A Casa Zaoldyeck

di Hao Sakura
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mike x mangia Autrice x Denunce ***
Capitolo 2: *** Avvelenamenti x montoni a propulsori x Il simpatico Illumi ***
Capitolo 3: *** La cena x gli Zaoldyeck x il segreto di Illumi ***
Capitolo 4: *** Fuga x Red Bull x Alpaca ***
Capitolo 5: *** Cornetti x Città x Oggetti strambi ***
Capitolo 6: *** Baywatch x Discorso x Sorpresa a Mezzanotte ***
Capitolo 7: *** Situazione pericolosa x Dolore x Litigio ***
Capitolo 8: *** Due opzioni x Pace x L'ira di Killua ***
Capitolo 9: *** Lunga vita alla demenza x Chiamata x Ricordi indelebili ***
Capitolo 10: *** S x Lui x Il passato torna sempre sui propri passi ***
Capitolo 11: *** Uno X Strano X Presentimento ***
Capitolo 12: *** Un X Altro X Albino ***
Capitolo 13: *** Arrivederci X Non X Addio ***



Capitolo 1
*** Mike x mangia Autrice x Denunce ***


Era una bella giornata, l'autrice e Killua non avevano nulla da fare. Così gli venne in mente una cosa che sicuramente era una deficientata pazzesca e un'autentica pazzia. Ma, visto che le loro menti super malate avevano il completo controllo su di loro, decisero in quel fatidico giorno di partire per un viaggio; che in sé non era importante. Era la meta che lo era, ovvero: Casa Zaoldyeck! Eh già, ma direi di cominciare, quindi...
LET'S GO!
 
 
 
- Ehi Killua, quand'è che arriviamo? Io mi sto annoiando terribilmente! - Domandò l'autrice con fare annoiato, mentre guardava il paesaggio circostante dal finestrino del treno. Aveva pronunciato quella domanda con tono curioso, ma allo stesso tempo stufo: erano passate molte ore dalla loro partenza. Aspettava impazientemente la risposta dell'amico, che non si fece certo attendere.
- Manca poco, dai! Ancora un'oretta e dovremmo esserci. - Rispose l'albino, con quella che sembrava essere eccitazione mista ad ansia. La ragazza sbruffò, delusa e tornò a contemplare il paesaggio, che, con l'avanzare della locomotiva, cambiava poco a poco.
- Mh, d'accordo. Senti, Killua, la tua famiglia è simpatica? - Chiese lei di punto in bianco. Non aveva nemmeno voltato la testa per guardarlo e continuava a tenere la sua solita espressione depressiva.
Venne colto alla sprovvista e abbassò lo sguardo: non amava parlare della sua famiglia.
- A proposito... io ho fame, credo che andrò a prendere qualcosa. - Disse con fare sbrigativo; si vedeva chiaramente che era a disagio, anche se cercava di nasconderlo. Non le piaceva quando l'altro cercava di cambiare argomento. Il ragazzo tentò di alzarsi, ma venne trattenuto per un braccio. Si voltò di scatto; aveva un'espressione lievemente sorpresa da quel gesto. I suoi occhi fiordaliso osservavano la giovane che l'aveva afferrato.
- Se non ne vuoi parlare, non ce ne è bisogno. - L'aveva detto con fare calmo, pacato. Ma nella sua voce si leggevano chiaramente note dolci, quasi comprensive.
- Grazie. Comunque, non preoccuparti, scoprirai tutto quando saremo arrivati. - 
Ed, in quello stesso istante, il suo volto s'incurvò in un ghigno sadico; mentre l'altra inarcava un sopracciglio, stranita.
Povera autrice... ancora non sapeva cosa le sarebbe capitato.
 
 
I nostri eroi arrivarono finalmente, dopo un viaggio infinito, all'agognata villa e fu lì, che incominciarono la demenza e loro folli avventure.
Si trovavano davanti al portone d'accesso ed Aly non aspettava altro che entrare.
- WOW, TU VIVI QUI?! - Urlò l'autrice, guardandosi intorno con fare stupefatto. Non aveva mai visto una casa del genere e le brillavano gli occhi al solo pensiero di varcare la soglia. Killua sorrise a quella reazione e scosse la testa per levarsi alcuni ciuffi bianchi dal volto.
Appena entrati nella dimora, la ragazza rimase incantata di fronte a quella meraviglia: un grandissimo bosco si ergeva maestoso; uccelli dai colori variopinti svolazzavano lì attorno e la luce solare filtrava attraverso le verdi fronde degli alberi.
- Certo! E questo è solo il giardino - Rispose lui; facendole cenno di seguirlo.
Aly era letteralmente rimasta senza fiato. Una cosa la fece distogliere dal trans in cui era entrata e la preoccupò assai: il dover camminare per raggiungere la casa. Purtroppo, essendo pigra, il solo pensiero di doverlo fare le faceva venire un'orticaria pazzesca.
Ma, voi credete che l'albino non fosse preparato a tale eventualità?
- So a cosa stai pensando. Tranquilla, non andremo a piedi. - Le aggiunse; rassicurandola. Detto questo mise i mignoli delle mani agli angoli della bocca ed emise un lungo fischio. 
D'improvviso la terra iniziò a tremare e mezza foresta venne sradicata, gli alberi volavano da tutte le parti. I volatili che erano presenti prima, fuggirono spaventati dal gran frastuono. Senza che se ne accorgesse, si ritrovò investita da un enorme cane verde acqua;
(Sì, perché oggi i cani sono di color verde acqua.) il quale aveva la lingua di fuori e respirava convulsamente per la gran corsa. Il muso affusolato e lo sguardo assassino.
Che c'era di peggio? 
L'animale in questione sembrava avere tutto, fuorché intenzioni poco amichevoli verso la povera sventurata.
- Calma. Mike non fa niente! Vuole solo giocare. - S'intromise l'amico; precisando le intenzioni dell'essere. L'altra continuava a tenere lo sguardo incatenato con quello del cane, che la guardava leccandosi il muso. 
- Dai, sali - Fece, per poi voltarle le spalle ed arrampicarsi sul cane e ritrovandosi a cavalcioni sulla sua groppa.
- Eh, su Mike? Ma, non è che mi scanna? - Chiese un po' insicura sul da farsi. Degludì a vuoto, spaventata dalla sua stazza imponente. 
- Sii più positiva! Poi, al massimo, ti ferisce gravemente! In più, se venissi scannata, non dovrei dargli i croccantini e avrebbe già cenato! - Esordì. Il volto contratto in un'espressione malefica ed un sorrisetto sadico.
- In poche parole: mi vuoi morta. - Constatò, mettendo il broncio.
- Bah, si può dire così. Ora, sali. - Esclamò Killua, tendendole una mano dall'alto. Aveva appena afferrato la sua mano e ciò poteva dire solo una cosa: aveva appena firmato la sua condanna a morte.
Dopo essere saliti; Mike si mise a correre a velocità folle verso casa Zaoldyeck. Mentre gli alberi volavano e venivano sradicati, il cane provocava un terremoto mondiale con la sua “leggerezza”di un bufalo in calore.
Ma verso metà strada successe qualcosa di inaspettato...
 
 
- EHI, VOI! - Gridò, con tutto il fiato che aveva in corpo, un agente del WWF palesemente incacchiato.
I nostri eroi non lo sentirono nemmeno e continuarono il loro cammino, o meglio, corsa. Il vento sferzava i loro capelli e si tenevano ben saldi in groppa. 
- Ehi, fermatevi! Siete in arresto! - Continuò a sbraitare il tipo, che per l'occasione aveva pensato bene di raggiungere i due; sparando arcobaleni dal sedere.
Si fermarono di colpo e l'autrice imbranata, com'era, per poco non si spaccò il naso, ma dettagli.
- Perché saremmo in arresto? - Domandò l'albino confuso ed inarcando un sopracciglio.  
- Siete colpevoli di furto e distruzione di giardino, altrui, protetto. - Dichiarò l'agente con voce ferma e fredda. Ovvero quella che s'addiceva ad ogni buon inviato poliziotto.
- Furto? Distruzione? - Fecero eco i due; non capendo un emerito cacchio della situazione.
- Si, furto! Voi avreste rubato il famoso "Canis Lupus Mangiafruttas", cane da guardia degli Zaoldyeck e, in più, distrutto una foresta protetta e, soprattutto, privata! - 
- Emh, Canis Lupus Mangiafruttas? Sicuro di non aver bevuto troppo, vecchio? - Ipotizzò il ragazzo, ridendo divertito. Alché l'autrice gli dette un pugno sulla spalla, per poi fulminarlo con lo sguardo. 
- Questo animale è di proprietà di Killua Zaoldyeck e questo giardino è privato! Senza contare che, l'avete pure rovinato! - 
- Killua sarei io, questo è il mio giardino ed anche casa mia. - Precisò lui, alzando l'indice ed indicandosi. L'agente strabuzzò gli occhi e, molto probabimente, gli venne un infarto per l'errore incompensabile che aveva fatto.
- Oh, ergh, eheheh. La prego di perdonarmi, io non intendevo... - Rispose, cominciando a ridere nervosamente. Si vedeva chiaramente che fosse a disagio.
- Oh, sì, lei intendeva. - Esordirono i due ragazzi. Fu un attimo: i loro volti si tramutarono in un'espressione maligna e perfida. 
- NO, NO, NO! ASPETTATE, PER FAVORE, NON MI AMMAZZATE! -  Urlò in preda al più completo panico. Sbiancò di colpo e quasi non riusciva a respirare dalla paura, che gli stava penetrando fin nelle ossa. 
- Non l'ammazzerò. Le farò scendere la sanità mentale a zero, poi, le farò passare solamente... LA VOGLIA DI VIVERE! - Fu così che Killua cominciò a ridere sguaiatamente; strofinandosi le mani maniacalmente. 
  
Dopo sradicamenti vari e denunce, i nostri eroi arrivarono a fine giardino, o ad inizio villa, dove li attendeva una strana figura che annaffiava una pianta carnivora con fare concentrato. Essendo girato, non si riusciva a riconoscerne l'aspetto. Aly era curiosa di sapere chi fosse, ma l'espressione seria dello Zaoldyeck la fece ravvedere dall'idea iniziale.
 
Chi sarà lo strano individuo e perché starà annaffiando una pianta carnivora?
Ma, soprattutto, l'autrice sopravviverà a Mike che vuole scannarla?
Scopritelo nel prossimo episodio di "A Casa Zaoldyeck"! 
 
 
 
Angolo stretto dell'autrice 
Lettori: *si preparano a lanciare i pomodori * 
Calmi, calmi! Il capitolo era così corto perché era un prologo! Quindi, risparmiate i pomodori. Vi prometto che i prossimi saranno più lunghi ed, a quel punto, incomincerà la demenza allo stato puro! Se siete particolarmente facili da far ridere, mi dispiace per voi. 
Alla prossima!
One kiss
Hao  

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Capitolo 2
*** Avvelenamenti x montoni a propulsori x Il simpatico Illumi ***


Bentornati con il secondo capitolo, buona lettura!

 

Appena scesi da Mike, i due si nascosero dietro un albero e scrutarono da lontano la losca figura
- Ehi Killua, perché ci stiamo nascondendo? - chiese l'autrice un po' preoccupata
- Abbassa la voce!Se ci vede siamo morti!Andiamo ora muoviti - urlò sottovoce lui di rimando
I due fecero per andarsene, ma la losca figura alzò la testa di scatto, come per ascoltare i rumori nell'ambiente circostante.I due si pietrificarono dalla paura, solo quando la figura abbassò di nuovo la testa e continuò ad annaffiare la pianta i due poterono tirare un sospiro di sollievo
- Fiu, meno male che non ci ha visto - sussurrò lui, ricominciando a camminare furtivamente verso la porta
- Ciao Killua!Da tempo che non ci si sente! - fu la figura a parlare, continuando ad annaffiare senza neanche voltarsi
“Possibile che abbia sentito Killua a tre metri di distanza?Un normale orecchio umano non avrebbe potuto percepirlo!”pensò l'autrice, stupefatta
Killua lo ignorò completamente e continuò a camminare furtivamente verso il portone.
- Non ci si saluta più tra fratelli?Che maleducato - la figura ora era dietro di Killua, aveva i lunghi capelli neri e gli occhi del medesimo colore neri come la pece(Fan Girls non sbavate)se non fosse per le minuscole sclere(sarebbero le parti bianche dell'occhio)il ragazzo avrebbe avuto gli occhi completamente neri, che l'avrebbe reso piuttosto inquietante.
- Oh santo cielo, ma prima tu non eri lì?Come hai fatto a spostarti così velocemente? - chiese l'autrice, che non stava capendo un emerito tubo della faccenda
- SE-GRE-TO! - sillabò lui
- Almeno potresti dirmi come ti chiami? -
- Illumi -
- Ah, senti Illumi i tuoi occhi sono molto be,
inquietanti... -
- Oh grazie - rispose lui, arrossendo di botto
- Emh, perchè sei arrossito? -
- Perché mi hai fatto un complimento! - rispose lui contento.
- Eh?Da quando inquietante è un complimento? -
- Da sempre. Ora, Killua, chi sarebbe questa? - chiese al fratello
- Chi?Queta tizia?Ma chi la conosce!Anzi, come hai fatto ad arrivare qui?Sciò intrusa -
- Ahahaha molto divertente, senti basta con queste cacchiate andiamo a mangiare, ho fame -
- Hai fame?Allora prendi questa - disse il più grande dei fratelli, offrendo una caramella all'autrice.
L'ingenua ragazza ringraziò e scartò la caramella, stava per mangiarla quando Killua la buttò a terra, bruscamente, e si mise a calpestarla, probabilmente era razzista contro le caramelle, ma questo non lo sapremo mai
- Killua!Ma che ti salta in mente?! - domandò, leggermente arrabbiata, la ragazza, che in realtà era ancora viva grazie all'albino
- Quella caramella era piena di cianuro!Quella sottospecie di essere umano malriuscito ti voleva avvelenare! - rispose lui, gesticolando come una gallina in calore
Illumi, intanto, fischiettava innocentemente mentre guardava il vuoto
- Cosa te lo fa pensare? - chiese l'altro, dopo aver finito di fischiettare
- Bah forse il fatto che sei un maniaco, stalker e torturatore?Forse per il fatto che hai gli occhi palesemente inquietanti?Potresti fare uno sforzo e cercare di essere un fratello normale? -
(piuttosto improbabile)
- Guarda che io ti voglio solo proteggere!Pensi che se non ti volessi bene non ti stalkererei mentre dormi? -
- ASPETTA!COSA HAI DETTO?! - urlarono i due ragazzi all'unisono, totalmente sorpresi
- Emh, niente -
- No, tu hai detto che mi stalkeri la notte! - sbraitò l'albino avventandosi su di lui.
I due fratelli cominciarono a picchiarsi come dei dementi, chi si mordeva le gambe, chi staccava a morsi le braccia di un altro...
Intanto arrivò Mike che prese Aly e se la mise in bocca, ma non la ingoiò e cominciò a correre in cerca di un posto tranquillo dove poterla sgranocchiare meglio.
- Ehi, ragazzi...RAGAZZI!Mike mi vuole mangiare!Aiutatemi! - gridò in preda al più completo panico.Intanto i due fratelli ignari della tragedia che stava per avvenire, continuavano a picchiarsi.
- Emh, ma Aly?Dove caspita è finita?!Fratello!Non c'è più l'autrice!Sai che significa?! -
- Che possiamo scatenarci! - continuò il maggiore
Così i due ragazzi cominciarono a ballare come dei dementi

 

 

 

Intanto non molto lontano da lì, c'era la cosiddetta ragazza o ciò che rimaneva di lei, che aspettava con ansia che qualcuno la venisse a salvare
-Ssono sicura che Killua arriverà presto, AHI!Piano con quei denti! - riprese il cane e quello fece una faccia leggermente abbattuta

 

Un quarto d'ora dopo
- Arriverà sicuramente!Illumi lo avrà trattenuto troppo...arriverà presto! - si ripeté per darsi coraggio.

 

Mez'ora dopo...
- Sono sicura che arriverà, si sarà perso -

 

Un'ora dopo
- Non arriverà più! - e scoppiò in un pianto disperato da bimba dell'asilo

 

Intanto i due fratelli, grazie a quel genio del narratore che gli fece venire i sensi di colpa, si stavano incominciando a preoccupare...
- Illumi, non credi che dovremmo andare a cercarla?- chiese il minore che intanto era sdraiato sull'erba a contemplare le nuvole ormai tinte di arancione, il sole stava tramontando e stava scendendo la sera
- Nah, starà benissimo! - rispose l'altro, continuando a prendere il poco sole rimasto sulla sdraio
- Io vado a cercarla! - ribbatté l'altro, alzandosi e pulendosi i pantaloni dalla terra e dall'erba
- Oh e va bene!Aspetta che vengo anche io - rispose Illumi esasperato ed alzandosi dalla sdraio.
Così i due presero dei razzi a propulsore, li legarono con lo scotch ad un montone, ci salirono sopra e ad una velocità di 1 km orario si diressero verso l'autrice.

 

 

Intanto da Mike e dall'autrice...
- Senti Fido, Michael o come ti chiami...che ne dici se trovassimo un accordo?Tu mi lasci andare ed in cambio io ti darò...ti darò...una vittima!Già un'altra vittima sacrificabile! -
- Allora che ne pensi? - domandò al cane
Mike ci doveva pensare, così si mise seduto a gambe incrociate incrociate e cominciò a fare yoga e a meditare sul da farsi.Dopo averci pensato per un quarto d'ora buono, decise di divorarla lo stesso.Così dopo aver interrotto la sua conversazione mentale con uno struzzo, si alzò e camminò lento lento verso l'autrice...
lentamente...lentamente...lentamente...
anche se, quando le sue zampe toccavano terra provocavano un tremolio a quest'ultima, come se una mandria i bufali incalliti stesse passando di lì.
Quando l'autrice era un passo dall'essere divorata arrivarono FINALMENTE i due fratelli sul loro montone a propulsore.Dopo essere scesi ordinarono all'unisono al cane di mollare l'autrice.
- Ma lasciarla divorare?Nah, troppo difficile eh? - chiese di punto in bianco Illumi, con una punta di sadismo nella voce.
Il povero ragazzo però aveva appena segnato la sua fine, proprio perché accidentalmente venne investito da un Tir guidato casualmente dai due ragazzi, ma casualmente eh.
Dopo aver investito svariate volte lo sventurato ragazzo, i tre si diressero verso Casa Zaoldyeck per cenare stavolta però su un ariete a propulsore.
Dopo una faticosa giornata ci voleva proprio una bella cena...la ragazza, però, non solo sarebbe entrata in una casa dove abitava una banda di pazzi psicopatici a dir poco, ma ci avrebbe pure cenato!

 

Cosa accadrà nel prossimo capitolo?L'autrice riuscirà a sopravvivere e a non essere avvelenata continuamente da Illumi?Come reagiranno i membri della famiglia alla visita inaspettata di Killua e dell'autrice?
L'agente del WWF sopravviverà?
Scopritelo nel prossimo ed entusiasmante capitolo di”A Casa Zaoldyeck”, la non soap opera più seguita dagli Hunter!Con una storia peggiore di Beatiful e un ambiente horror nessuno resisterà!

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice Risparmiate i pomodori!
Lettori:uffi
Con un po' di ritardo arriva il 2 capitolo di questa pazza fic, chiedo immensamente scusa
Ringrazio anche Shibumi<3 e Chichi<3 che mi sostengono, ringrazio moltissimo quest'ultima che mi dà consigli e mi aiuta a migliorare^.^ovviamente anche Tessie Chan che ha messo il capitolo nelle seguite!
Capitolo più lungo, contenti vero?
Lettori:ya
Bene, un saluto ed alla prossima!
One Kiss
Hao

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Capitolo 3
*** La cena x gli Zaoldyeck x il segreto di Illumi ***


Eccoci tornati con il 3°capitolo!^.^buona lettura!


 


 


 

Era oramai tramontato il sole, il crepuscolo e l'aria calda erano spariti, lasciando spazio alla sera e ad un fresco venticello. I tre ragazzi dopo le loro disavventure si stavano ritirando in casa, per gustare una tranquilla cenetta in famiglia.


Dopo aver varcato la soglia, l'autrice si ritrovò catapultata in un ambiente piuttosto macabro, che odorava di morte e sangue da ogni angolo. La ragazza rabbrividì al solo pensiero, al contrario di Killua che invece era tranquillo e camminava dietro ad Illumi con le mani infilate nelle tasche, l'autrice era ultima e questa cosa non l'aggradava affatto, anzi aveva paura che qualcuno potesse saltarle addosso considerando l'ambiente.I tre attraversarono un lungo corridoio completamente buio, se non per le piccoli luci azzurre ai lati dei muri, perché mettere delle normali luci evidentemente era troppo difficile.
Il trio dopo aver attraversato quell'infinito corridoio(per il sollievo dell'autrice)scesero delle scale coperte da un lungo tappeto rosso, il tutto era illuminato da torce.
“Daje!Finalmente un po' di luce!Grazie al cielo”pensò la ragazza gioendo


 


 

Dopo aver sceso i gradini con una pausa ognuno di un minuto, arrivarono davanti ad una gigantesca porta sempre contornata di torce, improvvisamente quest'ultima si spalancò lentamente, rivelando un'enorme sala da pranzo.
La sala era sempre contornata da un tappeto rosso(sono proprio fissati)l'unica illuminazione presente era un enorme lampadario che ondeggiava lentamente sulle loro teste, al centro della stanza c'era un' enorme tavolo tutto apparecchiato,mentre sui muri erano appese armi medievali e quadri raffiguranti cose parecchio inquietanti.
-quel lampadario ondeggia un po' troppo per i miei gusti, sicuro che non cada? - chiese l'autrice un po' preoccupata per la sua incolumità
- ma no tranquilla!L'ultima volta che è caduto è stato una settimana fa! -esclamò poco rassicurante Illumi, subito dopo quell'affermazione partì una melodia macabra, suonata con un organo.
La ragazza non capì subito da dove provenisse quella canzone, continuava a scrutare la stanza senza una risposta. Killua le afferrò la spalla e le fece un cenno con l'indice puntato in su, dove esattamente c'era un enorme organo attaccato al soffitto completo di maggiordomo che eseguiva quella melodia.
- avete un organo attaccato al soffitto?Ma è sicuro? - chiese la ragazza che si stava ponendo non pochi interrogativi
- che domande!Certo che è sicuro!Anzi ti andrebbe di provarci? - domandò subito Illumi, che evidentemente stava provando di nuovo
a farla fuori
- no grazie, per stavolta passo -



Ecco le la musica cominciò ad alzarsi, e da un portone secondario ne uscirono un gruppo di persone, che evidentemente erano i membri della famiglia di Killua.I due ragazzi pensarono seriamente di tagliare le tende, fecero per girare i tacchi e raggiungere il portone di prima, ma vennero presi per la maglietta da Illumi, costringendoli a rimanere.
Ai due si avvicinò un robot con le sembianze femminili, con indosso un abito del 500 e anche un cappello ricoperto di piume.
- OH KILU!SEI MANCATO TANTO ALLA MAMMA!VIENI QUI, FATTI ABBRACCIARE KILU!- urlò come una mucca sclerata la donna
Killua stava letteralmente perdendo le staffe e intanto stava per affondare la sua mano artigliata nel collo robotico della madre, ma si fermò vedendo lo sguardo di rimprovero dell'autrice.(perché l'ho rimproverato?Invece di incitarlo?Certo che sono proprio strana io ndAutrice)
(io invece gliela avrei data Killua nd.autrice malvagia)
- è bello rivederti figliolo! - disse il padre dell'albino che era ancora intrappolato nell'abbraccio stritolante.Invece c'erano, ancora davanti alla porta,due ragazzi che se ne stavano in disparte ad osservare l'albino.
“Probabilmente quelli sono i fratelli di Killua, dalle loro facce si deduce che non siano molto contenti della nostra visita . Neanche hanno salutato loro fratello, alla faccia dell'amore fraterno!”penso l'autrice, che intanto non era ancora stata palesemente notata per sua gioia e sperava di non venir notata in seguito. Le sue speranze erano state cancellate,quando la madre del ragazzo si girò verso di lei, all'autrice venne un infarto, si sentiva tutti quegli occhi addosso che proferivano parole di morte.
- quindi te...saresti l'amica di Kilu? - chiese la madre curiosa(senti se preferisci dico di no così me ne vado prima!)
L'autrice fece cenno di sì con il capo, non osava proferire parola,era semplicemente pietrificata sul posto.
- che bello!Kilu ha trovato un'amica!Speriamo non finisca come gli altri -esclamò eccitata la madre,sottolineando le ultime parole, che fecero venire i brividi alla ragazza(autrice io mi preoccuperei!)
- molto piacere io sono la madre di Killua!Ma puoi chiamarmi semplicemente Kikyo -disse lei stringendole la mano
- piacere mio, sono Aly(o autrice malvagia o matta sclerata come preferite) – rispose l'autrice, ricambiando la stretta di mano
- possiamo mangiare?Io ho fame! - disse Killua stanco di tutti quei discorsi
-hai ragione Kilu!Anche io ho fame!Ordinerò subito a Goto di servire la cena - esclamò il padre
Una volta seduti tutti a tavola l'atmosfera diventò più allegra, si sentivano i tintinnii di posate e bicchieri.La prima portata fu un piatto a base di carne al sangue(che fantasia autrice! Nd lettori)
- siamo sicuri che la carne non sia avvelenata?Ho avuto una brutta esperienza con il cibo – chiese l'autrice insicura se mangiarla o no
- sta tranquilla, non è avvelenata, poi anche se lo fosse su di noi non avrebbe effetto – rispose l'albino cercando di sembrare rassicurante
“Credo che non mangerò per molto tempo dopo questa esperienza” pensò lei
- Mamminaaaaaa!Lo sai cosa ho appena inventato? - fu il ragazzo che se ne era stato in disparte a parlare 
- No non lo so Milluki, cosa hai inventato? – rispose la madre con fare indifferente
- è ancora in una fase Beta, ma vedrai che quando sarà finita tu e papà ne rimarrete stupiti – continuò lui gesticolando come un rinoceronte in calore
- si tratta di una minuscola granata, la inneschi su qualche insetto piccolino tipo le mosche o le zanzare, però qui arriva il bello!Dentro sono radiocomandate da un cip che le punta al bersaglio da attaccare e poi si mettono a pungere la preda e poi...BOOOOOOOOOOOOOOM!Appena l'ago della zanzara o di qualsiasi altro insetto prende il contatto con la pelle si innesca la granata!NON E' GENIALE? -
dopo quell'affermazione i genitori cercarono il manicomio più vicino dove portare il figlio e anche lasciarcelo.



