La sconosciuta di una sera

di MaryFangirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Un ritorno inatteso ***
Capitolo 2: *** 2. Una serata... ***
Capitolo 3: *** 3. La fine della serata ***



Capitolo 1
*** 1. Un ritorno inatteso ***


Questa fanfiction è una traduzione dal francese in italiano. Info e link subito sotto.

 

Titolo storia originale: L’inconnue d’un soir

Link storia originale: http://hojofancity.free.fr/WorkDisplay.php?v=2&st=1&series=1&choix=0&fm=&status=&s=948&t=

Link autore: http://hojofancity.free.fr/Auteurs.php?v=2&a=1938

 

Nota della traduttrice: Un'altra rivisitazione dell'episodio di Cenerentola? Ebbene...sì! Non so voi, ma è un momento che amo follemente e personalmente non riesco a stancarmi delle tante fanfiction che vi si sono ispirate. Perché Hojo ci ha lasciato con l'amaro in bocca e adoro vedere come le diverse autrici inventano modi perché quel 'quasi bacio' diventi un bacio vero e di conseguenza il sogno di Ryo e Kaori si realizzi *_* è una storia breve, solo tre capitoli, romantica e leggera, penso ci volesse dopo tanto angst e dramma :) buona lettura!

 

 

 

Nella boutique di Eriko, Kaori guardava la sua amica sistemare i ritocchi sulle sue ultime creazioni. Ancora una volta ammirava il suo lavoro. Mentre lavorava, la stilista chiacchierava con la sweeper che era di umore pessimo. Non le aveva fatto domande, ma Eriko sapeva che il motivo della rabbia della sua amica era il suo partner. Non c’era dubbio che Ryo ne avesse ancora fatte delle sue perché Kaori fosse in uno stato simile. Inoltre, ottenne rapidamente le risposte alle sue domande senza nemmeno doverle porre.

“Ti rendi conto, Eriko! Ha osato dire che non ero femminile! Ma è colpa sua se sono così! È stato lui a dirmi di vestirmi così, perché era più pratico per il lavoro! Sarebbe il caso che decidesse quello che vuole! Posso essere molto femminile, se voglio!”

Un piccolo sorriso apparve sulle labbra della stilista, e rispose alla sua amica:

“Sì, hai ragione, Kaori! Ricordi quando ti ho organizzato una serata con Ryo, eri così femminile che Ryo ti ha quasi baciato!”

A quel ricordo Kaori arrossì. Era vero, la serata con Ryo era stata idilliaca. Aveva ballato tra le sue braccia, era un ricordo meraviglioso.

Kaori sussultò quando Eriko esclamò:

“Ci sono! Kaori, questa sera usciamo tra ragazze! Noi due!”

“Che ti prende, Eriko?”

“Stasera usciremo entrambe! E ho il vestito che ti serve!”

Eriko si precipitò nel magazzino e ne uscì pochi minuti dopo con un vestito tra le mani.

“Tieni! Prova questo!” disse la stilista, porgendo l’abito alla sua amica.

Senza alcuna convinzione, Kaori entrò in un camerino e fece scivolare il suo corpo nella stoffa, l’abito era bellissimo, sembrava fosse stato creato per lei. Timidamente, la sweeper uscì, ed Eriko non le diede il tempo di reagire, l’afferrò per un braccio e la costrinse a seguirla. Si ritrovarono in una piccola stanza con una parrucchiera, e la stilista fece sistemare la sua amica sulla sedia.

“Metti anche questa!” disse Eriko, porgendole una parrucca.

Immediatamente Kaori riconobbe l’oggetto che l’amica teneva tra le mani.

“Ma è…”

“Sì! È la parrucca che indossavi quando sei uscita con Ryo! Ti sta così bene!”

Eriko aiutò Kaori a indossarla, e quando la sweeper si guardò allo specchio, vide lo stesso personaggio che era stata durante la sua uscita con Ryo.

Ryo era stato così tenero e premuroso con lei. Era stato il suo fidanzato, ed era stato meraviglioso, un sogno a occhi aperti, una vera fiaba.

“Ora, passiamo al trucco” aggiunse la stilista.

Kaori osservò la propria metamorfosi allo specchio. Non aveva più niente del maschiaccio! Era semplicemente stupenda, e anche se non era la prima volta, faticava a rendersi conto, guardando il proprio riflesso, che la creatura di fronte a sé era lei.

“Ok, ora tocca a me, non muoverti Kaori! Torno subito!”

Lasciando sola la sua amica, Eriko si precipitò nel suo ufficio. Componendo un numero, sperava che Ryo sarebbe caduto di nuovo nella trappola.

Kaori trovò il lasso di tempo lungo, e non sopportando più di rimanere lì, si diresse verso il negozio alla ricerca della sua amica. Ma nessuna traccia di Eriko. La sweeper chiese a una commessa che le rispose che il capo era andato nel suo ufficio.

Allora si diresse verso l’ufficio, quando all’improvviso qualcuno l’afferrò per un braccio, Kaori si voltò bruscamente facendo lasciare la presa dall’importuno, e si fermò nel suo movimento.

“Mi scusi, affascinante signorina! Non è mia abitudine avvicinarmi alle donne così, ma ho ceduto al suo fascino e non ho potuto resistere!”

Kaori non sapeva come reagire, non aveva l’abitudine di vedere gli uomini precipitarsi su di lei in quel modo. Soprattutto visto che quello che si era avvicinato a lei non era affatto male.

Alto, bruno, un sorriso devastante, un completo fatto perfettamente su misura, capelli dal taglio falsamente trascurato certamente opera di un grande parrucchiere, l’uomo sapeva di avere un certo fascino che lo rendeva irresistibile agli occhi delle donne. Con un gesto che voleva far apparire negligente tirò su la manica, rivelando un Rolex.

Vedendo che la sua futura preda sembrava vittima del suo incantesimo, l’uomo continuò:

“Mi permetta, signorina, di invitarla a cena! Una serata con lei al mio fianco, e sarei il più felice degli uomini!”

Kaori non sapeva cosa dire. Non era che l’uomo non fosse di suo gusto, ma aveva promesso a Eriko che sarebbe uscita con lei. Ma come respingere le avances del donnaiolo senza offenderlo. Non sapeva cosa fare! Prima di tutto perché non ci era abituata, ma anche perché se quell’uomo era nel negozio di Eriko, significava che era uno dei suoi clienti. E lei non voleva danneggiare la sua amica rifiutando l’appuntamento!

