Sguardi furtivi nel buio della notte

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La dolcezza di un principe e l'eleganza di una principessa ***
Capitolo 2: *** L'irascibilità insostenibile di Robin Arryn ***
Capitolo 3: *** Insistere su ogni cosa ***
Capitolo 4: *** Sofferenze ***
Capitolo 5: *** Un velo di tristezza e un velo di speranza ***
Capitolo 6: *** Cronaca di una tortura annunciata ***
Capitolo 7: *** Ricatti e distanze ***
Capitolo 8: *** Contro il volere dei potenti ***
Capitolo 9: *** Legame indissolubile ***



Capitolo 1
*** La dolcezza di un principe e l'eleganza di una principessa ***


Le onde sferzavano irruente sugli scogli di Saint Michel Mount.
Da quando il rigido inverno aveva fatto spazio alla primavera, le giornate si erano allungate ed erano divenute più piacevoli.
Soprattutto per Myrcella che non faceva altro che farsi dei bagni in un mare talmente freddo che un essere umano comune non sarebbe riuscito a resistere.
Cercandola ovunque, Rickon Stark perdeva le sue giornate “spiando” la sua giovane ospite, ammirando in segreto la sua bellezza e la sua leggiadria in quelle giornate che inizialmente sembravano monotone e prive d’interesse.
< Eccoti qua. Ti ho cercata dappertutto > fece il giovane ragazzo spaventando la povera Myrcella mentre si stava asciugando.
< Rickon! Potresti avere un po’ più di rispetto per me > replicò indignata la giovane donna.
< Perché? Che cos’ho fatto? >
< Mi stavi forse spiando completamente nuda? >
< Certo che no > rispose Rickon diventando rosso in viso.
< Perché stai arrossendo di colpo? >
< Perché mi fai domande inopportune. >
< Volevo vedere come reagivi. >
< E come volevi che reagissi? Sono un uomo… Un piccolo uomo che sta crescendo insieme a te. >
Vedendo che era stata poco cortese con il padrone del castello, Myrcella assunse un’espressione dolce e felice.
< Sei molto carino come al solito, Rickon > fece la ragazzina massaggiando la fronte < Non dimenticherò mai quando mi hai salvato da quegli uomini quella notte quando il vento e il mare tempestavano su questi scogli. >
< Ho fatto quello che avrebbe fatto chiunque, Myrcella. >
< Non è vero, Rickon… Non riesco a capire perché, ma mio fratello si diverte a far soffrire ogni genere di persona. È un uomo estremamente orribile. >
< E i tuoi genitori? Che cosa pensano di questo? >
< Cersei e Robert non hanno fatto nulla per evitare che crescesse così… Lui vuole regnare come Re indiscusso dei Sette Regni… Ma per fortuna ci troviamo in una terra che non riuscirebbe a trovarci nessuno… Ci pensi che potremmo rimanere qui per chissà quanti millenni di anni senza essere disturbati da nessuno? >
< Il mio castello non può nascondersi dal mondo in eterno… E se un giorno tuo fratello o i tuoi genitori ci trovassero? >
< No, è impossibile… A quel punto saremo già scappati. >
< Scappati dove? >
< Potremmo ritornare nella tua dimora di Grande Inverno… L’ho visitato una volta il Nord e devo dire che mi è piaciuto molto. >
< Ti piace tanto il freddo? A me sinceramente no. L’ho trovo snervante. >
< Ahahah ora capisco perché ami questo posto in primavera e in estate. Perché c’è il sole e il caldo. >
< Esatto. Io vivo per queste cose… Peccato che la mia famiglia non riesce a capirlo. Infatti è molto restia quando decido di rintanarmi in questo posto da solo e isolato dal mondo. >
< Ma questa volta non sarai solo. >
Il tocco e la dolcezza di Myrcella continuavano a lasciare interdetto il piccolo Rickon.
< Asciugati, presto. Sennò rischi di prenderti un malanno. >
< Adoro quando diventi rosso e ti preoccupi per me. >
< Già, ma adesso non è il momento di essere dolci. Vieni con me. >
Prendendola per mano, Rickon condusse la giovane Myrcella nel suo castello.
< I tuoi sandali? Dove li hai messi? >
< Credo di averli lasciati sugli scogli. >
< Camminare su queste scale rischi di farti del male. Vieni, monta sulle mie spalle. >
< Che cosa? Ma così rischi che io ti faccia del male. >
< No se non ti muovi. Dai retta a me. >
< Perché non torniamo indietro agli scogli per prenderli? >
< Ma siamo ormai a metà strada > si lamentò Rickon.
< E con ciò? Ti fa molta fatica tornare indietro? >
Alla fine Rickon acconsentì alla richiesta della sua ospite s’eppur contrariato.
< Dimmi la verità: volevi tornare indietro per andare a fare un altro bagno, giusto? >
< Può darsi. Questa giornata è tremendamente calda. Dobbiamo approfittarne finché possiamo, no? >
< Avrai tutta l’estate per fare il bagno in questo mare. >
< Sì, ma se verrà un estate piovosa? Odio rimanere rinchiusa nel tuo maestoso castello. Sembra di stare in una gabbia dorata. >
< Come fai ad annoiarti? Ti faccio forse mancare qualcosa? >
< Certo che no. Ma non è colpa mia se ho bisogno di essere libera, indipendente e lontano da tutti. >
< Anche lontano da me? >
< Ovvio che no, sciocchino. >
< Lo sai? Ti spierei giorno e notte mentre ti fai il bagno. Non ti lascerei anche per un istante. >
< Rickon, ti sei forse… >
< Non so se questo è amore ma non riesco a starti lontano in nessun modo. Sei l’unica donna che è riuscita davvero a capirmi. >
< Ma io non sono una donna. Sono a malapena una ragazzina di 18 anni. >
< E io ne ho a malapena 15… Però l’amore non conosce età. >
< Rickon, sei un ragazzo gentile e carino, ma non possiamo rovinare la nostra amicizia a causa dell’amore. Ne soffriremo troppo. >
< E allora che hai intenzione di fare? >
< Voglio rimanere in questo castello per tutto il tempo del mondo… Ma come amici, non come amanti. >
Sentendo le dure parole di Myrcella, Rickon divenne pallido in volto.
< Ti prego di non rimanerci male… Lo faccio per noi due. >
< Sì, certo… >
Vedendo che il sole stava per tramontare, Rickon obiettò di tornare subito al castello.
< Un ultimo bagno, ti prego. >
< D’accordo. Ma che sia rapido. >
< Sicuramente. >
Vedendo con quale leggiadria ed eleganza nuotava, Rickon non riusciva a resistergli in nessun modo.
< Vieni anche tu, Rickon. L’acqua è magnifica. >
< Meglio di no. >
< Perché? Non sai cosa ti perdi. >
“L’unica cosa che perdo è il tuo amore e la tua dolcezza, Myrcella… Non so quanto riuscirei a resistere.”
< Sarà per un’altra volta. Davvero. >
< Hai paura di diventare ancora rosso se ti avvicini a me? >
< Questo è un motivo valido… Se vuoi che io e te siamo amici, è meglio che io ti stia più alla larga. >
< Rockon, mi dispiace. Davvero. >
< Finisci il tuo bagno. Tra poco sarà l’ora di cena. >

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Capitolo 2
*** L'irascibilità insostenibile di Robin Arryn ***


Myrcella si sentiva afflitta e dispiaciuta per come aveva trattato il povero Rickon.
Quest’ultimo, per evitare di imbattersi numerose volte con lei, decise di mangiare in una sala separata dal salone principale, rimuginando sul fatto che non doveva dichiarare i suoi reali sentimenti verso la sua ospite.
“Adesso mi toccherà farmi odiare da Myrcella… E’ l’unico modo per poter dimenticare definitivamente.”
< Mio Signore, non mangiate? >
< Non ho fame. Potete portare via. >
< Ma non avete toccato quasi niente… Va tutto bene? >
< Certo che sì. Perché dovrebbe essere il contrario? >
< Perché non vi ho mai visto in questo stato preoccupante. >
< Va tutto bene. Sono solo molto stanco. >
< Come volete voi… Finita la cena, devo parlare con voi in privato. >
< Su cosa, Davos? >
< Preferirei essere solo. Solo io e voi. >
< Deve essere molto importante… >
< Lo è, mio Signore. >
< Spero che non riguarda la mia famiglia. Non potrei sopportare i loro piagnistei dicendomi che mi vogliono di nuovo a casa. Sono arrivato qua da circa un mese e mezzo. Non ho assolutamente voglia di tornarmene a Grande Inverno. >
< Niente di tutto ciò, mio Signore. Riguarda un ospite che sta giungendo nel vostro castello. >
< Di chi si tratta? >
< Di una vostra vecchia conoscenza: Robin Arryn. >
Sentendo quel nome, Rickon divenne scuro in viso.
< Mio Signore, avete capito? >
< Ho capito perfettamente, Davos… Sai già i miei ordini e cosa ne penso di lui. Non deve mettere piede in questo castello e in tutta la sua area, mi sono spiegato? Altrimenti riverserò tutte le mie responsabilità su di voi, Davos. E sai che cosa vi succederà… >
< Robin Arryn è un giovane ragazzo che marcia fin qui da molto tempo ormai. Non sarà felice di ricevere un vostro no come risposta. >
< Se ne deve fare una ragione. Punto e basta. >
< Mio Signore, non vorrei essere troppo impertinente, ma perché voi e Robin non andate d’accordo? >
< Mio cugino sa essere molto insopportabile e morbosamente viziato in qualsiasi cosa. Non ho tempo di sostenere ogni suo capriccio. Sono venuto qui a Saint Michel Mount per riposarmi e stare con Myrcella. >
< Sono contento che voi e Myrcella andiate molto d’accordo. È una ragazza splendida. >
“Sarebbe ancora più splendida se avesse acconsentito al mio amore…”
< Davos, non ho tempo di distrarmi. Ho molte cosa da fare. Tenetemi alla larga mio cugino Robin. Non posso sopportare la sua presenza. >
< Lo devo tenere lontano anche a costo di scatenare una guerra contro il nostro castello? >
< Esattamente, Davos. >
< Come volete voi, Signore. >
< Tornando a Myrcella, come sta? Ha mangiato tutta la sua cena? >
< Sì, aveva molto appetito… Non ho mai visto mangiare una giovane ragazza con tale voracità. Non credevo che le sue numerose nuotate la potessero sfiancare così tanto. >
< Già. È una donna dalle mille risorse e sempre piena di energie. >
< L’amate tanto, mio Signore? >
< Non lo so, Davos. Sinceramente adesso non so più che cosa pensare > disse infine Rickon lasciando la sala.



