Cascare nei tuoi occhi

di Ande03
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Non riesco a non guardarlo...

Non so con esattezza cosa mi succede oggi ma non riesco a staccare gli occhi di d’osso a quel ragazzo, è la prima volta che lo vedo, oggi  è arrivato qui nella mia comitiva di amici con un altro tizio che conosco  appena, ed ora si sta presentando con tutti, non so esattamente cosa  mi porta a guardarlo così intensamente, chiariamo subito il discorso... io non sono gay, a me piacciono tanto tantissimo le donne, non ho mai guardato un ragazzo, non che essere gay è una cosa brutta assolutamente ma io non sono così. Però ancora non riesco a smettere di osservare i suoi lineamenti così perfetti, ha i capelli castani con una leggera rasatura sulla nuca è un ciuffo piuttosto ordinato, porta gli occhiali da vista  ma sul suo viso sembrano come quelli di uno spot pubblicitario, ha un leggero strato di barba castana anch’essa, il colorito della pelle è rosato tendente all’olivastro. Beh poi insomma il suo corpo... 

va beh indossa maglia bianca piuttosto attillata, che evidenzia. Le sue braccia che sino ben definite dai muscoli scolpiti alla perfezione, il mio sguardo si sposta verso il basso per continuare a scrutare ogni dettaglio del suo corpo, i miei occhi incontrano il suo sedere, che insomma... è decisamente perfetto,  non so se sono i jeans scuri a renderlo così bello o è propio così, non sono parole per descrivere  la particolare bellezza di questo ragazzo.

Dopo tale affermazione cerco con tutto me stesso di tornare in me perché ripeto  è la prima volta che mi succede e non è normale per quanto mi riguarda... non deve succedere più. Per tutta risposta al mio compitamente che per fortuna nessuno ha notato, faccio cenno con la mano ad una mia “amica” di venire da me, lei lo fa con molto entusiasmo, non appena arriva si siede sulle mie gambe, continuando a bere il suo drink, per poi baciarmi sulle labbra, contraccambio il bacio.

Mentre sono immerso in questo bacio che sinceramente al momento non desideravo continuo a pensare a quel ragazzo.

Il nostro bacio viene interrotto da Giovanni  un nostro amico.

  • Oh fra basta, scopate in camera.
  • Oh ma dai fatti i cazzi tuoi.

Gli dico asciugandomi le labbra bagnate a causa del bacio.

  • Ti presento Francesco, lui è  un amico di Daniel.

I miei occhi per la prima volta incontrano quelli del ragazzo che non riuscivo a smettere di fissare, sono castani, ma molto profondi mi  ci perdo dentro tanto che non riesco a rispondere subito resto a guardare intensamente i suoi occhi per un tempo indefinito, a me sembra un eternità.

Questo sguardo tanto profondo sembra quasi essere ricambiato, non so se è a causa del colore dei miei occhi che in genere mi viene detto essere un po’ suggestivo, anche se è un semplice azzurro molto chiaro. O magari risponde al mio sguardo solo per educazione.

Veniamo entrambi riportati alla realtà da Giovanni.

  • Oh Andrea, tutto bene ?
  • Si si. Scusami... mi ero ecclissato, solo perché mi sembra di averlo già visto.
  • No non credo, comunque piacere Francesco.
  • Andrea.
  • Va beh dai non volevo disturbarvi  continuate tranquillamente.

 Mi volto nella direzione che sta indicando e vedo la ragazza con cui mi stavo baciando pochi attimi fa, sorrido per poi voltarmi verso di lui.

  • No no ma chè tranquillo... non è nulla, anzi vieni che ti faccio conoscere un po’ di gente.
  • Ok ragazzi allora io vi lascio che hanno uscito. Le patatine... vado a mangiareeee...

Ad entrambi scappa una risata.

  • Sicuro? Non volevo mica disturbare, tanto meno interrompere qualcosa.
  • No no davvero tranquillo  è solo un amica con cui ci divertiamo ogni tanto, ora è ubriaca infatti guarda.

Gli faccio verso Alice, che si trova già tra le braccia di  Edoardo.