Camminando sulle uova, Kaori disse con voce sommessa:

“Mi dispiace, non posso accettare, ho già un appuntamento stasera!”

Ma l’uomo era coriaceo e non voleva lasciar il boccone, soprattutto perché lo trovava parecchio di suo gradimento. Quella signorina era davvero ben fatta e già la immaginava nel suo letto. Una sventola del genere non l’avrebbe sicuramente deluso, aveva la sensazione che non avrebbe dormito molto quella notte! Ma al contrario di quanto aveva inizialmente pensato, la ragazza al momento non sembrava essere sensibile al suo fascino, doveva farsi più convincente e persuasivo, avrebbe fatto di tutto per passare la serata e la notte con quella dea che aveva davanti. Così le afferrò di nuovo il braccio, esclamando:

“Non posso accettare un rifiuto da parte sua! Sono sicuro che l’uomo con cui uscirà è una nullità! Non la merita, e sono sicuro che non è alla mia altezza. Non sarà mai in grado di soddisfarti! Non come me! Sono un esperto, sa!”

A quelle parole, Kaori scoppiò a ridere. Lui, un esperto? Non aveva mai incontrato Ryo! Era davvero pietoso confronto a lui! Non aveva un quarto della sua prestanza e del suo carisma. Accanto a Ryo, era davvero scialbo e insipido.

L’uomo fu offeso dal comportamento della giovane donna. Chi credeva di essere per prenderlo in giro? Mai una donna aveva avuto un simile comportamento con lui! Con rabbia, scosse Kaori brutalmente, un raptus di odio distorceva i suoi lineamenti.

La risata di Kaori le morì in gola e, per difendersi, colpì l’uomo con uno dei suoi martelli più grandi. Poi la collera scemò, si rese conto di ciò che aveva fatto, soprattutto quando l’uomo urlò:

“La denuncerò! Se ne pentirà!”

“E io denuncerò lei per aver infastidito una delle mie clienti!” esclamò Eriko, riapparendo. “La prego di uscire dal mio negozio e di non tornare mai più!”

L’uomo, arrabbiato, comprese di non avere altra scelta che andarsene e, senza chiedere il suo resto, uscì dalla boutique.

“Mi dispiace, Eriko!” mormorò Kaori mortificata per la sua amica. “Per colpa mia, hai perso un cliente”

“Non scusarti, Kaori! Al contrario, dovrei ringraziarti! Sono mesi che cerco una scusa per impedirgli di entrare nel mio negozio. Viene qui solo per provarci con le clienti, ma ogni volta loro se ne andavano con lui, non avevo buone ragioni per vietargli di tornare. Quindi lasciamo quel Don Giovanni dov’è e godiamoci la nostra serata!”

 

 

Le due amiche lasciarono il negozio e si recarono in un bar alla moda. Gli uomini presenti non mancarono di girarsi verso le affascinanti signorine appena apparse. Senza prestare alcuna attenzione agli uomini, Eriko si sedette al bancone, su uno sgabello. Kaori, a disagio nel vedere tutti gli occhi su di sé, rapidamente prese posto al suo fianco.

Dando un’occhiata all’orologio, Eriko fu soddisfatta, sapeva che Ryo non avrebbe tardato a presentarsi. Con disinvoltura, ordinò da bere e iniziò a chiacchierare con la sua amica. Sentiva gli uomini intorno a loro e la stilista era sicura che alcuni si sarebbero avvicinati per offrire loro un bicchiere.

Ma sfortunatamente per i presenti, un concorrente notevole aveva appena fatto la sua apparizione. Eriko sorrise al mormorio degli uomini, ebbe un’idea di chi era appena entrato: Ryo. Poteva essere solo lui ad aver appena varcato la soglia del bar.

Il suo istinto non l’aveva ingannata. Qualche istante dopo una voce grave suonò non lontano da loro:

“Eriko! Che felice coincidenza!”

“Buonasera Ryo!” rispose lei.

La stilista era più che contenta che Ryo fosse apparso, ma non era lo stesso per Kaori. Cosa poteva fare Ryo in quel bar distante mille miglia dai cabaret che aveva l’abitudine di frequentare? Ma non ebbe il tempo di rifletterci più a lungo che Ryo si indirizzò a lei:

“Buonasera, affascinante signorina!”

Kaori si voltò verso il suo partner, e con voce leggermente modificata mormorò:

“Buonasera!”

“Strano, signorina, ma il suo viso non mi è nuovo! Ci siamo già incontrati da qualche parte! Aspetti, ci penso…”

Kaori tremava aspettando il verdetto di Ryo. L’avrebbe riconosciuta? Se fosse stato così, quale sarebbe stata la sua reazione? All’improvviso esclamò:

“Lo so! Lei è Cenerentola!”

“Cenerentola, Ryo?” intervenne Eriko.

“Ma sì, Cenerentola! La giovane e affascinante donna con cui ho passato una serata deliziosa, ma che doveva andarsene a mezzanotte…”

Di fronte all’occhiata interrogativa della stilista, aggiunse:

“È vero che tu non lo sai, visto che non ne ho mai parlato! Ma ho incontrato questa adorabile signorina un po’ di tempo fa ormai…”

Eriko, che voleva divertirsi, gli chiese:

“E Kaori è a conoscenza di questa storia?”

Ryo, imbarazzato dalla domanda, replicò:

“Io…voglio dire…”

Non sapendo come liberarsi dalla situazione, si rivolse a Cenerentola per deviare la conversazione.

“Pensavo che fosse andata a studiare all’estero?”

Fu il suo turno di non sapere cosa rispondere. Che scusa avrebbe inventato per giustificare la sua presenza in quel bar?

“Io…” balbettò.

“No, non mi dica niente” disse Ryo. “È qui stasera e vederla di nuovo mi riempie di piacere”

Lo sguardo ammaliante, le si avvicinò e afferrò la mano della giovane donna. Kaori, tremante, si chiese cosa gli prendesse. Non era abituata a un Ryo così seducente nei suoi confronti. Per un attimo, dimenticò il modo in cui era conciata e immaginò che fosse davvero lei che lui osservava con quello sguardo di brace. La giovane donna sentì la bocca del suo partner posarsi delicatamente sul dorso della mano. Le aveva appena baciato la mano.

