Pensieri e parole

di Ribs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ogni tanto ***
Capitolo 2: *** Febbre ***
Capitolo 3: *** Non guardarmi ***
Capitolo 4: *** Sooner or later ***
Capitolo 5: *** My first “I love you” ***
Capitolo 6: *** Quel che resta ***
Capitolo 7: *** Torna ***
Capitolo 8: *** Io e te ***
Capitolo 9: *** Rachel e Ross ***
Capitolo 10: *** Non più di te ***
Capitolo 11: *** Voragine ***
Capitolo 12: *** Venere ***
Capitolo 13: *** L’ultima volta ***
Capitolo 14: *** Ci incontriamo questo pomeriggio? ***
Capitolo 15: *** La nostra canzone ***
Capitolo 16: *** Ho raccontato di te ***
Capitolo 17: *** Lingua, Mani, Imbarazzo e Orgasmo ***
Capitolo 18: *** Voler bene ***
Capitolo 19: *** David ***
Capitolo 20: *** Dubbi ***
Capitolo 21: *** Occhi salati ***
Capitolo 22: *** Catullo ***
Capitolo 23: *** Noi ***
Capitolo 24: *** Paure di notte ***
Capitolo 25: *** Quarantena ***



Capitolo 1
*** Ogni tanto ***


È inevitabile che io torni a pensare a te, ogni tanto.

 

Anche dopo le cose che mi hai scritto, il modo in cui mi hai ferito quando mi hai detto che stare vicino a me vuol dire star male e che riscrivermi era stato uno sbaglio.

 

Anche dopo essere morta un po’ dentro, aver preso il cellulare e aver scritto un messaggio lunghissimo, risolutissima a volerti bloccare fuori dalla mia vita.

 

Anche dopo averlo fatto, per non vedere la tua risposta, per non sapere se almeno mi avresti risposto.

 

Anche, e soprattutto, dopo tutti questi mesi passati senza di te, a vederti e passarti accanto fingendo di non notarti o, peggio, di essere felice.

 

Anche dopo che le tue “amiche” mi dicono che mi odiano.

 

Fa male, ogni tanto.

 

Fa male sapere che non hai avuto neanche il coraggio di chiedermi scusa, perché io mi sono sempre scusata troppe volte per i miei errori.

 

Fa male quando i nostri sguardi si incrociano e c‘è una certa consapevolezza nei nostri occhi, un legame nascosto che preferiremmo non ricordare.

 

Fa male quando la vita porta altre delusioni e non vorrei far altro che condividerle con te.

 

Fa male quando vedo il tuo nome.

 

Fa male quando cerco dei messaggi e mi ritrovo le nostre chat.

 

 

Ma tutto questo succede solo ogni tanto.

E ogni tanto mi immergo nei sensi di colpa e nei ricordi, e provo ad odiarti, ma ti odio ancora di più perché so che non ci riuscirò mai.

 

Continuo a pensare a te come quel ragazzo che mi ha sorriso nel corridoio, che mi parlava impacciato, senza guardarmi, che mi portava le lettere e non aveva occhi che per me, mentre io mi preoccupavo di quelle due parole che avevi detto troppo presto.

 

Non mi sembri più la stessa persona, perché non posso credere che tu non abbia bisogno di me nella tua vita.

“Come amica, come confidente, come conoscente, non mi importa, ma ti voglio nella mia vita” mi avevi detto.

 

Forse non volevi farmi male, forse hai usato le parole sbagliate. 

Vedi come è difficile usare le parole, tu che mi criticavi per quanto male ti facevo con le mie.

 

Ma allora perché non capisci? 

Io lo capivo quando tu non stavi bene, e alla fine tornavo sempre. 

Non lo vedi nelle mie occhiaie? Nel dolore nei miei occhi?

 

E non piango, quello mai, anche se vorrei, ogni tanto, ma ho già usato le mie lacrime quando ero io a farti del male.

 

Vorrei chiederti come stai, ogni tanto. 

 

Vorrei augurarti buon natale e buon anno.

