From the beginning.

di Infected Heart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** That's What You Get ***
Capitolo 2: *** 2011-2013 ***
Capitolo 3: *** Anyone Else But You ***



Capitolo 1
*** That's What You Get ***


N.d.A: Ciao a tutti! Qui una nostalgica che attende il nuovo album dei Paramore con trepidazione, e che nel frattempo scribacchia due cosucce. Perché ammettiamolo, l’amicizia tra Hayley e Taylor è davvero dolcissima. Sarebbe bello vederli felici insieme! Mi sono appuntata alcune informazioni dalle varie interviste, e ho provato ad immaginare… questo è il risultato. Saranno due capitoli, e spero vi piaceranno.
Vi lascio ancora due note: Il mestiere del topliner è quello di creare delle melodie con testo su base strumentale già composta e costruita. “Pick”, in inglese è il plettro usato per suonare la chitarra. Lo slide, invece, è una tecnica chitarristica, quella, per intenderci, in cui le dita vengono fatte scivolare sulle corde, ottenendo appunto un effetto di "salita" o "discesa".
Se avete dubbi, o se volete lasciare un commento, mi farà molto piacere e vi risponderò volentieri.
Come dice il motto della Good Dye Young, “Expression Is Survival”.
BUONA LETTURA!




…………………………………………………………………………………………………………………






2004


Paramore.


E’ iniziata l’avventura più grande delle loro vite, e si sentono invincibili. Penna, chitarre e microfono in mano.
Qualche valigia, qualche brufolo, e poco di più.
Hayley e Josh, il cuore della band, che ogni giorno pulsa e scrive, dando vita ai sogni di ogni componente della band.
Anche a quelli di Zac che, nonostante la timidezza, tiene il mondo a tempo con la batteria.
Anche a quelli del basso di Jeremy, per cui la musica è solo libertà.
Anche a quelli di Taylor, che suggerisce qualche idea, mentre provano nel suo salotto.
Osserva l’unica ragazza arrossire, mentre contesta o propone nuove linee melodiche.
Vorrebbe dirglielo, che è una forza della natura, ma tace.
Le regala solo un sorriso, nella speranza di incoraggiarla, perché dannazione,  ha davvero un dono.
Probabilmente non se ne rende nemmeno conto.
E poi lui ha ben poco da dire: è solo la chitarra ritmica, e osare può costare caro.
Eppure vede gli occhi della piccoletta illuminarsi, quando accenna il riff di Conspiracy, una nuova canzone a cui sta lavorando.


-E’ perfetta per il demo.- gli dice.
Tutti i ragazzi approvano.


E’ così felice.
Peccato che l’euforia dura poco. Fino a quando, di fronte alla prospettiva di un album e di un tour, i suoi genitori gli impediscono di continuare la strada insieme ai suoi amici.
All We Know Is Falling, e poi Riot!
Taylor segue il percorso del gruppo da lontano.
Quando sono in città, di tanto in tanto lui ed Hayley si vedono e scrivono insieme.
Ha fatto lo sbaglio di suonarle That’s What You Get, su cui ha abbozzato una specie di testo.
La vera topliner è Hayley, e quando si innamora del brano lo guarda con quei suoi occhioni verdi spalancati.
Lo supplica di farlo sentire anche agli altri componenti dei Paramore, e lui proprio non riesce a dirle di no.


-E’ proprio la nostra canzone, non è vero?- sussurra a Josh, stringendo le loro mani intrecciate.
Lui le accarezza i capelli arancione acceso, posandole un bacio sul capo.
Taylor deglutisce pesantemente, con una piccola fitta al cuore. L’aveva scritta per Hayley, per esprimere in qualche modo i sentimenti che stenta anche lui a capire, ogni volta che lei è nei paraggi.
Ma ricaccia tutte le sensazioni al fondo dello stomaco e sorride.
Cambiano qualche parola, la completano.
La canzone entra nel disco, e lui ne è un pò fiero.
Forse qualcosa di buono allora riesce a combinarlo, nella vita.


2007


Taylor esulta, lanciando in aria il cappello del diploma: finalmente è libero.
Libero di suonare, con chi vuole, cosa vuole, dove vuole.
Per tre anni ha sofferto in silenzio, mentre gli altri erano fuori a vivere il suo sogno.
Adesso può uscire anche lui.
Hayley glielo ha promesso: i Paramore lo avrebbero aspettato, una volta terminata la scuola.


Tornato nella band, il chitarrista scopre che, oltre al liceo, è finita anche la relazione tra i suoi due amici.
Non può dirsi dispiaciuto, ma vedere Hayley arrabbiata e delusa gli scatena una reazione strana.
Non sa se prendere a pugni Josh o se correre a baciare la sua cotta, finalmente single.
Nel dubbio, fa il suo, discretamente: suona, scrive, abbraccia Hayley quando vede che ne ha bisogno.


Il tempo passa, e arriva capodanno 2008.
Saranno i brindisi di troppo, o l’adrenalina post show, ma è pieno di coraggio.
Ultimamente c’è stata qualche battuta tra di loro, piano piano Taylor sta scoprendo le carte, e lei non si è tirata indietro quando, alla vigilia di Natale, le labbra di lui si sono soffermate sulla sua nuca, in camerino.
Avevano suonato al party della Fueled By Ramen, e dopo il concerto la sua amica lo aveva sorpreso con un pick d’argento, da mettere come collana. Il più bel regalo che avesse mai ricevuto.
Lo stesso che ora stringe, prima di dichiararsi.
Sale ogni gradino che porta alla stanza d’albergo della cantante.
Ignora le gambe che gli tremano, ma si deve fermare appena arrivato in cima. Ha il fiatone, e non vuole certo ansimare come un cane mentre rivela i suoi sentimenti alla ragazza che ama.
Si appoggia al muro, e prende un gran respiro.
Dopo pochi secondi l’ascensore annuncia il suo arrivo, con un fastidioso trillo.
Si nasconde dietro una piglia, per non farsi vedere ubriaco da qualche ospite dell’hotel, e si tappa la bocca con le mani, per non farsi sfuggire alcun rumore.
Dal vano escono due figure che si muovono insieme, ridendo e fermandosi di tanto intanto per scambiarsi qualche effusione.
Lui è alto e piuttosto tarchiato. Lei è minuta e dai lineamenti molto fini, con un’inconfondibile capigliatura rosso fuoco. Porta il septum e sulla coscia destra ha un tatuaggio a forma di croce.
Adesso che ci pensa, le ricorda qualcuno.


Cazzo, ma quella è Hayley.


Sgrana gli occhi, per rendere più nitida l’immagine e poter negare così la realtà.
La vista, però, gli conferma ciò che vorrebbe fosse solo il frutto di qualche allampanata visione alcolica.
Maledetto il giorno in cui avevano invitato i membri delle altre band al loro tradizionale barbecue pre tour.
Era stata un’idea di Jeremy, per fare amicizia. I festival collettivi si vivono a metà, se ci si isola, e i Paramore di certo non sono una setta.
“Dopotutto dovremo passare sei mesi tutti insieme, no? Tanto vale conoscerci subito.”
Peccato che Hayley lo avesse preso alla lettera, a quanto pare.
Quello avvinghiato al suo corpo come una sanguisuga gigante è Chad Gilbert dei New Found Glory.
Non è difficile immaginare cosa ci trovi in lui: simpatico, sopra le righe, folle quanto basta, più grande di sette anni e più alto, protettivo. Un vero uomo.
Non è un esemplare di bellezza, ma insomma, Hayley è sempre stata attratta da chi ha carisma, e Chad ne trasuda come un finlandese in sauna.
Basta vedere come pendono dalle sue labbra le persone quando racconta gli aneddoti di chissà quali avventure. Anche Jeremy ne era rimasto catturato.
Ovvio, non come Hayley, ma ultimamente è tutto un “Lo sai che Chad fa questo? Perché non gli chiediamo che ne pensa di questo arrangiamento? Sai, devo provare a fare la ricetta che mi ha insegnato, non hai idea di quanto cucina bene! Chad, oh Chad!”.
Potrebbe venirgli la nausea se sente ancora una volta il suo nome.
Ed effettivamente la reprime quando, il giorno dopo, la frizzante fatina rock gli racconta come tra loro sia stato un colpo di fulmine.
Tanto che Chad ha lasciato la moglie il giorno dopo che lui ed Hayley avevano passato una notte sotto le stelle a fare l’amore.
Sulle colline sopra Los Angeles, perché la City Of Stars ha sempre il suo fascino, certo.
Uno sguardo sul palco è bastato, dice lei.


Peccato che io te ne abbia lanciati mille. Perché non mi guardi mai, Hayley? Perché non ti accorgi di quello che sei per me?

Peccato.


La guarda con occhi tristi, mentre accenna un sorriso.
Vorrebbe farle mille domande, ma non le esterna.
Non vuole rovinare la sua felicità.
Nonostante ciò, deve però ammettere che una parte di lui è ferita. Non si è immaginato tutto. Stava davvero per nascere qualcosa, ne è certo. C’è stato un momento, un piccolissimo, infinitesimale momento, in cui è stato ricambiato. Si sente tradito, pur non sapendo se ha il diritto di reclamare qualunque tipo di giustizia.
D’altronde è lui che ha aspettato. Troppo a lungo, evidentemente.
Lentamente inizia a mettere distanza tra di loro, per tutelarsi. Va bene essere innamorati di un’altra persona, ma l’amor proprio almeno permette di avere dignità a sufficienza per non diventare uno zerbino.
Si accorge che le sta facendo del male, ma tutte le coccole e le confidenze di prima, ora gli sembrano una presa in giro, per entrambi.
E fa male a lui ogni sguardo ferito quando off stage rifiuta un suo abbraccio, o quando nega il semplice dividersi i pop corn nella loro serata film sul tourbus. Sono gli unici due a divorare quelli al caramello, e ora mangiarli da solo è deprimente, ma non sopporterebbe sfiorarle la mano, sapendo di non potergliela prendere.


Dopo qualche mese, i confini si sono stabiliti e il rapporto ha trovato un suo equilibrio: cordiale professionalità e semplici scherzi tra amici, perché la complicità non si può comunque negare.
I mesi diventano anni, Hayley e Chad continuano a stare insieme, e sono uniti come non mai.
Taylor invece cerca invano qualcosa di duraturo, di cui però dopo un anno o due, puntualmente si stufa.
In fondo, è pienamente consapevole di quello che vorrebbe, ma al contempo non intende rinunciare alla propria felicità.
Non avrebbe senso aspettare Hayley per sempre.


2010


Josh, il suo ego, un gran casino e la vita di Hayley in mille pezzi.
La famiglia che aveva costruito in otto lunghi anni si è sgretolata davanti ai suoi occhi, e la frana ha portato via con sé anche un’altra colonna portante. Zac è sempre stato troppo ingenuo, e se n’è andato insieme al fratello.
Ora le sembra davvero di aver sempre vissuto in una realtà parallela, come le avevano ricordato usando le parole di Brick By Boring Brick.
Non è una santa, e di errori, grossi, ne ha fatti anche lei.
Ma erano stati lì, insieme, e tutto le sembrava fuorché di aver mancato di rispetto a qualcuno.
Aveva lottato per non diventare la pop diva divorata dai piranha con le cravatte, aveva lottato per avere i ragazzi al suo fianco. Aveva causato ulteriori liti tra i suoi genitori, perché una rockstar minorenne non è certo facile da gestire. Aveva fatto la donna matura per trovare un compromesso sui contratti delle case discografiche interessate.
Eppure tutto ciò deve essere un film trasmesso nella sua mente, perché nessun altro sembra vederlo.
Anche in questo caso stringe i denti, e in tre decidono che i rimanenti show del tour si sarebbero fatti.
Dopo di che, il vuoto, l’incertezza.
Cosa sarebbe successo ai Paramore?
Ha perso due dei soli quattro veri amici che aveva al mondo, e si sente come se le avessero strappato gli arti, tutti insieme. Specialmente dopo le infamate. E le accuse. E il rancore.
Lei, Jeremy e Taylor hanno incassato il colpo con grazia, ma Dio solo sa quanto vorrebbe rispondere a tono, ad ogni singolo punto di quella dannatissima lettera sul blog di Josh.


Per fortuna si sono ricordati che la reputazione, l’onestà e i fatti sono le cose che hanno portato avanti la band, perciò stanno evitando i polveroni, e sono intenzionati a lasciare che le cose scorrano come devono.


Nashville, Capodanno 2011.


Ad Hayley fa paura, questo nuovo inizio.
A novembre hanno ufficialmente finito il tour di Brand New Eyes, e domani sarà gennaio.
Non sa se avrà ancora un lavoro, se d’ora in poi dovrà camminare da sola, se le persone e la Musica la avrebbero tradita nuovamente.


Ha bisogno di un segno, di un indizio, di una sorta di luce che la guidi, perché proprio non sa dove sbattere la testa.
Jeremy è come un fratello, ma la sua filosofia della musica molto hippie non la rende tranquilla.
Se di punto in bianco la abbandonasse anche lui?
E Taylor… su Taylor si potrebbe scrivere un libro intero, ma tutto di parole mai dette.
Si può scrivere con gli sguardi? Se il nero dei suoi occhi fosse inchiostro, lo userebbe per estrapolare il significato di ogni suo silenzio, e di ogni suo abbraccio.
Cosa farebbe se rimanessero solo in due?
Annega i pensieri, versando del rhum nel bicchiere già pieno di ghiaccio.
E’ l’ora di cena, ma non ha fame.
Probabilmente dopo quel bicchiere andrà a dormire, risvegliandosi poi l’anno dopo come per magia.
Come se aprendo gli occhi, tutto potesse cambiare, e tornare a quando erano tutti felici in studio, insieme a Rob.
Santo, santissimo produttore, che era riuscito a tenerli uniti anche quando avevano rischiato di picchiarsi a vicenda.
Per modo di dire, ovviamente.
Fa roteare il liquore, mentre scribacchia qualcosa su una Moleskine rosa acceso.
L’opposto di come si sente lei in questo momento.
Butta giù l’ultimo sorso, quando il campanello squilla, inatteso.


Ottimo, ci manca solo il vicino rompiscatole, o gli avventisti del settimo giorno.


O Taylor.


Il chitarrista sta lì, sulla porta, con le mani nelle tasche e un timido sorriso ad ammorbidirgli le guance.


-Ehi… posso entrare?- Le domanda, senza troppi giri di parole. Si stringe nel cappotto: è una sera piuttosto rigida, e spera che la sua amica non lo lasci a gelare sul pianerottolo.


Senza emettere fiato, Hayley si fa da parte, e il ragazzo oltrepassa l’ingresso.