Completamente in balia del suo fascino, Kaori sentì il cuore batterle forte. Non sapeva cosa fare né dire. Quando, improvvisamente, si rese conto che non era a lei che Ryo si stava rivolgendo, ma all’affascinante sconosciuta che prendeva il nome di Cenerentola. Allora la sua euforia crollò all’improvviso. Come aveva potuto pensare, per un solo momento, che il suo partner idiota sarebbe stato così galante con lei? Scambiava davvero i desideri con la realtà. Sospirò, scuotendo il capo.

La voce di Ryo la fece tornare alla realtà:
“Devo pensare che non sia reciproco?”

“Cosa?” chiese Kaori che non sapeva di cosa stesse parlando.

“Sono l’unico ad apprezzare il fatto che ci siamo ritrovati?” disse Ryo in tono erroneamente angosciato.

“No, sono felice di rivederla!” si riprese Kaori, che non sapeva come muoversi.

In effetti, cominciava a rimpiangere di aver ceduto, non avrebbe mai dovuto accompagnare Eriko! Ora era di nuovo nel ruolo di Cenerentola, di fronte a Ryo, e non voleva prenderlo in giro un’altra volta. Ma d’altra parte, il suo travestimento significava che poteva trascorrere momenti deliziosi con l’uomo che amava, e lui, non sapendo chi lei fosse, era affascinante e dolce. Era come lei lo aveva sempre sognato: tenero, affascinante, premuroso…in una parola, tutto ciò che non era con lei di solito.

Guardò timidamente il suo partner e fu totalmente stregata dal suo sguardo scuro. Occhi negli occhi, non riuscivano a staccarsi l’uno dall’altra.

Eriko, discreta, assisteva con gioia a quello scambio. Le due persone di fronte a lei sembravano completamente tagliate fuori dal mondo. Fu allora che ebbe una rivelazione. Ryo sapeva che sotto il travestimento si nascondeva Kaori! Non c’erano altre ipotesi possibili. E il fatto che l’orecchino che Kaori aveva detto di aver perso fosse ricomparso nella sua tasca confermava il suo ragionamento.

Quindi, in veste di Cupido, decise di mettere in atto il suo piano. Con un discreto colpo di tosse, strappò Ryo e Kaori dal loro momento di assenza. Si voltarono verso la stilista. Lei diede un’occhiata veloce all’orologio e tornò poi ai suoi amici:

“Mi dispiace!” esclamò. “Ma avevo dimenticato che ho un appuntamento estremamente importante! Devo andare!”

Eriko si alzò, Kaori fece lo stesso, cercando di seguirla. Ma Eriko aveva idee diverse. Si voltò verso Ryo e gli chiese:

“Ehi, Ryo, ho un servizio da chiederti! Puoi aiutarmi? Ho promesso a K…alla mia cliente che avrei passato la serata con lei, ma visto che ho un impegno di lavoro, volevo chiederti se non volessi sostituirmi per questa serata. Non è mia abitudine, ma dato che vi conoscete…”

“Accetto con grande gioia, Eriko!”

Ryo si avvicinò alla stilista e le sussurrò all’orecchio:

“In cambio, voglio l’accesso ai camerini durante la tua prossima sfilata”

Eriko, troppo contenta che il suo piano stesse funzionando, non cercò di negoziare e accettò le condizioni di Ryo. Non lasciando a Kaori il tempo di reagire, Eriko si diresse verso la porta gridando:

“Bene, vi lascio! Arrivederci!”

Eriko si eclissò lasciando Kaori e Ryo soli al bar.

 

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Capitolo 2
*** 2. Una serata... ***


Dopo il congedo di Eriko, Kaori e Ryo rimasero immobili, non sapendo che fare. Fu Ryo il primo a riprendersi:

“Allora, eccoci qui a finire questa serata. Vuole che restiamo qui o che andiamo da qualche altra parte?”

Kaori lanciò un’occhiata veloce nel bar e notò che tutti guardavano nella loro direzione, e non amava essere al centro dell’attenzione, quindi con una vocetta mormorò:

“Usciamo da qui!”

Ryo non si fece pregare e rapidamente se ne andarono. Una volta in strada, lo sweeper si rivolse alla giovane donna:

“Qualche preferenza?”

“Andiamo dove vuole!”

Galantemente, le tese il braccio e lei lo afferrò con gioia. Stava per passare un’altra serata con Ryo. Non aveva il coraggio di rivelargli chi era, soprattutto visto che lui aveva riconosciuto la giovane Cenerentola con la quale aveva trascorso una serata qualche tempo prima.

“Qualche problema?” chiese Ryo, distogliendola dai suoi pensieri. “Le dispiace di non passare la serata con Eriko?”

“No, non è niente…Ryo…volevo dire, signor Saeba! Sono felice di passare la serata con lei!”

Rendendosi conto di ciò che aveva appena detto, Kaori arrossì, senza lasciare il braccio dello sweeper.

Ryo si fermò bruscamente e si voltò verso la giovane donna, tuffando il suo sguardo in quello nocciola di lei. Le guance della donna si colorarono ancora di più. Con voce rauca e soave, Ryo esclamò:

“Niente signor Saeba! Ryo va benissimo! E perché darsi del lei? Passeremo la serata insieme! È molto più semplice darsi del tu, non credi? Perché darsi del lei quando durante quella magnifica serata eravamo meno informali! Voglio avanzare con te! Non tornare indietro!”

Magnifica serata! Era quello il ricordo che aveva della loro sera insieme. Quella serata l’aveva segnato tanto quanto lei, Kaori, che non avrebbe mai dimenticato quei momenti. Allora gli rispose:

“Sì, hai ragione Ryo!”

Lui accarezzò dolcemente la guancia della giovane donna che non poté fare a meno di rabbrividire a quel gesto. Non era abituata alle tenere attenzioni di Ryo verso di lei. Anche se non era davvero lei quella che era con lui al momento.

Ryo, sempre dolce, non distolse il suo sguardo di fuoco dagli occhi nocciola di fronte a sé. Con tono leggermente divertito, esclamò:

“Allora, andiamo? A proposito, ancora non conosco il tuo nome! E non ti chiamerò Cenerentola per tutta la sera!”

Il cuore di Kaori le sussultò nel petto, cosa poteva dire? Dargli un nome falso significava mentire ancora di più! E lei non voleva! D’altronde, si stava davvero trattenendo per non confessare chi era veramente. Che la giovane donna che aveva davanti era la sua partner!

