Colpo al cuore

di Meramadia94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lo stupro ***
Capitolo 2: *** Indagini ***
Capitolo 3: *** Una scoperta inaspettata ***
Capitolo 4: *** Il processo ***
Capitolo 5: *** Rischio di archiviazione ***
Capitolo 6: *** Colpo al cuore ***
Capitolo 7: *** Il primo affondo ***
Capitolo 8: *** La verità ***
Capitolo 9: *** Un finale felice ***



Capitolo 1
*** Lo stupro ***


Erano le undici di sera del 7 Marzo 2016 quando il tenente Benson e il detective Carisi arrivarono al pronto soccorso del Bellvue General Hospital.
Avevano ricevuto una telefonata da una dottoressa di turno al pronto soccorso che parlava di una donna violentata e in stato confusionale.
-  Graffi nell' interno della coscia sinistra, lacerazioni multiple, trauma anale e vaginale, ematoma diffuso nell'interno coscia destra... ci sono tracce di fluidi organici, ed aveva delle lesioni molto vistose sotto i palmi dei piedi...- fece la dottoressa - Probabilmente subito dopo lo stupro ha iniziato a camminare fino al pronto soccorso.-
- Non voleva dire a nessuno quello che le era successo... un comportamento molto diffuso tra le vittime...- fece Olivia - e ora come sta?- 
- Le lesioni fisiche non sono gravi. Da quelle si rimetterà molto presto... psicologicamente... lo sa meglio di me, sarà un percorso molto lungo.-
- Le ha detto come si chiama, c'è qualcuno con lei... non so, un'amica, un parente...- fece Olivia. 
La donna dissentì.
- Non voleva che avvertissimo nessuno, ma siamo soggetti ad obbligo di denuncia per questi casi...- fece la dottoressa - Siamo solo riusciti a cavarle il nome.... Gina Carisi, trentatre anni...-
Olivia guardò il suo detective, quasi sperando che le dicesse di aver sentito male... ma dalla faccia del poliziotto italo-americano non c'erano dubbi...
- Cosa....?- fece il biondo - ma... ma è sicura...- 
- Al cento per cento.- fece la dottoressa - la conoscete?- 
- Io si... è mia sorella... la più piccola...- fece Sonny - dottoressa, per favore mi dica come sta, realmente...- 
- Gliel'ho detto. Le lesioni sono compatibili con uno stupro, abbiamo già fatto il kit e spedito tutto al laboratorio... al momento sua sorella è vigile e cosciente... ma è molto provata.... mi scusi.- 
Appena il medico li ebbe lasciati soli, Sonny crollò a sedere su una delle poltrone della sala d'attesa. Non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito.... quella peste della sua sorellina aveva subito la più atroce delle violenze possibili... e lui non l'aveva protetta. Non l'aveva difesa dal mostro che le aveva distrutto la vita.
- Carisi...- fece Olivia raggiungendolo preoccupata - vuoi... vuoi che ti porti un caffè....?- 
- No. Voglio la testa del figlio di puttana che si è permesso di mettere le mani addosso a mia sorella.- fece Sonny con gli occhi lucidi dalle lacrime di rabbia - di a Barba di non perdere tempo a cercare cavilli per incriminarlo.... lo faccio fuori io stesso.- 
- Ehy.- fece Olivia - dovrei mandarti a casa solo per averti sentito dire una cosa del genere.- 
- Non me ne vado.- fece Sonny - voglio lavorare al caso.-
- E infatti a casa non ti ci mando... a patto che tu stia calmo.- fece Olivia anche se si rendeva conto che al confronto chiedere la neve a Ferragosto era una richiesta più ragionevole.
Sonny inspirò profondamente - Ok sono calmo.- 
- Perfetto.- fece Olivia.
- Vado io a parlarle.- fece Sonny prendendo la giacca.
- Sì, è meglio.- fece Olivia - ti conosce, si fida di te, è più facile che si confidi con suo fratello che con la polizia.-
...
Quando entrò nella camera in cui era ricoverata Gina, vide la ragazza seduta sul letto, con lo sguardo perso nel vuoto.
Si riscosse solo quando lo vide.
Sonny quasi ebbe un infarto quando la vide... i capelli biondi color del grano erano arruffati, e il volto era coperto di lacrime e lividi violacei, il mascara che colava, gli occhi azzurri tipici della loro famiglia erano spenti e vacui.
- Perchè sei qui....- fece Gina abbracciandosi le gambe - non ho chiesto la polizia, non volevo che avvertissero nessuno...- 
- Lo dovresti sapere che il personale medico è soggetto ad obbligo di denuncia in caso di lesioni sospette...- fece Sonny - Gina, ascolta, lo so che è difficile...ma dovresti raccontarmi cosa è successo.-
- No, non posso...- fece la donna scuotendo la  testa.
- Gina, sei stata stuprata.- fece Sonny avvicinandosi con cautela - e io sono un poliziotto e tuo fratello. Non posso far finta di niente.- 
- Ok. Vuoi sapere che è successo?- fece Gina asciugandosi una lacrima ribelle - che avevi ragione tu, avevate ragione tutti... mi sono fidata dell'uomo sbagliato, un'altra volta... che mi ha fatto capire una volta per tutte che io dagli uomini devo stare lontana... ora ho imparato la lezione, me la sono cercata...- 
- No, questo non lo devi nemmeno pensare.- fece Sonny - Solo perchè tu e questo qui siete usciti insieme una volta o due, non implicava certo che tu fossi costretta ad andarci a letto se non ti andava.-
- Io non capisco...- fece Gina - perchè mi ha fatto questo? Sembrava una persona così gentile e perbene.... credevo che fosse quello giusto....- 
- Non c'è quasi mai un perchè in questi casi...- fece Sonny - solo un istinto malato di sopraffazione. Ma possiamo fargliela pagare. Basta che tu lo denunci.- 
- E a che serve? Una  denuncia non cancellerà quello che mi ha fatto.- 
- No, questo forse no... ma potrebbe aiutarti a guarire più in fretta...- fece Sonny prendendole una mano - raccontami tutto. Se non vuoi farlo con il detective Carisi... allora sfogati con tuo fratello.- 
Gina annuì.
- Era stata una bella serata...- fece Gina - Siamo usciti insieme... siamo andati al cinema e poi a cena fuori. Abbiamo fatto una passeggiata fino a casa mia, a piedi. Quando siamo arrivati al mio cancello voleva chiamare un taxi, ma si è accorto di avere il cellulare scarico e allora gli ho detto che se voleva poteva salire per usare il mio telefono.... ti giuro che è solo per questo che l'avevo invitato di sopra...- 
Sonny la tranquillizzò - Ascolta. Per quanto mi riguarda, avresti anche potuto averlo fatto salire perchè ti andava di rotolarti un po' sul letto con lui, non era comunque autorizzato a farti quello che ti ha fatto.-
- Gli ho offerto qualcosa bere...- fece Gina - e mentre preparavo i bicchieri, mi ha preso da dietro e mi ha baciato.... all'inizio era tenero, ma poi mi ha infilato una mano sotto la camicetta...- 
- Gli hai detto di fermarsi?-  fece Sonny che iniziava a tremare per la rabbia. 
- Si...- fece Gina mentre le lacrime le annegavano il volto -gli ho detto che non ero pronta a lasciarmi andare completamente... e lì è diventato una bestia... mi ha afferrato e mi ha spinta sul letto... mi ha strappato via i vestiti e mi ha aperto le gambe... prima ancora che me ne rendessi conto si stava facendo strada a forza dentro di me...- fece scoppiando a piangere trovando rifugio tra le braccia del fratello, che tentava come poteva di calmarla.... impresa molto difficile visto che lui stesso si sentiva tremare dalla rabbia.
Aveva una voglia matta di colpire. Di trovare quel fottuto bastardo che si era approfittato impunemente della fiducia e dell'affetto di sua sorella per metterle le mani addosso... lui aveva avuto qualche minuto di gratificazione sessuale, e ora Gina stava pagando il conto più alto. 
Voleva trovarlo, spingerlo in cella di sicurezza, anche solo per cinque minuti e fargli sputare fino all'ultimo alito di vita e fargli capire come ci si sentiva nelle mani di qualcuno che non aveva pietà.
- Per favore.
Non dirlo a mamma e papà.-
- Gina... non è colpa tua.- fece Sonny prendendole il viso tra le mani - vi siete incontrati, vi siete piaciuti e sei uscita con lui. Punto.
Tutto quello che è successo dopo è stata colpa sua.- 
- Lo so... ma lo sai anche tu come sono fatti...- fece Gina - eravamo a casa mia, da soli, l'ho fatto entrare io... mi colpevolizzerebbero... come farà la gente dopo che.... oddio, non ci posso nemmeno pensare...- 
- Gina. Ascolta.- fece Sonny - tu non hai nessuna responsabilità, capito? Tu hai detto di no. E no vuol dire no.
Tutto quello che la gente può dire, familiari, passanti, avvocati del web e avvocati della difesa sono solo scuse.
Dammi retta.... ti chiedo solo di fidarti di me.-
Gina sospirò - Sonny sono molto stanca... possiamo parlarne dopo....?-
Sonny sospirò. In fondo era già molto se gli aveva detto com'era andata... per la denuncia c'era tempo. Tanto più che avevano il kit stupro e i referti del pronto soccorso.
...
...
...
Quando Sonny arrivò, i suoi colleghi e Barba non sapevano davvero come reagire. Il primo impulso era quello di corrergli incontro, abbracciarlo, dirgli che dispiaceva per quello che era successo, di poter contare su di loro per qualunque cosa, ma non sapevano se il loro collega avrebbe gradito... si, l'affeto e la solidarietà erano sempre bene accetti e ben graditi ma la verità era che l'unica cosa che davvero faceva la differenza in quel momento, era il poter dire senza ombra di dubbio che il figlio di puttana che aveva fatto una cosa simile sarebbe entrato a Rikers con le sue gambe per uscirne con le fattezze di un vecchio raggrinzito e con i piedi avanti.
Fu Olivia a rompere quel silenzio imbarazzante andandogli incontro con un abbraccio.
- Tua sorella ha deciso di sporgere denuncia?- chiese Olivia quando Carisi tornò al ''campo base'' dall'ospedale.
Sonny scosse la testa - E' sconvolta. Ha paura, è confusa... non riesce a capire perchè le abbia fatto una cosa del genere...- 
Barba gli mise davanti un bricco di caffè - Mi sa che ne hai bisogno.-
- O forse no. Ho così tanta adrenalina in circolo che credo che non dormirò per almeno due settimane.- fece Carisi declinando l'offerta.
- E infatti è decaffeinato.- insistette Barba - Dammi retta. Bevilo, così ti rilassi un po'.-
A quel punto Sonny si convinse ed iniziò a sorseggiare il caffè. 
- Il punto è che nemmeno io so darle una spiegazione...- fece Carisi. 
- Ma perchè, c'è qualcuno al mondo...- fece Amanda - che sa dire per quale oscuro motivo un uomo non riesce ad accettare un no come risposta e come diavolo faccia ad ignorare le lacrime e le suppliche della sventurata con cui ha incrociato la strada?- fece la bionda cercando di consolarlo - nessuno lo sa. E se qualcuno prova a dare una spiegazione, alla fine sembrerà sempre una giustificazione di un comportamento criminale.-
- Ti ha detto almeno come è andata?- fece Fin.
Sonny bevve un altro sorso di caffè - E' stato un Date-Rape, per farla breve...  sono usciti, e al momento dei saluti l'ha aggredita. Lo aveva fatto salire per chiamare un taxi, il tempo di prendere qualcosa da bere e lui l'ha assalita...-
- Scusa, ma non aveva il cellulare dietro?- fece  Amanda per poi dire - non sto dicendo che ti ha mentito, solo che mi pare strano che qualcuno al giorno d'oggi vada in giro senza cellulare.- 
Sonny rispose con calma - Conoscendola lo avrà dimenticato a casa o al lavoro... o magari in macchina.... mi ricordo di una volta che ha lasciato un paio di scarpe in mezzo al soggiorno e io ci sono inciampato, poco ci mancava che mi rompessi il setto nasale...
Lui invece aveva il cellulare scarico. Almeno così dice.- fece il poliziotto. 
- E' stata... una coincidenza fortuita per lui quindi... che tua sorella avesse dimenticato il suo telefono chissà dove e lui lo avesse scarico...- fece Olivia con sarcasmo - era tutto calcolato, da chissà quanto tempo...-
- Quindi ci sono gli estremi per una denuncia.- fece Barba.
- Si... ma Gina è terrorizzata all'idea di sporgerla.- fece Sonny - E' terrorizzata da quello che dirà la gente e da come reagiranno i nostri genitori.... ma giuro che se mio padre si azzarda a dire mezza parola sul fatto che lo ha fatto salire, stavolta gli rifaccio i connotati... prima però ammazzo di botte quel figlio di puttana.- 
- Ehy.- fece Olivia - adesso cerca di calmarti.- 
- Calmarmi?- fece Sonny con gli occhi di fuori - Tenente, qui non stiamo parlando di uno stronzo che faceva il fidanzatino amorevole e presuntuoso la tradiva con qualunque cosa respirasse o che stava con lei perchè era un truffatore matrimoniale.... qui parliamo di uno che l'ha aggredita e stuprata!
Come diavolo faccio a calmarmi? Non posso nemmeno consolarla, in questi casi le belle parole sono offensive...-
Amanda gli mise le mani sulle spalle per costringelo a sedersi, per cercare di calmarlo, allarmata. Non aveva mai visto il collega reagire in quel modo... sì, lo aveva visto minacciare dei pedofili e una volta ci era mancato veramente poco che rompesse le dita di una mano ad un pedofilo che aveva stuprato la nipote, ma non l'aveva mai visto così: gli occhi fuori dalle orbite e iniettati di sangue, la cravatta allentata, i capelli arruffati...
Sembrava un'altra persona.
Ma la cosa era del tutto comprensibile... in fondo si stava parlando di sua sorella. Ricordava ancora con una profonda angoscia quando pensava che Kim stesse venendo stuprata dal suo ex fidanzato. Lei aveva visto rosso. E aveva sparato senza pensarci due volte. Gesto che in futuro avrebbe potuto costarle caro. 
- Calma.... cerca di calmarti un po'... in questo stato e con un'accusa di aggressione non le sarai di nessun aiuto.- 
- Rollins ha ragione.- fece Barba - prendi un bel respiro e ragioniamo con calma... questo tizio tanto per cominciare... lo conosci, lo hai mai visto, sai da quanto si frequentavano...?- 
Sonny respirò a fondo prima di rispondere - Gina ha sempre avuto sfortuna con gli uomini...si innamora facilmente, a volte scambia l'avventura di una notte per l'inizio di un grande amore... non da molto. Forse un paio di settimane.- 
- Ok.- fece Olivia - Sai come si chiama quest'uomo misterioso?- 
- Oliver... Sì, Oliver Johnson.-
Barba lo guardò sorpreso - Non è che niente niente... sai se per caso lavora nel settore medico?-
Carisi annuì - Sì... ma non mi ha detto tanto di più...-
- Dannazione.- sbottò Barba.
- Che succede?- fece Fin.
- Succede che il tuo ex potenziale cognato è niente di meno che il proprietario della Biomedical Johnson... una compagnia che ha appena lanciato sul mercato una valvola cardiaca.-  fece Barba.
- Si, credo di aver letto qualcosa online...- fece Amanda - quella valvola ha cambiato la vita dei bambini con difetti cardiaci e degli anziani con problemi cardiovascolari.- 
- In poche parole...- fece Barba - è benvisto, lo considerano una specie di eroe e come se non bastasse ha così tanti soldi che non riuscirà a spenderli in tutta la vita, nemmeno se ci si mettesse d'impegno.-
- Ok, salva anziani e bambini, questo non fa di lui un santo.- fece Fin. Era uno schema che avevano già visto mille volte. La maggior parte degli stupratori erano uomini che non avevano il minimo problema ad avere ai loro piedi tutte le donne che volevano, ma che per qualche ragione a lui incomprensibile se non le prendevano con la forza non si divertivano, e quasi sempre avevano un'immagine ed una reputazione impeccabile.
- No, ma implica che ha un esercito di avvocati che paga fior di quattrini per tirarlo fuori dagli impicco.- fece Barba.
- Abbiamo il kit stupro, il referto del pronto soccorso, e la vittima ha raccontato tutto ad un familiare due ore dopo aver subito lo stupro.- fece Sonny - andiamo avvocato, abbiamo così tante prove contro di lui che potremmo metterci su un negozio.-
- Dimentichi un dettaglio.- fece Barba - nella maggior parte dei casi, non c'è nessuna differenza tra il referto di uno stupro e quello di un rapporto consensuale, seppur violento.-
- Ma si è rivolta alla polizia subito dopo!- fece Carisi.
- No. Si è rivolta a suo fratello, e non eri in veste ufficiale.- fece Barba - se non c'è una denuncia formale non possiamo procedere.-
- Che devo fare?- fece Sonny passandosi una mano sulla faccia. 
- Parlale. Convincila a denunciare quello schifoso.- fece Olivia - Intano noi andiamo a parlare con questo '' galantuomo''.- e nel dir così fece un cenno a Fin ed Amanda, che capirono subito.
...
...
...
Fin trovò conferma alla sua teoria quando si ritrovarono davanti ad Oliver Johnson nel suo ufficio della Johnson Biomedical. Esistevano uomini che malgrado avessero tutte le carte in regola per avere successo con le donne, non si divertivano se non le prendevano con la forza.
Lineamenti fini e delicati, occhi azzurri, capelli neri e corti, un leggero accenno di barba, molto attento all'aspetto esteriore, elegante, sui trent'anni ed era già un imprenditore di successo, tant'era che già guidava un azienda molto fiorente e tutti lo consideravano una specie di eroe.
Insomma, era un uomo che non aveva nemmeno bisogno di chiedere ad una donna ( a un uomo, a seconda dei casi) di fare sesso con lui ma malgrado ciò, nonostante avesse tutte le carte in regola per riuscire con le donne aveva deciso che per avere una donna doveva ricorrere alla violenza.
I due detective lo ragguardarono subito sul motivo della loro visita.
- Si...- fece Oliver - Io e Gina siamo stati insieme... non vedo qual'è il problema. E' normale che due persone che si frequentano e stanno insieme facciano l'amore.- 
- Ah davvero?- fece Amanda - sbattere una donna sul letto, obbligarla ad aprire le gambe  e farsi strada a forza dentro di lei, malgrado le lacrime e le suppliche, lei lo chiama fare l'amore?- chiese pensando che se Carisi fosse stato presente, minimo lo avrebbe attaccato al muro per poi prenderlo a pugni fino a fargli supplicare pietà.
E non avrebbe avuto tutti i torti. Anzi, sicuramente se glielo avessero chiesto avrebbe detto che il signor Johnson gli aveva messo le mani addosso per primo e che dunque il detective Carisi aveva dovuto difendersi. 
- Andiamo, ora non esageri.... può essere che sia stato troppo passionale,  ma non è successo niente di grave.- 
Fin stava sinceramente pensando di massacrarlo di botte e cancellargli quel sorrisetto arrogante dalla faccia - Niente di grave?!?! Ha camminato per la strada a piedi scalzi e con i vestiti strappati fino al pronto soccorso... quella ragazza era sconvolta, e mi dia retta, ne ho viste tante da quando lavoro in polizia e so riconoscere una che ha avuto un rapporto consensuale da una che ha subito una violenza.- 
- Ed io so anche che ci sono ragazze che dicono di essere state violentate per non ammettere con i familiari di aver fatto le sceme in giro...- fece Oliver - So che viene da una famiglia cattolica, sa una di quelle che sono fissate con la preghiera prima di mangiare, la verginità fino al matrimonio e altre stronzate bigotte... si sarà spaventata all'idea di dover dire alla sua famiglia che avevamo fatto sesso, tutto qui.-
- No, quello che lei ha fatto con Gina non è sesso.- fece Amanda - è stupro. E lo dimostreremo.- 
- In tal caso credo che chiamerò un avvocato.- fece Oliver.
- E' un suo diritto.- fece Fin tirando fuori un mandato ed un bastoncino di cotone con una provetta - però intanto ci serve un campione di DNA.-
- Tutto questo è ridicolo.- fece Oliver stizzito. 
- Senta lei può essere considerato il paladino dei bambini e degli anziani malati, ma questo non la eleva al di sopra della legge, quindi se un mandato firmato dal giudice le dice di sottoporsi ad un prelievo, lei obbedisce. E zitto.- lo fulminò Amanda.
Oliver sbuffò ed aprì la bocca.
- Visto?- fece Fin una volta finito - Non mi pareva una cosa così complicata.- 
...
...
...
Nel frattempo, Gina era stata dimessa dall'ospedale. E non potendo tornare nel suo appartamento in quanto scena del crimine, Sonny  decise che la sorella sarebbe stata da lui fino a quando casa sua non fosse di nuovo agibile. 
La giovane non fece troppe storie a riguardo. Appena arrivata a casa del fratello si raggomitolò sul divano abbracciando un cuscino.
- Tè verde con miele.- fece Sonny porgendole una tazza da cui si sprigionava un gradevole odore ed un piattino con qualche biscotto - assaggia.- 
Gina dissentì - No grazie, Sonny... non mi va.-
- Gina, non puoi ridurti così... devi mangiare qualcosa o ti ammalerai.- fece Sonny. 
- Almeno così ho qualcos'altro a cui pensare.... ho ancora quell'immagine davanti agli occhi...- fece Gina mentre una lacrima solitaria le solcava il volto... ovunque lei si girasse vedeva ancora quell'uomo, a cui aveva voluto bene sinceramente, di cui si era fidata allargarle a forza le gambe mentre si sbottonava i pantaloni... sentiva le sue mani ovunque e la sua voce dire '' Ho aspettato fin troppo'' - mi dispiace... faccio solo casini....- 
- Ehy...- fece Sonny - ascoltami bene. Non è colpa tua. Puoi aver combinato tutto quello che ti pare, ma non c'è una sola cosa in questa storia che possa insinuare che sia stata colpa tua.-
- Sì invece... sono io che l'ho fatto salire a casa.- 
- Non ha nessuna importanza.- fece Sonny. 
- Comunque stai certo che adesso l'ho imparata la lezione....- fece Gina mentre le lacrime ricominciavano a scendere copiose - giuro, non mi avvicinerò più ad un uomo finchè sarò in vita...- 
Sonny sgranò gli occhi - Ma di che accidenti stai parlando?- 
- Sonny, per favore... lo dovresti sapere. Ogni volta che con un uomo che mi piace sembra funzionare, presto o tardi salta sempre fuori qualcosa... debiti, famiglie nascoste, amanti, una volta ho persino rimorchiato un gigolò.... ci potrei scrivere un elenco del telefono con i nomi dei miei ex...
Ora l'ho capita la lezione. Non dovete più preoccuparvi.- 
- Non è colpa tua se hai incontrato solo persone sbagliate e le persone sbagliate sanno fingere benissimo.- fece Sonny guardandola negli occhi - dai retta a tuo fratello.... a quello a cui infilavi le puntine da disegno nelle tasche del giaccone per ripicca, quando era occupato per giocare con te... 
Un giorno incontrerai una persona speciale. Che saprà farti dimenticare le delusioni d'amore e anche questa brutta esperienza... vedrà la meraviglia che hai dentro, vi innamorete, e farete l'amore. E sarà bellissimo.
Ma se vuoi davvero che ciò sia possibile... devi chiudere i conti con il passato.- 
- Come?- fece Gina.
- Denunciando quello schifoso.- fece Sonny - lo so che hai paura. Lo vedo tutti i giorni cosa comporta una denuncia per stupro... e spesso sul banco degli imputati ci finisce la parte lesa... insinuazioni, giudizi da persone che pensano di sapere tutto ma non sanno niente... ma non denunciandolo, è come se tu gli dessi ancora potere su di te... ha oltrepassato un limite, non dire niente, non denunciare è come dargli il permesso di rifarlo.-
Gina stette in silenzio per alcuni secondi prima di dire - Se lo denuncio... tu mi prometti che mi starai sempre vicino?- 
- Non devi nemmeno chiedermelo.- fece Sonny - Io sarò sempre qui per te. Per te, Teresa, Bella... mi farei strappare ogni osso del corpo se questo mi garantisse la vostra sicurezza.-
A quel punto Gina annuì.
- Ok. Lo denuncio.-

