Una fiamma del passato che torna ad ardere dentro di me

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ogni giorno è sempre il solito giorno ***
Capitolo 2: *** L'angelo biondo ***
Capitolo 3: *** Un Ned diverso ***
Capitolo 4: *** Sentirsi uniti ***
Capitolo 5: *** Divergenze d'amore ***



Capitolo 1
*** Ogni giorno è sempre il solito giorno ***


Ned Flanders si svegliava la mattina alle sei in punto per andare a camminare e correre per le vie della periferia di Springfield.
A quell’ora la maggior parte delle persone erano ancora a dormire o dentro le loro case per prepararsi all’ennesima giornata di lavoro ricca di stress e di impegni.
Ma per lui la vita andava avanti lieve e felice come se non ci fosse niente da recriminare.
Se non fosse per il fatto dei suoi figli che avevano deciso di andarsene per seguire le loro vite e di una donna che lo potesse far sentire importante.
Due fardelli non molto facili da far digerire all’uomo tutto casa e chiesa.
Ma inconsapevolmente, la sua vita stava per prendere una piega davvero inaspettata.
< Salve salvino, caro vicino. Buona mattinatina a te e alla tua famiglia > fece Ned salutando il suo vicino Homer Simpson.
< Flanders, quando la smetterai di aspettarmi fuori di casa mia? >
< Tutte le mattine a quest’ora d’estate non faccio altro che dare da bere alle mie piante. Mi piace vederle così rigogliose. >
< Ed io odio vederti felice e spensierato come un ragazzino. >
< Lo sai Homer? Dovresti fare il mio stesso tenore di vita. Guardami un po’: sono sveglio da più di due ore e mi sento un ragazzino pieno di energia. >
< Preferisco essere fiacco e grasso piuttosto che essere come te. >
< Fai come vuoi. La vita è tua e sei libero di fare quello che vuoi. >
< Però se mi trovassi nei tuoi panni non so se ce la farei a rimanere senza una donna… Perché dopo la morte di tua moglie non hai deciso di rifidanzarti per poi sposarti? >
Ma Ned odiava profondamente parlare della sua vita sentimentale.
Era la parte della sua vita che non conosceva soddisfazioni.
< Perché ho deciso di crescere i miei figli come un padre amorevole senza pensare alle donne e al sesso. >
< Decisione alquanto sbagliata visto che i tuoi figli ti hanno abbandonato improvvisamente. >
< Sono grandi e vaccinati per prendere una loro decisione. Punto e basta. >
In fondo in fondo ad Homer gli dispiaceva vedere il suo vicino di casa arrabbiato e scontroso quando si parlava della sua vita sentimentale.
Secondo lui aveva bisogno di una persona valida su cui parlare e superare questa crisi.
< Mi dispiace. Non volevo essere così curioso. >
< Ne sono certo, Homer… Ma in fondo la mia vita mi piace così com’è. Non cambierei nulla. Davvero. >
< Lo sai che mentire è peccato, vero? >
< Io non sto mentendo! È la pura verità! >
< Sinceramente non conosco una persona adatta per parlare di tutto ciò… A parte mia moglie. >
< Ma io non ho bisogno di parlare con nessuno! >
< Sai cos’è? Che ne dici se stasera dopo il lavoro ci ritroviamo da Boe per una birra insieme? Ti farebbe bene parlare insieme a noi. >
< Ti ringrazio ma ho una serata piena d’impegni. Ci sono dei programmi che mi piacciono in tv e non posso perderli. >
< Mi piacerebbe sapere quali… >
< E poi non sono un tipo mondano a cui piace andare a giro la notte. >
< D’accordo, come vuoi tu… Ma vuoi un mio consiglio? Finirai per deprimerti. E non potrai far niente per cambiare le cose. Ci vediamo, Flanders > disse infine Homer prima di lasciare il suo vicino in valiade di mille pensieri sulla sua vita sbagliata.
 