All’improvviso, si rese conto che non poteva mentirgli di nuovo! Doveva dirgli chi era! Nella loro partnership, si fidavano reciprocamente, e non aveva il diritto di tradire la fiducia che lui le dava! Doveva dirglielo e non fare in modo che lo scoprisse da solo! Con difficoltà, si lanciò:

“Io…io…”

Ma con un gesto della mano, Ryo la costrinse a zittirsi prima di parlare:

“Vuoi rimanere nell’anonimato? Bene! In questo caso che ne dici di Hime, principessa Cenerentola? Penso che questo nome ti calzi a pennello!”

Hime? Lui pensava davvero che lei sembrasse una principessa. A quel punto, Kaori arrossì. Come poteva un uomo così pervertito come il suo partner essere così affascinante, a volte?

“Allora andiamo, Hime, ti farò passare una serata che ricorderai per sempre”

Kaori non rispose, ma sapeva che, comunque fosse trascorsa la serata con Ryo, l’avrebbe ricordata sempre, e avrebbe apprezzato quei momenti fino alla fine dei suoi giorni.

Camminarono tranquillamente per strada, quando improvvisamente Kaori esclamò:

“Guarda quel venditore ambulante! Sembra tutto buono!”

Sempre a braccetto, si avvicinarono al banchetto. Era gestito da una vecchia signora. Quando li vide arrivare, esclamò:

“Salve, innamorati! Volete qualcosa?”

Kaori divenne scarlatta al termine usato dalla donna. Poi un barlume di orgoglio riempì il suo cuore. Era la prima volta che qualcuno diceva a Ryo e a lei che avevano l’aria di essere una coppia. Senza volerlo, strinse la presa sul braccio di Ryo.

Lo sweeper si rivolse alla giovane donna e le chiese:

“Cosa ti piacerebbe?”

“Ti lascio scegliere!” rispose lei fiduciosa.

Allora Ryo passò il suo ordine e la vecchia signora preparò diverse pietanze sistemandole in scatole di cartone.

Al momento di pagare, Ryo, divertito, si abbassò sulla giovane donna e le disse:

“Se vuoi che paghi, mia cara, sarebbe più facile che mi lasciassi il braccio!”

Kaori, che aveva ritrovato un colorito normale, tornò rossa quando sentì le parole del suo partner. ‘Mia cara’! L’aveva appena chiamata ‘mia cara’! Stava completamente sognando!

“Andiamo, Hime?” chiese Ryo, tirandola fuori dal suo sogno a occhi aperti.

Hime, era a Hime che lui si stava rivolgendo, e non a lei, Kaori. Quelle parole la rattristarono, dunque con una luce sofferente negli occhi e la tristezza nella voce, gli rispose:

“Andiamo!”

Carichi dei loro pacchetti, si diressero verso il parco che non si trovava lontano. Ryo appoggiò la giacca su una panca in modo che la giovane donna non sporcasse il suo vestito, si accomodarono e iniziarono a mangiare. All’improvviso Ryo si rese conto di aver dimenticato le bevande. Si scusò e andò al distributore vicino per recuperarle.

Kaori, sola sulla panchina, tornò ai suoi pensieri. Ancora una volta Eriko era riuscita a far uscire lei e Ryo insieme e, nonostante sapesse che Ryo non sapeva chi lei fosse, per il momento era felice. Aveva così poche opportunità di vederlo così premuroso con lei, che quegli istanti preziosi erano talmente importanti! Ryo! Quella sera sarebbe stato il suo principe azzurro!

La sweeper sentì che qualcuno si era seduto al suo fianco, con un ampio sorriso sulle labbra si voltò verso il nuovo arrivato. Ma il suo sorriso si bloccò quando si rese conto che chi le stava vicino non era il suo partner, ma una persona sconosciuta, e che lei avrebbe ben evitato di rivedere!

“Che piacevole sorpresa ritrovarti! Sapevo che l’uomo con cui saresti uscita era una nullità. Come può lasciare una donna come te sola su una panchina in un parco. Sono sicuro che questo pazzo ha avuto paura del buio ed è scappato…passiamo il resto della serata noi due! Lasciamo stare quest’uomo che non si prende nemmeno la briga di portarti in un ristorante!” disse l’uomo, lanciando un’occhiata disgustata alle scatole di cartone che contenevano della pasta.

Kaori non poté rispondere né ebbe la possibilità di tirare fuori il suo martello, sentì l’aura omicida molto vicina del suo partner, che non aveva apprezzato il fatto di essere definito una nullità e un pazzo.

L’uomo, che non aveva sentito Ryo avvicinarsi, posò la mano sulla coscia della giovane donna e continuò il suo monologo:

“Coraggio, affascinante signorina! Vieni con me e lascia stare quel perdente!”

“Sai cosa ti dice il perdente!” gridò una voce grave e astiosa dietro al seduttore, “Se tieni alla tua vita, vattene e in fretta!”

Kaori vide attraverso la luce di un lampione il barlume di odio che brillava nello sguardo del suo partner. Non avrebbe voluto trovarsi al posto dell’uomo che non sapeva con chi aveva a che fare!

In effetti l’uomo non si fece smontare. Con tono altezzoso, disse:

“Può dire quello che vuole, passerà la serata da solo! Questa bellezza ha appena detto che trascorrerà la serata con me! Quindi sii sportivo e lasciaci, sono sicuro che troverai una ragazza degna di questa cena da re che hai riservato a questa bellissima creatura!”

Kaori si astenne dall’abbatterlo con uno dei suoi martelli, innervosita dal tono sarcastico dell’uomo e soprattutto dal fatto che lui le avesse messo una mano sulla coscia. Ma brandire un martello significava rivelarsi a Ryo, e lei non voleva che lo scoprisse così! Allora si trattenne, sapendo che Ryo non aveva amato essere insultato da quell’uomo, e gli avrebbe fatto rimpiangere le sue parole. Infatti, Ryo, constatando che il Don Giovanni non sembrava intenzionato ad andarsene, sentì crescere la rabbia e, con voce piena di collera, esclamò:

“Forse non hai capito, pivello! Ti sto dicendo di andartene prima che ti schiacci come un minuscolo insetto! E francamente mi sorprenderebbe che la mia fidanzata ti avesse detto di voler uscire con te!”