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Capitolo 2
*** Indagini ***


La mattina dopo, il detective Carisi arrivò al lavoro accompagnato da sua sorella. Entrambi avevano l'aria di chi non aveva chiuso occhio,  e il poliziotto la teneva sottobraccio, come se volesse proteggerla da ulteriori brutture.
- Tenente...- fece Sonny richiamando l'attenzione del suo capo - lei è Gina Carisi, mia sorella.- 
Le due donne si strinsero amichevolemente la mano.
- E' qui per sporgere denuncia per stupro.- fece Sonny.
Olivia le fece cenno di seguirla, e si chiusero in ufficio.
Fin si lasciò scappare un fischio.
- Beh.... devo dirlo... complimenti a vostra madre.- fece il sergente.
Il detective italo-americano lo fissò con lo sguardo di un drago sputafuoco - Lo sai vero, che se ti sente mio padre ti denuncia per molestie sessuali, se sei molto fortunato?- 
Fin sorrise - Eddai amico, stavo scherzando.-
Sonny prese posto alla sua scrivania massaggiandosi le tempie.
- Hai l'aria di uno che non ha chiuso occhio...- fece Amanda.
Sonny annuì coprendo uno sbadiglio - Ogni volta che Gina si addormentava si svegliava urlando e gridando, supplicando di non essere toccata... credo che tra tutti e due avremo dormito due ore, al massimo.- 
- Vado a prenderti un caffè e qualcosa da mangiare.- fece Amanda dirigendosi verso la break room.
- Grazie.- fece Sonny sbadigliando di nuovo. 
- Vuoi andare a riposarti un po' nel dormitorio?- fece Fin - Parlo io con Olivia...e per quanto riguarda tua sorella posso riaccompagnarla io appena finito... credo che capirebbe.- 
Sonny fece cenno di no con il capo. 
- No... Gina in questo momento ha bisogno di me, e le ho promesso che le sarei rimasto vicino fino all'ultimo.- fece Sonny - e poi ci sono abituato a fare la notte in bianco.... turni di notte, la scuola serale...- la verità è che aveva paura a rimanere da solo. Perchè sapeva che se avesse avuto tempo e modo di rimanere da solo, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata andare alla Johnson Biomedical... chiedere di quel bastardo con una scusa qualunque... poi avrebbe chiuso la porta a chiave, gli avrebbe detto chi era per fargli capire cosa lo aspettava... e poi lo avrebbe massacrato di botte, fino a fargli sputare l'anima... ci aveva pensato tutta la notte.... che in fondo ad ammazzare una persona del genere non era un grande rimorso per la sua coscienza... che molti lo avrebbero considerato un atto eroico... ma fin da quando aveva otto anni non avevano fatto altro che ripetergli di avere fiducia, che dove falliva la giustizia terrena ci pensava quella ultra-terrena... che Dio proteggeva le brave persone... e che non doveva essere il giusto a sporcarsi le mani con il sangue di un'anima condannata all'inferno.
Il ragionamento gli tornava, quando era piccolo e andava a catechismo. Quando ancora non aveva compreso a fondo quanto potesse essere cattivo il mondo che lo circondava.
Quella notte, ogni volta che Gina si addormentava aveva pensato che non poteva distruggere la sua vita e quella delle persone che amava per un animale simile... poi sentiva le urla disperate della sorella e ci ripensava. E così, a ciclo continuo, fino a quando non si era fatta l'alba e il sonno lo aveva avvolto anche se solo per due ore.
- Non vuole ancora dirlo ai nostri genitori...-fece Sonny - E non la biasimo a dire il vero... mio padre per certe cose....- 
- Non parli mai di lui.- fece Fin - Hai nominato spesso le tue sorelle, del rapporto di complicità con tua madre... ma tuo padre lo hai per poco nominato.-
- Perchè non c'è niente da dire.- fece Sonny - è il classico cattolico che pensa che i figli gli debbano rispetto, che la moglie lo riverisca e non gli risponda... ma non le ha mai messo le mani addosso... solo che...-
- Non vi ha mai reso la vita facile.- fece Fin - ma d'altronde, dimmi un padre che non ha fatto tutto il possibile per far impazzire i figli.- 
- Beh, al mio girava pure di fare gli straordinari.- fece Sonny - non ci ha mai fatto mancare nulla, ma quello che non è mai riuscito a capire è che avevamo bisogno del suo supporto, del suo sostegno... per quello è sempre stato troppo occupato. Per farci la predica su tutte le nostre scelte che per lui non erano accettabili...- se lo ricordava ancora. Ogni volta che le sue sorelle uscivano con qualcuno si trasformava nel sergente maggiore Hartman. Idem per quando sbagliavano... tipo quando alle partite di basket, con tutta la sua innata abilità nel servire, non passava quasi mai ai giocatori più bravi ma a quelli che stavano in squadra solo perchè le loro mamme si erano fatte l'allenatore... e suo padre non si era mai accorto che lo faceva per farlo innervosire, perchè gli chiedesse cosa ci fosse che non andava.
O come quando aveva sgridato aspramente Teresa per aver divorziato da suo marito dopo soli tre anni di matrimonio... per non parlare della guerra civile che si era scatenata quando Bella aveva portato a casa Tommy.
Insomma, suo padre era una brava persona, ma era anche un uomo dalla mentalità ristretta. Almeno per il momento, non era in grado di capire che Gina non aveva chiesto e voluto quello che le era capitata.
- Almeno per ora, non possiamo dirgli cosa è successo.- fece Sonny - le domande che le farebbe mio padre, gliele farà la difesa.- 
...
...
...
Nel frattempo, Gina aveva fatto la conoscenza del tenente Benson e del vice procuratore Rafaèl Barba.
- Lei deve essere l'avvocato Barba...- fece Gina rivolgendosi al procuratore - Sonny parla spesso di lei.
Barba strabuzzò gli occhi per la sorpresa - Ah. Beh... spero che mi abbia reso giustizia.-
Gina sorrise - Ha detto che a volte è un gran rompiscatole...- fece la donna per poi dire, vedendo lo sguardo dell'avvocato - ma che è un brav'uomo e che ne servirebbero di più come lei.-
Barba sorrise.
- Beh.... tuo fratello è un bravo poliziotto, siamo fortunati ad averlo qui.- fece Olivia - Gina... tuo fratello ci ha anticipato qualcosa riguardo la tua aggressione... ma dobbiamo sentirlo da te... credimi, farti rivivere quel momento è la parte che odio di più di questo lavoro.... ma va fatto.-
Gina annuì.
- Ok. Io e Oliver ci siamo conosciuti alla scuola materna dove lavoro... era venuto perchè la scuola aveva organizzato una festa per ringraziarlo del suo lavoro.... lui è...- 
- Lo sappiamo. Il produttore della valvola cardiaca  che ha rivoluzionato il mondo dei bambini e degli anziani con problemi cardiovascolari.- fece Barba.
Gina annuì.
- Abbiamo iniziato a parlare... lui era intelligente, carino, educato, sembrava interessato a me...ed io avevo bisogno di sentirmi amata....lo so cosa state pensando di me.-
Olivia la rassicurò - No invece.
Non c'è niente di male nel desiderare di essere felice con qualcuno.-
Il racconto continuò - Da quel giorno abbiamo iniziato a frequentarci... ed io pensavo davvero di aver trovato la persona giusta. Quella con cui condividere il resto della vita, gioie e dolori...-fece Gina minacciando di scoppiare in lacrime.
Barba le offrì prontamente il suo fazzoletto mentre Olivia le versava un bicchier d'acqua.
- Grazie.- 
- Vuoi che ci fermiamo per un attimo?- chiese Olivia.
Gina fece cenno di no con il capo e continuò con il racconto - Due sere fa siamo usciti insieme. Era stata una bella serata... eravamo andati a cena e al cinema... mi ha accompagnato a casa piedi... non era una grande distanza e mi sembrava sciocco prendere la macchina... al momento di andare via si è accorto di avere il telefono scarico e l'ho fatto salire, per fargli chiamare un taxi...- 
Barba chiese - Scusi la domanda... ma lei non aveva il suo cellulare con sè?-
La risposta non si fece attendere - No. Purtroppo l'avevo dimenticato nella tasca della mia divisa del lavoro... me ne sono accorta mentre ero al cinema...- 
- Ok.- fece Olivia - poi che è successo?- 
- Ero andata in cucina per prendere qualcosa da bere... e mi ha abbracciato da dietro e mi ha baciato. All'inizio era  tenero... poi mi ha infilato le mani sotto la camicetta... ed io l'ho allontanato... so che vi sembrerà incredibile ma anche se ho avuto diverse storie...-
- Eri ancora vergine.- concluse Olivia.
Gina annuì - Vengo pur sempre da una famiglia cattolica... e nostro padre è sempre stato molto severo sull'argomento... certe volte, io, Sonny, Teresa e Bella per scherzare abbiamo detto che avrebbe perdonato un omicidio, ma un rapporto pre-matrimoniale no.-
Olivia annuì - Gli hai detto che non ti andava di fare sesso?- 
Gina annuì - Glielo avevo detto anche qualche giorno fa...che mi piaceva davvero, ma che non ero ancora pronta a lasciarmi andare del tutto... e ha detto che mi capiva, che avrebbe aspettato...
Ma quella sera è diventato una bestia... non lo riconoscevo più. Mi ha afferrato e buttato sul letto dicendo che aveva aspettato anche troppo... mi ha alzato la gonna e mi ha stuprata...io piangevo, gli urlavo di fermarsi, che mi stava facendo male... ma non si è fermato. Quando ha finito ha detto '' Spero che ti sia piaciuto come è piaciuto a me''....-
- E poi che hai fatto?- 
- Ero come svuotata...- fece Gina - continuavo a dire che non era vero, che non era successo a me, che non era stato lui... non volevo dirlo a nessuno, mi vergognavo troppo... ho camminato fino al pronto soccorso.... non so nemmeno io perchè l'ho fatto...-
- Ok, è abbastanza.- fece Olivia.
- Lo arresterete?- fece Gina.
- C'è una denuncia ufficiale e un kit stupro.- fece Barba - e di solito basta questo.... però con i casi di aggresione in cui l'aggressore è il compagno o qualcuno con cui la vittima aveva una storia le cose sono un po' complicate.- 
- In che senso?- 
- Che in questi casi è più facile smontare la dichiarazione della vittima dichiarando che si è trattato di un atto consensuale anche se un po' violento che prenotare un tavolo a Le Cirque.- fece l'avvocato.
Gina strabuzzò gli occhi - Lui mi ha stuprata. Mi ha immobilizzata sul letto e mi ha presa  con la  forza.-
Olivia le prese la mano - E noi ti crediamo. E dimostreremo che hai subito uno stupro... ma ci servirà il tuo aiuto.- 
Gina annuì - Certo. Farò tutto quello che posso per aiutarvi...-
...
...
...
- Aspettate...- fece Sonny che non era certo di aver capito troppo bene - che dovrebbe fare mia sorella?-
Il piano era semplice, ed erano abbastanza certi del suo buon esito, visto e considerato che non era la prima volta che attrezzavano la vittima di un microfono nascosto dopo averle chiesto di fissare un incontro con il suo aggressore e fargli ammettere la violenza perpetrata ai suoi danni in modo che per la difesa fosse quasi impossibile invocare la consensualità.
Il piano gli era sempre sembrato ottimo... ma non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe dovuto associare quell'idea a una delle persone per cui sarebbe saltato dentro un vulcano attivo e con un bel sorriso.
- No, ci dev'essere un'altra strada... -fece Sonny.
- Se ci fosse mai stata un'altra strada per far ammettere a uno stupratore quello che aveva fatto...- fece Olivia con tono quasi materno - lo avremmo già messo in pratica. Devi credermi, è l'unica soluzione possibile.- 
- Lo so, lo so... ma l'idea che Gina si ritrovi faccia a faccia con il figlio di puttana che l'ha violentata, mi fa rivoltare lo stomaco.-fece Sonny.
Amanda gli poggiò una mano sulla spalla - E' l'unico modo. Quel bastardo non ammetterà mai di averla stuprata, e ai suoi avvocati basterà insinuare che a tua sorella piacciono le maniere forti e che gli aveva già detto che le sarebbe piaciuto andare a letto con lui.
L'unica strada da percorrere è un'ammissione spontanea, mentre non sa di essere ripreso.-
- Se ti preoccupa che quello possa metterle di nuovo le mani addosso, sai che è una preoccupazione inutile.- fece Fin - Faremo in modo che l'incontro avvenga in un posto affollato... è un uomo ricco e con una reputazione solida, non oserebbe aggredirla in mezzo alla folla e in pieno giorno.
E comunque saremo sempre a due passi da lei. Se solo ci prova interveniamo.-
A quel punto Carisi si convinse.
- Ok.-
...
...
...
L'incontro venne fissato alla sede dell'azienda di Oliver Johnson, alla mensa. Gina aveva chiamato Oliver chiedendogli di parlare. Lui si era dichiarato ben disposto ad incontrarla, purchè andasse sul suo posto di lavoro in quanto impossibilitato ad allontanarsi.
E Gina aveva accettato.
In fondo, bastava che fosse un posto affollato, per evitare il rischio di far subire alla vittima un'altra aggressione.
'' Fallo parlare e insisti sull'argomento finchè non si tradisce.''- le avevano detto.
Nell'attesa ordinò un tè al limone per calmarsi.
Quando vide arrivare Oliver ebbe quasi paura. Fino a due giorni prima il suo volto si illuminava al vederlo e si sentiva la donna più felice del mondo... ora bastava la sua sola vista a farle desiderare di scappare il più lontano possibile dal pianeta terra.
Quando le si avvicinò per baciarle la testa quasi ebbe un conato di vomito.
Poi si sedette di fronte a lei, sorridente.
- Di che cosa volevi parlarmi?- fece Oliver con un insopportabile aria da sfottò sulla faccia.
Gina prese coraggio e disse - Non te lo immagini? Voglio sapere perchè mi hai fatto questo.- non ebbe bisogno di specificare a cosa si riferisse.
Oliver sbuffò annoiato - Oddio, ancora questa storia?  E comunque se la metti così, la colpa è tua.- 
- Tu mi hai stuprata e la colpa sarebbe mia?- fece Gina strabuzzando gli occhi.
- Piano con le parole.- fece Oliver - Andiamo, ci stavi mettendo troppo a deciderti, un uomo mica può aspettare all'inifinito. Ti ho fatto solo un favore.-
- Io ti volevo bene. Mi fidavo di te.- fece Gina con la voce rotta dal pianto -e tu mi hai imposto un supplizio che è peggio della morte.-
Oliver addolcì lo sguardo - Ok... forse mi sarò fatto prendere un po' la mano, ma mica sei una bambina. Tuo padre e tuo fratello te l'avranno spiegato che cosa fanno i fidanzati quando sono in intimità.-
- Sì, me l'hanno spiegato...- fece Gina con gli occhi che brillavano di rabbia e dolore - ma so anche che avevo il diritto di tirarmi indietro se non mi sentivo pronta... e tu te ne sei sbattuto.-
- Adesso mi stai stancando.- fece Oliver - sono stato un po' irruento forse, ma cosa cambia? Tanto prima o poi l'avremmo fatto comunque.
Vediamo di risolvere questa cosa tra noi e senza mettere in mezzo altri. E ricordati, che quello che faccio con la mia donna sono affari miei. Non amo che vengano sbandierati.- 
- Veramente...- fece Fin avvicinandosi - questi sono capi d'accusa.- 
Oliver guardò sopreso prima Fin e poi Gina.
- Lurida puttana...- ma prima ancora che avesse tempo e modo di reagire fu ammanettato da Fin e Olivia.
- Oliver Johnson...- fece Olivia guardandolo con disprezzo - è in arresto per stupro di primo grando.-
Mente lo portavano fuori in manette, con gli sguardi basiti e sconvolti di tutti i presenti, Olivia gli recitò a memoria i suoi diritti.
- Io adesso ti ammazzo!!!- fece Sonny uscendo dal furgone per le intercettazioni  cercando di gettarsi su si lui con l'intenzione di ammazzarlo di botte, per essere prontamente bloccato da Fin.
- Calmati.- fece Fin - Calmati.- 
- MA HAI SENTITO COS'HA DETTO QUEL MISERABILE?!?!?- fece Carisi con gli occhi lucidi di dolore e furia omicida.
Fin annuì senza mollare la presa sul collega.
- Sì, l'ho sentito, ma ti invito a tener presente che se lo portiamo all'identificazione con un occhio nero o qualche osso sbriciolato, riterranno qualunque tipo di confessione estorta, e quel bastardo sarà libero prima del tramonto e questo non aiuterà tua sorella.- fece Fin - prendi un bel respiro e calmati.-
Sonny inspirò a fondo, una, due, tre volte prima di annuire come per dire '' Ok, puoi lasciarmi''.
Fin lo lasciò.
- Dai... andiamo ad incriminare quell'arrogante bastardo.-

