Reaching up to you di Mari Lace (/viewuser.php?uid=501353)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Aiaigasa ***
Capitolo 2: *** Speranza ***
Capitolo 3: *** Incubo ***
Capitolo 1 *** Aiaigasa ***
Un
salto, due, tre.
La
corda struscia sul collo del piede, sgraziata e ruvida.
Nene
cade, soffocando un gemito; le pizzicano gli occhi, avverte le lacrime
formarsi
agli angoli.
L’istinto
le dice di trattenerle, ma la bambina sceglie d’ignorarlo:
non c’è nessuno che
possa vederla, lì. Sono andati via tutti ore prima, uno dopo
l’altro – anche lui.
Il
bambino dell’altra famiglia.
All’inizio
aveva trovato divertente insegnargli tutto ciò che sapeva.
Isshiki Satoshi si
era dimostrato un bravo allievo – fin
troppo, impiegando pochissimo a padroneggiare tecniche che
lei esercitava
da tutta la vita.
Ciò
che per Nene ha richiesto anni, lui l’ha ottenuto in giorni.
Calde
gocce d’acqua salata iniziano a rigarle le gote, ma non le
importa. Senza realizzarlo
con chiarezza, sente che sfogarsi così può farle
bene.
Quel
pomeriggio Satoshi era riuscito a saltare la corda cinquanta volte di
fila,
senza mai sbagliare. Poi si era stufato e aveva smesso.
Lei
era arrivata a stento a dieci.
Tira
su col naso, ripensandoci. La lesione lasciata dallo strusciare della
corda
brucia fastidiosamente. Odia sentirsi così impotente; cerca
di ricomporsi,
asciugando il volto con la manica del kimono cerimoniale. Osservando
l’alone
umido sulla stoffa, spera che sua madre non lo noti durante la cena.
La
cena… che ora si è fatta? Presa com’era
dal suo allenamento, non ha prestato
attenzione allo scorrere del tempo. Solo adesso che è a
terra si rende conto di
quanto sia oscuro il dojo, e del suono piuttosto insistente che ha fino
ad
allora ignorato.
Il
ticchettare della pioggia.
Butta
all’indietro la testa, socchiudendo gli occhi. Come
farà a tornare a casa?
Probabilmente dovrà aspettare che smetta di piovere, o che
qualcuno noti la sua
assenza e venga a prenderla. Fa una smorfia. Non ha idea di quanto
potrebbe
volerci. La lesione brucia ancora. Sente rispuntare le lacrime.
«Nene-chan!»
Improvvisamente
avverte il volto andarle a fuoco. Non osa immaginare quanto
dev’essere rossa.
Che le prende? Si tira su, decisa a non mostrarsi debole; un
po’ troppo
rapidamente, però. La fitta arriva traditrice, senza che lei
possa sopprimere
il gemito conseguente.
Il
fusuma viene spalancato.
«Nene-chan!»
esclama Satoshi, leggermente affannato. «Sei
ferita?» indaga, assottigliando lo
sguardo.
Nene
assentisce a occhi bassi. La prenderà in giro per questo?
Lui non si fa mai
male. Trema, mentre la rabbia inizia a salire.
È
pronta a reagire alle frecciate, ma Satoshi sospira. «Non ti
fermi mai, una
volta che hai deciso qualcosa», sussurra. Si avvicina a lei e
si passa il suo
braccio intorno alle spalle, così che non debba poggiare sul
piede dolente.
La
rabbia scema insieme al dolore; Nene è confusa.
«Perché sei tornato?», chiede.
Satoshi
non risponde, guidandola verso l’uscita. Una volta
lì, con qualche difficoltà
raccoglie un oggetto poggiato al fusuma. La bambina spalanca gli occhi;
non l’aveva
proprio visto.
È
un ombrello.
Lo
apre, poi le passa il braccio libero attorno alla vita.
«Resisti, tra poco
sarai medicata».
Domandandosi
incredula se sia venuto per portarle un ombrello – non
può essere, giusto? Ma
allora perché? –, Nene inizia la lenta camminata
verso casa al suo fianco.
La
lesione brucia ancora, ma lei non ci fa caso: stretta al rivale che un
giorno
batterà, l’unica cosa che avverte è il
battito a mille del suo piccolo cuore.
Lasciandosi
guidare lungo il sentiero meno scivoloso, Nene si domanda se anche
quello del
ragazzo corra così.
NdA
Allora. C'è poco da dire; questa non è certo tra
le storie che più mi soddisfino tra le mie, anzi.
Ma per averla buttata giù dopo mesi di vuoto, non sono
neanche così delusa. Mi dispiace un po' per il finale, non
mi convince fino in fondo, ma non ho saputo far di meglio, a questo
giro.
L'idea base per la storia l'ho avuta mesi fa, grazie alla parola
"Aiaigasa" fornita da Soly
Dea tra mille altre nella sua stupenda Challenge delle
Parole Intraducibili (fateci un salto, se vi va). Tra il dire e il fare
c'è di mezzo il mare, e tra università e impegni
vari l'illuminazione per metterla su carta è arrivata solo
oggi, durante una lezione di Filologia non particolarmente coinvolgente.