L’appartamento della collega è stranamente ordinato, come ogni volta che sta passando un brutto periodo. Ha sempre dovuto bilanciare il caos interiore con le pulizie di casa, per avere l’illusione di avere tutto sotto controllo. L’aveva capito dalle innumerevoli volte che, incazzata, metteva a soqquadro il tourbus, per poi renderlo intonso come se fossero appena partiti.
Gli cade l’occhio sul bicchiere vuoto, poggiato sul tavolo a righe multicolor. Tossisce e cerca di glissare, tornando a guardare il motivo della sua visita.


Un motivo dai capelli arancioni stinti, dagli occhi spenti e circondati di un blu che deduce non sia ombretto.


-Come stai?- la ragazza glielo domanda in maniera disarmante, come se nulla fosse.


-Sai benissimo come sto. Tu, piuttosto. Dovresti mangiare qualcosa.- Taylor gli risponde, piccato. Non è più tempo di rimuginare. Bisogna passare al contrattacco ora, prima che sia troppo tardi. E’ un anno che vivono sospesi, in una bolla sottile. Non va bene, per niente.


La cantante sbuffa col naso, mentre le scappa una mezza risata di scherno.


-Mangio, quando mi va.- dice poi, semplicemente educata. Dalla sua voce non trapela nessuna emozione.


-Hayley, non sono venuto qui per fare il padre, e per me puoi fare quello che ti pare. Però non mi piace che tu stia sola.- si stringe nelle spalle, e cerca di avvicinarsi a lei, che invece si allontana. Quasi scatta, come se il ragazzo fosse una calamita con lo stesso polo magnetico.


Sospira, mentre cerca il suo sguardo. Ora sembra più dolce, mentre lo ricambia. E’ riuscito a strapparle un minuscolo sorriso velato di malinconia, e lo prende già come una sorta di conquista.


-Ti ringrazio, ma non sono molto di compagnia, sai.- Hayley cerca di scusarsi, ma non trova altre parole. Il vuoto che ha dentro sta risucchiando tutto il resto, e le riesce difficile anche solo rispondere in maniera gentile.


-Lo so. Non devi fingere, con me. Ti ricordi? Ci sono dentro anche io. Possiamo anche non parlare, se non vuoi.- Taylor risponde, pacato. Con un soffio sposta il ciuffo ribelle, che gli sta cadendo sugli occhi in una massa di riccioli. Si sistema sulla sedia accanto a quella della cantante, che nel frattempo ha preso un altro bicchiere. A lui versa del Jack Daniels, sa bene che è il suo preferito.


-Però ho una sorpresa, se ti fidi di me.- aggiunge poi, prendendo il vetro con i riflessi ambrati.


-Ne ho avute abbastanza di sorprese, ultimamente. Ma sì, mi fido di te.- le pietre verdi di Hayley, fisse a confermarglielo.


-Tecnicamente il Natale finisce il 6 Gennaio, giusto? Ancora non ho avuto modo di darti il mio regalo.-


Taylor tira fuori dalla tasca due biglietti per i Coldplay, e li fa scivolare in avanti, sulla superficie liscia del tavolo.
Per un’impercettibile frazione di secondo il viso di Hayley sembra di nuovo prendere vita.


-Sono per stasera, e visto che Chad lavora… pensavo che potesse farti piacere andarci insieme, ecco.-


La butta lì, come se non fosse nulla di personale.


Voglio solo vedere un tuo sorriso, Hayley. Ti prego.


-Vi siete sentiti, suppongo- afferma, lei, come se conoscesse già la risposta.
Ma certo che la conosce.
Non gliela si può fare sotto il naso. E’ troppo furba.


-Colpevoli. Ma è uno dei tuoi gruppi preferiti. E anche uno dei miei. Quindi, perché no?-


Gli occhi lucidi della ragazza di fronte a sé già dicono tutto, grati e commossi.


Da parte sua, Hayley non impazzisce dalla voglia di uscire, di farsi vedere in quello stato. Ma poi pensa a Chad, e a Taylor. E a Chris Martin.


Non vuole rovinare gli sforzi delle persone che ancora le vogliono bene, perciò si alza dalla sedia.


-Vado a farmi la doccia, ok? Tu intanto sai come muoverti, qui dentro.- mentre gli passa vicino, posa una mano sulla spalla di Taylor, e d’un tratto si ferma.


-Non merito delle persone così nella mia vita, ma grazie. Davvero. E non intendo per il concerto.-


Il chitarrista lo sa, cosa intende, non c’è bisogno di dare ulteriori spiegazioni.
D’istinto, raggiunge la mano sulla spalla, coprendola con una delle sue.


Le loro dita si intrecciano, in un gesto spontaneo che lui porta sul cuore, mentre si alza in piedi.
Hayley guarda in basso e Taylor nota che, nel seguire il movimento, dei capelli le sono sfuggiti al controllo.
Con la mano libera glieli riporta dietro l’orecchio, e poi delicatamente la accoglie contro il suo corpo.
Le sue labbra scaldano la fronte della donna minuta, che ora non si ribella più.


-Vai, o faremo tardi.- con riluttanza la lascia andare, prima che davvero sia troppo tardi per evitare qualche cazzata.


Due ore dopo sono nel parterre, posizionati alla transenna di fianco al fonico.
Lei ci si siede sopra per vedere meglio, appoggiata con le braccia sulle spalle di Taylor, come su un comodino.


-Questa è la tua vendetta, vero? Sapevo che prima o poi sarebbe arrivata.-


La risposta di Hayley è una linguaccia con occhiolino annesso, ma poi gli circonda il collo con un abbraccio.
Il concerto inizia e loro si perdono nella musica.
Cantano insieme i primi brani, con intesa di sguardi, e osservano attentamente cosa succede sul palco. Dai grandi si impara sempre.


Viva La Vida e Ia sua iconica sezione di archi. Hayley ne va pazza, e chiude gli occhi per godersela, come se fosse lei a suonare.


Fix You e tutte le coppie innamorate con i telefoni sollevati a creare atmosfera.


Speed Of Sound, la storia della vita di Taylor, e gli si stringe un pò lo stomaco. Hayley se ne accorge, e rinsalda la presa alle sue spalle.


Martin fa una battuta a cui tutti ridono, e poi le luci si spengono.
Un background stellato e pieno di calcoli incomprensibili appare sul maxischermo dietro il palco.


Le note di The Scientist riempiono la venue, e i quattro quarti del pianoforte spargono magia, come se fosse polvere di fata.




“Come up to meet you
Tell you I'm sorry
You don't know how lovely you are.”




La testa di Hayley si adagia nell’incavo della spalla del chitarrista, come se fosse un cuscino. Le braccia strette attorno al suo petto, e le mani di lui a farle da coperta.
La sua voce femminile che duetta con quella di Chris nel sussurrargli l’incantesimo a fior di pelle.






“I had to find you
Tell you I need you
Tell you I set you apart”






Ora è Taylor a confessare i suoi sentimenti, più sincero che mai.
Si è girato, facendo combaciare le loro fronti.
Le gambe della piccola donna sono intrecciate alla vita di lui, e scendono fino a toccare terra.
Le mani di Hayley sono aggrappate alla sua schiena, e insieme si lasciano andare al dolce movimento della ballad.






Tell me your secrets
And ask me your questions
Oh let's go back to the start”






Adesso stanno cantando all’unisono, cullandosi a vicenda, in quello spazio che è diventato solo loro.






“Running in circles, coming up tails
Heads on a science apart
Nobody said it was easy
It's such a shame for us to part
Nobody said it was easy
No one ever said it would be this hard
Oh take me back to the start
I was just guessing at numbers and figures
Pulling your puzzles apart
Questions of science, science and progress
Do not speak as loud as my heart
Tell me you love me
Come back and haunt me
Oh and I rush to the start
Running in circles, chasing our tails
Coming back as we are
Nobody said it was easy
Oh it's such a shame for us to part
Nobody said it was easy
No one ever said it would be so hard
I'm going back to the start.”






Un silenzio assordante annuncia la fine della canzone.
Nessun urlo isterico di massa. Nessuno scrosciare di applausi.


Solamente la mano di Hayley che tende la maglia del suo amico fino quasi a strapparla e il rimbombo del suo pianto devastante.
Taylor la sente rimbalzare sul suo petto, al ritmo dei singhiozzi, ed è come se gli piovesse sul cuore.
Deve essere l’effetto del dolore condiviso.
La circonda di più, proteggendola dalle persone attorno, che si muovono al battito di una hit movimentata.
La accarezza, prova a rassicurarla, le fa bere dell’acqua, ma è incontrollabile.
Si chiede da quanto tempo non si concedesse di piangere, e la risposta gli arriva in automatico: probabilmente è la prima volta, dopo l’abbandono dei fratelli Farro.
Qualcuno attorno inizia a guardarli in maniera strana, forse un paio di persone li hanno anche riconosciuti, ma lui fa finta di nulla.
Cerca di riparare Hayley in un angolo vicino a delle casse, e la abbraccia, finché non smette di tremare.


Le canzoni scorrono, e il concerto giunge alla fine.
Stanno camminando fuori dallo stadio, e nonostante stia battendo i denti dal freddo, Hayley sembra più rilassata.
Taylor le cinge le spalle con finta noncuranza, per cercare di scaldarla.


-Ti va di andare a mangiare qualcosa? Qui vicino c’è il messicano che ti piace tanto… - suggerisce, premuroso.


La ragazza si fa guidare per le strade trafficate di Nashville, e dopo qualche minuto raggiungono El Chico. Quante volte ci erano venuti dopo le prove, lungo gli anni passati.


Salutano Juàn, che li accoglie con un gran sorriso.


-Gauchos de mi corazón! Quanto tempo! Siete solo voi due stasera?-


Ahi, domanda sbagliata. Taylor vede la sua amica gestire una smorfia di dolore, ma non ha il tempo di dire o fare nulla, perché subito l’altro incalza:


-Haylita! Non ti riconoscevo quasi più.- si china leggermente per farle il baciamano, e lei forza un sorriso.


Si siedono ad uno dei tavoli in disparte, ed Hayley è evidentemente a disagio. Continua a mordersi le labbra, nervosa.
Lo sa, che le pesa. Lo sa anche lei che è dimagrita così tanto da suscitare preoccupazione nelle sue vecchie conoscenze.


Di riflesso, Taylor le prende una mano. E’ così leggera.


-Forse non è stata una buona idea, venire qui. Mi dispiace.-


Senza pensarci, inizia ad accarezzarle il polso. Passa le dita sulla sua pelle quasi trasparente, massaggiandole le vene in rilievo. Può addirittura sentire il suo battito accelerare. Vorrebbe essere in grado di curarla, di fare sparire ogni male dal suo corpo e dalla sua mente, ma si sente così impotente.


-Non ti preoccupare, ho accettato io di venire qui.- E’ sincera, mentre porta la mano libera sull’avambraccio del chitarrista.
Da quanto era che non si sfioravano così? Sul palco avevano continuato a concedersi tutto, ma una volta scesi, e a telecamere spente, le cose da tempo erano cambiate. Come se un solo tocco potesse provocare un incendio irrecuperabile.


Cosa sta facendo? Questa sera non riesce decisamente a darsi una regolata, in nulla. Aveva trascorso anni ad esercitarsi per resistere a quegli occhi dolci, ma si sa, quando si è vulnerabili le vecchie abitudini sono le prime in cui ci si rifugia.
Indugiano, e stanno così per un pò, a godersi il reciproco calore in silenzio.
Sembra di essere tornati a tre anni prima, quando non c’erano barriere di sorta tra di loro. C’era anche stato un attimo in cui Hayley aveva davvero pensato che avrebbe potuto esserci qualcosa di più, tra loro.
Ma poi Chad era entrato nella sua vita, illuminando il cielo all’improvviso.
In effetti gli manca davvero molto, questa sera, e solo adesso lo realizza.


-Ehi, ragazzi! Scusate se vi disturbo.- Juàn arriva al tavolo, con un’occhiata maliziosa ad accompagnarlo. -Vi porto il solito?- chiede, mascherando un sorriso sotto i baffi da sparviero.


I musicisti si guardano, e con un cenno di assenso danno la conferma al loro Chico di fiducia.


-Almeno lo facciamo contento.- dice la fatina minuta, premurosamente.


Dopo qualche minuto arrivano i piatti, e Taylor continua a guardare Hayley giocare con i nachos, senza mangiarne nemmeno uno.


-Freddi fanno schifo, lo sai, vero?- allarga le braccia. “Donna avvisata, mezza salvata”, giusto?


-E’ divertente farli annegare nella salsa. Come il senso di colpa.- si giustifica lei.


Il ragazzo ignora volutamente il tipico black humor della sua amica, e controbatte. -Guarda che te li rubo tutti. Sai che posso farlo.-


-Provaci.-


Ah-ah. Sapeva che la sfida la avrebbe stuzzicata. Hayley non dice mai di no, se c’è in ballo una vittoria.


Approfittando di un attimo di distrazione, Taylor le ruba la vaschetta da sotto il naso, ed afferra un nacho. Finge di dirottarlo tra le sue fauci, quando un braccino sottile gli afferra il polso.
A questo punto, guida il movimento di entrambi verso la ragazza, ondeggiando come un aereoplano. Miracolosamente riesce ad infilarle il cibo in bocca, come un quattordicenne. A mali estremi, estremi rimedi.
La osserva masticare di gusto, coprendosi la bocca mentre ride. E’ poco, ma è pur sempre un inizio.


Le lascia un bacio sulla fronte, e poi si ritrovano a commentare il concerto nei minimi particolari.
Parlano di pedaliere, di tecnica vocale e di arrangiamenti, quando a Taylor viene un’idea lampo.


-Quel mezzo slide, quello dell’interludio, sarebbe figo nella mezza demo che mi avevi mandato a fine giugno, che ne dici? -


Hayley alza gli occhi dal piatto, spalancati.


-Cosa?-


Il ragazzo scruta a fondo nel suo sguardo, un misto di paura e stupore, e poi capisce.


Le prende la mano, chiudendola tra le sue.


-Io non vado da nessuna parte, Hayley. Te lo giuro.-


-Dimmi che non è uno scherzo di cattivo gusto.-


-Non lo è.-


-Ripetilo.-


-Non vado da nessuna parte. Per me i Paramore possono diventare di ottant’anni, con me e te che al posto delle bacchette facciamo roteare dei bastoni da passeggio.-


La ragazza scoppia in una risata fragorosa, di quelle che non le sentiva fare da più di un anno. Decisa ma vibrante, acuta e flessibile.


Bentornata, amore mio.


Hayley stringe gli occhi, con l’aria di chi ti ha beccato sul fatto.