 
“La mia vita va bene così com’è. Davvero. Perché Homer vuole pensare il contrario?”
Più Ned si convinceva che la sua vita era perfetta, più inspiegabilmente si stava deprimendo sempre di più.
“Parlerò con i miei figli. Voglio sapere che cosa ne pensano di questa situazione.”
Mentre era in attesa che uno dei suoi figli rispondesse, Ned sarebbe stato dispiaciuto se non avessero risposto alla sua chiamata.
Ma ecco che alla fine una persona sconosciuta dall’altra parte del telefono accettò la sua chiamata.
< Pronto? >
< Todd? Sono tuo padre Ned. >
< Non sono Todd > rispose una voce femminile dall’altro capo del telefono < Sono Samantha. >
< Samantha? E chi sei? Dov’è mio figlio? >
< In questo momento è a farsi la doccia in compagnia di un suo amico… >
< Mio figlio che fa la doccia con qualcuno? Ti ordino subito di andarlo a chiamare! >
< Non so se potrà smettere. >
< Ti prego. È una questione molto importante > rispose Ned cercando di mantenere la calma.
< Ok. Aspetta un attimo. >
Dopo aver atteso un minuto, ecco che suo figlio prese la cornetta del telefono.
< Papà, che cosa vuoi? >
< Ciao, figliolo. Volevo solo sapere come stai. >
< Abbastanza bene, grazie > replicò Todd alquanto stizzito.
< Ti piace la tua nuova casa? >
< Molto accogliente. Soprattutto se hai qualcuno che ti tiene compagnia. >
< Sono contento? E tuo fratello? Anche lui è contento della nuova sistemazione? >
< Sì, papà. Siamo tutti contenti. >
< Meno male… Non volevo disturbarti, è solo che ero qui in salotto a sistemare alcune scartoffie e ho deciso di parlare un po’ con te. >
< Papà, quali scartoffie devi sistemare? >
< Alcuni fogli sparsi in qua e in là. Sai come sono molto preciso in casa. >
< Sì, ricordo la tua maniacalità… E comunque conoscendoti non credo che ci sia così confusione in casa tua. >
< Se solo tu potessi tornare. Anche solo per bere qualcosa insieme. >
< Papà, io e mio fratello ce ne siamo andati via appena una settimana fa’. Vuoi davvero che torniamo presto a trovarti? >
< Io non volevo nemmeno che voi ve ne andavate. >
< Siamo grandi. Abbiamo bisogno di fare le nostre scelte e le nostre vite. Rimanere accanto a te sarebbe solo stato un peso. >
Ned Ci rimase molto male sentendo le parole dure di suo fratello Todd.
< Tornando a te, perché stavi facendo la doccia in compagnia di qualcuno? >
< E questo chi te l’ha detto? >
< Colei che ha risposto prima di te al telefono: Samantha. >
< Non ti preoccupare. Quella ragazza non fa altro che confondersi sempre > replicò Todd frettolosamente.
< Mi devo forse preoccupare? >
< E di cosa, scusa? >
< Non lo so. Mica ti piaceranno gli uomini, vero? >
< Ascoltami bene, papà: quello che mi piace e non sono solo affari miei. Ti prego di stare fuori dalla mia vita una volta per tutte. >
< Ma Todd, sono tuo padre. >
< Questo non centra niente! Se vuoi che io e te continuiamo ad andare d’accordo, ti pregherei di lasciarmi un po’ in pace. Almeno per qualche giorno. Mi farò vivo io o mio fratello, d’accordo? >
Alla fine Ned si convinse delle parole di suo figlio, evitando così di insistere ulteriormente.
< Va bene, ti lascio alla tua vita. Ma se avrai bisogno di qualcosa, sai dove trovarmi. E poi puoi chiamarmi quando vuoi. >
< Lo so, papà. Me l’hai detto anche quando me ne sono andato via di casa > rispose Todd scocciato < Ci sentiamo presto, papà. Ciao > disse infine il ragazzo interrompendo bruscamente la telefonata.
“I ragazzi di oggi… Sempre più distanti dalla loro famiglia. Spero davvero di non mancargli per niente” pensò Ned ritornando alle sue faccende domestiche.
Ned Flanders si svegliava la mattina alle sei in punto per andare a camminare e correre per le vie della periferia di Springfield.
A quell’ora la maggior parte delle persone erano ancora a dormire o dentro le loro case per prepararsi all’ennesima giornata di lavoro ricca di stress e di impegni.
Ma per lui la vita andava avanti lieve e felice come se non ci fosse niente da recriminare.
Se non fosse per il fatto dei suoi figli che avevano deciso di andarsene per seguire le loro vite e di una donna che lo potesse far sentire importante.
Due fardelli non molto facili da far digerire all’uomo tutto casa e chiesa.
Ma inconsapevolmente, la sua vita stava per prendere una piega davvero inaspettata.
< Salve salvino, caro vicino. Buona mattinatina a te e alla tua famiglia > fece Ned salutando il suo vicino Homer Simpson.
< Flanders, quando la smetterai di aspettarmi fuori di casa mia? >
< Tutte le mattine a quest’ora d’estate non faccio altro che dare da bere alle mie piante. Mi piace vederle così rigogliose. >
< Ed io odio vederti felice e spensierato come un ragazzino. >
< Lo sai Homer? Dovresti fare il mio stesso tenore di vita. Guardami un po’: sono sveglio da più di due ore e mi sento un ragazzino pieno di energia. >
< Preferisco essere fiacco e grasso piuttosto che essere come te. >
< Fai come vuoi. La vita è tua e sei libero di fare quello che vuoi. >
< Però se mi trovassi nei tuoi panni non so se ce la farei a rimanere senza una donna… Perché dopo la morte di tua moglie non hai deciso di rifidanzarti per poi sposarti? >
Ma Ned odiava profondamente parlare della sua vita sentimentale.
Era la parte della sua vita che non conosceva soddisfazioni.
< Perché ho deciso di crescere i miei figli come un padre amorevole senza pensare alle donne e al sesso. >
< Decisione alquanto sbagliata visto che i tuoi figli ti hanno abbandonato improvvisamente. >
< Sono grandi e vaccinati per prendere una loro decisione. Punto e basta. >
In fondo in fondo ad Homer gli dispiaceva vedere il suo vicino di casa arrabbiato e scontroso quando si parlava della sua vita sentimentale.
Secondo lui aveva bisogno di una persona valida su cui parlare e superare questa crisi.
< Mi dispiace. Non volevo essere così curioso. >
< Ne sono certo, Homer… Ma in fondo la mia vita mi piace così com’è. Non cambierei nulla. Davvero. >
< Lo sai che mentire è peccato, vero? >
< Io non sto mentendo! È la pura verità! >
< Sinceramente non conosco una persona adatta per parlare di tutto ciò… A parte mia moglie. >
< Ma io non ho bisogno di parlare con nessuno! >
< Sai cos’è? Che ne dici se stasera dopo il lavoro ci ritroviamo da Boe per una birra insieme? Ti farebbe bene parlare insieme a noi. >
< Ti ringrazio ma ho una serata piena d’impegni. Ci sono dei programmi che mi piacciono in tv e non posso perderli. >
< Mi piacerebbe sapere quali… >
< E poi non sono un tipo mondano a cui piace andare a giro la notte. >
< D’accordo, come vuoi tu… Ma vuoi un mio consiglio? Finirai per deprimerti. E non potrai far niente per cambiare le cose. Ci vediamo, Flanders > disse infine Homer prima di lasciare il suo vicino in valiade di mille pensieri sulla sua vita sbagliata.
 
 
“La mia vita va bene così com’è. Davvero. Perché Homer vuole pensare il contrario?”
Più Ned si convinceva che la sua vita era perfetta, più inspiegabilmente si stava deprimendo sempre di più.
“Parlerò con i miei figli. Voglio sapere che cosa ne pensano di questa situazione.”
Mentre era in attesa che uno dei suoi figli rispondesse, Ned sarebbe stato dispiaciuto se non avessero risposto alla sua chiamata.
Ma ecco che alla fine una persona sconosciuta dall’altra parte del telefono accettò la sua chiamata.
< Pronto? >
< Todd? Sono tuo padre Ned. >
< Non sono Todd > rispose una voce femminile dall’altro capo del telefono < Sono Samantha. >
< Samantha? E chi sei? Dov’è mio figlio? >
< In questo momento è a farsi la doccia in compagnia di un suo amico… >
< Mio figlio che fa la doccia con qualcuno? Ti ordino subito di andarlo a chiamare! >
< Non so se potrà smettere. >
< Ti prego. È una questione molto importante > rispose Ned cercando di mantenere la calma.
< Ok. Aspetta un attimo. >
Dopo aver atteso un minuto, ecco che suo figlio prese la cornetta del telefono.
< Papà, che cosa vuoi? >
< Ciao, figliolo. Volevo solo sapere come stai. >
< Abbastanza bene, grazie > replicò Todd alquanto stizzito.
< Ti piace la tua nuova casa? >
< Molto accogliente. Soprattutto se hai qualcuno che ti tiene compagnia. >
< Sono contento? E tuo fratello? Anche lui è contento della nuova sistemazione? >
< Sì, papà. Siamo tutti contenti. >
< Meno male… Non volevo disturbarti, è solo che ero qui in salotto a sistemare alcune scartoffie e ho deciso di parlare un po’ con te. >
< Papà, quali scartoffie devi sistemare? >
< Alcuni fogli sparsi in qua e in là. Sai come sono molto preciso in casa. >
< Sì, ricordo la tua maniacalità… E comunque conoscendoti non credo che ci sia così confusione in casa tua. >
< Se solo tu potessi tornare. Anche solo per bere qualcosa insieme. >
< Papà, io e mio fratello ce ne siamo andati via appena una settimana fa’. Vuoi davvero che torniamo presto a trovarti? >
< Io non volevo nemmeno che voi ve ne andavate. >
< Siamo grandi. Abbiamo bisogno di fare le nostre scelte e le nostre vite. Rimanere accanto a te sarebbe solo stato un peso. >
Ned Ci rimase molto male sentendo le parole dure di suo fratello Todd.
< Tornando a te, perché stavi facendo la doccia in compagnia di qualcuno? >
< E questo chi te l’ha detto? >
< Colei che ha risposto prima di te al telefono: Samantha. >
< Non ti preoccupare. Quella ragazza non fa altro che confondersi sempre > replicò Todd frettolosamente.
< Mi devo forse preoccupare? >
< E di cosa, scusa? >
< Non lo so. Mica ti piaceranno gli uomini, vero? >
< Ascoltami bene, papà: quello che mi piace e non sono solo affari miei. Ti prego di stare fuori dalla mia vita una volta per tutte. >
< Ma Todd, sono tuo padre. >
< Questo non centra niente! Se vuoi che io e te continuiamo ad andare d’accordo, ti pregherei di lasciarmi un po’ in pace. Almeno per qualche giorno. Mi farò vivo io o mio fratello, d’accordo? >
Alla fine Ned si convinse delle parole di suo figlio, evitando così di insistere ulteriormente.
< Va bene, ti lascio alla tua vita. Ma se avrai bisogno di qualcosa, sai dove trovarmi. E poi puoi chiamarmi quando vuoi. >
< Lo so, papà. Me l’hai detto anche quando me ne sono andato via di casa > rispose Todd scocciato < Ci sentiamo presto, papà. Ciao > disse infine il ragazzo interrompendo bruscamente la telefonata.
“I ragazzi di oggi… Sempre più distanti dalla loro famiglia. Spero davvero di non mancargli per niente” pensò Ned ritornando alle sue faccende domestiche.

