Reaching up to you

di Mari Lace
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Aiaigasa ***
Capitolo 2: *** Speranza ***
Capitolo 3: *** Incubo ***



Capitolo 1
*** Aiaigasa ***


Un salto, due, tre.

La corda struscia sul collo del piede, sgraziata e ruvida.

Nene cade, soffocando un gemito; le pizzicano gli occhi, avverte le lacrime formarsi agli angoli.

L’istinto le dice di trattenerle, ma la bambina sceglie d’ignorarlo: non c’è nessuno che possa vederla, lì. Sono andati via tutti ore prima, uno dopo l’altro – anche lui.

Il bambino dell’altra famiglia.

All’inizio aveva trovato divertente insegnargli tutto ciò che sapeva. Isshiki Satoshi si era dimostrato un bravo allievo – fin troppo, impiegando pochissimo a padroneggiare tecniche che lei esercitava da tutta la vita.

Ciò che per Nene ha richiesto anni, lui l’ha ottenuto in giorni.

Calde gocce d’acqua salata iniziano a rigarle le gote, ma non le importa. Senza realizzarlo con chiarezza, sente che sfogarsi così può farle bene.

Quel pomeriggio Satoshi era riuscito a saltare la corda cinquanta volte di fila, senza mai sbagliare. Poi si era stufato e aveva smesso.

Lei era arrivata a stento a dieci.

Tira su col naso, ripensandoci. La lesione lasciata dallo strusciare della corda brucia fastidiosamente. Odia sentirsi così impotente; cerca di ricomporsi, asciugando il volto con la manica del kimono cerimoniale. Osservando l’alone umido sulla stoffa, spera che sua madre non lo noti durante la cena.

La cena… che ora si è fatta? Presa com’era dal suo allenamento, non ha prestato attenzione allo scorrere del tempo. Solo adesso che è a terra si rende conto di quanto sia oscuro il dojo, e del suono piuttosto insistente che ha fino ad allora ignorato.

Il ticchettare della pioggia.

Butta all’indietro la testa, socchiudendo gli occhi. Come farà a tornare a casa? Probabilmente dovrà aspettare che smetta di piovere, o che qualcuno noti la sua assenza e venga a prenderla. Fa una smorfia. Non ha idea di quanto potrebbe volerci. La lesione brucia ancora. Sente rispuntare le lacrime.

«Nene-chan!»

Improvvisamente avverte il volto andarle a fuoco. Non osa immaginare quanto dev’essere rossa. Che le prende? Si tira su, decisa a non mostrarsi debole; un po’ troppo rapidamente, però. La fitta arriva traditrice, senza che lei possa sopprimere il gemito conseguente.

Il fusuma viene spalancato.

«Nene-chan!» esclama Satoshi, leggermente affannato. «Sei ferita?» indaga, assottigliando lo sguardo.

Nene assentisce a occhi bassi. La prenderà in giro per questo? Lui non si fa mai male. Trema, mentre la rabbia inizia a salire.

È pronta a reagire alle frecciate, ma Satoshi sospira. «Non ti fermi mai, una volta che hai deciso qualcosa», sussurra. Si avvicina a lei e si passa il suo braccio intorno alle spalle, così che non debba poggiare sul piede dolente.

La rabbia scema insieme al dolore; Nene è confusa. «Perché sei tornato?», chiede.

Satoshi non risponde, guidandola verso l’uscita. Una volta lì, con qualche difficoltà raccoglie un oggetto poggiato al fusuma. La bambina spalanca gli occhi; non l’aveva proprio visto.

È un ombrello.

Lo apre, poi le passa il braccio libero attorno alla vita. «Resisti, tra poco sarai medicata».

Domandandosi incredula se sia venuto per portarle un ombrello – non può essere, giusto? Ma allora perché? –, Nene inizia la lenta camminata verso casa al suo fianco.

La lesione brucia ancora, ma lei non ci fa caso: stretta al rivale che un giorno batterà, l’unica cosa che avverte è il battito a mille del suo piccolo cuore.

Lasciandosi guidare lungo il sentiero meno scivoloso, Nene si domanda se anche quello del ragazzo corra così.



















