Un'anima e due corpi

di Asia Dreamcatcher
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Condividere i vestiti ***
Capitolo 2: *** Vivere insieme ***
Capitolo 3: *** Spezie & Affetti ***
Capitolo 4: *** I'll Always Bring You Home ***
Capitolo 5: *** "Colazione da Tiffany" ***



Capitolo 1
*** Condividere i vestiti ***


FC_NS_I Storia scritta per la Fluff Challenge sul saturn.

1 - CONDIVIDERE I VESTITI




Quando Sharon Carter le aveva inviato il messaggio “codice rosso. Sto arrivando”, tutto si sarebbe aspettato meno che quello.
Natasha Romanoff osservava, poggiata allo stipite della porta della sua stanza, l'agente 13 frugare candidamente nel suo armadio.
«Non mi dire – soffiò Vedova – la divisa è da buttare, di nuovo?» domandò divertita nonostante l'invasione della privacy. Lei sapeva essere crudele, ma quando voleva la Carter era una vera despota.
Natasha si chiese come fosse successo, come lei e Sharon si fossero avvicinate tanto da poterla quasi definire amica, probabilmente senza il quasi.
La Carter era molto più emotiva e più rumorosa di lei, eppure condividere esperienze e piccole verità le veniva naturale, e in fondo non riusciva a dispiacersene.
«Quei dannati mercenari...! Non ci credo era nuova! E Fury ci sta mettendo una vita a sganciarmene un'altra – masticò Sharon a denti stretti – Oh, posso?» domandò infine afferrando una delle iconiche tute scure di Vedova Nera.
La russa esitò un istante, poi il suo sguardo si fece morbido e le andò vicino, poggiando il mento sulla spalla nuda dell'amica e fissandola attraverso il grande specchio che rifletteva le loro sinuose figure.
«Certo. Ti andrà bene ed è molto resistente» “ti proteggerà” aggiunse solo mentalmente. Poco importava che avesse scelto la sua preferita e una delle migliori che avesse; anzi il pensiero che in quel modo Sharon sarebbe stata più protetta la confortò.
«Grazie Nat!» replicò la bionda strizzandole l'occhio.
«Oh ricambierai il favore! Ho già messo gli occhi su una tua camicetta» la risata argentea e complice di Sharon la fece sentire meno sola «E Carter? Falli secchi!».


Parole: 269

_______________________________________________________________________________Asia's corner
Salve a tutti! 
Questa è la prima flashfic di una mini raccolta dedicata alle mie due badasses Natasha Romanoff e Sharon Carter. Chi mi segue sa benissimo quanto io adori questi due personaggi e come mi piaccia farle interagire fra loro. A proposito, proprio a chi mi segue chiedo venia, so che state tutti aspettando il prossimo capitolo, ma davvero non ho saputo resistere e adoro prendermi una pausa di tanto in tanto cambiando soggetto.
Essendo un claim composto da 5 prompt, la raccolta sarà appunta formata da 5 capitoli.
Grazie a chiunque sia giunto fin qui, e ci vediamo presto!
Per chi fosse interessato, scrivo anche sul sito Writer's Wings, e di recente ho pubblicato una flashfic divertente su Bucky/Sam, di seguito vi lascio il link: http://writerswing.altervista.org/viewstory.php?sid=2624&chapter=1

Per altre mie storie: https://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=205428


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Capitolo 2
*** Vivere insieme ***