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Capitolo 2
*** L'angelo biondo ***


Alla fine Homer aveva ragione sulla vita troppo perfetta e senza sfumature di Ned: il vecchio baffetto perfetto doveva fare di tutto per parlare della sua vita con qualcuno.
Ma chi sarebbe stata la persona giusta per parlare di tutto ciò?
< Buongiorno, Flanders > fece Homer uscendo dalla sua abitazione per attirare l’attenzione del suo vicino.
< Ciao, Homer. >
< Anche oggi dai l’acqua alle piante… Non ti facevo così attaccato alla vegetazione, sai? >
< Almeno loro non potranno mai fuggire da me… Sono rimasto completamente solo. Solo come un cane che non ha una famiglia. >
< Ma ci siamo noi! La famiglia Simpson! >
< Ma se mi hai sempre rinnegato. Come puoi starmi vicino in momenti come questi? Non capisco. >
< Ci ho pensato a fondo con mia moglie e siamo arrivati alla conclusione che non possiamo voltarti le spalle. Almeno non ora. >
< Grazie per la comprensione. >
< Buongiorno, Ned > fece Marge portandosi appresso la colazione < Ti ho portato qualche pasticcino fatto in casa. Spero che ti piacciano. >
< Ti ringrazio, Marge. Hai avuto un pensiero davvero piacevole. >
< Di niente. >
< Tornando a noi Ned, hai parlato con i tuoi figli? >
< Ho parlato solo con Todd. >
< E cosa dice tuo figlio Todd di questa situazione? >
< Che cosa vuoi che dica? Non gliene importa minimamente di me… E come biasimarlo. Ora che se n’è andato, io non sono più importante per lui… Anzi, penso che io non lo sia mai stato. >
< Non dire così. Sono sicura che c’è una spiegazione alla sua indifferenza. >
< Vorrei proprio saperlo, sai Marge? Ma va bene così. Io ho cresciuto i miei figli come se fossero la cosa più importante della mia esistenza dopo la morte di mia moglie Maude. E questo è il loro ringraziamento? Sono veramente degli ingrati. >
< Vedrai che prima o poi sentiranno la tua mancanza. Dagli tempo. >
< Mi dispiace pensarlo, ma credo proprio che questo non succederà mai. >
< Adesso smettila di fare il disfattista > replicò Homer irritato < Smettila di pensare a quei mocciosi e goditi la vita! >
< Credo di essere troppo vecchio per darmi alla pazza gioia. >
< Troppo vecchio? Mica sei morto! Non pensare all’età. In confronto a me e ad altre persone, sei quasi un ragazzino! Tira fuori il carattere che hai in te! >
< Homer, non ti facevo così diretto. >
< E’ solo che non mi piace vederlo deprimersi in questa maniera. Non lo posso sopportare. >
< Vi ringrazio per tutto, amici miei. È bello vedere che siete gli unici che potete capirmi > replicò Ned quasi emozionato.
< Per cominciare questa sera potremmo fare un’uscita a tre. Magari troviamo una donna adatta a te, Ned. >
< Non lo so. Se ci penso, comincio ad essere troppo nervoso. >
< E allora vedi di non pensarci. Preparati per questa sera e non pensare a niente. Vedrai che andrà tutto bene. >
Non potendo rifiutare l’offerta per paura che i suoi vicini ci potessero rimanere male, alla fine Ned acconsentì al loro invito.
< Benissimo. Ti passiamo a prendere alle otto, va bene? >
< D’accordo, Marge. Ci vediamo questa sera > disse infine Ned rientrando in casa sua visibilmente sconsolato.
< Homer, secondo te abbiamo fatto bene ad invitarlo questa sera? >
< Anche se non mi piace per niente come persona, credo che sia un uomo di sani principi. E dobbiamo aiutarlo. >
< Sono contento che pensi questo di lui, papino > replicò Marge fiera di suo marito < Però adesso bisogno trovare la donna perfetta per lui… Credo che sarà un’impresa molto difficile. >
< Ned è un uomo che sa piacere. Credo che non avremmo molte difficoltà. >
< Staremo a vedere questa sera. >
 