Davos si sentiva afflitto nel vedere il suo padrone così triste e affranto.
< Davos! > fece Myrcella attirando la sua attenzione.
< Buon pomeriggio, mia Signora. Come state? >
< Tutto bene. Questo castello è magnifico > replicò la ragazzina felice come non mai < E voi? Sempre in giro a tenere a bada Rickon? >
< Che intendete dire? >
< Che ve ne prendete cura, no? >
< Oh, sì certo. Scusate, non vi avevo capito. >
< Nessun problema. L’unica cosa che non li riesco a trovare da nessuna parte. Voi sapete dov’è? >
< Magari sta riposando nella sua stanza. >
< E dite che non vuole essere disturbato da nessuno? >
< Negli ultimi giorni ha ricevuto molte lettere dai suoi genitori dicendogli di tornare immediatamente a Grande Inverno. Ma il piccolo Stark non ne vuole sapere di tornare in quella landa fredda e desolata come la chiama lui. >
< Ci credo. Anch’io penso che questo posto sia magnifico. Non lo lascerei per niente al mondo. >
< Già… Parlando di genitori, i vostri lo sanno che siete qui? >
< Non lo so e sinceramente non m’interessa. >
< Perché dite questo? >
< Non tornerò mai ad Approdo del Re e nemmeno a Castel Granito. La famiglia Baratheon non mi appartiene più finché avrò un fratello come Joffrey. >
< E’ davvero così terribile come dicono? >
< Il peggior uomo che si possa incontrare nella propria vita… Ancora non riesco a capire come l’altro mio fratello Tommy possa rimanere accanto a lui. È un uomo crudele e senza scrupoli. >
< Magari lo fa solo per la sua famiglia… >
< Al diavolo la famiglia. Mi ha quasi ucciso quando mi ha messo alle costole quei maledetti stupratori. Se non fosse stato per Rickon, a quest’ora non sarei qui a raccontare la mia triste storia. >
< Capisco… Avete avuto un periodo molto difficile, non c’è che dire… Ma adesso il peggio è passato e potete rimanere qui per tutto il tempo che volete > rispose Davos sorridente.
< Lo spero tanto… Non vorrei però che Rickon ci sia rimasto male quando gli ho detto che io e lui eravamo solo amici. >
< Gli avete detto questo?> domandò l’umo facendo finta di nulla.
< Non sono pronta per avere un uomo accanto a me. Sono ancora troppo giovane… Anche se non sembra data la mia bellezza. >
< Vi capisco. Anche secondo me non ci si dovrebbe fidanzare in giovane età. La vita va vissuta in maniera spensierata. >
< E’ quello che vorrei dire anche a Rickon se riuscissi a trovarlo. >
< Appena lo incrocerò io, gli dirò che lo state cercando. >
< Grazie mille, Davos. Siete molto gentile. >
< Dovere, mia Signora. >
< Chiamatemi Myrcella. Non mi piacciono tutti questi convenevoli. >
< Lo credo… Però non so se Rickon è del mio stesso avviso nel chiamarvi per nome. >
< Voi ditegli che ve l’ho detto io. >
< D’accordo, come volete voi Myrcella. >
Ma nel mentre Davos e Myrcella stavano parlando tranquillamente, un’orda di soldati si fermarono dinanzi al castello di Saint Michel Mount.
< Chi sta arrivando, Davos? >
Dopo aver fatto un respiro profondo, Davos si toccò la fronte come segno di disperazione.
< Robin di Arryn è qui, Myrcella. >
< Robin di Arryn? E chi sarebbe? >
< Il cugino di Rickon. >
< Davvero? Sarà un vero piacere conoscerlo. >
< Non so se dopo aver fatto la sua conoscenza sarete dello stesso avviso. E’ un ragazzino viziato e impertinente. >
< Davvero? Allora partiamo già male. >
< Infatti Rickon non ne vuole sapere di lui… Ma non posso lasciarlo fuori dal castello con il suo esercito. Sfonderebbero le difese dell’edificio. >
< Fatelo entrare. Ci penserò io a parlarci. >
< Che cosa? Voi? Non credo che sia una buona idea. >
< Fate quello che vi dico, Davos. Fidatevi. Non ve ne pentirete. >
Non trovando un’altra possibilità, alla fine Davos acconsentì al consiglio della ragazza.
Una volta fatto entrare l’esercito di Arryn, Robin si recò in prima fila per ricevere tutti i convenevoli che ne convenivano per una persona nobile come lui.
< Rickon! Dove siete? Fatevi vedere! > gridò il bambino spazientito < Maledetto insolente. Mi ha fatto entrare nel suo castello e non mi riceve come si dovrebbe. Avrebbe bisogno di una bella lezione. >
< Non è stato lui a farvi entrare nel suo castello > replicò Myrcella seria < Sono stata io. >
Vedendo che si trattava di una ragazza, Robin mantenne la sua sorpresa, mostrandosi freddo e serio.
< E voi chi siete? >
< Myrcella Barathoen. Figlia di Cersei Lannister e di Robert Baratheon. >
< Una Baratheon? Non ne ho mai visti di persona… Devo dire che siete una ragazza davvero molto graziosa. >
< Vi ringrazio. Lord? >
< Lord Robin Arryn. Per servirvi, mia Signora > replicò il ragazzo scendendo dal suo cavallo per fare il baciamano a Myrcella.
< Signorina, prego. Non sono così vecchia cose si può pensare. >
< D’accordo. Scusate… Tornando a noi, sapete dove si trova Rickon? Ho bisogno di parlargli. >
< Rickon in questo momento non può ricevervi. È molto occupato a sbrigare le sue faccende personali. >
< Faccende personali? Ahahah questa sì che è buona. Le uniche sue faccende sono non fare niente dalla mattina alla sera rimanendo in questo sontuoso castello rinchiuso come se fosse una gabbia dorata… In effetti sono molto sorpreso di vedere una giovane donna così attraente nel suo castello. Siete forse la sua nuova compagna? >
< Assolutamente no. Sono solo una sua grande amica. >
< Perfetto. Meglio così. >
< Perché dite così? >
< Niente. Era solo per dire. >
Più Myrcella parlava con Robin, più si sentiva disgustata dalle sue parole.
< Allora, chi si occupa del mio esercito e del mio cavallo? Questo castello non ha una servitù degna del suo nome? >
< Eccomi, mio Signore. Mi occuperò io del vostro cavallo e del vostro esercito > replicò Davos raggiungendo Robin a corsa.
< Molto bene. Voi almeno sapete dove si trova Rickon? >
< Mi dispiace, ma non l’ho mai visto per tutto il giorno. >
< Non so se mi prendete in giro o mi dite la verità… Vi giuro che se qualcuno non lo trova al più presto, il mio esercitò metterà a ferro e fuoco questo posto finché non l’avrà trovate. E statene certo che lo faccio per davvero. >
< Non ce ne sarà bisogno, viziato che non siete altro. >
< Rickon! Allora ci sei! Mi stavo alquanto preoccupando. >
< Qui l’unico preoccupato devo essere io… Che cosa vuoi? >
< Ho bisogno di parlarti un po’ in privato. Dove possiamo stare per non essere disturbati? >
< Nel salone principale. Lì non ci disturberà nessuno. >
< Molto bene. Allora fammi strada. >
< Vedi però di essere molto breve. >
< Perché? Sono appena arrivato e già non mi sopporti? >
< Esatto, puoi ben dirlo. >
< Sei molto maleducato, sai? >
< Mai quanto voi, Robin. >
< Ma come? Non ci vediamo da più di tre mesi e mi ricevete così? Che razza di nobile sei? >
< Un nobile che si rispetti. >
Una volta arrivati nel salone principale del castello, Rickon fece accomodare il suo ospite in fondo alla stanza, fissando malamente il suo ospite.
< Bene. Adesso puoi parlare. >

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Capitolo 3
*** Insistere su ogni cosa ***


Robin fissava Rickon con quel suo sorrisetto compiaciuto che sembrava quasi che prendesse in giro il padrone del castello.
< Vedo che la solitudine ti ha spinto a cercare una degna compagna, Rickon Stark. >
< Se ti riferisci a Myrcella è solo una ragazza che rimarrà qui per un tempo limitato. >
< E quanto potrebbe durare questo tempo? >
< Questi non sono affari tuoi. >
< Ma come? Sono il tuo migliore amico nonché tuo grande confidente. Perché mi parli così? >
< Perché non voglio avere niente da spartire con te… Non hai ancora capito che devi stare alla larga dal mio castello? Non sei il benvenuto a Saint Michel Mount. >
< Addirittura? Io credevo di farti piacere… Ma comunque ti avverto di una cosa: non riuscirai a liberarti di me molto facilmente. Quando voglio una cosa, la ottengo sempre. >
< E dimmi, che cosa vuoi? Che sei venuto a fare nel mio castello? >
< Voglio questa dimora insieme a Myrcella Baratheon. >
< Tu sei completamente pazzo. >
< Mai stato più lucido in vita mia. >
< E sentiamo, perché dovrei cederti questo castello? >
< Perché non ho più voglia di rimanere A Nido Dell’Aquila. È diventato un regno odioso e poco interessante. >
< E qui che cosa cambierebbe, scusa? >
< Innanzitutto un castello migliore rispetto a quello precedente… E poi credo di essermi innamorato della tua ospite. >
< Myrcella non vuole niente da spartire con te. Vuole solo essere lasciata in pace. >
< E lo sarà, stai tranquillo… Però se questo castello diventerà mio, se la signorina Baratheon vorrà rimanere qui, dovrà per forza acconsentire ad ogni mia richiesta. >
< C’è solo un piccolo punto di questo tuo desiderio che non cambierà mai: non ti venderò il mio castello nemmeno per tutto l’oro del mondo. >
< Questo è tutto da vedere. >
< Che cosa vuoi fare, Robin? Scatenare la tua armata contro di me rischiando di distruggere il castello? >
< Se non avrò altre possibilità, sì. >
< Robin Arryn, tornatene immediatamente alla valle. Qui non sei il benvenuto. >
< Vuoi sbattermi fuori impunemente senza che io possa difendermi? Caro Rickon Stark, questo vuol dire che non mi conosci abbastanza. >
< Ormai ti ho capito io: tu sei venuto qui con l’intenzione di fare il prepotente e di soffiarmi da sotto il naso la mia dimora… E ora che hai visto di quale bellezza è costituita Myrcella Baratheon, vuoi impossessarti di Saint Michel Mount solo per il piacere di portartela a letto. >
< E anche se fosse? Dovrò pur sverginarmi in qualche modo, no? >
< Non ti permetterò di giacere con lei. Myrcella è sotto la mia sorveglianza. >
< Quella ragazza non ha bisogno di essere controllata da nessuno. >
< Stanne fuori, Robin. Non te lo dirò una seconda volta. >
< Te l’ho detto: io ottengo sempre quello che voglio… E otterrò il suo amore con le buone o con le cattive. Decidi tu. >
< Non sta a me decidere e lo sai bene. >
< Se Myrcella non può avermi, non avrà nessun altro. >
< Che cosa vuoi fare? Ucciderla? O magari stuprarla e abusare di lei? >
< Vedremo come si evolveranno i fatti… Comunque rimarrò qui nel tuo castello ancora per un po’ di tempo. Che ti piaccia o no. E non potrai fare niente per cacciarmi. >
< Solo perché sono un tipo pacifico… Ma non riuscirai a mettermi i piedi in testa. Non te lo permetterò. >
< Fai quello che vuoi. È solo questione di tempo e… >
< Rickon? >
Il richiamo di Myrcella verso il piccolo Stark gli fece distogliere l’attenzione dall’irascibile Robin.
< Dimmi, Myrcella. Ti sei forse persa? >
< No. E’ solo che volevo che tu mi accompagnassi fino agli scogli… E’ un brutto momento? >
< Certo che no. Arrivo subito. >
< Bene. Ti aspetto fuori > replicò la ragazza sorridendogli.
Fissando in malo modo Rickon, Robin ebbe un gesto di stizza nei suoi confronti.
< La nostra conversazione non finisce qui, Rickon Stark. >
< Hai visto? Lei vuole solo me. >
< Questo è tutto da vedere… Divertiti con lei finché sei in tempo. Io non farò niente per darti fastidio. Almeno per ora. >
< Se stai cercando di spaventarmi, sappi che stai fallendo miseramente. >
< Certo, come no… Tornando a noi, dov’è che io posso alloggiare? Spero che tu non abbia sistemato la mia stanza nelle stalle. >
< Non ho avuto tempo per pensarci, purtroppo…. La tua stanza si troverà dall’altra parte di questo castello, lontano dalle mie stanze private e dalla mia vista. >
< E lontano da Myrcella, suppongo… Peccato. Andrò a fargli visita cercando di non perdermi in questi labirinti. Così potrò scoprire zone del castello molto affascinanti che sono sicuro attireranno molto la tua attenzione. >
< I servitori ti condurranno dritto nella tua stanza… Adesso non ho più tempo di parlare con te. Ho da fare. >
< Vai pure, Rickon il seduttore. Myrcella ti sta aspettando. >
 
 
Una volta uscito dal salone del castello, Rickon non riusciva a distendere la sua rabbia nemmeno in compagnia di Myrcella.
< Rickon, va tutto bene? >
< Certo, non ti preoccupare > mentì il ragazzo.
< No, non è vero… E’ colpa di quel Robin Arryn se sei così triste? >
< E’ la persona più insopportabile e detestabile che io conosca. >
< L’ho capito già dal primo momento che l’avevi visto. >
< Crede di essere il padrone del mondo solo perché fa parte di una grande casata… Ma è solo un bambino viziato e senza cervello. >
< Perché è giunto fino a qui? Voleva solo venirti a trovare o c’è qualcos’altro dietro? >
Fissando gli occhi straniti di Myrcella, Rickon fu molto pensieroso nel dirgli la verità della reali intenzioni di Robin.
< Vuole il mio castello solo perché si è scocciato di vivere a Nido dell’Aquila. >
< Stai scherzando vero? Spero che tu non acconsenta a questa scelta. >
< Certo che no. Ma mio cugino è molto pericoloso… Quello che vuole, lo ottiene sempre. >
< E tu vuoi farti spaventare da un tipo losco come quello lì? Non ti facevo così intimorito. >
< Devo per forza andarci d’accordo se non voglio scatenare una guerra tra la mia famiglia e la sua. Sua madre è sempre mia zia, sorella di mia madre Cathlyn Tully. >
< E con ciò? Quel moccioso non ha nessun diritto di fare il prepotente > ribatté Myrcella adirata.
Vedendo come Myrcella si stava arrabbiando, Rickon non poté trattenere il sorriso.
< Sono contento che sei dalla mia parte. >
< Ci puoi scommettere… Sai che non mi piacciono le persone viziate e prepotenti. >
< L’ho capito. >
< E poi non voglio che tu ceda questo bellissimo castello ad una persona spregevole come tuo cugino… Dopo come faremo noi due? >
< Potremmo tornare nelle nostre rispettive case: io a Grande Inverno mentre tu ad Approdo del Re. >
< Che cosa?! Faresti questo?! >
< La nostra situazione non sarebbe così disperata come può sembrare… >
< Rickon, ma ti senti quando parli? Io non tornerò mai ad Approdo del Re. Te l’ho già detto… E tu che vuoi tornare nel gelo di Grande Inverno? Secondo me sei completamente pazzo. >
< Hai ragione. Non so cosa sto dicendo. >
< Anche se noi due siamo amici, non ci sarà nessuno che ci potrà dividere. Nemmeno l’arrogante di tuo cugino. >
< Mi fa molto piacere sentirtelo dire. >
< Cerca di non farti spaventare da lui… So che potrebbe avere una brutta influenza su di te. >
< Tranquilla. Manterrò la mia mente ben salda sulle mie decisioni. >
< Ecco, è questo il Rickon Stark che riconosco… Adesso, lasciando da parte le angherie di Rickon Stark, che ne dici se io e te facciamo un bel bagno? >
< A quest’ora del mattino? >
< E perché? Sono sicura che l’acqua è splendida. >
Togliendosi i vestiti senza curarsi minimamente del giovane Stark, Myrcella si tuffò nel mare richiamando a gran voce Rickon.
< Vieni, Rockon! L’acqua è magnifica! >
Senza farsi pregare ulteriormente, anche Rickon si tolse tutti i vestiti facendo il bagno nudo insieme a Myrcella.
< Lo sai? È la prima volta che ti vedo fare il bagno. >
< Allora d’ora in avanti credo che lo farò molto spesso > rispose il ragazzo sorridente senza accorgersi minimamente che veniva spiato costantemente da Robin Arryn in persona.
“Rickon Stark. I tuoi giorni in questo castello insieme a Myrcella stanno per finire.”

