Parabellum

di sonia1977
(/viewuser.php?uid=78494)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ketem ***
Capitolo 2: *** Ten ***
Capitolo 3: *** Bonsaopka ***
Capitolo 4: *** Konpa uba ***
Capitolo 5: *** Gocola ***
Capitolo 6: *** Dotmay ***



Capitolo 1
*** Ketem ***


Buona sera, vi lascio una nuova storia, completa. Sono sei capitolo, che posterò una volta a settimana.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di quel genio di Lucas e della Disney; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Buona lettura, Sonia.

1. Ketem
 
1 Giorno – 1 settimana di esilio – 1 mese
 
Bacoke (beloved) Anakin,
 
Probabilmente questa è la cosa più stupida che ho mai fatto, e data la nostra capacità di creare disastri direi che ho una certa esperienza.
Non riesco a farne a meno, vorrei che ti mettessi in contatto, ma al contempo non lo voglio per nulla! Vorrei che mi trovassi tramite la traccia che lascio inviando questo messaggio, ma so che sono bravo a non farmi trovare, tu diresti che sono troppo furbo, non è vero? Furbo non lo sono mai stato, per mia sfortuna.
Vorrei sapere come stai, non riesco a immaginare che tu possa stare in mezzo a quell’oscurità. Ho sentito cose che faccio fatica a concepire legate a te. Tutti quei morti, quella distruzione, a cosa servono? Alla sicurezza? O per creare paura? Non ti sto facendo ramanzine non ho né il titolo né la voglia di farle, le mie sono solo domande. Ci sono giorni in cui mi sveglio in questo mare di niente e spero di trovarti ad incombere sopra di me, con il tuo sguardo carico di odio (mi sono fatto odiare così tanto?) la spada blu? (hai piegato il tuo cristallo, Anakin? Ora è rosso?) pronto ad uccidermi e so che questa volta non mi difenderei affatto, ti lascerei uccidermi, almeno smetto di soffrire così! Sì sono diventato anche egoista, bel Jedi! Il migliore, bah… Non lo sono mai stato!
Anakin, perché?


Obi-Wan
 

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Quando quella frequenza suonò, Vader stava guardando il mare rosso fuoco che passava sotto il suo castello, sentiva freddo nonostante l’alta temperatura del posto alimentata dal fuoco. Si girò osservando la stanza, quel suono lui lo conosceva bene, era il comlink di Skywalker, ma solo una persona aveva quella frequenza: Kenobi!
Il Sith marciò spedito verso l’armadio, lo aprì con violenza e spinse un pulsante laterale, un pannello scorrevole rientrò dell’alloggio nascosto rivelando l’ultima divisa Jedi che Vader aveva indossato: quella di Anakin Skywalker.
Fece scorrere la mano viva sulla stoffa di cotone, era più morbida di quello che si ricordava, ma non poteva essere paragonata agli abiti che indossava adesso, prese il comlink dalla cintura di Skywalker e chiuse il tutto.
Premette il pulsante laterale e il nome di Kenobi apparve, o meglio il sopranome che quello scemo di Anakin gli aveva dato Pukaneekee, gli occhi gialli del Sith riverberarono di disgusto, come aveva potuto amare un essere tanto meschino e falso? I suoi amanti ora lo idolatravano come il dio che era, aveva portato equilibrio, chi ha detto che doveva essere pieno di arcobaleni e felicità? Nessuno!
Attivò il messaggio e rimase inchiodato come uno scemo, non sapeva se mettersi a ridere o correre a cercare di tracciare il messaggio, Kenobi doveva essersi fuso il cervello, davvero stava provando a parlare con Anakin? Non l’ha capito che lo odia? Probabilmente deve averlo intuito visto che si chiede se è riuscito a farsi odiare in quel modo.
Decise di correre a cercare di tracciare il messaggio e poi ridere per la stupidità del Jedi, avviò la sequenza di tracciatura dai suoi dispositivi nuovi e ricalibrati da lui, se provava a chiedere altre calibrature al tecnico, gli sarebbe esploso il cervello, non che sia sopravvissuto al montaggio dei sistemi comunque!
Una volta partita la ricerca rilesse il messaggio, sicuramente Obi-Wan doveva essere fuori di testa, aveva una coerenza che neanche un Jawa aveva! Sembrava fuori fase. Furbo? Andiamo bene, è diventato Sith da un mesetto e già Kenobi sta dando i numeri, ma quanto dipendeva da lui?
Avrebbe capito quanto era stata stupida come azione, quando gli fosse piombato addosso e questa volta, non sarebbe scappato, oh no! Lo avrebbe fatto a cubetti tanto piccoli, che per raccogliere i pezzi di quello stronzo ci sarebbe servito un cucchiaino.
Come stava? Una favola, aveva quello che desiderava, quando e come voleva, e se non lo otteneva subito, trovava un modo per acquisirlo. Strozzando qualcuno ad esempio, aveva notato, che dopo il primo cui salvano via gli occhi, i restanti diventavano molto cooperativi.
“Non ti è piaciuto il servizio fatto su Naboo? In fin dei conti non se lo aspettava neanche Padmé! Dovevi vedere la faccia che ha fatto!” la Senatrice gli dava sui nervi solo a guardarla.
Era ovvio a parere di Vader che tutto questo serviva alla sicurezza, anche se lui lo trovava alquanto divertente, parola sua! Paura, era ovvio che avevano paura, spuntava l’ammiraglia e tutti morivano di paura, era la paura a tenere legati i pianeti, non la giustizia! E lui ci aveva creduto per ventidue anni alla giustizia, razza di cretino che era!
Gli occhi di Vader si assottigliarono, il vecchio non si sa come, aveva toccato un tasto dolente. La spada, era rossa, ma non aveva piegato il cristallo, ne aveva preso uno in prestito. Non era riuscito a farlo piangere, no, non ancora per lo meno. La spada di Skywalker era chiusa insieme al suo abito.
“Tu soffri Kenobi? Povero, dimmi dove sei che ti faccio smettere di soffrire! Io soffro, o meglio Anakin ha sofferto per te e grazie a questo, sono qui! Quello scemo ti avrebbe dato tutto, e tu sei andato a tradirlo! Non sei MAI stato il migliore!” la voce di Vader era un tuono di rabbia e dolore, angoscia e paura, il vulcano alimentato dalla sua stessa rabbia eruttò violento e grossi lapilli colpirono violentemente il vetro delle finestre del palazzo.
Vader era uscito di corsa dalla stanza e aveva lasciato il comlink aperto e il computer al lavoro, sarebbe tornato più tardi doveva sfogare la rabbia o le nuove attrezzature ne avrebbero fatto le spese, non stava correndo perché qualcosa stava sanguinando, qualcosa che un Sith non possiede, per cui non dovrebbe fare così male, a rigor di logica.
 
Anakin, perché?

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
N.d.A
La lingua usata nel titolo è huttese, ho usato un traduttore che ho trovato su internet.

Ketem: missiva

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ten ***


Buon pomeriggio, vi lascio il secondo capitolo di questa cosa che ho scritto.

Buona lettura, Sonia.

2. Ten
 
9 giorno – seconda settimana di esilio – 1 mese
 
Bacoke (beloved) Anakin,
 
per un attimo la settimana scorsa pensavo che mi avresti risposto, per la verità lo sto sperando anche adesso, sinceramente ho paura. Paura della tua risposta, della tua giustificazione per il male che stai spargendo per la galassia che avevi giurato di proteggere con me. Noi, Anakin ti ricordi di noi? Maestro e Padawan? Amici e fratelli prima, amanti poi. Per la Forza ancora non mi capacito di quanto sono riuscito ad amarti, Anie e tutto perché all’improvviso mi sono accorto di essere geloso! Sì hai letto bene geloso! Io che non ho mai provato un tale sentimento, ma se quell’essere si fosse avvicinato un altro po’ a te, sarebbe scoppiato un incidente diplomatico! Non credo di avertelo mai detto, che me ne sono accorto (con sommo orrore, dato il mio addestramento e, la mia disciplina legata al Codice) in quel momento, quando ho visto quel tipo provarci con te, in maniera così spudorata che ci ho visto rosso, se tu non ti fossi allontanato con non so quale scusa, il tipo si sarebbe involontariamente trovato spalmato contro il muro.
Mi chiedo ancora cosa mi abbia trattenuto dal farlo. Il fatto che ero sotto shock dall’esplosione di emozioni che ho avuto, potrebbe aver contribuito. Tu davvero non hai sentito nulla? Me lo sono sempre chiesto, sei così sensibile che pensavo avessi sentito tutto. Ho temuto che mi avresti preso in giro fino alla fine dei miei giorni per questo sentimento, invece ti sei nascosto dietro di me, con quell’espressione da cucciolo perso, ti sei messo alle mie spalle e non ti sei più spostato per tutta la durata del negoziato.
Oh Anakin, perché ti sei allontanato da me? Che ti ho fatto? Ti ho voluto così bene che adesso sembra che mi manca un pezzo importante per vivere.
 