“La tua fidanzata! Non ha nemmeno un anello! Ammetti piuttosto che non puoi sopportare che una donna possa preferire qualcun altro!”

Ryo, arrabbiato, lanciò violentemente le bottiglie di soda sul terreno che, per la pressione, esplosero.

Kaori sentiva che Ryo era veramente in collera, ma non capiva perché fosse tanto irritato. L’uomo non era del loro ambiente e non aveva minacciato Ryo! Allora, perché negli occhi del suo partner c’era quel bagliore che appariva soltanto quando affrontava un nemico?

Come un leone che si lancia sulla preda, Ryo affrontò l’uomo e iniziò a gridare:

“Togli le tue zampe sporche dalla mia fidanzata! E ti dirò di più, pidocchioso! Il mio cuore le appartiene e non ho bisogno di un pezzo di ferro per dimostrarle quanto tengo a lei!”

L’uomo fu sollevato dalla panca e Ryo lo lanciò lontano. Kaori ne approfittò per alzarsi e andare vicino a Ryo. Lo sweeper distolse lo sguardo dall’importuno e si concentrò sulla giovane donna al suo fianco.

“Non ti ha fatto niente, mia cara?” disse con una voce in cui Kaori percepì ancora una traccia di rabbia.

“No, non ne ha avuto il tempo! Sei intervenuto in tempo!” rispose lei che non aveva fatto attenzione alla parola dolce che aveva appena usato.

Improvvisamente, i loro occhi si incontrarono ed eliminarono l’uomo che non rimase a chiedere di ricevere il resto e corse via. Completamente ipnotizzati l’uno dall’altra, i loro volti si avvicinarono, fino a distare solo pochi centimetri. Kaori sentiva il respiro di Ryo mescolarsi al proprio, le loro bocche erano vicine e la giovane donna chiuse gli occhi per godersi meglio quello che sarebbe stato il suo primo vero bacio con Ryo.

Quando, improvvisamente, delle voci risuonarono nel parco:

“Eeeeehi, piccioncini! Bacio! Bacio! Bacio!”

Le esclamazioni fecero sobbalzare i due. Ryo si guardò intorno e vide un gruppo di giovani che si allontanavano ridendo.

Kaori realizzò quello che sarebbe potuto succedere. Ryo avrebbe baciato Hime, non lei! Ringraziò interiormente i giovani che avevano fatto da diversione. Non voleva che il primo bacio tra lei e Ryo accadesse mentre lui non sapeva che era la sua partner quella che stava baciando.

La voce calda di Ryo la fece uscire dai suoi pensieri:

“Penso che sia freddo ormai!” esclamò.

“Cosa?” chiese la giovane donna, non sapendo davvero di cosa stesse parlando, non avendo completamente riacquistato coscienza con la realtà.

“Quello!” rispose lui, indicando le scatole sulla panca.

“In realtà, non ho più tanta fame!” disse la giovane donna. Presero le scatole e le gettarono nella spazzatura lì vicino, conservando solo il pacchetto che conteneva i dolcetti. Si rimisero sulla panchina, e a turno allungarono le mani nel pacchetto.

I dolci erano deliziosi e ricoperti di zucchero a velo. Rapidamente, li divorarono tutti. Kaori notò all’angolo delle labbra di Ryo un po’ di zucchero rimasto, e sembrava ipnotizzata da quella macchietta bianca. Timidamente gli disse, indicando la sua bocca:

“Ti è rimasto un po’ di zucchero”

Lo sweeper si pulì e rispose alla giovane donna:

“Grazie! Anche tu ne hai un po’!”

“Dove?” chiese Kaori, pulendosi la bocca.

“Proprio qui!” affermò Ryo dandole un colpetto sul naso.

“Mi prendi in giro!” borbottò la sweeper, diventando burbera.

Kaori saltò su e si allontanò dalla panchina. Ryo si avvicinò a lei e le tese il braccio, dicendo:

“Andiamo, principessa del mio cuore! La serata è appena iniziata! Ci aspettano un sacco di cose!”

Kaori afferrò il braccio dello sweeper e, dopo aver gettato il pacchetto vuoto in un cestino, lasciarono il parco. Quando raggiunsero la strada, camminarono senza una meta, guardando le vetrine dei negozi. Improvvisamente, furono attratti da una folla raggruppata. Sentendo le urla e gli applausi, non ebbero dubbi: era uno spettacolo di strada. Kaori strattonò il braccio di Ryo e rapidamente si ritrovarono in mezzo alla folla, davanti a un mangiafuoco accompagnato da un giocoliere.

Kaori si godeva follemente lo spettacolo e i suoi occhi brillavano di gioia. Non si accorse nemmeno della presenza di un borseggiatore, né del grido di quest’ultimo quando Ryo gli torse il braccio.

No, lei osservò attentamente lo spettacolo che si svolgeva davanti ai suoi occhi, e non lasciò il braccio del suo partner, come se, se lo avesse fatto, lui sarebbe scomparso!

Poi, una volta terminato lo spettacolo, uno dei due uomini passò tra la folla. Ma non teneva in mano il tradizionale cappello o un bicchiere per ricevere qualche offerta. No, aveva dei volantini che iniziò a distribuire ai presenti. Quando Kaori ne ebbe uno tra le mani, i suoi occhi brillarono. Normalmente, Ryo non avrebbe mai voluto accompagnarla in un posto simile! Ma forse quella sera, visto che non era con la sua partner, avrebbe accettato.

Come a leggere i suoi pensieri, Ryo si sporse sulla giovane donna e chiese:

“Vuoi andare da qualche parte?”

Tendendo il volantino, Kaori rispose:

“E se andassimo al luna park?”

La sweeper non riuscì a decifrare una sola espressione sul suo viso. Non sapeva cosa ne pensasse della sua idea. Ogni volta, riteneva che fosse una proposta stupida e faceva di tutto per non trovarsi in quel posto che non apprezzava molto.

Quindi fu piacevolmente sorpresa quando le rispose:

“Se ti fa piacere! Allora in marcia, principessa!”

E a braccetto, si diressero verso il luogo indicato nel volantino.