II- Nat/Sharon Secondo prompt: vivere insieme
Parole: 376


2- VIVERE INSIEME

La pioggia cadeva fitta ed inesorabile, rendendo fumosi e stinti i contorni e le luci della città.
Natasha tirò su impercettibilmente col naso, porpora sulla punta sottile a causa del freddo e dell'umidità, e si infilò veloce nell'avveniristico edificio.
Le dita artigliarono il cappuccio del parka e con un gesto secco se lo levò dalla testa scoprendo i lunghi capelli fulvi inumiditi. Stizzita iniziò a spogliarsi non appena giunta in soggiorno, i suoi abiti erano pregni di pioggia e il freddo si stava insinuando infido nelle ossa.
Si sedette davanti al moderno caminetto, dove le braci da poco spente ardevano pigre.
La luce inondò tenue e calda la stanza e Natasha colta per la prima volta impreparata si volse pronta ad un commento tagliante, che però le rimase impigliato in gola.
«Bentornata Nat!» la salutò gioviale l'agente 13.
«Sharon» replicò la letale spia con un mesto sorriso. Poi un dubbio le sovvenne;
«Mi stavi aspettando?» chiese incredula.
Sharon sorrise poi andò in cucina e tornò da lei con un thermos e due tazze; le si sedette accanto e le passò gentilmente una coperta, con cui la russa si avvolse.
«Ho immaginato che dopo una missione del genere potessi aver voglia di compagnia. O forse no?» le domandò infine con espressione dubbiosa.
Normalmente sarebbe stato così, pensò Vedova Nera, ma da quando aveva l'amicizia disinteressata di Sharon chiacchierare liberamente davanti al caminetto, come due persone normali, le pareva alquanto allettante.
«No, hai immaginato bene».
Così si ritrovarono a parlare per ore immerse in un tepore che non aveva nulla a che fare con il calore delle braci, chiacchierarono non solo della missione ma di molte altre cose e Natasha alla fine non sentiva più freddo.
«Lascia ci penso io» le disse afferrando le tazze con l'intento di sistemarle. Sharon accettò di buon grado e poi si alzò per andare a coricarsi.
Natasha diede una rapida sciacquata alle due tazze e poi si diresse anche lei nella sua stanza.
Infilandosi sotto le coperte pensò al calore che aveva provato nel tornare a casa e trovare qualcuno lì ad aspettarla, pronto ad alleviare i pesi che la vita caricava sulle spalle. Rifletté su tutto questo e rifletté che infondo non era per niente male condividere la casa con un'amica.


________________________________________________________________________Asia's Corner
E anche questo prompt è andato! Ma quanto sono pucciose queste due? Io le adoro!
Spero che questa flashfic vi sia piaciuta, e io vi do appuntamento al prossimo capitolo ^^

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Capitolo 3
*** Spezie & Affetti ***


III-NS

Terzo prompt: fare la spesa insieme

Parole: 309

3 - SPEZIE & AFFETTI

«E' strano» esordì Sharon d'un tratto.
«Cosa ci sarebbe di strano?» ribatté Natasha concentrata a valutare i prezzi dei differenti prodotti.
«Tu»
«Io?» Vedova Nera parve quasi divertita in quel momento.
L'agente 13 sospirò guardandosi attorno: erano a Khan el-Khalili, il grande suq* de Il Cairo. Lei e Natasha aveva da poco terminato brillantemente la missione e dovevano attendere lo S.H.I.E.L.D. per l'estrazione. Non sapeva come, ma la russa l'aveva trascinata nel pittoresco e caotico bazar egiziano.
«Stiamo davvero facendo la spesa?»
«Tu che dici?» replicò la spia mettendosi a trattare in un arabo perfetto per delle profumatissime spezie.
Sharon ridacchiò seguendo con un orecchio l'accesa discussione tra l'amica e il mercante. Per lei era strano vedere la russa in una situazione del genere: era una Natasha inedita. Osò pensare che fosse quasi buffa, se non stesse parlando di una delle spie più capaci e pericolose al mondo. Si disse che era piacevole stare lì, in quell'afoso suq pieno di odori e colori con il chiacchiericcio confuso come melodia di sottofondo, in compagnia di un'amica.
«Sono quelle giuste?» domandò poco dopo Vedova catalizzando l'attenzione della bionda.
«Eh?».
«Le spezie Carter! Quelle che erano nel piatto che hai preparato l'altra sera» spiegò perentoria.
Sharon ci rifletté un attimo poi le sue labbra si schiusero in un'espressione stupita.
«Intendi l'Harira?» domandò. Era un piatto tipico del Maghreb, che aveva imparato da un suo contatto a Casablanca e che aveva riproposto all'amica la sera precedente la loro missione.
Sharon non poté che sorridere felice ed orgogliosa. Allora le era piaciuto davvero! Si intenerì riflettendo su quel suo modo pacato ed indiretto di farglielo sapere.
Vedova sospirò vedendo quel sorriso dolce e sincero, era davvero così semplice farla felice?
«Andiamo, ho appena visto un macellaio con prezzi invitanti!» disse Sharon divertita.
«Боже мой [povera me]» sussurrò Natasha seguendola con un sorriso.