Lui sorride e annuisce 

  • Ah ora ho capito...
  • Si va beh il 90% delle ragazze in questa comitiva è così.
  • Immagino. Quindi tu sei Andrea.
  • Si
  • Bel nome, a quanto vedo ti caratterizza molto.
  • In che senso scusa?
  • Sai le origini ed il significato del tuo nome vero?
  • No onestamente no.
  • Allora il nome Andrea ha origini greche ed è un nome caratterizzato dalla mascolinità  e dalla  virilità di chi ovviamente lo porta, e ovviamente nel tuo caso è più che azzeccato.
  • Perché? 
  • Beh ma guarda come tratti le ragazze questo è segno di grande sicurezza.
  • Bho non saprei, si sono abbastanza sicuro di me, ma invece tu sei strano.
  • Perché sarei strano?
  • Boh conosci il significato del nome delle altre persone, sembri una enciclopedia.

Sorride, e in quel sorriso mi perdo è molto bello quando ride, poi va beh i suoi discorsi mi fanno ridere è un tipo strano.

 

  • No, no non sono un enciclopedia. È solo che mi piace leggere e sono curioso di conoscere.
  • Conoscere?
  • Si tutto ciò che mi incuriosisce, ed anche ciò che mi spaventa. Per esempio c’è qualcosa che a te spaventa conoscere ma di cui sei curioso?
  • Non capisco  scusa. È una domanda giusto ?
  • Si certo...

Mi immobilizzo per un attimo, questo è strano non vorrei che ha intuito tutto, no no non puó essere. Cazzo si  che c’è qualcosa di cui ho paura ma  sono curioso di approfondire... Lui...

Sono curioso di capire cosa mi succede quando gli parlo, quando lo guardo negli occhi, sono sicuro al cento per cento dei miei  gusti etero, però non posso nascondere a me stesso che questo ragazzo sta creando una certa confusione al mio  interno.

Continuo a camminare senza far molto caso alla sua domanda.

Lui mi raggiunge  posando la sua mano sul mio braccio, dicendomi:

  • Allora?

Quest’ultimo tocco provoca in me altre mille sensazioni positive e negative tutto mischiato. Fin quando decido di  restare serio ed ignorare  i miei pensieri, ma sopratutto lui.

  • No
  • No cosa ? Non hai davvero nessuna curiosità, fermata dalla paura di viverla ?
  • No non c’è L’ho.
  • Strano... lo stai nascondendo è evidente. Da quando ti ho fatto questa domanda il tuo sguardo è cambiato, non ti ho chiesto mica di dirmi qual’è ti ho chiesto solo se c’è l’hai, ovviamente rispetto la tua privacy.
  • Va beh la mia risposta non cambia.
  • Va beh ok.
  • Ok. Allora dai qui ci sono  Alex e  Mirko fai amicizia con loro. Io ho delle cose da fare.

Mi allontano senza dare la possibilità a Francesco di rispondere.

Probabilmente mi sto comportando in modo immaturo, ma non mi piace provare  queste sensazioni, e tanto meno la confusione che mi crea lui non mi piace per nulla. Mi dirigo nel guardino  della villa in cui ci troviamo, è deserto a causa del freddo che ormai inizia a scendere   La sera, siamo in  pieno  ottobre, nessuno si azzarderebbe ad uscire  nel giardino con questo freddo.

Trascorro quasi venti minuti a passeggiare intorno alla piscina  con in dosso  gli auricolari, ascolto una delle mie canzoni preferite del momento, che sarebbe “ ti dedico il silenzio di ultimo”.

Ed i miei pensieri per tutto il tempo sono stati rivolti al ragazzo che questa sera mi ha stravolto.

D’improvviso  sento una mano appoggiarsi sulla mia spalla, stoppo la musica e tolgo là cuffie per poi voltarmi, incontro subito  gli occhi di Francesco. E come al solito non riesco a non perdermi al loro interno. Ogni volta che li guardò ci casco dentro e non so più  come uscirne.

  • Andrea ma che fai qui fuori?
  • Io... io nulla. Avevo caldo e sono uscito un po’.
  • Caldo? E sei uscito fuori per farti venire l’influenza?

Sorrido.

  • No, no.  Non c’è mica freddo.
  • Dici? Io lo sento, anche tanto, come minimo ci saranno 7 gradi.
  • Ecco che oltre l’enciclopedia è arrivato anche il meteorologo.

Anche lui sorride, penso si renda conto che effettivamente è strano.