Obi-Wan
 
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


Vader era sulla nave ammiraglia, veramente compiaciuto del lavoro svolto dai suoi uomini. Quella piccola ribellione su Kamino, era stata sedata e la fabbrica dei cloni era nuovamente all’opera. Un esempio della potenza dell’Impero quando qualcuno provava a mettergli i bastoni tra le ruote. Quei ribelli si stavano rivelando una vera spina nel fianco, peccato che il vecchio citrullo, continuasse ripetergli che non erano un grosso problema. Vader non aspettava altro che si distraesse e così potergli tagliare la testa per occupare il suo posto ed eliminare i ribelli e aggiustare due o tre cosette sulla gestione dei pianeti e poi tutto sarebbe stato perfetto.
Perfetto e suo.
Un blink sospetto gli fece abbassare lo sguardo verso la cintura, lo prese con disinvoltura, fingendo che non gli fosse balzato il cuore in gola, ovviamente non era che irritazione, non speranza, perché Vader non aveva la speranza che un certo Jedi, ricercato per tradimento, si sia messo in contatto di nuovo.
Quando lesse il nome del citrullo, tirò un profondo sospiro di sollievo e lesse il messaggio, in cui gli chiedeva di raggiungerlo su Coruscant per la cena.
Vader si chiedeva come ad Anakin potesse stare simpatico Palpatine, certo Anakin era anche quello che sbavava dietro Kenobi, a dirla tutta ci avrebbe fatto un pensierino pure lui al Jedi! Ma avete visto che culo che ha? Vader sorrise allo spazio, e i cloni attorno a lui notarono quel sorriso e si guardarono l’un l’altro chiedendosi cosa potesse far sorridere Vader come un deficiente. Ovviamente nessuno chiese cosa avesse a voce alta, non ci tenevano a finire morti per soffocamento.
“Cody, portami a Coruscant”
“Sì, mio signore. Preparate il salto nell’iperspazio” il comandante si girò verso gli addetti dell’iperspazio, i quasi si misero subito all’opera nel calcolo della traiettoria d’entrata.
Un secondo blink irritò veramente il Sith, che Palpatine gli desse almeno il tempo di arrivare, dannazione! Invece sul comunicatore non c’era nulla, lo ripose e scivolò via dalla sala centrale.
“Cody ma quello che ho visto era un sorriso?” chiese Alpha, un clone che aveva servito sia con lui sia con Rex
“Sì” replicò Cody sorridendo dentro il casco
“Mi devo preoccupare?”
“No, devi sperare amico mio” replicò il clone, prima di avviarsi verso il settore mensa, con un nome che gli frullava nella mente.
 
Rientrato nella sua stanza, prese il secondo comlink e trovò quello che non stava aspettando, ovviamente il Jedi doveva stupirlo ancora una volta,
“Kenobi, perché vai a rivangare certe situazioni?” chiese al nulla fissando il testo
“Anakin ti ricordi di noi?” – “Si mi ricordo di noi, Kenobi, come puoi pensare che non ricordi! Sono un Sith non un deficiente, nonostante quello che pensavano in sala comando”
“Geloso? Che ti sei fumato in quel posto?” sorrise mentre leggeva il testo, ricordava quella schifezza di senatore che si era avvicinato pensando a cose talmente orribili che neanche lui si sarebbe azzardato a proporre mai ad uno dei suoi amanti, tutto secondo Vader aveva bisogno di classe, anche una scopata. Quello che ricordava era il panico, e i suoi occhi che cercavano Obi-Wan, e li avevano trovati subito, la sagoma del Jedi era stagliata contro un arazzo dai delicati toni azzurri, ricorda lo sguardo furioso del Maestro Jedi, e ricorda distintamente la disapprovazione, che credeva a quanto pare errando, che fosse nei suoi riguardi, invece l’aveva con il tipo, di cui non ricorda neanche il nome, grazie alla Forza!
Rise con un misto di allegria e gioia perversa, quando lesse che si era spaventato, da una parte contento che quell’episodio gli avesse aperto la porta dell’amore, all’altro l’idea che Kenobi si fosse paralizzato da solo, perché si era infuriato con uno che ci provava con Skywalker portava al possesso, molto male Kenobi!
No, anche ripensandoci, non aveva sentito nulla di particolare da parte di Obi-Wan, solo biasimo per il suo errato comportamento durante i negoziati. Provo a concentrarsi di più sull’episodio, ricordò la sua smodata paura e il ribrezzo provato verso il senatore, lo sguardo di Obi-Wan che non si poteva definire possessivo, ma sorpreso, e forse in lontananza un senso di protezione scaturire dal Jedi, ma niente gelosia, oggi l’avrebbe riconosciuta.
Prenderlo in giro sarebbe stata quasi naturale per Anakin, il posato e tranquillo Jedi, geloso marcio del proprio ex-Padawan, rifletté un secondo se mettere a mente di prenderlo in giro quando lo avesse trovato, ma decise che non c’era più il gusto nell’umiliarlo così, avrebbe sicuramente trovato altro, giusto?
Cucciolo perso? Lui! Ci risiamo, si è fumato ancora qualcosa? In quale betola dell’orlo esterno si siede quando gli scrive? Certe cose le scrivi se sei fumato perso o se sei impazzito, e Kenobi impazzito non si può sentire, per cui è fumato. Il ragionamento fila, ovviamente!
Vader sbuffò, non filava per nulla, ma lo avrebbe fatto filare pensandoci su un altro po’
“Oh Anakin, perché ti sei allontanato da me?” – “Mi hai fatto male ecco perché, tu e quegli stupidi idioti dei tuoi amici!”
“Che ti ho fatto?” - “Hai anche il coraggio di chiederlo? Mi hai tradito, brutto bastardo!”
Ti ho voluto così bene che adesso sembra che mi manca un pezzo importante per vivere.
“E allora sopravvivi, finché non ti trovo, poi ti do la giusta morte, traditore!”
 
Il Sith si alzò infuriato, pensare ogni volta che l’uomo, che amava lo aveva tradito così, in maniera così dichiarata che era celata1, lo faceva uscire pazzo.
Usci a passo di marcia, investendo un paio di droidi, schiumante di rabbia scese nella sala addestramento, attivò un droide, gli si parò davanti dopo essersi levato il mantello, attivò la spada laser e il rosso creò un riverbero nei suoi occhi gialli, per una frazione di secondo il viso dolce e sorridente di Kenobi gli si materializzò davanti, stava cucinando ragionò, Vader, era l’unico momento un cui toglieva i primi due strati della divisa, lo guardò un attimo e con un ringhio alzò la spada e l’abbatté contro il Jedi
“Traditore” il droide sfrigolò in terra e sul viso di Vader scese una singola lacrima non voluta e non percepita.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
N.d.A

Ten: noi
1 - citazione tratta dal film Sherlock Holmes: Il gioco d’ombre

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Bonsaopka ***


Buon pomeriggio, vi lascio il terzo capitolo.
Ci vediamo sotto con le N.d.A

Buona lettura, Sonia.


3. Bonsaopka
 
20 giorno – 4 settimana di esilio – 1 mese
 
Anakin,
 
Per la Forza! Ho saputo quello che hai fatto la settimana scorsa, sono ancora sconvolto! In nome delle stelle, perché hai massacrato tutti quei bimbi? Erano sensibili alla Forza, ma erano solo bambini di due e cinque anni, era una scuola, una semplice e sciocca scuola! Non ci sono più Maestri Jedi che potevano insegnare loro ad usare quel dono.
Non ti è bastata la sensazione delle piccole vite che non hai risparmiato al Tempio? Di quelle nascoste nella Sala del Consiglio, che ti hanno chiesto aiuto? L’ho visto l’ologramma di sicurezza!
Ti prego rifletti, Anie, rifletti se vuoi…
Tanto dolore e sofferenza non portano a niente di buono, te lo dico come persona semplice, niente ranghi o codici, solo con il cuore di una persona che guarda quelle immagini sfocate sull’holonet e non riesce a crederci.
Dov’è il mio ragazzo? Quello a cui ho insegnato cosa è giusto e cosa non lo è. Posso aver sbagliato così tanto con te? Posso essere stato così stupido e cieco? Ti ho amato dal primo momento di che ti ho visto, ma da questo ad avere un casco antilaser in testa ce ne passa o almeno lo spero.
Dimmi che non sei stato tu, Anakin, dimmi che quelli dell’holonet hanno infarcito la notizia spacciando un massacro fatto da qualche pazzo per opera tua, per dargli più spessore, ti prego dimmi che non ho fallito in questo modo con te, perché se ho mancato così, non sarei dovuto diventare un Jedi, non sarei dovuto diventare il Padawan di Qui-Gon e deluderlo così, dopo che mi aveva spiegato quanto tu fossi importante per tutti noi.

Sono solo uno vecchio sciocco vero?
 