Tutti dopo la cena andarono a farsi i cavoli propri. 
I nostri eroi si ritirarono in camera di Killua per giocare un po' alla Playstation 4 e spassarsela facendo la battaglia con i cuscini.
Mentre giocavano all'albino gli venne in mente un'idea pazzesca, ma allo stesso tempo interessante
- ehi  che ne pensi di andare a spiare in camera di mio fratello Illumi? - chiese lui  mentre spingeva con insistenza i tasti del controller
 - mh non lo so Killua, se poi ci becca?  – rispose lei poco convinta, Killua continuò a pregarla di accompagnarlo per un quarto d'ora,
alla fine l'autrice cedé e insieme uscirono dalla stanza e si incamminarono verso camera di Illumi. 
Il corridoio era buio, i due sfruttando l'oscurità camminarono a passi felpati per tutto il corridoio.
Una volta che furono alla porta, la aprirono di poco e scorsero la sagoma di Illumi con indosso un vestito da Winx completo di brillantini, guardandosi in giro i due notarono che la camera era completamente rosa, tutta addobbata con poster dei My Little pony e delle Winx,
sui comodini c'erano numerose statuine di Hello Kitty e Peppa Pig. Illumi aveva in mano un microfono del Canta Tu di Violetta, completamente ricoperto di adesivi dei Mini Pony e di Peppa Pig. 
Il ragazzo si mise in una strana posizione e incominciò a cantare a squarcia gola 
- SE TU LO VUOI, TU LO SARAI, UNA DI NOI! WINX UNA MANO NELLA MIA PIU' FORZA CI DARA'!
UN SGUARDO E VINCEREMO INSIEME!WINX UNA VITA E' UNA MAGIA CHE LUCE CI DARA'!SOLO UN GESTO E VOLEREMO ANCORA!
SE TU LO VUOI, TU LO SARAI, UNA DI NOI! - 
solo dopo aver profanato codeste parole i due ragazzi vennero storditi da un'ondata di note stonate
e urli peggio di Goodzilla da parte di Illumi.L'albino e la ragazza stavano per andarsene quando Killua troppo stordito non cadde a terra come un sacco di patate, rompendo probabilmente un'opera di inestimabile valore
(bé con tutti i soldi che hanno ce ne avranno 397 di quei cosi) e Illumi aprì di scatto la porta, rivelando gli occhi completamente spalancati e uno sguardo assassino e sadico, probabilmente per il fatto che l'avevano spiato e che avevano sentito e visto tutto
I due cominciarono a correre per il corridoio, mentre da dietro c'era un'aura assassina che li stava inseguendo probabilmente quella di Illumi.
-TE L'AVEVO DETTO IO!MA TU NO NIENTE!ANDIAMO A VEDERE CHE FA MIO FRATELLO COSI' SE CI SCOPRE MUORIAMO! - Urlò l'autrice sbraitando e sclerando come una matta, intanto il fratello continuava a stragli alle calcagna.Non sapevamo come sarebbero usciti da quel inseguimento mortale, sicuramente non si sarebbero fermati tanto presto nel correre.


 

Ce la faranno i nostri eroi a sfuggire al terrificante Illumi?Sopravviveranno? Ma sopratutto quali altri oscuri segreti nasconde Illumi? Scopritelo qui a Casa Zaoldyeck la soap opera più seguita dagli Hunter!


 


 


 

Angolo dell'autrice
Ma ciao bella gente!Parto subito dal ringraziare Shibumi, la mia Zereffina e Chichi che mi sostengono, ringrazio molto la mia tesora Zeref che ha messo la storia nelle preferite e nelle seguite, la ringrazio veramente tanto, un abbraccio cucciola!Mi scuso per il ritardo ma sono stata molto occupata questa settimana!Spero che questo capitolo vi sia piaciuto^.^
Alla prossima!
One kiss
Hao


 


 

 

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Capitolo 4
*** Fuga x Red Bull x Alpaca ***


Ma ciao^-^ eccoci tornati con il 4° capitolo

 

 

I nostri eroi stavano oramai correndo, per meglio dire “scappando”,  da un Illumi leggermente incacchiato.Corsero lungo un corridoio inquietante per una buona mezz'ora, solo dopo si accorsero di star girando in tondo, così alla prima occasione i due si nascosero dentro una stanza, che conteneva macchine per le torture
- Non so se sia più raccapricciante questo o Illumi vestito da Winx – fece notare l'autrice
- Penso entrambi – rispose l'albino, che intanto stava sbarrando la porta con un Thir tirato fuori non si sa dove.
Dall'altra parte della porta Illumi ragionava su dove potessero essere i ragazzi, anche se effettivamente sulla porta della sala delle torture c'erano 90 luci al neon colorate che avevano scritto sopra ”siamo qui!” oppure “Apri questa porta che sono nascosti qui dentro". Dopo un quarto d'ora e l'aiuto anche della fata turchina Illumi capì finalmente che dietro quella porta c'erano i ragazzi, non ci pensò due volte e spalancò la porta a calci con la stessa delicatezza di un marsupiale ammaestrato.In quello stesso momento Killua venne spiaccicato al muro e successivamente gli arrivò anche il Thir in faccia, perché evidentemente Illumi era stato troppo delicato.I due ricominciarono di nuovo a correre e a correre...e correre...e correre...e correre...
a questo punto i due avrebbero fatto prima ad iscriversi alle Olimpiadi che facevano prima, ma continuiamo.

 

 

 

I nostri eroi ormai non ne potevano più, senza contare che in casa facevano 50 gradi solo con il condizionatore e i nostri amici erano madidi di sudore, tra un po' gli sarebbe uscito pure dalle orecchie.
Illumi intanto continuava la sua corsa sfrenata senza mai fermarsi. All'improvviso Killua e l'autrice vennero inghiottiti da una botola, videro solo buio... l'oscurità li avvolse...chiusero gli occhi...pensavano sarebbero atterrati su qualche trappola appuntita che avrebbe fatto di loro degli spiedini, invece non fu così. Infatti quando riaprirono gli occhi si ritrovarono in una strana grotta contornata di torce, i due si trovavano dentro un carrello che si usa di solito nelle miniere, se non ci fossero state delle rotaie complete di impalcatura sarebbero precipitati nel vuoto.Killua scrutò l'ambiente circostante, dietro al vagoncino c'era una leva, probabilmente essa serviva per azionare azionarlo, il vagone che guarda caso si trovava in bilico su una discesa piena di giri della morte e tragitti a testa in giù. Di Illumi per fortuna nessuna traccia.
- Killua!Siamo vivi!Ce l'abbiamo fatta siamo scampati ad Illumi! - i due si abbracciarono e cominciarono ad esultare come dei dementi. Improvvisamente ci fu un rombo e poi il rumore di qualcosa che si apriva...LA BOTOLA!

 

I due vennero presi dal panico, non sapevano che fare...forse non li avrebbe trovati!
Egli si trovava su un altro binario situato dietro al vagoncino.
-Killua cosa facciamo?! - chiese la ragazza ormai terrorizzata
- Perché lo chiedi a me?! - sbraitò l'albino
- Perché di solito sei tu che hai un piano! - rispose lei
- Emh ok!Allora ci lanciamo con questo vagoncino giù per le rotaie, forse così riusciremo a seminarlo!Ti aggrada come idea?! - propose l'autrice che di inventiva ne aveva ben poca
- No!Ho un'idea migliore!Ci lanciamo con questo vagoncino giù dalle rotaie!
Forse così riusciremo a seminarlo! -
- Ed io che ho detto? - chiese abbastanza infuriata
- Hai detto una cosa diversa!Io sì che ne ho di inventiva! -
- Facciamo partire questo carrello!Prima che ti strozzo! -

 

 

 

Così i due insieme azionarono la leva, il vagoncino cominciò a scendere lentamente per poi partire a velocità supersonica sulle rotaie.Le rotaie stridevano e vibravano al loro passaggio. Dopo vari giri della morte e discese apocalittiche l'albino e la ragazza riuscirono a seminare Illumi.Tutto sembrava svolgersi per il meglio, quando da una discesa spuntò un Illumi leggermente inkakkiato vestito da cavolfiore a cavallo di un Mini Pony rosa, il Pony in questione aveva gli occhi che sapevano di morte, era come se ci fosse scritto ”Morte...Sangue...Ammazzate la ragazza e mio fratello" .
Tecnicamente era così visto che c'erano scritti per davvero.Il ragazzo a cavallo del pony avanzava a grande velocità e aveva quasi raggiunto il vagoncino.
- Tiriamogli qualcosa!Forse lo rallenteremo! - propose Killua
Magicamente apparve nel vagoncino una serie di oggetti, probabilmente da lanciare al fratello del ragazzo.I due cominciarono a tirargli di tutto e di più, l'autrice passava gli oggetti a Killua, il quale li tirava, facendo sempre cilecca.
- Fattelo dire...SEI VERAMENTE SCARSO! - urlò l'autrice brandendo un Bazooka
(yeeee torna il mio fedele amico ndAutrice)
- CREPA ILLUMI! - ed ecco che la ragazza sparò un paio di colpi che effettivamente l'avevano colpito, ma il ragazzo continuò la sua avanzata.
- emh ok...e adesso? - chiese l'autrice che aveva finito le risorse
- e adesso si spara! - urlò Killua esaltato brandendo un mitra e passandone un altro alla ragazza
I due con uno sguardo a metà tra il pazzo e l'omicida cominciarono a sparare colpi a raffica, però visto e considerato che i nostri eroi sono degli sfigati e gli deve andare sempre male non riuscirono a colpire Illumi che era anche più infuriato di prima.

 

 

 

Il vagone avanzava velocemente...i due ragazzi si voltarono...e ciò che videro li raccapricciò...erano quasi arrivati in un punto in cui le rotaie si interrompevano bruscamente, rivelando sotto di esse un baratro buio e scuro.

Sembrava che per i nostri eroi fosse proprio finita...il vagone girò bruscamente rivelando proprio la sua prossima meta...il punto dove la rotaia si interrompeva!Erano a pochi metri dalla voragine...i due cominciarono a pregare per trovare un modo di salvarsi e visto e considerato che la storia non potrebbe finire così se no i lettori ammazzerebbero me e l'autrice...
come per magia apparve un alpaca dentro il vagone.
- Aspetta, aspetta, aspetta...noi stiamo per morire e tu vagone magico ci mandi un alpaca?!SERIO?!CIOE' E' UN ALPACA NON UN AQUILA CON QUALE LEGGE DELLA FISICA PRETENDI CHE POSSA VOLARE?! - Killua si mise a sbraitare per l'inutile aiuto che gli era stato mandato
L'autrice si accorse che proprio all'angolo del vagoncino c'era una lattina di Red Bull.
- Killua ho capito!Dobbiamo far bere la lattina all'alpaca! - esclamò l'autrice che aveva appena avuto un lampo di genio
I due fecero bere tutta d'un sorso la lattina all'alpaca.Il quale si trasformò e diventò un alpaca vestito da Sailor Moon.
I nostri eroi senza pensarci due volte salirono sull'alpaca.Erano a pochi centimetri dal baratro...
fu allora che il vagone scivolò nel baratro oscuro e profondo, mentre invece grazie al potere della Red Bull che ti mette le ali, l'alpaca spiccò il volo e Illumi si fermò di scatto ancora a cavallo del Pony, guardava basito e allo stesso tempo sorpreso l'alpaca volante che nel mentre aveva appena lanciato una scorreggia con una potenza pari ad una bomba atomica, infatti l'ambiente venne prontamente inquinato e venne rovinato un intero ecosistema di pipistrelli.Fu così che i nostri impavidi ragazzi riuscirono a sfuggire ad Illumi che probabilmente era finito in coma per l'inquinamento.

 

 

-Intanto sopra nelle sala da pranzo i membri adulti della famiglia giocano a briscola -
- E' una mia impressione oppure ho sentito davvero colpi di mitra e bombe atomiche? - chiese un Silva preoccupato prendendo una carta
- Macché caro!Sarà Mike di fuori che fa casino – rispose la moglie
In realtà i membri della famiglia non sapevano affatto che poco prima era avvenuto un vero cataclisma, proprio sotto i loro piedi...

Che fine avranno fatto i ragazzi?Illumi si riprenderà dal coma?L'alpaca sarà utile anche in seguito ai nostri eroi?Ma soprattutto!I nostri eroi saranno sempre presi dalla sfiga?Scopritelo qui a Casa Zaoldyeck la soap opera più seguita dagli Hunter!

 

 

 

Angolo dell'autrice

Lo so, lo so mi vorreste fare fuori!LO SO!Solo che ho avuto pochi giorni per scrivere anche perché mi hanno tolto Internet per 5 giorni^^
Come avete detto?Sono perdonata?MA GRAZIE!
Lettori:veramente...
Ma grazie!Comunque sono qui anche per ringraziare
(come sempre)delle persone molto speciali e mie grandi amiche che mi sostengono e mi fanno vedere gli errori!
Sto parlando di Shibumi<3e Chichi<3 come non dimenticare anche la mia Zereffina che ha messo la fic nelle preferite e nelle seguite!Grazie davvero Zeref sei un angelo!Detto questo ci vediamo alla prossima settimana!E stavolta tranquilli sarò puntuale

One kiss

Hao

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Cornetti x Città x Oggetti strambi ***


I nostri giovani e coraggiosi eroi erano riusciti a sfuggire a Illumi, per quanto ancora però sarebbero riusciti a scamparla?Oramai era quasi mattina, la luna stava scomparendo facendo posto al sole del mattino.Killua e Aly si diressero in camera per recuperare un po' di sonno.Infatti appena la loro pelle sfiorò il letto, i due caddero sopra di esso stanchi morti.Solo tre ore dopo Goto il maggiordomo venne a bussare alla loro porta.
- Killua-Sama!Non vorrei disturbarvi, ma la colazione è pronta! - Killua lo ignorò totalmente continuando a dormire, mosse il piede e spinse accidentalmente l'autrice giù dal letto.La ragazza si svegliò di colpo e con la voce ancora impastata dal sonno rimproverò Killua.
.L'albino strinse il cuscino a sé e cominciò ad accarezzarlo.
- Mh...Vi amo Chocorobot – disse lui con voce sognante All'autrice gli venne una gocciolina sulla testa lunga tre metri, certe volte il suo amico sapeva essere proprio imprevedibile.
Decise di non svegliarlo e lasciarlo dormire ancora per un po'.Così si vestì velocemente e uscì dalla stanza.Camminava lentamente e silenziosamente per tutto il corridoio, il quale era sempre buio e oscuro.
“Questo posto vincerebbe il Guinness World Record come casa più inquietante!” penso fra sé e sé la ragazza mentre osservava con interesse e disgusto i quadri appesi al muro, raffiguranti ovviamente scene violente e sangue
“Immagino che scene del genere siano all'ordine del giorno in questa casa”









Continuò a passeggiare lungo il corridoio per una buona mezz'ora. Eppure era da un po' che si sentiva osservata, per meglio dire scrutata , da qualcuno di sua conoscenza . Non sapeva perché, ma si sentiva un'aura maligna addosso. Come se qualcuno osservasse ogni suo movimento con insistenza.
- Vuoi deciderti a venire fuori?Sul serio, dopo un po' diventa inquietante quello sguardo puntato su di me... -
La figura chiuse gli occhi e abbozzò un sorriso, si decise ad uscire dal nascondiglio e comparve proprio dietro l'autrice, la quale non si fece spaventare o intimorire.
- Niente male, davvero niente male.Hai saputo celare la tua presenza alla perfezione, pensare che all'inizio non mi ero neanche accorta di te...mi stavi forse pedinando Illumi? -
Il ragazzo rimase per poco tempo colpito, subito dopo riacquistò la sua espressione imperturbabile, secondo la ragazza, lui era come una maschera...privo di sentimenti...privo di emozioni...
- Ed io che ti credevo una nullità. Mi sbagliavo!Come hai fatto a capirlo? -
- Istinto... - rispose lei con un sorrisetto saccente stampato sulle labbra
- Non sei completamente inutile allora!Saresti un' ottima assassina! - esclamò lui sorpreso
- Lo prenderò come un complimento! - disse ironica
- Ti piacerebbe diventarlo? - chiese lui di punto in bianco, senza un apparente motivo
Quella domanda la colpì come cento pugnalate nel petto...cosa poteva rispondergli?
Certamente non poteva rispondergli sì, a Killua non avrebbe fatto piacere... ma se gli avesse detto di no?
Che sarebbe successo?L' avrebbe obbligata? Questo certo lei non poteva saperlo.
Cominciò a rabbrividire...Illumi la guardava aspettando una sua risposta. Una vocina nella sua testa gli intimava di mentire e dire sì...
ma lei non voleva!Voleva essere sincera! Inspirò a fondo e poi diede la sua risposta...
- Ti ringrazio dell'offerta, ma io non...non sono portata per fare l'assassina...uccidere per soldi...togliere la vita alle persone... -
esitò un momento, ma poi riuscì a concludere la frase
- La vita è una cosa unica e preziosa, ognuno dovrebbe viverla al meglio...tu puoi pure viverla come meglio credi,
ma non sprecarla nel uccidere persone. Ricordalo sempre Illumi...la vita è una sola e dovresti viverla al meglio finché puoi... - gli regalò un sorriso caloroso dopo quell'affermazione e poi se ne andò.
Illumi era rimasto sorpreso...gli riecheggiavano ancora le sue parole in testa...
“ Ricordalo sempre Illumi...la vita è una sola e dovresti viverla al meglio finché puoi...”
Scosse il capo a quel pensiero e si diresse verso la sala da pranzo per fare colazione.



Finalmente Killua si svegliò e insieme a tutta la emh emh sottospecie di famiglia fecero colazione...fu una colazione un po' disastrosa, perché l'autrice e Killua erano affamati a dir poco e si erano spazzolati via la bellezza di 25 cornetti extra large alla nutella, contando anche quelli degli altri membri i cornetti ammontavano a 41.I nostri eroi ormai pesavano a dir poco 139 kg, tra un po' avrebbero superato persino Milluki (piuttosto improbabile) ma andiamo avanti.






Dopo esseri prontamente scappati dai membri della famiglia che li volevano trucidare per aver mangiato i cornetti, i nostri eroi si rinchiusero in un bunker completamente buio super attrezzato di videogiochi. Il duo passò un' intera mattinata a giocare con la PS4 e altre varie console. La porta del bunker si spalancò improvvisamente, rivelando una Kikyo piuttosto incacchiata.
Killua saltò di mezzo metro dallo spavento, no non voleva morire così giovane!Aveva ancora dei cornetti da mangiare!
- Mamma ti prego non mi ammazzare!Non volevo mangiare i cornetti del nonno!Ti prego risparmiami... - fece Killua inchinandosi supplichevole
- Prendi lei! - disse indicando me
- certo tesoro!Ogni tuo desiderio è un ordine! - rispose la donna avvicinandosi all'autrice con fare minaccioso, stranamente l'autrice non era preoccupata, non si muoveva di un centimetro. Restava lì a guardarla avanzare verso di lei con sguardo imperturbabile e impassibile. Stava per sferrare il colpo, quando la ragazza non si spostò bruscamente e con una velocità impressionante si ritrovò dietro la donna. L'autrice afferrò il braccio di Kikyo e glielo girò dietro la schiena, aveva uno sguardo sadico, ma allo stesso tempo non lasciava tralasciare emozioni. Killua non aveva mai visto l'amica in quello stato, da come agiva sembrava davvero un'assassina.
L'albino rimase a dir poco esterrefatto...era letteralmente pietrificato sul posto dallo stupore.
Aveva sempre visto quella ragazza come una persona solare e allegra, ma ora era diversa...agiva con una tale naturalezza...
non sembrava neanche più lei.
- AHI!NON VOLEVO FARTI DEL MALE!Volevo solo chiedervi se potevate andare a comprarmi delle cose! - urlò la donna in preda al panico, dopo aver sentito quelle parole ai due venne un gocciolone in stile anime sulla testa.
Aly lasciò la libera e si scusò per il comportamento inopportuno.
- Non preoccuparti cara!Hai ottime tecniche offensive!Sei stata anche molto veloce!Complimenti!Saresti un' ottima assassina! - rispose lei lodandola e facendola arrossire
“ Saresti un' ottima assassina! “ quelle parole le erano così familiari!Dove le aveva già sentite?
Le ritornò in mente il discorso fatto con Illumi quella stessa mattina. Perché tutti la lodavano?
Ci era nata con quelle capacità e non ne era sempre andata molto fiera...ogni volta che avvertiva un pericolo o una minaccia reagiva allo stesso modo!Ma perché? Le risposte, secondo lei, non le avrebbe mai trovate. Non da persone normali almeno
Ma forse poteva avere delle risposte da persone che avevano le loro stesse capacità.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce straziante della signora Zaoldyeck che chiedeva, per meglio dire, ordinava al figlio di andargli a comprare delle cose e il figlio continuava ad ignorarla.
- Ci potrei andare io! - propose la ragazza intromettendosi nella lite dei due
- Allora ci voglio venire anche io!Se ci va lei voglio andarci anche io! - ribatté Killua con il muso e una faccia da bimbo piccolo
- E va bene!Andateci in due!Vi do la lista delle cose da comprare – disse la donna estraendo dall'abito ottocentesco un foglietto bianco, con su scritto i vari oggetti da acquistare.