NdA
Allora. C'è poco da dire; questa non è certo tra le storie che più mi soddisfino tra le mie, anzi.
Ma per averla buttata giù dopo mesi di vuoto, non sono neanche così delusa. Mi dispiace un po' per il finale, non mi convince fino in fondo, ma non ho saputo far di meglio, a questo giro.
L'idea base per la storia l'ho avuta mesi fa, grazie alla parola "Aiaigasa" fornita da Soly Dea tra mille altre nella sua stupenda Challenge delle Parole Intraducibili (fateci un salto, se vi va). Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, e tra università e impegni vari l'illuminazione per metterla su carta è arrivata solo oggi, durante una lezione di Filologia non particolarmente coinvolgente.
Il giudizio finale lo lascio a voi, personalmente mi ha fatto piacere già solo tornare a scrivere, a prescindere dal risultato. Ed è stata anche una bella occasione per rileggere i file sul passato di questi due, che al momento sono una delle poche cose che salvo di SnS.
Se siete arrivati fin qui, grazie per aver letto e alla prossima!
Per scontato che sia, se voleste lasciarmi un commento (anche negativo, va da sé) lo leggerò con piacere. Sono super-indietro con le risposte alle recensioni, sempre perché sono stati mesi piuttosto impegnativi, ma cercherò di rispondere.
Buon proseguimento ^^

Mari



P.S.
Non era previsto, ma in fase di pubblicazione ho pensato che, tutto sommato, potrei farne una raccolta. Mi piace scrivere di questi due da bimbi. Non prometto niente, se davvero proseguirò difficilmente avverrà prima di settembre, ma intanto lascio aperta la storia.

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Capitolo 2
*** Speranza ***


Satoshi fissa pensosamente il foglio bianco.

Un osservatore esterno potrebbe credere che stia riflettendo sul compito, che non abbia vergato ancora una singola sillaba perché non vuole nulla di meno della perfezione.

Non è così.

Mentre il tempo a loro disposizione scorre rapido, Satoshi riflette sulla bambina seduta due banchi dietro il suo. Nene gli ha giurato guerra, almeno silenziosamente; da quando sono entrambi stati ammessi alla Tootsuki è divenuto evidente. Gli rivolge a stento la parola – l’ultima volta l’ha fatto solo per criticare il suo “strambo” dormitorio, e lui non c’è stato –, a vederli non si direbbe proprio che siano cresciuti insieme per gli ultimi cinque anni della loro vita.

L’astio di Nene nei suoi confronti non è una novità, Isshiki lo sa bene. L’estrema freddezza con cui lo tratta ormai da mesi, tuttavia, lo è.

Satoshi sospira; per quanto gli dispiaccia che il loro rapporto sia finito così, sa di dovercisi semplicemente abituare. Farà male per un po’, forse, ma poi passerà.

Come sempre.

Focalizzando infine lo sguardo sul foglio, decide finalmente che scriverci qualcosa non è un’opzione così assurda. Si alza e fa per andare alla cattedra per chiedere un chiarimento; non riesce a fare due passi, però, che inciampa nello zaino del giovane accanto a lui – cade rovinosamente a terra.

Impiega un istante a realizzare l’accaduto. Gli arriva il commento sussurrato di un vicino, “Mister Infallibile è crollato!”; lo ignora.

Si rialza rapidamente, rassicurando tutti. Sta bene, non si è fatto niente.

Lo sguardo sul fondo della classe, si blocca. Nene è in piedi, gli occhi fissi su di lui. Incrociandoli, la vede mordersi un labbro e tornare seduta.

Satoshi si avvia alla cattedra, sorridente e irrazionalmente felice.

Vedendolo cadere, Nene si è alzata per aiutarlo. Non ha pensato, soltanto agito.

Forse c’è ancora una speranza. Tornando al posto, inizia a scrivere; la ricetta che sta prendendo vita nella sua testa sarà abbastanza per vedere nuovamente il sorriso illuminare la giovane Kinokuni?

È pronto a scoprirlo.















NdA
Cos'è questa cosa?
Heh. Partiamo da un presupposto: in questo momento tutto ciò che dovrei fare è studiare, nient'altro. Sono stata così geniale da riservarmi non uno, ma ben due esami lo stesso giorno (il 16), quindi EFP dovrebbe davvero essere l'ultima delle mie preoccupazioni.
E invece.
Invece un ricordo è riemerso a tradimento, e mi è venuta voglia di scriverci.
In prima battuta ho pensato a un'originale.
In seconda mi è venuto in mente questo, e cioè che tutto sommato poteva adattarsi bene a questi due bimbi. Mi è sembrata una buona idea modificarlo per il secondo capitolo di questa raccolta.
So che Isshiki è sempre così perfetto, figo (ahem), quasi freddo per come si pone sopra a tutto.
Però qui è un bimbo.
EDIT: A proposito del momento in cui si colloca questo capitolo, ho scritto che Satoshi conosce Nene da 5 anni, quindi dovrebbero averne entrambi circa 9. Nell'originale non mi risulta che esista una sezione "elementari" della Tootsuki, e sicuramente Satoshi entra allo Stella Polare più tardi, ma pazienza: permettetemi questo strappo al canon per questa raccolta. Ho scelto di aggiungere l'avvertimento "What if?" proprio per questo motivo.
Quindi, *per me* questa sua versione leggermente più vulnerabile, più scoperta per così dire giusto con sé stesso: non è che si apra con nessuno  può andare, collima bene con il personaggio che tutti conosciamo (e amiamo).
Sono però consapevole di essere piuttosto parziale, quindi: se per voi un Isshiki così rasenta, o sfocia nel, l'OOC, ditemelo onestamente: aggiungere l'avvertimento non è un problema.
E niente, mi è piaciuto scrivere questo piccolo spaccato (che, tra l'altro, mi ha portata a decidere che questa raccolta sarà ufficialmente a PoV alternati. Trovo Isshiki ben più complicato di Nene da gestire, ma altrimenti dove sarebbe il divertimento?)
Smetto di annoiarvi con i miei scleri; grazie per aver letto, grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo.
Mi eclisso, se non devio ulteriormente dal programma non ci saranno aggiornamenti prima del 16/7.
Alla prossima! ^-^