Obi-Wan
 
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Vader era alquanto nervoso, Kenobi non si era fatto più sentire e in termini di coerenza doveva esserne felice, perché era un Sith e lui i Jedi li massacrava non doveva voler ricevere loro missive. Evidentemente il vecchio Jedi si era già stufato di scrivere al nulla, perché lui neanche una volta gli aveva risposto. Ci mancherebbe altro che incentivasse lo scrittore folle!
Lanciò un’occhiata al comlink che oramai risiedeva sul suo comodino, all’interno della sua cintura o sul ripiano della doccia, tanto perché Vader era coerente con sé stesso. Riprese a leggere il rapporto di Cody sull’assalto alla scuola sulla luna di Lego, dopo che gli Angeli erano scappati grazie a lui e a Kenobi, quanto il comlink trillò.
Il Sith si voltò lentamente, senza spiegarsi perché nella sua mente si era acceso un campanello d’allarme, mollò il datapad sul letto e prese il comlink, aprì il file arrivato.
Più leggeva più gli occhi erano aperti per lo stupore e la sorpresa.
Scosse la testa, uscì dal letto e andò in cucina, si verso due dita di alcool blu, lo ingoiò e tornò a leggere il testo.
“Kenobi le cose sono due o sei proprio impazzito o hai incubi sul Tempio. Non ho massacrato nessuno; lo saprei!” affermò con voce ferma, ma un piccolo tarlo, che più tardi avrebbe schiacciato per l’insolenza, gli fece notare che se Kenobi scrive quelle parole devono essere vere!
- Kenobi, ma ti sei bevuto il cervello? Non ho fatto niente di tutto questo! –
Vader ci mise qualche secondo perché la stronzata, altro modo non c’è di definirla, si radicasse nel suo cervello, aveva risposto di getto
-Parlo di questo: holonet – Lord Vader massacra angeli sulle lune di Lego1
Vader aprì l’articolo lasciando da parte lo stupore che Kenobi gli avesse risposto subito, come se fosse accanto al comlink.
L’articolo era estremamente dettagliato, fornito di immagini del massacro in diretta, non si era decisamente accorto dei giornalisti al seguito: ah già non c’erano! Riconobbe alcuni bambini, ma erano Jedi, cioè erano alcuni Jedi. Quelli dell’holonet stavano osato troppo.
- Non l’hai guardate le foto?-
- Sei scemo Anakin? Non ci tengo a soffrire di più! Mi bastano gl’incubi-
- Non sono stato io! Tecnicamente-
- Va bene-
 
“Non mi crede. Perché mai dovrebbe credermi?” si alzò furioso, oggi avrebbe tagliato qualche testa giornalistica
“Cody” urlò dentro il comlink, sperando che il clone non avesse la testa dentro il casco
“Sì, Signore. Tutto bene?” chiese con la voce leggermente alterata, evidentemente aveva la testa del casco, peggio per lui!
“Sì, meravigliosamente. Cosa sai del massacro sulla luna di Lego?” Vader era sarcastico e spietato nel tono, il clone ebbe paura né Anakin né Vader usavano il sarcasmo, non sapevano cos’era
“Signore?”
“Dai un’occhiata all’Holonet e fammi un rapporto subito!” un ringhio basso, giusto per non assordarlo un’altra volta
“Sì, Generale. Cody chiudo!” la voce rispose rapida e chiuse la comunicazione
“Generale?” chiese Vader guadando male il comlink, come se fosse colpa sua se era stato appena degradato da Signore della flotta a semplice Generale.
 
Dopo una mezz’ora arrivò il resoconto del Comandante
“Mio signore le ho inviato il resoconto, devo avvisare l’Imperatore?” domandò ben sapendo che il suo signore non desiderava parlare con Palpatine più dello stretto necessario
“No! Scrivi a nome mio, digli che se non sistemano la notizia gli taglio la testa” ringhiò pensando già a quante teste avrebbe visto ruzzolare per a loro libertà di stampa.
“Signore è saggio?” chiese il clone, con tono di uno che prova a farti fare due più due e poi farti credere che hai fatto da solo
“Spiegati”
“L’imperatore…”
“Cody, spiegati, non ti faccio nulla”
“L’Imperatore potrebbe dissentire se lei fa pubblicare una rettifica, in cui si afferma che non abbiamo nulla a che fare con il massacro dei bambini della scuola di Lego. Si potrebbe usare per mettere paura, non so se mi sono spiegato” affermò rapidamente Cody, tirando fuori dei termini tipici del suo ex-generale, e Vader sorrise,
“Perfettamente, ma se guardi le foto…”
“… Le ho viste, Signore. Sono Padawan e Younglins alcuni, altri abili fotomontaggi. La ribellione potrebbe usarli è vero…” ragionò il clone,
“Per l’appunto, facciamo così per ora di loro che se si azzardano a fare un altro scoop falso gli darò uno scoop rovente personalmente. Può andare?” chiese sapendo che questa volta andava bene,
“Si, direi di si, Signore” replicò Cody, felice che i comunicati diretti del Sith se ne occupasse lui, che conosceva la diplomazia o almeno qualche termine forbito per dire le stesse cose, senza essere eccessivamente minaccioso
“Bene, Vader chiudo”
 
Kenobi,
 
ti rispondo perché questa è grossa anche per uno come me. Ho massacrato i Jedi perché andava fatto per sistemare le cose, e qui abbiamo opinioni diverse e non ho né il tempo, né la voglia di stare a discutere con te.
Sono qui per dirti solamente che non ho ucciso nessuno in quella scuola, e che probabilmente sta ancora dove deve stare. Ammesso che su Lego ci siano scuole. Tu le ricordi? L’ho solo presa d’assalto per catturare alcuni pirati legati ad un traffico di armi, ma non c’erano bambini presenti.
Ti invio il rapporto di Cody, so che puoi non crederci, ma credi al fatto che se mi spreco a scriverti è perché la cosa mi ha fatto roteare i pianeti, e se fumano ad Anakin, figurati ad uno come me!
Se apri le holofoto, ti rendi conto che quelli non sono bimbi morti adesso, ma più di un mese fa. Comprendo perché non l’hai volute guardare e una parte di me ti invita a non aprirle comunque, ma ti assicura che non ho fatto nulla di tutto questo, una seconda volta, soprattutto visto che non è necessario.


La nostra idea di pace e giustizia è diversa, Kenobi, fattene una ragione. Dolore e sofferenza mi hanno portato a questo ed è colpa tua! Non sforzare il tuo cervello a capire tanto non comprenderesti lo stesso!

Il tuo ragazzo è morto e l’hai ucciso tu! In maniera premeditata e coscienziosa, pensavi davvero che non lo scoprissi? Penso di sì, vista l’imprudenza che hai fatto, prima di partire per Utapau! Povero scemo che sei! Ti sei fatto beccare come un bambino discolo con il dito nel vaso della marmellata!
 
Sei uno stupido imbecille a scrivere a chi di odia, e ti può tracciare in qualsiasi momento, ma non sei vecchio!

Vader
 
Vader guardò il testo e lo trovò un po’ sopra le righe
“Punti di vista” mormorò e inviò.
 
Cinque minuti dopo suonò di nuovo più volte, e Vader ringhiò, come Anakin detestava il suono del comlink quando era notte, Kenobi lo sapeva bene!
 
- Ho massacrato i Jedi perché andava fatto per sistemare le cose – Sul serio? Non credevo che uccidere la tua famiglia adottiva fosse una soluzione accettabile!
- Tu le ricordi? – Sì, le ricordo, erano quelle strutture blu sul lato sud della luna, pochi metri dopo a dove abbiamo lasciato la navetta
- Il tuo ragazzo è morto e l’hai ucciso tu! – Non osare, Vader! Ho amato, amo e amerò sempre Anakin! Non l’ho ucciso, l’ho perso è diverso!
- Pensavi davvero che non lo scoprissi? – Di grazia cosa avrei fatto di sbagliato prima di partire per Utapau?
- Sei uno stupido imbecille a scrivere a chi di odia – Linguaggio, Vader! Non odio te però, non ti odio. E no, non sono ubriaco.
- ti può tracciare in qualsiasi momento – ma non ci sei ancora riuscito vero? Fallo, trovami
- ma non sei vecchio! – Punti di vista
 
Era tipico di Kenobi rispondere punto per punto, ma Vader era troppo furioso per capire che il Jedi voleva parlare con lui, come osava prenderlo in giro così come se fosse ancora uno scolaretto discolo! Prima o poi la purga lo avrebbe raggiunto e avrebbe avuto gli occhi di zolfo.
 
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
N.d.A

Bonsaopka: massacro
1 - Lord Vader massacra angeli sulle lune di Lego

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Konpa uba ***


Buongiorno a tutti, vi lascio il quarto capitolo XD
Ci vediamo sotto con le N.d.A

Buona lettura, Sonia.


4. Konpa uba
 
67 giorno – 10 settimana di esilio – 3 mese
 
Bacoke (beloved) Anakin,
 
Mi manchi. Mi manca svegliarmi accanto a te, arricciato su te stesso quando sogni qualcosa che ti piace, quando dormi spalmato su tutto il letto, perché hai deciso che devo pagarla poiché sono rimasto in seduta fino a notte fonda e devo mettermi in un angolino piccolo per non rischiare di svegliarti, sapendo che il giorno dopo la mia schiena striderà per il fastidio. Mi manca quando ti addormenti addosso a me, perché dici che senti freddo. Non mi interessa se lo fai perché senti freddo, perché ti sono mancato o semplicemente perché quella sera volevi dormire così, non mi interessa perché tu hai il coraggio necessario per farlo, mentre dal canto mio non riuscirei a fare niente di tutto questo, sono troppo chiuso, è un mio difetto lo so, ma non ci posso far niente. Aprirmi ora ne ho paura, più di prima.
Lo sapevi quando volevo un abbraccio, mentre leggevo un datapad sulla guerra, entravi trafelato, sbiascicando qualcosa contro Mace o contro un hydrospanner che non trovavi, poi passavi alle mie spalle mi tiravi in un abbraccio, un bacio e fuggivi come eri arrivato non avevo mai tempo di reazione.
Mi mancano quelle volte in cui nel bel mezzo di un negoziato arrivavi con quei pensieri assolutamente indecenti, e intriganti a distrarmi, però mi sono sempre chiesto una cosa: lo sai vero che certe posizioni sono impossibili? Sono vecchio! Ho l’artrosi solo all’idea!
Mi distraevi ogni volta che stavo per esplodere per la mentalità ristretta di certe persone, certo non era una distrazione semplice da ignorare e aveva delle conseguenze non sempre spiacevoli.
Rammenti quella volta che mezzi ubriachi ci siamo nascosti tra le colonne della reggia di Naboo? Non voglio ricordare i dettagli sennò non riesco neanche a scriverti, eri infuocato quella sera, e non era il vino o così mi dicevi, incolpavi a me, perché ero… com’era quel termine? Non lo rammento, non rievoco molto delle parole che ci siamo scambiati. Quasi non riuscivo a reggere il tuo ritmo.
Ho sedici anni più di te, come potevo veramente piacerti? Un giorno ho trovato la risposta…
Ricordi quell’alba su Alderaan? Quanto mi hai promesso che saresti sempre rimasto con me? Ricordi il cielo di che colore era? Ricordi qualcosa di quella promessa? Perché se è così, mantienila Anakin, torna da me! Mi manchi così tanto
 
