rock cadde con la testa sul bancone. -Quella con cui hai
l'appuntamento!-
-Ah... beh... il cesto apparteneva ad una ragazza.- Spud
finì di nuovo la storia.
-T-tutto qui?- balbettò Rock esasperato. -Una tizia ti ha
chiesto di uscire perchè le hai mangiato la merenda?!
Inoltre chi è che gira con un cesto di brioche?! Sicuro di
non esserti immaginato tutto?!-
-Umh...- Spud si interrogò. Prese il cellulare. -No, ho qui
il numero, bello.-
La palpebra inferiore di Rock si mise a pulsare.
-Oh giusto... era triste e piangeva...-
-Perchè le hai mangiato la merenda?- Rock temendo che Spud
si bloccasse nuovamente si pentì della battuta, ma per
miracolo, l'amico continuò.
-No... era perchè un tipo con cui si sentiva aveva
cominciato a ignorarla, poi lei gli aveva chiesto perchè e
lui le aveva detto che era stufo di lei, che era seccante ecc... una
brutta storia, insomma. Io sono rimasto ad ascoltarla e la ragazza alla
fine ha detto che ero simpatico e mi ha chiesto se potevamo sentirci,
poi mi ha chiesto di uscire.-
-Ok...- Rock non sapeva cosa pensare. Poteva esserci qualcosa sotto.
-Ahooo! Cassiere! Se tu e il tuo fidanzato la volete finire qui ci
sarebbe gente che vorrebbe pagare!- urlò un cliente, anche
altri cominciato a fare rumore.
Spud ricominciò a riflettere. -Ho un fidanzato?- chiese Spud
confuso. -Non ricordavo di essere gay... Uhm...-
-La cassa non è il luogo giusto per flirtare! Levati
ciccione!- gridò un altro cliente.
-Ehi! Pensa alla tua brutta faccia!- lo riprese Rock arrabbiato.
-Umh... vado in bagno.- lo avvisò Spud. Rock
sospirò, non si era neanche accorto di essere stato
insultato.
Mentre Rock si rimetteva a servire i clienti, entrò una
pallida corvina con vaporosi abiti rosa ricoperti di merletti e si
sedette a un tavolo.
La ragazza rimase un'ora al tavolo senza chiedere niente. Rock avrebbe
dovuto chiederle di uscire dal bar, ma non se la sentì e
nessun altro se ne preoccupò. Tutti gli impiegati del bar
tendevano a battere la fiacca...
La ragazza guardava il vuoto con occhi lucidi così, Rock, si
avvicinò. -Eh, signorina...- attirò la sua
attenzione. -Tutto ok?- la ragazza cominciò a singhiozzare.
-M-mi ha dato bucaaa!-
-Oh... mi spiace...-
-Oh... ciao, Ella.- Rock riconobbe la voce alle sue spalle come quella
di Spud. La ragazza che aveva davanti sgranò gli occhi.
-S-Spud?! N-non credevo arrivassi più!-
-Eh... ero in bagno...- spiegò calmo, Spud. -Umh... quanto
tempo ci sono stato?- chiese rivolto a Rock la cui palpebra aveva
ripreso a ballare.
-Oh, Spud. Mi spiace di averti reso così nervoso da farti
confinare in bagno!- disse la ragazza addolorata. L'espressione di Spud
cominciò lentamente, molto, molto lentamente, a mutare per
diventare perplessa. -Forza, andiamo!- disse allegra tirandolo per il
braccio prima che il ragazzo avesse avuto il tempo di completare il
cambio di espressione facciale.
“Una ragazza... pure carina... C-com'è
possibile!?” mentre continuava ad essere afflitto da tic
nervosi sentì darsi una pacca sulla spalla, sì
girò.
-Mi spiace per com'è finita con il tuo ragazzo...- gli disse
dispiaciuto un cliente. -Ma... non è che ti andrebbe di
tornare alla cassa, per favore?-
-Vorrei distruggerla con un lancia fiamme quella cassa!- disse mentre
tornava al suo posto strisciando i piedi.
-Eh, lo so, è dura! Ma sei ancora giovane e carino...
più o meno... troverai sicuramente qualcun altro...-
Spud si era presto stancato di camminare, in quei giorni stava
avvertendo, con molto ritardo, tutta la stanchezza che non aveva
avvertito durante missione cosmo ridicola. Così i due erano
rimasti bloccati sulla panca del loro primo incontro da una trentina di
minuti, ma non sembrava un problema reale per nessuno dei due.
-...Eh? Stavi dicendo... che questo tizio che ti ha scaricata era
rimasto scottato da un'altra tizia, Sky, giusto?- Spud stava cercando
di seguire il discorso della ragazza, a quanto pareva, era stata una
concorrente di un reality avvenuto in contemporanea a quello a cui
aveva partecipato lui. Aveva detto qualcosa di strano sul fatto che era
un segno del destino che si fossero incontrati e aveva cominciato a
parlare della sua esperienza, ma andava troppo velocemente per il
ragazzo.
Ella rise, priva di malizia. -Ma no, sciocchino.- gli toccò
la punta del naso. -Di quello stavo parlando prima, ora parlavo della
mia grande amica Sugar!- disse allegra.
-Oh...- anche Spud rise. Non era davvero infastidito dalla situazione,
inizialmente aveva pensato che la ragazza si sarebbe immediatamente
stufata della sua incredibile lentezza, ma non era ancora avvenuto e
non aveva fretta. Finchè la pazienza della ragazza durava,
era bello.
Forse a Spud non sarebbe dispiaciuto riuscire a seguire un discorso
come una persona normale, ma per lui, la normalità quella
era e non sentiva il bisogno di assorbire tutte le parole che gli
venissero dette, gli bastavano le impressioni. Anche riuscire a capire
a grandi linee avendo a disposizione poche informazioni era un talento,
dopo tutto.
-Potresti parlare un po' più lentamente, per favore?- chiese
educatamente Spud, anche se quella era una domanda che normalmente
diminuiva progressivamente i punti pazienza del suo interlocutore.
-Oh, ma certo... Mi spiace, a volte parlo un po' troppo... Sugar mi
rimprovera spesso per questo.-
-Nah... il problema è mio.- affermò Spud
tranquillo. -Sono un po' lento.... a meno che non si tratti di musica,
con quella vado forte.- annuì fiducioso.
-Davvero?- disse la ragazza con un luccichio negli occhi. -Siete un
bardo? Perchè vedete, io adoro cantare!- disse alzandosi e
piroettando su se stessa.
-...Perchè parli tutta strana all'improvviso?-
-Mi spiace, mi sono lasciata prendere dall'entusiasmo...-
-Fa niente, sei buffa...- visto il tono con cui era stato
detto, Ella interpretò il commento come positivo.
-Chiederò a Rock di scrivere una canzone su di te.- le
disse. Ella sorrise entusiasta. -Una canzone per una ragazza in rosa
che gira e cinguetta fra le piume... non è per niente nel
nostro stile.- rise Spud. -Ma forse Rock potrebbe farne qualcosa...
anche se all'inizio potrebbe non esserne proprio entusiasta.-
-Oh, no... no, non voglio essere motivo di litigio fra voi due!-
-Tranquilla, sore'! Se è andato tutto bene fra noi fino ad
ora figurati se... se... uhm, che stavo dicendo? Scusa, a volte perdo
il filo...-
-Non scusarti, il tuo essere... su un'altra lunghezza d'onda e tutto un
altro ritmo ti rende speciale. Qualcosa di estraneo dal mondo, ma
dentro il mondo.-
Spud piegò le labbra un po' confuso.
-Io spesso mi sento così...- sospirò Ella.
-Io no... mi sento perfettamente a mio agio... Se piaccio va bene, ma
se non piaccio va bene lo stesso. Sono troppo pigro forse.- ammise con
leggerezza. -Ma di solito le persone mi accettano facilmente.- disse
positivo.
-I-io invece... ho mentito, Sugar non è una mia grande
amica...- sospirò Ella. -Qualunque cosa faccia non le va
bene.- chinò il viso con tristezza.
-Beh, non si può piacere a tutti. Dovresti lasciarla
perdere...- suggerì.
-M-ma non posso.- disse tristemente la ragazza. -Non posso
arrendermi... lo so che non si può piacere a tutti, ma non
riesco a sopportare che qualcuno mi detesti tanto, devo aver fatto
qualcosa a cui devo rimediare.-
-Umh... non vorrei dire, ma forse insistendo ti rendi solo antipatica.-
suggerì Spud. -Con me di solito l'insistenza non ha effetti
positivi, mi fa solo sentire a disagio... e in trappola... come quando
un professore ti fa rifare per la quinta volta un compito, insomma,
prof, io avrei preferito tenere l'insufficienza se proprio non
c'è speranza, eh! Umh... non so se mi sono spiegato...- il
viso di Ella era colmo di disperazione.
-Quindi la sto perseguitando?!- realizzò -E se voglio
davvero dimostrarle il mio affetto, dovrei lasciarla andare... stai
dicendo questo?- chiese sconsolata.
-Eh... ho detto questo?-
-Hai ragione... anche se ora è doloroso, devo accettare la
situazione...- sospirò ancora un po' triste.
-Beh, non è detto che con la tua amica sia un addio
definitivo. Magari ha solo bisogno di una pausa... magari una lunga
pausa... ma prima o poi potreste tornare amiche. Io e Rock a volte ci
prendiamo delle pause l'uno dall'altro, lui è fantastico e
mi fa sempre svuotare il suo frigo, ma a volte sento il bisogno di
avere i miei spazi e stare un po' tranquillo. È troooppo
energico ed è un assennato lavoratore, un vero stacanovista!
Una volta, alle superiori, abbiamo litigato e mi ha dato del ciccione,
sai sentirselo dire da un amico è tuuutta un'altra cosa.-
Ella annuì rapita dal non avvincente racconto di Spud. -Non
ci siamo sentiti per un bel po'... poi però siamo tornati
amici.-
-Ho capito cosa mi vuoi dire.- sorrise la ragazza. -Non deve essere un
addio definitivo, ma è meglio che io e Sugar ci prendiamo
una pausa, giusto?-
-Ottima idea.- convenne Spud. Ella rise piano.
-Sei molto più saggio di quello che sembra, da un bardo
dovevo aspettarmelo.-
-...Saggio?- Spud rise sorpreso e ci pensò. -Suppongo di
sì... sì, credo... potresti avere ragione.
Saggio... suona bene!-
-Ma... ci sono mai delle volte in cui vorresti apparire più
normale agli altri?- chiese Ella con riluttanza.
-Umh... è proprio una domanda difficile...- Spud
riflettè. -Non ho idea di come ci si senta ad essere
normali, quindi non so se potrebbe piacermi di più ma sto
bene così. La normalità ha un aria
così noioosa... e come rocker mi sento di sostenere
l'anticonformismo con fierezza... ops...- si interruppe ridendo. -Avrei
dovuto rispondere così dall'inizio. Pensare troppo fa
proprio male, ti allontana dalle conclusioni più ovvie e
istintive.-
Ella accettò la risposta. -Hai proprio ragione. Devo essere
me stessa e non invidiare una realtà che in fondo non
conosco così bene. E devo anche avere più fiducia
nelle risposte che ho dentro e ascoltarle... nessuno può
sapere cosa è meglio per me, di me... si, sei davvero un
savio.- annuì mentre il ragazzo la guardava dubbioso.
-Ho la mezza impressione... che tu stia interpretando parecchio
ciò che dico... Forte. Questo è essere creativi.-
annuì fiero. -In fondo la musica non si ferma al testo,
tutto ciò che ti suggerisce ha valore e rende il brano
un'esperienza unica per ognuno di noi.- disse mentre la ragazza annuiva
affascinata.
Rock smise di osservarli da dietro il cespuglio e se ne
andò. Era stato sorpreso di vedere Spud cavarsela
più o meno normalmente con una ragazza, era quasi commosso e
lei sembrava troppo strana e sprovveduta per volerlo fregare.
“Chi l'avrebbe detto che conoscesse la parola
“stacanovista”? Non pensavo che qualcuno l'avrebbe
mai usata per riferirsi a me.” soffocò una risata.
“Comunque devo stare attento... Spud rischia di diventare il
leader accidentale di qualche movimento filosofico se esistono tante
altre persone come quella Ella...”
Una sera, Rock stava pulendo il bancone dopo che suo padre aveva chiuso
prima il bar.
-Vuoi una mano?- chiese Spud.
-Sì, grazie...- sospirò Rock. -Il vecchio se
l'è presa perchè ho lasciato il posto di lavoro
l'altro giorno...- sbuffò.
-L'appuntamento è andato bene, forse mi piace quella tipa.-
rispose Spud... era due giorni prima che Rock glielo aveva chiesto.
-Oh, fantastico, deve essere così se ci hai messo
così poco per accorgertene ed elaborare la risposta...
comunque... sono contento per te, bello.-
-Oh...- Spud ebbe una realizzazione.
-Che c'è?- chiese Rock curioso.
-Ma noi siamo fidanzati, quindi non dovrei uscire con una ragazza...-
-Eh?- poi Rock si ricordò di quello che era successo con i
clienti del bar -No, Spud, io non sono il tuo ragazzo.- gli disse Rock
mentre distrattamente puliva. -E' che i clienti non sono capaci di
distinguere un'annusatina intima, da una di cortesia e una amichevole.-
-Quindi ci siamo lasciati? Oh, mi dispiace, come e quando è
successo?-
Rock si limitò a sospirare, dopo una dura giornata di lavoro
non aveva tante energie per stare dietro alle stranezze del suo amico.
Angolo dell'autrice:
Beh, questa cosa mi è venuta a caso dopo una notte
insonne... è stata strana, anche se divertente da scrivere.
Spero che la sconclusionatezza dei personaggi non renda il tutto strano
e spiacevole, è stato un esperimento e spero sia riuscito.
Spud non è proprio un tipo di personaggio che si adatta ad
una fanfiction (anche se ho cercato di non farlo uscire troppo dal
personaggio, ci sarò riuscita?) e non credevo avrei mai
scritto qualcosa su di lui... comunque anche se è una
macchietta, l'ho trovato divertente... e adorabile!
Contro le mie aspettative, i personaggi di missione cosmo ridicola mi
hanno dato abbastanza ispirazione... è la mia stagione
preferita dopo Azione, ma non credevo che i personaggi si potessero
prestare bene a delle crack pairing(infatti non sono riuscita a
separare realmente le squadre negli ultimi due capitoli)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se volete dirmi qualcosa in
merito, sono sempre qui a disposizione.
A presto!
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Capitolo 15 *** Alejandro/Courtney ***
“Che senso ha vincere se devo condividere la prima classe con
quell'idiota, traditore, sacco di immondizia putrida, figlio
di...!” Courtney trattenne un sussulto, aveva finito di
piangere per quel perdente. Avrebbe voluto essere più
imperturbabile e godersi la prima classe nonostante la presenza di quel
cane, ma la pazienza non era una sua dote...
Doveva concentrarsi su un ragazzo decisamente più
meritevole. “Non mi farò battere da
Heather...” se non fosse riuscita a vincere il milione,
riuscire a conquistare Ale poteva essere qualcosa per cui partecipare
alla terza stagione di quel reality pezzente poteva aver avuto un
senso...
“Ha mai avuto un senso partecipare senza la certezza di
vincere e mettendo la propria dignità come posta in
gioco?” Si ricordò com'era ingenua all'inizio.
Credeva di essere mentalmente e fisicamente superiore agli altri e di
poter calcolare tutto... vincere con l'astuzia le sfide senza sprecare
neanche troppe energie e invece già alla prima prova si era
ritrovata perdente con un “simpatico”
pollo-cappello... Non si era fatta più umile, ma
più realista si.
Ma non era il momento di perdersi in ricordi imbarazzanti anche se era
piacevole ritornare con la mente a quando DunCane gli sembrava
attraente quanto un procione ricoperto di immondizia.
-Hola chica, che fai nella zona dei perdenti? La seconda classe non ti
s'addice.- disse una voce maschile dalla piacevole
musicalità.
Courtney si sentì subito meglio, sorrise e si
lasciò baciare la mano dal galante ispanico dagli occhi
grigio-verde -Non è il posto giusto neanche per uno come
te...- non riuscì a non ridacchiare. Sperava di apparire
più solare che scemetta.
Più che di amore si trattava di ammirazione. Alejandro era
un ragazzo simpatico, intelligente, perfettamente capace di controllare
se stesso e gli altri, oltre ad essere atletico e attraente. Ma erano
perfetti l'uno per l'altra... e a giudicare dal modo in il suo sangue
si agitava e il viso le bruciava quando lo vedeva, sentiva la sua voce
o percepiva le sue labbra non poteva negare di esserne infatuata.
Non l'aveva neanche considerato quando stava con Duncan. Da questo
punto di vista, forse essersi liberata dell'orco chiodato non era male.
Lei meritava un partner migliore di quel coniglio lì... ma
sentiva che qualcosa non andava... c'era uno strano attrito fra lui ed
Heather... non Gwen, l'originale Heather, e aveva imparato a sue spese
che a volte dietro certi attriti potevano nascondersi sentimenti di
diversa natura...
Non potè fare a meno di fulminare Heather con lo sguardo, ed
era sicura che di partenza l'asiatica la stesse già
guardando male. La ragazza dai capelli corvini assottigliò
gli occhi guardando lei e Alejandro con disgusto e si alzò
per spostarsi più infondo all'aereo, il più
lontano possibile da loro per dimostrare il suo disinteresse.
-Il sole non dovrebbe essere geloso della luna.- disse Alejandro
notando lo sguardo incandescente che Courtney aveva per Heather.
-Luna, eh?- ripetè la ragazza infastidita.
-Eh... volevo dire... asteroide insignificante.- si corresse il ragazzo.
Courtney sbuffò -Te lo darei anche come consiglio
spassionato, evita i rapporti odio-amore, sono avvincenti nelle tele
novelas e nei romanzi rosa, ma non funzionano, sono solo frustrati!-
disse severa.
-Ma Heather per me è insipida e insignificante. Anche se non
mi fosse indifferente, sparirebbe in confronto a te.- sorrise
rassicurandola. Era molto convincente, ma anche lei era convinta che
Duncan non fosse il suo tipo...
Courtney si guardò intorno; Cody si era rintanato in bagno e
Sierra era davanti la porta ad attenderlo perchè il
disgraziato non poteva stare lì per sempre... forse avrebbe
dovuto consigliare al ragazzino di denunciarla per stalking e molestie,
ma era troppo contenta di poter avere un po' di privacy con Ale e non
gliene fregava granchè di quel piccolo insignificante dai
gusti discutibili... come Cody e Sierra fossero arrivati fino in fondo
alla competizione era per lei un mistero...
-Finalmente un po' di intimità.- commentò
Alejandro come se potesse leggerle nella mente. O più che
altro aveva capito che gli occhi della ragazza stavano cercando di
individuare dove si trovavano gli altri perdenti
-Già.- sorrise Courtney e gli avvicinò un
piattino con un cucchiaino e due fette di torta bianca. -Ero venuta per
condividere con te la torta del mio “matrimonio
fallito”- disse facendo delle virgolette con la mano libera.
-Preferisco evitare i dolci, ma... credo che per te farò
un'eccezione.- Disse prendendone un piccolo assaggio -Per te deve
essere dura condivide la vittoria con Duncan. Ma se ti può
consolare, eri davvero splendida in abito da sposa, anche se avrei
preferito che i costumisti fossero più originali, ti avevo
già vista con quel modello indosso...-
-Che pretendi, le menti creative dietro lo show sono più che
altro braccia rubate all'agricoltura...- rispose dissimulando il suo
sentirsi lusingata per il fatto che ricordasse l'abito viola da
principessa che aveva indossato durante la seconda stagione.
-Sai, i colori chiari si intonano splendidamente col tuo incarnato, ma
anche il viola ti sta d'incanto...-
-Okeeey... puoi anche smetterla di ricoprirmi di complimenti.- si morse
il labbro cercando cercando di trattenersi.
-Tranquilla, ho molte altre frecce al mio arco...- sorrise beffardo.
Si rese conto di adorare quel sorriso... sospirò. -Duncan mi
ha messo in guardia da te, sai?- osservò l'espressione tesa
del ragazzo. -Ha cercato di scusarsi...- “Codardo, vuole solo
un'alleata e si rende conto che io sono l'unica degna!” -E
per dimostrarmi la sua buona fede ha ammesso di essersi messo d'accordo
con te e di aver finto di essere geloso mentre provavi a far colpo su
di me... Mi ha anche detto che secondo i vostri ex compagni di squadra
hai fatto il casca morto anche con Bridgette e Leshawna...-
-E tu gli credi?- domandò freddo.
-Gli occhi li ho. Ho visto come ti sei comportato con quelle ridicole
ochette traditrici.- non provava particolare pena né per
quel mezzo cervello annacquato del biondo, né per quello
sfigato, meschino e disgustoso del quattrocchi, ma era una questione di
principio, sopratutto dopo aver subito un tradimento. -E Duncan
è un cane a recitare, ripensandoci, fingeva palesemente di
essere geloso.- “Come ho fatto a non capirlo subito?!
Maledizione!” ma il fatto che anche quella scema di Gwen ci
fosse cascata la consolava. Forse avrebbe dovuto provare pena per lei
visto che Duncan si era già dimostrato un fidanzato penoso,
non si era minimamente preoccupato di avvertire la sua nuova ragazza.
“E' il tipo di ragazzo che Gwen si merita, se crede di
contare davvero per lui, si sbaglia...” le sue labbra si
piegarono in un sorriso compiaciuto mentre si perdeva fra i suoi
pensieri malevoli.
-Ma non sembri arrabbiata...- constatò Ale incuriosito.
-Già.- confermò. Era imbarazzante ma l'orgoglio
non superava l'ammirazione che provava per il ragazzo, era amore o la
dimostrazione della vulnerabilità di un cuore frantumato?
-Non ti biasimo per aver cercato di trarre vantaggio dalla situazione,
sei stato intelligente e ormai mi rendo conto che in questo gioco
cercare di manipolare gli altri è fondamentale, purtroppo...-
“Purtroppo? Non mi sembri molto convinta... Forse anche a te
piacerebbe manipolare gli altri, ma prima dovresti essere capace di
controllare perlomeno te stessa...” non si sentiva in colpa
per chi era genuinamente buono, per logica si sarebbe dovuto sentire
anche meno in colpa per una come Courtney... “Ma esistono
realmente persone genuinamente buone? Non si tratta forse solo di
persone troppo poco intelligenti per sfruttare gli altri a loro
vantaggio?”
-Però...- Courtney parve un po' intimidita. -Ora vorrei che
mi vedessi come una vera alleata.- disse più sicura.
“Si... si sta infilando nella mia trappola pur essendo
consapevole della mia vera natura? È forse più
stupida di Leshawna e Bridgette?” pensò sorpreso.
Courtney interpretò positivamente il suo stupore. -Del resto
ti sarai reso conto che sono una valida alleata e che c'è
una certa sintonia fra noi.- disse sentendosi incoraggiata. Doveva
approfittare della sorpresa del ragazzo per partire all'attacco con
sfrontatezza se voleva conquistarlo, come alleato... e forse come
qualcosa di più... non era ancora sicura di vederlo come un
potenziale fidanzato o un vantaggioso alleato...
Alejandro rise e le accarezzò il viso affettuosamente. -Come
vuoi, chica.-
con una persona genuinamente buona, o meglio stupida, era impossibile
parlare alla pari, Courtney non era neanche al livello di Heather che
era parecchio sotto di lui come intelligenza, ma aveva del potenziale.
Rispettarla per essersi invaghita di lui nonostante tutto, era
difficile, ma erano davvero poche le persone meritevoli del suo
rispetto al di fuori di se stesso...
-Perfetto!- esclamò la ragazza gettandogli le braccia al
collo e facendo finire a terra il pezzo di torta. Era infantile, ma
carina quando era entusiasta anche se il suo lasciarsi andare
così alle emozioni mal si intonava con l'essere una
perfettina.
Non era sicuro neanche lui del perchè, ma Alejandro si
ritrovò a baciarla... durò un attimo, fu un bacio
superficiale, ma Courtney si staccò da lui disorientata.
-Allora... a domani cara Courtney...- la salutò con un
elegante cenno del capo, impeccabile come sempre per quanto confuso
dalla svolta che lui stesso aveva dato alla situazione, non si era
neanche assicurato che Heather li stesse guardando per ingelosirla,
infatti con ogni probabilità non li aveva affatto visti...
-Beh, si... a domani allora...- sorrise Courtney particolarmente
allegra, neanche l'idea di tornare in prima classe dal suo ex la
turbava più.
“Beh... il bacio sarà comunque utile alla mia
alleanza con Courtney...” disse una parte di lui
“Ma il bacio era superfluo, lei pendeva già dalle
mie labbra...” diceva un'altra parte di lui. “E'
superflua anche la mia alleanza con lei... ma ben venga...”
c'era un'altra spiegazione, magari l'aveva baciata a causa del senso di
colpa? “E' responsabile del suo essere sciocca... non dovrei
sentirmi in colpa... giusto?” alla fine decise di non
pensarci più e il bacio si rivelò tanto superfluo
da non essere neanche mostrato nelle puntate dello show...
Anno differente, location differente, facce nuove e vecchie, ma, con
gran gioia di... nessuno, stesso conduttore.
La sera in cui Courtney si unì alla squadra degli avvoltoi
malvagi, Alejandro decise di darle il benvenuto... Con tutti che
cercavano di portare dalla loro parte la bisognosa di attenzioni e
insicura Gwen, Courtney poteva essere una pedina utile da portare dalla
sua parte... Ma l'ispanico decise di rimandare vedendo la ragazza
troppo alterata mentre si toglieva le sanguisughe che la dark le aveva
fatto gentilmente finire addosso...
Ben presto il ragazzo si scordò completamente di sfruttare
Courtney a proprio vantaggio e una volta eliminata Heather, era
probabilmente inutile cercarsi altri alleati, almeno secondo la ragazza
stessa: “Dopo quello che hai fatto ad Heather, non credo
proprio che troverai un alleato, Al.” gli aveva detto ostile,
seduta sulla scalinata mentre consumava una disgustosa colazione da
perdente.
Nonostante non avesse apprezzato per niente quel
“Al” mentre si dirigevano verso
“l'esaltante” prova della giornata, Alejandro si
avvicinò alla ragazza.
-Però durante il tour mi hai sostenuto nonostante i miei
metodi, o mi sbaglio?- le disse col suo solito tono suadente. La
ragazza lo guardò storto. -E non sembri neanche
particolarmente adirata considerando i tuoi standard.- ma la ragazza
continuò per la sua strada. -Aspetta.- disse prendendole la
mano.
Lei si girò rassegnata. -Che c'è?-
-Sono stato felice quando mi hai sostenuto nella finale del tour...-
confessò. -E' bello sentirsi apprezzati per quello che si
è da qualcuno che ha più neuroni di Lindsay... ma
capisco che dopo aver baciato Heather tu possa esserti sentita tradita
e che per questo tu non abbia più cercato di contattarmi. Ma
mi sembra di aver pagato il mio errore, no?- ma la ragazza non sembrava
sciogliersi. -A proposito, grazie per esserti dispiaciuta per il modo
in cui ho passato un anno rinchiuso in uno sgraziato pupazzo
metallico...- disse sarcastico. -Sul serio, ho vissuto un trauma ma
nessuno sembra essersi preoccupato per me, questo è anche un
ennesimo reato da parte di Chris ma sono certo che la farà
franca come al solito...-
-Non mi sembri così traumatizzato e sei ancora interessato a
Heather nonostante la sua insensibilità...- disse tenendo le
braccia conserte.
-Eh... è semplicemente strategia...-
-Non mi interessa, raccogli quel che semini.- disse con tono gelido.
-Le persone sarebbero più gentili ed empatiche con te se...-
-Non mi sembri esattamente la persona giusta per queste critiche...-
-Sono una persona corretta, solo che non sono sdolcinata e ho ben in
mente i miei obbiettivi... e tu sei davvero sciocco se non te ne rendi
conto...- gli occhi della ragazza erano incandescenti. Alejandro era
abbastanza scoraggiato. -Senti... sono maturata, ormai e ho
riacquistato i miei principi, non vado più dietro ad uno che
gioca a sporco come te. Non ti odio con passione, ma ho deciso di
lasciarmi alle spalle te, quell'altro delinquente di Duncan, tutte le
stupide relazioni intrecciate durante il reality...-
-Mi sembra che tu sia tornata amica con Gwen nonostante la breve e
superficiale simpatia che vi ha unite...- insinuò.
-Gwen è fantastica e sincera! Inoltre mi viene difficile
immaginare che tu ne sappia qualcosa dell'amicizia...- rispose
irritata. -Quanto a te... non potevo aspettarmi nulla dal nostro
rapporto, ero solo un alleata che tu non ritenevi neanche al tuo
livello! Ora che la ferita lasciata da Duncan si è
finalmente rimarginata, mi rendo conto di quanto sono stata...- si
innervosì -Sciocca... davvero sciocca...- disse frustrata.
-In ogni caso, sappi che non hai più alcun ascendente su di
me. Ho smesso di andare dietro ad un ideale di perfezione... ho capito
che i galanti perfettini non sono realmente il mio tipo... ma neanche i
delinquentelli traditori tutto fumo e niente arrosto. È
inutile farsi delle aspettative sul proprio tipo ideale così
ho deciso di rilassarmi e prendere le cose come vengono...-
-Già, suppongo che Scott non possa essere considerato
perfetto ed è l'ultima persona a cui mi aspettavo ti
interessarti, siete proprio un imprevisto...- disse un po' divertito.