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Capitolo 3
*** Una scoperta inaspettata ***


Nemmeno a farlo apposta, l'avvocato di Oliver Johnson era John Buchanan. 
Carisi non potè fare a meno di dire -'' Parola mia, quando difenderà un imputato su cui c'è un'ampia possibilità che sia realmente innocente e pro-bono, verrò al lavoro in tuta e con i capelli in disordine.''
Barba  trattenne un sorriso a stento nel vedere la faccia di Buchanan dopo quel commento.
Dopo di che fece udire all'avvocato la registrazione e gli mostrò il referto medico prima di formulare l'accusa per stupro.
- Aggressione di terzo grado e avrà piena collaborazione.- fece Buchanan.
- Non se ne parla.- fece Barba con piglio deciso. 
Buchanan rise - Andiamo, è già molto se arriveremo al processo, avvocato Barba.- fece l'avvocato della difesa.
- Raramente ho avuto un caso così solido.- fece Barba - ho a disposizione il referto del pronto soccorso, il kit stupro e una registrazione audio in cui il suo cliente ammette di aver preso la vittima con la forza.- 
- Non è quello che ho sentito.- fece l'avvocato - Io ho sentito che la presunta vittima e il mio cliente stavano insieme e che l'intenzione di avere un rapporto era reciproca.- 
- Io e Gina avevamo già parlato dell'intenzione di andare a letto insieme, e l'abbiamo fatto.- fece Oliver - che sia avvenuto quella sera o che fosse avvenuto più avanti, non vedo dove sia il problema.- 
- Ah, non vedi dove sta il problema, arrogante figlio di puttana?- fece Carisi livido di rabbia caricando un pugno, auto imponendosi di restare calmo... l'istinto gli diceva di mettere all'angolo quel bastardo e malmenarlo fino all'ultimo alito di vita, ma il buonsenso gli diceva che se fosse arrivato alla contestazione anche solo con l'ombra di un livido la sera stessa quello sarebbe uscito con i suoi amici a brindare.
- Abbassi i toni.- fece Oliver abbastanza seccato che un detective con uno stipendio da impiegato statale si permettesse di parlargli con quel tono. 
- Credimi, i toni li ho già abbassati pure troppo visto che hai ancora braccia e gambe fissati al tronco.- fece Carisi - te lo dico io dove sta il problema: il problema era che quella sera Gina non aveva voglia di fare sesso.- 
- Ed essendo lo stupro un rapporto sessuale ottenuto tramite l'uso di minacce, costrinzione fisica e coercizione, è esattamente quello di cui stiamo parlando.- fece Barba - Come minimo sono venticinque anni.
Ma può sperare in uno sconto di pena se si dichiara colpevole.-
- Andiamo, non scherziamo.- fece Buchanan - Credete veramente che ci sia qualcuno disposto a credere che un uomo come il mio cliente....giovane, ricco, e di bell'aspetto possa aver bisogno di stuprare una donna per portarsela a letto?- 
- Lei sa bene quanto noi che lo stupro non è questione di sesso o di attrazione fisica.- fece Barba - è questione di potere.- 
- Che cos'è successo, Olly?- lo schernì Sonny - qualche giorno fa hai detto ai tuoi amici dei quartieri alti che ti saresti fatto l'ultima con cui stavi uscendo, lei ti ha chiesto un po' di tempo e hai dovuto dir loro che una donna ti aveva mandato in bianco e hai pensato di farle capire chi era che comandava?
E' stato allora che è sparito il gentiluomo delle rose e delle poesie romantiche ed è arrivato un essere meschino e violento?-
- Non sono affari che la riguardano.- fece Oliver. 
- Sì che lo sono.- fece Sonny che iniziava a vederci rosso - Perchè si da il caso che Gina sia mia sorella. Ed io voglio sapere con quale diritto le hai messo le mani addosso.... lei ti amava, lo capisci questo? Come hai potuto?!?- nel dir così si alzò e per un attimo il vice procuratore temette che il detective che era solito seguirlo come un cucciolo potesse fare qualcosa di cui si sarebbe pentito a vita.
Per fortuna in quel momento entrò Fin.
- Carisi?- fece il sergente - Ho un problema con uno dei tuoi rapporti, ti dispiace venire a darmi una mano?-
- Può aspettare.- 
- No, il Quartier Generale vuole che siano consegnati tra un'ora.- insistette Fin.
A quel punto Carisi si alzò controvoglia ed uscì dalla sala interrogatori.
...
...
...