Obi-Wan
 
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Quanto il comlink suonò non c’era nessuno nei pressi dell’armadio, dove Vader aveva risposto lo strumento quasi tre settimane prima. Era ovvio che oramai Kenobi non lo avrebbe più contattato.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
N.d.A

Konpa uba: mi manchi

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Gocola ***


Buona sera vi lascio la penultima parte della storia
Ci vediamo in fondo per le N.d.A

Buona lettura, Sonia


5. Gocola
 
80 giorno – dodicesima settimana di esilio – 4 mese
 
Bacoke (beloved) Anakin,
 
Sono ubriaco. La dichiarazione del secolo imperiale. Il Maestro Kenobi, è ubriaco fradicio, non penso che tu mi abbia mai visto tanto ubriaco, faccio fatica a vedere i pulsanti, sono decisamente troppi e tutti molti simili. Credo che sia la mia vista.
Dimmi Anakin, se c’è un reale motivo per quello che hai fatto e che stai ancora pianificando di fare, non è che uno si sveglia la mattina, guardando il datapad e al posto di allenamento c’è scritto oggi divento Sith!
Avresti un datapad alquanto strano, amico mio!
Dimmi che esiste una ragione vera per quelle morti, un piano ben orchestrato con Mace cui non mi hai messo a parte per vendicarti (la vendetta non è la via dei Jedi) del fatto che non ti ho avvisato della mia dipartita e del seguente infiltrarmi nella rete criminale per salvare, non ci credo ancora quante volte gli ho salvato il culo a quello schifoso di Palpatine!, ma sì l’ho fatto perché era tuo amico, e questi tuoi sentimenti per lui, hanno spinto i miei a difenderlo, mi amputerei una gamba al momento se questo mi portasse a non salvarlo, da un pericolo inesistente visto che era tutto orchestrato da lui per farci fare la figura dei deficienti a noi, Jedi, e a me ai tuoi occhi! Quale amico, amante, fratello, fa finta di essere morto, per trasformarsi in Rako Hardeen e poi tornare tranquillo e beato, dicendo:<>.
Per la Forza era proprio il tuo essere un emotivo che mi ha tenuto in vita, più tu mi davi la caccia, più il mondo del crimine dove ero nascosto mi pensava morto e bruciato! Sai che ho pensato a un certo punto? Dopo che ho salvato quel viscido? Ti proporti di sparire, lasciare l’Ordine andare su Alderaan e cambiare totalmente, ho sempre amato istruire i bambini e potevo insegnare lingue, Bail aveva sempre detto che un professore come me gli avrebbe fatto comodo, oltre che secondo me voleva il tuo genio meccanico per il suo hangar navette e astronavi di rappresentanza.
Tu eri così arrabbiato che l’idea di lasciare l’Ordine mi è passata nel vano tentativo, di non permetterci di smarrirci, per una missione, ti ho quasi perso per salvare colui che poi ti ha effettivamente allontanato da me.
Lui vero, ma c’è anche lei. La Senatrice Amidala! Oh Anakin perché? Non ti bastavo io? Dicevi che ero sufficiente, che ti piacevo così com’ero, anche se avevo dei fili bianchi (colpa tua e degli innumerevoli infarti che mi hai fatto prendere in quattordici anni che abbiamo vissuto insieme) perché ingannarmi, ti facevo così pietà da dimostrarmi un amore senza verità? È successo dopo la missione sotto copertura. Deve essere stato quello, perché Anakin? Perché tradirmi così? Tu sei libero di lasciarmi ma non di tradirmi1, non così.
Uma ji muna Anie, an Jee heceseh Uma ji muna dokahn2
 
Obi-Wan
 
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
Vader stava dormendo profondamente quando un trillo lo riportò nel mondo dei vivi, stava faticando molto a mantenere questo status di cattivo, molto di quello che Palpatine stava facendo per la pace, era sbagliato nel profondo.
Va bene ammazzare i rivoltosi, si fa prima a uccidere che aprire un tavolo di trattativa e a lui i negoziati non piacciono.
Va bene tassare di più i pianeti ricchi per costruire navi e altre cose assolutamente inutili per l’Impero giacché potevano usare quelle efficienti dei Jedi.
Non va bene costruire una dannata stazione spaziale corazzata con 150 mila turbolaser e spazzare via Dantooine perché non li volevano più in orbita.
Non va bene distruggere la stazione spaziale su Scarif, tanto per sicurezza poiché è stata presa di mira da quattro ribelli idioti! Poteva spedirci lui e vedi che i preziosi piani di quella dannata cosa ruzzolante sarebbero stati messi al sicuro, dopo che li avesse copiati e inviati ai ribelli.
Non va bene, che Lord Vader da due settimane a questa parte giochi all’infiltrato nel territorio Sith!
Non va bene per niente che si senta più Anakin Skywalker che l’apprendista Sith che dovrebbe essere, soprattutto perché si sente più soddisfatto adesso che ha trovato una copia dei piani da passare, che due ore fa che non aveva niente in mano.
La colpa era ancora una volta di Kenobi, ovviamente doveva lasciare un messaggio nel faro di richiamo del Tempio, dopo che lui lo aveva regolato per richiamare i Jedi. Kenobi, lo aveva ricalibrato con un suo ologramma e un discorso d’incoraggiamento rivolto a tutti i Jedi, per dirgli di fuggire, di nascondersi e di confidare nella Forza sempre, ma la frase “Non tornate al Tempio. Quel tempo è passato…” a ghiacciato Anakin, quel tempo è passato per colpa sua, perché non era riuscito a contrastare l’odio, la rabbia, ma anche le pressioni, gli obblighi, tutti lo volevano e lo cercavano pretendevano sempre che lui scegliesse loro, la scelta non gli era stata mai data, doveva sempre obbedire, ma non aveva raggiunto niente. Quando ha visto un altro ologramma che raccontava una storia ben diversa da obblighi e pressioni, che parlava di tradimento, allora non era riuscito a tenere a freno l’odio verso il Jedi e questo aveva nutrito Palpatine che riaffermando che i Jedi sono traditori era riuscito a scatenarlo contro il Tempio, ha massacrato tutti i presenti, lui e il suo Ordine 66.
Anakin ringhiò furioso, dentro Vader, poiché sapeva che Obi-Wan era nella ragione, l’oscurità aveva occupato il posto della luce, perché lui era stato tradito, tutto perché non ha separato loro dalla Galassia, quello che era giusto fare da quello che era personale. Per mille anni i Jedi hanno portato pace e sicurezza, un senso di tranquillità e protezione, perché ovunque andavano, portavano equilibro, tra famiglie, fazioni, pianeti; i Sith in pochi mesi hanno messo a ferro e fuoco la galassia, sovra tassando interi popoli, uccidendo chi non la pensava come loro, chi si opponeva, chi alzava la voce contro le azioni dei soldati.
Anakin non riuscì a tollerarlo, fissò Vader e il Sith quasi indietreggiò, conosceva quello sguardo del Jedi, eccome, prima di una battaglia, quando stava per perdere la pazienza, quando fissava male un politico troppo espansivo o peggio Ventress, per non parlare di Dooku. Richiamando a sé l’oscurità totale alimentata dal dolore e dall’odio, attivò la spada laser, Anakin lo fissò come se fosse un povero pazzo, scosse la testa e chiamò a sé la luce, si accese un lampo azzurro nella sua mano
“Non puoi battermi”
“L’ho già fatto, Darth”
Oscurità e luce che combattono in una sola mente, odio e paura da un lato, amore e altruismo dall’altro, solamente che Vader aveva un asso in più: il tradimento. Esso feriva Anakin come se stesso, ma se lui ne usciva, più forte lo Jedi ne usciva indebolito,
“Skywalker, non puoi vincere, ti ricorderò sempre del tradimento del tuo Maestro e puoi stare sicuro che ti farò logorare con lentezza, goccia dopo goccia, ti farò sparire, non mi porterai via quello che ho conquistato”
“Che cosa hai conquistato? Potere? Non ci si fa niente con il potere se non si sa come usarlo, e tu non lo sai fare, Sidious non te l’ha ancora insegnato, non totalmente almeno. Obi-Wan invece l’ha insegnato a me. Abbiamo tradito i Jedi, abbiamo ucciso la nostra famiglia, ferito chi dicevamo di amare, chi dovevamo proteggere, prestando orecchio a una voce sibillina e maledica, ma ora basta. Mi stai sfidando, stai provando a minare la mia fiducia nella luce, ma stai fallendo, l’oscurità l’ho provata e non porta a niente di buono, niente, solo morte e dolore. Hai provato sempre a minare la mia fede nella Forza ma questa non ha mai vacillato, la Forza esiste e tu non puoi fermarla, non puoi sfruttarla a tuo vantaggio, perché lei è neutrale, lei alimenta la vita, ma è anche la morte, non puoi farci niente Darth, lei è semplicemente. Sei tu che scegli come usarla, e lei risponde in un modo o in un altro, se le chiedi aiuto, riesci a fare cose che solo un Jedi può fare, perché tu per essere più forte di lei, la pieghi e lei non può esprimere il tuo potenziale come fa con me. Le mie amicizie, beh sì non ne ho molte vere e quelle poche sono finite male, Ashoka è stata cacciata ingiustamente, ma posso sempre mettermi in contatto e parlare con lei, Padmé è oramai un ricordo lontano di qualcosa che non sarà mai perché non lo voglio. Obi-Wan, è inutile che fai quella faccia, amico mio, lui è tutte e tre le cose, la mia fiducia in lui è incrollabile, siamo sempre stati i due opposti della stessa medaglia, fin dal principio, la mia fede lo stesso, mi fido e fiderò sempre di lui, lui è il mio migliore amico e questo non cambierà mai”
“Ti sei scordato che è stato anche il tuo amante e ti ha tranquillamente tradito senza battere ciglio”
“L’essere amanti è stato lo scalino finale, quel qualcosa che ci ha reso una macchina perfettamente oliata per tenere testa ai separatisti, per duellare contro un Sith o salvare un popolo. Prima di arrivare allo scalino finale, lui è il mio Maestro, il mio punto fermo nel caos, e il mio migliore amico, mio fratello di spada, non puoi cambiare questo, per quanto t’impegni. Il male che stai spargendo devo arginarlo, fermarlo, e lo farò”
“Non sopravivrai senza di me la fuori”
“Tu sarai sempre con me, come io sono rimasto con te, siamo la stessa persona, la stessa mente, soltanto che solo uno avrà la capacità di uscire allo scoperto e quel qualcuno da adesso in poi sarò io”
“Non credo proprio”
Luce e oscurità s’ingigantirono e si scontrarono, un fragore assordante riempie lo spazio, volando da pianeta in pianeta, per tutta la galassia conosciuta e anche oltre. Il rombo del duello svegliò gli utenti della Forza, il Sith e i Jedi nascosti, nessuno capì cosa stava succedendo, ma tutti provarono in ugual misura paura e pace, inconsciamente rimasero tutti in ascolto di un qualcosa che non sapevano definire, ma come tutto era cominciato, tutto si fermò, l’aria era elettrica, ma tranquilla, qualcosa era cambiato, ma cosa?
 