-Non c'è niente di ufficiale fra noi.- precisò,
indecisa su cosa potesse aspettarsi dal contadinotto.
-In ogni caso, grazie per avermi definito un ideale di perfezione.-
disse con un lieve inchino.
-Ehm... ok, capisci quel che vuoi capire... l'importante è
che tu comprenda anche che non diventeremo alleati!-
-Sì, l'ho capito...- sospirò Alejandro.
-Bene... senti, nel remoto caso in cui Heather decidesse di darti
un'altra possibilità... rifiuta... lo dico per il tuo bene,
siete entrambi pessimi... non finirà bene.- lo mise in
guardia.
-E me lo stai dicendo perchè?- chiese con occhi indagatori.
“Non lo so... mi sono rammollita!” -Mi fai pena,
ora che mi ci fai pensare. Essere sequestrato e tenuto dentro a un
robot pancione... forse hai effettivamente pagato per la tua
condotta... In ogni caso, se ti andasse di essere gentile con me per
questo anche se non ho intenzione di diventare tua alleata...-
-Mi spiace, non ti aiuterò gratuitamente...-
-Peccato...-
-Già... peccato.- rimasti completamente soli si sentivano un
po' imbarazzati. -Se vuoi, per ripagare la tua più o meno
genuina pena nei miei confronti posso fingere di sperare che fra te e
Scott vada tutto bene e che tu possa avere una relazione decente...-
-Ah, grazie...- rispose per niente convinta.
-COURTNEY E AL! VOLETE SBRIGARVI A RAGGIUNGERCI?!- disse l'irritante
voce di Chris dagli altoparlanti.
Angolo dell'autrice:
In teoria avrei diverse idee su cui scrivere... in pratica mi sento
abbastanza demoralizzata per vari motivi e io e l'estate non siamo
proprio compatibili quindi le cose vanno... moolto lentamente...
Confessione; prima di All Stars, questa era la pairing sia di Courtney
che di Alejandro che preferivo... non so perchè, ma li avrei
visti bene insieme se Al non l'avesse vista solo come una pedina, erano
potenzialmente in sintonia per me.
Inizialmente volevo inserire la coppia in questa raccolta in
collegamento col capitolo su Heather e Harold, poi ho cambiato idea e
non avevo più intenzione di scrivere un capitolo su di loro,
ma mi sono ricordata che in All stars ad un certo punto uno Scott molto
confuso chiede a Courtney se ha mai baciato Alejandro e lei risponde di
si... visto che l'evento non viene mai mostrato mi è venuta
l'ispirazione per scriverci io qualcosa.
Spero che questo mio tentativo di trattare il punto di vista dei
personaggi possa piacervi e non stonare troppo col loro comportamento
durante il tour... mi diverte abbastanza scrivere dal punto di vista di
una Courtney infuriata col suo ex, lo ammetto... spero non risulti
troppo fastidioso in particolare in caso non vi piaccia Courtney, io ho
dei pareri contrastanti su tutte le componenti del triangolo a dire il
vero.
Grazie dell'attenzione, se vi va di esprimere il vostro parere sul
capitolo, mi fa piacere come sempre.
Alla prossima!
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Capitolo 16 *** Alejandro/??? ***
Era un pomeriggio tranquillo nell'arioso salotto della
proprietà dei Burromuerto.
La padrona di casa voleva rilassarsi un po' davanti la televisione, ma
disteso sul divano ci trovò già il figlioletto
più piccolo, piccolo angelo diciassettenne, con lo sguardo
perso nel vuoto. Situazione insolita, raramente Alejandro passava
così pigramente la giornata, raramente i suoi occhi
solitamente vivaci e maliziosi erano così vuoti.
-Hijo... cos'hai? Ti vedo turbato...- domandò preoccupata la
donna. Era ormai di mezza età, ma ancora piacente. Aveva una
folta massa di ricci castani e due vispi e sottili occhi verdi.
-Niente mamà, sono solo un po' impensierito.- la
rassicurò il giovane che aveva ereditato il suo sguardo.
-Racconta pure, mi vida.- gli disse con un caloroso sorriso pensando
che il figlio ne avesse bisogno.
-C'è una persona con cui non so più come
comportarmi.- ammise, solitamente Alejandro era abituato a vedere le
persone che lo circondava come pedine e sapeva sempre il ruolo da
assegnare ad ognuna.
-Ti infastidisce? Ti ha fatto qualcosa?!- esclamò
vendicativa, preoccupata che il figlio potesse essere vittima di
qualche ignobile invidioso.
-No, anzi... è una persona che ho sempre visto come qualcuno
da sfruttare e teoricamente questa persona lo sa, ma per qualche motivo
ha continuato a starmi intorno...- spiegò.
La madre sapeva che il figlio era sveglio abbastanza da sapere del suo
carisma e del fascino che esercitava sulle donne, quindi escluse che
potessero essere quelle la motivazioni.
-Forse ti sta intorno per una questione di denaro. Certa gente accetta
di farsi sfruttare di buon grado se pensa di poter essere ricompensata
con qualche bigliettone e magari qualche regalo. Gioielli, macchine...-
si rese conto di stare comunque sottovalutando l'intelligenza del
figlio. Lei e il marito l'avevano educato fin da piccolo a non farsi
sfruttare dai falsi amici, ma ad essere lui a sfruttare e spremere come
un limone il prossimo.
-No, è questo il problema. Non mi ha mai chiesto proprio
nulla, né regali, né soldi, né
particolari attenzioni.-
La donna credette di capire con cosa aveva a che fare il figlio,
sicuramente una ragazza completamente vittima dell'amore e
dell'ammirazione che nutriva per Alejandro, ma era normale che a volte
sbucasse una tipa simile nei dintorni di suo figlio, non capiva come
questo potesse turbarlo... “Oh... è possibile che
il mio bambino... No... non può essere, che
sciocca!”
-Ti dirò mamà, non mi è mai capitato
prima, ma penso di sentirmi in colpa per questa persona... in questo
momento non mi serve, ma penso che anche se mi servisse eviterei di
approfittarmene, stento a riconoscermi!-
La donna stava per commuoversi. -Vorresti che questa persona non ti
stesse più intorno per liberarti del senso di colpa?-
-No... e sento quasi il bisogno di fare ammenda per il modo in cui mi
sono comportato... non ho neanche più di tanto l'impulso
omicida quando dice cabronate e, credimi, ne dice parecchie!-
finalmente capì. -Per questo mi sento turbato! Voglio farmi
perdonare anche se non mi rinfaccia nulla! A-aspetta...
Mamà? P-perchè ti sono venuti improvvisamente gli
occhi lucidi?!-
-N-niente...- “Il mio bambino è innamorato! Non so
se essere felice che gli piaccia una bestia ignorante... ma non l'ho
mai visto farsi tanti scrupoli nell'usare qualcuno, deve essere
amore!” Sapeva che non si trattava del primo amore serio di
Alejandro, ma era comunque emozionata. -Sono solo felice che tu abbia
finalmente trovato una persona così speciale!-
Alejandro rimase interdetto, poi balbettò. -S-speciale?- ci
riflettè, era possibile davvero per lui considerare un'altra
persona, sopratutto così differente da lui, dalla
perfezione, speciale e non in senso dispregiativo? -Ma no
mamà... non esageriamo...-
Il giorno dopo, aperta la porta di casa, Lindsay si ritrovò
davanti Alejandro. Un ottimo inizio di pomeriggio, non c'era nessun
dubbio. Per di più, il galante ispanico portava con
sé un mazzolino di fiori selvatici.
-Señorita, buenos dias.- disse porgendoglieli con un lieve
inchino. Poteva anche essere un manipolatore, ma l'eleganza e
l'educazione prima di tutto.
La ragazza arrossì e ridacchiò. -Scusa
Josè, ma ho già un ragazzo.- Alejandro
cercò di trattenere un espressione di disgusto,
improvvisamente “Al” non sembrava così
male come soprannome.
-E a proposito, il tuo ragazzo dovrebbe essere qui con te, giusto?-
chiese con un sorriso forzato. La ragazza lo indicò, era di
spalle davanti il frigo e portava una strana giacca.
-Tyler, mi dispiace disturbarti proprio mentre sei a casa della tua
adorabile...- “Oca, oca maledetta...”
-Fidanzata...- “Non hai idea del traffico incredibile che ho
fatto per trovare posteggio per poi scoprire che a casa tua non c'eri,
maledetto! Ho anche preso l'aereo privato per arrivare fino a
quest'insignificante cittadina!” -Ti andrebbe di venire ad
una partita di calcio con me? Ho i posti in prima fila!- ma si accorse,
finalmente, che davanti al frigo non c'era Tyler, ma una ragazza con un
taglio di capelli corto. -Ma che ca...-
-Accetterei volentieri!- rise sommamente la ragazza. -Ma non sono
Tyler. Piacere, Paula... la sorella di quell'adorabile sciocchina...-
disse affettuosamente. -Lindsay, il tuo ragazzo è in bagno!-
-Ops...- sorrise innocentemente la biondina sotto lo sguardo incredulo
di Alejandro.
“Ma... me l'ha fatto a posta!? Non può essere
così... Sì, è così,
cretina... solo che a volte me lo dimentico!”
Alejandro, nell'attesa del ragazzo, era stato intrattenuto dalle
chiacchiere delle due ragazze. Fidanzata o no, Lindsay manteneva il suo
atteggiamento da oca giuliva... flirtare con la ragazza di un tipo di
cui saresti teoricamente diventato amico... Fantastico inizio! Proprio
quando aveva deciso di comportarsi bene...
-Scusa Lindsay... ho mal di testa, non mi va di parlare ora...- la
biondina gli sorrise e si allontanò, Paula lo
guardò con sospetto.
-Quindi, tu e Tyler siete buoni amici, ora? Credevo ti fossi solo
approfittato di lui? Ti ho valutato male?- chiese curiosa la castana
dagli intensi occhi celesti.
-Beh, in un reality si finge, si inganna... si fa tutto per vincere,
no? È normale e Tyler è abbastanza intelligente
da comprenderlo.-
Paula rise... la sua risata rumorosa sembrava sempre più
sgradevole per le orecchie di Alejandro. -Tyler? Intelligente? Lo
è poco più della mia sorellina... ma lo
è abbastanza per non riuscire a passare sopra a tutte le
volte in cui Lindsay si scorda di essere la sua fidanzata... E'
apparentemente molto paziente ma... forse non è quello
giusto per lei, se lo fosse, non si scorderebbe di lui di continuo, no?-
-Perchè mi stai dicendo tutte queste cose sgradevoli sulla
tua sorellina e la sua relazione, piccola vipera?- chiese l'ispanico
assottigliando lo sguardo.
-Perchè temo tu voglia mettere in atto un alejandrata...-
-Una che?!- “Chi vi ha dato il permesso di storpiare
così il mio magnifico nome?!”
-Fa solo che sia veloce ed indolore...- sospirò Paula
continuando a parlare di qualcosa che lui non capiva. -Tyler mi ha
detto tutto...-
“Tutto cosa?” ma il ragazzo fece finta di capire,
non gli andava di perdere tempo con quella sciroccata. -Vado a vedere
se Tyler è annegato nel water, con permesso...-
Il ragazzo dovette tornare indietro a chiedere informazioni
accorgendosi di non sapere dove si trovava il bagno. E una volta
raggiunta la stanza non poteva credere a quello che vedeva. -Oh.... sei
stato realmente capace di addormentarti sul water? Scherziamo?!-
Tyler cominciò a riaprire gli occhi svegliato dalla voce.
-Aaaalè?- cantilenò assonnato.
Alejandro si sentì turbato da quell'ulteriore storpiatura
del suo nome, ma involontariamente sorrise e sospirò.
“Devo essere andato...”
-Ehilà... bello addormentato, vuoi venire a vedere una
partita di calcio? Ho i posti in prima fila.-
Tyler sbadigliò, poi annuì.
Così si risvegliò una ventina di minuti dopo,
nella macchina dell'ispanico.
-Ah! Rapimento?!- esclamò, poi si voltò verso
Alejandro sorpreso, inseguito infastidito, dall'urlo. -Oh, sei solo tu
Alejandro.- sorrise sollevato. -Dove stiamo andando?-
-Alla partita di calcio, non ricordi?-
-Uhm... vagamente... Scusa, avevo un test importante di fisica questa
mattina a scuola. Così ho passato la notte in bianco a
studiare...-
-E come è andata?- chiese Alejandro per fare conversazione,
ma si aspettava male. Solo una persona ingenua può
aspettarsi buoni risultati dal privarsi del sonno per accumulare
malamente informazioni...
-Eh...- fece Tyler sconsolato.
“Esattamente come mi aspettavo...”
-Ho dormito tutta l'ora, è stato inutile!-
Alejandro si lasciò scappare un sorriso. -Avresti fatto
schifo comunque, ma ammiro la tua determinazione e il tuo impegno!-
-Beh... grazie?- prevedibilmente, Tyler non se la prese troppo.
Inaspettatamente per Alejandro, l'amico non gli sembrava molto
entusiasta mentre guardava la partita.
-Tyler? Tutto a posto?-
-Eh... Si! Solo... mi aspettavo qualcosa di diverso quando mi hai detto
calcio...- disse seguendo con lo sguardo il giocatore che calciava la
palla.
-Pensavi al football americano?- chiese infastidito Alejandro.
-Beh... si! Non conosco neanche le regole di questo gioco,
perchè il goal di prima non valeva? E perchè i
giocatori si buttano a terra fingendo di essersi fatti male? Nel
football si fanno male sul serio, questo sport invece sembra un po'
gaio...- disse incurante dello sguardo sempre più
infastidito dell'ispanico. -Eh...- Tyler arrossì. -Non
è che mi hai portato qui perchè vuoi confessarmi
qualcosa?- insinuò sospettoso. Finalmente si accorse dello
sguardo omicida che l'altro. -Ok, niente... è uno sport
sicuramente molto virile, mascolino e per niente gay...-
-Che razza di sportivo sei? Troglodita privo di gusto...-
sospirò l'ispanico. -Comunque io non capisco le differenze
fra football americano e rugby... e sarebbe il calcio quello
complicato?- disse leggermente infastidito.
-Scusami.- rise Tyler. -Sei stato davvero molto gentile a portarmi qui.-
Ma nonostante il ritrovato entusiasmo, ad un certo punto il ragazzo
crollò addormentato sulla spalla di Alejandro.
-Eh... Tyler?- vedendo che cercare di svegliarlo era inutile,
cercò di spostarlo facendolo cadere sulla spalla del vicino
di posto.
-Ehi!- esclamò burbero l'uomo.
-Ok, me lo riprendo...- disse Alejandro arrendendosi al ragazzo che
dormiva appoggiato a lui. In fondo era stata sua la splendida idea di
portarselo dietro nonostante fosse evidentemente assonnato.
Ciò nonostante non era del tutto infastidito dalla
situazione. Si era molto ammorbidito nei confronti di quell'idiota...
nonostante l'avesse palesemente sfruttato durante il reality era
comunque rimasto inspiegabilmente dalla sua parte. Era stato sempre
Tyler l'unico a preoccuparsi delle sue condizioni dopo lo show...
Quel giorno di diversi mesi prima, nella sua camera di ospedale aveva
sentito uno strano rumore, come se qualcuno fosse inciampato dando una
facciata a terra, così si era girato verso la porta.
-A-Alè!?-
-Tyler?- Alejandro era stupito, ormai non sperava più che
qualcuno venisse a trovarlo. -Ehi, che sorpresa!- gli sorrise
più sincero di quanto avrebbe voluto. Non si sarebbe mai
immaginato di essere felice di rivedere quel tipo...
Tyler si mosse velocemente verso il suo letto e inaspettatamente lo
abbracciò.
-Ah, amico! Temevo di trovarti tutto sfigurato e bruciacchiato!-
esclamò con entusiasmo.
-T-Tyler? Cosa stai facendo? Mo... mollami...-
-Ah, sono così felice!-
-Tyler! Contegno! Staccati!-
-Ops... Scusa, mi sono lasciato prendere un po'...- sorrise
calorosamente. -Ma, com'è che non sei tutto ustionato?-
-Beh... era tutto un montaggio, tanto per rendere la cosa
più entusiasmante per il pubblico e inserire un finale a
sorpresa. In realtà sono solo stato calpestato...-
confessò. “Speravo che sapendomi in condizioni
gravi... lei sarebbe venuta a trovarmi...” -Del resto pensi
che Chris potrebbe imprigionare dentro un macchinario il figlio di un
diplomatico e passarla liscia?-
-Meno male, ero preoccupato.-
-Perchè?- chiese incupendosi. Passata la contentezza di
avere una visita inaspettata, venivano fuori sospetto e frustrazione.
-Ti ho manipolato, perchè sei contento che io stia bene?-
-Che persona credi che io sia?! Non potrei mai essere felice di vederti
ustionato... non sei neanche un omicida...-
-Ma gli altri non mi sembrano essere stati particolarmente solidali...-
“Heather non è venuta... anche Courtney che faceva
tutta la lecchina non è qui! Quell'idiota della tua
fidanzata neppure!”
-Abbiamo tutti i nostri problemi e impegni... gli altri non erano in
così buoni rapporti con te quindi magari si sentono anche un
po' fuori luogo a farti visita. Certo, c'era Heather, ma ti ha
scaricato, mentre Courtney l'hai messa da parte, al posto loro sarei a
disagio e non avrei la minima idea di cosa dirti.- spiegò
ingenuamente. -Noi invece siamo diventati amici quindi...-
-Amici?!- quasi rise. “Ma sei scemo? Sì, lo sei...
e non capisco perchè non te lo dico a voce alta! Ormai la
maschera è venuta via, perchè dovrei curarmi di
non ferirti?!” -Ripeto, guarda che ti ho usato... e se ti
dava fastidio Duncan per aver tradito la sua fidanzata cosa dovresti
pensare di me che le ho ingannate un po' tutte?- chiese sgarbatamente.
“Vattene! E non attaccarmi la tua demenza, razza di
idiota!”
-Lo so ma... forse mi fai pena... mi sembri così solo...
e... mi sei sempre stato inspiegabile simpatico...- spiegò
debolmente.
-I-io farei pena?!-
-Ehi! Guarda che non ti stavo insultando...-
-E tu? La tua fidanzata ha cercato di stordirti pur di avere l'onore di
aiutarmi!-
-A-anche Heather ti ha fregato davanti le telecamere! E... e... non
è neanche venuta qui a trovarti, no?- balbettò
Tyler finalmente avvertendo della genuina rabbia, peccato si
manifestasse in quel modo imbarazzante. -Mi dispiace... Ma si vede che
ho sbagliato a cercarti...- disse risentito.
-A-aspetta!- anche Alejandro era sorpreso che quel patetico suono
uscisse dalle sue labbra. “Non puoi lasciarmi
solo!” si morse la lingua per impedirsi di dirlo. La
disperazione doveva averlo colpito più forte di quanto
pensasse e ora che si trovava davanti ad una persona che era venuta a
cercarlo, senza avere un legame di sangue con lui, corrodeva le sue
viscere con più violenza. Non voleva abbandonare l'illusione
che qualcuno al di fuori della sua famiglia potesse volergli bene
nonostante il suo comportamento...
-O... Ok...- balbettò Tyler stupito.
A giudicare da quella reazione, Alejandro doveva apparire proprio
disperato. Sospirò e si coprì il volto con le
mani. -Devo sembrare proprio orribile...-
-Ma no...- sdrammatizzò Tyler dandogli una leggera pacca
sulla schiena. -Aspetta che passi il gonfiore e il tuo viso
tornerà bello come prima.- lo rassicurò fiducioso.
I due ragazzi si tennero spesso compagnia durante la convalescenza.
Tyler si era rivelato inaspettatamente piacevole nonostante non fosse
il più intelligente o carismatico fra i ragazzi che
Alejandro aveva conosciuto. Lo sportivo per modo di dire, non lo
guardava come un tipo che poteva fargli dei favori o un ragazzo
attraente... era semplicemente un amico... narcisista forse... un
po'... tanto... tanto manipolatorio... ma sotto tutti quegli sgradevoli
strati c'era un amico dal punto di vista di Tyler e il ragazzo riusciva
a vedere attraverso quegli strati con sorprendente facilità.
Anche grazie a lui, Alejandro si rimise più velocemente del
previsto e riguadagnò tutta la fiducia in sé
stesso che quel fallimento chiamato A tutto reality gli aveva tolto...
-Ehi... Tyler?- lo richiamò bonariamente.
-Che mi sono perso? Chi ha vinto?- domandò sbadigliando.
-Tanto che te ne importa?- sospirò l'ispanico alzandosi dal
sedile. Vedendo che il compare era ancora mezzo assonnato gli dovette
porgere la mano per aiutarlo a rialzarsi. Tyler la guardò
immobile per qualche secondo.
-Tyler? Vuoi che facciamo notte?!- si spazientì.
-No... è che mi è venuto in mente il nostro primo
incontro, tutto qua...- disse imbarazzato decidendo di alzarsi da solo.
Mentre l'ispanico se ne stava già andando, l'altro perse
tempo stiracchiandosi.
-Possibile che basti una sola notte in bianco per buttarti
giù?-
-Che vuoi che ti dica? Sono abituato ad avere una vita sana.- rispose
il ragazzo. -Beh... mi spiace di aver dormito durante tutto l'ap...
ehm... uscita! Durante tutta l'uscita!-
-Hai detto qualcosa?- chiese l'ispanico che era già
più avanti.
-Niente!- si affrettò a rispondere.
-Senti...- disse Alejandro con tono cupo mentre entravano in macchina.
-Va tutto bene con Lindsay?-
Tyler sospirò. -Non esattamente...-
-Dovresti trovarti una ragazza più affidabile.-
sentenziò il guidatore.
-No... il problema sono io.- ammise Tyler. -Lindsay non è
una ragazza particolarmente concentrata, si stava impegnando per
migliorare ma... E' difficile ricordarsi di qualcuno che non
è più interessato a te... c'è qualcun
altro...- si pentì di aver aggiunto quel particolare. -N-non
so perchè l'ho detto... mancanza di sonno, forse...-
deglutì.
-Se non vuoi parlarne, tranquillo, non sono mai stato particolarmente
pettegolo o interessato alle chiacchiere, non mi interessa sapere...-
-Tu...- lo interruppe Tyler.
Alejandro fu nervoso per un attimo, poi aspettò fiducioso
che Tyler continuasse la frase facendogli capire di aver completamente
frainteso.
-Tu... insomma... Si tratta di te...- rimasero in silenzio per un tempo
indeterminato, ma percepito come molto lungo.
-Ah... capisco... Quindi anche tu mi vedi come qualcuno di attraente...-
-Cos... Cosa?! Mi disp... Aspetta! Sei sinceramente infastidito dal
fatto che io possa essere interessato a te solo perchè sei
attraente o stai cercando di manipolarmi per rivolgere la mia
confessione contro di me e farmi sentire in colpa?- chiese confuso.
-Guarda che è stata una cosa molto difficile da realizzare
per me... ci ho messo del tempo per capire e accettarlo. Sono cose
strane di cui accorgersi all'improvviso inoltre...- “N-non
sei la persona più facile di cui innamorarsi! Sei
così sicuro di te e manipolatorio... non so mai quando posso
realmente fidarmi!” -Ho scordato cos'altro volevo dire...
Tu... che ne pensi comunque?-
-Eh... passo...- il grande Alejandro... era paralizzato e non sapeva
più cosa rispondergli...
-Passo?-
-Passo...-
-Ok... passo...-
Il tragitto fino a casa di Tyler sembrò durare il triplo. Ma
nessuno disse più niente finchè Tyler non
uscì dalla macchina.
-Grazie per avermi riaccompagnato...-
-Di niente...-
-Comunque... Non mi interessi sono per il tuo aspetto se eri realmente
preoccupato per quello... mi sembra strano visto che la tua quasi
relazione con Heather mi sembra si basasse su quello... ma suppongo che
tu possa essere cambiato ed avere insicurezze nuove o... forse stavi
realmente cercando di manipolarmi? Senti, non lo so... sono stanco...
comunque, spero potremo rimanere amici... in ogni caso...-
-Eh...- “Lasciami temporeggiare... non so che fare...
aiuto.” -Sì, rimarremo amici in ogni caso...-
rispose Alejandro un po' incerto.
-Lo sapevo... Ho incasinato tutto...- sospirò Tyler
grattandosi la nuca.
-E ne hai parlato con la sorella di Lindsay, vero?-
-Potrei... essermi lasciato sfuggire qualcosa in effetti...-
-Come hai fatto?! Le hai detto qualcosa del tipo... Ehi! Ma lo sai che
non mi piace più tua sorella, ma mi piace un ragazzo!-
-A volte ho difficoltà a tenermi le cose dentro quando mi
sento in colpa, lo sai!-
-Sì... e questo è il motivo per cui non ti
affiderò mai un segreto...- disse Alejandro cercando di
essere un po' più rilassato.
-Se venissi a sapere che io e Lindsay ci siamo lasciati, e
avverrà, non pensare che sia perchè mi faccio
qualche illusione o qualcosa del genere.- lo avvertì serio.
-Non c'era bisogno che me lo dicessi...-
Alejandro ricordava poco del tragitto rimanente che lo aveva portato
dalla macchina, all'aereo, alla macchina, a casa sua. Era stato troppo
occupato sui suoi pensieri per concentrarsi sul mondo esterno. Gli
sembrò quasi di essersi teletrasportato sul proprio letto...
Poteva perdonare quell'idiota per avergli fatto pensare che, forse,
passare il tempo con un idiota, non era poi così male?
Poteva perdonarlo per avergli fatto apprezzate l'avere un idiota per
amico?
Poteva perdonarlo per aver trasformato Alejandro Burromuerto stesso in
un idiota a cui piaceva, forse, un altro ragazzo idiota e per averlo
costretto a rendersene conto?
“Ho perso neuroni stando con lui! L'unico vocabolo che mi
viene in mente in questo momento è idiota! Chi me l'ha fatto
fare di voler passare questa giornata con lui?! Heather era mia eguale
ed era una ragazza... lui invece... non ci avevo mai pensato... e stavo
meglio prima di pensare che potessero piacermi anche i ragazzi... e i
cerebrolesi... P-perchè sto prendendo così sul
serio la sua confessione?” sospirò rassegnato.
“Sono diventato un idiota anche io e la cosa peggiore...
è che mi va bene!”
Casa Burromuerto era in fermento quel mezzogiorno. Dopo due mesi di
comportamenti strani da parte di Alejandro, il ragazzo era
improvvisamente migliorato e qualche giorno prima aveva rivelato ai
genitori di essersi fidanzato e che avrebbe portato la fortunata a
conoscerli quel giorno per pranzare tutti insieme... beh, in
realtà non aveva parlato di una ragazza, gli aveva giocato
uno strano scherzo... in ogni caso, i coniugi Burromuerto erano felici.
Finalmente la porta di ingresso si decise ad aprirsi.
-Mamà, papa!- li chiamò il figlio accanto a...
ah... non era uno scherzo...
-Eh... Sera... Sono Tyler... Dovreste ricordarvi di me, ero anche
all'ospedale...- disse il ragazzo un po' a disagio, lo stavano
guardando in modo molto strano. -Volevo dire buon giorno...- si
corresse il ragazzo con molto ritardo, poi si girò
leggermente verso Alejandro.
-Mi avevi detto di non avergli tenuto nascosto che sono un ragazzo...-
bisbigliò nervoso. -Non avrai mica voluto fare l'effetto
shock? Non è divertente...-
-Ma gliel'ho detto...- rispose sottovoce.
-M-ma certo Tyler!- disse il padre del ragazzo risvegliandosi dallo
stato di pietrificazione. -Ora ricordo...-
-Ah, già, Tyler.- anche sulla madre il maleficio si sciolse.
-In effetti mio figlio mi aveva parlato di... una persona speciale...
dalla descrizione dovevo capirlo subito che parlava di te!- disse la
donna con un sorriso nervoso. -Manca solo Josè, poi possiamo
metterci a tavola, dovrebbe tornare a momenti!- parlò con
esagerata esaltazione. I genitori erano molto stupiti ma stavano
facendo del loro meglio per adattarsi e non fare strane figure.
Alejandro era anche stato in un periodo delicato e volevano evitare di
creargli problemi.
-Oh, no... ho saputo che Josè non verrà...-
spiegò Alejandro falsamente dispiaciuto.
Tyler lo guardò con curiosità, quando furono soli
Alejandrò gli rivelò con un sorriso affilato: -E'
in un altro stato al funerale de su chica.-
-Cosa?!- esclamò sconvolto Tyler.
-Tranquilo, tranquilo! Ha ricevuto un informazione falsa, la chica
è viva e vegeta.- annuì sereno. -Non
sono un asesino, no? Lo hai detto anche tu tempo fa.- gli fece
l'occhiolino.
-Lo hai fatto perchè ti vergogni di me?- domandò
Tyler sospettoso.
-Non lo avrei voluto qua neanche se fossi stato una ragazza...
è un incompatibilità fra me e mio fratello, non
c'entri.- lo rassicurò a modo suo. Tyler decise di fidarsi e
passarono un pranzo tutto sommato gradevole...
Angolo dell'autrice:
Non era il capitolo che avevo intenzione di pubblicare ora anche
perchè l'ultimo era sempre su Al, ma mi sono un po' bloccata
con gli altri a cui volevo lavorare quindi ho deciso di riprendere
questo. Questo capitolo l'avevo cominciato dopo quello su Heather e
Harold, poi l'ho messo da parte per vari motivi, ero anche insicura se
inserire effettivamente l'aspetto romantico o lasciarlo ambiguo e alla
libera interpretazione di chi legge se c'era quel tipo di interesse o
no, come ho fatto in altri capitoli.
