Cosa farebbe un Malandrino?

di ElsEvans
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Inizio turbolento. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Bentornati a Hogwarts. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Estremi Rimedi. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: La faticosa vita di un Malandrino. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Un compromesso assurdo. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Si va in scena. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Incidenti di Percorso. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: Un'idea stupida (pt.1) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Prologo.

Lily Evans.

Se io mi potessi vedere in questo momento da fuori probabilmente non sarei così nervosa, anzi sono quasi sicura del fatto che starei ridendo a crepapelle della me stessa paralizzata di fronte a un maledetto muro in mattoni. Sono passati ufficialmente sei anni, sei, dalla prima volta in cui ho messo piede alla stazione di King's Cross e ancora non riesco ad abituarmi all'idea che questo ostacolo è tutto ciò che mi separa dalla mia meta. Anzi, non è tanto questo il problema, se devo essere sincera mi da' molto più da fare il fatto che per raggiungere l'altra parte devo per forza correre dritta verso il muro e sperare che Merlino mi permetta, come le altre cinque volte precedenti, di non sfracellarmi contro la struttura e arrivare sana e salva davanti all'Hogwarts Express.
Chiamalo facile!
Sì, sono quasi sicura del fatto che se qualcuno mi vedesse si accascerebbe a terra dalle risate, perchè, ebbene sì, Lily Evans ha paura di un muro.
La cosa positiva è che non so bene per quale motivo, ma tutti i babbani che mi passano affianco non possono vedermi, o meglio non possono vedere questa situazione alquanto imbarazzante di me con la coda tra le gambe che mi lascio facilmente intimidire da questa parete rossiccia.
Beh dopotutto è molto imponente.
Chiudo gli occhi e penso alla prima volta in cui mi sono ritrovata lì davanti: era il 1971 ed ero così emozionata che mi sentivo il cuore scoppiare. Nel momento in cui avevo sollevato lo sguardo sulla targhetta nera con la scritta “9 3/4” avevo emesso un esulto di gioia.
Avevamo girato a vuoto per un quarto d'ora perchè Severus, il mio migliore amico, parlava tanto di quella famosa scuola magica che avremmo avuto la fortuna di frequentare, ma dopotutto di questo strano binario ,che dovevamo raggiungere, ne sapeva più o meno quanto me.
La vista di quel muro però mi aveva sconcertata, poiché sembrava quasi uno scherzo di pessimo gusto. Così ci eravamo guardati, entrambi confusi e spaesati; dopodiché fortunatamente un altro ragazzino dai capelli biondi ci aveva chiesto in modo tutt'altro che gentile di “liberare il passaggio” e si era fiondato dritto contro il muro.
Inutile parlare della mia fitta al cuore per lui in quell'istante, ero già pronta a chiamare i soccorsi per curare la spalla slogata di quel ragazzino, ma quello che più mi aveva sconvolto non era tanto l'azione impulsiva quanto la sua figura che scompariva dietro quel muro, come se si fosse tuffato in uno specchio d'acqua.
Severus sembrava entusiasta e non vedeva l'ora di imitarlo, perciò senza troppe cerimonie e senza ascoltare le mie suppliche, il mio migliore amico era partito a correre verso la parete con sguardo determinato e mani serrate sul carrello.
In un batter d'occhio lo avevo visto scomparire in mezzo ai mattoni e in quel momento non avevo più scuse, dovevo seguirlo.
Piazzarmi davanti all'ostacolo non mi aveva donato molto coraggio così per altri cinque minuti buoni avevo continuato a scrutare intensamente il mio nemico come per individuarne i punti deboli, peccato che non ne esistessero.
Improvvisamente era arrivata una risata cristallina dritta alle mie orecchie e sebbene volessi voltarmi per guardare chi si stava prendendo gioco di me, ero come ipnotizzata dalle nervature di cemento che si instauravano tra ogni mattone. Poi una testolina con due codini color pece si era piazzata esattamente davanti a me e i suoi occhietti chiari mi avevano trasmesso un senso di tranquillità.
- Ciao! Hai bisogno di una spinta?- aveva domandato curiosa.
- Eri tu che ridevi di me?- mi ero limitata a rispondere con un'altra domanda.
- Sì! In effetti sei un po' buffa.- un sorriso a trentadue denti le si era stampato sulle labbra.
Non le avevo risposto, mi aveva piuttosto intimidita e tanto meno sapevo cos'altro dirle.
- Facciamo così, vai prima tu, io ti seguo. Ricordati fa' un lungo respiro e una bella corsa, passerà in un attimo vedrai.- il suo consiglio in un qualche modo mi aveva rincuorata.
- Da quanti anni lo fai?- le domandai.
- Attraversare il muro? Oh è la prima volta, ma mi sono informata! I miei genitori sono babbani, ma mi hanno comprato un sacco di libri che spiegavano come raggiungere Hogwarts. Sono elettrizzata!- aveva detto.
Dopo la sua risposta il poco coraggio che avevo accumulato probabilmente era andato a nascondersi, però sapere che non ero l'unica nata babbana era stato piuttosto rincuorante.
Un po' per sdrammatizzare e un po' per presentarmi mi ero poi voltata verso di lei, e le avevo porto la mano.
- Io sono Lily Evans.- ho dichiarato.
- Mary McDonald, piacere.- mi ha sorriso paziente e ha stretto con forza la mia mano.
Ricordo di aver pensato che fosse una ragazzina molto tosta.
Avevo poi chiuso gli occhi per fare un respiro profondo in tranquillità e infine, avevo seguito il suo consiglio: ero partita in una corsa determinata dritta verso la parete.
Così decido di fare lo stesso percorso che la me di sei anni fa aveva fatto e mi dirigo di corsa verso il muro.
In un attimo sono dall'altra parte e un sorriso spontaneo si crea sulle mie labbra, un po' per la vista del treno che a momenti dovrò prendere e un po' per il ricordo che mi aveva scaldato il cuore.
Di Mary intorno a me non c'è nemmeno l'ombra, ma è tutto regolare: ormai è dal secondo anno che il suo ritardo da primo giorno di scuola si è trasformato in un rito.
Sorvolando la lentezza della mia amica, se ci penso bene è tutto identico a sei anni fa, solo che questa volta non c'è più il mio migliore amico ad aspettarmi dall'altra parte.
Mi correggo Severus Piton è presente, proprio lì insieme al suo gruppo di compagni Serpeverde, ma del mio migliore amico non c'è più traccia da un bel po' di tempo.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Inizio turbolento. ***


Capitolo 1: Inizio Turbolento.


Lily Evans.

Mi guardo un po' intorno ed evito accuratamente di ricambiare lo sguardo di Severus, prospetto un anno davvero difficile.
Comincio a camminare verso il treno e saluto qua e là qualche ragazzo del mio stesso anno, ma non mi fermo a conversare più di tanto perchè al momento ho un solo pensiero in testa.
Quest anno sono stata nominata prefetto di Grifondoro: era più o meno dal primo anno che desideravo diventarlo, peccato che le responsabilità da assumersi siano parecchie.
Rimane però il fatto che io sono un'amante delle regole e che dopotutto devo semplicemente continuare a comportarmi come ho sempre fatto, l'unica cosa in più sarebbe quella di far rispettare il codice anche a tutti gli altri membri della mia casata. Molto semplice.
Okay la devo smettere di essere così pessimista, dopotutto i Grifondoro non sono così male.
In un attimo realizzo di essere già salita sull'Hogwarts Express e senza indugiare so esattamente dove andare.
Scompartimento numero 9, ormai è un rito.
Infatti non appena apro la porta scorrevole riesco a notare due ragazze sedute sui lati opposti impegnate in una fitta chiacchierata. La biondina interrompe il suo racconto alla mia vista, mentre l'altra si alza in piedi di scatto. A quel punto non posso fare altro che assumere un'espressione euforica perchè sono tre mesi che non vedo le mie compagne di stanza e mi sono mancate terribilmente.
Alice mi stringe in un abbraccio soffocante, mentre Emmeline era ancora seduta quando ci buttiamo sopra di lei affettuosamente.
- Rossa mi sei mancata così tanto!- dichiara Alice cercando di togliersi le ciocche dorate di Emmeline dal viso.
- Anche voi!- esclamo un attimo prima di alzarmi per lasciar respirare la bionda.
- Devi raccontarci tutto, in tre mesi saranno successe un sacco di cose!- fa Emmeline dopo aver ripreso fiato.
- Piuttosto voi! Vance, il tuo racconto sembrava parecchio serio.- rispondo.
Alice esplode nella sua risata contagiosa e, mentre mi siedo accanto a lei, fatico a trattenermi anche io, sebbene io non sappia ancora il motivo del suo divertimento.
Emmeline assume il colore della nostra cravatta in meno di due secondi e poi si porta la mano alla fronte con fare teatrale.
-Lily, ahimè, mi sono innamorata.- dichiara.
Alice riprende a ridere ancora più forte e a quel punto mi lascio sfuggire un sorriso divertito, conosciamo benissimo Emmeline e quando si prende una cotta per qualcuno non c'è spazio per nient'altro nel suo mondo.
-Dille come si chiama!- boccheggia Alice mentre cerca di sedersi.
La bionda le lancia un'occhiataccia e poi punta i suoi occhi verdi sui miei.
-Si chiama Oz.- dice con convinzione.
-Sì Vance, e il mio vero nome è Minerva McGranitt, dille quello completo.- continua la brunetta divertita.
Emmeline fa un sospiro ed esita per qualche minuto, poi distoglie lo sguardo da me per puntarlo sul pavimento.
-Okay, si chiama Ozymandias.-.
Il silenzio cala fra di noi e le mie due amiche mi scrutano con insistenza, nell'attesa di una mia reazione.
Il fatto è che ci sono due opzioni: potrei annuire convinta, da persona matura quale sono e sorriderle dicendo che nelle relazioni i nomi non sono un problema perchè l'importante è come ti senti insieme all'altra persona. Oppure potrei scoppiarle a ridere in faccia come se avessi appena visto Lumacorno in mutande, ed in effetti è proprio quello che faccio.
-Vi odio.- si limita a dire Emmeline incrociando le braccia.
Alice si unisce a me in un batter d'occhio e anche se sto cercando di placare la mia risata perchè non mi sembra un comportamento del tutto carino nei suoi confronti, non riesco a fare altro che tenermi la pancia per il dolore agli addominali.
Passano cinque minuti buoni e quando finalmente mi sono calmata invito la bionda a cominciare con il racconto.
Così Emmeline mi spiega che lo aveva conosciuto in vacanza nel Kent e che aveva scoperto di essere ricambiata soltanto l'ultima settimana in cui il ragazzo alloggiava lì, dato che essendo di poco più grande doveva tornare in America per cominciare gli studi all'università.
Mentre io ed Alice siamo impegnate nell'ascoltare con attenzione la descrizione introspettiva di tutte le emozioni provate dalla bionda nel momento del loro addio, il fischio del treno ci fa prendere un colpo. 
L'Hogwarts Express sta finalmente partendo, tra poco saremo arrivate a casa, a Hogwarts.
C'è soltanto un piccolo problema: il treno si sta muovendo, ma dell'ultimo membro che chiude il nostro gruppo non c'è alcuna traccia.
- Ragazze, dov'è Mary?- domanda Alice guardando fuori dal finestrino.
- Magari non si è svegliata.- suggerisco imitandola per cercare la figura della nostra amica.
- O magari ha deciso di trasferirsi a Beaux-Batons, lasciando Hogwarts per sempre.- risponde cinica Emmeline.
Io e Alice la guardiamo piuttosto irritate, ma d'altronde dovevamo aspettarci una sua reazione simile dato che il nostro gruppo non aveva concluso il quinto anno proprio nel migliore dei modi.
Diciamo che più o meno verso maggio avevamo cominciato ad avere alcuni disguidi a causa di un essere immondo il cui nome è Sirius Black.
Ecco credo che Sirius-pensodiesseredio-Black sia la persona più superficiale dell'universo e sinceramente non so chi tra lui e il suo sfacciato amico Potter sia il più arrogante, anzi mi gioco la mia amatissima spilla da prefetto che il secondo stracci il primo venti a zero.
Penso che madre natura abbia donato a Black un unico neurone, di conseguenza era in un qualche modo obbligata a compensare con l'aspetto fisico perchè altrimenti si sarebbe chiamato Peter Minus. Beh sta di fatto che Black e i suoi dannati capelli neri hanno stregato più o meno tutta la popolazione femminile di Hogwarts, Emmeline Vance compresa.
La bionda aveva una cotta per lui circa dal terzo anno, quando Sirius l'aveva per sbaglio schiantata e poi accompagnata in infermeria perchè si sentiva tremendamente in colpa.
Della cotta di Emmeline tutti ne erano a conoscenza, persino Black stesso probabilmente, peccato che il ragazzo non sembrava curarsene granchè.
Anche della relazione tra Mary Mcdonald e Austin Barrett tutti ne erano a conoscenza, perciò l'anno scorso fu proprio un duro colpo per la nostra amica scoprire che il suo fidanzato di una vita, nonché Corvonero, l'avesse amabilmente tradita nei sotterranei con Victoria Nott.
Fu una botta talmente pesante che nemmeno la sbronza dopo la vittoria a quidditch di Grifondoro riuscì a tirare su di morale la povera Mary. 
Era una ragazza molto ambita e la notizia che fosse di nuovo sulla piazza aveva decisamente rallegrato gran parte dei maschi, si da il caso però che l'unico che si rivelò in grado di consolarla quella notte fu proprio Sirius Black, e quando una serata va troppo bene la mattina dopo c'è sempre da pagare.
Infatti Mary non aveva tenuto conto del fatto che il ragazzo grazie al quale era riuscita a dimenticarsi del suo ex fidanzato per una serata, non era altro che la prima cotta di una delle sue migliore amiche.
Emmeline si limitò a creare un muro, impedendole di scusarsi in alcun modo e quando Mary la aggredì in Sala Grande disperata perchè non sapeva più come fare per rimediare al suo errore, esplose una rissa che coinvolse tutti i Grifondoro, me compresa.
Così Grifondoro perse cento punti e Serpeverde vinse la Coppa delle Case.
Alla fine Mary ed Emmeline ripresero a rivolgersi la parola in un qualche modo, ma la tensione nel gruppo rimane palpabile.
Proprio per questo motivo quando una figura dai capelli neri e gli occhi azzurri spalanca la porta, soltanto la bionda non si muove di un millimetro per accoglierla.
Mary entra nello scompartimento con il fiatone e le guance paonazze, come al solito aveva fatto tardi.
- Pensavate di riuscire a liberarvi di me, non è vero?- grida, lasciando cadere per terra il suo baule con un tonfo.
Emmeline alza gli occhi al cielo e anche se è evidente che non sia del tutto contenta di vederla, accenna un mezzo sorriso un attimo dopo.
Immediatamente io e Alice ci fiondiamo su di lei e la accogliamo con un abbraccio.
- Sei sempre la solita ritardataria. - fa Alice.
- Signorina McDonald, questo suo atteggiamento è inammissibile. Quest'anno esigo la massima puntualità da lei.- la sbeffeggio imitando la voce della McGranitt.
Mary esulta dalla gioia.
- E' vero rossa! Quest'anno sei un fottuto prefetto! Potrò scorrazzare tranquillamente nei corridoi senza rischiare di farci perdere punti perchè tanto tu chiuderai sempre un occhio per la tua cara amica.- ammicca facendomi l'occhiolino.
Corruccio la fronte, non erano decisamente questi i miei piani da prefetto.
- Che cos'è quella faccia? Ho beccato nel corridoio Caroline Logan e persino lei mi sembrava più felice.- dichiara mentre si siede affianco ad Emmeline rivolgendole soltanto un piccolo sorriso imbarazzato.
Caroline Logan, dove ho già sentito questo cognome?
- La Logan è quella di Corvonero?- domanda Alice.
- Sì, quella dalla mono espressione direi.- suggerisce Emmeline.
A quel punto ricordo: Caroline Logan è il prefetto di Corvonero e se era in giro per i corridoi probabilmente era perchè stava andando alla riunione dei prefetti, alla quale dovrei essere anche io. Così improvvisamente mi alzo dal sedile con un balzo.
- La riunione dei prefetti! La McGranitt mi sbranerà, me lo sento.- esclamo tirando fuori dalla tasca la lettera che circa due settimane fa mi aveva annunciato la mia nuova carica.
Pochi secondi mi bastano per trovare la riga in cui la professoressa si raccomanda di farsi trovare per le 11.15 puntuali nello scompartimento numero...
- Lily prima avevo visto i prefetti di Tassorosso nello scompartimento numero uno.- mi informa Mary.
- Se vuoi ti accompagno.- aggiunge.
Annuisco sbrigativa e mi rimetto la lettera in tasca, saluto le altre e poi seguita da Mary mi cammino svelta verso la meta.
Mary ride alle mie spalle.
- Non posso credere che tu sia in ritardo, ti ho cresciuta bene.- esclama.
Non le rispondo: il panico sta invadendo il mio corpo e tutto ciò a cui riesco a pensare è alla McGranitt che mi fustiga nel cortile di Hogwarts a causa del mio ritardo alla riunione.
Vedo la signora del carrello dei dolci venire verso di noi e sono talmente terrorizzata che non riesco nemmeno a rispondere al suo invito di acquistare le nuove confezioni di api frizzole, infatti la supero senza degnarla di uno sguardo.
Improvvisamente mi sento in colpa, povera donna dopotutto non sarà lei a fustigarmi perchè in quanto prefetto ho già fallito in partenza, mi farò perdonare dopo comprando un'infinità di cioccorane, ho deciso.
Scompartimento numero uno: sorrido a Mary soddisfatta e spalanco la porta.
Quello che mi ritrovo davanti agli occhi non è altro che una scena alquanto imbarazzante: i due prefetti di Tassorosso sono avvinghiati l'uno all'altra e sembrano non aver alcuna intenzione di smettere di pomiciare. Mi chiudo la porta alle spalle esterrefatta da questa visione di cui avrei volentieri fatto a meno e poi rivolgo a Mary uno sguardo omicida.
- Scompartimento numero uno eh?!- comincio davvero a irritarmi.
- Che colpa ne ho io se quei due invece che andare alla tua amatissima riunione si imboscano da soli!- si giustifica mentre cerca di trattenere le risate.
Mi sto veramente spazientendo e sono le 11.20, la McGranitt mi ucciderà.
Riprendo la lettera e finalmente lo leggo: scompartimento numero trenta.
- Ti prego vai piano, è tutta la mattina che corro.- mi prega la mora.
Inizio a correre con Mary alle calcagna, dopo qualche secondo però mi fermo e realizzo che se davvero dovrò morire, non voglio essere sudata in quel momento.
Superiamo nuovamente la signora del carrello alla quale però questa volta sorrido e poi continuiamo a camminare verso lo scompartimento dei prefetti.
- Lily guarda il lato positivo però.- dice la mia amica con il suo tono canzonatorio.
Mi giro verso di lei in attesa della perla del giorno, dopotutto ero contenta di trascorrere gli ultimi minuti della mia vita insieme a lei, prima della mia morte plateale per intenderci.
- Almeno non sarai l'unica ad arrivare in ritardo, a giudicare da come si stringevano quei due, ne avevano ancora per un bel po'.- ghigna divertita.
Non so se ridere o piangere per il commento di Mary e prima che io possa decidere se risponderle in modo divertito o in modo esasperato qualcuno raggiunge in maniera piuttosto violenta il limite della mia sopportazione di questa giornata.
Prima quel dannato muro, poi la mia probabile fustigazione al nostro arrivo e come se non bastasse qualcuno deve avermi scambiato per un fantasma.
Okay presto la McGranitt mi sopprimerà dolorosamente, ma non sono ancora tecnicamente morta del tutto, e a maggior ragione non sono trasparente.
Mi basta spostare lo sguardo sulla figura che ha osato compiere il sacrilegio di scaraventarsi addosso a me in un momento così critico e in un attimo realizzo che non poteva trattarsi di nessuno se non di quello squilibrato di Potter e di Black, perchè purtroppo, per qualche strano scherzo del destino, dove va uno troviamo inevitabilmente anche l'altro.
Li sento sghignazzare e in quel momento realizzo che questo è davvero troppo da sopportare per i miei poveri nervi.
- Potter!- grido e in quell'istante sembra calare il gelo su tutto il corridoio.
Ovviamente Black imita l'amico girandosi verso di me con noncuranza, ma a differenza dell'altro lui rivolge il suo sguardo a Mary, facendole un occhiolino, totalmente imbarazzante.
- Evans.- risponde l'altro con disinvoltura.
Sollevo lo sguardo su di lui e la vista della sua faccia mi riporta esattamente a maggio di un anno fa.
Quella era stata l'ultima volta in cui gli avevo rivolto la parola.
Me lo ricordo come se fosse ieri: mi focalizzo su di lui e riesco a riportare ciascuno di noi nel cortile di Hogwarts di quel pomeriggio d'inizio estate.
Avevamo appena terminato i G.U.F.O, io e Mary avevamo deciso di andare a goderci i primi minuti di libertà in cortile e tutto ciò che avevamo trovato era stata la vista di Severus a terra, quello che una volta consideravo il mio migliore amico, accerchiato da molta gente.
C'era una miriade persone, appartenenti a ogni casa, impegnata a sghignazzare.
Black era immerso nella sua risata simile a un latrato, mentre altri acclamavano Potter per il suo “bel colpo”.
Non avevo idea del motivo per cui questa volta Potter e il suo gruppo di amici se la fosse presa con Severus, ma ero certa del fatto che non fosse una novità.
Gli fu lanciato un “Gratta e netta” e notai con orrore la comparsa di una saponetta nella bocca del mio amico che sembrava soffocarlo e procurargli conati di vomito.
A quel punto ne avevo abbastanza, ricordo di aver cominciato a correre per raggiungerli e mettere fine a questa scena.
- Lascialo stare!- gridai.
La mano di Potter scattò immediatamente fra quei capelli perennemente scompigliati e assunse un sorriso beffardo.
- Che cosa ti ha fatto?- domandai disgustata.
James assunse un tono di voce più profondo quasi più maturo e mi fissò dritto negli occhi sempre con quel sorrisetto stampato sulle labbra.
- E' più il fatto che esiste non so se mi spiego.- rispose provocando una risata generale tra tutti i presenti.
Guardai i suoi amici incredula di quelle parole e poi mi rivolsi a lui decisa.
- Ti credi divertente Potter, ma non sei altro che un bullo arrogante e prepotente. Lascialo stare.- sibilai.
A quel punto James inarcò un sopracciglio e con aria di sfida disse l'ultima cosa che mi sarei mai aspettata.
- Esci con me, Evans, e non alzerò mai più la bacchetta su Mocciosus.-.
Non feci nemmeno in tempo a rispondergli per le rime perchè Severus aveva già lanciato un incantesimo su Potter per ferirlo sulla guancia, ma l'altro controbatté subito sollevando il mio amico a testa in giù, con la veste che gli lasciava scoperte le gambe e le mutande.
La folla esplose in una risata generale e in un applauso che non fece altro che aumentare la mia ira verso James Potter e i suoi amici.
- Mettetelo giù!- gridai, puntando la bacchetta verso lui e Black.
Non so bene per quale motivo, ma Potter non distolse lo sguardo da me nemmeno per un secondo e poi con un colpo di bacchetta fece cadere Severus per terra, liberandolo.
- Ti è andata bene che ci fosse Evans, Mocciosus.- fece poi mentre continuava a guardarmi.
E poi il mio migliore amico disse l'unica frase necessaria per farmi pentire di tutto il tempo che avevo trascorso con lui in questi anni.
- Non mi serve l'aiuto di una piccola schifosa mezzosangue. -.
Ricordo di essermi irrigidita e di aver sentito il sangue raggelarsi nel mio corpo.
Il silenzio era poi calato fra tutti i presenti e persino Potter era rimasto per un attimo a bocca aperta per via di quella risposta.
Notai l'espressione di Severus farsi sempre più rigida e il suo sguardo oscurarsi, avrei potuto perdonargli qualsiasi cosa, ma non questo.
- Molto bene, significa che in futuro non mi prenderò la briga di aiutarti. E se fossi in te mi laverei le mutande, Mocciosus.- sibilai gelida.
Quella fu l'ultima volta che rivolsi la parola a Severus Piton.
Non degnai di uno sguardo nessun altro fra i presenti e sebbene sapessi di avere tutti gli occhi puntati addosso, voltai loro le spalle andandomene.
Era tutto finito.

- Hai bisogno di qualcosa, Evans?- domanda Potter risvegliandomi dal mio tutt'altro che felice viaggio nei ricordi.
Rivivere quello che era successo un anno fa mi aveva scossa come la prima volta.
Potter è proprio di fronte a me e mi sta guardando con il suo sorriso beffardo e quei dannati capelli sono sparati al vento come al solito.
E' buffo perchè all'inizio del primo anno mi stava anche simpatico, ha cominciato a diventare insopportabilmente pesante dopo che lui e i suoi compagni di stanza, Black compreso, avevano avuto la brillante idea di fondare il loro gruppo esclusivo dei “Malandrini”. Inizialmente non creavano nemmeno troppi problemi, ma dal momento in cui avevano deciso di prendere di mira Severus si erano guadagnati un posto fra i primi nella mia lista nera.
Rimane però il fatto che io e il mio vecchio migliore amico non parliamo più, e anche se so che di quello che è successo fra noi due l'unico responsabile è lui, una parte di me non riesce a smettere di detestare James Potter e i Malandrini.
- Sì, ho bisogno che tu scompaia immediatamente dalla mia vista.- rispondo gelida, dopodiché riprendo a camminare nella speranza di superarli.
Mary mi affianca e invece che ricambiare gli sguardi maliziosi di Sirius punta lo sguardo sul pavimento nervosamente.
Come non detto, Potter e quell'imbecille del suo amico cominciano a camminare a passo con noi e anche se non li sto guardando so per certo che sul volto di James è presente un ghigno.
- E perchè mai Evans? Sai, normalmente le ragazze impazziscono soltanto nel vedermi. Con urla e gridolini compresi.- replica divertito.
E' ufficiale oggi James Potter vuole volare fuori dall'Hogwarts Express.
- Sei sicuro che quelle urla e gridolini non siano dovute alla vista dei tuoi capelli privi di una forma? Sai alle ragazze i capelli tenuti in queste condizioni fanno molta pena, anzi ci fanno quasi rabbrividire.- azzardo.
Istintivamente il ragazzo si porta una mano fra i capelli per scompigliarli nervosamente e Mary mi sorride divertita.
- Io te l'ho sempre detto Ramoso, i tuoi capelli sono spaventosi, non riusciresti mai a curarli bene come i miei. Non è vero, McDonald? - aggiunge Black con un sorriso sornione.
- Ci terrei a ricordarti che ho un nome.- Mary gli risponde a tono.
- Non preoccuparti, me lo ricordo. Mi ricordo tutto. - replica.
La mia amica alza gli occhi al cielo perchè è da quel famoso giorno che Sirius non le da pace, sebbene lei cerchi di ignorarlo in tutti i modi.
Sono alquanto confusa e non riesco a capire il motivo per cui ci stiano seguendo.
Rimaniamo in silenzio per qualche secondo e poi ne ho davvero abbastanza di questa situazione.
- Mh non lo so, avete intenzione di lasciarci in pace oppure no?- domando infastidita.
- Cosa c'è Evans non ti piace la nostra compagnia?- mi chiede Potter.
- Veramente ce n'è di meglio.- risponde Mary.
- L'anno scorso non la pensavi così.- fa Sirius in tono canzonatorio.
I due amici scoppiano a ridere insieme e non posso fare altro che alzare gli occhi al cielo con esasperazione anche per la mora.
Scompartimento numero 30. Grazie a Merlino.
- Sono arrivata, addio.- dico in modo sbrigativo.
Mary mi saluta e fa retromarcia per raggiungere le nostre amiche, ma dopo nemmeno cinque secondi noto Black che la segue di soppiatto.
- Evans prefetto, ci avrei scommesso.- dichiara James.
- Quest'anno allora ci sarà da divertirsi.- ammicca facendomi un occhiolino.
Alzo gli occhi al cielo e senza pensarci due volte gli chiudo la porta in faccia.
Sono salva.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Bentornati a Hogwarts. ***


Capitolo 2: Bentornati a Hogwarts.