_________________________________________________________Asia's Corner
*Suq: parola araba che indica il luogo deputato al mercato, che era organizzato in corporazioni. Nelle regioni di lingua araba era considerato il terzo polo della città, dopo la Moschea e il palazzo del governo.


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Capitolo 4
*** I'll Always Bring You Home ***


NSIV
Prompt 4: Dare un passaggio/ andarlo a prendere
Parole: 537



I'll Always Bring You Home



Questa volta l'aveva combinata grossa. Sharon tossì con forza mentre un nugolo di polvere e calcinacci si sollevava dal proprio corpo.
Strizzò le palpebre e commise l'errore di provare a sollevarsi, ricadde con la testa sulla superficie dura e sporca, circondata da macerie dell'edificio che aveva fatto esplodere. Aveva dovuto modificare il piano in corso d'opera e si era ritrovata ad improvvisare: nessun problema per lei, se non avesse trovato più uomini del previsto ad ostacolare la sua fuga.
Lo S.H.I.E.L.D. non sarebbe giunto a prelevarla prima di tre giorni e non aveva modo di comunicare con loro prima del tempo, data la segretezza della missione.
Strinse i denti mentre le lacrime e lo sconforto minacciavano di prendere il sopravvento.
Come avrebbe fatto a tornare in città visto che il solo respirare le pareva un'azione tanto complessa?
Tirò su col naso e decise di riposarsi per riprendere le forze, in seguito avrebbe deciso il da farsi.
Una potente folata di vento la colse impreparata, dai rumori che seguirono le parve che qualche velivolo fosse giunto sul posto.
«Sharon!».
Per un istante l'agente 13 restò paralizzata dallo stupore, era davvero possibile? O era frutto della sua immaginazione?
«Sharon!» il suo nome era stato chiamato ancora una volta da una voce a lei conosciuta.
«Natasha!?» gridò lei per farsi sentire, ma col cuore che fremeva d'emozione.
Poco dopo, il volto circonfuso dalla luce del mattino di Natasha Romanoff comparve nel suo campo visivo, l'espressione della spia russa divenne dolcemente preoccupata alla vista dell'amica.
«Sù non piangere Sharon, adesso ti riporto a casa» la rassicurò accarezzandole delicatamente i capelli biondi sporchi di detriti e polvere. Sharon continuò a versare lacrime, mai avrebbe pensato di rivedere un volto amico in mezzo a quel disastro.
«Steve! Aiutami con lei per favore».
Incredula Sharon si ritrovò davanti la gigantesca e rassicurante ombra di Steve Rogers, che la prese in braccio con attenzione portandola verso il jet.
«Hai davvero scomodato gli Avengers?» replicò la bionda spia asciugandosi il viso e osservando incuriosita l'amica che camminava al loro fianco.
«Beh diciamo che è stata alquanto convincente» replicò la voce beffarda di Clint Barton alla guida del jet, salutandola con un cenno del capo.
Steve ridacchiò pensando ai bruschi, per non dire violenti, modi della collega per farli partire in fretta e furia.
L'aiutò a stendersi mentre Vedova era già indaffarata a farle le prime medicazioni.
Steve si sedette accanto a Clint che rimise in moto, direzione casa; osservò le due donne e pensò che non aveva mai visto Natasha preoccuparsi di qualcuno in quel modo: tenero e disinteressato. Ripensò alla scena cui aveva assistito basito: aveva costretto la spia delle spie a dirle dove si era cacciata Sharon, dopo che quest'ultima mancava da qualche giorno; era certo che fosse pronta anche a picchiare il suo superiore per avere quell'informazione.
La russa le fasciò il busto e le diede alcune medicine per diminuire il dolore.
«Nat» la richiamò gentilmente Sharon «Grazie».
Natasha non rispose subito, poi sospirò e la guardò con espressione morbida;
«L'hai detto tu: per gli amici questo e altro. Non ti lascerei mai indietro Sharon, ricordalo».
L'agente 13 annuì serena, le strinse la mano e chiuse gli occhi scivolando tra le vesti di Morfeo.