 

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Capitolo 3
*** 3. La fine della serata ***


Quando il luna park itinerante fu a portata della loro visuale, con gli occhi scintillanti di gioia Kaori osservò le luci che illuminavano la notte. Era ancora attaccata al braccio di Ryo, e oltrepassarono l’entrata del luna park. I bambini correvano nei vicoli e i loro genitori gridavano di non allontanarsi. Le coppie passavano davanti alle bancarelle, abbracciati, e le donne incoraggiavano i fidanzati che tentavano la fortuna con i giochi di abilità. E le persone urlavano nelle giostre adrenaliniche.

Kaori e Ryo passeggiavano tranquillamente in mezzo alla folla eterogenea, quando improvvisamente lo sguardo della giovane donna fu attratto da un oggetto in una bancarella. Lasciò andare il braccio dello sweeper e si affrettò verso lo stand, che brillava luminoso. Non capiva come aveva fatto a vederlo in mezzo alla quantità di oggetti presenti, ma doveva ammettere che da vicino era ancora più bello.

“Vuole tentare la fortuna, mia cara signorina?” chiese il giostraio che si occupava dello stand. “Colpisca tre palloncini con lo stesso pallino e questa piccola meraviglia è sua!”

Kaori osservò con orrore l’enorme e orrendo peluche che lui mostrò con orgoglio. L’uomo aggiunse:

“E se sfortunatamente non ci riesce, avrà un premio di consolazione! Da me, mia cara, non ci sono perdenti! Cosa ne dice, affascinante signorina?”

“Sì! Tenterò la fortuna!” rispose la sweeper, sapendo che non giocava per il premio principale.

All’improvviso si rese conto di non avere soldi, ma magicamente una mano apparve di fronte a lei e mise nella mano del giostraio la somma richiesta. Kaori riconobbe immediatamente che apparteneva a Ryo.

L’uomo consegnò il fucile a Kaori, ma il suo partner lo afferrò e disse:

“Lasciami fare!”

Lei non fu molto contenta della svolta degli eventi. Conoscendo l’abilità di Ryo nel tiro, sapeva che non avrebbe mancato il bersaglio, specialmente a una così breve distanza. Ma lei capì che lui era determinato a mostrarle ciò di cui era capace, come nella sala giochi durante la prima uscita tra Ryo e Cenerentola. Allora lo lasciò prendere la mira e cercò un modo perché l’asso che lui era non centrasse il bersaglio.

Ryo mirava i palloncini che volavano nella loro prigione di legno e metallo. Quando Ryo lasciò il cane, Kaori gli sussurrò nell’orecchio con voce soave:

“Mira bene, mio principe azzurro!”

Ciò lo distrasse e gli fece mancare l’obiettivo. Ryo ne fu seccato, al contrario di Kaori e del giostraio che erano felici che lui avesse mancato i palloncini, ma non per lo stesso motivo: il proprietario perché non aveva perso il suo più grande premio, e Kaori perché avrebbe avuto l’oggetto del suo desiderio.

L’uomo chiese a Kaori di scegliere tra i vari premi di consolazione e lei, senza esitare un istante, optò per l’oggetto che l’aveva attirata allo stand. Poi lo tese a Ryo, un sorrisino sulle labbra, e gli chiese:

“Puoi mettermela?”

“Certo! Girati”

Kaori obbedì e gli voltò le spalle mentre Ryo le legava una catenina da pochi soldi e il suo pendente al collo. La giovane donna si chiedeva ancora come aveva potuto quell’oggetto così piccolo da così lontano. Forse era stata attratta dalle luci al neon riflesse su di esso! O forse era stato il suo istinto a costringerla ad avvicinarsi allo stand. Comunque, amava quella cianfrusaglia! E il fatto che fosse stato Ryo a ottenere quella catenina le conferiva un valore ancora più grande ai suoi occhi. Sapeva che, pur non potendola mai indossare di nuovo, non se ne sarebbe mai separata! Con un dito, accarezzò il ciondolo che rappresentava una piccola fata con in mano una bacchetta magica, sentendo le dita e il respiro caldo di Ryo all’altezza del collo, rabbrividendo.

Poi sentì che il suo partner, con una pressione sulle spalle, le chiese di voltarsi, facendola arrossire.

Con disinvoltura, Ryo fece scivolare il dito lungo la collana e accarezzò delicatamente il pendente che si trovava nella scollatura del vestito.

“È la tua fata madrina?” chiese Ryo.

“Forse!” rispose Kaori, “Comunque grazie, Ryo! La adoro!”

“Non più di me, spero!” esclamò lo sweeper, la voce falsamente ferita e piena di seduzione.

Il suo sguardo scuro incontrò quello intimidito della giovane donna. Lei diventò rossa peonia, perché il bagliore che non aveva mai visto fino ad allora negli occhi di Ryo la trafiggeva. Il respiro di Kaori si fece più corto, improvvisamente si sentì febbrile, ipnotizzata dallo sguardo del suo partner. Non sapeva più cosa dire, cosa fare! Era come se il mondo avesse smesso di girare!

Fu la voce calda e rauca di Ryo a farla uscire dal suo stato di confusione.

“Vuoi che vinca il primo premio?”

Non volendo appesantirsi con un peluche così orribile e ingombrante, la sweeper fu pronta a rispondere:

“No, questa catenina è ampiamente sufficiente! Sarà un bellissimo ricordo di questa sera!”

Con grande sollievo di Kaori, il suo partner non insistette. Continuarono a passeggiare tranquillamente tra le strade del luna park itinerante. Improvvisamente Ryo si fermò, esclamando:

“Hime, chiudi gli occhi, ti porto in un posto che ricorderai per tutta la vita!”

Kaori, impaziente di sapere la sorpresa riservatale da quello che per lei era il suo principe azzurro, chiuse immediatamente gli occhi. Sentì il soffio caldo dello sweeper sul collo, segno che le si era avvicinato.

“Non sbirciare! Altrimenti la mia vendetta sarà terribile!” le sussurrò all’orecchio.

La sweeper obbedì e, anche se moriva dalla voglia di farlo, non cercò di aprire gli occhi. Si fidò ciecamente di lui e fu guidata fino alla loro destinazione.

Ryo l’aiutò a sistemarsi su quella che sembrava una panchina e lei fu sorpresa che non le avesse detto di aprire gli occhi. All’improvviso, il sedile si mosse e Kaori si rese conto che erano su una giostra, ma non aveva idea di quale. Dato che la serata era piuttosto romantica, forse aveva scelto il tunnel dell’amore. Non ebbe tempo di farsi domande che Ryo si abbassò verso il suo orecchio e disse:

“Ecco! Ora puoi aprirli!”