-Sei tremendo.-


-Solo con te.-


Lei si sporge in avanti, e i loro occhi si specchiano. Annusa il profumo del dopobarba di Taylor. Non cambia marca da quando aveva quindici anni, e le è sempre piaciuto. E’ così buono. Troppo buono. Come lui.
Schiude le labbra, e adesso riesce a sentire il respiro del ragazzo confondersi con il suo.
Una sensazione soffice e delicata, quasi impercettibile.


Socchiude le palpebre.




Thunderstruck degli AC/DC irrompe tra i due, come un fulmine.
E’ la suoneria di Chad.
La cantante si riscuote e risponde, mettendolo in vivavoce.


-Amore, ti è piaciuta la sorpresa? Spero che Taylor abbia fatto il bravo.-


Quasi. Pensa, il diretto interessato.


-Così bravo che si è trasformato in uno dei putti della Cappella Sistina.- racconta Hayley, scompigliandogli i folti ricci in diretta.


-Il vostro show come è andato? … Ah, a proposito… Buon anno.- Controlla l’ora sul display del cellulare. Mezzanotte e cinque minuti.


-Lo show è andato bene, ma spero tu abbia conservato la biancheria rossa per questo fine settimana.-


Taylor la vede arrossire, per poi distogliere lo sguardo.
E’ ancora così pudica… lo è sempre stata.


-Ti aspetto con cravatta abbinata, sappilo.- Glielo sussurra a voce bassa, invitante persino per il ragazzo di fronte a lei.


-Ehm, ciao, Chad. Qui tutto bene. Siamo al messicano… ed Hayley finge di non volermi rubare i nachos.- interviene Taylor, prima che la situazione diventi imbarazzante.


-Lo farà appena abbasserai la guardia.- lo avvisa il collega.


I due uomini ridono, e la cantante dai capelli quasi arancioni alza gli occhi al cielo.


-Comunque Chris Martin è proprio un gran figo. Ciaoooo!-


-Ti amo, piccolo folletto pazzo.-


-Ti amo anche io. A presto. E… grazie di tutto.-


Mi manchi.


La bocca si apre per dirglielo, ma poi rimette il telefono nella borsa. Non vuole dargli un peso che non gli appartiene. Si sente già abbastanza patetica così.
E terribilmente, terribilmente in colpa per ciò che stava per succedere.


Decidono di ignorare l’accaduto, e finiscono per parlare del più e del meno, dando un risvolto leggero alle prime ore del 2011.


Sono ormai le due del mattino, ed è ora di tornare a casa.
Taylor la accompagna sul vialetto di casa, lentamente.
Proprio non vorrebbe che questa serata finisse.
Come se lei gli leggesse nel pensiero, d’un tratto si volta.


-Ti andrebbe di rimanere da me? Solo per un pò…-
Le ci è voluto coraggio per dirlo, e ora teme la risposta. Non le piace sentirsi debole, non si sente in diritto di esserlo, ma vuole solo passare la soglia di questo giorno senza danni.


-Tutto il tempo che vuoi, stai tranquilla.-


Salgono le scale della veranda, e Hayley accende le luci a risparmio energetico. E’ sempre stata molto attenta alla salute del pianeta, e ricorda che i pannelli solari sono stata la prima scelta che ha fatto per la sua prima casa di proprietà.


-Ti va del the?- gli chiede, gentile.


Taylor annuisce, e si sistema sul divano, presto seguito da lei, che si accoccola al suo fianco con due tazze fumanti.


Respirano piano, nella quiete, disegnando tiepide nuvole di vapore.


-Mi hai sempre capita con uno sguardo, perciò dimmi perché. Perché è andata a finire così? Più ci provo, e più non riesco a trovare una spiegazione.-
La ragazza rompe il silenzio, riempiendolo di parole arrese, come il suo sguardo.


-Mi dispiace, Hayley. Non ho la verità in tasca. Ma lo sai anche tu… sono meccanismi troppo complessi. Non puoi afferrarli tutti.- vorrebbe davvero avere le risposte che stanno cercando, e detesta deluderla, ma prova comunque ad essere di aiuto. Stare all’interno del problema è un vero schifo.


-Vi ho soffocati. Li ho soffocati, stretti come se fossero stati limoni da spremere. Ed è tutta colpa mia. Ho rovinato tutto.- Hayley si copre il viso con le mani, e sembra davvero distrutta.


-Everyone’s got his share, baby. Tutti abbiamo qualche colpa. Ma tu hai agito sempre e solo per il bene della band, e di tutti noi. Non dimenticarlo mai, ok?- Taylor le posa una mano sulla spalla, cercando di farle sentire la sua presenza. Non sa ancora cosa avrebbero fatto, ma sa che lo avrebbero fatto insieme.
La cantante non risponde, ma beve l’ultimo sorso di the, portando la testa indietro sullo schienale.


-Sei riuscito a rendere quasi indolore questa notte, lo sai?- posa la tazza sul comodino a lato, e poi si gira a trafiggerlo con uno sguardo serio, indecifrabile.


Lui le sorride, confuso, ma felice.
Se ne frega di Chad, del domani, della band.
Gli importa solo di quella piccola, grande donna dalla voce pazzesca, seduta di fianco a lui.
Se solo si rendesse conto di quanto è stata forte a reggere tutto il peso, da sola.
La afferra per i fianchi, trascinandola dolcemente più vicina a sé.


-Ora puoi dormire serena. Ci sono io con te.-


Le poggia un soffice bacio sui morbidi capelli sfatti, e la culla, finché non si rilassa completamente su di lui.
La guarda dormire, mentre le luci dell’alba colorano la stanza di tinte tenui.
E’ un nuovo giorno, e se saranno uniti le cose andranno per il verso giusto.
Il verso che meritano.
In due o in tre. Non importa.
Il futuro li attende.

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Capitolo 2
*** 2011-2013 ***


N.d.A: Ciao, ragazzi! Innanzitutto mi scuso per aver aggiornato dopo mesi, ma è stato un periodo tanto tanto pieno. Volevo ringraziarvi per aver letto e dirvi che pensavo di riuscire a fare stare la storia in due capitoli, e invece ce ne sarà un terzo, se non un quarto (ma non di più). Ci sono tante scene carine che ho in mente e che ho appuntato, quindi mi pare brutto non dare spazio ciò che deve essere raccontato.
Detto ciò, mi farebbe davvero molto piacere ricevere un vostro commento sulla storia.
Se avete dubbi su qualche terminologia tecnica musicale che ho usato, scrivetemi e vi risponderò.
Baci a tutti.




………………………………………..






La prima metà dell’anno trascorre tamponando i colpi e ricucendo gli strappi. Chiusure burocratiche, royalties assegnate, documenti, e nuovi vestiti da dare a vecchie canzoni.
Ad aprile i tre rimasti ricevono una telefonata d’invito al Warped Tour, e non ci pensano due volte ad accettare. Nel 2010 la loro partecipazione era saltata a causa del tour mondiale e dei problemi intestini alla band, ma questa volta avrebbero fatto sentire che i Paramore ci sono. Più forti e compatti che mai. Si stringono in un abbraccio di gruppo, e iniziano a lavorare immediatamente, perché in tre è tutto un altro programma. Gli arrangiamenti devono essere rifatti, adattati ad un power trio. Vogliono un carattere diverso per ciascuno dei brani, perché nessuno di loro è più lo stesso di prima, e questo si deve notare. Poi bisogna pensare a chiamare dei turnisti per la seconda chitarra e la batteria.
Questa frenesia è la scossa che serviva a tutti, per mettere a fuoco il possibile futuro della band, ospite fissa del rinomato festival di musica alternativa.
Hayley è felice e grata: la vita forse dà le risposte quando meno uno se lo aspetta, ed è intenzionata a trarre il massimo da questa esperienza. Il valore aggiunto? Sarebbero stati in line up insieme ai New Found Glory.
Taylor ora è a bordo palco, che osserva la sua compagna di squadra saltare come una matta. Sorride, come non faceva da tantissimo tempo, più luminosa del sole di fine Giugno, che brucia sulle loro teste e su quelle della folla di gente venuta ad ascoltarli.
Sa che quel sorriso non è solo merito dell’energia del pubblico, e la sua ragione principale risiede nello sguardo perso che rivolge a Chad durante l’assolo di chitarra. Gli si avvicina, come un grillo che festeggia la stagione dell’amore, e lui, senza smettere di suonare, gli poggia la testa sul petto. Lei gliela regge con una mano sulla nuca e continuano questa danza giocosa come se fossero due bambini in un parco divertimenti. I fan impazziscono quando il chitarrista la stringe teneramente a sé e la bacia, finendo il duetto improvvisato tra i due gruppi di artisti.


-Here’s my girl, folks! Ok ok, you love her, but I love her more.-


La fa roteare su sé stessa e lei butta il capo indietro in un casquè. Ridono a crepapelle, e comincia un’altra canzone mentre la lead singer dei Paramore è ora sulle spalle di Chad, che incita il pubblico da un’altezza che per lei probabilmente è un palazzo a quindici piani.
Sono così perfetti, spontanei e naturali che il cuore di Taylor per un attimo si arrende.
L’uomo giusto per lei è quello con cui sta facendo l’amore di fronte a centomila persone, senza nemmeno rendersene conto.
E’ quello il posto di Hayley, ormai è chiaro, come la luce che screzia di mille sfumature il rosso dei suoi capelli.


Una forza quasi tangibile la trascina tra le braccia di Chad ogni volta che tenta di allontanarsene, e sono tre anni che ha scelto di cedere all’impulso. Come non approfittarne, soprattutto ora che non ci sono millemila chilometri a dividerli? Mai come in questo momento lo percepisce come suo partner, ed è da lassù, mentre si sente invincibile contro tutti, che pensa di avere trovato l’uomo della sua vita. Loro due, insieme, possono affrontare tutto.
Il mondo gira attorno a questa vertigine, mentre lo show finisce e scendono dal palco. Non riescono nemmeno a staccarsi quando entrano in macchina e costeggiano la strada fino alla spiaggia Californiana più vicina. Ormai è sera, e la sabbia ancora tiepida fa da contrasto all’acqua fredda dell’oceano, che sulla riva lambisce i loro piedi. L’adrenalina e l’eccitazione mandano al diavolo coperte, precauzioni e pudore, e i due musicisti si ritrovano coccolati dalla brezza leggera del vento estivo: nudi si fanno benedire dalle stelle appena spuntate per decorare il cielo, e scrivono una canzone con la melodia delle onde, dei sospiri e dei loro nomi intrecciati.
La cantante ha imparato, lungo questi lunghi mesi difficili, a convivere con queste altalene di emozioni. Provocano scompenso, ma se al momento la sanità mentale non è un’opzione, vorrà dire che si godrà le piccole grandi gioie donate dalla presenza delle persone amate. L’avere Chad accanto, poi, le sembra un dono del Cielo: Dio solo sa quanto patisce il tempo passato lontani, e sa benissimo che il sentimento è reciproco.
Ancora ricorda quando, in questa stessa data, nel 2008 avevano finito il quarto Warped Tour insieme. Il giorno dopo Chad si era presentato a casa sua, con un mazzo di rose bianche e la faccia sfatta.


-Non ce la faccio a starti lontano. Eri una tentazione, ma adesso sei diventata reale, troppo reale, e… voglio dire: io sono single, tu sei single. Non vedo il problema.-


-Nemmeno io.-


Avevano passato una settimana alle Bahamas insieme, da soli. Non avevano detto nulla a nessuno, e avevano così suggellato quella che, dopo baci nascosti e sguardi languidi dai camerini, era diventata finalmente una relazione ufficiale.
Tre anni che sono volati sulle montagne russe, tra emozioni forti e salti nel vuoto. Voti di fiducia che nessuno dei due fino ad ora ha ancora spezzato.
Il sale purifica i loro corpi mentre le mani vagano selvagge e bramose.
I seni piccoli di lei, i suoi lineamenti delicati e la morbidezza confortante di lui, massiccio e protettivo come un orso.
Gli occhi piccoli e scintillanti di Chad guardano Hayley come se fosse la sua dea personale, mentre lei gli accarezza la nuca e sorride, serena. I loro bacini ballano al ritmo della marea, dove andata e ritorno combaciano nell’apice di un buco nero senza confini.


2012


Dubbi, agitazione.


-Non voglio scrivere. Non ce la faccio. Non ho più niente da dire.-


-La psicologa dice che devo trovare nuovi hobby. E se poi scopro che faccio schifo in qualunque altra cosa che non sia relativa alla musica?
Non sono in grado di dipingere. Magari il giardinaggio…-


Queste sono alcune delle frasi che Hayley rivolge al suo migliore amico e ora co-writer. Sempre che la scrittura non sia ormai un ricordo lontano di quando la sua anima era ancora sollevata dalla speranza.


-Stacey, cosa sto a fare in questo mondo? La band è sfasciata, e vedi? Sono anche la brutta copia dell’ex moglie di Chad. Non servo a nulla.-


Il suo compagno si incazzerebbe a morte nel sentire queste parole, ma ehi, è pur sempre in uno spazio libero dove vige il segreto professionale, no?


-Hayles, senti questo e dimmi che ne pensi. Senza fretta, eh… se ti viene qualche idea, bene, se no lasciamo perdere, ok?-


Taylor, dal canto suo, ha ritrovato l’ispirazione, e la fiducia riposta in lui dall’etichetta gli ha dato una marcia in più. Finalmente può sbizzarrirsi e lasciare maggiormente la sua impronta nella musica della band che ha sempre amato, quasi a pari merito con la donna a cui ora sta cercando di non fare pressione.
Non è necessario: prima o poi si renderà conto anche lei che non può vivere senza scrittura. E in effetti Hayley dopo qualche mese inizia a mandare una strofa, poi un ritornello, poi…


-Ma senti questo riff di tastiera qui, molto alla Talking Heads, che te ne pare? Mi pare in linea col mood del pezzo.-


-Ehi, ma le marimbe sono una figata!-


Anche Jeremy dona alle demo il suo spirito funk, e lentamente i nodi iniziano a sciogliersi.


E poi i testi, gli sfoghi, lei che lentamente si apre sulla depressione, e il chitarrista che unisce le sue personali pene e fantasie al bagaglio del disco.
E poi quelle volte che finiscono l’uno addosso all’altra addormentati sul divano, con ancora pro tools e logic aperti sul tavolo da lavoro.
Sensazioni di cui nessuno dei due parlerà, ma che sedimentano nel profondo, suscitando domande.


