Le Cronache della Campionessa

di Jeles
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alle porte di Kirkwall ***
Capitolo 2: *** Viaggi e separazioni ***
Capitolo 3: *** Mamma ***



Capitolo 1
*** Alle porte di Kirkwall ***


I templari cominciarono a circondarci, fermandosi solo quando notarono la figura di Meredith lì a terra, con delle sembianze impossibili definire ancora umane. Il lyrium rosso invadeva il suo corpo rendendolo una statua solida e ossea, e chissà da quanto tempo soggiogava la mente oramai malata della Comandante. Non avevo molto tempo per sdegnarmi lì di fronte a tutti, temevo piuttosto che ci avrebbero attaccati, visto lo schieramento che avevo preso: ho lottato a difesa dei maghi, e prendersela con loro per l'errore di Anders l'ho trovato assolutamente ingiusto, avevano bisogno di qualcuno che li aiutasse, e quella figura non poteva essere Orsino, non più. Ma onestamente, non volevo più combattere. Mi guardavo attorno osservando i loro volti, cercando una loro esitazione per approfittarne e fuggire. Cullen era lì, e penso che afferrò la situazione. Lentamente indietreggiò, e così fecero gli altri. Non attesi oltre, e insieme ai miei alleati cominciammo a correre via.
Attraversammo velocemente le vie cittadine ancora ricolme di templari e maghi che si davano la caccia nonostante la morte di Orsino e Meredith: era chiaro che per loro quella battaglia voleva dire molto più di schierarsi banalmente con un Primo Incantatore o la Comandante dei Templari. Osservai con angoscia quegli scontri, quelle spade infilzate, quelle dita che evocavano fuoco e fiamme, ma non mi fermai. Riuscii ad uscire da Kirkwall per miracolo, e se non altro cominciai a sentire uno strano silenzio dopo esservi uscita. Probabilmente lo scontro stava per terminare: una delle due parti stava vincendo, mentre l'altra soccombeva. Ma quella non era che la goccia di una guerra più grande e imminente che avrebbe avuto inizio ovunque, e sembrava inevitabile.
Mentre correvo a perdifiato superando il Monte Spezzato, un'ondata di pensieri e memorie mi invasero la mente. Improvvisamente mi ritrovai a rivivere tutte le avventure trascorse a Kirkwall, tutti quei discorsi, tutte quelle parole, e tutto quel male. Una rabbia ribolliva dentro di me. Senza rendermene conto, stavo correndo con le guance rosse dalla furia, e le lacrime che mi rigavano il volto, lì in quella folle corsa dove nemmeno io sapevo dove stavo andando. Sapevo solo che dovevo correre. Non volevo voltarmi. Non volevo guardare nemmeno per un istante il suo volto. Quel volto che per anni pensavo di aver amato. Pensavo di potermi fidare.
Chiusi gli occhi cominciando a respirare pesantemente, stavo perdendo il fiato. Finché una voce dietro di me non mi richiamò.

- Hawke! Ehi Hawke! Dove diamine stai andando, fermati un momento, abbiamo bisogno di riposare! -
La voce di Varric ricoprì improvvisamente i pensieri, e lentamente, fermai il passo.

- E di elaborare un piano. Non possiamo correre e sperare di trovare una soluzione in questo modo. -
E l'osservazione acuta di Aveline mi riportò con i piedi per terra. Sospirai, e mi voltai verso il gruppo che pian piano stava rallentando per raggiungermi. Fu istintivo, ma il mio sguardo li squadrò uno ad uno, alla ricerca di qualcosa. Di qualcuno. Varric vide le mie lacrime, al che quando mi resi conto di essere punta dai suoi occhi, cercai subito di pulirmi il volto con la mano.

- Hawke, non starai.. -

- Non c'è niente da dire, Varric. -
Il mio tono era un po' acido, mentre portai le braccia incrociate sul petto. Merrill si avvicinò prima di tutti posandomi una mano sulla spalla. Quei suoi grandi occhi verdi stavano piangendo. Piangevano per me. Per un istante mi sentii nuovamente assalita da quella rabbia. Inspirai, posandole la mano sulla sua.

- Non preoccuparti Merrill. Va tutto bene. -
Tirai un sorriso, lasciando che l'elfa ritiri lentamente la mano, poco convinta, ma non era esattamente il momento di chiedere oltre. Tornai allora a osservare le persone attorno a me. Isabela e Sebastian se n'erano andati prima dello scontro, non erano con me. Carver mi guardava con un'espressione desolata, era la prima volta che mi rivolgeva quello sguardo. Fenris non mi guardava nemmeno. Seduto lì su un tronco d'albero abbattuto, limava la sua lama come se nulla fosse. Aveline mi osservava preoccupata. E Varric non era da meno. Anders non c'era più.

Portai le mani sui fianchi mentre continuavo a scrutare uno ad uno i miei amici. Uno ad uno, come se li stessi contando. E poi sciolsi la presa, afferrai l'asta dal nome di Bassrath-Kata donatami dai qunari, e la infilzai a terra con tutto il disprezzo e il disgusto che provavo in quel momento.

- FIGLIO DI PUTTANA! -
Urlai al vento, inspirai, e poi mi misi a camminare avanti e indietro attorno all'asta.

- Come ha potuto tradirci! COME?! -
Gli altri ripresero tutti a osservarmi, mentre Fenris si aggiunse con il suo classico commento sarcastico.

- Non per fare il bastardo, ma te l'avevamo detto. Varric te l'aveva detto. -
Con l'indice indicò il nano che cominciò ad alzare le mani.

- Io? Cosa? Noo, stavo parlando da solo, nella taverna.. -
Aggrottai la fronte e fulminai con lo sguardo Fenris. Lui sembrava impassibile a quell'occhiata, ma quantomeno non aggiunse altro.