Spero non risulti forzata come scelta, anche se, è una
raccolta di crack pairing ed è un po' inevitabile che le
accoppiate risultino strane.
Non si capisce bene perchè Tyler si ritrovi nella squadra di
Al, mi darebbe un po' fastidio che l'abbia fatto solo per fare piacere
a Lindsay mettendo completamente da parte le sue opinioni per poi
essere stordito dalla stessa nell'episodio finale... (Mi piace Lindsay,
non mi dispiacciono lei e Tyler come coppia ma che diavolo mi combina?)
Paradossalmente l'ipotesi che Tyler provi una specie di
lealtà nei confronti di Al è più
dignitosa come cosa per me...
Ho pensato di fare questo capitolo perchè alla fine trovo
carino che per quanto un personaggio possa comportarsi male ci sia
comunque un altro personaggio disposto a sostenerlo nonostante tutto...
ho un cuore tenero in fondo... come? Non si vede?
Grazie per la lettura, spero che il capitolo possa esservi piaciuto e
che i personaggi non siano risultati strani o forzati.
Alla prossima!
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Capitolo 17 *** Noah&Izzy ***
Era passato qualche giorno dall'eliminazione di Noah da quella stupida
terza stagione canterina.
Certo, inizialmente la cosa lo aveva molto infastidito. In
teoria, grazie a lui, la sua squadra aveva vinto ma Chris aveva
cambiato le regole in corso d'opera solo perchè voleva
realizzare lo stramaledetto triangolo che avrebbe sicuramente fatto
infuriare i fan, quindi che Courtney e Gwen rimanessero in gara, senza
meritarlo, proprio quando era tornato Duncan, era l'ideale per il poco
professionale conduttore.
Ma il ragazzo aveva deciso di non sprecare troppe energie per
arrabbiarsi o cercare degli avvocati a cui dare in pasto i suoi soldi.
Del resto perchè aveva deciso di partecipare a quello
stupido show? Era stato sicuramente un errore di valutaz... ah,
giusto... la motivazione era che procurasi immeritatamente
quella somma era il modo migliore per realizzare l'aspirazione di Noah,
vivere di rendita!
La sua fastidiosa famiglia di stacanovisti aveva cercato di dirgli che
la sua fisicità, mancanza di resistenza e buona
volontà non lo rendevano proprio adatto ad una
competizione... ma Noah sapeva che in questo tipo di programma si
poteva anche essere una chiavica, l'importante era accattivarsi la
simpatia degli altri concorrenti e il ragazzo era sicuro che il suo
incredibile carisma avrebbe avuto effetto!
...Perchè fino a quel momento non aveva funzionato?
Perchè i suoi compari erano degli ignoranti, egocentrici!
“Va beh... andrà meglio la prossima volta...
l'ideale sarebbe trovarmi qualcuno disposto a scarrozzarmi durante le
sfide... o perlomeno a darmi una mano... il problema è un
altro, perchè sono costretto a rimanere insieme agli altri
ex concorrenti finchè la stagione non finisce?!”
Noah sospirò mentre si riposava sul divano della sala
comune. Si stiracchiò affondando le spalle nello schienale
prima di ricordarsi che era scomodo.
“Nemmeno i soldi per comprarne uno decente
hanno...”
Notò dei filamenti fulvi e aggrovigliati scendergli vicino.
Sgranò gli occhi e deglutì. Non aveva bisogno di
alzare il capo per capire chi c'era aggrappato allo schienale del
divano e lo osservava con nefaste intenzioni.
“Uno... due...” si disse Noah.
“Tre!” Scattò in avanti e
cercò di scappare ma inciampò rovinosamente sulla
moquette.
Il suo predatore scoppiò a ridere. -Oh, Noè,
Noè...- disse Izzy tenendosi teatralmente l'addome. -Dove
credevi di andare?- gli chiese giocosa aiutandolo a sollevarsi mentre
Noah la osservava con sospetto e diffidenza. -Insomma, io cerco di
conoscerti meglio e tu mi sfuggi così?- sospirò
fingendosi annoiata. -Guarda che non ti mangio mica...- sorrise
mostrando i denti. -Tanto sono sicura del tuo pessimo sapore...- ma
sembrava osservarlo con interesse.
Noah non si sarebbe sorpreso se avesse cercato davvero di assaggiarlo,
era meglio non abbassare la guardia... -Con tutto il rispetto, la
curiosità non è reciproca...- sospirò
il ragazzo che annoiato lo era realmente. -Avrai sicuramente
già ottenuto qualche ordine restrittivo, non è
che per caso ne vuoi un altro?-
-Ma mica sei così interessante!- protestò Izzy
come una bambina infastidita. -Sei troppo normale...- disse con aria di
superiorità. Afferrò il braccio di Noah che
credeva di potersela svignare approfittando del momento di distrazione
della ragazza. -Ma il mio ragazzo ha deciso che gli piaci e questo
porterà le nostre strade ad essere più
intrecciate!- a Noah quel discorso non quadrava.
-Così... è il caso di conoscerci un po' meglio,
no? Tranquillo, non sono affatto gelosa...- questa volta sorrise un po'
tesa e poteva essere un sentimento normale... anche se era strano
attribuire qualcosa di normale ad Izzy.
-Scusami, forse non ho capito bene...- la interruppe, Noah, rassegnato.
-Primo, non sono il tipo di Owen! Adesso è tardi, ma ti
saresti dovuta preoccupare di tipi come Justin o il caro Al...-
sibilò infastidito l'ultimo nome troncandolo apposta.
-Oh, mio ingenuo Noah...- Izzy scosse la testa. -Possibile che tu non
ti renda conto di quanto sei infidamente attraente?- ad un certo punto
il tono divenne accusatorio. -Justin invece non lo considero. Quello
c'ha i poterih pissici! Fortunatamente perdono efficacia stando molto a
contatto con lui...-
In un'altra stanza, un povero indifeso Justin, si teneva il petto
sentendo qualcosa spezzarsi al suo interno a causa di una distorsione
nell'equilibrio cosmico.
-Ma per curiosità...- disse Izzy. -Cosa intendi con
“adesso è tardi”? Pensi che non dovrei
più preoccuparmi delle attenzioni di Oweenino per i ragazzi?
O... è tutto un piano per farmi abbassare la guardia?-
Noah non era sicuro della situazione in cui si stava ficcando, Izzy
stava cominciando a somigliare pericolosamente ad una normale ragazza
gelosa...
-No, non è un mio piano, ma sì, non devi
più preoccuparti del suo interesse per altre persone...-
decise di essere sincero, un lato di lui era curioso della reazione di
Izzy. -Perchè non sono più affari tuoi, non sei
la sua ragazza...-
Izzy rise, reazione deludente, ma c'era qualcosa di strano in quel
suono...
-Ah... ed io che credevo fossi un tipo serio...- sorrise nervosamente.
-Bello scherzo, ci ho quasi creduto...- sembrava aver perso la voglia
di parlargli, se ne stava andando e se, qualche minuto prima, Noah ne
sarebbe stato contento, in quel momento sentiva il mefitico impulso di
spiattellare addosso alla ragazza la verità.
-Non ricordi? Mi ha raccontato che l'hai mollato perchè eri
diventata troppo intelligente per lui, sai, quando hai cominciato a
dire di essere “Genialoide”...-
-Oh giusto! Genialoide... a lei Owìn non è mai
piaciuto...- sembrò intristita. -Ma quella è
Genialoide e lei ha un brutto carattere, sempre con la puzza sotto il
naso.- la biasimò bonariamente mentre Noah si innervosiva.
-Certo che ha combinato un guaio! Ma beh, vuol dire che gli
darò la buona che in realtà non l'ho lasciato
quando sarà eliminato... o quando vincerà ma non
so... uhm... Alejandro sembra forte...-
“Questa è l'ultima goccia!” -No,
ascolta...- Noah sorrise poco amichevolmente. -Se non lo avessi
lasciato tu, ti avrebbe lasciato lui quel giorno stesso! Sveglia, lui
non ti sopportava più! Si è finalmente accorto di
quanto sei pazza e pericolosa per la sua incolumità...- si
accorse dello sguardo agguerrito di Izzy solo all'ultimo, gli occhi
verdi sembravano infuocati. -Eh... Izzy?-
-Ah? Io sarei quella pericolosa?! Dopo che lui mi ha buttato fra le
braccia di un tizio che credeva un serial killer?! E io che l'ho pure
perdonato per quello! È il peggior fidanzato che abbia mai
avuto! Erano tutti degli smidollati che prima mi promettevano la luna
poi fuggivano con la coda fra le gambe m-ma... m-ma credevo che almeno
a lui... c-credevo che almeno a lui le mie stranezze stessero bene...-
Vedendo quegli occhi precedentemente spaventosi, ora umidi e tristi,
Noah non era più spaventato ma cominciava a sentirsi un po'
un verme... “L'avrebbe scoperto comunque in un modo o
nell'altro...” si giustificò “Meglio
accettare la realtà il prima possibile... come quando dissi
a mio cugino di sei anni che Babbo Natale non esiste e che non avrebbe
mai più rivisto la nonna perchè era morta e
decomposta dentro una fredda bara...”
-Credevo che non mi avrebbe mollato per così poco... era
sempre così affettuoso... non ho affatto notato che si
stesse stancando di me...-
Noah avrebbe avuto qualcosa da dire, ma l'espressione triste e sbiadita
della solitamente vivace Izzy, lo bloccò.
Lasciò scappare via la ragazza prima che scoppiasse in
lacrime. Non aveva voglia di ascoltare una ragazza che piangeva a causa
sua. “A causa di Owen in realtà! Beh... non
è neanche colpa sua, alcune persone devono proprio capire
che se qualcuno le lascia non è per forza stronzo,
semplicemente non sta più bene nella coppia... Non si
possono costringere le persone a stare con qualcuno se non vogliono!
È mica un sequestro di persona la relazione?!” ma
anche guardando la situazione da un punto di vista più
razionale il suo senso di colpa non migliorava apparentemente...
“E poi... perchè mi interessa prendere le difese
di Owen?”
-Katie... sei sicura di quello che vuoi fare?- chiese Sadie all'amica.
Negli ultimi giorni le sembrava fuori di testa! Erano sempre state
così in sintonia, ma in quello non poteva capirla...
-Certamente Sadie, come puoi non capire? Gli intelligenti sono i nuovi
fighi!- disse con occhi sognanti mentre Sadie simulava di stare
vomitando.
-M-ma l'hai visto?! Quel coso è così magro, non
ha neanche un muscolo! E poi è così noiosoooo!-
-Ah, non sei abbastanza profonda per capire, Sadie! Di profondo hai
solo lo stomaco!- disse brusca Katie.
-C-cosa?!- esclamò offesa l'altra.
-Non puoi davvero capire quanto Noah sia affascinante quando dice cose
intelligenti con quel tono annoiato! Nemmeno io saprei spiegarlo bene!-
ma Katie sembrava troppo intontita perchè le due
cominciassero a litigare.
-Allora vuol dire che Trent me lo prenderò io...-
sbuffò Sadie.
-Uhm... ok...- rispose Katie poco interessata.
-Katieeee! Ma stai delirando?!- esclamò allarmata.
-Izzy!-
-E' la voce del mio amato!- disse con tono soave. -Ma perchè
stava pronunciando il nome di un'altra?!- improvvisamente divenne
incazzata così andò a controllare la situazione.
Sadie sospirò e seguì l'amica, ma la trattenne
dall'entrare nella sala comune da dove sembrava arrivare la voce
dell'insignificante Noah.
-Ehi... Izzy...- ripetè Noah goffamente, mentre la ragazza,
seduta sul divano, teneva braccia e gambe incrociate oltre a esibire un
muso lungo e offeso.
Noah sospirò nervoso, non era riuscito a togliersi di dosso
quell'insensato senso di colpa. “Dai, non ho fatto niente di
male...” si disse dandosi coraggio. -Volevo scusarmi per
ieri. Forse non volevi saperlo da me di aver scaricato uno che voleva
già scaricarti... ma magari è meglio
così! In fondo lui non mi sembrava tenerci poi
così tanto a te, anche se eravamo nella stessa squadra mi
scordavo di continuo che stavate insieme eppure ho un'ottima
memoria...- rise in modo incerto e timido, Izzy non sembrava in vena di
scherzare. “Forse aspettare solo un giorno per poterle
parlare e farle accettare la realtà è stato
stupido... mi aspettavo fosse molto più
insensibile...” -Non credevo che foste poi tanto interessati
alla vostra privacy... quindi ho ipotizzato di potermi fidare
dell'apparenza pensando che le cose si fossero raffreddate fra voi...-
Izzy continuava a non rivolgergli la parola, anzi strisciando lungo il
divano si allontanava da lui e cercava di non guardarlo. -Sei sicura di
essergli mai interessata?- Noah sentiva nuovamente la fiamma della
malvagità, ma cercò di attenuarla. -L'hai detto
anche tu che ti ha buttato addosso a quello che credeva essere un
assassino, no? Forse hai fatto male a perdonarlo fin dall'inizio, ma
finalmente vi siete lasciati, quindi le cose stanno andando nel verso
giusto, congratulazioni Izzy!- cercò di rincuorarla a modo
suo.
-Ma che fai? Il venditore porta a porta che mi deve convincere a
sostituire il mio aspirapolvere con uno nuovo?- gli domandò
con uno sguardo affilato.
Noah indietreggiò istintivamente mantenendo la calma.
“In fondo... non sembra più tanto triste, missione
compiuta, no?”
-A che gioco stai giocando, gamberetto?- continuò la ragazza
minacciosa. -Volevi che io e Owen ci lasciassimo... perchè?
...Lo vuoi tutto per te?-
-Eh? Ok, forse ho sbagliato a discutere con una pazza...-
sospirò rassegnato.
-Ho visto la puntata incriminata! Mi hai mentito!- lo accusò
Izzy mettendosi in piedi sul divano e gesticolando contro Noah.
-...Cosa?-
-Sei stato tu a dargli la spinta per lasciarmi facendogli credere fosse
una sua idea! Un piano malvagio davvero notevole...- annuì
come se si stesse davvero congratulando. -Ma Owen ha cambiato idea! Era
così triste che Genialoide l'avesse lasciato ma tu,
continuando ad attuare le tue trame oscure hai cercato di farmi credere
il contrario! Ma... stai tranquillo... ti perdono!- Izzy sorrise come
se fosse tutto a posto... Noah, sentiva sempre più
il bisogno di darsela a gambe, quella tizia era davvero instabile! -E
visto che sembri così interessato a stare intorno a Owen,
continuo a credere che dovremmo conoscerci meglio!- il suo sorriso
sembrava molto sincero... e Noah sapeva che le persone che sorridevano
troppo erano degne di essere guardate con molto sospetto...
-Splendido...- disse Noah con l'entusiasmo sotto le scarpe. -Facciamo
un altro giorno che ora devo studiare...-
-...S-studiare?- Izzy ripetè la parola come se fosse per lei
del tutto nuova.
-Sì, non è estate e anche se ci tengono qui
praticamente in ostaggio, preferirei non essere bocciato. Non noti che
stanno tutti più o meno studiando nel tempo libero per non
rimanere indietro?-
-Ma io non ho bisogno di studiare...- dichiarò Izzy. -Vuoi
forse dirmi che tu che fai tanto il genio ne hai bisogno?-
Ma Noah era deciso a tornare nella stanza che gli era stata assegnata.
“Forse se la ignoro smetterà di
seguirmi...” pensò mentre si tappava le orecchie
per non dover ascoltare la fastidiosa vocina della sua ostinata
seccatrice.
-Oh diavolo! Ecco perchè non sono tutti in giro! Stanno
studiando! Finito lo show dovremo tornarci a scuola!- disse Sadie in
preda all'agitazione. Ma Katie era troppo occupata a fissare
il suo nuovo interesse. -Katie... davvero, ora che sappiamo che
è anche un bastardo possiamo lasciarlo perdere?- chiese
speranzosa.
Katie si voltò lentamente con lo sguardo da indemoniata.
-Ok, forse non ha detto a Izzy che era stata lasciata per
cattiveria...- ragionò Sadie. -Comunque rimane il fatto che
gli piacciono gli uomini biondi e obesi quindi non sei decisamente il
suo tipo.-
-Aspetta... vuoi forse dirmi che hai più
possibilità tu?!- disse la ragazza minacciosa.
-Ma sei forse impazzita?!- sbottò Sadie. -Oh, è
vero! Ho più possibilità...- rise per un attimo.
-No, no Katie, non ammazzarmi!- protestò la ragazza
gesticolando. -Ma se sei così interessata, chiedigli di
uscire e vediamo come va, forza!- Sadie decise di incoraggiarla
sforzandosi anche di sorridere.
-Non ci riesco! Sono troppo in imbarazzo!- esclamò la
ragazza muovendosi come se avesse bisogno di svuotare la vescica.
-Va beh, troppo tardi, tanto è rientrato nella sua stanza...-
-Eeeeeh?!-
-Zitte!- sentirono urlare ad alcuni altri ex concorrenti nelle loro
stanze.
-Un po' di silenzio, stiamo cercando di studiare!- disse uno.
-Io in realtà stavo giocando ai videogiochi, ma fa lo
stesso... Silenzio!- disse qualcun altro di non ben identificato.
Il giorno dopo, Noah uscendo dalla propria stanza incontrò
Izzy nel corridoio... lo stava nuovamente guardando male.
-Sai Izzy... se ti danno dei medicinali è meglio
prenderli... mi sembra che il tuo tono dell'umore abbia qualche
problema...-
-Sembra che Owen senta la tua mancanza... sai a volte ti nomina...
mentre non sembra mai nominare me... Sai, carina la canzone che mi ha
dedicato in Giamaica, eh... carina, carina, canta anche bene, non lo
avrei mai detto... ma nonostante questo, sembra sentire molto
più la tua mancanza che la mia...- gli disse fra
un'occhiataccia e l'altra.
“Melodrammaticità a parte, sembra quasi una
ragazza normale che si rende conto che qualcosa nella sua relazione non
sta andando bene...” riflettè Noah un po'
incuriosito.
-Ok, psicolabile...- sospirò. -Posso farmi perdonare in
qualche modo per qualcosa su cui non ho il minimo controllo?-
-Sì, qualcosa ci sarebbe...- riflettè Izzy.
-Potresti uscire con Katie.-
-...Eh?- Noah credeva di aver perso la capacità di
comprendere il linguaggio umano. -Come scusa?-
-Beh, è carina... Ha uno stile discutibile sì,
non ha il mio fascino o quello di Owen ma... non si può
avere tutto dalla vita, no?- gli disse Izzy.
-Ha l'intelligenza di una vecchia ciabatta...-
-Sciocco, le ciabatte mica sono esseri viventi!- Izzy sorrise
apparentemente divertita.
-E poi è una superficiale, sicuramente non le piaccio...-
-Ah... te l'ho già detto, sei infidamente attraente...-
disse Izzy infastidita. -Fidati, lei ti chiederà di uscire e
tu accetta, vedrai!-
-Facciamo finta che sia così... a te che interessa? Non mi
piace il tuo e...- “Se dico ex mi uccide?” non ne
era sicuro. -Non mi piace Owen, quindi non è che faccia
qualche differenza se esco o no con una vecchia ciabatta senziente.-
-Uhm però... potrebbe essere interessante, anche per te...
dai, non essere superficiale! Esci con qualcuno che normalmente non
frequenteresti, potresti rimanere sorpreso!- disse fiduciosa la ragazza.
Noah non si sarebbe aspettato che il giorno stesso, la rumorosa amante
del rosa Katie, gli avrebbe chiesto di uscire così in
seguito si organizzarono.
Prima di incontrare la ragazza, Noah incontrò qualche altro
ex concorrente intenzionato a rivolgergli la parola.
“Perchè questa improvvisa popolarità
tutta in una volta?”
-Noah, caro amico a cui non avevo mai rivolto la parola prima...-
esordì Trent con ironia e un sorriso sollevato. -Ti cedo
volentieri Katie, comportati bene con lei.- gli diede una pacca sulla
schiena.
-Eh... non sei mica suo padre...- commentò Noah perplesso.
-Già, grazie Noah...- sospirò Justin. -Con una
ragazza delfino in meno ad emettere ultrasuoni tutto il tempo, forse
riuscirò a fare il mio riposino di bellezza.-
-Infatti, quelle due sono davvero rumorose...- disse Leshawna
massaggiandosi una tempia. -Forse se Katie sarà occupata con
te si limiterà un po' e anche Sadie, senza qualcuno a cui
stare appiccicato potrebbe calmarsi così potrò
riposarmi un po'. Quindi fa in modo che l'appuntamento vada bene! E
grazie...- anche lei gli diede un'amichevole pacca sulle spalle.
-Riposarti? Hai uno strano modo di riferiti alle disequazioni...- si
intromise Harold. -Sono contento che stia diventando rilassante per te,
ti ho anche preparato mezza pagina di nuovi esercizi...- disse il
ragazzo, contento di rendersi utile, Leshawna rise nervosamente.
-Ehi... Noah, non è che porteresti pure Harold
all'appuntamento?- bisbigliò la ragazza.
-Noaaah, grazie!- esclamò DJ. -Anche io avevo
difficoltà a studiare come Leshawna a causa di quelle due
che facevano casino tutto il giorno!-
-Già studiare... era proprio la mia intenzione, guarda...-
commentò Leshawna rassegnata.
-Ehi Noah, congratulazioni e buona fortuna.- si avvicinò
Bridgette con un sorriso mite. -Meno male, Geof cominciava a sentirsi
sospettoso a causa della popolarità che hai improvvisamente
acquistato anche fra le fan...- rise nervosamente. -Ah, non avresti
dovuto cercare di approfittare del freddo per abbracciare una ragazza
impegnata...- disse riferendosi a sé stessa.
“...Eh? Vuoi davvero farmi la morale?” si trattenne
dal dirlo ad alta voce perchè non voleva problemi anche col
surfista sbaciucchiatrice seriale, gli bastava Izzy che in quel momento
lo guardava allegra e piena di aspettative. “Ma che gliene
frega a lei...” e poi c'era Sadie che sembrava volesse
sbranarlo. “Ok... forse il cibo comincia a scarseggiare e sta
pensando di darsi al cannibalismo...” pensò
moderatamente preoccupato.
-Ehi Noah, allora andiamo?- chiese Katie. La ragazza portava un abito
da sera rosa e i capelli sciolti, peccato portasse comunque diverse
mollettine... sempre rosa ovviamente!
“Pff... ma quanti anni dovrebbe avere?” Noah
cercò di trattenersi dal ridere, poi si portò la
mano ai capelli e sospirò accaldato e imbarazzato.
“E' carina...” ammise. “Ma penso che
andrà male, siamo totalmente incompatibili.”
pensò nervoso. -Ok andiamo...- acconsentì poco
entusiasta. Katie lo guardò dubbiosa, ma cercò di
ignorare la sensazione che ci fosse qualcosa che non andasse e fece
strada uscendo dall'edificio.
Come Noah aveva previsto, finì per passare il tempo
perlopiù zitto mentre Katie parlava di qualunque cosa le
venisse in mente, a volte aspettandosi la complicità che
aveva con Sadie e rimanendo delusa. Gli sorrideva imbarazzata quando
succedeva, forse per questo gli veniva difficile essere sgarbato... o
forse l'essere stato per la prima volta invitato ad uscire da una
ragazza lo spingeva a provare una sensazione dolciastra e
imbarazzante... gratitudine e desiderio di farsi piacere la persona in
questione...
“No! Non posso farmi condizionare... è gentile...
e suppongo che non sia stupida per scelta... ma non posso farmi
ingannare da questa sensazione, sono superiore a certe cavolate! Vero?
È poi è sicuramente una superficiale! Ci deve
essere qualcosa sotto se improvvisamente sono diventato interessante...
che sia una strana moda?” -Katie, per curiosità...-
-Sì? Dimmi pure!- rispose allegramente staccandosi dal suo
frullato.
-Come mai hai invitato proprio me? Pensavo che i tuoi tipi fossero
più che altro quelli come Al, Justin e il chitarrista...-
-S...- si ricordò di dover frenare gli stupidi impulsi
-Eh...- “Non posso rispondere che mi piacciono altri ad un
appuntamento!” -Sei molto interessante anche tu! Guarda un
po'... hai problemi di autostima come la mia amica Sadie?-
“Sono sicura che andranno d'accordissimo! E lei
sarà la mia damigella! Oppure dovrò stare
attenta... potrebbe accorgersi del fascino di Noah e cercare di
rubarmelo! Ah, quella strega!”
-Ok, grazie... ma cosa avrei di interessante di preciso?- chiese
sospettoso.
-N...non saprei spiegarlo... Però quando eravamo alla
spiaggia dei perdenti ho sempre pensato che fossi simpatico...-
-Simpatico?- “Non mi sembra di essere mai stato molto gentile
con lei e l'altra...” -A me non risulta che ci siamo parlati
così spesso...-
-E già... è un po' difficile parlarti... hai un
aria così intelligente, giudicona e fredda... sembra molto
difficile attirare la tua attenzione e non essere giudicati male...-
-Eh? Non avevi detto che ti sembravo simpatico? Inoltre... do davvero
questa impressione?- “Credevo di essere un attore
migliore...”
-Te l'ho già detto! È difficile da spiegare, hai
mai sentito dire cose tipo... con i sentimenti non si ragiona o cose
così?- spiegò confusamente. -Però
quest'anno mi sei sembrato più alla mano e alla fine, se
passare il tempo con uno come Owen ti va bene, significa che non sei
poi così inavvicinabile quindi perchè non provare
a conoscerti meglio?-
“In effetti è vero... perchè non ho
allontanato Owen invece di dargli anche consigli gratuiti su come
gestire la sua vita privata? Forse sono... socievole?”
realizzò sconvolto, non avrebbe mai immaginato di potersi
dare quell'aggettivo.
-Mi spiace... forse fare il primo passo invitandoti è stato
un po' da maleducata?- chiese Katie indecisa... si chiese se era per
quello che Noah non era stato così loquace, magari si era
sentito a disagio con una ragazza così intraprendente.
“Katie, la ragazza intraprendente... però suona
bene!”
-Ma no, è stata un'ottima trovata! È scocciante
il primo passo, quindi me lo risparmio volentieri... Inoltre se fosse
stato per me non t...- “No, se le faccio capire che non mi
piace rischio di trovarmi un'altra ragazza pignucolante... o forse non
dovrei preoccuparmi troppo sul suo acume?” -Inoltre non si
può mai sapere se la persona che ci interessa ci ha notati o
no, quindi è una buona idea prendere l'iniziativa per farci
considerare.- corresse il tiro improvvisandosi esperto. “In
realtà prendere un due di picche è scocciante...
Ma in fondo non è crollato il mondo quando Bridgette mi ha
respinto, no? Non è un consiglio così
sbagliato...”
Per quanto non fosse stato l'appuntamento del secolo, Noah non se ne
pentì del tutto.
Forse Izzy aveva ragione, in fondo uscire con persone molto diverse da
sé non era male. Anche se non si era sentito troppo a suo
agio. “Se ci fosse stata Izzy, non mi sarei dovuto
preoccupare di offenderla.” rise del suo stesso pensiero.
“Uscire con Izzy? Ah! Che idea assurda!”
fischiettò e cercò di non pensarci
più. “Però... se con Katie non
è stato così disastroso e Owen non è
così male, forse... p-potrei pensare... a Izzy?”
il tarlo della curiosità stava cercando di aggredirlo.
“Ecco qual'è il problema dell'aprire i propri
orizzonti! Non sai più come orientarti e cominci a temere
che chiunque possa piacerti!” sbuffò e se ne
tornò in camera a leggere... ma qualcuno lo stava aspettando
davanti la porta con un sorriso a trentadue denti...
-Ehi Noah! Com'è andata?- Noah fece finta di non sentire
Izzy e si fiondò nella stanza chiudendole la porta in
faccia. -Maleducato! Ti ho dato una mano, no? È andata
davvero così male? Ma anche se fosse potrebbe comunque
essere un'esperienza utile per il futuro!-
-Va via...- “Diavolo tentatore...” rispose Noah con
voce cupa. Il ragazzo sentì qualcuno che sbuffava, poi dei
passi che si allontanavano. “Uhm... strano che abbia mollato
così in fretta...” riflettè.
“Ma che dico, strano? Molto meglio così, dovrei
dire! Sì... esatto... molto meglio...”
Il giorno seguente non poté fare a meno di cercare con lo
sguardo una chioma fulva e nodosa... Erano i sensi di colpa per il modo
brusco in cui l'aveva trattata il giorno precedente?
“Può darsi...”
La scoprì intenta a infastidire Eva e Leshawna...
“Certo che non ci tiene proprio alla sua
incolumità questa!”
-E dai! Perchè non vi sfidate in un bell'incontro di lotta
libera?- propose la rossa con entusiasmo. -Voglio vedere chi
è la più forte! Così potrò
sfidarla!- ghignò divertita.
-QUANTE VOLTE DEVO DIRTELO CHE...- Eva fu interrotta da Leshawna che o
non ci teneva alla vita o era fiduciosa di non dover temere nulla dalla
donna dai capelli corvini.
-D'accordo...- sorrise l'afroamericana con un'espressione fintamente
pacifica.
-COSA?!- esclamò Eva, Izzy sembra euforica e incredula.
-Ma... ci servirà un sacco da boxe con cui allenarci... e se
usassimo te?- continuò con sguardo apertamente minaccioso. A
quel punto anche Eva sorrise malevola.