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Capitolo 4
*** Sofferenze ***


Appena il sole calò dietro le colline del castello, un vento freddo sferzò l’intera area, costringendo Rickon e Myrcella ad uscire dall’acqua e a rivestirsi velocemente.
< E’ stato uno dei momenti più belli della mia vita > fece il ragazzo sorridente.
< Meno male! Hai visto? Avevi solo bisogno di scioglierti. Adesso non sei più il giovane ragazzo timido che conosco. >
Ad un certo punto, gli occhi pieni di piacere di Rickon andarono ad incrociare quelli di una sorridente e spensierata Myrcella.
< Myrcella, non riesco ad immaginare la mia vita senza di te… >
< Rickon, ti prego. Ne avevamo già parlato. >
< Lo so. Però tu hai incantato la mia mente… E’ come se per me non esistesse altro all’infuori di te. >
< Meglio se torniamo dentro il castello. La tua servitù ci starà sicuramente aspettando. >
< E con ciò? Può aspettare tutto il tempo che vuole… Ma io non posso aspettare te ancora a lungo. Rischio seriamente d’impazzire. >
< Perché non riesci a controllare i tuoi sentimenti? >
< Perché ti amo, Myrcella Baratheon. >
Ma prima che il giovane Rickon potesse posare le sue labbra sulle sue, l’urlo di Robin interruppe quel momento romantico.
< Avete finito di fare gli innamorati? La servitù non aspetta altro che voi due per servire la cena. Ed io ho molta fame. >
< Che cosa vuoi dalla nostra vita, Robin? >
< Te l’ho appena detto, stupido. >
< Non costringermi a sfidarti ad un duello di spade > rispose indignato il giovane Stark.
< E con ciò? Credi che io abbia paura? >
< Non lo so… Ma sicuramente te la farai sotto se mi sfiderai. >
< Molto bene. Fatti sotto allora. >
< Adesso smettetela. Tutti e due > rispose Myrcella mettendo fine alla loro discussione < Non ci sarà nessun duello di spade, capito? Non voglio che uno di voi due muoia o si faccia male stupidamente. >
< E’ la legge del duello, mia cara > mormorò Robin.
< Tacete. Nessuno ha chiesto la vostra opinione > rispose adirata la donna < Vieni con me, Rickon. Andiamo a metterci dei vestiti più comodi e puliti. >
Appena Myrcella passò dinanzi a Robin, un senso d’inquietudine s’impadronì di lei.
< Che cosa avete, Myrcella Baratheon? Vi faccio forse paura? > mormorò Robin con ghigno malefico.
< Voi non sapete nemmeno che cosa sia la paura… E adesso lasciatemi andare prima che vi molli una sonora ginocchiata dove non batte il sole. >
< Mi piacete sempre di più, sapete? Siete una donna focosa come mai non ho incontrato nella vita. >
Evitando di rispondere, Myrcella tirò dritto sbuffando alla risposta del giovane Robin.
< Che fai adesso? Non mi degni di uno sguardo? Ah, già! L’unico sguardo che t’interessa è quello di Myrcella. >
< Stai lontano da lei > replicò furibondo Rickon.
< Io faccio quello che voglio. Mi hai sentito? >
< Ne ho abbastanza delle tue arie da prepotente. Rischi di mandarmi in bestia. >
< Non vedo l’ora di combattere contro di te per lei. Sarà un momento davvero divertente > rispose Robin tenendolo per il braccio e stringendoglielo forte.
< Lasciami andare! >
< Presto avrai il piacere di conoscere un altro mio grande amico, caro Rickon Stark. >
< Che cosa stai dicendo? >
< Arriverà tra qualche giorno qui nel tuo castello. >
< Se hai osato invitare qualcuno senza avere prima chiesto il mio consenso, puoi subito scrivergli una lettera dicendo di stare a casa sua. >
< Mi dispiace, ma ormai è troppo tardi. Domani mattina sarà qui e io non vedo l’ora. >
< Che hai intenzione di fare, Robin? >
< Renderti la vita impossibile > gli sussurrò il giovane ragazzo < Ma adesso basta pensare alle brutte cose. La cena ci sta aspettando. >
 
 
Rickon non riusciva a togliersi dalla mente le parole del suo acerrimo nemico
“Presto avrai il piacere di conoscere un altro mio grande amico, Rickon Stark… A chi diavolo si potrebbe mai riferire?”
Una domanda che aveva bisogno di una risposta immediata.
< Rickon? Rickon? > fece Myrcella richiamando la sua attenzione.
< Cosa? >
< Stai bene? >
< Sì… va tutto bene… >
< A cosa stavi pensando? >
< A niente d’importante. >
< Sicuro? Mi devo forse preoccupare? >
< Non lo so… Da quando è giunto quel dannato Robin Arryn nel mio castello, non riesco più ad essere me stesso. Mi sta rendendo la vita molto difficile. >
< E tu non puoi cacciarlo in nessun modo? >
< Il suo esercito è molto più numeroso del mio… Rischierei di perdere e di fare una brutta figuraccia. >
Myrcella fissava il suo sguardo affranto dandogli una carezza sul viso.
< Finché ti rimarrò accanto ti prometto che non ti accadrà niente di male. >
< Sarai tu che riuscirai a proteggermi? >
< Ci proteggeremo a vicenda. Stai tranquillo, Rickon. >
Le parole confortevoli della giovane ragazza lanciarono dentro il cuore dello Stark un vento di speranza che sapeva quasi di rinascita.
< Era da molto tempo che non mi sentivo così felice, sai? >
< Ne sono lieta > replicò la donna con un sorriso < Adesso riuscirai a dormire in santa pace? >
< Sarei molto più contento se dormissi insieme a te. >
< Rickon, lo sai che non possiamo farlo. >
< Perché? Chi ce lo impedirebbe? >
< Ti prego, Rickon. Non rovinare tutto ora. >
< Va bene > rispose il ragazzo mantenendo il sorriso < Posso almeno accompagnarti in camera tua? >
< Certo che puoi farlo. >
Tenendosi mano nella mano, Rickon stava facendo di tutto per mantenere salda la sua voglia di baciarla e di saltargli addosso.
< Eccoci arrivati. >
< Peccato. Volevo che la camminata fosse molto più lunga > rispose Rickon con un cenno di dispiacere.
< Domani potremmo parlare tutto il tempo che vorrai. >
< Non so cosa mi si prospetta domani… Molto probabilmente avrò una giornata piena. Devo rispondere alle numerose lettere che la mia famiglia continua insistentemente ad inviarmi. >
< Che cosa? Non gli hai ancora risposto? Rickon! >
< Lo so. Ma ero troppo impegnato a passare giornate gradevoli insieme a te. >
< Sono contenta di sentirtelo dire. Mi riempi sempre il cuore di gioia. >
< Ne sono felice. >
Dopo essersi salutati con un abbraccio, alla fine Myrcella entrò nella sua stanza dando anche un rapido bacio al padrone del castello.
< Fai bei sogni > sussurrò la ragazza.
< Certo. Penserò a te. >
< Sciocco che non sei altro. Buonanotte. >
< Buonanotte anche a te. >
Una volta che Myrcella richiuse la porta della sua stanza, Rickon non ne voleva sapere di tornare nella sua camera da letto.
“Non riuscirei a dormire ben sapendo che Myrcella dorme in una stanza diversa dalla mia.”
Con il cuore che gli martellava dall’emozione, Rickon aprì uno spiraglio della porta per fissare la sua amata mentre si stava cambiando d’abito.
“Sei una visione celestiale, Myrcella… Non posso rimanere lontano da te.”
Appena tutte le luci della sua stanza furono spente, la giovane ragazza poté mettersi sotto le coperte  e chiudere piano piano gli occhi.
“Adesso è il momento giusto per entrare.”
Stando molto attento a non svegliarla, Rickon si avvicinò fino al suo letto per contemplare la sua bellezza e il suo sonno.
“Vorrei rimanerti per sempre accanto a coccolarti e a proteggerti. Perché non me ne vuoi dare l’occasione? Che cosa ti spinge a rifiutarmi?”
Domande che si affollavano nella mente del povero ragazzo che non riusciva a sopportare le risposte negative.
“Rimarrei a fissarti tutta la notte qui, Myrcella. Ma non posso essere scoperto da te. Rischio che tu ti arrabbi seriamente.”
Dopo avergli dato un rapido bacio sulla fronte e aver assaporato il suo dolce profumo di vaniglia e miele, Rickon uscì dalla sua camera richiudendo prudentemente la porta della stanza.
Guardandosi intorno per evitare di essere visto da qualcuno, Rickon si precipitò a passo svelto verso la sua stanza.
Ma non poteva mai immaginare che al suo arrivo avrebbe incontrato Robin.
< Finalmente. Ti stavo aspettando > fece il ragazzo spaventando Rickon.
< Dannazione! E tu che cosa ci fai nella mia stanza? >
< Te l’ho appena detto. Aspettavo il tuo ritorno. >
< Non hai il permesso di girare in questa parte del castello. Soprattutto di notte. >
< Lascerò al più presto la tua stanza. >
< No. Tu non la lascerai al più presto, ma immediatamente. Vuoi che ti faccia sbattere fuori dalle mie guardie? >
< Ci metterebbero troppo tempo… Tempo che non hai a disposizione. >
< Robin Arryn, se non la smetti immediatamente di tormentarmi… >
< Che cosa farai? Mi scatenerai contro il tuo insignificante esercito e la tua amata Myrcella? Quando lo capirai che non hai nessuna speranza con lei? >
< Adesso cosa centra Myrcella con noi due? >
< Ti ho visto mentre poco fa’ la spiavi nel suo letto. Sei veramente un pervertito, sai? Fissarla mentre si stava spogliando… Non è da te, Rickon Stark. >
Sentendo quelle parole veritiere, Rickon Stark divenne pallido in viso.
< Come hai potuto… >
< Sono molto più furbo di te, Rickon… E la mia furbizia si sta rivoltando contro di te. Se non vuoi che Myrcella non sappi di questo nostro piccolo segreto, dovrai fare tutto quello che ti ordino. >
< Maledetto. Come osi ricattarmi? >
< Posso eccome… E come ti ho già accennato, presto la tua vita sarà un vero inferno. Lo sai chi giungerà domani qui a Saint Michel Mount? Il fratello preferito di Myrcella: Joffrey Baratheon. >
< Che cosa? Tu hai invitato quel maledetto qui nel mio castello?! >
< Abbassa la voce. Vuoi forse svegliare tutto il castello? Ebbene sì, l’ho fatto. E domani sarà il suo giorno. >
< Perché hai fatto una cosa del genere? >
< Perché se Myrcella non può essere mia, non lo sarà di nessun’altro… Gli renderò la vita difficile come la renderà a te, piccolo Rickon. Ed io e lui ci divertiremo molto a farti soffrire. Sei pronto? La tua tranquillità sta per finire. >
Preso da un moto di rabbia, Rickon si precipitò verso Robin minacciandolo con la sua spada.
Ma il giovane Arryn riuscì a schivare il suo colpo mettendolo al tappeto.
< Lo vedi? Non sai fare nemmeno a combattere. Sei proprio un uomo inutile, Rickon Stark… Dormi bene, giovane cavaliere. Domani sarà un nuovo giorno per questo castello. Buonanotte > replicò Robin lasciando il povero Rickon disteso sul pavimento in preda alla sua disperazione.