I due uscirono dalla proprietà degli Zaoldyeck, presero l'autobus e si diressero in città.
- Qual'è il primo oggetto della lista? - chiese l'albino poco interessato
- Qui c'è scritto: Scarpe tacco 14 color rosso con pois viola... - la ragazza si trattenne dal non vomitare, che orribili gusti
che aveva la madre di Killua!
- Dovremmo riuscire a trovarlo al Auto Grill che c'è qui vicino! - rispose
“Delle scarpe tacco 14 in un Auto Grill?Ma in che razza di città sono finita?!”pensò preoccupata






Dopo un quarto d'ora di cammino i due in lontananza scorsero l'Auto Grill, ad accoglierli era stato un camionista vestito da ballerina a cavallo di un orso bruno. I due ragazzi si misero le mani sulla faccia, per il terrore a cui avevano appena assistito.
- Delle scarpe Tacco 14 color rosso con pois viola?Ho proprio ciò che cercate!Prego seguitemi! - disse l' uomo, il duo lo seguì fino ad un piccolo negozietto che sembrava un'erboristeria. Entrarono nello strano negozio e venero accolti calorosamente da una vecchietta vestita con giacca di pelle, occhiali da sole e pantaloni chiodati.
- QUESTA CITTA' E' AI LIMITI DEL NORMALE! - urlarono in coro i poveri sventurati
- Aspetta fratello!Yo bro ho proprio le scarpe che vi servono!Fanno 1500 yen frate – disse la vecchietta gesticolando come i rapper .
Killua si sbrigò immediatamente a pagare e uscirono di tutta fretta dall'erboristeria di scarpe.


- Prossimo oggetto?!Vediamo di sbrigarci!Voglio uscire il prima possibile da questa città infernale! - urlò l'amico sbraitando e sclerando
- Preparati...il prossimo oggetto è peggio di quello precedente! - avvertì lei
- Dobbiamo cercare...un ghiacciolo speciale al gusto di ornitorinco! -
- NO!NO! NO MARIA IO ESCO! - cominciò a urlare e a incacchiarsi come una gazzella in calore al momento del parto
I nostri impavidi eroi si misero in cerca, dopo varie sclerate e vari omicidi per mezzo di un piccione , del fantomatico ghiacciolo.
In effetti il ghiacciolo lo trovarono solo che l'ultimo l'aveva preso Barbara d'Urso, così iniziò un lungo stalkeraggio per impossessarsi del ghiacciolo, manco fosse stato il Sacro Graal. Alla fine i due riuscirono finalmente a prendere il ghiacciolo, grazie anche all'aiuto dell'esercito, della CIA e del FBI ma sorvoliamo.
L'ultimo oggetto da prendere era una cosa che loro possedevano già...non era una Ferrari, né una Lamborghini e neanche una Revolver,
ma bensì...
L' AGENTE DEL WWF!Esatto!Proprio lo stesso che avevamo incontrato tre capitoli fa!






Ora finalmente potevano ritornare a casa e riposarsi. Non fecero in tempo neanche a fare dietrofront, che una folla inferocita li cominciò ad inseguire armati di mitra, bazooka, lance, mazze da cricket e unicorni.
- HA I CAPELLI BIANCHI!DEVE ESSERE UCCISO, SCANNATO, TRUCIDATO, BRUCIATO, INCENERITO E POI MANGIATO! - urlò la folla
- Razzisti! - urlò di rimando l'albino
- Zitto Killua!E CORRI! - Come ben sappiamo i due eroi cominciarono per l'ennesima volta a correre, secondo me li avrebbero presi alla maratona di questo passo!
Che succederà ai nostri eroi?Sopravviveranno?La folla inferocita sarà sempre razzista contro gli albini?SCOPRITELO QUI A CASA ZAOLDYECK!La soap opera più seguita dagli Hunter!



Angolo dell'Autrice
Anche questo capitolo volge al termine!Spero l'abbiate apprezzato!L'ho voluto fare un po' più serio questo!Tutta quella demenzialità stava uccidendo alcuni di voi ^-^ avete visto che la vostra autrice è pericolosa?Lo dicono pure gli Zaoldyeck che ho del talento! .
Lettori:sicuramente non sei modesta
Quello è un dato di fatto!Vorrei prima di tutto ringraziare Zereffina e Tess per aver messo la fic nelle preferite, ma ringrazio sempre tantissimo Zereffina per averla messa anche nelle seguite!Ringrazio anche Chichi!Che è la mia salvezza!Sul serio !Mi dà consigli utilissimi e mi aiuta tanto a migliorare!Per ultima ma non meno importante Shibumi la mia cucciolotta adorata!
Grazie davvero ragazze!Merito vostro che mi spingete a continuare questa fic malata = ' ) sono commossa.
Noi amati lettori ci rivediamo tra due settimane!Alla prossima!
One kiss
Hao

















 

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Capitolo 6
*** Baywatch x Discorso x Sorpresa a Mezzanotte ***


I nostri baldi e giovani eroi che cosa potevano fare il pomeriggio in una cittadina stramba?
Ovvio!Correre!Come tutti ormai sappiamo, prima o poi il nostro duo preferito sarà presto ammesso alla maratona di questo passo!
Tornando a noi, i nostri eroi stavano scappando dalla folla inferocita, la quale era razzista contro gli albini.
Attraversarono un paio di strade e vicoli prima di incrociare il padre di Killua, Silva.
- PAPA' CHE CI FAI QUI? - Urlò il figlio fermandosi di colpo
- Ero venuto a cercarvi, non tornavate – rispose
- Piuttosto, perché sei così nervoso figliolo?Sembra che tu abbia visto un folla inferocita! -
- SIAMO STATI INSEGUITI PER 30 CHILOMETRI DA
QUEI PAZZI! - Gridarono l'autrice e il suo amico puntando il dito contro la folla, che intanto si prendeva un te al bar
- Ragazzi, ma è terribile! - rispose Silva, apparentemente dispiaciuto
- AH UN ALTRO UMANO CON I CAPELLI BIANCHI!CATTURIAMOLI!PRIMA LI UCCIDEREMO E POI LI MANGEREMO! - urlò la folla brandendo fiaccole e forconi
- RAGAZZI CORRETE!CORRETE PIU' VELOCI DI BAYWACH! - Disse l'autrice nel più completo panico.
Fu allora che partì la sigla di Baywatch e tutti cominciarono a correre a rallentatore.
Accanto ai nostri eroi apparirono varie bagnine super sexy, bionde e i costumi attillati. Le quali salutavano i tre in modo sensual e facendo l'occhiolino.
Sulla faccia dei tre si dipinse un'espressione sconvolta e imbarazzata . Improvvisamente la folla venne inghiottita da un mare profondo, mentre invece i tre si ritrovarono addosso costumi da bagno attillati.
- STIAMO ANNEGANDO!AIUTO! - Urlò un uomo a rallentatore.
Subito Silva fece un salto peggio di Ilary la Ginnasta, qualche capriola e infine afferrò un salvagente in modo sexy e lo tirò in faccia all'uomo, il quale crepò per il colpo.Subito dopo Silva si spostò i capelli dalla faccia con una girata della testa e sfoggiò un sorriso bianco e lucente che rese ciechi tutti i presenti.
(tutto questo sempre a rallentatore, sia chiaro!) Finito il lavoro Killua, l'autrice e il signor Zaoldyeck si misero a correre verso il sole che tramontava con le bagnine al seguito, il tutto mentre la folla annegava. Dopo il tutto, il trio tornò a casa per godersi il riposo e la comodità.








Dopo essere tornati a casa, i nostri eroi si concessero il meritato riposo. Riposo che durò poco, perché vennero di nuovo chiamati all'appello da Kikyo.
Certo che anche lei poteva trovarsi un hobby!
-Mamma non mi scassare le scatole!Non vedi che sto giocando a Pony Friends 2? - sbraitò l'albino
- Ma tesoro!Non stare sempre a rincitrullirti con quei giochi!Su vieni dalla mamma, è da tanto che non ci vediamo! - fece lei sfoderando un sorriso e aprendo le braccia. Per tutta risposta Killua si girò e ricominciò ad accudire il suo pony color caramella
- OH DAI KILU, NON FARE L'INSENSIBILE! - Urlò lei incacchiandosi come una belva
- Io faccio l'insensibile quanto mi pare – rispose Killua indifferente
- Oh, ma quanto è bello il tuo sguardo indifferente?Diventerai un ottimo assassino! - e si mise a balzare e girovagare per la stanza felice, manco avesse vinto la lotteria
“Contaci” pensò ironico lui
- A proposito, la tua amica è ancora qui, com'è che si chiama?Api?Amy?Bali? – si voltò verso l'autrice
- Aly... - disse la ragazza a denti stretti
- Ah giusto!Non che sia cambiato molto -
“Mo la strozzo!Mo la strozzo!MO LA STROZZO!” Pensò esasperata, cavoli era così difficile?
- Tornando a noi, cara vorrei presentarti i miei altri figli! - disse lei eccitata all'idea.
- immagino che figli fantastici siano, non mi meraviglierei se fossero come la madre! - rispose l'autrice di rimando, sottovoce.
- Scusa hai detto qualcosa cara? - chiese lei curiosa voltandosi
- Chi io?No, no, non ho detto nulla -
A volte sua madre era veramente irritante, Killua si chiedeva sempre come avesse potuto suo padre sposare una donna come lei.
Da quanto le aveva raccontato l'albino, per lui sua madre era una palla al piede.
- Cara, loro sono Kalluto e Milluki. Illumi hai già avuto il piacere di incontrarlo – disse lei presentando i figli presenti dietro al suo corpo robotico
“Ho avuto la sfortuna di incontrarlo, no il piacere”constatò nella mente la ragazza
Cercò di essere gentile ed educata, quindi mise in atto uno dei suoi più falsi sorrisi e si presentò ai due
- Piacere, sono Aly – esclamò porgendo la mano in segno di saluto
I due la guardavano come se fosse un'aliena , il più grosso si limitò a fare un cenno con il capo, mentre l'altro restò immobile ad osservarla in silenzio
- Sei proprio silenziosa tu – si rivolse l'autrice al bambino con il kimono
- Io sono un maschio... - rispose lui rimanendo imperturbabile
- Ah scusa, è che sembri tanto una ragazza – si scusò subito
Lui non rispose e si limitò a scrutarla intensamente, come a voler scavare nel suo animo.
“Certo che questa famiglia è proprio eccentrica!”
- Kilu, certo che anche tu che compagnie ti trovi - disse Milluki
- Almeno io non peso 140 chili, come qualcuno – fece sprezzante
- Questa era bella! - esclamò Killua divertito e si batterono il cinque
- Me la pagherai mocciosetta!E' una promessa! - e se ne andò
Quanto era bello avere la meglio!I due erano più che soddisfatti, ora l'autrice capiva perché Killua stava lontano dalla sua famiglia e sicuramente non l'avrebbe biasimato








Dopo presentazioni e fughe stancanti, il nostro duo preferito poté finalmente godersi una buona cenetta.
Tra i maggiordomi circolava la voce che sarebbe stato un giorno speciale. Non parlavano d'altro! C'era un gran via vai nella cucina e i servitori facevano continuamente avanti e indietro da una porta scorrevole, tornavano spesso con in mano piatti sporchi.La cucina era affollata, l'autrice era scesa lì per sapere il motivo di tutta quella parlantina tra i vari maggiordomi e soprattutto scoprire cos'era questo fantomatico giorno speciale.
-
Ciao Goto!Posso rubarti 5 minuti? - chiese innocentemente
- Oh salve Aly-Sama!Dica pure, di cosa ha bisogno? - fece l'uomo inchinandosi servizievole
- Non darmi della signora!Mica sono vecchia!Comunque volevo chiederti perché oggi è il giorno speciale, ho sentito non intenzionalmente una conversazione tra di voi e l'avete citato. Potrei sapere cosa c'è oggi? - spiegò tutto d'un fiato
- Mi duole darle questa risposta, ma non le posso rivelare cos'è il giorno speciale, dovrà scoprirlo da sola. Ma la avverto!Resterà sorpresa – detto ciò si sistemò gli occhiali e se ne andò
La ragazza sbuffò. Non aveva scoperto molto, anzi, praticamente nulla!Così decise di raggiungere Killua in sala da pranzo ed aspettare.
- Scoperto qualcosa? - chiese l'albino vedendo arrivare la sua amica
- No, proprio nulla – rispose dispiaciuta abbassando la testa
– Dai non ci pensare!Godiamoci la cena! - fece dandole una gomitata amichevole
- D'accordo – sorrise, Killua era proprio un vero amico e per questo lo adorava.
Proprio quanto tutti i membri furono seduti, e si intendono anche i tre simpatici fratelli da spiaccicare sotto una ruspa, un muro venne spaccato improvvisamente con una motosega e rivelò dietro di esso un enorme palco. Sul palco in questione c'era Goto vestito da pecora con in mano un microfono tarocco di Masha e Orso .
Santo cielo!Ecco in che consisteva il giorno speciale!Era un talent show !
In effetti tutti i membri della famiglia erano scomparsi e seduti al tavolo erano rimasti solo l'autrice e Killua, i quali si guardavano in giro confusi.
- Bene signori e signore!Siamo riuniti qui oggi per presentare... LO ZAOLDYECK SHOOOOW! - Annunciò il maggiordomo entusiasta.
- Il primo ad esibirsi stasera èèèèèèèèèèè... Silva-Sama!Che ci stupirà con le sue sorprendenti acrobazie! -
Subito entrò Silva vestito da cameriera a cavallo di un camaleonte, il padre di Killua cominciò a fare pessime esibizioni e acrobazie orribili mentre era sul camaleonte, il quale intanto mangiava un monociclo guidato da lemuri posseduti. I nostri eroi guardavano la scena basiti e sorpresi con la bocca completamente spalancata, strano che non fossero ancora andati in coma!
- Dopo questo magnifico spettacolo, facciamo entrare
Illumi-Sama! -
Subito il sopraccitato entrò facendo una capriola e venne illuminato da riflettori viola e rosa, peccato che avesse l'agilità di una balena e, quindi, inciampò e si fratturò il collo
- Sto bene!Sto bene! - disse lui vedendo la madre preoccupata
Detto ciò partì una musica poco virile e Illumi cominciò a far pose strane, poi un maggiordomo gli lanciò un microfono, che ovviamente lui non prese, quindi si ferì ad un occhio. Dopo essere stato bendato, incominciò a cantare.
- QUANTO AMORE NELL'ARIA C'E' CON I DOLCI ORSETTI DEL CUORE!
GLI ORSETTI DEL BUONUMORE! SOGNATORI, TUTTA BONTA' CON I LORO MILLE COLORI SONO QUA!
CARI ORSETTI DEL CUORE! BENVENUTI TRA DI NOI!
DOLCI ORSETTI DEL CUORE!
NOI VOGLIAMO STARE ACCANTO A VOI! -
- QUELLO E' MIO FIGLIO! - Urlò Kikyo peggio di un animale in calore e strappandosi i capelli
- Dopo questa magnifica prova di canto, facciamo
entrare Zeno-Sama! - annunciò, chissà quanto lo pagavano per dire che erano esibizioni meravigliose
Intanto sul palco entrò Nonno Zeno vestito da gabbiano/papera con i piedi azzurri. Il quale incominciò a ballare la canzone di Gangnam Style.
Che fine avranno fatto i nostri eroi, di fronte allo squallore allo stato brado?Ma ovvio!Svengono e vanno in coma!E chi va a resuscitarli con il defibrillatore?
Ma ovviamente Babbo Natale!Che poi verrà torturato pesantemente da Illumi, ma quelli son dettagli. Continuiamo, che è meglio.
Dicevo...dopo la pessima imitazione del nonno di Killua è il turno di Milluki!
(Kikyo e Kalluto non parteciperanno per ovvie ragioni: uno è una statua ambulante e l'altra è una matta sclerata vestita manco ai tempi del Rinascimento, quindi fate 2+2) Così sul palco salì il simpatico e adorato(per modo di dire) Milluki.
Purtroppo l'esibizione non durò molto, visto che al solo tocco del ragazzo, il palco si frantumò a metà.
Quindi finito il squallor Talent show!









Erano ormai passate ore e i nostri eroi erano rifugiati in camera di Killua a giocare ai videogiochi.
- Sono stati due giorni, emh come dire, particolari... - constatò l'autrice sdraiandosi e rilassandosi sul letto, erano entrambi stanchi morti.                                              
- In effetti...comunque, grazie per avermi accompagnato fin qui -ringraziò lui fissandola intensamente negli occhi
- E di che!Non ti abbandono mica io! - rispose 
- Sai...sono sempre stato molto solo, fin da piccolo mi sono solamente allenato per diventare un potenziale assassino e quindi non ho mai avuto molto tempo per socializzare – spiegò l'albino con sguardo triste, stava guardando ora il soffitto e nei suoi occhi si leggeva, nitidamente, tristezza nel raccontare quel ricordo e soprattutto molta solitudine.
- Proprio per questo sei mio amico, mi piacciono le persone
particolari! – rispose la ragazza con un sorriso.
Nel volto di Killua si era dipinto un ritratto stupito e sorpreso, era la prima volta che qualcuno gli diceva parole così
- Cos'è sei sorpreso della risposta? - chiese con un sorrisetto sulla faccia Due grosse lacrime solcarono il candido volto del ragazzo, si era commosso.
Cercò di fermare le lacrime con la manica della maglietta, ma fu inutile perché continuavano a scendere intensamente.
L'autrice era contenta di quel gesto, era così dolce quel ragazzo e senza alcun motivo apparente, lo abbracciò.
Esatto, lo cinse in un caloroso e morbido abbraccio.
- Attenta o quella persona potrebbe ingelosirsi – scherzò lui ancora con le lacrime agli occhi, sorrise a quella frase
- Non si ingelosisce per così poco sai? -
- Era solo per non finire arrostito su un barbecue gigante - le diede un pugno sulla spalla amichevolmente e sorrise di gusto
- Che ne dici di andare a letto? - quella domanda uscì spontanea, dalla bocca del giovane Zaoldyeck
- Ottima idea!Sono veramente distrutta! -
Fu così, che insieme si addormentarono abbracciati, le stelle brillavano luminose e vigilavano su di loro.
Una leggera brezza attraversava la stanza e le tendine della finestra si muovevano un poco, di fronte alla potenza del vento.
Sulle facce dei due era stampato un sorriso tranquillo e beato e dentro la stanza c'era calma, tranquillità, ed armonia.
Tutto ciò sarebbe durato ben poco, infatti subito una buia sagoma scivolò nell'oscurità. Lentamente si avvicinò al letto, dove poco prima i due erano scivolati tra le braccia di Morfeo. Fu allora, che la sua mano scattò verso la bocca della ragazza, bloccandole ogni possibilità di urlare o chiedere aiuto. Intanto con l'altra mano teneva le braccia dell'autrice ferme, impedendole ogni movimento.
- Te la farò pagare per tutto piccola strega, ti pentirai di essere diventata amica di uno Zaoldyeck! - disse spietata la figura
L'autrice si dibatteva cercando di liberarsi, ma era bloccata.
- Stanotte ti farò passare la voglia di essere nata, ti darò una bella lezione! - ridacchiò a quell'idea, mentre invece la ragazza era spaventata, il suo cuore batteva forte e sentiva il sangue gelargli nelle vene. Ella venne trasportata via dalla sagoma, uscirono e si ritrovarono in corridoio. Dopo un po' si fermò ad una porta e la aprì, cercando di non fare rumore. L'autrice era terrorizzata, proprio perché la stanza conteneva delle cose raccapriccianti.
- Vediamo se hai ancora voglia di scherzare con degli assassini – la sfidò                                  

 

 

Angolo dell'autrice

Salve a tutti!Vi chiedo scusa se il capitolo è arrivato un po' in ritardo, ma sono stata occupatissima!
La nostra amata autrice è nei guai fino al collo!Riuscirà a scappare?Oppure dovrà soffrire?Lo scopriremo nel prossimo capitolo!Parto subito nel dire una cosa, ovvero grazie!Grazie a tutte ragazze che mi sostenete e recensite questa fic malata fino al collo, vi ringrazio perché siamo arrivati al sesto capitolo di questa storia e avete recensito in modo positivo :') questo può sembrare una cosa banale, ma per me questa è una grande soddisfazione. Ma non crogioliamoci in lacrime e piagnistei!Partiamo dai ringraziamenti della settimana!Il primo va a Zeref che ha messo la fic nelle preferite, nelle seguite e nelle ricordate!Grazie Zereffina mia ti amo!Come dimenticare la dolcissima Tess!Che ha messo la fic nelle seguite e nelle preferite!Così come Delya e Chris che l'hanno messa anche loro nelle preferite!Vi adoro, siete davvero incredibili!Un altro va a Shibumi la mia cucciolotta adorata!^-^
E per ultima ma non meno importante...Chichi!Un ringraziamento speciale va a lei che mi dà consigli e mi aiuta anche a migliorare e che mi ha sostenuta fin dall'inizio!Infatti maggior parte dei miglioramenti sono merito suo e anche di Chris!Ma soprattutto ringrazio anche Ayumi Usagi per aver messo la fic nelle ricordate!Noi ci vediamo di nuovo la prossima settimana!
Alla prossima!
One kiss
Hao




 




 

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Capitolo 7
*** Situazione pericolosa x Dolore x Litigio ***


ATTENZIONE!: Per chi è sensibile alla violenza, gli consiglio di andare direttamente al secondo paragrafo, tanto nel primo si vedranno torture, non ci saranno discorsi particolarmente importanti.
Per chi invece mi vuole bene, gli consiglio di prepararsi un anti stress, una sagoma di cartone   
ed un' ascia per smaltire la rabbia ^_^
Per chi invece è solo sadico e masochista ed ama la violenza, bé può incominciare a leggere!