-Prima dovreste riuscire a prendermi!- dichiarò la ragazza
fulva scappando. Poi si girò e sorrise aspettando che le due
la inseguissero. Leshawna sospirò portandosi una mano ai
capelli.
-Ah! Con quella squilibrata tanto è inutile!-
sbuffò Eva allontanandosi. A quel punto Izzy
tornò con aria offesa.
-Ehi! Ma perchè non mi state inseguendo?!-
-Ciao Izzy.- Noah decise di avvicinarsi. Ma Izzy si riparò
dietro Leshawna e gli fece una linguaccia.
-Scusa per ieri... ad essere sincero non è andata male, ero
solo stanco e non così entusiasta di parlarne con te...- Non
sembravano esattamente scuse accorate, ma Izzy sembrò
riprendere il buon umore.
-Dovresti fidarti un po' di più della sottoscritta! Ho
sempre ragione, sono l'occhio che tutto vede e tutto sa, l'oracolo di
Delfi mi fa un baffo! Io sono...-
-Calmati un po' con le arie o la tua testa si gonfierà e
prenderà il volo!- rispose Noah abbastanza infastidito.
-E tu sei un superficiale...- sghignazzò Izzy con aria
soddisfatta.
“Superficiale?” ripetè in mente un po'
imbarazzato. -Non montarti la testa e non crederti cupido... non
è andata poi così bene, non voglio più
uscirci, semplicemente non è stato così tragico
passare del tempo con una persona così... beh, come Katie...-
-Ma è stata comunque un'esperienza... ti ho aperto la mente,
no?- chiese Izzy soddisfatta.
-Eh... in un certo senso...- Noah non era così sicuro che
fosse una cosa positiva. -Non è che era tutto un tuo piano
in modo che aprissi la mente e ti considerassi come possibile ragazza?-
la buttò giù come ipotesi assurda e scherzosa, ma
se ne pentì subito. Izzy e Leshawna lo fissarono in modo
strano e quest'ultima sembrava un po' a disagio... o forse aveva una
colica, con Izzy non poteva mai dirsi. -Che c'è? Lei
può tirare fuori ipotesi assurde di me che complotto per
sabotare la sua vita sentimentale e io no?-
-Scusami tanto, ma...- si intromise Leshawna. -Hai detto che non hai
più intenzione di frequentare Katie... ecco, non sarebbe il
caso di dirglielo?! È tutto il giorno che confabula felice
con Sadie e si fa idee errate su voi due! Che razza di modi hai tu?- lo
richiamò infastidita.
-Ok, hai ragione... glielo dirò subito.- ma vedendo Katie
con un'aria veramente allegra in compagnia della sua amica, ebbe
l'impulso di nascondersi dietro Izzy e Leshawna troppo sorprese per
reagire. Quando le due amiche per la pelle se ne furono andate, le due
ragazze che aveva usato come nascondiglio lo incenerirono con lo
sguardo.
-Che cambia se glielo dico domani? O dopo domani... Beh, non ho mai
scaricato una ragazza, potrò o no essere a disagio?-
-Ok, hai bisogno di tempo, hai ragione... ti do un'ora, massimo una e
mezza...- minacciò Leshawna. Nel mentre Izzy rimuginava
guardandolo storto.
-Noah, non fare il codardo.- disse la rossa stranamente seria. -O vuoi
forse cercare di tenere il piede in due scarpe come Duncan?- Noah e
Leshawna si scambiarono uno sguardo confuso.
-Izzy, guarda che non dicevo mica sul serio quando ho suggerito che
fossi interessata a me...-
-Ma non parlavo di me, sciocco! Ma del povero Owen! Eh, non ci pensi a
Owen?!-
-Ok, io me vad...- Leshawna lo trattenne tirandolo per il gilet. -Da
che pulpito! Tu hai avuto il coraggio di dire ad Harold che non ti
interessa?-
-N-non è così semplice la cosa... e non
è neanche proprio come dici tu...-
-Non mi sembra di averti chiesto di risolvere la fame nel mondo, mi
sembra qualcosa molto semplice invece... ma che posso aspettarmi da una
che non ha neanche il coraggio di dirgli che non vuole studiare con
lui?- disse Noah compiaciuto. Leshawna lo gettò a terra in
malo modo e si diresse verso Harold che stava parlando con DJ.
Izzy e Noah la seguirono come due avvoltoi, Izzy agitò le
braccia in quelli che secondo lei erano gesti di incoraggiamento.
-Ha...-
-Sì? Qualcosa non va, Leshawna?-
-Scusa, ma non voglio più il tuo aiuto per le materie!-
disse tutto d'un fiato. -Vorrei pensarci dopo per conto mio, ma tu sei
così... così...-
-Oh... Ok, non c'è problema.-
-Sei così assennato... Eh? Davvero?-
-Ma certo. Mi faceva piacere stare con te a darti una mano, ma se per
il momento vuoi riposarti o se preferisci cavartela da sola, a me va
bene.- ripetè il ragazzo pacificamente.
Izzy applaudì, Noah sghignazzò. Leshawna
pensò che non era il caso di strangolarli con tutti quei
testimoni.
-Beh, sembra che abbia il pomeriggio libero...- disse Harold
sovrappensiero, Leshawna lo guardò con interesse. -DJ, vuoi
giocare con me alla Play?-
-Ma certo!- rispose felice il ragazzo. -Ho anche io bisogno di un po'
di riposo, mi sta esplodendo la testa!-
-Eh... Harold in realtà a me farebbe piacere se...- ma
Justin si intromise interrompendola.
-Posso unirmi a voi? Mi sento un po' giù, vedere Al in
televisione mi deprime...-
-Sicuro!- rispose i due.
-Ma... Aspettate che voglio giocare anche io!- sbuffò
Leshawna sentendosi lasciata indietro. “Maledetto! Passare un
po' di tempo insieme, da soli e senza libri no?!” Harold per
un attimo la guardò con sospetto pensando che fosse
interessata a causa di Justin. Leshawna lo trascinò per la
mano. -Forza! Andiamo!- Prima di sparire fece un gestaccio a Noah e
Izzy. DJ e Justin però pensarono fosse rivolto a loro.
-Che scena patetica!- commentò Noah soddisfatto. -Ma almeno
mi sono liberato di...- c'era ancora Izzy che lo guardava con un
sorriso ferale.
-No Noah caro... non puoi mica giocare così con i sentimenti
di una povera fanciulla...-
-Hai cominciato tu... lasciando in sospeso le cose, magari potrei
cambiare idea e considerare realmente Katie quindi...- ma Izzy
continuava a guardare con disapprovazione. -Ti interessa
così tanto dei presunti sentimenti di Owen?-
sospirò infastidito senza essere sicuro del motivo.
-Non esattamente...- per un attimo sembrò nuovamente una
ragazza normale indecisa. -Ma mi darebbe fastidio se per pigrizia e
codardia ti prendessi gioco dei sentimenti di qualcuno.- disse con aria
autorevole. -Forse avrei dovuto dire a Katie di non aspettarsi nulla
quando le ho suggerito di chiederti di uscire... ma mi sembrava brutto
perchè se non te lo chiedeva non c'era speranza a
prescindere...-
-Lo sapevo che eri tu il mastermind dietro a tutto questo!-
-Upupupupù...-
-...Ma che razza di risata era?!-
-Scusa... non so come mi è uscita!- confessò
divertita la ragazza.
-Ok... andrò incontro al mio destino e chiarirò
con Katie... non per sollevarti dal senso di colpa, ma
perchè prima o poi mi troverò nei guai comunque
per questa storia, me lo sento.- però le sorrise
amichevolmente.
-Faccio il tifo per te!- disse la ragazza saltando. -Grazie...- disse a
voce più bassa, ma sempre udibile.
Alla fine Noah fece, suo malgrado, piangere Katie, venne inseguito da
una Sadie furiosa, molto più veloce di quello che poteva
sembrare... e nonostante quello sembrasse l'anno giusto per la sua
popolarità, non ottenne niente di buono, sua primavera
doveva ancora arrivare...
In realtà ottenne l'amicizia di Owen, che rivelandogli che
si era divertito molto in sua compagnia si dimostrò
disponibile a partecipare con lui ad altri reality strani e in generale
a tenerlo lontano dalla noia.
Tornando da casa della sua fidanzata, Emma, durante la fine di un
pomeriggio, Noah venne privato momentaneamente della vista dalle mani
di qualcuno.
-Aiuto! Rapimento!- urlò a squarcia gola nella speranza che
qualcuno lo soccorresse.
-Chi sono?-
-Una che non sa salutare normalmente.- sospirò il ragazzo
calmandosi. Addirittura, sorrise leggermente rivedendo la ragazza dai
capelli fulvi e ricci e che si intonavano alle nuvole rossastre del
tramonto.
-Quanto tempo, gamberetto!- disse facendo il saluto militare.
-Quanto tempo, già...-
-Dove vai di bello?-
-Torno a casa. La mia fidanzata deve studiare sodo se vuole un giorno
mantenermi.- disse fiero.
-Ah, buon per te! Si tratta della tizia di quel reality?- Noah
annuì -Alla fine hai fatto proprio bene a non trovarti la
ragazza quell'anno... non avresti avuto tempo libero per partecipare ai
reality con Owen e non avresti finito per trovarti una futura fonte di
stabilità economica alternativa ai soldi di un premio...- lo
punzecchiò.
-Le probabilità che una coppia si lasci sono alte,
ovviamente non ci sto per quello, io...- “Davvero devo dirlo
a lei?” pensò imbarazzato.
-Forza, su! Non fare il coniglio... siamo nati nell'anno del Bisonte,
no?- sorrise Izzy sfidandolo.
-Non ho idea di come funzioni l'oroscopo cinese e nemmeno mi
interessa...- temporeggiò poi si fece coraggio. -Io... amo
davvero Emma...- disse imbarazzato dalla strana situazione. Izzy lo
applaudì.
-Non capisco il tuo imbarazzo, avete comunque fatto i piccioncini in
TV, ma comunque, complimenti!-
-Tu invece? Come te la passi?-
-Da un punto di vista sentimentale, passo, ma non mi lamento. Da un
punto di vista sociale va perfettamente, sono ricercatissima!- disse
con allegria. Noah non era sicuro se si stava riferendo alle amicizie o
alle forze dell'ordine.
-Non è che mi hai fermato perchè vuoi nasconderti
a casa mia, vero?-
-Ehi! Non interrompere! Allora, stavo parlando della mia vita... la mia
vita... la mia vita di studente è una bomba! E in biologia
faccio faville! Anche lì... sono ricercatissima!-
-Spero non come ecoterrorista...- commentò Noah, in
realtà si stava un po' divertendo.
-Come sta invece Owen?- chiese con un sorriso pacifico.
-Uhm... come al solito... come un Owen. Mangia, dorme... mi sta
appiccicato... si comporta in modo socievole con chi capita... l'ho
già detto che mi sta appiccicato? Beh... non me ne lamento,
è un buon amico e non ne ho mai avuto uno così
stretto...-
-Un po' mi spiace che tu me lo abbia portato via... oltre ad avermi
portato via anche te stesso.- fece una risata appena accennata e
nostalgica.
-Non ti ho portato via Ow... eh... in che senso ti avrei portato via me
stesso?- chiese sospettoso.
-Non riesci proprio a capire la portata distruttiva del tuo fascino,
che fastidio.- Noah si sentì un po' a disagio. -Tranquillo,
sono sentimenti appassiti prima di poter fiorire. È... tipo
togliersi uno strano sassolino dalla scarpa... molto strano... a
spirale... e verde a pois viola...-
-E' un modo contorto per dirmi che avevi una potenziale cotta per me,
non ti piaccio più, ma trovi buffo il potermelo confessare
ora?- la ragazza annuì energicamente. -Come facevo a
piacerti? Ti avevo appena fregato il fidanzato.-
-Allora lo confessi!-
-Parlavo dal tuo punto di vista, Izzy...-
-Beh... era una sensazione strana... sei un ottimo venditore di
aspirapolvere!- Noah non riuscì a seguirla. -Intendo che
grazie a te ho razionalizzato in fretta la rottura con Owen...
già ti trovavo interessante prima e anche a causa di
quell'impicciona di Genialoide ho cominciato a... provare degli strani
sentimenti conflittuali nei tuoi confronti... Ma non potevo accettarlo,
mi avevi portato via il ragazzo! Anche per questo ho pensato di
spingerti a uscire con Katie... Pensavo di fare qualcosa di buono per
lei che non aveva alcuna speranza se non avesse fatto il primo passo,
per te che magari saresti diventato meno zuccone... e per me che mi
sarei liberata di una distrazione come te. Mi sono sentita strana
quando dicevi che non volevi stare con Katie... ma non avevi il
coraggio di dirglielo... E' stato buffo. Mi sentivo gelosa e tradita da
una parte... In colpa dall'altra perchè non era giusto nei
confronti di Katie, più rimandavi, più rischiavi
di complicare la situazione... Bene, mi sento molto più
libera ora, lo sai?- disse stiracchiandosi. Il sole era già
tramontato e i suoi capelli avevano smesso di brillare di luce
riflessa.
-Come mai una ragazza spigliata e spontanea come te non mi ha detto
niente? Capisco la storia di Owen ma...-
-Dopo avermi trovato una pessima fidanzata per Owen mi avresti mai
guardato in quel modo?-
-Forse anche tu mi piacevi un po'...- confessò. Izzy aveva
ragione... era una sensazione strana e liberatoria parlata di quei
principi di sentimento mai germogliati.
-Eh?!- la ragazza rimase stupita.
-E' stata colpa delle circostanze...- si giustificò. -Ero
improvvisamente diventato popolare così ho cominciato a
considerare l'ipotesi di potermi trovare una ragazza... tu mi avevi
aperto la mente facendomi prendere in considerazione di poter stare
anche con persone completamente diverse da me, Owen me lo aveva un po'
dimostrato e forse era anche del senso di colpa nei tuoi confronti che
mi ha costretto a considerarti come un essere umano anziché
un animaletto strano e pericoloso...-
-E hai rinunciato per pigrizia? O anche lì è
stato perchè ti preoccupavi di Owen?- domandò lei
con un sorriso tranquillo, quasi assonnato.
-Ti avrebbe lasciato comunque e per la sua sopravvivenza non eri il
massimo, come se lui non fosse di suo abbastanza pericoloso per
sé... Però in effetti... prima gli dico di
lasciarti, poi mi metto con te... Sarebbe stata una situazione
disagiante, fraintendibile, faticosa e sconveniente.- il solo pensarci
gli sembrava un casino.
-Già, povero Owen, ci sarebbe rimasto malissimo!- sembrava
sinceramente dispiaciuta all'idea di immaginarlo in quella situazione.
-Ma in realtà non è stato il bene di Owen a
fermarmi. Ero un po' arrabbiata con lui... poi c'era esplosivo che
voleva direttamente farlo fuori! Anche se avevo razionalizzato che era
una perdita inevitabile per cui non valeva la pena rimanere troppo
male, non me la sentivo comunque di rimettermi in gioco per qualcuno...
sopratutto per un ragazzo troppo normale e troppo poco paziente come
te. Non avrebbe mai funzionato.-
-Wow... sai anche essere razionale quindi?-
-No, ma ho un ottimo istinto di sopravvivenza!-
-Anche io ho pensato che eri troppo strana per me... e che il tuo
monito sull'ampliare i miei orizzonti nella pratica funziona solo fino
a un certo punto.-
-Ha funzionato abbastanza. E per quel che ho visto sei diventato
davvero forte! Beh... non dal punto di vista fisico...- gli prese un
braccio e glielo mosse come se fosse un tentacolo. -Braccino...-
commentò ridacchiando.
I due si congedarono tranquilli, ma ad un certo punto Noah si
voltò e la chiamò ad alta voce.
-Izzy! Se vuoi puoi farti viva di tanto in tanto! Anche Owen sarebbe
felice di rivederti! Ed Emma e sua sorella potrebbero essere felici di
conoscerti! Sopratutto Kitty! Per Emma speraci meno...-
-OK!- urlò Izzy di rimando.
Angolo dell'autrice.
Finalmente ho aggiornato anche questa storia!
Questo capitolo mi aveva davvero bloccata e uno dei motivi era che non
riuscivo a farlo breve... e infatti... Beh, spero possa piacervi
nonostante la lunghezza!
Sentivo il bisogno di scrivere un capitolo su questa pairing per lo
stesso motivo per cui ho fatto il capitolo su Trent e Courtney.
Anche questa era una pairing molto popolare quando ho iniziato a
impicciarmi nel fandom di A tutto reality. Così un po' per
curiosità, un po' per nostalgia, volevo vedere come sarebbe
venuto un capitolo su loro due.
Ho aggiunto Katie per lo stesso motivo... Già, pure la Notie
era una coppia popolare perchè... non ne ho la minima idea
dell'origine di questa crack pairing... è un mistero! Ma mi
ha fatto piacere poter scrivere anche su Katie e Sadie (e anche se
dovrebbero avere la stessa personalità confessione;
preferisco Sadie...) e usare il capitolo come scusa per nominare
brevemente anche qualche altro personaggio. Sì... se avessi
tagliato gli altri personaggi sarei riuscita a ottenere una storia
breve... ma in realtà non riuscivo a trovare qualcosa che mi
permettesse di scrivere esclusivamente di Noah e Izzy e che mi
soddisfacesse(inoltre ho tagliato diverse scene...)
Non sono sicura di come mi sono venuti Noah, Izzy e la loro
interazione... Izzy mi viene piuttosto difficile come personaggio e in
alcuni punti ho dovuto per forza farla più normale (anche se
per me il personaggio è più razionale di quel che
sembra...) e cercare di fare qualcosa su lei e Noah che avesse senso
col cartone mi era difficile e non so se ci sono riuscita, ma per
qualcosa di AU non avevo idee che mi piacessero.
In ogni caso, spero possa risultarvi un capitolo piacevole!
Scusate se vi ho trattenuto troppo allungo e grazie infinite per
l'attenzione e la lettura.
Alla prossima!
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Capitolo 18 *** Lightning/??? ***
Quella mattina, un entusiasta Lightning sentiva il bisogno di
condividere con qualcuno la sorpresa che aveva avuto all'entrata della
scuola.
Sapeva già con chi voleva parlarne e il caso volle che il
prescelto fosse proprio davanti agli armadietti. Era il suo migliore
amico Jo, un ragazzo biondo, amante delle tute. Aveva un viso che
sarebbe stato anche grazioso se non avesse avuto quella perenne
espressione aspra e la sua voce era stranamente poco virile...
Perlomeno per il punto di vista di Lightning, apparentemente convinto
che Jo fosse un ragazzo...
-Oh, Joooo!- la chiamò Lightning canticchiando.
-Oh, merdaaa...- Jo rispose con una cantilena a denti stretti.
-Perchè così scontroso di prima mattina?-
-Perchè così esaltato di prima mattina? Di che ti
droghi? Guarda che è piuttosto grave per un atleta e
comunque, io non ti coprirei...- lo minacciò scherzosamente.
Sapeva che nonostante i numerosi, numerosissimo difetti, Lightning era
un persona corretta e responsabile... beh, perlomeno per tutto
ciò che riguardava lo sport e la cura del proprio corpo...
-No...- rise il ragazzone. -Ma ho incontrato una persona!-
Jo lo guardò storto, il suo entusiasmo le fece trapelare
un'informazione in più -Eh... è giunta anche per
te la primavera?- chiese infastidita.
-Prima... vera? Ma stai bene? È autunno! ...Giusto?!-
-Lascia perdere, era una metafora...- disse la ragazza massaggiandosi
le tempie. Nonostante facesse sporadiche battute che potevano far
intendere il contrario, era abbastanza convinta che il ragazzo fosse
asessuato. Aveva le sue ammiratrici, ma sembrava non notarle...
“Non è neanche capace di riconoscerla una ragazza,
questo qua!” escludeva che fosse gay, era spesso circondato
da uomini, ma gli unici muscoli a cui sembrava prestare attenzione
erano i propri.
-Metafora di che?-
-Lascia perdere, mi scoccio...-
-Ah, tanto si scoccia anche Lightning... Inoltre... perchè
mi hai interrotto?! Stavo per raccontarti una roba davvero incredibile!
Non puoi capire proprio le sha-coincidenze della vita!-
-Ok, racconta!- esclamò irritata.
-Eh... ragazzi guardate che la prima campanella sta per suonare. Se vi
fermate qui a chiacchierare arriverete in ritardo...- li
avvertì Cameron sistemandosi gli occhiali.
-Ma sai quanto me ne importa, cricetino!- lo canzonò Jo.
-Sarà per un'altra volta, trichechino... Jo... non vorrei
criticare i tuoi soprannomi, ma i trichechi non erano grossi?
Perchè trichechino?-
-S-sei, s-sei...- Jo prese un respiro e decise di trattenersi. -Sei un
idiota... allora, cosa volevi raccontarmi?- ormai era curiosa.
-Ho incontrato la mia fidanzatina della seconda elementare!- disse
entusiasta. -Non è una coincidenza incredibile?-
-Tu in seconda elementare avevi cosa?!- disse Jo incredula
“ 'Sto stronzo! Io non ho mai avuto mezzo ragazzo!”
si sfogò mentalmente. -Chissà che razza di
stramboide deve essere...-
-Beh... era una bambina molto buffa con un caschetto rosso...-
Jo non potè fare a meno di cercare nella sua memoria tutte
le immagini di ragazzine fulve che ricordava di aver visto a scuola...
“C'è quella quattrocchi con il tuppo che parla
esclusivamente di cose incomprensibili da cervellona e che si crede la
più intelligente del mondo... poi c'è la piccola
squilibrata riccia che una volta, quando eravamo in piscina, mi ha
addentato... e... forse una darkettona? O al naturale era biondiccia,
non ricordo... Suppongo possano essere tutte e tre stramboidi, ma non
so se le vedrei con questo qui... però da
bambini...” vide che Lightning se ne stava andando. -Ehi!
Dove credi di andare?!-
-Beh, in classe. Lightning ha finito la storia...- rispose Lightning.
-No! Lightning non ha finito la storia! Jo vuole saperne di
più!-
-Ah... ok... suppongo che Lightning sia un narratore migliore di quel
che credeva!- ghignò il ragazzo.
-Sì, sì... mettila come vuoi!-
-Allora, era una bambina che giocava spesso con i maschi... anche se
non era per niente un maschiaccio... beh, non era neanche molto
femminile... era particolare! E i maschi la prendevano spesso in
giro... siccome mi sembrava un po' un pesce fuor d'acqua, nel mio
immenso spirito di gruppo e altruismo...-
-Siamo sicuri di star continuando a parlare di te, vero?- Lightning la
ignorò.
-Le ho dato l'onore di essere coinvolta in una mia dimostrazione di
abilità. Le ho chiesto di tenere in equilibrio una mela in
testa affinchè potessi calciarla via...-
Jo guardò incredula. -Le hai calciato la testa?!-
esclamò.
-No, ovviamente...- Lightning la guardò abbastanza offeso.
-Con una dimostrazione di maestria incredibile ho colpito solo la mela.-
-E... questa masochista è diventata la tua fidanzatina
perchè hai rischiato di darle una pedata in faccia?!-
-Sono abbastanza convinto che questa sia stata la prima cosa che l'ha
colpita di me! Disse qualcosa tipo che ero fantastico, poi si
è imbarazzata ed è arrossita facendo un sorrisino
molto carino.- ricordò allegro.
-I bambini sono creature davvero assurde...- commentò Jo fra
sé e sé.
-Poi comunque le piaceva passare il tempo con me ed ammirarmi
così... è diventata la mia fidanzatina per
quell'anno...-
-Ed è riuscita a sopportarti per un anno?! Che era, 'na
martire? Effettivamente dal tuo racconto sembra una bimba molto
docile...- disse con una smorfia indecisa. “Ed è
questo il suo tipo anche ora? In ogni caso, credo di poter togliermi di
mente l'idea che si tratti della pazza, riccia e morsicatrice, della
cervellona con la pettinatura di mia nonna e... in realtà la
darkettona sembra molto timida quando la spogli del trucco e la
parrucca... forse, forse...”
-In realtà... non proprio, a volte diventava piuttosto
suscettibile... Una volta ha anche avvelenato il cibo degli altri
bambini per vendicarsi.-
-Avvele-cosa?!- “Ok, ricciolina e nonna-capelli non sono da
escludere dalle ipotesi!”
-Aveva conservato del cibo avariato. Poi lo ha anche mischiato con
qualche pianta, ma nulla di mortale ovviamente...- ridacchiò
nostalgico. -Era una tipa molto intelligente, ma parecchio strana!
Comunque non ci siamo mollati, sono io che mi sono dovuto trasferire.
Lei mi regalò anche un nastrino rosa come ricordo, che
carina! Chissà se è ancora a casa da qualche
parte...-
“Stronzo! Non mi dai neanche un contentino in cui mi dici che
sei stato mollato malamente dalla squinzietta! Calma Jo... non devi
essere gelosa di una storia infantile, chiunque è capace di
avere una storia alle elementari... Tranne te evidentemente... No!
Zitta personalità numero 603!”
-Senti, ma com'è che si chiama questa qui?-
-Oh! Si chiama... Hannah? Zoya? Nora? Daria? Eh...-
Jo scoppiò a ridere. -Se non lo sai tu! Non sono neanche
nomi simili... sei assurdo! Come hai fatto a parlarle senza neanche
ricordarti il suo nome?-
-Eh...- era estremamente insolito, ma Lighting sembrava a disagio.
Jo sgranò i predatori occhi azzurro-violetto. -Non le hai
parlato? L'hai solo vista e me lo sei venuto a dire... ma non le hai
rivolto mezza parola?- Lightning evitò di risponderle, Jo
trasse comunque le sue conclusioni.
-Ehi, Lightning!- finita la lezione, Jo richiamò l'amico con
la testa coricata sul banco. -E' un illusione ottica o stai davvero
pensando a qualcosa...- commentò vedendo che non le prestava
attenzione.
-Non riesco a ricordare il nome della bambina...- disse frustrato.
-Andiamo a cercarla?- chiese Jo. Aveva l'insana voglia di osservare
Lightning in quella situazione.
-Cos... p-perchè?!- esclamò Lightning agitato.
-Sei diventato timido?- chiese Jo compiaciuta, con sorriso ferale.
-Lightning non è timido! Ma... non vede perchè
dovrebbe farlo...-
-Per scoprire il nome della fanciulla, magari...- gli sorrise.
-Uhm... sai, non è che me ne freghi poi tanto...- il ragazzo
si alzò, Jo lo seguì nonostante non avessero la
lezione seguente insieme.
-Eddaaai! Non sei curioso di parlare con questa qui? Hai ragione,
è una bella coincidenza trovarla qua... magari è
il destino! Davvero non vuoi andare incontro al destino!-
“Non ricordo di aver mai detto tante minchiate di fila in
sedici anni di vita!”
-Ah, il destino! Sha-occhezze! Roba da femmine! Sei forse una femmina?!-
-Sì!-
-...- Lightning lo guardò stranito.
“Dai che forse una buona volta lo capisce! Dai!”
-Ah... c'ero quasi cascato, amico mio.- disse riacquistando il sorriso
mentre Jo lo perdeva.
-E te pareva...-
Ad un certo punto Lightning si bloccò... stava osservando
due sfigati piuttosto magrolini e vestiti male che chiacchieravano
davanti gli armadietti. Uno dei due era effettivamente una ragazza dai
capelli rosso brillante, raccolti in due codini...
-E' lei?- chiese impaziente Jo.
-Eh... eh, no!- Lightning era troppo poco convincente così
Jo lo spinse verso la ragazzina rossa accanto il tizio con i capelli
castano rame.
“Ah, ma la conoscono... è Zoey... In effetti...
tipa strana... docile, ma che può incazzarsi...
sì, corrisponde all'identikit! Perchè non ci ho
pensato subito?!” si sentì un po' nervosa, non
sapeva a che risultato avrebbe portato costringere Lightning a parlarle
e farsi riconoscere. “Tanto, Zoey, odia i palestrati senza
cervello...”
Zoey e l'altro tipo li fissarono straniti e un po' a disagio. -C-ciao,
Jo...- disse la ragazza con un sorrisetto insicuro. -Il tuo amico ha
qualche problema?-
Lightning sembrava pietrificato. Era una situazione impagabile quanto
frustrante per Jo.
Pur di non guardare Zoey negli occhi, Lightning, indirizzò
il suo sguardo verso il tizio.
Zoey convincendosi che Lightning volesse parlare con il ragazzo, li
salutò e iniziò ad andarsene.
-Zoey, aspetta! Lightning! Che fai?! Valle dietro!- Niente, continuava
a starsene immobile osservando il tizio.
-Eh... tutto bene?- chiese il ragazzo. Gli prese il polso per contare i
battiti.
Lightning granò gli occhi e Jo cominciò a
realizzare. “Capelli castano rame... effettivamente... beh,
rossi... Perchè non sono poi così
stupita?!”
-Hai un po' di tachicardia...- gli disse il ragazzetto sistemandosi gli
occhiali. -Potresti avere un po' di febbre o... non so, hai forse
mangiato o bevuto qualcosa di strano? Non vedo perchè
dovresti essere agitato in questo momento... vuoi essere accompagnato
in infermeria?-
Lightning a quel punto si sbloccò e continuò a
fissarlo appoggiando, con finta confidenza, il braccio all'armadietto.
-Sha-Ehi...- era l'”ehi” flirtante peggiore che Jo
avesse mai ascoltato...
Lo sfigato, abbastanza disorientato si guardò intorno, poi
sorrise leggermente e scosse le spalle. -Ehi...- rispose, con fare
amichevole.