 
Per tutto il pomeriggio, il vecchio Ned rimase a contemplare l’enorme orologio posto nel suo salotto fissando attentamente il tempo che passava.
“Ormai manca poco alla serata con i Simpson. Sono sicuro che mi sentirò molto impacciato. Accidenti a me! Non riesco ad essere una persona normale!”
Ned Flanders si sentiva un uomo sempre più frustato.
Anche se credeva che Dio operava in maniera imperscrutabile, continuava a pensare che l’altissimo aveva dei disegni del suo destino molto diversi da tutti gli altri.
“Prima o poi verrà la mia ora… Ma non posso morire in maniera così triste. Devo ritrovare in qualche modo l’amore. In questo momento è l’unica cosa che potrebbe realmente cambiarmi.”
Stufo di rimanere in salotto a fissare l’orologio senza fare niente, alla fine il vecchio uomo cominciò a pulire tutta la sua casa.
“Anche se la casa splende già adesso com’è, passerò il mio tempo impiegandolo in qualcosa di molto utile.”
Ma una volta presa la sua aspirapolvere in mano per pulire il pianerottolo di sopra, qualcuno cominciò a bussare alla sua porta.
“Chi potrebbe mai essere a quest’ora? È impossibile che siano i Simpson. Sono appena le sei e mezzo e manca un’ora e mezza al mio appuntamento.”
Incuriosito e dopo aver risistemato i suoi attrezzi di pulizia, Ned si precipitò al piano di sotto per scoprire chi potesse mai essere.
< Sì? Desidera? > domandò l’uomo senza aprire la porta.
< Ned, apri la porta. C’è una sorpresa per te. >
Non essendo riuscito a riconoscere il tono di voce, l’uomo divenne sempre più scettico.
< Ma chi sei? >
< Se mi apri lo scoprirai. >
Una volta aperta la sua porta d’ingresso, Ned rimase visibilmente folgorato per chi si stava trovando dinanzi in quel momento.
< Sara… sei davvero tu? >
< In carne ed ossa > replicò la sua vecchi fiamma in un sorriso smagliante.
< Che cosa ci fai qui a Springfield? >
< Sono venuta a trovarti, Ned. Ormai sono passati molti anni dall’ultima volta che ci siamo visti e sentivo molto la tua mancanza. >
In quel momento Ned fu molto felice di sentire simili parole nei suoi confronti.
< Vieni, accomodati pure. >
L’uomo non si sentiva così felice e contento da quando aveva proprio fatto l’amore con lei una notte in un bosco di Springfield.
“Forse ho ancora una speranza…”
< Accomodati pure qui in salotto > fece Ned facendo gli onori di casa.
< Grazie. Mi dispiace averti disturbato. Sono sicura che avevi da fare qualcos’altro di più importante. >
< Assolutamente no. Stavo solo pulendo la casa. >
< Davvero? Brilla talmente tanto che sembra davvero non ci sia una minima imperfezione qua dentro. La tieni davvero molto bene. >
< Ti ringrazio. Dopo che i miei figli se ne sono andati, faccio di tutto per far passare il mio tempo. >
< Sei rimasto da solo? >
< Purtroppo sì. Ma stasera i Simpson mi porteranno a fare un giro per la città per potermi distrarre. >
< Ned, mi dispiace davvero tanto che tu sia rimasto da solo. >
< Non ti preoccupare. Ormai ci sono abituato. >
< Lo sai? Ho una bella notizia: ho abbandonato definitivamente la mia vita da attrice di Hollywood e posso rimanere qui a Springfield qui con te per tutto il tempo che voglio. >
< Ma la tua carriera? >
< Ho girato in lungo e in largo in tutto il mondo. Sono abbastanza soddisfatta per la mia carriera. Adesso però ho bisogno di qualcuno che possa rimanere accanto a me nel corso della mia vita. Non ce la faccio a rimanere da sola per molto tempo. >
Anche se non lo dava a vedere, Ned fu molto felice della notizia di Sara.
< Rimarresti accanto a me in questa cittadina sposando la mia vita noiosa? >
< La tua non è una vita noiosa, Ned. Sei un uomo speciale. Soprattutto per me.>
In quel momento Ned non si poteva più trattenere.
La mancanza di Sara si faceva sempre più sentire, e adesso che se la ritrovava davanti non poteva placare i suoi reali sentimenti.
< Mi sei mancata tantissimo, Sara. Ho fatto di tutto per non pensare a te… Ma negli ultimi tempi la tua mancanza si faceva sempre più sentire. >
< Non ho mai smesso di pensarti, Ned. Nemmeno quando giravo film stupidi e sciocchi. >
< Non è vero. I tuoi film non sono così. >
 < Hollywood stava diventando una noia mortale, te lo assicuro. Paparazzi pronti a spiarti 24 ore su 24 per sapere come trascorrevi le giornate. Non avevo nessun momento di privacy per me. E questo stava diventando una cosa troppo insopportabile. >
< Mi dispiace per tutto quello che hai passato, Sara. >
< Adesso questi problemi non faranno più parte di me… Ritornare qui a Springfield è stata una benedizione per me. Mi sento una donna più libera. >
< Anche se rimarrai accanto a me? >
< Certo che sì, Ned. Tu sei la cosa migliore che mi sia accaduto negli ultimi anni. Davvero. >
< Ancora non so come ho fatto a stare lontana da te per tutti questi anni, Sara. >
< Possiamo recuperare il tempo perso… Per esempio non mi hai mai fatto vedere camera tua. Che ne dici se andiamo di sopra a coccolarci un po’? >
< D’accordo… Ma secondo te riusciremo ad essere puntuali per le otto di stasera con i Simpson? >
< Smettila di pensare a loro. Non è il momento > replicò Sara con tono seducente mordendo il labbro inferiore al suo amato.
< Non mi sono mai sentito così accaldato prima d’ora. Deve essere la stagione. >
< Tu dici? Ti assicuro che una volta nudo sentirai ancora molto più caldo. >
< Mi piace soffrirlo insieme a te. Adesso basta aspettare. Vieni con me > replicò Ned prendendola in braccio.
< Oh, Ned! Sei così anche a questa età? >
< Non mi sono mai sentito così giovane prima d’ora. >
< Allora sei pronto per riprenderti la giovinezza tutta insieme? >
< Non vedo l’ora. >

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Capitolo 3
*** Un Ned diverso ***