 

Vorrei chiederti come vanno tutte quelle situazioni che c’erano quando io e te eravamo ancora qualcosa.

 

Mi manchi, ogni tanto.

Poi però forzo un sorriso, raddrizzo la schiena e rispondo ai messaggi delle persone che proveranno a sostituirti. 

E tu sei solo un pensiero che riaffiora ogni tanto.

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Capitolo 2
*** Febbre ***


Sono stesa sul mio letto.

E faccio fatica a respirare, ma forse è la febbre.

 

Sento il mio cuore battere forte, vuole uscire dalla mia gabbia toracica, vuole tornare da te.

O forse è la febbre.

 

Ti percepisco su di me, sento il tocco dei tuoi polpastrelli sulle mani.

Sto delirando.

Eppure sembra così vero.

 

Ho bisogno di parlarti di nuovo.

Ma tanto non succederà mai. 

Sto delirando, sto delirando.

 

Desidero cose che non potrò più avere.

Ma non è un delirio, è da un po’ che ho questo bisogno.

 

È da un po’ che ogni volta che sento il tuo profumo mi giro di scatto.

È da un po’ che scruto fra la folla per trovarti.

È da un po’ che faccio difficoltà a distogliere lo sguardo quando ti trovo.

 

Quando mi passi vicino muoio.

Vorrei allungare le braccia, fermarti, guardarti negli occhi e poi carezzarti il viso.

 

Ti sorriderei, perché ti piacciono tanto i miei sorrisi, e spererei di poter baciare quelle labbra screpolate ancora una volta.

 

Ti ho detto che non ti ho mai amato, ma ora lo sto dubitando.

Perché “solo l’amore fa così male”.

 

Forse ti amo, sì. 

O forse è la febbre.

 

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Capitolo 3
*** Non guardarmi ***


Non guardarmi.

Neanche se pensi che io non ti veda.

 

Non guardarmi intensamente.

Non studiarmi attentamente con quei tuoi occhi color cioccolato.

Non divorarmi con uno sguardo.

Non fermarti quando ti passo vicino.

E non smettere di parlare.

 

Non fare quell’espressione corrucciata che mi ricorda le tue labbra sulle mie.

Non mangiarti le unghie come facevi quando eri nervoso e non ti osavi a parlarmi.

 

Non essere così bello, anche nelle espressioni più comuni.

Non quando hai deciso di chiudere per sempre.

Non quando mi hai scritto e poi hai fatto finta di nulla.

Non quando sto morendo per te.

 

Scrivimi, baciami, parlami.

Ma non guardarmi senza fare nulla.

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Capitolo 4
*** Sooner or later ***


Sooner or later 

I will write to you.

Not to talk about

School and music.

 

Sooner or later

I will tell you that

I’m in love with you

And I will never 

Let you go.

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Capitolo 5
*** My first “I love you” ***


They say there are a hundred ways to say I love you.

 

Well, I guess I did, too. I mean, tell you I love you.

 

I’ve never admitted it, but it’s just so clear to me now.

I’ve rejected you because I was afraid.

I can assure you that love can be frightening to one who has never felt it.

Probably you’re my first.

 

I don’t know how to explain how I feel now.

I feel torn apart, and when you come near me, I would throw myself on the ground. 

 

I love you, can’t you see it? Already the fact that this story has been going on for two years should make you understand it. The way I looked at you before, completely engaged in the conversation, and the way I do now, with woe in my eyes and the silent prayer that you could hug me.

 

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Capitolo 6
*** Quel che resta ***


Non mi restano che

Dei ricordi sfuggenti

Che si logoreranno col tempo

E un lenzuolo sporco

Che non profuma neanche più 

Di te

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Capitolo 7
*** Torna ***


Sento la testa pulsare.

Ho pianto così tanto, mentre parlavi, mentre tacevi, mentre lasciavo casa tua, mentre tornavo a casa.

Eppure voglio piangere ancora.

Anche se la testa mi scoppia e sento la fronte ardere.

 

Voglio gridare fuori fino a perdere il fiato.

Voglio bere fino a vomitare i miei pensieri.