-Ehi?- ribattè Lightning.
-...Ehi?- lo imitò di nuovo il ragazzo.
-...E...ehi?-
-Ehi...- questa volta il tono del quattrocchi era palesemente scocciato.
“A cosa diavolo sto assistendo?!” si chiese Jo.
“E' più emozionante il corteggiamento degli
scarabei stercorari! O l'accoppiamento dei criceti! Almeno ci sono
buone probabilità che si mangino o mangino i
piccoli!” Jo decise di prendere in mano la situazione e
togliere di mezzo Lightning.
-Allora, sei Hannah, Zoya, Nora o Daria?- gli domandò la
ragazza.
-A che gioco state giocando, voi due? Scusate ma non vi capisco...-
disse il ragazzo sospettoso.
-Come ti chiami?!- chiese Jo spazientita.
-Harold...- sbuffò il ragazzo.
-Bel nome!- disse Lightning. -Anche se poco femminile... ma ora lo
ricordo!-
-Poco fem... femminile?- disse fra sé e sé
Harold. Lightning gli fu di nuovo davanti. Il quattrocchi
indietreggiò infastidito.
-Ti sono familiare in qualche modo?- gli chiese Lightning ripresa la
confidenza in sé.
-Sei il capitano della squadra di football... e sei parecchio bravo...-
-Ah, grazie! Sono contento che tu mi segua!- gli fece l'occhiolino.
-...Prego?- Harold arrossì leggermente.
-Ma... non ti ricordo proprio nient'altro?-
-No, mi spiace.- Harold scosse le spalle anche se cominciava ad
empatizzare con la frustrazione di quello strano ragazzo.
-Com'era il tuo primo fidanzato?-
-...Cosa?!-
-Troppo diretto, ma allo stesso tempo troppo indiretto, Lightning...
com'è che non ne azzecchi una?!- si irritò Jo.
-Non ho mai baciato un ragazzo!-
-Tranquilla, ognuno ha i suoi tempi. È sano che sia
così.- disse Lightning con tono molto tranquillo e
rassicurante.
-Oh... grazie...- Harold sorrise. -Ah... aspetta... in che senso
“tranquilla”?- il ragazzo ridacchiò.
-Oh, cavolo... cavolo... cavolo! Temo ci sia un fraintendimento, sono
un uomo!-
-Eh... e-eh?-
-Già... e sono piuttosto sicuro che questa sia la prima
volta che mi rivolgi la parola... ma... dove pensi di avermi
incontrato?-
-Lui si chiama Lightning...- si intromise Jo mentre l'amico si prendeva
il suo tempo per realizzare. -Ed è convinto che tu sia la
sua fidanzatina delle elementari.-
-Oh!- improvvisamente le labbra del ragazzo si tesero in un sorriso.
Poi divenne paonazzo e l'espressione pur rimanendo sorridente si fece
nervosa. -L-Lightning?! S-scusa, non ti avevo proprio riconosciuto!-
Lightning sembrava abbastanza offeso. -E' che dal modo in cui tutti ti
descrivono a scuola, sembri completamente diverso dal compagno di
classe che conoscevo...-
-Eh?! Perchè, cosa dicono di Lightning?!- disse infastidito
Lightning. Harold balbettò un po'..
-E che devono dire? Che sei un imbecille! Oltre che aggressivo e
megalomane...- intervenne Jo.
-Sha-gelosi...- sbuffò Lightning. Harold sembrò
tranquillizzarsi e lo guardò con curiosità.
-Perchè? Com'era 'sto debosciato da bambino?- gli chiese Jo
curiosa.
-Beh, sicuramente vanitoso lo era, ma aveva buoni motivi per essere
fiero di sé...- disse il quattrocchi bonariamente e Jo lo
studiò con perplessità. -Ma era veramente molto
gentile e affidabile.-
-Beh! Lighting è ancora gentile e affidabile...- disse
Lightning.
-Mi fido.- affermò Harold lasciando trasparire una sorta di
tranquillità. Lightning ricominciò a squadrarlo
con interesse mettendolo a disagio.
-Scusa, ma quindi, eri o non eri la fidanzatina del citrullo?!- chiese
Jo spazientita.
Harold arrossì e rise nervosamente. -N-non mi sono mai
definito c-così... e... non credevo neanche di piacergli...
pensavo fosse un... una simpatia a senso unico in realtà...-
-Io... ti ho regalato una penna una volta...-
-Ah, era importante? Non me ne ero accorto...- disse imbarazzato
Harold, spostandosi i capelli.
-E ti ho sempre prestato le cose per la scuola ogni volta che le
scordavi! Devi ammettere che eri molto distratta... eh, distratto..-
-Eh, già!- ammise. -Ma... credevo di darti fastidio...
quindi... ti piacevo?- chiese incredulo.
-Eh... aspetta, era al contrario! Io piacevo a te... ma accettavo i
tuoi sentimenti e tu non mi infastidivi... era così che
funzionava la relazione...-
-Le cose fra bambini tendono a essere più arzigogolate di
quanto dovrebbero... beh, ovvio visto che ammettere che ci piaccia
qualcuno era un po' un disonore...- Harold sospirò un po'
nostalgico guardandosi le punte dei piedi.
-Scusa... ma perchè gli hai regalato un nastrino per capelli
rosa?- chiese Jo. “Comincio a sentirmi di
troppo...”
-Non era un nastro per capelli! Lo usavo come papillon quando ci si
dovevamo vestire eleganti per le foto di classe...-
-Rosa?!-
-Perchè? C'è c'è di male?- chiese
Harold infastidito. Effettivamente, sotto la giacca blu portava una
camicia rosa.
-Esattamente! Cosa c'è di male?- approvò
Lightning avvicinando amichevolmente il ragazzo a sé non
notando che arrossiva eccessivamente.
-Comunque...- esordì Harold allontanando quel braccio da
sé. -Prima di capire che fossi un ragazzo..-
-Quest'idiota non l'ha capito! Glielo hai detto tu!- ci tenne a
precisare Jo un po' inacidita. -Magari gli dici che sono una ragazza
visto che ci sei?-
-Prima tu ci stavi provando con me?- continuò ignorando Jo.
-Eeeeeeeh...- Lightning temporeggiò con quel verso. Jo era
nervosa inspiegabilmente. -No, non ho tempo per le ragazze! E non mi
è mai venuto in mente di pensare ai ragazzi...-
-Ok...- Harold guardò verso il basso, forse era un po'
deluso.
-Perchè? Tu ci stavi?- Lighting sembrò prenderlo
di sorpresa.
-Ho una ragazza!- rispose frettolosamente Harold. -Beh... non
è ancora la mia ragazza. Comunque chiedevo solo per
curiosità... non è mai capitato che qualcuno ci
provasse con me! Anche se una volta, una, nell'euforia di una sua sega
mentale mi è saltata addosso baciandomi senza permesso...-
ricordò infastidito. “Non si è neanche
preoccupata di essere coperta di vomito! E mi ha scaricato dalla
neonata relazione immaginaria il giorno dopo!”
-Ah, in effetti sembra facile assaltarti.- commentò
innocentemente Lightning. Harold lo fulminò con lo sguardo.
Il cervello di Lightning ebbe una pessima idea così il
ragazzo afferrò l'altro e lo sollevò da terra
mettendoselo in braccio.
-Waaaaah! Ma che fai?!-
-Eh, sei abbastanza alto, ma rimani spaventosamente leggero.- Lightning
scherzò muovendolo un po' bruscamente.
-A-a-aah! Che diavolo?!- nel tentativo di aggrapparsi meglio gli
piantò le unghie nel braccio.
-Ahi!- esclamò Lightning guardandolo storto.
-S-scusa! Ma volevo evitare di finire a terra...-
-Non ti fidi?-
-Di uno che sembra avermi preso per una bambola?- scherzò
Harold per gestire la paura di cadere e l'imbarazzo che stavano andando
a confondersi. Alla fine, dopo un momento di tensione, davano
più l'impressione di giocare e osservarsi reciprocamente.
“Ma ...Si piacciono? Com'è che Lightning ha tutto
questo successo mentre io niente?!” rimuginò Jo
infastidita.
-Ah, ciao Jo! Hai un nuovo taglio di capelli? Ti sta bene!- si
complimentò Brick inventandosi una scusa. Jo lo
scacciò ringhiandogli contro.
“Ah... non ho neanche uno straccio di
ammiratore...” sospirò la ragazza.
Vide avvicinarsi una donna afrocanadese, medio bassa e incarne, ma
dall'apparenza forte e un'espressione omicida. -Eh, zuccherino... che
stai combinando?- disse la donna celando meglio che poteva la sete di
sangue che solo Jo sembrava fiutare.
-Ah! Ciao Leshawna... Oh, no! L'ora di biologia!- rispose Harold
innocentemente.
-Già... siamo parecchio in ritardo...- ribattè
Leshawna. Rimasero qualche secondo in attesa.
-Lightning... mettimi giù!- era tenuto troppo sollevato per
scendere comodamente.
-Oooh giusto, giusto...-
-A dopo Han... Harold.- lo salutò Lightning. Harold gli fece
un cenno della mano e seguì Leshawna che sembrava un po'
nervosa.
-Comunque... hai proprio dei gusti strani...-
Harold si sentì un po' a disagio. -Non va proprio a tuo
favore come cosa.- provò a sorridere.
Lei imitò l'espressione. -Beh, io sono un eccezione,
ovviamente!- poi sospirò. -Di norma dovrei appoggiarti,
ma... Lo squilibrato del football? Ti consiglierei di evitare...-
-Hai frainteso... decisamente frainteso... e poi, mi sei sembrata un
po' gelosa, no?- “...che mi significa, ti
appoggerei?” pensò rassegnato.
-Eh... temo di poter diventare un po' possessiva nei tuoi confronti
andando avanti...- si sistemò i capelli tradendo il proprio
fastidio. -Ma non sei mio... e non mi interessi in quel senso, quindi
non va bene...-
-Ah... non va bene...- bisbigliò fra sé e
sé deluso. “Non te n'è fregato nulla
neanche che Beth mi baciasse...”
-Dico sul serio, fai attenzione. Quel tipo mi sembra sospetto...-
Il ragazzo sospirò. Non ci aveva pensato, ma Leshawna poteva
avere ragione.
Era quasi una settimana che Lightning era strano, non alla Lightning
maniera...
-Un penny per i tuoi pensieri...- propose Jo sospirando. Si sentiva
stranamente morbida nei suoi confronti ultimamente.
Il ragazzo alzò la testa dal banco con aria da morto
vivente. -Pensavo fosse solo un'impressione, ma è
ufficiale... la ragazzi... quel ragazzo mi sta evitando...- disse
infastidito. -Ogni volta che lo incrocio cambia strada... ed
è anche incredibilmente bravo a svignarsela e volatilizzarsi
come se non ci fosse mai stato! E dire che da bambino era un completo
impedito!- disse incredulo. -Quando riesco a parlargli cerca di
chiudere il discorso in fretta, tira fuori un sacco di impegni, quando
gli ho chiesto il numero di telefono si è messo a fare uno
strano discorso sulla salute e le ossessioni dell'epoca moderna... non
lo so, comunque il punto era essere contrari all'uso dei cellulari...
ma sono abbastanza sicuro che fosse una scusa, l'ho visto con un
computer! Se ha il computer non ha senso che non abbia un cellulare!
No?- sembrava esaurito.
-Non è che lo hai approcciato in modo strano o
intimidatorio?-
-In che senso?-
-Boh, sollevarlo da terra, mettergli addosso le mani mentre parli...-
-So perfettamente come si parla con qualcuno e lo si mette a suo agio.-
-Sei invadente e inopportuno da morire!-
-Ma che dici?!-
-Quando qualcuno ti ispira simpatia fai troppo l'amicone e ti prendi
molte confidenze dando per scontato che l'altro abbia la stessa
considerazione di te...-
-Io sono sicuro che nessuno si sia mai lamentato...-
-Non è colpa mia se sei semi-sordo alle lamentele! Senti,
capisco che il rifiuto faccia male...-
-Lightning? Rifiutato?!-
-Ma ti stai fissando troppo con quello sfigato! Non ti vuole intorno?
Perfetto! Lascialo perdere!-
-Hai ragione! Non vuole il tempo di Lightning! Quindi, non merita il
tempo di Lightning!- disse salendo sulla sedia con entusiasmo.
-Però... non è lui a interessarmi ero...-
-Sì, ok... eri tu a interessare a lui, lo so... lo so...-
Lightning sembrò rasserenarsi. -Però...
dov'è il mio penny?-
-Lightning... Era un modo di dire! Va beh, l'importante è
che il problema sia risolto...- col passare dei giorni, Jo si rese
conto che il problema non era affatto risolto, così decise
di agire...
Era da qualche giorno che Lightning aveva smesso di seguirlo. Harold
era un po' dispiaciuto di averlo evitato senza dargli spiegazioni.
“Forse sono solo stato paranoico, magari voleva davvero
essere amichevole...” ma si sentiva sollevato in parte e
libero di abbassare la guardia.
All'improvviso sentì una manata sull'armadietto. -McGrady!-
lo richiamò una cupa voce femminile, girandosi riconobbe Jo.
-Va a parlare con Lightining.- gli ordinò.
-Altrimenti?- rispose lui con tono acidulo.
-Se non ti sbrighi potrebbe cadere preda del mio fascino femminile...-
minacciò imbarazzatissima.
Harold si lasciò sfuggire una risatina. -P-pfff... B-buona
fortuna. F-faccio il tifo per te...- disse cercando di trattenersi.
-Senti, diciamo le cose come stanno... Sei fra le cose meno virili e
allo stesso tempo meno graziose che mi sia capitato di vedere. Le
probabilità che un uomo o una donna ti trovino attraente
sono minime! Dovresti prendere al volo questa opportunità...-
-Secondo te dovrei essere un disperato che accetta chiunque gli dia un
minimo di attenzione?!- chiese risentito.
-Lo trovi attraente, è palese.-
-E quindi?-
-E per qualche oscuro motivo non sembri schifato dalla sua
personalità. Un'opportunità di conoscerlo te la
puoi anche dare. Vuole solo fare amicizia perchè lo
incuriosisci, ma puoi fargli cambiare idea! È un ottima
occasione per uno come te, no?-
Harold la guardò disorientato, poi sospirò.
-Questo... è davvero molto triste...-
-Sì, è triste accettare di essere una persona
triste, lo so...-
-Non mi riferivo a me... tu credi veramente che essendo
troppo poco femminile e graziosa non troverai nessuno?-
-Cosa?!-
-E' quello che mi hai detto! Non essendo né virile,
né grazioso, per te, non ho speranze quindi devo andare
dietro al primo che mi guarda. Ma di conseguenza tu...-
-Non rigirare la frittata, strizzacervelli!-
-Non so nemmeno se considerarti un'amica fantastica per Lightning, o
una tizia a cui non frega niente di mollare un amico con uno che lo ha
schifato per giorni...-
-Ah!- Jo sbuffò. -Ho fatto delle ricerca su di te... fino a
un mese fa eri vittima di bullismo e scherzi da parte di degli scemotti
popolari. Per uno in particolare, secondo me, potevi anche denunciarli
per molestie sessuali...-
-Sì, certo... Un ragazzo costretto a stare nudo davanti
delle ragazze viene considerato solo comico... lamentarsene a livello
penale mi avrebbe solo fatto sembrare ridicolo... e mi avrebbe esposto
ulteriormente...- guardò verso il basso nascondendo le
proprie emozioni. -Quindi? Hai trovato qualcosa con cui ricattarmi?-
chiese relativamente tranquillo, non si sentiva particolarmente
minacciato da Jo.
-Hai evitato Lightning perchè pensavi che ti stesse
prendendo in giro e si fingesse amichevole o peggio interessato, per
ottenere qualcosa con cui umiliarti o per sfruttarti, vero?- disse
sicura di sé.
-E' quello che avresti pensato al posto mio?- chiese schivo.
-Pensi davvero che un imbecille come Lightning possa fare qualcosa del
genere?- chiese irritata.
-E che ne so! Non lo conosco! Era solo un mio compagno delle
elementari!- si agitò. -Di base sono quello strano e
imbarazzante e vengo attaccato con le scuse più disparate...
non so come gli altri potrebbero prendere un mio potenziale interesse
per un ragazzo... E-e... se fatte ai miei danni, le molestie verrebbero
viste come tali... o...- confessò irrequieto.
-Quindi il vero motivo è questo?- chiese Jo a disagio,
grattandosi la cute.
-Non proprio... spero che non mi piaccia mai un ragazzo, ma non credo
mi opporrei troppo se accadesse... hai azzeccato ipotizzando che non mi
fidi di Lightning. Sei intelligente... o particolarmente compatibile
col mio punto di vista...-
-Ma Lightning è troppo cretino per architettare un inganno!
E nonostante la fama che si è fatto è un
bravissimo ragazzo!- lo difese con fervore. -Dovresti, anzi, ritenerti
fortunato ad aver catturato la sua attenzione! Sei debole, incapace...-
-Faccio pattinaggio artistico e ho pure vinto qualche premio...-
ribattè irritato. -Inoltre...- il ragazzo prese una rincorsa
per buttarsi a terra facendo la verticale, si diede una spinta con le
mani per lanciarsi in aria e riatterrare nelle posizione di partenza
per poi ripetere l'esercizio una seconda volta. -Non sarà il
tipo di forza che intendi tu...- disse riprendendo fiato. -Ma direi che
non sono così scarso, eh?- la sfidò.
-Roba da saltimbanchi e cheerleader.- sentenziò Jo.
-Non sottovalutarle... ignorante! Ma... fammi capire. Se ti piace
Lightning, perchè cerchi di incoraggiarmi?-
-C-Cos... Ma che idea ti sei fatto?!-
-Non sei la sola ad aver fatto delle ricerche, e se ti senti libera di
trarre conclusioni su di me, io farò lo stesso...-
-Non è che mi piaccia, è che non lo odio!
È una cosa totalmente diversa!- sbottò la ragazza.
Harold sospirò. “E' una situazione alla Leshawna?
Tipo... sono molto affezionata a te, eccessivamente affezionata a te...
ma non mi interessi in quel senso o odio le relazioni, almeno credo?
Oppure...”
-Non credo che a Lightning freghi qualcosa se sei poco femminile,
insomma... se pensi che possa interessargli io...- scosse le spalle.
-Ripeto! Quel tizio mi fa orrore!- ribattè Jo.
-Oh! Quindi non è l'unica possibilità che ha una
poco femminile di trovarsi qualcuno?- la prese in giro imitandola.
La ragazza ringhiò. -Ok, mi spiace per averti detto che sei
senza speranza...- disse a denti stretti. -Non so se abbiamo qualche
possibilità...-
-Allegria...- commentò Harold.
-Ma nemmeno a me farebbe impazzire mettermi col primo che capita... o
dover essere costretta a vestirmi da femmina e-e truccarmi da
femmina...- sembrava rivivere ricordi molto spiacevoli.
-Beh... io non mi fiderei di qualcuno interessato a me solo per come mi
vesto...- annuì Harold.
-Esattamente! Poi immagina di doverti fingere femminile per tutta la
durata di una relazione e dover indossare cose che detesti, trovi
brutte e scomode per tutta la durata di una relazione!-
il ragazzo sgranò gli occhi. -In... in effetti... Non mi
piace pensare che l'amore sia una cosa così superficiale...-
La ragazza simulò di vomitare, sfottendo il suo discorso.
Il ragazzo la guardò storto. -Che pensi del mio abbinare
salmone, verde prato e blu chiaro?-
-Fa cagare! Sopratutto il rosa! Ti giustifico solo se sei daltonico!-
-Ipocrita, io sulle tue tute non ho detto nulla di male... Mi sa che
con Lightning non ci parlo...- disse indispettito. La ragazza
ringhiò. -Non mi sta più seguendo, no? Quindi
Lightning ha risolto e tu ti stai preoccupando per niente.- concluse
Harold.
Jo decise di farsi più ragionevole. -Lightning a causa tua
è pensieroso...- gli disse seria. Harold sembrò
perplesso. -E Lightning non ha un cervello!- continuò Jo
allarmata. -Ti rendi conto che la situazione è grave?! Non
devi uscirci! Semplicemente soddisfa la sua curiosità nei
tuoi confronti, chiacchiera, dagli il tuo numero di telefono, renditi
disponibile ad uscire con lui!-
-Non avevi detto che non ero costretto ad uscirci?-
-Intendevo uscire in senso amichevole, ok? Del tipo fare due passi,
tanto potrei venire anche io...-
Harold sospirò e provò ad andarsene.
“Strano, non mi segue?” probabilmente aveva deciso
di dargli il suo spazio per riflettere.
-E spiegagli che sono una ragazza!-
Non era permesso, ma Lightning stava consumando il suo panino con la
carne seduto sugli scalini.
Quando era di cattivo umore teneva le regole ancora meno in
considerazione.
La ragazzina non meritava la sua attenzione, ne era certo... ma era
comunque frustrante che lo evitasse, non aveva ancora digerito la cosa.
“Ah! Tranquillo, te la risolvo io!” gli aveva detto
Jo, il giorno prima, in tono scazzato.
“Chissà cosa intendeva...”
All'improvviso percepì una leggera pressione sulla spalla,
vide delle dita pallide, lunghe e affusolate.
-C...- prima che il visitatore potesse completare l'inquieto ciao,
Lightning lanciò un urlo e rischiò di poter
rotolare per le scale. Fortunatamente l'unica vittima fu il panino.
-Harold! Potevo morire!-
-Ops...- rispose il ragazzo con un sorriso teso. Poi
sospirò. “Dai... devo togliermi il
pensiero...” -Senti...- cominciò, poi vide che
Lightning lo guardava storto così si innervosì.
-Jo... mi ha detto... mi ha detto di dirti che lei è una
ragazza...-
-Uhm... Ok...- rispose Lightning con aria diffidente. -Lo so...-
continuò. -Però è divertente quando si
innervosisce.- confessò leggermente più allegro.
-Inoltre mi sento più a mio agio se la considero come un
ragazzo. Non devo pensare a come comportarmi... a cosa posso e non
posso dire... beh, è più comodo.-
confessò.
-Ah, ok... in effetti non hai l'aria di uno...- si interruppe
percependo lo sguardo ostile.
-Niente altro da dirmi, Harold?-
-Mi spiace di averti evitato senza darti spiegazioni... ho i miei
casini mentali e n... non posso parlartene, mi spiace...-
cercò lo sguardo dell'altro ragazzo, Lightning continuava a
fissarlo con freddo fastidio. Sospirò, gli dispiaceva, ma in
parte pensava fosse meglio così. -Se ti serve ancora, posso
darti il mio numero...-
Lightning lo guardò con sdegno. -Meh... e chi lo vuole!-
distolse lo sguardo, poi tornò a sbirciare Harold. Gli
sembrava un po' sollevato. -Dammi quel numero!- sbuffò
indispettito.
Harold sussultò. -Uhm... ok...- disse sorpreso. Si
accovacciò vicino a lui per passargli il numero.
-Sei... tranquillo indipendentemente dalla mia risposta...-
osservò Lightning dubbioso.
-Eh... diciamo che mi sono tolto un pensiero e non avevo aspettative
né positive, né negative nel venire a parlarti.
Solo molto nervosismo! In parte c'è ancora...-
confessò. -Mi fa comunque piacere se non sei così
arrabbiato con me...- provò a sorridere un po'. -Non sono
esattamente mister popolarità, sai?- scherzò
cercando di mettersi a suo agio.
-Ok...- sbuffò Lightning. -Sembri così
incasinato, che in fondo una seconda possibilità mi sento di
dartela.- disse con tono di superiorità.
Harold lo vide comunque con positività, gli sembrava
più sereno e familiare. Gli ispirava abbastanza simpatia.
“In fondo, sembra ancora un bravo ragazzo...”
sorrise leggermente.
-Dovrai uscire con me.- affermò Lightning.
Harold sgranò gli occhi, poi sorrise nervoso. -Ah si... mi
farebbe piacere uscire con te e Jo... sarebbe divertente...- disse
cercando di salvarsi.
-Eh, no caro! Solo noi due... così impari a tenermi sulle
spine...- ghignò avvicinandoselo. Harold lo stava guardando
malissimo. -Allora, che ne dici?- sospirò lasciandogli un
po' di spazio.
-E... ecco...- il sospetto tornò sotto forma di coro nella
sua testa “E' una trappola! Trappola! Aiuto! Mi vuole
fregare! Trappola, trappola, trappolaaaah!” -Ah, ok...-
sbuffò Harold. “Perchè muoio dalla
voglia di cadere in una trappola?! Mi odio così tanto?!
Ah... Fanculo! Tanto nulla può compromettere ulteriormente
la mia vita sociale a scuola... giusto?”
-Non ho capito bene...- gongolò Lightning.
-Ho detto, ok.- ribattè Harold con più sicurezza,
poi ci ripensò. “Però... non ho
più le energie per affezionarmi a qualcuno che potrebbe
tradire la mia fiducia... Ma se comincio a ragionare così
non potrò più legare con nessuno...”
-Perfetto!- disse Lightning sollevandolo da terra. Harold
arrossì e cominciò a sgambettare per farsi
posare. -Ci vediamo dopo, allora...- disse mettendolo giù.
Harold riprese fiato e cercò di abbassare le palpitazioni.
“D-deve essere un incubo! Di ritorno dalla seconda
elementare...” sospirò. “Era piuttosto
imbarazzante nei suoi confronti all'epoca...”
pensò con imbarazzo e un po' di tenerezza.
-Eh... andiamo alla mensa insieme? Il mio pranzo è morto...
e a te mangiare qualcosa in più non può far
male.- suggerì Lightning tornando indietro.
-Uh... Perchè no?-
Angolo dell'autrice:
Se non state seguendo Dramarama (estremamente probabile, a differenza
mia, avrete un ottimo istinto di autoconservazione...) probabilmente
questa combinazione vi risulterà molto casuale, beh, anche
se lo stesse seguendo vi potrebbe sembrare uno spunto debole, ma ci
vuole poco per trovare spunto per delle crack-pairing (anche se magari
ci sono coppie che nel cartone avrebbero più spunti ma per
cui non mi viene alcuna ispirazione...)
Praticamente, nell'episodio in cui viene introdotto Lightning, Harold,
dopo che il bambino nuovo gli ha diviso a metà una mela in
testa, lo definisce “handsome” (attraente/bello)
poi si corregge imbarazzato, gli sorride e arrossisce. Ho trovato la
cosa curiosa anche per un motivo che non c'entra col cartone in
sé... quando ho saputo che sarebbe subentrato Lightning nel
cast, ho pensato che magari avrebbero potuto usare il suo confondere
maschi e femmine per qualche scenetta, è il personaggio che
più facilmente mi sembrava compatibile con questo tipo di
scena era Harold, quindi mi sono sentita un po' una veggente (scarsa,
ma sempre veggente) quando ho visto che effettivamente avevano
costruito una scenetta queer proprio con questi due... anche se con
motivazioni e implicazioni molto diverse da quelle che avevo ipotizzato
io...
Comunque, spero che questo capitolo e le interazioni fra i personaggi
vi siano piaciute.
Se volete anche darmi qualche parere, mi fa piacere, sarò
lieta di ascoltarvi.
Alla prossima!
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Capitolo 19 *** AnneMaria&Zoey ***
Zoey era un po' a disagio mentre aspettava al tavolino di una
caffetteria, ma si diede forza convincendosi di star facendo la brava
ragazza.
In ritardo, “Sicuramente, elegantemente in ritardo, secondo
lei...” un'abbronzata italo-americana, dalla chioma
spaventosamente gonfia e ondulata, decise di farsi viva.
-Ehilà, principessa Leia!- la salutò Anne Maria
con apparente confidenza.
A Zoey non piaceva quell'insensato nomignolo, ma le diede il beneficio
del dubbio convincendosi che non l'avesse fatto per infastidirla e
cercò di sorriderle calorosamente.
-Ciao Principessa Bitorzolo, come va?- vide che Anne Maria aveva
cominciato a guardarla male. -Ehm... era solo una battuta simpatica
sulla tua capigliatura...- si giustificò la rossa.
Anne Maria si sistemò, infastidita, la capigliatura, ma si
sforzò di tornare cordiale. -Ah... carina... che senso
dell'umorismo eccezionale che hai...- ma non era affatto credibile.
Le due sospirarono. Zoey le sorrise cercando complicità
almeno nel disagio, Anne Maria cercò di imitarla continuando
ad apparire poco genuina. “Almeno ci prova,
credo...” -Allora, Anne Maria, di cosa volevi parlarmi?- ma
Anne Maria stava ordinando, poi mandò via il cameriere.
-S-scusa... ma se volevo anche io qualcosa?- disse risparmiandosi un
commento anche sul fatto che avesse ignorato la sua domanda.
-Tranquilla, per far prima ho ordinato anche per te.-
-Ok... comunque dicevo, come mai mi hai in...-
-Prima mangiamo!- la interruppe Anne Maria con eccessiva euforia.
-Ok...- mormorò Zoey un po' sospettosa.
Zoey si vide arrivare una cheesecake... nonostante si fosse messa a
dieta... Ringraziò comunque Anne Maria del pensiero che
rispose vantandosi del proprio ottimo gusto e le due cominciarono a
chiacchierare, o meglio, Anne Maria cominciò a parlare dei
fatti suoi.
A Zoey faceva anche piacere quella specie di atmosfera leggera che si
stava generando, ma si sentiva manipolata...
La rossa sospirò e si alzò dalla sedia. -Ehi!
Dove vai?- la chiamò Anne Maria.