Ora Anakin sta sbuffando mentre si alzava per rispondere all’Imperatore,
“Questo non dorme mai?” si chiese osservando il suo riflesso nello specchio, gli occhi erano azzurri come un tempo, quando era così soddisfatto, ma bastava poco perché tornassero gialli, sbuffò ancora, abbassò lo sguardo e non trovò messaggi.
Bestemmiò stile Hutt fino a tornare nel letto e dopo essersi spalmato sopra, gli sorge un dubbio
“Obi-Wan” si alzò con un terzo sbuffo e si diresse di nuovo verso l’armadio, aprì lo scomparto segreto e prese il comlink, indugiando un attimo osservando la spada laser, che gli apparteneva e sembrava chiamarlo come una sirena, sbuffò e le chiuse la porta in faccia, non poteva ancora toccarla, doveva maneggiare solo quella rossa
“Mi hai scritto due volte. Pensavo di non sentirti più dopo quel giornalista” mormorò Skywalker sedendosi sul letto e aprendo il primo messaggio.
Il cuore di Anakin tremo di felicità, gli mancava e anche tanto se lo conosceva un po’, gli mancava anche a lui, svegliarsi e trovare Kenobi in asciugamano seduto sul letto che gli carezzava i capelli, chiamandolo per nome e ricordargli che c’erano delle cose da fare quel giorno: qualche riunione, allenare Ahsoka, vincere un duello con lui, e alla meno peggio sperare che gli dicesse che oggi, poteva prendere a pugni Mace, rise ricordando l’espressione indispettita di Kenobi, che gli diceva che non poteva prendere a pugni i membri del Consiglio Jedi.
Anakin chiuse gli occhi, ricordava come finiva poi il discorso con un Kenobi che doveva rifarsi la doccia e un asciugamano in terra, perché lui faceva parte del Consiglio e la cosa migliore che poteva fare Anakin era spiegargli in maniera dettagliata come si sottomettono i membri del Consiglio.
Obi-Wan era un apprendista tosto su alcuni argomenti, aveva sempre bisogno di un ripasso ogni tanto, come diceva mentre ridevano.
La Forza se gli mancava quell’uomo.
Ride Anakin, diventato imbarazzato, in una stanza vuota, per essere stato beccato a coccolare il Maestro, quando lui intendeva dare la sensazione di essere lì per caso, purtroppo aveva la sottigliezza di un mattone che ti casca in testa.
Ride Anakin mentre ricorda che lanciava pensieri ultrasconci nella mente di Obi-Wan con la grazia di un battitore di grav-ball per vedere se il Jedi diventava rosso o s’imbarazzava davanti a tutti per qualche reazione fisica, e ogni tanto ci riusciva, in quei momenti di vittoria, mentre il Jedi più anziano si trovava a dover spostare le gambe senza dare nell’occhio, lui alle sue spalle o ancora meglio, quando riusciva, davanti a lui dal lato opposto a dove si sedeva il Negoziatore, se lo guarda e rideva, mentre l’uomo gli lanciava un’occhiataccia ammonitrice che non sempre gli riusciva, dipendeva dal grado di disagio che provava, un paio di volte era sicuro di averci letto lussuria.
“Posizioni impossibili? Per due Jedi non esistono!” esclamò tutto sorridente, leggendo che a Obi-Wan gli era venuta l’artrosi, insieme ai capelli bianchi, cosa da essere orgogliosi visto che niente sembrava scalfirlo.
Il ragazzo alzò lo sguardo e vide Anakin Skywalker allo specchio e sorrise ancora di più, erano mesi che non vedeva la sua faccia.
Al passaggio seguente, Anakin quasi cadde dal letto a forza di ridere, oh se la ricordava quella serata, non erano propriamente ubriachi, alticci casomai e quella colonna era così comoda, l’aria così mite e Kenobi così sexy nella sua divisa Jedi che aveva passato tutta la serata a pensare come toglierla, finché non ci era riuscito.
“Non lo reggevi? Oh per le stelle, reggevi benissimo e mi hai pure messo in crisi in paio di volte, altro che artritico, mio caro!” esclamò ridendo
“Sexy il termine era sexy! Parola mia devi fare qualcosa per la tua memoria. Che risposta hai trovato?” chiese Anakin ben sapendo che non avrebbe ottenuto risposta
“Alderaan” un basso ringhiò accompagnò il nome del pianeta, ovviamente ricordava la promessa, ricordava di avergli detto davanti all’alba dai toni di verde che sarebbe rimasto con lui, per tutta la sua vita, ma tornare significava piegarsi al tradimento, né lui né Vader, che ringhiava arrabbiato, si sarebbero mai piegati davanti ad un traditore, per quanto lo amassero.
 
Il ragazzo si alzò, e guardò di nuovo il suo riflesso nello specchio, e adesso vide Vader, gli occhi gialli e furiosi quasi esplodevano dal ribollire della rabbia, avrebbe spazzato via Aldeeran con la Morte Nera, lo avrebbe fatto sicuramente, prima di distruggere la stazione.
Dopo aver bevuto un paio di bicchieri di vino, tornò alla lettura, un po’ più calmo, ma ancora Vader.
“Inizio promettente” ringhiò Vader, scorrendo il testo e scuotendo la testa, sì era ubriaco perso o strafatto, e giacché era abbastanza sicuro che pur conosca le droghe non ci si sarebbe avvicinato neanche se da queste dipendeva la sua vita, era abbastanza certo che nell’organismo del Jedi, al momento della stesura della lettera, c’era più alcool che sangue.
Vader sorrise notando quanto Obi-Wan cercasse una scusa valida, o la più valida possibile per quello che era successo. Un piano con Mace, (piuttosto si faceva tagliare l’altro braccio!) per vendicarsi di Rako.
“Oh per le stelle, sei proprio ubriaco Obi-Wan ti rendi conto che stai usando un linguaggio incivile?” chiese al testo che brillava con la sua solita lucina intermittente, tipica dei messaggi olografici.
Non aveva tutti i torti, se Kenobi non si fosse dovuto far sparare per fingere la sua morte, infiltrarsi nelle prigioni e poi salvare Palpatine da un pericolo che lui stesso aveva creato, probabilmente non avrebbero litigato per il mese seguente e forse lui non si sarebbe trovato seduto da solo su questo letto, su un pianeta rovente, lontano da Kenobi, con una lista di omicidi più lunga della tratta Coruscant – Tatooine, e un senso di colpa e impotenza molto alto, oltre che una ben giusta irritazione e disgusto per se stesso, Sith o Jedi che fosse, aveva massacrato delle persone che credevano in lui e soprattutto dei bimbi innocenti che potevano essere riconsegnati alle famiglie, con la promessa che non si sarebbero mai azzardati a usare una spada laser e che in ogni caso sarebbero stati controllati e al primo cenno di uso combattivo delle loro capacità sarebbero morti all’istante. Era brutto, ma sempre meno di trapassarli da parte a parte. 
“Io sono un cazzo di emotivo?” ringhiò arrabbiato, perché si era emotivo e la morte del Maestro Jedi, lo aveva spinto in un baratro di autodistruzione o quasi, fortunatamente c’era Ahsoka con lui, ancora, prima che il Consiglio gli portasse via anche lei.
“Perché non me l’hai chiesto Obi-Wan, perché? Tutto ma non Alderaan!” il ragazzo era passato dall’essere triste all’essere furioso in meno di un secondo
“Bail deve stare attento a quello che fa, potrebbe finire strangolato da un momento all’altro” ringhiò pensando alla faccia da santo del Senatore, santo un’accidenti dei Sith!
“Oppure potrebbe esplodere, sai un cavo mal collegato… oops, non c’è più!” l’idea di far saltare la Tantive IV dell’uomo lo stava facendo sogghignare apertamente, se Sidious fosse stato lì, si sarebbe compiaciuto, della dose di rabbia che l’apprendista stava rilasciando
“Amidala? Che me ne importa a me di lei? Era una buona amica, ora più una spina nel fianco, ma tant’è!” brontolò leggendo il testo,
“Amore senza verità? Pietà? Queste stupidaggini da dove ti escono? Non ti ho mai ingannato, che cosa… Tradito? O questa è proprio bella! Tu, mi metti le corna con Bail e poi sono io che mi faccio Amidala? Ma tu stai fuori di testa! Ecco la spiegazione, certo mi scrivi perché sei pazzo!” Vader era fuori controllo, quando un pensiero non suo, ma dell’altro abitante della sua testa lo ghiacciò sul posto
 
In vino veritas
 
Gettò il datapad sul letto e l’ultima frase carica di verità, ma anche dolore rimase lì a lampeggiare silenziosa.
 