Non ce la faccio, anche se ti ho detto che stavo bene, che andava bene, che ce l’avrei fatta.

 

In questo momento ho bisogno di qualcuno, una persona qualsiasi che mi dia conforto.

Ho bisogno di te, che mi calmi e mi rilassi.

Ma non voglio averti qua.

 

Pensavo che le notti in cui ci si corica piangendo e ci si risveglia col mal di testa fossero terminate.

Eppure eccomi qui.

 

Dammi una cura a questa malattia che hai causato. 

Un’epidemia che piano piano sta prendendo il controllo del mio corpo.

 

Non posso perderti. 

Perché ti amo, perché sei il primo che ho amato, perché non so come fare senza di te.

Non l’ho saputo per due anni.

 

Ad agosto partirò. Non mi vedrai mai più.

Come puoi vivere sapendolo?

Come puoi dopo tutto quello che abbiamo passato?

Come puoi non volere quei momenti felici che abbiamo vissuto?

Come puoi dirmi che non provi nulla mentre mi accarezzi e mi dici che sono bellissima e mi chiedi di restare?

 

Io ti voglio, voglio tutto di te: dagli occhi che tu odi, alle tue macchiette, alle tue labbra screpolate, alla tua barba incolta, alle tue ansie, ai tuoi attacchi di panico, al tuo non sapere di essere bellissimo.

 

Torna da me, io ti aspetterò.

Perché siamo fatti l’uno per l’altra, lo so io e lo sai tu.

E quando tornerai sapremo che sarà il momento di fare le cose bene per l’ultima volta.

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Capitolo 8
*** Io e te ***


I ricordi cambieranno

Svaniranno col tempo

Cambieranno con i racconti

Sbiadiranno con le altre storie.

 

Ma quel sentimento,

La consapevolezza che

Siamo uguali io e te

Quello rimarrà per sempre

Uguale

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Capitolo 9
*** Rachel e Ross ***


Rachel e Ross

 

Siamo come Rachel e Ross di Friends.

Non finirà mai fra noi due.

Lasceremo sempre la porta aperta.

E forse tra qualche anno ci rincontreremo.

Io dovrò prendere qualche aereo e tu non riuscirai a farmi andare via.

E forse dormiremo insieme e io non riuscirò a partire.

Perché sceglierei sempre prima te.

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Capitolo 10
*** Non più di te ***


 

Nessun augurio.

E credo di stare smettendo di amarti.

Mi mancano i nostri momenti insieme e quello che saremo potuti diventare.

Ma non mi manchi più tu.

Mi piace pensare a quello che sarebbe potuto essere, ma non lo voglio più con te.

Voglio innamorarmi ancora.

Non più di te.

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Capitolo 11
*** Voragine ***


 

“Ti ho dimenticato” “ti ho dimenticato” fino a quando non ho vista la tua foto con lei.

La baciavi.

Una voragine nel petto. 

Il silenzio attorno anche se mi trovavo a Londra, una delle città più frenetiche del mondo.

Ma tutto si è spento per qualche secondo.

Volevo piangere.

Mi sono venuti i brividi.

Ad un certo punto mi sono accorta di stare sopprimendo il respiro.

Volevo gridare.

Saltare in aria e imprecare in italiano mentre tutti i miei colleghi inglesi avrebbero guardato spaventati o preoccupati.

Mi sono persa per qualche secondo, quando ho visto quella foto.

E ho capito che posso dimenticarti quanto vuoi ma avrai sempre un posto speciale nel mio cuore.

Perciò ora ho una voragine nel petto.

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Capitolo 12
*** Venere ***


Lui mi tira i capelli e tu me li annusavi.

L’ho incontrato in un locale di musica spagnola e lui era il sogno erotico di ogni donna.

Ti ho incontrato a scuola, alla visita medica.

 

Lui mi morde e mi graffia, tu mi accarezzavi e mi baciavi.

Ti piacevano i miei sorrisi, mentre per lui devo essere impassibile quando vengono i suoi amici.

 

Lui entra dentro di me con violenza, tu ti scusavi per tutto.