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Capitolo 5
*** "Colazione da Tiffany" ***


Fluff V NS

Prompt n° 5: Serata sul divano con un film

Parole: 448

"Colazione da Tiffany"

Sharon si sporse appena per afferrare la stampella, ma questa dispettosa finì a terra con un suono metallico. La bionda agente sbuffò esasperata.
«Tenti la fuga?» la fulva testa di Natasha Romanoff fece capolino nella camera, sul volto un'espressione a metà fra il perplesso e il divertito.
«Non sei simpatica, proprio no!» replicò mogia Sharon, costretta a letto dopo la sua ultima missione.
Risultato del suo brillante piano? Sterno fratturato, spalla lussata e caviglia slogata, senza contare le varie ed innumerevoli contusioni che si era guadagnata con quel suo colpo di genio. Insomma, le sarebbero toccate settimane intere di riposo, una pacchia se non fosse che non riusciva a muoversi da sola e stare in panchina la irritava a morte; cosa che faceva incredibilmente divertire una certa Vedova Nera.
«Oh perdonami» sibilò con un falso sorrisetto «Ti annoi? Ecco cosa ci si guadagna a far saltare in aria un palazzo tutta sola!».
Sharon mise su un adorabile broncio, sapeva che quello era il suo modo per farle sapere di averla spaventata a morte. L'espressione della bionda si stemperò nella dolcezza: Natasha le era stata accanto, aveva persino rifiutato una missione con gli Avengers. Davvero contava così tanto per lei?
«Che hai da fare?» le chiese cercando di nascondere una nota di speranza nella voce.
«Al momento? Niente di niente» le rispose la spia addossandosi con la spalla allo stipite della porta, le fece un cenno col capo per incoraggiarla a fare la sua proposta.
Sharon si morse il labbro superiore, tirandoselo appena; voleva chiederglielo ma sicuramente Natasha avrebbe rifiutato. Decise di provarci comunque.
«Che ne dici di andare sul divano e vederci un film?» azzardò pronta ad aspettarsi un secco no.
«Andiamo» rispose invece l'altra donna con tranquillità.
Oddio il mondo finirà a giorni!”.
«Che film vuoi vedere?» chiese Sharon una volta in soggiorno.
L'amica si strinse nelle spalle, non ne sapeva molto di film, nemmeno ricordava l'ultima volta che era entrata in un cinema.
La bionda parve riflettere per qualche istante;
«Che ne dici se andiamo con un bel classico come “Colazione da Tiffany”?».
Dallo sguardo vitreo che Natasha le rivolse, Sharon comprese, con un brivido di orrore, che quella donna non aveva mai visto un film di Audrey Hepburn, probabilmente nemmeno sapeva chi fosse.
«Oddio. Siediti qui Nat, ti sistemo io!» le disse con espressione melliflua. Sospirando Vedova Nera si lasciò cadere accanto a lei.
Sharon avvertendo il dolce tepore dell'amica accanto a sé sorrise allegra, nel loro mondo non era facile fidarsi di qualcuno ne tanto meno poterlo definire amico e lei era estremamente grata di avere ora qualcuno che lo fosse in maniera così vera e genuina.
Natasha riuscì incredibilmente a rilassarsi, accanto a Sharon, non pensava di poter trovare sollievo, rifugio in una persona, con lei non doveva fingere, non più, si sentiva accettata.
Il film in definitiva non era poi male.

Scena bonus!
«Stark io non lo farei se fossi in te!» replicò Occhio di Falco divertito.
«Se Nat si sveglia non accorrerò in tua difesa» rincarò la dose il Capitano incrociando le braccia al petto.
«Legolas, Capsicle siete noiosiii! Questa finisce dritta tra le prove compromettenti!» sghignazzò a bassa voce Iron Man scattando una foto col cellulare.
I soggetti?
Natasha Romanoff e Sharon Carter addormentate, con tanto di morbido plaid avvolto ai loro corpi, le teste dolcemente addossate l'una contro l'altra.





_________________________________________________________________________Asia's Corner
Buonasera a tutti, e con l'ultimo prompt si conclude questa challenge fluffosa.
Spero che abbiate gradito questa mia piccola visione di quei due pezzi di badass di Natasha e Sharon!
Grazie per essere giunti fino a qui e spero di avervi fatto compagnia, è stato un piacere!

Per altre mie storie: https://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=205428
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