Kaori sussultò quando vide l’ambiente. Lontano da ogni romanticismo, era il treno fantasma. No, era un incubo! Si sarebbe sicuramente svegliata! Come poteva una serata così perfetta diventare un tale incubo!

Ma non aveva alcuna possibilità di fuggire dall’attrazione, quindi, terrorizzata perché sapeva cosa l’attendeva, pregò perché finisse il prima possibile.

Improvvisamente, uno dei personaggi, una specie di vampiro sanguinario, si avvicinò bruscamente a Kaori. Spaventata, lei urlò e si accoccolò tra le braccia di Ryo.

Lo sweeper le mise un braccio intorno alle spalle e la tenne incollata a sé. Kaori si maledisse per la sua stupidità, lei che non aveva paura dei gangster con cui entrava a contatto insieme a Ryo ogni giorno, era terrorizzata da semplici manichini!

Voleva essere forte, ma la sua fobia aveva la meglio sulla sua ragione. Ma annidata tra le braccia del suo partner, si sentiva al sicuro e i tremiti divennero sempre meno forti, finché non scomparvero del tutto. Un potente calore la avvolse. Stava così bene tra le braccia del suo partner che vi sarebbe rimasta per ore, e pensò addirittura di desiderare che quella corsa sul treno fantasma non si fermasse mai.

Ma sfortunatamente per lei, l’uscita arrivò e lei dovette, a malincuore, staccarsi da Ryo.

Lasciarono quindi l’attrazione e si ritrovarono di nuovo in mezzo alla folla. Camminavano tranquillamente fianco a fianco, quando improvvisamente Ryo afferrò la mano di Kaori, intrecciando le dita con le sue.

“Oh che bella coppia, non trovi?” gridò una donna tra la folla.

Kaori arrossì e lanciò un’occhiata veloce al suo partner, e con suo grande stupore il suo viso rimase impassibile. Era come perso nei suoi pensieri. Kaori passò la mano davanti agli occhi di Ryo, e quest’ultimo uscì dai suoi sogni.

“Uno yen per conoscere i tuoi pensieri!” esclamò lei.

“Uno yen, credi che i miei pensieri non valgano di più?”

“È così?” chiese Kaori, determinata a conoscere le ragioni del suo momento di assenza.

“No! Perché è a te che pensavo, meravigliosa signorina!”

“A me?” rispose Kaori sorpresa.

Ryo strinse la presa della mano su quella della donna e le rivolse uno sguardo pieno di dolcezza.

“Sì, pensavo alla più meravigliosa tra le donne! A te!”

Kaori rimase in silenzio alle parole del suo partner, ma un barlume di tristezza le riempì la mente quando si rese conto che quelle parole non le diceva a lei ma a Hime. Ma la sua tristezza scomparve rapidamente perché pensò che, anche se parlava a Hime, allo stesso modo era a lei che il complimento era rivolto, dato che lei era una sola e unica persona. Quindi, subito dopo averci riflettuto, il suo buon umore tornò.

Passeggiarono un po’ per le vie e, lentamente, senza parlarne, presero la direzione dell’uscita.

Gli occhi brillanti di ricordi del luna park, lasciarono quel posto magico. Una folata si fece sentire, il vento si stava alzando. Kaori rabbrividì per il clima che si raffreddava repentinamente. Galantemente, lo sweeper le offrì la sua giacca. Lei aveva talmente freddo che accettò immediatamente e si mise l’indumento pieno dell’odore caratteristico del suo partner. Quasi si intossicò del suo dopobarba, del suo odore di tabacco e polvere da sparo, che rendeva ogni vestito di Ryo impregnato di quel profumo così particolare.

Camminarono per le strade senza alcuno scopo, come se il fatto di non avere una destinazione significasse che la serata non sarebbe mai finita. Si ritrovarono in un posto che portava alla loro mente dei ricordi, perché vi avevano già trascorso un momento, era come se fossero stati spinti ad andare lì.

Erano sul porto come durante la loro ultima serata, e capirono che era tempo di separarsi. In lontananza suonava la sirena delle navi. Un po’ a causa del freddo, ma soprattutto per l’emozione dell’istante presente, Kaori tremava. Ryo, insensibile al freddo, era di fronte a lei. In quel momento, Kaori lo trovò ancora più bello, alla luce della notte. Lo sweeper disse con tono serio:

“Hime. Ho passato una meravigliosa serata con te”

“Anch’io, Ryo! Ho passato una serata stupenda al tuo fianco” rispose Kaori con una vocina.

“So che una cosa renderebbe indimenticabile questa serata. Un altro ricordo oltre alla collana” aggiunse lo sweeper, avvicinandosi a lei. Ryo fece scivolare la mano sulla guancia della donna e delicatamente avvicinò la bocca alla sua.

Quando improvvisamente una violenta raffica di vento spazzò il molo, i due si allontanarono.

La sweeper era sconvolta, aveva quasi baciato Ryo! Ringraziò il vento per averli costretti a separarsi, perché non le sarebbe piaciuto che il loro primo bacio avesse avuto luogo durante un malinteso.

“Kaori!” mormorò lo sweeper in un soffio.

La donna balzò all’udire il suo nome e si allontanò da Ryo, sorpresa che l’avesse pronunciato. Improvvisamente si portò la mano alla testa, rendendosi conto con orrore che la sua parrucca era sparita. Il vento aveva dovuto farla volare via. Ryo ora sapeva che Hime non esisteva. Ed era con lei, Kaori, che aveva passato la serata.

Era più che spaventata dalla reazione del suo partner. Come avrebbe reagito? L’avrebbe presa in giro? Oppure, al contrario, si sarebbe arrabbiato con lei, per essersi presa gioco di lui? Aspettò ansiosamente di sapere cos’avrebbe fatto.

Ma con sua sorpresa, Ryo non fece commenti, e lentamente riempì lo spazio tra loro. Si chinò su di lei, fece scivolare la mano sulla sua guancia, e disse rocamente:

“Dov’ero rimasto?”

Portò la mano sulla sua nuca e con l’altra intrappolò la sua vita. Poi si sciolse sulle labbra della giovane donna per un bacio tenero, dolce e allo stesso tempo pieno di passione.

Kaori pensò di essere in un sogno. Era tra le braccia di Ryo e lui la baciava. Ma presto non pensò a nulla tranne a quelle labbra sulle sue, quelle mani che le accarezzavano la schiena. Le mani di lei si posarono sulla vita del suo partner.