L'autrice era stata rapita da una sagoma misteriosa, della quale non si conosceva ancora l'identità. La sopraccitata figura aveva portato la ragazza in una stanza raccapricciante ed è lì che sarebbero incominciati i guai.
Buio, solo buio. I suoi occhi non erano abituati all'oscurità e non riusciva a riconoscere i lineamenti del suo rapitore.
La porta si spalancò ed i due entrarono. Lei venne buttata bruscamente a terra, mentre il tizio misterioso prendeva su un tavolo una siringa e lo riempiva con del liquido. La ragazza era senza forze, non riusciva ad alzarsi. Improvvisamente sentì un fastidioso pizzichio sul braccio, la siringa era infilata nella sua pelle e sentiva la misteriosa sostanza entrare dentro di lei.
Fu allora che la vista cominciò ad abbandonarla ed il suo campo visivo si oscurava lentamente.
“Dannazione!Un sedativo.” pensò incapace di fare qualcosa, vedeva tutto completamente sfocato, le forze del suo corpo non erano abbastanza forti da combatterlo, così non ce la fece più e svenne.
Nelle sue orecchie ronzavano voci familiari, ma non riusciva ad identificarle.
Quando l'effetto del sedativo sparì, era ormai troppo tardi. Lentamente i suoi occhi si aprirono, ancora confusa e disorientata si guardò in giro, erano sempre nella stessa stanza, ma prima quelle cose non c'erano.
Si mise una mano sulla fronte e provò a ripensare ai fatti accaduti prima. Si sforzava a scavare nei suoi ricordi, ma nulla.
Poi improvvisamente si ricordò di tutto.
“Killua...il discorso...eravamo abbracciati e ci siamo addormentati...e c'era una figura,... una figura che mi ha presa e portata qui!Poi mi ha sedato e sono crollata a terra!Deve essere in quel momento che ha preparato tutto!
Ora ricordo!Devo uscire di qui, ma come? “ Elaborò nella sua mente.
Cercò di alzarsi da terra, ma c'era qualcosa che le impediva di muoversi liberamente...
C'erano tante piccole ventose attaccate   
su tutto il suo corpo.
“Ventose?A cosa servono?” si chiese mentre osservava il cavo a cui erano attaccate, con lo sguardo seguì il loro percorso e riuscì ad intravedere una strana macchina con tante leve e pulsanti, a cui erano attaccate .
Al comando non c'era nessuno.
“Devo togliermi queste ventose, uscire e trovare Killua!” si disse.
Provò a staccarle dal proprio corpo, ma invano. Era come se fossero incollate alla sua pelle.
Riusciva a percepire la superficie di gomma attaccata alle sue braccia. In realtà le aveva attaccate anche sulle gambe, sul torace ed anche sulla fronte. Riuscì a sciogliere il groviglio di fili e ancora con le ventose attaccate cercò di uscire da lì. Sbatté però, su qualcosa di duro. Cominciò a tastarlo con le mani e si accorse che era vetro...
fece dietrofront e si preparò a scappare dall'altra parte, ma anche lì c'era un parete di vetro...
era completamente circondata!Si trovava in realtà in una cupola quadrata di vetro, dove da sotto passavano  
i cavi delle ventose.
L'autrice non ci pensò due volte e caricò con una spallata la cupola,   
peccato che l'unico risultato che ottenne fu un enorme dolore.
Allora provò con un calcio, ma ancora invano. Quel vetro sembrava indistruttibile! Continuò a provare e riprovare, quando...
- Ti farai male seriamente, se continui ad accanirti così – disse una voce apparentemente familiare.
No, no. Non poteva essere lui!L'aria si caricò immediatamente di energia negativa ed una furia omicida investì la ragazza.
- Dovevo immaginare che fossi stato tu, Illumi... - rispose sprezzante
- Fammi uscire di qui subito!Lo scherzo è bello quando dura poco! - continuò lei
- Oh, invece io credo che lo scherzo sia appena cominciato, cara – disse con un sorrisetto malefico
- Che intendi farmi? - chiese poi seria.
Lui rimase in silenzio per un po', fissandola con i suoi enormi occhi a mandorla. Poi annunciò
- Voglio solo insegnarti come funzionano le cose qui - Sghignazzò malefico a quell'idea.
Invece l'autrice rimase a scrutarlo, qualsiasi cosa le avrebbe fatto non avrebbe mostrato segno di dolore o cedimento.
- Hai mai provato una scossa elettrica sulla tua pelle? - domandò poi
- No, mai – ammise la ragazza
- Capisco... -
Detto ciò si girò ed andò a sedersi al posto di comando della macchina con le levette ed i pulsanti.
- Vediamo come te la cavi con una scossa da 50 mila volt – annunciò cominciando a tirare leve ed a piggiare pulsanti.
Fu allora che premé un bottone ed alcune scosse elettriche attraversavano i cavi, fino ad arrivare alle ventose di gomma attaccate al corpo dell'autrice. Sentì un dolore lancinante pervadergli il corpo, strinse i denti. Sentiva ogni singola scossa nel proprio corpo.
Faceva male, molto male, ma resistette.   
Con aria di sfida alzò la testa in direzione di Illumi e lo guardò con odio, mentre l'elettricità attraversava il suo corpo.
- Non male, per essere la tua prima volta – ammise
- Vediamo che succede, se aumento la potenza a 100 mila volt! - disse sadico,
la ragazza si spaventò, quello sguardo...le faceva paura. Incapace di fare nulla, si preparò di nuovo al dolore.
Lo Zaoldyeck alzò un levetta, probabilmente modificava la potenza della scossa.
L'autrice stette in silenzio, ma non poteva mascherare il dolore che stava provando, glielo si leggeva in faccia.
Tutto il suo corpo venne pervaso di nuovo da scosse blu chiaro, a fatica rimaneva in piedi. Ormai aveva quasi perso le forze, stava per cedere. Chiuse gli occhi e si poggiò al vetro, era freddo... molto freddo. Se avesse continuato, non ce l'avrebbe fatta.
Quando stava per abbandonarsi a se stessa divorata dal dolore, le scosse diminuirono di colpo fino a scomparire.
Le ventose si staccarono da sole e la cupola si aprì. Illumi a passo lento si avvicinò a lei.
La quale non si mosse di un millimetro ed ancora poggiata al vetro, aspettò che lui si avvicinasse per tendergli un agguato e poter finalmente scappare e raggiungere Killua.
- Ti sei divertita? - domandò curioso
I loro visi erano a pochi centimetri di distanza, i due si guardavano con oddio e ribrezzo.
“Non ancora” pensò l'autrice
- Da morire – rispose ironica
- Oh, come sei dolce! -
“Non ancora “ si disse di nuovo
- Mi dispiace che questo bel visino si sia rovinato – mugugnò dispiaciuto e prendendo la faccia della ragazza tra le dita.
In effetti sul suo volto c'erano bruciature nere e cicatrici, così come sul suo corpo.
- Aspetta che Killua lo sappia e vedrai! - minacciò lei
- Ma lui non lo saprà mai! - rispose tranquillamente facendo un' espressione ebete
- Che ne sai? - disse a sua volta saccente con un sorriso
- Lo so, perché se proverai a dirgli qualcosa, Kilu verrà punito -
 A quelle parole l'autrice spalancò gli occhi. Ma cercò di ricomporsi subito
- E credi che Killua si faccia prendere così facilmente?Non è uno sprovveduto! - borbottò
- I mocciosi dovrebbero sapere quando è il momento di chiudere la bocca! - annunciò Illumi.
Anche se stava ancora sorridendo, si poteva comprendere il velo di minaccia in quella frase.
“ORA!” Urlò nella sua testa, con uno scatto anomalo la ragazza sorpassò lo sorpassò facilmente.
Avanzava a grandi passi verso la porta, era finalmente libera!
Mancavano pochi centimetri, quando Illumi, raggiunta l'autrice, non si parò sulla porta, negandogli ogni via di fuga e con un calcio nello stomaco la rispedì dall'altra parte del muro, facendola sbattere violentemente sulla superficie dura.
Le mancava il fiato, mai nella sua vita qualcuno le aveva inflitto un colpo così potente!
- Dove pensavi di andare? - chiese curioso Si mise una mano sullo stomaco tentando di non vomitare.
- Dovremmo passare al prossimo gioco!Che ne pensi fratellino? – disse facendo un cenno col capo  
verso una figura più bassa, Milluki...   
  - Sono d'accordo – sghignazzò il minore
- Bastardi... - mugugnò l'autrice, prima di svenire nuovamente

Sentiva un dolore lancinante nello stomaco, come se si frantumasse in due parti.
Si sentiva, però, incredibilmente leggera e sospesa nell'aria. Aprì gli occhi di scatto, guardandosi intorno. Erano in una stanza diversa, completamente vuota se non per delle scale e delle torce appese sul muro, che contornavano la stanza.
La ragazza era legata da delle catene, che le immobilizzavano le braccia in due direzioni, stringendole i polsi.
Mentre le sue gambe erano sospese nell'aria. Provò a dimenarsi con le gambe o a spezzare le catene, ma invano.
- Ben svegliata! - annunciarono delle voci all'unisono, comparendo dalle scale
- Di certo svegliarmi con i vostri brutti musi davanti non si può considerare un bel risveglio – aggiunse seccata.
- Sempre così gentile... - constatò Illumi
- Sempre – rispose la ragazza
- Allora vediamo, cosa volete farmi ora?Potreste sbrigarvi?Ho un gran sonno – disse lei tranquilla, come se fosse la cosa più naturale al mondo
Subito dopo quell'affermazione partì una schiocco e l'autrice si ritrovò un lungo taglio sulla guancia.
- Mh interessante, due contro uno!Siete proprio leali – 
- Dovresti preoccuparti della situazione in cui ti trovi, piuttosto che scherzare – disse il maggiore dei fratelli
- Sto tremando di paura – li canzonò l'autrice
- Ne avrai molto presto – minacciò il minore intromettendosi tra i due e brandendo una frusta
- Cosa fai con quella?I bambini non dovrebbero giocare con le armi! - scherzò di nuovo
Un altro colpo venne inferto e di nuovo lei non fece un fiato.
- Credo che mi divertirò – aggiunse Illumi sadico
- A chi lo dici fratello, a chi lo dici... -




Subito un dolore lancinante la pervase, vari colpi le vennero inferti. Erano dolorosi e la sua pelle al tatto bruciava ed ardeva come un fuoco. La sua camicia veniva squarciata sempre di più di fronte alla potenza dei colpi. A denti stretti e a volte con sorrisi amari si sorbiva quella tortura. Continuarono per ore, colpi dopo colpi. Ma lei non cedé mai. Ormai il sangue usciva fluido dalle ferite che possedeva. Alcuni tagli erano meno profondi, altri di più. I suoi vestiti ormai erano macchiate da vive macchie rosse. Bruciava, bruciava come pochi. Ma l'autrice non si faceva mai sfuggire un urlo di dolore, stava lì impotente a subire.
- Ancora non ti arrendi? - domandò poi il fratello maggiore
- In che senso? - chiese lei agonizzante.
- Ti abbiamo fatto le peggio cose e tu ancora non ti arrendi?Non hai mai urlato o fatto un grido di dolore,
neanche un segno di cedimento... - disse analizzando la situazione
- Gliel' ho promesso, a Killua intendo, gli ho promesso che sarei stata forte e che non mi sarei mai arresa.
Anche nelle situazioni più dure – ammise, del sangue rosso incominciò a scendere lento dall'angolo della bocca ed anche dal naso.
Tremava leggermente, ma aveva sempre quel sorriso stampato sul volto. Illumi rimase sorpreso a quelle parole, non aveva mai visto qualcuno che affrontasse le torture in modo così positivo...sopratutto, non aveva mai conosciuto nessuno con una così grande forza d'animo ed anche così tanta fermezza . Sulla sua faccia si dipinse un'espressione sorpresa e stupefatta.
- Per questo non mi arrenderò mai - scandì l'ultima parola con assoluta tranquillità
- Taci ragazzina!Chi ti credi di essere per parlare in questo modo ad uno Zaoldyeck?! - urlò furibondo Milluki e preparandosi a sferrare un colpo potente. La frusta partì minacciosa pronta a colpire l'obbiettivo. L'autrice chiuse gli occhi, preparandosi a ricevere il colpo.
Ma il colpo non arrivò mai, sbirciò leggermente e ciò che vide la sorprese non poco.
Infatti, davanti a lei c'era Illumi con in mano parte dell'arma. Doveva aver fermato il colpo.
- Basta così Miky, ne ha avute abbastanza, può andare – scandì ogni sillaba sprezzante e si girò per togliere il disturbo ed andarsene
- Ma...Ma...Ma fratello! - disse l'altro cercando un pretesto per continuare
- Ho detto basta così! - ripeté spietato con uno sguardo omicida
- D'accordo... - rispose sconfitto















La ragazza venne liberata poco dopo, attraversò a grandi passi la stanza ed uscì.
I suoi vestiti era lacerati e lei aveva segni evidenti
su tutto il corpo.
“Grandioso!Ora come spiego a Killua questo?!” pensò furiosa
tra sé e sé, di certo non poteva dire all' albino tranquillamente:
“ Sai Kil, sono stata torturata dai tuoi fratelli psicopatici! ”
Stava ormai sorgendo il sole e l'autrice stava camminando lungo il corridoio con le mani in tasca.
Doveva raggiungere la stanza di Killua, cambiarsi e cercare di trovare una scusante per i segni.
Stava per aprire la porta, quando il ragazzo spuntò proprio dietro di lei.
- Ecco dov'eri!Ti ho cercato dappertutto! - esclamò l'albino contento
- Mi sono alzata prima del solito – annunciò la ragazza con falso sorriso
- Comunque, si si può sapere che ti è successo?Sembra che tu stia stata investita da un thir! - domandò improvvisamente lui
- Oh, emh, sono solo caduta – rispose l'autrice poco credibile
- Questi non sono segni da una semplice caduta! - disse tastando i segni sul volto della ragazza con un indice, al tocco rabbrividì le facevano ancora male.
- Invece, ti ridico che sono solo caduta – ripeté un po' più seria
- Ora che ci penso, i tuoi vestiti sono tutti strappati! - puntualizzò di nuovo osservandole gli abiti
- Sono scivolata, sai che sono imbranata! - mentì nuovamente lei
- Perché non mi dici la verità? - domandò poi
- Ma è questa la verità! - urlò esasperata
- Cos'hai da nascondermi?! -
- Nulla! - ripeté
- Tu non me la racconti giusta – mugugnò l'albino
- E' diventato un interrogatorio?! - chiese la ragazza leggermente su di giri
- SCUSA SE MI PREOCCUPO PER TE! - sbraitò
- TI HO DETTO LA VERITA'! NON TI BASTA?! -
- TU NON MI HAI DETTO LA VERITA'! - Urlò lui
- E SE ANCHE FOSSE?!DOVREI DIRTI TUTTI I CAVOLI MIEI?! - disse alzando la voce
- SI!PERCHE' SONO TUO AMICO! - rispose adirato
- ANCHE SE LO SEI, NON VUOL DIRE CHE IO NON POSSA AVERE SEGRETI! -
- SE TU MI MENTI E' OVVIO CHE VOGLIO SAPERE LA VERITA'! -
- E' INUTILE PARLARE CON TE TANTO NON CAPISCI NULLA! -
- TI RICORDO CHE SEI IN CASA MIA!PORTA RISPETTO! -
- OK!MI SCUSO MR VOGLIO SAPERE TUTTI I SEGRETI ! -
- TI DETESTO! - Annunciò poi lui in preda all'ira
- LO STESSO VALE PER ME! - rispose lei
Quando litigavano quei due facevano subito la pace e si scusavano, erano come fratelli...
ma stavolta qualcosa sarebbe cambiato.
Per la prima volta, i due si guardavano con uno sguardo carico d'odio...












Angolo dell'Autrice
Visto?Sono stata puntuale!A proposito siete ancora sopravvissuti? Zeref hai già preparato i biscotti e l'ascia?
Comunque, mi dispiace aver finito il capitolo così presto, ma ci ho messo tutto l'impegno possibile nel scriverlo!
Spero l'abbiate apprezzato!
Lettori:*la inseguono con delle motoseghe *
Vi prego ho già preso abbastanza mazzate in questo capitolo, non aggiungiamone altre XD
L'autrice e Killua hanno litigato, riusciranno a fare la pace?Milluki ed Illumi la scamperanno?
Persone che mi vogliono bene:*Li inseguono *
I due:AAAAAAH!
Tranquilli, dai prossimi capitoli si torna alla demenzialità!^_^
Partiamo con i ringraziamenti della settimana!
Parto nel ringraziare il mio tesoruccio alias la mia angioletta nera alias quella che scotennerà gli Zaoldyeck alias Zereffina che ha messo la fic nelle preferite, ricordate e seguite!
Subito dopo troviamo la mia carissima Tess, che ha messo la fic nelle preferite e nelle seguite e che mi dà preziosi consigli, ringrazio Ayumi Usagi per averla messa nelle preferite e ricordate. Ovviamente non mancano Delya cucciolotta mia e Chris(anche lei che mi da consigli utili) che l'hanno messa nelle preferite!
E ultima ma non meno importante, la mia amatissima e adoratissima Chichi!Che mi da consigli e mi aiuta a migliorare a tempo record!
Grazie ancora a tutte ragazze!Siamo arrivate al 7° capitolo di questa cosa che è stata partorita dalla mente di una disagiata come me(?) Grazie ancora!:')
Noi ci vediamo tra due settimane con il prossimo capitolo!Rimanete sintonizzati!
Alla prossima!
One kiss
Hao





















 

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Capitolo 8
*** Due opzioni x Pace x L'ira di Killua ***


Dopo tutti i vari avvenimenti, a casa Zaoldyeck calò finalmente il silenzio. 
Mancavano pochi minuti all' alba, una fioca luce attraversava le fronde degli alberi. Una ragazza stava sdraiata per terra a contemplare,
con sguardo vuoto, il cielo. I suoi capelli erano completamente sparpagliati, in disordine, sull'erba.
Nonostante gli uccelli cantassero allegri e nonostante il meraviglioso spettacolo che aveva davanti agli occhi, non poteva fare a meno di essere triste. Ogni singola parte del suo corpo le faceva male, un continuo dolore lancinante l'attraversava, non tanto per le ferite che aveva, più per il litigio che aveva avuto con Killua poco tempo prima. 
Come avrebbe voluto dirgli cosa era successo e vedere la faccia spaventata dei suoi due fratelli di fronte all'ira dell'albino. 
- Killua...perché non riesci a capire, che io ti voglio solo proteggere? - borbottò lei guardando il cielo.
Cominciò a singhiozzare. 
“Ma che diavolo sto dicendo?!E' ovvio che non può capire!Nessuno può...” 
Affondò la faccia nell'erba, respirando lentamente. Non sapeva che fare, se avesse provato solamente a proferire parola, Killua sarebbe finito molto male e lei non voleva questo. Preferiva rimanere a soffrire in silenzio, che far patire le pene dell'Inferno al suo amico. 
Anche se, era come volerla dare vinta a quei due. 
Era confusa ed allo stesso tempo affranta. Si alzò in piedi e scrutò l'orizzonte, in cerca di risposte. 
I suoi vestiti lacerati svolazzavano, cullati dal vento. 
- Cosa dovrei fare? - domandò come rivolta a qualcuno.
In effetti quel qualcuno era una persona che non vedeva da tempo. Era una persona in cui aveva sempre tenuto la massima fiducia, nei momenti del bisogno lui c'era sempre. Ma in quel momento, desiderava ardentemente fosse lì 
- Stai sempre a contemplare il cielo? - chiese ironica, una voce femminile 
L'autrice perse un battito, ma si ricompose subito e disse sorridendo 
- Che ci fai qui? - La figura si avvicinò alla ragazza e le diede una pacca sulla spalla. 
- Bé, mi ha mandato lui – spiegò divertita
- Non ho bisogno della babysitter - 
Le due si lanciarono uno sguardo di sfida, subito dopo, come se non fosse successo nulla, si abbracciarono 
- Mi sei mancata...A proposito, come stanno tutti a casa?Sono riusciti a non mandarla a fuoco? - domandò scherzosa. 
Non si aspettava una visita del genere e tutto sommato, un abbraccio le avrebbe fatto bene .
- Emh, diciamo che ci sono andati vicino - 
Entrambe scoppiarono a ridere. Era in quei momenti che l'autrice si sentiva bene. 
- Piuttosto, in che guaio ti sei cacciata?Sei piena di graffi!Non avrai hai lottato di nuovo con qualcuno, spero - chiese l'individua, osservando i segni sul corpo dell'altra.
A volte le sembrava sua madre, in fondo però, era anche per questo che le voleva bene.
- Siediti, ti racconto tutto -
La ragazza cominciò a raccontare l'esperienza di quella notte, le emozioni e la minaccia di Illumi. Mentre l'altra l'ascoltava in silenzio, intervenendo di tanto in tanto.
- Come si sono permessi a toccarti?!Giuro che se mi capitano tra le mani li maciullo! - Esclamò la sconosciuta, se c'era qualcosa che odiava, era che le toccassero il suo tesoro e, bé, se lo facevano poi dovevano sorbirsi le peggio cose. 
- Allora, che dovrei fare? - domandò con lo sguardo a terra 
- Siete amici, no?Diglielo e basta!Poi sapete proteggervi, quindi di che ti preoccupi? -
La faceva facile lei, non aveva visto di cosa fossero capaci quei due.  
- Senti, non credo di essere la persona giusta per darti una risposta, ti direi solamente di ascoltare il tuo cuore – continuò, mettendo una mano sul petto dell'altra. 
- Non so decidere...ti prego dimmi tu quello che dovrei fare! - urlò con il fiato sommesso.
Strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche. Quelle parole, però, erano state sprecate.
Perché la misteriosa ragazza era scomparsa. Cominciò a soffiare una forte brezza, non era una brezza comune, dentro di ella era celata la risposta a tutte le sue domande. Sapeva che quel vento rappresentava lui, che pur non essendo presente, era sempre accanto a lei pronto a consolarla. Aly guardava l'alba con sguardo sofferente. Poi una folata la attraversò.
- Ora so cosa devo fare – annunciò felice, come colpita da un fulmine.
Si girò e cominciò a correre verso la villa degli Zaoldyeck.
Doveva trovare Killua e sistemare le cose...









Una volta rientrata nella casa, cominciò ad attraversare i lunghi corridoi a grande velocità.
Eppure, sentiva continuamente dei leggeri passi dietro di lei. Solo una sensazione?
Non ci fece caso e continuò a fare il giro della casa, controllò ogni singolo posto, ma non riusciva a trovare l'albino.
Non era neanche in camera, ma allora dove era andato?
Un brivido percorse la schiena della ragazza e brutti pensieri cominciavano a formarsi nella sua mente. Forse Killua era in pericolo e lei neanche lo sapeva. Cominciò a correre verso la sala da pranzo, luogo che non aveva controllato. Scese i gradini tre a tre, per sbrigarsi. Appena superato l'ultimo, aprì il grande portone con entrambe le mani. Tutti i membri della famiglia erano seduti a tavola a far colazione tranne lui. Kalluto la guardava in modo strano, mentre gli altri avevano voltato la loro attenzione verso l'autrice.
- Dov'è Killua?! - urlò preoccupata
Aveva il fiato corto ed ansimava per la gran corsa, ma non poteva fermarsi.
- Credo sia in giardino con Mike – ammise Silva con sguardo stranito
Appena udite quelle parole, la ragazza fece dietrofront e ricominciò a correre, sotto lo sguardo divertito di Illumi e Milluki.






“ Non lascerò ti facciano del male!” pensò, mentre attraversava a grandi passi il giardino.
Dopo mezz'ora finalmente arrivò all'entrata della villa. Si concesse cinque minuti di riposo, mentre si teneva una mano sul petto dalla gran fatica. Subito dopo cominciò a percorrere il perimetro del cancello.
Fu allora che lo vide, era appoggiato ad un albero e guardava il cielo con sguardo annoiato.
Killua era lì e stava bene...la ragazza poté tirare un sospiro di sollievo.
Lentamente si avvicinò a lui con un sorriso stampato in faccia.
- Che cosa ci fai qui? - chiese l'albino
La guardava con sguardo truce, mentre l'autrice continuava a sorridere.
- Ti stavo cercando! - rispose lei
Per tutta risposta il ragazzo si voltò dall'altra parte, senza degnarla di uno sguardo.
- Sei ancora arrabbiato? -
- Tu che dici?! - fece l'altro con tono antipatico
Lei lo osservava con sguardo affranto, credeva che le cose sarebbero andate meglio...
- Volevo parlarti di una cosa... - ammise
Si girò di nuovo verso di lei, poco interessato.
- Improvvisamente hai deciso di dirmelo? - domandò ironico, le braccia conserte ed uno sguardo accusatorio.
- Se ti va, possiamo parlare di cosa mi è successo ieri – propose la ragazza, incominciando un poco a perdere la pazienza
- E se ora non ti volessi ascoltare? -
Abbassò la testa, triste. Lacrime amare cominciarono a scendere dal suo volto cadendo a terra con rumore sordo.
I pugni serrati ed il corpo tremante.
- D'accordo...hai ufficialmente chiuso con me... ma ricordati una cosa, IO MI SONO SACRIFICATA PER TE!... - dopo aver pronunciato codeste parole, con la voce rotta dal pianto, girò i tacchi e se ne andò.
Non voleva più vederlo, mai più...















La luna brillava alta nel cielo e le stelle le facevano compagnia, sembrava che anche loro fossero tristi come l'autrice, che guardava il cielo notturno con assoluta inespressività. Stava seduta su una roccia, le mani sorreggevano il corpo, lasciando scaricare tutto il peso su di loro. Mike stava sdraiato poco lontano da lì e sonnecchiava sotto un albero. Ormai ci aveva rinunciato, non avrebbe più fatto pace con Killua.
Si era rifiutata di mangiare ed era stata in giardino tutto il giorno, possibilmente lontano dall'albino o dagli altri Zaoldyeck.
Ora era davvero sola e non c'era lui a salvarla, come quella volta...



Aprì lentamente gli occhi, disorientata.
Si sentiva strana, le palpebre erano pesanti e non riusciva a tenerle aperte. Una ragazzina si guardava intorno spaventata, non riusciva a muoversi. Aveva le mani legate dietro la schiena. La stanza era buia, oscura...le faceva paura.
Completamente vuota, completamente grigia, come la sua esistenza.
Improvvisamente, una gigantesca porta di metallo si spalancò, dalla quale ne entrò una figura bassa e maligna...
- Meno male, sei rimasta qui come ti avevo chiesto!Allora, cosa potremmo fare oggi? - chiese la figura con un sorriso sadico
La ragazzina guardava a terra, incapace di incrociare il suo sguardo, così gelido e malvagio.
- Facciamo il gioco dell'altra volta!Quello che ti era piaciuto tanto... - disse
Non rispose, tremava leggermente, ma ormai sapeva quello che gli avrebbe fatto.
- Direi di cominciare – annunciò sghignazzante, avvicinandosi a lei
L'altra stava ferma, immobile. Il sangue le si gelava nelle vene.
Era un giocattolo, il suo giocattolo e non l'avrebbe lasciata per nulla al mondo...
Mentre si avvicinava la ragazzina si tirava indietro più che poteva, fino a toccare il muro.
- Hai forse paura di me? - domandò la figura innocentemente
Non rispose, si limitò ad annuire leggermente con il capo.
- Non devi averne, mi conosci da tempo ormai -
Continuò ad avvicinarsi, fino a che i loro visi non furono a pochi centimetri di distanza.
Lei chiuse gli occhi e rabbrividì. Eppure non successe niente.
Infatti, lo sconosciuto stava per terra inerme, probabilmente svenuto. Aveva del sangue che sgorgava vivo dalla sua testa.
Alla vista del sangue spalancò gli occhi e cercò di alzarsi in piedi, ma cadde per terra. Non aveva più forze.
- Non dovresti sforzarti – un ragazzo comparve vicino a lei, la guardava con un sorriso.
Un sorriso luminoso e puro, da quanto non ne vedeva così?
- Non preoccuparti, non voglio farti nulla di male. Sono venuto per trarti in salvo – disse rassicurandola
La aiutò ad alzarsi e le liberò le mani. Dopodiché uscirono insieme da quella stanza orribile. Mano nella mano.
E finalmente poté rivedere la luce del sole, dopo tanto tempo...