-Senti, a me fa piacere socializzare, per quanto non capisca da dove ti
sia uscita questa voglia... ma preferirei che mi dicessi
perchè mi hai spinta a venire qui, prima di tutto.- disse
con tono stizzito.
Anne Maria la guardò un po' stupita, poi fece un sorriso
compiaciuto. -Quindi questa creaturina spaventata è capace
di imporsi? O almeno di provarci che è meglio di niente...-
-Beh sì... E non sono una creaturina spaventata...- disse
tornando al posto. -Forse lo ero quando mi hai conosciuta, ma mi sono
rafforzata.- le sorrise con fierezza. Anne Maria rise causandole
qualche perplessità.
-Mi spiace, ma per quanto tu possa essere una buona... decente...
attrice, non mi hai mai incantato. La povera timida e solitaria Zoey?
Ma se ti sei messa a socializzare subito? Avrei capito se avessi fatto
la parte di quella solitaria per scelta che poi cambia idea, un po'
come la darkettona del primo cast, ma per come te l'hanno messa
giù gli autori dietro lo show, non era affatto credibile!
Poi guardati... non sarai al mio livello, ma per un allupato medio sei
comunque uno schianto... chi ci crede che gli altri ti tenessero alla
larga?-
-Sei! S-sei!- Zoey arrabbiata cercava le parole giuste. -Sei una
superficiale!-
-Oh... oh, no! Che offesa!- disse Anne Maria facendo scena.
-Che altro dovrei dire?! Sei troppo megalomane per capire quanto una
persona possa essere insicura! L'aspetto non c'entra un cazzo!-
-Ooooh? Hai davvero detto una brutta parola?- chiese divertita. Zoey
digrignò i denti tenendo le braccia conserte, poi si
alzò. -Beh, se sei migliorata così facilmente,
significa che l'insicurezza non era poi un problema così
grosso, eh?- continuò Anne Maria.
Zoey non riuscì a resistere dal rispondere e
tornò indietro. -Non che una megalomane come te possa
capire, ma l'insicurezza porta a ingigantire i problemi!-
-Ok... facciamo che ti credo e tu non stavi recitando... e del tuo
fidanzato? Che mi dici?-
-Che sei un insensibile! Aveva un disturbo!-
-Un disturbo che guarisce con la forza dell'amore... molto credibile!
Un amore così puro che quello non voleva neanche metterti al
corrente del suo disturbo... una relazione che comincia con una bugia
così importante... amore puro... ok...- la sfottè
allegramente. Era sorpresa che la rossa, non più solo di
capelli ma anche di faccia, non stesse venendo alle mani.
-Essere rifiutata da Mike ti ha scottato tanto?- Zoey finse un sorriso
compassionevole.
-Ok, santarellina. Visto che fai tanto quella sensibile, facciamo un
gioco... premettendo che a me di quel debosciato non potrebbe
fregarmene meno, va a ritroso e mettiti nei miei panni...- propose Anne
Maria. Poi tamburellò sul tavolo, con le lunghe unghie
ingellate e multicolore, mentre attendeva pazientemente.
La rossa di rabbia, cercò di mettere da parte quel
sentimento per riflettere, anche se ciò significava fare il
gioco di Anne Maria. “La batterò al suo stesso
gioco!” si fece forza... anche se concentrarsi con quel
rumore di unghie rinforzate era un'impresa...
La rabbia di Zoey si spense parzialmente, per quanto l'atteggiamento di
Anne Maria continua ad irritarla, sospirò. -Dal tuo punto di
vista, ero io a lamentarmi e vederti come una stronza perchè
non ricevevo attenzioni da un tizio palesemente interessato a te... e
ti sei sentita tradita da Mike che dal tuo punto di vista si
è solo finto interessato a te facendoti fare la figura della
stronza scema... Perchè tu non credi che Mike fosse davvero
malato, ma che fosse tutta una scenata fatta per il reality
di cui eri all'oscuro...- Anne Maria applaudì
soddisfatta. -Uhm... beh sì, suppongo che visto
dall'esterno, il disturbo di Mike possa apparire abbastanza sospetto,
ma se lo conoscessi un po' meglio...- per un attimo ebbe l'impressione
che sul volto di Anne Maria fosse apparsa un'espressione colpevole...
-L'ho visto il tuo fidanzato, eppure non mi ha convinta...- disse
infastidita.
-Ora non ha più il disturbo...- Zoey sospirò,
sapeva che era inutile. -Quindi mi hai invitata qui per toglierti
qualche sassolino dalla scarpa? O volevi che ti dessi qualche
soddisfazione litigando?- “Volevi farmi abbassare al tuo
livello per sentirti meglio e pensare che in fondo ero pessima come ti
sembravo?” quell'ipotesi la soddisfaceva, la faceva sentire
vincente anche se quel moto d'orgoglio le attivava anche un po' di
senso di colpa...
-Tu come mai hai accettato?- chiese Anne Maria evitando nuovamente la
domanda.
-Ti sembrerà strano, vista la pessima considerazione che hai
di lui, ma è stato proprio Mike a convincermi.- disse Zoey
con aria sognante. -E' un così bravo ragazzo! Evidentemente
vuole che non abbia conti in sospeso ed è preoccupato che
col tuo carattere tu abbia difficoltà ad essere sincera e
amichevole!-
Anne Maria la guardò storto. -Non riesci proprio a non fare
quella moralmente superiore, eh?- disse stizzita, poi assunse
nuovamente un aria colpevole, almeno per mezzo secondo. -Ma forse Mike
ha ragione, sei davvero troppo santa per chiunque...-
-M-ma no... non vorrei che mi avessi fraintesa, non mi considero
né una santa, né nulla del genere... anzi, non
sono bravissima a capire quando devo stare zitta per non ferire
qualcuno, a quanto pare...-
-Odio le false modeste anche di più delle santarelline...-
Anne Maria la fulminò con lo sguardo. -E poi, chi avresti
ferito? Se bastasse così poco, non sarei la meraviglia che
hai davanti in questo momento!- disse fiduciosa. Ma il sorriso
amichevole di Zoey la fece spegnere... -Ma ammetto che sei
più dignitosa di quanto mi aspettassi, credevo di riuscire a
farti frignare come una vitella o che mi avresti aggredita come una
gatta pazza... per questo ti ho chiesto di incontrarmi in un luogo dove
ci fossero testimoni...- confessò scherzando.
Zoey decise di prenderla con filosofia. -Beh, avendo a che fare con un
ex galeotto, ho dovuto imparare ad essere molto paziente.- disse la
ragazza facendo l'occhiolino.
Anne Maria rise. -Galeotto? Parli del mollaccione dalla cresta verde?-
-Non comprendo perchè comportarsi in modo decente debba
essere un male per il fascino di un ragazzo.- disse Zoey offesa, teneva
le braccia conserte e dondolava le gambe.
-Il così detto, orco chiodato, ti piace?- chiese Anne Maria
in tono ammiccante. Zoey rise divertita facendo spegnere nuovamente il
suo sorriso.
-Hai completamente frainteso.- la rossa sembrava spaventosamente
innocente. -Anne Maria? Qualcosa non va?- chiese Zoey notando il
turbamento della ragazza.
-Eh... Diciamo che un codardo, mi ha affidato un compito molto
sgradevole!- sbottò Anne Maria innervosita. Zoey
sembrò guardarla con compassione e sincera
curiosità. -Merda, vuoi proprio rendermi il tutto
più difficile, eh?- sbuffò Anne Maria sotto voce,
anche se Zoey cominciò a insospettirsi un po'. -Beh, sono
sicura che riuscirai a reagire bene, sembri diventata abbastanza forte
e ragionevole, devo ammetterlo... mi verrebbe pure da credere che la
parte della ragazza solitaria, non fosse una recita, pensa un po!-
sorrise nervosamente, temporeggiando un'ultima volta. Forse si
ingannava sulla resistenza di Zoey e voleva solo sentirsi meno in
colpa. Ma ora mai, doveva portare a termine il suo compito di
ambasciatore. Non farlo sarebbe stato ingiusto anche nei confronti di
quella ragazza con cui avrebbe preferito non simpatizzare...
sì, avrebbe decisamente preferito che Zoey le avesse
lasciato l'impressione di essere una ragazza falsa...
Tutto era cominciato quando, una sera, Anne Maria aveva trovato una
sgradevole sorpresa nel suo pub preferito. Anche se infastidita,
andò comunque a sedersi al bancone vicino al noioso e
insignificante ragazzo che si era preso gioco di lei, quasi due anni
prima. Lei non era il tipo da tirarsi indietro davanti un potenziale
litigio...
-Ma guarda un po' chi si rivede!- disse Anne Maria con un compiaciuto
tono di sfida. Ma non ebbe nessuna risposta, Mike la ignorò
limitandosi a sospirare osservando tristemente un bicchiere
dall'insolito liquido bianco che si trovava davanti a lui.
-Pure maleducato, eh?- disse infastidita. Ma visto che l'altro
continuava a non rispondere , Anne Maria cominciò a
sospettare che il ragazzo, dall'aria triste, non stesse fingendo.
-Ooooh!- esclamò la ragazza strizzandogli un orecchio.
Finalmente il ragazzo reagì, urlando e cadendo all'indietro.
-A-Anne Maria? Ma che ti è saltato in mente?!- disse
arrabbiato, il ragazzo ancora disteso sul pavimento.
-Beh, se ti lamenti, significa che stai bene.- disse la ragazza con un
sorriso beffardo. Gli porse la mano per aiutarlo ad alzarsi. Il ragazzo
accettò l'aiuto, poi a giudicare dallo sguardo turbato che
le rivolse, se ne pentì.
-Allora, Mike, che cosa ci fai qui di bello? E da cosa dipende
quell'espressione da tizio a cui sono morti, pesce rosso, gattino,
uhm... nonna... amico immaginario... a proposito, Vito come sta?- disse
irritata sull'ultimo punto.
Mike evitò il suo sguardo. -Non sono affari tuoi.-
-E cosa stai bevendo?- chiese ignorando l'umore del ragazzo. Prese il
bicchiere sospetto e annusò. -Latte?!- esclamò
perplessa. -Beh.... sì, in effetti è molto nel
tuo personaggio...- sbuffò.
Il ragazzo se ne stava andando, così lo seguì.
-Sei anche una stalker ora?- chiese Mike spazientito.
-Hai l'aria di uno che ha due scelte; esplodere e fare qualcosa di
molto stupido o buttarsi sotto un ponte. Mi annoio, quindi, ho deciso
di venirti dietro per prevenire una tragedia. Non hai bisogno di
ringraziarmi, tranquillo.- disse più seria del dovuto.
-Perchè mi prendete tutti per un cretino!- esplose calciando
un sasso che rimbalzò contro dei lampioni e per poco non
finì per colpire Anne Maria in testa.
La ragazza si spaventò, Mike si sentì in colpa.
-M-mi spiace è che... è che...-
-A-ah...- lei rise nervosamente. -Tranquillo, è stato un
quasi incidente... beh, se mi fosse finito in testa ti avrei linciato!
Se mi avessi uccisa sarei tornata in vita e ti avrei linciato! Oppure
avrei contattato tramite seduta spiritica dei miei parenti per dirti di
linciarti!- disse trattenendo l'umore furente. -Ma... non è
successo nulla, quindi va tutto bene...-
-I-io ho un problema...- confessò Mike.
-Ah, sì? Solo uno?-
-Non intendo quello delle personalità... è un
altro...- disse Mike. Anne Maria, pur non avendoci mai creduto,
lasciò perdere, aveva troppa dignità per
mostrarsi ferita.
Mike le raccontò di avere problemi con la sua ragazza Zoey.
La sentiva distante e si sentiva geloso... sembrava che la ragazzina
rossa e crocerossina di fosse interessata molto a Duncan andandolo a
visitare in galera tutte le volte che poteva. Aveva pure trascinato
Mike ad andare a prendere Duncan quando era stato rilasciato. Lo aveva
pure costretto a partecipare ad una festa per dare il benvenuto a
quell'imbecille e, la sera, Zoey aveva prestato tutta la sua attenzione
al delinquente mentre quello la, le faceva evidentemente gli occhi
dolci. Uno spettacolo atroce per Mike...
-Quindi... credi di essere un cornuto, giusto?- riassunse Anne Maria
con sentimenti contrastanti sulla situazione. Non riusciva a sentirsi
del tutto dispiaciuta per quell'imbroglione di Mike, non riusciva a non
sentirsi annoiata da quei toni lagnosi, ma non riusciva nemmeno a
sentirsi del tutto indifferente.
-No! Zoey n-non mi tradirebbe mai...- per Anne Maria, quella era la
faccia disperata e il tono di qualcuno che conosceva benissimo la
verità, ma non voleva accettarla.
“Ah, però in fondo la rossa non ha un
così cattivo gusto, mi piace quel coatto di Duncan...
peccato per quel lato da debosciato zuccheroso mostrato nell'ultima
stagione! Persino, Mike, a confronto, sembrava un vero
uomo...”
Neppure Anne Maria sapeva cosa l'avesse portata a quello, ma i due si
ritrovarono in un motel, con Mike raggomitolato scenicamente in un
angolo ripetendo ossessivamente “Non posso farlo”
La ragazza si sentiva irritata e ferita. -Senti, non ti ho manco
sfiorato e non ti sto costringendo a fare niente!- disse
scocciata. -Se vuoi andartene, quella è la porta!-
Mike alzò lo sguardo completamente spaesato.
“Come ho fatto a trovarlo in qualche modo
attraente?” -Anche se... se ti hanno fatto le corna
è tuo dovere restituirle... devi metterti al suo livello se
vuoi riuscire a perdonarla e continuare ad amarla, altrimenti
distruggerai la tua relazione...- “Perchè continuo
a trovarlo attraente?” non gliene fregava granchè
della relazione di quella sdolcinata coppietta di ipocriti, era
semplicemente annoiata e inspiegabilmente interessata al ragazzo, ma
era anche sicura della sua logica quindi stava a suo modo facendo
un'ottima azione! ...Giusto?
-Senti, Anne Maria, non sono affatto convinto...-
-E allora, cazzo, perchè mi hai seguita fin qui? Sei forse
un cagnetto al guinzaglio?-
-Non lo so...-
-Io ti ammazzo... se non fosse illegale, io ti ammazzerei...- disse
incredula.
-Devo andarmene!- esclamò Mike alzandosi.
-Perfetto, io non ti fermerò!- sbottò Anne Maria.
La mattina seguente si svegliò accanto ad un Mike in preda
ai sensi di colpa. -E dai...- disse sbadigliando la ragazza. -Non
è stato così terribile.- tentò di
abbracciarlo, ma il ragazzo di alzò dal letto.
-Mi dispiace, devo andare...- disse gravemente. -Il mio posto
è là. Il mio amore...-
-Stai liquidando un'italo-americana citando una canzone italiana dei
tempi di mia nonna?!- disse incredula.
-Ah... ecco perchè Vito mi ha suggerito questa frase...-
disse imbarazzato.
-Ma va a fare in... ma vattene, vah!- ma finita la frase si accorse che
il ragazzo se l'era già svignata. La ragazza
sospirò, poi chiese a voce alta. -Ma ti sei almeno vestito?-
Infatti il ragazzo tornò imbarazzato a riprendere i vestiti
sotto gli occhi giudicanti di Anne Maria.
-Sei tu che mi hai messo in questa situazione...- sbuffò
Mike.
-Ah, sono io il fidanzato di Zoey? Non lo sapevo! Senti, ti ho solo
tentato, tu hai fatto tutto da solo. Prenditi, le tue
responsabilità...-
-Ma ti diverte tanto vedere gli altri distrutti?- rispose Mike dopo un
po', il tempo di elaborare.
-Sì, direi che gli ipocriti se lo meritano!- rispose
immediatamente Anne Maria e se ne andò. Mike era tentato di
seguirla, ma si trattenne non sapendo cosa dire e fare.
Qualche giorno, dopo la ragazza vide una figura familiare che si
sporgeva dal ponte.
-Mike! Non buttarti di sotto! Solo perchè sei un inutile,
ipocrita, traditore, mortalmente noioso, non meriti di morire!-
urlò Anne Maria, gesticolando mentre cominciava a salire sul
ponte.
-Cosa?!- urlò Mike. Per sbaglio si mosse troppo e cadde nel
fiume. Per fortuna sembrava ancora vivo, a giudicare dal modo in cui si
agitava.
-Non ti annegare! Resta lì a galla che ne parliamo! Possiamo
risolvere qualunque problema!- gli urlò la ragazza.
Il ragazzo si mosse fino a riva. La ragazza lo afferrò per
le spalle e lo scosse. -Come ti è saltato in mente di
tentare il suicidio?! Sei forse pazzo?! Ok, in effetti...-
-Suicidarmi? Stavo solo guardando il panorama mentre pensavo a cosa sto
facendo per la mia vita!-
-Ah... Beh, era comunque pericoloso! Infatti...-
-Anne Maria! È successa una cosa terribile!- la interruppe.
-Zoey... Z-Zoey...-
-Ti ha mollato? È incinta e non sai di chi?-
ipotizzò.
-No! Molto peggio!- disse il ragazzo angosciato. -Ho scoperto che non
mi ha mai tradito!-
-Scusa... ma davvero... No... Non capisco... Niente da fare...-
-Come fai a non capire! Io sono stato un fidanzato terribile! Mi sono
sentito geloso inutilmente! Non mi sono fidato e l'ho tradita...-
confessò inchinandosi. -Non sono al suo livello! Non sono
affatto al suo livello!-
Anne Maria sentì una strana sensazione allo stomaco
“Sensi... di colpa?” -Beh... ciò che ti
rimane da fare è... beh... dirle la verità e
vedere se ti perdona?- ipotizzò insicura. Il ragazzo
alzò lo sguardo impaurito, era molto espressivo... -Oppure
puoi nascondere la cosa è non pensarci mai più...
Senti non lo so, sono una ragazza seria io! Non mi sono mai ritrovata
in questa situazione...- ammise disorientata. Il ragazzo la
guardò dubbioso. -Oh! Non sono fidanzata quindi posso fare
ciò che voglio! Ma sono molto seria come fidanzata, dovresti
smetterla di giudicare dall'aspetto e gli atteggiamenti superficiali,
lo sai?-
-I-in realtà... in realtà credo che dovrei
lasciarla...-
-Eh?!-
-Beh... non sono capace di fidarmi di lei mentre Zoey è
così perfetta... non posso più stare al suo
fianco...-
-Sei sicuro che non sia tutta una scusa per giustificare il fatto che
lei non ti interessi più? O che non siate, entrambi,
più così interessati l'uno all'altra?-
-M-ma cosa ti salta in mente?!-
-Allora, magari dovresti aspettare di essere un po' più
lucido prima di fare qualcosa di cui ti potresti pentire...-
-E come faccio a gestire i sensi di colpa?!-
-Senti, ma io, che ne so?!-
Qualche giorno dopo, il ragazzo le telefonò dicendo che era
arrivato alla conclusione che non poteva fare altro che lasciare Zoey e
le chiese il favore di confessarlo alla fidanzata con la scusa che se
fosse stata Anne Maria a riferirglielo, Zoey avrebbe capito quanto lui
fosse un soggetto codardo e inaffidabile accettando più
volentieri la rottura. Secondo lui, lo stava facendo per lei... Secondo
Anne Maria era tutta una pessima giustificazione mentale per
nascondergli che codardo lo era davvero e non aveva bisogno di
fingere...
“Ah... perchè ho accettato di immischiarmi in
tutto questo?!” Anne Maria confessò finalmente il
tradimento di Mike e il suo ruolo in esso.
Le rosse labbra di Zoey si dischiusero in un sorriso incredulo in un
primo momento. Col passare dei secondi, la ragazza, si fece sempre
più nervosa e cominciò ad andare avanti e
indietro per il bar rimuginando. Infine chiamò a Mike per
verificare. Il ragazzo, dopo diversi squilli a vuoto, si decise a
risponderle.
Anne Maria era un po' a disagio durante la scenata della ragazza al
telefono, ma era contenta che, almeno per il momento, la rossa non
stesse rivolgendo la sua rabbia verso di lei che era innocente...
beh... più o meno...
Zoey, pallida come un lenzuolo si sedette davanti Anne Maria,
quest'ultima non sapeva cosa risponderle ed era abbastanza sicura che
fosse meglio non dirle nulla. Ma Zoey la guardava con due occhi
ardenti, desiderosa di qualcosa.
-Che vuoi che ti dica a parte, mi dispiace... oppure... vuoi sdraiarti
o dell'acqua con lo zucchero se ti senti male?- era consapevole che
atteggiarsi a salvatrice dopo ciò che aveva fatto, l'avrebbe
solo irritata, ma non sapeva come altro reagire, anche se la rossa
stava agendo meno da pazza di come temeva.
Ad un certo punto Zoey afferrò un bicchiere e lo
spaccò sul tavolo...
Prese il pezzo di vetro più grosso e lo piantò
nel mezzo degli occhi di un'incredula Anne Maria, facendo implodere il
naso per affondare nel cranio e arrivare all'encefalo con la tipica
fisica improbabile dei film splatter.
La rossa se ne andò portandosi via il vetro sgocciolante...
prossima destinazione...
“Mike... o chiunque tu sia...”
Ma questo accadde solo nell'immaginazione di Zoey che in
realtà scoppiò a piangere.
In un primo momento, Anne Maria provò a toccarle la schiena
come per confortarla. Non c'è la fece, pagò il
conto per entrambe e scappò lasciando la ragazza ad esaurire
le proprie lacrime in solitudine, ma osservata dagli occhi dei clienti.
“Mi spiace, ma le ragazze in lacrime, non sono il mio forte!
Sopratutto se c'entro io!”
Alla fine, nonostante il senso di colpa, o forse proprio a causa di
esso, Mike e Anne Maria continuarono a frequentarsi... Forse Mike si
era stancato di una ragazza perfetta o di una relazione così
piena di aspettative ed un'attrazione di fondo per Anne Marie rimaneva
a causa del “defunto” Vito.
Ad Anne Maria, non importava così tanto farsi domande. Non
si sarebbero mica sposati... semplicemente si trattava di un ragazzo
buffo, ma in qualche modo inspiegabile attraente per lei.
Caratterialmente non era il suo genere, ma prendersi una pausa dagli
spacconi poteva essere interessante... Aveva ancora il dubbio che Mike
fosse comunque un falso inaffidabile... ma l'avrebbe verificato con la
frequentazione, non aveva fretta.
La povera Zoey, invece, rimase chiusa in casa a deprimersi
per un po' tornando a diffidare dagli altri.
Fortunatamente, pur lasciandole tempo e spazi personali, Cameron, Gwen
e Duncan, si misero d'impegno per farla riprendere. Anche se
arrabbiati, sapevano che il tempo avrebbe guarito ogni ferita, dovevano
solo fare attenzione a farle guarire nel modo giusto evitando la
formazione di eventuali cicatrici...
Angolo dell'autrice:
Questo capitolo è fatto cercando di seguire il suggerimento
di Farkas di fare qualcosa su Anne Maria e Mike o Anne Maria e Zoey...
mi spiace che sia un capitolo sull'infedeltà e con un finale
non proprio lietissimo suppongo... spero che questo non lo renda
sgradevole, ma era l'unica cose che mi ispirava per tentare di lasciare
che i personaggi fossero riconoscibili un minimo... Anche se ho reso
Mike abbastanza male, probabilmente...
Nulla contro Anne Maria, sono totalmente neutra sul personaggio(in
realtà non è un problema di Anne Marie, quasi
tutti i personaggi del secondo e terzo cast, mi hanno lasciato questa
“non impressione”) Però è
stato interessante scrivere su lei e Zoey.
Grazie molte del suggerimento e grazie a tutti quelli che leggeranno il
capitolo, se voleste lasciarmi qualche impressione, mi fa piacere.
Alla prossima!
Nota:
La canzone suggerita da “Vito” è
“Tanta voglia di lei” semplicemente, l'ho sentita
alla radio, mi è rimasto in testa il ritornello e c'entrava
pure abbastanza con la situazione, così ho finito per
scriverla quando mi chiedevo cosa far rispondere a Mike... A volte ho
idee strane... a volte? Uh...
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Capitolo 20 *** Beverly/Dawn ***
Aveva contribuito a farlo prendere in giro negli anni, ma quello non
era il primo dei suoi problemi, anche se a volte si chiedeva
perchè i suoi genitori l'avessero chiamato in quel modo e in
generale perchè alcuni genitori dessero certi nomi ai
figli... divertente per esempio chiamare la propria figlia
“Ikea” però per un attimo di
divertimento del genitore, la prole potrebbe portarsi dietro un nome
attira prese in giro per anni, forse per tutta la vita.
Il suo nome non era così assurdo, era semplicemente
“Beverly”
Perchè si lamentava quindi?
Beh, la nostra cara “Beverly” era in
realtà un lui.
Era un ragazzo mulatto che soffriva di obesità e mutismo
selettivo. Tuttavia cercava di non risultare insicuro e ci riusciva
bene. Aveva un'aria calma, rassicurante e dopo la prima impressione
strana che solitamente dava, riusciva a conquistarsi un po' di fiducia
quando faceva scoprire le sue doti di inventore e la sua intelligenza.
Questo non lo rendeva esattamente popolare, perlopiù veniva
avvicinato perchè utile e perchè a volte le
persone erano più serene nelle vicinanze di qualcuno che
parlava poco, o non parlava affatto, ma ascoltava i loro problemi e
riusciva ad offrire soluzioni pratiche.
Non era sicuro di cosa l'avesse spinto a partecipare alla quarta
stagione di “A tutto reality”, guardando le
stagioni precedenti aveva notato che le capacità
non contavano. I simpaticoni potevano fare grossi errori o non fare
nulla di utile ma andare comunque avanti nel gioco, addirittura
concorrenti esplicitamente indegni di fiducia e maligni venivano
portati avanti dalla parlantina e l'ingenuità dei compagni
di squadra. Inoltre aveva l'impressione che il conduttore si
intromettesse un po' troppo per proteggere dall'eliminazione
concorrenti popolari o utili al dramma cambiando regole
improvvisamente, chiudendo un occhio davanti gli imbrogli o annunciando
convenientemente che la sfida non era ad eliminazione quando a
rischiare era qualcuno che serviva ancora ai suoi piani o a quelli
degli autori dello show.
Insomma, per quanto capace, Beverly, avrebbe dovuto prevedere di essere
messo fuori gioco prematuramente e ingiustamente.
Con quel cattivo umore, anche se la popolazione della spiaggia dei
perdenti non fosse stata costituita solo da lui e dalla mitomane
logorroica Stacy, probabilmente non sarebbe riuscito comunque a godersi
il resort.
Forse era dispiaciuto perchè quei soldi gli avrebbero fatto
comodo e avrebbero potuto finanziare un bel po' di progetti? O il
motivo era che avrebbe voluto mettere in mostra il suo talento ancora
per un po'?
Beverly non ci aveva mai pensato a fondo, credeva che gli stesse bene
essere quello silenzioso sullo sfondo che dava una mano quando poteva,
ma magari in realtà aveva voglia anche lui di stare un po'
sotto i riflettori. Nonostante la logica gli suggerisse fin dall'inizio
che rimanere a lungo fosse improbabile per lui, forse una parte di lui
aveva davvero desiderato e creduto di poter sfidare le dinamiche del
reality ed uscirne vincitore...
Il ragazzo scosse la testa, era stato eliminato e un tipo silenzioso
come lui non sarebbe mai stato rimesso in gioco da quella dramaqueen
sadica del conduttore.
Avrebbe dovuto riflettere un po' di più sui suoi bisogni e
su cosa cambiare di sé per soddisfarli. Ma non era
così semplice eliminare o aggirare un ostacolo come il
mutismo e anche se ci fosse riuscito non poteva imparare a parlare in
modo carismatico così dal nulla. Inoltre per lui, non
parlare rimaneva rassicurante e rilassante.
Doveva accettare che in quel momento la sua mente brillante e
pragmatica non gli era di grande aiuto.
Il ragazzo sospirò, senza che se ne fosse accorto era
già sera. Si distese nel nido gigante che aveva costruito e
piazzato sul tetto dell'edificio principale per sfuggire alle
chiacchiere di Stacy.
Gli dispiaceva, ma non riusciva a reggerla, era il suo opposto polare.
Una ragazza totalmente priva di logica e senso della realtà
che non faceva altro che parlare.
Per quanto lui potesse essere abituato ad ascoltare, amava il silenzio
e in quel momento non avrebbe retto le chiacchiere di Stacy come
sottofondo per i suoi pensieri.
-B, eccoti!- disse una vocina familiare ma insolitamente determinata.
Beverly sussultò e col battito cardiaco accelerato si
voltò lentamente. Sopra il tetto, dietro di lui, c'era in
piedi una piccola figura femminile dai lunghi capelli chiarissimi che
lo incatenava a sé con quegli occhi espressivi e un leggero
sorriso.
-Sono molto felice di rivederti.- gli disse Dawn, per un attimo gli
sembrò un po' nervosa.
Beverly aveva il cuore il gola. Cosa ci faceva lei lì?
Secondo i suoi calcoli un concorrente così grazioso sarebbe
dovuto rimanere più a lungo! Inoltre perchè gli
metteva tanta ansia vederla? E perchè lei sembrava contenta
di vederlo?
-B... Stai bene? Sembri agitato...- disse la ragazza con aria
preoccupata.
Poi Beverly si sentì sciocco e si calmò,
l'alternativa alla sua compagnia era Stacy. Si sentì di
nuovo in colpa, ma le cose molto probabilmente stavano in quel modo.
Successivamente si sentì anche stranito da sé, di
solito non si faceva tanti problemi quando qualcuno andava a parlargli.