I Simpson erano ormai pronti per uscire di casa e far passare una serata diversa al loro vicino di casa Ned.
Ma quando si ritrovarono vicino alla loro porta, notarono che c’era qualcosa che non andava.
< Homer, secondo te di chi è quella macchina posteggiata accanto all’auto di Ned? >
< Non lo so. Non l’ho mai vista prima d’ora. >
< Ha una targa straniera. Non è di Springfield. >
< Magari qualcuno è venuto a trovare il nostro Ned. >
< Strano. Ned non ha nessun parente a parte i suoi figli e da quello che so loro non hanno un auto. >
< Come sei curiosa, Marge. Ma cosa te ne importa? >
< Niente. Era solo per dire. >
< Ti preoccupi così tanto di lui? >
< Sì. Vederlo in quello stato depresso mi fa’ sentire triste. >
< Sarà. Ma da questa sera si trasformerà in una persona diversa. >
Suonando ripetutamente alla porta di casa sua, Marge e Homer attesero più di venti minuti prima che qualcuno li potesse ricevere.
< Ned, siamo in ritardo. Ti aspettavamo… Ma perché sei ancora nudo? >
< Salve salvini, cari vicini. Non vi ho avvertito, ma oggi ho avuto un piacevole fuori programma. >
< Cosaaa? Hai fatto chiamare una squillo e lei si è precipitata da te? > domandò sorpreso Homer.
< Ancora meglio! >
< Che cosa ci potrebbe essere di meglio a parte una donna di facili costumi? >
< Homer! Ned non è quel tipo di uomo. >
< Certo, come no. La carne è la carne, Marge. Ricordatelo. Sono convinto che anche Dio non sarebbe resistito ad una donna nuda. >
< Comunque sei completamente fuori strada, Homer… Indovina chi è passato a trovarmi. >
Fissando sua moglie, l’uomo non riuscì a capire a chi si stava riferendo il suo vicino di casa.
< Ned! Ma quanto ci metti? > domandò Sara richiamandolo.
< Arrivo subito, tesoro. >
< Ma quella è la voce di Sara Sloane! >
< Hai indovinato! Non mi sarei mai aspettato la sua visita. È stata una gradita sorpresa. >
< Scusaci se vi abbiamo interrotto. >
< Non ti preoccupare, Homer. È tutto apposto. >
< E per la nostra serata? >
< Mi dispiace Marge, ma devo declinare l’offerta. Ho promesso a Sara che sarei rimasto accanto a lei per recuperare il tempo perso. E ne abbiamo da recuperare! >
< Bravo Ned! È così che si fa’! > replicò Homer dandogli man forte.
< D’accordo. Sono contenta di rivederti felice. >
< Non mi sentito così pieno d’energia da anni! Sono al settimo cielo! >
< Bene. Allora ti lasciamo in dolce compagnia. >
< Grazie per tutto quello che avete fatto per me. Lo apprezzo molto. >
< Figurati. Siamo sempre felici di aiutarti > replicò Marge con sorriso < Buona serata. >
< Grazie > disse infine Ned richiudendo la porta.
Una volta rimasti soli, Marge e Homer discussero di come Ned era cambiato in maniera così repentina.
< Secondo me quella donna peggiorerà il nostro Ned. Ne sono sicura. >
< Oh, smettila Marge. Sara non è una cattiva persona. >
< Su questo non ne sarei così sicura. Hai visto come ha abbandonato l’ultima volta Ned pensando solo ai suoi interessi. >
< E con questo? L’ultima volta era diverso. Ma adesso Sara gli ha promesso assoluto amore e rimarrà per sempre con lui. Almeno così non lo potremo vedere musone. >
< E tu che cosa ne sai? Una donna può farti sentire un Dio o la peggiore persona del mondo. Ricordatelo sempre, Homer. >
< Allora devo essere fortunato ad essere accanto ad una donna come te, Marge. >
< La stessa cosa vale per me, papino. Ti amo tanto. >
< Anch’io, Marge > replicò Homer prima di baciare la sua amata rimanendo da soli all’interno dell’auto.
 
 
Appena Ned ritornò in camera, vide la sua amata alquanto preoccupata.
< Non ti vedevo ritornare. Che cos’è successo? >
< Niente. Sono venuti i Simpson. Mi ero dimenticato che avevo un appuntamento con loro questa sera. >
< E che cosa gli hai detto? >
< Gli ho solo comunicato che tu eri tornata a Springfield e che non sarei andato con loro. >
< Spero che non ci siano rimasti male. >
< Non ti preoccupare. Anzi, sono contenti nell’avermi rivisto così felice. >
< E tutto grazie a me > rispose Sara alquanto modesta.
< Certo… Adesso che cos’hai intenzione di fare, tesoro? >
< Andiamo a cena fuori? Sto cominciando ad avere fame. Conosci forse qualche posto esclusivo solo per noi due? >
< Purtroppo no. Ci vorrebbe qualche locale intimo, ma a Springfield non ce ne sono. >
< Ti piace una relazione riservata? >
< Per il momento sì. E poi prima ne vorrei parlare con i miei figli. >
< Ma cosa centrano loro con noi due? >
< Niente, tesoro. Voglio solo sapere che cosa ne pensano. Tutto qua. >
< Spero che tu non ti vergogni di me. Sarebbe una cosa alquanto insopportabile. >
< Ma cosa ti viene in mente, Sara? Sei diventata la persona più importante della mia vita. Non scordartelo. >
< Perché mi risulta molto difficile crederti? >
< Andiamo, Sara. Non pensare a cose stupide e senza senso. >
< Il nostro rapporto è appena iniziato e stiamo già litigando. Come posso stare tranquilla? >
< Ma io veramente… >
< Allora, se non ti vergogni di me, portami a cena fuori in un locale qualsiasi. Anche nella bettola più brutta della città. Basta che rimaniamo insieme. >
Ned non comprendeva il perché Sara si stava comportando in maniera alquanto possessiva e ambigua.
< D’accordo, faremo come dici tu. Però smettiamola di discutere. Non lo posso sopportare. >
< Promettimi una cosa: nessuno né tantomeno i tuoi figli potranno guastare la nostra unione. Sei d’accordo? >
< Va bene. Però mi piacerebbe che tu li rivedessi. >
< A tempo debito lo farò. Ma adesso voglio essere tutta per te. >
< E lo sarai, tesoro mio. Adesso però rivestiti. Io prenoto il ristorante. >
 