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Capitolo 5
*** Un velo di tristezza e un velo di speranza ***


Rickon era molto furioso con i suoi soldati per non essere protetto a dovere.
Soprattutto era profondamente furioso con il suo consigliere Davos.
< E’ inaudito che Robin Arryn giri liberamente nel mio castello mentre avevo espresso il desiderio di non farlo nemmeno entrare. >
< Avete ragione, Rickon Stark. Vedrò di avere più attenzione su questi particolari. >
< Ormai è troppo tardi. Sembra che Robin Arryn sia diventato il nuovo padrone del castello. Ed io questo non posso sopportarlo… Dobbiamo trovare un modo per buttarlo fuori da qui al più presto, altrimenti non risponderò delle mie azioni. Sono stato abbastanza chiaro? >
< Di questo me ne occuperò io, non vi preoccupate. >
Mentre Rickon stava discutendo con il suo fedele consigliere Davos, una carrozza circondata da decine e decine di soldati entrarono nel castello.
< Chi potrebbe mai essere domandò l’uomo? >
Una volta visto chi era sceso dalla carrozza, Rickon sbiancò di colpo.
“Il fratello di Myrcella… Joffrey.”
< Mio Signore, va tutto bene? >
< Raduna immediatamente tutti i nostri uomini più fidati e mettili a protezione di Myrcella. >
< Ma perché? Che cosa sta succedendo? >
< Non discutere e fai quello che ti ordino! > gridò il ragazzo.
< Subito, mio Signore. >
Una volta rimasto da solo, Rickon corse fino in cortile per ritrovarsi faccia a faccia con Joffrey e Robin.
< Eccoti qui, Rickon > fece il ragazzo con ghigno malefico < Hai visto chi è arrivato? Ti ho portato Joffery Barathoen, futuro Re dei sette regni di Westeros. >
< Questo castello lo trovo senz’anima e insignificante > fece Joffrey con tono superiore < Sembra quasi la dimora di un vampiro. >
< Mi dispiace se io e te non abbiamo gli stessi gusti. >
< Tu devi essere Rickon Stark, giusto? >
< Sì. Il padrone di questo castello. >
< Davvero? Eppure potrebbe essere un bel posto se non venisse oscurato come fai tu… Per esempio io metterei più fiori e un po’ più di colore per contornare questo cortile sterile. >
< Magari vedrò cosa posso fare. Adesso non ho tempo per pensare a tutte queste cose. >
< Che cosa deve fare un ragazzino come te? >
< Ho molti importanti impegni a cui non mi posso sottrarre. >
< Lo sai quale è il suo unico impegno, Joffrey? Corteggiare inutilmente tua sorella > ribatté Robin divertito.
< Che cosa? Rickon Stark, ti facevo un bambino più intelligente. >
< Ormai non sono più un bambino. Ho sedici anni. >
< In confronto a me sei ancora un poppante… Spero che tu non la prenda a male. Io sono fatto così e dico tutto quello che penso. >
“Finché non ti ucciderò con le mie stesse mani, maledetto Baratheon.”
< Tutto bene ad Approdo del Re? Hai fatto un buon viaggio? >
< Sì, tutto va a meraviglia… Ah Rickon? Spero che non ti arrabbi se ho portato con me la mia futura sposa: Margaery della casa Tyrell. >
Lo sguardo triste e serio della giovane donna dai capelli lunghi castani non passarono inosservati a Rickon.
< Assolutamente no… Benvenuta a Mount Saint Michell, Margaery Tyrell > rispose Rickon facendogli il baciamano.
< Grazie. A differenza di quello che pensa il mio amato, il vostro castello è bellissimo in tutte le sue sfaccettature. >
< Ne sono lieto. >
< La tua opinione di donna non può essere ascoltata > replicò indignato Joffrey < Anche perché io e Robin la pensiamo allo stesso modo, vero? >
< Certo che sì, Joffrey… Quando diventerò il nuovo padrone di questo castello, abbellirò Saint Michel Mount come mi pare e piace. >
< Mi dispiace per te Robin, ma questo giorno non arriverà mai. >
< Questo lo vedremo. >
< Mi piace la vostra disputa. Mi diverte molto > rispose sorridente Joffrey < Combattere per questo posto. Lo trovo interessante. >
< Dopo Myrcella perderai anche questo castello. È una promessa > gli sussurrò Robin a Rickon < Te l’ho detto: è solo questione di tempo. E Joffrey e la sua casata mi aiuteranno in questa impresa. >
< A differenza di quello che puoi pensare, io non sono solo. Anch’io ho i miei alleati. >
< E chi sarebbero? Il tuo inutile esercito e il tuo consigliere? Ahahah non farmi ridere. >
Spazientito dalle parole di Robin, Rickon stava per mettergli le mani addosso.
Ma l’intervento di Margaery Tyrell evitò il peggio.
< Se sei così gentile, perché non ci mostri quali sono le nostre camere? >
< D’accordo > rispose Rickon placando la sua rabbia < Vieni con me. >
< Tu vai pure avanti, Margaery. Io rimango qui ancora un po’ con Robin per discutere dei nostri progetti. >
Nel mentre Rickon stava facendo strada alla sua nuova ospite, non riusciva a non pensare al futuro della sua amata Myrcella.
“Anche se con quel dannato Joffrey c’è la sua promessa sposa, sono sicuro che la tormenterà come ha fatto in passato. Devo tenere gli occhi bene aperti.”
< Mi dispiace per il comportamento di Joffrey > disse improvvisamente la ragazza.
< Che cosa? >
< Scusami. Eri sovrappensiero? >
< No, tranquilla. Stavo facendo di tutto per non perdermi in questo posto > mentì il ragazzo < Anche se la mia dimora, non sono ancora riuscito a capire tutti questi stretti passaggi. >
< Non ti preoccupare. Almeno possiamo parlare un po’. >
< Non saprei che cosa dirti, Margaery. >
< Parlami dei tuoi desideri. Ne avrai almeno uno, no? A parte buttare fuori Joffrey e Robin da Saint Michel Mount. >
“Perché dovrei fidarmi di lei? E se fosse una complice di Joffrey?”
< Se sono venuto ad abitare qua è per il semplice fatto che amo rimanere solitario… Ma l’arrivo di Robin e del tuo futuro sposo hanno completamente scombussolato i miei piani. >
< Ti prometto che rimarremo qui il minor tempo possibile. >
< Scusa la mia schiettezza, ma non credo che sei nella posizione di prendere tali decisioni. >
< Se voglio, posso essere molto insistente anche sulle decisioni di Joffrey. >
< Mi dispiace Margaery, ma ne dubito fortemente. >
< Perché ancora non mi conosci abbastanza. >
< Nemmeno il tuo futuro marito, se vai a vedere. >
< Joffrey è un uomo ribelle ma farebbe qualsiasi cosa per me. Anche se gli dicessi di partire immediatamente da qui, riuscirei a convincerlo. >
< Ho solo un desiderio che mi preme fortemente: tienilo alla larga da Myrcella, altrimenti non risponderò di me. >
< Perché? Che cosa potrebbe fare? Io so che ama molto sua sorella. >
< La ama solo per torturarla e rendergli la vita difficile. >
< Cosa… >
< Fidati di me, Margaery. È la pura verità. >
< Rickon, che cosa sta succedendo? Perché mi hai fatto mettere tutte queste guardie del corpo al mio seguito? >
Vedendolo in compagnia di una nuova ospite, Myrcella si pentì subito per aver alzato troppo la voce.
< Mi dispiace. Io non volevo essere così scortese con la tua nuova ospite. >
< Non ti preoccupare, Myrcella. Ti avrei spiegato tutto più tardi… Comunque voglio presentarti Margaery Tyrell. >
< Tu sei Myrcella Baratheon? > domandò la donna.
< In persona, perché? >
< Allora è proprio vero che la tua bellezza non ha eguali. Sono felice di averti incontrato dopo tutto questo tempo. Tuo fratello mi ha parlato molto di te. >
< Mio fratello? Non sarai mica… >
< Sì, sono la sua promessa sposa. >
Sentendo tali parole, Myrcella divenne pallida in viso.
< Non vorrai mica dirmi… >
< Ciao, sorellina. Finalmente ci rincontriamo dopo tanto tempo. >
Sentendo la voce stridula di Joffey, Myrcella per poco non svenne a terra dalla paura.
< Allora? Che cosa mi racconti? Non mi dai nemmeno un bacio? > domandò Joffrey ritrovandosela faccia a faccia < D’accordo. Ti saluterò io. >
< Stai immediatamente lontano da me, razza di maledetto bastardo > replicò la ragazza a denti stretti.
< Vedi di non fare una scenata dinanzi alla mia futura moglie. Non vorrei renderti la vita difficile come un tempo… Quindi, lasciati salutare. >
Acconsentendo alla richiesta di suo fratello, Myrcella si sentiva disgustava mentre veniva toccata.
< Allora, Rickon mi ha parlato del tuo soggiorno qui in questo castello. Ti trovi bene? >
< Benissimo. >
< E non hai nessuna intenzione di tornare nella tua vera casa? >
< Assolutamente no. >
< Interessante… Ti vorrei dire che presto questo castello diventerà di mia proprietà e di Robin Arryn. Dobbiamo solo metterci d’accordo con Rickon. >
< Rickon non cederà mai il suo castello. Nemmeno sotto tortura. >
< Ma io non voglio torturare nessuno… Cercherò solo di farlo ragionare. >
< Voglio proprio vedere come. >
< Ci devo ancora pensare… Adesso scusami, ma il viaggio mi ha molto stancato. Vado un po’ a riposarmi con la mia dolce amata Margaery. Ci vediamo più tardi, sorellina > disse infine Joffrey prima di scomparire insieme alla sua amata e a Robin
< Quando avevi intenzione di dirmi dell’arrivo di mio fratello? >
< Non volevo turbarti ulteriormente, Myrcella. >
< Chissà da quanti giorni lo sapevi… E non mi hai detto niente! >
< Ti prego di non urlare. Non servirà a niente. >
< Credevo di aver trovato riparo qui in questo castello insieme a te… Ma con il suo arrivo sto sprofondando in una desolazione senza precedenti. >
< Ti prometto che non ti torcerà neanche un capello. Mi ha dato la sua parola Margaery. >
< E credi che riuscirà a mantenerla? Quell’uomo fa tutto quello che vuole… E quando si mette in testa una cosa, non riesci a fargli cambiare idea per nessun motivo. È un uomo crudele e spregevole. Non si fermerà dinanzi a niente pur di tormentarmi. >
< Non nel mio castello. >
Rickon non aveva mai visto MYrcella così triste e disperata.
< Che cosa sono quelle lacrime? Stai forse piangendo? >
< Rickon… ho paura di lui e anche di Robin… Loro due insieme possono essere molto pericolosi. >
< Non ti preoccupare. Li caccerò da Saint Michel Mount molto presto. Fosse l’ultima cosa che faccio. >
< Non riuscirai nel tuo intento… Sono convinta che Joffrey non se ne andrà molto presto. Soprattutto dopo che ha detto che vuole impadronirsi del tuo castello. >
< Questo è tutto da vedere… Né lui né Robin mi conoscono ancora. Posso essere capace di qualsiasi cosa. >
< Anche di ucciderli? >
< Se me ne danno l’occasione, sì. >
< Allora uccidili per me. Ti prego. >
Sentendo quelle parole piene di disperazione, Rickon divenne serio.
< Non sono un assassino a sangue freddo, Myrcella. Devo prima pensarci. >
< Credi che mio fratello abbia pensato a me prima di tormentarmi e rendermi la vita impossibile? Certo che no… O li uccidi tu, o sarò costretta a farlo io. È una promessa. >
Le parole dure di Myrcella fecero molto riflettere Rickon.
< Non ti permetterò che tu ti macchi di un simile crimine. >
< Allora vedi di aiutarmi. Ti prego. >
< Vedrò cosa posso fare… Ma devo evitare che non ci siano spargimenti di sangue. >
< E se non potrai fare altrimenti? >
< A mali estremi, estremi rimedi. >
< Lascia perdere… Adesso dobbiamo stare alla larga da Joffrey e da Robin il più possibile, altrimenti il nostro scontro sarà inevitabile. È anche per questo se ti ho messo le guardie del corpo. Per proteggerti. >
< Non so quanto potranno servire, Rickon… Ho paura della notte. Quando sarò sola. >
< Vuoi che ci sia io con te? >
< Non lo so. Adesso non so davvero cosa pensare. >

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Capitolo 6
*** Cronaca di una tortura annunciata ***