“Sono passati anni da quando mi hai salvata “ pensò l'autrice ritornata alla realtà.
Stava ancora a fissare la luna, stavolta però il suo sguardo si era intenerito. Stava per andarsene, quando una mano sfiorò delicatamente la sua spalla. Riconosceva quella mano...
- Possiamo parlare? - chiese una voce di un albino di sua conoscenza
- Credevo non volessi vedermi mai più – ammise stringendo le spalle
- E' quello che credevo anche io, solo che dopo che te ne sei andata mi sono ricreduto – rispose Killua, i due non avevano più quello sguardo colmo d'odio reciproco, sembrava essersi placato.
- Lo ammetto, sono stato un po' antipatico e meschino -
- Solo un po'? - domandò l'amica, inarcando un sopracciglio
- Ok, sono stato MOLTO antipatico e meschino, potrai mai perdonarmi?... -
Quanto adorava quel suo sguardo dispiaciuto ed allo stesso tempo dolcissimo, quindi senza troppi giri di parole lo abbracciò.
- M-Ma i-io! - balbettò il ragazzo, visibilmente imbarazzato
- Dopo che fai quello sguardo, non ti si può dire di no – mugugnò
- Anche io ti chiedo scusa...hai ragione tu sei un mio amico e dovrei dirti tutto. Solo che avevo paura che ti potessero fare del male... -
L'altro era confuso, non capiva di cosa stesse parlando
- Perché avrebbero dovuto farmi del male? - chiese divertito
- Perché...i tuoi fratelli, Illumi e Milluki...ecco, vedi...mi hanno torturata – disse seria, indicandogli i segni ed i vestiti strappati.
Rimase sconvolto, abbassò la testa facendo cenno all'autrice di continuare il discorso.
- E mi hanno minacciata, se avessi detto qualcosa a qualcuno tu saresti finito molto male...
ho cominciato a tormentarmi non sapendo che fare, poi tu mi hai trovato ieri notte in quelle condizioni ed ho mentito, dicendoti che ero caduta...stamattina ti ho cercato in lungo ed in largo per la casa, finché non ti ho trovato in giardino,
ho tentato di spiegarti ma tu non ne volevi sapere. Così me ne sono andata ed eccomi qui - aggiunse, finendo il discorso.
ll suo amico fino alla fine non aveva proferito parola, fissava il terreno con sguardo strano. Cominciò a piangere.
- Tu hai sofferto tutto questo per me?... - sembrava più un'esclamazione che una domanda.
- Killua io... - tentò di dire la ragazza.
Ma non fece in tempo a finire che l'albino cominciò a correre a velocità folle verso la casa.
Voleva farla pagare a quei due e probabilmente non ci sarebbe andato piano...







Aly inseguiva il suo amico, che intanto avanzava con sguardo sadico per il corridoio. I loro passi erano silenziosi.
Continuò ad inseguirlo per un po', finché lui non girò ad un bivio.
Subito fece lo stesso e tirò un sospiro di sollievo, vedendo correre davanti a lei la sagoma dell'altro.
- Scemo!Ma cosa vuoi fare?! - urlò raggiungendolo
Non la degnò nemmeno di uno sguardo, nei suoi occhi erano dipinti solo disgusto e rabbia.
- Gliela farò pagare!SI PENTIRANNO DI AVERTI FATTO QUESTO! - si limitò a dire.
Con uno scatto aumentò un passo. L'autrice lo guardava sconvolta, mentre la sua immagine si perdeva all'orizzonte. Continuò a correre per un altro paio di metri, finché non sentì urli e grida da una stanza. Ci entrò e la scena che si trovò davanti aveva dell'incredibile.
Killua era in piedi al centro della stanza, con la mano modificata e con sguardo assassino puntato verso Milluki ed Illumi,
che lo guardavano divertiti.
- Alla fine l'hai scoperto!Come sono contento! - cominciò il maggiore dei fratelli, battendo le mani.
- Sta zitto, bastardo!Ti ucciderò con le mie stesse mani!E poi toccherà anche a Miky! - sbraitò
- Davvero affronteresti tuo fratello per una sciocchezza del genere? - domandò serio
- Ovvio!Hai toccato una mia cara amica ed io te la farò pagare! -
- Non vuoi ritirarti?Sai che non hai speranze contro di me, preferisci finire male per una stupida ragazzina? -
- Avrò poche speranze, ma tentar non nuoce. Tanto ti picchierò così forte, che non potrai più alzarti – sillabò l'altro spietato
- Va bene, d'accordo, vediamo cosa sai fare...Kilu – canzonò Illumi con occhi socchiusi


















Angolo dell'Autrice
*Arriva di corsa *
Buon salve amati lettori!Chiedo scudo per il ritardo, ma la scuola è cominciata e non so se avrò tempo per scrivere e poi ho una famigliola a cui pensare u_u, comunque continuerò ad aggiornare puntualmente, se riesco!
Non preoccupatevi, quando comincio una storia la porto sempre a termine!
Lettori:E la demenzialità?QUESTA E' UNA FIC DEMENZIALE!IN QUESTO CAPITOLO SIAMO SERI!SERI!
Tranquilli!Non maciullatemi!Dal prossimo capitolo vi prometto che torneremo alla malata demenzialità!
Vedremo cosa partorirà la mia mente stavolta!
Partiamo dai ringraziamenti della settimana!
Prima di tutto ringrazio Zereffina/Carotinah/Picciulina/Sorellinah/Compagna d'avventure pazze e persona meravigliosa
per aver messo la fic nelle preferite, ricordate e seguite!
Tranquilli non mi sono dimenticata della mia carissima Tess!Che ha messo la fic nelle preferite e nelle seguite!Ringrazio la grandissima martinacevasco che ha messo la fic nelle preferite e seguite!Come dimenticare Ayumi Usagi che l'ha messa nelle preferite e ricordate!
Un grazie va anche a Chris e Delya due care ragazze che hanno messo la fic nelle preferite!
E per ultima ma non meno importante, Chichi!
Un grande ringraziamento va a lei e alle altre ragazze che mi fanno notare gli errori e mi aiutano a migliorare!
E come speciale per l'ottavo capitolo, facciamo una conversazione con dei tipi strani, che fanno parte della mia mente malata e perversa, ma dettagli.
*Arrivano dei tipi strambi *
Tipi:finisci l'angolo dell'Autrice che è meglio
Si, sono sempre gentili quanto un camion che ti investe
Tipi:grazie cara e tu sei sadica
Ho ripreso dai migliori u_u
Tipi:ma grazie!*si inchinano ad un pubblico inesistente *
Bene noi vi salutiamo e ci rivediamo al prossimo capitolo!
One kiss
Hao e dei tipi strani












 

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Capitolo 9
*** Lunga vita alla demenza x Chiamata x Ricordi indelebili ***


Illumi e Killua si lanciavano sguardi colmi d'odio, mentre l'autrice e Milluki li osservavano in assoluto silenzio. L'aria era carica di negatività e i due sprigionavano un'aura oscura, riusciva a percepirlo con chiarezza.
- Killua, fermati!E' una pazzia! - urlò la ragazza con tono disperato. Le lacrime stavano per bagnarle nuovamente gli occhi, non voleva che il suo amico si facesse male.
- Aly, sta tranquilla. Darò una bella lezione a questi due! - rispose l'altro, continuando a fissare il fratello
Lei strinse forte i pugni, avanzò a grandi passi verso l'albino e gli afferrò la spalla. 
- Non permetterò che tu ti faccia del male – annunciò seria, dentro il suo sguardo si poteva leggere una forte determinazione . 
- Ah, ma quanto siamo...sentimentali! - ridacchiò Illumi, intromettendosi nella loro conversazione. I due lo guardavano con occhi duri e gelidi, la bocca serrata. Killua con uno scatto si avventò su di lui, la mano modificata pronta a colpire. Quando, improvvisamente, nella stanza entrarono Kikyo e Silva, seguiti a ruota da Kalluto. L'autrice ed i tre Zaoldyeck avevano un'espressione sconvolta in volto e la bocca completamente spalancata. Il motivo? 
Bé Silva, in quel momento, indossava un costume da ravanello gigante e la madre di Killua aveva in braccio un Cicciobello. 
- PERCHE' PAPA' STA INDOSSANDO QUEL COSTUME!E PERCHE' MAMMA HA IN BRACCIO UN BAMBOLOTTO?! - sbraitò il figlio dai capelli bianchi. 
- Ma come tesoro, non ti piace il mio nuovo giocattolo? - domandò la donna, leggermente delusa.
Gli altri presenti non proferivano parola, probabilmente troppo scioccati. In quell' istante, il pupazzo si mise a piangere e successivamente si esibì in una risata malvagia, che avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque. 
- Oh, non piangere!La mamma è qui con te! - Così, la madre dell'albino si mise a cullare, dolcemente, quella sottospecie di giocattolo posseduto. Fu allora che Kalluto si mise a ballare e a cantare per la stanza. Piroettava peggio di una ballerina ubriaca e sulla sua faccia era dipinta un'espressione da ebete. Successivamente, si esibì in salti anti-gravitazionali alla Ilary la Ginnasta.Tutti i presenti lo guardavano straniti e con mille interrogativi. Il giovane prese per mano Killua e cominciò a danzare, sotto la faccia allucinata dell'altro, che intanto cercava di non farsi venire i conati di vomito. 
- Non l'ho mai visto così, sembra in preda ad uno scarico di zuccheri! - disse il padre.
Più che altro sembrava in balia di aver bevuto troppo caffè, ma dettagli.
- LALALALALAAAAAAAAAA! - Gridò il ragazzino, euforico.
“ Finalmente non c'è più mamma che mi rompe le scatole e che mi fa il monologo della giornata ogni due per tre!
SONO LIBERO!” Si ripeté nella sua testa.   
I genitori cercavano, invano, di fermarlo. Lui continuava a festeggiare e sclerare a squarciagola, manco avesse vinto uno Yatch. 
Dopo mezz'ora, il più piccolo dei fratelli crollò a terra stanco morto. Ovviamente, aveva sempre un sorriso demente in volto. 
- Povero piccolo!Forse voleva passare più tempo con la sua mamma! - provò a spiegare Kikyo. 
A quelle parole il bambino si alzò di scatto e corse via dalla stanza, sbraitando come uno scemo.
- Mamma, se non ti dispiace, vorrei riprendere il mio scontro mortale con i miei fratelli – si intromise l'albino.
I due sopraccitati si strofinarono le mani, contenti.
- Certo Kilu!Fai pure!Noi staremo qui a guardare – rispose, spingendo il figlio e incitandolo.
Finalmente la resa dei conti era arrivata, l'amico dell'autrice era pronto a fargliela pagare. Tirò fuori i suoi Yo-yo e creò l'elettricità con il NEN. Li fece roteare un paio di volte, per essere sicuro che fossero a posto. Dopo ciò, si catapultò, senza troppa delicatezza,
contro Illumi e Milluki. Aly lo osservava preoccupata, le mani le tremavano ed i brividi attraversavano tutto il suo corpo.
Era pronto per sferrare il primo di una lunga serie di colpi, quando...
- OH SANTO CIELO!KILU!QUANTA FREDDEZZA NEI TUOI OCCHI E QUALE MAESTOSITA' HA IL TUO NEN!
MERAVIGLIOSO! - Si intromise, di colpo, la madre.
Il figlio si fermò a pochi centimetri dalla faccia dei due.
- Mamma!POTRESTI NON INTROMETTERTI?! - Domandò irritato. Aveva il viso contratto in una smorfia furiosa. Mentre Silva se la rideva sotto i baffi.
- Giusto!Scusa Killu, continua -
Il nostro giovane eroe si preparò di nuovo per sferrare il colpo. Avanzò di nuovo a grandi passi .
- OH MAMMA MIA!FANTASTICO IL TUO PASSO DA ASSASSINO! - urlò nuovamente, interrompendo la battaglia .
- MAMMA, PERFAVORE!HO UN'AMICA QUI! - cominciava ad alterarsi e la pazienza gli stava scendendo.
Ancora una volta dovette ritornare indietro e rifare tutto daccapo. Ma anche questa volta, non riuscì a finire la sua opera.
- OH LORD DEL PROSCIUTTO!IL MIO RAGAZZO CRESCE COSI' IN FRETTA! -
Il poverino, ormai preso dalla rabbia, cominciò a dare furiose testate su un palo. L'autrice lo guardava divertita, si dovette mettere una mano davanti alla bocca per non scoppiare in una fragorosa risata. Seguita a raffica dagli altri presenti.
Peccato che tutti avessero la resistenza di un elefante sul tapis roulant e, quindi, si misero a ridere a crepapelle e a tirare fuori qualche polmone. In quell'istante, dalla porta entrò Goto, la cui faccia era contratta in un'espressione apparentemente turbata.
- Mi dispiace disturbarvi Signori Zaoldyeck, ma è ora della lezione quotidiana – borbottò il maggiordomo, mentre teneva in mano delle scarpine da ballerina.
- E' perfetto!Ragazzi che ne pensate di partecipare anche voi? - chiese Silva con un sorriso a trentadue denti, abbastanza inquietante
- Veramente, noi – provò a dire l'amico della ragazza.
- Perfetto!Muoviamoci! - s'intromise Kikyo decisamente euforica.
Così i nostri eroi si erano precipitati, o meglio dire erano stati trasportati, nella sala da ballo.
Ancora una volta i due amici erano finiti nel posto sbagliato, al momento sbagliato.






La sala aveva un pavimento in parquet ed i muri erano completamente bianchi. Da un camerino uscirono i genitori ed i fratelli di Killua, tutti vestiti con tutù rosa da ballerina.
- Bene, ora che ci siamo tutti possiamo incominciare la lezione! - annunciò Goto, battendo le mani per richiamare l'attenzione.
Inutile dire che il magico duo delle meraviglie si era rifiutato di partecipare. Guardavano solo con poco interesse gli altri che piroettavano allegramente per la stanza. Milluki ed Illumi sembravano delle balene in calore quando si muovevano e il pavimento tremava quando facevano i salti con spaccata, fortunatamente non si era ancora frantumato!
- E Arabeske! - urlò l'uomo.
Tutti senza un'apparente sincronizzazione, fecero il passo di danza richiesto, ma caddero a terra come delle pere cotte.
Aly e l'albino strabuzzavano gli occhi ad ogni esibizione. Purtroppo erano costretti a rimanere fino a fine lezione, valeva dire sorbirsi un'altra ora di tentativi inutili da parte dei familiari. In quel momento, quello spettacolo terrificante venne interrotto da un altro maggiordomo, che era entrato nella sala. Aveva richiesto la presenza dell'autrice, dicendo che c'erano delle persone al telefono che volevano parlarle. Subito la sopraccitata, avendo una scusa per andarsene, corse dietro al servitore, che intanto era uscito. Il suo amico la guardava sofferente, avrebbe dovuto vedere altre pose strane per un'intera ora, ma stavolta da solo.
Si poggiò al muro, incrociò le braccia e si preparò per la tortura.












La ragazza avanzava a grandi passi dietro l'altro, che gentilmente la stava scortando fino al telefono di casa Zaoldyeck. Attraversarono lunghi corridoi, fino ad arrivare all'agognato telefono. Era preoccupata, temeva di sapere chi fosse.
Alzò con mano tremante la cornetta e pronunciò con voce flebile un “Pronto?”.
Purtroppo dové dire addio all'orecchio sinistro, perché una voce maschile le aveva appena rotto un timpano.
- AH!ALY SEI TU! - Gridò violenta la voce dall'altra parte della cornetta.
Aggrottò le sopracciglia, aveva capito, di suo malgrado, il motivo della chiamata
- Chi credevi che fossi?Babbo Natale? - domandò con tono piatto.
- AH!DEVI RACCONTARMI TUTTO!STAI MANGIANDO?!TI ALLENI OGNI GIORNO NEL COMBATTIMENTO?!STAI BEVENDO ABBASTANZA?! STUDI PER LA SCUOLA?!TI CAMBI I VESTITI OGNI GIORNO?! PER CASO SEI DIMAGRITA TROPPO?!NO, PERCHE' SE E' COSI' DEVI ASSOLUTAMENTE MANGIARE DI PIU'!CHIARO?! - Sclerò e domandò a raffica la voce maschile.
- Se magari eviti di farmi diventare sorda, posso risponderti! - ribatté.
Si ammutolì subito e dopo continuò con tono calmo...
- Hai ragione, scusa. Ero preoccupato! - tentò di giustificarsi.
L'autrice strinse forte il telefono, fece passare un dito tra i fili con noia.
- Non sono più una bambina, dovresti saperlo. So cavarmela bene anche da sola, non serve che ti preoccupi per ogni nonnulla! - rispose imbarazzata. La sua faccia era diventata color porpora di botto. Cavolo, ormai era grande.
- Lo so bene, è anche per questo che mi preoccupo - disse a sua volta.
A quella risposta sorrise, commossa.
- Comunque sto bene, piuttosto, lui come sta? - non osò pronunciare il suo nome, quasi fosse un tabù
- E' molto triste, ultimamente. Gli manchi tanto. Non mangia più, non parla più, sta sempre a guardare il cielo pensando a te. A volte piange e non smette. Non riesce a vivere senza te – ammise la voce dall'altra parte.
L'autrice abbassò lo sguardo, tutto il mondo le cadde improvvisamente addosso. Si sentiva male, cominciò a singhiozzare, silenziosamente.
- Dig- Digli che tornerò, digli che deve aspettarmi ed avere pazienza, una volta ritornata a casa non lo abbandonerò più, d'accordo? - fece lei con la voce rotta dai singhiozzi.
- Farò come dici, ora scusami tanto piccola, ma devo lasciarti. Fammi avere tue notizie presto - raccomandò l'altro.
- Va bene, ci vediamo Kuroro... - rispose.
La chiamata venne interrotta e un ronzio fastidioso cominciò a provenire dal cordless.
Rimase lì a guardare la fine del corridoio con sguardo perso, ma soprattutto con una gran malinconia negli occhi...






La luna era luminosa nel cielo, le stelle danzavano armoniose intorno a lei. Come in una festa, nella quale la luna era la festeggiata.
C'era un vento gelido che attraversava il corpo della ragazza, ma lei non sentiva freddo. Avevo lo sguardo spento, la bocca serrata e i capelli che le ricadevano sul volto.
- Ehi, finalmente ti ho trovata – disse Killua, sedendole vicino . Aveva una faccia felice, al contrario dell'altra.
Mise le ginocchia al petto e alzò lo sguardo sugli astri splendenti.
- Hai visto com'è bella la luna oggi? - domandò l'albino con un lieve sorriso.
Alzò la testa, le palpebre basse. Avrebbe tanto voluto essere positiva come lui in quel momento.
- Incantevole... - rispose vaga.
Subito l'amico girò la testa verso di lei, un'espressione turbata era dipinta sul suo volto. Vederla stare così gli faceva male.
- Si tratta di lui, non è vero? - gli bastò capire il motivo della sua tristezza solo osservandola, doveva ammetterlo...la conosceva bene.
Per tutta risposta lei abbassò la testa, annuendo lentamente.
- Ti va di parlarne? -
- D' accordo... - mugugnò la ragazza.
Cominciò a spiegargli tutto l'accaduto, dalla chiamata e dalle informazioni che aveva ricavato da essa. A volte si interrompeva sui pezzi tristi.
- Vedi... lui mi ha salvata da una vita orribile – ammise poi. Tremava come una foglia, non dovevano essere ricordi piacevoli.
L'albino per consolarla, mise una mano sulla sua schiena. Sentiva la pelle lucida attraverso la maglietta, la accarezzava con movimenti lenti. Quando, improvvisamente, si ritrasse da quel contatto come spaventata.
- Che succede? - domandò incuriosito dal gesto brusco.
- Non voglio che mi si tocchi la schiena... ci sono dei ricordi orribili lì sopra, con il tempo ho cercato di cancellarli, ma alcuni sono indelebili...come questo – spiegò triste.
Si girò da un parte e si alzò la maglia, facendo intravedere all'amico la sua schiena. Ciò che vide, raccapricciò non poco il ragazzo. Sulla sua pelle c'erano delle enormi bruciature, in quel punto la carne era nera carbone. L'amico se ne accorse solo dopo aver visto meglio, che quei segni insieme andavano a formare una S gigante cerchiata.
- Chi...chi ti ha fatto questo? - tentò di dire, sconvolto. La bocca era aperta, lacrime di sudore scendevano vive dalla sua fronte.
- Sono stati quei bastardi...sta a significare la mia appartenenza a loro – disse l'autrice, guardandolo con la coda dell'occhio per poi tirarsi giù la maglia e nascondere l'orribile cicatrice.
- Forse è meglio se ti racconto la storia dall'inizio... - aggiunse poi.
Si mise più comoda, si schiarì la gola e cominciò a raccontare la sua terribile storia, storia che l'aveva segnata per il resto della vita.












Varie persone erano nell'atrio gigantesco, avevano tutti delle facce annoiate. C'era chi si girava i pollici, chi guardava per terra con sguardo vuoto e chi camminava avanti e indietro per la stanza.
- Ah!Che noia!Allora ragazzi, quando torna il capo? - domandò una figura femminile stiracchiandosi ed emettendo uno sbadiglio.
- Ha detto che sarebbe tornato a minuti, quindi, abbi pazienza – le rispose un ragazzo, fissandola. Per tutta risposta l'altra roteò gli occhi.
- E' in ritardo!Ci aveva promesso che sarebbe tornato con un nuovo regalo, ALLORA DOV'E'?! - urlò esasperata, capitava che spesso perdesse il controllo.
- Cerca di stare calma – ordinò qualcun altro, stava sfogliando le pagine di un libro con poco interesse.
- NON DARMI ORDINI SCIENZIATO DEI MIEI STIVALI! - gridò, brandendo un coltello ricurvo.
- Posso darti ordini quando e come voglio – disse sprezzante l'altro, sistemandosi gli occhiali.I due si lanciavano saette e fulmini dagli occhi. Subito la figura femminile fece per fare un passo verso di lui, ma qualcos'altro attirò l'attenzione di tutti. Dal portone principale era appena entrata una sagoma bassa e maligna, che guardava tutti trionfante.
- Sono tornato, contenti? - chiese, quello che doveva essere il loro capo, con sorriso beffardo.
- Spero tu abbia una ragione per esserti assentato
tanto – annunciò il ragazzo che prima camminava avanti e indietro per la stanza.
- Certo che ce l'ho!Forza vieni qui, non aver paura! - da dietro di lui spuntò una ragazzina dall' aria sofferente e dallo sguardo spaventato, anche se non lo dava a vedere.
- Allora, non è bellissimo il mio nuovo giocattolo? -
Sulla faccia di tutti comparve un sorriso a metà tra il pervertito ed il sadico, accompagnato da un ghigno a dir poco inquietante.
La ragazzina rabbrividì, ma continuava a rimanere impassibile.
- Grazie, capo!Posso giocarci un pochettino?Per piacere!Giuro che sarò leggera! - domandò con falso sorriso la figura femminile, la quale rivolse al "nuovo giocattolo” un'occhiata famelica.
- Eh, no!Mettiti in fila!Prima ci sono io! - ribatté il ragazzo, prendendo un coltello e sfiorando il collo della giovane, la quale ora aveva un lungo taglio sanguinante.
Guardava i due con una vena di disgusto, che esseri schifosi...ovviamente l'aveva solo pensato, non si sarebbe mai azzardata a dirlo ad alta voce, si trovava in una stanza piena di maniaci, pazzi che potevano farle qualsiasi cosa,
quindi era meglio non rischiare.
- Su, non litigate!Avrete entrambi la vostra occasione!Ti do il permesso, ma fa piano, altrimenti ti ammazzo. Non vorrei che si rompesse – raccomandò lui dandole il permesso, intanto osservava il suo amato oggettino, accarezzandole dolcemente una guancia con fare protettivo. Le sue dita fredde toccavano la sua candida pelle, che al tatto rabbrividiva.
- Sarò felicissima di giocare con lei, mio signore. Faremo una bella chiacchierata per conoscerci meglio, non è vero piccola? - detto ciò, prese la mano della giovane e la trascinò fino ad una stanza completamente buia, se non per la fioca luce della luna che passava per le finestre sbarrate. La fanciulla cercava di resistere, ma la forza di lei era nettamente superiore. Venne sbattuta al muro con violenza, mentre i loro sguardi si incrociavano. Quello della figura femminile era sadico, affamato, desideroso. Per certi versi non sembrava neanche umana, come per il resto di quelle strane persone incontrate in precedenza.
- Cos- Cosa sei tu? - chiese con voce flebile la sua prossima vittima. L'altra la osservava divertita.
- Io?Io sono il tuo incubo peggiore, io sono l'adorabile Moge-ko! - rispose lei, ridacchiando. 








