Un caffè sotto sforzo

di Sa1997
(/viewuser.php?uid=503102)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Preludio ***
Capitolo 2: *** Mente in doccia ***
Capitolo 3: *** A Frascati ***
Capitolo 4: *** Vorrei ***
Capitolo 5: *** Un mondo romantico ad uno impaurito ***
Capitolo 6: *** Vite condivise ***
Capitolo 7: *** Cortocircuito ***
Capitolo 8: *** Il fato ***
Capitolo 9: *** Un dolce bagliore ***
Capitolo 10: *** Una nuova sim telefonica ***
Capitolo 11: *** Posti mancati ***
Capitolo 12: *** Carote verdi ***
Capitolo 13: *** Punta Ala ***
Capitolo 14: *** Rabbia e sorriso ***
Capitolo 15: *** A me piace ancora ***
Capitolo 16: *** Non-ritratto ***
Capitolo 17: *** Caffè finito ***



Capitolo 1
*** Preludio ***


Preludio

Poesia
nella rievocazione in versi
di esperienze vissute
                        che sono chi siamo.
 
Poesia
nei riflessi motori e posturali
di movimenti appresi
                        assunti nel tempo.
 
Ecco
una serie di azioni,
in danza
farsi poesia.
 
14.2.19

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Mente in doccia ***


Mente in doccia
 
Stretti e bagnati,
spalle su petto.
 
Un calore disperso
tra vetri e vapori
che accaldati avvolgono
visi, braccia e gambe.
 
Una mano carezza la nuca
l’altra sorregge lo specchio d’acqua.
 
Lento
scorre sotto il seno
roseo e sicuro e calmo
lungo il basso ventre.
 
Un rivolo eccitato
supera dita intrecciate.
 
Tutto si ferma, 
in un attimo senza tempo. 

14.03.19

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** A Frascati ***


A Frascati
 
Ora,
mi immagino serena
al sole di Frascati
in compagnia
di calzini spaiati.
 
I tuoi e i miei.

15.03.19

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Vorrei ***


​Vorrei

Vorrei abbracciarti, stringerti.

Sentirti reale e non disperso
tra parole scritte e accennate.
Voglio crederci e ci credo.
 
Nonostante i timori, gli ostacoli
che con cura ci scegliamo
e con premura collochiamo tra i nostri piedi.
 
Voglio ritrovarmi con te a Frascati.
Sotto il sole di una giornata uggiosa
o tra le nuvole di un cielo terso.
 
Voglio essere parte
delle tue prossime peregrinazioni in Maremma.
Non di tutte, solo di quelle che vorremo.
 
Voglio bruciarmi,
mettendomi la crema solare.
Voglio vederti,
 
sorridere e sapere
che tutto questo sta andando
nel preciso modo in cui sarebbe dovuto andare.
 
E che questo ci fa star bene.
Contro ogni previsione
e secondo tutti i buoni propositi.
 
Da soli, in compagnia.
 
18.03.19
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Un mondo romantico ad uno impaurito ***


Un mondo romantico ad uno impaurito

Oggi,
con labbra delicate
avrei con piacere
sfiorato le tue
e soffici le palpebre.
 
Nascondono
un timido tepore
profondo, vivo.
Da scoprire
come dei calzini spaiati.
 
primavera 2019

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Vite condivise ***


Vite condivise

Penso che se tu fossi qui,
ora nel letto con me,
con calma allungando una mano
spegnerei la luce.
 
Piano mi appoggerei
con le spalle al tuo petto,
i fianchi sul tuo addome,
le gambe tra le tue.
 
Insieme, prenderemmo sonno
condividendo sogni di sorrisi e timori.
E così per tutte le sere,
potendo contare uno sul petto dell’altro.
 
Questo,
è ciò che immagino
e a stento rievoco
per una vita condivisa.

 
30.03.19

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Cortocircuito ***


Un cortocircuito
 
Mi osservo scrivere
e pensieri cortocircuitati.
Penso
ad io che penso
alla mia penna che si muove.
Guidata da muscoli,
emozionati da nervi
motivati da un impeto superiore,
che sono io.
Io sono il mio impeto.
Se lo penso e lo voglio posso
muovere tutto intorno a me
per raggiungerlo.
E lo raggiungo
.