2013
In primavera esce Paramore, il self-titled album.
Il cuore di Hayley è così in tumulto che la gratitudine la paralizza e la sommerge allo stesso tempo. Per esprimere ciò che non riesce a dire a parole, scrive quelle che ad occhi esterni potrebbero sembrare lettere d’amore.
Perché Taylor ha salvato tutti loro, e il mondo lo deve sapere.
Lo sa bene Chad, che in silenzio fa i conti e mette le cose in chiaro coi fatti, ribadendo ad ogni uscita comune, ad ogni concerto e ad ogni intervista che lui e la cantante dei Paramore sono una coppia.
Lo sa anche Dakota, la fidanzata di Taylor, che li guarda con sospetto mentre confabulano sugli spartiti scritti a mano e appena consegnati personalmente alla SIAE, perché Hayley è una songwriter e lyricist all’antica, una poetessa moderna.
Essendo un cerchio di amici molto stretti si accorgono tutti che qualcosa sta cambiando.


Hayley viene fermata dall’amica, dopo una sessione di prove, l’ultima prima del nuovo tour.


-Posso fidarmi?-


La cantante sgrana gli occhi, meravigliata.


-Ma che diavolo dici? Non vi farei mai nulla del genere. Non dopo tutto quello che ho passato. Sai cosa penso del tradimento.-


Dakotah si stringe nelle spalle, consapevole che al cuore (e agli ormoni) non si comanda.


-Io non sono una santa, lo sai, e ti posso confermare che tutto può succedere, soprattutto se stai 24 h su 24 a contatto con una persona a cui vuoi molto bene. Volevo solo sincerarmi che tu ne fossi assolutamente conscia.-


-Lo sono.-


-Bene, discorso chiuso.-


On the road: Italia, Austria, Inghilterra, Russia…


In Spagna li raggiungono Chad e Dakotah, dopo due mesi e mezzo di tour Europeo. E’ fine settembre, e la chioma di Hayley inizia a fare pendant coi colori dell’autunno.
Le luci si affievoliscono sulla scena, mentre cala il silenzio. L’aria attorno si raffredda, la cantante prende uno sgabello e lo posiziona al centro del palco. L’occhio di bue la illumina, mentre si siede di lato e si appoggia a terra con la punta di un piede.


-Ok, ragazzi. Siamo qui tutti per lo stesso motivo, dico bene?-


Un boato riempie la venue, e tutto vibra, quasi consistente.


-Siamo una famiglia, e in famiglia ci si supporta a vicenda. A volte però quest’unione rischierebbe di sfaldarsi se non ci fosse un caposaldo, qualcuno che guida la nave mentre è in tempesta, senza direzione. Un capitano è qualcuno che ha il coraggio di andare avanti, anche se lui stesso ha perso la rotta. Ecco, Taylor… so già che mi odierai per questo, ma è giusto che i fans lo sappiano. Grazie per essere il motivo per cui i Paramore esistono ancora, oggi. Grazie per non aver mollato quando la tua stessa vita stava andando a pezzi. E grazie per essere stato un vero amico, per me.-


L’audience inizia ad urlare il suo nome, e il diretto interessato arrossisce. Non ha nemmeno il coraggio di incrociare lo sguardo della sua collega, mentre questa ascolta, compiaciuta.


-Si, continuate a chiamarlo. Se lo merita.-


La cantante si volta di nuovo verso di lui, e capisce che è giunto il momento di attaccare il brano, come da scaletta. Stritola il manico dello strumento, come se potesse trarne la forza necessaria per suonare: non si aspettava una dichiarazione del genere, e le mani gli tremano.


Prende un respiro profondo quando Hayley la annuncia.


-Questa è “I Hate To See Your Heart Break”, ed è per tutti noi, che sappiamo starci vicini nei momenti di difficoltà. Ma soprattutto è per te, Taylor. Ora, prendiamoci le mani e cantiamo insieme.-
Gli arpeggi fanno da sottofondo alla sua voce, e il chitarrista la vede avvicinarsi mentre canta la prima frase della strofa.


-Ehi, vieni qui.- gli sussurra di sfuggita nel microfono. Timidamente Taylor fa un passo a destra e la avvolge in un breve, leggero abbraccio. Questa donna riesce sempre a stupirlo.
Come quando era arrivata nel suo soggiorno, e lo aveva visto crollare sulla chitarra color mogano, intrisa di lacrime.
Gli aveva preso il viso tra le mani, e gli aveva regalato un piccolo sorriso, con quegli occhi grandi che chiedevano scusa.
Lui si era confidato, e le aveva raccontato di come Gabriella, la sua fidanzata di allora avesse rifiutato la proposta di matrimonio e lo avesse lasciato per un tizio conosciuto in discoteca. “Tu non ci sei mai”, gli aveva addossato le colpe e se n’era andata, mandando all’aria due anni di progetti e impegni da entrambe le parti. Con una telefonata gli aveva detto che era incinta, e che avrebbe abortito, senza volergli dare ulteriori spiegazioni.
Aveva cercato di calmare i singhiozzi con il ritmo regolare delle pennate sulla tastiera della chitarra, e si erano ritrovati in dieci minuti con un brano fatto, finito e mai modificato. Hayley era riuscita a tradurre i sentimenti della sua anima in pensieri, e li aveva liberati. Si era sentito subito meglio, come ogni volta che sente la sua voce cullarlo con quella promessa di eterna amicizia.


Anche questa data è alle loro spalle, e mentre smontano gli strumenti il ragazzo si sente osservato. La cantante è allungata a pancia in giù su una cassa enorme, e lo sta scrutando da sotto la fitta frangia arancio fluo.


-Tutto bene?- Le chiede, più per avere una reazione che per la risposta.


-Mi chiedevo la stessa cosa di te.- Taylor sbatte le palpebre, accigliato.


-Perché non dovrebbe?- Finge indifferenza, ma è ancora scosso. Certe cose loro due le vivono, non le dicono. Mai. Ne da soli né in pubblico, soprattutto dopo il “quasi bacio” che c’era stato due anni prima.


-Ok, Taylor. Ho capito. Sono andata troppo oltre.- si soffia via i capelli dagli occhi. Prima o poi avrebbe dovuto tagliarla, quella tenda insopportabile. Si fa l’appunto mentale di procedere con una baby bang insieme a Brian, direttamente l’indomani, e oh!
Eccolo lì, con quello sguardo così scuro da perdercisi e con quei ricci tutti da attorcigliare attorno alle dita.
E il suo dannatissimo sorriso dolce, con quelle labbra piene e morbidissime. Perché devono esserlo per forza, pensa.
Taylor si è abbassato sulle ginocchia, fino ad essere all’altezza del suo viso, e la guarda teneramente. Inclina la testa di lato, e la ragazza lo trova assurdamente buffo e bello.


-Sei una testolina stupida se pensi che non mi abbia fatto piacere.- il dorso della sua mano sta accarezzando la guancia di Hayley, che improvvisamente abbassa gli occhi.
Il chitarrista cerca allora un contatto diverso, quello con cui tante volte si erano dati conforto: poggia la fronte su quella dell’amica.
Con questo gesto la mano di lei si sente legittimata a scorrere tra i capelli folti e profumati di lui. Ne riempie un pugno e ne sente la consistenza, aggrappandocisi. Non si può descrivere l’affetto, ma si può provare a farlo sentire sulla pelle, o in ogni risonanza ricettiva del corpo.


-Grazie.-


Quest’intimità quasi sacra viene, come sempre, interrotta dal cellulare. E’ quello di Taylor che squilla, e Dakota dice che lo avrebbe aspettato in camera.
Alzano lo sguardo, e vedono Chad appoggiato ad un’asta di metallo.


-E’ tardi, piccola. E’ meglio che andiamo, se no l’adrenalina ti scende domani e tu non dormi, come al solito.-


Ha le braccia incrociate e lo sguardo preoccupato, quasi ferito. Hayley se ne accorge, e scatta immediatamente in piedi, correndo a dargli un bacio sulla punta del naso. Lo fa sostenendosi ad uno dei soppalchi, rimanendo a penzoloni.


-Io continuo a dirlo che nella tua vita precedente eri una scimmia.- le fa il solletico sui fianchi, e quando lei sta per cadere la prende in braccio.


-Devo pur compensare la mia statura in qualche modo, no?- fa una linguaccia, tra le risate.


-Taylor, se hai bisogno di un passaggio fino all’hotel puoi venire con noi.- Chiede Chad, gentile. Il collega di strumento annuisce, e insieme si dirigono verso il luogo dove lui e Dakota alloggiano per il weekend: questa notte il tour bus avrebbe avuto posto libero per la moglie incinta del loro bassista.


Il giorno dopo si ritrovano nella hall, dove accolgono i giornalisti insieme a Jeremy.
Hayley sbadiglia vigorosamente: quel mattino Brian era venuto a svegliarla dopo che lei e Chad erano piombati nel sonno da si è no giusto un paio d’ore.
Per fortuna il suo stylist è anche uno dei suoi più cari amici, quindi non si era sentita troppo imbarazzata a piantare un urlo stratosferico, facendo sobbalzare Chad dallo spavento mentre cercava di recuperare qualche vestito per la stanza.
Taylor le va incontro, e le pizzica un fianco, mentre si avvicina all’orecchio per parlarle senza farsi sentire dalle altre persone presenti nella stanza.
Tentativo fallito miseramente.


-Hai la maglia al contrario, lo sai, vero?-


In tutta risposta la piccoletta arrossisce vistosamente da sotto gli occhialoni da sole a pois color lilla, e si copre la bocca ridendo.
Poi ci pensa un attimo e punta le mani ai fianchi, corrucciando le labbra in una smorfia di lato.

 
    -Beh, allora vorrà dire che oggi lancerò la moda (fintissima) delle t-shirt alla rovescia.-


Fa spallucce, per poi nascondere il viso nell’incavo della spalla di Taylor, tra le risate generali.


Il ricciolino non può far altro che stringerla a sé, rassegnato: è incredibile, quella ragazza riesce ad illuminare l’intera stanza anche in un momento di imbarazzo.


Una volta che Hayley ha ripristinato, con grande finezza, la faccia di Sid Vicious sul fronte della maglietta, lei, Taylor e Jeremy salutano i rispettivi +1, che li stanno osservando dalle gradinate.


Non si sarebbero rivisti fino a dopo il sound-check, perché tra video-interviste e set fotografico sarebbe stata una giornata di fuoco: anche a pranzo avrebbero avuto un meeting con i back-liners, per accertarsi che tutte le istruzioni fossero sotto controllo.


Le ore passano nella confusione pre-show, e in men che non si dica arrivano le 18.30.
Hayley sta frugando nervosamente nel suo zaino, all’interno del bagno del camerino.


-Dannazione!-


Impreca. Ha di nuovo perso gli in-ear monitors, ed è esasperante. Senza quelli prima poi si fotterà l’udito, già l’otorino l’ultima volta le ha fatto una testa grossa così, perché preferisce non usarli, e allora aveva promesso a Chad che avrebbe fatto la brava bambina. Giurin giurello croce sul cuore.


Ecco, Chad! Ora le è venuto in mente: li ha dimenticati ne cassetto del comodino, nella stanza d’albergo.
Per una volta che sarebbe stata in orario, deve correre in fretta e furia, prima che i ragazzi la prendano di nuovo in giro per il suo quarto d’ora accademico di ritardo, ormai un rito per cui non si arrabbiano neanche più.
Non è sicura se sia perché ci hanno fatto l’abitudine o perché già le dicono l’orario spostato di mezzora, apposta. Ma non importa, se non altro i tecnici non si sono mai lamentati, perciò in fin dei conti va bene così.
Si beccherà le solite prese in giro sulle scuse improbabili che trova per giustificarsi, e pace.
Chiama un taxi in fretta e furia, mentre incrocia due fonici accigliati.
Sale le scale dell’albergo con lo scatto di un centometrista, e senza pensarci apre la porta.
Le casca il beep di mano, mentre rimane sul posto, come congelata.


Deve essere svenuta, per forza. Un calo di zuccheri per il troppo sforzo, dopotutto essere vegetariana ha le sue controindicazioni, no?
Deve essere per forza quello, sì.
Perché la scena che sta osservando non può essere reale.


Invece deve girare lo sguardo di lato, perché le viene da vomitare, di fronte a Chad e a Dakotah, ancora l’uno sull’altra, incapaci di emettere anche un solo fiato.


Hayley decide di uscire dalla stanza, senza guardarsi indietro.


Meccanicamente manda un messaggio a Jeremy, con la vista appannata da quello che non sa se attribuire alle lacrime o alla pressione bassa.


-Jer, per caso hai ancora gli in-ear di scorta? Ho perso i miei. Grazie.-


Si lascia trascinare dal corrimano, e si fionda di nuovo nella vettura che la sta aspettando.


-Tutto bene, signorina?-


Le chiede premuroso l’autista, quando la vede incantata sul sedile, con la portiera aperta.


-S…sì, tutto bene, grazie.- la rossa paga la corsa senza neanche degnare di un’occhiata il conducente, e con fare automatico entra nella venue, sorpassa i controlli e va direttamente sul palco, dove gli altri musicisti già stanno provando i suoni.


Non si scusa nemmeno per il ritardo, prende le cuffiette e preme il tasto ON, isolandosi completamente e assicurandosi che tutto sia come deve essere. Testa gli spazi, i riverberi nei vari punti dietro le spie, e sceglie gli strumenti da mettere in monitor.


I ragazzi fanno qualche battuta che le sue orecchie ignorano, e quando finalmente si ritrova all’aria aperta, si concede di chiudere gli occhi, mentre si appoggia al muretto di cemento.
Bastarda, eccola che arriva la botta.
Non ha il tempo di stringersi lo stomaco, che è già piegata in due a vomitare, di lato.
Dopo un pò gli spasmi continuano, ma non c’è più niente da spurgare, tranne le lacrime, che iniziano a scendere senza volersi fermare.


Per fortuna era riuscita a sgattaiolare via da sola, senza che gli altri potessero fermarla.
Non è ancora pronta a parlarne, e soprattutto in questo momento la priorità è lo show.
Poi certo, avrebbe anche avuto il bonus aggiuntivo di spezzare il cuore del suo migliore amico, dandogli la stupenda notizia che la sua fidanzata lo aveva tradito insieme al compagno della sua migliore amica.


Si vorrebbe cavare gli occhi per impedire al suo cervello di continuare a mandare in replay le diapositive di sesso tra quella che considerava un’amica e quello che fino a mezzora prima era certa fosse l’amore della sua vita.


E invece no, fino alla fine del concerto sarebbe stato un privilegio tutto suo, tenere il peso di quel segreto.


Ora, bagno-faccia-denti, rifare il make-up e mettere su un bel sorriso.
Ci manca solo che i fans vengano delusi.


Rientra, e viene bloccata da Jeremy, preoccupatissimo.


-Ehi, Hayls… sei ancora più pallida del solito, tutto bene?-


La cantante accenna un sorriso, e devia il discorso.