 
Senza sapere dove andare, alla fine Ned e Sara si fermarono al ristorante italiano da Luigi.
< Non capisco perché ci guardino tutti. Che cosa abbiamo fatto? > domandò Ned senza sentirsi minimamente a suo agio.
< Non lo so. Forse fisseranno la scollatura del mio vestito. >
< Questa città non cambierà mai con le sue porcate. E poi nessuno riesce a farsi gli affari suoi. >
< Sei forse geloso, Neddy? >
< Certo che sì. Non voglio che ti guardino in maniera così sensuale. Mi da fastidio. >
< D’accordo. Prendiamo una portata e poi ce ne andiamo immediatamente, ok? >
< Sempre che qualcuno ci possa prendere l’ordine… Cameriere! >
Un giovane ragazzo di circa vent’anni, si avvicinò al tavolo di Ned e Sara con fare guardingo e distratto.
< Siamo pronti per ordinare > fece Ned irritato.
< Ditemi pure. >
< Due pizze margherita. >
< Molto bene. E da bere? >
< Acqua naturale a temperatura ambiente. >
Ma nel mentre il cameriere stava prendendo appunti sulla sua comanda, Ned notò che non faceva altro che fissare le tette della sua amata.
< Adesso basta! Ne ho abbastanza! Ce ne andiamo da qui. >
< Ma perché? Che succede? >
< Mi prendi forse per uno sciocco, ragazzino? Ho visto come adocchiavi le bombe della mia fidanzata. Io non tollero simili affronti. >
< Ma le giuro che… >
< Stai zitto! A questo punto mi è completamente passato l’appetito. Andiamocene Sara. >
Una volta uscito dal locale, Sara fu molto dispiaciuta per come aveva reagito Ned.
< Ned, ti prego. Torniamo dentro. Non è successo niente di spiacevole. >
< Però poteva accadere… Da quando siamo entrati, la gente non ha smesso di puntarti gli occhi di dosso. Sembravi quasi una pregiudicata. >
< Non è colpa mia se sono bella e ho un fisico da urlo. >
< Molto bene. Da questo momento ceneremo sempre a casa in completa solitaria. >
< Come? E vorresti tenermi segregata in casa sua per tenermi lontana da tutto e da tutti? >
< Vedremo che cosa possiamo fare. >
< Ned, secondo me stai esagerando. >
< Tu preferisci essere fissata, non è vero? Sei abituata a rimanere sotto i riflettori. Però vorrei ricordarti che qui sei a Springfield e non ad Hollywood. >
< Sono scappata da Hollywood perché ne avevo abbastanza di quella vita stressante di attrice! Perché adesso me ne stai facendo pentire? La tua gelosia morbosa è alquanto imbarazzante. Sappilo! >
< Adesso basta! Non ho più voglia di discutere con te! Se vuoi tornare in quel ristorante, fallo pure. Ma lo farai da sola. Io me ne torno a casa. >
< Ah sì? Mi lasceresti qui da sola? >
Ma Ned non seppe cosa rispondere, tornando verso la sua auto senza degnare di uno sguardo Sara.
< Che fai? Adesso non mi parli più? >
< Sali in macchina e falla finita di discutere. >
< Se tu che hai iniziato facendo quella scenata dinanzi a tutti? >
< Sai che c’è? È meglio che torno a casa da solo. Se vuoi venire sai dove trovarmi > disse infine Ned prima di sfrecciare con la sua auto lontano dalle urla della povera Sara rimasta completamente da sola.

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Capitolo 4
*** Sentirsi uniti ***


Prima di tornare a casa, Ned si fermò dinanzi all’appartamento di suo figlio Todd.
< Chi è? > domandò una voce femminile dall’altra parte della porta.
< Sono Ned Flanders. Cerco mio figlio Todd. È in casa? >
Sentendo quel nome, la ragazza dall’altra parte della porta aprì fissando Ned con sguardo serio.
< Tu sei il padre di Todd? >
< Esatto. È in casa? Ho bisogno di parlarci urgentemente. >
< Sta guardando la partita sul divano. Non credo che vorrà essere disturbato. >
< Ti prego di farmi entrare. È una questione di vita o di morte. >
< Va bene. Però se sento degli urli sarò costretta a cacciarti di casa. >
< Non ti preoccupare. Per questa sera ho già litigato abbastanza. >
Facendogli strada per i lunghi corridoi dell’appartamento, Ned si guardò intorno con fare guardingo.
“Ancora non capisco perché i miei figli siano dovuti andare via di casa. Guarda che squallore!”
< Vorrei prima però confessarti una cosa. >
< Dimmi pure. Anche se sei vecchio, sei davvero belloccio. Come fai a mantenerti così in forma? >
< Non lo so. Deve essere costituzione. >
< Tuo figlio non è così. Anche se ha quasi venticinque anni, è come se fosse un uomo di cinquanta con quella buzza da alcolizzato che gli sta crescendo e le occhiaie in viso. >
< Che cosa? Mio figlio si sta rovinando in questa maniera? >
< Guarda tu stesso… Todd? C’è una visita per te > fece Samantha richiamando l’attenzione del ragazzo.
< Accidenti! Ti avevo detto che non volevo essere disturbato da nessuno quando guardavo la partita! >
< Ormai siamo agli sgoccioli. E poi la tua squadra sta perdendo. >
< E con ciò? >
< La visita che hai è molto importante. Fidati di me. >
< L’ultima volta che me l’hai detto hai interrotto la partita solo per presentarmi una tua amica completamente ubriaca. >
< Almeno te la sei portata a letto, no? >
< Avrei preferito non farlo… Comunque, chi mi vuole? >
Facendosi avanti, Ned fissava suo figlio con sguardo disgustato.
< Papà. Che diavolo ci fai qui? >
< Sono venuto a vedere in che razza di squallido appartamento vivi. >
< Non ti dovevi disturbare per così poco. >
< Già. Adesso lo penso anch’io… Ma fa lo stesso. Ormai sono qui. >
Una volta spenta la tv, Todd si alzò dal suo divano facendo gli onori di casa.
< Posso offrirti qualcosa? Birre? Superalcolici? >
< No, grazie. Lo sai che non bevo… E non lo dovresti fare nemmeno tu. >
< Ormai sono cambiato, papà. E poi non bevo così tanto. >
< Vedendoti in quale stato sei, mi risulta molto difficile crederti. >
< Pensa quello che vuoi. Ormai sono grande e vaccinato per prendere simili decisioni. >
< Ricordati però che sono sempre tuo padre… Tuo fratello dove si è cacciato? >
< Sarà in giro per la città a spassartela con i suoi amici. Lui si che ogni giorno diventa sempre più scalmanato. Lo dovresti vedere. >
< Meglio di no. Vi voglio ricordare come dei bravi ragazzi. >
< Ma noi siamo bravi. >
< Certo… >
< Comunque, che sei venuto a fare qui? Sei venuto a brontolarmi per come vivo e a farmi le tue solite ramanzine? >
< No. Volevo solo vedere come stavano i miei figli. >
< Alla grande. Davvero. >
< Ne sono lieto. >
< Tu invece? Come te la passi da solo in casa? >
< Passo il tempo… Lo sai chi mi è venuto a trovare oggi? Sara Sloane. >
< Cosaaa? La tua vecchia fiamma di Hollywood è ritornata a Springfield? >
< Esatto. >
< Wow! Non me lo sarei mai aspettato. E dimmi, come l’hai trovata? È sempre una bella topa? >
< Todd! Ma come diamine parli? >
< Lo sanno tutti che gran pezzo di fica è. Anche tu sei crollato ai suoi piedi. >
< Già… Ma penso che non siamo adatti per stare insieme. >
< Davvero? Allora fatti da parte e presentala a me. >
< Non ci pensare nemmeno. Lei non è adatta per stare in una città come questa. Ha bisogno di lusso sfrenato e di vizi che qui non può soddisfare. >
< Da quello che mi ricordo di lei, l’unica cosa che gli interessa è quello che hai in mezzo alle gambe. >
< Lo credo anch’io. Però siamo molto diversi… Non possiamo andare d’accordo molto facilmente. >
< Perché sei uno stupido, papà. Riempila d’attenzioni e fai quello che ti dice. Vedrai che dopo sarà tutto molto più facile. >
< Ci ho provato, ma ho fallito. >
< Ascoltami bene: tu la ami? >
< Non lo so. Ora che ci ho discusso pesantemente, non so più cosa pensare. >
< Se tra voi due non dovesse tornare tutto rose e fiori come un tempo, me la potresti presentare? >
< Non so se saresti il suo tipo. A lei gli piacciono i tipi maturi. >
< Ma io sono maturo. Davvero! >
< Cambiando discorso, quando torni a casa? >
< Non lo so. Parlo con mio fratello e ti faccio sapere, ok? >
< Va bene. È meglio che me ne vada. Domani devo alzarmi presto per sistemare il giardino. >
< Oppure non vedi l’ora di tornare da lei… Marpione! >
< Io non sono quel tipo di uomo che pensi, Todd. >
< Già. Dicono tutti così… A presto, papà. E in bocca al lupo… O meglio ancora, in bocca alla sua… >
< Ti prego di non continuare! >
< Va bene, scusa > disse infine Todd facendo l’occhiolino a suo padre
 