- Credi che io mi sia divertita? Credi che non abbia pensato che fosse pericoloso? Che mi sia detta “Ma si, uno spirito più, uno meno, che differenza vuoi che faccia”? -
Merrill si sentì incredibilmente presa in causa a quel discorso, ma rimase in religioso silenzio e si sedette per terra, gambe incrociate, e occhi che seguivano i miei movimenti aggressivi nei confronti dell'elfo ex schiavo. Io di sicuro non fermai la parlantina. La frustrazione era tanta. Mi sentivo tradita.

- Se avessi saputo che quello che stava architettando era una bomba per far saltare in aria la Chiesa, non l'avrei MAI aiutato! -

- Non per mettermi in mezzo, ma Anders si è sempre dimostrato contrario ai templari in qualsiasi loro forma. Avremmo dovuto aspettarci che avrebbe cercato qualsiasi sistema per liberare i maghi e aumentare la separazione con la Chiesa, mentre tu cercavi di riappacificarli a Kirkwall. -
Aveline mi osservava con espressione grave e severa. Le mani erano sui fianchi, mentre si avvicinava a me con ancora lo scudo stretto sulla schiena bagnato di sangue.

- Dovevamo prevederlo. Abbiamo dato per scontato che stava riuscendo a tenere a bada il suo spirito. Ma Anders ora è quello spirito. -

- Lui è.. cambiato, lo devo ammettere. -
Anche Varric si aggiunse, grattandosi la nuca mentre dal basso osservava prima Aveline, e poi me. La mano sciolta lungo il fianco la chiusi in un pugno.

- Cosa volete che vi dica allora? Si, avevate ragione. E' questo che volete? -

- Hawke.. -
Merrill improvvisamente si alzò dalla sua posizione, e si avvicinò a me.

- Ha solo fatto quello che riteneva giusto.. Anders io.. lo capisco, sai? E' sempre stato solo, ha sempre agito da solo, e ora più che mai con Giustizia non si è mai sentito se stesso per davvero. Ricordi cosa ha detto quando abbiamo trovato per lui quegli oggetti? Che Giustizia oramai fa parte di lui. Il suo spirito.. non è più Giustizia, e non è più Anders. E' solo.. Vendetta.. -
Vedevo la sua mano che tremava un po' mentre cercava di toccarmi nuovamente la spalla. Scossi il capo non lasciandola fare, non stavolta.

- Mi stai dicendo che io mi sarei innamorata di Vendetta? Che per tutti questi anni ho avuto una relazione con lui? -

- N-no, io.. -
Carver inspirò profondamente, prima di osservarmi.

- Dunque, fatemi capire bene.. C'è un mago posseduto e pericoloso che ha fatto saltare in aria la Chiesa, tu e i tuoi amici vi siete schierati con i maghi a Kirkwall, e ora lui è qui fuori? Libero? -

- Esattamente. -
Fenris intervenne con quel tono secco e rude. Io mi morsi un labbro, prima di sospirare.

- Si. Gli ho permesso di scappare da Kirkwall. -

- Sorella, lo sai che questo vuol dire che farà di nuovo altre follie contro la chiesa o i templari? Non hai semplicemente “permesso di scappare” un tizio qualunque che ti stava simpatico, hai lasciato in libertà un assassino e un criminale. La cosa potrà riguardarmi. -

- Senti Carver, apprezzo che tu sia tornato indietro per me e per aiutarmi a combattere, ma non ti ho chiesto una lezione di vita. Inoltre io.. Non credo che voglia fare più male di quanto abbia già fatto. -

- Ma di questo non ne possiamo essere sicuri. -
Aveline proseguì con l'argomento, posa rigida, e sguardo che mi seguiva. Io sospirai.

- Cos'altro può fare di peggio? In questo modo non si è schierato solo contro la Chiesa, ma anche contro i maghi. Ha impedito che ci potesse essere pace tra la fazione dei templari a Kirkwall e loro. Ha generato il caos laggiù. Di cos'altro dovremmo essere preoccupati? Che faccia saltare la Chiesa di un'altra città? Se non viene beccato prima.. -

- Quest'aria di guerra. -
Il tono di Aveline si fece improvvisamente grave e severo, mentre i suoi occhi sottili in quella sua seria espressione mi osservavano. Aggrottai la fronte piuttosto affranta, ma quella riprese.

- Comprendo che ora sei confusa e vuoi ricevere risposte da Anders, ma questo evento non sarà dimenticato da un giorno all'altro. Se non viene placata subito questa controversia può sfociare in qualcosa di molto, molto peggio, e Kirkwall va protetta. -

- Personalmente, non mi interessa. -
Fenris decise di alzarsi da quel ceppo d'albero, sistemò la spada sulla propria schiena, e si avvicinò.

- Io sono rimasto a combattere solo per te, Hawke. Ma non ho intenzione di mettermi in mezzo in una situazione come questa. Non è di mio interesse, non è il mio obiettivo. -
Per un istante mi feci sorpresa. Scrutai Fenris con occhi curiosi.

- Perché, hai un obiettivo? -
Lui ricambiò il mio sguardo abbozzando un sorriso.

- Si. Ho intenzione di stanare tutti gli schiavisti e rimandarli dal loro Creatore. -
Il suo ghigno si fece più divertito, mentre io, per la prima volta, sorrisi. Forse questo mi dava speranza. Forse sapere che Fenris non era rimasto solo a seguirmi ma stava cominciando a pensare per se stesso, mi spronava a fare lo stesso. Ero sinceramente felice per lui, e in fondo al cuore, forse un po' triste. Cominciai a corrucciare la fronte.

- Quindi.. Ci separeremo. -
Aggiunsi in un fil di voce. Abbassai lo sguardo verso il terreno, prima di posare gli occhi su ciascuno dei miei amici lì presenti.

- Ci separeremo tutti, non è così? -
Il sorriso che tirai un istante era evidentemente un sorriso pieno di nostalgia e tristezza. E più di tutti, mi soffermai su Carver, che mi scrutava a sua volta.