Rickon si sentiva un separato in casa nella sua dimora insieme a Myrcella.
L’arrivo di Joffrey e di Robin gli stava causando in pochi problemi.
Il piccolo Stark non riusciva ad essere sé stesso in compagnia di quei due uomini, per il semplice fatto che aveva timore per la vita di Myrcella.
< Davos, non riusciamo a trovare nessun alleato che possa aiutarci nella nostra causa? >
< Purtroppo no, mio Signore. Gli uomini delle casate più potenti non perderebbero mai tempo per una simile sciocchezza come questa. >
< Quel dannato Joffrey Baratheon e Robin Arryn hanno invaso il mio castello! Non posso rimanere con le mani in mano. >
< Lo so bene, mio Signore. Ma l’unico che può davvero aiutarci è la vostra casata. >
< Non posso chiedere aiuto a mio padre. Mi vergognerei troppo… E poi non vedrebbe l’ora di vedermi tornare a Grande Inverno. >
< Perché non provi a parlarci dicendogli dei vostri più grandi desideri? >
< Perché mio padre è un uomo orgoglioso. Lui vuole farmi diventare un cavaliere e un guerriero come lui. >
< Ma per queste cose c’è già vostro fratello Robb Stark, no? >
< Mio padre vuole vederci diventare tutti degli ottimi guerrieri… La nostra casata deve portare avanti l’onore come ha fatto in tutti questi secoli. >
< Comunque non possiamo farci mettere i piedi in testa a quei due. Se rimangano ancora qua, rischiano di distruggere per sempre la vostra felicità. Ed io, in quanto vostro consigliere fidato, non posso permetterlo. >
< Hai ragione… Ma sembra che questa situazione non abbia nessuna via d’uscita. >
< Provate a parlare con vostro padre. Datemi retta. >
Nel mentre Rickon e Davos stavano preparando un’idea per sbarazzarsi dei loro nemici, un forte schianto rimbombò nelle loro orecchie.
< Che diavolo sta succedendo? >
Guardando fuori dalla finestra del suo salone, Rickon vide Joffrey e Robin intenti a distruggere alcuni vasi dell’immenso giardino del castello.
< Adesso basta! Ne ho abbastanza! Raduna i miei soldati in giardino! >
< Perché? Che cosa sta succedendo? >
Ma Rickon non ebbe il tempo di rispondere, uscendo dal castello a gran velocità.
< Che cosa state facendo voi due?! > tuonò il piccolo Stark.
< Ci stavamo solo divertendo > rispose Joffrey come se niente fosse.
< Non hai nessun diritto di distruggerei vasi di queste splendide piante. >
< Perché? Era solo robaccia da tirare via. >
< Non ti permetterò di distruggere il mio castello! >
< Caro Rickon Stark, quando lo capirai che qui non sei più il padrone? Adesso siamo io e Robin che comandiamo. >
< Scommettiamo?! >
Il grido e la rabbia di Rickon Stark rimbombarono in tutto il castello, facendo giungere nel giardino i suoi soldati più fidati.
< Non costringetemi ad arrestarvi. >
< Ne avresti davvero il coraggio? Vorrei solo ricordarti che anche i miei soldati accorrerebbero immediatamente in mio aiuto. >
< Non se ti rinchiudo nelle fredde celle del castello. >
< Tu hai solo un piccolo esercito a proteggerti, mentre io… >
< Un vero esercito non si conta dal numero degli uomini, ma dalla loro destrezza. >
< I tuoi soldati non riuscirebbero ad uccidere i miei nemmeno se volessero. >
< Questo è tutto da vedere. >
< Allora fatti sotto, piccolo Stark. >
< La cosa più interessante sarebbe se tu Joffrey e tu Rickon combattesse in un duello a singolar tenzone. Almeno potremmo vedere chi è il più forte. >
Ma la richiesta di Robin fece infuriare non poco l’erede al trono Joffrey Baratheon.
< Tu stanne fuori, Robin. Non sei stato interpellato > rispose il giovane biondo minacciandolo con la sua spada e fissandolo con odio.
< Scusami. Volevo rendere la sfida più interessante. >
< Robin ha ragione, Joffrey. Che cos’è? Hai forse paura di perdere contro di me? >
< Io non ho paura di nessuno! Soprattutto di un moccioso come te. >
< Attento a come parli. Potresti pentirtene amaramente. >
< Allora vediamo cosa sai fare, stupido Stark. >
< Fermi! >
Il grido di Margaery Tyrell riscosse i due giovani uomini e tutti i presenti.
< Come potete combattere in un posto così magnifico rischiando di distruggerlo? Non vi vergognate? >
< Margaery, ti pregherei di starne fuori > fece Joffrey.
< No, Joffrey. Non posso vederti scannarti inutilmente con il rischio di perdere la vita. >
< Credi davvero che io possa perdere contro questo moccioso? Allora vuol dire che non hai fiducia in me. >
< Io ho molto fiducia in te… Ma non siamo venuti qui per combattere contro il padrone di casa. Siamo venuti qui per conoscerci meglio. >
Il tono dolce in cui Margaery si esprimeva non lasciava minimamente sorpreso il giovane Joffrey.
< Ti conosco già abbastanza, Margaery. E adesso voglio divertirmi a mio piacimento uccidendo questo insolente che ha deciso di sfidarmi. >
< Ma Joffrey… >
< Se lo sconfiggo, questo castello diventerà di nostra proprietà. Non saresti contenta? >
< Non è così che ho pensato al futuro di questo castello. >
< Cos’è che ti interessa? La nostra felicità o quella di questo castello e dei nostri nemici? >
Ma Margaery non rispose, limitandosi a distogliere lo sguardo dal suo promesso sposo.
< Come credevo… Va bene, per questa volta lascerò perdere le mie intenzioni. Ma la prossima volta non mi farai desistere…. Rickon Stark! Abbiamo un duello in sospeso. Non scordartelo > disse infine Joffrey Baratheon prima di lasciare il giardino del castello con un gesto di stizza.
 
 
Contenta per aver fatto ragionare il suo promesso sposo, Margaery Tyrell chiese il permesso a Rickon Stark se poteva passare le sue giornate nel giardino del castello o a fare un bagno rilassante nelle acque sottostanti dell’edificio.
< Puoi fare tutto quello che ti aggrada, Margaery… E grazie mille per aver fermato Joffrey. >
< Dovere, Rickon. Non potevo permettere che la sua follia potesse spingerlo a tanto. >
< Margaery, sai meglio di me che la sua follia non si fermerà mai… Che cosa posso fare? >
< Rimani accanto a Myrcella il più possibile. >
< Ma non posso farlo! Non me lo permetterebbe. >
< Tu digli che è una questione di vita o di morte… Vedrai che ti capirà. >
< Le nostre vite non possono continuare in questo modo. Joffrey e Robin devono lasciare questo castello il prima possibile. >
< Vedrò cosa posso fare al riguardo… Oggi hai impegni più importanti che rimanere accanto a Myrcella? >
< No, oggi no. >
< Allora vai da lei. Sono convinto che le farà molto piacere > rispose Margaery una volta arrivati dinanzi alla riva del mare < Almeno che non vuoi fare compagnia a me. Sicuramente non ti direi di no. >
< Grazie Margaery, ma hai ragione tu. Devo stargli più vicino. >
< Molto bene. Più tardi fammi sapere com’è andata, d’accordo? >
< Senz’altro. Grazie per i tuoi consigli, Margaery. >
< Di niente. Sono sempre molto felice di aiutarti. Sei un ragazzo d’oro e pieno di bontà. >
Una volta congedatosi da Margaery, Rickon si recò verso la camera di Myrcella, ma una volta giunto a destinazione vide una cosa che lo lasciò tremendamente scioccato.
“Myrcella… nuda dinanzi a Joffrey e Robin…”
< Brava la mia sorellina > fece Joffrey con ghigno malefico < Sei molto ostinata quando ti dico di fare una cosa, ma alla fine ti arrendi sotto il mio volere. Hai paura che ti faccia del male? >
Ma la ragazza non rispose, distogliendo lo sguardo da suo fratello.
< Guardami quando ti parlo! >
< Perché continui a torturarmi? Che cosa ti ho fatto? >
< Mi piace vedere soffrire le persone… Soprattutto quelle più felici di me. >
< Lasciami in pace… Ti prego > replicò Myrcella con le lacrime agli occhi.
< Ti lascerò in pace quando né io né Robin non avremmo più voglia di torturarti… Caro Robin, che cosa vorresti fare a mio sorella? >
< Naturalmente fare l’amore con lei… Tu lo vorresti, Myrcella? >
< Siete solo degli sporchi bastardi. >
< Non è questa la risposta che volevo ricevere… Prova di nuovo. E vedi di dirmi le parole che voglio sentir dire > replicò Robin pronta a picchiarla.
< Avresti il coraggio di picchiami pure tu, Robin? >
< Se non avesse il coraggio, ci sono sempre io Myrcella. >
< Non ti preoccupare, Joffrey. So come torturare una donna. >
< Allora scopatela dinanzi a me. >
< Myrcella, non fare aspettare tuo fratello. Non sarebbe molto carino nei suoi confronti. >
< Robin… Almeno tu. Lasciami andare. Farò qualsiasi cosa tu vorrai. Ma non questa… >
< Tesoro, ma è questo che voglio. Ti prometto che non ti farò del male. >
Non sapendo cosa fare, alla fine Myrcella si accostò a Robin cominciando a baciarlo con passione.
Per Rickon Stark vedere un simile scempio era troppo per lui, e inorridito dalla situazione, uscì allo scoperto per minacciare di morte i due uomini.
< Fuori da questa stanza immediatamente > fece il ragazzo a denti stretti minacciando con la sua spada Robin.
< Cerca di stare calmo, Rickon. Non stavamo facendo niente di male. >
< Zitto, dannato bastardo. Non voglio più sentirti parlare. >
< Rickon, non sei stato invitato a questo nostro “festino” privato. Ti pregherei di lasciare questa stanza. >
< Altrimenti cosa mi fai? Mi scagli contro il tuo esercito di uomini ubriaconi? Joffrey Baratheon, è meglio che ti metti in testa una cosa: tu e le tue parole non mi fate paura. Questo castello rimarrà mio anche dopo la mia morte, mentre tu e Robin finirete torturati brutalmente dai miei uomini. >
< Non finché avremmo la protezione che ci tiene in vita. >
< Di quale protezione stai parlando? >
< Mi riferivo a mio padre Robert Baratheon. Voglio ricordarti che è il Re dei sette regni. Non vorrai mica scatenare una guerra per così poco, vero? Non sarebbe saggio da parte tua… E poi che cosa direbbero i tuoi genitori se venissero a sapere che suo figlio ha ucciso il legittimo erede al Trono di spade? >
< MI farebbero i complimenti. Non piaci a nessuno, Joffrey Baratheon. Nemmeno se sei il legittimo erede al trono dei sette regni. >
< Adesso basta! Mi hai stufato! >
< Arrabbiarti non ti servirà a niente. Preparati a morire. >
Ma prima che Rickon potesse infilzarlo, Davos arrivò in maniera improvvisa e tempestiva evitando il peggio.
< Perché l’hai fatto, Davos! Non avresti dovuto. >
< Anche se mi odierete a vita, io vi ho salvato da una fine certa, mio Signore. >
< Rickon Stark, la nostra disputa non finisce qui. Renderò la tua vita e quella di Myrcella un vero inferno. Parola mia. >
< Provaci, maledetto! >
< Adesso basta con le minacce, mio Signore. Usciamo da qui. Portate con te anche, Myrcella. >
Vedendola in quello stato brutale, Rickon dovette fare degli sforzi immani per controllare la sua rabbia.
< Vieni con me, Myrcella. Starai con me nella mia stanza. >
< Myrcella, vuoi davvero andare con lui? > fece improvvisamente Robin < Sappi che se dormirai nella sua stanza avrà tutto il tempo per fissarti nuda nel buio della notte. >
< Che cosa? > replicò la donna con tono confuso.
< Ha capito bene: il tuo fedele Rickon piace molto vederti nuda. Non mi sorprenderebbe se una di queste notti ti saltasse addosso abusando di te… E non dirmi che non lo farebbe mai Myrcella perché sai meglio di me che non è così. >
< Tu che cosa vuoi sapere di noi, Robin? Non capisci niente della vita. >
< Anche se posso sembrare talvolta uno stupido, so molte più cose di quanto tu possa mai immaginare, sgualdrina che non sei altro. >
Non vedendoci più dalla rabbia per come gli aveva risposto, Myrcella mollò un sonoro schiaffo a Robin graffiandolo contemporaneamente.
< Oh sì… mi piace il tuo tocco selvaggio… >
< Mi fai schifo. Tu e mio fratello… Andiamocene da qui, Rickon. Non vorrei commettere un atto di cui potrei pentirmi a vita. >

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Capitolo 7
*** Ricatti e distanze ***


Una volta usciti dalla camera della ragazza, Rickon pregò il suo consigliere e protettore Davos di lasciarlo da solo con Myrcella.
< Mio Signore, se avete bisogno di me… >
< Non ti preoccupare. Adesso è tutto apposto. >
< Lo vorrei tanto… >
< Ne riparliamo più tardi, d’accordo? >
< Come volete voi. >
Appena Rickon si ritrovò da solo con Myrcella, quest’ultima scaricò la sua rabbia e la sua frustrazione contro di lui.
< Perché mi hai dato uno schiaffo? Che cosa ti ho fatto? >
< E’ vero quello che Robin ha detto poco fa’? mi fissavi nuda nel cuore della notte a mia insaputa? >
< Io veramente… >
< Non avrei mai pensato che anche tu fossi un maiale degenerate e depravato. Credevo che fossi un uomo diverso… Un uomo buono che mi avrebbe protetto in tutte le avversità. >
< Ma è quello che farei in ogni occasione! >
< Perché allora non perdevi tempo nel vedermi nuda? Volevi portarmi a letto, vero? Anche dopo che ti ho detto che tra me e te non ci sarebbe stato nulla? Rispondimi! >
< Io… non riesco a stare lontano da te… >
< D’ora in avanti non ho più bisogno della tua protezione… Se vuoi, ci penseranno i tuoi uomini. Altrimenti rimarrò da sola. Sono stata abbastanza chiara? >
< Myrcella, ti prego. Non rendermi le cose ancora più difficili. >
< Sei tu che hai rovinato tutto, Rickon Stark! Quando ti deciderai a rimanermi definitivamente lontano? >
< Quando te ne andrai da questo castello. >
< Nonostante gli ultimi brutti giorni, credo che dovrò prendere in considerazione questo fatto. >
< No, Myrcella… non lasciarmi. >
< Se lo faccio è per il nostro bene… Dobbiamo stare lontano l’uno dall’altro. Devi comprendermi. >
Ma Rickon non riusciva a sopportare questa situazione.
< Sai cosa ti dico? Fai come ti pare. Vuoi starmi lontano? E sia! Ma non venire a piangere quando Joffrey e Robin ti tortureranno come hanno fatto poco fa’. Perché io non ci sarò a proteggerti. >
< Rickon… >
< Non vuoi amarmi? Me ne farò una ragione! Non sei l’unica donna di questo mondo, sai? È giunto il momento che le nostre strade si dividano definitivamente. >
Ascoltando le parole piene di rabbia, Myrcella rimase visibilmente scioccata, vedendo il povero Rickon correre via da lei con le lacrime che gli stavano cominciando a rigare il viso.
 