Il giudizio finale lo lascio a voi, personalmente mi ha fatto piacere
già solo tornare a scrivere, a prescindere dal risultato. Ed
è stata anche una bella occasione per rileggere i file sul
passato di questi due, che al momento sono una delle poche cose che
salvo di SnS.
Se siete arrivati fin qui, grazie per aver letto e alla prossima!
Per scontato che sia, se voleste lasciarmi un commento (anche negativo,
va da sé) lo leggerò con piacere. Sono
super-indietro con le risposte alle recensioni, sempre
perché sono stati mesi piuttosto impegnativi, ma
cercherò di rispondere.
Buon proseguimento ^^
Mari
P.S.
Non era previsto, ma in fase di pubblicazione ho pensato che, tutto sommato, potrei farne una raccolta. Mi piace scrivere di questi due da bimbi. Non prometto niente, se davvero proseguirò difficilmente avverrà prima di settembre, ma intanto lascio aperta la storia.
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Capitolo 2 *** Speranza ***
Satoshi
fissa pensosamente il foglio bianco.
Un
osservatore esterno potrebbe credere che stia
riflettendo sul compito, che non abbia vergato ancora una singola
sillaba
perché non vuole nulla di meno della perfezione.
Non
è così.
Mentre
il tempo a loro disposizione scorre rapido,
Satoshi riflette sulla bambina seduta due banchi dietro il suo. Nene gli
ha
giurato guerra, almeno silenziosamente; da quando sono entrambi stati
ammessi
alla Tootsuki è divenuto evidente. Gli rivolge
a stento la parola – l’ultima
volta l’ha fatto solo per criticare il suo
“strambo” dormitorio, e lui non
c’è
stato –, a vederli non si direbbe proprio che siano cresciuti
insieme per gli
ultimi cinque anni della loro vita.
L’astio
di Nene nei suoi confronti non è una
novità, Isshiki lo sa bene. L’estrema freddezza
con cui lo tratta ormai da
mesi, tuttavia, lo è.
Satoshi
sospira; per quanto gli dispiaccia che il
loro rapporto sia finito così, sa di dovercisi semplicemente
abituare. Farà
male per un po’, forse, ma poi passerà.
Come
sempre.
Focalizzando
infine lo sguardo sul foglio, decide
finalmente che scriverci qualcosa non è un’opzione
così assurda. Si alza e fa
per andare alla cattedra per chiedere un chiarimento; non riesce a fare
due
passi, però, che inciampa nello zaino del giovane accanto a
lui – cade rovinosamente
a terra.
Impiega
un istante a realizzare l’accaduto. Gli
arriva il commento sussurrato di un vicino, “Mister
Infallibile è crollato!”;
lo ignora.
Si
rialza rapidamente, rassicurando tutti. Sta
bene, non si è fatto niente.
Lo
sguardo sul fondo della classe, si blocca.
Nene è in piedi, gli occhi fissi su di lui. Incrociandoli, la vede
mordersi un labbro e tornare seduta.
Satoshi
si avvia alla cattedra, sorridente e
irrazionalmente felice.
Vedendolo
cadere, Nene si è alzata per aiutarlo. Non ha pensato,
soltanto agito.
Forse
c’è ancora una speranza. Tornando al posto,
inizia a scrivere; la ricetta che sta prendendo vita nella sua testa
sarà abbastanza
per vedere nuovamente il sorriso illuminare la giovane Kinokuni?
È
pronto a scoprirlo.
NdA
Cos'è
questa cosa?
Heh. Partiamo da
un presupposto: in questo momento tutto ciò che dovrei fare
è studiare, nient'altro. Sono stata così geniale
da riservarmi non uno, ma ben due esami lo stesso giorno (il 16),
quindi EFP dovrebbe davvero essere l'ultima delle mie preoccupazioni.
E invece.
Invece un ricordo
è riemerso a tradimento, e mi è venuta voglia di
scriverci.
In prima battuta
ho pensato a un'originale.
In seconda mi
è venuto in mente questo, e cioè che tutto
sommato poteva adattarsi bene a questi due bimbi. Mi è
sembrata una buona idea modificarlo per il secondo capitolo di questa
raccolta.
So che Isshiki
è sempre così perfetto, figo (ahem), quasi freddo
per come si pone sopra a tutto.
Però
qui è un bimbo.
EDIT: A proposito del momento in cui si colloca questo capitolo, ho scritto che Satoshi conosce Nene da 5 anni, quindi dovrebbero averne entrambi circa 9. Nell'originale non mi risulta che esista una sezione "elementari" della Tootsuki, e sicuramente Satoshi entra allo Stella Polare più tardi, ma pazienza: permettetemi questo strappo al canon per questa raccolta. Ho scelto di aggiungere l'avvertimento "What if?" proprio per questo motivo.
Quindi,
*per me* questa sua versione leggermente più
vulnerabile, più scoperta per così dire –
giusto
con sé stesso: non è che si apra con nessuno – può andare,
collima bene con il personaggio che tutti conosciamo (e amiamo).