- … Non posso abbandonare i Custodi Grigi. Sono rimasto al tuo fianco con orgoglio ma.. La mia vita è un'altra ormai. Però, forse.. puoi aiutarci. -
Il suo viso sembrava illuminarsi, si portò una mano sul mento mentre rifletteva ad alta voce.

- Non ti auguro di diventare un Custode Grigio, ma potresti lavorare per noi. I Custodi in passato hanno stretto molte alleanze e hanno guadagnato tanti agenti in giro per le regioni. Inoltre sei pur sempre la Campionessa di Kirkwall, saranno onorati di lavorare con te. -

- E' davvero possibile? I custodi Grigi non sono sempre in movimento? Io come vostro agente sarei.. separata comunque da te. -

- .. Si, forse hai ragione. Ma almeno avresti dove stare. -
Carver scosse il capo a dir poco scocciato, ma io sorrisi.

- Ti ringrazio Carver. Ma non credo che seguire le vostre orme sia qualcosa a cui aspiro attualmente. -
Sospirai. Il sole stava cominciando a calare, e non sembrava che fossimo intenzionati a separarci così subito. Varric cominciò a tossire.

- Ascoltate, abbiamo bisogno di un po' di riposo ora. Cosa ne dite di raggiungere una delle caverne lasciate dai dalish nel Monte per riposare? -

- Non è una buona idea. -
Intervenne Merrill.

- Siamo troppo vicini a Kirkwall, anche se non verranno a cercarci, quella zona sarà ricolma di maghi che cercano rifugio. Se ci vedessero e ce l'avessero con noi per quello che è successo.. -

Deglutì al pensiero.

- Non preoccuparti Merrill, non succederà. Si sarà già sparsa la voce di Anders, e noi dopotutto ci siamo alleati con i maghi, ci tratterebbero bene. Ma hai ragione, non ho intenzione di tornare indietro, andiamo avanti, fiancheggiamo la costa, appena troviamo una grotta adatta fermiamoci lì per la notte. -

Sorrisi.

- Potremo parlare poi. Andiamo. -
Riafferrai l'asta per riporla sulla schiena, e procedemmo a camminare. Stavolta niente corsa, solo un cammino lento. Probabilmente tutti stavamo avendo lo stesso pensiero in quel momento. Cosa avremmo fatto da ora in poi? Che ne sarebbe stato di noi? O forse tutti sapevano già perfettamente da dove iniziare. Io, invece, non vedevo risposte. Mentre camminavo con lo sguardo attento ad avvistare una possibile grotta nei dintorni, Fenris mi affiancò in silenzio. Gli accennai uno sguardo, prima di riprendere ad osservare il percorso.

- E così hai trovato un obiettivo. -

- Già. -

- E non mi hai detto niente. -

- Così pare. -
Sbattei le palpebre osservandolo, prima di sorridere.

- Così pare? Mi aspetto delle scuse. -

- Scusa per non avertelo detto prima? -

- Scuse un po' più sincere.. -

- Ero convinto che saresti scappata con lui. -
Fermai il passo a quelle sue parole. Lo scrutai con una tale sorpresa che ne fui stupita io stessa. Scossi il capo per riprendere il cammino.

- Convinto? E perchè mai? -

- Beh.. Lui è un mago.. tu sei una maga.. E non ti sei esattamente dimostrata così amante della Chiesa. -

- Che io non sia religiosa è un altro fatto. -

- D'accordo, ma l'hai lasciato combattere al tuo fianco. Perché? -

- Aveva fatto un danno irreparabile. Il minimo che poteva fare era aiutare la causa e aiutare noi con i maghi. -

- D'accordo ma perché. -

- Non capisco.. -

- Come hai fatto a sopportare la sua presenza dopo che ci ha traditi? -

- Io... -

- Tu credi ancora in lui, non è vero? -
La mia espressione si infranse in uno sguardo colpevole e triste. Non riuscivo a guardare Fenris negli occhi, non riuscivo nemmeno ad aprire bocca. Il mio sguardo si mantenne fisso sul terreno. Era una colpa poter credere in qualcuno che mi aveva tradita?

- … Lo immaginavo. -
Fenris sospirava mentre continuava a camminare. Io avevo smesso di guardare di fronte a me, un po' ricolma di vergogna. L'avevo accusato solo qualche minuto prima, ed ora ero lì a pensare a lui come se non lo ritenessi davvero colpevole del gesto che aveva compiuto. Anders non mi aveva lasciato molti dubbi. Aveva dichiarato apertamente di aver compiuto quel gesto per mano sua, per sua decisione, e di aver accettato Giustizia, di sentirsi parte di lui ormai. Più ci pensavo e più non potevo crederci. Non ci volevo credere. Fenris dal canto suo non lasciò mai il mio fianco, e procedemmo a camminare.

Una volta che il sole fu calato, trovammo una grotta ampia in cui accendere un fuoco e riposare. Quella sera non parlammo molto, stanchi dal viaggio, lasciammo al mattino dopo il da farsi. E così arrivò. Quando il sole cominciò a mostrarci i primi raggi, poco a poco ci svegliammo tutti, radunandoci attorno a quel falò spento. Carver si era già sistemato la spada dietro la schiena, e in piedi affiancava l'uscio della grotta aspettando me. Sapevo che stava per andarsene.

- Già in viaggio? -

- Non posso mancare i miei impegni con i custodi. Devo andare. -
La sua espressione sembrava quella di sempre, un po' seccata e fredda, mentre io sorridevo amaramente verso il terreno. All'improvviso corrucciò la fronte, e si avvicinò a me per posarmi le mani sulle spalle, guardandomi dritto negli occhi.

- Qualsiasi cosa tu faccia, so dove sarai, e ti troverò se avrai bisogno di me. Sappi questo, sorella. Non sarai mai sola. Non finché vivo. -
Emerse un sorriso da quel volto, prima che lasciò la presa, voltandosi verso l'uscita.