-Sì, credo… Avrò mangiato qualcosa di avariato dalle vending machines.-


Mentre passa oltre, sente il suo braccio sfiorare qualcosa di altrettanto caldo e morbido, poi una mano le stringe il polso.


Guarda di sottecchi: è Taylor.


Con un gesto secco della mano, si libera dalla presa.


-Scusa, Taylor, non è il momento.-


Abbassa il viso di proposito, e il cuore le si rimpicciolisce da quanto se lo sente stritolare.


Ignorarlo la uccide, ma non ce la farebbe ancora a reggere il suo sguardo ferito, e non c’è tempo.


Il concerto sta per cominciare.


3… 2… 1…


Still Into You. Lo vede tra la folla, a lato delle transenne, come sempre.


Gli occhi da cucciolo supplicanti, colpevoli. Eppure a lei ora sembrano solo pieni di bugie.
Dakotah è nel backstage, l’ha intravista mentre Taylor faceva il cambio della chitarra.


Respira più profondamente, mentre le sembrano false persino le stesse parole che sta cantando, quelle che una volta aveva scritto e dedicato a Chad, raccontando il loro amore duraturo e senza grigio.


Fino ad ora.


Mette più forza nella voce, nel tentativo di controllarla, ma ottiene l’effetto opposto, e questa si sporca a causa della costrizione alla laringe.


Odia tutto questo, odia l’amore, e odia che l’essere umano sia così schiavo di un corpo e di un’emotività troppo instabile.


Riesce a finire il concerto senza fare troppi danni, e prima ancora che le luci si spengano, prima che Dakotah possa impossessarsi dell’attenzione di Taylor, è la cantante a trascinarlo fino al punto ristoro dietro le quinte.


Ristoro stocazzo.


“Ristoro” è quello che facevano le persone a loro più care, alle loro spalle.


Informa Taylor, incapace di guardarlo negli occhi. Ha paura di vedere quel dolore riflesso nei suoi, e non sa se le piacerebbe la reazione.
Anzi, è SICURA che non le piacerebbe.


Dopo una nottata di “Perchè-percome-perchèmai” in un parcheggio deserto, i quattro sono rimasti talmente senza voce da arrendersi.


La versione ufficiale è che gli atteggiamenti di confidenza tra Hayley e Taylor avevano scatenato nei due rispettivi fidanzati alcune reazioni incontrollabili.
Una scusa del cazzo, su questo entrambi i colleghi concordano all’unisono.
Soprattutto perché, tra i dubbi, i fedeli sono rimasti gli accusati, mentre a tradire sono stati proprio i malpensanti.


Con il primo aereo del mattino questi ultimi se ne vanno, lasciando i musicisti rimasti con un giorno off e tanti pensieri arrabbiati a prendere il sopravvento.
Taylor passeggia sulla spiaggia a piedi nudi, lasciando i capelli lunghi liberi nel vento. Magari far circolare l’aria aiuterà a chiarire i pensieri.
Certo, lui ed Hayley non sono di certo la classica coppia di amici, ma Dakotah sapeva benissimo che aveva scelto di amare lei, per un’infinità di motivi. E’ sinceramente innamorato della bellissima ragazza bionda, assistente esecutiva proprio della cantante dall’animo fiammante. E’ grazie a lei che si sono conosciuti, e lavorandoci insieme aveva scoperto una personalità affascinante, concreta e capace di vivere la quotidianità costruendo basi solide, cose di cui Taylor ha sempre avuto bisogno. Inoltre amano gli stessi film, i western per la precisione, e starebbero per ore a guardare intere maratone. Non immagina altra persona sul pianeta con la quale potrebbe fare una cosa del genere.
Deve essere stato Chad, a manipolarla. E’ stato lui sicuramente. Dakotah non avrebbe mai osato tradirlo. Ignora volutamente l’episodio che lei gli aveva raccontato qualche mese prima riguardo ad un caso isolato con il suo ex, e sente la rabbia salire nelle vene. Se potesse prenderebbe a pugni quel porco, come se già non fosse un chitarrista scarso.
Serra i pugni fino a sentire caldo nel palmo, e quando inciampa in qualcosa rilascia le dita e alza lo sguardo.
Incontra quello affranto di Hayley, ed è come se gli si frantumasse l’anima in mille pezzi.
Stranamente non è duro, pieno d’ira fino all’orlo. E’ semplicemente deluso, privo di ogni speranza.
Il ragazzo è consapevole di cosa significa per lei questa parola. E’ un pò il fil Rouge dei loro testi, e capisce che deve agire prima che la sua migliore amica tocchi di nuovo il fondo.
La osserva mentre fa una smorfia, quella che vorrebbe essere un piccolo sorriso, un saluto.
C’è un modo per dire “Ehi, siamo stati fregati, adesso che facciamo?”?


Sì, c’è. E lei lo esplicita per il dato di fatto che è.


-Siamo due coglioni, Taylor.-


E il suo interlocutore scoppia in una risata convulsa che coinvolge anche la ragazza.
Si abbracciano e iniziano a piangere insieme, mentre ridono a crepapelle.


Non sono normali, e questa reazione è totalmente inadeguata.
Ma già si sapeva che la loro amicizia è un mix di dolce follia e lucido conforto.


-Quindi che si fa?-


-Proprio non lo so. Al momento sono svuotata da ogni forma di idea. Mi sa che ho pianto pure quelle.-


Palchi, chilometri e tempo scorrono, finché il tour finisce e si ritrovano a casa, al punto di partenza. La vita presenta il conto, con tutto ciò che è in sospeso.


Tre mesi di pausa per entrambe le coppie.


Taylor ha mollato definitivamente l’osso e Hayley ha eliminato Dakotah dalla sua cerchia privata e professionale … ma non Chad.


Hanno deciso di riprovarci, anche se il clima è freddino, forse più del solito, per quanto sia ormai dicembre.


Il chitarrista ingoia l’ennesimo boccone amaro, e si chiede come sia possibile perdonare chi ti ha mancato di rispetto. Lui non ci è riuscito, dopo aver visto prima la finta vergogna e poi l’indifferenza di Dakotah. Non si sarebbe mai aspettato un comportamento del genere, ma l’unica cosa da fare è accettare e andare avanti.
Spera solo che Chad abbia capito il valore del tesoro prezioso tra le sue mani perché, in caso contrario, dovrà scontrarsi con un migliore amico decisamente meno comprensivo della sua fidanzata.


Arriva il 27 dicembre, e come da ormai otto anni, Taylor e Hayley festeggiano insieme i loro compleanni, che sono a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro.
L’espressione della fatina multicolor è impagabile: lacrime di gioia le solcano il volto, mentre coccola tra le braccia un piccolo batuffolo rosso e riccioluto.
Il regalo di Chad, inaspettato e apprezzatissimo, il più bello che abbia mai ricevuto, dice.


-Amore, come lo chiamiamo?-


Taylor è indeciso tra l’alzare gli occhi al cielo dal disgusto e l’andare ad abbracciare la felicità della sua cara amica. Perché è bellissimo vederla sorridere. Per un cucciolo di cane, poi, ancora di più. Chad gli aveva addirittura chiesto consiglio, essendo che sin da piccolo il chitarrista ha una grande passione per gli animali, così grande che aveva più volte meditato di iniziare gli studi di veterinaria.


-Guardalo, sembra un folletto!-


-Un piccolo elfo di Babbo Natale!-


-Elf!-


-Sarebbe troppo banale… e se… Alf! Alf, ho trovato! Sarà l’elfo più pazzo e gioioso della storia degli elfi!-


-Proprio come la sua nuova mamma.-


La conversazione viene sigillata con un romanticissimo bacio a tre, e la lingua del cane che cerca di frapporsi tra i due. Taylor non può che approvare, mentre sogghigna sotto i baffi. Il calore è ora ristabilito nel mood della coppia, che ora si stringe teneramente nei maglioni a tema Natalizio.
Non c’è persona che ami il Natale più di Hayley, e nemmeno il divorzio dei suoi genitori le aveva rovinato quel momento magico. E’ la sua bolla di serenità quando tutto il resto va a rotoli, e la cantante spesso si ritrova, durante il resto dell’anno, ad ascoltare canzoni natalizie a tutto spiano per ristabilire una sorta di equilibrio emotivo.


La festa è quasi conclusa, Jeremy e il resto della crew sono andati via da una ventina di minuti, e rimane solo più Taylor, perché lui e la piccoletta devono ancora passarsi dei plug-ins di Melodyne, e ci vorrà ancora un bel pò.


Quando Chad va in cucina a preparare il the alle spezie, proprio come piace alla sua donna, questa si avvicina a Taylor. Il ragazzo istintivamente si ritrae sul divano, memore delle reazioni passate. Se quel divano potesse parlare…


-Dunque, finalmente posso darti il mio regalo.-




All’improvviso è come se il sedile bruciasse, e il chitarrista deglutisce. Tutto ciò non può portare a nulla di buono, se lo sente. E non vuole che certi atteggiamenti possano essere DI NUOVO causa di equivoci.
Lui e la cantante, di comune accordo, hanno deciso di moderare le loro azioni, perché effettivamente il legame tra loro può sembrare un di più che in realtà non c’è. E anche se ci fosse, al momento non è una scelta fattibile, quindi si è optato per la discrezione, ma sempre con l’indissolubile unità di fondo che li contraddistingue.
Con occhioni spalancati e scintillanti, gli porge un piccolo pacchetto con disegnati ghirigori strani e un fiocco argentato. Il chitarrista  lo scuote, per cercare di indovinarne il contenuto.


-Ehi, piano! E’ fragile!-


Hayley gli tira una gomitata.


-Ouch!- Taylor si massaggia il braccio dolorante, e inizia a spacchettare, sotto lo sguardo impaziente della sua amica, che frigge più di lui, seduta sull’altro lato del divano.


Lentamente tira fuori una cornice di legno, che capisce essere fatta a mano. E’ decorata con spartiti musicali di ogni tipo, e avvolge i loro profili, ritratti da dietro, nella soffice luce di un tramonto sul lago vissuto qualche mese prima. Le loro teste sono adagiate l’una sull’altra, in un supporto reciproco.
Taylor è senza parole.


-E questa da dove salta fuori?-


-Brian… ce l’ha scattata di nascosto, da dietro gli alberi in Italia, sul lago di Vernante. Stava venendo a chiamarci per cena, ma… -


-Grazie, Hayley.- la ferma, prima che possa dire altro, e prima che a lui manchi il coraggio di fare qualunque cosa.


La diretta interessata gli prende una mano e gliela stringe forte.


-Per ricordarti che noi… saremo sempre Noi. Qualunque cosa accada.-


Ora è lui a sporgersi in avanti per abbracciarla, con più affetto che possibile.


-Ti a…- Fa un balzo all’indietro quando dalla porta della cucina appare il compagno della piccola donna di fronte a lui.
Lo sta guardando interrogativo, e subito Taylor si schiarisce la gola. Cosa cavolo stava per dire?! Alla faccia del sapersi controllare. La mente non riesce proprio a gestire la lingua, a quanto pare.


-Ehm… vado a vedere se il computer si è dato una mossa a trasferire i files, e poi tolgo il disturbo, che si è fatto veramente tardi.-


-Non ti preoccupare, Taylor. Sai che qui sei sempre il benvenuto.- l’omone che Hayley si è scelta cerca di essere gentile, ma lo sguardo urla “giù le mani dalla mia fidanzata.”


Certo. L’importante è crederci.

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Capitolo 3
*** Anyone Else But You ***


N.d.A: Ciao a tutti! Vi avviso, questo è un capitolo lungo e intenso. Fatemi sapere se vi è piaciuto, perché mi ha fatto sudare mille camicie.
Buona lettura :)