  • Va bene la smetto.

Dopo qualche attimo di silenzio, è lui ad interromperlo, anche perché è abbastanza imbarazzante questo  silenzio, ed io non avevo la più pallida idea di come dissolverlo.

  • Andrea ascolta, volevo chiederti scusa.
  • Per cosa?
  • Perché magari sono stato invadente, potevo evitare di insistere tanto.
  • Ma non hai insistito tranquillo.
  • Allora perché te la sei presa tanto da lasciarmi  la con degli sconosciuti?
  • Beh ma anche io per te sono uno sconosciuto.
    • Relativamente, ho capito tantissime cose  di te esattamente quando i nostri occhi si sono incrociati, abbiamo trascorso svariati secondi a scrutarci.
    •  

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Rimango ad osservare i suoi occhi mentre le parole che mi ha appena detto mi rimbombano in testa mille e mille volte, senza farmi capire più nulla. Come dovrei reagire a queste sue parole?

Significa che anche lui ha sentito ciò che ho sentito  io? Queste strane sensazioni non le provo solo io?

  • Scusa che intendi?
  • Dai... hai capito. Non fare finta di nulla.
  • No non ho capito. Mi dispiace forse ti sei fatto un idea sbagliata di me.
  • Che idea pensi che io mi sia fatto?
  • Ma non lo so... so solo che sei piuttosto strano.
  • Sicuramente strano lo sono ma  fammi capire cosa vuoi dire?
  • Niente niente basta.

Mi allontano facendo finta di  non essere stato scalfito dalle sue parole.

 

  • Ma che fai ? Perché cazzo scappi? Che sto facendo di male?
  • Ti ho già risposto nulla. Ho solo sonno e voglio andare a casa.
  • Ok... allora dato che vai via mi puoi dare un  passaggio?
  • No sono a piedi.
  • Va bene allora alla prossima . Ciao 
  • Ciao 

Vado via un po’ frastornato dalla situazione non so esattamente cosa pensare  non so che cazzo è successo questa sera, ma sinceramente non lo voglio sapere  probabilmente  questo ragazzo mi sta simpatico quindi per questo avevo voglia di conoscerlo, probabilmente è una di quelle simpatie che senti a primo impatto, nulla di strano.

Se mi sono un po’ preoccupato è solo perché è la prima volta che  mi succede.

Ma comunque probabilmente è stata la prima e sarà l’ultima volta che lo vedrò.

Certo che comunque è strano... faceva delle supposizioni che sinceramente non capivo e poi sembrava leggere nel pensiero... boh esistono milioni di persone strane nel mondo, probabilmente  oggi ne ho conosciuta una.

 

***

 

Sono trascorsi due giorni dall’incontro con quel ragazzo così strano,

Sinceramente ho ripensato a quell’incontro diverse volte... va beh un po’ di più quasi sempre, non riesco a definire la motivazione ma  avevo il desiderio di rivivere quel momento forse per potergli riparlare... non saprei  ho pensato svariate volte  che forse avrei dovuto dargli un passaggio dal momento in cui avevo la macchina, però se ho detto una bugia è solo perché la situazione era diventata un po’ strana, forse quanto lui, ed io non riuscivo a sostenerla.

Comunque oggi vado di nuovo alla villa in cui ci incontriamo spesso con i miei amici, lo stesso luogo in cui ho incontrato per la prima volta Francesco, spero con tutto me stesso di rivederlo.

Che sto dicendo? No no non spero di rivederlo. Io spero che questa sera ci sia anche Alice così scopiamo. Si spero questo.

Provo a convincermi che voglio vedere Alice e non Francesco, riesco nel mio intento o almeno. Nel superficiale, dentro me so cosa preferirei fare, mi piacerebbe tanto trascorrere tutta L sera a parlare con il  ragazzo strano dell’altra sera. Nonostante era così  insolito il suo comportamento mi ha fatto stare talmente tanto bene che vorrei sentirmi di nuovo allo stesso modo.

Finalmente arrivo  alla villa, c’è una gran confusione, come al solito in fin dei conti, nulla di strano.

Entro salutando tutti, i miei occhi ed il mio cuore si fermano d’improvviso quando in lontananza vedo Francesco. 

Resto a fissare la sua figura per lasso di tempo indefinito, finchè non vengo interrotto da Marco.