- Qual'è il problema?- chiese il detective italo-americano.
- E te lo chiedi?- fece Fin - ti ho tirato fuori di lì per impedirti di commettere una sciocchezza. E mi dispiacerebbe vederti buttare via tutto per uno che non si merita nemmeno uno dei tuoi pensieri.-
- Tutto quello che riesco a pensare è che quel bastardo ha stuprato mia sorella.- fece Sonny sedendosi e mandando giù una tazza di caffè, nel tentativo di cancellare quell'immagine dalla sua testa.... sua sorella che si dimenava, che urlava e piangeva mentre quell'uomo che fino a due minuti prima sembrava il principe azzurro e che ora si era trasformato nell'orco cattivo si faceva strada a forza dentro di lei. E ogni volta si dava dell'incompetente, per non essere riuscito ad intervenire prontamente - e il pensiero che possa cavarsela mi sta facendo uscire di testa...- 
- Abbiamo un caso sicuro per le mani.- fece Fin - l'ammissione del sospettato che dichiara di aver fatto sesso con la vittima senza tener conto della sua volontà e le prove mediche.-
- Pensi che basterà?- fece Sonny.
- Certo.- fece Fin - andiamo, sei qui da tre anni, e di casi di stupro ne abbiamo avuti tanti, anzi, troppi...  ce l'abbiamo fatta anche con meno e con dichiarazioni meno chiare e meno sincere di quella di tua sorella...-
In quel momento vennero interrotti dall'arrivo di una donna. Aveva circa trent'anni, indossava un elegante tubino blu, una borsetta firmata ed un cappotto in tinta, lunghi e fluenti capelli neri e ricci e gli occhi castani. 
- Scusate, dove lo trovo un responsabile?- fece la donna.
- Il tenente Benson è impegnata in un interrogatorio.- fece Fin - ma può parlare con me. Sono il sergente Tutuola.- 
- E io sono Adina Johnson.- fece la donna senza troppe cerimonie - Ho appena saputo che avete arrestato mio marito. Gradirei spiegazioni al riguardo.- 
Fin e Carisi si guardarono come per dire l'uno all'altro -'' Ti prego dimmi che è una Candid Camera.''- 
...
...
...
- No, nessuno scherzo.- fece Barba poco più tardi nel suo ufficio assieme a Carisi, Olivia ed una sconvolta Gina che nemmeno aveva realizzato fino in fondo che l'uomo su cui ultimamente aveva investito speranze e sogni era anche l'uomo che aveva reso la sua prima volta traumatica e terribile, ora doveva rendersi conto che per tutto quel tempo era stata '' L'altra''.
Al momento, Oliver Johnson era in stato di fermo, in attesa del processo. Malgrado Buchanan, la registrazione bastava a giustificare la custodia cautelare, malgrado si dichiarasse innocente e la moglie gli credesse, nonostante avesse toccato con mano che il marito l'aveva tradita. 
- Adina Callister in Johnson. E' la proprietaria di una catena di palestre sparse per tutta l'Europa, sposata da sei anni con il nostro amico...- fece Barba mostrando ai suoi ospiti i documenti che lo attestavano - rientrata oggi da un viaggio d'affari che è durato sei mesi.- 
- Quindi....- fece Gina con gli occhi di fuori - era tutto finto....fin dall'inizio....-
Il fratello cercò subito di confortarla. Quel tipo avrebbe trovato comunque il modo di farsi spaccare la faccia, in un modo o nell'altro. Non solo aveva stuprato sua sorella, ma l'aveva presa in giro, rubandole la cosa più preziosa che aveva: il suo sogno di essere felice con qualcuno di speciale.
- Avvocato.... gliela dobbiamo far pagare. Per tutto.-
- Magari fosse così semplice.- fece Barba.
- In che senso scusa?- fece Olivia.
- Fino a un quarto d'ora fa, avevamo un caso solido per le mani, classico, semplice e chiaro.- fece Barba - ma ora che salta fuori che è sposato la faccenda verrà vista sotto un altro punto di vista.-
- Mi scusi, cosa sta insinuando?- fece Sonny accigliandosi. 
- Io niente. E' la difesa che lo farà.- fece Barba - dirà che Oliver Johnson sì, ha avuto una storia con tua sorella, ma che non fosse disposto a lasciare la moglie e che lei per ripicca lo ha accusato di stupro.- 
- NON E' ANDATA COSI'!!!!- gridò Gina scattando in piedi con gli occhi lucidi di pianto. Lacrime di rabbia, delusione e odio - Io non lo sapevo che fosse sposato e di certo non l'avrei mai ricattato....
Oddio... ho avuto una storia con un uomo sposato.... mamma e papà mi uccideranno...-
Sonny le fu subito intorno - No, questo non è vero. Lui ti ha stuprata.-  fece cercando di confortarla, per quanto riuscisse a capire le sue paure. I loro genitori erano brave persone, non avevano mai fatto mancare loro niente, ma su certe cose erano all'antica. Molto all'antica.
Ricordava ancora le urla e le recriminazioni di suo padre, gli sguardi quasi intimiditi di sua madre quando parecchi anni prima, Teresa aveva annunciato a tutta la famiglia che lei e il marito, il padre di sua figlia, avevano avviato le pratiche per la separazione. Da bravi cattolici vecchia scuola, per loro era inaccettabile che due persone divorziassero, meno che mai che una donna crescesse un bambino da sola. 
Le avevano tenuto il muso per giorni.
Di sicuro avrebbero appoggiato Gina se avessere saputo che il '' rapporto pre-matrimoniale'' era uno stupro, ma nel momento in cui sarebbe saltato fuori che lo stupratore era già sposato, sarebbe scoppiato il finimondo.
- Non importa!- fece Gina - Li conosci. A loro basterà sapere che era un uomo sposato per condannarmi....- nel dir così uscì di tutta fretta dall'ufficio borbottando - non è giusto,non è giusto...- 
Sonny le corse dietro, cercando di fermarla.
Olivia si rivolse a Barba con uno sguardo carico di indignazione ed aspettativa - Senti, non può finire così. Quel bastardo l'ha violentata, non può passarla liscia così.- 
- Lo so. Sono d'accordo con te.- fece Barba- possiamo solo sperare che le prove che abbiamo raccolto siano sufficenti a sostenere l'accusa...
Carisi come sta?- 
- Come vuoi che stia?- fece Olivia - Sua sorella è stata violentata, e noi praticamente gli abbiamo detto che per il mostro che le ha fatto questo smontarle l'accusa sarà come ordinare un drink.-
Già se lo immaginava il processo. Al banco dei testimoni Oliver avrebbe ammesso di aver avuto un'avventura, magari con le lacrime agli occhi implorando il perdono della moglie, di aver fatto sesso con Gina, che poi lei aveva iniziato a parlare di presentazioni ufficiali,convivenze e matrimoni, lui aveva ammesso di essere sposato e per ripicca lei lo aveva accusato di stupro. Ed anche se erano relativamente poche le denunce relative a violenze carnali che poi si rivelavano fasulle, quel caso, almeno visto da fuori poteva essere vista come una ripicca.
Oliver aveva giocato bene le sue carte e aveva trovato la vittima perfetta.
- Forse potremmo affilare un po' le armi.- fece Barba - Uno come Johnson non si limita ad una sola avventura e un solo stupro.-
- Pensi che abbia violentato qualcun'altra?- fece Olivia.
- Io non posso saperlo, ma da quello che ho visto Johnson è uno che quando vuole qualcosa pensa che sia suo diritto prenderselo. Ti pare che uno così non si incapriccia prima, per qualcosa o qualcuno?-
- Metto al lavoro tutta la squadra.- fece Olivia.
...
...
...
Quella notte Carisi non tornò a casa. Dopo aver parlato con Barba, Gina era stata quasi dell'idea di ritirare le accuse, terrorizzata dal doverlo dire alla famiglia e di essere additata da tutti come una sgualdrina sfasciafamiglie che aveva diffamato il salvatore dei cardiopatici per una scopata... per fortuna era riuscito a tranquillizzarla e poi la ragazza era tornata al suo appartamento, ormai sgombro da poliziotti e scientifica.
'' Tranquillo fratellone... non ho intenzione di fare sciocchezze''
Però quella sera non aveva voglia di restare da solo, a recriminare e piangersi addosso per non essere stato in grado di proteggere la piccola di casa... i suoi passi lo avevano portato alla casa di Amanda.
Lo aveva fatto entrare, avevano bevuto un bicchiere di vino.... il minuto dopo erano finiti a letto insieme.
- Quando fai l'amore sembri un' altra persona...- fece Amanda carezzandogli il petto mentre lui la teneva stretta a sè, mentre le cingeva la vita con un braccio. 
Poteva sembrare un controsenso: Sonny era per lo più una persona mite, tranquilla e pacata, tranne in determinate circostanze, in cui nessuno sarebbe riuscito a mantenere la calma, mentre quando erano a letto insieme sembrava sfogarsi, pur essendo comunque gentile e attento. Erano quasi due mesi che stavano assieme, di nascosto, per evitare pettegolezzi o che qualcuno ai piani alti, tipo Dodds, facessero storie del tipo '' Due detective che lavorano nella stessa unità e nello stesso ufficio non possono lavorare assieme, si verrebbero a creare delle tensioni e il lavoro ne risentirebbe''... a volte si sentivano come dei fidanzati clandestini che dovevano mentire alle loro famiglie per vedersi di nascosto, anche solo per pochi minuti,  ma era comunque fantastico quel sentirsi euforici mentre si recavano in ufficio ed ogni sguardo era come una scarica di adrenalina dritta al cuore.
Anche se non era ancora niente di ufficiale, quella non era la prima volta che passavano la notte insieme, specie dopo una giornata particolarmente dura, quando a nessuno dei due andava l'idea di stare solo e a volte per  il puro e semplice gusto di farlo. 
Sonny però quella sera non riusciva a stare concentrato, nemmeno con la donna con cui aveva appena fatto l'amore. I suoi pensieri erano tutti rivolti alla sorella e al dramma che stava vivendo in quelle ore.
E dal giorno successivo sarebbe andata ancora peggio. Avevano abbastanza prove per andare a processo, ergo la storia sarebbe finita su tutte le prime pagine. 
- Sono preoccupato per Gina....tutta questa storia...- fece Sonny arricciandosi un ciuffo di capelli, come era solito fare quando era nervoso.
- Come la sta gestendo?- fece Amanda carezzandogli gli addominali.
- Non ha ancora realizzato che la persona di cui era innamorata abbia reso quello che sarebbe dovuto essere uno dei momenti più belli della sua vita, una prigione fatta di sangue e paura....- fece Sonny - poi ha scoperto che era già impegnato, che è sempre stata solo una distrazione... e che questo potrebbe giocare a favore di quel mostro.-
- E tu come stai?- 
- Non riesco mai ad aiutarla.- fece Sonny. Succedeva sempre così. Gina era fin dai tempi del liceo che si prendeva cotte e sbandate, alcune erano solo infatuazioni, altre erano storielle da adolescenti... ma ogni volta finiva male. E ogni volte correva a piangere da lui, tra le sue braccia, a sfogarsi e a chiedergli perchè fosse così sfortunata.
E lui ogni volta cercava di consolarla, dicendole che prima di trovare il principe azzurro avrebbe dovuto baciare tanti rospi, e che presto avrebbe trovato l'amore vero, l'uomo che le avrebbe regalato la vera felicità... invece era arrivato un mostro.
Non si sarebbe mai maledetto abbastanza per le bugie di cui l'aveva infarcita... gli sembrava di non averla protetta, di averla abbandonata, di averla delusa...
- Ehy.- fece Amanda - Non è stata colpa tua. Non sei stato tu a dire quel bastardo di circuirla e di violentarla.-
- No... ma rimane il fatto che non sono riuscito a proteggerla.- fece Sonny - e ora non sono nemmeno capace di garantirle che l'uomo che l'ha stuprata pagherà per tutto quello che le ha fatto.- 
- Siamo riusciti a mettere dentro merce avariata, con situazioni molto più incerte di questa.- fece Amanda - Ascolta, so che non è facile quando una cosa del genere ti colpisce in prima persona... ma mi credi se ti dico che si risolverà tutto?- 
Sonny annuì con riluttanza.
- Domani accompagno Gina dai miei.- fece Sonny - non è giusto che lo sappiano dal giornale... e se possibile, Gina ha più paura di loro che del processo e della gogna mediatica.-
- Ne deduco che i tuoi non siano esattamente degli zuccherini.- 
- Cattolici vecchia scuola.- fece Sonny - il che vuol dire che con loro rischi meno se uccidi qualcuno piuttosto che avere un rapporto prima del matrimonio, figli da sola o essere omosessuale.-
- Potrei venire con te...- fece Amanda sfiorandogli la guancia con un dito - Non sarà esattamente la più meravigliosa delle versione di '' Ti presento i miei''...-
- Vorrà dire che per farmi perdonare...- fece Sonny carezzandole la schiena - alla fine di questa storia, svaligerò il mio conto corrente e ti porto a cena nel ristorante più bello di New York.- concluse con un sorriso.
Amanda gli cercò le labbra e lo baciò.
- Adesso che sei più tranquillo...- fece Amanda con uno sguardo magnetico accompagnato da un sorriso - che ne dici se riparliamo un'altra volta di una certa questione?- 
Sonny sorrise, baciandola a sua volta.
- Lo prendo per un sì.-

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Capitolo 4
*** Il processo ***


La mattina dopo, molto presto, Sonny e Amanda passarono a prendere Gina per dirigersi a Staten Island dove vivevano i loro genitori per riferire loro cosa sarebbe successo di lì a poco in modo che non venissero a sapere dell'ultima '' fiamma'' della figlia, dello stupro e dello stato civile del suo ultimo ex fidanzato e stupratore dalla testata di un giornale.
- Oggi Barba formalizzerà le accuse contro Oliver Johnson.- fece Amanda - dopo ci sarà solo da fissare la data del processo e la fase istruttoria.-
- Non so nemmeno di che si tratta...- fece Gina scendendo dalla macchina del fratello una volta arrivati a destinazione.
- Niente di preoccupante.- fece Sonny - Il Pubblico Ministero simulerà l'interrogatorio, ti porrà delle domande sui fatti a cui tu dovrai rispondere con la verità. E' solo un modo per gli avvocati per essere certi che la versione dei clienti sia coerente con quello che hanno detto alla polizia.-
- Come una simulazione d'esame?- fece Gina.
- Esatto.- fece Amanda mentre Sonny bussava alla porta della casa in cui erano nati e cresciuti.
Fu la madre ad aprirgli - Sonny, Gina, che gioia rivedervi...- fece la donna abbracciando i suoi figli - e.... scusi...-
- Detective Amanda Rollins, Unità Vittime Speciali, sono con Sonny.- 
- Prego, entrate... ho appena preparato il caffè. Voglio sapere tutto quello che avete fatto.- 
...
...
...
- Adesso sapete tutto.- fece Sonny guardando prima Gina, che non alzava lo sguardo e teneva stretta tra le mani la sua tazza di caffè, spaventata a morte non solo perchè nella sua mente era appena riapparsa quell'immagine orribile, ma anche il terrore del giudizio dei genitori, e poi i genitori stessi aspettando di sentire cosa avessero da dire. 
Suo padre aveva l'aria distinta, sui sessant'anni, media statura, occhi grigi e chiari protetti dagli occhiali da vista, capelli corti biondi con qualche traccia di grigiume, costituzione robusta ed aveva uno sguardo cupo e severo, leggermente incredulo.
La madre era poco più bassa del marito, capelli biondi ed occhi azzurri, con i segni dell'incredulità e della paura in volto. 
- Aspetta, vorrei essere certo di aver capito bene...- fece il signor Carisi - Hai fatto sesso con un uomo che non è tuo marito e che per giunta è pure sposato? E me lo vieni pure a dire?- 
Sonny scattò subito vedendo che Gina non riusciva a parlare - Ma sei stato a sentire quello che ti abbiamo detto? Quello che è successo non è stato sesso. L'ha obbligata e quello che è successo non è colpa di Gina.-
- Siete voi che siete di coccio.- fece il signor Carisi - eppure ormai siete adulti, a certe cose ci dovreste arrivare anche senza che ve le spieghi io...-
Amanda lo fulminò - E a che cosa avrebbe dovuto arrivare sua figlia, sentiamo? Perchè proprio non lo capisco.- 
- Andiamo su.- fece il signor Carisi - Ha fatto salire un uomo nel suo appartamento, cosa si aspettava che sarebbe successo, che avrebbero giocato a scarabeo?-
- No, ma che avrebbero giocato solo se lei avesse voluto si.- fece Sonny che non riusciva davvero a credere che quella conversazione stesse realmente avendo luogo. Sua sorella aveva subito un trauma, il trauma peggiore che una donna o un uomo potessero subire, e per tutta risposta il loro padre le stava dando la colpa. 
Per la prima volta in tutta la sua vita era davvero tentato di mettere le  mani addosso a suo padre, e dirgli tutto quello che non aveva mai avuto il coraggio di dirgli.
- Mamma, per favore dì qualcosa....- fece Gina con gli occhi lucidi.
- Tesoro io...- fece la signora Carisi guardando il marito .- Caro, forse... insomma, pensaci bene, Gina non aveva idea di che tipo di persona fosse, che fosse un uomo sposato meno che mai, o lo sai bene che non ci si sarebbe mai avvicinata...- 
- Angela, non so se hai capito bene la situazione.- fece il signor Carisi - Nostra figlia ha avuto un rapporto con un uomo già sposato, e lo ha denunciato per stupro.... e tra poco la faccenda sarà di dominio pubblico.- 
Amanda e Sonny si guardarono con gli occhi che sembravano due uova sode.
Gli stavano dicendo che la figlia, il sangue del suo sangue, una delle persone che sia da un punto di vista legale che umano delle quali avrebbe dovuto prendersi cura più di chiunque altro, era stata aggredita e presa con la forza da un mostro che aveva deliberatamente ignorato la sua volontà, approfittato della sua fiducia e dei suoi sentimenti, e lui non trovava di meglio di cui preoccuparsi di quello che avrebbero detto i vicini.
Vedendo che a Gina mancava poco per mettersi a piangere il poliziotto fece - Amanda, Gina, aspettatemi in macchina, per favore. Chiarisco una situazione e torniamo a New York.-
Amanda lo guardò preoccupata.
- Tranquilla. Non ho intenzione di fare una sciocchezza.- fece Sonny. 
La signora Carisi le accompagnò fuori, abbracciando la figlia cercando di confortarla. 
- Ma che razza di persona sei, me lo dici?- fece Sonny - non so se ti rendi conto di quanto è grave la situazione. Tua figlia è stata stuprata e tu non trovi di meglio che dirle che poteva evitare di farlo salire e ti preoccupi di quello che diranno i vicini?-
- Sonny, tu sei adulto. E lo è anche tua sorella.- fece il signor Carisi - e sai bene cosa succede in certe situazioni.- 
- Io so che Gina ha detto di no, e che non era al corrente che quel mascalzone fosse sposato. E prima che tu dica... '' Un uomo impegnato la domenica e che non la porta mai a casa sua, cosa si aspettava'', ti informo che: primo, sua moglie è appena tornata da un viaggio d'affari in Europa. 
Due, è il presidente di una grossa azienda.- 
- Pure.- fece il signor Carisi - è un disastro totale quindi.- 
- Tu stai dicendo troppe stronzate per i miei gusti.- fece Sonny recuperando il cappotto.
Dominick Carisi Senior si alzò strabuzzando gli occhi - Ehehyehyehey, io sono tuo padre giovanotto, non parlarmi in questo modo.-
- Ecco bravo, allora visto che sai che sei nostro padre, comportati di conseguenza.- fece Sonny - i tuoi compiti non riguardano solo il provvedere economicamente alla famiglia, ma anche starci vicino quando abbiamo bisogno del tuo supporto, di una parola di conforto, cosa che da quando è nata Teresa non hai fatto mai!- in compenso era sempre stato molto presente quando si trattava di far notare ai suoi figli mancanze, errori, e non aveva lesinato critiche, rimproveri e punizioni, pur non essendo mai arrivato a metter loro le mani addosso, tranne per qualche sculacciata quando erano piccoli e combinavano le marachelle tipiche di quell'età.
Il signor Carisi fece per ribattere, ma all'ultimo si zittì. 
- Per cui, ecco quello che succederà: appena avrò la data del processo te lo notificherò. E giuro su Dio, se dal primo giorno a quello del verdetto, non ti vedo seduto tra gli osservatori dell'accusa, a sostenere tua figlia, io ti disconosco. E se scopro che ti sei avvicinato a Gina, Bella o Teresa per far loro la morale su qualunque cosa, ti spacco la faccia.- nel dir così uscì di casa sbattendo la porta, lasciando il padre da solo con i suoi pensieri.
Percorrendo il vialetto di casa che lo separava dalla macchina ripensò ai primi diciotto anni della sua vita, durante i quali aveva cercato di far capire a suo padre il bene che gli voleva e a quanto desiderasse non solo sapere che anche lui gliene voleva ma che gielo provasse con i fatti. Malgrado tutto, lui gli aveva sempre voluto bene, e lo aveva considerato un buon padre ed un'ottima persona, anche se un po' rigida e troppo assente o concentrato su altre cose per accorgersi che anche lui aveva bisogno di lui.
Aveva sprecato diciotto, lunghi anni, che non sarebbero più tornati investendo su un uomo che non capiva nemmeno che una delle sue figlie aveva subito il più atroce dei traumi.
Tutti loro lo avevano fatto. 
Erano questi i pensieri che lo accompagnarono nel viaggio di ritorno.
...
...
...
Subito dopo, il detective italo-americano si precipitò nell'ufficio di Barba per sapere com'era andata la contestazione delle accuse, e trovò sollievo nel sapere che il giudice aveva negato la cauzione e disposto la custodia cautelare fino al processo che era stato fissato per il mercoledì successivo.
- I tuoi come l'hanno presa?- fece Barba.
- Mia madre è vicina a mia sorella.... mio padre le ha praticamente detto che se l'è cercata. Gina è molto scossa. Ora c'è Amanda con lei.- 
- Ma verranno in aula?- 
- Se mio padre osa non presentarsi, lo colpirò così forte che se la ricorderà per tutta la vita.- fece Sonny camminando avanti e indietro per l'ufficio - non posso credere che per diciotto anni, l'unica cosa a cui ho pensato sia stata '' Devo fargli capire che lui per me è importante''.-
Barba gli versò un bicchiere di whisky.
- Bevi questo e cerca di calmarti.- fece Barba offrendogli il bicchiere - non starò qui a dirti che so quanto è dura rendersi conto che a volte è traumatico scoprire che per anni hai cercato di convincere del tuo valore la persona sbagliata.... io ci ho provato per anni con un alcolizzato che viveva di prestiti e piccoli lavori, che quando tornava a casa picchiava sia la moglie che il figlio...- fece il procuratore stringendo il pugno come se stesse per colpire qualcuno.
Sonny mandò giù il bicchiere per poi dire - Suo padre....?-
- E' morto da diversi anni ormai... ma ogni volta che espongo i fatti in tribunale o l'arringa finale mi sento come se mi stesse guardando e che io debba dimostrargli qualcosa.-
- Ma lei non ha bisogno di dimostrare niente a nessuno.- fece Sonny. Ed era sincero. Rafaèl Barba non era e non sarebbe mai stato uno di quelli che chiamavano '' avvoltoi con la toga''. Faceva parte dei '' buoni''. Non amava scendere a patti, e quando vi scendeva era solo perchè sapeva che non c'era un'altra possibilità, per la maggiore era per sbattere i cattivi in galera e di non far più vedere loro la luce del sole. 
Il Pubblico Ministero che ogni poliziotto avrebbe voluto.
- Nemmeno tu.- fece Barba - Sei un ottimo detective, e per quanto mi costi ammetterlo, hai delle intuizioni brillanti, non solo per trovare le prove e gli indizi relativi a un caso ma anche per vincere in aula.
Potresti fare il procuratore e te la caveresti benissimo.-
Sonny sorrise - E' il suo modo contorto di dirmi che mi stima e mi vuole bene?- 
- Se lo dici a qualcuno ti seppellisco nell'archivio giudiziario finchè non è tutto in ordine.- lo minacciò Barba.
Sonny sorrise tiratamente.
...
...
...
Il processo iniziò il mercoledì successivo, alle nove del mattino. Il primo testimone dell'accusa era proprio il detective Carisi, che sorrise, nel vedere che i suoi genitori erano presenti. 
- Detective Carisi, per favore...- fece Barba - esponga a questa corte i fatti.- 
Sonny annuì - La sera del sette di Marzo la  mia unità ha ricevuto una telefonata dal pronto soccorso che parlava di una donna in stato di shock e con lesioni compatibili con una violenza sessuale. Io e il mio tenente ci siamo recati sul posto per il kit stupro e raccogliere la deposizione della vittima. E' stato allora che ho scoperto che si trattava di mia sorella.
Da allora ho svolto la prassi: raccolta delle prove, del DNA, testimonianze, tutto quello che ritenevamo rilevante ai fini dell'indagine.- 
- Aveva già avuto modo di conoscere l'imputato?- 
- Forse ne ho sentito parlare e avevo letto il suo nome su qualche rivista di finanza, ma non l'avevo mai incontrato di persona.- fece Sonny - non ero al corrente del fatto che mia sorella e l'imputato uscissero assieme. E preferirei non averlo mai scoperto. Non così almeno.- 
- Quindi non sapeva nemmeno che il nuovo fidanzato di sua sorella fosse già sposato.- 
- No.- fece Sonny guardando male Oliver - Quella è stata una sorpresa molto sgradevole, soprattutto per Gina. Pensava di aver trovato una persona speciale e invece si è rivelato un falso, bugiardo, profittatore e uno stupratore.- 
- Obiezione!- fece Buchanan - Il teste è qui per rispondere alle domande, non per esprimere giudizi.- 
- Accolta.- fece il giudice Barth - Detective, comprendo il suo stato d'animo, ma la invito a mantenere un certo decoro.- 
- Mi scusi, Vostro Onore.- fece Sonny.
A quel punto Barba tornò a sedersi, e la parola passò a Buchanan.
- Deve essere stato terribile...- fece Buchanan - andare a svolgere il proprio dovere e scoprire che la presunta vittima era sua sorella minore.- 
- Lo è stato.- fece Sonny guardando Buchanan senza paura, pronto a reagire.
- Detective, da quanto tempo lavora per l'Unità Vittime Speciali?- fece Buchanan. 
- Da circa tre anni.- 
- Avrà visto molti casi di stupro, di donne maltrattate...  secondo i casi che ha seguito, chi denuncia è sempre sincero?- 
- Non è insolito che le vittime omettano volutamente dei particolari o che cambino versione.- fece Sonny - spesso lo fanno per paura di essere giudicate, da amici, familiari, dalle forze dell'ordine che dovrebbero proteggerle, di subire un processo mediatico di colpevolizzazione... ma mia sorella non ha mai cambiato versione, e basandomi su questo e conoscendola...- 
- Ecco, soffermiamoci su questo, il fatto che la vittima è sua sorella e la conosce.- fece Buchanan - se stessimo parlando di una perfetta sconosciuta di cui lei non sa niente, si comporterebbe allo stesso modo?- 
- Il compito della polizia non è dare per scontato che la vittima sta dicendo la verità, ma di raccogliere prove e verificare le dichiarazioni.- fece Sonny - ed è quello che abbiamo fatto.- 
- Ma il fatto che la vittima sia sua sorella, una persona che ama, e per la quale si venderebbe l'anima non può non aver inciso sul suo giudizio.- fece Buchanan - nella registrazione, risulta che la presunta vittima  e il mio cliente stessero assieme e che la volontà di avere un rapporto era reciproca.
Però da quello che so è che lei e sua sorella siete cresciuti in una famiglia cattolica...- 
- Obiezione.- fece Barba - Non è pertinente.- 
- Arrivi al punto avvocato.- fece il giudice. 
- Certamente.- fece l'avvocato - Secondo lei, non è ipotizzabile che il rapporto che sua sorella e il mio cliente hanno avuto, seppur un tantino brusco, fosse consensuale e che subito dopo temendo la reazione della famiglia si sia inventata lo stupro?-
- No. Lo escludo.- fece Sonny.
- Il fatto che lei lo escluda non significa che non sia possibile.-
- Anche il fatto che il suo cliente venga dipinto come un santo non implica che lo sia.- fece Sonny guadagnandosi un'occhiatacca da Oliver che aveva sul viso l'espressione tipica del '' Ma chi sei per parlarmi così?!?!''
- Controinterrogo.- fece Barba - Detective, sulla base della sua esperienza in polizia, quante denunce riguardanti abusi sessuali su dieci si rivelano false?- 
- Una al massimo.- fece Sonny - da quando lavoro all'Unità non nego di aver sentito vittime dare versioni contrastanti su un'aggressione, ma vi è stato un unico caso in cui si è scoperto che le '' vittime'' erano state pagate per denunciare una violenza sessuale.-
- Certo, perchè nessuna donna con un po' di sale in zucca arriverebbe a dire '' Mi ha violentata'' andando incontro al trauma di un processo mediatico.- fece Barba. 
- Obiezione, quello che l'avvocato Barba ritiene di sapere non può essere considerato una prova.- fece Buchanan.
- Ok, adesso basta.- fece il giudice - Quindici minuti di pausa.-
- L'accusa chiamerà la querelante Gina Carisi al banco.- fece Barba. 