Sono
però consapevole di essere piuttosto parziale, quindi: se
per voi un Isshiki così rasenta, o sfocia nel, l'OOC,
ditemelo onestamente: aggiungere l'avvertimento non è un
problema.
E niente, mi
è piaciuto scrivere questo piccolo spaccato (che, tra
l'altro, mi ha portata a decidere che questa raccolta sarà
ufficialmente a PoV alternati. Trovo Isshiki ben più
complicato di Nene da gestire, ma altrimenti dove sarebbe il
divertimento?)
Smetto di
annoiarvi con i miei scleri; grazie per aver letto, grazie
a
chi ha recensito lo scorso capitolo.
Mi eclisso, se
non devio ulteriormente dal programma non ci saranno aggiornamenti
prima del 16/7.
Alla prossima! ^-^
Mari
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Capitolo 3 *** Incubo ***
NdA
Nel capitolo
precedente, mi ponevo domande sulla possibilità di entrare
alla Tootsuki a una certa età. Ringrazio caldamente Harriet Strimell per
la risposta precisa.
In canon, la
Tootsuki parte dalle medie. Ho aggiunto l'avvertimento "What if?" alla
raccolta perché ho deciso di inventarmi una sezione di
elementari.
Detto questo,
buona lettura!
«Non
lo trovi carino,
Nene-chan?»
La bambina con
le trecce dirotta
svogliata lo sguardo sul ragazzo all’ultimo banco. Che capelli assurdi, è il suo
primo pensiero. «No», sentenzia
freddamente alla compagna. «È basso»,
aggiunge dopo pochi secondi.
Kaori sbuffa.
«Crescerà!» afferma
convinta.
Nene alza le
spalle,
indifferente. Si chiede cosa ci trovino di così speciale le
sue coetanee nel
bambino fissato con la cucina cinese.
Un’esclamazione
improvvisa
rompe il suo flusso di pensieri.
«Sei
viva!!» esclama una
voce fin troppo familiare.
Nonostante si
sia riproposta
di ignorarlo, Nene non è nuova agli insoliti approcci di
Satoshi. Il suo
entrare in classe appurando a pieni polmoni il suo stato di salute,
tuttavia,
mancava dalla lista.
Così
come l’abbraccio
seguente. Cinta da dietro, la bambina non sa come reagire. Passano
cinque
secondi prima che riesca a protestare. «Sei
impazzito?!» esplode, il viso in
fiamme. Prova a sciogliersi dalla stretta, ma la presa di Isshiki
è
sorprendentemente forte. «Lasciami subito!» gli
ordina, mentre allo shock segue
una sorta di curiosità. È realmente insolito che
Satoshi si comporti così.
«È
bello che tu sia viva»,
afferma lui sciogliendo l’abbraccio, come se fosse la frase
più normale del
mondo. «Stanotte ho avuto un incubo. Venivi mangiata da un
pomodoro gigante, è
stato orribile» spiega poi con un’espressione
serissima.
Le risate dei
bambini
intorno a loro, del moro all’ultimo banco in particolar modo,
le fanno
desiderare di essere inghiottita per davvero. Afferra il braccio di
Isshiki e
lo trascina fuori dalla classe, senza stare troppo a pensarci.
«Non
puoi venire da me e
sparare le prime sciocchezze che ti vengono in mente!» dice,
arrabbiata. Non lo
guarda in faccia.
«Non
sono sciocchezze»
protesta il ragazzo, niente affatto toccato. La sua continua e
ostentata
indifferenza riesce solo a irritare Nene ancora di più.
«Stamattina quando mi
sono svegliato ho davvero avuto paura che ti fosse successo
qualcosa!» aggiunge
però Satoshi, una sfumatura leggermente diversa nel tono,
stavolta. La maggior
parte delle persone non l’avrebbe notata, ma lei
sì. Nel vano tentativo di
capire cosa dovesse provare un genio
come lui, Nene ha passato anni a osservarlo. Si decide finalmente a
guardarlo.
Possibile che davvero… si fosse preoccupato per lei? Per una
sciocchezza come
un brutto sogno? Impossibile. Eppure…
«Non
l’hai inventato per
prendermi in giro?» mormora, quasi più sconvolta.
Adesso
è sul volto di
Satoshi che appare lo stupore. «Perché avrei
dovuto?» domanda semplicemente.
Nene si blocca,
sommersa da
sentimenti contrastanti.
«Hai
veramente sognato un
pomodoro gigante?» chiede alla fine, scettica.
Lui annuisce.
«Ti ha
mangiata!» rimarca, serissimo.
Una sensazione
di calore si
fa largo nel petto di Nene, realizzando le implicazioni di quella
rivelazione.
Le vuole davvero così bene, Satoshi? Al punto di essere
turbato da un incubo –
anche se…
Scuote la testa,
celando un
sorriso. «Persino i tuoi sogni non sono normali»
decreta, voltandosi. «Devono
essere i tuoi strani piatti».
Rientrando in classe, non
fa
caso alle occhiate dei compagni; attingendo a tutta la sua educazione
per non
fischiettare, si siede sorridente al banco.
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