Don't You Worry Child

di Relie Diadamat
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mano ***
Capitolo 2: *** Promesso ***
Capitolo 3: *** Qualcuno che hai amato ***
Capitolo 4: *** La prima vera carezza ***
Capitolo 5: *** L'inizio della fine ***



Capitolo 1
*** Mano ***


I. Mano


È la prima vera mano che stringe, quella di Watari.

Winchester è gelida dinanzi ai suoi occhi, bianca più del bianco. La neve ha ricoperto tutto, dalle strade ai tetti e continua a cadere sulle loro teste scoperte. Watari è lì, al suo fianco, e L si volta a guardarlo con curiosità.

La Wammy’s House sembra così grande agli occhi di L, ancora così piccolo. Gli sembra enorme, maestosa e – forse – un po’ spaventosa. Ma Watari gli stringe la mano, quella che nessuno prima d’ora aveva mai stretto in quel modo, e improvvisamente quel luogo diventa casa.


 
[97 parole]


 

Qualcuno mi fermi.
Ieri ho ripreso Death Note, provando a guardare l'anime dopo quel dannatissimo episodio 25. E questo è stato il risultato.
Mi ha sempre intenerito la fedeltà e l'ovvio ma implicito affetto - sicuramente ricambiato - che Watari provava per L; il mio cuore non può proprio accettare la loro uscita di scena. No, no, no.
Meritavano di meglio. Punto. 

Questa sarà una Raccolta dedicata solo ed esclusivamente al rapporto padre-figlio tra L e Watari. 
Ultimamente sto scrivendo solo Raccolte, qualcuno mi fermi p2!
Grazie a chi è arrivato fin qui. 

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Capitolo 2
*** Promesso ***


II. Promesso
 
Because love is not an emotion.
Love is a promise.

- Doctor Who



Il rumore dei passi di Watari risuonò nei corridoi dell’orfanotrofio rompendo il silenzio religioso che vi aleggiava. Le lezioni andavano avanti ormai da ore, e il sole picchiava contro i vetri della Wammy’s House con gentilezza.

Rallentò l’andatura solo una volta dinanzi alla stanza di L. Non poteva permettersi atteggiamenti bruschi col bambino, nemmeno se dettati da un’immensa preoccupazione. Prese fiato, incamerandolo nei polmoni nel tentativo di calmarsi.
Adagiò delicatamente la mano sulla maniglia e l’abbassò.


La stanza era immersa nella penombra, le lunghe tende oscuravano le vetrate e le luci erano spente. L’unico sprazzo di luce proveniva dalla finestra più lontana dal letto.
Watari si richiuse la porta alle spalle senza fare rumore, avvicinandosi piano alla figura esile sdraiata sul materasso e coperta fino al mento dalle lenzuola. A quella vista,  le labbra di Quillsh s’ incurvarono in un sorriso intenerito.

L sembrava un angioletto con gli occhi chiusi e i capelli neri scompigliati sul cuscino.
Allungò una mano verso la fronte imperlata di sudore del piccolo, scoprendola ancora bollente. Lasciò scivolare le dita lungo le ciocche scure, accarezzandogli quella testolina troppo brillante e cocciuta.


Erano mesi che L aveva preso la brutta abitudine di dormire al massimo tre ore per notte; restava sveglio fino a tardi, rannicchiato in un angolo della stanza, ad esaminare fascicoli su fascicoli rubati in classe la mattina precedente.
Lo ritrovava così, Watari, una mezz’ora dopo l’alba. Il pollice portato alle labbra e gli occhi stanchi.
Quello era l’unico vizio che non avrebbe mai appoggiato.


Prese posto su una poltrona, osservandolo dormire. Si soffermò su quel respiro affannoso, sulle palpebre calate e vinte dalla febbre…  Una parte dell’uomo avrebbe voluto che L non crescesse mai, che restasse al sicuro in quelle quattro mura, ma sapeva che non sarebbe mai stato possibile.

L era destinato ad altro, alla grandezza.


E al pericolo.