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Capitolo 5
*** Rischio di archiviazione ***


Come annunciato, dopo la pausa concessa dal giudice per concedere a tutti di calmarsi, Gina Carisi salì al banco dei testimoni, visibilmente agitata e nervosa dal dover osservare e sentirsi osservare a sua volta da dodici perfetti estranei che avrebbero deciso se fosse sincera o meno, gli amici e i familiari che la guardavano incoraggianti e spaventati, e coloro che stavano con il suo assalitore che morivano dalla voglia di vederla più umiliata di quanto non fosse già. 
- Signorina Carisi, so quanto può essere difficile...- fece Barba in tono quasi accomodante e dolce - ma dovrebbe dire alla giuria cos'è successo la sera del sette Marzo dell'anno corrente.- 
Gina prese un respiro profondo e disse - Io e l'imputato, Oliver Johnson, ci stavamo frequentando da un paio di mesi. L'ho conosciuto alla scuola materna dove lavoro, ad una festa in suo onore.... mi ha avvicinata, abbiamo iniziato a parlare e da quella sera abbiamo iniziato a vederci regolarmente.- 
- Era al corrente del fatto che fosse sposato?- 
Prima di rispondere Gina guardò la moglie del suo aggressore, seduta proprio dietro di lui, ed ogni tanto carezzava la spalla del marito per fargli sentire la sua vicinanza, e intanto la guardava come per dire '' Lurida sgualdrina, ti pentirai di aver cercato di farci del male''.
- No.- fece Gina - mi ha detto che fino a poco tempo fa usciva con una ragazza, ma che era una relazione opprimente che non gli aveva dato nulla in confronto a quel che aveva dato lui, e che sentiva che con me sarebbe stato diverso.
All'inizio era tutto meraviglioso, ed io pensavo di aver finalmente raggiunto la perfezione.- 
- Poi che è successo?- 
- Quella sera...- fece Gina - abbiamo passato la serata insieme. Mi ha riaccompagnata a casa, e al momento di salutarci mi ha detto che il suo telefono era scarico, io avevo lasciato il mio al lavoro, così l'ho fatto salire per chiamare un taxi dal fisso di casa mia... mentre chiamava ho preso i bicchieri per offrirgli da bere, e me lo sono ritrovato alle spalle.... ha iniziato a tenermi stretta, e a baciarmi... all'inizio era tenero, ma poi ha iniziato a spingersi oltre...- 
- Gli ha chiesto di fermarsi?- 
- Mi sono scostata, dicendogli che non ero ancora pronta e che ero molto stanca... ma lui mi afferrata con la forza, mi ha trascinata in camera da letto, mi ha spinto sul materasso e ha iniziato a strapparmi i vestiti... prima che avessi il tempo di rendermene conto mi stava già stuprando.... io piangevo, urlavo, gli chiedevo di smettere, che mi stava facendo male, ma era come parlare al vento.- fece Gina con gli occhi lucidi.
- Poi lui che ha fatto?- 
- E' andato a farsi la doccia e si è rivestito.... io ero ancora sul letto a piangere e a tremare.... mi ha salutato come se nulla fosse successo dicendo, '' Spero ti sia piaciuto come è piaciuto a me''.-
- Lei che ha fatto dopo?- 
- Io non so nemmeno come e perchè.... sono uscita di casa, ho camminato senza sapere dove andare, non volevo parlarne con nessuno.... ma mi sono ritrovata al pronto soccorso, l'infermiera ha chiamato la polizia e ha detto che mi avevano stuprata... il giorno dopo ho sporto denuncia.- 
- Quindi...- concluse Barba - quando ha fatto salire il suo... fidanzato... lei non aveva idea di quello che sarebbe successo, vero?- 
- Io... gli avevo detto, giorni prima, quando ci ha provato, che non ero pronta per lasciarmi andare, che volevo andarci piano, che lui mi piaceva... ma non volevo farlo quella sera e di certo non così.- fece Gina con gli occhi lucidi - non avrei mai sospettato che potesse farmi una cosa del genere.- 
Barba si congedò e tornò a sedersi.
Ora stava alla difesa porre qualche domanda e cercare di smontare la dichiarazione della vittima. 
Sonny sentiva già lo stomaco che si attorcigliava. Di tutti gli avvocati della difesa, Buchanan era quello che non riusciva in alcun modo a mandar giù. Sì, lo sapeva che anche lui doveva mangiare, e che ognuno poteva scegliersi la difesa migliore che poteva, che tutti avevano diritto di essere difesi... ma i clienti di Buchanan erano uniti in una cosa: la colpevolezza e la consapevolezza di fare del male. E a volte ne erano pure felici. 
Lui aveva deciso di prendersi una laurea in legge, anche dopo l'accademia, dopo aver visto il suo partner a Staten Island essere condannato ingiustamente per qualcosa che non aveva fatto, e per giunta aveva avuto un avvocato d'ufficio che non era riuscito a far valere le prove più in vista della sua innocenza, tipo la conosciuta inaffidabilità del testimone del fatto in questione, e si era ritrovato a soli trent'anni con la carriera finita. 
Quel giorno aveva deciso di riprendere gli studi, di avere una qualifica da avvocato, per poter difendere chi non se lo poteva permettere, e forse di riportare alla luce qualche caso chiuso troppo in fretta.
Ma se avesse avuto la certezza matematica di trovarsi davanti ad uno stupratore, un assassino, o qualunque altro mostro che aveva fatto del male con la piena consapevolezza di farlo, allora gli avrebbe detto chiaro e tondo che lui non era la persona più adatta.
Si domandava perchè Buchanan, un uomo che aveva deciso di dedicarsi alla nobile professione della legge, continuasse ad ingaggiare crociate a favore di quella gentaglia.
E che gusto ci provasse a massacrare le vittime al banco.
'' Il denaro. E' sempre quello il bandolo della matassa.''
- Signorina Carisi.- fece Buchanan - Lei ha detto che l'infermiera, la sera in cui è stata '' aggredita'', ha chiamato la polizia. Può dirci con quale detective ha parlato?- 
- Io... ho parlato con il detective Dominick Carisi.-
- Che non è solo un poliziotto, un detective dell' Unità Vittime Speciali, ma è anche suo fratello maggiore, se non vado errato.- Gina annuì e Buchanan continuò - Perciò la domanda che mi sorge è: a chi ha detto realmente della violenza? Al poliziotto ligio al dovere o al fratello premuroso e che si farebbe ammazzare per difendere la sorella?-
- Non... non vedo la differenza. Parliamo della stessa persona.- fece Gina.
- La differenza è che il secondo è più facile da intortare del primo.- fece Buchanan - Mi dica, quando ha qualche problema, a chi lo confida? Alla sua migliore amica, i suoi genitori o a suo fratello?-
- A mio fratello.- fece Gina - anche quando eravamo ragazzini, io e le mie sorelle, ci confidavamo con lui riguardo a cose che non avremmo detto a nessuno.-
- Quindi è lecito dire che era sicura che suo fratello le avrebbe creduto se lei avesse detto di essere stata stuprata?-
- Si... si, penso di si, ma gli ho detto la verità.- fece Gina - non lo avrei detto nemmeno a lui, ma ormai l'infermiera lo aveva avvertito, era preoccupatissimo, non potevo mandarlo via e dirgli di tornare a casa, non ci sarei riuscita.-
- Quindi.... l'infermiera chiama la polizia, per uno strano scherzo del destino, uno dei poliziotti che accorre per raccogliere la dichiarazione della presunta vittima è proprio  il fratello della suddetta e a quel punto lei non ha scelta se non confermare la sua versione.- fece Buchanan - detta così pare che si sia confidata con suo fratello perchè lo ritiene più credulone di molti altri che conosce.- 
- Obiezione!- fece Barba scattando in piedi.
- Accolta.- fece il giudice - avvocato, il suo ruolo di difensore non le da il permesso di insultare un giurato o  chiunque altro presente in quest'aula.- 
- Domando scusa.- fece  Buchanan - non era mia intenzione offendere nessuno, meno che mai un tutore dell'ordine... dico solo che dato il clima ed il rapporto confidenziale che vi unisce, per suo fratello non deve essere difficile credere ad ogni parola che lei dice.- 
- Se non fossi stata stuprata, non glielo avrei detto.- fece Gina - non gli avrei dato una simile pena se ciò non fosse vero.- fece Gina guardando dalla parte di suo fratello con uno sguardo che diceva -'' Ti prego, credimi''
'' Lo so, tranquilla''- fu lo sguardo che ricevette in cambio dal fratello, che ancora non si capacitava che quell'interrogatorio stesse realmente avendo luogo.
Che era il processo ad Oliver Johnson lo sapeva, ed aveva anche preparato Gina all'eventualità di finire lei stessa sul banco degli imputati, ma non avrebbe mai pensato di finirci lui.
- Certo, magari non era sua intenzione dirgli questo...- fece Buchanan - Secondo me potrebbe essere andata così signorina: lei e il signor Johnson avete avuto una relazione, e sappiamo per dato certo che l'intenzione di fare sesso era reciproca. Magari avevate scelto proprio quella sera, e dopo aver consumato e il suo amato si stava dando una sistemata lei ha scoperto che era sposato e che non aveva intenzione di lasciare la moglie. Avete litigato, lei è uscita, è arrivata fino al pronto soccorso, l'infermiera ha equivocato la situazione, ha chiamato la polizia, si è ritrovata suo fratello in mezzo e non ha potuto che confermare.- 
- Obiezione. Sono congetture.- fece Barba.
- No, questo non è vero.- fece Gina - Io mi sono solo sfogata con lui, gli ho detto che mi ero sbagliata, di nuovo e poi gli ho raccontato tutto.- 
- Gli ha detto dello stupro... o gli ha detto che si era fatta prendere in giro dall'ennesimo uomo?-
- Obiezione!-
- Sto solo cercando di capire.... insomma, vederla in quello stato, sconvolta per un uomo che l'aveva presa in giro deve averlo fatto arrabbiare e magari senza nemmeno rendersene conto, e agendo in perfetta buona fede... le ha fatto dire che si trattava di uno stupro.-
A quel punto Barba non ne potè più.
- Vostro Onore.- fece Barba cercando di non urlare addosso a Buchanan - possiamo conferire in privato, per favore?- 
- Avvocati, nel mio ufficio.-
Quando l'aula iniziò a sgomberarsi, Amanda guardò Sonny molto preoccupata. Quell'interrogatorio lo aveva messo a dura prova, malgrado non fosse più lui sul banco dei testimoni.
L'aveva praticamente accusato di insubordinazione di testimone, deliberatamente. 
- Sonny.... tutto a posto?- 
L'interpellato annuì.
- Sì.... credo di sì....- 
...
...
...
- Vostro Onore, chiedo la ricusazione dell'avvocato Buchanan.- fece Barba nell'ufficio del giudice Barth.
- Ho il diritto di fare domande volte a scagionare il mio cliente.- 
- Quello non era un controinterrogatorio, era una meschinità!- fece Barba con gli occhi di fuori per la collera - non era il detective Carisi ad essere sul banco, se voleva insinuare queste meschinità poteva fargli queste domande di persona.-  fece pensando a quello che avrebbe comportato per il detective quell'interrogatorio.
Sarebbe stato sicuramente convocato dagli Affari Interni. Un'insinuazione come quella non sarebbe passata inosservata.
- Io non sto insinuando niente.- fece Buchanan - Dico solo che mi sembra molto protettivo con la sorella, e al suo posto io farei tutto quello che è in mio potere per punire chi ha spezzato il cuore a mia sorella, se ne avessi una.- 
- Lui non le ha solo spezzato il cuore, l'ha stuprata.- fece Barba - 
- Guardi che lo sta dicendo adesso.- fece Buchanan - entrambi erano dell'idea di avere rapporti, lei magari gli ha fatto dei discorsi tipo '' ti presento i miei'', lui confessa...-
- Ok adesso basta.- fece il giudice - Avvocato Barba, nessuno qui mette in discussione l'integrità professionale del suo detective... ma mi trovo a dover concordare con la difesa quando dice che il fatto che la vittima si sia confidata con un parente in polizia sia più pregiudizievole che probatorio.- 
- Quindi?-
- Può percorrere solo due strade.- fece il giudice con un sospiro - o vi accordate per un patteggiamento o trova qualcosa che confermi senza ombra di dubbio la versione della vittima, altrimenti temo di dover annullare il procedimento.-
Buchanan lo guardò vincente con uno sguardo che diceva '' Hai tempo per un caffè?''
Per la prima volta in vita sua, Rafaèl Barba uscì in silenzio, sbattendo la porta, ribollendo per la sensazione di rabbia e di sconfitta che aveva in corpo.