30.03.18

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Il fato ***


Il fato 

Il fato avverso
farsi complice
dei nostri sguardi clandestini,
 
nascosti e palesati,
nell’urto di un palo
in piena retromarcia.
 
La tua retromarcia.
Il palo di casa mia.

30.03.19

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Un dolce bagliore ***


Un dolce bagliore
          
Intravisto

dallo spiraglio di una porta
lasciata accostata
nella speranza di questo momento,
che la spalancasse.
 
La fessura va riducendosi,
in contrasto alla luminosità sprigionata.
Lo difendo,
mente e corpo,
ma questa pare opporsi
 
con intensità crescente,
pari alla mia.
Tutta l’energia viene persa in calore,
che va a scaldare i toni tenui
di ciò che ancora traspare.
 
Non resta che aggrapparsi a questo
con la fede che presto,
a suo tempo si ripresenterà.
Ancor più vero,
ancor più intenso.

 
31.03.19

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Una nuova sim telefonica ***


Una nuova sim telefonica
 
Ho comperato
un maglioncino verde
per il caffè
che non possiamo più prendere.
 
Ho comperato
un vestito a balze rosse
per la cena
che non possiamo più preparare.

Senza esserci svestiti,
ci rivestiamo pesanti
per conformarci alla nostra morale,
per spogliarci
 
con rincorsa calma,
ad ogni sguardo
di sorrisi incerti
e affermati pensieri.
 
Questo
pur sapendo
già
tutto questo.

3.04.19

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Posti mancati ***


Posti mancati

Io al mio posto,
già ti vorrei.
 
Io al tuo posto,
già mi amerei.


Ma ciò che ci viene meglio è far finta di ignorarci
e scrivere per avere il pretesto di pensarci.


8.04.19
 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Carote verdi ***


Carote verdi

Mi ritrovo a pensarti
tagliando le carote
e mi chiedo,
pensando che ne esistono pure verdi,
se pure tu
 
come me,
soffermandoti sul loro colore,
ti chiedi
tagliandole sovrappensiero,
se mi ritrovi a pensarti.


13.04.19

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Punta Ala ***


Punta Ala

Il tempo di leggere due pagine.
 
Lo sguardo si allunga e sofferma su quello dei passanti
e con rincuorato sollievo
trova il tuo.
 
L’improbabile fantasticheria farsi reale,
nella città che per vent’anni non ha avuto nulla da offrire
eppure ora sembra avere tutto ciò che è richiesto.
 
Campagne, colli e spiagge.
In un intreccio di odori e sapori,
al di sotto della chioma di un pino.
 
Baci, riflessioni, desiderio
e pioggia.
Ma questa non ci tocca.
 
Guidati da altre pressioni
ci muoviamo, chi sopra chi sotto,
senza farlo davvero.
 
Ma non per questo
meno reale o intenso.
La ricerca dei nostri impeti
 
in un tempo sospeso.
Una fantasticata bellezza che trova
respiro e libertà dalle sue fantasticherie
 
e forza nella realtà.
Rendendola più leggera e affrontabile.
Viva, reale.
 
6.05.2019

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Rabbia e sorriso ***


Rabbia e sorriso

In questo momento,
desidero che tu mi veda
piangere.
Contorcere, distorcere e affondare.
Sorridere e abbracciarmi.
Straziata dal piacere
e dal senso della sua lontananza.
Della tua,
fisica e mentale.


15.06.19

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** A me piace ancora ***


A me piace ancora

E
’ come se ti avessi detto addio
perché il sesso con te
non mi compiaceva più.
La tua vecchia ferita ancora aperta.
 
Solo che non eri tu, ero io
e tu, come lui non mi hai detto addio
ma lasciato nuda
e nella mia inutile perfezione astratta.
 
E come lui mio babbo
troppo convinto di amarmi
per farlo veramente.
E a me il sesso con te piace ancora.


