Tra corde, numeri e ricordi

di cut_wing
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Uno – su un miliardo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Tra corde, numeri e ricordi
 
Uno spiacevole suono bloccò il suo canto, facendolo sospirare.
-Si è rotta un’altra corda… - mormorò, osservando con tristezza la sua arpa. La corda in questione penzolava da una parte, mentre l’altra metà era aggrovigliata a quella accanto ad essa.
La rimosse con calma, attento a non rovinare la struttura dello strumento, per quanto fosse possibile date le sue pessime condizioni, poi le sue mani –entrambe senza fasciature; non ne valeva la pena- andarono ad accarezzare una ciocca dei suoi lunghi capelli corvini.
In tutto quel tempo –quant’era passato, da quando si era ritrovato solo? Non lo ricordava- erano cresciuti ancora, e gli arrivavano quasi alle ginocchia, ma lui insisteva a non tagliarli; in casi come quello erano proprio ciò che ci voleva.
Li osservò con attenzione uno ad uno e poi, trovandone uno senza doppie –anzi, quadruple- punte, tirò.
Non sentì quasi nulla, ormai ci era abituato; era la quarta volta che doveva sostituire una delle corde originali. Quattro di sette.
Se avesse cantato nei centri abitati forse avrebbe potuto ottenere qualche moneta con cui ripararla, ma –non poté fare a meno di sorridere amaramente pensandoci- sarebbe potuto finire nelle mani di qualche elfo in preda alla sete di vendetta, e lui non voleva, non poteva morire; aveva ancora troppe storie da narrare e troppi pregiudizi da smontare per lasciare tutto a metà. Era quello l’unico motivo che impediva a sé stesso di lasciarsi andare.
Continuò a strappare, contando ad alta voce; uno, due tre, quattro, finché non fu un canto ad uscirgli dalla gola; un canto che aveva tenuto dentro di sé così a lungo da non rendersi nemmeno conto che esistesse.
E continuò a cantare, e mano a mano che gorgheggiava i numeri si trasformavano in ricordi; immagini, suoni, odori che non avrebbe più sentito.
Aveva tanto da raccontare, e tanto da ricordare.
E troppo che vorrei dimenticare.

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Capitolo 2
*** Uno – su un miliardo ***


Uno – su un miliardo
 
-Il principino ha una voce incredibile! -
-Lo sappiamo, e ne siamo fieri. -
-Sono serio! Il suo talento è sbalorditivo; un elfo su un miliardo ha capacità simili, e mai nella mia lunga carriera mi è capitato di vederlo apparire in un bambino. –
-Cos’è un miliardo? –
Fëanor, Nerdanel ed il suo insegnante di musica si volsero verso di lui, sorpresi.
-Non avrai origliato, spero. – lo rimbrottò subito Nerdanel, con voce dolce.
-Non preoccuparti, mia cara, sono sicuro che il piccolo Makalaurë stesse passando di qui per caso e abbia sentito un pezzo di conversazione senza poterne fare a meno. – disse il padre, facendogli l’occhiolino.
Il piccolo si affrettò ad annuire, sorridendo e ricambiando l’occhiata.
In realtà, non era totalmente vero; sì, era giunto lì per pura fatalità, ma poi, sentendo che parlavano di lui, si era fermato ad ascoltare. Provava sempre una certa soddisfazione nel sentire le persone elogiare le sue doti canore anche senza che fosse presente, perché voleva dire che lo pensavano davvero, ed i sorrisi orgogliosi dei propri genitori non fecero che compiacerlo ancora di più.
-Quindi cosa vuol dire miliardo? – chiese nuovamente, alzando le braccia per essere preso in braccio.
Fëanor lo accontentò subito, cosa che lo sorprese; di solito era la madre la più propensa a dispensare coccole e carezze, ma evidentemente il genitore era rimasto talmente soddisfatto dalle sue capacità da fare uno strappo alla regola.
-Miliardo è un numero, Makalaurë. Un numero che indica una quantità molto grande. –
-Più grande di trenta? – Si stupì il piccolo. Sapeva contare solo fino a quel punto, e già gli sembrava un’enormità!
-Molto più grande. – sorrise il padre. –Se contassi tutte le persone che vanno e vengono da questo palazzo, il loro numero non si avvicinerebbe nemmeno al miliardo. –
-E quindi cosa vuol dire uno su un miliardo? –
-Quanto sei curioso, quest’oggi. – rise Nerdanel, prendendolo dalle braccia del marito ed adagiandolo a terra. –Vai a giocare, noi qui abbiamo molto da fare. Te lo spiegherò domani. –
Il piccolo acconsentì, ubbidiente ma non ancora convinto.

Ci ragionò sopra tutto il giorno, cercando di capire, e canticchiando per aiutarsi a riflettere.
-Ci sono! – esclamò finalmente, correndo nello studio di suo padre.
Fëanor stava compilando dei documenti molto importanti, per cui quando lo sentì entrare bloccò sul nascere ogni sua richiesta.
-Sono molto impegnato, Makalaurë, se è ancora per la storia del miliardo te lo spiegherò domani. –
-Ma ho capito! – protestò il piccolo. –E non è la questione del “miliardo”, è “uno”. –
Il padre alzò lo sguardo dalle scartoffie, perplesso.
-Come dici? –
-Ma è semplice! – Makalaurë quasi saltellava dall’emozione. –UN miliardo, vuol dire che è UNO ma mooolto grande. E uno su un miliardo, è come dire un “uno” normale confrontato ad un “uno” grande. Ma visto che conosciamo solo l’” uno” piccolo, che sarei io, è l’unica cosa che salta all’occhio. Insomma, come hai detto tu: tutte le persone di questo castello che vanno e vengono sono come… dei sassolini grigi. Tanti sassolini grigi! In ogni caso però io sono l’unico che canta così e quindi è come se risplendessi, e quindi gli altri sembrano un tutt’unico mentre io sono un “uno”. Capisci?! –
Fëanor rise, invitandolo ad avvicinarsi.
-Sei molto intelligente, figlio mio, e credo di aver capito ciò che intendi dire. In un certo senso è proprio così, ma fra qualche anno riuscirai a capire ed esprimere il concetto molto più facilmente, te lo garantisco. –
Gli carezzò la testolina, sorridendogli.
-Ricordati sempre che non occorre paragonarti a qualcun altro per capire quanto vali; tu sei unico, non solo per il tuo canto. E tra tutti i sassolini e le gemme preziose di questa terra, per me, tua madre e tuo fratello tu sarai sempre quella più luminosa. –
 
No, a quanto pare. Perché tu hai scelto i Silmaril, e qualsiasi altra cosa è diventata grigia ai tuoi occhi.
Ma su una cosa avevi ragione; sì, ora capisco bene cosa vuol dire “miliardo”.
Un miliardo di vite; un miliardo di morti; un ostacolo da superare. Forse nemmeno io avevo torto, infondo.

 ANGOLINO DELL'AUTRICE
Buongiorno a tutti! Sì, sono ancora io.
Volevo solo dirvi di non preoccuparvi se non capite il discorso del piccolo Makalaure, è del tutto normale.
Vorrei dedicare questa raccolta alla mia BFF che fra 12 giorni compirà gli anni!!! Sperando che la legga…
Grazie a tutti quelli che leggeranno, o che recensiranno!!!


 

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