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Capitolo 6
*** Colpo al cuore ***


Dopo l'udienza Carisi tornò a casa di Amanda. Era stata proprio lei a proporgli di passare la serata insieme, temendo che il fidanzato potesse dire o fare qualcosa di cui si sarebbe amaramente pentito, tipo andare a massacrare di botte sia Buchanan che il suo cliente. Per quanto comprendesse e condividesse la sua collera. Non solo un figlio di puttana aveva violentato sua sorella ma il suo avvocato aveva pure insinuato che lui avesse imbeccato sua sorella a dire di essere stata violentata solo per farla pagare all''uomo che le aveva spezzato il cuore.
Cosa che per tutti quelli che conoscevano il detective Carisi era una calunnia infamante. Tanto più che non era la prima volta che Gina si prendeva una sbandata per qualcuno che non contraccambiava al cento per cento o che si rivelava un imbroglione, fosse stato vero a quell'ora ci sarebbero stati parecchi uomini che si erano comportati in maniera immorale ma non illegale, in prigione per stupro o per molestie.
Nessuno credeva a ciò che aveva insinuato Buchanan, ma Sonny era rimasto molto scosso e si era subito messo a lavorare, alla ricerca di qualcosa, qualunque cosa per scongiurare il pericolo dell'archiviazione del processo per violenza sessuale.
- Sonny, è pronto in tavola.- fece Amanda - Insomma.... diciamo che è bastato mettere il cinese sul tavolo e apparecchiare...- 
- Non ho fame.- fece Sonny. 
Amanda si sedette vicino a lui - Guarda che lo so che hai fame. E' da oggi che stai con un panino.-
- Non riesco pensare al cibo in un momento come questo. Non adesso.- fece Sonny. 
Amanda gli carezzò i capelli - Guarda che non ci crede nessuno che hai convinto tua sorella a dire che quello l'ha violentata per ripicca... lo sai com'è Buchanan. Insinua, ipotizza, fa del sarcasmo, ma non è mai riuscito a spuntarla contro Barba.-
- Lo so... ma mi fa rabbia lo stesso.- fece Sonny - Sto ancora aspettando che mi chiamino gli Affari Interni e mi mettano sotto processo.-
- Vedrai che non succederà.- fece Amanda - Tucker è pignolo, e certe volte sa essere un vero rompiscatole, ma non rovinerebbe mai la reputazione di un buon poliziotto perchè un avvocato della difesa fa delle illazioni.-
- Io so solo che se non troviamo qualcosa che prova la storia di Gina, lui sarà libero come l'aria.- fece Carisi.
- Stiamo ancora cercando tra le sue vecchie conoscenze e le sue dipendenti.- fece Amanda - per ora non si è fatta avanti nessun'altra vittima...- nel dir così sbirciò lo schermo del pc del fidanzato. C'era un file di Word interamente riempito di file di numeri  che variavano dalle tredici alle quattordici cifre - che cosa sono quei numeri?- chiese Amanda, notando che erano troppo lunghi per essere dei numeri di telefono o indirizzi IP.
- Non lo so. Erano in un file criptato del computer di Johnson, quindi deve essere qualcosa che i soci della ditta e i finanziatori non dovevano sapere.- 
- Potrebbero essere conti correnti.- fece Amanda - Insomma, è pieno di soldi, magari ha violentato altre donne che aveva illuso di essere le sue fidanzate e poi le ha messe a tacere con soldi e regali costosi.-
- Controllo questi numeri...- fece Sonny. 
- Domani mattina.- fece Amanda - adesso devi riposarti un po'.- fece la bionda chiudendogli il portatile per convincerlo a venire a tavola.
In quel momento squillò il cellulare del poliziotto. 
Sul display c'era scritto '' Mamma''.
Afferrò il telefono istintivamente - Pronto mamma? Mamma, stai calma dimmi che succede....- fece Sonny mentre il suo viso diventava una maschera di paura - Ma com'è successo? Ok, cercate di rimanere calme... il tempo di prendere la macchina e sono subito da voi.- nel dir così riattaccò e si diresse verso la porta, recuperando la giacca e le chiavi della macchina.
- Che succede?-  fece Amanda seguendolo. 
- Mio padre. Ha avuto un infarto.-
....
....
....
Arrivarono in ospedale in tempi record, e appena arrivarono si precipitarono subito in cardiologia. In sala d'attesa c'erano sia la madre che la sorella di Sonny, entrambe molto agitate e nervose.
- Mamma...- fece Sonny correndo ad abbracciarle entrambe - che succede?- 
- Non lo so... stavamo cenando al ristorante dell'albergo, ad un certo punto tuo padre ha iniziato a dire che gli batteva forte il cuore, io gli ho detto che doveva provare a calmarsi, che si sarebbe sistemato tutto ed è andato a terra...- 
- Papà ha problemi di cuore...- fece Sonny - lo sai che non può mangiare cibi precotti, ricchi di sale o sott'olio... ha mangiato qualcosa del genere a cena...?-
- No.- fece la signora - Lo sai, ci sta molto attento da quando ha avuto un infarto nel 2006.- 
- Forse allora è stato davvero lo stress.- fece Sonny - oddio, ci mancava anche questa....- fece massaggiandosi le tempie.
Gina si era seduta per terra in lacrime. 
Fece cenno ad Amanda di accompagnare fuori la madre per poi raggiungerla.
- Sonny scusa... è tutta colpa mia...- fece Gina.
- Ma no, che dici...- fece Sonny progendole un fazzoletto.
- E' colpa mia. Non dovevo avvicinarmi a quel bastardo... adesso papà non sarebbe qui e tu non avresti problemi....- fece Gina scoppiando a piangere - tu non sai quanto vorrei non aver detto nulla.- 
- E invece hai fatto la cosa giusta.- fece Sonny - Hai detto la verità, e denunciare è sempre la cosa giusta da fare.-
- No, non posso pensare di aver causato tutti questi problemi a te e papà...- fece Gina con la voce che tremava - basta, ho deciso, ritratto tutto.-
- COSA?!?- fece Sonny con gli occhi che sembravano due uova sode - Non dirlo neanche per scherzo!-
- No, non sto scherzando...- fece Gina - Ho riflettutto, ed è la soluzione migliore.- 
- Sì. Per il bastardo che ti ha fatto questo.- fece Sonny - l'unico che ci guadagna da questo colpo di testa è lui.-
- Tu sei stato accusato di insubordinazione di testimone, papà ha avuto un infarto... ed è successo tutto perchè mi sono messa con lui...- nel dir così scoppiò in lacrime, sconvolta. A quel punto Sonny si allontanò. Quando la sorella era convinta che il mondo ce l'avesse con lei, che fosse colpevole di qualcosa, o comunque si imputantava, cercare di convincerla del contrario era un totale spreco di tempo e di energie.
La cosa migliore da fare era lasciarla sfogare ed aspettare che si calmasse.
Poi tornò da Amanda e da sua madre, assieme ad un medico.
- Come sta?- chiese a riguardo del padre.
- Suo padre è stabile.- fece il medico - Tuttavia, non siamo ancora riusciti a capire cosa abbia provocato l'infarto.... è sicura che suo marito non abbia mangiato qualcosa di sconsigliato ai soggetti con problemi cardiaci?-
- Sicurissima.- fece la signora - Ha avuto un attacco di cuore nel 2006, non dimentica mai di prendere le sue medicine, e sta sempre molto attento a quello che mangia, quindi non ho dubbi a riguardo...-
- Forse allora ha davvero risentito della pressione.- fece il medico - lo terremo sotto controllo.- fece il medico allontandosi.
- Vado a casa a preparare una borsa... passerò la notte qui.- fece la signora Carisi. 
- Aspetta mamma... ti accompagno.- fece Sonny - Amanda, puoi...?- fece il poliziotto indicando sua sorella.
- Vai pure.- fece Amanda.
...
...
...
Dopo aver accompagnato la madre in ospedale, Carisi sentì il bisogno di uscire da quel posto. Aveva bisogno di passeggiare, di schiarirsi le idee... ripensò all'ultima volta che aveva parlato con il genitore.
Era stato poco prima del processo, quando aveva accompagnato la sorella dai genitori per evitare loro di sapere dai giornali l'accaduto... e lui aveva reagito come se fosse stata una cosa che aveva deciso Gina. Non ci aveva visto più dalla rabbia, e a poco a poco gli aveva detto tutto quello che si era tenuto dentro per anni, e gli aveva detto che non lo considerava nemmeno suo padre.
E adesso, lo stesso uomo di cui aveva disperatamente agognato l'approvazione e l'affetto per diciotto anni ottenendo in cambio solo silenzio e complimenti coperti di freddezza, stava lottando in un letto d'ospedale contro la morte, con la consapevolezza che suo figlio gli aveva fatto capire che lo detestava, che la figlia era stata stuprata e non avrebbe avuto giustizia.... si sentiva uno schifo.
Non era stato in grado di proteggere sua sorella dalle brutture di quel mondo contro le quali lottava da anni senza sosta, non era riuscito ad assicurare alla giustizia chi l'aveva sfregiata per sempre e trasformato quello che avrebbe dovuto essere un momento magico  ed irripetibile in una valle di sangue e lacrime, e aveva anche contribuito a mandare suo padre in ospedale.
Non ne aveva azzeccata una.
Aveva iniziato a piovere, ma non gli importava. Non sentiva quasi il freddo pungente di quell'inverno ormai prossimo alla fine per lasciare spazio ai primi boccioli e al primo accenno di caldo estivo. 
Il mondo era diventato ovattato, distante, come se non riuscisse più a percepirlo. 
- Carisi.- lo chiamò una voce alle sue spalle. 
Solo allora si voltò e vide l'avvocato Barba che gli veniva dietro sotto l'ombrello. 
- Tutto a posto? Camminavi così lentamente che ho creduto ti sentissi male.- fece l'avvocato - Anche se credo che il piano fosse proprio quello... se te ne vai in giro con questo tempo, senza un ombrello, la polmonite è assicurata.-
Sonny non proferì parola.
- Ehy, ma va tutto bene?- 
- No.- fece Sonny - Ho combinato un casino.-
...
...
...
Poco dopo, nell'appartamento a Park Avenue del Pubblico Ministero, davanti ad un bicchiere di Whisky, Carisi raccontò all'avvocato la piega che aveva preso quella faccenda, partendo dall'infarto del padre e dalla conseguente decisione di Gina di ritirare la denuncia contro il suo stupratore, sentendosi colpevole di aver causato problemi agli unici veri due uomini della sua vita.
- Ascolta...- fece Barba - Tu sai che non è colpa tua, vero? Se non erro, hai detto tu stesso che tuo padre ha problemi di cuore no?- 
- Sì. Infatti so che un po' di tempo fa si è sottoposto ad un'operazione per l'inserimento di una valvola cardiaca.- 
- Insomma, che aveva dei problemi cardiaci lo sapevi, no? Quindi non è colpa tua se ogni tanto il suo cuore fa degli scherzi.- 
- Sì, ma so anche che dovevamo evitare in ogni modo che ciò potesse essere possibile.... tutta questa storia di Gina lo ha provato.-
- Sarebbe stato peggio scoprirlo dai notiziari ti pare?- 
- Sì... ma quel giorno gli ho detto delle cose orribili...- fece Carisi - Ha iniziato a dire che Gina se lo doveva aspettare, si preoccupava di quello che avrebbero potuto dire i vicini... ed io non ci ho visto più. 
Gli ho detto che se non fosse venuto in aula a sostenere sua figlia non lo avrei più considerato mio padre... e che non poteva dire di essere stato un buon padre solo perchè ci aveva nutrito, vestito e mandato a scuola quando ci aveva affamato nell'unica cosa di cui avevamo realmente bisogno: la sua stima e il suo affetto.- fece Sonny alzandosi per non mostrargli gli occhi lucidi - Spero solo che non siano le ultime parole che ha sentito da me.-
- Non devi colpevolizzarti.- fece Barba - Sai, quando ho iniziato a lavorare come avvocato avevo venticinque anni appena compiuti. Dopo qualche mese aveva già vinto diverse cause... e mio padre mi chiamò. Mi disse che doveva parlarmi con urgenza. 
Sperai che mi volesse chiedere scusa per gli anni di insulti, botte ed umiliazioni che aveva fatto passare a me e mia madre... invece no. Mi disse che se avevo raggiunto quello che avevo era merito suo, che mi aveva cresciuto forte e in grado di affrontare la vita, e che ora toccava a me occuparmi di lui, visto che era in cassa integrazione.-
- E lei lo ha...?- 
- No.- fece Barba - perchè finalmente non lo vedevo più come una persona a cui dovevo dimostrare qualcosa ma per quello che era veramente.-
- Ha fatto bene.- 
- E anche tu, quando hai afferrato il toro per le corna e lo hai costretto a scegliere cosa gli premeva di più: l'approvazione della comunità o stare vicino ai suoi figli. E ha scelto voi. A volte... capita di dover dire delle parole spiacevoli alle persone che si amano per testare il loro affetto... ma è proprio allora che si capisce. 
Carisi, tuo padre ha commesso molti errori, e magari non si è nemmeno reso conto di commetterli.... ma adesso avrete la possibilità di ricominciare.- 
- Lo spero.- fece Sonny finendo il suo bicchiere. 
- E vedrai che presto avrete l'occasione di festeggiare insieme l'incarcerazione di Oliver Johnson. Nel frattempo però anche tu hai bisogno di rilassarti un po'...- fece Barba - Non dormi a dovere da quando è iniziata questa storia, sei sciupato, pallido, se non ti riposi almeno un po' crollerai.
Senti, perchè non ti fermi qui stasera?- 
Carisi strabuzzò gli occhi - Aspetti.... può ripetere per favore, credo di non aver capito troppo bene...- 
- Fermati qui stasera.- fece Barba - Ho preparato una paella. Fammi compagnia.-
Sonny sorrise. 
Qualcosa gli diceva che gli conveniva accettare, non era una cosa così usuale essere invitati a cena dall'avvocato più temuto di tutte le corti di giustizia, ma allo stesso tempo sentiva che fuori quel temporale poteva solo peggiorare.