Io ti amavo, mentre lui mi attirava.

 

Lui mi dice che sono brutta, tu mi paragonavi alla Venere di Botticelli.

Lui mi ha lasciata per un capriccio, tu hai fatto lo stesso.

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Capitolo 13
*** L’ultima volta ***


 

Se avessi saputo che sarebbe stata l’ultima volta non me ne sarei andata.

Non avrei permesso che prendessi quel pullman senza darmi un bacio.

Ti avrei rincorso, sarei venuta con te in città, ti avrei rotto le palle mentre eri con tuo cugino.

Avrei insistito per rimanere a dormire o forse avrei fatto l’amore con te.

La mia prima volta forse sarebbe potuta essere con te.

Invece della superficialità con cui l’ho regalata ad una persona che non l’ha apprezzata.

Ti avrei fatto dire quelle due parole che avevi sempre troppa paura di dire.

E così avresti capito ciò che provavi.

 

La verità è che se avessi saputo che sarebbe stata l’ultima volta avrei cercato di farti rimanere.

Non sarebbe stata l’ultima volta.

 

Quindi forse va bene così, perché forse non era ancora il momento di stare insieme.

 

Prima o poi arriverà. 

Oppure no.

Ma va bene così.

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Capitolo 14
*** Ci incontriamo questo pomeriggio? ***


Ci incontriamo questo pomeriggio?

Ho un sacco da fare, devo studiare per un esame importante.

Però lo sento che è difficile per te mettere insieme più di qualche sillaba da inviarmi.

Perciò vediamoci questo pomeriggio.

 

Potrai lasciare su di me la scia del tuo profumo.

Io farò lo stesso.

 

Vengo da te ma tu non mi stai aspettando dove mi aspetti di solito.

Devo farmi la strada da sola fino a casa tua.

Intanto ti rimprovero scherzosamente nella mia testa.

Ridendo penso che se mi lasci dopo essermi fatta la strada a piedi nel caldo di Giugno ti picchio.

È un pensiero divertente.

 

Suono al campanello e mi rispondi assonnato.

Ecco che fine avevi fatto.

Sempre a dormire, magari potessi farlo con te.

 

Entro in casa ma non mi dai il solito bacio.

Forse ti dà fastidio l’alito cattivo tipico di quando ti risvegli.

Tranquillo, non mi dà fastidio, perciò te lo do io.

Però sembra un po’ strano.

 

Sento che sei teso, ti chiedo di dirmi cos’hai.

Tu aspetti un po’, io rimango un po’ in apnea.

Poi tiri fuori il mio cuore dalla tua tasca.

Lo metti davanti a me.

 

Batte velocissimo quando lo tieni tu, nelle mie mani aveva sempre il solito lento ritmo.

 

Mi guardi con uno sguardo colpevole.

Capisco.

Me lo vuoi ridare.

 

Lo guardo incredula, ho capito ma non voglio capire.

Ti guardo, incredula come prima.

Tu annuisci piano, ti esce una lacrima.

Avrei scoperto poi che era una lacrima da coccodrillo.

 

Non voglio prendere il mio cuore dalle tue mani.

Non voglio farlo separare da te.

 

Sei un po’ impaziente, vedo che ti sta scivolando dalle mani.

O forse lo stai lasciando cadere.

 

Continuo a non volerlo prendere.

Mi avevi promesso che non mi avresti mai fatto del male.

Non lo farai mai cadere.

 

Eppure è proprio quello che succede.

Nel silenzio si sente solo il tonfo di quando atterra sul pavimento.

 

Poi un fischio nelle orecchie.

Ma posso vedere che non batte per qualche secondo.

 

Lo guardo senza forze e cado con le ginocchia a terra. 

Mi sono spenta.

 

Mi avevi promesso che non lo avresti fatto.

 

Fingi di starci male e allora io lascio da parte il mio dolore per curare il tuo.

 

Piangi e io ti consolo.

Ti disperi e io ti calmo.

Non dovrei essere io a trascinarmi per la casa senza coscienza?