  • Andri ciao.
  • Ehi ciao Marco come sta ?
  • Tutto bene fra sai che la prossima settimana mi laureo.
  • Mamma mia che bello mi fa tanto piacere fra, che farai per festeggiare?
  • I miei genitori mi hanno detto di organizzare una festa, sei invitato.
  • Oh grazie... ci sarò con tanto piacere.
  • Ma tu invece quando farai qualcosa di utile per il tuo futuro?
  • Perché? Ho un lavoro così bello che dovrei fare?
  • Ma dai  Andrea non è bello il tuo lavoro.
  • A me piace... non faccio un cazzo.
  • Boh fai tu ma credo che non sia il massimo delle tue aspirazioni lavorare in una pasticceria.
  • Fra ho smesso di avere aspirazioni molto tempo fa...
  • Boh fai tu...

Sorrido annuendo, non sopporto le persone che mi dicono cosa è giusto o cosa è sbagliato nella mia vita, ma io dico loro che cazzo ne sanno... va beh dai. Che palle ora c’è da fare il regalo per la laurea, va beh chiederò a Gaia  di aiutarmi.

Gaia è la mia migliore amica “anche scopamica”

Approposito di lei eccola lì che fa l’oca con Mario.

Decido di uscire fuori, con il desiderio di essere raggiunto nuovamente da Francesco.

Trascorro più di mezz’ora ad aspettare, ma nulla probabilmente non mi ha visto, quindi sicuramente cosa posso aspettarmi, o forse ha scoperto che l’altra sera ho detto una cazzata e magari si è offeso. Basta Andrea smettila di farti film mentali, sembri una ragazzina di 16 anni...

Decido di alleviare  l’ansia per la situazione facendomi  una canna,  al momento penso sia l’unica cosa a potermi far rilassare un po’, non voglio esagerare questa sera, anche perché non so cosa potrei dire o fare... quindi meglio evitare  un eccesso.

D’improvviso propio come la scorsa volta sento una mano posarsi sulla mi spalla, questa volta  non ho la musica, nonostante ciò  faccio un balzo, mi ha spaventato.

Mi volto per vedere chi fosse questa volta, con mia sorpresa noto che dinanzi a me c’è Francesco, con gli occhi puntati suoi miei. Allora non è arrabbiato per la mia bugia, la sua presenza mi provoca un sorriso  che faccio senza accorgermene.

  • Eccoti. Che fai qui fuori tutto solo?
  • Ora non sono più solo.

Sorride annuendo, si siede accanto a me in silenzio, la sua espressione è seria sembra diversa dalla scorsa sera, però io a differenza sua non so leggere nella mente delle persone, quindi non riesco a capire cosa gli passa per la testa. Anche se sinceramente vorrei propio saperlo.

  • Allora che mi dici di te?
  • Che vuoi sapere?
  • Tutto...
  • Tutto, tutto ?
  • Beh quello che posso sapere.

Sorrido voltandomi dal lato opposto, faccio un piccolo sospiro.

  • Allora beh sono Andrea, ma questo lo sai già... ho 25 anni sono nato e cresciuto qui a Roma, lavoro in una pasticceria/caffetteria. Cos’altro vuoi sapere?
  • Tempo al tempo, presto saprò anche altro...
  • Boh  vedremo sono una persona piuttosto  riservata.

Fa una piccola risatina che non riesco a definire se è una presa in giro o altro...

Non lo capisco e questo mi fa impazzire, mi da tanto fastidio non riuscire a capirlo.

  • Anziché ridere dimmi qualcosa tu ora.
  • Si allora io ho 26 anni  sono anche io nato e cresciuto in questa meravigliosa città, poi cos’altro beh si sono laureato in scenografia, e attualmente sto lavorando all’interno di un teatro  dove allestisco il palco, scelgo l’abbigliamento dei protagonisti che saliranno sul palco. Però è una cosa temporanea, da poco ho fatto un concorso per poter insegnare la mia materia o la storia dell’arte a scuola. Poi boh non c’è molto da dire anche io in genere sono riservato. Beh credo non ci sia molto altro da dire. Ansi si c’è qualcos’altro da dire.
  • Dimmi
  • Se questa sera sono venuto qui è solo perché speravo di incontrarti.