 
Dopo una bellissima nuotata nel mare sottostante il castello, Margaery si preparava a rivestirsi.
Se non fosse per l’arrivo improvviso di Rickon che la fece sobbalzare dallo spavento.
< Scusami, Margaery. Mi dispiace essere arrivato così improvvisamente. >
< Non ti preoccupare, Rickon > rispose la donna cercando di tranquillizzarlo < Posso fare qualcosa per te? >
< Io… non so… >
Fissandolo dritto negli occhi, Margaery notò che stava continuando a piangere.
< Rickon, perché piangi? Hai litigato con Myrcella? >
< Tra noi due è finita per sempre. >
< Non fare così. Vedrai che è solo un brutto momento. >
< No, Margaery… Questa volta è finita veramente… Dopo ch el’ho salvata dall grinfie di Joffrey e di Robin, mi ha ripetuto che tra noi due non c’è futuro insieme. >
< Joffrey e Robin? Che cosa hanno fatto quei due? >
< Stavano abusando di lei… Ma per fortuna sono arrivato in tempo per evitare il peggio. >
< No… non è possibile… >
< Quei maledetti stanno continuando a rovinarmi l’esistenza. Ma presto tutto questo finirà… >
< Sei sicuro che Joffrey… >
< Lui era lì che guardava Myrcella che stava per essere stuprata da Robin. Uno spettacolo rivoltante, te l’assicuro. >
< Non voglio nemmeno pensarci… Parlerò con Joffrey di questo spiacevole episodio e la mia rabbia sarà implacabile. >
< Lascia perdere. Tanto non capirà. >
< Il mio futuro sposo stava continuando a tormentare sua sorella. Non possiamo fargliela passare liscia. >
< L’unico modo per vendicarci è sottrargli qualcosa a lui molto caro. >
< A cosa ti stai riferendo? >
Avvicinandosi molto lentamente a Margaery, Rickon si asciugò le lacrime sul viso per poi baciarla improvvisamente.
< Rickon… perché l’hai fatto? >
< Vuoi vendicarti di lui? Mettiamoci insieme. Sono sicuro che sarebbe molto sorpreso e frustrato allo stesso tempo. >
< Ma io… non ti amo. Insomma, non siamo adatti per stare insieme. >
< Ti prometto che sarà per un breve periodo. E poi io ci tengo molto a te… Tu no? >
Anche se non l’amava a tal punto di crollare dinanzi a lui, alla fine Margaery lo baciò a sua volta con tale impeto che per poco non persero entrambi l’equilibrio.
< Sei un giovane uomo dalle mille risorse, Rickon Stark. >
< E tu sei un angelo sceso dal cielo, Margaery Tyrell… Adesso andiamo. I nostri nemici ci stanno aspettando. >
 
 
Una volta rientrati al castello, Joffrey era visibilmente furibondo per aver perso molto del suo tempo alla ricerca della sua amata Margaery.
< Si può sapere dove diavolo eri finita? >
< Ero a farmi in bagno, perché? >
< Ti ho cercata dappertutto! >
< E con ciò? Non avevi di meglio da fare? >
< Che significa? Lo sai che quando ti cerco devi farti trovare assolutamente. >
< Ma io non sapevo che mi stavi cercando… >
< E comunque dovevi dirmelo che stavi fuori dal castello per tutto il giorno. >
< Perché? Così potevi stuprare tua sorella tranquillamente? >
Sentendo quelle parole, Jofrey rimase immobile e impalato.
< Pensavi che non sapessi di questa tua depravazione? Mi fai schifo, Joffrey Baratheon. >
< Di quello che faccio con mia sorella non devi importarti minimamente > rispose l’uomo digrignando i
denti.
< Invece m’importa eccome… Puoi pure non considerarmi la tua promessa sposa. Io e te abbiamo definitivamente rotto. Parlerò con la mia famiglia di tutto questo. Sono proprio curiosa di scoprire come la prenderanno. >
< Tu non oserai > fece Joffrey prendendola per un braccio.
< Che cosa vuoi farmi? Vuoi picchiarmi? Stuprarmi? Ormai è da molto tempo che non mi fai più paura, Joffrey Baratheon. Soprattutto da quando ho trovato un uomo degno di me. >
< Che stai dicendo? Tu sei completamente pazza. >
< Pazza o no, io e Rickon Stark cacceremo te e Robin Arryn da questo castello… E tu tornerai ad Approdo del Re con la coda tra le gambe. >
< Ho capito bene? Tu e Rickon… >
< Sì, Robin Arryn… Per fortuna che non sei così stupido come puoi sembrare. Adesso che io e Rickon facciamo coppia fissa, la nostra alleanza ci servirà per cacciarvi una volta per tutte da questo castello… Mi dispiace per voi, cari signori. Ma non riuscirete mai nel vostro intento. >
Invece di inveire contro la sua ormai ex promessa sposa, Joffrey scoppiò in una risata fragorosa.
< Non c’è niente da ridere, Joffrey. >
< Non avrei mai pensato che ti saresti abbassata a tanto mettendoti con quello stolto di Rickon Stark. In confronto a te, è solo un poppante. >
< Un poppante che ha rispetto per me e per Myrcella. >
< E’ solo un debole. Non è come la sua famiglia… Anzi, sto cominciando a pensare che l’hanno cacciato perché era la pecora nera. Nessuna famiglia che si rispetti vorrebbe con se un uomo inutile come Rickon Stark. >
< Se ho lasciato la mia famiglia è perché non volevo rimanere in un territorio ostile come Grande Inverno > intervenne Rickon accompagnato da Davos  E poi non devo dare spiegazioni sulle mie intenzioni. Soprattutto a te e a Robin. >
< Ti presenti accompagnato dal tuo consigliere vestito in ghingheri? Che cosa pensi di fare? >
< I tuoi soldati sono già stati cacciati per ordine del Re tu padre Robert Baratheon. Adesso tocca a te levare le tende. >
< Che significa? >
< Leggi pure questo comunicato. >
Strappatoglielo dalle mani con irruenza, Joffrey e Robin lessero l’avvertenza del Re Robert dicendogli immediatamente di abbandonare Saint Michel Mount prima che un’orda di 10.000 soldati proveniente da Approdo del Re potessero giungere nel castello e sgominare i due eserciti dei giovani eredi.
< Mio padre non può essersi messo contro di me… è impossibile. >
< Ma la sua richiesta di allontanamento non finisce qui > fece Robin < Joffrey, leggi che cosa c’è scritto qua sotto? >
Dopo aver letto immediatamente le ultime righe del messaggio, lo sguardo di Joffrey si distese in un ghigno malefico che fece accapponare la pelle a Margaery.
< Caro Rickon, se io e Robin dobbiamo lasciare questo castello, non saremo i soli che ce ne andremo… >
< Lo so. Infatti porterete con voi i vostri uomini. >
< Sbagliato… Myrcella, nonché terza figlia di mio padre Re Robert Baratheon e di mia madre Cersei Lannister, dovranno tornare con noi il prima possibile. >
Sentendo quelle parole, Rickon non volle crederci.
< No… Myrcella non lascerà mai questo castello. È sotto la mia più totale protezione. >
< Ma questo non interessa a mio padre… Lui vuole che ritorni immediatamente ad Approdo del Re dalla sua famiglia. E non possiamo metterci contro il volere di mio padre. >
< Margaery… >
Ma la giovane Tyrell non seppe cosa dire, distogliendo lo sguardo dal messaggio e da Rickon.
< Margaery non può fare nulla… Nessuno può più fare nulla… Avvertiremo i nostri rispettivi soldati di tenersi pronti per andarcene da qui > disse infine Joffrey prima di scomparire verso la sua stanza accompagnato da Robin.
< Abbiamo avuto quello che volevamo > fece Joffrey sorridendo compiaciuto.
< Che intendi dire? >
< Mia sorella… lascerà per sempre questo luogo. E Rickon Stark non potrà fare niente per fermare tutto questo. >
< Io non volevo che finisse così! Io volevo questo castello! > protestò Robin sottovoce.
< Lo avrai, ma non ora… Parlerò con mio padre dei nostri desideri. E visto che tu hai un debole per mia sorella, che ne dici di unirti per sempre a lei con un matrimonio degno di un vero principe? >
< Sarebbe il sogno di una vita > rispose estasiato Robin.
< Lo immaginavo… Per ora andiamocene da questo posto. L’odore di quel moccioso degli Stark mi sta dando alla testa. >
 
 
Mentre Rickon si stava dirigendo verso la camera di Myrcella, cercava di trovare le parole per dirgli che suo padre gli imponeva di tornare subito ad Approdo del Re.
< Myrcella, posso disturbarti? > fece il ragazzo dopo aver aperto la porta della sua stanza.
Ma la ragazza non rispose, limitandosi a fissare le sue valigie già pronte per la partenza.
< Hai saputo della lettera? >
< Le notizie corrono veloci in questo castello, sai? >
< Chi te l’ha detto? Non aveva nessun diritto… >
< E’ una cosa che riguarda me personalmente. E comunque non volendo ho incontrato Joffrey e Robin che mi hanno spiegato tutto… Grazie al tuo stupido piano di cacciare loro due, hai fatto in modo di cacciare anche me. >
< Mi dispiace, non avrei mai pensato… >
< Ti avevo già detto che la mia famiglia stava facendo di tutto per spingermi a ritornare da loro. E adesso che hanno scoperto che ero nascosta qui da te, ormai non posso più tirarmi indietro. >
< Myrcella, ti prego di perdonarmi… >
< No, Rickon. Non ti perdonerò mai… Dovrò tornare a casa accompagnata da quei due bifolchi che hanno provato ad abusare di me. Riesci a capirlo?! >
< Scriverò subito a tuo padre dicendogli di farti rimanere qui e di tutte le colpe di Joffrey. >
< Non ti crederà mai. Anche se mio padre è molto amico del tuo, non penserebbe mai che il suo primogenito Joffrey possa commettere simili cattiverie. >
< Ma mi dovrà ascoltare! >
< E’ inutile che ti arrabbi. Quello che è fatto è fatto. E noi non possiamo cambiare il passato. >
Mentre stava provando ad avvicinarsi a lei, Rickon notò delle lacrime sul viso dolce e angelico della sua amata.
< Sei ancora arrabbiata con me per quello che ti ho fatto? >
< Adesso non ha più importanza… Non puoi frenare i tuoi reali sentimenti. >
< Myrcella, ti prometto che farò di tutto per riportarti qui nel mio castello senza che tuo fratello o Robin possano ostacolarci in qualche modo. >
< Non credo che sarà mai possibile… Mio padre desidera ardentemente che io rimanga vicino a lui e che diventi una brava donna che sa ricamare e fare altre stupide mansioni. >
< Tra noi due non può finire così… >
< Mi dispiace Rickon, ma questo è un volere superiore rispetto ai nostri desideri. >
< Myrcella, sei pronta? Dobbiamo andare > fece Robin irrompendo nella stanza della ragazza.
< E tu che cosa ci fai qua? Fuori da questa stanza immediatamente! > gridò Rickon inviperito.
< Suo fratello e i nostri soldati sono pronti da molto tempo ormai. Non possiamo più aspettare. >
< Sono io che deciderò quando ve ne andrete. E adesso non è il momento. >
< Hai intenzione di discutere gli ordini di Re Robert? Non ti conviene, sai? >
< Adesso finitela… Arrivo subito, Robin. Io e Rickon abbiamo finito. > fece Myrcella prendendo tutte le sue cose.
< Aspetta un attimo. Ti aiuto io > fece Robin.
< Grazie… >
< Aspettami pure nella carrozza. Devo dire un’ultima cosa a Rickon. >
< D’accordo. >
Una volta rimasti soli, Robin squadrò malamente Rickon con un sorrisetto compiaciuto.
< Hai fatto il nostro gioco, Rickon. Adesso non rivedrai mai più Myrcella. >
< Questo è da vedere… Tu e quell’insulso di Joffrey non provate a fare cose spiacevoli su di lei, altrimenti ne verrò a conoscenza e la mia vendetta sarà implacabile. >
< Non ti preoccupare. Myrcella è in buone mani… Addio. >
< Robin! >
< Che cosa c’è, Rickon? >
< Tu mi stai nascondendo qualcosa. Lo vedo dal tuo sguardo. >
< Niente che ti possa interessare… Quando ormai sarà tutto deciso, verrai a sapere di una gradita sorpresa. >
< Di quale sorpresa stai parlando? >
< Non posso dirti niente. Mi dispiace. >
< Robin, fermati immediatamente! >
< Addio per ora, Rickon Stark. È stato bello finché è durato > disse infine Robin prima di uscire dalla dimora di Rickon accompagnato da Joffrey, Myrcella e da una moltitudine di soldati.