 

Ti addormenti finalmente e ti lascio sul letto mentre russi.

Torno in soggiorno per prendere le mie cose.

 

Lo vedo, ancora per terra. 

Il mio cuore si muove come un animale morente.

 

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Capitolo 15
*** La nostra canzone ***


Sto ascoltando la nostra canzone.

Da quando ti ho lasciato incosciente su quel letto l’ho ascoltata due volte. 

 

La prima era subito dopo che mi lasciasti.

Il mio masochismo mi spinse ad ascoltare quella canzone subito dopo che uscii da casa tua.

Così, mentre le macchine e le persone mi passavano accanto, io tenevo degli occhiali da sole per nascondere le lacrime.

 

L’altra era a Londra, un giorno in cui non avevo abbastanza lavoro da fare e la riproduzione casuale aveva deciso che fosse il momento di “Already Gone”.

La lasciai perché mi ricordava casa, tu mi ricordavi casa.

Così rivissi tutta la nostra storia con un sorriso.

 

Non ci sono più riuscita dopo quel momento.

C’era sempre una certa amarezza nei tuoi confronti è quella canzone mi ricordava troppe cose.

 

E ora eccomi qua, ad ascoltarla mentre scrivo.

Ora ci riesco, perché ora ti ho superato.

Non fraintendermi, non che io ti stia dimenticando, perché quello sarebbe impossibile, ma ora mi sta bene che sia finita e non mi manchi.

 

Però non posso che ricordare tutto ciò che abbiamo fatto, tutto quello che ci siamo detti.

Mi viene in mente il ricordo di me e te su quella panchina.

 

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Capitolo 16
*** Ho raccontato di te ***


Ho raccontato alle mie coinquiline di te.

Mi ha fatto un po’ effetto perché non raccontavo di te da un po’.

Forse da Agosto.

E mi manchi un pochettino, lo ammetto.

Mi manca quello che ho di te e della persona che eri con me.

Forse se ti incontrassi ora non ti riconoscerei neanche più.

Ma non importa, perché non sei più affar mio.

 

Sei riuscito ad andare oltre con lei?

So che è una domanda stupida e molto probabilmente non voglio neanche sapere la risposta, ma questa è una delle cose a cui ho pensato subito.

 

Chissà cosa racconterai di me in giro, chissà se qualcuno sa di noi, chissà se poi glielo hai detto.

Lei lo sa cosa eravamo? Lo sa che mi hai amato per 2 anni? Lo sa che deve temermi quando torno a Torino perché tu sei comunque parte di me almeno quanto io lo sono di te.

 

Però ormai mi è passata, quindi tranquillo, non devi sbiancare quando sei con lei e vedi le mie amiche.

Ti ho perdonato anche se ti amavo o forse proprio per quello.

E lei alla fine non ha colpe, si è innamorata di te proprio come ho fatto io.

 

Lei lo sa che sei vivo grazie a me?

Lei lo sa che ogni tanto le domande ti sovrastano e quell’ombra nera ti avvolge?

Lei lo sa che per poco non uccidevi anche me?

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Capitolo 17
*** Lingua, Mani, Imbarazzo e Orgasmo ***


Lingua

 

Invece che chiudere le sigarette che ti sei girato,

Usa quella lingua su di me.

 

Mani

 

Le sento le tue mani che si spostano su di me, leggere.

Sento che mi vuoi scoprire, vuoi sapere come sono.

La tua mano indugia all’altezza del seno, vorresti toccarmi di più.

Ti lascio fare.

Ti mordo il labbro e sento che vorresti essere in una stanza vuota.

 

Imbarazzo 

 

Ti vedo un po’ imbarazzato mentre mi stringi a te, pelle contro pelle.

Non lo sai che per me è normale che ci sia silenzio, che i miei gemiti siano apprezzati.

Non lo sai che per me è normale fissare il vuoto dopo aver fatto sesso.

Spesso rimanevo così da sola, nuda.

Tu mi accarezzi, non ti stacchi un attimo dalle mie labbra, invece.

Mi fai sentire bella.

Non devi sentirti in imbarazzo con me.

