The Black Swan

di Nobody Noemi2806
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.l'inizio ***
Capitolo 2: *** 2.Auguri ***



Capitolo 1
*** 1.l'inizio ***


1.l’inizio

Sono Maya Miller e sono “ The Black Swan ”.

I miei genitori mi hanno abbandonata in orfanotrofio gestito da delle suore, ok dire che entrambi mi hanno abbandonata non è completamente giusto perché mio padre era un pilota dell’Aeronautica ed è morto prima che nascessi, invece mia madre se ne andò semplicemente. Ero la migliore ballerina di danza classica della città ed ero diventata “famosa” per il mio ruolo da protagonista nel lago dei cigni. Vivevo a Gotham da tutta la mia vita e sono sicura che ci morirò anche.

Ma la storia vera inizia quando avevo otto anni.

Quella calda sera di fine luglio le suore avevano portato me e le mie compagne al circo che era venuto a Gotham. 

Quella sera potevamo girare anche da sole, io lasciai il gruppo e andai in una parte poco illuminata, camminavo tranquilla quando sentii dei singhiozzi, mi avvicinai a dove venivano i singhiozzi, quando arrivai trovai un ragazzino con la testa appoggiata sulle ginocchia che stava piangendo a dirotto, << hey perché piangi? >> chiesi avvicinandoli al ragazzo che aveva i capelli rossi come il fuoco e quando alzò la testa notai che i suoi occhi erano verdi intensi << mia madre mi ha picchiato >> disse con la voce piena di tristezza, << mi dispiace >>  dissi sedendomi vicino a lui e lo abbracciai, e prima restò fermo un attimo poi mi abbracciò, non so per quanto durò quel semplice abbraccio ma sentivo che si stava calmando, pii quando mi stacca i dissi << io sono Maya Miller e te come ti chiami? >> << Jerome Valeska >> << piacere Jerome, che ne pensi di venire a prendere un gelato con me?  >> gli chiesi sorridendo << ma qui al circo non vendiamo gelati >> disse sorridendo io pensai un attimo poi mi venne un idea << allora che ne pensi se sabato ci troviamo in centro a Gotham e andiamo a prendere un hamburger? >> dissi lui ci pensò su e disse << va bene allora dove e a che ora ci incontriamo? Io non conosco bene la città >> << sai dove si trova il gran teatro? >> chiesi e il rosso annuì << alle otto? >> chiesi << certo >> << allora ci vediamo sabato, ora devo andare, ciao >> dissi tornando al bus.

Sabato arrivò e io ero tesa per il fatto che avrei dovuto fare una parte della coreografia da sola, davanti a  molta gente. 

<< il teatro è pieno, tra cinquanta minuti dovete salire sul palco >> disse una delle suore, mi mancava l'aria e stavo per vomitare, senza pensarci usci dalla porta anti incendio e andai a sedermi sul marciapiede. Non passarono molti minuti da quando una coppia si avvicinò a me, << Ragazza stai bene ? >>  mi chiese l'uomo, io annui non riuscendo a parlare per la troppa agitazione << stai per vomitare? Prova a fare dei respiri profondi >> disse la donna con un tono di voce gentile, avevo il cuore che mi batteva a una velocità immensa, ma cercai lo stesso di prendere fiato, trovai la forza di parlare << sto meglio >> dissi piano << come ti chiami? >> mi chiese l'uomo << Maya>> << come mai eri così agitata? >> mi chiese la donna ma prima che potessi rispondere un uomo seguito da un bambino chiese alla coppia << signor Thomas è meglio che io vada a prendere i posti >> << certo Alfred ma dovrebbero già essere riservati >> disse l'uomo giovane e l'altro seguito dal bambino se ne andarono, aspetta i un attimo prima di rispondere poi dissi << devo fare una parte della coreografia da sola e ho paura di sbagliare >> << ma non ti devi preoccupare per questo, posso dirti un segreto? Se sbagli o se improvvisa nessuno se ne accorge >> disse la donna con un sorriso << dai adesso è meglio che vai a prepararti >> disse l’uno io gli sorrisi e me ne andai. 

Alla fine dello spettacolo mi accorsi di non aver fatto neanche in errore e mi sentii sollevata, mi cambiai e mi struccai, presi il mio zaino e uscii dal teatro dove trovai Jerome.

Parlai con lui per molto tempo, le hai subito, era uno strano ragazzo un po' folle ma mi era simpatico. 

Scoprii che aveva la mia età, e mi disse che già che non potevamo vederci saremmo stati amici di penna. 

Dopo due settimane mi arrivò una lettera, era di Jerome, la lessi mentre facevo colazione, una frase mi lasciò di sasso “  voglio uccidere mia madre ” come poteva averlo scritto forse stava scherzando ma non era da lui.

Corsi nella mia stanza e scrissi la lettera per lui, poi andai a fare le prove per il prossimo spettacolo ancora con quella frase in testa.

Ecco la protagonista.

 


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Capitolo 2
*** 2.Auguri ***


Erano passati anni e avevo continuato a scrivere a Jerome e lui scriveva a me.

Era un sabato ed era il giorno prima del mio diciottesimo compleanno.
Mi stavo truccando perché da li a un ora sarei salita sul palco e avrei dovuto ballare il lago dei cigni, non ero agitata, mi ero allenata molto e non avevo paura di sbagliare.