Continua...






Angolo dell'autrice
MUAHMUAHMUAH!Come state amati lettori?
Lettori:*la attendevano armati per maciullarla *
Lo so, avete ragione. Dovrei aggiornare più spesso!Ma capitemi, tra scuola e sport tre volte alla settimana, ho pochissimo tempo libero!
Ma eccomi tornata con un capitolo più lungo!Per farmi perdonare ho rimesso la demenzialità!Contenti, vero?
Lettori:*buttano via le armi e annuiscono soddisfatti *
Abbiamo conosciuto un altro pezzo del passato della nostra sfigata preferita alias il mio alter ego!
Ho deciso di dividere il flashback in due parti, che se no veniva troppo lungo!
In questa prima, abbiamo visto come è avvenuto l'incontro tra l'autrice e quei pazzi. Nella seconda vedremo...be non vi spoilero nulla!XD
Ah, mi stavo per scordare i ringraziamenti della settimana!Ringrazio Zereffina/ tanto lo sapete che la adoro, che ha messo la fic nelle preferite, seguite e ricordate!Grazie alle dolci Tessie e martinacevasco che hanno messo la fic nelle preferite e seguite!
Grazie ad Ayumi Usagi, gentilissima cara, che ha messo la fic nelle preferite e nelle ricordate!
Altro ringraziamento a Chris e Delya che hanno messo la fic nelle preferite!
Per ultima, ma non meno importante, Chichi!Grazie, perché mi fa notare alcuni errori e mi aiuta a migliorare, così come Chris e Tess!:D
Davvero, non so che dire, sarò anche ripetitiva e logorroica quanto volete, ma vi sarò sempre grata per il sostegno che mi date leggendo e recensendo. Infiniti ringraziamenti per tutti i complimenti, assolutamente non meritati, che mi fate. Mi date la forza di andare avanti e proprio oggi siamo arrivate al 9° capitolo di questa cosa malata partorita da codesta mente. Vi voglio bene <3
Tutti:ma come siamo... sentimentali!
-__-” *li bastona con un tavolo(?) *
Alla prossima!
One kiss
Hao

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Capitolo 10
*** S x Lui x Il passato torna sempre sui propri passi ***


ATTENZIONE!:Come magari alcuni di voi avranno notato, c'è stato un cambiamento improvviso di rating. Una recensora mi ha fatto, gentilmente, notare di doverlo cambiare. Vi spiego il perché, questo sarà il capitolo più cruento e triste di tutti. 
Se alcuni di voi non sopportano le scene violente vi consiglio di non leggere le parti scritte in corsivo. Se siete facilmente impressionabili, allora vi sconsiglio vivamente la lettura di queste ultime. Per chi mi vuole bene, bé si prepari un anti stress di quelli potenti.
Invece chi è solo sadico, bé può incominciare a leggere ^_^






Continua...






L'autrice si fermò un momento, interrompendo la narrazione. Mise una mano al petto, udendo i battiti accelerati del suo cuore; raccontare quei ricordi le faceva male, molto. Eppure, cercava di non darlo a vedere a Killua, il quale ascoltava in religioso silenzio.
Cominciò a soffiare un vento gelido, ma la ragazza non si mosse, anzi, continuava a guardare per terra con assoluta inespressività.
L'albino si portò le mani sulle braccia, sfregandole tra loro;
non che soffrisse il freddo, più che altro la folata improvvisa l'aveva colto impreparato.
- Non hai freddo? - Chiese gentilmente lui, abbozzandole un sorriso intenerito; l'altra lo guardò con la coda dell'occhio per poi sospirare. Sulla faccia dell'altro il sorriso si era man mano spento, lasciando posto ad una bocca serrata e uno sguardo serio. 
- E' diverso Killua. Io non posso sentire freddo... - Rispose atona. Sobbalzò a quelle parole.
Davvero lei non riusciva a sentire freddo?Come era possibile?Si stava chiedendo.
Milioni di domande affollavano la testa del giovane Zaoldyeck, anche se consapevole che tutti avevano una sola risposta. Passato...
Tranquillo, ora tutto ti verrà rivelato – Disse schiarendosi la gola; prese un bel respiro e poco dopo ricominciò a raccontare.
Era pronto, l'orecchio attento ad ogni minima parola. Ancora non sapeva, però, cosa la sua amica avesse in serbo per lui...










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Freddo... gelo... è questo che circondava il paesaggio.
Candidi fiocchi si adagiavano, con assoluto silenzio e grazia, sulla superficie bianca. L'area era deserta e non si vedeva anima viva.

L'unica forma di vita lì, sembrava essere una ragazzina. Quest'ultima ansimava convulsamente, mentre del fiato caldo, sotto forma di vapore, usciva dalla sua bocca. Lo sguardo basso ed il corpo completamente abbandonato nella neve. Aveva provato a scappare, aveva provato a fuggire da quella vita orribile. Eppure, aveva fallito. Erano riusciti a ritrovarla, lei continuava a correre e correre, sperando che la fortuna fosse dalla sua parte. Sperando che un giorno potesse tornare libera.
Ma era solo una mera illusione.
Sentiva terribilmente freddo, mentre il suo corpo, ormai sprofondato nel bianco, incominciava a congelarsi a poco a poco.
Quanto avrebbe voluto morire in quel momento, farla finita e non essere più tormentata da quei pazzi. Però, nonostante tutto, aveva ancora speranza, credeva che per lei ci fosse ancora una possibilità ed era questo a spingerla ad andare avanti, a non disperarsi, a non darla vinta a quei sadici, che ogni volta giocavano con lei e godevano nel vederla soffrire. Affondò la faccia per terra e un brivido improvviso le attraversò il corpo, facendola sussultare, per colpa della ferita sul fianco che si era guadagnata per la sua fuga.

Le catene a cui era legata, erano sprofondate nella neve, rendendole invisibili. 
Cominciò a singhiozzare, non ne poteva più di quella vita.
- Huhu. Guarda chi c' è!La piccola fuggiasca! - Sentenziò ridacchiando una figura femminile, ormai troppo conosciuta.
La ragazzina alzò la faccia da terra, ormai bagnata ed infreddolita. Cercò di alzarsi, ma l'unico risultato che ottenne fu di cadere sulle ginocchia .I capelli appiccicati alla faccia e un'espressione carica d'odio rivolta verso l'altra.
Ecco che una folata di vento invernale l'attraversò, facendole provare una fitta alla ferita sanguinante. Il sangue aveva macchiato di rosso i suoi vestiti e la neve.
- Ti fa male, non è vero? - Domandò con un sorrisetto. Squadrò il terreno sporco, per poi spostare lo sguardo su di lei, la quale aveva abbassato la testa, annuendo piano con il capo.
- Pensa, quello non è niente!Aspetta di sapere cosa il capo abbia in serbo per te! -
Sgranò gli occhi a quell'affermazione, ora spaventata e tremante.
- Dopo potrò divertirmi con te quanto voglio!Finché non morirai, ovviamente. - Sghignazzò, prendendo il suo mento tra l'indice ed il pollice ed osservandola in modo famelico.
Non si ritrasse a quel contatto, anzi, indurì lo sguardo e ridusse gli occhi a due fessure sottilissime, come a volerla sfidare.
- Sei adorabile con quello sguardo, piccolo e tenero giocattolo – Si leccò le labbra con fare perverso e strinse la presa sul volto della giovane, affondando le unghie nella pelle con forza.
L'altra si lasciò sfuggire un leggero gemito di dolore, mentre Moge-ko sorrise soddisfatta.
- Bé, ci vediamo Aly-Kun! - Salutò la ragazzina, per poi fare dietrofront ed andarsene, ma prima che potesse fare un passo, aggiunse
- Ah, un'ultima cosa. Goditi il paesaggio, perché non credo rivedrai la luce del sole molto presto dopo la tua fuga... -
Dopo aver detto ciò, se ne andò trotterellando allegramente, mentre le sue scarpe affondavano con violenza nella neve, lasciando delle impronte profonde. Dopo essersi assicurata che se ne fosse andata veramente, si lasciò cadere nella superficie bianca, provocando il tintinnio delle catene, e scoppiò a piangere. Il suo petto si alzava e si abbassava velocemente, mentre la disperazione prendeva possesso di lei e l'angoscia la divorava. Però, ancora non sapeva che, presto, la sua sanità sarebbe andata via via perduta e un segno indelebile l'avrebbe tormentata per sempre... 




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- Ora capisco perché non puoi soffrire il freddo. Quella volta ne hai assaporato talmente tanto sulla tua pelle, che ora non riesci più a percepirlo – Annunciò Killua, interrompendo il racconto. Sulla sua faccia si potevano leggere chiaramente espressioni sconvolte ed allo stesso tempo, disgustate. L'autrice lo guardava con sguardo triste. L'albino le mise una mano sulla spalla e le sorrise calorosamente, come lui solo sapeva fare. Doveva ammetterlo, il suo amico aveva l'allegria contagiosa, per questo poteva contare sempre su di lui.
- Proprio grazie a quell'esperienza, ho capito come sviluppare il mio NEN – Ammise la ragazza. Voltò lo sguardo sulla sua mano, dalla quale spuntò, a velocità supersonica, una piccola stalattite di ghiaccio. L'altro rimase sorpreso, non pensava che anche lei conoscesse il NEN.
- Chi ti ha insegnato? - Domandò curioso, inclinando leggermente la testa di lato. La stalattite sparì e lei mise nuovamente la mano attorno alle gambe, portando le ginocchia verso il petto.
- Tutto questo me l'ha insegnato il mio padrino – Rispose.
Killua corrugò le sopracciglia in un'espressione stramba, non gli aveva mai accennato di un padrino.
- Il tuo padrino? - Chiese di punto in bianco. Voleva sapere di più su di lei e sul suo passato.
- Oh, emh, si chiama Kuroro – Disse tra un balbettio e l'altro. Era stata presa alla sprovvista.
“ Kuroro?Perché questo nome mi sembra familiare?” si domandò nella sua testa. Cercò di collegare immagini e ricordi, come i pezzi di un puzzle, ma apparentemente non riusciva a trovare risposta. Dopo pochi minuti a rimuginare sugli eventi passati, gli ritornò in mente la volta in cui lui e Gon avevano affrontato la Brigata Fantasma.
- ASPETTA, ASPETTA, ASPETTA!TU PARLI DI QUEL KURORO?!IL CAPO DELLA BRIGATA FANTASMA?!QUINDI TU FAI PARTE DEL RAGNO?! - Urlò a raffica l'albino, completamente sconvolto.
- Pensi davvero che io faccia ne faccia parte? - Cercò di resistere, i denti le tremavano per il gran ridere. Purtroppo non ce la fece e scoppiò in una fragorosa risata, accompagnata dallo sguardo perplesso dell'amico.
Dalle cose tragiche alle grasse risate, meglio di così si muore.
L'altra si asciugò una lacrima e poi aggiunse.
- E' vero che mi hanno insegnato alcune tecniche del NEN, ma non necessariamente io devo far parte di un gruppo di ladri ed assassini.
- Il ragazzo la squadrò da capo a piedi e poi annuì convinto. Quella ragazza con il sorriso così allegro e luminoso non poteva far parte di un gruppo così, ne era certo.
- Mi puoi spiegare come ti sei fatta quel segno? - Chiese ritornando serio. Smise di ridere ed annuì convinta. Killua sospirò e si preparò al successivo salto nel passato.
- Vedi... questo me lo sono procurato pochi minuti dopo quell'avvenimento – Subito il suo sguardo felice venne sostituito da una testa bassa ed affranta. L'altro era pronto e nel caso fosse stato troppo invadente, avrebbe smesso con le domande, anche se il suo desiderio era sapere tutta la sua storia e starle vicina per consolarla...
- Ecco cosa successe, ecco come ottenei il frammento di passato, che non mi ha mai abbandonato... - Disse, prima di raccontare il fatto che rovinò la sua infanzia...



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Delle guardie stavano trasportando una ragazzina verso una stanza precisa. Purtroppo intuiva cosa volessero farle e cercava di non farsi trascinare, mentre i suoi piedi strusciavano sul pavimento, provocando un fastidioso rumore. Solo che i due individui erano molto più forti.
Le unghie affondate nelle sue braccia e che la facevano gemere di dolore, mentre veniva trasportata verso l'Inferno.
Cercava di opporsi a quella forza schiacciante, ma non ci riusciva, non poteva. Mentre l'angoscia si dipingeva sul suo volto pallido, le due guardie la portarono in una stanza. Una di loro aprì la porta, mentre l'altra strattonò con violenza la giovane sul braccio, facendole perdere l'equilibrio e rovinando a terra. I capelli spettinati ed in disordine sulla faccia, coprendo la sua visuale, tanto sapeva che i suoi incubi peggiori erano tutti lì e che ghignavano crudelmente nel vederla in quelle condizioni. Non osò alzare lo sguardo, per non correre il rischio d'incrociare quello del loro capo, così gelido e maligno.
Quello sguardo che invadeva il suo sonno tutte le notti, quella voce piena di cattiveria che le rimbombava nelle orecchie, dal quale non poteva fuggire.
- Ben arrivata, tesoro! - Annunciò il loro capo, battendo le mani. L'altra lo guardò con disgusto.
- Io non sono il tuo tesoro e smettila di chiamarmi così – Rispose la ragazzina spietata per la prima volta.
Da quando era arrivata in quel posto non aveva mai aperto bocca, ma ora si era stufata. Era il momento di ribellarsi di fronte a quei soprusi.
- Porta rispetto al tuo signore – Scandì l'altro, riducendo gli occhi a due fessure sottilissime. Per tutta risposta lei sputò per terra e non si pentì di quello che aveva fatto.
- Vedo che la tua punizione non è bastata a rimetterti in riga – Aggiunse, osservando la ferita fresca sul suo fianco.
I due si guardarono con sfida per pochi secondi, finché il loro capo non si girò verso uno dei suoi sottoposti. Seguì con gli occhi i loro movimenti, ancora per terra.
- Bé, stavolta ho in mente qualcosa di più divertente... - detto ciò schiocco le dita come per impartire un ordine, mentre le guardie di prima tenevano la giovane schiacciata violentemente per terra. La guancia che strusciava sul tappeto rosso, mentre le braccia erano tenute ferme dai due. La figura bassa e maligna, nonché il capo di quegli esseri disgustosi, camminava lentamente intorno alla ragazzina tenuta per terra, con le mani dietro la schiena ed un sorriso beffardo in volto, come un animale feroce che ha appena catturato la sua preda.
La piccola, anche se difficilmente, riuscì a seguire i suoi passi con lo sguardo e voltando, di tanto in tanto, leggermente la testa.
Poco dopo, la figura allungò la mano, come aspettando che qualcosa gli venisse poggiato sul palmo. In effetti, fu quello che successe, perché lo scienziato, uno dei suoi più fedeli seguaci, gli porse una lunga asta di ferro, con sopra una S cerchiata ardente e fumante, probabilmente un marchio... solo vedendolo lei capì le loro intenzioni e fece per alzarsi, ma venne sbattuta nuovamente per terra, con la guancia in pressione sul pavimento. Subito un sottoposto le alzò delicatamente la maglietta, lasciando la schiena nuda e priva di protezione. Respirava velocemente ed era terrorizzata. Tentò di ribellasi, ma senza successo.
- Tranquilla, non sentirai nulla. Solo un leggero bruciore. - Assicurò il capo, rigirandosi il marchio tra le mani, squadrando il suo piccolo oggetto con emozione. Non ebbe nemmeno tempo di emettere un fiato, che la giovane venne marchiata a fuoco sulla schiena.
Al solo tocco aveva sobbalzò, la testa si era alzata di scatto, contratta in una smorfia di dolore. Sentiva la sua pelle bruciare ed il sudore scese copioso dalla sua fronte. Tentò di non urlare, stringendo i denti e trattenendo e lacrime, mentre il resto del corpo le tremava e lei soffriva come un animale.
- Forse dovrei premere di più – Ammise, aumentando la pressione sulla schiena, che nel mentre fumava.
Non ce la fece più e sopraffatta dal dolore pianse ed urlò a squarciagola come non aveva mai fatto e tutti sghignazzarono soddisfatti a quella reazione. Rimase a fissare un punto indefinito, guardandolo con sguardo sconvolto ed assente, mentre le lacrime continuarono a scendere convulsamente dai suoi occhi, macchiati dalla sofferenza.
- Ora saremo legati per l'eternità e nulla potrà separarti da me, perché tu mi appartieni, piccolo giocattolo ribelle –
Queste furono le ultime parole che riuscì ad udire, prima di essere sopraffatta dalla stanchezza e dalla disperazione e svenire, ancora con gli occhi bagnati dal pianto... 





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Killua non riusciva a capacitarsi delle cose che l'autrice gli aveva raccontato, era rimasto in silenzio ascoltando tutta la narrazione, ma non resistette, non poteva sopportare tutto il dolore che l'amica aveva provato. Così l'avvolse in un caldo e tenero abbraccio, fatto di sentimenti e lacrime, le quali avevano bagnato la faccia dell'albino, che ora singhiozzava abbracciato alla ragazza. Lei gli accarezzò la testa dolcemente, dicendogli che ora non le faceva più male e che grazie a lui, il passato non la tormentava più, anche ella si lasciò sfuggire una lacrima e ricambiò l'abbraccio, avvolgendo le sue braccia intorno all'altro.
- Nessuno ti toccherà più, ora ci sono io con te – La rassicurò lui, stringendola ancora di più a sé. Aly rimase basita dalla sua generosità e purezza, era davvero un vero amico. Sorrise grata a quell'affermazione, sicura di poter contare sempre su di lui.
- Cosa successe dopo quel fatto? - Domandò poi, staccandosi e tornando a sederle vicino.
- Bé, come aveva intuito intuito Moge-ko, non rividi tanto presto la luce del giorno , giorno dopo giorno la voglia di morire aumentava sempre di più e mettere fine alle sofferenze che subivo ogni giorno. Eppure, qualcosa accadde.
Quel qualcosa che mi diede una nuova speranza. - Spiegò, mentre Killua ascoltava, attento ed interessato.



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Tutti erano rintanati nella sala riunioni, stavano discutendo su una questione piuttosto importante.
- Non puoi farla rimanere lì per sempre, prima o poi crollerà. Devi farla uscire. E' un miracolo che la sua sanità regga a tutto questo...devi farlo, altrimenti potrebbe pure morire – aveva raccontato lo scienziato, anche un dottore, che stava esponendo le problematiche al suo capo. Il quale lo ascoltava guardando completamente altrove.
- Ora voglio che tu risponda alla domanda. Di chi è il giocattolo? - Domandò esasperato l'altro, interrompendolo.
- Di tua proprietà, ma... - Continuò il dottore, cercando d'aprir bocca.
- Ma un corno!Lei è mia e non può uscire. Fine della questione. - Rispose, annoiato. Ma lui non si arrese e disse
- Preferisci che muoia? - Quella domanda colpì tutti i presenti, che rimasero basiti.
- No, io voglio che viva – Borbottò ora serio. Lo scienziato fece uno sguardo soddisfatto.
- Bene, allora falla uscire. Almeno per oggi. -
- Sì, così scappa di nuovo! - Intervenne Moge-ko furente. L'altro alzò un sopracciglio.
- E' solo una ragazzina... - Ribadì.
Lei dovette tacere e abbassò lo sguardo, sconfitta.
- Bé, posso accompagnarla io – Disse un ragazzo, interrompendoli. Tutti si voltarono verso di lui, per poi squadrare il loro capo, aspettando una risposta.
- Va bene, permesso accordato. - Annuì, permettendoglielo. Dopo aver udito quelle parole, il ragazzo fece un sorriso contento ed andò a prendere la diretta interessata della questione, saltellando dalla gioia.






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Basta...non ne poteva più di quella vita.
Si lasciò scivolare lungo il freddo muro in pietra di quella cella, mise la testa sulle ginocchia e cercò di consolarsi, ripetendosi che quello era solo un brutto sogno, un incubo... voleva morire, voleva raggiungere i suoi cari e non essere più tormentata, non essere più avvolta dall'oscurità. Continuava a scuotere la testa lentamente, disperandosi e capendo che non avrebbe mai più visto la luce del sole. Gli occhi affranti e le occhiaie che solcavano il suo viso pallido. Un rumore di serratura che si apriva le fece scattare in alto il capo. I sensi all'erta e la mente lucida. Dalla porta ne uscì un ragazzo, che ormai conosceva fin troppo bene. Cominciò a tremare leggermente.
Cosa volevano farle, ora?
- Ehi, ciao. - Salutò lui, avvicinandosi. Si accovacciò ed ora i loro volti si trovavano a pochi centimetri l'uno dall'altro.
La giovane stette immobile, aspettando qualche sua reazione.
- Non preoccuparti. Oggi usciamo un po'. Ti va? - Interrogò gentilmente, sfiorandole la guancia delicatamente. Annuì con un debole cenno del capo, ma non fece in tempo ad emettere un verso che Jeff, così si chiamava, la prese per mano e la trascinò all'aperto. Subito un tiepido sole le invase il volto e lei si coprì la fronte con una mano, osservando l'ambiente circostante.
Ancora non ci credeva... era veramente uscita fuori.
Un amaro sorriso le si dipinse in volto, dopotutto era contenta. 

- Che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa? - Chiese con un sorriso lui.
La ragazzina imbarazzata accettò e pronunciò un leggero “Va bene”. 




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La giornata sembrava andare per il meglio. Lo strano duo correva e giocherellava allegramente per i prati, oppure passeggiavano in città.
Il sole stava tramontando, colorando il cielo di un bell'arancione. Le nuvole rosate gli facevano compagnia, mentre gli uccelli volavano alti verso la grande palla di fuoco, per poi cambiare direzione. La piccola era seduta su una panchina ed osservava il tramonto. All'improvviso venne colpita da un'enorme tristezza, il pensiero di tornare alla vita di tutti i giorni le dette la nausea. Solo allora notò, che il punto dove stava osservando quello spettacolo meraviglioso sorgeva su un'altura. Un'altura piuttosto alta. 

Se qualcuno si buttasse da lì, non sopravviverebbe di certo”pensò lei, osservando il punto in cui la terra s'interrompeva.
Qualcosa scattò dentro la sua testa, Jeff non c'era e le aveva detto di aspettarlo lì, non ci teneva ad avere un'altra punizione. Visto che lui non era presente, poteva fare quello che voleva... ed allora capì.
L'occasione che aspettava da tanto tempo, poteva mettere fine alla sua miserabile vita, alla sua sofferenza.
Non ci pensò due volte e a grandi passi, raggiunse la cima dell'altura, per poi avvicinarsi al limite. Appena i suoi piedi toccarono quest'ultimo, alcune piccole pietre rotolarono giù, schiantandosi a terra con rumore ovattato.
Si sporse per vedere in che condizione si trovassero i corpi appena caduti.
Completamente sfracellati al suolo... 