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Capitolo 8
*** Contro il volere dei potenti ***


Inorridito da come la situazione aveva preso una brutta piega, Rickon fece chiamare immediatamente Davos.
< Volevate vedermi, mio Signore? >
< Non doveva andare così!  Myrcella non doveva lasciare questo castello! > gridò Rickon battendo violentemente i pugni sulla sua scrivania.
< E’ stata una mossa azzardata, non c’è che dire… Perché non avete voluto ascoltarmi e avete fatto di testa vostra? >
< Ti prego, Davos. Evita di farmi la paternale. Non sei mio padre. >
< Lo so bene… Però pensateci un attimo: siete riuscito a liberarvi di loro due. Ma lo comprendete che questa è stata una sconfitta? >
< Lo so! In questo momento Myrcella è in viaggio con quei due verso Approdo del Re. Ed io non ho potuto fare niente per fermarli! >
< Volete risolvere la situazione? Parlate con suo padre. Sono sicuro che ascolterà i vostri più profondi desideri e acconsentirà alla vostra unione con sua figlia. >
< Non lo so. Re Robert Baratheon non è un tipo che si fa convincere molto facilmente. Anche se sono l’ultimo figlio di un suo grande amico. >
< Allora cosa avete intenzione di fare? >
Riflettendo molto velocemente sulla situazione, Rickon fu annebbiato dall’impulsività e dalla rabbia che gli ribolliva nelle vene.
< Dobbiamo andare ad Approdo del Re. È l’unica soluzione. >
< Lo credo anch’io, mio Signore. Faccio preparare la carrozza? >
< No. La carrozza è troppo lenta. Ci andremo a cavallo e ci porteremo dietro tutti i soldati. >
< Cosa? Nessun soldato rimarrà qui a protezione del castello? >
< Ormai il castello non corre più nessun pericolo. Adesso la cosa più importante è riportare Myrcella da me, capisci? >
Davos comprendeva la rabbia e la collera di Rickon, evitando di andare contro le sue decisioni.
< Molto bene. Allora partiamo il più presto possibile. >
< Sì. Non riesco a stare tranquillo con Myrcella lontano da me. >
< L’amate davvero tanto, vero? >
< Più di qualsiasi altra cosa… E non smetterò mai di lottare per lei per riconquistarla. >
< Secondo me dietro alla sua riconquista c’è dell’altro… Volete scoprire le reali intenzioni di Robin Arryn, vero? >
< E tu come fai a saperlo? >
< Mio Signore, non credete di conoscervi abbastanza bene? Sono al vostro servizio da quando siete nato. >
< Sì, hai pienamente ragione Davos > rispose Rickon sorridendo.
< Adesso però basta perdere tempo. L’esercito sarà pronto per marciare tra un’ora al massimo. >
< Ed io sarò pronto con voi. >
 
 
Approdo del Re
Myrcella si rifugiò nella sua camera evitando di parlare con tutta la sua famiglia.
Ma il suo nascondiglio non poteva durare in eterno.
Prima o poi avrebbe dovuto affrontare i suoi reali problemi.
< Myrcella > fece suo padre entrando nella sua camera senza avere il suo esplicito consenso.
< Padre… Che cosa posso fare per voi? > domandò la ragazza con tono triste.
< Posso parlare con te senza che tu ti possa nascondere da qualche parte? >
< Non vi preoccupate. Io non andrò da nessuna parte. >
Re Robert Baratheon fissava la sua terzogenita con sguardo serio e pacato.
< Perché sei così triste? >
Ma la ragazza non voleva rispondere per evitare di ferire suo padre.
< Rimanere muta come un pesce non risolverà mai la diatriba tra me e te. >
< No, padre. Non c’è nessuna diatriba tra voi e me. >
< E allora mi dici che cosa diavolo ti succede? Sei appena tornata a casa e non mi hai nemmeno degnato di un saluto. Lo sai che avrei potuto punirti? >
< Lo so, padre… Mi dispiace ma non avevo nessuno voglia di vedere nessuno. >
< E’ successo qualcosa tra te e tuo fratello Joffrey? Parlami! >
Myrcella vedeva che suo padre stava perdendo piano piano la pazienza, ma non poteva confessare di cosa era capace quel ragazzo.
< Volevo rimanere nel castello di Rickon Stark… Per me quella era la mia vera casa. >
< Cos’è che ti manca qui? >
< La protezione di Rickon Stark. >
Sentendo quelle parole, Re Robert Baratheon era sempre più convinto che c’era qualcosa che tormentava profondamente sua figlia.
< Sei forse innamorata di quel ragazzino? >
< Adesso non lo so più… Quando ero nel suo castello lo consideravo come un amico. Ma adesso che sento la sua mancanza, non posso stare più senza di lui. Credete che sia amore? >
< Non lo so, Myrcella. Io non sono tipo da queste cose. >
< Avete ragione. Scusate. >
< Non mi devi chiedere scusa. Hai fatto bene a parlarmene… Però adesso sono io che ti devo dire una cosa. >
< Di cosa si tratta, padre? >
< Tuo fratello Joffrey mi ha chiesto di darti in sposa a Robin Arryn per rafforzare le nostre due casate. >
< Cosa? >
< Non sapendo cosa rispondere, gli ho detto che ci avrei pensato sopra. >
< Non mi sposerò mai con quel maledetto. Nemmeno se fosse l’ultimo uomo su questa terra. >
< Perché? Cos’ha quel ragazzo che non va? >
< E’ un uomo viscido e senza scrupoli. Come mio fratello Joffrey. >
< Lo sapevo che c’era qualcosa che ti tormentava! Adesso dimmi che cosa ti ha fatto, altrimenti non uscirai mai più da questa stanza. >
< Fidatevi, padre. Preferirei morire di fame nella mia stanza che poter uscire… Comunque non so se posso raccontarvelo. È una cosa molto grave e atroce. >
< Figliola, se vuoi che il tuo presunto incubo finisca, devi raccontarmi che cosa ti affligge. >
Dopo averci pensato per alcuni secondi, alla fine Myrcella si decise a raccontare tutto a suo padre.
< Mettetevi comodo, padre. Sarà una storia che vi farà saltare da questa sedia. >
 
 
Robin Arryn era accompagnato da Joffrey Baratheon nella visita della capitale dei Sette regni.
< Davvero bello questo posto. Non ho mai visto niente di simile > rispose Robin con tono estasiato.
< E ancora non hai visto il castello che poi diventerà mio dopo la morte di mio padre… E’ molto più affascinante di quel maniero di Rickon Stark di cui ti vuoi impossessare. >
< Lo sai che voglio quel castello solo per fare un dispetto a Rickon e sposare la sua amata Myrcella. >
< A proposito di Myrcella… Ho parlato con mio padre dicendogli che unire la tua casa con la nostra sarebbe molto vantaggioso per tutti noi. >
< Davvero? E lui che cosa ti ha detto? >
< Mi deve far sapere… Però non l’ho visto molto scettico. Secondo me accetterà la nostra causa. >
< Speriamo in bene. >
< Non ti devi preoccupare. La situazione è completamente sotto controllo. >
< D’accordo. Mi fido di te. >
Quando Joffrey e Robin stettero per arrivare dinanzi alla casa del piacere di Lord Baylesh, al principe Baratheon venne un’idea.
< Robin, che ne dici se ci divertiamo un po’ assieme ad alcune puttane? >
< Non lo so… Non credo che sia molto rispettoso nei confronti di tua sorella Myrcella. >
< Adesso non fai altro che preoccuparti per lei? È solo una ragazzina senza cervello. Le donne non devono essere rispettate. Devono essere trattate da schiave. >
Le parole del suo amico Joffrey lasciarono alquanto perplesso Robin.
< Va bene, faremo come hai detto tu. Un po’ di divertimento non ha mai guastato nessuno. >
Entrando nella dimora di Ditocorto, Joffrey e Robin furono accolti a braccia aperte come se ad arrivare fosse stato il re in persona.
< Cari ragazzi, vi do il benvenuto nel mio Regno. Prego, seguitemi pure. Vi farò scegliere le donne più belle dei sette regni. >
< Ottimo, Baylesh. Noi siamo due uomini che vogliono solo il meglio. >
< Questo e molto altro per l’erede al Trono di Spade. >
Riunendosi in una vasta sala, Robin e Joffeey si ritrovarono dinanzi a decine e decine di donne proveniente da ogni parte del mondo.
< Allora? Che cosa ve ne pare? Sono bellissime? >
< Non basta essere belle… Sapranno soddisfare ogni nostro desiderio? >
< Certo che sì. Ho scelto per voi le migliori in assoluto > rispose Ditocorto.
< E sono così tante? I miei complimenti, Lord Baylesh. >
< Cerco sempre di dare il meglio ai miei clienti, vostra altezza. Ormai dovreste conoscermi. >
< Certo… Io sceglierò questa biondina innocente e questa rossa focosa. >
< Ottima scelta… E per il vostro amico? >
< Allora Robin? Vuoi che ti aiuti nella scelta? >
< Oh, no… Per me va bene questa donna dai capelli lunghi castani. >
Una volta che i due principi scelsero le loro donne, furono condotti in due stanze diverse per esaudire il loro piacere sessuale.
< Vedi di fare un bel lavoro, Robin. >
< Io faccio solo dei bei lavori > replicò il ragazzo piccato.
< Ottimo. È così che voglio sentirti parlare. >
Appena i due ragazzi furono completamente svestiti, un urlo acuto richiamò immediatamente la loro attenzione.
< Che cosa sta succedendo? > domandò la puttana di Robin.
< Non lo so. >
Incuriosito, Robin Arryn uscì dalla sua stanza con solo la vestaglia addosso.
< Ditocorto! Dimmi immediatamente dove si trova mio figlio! > gridò Robert Baratheon.
< E’ in compagnia di alcune fanciulle > rispose frettolosamente l’uomo.
< Magari è pronto a sodomizzarle o ad abusare di loro, vero? >
< Non so che cosa potrebbe fare vostro figlio alle mie ragazze… >
< Te l’ho appena detto, stupido. Portami immediatamente da lui! >
Ditocorto non aveva mai visto così furioso il suo Re prima d’ora.
Appena il vecchio Re entrò nella stanza dove suo figlio stava incominciando a godere, intimò alle due ragazze di uscire immediatamente e di lasciarli da soli.
< Padre, ma cosa sta succedendo? Perché state gridando come un forsennato? >
< Vuoi sapere perché grido? Fai prima uscire queste puttane poi te lo dirò. >
< Non mi sembra molto ragionevole. Ho pagato la loro compagnia e desidero che mi facciano godere finché lo vorrò. >
< Osi metterti contro tuo padre? > rispose Robert sguainando la sua spada < Vuoi che ti tagli il tuo pisellino reale? >
< Ma padre… >
< Niente ma! Fai immediatamente quello che ti ho detto! È un ordine. >
< Andate via! Tutte e due! Replicò frettolosamente Joffrey alle sue ragazze prima di essere lasciato solo con suo padre.
< Ditocorto. >
< Ditemi, maestà. >
< Porta subito qui quell’impiastro di Robin Arryn. Ho bisogno di parlare subito anche con lui. >
< Certo. Lo vado a chiamare immediatamente. >
Re Robert Baratheon fissava suo figlio con tale crudeltà che l’avrebbe potuto uccidere con le sue mani.
< Tua sorella Myrcella mi ha raccontato tutto… Ti divertiti ad abusare di lei, non è vero? Quale mente malata potrebbe spingerti a tanto se non la tua depravazione? >
< Voi credete alle parole di quella sgualdrina? Non vi facevo così stupido. >
< Attento a come parli, ragazzo. Ho ancora in mano la mia spada. Non costringerti a tagliarti la gola e a mettere fine alla tua inutile inesistenza. >
< io non ho mai toccato mia sorella. Che cosa gli è venuto in mente? >
< Continui a mentirmi ben sapendo che tua sorella stia dicendo la verità? Mi ha fatto vedere i segni che gli hai fatto. >
< Non sono stato io! È stato Rickon Stark! >
< Rickon Stark? L’ultimo figlio del mio amico Ned non si sognerebbe mai di poterla toccare. >
< Non è vero, padre. Io l’ho visto quando stava abusando di lei nel suo castello. Ve lo giuro su mia madre. >
< Smettila di giurare. Non ti servirà a niente. >
< Mio Signore, volevate vedermi? > fece Robin arrivando all’improvviso con le gambe che continuavano a tremargli dalla paura.
< Ecco il piccolo erede della Valle… Sei innamorata di mia figlia Myrcella, vero? >
< Più di ogni altra cosa. Farei qualsiasi cosa per lei. >
< Ah, davvero? Anche vederla abusare da suo fratello? >
< Cosa? >
< Ragazzino, pensi che io sia nato ieri? Myrcella mi ha raccontato che l’avete stuprata anche voi due assieme… Ed io dovrei dartela in sposa? Preferirei sgozzarti e uccidere tutti quelli della tua razza piuttosto che darti la sua mano. >
< Mio Signore, non volevo > rispose terrorizzato Robin con le lacrime agli occhi.
< Allora confessi? Tu e Joffrey avete abusato di lei? >
< Io non volevo che Joffrey potesse arrivare a tanto, però quando si mette in testa una cosa è difficile fargli cambiare idea… Vedete? Come oggi, ad esempio. Io non volevo venire qui ma vostro figlio mi ci ha trascinato! >
< Stai zitto, maledetto! Fuori da questa stanza! > gridò Joffrey.
< Sì, fuori da questa stanza… Rivestiti immediatamente e fai ritorno nella valle. Non dirò niente a tua madre, ma se ti rivedrò nella mia città o vicino a mia figlia, ti giuro sul mio onore e sulla mia famiglia che non avrò pietà di te. Mi sono spiegato? >
< Sì, mio Signore. >
< Adesso vattene. Non voglio mai più vedere la tua lurida faccia da ragazzino innocente. >
Senza che se lo potesse far dire due volte, Robin Arryn prese le sue cose per poi scomparire tra la folla di Approdo del Re e prendere la prima nave che l’avrebbe portato dritto a casa.
< Tu rivestiti immediatamente. Dovrai chiedere scusa a tua sorella in ginocchio e in mia presenza. >
< Non lo farò mai! >
< Ah no? Allora taglierò il tuo cazzo così che non potrai mai più abusare nessuna donna. Vuoi ridurti così? >
< Padre, vi prego. Abbiate pietà di me > fece Joffrey con le lacrime agli occhi.
< Finché sarò in vita, sono io che prendo le decisioni su di te. Mi sono spiegato? Non si può andare contro il volere dei potenti. Soprattutto se sono tuo padre… Risparmierò la tua inutile esistenza solo perché sei mio figlio. Ma azzardati a toccare Myrcella anche con un capello e la mia furia sarà implacabile. Ora rivestiti immediatamente. >
< Posso almeno finire di godere con quelle due donne? >
< Allora non mi hai capito… Vuoi forse… >
< D’accordo. Mi rivesto immediatamente > rispose Joffrey mentre suo padre lo continuava a fissare con odio.