Quando ebbi finito di truccarmi cercai nel mio borsone dove tenevo le cose, cercai le scarpette con la punta nere, cercai nel borsone, trovai solo le scarpette senza punta, mi stava salendo l'ansia, non le stavo trovando, trovai quelle bianche ma erano nuove mi sarei fatta male ai piedi se avessi usato quelle, << ragazze avete visto le mie scarpette nere? >> chiesi << non sono nel tuo borsone ?>> mi chiese una delle mie compagne << no, ci sono solo quelle senza punta >> dissi cercando ancora << no ne hai un altro paio? >> mi chiese un ballerino << si ho quelle bianche che sono nuove >> dissi << devi usare quelle non hai tutto il tempo per cercarle >> mi disse una suora in tono stizzito, presi le scarpette bianche e iniziai a sistemare la punta, anche se sapevo già che alla fine dello spettacolo avrei dovuto mettere il ghiaccio sul piede, mi fasciai il piede e poi mi infilai le scarpette.

Quando la musica cessò alla fine dello spettacolo gli applausi riempirono tutto il teatro e quando il sipario si abbasso andai a togliermi il costume di scena, mi tolsi le scarpette e i piedi mi faceva male.
Presi i miei pantaloni rossi a zampa di elefante con la vita alta, poi presi il mio maglioncino bianco e mi legai ai piedi le snickers bianche. << ciao ragazze ci vediamo domani >> dissi prendendo il borsone , << dove stai andando? >> << starà andando da quel ragazzo con cui si scrive delle lettere ogni due settimane >> disse la mia compagnia di allenamento << hai indovinato >> dissi con il sorriso  sulle labbra, << quel ragazzo non è bravo, dovresti allontanati da lui >> disse una suora, << sarà, ma a me sta simpatico ed è mio amico quindi ciao >> dissi uscendo, non so perché tutti mi dicevano che Jerome era “ cattivo ”, secondo me era solo un po' folle e ogni tanto faceva sorrisi da psicopatico ma era simpatico.

Appena uscii dal teatro molte persone mi vennero in contro per farmi i complimenti, mi scusai e andai verso al fast food dove dovevo incontrarmi con Jerome, ero già in ritardo di 30 minuti, odiavo essere in ritardo.

Appena entrai nel ristorante Jerome mi abbracciò << signori e signore fate un forte applauso dalla miglior ballerina di Gotham >> disse a voce alta staccandosi dal mio abbraccio e iniziò ad applaudire, qualcuno applaudì incerto mentre altri guardavano senza capire.
Mi sedetti al tavolo difronte a lui << da quanto con ci vediamo, mi sei mancata Maya, ma non voglio parlare di smancerie allora cosa mi racconti ?>> chiese lui sorridendo con un suo solito sorriso che riusciva a far gelare il sangue, << no ma aspetta ho una cosa da regalarti per il tuo compleanno, chiudi gli occhi >> disse io chiusi gli occhi non sapendo cosa aspettarmi, << non sbirciare >> disse lui, mi appoggiò qualcosa sulle mani << adesso apri gli occhi >> mi disse, quando aprii gli occhi trovai una collana molto bella di una ballerina con la gonna con delle piccole pietre nere che luccicavano, 

<< Jerome o mio dio è stupenda >> dissi mentre lui me la legava al collo << volevo prenderti delle scarpette da ballo ma poi ho visto questa e ho preferito prenderti questa >> disse il rosso << è veramente bella, grazie Jerome >> dissi. 
<< te prendi il solito panino senza cipolle >> disse Jerome << si certo, te invece? >>  << mi scuserai se ho già mangiato >> disse lui,  << ti perdono sono se paghi te >> dissi ridendo, << accetto ma adesso dimmi, come mai sei arrivata zoppicando? >> mi chiese dopo aver ordinano  << non ho trovato le mie scarpette con la punta e quindi ho dovuto usarne un paio nuovo >> dissi.

<< ho un altro regalo per te >> disse Jerome, si alzò e andò al bancone dove prese un cupcake al cioccolato con della glassa sopra e una candelina arancione


, chiese a un signore che stava fumando di accendere la candelina, poi si sedette vicino a me, << esprimi un desidero >> disse guardandomi con il solito sorriso inquietante, soffiai sulla candelina, avevo espresso il desidero, << vuoi un po'? >> chiesi offrendogliene un pezzo lui l'accettò.

Parlammo tutto il resto della serata fino a quando io non dovetti andare, << quindi questo mercoledì  ci vediamo ? >> chiese Jerome << certo, a mezzogiorno qui >> << non mancherò >>  disse avvicinandosi a me, << grazie ancora per la collana, ci vediamo mercoledì >> dissi dandogli un bacio sulla guancia << auguri ancora per il tuo compleanno >> disse Jerome << grazie, ciao >> dissi andamdomene a prendere il taxi.

Pov’s Jerome

La sera si era appena conclusa, Maya era appena salita sul taxi.
Durante tutta la serata ho pensato che era bellissima, mi aveva fatto uno strano effetto quando mi aveva dato quel bacio sulla guancia.
Mi tira i uno schifo sulla faccia << Jerome ma a che cosa stai pensando ! >> mi dissi, << non puoi pensare a una cosa del genere >>. Quando non pensavo a lei pensavo a come uccidere mia madre, massi tanto se la uccido, e poi mi sono stancato di stare nell'altra stanza in stanza in silenzio mentre lei sta con uno dei suoi tanti amanti.
Ok ora ero deciso, domani lo avrei fatto, non stasera, mi sarei divertito uccidendola ma per questa sera ero stato bene, le risate me le sarei tenute per domani. 

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