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
N.d.A

Gocola: vino
In vino veritas: Nel vino è la verità
1 – frase tratta dal film Moulin Rouge
2 – Ti amo Anie, e temo che ti amerò per sempre

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Dotmay ***


Buona sera vi lascio l'ultimo capitolo della storia
Ci vediamo in fondo per le N.d.A

Buona lettura, Sonia


6. Dotmay
 
Era notte fonda su Tatooine o così credeva, invece era ben veglio e in mezzo ad un prato verdeggiante,
“Alderaan?” pensò rapidamente, osservando le montagne intorno a sé
“Hai bevuto anche stasera?” una voce chiara, fredda, ma conosciuta gli arrivò alle spalle
“Anakin?” il tono sorpreso fu quello che uscì dalle corde vocali, dannazione
“Più o meno. Allora, hai bevuto?” rispose, alzando un sopracciglio, non era né Anakin né Vader, ma era sicuro che alla fine della conversazione, uno dei due avrebbe definitivamente preso il sopravvento sull’altro
“No. Mi scuso per l’ultimo messaggio, non avrei dovuto” rispose trovando molto interessante un uccellino che svolazzava sull’albero dove era appoggiato l’uomo, sa benissimo cosa succede quando è ubriaco, parla a vanvera dicendo la verità
“Lascia perdere. Mi crei più problemi da sobrio che da sbronzo. Cos’è questa storia di Padmé?” Vader oscillò la mano come a scacciare una mosca, gli premeva di più sapere cosa centrava Padmé in tutto questo casino
“Lasciamo perdere, fammi tornare a dormire” la reazione come si era aspettato fu immediata, il Jedi aveva incassato la testa nelle spalle per difendersi da un attacco invisibile, il dolore non si mostrava mai, ma Anakin ne conosceva i sintomi
“È giorno scemo! Non irritarmi Kenobi, non è semplice avere due personalità” un ringhio basso e cupo, Kenobi alzò la testa di scatto, non era la solita voce di Anakin quella, neanche se era arrabbiato
“Due?” poi lo guardò era Anakin ma l’atteggiamento era imperiale
“Vader” sussurrò
“Esatto, ora spiegami” un ordine impartito con la sicurezza di chi è abituato a farlo decine di volte al giorno
“Che ti devo spiegare?” chiese curioso, non capendo subito cosa l’uomo volesse da lui
“Padmé”
“Non comprendo”
“Che la Forza ti aiuti! Perché dici che ti ho tradito con lei, non l’ho mai fatto, cioè Anakin non l’ha mai fatta una cosa del genere” spiegò con il tono di voce che avrebbe usato con un sottoposto che si trovava ad un secondo dalla morta certa e gli dava ancora un’ultima possibilità di spiegare il disastro compiuto
“Ah quello” un mormorio baso fu la risposta, il Jedi non aveva nessuna voglia di rivangare quel ricordo, ma capendo che l’altro non avrebbe ceduto, rispose
“Me lo ha disse lei qualche mese fa”
“Prego?” ora toccava a lui fare la faccia del bantha accecato dai fari di un caccia
“Questo posto l’hai creato tu?” chiese di punto in bianco il Jedi osservando Alderaan
“Sì”
“Mi puoi far evocare un ricordo?” chiese ancora ignorando lo sguardo da killer apparso sul viso di Vader
“Certo, perché?” il secondo era finito e il sottoposto sarebbe morto, la sua pazienza era finita, ma qualcosa in Kenobi lo blocco dall’inveire
“Mi è più facile mostrartelo che raccontarlo, per favore, permettimi”
“Fai pure” se si trovava più comodo così, che facesse, dannati i suoi occhi tristi a cui non sapeva resistere, gli avrebbe dato ancora l’universo se lo avesse chiesto, dannazione!


Corustant, pomeriggio inoltrato di circa dieci mesi prima
 
Obi-Wan era seduto sulla solita poltroncina blu nel salotto della sua stanza, era visibilmente stanco, ma sorridente, si alzò con una smorfia di dolore, quel frammento di metallo ancora gli dava problemi eppure lo avevano rimosso più di tre giorni fa
 
“Non mi avevi detto che non ti faceva male?”
“Ho mentito. Non volevo che ti preoccupassi troppo, Anakin. Eri già stressato per il Senato e il Consiglio, ci mancava solo un vecchio Jedi dolorante”
“Lo sai che eri più importante tu di tutti loro messi insieme?”
“Così credevo. Ed è il motivo per cui non ti ho detto della gamba”
“Tu sei più importante di tutti loro messi insieme”
“Così affermi”
“Perché……”
“Ecco perché”



Un trillo, distrasse il Jedi dalla mistura del tea che si stava preparando per cercare di distrarsi dal mal di testa allucinante che i rapporti di missione gli stavano facendo venire
“Avanti” rispose senza neanche girarsi, sapeva chi era, aveva percepito l’aura di autorità di Amidala da fuori alla porta, quella donna diventava sempre più imperiosa più il tempo passava
“Senatrice Amidala, è un piacere vederti”  affermò sorridendo gentilmente indicandole il divano blu posto davanti alla grande terrazza che mostrava il traffico caotico di Corustant di metà pomeriggio
“Il piacere è tutto mio, Maestro Kenobi. Anakin è qui?” rispose lei con altrettanta gentilezza e una punta di curiosità nei confronti di Anakin
“No, mi dispiace. Se vuoi te lo chiamo sarà entusiasta di vederti” replicò mettendo in infusione il tea nella teiera, dicendo addio al suo tea time calmante, quando fu pronto, mentre versava la bevanda, ebbe un brivido di freddo e paura, qualcosa di elusivo, lo cacciò, ci avrebbe pensato quando fosse riuscito a fermarsi
“No, volevo parlare con te” la risposta fu tagliente questa volta, come se avesse appena centrato il punto di qualcosa che a lui sfuggiva totalmente
“A che proposito, Senatrice” la guardò mentre le serviva il tea e vide uno sguardo che gli piacque pochissimo, aveva già visto quello sguardo su di lei, in Senato quando stava per schiacciare l’avversario e ridurlo all’impotenza, si concentrò di più, era evidente che era lui l’avversario da rendere impotente, ma come poteva la Senatrice fare questo, vivevano in due mondi diversi, anche se a pochi metri l’uno dall’altro
“Di Anakin” Kenobi sospirò, ecco il loro legame, Anie
“Oh cielo, che ha combinato questa volta?” questionò con il tono che di solito riservava all’apprendista quando ne combinava una delle sue, il tono del fratello maggiore che ogni volta salvava il più piccolo dalle bricconate e poi si prendeva anche il rimprovero
“Abbiamo una relazione e gradirei che tu non interferissi” se gli avesse tirato un pugno dritto in faccia avrebbe fatto meno male, pensò qualche secondo dopo, quella doccia fredda, lì per lì non riusciva a mettere una parola dietro l’altra, il suo cervello era in blackout

“COSA????” urlò Anakin mentre guarda il ricordo, dire che era sconvolto era poco, percepiva distintamente le emozioni di entrambi i Kenobi, il primo era totalmente soffocato dal dolore, il secondo era più tranquillo, ma comunque sofferente, lo guardò un attimo e poi tornò alla scena che riprese a muoversi