Lily Evans.

Finalmente a casa.
E' incredibile come, nonostante siano passati sei anni, l'effetto che Hogwarts ha su ognuno di noi è sempre lo stesso: pura meraviglia.
Non credo di essere mai riuscita a paragonare nulla ad Hogwarts, forse perchè semplicemente non esiste nulla di più magico, in tutti i sensi.
Varcata la soglia del castello nessuno di noi studenti riesce a trattenere quel sorriso soddisfatto di chi fa ritorno alla propria dimora dopo un lungo viaggio lontano da casa.
Tutto è rimasto esattamente identico all'anno scorso e a quelli precedenti, persino la McGranitt che ci attende all'ingresso non è cambiata di una virgola: sempre lo stesso portamento rigido e composto, e quell'aria autoritaria sembra non abbandonarla mai.
Non appena rivolge lo sguardo sulla mandria di studenti che sta invadendo Hogwarts, però, non può fare a meno di assumere un piccolo sorriso buono. Immagino che questo castello senza noi studenti deve essere stato fin troppo silenzioso e mi piace pensare che lei, sebbene non lo voglia dare a vedere, abbia sentito un po' la nostra mancanza.
- Professoressa! Mia musa ispiratrice! Mia divina professoressa, ho pensato a lei tutta l'estate sa?!-.
Basta una frase di Black a riportare questo momento raro e quasi magico alla triste normalità, infatti non appena Sirius si inginocchia ai suoi piedi per farle il baciamano, ecco che la McGranitt riassume il suo solito atteggiamento rigido e severo.
Ritrae la mano prima di subito e la sua espressione si trasforma in una smorfia esasperata: se non altro siamo sicuri che dei Malandrini non ha sentito la mancanza, ma dopotutto non sarebbe nemmeno l'unica.
- Black! Che maniere!- lo richiama di fronte ai presenti.
Potter non si fa alcuno scrupolo e comincia a sghignazzare rumorosamente attirando l'attenzione di tutti, come suo solito, Peter Minus lo imita in modo più sommesso, mentre per quanto riguarda l'ultimo membro del gruppo, Remus Lupin, nonché prefetto di Grifondoro come me, si limita a infilarsi le mani nelle tasche dell'uniforme totalmente in imbarazzo per il comportamento degli amici.
Okay, che Potter e Black siano dei presuntuosi idioti ne siamo tutti al corrente ed è evidente che si siano trovati, di conseguenza non possiamo rimanere stupiti del fatto che stiano costantemente insieme. Anzi, se non avessero cognomi diversi mi sembrerebbero esattamente la stessa identica persona superficiale e priva di profondità.
Ecco sono il classico esempio di quello che i babbani tradurrebbero con “pappa e ciccia” o “culo e camicia”, ovviamente se James e Sirius potessero scegliere quale usare tra le due possibilità, opterebbero sicuramente per la seconda, conoscendo la loro finezza.
Per quanto riguarda Peter Minus non mi stupisco più di tanto, gli avrò parlato sì e no cinque volte in sei anni, e da quel che ricordo non mi ha mai dimostrato di avere questa gran personalità.
Credo che proprio per questo motivo si aggrappi agli altri due montati, che di temperamento ne hanno da vendere, e che probabilmente, non so in che modo, gli danno sicurezza.
Quello che però proprio non riesco a spiegarmi è per quale futile ragione Remus Lupin sia caduto e abbia poi deciso di rimanere nella tana del lupo, o meglio di quei tre palloni gonfiati, anche se bisogna ammettere che l'unico vero “gonfiato” sia Peter Minus. 
Lupin è quel genere di persona che quando ti rivolge la parola ti da l'idea di essere un ragazzo per bene e con la testa sulle spalle, peccato che poi un minuto dopo lo vedi seguire quel gruppo di babbei e ti cadono le braccia in men che non si dica.
C'è anche da dire che ha sempre quell'aria un po' melanconica e che le uniche volte in cui lo vedi davvero sereno è quando si trova in mezzo a quei cerebrolesi dei suoi amici, potrebbe essere considerata anche una cosa carina se solo non si trattasse di Potter, Black e Minus.
- Felpato, sei davvero imbarazzante. Dopo dovrò andare da lei a scusarmi personalmente per le tue maniere “disdicevoli”, dopotutto sappiamo bene chi dei due è il suo preferito.- fa James quando la McGranitt  supera il suo amico senza degnarlo ulteriormente di uno sguardo.
Black ghigna mentre si alza con fare teatrale.
- Mi dispiace Ramoso, trovatene un'altra, Minerva è pazza di me.- ammicca.
Osservo questa scena disgustata, possibile che si divertano davvero in questo modo?
Decido di seminare in fretta i Malandrini perchè francamente per oggi ne ho abbastanza di questi spettacolini e mentre varchiamo l'entrata della Sala Grande, Alice, che mi sta affiancando, comincia con la sua solita perplessità d'inizio anno.
Era un rito: lo aveva detto ad alta voce la prima volta che avevamo messo piede nella sala, prima di essere smistate e aveva continuato a ripeterlo nei cinque anni consecutivi, e ovviamente per questo non poteva fare un'eccezione. 
- Secondo voi sono sempre le stesse candele che non si sciolgono mai oppure gli elfi domestici le cambiano regolarmente?- chiede curiosa guardando il soffitto, come se su di lei fosse stato eseguito un “oblivion”.
La prima volta che mi aveva rivolto questa domanda non la conoscevo e a dir la verità non sapendo nulla di magia, non avevo nemmeno tentato di risponderle, essendomi persa al termine “elfi domestici”. Lei lo aveva preso sul personale e per la prima settimana, sebbene fossimo capitate nella stessa casata e nello stesso dormitorio, Alice non mi aveva rivolto la parola credendo di essermi antipatica.
Le ho sempre detto che secondo me si fa troppi complessi mentali, e credo anche di avere ragione perchè se non fosse così non continuerebbe a fare ogni anno la stessa domanda, alla quale, per giunta, risponderò sempre allo stesso modo.
- Non ne ho idea.- dico.
- Questa volta ci ho riflettuto e secondo me sono sempre le stesse candele.- risponde Emmeline.
- Secondo me no.- si aggiunge Mary, la cui opinione, come al solito, è sempre contraria a quella della bionda.
- L'anno scorso, con Austin, ero capitata in una stanza del terzo piano veramente pietosa: era piena di carta igienica e c'era un numero esorbitante di candele, ho subito pensato che fossero quelle di scorta. Credo le cambino regolarmente.- spiega convinta.
Emmeline storce il naso, mentre ad Alice parte un attacco dei suoi in cui comincia a ridere e nessuno è più in grado di fermarla. 
E' quasi del tutto scontato che nemmeno una delle due abbia fatto attenzione al discorso delle candele per soffermarsi sul “con Austin ero capitata in una stanza”, mi domando veramente in base a quali criteri durante il primo anno io mi sia scelta le amicizie.
- Che ho detto?- mi domanda Mary incapace di comprendere come mai avesse suscitato quelle reazioni nelle altre due.
- Si sono perse a “Austin” e “stanza”.- le sussurro e lei alza gli occhi al cielo un attimo dopo.
- Quella volta non è nemmeno stato un granché se devo dire la verità.- aggiunge la mora.
Non riesco a trattenere una risata: io semplicemente adoro Mary e il suo modo di riuscire a sdrammatizzare ogni cosa.
- Grazie per l'informazione, ne facevo anche a meno.- Emmeline la liquida in fretta, mentre Alice  riprende a ridere ancora più forte attirando l'attenzione dei nostri compagni e in particolar modo del ragazzo che stava camminando esattamente davanti a noi.
E' abbastanza alto e sebbene io gli possa vedere soltanto la schiena, sembra piuttosto ben piazzato.
- Piantala.- intimo ad Alice, che non sembra aver voglia di placarsi.
In quell'esatto istante il giovane davanti a noi si ferma di scatto e si volta per capire quale fosse la fonte di quelle risate.
La mia amica però non lo vede e, sebbene sia molto difficile, riesce a investirlo in pieno, scontrandosi inevitabilmente con il suo torace.
Se non altro devo ringraziare Frank Paciock, perchè grazie a quell'urto è riuscito a far smettere di ridere Alice.
- Oh scusami tanto! Mi dispiace.- Frank la guarda sinceramente preoccupato e sebbene inizialmente avessi notato sul volto della mia amica un'espressione piuttosto seccata, nel momento in cui incontra lo sguardo del ragazzo, il suo volto si rilassa immediatamente.
Alice assume un sorriso radioso e si raddrizza in un secondo.
- Non preoccuparti, sono stata sbadata io, tranquillo.-.
Frank ricambia il sorriso, poi si volta nuovamente e raggiunge il tavolo dei Grifondoro, un po' imbarazzato e con la sua solita andatura goffa.
Per un attimo Alice mi sembra in una sorta di limbo a me sconosciuto e che non mi sforzo di comprendere, perchè al momento sono troppo affamata e impaziente di sedermi.
Così ci mettiamo a metà tavola in modo da avere di fianco il gruppo di posti vuoti riservato ai primini: io ed Emmeline di fronte ad Alice e Mary.
Mentre aspettiamo che tutti gli studenti di tutte le casate prendano posto, la nostra amica si risveglia dai suoi pensieri e approfittando della confusione del momento ci fa segno di avvicinarci.
Ovviamente io ed Emmeline facciamo quello che possiamo dato che fra noi e lei c'è un tavolo di mezzo, ma ci impegniamo ugualmente, per sentire meglio ciò che ha da dire.
- Chi è quel ragazzo di poco fa? Io non l'ho mai visto.- dice.
A quel punto io, Mary ed Emmeline ci guardiamo incredibilmente confuse per la domanda che l'altra ci ha appena posto, sicure che si tratti di uno scherzo.
- Non ci posso credere.- dico.
- Semplice, si chiama Frank Paciock ed è del nostro stesso anno.- spiega Mary con ovvietà.
Alice spalanca gli occhi e assume un'espressione simile a quella di un pesce lesso: questa scena dura più o meno per dieci secondi, dopodiché comincia a cercare il ragazzo tra gli altri studenti seduti al nostro tavolo.
- Terra chiama Alice Bagman: Frank Paciock, quello che al secondo anno ha fatto esplodere il calderone con quella sostanza che ti è volata sui capelli e che te li ha lasciati rosa per una settimana. Te lo ricordi?- domanda Emmeline.
- Ma. . . Frank Paciock è basso e grassoccio, ce lo ricordiamo tutte bene? Stiamo parlando di quel Frank Paciock, non è vero?- comincia Alice mentre tenta di mantenere la calma, sebbene lei in primis non ci stia capendo più di tanto.
- Sì, ne esiste solo uno.- rispondo calma.
- Okay, ma obiettivamente, avete visto quel mega fusto di due minuti fa? Quello non è Frank Paciock, è semplicemente un dio greco!- ribatte la brunetta senza scandire bene le parole, lo fa sempre quando si innervosisce. Comincia a parlare a raffica, senza pause.
E' una situazione così divertente, probabilmente le scoppierei a ridere in faccia se solo non sapessi quanto è disperata.
- Alice, è lui. L'unica differenza è che durante l'estate è cresciuto tanto in altezza e ha perso molto peso, da quanto ne so quest'anno vuole provare ad entrare nella squadra di quidditch.- spiega Emmeline.
- Sia benedetta la pubertà.- dichiaro sporgendomi per scrutare meglio il ragazzo in questione.
- Secondo me sta molto bene adesso.- commenta Mary.
Dopo quelle parole Alice assottiglia gli occhi a due fessure e ci rivolge il suo solito sguardo omicida.
- Giù le mani, l'ho visto prima io!- dice con un tono di voce fin troppo alto che attira l'attenzione di alcuni studenti poco lontani da noi.
Mary la guarda sconcertata e un attimo dopo le esplode a ridere in faccia.
- Ma se non sapevi nemmeno che fosse lui!- dico unendomi alla risata.
Alice fa spallucce e assume il suo classico faccino innocente, come se non avesse detto nulla di eclatante.
Invece qualcosa lo ha proprio detto: 1 Settembre 1976, Alice Bagman dichiara che Frank Paciock ha lo stesso aspetto di un dio greco. Non avrei mai creduto che questo giorno sarebbe giunto. Mai.
In quell'esatto istante tutti i presenti cominciano ad applaudire per l'entrata del preside.
Albus Silente ha appena fatto il suo ingresso nella Sala Grande.
- Bentornati ad Hogwarts!- comincia calorosamente - Spero abbiate passato delle buone vacanze. Come ben sapete, a breve potrete gustare i piatti prelibati che sono stati amabilmente preparati per voi. Io per esempio non vedo l'ora di riassaggiare il budino al cioccolato a cui sono tanto affezionato! Prima, però, è necessario assistere all'importante cerimonia dello smistamento, poiché permette ai vostri nuovi compagni di trovare la loro nuova famiglia, che li accompagnerà per tutti i prossimi anni che trascorreranno qui, ad Hogwarts. Per questo motivo chiedo cortesemente a tutti i prefetti di posizionarsi a metà del proprio tavolo per accogliere con un caloroso benvenuto i nuovi membri della propria casata. Grazie.- Silente termina il discorso e poi si dirige verso la sua sedia personale, più simile ad un trono.
Sorrido soddisfatta, a breve entreranno i nuovi studenti ed in quanto prefetto il mio compito sarà quello di accogliere nel migliore dei modi quei piccoli pargoli spaesati.
Okay, ce la posso fare, sono una persona paziente e responsabile, non c'è nulla che possa in un qualche modo distrarmi dal mio obiettivo.
Mi volto e noto qualche tavolo più in là che anche Severus e la sua collega Alecto Carrow si sono piazzati nei posti al centro, come gli altri prefetti delle altre due case.
Così mi ricordo che teoricamente Remus Lupin dovrebbe essere insieme a me, dato che anche lui è il prefetto di Grifondoro, anche se non so bene se questa cosa possa essere una fortuna o una sfortuna in realtà.
Lo cerco in mezzo ai volti dei miei compagni di casata e riconoscerlo tra la folla è molto semplice, ovviamente non per colpa sua: sta cercando di alzarsi, ma l'azione gli viene piuttosto complicata dato che Potter è letteralmente salito in groppa su di lui per impedirgli il movimento. Inevitabilmente rivolgo lo sguardo verso Minus che sta tirando il braccio dell'amico, nella speranza che non riesca a liberarsi dalle loro prese; e poi Black, che non capisco bene per quale motivo mi stia fissando.
Mi sembra in una sorta di momento di riflessione, il che è molto strano perchè... da quando Black usa il cervello? Beh non importa.
Fa niente, riuscirò a farcela anche senza Lupin.
Dopotutto preferisco occuparmi da sola di queste cose; e poi credo che comportarmi in modo gentile davanti a lui mi metterebbe alquanto in imbarazzo, dato che sarebbe la prima volta in cui non mi vede sbraitare contro i suoi amici.
La porta della Sala Grande si spalanca e uno dopo l'altro fanno il loro ingresso dei piccoletti in uniforme, quasi non riesco a credere che sei anni fa ero io al loro posto.
Sorrido impercettibilmente: è così bello vederli in quello stato di meraviglia misto a confusione, non hanno ancora idea di quanto Hogwarts diventerà importante per loro.
Questo piccolo momento di commozione non dura più di cinque secondi, dato che a catturare la mia attenzione è la figura slanciata di Black, che si infila con nochalanche tra Alice e Mary, per poi rivolgere all'ultima un sorriso dei suoi.
Per poco non mi affogo con la mia saliva perchè sono stata colta tremendamente di sorpresa, beh se non altro, a giudicare dalle espressioni sconcertate delle mie amiche, non sono l'unica.
Immediatamente i miei occhi scattano dall'altra parte del tavolo, nel punto in cui nemmeno un minuto fa si trovavano i Malandrini, e con immenso orrore realizzo che nessuno di loro è più lì.
Non ho nemmeno il tempo di realizzare cosa stia succedeno che sento quell'odiosa voce alle mie spalle.
- Eccoti servito Lunastorta, dove vai tu andiamo noi.- afferma Potter rimanendo in piedi.
Remus compare alle spalle di Black e delle mie due amiche, ed ha tutta l'aria di essere esausto. Poi mi guarda e cerca di abbozzare un sorriso come meglio riesce.
- Se devi andare da Evans, noi veniamo da Evans con te.- continua Minus ed ho come la vaga sensazione che stia affiancando Potter, in piedi dietro di me.
- Bravissimo Codaliscia!- esclama Black mentre si stiracchia su Mary, che prontamente se lo scrolla di dosso infastidita.
Emmeline comincia a tamburellare con le dita sul tavolo nervosamente, mentre Alice guarda confusa James e Peter.
- Lupin, cosa significa?- domando mentre lo osservo sedersi di fronte a me.
- Significa, Evans, che devi scalare se vuoi che ci stiamo tutti.- risponde Potter acido.
In un attimo mi volto verso di lui ed inarco un sopracciglio incredula.
- In effetti è proprio questo il punto, non voglio che “ci stiate tutti”.- rispondo con lo stesso tono.
James sta per rispondermi, ma Peter si infila con forza tra Emmeline e Caleb Thomas, provocando una lamentela generale, poiché tutta la fila ha risentito di questo spostamento.
- Ho provato a dirgli che venivo da solo... - fa Lupin imbarazzato.
Mentre alzo per la milionesima volta gli occhi al cielo, Potter si siede affianco a me, in uno dei posti tenuti vuoti per i nuovi membri di Grifondoro.
- Non ti azzardare.- sibilo minacciosa.
Potter mi sorride a trentadue denti, ed io sono sempre più tentata a spaccarglieli tutti con un pugno.
- Sono io il prefetto di Grifondoro, devo stare io esterna!- replico.
Black comincia a ridere come al solito, e le mie amiche si uniscono a lui, un po' più timidamente. Vorrei sapere cosa c'è da ridere.
Strabuzzo gli occhi: ma cosa diamine sta succedendo? Ho ragione io, Potter si deve togliere di mezzo.
James sorride sornione, come al solito il suo spettacolino sta avendo successo.
No, non questa volta.
- Quindi non hai intenzione di spostarti?- chiedo ancora una volta.
- Sembra di no, Evans.- risponde subito con aria da finto innocente.
Bene, allora ci penserò io.
Afferro saldamente la brocca riempita fino all'orlo di succo di zucca, ma mi limito a versarla tranquillamente nel mio bicchiere.
Devo essere cauta: Potter mi sta fissando nell'attesa che io faccia qualcosa ed io non posso far trasparire le mie intenzioni in alcun modo.
Tutti i nostri amici ci stanno fissando ed in effetti questa situazione mi inizia a mettere un po' d'ansia.
- Arryn Jessica.- sento la voce della McGranitt piuttosto lontana, e un istante dopo il tavolo di Corvonero comincia ad esultare allegramente.
- Barrett David.- questa volta dopo la lunga pausa è Serpeverde a esplodere in un boato, e giuro che in questo momento preferirei essere in quel tavolo piuttosto che qui.
- Beh Evans, non ti credevo così mansueta. Fai tenerezza, sembri quasi un agnellino.- commenta Potter.
Mansueta? Come un agnellino?
Adesso ne ho abbastanza.
Mi sono persa l'ultimo nome chiamato dalla McGranitt, ma al momento è l'ultimo dei miei problemi. Non faccio caso a tutti i miei compagni che cominciano ad agitarsi fra esulti ed applausi, e nemmeno James sembra essere troppo attento a quello che sta succedendo al tavolo dei Grifondoro.
Sta scrutando ogni mio singolo movimento con un sorriso divertito stampato sulle labbra e anche se so che se lo aspetta, afferro saldamente il mio calice e glielo posiziono esattamente sopra quella “chioma” a dir poco... veramente non riesco nemmeno a dare un aggettivo a quei capelli.
Chissà, magari il succo di zucca potrebbe finalmente donargli quella forma che non hanno mai avuto.
Assumo un'espressione agguerrita e proprio quando sto per versargli tutto il liquido sulla sua testa vuota, sento un'insieme di voci tra cui quelle di Emmeline, Lupin e Alice.
- Lily! L'accoglienza!- mi ricorda Remus spaventato per me e per l'autodistruzione della mia reputazione.
Mi giro verso di lui, sempre con il calice a mezz'aria e poi mi rendo conto che è affiancato da un ragazzino che mi sta guardando in modo sconvolto.
In un attimo appoggio il bicchiere sul tavolo, fingendo che non sia successo nulla e mi alzo in piedi. Per questa volta dovrò rimandare il mio assalto a Potter.
- Ciao! Come ti chiami?!- domando cercando di ricompormi, ma qualcosa mi dice che sembro soltanto più isterica di prima.
- S-sono Matt Baston.- risponde balbettando.
Lupin gli poggia una mano sulla spalla e si presenta gentilmente, poi io mi allungo per stringergli la mano.
- Lily Evans, felice di conoscerti.- dico mentre mi sforzo di fare un sorriso, ma in questo momento vorrei sotterrarmi e inoltre non ho nemmeno il coraggio di guardare l'espressione di Potter, perchè purtroppo la conosco già.
- Noi siamo i prefetti di Grifondoro per qualsiasi cosa sai che puoi tranquillamente contare su di noi, siamo qui per questo.- continua Remus e devo ammettere che se la sta cavando molto meglio di me.
Beh se non altro lui non ha dato l'impressione di essere un pazzo psicopatico pronto a sbranare tutti i presenti, lui si è comportato in modo professionale, da bravo prefetto.
Cosa che effettivamente avrei dovuto fare anche io.
- Ciao Matt, io sono James Potter, capitano della squadra di quidditch di Grifondoro.- spezza il silenzio imbarazzante e si allunga anche lui per stringergli la mano.
In un attimo il ragazzino si siede affianco a Remus e assume un'espressione entusiasta.
- Wow! Io gioco a quidditch con papà da quando avevo cinque anni, a fare il Battitore me la cavo abbastanza, però sono un asso in porta.- spiega con passione.
Oh no, stanno parlando di Quidditch, che Merlino mi salvi.
- Ah sì? Beh ottimo! Purtroppo solitamente quelli del primo anno non li prendiamo in squadra, ma dall'anno prossimo potrai già iniziare con le selezioni. Sono sicuro che saresti perfetto.- Potter gli strizza l'occhio.
Sembra quasi simpatico, è bravo a intortare i bambini, ma io so che sta attendendo il momento migliore per farsi adulare.
- Tu in che ruolo giochi? Come te la cavi?- gli chiede.
Ecco, quel momento è arrivato.
- Sono uno scattante, abile, valido, astuto, lesto, efficiente e...- comincia Potter.
Tutti coloro che stanno ascoltando la conversazione, i Malandrini compresi alzano gli occhi al cielo esasperati.
- E' un fottuto Cacciatore.- taglia corto Black.
Wow da lui proprio non me lo sarei aspettata.
Il ragazzino si sporge per capire da chi provenisse quella voce melliflua e quando incontra gli occhi scuri di Sirius gli sorride timidamente.
- Comunque, Matt, spero che la mia amica Evans qui presente non ti abbia spaventato. Lei e Lunastorta sono degli ottimi prefetti, sei in buone mani.- Potter si prende la libertà di passarmi un braccio intorno alle spalle.
- Chi è Lunastorta?- domanda il ragazzino dubbioso.
-Oh sono io!- esclama Lupin, anche se ancora un po' in imbarazzo.
Non ho mai fatto caso a quel soprannome, ho sempre pensato che fosse privo di significato così come quelli degli altri tre idioti, ma effettivamente Remus Lupin è la persona più lunatica che io conosca, quindi penso che gli stia proprio a pennello.
Ragionerei anche su quelli degli altri tre Malandrini, se solo il braccio di Potter non mi stesse stringendo a lui in maniera alquanto ridicola.
Okay Lily, manteniamo la calma: devi soltanto strappare il braccio di Potter dalle tue spalle senza farti notare e senza compromettere la tua reputazione da prefetto responsabile e paziente, che poco fa hai quasi distrutto.
- Io pensavo che voi due vi odiaste.- scherza Matt e proprio quando sto per rispondere in maniera affermativa, il Cappello Parlante sovrasta la mia voce.
- Grifondoro!- strilla ed immediatamente tutta la Casa emette un boato che sembra infinito.
Okay va bene, ma in tutto questo Potter è ancora appoggiato a me.
Le mie amiche non si rendono utili e continuano a ridere di me, ci sarebbe da piangere, se vogliamo dirla tutta.
Il mio sguardo si alza sulla ragazzina con le trecce bionde che si sta avvicinando timidamente al nostro tavolo: bingo.
Mi alzo di scatto, nella speranza che Potter abbia preso uno strappo al muscolo, e solo in quel momento lui molla la presa.
Sospiro
Mi volto verso la nuova arrivata e le sorrido caldamente, finché alle orecchie non mi arriva nuovamente la dannatissima voce di Potter.
- Detto fra noi Matt, lei ha una cotta per me.- risponde all'affermazione precedente del ragazzino, e anche se sono girata dall'altra parte so perfettamente in che modo gli sta sorridendo.
Patetico Potter.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Estremi Rimedi. ***


Capitolo 3: Estremi rimedi.

James Potter.