Un mugugno e la manina del piccolo spuntò dalle lenzuola bianche, sforzandosi di raggiungere il tessuto nero della giacca del suo mentore. «Freddo».
Watari si sporse sul letto, permettendo ad L di stringergli la stoffa della manica destra tra le dita. Lo vide aprire di poco gli occhi lucidi per l’influenza e cercarlo con lo sguardo.
«Passerà presto», lo rassicurò, accarezzandogli di nuovo la fronte. «Promesso».
Una carezza, poi un’altra e un’altra ancora.
Per quanto L potesse essere intelligente e speciale, rimaneva pur sempre un bambino. Piccolo, indifeso e fragile. E Watari non aveva nessuna intenzione di lasciarlo solo, nemmeno per un attimo. Gli sarebbe restato accanto finché gli fosse stato possibile, fino alla fine dei suoi giorni.


Promesso.



L dormì per dieci ore filate senza lamentarsi.


 


[434 parole]


Premetto che nella mia testa era mooolto meglio. 
L'idea mi è venuta un po' per caso, curiosando tra varie fanart su internet. Watari tiene ad L più che a chiunque altro. Forse tiene a lui più della sua stessa vita. 
L'ho sempre immaginato a ingoiare la preoccupazione, sempre con la morte nel cuore ogni volta che il suo pupillo si esponeva troppo. 
Come potrebbe non morire dalla preoccupazione con un L piccolo e indifeso? E malato, per altro.
Io lo immagino lì, seduto al suo capezzale per tutta la notte. Pronto ad accarezzarlo per rassicurarlo - e per rassicurarsi.
Io li amo troppo. 

Grazie a chi è arrivato fin qui e a chi ha inserito la raccolta nelle seguite. Mi rendete una ragazza felice!

 

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Capitolo 3
*** Qualcuno che hai amato ***


 
III. Qualcuno che hai amato

"Quillsh Wammy adopted L as his own child; 
and even since then, was the only person L trusted and loved completely"



Tre settimane dopo l’arrivo del bambino in orfanotrofio, L e Watari furono costretti a separarsi per la prima volta.
L’inventore fu tenuto ad assentarsi per un paio di giorni, fuori Winchester. L aveva origliato l’intera conversazione tra il suo mentore e Roger Ruvie che lo stesso Watari gli aveva ripetuto prima di partire.
Gli aveva sorriso, riducendo i suoi occhi in due linee rette, e poi se n’era andato.
L aveva finto di tenere gli occhi puntati sui fogli disposti a ventaglio sul pavimento, le gambe strette tra le braccia e il pollice portato alle labbra. Tuttavia, quando sentì il rumore metallico del cancello, si trascinò accanto alla finestra, contando con i suoi occhioni neri i passi di Watari. Uno dopo l’altro, fino a vederlo scomparire in un’auto scura.
 


Due giorni.


 
Nessuno nella Wammy’s House aveva inquadrato completamente il rapporto nato tra Quillsh e quel piccolo strambo genietto con i capelli sempre in disordine; L era un bambino apatico, a tratti perennemente silenzioso. Preferiva decisamente la compagnia di un dolce ipercalorico a quella di un altro essere umano…  ma Watari era un’ eccezione.
L sembrava apprezzare la sua presenza, le sue domande e il modo in cui gli ronzava intorno. Da quando era arrivato in orfanotrofio, Watari era stata l’unica persona a guadagnarsi un sorriso storto da parte sua.
 


Roger l’aveva tenuto d’occhio, proprio come gli aveva chiesto Watari. Solo quando il capo del bambino si piegò pigramente verso il petto, come un robot spento a causa di un guasto, l’uomo si accorse che L non aveva toccato alcun tipo di cibo per ventiquattro ore.