“Come prego?” riuscì ad articolare non sa neanche lui come, probabilmente il lato negoziatore era entrato in funzione da solo, senza che avesse fatto niente
“Credo che tu mi hai sentita bene, Maestro Kenobi. Comunque mi ripeto, io ed Anakin abbiamo una relazione romantica e gradirei che ti facessi gli affari tuoi. Ti dico fin da subito, che ti porterò via Anakin” la Senatrice un tempo tanto gentile con tutti era diventata quasi crudele, per un secondo si chiese se i senatori di Naboo erano maledetti, sembrava Palpatine, durante il blocco
“Portarmi via Anakin? Senatrice, non vedo come può essere possibile, Anakin ha una sua testa, non lo possiedo, non puoi portarmi via ciò che non è mio” il Jedi appoggiò la schiena sulla spalliera della poltrona e accavallo le gambe, sentì la spada laser battergli sul fianco e questo lo tranquillizzò, non possedeva Anakin, come lui non era posseduto dal ragazzo, ma da questo a pensare che lo avrebbe perso dopo due anni che stavano insieme, celando e nascondendo i sentimenti era qualcosa che strideva nella sua mente, Amidala doveva star scherzando, perché Anakin non lo avrebbe tradito così o peggio tradito e abbandonato, scaricato, non sapeva il termine corretto, senza neanche dirgli mezza parola. Impossibile.
“Sarò ancora più chiara, ci sposeremo appena sarà possibile, avremo una nostra famiglia su cui tu e i Jedi non potrete mettere mano. Non condannerò i nostri figli a questa vita di rinunce. Tu perderai il tuo miglior amico e sinceramente per quello che gli hai fatto passare te lo meriti. Anakin lascerà l’Ordine e te, per sempre. Verrà con me e tu sei pregato di non metterti in mezzo o sarà peggio per te” ora il tono era di chi era abituato a comandare e pretendeva obbedienza cieca da tutti, peccato che lui non gliela doveva, e si stava irritando, cosa che con suo sommo disappunto stava succedendo veramente troppo spesso, chi era lei per venirgli a dire una cosa del genere, che lo facesse Anakin se aveva così tanta voglia di sposarla, per la Forza lo facesse lui! Ma sapeva bene, il Generale, che se fosse esploso, la donna avrebbe capito quello che nessuno avrebbe dovuto mai sapere, così replicò piccato, ma pur sempre paco
“Senatrice con tutto il dovuto rispetto, ma minacciare un Jedi è poco saggio, sono una persona paziente e sai che la violenza non è una cosa che apprezzo, ma non puoi arrivare qui, affermando certe cose e pretendere che non mi ribelli. Anakin è il mio miglior amico, l’uomo che ho allevato dall’età di nove anni e tengo più a lui che a me stesso. Padmé perché fai questo?” per un attimo la vide tentennare e provò a leggerle la mente, non era etico, ma al momento non gli interessava avrebbe fatto i conti con quella colpa più tardi, ma quello che vi trovò fu la risolutezza e la certezza che Anakin l’amasse.
Qual è il suono di un cuore che si rompe?
“Perché posso. Tu hai sempre detto che dei politici non bisogna fidarsi, e fai bene. Anakin lo fa invece, guarda con Palpatine, ora ci sono anch’io. Goditi la presenza del tuo amico finché puoi, un giorno sparirà e non tornerà” si alzò senza neanche aver bevuto un solo goccio di tea, si lisciò l’abito viola e si avviò all’uscita, quello per cui era venuta l’aveva detto, giusto perché lei stimava quell’uomo, insomma gli aveva salvato la vita, gli doveva qualcosa e avvisarlo della perdita imminente della sua spalla preferita le sembrava un buon sistema per riportare a zero i favori
“Credi davvero che lui voglia questo?” chiese il Jedi osservandola mentre la porta si apriva, lei si girò e sorrise calda come faceva con tutti, il sorriso del politico
“Sì, lo so. Me lo ha detto lui, fatti da parte te lo dico per te”
 
La porta sfrusciò e si chiuse dietro di lei, in quel momento la maschera del negoziatore cadde, la tazza di tea scivolò via dalle sue mani, Anakin la vide cadere a rallentatore, sentì lo sciabordio della bevanda contro la delicata ceramica, ricorda quel servizio da sei tazze, l’ha comprato lui, per uno dei compleanni del Jedi, non poteva continuare a bere il tea, nelle tazze da caffè.
Vide Obi-Wan piegarsi e spezzarsi pur rimanendo seduto composto, tranne per le mani che tremavano violentemente, un sospiro che assomigliava tanto ad un singhiozzo lasciò le labbra dell’uomo e le mani corsero a nascondere il viso, dolore Anakin percepiva solo quello, tanto immenso dolore,
“Perché Anakin?” un sussurro niente più, solo il silenzio carico di un male troppo forte per essere lasciato andare, lo stava soffocando, ai Jedi non è permesso amare e per una buona ragione a quanto pare, lasciato, abbandonato, rotto, erano termini che lo avrebbero accompagnato fino alla morte goditi la presenza del tuo amico finché dura poteva fingere con lui così bene? Perché non parlargli della cosa, poteva affrontarla appena fosse stato in grado di processare come fare, la sua mente era troppo piena di allarmi perché riuscisse a pensare sopra il frastuono.
Anakin inconsciamente si avvicinò al Jedi e gli posò una mano sulla testa,
“Obi-Wan, ti prego non crederle”
“Non posso sentirti”
Il ragazzo guardò il Jedi in piedi e sembrava sul punto di rottura come quello che ora era immobile, nel suo dolore, chiuso a riccio con la testa sulle ginocchia
 
Qual è il suono di un cuore che si rompe?
 
Anakin abbassò lo guardo sul tappeto blu, vide la tazza di porcellana rotta in cinque o sei pezzi, sparsi su un piccolo raggio, i delicati arabeschi blu che decoravano la superficie bianca, prima uniti l’uno all’altro come un filo senza fine, erano divisi, rotti, separati; il tappeto più scuro dove il tea era stato assorbito dalla stoffa delicata e morbida.
Lo sciabordio del tea che fluttua verso la sua ultima destinazione e l’infrangersi della porcellana su di un tappeto blu notte, divenne per Anakin il suono del cuore dell’uomo che ama che si rompe.


“Ti basta?” chiese per riportare Anakin da qualsiasi luogo il suo stesso ricordo lo avesse portato
“Non è vero!” affermò sicuro il ragazzo
“Difficile dimostrare il contrario” questionò incrociando le braccia, rilasciando ancora una volta il dolore nella Forza, Anakin lo percepì ma non disse nulla
“Tutto questo per un bacio dato da sbronzi durante una festa? Aspetta che le metto le mani addosso e vede lei!” sussurrò a se stesso più che al Jedi
“L’hai baciata?” chiese stupito di sentire una simile affermazione, ma c’era poco da stupirsi se erano andati a letto era ovvio che si erano anche baciati
“Sì una volta sola, ad una festa a cui mi aveva invitato il Cancelliere, credo un paio di mesi prima di questa scena, se ricordo bene. Eravamo sbronzi e m’è scappato. Il giorno dopo sono subito andato a scusarmi e lei mi ha detto tranquillamente che non era importante che non avrebbe dovuto permettere che accadesse. Ci siamo visti un po’ più spesso di quello che volevo, ma mi sentivo in colpa per averla baciata e abbiamo sempre parlato di cose generiche. Sua madre, te, la guerra, le nipotine. Mi chiese se volevo dei figli, le ho risposto che sono un Jedi e mi sono precluse certe cose, come una famiglia o dei figli, ma che mi stava bene così. Che mi piacciono i bambini, per questo pensavo di chiedere a Yoda di poter insegnare in una classe di Younglins. Ma da questo a quello che lei ti ha detto ce ne corre” spiegò il ragazzo confuso, non capiva davvero dove lei avesse tirato fuori una relazione con prole quando tutto quello che faceva era sedersi in pizzo al divano pronto a scappare al minimo cenno di romanticismo
“Anakin capisci che non c’è niente di logico, Padmé non è una donna stupida, devi aver detto o fatto altro per indurla a dire quelle cose” replicò l’altro, con un tono calmo e tranquillo, era una cosa legata al passato e che non poteva essere cambiata
“Non ho fatto altro, non l’ho toccata o baciata o altro” replicò subito Anakin, con troppa foga perché potesse essere falso, Kenobi scrollò le spalle non sapeva che sarlacc prendere
“Non saprei che dirti, dovrei parlarle di nuovo, ma non so dove sia. Meglio per te se non ti avvicini se ti arrabbi potresti ucciderla” affermò subito, era certo che al momento la stabilità di Anakin era paragonabile all’esplosione di un vulcano silente
“Meglio sì”
 