Mi rigiro per la milionesima volta nel mio amatissimo letto e continuo a non capire per quale dannato motivo i miei amici stiano facendo questo baccano infinito, considerando che saranno si e no le due di notte.
- Sirius, te lo chiederò un'altra volta e sarà meglio che tu mi risponda.- la voce di Remus mi giunge alle orecchie, è seriamente infastidito e lo si capisce dal suo solito tono minaccioso.
- Altrimenti cosa mi farai?- questo invece è Sirius, ma sembra piuttosto divertito dalla situazione.
- Oh di questo non devi preoccuparti, sai che mantengo sempre la parola.- effettivamente Remus sa essere piuttosto vendicativo, e sia io che Sirius lo abbiamo provato più volte sulla nostra pelle.
- Te l'ho detto, non ho idea di dove sia quel mattone gigante.- risponde l'altro con noncuranza.
- Invece ce l'hai proprio tu perchè esattamente due giorni fa, mi hai chiesto di copiare gli appunti da quel dannato libro.- .
- E' qui che casca l'asino mio caro Remus, come capita ormai da diversi anni, dovresti sapere meglio di me che Sirius Black non copia mai gli appunti, ma sono gli altri a copiarli per lui. In particolare questa volta si sono offerte quelle due Corvonero del nostro anno, perdutamente innamorate di me.- spiega Felpato.
Sono quasi tentato di zittirli per tornare al mio sonnellino di bellezza, ma poi mi ricordo dell'ultima volta in cui ho provato a dire a un Remus piuttosto irascibile di abbassare il tono di voce, e decido che se non voglio finire con la lingua attorcigliata nella mia bocca, è meglio continuare a fare finta di dormire.
Anche se sinceramente non capisco per quale motivazione abbiano scelto proprio le due del mattino per avviare una discussione simile, insomma non c'è nemmeno un filo di luce!
- Fammi capire. . .tu hai dato il mio libro di Storia della Magia a chi?- domanda Lunastorta, e in quel momento mi sembra di essere tornati all'anno scorso quando per la prima volta nella sua vita era stato costretto a prendere un Troll in Pozioni a causa mia, dato che avevo scommesso con Sirius che sarei riuscito a far evanescere il nostro calderone senza  farmi notare da Lumacorno. Il fatto è che io ero riuscito nel mio intento, peccato che la nostra pozione, non essendo più nel contenitore, si era poi rovesciata tutta sul pavimento, il che ha implicato una “T” sia per me, che per il mio caro amico Lupin.
Inutile dire che poi ho scontato una brutta pena, ma preferisco non ricordare i dettagli.
- Sai a quelle due ragazzine di Corvonero che mi chiedono di andare a Hogsmeade con loro più o meno dal terzo anno: una si chiamava Grace e l'altra Kendra o Keira se non ricordo male. Non chiedermi i cognomi perchè sono fuori dalla mia portata.-.
Remus non gli risponde subito e il silenzio che cala nel dormitorio mi fa temere per ciò che subiranno a breve i miei timpani, troppo giovani e funzionanti per subire lesioni a quest'età.
- Sirius, guarda che si chiamano Ginger e Karen, e comunque mi hanno consegnato il libro ieri sera.- ecco questo invece è Peter, ma com'è possibile che siano tutti svegli?
Nessuno parla più per qualche minuto, ma io so che Lunastorta a momenti esploderà. 
Lo so.
- Peter, - domanda cercando di mantenere la calma- se ti hanno dato il mio libro ieri sera, per quale motivo non me lo hai portato? Anzi, dove dannazione lo hai messo?-.
Merlino aiutami, fa' che Peter gli dica una volta per tutte dove ha messo quel sacro tomo e fa' sì che possano tacere e farmi tornare a dormire serenamente. Grazie.
- L'ho dato a James.-.
Ottimo Codaliscia, bravissimo, e adesso posso tornare al mio magnifico sogno in cui vincevo la Coppa del Mondo di Quidditch contro i giapponesi.
Sto davvero per riaddormentarmi, quando improvvisamente realizzo cos'ha detto Peter.
Eh?
Sento quasi subito la risata di quello scemo di Sirius avvicinarsi al mio orecchio sinistro e un attimo dopo posso giurare di avere un ginocchio conficcato nello stomaco.
Spalanco gli occhi e anche se non riesco a mettere a fuoco la figura sopra di me so per certo che si tratta di Remus poiché Sirius mi sta beatamente sghignazzando di fianco, mentre Peter, beh se fosse stato Peter lo avrei certamente capito dal peso. 
- Tira fuori il mio libro di Storia della Magia!- Remus ha probabilmente dimenticato come si da il buongiorno ai propri amici.
Anche se sono sotto di lui, riesco ugualmente ad allungare un braccio sul comodino per raggiungere i miei occhiali, nonché mia salvezza.
- Ramoso, da' a Lunastorta ciò che gli appartiene, fai il bravo su.- Sirius è a un passo dal mio letto e mi ha appena spalancato tutte le tende, lasciando entrare nel mio campo visivo la luce che fino a un attimo fa credevo non esistesse.
- Oh Godric, ti giuro che non ce l'ho io quel dannato libro.- dico mentre mi stropiccio gli occhi.
In un secondo lo sguardo di Remus si fa più agguerrito e mi punta la bacchetta in faccia.
Sussulto e poi mi prendo qualche istante per esaminare la situazione.
Innanzitutto Lunastorta è piegato su di me e se non lo conoscessi, quell'espressione che ha sul viso mi inquieterebbe e non poco, poi in secondo luogo mi rendo conto che ha già la divisa addosso, okay che adesso è diventato prefetto e che deve essere assolutamente impeccabile, ma giuro che non credevo dovesse andare persino a letto con l'uniforme.
Anche se i miei movimenti sono limitati, riesco ugualmente a voltarmi verso Sirius e notare che quell'infame si sta godendo lo spettacolo quando in realtà l'unico colpevole qui in mezzo è lui.
- Lunastorta, è vero, ieri Pet mi ha dato quel libro, ma siccome pensavo fosse di Sirius l'ho riportato a lui.- spiego, nella speranza che sia rimasto almeno un briciolo di umanità nel mio amico.
Remus esita per qualche secondo e poi si alza dal mio letto, girandosi verso quel bastardo del mio migliore amico, la cui risata gli muore sul volto.
- Fanculo James!- fa Sirius prima di afferrare un libro da sotto il suo letto e correre fuori dal dormitorio.
Remus non gli concede nemmeno cinque secondi di vantaggio poiché lo segue di corsa, alla ricerca del suo libro perduto, e in quel momento io e Peter ci guardiamo per poi scoppiare a ridere un attimo dopo.
Con mia somma sorpresa, però. realizzo che persino Codaliscia è in uniforme perfetta e se non sbaglio anche Sirius era vestito, perciò, di conseguenza, non essendo in mutande significa che nemmeno lui era più in “pigiama”.
- Pet, che ore sono?- gli chiedo mentre mi passo una mano tra i capelli.
- Tra un quarto d'ora abbiamo lezione.- mi risponde tranquillo.
Ah, quindi non sono le due di notte.
- Immagino che Frank sia sceso a fare colazione.- dico.
Peter annuisce mentre alza gli occhi al cielo.
E' più o meno da un mese che Frank Paciock è diventato nostro compagno di dormitorio. Si da il caso che l'anno scorso uno dei suoi compagni di stanza storici avesse chiesto il trasferimento a Durmstrang, perciò la McGranitt era stata costretta a rimescolare tutte le camerate maschili di Grifondoro.
Fortunatamente si era limitata ad aggiungere soltanto un nuovo membro al nostro mitico quartetto, piuttosto che dividerci, ma in ogni caso quest'anno sarà sicuramente diverso dal solito dato che Frank, in un certo senso può essere considerato una specie di elemento di disturbo. Diciamo che è abbastanza scomodo perchè non abbiamo troppa confidenza con lui, però è necessario farcelo andare bene, anche se Sirius e Peter continuano a far finta che lui non esista.
- E quando avevate intenzione di svegliarmi?- domando mentre mi stiracchio.
- Sirius ha proposto di riempire la stanza di sveglie impostate fra mezz'ora.- risponde.
- Ma in quel caso, mi sarei svegliato ugualmente tra mezz'ora e non sarei arrivato in tempo per la lezione.- inarco un sopracciglio confuso.
- Appunto.-

                       ***

Sono in ritardo soltanto di cinque minuti, cinque. Sono sicuro che la McGranitt capirà: la sua aula è dall'altra parte del castello, non è colpa mia se è vietato materializzarsi a Hogwarts.
Anche se in realtà, se non fosse vietato io non saprei farlo ugualmente dato che potrò partecipare alle lezioni di materializzazione soltanto da quest'anno.
Io adoro correre, davvero, ma soltanto se mi trovo nel mio amatissimo campo da Quidditch e se ho la consapevolezza che tra pochi minuti potrò salire sulla mia scopa per cominciare gli allenamenti, tenuti dal bellissimo capitano di Grifondoro, ovvero me.
Perciò a meno che non si tratti di una situazione simile, non lo trovo affatto piacevole.
Aula di Trasfigurazione: eccomi Minerva, sono tutto tuo.
Mi fermo per riprendere il fiato e nel frattempo mi guardo alle spalle nella speranza di vedere Peter in fondo al corridoio: ha deciso di fare tardi a lezione per aspettarmi, lui sì che è un vero amico, Felpato e Lunastorta possono solo prendere esempio da lui.
Quando lo vedo svoltare l'angolo e affannarsi per raggiungermi faccio un ultimo respiro profondo mentre lo aspetto, e poi spalanco la porta dell'aula.
- Paciock?- domanda la McGranitt mentre è intenta nel fare l'appello.
In un attimo la mano di Frank scatta per aria e la professoressa segna la sua presenza, senza accorgersi minimamente del fatto che io e Peter abbiamo appena fatto il nostro ingresso.
- Potter?- chiede, adoro il modo autoritario in cui pronuncia il mio cognome, sembra quasi impegnarsi per sembrare più severa mentre mi chiama, ma io so che mi adora, insomma, avrebbe potuto espellermi tante di quelle volte e invece sono ancora qui.
- Eccomi.- rispondo sorridendole sornione.
- Signor Potter e signor Minus, siete in ritardo. Sedetevi prima che decida di togliervi punti.- si limita a rispondere con labbra serrate.
Comincio a guardarmi intorno, alla ricerca dei miei due amici e quando li trovo noto che uno si trova nel banco in fondo all'aula, mentre l'altro si è posizionato nella fila di mezzo.
Siccome Sirius prima si è comportato da infame volendo dare la colpa a me per il suo scherzo idiota, decido di sedermi vicino a Remus anche se sembra non aver smaltito ancora del tutto il nervoso.
Lo scruto per qualche secondo nell'attesa che dica qualcosa, ma dal momento che non emette nemmeno un fiato capisco di doverlo lasciare nel suo, perchè lo conosco e so per certo che quando vorrà dirmi qualcosa lo farà.
- Ti rendi conto? Ha dipinto il mio libro interamente di rosa davanti ai miei occhi.- sussurra mentre continua a guardare dritto davanti a sé.
- Interamente?- gli chiedo.
- Interamente.- risponde.
Comincio a picchiettare sul banco con le dita e anche se sento la risata provenirmi dal fondo della gola, mi impongo di contenermi e di sostenere Remus, perchè so perfettamente come ci si sente quando Sirius si prende gioco di te.
- Beh il rosa è un bel colore.- riesco solo a dire.
Se potessi prendermi a pugni da solo giuro che dopo quest'affermazione, non esiterei a farlo.
Fortunatamente però la McGranitt comincia la sua lezione in quel momento e Remus non ha il tempo materiale per tirarmi un pugno sul naso, grazie Merlino.
- Oggi cambiamo argomento e approfondiamo una lezione che probabilmente vi avevo già accennato all'inizio dell'anno scorso. Dato che questa volta non avrete l'esame, abbiamo tutto il tempo del mondo per dedicarci agli argomenti che precedentemente abbiamo trascurato. Però, come vi sto ricordando dal primo giorno in cui ci siamo rivisti, è necessario non abbassare mai la guardia e continuare a impegnarsi nello studio. Proprio per questa ragione, ogni venerdì della settimana dovrete portarmi una pergamena in cui riassumete la lezione affrontata nei giorni precedenti.- comincia scandendo bene tutte le parole per risultare il più chiara possibile.
Un tema ogni settimana? Ma cosa diavolo..?
Mi giro di scatto per vedere la reazione del mio migliore amico seduto qualche banco più in fondo e l'osservo mentre finge di accoltellarsi la pancia con la matita, senza dimenticarsi di assumere l'espressione di un malato terminale.
Sirius ha dannatamente ragione, meglio il suicidio.
Okay lo devo ammettere: Trasfigurazione è la mia materia preferita e sebbene io non mi impegni praticamente mai, non so come possa essere possibile, ma le cose mi vengono quasi naturali. C'è da dire che questo mi capita più o meno in tutte le materie, ma fra me e la Trasfigurazione esiste davvero una chimica inspiegabile.
Il fatto è che la McGranitt in questo modo mi sta mettendo in grave difficoltà perchè... insomma io ho il quidditch ogni giovedì pomeriggio! Non avrò mai tempo per i suoi dannati temi.
- Il giovedì ho gli allenamenti.- sussurro a Remus, nella speranza che dalla sua bocca esca fuori una soluzione molto simile a un “tranquillo bellissimo e divino James, ci penso io a scrivere per te il tema ogni settimana.”
Ma come al solito, so che su Lunastorta non ci si può contare in questi casi.
- Hai una settimana per metterti avanti.- replica schietto.
Cosa? Non lo ha detto davvero?
Possibile che Remus sia uno dei miei migliori amici da sei anni e non abbia ancora imparato a conoscermi ? Insomma, si sa che bisogna sempre ridursi all'ultimo per fare i compiti, altrimenti non li si fa bene.
Giuro che gli riderei in faccia se potessi.
Anzi, in effetti è proprio quello che sto facendo, ah forse è per questo motivo che mi sta guardando malissimo.
- Signor Potter?- mi richiama la McGranitt e io mi ricompongo subito, mai ridere in faccia a quella donna, l'ho imparato a mie spese.
Mi scuso subito, ma il mio classico sorriso non mi abbandona mai, nemmeno dopo quello sguardo omicida che la prof mi ha appena rivolto.
- Dicevo, l'argomento che affrontiamo oggi mi sta molto a cuore.- riprende.
Mi appoggio sul banco e piego la testa nella direzione di Sirius, che mi sta facendo gesti poco carini con le dita. Sto per ricambiare quando noto che il mio amico sembra essere catturato da altro, probabilmente dalle parole della McGranitt che sono sfuggite al mio campo uditivo.
Mi giro annoiato verso Remus, che mi sta guardando come se avessi i capelli tinti di rosa.
Fermi tutti, siamo sicuri che per oggi gli scherzetti di Sirius siano finiti?
Lunastorta mi sta osservando in un modo che non riesco a decifrare, così decido di tagliare la testa al toro e chiederglielo.
- Ti prego, dimmi che non me li ha fatti rosa, un conto è il tuo libro, ma insomma... stiamo parlando dei miei capelli!-  piagnucolo.
Remus inarca un sopracciglio confuso e poi ignora direttamente la mia domanda.
- James, hai sentito? Animagi, oggi parliamo di Animagi.-.
Sbarro gli occhi e in un attimo rivolgo il mio sguardo verso la lavagna, sulla quale è appena comparsa la scritta “Animagus”.
- Chi mi sa dire cos'è un Animagus? Immagino tutti dato che l'ho già spiegato l'anno scorso.- fa la McGranitt.
In un attimo, in tutta la stanza soltanto due mani scattano in aria: la mia e quella di Evans.
Si trova in seconda fila come me, qualche banco più a destra però, e subito la vedo sporgersi per trucidarmi con lo sguardo.
Spiacente Evans.
- Signor Potter.- la McGranitt mi da la parola e io ammicco verso Evans, spero non si offenda, ma dopotutto era evidente chi fosse il suo preferito.
- Con il termine Animagus, indichiamo una strega o un mago che ha acquisito la capacità di prendere le sembianze di un animale.- spiego.
La professoressa annuisce e, anche se non vuole darlo a vedere, so che è orgogliosa di me.
- Soltanto i maghi molto potenti sono in grado di diventare Animagi, poiché la tecnica di trasformarsi senza bacchetta è molto complessa e richiede anni di tentativi. Inoltre c'è da aggiungere che non è possibile scegliere l'animale di cui prendere le sembianze, questo dipende interamente dalla personalità del mago.- concludo.
La McGranitt sembra a dir poco esterrefatta, dato che per una volta i “10 punti” li ho fatti guadagnare a Grifondoro, piuttosto che perdere.
Wow sono stupito di me stesso.
Mi volto verso Sirius e ammicco anche verso di lui, che mi risponde in labiale con qualcosa di simile a un “fai schifo”, ma devo sicuramente aver capito male, perchè il mio migliore amico ha davvero troppa stima di me per dire una cosa simile.
- Ottimo. Qualcuno si ricorda il nome del primo Animagus ad essersi registrato?-.
Sì, me lo ricordo. Io e Sirius abbiamo trascorso tutta l'estate a leggere libri e pergamene sull'argomento. Deve essere sepolto da qualche parte nella mia memoria.
Allora, ricordo che doveva essere qualcosa tipo un pennuto... però il nome mi sfugge.
- Si chiamava Falco Aesalon, e ovviamente si trasformava in un falco.- Sirius risponde alla domanda in modo piuttosto annoiato e tutti sembrano spaesati poiché, normalmente, i pochi interventi che Sirius fa non sono altro che complimenti imbarazzanti alla McGranitt.
Quest'ultima infatti è piacevolmente sorpresa e non riesce a trattenere un sorriso, soddisfatta.
- Wow Black, sono colpita. - commenta la professoressa.
Il mio migliore amico non aspettava altro: sfodera il suo sorriso da “bello e dannato” e ne approfitta per dire la cazzata della giornata.
- Professoressa, per quanto riguarda l'uscita ad Hogsmeade di sabato prossimo, sono ancora libero, se vuole può approfittarne, possiamo conoscerci meglio.-.
Tutta la classe esplode in una risata e persino Remus non riesce a trattenersi.
Sirius è proprio un idiota.
- Black, fuori dalla mia classe.- la McGranitt non fa troppe cerimonie, ormai lo conosce da sei anni e sa che questo è l'unico modo per annientarlo.
In un attimo Sirius si alza e raggiunge l'uscita, mentre continua a battere il cinque e a mandare baci al resto della classe in preda al delirio.
Dopo essersi chiuso la porta alle spalle cala nuovamente il silenzio.
Sto ancora sorridendo, e anche se mi sto domandando perchè sei anni fa io abbia deciso di diventare amico di un deficiente simile, non posso fare a meno di pensare che forse senza di lui il divertimento non sarebbe così assicurato.

            * * *

- Felpato sei un vero idiota, ti sei perso la lezione più bella che la McGranitt potesse mai fare.- dico mentre varchiamo il buco del ritratto.
Sirius fa spallucce.
- Però ti devo fare i complimenti, sei riuscito a far ridere persino Lunastorta, il “prefetto perfetto”.- aggiungo.
- Più che altro secondo me, dovreste cominciare a darvi una calmata con questa storia.- fa invece Remus.
A quel punto tutti e tre ci voltiamo verso di lui, confusi.
- Stai scherzando?- domanda Peter corrucciato.
- Sì... cioè no... io non credo sia più una buona idea.- replica.
Io e Sirius ci lanciamo un'occhiata. Ecco è uno di quei giorni.
Capita più o meno una volta alla settimana che Remus metta da parte il suo spirito da Malandrino, e che gli arrivino al cervello grandi sensi di colpa per tutti gli errori che ha compiuto nei suoi 16 anni di vita.
- Non qui.- dico mentre noto che altra gente sta entrando nella Sala Comune.
Ci dirigiamo tutti quanti verso il nostro dormitorio e una volta entrati mi posiziono davanti alla porta, per assicurarmi che il discorso non esca da qui.
Remus fa per parlare, ma Sirius lo interrompe immediatamente.
- Devi smetterla di preoccuparti per noi, è chiaro? Sappiamo a cosa andiamo incontro.- dice serio.
Lunastorta strabuzza gli occhi.
- No Sirius, voi non sapete a cosa andate incontro. Non ne avete idea.- replica.
E' tipico di Remus, il suo volerci costantemente proteggere gli corroderà il fegato un giorno.
- Ne abbiamo già parlato e abbiamo già deciso, Lunastorta. Non puoi farci niente, ormai ci siamo dentro.- rispondo.
Lui sbuffa sonoramente e poi si affloscia sul suo letto.
- Ormai il piano è deciso, lo sai.- mi fa eco Peter.
- No invece, io non lo so cosa diamine avete in quei cervelli bacati! Avete intenzione di diventare Animagi? Bene! E poi? Una volta che sarete riusciti a trasformarvi cosa farete? Mi seguirete durante le notti di luna piena? Vi sembra una scelta saggia? Perchè a me sembra soltanto il modo migliore per farvi uccidere, da me.- esplode Remus.
Non solo cala il silenzio in tutto il dormitorio, ma persino un freddo gelido sembra insinuarsi in ogni singola molecola dell'aria che stiamo respirando.
Ci impieghiamo un po' a rispondere perchè Lunastorta la mette sempre sul tragico e quando capita che Remus alzi la voce disperato, gli concediamo sempre il suo tempo per sfogarsi.
- Ormai siamo già degli Animagi.- dichiara Sirius.
- Non lo siete ancora: vi sarete trasformati tre volte, poi ultimamente non riuscite nemmeno più a prendere le sembianze animali, magari è un segno. Io credo che dovreste fermarvi, finché siete in tempo.- riprende lui.
- Ma in tempo per cosa Remus? Mi sono stancato di vederti ogni volta in condizioni peggiori, a causa della luna piena. Se c'è una soluzione per stare con te durante quelle notti in cui non fai altro che ferirti, allora io sono sicuro che sia questa.- dico in modo serio.
Io credo davvero che questo sia l'unico modo per aiutarlo, e sono disposto a rischiare per provarglielo.
E' quasi ammirevole il modo in cui si opponga a noi per proteggerci da se stesso, ma quello che non riesce a capire è che qui l'unico che ha davvero bisogno di protezione è proprio lui, e questo è tutto ciò che vogliamo dargli. 
Non sarà di certo facile, ma è un rischio che dobbiamo correre per Remus, glielo dobbiamo.
- Voi siete pazzi.- sussurra con una nota di amarezza.
Sirius gli si siede affianco e gli poggia una mano sulla spalla, come per confortarlo.
- No Lunastorta, siamo soltanto i tuoi temerari compagni di giochi.- gli risponde con un sorriso.
So che non lo abbiamo convinto lo stesso, e che probabilmente nelle prossime settimane Remus riprenderà a intimarci di lasciare perdere il nostro piano, ma so anche che un giorno imparerà ad affidarsi a noi, in quanto suoi migliori amici, e questo mi basta.
- A proposito, quest'estate io mi sono trasformato almeno otto volte, James invece solo sei.- fa Sirius.
Sapevo che me lo avrebbe rinfacciato per il resto della vita: razza di cagnaccio.
- Ma stai zitto Felpato, intanto tra i due chi è il Re della foresta? Mi pare il sottoscritto.- dico con il tono di chi la sa lunga e il mio amico mi fa il verso.
- Beh se non altro io non ho le corna.- replica subito.
Dannato cagnaccio. Questa la devo prendere sul personale.
In un attimo anche io mi trovo sul letto di Remus, in realtà io e Sirius stiamo facendo a pugni mentre ci rotoliamo sopra, coinvolgendo inevitabilmente anche Lunastorta nella zuffa, ma è tutto regolare.
- Ti faccio vedere io chi è l'animagus alpha!- grida Sirius mentre mi sta amabilmente tirando per il collo.
Remus intanto è incastrato tra la mia schiena e il bacino di Sirius, ma tempo nemmeno tre secondi che, non si sa come, anche Peter si immischia nella rissa e devo ammettere che il suo intervento si è sentito eccome.
Infatti in questo momento sto letteralmente soffocando, per l'amor di Merlino, io voglio bene a Peter, ma dovrebbe smettere di sfruttare il suo peso per tentare di ucciderci.
- Siete degli idioti.- mugugna Remus, che in questo momento ha la faccia esattamente sotto il mio stupendo sedere, beato lui.
Sirius invece sta tossendo, probabilmente anche lui ha intenzione di sventolare bandiera bianca perchè, come me, tiene ai suoi polmoni.
- Okay Pet, okay hai vinto tu. Sei tu l'alpha.- riesce a dire Sirius sommessamente.
Finalmente Peter decide che è troppo presto per togliere la vita a una celebrità di fama come la mia, dopotutto sono il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro!
Perciò si alza e ci da il permesso di ricominciare a respirare.
Mi sposto da quel letto e mi riprometto di non sedermici mai più, comincio a strisciare sul pavimento e poi mi fermo al centro della stanza, come un cadavere, per riprendere fiato.
Nessuno parla più per almeno un quarto d'ora, dopodiché improvvisamente qualcuno mi lancia un indumento sulla testa, e a giudicare dalla mira direi che sia stato quel bastardo di Sirius.
Prendo qualunque cosa mi abbia tirato addosso e me la avvicino alle lenti degli occhiali per capire di che cosa si tratti.
- Ti credevo più innovativo, è tutta l'estate che mi lanci addosso le tue mutande. Ormai non mi fanno nemmeno più effetto.- dico annoiato.
Sirius esplode nella sua classica risata simile ad un latrato e capisco subito che c'è qualcosa che non quadra.
- Non sono mie, ma di Paciock. E sono sporche.- dichiara dopo un po'.
Come non detto, questo sì che è spaventoso.
In un attimo lancio per aria le mutande che avevo in mano fino a un secondo fa, e non so bene come, ma finiscono dritte in faccia a Peter.
Non ci rimangono per troppo tempo dato che Codaliscia comincia a correre per la stanza come un forsennato schizzinoso e le lancia a sua volta al vento, per liberarsene il prima possibile.
L'indumento peccaminoso atterra al centro del dormitorio, sotto gli occhi di tutti e quattro.
- Sirius, spiegami per quale motivo lo hai fatto.- chiede Remus senza mai staccare lo sguardo da quelle mutande bianche.
- Ho fatto un piacere a Peter.- risponde l'altro mentre s'infila le mani in tasca.
- Un piacere a me?!- domanda Codaliscia, che sembra non essersi ancora ripreso dal trauma.
- Sì, erano sul tuo letto.-.
Questa situazione mi confonde.
- Felpato, non hai pensato che magari potessero essere di Pet, dato che erano sul suo letto?- dico.
Sirius, con un colpo di bacchetta, comincia a far fluttuare in mezzo alla stanza l'indumento: lo fa girare su se stesso, mostrando a tutti noi la scritta in azzurro sul retro: “Frankie”.
Nessuno di noi ha il coraggio di commentare la scena per almeno cinque minuti buoni, e poi, dato che qualcuno prima o poi dovrà farlo, mi decido a dire qualcosa.
- Ha una madre... piuttosto premurosa.- è tutto ciò che esce dalle mie labbra.
- Non è questo il punto, James. La vera domanda è... per quale ragione quelle mutande erano sul letto di Peter.- fa Remus.
- Io un'idea ce l'avrei.- risponde Sirius.
In realtà anche io, ma preferivo non tirare fuori l'argomento, dato che ormai nel dormitorio non si fa altro che discutere di questo problema.
- A me sembra più che evidente che il nostro caro Frank abbia dei gravi problemi di disordine.- spiega il mio migliore amico, mentre si avvicina alla porta.
Conosco troppo bene Sirius, so già dove vuole andare a parare.
- Io credo che Paciock abbia bisogno di una piccola lezione, non trovate?- poggia la schiena contro il muro e ci rivolge il suo solito ghigno.
Ho bisogno del mio tempo per rifletterci accuratamente su.
E' necessario ammettere che trovare i suoi vestiti, sporchi e puzzolenti, sempre in giro per la stanza, non è affatto carino.
Però devo anche considerare che lo scherzo potrebbe offendere Frank, offendere Frank significherebbe anche rinunciare all'unica speranza che ho per partecipare al campionato di Quidditch con la mia squadra, considerando che lui vuole diventare portiere di Grifondoro.
Rifletti James, rifletti.
Poi però mi torna in mente il ricordo di una settimana fa, quando Frank, uscendo dal bagno, ha appoggiato senza il minimo problema il suo accappatoio bagnato sul mio, e ripeto mio letto.
- Ci sto.- dico.
A quel punto ci viene spontaneo, io e Sirius ci guardiamo soddisfatti e il sorriso che ci rivolgiamo a vicenda è quello tipico di un Malandrino.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: La faticosa vita di un Malandrino. ***


Capitolo 4: La faticosa vita di un Malandrino.