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Capitolo 7
*** Il primo affondo ***


La notizia dello spettacolino messo su da Buchanan arrivò sino alle orecchie del tenente Tucker, che l'indomani ''omaggiò'' l'Unità Vittime Speciali con una visita... che però non era affatto gradita.
- Non sono d'accordo Ed.- fece Olivia - Buchanan pur di difendere i clienti arriverebbe a mettere in dubbio persino le leggi della natura, e tu lo sai benissimo.-
- Sì, sono d'accordo con te, e lungi da me il pensiero che il detective Carisi possa aver manovrato una testimone... ma devi capire che quando al mio ufficio arriva anche solo il sospetto che un poliziotto abbia coperto un crimine o che abbia convinto qualcuno a sporgere denunce false... io ho il compito di intervenire.- fece Tucker. 
- Ma così rovinerai la carriera di un ottimo poliziotto.- fece Olivia.
- Se non ha fatto niente, non ha niente da temere.- 
- Già, ma questo episodio verrà registrato nel suo dossier personale, ed ogni caso in cui ha testimoniato, ogni vittima di cui si è occupato, verrà rimessa in discussione.- fece Olivia pensando al più giovane dei suoi sottoposti che in meno di una settimana si era ritrovato prima ad indagare sullo stupro di sua sorella, e come se il destino non si fosse divertito abbastanza con lui, aveva anche pensato di provocare a suo padre un attacco di cuore. Vero, in quel momento, di essere messo in dubbio come poliziotto e come persona moralmente integra non gli importava più di tanto, ma una volta finita quella storia avrebbe dovuto fare i conti con le frecciatine, gli sguardi sospettosi, e forse avrebbe dovuto dire addio al suo sogno di diventare avvocato.
Non l'avrebbe permesso. Non di nuovo. 
Nick per avere perso le staffe una volta di troppo, anche se a piena ragione, era stato letteralmente silurato e non aveva nemmeno potuto tentare di sostenere l'esame da sergente.
Se adesso Carisi veniva messo sotto indagine con l'accusa di aver convinto una testimone a mentire, pur non essendo vero, sarebbe stato registrato nel suo dossier e tutta la sua carriera ne avrebbe risentito. Non avrebbe nemmeno più potuto fare l'avvocato, come era il suo sogno.
- Tucker andiamo... Carisi è un poliziotto integerrimo ed è una delle persone più oneste che conosco.- 
- Lo so. E credimi, odio doverlo fare...- fece Tucker avviandosi verso l'uscita.
Carisi era sulla porta.
Dalla faccia si capiva subito che non aveva dormito... e che aveva sentito tutto. 
- La aspetto oggi per le cinque.- fece  Tucker.
- Ci sarò.- 
- Può portare un avvocato se la fa sentire più tranquillo....- 
- Sono un poliziotto.- fece Carisi - e ho passato l'esame di abilitazione da avvocato. Mi arrangio da me, grazie.- 
...
...
...
- Come stai?- fece Olivia.
- Come sto... mia sorella è stata stuprata. Il bastardo che le ha fatto questo con tutta probabilità la farà franca.
Mio padre ha avuto un infarto, e i medici ancora non sanno dire che cosa lo ha provocato.... se permetti, che gli Affari Interni mi vogliono sotto processo, è l'ultimo dei miei problemi.- fece Carisi sedendosi sul divano. 
- Perchè non ti prendi qualche giorno di riposo?- fece Olivia - non è un problema, ci sono un paio di agenti che devono fare degli straordinari...-
- Riposerò quando sarò sicuro che quel bastardo marcirà in prigione.- fece Sonny - si è fatta avanti qualche altra donna?- 
- No. Per ora no.- fece Olivia.
- Nel computer di Oliver ho trovato una specie di memo, ci sono diverse file di numeri.... troppo lunghi per essere numeri di telefono, forse sono i numeri dei conti correnti delle sue vittime... se li controllo magari...- 
- Ti risparmio la fatica.- fece Fin - Ho controllato io per te. E mi duole dirti che non sono numeri di conti correnti.- 
- Hai provato a cercarli anche in tutte le banche del paese?- fece Carisi.
- Sì. Ma non è saltato fuori niente.- fece Fin.
- Ma qualcosa questi numeri devono voler dire.- fece Olivia - se erano in un file criptato, vuol dire che è qualcosa che Oliver non voleva che i suoi soci, e i clienti sapessero.- 
- Linee erotiche russe?- fece Fin.
I due lo guardarono storto.
- Che c'è? E' un'ipotesi come un'altra... cercavo di smorzare un po' la tensione.- 
Sonny si massaggiò le tempie.
- Lo so, scusami....Dio, mi scoppia il cervello...- 
- Vai a prenderti un caffè.- fece Olivia - Fingi che sia un ordine del medico.-
Carisi obbedì. Andò nella break room e si preparò un caffèlatte con quattro tazzine di espresso. Si sedette al tavolino ed iniziò a girare il cucchiaino per mescolare e a fissare meditabondo il contenuto di quella tazza invece di bere.
In quel momento avrebbe tanto voluto che quella storia fosse, non chiedeva un incubo, ma un film. Uno di quelli in cui quando tutto andava in malora, nel momento peggiore della narrazione vi era lo schermo nero e la scritta '' Six months later'', e ritrovarsi all'improvviso con tutti i problemi che si erano magicamente risolti da soli. 
Gina era stata stuprata e non solo non aveva potuto risparmiarglielo, ma non riusciva nemmeno ad assicurare il mostro che aveva rovinato il fiore della sua giovinezza alla giustizia, suo padre aveva avuto un infarto per colpa sua e lui gli aveva detto, come ultime parole che non lo considerava nemmeno suo padre. Aveva chiesto a Barba di non concedere o promettere accordi per tutto quel dolore, e lui gli aveva dato la sua parola, ma purtroppo non dipendeva tutto da Barba.
Il pensiero di poter perdere il lavoro o di essere silurato in maniera permanente sia nella carriera in polizia che in quella da avvocato non lo preoccupava minimamente.
- Ehy...- fece Amanda bussando sulla parete per palesare la sua presenza - Ho... ho saputo di Tucker. Come stai?- 
- E' l'ultimo dei miei problemi.- fece Amanda - Gina....?- 
- E' con tua madre in ospedale. Sono riuscita a convincerla a non ritirare la denuncia, ma è molto provata...- 
- E mio padre?- 
- Stabile.- fece Amanda. 
- E' colpa mia se lui sta male... ti ricordi la mattina in cui siamo andati dai miei per informarli di cosa era accaduto a Gina?- Amanda annuì - quando vi ho mandato fuori, gli ho detto che se non fosse venuto al processo per sostenere sua figlia non lo avrei più considerato mio padre... che non si era mai comportato da genitore...- 
- Sonny, tu eri arrabbiato e sconvolto... se non l'avessi fatto tu, glielo avrei detto io.- fece Amanda - Stava praticamente dicendo che Gina si è fatta violentare, sfido chiunque con un po' di sale in zucca a non dare di matto.- 
- E se non l'avessi fatto per Gina, ma per me stesso?- fece Sonny con gli occhi lucidi - Forse volevo solo farlo sentire stupido, inadeguato e fuori luogo come ha fatto sentire me per tutto il tempo che ho vissuto in quella casa... farlo sentire uno schifo... e ho usato mia sorella per una stupida vendetta... ma che mi è preso?- 
- Sei stato umano.- fece Amanda - Hai provato del risentimento per qualcuno e hai voluto prenderti una rivincita. Ti assicuro che non finirai all'inferno per questo. E poi da una parte è un sollievo.- 
- Sarebbe a dire?- 
- Beh... sei sempre così impeccabile e giusto in tutto che quasi non mi sembravi umano. E' bello sapere che anche tu sei un comune mortale come tutti noi.-
Sonny sorrise tiratamente.
Amanda gli sfiorò il dorso della mano - Ascolta... so che è una situazione da schifo, ma te lo giuro, troveremo il modo di fargliela pagare. Non ci cadrà la soluzione dal cielo forse, ma troveremo una soluzione.-
Sonny sorrise.
Avrebbe voluto crederci.
Apprezzava il tentativo, ma la verità era che ci sarebbe voluto un miracolo per rimettere tutto a posto.
Furono quelli i pensieri che lo accompagnarono fuori dalla centrale. Aveva bisogno di un po' d'aria prima di farsi mettere sotto torchio da Tucker.
...
...
...
In sua assenza, le indagini era continuate, purtroppo senza risultati concreti. Incredibile a dirsi, ma Buchanan sembrava aver trovato una linea difensiva che seppur non così articolata ed arguta era più che sufficente a far venire un ragionevole dubbio nella giuria.
- Non ci possiamo arrendere così.- fece Olivia - quel bastardo ha stuprato una donna, e Dio solo sa quante altre che sono troppo spaventate per farsi avanti. Ci deve essere un modo per inchiodarlo.- 
- Carisi?- fece Barba guardandosi intorno cercando con gli occhi il suo ( anche se non l'avrebbe mai ammesso nemmeno sotto le peggiori torture di Guantanamo) pupillo.
- A fare due chiacchiere con Tucker.- fece Fin - Il tenente vuole assicurarsi che un poliziotto non abbia convinto una vittima a dichiarare di essere stata stuprata dopo aver scoperto di essere l'altra in una storia di corna.-
- Lui?- fece Barba - stiamo parlando di uno che non riuscirebbe a dire una balla nemmeno se ne andasse della sua vita.- 
- Appunto per questo dobbiamo inchiodare quel figlio di puttana.- fece Amanda - Gli ha messo sottosopra la famiglia e ora rischia di mandargli a puttane la carriera.-
In quel momento, Carisi arrivò in ufficio, e sembrava molto agitato.
- Com'è andata agli Affari Interni?- chiese Fin.
- Non è importante al momento...- fece Carisi smanettando con il cellulare - Fin, hai ancora i numeri di cui parlavamo prima?-
- Si, perchè?- chiese il sergente.
Carisi non rispose. Prese posto alla scrivania dell'amico, dove sul pc era aperto il documento di Word in cui vi era una lunga lista di numeri a tredici cifre ed usò la funzione '' trova'', in cui inserì il numero che aveva salvato nei memo del suo telefono.
Ed un risultato della ricerca rivelò contenere non solo le stesse cifre, ma anche nello stesso ordine in cui le aveva digitate.
- Brutto figlio di puttana...- fece Carisi mollando un pugno alla scrivania.
- Ehy.- fece Fin - se devi spaccare qualcosa, prenditela con la tua roba.- 
- Scusa.- 
- Si può sapere che succede?- chiese Olivia.
- Mia madre. Ha detto che i medici vogliono sottoporre mio padre ad altri esami perchè non riescono a capire il perchè di questo infarto, così quando sono uscito dall'ufficio di Tucker mi ha chiesto di andare a prendere i documenti sull'intervento al cuore che aveva subito un po' di tempo fa...- fece Carisi - e tra quei documenti, oltre alle analisi e alla perscrizioni mediche c'era pure un documento relativo alla valvola cardiaca prodotta dalla società di Oliver Johnson...- 
- Forse ho capito a cosa ti riferisci...- fece Amanda - Quel numero evidenziato è il numero di serie di una valvola.- 
- La valvola cardiaca di mio padre.- fece Sonny - Quando ho visto il numero mi sono ricordato di questi.- 
- Aspetta, rallenta, tira il freno a mano e spegni il motore.- fece Barba - tutto questo cosa a che vedere con il nostro caso?-
- Mio padre ha avuto un infarto dopo aver ricevuto la valvola cardiaca della società dell'uomo che gli ha stuprato la figlia.- fece Sonny - Ora, le due cose sono totalmente scollegate l'una dall'altra, ma se la valvola cardiaca non fosse a norma e fosse stata comunque venduta...- 
-.... sarebbe tentato omicidio di secondo grado.- fece Olivia - Ok, è un'ipotesi interessante, ma come fai a dire che la valvola di tuo padre sia difettosa? A meno che tu non voglia far secco il tuo vecchio, non si può estrarre la valvola e farla analizzare.- 
- No, ma c'è un'altra cosa che possiamo fare.- fece Barba - Trovo improbabile che in mezzo a tutti questi numeri ci sia una sola valvola difettosa.... e dubito che tutti gli altri riceventi in questo elenco siano stati altrettanto fortunati. Posso farvi avere un mandato per accedere alla lista dei riceventi della valvola, e scopriremo se tuo padre è davvero l'unico ad aver rischiato la pelle per colpa di una valvola.- 
- Pensi che te lo concederanno?- fece Olivia.
- Oliver Johnson è in stato di arresto, quindi posso rovistare dove mi pare e senza dare troppe spiegazioni. Almeno per adesso.- fece Barba.

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Capitolo 8
*** La verità ***