- Carver aspetta. -
Portai la mano in tasca e ne tirai fuori l'anello nuziale di nostra madre. Certo, un regalo un po' inusuale per Carver, a Bethany sarebbe piaciuto di sicuro. Glie lo porsi, e lui non esitò ad afferrarlo.

- .. E' l'anello nuziale della mamma.. Volevo che lo avessi tu. Io ho fin troppi suoi ricordi.. -

- Grazie. Lo terrò con cura. ..Fammi solo una promessa. -

- Cosa? -

- Non cercare quel mago. E non stare da sola, ti prego. -
Deglutii, e gli sorrisi.

- Te lo prometto. -
Lo abbracciai, e poi lo salutai, mentre lui si allontanava verso il luogo d'incontro con i custodi, che lo avrebbero atteso e poi sarebbero ripartiti con lui. Osservavo la sua figura a distanza, e solo in quel momento sentii di comprendere di più le preoccupazioni di nostra madre verso di noi. Quante volte ci ha visti partire, quanto ha patito con la morte di Bethany, la partenza di Carver, e alla fine, non ho potuto salvare nemmeno lei.. Mi morsi il labbro interrompendo quel flusso di pensieri, e rientrai.

Nel frattempo Merrill aveva portato delle bacche per colazione. Tutta allegra, canticchiava per metterci di buon umore, al che io sorrisi posandole una mano sulla testa.

- Grazie Merrill. E scusa se ho alzato la voce con te ieri. -

- Oh, ma no, no che dici.. Sono stata invadente, non avrei dovuto parlare di Anders in quel modo, non era il momento. Ma sai che a volte non so stare zitta.. -

- Lo so. -
Le sorrisi, al che lei ricambiò quello sguardo. Quindi sedetti attorno al fuoco, tra Varric e Fenris, e notai che anche Aveline era già in piedi con lo scudo e la spada nell'elsa, tutta pulita e strofinata. Sgranai gli occhi osservandola dubbiosa.

- Vai da qualche parte..? -

- Ma certo. -
Mi rispose, abbozzando un sorriso.

- Ci sono delle guardie che attendono il ritorno del loro capitano. -
La osservai ancora più allibita di prima.

- E.. non hai paura che tornando a Kirkwall ti prendano e ti arrestino per aver aiutato dei maghi? -
Aveline sospirò.

- Kirkwall è in uno stato di caos. Meredith non è più al comando, e i suoi templari hanno visto cosa è diventata. Il mio aiuto sarà prezioso per tutti per ripristinare l'ordine, e non posso lasciare il corpo di guardia senza un capo, senza contare che Donnic sarà molto preoccupato. Se anche mi arrestassero, preferisco andare da loro piuttosto che farmi trovare lontano. -
Varric rise.

- Non c'è situazione che il capitano delle guardie non sappia affrontare a petto in fuori, eh? -

- Oh, Varric. Almeno ora avrai un nuovo capitolo per la tua storia, non sei contento? -

- Non esattamente.. -
Varric tirò un sospiro mentre afferrò una bacca per masticarla. Fenris era invece in religioso silenzio con le mani congiunte davanti alla bocca. Lo osservai un poco preoccupata, e solo poi si accorse di essere osservato da me. Non pronunciò nulla, tornò semplicemente in riflessione. Quindi riportai lo sguardo su Aveline che stava scambiando altre divertenti battute con Varric, prima di osservarmi.

- Mi mancheranno tutte le nostre avventure. Ma credo che quei giorni siano finiti. -
Pronunciò quelle parole con un sorriso amaro, ed io annuii.

- Credo proprio di si. -

- Cosa farai, Hawke? -
Sollevai lo sguardo sul soffitto della grotta emettendo un profondo sospiro.

- Non lo so ancora. Ma credo proprio che non mi farò vedere per un po'. -

- Sarà meglio. Almeno finché le acque non si saranno calmate, ora è probabile che vedano te come l'artefice di questo incidente. Aggiungici che sei una maga, sei un bersaglio facile per la Chiesa.. -

- Non ricordarmelo. -
Mi portai una mano sul volto, mentre Varric posò la sua mano sulla mia spalla.

- Coraggio Hawke. Almeno non sei un templare. -

- … Dovrebbe farmi ridere? -

- .. No in effetti è uscita male. -
Tossì, ma io sorrisi comunque divertita dal suo tentativo. Aveline si avvicinò a me, ed io mi alzai per abbracciarla.

- Vorrei tanto chiederti di farmi sapere dove andrai.. -

- .. Ma è meglio di no. Non voglio farti correre alcun rischio, Aveline. Quando mi farò rivedere, lo saprai, te lo prometto. -
Lasciai la presa per trovarmi una dolce ragazza dai capelli arancioni che mi fissava con quegli occhi tristi e gonfi.

- Prenditi cura di te, mi raccomando. -

- Anche tu. Arrivederci Aveline. -

- A presto, Hawke. -
Tirò su con il naso, salutando successivamente anche Varric, Fenris, e Merrill. Quindi si diresse all'uscio della grotta, e la vedemmo tutti allontanarsi.

- Ah.. il miglior capitano delle guardie che Kirkwall possa mai aver desiderato. Mi mancherà un po'. -

- Ohoh? Non intendi tornare a Kirkwall? -
Sollevai un sopracciglio mentre scrutavo il nano biondo che se la rideva.

- Sei impazzita? Fino a ieri ero il racconta storie che andava in giro a narrare le tue gesta, e conosceva il biondino, come minimo mi rinchiuderanno da qualche parte per interrogarmi e torturarmi, chiedendomi i dettagli della faccenda con Anders. No grazie, preferisco continuare a scrivere e sparire per un po'. Magari potremmo fare la stessa strada. -

- Magari! -
Sorrisi entusiasta della notizia. Per un po' non sarei stata sola, e Varric era la compagnia migliore che avrei potuto chiedere.