 


James Potter.

Okay, è arrivato il momento.
Frank è appena uscito dal dormitorio per dirigersi chissà dove, ma l'orologio svizzero Lunastorta ci sta già avvertendo del fatto che siamo in ritardo.
- Muovetevi, abbiamo poco tempo!- è tutto ciò che continua a ripetere da due minuti buoni.
Sirius ha fatto comparire vicino al letto di Frank un enorme sacco di feltro grigio, Peter lo sta tenendo aperto per facilitare il lavoro, mentre io e la mia bacchetta stiamo trasportando uno ad uno gli indumenti della vittima, direttamente nel sacco.
Per quanto riguarda Remus, oh lui non si sporca quasi mai le mani, infatti si sta occupando di fare la guardia, ma ciascuno di noi deve ammettere che le poche volte in cui Lunastorta si trasforma, non solo nella mente, ma anche nell'esecutore del piano, allora si tratta davvero dello scherzo più geniale e machiavellico della storia dei Malandrini.
Come il famoso scherzo di fine terzo anno... anche nominato il “Glorioso Scherzo”, ma questa è un'altra storia.
Normalmente però il titolo di “Marauder Alpha” ce lo contendiamo io e Sirius, povero illuso.
- Ramoso sei più lento di una lumaca.- il mio migliore amico mi insulta mentre è bellamente seduto sul letto di Frank.
- Se qualcuno qui mi aiutasse... - taglio corto in modo cinico, senza mai perdere la concentrazione.
Sirius sbuffa annoiato e poi tira fuori la bacchetta puntandola sul baule di Frank per aiutarmi a spostare tutti i vestiti dentro al sacco.
Remus è seduto davanti alla porta e tra le mani ha la nostra invenzione più geniale: la Mappa del Malandrino. Ecco, credo che quel pezzo di pergamena sia l'idea più brillante che il nostro Lunastorta potesse mai farsi venire, dopo ci abbiamo lavorato su tutti insieme, ma anche se Sirius non lo ammetterà mai, bisogna dare i meriti dell'ideazione di questo capolavoro a Remus.
Poi ovviamente noialtri siamo stati dei veri strateghi nel disegnare la pianta completa di Hogwarts, comprendendo tutti i passaggi segreti, e infine insieme ci siamo dedicati a studiare gli incantesimi necessari per stregarla appositamente. Ed ora eccola qui: la nostra amatissima bambina.
E' dal terzo anno che la usiamo e sebbene Lunastorta all'inizio l'avesse ideata soltanto per “giuste cause”, ossia per non arrivare tardi a lezione o per poter trovare più facilmente le persone di cui si ha bisogno, noi, suoi cari amici, lo abbiamo persuaso e convinto a sfruttarla nel migliore dei modi: ovvero fare scherzi a Gazza e anche a Mocciosus ovviamente, anzi forse sarebbe più corretto dire “fare scherzi” e basta.
I suoi occhi continuano a fare avanti e indietro sulla pergamena, e sembra non riuscire a individuare fra tutti i nomi quello di Frank Paciock.
- Ma quindi dobbiamo mettere proprio tutto nel sacco?- chiede Peter.
- Sì, Peter, altrimenti il piano non regge.- gli risponde Sirius.
Mi sta iniziando a far male il braccio, il che è davvero un problema perchè giovedì avrò gli allenamenti di Quidditch e devo essere assolutamente in forma: non ci sono scuse per il Quidditch.
- L'ho trovato: sta parlando con Alice e Lily in Sala Comune, fate in fretta, potrebbe tornare da un momento all'altro.- fa Remus senza mai staccare lo sguardo dalla mappa.
- Vedi anche la McDonald, lì in giro?- improvvisamente Sirius ha abbassato la bacchetta ed ha perso completamente la sua concentrazione, che idiota.
- Felpato! Ti sembra il caso?!- domando esasperato.
- Sì Ramoso mi sembra il caso: dove ci sono Bagman ed Evans, di solito troviamo sempre anche la McDonald.- mi risponde divertito e sembra avere tutte le intenzioni di lasciarci qui per raggiungere con assoluta tranquillità la Sala Comune.
A quel punto, però, fermo l'incantesimo anche io: da quando Paciock parla con Evans?
- E anche la Vance.- si aggiunge Peter.
Io e Sirius lo guardiamo in modo interrogativo.
- Emmeline Vance, anche lei fa parte del loro gruppo.- ci spiega.
Sirius lo liquida con la mano, lasciandoci intendere quanto sia interessato alla presenza di quella ragazza e solo in quell'istante Remus alza gli occhi su di noi.
Rabbrividisco: Lunastorta sta usando proprio quello sguardo che normalmente precede il nostro omicidio in diretta.
- Non abbiamo tempo!- grida un attimo dopo.
Io e Sirius sussultiamo e poi riprendiamo con l'incantesimo: ormai ci siamo.
Lascio entrare nel sacco l'ultimo paio di calze di Frank e poi do un'occhiata al baule vuoto, mentre sospiro soddisfatto.
- Dannazione! Sta tornando qui, è sulle scale!- impreca Remus, mentre si alza in piedi.
Punto la bacchetta contro il sacco e dico chiaramente “Reducio”, poi me lo infilo in tasca.
Ciascuno di noi cerca di trovarsi in fretta una posizione del tutto normale. Sirius si butta sul suo letto a pancia in su, e siccome è più o meno la sua postazione preferita da sempre, non credo che Frank possa in alcun modo sospettare di lui. Remus infila la mappa alla rinfusa sotto il suo cuscino e poi corre in bagno, chiudendosi la porta alle spalle. Io tiro fuori dalla tasca una cioccorana e comincio a mangiarla, mentre spero di non aver trovato per la milionesima volta Albus Silente nella mia figurina. Invece Peter, beh Peter non ho idea di cosa stia facendo perchè non ho il tempo per girarmi a guardarlo che la porta si spalanca rivelando la figura di Frank Paciock.
- Wow, pazzesco! Ho trovato Crispin Cronk!- esulto.
So che potrebbe sembrare una sceneggiata, ma sono davvero entusiasta, finalmente ho trovato un personaggio nelle cioccorane che non sia Silente o uno dei fondatori di Hogwarts. E' un evento da segnare sul calendario!
- Ramoso, scherzi? Ma non è quello che fu portato ad Azkaban?- domanda Sirius alzandosi dal letto di scatto. Capisco dal modo in cui mi guarda che non si tratta di una recita, ma che è seriamente sconvolto.
- Sì! E' quel genio che ha mantenuto delle Sfingi nel giardino di casa sua e che si è infischiato dei richiami del Ministero, fino a quando non lo hanno imprigionato.- esclamo.
- Idolo. Adesso lui è sulle figurine delle cioccorane, mentre quegli idioti del Ministero sono persone sconosciute all'universo, da grande voglio prendere esempio da lui.- spiega.
- Nel senso che vuoi finire ad Azkaban?- domanda Peter.
- No, Codaliscia. Voglio fregarmene altamente del Ministero.- risponde Sirius piegando la testa di lato con un ghigno.
- Il che implica finire ad Azkaban.- aggiungo e il mio amico fa spallucce.
A quel punto lo starnuto di Frank ci riporta alla realtà e ci rendiamo conto che effettivamente c'è anche lui in quella stanza.
- Frank, vecchio mio!- lo saluto in maniera forse un po' troppo spinta.
- Ciao ragazzi.- risponde lui mentre abbozza un sorriso.
Mi sto sentendo tremendamente in colpa, ma dopotutto quello che stiamo facendo è una specie di rito di iniziazione, ognuno di noi quattro lo ha subito. Se Frank vuole far parte del nostro gruppo-dormitorio deve affrontare ciò che abbiamo passato noi... e soprattutto deve imparare a non lasciare in giro le sue mutande sporche. Perchè disordinato lo si può essere senza problemi, ma, come direbbero i babbani, “zozzone” no.
- Ehi macho-man, per caso hai visto la McDonald in Sala Comune?- ecco e poi di “zozzone” abbiamo già Sirius quindi non mi sembra davvero il caso di aggravare la situazione.
Frank gli rivolge uno sguardo smarrito e sconvolto allo stesso tempo: ovviamente noi non potevamo e non dovevamo sapere che lui era in Sala Comune.
- No, io ho visto soltanto Alice e Lily.- spiega un po' scosso.
Alzo gli occhi al cielo , mi fa strano pensare che ci siano persone, tipo Frank, che riescono a tenere una conversazione con Evans, mi sembra davvero assurdo dato che ogni volta che mi vede non fa altro che strillare. Se fosse nel mio fan club sarebbe probabilmente la tifosa urlatrice per eccellenza, peccato che l'unico gruppo a cui si affilierebbe potrebbe essere soltanto l'anti James Potter, che ovviamente non esiste, in quanto tutti mi adorano... sì tutti tranne Evans.
- Beh, qual buon vento ti porta da queste parti?- domanda poi Peter e se potessi lo sopprimerei in questo istante. Ma che razza di domanda è?!
Frank sembra smarrito più di prima e come biasimarlo, è circondato da idioti.
Qui ci vuole qualcuno di saggio, qualcuno con un po' di sale in zucca, qualcuno che salvi la situazione una volta per tutte.
Ovviamente sto parlando dell'unica persona intelligente qua in mezzo, ovvero il magnifico, il solo ed unico...
- Vi prego ditemi che è ora di cena perchè ho proprio una fame da lupi.- Remus è appena uscito dal bagno, forse origliando ha capito che la tensione era abbastanza palpabile nell'aria.
Ecco in realtà io poco fa non mi stavo riferendo a lui, più a qualcosa tipo James Potter, ma non importa va bene anche così.
- Forse vuoi dire: una fame da Lupin!- esclama Peter scoppiando a ridere un attimo dopo, da solo.
Non ci credo. Non può averlo detto davvero.
Noialtri ci guardiamo terrorizzati e basiti allo stesso tempo.
Io e Sirius saremmo davvero orgogliosi di lui, se solo non avesse sbagliato momento per fare una battuta simile.
Remus lo sta guardando in cagnesco, o forse “lupesco” dato che siamo in tema, e probabilmente si sta domandando se Codaliscia al posto del cervello abbia della segatura, ma non si lascia intimidire da questo squallore e prosegue con il suo salvataggio del piano.
- Forza andiamo, se non sbaglio servono il pollo arrosto questa sera.- dichiara e ci fa segno di uscire dalla stanza.
Frank sembra abboccare, infatti segue Remus dimenticandosi completamente il motivo per cui aveva fatto ritorno al dormitorio, e Peter dopo essersi asciugato le lacrime ci rivolge i pollici in su per poi sparire anche lui dietro la porta.
Okay adesso viene il bello.
Io e Sirius dobbiamo aspettare almeno cinque minuti per essere sicuri che gli altri siano davvero andati a cena, ma su questo non ho dubbi dato che conosco Remus e so che può essere molto persuasivo quando vuole, perciò non credo permetta a Frank di raggiungere qualche altra meta diversa dalla Sala Grande.
Comincio a girovagare per la stanza per ammazzare il tempo, ma fremo dalla voglia di concludere il piano.
- Ramoso, mi infastidisci.- esordisce Sirius mentre ha gli occhi chiusi.
Su questo lato non ci assomigliamo per niente, l'ansia da prestazione per me è sempre stata un gran problema, lui invece sembra prendere sempre tutte le cose con calma e pacatezza, come se non gli importasse davvero di niente, a volte qualche anno fa lo invidiavo per questo.
Ma d'altro canto so per certo che spesso e volentieri si tratta soltanto di una maschera che ha imparato a costruirsi con gli anni.
Mi fermo davanti alla finestra: è già buio, ma le stelle si vedono benissimo.
- E' ora.- assume un sorriso divertito e poi si alza in piedi.
Entrambi ci dirigiamo verso la porta e facciamo le scale a chiocciola, per raggiungere la Sala Comune.
Una volta arrivati notiamo con immenso piacere che la stanza è vuota.
- Sono tutti a cena.- fa Sirius mentre si guarda intorno.
Annuisco e tiro fuori dalla tasca il sacco che in dormitorio ho rimpicciolito.
- Engorgio!- punto la bacchetta convinto sull'oggetto e in un attimo s'ingrandisce tornando alle sue misure naturali.
Sirius tira fuori la bacchetta e fa schioccare la lingua, entrambi assumiamo il nostro classico ghigno da Malandrino, perchè a breve comincerà il nostro divertimento.
Qualcuno potrebbe dire che si tratti di sadismo, ma a me piace pensare che Frank ci perdonerà e ringrazierà un giorno, per ciò che stiamo facendo per lui.
- Dai Mary, datti una mossa! Sono un Prefetto, non posso fare tardi!- ci mancava solo questa.
Io e Sirius rimettiamo in fretta e furia le bacchette nelle tasche dei mantelli e ci malediciamo subito per non aver controllato prima sulla mappa che fossero effettivamente tutti quanti a cena.
Quando Evans compare sulla scala a chiocciola che porta ai dormitori femminili, ho in tutti i sensi le mani nel sacco.
Maledizione. Questa non ci voleva.
Potevo farmi beccare da chiunque, qualunque persona sarebbe stata meglio di Lily Evans.
Una volta appurato chi si trova dinnanzi a lei, assume immediatamente un'espressione seccata e ovviamente la prima cosa che nota è il sacco che sto letteralmente abbracciando.
- Potter, Black... cosa state facendo?- domanda inarcando un sopracciglio.
Stiamo per spargere tutti i vestiti di Frank Paciock in giro per la Sala Comune per dargli una bella lezione, visto che normalmente lascia tutta la sua roba in giro per il dormitorio. E ora se non ti dispiace, potresti uscire fingendo di non aver visto nulla?
Non credo suoni tanto bene.
- Scusami Evans, ma perchè dai per scontato che ogni volta che ci ritroviamo davanti a te, stiamo per forza tramando qualcosa? Sono davvero indignato dalla terribile opinione che hai di noi.- Sirius si finge offeso ed incrocia le braccia, ma ovviamente tutto ciò è poco credibile persino per me, figuriamoci per lei.
Lei assume un'espressione quasi incredula per la risposta del mio amico, e come biasimarla.
- Non saprei Black, forse perchè ogni volta che vi incontro c'è sempre qualcosa che non quadra?- risponde ironica.
- Del tipo?- chiedo nel modo più tranquillo possibile.
Evans rimane in silenzio e riduce gli occhi a due fessure senza mai distogliere lo sguardo dal mio, sì probabilmente non dovrei prendermi gioco di lei in maniera così evidente, però è troppo divertente farla arrabbiare.
- Potter, che cos'hai dentro quel sacco?- mi domanda.
Rifletti James, devi sempre avere una risposta pronta in questi momenti.
- Patate.- dico.
Okay, avrei potuto trovare qualche idea migliore, ma se non altro ho risposto molto velocemente.
Nessuno di noi tre proferisce parola per almeno dieci secondi e so perfettamente che Sirius mi sta dando dell'idiota.
- Patate?- ripete lei.
- Proprio così.- replico convinto.
Beh, se non altro, affonderò con onore.
- Per quale ragione dovresti avere in mano un sacco pieno di patate?- domanda incrociando le braccia, okay non mi crede nemmeno un po'.
- Evans, in quanto Prefetto, non dovresti arrivare puntuale alla cena?- si aggiunge Sirius, e mai ho adorato così tanto uno dei suoi interventi provocatori.
In un attimo la rossa si volta verso di lui e lo trucida con lo sguardo.
- Non ti preoccupare, so perfettamente cosa devo fare.- risponde gelida.
Sirius le sorride angelico e fa spallucce, ma un attimo dopo rivolge il suo sguardo verso le scale del dormitorio femminile e non riesce a trattenere il suo solito ghigno.
Mary McDonald ha appena fatto il suo ingresso nella Sala Comune con il fiatone, le guance arrossate e il calzettone sinistro sceso sulla caviglia, totalmente diverso dall'altro che è ben tirato poco sotto le ginocchia.
Anche lei ci rivolge uno sguardo non troppo entusiasta, ma almeno accenna un saluto.
- Cosa succede?- domanda mentre riprende fiato.
Evans fa per risponderle, ma ovviamente Sirius la precede.
- Ti stavamo aspettando con ansia.- dice mentre s'infila le mani in tasca.
Mary alza gli occhi al cielo e ci supera senza fare minimamente caso al sacco che ho fra le braccia, e sinceramente gliene sono infinitamente grato perchè non ho alcuna intenzione di ripetere quale tipo di ortaggio mi sto trascinando dietro.
- Non mi degni nemmeno di uno sguardo? Ci siamo dimenticati dell'educazione?- Sirius fa un giro su se stesso per riavere Mary nel suo campo visivo.
La ragazza sbuffa rumorosamente e anche se non la posso vedere, dato che le sto dando le spalle, la immagino incrociare le braccia, visto che è più o meno la solita posizione che assume ogni qualvolta che deve liquidare Sirius.
Credo che questa sia una cosa che le ha tramandato Evans, o viceversa, perchè infatti la rossa mi sta guardando fisso, anche lei con le braccia conserte.
- Ti ho salutato Black, mi pare che sia abbastanza.- Mary gli risponde in modo quasi annoiato.
Okay spero che Sirius non continui la conversazione in alcun modo perchè Evans mi sta mutilando con lo sguardo e tutto ciò che desidero è che lei e la sua amica escano di qui al più presto possibile.
Però conosco il mio migliore amico e so per certo che l'ultima parola deve essere sua.
Infatti lo sento mentre comincia a parlare con il suo tono mellifluo, ma la voce di Evans richiama la mia attenzione.
- Potter, non ti permetterò di fare ciò che vuoi fare.- dice piatta.
Faccio un respiro, ma perchè tutte a me questa sera?
- Evans, non sai nemmeno cosa ho intenzione di fare. Magari in questo sacco ho la pace nel mondo e tu mi stai ostacolando dal compiere una giusta causa.- spiego convinto.
La rossa trattiene il fiato per qualche secondo e poi si avvicina pericolosamente a me.
- Allora, se stai nascondendo la pace nel mondo, penso proprio che non avrai problemi ad aprire quel sacco e farmela vedere.- dice assumendo un sorrisetto cinico.
Sulle mie labbra si forma un ghigno, poi copro ancora di più l'apertura del sacco.
- Evans, credo che tu debba impegnarti un po' più di così, dopotutto stiamo parlando della pace del mondo... non posso mostrartela così, con una semplice richiesta.- le faccio un sorriso dei miei, ma quando la vedo avanzare verso di me, mi destabilizzo per qualche secondo perchè mi sta cogliendo alla sprovvista.
- Allora ti prego, Potter. Mostrami la pace nel mondo.- inarca un sopracciglio.
L'unica cosa che ci divide è il sacco di feltro che sto ancora abbracciando, infatti lei non si azzarda a strapparmelo dalle mani, perchè è consapevole di non esserne capace, però devo ammettere che mi sta mettendo un po' in difficoltà.
Sono un tantino confuso, non so per quale motivo si sia avvicinata così tanto seppur consapevole di non riuscire a rubarmi il sacco con la forza e non riesco a capire perchè si stia comportando in questo modo così... così manipolatorio.
Sono allibito: possiede una presunzione tale da credere di avere un effetto manipolatorio su di me?
Beh i miei complimenti Evans, per un attimo sei quasi riuscita a destabilizzarmi, quasi.
Credo di dover ricordare a tutti quanti che io sono James Potter e che nemmeno i bolidi sono in grado di farmi cadere dalla mia amatissima scopa, figuriamoci se ci riesce Lily Evans.
Anzi normalmente sono io che rigiro la situazione come mi fa più comodo, infatti so esattamente cosa devo fare.
- Esci con me e ti mostro quello che vuoi.- ammicco.
Ho centrato il bersaglio.
So per certo che fra meno di cinque secondi la faccia di Evans diventerà dello stesso colore dei suoi capelli per via della rabbia, poi normalmente tutto ciò è seguito da lei che tira fuori la bacchetta e mi schianta senza pietà contro il muro.
La mia visione si conclude con me che mi rialzo e che mi massaggio la botta appena presa, senza riuscire a smettere di ridere perchè farla esasperare è troppo esilarante.
Tutto ciò però non succede e ne sono quasi dispiaciuto, ma sembra che Sirius abbia appena ottenuto l'ultima parola e che Mary si sia stufata di perdere tempo a parlare con lui.
- Lily andiamo?- la rossa esita per qualche istante, evidentemente non le va tanto giù lasciare le cose a metà, forse in questo siamo molto simili.
Ci riflette un po' senza mai distogliere lo sguardo dal mio, e poi probabilmente decide di mandarmi all'inferno, infatti subito dopo mi supera dandomi una spallata piuttosto forte per raggiungere l'amica.
Io e Sirius ci scambiamo un'occhiatina divertita e mentre le guardiamo sparire dal buco del ritratto, osiamo salutarle con un “A più tardi” molto simile ad una cantilena.
Sto ben attento a non adagiarmi sugli allori però, perchè qualcosa mi dice che per Evans ora la guerra è aperta.