Dawn gli porse un oggetto. -Offerta di pace...- sembrava una di quelle
candele profumate e teoricamente rilassanti.
Beverly era un po' perplesso ma accettò comunque l'oggetto
randomico facendo apparire un lieve sorriso sul viso della ragazza.
Lei si schiarì la voce come se dovesse farsi coraggio per
dire qualcosa. -Mi spiace per non averti dato fiducia e aver creduto
subito a Scott...-
Il ragazzo spalancò gli occhi, forse aveva capito qual'era
il motivo del suo disagio nei confronti di Dawn. Anche gli altri ex
compagni di squadra avevano creduto a Scott senza problemi, ma
probabilmente gli dispiaceva di più per Dawn
perchè rispetto agli altri sembrava più
intelligente ed intuitiva. Sì, doveva essere quello.
Il ragazzo pose la mano sulla spalla della ragazza e le sorrise per
comunicarle il suo non serbare rancore nei suoi confronti. Scott non
gli sembrava un tipo attraente ma suppose che alla ragazza dovesse
piacere. Non si spiegava in altro modo il fatto che si fosse fatta
abbindolare tanto facilmente e non poteva biasimarla. Anche se non
avendo mai avuto una cotta non poteva capirla a fondo, sapeva che era
difficile ragionare razionalmente con gli ormoni a palla, secondo la
biologia era così.
La ragazza stava arrossendo per qualche motivo. -G-guarda che non ho
mai avuto una cotta per Scott!- esclamò imbarazzata e anche
un po' infastidita.
Beverly ritirò la mano stupito. Aveva ipotizzato che la
capacità di lettura delle aure della ragazza dipendesse
dagli autori dello show che le avevano dato delle informazioni extra
sui concorrenti e le avevano detto di recitare la parte della mistica,
ma le intuizioni della ragazza erano tanto buone da farla sembrare
davvero capace di poter afferrare i pensieri altrui. In parte si
sentì a disagio, per lui essere capito non era la norma.
-Mi piacerebbe davvero fargliela pagare a quello là...-
sbuffò la ragazzina.
Beverly poteva empatizzare col suo sentirsi tradita, un po' si era
sentito così anche lui. Deglutì cercando di
scacciare la sensazione, non voleva avercela con lei o con gli ex
compagni di squadra. Anche se sospettava che almeno un po' Dawn avesse
recitato durante la loro permanenza sull'isola, si trattava di un
evenienza che era d'obbligo tenere in considerazione partecipando ad un
reality. Beverly era abituato ad osservare gli altri ed era abbastanza
sicuro che nonostante tutto quella ragazzina fosse una brava persona,
per quel motivo aveva escluso fin dall'inizio l'ipotesi che fosse in
combutta con Scott dall'inizio. Il fatto che fosse andata da lui per
scusarsi gli bastava ed era abbastanza curioso di conoscere quella
ragazza al di fuori del gioco. Sperava che lei gliene desse la
possibilità.
Nel mentre la ragazza si era seduta a gambe incrociate, teneva gli
occhi chiusi, ma aveva un' espressione che celava a fatica del rancore.
Come se si fosse sentita osservata, Dawn aprì gli occhi.
-Sto meditando, voglio purificare la mia aura dalla
negatività provocata dal quel... q-quel sociopatico!- dopo
quel piccolo sfogo, la ragazza guardò verso il basso
sentendosi un po' in imbarazzo, poi sospirò e richiuse gli
occhi per continuare a meditare. -Grazie del pensiero B, ma non
c'è bisogno che mi accompagni alla mia stanza,
rimarrò qui per un po'. Mi piace la tua compagnia e la tua
aura mi aiuta un po' a calmarmi.-
Beverly annuì e tornò a osservare le stelle dal
suo nido ancora stupito dalla quasi lettura del pensiero di cui era
capace quella ragazza.
Il giorno dopo, Dawn passò molto tempo con lui.
Una parte di Beverly voleva pensare di piacerle, l'altra continuava a
ricordargli che l'alternativa era la povera ma fastidiosa Stacy.
A Dawn era piaciuto di più Scott. Sì, lui aveva
dei lineamenti sgradevoli, ma almeno parlava e questo rendeva
più facile fidarsi forse. Quell'ipotesi lo feriva
più di quanto volesse ammettere.
Dawn gli aveva parlato parecchio di quel ragazzo fulvo, sembrava
abbastanza arrabbiata e questo lo faceva sentire un po' meglio per lei.
Temeva che quel ragazzo potesse piacerle perchè era
problematico, ma Beverly sapeva che essere intrigati da qualcuno
perchè desiderosi di aggiustarne i problemi era un pessimo
motivo per instaurare una relazione, soprattutto se la persona
anziché farsi aiutare sembrava decisa a voler sfruttare le
debolezze altrui. Gli faceva piacere che Dawn fosse capace di rendersi
conto che era bene non insistere su quell'infatuazione.
Dawn sembrava anche abbastanza arrabbiata con sé stessa, non
si dava pace per il fatto di non aver intuito immediatamente la natura
di quel ragazzo e allo stesso tempo faceva fatica ad accettare che una
persona potesse essere tanto manipolatoria.
Ascoltarla era in qualche modo liberatorio per Beverly. Forse
perchè quella ragazzina di solito così pacata era
buffa quando sembrava nervosa e infastidita quindi era una visione
insolita ed interessante da studiare. Oppure il motivo più
onesto per cui era piacevole vedere qualcuno sfogarsi su Scott era che
Beverly non poteva farlo o meglio, nessuno poteva ascoltarlo e uno
sfogo non ascoltato era più frustrante che soddisfacente.
-Beh, sono contenta di essere interessante da osservare, ma insinui un
po' troppo spesso che mi piacesse o che mi piaccia Scott e gradirei se
la smettessi e se ti fidassi quando ti dico che per me quello non
rappresentava niente.- disse la ragazza con aria imbronciata tenendo le
braccia conserte.
Beverly chinò il capo in segno di scuse, cominciava ad
abituarsi e a trovare quasi piacevole che Dawn lo capisse
così facilmente.
-Scott mi aveva incuriosito un po', volevo provare a capirlo e speravo
di riuscire a trovare qualche spiraglio per andare d'accordo, ma
purtroppo non era fattibile.- spiegò la ragazza.
-Però, ripeto, lui non mi piaceva. In realtà...-
la ragazza arrossì leggermente, poi si interruppe. -Non
voglio cambiarti se non sei a tuo agio nel farlo. Personalmente
troverei fastidioso il non riuscire a parlare, ma se tu ti senti
davvero meglio così, non ho intenzione di giudicarti e sono
contenta per te, però... Credo che sfogarsi in prima
persona, anziché immedesimarsi ascoltando lo sfogo di
un'altra persona potrebbe essere più piacevole e salutare.
Lo dico perchè prima mi sei sembrato un po' frustrato dal
non poter esprimere tu stesso i tuoi sentimenti avversi verso Scott. A
me piace passare del tempo con te anche se non parli.-
Beverly alzò le spalle e le sorrise. A lui stava bene
ascoltare e basta, erano pochi i momenti in cui si sentiva
insoddisfatto di non poter dire la sua, preferiva comunicare tramite le
azioni. Ma anche se avesse voluto non avrebbe potuto cominciare a
parlare così di punto in bianco, così preferiva
non pensarci troppo.
-Capisco... ma se volessi dell'aiuto per esercitarti, io sono
disponibile! Ma forse dovremmo entrare di più in confidenza
perchè tu ti senta davvero a tuo agio...- disse la ragazza
rimuginando. -Comunque... Hai davvero dei begli occhi.- gli disse un
po' nervosa.
Beverly si sentì a disagio, quasi nessuno faceva caso ai
suoi occhi. Pensò che quella della ragazza fosse una
strategia per entrare più in confidenza, ma funzionava
meglio attraverso uno scambio di complimenti e lui non aveva modo di
ricambiare.
Sì guardò un po' intorno e vide dei fiori di
ibisco rossi così ne prese uno e glielo mise tra i capelli,
pensava che fosse una comunicazione efficace.
La ragazza diventò rossa, fece una buffa smorfia e un
saltino all'indietro. -G-grazie...- balbettò imbarazzata.
-Però preferirei che non mutilassi più un essere
vivente p-per comunicarmi che sono bella e apprezzi i miei
complimenti...-
A Beverly gelò il sangue, si chiese come aveva fatto a non
pensarci.
-Non fa niente... purtroppo noi esseri umani non siamo educati a dare
alle altre forme di vita lo stesso valore che daremmo ad un nostro
simile così se abbassiamo la guardia, è naturale
per noi ritrovarci a ferire altri esseri viventi...- disse tristemente
la ragazza, ma si sforzò di sorridergli. -Facci
più attenzione d'ora in poi, va bene?- gli disse con un tono
pacifico. Beverly annuì e notò che nonostante
tutto, la ragazza non accennava a levarsi il fiore.
-Beh, se lo facessi il suo sacrificio sarebbe ancora più
inutile, non trovi?- disse guardando verso il basso con un'espressione
nervosa. -Comunque... non lo dico per infastidirti lo giuro, ma...
posso chiamarti Beverly? N-non è per prenderti in giro,
davvero! È che mi piace molto come nome, inoltre Bev sarebbe
un soprannome così carino!-
Davanti a quello strano entusiasmo, Beverly, anche se un po' a disagio,
non potè fare a meno di annuire accontentando la ragazza che
lo ricompensò con un sorriso particolarmente luminoso. Forse
anche i suoi genitori gli avevano dato quel nome pensando che fosse
carino? Non lo sapeva, non lo aveva mai chiesto perchè li
aveva sempre trovati gentili nonostante avessero dei modi un po' strani
e ingenui quindi non gli sembrava giusto dirgli quanto quella loro
scelta lo aveva messo in difficoltà.
I due si diressero alla piscina ma videro una massa relativamente
grossa e rosa che galleggiava in acqua come un cadavere.
-Oh no!- esclamò Dawn pensando al peggio.
Lei e Beverly corsero verso il corpo morto di Stacy che alla fine tanto
morto non era visto che sentendoli arrivare la ragazza per lo
spaventò cominciò ad agitare sgraziatamente gli
arti rischiando di affogare per davvero.
Beverly e Dawn con tutti i vestiti si gettarono in acqua per
soccorrerla.
-Ragazzi, lo capisco di essere un'attrice spettacolare, ma in quel
momento stavo solo mettendo in pratica una tattica di nuoto inventata
dalla mia trisavola! O forse senza accorgermene ho svolto con successo
un rituale di evocazione visto che fino ad ora mi sembravate spariti
nel nulla...-
I suoi soccorritori avvertirono della tristezza nel suo tono
così si sentirono in colpa per averla lasciata da sola tutto
quel tempo e per compensare rimasero tutto il giorno ad ascoltarla per
recuperare il tempo perduto.
Giunta la sera riuscirono finalmente a distaccarsi dalla ragazza per
andare nel loro posto sul tetto. Erano stremati, ma Dawn sembrava
abbastanza soddisfatta. -Spero che un giorno Stacy possa trovare
qualcuno che stia davvero bene con lei, non merita di stare da sola.-
Beverly annuì, in quel momento pensò di adorare
Dawn e la sua gentilezza. Non si sentiva più ipocrita, aveva
temuto che il motivo per cui ne apprezzava la compagnia nonostante le
irrazionalità fosse il suo aspetto, invece era davvero una
ragazza adorabile oltre che semplicemente sopportabile e graziosa.
-Forse... anche Scott non dovrebbe rimanere da solo?-
mormorò Dawn tristemente.
Beverly nonostante fosse arrabbiato con Scott, forse anche a causa
dell'influenza di Dawn, pensò che probabilmente era vero. Ma
doveva essere Scott per primo a smettere di vedere gli altri come
oggetti, inoltre era ingiusto che qualcuno si auto-costringesse a
passare il tempo con una persona con cui non stava bene per dovere e
spirito di sacrificio.
Beverly sapeva bene che per molti passare il tempo con lui potesse non
essere piacevole ma non avrebbe mai voluto costringere qualcuno a
subire la sua compagnia silenziosa.
-Bev, stare in tua compagnia non è affatto una tortura.- gli
disse Dawn dandogli la mano.
Beverly apprezzava il modo in cui la ragazza cercava di rincuorarlo, ma
in realtà non si sentiva così a disagio per quel
pensiero. Non piacere a tutti era naturale e lui stesso mal digeriva il
costringersi a passare il tempo con persone che non gli piacevano ma
non avrebbe trovato giusto considerare sé stesso, o altri,
cattive persone per un motivo simile. Anche se doveva ammettere che
piacere a più persone non gli sarebbe dispiaciuto.
-Sei pieno di buone qualità, dovresti avere più
fiducia in te stesso... forse tutta la storia di Scott ti ha abbattuto
un po'...- riflettè la ragazza.
Beverly si accorse che in realtà si sentiva molto
più tranquillo da quando era arrivata Dawn. Non pensava
più alla sua esclusione dalla gara e non si sentiva
più in difetto per il mutismo.
-Mi fa piacere.- disse la ragazza sorridendo calorosamente.
Lui pensò che fosse un peccato non poter comunicare con
tutti con quell'efficacia. Non si era mai sentito così
connesso a qualcuno. Forse se si fosse liberato del suo mutismo si
sarebbe sentito in quel modo con più persone? Quel pensiero
lo metteva in tensione.
-So che cambiare ti sembra molto difficile, ma non c'è
fretta, cerca di rilassarti un po' e di goderti questi momenti di
serenità. Poi ti organizzerai per risolvere eventuali
problemi a poco a poco... è più fattibile e meno
scoraggiante che visualizzare il problema come un invincibile ammasso
unico di cui sbarazzarsi tutto d'un fiato, no?- gli disse Dawn. -Dai,
sono sicura che ci riuscirai a liberarti di qualunque cosa affligga la
tua aura.- la ragazza gli diede una pacca sul braccio per confortarlo.
Anche se Dawn stava pensando troppo positivo per i suoi gusti, Beverly
voleva crederci inoltre apprezzava il pensiero dell'amica, forse un po'
ingenua, ma piena di buone intenzioni.
-Preferirei sentirmi presa più sul serio, ma capisco la tua
posizione. Inoltre ho qualcosa da confessarti...- disse tesa, anche
Beverly si sentì allo stesso modo all'idea che gli avesse
nascosto qualcosa di tanto grave da farla sentire nervosa.
-Ho trascurato Stacy perchè passare il tempo con te mi piace
molto... ma davvero, davvero molto...- ammise imbarazzata. -Stavo
pensando che magari potremmo uscire insieme e cercare di non perdere i
contatti una volta tornati a casa... c-che ne dici?-
Beverly annuì, era molto contento della proposta, anche se
non capiva perchè la ragazza si fosse fatta tanti problemi.
Non gli era sembrata così tanto timida.
Dawn tirò un sospiro di sollievo. -Grazie. Meno male...- gli
sorrise timidamente. -E' la prima volta che ho un ragazzo, quindi se ti
sembro troppo strana non farci caso, ok?-
Beverly ebbe un sussulto, per poco temette di cadere giù dal
tetto.
-Oh uffa... te lo avevo detto che non mi piaceva Scott!- disse Dawn con
un piccolo sbuffo. -E probabilmente è proprio per questo che
ho subito creduto a quello... il mio debole per te mi ha reso piuttosto
irrazionale e facile da ferire...- ammise. -Come hai fatto a non
accorgertene, Beverly? Non sei forse intelligente?- nonostante
l'imbarazzo, lo prese in giro giocosamente.
-N-non mi consideravo un possibile be-bersaglio di interesse... per...
per questo non ho preso in considerazione la possibilità.-
riuscì a parlare anche, se balbettando, lasciando sia Dawn
che sé stesso di stucco.
Avrebbe voluto aggiungere altro; “Visto, so parlare, non ho
alcun problema, è solo che mi secca”
“Balbetto semplicemente perchè la mia voce
è fuori allenamento, non perchè mi venga
difficile parlare.” “La verità
è che la mia mente pensa a troppa roba e se dovessi
esprimerla anche solo in parte tramite la voce non si capirebbe nulla e
mi innervosirei!” ma non riuscì a dire nient'altro
davanti all'espressione commossa di Dawn che lo assorbì
completamente. O forse era solo una scusa visto che aveva parlato fin
troppo e anche solo pensare di costruire altre frasi e pronunciarle lo
stancava da morire!
-Tranquillo, non è un problema!- disse la ragazza
gettandogli le braccia al collo. -Ma è comunque un timido,
ma importantissimo passo avanti nella nostra relazione! F-finalmente
riesco a sentire la tua voce!-
Angolo dell'autrice:
Finalmente aggiorno questa raccolta! Mi ero bloccata perchè
il capitolo che avevo pianificato aveva bisogno di più
capitoli così l'ho lasciato quell'idea in sospeso per il
momento, poi ci sono stati vari contrattempi e a livello di storie ho
finito per concentrarmi su altro.
Sono indifferente sia a questa potenziale coppia che alla
“Dott” ma considerando la prima stagione per come
hanno presentato e fatto interagire Dawn e B ho sempre avuto
l'impressione che sarebbero dovuti diventare una coppia e sarei stata
un po' curiosa di vedere una cosa simile quindi ho voluto provare a
metterli insieme in un capitolo di questa raccolta e questo
è il risultato. Un altro motivo per cui ho fatto questo
capitolo è che mi era venuta voglia di scrivere qualcosa
sulla quarta stagione, non mi aveva fatto proprio impazzire e
soprattutto il primo impatto non era molto positivo, ma aveva del
potenziale a parer mio.
Non sapevo bene come caratterizzare B, non so se è
così che la maggior parte delle persone l'avevano
immaginato, non so nemmeno se io me lo sarei immaginato
così, ma questo è il modo in cui mi è
venuto più naturale gestirlo. Purtroppo non sono abbastanza
brava da gestire un personaggio muto in una narrazione scritta. Quindi
alla fine mi sono concentrata sui suoi pensieri invece di descrivere
solo il suo comportamento e le sue azioni.
Detto questo, grazie per aver letto il capitolo, spero possa essere
stato di vostro gradimento!
Se volete darmi qualche parere ne sono contenta, ovviamente.
Alla prossima!
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Capitolo 21 *** (Scary Girl)Lauren/Damien ***
Damien era un ragazzo molto intelligente, ma a volte se ne
dimenticava... Tipo le volte in cui insisteva nell'indossare giacche
imbottite abbinate a pantaloni pesanti e maglioncini primaverili
durante l'estate per una questione di stile. O come quella volta in cui
gli venne la splendida idea di partecipare ad A tutto reality senza
avere la minima idea di come funzionasse il programma!
Pensandoci a posteriori, avrebbe fatto meglio ad approfittare che il
programma non fosse alla prima edizione per studiarselo un minimo ed
era stato molto ingenuo a pensare che gli avrebbero dato dei soldi
senza che dovesse fare niente.
Decisamente non aveva fatto una figura brillante, aveva passato il
tempo a cercare di essere eliminato perchè troppo spaventato
da quelle sfide anormali e rischiose per poi cambiare idea proprio
nell'episodio in cui i suoi compagni hanno deciso di eliminarlo
pensando di fargli un piacere...
“Beh, almeno è finita...”
pensò affondando nel divano della sua dolce e tranquilla
casetta.
In teoria sapeva che avevano già deciso di organizzare una
stagione di rivincita fra lui e gli altri. Ma il suo cervello aveva
deciso di mettere l'intelligenza in pausa per fargli ignorare
beatamente quell'informazione.
In realtà non era l'unica informazione che il suo cervello
stava cercando di ignorare... era da qualche giorno che a casa gli
arrivavano regali strani...
Libri horror con fiori e foglie secche fra le pagine...
“Foglie di piante velenose o tendenzialmente usate in pozioni
medievali...” ricordò stranito.
Gli erano arrivate anche sculture composte da piccole ossa,
probabilmente di pollo... aveva ricevuto anche arrivata una specie di
poesia che finiva con qualcosa del tipo “Le tue urla sono
musica per la mia anima.”
Damien per un attimo si era inquietato poi il suo cervello aveva
trovato delle spiegazioni comode “Saranno regali per la
vicina... magari ha trovato un fidanzato fissato con robe dark... o
è perseguitata da un maniaco?”
Ma aveva chiesto alla ragazzina e gli era sembrata sincera quando gli
aveva detto che non aveva avuto problemi di questo tipo, beh, non aveva
neanche uno spasimante gotico, ma Damien continuò a non
sentirsi particolarmente preoccupato “Sarà
sicuramente qualcuno che ha sbagliato indirizzo, peccato che si ostini
a rimanere anonimo, come faccio a rintracciarlo e fargli capire che gli
hanno dato l'indirizzo sbagliato? Ah, che stupido...”
Un giorno Damien, mentre tornava a casa dopo essere stato con degli
amici a prendere un gelato, era molto sovrappensiero. Talmente
sovrappensiero che scoprì di star passeggiando nel cimitero
comunale.
In sua difesa poteva dire che era un posto ben tenuto e con tanto
verde? Se camminava guardando il cielo quello sembrava semplicemente un
parco come un altro...
“Ok, forse ero un bel po' distratto per non essermi accorto
di essere finito qui...” disse guardandosi intorno con una
smorfia nervosa.
Cominciò a sentirsi un po' a disagio, il cielo
precedentemente limpido aveva cominciato a ricoprirsi di nuvole ma
rimaneva comunque un soffocante caldo estivo
“Perchè mi ostino a portare questa giacca? E senza
sole anche portare il cappello perde di senso...”
Improvvisamente cominciò ad avere l'impressione di essere
seguito, ma era piuttosto sicuro che si trattasse solo di suggestione.
Cominciò a venirgli in mente lo stereotipo del nero nei film
horror che moriva sempre per primo.
“Perchè penso a questa cosa? Neanche so se
è uno stereotipo basato su qualcosa di vero. Mai visti tutti
'sti film horror... Forse ci sto ripensando perchè sono
finito, non so come, in un cimitero? Forse c'entrano anche quegli
strani regali...”
Ad un certo punto gli venne l'illuminazione e capì che forse
conosceva la persona che aveva mandato quei macabri regalini e se era
come pensava, non c'era stato alcun errore, era proprio lui il
destinatario...
Per un attimo Damien rabbrividì ricordandosi di quella
ragazza... poi si tranquillizzò. “Va beh,
perchè dovrei preoccuparmene ora? Ok, sono in un cimitero,
ma mica salterà fuori da dietro una tomba a caso... E poi
non ricevo più niente di strano da quasi una settimana!
Sicuramente si sarà stancata...”
Fin da bambina, Lauren aveva avuto sempre avuto un debole per il
macabro. C'era qualcosa nelle cose troppo allegre e colorate che
l'aveva sempre urtata!
Amava invece spaventare gli altri bambini, vederli tristi e scioccati
quando rovinava i loro sogni infantili... ricordava con affetto quando
si era messa ad avvertire i compagnetti che Babbo Natale non esiste,
come funziona il sesso, che tutti loro sarebbero morti e che i loro
corpi si sarebbero dissolti nel modo più puzzolente e
inelegante possibile!
Ma aveva un debole per l'estetica infantile quando si trattava di
vestiti... amava gli indumenti delle bambole di porcellana, i fiocchi e
le pettinature infantili, peccato fosse tutto un po' troppo pastelloso
o dai colori vivaci.
Quando a dieci anni aveva conosciuto lo stile gothic lolita si era
semplicemente innamorata! E alla prima occasione era andata a tingere i
suoi capelli biondi di una specie di viola livido. La faccia disperata
di sua madre era stata così divertente! Uno dei loro ricordi
più cari e teneri...
Ma non aveva continuato la sua passione per il macabro solo da un punto
di vista estetico. Aveva coltivato anche l'interesse per i serial
killer, per i film e i libri horror, per l'esoterismo e il romanzo
gotico... Beh, era una ragazzina piena di impegni! Del resto il suo
interesse per i ragazzi tardava ad arrivare e questo, insieme al suo
modo infantile di acconciarsi e vestirsi, la faceva apparire come una
bambina inquietante da evitare, quindi non è che avesse
molti amici con cui passare il tempo. Perlomeno, non aveva molti amici
vivi...
Forse un'altra cosa che aveva solidificato il suo amore per l'estetica
e per lo stile macabro quando era bambina, era stato il programma
“A tutto reality” in particolare con una sua
concorrente...
Gwen era molto graziosa, minuta e delicata come una bambola e il suo
stile nel vestire e nel truccare non era tanto pesante ed esasperato da
diventare antiestetico agli occhi di Lauren. Sì, da bambina
aveva avuto un grosso debole per lei. Era stata una cotta per una
celebrità abbastanza fugace, Lauren si era presto resa conto
che l'amore di Gwen per il macabro era superficiale, alla fine, quella
concorrente era solo una ragazzina romantica e insicura come tante che
andava dietro i classici fighi con la chitarra o cattivi ragazzi tutto
fumo e niente arrosto. Ma che nausea!
Però, anche se breve, era stato un amore intenso. Sapere
dell'esistenza di ragazze così l'aveva fatta sentire meno
sola... nel suo piccolo e noioso paesino, non c'era nessuno che
condivideva i gusti estetici e tematici di Lauren. La biblioteca
ordinava libri di Anne Rice solo per lei, non aveva nessuno con cui
parlare di quei libri sui vampiri... anche la bibliotecaria le chiedeva
“Ok, piccina... ma mi spieghi perchè mi chiedi
questi libri? Non preferiresti qualcosa di più allegro,
romantico e adatto alla realtà? Se proprio ti piacciono i
vampiri... potresti provare Twilight!”
La Lauren sedicenne rabbrividiva al solo ricordare i brutti momenti in
cui aveva effettivamente provato a leggere quel piagnisteo di
Twilight... La cosa peggiore era che non solo ci aveva provato, ma
aveva persino finito la saga senza farci caso! Quella mormona
dell'autrice doveva aver fatto qualche patto col demonio per rendere
quella roba estremamente scorrevole... altrimenti non si spiegava come
avesse fatto a finire una saga odiandola nel mentre!
Tornando a Gwen, l'aveva accidentalmente incrociata in un museo mesi
prima. Né nei capelli, né nel trucco, c'era
traccia della dark che era stata. La cosa aveva un po' intristito
Lauren, ma allo stesso tempo le aveva messo una strana
curiosità. Era stato come rincontrare una vecchia amica e
trovandola completamente diversa, sentire il bisogno di scoprire cosa
le era successo mentre non si erano viste.
Purtroppo non si conoscevano davvero. Quindi Lauren non poteva
avvicinarsi così dal nulla.
O meglio, avrebbe potuto farlo, ma sarebbe stato davvero scocciante e
deludente se la sua ex beniamina avesse reagito chiamando qualcuno che
la portasse via con la forza e se avesse disapprovato il suo stile e i
suoi codini violacei, quindi evitò.
Ma si stranì scoprendo di approvare finalmente i gusti di
Gwen per gli uomini. Era in compagnia di un ometto afrocanadese tappo e
deboluccio.
“Deve essere davvero semplice da spaventare!”
pensò ghignando mentre se ne andava saltellando un po'
malinconica ma tutto sommato soddisfatta.
Attenzione, anche se per Lauren, Gwen, era stata una dark troppo
leggera e troppo poco interessata al macabro e anche se Lauren aveva
una leggerissima, o forse no, ossessione per i serial killer, il sangue
e le ossa, non è che fosse realmente una che avrebbe
ammazzato qualcuno. Sapeva che il gioco non valeva la candela e che
probabilmente l'omicidio era molto meno soddisfacente di quanto
sembrasse. Purtroppo... “Che gusto c'è in una
persona dalle belle urla che muore e non può più
far risuonare la sua voce nell'aria desolata di questo triste
mondo?”
Si limitava a sfogare i suoi bisogni leggendo libri e fumetti macabri e
guardando film horror. Al massimo partecipava a giochi di ruolo ed
escape room o cercava immagini disturbanti o direttamente disgustose su
siti internet specializzati. Oppure spaventava le persone quando poteva
farlo o le osservava in situazioni in cui avrebbero donato le loro
lacrime e urla spontaneamente in luoghi come i cinema, gli ospedali e i
funerali.
Insomma, robe legali e sicure... e c'era un'altra roba legale e sicura,
più o meno, per accontentare la sua sete di sangue...
Partecipare alla nuova stagione di A tutto reality!
E così aveva fatto, ma era stato un po' deludente, era
rimasta troppo poco!
Ma aveva trovato una persona persona interessante e dal modo di
strillare adorabile...
Una piccola e vergognosamente sentimentale parte di lei era stata
curiosa di vedere se il programma avrebbe attirato altri squilibrati
come lei... e non li aveva trovati! Ma la sua attenzione era stata
ironicamente catturata proprio da quell'improbabile sciocco finito in A
tutto reality senza neanche conoscere il programma.
Per quanto potesse trovare carine le strilla di Damien, Lauren non era
stata spinta ad andare in vacanza nella sua città da un
sentimento serio. Era che si annoiava, così aveva pensato di
provare a corteggiarlo a distanza con dei regali.
Sì, Lauren non aveva la minima idea di come si corteggiasse
un adolescente maschio, sopratutto in quell'epoca. Ma alla fine chi se
ne fregava? Tanto non era niente di serio!
Un pomeriggio Lauren era andata a saltellare nel cimitero comunale e
chi aveva avvistato li se non la sua adorabile preda?
Forse i suoi regali l'avevano suggestionato e portato lì?
Quindi gli erano piaciuti?
“In effetti è più o meno intelligente!
Se lo rapissi, sono sicura che potrei spingerlo a interessarsi alle
cose che piacciono a me!” ghignò silenziosamente.