 

Orgasmo 

 

Non ho voluto essere la prima quella sera, ma credo che tu fossi così vicino a farmi venire.

Sarebbe stata la prima volta per mano di una persona che non sia io.

Ora, mentre mi accarezzo, ricordo la tua lingua su di me e dentro di me.

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Capitolo 18
*** Voler bene ***


“Sai farti voler bene amore mio” mi disse un giorno mia madre.

Con tanta innocenza non si immaginava quante persone mi avessero ferita.

Non si immaginava quanti mi si fossero avvicinati proprio fingendo di volermi bene e se ne fossero andati lasciandomi per terra a raccogliere i pezzi.

Non sapeva quante volte fossi stata trattata come un oggetto.

“Sei bella” e tu pensi che sia come nei film, pensi che nei tuoi occhi vedano la tua passione, la tua dolcezza, tutto ciò che gli daresti se fosse tuo.

E invece lui vede solo il tuo aspetto.

Ti fa credere in un futuro, fa finta di essere interessato, poi sparisce e la maschera cade.

E tu capisci finalmente, il velo di incertezza sparisce e reinterpreti tutto nella giusta chiave.

Mi chiedo se sia così difficile trovare qualcuno che mi voglia bene veramente.

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Capitolo 19
*** David ***


Mi hai chiesto cosa io abbia provato a leggere il tuo messaggio.

Pensavo di avertelo detto.

Invece mi rendo conto di essere sempre così criptica. Credo di averti detto ciò che provo, credo che sia palese davanti ai tuoi occhi, ma forse non è così.

Mi sono chiesta perché io non spieghi di più ciò che penso.

Una parte deriva probabilmente dalla mia famiglia, dal modo in cui sono stata cresciuta, un mondo di impliciti e di non detti.

Un’altra parte, forse la più incisiva, la attribuisco alle mie esperienze passate.

Da piccola ero così ingenua da pensare che la persona con cui stavo tenesse a me quanto io tenevo a lui. 

Perciò dicevo tutto ciò che pensavo e che provavo. Poi mi ha deluso, ha approfittato di ciò che sapeva per avere ciò che desiderava e poi mi ha abbandonato sul ciglio della strada.

Subito dopo mi sono chiusa a riccio, ho alzato delle mura altissime attorno a me e non ho lasciato entrare nessuno. 

Uno dopo l’altro, chiunque ragazzo con cui io mi sia aperta un po’, ha sempre sfruttato ciò che sapeva per il proprio tornaconto.

Credo sia questo il motivo per cui ho paura a dire tutto ciò che penso. Una paura inconscia, perché spero di aver capito chi sei.

Detto ciò, voglio sforzarmi a dirti tutto ciò che penso ora.

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Capitolo 20
*** Dubbi ***


Ho tanti dubbi oggi.

Dopo aver fatto la mia scelta, sono sopraffatta da dubbi.

Ho deciso di andare avanti perché ti amo.

Ma questa situazione mi uccide.

Perché mi hai fatto questo?

Perché non ti sei fidato di me da subito, come ho fatto io?

Mi hai detto di fidarmi di te e intanto ti facevi lei.

Mi fa schifo pensarci.

Mi fa schifo pensare a lei sopra di te.

Mi viene il vomito.

I would like to erase her memory, I would like to erase yours. I would like to erase mine as well.

Detto ciò, voglio sforzarmi a dirti tutto ciò che penso ora.

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Capitolo 21
*** Occhi salati ***


Ti amo e non so perché

Ti amo e non so com’è 

Che io non abbia visto l’adorazione 

Nei tuoi occhi

Che io non abbia sentito il tremolio nella tua voce

 

Ti detesto e so perché 

Ti detesto perché credevo non sarebbe mai successo

Perché credevo fossi perfetto

 

E anche se i miei occhi sono salati

Più spesso di quanto dovrebbero

I tuoi lo sono in un modo sublime

Ché ricordano il mare e i suoi riflessi

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Capitolo 22
*** Catullo ***


Catullo ha segnato gli esordi di quello che siamo

E Dante ci ha legati per sempre

Ma io e te non abbiamo bisogno di altri

Io e te siamo perfetti da soli

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Capitolo 23
*** Noi ***


Pelle contro pelle 

Occhi negli occhi

I tuoi azzurri, i miei verdi

 

Carne chiama carne

Vino sulle labbra

Io ti voglio e tu mi vuoi

 

Tu sai dove finisci? 