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Sperava di incontrarmi?

Il mio cuore si ferma per qualche secondo dopo aver sentito tali parole. Perché sperava di contrarmi? Cosa cazzo sta succedendo? Perché anche io speravo di incontrarlo? Vorrei chiedergli il motivo di tale speranza da parte sua ma non riesco le parole mi muoiono in bocca non riesco a pronunciare nulla, nemmeno una sillaba...

  • Scusa forse sono stato eccessivamente diretto.
  • No, no  va bene così.
  • Ok.
  • Perché?
  • Perché cosa ?
  • Per quale motivo desideravi incontrarmi?
  • Beh semplice sto bene con te.
  • Ah... ok 

Non riesco propio  a rispondere con parole più sensate, che cazzo mi succede? Vorrei comprendere le mie sensazioni, ma non riesco propio.

Però ho deciso di ignorarle dal momento in cui mi fanno paura.

  • Andrea non fraintendere le mie parole. Hai fatto una faccia quando ti ho detto che speravo di incontrarti... cioè non vorrei che pensi cose che non sono.
  • Cosa dovrei pensare? Fammi capire perché  te lo ripeto nuovamente sei strano.
  • Scusami... tu non avevi questa speranza?
  • No.

Mento spudoratamente, ma è la cosa giusta... queste sensazioni devono rimanere mie e basta, nessuno dovrà mai venirne a conoscenza.

  • Ah ok...

È evidente c’è rimasto male  lo deduco dai suoi occhi hanno assunto in espressione diversa, mi piacciono da impazzire gli occhi di questo ragazzo, sono espressivi al massimo, si può leggere dentro di lui tramite gli occhi, è anche vero che non lo capisco ugualmente però sono così belli mi ci perdo sempre ogni volta che li incontro esattamente come ora li sto osservando incessantemente da non so quanto tempo, ma a lui non sembra dispiacere, resta lì ad osservarmi anche lui. Non riesco a comprendere  che cosa succede, ma ho la certezza che qualcosa di strano stia accadendo lo posso nascondere fin che voglio ma non è normale che io sia attratto così dai suoi occhi dalla sua voce dal suo carattere insomma da lui...

Sembra essere più vicina  a me la sua figura, o forse sono io più vicino a lui i suoi occhi sono  più vicini ai miei sento il cuore battere più velocemente, che cazzo succede Andrea basta... BASTA...

Mi allontano di scatto per paura della situazione  che si stava creando  e per  paura che qualcuno potesse vedere tanta stupidità in me...

Si ecco cosa sono sono un cretino, ma cosa mi salta in mente  avvicinarmi tanto ad un uomo??? Ti rendi conto Andrea è un uomo, propio come te... il tuo naso avrebbe potuto sfiorare il suo se stavi lì altri 10 secondi... la devi smettere ora alzati ignoralo e vai a scopare con una bella ragazza.

Mi alzo di scatto senza dire nulla.

  • Andrea ti prego non andare via. Scusa.

Gli rivolgo uno sguardo truce per poi avvicinarmi a lui prenderlo per la maglia obbligandolo ad alzarsi e gli dico con tono severo ed arrabbiato:

  • Senti a me non frega un cazzo di quali siano i tuoi gusti, non giudico nessuno ma non ti devi più permettere ad avvicinarti a me in quel modo  io non sono come te... mi fanno schifo queste cose su di me... quindi non ti permettere più ad avvicinarti a me... fallo con quelli come te. Ah e azzardati a dire quello che è successo a qualcuno è la tua vita  finisce. Ciglione.

Dopo avergli detto ciò lo spingo violentemente facendolo cadere per terra.

Con mia grande sorpresa non dice nulla  rimane per terra, io cercando di rimanere impassibile ed indifferente mi allontano da lui  tornando dentro, non appena esco e chiudo la porta mi volto per  guardare  Francesco s si è fatto male a causa della mia spinta.

Guardò attraverso il vetro e vedo  quel ragazzo che mi suscita tante emozioni, si è appena alzato,  si sta alzando la maglia, probabilmente per vedere se sei fatto male.