Sollevai finalmente lo sguardo verso Merrill e Fenris. L'elfo sembrava ancora meditabondo che scrutava l'esterno, mentre Merrill mangiucchiava dolcemente quelle bacche, incrociando il mio sguardo lievemente più rilassato.

- Quindi.. cosa vuoi fare esattamente, Hawke? Intendi cercare Anders..? -
La domanda formulata dall'elfa attirò l'attenzione di Fenris, che mi scrutò con lo stesso sguardo deluso di prima. Corrucciai la fronte mentre osservavo quelle espressioni che attendevano una mia risposta.

- Non lo so. -
Mi decisi a rispondere con un tono alquanto confuso e spaesato.

- Avete visto tutti cos'ha combinato. E alla fine non ho voluto seguirlo. E' così strano se avessi intenzione di cercarlo per parlargli? -

- Perché, vuoi farlo ragionare? -
Si aggiunse Fenris al discorso, mentre mi osservava con un sopracciglio alzato.

- Chi può dire che non si sia già pentito? -

- L'hai sentito anche tu, ha fatto quello che doveva fare per aiutare i maghi, e l'ha fatto consapevolmente. Non c'è altro che puoi cavargli fuori. -
Rispose in modo alquanto stizzito mentre cominciava a picchiettare nervosamente il piede su quel terreno roccioso e umido. Io mi limitai a sospirare affranta e in silenzio. Chiusi gli occhi con le mani che si cercavano e si sfregavano tra loro in maniera agitata. Dopodiché aprii lo sguardo sui miei compagni rimasti.

- Hai ragione Fenris. La verità è che non voglio cercarlo solo per parlargli di ciò che è accaduto. Ma di ciò che ha lasciato indietro. -
Lo sguardo di Varric, Merrill e Fenris si fece interrogativo e sempre più perplesso. Mentre io abbozzai un sorriso abbassando il mio sguardo verso terra, mi portai una mano sul ventre chiudendo infine gli occhi.

- Sono incinta del figlio di Anders. -

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Capitolo 2
*** Viaggi e separazioni ***