 
Una volta ritornato a casa, Ned vide la sua amata Sara accasciata dinanzi alla porta d’ingresso.
< Sara! Sara! >
La donna, completamente allo stremo delle forze, si era addormentata attendendo il suo ritorno.
< Sei venuta a piedi con i tacchi dal ristorante fino a qui? >
< Certo. Tu mi hai abbandonato impunemente. >
< Mi dispiace essermi comportato come uno stupido. >
< Ormai quello che hai fatto hai fatto… Ho bisogno di un letto immediatamente. >
< Vieni. Ti porto io. >
Prendendola in braccio, Ned la portò fino in camera sua adagiandola sul letto.
< Hai bisogno di qualcosa? >
< Sì… di te. >
Più Ned fissava il suo viso sciupato, più si sentiva rammaricato per averla abbandonata dinanzi al ristorante.
< Vuoi che ti faccia qualche massaggio? >
< Fai quello che vuoi. Basta che tu non mi lasci mai più. >
< Certo. >
< Mi sento sempre bene quando rimango tra le tue braccia. Mi fa sentire una donna diversa. >
< Quando eri ad Hollywood ti sentivi sempre sola? >
< Certi giorni, sì. Era una cosa davvero insopportabile a lungo andare. >
< Davvero non tornerai mai più in quel posto? >
< Nemmeno se fosse l’ultimo posto rimasto sulla terra. Ormai ho te, Ned. E niente e nessuno ci potrà mai separare. >
In quel momento Ned fu molto colpito per le belle parole che Sara aveva avuto per lui.
< Sara… io non ti merito… >
< Perché dici questo? >
< Io… Non dovevo trattarti come un essere abominevole. >
< Non ti preoccupare. Adesso è tutto passato. >
< Davvero mi hai perdonato? >
< Certamente, Ned. Non potrei mai rimanere in collera con te. Adesso la mia vita sei tu. >
< Ti amo, Sara. Più della mia stessa vita > replicò Ned affondando le sue labbra in quelle della sua amata prima di iniziare a spogliarla e a coccolarla come la persona più importante della sua vita.

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Capitolo 5
*** Divergenze d'amore ***


Con il passare dei giorni, Ned non riusciva a sentirsi in pace con sé stesso.
Anche se aveva fatto pace con la sua amata Sara, stava incominciando a pensare che non erano fatti per stare insieme.
“Anche se ho ritrovato l’amore, mi sento un tipo solitario. Non posso rimanere accanto ad una donna che non sia realmente mia moglie. Almeno che non decida alla fine di sposarla una volta per tutte.”
Essendo fidanzato da pochi giorni, Ned Flanders decise di affrontare Sara senza paura e di fargli la proposta
Ma quando la trovò in bagno, vide che stava parlando con il suo agente in vivavoce.
< E’ un possibilità che non ti capiterà mai più nella vita, Sara. Pensaci bene. >
< Reynold, mi sono appena rimessa con Ned. Se scappo ancora una volta da lui, gli spezzerò il cuore. >
< Ho questo progetto di un film da assoluta protagonista che ti potrebbe valere l’oscar che non hai ancora mai vinto… O preferisci una vita noiosa con il tuo amato? >
< Ned non è una persona noiosa. >
< Allora perché non me lo presenti? >
< Perché… ancora non è il momento. >
< Ti vergogni forse di lui? >
< E’ troppo santarellino. Non so se andresti d’accordo. >
< Cosa? Ahahah mi stai forse dicendo che ti sei messa con un prete? >
< Non un prete in carne ed ossa… Ma ad un uomo devoto alla chiesa. >
< Con tutti quelli che potevi incontrare, proprio lui. Mi domando che cosa ci trovi di attraente in lui. >
< E’ la persona più buona e magnanima che io abbia mai incontrato. E per di più scopa bene. >
< Ah, ecco perché! Sei la solita Sara. >
< Reynold, se non vuoi che torni ad Hollywood per ucciderti con le mie mani, faresti meglio a non continuare ad inferire. >
< Comunque pensa bene alla mia proposta, d’accordo? >
< Va bene. Ti chiamo io. >
Una volta riagganciato la chiamata, Ned si sentiva molto più afflitto di prima.
< Non Posso rifiutare questa offerta. Ne va troppo della mia carriera… Spero che Ned non la prenda male > fece Sara parlando da sola.
< Quindi hai deciso di abbandonarmi una seconda volta >
Vedendo che il suo amato si trovava proprio dietro la porta del bagno dove Sara si stava sistemando i capelli, la donna rimase alquanto scossa.
< Mi stavi forse spiando, Ned? >
< Volevo parlarti di una cosa e inavvertitamente ho sentito che stavi parlando con il tuo agente. >
< E hai sentito tutta la conversazione? >
< Credo di aver ascoltato abbastanza… >
< Mi dispiace, Ned. Non volevo che tu lo sapessi così. >
< Quindi hai deciso di andartene ancora? >
< Ned, devi capire che quel film porterebbe la mia carriera a livelli altissimi. E per di più potrei vincere anche l’oscar che non mi sono mai aggiudicata. >
< Posso capire per l’oscar, ma non credi di essere già fin troppo famosa? >
< Lo so, però… >
< La popolarità non fa altro che darti alla testa, Sara. Tu non potrai mai essere una persona normale come me e come tutto il resto di questa città. A te Springfield sta stretta. >
< Non è vero! Mi sono sempre trovata bene in questa cittadina. Anche se voi cittadini siete un po’ strani, questa per me è la mia seconda casa. >
< Ma non lo sarà più quando te ne andrai per l’ennesima volta. >
< Potrei sempre tornare da te quando il film sarà finito. >
< E quanto tempo potrebbe passare? Un anno? >
< Forse sì. È un kolossal che ha bisogno di molta lavorazione. >
< Può darsi che io tra un anno io non ci sia più… E poi non posso aspettarti. È troppo tempo. >
A quel punto Sara fu molto ferita dalle parole di Ned.
< Quindi vuoi dirmi che non mi ami abbastanza? >
< Io ti amo, Sara. Più della mia stessa vita. >
< Allora perché mi hai appena detto che non mi aspetteresti? >
< Perché non sono giovane come un tempo. Potrei morire anche da un momento all’altro. >
< Non dire sciocchezze, Ned! Tu non vuoi aspettarmi perché non sopporti la lontananza. Tutto qui. >
< E anche se fosse? Tu che cosa faresti se fossi al mio posto? >
Ma Sara non voleva rispondere a quella domanda, distogliendo lo sguardo dal suo amato.
< Faresti la stessa cosa che farei io. Lo leggo dai tuoi occhi. >
< Non avrei mai pensato che il nostro amore fosse già al capolinea. >
< Se vuoi saperlo, non è nemmeno iniziato. >
< Perché dici questo? >
< L’amore si costruisce con gli anni. Non con i giorni. >
< Quindi vuol dire che non mi ami abbastanza… >
< Sara, è meglio che tu torni ad Hollywood. L’amore non fa per te.>
Sentendo quelle parole, Sara non ci vide più dalla rabbia.
< Cosa?! Credi di saperne più di me solo perché sei più vecchio?! Ma fammi il piacere! Tu non sai niente di me. E non mi conosceresti abbastanza nemmeno se stessimo insieme tutta la vita. Ancora non capisco come ho fatto ad innamorarmi di te. Ti odio! >
Presa da un impeto di rancore, Sara prese le sue poche cose per andarsene definitivamente dalla casa di Ned.
< Se dici quelle parole, vuol dire che non ci tieni minimamente a me. E questo mi dispiace più di ogni altra cosa. >
< Non siamo fatti per stare insieme, tutto qui. Io ho la mia vita solitaria, mentre tu hai la tua carriera nel cinema. Siamo poli opposti che non possono rimanere insieme. >
< Io credevo in noi due… Perché tu no? >
< Te l’ho appena detto. >
< Così mi spezzi il cuore, Ned. Io… >
< Adesso basta parlare. Vai per la tua strada. E’ la decisione migliore. >
Non sentendo più ragioni, alla fine anche Sara si convinse delle parole di Ned.
< Addio, Ned. È stato bello finché è durato. >
< Addio, Sara. Spero che tu possa essere felice anche lontano da me. >
< Non so se sarà la stessa cosa… Ma ci proverò > disse infine Sara prima di sparire nel buio della notte completamente sola.
 