Difatti si tocca  la schiena e poi si guarda la mano, probabilmente si sarà graffiato e ora gli esce sangue, mi dispiace davvero tanto io non volevo fargli male. Però è stata la paura a parlare, non avrei mai detto quello che ho detto se non fossi impaurito dalla situazione che si era creata intorno a noi, c’era in atmosfera insostenibile. A me quegli attimi di vicinanza mi sono piaciuti da  impazzire vorrei tornare indietro e godermeli a pieno, però  non è possibile, perché la società  ed io non accetto queste cose, o per meglio dire io le accetto ma sugli altri... su di me preferirei evitarle... anche se sembra incontrollabile la voglia di riaprire questa porta e andare da lui e scusarmi.

Evito questo pensiero lo scaccio totalmente andando via da davanti la porta, immerso nei miei pensieri rivolto esclusivamente a lui  cammino per la villa  scontrandomi con centinaia di persone, ma non faccio molto caso a ciò, finché sento  una mano che prende la mia apro un po’ di più gli occhi  distraendomi dai pensieri che fin ora mi hanno tormentato. La ragazza che mi da la mano è  Gaia, che mi trascina verso una camera da letto vuota, inizia a darmi dei baci sul collo.

Si Andrea lasciati andare, cancella l’immagine di quel momento meraviglioso che hai appena vissuto e goditi il presente, godi e fai godere questa ragazza che ha tanta voglia di te, di essere scopata da te su questo letto, impegnati, e smetti di pensare a lui.

Provo a realizzare i miei pensieri, ignorando tutto il resto mi concentro.

La prendo in braccio baciandola  per poi farla sdraiare sul letto e iniziare a sporgliarla, lei spogli me. Tutto sembra confuso non mi sto nemmeno eccitando,  non riesco a concentrarmi su di lei, penso e ripenso a  Francesco, gli ho fatto male e non era mia intenzione... chissà quanto ci sarà rimasto male, mi dispiace troppo aver fatto quello che ho fatto. 

Andrea però ormai sei qui siete nudi vi state baciando non puoi  sicuramente  fallire, immaginati che  brutta figura, chiudo gli occhi e cerco di eccitarmi, però la mia mente focalizza lui.... di nuovo lui  lo focalizza. E non vuole farlo andare via. Cerco di pensare ad altro ma la mia mente si è propio decisa a farmi brutti scherzi, non ostante questo. I miei pensieri continuano ad essere rivolti a lui, ma diventano sempre più intensi  immagino di toccare le sue labbra con le mie  il suo corpo a contato con il mio... il suo respiro su di me...

 

 

  •  

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Non riesco a concentrarmi come posso pensare ad un uomo in questo momento... devo godermi il momento basta.

Riesco con molta difficoltà a spegnere la mente e non pensare più a Francesco, fingendo di godermi il momento.

Alla conclusione dell’amplesso ovvero quando Gaia  è arrivata al culmine del piacere fingo anche io di aver raggiunto il culmine, rialzandomi subito  per non far notare  che in realtà non è successo nulla e che il preservativo e pulito al suo interno.

Mi rivesto di fretta per scappare dall stanza.

  • Ma dove vai così di fretta?
  • Ho ricordato di avere un impegno.
  • Ma a quest’ora hai un impegno ?
  • Perché che ore sono?
  • Sono le 2.
  • Si ho un impegno ciao.

Esco non facendo caso a nulla, ancora la casa è piena di gente  che balla  e si ubriaca.

Ma io ora non ho intenzione di restare ulteriormente qui, voglio andare a casa e non pensare più a questa serata assurda. Non appena arrivo alla porta d’ingresso un pensiero viene rivolto a Francesco, chissà se è ancora qui? Chissà cosa starà facendo? Chissà perché ho pensato a lui in un momento come quello di prima? Purtroppo una risposta a queste domande non c’è e se c’è non la voglio sapere davvero.

Decido di uscire fingendo con me stesso che non sono interessato a rivederlo. 

In me si crea una speranza non appena esco dalla villa, mentre mi dirigo alla macchina vedo un ragazzo di spalle, potrebbe essere lui?

D’improvviso questo ragazzo si gira e rimango molto deluso nel vedere che non era Francesco.

Anche questa volta fingo non mi importa, per poi salire in macchina.

 

***

 

Sono appena uscito da lavoro,  ho cercato con tutto me stesso di non pensare a ciò che è successo ieri sera, mi è andata piuttosto bene, essendo sempre impegnato  non è stato difficile.