* * *

Usciamo dalla Sala Grande letteralmente rotolando. Devo ammettere che probabilmente se non fosse per gli allenamenti di Quidditch farei davvero fatica a mantenermi in forma a causa di tutto il cibo buonissimo preparato dagli elfi domestici.
Remus sta molto attento alla sua linea, in realtà non che gliene importi davvero qualcosa, io credo semplicemente che abbia uno stomaco molto piccolo, il che non penso sia normale per un lupo mannaro, ma dopotutto nemmeno essere un lupo mannaro è una cosa del tutto normale, perciò ormai non mi faccio più domande sulla conformazione biologica di Remus.
Ecco, se Lunastorta è quel genere di persona che si da una regolata, dall'altra parte troviamo Peter che è letteralmente un pozzo senza fondo: c'è solamente una cosa che proprio non riesce a tollerare, però, e si tratta del pudding. In verità è stato la sua pietanza preferita per secoli, al primo e secondo anno ne mangiava di continuo e a tutti i pasti, peccato che una volta qualcuno il cui nome inizia per “S” e finisce per “Irius”, decise di fare una scommessa con lui per vedere quante ciotole di pudding sarebbe riuscito a mangiare in mezz'ora. Il risultato fu uno spettacolo orribile, ovvero Peter che vomitava l'anima in Sala Grande dopo aver ingurgitato circa dieci ciotole.
Anche i migliori falliscono a volte.
Rimane il fatto che da quel momento fra Codaliscia e il pudding è stato odio puro.
Invece se c'è una persona che proprio non riesco a sopportare quello è Sirius, perchè non si sa bene per quale futile motivazione Morgana gli abbia donato la capacità di poter mangiare qualsiasi genere di schifezza, con la garanzia di non ingrassare mai.
E' un'ingiustizia bella e buona, Sirius sicuramente non se lo meritava.
Fra lui e Peter non so chi sia peggio in realtà, posso però dichiarare con fermezza che un pasto insieme a loro, oltre che essere estremamente divertente, è alquanto disgustoso dato che la compagnia è molto simile a quella di due animali affamati, il che per certi versi non è necessariamente una metafora.
- La torta di melassa era squisita.- afferma Sirius stiracchiandosi.
Sbuffo rumorosamente, sì probabilmente avrei potuto confermare la frase, se solo me ne avessero lasciato una fetta.
- Io credo che andrò a fare un salto nelle cucine.- dichiara Peter.
Io e Remus spalanchiamo gli occhi, increduli.
- Spero tu stia scherzando.- fa Lunastorta fissandolo confuso.
Sirius comincia a ridere e non so bene perchè ma questa situazione è molto comica anche per me, quindi lo seguo.
- Pet sei scandaloso!- esclamo mentre Felpato si appoggia su di me.
Codaliscia fa spallucce e non so se mi faccia più ridere la faccia di Remus in questo momento, completamente sconvolta e inquietata dallo stomaco di Peter, o Sirius che non riesce proprio a trattenersi.
In quell'istante la voce severa della McGranitt mi arriva alle orecchie e in un attimo ci ammutoliamo tutti quanti.
- Signor Potter e signor Black siete pregati di raggiungere la vostra Sala Comune insieme ai vostri compagni Lupin e Minus, in modo tale che voi evitiate di bloccare l'uscita e smettiate di disturbare la quiete di questo castello.- si limita a richiamarci con le buone.
Effettivamente non ci eravamo minimamente resi conto del fatto che, trovandoci all'entrata della Sala Grande, stavamo in un qualche modo creando una coda di persone alle nostre spalle.
Sirius non ha ancora finito di ridere, però comincia a ricomporsi un minimo.
- Beh allora io vado, ci becchiamo più tardi in dormitorio.- fa Peter mentre imbocca il corridoio che conduce ai sotterranei.
- Portami un muffin!- gli grida dietro Felpato e subito dopo viene zittito dal Prefetto di Tassorosso, di passaggio in quell'istante.
Il mio migliore amico lo manda al diavolo, mentre Remus ci afferra entrambi per i colletti spingendoci verso le scale.
- Mh, Lunastorta, mi fai impazzire quando diventi così irriverente.- lo sbeffeggia Sirius con un ghigno.
Io invece non sono d'accordo perchè quando Remus assume questo tipo di atteggiamento è in arrivo una delle sue ramanzine.
Facciamo i primi dieci scalini, dopodiché finalmente il mio colletto è nuovamente libero.
- La volete piantare di farmi fare queste figure?- dice a bassa voce, ma sono certo che se non avessimo avuto dietro di noi un altro gruppo di Grifondoro del primo anno, le sue parole non sarebbero risuonate in questo modo calmo.
Sirius si volta verso di lui con noncuranza.
- Non so di cosa tu stia parlando.- fa spallucce.
Povero Lunastorta mi fa quasi tenerezza, prima o poi Felpato lo manderà in bestia.
Io mi limito a sorridergli radioso mentre so per certo che dentro di lui si sta accumulando un insieme di insulti che ci vomiterà addosso molto presto.
- Devo ricordarvi del fatto che sono un Prefetto?- dice retoricamente.
Direi di no, dato che ormai non fa che ripetercelo tutti i giorni per minacciarci, evidentemente senza buoni risultati.
- Secondo me dovresti ringraziarci Lunastorta, è solo grazie a noi se tu e i tuoi colleghi avete del lavoro da svolgere!- affermo.
- Quello che voglio dire è...- comincia.
- Sì Remus non preoccuparti sappiamo perfettamente che ti vergogni di noi. Questa ce la segniamo... - fa Sirius fingendo di asciugarsi una lacrima dallo zigomo, ma il tutto non risulta credibile nemmeno per un secondo dato che esplode a ridere un secondo dopo.
Lunastorta si copre la faccia con entrambe le mani decidendo di lasciar perdere e gliene sono grato perchè non sono proprio in vena dell'ennesimo rimprovero.
Mi rovinerebbe la giornata e dato che fino ad ora è andato tutto per il meglio, non mi sembra davvero il caso.
Così imbocchiamo il corridoio della Sala Comune di Grifondoro e non so perchè ma ho come la sensazione di essermi dimenticato qualcosa.
Troviamo davanti al quadro della Signora Grassa un gruppetto di ragazzini intenti nel parlottare fra loro.
- Cosa succede qui?- domanda Remus, richiamando la loro attenzione.
- Qualcuno ha cosparso per tutta la Sala Comune gli indumenti di Frank Paciock.- spiega uno.
Ah ecco cosa mi ero dimenticato.
Io e Sirius ci scambiamo un'occhiata furtiva e complice in quell'esatto istante. 
Remus trattiene il respiro per un attimo: sebbene abbia avuto semplicemente il ruolo da sentinella nel nostro piano, riesco a sentire il suo senso di colpa fino a qui.
Dannato Lunastorta, non capisco davvero di cosa si debba preoccupare, dato che, dopotutto, al lavoro sporco ci abbiamo pensato noi.
Decidiamo di entrare in Sala Comune e quello che troviamo davanti ai nostri occhi è davvero il delirio.
I vestiti di Frank sono letteralmente ovunque: sulle poltrone, sul divanetto, sui tavolini, sul pavimento, alcuni sono addirittura appesi al lampadario, mentre altri fluttuano semplicemente per aria, questa è stata un'idea di Sirius.
La nostra povera vittima invece sta cercando di raccattarli tutti quanti sulla poltrona vicino al camino.
Per quanto riguarda i presenti: c'è un gruppo vicino all'entrata che si limita a ridere o a guardare Frank senza muovere un dito; vicino alle scale invece troviamo Green e Gillan che cercano di guidare con la bacchetta i vestiti verso la poltrona.
Infine, in piedi, dritte davanti a noi, al centro della sala, tre ragazze, che ultimamente sto incontrando un po' troppo spesso, ci stanno trucidando con lo sguardo: Lily Evans, Alice Bagman e Mary McDonald.
In realtà, se vogliamo essere puntigliosi, solo due di loro mi stanno osservando come se avessi appena assassinato Albus Silente, l'altra, anche se fa di tutto per camuffarlo, è piuttosto divertita dalla situazione e inoltre il suo sguardo non è rivolto a me, ma a Sirius.
Non so bene perchè, ma non riesco ad essere soddisfatto del piano. Certo, io e Felpato siamo stati geniali, eppure più guardo Frank mentre cerca di ritrovare tutti i suoi indumenti, più sento una fastidiosa sensazione farsi largo dentro di me.
Oh diamine, se sto reagendo io in questo modo, non voglio immaginarmi Remus.
Il nostro compagno di stanza ci vede e si avvicina a noi, ancora un po' scosso.
So che mi sta per arrivare un cazzotto dritto sul naso, ed è davvero un peccato perchè il mio naso è molto carino, così come la mia bocca e come la mia faccia in generale.
In questo momento mi sto pentendo delle mie azioni, ma nonostante tutto sarò felice di prendere delle botte perchè se non altro sono orgoglioso di aver insegnato a Frank Paciock a non lasciare mai più in giro per il dormitorio le sue dannate mutande.
- Ciao ragazzi. E' pazzesco! Non trovate?- fa Frank mentre si passa nervosamente una mano fra i capelli.
Noialtri ci scambiamo un'occhiata confusa e colpevole allo stesso tempo.
- Sì Frank.. cos'è successo?- domanda Sirius stando al gioco.
Dannato idiota, così ci farai ammazzare.
- Qualcuno ha avuto la brillante idea di spargere tutti i miei vestiti nella Sala Comune.- ci spiega.
Non so se è una cosa possibile, ma credo proprio che Frank non sospetti minimamente di noi.
- Hai un'idea di chi potrebbe essere il responsabile?- domando con cautela.
- Sono quasi certo che si tratti di Peeves.- risponde convinto.
Sirius sta per esplodere nella sua risata e qualcuno deve fermarlo prima di subito perchè altrimenti il mio bellissimo viso ne uscirà sfigurato ed è qualcosa che non può e non deve accadere per il bene dell'umanità.
- Peeves può entrare nelle Sale Comuni?- domanda Remus.
-Ma che domande Remus! E' un fantasma, trapassa i muri, figuriamoci i quadri.- spiego nervoso.
In realtà non ne ho la più pallida idea, lo ammetto.
Sirius sembra aver ripreso il controllo di se stesso, infatti dopo essersi ricomposto rivolge a Frank uno dei suoi sguardi più profondamente addolorati, e anche uno dei più falsi, oserei dire.
- Beh macho man, sono davvero dispiaciuto, credimi.- gli dice poggiandogli una mano sulla spalla.
Frank fa spallucce.
- Oh non preoccuparti, ho imparato la lezione, da adesso in poi eviterò di lasciare le mie cose in giro per il dormitorio. Ci guadagnerete anche voi, credo.- ci sorride sincero e poi si allontana per riprendere a radunare i propri indumenti.
Sono piacevolmente colpito, nonostante i sensi di colpa.
Beh se non altro tutto è bene quel che finisce bene: Frank non lascerà mai più il suo accappatoio bagnato sul mio letto magnifico e io non ci ho rimesso il mio bel visino per convincerlo.
Tutti e tre rimaniamo letteralmente senza parole, perchè credo sia una delle poche volte in cui un nostro piano sia riuscito così bene senza procurarci inevitabilmente delle pessime conseguenze.
Dopotutto se Frank non sospetta di noi, sicuramente nessun altro oserà farlo, perciò il rischio “punizione” è appena stato spazzato via.
E' proprio in questo istante però che la figura di Lily Evans cattura magneticamente la mia attenzione. Ha finalmente deciso di distogliere il suo sguardo omicida dalla mia persona, e come una furia si sta precipitando sulle scale per raggiungere il suo dormitorio.
Il mio sorriso sollevato mi muore sul volto perchè so perfettamente a cosa sta pensando e come cercherà di manipolarmi, dato che lei è l'unica a conoscere i veri responsabili.
Se fossi meno paranoico probabilmente penserei che Evans abbia semplicemente deciso di fare dei passi indietro per concedermi questa vittoria, peccato che ormai ho imparato a conoscerla e sono del tutto sicuro che la rossa non si è ritirata, ma sta preparando un contrattacco.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Un compromesso assurdo. ***


Capitolo 5: Un compromesso assurdo.


Mary McDonald.

Sono affamata.
E' più o meno dall'esatto istante in cui ho aperto gli occhi questa mattina che il mio stomaco borbotta insistentemente, peccato che, per via del mio ritardo, sono stata obbligata a saltare la colazione, e Merlino solo sa quanto mi sia dispiaciuto.
Niente cibo significa niente carburante, e se non c'è carburante... perchè sto facendo questi giri di parole? Ah già perchè sto morendo di fame e di conseguenza non riesco davvero a connettere il mio cervello.
Fortunatamente è arrivata la tanto attesa ora di pranzo e a breve potrò gustarmi tutto quello che voglio. Ecco questo è uno dei tanti motivi per cui preferisco Hogwarts alla mia accogliente casetta a Kensington: ovviamente non sono nemmeno paragonabili.
La mattinata non è stata di certo una delle migliori in quanto ho subito richiami più o meno a tutte le ore e quasi da tutti i professori, ma come ho già spiegato, oggi la mia scarsa attenzione era perfettamente giustificata dal mio infinito mal di stomaco. 
Ovviamente la McGranitt ne ha approfittato per farmi la classica ramanzina di fronte a tutta la classe su quanto sia necessario impegnarsi con costanza perchè anche quest'anno i voti faranno ugualmente media e, a sua detta, le pessime valutazioni non porteranno buoni frutti nel mondo del lavoro.
Per quanto possa darle ragione non credo che al Ministero della Magia mi chiederanno mai quali voti prendevo al sesto anno e semmai lo faranno sarò orgogliosa di dire loro che il mio Scadente in Trasfigurazione è sempre stato una garanzia.
Quasi mi dispiace per la professoressa che un tempo ha cercato di farmi appassionare con tutta se stessa alla materia, senza ottenere alcun risultato.
Inizialmente mi trattava con pazienza e con riguardo, poi più o meno dal terzo anno ha cominciato a rimproverarmi di continuo e senza farsi più alcuno scrupolo, semplicemente ha perso le speranze con me, ma non le darò torto perchè in effetti io ho rinunciato a capire la materia più o meno dalla seconda volta in cui ho partecipato ad una lezione.
Io credo che lei mi odi perchè sono l'unica studentessa con la quale ha fallito miseramente, Lily mi dice sempre che possiedo una fervida immaginazione e che la McGranitt è severa con tutti quanti, ma io lo so che non mi sopporta, lo vedo dal modo in cui rotea gli occhi ogni volta che apro bocca, è una certezza questa.
Ma al diavolo Trasfigurazione: finalmente si pranza.
Faccio il mio ingresso in Sala Grande da sola, dato che pochi minuti fa ero andata a infilarmi l'uniforme da Quidditch in dormitorio, spero che Lily e Alice mi abbiano tenuto qualcosa da mangiare perchè altrimenti questa è la volta buona in cui massacro qualcuno.
Cammino verso il tavolo di Grifondoro mentre stringo la mazza nella mano destra e la mia Nimbus 1975 nella sinistra con orgoglio: i miei genitori mi hanno regalato entrambe l'anno scorso per il mio compleanno e non potevo desiderare niente di meglio.
Alcuni miei compagni di casata mi sorridono solo alla vista della mia uniforme, è davvero incredibile quanto il Quidditch sia importante in questa scuola.
Diciamo che sin dal primo momento in cui ho messo piede a Hogwarts mi sono completamente innamorata di questo sport: essendo nata babbana non sapevo nemmeno quali fossero le regole inizialmente, ma poi durante le lezioni di volo ho imparato ad appassionarmi sempre di più.
Così mi sono fatta comprare una scopa usata, e per tutte le vacanze estive del primo e secondo anno mi sono allenata nella mia casa in campagna, poi finalmente al terzo anno ho fatto la selezione per entrare in squadra come Battitrice di Grifondoro.
Ricordo che quell'anno eravamo in tantissimi a fare richiesta, soltanto in due però riuscimmo ad entrare: io e James Potter, mio attuale capitano, nonché primo Cacciatore.
Se devo essere sincera io non lo considero tanto male, crede un po' troppo in tutte le cose che fa, ma non si deve trattare necessariamente di un difetto. Ovviamente certe volte esagera, ma devo ammettere che un po' mi sta simpatico, e soprattutto non posso odiarlo per il quieto vivere della squadra.
Proprio per questa ragione quando Lily comincia a lamentarsi di lui con noialtre, cerco di dissociarmi il più possibile, anche se certe volte, dati alcuni atteggiamenti del ragazzo in questione, è quasi impossibile darle torto.
Nonostante tutto però, non appena mi avvicino al tavolo di Grifondoro non posso fare a meno di ricambiare il saluto del mio capitano.
-Hey, Mary! Ricorda di fare un pranzo sostanzioso, ti voglio carica per questi allenamenti!-  grida James con fin troppa euforia.
Gli sorrido e tiro su il pollice per fargli intendere che ho afferrato il concetto, poi proseguo verso la fine del tavolo dove ritrovo le mie amiche.
Mi siedo al fianco di Alice, di fronte a Lily ed Emmeline. Loro invece non fanno nemmeno caso alla mia divisa per due motivi: innanzitutto ormai ci hanno fatto l'abitudine, e inoltre il Quidditch non le ha mai appassionate granchè, anzi per Lily tutto ciò che ha a che vedere con Potter è quasi ripugnante.
-Ti abbiamo tenuto da parte l'arrosto: abbiamo dovuto nasconderlo perchè Minus e Thomas si sono presentati più volte a reclamare i loro diritti sul cibo.- Alice mi spiega il tutto mentre infilza una patata con la forchetta.
-Grazie vi adoro.- dico prima di dimenticare ogni tipo di buona maniera per cominciare a strafogarmi di cibo.
-Sì tesoro, lo sappiamo.- mi risponde Lily sorridendomi.
Emmeline riprende la conversazione che evidentemente avevo interrotto con il mio arrivo, e per dieci minuti buoni decido di non immischiarmi perchè, intanto, sicuramente non vuole sapere la mia opinione a riguardo, e poi al momento ho un appuntamento importante con questo delizioso arrosto.
-E quindi cosa gli dovrei dire?- domanda Emmeline richiamando la mia attenzione.
Alzo lo sguardo verso di lei, ma in realtà non so nemmeno io perchè lo faccio in quanto sono certa che non si sta in alcun modo rivolgendo a me, probabilmente è solo l'abitudine.
Anche se alla fine dell'anno scorso abbiamo deciso di smettere di evitarci per il quieto vivere del nostro gruppo, questo non significa che i nostri rapporti siano tornati gli stessi di un tempo.
Anzi probabilmente più passano i giorni, più è peggio.
-Mel, mi sembra piuttosto semplice: “No, non ci vengo ad Hogsmeade con te perchè non mi piaci ed hai l'alito cattivo.”- fa Alice con ovvietà.
Per poco non rischio di finire all'altro mondo, infatti non ho ancora finito di ingoiare una patata quando comincio a ridere senza sosta per l'affermazione della mia amica.
Alice si limita a tirarmi delle pacche sulla schiena per aiutarmi a tossire, anche se non so quanto mi possano essere utili.
Mi riprendo dopo un po', solo grazie a Lily che mi passa il suo bicchiere pieno d'acqua e ne bevo un gran sorso.
Maledetta Alice, mi ucciderà un giorno.
-Ecco io credo che sia un po' troppo drastico così, non posso dirgli una cosa simile!- risponde Emmeline mentre continua a ridere.
-Invece devi, probabilmente solo così inizierà a lavarsi i denti.- ribatte l'altra, mentre io e Lily ci guardiamo quasi sconvolte da quello che la nostra amica sta blaterando.
-No ragazze, ferme tutte. Un po' di serietà. Mel tu prendi questo Tassorosso da parte e gli dici qualcosa tipo: “Mi dispiace tanto, ma sono molto impegnata questo weekend perchè ho un compito lunedì.”- propone Lily.
Okay quindi se non ho capito male Emmeline deve rifiutare l'offerta di un caso umano, su questo non ci piove.
-Non posso dirgli che non ci vado, pensate che figura ci faccio se gli dico che devo studiare e poi lo trovo lì!- dice esasperata.
Mi ero dimenticata di quanta fatica facesse a gestire le situazioni.
-Gli dici che ci vai con qualcun altro.- propongo.
Non so nemmeno io perchè ho parlato considerando che qualsiasi cosa io dica a lei non andrà mai bene soltanto perchè si tratta di me, però ci provo lo stesso.
Emmeline mi rivolge il suo solito sguardo diffidente, totalmente riservato a me dalla fine dell'anno scorso, ed esita per qualche secondo.
-Sì, così può andare.- mormora soltanto.
Non le sorrido nemmeno perchè so che con lei non attacca più.
C'è un muro tra di noi, tremendamente alto e solido, che quasi mi impedisce di ricordarmi come andavano le cose fra di noi, prima che io facessi quello che ho fatto.
Se solo quella sera mi fossi fermata prima probabilmente non saremmo in questa situazione.
E' davvero triste pensare che il legame che avevamo è stato completamente distrutto a causa di un ragazzo.
Sirius Black mi ha solamente portato problemi, ma la cosa peggiore è che, questa volta, sono la prima a pensare che la colpa non è nemmeno sua, ma mia.
Ormai però ho capito che non ha più senso continuare a piangere sul latte versato, quel che è fatto è fatto: l'anno scorso ho commesso un errore perchè stavo passando un periodo pesante e anche per via dell'alcool, aggiungerei; ho cercato di rimediare in tutti i modi, ma questo non è stato abbastanza.
L'ho capito, ho incassato il colpo e sono andata avanti; chiaramente mi dispiace, ma se lei non riesce a perdonarmi devo anche accettare la sua scelta.
Infatti questo è proprio quello che sto facendo.
-E' davvero un peccato però, ci tenevo ad andare ad Hogsmeade con qualcuno quest'anno.- sbuffa Emmeline.
Alice in tutta risposta poggia le mani sul tavolo, spazientita.
-Ma dai Mel! Almeno tu una proposta l'hai ricevuta. Io con Frank-dio-greco non ci uscirò mai.- dice abbassando la voce sempre di più per non rischiare di farsi sentire da qualcun altro al tavolo.
Povera Alice, da quando siamo tornati a Hogwarts non si è data pace. 
E' alquanto evidente che abbia preso una bella sbandata per Frank Paciock, il che è veramente assurdo perchè un anno fa a nessuna di noi sarebbe mai passata per l'anticamera del cervello un'idea simile, eppure è così.
-E poi dici che non ti piace!- esclama Lily.
-Ma infatti non mi piace!- replica subito l'altra richiamando l'attenzione di gran parte delle persone al nostro tavolo.
Ciascuna di noi tre alza un sopracciglio in modo accigliato.
-Ma smettila Alice, è da un mese che non fai altro che parlare di quanto sia bello.- dico per poi bere un sorso d'acqua.
-Beh è chiaramente ben piazzato! Non possiamo dire nulla in contrario...- si giustifica.
-Mi stai dicendo che credi solo che sia un bel ragazzo da ammirare nei corridoi?- domanda Emmeline.
-Siccome non mi chiederà mai di uscire con lui, direi proprio di sì.- risponde facendo spallucce.
-Alice, invitalo tu.- propone Lily.
Immediatamente la mia vicina strabuzza gli occhi sconvolta.
-Ma sei pazza! Sono una femmina, è lui che deve fare il primo passo con me.- dichiara.
A quel punto alzo gli occhi al cielo: questa è chiaramente una mentalità che non condivido per niente, ma tipica di Alice.
Trovo assurdo il fatto che una femmina debba aspettare che sia il maschio a degnarla di uno sguardo, anche perchè se si fa affidamento su di lui allora si può già rinunciare in partenza.
Credo che le persone di sesso maschile alla nostra età siano probabilmente le più confuse dell'universo intero e non è nemmeno colpa loro, dato che hanno una quantità di ormoni in corpo che gli da' alla testa.
Sono dell'idea che se ti interessa qualcosa devi andare a prenderla, e quello che più mi confonde è che in realtà Alice ha la mia stessa visione delle cose, peccato che quando si tratta di ragazzi qualcosa le manda in pappa il cervello.
-Ma andiamo, lui è Frank Paciock, al di là dei muscoli che ha messo su, rimane comunque la persona più buona della terra.- dico mentre lo cerco con lo sguardo dall'altra parte del tavolo.
-E tu sei Alice Bagman, e mi sembra proprio che tu ti stia rammollendo!- la provoco assumendo un sorrisetto divertito.
Come previsto, la mia amica mi lancia un'occhiata di fuoco.
-Non è vero!- replica subito.
Tutte e tre cominciamo a ridere per la reazione di Alice, dopodiché la guardiamo afflosciarsi su se stessa.
-Non fare così, di cosa hai paura?- le domanda Lily in tono premuroso.
-Non lo so, sono bloccata.- dice senza mai alzare lo sguardo dal suo piatto vuoto.
Lily mi lancia un'occhiata e guardandola attentamente riesco persino a vedere tutte le rotelle del suo cervello in azione, attendo qualche secondo e poi arriva la frase che noi tutte stavamo aspettando con ansia.
-Ho un'idea.-.