Io so dove cominci?

Persi fra un sospiro e un gemito

 

Tu mi ami e io ti amo

E basta questo

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Capitolo 24
*** Paure di notte ***


Ho paura.

Tanta paura.

E ho passato gli ultimi giorni a piangere.

Perché non mi sentivo amata, rispettata, ben voluta.

Sono successe troppe cose in questi giorni.

E io sono confusa.

Ti amo, amo il tuo odore e la tua pelle.

Ma posso continuare così?

Con un mal di pancia dopo l’altro.

Primo perché non rifletti prima di infilarlo in un buco, anche se ti fa schifo quella persona e poi mi chiedi di conviverci, poi perché la tua famiglia sembra odiarmi e amarmi a tratti.

Lei è un fantasma.

Lo sanno tutti.

Una presenza che varrà sempre da confronto.

E io so di essere migliore di lei.

Io so di non essere neanche lontanamente paragonabile a lei.

E mi dà fastidio anche solo il fatto di dovermici rapportare, comparare.

Ho tanta paura questa notte.

Perché la mia testa ha viaggiato troppo.

E ho paura che tutti i nostri progetti possano non avverarsi, ho paura di aver corso troppo, ho paura che tu mi stia pigliando per il culo.

È il terzo giorno che bagno il mio cuscino di lacrime. 

Prima non mi reggevo in piedi.

Questa situazione mi sfinisce.

E non è giusto.

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Capitolo 25
*** Quarantena ***


People help the people.
Questo ho pensato, inconsciamente, quando ho visitato questo sito alle 16 di un pomeriggio uguale ad un altro. 
Un conforto.
E non l’ho trovato.
Cavolo, è così strano. 
Noi Italiani non siamo forse bravi a fare le code, a non gesticolare e a non urlare.
Ma una cosa l’abbiamo sempre saputa fare: confortarci.
Eppure non ho trovato alcun conforto in voi, Italiani.
 
Non so neanche più da quanto tempo siamo bloccati qui.
Che poi paradossalmente “qui” sono le nostre case. 
Abbiamo tutto, eppure sembra di non avere nulla davvero.
E non fraintendetemi, so che è la cosa giusta da fare, però le giornate sono così uguali, apatiche.
 
Mi viene da piangere quando vedo le foto del mare.
Ho sempre amato il mare e il senso di libertà che sprigiona dentro me.
Quel sentimento romantico di fondersi con la natura e essere in pace col mondo e con sé stessi.
 
Voglio che questa situazione finisca il prima possibile.
Voglio tornare a passeggiare mano per la mano per strada con il mio ragazzo.
Voglio sorridere alla vecchietta che lascio sedere al mio posto sul bus, senza che lei abbassi gli occhi spaventata dal contatto umano, nascondendosi ancora di più nella sua mascherina.
Voglio chiudere gli occhi e rivolgere il viso al Sole, che ribelle sembra fregarsene della nostra quarantena ed esce fuori, cercando di risvegliarci passando attraverso le nostre finestre.
 
Ecco, voglio essere come il Sole, voglio che le mie parole vi risveglino.
Voglio che parliate, che vi sfoghiate, che impazziate, che buttiate tutto su un foglio.
 
E poi voglio che respiriate, magari aprendo la finestra e sorridendo al Sole come sto facendo io.
E quindi chiudete il computer o il cellulare, insomma il cellulare dal quale mi leggete, e tornate a queste monotone giornate, perché è giusto che sia così, ma con la consapevolezza di non essere soli.
Noi Italiani non siamo mai soli.
 
*COMMENTO*
Pensieri, frammenti più che altro, di un giorno come un altro.
Tenete duro, ce la faremo, insieme.

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