Merrill mi stava guardando attonita e sorpresa. A stento riusciva a mantenere in bocca quella bacca, se solo non avesse serrato le labbra probabilmente sarebbe scivolata via. Persino Fenris non riusciva a trattenere quell'espressione accigliata e di sgomento. Varric invece cominciò ad alzare le mani:
-  Ok, piano, nessuno mi ha detto che il nostro viaggio avrebbe incluso uno scalpitante marmocchio!
Risi di gusto alle sue parole, sospirando poi con un sopracciglio lievemente sollevato.
 -  Non essere ridicolo, Varric! Ci vorranno mesi prima che nasca.
Merrill continuava ad osservarmi sbigottita.
 -  Mi sorprende che Anders non se ne fosse accorto. Quando l'hai scoperto..?
 -  .. Di recente. Avevo intenzione di dirglielo, ma era così preso dalle sue questioni che non ne ho avuto il tempo. Alla fine è mancata l'occasione, e..
 -  Non farglielo sapere.
La voce di Fenris tuonò come improvvisamente al mio orecchio mentre si alzò di scatto dalla sua posizione. I suoi occhi velavano un'incerta tristezza mentre mi scrutava in pena e in pensiero.
 -  Non credo sia così terribile se venisse a sapere di avere un figlio-
 -  In realtà io sono d'accordo con l'elfo, per una volta.
L'intervento di Varric mi rese perplessa. Lo scrutai con un'espressione confusa, mentre lui si concesse un lungo sospiro, come a voler metabolizzare per bene quanto stesse accadendo.
 -  Pensaci bene, Hawke. Oltre al fatto che dovresti trovarlo prima, cosa ci ricaveresti a fargli sapere che aspetti.. beh, suo figlio? Ti aiuterebbe a crescerlo? Potrebbe dargli un degno futuro nascosti all'ombra della civiltà? E se nascesse mago?
 -  Cosa ci sarebbe di male se nascesse mago?
Aggrottai la fronte contrariata, mentre Merrill riprese la parola con un tono più sottile e quasi abbattuto dal dover pronunciare tali parole.
 -  Anders è speciale. E' posseduto da uno spirito, cosa insegnerebbe a tuo figlio..?
Il suo sguardo tuttavia non mi fissava, ed era impalato a scrutare il terreno mentre l'indice della mano destra accarezzava la roccia su cui era accovacciata.
 -  Credo che stiate esagerando. Dubito che Anders voglia insegnare a un ragazzino a comunicare con gli spiriti. Vi ricordo che se c'è una magia che lui disprezza è quella del sangue. Non giocherebbe con la vita di un bambino facendogli varcare l'Oblio in questo modo.
Scossi il capo contraria, tuttavia Varric e Fenris continuavano ad osservarmi, Fenris più di tutti con quell'espressione maledettamente seria riguardo alla questione. Alternai lo sguardo su entrambi mentre inarcavo un sopracciglio.
 -  Waffle, non ti darei questo consiglio se non fosse davvero importante che tu lo segua. Ti ricordo che siamo appena scappati da una città nel caos, generato da Anders nel momento in cui ci ha voltato le spalle, e non gli importava più nemmeno dei sacrifici necessari alla sua causa! Finché vive, continuerà a seguire questo suo obiettivo. Ad ogni costo.
Le sue parole sembravano tamburi nella mia testa. Abbassai lo sguardo dagli occhi smeraldo sui cocci di legno bruciati in quel fuoco ormai spento. Corrucciai la fronte affranta, ma mi decisi ad annuire debolmente. Quella reazione, in qualche modo, fece tirare un sospiro di sollievo a Fenris, che solo ora tornò seduto per terra.
 -  Per un attimo temevo che avresti fatto una follia..
 -  Saranno gli ormoni..?
Si aggiunse Merrill così improvvisamente che ci fece scoppiare tutti a ridere. Tutti tranne Fenris che mantenne quella maschera un poco rigida sul muso, con le mani congiunte davanti alla bocca e i gomiti appoggiati alle ginocchia che meditava scrutando le rocce di fronte a sé. Io mi limitai a sospirare scrutandolo con la coda dell'occhio.
 -  Beh, di certo non posso tornare proprio ora. Non so cosa succederà da ora in poi, ma non ho intenzione di crescere mio figlio in mezzo a questo conflitto. Andrò lontana da Kirkwall, questo è certo. Dove magari posso trovare un posto tranquillo..
Varric sollevò la mano come a voler interrompere quel mio flusso di riflessioni.
 -  Posso pensarci io a questo. Sai che ho molte conoscenze, trovarvi un posto tranquillo e isolato dove vivere sarà uno scherzo.
 -  … Grazie Varric.
Gli rivolsi un sorriso così sollevato che persino lui si imbarazzò al gesto, e girò gli occhi per la grotta con un sorriso tirato.
 -  Ti prego, non dirlo neanche per scherzo!
Il mio sguardo si posò dunque nuovamente verso Merrill.
 -  E tu Merrill? Cosa farai?
L'elfa mi osservò con un tenue sorriso mentre continuava a masticare le bacche.
 -  Ho intenzione di tornare a Kirkwall anch'io. Non posso abbandonare i maghi e gli elfi rimasti all'enclave, voglio.. voglio aiutare quel popolo come posso, ora che non ne ho più uno mio.
Cercò di annuire in maniera decisa, mentre la sua mente viaggiava in chissà quale pensiero. Le sorrisi annuendo a mia volta, come a voler appoggiare quella sua scelta.
 -  Credo che sia un'ottima idea. Però di tanto in tanto sentiamoci, ok? Una lettera non fa male a nessuno. Anche tu.
Il mio sguardo si posò su Fenris, mentre lui roteò gli occhi con una smorfia, prima di abbozzare un sorriso nascosto in quelle labbra rivolte verso una parete rocciosa.
 -  Vedremo.
Sorrisi divertita a quella reazione, prima che l'elfo si alzò in piedi da quella postazione.
 -  Beh, sembra che tutti abbiamo il nostro daffare. Credo che sia il caso che mi metta in marcia, odierei perdere la giornata a stare qui, e preferirei allontanarmi il prima possibile da quella città maledetta.
Mentre si sistemava la spada nella fodera, mi rivolse uno sguardo preoccupato, e mi indicò con un cenno di mento l'uscio della grotta. Sbattei le palpebre a quel gesto, e mi limitai ad alzarmi per avviarmi a mia volta verso l'ingresso, mentre l'elfa e il nano si scambiarono uno sguardo divertito, ma decisero di rimanere in silenzio.
Uscimmo dalla grotta per ritrovarci sotto i caldi raggi del sole, insieme al panorama della costa baciata dal mare. Mi scrutai attorno con un sorriso rilassato, prima di riportare lo sguardo su Fenris, che come un fulmine a ciel sereno mi afferrò con impaccio per la mano e mi portò accanto a sé, dove mi allungò il braccio sulla schiena e la mano sui capelli in uno stretto abbraccio. Quel gesto affettuoso mi portò lacrime istintive agli occhi, e non capivo il perché. Sapevo solo che volevo ricambiare, e non volevo che se ne andasse. Non anche lui. Le mie mani si strinsero sulla sua schiena in una forte presa, e rimanemmo in quella posizione per lunghi istanti che sembravano non voler finire mai. Quando infine prese parola, sapevo che si avvicinava l'ora di salutarci.
 -  … Sto imparando a leggere e a scrivere, quindi scrivimi sempre.
Sorrisi a quelle sue parole, ed annuii contro quella sua armatura.
 -  Lo farò.
 -  Dico sul serio.
 -  Te lo prometto.
 -  Hawke...
Mi spostò il volto dall'armatura così da potermi scrutare con quei suoi occhi scuri e profondi, mentre persisteva ad osservarmi in quell'espressione affranta.
 -  Stai attenta. Abbi cura di te e di tuo figlio. Quando avrai bisogno d'aiuto, fammelo sapere, e correrò da te.
 -  Grazie Fenris. So che non potrò fare nulla per farti cambiare idea, anzi, sono davvero orgogliosa che tu abbia preso in mano questa decisione. Ma quando sarai stanco e vorrai riposare un po'.. Ti aspetterò.
Gli rivolsi un dolce sorriso in quello sguardo ricambiato, e quelle stesse parole sembravano far tentennare Fenris. Lui mi guardava forse un poco perplesso. Per un istante avvicinò il volto al mio. Per poi stamparmi un bacio sulla guancia e allontanarsi di colpo.
 -  Me l'hai promesso, ricordatelo.
Ridacchiai divertita, mentre Varric e Merrill stavano uscendo a loro volta dalla grotta, e sciogliemmo definitivamente l'abbraccio.
 -  Stammi bene Elfo, e non cacciarti ancora nei guai.
 -  Come se non l'avessi mai fatto.
Il nano rise di gusto, mentre Merrill sollevò semplicemente la mano in un gesto di saluto. Fenris le accennò un sorriso, e poi mi scrutò con un cenno di capo.
 -  Allora..
 -  Alla prossima, Fenris. Ci rivedremo presto.
-  Chissà.
Dopo un ennesimo saluto, ci rivolse le spalle e prese a incamminarsi lungo la costa, diretto probabilmente a qualche altra città costiera da cui poteva partire. Inspirai molto profondamente mentre lo osservavo allontanarsi. Un'altra lacrima mi rigò la guancia, per cui decisi di oscurare quella vista, e mi rivolsi verso Merrill e Varric.
-  Dovremmo andare anche noi, Hawke. Se vuoi che contatti le persone giuste, dobbiamo raggiungere una città..
Annuii alle sue parole, asciugandomi la guancia, prima di essere abbracciata dalla dolce Merrill.
-  Mi mancherai tantissimo Hawke. Sei stata la mia prima vera amica a Kirkwall, e non lo dimenticherò mai.
-  Non sto per morire Merrill, ci rivedremo! Ma.. grazie. Mi mancherai tanto anche tu. Teniamoci in contatto, va bene?
Sentii l'elfa singhiozzare mentre annuiva a fatica, stringendomi forte con quelle sue mani sottili, al che a mia volta strinsi quella presa.
Mi mancava. Mi mancava stare in mezzo a quel gruppo, fare baldoria, prendercela comoda, godermi il lusso di Kirkwall in loro compagnia, ma soprattutto avere avventure. Dovevo sapere che quel periodo era finito. Finito per sempre. Un nuovo capitolo mi attendeva, ma stavolta mi sentivo pronta per affrontarlo. La Campionessa di Kirkwall. Che fine avrei mai potuto fare?