31.08.19

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Non-ritratto ***


Non-ritratto

Ieri notte da dentro le coperte
ho iniziato a disegnare il tuo volto.
E’ allora che i tuoi sorrisi
si sono dispersi tra le lenzuola.
Prima ancora, i tuoi sguardi
mi son caduti per le scale della taverna.
La tua espressione indecifrata dal labbro increspato,
l’ho lasciata tra la ruota e il marciapiede
dei parcheggi venuti male sotto casa.
La tua ruga di piacere,
è inciampata nei tre gradini che mi separano stanca e accaldata
dall'acqua fresca in cucina con la bici da sollevare.
La tua faccia divertita e canzonatoria da “taccerò”,
l’ho inserita nella toppa del portone di ritorno da lavoro,
mentre di filato il gatto sgattaiola
e approfitta di un varco nella notte.
La tua pesante serietà,
l’ho girata con le marce del mio pericolante bolide
senza aver ancora trovato quella giusta per me.
 
Mi chiedo cosa sia rimasto in me di te
se tutto ciò che avevo l’ho perso
o disperso nella mia quotidianità senza te.
Come se ce ne fosse stata una con te.
No. Ma son sicura
che se mi ci fossi cimentata prima,
avrei per certo saputo disegnare il tuo cheratocono.

 
1.09.19

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Caffè finito ***


Premessa
Quella che segue non è una poesia ma di fatto un messaggio, al diretto interessato di questa raccolta di pensieri. Per il contenuto, il sentimento e la forma, sento il desiderio di pubblicarla e di servimene come congedo da questa intensa esperienza e condivisione. 
Grazie a tutti, a quelli che hanno deciso di leggere, che sono arrivati fino in fondo o che ci hanno provato.
S

Caffè finito

Sei disponibile per abbracci e confronti.
Non sei indifferente a ricordi e sguardi.
Da studente apprendista della futura professione, mi sento in doveroso rispetto di sollevare dubbi.
Gli stessi che mi hanno accompagnata per tutta l'estate,
insieme a piatti e calici rotti
e ad un vaso di Pandora che non ho mai potuto chiudere.
Il coperchio, insieme alle chiavi, te lo sei portato in bus per l'Europa.
Nella speranza che tu lo custodissi fino al tuo ritorno,
me lo sono ritrovata rotto insieme alle stesse chiavi illese,
in un cartone ammaccato di Poste italiane.
Non ho potuto fare nulla, se non vivere di petto ciò che il vaso mi pioveva addosso.
Ho imparato anch'io a piovere emozioni.
Impressioni e sentimenti che hanno trovato forma in scritte e getti di tempera, più o meno formali.
Ti dico tutto questo, perché mi manca.
Sono stanca di poterlo vivere solo in solitudine,
senza poterlo condividere con te, che sei l'altro protagonista.
Una solitudine che mi ha fatto mettere in dubbio la veridicità dei fatti vissuti, parole scambiate e sguardi percepiti.
Mi manca tutto questo Dani e mi manca averlo insieme a te.
Non ho un'alternativa solo al silenzio
ma un'alternativa a tutte le decisioni che hanno portato a quella presa questa estate.
Ti dici irrisolto, ma tutti in realtà lo siamo.
C'è solo chi è più o meno bravo a tenerlo nascosto, a se stesso e agli altri.
Ciò che conta a mio avviso, è come ci rapportiamo al nostro essere irrisolti,
decidendolo più o meno consciamente.
Ciò che posso dire, sentirti al mio fianco mi dava l'impressione di sentirmi meno irrisolta.
Questo mi bastava per sentirmi bene.
Dici di voler rispettare le diversità delle prospettive e aspettative di relazione che ci caratterizzano.
Ma lo stai facendo davvero?
La risposta non è così intuitiva, la si può solo ricavare da pensieri, parole e fatti.
Io non mi sento rispettata non perché tradita ma perché incompresa.
Sento un completo trasporto nei tuoi confronti.
Chiediamoci quale siano di fatto le nostre aspettative dal futuro e dalle relazioni.
E tu, la cui età è maggiore della mia,
dovresti ben sapere che le aspettative sono quasi sempre mancate.
Ciò che ritengo utile quando tutto pare non avere senso o soluzione
è fare sempre ciò che si sente, per non avere rimpianti logoranti
e agire sempre pensando al proprio benessere.
In accordo a questi due punti,
io ora vorrei solo sentire la tua testa pesante sul mio ventre
e le mie spalle stanche tra le tue braccia.
E insieme risolverci in un abbraccio.
Profondo e silenzioso come quelli che ci siamo dati,
come quelli che non hanno trovato estate
e quelli illuminano solo le nostre fantasie.
E lasciare che questo duri
fin quando il bene e il sentimento perdureranno.
E vedere nel tempo come si evolveranno.
E prendere nel futuro gli accorgimenti che saranno richiesti,
ciascuno dalle nostre necessità.
Non è forse questo il filo conduttore che può unire tutte le nostre paure,
desideri temuti e divergenze presunte o reali?
Tutto appare ed è difficile nella realtà.
Anche arrivare in orario in palestra o non perdere il giusto  treno.
Se c'è qualcosa che può aiutarci a rendere meno pesante affrontare queste difficoltà,
con un balzo cavalcantino, chiederei a Boccaccio di rendere leggera pure me.
Così da cogliere l'occasione e sorvolare leggiadra ciò che di disumano ci affossa
e insieme a me, con gentile concessione del poeta,
la persona che mi immagino ora a condividere questo salto.
Se non mi hai ancora presa per pazza
ma ti ritrovi almeno nel 75% di ciò che ho detto,
non posso permettermi di lasciarti andare.
L'alternativa per me è da sempre stato il rogo con accusa di stregoneria
o amuleti albini per danze tribali.
Se invece il motivo della tua scelta "augustea" risiede nella cacofonia della mia voce,
nella pesantezza del mio pensiero e corpo o nei capelli che perdo,
non posso che darti ragione e con rispetto farmi da parte e accettare e condividere questo silenzio.
Altrimenti ancora, non potrò che assecondare questi impeti di ispirazione e riflessione
e comparire così, con gesti, frasi o muffin.
Ti chiedo di nuovo scusa per questa insistenza.
Infantile, romantica o commovente.
Ma in rispetto della mia persona, non posso decidere di non agire e subire.
Almeno non fin quando il mio corpo e percezioni saranno tese
e sentiranno questa spinta, verso l'alto, verso te.
Ci vediamo in ritardo in palestra.
 