* * *

La rossa sta letteralmente correndo verso il campo da Quidditch e a questo punto comincio seriamente a chiedermi chi delle due faccia davvero parte della squadra, se lei o io.
Probabilmente, conoscendo Lily, il ruolo più adatto a lei potrebbe essere quello da Cercatrice, poiché ottiene sempre tutto ciò che vuole, e non sarebbe una sorpresa vedere la sua espressione appagata una volta acchiappato il boccino dorato nel bel mezzo di una partita.
Sì è un bel sogno che non si avvererà mai per due motivi: primo, Lily non sale su una scopa dal primo anno, e secondo, entrare in squadra significherebbe frequentare James, e tutto ciò sarebbe davvero troppo da sopportare per lei.
Eppure non capisco per quale ragione abbia deciso di accompagnarmi ad allenamento oggi, dato che equivale più o meno a “calarsi nella tana del lupo”, ma lei poco fa mi ha spiegato che tutto questo fa parte del “nostro” piano, e siccome mi fido di lei ho evitato di farle ulteriori domande.
Ecco però forse si è dimenticata che io sto trascinando insieme a me il mio borsone, la mia Nimbus ed “Arya”, la mia amatissima mazza da Battitrice. In realtà se vogliamo essere puntigliosi l'ho chiamata “Arya Junior” perchè “ Arya Senior” adesso si trova nella cristalliera a casa mia, però poco importa.
-Lily, se ti va, già che ci sei, puoi salire sulla mia scopa così puoi direttamente sfrecciare nel campo, abbandonandomi qui al mio destino!- le grido dietro.
A quel punto la mia amica si ferma e mi aspetta con le mani sui fianchi, piuttosto spazientita.
Ma cos'è tutta questa fretta?
-Sbrigati, dobbiamo incontrare Potter.- dice non appena la raggiungo.
Eh? Nono deve esserci un errore, non può averlo detto davvero.
Okay prima credevo che il piano avesse qualcosa a che fare con... non so con il Quidditch! Sicuramente non con James.
-Stai scherzando?- le chiedo.
-Ti sembra che io stia scherzando?- domanda inarcando un sopracciglio.
Veramente sì, mi pare proprio una barzelletta, però non ho alcuna intenzione di dirlo.
Così continuiamo a camminare fino a quando non raggiungiamo gli spogliatoi al coperto.
-Okay io vado a poggiare la borsa.- le dico tranquilla.
-No.- mi richiama subito.
Inarco un sopracciglio a mia volta, piuttosto confusa. Lily è impazzita, probabilmente in quell'arrosto c'era qualche assurda pozione che su di me non ha ancora fatto effetto, ma comincio davvero ad aver paura per ciò che ne sarà della mia persona.
-Non puoi lasciarmi qui.- aggiunge.
-Lily, ci impiego due secondi. Due.- spiego.
-Potter potrebbe arrivare qui da un momento all'altro e io non posso rimanere da sola con lui.- risponde seria.
Alzo gli occhi al cielo, sono indecisa se riderle in faccia oppure compatirla, non può averlo detto sul serio.
-Di cosa hai paura? Non credo possa stuprarti, a quello di solito ci pensa Black.- le dico mentre le faccio un occhiolino.
Adoro il fatto di poter scherzare di questa situazione quanto mi pare e piace, perchè tanto ormai il fondo l'ho già toccato, posso soltanto utilizzare l'autoironia in questi casi.
Tendo a farlo molto spesso: mi prendo in giro da sola, in modo tale che non possano farlo gli altri.
Molto semplice e indolore, o quasi.
La mia amica mi guarda prima in modo infastidito e poi noto che la sua espressione si fa via via più tesa, inoltre il suo sguardo si sposta in un punto impreciso oltre la mia spalla ed io prego Merlino che non stia per succedere proprio ciò a cui sto pensando.
-Lo pensi davvero, McDonald? - una voce melliflua che ho imparato a riconoscere fin troppo bene mi raggiunge alle spalle ed io sono letteralmente paralizzata.
Ben fatto Mary, devo ammettere che ho proprio un talento nel cacciarmi in queste situazioni scomode.
Mi volto ed esattamente dietro di me, appoggiata davanti al muro affianco allo spogliatoio maschile, la figura alta e slanciata di Sirius Black mi sta scrutando con i suoi occhi scuri.
-Eppure l'anno scorso...- comincia in tono canzonatorio.
So dove vuole andare a parare, ogni volta che mi rivolge la parola il suo obiettivo principale è quello di riportare alla luce nei miei ricordi quella famosa notte dell'anno scorso, che ho cercato invano di cancellare. E ovviamente riesce sempre nel suo intento, per quanto possibile, dato che nella mente possiedo solo alcuni flashback di quella sera molto sfocati, per via dell'alcool.
Però questa volta non mi coglie alla sprovvista e lo interrompo quasi subito.
-Per Morgana, Black, quanto sei noioso. Sempre la stessa lagna. Non ti stanchi mai di ripetere le stesse cose?- dico sbuffando.
Non ottengo l'effetto desiderato, anzi sembra ancora più divertito dalle mie parole.
Il suo sguardo passa da me a Lily, gli si forma un ghigno sulle labbra, dopodiché comincia a bussare insistentemente alla porta dello spogliatoio.
-James, datti una mossa, c'è Evans qui che non vede l'ora di portarti ad Hogsmeade con lei.- grida per farsi sentire nell'altra stanza.
-Ma sta' zitto!- sbotta Lily spazientita. 
Sirius fa spallucce e poi si volta nuovamente verso di me.
-Sai, spesso la gente tende a ripetere le cose per la memoria. Le ripetizioni sono molto utili, servono per evitare di dimenticarsi qualcosa.- spiega mentre si infila le mani in tasca con nochalanche.
-Hai paura di dimenticare?- domando accigliata. 
Black accenna a una risata mentre si guarda la punta delle scarpe, poi rialza lo sguardo fisso su di me.
-No, ho paura che lo faccia tu.- risponde con il suo classico sorriso.
Mi domando veramente cosa diamine avessi in testa quella notte, se avessi saputo che mi sarei portata avanti questo peso per l'eternità giuro che gli sarei stata proprio alla larga.
In ogni caso dovevo aspettarmi una risposta simile, dopotutto è tipico di Black, ottenere l'ultima parola, ma francamente non ho alcun interesse a rispondergli per le rime perchè questa è una sua ossessione, non mia.
Quello che però proprio non riesco a capire è per quale ragione continui all'infinito a parlare di questa storia, che se devo essere sincera non è nemmeno così spiritosa.
So per certo che quello che c'è stato fra noi non ha avuto alcuna importanza per lui, così come non è stato rilevante nemmeno per me, anzi ha solo contribuito a rovinare la mia amicizia con Emmeline, ma Sirius sembra divertirsi così tanto con le disgrazie altrui, che non riesce davvero a smettere di tormentarmi. Se non altro ho imparato a mie spese che quella sera sarebbe stato meglio bere qualche sorso di Whiskey Incendiario in meno, anzi forse non avrei proprio dovuto toccarlo.
Dopo qualche secondo la porta dello spogliatoio si spalanca rivelando la figura del mio capitano, già pronto per entrare in campo.
-Felpato, quando urli devi scandire bene le parole perchè non so se è un problema della tua voce, ma ti assicuro che non si capisce mai niente.- fa James mentre esce dallo spogliatoio con la scopa in mano.
-Ma sta' zitto, ho una voce bellissima, pensa alla tua.- risponde secco l'altro, ricomponendosi un attimo dopo :-Comunque, Lady Lily Evans ha chiesto urgentemente di vederti, questa volta sembra intenzionata ad accettare il tuo invito.-.
James realizza soltanto in quell'istante della nostra presenza ed in un attimo la mano libera scatta in mezzo ai suoi capelli, arruffandoli più del solito.
-Sei un imbecille Black.- esordisce Lily incrociando le braccia al petto.
Sirius in tutta risposta le fa un occhiolino divertito, mentre James sembra un po' scosso.
-Evans? Cosa posso fare per te?- le domanda un attimo dopo cercando di riacquistare la sua solita sicurezza, ma lo si capisce dal tono di voce che è molto confuso, più o meno quanto me in effetti.
Lily fa un lungo respiro prima di prendere parola, ed io comincio a preoccuparmi perchè devo ammettere che questo piano non si sta di certo rivelando uno dei migliori, considerando che quasi sicuramente stiamo per coinvolgere i Malandrini.
Mi domando davvero per quale motivo non mi abbia spiegato nulla e mi abbia lasciata così in sospeso.
-Io e Mary sappiamo che siete stati voi due a spargere per tutta la Sala Comune le cose di Frank. - dice in tono piatto.
Okay, fino a qui nulla di nuovo.
-E allora?- domanda Black in modo annoiato.
-E allora noi sappiamo una cosa che può decisamente mettervi in cattiva luce davanti a lui, e non mi pare davvero il caso di rovinare la bella amicizia che avete creato in questi ultimi giorni, no?- spiega.
Il silenzio cala fra di noi e le loro espressioni confuse iniziano a divertirmi, anche se in realtà io ne so praticamente quanto loro.
-Semplice Evans, tu evita di farlo.- risponde James facendo spallucce.
Lily chiude gli occhi e prende un altro respiro per far sì che la sua pazienza non l'abbandoni.
-Posso provarci Potter, ma solo a una condizione.- afferma.
Ecco siamo ufficialmente giunti al nocciolo del discorso, finalmente saprò di che cosa si tratta questa storia.
-Ti ascoltiamo.- l'altro gli fa segno di proseguire.
Lily assume un sorrisetto quasi macabro che mi lascia inquietudine, in un'altra vita probabilmente la mia migliore amica era una squartatrice, lo so.
-Dovete convincere Frank a invitare ad Hogsmeade una persona.- dice infine.
Un applauso a Lily Evans, non poteva farsi venire un'idea migliore, e la cosa più divertente è che, conoscendoli, sicuramente non rifiuteranno l'offerta.
Immediatamente gli sguardi di James e Sirius si spostano su di me, e sono certa che siano proprio fuori strada.
-No, non sono io la persona che deve invitare.- chiarisco subito.
-Deve invitare Alice.- dico.
I due ragazzi si lanciano una profonda occhiata e un attimo dopo esplodono in un'unica risata.
Imbecilli.
Immediatamente mi volto verso Lily facendole segno di mantenere la calma e di attendere che i loro bollenti spiriti si plachino, perchè sono sicura al cento per cento che la loro risposta in fin dei conti sarà affermativa.
-Frank deve...- boccheggia Black per poi rigettarsi nella sua risata, seguito a ruota da James che si tiene la pancia con entrambe le mani.
Okay questa scena dura almeno cinque minuti buoni e credo che adesso sia davvero troppo.
Io e Lily abbiamo continuato a guardarli per tutto il tempo, basite e allo stesso tempo un po' sconcertate dai loro versi emessi per riprendere fiato. 
-Avete finito?- domando quando la situazione sembra essersi leggermente calmata.
Ovviamente no, infatti riprendono immediatamente a ridere sguaiatamente.
Alzo gli occhi al cielo, li considero io per prima degli assoluti idioti, non voglio nemmeno immaginare quello a cui sta pensando Lily in questo momento.
Con la coda dell'occhio riesco a notare che sta sbattendo il piede sinistro con impazienza, come è suo solito fare quando cerca di mantenere la calma.
-Okay, mentre cercate di riprendervi io vado ad appoggiare la borsa.- dico piatta, poi riprendo le mie cose ed entro nello spogliatoio femminile indisturbata.
Dopo un attimo la porta si riapre dietro di me, rivelando la figura di Lily.
-Io da sola con quei due imbecilli non ci sto.- dice per poi poggiarsi contro il muro.
Quando finalmente mi libero della mia borsa, della scopa e di Arya emetto un sospiro di sollievo, le avevo in mano e addosso più o meno dall'esatto istante in cui ho lasciato la Sala Grande e stavo letteralmente morendo di fatica.
-Fidati accetteranno la proposta.- le dico mentre tiro fuori la mia spazzola dallo zaino.
-Sono stata abbastanza minacciosa secondo te?- mi domanda.
Sorrido e le lancio un'occhiata divertita.
-Fin troppo, chi sei tu e cosa ne hai fatto di Lily Evans?- scherzo.
La rossa si avvicina con l'orecchio alla porta e mi fa segno di fare silenzio, e con nostra grande sorpresa, realizziamo che le risate di James e Sirius sono cessate.
-Cosa ne pensi?- mi chiede poi.
-Di cosa?- dico in modo interrogativo, mentre comincio a legarmi i capelli in una coda alta.
-Del piano.- risponde.
Già, cosa ne penso?
In realtà credo che sia un piano geniale perchè sicuramente non rifiuteranno mai l'offerta, in quanto preferiscono che Frank non sappia che i veri responsabili della marachella della settimana scorsa in Sala Comune sono proprio loro, i suoi compagni di stanza. Anche se mi domando come non abbia potuto minimamente pensare a loro.
In ogni caso, accetteranno sicuramente la proposta, il che è un bene, ma siamo sicuri che collaborare con i Malandrini sia una saggia scelta?
Io sono la persona più impulsiva del mondo e normalmente mi sarei buttata a capofitto senza pensare minimamente alle conseguenze, ma questa volta bisogna ammettere che potremmo davvero cacciarci nei guai. Quei quattro non portano mai a nulla di buono.
-Ha senso. Frank si fida dei Malandrini, anche se non dovrebbe, quindi basta solo che insistano un po' e il gioco è fatto. Alice e Frank andranno ad Hogsmeade insieme. Se il piano termina qui, ha tutta la mia approvazione.- spiego.
-Sì, non coinvolgeremo i Malandrini più del dovuto perchè rischierebbero soltanto di rovinare tutto. Loro metteranno solo il grillo nell'orecchio a Frank, dopodiché al grosso ci pensiamo noi due ed Emmeline.- dice.
-Non lasciamo ad Alice e Frank campo libero?- domando.
-Certo, però li seguiremo per assicurarci che stia procedendo tutto per il meglio.-.
Annuisco convinta, Lily è davvero una stratega, ha pensato veramente a tutto quanto.
Tiro bene la coda e poi afferro saldamente la scopa e la mazza, dopodiché io e la mia amica usciamo dallo spogliatoio.
Quando raggiungiamo James e Sirius stanno animatamente chiacchierando con Alyssa Puckerman, Cacciatrice, nonché mia unica compagna femminile della squadra ed  Oliver Johnson, il nostro Cercatore, il più giovane del nostro team, ma anche il più scattante.
Noi siamo gli unici giocatori rimasti nella squadra, e tra pochi minuti infatti si terranno le selezioni per scegliere i nuovi membri che, per intenderci, dovranno essere un Portiere, un altro Battitore e un altro Cacciatore.
E sinceramente spero con tutto il cuore che il mio futuro compagno Battitore sia all'altezza del mio caro Brandon Wayne, nonché mio amore platonico di una vita, diplomato l'anno scorso, purtroppo.
Sia io che Lily salutiamo tutti i presenti che sembrano piuttosto confusi poiché non è cosa da tutti i giorni vedere la rossa nelle vicinanze del campo da Quidditch.
James e Sirius si danno un'occhiata complice e poi si allontanano dal gruppo per raggiungere noi due.
-Allora.- comincia James abbassando la voce per non farsi sentire dai ragazzi poco lontani da noi.
-Sì?- Lily gli fa segno di proseguire.
-Noi vogliamo sapere cosa succede dopo.- taglia corto Sirius.
-In che senso?- domando confusa.
-Se convinciamo Frank a uscire con Alice, dopo cosa succede?- chiede James.
Probabilmente il loro cervello si è fuso, è l'unica spiegazione possibile.
-Succede che escono insieme.- fa Lily con ovvietà.
-E non avete pensato che sarebbe meglio tenerli d'occhio in giro per Hogsmeade?- chiede James.
-Senti Potter, questo è il mio piano ho già pensato a tutto, non ho bisogno delle tue lezioni.- dice la rossa spazientita.
-Noi due ed Emmeline li seguiremo per tutta l'uscita, ci pensiamo noi a tenerli d'occhio.- spiego.
A quel punto Sirius che era rimasto zitto fino a quel momento riprende la parola.
-Così non può funzionare, voi vedete le cose dal punto di vista femminile, serve anche qualcuno che le veda secondo il punto di vista di Frank e quindi è necessario che ci siano anche dei maschi a controllare.- dice.
No Black, ti assicuro che non serve.
So dove vuoi andare a parare.
-Verremo anche noi.- conclude James.
Ecco appunto.
-Accettiamo il piano solo a queste condizioni.- aggiunge l'altro.
Mi volto verso Lily, totalmente pietrificata, probabilmente sta riflettendo sul modo più semplice per assassinare quei due senza farsi espellere, ma dopotutto è anche vero che lei per prima doveva aspettarselo, non si scende a patti con i Malandrini senza un compromesso.
Purtroppo sono quasi convinta del fatto che la minaccia di spifferare tutto a Frank non li smuoverà, e dopotutto questo è l'unico modo per realizzare il desiderio di Alice.
-Noi siamo in tre e voi siete in quattro. Siamo un gruppo troppo grande e troppo assurdo, non sarà possibile muoversi senza farsi notare da tutti quanti a Hogsmeade.- dico.
-Siamo in tre anche noi, Remus è malato in infermeria.- taglia corto Black.
-Rimaniamo ugualmente in sei. Siamo in troppi.- ribadisce Lily.
-Oh Evans quante storie, ci pensiamo noi a questo, allora accettate il compromesso?- domanda James sistemandosi gli occhiali.
Mi volto verso Lily e a malincuore le annuisco con la testa.
-Lo facciamo solo per Alice, Lily.- le sussurro.
La mia amica chiude gli occhi riflettendo per qualche secondo su cosa è meglio fare, dopodiché con sicurezza si ricompone incrociando le braccia.
-Accettiamo il compromesso.-  dichiara a denti stretti.
Abbiamo appena ufficialmente venduto la nostra anima al diavolo.
-Voi accettate il piano?- faccio la fatidica domanda.
I due si rivolgono uno sguardo profondo e si intendono immediatamente in quanto subito dopo assumono un sorrisetto smorfioso.
- Vi faremo sapere.-.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: Si va in scena. ***


Capitolo 6: Si va in scena.



Sirius Black.

L'infermeria non è mai stata così silenziosa.
Non è la prima volta che veniamo a trovare Remus nei pochi giorni precedenti alla luna piena, eppure oggi tutto risulta più strano.
Ciascuno di noi sta cercando di parlare il più possibile per distrarlo dalle sue condizioni, ma in realtà abbiamo tutti quanti, Lunastorta compreso, la mente altrove.
Ognuno di noi sta sperando con tutto il cuore di riuscire a trasformarsi in fretta in Animagus. 
Chiaramente anche Remus da un lato vorrebbe che questo accadesse il più presto possibile perchè sa che se ci fosse qualcuno insieme a lui, durante quelle notti tremende in cui si trasforma in lupo, probabilmente esse si tramuterebbero in un qualcosa di meno simile ad un incubo.
Dopotutto in qualche modo potrebbe sentirsi quasi meglio, perchè sarebbe circondato dai suoi migliori amici. Allo stesso tempo, però, abbiamo imparato a conoscerlo bene e sappiamo per certo che se da un lato questa cosa avrebbe lo scopo di aiutarlo, d'altro canto potrebbe totalmente distruggerlo in quanto ha da sempre una tremenda paura che il suo alter ego lupo possa ferirci gravemente.
In realtà questa è una possibilità che non escludiamo, ma è anche una scelta che abbiamo preso per il bene di Remus e per questa ragione andremo fino in fondo, anche se lui continua a ripeterci di essere contrario.
E' dalla fine dell'anno scorso che tentiamo di trasformarci: io e James abbiamo passato un'estate intera a consultare libri e a studiare, il che possiamo definirlo un vero e proprio miracolo. Adesso dobbiamo semplicemente trovare il momento giusto per mettere in pratica anche qui ciò che abbiamo imparato, senza farci scoprire, chiaramente. 
La prima volta in cui ci siamo riusciti è stato, penso, uno dei momenti più belli della mia vita.
Era un pomeriggio di metà luglio, eravamo andati al Lago insieme ai genitori di James che si erano assentati per qualche ora per fare una passeggiata nei boschi. Ricordo di aver fatto la classica battutina sconcia immediatamente seguita dal mio amico che mi sferra un pugno nello stomaco.
A quel punto non so bene come, ma ci eravamo ritrovati a rotolare l'uno sull'altro nel prato mentre cercavamo di colpirci un po' alla cieca con calci e cazzotti.
Chiaramente stavo per avere la meglio su di lui dato che gli avevo circondato il collo con le mie mani e lo avevo visto diventare paonazzo sotto i miei occhi, quando improvvisamente invece che pregarmi per liberarlo dalla presa, ricordo che mi disse di avere un' idea geniale.
Avevo allentato la stretta con cautela perchè temevo che fosse tutta una farsa per sferrarmi un colpo fatale, ma quella volta era veramente serio e convinto.
Così mi spiegò quello che gli era passato per la mente mentre lo strozzavo, e, non voglio nemmeno chiedermi perchè, aveva ben pensato di tentare di mettere in pratica tutto quello che avevamo studiato per tutto il mese precedente, lì in quel parco isolato dal mondo.
Credo di non essere mai stato più d'accordo con il mio migliore amico in tutta la mia vita.
Impiegammo almeno un'ora per concentrarci: James inizialmente era più abile di me, infatti lentamente cominciava a mutare la forma del viso, ma io continuavo a distrarmi senza sosta perchè cercavo di capire l'animale in cui il mio amico si stava trasformando.
I secondi in cui avveniva la metamorfosi erano molto brevi, infatti i suoi normali lineamenti riprendevano forma sul viso quasi immediatamente, tra un tentativo e l'altro.
Però quando sulla sua testa ho visto spuntare delle corna non sono riuscito a trattenermi: la risata è uscita dalle mia labbra ancor prima che potessi controllarla. Non riuscivo a credere che l'animale in cui si sarebbe trasformato il mio migliore amico era un cornuto!
Subito ho pregato fosse una renna, perchè non ne avevo mai vista una reale, ed avevo pensato che sarebbe stato interessante per i Natali futuri.
Nella mia mente si era già fatto largo il più che sobrio sogno di me travestito da Babbo Natale che cavalcavo il mio migliore amico/renna in mezzo alla neve per portare i regali a Remus e Peter, ma purtroppo non è andata proprio così.
In ogni caso con le mie risate avevo fatto deconcentrare anche lui e quindi continuava a chiedermi insistentemente se stessi scherzando quando gli dicevo che gli erano cresciute improvvisamente delle corna sulla testa.
Dopo essermi calmato decisi di provare a rimanere serio una volta per tutte così da riuscire anche io nel nostro intento. Mi ci volle del tempo, almeno una mezzora buona, per trovare la concentrazione necessaria e poi finalmente accadde.
Mi bastò un tentativo unico, vidi la mia pelle delle braccia ricoprirsi di lunghi peli neri, così come le mie gambe, e tutto ad un tratto non riuscivo più a reggermi soltanto su di esse e caddi sul prato a quattro zampe.
Cominciai a vedere il paesaggio con dei colori più sbiaditi e senza rendermene conto iniziai ad ansimare senza sosta buttando la lingua fuori dalla bocca.
Pensai che fosse una conseguenza della mia trasformazione, che provocasse una sete tremenda, ma in effetti, ripensandoci ora, potevo riflettere un po' più attentamente e realizzare che forse c'entrasse qualcosa con l'animale in cui mi ero tramutato.
Davanti a me, James spalancò gli occhi sorpreso ed entusiasta allo stesso tempo mentre cominciava a schiamazzare dalla gioia senza preoccuparsi del troppo rumore, perchè in ogni caso in quel parco eravamo presenti solo noi.
-Ho sempre pensato che fossi un cagnaccio di strada!- disse per poi buttarsi su di me e arruffarmi con le mani la pelliccia.
Così con mia somma sorpresa ho realizzato di essere un cane vero e proprio.
Io e James ci azzuffammo per un po' poiché si divertiva a tirarmi la coda e ad accarezzarmi il manto nero, poi tutto a un tratto sentii la necessità di guardarmi allo specchio.
Sapevo cos'ero, ma volevo vedermi.
Ramoso, che non sapeva ancora per certo la sua identità da Animagus, riprese presto a fare dei tentativi per riuscire anche lui a completare la trasformazione, dopodiché io decisi di allontanarmi, grazie alle mie quattro zampe, verso lo specchio d'acqua non molto lontano dalla nostra postazione.
Senza dire nulla, poiché incapace di farlo, lasciai il mio amico sul prato accanto a ciò che rimaneva dei miei vestiti, non più in ottime condizioni, e cominciai a correre il più veloce possibile verso il lago.
Vedere il mio riflesso nell'acqua fu una grande sorpresa perchè anche se lo sospettavo, non ero sicuro che il mio aspetto sarebbe stato elegante quanto quello della mia forma umana e ne fui molto soddisfatto. Rimasi per molto tempo a contemplare la mia immagine nel lago poiché quasi non riuscivo a credere ai miei occhi.
Un bel cane nero ed elegante, con un certo carisma, oserei aggiungere. Ma dopotutto c'era da aspettarselo, siccome si tratta sempre di me.
Avevo poi fatto retromarcia verso l'albero sotto il quale ci trovavamo prima io e James, e con mio grande stupore, di lui non c'era nemmeno più l'ombra: tutto ciò che era rimasto erano i miei ed i suoi vestiti ridotti piuttosto malaccio.
Mi ero guardato intorno per cercarlo più volte e poi improvvisamente un maestoso cervo dalle lunghe corna si era scaraventato verso di me come una furia e lì ho capito che poteva trattarsi soltanto di lui.
Certo non era una renna, ma si trattava ugualmente di un cornuto e questo significava solo una cosa: me che cavalco James sulla neve per distribuire i regali a Natale.
Okay anche se tutto ciò non è ancora avvenuto è necessario avere fede: io ottengo sempre quello che voglio.
Alla fine ce l'abbiamo fatta insieme, abbiamo ufficialmente realizzato il nostro sogno una volta per tutte, anche se solo in parte.
Per il resto dell'estate continuammo a trasformarci anche insieme a Peter, che aveva imparato da solo, e a Remus che giocava insieme a noi in forma umana, ma io credo che fosse quello che si divertiva più di tutti.
Ci eravamo riusciti: eravamo diventati Animagi.
Remus il lupo mannaro dalla luna storta è finalmente circondato da me, un cane dalla pelliccia felpata; Peter, un topo dalla coda liscia e James, un cervo dalle lunghe corna ramose.
Da qui sono nati i nostri soprannomi.
Okay sì, tutto molto commovente, però adesso dobbiamo mettere in pratica ciò che abbiamo imparato per tutta l'estate, al fianco di una versione di Remus meno pacata e un po' più "lupesca".
Cosa stiamo aspettando? Me lo domando anche io.
-Il prossimo mese veniamo con te.- dichiaro ad alta voce.
I miei amici si voltano verso di me un po' confusi, ma nemmeno troppo perchè sanno perfettamente a cosa mi sto riferendo.
Peter rimane con la bocca aperta e le braccia a mezz'aria, l'ho sicuramente interrotto, ma sono certo di avergli fatto un favore dato che quando Remus è in queste condizioni ha la costante paura di arrampicarsi sugli specchi parlando di qualsiasi cosa.
James ha alzato entrambe le sopracciglia e mi sta intimando con lo sguardo di piantarla immediatamente perchè appunto prima di entrare avevamo deciso insieme di evitare questo discorso, ma è stato più forte di me.
Remus, invece, ha esattamente la reazione che mi aspettavo: distoglie lo sguardo dal vuoto e lo punta su di me, in modo evidentemente stanco.
Fa per parlare ma lo anticipo di un secondo.
-Questa è l'ultima luna piena che trascorri da solo, Lunastorta, è una promessa.- aggiungo.
Le reazioni che ottengo a questa frase però sono diverse da quelle provocate dalla mia precedente, infatti tutti e tre, sebbene avrei dovuto evitare l'argomento, abbozzano un piccolo sorriso.
Non mi risponde nessuno di loro, ma sono soddisfatto ugualmente, perchè so che il messaggio è arrivato a tutti, forte e chiaro.
-Felpato, hai intenzione di girare un film in stile babbano in un futuro lontano? - ah ecco, è necessario che il mio migliore amico rovini tutti i momenti solenni della mia vita.
-No, James.- rispondo.
-Menomale, perchè faresti proprio schifo.- aggiunge facendo spallucce.
Che cosa?
Mi sento ferito nell'orgoglio adesso.
-Ah io farei proprio schifo? E' Codaliscia quello che non sa recitare! Non io!- replico.
Immediatamente noto con piacere che Remus sta cominciando a ridere, mentre Peter spalanca le braccia indignato.
-Ehi!- grida.
Per Merlino! Peggio di Pet non penso ci sia nessuno a recitare!- esclama James.
-Remus! Difendimi almeno tu!- si aggrappa al lettino, sopra il quale il nostro amico è sdraiato, con fare teatrale ed immediatamente io e Ramoso cominciamo a sghignazzare rumorosamente.
-Mi dispiace Peter, hanno ragione.- è tutto ciò che riesce a dire Lunastorta tra una risata e un'altra.