Non appena arrivò davanti alla mia auto vedo una persona appoggiataci  sopra.

Scherziamo? Chi è sto coglione ci si appoggia... la macchina è nuova.

In malo modo mi avvicino dicendogli:

  • Oh... ti appoggi da un’altra parte!!!

Si volta e i suoi occhi incontrano i miei e come al solito mi ci perdo dentro.

Trascorro qualche istante infinito a osservarlo.

  • Ciao.
  • Francesco ciao.

Rimane con lo sguardo serio anche lui   Fisso sui miei occhi,  sembra molto distaccato, forse a causa di ciò che è successo ieri sera. Probabilmente dovrei fargli le mie scuse.

  • Oh hai da fare ora ?
  • Perché?
  • Ti ho fatto una domanda non rispondermi con un’altra domanda.
  • No perché?
  • Ok vieni con me.

Salgo in macchina, sono intenzionato a scusarmi, sono stato piuttosto maleducato ieri sera. Lui un po’ stranito mi segue salendo sul lato del passeggero.

Il tempo che trascorriamo in auto lo  trascorriamo completamente in silenzio.

Solo dopo aver parcheggiato interrompo questo silenzio.

  • Eccoci arrivati.
  • Dove siamo?
  • A casa mia. Francesco io voglio scusarmi.
  • Per cosa?
  • Come per cosa? Per ieri sera, ti ho fatto male. Non era mia intenzione. Oh forse si in quel momento ma in realtà mi dispiace molto.
  • Ah ok tranquillo non è successo nulla, capisco. Io però volevo chiarire anche qualche piccolo dettaglio con te.
  • Si ok ora parliamo però facciamo davanti ad una birra. Ok?
  • Si dai.

Entriamo nel palazzo,  mi mette un po’ in ansia, ma anche in imbarazzo pensare di dover entrare in ascensore con lui.

Ignoro queste sensazioni, entrando in ascensore.

Trascorriamo meno di un minuto lì dentro ma sembra passata un’ora. Il silenzio che ci circonda è  piuttosto  fastidioso, fa quasi più rumore delle parole.

Finalmente raggiungiamo il piano in cui abito, entriamo in casa, ovviamente come al solito in completo silenzio.

  • Andrea scusa, dove posso pigiare il mio giubbotto?
  • Dove vuoi. Vieni.

Mi raggiunge in cucina, dove prendo dal frigo due birre , una la  porgo a lui ed una la apro per me.

In completo silenzio per qualche minuto decido si offrirgli  anche qualcosa da mangiare. 

Apro lo sportello della cucina  alla ricerca di patatine, le trovo quasi subito dopo, le apro, offrendogliele.

  • Allora?
  • Allora cosa ?
  • Volevi parlarmi di qualcosa. Dimmi.
  • Ah si... nulla innanzitutto anche io volevo scusarmi.
  • Perché? Cosa hai fatto ?
  • Nulla sono apparso strano, e non sono così in genere.
  • Ah no va beh tranquillo. Poi dimmi 
  • Beh se mi sono comportato in un modo  bizzarro, c’è un motivo.
  • Sarebbe?
  • Io non sono gay.
  • Ah ehm...  ok perché mi stai dicendo ciò?

Questa rivelazione mi delude un po’ , anche se, mi  tranquillizza anche.

Pensare  che io mi sono fatto mille mostri, e pensare che li ho fatti solo io... pensare che stavo iniziando a pensare che anche lui sentisse le stesse sensazioni che sento io... tutto questo fa salire pian piano in me tanta rabbia, nervoso, delusione.

  • Si insomma non sono gay, però Andrea  c’è qualcosa che non capisco. Quando sono in tua compagnia mi accade qualcosa di inspiegabile, vorrei dare un nome a questa cosa è darmi pace, sono certo del mio orientamento sessuale. Però non posso far finta che  questa sintonia non ci sia, non posso far finta che non esisti, non posso far finta che ieri sera desideravo  un finale diverso. E se ora mi chiedi che finale avrei desiderato non lo so non so risponderti. Forse un altra persona si sarebbe tenuto tutto dentro e ti avrebbe evitato, però se ho preso la decisione di dirti tutto è perché sento che anche tu... insomma che anche tu senti qualcosa di strano. Mi sbaglio?

 

 

 

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