 
Quando Quillsh ritornò alla Wammy’s House, una delle prime cose che si prodigò di fare fu dirigersi verso la stanza del suo pupillo, dove sapeva che l’avrebbe trovato assorto nei suoi ragionamenti.
La porta cigolò alle sue spalle e Watari ritrovò L esattamente come aveva immaginato. L’unica cosa che non aveva predetto fu l’insolita e goffa corsetta a piedi nudi sul pavimento in legno, terminata tra le sue braccia.
L si era aggrappato a lui come un cucciolo di scimmia, affondando il naso nella sua giacca. Lo sentì inspirare il suo profumo e mormorare: «Sei tornato in treno».
Watari ridacchiò sotto i baffi già bianchi, ricambiando la stretta stranamente energica del bambino. Gli adagiò una mano tra i capelli neri, come un premio meritato. «Deduzione corretta, L», disse. «Come ci sei arrivato?».
«Il tuo odore», gli rispose, la guancia contro la stoffa dei suoi vestiti. «E la macchia di ketchup all’angolo della bocca».

«Sei un bambino davvero intelligente».
«Lo so».



Ma la verità era che L avrebbe distinto il suo odore anche se non fosse stato tanto sveglio. Ne avrebbe avvertito ogni minima variazione, captato ogni differenza, perché nonostante avesse vissuto già otto anni della sua vita, Watari era la prima persona che aveva mai amato.
 



[471 parole]


Questa flashfic è nata grazie a questa bellissima perla notata sul web --> click
Avevo visto solo l'ultima vignetta e adesso mi pento di non aver trascritto l'intera scena come rappresentata qui, ma la Raccolta non è finita, quindi avrò le mie opportunità.
Non so se L potrebbe sembrare OOC - per via dell'abbraccio o per la mancata assunzione di zuccheri -, ma è anche vero che qui è ancora un bambino. Un bambino che è stato accolto, salvato e coccolato come un gattino infreddolito e bagnato da Watari. Credo sia piuttosto plausibile una reazione del genere da parte sua. 
Non ho la più pallida idea da dove provenga la citazione ad inizio capitolo, sorry :(
Ringrazio con tutto il cuore tutti coloro che si sono fermati a leggere e tutti coloro che hanno aggiunto la Raccolta nelle seguite. Grazie, grazie, grazie!

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Capitolo 4
*** La prima vera carezza ***


IV. La prima vera carezza

'Cause all of me loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
- All of me, John Legend
 




Successe una mattina di un giorno qualunque.

Watari era impegnato a sistemare il papillon rosso al collo del bambino, che intanto se ne stava seduto su una poltrona, le gambe contro al petto, a osservarlo con attenzione.

Quei grossi occhioni neri lo studiavano con curiosità e in un modo in cui difficilmente L guardava qualcosa; c’era tenerezza, in quello sguardo e in quella bocca appena socchiusa.
Watari sollevò gli occhi verso di lui, incontrando quel viso pallido incorniciato da una chioma disordinata di capelli neri. Non sapeva cosa ronzasse in quella testolina brillante, a cosa stesse pensando quel piccolo genietto.


La mano di L si fermò sulla sua guancia, in una carezza statica. Lasciò scivolare lentamente i polpastrelli lungo le rughe della fronte, come a contarle una ad una.
Nessuno dei due proferì parola, ma sulle labbra di Watari nacque un sorriso sincero che nemmeno i folti baffi sale e pepe riuscirono a nascondere.


Quella fu la prima vera carezza che L riservò a qualcuno.

 
[165 parole]


Salve a chiunque sia arrivato fin qui!
Anche questa flashfic è ispirata a una dolcissima fanart trovata in rete  --> click 
Ringrazio tutti coloro che hanno letto questa piccola cosetta, tutti coloro che hanno aggiunto la Raccolta nelle seguite/ricordate/preferite.
Grazie!
Buon Ferragosto a tutti!

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Capitolo 5
*** L'inizio della fine ***


V. L'inizio della fine
 




Iniziò davvero presto la fine.
Il conto alla rovescia cominciò in maniera quasi banale, scontata, da manuale. Il giorno prima L era un bambino speciale, intelligente e con gli occhi scuri come la pece… e il giorno dopo era diventato il più grande detective del secolo, l’uomo senza volto e senza nome che consegnava i criminali alla giustizia.
Era bastata la prima pagina di un giornale comprato per qualche moneta, un tè con sette zollette di zucchero e una stupidissima domanda. E L era diventato un mostro.
 