* * *
-Okay, siete pronti?- sussurra James mentre continua a camminare indisturbato al centro del corridoio.
Ma che domande sono? Sono nato pronto.
-Sirius, aspetta il segnale.- si raccomanda guardandomi di sottecchi.
E' ovvio, io aspetto sempre il segnale.
Okay forse non sempre.
No in realtà non lo faccio mai, perchè mi diverto troppo a vederlo arrabbiarsi quando lo anticipo.
-Eccolo, l'ho individuato. Ci siete?- domanda ancora una volta.
-Dannazione sì, Ramoso! Siamo proprio qui di fianco a te.- replico spazientito.
James mi fa il broncio per avergli rovinato la recita da agente segreto, dopodiché indica con l'indice esattamente davanti a sé.
-Frank, dritto davanti a noi!- grida.
Il corridoio è semivuoto, però le poche persone che ci sono rivolgono al mio amico occhiate inquietate e confuse allo stesso tempo.
Né io, né Peter sembriamo cambiare andatura della camminata e continuiamo a muoverci nel modo più tranquillo possibile, a differenza di James che si è fermato qualche mattonella più in là.
-Cosa state aspettando?!- sbotta correndoci dietro.
-Il segnale.- rispondo in maniera annoiata.
A quel punto James sembra rimanerci di sasso, probabilmente non si aspettava che io rispettassi le regole questa volta, poverino, lo farò impazzire un giorno.
-Ah ok.- dice poi tranquillo, tenendo il nostro passo.
In un attimo individuo Frank in fondo al corridoio e comincio a calcolare il numero di persone che ci dividono e che quindi dovrò cercare di non uccidere mentre lo raggiungo.
-James Potter è il più bello di tutta Hogwarts!- il mio amico ci urla nelle orecchie e a quel punto sia io che Peter siamo talmente frastornati per questa frase che ci fermiamo sul posto.
Ramoso si gira verso di noi confuso.
Okay non è la prima volta che blatera frasi a caso e persino sbagliate, oserei aggiungere, ma sinceramente in questo momento non ero ancora preparato psicologicamente.
Inoltre sanno tutti quanti che il titolo per " più bello di tutta Hogwarts" va solamente ad una persona, e non si tratta decisamente di lui.
Però non sarò io a svegliarlo dal mondo dei sogni, potrebbe rimanerci troppo male.
Dopotutto, a nessuno piacerebbe sapere che il proprio migliore amico gli ha soffiato il posto.
-Hai cercato di fare un attentato ai nostri timpani?- domanda Codaliscia.
James non risponde, ci guarda solo in maniera incredula.
-Perchè non siete partiti?- domanda.
-Stiamo aspettando il segnale.- risponde Peter tranquillo.
Oh no. Ho capito.
Quella frase agghiacciante era il segnale.
" James Potter è il più bello di tutta Hogwarts" era il segnale.
Devo ricordarmi di picchiarlo non appena avremo realizzato il piano.
Così decido di non aspettare un'altra "frase segnale" imbarazzante ed in un attimo comincio a correre il più veloce possibile.
Okay questo è uno di quei momenti in cui vorrei tanto trasformarmi perchè sarebbe molto più facile a quattro zampe.
So che gli altri mi stanno seguendo, infatti James mi raggiunge in poco tempo, mentre Peter, beh Peter ha i suoi tempi.
Sfrecciamo come il vento mentre cerchiamo di colpire meno persone possibili, ma non sembra nemmeno troppo difficile dato che nessuno studente ha intenzione di rimanere travolto in mezzo al corridoio, infatti si schiacciano contro i muri per permetterci il passaggio.
Grazie, vi farò un autografo a tutti quanti.
Improvvisamente lo vedo: Frank Paciock, dritto davanti a noi.
-Fraaaaaaank!- grido.
Cerco di rallentare per non cadergli addosso nel momento in cui si girerà verso di me ed in effetti quasi riesco nel mio intento. Quasi.
James evidentemente non riesce a fermarsi in tempo, di conseguenza mi si lancia addosso, spingendomi verso Frank che perde l'equilibrio e cade per terra, esattamente sotto di noi.
Grazie Ramoso. Lo aggiungo alla lista dei motivi per cui dovrò picchiarti più tardi.
Beh se non altro noi ci siamo salvati, perchè il corpo del nostro compagno di stanza ci ha fatto da materasso.
Brav'uomo Frank.
Okay quindi se non erro siamo disposti come un panino.
Chiaramente io sono la farcitura, che è la cosa più buona.
-Era necessario?- domanda Paciock.
-Sì.- rispondiamo io e James all'unisono.
La nostra vittima sbuffa rumorosamente e comincia a tossire per i nostri pesi, perciò decidiamo che forse è il momento buono per alzarci.
In un attimo siamo in piedi tutti e tre e lui ci fa segno di iniziare a parlare, anche se probabilmente qualcosa se lo immagina già, dato che è più o meno da ieri sera che lo tartassiamo con lo stesso argomento ininterrottamente.
-Quindi, l'uscita a Hogsmeade?- domanda James.
-E' domani Frank.- cantileno, mentre gli do una spintarella con la mano.
Paciock alza gli occhi al cielo, palesemente scocciato, dopodiché prende la parola.
-Ma per quale ragione vi siete messi in testa che io debba per forza andare ad Hogsmeade con qualcuno?- ci chiede mentre raccoglie goffamente i libri che gli sono caduti poco fa, a causa nostra.
-E' la legge del dormitorio Frank.- rispondo subito, anche se non so bene nemmeno io di cosa sto parlando.
-Sì, esatto, se vuoi stare in dormitorio insieme a noi, devi essere un vero e proprio stratega a rapportarti con le donne, proprio come noi.- spiega Ramoso convinto.
Parole sante!
-Ma nessuno di voi quattro ha la ragazza.- replica perplesso.
Effettivamente non possiamo dargli torto. Ma io sono uno spirito libero, non ho bisogno di una ragazza quando posso averne mille.
-Frank? Ma sai con chi stai parlando? Io sono James Potter, ho un fan club di ragazze che non vede l'ora che io gli dia una possibilità. Posso averne una quando voglio.- ammicca Ramoso.
Dannato cornuto, mi ha rubato la risposta.
Manteniamo la calma.
Improvvisamente noto con estremo divertimento che Peter ci sta raggiungendo di corsa, ma è appena andato a sbattere contro una ragazzina del quarto anno ed ora stanno conversando in maniera molto accesa.
-Remus è un ottimo allievo, ma siccome questo week end è KO per l'influenza, riprenderà le lezioni da Don Giovanni la prossima volta. Invece come puoi notare, Peter la ragazza ce l'ha. Stanno insieme relativamente da poco, ma le cose non sembrano andare a gonfie vele fra i due. Probabilmente è perchè ha ancora bisogno di allenamento.- azzardo mentendo spudoratamente.
-Secondo me no Felpato, lo abbiamo addestrato bene. E' la ragazza che è sbagliata, infatti noi non l'avevamo approvata. La regola numero uno è scegliere la fidanzata consigliata dai tuoi compagni, Frank.- aggiunge James.
-Fidati di noi Frank, Alice Bagman è la soluzione.- dichiaro battendogli una pacca sulla spalla.
-Mh non credo sia una buona idea..- risponde passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
-Macho man, lo abbiamo capito dal modo in cui la guardi che ti piace.- cerco di persuaderlo.
Non mollerò, sono un asso in queste cose.
-Certo, è molto carina ed è sempre così gentile con me... ma non so se potrebbe andare.- dice giocherellando con le mani.
-Frank tu chiediglielo, provare non costa nulla, mh?- fa James.
Il nostro amico ci guarda ancora non troppo convinto.
-Devi farlo oggi, domani è sabato, sarà tardi.- aggiungo.
Frank annuisce, ma riesco a leggergli il terrore negli occhi.
-Stai tranquillo, è solo un'uscita non te la devi sposare!- scherzo tirandogli delle altre pacche sulle spalle.
Povero Macho man, dovrebbe acquistare più sicurezza in se stesso.
Ma dopotutto, ha un insegnante come me! E' in ottime mani.
Sto per cominciare a ridere perchè la faccia spaventata di Frank inizia ad essere davvero comica, quando improvvisamente vedo una chioma corvina passarmi dinnanzi e noto con piacere che i fianchi di Mary McDonald stanno ondeggiando sinuosamente verso l'aula di Pozioni, dove si terrà la nostra prossima lezione.
Effettivamente ho un po' bisogno di svagarmi, mi sono impegnato troppo per oggi.
So cosa devo fare.
-Adesso scusatemi, ma a proposito di ragazze, devo raggiungere la mia nuova conquista. Spero capirete.- strizzo l'occhio a James e Frank che mi guardano allibiti, dopodiché faccio un balzo verso la mia preda.
Raggiungo la ragazza e, prendendola di sorpresa, le passo un braccio intorno alle spalle, per avvicinarla ulteriormente a me.
-Ti sono mancato?- domando con il mio solito tono mellifluo.
Mary sembra avere uno spasmo nell'esatto istante in cui la tocco, probabilmente quella reazione è dovuta allo spavento che ha preso, oppure è chiaramente causata dall'emozione.
-Black! A cosa devo il piacere?- chiede in tono smorfioso mentre cerca di spostare il mio braccio.
-Fossi in te non lo farei, stai rovinando il piano.- le sussurro all'orecchio, fingendo di appoggiarmi amorevolmente su di lei.
-Quale piano?- domanda confusa.
-Il nostro. - replico subito mettendo l'accento sull'ultima parola.
Rimane in silenzio per qualche secondo, dopodiché decide di lasciare perdere con i suoi tentativi per liberarsi dalla mia presa, anche perchè in cuor suo sa che non ci sarebbe riuscita.
-Evita di dire "nostro" in quel modo.- dice improvvisamente.
-E perchè mai? Non è nostro?- le domando, fingendomi confuso.
-Sì, ma non nostro nostro, è "nostro", nel senso di "nostro", insieme ad altre persone.- risponde tranquilla.
Immediatamente un sorrisetto mi si forma sulle labbra, sapevo che avrei trovato pane per i miei denti.
-Mary, cara? Mi stai dicendo che vorresti un piano proprio tutto nostro ? Solo mio e tuo? - la provoco.
Noto con estremo divertimento e soddisfazione che le mie frasi sembrano confonderla, per questo motivo esita prima di rispondermi.
-Offerta allettante Black, ma ne faccio a meno. Credo che questo sia abbastanza.- mi sorride acida e poi fa uno scatto in avanti per sfilarsi dalla mia presa.
Continua a camminare, probabilmente sta cercando di seminarmi, ma dubito lo voglia fare sul serio.
Le concedo qualche secondo di vantaggio, e mi prendo la libertà di osservarla di schiena.
Le sue gambe snelle avanzano ininterrottamente, provocando un leggero movimento della gonna della divisa.
Ah, siano benedette le uniformi della scuola.
-Come mai sei tutta sola? - le chiedo poi raggiungendola.
-Ero a lezione di Rune Antiche.- risponde secca senza mai voltarsi verso di me.
-Da sola? E' un bene che tu mi abbia incontrato allora. Non credi?- dico mentre mi infilo con nonchalance le mani nelle tasche.
-Già, ma guarda! Alice mi sta aspettando all'entrata dell'aula, ti ringrazio molto, ma credo di essere in grado di proseguire autonomamente.-.
Mary sta per avviarsi verso l'amica ed effettivamente comincio a pensare anche io che sia arrivato il momento di cercare James, quando improvvisamente Frank ci taglia la strada, superandoci alla stessa velocità di un fulmine.
Seguo la traiettoria del suo sguardo e realizzo che sta facendo esattamente quello che dovrebbe fare: raggiungere Alice Bagman.
Bingo.
Sono così fiero di lui, impara molto in fretta. D'altronde con un insegnante così, c'era d'aspettarselo.
-Sirius?- finalmente Mary si gira verso di me e mi rivolge un'occhiata incredula e confusa allo stesso tempo.
-Sta per...?- comincia, ma non le lascio terminare la frase.
-Esattamente.- dico soddisfatto.
Continuo a contemplare divertito la scena che sta avvenendo dinnanzi a noi ancora per qualche secondo, dopodiché, non appena Frank e la Bagman cominciano a conversare animatamente, distolgo lo sguardo da loro per puntarlo sugli occhi azzurri di Mary, che sono già su di me.
Ha le labbra schiuse e mi sta scrutando come se volesse indovinare ciò a cui sto pensando in questo istante, ma non credo le convenga saperlo davvero.
- Tieniti pronta. Si va in scena.-.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Incidenti di Percorso. ***


Capitolo 7: Incidenti di Percorso.

 


Mary McDonald.

Sono letteralmente sommersa da una valanga di vestiti, dalla testa ai piedi.
Sta cominciando a mancarmi l'aria e nessuno sembra avere l'intenzione di venirmi a salvare.
Probabilmente morirò qui sotto e non lascerò nemmeno una riga del mio testamento.
Peccato, perchè mi era capitato qualche volta di rifletterci su e avevo già individuato i possibili pretendenti alla mia eredità.
Sicuramente primo fra tutti il mio fratellino Edward ha il pieno diritto di ricevere la mia amatissima Nimbus e, anche se a malincuore, posso fare lo sforzo di regalargli Arya Junior, ma non Arya Senior perchè quella verrà sepolta nella tomba insieme a me.
Ai miei genitori... beh a loro lascio ogni cosa che si trova nella mia stanza a Kensington, sì compresi i miei dischi dei Beatles che mi hanno regalato sin da piccola e con i quali sono cresciuta.
A Lily invece lascio l'unico disco dei Queen che mi sia mai stato regalato in vita mia, anche perchè credo proprio che quelli dei Beatles li abbia già tutti quanti.
E' stata davvero una fortuna incontrare una persona con i miei stessi gusti musicali.
Fermi tutti.
Lily! Deve essere qui da qualche parte!
Ricordo che prima che mi si offuscasse la vista con una gonna rossa lei si trovava esattamente sul suo letto, l'avevo vista.
Devo solo chiamarla e so che verrà in mio soccorso.
- Per Merlino! Che qualcuno mi aiuti, sto soffocando sotto tutti questi vestiti!- grido mentre comincio a muovermi come in preda a una crisi epilettica, tutto questo per liberarmi da quei dannati indumenti.
- Dai Mary, quante storie! Non fare la tragica. Ci sono cose più importanti, tipo aiutarmi a decidere che vestito indossare oggi.- la voce che mi arriva alle orecchie non somiglia nemmeno lontanamente a quella di Lily.
Ecco di una cosa sono certa: ad Alice Bagman non lascerò proprio nulla della mia eredità, anzi soltanto un biglietto di sola andata per Azkaban, perchè è lì che finiscono i pazzi e i serial killer, e si da il caso che lei sia entrambe le cose.
- Lily, mi appello a te. Salvami ti prego, sono troppo giovane per farla finita.- piagnucolo.
Attendo per qualche istante, dopodiché due mani sante cominciano a spostare lentamente dal mio corpo ogni indumento che mi stava tenendo prigioniera sul letto.
A quel punto non posso fare altro che ringraziare Godric per avermi donato almeno un'amica sana di mente.
Non appena riprendo a respirare a pieni polmoni, decido di tirarmi su per rimanere seduta sul letto di fianco alla mia salvatrice.
-Te l'ho mai detto che sei la migliore amica che ogni uomo, donna o bambino potrebbe desiderare?- le dico abbozzando un sorriso quasi esagerato.
-Lo so, lo so.- Lily mi risponde in tono saccente, ma non riesce a trattenere una risata.
Un attacco di tosse proveniente dal letto di fronte al mio ci giunge alle orecchie e quando alzo lo sguardo realizzo che Alice sta richiamando la nostra attenzione perchè è ancora in alto mare con la scelta dell'abito che metterà nel pomeriggio.
-Non ci pensare nemmeno Alice, hai appena cercato di uccidermi.- le punto il dito contro in tono minaccioso.
-Secondo voi fuori fa freddo?- domanda ignorandomi completamente.
-E' il 31 Ottobre, direi proprio di sì.- risponde Emmeline dal bagno.
-Peccato ci tenevo proprio a mettere il vestitino rosa.- sbuffa l'altra mentre continua a gettare da ogni parte vestiti raccattati dal baule.
-Alice, ma è un'uscita ad Hogsmeade puoi anche andarci in uniforme.- azzarda Lily.
-Sì! Io ci sono andata molte volte in uniforme, fidati che ai ragazzi non interessa minimamente del modo in cui ti vesti.- aggiungo, ma in un attimo mi guadagno un'occhiata omicida.
-Tu non parlare!- strilla per poi rigettare la testa nel baule come uno struzzo nella sabbia.
Immediatamente mi volto verso Lily, in maniera veramente confusa.
-Cos'ho detto di male?- domando.
Lily fa per parlare, ma Alice la precede di un secondo.
-Siamo realisti, ai ragazzi con cui sei uscita non interessava del modo in cui ti vestivi per il semplice fatto che erano insieme a Mary McDonald!- spiega.
- Cosa intendi dire?- domanda Lily più confusa di me.
- Oh lascia perdere.- taglia corto Alice.
E' assurdo.
Sono sbalordita, non posso credere che pensi seriamente questo di me.
Certo, ho sempre saputo di essere abbastanza apprezzata tra i ragazzi, ma spesso ho sperato che qualcuno guardasse al di là del mio aspetto fisico. 
Penso di essere qualcosa di un po' più profondo della “Mary McDonald” di cui tutti parlano.
Immagino che la conversazione sull'abito perfetto sia andata avanti, ma al momento ho la testa da un'altra parte.
-Quindi? Azzurro o rosso?- ripete per la milionesima volta Alice mentre sventola in faccia a me e Lily due maglioncini.
-Azzurro!- fa Emmeline mentre esce dal bagno.
Ottimo perchè io avrei scelto esattamente il colore opposto.
-Io preferisco il rosso.- dico con poca convinzione, mentre mi preparo psicologicamente all'occhiata di Emmeline.
- Sì, anche secondo me è meglio quello rosso.- mi sostiene Lily.
Alice sorride radiosa, dopodiché comincia a canticchiare felice mentre inizia a prepararsi ufficialmente per l'appuntamento.
E' un rito: ogni volta che una del nostro gruppo-dormitorio ha la sua prima uscita con il ragazzo che le interessa ciascuna di noi le sta vicina nella scelta dei vestiti e degli argomenti di cui parlare. Qualsiasi dubbio o perplessità si risolve prima dell'appuntamento in modo tale che nel momento in cui si incontra il ragazzo non ci sia alcun problema. Anche per me è stato così.
Questa volta però è diverso perchè siccome dovremo seguire Alice e Frank come degli angeli custodi per tutto il tragitto, il nostro compito sarà quello di scansare dal loro percorso qualsiasi genere di difficoltà che potrebbe presentarsi durante l'uscita.
Anche se so perfettamente che dovrei essere contenta ed entusiasta per lei, questa stanza mi sta soffocando, vorrei tanto uscire di qui.
- Oh no! Il bezoar!- grida Alice improvvisamente.
Il bezoar? 
Ah già, è una nostra tradizione. E' una pietra, anzi un antidoto per veleni che noi utilizziamo come porta fortuna. Normalmente lo si tiene in tasca per tutto l'appuntamento, di solito funziona.
Non ho intenzione di ricordare cosa avessimo in testa al terzo anno.
- L'ultima volta sono stata costretta a usarlo perchè un ragazzo era stato morso da un Doxy nell'aula di Difesa. Credo che ce ne servirà un altro.- spiega Emmeline.
- Ci penso io.- dico alzandomi.
In realtà mi serviva solamente un pretesto per uscire di qui.
Forse non dovrei darci peso, ma le parole di Alice mi hanno turbata ed in questo momento sento solamente il bisogno di allontanarmi dal dormitorio.
L'aula di Pozioni sarà perfetta.
Lily si propone di accompagnarmi, ma le faccio segno di non preoccuparsi.
- Fai in fretta, l'appuntamento è tra un'ora.- si raccomanda Alice.
- E sta' attenta.- aggiunge.
Non c'è pericolo.
Lumacorno non mi ha mai scoperta in sei anni, non accadrà di certo oggi.

***
Dove diamine ha messo quel vasetto.
Possibile che io non riesca a trovare delle dannate pietre?
Che poi, per quale motivo abbiamo dovuto scegliere per forza il Bezoar come porta fortuna? Non poteva essere... non lo so, qualcosa di più fattibile?!
Vorrei una giratempo per andare indietro di tre anni e prendermi a sberle da sola, perchè purtroppo mi ricordo molto bene di chi è stata la “brillante” idea dell'antidoto per veleni.
Ho appoggiato sulla prima fila di banchi più vasetti di vetro possibili, contenenti tutti gli ingredienti esistenti al mondo, tranne i Bezoar che, chiaramente, sembrano essere spariti dalla circolazione.
Sbuffo sonoramente indietreggiando dall'armadio vuoto, e sbatto contro un gruppo di contenitori.
Visto che i mali non vengono mai da soli, i vasetti cadono sul pavimento rompendosi in mille pezzi.
Sono sul punto di esplodere in una miriade di insulti rivolti a tutti i defunti maghi che probabilmente ridono di me da lassù, ma qualcosa di molto inquietante mi frena prima che io possa aprire bocca.
Davanti ai miei occhi, ogni singolo contenitore si sta letteralmente togliendo la vita autonomamente. Uno dopo l'altro, sembrano animarsi per sfracellarsi dritti sul pavimento e rivelare tutti gli ingredienti che si trovavano al loro interno.
Sono sconvolta e irritata allo stesso tempo.
Cosa diamine sta succedendo?
Comincio a guardarmi intorno perchè deve essere per forza opera di qualcuno e si da il caso che anche se in questa stanza ci sono soltanto io, fatico a credere che i vasetti si stiano suicidando di loro spontanea volontà.
Poi la sento. Una risata squillante e compiaciuta che mi arriva dritta alle orecchie.
A quel punto non è necessario cercare con lo sguardo la figura del proprietario perchè, per mia sfortuna, ho già capito di chi si tratta.
-Bravo Black, complimenti!- accenno a una risata priva di divertimento mentre rivolgo le mie parole all'aria, visto che il diretto interessato non sembra avere intenzione di farsi vedere.
Non ho idea di dove sia e di come sia possibile che io non sia ancora riuscita a vederlo, ma francamente non mi interessa.
-Continua pure a trasformare quest'aula in un porcile, il torto non lo fai di certo a me.- dico con noncuranza.
-Per caso Evans ti ha trasmesso un po' della sua acidità oggi? Di solito sei più simpatica.- la voce di Sirius mi raggiunge alle spalle, al che mi volto bruscamente e comincio a fissare un punto impreciso della stanza in modo confuso.
Poi improvvisamente, come per magia, compare la sua figura slanciata dinnanzi a me, con il suo classico sorriso sornione. Tra le mani stringe uno strano tessuto argenteo, che probabilmente è il mezzo che lo ha reso invisibile fino a questo istante.
Giuro che azzarderei a fare domande, del tipo: per quale futile motivazione Black possiede un oggetto che impedisce alle persone di vederlo? Credo che sia piuttosto inquietante e pericoloso al tempo stesso. Però non importa, oggi proprio non sono in vena.
-Non dovresti essere qui. Tra mezz'ora si va ad Hogsmeade.- dice poi, mentre si siede tranquillamente su un banco.
-Se è per questo, nemmeno tu.- replico in fretta.
-Oh non tirarmi in mezzo, se non sbaglio sei tu che stai cercando di rubare chissà che cosa dagli ingredienti del vecchio Luma.- piega leggermente di lato la testa ammiccando.
-Può darsi, ma questo a te non dovrebbe interessare.- faccio spallucce e poi riprendo con calma la mia inutile ricerca all'interno dell'armadio.
Trascorriamo circa cinque minuti in religioso silenzio, dopodiché il tutto comincia a rivelarsi davvero imbarazzante perchè lui è ancora qui, immobile e so per certo che mi sta fissando, anche se non posso vederlo.
-Cosa stai facendo?- gli domando improvvisamente.
-Oh nulla. Ti guardo.- risponde con noncuranza.
Ah bene.
-Sei inquietante.- dichiaro.
Le mie mani stanno ancora vagando senza meta per l'armadio ormai semivuoto, quando lo sento accennare a una piccola risata.
-No, sono bellissimo.- replica.
Merlino, aiutami.
Mi limito a non rispondergli per non dargli corda, dopodiché decido di abbandonare ogni speranza.
Ho controllato in ogni tipo di vasetto, rotto e non, presente in questa dannata aula, sono esausta e inoltre questa stanza è un vero e proprio porcile, grazie Sirius.
-Basta, non c'è nemmeno l'ombra di un Bezoar qui dentro.- sbotto infine.
Black scende dal banco con la grazia di un elefante e mi rivolge lo sguardo di chi la sa lunga.
-Se avessi ascoltato l'ultima lezione di Lumacorno avresti saputo che li abbiamo finiti in settimana, i rifornimenti dovrebbero arrivare non so quando, ma arriveranno.- spiega in tono saccente.
Perfetto, quindi non ho perso quaranta minuti preziosi della mia vita a cercare il nulla più totale in una stanza dall'odore nauseabondo mentre Sirius Black mi fissava in maniera piuttosto inquietante.
No, certo che no. E' soltanto una mia impressione.
Vorrei urlare. Questa giornata si sta tramutando in un vero e proprio incubo, ma non posso perdere la calma, non ancora, non qui.
-Bene, allora credo proprio che me ne andrò.- annuncio mentre osservo il casino che abbiamo lasciato in quell'aula.
Mi dispiacerebbe per Gazza, peccato che fra noi c'è odio puro dal primo momento in cui ho messo piede qui a Hogwarts, perciò credo che me ne infischierò.
Dopotutto, quando finivo in punizione al primo anno, lui non si è mai fatto troppi problemi a traumatizzarmi con le sue minacce delle torture inflitte agli studenti nel Paleolitico.
Sì, più ci penso e più ne sono convinta: lui si merita tutto questo sporco.
Non faccio in tempo a mettere un piede fuori dall'aula che in men che non si dica mi ritrovo Black di fianco.
-Non stai dimenticando qualcosa?- domanda camminando tranquillo.
-Del tipo?- chiedo, ma in realtà non sono davvero interessata alla risposta, perchè sono quasi certa che si tratterà di una delle sue classiche frecciatine premeditate.
-Del tipo che hai lasciato quella stanza un porcile.- sghignazza.
Non è esattamente così.
Mi fermo subito e mi volto verso di lui mentre inarco un sopracciglio.
-Veramente, se vogliamo essere puntigliosi, abbiamo lasciato quella stanza un porcile.- rispondo sottolineando il plurale.
A quel punto sul viso di Sirius si forma un sorrisetto divertito.
Sta per dire qualcosa, riesco già a immaginare il suo tono mellifluo, però in quel momento la voce che  mi giunge alle orecchie non è per niente simile alla sua, ma ricorda vagamente quella della McGranitt.
-Black e McDonald, cosa ci fate qui?- anzi questa è proprio lei.
No la vera domanda sarebbe cosa ci fa lei qui. In sei anni che vivo in questa scuola, lei non ha mai messo piede nei sotterranei, magicamente oggi accade anche l'impossibile.
Entrambi ci voltiamo verso il fondo del corridoio, da dove proviene la voce, dopodiché Sirius fa un balzo verso di me e con mia grande sorpresa nasconde le sue braccia tra la mia schiena e il mio mantello. 
Cosa diamine sta facendo?
Mi sto per scansare quando realizzo che sta cercando di infilare qualcosa nella vita della mia gonna.
Okay i casi sono due: o è un pazzo, o è un maniaco.
Percepisco le sue dita fredde a contatto con la mia pelle sotto il maglioncino e rabbrividisco.
-Sei impazzito?!- domando in preda al panico e le mie mani raggiungono immediatamente le sue per cercare in un qualche modo di fermare qualsiasi cosa lui abbia intenzione di fare.
-Nascondilo!- mi sibila nell'orecchio mentre avvicina alle mie mani un indumento dal tessuto liscissimo.
Faccio come mi dice, anche se non sono per niente convinta delle mie azioni.
Mi infilo l'indumento nella vita della gonna e mi sistemo meglio sulle spalle il mio mantello dell'uniforme, in modo tale da coprirmi la schiena.
Dieci secondi mi bastano per completare l'opera e assumo un'espressione totalmente disinvolta nel momento esatto in cui la McGranitt ci raggiunge.
Sto per sospirare sollevata, quando sento il braccio di Black avvolgermi le spalle in maniera naturale ed immediatamente sento la maschera da angioletto innocente vacillare sul mio viso per fare largo a un'espressione poco raffinata.
Allora? Cosa ci fate qui?- ripete incrociando le braccia.
Ci penso io, sono un asso in queste cose.
Non è la prima volta che rischio di essere scoperta, ormai ho un dottorato nell'arte del “scansare le punizioni”.
Mia cara professoressa, sa com'è, quando due persone stanno tanto bene insieme, il desiderio è molto forte e...- peccato che la persona che sta parlando non sono io, ma Black.
E' chiaramente impazzito, devo fare qualcosa. Devo rimediare, non posso permettergli di farmi fare una figura simile davanti alla McGranitt.
Ho perso il mio libro di Pozioni e siccome io e Sirius dobbiamo fare una ricerca insieme per Lunedì, siamo venuti a controllare se era in questa aula.- dico coprendo la voce di Black.
La professoressa mi scruta in modo severo e distorce più volte il naso, come se avesse dei sensori olfattivi che le indicano se qualcuno stia dicendo o no la verità.
La guardo dritta negli occhi, devo sostenere il suo sguardo se voglio convincerla.
-Lo avete trovato?- domanda poi.
-No.- rispondiamo all'unisono.
Wow incredibile, Black non sta rovinando il mio piano.
Se non mi sentissi come un criminale che sta per essere colto con le mani nel sacco probabilmente sarei commossa.
Okay l'aula di pozioni è a qualche metro da noi, dobbiamo semplicemente trovare un modo per allontanare la McGranitt da qui in modo tale da non farle notare il trambusto che abbiamo lasciato in quella stanza.
Chiamalo facile.
Black sembra leggermi nella mente.
-Professoressa mi pare di aver sentito un rumore provenire dal fondo del corridoio, non è vero?- si gira verso di me chiedendomi approvazione, o meglio chiedendomi di stare al gioco.
-Esatto, l'ho sentito anche io.- esclamo.
Per qualche secondo ci da l'idea di essersela bevuta, poi muta improvvisamente espressione e sembra indispettirsi con noi per il semplice fatto di aver dubitato delle sue capacità uditorie.
-Io non sento nulla.- ribatte in modo fermo, come se volesse informarci del fatto che le sue orecchie sono più allenate e attente delle nostre.
-Ma sa com'è, certe volte l'età fa brutti scherzi!- Black dice l'unica cosa che era assolutamente da evitare.
Succede in un secondo: la carnagione del viso della McGranitt raggiunge il colore scarlatto della nostra cravatta e ho quasi l'impressione di vedere il fumo blu uscirle dalle orecchie.
Complimenti Black, non potevi fare osservazione migliore.
Ora siamo decisamente fottuti.
-Voi due! Fuori dalla mia vista!- esplode in un boato che rimbomba per tutto il corridoio.
Vorrei dire o fare qualcosa per migliorare la situazione, ma la mia lingua e le mie gambe sembrano congelate.
Veramente non so cosa sto aspettando, forse un'azione di Black: dato che è lui che ci ha infilati in questo pasticcio come minimo dovrebbe essere lui a tirarci fuori.
- Professoressa mi dispiace che lei l'abbia presa male, ciò che intendevo dire...- d'altronde lui sembra avere tutto sotto controllo, vista la naturalezza con cui si rivolge ancora alla McGranitt.
- Black.- sibila la donna nella speranza di interromperlo.
-No, mi ascolti un secondo, non volevo darle della vecchia decrepita! Non mi permetterei mai professoressa! Lo sa che io sono il suo fan numero uno! Io...- ricomincia lui.
Ho come la vaga impressione che tra poco finiremo in un bel guaio e se c'è qualcosa che detesto più di finire nei casini, è sicuramente il fatto di finirci con Black.
Devo assolutamente inventarmi qualcosa.
Okay il piano A, ovvero allontanare la McGranitt dall'aula, non ha funzionato -anzi-, però si può sempre optare per il piano B: io e Sirius dobbiamo allontanarci da qui il prima possibile.
Penso che questa sia l'unica opzione per sfuggire a una possibile punizione, pregando che alla McGranitt non venga voglia di entrare nell'aula di Pozioni, perchè in quel caso sarebbe piuttosto chiaro anche a lei chi sono i responsabili di quel macello.
- Ciò che intendeva dirle Sirius, professoressa, è che è veramente dispiaciuto per ciò che le ha detto e non era assolutamente sua intenzione. Siamo mortificati per averla offesa, ci scusi tanto.- recito talmente bene che quasi mi lancerei dei fiori da sola.
Non appena finisco la frase non le do nemmeno il tempo per ribattere, afferro Black per la manica e lo trascino indietro insieme a me a passo sbrigativo.
In un baleno diamo le spalle alla McGranitt e cominciamo a marciare velocemente per seminarla e per uscire da quel dannato corridoio.
Continuiamo a camminare con la stessa andatura ancora per un po' e comincio ad avere dei problemi con l'indumento che poco prima avevo infilato nella vita della mia gonna.
Lo sento che sta per cadere a terra, ma non posso ancora risistemarmelo meglio perchè so che la professoressa ci sta ancora osservando.
- Arriviamo fino alla Sala Comune di Serpeverde e poi iniziamo a correre.- sussurra Black mentre continua a guardare dritto.
- Ma ci vedrà benissimo.- mi oppongo.
- Saranno tre secondi e ci perderà di vista, fidati.- spiega.
Tanto non ho nulla da perdere a questo punto.
Eppure ho un brutto presentimento, so che qualcosa sta per andare storto.
D'istinto volto la testa all'indietro e noto con sommo terrore che la McGranitt è scomparsa.
Senza pensarci afferro il braccio di Sirius in preda al panico e non appena lui posa il suo sguardo confuso su di me sembra vedere nei miei occhi ciò che ho appena visto io.
- Black! McDonald!- un boato molto simile a quello di qualche minuto prima raggiunge le nostre orecchie, ma questa volta è molto più minaccioso.
Okay i casi sono due: o si è trasformata in fantasma furioso nel tempo di due minuti, e ora sfogherà la sua ira repressa su di noi, oppure io e Sirius siamo ufficialmente...
-In punizione!- la sua voce sembra proprio provenire dall'aula di Pozioni.
Sto per arrendermi al mio destino, ma poi Black assume un'espressione talmente agguerrita che, non so come, ma sembra ridare speranza anche a me.
-Cambio dei piani, è tempo di una bella corsetta!- esclama.
Dopodichè entrambi cominciamo a correre come dei forsennati che arrancano verso la libertà.
Non so nemmeno cosa io stia facendo o il perchè io lo stia facendo, tanto in punizione ci finirò comunque: siamo in un castello, prima o poi la McGranitt ci troverà. Però in questo momento l'unica cosa a cui riesco a pensare è che non posso farmi mettere in castigo proprio oggi che abbiamo la missione “Frankalice” da terminare.
Sto correndo il più velocemente possibile, quando improvvisamente sento dal profondo della mia gola una risata che vuole risalire in superficie. Così, sebbene non fosse il momento più adatto e sebbene dovessi rimanere nella massima serietà per riuscire a sfuggire dalle grinfie della professoressa, comincio a ridere davvero di gusto.
Non so bene il motivo di questa mia reazione, so solo che tutta questa situazione sembra risultare nel complesso estremamente divertente.
Finalmente raggiungiamo il fondo del corridoio e svoltiamo a sinistra, sorpassando la Sala Comune di Serpeverde, per raggiungere le scale.
Black è molto più veloce infatti è qualche metro più avanti a me, eppure ho quasi l'impressione che mi stia aspettando.
Il corridoio è pieno di Serpeverde pronti per raggiungere Hogsmeade: vinciamo qualche imprecazione contro di noi per averli investiti in pieno mentre passavamo, dopodiché prendiamo una scala qualsiasi.
- Dove ci aspettano gli altri?- domando senza fiato.
- James dovrebbe essere davanti all'ufficio di Gazza.- dice passandosi una mano tra i capelli leggermente scompigliati per via della corsa.
Per un miracolo di Merlino arriviamo annaspando al piano terra e io ne approfitto per tirare fuori l'indumento strano che Black mi aveva chiesto di nascondere con cura.
-Vieni, andiamo di qua.- mi ordina conducendomi nel corridoio che porta all'ufficio del custode.
Quando svoltiamo l'angolo notiamo una scena piuttosto usuale, infatti James Potter e Lily Evans stanno discutendo.
Stiamo per raggiungerli quando notiamo con grande sorpresa che una piuttosto furiosa McGranitt si trova esattamente dall'altra parte del corridoio e sta raggiungendo i nostri amici.
-Dammi il mantello!- ordina in preda all'ansia.
Non ho idea di che cosa stia parlando, però sta fissando insistentemente il tessuto argenteo che ho tra le mani, perciò non ci penso due volte e glielo passo.
In men che non si dica lui lo apre e avvolge entrambi con questo “mantello”.
E' tutto così strano perchè il tessuto è trasparente, infatti riesco a vedere ogni cosa intorno a me, però rimanda un po' a uno specchio d'acqua come consistenza.
Black mi fa segno di accovacciarci ai piedi della parete, infatti una volta seduti, comincia a sistemare il mantello in modo tale da coprire perfettamente entrambi.
Mi guardo attorno meravigliata, dopodiché realizzo che la distanza fra me e Black è quasi inesistente: entrambi teniamo le gambe piegate strette al petto, ma non so bene come lui sia riuscito a incrociare le sue con le mie, in modo tale da occupare meno spazio in due.
Tutto ciò mi mette molto a disagio, così evito di guardarlo sebbene io sappia che lui sta facendo esattamente il contrario.
Un gruppetto di studenti ci passa davanti senza degnarci di uno sguardo, il che mi pare un po' strano dato che siamo entrambi in una posizione piuttosto insolita, ma poi mi rendo conto che sicuramente non riescono a vederci. 
Ho sempre sognato di essere invisibile.
-Avete visto il signor Black e la signorina McDonald?- la voce della McGranitt è forte e chiara.
-No professoressa, in realtà li stiamo aspettando da un po' anche noi.- risponde Lily piuttosto confusa.
-Dobbiamo andare ad Hogsmeade.- spiega James.
-Vi assicuro che ci andrete da soli, quei due non metteranno piede fuori da questo castello, gli aspetta un aula intera da ripulire senza magia!- ribatte irritata.
Alla fine di questa frase non so bene cosa mi prenda ancora una volta, ma sento nuovamente una risata provenirmi dal fondo della gola.
Esce ancora prima che io possa fermarla e nell'esatto istante in cui me ne rendo conto sto per portarmi una mano alla bocca per rimangiarmela, ma quella di Black mi precede.
Il suo palmo caldo preme sulle mie labbra con forza.
Mi impietrisco immediatamente e i miei occhi scattano immediatamente su di lui.
Non mi sta rimproverando, in realtà sembra quasi divertito dalla mia risata isterica a cui non so dare una spiegazione, però mi fa segno di rimanere in silenzio.
In che diamine di situazione ci siamo cacciati? Perchè non ho ripulito quella dannata stanza prima di andarmene?
Non ne ho idea, so soltanto che adesso tutto questo sembra essere estremamente eccitante.
So che prima o poi arriverà il momento di assumersi le proprie responsabilità e di pagare la punizione, però adesso non riesco a fare altro che pensare a quanto il mio cuore stia battendo veloce e all'adrenalina che ho in corpo.
Non è di certo la prima volta che provo questa sensazione, mi sembra solo strano che mi sia capitato anche ora che sono qui insieme a Black.
La McGranitt gira i tacchi e dopo qualche minuto ci liberiamo del mantello.
-James, psst!- grida Sirius  quasi indisturbato.
Tranquillo nessun problema, grida pure per tutto il castello, tanto non ci stanno cercando, assolutamente no.
Immediatamente i due ci notano e si fiondano su di noi.
-Mary, cos'è successo?- mi chiede Lily confusa mentre mi aiuta ad alzarmi.
-Potremmo aver fatto innervosire Minerva più del dovuto.- spiega Sirius.
La mia amica aggrotta le sopracciglia e mi osserva attentamente.
-Ti spiego i dettagli dopo.- taglio corto.
-Felpato, abbiamo un piano da completare, non potete farvi mettere in punizione proprio adesso.- James rimprovera il suo amico con serietà.
-Non preoccuparti, ho tutto sotto controllo, useremo il tuo mantello per non farci vedere.- risponde Black piuttosto tranquillo.
Stiamo per avviarci tutti insieme verso l'ingresso quando improvvisamente mi sento colpita alle spalle da qualcosa. In un attimo ogni cellula del mio corpo sembra paralizzarsi, dopodiché perdo l'equilibrio cadendo all'indietro.
Morgana, perchè tutte a me? 
Ho come la vaga impressione che qualcuno mi abbia lanciato un incantesimo.
James e Lily si ammutoliscono tutto a un tratto.
Temo proprio che sia giunta la mia ora, e questa volta non la passerò troppo liscia.
Dal fondo del corridoio sento dei passi veloci che sembrano avere tutte le intenzioni di raggiungere il mio corpo inerme a terra.
Improvvisamente la faccia autoritaria, ma sottosopra, della McGranitt compare nel mio campo visivo.
-Dove pensavate di andare?- domanda gelida.
Game Over.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: Un'idea stupida (pt.1) ***