Anakin lo guardò per un attimo e qualcosa lo spinse a chiedere
“Tu hai mai tradito me?”
“No. Anakin come puoi chiedermi una cosa del genere?” lo stupore non fu nascosto dal Maestro Jedi, che lo guardo iniziando ad irritarsi, di nuovo
“Allora credo di aver capito” mormorò Anakin guardando la figura davanti a lui, ma non vedendola realmente
“Cosa?” chiese, conosceva quello sguardo in Anakin, era quando vedeva qualcosa che poteva osservare solo lui
“Nessuno di noi due ha tradito l’altro” disse come se fosse una parte integrante di lui, un certezza assoluta
“Spiegati”
“Ho trovato un video della sorveglianza del Senato che, tecnicamente, mostra te e il Senatore Organa in atteggiamenti diciamo, inequivocabilmente, intimi” rispose iniziando a parlare di qualcosa che all’improvviso non lo faceva più arrabbiare
“Con Bail?” gli occhi del Jedi ero sgranati e scioccati, Anakin annuì
“Non posso dimostrarti che non ho fatto niente del genere” replicò alzando le spalle e reprimendo un brivido lungo la schiena, non Bail, neanche morto! Anakin sorrise come se avesse percepito il suo pensiero
“Non me lo devi dimostrare, lo so”
“Come?”
“Perché ti ho tradito” lo disse con semplicità assurda, aveva passato la mezz’ora precedente a rivivere uno dei peggiori ricordi della sua vita, per dare la possibilità ad Anakin di capire e ora se ne usciva con una frase del genere?
“Ora sono confuso” ammise onestamente
“Con Padmé c’è stato solo un bacio, presumo che tu non hai mai baciato Organa” affermò Anakin con la stessa espressione con cui gli spiegava a bordo della Resolute un piano di salvataggio che terminava sempre con uno dei due in infermeria, salvato da quell’altro che stava sul lettino accanto
“No”
“Appunto. Nessuno può venirmi a dire che vi vedete in Senato perché non ti sei mai avvicinato tanto a lui, e anche il tuo rapporto di amicizia con lui è diverso dal mio con Padmé” spiegò rapidamente
“Vai avanti, anche se non sono sicuro che quello che mi stai per dire mi piacerà” replicò con lo stesso cipiglio di sofferenza, quando sentiva dei suo piani strampalati, Anakin sorrise e continuò rapidamente
“Amidala è profondamente cambiata dopo l’inizio della guerra, e quello che è successo a Cordé non ha aiutato. È diventata una donna calcolatrice, sempre con buoni ideali, tanto che è a capo della ribellione, ma è molto più cruda. Se Palpatine si fosse accorto di questo potrebbe aver orchestrato qualcosa per attirarmi verso di lei, per ottenere poi la mia fedeltà, ci siamo?” chiese Anakin con la solita luce di brillante follia negli occhi, occhi azzurri, gli occhi del suo Anakin
“Ok. E io con Bail come ci sono finito?” domandò avvicinandosi all’uomo più di quanto aveva osato fare fino a questo momento,
“Dieci mesi fa” affermò sicuro che questa risposta risolvesse i problemi dell’intera galassia
“Illuminami” replicò scuotendo le spalle, non ci arrivava
“Dai Obi-Wan, quando abbiamo capito che eravamo qualcosa di più di semplice amici, non riuscivamo a toglierci le mani di dosso, rammenti? Le colonne del palazzo di Naboo?” affermò Anakin sorridendo allegramente, mentre l’uomo davanti a lui assumeva una calda sfumatura rosa rossastra, e incrociava di nuovo le braccia
“Si lo ricordo” mormorò cercando di osservare Anakin, il quale gentilmente per i suoi standard stava cercando di non ridere del suo imbarazzo, per la Forza sembravano due adolescenti in crisi ormonale,
“Palpatine si aspettava che con lei, avrei agito nello stesso modo. Sarei dovuto stare più con Amidala che con te, ma più il tempo passava, più lei non otteneva nulla e Palpatine non poteva fare leva sulla senatrice per allontanarmi dai Jedi e avrà cercato il motivo” replicò con ferocia, quel viscido si era avvicinato troppo a Kenobi
“E l’ha trovato in me” replicò cominciando a capire, e questo come temeva gli piaceva sempre meno
“Esatto. Quindi non era come staccarmi dai Jedi il problema, era staccarmi da te, e l’unica cosa che poteva fare per ottenere questo risultato, era farmi credere che mi stessi tradendo da sempre, e dato il video della sicurezza, ti posso assicurare che tra i due si capiva benissimo che non era la prima volta che facevano certa roba” spiegò, tralasciando il fatto, che ora che ci pensava, sembravano due professionisti travestiti che due uomini normali, non lo disse a Kenobi
“Oh cielo! Pensi davvero che Amidala sapesse?” chiese pensando alla ragazza gentile che aveva conosciuto durante il blocco
“Certo, che sapeva”
“Ma perché?”
“Potere, semplice”
“Va bene, ma perché non mi hai preso a pugni o altro. Non puoi dirmi che hai massacrato i Jedi perché ti ho tradito con Bail. Mi è assurdo solo dirlo, avresti dovuto capire che non potevo fare una cosa del genere…”
“…semplicemente perché sei tu. Tanto timido da non accettare neanche un bacio sulla guancia all’inizio, tanto chiuso in te stesso da non capire quanto sei eccezionalmente altruista, tanto legato al Codice che per riuscire ad averti per me, ho dovuto quasi negoziare punto su punto l’intero Codice, per dimostrarti che l’amore non è proibito, ma solo attaccamento e il possesso. Sì, sono un fesso”
“No, sei solo un assolutista Anakin e questo ha contribuito alla causa di Palpatine. Non che io apprezzi se stai con qualcun altro”
“Ho fatto quello che ho fatto, perché ho creduto giusto farlo. Prima che parti alla carica, gli Younglins e i Padawan più giovani non facevano parte della mia idea di rivoluzionare l’ordine. È stato facile per Palpatine, una volta che sono caduto a pezzi davanti al tuo tradimento, farmi credere che potevo risistemare le regole al Tempio e il Tempio stesso, sono una guida diversa, facendolo prosperare in pace e armonia. Insomma portando equilibrio ovunque non solo nella Forza. Visto che in quel momento pensavo di aver sbagliato tutto, lui mi ha dato uno scopo diverso, avevo bisogno di fare qualcosa di buono, che non fossi così inutile come mi sentivo” mormorò il ragazzo fissandosi gli stivali
“Ricapitolando, ci hanno separati perché sapevano che saresti crollato, e che potevano usarti come volevano. Non venirmi più a dire che l’amore non genera casini! Guarda che abbiamo fatto” mormorò Obi-Wan, la colpa irradiava da lui come il calore dal un sole
“E te lo dico sì, non è stato l’amore il problema! Stupido Jedi, ma la paura di restare feriti di più di quanto non eravamo già. Noi due abbiamo sempre avuto questo difetto, di non parlare tra di noi, per un motivo o per un altro, non importa se siamo amanti, amici o fratelli, abbiamo sempre avuto un dialogo che lascia a desiderare. Un po’ perché non ci capiamo sempre, un po’ perché per il poco tempo che abbiamo da trascorrere in santa pace, non ci andava di litigare, un po’ perché non c’era un attimo di tregua, sempre a correre da qualche parte a fare qualcosa di più importante. Come avevamo deciso, insieme, ricordi? Ci amiamo, ma l’Ordine e i nostri compiti Jedi arrivano prima, niente possesso ma fiducia, niente controllo ma libertà, ricordi? Ecco ci ha incasinato la paura di esserci fidati troppo, e davanti ad un tradimento plateale siamo andati un loop distruttivo, tu su Utapau, ho saputo da Cody che hai fatto un gran casino, hai fatto fuori il tipo in neanche mezz’ora di combattimento, a Cody è cascata la mandibola, oltre che ci ha rimesso venti crediti. Io mi sono trasformato in un Sith! Certo meglio la tua reazione che la mia! So anche perché non mi hai detto di Padmé, perché quando ci hai provato, il Consiglio ha cacciato Ahsoka e avrai pensato, che se ero felice con Padmé e con te avresti digerito la cosa per il momento, finché non mi fossi ripreso dall’addio di Ahsoka. Poi tutto è precipitato negli scarsi sei mesi seguenti” Kenobi sorrise, eccolo l’Anakin che parla a raffica passando da luna in pianeta, passando per qualche asteroide di informazioni irrilevanti, era nervoso
“Temo anch’io, e mi hanno spedito su Utapau per essere certi che non spuntassi all’improvviso per fermare il tuo passaggio nell’oscurità, sapevano che anche rotto e tradito, avrei provato a salvarti, ma si è assicurato che arrivassi troppo tardi. Ammettendo che potevo, dato che Cody mi ha tirato contro una cannonata” questionò alzando le spalle, come se fosse normale che i propri uomini prendono a cannonate i propri generali
“Precisamente” annuì Anakin,
“Ora che si fa?” chiese Kenobi, osservando come l’uomo diviso a metà che aveva visto all’inizio era gradualmente scomparso, per lasciare posto al suo Anakin, ovunque fosse Vader non era più, Anakin era tornato e sarebbe rimasto per sempre.

Anakin si girò a guardarlo, e Kenobi indietreggiò di un passo, conosceva quello sguardo era uno sguardo che non vedeva da mesi, ovviamente qualcosa di Vader sarebbe sempre rimasto in Anakin, perché per lui chiedere era già un optional prima, figurarsi ora che aveva comandato a bacchetta intere flotte di astronavi e di uomini.
Il Jedi fu afferrato per la tunica e si scontrò con le labbra di Anakin, erano ancora meglio di come le ricordava, Anakin diligentemente gli leccò il labbro inferiore, mentre la sue stesse mani correva ad appigliarsi alla tunica di pelle dell’altro, non poté che aprire la bocca e lasciare che quella lingua impertinente prendesse il sopravvento sulla sua, Obi-Wan spostò la mano dal torace, alla spalla fino a chiuderla tra i riccioli castani dietro il collo per tirarlo più vicino, rispondendo al bacio e sorridendo all’interno, dopo mesi di confusione e dolore aveva trovato una risposta, questa però aveva portato conoscenze drammatiche e altre domande, ma al momento non poteva farci molto, avrebbero dovuto parlare ancora molto, prima di ritrovare il loro equilibrio, ma non lo avrebbe più lasciato andare alla deriva da solo, se dovevano morire sarebbero morti insieme, qualsiasi cosa ora andava affrontata insieme, perché l’uno era l’opposto dell’altro, dove uno vedeva guerra, l’altro pace, dove Anakin vedeva coas, Obi-Wan avrebbe portato ordine, ma uniti avrebbero riportato l’equilibrio nella Forza, che cantava con loro, la sua gioia.
“Cosa facciamo adesso?” provò a richiedere quando la mancanza di ossigeno fu troppa perché potessero continuare a baciarsi, Anakin gli sorrise e rispose in una vecchia lingua che aveva provato ad insegnarli, pensando di aver fallito, sarebbe stata utile in guerra, nessuno parlava e capiva più quella lingua 
“Si vis pacem…” disse Anakin
“... para bellum” completò Obi-Wan, sapendo che lo scontro sarebbe stato inevitabile.

“Sì, ma tra un po’” mormorò Anakin andando a baciargli il collo mentre lo portava a terra, e il Jedi non poté fare altro che ridere e lasciarsi condurre in una vecchia, nuova danza tutta loro.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
N.d.A

Dotmay: Speranza
Si vis pacem para bellum: Se vuoi la pace, prepara la guerra

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3844743