Dicembre 2014.
365 giorni e un anno sulle montagne russe.
Tra gli innumerevoli eventi, ci sono stati la nascita di Bliss, figlioletta di Jeremy e Kathryn,  e l'incidente di uno dei turnisti. Hanno dovuto sostituirlo nei tour mondiali, e anche per le crociere Parahoy. Infinite strade e tanti, tantissimi musicisti con cui condividere i palchi.
Lunghe distanze non sempre raggiungibili e chiamate alle quattro del mattino che durano ore, per cercare di azzerare i chilometri. La decisione più sana, per Hayley e Chad, di sospendere la relazione, prima che tutti questi alti e bassi generino sbalzi di corrente e la coppia vada in cortocircuito.
Perché nessuno dei due ne può più di essere in paradiso una volta al mese e la volta dopo magari tirarsi addosso qualunque oggetto a portata di mano.
Una relazione sana ha bisogno di tempo e spazio, almeno per come sono fatti loro. E questo lo hanno capito.
Ciò permette ai due colleghi di vivere la loro situazione musicale in maniera più serena, o almeno così è in apparenza.
Una sera Taylor era seduto nella sua cuccetta del tourbus, a fianco del fratello Justin, che per il tour dà alla band una mano con le parti di chitarra.
A pochi metri c'era Hayley, coricata nel letto, e dalla sua prospettiva si potevano scorgere le immagini delle chat che stava scorrendo.
Chad le aveva appena mandato un selfie insieme ad Alf, e a lei era scesa una lacrimuccia, prontamente asciugata prima che cadesse sul fondo del viso.
Justin lo aveva guardato quasi con compatimento, e gli aveva detto "Fratello mio, o ci dai un taglio netto, o ti decidi una volta per tutte. Non puoi stare qui a morirle dietro con occhi languidi, ne va della tua dignità. Va bene il rispetto per una persona impegnata..." aveva virgolettato vistosamente l'ultima parola "Ma ad un certo punto è giusto provare ad ottenere ciò che si desidera, senza se e senza ma."
Le parole giuste al momento giusto e l'assenza del chitarrista dei NFG, avevano reso Taylor più audace.
Aveva iniziato con piccoli gesti inequivocabili, a partire dal non negare il loro feeling nelle interviste.
Poi era arrivato ad un corteggiamento vero e proprio, nel loro stile. Un linguaggio che solo loro due avevano condiviso dal primo istante in cui si erano conosciuti.
Nelle pause sedevano l'uno di fianco all'altra in silenzio, in ogni canzone ricordava episodi di tenerezza vissuti insieme. Durante la scrittura la faceva sedere in braccio a sé, tra le sue gambe, e lei non opponeva resistenza.
Anche quando a settembre finalmente hanno potuto respirare, guardando in avanti a sei mesi di stop dal tour.
Anche quando Hayley e Chad hanno ricominciato a poter condividere una casa, più o meno ufficialmente, perché per la stampa privata ancora sono in "pausa" di riflessione.
Anche oggi, che sono nella cucina di Taylor, a festeggiare il suo compleanno. La cantante sta sfornando i brownies al cioccolato, i preferiti del chitarrista.
L'aveva confinato in salotto per fargli una sorpresa, ma l'olfatto aveva svelato il mistero, e allora le arriva alle spalle, facendola sobbalzare. Si scotta ed impreca.
-Maledetto! Ti avevo detto di rimanere di là!-
Passa il dito ustionato sotto l'acqua fredda e poi si mette a tagliare l'impasto.
-Meriteresti che me li mangiassi tutti io.-
-Non lo faresti mai.-
-Sei proprio sicuro?-
In tutta riposta si avvicina a lei, e le poggia le mani sui fianchi, delicatamente. Hayley rabbrividisce al contatto delle mani fredde di Taylor con la sua pelle, e sul volto del ragazzo appare un ghigno soddisfatto. Sa che la cantante non porta mai la canottiera, anche d'inverno, quindi infilarsi alla sprovvista è stato semplice.
-Vediamo se riesci a cucinare così...-
Quando inizia a massaggiare con movimenti circolari la zona scoperta, ad Hayley sfugge un sospiro sonoro e lieve, incontrollato.
La donna minuta abbassa la testa sul piano della cucina, e un ginocchio crolla.
Lo appoggia contro il mobile, mentre sente le labbra di Taylor che lentamente scaldano la base del suo collo.
Il ragazzo non deve nemmeno spostare i capelli di lato per farlo, perché lei da quasi un anno porta i capelli corti, ora in un caschetto rosso fluo a livello della mandibola.
Avvicina il petto alla schiena della donna che desidera, e ancora non sa da dove arrivi tutto questo coraggio.
Forse si è solo stufato di essere debole, o forse il tempo lo ha trasformato nell'uomo che avrebbe sempre voluto essere. Gli serviva solo una piccola spinta.
Al diavolo Chad, al diavolo i sensi di colpa. Non avrebbe rimpianto di non averci provato sul serio.
Dapprima un pò incerto, bagna la spalla di Hayley con un piccolo bacio fermo. La sente vibrare, morbida e ricettiva, quindi prosegue, fino a tracciare un'ellisse che dall'incavo raggiunge la nuca. Affonda il viso nei suoi capelli, incrocia le braccia sotto al suo petto, e il tempo rimane sospeso nel profumo dello shampoo all'iris.
Sono sempre stati i suoi fiori preferiti, e sorride su di lei, mentre ricorda il giorno di luglio in cui il tour bus era finito fuoristrada: si erano ritrovati rovesciati in un campo di quei meravigliosi fiori viola, ed Hayley saltellava qua e là, felice come una Pasqua. Deve ancora avere da qualche parte una foto di lei, un fuoco azzurro disteso in quel mare Van Goghiano.
All'improvviso Hayley si gira, e i loro corpi sono così pericolosamente vicini che lui può sentirla tremare sotto di sé, mentre porta il capo all'indietro, godendo della scia di baci che Taylor le sta disegnando lungo la mascella.
E' lei ora ad affondare le unghie nell'avambraccio del suo migliore amico, mentre passando dalla guancia sta per raggiungere la decisione che avrebbe cambiato per sempre le carte in tavola.
Non riesce a controllarsi, non più, e da qualche mese sapeva che sarebbe stata solo questione di tempo.
Tenta l'ultima boa di salvataggio, e col sedere fa "casualmente" squillare il timer del forno, pregando che riesca a distrarla e ad interrompere l'inevitabile.
Una mossa stupida e disperata.
Quando si stacca e ne incrocia sguardo, Taylor rimane spiazzato.
I suoi occhi sembrano foglie vive, nutrite dalla rugiada del mattino e supplicanti.
-Ti... ti prego, Taylor. Non confondermi ancora di più. Devo... devo dirlo a Chad.-
Sta quasi balbettando. Lei, che non ha mai paura di esprimere un'opinione.
Il chitarrista non ha mai visto Hayley più in difficoltà, e ciò lo prende per un attimo in contropiede.
Inspira profondamente, e poi finalmente lascia andare il fiume in piena dei suoi pensieri degli ultimi anni:
-Ti prego, spiegami cosa intendi, perché io invece non sono confuso per niente, e lo sai. Lo hai sempre saputo, ma hai fatto finta di nulla. Per tutto questo tempo. Ora, o sono scemo io, o i tuoi gesti questa sera hanno parlato chiaro.-
La ragazza passa una mano sulla faccia, come distrutta.
-Non so cosa fare, Taylor. Ma di certo non posso più negare, né nascondermi.-
-Dimmi solo che ci penserai.-
-Come non potrei?-
La fermezza di quattro occhi, e la promessa muta di un bacio tra le lacrime.
.................
E' la mattina del 25 dicembre. Nell'aria aleggiano zenzero e cannella, e Hayley si stiracchia nel tepore del grande letto a due piazze.
C'è decisamente troppo spazio, soprattutto quando al suo fianco ci dovrebbe essere un altro essere umano alto un metro e ottanta.
Si raggomitola ancora sotto il piumone e, solamente con due fari verdi di vedetta, scruta la stanza alla ricerca di qualche anima viva.
Si ributta a pancia in su e chiude gli occhi. Sobbalza quando sente qualcosa, o qualcuno, piombare sul letto con un tonfo. Subito il suo viso viene assalito da una lingua ruvida piena di entusiasmo.
La cantante arriccia il naso e stringe gli occhi, scoppiando in una risata incontrollabile.
-Alf, mi fai il solletico! Calma, calma, sono sveglia!- gli getta le braccia al collo e inizia a strofinare il morbido pelo rosso e ricciolino del suo Cockapoo. Perché sì, anche il loro cane è di una razza dal nome buffissimo e quasi dodecafonico.
Con un occhio mezzo aperto sbircia e nota Chad, appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto. Ha un'aria un pò troppo gongolante, e Hayley lo sa che si sta trattenendo dal prenderla in giro.
-Ah, ma allora c'è qualcuno in casa! Pensavo vi avesse rapiti il fantasma del Natale passato.-
-Naaah, ha detto che siamo stati troppo buoni, vero, Alf?- Come se il cane avesse capito ogni singola parola, si gira vero il suo papà adottivo. Abbaia una volta deciso, per poi girarsi nuovamente verso la ragazza, con la lingua rosa penzolante.
L'uomo prende un vassoio dal comodino, e si avvicina alla sua compagna, sedendosi accanto a lei tra le lenzuola.
Con un balzo Alf salta giù, e si ferma a fianco del suo padrone, scodinzolando contento.
-Le ho portato la colazione, Miss Williams. Ma prima il nostro folletto natalizio vuole mostrarle il suo elegantissimo papillon nuovo di zecca.-
Chad posa un dolce bacio sulla fronte della piccoletta rossa, mentre Alf si mette in mostra, inclinando la testa da un lato.
Le labbra di Hayley si spalancano in un sorriso a 32 denti mente osserva il farfallino verde con le paillette al collo del suo bimbo peloso.
-Ma vi siete già preparati per le feste, voi!- Scompiglia i riccioli del vivace amico a quattro zampe, e questo si abbassa muovendo il sedere dalla gioia.
-Sei bellissimo, Alf.- al complimento segue un abbaiare felice e concitato.
-E sei bellissimo anche tu. Buongiorno, amore.- il suo tono di voce si è fatto morbido come la glassa di un pasticcino, e suggella la sua affermazione posando un lieve pegno sulle labbra dell'uomo al suo fianco.
-Buongiorno, piccola.- Chad sta quasi tremando, e sembra che il momento sia troppo perfetto per essere vero. Così perfetto che quasi ci sta ripensando. E se sta facendo una cazzata? E se poi va male? E se poi... All'improvviso le afferra le mani.
-E' la mattina di Natale che si danno i regali, giusto?- chiede, il chitarrista. Hayley lo guarda, confusa. E' incertezza quella che vede nel suo sguardo grande da bambino? E' così abituata a viverlo sopra le righe, che si sta preoccupando. Tuttavia gli sorride, incoraggiante, lasciando che continui.
-Beh, io ed Alf ti abbiamo portato un dono.- con la mano dà due colpi sul letto, e prontamente il fido aiutante si accomoda di fronte alla coppia.
-Fai un pò vedere meglio a mamma il papillon.-
Hayley sgrana gli occhi e si avvicina. Prende l'accessorio tra le mani e nota un luccichio nascosto, dietro l'ala destra.
Non può essere.
La scosta leggermente, e tocca qualcosa di freddo e metallico, al di sotto di quel verde troppo cristallino per essere di plastica.
La cantante trattiene il fiato, come prima di una performance di vitale importanza. Una di quelle con cui ti giochi il resto della carriera.
-Ho pensato di chiedertelo a Disneyland, o sul palco, o ad una festa tra amici, infilando l'anello nella pappa di Alf, o in qualche altro modo stupido che ti avrebbe fatta ridere. Perché io amo sentirti ridere. Ma ora sono così agitato che spero che questo momento imbarazzante finisca prima che il tuo the allo zenzero si raffreddi, o sicuramente prima di rimanere senza la salivazione necessaria alla mia sopravvivenza.-
La cantante porta una mano davanti alle labbra per trattenere una risata, e inizia a scuotere il capo. E' troppo buffo quando straparla, e lei lo ama alla follia.
-Tu sei pazzo.-
-Sì, un pazzo che vuole passare il resto della sua vita a rincorrerti per i palchi di tutto il mondo, e nei letti degli hotel di tutto il mondo. Insomma, lo vorrei fare ufficialmente. E tu, lo vuoi?-
-Solo se sarai tu a svegliarti per dare da mangiare ad Alf tutti i giorni alle cinque del mattino.- gli dedica una linguaccia, mentre le sue braccia già lo stanno stritolando.
-E' un sì, quindi?-
Hayley in tutta risposta rafforza l'abbraccio. E' così emozionata che a stento ha la forza di guardarlo negli occhi, e non si è nemmeno accorta che sta piangendo silenziosamente.
Quando, con estrema lentezza, si decide a staccarsi, i suoi occhi luccicano. Esattamente come quelli di Chad, che le prende il viso tra le mani.
-E' un sì. Sì.- lo ripete un'altra volta, con fermezza granitica. Come se non fosse mai stata più certa di qualcosa in vita sua.
-Quindi adesso posso...?- Armeggia con il farfallino del loro cucciolo, e per poco non fa cadere l'anello.
Ha le guance in fiamme, e Hayley ha sempre trovato questa sua caratteristica di una tenerezza disarmante.
Si limita ad offrirgli la mano, mentre con attenzione e premura, lui le infila all'anulare sinistro lo smeraldo che fa pendant con le iridi che le ornano il viso.
-Non potrà mai eguagliare i tuoi occhi, ma ho pensato che, beh... fosse proprio il tuo. Sei tu.-
Nonostante il prezioso, la cantante non riesce a lasciare lo sguardo del suo futuro sposo.
-Ti amo.-
Chad scuote la testa, come se fosse quasi impossibile. E' troppo fortunato perché tutto questo sia reale.
-Io di più.-
Adesso è lui a concedersi una lacrima solitaria, che fa capolino dagli occhi azzurri, trasparenti come il sentimento che prova per la donna di fronte a sé.
Il 2015 sarà un anno decisamente interessante.
Una nuova vita li attende.
Ed è qui, tra pan speziato e una chitarra, che si sta creando una nuova famiglia.
Qualche ora dopo brindano coi parenti, che a quanto pare sapevano già tutto, e si stringono in una foto ricordo vestiti da omini di pasta frolla.
-Buon Natale.-
.............................................................
-Buon compleanno, Hayley...-
Taylor fissa lo schermo del cellulare, e poi lo getta lontano, sul divano. E' turbato, stranito, e forse anche un pò arrabbiato.
Era abituato a sapere esattamente cosa avrebbe fatto, in questo giorno: il 27 dicembre di ogni anno da quando si conoscono.
Non importava cosa stesse succedendo nelle loro vite. Non importava dove si trovassero geograficamente.
Non importava con chi altri fossero, purché si trovassero insieme.
Loro due, a festeggiare in qualche modo il loro compleanno, la loro amicizia, il loro legame così inspiegabile e assolutamente assurdo.
Ma quest'anno è diverso, e il chitarrista ha una bruttissima sensazione.
Vorrebbe guardarla negli immensi occhi color del bosco.
Vorrebbe chiederle perché, da quando si sono finalmente avvicinati, la sente più distante che mai.
Vorrebbe spegnere le candeline insieme a lei, mentre mangiano schifezze che piacciono solo a loro.
Vorrebbe sentire il suo corpo caldo addormentato contro il suo, dopo una maratona di film d'azione.