 
Sentendo le urla provenire da casa di Ned, Marge e Homer Simpson accorsero fuori dalla loro abitazione per scoprire cosa stava succedendo.
< Ned, ma cos’erano quegli urli? >
< Niente di preoccupante, Marge. Io e Sara ci siamo definitivamente lasciati > replicò l’uomo trattenendo a stento le lacrime.
< Perché? Che cos’è successo? >
< Eravamo troppo diversi. Non potevamo mai stare assieme per molto. >
< Ma eravate così felici! Io non capisco. >
< Lascia stare. Non sono fatto per stare con una donna che non fosse mia moglie. >
< Ned, tu non fai altro che pensare alla tua defunta Maude… E’ per questo che non riesci ad essere te stesso. >
< Io sono così, Homer. Prendere o lasciare. >
< Ma non puoi continuare a deprimerti, dannazione! Devi dare una svolta nella tua vita prima che tu possa morire in solitudine. >
< Forse è davvero questo il mio destino dopotutto… >
< Smettila di dire fesserie e ascoltami una buona volta! Vai a riprenderti Sara e trova la felicità che ti serve. >
< Lei ha la sua carriera nel cinema. Ormai è troppo tardi. >
< Allora trasferisciti ad Hollywood! >
< Nemmeno per idea! La mia vita è qui a Springfield. >
< Perché non vuoi capire? >
< Adesso basta insistere, Homer. Se lui è felice qui, dobbiamo acconsentire alla sua richiesta. >
< Ma non è felice, Marge! È questo il problema. >
< La felicità la posso trovare solo con i miei figli. Se solo tornassero da me… Prego ogni giorno perché possa accadere. Spero che Dio ascolti le mie preghiere. >
< Ned, devi anche capire che ormai i tuoi figli sono grandi > rispose Marge con tono pacato < Devono fare la loro vita. Non possono rimanere per sempre nel nido paterno. >
< Lo so. Spererei almeno che mi venissero qualche volta a trovare… Adesso comprendo che non sono più importante per loro. Lo vedo da come si comportano. >
< Ned, fidati che loro ti vogliono sempre bene. È che non riescono a confessarlo perché stanno crescendo… Ma fidati delle mie parole. >
Alla fine Ned si convinse delle parole di Marge fissandola con sguardo sorridente e rilassato.
< Spero che tu abbia ragione, Marge. >
< Adesso però basta essere tristi. Che ne dici di una birra insieme con il tuo vicino di casa? >
< Magari un’altra volta. Adesso devo rimettere in sesto la mia vita… Grazie per i vostri preziosi consigli. Non li dimenticherò mai. >
< Di niente, Ned. Su con la vita e vai avanti per la tua strada. >
< Ci proverò state tranquilli. >
 
 
Un mese dopo
Alla fine Ned era ritornato alla sua vita di un tempo, senza però dimenticare il suo passato.
I suoi vicini e gli altri abitanti della città lo vedevano come un uomo nuovo altruista e gentile che non mancava di dire una parola buona anche a quelli più sfortunati di lui.
Ma da lì a poco non avrebbe mai immaginato che la sua vita potesse prendere l’ennesima svolta inaspettata.
< Salve salvino cari vicini. Buona giornata a tutti voi. >
< Grazie, Ned. Ti vediamo in gran forma. >
< Non mi sentivo così bene da un sacco di anni. Davvero. >
< Bene, ci fa piacere. >
Nel mentre stavano parlando animatamente tra di loro, Ned vide un’auto conosciuta sostare nel suo vialetto.
< Non ci posso credere. Questa sì che è una sorpresa. >
I suoi figli, Rod e Todd, stavano scendendo dall’auto con le valigie in mano.
< Figlioli, non mi dire… >
< Ti chiediamo scusa per come ci siamo comportati con te, papà > fecero in coro i due ragazzi < Non potevamo immaginare che la vita da soli potesse essere così difficile. >
< Ragazzi miei, avete ancora da imparare molte cose… Ma questo non vuol dire che io sia in colera con voi. Sono molto contento di riavervi sotto il solito tetto. >
< Ti ringraziamo, papà. >
< Allora, chi vuole cantare le canzoni della domenica come facevamo un tempo? >
< Noi!!! >
< Allora aspettatemi dentro. Arrivo subito. >
Una volta rimasto solo con i Simpson, Ned non mancò di ringraziare loro e il suo buon Dio per le preghiere ascoltate
“Oggi inizia una nuova vita” pensò l’uomo “Io con i miei figli. Senza dimenticare che loro continueranno sempre a crescere.”

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