“Ah, scherzo... non sono brava a prendermi cura degli esseri
viventi, lo ucciderei per sbaglio dopo pochi giorni, un gioco che non
vale la candela.”
Però continuò a seguirlo saltellando con passo
innaturalmente silenzioso. Ma doveva fare attenzione a non andare
troppo velocemente se non voleva farsi scoprire. La giacca imbottita di
Damien a causa del calore e del suo essere un indumento ingombrante e
poco aerodinamico lo rendeva piuttosto lento.
“Che preda premurosa a darsi la zappa sui piedi da sola!
È perfetto!”
Ma Damien si girò a guardarla con aria sorpresa e atterrita.
-Oh, ho riso ad alta voce?- chiese la ragazza con la sua vocetta
stridula.
Per un attimo il piede di Damien si mosse come se volesse girarsi e
fuggire, ma sembrò rinunciarci subito. Si mise a braccia
conserte e la guardò con aria severa.
-Ah, sai che scappare sarebbe inutile?- chiese Lauren avvicinando
troppo il viso a quello del ragazzo che indietreggiò
leggermente.
“Sì!” pensò Damien. -No, ti
stavo comunicando che non mi piace... essere pedinato...- voleva usare
un tono più autoritario, ma aveva tremato leggermente.
Lauren sorrise divertita. Damien temeva che fosse capace di fiutare le
bugie. Ma tutto sommato, mentre non impugnava un martello pneumatico o
altri oggetti potenzialmente mortali sembrava solo una ragazzina strana
e un inquietante...
Damien si ricordò di quando era piccolo... Veniva preso in
giro perchè veniva considerato un secchione così
giocava spesso da solo.
Era anche un bambino che si spaventava molto facilmente mentre giocava
solo nel parco. Per esempio quando il vento gli scombinava gli
indumenti o quando si impigliava la giacchetta agli arbusti e credeva
che qualcuno lo stesse tirando, o quando gli arrivava addosso una
foglia secca o un insetto che il piccolo Damien scambiava per altro.
Ad un certo punto cominciò ad immaginare che un alieno, un
fantasma o uno spirito di qualche tipo potessero spuntare dal nulla
dopo averlo osservato a lungo.
Ma pensò che magari avrebbe potuto fare amicizia con un
eventuale entità inquietante che si fosse interessata a lui.
Lo pensava un po' perchè era solo, un po' per paura. Magari
se avesse fatto simpatia all'entità, essa non l'avrebbe
aggredito o maltrattato. Ma una parte di lui sarebbe stata anche
genuinamente curiosa di fare amicizia con un essere simile.
Damien sospirò e mantenne la calma. -Vuoi venire con me a
prendere un gelato?- un po' titubante lo chiese alla ragazza.
Lei lo guardò con una smorfia cupa e sospettosa facendolo
raggelare. La ragazza, poi con un' espressione stupita
spalancò gli occhi chiarissimi talmente tanto da dare
l'impressione che potessero caderle dalle orbite e fece un passetto
indietro.
-Uhm... Ok, perchè no?- rispose lei felice sorridendo tanto
da mostrare le gengive.
Damien si incamminò con lei un po' frustrato. Avrebbe potuto
trovarla carina se non avesse fatto tutte quelle smorfie inquietanti.
O forse no, tolto il fattore inquietante, il suo carattere la faceva
sembrare troppo piccola...
“Una bambina feroce, magari appartenente a qualche specie che
mangia carne umana e tende a giocare con le prede...”
pensò il ragazzo, osservando con perplessità il
saltellare spensierato di Lauren. Se gli fosse sembrata un tantino
più civile, in realtà Damien avrebbe potuto
invidiare un po' quel modo di fare spensierato e istintivo, forse
sarebbero addirittura potuti andare d'accordo. Del resto, anche lui
aveva spesso la testa fra le nuvole.
“Però, ovviamente non l'ho invitata per la
nostalgia indotta da un ricordo d'infanzia o per curiosità e
sensazione di potenziale affinità... E' che non mi fido
affatto a stare solo con una come lei in un cimitero! Mi sento molto
più sicuro in un posto affollato!
Meglio tenerla tranquilla e amichevole piuttosto che scappare e farmi
inseguire o pedinare per gioco... Anche se spero non mi chieda di
pagare per lei... Ho già speso i soldi per un gelato oggi!
Maledizione, perchè non mi è venuta un'altra idea
per attirarla fuori dal cimitero?”
Angolo dell'autrice:
Finalmente dopo secoli, pubblico un nuovo capitolo di questa raccolta,
evviva!
Mi spiace, sono stata molto impegnata negli ultimi tempi e i capitoli
che volevo cominciare a scrivere per un motivo o per un altro non ho
ancora avuto il tempo di metterli giù...
Mi è venuto in mente questo abbinamento in modo un po'
stupido. Lavorando ad una fanfiction su Diabolik Lovers, il mio senso
del romanticismo si è probabilmente un po' distorto quindi
quando ho sentito un determinato commento inquietante di Lauren su
Damien ho pensato che fosse praticamente una dichiarazione d'amore XD
(Contesto; Diabolik Lovers è una visual novel, da cui hanno
tratto un brutto anime, almeno secondo me, in cui una tizia con i
neuroni non sempre funzionanti si ritrova bloccata in una casa con sei
vampiri dai neuroni non sempre funzionanti e con dei simpatici disturbi
comportamentali e tendenze sadiche. Detta così sembra
un'atrocità... ed effettivamente è stata una
lettura molto frustrante! Ma interessante... Ma frustrante... Ma
interessante... Ma...)
Più che un capitolo vero e proprio sulla coppia, questo
è un po' un capitolo di presentazione e descrizione dei
personaggi e del loro rapporto, probabilmente.
Non so se sono riuscita o meno a “catturare” i
personaggi. Damien non riesco a inquadrarlo del tutto mentre Lauren
è molto piatto come personaggio. E' una tipica ragazzina
sadica e inquietante che potresti trovare in alcuni anime e manga
incrociata ad Izzy. Ho voluto provare a contestualizzarla un po', alla
fine questo tipo di personaggio inquietante attira sempre la mia
attenzione.
Non so in quanti avranno visto l'ultima stagione e saranno interessati
a leggere questo capitolo, non so neanche se generalmente questa
stagione con i suoi personaggi sia piaciuta o meno (Io non so bene cosa
pensarne) ma spero che questo capitolo possa esservi piaciuto, se
volete darmi qualche parere mi fa molto piacere.
Alla prossima!
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Capitolo 22 *** Zee & MK ***
Il paesaggio scorreva velocemente attraverso il finestrino del treno,
troppo velocemente per goderselo, ma la voce del giovane uomo era
lenta, dolce e rilassata nel tentativo di richiamare un'atmosfera
serena che fungesse da riparo dal frenetico mondo esterno:
-Mi risvegliai senza un tetto sulla testa circondato da strane
creature. Ma sentivo nel mio animo che non erano cattive. Potrebbe
sembrare strano considerando che mi hanno portato via una gamba, ma
sono stato io ad accettare.
Quelle creaturine disorientate avevano bisogno di una saggia guida, ma
non potevano accettare un essere umano. Dopo essere stati cacciati per
secoli dalla nostra specie hanno subito un trauma, così ho
dovuto sacrificare la mia gamba per ricordare una creatura a loro
più familiare e rassicurante. Uno spirito dotato di una
gamba sola...-
-È di un solo occhio, ma gli occhi li hai entrambi, no? O
vuoi dirmi che uno dei due è di vetro? Potresti tirarlo
fuori per dimostrarmelo?- Mary Kate, detta MK, si era scocciata di
ascoltare il racconto fantasioso di Hezekias detto Zee.
"Tra tutte le persone con cui dovevo condividere un treno per ritornare
a casa dal reality, proprio questo qui?! Se credessi al karma
comincerei a sospettare di aver fatto qualcosa di male durante lo
show..."
-Wow Merry! Quindi conosci anche tu lo spirito giapponese ombrello, con
una sola gamba e un solo occhio?-
-Eh? Il cosa? No... È che nell'anime da cui hai scippato le
presunte origini della tua gamba in meno, oltre alla gamba, al
personaggio viene levato anche un occhio... Comunque non chiamarmi
Merry. Sono MK.- MK era un po' indispettita.
-Ah, Merry, quindi ti piace "In Spectre"? Io l'ho abbandonato alle
prime puntate... troppo da cervelloni... Bello eh! Ma non proprio nelle
mie corde!- disse Zee allegro all'idea di aver trovato uno spunto di
conversazione con la freddo compagna di viaggio.
-Ahm... Se In Spectre ti sembra cervellotico...- commentò MK
con biasimo. Non voleva continuare la conversazione ma vedeva Zee
troppo carico e temeva che avrebbe ricominciato con altre
assurdità così preferì direzionare lei
la conversazione: -Ti piace la mitologia?- "Per carità,
probabilmente avrà visto qualche fanart del mostro ombrello
oppure sarà citato in un videogioco..."
-No, no... La mitologia sembra carina! Ma quando in biblioteca ho
provato a leggere un libro sull'argomento mi ci sono addormentato
sopra! Ma i libri con le figure mi piacciono... Non è un
peccato quando smetti di fare le elementari e non ti danno
più il permesso di fare i disegni alla fine del tema?-
-No... non penso che mi sia mai mancato aggiungere disegni nei
compiti... anzi, una seccatura in meno...-
-Uhm... suppongo che abbia senso... In realtà conoscevo il
mostro ombrello perché un supplente quando ero alle medie
era molto appassionato di folclore. La vera storia di come ho perso la
mia gamba gli era piaciuta molto! Vorresti sentirla?-
-Ci sei nato con una gamba in meno.- affermò MK spazientita.
-Fammi indovinare, tua madre ha preso qualcosa che non doveva durante
la gravidanza? O si stratta di qualche anomalia genetica?-
-Wow... come fai a sapere la vera storia della mia gamba?- chiese il
ragazzo sorpreso, anche lievemente inquietato.
-Ho sabotato telecamera e microfono dei confessionali e vi ho spiati
tutti. Non lo sapevi?-
-Uhm... no.- gli occhi poco attenti di Zee la osservarono con inusuale
interesse. -Hai delle doti inaspettate MK, è un peccato non
sentirti parlare di più!-
MK lo guardò storto, poi sorrise divertita. -Seeeh... sono
sicura che ameresti ascoltare la sequela di commenti sgradevoli e
sarcastici che mi passano per la testa qualunque cosa io veda... Le
persone odiano sentirsi dire la verità, ma sì,
sono certa che per uno come te sarebbe completamente differente!- disse
sarcastica.
-È interessante in realtà.- disse Zee dandole una
pacca sulla spalla. Se MK fosse stato fisicamente più
aggressiva l'avrebbe addentata quella mano, ma non lo era
così Zee continuò ignaro: -Abbiamo un modo di
ragionare completamente opposto.-
MK si scrollò di dosso la mano del ragazzo, poi
sbuffò. -Già... Tu sei quello convinto che sia
divertente regalare emozioni inventando cavolate su come avrebbe perso
una gamba che invece non era lì dall'inizio...-
-Beh, la mia condizione genera curiosità, sarebbe deludente
scoprire che la mia gamba non c'è mai stata, non credi?-
-Meh... non vedo cosa dovrebbe esserci di soddisfacente nel raccontare
una ridicola storia che va a finire con un'amputazione.-
-È bello trovare il divertimento anche nelle piccole, Merry.
Il segreto è non ragionarci troppo e rilassarsi.-
MK sbuffò. Si buttò con la schiena all'indietro
sullo schienale in una posizione poco aggraziata. Alzò il
cappello per non farlo aderire alla testa e poggiarlo a fare ombra
sugli occhi. -Voglio dormire, non disturbarmi...- disse la ragazza
sospirando.
-La piccola e misteriosa ragazza viaggiava da sola su quel treno...-
narrò Zee descrivendo la sua compagna di viaggio. -Ma non
aveva un'aria da bambina innocente, i suoi... semi-lunghi capelli neri,
poco curati non esprimevano una particolare femminilità.
Cosa significavano? Era stati lasciati crescere in rappresentanza di
una promessa con qualcuno o con sé stessa? Vestiva
fieramente fregandosene della moda, portava una larga giacca rossa che
aumentava il suo mistero... dentro quella giacca poteva nascondersi
qualunque cosa...-
MK si rianimò con un sospiro rassegnato. Mise una mano
dentro la sua giacca. -Ok, ti restituisco il portafogli...-
-Ah grazie... Cosa?! Quanto te l'ho dato?!-
-Non me l'hai dato, cretino! Sono una cleptomane, ricordi?- disse la
ragazza un po' compiaciuta.
-Oh...- mormorò Zee riprendendo l'oggetto senza mostrare
particolare astio.
MK non lo sopportava... Non voleva perdere energie rimuginandoci
troppo, ma non lo sopportava... -Comunque tengo i capelli lunghi
semplicemente per mi secco ad andare dal parrucchiere, così
quando si allungano troppo li accorcio da sola a casaccio. Inoltre
è per dare meno nell'occhio. Una ragazza con i capelli
lunghi risulta più anonima.-
-Ti serve essere in incognito?- chiese Zee incuriosito. La ragazza lo
guardò storto e non rispose. Zee continuò. -Io
invece porto i capelli lunghi perché mi piacciono.-
-Ok, buon per te.-
Zee si alzò dal sedile, forse per andare al bagno ed MK si
rilassò al pensiero di poter stare finalmente un po'
tranquilla da sola. La magia si spezzò quando Zee
tornò con due confezioni di noccioline e due bibite e gliele
offrì. MK ne approfittò:
-Non credere che ti restituirò i soldi spesi per pagare, io
non te l'ho chiesto, mi hai preso queste cose di tua iniziativa.-
-Tranquilla, l'ho fatto in amicizia.- disse il ragazzo con
soddisfazione.
-Non pensare neanche che ti ripagherò con la mia
amicizia...- precisò la ragazza.
-Che progetti hai una volta tornata a casa?-
-Nessuno... Nessuno che io voglia condividere con uno sconosciuto su un
treno...-
-In effetti non ci siamo parlati durante il reality. Ma se cominciamo a
conoscerci non saremo più sconosciuti.- a Zee sembrava di
aver detto qualcosa di molto intelligente.
MK sbuffò -Non sei uno sconosciuto per me, ho spiato tutti i
tuoi confessionali. Finisci per sentire un po' di intimità
nei confronti delle persone che spii, sai? Ma il bello di questo tipo
di intimità è che non è reciproca! Io
ho avuto uno spiraglio sulla tua coscienza e la tua
personalità, tu invece in mano non hai niente. Per te sono
una completa sconosciuta ed è così che deve
rimanere. Hai compreso?- gli disse soddisfatta della sua stessa
spiegazione.
Zee le parve un po' perplesso e per la prima volta davvero a disagio.
-...Quindi sei una pervertita?-
MK alzò gli occhi al soffitto -No...-
-Ok.- disse il ragazzo rassicurato. -In realtà per me non
sei una sconosciuta. Tutto ciò che hai detto e fatto mi dice
molto su di te. Sei una che non passa affatto inosservata.- le fece
notare.
MK lo guardò storto, per un attimo ebbe la brutta
impressione che qualche tipo d'intelligenza il ragazzo, l'avesse.
In effetti era stato quello il suo problema ad A tutto reality. I
confessionali rubati potevano essere un ottimo strumento di strategia e
ricatto che avrebbero potuto portare MK in finale, invece era stata
eliminata prima di poter usare la sua arma perché non era
riuscita del tutto a farsi passare inosservata. Il suo modo di parlare
sarcastico e negativo alla fine era uscito fuori ma il vero passo falso
era stato pubblicare quel video sul profilo di Giulia, si era fatto
scoprire come un'ingenua.
-Ah, hai ragione, poteva filare tutto liscio, potevo essere un fantasma
che rivelava la sua vera natura solo nel finale, invece ho peccato di
hubris facendomi smascherare da sola.- ammise la ragazza. Il tono era
frustrato, ma mantenne un sorriso. Forse per nervosismo, forse per
orgoglio, forse per entrambi.
-...Ti sei ubriacata? E quando?- chiese Zee sorpreso.
-Ho detto hubris, non hubris-acata...- sottolineò MK un po'
infastidita. -Significa che ho peccato di orgoglio, è
latino...- “No, aspe' forse era greco...”
-Ah... I miei genitori sono latini! Ma non avevo mai sentito parlare di
ibris. Si può sempre scoprire qualcosa di nuovo!
Incredibile!- Zee sembrò affascinato.
-È HUBRIS. Non ibris... e con latino mi riferivo alla lingua
degli antichi romani, non allo spagnolo o al portoghese dell'America
Latina!-
Zee si limitò ad un "Oh..."
Mk sospirò per l'ennesima volta, poi cercò di
tirarsi su -Nonostante tutto ne è valsa la pena.-
affermò soddisfatta. -Ho potuto mostrare al mondo la vera,
negativa, aggressiva, sgarbatissima, Giulia!-
-Uhm... a me in realtà Giulia non è sembrata
così cattiva o la più cattiva... quello che aveva
sgridato era un velociraptor scorretto in stile Jurassic Park...
Inoltre anche Bowie emanava abbastanza malignità... Non ho
capito perché ad un certo punto tutti vi siate convinti che
la peggiore fosse Giulia. Anche tu in realtà hai delle
vibrazioni da cattivo...- osservò Zee senza malizia.
MK mise le braccia conserte e sbuffò. -Velociraptor o meno,
Giulia è stata troppo crudele! Gli ha praticamente distrutto
l'autostima!- insisté MK con gli occhi lucidi.
-Oh, sei sensibile.- osservò Zee incuriosito.
-Però scusa... Tu avresti potuto danneggiare l'autostima di
Giulia con quel video...- le fece notare con un po' di
perplessità.
Il viso di MK era corrucciato. -Se lo meritava! Ha costruito la sua
immagine di influencer sulla falsità. È vero, lo
fanno tutti, ma bisogna calcolare i rischi. Se la tua vera te stessa
è troppo differente da quella che mostri sui social prima o
poi qualcuno se ne accorgerà e ci marcerà sopra.
Ah, la dura legge della società...- disse la ragazza dandosi
un'aria rilassata e menefreghista.
-Non riesci proprio ad essere sensibile nei confronti di Giulia, eh?-
Nonostante il concetto, il tono di Zee non appariva affatto di
rimprovero, era come se stessero parlando del più e del
meno. MK lo detestava, non poteva fidarsi di una persona che si
mostrava così... chissà cosa nascondeva nel
profondo e cosa voleva ottenere... Con un temperamento simile, Zee
sarebbe stato perfetto per entrare in qualche setta dall'aria hippie.
-Quando verrai preso in giro o guardato dall'alto in basso da una
persona che si crede Dio sceso in terra, potrai capire le mie ragioni e
il perché Giulia meritava di essere smascherata.-
-Oh, cavolo, non avevo mai notato che Giulia ti prendesse in giro, mi
spiace.-
-Non l'ha fatto direttamente! Ma appartiene palesemente a quella
categoria di persone... Inoltre stava guardando tutti dall'alto in
basso, stava parlando alle nostre spalle nei confessionali, ci stava
ingannando tutti cercando si farsi passare per ciò che non
era!-
Zee appariva terribilmente confuso. -Aspetta...- disse ad MK facendo
cenno di stop con la mano, poi si grattò il mento mentre
rimetteva in ordine i pensieri. -Ah, ecco cosa non mi quadrava!- disse
soddisfatto. -Scusa Merry, ma guardare gli altri dall'alto in basso,
prenderli in giro alle spalle e non, ingannare e cercare di farsi
passare per qualcuno che non si è, non è tutto
ciò che hai fatto e hai cercato di fare tu?- aveva capito
cosa non gli quadrava, ma continuava ad essere perplesso:
-Eri infastidita da Giulia perché ti stava rubando il lavoro
o pensavi che lo stesso svolgendo meglio di te?- ipotizzò.
MK lo guardò stizzita, ma arrossì. A Zee venne
un'altra illuminazione: -Ah, ora ho veramente capito... Hai il cervello
bloccato ai concetti di noi contro di loro. Vedi Giulia come
rappresentante di una categoria completamente diversa dalla tua, magari
in immeritato vantaggio, quindi pensi di essere autorizzata a fargli
dei torti per riequilibrare la situazione o darle ciò che si
merita. Sono un genio! Anche se... non sono molto d'accordo con la tua
concentrazione del mondo... non siamo clan, noi abitanti del mondo,
siamo un unica grande famiglia...- disse sereno.
MK ringhiò -È proprio a causa di questo modo di
ragionare che sei stato eliminato dal gioco... sei stato super gentile
con tutti ed ecco come sei stato ripagato! Anzi, è stata
proprio la tua gentilezza idiota ad intralciare e irritare gli altri
che non ne potevano più di te!-
-Uhm... Sì, si hai ragione.- commentò Zee, poi la
guardò con curiosità. -Comunque...
perché ti stai scaldando? Oh... sei così
dispiaciuta per me che ti stai arrabbiando al mio posto? Ah, grazie!-
il ragazzo, lusingato, abbraccio la compagna di viaggio. MK si
paralizzò, era come se la sua anima avesse lasciato il suo
corpo per il trauma.
Poi Zee si staccò. -Ma io sto bene, non devi preoccuparti
per me.- disse fiero, poi notò la ragazza prosciugata delle
energie e le chiese preoccupato: -Tu... Tu invece stai bene?-
Passarono diversi minuti. MK infastidita aveva rimuginato sul modo in
cui Zee l'aveva fatta passare per ipocrita. -Comunque, anche senza il
mio intervento, quando A tutto reality sarebbe stato messo in onda,
tutti si sarebbero accorti della vera natura di Giulia. Non sono io ad
aver fatto qualcosa di male, sono le persone cretine che pensano di
poter nascondere le cose mentre vengono riprese dalle telecamere...-
borbottò.
-Vero.- Zee concordò. -Inoltre penso che Giulia debba
proprio ringraziarti. Ho avuto l'impressione che per lei mostrare e
accettare la sua vera natura sia stato estremamente liberatorio!
Sembrava rinata! Inoltre ha scoperto che molte persone la apprezzano
per quello che è e si sentono a loro volta liberati
guardandola esprimere la sua negatività! Sì,
Giulia ha accettato il suo ruolo nel mondo con molta grazia...-
-Già... era proprio l'effetto che desideravo ottenere...
L'ho fatto ovviamente per il suo bene...- borbottò MK
frustrata. "Possibile che in tutto ciò sia stata fregata
solo io?!" Poi sospirò -Visto... La verità, anche
se brutta è la via migliore...-
-Però si può anche trasformare in
realtà una piacevole bugia.- farneticò Zee.
-Smettila di dire cazzate...-
-O fare di una bugia un'esperienza reale che si ripercuote
positivamente sulla realtà!-
-Oh! Ma c'è la finisci con le minchiate!-
Zee sussultò per un pizzico che MK gli aveva dato. La
guardò contrariato. Dopo diversi minuti di silenzio le
chiese di nuovo: -Ora che il reality è finito, tu cosa
farai?-
MK era di nuovo con la schiena buttata sul sedile e il copricapo a
farle ombra sugli occhi come se volesse di nuovo provare ad
addormentarsi.
Ma la ragazza sospirò e rispose. -Continuerò la
mia vita grigia come se niente fosse... magari cercherò di
vendere le informazioni e gli oggetti che ho raccolto, ma per il resto,
non cambia nulla, non mi è successo nella di significativo
in questo reality. Non sono cresciuta come persona, non ho fatto
esperienze che abbiano ribaltato la mia ribaltato la mia visione
dell'esistenza, non ho nemmeno fatto amicizia con nessuno.- disse MK.
-Proprio come volevo.- Precisò con un sorriso per evitare
fraintendimenti.
Ma vedendo Zee che continuava a guardarla con perplessità
cercò di spiegarsi: -Un reality non è un buon
posto per farsi degli amici o per migliorarsi come persona.-
-Io in realtà penso che qualunque occasione, se utilizzata
bene e vista con lo spirito giusto, possa risultare utile e piacevole.-
disse il ragazzo. -Ma tranquilla, hai sempre la prossima stagione per
avere un'esperienza più divertente.- le disse fiducioso.
-Odio le persone che cercano di forzare i loro bisogni e desideri su di
me.- disse MK fulminandolo con lo sguardo. -Io sono io. Tu sei tu.
Siamo radicalmente diversi.-
-Hai ragione, scusa.- ammise Zee.
Anche il fatto che si arrendesse con tanta facilità era per
MK molto fastidioso. -Comunque non ho molte possibilità di
vincere in una seconda stagione.- ammise MK. -Il mio punto di forza era
nascondere le mie doti per agire alle spalle degli altri colpendoli di
sorpresa. Ma ormai, che posso sabotare telecamera e attrezzature per
spiarli o manipolarli a mio vantaggio è stato scoperto.-
disse la ragazza abbastanza infastidita.
-Ah, quindi ti serve qualche trovata nuova? Non disperare, sei
intelligente, sono certo che troverai qualche trucchetto per farcela. E
ora che so di che pasta sei fatta, sarò molto curioso di
guardare cosa farai la prossima volta!- le disse con entusiasmo.
MK strinse le spalle e cercò di ignorare il ragazzo "Ho...
Un amministratore?" si disse stordita.
Poco prima che il treno arrivasse alla fermata di Zee, il ragazzo la
chiamò. -Ehi. Ci scambiamo i numeri di telefono?
Così magari ci teniamo in contatto.-
MK lo guardò storto, ma accettò. Preferiva non
disdegnare nessun tipo di informazione nel caso potesse tornare utile
in futuro. Inoltre le interessava un po' poter tenere sotto controllo
Zee... Il ragazzo era irritante come pochi! MK era riuscita a tenere le
distanze e a non farsi influenzare da nessuno durante il reality ma in
quelle due ore di viaggio, il cretino era riuscito a mandare tutto a
gambe all'aria! L'aveva fatta rimuginare e l'aveva messa in
imbarazzo... Ciò lo rendeva degno della sua attenzione.
Del resto, se un genio, schivo e sarcastico come MK non si fosse di
tanto in tanto costretta a stare vicino a persone sciocche, positive ed
espansive, si sarebbe congelata lentamente nella noia e nell'apatia.
Se Zee era genuino nella sua stupidità poteva sfruttarlo, se
non lo era poteva sfruttare quelle informazioni a suo vantaggio. Si
poteva dire che comunque fosse andata, avrebbe vinto.
"Beh, più o meno... Scoprire la deludente natura delle
persone è un triste lavoro... ma qualcuno dovrà
pur farlo, no?"
Angolo dell'autrice:
Eccomi qui di nuovo! In realtà avevo scritto questo nuovo
capitolo della raccolta già da un po', dovevo solo
ricontrollarlo, ma già ho difficoltà a non
procrastinare quando c'è una temperatura vivibile...
figuriamoci in estate... (ho diverse cose teoricamente pronte per
essere pubblicate da mesi ma che in pratica non trovo mai il tempo e il
coraggio di ricontrollare... sono un caso perso...)
Di solito non metto insieme personaggi che non hanno mai interagito a
meno che non veda un filo comune che li lega, in questo caso ho fatto
un' eccezione perchè nel bene e nel male sono probabilmente
i personaggi che mi hanno colpito di più (anche i due ex/non
ex fidanzati mi sono rimasti un po' in testa... una cosa sanno fare gli
scrittori di questo cartone, far mollare le coppie... perchè
se ne sono scordati proprio 'sta stagione? O forse l'ho trovava una
sotto trama strana solo io...) e perchè, anche se non sempre
apprezzo il clichè degli opposti che si attraggono, mi piace
mettere insieme personaggi più solari e personaggi
più cupi.
MK non mi è dispiaciuta perchè è
un'adolescente abbastanza plausibile come carattere e poteva avere del
potenziale sia come personaggio da far aprire, sia come possibile
antagonista. L'ho trovata un po' fastidiosa e ipocrita a volte, ma alla
fine ci sta, apprezzo che i personaggi abbiano dei lati anche
fortemente negativi.
Mentre su Zee ho dei sentimenti contrastanti, l'ho trovato un po'
divertente e mi è venuto difficile non tifare per lui, allo
stesso tempo spesso la combinazione di ingenuità e buoni
sentimenti mi infastidisce nei personaggi (preferisco quelli che
manifestano sia sentimenti negativi che positivi) e in generale il modo
di parlare del personaggio spesso mi fa un po' antipatia...
Non so se sono riuscita a caratterizzare decentemente i personaggi,
spero di sì, spero anche che questo capitolo possa piacervi
e se mi lasciate un parere sono molto contenta!
Alla prossima!
Appunti: “In spectre” è un anime di due
stagioni da dodici episodi che parla di spiriti del folklore giapponese
e leggende metropolitane. E' carino (anche se non ho finito la seconda
stagione a causa di impegni) ma forse potrebbe risultare noioso ad
alcuni? Gli episodi hanno spesso una struttura un po' insolita e credo
che il ritmo possa essere percepito come lento, magari non è
il tipo di storia che si aspetta chi si avvicina a questo anime,
è... una specie di investigativo? Non saprei come
descriverlo... Comunque mi è venuto in mente scrivendo la
storia per la questione della gamba mancante di Zee e anche
perchè la protagonista dell'anime spesso mentirà
per mestiere si potrebbe dire.
Anche il mostro ombrello nominato da Zee è un mostro del
folklore giapponese, il Karakasa-Obake (dovrebbe significare
letteralmente mostro ombrello...) di solito è raffigurato
con un solo occhio e una gamba ma a volte può essere un po'
più antropomorfo.
E' la prima cosa a cui ho pensato pensando ad un personaggio di
“In spectre” anche se è umano, ma forse
non è un riferimento voluto, ma qualcosa a cui ho pensato
solo io ^^'
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