Vorrebbe stringere le sue mani sempre fredde, e avere la certezza, come ogni anno, che lei ci sarebbe stata anche quello successivo.
Ma ora tutto questo non c'è.
Non c'è la sua risata chiassosa e incontrollabile.
Non c'è il suo profumo di iris e spezie ad infestare ogni angolo della casa.
Non c'è la sua presenza, così invadente e necessaria come l'aria.
Non c'è lei e Taylor vorrebbe solamente prendere un aereo per raggiungerla dov'è.
Seduta stante.
Ma non può.
Non può, anche se merita una risposta.
Non può, anche se gli deve una risposta.
Non può... semplicemente perché la risposta già c'è.
Se la sente nelle ossa, anche se non vorrebbe darle ascolto.
Non vorrebbe dare ascolto a quella vocina nella sua testa, e nemmeno alla sensazione che gli gela le vene se solo pensa a lei e Chad insieme chissà dove a fare l'amore.
Un ghiaccio che brucia più del fuoco dell'inferno, perché non sa se è più forte la tentazione di baciarla o di darle uno schiaffo, mentre guarda per l'ennesima volta il video che gli ha mandato la sera prima, cancellando tutti i piani che avevano programmato.
Era stata dolcissima, ma piuttosto elusiva.
E per quanto lei lo avesse rassicurato, non riesce proprio a far passare quella morsa allo stomaco che non gli suggerisce nulla di buono.
Non riesce nemmeno a togliersi dalla testa il suono concitato ed euforico in chiusura, mentre, ignaro di tutto, Chad passa dietro e si ferma a darle un pizzicotto sul fianco.
Non appena si accorge di cosa sta facendo la sua fidanzata, inizia a farle il solletico, e lei è costretta a terminare con un frettoloso:
-Chad mi ha sequestrata, stiamo partendo per non so dove. Ci vediamo a capodanno. Ah... ti penso tanto. Ciaoooo!-
Ripensa a queste ultime parole e affonda un pugno nel povero, innocente divano.
Chiaro.
E' tutto chiarissimo.
Lei non ha il minimo rispetto per i suoi sentimenti. Per quelli di entrambi. E ha scelto.
Senza nemmeno preoccuparsi di ciò che fa o dice.
Senza averne parlato prima con lui, come aveva promesso.
"Ti penso tanto"... è una presa per il culo o cosa?
Si alza per recuperare il telefono al lato opposto, e inviarle un bel "vaffanculo", al posto degli auguri.
E' tutto il giorno che prova a scriverle qualcosa, ma ogni volta non sa che dire.
E' confuso, e ha paura di commettere qualche errore irrecuperabile; senza contare che, conoscendola, non guarderà il telefono per tutto il weekend.
Ma è giunta l'ora di dire basta.
Le sue dita fanno scorrere la chat, veloce, per tornare al punto di partenza.
D'impulso si ferma ad una foto, che lei gli aveva mandato tempo addietro: loro due, fronte contro fronte, sul palco. Lei, irruente come sempre al microfono, e lui totalmente abbandonato al suono della chitarra.
Scuote la testa, in diniego.
Hayley non ha mai avuto paura di sbattergli in faccia la verità, qualunque fosse. Il chitarrista sbuffa sonoramente dalle narici. Solo adesso si rende conto di quanto si sia sempre appoggiato a lei, in maniera piuttosto incosciente.
Gli tremano le mani dalla rabbia.
Chiude gli occhi, per recuperare un minimo di autocontrollo. Cerca di combattere quell'immagine ancora impresa nella memoria, e lentamente espira con la bocca.
Ci sono parecchie cose irrisolte di cui discutere.
O forse non ce ne sarà più il bisogno.
Questo lo vedranno tra qualche giorno.
Per il momento non può fare altro che digitare un asettico: "Ti aspetto, buon compleanno."
Spegne il telefono, mentre Jason entra nella stanza, e capta il suo umore in un nano secondo.
-Tiro al piattello? Puoi far finta che sia quella "testa pelata".-
Taylor accetta di buon grado: sicuramente fingere di colpire il cranio di Chad sarà un buon metodo di sfogo.
Dà a suo fratello una pacca sulla spalla piena di gratitudine, e prende il giubbotto per uscire.
Spera che questi giorni passino in fretta, perché se deve mettere la parola "fine", di certo ha abbastanza amor proprio da voler chiudere questa agonia il prima possibile.
Passano quattro giorni.
Hayley e Chad hanno invitato tutta la gang a casa loro, per festeggiare il nuovo anno e annunciare la lieta novella agli amici più cari.
La cantante dai capelli fiammanti si osserva allo specchio del bagno, mentre tenta di raccogliere i capelli in una corta ed elegante treccia.
E' la nona volta che rifà il nodo, e ad un certo punto sbuffa, buttando a terra il grande fiocco rosso con cui pensava di abbellire la semplice acconciatura.
Era stato un regalo di Taylor: glielo aveva preso in Giappone, durante il tour di Brand New Eyes.
Serra i pugni, e si arrende, mentre fissa l'oggetto martoriato a terra.
Si sente uno schifo, e il vetro le restituisce il riflesso di una persona orribile.
E' così che ha trattato Taylor, per tutti questi anni, e solo ora se ne rende davvero conto.
Ora, che sta per dare il colpo di grazia al suo cuore.
Ora, che probabilmente sta per perdere il suo migliore amico, il legame più antico della sua vita.
Dovrebbe essere felice, raggiante: si sta per sposare e sta per condividerne la gioia con le persone che ama di più.
Eppure... eppure i sensi di colpa le stanno divorando l'anima.
In questo momento le manca il coraggio per affrontare l'unica persona al mondo che le è stata vicina lungo tutti questi anni.
Ma è inevitabile, e ha scelto di puntare tutto, con l'incoscienza di chi si butta da una scogliera e rischia di perdere la vita.
Ha scelto Chad e ha mancato una promessa.
Dovrà pagarne le conseguenze.
Con gesti misurati, raccoglie da terra il nastro, prende un lungo respiro, e ritenta.
In quell'esatto momento, sente bussare alla porta del bagno.
-Ehi, babe. Tutto a posto? Mi sto preoccupando.-
Un momento. Da quanto tempo è chiusa lì dentro? Deve aver perso la cognizione del tempo.
-Sì... tutto bene. Entra pure.-
Ha bisogno più che mai di vederlo. Di ricordare perché sta facendo tutto questo. Di toccare con mano il motivo per cui vale la pena cambiare totalmente la propria esistenza.
-Hayley... che succede?-
La ragazza lo guarda dal basso, con gli occhi colpevoli e intimoriti di una bambina.
-Ho paura, Chad. L'ho deluso. Non posso ucciderlo così... senza nemmeno dargli un preavviso.-
Si volta e si aggrappa al lavandino con entrambe le mani. Strizza gli occhi per impedirsi di piangere.
Le braccia del suo consorte arrivano a proteggerla, circondandole la vita da dietro.
-Ne abbiamo già parlato, piccola. Ciò che è stato, è stato. Puoi solo essere gentile, e sperare che lui capisca. In qualunque caso, ci siamo dentro insieme, tienilo sempre bene a mente.-
La sua presa solida la conforta, eppure scoppia in un pianto convulso.
Anzi, forse è proprio la sicurezza trasmessa da Chad a scatenare questa reazione istintiva.
Con lui si sente libera di dire tutto, e infatti durante il weekend romantico appena trascorso gli aveva raccontato di quanto era successo con Taylor.
Avevano sviscerato a lungo ogni sentimento nascosto e represso, ogni pensiero e dinamica.
Ma comunque la realtà è che si sono comportati da stronzi, e ora c'è ben poco da fare.
Il messaggio del chitarrista già glielo aveva spiegato a sufficienza, freddo e distante come mai prima d'ora.
All'ennesimo spasmo, Chad la stringe di più a sé.
-Andrà tutto bene. Non è una colpa essere accecati dall'amore.-
-Lo è, se ferisci qualcun altro. E' come brandire una spada e infilzare senza vedere nulla di ciò che si colpisce, mi spiego?- parla tra i singhiozzi, quasi disperata.
-Ascolta, non è una novità che il cuore possa prendersi qualche libertà. Come non è una novità che se la possa prendere anche il corpo. Ma se provare sentimenti non è una scelta, quella di condividere un percorso lo è. Lo sai bene. Spero che se ne renda conto anche lui.-
Hayley è consapevole del fatto che Chad ha ragione, tuttavia le sue parole dure le posano un macigno sul petto.
Adesso fatica anche a respirare, e deve lasciarsi andare contro il suo uomo perché si sente venire meno.
-Perdonami, ti prego. Sembra che sto per andare al patibolo, e invece ti sto sposando. Tutto ciò è così ingiusto... lo sai che sono felice, vero? Lo sai che ti amo?-
Il chitarrista la fa girare verso di sé, e le accarezza il viso, dolcemente.
-Certo che lo so. O non ti fideresti così tanto di me.-
Le posa un casto bacio sulle labbra, e la avvolge con il suo affetto un'ultima volta.
-Stanno quasi per arrivare, ma tu prenditi il tempo che ti serve. Ah...- osserva il lipstick case che Hayley aveva appena aperto sulla mensola.
-Approvo, mi piaci tanto con il rossetto rosso.- le lancia un'occhiolino e lascia la stanza, cambiando ogni molecola circostante.
Solo lui riesce a rendere l'atmosfera più leggera in un battito di ciglia.
Ed ecco perché Hayley non ci ha pensato due volte prima di dare la conferma più impegnativa di tutte.
Indossa sul suo sorriso proprio il rossetto rosso, e si fa forza per andare nella sala già pronta ad accogliere gli ospiti.
Appena suona il campanello scatta in piedi: sono arrivati Jeremy e la sua famiglia, seguiti da Brian e la sua nuova fiamma, un elegante gentleman inglese.
Inizia a versare gli aperitivi nei bicchieri, man mano che arrivano gli altri membri dei New Found Glory, seguiti dalle sue sorelle.
Queste ultime sghignazzano già, e la cantante sa che friggono dalla voglia di svelare il segreto del matrimonio a chiunque nella stanza.
Quando glielo aveva detto, le due erano esplose in urla isteriche degne di una cheerleader, e avevano iniziato ad organizzare banchetti, bomboniere e menù vari.
Mai in vita sua avrebbe pensato di sposarsi, e invece eccola lì, in una situazione del tutto assurda.
Sente bussare dal cucinino, e per poco non si strozza con lo spritz.
Taylor. Solo lui ha l'abitudine di entrare dalla veranda, e dice sempre che così gli sembra di tornare a quando erano compagni di scuola. Alla sera sgattaiolavano fuori di nascosto per raggiungersi l'uno a casa dell'altro, e lasciavano aperta d'abitudine proprio la porta sul retro.
Abitudine che continua ancora oggi.
La cantante si scusa con gli invitati, e a passi cauti si avvia vero l'inevitabile.
-Ciao...- lo dice sottovoce, come se l'atmosfera fosse così fragile da poterla rompere.
Non lo guarda nemmeno mentre, timorosa, mette le mani dietro la sua schiena.
La stretta è così delicata che è quasi impercettibile, e la paura del rifiuto viene confermata quando il chitarrista si irrigidisce.
Hayley può chiaramente percepire il cuore del suo amico pulsare ad una velocità disumana, e nota che le vene dei suoi avambracci stanno quasi per esplodere.
Doveva aspettarselo.
Fa per lasciarlo andare, quando invece sente il mento di Taylor appoggiarsi alla sua testa.
La trattiene per una frazione di secondo, e poi espira sonoramente, scompigliandole i capelli.
-Ciao a te... -
Si vede che è teso, controllato allo stremo, e la ragazza decide che no, non può colpire a tradimento. Prima di fare l'annuncio avrebbe trovato un modo per parlargli in disparte. Almeno questo glielo deve.
La serata prosegue, tutti mangiano in allegria, ridono, bevono e scherzano.
Ora Chad sta giocando alla Wii contro Jeremy, e quasi tutti sono presi a parteggiare per l'uno o per l'altro.
Taylor è leggermente in disparte, accanto alla finestra, ed Hayley si mette in posizione tale che lui non possa evitare di guardarla.
Si appoggia ad un lato del camino, e ostentando indifferenza gli fa un leggero cenno col capo.
-Dobbiamo parlare.- gli mima con le labbra.
Il ragazzo serra i pugni, rassegnato, e raggiunge la sua collega, amica, l'amore della sua vita.
-Dobbiamo parlare.- ripete, lei, nella stanza degli ospiti.
-Parla.- risponde, lui, seccato. Così tanto che dalle labbra non gli escono altro che monosillabi.
-Siediti, perché probabilmente mi odierai a morte tra qualche secondo.-
Chiude la porta a chiave, e osserva il chitarrista mettersi sul letto, con sguardo interrogativo.
La cantante chiude gli occhi, come quando si è sul roller coaster, e si teme di cadere nel vuoto.
-Io e Chad ci sposiamo.-
Lo butta fuori, rapido come quando si infila un ago nelle vene.
Ma non è indolore.
Si sentono le lancette dell'orologio ticchettare snervanti.
-Cosa ti dovrei dire? Congratulazioni.- la fulmina, con uno sguardo pieno di astio, senza aggiungere altro.
Hayley arriccia le sopracciglia, in una smorfia di ferito disappunto.
-Ok, forse me lo merito.-
-Tu credi?-
-Senti...Ti ho fatto venire qui per dirti che mi dispiace. Per il compleanno, per tutto... Io...- non riesce a finire la frase.
-"Tu". E' questo il problema. E' sempre stato questo il problema.- Taylor scuote la testa, quasi schernendo la sua controparte.
-Ma avrei dovuto saperlo. Già me lo immaginavo, sai? Ci sei sempre prima tu, sempre e solo tu. Anche adesso.-
No, eh. Un altro che le fa il discorso sull'essere una diva bitch, no. Non può sopportarlo. Non da lui. La cantante cerca di mettere da parte queste parole, nel tentativo di difendersi, e per un attimo sta in silenzio.
Perché non sa cosa dire?
-Vedi? Non riesci nemmeno a controbattere.- Taylor lancia una freccia avvelenata che la prende in pieno petto. E Dio, fa ancora più male come riesca a leggerle nel pensiero, persino in attimi come questi.
-Posso almeno spiegarti?- prova a parlare con voce flebile, colpevole. Perché sa benissimo di esserlo. Indossare maschere ora è inutile: d'altronde di fronte a Taylor è sempre stata nuda, trasparente come un fiume alla sorgente.
-Cos'è? Cosa mi vuoi dire? "Non è colpa tua, ma è colpa mia?", oppure che io non sono abbastanza per te?-
Hayley racimola ogni forza che ha in corpo per non sbottare ad insultarlo.
-Tralascio il fatto che tu mi creda così superficiale. Taylor, io non ho scuse. Le ho cercate, le ho persino inventate nella mia testa. Ma nessuna reggeva. Semplicemente perché non credo di essere stupida, e mi rendo conto di averti mancato di rispetto.-
-Siamo d'accordo.- ribatte lui, immediatamente, simile ad un colpo di frusta.
-Ma è tutto ciò per cui posso fare ammenda. Non posso cambiare le carte in tavola all'improvviso, Taylor. Io lo amo.-
-Ma ami anche me. Lo so, lo sento.- stringe con forza le coperte, perché dannazione, queste frasi non dovevano proprio scappargli. Perché è una bugia. Perché se lei lo amasse davvero, avrebbe scelto lui. Senza condizioni e condizionamenti.
-Sì, ma l'amore è una scelta. E io ho scelto di essere la compagna di Chad tanti anni fa. Capisci? Sì, ci siamo baciati ma... insomma... Non posso tenere il piede in due scarpe.-
Un'altra volta finiscono l'uno le frasi dell'altra, e rendersene conto è esasperante per entrambi.
-O due peni in una vagina.-