Un brivido le percorse la schiena, l'idea di finire spiaccicata non l'allettava affatto. Ma non poteva fare la schizzinosa in quel momento, era in gioco la sua libertà. Sospirò e guardò per l'ultima volta quel tramonto magnifico, che si rifletteva nei suoi occhi con semplicità. Prese un respiro profondo, chiuse gli occhi, lasciando che la leggera brezza l'attraversasse.
Era il momento... abbandonò il suo corpo alla gravità, che la fece sbilanciare facendola inclinare verso il lontano suolo. Continuò a tenere gli occhi chiusi, aspettando di schiantarsi con un tonfo. Ma ciò non avvenne. Infatti, quando li riaprì, si ritrovò cinta da due braccia che le avevano impedito di cadere. Per un primo momento, rimase con la bocca leggermente spalancata.
Le braccia di prima la trasportarono lontano dalla cima, per poi adagiarla sulla panchina.
Abbassò lo sguardo, affranta. Una ciocca di capelli le scivolò sopra l'occhio, ma subito venne messa dietro l'orecchio con delicatezza, da una figura conosciuta, Jeff. Sulla sua faccia non c'erano segni di rimprovero, rabbia o malignità, anzi, si vedevano tracce di compassione e un sorriso intenerito. Ora capiva quella povera bambina cosa dovesse sopportare, solo guardandola riuscì a comprendere tutto il rancore e la sofferenza che si portava dietro. La giovane si lasciò sfuggire un singhiozzo, per poi scoppiare in un pianto disperato. La faccia affondata nel petto di lui, che la accarezzava e l'abbracciava amorevolmente, stringendola a sé e sussurrandole parole dolci.
- Shhh, andrà tutto bene. Andrà tutto bene. Te lo prometto – Promise il ragazzo, baciandole la testa con fare affettuoso. L'altra alzò il capo, il volto ancora bagnato. Tirò su con il naso.
- Me lo fai un sorriso?Un sorriso dolce e tenero, di quelli che solo tu sai fare. - Chiese.
- Non credo di esserne più capace... - Mugugnò lei. Per tutta risposta, Jeff le mise una mano sulla spalla e poi aggiunse
- Tutti sanno sorridere. Guarda, è facile – Rispose, regalandole il sorriso più sincero e vero che riuscì a fare. La ragazzina a quella vista, si ricordò come fare e per ringraziarlo di tutto ciò che aveva fatto per lei, gli sorrise come richiesto.
- Ecco, brava. Non smettere mai di sorridere, piccola. - Le raccomandò. Annuì convinta, per poi rimanere a fissarlo.
- Dobbiamo tornare, vero? - L'altro si girò e poi sorrise beffardo.
- Già... ma non prima di aver preso un bel gelato! - Urlò a squarciagola euforico, trascinandola verso la gelateria della città.
Yon can smile again... 




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- Se non mi avesse trattenuta quella volta, probabilmente ora non sarei qui... - Ammise l'autrice, senza espressone in volto.
Lo Zaoldyeck fece un sì con la testa, era semplicemente sconvolto ed allucinato da quello che gli stava raccontando. Un pochino la ragazza lo comprese, chiunque avrebbe reagito così.
- Vuoi che smetta? - Quella domanda uscì da sola dalla sua bocca. L'albino sgranò gli occhi, per poi ricomporsi e scuotere energicamente il capo, voleva sapere tutto.
- No, voglio sapere di più su di te. Continua, per favore. Sempre se non sono troppo invadente – Lo sguardo fermo dipinto nei suoi occhi azzurri, occhi così gelidi, ma che sapevano versare lacrime e consolare. Quegli occhi che adorava.
- Tranquillo, non lo sei. Bene, proseguiamo... dopo quell'avvenimento, tutto ritornò come sempre. Torture continue e sofferenze a non finire. Finché Lui, un giorno, non mi salvò da quella vita tremenda. Ricordo ancora il primo sorriso che mi regalò quel giorno, di come mi stette vicino nelle notti in cui il passato mi tormentava. - Continuò l'altra. Le venne un nodo alla gola nel parlare di Lui. Dio solo poteva capire quanto le mancasse.



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Un ragazzino stava seduto su una sedia, il braccio , con lo sguardo rivolto verso la sua nuova piccola coinquilina, la quale era seduta su un comodo divano e guardava per terra con insistenza, come a voler trapassare il pavimento.
- Da quant'è che non mangi? - Domandò lui, rompendo il silenzio e l'equilibrio che si era formato nell'ambiente. L'altra incominciò a tremare, temeva che potesse farle qualcosa.
- Una settimana... - Rispose con tono piatto, incrociando gli occhi del suo salvatore. In quel momento scattò come una scintilla dentro di lei ed abbassò la testa, imbarazzata. Il suo volto da pallido era diventato color porpora, mentre il suo eroe sorrideva divertito.
- Allora è meglio che mi metta a cucinare. - Borbottò alzandosi dalla sedia, per poi dirigersi in cucina, per preparare una qualsiasi diavoleria. Pochi minuti, anche se interminabili, aveva aspettato seduta sul divano, osservando la casa ed i suoi mobili. Davanti al divano c'era un caminetto in mattoni rossi, molto rustico. La cucina si trovava a destra di quest'ultimo, vicino alle scale che davano per il piano superiore. Un tavolo in legno con quattro sedie, era posto vicino alla porta e non troppo lontano dal camino. 

Mi piace questa casa “ pensò, facendo un'espressione contenta. 
- Dolce fanciulla, vogliate perdonare la mia mancanza a corte. Ma ero impegnato in un'ardua lotta contro un potente nemico, il campo di battaglia quest'oggi, mi ha portato fortuna. E' con grande onore, che ora le porgo i miei omaggi con questo regale banchetto! - Entrò in salotto teatralmente, esibendo due piatti belli fumanti e continuando a recitare parole ottocentesche. 
La ragazzina ridacchiò leggermente, estasiata.
- Vuole concedermi, ora, l'onore di questo pranzo? - Chiese inchinandosi e porgendo la mano come un gentiluomo ed aspettando una reazione, che non tardò tanto ad arrivare, perché lei gliela aveva prontamente afferrata, e tra sorrisi e piroette erano riusciti finalmente a sedersi a tavola.

- Madame, il pranzo è servito – Disse, ottenendo, come risposta, un altro sorriso. Era felice di vederla star meglio, voleva impegnarsi al massimo per aiutarla. 
Una volta osservato il piatto, la giovane si lasciò sfuggire uno sguardo stupito, accompagnato da una bocca leggermente spalancata per la sorpresa. Il piatto era invitante e non vedeva l'ora di poterlo mangiare, solo che non sapeva cosa ci fosse dentro. 
- Cosa sono? - Domandò, indicando il cibo con l'indice della mano. L'altro sorrise con tranquillità, per poi rispondere
- Si chiamano pancakes, assaggiali, sopra c'è la Nutella – Esordì, invitandola ad assaggiarli. La sua espressione, la sua bocca curvata in un piccolo sorriso, così rassicurante...
“Cavolo, quanto è bello! “ pensò tra sé e sé la piccola.
Ovviamente, fu costretta a ritrarre lo sguardo, divenendo rossa come un peperone.

Dopo un tempo interminabile, i due misero mano alle forchette e cominciarono a mangiare. Nessuno proferiva parola o alzava gli occhi dal piatto, quando, com'era solito fare il ragazzino, interrompé il silenzio. 
- Posso sapere il tuo nome? - La fissò con uno sguardo premuroso. Lei sussultò un momento, da tempo qualcuno non le chiedeva come si chiamasse... ed era una strana sensazione dirlo dopo tanto tempo. 
- Ecco... io... io mi chiamo A-Aly – Rispose tra un balbettio e l'altro.
- Aly?Che bel nome! - Ammise allegro. Ora, però, era lei a dover sapere il suo nome.
- E tu?Come ti chiami? - 

Colto alla sprovvista, fece un'espressione imbarazzata, grattandosi nervosamente la nuca.
- Io?Bé, mi chiamo Hao. Al tuo servizio – Ecco che le sue manie di protagonismo e di galateo prendevano il sopravvento. Tutto questo accompagnato da una risatina nervosa. I due, alla fine, si strinsero amichevolmente la mano, per poi riprendere a mangiare.
- Sai, ho pensato ad un soprannome perfetto per te! - La ragazzina inarcò un sopracciglio, curiosa di scoprire quale fosse.
- D'ora in poi, sarai Sakura! - Esclamò contento, facendo un'espressione saccente ed incominciando a gesticolare convulsamente.
- S- Sakura? - Ripeté lei con una faccia stranita, ma sempre con il sorriso.
- Sì, in giapponese significa “Fiore di ciliegio”. Sai, mi fa pensare un po' a te ed al tuo sorriso. - Disse dando la sua spiegazione, per poi abbassare lo sguardo ed aggiungere
- Perché tu, come il fiore di ciliegio, sei così pura e delicata ed il tuo sorriso è limpido e pulito, senza tracce di malignità. -
L'altra rimase sorpresa, lo trovava assolutamente bellissimo, sia per la spiegazione, ma soprattutto per come lo interpretava lui. Quel ragazzo era davvero dolce, grazie a lui stava recuperando la voglia di vivere e la fiducia in se stessa. Si alzò lentamente dalla sedia, per poi avvicinarsi al posto di Hao, il quale non ebbe nemmeno il tempo di emettere un fiato, che un piccolo bacio gli si era posato sulla guancia, facendolo arrossire. La bocca spalancata e il volto 
lievemente rosato. 
- Grazie, Hao... - Disse con voce flebile, dopo essersi staccata dalla sua guancia ed avergli sorriso calorosamente. 




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La notte era scesa, mentre i due nuovi coinquilini riposavano. Una luna argentata splendeva in cielo, illuminando la casa dall'oscurità della notte. La ragazzina aveva il sonno agitato, mentre si rigirava sul suo letto. Un'espressione spaventata dipinta in volto.
- Ora non c'è più nessuno a proteggerti, piccolo tesoro – Sghignazzò nel sogno, una figura maligna a tutti troppo conosciuta. Mentre la giovane era nella stessa posizione di quella volta... lui con il marchio fumante in mano. Spaventata cercava di ritrarsi, ma una forza opprimente la teneva a terra e poi lo stesso dolore scottante, già provato in passato, l'avvolse.
- Non puoi scappare da me. Non puoi. - Disse spietato. L'altra ancora con le lacrime agli occhi. Poi l'oscurità s'impossessò di lei, intrappolandola in una dimensione senza luce. Al centro di questa dimensione, c'era la piccola completamente tremante, avvolta su se stessa. Le apparvero, successivamente, tutti i suoi incubi peggiori... Moge-ko, il dottore, il loro capo e persino Jeff.
Loro ridevano malvagi e sadici nel vederla così sofferente e sottomessa.

- Aly-Kuun!Gioca con noi! - Esclamarono in coro, con dei ghigni inquietanti in volto.
- NO! - Urlò la sopraccitata, completamente disperata. 

Finalmente quell'incubo finì. Lei si svegliò di soprassalto, madida di sudore, con gli occhi rossi dal pianto. Il respiro in affanno. Si portò la coperta fin sotto il mento, cercando di dimenticare le loro voci...lo sguardo come andato in trans e la bocca tremante.
- ALY! - Urlò Hao, appena entrato in camera sua. L'aria preoccupata e il volto contratto in un'espressione allucinata.
- CHE TI SUCCEDE?! - Gridò lui preoccupato, cominciando a scuoterla violentemente. Ma la giovane aveva lo sguardo perso ed il sudore che le scendeva copioso dalla fronte, accompagnato dalle lacrime.
- Loro... S... C'erano tutti... e volevano... volevano giocare con me. - Sussurrò con voce flebile e balbettando parole senza tono o espressione. Subito il ragazzino capì e la avvolse in un abbraccio rassicurante. L'altra ritornò in sé e cominciò a singhiozzare, divorata dalla paura e dagli incubi.
- Loro non ci sono più, capito? Non ti faranno più del male. - Le giurò, stringendola possessivamente nelle sue braccia.
Di fronte al suo sguardo fiero ed a quel calore ricco di sicurezza che emanava, lei annuì convinta delle sue parole. Hao sorrise, mettendo la sua testa nell'incavo della spalla. Rimasero in quella posizione per un po', fino a quando...

- Non ti dispiace se, per questa notte, dormi con me?... - Chiese ancora un poco tremante. Era sicura che con lui sarebbe riuscita a non avere incubi. La sua più che una richiesta, era una supplica.
Di fronte a quel volto candido e spaventato ed a quegli occhi innocui, lui non poté resistere. I due si sdraiarono sul letto, la piccola rannicchiata su sé stessa e l'altro che l'abbracciava, dandole sicurezza. 

- Certo, che non mi dispiace – Rispose, accoccolandosi di più a lei, affondando la faccia nei suoi capelli.
Sentiva il suo respiro caldo sfiorarle il collo, solleticandola. 

- Del buio non devi aver paura mai. Se ci credi, la tua luce far risplendere, potrai. Anche se cadrai, sempre rialzarti dovrai.
Ci sono io con te, lo sai. Se insieme sarem, i cattivi sconfiggerem. Ora dormiamo, dai. L'oscurità non ti avvolge più, ormaii... - Iniziò a canticchiare, dandole sollievo. La sua voce melodiosa le rimbombava nelle orecchie, facendola rilassare.
Dopo che quella ninna nanna finì, Hao le schioccò un delicato bacio sulla fronte. 

- Buonanotte, Aly. - Augurò, prima di chiudere gli occhi.
- Buonanotte, Hao... - Disse mugugnando, prima di cadere insieme tra le braccia di Morfeo.



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Killua ora ascoltava la sua amica recitare quella melodia, provando un infinita serenità nel sentire quelle bellissime parole. In un certo senso, però, l'albino si sentiva inutile. L'autrice aveva passato tutto ciò e lui non le era stato accanto.
Diventò triste di botto, dandosi del patetico.
- Va tutto bene? - Sobbalzò a quella domanda, alzando lo sguardo e facendo un falso sorriso.
  - Sì, sì. Sta tranquilla – Solita risposta vaga di Killua quando era triste. Ormai lo conosceva meglio delle sue tasche, stessa cosa per lui, quando era triste lo poteva intuire subito. Sospirò, dando una pacca sulla spalla all'altro.
- Non va tutto bene, lo riconosco dal tuo sguardo. - Borbottò, mettendo il muso lungo. Lo Zaoldyeck cominciò a ridere nervosamente, per poi mettere un'espressione accigliata.
- Insomma... sono un po' geloso. Ha fatto tutto per te, mentre io sono stato inutile – Ammise, deluso di sé stesso, cominciando a grattarsi la testa.
- Non sarai geloso di Hao, spero. - Sospirò, purtroppo temeva di sapere la risposta.
- Sì, esatto. Proprio di lui. - Disse furioso, stringendo i pugni fino a farsi sbiancare le nocche. Si mise a ridacchiare, mettendosi una mano sulla bocca, divertita dalla cosa.
- Killua!C'è un motivo per cui sei il mio migliore amico. Tu riesci sempre a farmi sorridere, mi sostieni e mi stai accanto. Non potrebbe esistere amico migliore di te. - Esordì fiera, doveva essere orgogliosa e fortunata ad avere un amico così.
- Sul serio? - Domandò speranzoso, inarcando di poco il sopracciglio albino.
- Potrei mai mentirti? - Quel suo sguardo serio e sincero bastò a convincerlo. Non passò nemmeno un minuto, che lui cambiò subito umore.
- Bé, cambiando argomento... raccontami un po' di questo Hao – Disse, mettendo in mostra tutta la sua malizia in quel singolo momento. Lo sguardo perverso ed un sorrisetto beffardo in volto. Faceva davvero ridere.
- KILLUA!MA CHE RICHIESTE FAI?! - Urlò lei arrossendo di botto. Beccata... il ragazzo si mise a ridacchiare malevolo, avvicinandosi a lei ed incominciando a punzecchiarla sul ventre con degli allegri ed amichevoli pizzicotti.
- AH AH!TI HO BECCATA! A TE PIACE HAO! - Gridò vittorioso.
Mai lasciarsi sfuggire l'argomento “ragazzi” specialmente in presenza di un maschio.
- COSA VAI BLATERANDO?! A ME NON PIACE! - Sbraitò di rimando.
L'albino continuò a punzecchiarla, certo che a volte era proprio malizioso!
- AD ALY PIACE HAO!AD ALY PIACE HAO! - Ripeteva, esibendosi in scleri malvagi. Mentre puntava il dito contro di lei. Purtroppo l'autrice non resisté e gli saltò addosso, imprecandogli, in cento lingue diverse, contro. Per concludere gli tappò la bocca con strati di scotch e colla.
Non molto lontano da lì, c'erano quattro individui, ormai ripetuti e rivisti più volte, che guardavano la scena basiti. Il gruppetto era appostato su un albero ed osservavano i due amici giocherellare tra loro.
- Ah, il nostro piccolo giocattolo è cresciuto! - Disse euforica Moge-ko, accovacciandosi sul ramo di un abete
per vedere meglio la situazione.
- Puoi evitare di urlare a squarciagola o preferisci che ci scoprano? - Domandò irritato, Jeff. La sopraccitata lo guardò con la coda dell'occhio, per poi tornare a squadrare i due con aria sognante.
- Come sei noioso, cerca di divertirti anche tu! - esclamò esasperata. Esclamazione che venne completamente ignorata.
- Mi sorprende sia ancora viva, anzi, ora le occhiaie ed il volto pallido solcato dalla sofferenza è solo un lontano ricordo.
Strabiliante... - Esordì estasiato il dottore, sistemandosi gli occhiali. L'unico ancora che non aveva commentato sulla situazione era il loro capo, che se ne rimaneva in silenzio con sguardo pensieroso.
- Capo, che ne pensi se le facessimo una sorpresa?Anzi, perché non riprendercela! - Propose estasiata a quell'idea. Il povero Jeff roteò gli occhi, annoiato.
- Scema, dove hai la testa?Non è più una ragazzina ed ora è molto più forte! - Spiegò il killer, con faccia saccente.
Certo che a volte la sua compagna, era una demente completa.
- Scusa, Mr. So tutto io! Giuro, che un giorno ti taglio la testa e me l'appendo in camera! - Rispose con aria di sfida. L'altro perse la pazienza e brandì la sua amata arma, pronto a farla fuori
- Provaci, brutta mocciosa malriuscita! - Cominciò a gridare. Moge-ko cercò di resistere alla provocazione, stringendo i denti e cercando di non farsi venire manie omicide.
- Posso sconfiggerti come e quando voglio, brutto bastardo! - Il ragazzo non ce la fece più e partì all'attacco, solo che venne interrotto dal capo, che per tutta la conversazione non aveva aperto bocca.
- Ora, smettetela voi due!Datevi una calmata! - Li rimproverò con sguardo autoritario e tono glaciale. Due elementi che fecero ammutolire i due immediatamente, facendo abbassare loro il capo, sconfitti.
- Bene, che si fa? - Domandò il dottore curioso.
Tutti si voltarono verso quest'ultimo, Moge-ko già pronta con le sue manie perverse, e Jeff con lo sguardo serio.
- Direi di aspettare ancora un po', almeno fin quando non avrà raggiunto il suo massimo potenziale, dopo ce la riprenderemo e nulla potrà più separarmi da lei. - Spiegò.
Tutti non fecero un fiato, annuendo silenziosamente. La figura maligna camminò lungo il ramo dell'abete, per poi fermarsi ad osservare l'autrice. Si lasciò sfuggire un ghigno malefico, per poi aggiungere
- Ci rivedremo, mio piccolo tesoro, un giorno tu sarai di nuovo accanto a me e nulla potrà separarci. Sappi che quel giorno, non è lontano – Dopo aver detto questo, i quattro sparirono velocemente, così come erano apparsi...








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Angolo dell'Autrice
Ma ciao, amati lettori!^_^
Lettori:ECCOTI!*Cominciano ad inseguirla armata di motosega *
Lo so, non ho scusanti. Però, oggi festeggiamo lo speciale del 10° capitolo!Contenti?
Kuroro:il capitolo è leggermente più lungo.
Sono dieci pagine di Word, caro. Ma ci ho messo sangue, anima, corpo e tanti sacrifici per scriverlo. Spero ne siate soddisfatti!
Killua:e leggermente più malinconico e triste, ma leggermente eh
Pitou:io stavo per sentirmi male
Dovete sempre rinfacciarmi tutto, voi tre?
I sopraccitati:eh, sì V_V
No comment... -_-”
Comunque, grazie a tutte le ragazze che mi sostengono e recensiscono, senza i loro preziosi consigli e le belle parole,
assolutamente non meritate, che spendono per questa fic
Codeste(?) balde donzelle (? X 2) sono:
Zereffina/ tanto lo sapete che l'adoro, che ha messo la fic nelle preferite, ricordate e seguite!
Tessie e Marty, due dolci ragazze, che hanno messo la fic nelle preferite e seguite!
Ayumi Usagi, gentilissima cara, che l'ha messa nelle preferite e nelle seguite!
Altro ringraziamento a Chris e Delya che hanno messo la storia nelle preferite!
Per ultima, ma non meno importante, Chichi!Quest'ultima mi aiuta a migliorare e mi dà consigli preziosi, come Tessie e Chris :D
Grazie di tutto, davvero!
Spero che questo capitolo non sia stato troppo triste, ma tranquilli, la mia demenzialità è inesauribile. Quindi non disperate!
Alla prossima!
One kiss
Hao, Kuroro, Killua e Pitou

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Capitolo 11
*** Uno X Strano X Presentimento ***


Uno X Strano X Presentimento


Erano passati giorni, o meglio: settimane dagli ultimi eventi. Killua e la sua amica avevano deciso di non riaprire il discorso “Passato” e, di conseguenza, si godevano quei caldi giorni d'estate afosa che caratterizzavano la Regione di Padokia.
I due si divertivano parecchio insieme; erano sicuri che niente avrebbe potuto sconvolgere l'equilibrio creatosi durante quei giorni, in cui non c'erano stati attentati, Show squallidi o folle inferocite che ti inseguivano.
Niente e nessuno. Almeno fino ad ora.
***