Ho scritto questa risposta su un treno per Grosseto,
preso giusto e in tempo.
Prima ancora di sapere se te l'avrei mandata o meno,
ho fatto leggere la bozza alla signora genovese che mi stava di fronte.
Mossa azzardata, date le ridotte diottrie e potere di accomodazione dei suoi occhi,
il carattere minuscolo delle lettere e il tipo di richiesta.
Dopo poco però, la faccia trionfante e toccata è emersa da sopra occhiali nordici.
Mi ha solo sorriso, chiesto se fossi una scrittrice e fatto altri complimenti.
Per la forma e pensieri contenuti. Quest'ultimo, è ciò che più mi ha fatto piacere.
E fatto pensare.
Per quanto possa ritenere i suoi complimenti di circostanza,
la condivisione di riflessioni ventenni da una mamma, nonna e forse moglie,
con un po' di brivido, mi hanno fatto sentire come fossi nel giusto del mio momento.
Di riflessione e azione.
Per quanto giusto e sbagliato siano del tutto arbitrari.
 
Ho deciso di mandarti questa bozza andando contro il mio istinto.
Contro le tue richieste e chissà cos'altro.
È così diventata una risposta,
non in funzione di ciò che avrai da dirmi a riguardo
ma per il puro piacere della condivisione, con te.
Razionalmente e con tutto il mio lato scientifico,
so che le mie parole non avranno potere alcuno sui tuoi pensieri.
Io stessa come nessuno, abbiamo potere sulle persone, eccetto su noi stessi.
E per quanto l'abbia desiderato e nelle viscere lo desideri ancora,
non trovo giusto sperare di avere effetto su di te.
Il tempo mi aiuterà a correggere i miei impulsi
 insegnerà a te ad agire per ciò che vuoi.
Liberati e trova il modo per farlo.
Se è ignorandomi che ti alleggerisci,
ti lascerò ignorarmi, promesso.
Non si può essere pazienti per ipocondria,
ma rispetto il tuo stato.
Io ti ringrazio per suscitare in me tutto questo
e continuo  e continuerò a credere nella condivisione del bene,
più o meno interessato e disinteressato.


19.10.19

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3854764