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Capitolo 3
*** Mamma ***


Passarono otto mesi e mezzo da quando mi ero separata dai miei amici. Dopo aver salutato Merrill, io e Varric ci eravamo diretti verso la foresta Planasene. Non eravamo certo soldati alle prime armi, l'abbiamo attraversata quanto più rapidamente possibile per raggiungere Cumberland, e da lì abbiamo trovato conoscenti di Varric che ci hanno portati a Perendale, dove abbiamo trovato un primo rifugio temporaneo fino all'arrivo del parto. Nel frattempo Varric continuava a fare avanti e indietro da Kirkwall per mantenere i suoi contatti e aiutare la città quanto poteva, mentre io mi lasciavo andare al letto e all'attesa.

Sospiravo pesantemente, osservando la finestra da quel letto ricolmo di coperte. Più cercavo di stendermi, più mi prendeva la nausea, e più stavo male. La mia fronte stava già sudando, prima che la porta della stanza venne sbattuta contro il muro.
- Hawke! Scusa l'attesa.
Varric entrò in camera accompagnato da un elfo dal volto tatuato che si avvicinò per verificare le mie condizioni. Le sue dita brillavano mentre mi toccava la fronte, al che osservai Varric perplessa mentre alternavo lo sguardo sul medico.
- Oh, scusa scusa, le presentazioni. Questo è Feynrian, fa parte di un clan dalish che sta passando di qui in pellegrinaggio, e mi deve un grosso favore. L'ho conosciuto tanti anni fa in un enclave, incredibile come gli apostati siano bravi a nascondersi, e-
- VARRIC! Un elfo mago mi sta per aiutare a partorire?!
- … E medico, ho già aiutato altre madri a partorire.
- Che fortuna, eh?
Varric mi osservava entusiasta come se avesse trovato una gallina dalle uova d'oro, mentre Feyrian cominciò a cavarmi di dosso le coperte.
- Da quanto si sono rotte le acque?
- Non lo so..!! Ore?!
Ero nervosa, e la tensione sembrava salire sempre di più, prima che un colpo di doglie mi colpì nuovamente al ventre e mi fece urlare dal dolore.
- Oddio, sta morendo?
- Cosa sei, imbecille?! Non hai mai assistito ad un parto prima d'ora?!
- Waffle, sono uno scrittore, non uno che- ODDIO non sto guardando.
Si coprì istintivamente gli occhi, mentre Feyriel stava cominciando a scoprirmi le gambe e le amorevoli parti intime solitamente nascoste per osservare la mia attuale situazione fisica. Inspirai pesantemente.
- Andrà tutto bene Waffle.
L'elfo mi aveva chiamata Waffle. Evidentemente pensava che fosse il mio nome. Impossibile che fosse Hawke, no?
- Prego..?
- Questa non è la mia prima volta. Ora, fai quello che ti dico, va bene?
- Miii trovate qui fuori, ok?
- Non osare Varric! Ho dei peli da tirare!
- Sento che li perderò tutti...

Il travaglio durò diverse ore (e tanti peli del petto per Varric), ma alla fine strinsi tra le braccia un' adorabile bambina femmina. Sorridevo innocua mentre cullavo quella silenziosa neonata che dormiva avvolta in un panno pulito. Feynrian tornò dal bagno dopo essersi lavato, ed osservò la scena con un sorriso stampato sul volto. Lo scrutai sorridente.
- Grazie Feynrian. Ho imparato qualche parola elfica nei miei viaggi.. Ma serannas.
Vidi il suo sorriso farsi ancora più largo, mentre si avvicinava a controllare l'infante.
- Non avete di che ringraziarmi. Quando Varric mi ha scritto per chiedermi un aiuto del genere, ho preso e sono venuto prima che potevo. Non mi aspettavo certo però che avrei assistito la Campionessa di Kirkwall in persona.
Mi sorrise innocente, mentre io sbattei le palpebre sorpresa.
- Quindi lo sapevate?
- Un nano che chiama un elfo dalish per aiutare la sua amica Hawke a partorire senza che nessun altro lo sappia? Alquanto difficile da non capirlo. E le voci sulle vostre gesta corrono. Anche tra la mia gente.
Annuii con un sospiro, mentre rivolsi i miei occhi su quelli chiari della bambina.
- Ma non preoccupatevi. Il vostro segreto è al sicuro.
- Grazie.
Gli sorrisi nuovamente, con un velo di timidezza. Sullo sfondo il russare di Varric lì appoggiato al mobile accanto al letto era impossibile da ignorare. L'elfo tuttavia non si trattenne, e cominciò a recuperare le proprie cose.
- E' ora che vada, il mio clan partirà a breve, e non posso farli aspettare. Hawke.
Il mio sguardo tornò ad osservare l'elfo dal vistoso tatuaggio sul volto, mentre quello mi sorrideva.
- Dareth shiral. Che il tuo cammino sia protetto dagli dei, e che tua figlia cresca forte e sana. Salutatemi Varric quando si sveglia.
Con un cenno del capo in saluto, uscì dalla stanza.