I ragazzi stavano facendo una passeggiata nell'immenso giardino della tenuta Zaldyeck. Faceva un caldo insopportabilmente asfissiante, nemmeno un fil di vento osava interrompere quel calore continuo. Le cicale sopra gli alberi emettevano grandi versi, come per esprimere un ringraziamento al Sole per quel calore così piacevole per loro. Come se fosse stato una divinità.
Le cicale erano insetti interessanti, almeno secondo l'autrice. Non riusciva a capire perché, ma le davano uno strano senso di libertà. Loro non dovevano chiedere il permesso a nessuno per frinire (1) e non avevano limitazioni: potevano farlo anche per tutta la giornata, finché non si stancavano ed a quel punto smettevano, e poi il giorno dopo si ripeteva questo ciclo. Esseri liberi erano, liberi come avrebbe voluto essere lei dal suo passato.
Si oscurò un momento al pensiero, ed abbassò il capo con fare malinconico.
No, non doveva abbassare la testa. Non avrebbe più dovuto farlo, lei era forte, determinata. Doveva combattere fino alla fine con le loro ombre; non doveva lasciarsi sottomettere.
Non di nuovo.
Però... le erano troppo superiori. Il solo ricordo di due segni indelebili (2) impressi sulla sua pelle, che testimoniava la sua appartenenza a loro, la faceva rabbrividire. Una sensazione che pensava essersi lasciata alle spalle, calpestata dalle rassicurazioni delle persone che le erano vicine, anche se era certa di poterla sentire farsi strada fin nelle sue ossa. Quella sensazione era il timore. Il timore che potessero tornare, che di nuovo potessero farle del male. Certo, oramai erano passati quattro anni e nulla era successo, ma non poteva fare a meno di pensarci.
Una cicala, che si era appena posata sulla sua spalla, interruppe la sua riflessione interiore. Voltò lo sguardo e le sue labbra si incurvarono in un timido sorriso. Toccò con l'indice l'addome dell'insetto, carezzandolo con delicatezza; questo la guardava con curiosità, come se si stesse chiedendo il motivo di quel gesto.
- Ora è meglio che torni dai tuoi amici. -
Con una mano la tolse dalla spalla, facendo attenzione a non schiacciarla. Poi aprì il palmo, lasciando alla cicala la possibilità di volare; questa rimase ancora per un po' nel palmo della ragazza e fu allora che, spiegate le sue ali trasparenti, si librò in aria, atterrando su un albero.
Aly fissò quella scena con un velo di malinconia negli occhi nocciola.
- Ecco, torna dalla tua famiglia e non smettere mai di cantare. Non fidarti degli umani come hai fatto con me, non sono tutti bravi: arriverà qualcuno che vorrà fare del male a te ed ai tuoi amici e tu devi essere forte, non lasciarti sopraffare mai da nessuno. - Pronunciò quelle parole con serietà, come una raccomandazione. Per intimarle di non ripetere il suo stesso errore.
Un vento leggero le mosse i capelli rosa confetto, facendo in modo che i pensieri negativi venissero trascinati via dalla lieve brezza come un fiume che porta a mare i detriti.
- Ehi! -
Sentì la mano di Killua posarsi sulla sua spalla, riportandola alla realtà. Sgranò gli occhi per la sorpresa, aprendo la bocca per formulare una frase che non uscì mai. Tutto il suo discorso interiore sembrava essersi dissolto nell'aria ed i suoi pensieri con lui.
- Cos'è, hai perso la lingua? -
Lei scosse la testa, non accennando nemmeno un'espressione; l'altro fece una faccia stranita, perdendo il sorriso.
- Al- - Non fece in tempo a finire il discorso, che un urlo si levò nell'aria con la stessa delicatezza di un elefante in una vetreria; il duo scattò all'erta, cercando di percepire la provenienza di quel... ehm... delicato suono?
Si lanciarono uno sguardo d'intesa, vedendo gli occhi di una riflettersi in quelli dell'altro, e poi scattarono entrambi nella stessa direzione. I loro piedi calpestavano il terreno, coperto da alcune foglie, che al loro passaggio venivano sferzate da tutte le parti con violenza. Una leggera brezza li attraversò, ma non si scomposero. Continuarono a guardare avanti, mentre il loro cuore batteva sempre più forte ed il respiro che, a poco a poco che avanzavano, si faceva più pesante ed affannoso. L'albino si trovava pochi metri più avanti all'amica, che cercava di tenere il passo; il ragazzo avanzava sicuro, con la sua tipica corsa furtiva e meno udibile del silenzio stesso, tipica di un assassino quale era.
La compagna dietro di lui, invece, lo guardava con una luce piena di ammirazione negli occhi, ma allo stesso tempo non intendeva farsi vedere più debole; così, stringendo i denti, riuscì ad affiancarlo. Si girò verso di lui e sorrise.
- Pensi di battermi? - Domandò con espressione beffarda, inarcando un sopracciglio bianco. Non ricevette subito risposta, anche perché Aly era occupata a fare lo slalom tra gli abeti che le si paravano davanti.
Una volta che ebbe superato anche l'ultimo ostacolo, gli rispose con voce piatta e talmente flebile che nemmeno Killua riuscì a capire; probabilmente era troppo concentrata a superarlo in velocità.
- Secondo te cosa può aver lanciato quell'urlo? - Chiese l'altra con tono serio. L'albino le volse un'occhiata confusa: cosa potrebbe essere stato, se non un essere umano? Era ovvio, un animale avrebbe fatto un suono diverso. (Gli inviati del WWF vi fanno un baffo in fatto di animali.)
Eppure... lei aveva una strana sensazione, sentiva che più si avvicinavano e più quel brutto presentimento aumentava. Probabilmente si stava preoccupando troppo, no? Insomma, quale persona sana di mente si sarebbe infiltrata nella tenuta Zaoldyeck, sapendo i pericoli che correva e la minima, e quasi inesistente, possibilità di sopravvivere? Nessuno.
Nessuno. Tranne quei dieci che conosceva bene. Loro lo avrebbero fatto, e lo sapeva.
Un brivido le percorse la schiena; perché ogni sua riflessione finiva sempre su quelli?
Scosse il capo in modo energico, tentando di scacciare quel pensiero.
“Devo dimenticarli, devo dimenticare ogni brutta esperienza. Sono passati quattro anni, non possono tornare. E' impossibile.”
L'immagine dell'amico che la sorpassava la distolse di nuovo dal suo discorso interiore. Lui si voltò dietro, facendo incurvare le labbra in un sorriso limpido e cristallino.
- Smettila di farti le paranoie; adesso ci sono io con te e sono pronto a difenderti in qualunque istante. - Pronunciò quelle parole in maniera dolce e calma e ciò fece sgranare gli occhi alla ragazza, che restò sorpresa di quel discorso.
Un vento leggero cominciò a soffiare e dentro di esso percepì quella sensazione le mancava da tempo: uno strano senso di libertà.
Sorrise.
Adesso lo sentiva davvero il canto delle cicale e lei era pronta a cantare con loro.

 
***

Una volta arrivati, i nostri eroi non trovarono assolutamente nulla.
Entrambi si guardarono, per poi spostare freneticamente lo sguardo in ogni direzione esistente di quel punto. Purtroppo per loro, non riuscirono a scorgere nemmeno un segno di vita umana. Il sole splendeva nel cielo, mentre il silenzio veniva scandito solo dal cinguettio degli uccelli, appollaiati sulle cime dei grandi abeti verdi e maestosi.
Quella situazione non stava di certo migliorando, visto che nemmeno Mike si vedeva nei paraggi -e dire che uno come lui si sente anche a chilometri di distanza!-. Ai due sorse il dubbio di essersi immaginati tutto, e che in realtà il caldo avesse fatto loro un brutto scherzo.
Però... erano veramente sicuri di non esserselo immaginato, l'avevano sentito chiaramente quell'urlo, e di certo l'udito di Killua non poteva essersi sbagliato.
Decisero, così, di setacciare la zona: si sarebbero divisi, andando ognuno in una direzione. Se avessero scoperto o trovato qualcosa, o qualcuno, avrebbero fischiato ed uno dei due sarebbe accorso immediatamente.
- Ci vediamo dopo! - Disse Killua con fare allegro. L'autrice annuì alle parole del compagno ed ognuno prese la propria strada.
Ancora non sapevano che, dall'alto di un albero, un'ombra indefinita li stava osservando e ghignava, divertita.
- Così volete giocare, eh? Allora farò in modo di nascondermi bene. Fatemi divertire. -
Rise, allargando il macabro sorriso e fu allora che tutta la foresta si zittì di colpo...



Angolo Autrice

Ma salvee! Allora, vi sono mancata?
… Okay, è il momento di parlare e spiegarvi.
So di essere imperdonabile, di non aver scusanti e... di aver fatto schifo a lasciarvi con mille dubbi per la testa su questa storia, e non so ancora con che coraggio mi ripresento oggi, a distanza di mesi e mesi, con questo scempio di capitolo. Ci ho pensato e ripensato a voi, ho pensato a tutte le persone che volevano che continuassi la storia e che hanno aspettato il mio ritorno per tutto questo tempo.
La scuola quest'anno mi ha letteralmente ammazzata ed ho cercato di portarmi avanti con alcuni lavori, ma questa fic è finita nel dimenticatoio. Però posso assicurarvi che non ho mai scordato voi recensori che mi avete sempre sostenuto.
Un grazie speciale alla mia Zereffina, che mi ha praticamente istigata a continuarla quando pensavo che non importasse più a nessuno di questa fic e della sua continuazione.
Grazie anche a martinacevasco e Delya per avermi sostenuto e spronato per tutta questa lunga attesa.
Non prometto nulla durante il prossimo anno di pubblicare giornalmente, ma m'impegnerò. Intanto ci sono le vacanze e lì potrò portare avanti la storia!
Anyway... lanciatemi pure tutti gli insulti possibili contro, me li merito. xD
Questo, se si può definire un capitolo, è il prologo di quella che è la seconda parte. In quanto la prima si è conclusa con lo scorso. Durante questo tempo sono cambiata, e soprattutto il mio modo di scrivere è cambiato molto. Faccio molti meno errori.
Grazie ancora a tutti quelli che avranno il coraggio, e la voglia, di leggere questa cosa partorita dalla mia malata mente. Ringraziamenti anche a tutti quelli che l'hanno messa nelle preferite, ricordate, seguite e via di seguito!
Alla prossima! E, tranquilli, stavolta non vi farò aspettare dei mesi!
One kiss
Hao Sakura

(1) Frinire= Per chi non lo sapesse, è il termine che si usa per indicare il verso delle cicale.
(2) La nostra cara protagonista non ha uno, ma ben due, marchi: Quello sulla schiena, di cui ho parlato, ed uno sull'avambraccio sinistro con su scritto “S-44”. Sempre questa fantomatica “S”, eh? Beh, prima o poi scoprirete che significa.

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Capitolo 12
*** Un X Altro X Albino ***


*Questa fanfiction non è a scopo di lucro,
tutte le pubblicità citate ora, prima e che appariranno in futuro non mi appartengono, né sono mirate a qualche
forma di spam verso i prodotti sopraccitati, ma mirano solo a far ridere.




 
Un X Altro X Albino
 
 
Aly camminò per un po’, con i sensi ben all’erta, e con dietro Mike che la seguiva -stranamente non stava cercando di mangiarle una gamba come l’ultima volta- che teneva il muso per terra, alla ricerca di qualche possibile traccia.
La ragazza viaggiò con lo sguardo sugli alberi, in cielo, ed oltre i possenti tronchi degli abeti, eppure non trovava nemmeno un piccolo indizio su cui si sarebbe potuta aggrappare per provare che ci fosse effettivamente qualcosa.
Tuttavia preferì non pensarci, avanzò altera e decisa verso la sua strada, seppur incerta; le cicale continuavano incessanti il loro canto di libertà, così si beò di quella melodia così rilassante ed allo stesso tempo così piena del suo passato.
Già, il passato a cui non avrebbe più dovuto pensare. Nonostante ciò, la rassicurava pensare che tutto fosse finito, così, senza pensare a nessuno di loro, saltò sul ramo d’un abete verde, per controllare la situazione.
- Eppure io continuo a sentirli… -
 
***

Killua stava correndo da un bel po’, ormai, e non aveva accennato a cedere alla stanchezza per la sua minuziosa ricerca, non poteva deludere la sua compagna.
Gli vagarono per la mente molti dettagli delle sue ultime conversazioni con lei, e giunse alla conclusione che quell’ultimo periodo era stato piuttosto movimentato: erano tornati a casa Zaoldyeck, aveva dovuto fare nuovamente i conti con la sua famiglia, e soprattutto con i suoi due amati fratelli, ed allo stesso tempo fare in modo di proteggere l’incolumità della sua amica, che si era rilevata tutto, tranne che indifesa come pensava.
Ci sono ancora troppe cose che non mi quadrano, Aly nasconde troppe cose, e sembra non volermene parlare. E’ anche vero che il fatto che stia sviando dei discorsi non sembra le stia passando minimamente per la testa, il che è strano, non è nemmeno diversa negli atteggiamenti. Deve esserci qualcosa di più sotto, molto più grosso.”
Il suo flusso di pensieri andò avanti per un bel po’, e come facesse a non perdere il filo del discorso nella sua testa e stare, allo stesso tempo, attento al suo obbiettivo, era un bel mistero persino per lo stesso albino.
Effettivamente, per le sue risposte avrebbe potuto benissimo chiedere aiuto alla sua famig- Ma cosa andava a pensare? Non lo avrebbero fatto di certo, e tantomeno era così disperato da non riuscire ad arrivare alla soluzione da solo.
Però mio padre potrebbe aiutarmi…
Quell’idea gli guizzò in testa, e sentì la sua lampadina accendersi.
Avrebbe chiesto aiuto a suo padre, ma solo se fosse stato strettamente necessario.
- AIUTOOOOOOO! –
Non servì il suo udito disumano da assassino per sentire quell’urlo disumano, persino un sordo ci sarebbe riuscito, talmente era potente.
Si fermò istintivamente, non perché fosse stanco, ma semplicemente per captare da che direzione provenisse quel grido.
Gli bastarono pochi secondi, poi scattò veloce come un fulmine, ancor più rapido di prima, mentre le gambe costruivano un ritmo tutto loro, sempre regolare.
Più si avvicinava e più sentiva Mike che si muoveva per cercare di mangiarsi il probabile intruso, la delicatezza era off-limits in quell’abitazione.
E se c’era Mike, lì c’era anche Aly.
 
***
 
- Dai, scendi giù, vedrai che Mike non ti divorerà subito! –
Se lo sarebbe dovuto aspettare, adesso faceva persino la gradassa col suo cane. L’albino si fermò appena in tempo, altrimenti sarebbe finito con la faccia spiaccicata sul tronco del gentil’abete e non sembrava una gran idea, soprattutto per il suo profilo di ragazzo sexy su siti che tutto erano, tranne che casti ed innocenti.
- NO, NO! Rifacciamo questa scena, stavo per schiantarmi contro il tronco e rovinarmi la permanente! –
Tutti sbuffarono irritati, persino Mike, e con una faccia piuttosto scocciata si ridiede il via alla scena, e meno male che doveva essere una fanfiction seria. (Ma dove? ndMe)
Ciak, azione e via!
Ecco che il giovane playboy dalla permanente bianca entrò in scena, a cavallo di un cammello armato, con degli occhiali da sole piuttosto sgargianti -comprati nel discount dietro casa perché c’erano i saldi-; fu allora che partì la canzone della crema Garnier, mentre il nostro eroe avanzava a rallentatore, scuotendo i capelli in maniera sexy come solo uno Zaoldyeck sapeva fare.
Con espressione da demente mancato, tirò fuori da un-posto-che-non-voglio-descrivere un contenitore circolare di crema, poi con un occhiolino che sembrava più un tic cronico, disse:
- Garnier… Liscio perfetto, perché tu vali. –
Ma quella non era Pantene? Va be’, sorvoliamo!
La ragazza dinnanzi a lui era semplicemente sconvolta, infatti per il troppo trash un mancamento l’aveva appena colpita, così svenne, mentre -stranamente, eh- la sua gamba destra continuava a muoversi a ritmo di un valzer che partiva dal tronco di un albero vicino.
Dopo questa scena semplicemente degradante, Killua tornò serio e si rivolse alla figura aggrappata all’albero, che era rimasta su quest'ultimo per non rischiare di contaminarsi con quei pazzi là sotto, talmente era sconvolta, o sconvolto.
- Per tutti i Milluki rotolanti, i coltelli zuccherosi e le perdindirindine! Tu… NON SEI CADUTO NEL DEGRADO, PERDINCIBACCO! –
E puntando l’indice verso la figura in maniera accusatoria, si proruppe in una risata da psicopatico, tanto perché dovevamo scendere ancora un poco più nella follia.
Barcollando come se si fosse appena sgolato tre bottiglie di vodka polacco tutte in una volta, prese il cammello armato di peso e lo scagliò -sempre con assoluta finezza, eh- contro il suo nemico, che con molto stile da sfigato rotolò giù dopo aver sbattuto varie volte contro i rami che sostavano sotto il suo; finì per terra in meravigliose condizioni: giusto sei costole spostate, una gamba fratturata, un braccio piegato in maniera assolutamente indescrivibile ed innaturale e trentatré denti andati.
- Oh, hai una bella cera dopo essere caduto da quindici metri di altezza! –
Constatò con un sorrisino che la diceva lunga, non pensando minimamente di aver appena perso il suo cammello armato, che era stato portato via da un criceto in calore a cavallo di un formichiere alato.
Aly, nel mentre, era riuscita a risvegliarsi dallo shock, cosa che non sembrava esser lo stesso per la sua fidatissima gamba, che adesso stava ballando un brano di flamenco.
Nonostante i piccoli problemini tecnici, l’avventura andò avanti comunque, altrimenti non sarebbe stata Casa Zaoldyeck.
- Ora, ti prego e per favore, mio dolce amico pieno di felicità, dicci, per cortesia, cosa caspiterina ti è accaduto e come mai ti trovi qui per un futile errore, se vuoi potremo parlarne davanti ad una tazza di caffè dolcemente avvelenato con cantarella nella nostra sala di unicorni saltellanti. Non vorrei che mio papà si arrabbi perché tu hai preso una mela senza chiedermi il permesso, per tutte le scosse elettriche bluastre! –
In tutto questo, sia la ragazza, che quello si scoprì essere un ragazzo, non capirono un emerito tubo, probabilmente Illumi doveva aver fatto sniffare a Killua qualche rimasuglio di polvere delle Winx.
Con un sonoro “EH?” da parte dello sconosciuto, l’ex autrice si intromise nel discorso, stavolta con una faccia seria, ma che più che altro pareva un'espressione da equino con problemi stitici.
- Traduzione: adesso pretendo tu ci dica chi sei e cosa cacchio sei venuto fare qui. Non vogliamo dei fottuti problemi per colpa tua. –
Perfetta interpretazione, non trovate?
E quanta delicatezza vi trovò nelle sue parole lo sconosciuto.
Tuttavia, il momento dei giochi era finito, nonostante Mike stesse sbattendo la testa contro un albero e Killua si fosse messo a parlare con una bertuccia che passava di lì per caso.
Il ragazzo misterioso, nonostante fosse leggermente rotto, si alzò, spolverandosi i vestiti che indossava, e guardò Aly negli occhi.
- Mi chiamo Saru, sono capitato qui per caso. Mi sono imbattuto in questa tenuta mentre passeggiavo, poi ho sentito qualcuno arrivarmi alle spalle e da lì ho visto buio. Non ricordo nient’altro. –
Trovava il discorso piuttosto convincente, ma una piccola domanda le correva in mente: come aveva il suo aggressore ad entrare se c’era Mike di guardia? Non potevano essere passati dal cancello, li avrebbero visti, e tantomeno non potevano aver scavalcato, ma allora come…
Fissandolo meglio, la ragazza dai capelli rosa confetto vi trovò qualcosa di familiare nel suo aspetto: aveva i capelli bianchi e spettinati e due occhi, magnetici e profondi, blu oltremare; aveva un fisico asciutto ed era molto più alto di lei, inoltre doveva essere più grande di entrambi a livello di età.
- Ci siamo già visti da qualche parte io e te? –
Fece lei, dubbiosa: notava che Saru fosse molto tranquillo, come se avesse la situazione in mano, i suoi occhi non tradivano insicurezza, sembravano così decisi.
- Non penso proprio, Mi ricorderei di una ragazza dall’aspetto così particolare. –
Nessuno dei due sapeva che Killua, nel mentre cercava di instaurare una conversazione con la scimmia, aveva sentito tutto.
Non sapeva nei dettagli tutto, ma sentiva una cosa: di lui non ci si poteva fidare.



Angolo Autrice

Eeee... Salve a tutti di nuovo! Sono sempre io, Hao, quella pazza che scrive cose demenziali ed al limite del concepimento umano su questo fandom. :D
Ricordate quando dicevo che non vi avrei fatto aspettare mesi? Beh, dai, poteva andare peggio! Non aggiorno da meno di cinque mesi, quindi non è del tutto un disastro!
Ed in questo capitolo vediamo un sacco di sorprese, come l'entrata in scena di un misterioso ragazzo albino, Saru, chi sarà mai costui e cosa vuole dai nostri eroi?
Aly e Killua sembrano avere dubbi su molte cose: lei sui fantasmi del suo passato, lui su cosa nasconda la cara protagonista.
Ammetto che quando ho finito questo capitolo, non immaginavo che avrebbe preso una piega ben diversa questa storia, nel senso che... Inizialmente pensavo di costruire una semplice demenziale senza una trama concreta, adesso... Penso di voler costruire qualcosa di molto più elaborato! Sempre nel mio stile demenziale, sia chiaro!
Cammelli armati e creme in questo breve capitolo, quali altre strambe creature tirerò fuori da questa pazzza mente?
A proposito, ho deciso di concentrarmi anche sugli altri membri della famiglia nel corso delle vicende, soprattuto sui fratelli di Killua, che dei soliti due delle meraviglie ne abbia le scatole piene! xD
Ed, inoltre, Illumi e Milluki saranno rilevanti ai fini dell trama, lo so, piccolo spoiler, ma dovevo, altrimenti lo shock sarebbe stato troppo grande ed avreste preso un infarto. (Ti odiamo ndLettori)

Ringrazio tutte le persone che continuano a supportarmi in questi mesi, in particolare DolceZeref e Delya_Zoldyck24122 che recensiscono anche dopo i miei aggiornamenti con pause eterne! Un grazie a tutte quelle che hanno messo la storia tra le preferite, seguite e ricordate!
Alla prossima, stavolta riprenderò ad aggiornare regolarmente!
One kiss
Hao Sakura





 

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Capitolo 13
*** Arrivederci X Non X Addio ***


Non ho scusanti, decisamente no.
Salve a tutti, probabilmente pensavate fosse un aggiornamento - beh, sbagliavate, e anche tanto.
Non è affatto un capitolo della storia.
"ACZ" o "A Casa Zaoldyeck" non esiste non da uno, non da due, ma ormai da ben tre anni; è un'avventura che ha iniziato Hao Sakura quando era alle prime armi con la scrittura, che voleva far ridere, divertire, emozionare, le persone che l'avrebbero letta. Ma in tre anni sono cambiata: ho scritto, scritto e riscritto, fino ad averne la nausea, il mio stile è cambiato e maturato. Tant'è che, come avrete notato, ho aggiornato sempre con meno frequenza fino a sparire - son riemersa solo ora per dirvi questo, a quei pochi che magari ancora seguono la storia. (Spero di essere breve e chiara.)
"A Casa Zaoldyeck" è nato come un esperimento. Da qui ho abbozzato la storia di Aly, Aleyes, la protagonista, insieme al nostro Killua di fiducia, di questo delirio sotto forma di parole. Ma come sono cresciuta io, allontanandomi dal mondo delle fanfiction e buttandomi sull'originale, è cresciuta anche la protagonista.
"Aly" non è più solo Aly, ha cambiato nome.
Ora è qualcosa di più grande e più sviluppato. Ho ripreso la storia di questo personaggio, l'ho rielaborata nel tempo, trasformandola in qualcosa di concreto; il mio è un progetto ambizioso, a cui sto lavorando per fare in modo che, un giorno, si spera, diventi un libro cartaceo (Se mai foste interessati, sul mio profilo sto pubblicando cose singole ad un capitolo che parlano un po' del mio racconto originale.).
Sì, di quelli che si vedono in libreria. Di quelli che si sfogliano le pagine.
Non volevo far marcire così questa fanfiction, riponendola in un angolo, solo perché era un esperimento "fallito".
No, sono affezionata a questa storia più di quanto si possa pensare, diciamo che è stata quest'avventura ad avermi forgiata come scrittrice.
Ma ad un certo punto mi sono detta: "Cavolo, ma stando sempre ancorata qui, alla fine non si risolve nulla. Voglio essere indipendente, voglio tuffarmi nel mondo delle storie originali e vedere cosa ne può uscire se non baso tutto su un'opera già esistente. Voglio vedere come posso sfruttare davvero la mia fantasia, oltre che per le fanfiction demenziali."
Ed alla fine sono decollata senza guardarmi indietro.
Questo non è un addio, non vi sto annunciando la sospensione definitiva dell'avventura di Killua ed Aleyes, ma una pausa.
Al momento, non mi sento in grado di portare avanti una storia del genere. In più, tra una riga e l'altra, rileggendo i vecchi capitoli, ho tristemente compreso quanto dannatamente fossi cringe anni fa: ci sono interi capitoli da riscrivere, modificare, pezzi interi che vanno cambiati o tolti, prima di poter parlare seriamente di aggiornamenti - anzi, mi stupisco che in questi anni non sia ancora arrivata una recensione negativo o neutra, avrei invocato un coro di angeli ed avrei detto solo: sì, hai ragione su tutto
Se ora decidessi di scrivere il fantomatico capitolo 13, col mio stile attuale, credo pensereste di star leggendo la storia di un'altra autrice.
Perciò, per chi sperava in un continuo, beh... Avrà da attendere. E molto. Voglio concentrarmi sui progetti seri, spero non me ne vogliate.
Mi dispiace di avervi intrattenuti fino a qui, ma trovavo necessario questo spiegone. Appena avrò tempo, mi metterò a correggere la storia, promessa solenne. Grazie per chi mi ha supportata in questo lasso di tempo, chi ha recensito e seguito con tanto ardore le folli avventure di Killua e Aleyes; un grazie speciale va alla mia carissima sorella, DolceZeref, che nonostante tutto, oltre a darmi supporto e consigli per IlProgettoSuperSerioso ancora mi tartassa amabilmente per chiedermi di continuare a scrivere questo pazzo lavoro di tre anni.
Aleyes aka Aly: Ragazzi, spero di risentirvi presto. *Faccina triste*
Mi ero ripromessa di essere seria-
Killua: Aspetta e spera.

Un saluto a tutti da Casa Zoldyeck, io e la mia demenza speriamo di tornare presto a deliziarvi con capitoli migliori, riscritti decenemente, e delle sottotrame comiche da mettersi le mani negli occhi e cavarseli! :D
One kiss,

- La vostra Hao

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