Lo stereotipo più frequente delle relazioni in ufficio era che ogni momento era buono per appartarsi e concedersi una sveltina tra una pratica e l'altra.
Nel loro caso non era vero.
Ogni tanto, quando era possibile, si appartavano ma il sesso era l'ultimo dei loro pensieri. Ne approfittavano per scambiarsi qualche carezza e qualche bacio, per smorzare la tensione e lo stress quando affrontavano un caso particolarmente difficile o era palese che uno dei due aveva bisogno di un po' di coccole. 
E quello era il caso. Anzi, i casi. 
Uun caso terribilmente complicato e che aveva messo a dura prova il detective italo americano. 
Si erano appartati nel dormitorio, dove i detective del turno di notte si concedevano di stendersi un po' e di riposare gli occhi... Amanda era seduta su una brandina, mentre Sonny se ne stava sdraiato con la testa sulle gambe della detective della Georgia.
La donna gli carezzava la testa ed il volto. Sonny se ne stava in silenzio, godendosi il momento. Il tocco della poliziotta era come un balsamo in quel momento.
- Com'è andata con Tucker?- 
- Come vuoi che sia andata... mi ha chiesto la mia versione dei fatti, ed io gli ho raccontato per filo e per segno tutto quello che Gina mi ha riferito la sera dell'aggressione, e che non ho avuto il minimo dubbio sul fatto che mi stesse dicendo la verità, e che non le ho in alcun modo suggerito di urlare allo stupro per una ripicca... altrimenti in galera a quest'ora ci sarebbe mezza New York.- 
Amanda sorrise scompigliandogli i capelli - Pensi che ti abbia creduto?- 
Sonny fece le spallucce - Non lo so... non ne ho idea.
Personalmente non mi importa nemmeno, con tutto quello che è successo. Voglio solo che tutto finisca il prima possibile e metterci una pietra sopra.-
- Senti un po'....- fece Amanda - ma se dopo che tutta questa storia è finita, ci prendessimo qualche giorno di ferie e ce ne andassimo insieme da qualche parte?- 
- Tipo?- 
- Non lo so. Decidi tu.- 
Carisi sorrise. L'idea non gli dispiaceva... l'idea di andare da qualche parte con Amanda, per qualche giorno, senza dover sentir parlare di stupri o reati sessuali di qualunque genere, di svegliarsi la mattina accanto a lei, ancora abbracciato a lei, e poi passare altre due ore con lei a coccolarla e vezzeggiarla senza sentire il ticchettio dell'orologio che li incitava ad alzarsi dicendo '' Guardate che i delinquenti mica aspettano voi''. 
Non importava dove. Sarebbe comunque stato un piccolo angolo di mondo che sarebbe diventato solo loro.
- Potremmo andare nel New Hampshire.- fece Amanda - Anche solo per qualche giorno... dicono sia splendido in questo periodo... e potremmo chiedere a qualcuno di tenerci Jesse.- 
- A Gina piacerebbe.- fece Sonny - e poi, con tutta questa storia, avere gli occhi su qualcun altro le farebbe solo bene.- non poteva chiedere a sua madre di accudire una bambina di due anni e mezzo, con suo padre in ospedale.
La baby sitter, giustamente, a fine giornata aveva a cuore altre cose che portarsi il lavoro a casa e Amanda non avrebbe mai lasciato per una settimana filata la figlia assieme a sua sorella. Bella doveva occuparsi di sua figlia... e non si sentiva tranquillo a lasciare una bambina così piccola in balia di una che passava la vita a cercare un marito ricco e che una volta aveva costretto sua figlia ad andare a scuola nonostante la polmonite. L'unica su cui poteva davvero fare affidamento, era Gina. Nonostante fosse una confusionaria di prima categoria e con un talento innato per attirare solo gli uomini sbagliati era una di quelle rare persone che sembravano nate apposta per prendersi cura degli altri e tutti i bambini del circondario e dell'asilo in cui lavorava la adoravano. 
Ma prima doveva renderle giustizia. Non si sarebbe mosso da lì finchè non ci fosse riuscito.
...
...
...
Il giorno dopo la Warner comunicò i risultati di quello che aveva scoperto.
- Ci avevi visto lungo Carisi...- fece Barba guadagnandosi un'occhiata da tutti i presenti che diceva '' Ma l'ha detto veramente?'' e '' Accidenti, perchè non ho attivato il registratore del cellulare'' - Sì, l'ho detto, quel che è giusto è giusto, va bene?- 
- Quindi?- fece Carisi.
- Non so dirti se la valvola di tuo padre è rotta, però nella lista dei riceventi ci sono almeno centodiciotto persone, molti dei quali dei ragazzini, ad aver ricevuto la valvola... e ad essere morti in seguito ad un infarto.-
- Non ha l'aria di essere una coincidenza o una fatalità...- fece Fin.
- Nessuna delle due infatti.- fece la dottoressa Warner - Tre di loro erano residenti a New York, e ho avuto i permessi per riesumare i corpi e sottoporli ad autopsia, tre corpi, tre morti per infarto e indovinate un po'?- 
- Valvole cardiache difettose?- fece Olivia. 
- Diverse incrinature ovunque, e c'è una frattura visibile ad occhio nudo alla base del flusso di sotegno.- fece la Warren - Mi stupisce che abbiano retto così tanto.- 
- C'è una possibilità che il nostro amico non sapesse che le sue valvole erano difettose?- fece Sonny sperando che gli venisse risposto di no. 
- Per me è improbabile che non lo sapesse.- fece la dottoressa - Ricevere i rapporti sulle condizioni della merce è routine per il presidente di una società, quindi...- 
- O qualcuno ha falsificato i rapporti, oppure Johnson ha finto di non vederli.... ecco cos'era quel file. Una partita di valvole cardiache difettate.- fece Amanda. 
- Amanda, Fin raccogliete i numeri di serie e i nomi dei riceventi che corrispondono.- fece Olivia - Informate le autorità degli Stati in cui erano residenti ed informateli che c'è la possibilità che siano stati vittima di un omicidio di secondo grado e che è necessaria l'autopsia.- poi si rivolse a Barba - è abbastanza per una condanna?-
- Lo scopriamo subito.-
...
...
...
- A meno che non ci abbiate convocati per dire che ritirate quelle ingiustificate accuse nei confronti del mio cliente...- fece Buchanan nel parlatorio di Rikers seduto accanto ad Oliver - rifiutiamo ogni tipo di accordo che potreste proporre.- 
- No.- fece Sonny con uno sguardo che se avesse potuto uccidere avrebbe polverizzato Oliver Johnson sul posto. Moriva dalla voglia di averlo tra le mani, anche solo per cinque minuti, e mostrargli come ci si sentiva nelle mani di qualcuno che non aveva pietà. Aveva anche pensato di minacciare di sparargli, scaricare a vuoto tutto il caricatore sparando a qualunque cosa dotato di struttura molecolare, per fargli pensare che da un momento all'altro gli avrebbe sparato prima di centrarlo con l'ultimo proiettile, giusto per fargli capire la sensazione di paura che si provava quando una persona si divertiva a giocare con la vita - siamo qui per dire al suo cliente di prepararsi, perchè l'abbiamo in pugno.- 
- Perchè?- fece Oliver sfottendo - un'altra sgualdrina ha detto che l'ho violentata?- 
- Certo, perchè per te sono questo le donne, vero?- fece Sonny stringendo il pugno cercando di non sfondargli la faccia - angeli scesi in terra finchè sono dolci ed accondiscendenti, ma se denunciano le tue violenze sono solo sgualdrine.- 
- Non è colpa mia se hai la sorella puttana.-
- Oliver, calma.- fece Buchanan.
Barba mise davanti all'avvocato il documento con i numeri di serie delle valvole difettate ed una cartellina da documenti - Signor Johnson, cosa sono questi numeri?- 
- Prima che tu dica non so di che parlate, sappi che erano nel tuo pc.- fece Sonny. 
- Sentite, voi due non dirigete una società quindi non potete capire quando possa essere complicato amministrarla.- fece Oliver che sembrava ansioso di cambiare discorso. 
- Non ha risposto alla domanda.- fece Barba - per cui lo farò io per lei. Sono i numeri di serie di una partita di valvole cardiache che produce la tua società.- 
- Il mio cliente non è tenuto a rendere di conto su come gestisce il suo lavoro.- 
- Invece sì, visto che questi numeri corrispondono a delle valvole difettose.- fece Sonny - la informo che stiamo ancora indagando, ma per ora i riceventi della valvola residenti a New York che abbiamo trovato sono deceduti.-
- Stronzate.- fece Oliver.
- Lo dica al referto autoptico.- fece arba mostrando delle foto ingrandite delle valvole dei due riceventi di New York. Erano piene di incrinature ed avevano una vistosa frattura alla base del flusso di sostegno - Le foto non mentono.- 
- Hai venduto delle valvole pur sapendo che erano difettose.- fece Sonny - Hai lasciato che dei soggetti cardiopatici, dei bambini malati andassero al macello solo per guadagnare più soldi? Ma che razza di uomo sei si può sapere.- 
- Aspetti, cerchiamo di calmarci.- fece Buchanan - Come fate a sapere che è stato il mio cliente ad autorizzare la vendita di quelle valvole? O che fosse a conoscenza dei loro difetti?- 
- Ha visto gli stessi rapporti che vediamo anche noi.- fece Barba.
- Beh... il mio responsabile deve aver falsificato la mia firma, non c'è altra spiegazione.- fece Oliver.
- Bel tentativo.- fece Sonny prendendo il permesso di vendita firmato da Oliver Johnson ed una fattura di un ristorante che avevano trovato nel portafogli, per poi metterli a confronto - Insomma, non credo ci sia bisogno del grafologo per capire che queste due firme sono identiche.- 
- E' lo stesso discorso delle impronte digitali. Non ne esistono due identiche.- fece Barba.
- Ehy, un momento...- fece Buchanan - questo non c'entra con il presunto stupro.- 
- Questo lo dici tu.- fece Barba - I casi di stupro sono una cosa molto complicata. Gira tutto intorno alla credibilità delle parti in causa.- 
- E non credo che per la giuria sarà semplice credere che uno che pur di mettersi in tasca qualche dollaro in più ha ucciso dei bambini innocenti che si fidavano di lui ha avuto un rapporto consensuale con una donna che aveva illuso essere la sua fidanzata.- 
- Ehy, stiamo calmi, io non ho ucciso nessuno!- fece Oliver. 
- Dice? Ha fatto spedire una partita di valvole cardiache difettose  a dei soggetti con problemi cardiovascolari, e ne era al corrente. Non ha brandito un coltello o estratto una pistola ma il sugo non cambia.- fece Barba - Finora l'ha fatta franca, solo perchè difficilmente i parenti o il personale medico che hanno accudito un soggetto con problemi di cuore troverebbero sospetta la morte per infarto, ecco perchè nessuno ha mai richiesto un'autopsia o ha sporto denuncia contro di lei.- 
- Fino ad ora.- fece Sonny - abbiamo contattato le giurisdizioni degli stati in cui un ricevente è morto, e abbiamo specificato che potrebbero essere degli omicidi. Si faranno le autopsie su tutti i cadaveri. Scoppierà un bel casino.- 
A quel punto Buchanan fu costretto, per l'ennesima volta, a chinare la testa davanti a Barba.
- Credo che... riusciremo a metterci d'accordo.- fece l'avvocato.
- Io ne dubito.- fece Barba - Ho già presentato al giudice le accuse per omicidio di secondo grado, con l'aggravante della consapevolezza. E se siamo fortunati, applicherà la pena consecutiva.- 
- Che cosa significa per me?- 
Sonny sorrise come un bambino il giorno di Natale - In due parole.... sei fottuto. 
Con quattro parole, sei fottuto per sempre. 
In pratica, non ti farai vent'anni per centodiciotto capi di omicidio e uno stupro, ma sconterai la pena per ogni singolo crimine.- 
- Starà ancora scontando la pena quando verrà interrato.- fece Barba con un sorriso. 
- Possiamo trovare un'accordo per una pena più mite... vent'anni per tutto e il casellario.- 
- Te lo puoi anche scordare.- fece Barba - Il tuo cliente ha sacrificato dei soggetti a rischio per guidare un'auto più bella e una casa più grande, e ha stuprato ed ingannato una ragazza che gli aveva offerto tutto il suo amore, personalmente mi pare di essere stato anche troppo buono.- 
- Sai qual'è la cosa buffa?- fece Sonny sorridendo nel vedere Oliver Johnson realizzare che ormai per lui era finita per sempre - che se avessi ascoltato Gina, questa cosa forse non sarebbe mai stata scoperta.... ti sei scavato la fossa con le tue mani.- 
Nel dir così i due andarono via, per preparare i documenti per l'udienza che avrebbe chiuso quel processo.

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Capitolo 9
*** Un finale felice ***


Come previsto da Barba, la giuria non prese per niente bene il sapere che Oliver Johnson aveva deliberatamente venduto delle valvole cardiache rotte che avevano condannato a morte centodiciassette persone, tra cui moltissimi bambini con difetti cardiaci, e la sua credibilità nel caso di violenza carnale ai danni di Gina venne demolita come un castello di carte al minimo soffio di vento. 
A deliberare non ci misero più di venti minuti. 
- Per l'accusa di violenza carnale di primo grado, giudichiamo l'imputato, Oliver Johnson...- fece il portavoce della giuria - Colpevole.
Per l'accusa di omicidio doloso di secondo grado, giudichiamo l'imputato colpevole.- 
Oliver crollò a sedere, come se una sanguisuga gli avesse succhiato via la linfa vitale. Aveva sperato sino all'ultimo secondo che la giuria non tenesse conto dei centodiciassette capi di omicidio, in quanto si trattava di due casi completamente separati, che non avevano nulla a che vedere l'uno con gli altri.
Guardò la moglie come per dire '' Ti prego credimi... non ho stuprato quella puttana e non ho ucciso nessuno'', ma la donna non lo degnò nemmeno di uno sguardo. All'inizio aveva appoggiato il marito perchè convinta che Gina lo avesse circuito con chissà che cosa e che l'accusa di stupro fosse solo una ripicca nei suoi confronti, ma non aveva potuto fare a meno di ammettere la verità quando aveva scoperto che quei numeri, che il marito le aveva sempre spacciato per i numeri dei conti correnti dei dipendenti della società, in realtà corrispondevano ad una vittima.
- Oliver Johnson.- fece il giudice - E' stato portato davanti a questa corte con l'accusa di una violenza sessuale ai danni della signorina Gina Carisi. Nel corso dell'inchiesta è stata presentata un'accusa per 117 capi di omicidio, e uno per tentato omicidio di secondo grado, aggravato da futili motivi. 
Questa corte la condanna ad una pena detentiva consecutiva, pari a 2360 anni e al dover restituire tutti i suoi guadagni in modo da istituire un fondo per risarcire le famiglie che hanno perso un affetto a causa sua.- 
Poco dopo, Oliver Johnson, in uno stato di rabbiosa impotenza, venne ammanettato dagli agenti per essere condotto a Rikers, mentre Gina scoppiò in un pianto liberatorio tra le braccia del fratello. 
- E' tutto finito.- fece Sonny cullandola come se fosse una bambina - è tutto finito... non farà più del male a nessuno... sei al sicuro adesso, starai bene. E' finita.- 
Quando si calmò rivolse uno sguardo pieno di gratitudine a Barba.
- Non so come ringraziarla...- 
Barba sorrise - E' tuo fratello che devi ringraziare non me. E' lui che ha trovato quel file segreto e che ha scoperto cosa significavano... è un gran rompiscatole, ma finchè non ha acciuffato la preda non molla.- 
- Non deve convincere me...- nel dir così abbracciò il fratello, lasciando che il fratello la cullasse, come era solito fare quando era piccola dopo che aveva litigato con mamma e papà, con un' amichetta o per chiedergli scusa di avergli fatto un dispetto - grazie...- 
- Dovere.- fece Sonny. 
Il momento venne interrotto dalla moglie di Johnson.
Sonny fu subito pronto a difendere la sorella, ma la donna disse con le mani alzate - Vengo in pace. Io... vorrei scusarmi per tutto il male che mio marito vi ha causato... a te...- fece guardando Gina con uno sguardo addolorato e carico di rimorso - e alla vostra famiglia...- 
- Grazie.- fece Gina - Ascolti... io non sapevo che fosse sposato...- 
- Gina.- fece Sonny - Non sei certo tu a doverti scusare. Signora, io non ce l'ho con lei ma...- 
- Si lo so. E' per questo che sono qui.- fece la donna - Ho deciso di istituire un fondo per risarcire le famiglie delle vittime che sono morte per colpa di Oliver... e so che tra di loro c'è anche vostro padre. Volevo dirvi che se avete bisogno di qualcuno che paghi per le cure, un altro intervento... non avete che da chiedere.- 
- E' molto generoso da parte sua...- fece Sonny - ma ce la caveremo. Non si preoccupi.- nel dir così allontanò la sorella ed uscì dal tribunale.
Fuori ad aspettarlo c'era Amanda con una lieta notizia.
Suo padre era sveglio e stava bene. 
...
...
...
- Che cos'hai?- fece Amanda mentre si incamminavano verso la stanza del signor Carisi. Gina aveva accompagnato la madre a prendere un caffè, per poterle dare la bella notizia circa il suo caso, e Sonny aveva deciso di andare a trovare il padre. Amanda aveva notato che il suo ragazzo non pareva essere molto felice di quella visita imminente - hanno preso lo stupratore, l'hanno condannato, tuo padre se l'è cavata... dovresti essere felice.- 
- Sono felice.- 
- Non si direbbe.- fece Amanda - hai la stessa faccia che ho io quando torno a casa da mia madre e mia sorella per il Ringraziamento...-
- L'ultima volta gli ho detto che non lo consideravo nemmeno mio padre...- fece Sonny - ho rischiato che quelle fossero le ultime parole che avrebeb sentito da me.- 
- Sonny.- fece Amanda - eri arrabbiato ed eri sotto pressione. Tuo padre capirà.- fece Amanda fermandosi davanti alla porta della camera - Io sono qui fuori se hai bisogno d'aiuto.-
Sonny sorrise.
Era anche per questo che l'amava.
Quando Sonny entrò nella stanza del padre lui era sveglio, ed aveva appena finito di mangiare.
- Ciao.- fece Sonny titubante - come... come stai?- 
- Beh sono stato meglio certe volte...- fece il signor Carisi - il cibo non ne parliamo poi...-
- Il processo è andato bene.- fece Sonny - si farà più di duemila anni di galera... per quello che ha fatto a te, Gina, e molti altri.- 
In breve, Sonny gli spiegò quali erano le cause del suo infarto e di come lo avevano incastrato. 
- Che figlio di...-  commentò il signor Carisi.
- Papà...- fece Sonny con le lacrime agli occhi - ti prego scusami...- 
- Per cosa?- 
- Per l'ultima volta che ci siamo visti.- fece Sonny - ti..ti ho detto delle cose orribili...- 
- Ma erano meritate.- fece il signor Carisi - Hai ragione. Su tutto. Non sono stato un buon padre.- 
- No che vai dicendo...?- fece Sonny.
- Vedi, tuo nonno era una bravissima persona.- fece il signor Carisi - non aveva nulla da spartire con la bestia che ha violentato tua sorella o quelli che arresti ogni giorno. Ma era cresciuto con un padre che parlava con i pugni e le umiliazioni... ha cercato di non somigliare al tuo bisnonno, ma si è portato dietro i segni per tutta la vita. Tuo nonno non è mai stato un uomo molto espansivo o che manifestava le sue emozioni, il suo affetto.... lavorava molto. Non lo vedevo quasi, se non a cena, e non parlava molto... però io lo guardavo e capivo cos'era un buon padre. E non sai che avrei dato perchè tu e le tue sorelle mi guardaste in quel modo.
Ho fallito.- 
- No, non è vero...- fece Sonny.
- Ho fatto degli errori con voi. Tanti. Soprattutto con te.- fece il signor Carisi - e il peggio è che ho pensato di farti del bene...per quello che vale però sono fiero di te. Sei diventato un uomo forte, intelligente, coraggioso.. hai difeso le tue sorelle nello stesso modo in cui acrei dovuto fare io. 
So che non te l'ho mai detto prima ma... sono fiero di te, figliolo.- e nel dir così lo abbracciò. 
Sonny sorrise, con gli occhi lucidi. 
- Per favore, non dimenticare quello che mi hai detto...- fece Sonny facendo cenno ad Amanda di entrare nella stanza - ti... ricordi del detective Rollins, vero?- 
Il signor Carisi annuì.
Sonny le strinse la mano -Quello che non sai però.... è che è anche la mia fidanzata.-
Amanda lo guardò come per dire '' Ma lo hai detto davvero?'', poi notando l'espressione basita del signor Carisi si premurò di dire - So cosa pensa. Che non vado bene. E sa cosa? Ha ragione. Sono un disastro che cammina. Ho una figlia da sola, e ho avuto diversi problemi con il gioco d'azzardo... e se per caso incontrasse la mia famiglia per il ringraziamento volerebbero i piatti e le sedie solo all'aperitivo... però lo amo. E penso che questo sia l'unica cosa che ad un genitore serva sapere...- o per lo meno, a lei sarebbe bastato sapere che il futuro ragazzo di Jesse la amava e che sarebbe stato pronto a morire per lei. Poi non le sarebbe importato di nient'altro. 
- Credi... di riuscire a superare questo?- fece Sonny stringendo più forte Amanda, facendo capire al padre che non avrebbe rinunciato a lei, indipendentemente da cosa avrebbe detto.
Il signor Carisi fece con uno sguardo imperscrutabile - Ad una condizione. Anzi due. 
Primo.... detective Rollins, lei lo convince a farsi portare da qualche parte per almeno una settimana...-
- Ok...- fece Amanda sorridente - La seconda?- 
L'uomo sorrise - Voglio passare quel periodo con la mia nipotina.- 
I due sorrisero. 
- Accordato.- fece Amanda.

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