Aveva solo otto anni, ma i suoi occhi non erano ancora cerchiati da vistose occhiaie nere.
Era geniale, brillante, ma non trascorreva ancora la notte in bianco alternando lo sguardo da serie di omicidi all’altra.


 
La fine iniziò presto, però.
 

Watari aveva letto la prima pagina di giornale storcendo le labbra, senza disgusto, passandosi distrattamente la mano sui folti baffi brizzolati.
La pioggia cadeva fitta su tutta Winchester quella mattina, picchiettando violentemente contro i vetri dell’orfanotrofio, rendendo cupi i corridoi riverniciati di bianco.
L era solo, come sempre, seduto al tavolo della mensa. Si portava le ginocchia al petto e qualche ciuffo corvino gli ricadeva sugli occhi. Se ne stava buono e mansueto sulla panca di legno, gli alluci che si torturavano tra loro.
Non amava la compagnia degli altri bambini… o forse, non sapeva come fare per avvicinarsi a loro. Watari non sapeva rispondersi, ma conosceva l’acume di quel piccolo genietto.
Fin dalla prima volta che aveva incontrato quel viso pallido, cadaverico e triste, Quillsh Wammy aveva intravisto dell’altro. Era stato il modo in cui quelle iridi si erano fermate su di lui, acquose e pregne di curiosità.


 
Watari aveva dedicato tutta la sua vita alle sue invenzioni e L era stata la sua più grande scoperta.



Nessun lampo ferì il cielo ma quando la pioggia aumentò, l’uomo si diresse verso quel bambino solo dai capelli in disordine. Gli dedicò un sorriso gentile, posando intenzionalmente il giornale a un passo dalle sue dita, fingendo di voler condividere con lui un tè troppo zuccherato.
Si servì da solo, versandosi il liquido caldo abbandonato sul tavolo in una tazzina di ceramica,  osservando l’esito del suo esperimento.
Con la coda dell’occhio, L aveva sbirciato la prima pagina del giornale, portandosi istintivamente un dito alle labbra. Diventò immobile come una statua di marmo, lo sguardo fisso sulla carta. Watari poteva quasi immaginare gl’ingranaggi di quel cervello mettersi in moto.
Tre ragazzine di quindici erano scomparse nel Sussex, e ritrovate senza vita a distanza di due settimane; avevano tutte la stessa età, ma frequentavano scuole diverse. Non avevano amici in comune, non si erano mai incontrate. Non esisteva alcun tipo di collegamento tra le persone a loro più vicine; non c’era alcuna connessione, se non un piccolo – trascurabilissimo – dettaglio.


«Cosa ne pensi?» gli aveva domandato Quillsh, portandosi la tazzina alla bocca.
L lasciò scivolare l’indice sul labbro inferiore, sollevando il capo dopo diversi minuti. «Come hanno pagato il taxi?».
«Il taxi?»
«C’è il 10% di possibilità…»



 
[499 parole]


 
Questa flash-fic è stato un parto podalico.
Volevo scrivere del primo caso di L - o meglio, del caso che lo aveva indotto a diventare il più grande detective del secolo. Quella piccola scelta che ha condizionato inesorabilmente il suo triste destino.

Non sono capace di scrivere roba brillante alla Arthur Conan Doyle, soprattutto se riassunto in poche righe; chi conosce la serie BBC Sherlock avrà sicuramente colto il rifererimento - sia ai romanzi di Sherlock Holmes che alla serie.
Non mi sono spinta oltre - e spero che già questo piccolo pezzo sia plausibile - perché non volevo rischiare di rovinare tutto. L è geniale, io no xD

Grazie a chiunque sia arrivato fin qui, grazie a tutti coloro che hanno aggiunto la Raccolta nelle preferite/ricordate/seguite. 
Non avete idea di quanto mi rendete felice!

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