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Capitolo 9
*** Legame indissolubile ***


Appena giunti ad Approdo del Re, Rickon e Davos giusero fino al Palazzo Reale per parlare immediatamente con Myrcella Baratheon.
< Voi chi siete? > domandò una guardia ai due viaggiatori.
< Sono Rickon Stark, figlio di Eddard Stark e Cathlyn Tully. Questo è il mio fidato consigliere Davos. Dovremmo parlare immediatamente con Myrcella Baratheon o con suo padre. >
< E chi mi dice che tu sia veramente un membro della casata degli Stark? >
< Non lo vedi il nostro stemma? >
< Potresti averla rubata… Molti ragazzini della tua età rubano oggetti di casate potenti per spacciarsi come uno di loro o rivenderli per fare soldi. >
< Vi dico che sono il vero Rickon Stark! Come posso mostrarvelo? >
< Magari combattendo contro di noi > fece l’altra guardia < Ho sentito che gli Stark sono degli ottimi guerrieri. E se tu sei uno di loro, non puoi essere da meno. >
< Noi non siamo venuti qui per combattere. Dobbiamo trovare Myrcella Baratheon > fece insistentemente Davos.
< Trovarla? Per fare cosa? >
< Questi non sono affari vostri. Fateci passare, altrimenti… >
< Osi metterti contro di noi? Allora fatti sotto! >
Sentendosi minacciato, Rickon sfoderò la spada aggredendo le due guardie.
Ma l’intervento di Re Robert Baratheon in persona evitò che potesse succedere il peggio.
< Che cosa sta succedendo qui?! > gridò l’uomo frapponendosi tra le sue guardie e il giovane ragazzo.
< Vostra maestà, questo ragazzo voleva passare nel vostro castello senza il nostro permesso. >
< Avevo bisogno di parlare con il Re in persona. Voi sapete dove posso trovarlo? >
< Rickon? >
< Che cosa c’è, Davos? >
< Ce l’hai davanti il nostro Re. >
Fissandolo con sguardo rammaricato, Rickon Stark rinfoderò la spada chiedendo subito scusa.
< Non devi chiedermi scusa, Ragazzo > replicò Re Robert con tono pacato < Mi piace la tua grinta. Hai rischiato di farti uccidere da due delle mie guardie migliori. I miei complimenti. >
< Allora sarebbe stata una sfida molto interessante > rispose Rickon sorridente.
< Sì… Per noi > mormorarono le guardie.
< Non vi conviene fare troppo gli spiritosi. >
< Perché? Hai ancora intenzione di metterti contro di noi? >
< Ora che c’è il nostro Re, no. >
< Hai forse paura? >
< Smettetela voi due. >
< Scusateci, maestà. >
< Adesso potete pure andare. Penserà io al ragazzino e al suo consigliere. >
< Come volete voi, maestà. >
Appena Robert si ritrovò con il ragazzo e il suo consigliere, li scortò dritti nel castello.
< Rickon Stark, che cosa ti porta nella mia dimora? >
< Devo salvare vostra figlia dalle angherie di suo fratello Joffrey e da quel viscido di mio cugino Robin Arryn. >
< Robin Arryn è tuo cugino? Non l’avrei mai detto. >
< Sì. Mia zia, ovvero la sorella di mia madre Cathlyn Tully, è sua madre. >
< Spero che tu sia molto più sano di mente che di lui. >
< Assolutamente sì. >
< E sentiamo, perché avresti dovuto salvare mia figlia da suo fratello Joffrey e da quel miserabile ragazzo? >
< Maestà, non saprei proprio da dove cominciare… Hanno osato fargli provare le pene dell’inferno a quella povera ragazza. Dovete credermi. >
< Ti credo, ragazzo mio. Infatti sono già a conoscenza di cosa gli hanno fatto. >
< Davvero? >
< Sono il Re dei Sette Regni. Ancora non riesco a capire come ho fatto a non rendermi conto di una cosa che avevo fin dall’inizio sotto il naso… Sono stato proprio uno stupido. >
< Maestà, voi non avete colpe… >
< Invece sì. Non sono riuscito a crescere il mio primogenito come un vero guerriero degno del mio cognome… E’ solo un viziato ragazzino che si diverte a stuprare sua sorella. È davvero disgustoso. >
< In questo momento spererei che lui e mio cugino abbiano avuto quello che si meritano. >
< Sta di fatto che è così. Tuo cugino a quest’ora è sul sentiero per ritornare nella valle. Ma Joffrey… deve ancora pagarla. >
< Maestà, mi fareste l’onore di pensarci da solo? >
< Che cosa vuoi fargli? Ucciderlo? >
< Sì. È quello che si merita > rispose Rickon senza mezzi termini.
< Mi dispiace ragazzo, ma non posso permettertelo. >
< Vostra maestà, so che è vostro figlio, ma ha osato abusare della mia amata Myrcella… >
< Mia amata Myrcella? E da quando in qua voi due… >
Rickon si pentì amaramente di aver confessato involontariamente l’amore per sua figlia al Re.
< Mi dispiace maestà, ma non avrei voluto che l’avreste scoperto così… >
< Sei venuto qui solo per lei, vero? Molto bene. >
Dopo essersi riunite nella sala del Trono di spada, Rickon rimase esterrefatto per la bellezza del trono.
< Toglie il fiato, vero? Adesso capisci perché le casate più importanti vorrebbero sederci sopra. >
< Ma non mio padre… >
< Già… Il tuo vecchio preferirebbe morire che stare là sopra. Chissà perché… Non lo capirò mai. >
< A lui basta solo il Nord. >
< E tu? Che cosa vorresti? >
< Ecco… io… >
< Lascia stare. Sei già fin troppo imbarazzato > rispose Re Robert sorridendogli.
< Avete ragione. >
< Comunque, tornando a noi, sei pronto per rivedere Myrcella? >
< Prontissimo, maestà. >
< Però prima farò entrare mio figlio Joffrey. Deve ancora chiedergli scusa. >
Una volta chiamato il suo primogenito, Rickon poté vedere che aveva delle profonde escoriazione sulla schiena.
< Ti è bastata la tortura, figliolo? >
< Ce n’era davvero bisogno? >
< Assolutamente. Così la prossima volta imparerai a comportarti come un viscido uomo senza onore. >
< L’onore è per i deboli, padre. >
Sentendo quelle parole, Re Robert gli mollò un sonoro schiaffo dinanzi a Rickon.
< Quindi secondo t io sarei un debole? Non mi pare proprio… Infatti quello che li sta prendendo sei proprio tu, Joffrey... Adesso chiederai scusa a tua sorella dinanzi al suo amato. Fate entrare mia figlia Myrcella. >
Una volta che la giovane di casa Baratheon entrò nella sala del trono, il cuore di Rickon mancò un battito.
Non aveva mai visto Myrcella così triste.
Ritornare nella capitale non aveva fatto altro che peggiorare il suo umore.
< Avvicinati figliola. >
Ma la giovane ragazza non si mosse, troppo timorosa di ritrovarsi dinanzi a suo fratello.
< Non ti preoccupare per tuo fratello Joffrey. Non ti potrà più far del male ora. Ha avuto quello che si merita. >
< Non ce n’era bisogno, padre. >
< Che cosa? Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Ha abusato di te! >
< Lo so. Ma toccava a me punirlo come si doveva. >
< E sentiamo, che cosa gli avresti fatto? >
Cercando di trovare tutto il coraggio necessario, Myrcella si avvicinò a lei ritrovandoselo faccia a faccia.
< Perché mi guardi? Ti faccio pena? >
< Sì, fratello… Ed è per questo che io ho pietà di te. >
Re Robert non poteva credere a quello che vedeva.
< Myrcella, sei davvero certa… >
< Io non sono rancorosa contro di lui, nemmeno se mi ha fatto del male… La rabbia e la cattiveria rovinano l’uomo. Ed io non voglio essere come lui. Mi capite, vero? >
< Certo che ti capisco, figliola > replicò Robert baciandogli la fronte dopo averla fatta rialzare da terra < Sei la persona più buona che io potessi mai conoscere. Ed è per questo che sono onorato per aver cresciuto una figlia così. >
< Vi ringrazio, padre. È bello ripagarvi così. >
< Portate via mio figlio da qui > ordinò Re Robert alle sue guardie.
< Adesso che cosa ne sarà di lui, padre? >
< Andrà dritto nell’esercito reale. Così imparerà ad essere un vero uomo e tu non lo rivedrai mai più per il resto della tua vita. >
< Ma padre… >
< Mi dispiace figliola, ma non posso accettare quello che ti ha fatto. È più forte di me. >
Comprendendo il timore di suo padre, Myrcella acconsentì alla sua richiesta.
< Non saremo mai una famiglia unita, vero? >
< Questo non lo so, Myrcella. Ma l’unica cosa che conta per me è la tua felicità… Una felicità che non è molto lontana da te. >
Girando lo sguardo, Myrcella poté vedere Rickon ancora emozionato per averla rivista.
< Rickon, sei giunto fin qui… >
< Adesso basta parlare, Myrcella. Mi sei mancata tantissimo. >
< Anche tu, Rickon. In questi giorni ho capito che non posso stare lontano da te. Nemmeno se volessi. >
< Quindi per te sono sempre un amico? >
< Certo che no. >
Prendendo il suo viso, Myrcella baciò Rickon Stark proprio dinanzi a suo padre, destandogli non poco imbarazzo.
< Perdonatemi, padre. Ma non riuscivo a trattenermi. >
< Non preoccuparti, Myrcella. Anche se sono un uomo burbero, comprendo i sentimenti come l’amore. >
< Vi ringrazio. Per tutto quanto. >
< Adesso che cosa farai? Immagino che il tuo futuro non sia qui ad Approdo del Re. >
< Io e Rickon passeremo i nostri giorni fino alla morte nel castello di Saint Michel Mount. Sempre che Rickon sia d’accordo. >
< Non desidero altro, amore mio. >
< Quindi hai deciso di non venirmi mai più a trovare? >
< Certo che no. Giungerò molto spesso nella capitale per venire a trovare il mio Re preferito. >
< Ecco, così va meglio > replicò l’uomo prima di abbracciare mia figlia < Che Dio possa benedire la vostra unione fino alla fine dei giorni. >

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