Mari

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Capitolo 3
*** Incubo ***


NdA

Nel capitolo precedente, mi ponevo domande sulla possibilità di entrare alla Tootsuki a una certa età. Ringrazio caldamente Harriet Strimell per la risposta precisa.

In canon, la Tootsuki parte dalle medie. Ho aggiunto l'avvertimento "What if?" alla raccolta perché ho deciso di inventarmi una sezione di elementari.

Detto questo, buona lettura!









«Non lo trovi carino, Nene-chan?»

La bambina con le trecce dirotta svogliata lo sguardo sul ragazzo all’ultimo banco. Che capelli assurdi, è il suo primo pensiero. «No», sentenzia freddamente alla compagna. «È basso», aggiunge dopo pochi secondi.

Kaori sbuffa. «Crescerà!» afferma convinta.

Nene alza le spalle, indifferente. Si chiede cosa ci trovino di così speciale le sue coetanee nel bambino fissato con la cucina cinese.

Un’esclamazione improvvisa rompe il suo flusso di pensieri.

«Sei viva!!» esclama una voce fin troppo familiare.

Nonostante si sia riproposta di ignorarlo, Nene non è nuova agli insoliti approcci di Satoshi. Il suo entrare in classe appurando a pieni polmoni il suo stato di salute, tuttavia, mancava dalla lista.

Così come l’abbraccio seguente. Cinta da dietro, la bambina non sa come reagire. Passano cinque secondi prima che riesca a protestare. «Sei impazzito?!» esplode, il viso in fiamme. Prova a sciogliersi dalla stretta, ma la presa di Isshiki è sorprendentemente forte. «Lasciami subito!» gli ordina, mentre allo shock segue una sorta di curiosità. È realmente insolito che Satoshi si comporti così.

«È bello che tu sia viva», afferma lui sciogliendo l’abbraccio, come se fosse la frase più normale del mondo. «Stanotte ho avuto un incubo. Venivi mangiata da un pomodoro gigante, è stato orribile» spiega poi con un’espressione serissima.

Le risate dei bambini intorno a loro, del moro all’ultimo banco in particolar modo, le fanno desiderare di essere inghiottita per davvero. Afferra il braccio di Isshiki e lo trascina fuori dalla classe, senza stare troppo a pensarci.

«Non puoi venire da me e sparare le prime sciocchezze che ti vengono in mente!» dice, arrabbiata. Non lo guarda in faccia.

«Non sono sciocchezze» protesta il ragazzo, niente affatto toccato. La sua continua e ostentata indifferenza riesce solo a irritare Nene ancora di più. «Stamattina quando mi sono svegliato ho davvero avuto paura che ti fosse successo qualcosa!» aggiunge però Satoshi, una sfumatura leggermente diversa nel tono, stavolta. La maggior parte delle persone non l’avrebbe notata, ma lei sì. Nel vano tentativo di capire cosa dovesse provare un genio come lui, Nene ha passato anni a osservarlo. Si decide finalmente a guardarlo. Possibile che davvero… si fosse preoccupato per lei? Per una sciocchezza come un brutto sogno? Impossibile. Eppure…

«Non l’hai inventato per prendermi in giro?» mormora, quasi più sconvolta.

Adesso è sul volto di Satoshi che appare lo stupore. «Perché avrei dovuto?» domanda semplicemente.

Nene si blocca, sommersa da sentimenti contrastanti.

«Hai veramente sognato un pomodoro gigante?» chiede alla fine, scettica.

Lui annuisce. «Ti ha mangiata!» rimarca, serissimo.

Una sensazione di calore si fa largo nel petto di Nene, realizzando le implicazioni di quella rivelazione. Le vuole davvero così bene, Satoshi? Al punto di essere turbato da un incubo – anche se…

Scuote la testa, celando un sorriso. «Persino i tuoi sogni non sono normali» decreta, voltandosi. «Devono essere i tuoi strani piatti».

Rientrando in classe, non fa caso alle occhiate dei compagni; attingendo a tutta la sua educazione per non fischiettare, si siede sorridente al banco.

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