Quando si separarono, restarono a lungo allacciati, immobili. Kaori fu la prima a rompere il silenzio, perché una domanda le bruciava sulle labbra:

“Perché? Perché mi hai baciato?” chiese, ansiosa di sapere il motivo.

“Perché mi sono trattenuto tutta la sera per non farlo. E soprattutto perché ne avevo voglia” rispose lui con voce dolce.

“Ma sono solo io!” disse lei, completamente spiazzata dalle parole di Ryo. “Io! Kaori! La tua partner! Quella che tratti sempre come un maschiaccio!”

“Sì, lo so che sei tu, Kaori. Il mio Sugar Boy! Come potrei scambiarti per un’altra?”

Un dubbio venne alla mente di Kaori. E se Ryo avesse saputo fin da prima che perdesse la parrucca chi lei era veramente? Ciò avrebbe spiegato un sacco di cose, in particolare il fatto che avesse ritrovato l’orecchino che aveva perso nella sua prima uscita nel ruolo di Cenerentola, nella tasca il giorno dopo.

Poi, non trattenendosi più, e capendo che Ryo sembrava in vena di dirle tutto, gli chiese:

“Dimmi Ryo, da quando sai chi sono veramente?”

“Che domanda! Dall’inizio! La prima volta che ti ho visto da sola in quel bar, e un uomo ti aveva messo un sonnifero nel bicchiere! Ho sempre saputo chi eri, Kaori”

Sì, fin dall’inizio lo aveva saputo!

Dalla prima volta in cui Eriko gli aveva proposto un appuntamento. L’aveva riconosciuta immediatamente, e aveva trovato il modo di trascorrere una serata con la donna che aveva preso un posto immenso nella sua vita. Quella meravigliosa serata in cui aveva quasi baciato un angelo, ma per fortuna all’ultimo momento si era ripreso. Perché non era ancora pronto a confessare i suoi sentimenti per Kaori. Non aveva abbastanza coraggio per mostrarle quanto tenesse a lei. E nel suo cuore conservava quei meravigliosi momenti passati con il suo Sugar Boy.

Quando, poche ore prima, Eriko gli aveva telefonato per chiedergli di passare la serata con lei, aveva avvertito subito l’inganno, perché la stilista gli aveva detto che aveva bisogno di una guardia del corpo per una cliente senza che lei lo sapesse. Ma aveva comunque deciso di presentarsi all’appuntamento. Tuttavia, non si era aspettato lo shock che avrebbe vissuto. Kaori, la sua Kaori era lì nella sala ed era bellissima. Il suo vestito rivelava superbamente le sue curve perfette, e lui era crollato del tutto di fronte al suo fascino. Quindi le si era avvicinato e le aveva baciato la mano. Quando Eriko gli aveva proposto di passare la serata con Kaori, presentandola come sua cliente, non aveva potuto fare a meno di accettare. Passare una serata con Kaori, era così raro che potesse farlo senza avere paura per lei, che per niente al mondo ci avrebbe rinunciato.

E ora, in quel momento, non rimpiangeva per un istante la sua decisione. Quella serata era stata magica, e lui non contava nemmeno il numero di volte in cui era stato tentato di baciarla. Quella folata era stata una benedizione, perché aveva affrontato Kaori e non Hime, quindi niente più incomprensioni tra loro! Allora, l’aveva baciata. Aveva pensato di morire quando le loro labbra si erano incontrate, mentre quella donna sublime che era la sua partner si era completamente abbandonata tra le sue braccia. E ora quello splendore era rannicchiato contro di lui. Era sicuro che, così come lui, lei era persa nei suoi pensieri, e faceva fatica a realizzare ciò che stava accadendo.

Infatti, Kaori era immobile tra le sue braccia ed era felice. Finalmente Ryo si era dichiarato. Non aveva detto niente, ma lei sapeva che per lui i gesti erano più importanti delle parole. Era in un sogno! Ma sapeva in ogni caso che tutto ciò era molto reale, perché quel corpo caldo contro cui era rannicchiata non poteva essere immaginario.

Dolcemente, Ryo la fece uscire dalle sue fantasticherie, facendo scorrere l’indice sotto il suo mento, costringendola ad alzare la testa e fissandola, con una luce amorevole negli occhi. Poi, con voce seria, disse:

“Sai che la nostra vita non può svolgersi come la fine di una fiaba: si sposarono ed ebbero molti figli. Non è per City Hunter. Il nostro ambiente, gli assassini, gli yazuka saranno sempre parte del nostro mondo. Io…”

Kaori lo costrinse a tacere, appoggiando l’indice sulle sue labbra, prima di dire:

“Non voglio che la mia vita sia una fiaba! Stare con te è tutto ciò che m’importa…e comunque non ho mai sentito parlare di una fiaba in cui il principe era un pervertito!”

“È vero, hai ragione. E le principesse delle fiabe non sono delle pazze con il martello. Sono calme, posate e molto femminili! Tutto il contrario di te!”

Kaori sentì aumentare la rabbia, si divincolò dall’abbraccio di Ryo e brandì un martello. Lo sguardo bruciante del suo partner fece diminuire rapidamente il peso del martello, fino a farlo scomparire del tutto.

Abbracciandola di nuovo, Ryo mormorò vicino alle labbra della giovane donna:

“Non assomigli a nessuna principessa delle fiabe, ma per niente al mondo ti scambierei con una di loro”

E si baciarono a lungo, mentre in lontananza risuonavano i dodici rintocchi della mezzanotte.

Poi Ryo la guardò negli occhi e le disse:

“Andiamo a casa, principessa del mio cuore!”

In quella fresca notte, una nuova coppia si diresse verso il suo appartamento. Non avevano discusso dell’avvenire, ma tra loro le parole erano inutili perché sapevano che quella sera avevano apportato un cambiamento definitivo nelle loro vite, e che non ci sarebbe più stata alcuna marcia indietro. Insieme camminavano verso il futuro…il loro futuro.

 

 
 
Come vi avevo detto la storia era breve, e infatti siamo già arrivati alla fine ^^''
Ringrazio calorosamente chi ha commentato: Valenicolefede, Kaory06081987, briz65, 24giu, Sky_Star, EleWar, shirley jane e vi aspetto alle prossime avventure :)))

 

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