Capitolo 8: Un'idea stupida (pt.1)

 


Lily Evans.

Non può essere.
Non ci credo.
Non può essere.
Non ci credo.
-Non può essere.- Potter sta ciondolando affianco a me e sembra essere del mio identico umore.
-Non ci credo.- aggiunge.
Senti Potter, qui c'è posto soltanto per una persona sconvolta e si da' il caso che quella sia proprio io.
Continuiamo a camminare fianco a fianco lungo il corridoio e nessuno dei due sembra avere intenzione di proferire parola.
Anzi se proprio devo essere sincera avrei tante, tantissime parole da vomitare in faccia a Mary perchè ovviamente ha scelto il momento perfetto per farsi mettere in punizione.
Non poteva succedere ieri o domani, no! Proprio oggi.
Mary e il tempismo sono sempre stati una cosa sola.
Oltretutto sono proprio confusa: non è la prima volta che finisce in castigo, però non le era mai capitato di finirci con Black, il che mi preoccupa ancora di più.
Infatti non riesco a smettere di domandarmi che cosa diamine abbiano fatto quei due per finire nei casini, ma d'altronde con due tipi come Mary e Black la punizione è quasi una garanzia.
Quello che però mi imbestialisce più di tutto è che la mia amica mi ha ufficialmente abbandonata al mio destino, ovvero in compagnia di James Potter. Avevo accettato questo dannato piano soltanto perchè avevo la consapevolezza che sebbene fossimo insieme ai Malandrini, ero comunque salva perchè c'erano i miei angeli custodi Emmeline e Mary a proteggermi.
La prima ad avermi dato buca è stata la Vance, che ha deciso di accompagnare la sua amica Amelia Bones perchè è stata scaricata oggi dal suo fidanzato, e adesso anche Mary mi abbandona così.
L'unico lato positivo è che, visto che si trova in punizione con lei, nemmeno Black riuscirà a partecipare al piano. Un Malandrino in meno, una persona irritante in meno.
Beh Black potrà anche essere alle strette, ma tanto sarò ugualmente in compagnia di Potter e Minus, perciò sembra proprio che io sia la minoranza.
Raggiungiamo l'ingresso: qui migliaia di studenti sono in preda all'eccitazione per fare la prima gita ad Hogsmeade dell'anno, Alice e Frank compresi.
La mia amica e il suo accompagnatore sono immersi in una fitta chiacchierata, o meglio Alice sta parlando animatamente, mentre Frank si limita ad ascoltarla con interesse.
Mentre li guardo non riesco a trattenere un sorriso spontaneo per via della loro tenerezza.
Poco fa avevo accompagnato Alice all'ingresso e mentre aspettava Frank sembrava la persona più agitata ed irritabile dell'universo: era nel panico più totale perchè Mary non si era ancora fatta viva con il Bezoar portafortuna, ed era sicura che senza quello il suo appuntamento sarebbe andato a rotoli. Eppure le cose sembrano procedere a gonfie vele.
-Evans, dov'è Emmeline?- Potter interrompe il mio momento da “ragazza amante dei film romantici”, riportandomi con i piedi per terra.
-Emmeline ci ha dato buca.- rispondo senza distogliere lo sguardo dalla mia amica che, per la cronaca, ha iniziato a ridere insieme a Frank.
-Ah, ottimo. Allora Evans possiamo avviarci, se aspettiamo che vadano prima loro sembreremmo troppo sospetti.- dice.
Che cosa?
-E Minus?- domando.
-La McGranitt lo ha obbligato a scrivere dieci pagine di tema per lunedì dato che Venerdì non ha portato il compito. Voleva venire, ma sapeva anche lui che non ce l'avrebbe mai fatta a finire in tempo.- spiega mentre si scompiglia nervosamente i capelli.
Non so davvero se essere dispiaciuta o contenta per questa notizia.
Ciò significa che siamo in parità e che quindi non dovrò subirmi due Malandrini per tutto il pomeriggio, però dovrò ugualmente passare la giornata da sola con Potter e questa non può in alcun modo essere una buona notizia.
Mentre mi perdo a riflettere non mi rendo conto che James è già partito per i suoi comodi, infatti non perde tempo e me lo rinfaccia immediatamente a suo modo.
-Cosa aspetti Evans? Sei troppo emozionata?- domanda con un ghigno.
Ecco appunto.
Ma cinque minuti fa non era triste perchè il suo fidanzato Black lo aveva abbandonato?
Preferivo di gran lunga quel Potter, se non altro non parlava.

***

-Evans?- mi chiama.
-Cosa c'è Potter?- domando piuttosto irritata.
-Ti va di fare un gioco?- chiede dopo aver calciato un sassolino.
-No.- rispondo secca.
Abbiamo finalmente raggiunto il villaggio di Hogsmeade.
E' almeno la quinta volta che Potter cerca di attaccare bottone, ma non ho intenzione di dargli corda.
Stiamo camminando da quasi un quarto d'ora e soltanto adesso realizzo che non abbiamo modo di trovare Alice e Frank, se non quello di seguirli, peccato che ormai abbiamo perso l'opportunità di comportarci da stalker più di venti minuti fa.
-Potter, visto che tu sei così intelligente, adesso illuminami e spiegami come faremo a trovare Alice e Frank adesso.- dico.
-Fidati di me Evans, ho un sesto senso molto affidabile.- risponde pomposo.
Sì certo, posso anche dire addio al piano.
Comincio a guardarmi intorno e noto con disagio che alcuni studenti mi stanno fissando piuttosto confusi.
Oh dannazione non avevo pensato al fatto che vedere me e Potter insieme ad Hogsmeade potrebbe mettere in testa strane idee, però mi limito ad ignorare le occhiatine.
-E sentiamo, cosa ti dice il tuo sesto senso adesso?- chiedo ironicamente.
Nel momento esatto in cui mi volto verso di lui, lo vedo sistemarsi qualcosa dietro la schiena, ma non faccio domande perchè francamente non voglio sapere cosa stia facendo.
-Io dico che sono da Zonko.- dice in modo convinto.
Da Zonko?
Alice?
Per il suo primo appuntamento?
Non credo proprio.
-No, non è possibile.- ribatto immediatamente.
-Evans, ti dico che sono da Zonko.- replica.
-Ma non ci credo per niente.- rispondo incrociando le braccia.
Ecco che Potter inizia a gonfiarsi indispettito come un bamboccione: è la sua solita risposta ad ogni contraddizione.
Lo so perchè sono un'esperta nel contestare qualsiasi cosa lui dica. 
Non che lui si comporti diversamente nei miei confronti.
In ogni caso siamo già arrivati alla fase due: adesso Potter sta iniziando a irritarsi, per questo motivo si sente obbligato a infilare la mano fra i suoi – tra l'altro indecenti- capelli, per arruffarli ancora di più.
Non ho idea del perchè lo faccia, so solo che è parecchio snervante.
Oh e giungiamo alla fase numero tre: fiumi e fiumi di parole gli fuoriescono dalla bocca in modo talmente rapido che fatico a credere che precedentemente abbia riflettuto su ciò che sta dicendo.
Ebbene sì, Potter ha cominciato la sua arringa ricca di frasi che hanno il solo ed unico scopo di convincerti che le sue ragioni sono più valide delle tue, oppure vuole semplicemente confonderti.
Okay, sta seriamente parlando come una macchinetta e non solo mi sta urtando il sistema nervoso, inizia persino a spaventarmi perchè non credo che sia normale esprimersi in quel modo senza fare mai pause.
Non ha bisogno di riprendere fiato?
Non gli si secca mai la gola?
Merlino! Che qualcuno faccia stare zitto questo babbeo!
-Potter.- cerco di interromperlo.
-No, davvero Evans, sta' a sentire. Questo piano è tuo quanto mio e dovresti imparare a fidarti di me per una volta. Siamo solo noi due e per quanto possa essere frustrante per entrambi, dovremmo imparare a collaborare. Pensa ad Alice, pensa a Frank, pensa ai “Frankalice”! Mettiamo da parte l'odio per una volta. Smettila di contraddirmi sulla base del niente e fidati di me! Non capisco per quale motivo tu ...- è un vomito di parole continuo.
Wow è quasi impressionante, però va fermato.
-Potter.- ci riprovo, ma niente da fare.
Così, mentre lui continua il suo monologo, io tiro fuori dalla tasca la mia bacchetta e, con tutta la tranquillità del mondo, gliela punto alla gola.
-Silencio!- pronuncio con convinzione.
Tutto a un tratto le mie orecchie smettono di sanguinare e ho come l'impressione di udire cori di angeli in lontananza.
Finalmente Potter ha perso la voce!
Faccio un enorme sospiro, dopodiché lo guardo soddisfatta mentre mi godo la sua espressione indignata.
Lo scruto divertita mentre apre e chiude la bocca nella speranza di emettere un suono, e nell'esatto momento in cui vedo la sua mano frugare nella tasca lo precedo in velocità.
-Accio bacchetta di Potter!- dico rapidamente.
In men che non si dica l'unica arma a disposizione a sua disposizione è confiscata dalla sottoscritta.
Questo significa solo una cosa: James Potter è fuori gioco.
Che bello, potrei piangere dalla commozione! Non avrà modo di infastidirmi con la sua irritante voce!
Okay, ora devo soltanto liberarmi del corpo, poi non sarà più un mio problema.
Suvvia Lily non esagerare, sei un prefetto, abbi un po' di decenza!
Quando si tratta di Potter non capisco davvero cosa mi succede.
-Bene, e adesso si va da Zonko, sei contento?- domando in tono canzonatorio.
Silenzio. Musica per le mie orecchie.
Mi giro e noto con enorme soddisfazione che mi sta guardando in maniera sconvolta.
-Ovviamente ci andiamo per avvalorare la mia tesi, ovvero Alice e Frank non sono lì.- spiego assumendo un sorrisetto acido.
Dopo aver ascoltato le mie parole, Potter fa spallucce e, prima di voltarmi di nuovo per cominciare a camminare, riesco a scorgere sul suo viso un ghigno divertito.
Ignoralo Lily, ignoralo.

***

“Emporio degli scherzi di Zonko”, l'ingresso rosso fiammante cattura subito la mia attenzione.
Siamo arrivati a destinazione.
Entriamo nel negozio ed immediatamente vedo il volto di Potter illuminarsi dinnanzi a tutto il ben di Dio esposto sugli scaffali.
Ecco dimenticavo: questo è da sempre il posto preferito dei Malandrini, quindi sicuramente non usciremo molto presto da qui.
I prodotti di Zonko hanno sempre avuto un certo fascino anche su di me, devo ammetterlo.
D'altronde su chi non hanno effetto?
Potter sta letteralmente per buttarsi sulle confezioni di Caccabombe, ma glielo impedisco tirandolo per il polso.
-Ti ricordo che non siamo qui per divertirci.- lo rimprovero a denti stretti mentre si affloscia su se stesso.
Povero Potter, non può nemmeno contestare.
Sì penso proprio che questo sia il giorno più bello della mia vita.
-Come puoi notare, di Alice e Frank nessuna traccia.- sorrido beffarda mentre mi guardo intorno.
Dopodiché gli rivolgo uno sguardo del tutto soddisfatto, ma realizzo che lui sembra trovare più interessante qualcosa oltre la mia spalla.
Così mi volto e me ne pento un attimo dopo.
Severus Piton mi sta fissando, anzi ci sta fissando, ed è affiancato dai suoi due nuovi amici Serpeverde.
Per un attimo mi sento pietrificata e non ho la minima idea di come affrontare la situazione.
Poi decido di tirare Potter dietro allo scaffale di polvere ruttosa, perché sappiamo tutti quanti che la loro vicinanza non può portare a nulla di buono.
-Okay, adesso usciamo di qui senza cercare rogne.- dico.
Mi sta guardando in cagnesco, probabilmente perchè non può rispondermi per le rime o forse perchè gli sto impedendo di fare a botte con i suoi “migliori amici”, anzi sono sicura che sia per entrambe le cose.
Ne sono certa, dopo oggi, Potter non vorrà mai più rivolgermi la parola.
Così io mi avvio verso l'uscita e noto con piacere che, anche se sta ciondolando, lui mi sta seguendo fuori, e questa è già una gran cosa.
-Bene, ora che abbiamo appurato che il tuo sesto senso fa proprio schifo, ci affidiamo al mio. Okay?- sto per proporre di raggiungere Mielandia perchè sono certa che quella potrebbe essere una tappa sicura della mia amica, quando improvvisamente la porta dell'emporio che abbiamo appena lasciato rivela proprio le figure di Alice e Frank.
Ah.
-Lily ciao! Guarda un po' cosa ho comprato!- fa la mia amica, avvicinandosi subito a me.
Sono così contenta che Alice non abbia degnato Potter nemmeno di uno sguardo, così non devo giustificare il fatto che io sia con lui.
Menomale che lui ha perso la voce, così non può rinfacciarmi il fatto che avesse ragione.
-Dolci singhiozzini e ovviamente...- comincia lei.
-Sapone di uova di rana!- finisco io la frase.
Alice ha un'ossessione per quel sapone dal terzo anno, da quando Mary le ha sostituito tutte le boccette con quello per farle uno scherzo, e da allora ha realizzato che i suoi effetti sono miracolosi sulla sua pelle.
-Esatto, ho preso le scorte per l'inverno!- esclama soddisfatta.
-Come sta andando?- bisbiglio.
-Perfettamente! Ha pagato tutto lui!- sta tentando di sussurrare anche lei, ma risulta troppo entusiasta.
Solo a quel punto mi ricordo che ci sono anche Potter, privo di voce, e Frank.
Infatti i due stanno cercando di comunicare a gesti, ma la cosa non sembra avere parecchio successo.
-Lily, ma cosa gli prende?- mi domanda Frank.
Oh diamine.
-Non ne ho idea, l'ho appena incontrato qui anche io in queste condizioni. Avrà preso freddo.- faccio spallucce.
Potter sta gesticolando a più non posso e apre la bocca di continuo sperando di produrre suoni, oltretutto mi sta indicando ripetutamente, perciò devo fare qualcosa per far sì che i Frankalice non lo guardino nè tanto meno capiscano.
-Beh e tu Frank? Hai comprato qualcosa?- domando.
Paciock è ancora un po' confuso, però il mio tentativo sembra funzionare.
-Oh avevo delle commissioni da fare per Sirius, perciò ho comprato delle Caccabombe, Vermi Sibilanti e Pallottole Puzzole. Ha detto che gli servono per un piano top secret. Invece io ero curioso di provare il Boomerang Rimbalzatutto e qualche fuoco d'artificio del Dottor Filibuster.- spiega.
-Ah bene! E adesso dove andate?- chiedo mentre noto con sorpresa che Potter ha smesso di gesticolare, anzi si sta proprio allontanando da noi.
Ottimo.
-Mielandia.- risponde in fretta Alice.
-Va bene dai, vi lascio andare. Magari ci si vede in giro!- li saluto abbozzando un sorriso nervoso.
-Ciao Lily, a più tardi.- rispondono loro.
L'appuntamento sembra procedere piuttosto bene per ora.
Sto ancora fissando quei due allontanarsi quando vedo Potter correre sull'altro lato della strada per fermare degli studenti di passaggio. Tutto ciò che riesce a fare è indicarsi insistentemente la gola e aprire e chiudere la bocca senza produrre alcun suono.
Non riesco a trattenere una risata davanti a questa scena.
Quasi fatico a crederci: Potter è molto più simpatico da muto.
Ritenta almeno con tre ragazzi diversi, ma nessuno sembra comprenderlo, di conseguenza viene scansato e ignorato da tutti.
Povero, quasi mi dispiace... quasi.
Mi sto godendo la scena da lontano quando noto avvicinarsi a lui i tre Serpeverde che avevamo evitato poco prima da Zonko, compreso Severus.
Anche Potter li vede e cambia immediatamente espressione.
Avery dice qualcosa che non riesco a sentire, dopodiché noto che Potter cerca immediatamente nelle tasche la sua bacchetta che, per sua sfortuna, ho io.
So che non può rispondere in alcun modo, nemmeno alle offensive, nel caso lo dovessero attaccare, perciò prima ancora di decidere cosa fare, sto già camminando dritta verso di loro con la bacchetta alzata.
-Cosa sta succedendo qui?- domando.
-Sanguemarcio, non sono cose che ti riguardano.- risponde Avery in tono gelido.
-Ci stavamo solo divertendo un po' con Potteruccio. Non è vero?- fa Mulciber mentre tenta di trattenere senza molto successo una risata.
Potter sta per fiondarsi su di loro ma lo trattengo dietro di me.
-Cosa c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?- gli fa eco Avery.
Sento Potter dimenarsi dietro di me, ma rimango immobile con la bacchetta puntata su di loro, in particolare su Severus che non mi ha tolto gli occhi di dosso nemmeno per un secondo.
-Lasciatelo stare.- sibilo.
-Altrimenti?- domanda Mulciber.
Riduco gli occhi a due fessure.
-Innanzitutto vi toglierò talmente tanti punti da farvi andare a piangere da Lumacorno.- comincio.
-E poi vi schianto. Uno ad uno.- aggiungo.
Le due serpi ai lati non mi prendono sul serio, mentre Severus sembra irrigidirsi.
-Togliti di mezzo, Sanguesporco.- replica Avery.
-Toccate Potter e vi schianto.- ripeto minacciosa.
-Andiamo.- finalmente il mio vecchio migliore amico proferisce parola.
Wow tutto qui, Piton?
Questo è tutto ciò che sai dire?
Codardo.
-Non ci sarà sempre Evans a difenderti, Potteruccio.- fa Mulciber prima di allontanarsi insieme ad Avery.
Severus invece esita per qualche secondo.
Il suo sguardo, triste e sprezzante allo stesso tempo, mi pietrifica ancora una volta e poi proprio quando sembra sul punto di dirmi qualcosa si volta e raggiunge gli altri due.
Così rimango di nuovo da sola con Potter.
Non mi sono ancora ripresa del tutto quando realizzo che lui mi sta fissando con un'espressione che faccio fatica a decifrare.
Sicuramente ce l'ha a morte con me.
Forse sabotarlo è stata un'idea stupida da parte mia.
Anche se so che devo passare ancora l'intero pomeriggio con lui, il che equivale a un pomeriggio intero di lamentele, credo che per oggi ne abbia avute abbastanza.
Me ne pentirò tra un secondo, ma...
-Finite Incantàtem.- pronuncio.
Dopodiché gli riconsegno la sua bacchetta e mi volto per avviarmi verso Mielandia.
-Dove vai?- la sua voce appena tornata mi raggiunge alle spalle.
-Frank e Alice sono andati da Mielandia.- rispondo senza voltarmi.
In un attimo Potter mi affianca e comincia a camminare al mio passo.
-Evans?- giro il volto verso di lui.
-Grazie.-.
Mi ha ringraziata?
Mi aspettavo qualsiasi cosa, tranne questa.
Che strano.
Rimango in silenzio e per la prima volta non so davvero come reagire perchè si tratta di Potter.
Credo che un “prego” sarà sufficiente.
-E comunque erano andati da Zonko...- aggiunge prima che io possa aprire bocca.
-Avevo ragione io.-.

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