Quando Varric si svegliò piano piano, si avvicinò subito di soppiatto al lato del letto per scrutare la creatura che stringevo tra le braccia.
- Ehilà Waffle junior..! Io sono lo zio Varric. Quando avrai bisogno di aiuto verrai sempre da me, me lo prometti?
Risi di gusto alle sue parole, facendo attenzione a non svegliare la bambina.
- Lo sai che non capisce quello che dici, vero?
- Si ma sarebbe divertente se rispondesse davvero.
Ridemmo entrambi.
- Allora, come hai intenzione di chiamarla?
Per un attimo mi feci perplessa e riflessiva quando mi fece quella domanda. Scrutai la piccola sbattendo le palpebre mentre le sistemavo il panno attorno al volto.
- Aoife. Questo sarà il suo nome. Aoife Hawke.
Premetti le mie labbra sulla sua fronte per stamparle un leggero bacio mentre la battezzavo con quel nome. Aoife Hawke nacque una sera dell'anno 9.38.
La mattina dopo, quando Varric si svegliò, sembrava intento a prepararsi e ripartire. Sollevai un sopracciglio stranita, lì ancora stesa su quel letto con la piccola che dormiva accanto in una culla di legno.
- Dove stai andando..?
Varric accennò un sospiro mentre si chiudeva la giacca di pelle per nascondere il petto rosso fiammante.
- Mi stanno cercando, Hawke. Anzi, ti stanno cercando.
Aggrottai la fronte in una seria espressione mentre ascoltavo le sue parole.
- Chi?
- Non ci crederesti mai.
- Spara.
- I cercatori.
- … Puoi ripetere?
Varric sospirò nuovamente, e decise di accomodarsi su una sedia per raccontarmi per bene la vicenda.
- Quando ce ne siamo andati da Kirkwall la situazione è solo peggiorata, e la Chiesa ha perso il controllo. A Orlais, nel Ferelden, nei Liberi Confini, e forse persino nelle Anderfel, i Circoli dei magi si stanno alzando. Sembra che la Chiesa voglia sciogliere i collegi dei Magi, così come vietarne le riunioni. Ci manca solo che si ribellino i maghi e sciolgano per sempre i Circoli ora...
Ascoltai il suo racconto in riflessione e religioso silenzio mentre parlava. Le sue parole mi davano molto da pensare. Forse Anders non aveva compiuto un gesto poi così irragionevole? Se i maghi stessi hanno colto questa occasione per ottenere una propria autonomia e la Chiesa non ha perso tempo a cercare di tenerli solo che più con il guinzaglio al collo, qualcosa, sotto, era sbagliato. Sia chiaro, non ho mai abbracciato il suo gesto. Volevo lottare con lui per la libertà dei maghi e per le loro ingiustizie, ma nulla è pari al togliere vite innocenti per questo obiettivo.
- In ogni caso, sembra che ora la Chiesa sia in allerta, e per qualche motivo ti sta cercando la mano destra della Divina.
- … Chi?
- La Divina, Justinia V, il boss supremo della Chiesa, Hawke la tua ignoranza mi sorprende.
- Intendevo chi è la mano destra della divina!
- Cassandra Pentaghast. Sarà meglio che vada, prima dico loro che sei sparita, e prima smetteranno di cercarti. Ti scriverò se succede qualcosa. Stanno cercando a tappeto ogni buco di Kirkwall pensando che tu sia ancora lì.. Magari gironzolerò per L'Impiccato.
Mi rivolse un amaro e triste sorriso, prima di alzarsi e avvicinarsi al mio letto per porgermi una mano sopra la mia.
- Ho già avvisato un paio di miei amici di tenere sotto controllo la casa. Appena sarai pronta, ti accompagneranno in un luogo più sicuro.
- Grazie Varric. Sei un amico. Hai sentito gli altri?
- Stanno tutti bene, non preoccuparti. Non sono stati tuoi compagni di avventure per niente, soprattutto il Capitano delle Guardie.
Mi rivolse un occhiolino, dunque mi spostai quel poco che bastava per allungare le braccia e cingergli un abbraccio.
- Stai attento.
- Lo farò. Ci vediamo Hawke.
Con un ennesimo smagliante sorriso, sciolse l'abbraccio e si portò alla schiena la sua fedele Bianca, dopodiché uscì dall'abitazione. Da quel giorno non lo rividi più per diversi anni.

Poco tempo dopo mi scrisse che era stato interrogato, e che le intenzioni della Chiesa erano ben diverse da quello che pensava. Mi volevano in aiuto alla guerra che stava esplodendo con i maghi, ma non risposi a quell'aiuto. Non potevo fare più niente per aiutare, ed egoisticamente, non volevo far crescere mia figlia in un campo di battaglia. Decisi di rimanere nascosta in quella casa, e quando i tempi si fecero adatti, venni accompagnata da un nano della superficie, amico di Varric, verso un'altra abitazione ancora più remota. Qui crebbi Aoife con grande cura, e mi affezionai molto alla bambina. I suoi capelli erano castani e scuri come i miei, mentre i suoi occhi brillavano di nocciola come quelli di Anders. Più cresceva, e più si faceva curiosa. Giocava e respirava con una tale innocenza che avrei potuto invidiare. Per un'istante mi dimenticai del caos che stava attraversando il Thedas.
Finché, anni dopo, non ricevetti una nuova lettera di Varric che chiedeva il mio aiuto. Mentre leggevo quella lettera stretta tra le mani, come un sole che sorge al mattino, mi svegliai in quel mondo che stavo abbandonando. Mi resi conto della gravità della situazione di quel momento. Mi bastò leggere il nome di Corypheus per mordermi un labbro con insistenza e dispiacere. Avevo oziato troppo, e stavo abbandonando mia figlia a vivere un mondo invaso dalla guerra e dal terrore. Non potevo sopportarlo. Senza ulteriori indugi, risposi a Varric che sarei accorsa immediatamente in suo aiuto. Fu così che mi precipitai a Skyhold diversi giorni dopo, al cospetto della neo Inquisizione.

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