Il chitarrista ha scelto il sarcasmo amaro, e osserva Hayley, che adesso non ha paura di mostrargli uno sguardo glaciale. Immobilizza ogni sua molecola, ma i loro occhi si sfidano fino all'ultimo istante.
Alla fine è lui a crollare.
-Scusa, pessima uscita.- sospira.
La cantante alza gli occhi al cielo.
-Tu ti scusi?-
-Sì.-
-Sei incredibile.-
-Anche tu. Hai messo l'elastico che ti ho regalato io.- Scuote la testa, amareggiato, e fissa un punto indefinito nel bianco muro alle spalle di Hayley.
Lei si avvicina, e si siede al suo fianco.
Posa una mano piccola su quella callosa del chitarrista e questo si sposta di qualche centimetro.
-Cosa fai?-
-Ti prendo la mano.-
-Non puoi farne a meno, eh?-
Non può fare a meno di volerlo. Non può fare a meno di fargli del male.
Questa volta osa, e le rivolge il sorriso più bello che ha, giusto per farle capire tutto l'amore che si sta perdendo.
Come se lei già non lo sapesse. Ed è per questo che ignora la sua domanda.
-Hai bisogno di forza.-
-Dalla stessa persona che me la sta togliendo? Mi sa molto di chi fa ingrassare il maiale per poi sgozzarlo.-
Affondata.
-Spero che prima o poi riuscirai a perdonarmi.-
-Lo spero anche io. Ma continuo a non capire.-
-Cosa?-
-Lo sai. Non ti farò la solita scenata da "cos'ha lui che io non ho?", perché non abbiamo più 17 anni. Ma diavolo... cosa ne è stato di tutto ciò che abbiamo condiviso? E' stato tutto un film?-
-No, è stato tutto fin troppo reale. Ed è per questo che invece io capirò.-
-Capirai cosa?- le fa rimbalzare la palla. Sembrano giocare a chi fa più buche nel cuore dell'altro.
-Se tu mi vorrai fuori dalla tua vita completamente. Se vorrai lasciare i Paramore. Lo sai.-
-Tu sei matta.-
-Sì.-
-Il lavoro è lavoro, sai come l'ho sempre pensata.-
-E tu ricorda la foto sul lago. Cosa ti avevo detto?-
-Che non importa cosa succeda. Saremo sempre io e te.-
-Esatto.-
-Ma io non so se ce la posso fare. O almeno, non ce la posso fare stasera, a vederti con lui.-
-Lo so.-
-Io invece non so dove sia finita la mia Hayley impulsiva e romantica, ma spero che con lui sarai felice.-
Si alza all'improvviso, come se l'aria fosse incandescente. Non può restare un secondo di più.
-Ci vediamo nell'anno nuovo, in sala prove.-
Ha già la mano sul pomello della porta, proiettato verso la fuga dalla situazione più sgradevole della sua vita.
Poi si ferma, e volta il capo all'indietro. Quel tanto che basta per guardarla con la coda dell'occhio.
-Mi dispiace. Mi dispiace per Chad, per tutte le volte che bacerà il nostro tatuaggio non sapendo cosa significa. O forse lo scoprirà. Ciao, Hayley.-
Il ragazzo gira la chiave nella toppa e lascia la stanza.
La rossa si porta la testa tra le mani, e rimane lì, da sola, ad ascoltare il suono dell'assenza.
E' talmente assordante da pungerle le orecchie.
Sente dolore in tutto il corpo, come se le avessero appena amputato una parte di sé.
Peccato che in questo caso si è trattato di automutilazione.
-Hayley! Ma dove sei finita? Sta per iniziare il countdown!-
Si riscuote dai pensieri quando una voce, quella del suo futuro sposo, la chiama forte per tutta la casa.
Si schiarisce la gola prima di parlare, perché non sa che cosa ne potrebbe uscire.
-Sono qui!- si rende localizzabile, e poi cerca velocemente di darsi un tono. Si sistema i capelli, e passa le dita sotto gli occhi, ad eliminare eventuali resti di mascara colato.
I cardini della porta scricchiolano, e il suo uomo la raggiunge sul letto.
-Non mi sembra che tu stia bene. Taylor è...-
-Se n'è andato, Chad.- taglia corto.
Lo scimmione in questione soffoca una mezza risata.
-Sì, Capitan Ovvio, l'ho visto con i miei occhi. E credo di sapere perché.-
-Già.-
E' l'unica parola che riesce a dire, mentre si accoccola più vicino a lui, e sente la sua mano calda sul fianco.
Respirano piano l'uno accanto all'altra, per un lasso di tempo indefinito.
Hayley è profondamente grata di avere Chad nella sua vita.
Ed è altrettanto grata per questo momento che sa di pace.
Quella vera, quella che provi quando hai la persona giusta con te, e hai la certezza assoluta che la sua presenza non ti lascerà. Mai.
3... 2... 1... 2015!
Chad abbassa lo sguardo per incontrare quello della sua piccola e folle compagna.
-Mi sa che ci siamo persi il brindisi, forse dovremmo... -
-Dovremmo...?- lo scintillio nei suoi occhi furbetti non mente, e con un piccolo sorriso sornione, la cantante trascina Chad su di sé.
-Risposta sbagliata, ma... Oh, va bene lo stesso.- il chitarrista accetta la resa, e si fa coinvolgere. D'altronde, quale modo migliore per inaugurare l'anno? Il detto popolare assicura che chi lo fa il primo dell'anno, lo farà tutto l'anno. Ma su questo già non aveva dubbi.
Le manine di lei si aggrappano alla sua t-shirt, e lo attirano a sé, fameliche.
Hayley sembra quasi una vampira, mentre gli morde il labbro inferiore fino a farlo sanguinare.
Morde e succhia, in un loop continuo.
Dal canto suo, Chad le arpiona i fianchi, e dopo l'ennesimo attentato, perde la ragione.
Ora le mani vagano su ogni centimetro del suo esile corpo: si fanno strada sotto il vestitino leggero, e tirano le calze a rete in vita, stuzzicandola.
Con un gesto deciso Hayley si toglie le scarpe nere ornate da altri fiocchi rossi, e stringe le gambe attorno al corpo del chitarrista, che prontamente reagisce.
Spinge il bacino in avanti, mentre con una mano scioglie i capelli della sua donna, e li scompiglia selvaggiamente.
Le ride, ride forte, e non c'è davvero suono più bello sulla faccia del pianeta.
Come non c'è niente di più inebriante della sua personalità accesa e multiforme.
La osserva, mentre scuote il capo e lo lascia andare all'indietro.
E' tornata rame acceso, e con quella frangetta corta lo fa impazzire.
Annusa il suo profumo con il viso affondato nell'aureola sparsa sul letto, e costella l'incavo del collo con piccoli baci.
Proprio mentre sta per tirare su l'orlo del vestito, e lei armeggia con la sua cintura, sentono qualcosa cadere.
E' la lampada sul mobile all'ingresso della stanza.
-Oh, ehm... scusate. Vi stavamo cercando. Non troviamo nemmeno Taylor, e... -
Il bassista dei Paramore si gratta la nuca con fare imbarazzato, mentre tossicchia e guarda verso cieli invisibili pieni di unicorni.
-Jerm... - Hayley gli lancia un'occhiata molto palese. Sa benissimo perché Taylor non si trova.
Velocemente si ricompongono, e la ragazza raggiunge il suo collega per andare di sotto.
-Hayles, ci penso io a Taylor. Stai tranquilla.-
-Grazie Jeremy, ma mi sento comunque uno schifo.-
E proprio mentre stava per alleviare il dolore con un pò di sano sesso, ecco che viene di nuovo catapultata nella vita reale.
Scendono le scale, sotto gli occhi di tutti, e si guardano di sottecchi, piuttosto a disagio.
-Ehi piccioncini! Dove eravate finiti? Non ci avete degnato della vostra presenza allo scoccare della mezzanotte, quiiindi ora dovete pagare pegno.-
Questo è Jordan, il cantante dei New Found Glory, che di sicuro è vittima di qualche bicchiere di troppo.
-Siii, cantateci una canzone!- Joy, la sorella minore di Hayley, batte le mani felice.
La coppia del momento si prende per mano e alza gli occhi al cielo in sincrono.
-Sapevo che non ce l'avreste fatta passare liscia.- dice la lyricist, mentre Chad fa una piroetta e si fa infilare la fascia della chitarra dal suo prode compagno di band.
Perché è felice.
Perché quando fanno musica insieme non esiste nient'altro.
Si siedono sul divano in pelle nera, sfoggiando sorrisi fotonici e sguardi innamorati.
La chitarra di Chad parte, semplice ma decisa, e le loro voci si uniscono in un simpatico duetto.
Fanno il primo brano che hanno cantato insieme, quello con cui si erano corteggiati, quasi per caso.
Perché prima di Still Into You c'era...
"You're a part time love and a full time friend,
The monkey on your back is the latest trend,
I don't see what anyone can see,
In anyone else, but you.
Here is the church,
And here is the steeple,
We sure are cute for two ugly people,
I don't see what anyone can see,
In anyone else, but you.
We both have shiny, happy fits of rage,
You want more fans, I want more stage.
I don't see what anyone can see
In anyone else, but you.
You are always tryin' to keep it real,
I'm in love with how you feel.
I don't see what anyone can see in anyone else but you.
I kiss you on the brain in the shadow of the train,
Kiss you all starry-eyed, my body swingin' from side to side.
I don't see what anyone can see
In anyone else, but you.
Pebbles forgive me, the trees forgive me,
So, why can't you forgive me?
I don't see what anyone can see,
In anyone else, but you.
Doo doo doo doo doo doo doo doo doo doo doo
Doo doo doo doo doo doo doo doo doo doo doo
I don't see what anyone can see,
In anyone else, but you."
("Anyone Else But You" - Moldy Peaces)
Uomo e donna si rincorrono di strofa in strofa, passandosi il testimone o intrecciandosi. Con naturalezza i loro timbri si incrociano, raccontando la loro storia d'amore. Quando finiscono si abbracciano, persi l'uno negli occhi dell'altra. Si dedicano poi una regale linguaccia, perché insomma, le smancerie sono molto poco punk rock. O almeno così dicono, loro se ne sono sempre fregati.
Hayley ora è alle spalle di Chad, coi capelli sbarazzini e le braccia incrociate al petto del suo uomo. Gli posa le labbra leggere sul capo, e gli lascia uno stampo rosso al centro della pelata.
Scoppia a ridere di gusto, e non riesce proprio a smettere.
Tutti la seguono a ruota. Tutti, tranne Chad che per una volta non capisce cosa sta succedendo.
Ad un certo punto Brian li incoraggia: -Bacio, bacio!- raccogliendo consensi dagli altri, che prendono ad incitarli a gran voce.
Infine cedono, ed Hayley si va a sedere in braccio a Chad. E' così piccola che ci sta addirittura a gambe incrociate.
Si scambiano qualche piccola coccola di fronte ai loro amici, che alla fine li prendono in giro.
-Eeeeh, si vede che in camera non avete concluso, però baaasta, che se no qui ci scappa un piccolo Chaley.- il bassista barbuto fa una battuta, quasi inconsapevole di avergli servito l'occasione perfetta.
E infatti...
-Un bambino ancora no, ma vi consiglio di tenervi liberi per il 20 febbraio 2016, perché io e Miss Williams ci sposiamo!- Chad prende il calice più vicino e lo porta in alto.
Gioia e stupore riempiono la stanza. Piovono congratulazioni e applausi.
Poi un improvviso istante di silenzio.
-Sì, ma chi dei due è la sposa?- la vena spiritosa dei bassisti viene confermata da Ian, il quattro corde dei New Found Glory, che sghignazza sotto i baffi.
Hayley sa perfettamente dove vuole andare a parare, e si nasconde dietro le spalle di Chad per non essere sorpresa in flagrante.
-Che vuoi dire?- domanda il chitarrista, sospettoso.
-Beh, amore. Diciamo che Joker invidierebbe il tuo fantastico rossetto rosso.-
Di nuovo il salotto si riempie di risate, soprattutto quelle di Hayley, che si contorce tra le grinfie del suo quasi marito, che le sta facendo il solletico.
-Chiedi scusa.- nega.
-Chiedi scusa.- e le risate si intensificano.
-Chiedi scusa.- Si sa che la cantante è la persona più testarda dell'intero globo terrestre, ma chi l'ha dura, la vince, e il chitarrista la tormenta finché non ammette il reato.
-Okok, sono colpevole!-
-Oh, vedi che non era così difficile?- il suo compagno le lascia un bacino sulla punta del naso, e proprio in quel momento Brian, pronto come sempre, scatta una foto.
-Oddio, i paparazzi! Non ero preparata!- scherza Hayley, facendo la finta gatta morta. Porta una mano sotto al mento e si mette in posa, perché con il suo amato stylist finisce sempre in caciara. Non c'è niente di più divertente, ma soprattutto non c'è niente di male ad assecondarlo. Tranne quando Chad ci mette del suo, perché in questi casi esce fuori sempre qualcosa di compromettente.
Come se la cantante lo avesse previsto, il chitarrista si unisce al gioco facendo smorfie assurde. Nemmeno a dirlo, quando Brian gli passa la macchina fotografica la situazione peggiora, portando ad una serie di scatti da ricatto per tutti i presenti.
-Queste sono per il matrimonio. Spaventeranno tutti gli invitati, soprattutto i parenti di Hayley.- dice, tronfio.
I due promessi sposi si scambiano un'occhiata complice, e già si pregustano la scena. Non sarebbero loro se non portassero scompiglio.
Chi invece non ha gradito il teatrino degli ultimi dieci minuti è Taylor, che ha osservato tutto dalla finestra, da totale masochista.
Non ha avuto il coraggio di andarsene, perché voleva essere sicuro.
Voleva essere assolutamente certo che quella fosse la scelta più giusta per Hayley. Che potesse stare bene anche senza di lui a proteggerla.
Ora ne è certo, mentre la guarda e sembra dimentica di tutto, persino di sé stessa. E' sempre stato così quando Chad è attorno, e non può biasimarla.
Deve farsene una ragione: al cuor non si comanda, anche se è un orribile luogo comune.
Cammina nella neve, sperando che questa copra e attutisca il suo stato d'animo sofferente.
Ha freddo, ma non gli importa. Non lo sente quasi più quando arriva a casa, e si mette sotto la doccia bollente.
Con le dita sfiora quella macchia d'inchiostro sulla destra, poco sotto le ossa del bacino.
Metà di un cuore, e qualche iniziale: IHTSYHB.
"I hate to see your heart break."
Vorrebbe strapparsi dalla pelle quel tatuaggio, ma non può.
Non si può lavare via un sentimento, e forse in fondo gli sta bene così.
Perché sa che lei, come lui, non potrà mai cancellarlo dalla sua vita, dal suo corpo, dalla sua storia.
Sono incisi nello stesso punto, in maniera indelebile.
Nessuno lo sa, e nessuno lo saprà mai.
Piange, consapevole del fatto che custodiranno per sempre l'uno una parte dell'altra.
Si regge con entrambi gli avambracci alla parete di ceramica, mentre l'acqua purifica il suo dolore.
La sente addosso, più forte che mai.
La sente mentre gli sussurra parole dolci, nei momenti di difficoltà.
La sente urlare di rabbia durante le videochat notturne, in piena crisi esistenziale.
La sente ridere quando lui la abbraccia, e fa finta di volerla tenere lì per sempre.
La sente piangere perché una canzone è troppo dolorosa anche solo per essere suonata.
La vede arrossire per il complimento inaspettato di una persona speciale.
La vede di mille colori e forme diverse mentre suonano sui palchi di tutto il mondo.
Scorrono le immagini, veloci, e sa che questi non sono ricordi che si possono estrarre dalla memoria.
Sa che lei non se ne andrà mai, e forse tanto basta.
Per ora.

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