Six thousand years and I still love you

di Musical
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** God is an ineffable shipper ***
Capitolo 2: *** You light my morning sky with burning love ***
Capitolo 3: *** It's our Paradise and we don't lose it ***



Capitolo 1
*** God is an ineffable shipper ***


Vai troppo veloce, così era scritto sul suo polso sinistro da sempre, ancor prima della Ribellione di Lucifero e della Caduta. A quel tempo, Aziraphale non pensava alla frase, non capiva nemmeno cosa potesse significare, perché troppo veloce e, cosa più importante, perché aveva una frase scritta sul polso? No, l'angelo non si poneva certe domande, aveva altre cose da fare, ad esempio dare ad Adamo la sua spada fiammeggiante, la cosa giusta da fare, secondo lui, ma ben presto ebbe paura d'aver preso la decisione sbagliata, e l'unica creatura che lo sapeva era un demone, dai lunghi capelli rossi e gli occhi dorati da serpente. Era solo l'inizio.


Per me Crowley. Davvero strano: il suo nome era Crawly, ma non l'era mai piaciuto e senza pensarci due volte aveva scelto Crowley... Non l'aveva fatto apposta, non c'aveva pensato quando l'aveva cambiato; il demone cercò di nascondere un ghigno malefico quando vide nuovamente quella frase scritta all'interno del suo gomito destro. Oh beh, quel che è fatto è fatto. Comunque, aveva bisogno di qualcuno con cui parlare, perché ciò che stava vedendo non aveva senso, non molto lontano notò Aziraphale; gli si avvicinò.
«Sei venuto a deridere il povero coglione, vero?»


Aziraphale capì cosa significava quella frase centinaia di anni dopo. Fu il signor Wilde in persona a spiegarglielo: sin dalla nascita ogni persona aveva la metà, scritta da qualche parte sul proprio corpo, di una frase che sarebbe stata importante per la relazione con la propria anima gemella. L'uomo mostrò la sua scritta ad Aziraphale, proprio dietro l'orecchio.
«Bosie ha l'altra metà,»disse con un piccolo sorriso. «E tu?»
«Oh...» Aziraphale fece finta di sorridere ed evitò gli occhi dell'amico. «Io p-penso che non funzioni con me.»
«Perché no? Sono abbastanza sicuro che hai qualcosa al polso. Non fare quella faccia, ti ho osservato durante le nostre notti, signor Fell.»
Le guance di Aziraphale s'imporporarono un poco e questa volta l'angelo sorrise sul serio. «Non so neanche chi potrebbe essere.»
«Non essere inappropriato. Lo sai. C'è qualcuno con cui vorresti trascorrere il resto della tua vita?»
A quell'innocente domanda, nella mente dell'angelo comparvero un paio di occhi dorati e Aziraphale si avvicinò la mano alla bocca mentre ricordava la loro ultima conversazione, qualche anno prima.
«L'hai incontrato, vero?»
«No,» strepitò Aziraphale, soffocando poi un sospiro. «Non ne so nulla.»
Il signor Wilde bevve un sorso di vino dal bicchiere. «Certo, signor Fell. Francamente, sei così intelligente che a volte non capisci nemmeno una parola di ciò che dici. Buona questa... Devo utilizzarla da qualche parte...»
L'angelo alzò lo sguardo al cielo, in cerca di un aiuto da Lassù. «È impossibile. Lui e io siamo--»
«Due uomini? È difficile, sì, ma non impossibile. Fidati di me.»
«Abbiamo discusso, signor Wilde, molto tempo fa.»
L'altro uomo fissò affettuosamente il suo amato amico e gli accarezzò la schiena. «Andrà tutto bene. Se voi due siete anime gemelle, farete pace.»
«Vorrei che fosse così semplice.»


«Un piccolo miracolo demoniaco da parte mia,» disse Crowley restituendogli i libri. «Andiamo a casa?»
Aziraphale guardò la schiena di Crowley mentre il demone se ne andava, prestando attenzione a dove metteva i piedi, una sensazione di calore si diffuse nel petto dell'angelo, Oh quanto lo amo, si rese conto d'averlo pensato per la prima volta senza panico né paura. Se ciò che il signor Wilde gli aveva detto anni prima era la verità, allora Crowley era davvero la sua anima gemella, allora perché Aziraphale non aveva ancora pronunciato la fatidica frase?


Vai troppo veloce per me, Crowley.
La frase aveva un sapore agrodolce per il demone, che piangeva e rideva nel suo appartamento, con una bottiglia di vino in mano: finalmente Aziraphale aveva detto ciò che desiderava da seimila anni, ma non voleva una cosa del genere... Perché? Perché Dio era uno stronzo? Stava cercando di vendicarsi di lui? Probabilmente, d'altronde aveva lasciato che cadesse solo perché aveva fatto troppe domande, senza muovere un dito...
... Aziraphale... Il suo angelo era la sua anima gemella... Non riusciva a crederci... Forse davvero andava troppo veloce, ma Aziraphale non poteva certo negare che fossero fatti l'uno per l'altro, non dopo questo!
«Sei un bastardo, angelo,» disse il demone alle piante. «Ed io... Abbastanza sicuro che pensi lo stessso... Oh, davvero, angelo, ti mostrerò cosa intendo... Anche se ci vorranno altri seimila anni, abbiamo tempo... Cosssì tanto... F-mbleh-forse anche domani, sì! Domani ti mostrerò quanto mi ami disperatamente! Una colomba innamorata di un corvo... Era questo il Tuo piano fin dall'inizio, eh?! Sto parlando con Te! Proprio con Te, stupido burattinaio del cazzo!»
Crowley continuò a bestemmiare contro Dio e i suoi piani mentre piangeva, da solo, in quella stanza vuota e fredda.


La libreria di Aziraphale è calda e piena di libri come sempre, e a Crowley piace così tanto stare lì che decide di trasferirsi dopo la riuscita del loro piano per ingannare Paradiso e Inferno. Le sue piante sognavano di essere lasciate sole e al sicuro, ma un demone è pur sempre un demone, quindi le posiziona tutte in una piccola stanza creata apposta all'interno della libreria -- un piccolo miracolo angelico.
«Indovina a cosa sto pensando, angelo,» Crowley inizia a parlare all'improvviso, sdraiato su un comodo divano con la testa appoggiata sul grembo di Aziraphale.
L'angelo, che continua a leggere un libro e ogni tanto accarezza i lunghi capelli del demone, risponde. «Non lo so. A cosa stai pensando, mio caro?»
«Ai limiti di velocità.»
Aziraphale non riesce a reprimere un sorriso. «Oh davvero? Suppongo che siano nostri. Tengono al sicuro le persone.»
«Ti sbagli, angelo, sono nostri. Gli umani non vogliono che un ignorante segnale stradale dica loro cosa fare e cosa no, quindi li violano deliberatamente e creano il caos. Molto caosss!»
«Potrei immaginare chi c'è dietro tutto questo»
Crowley chiude gli occhi e prende un respiro profondo, cambiando il tono di voce. «Sono stato il primo ad andare troppo veloce.»
«La polizia non ti ha mai preso, non puoi preoccuparti ora,» Aziraphale continua a fingere di non capire.
«Ma lo sono stato. Posso rimediare in qualche modo?»
«Non è necessario,» l'angelo chiude il libro e si toglie gli occhiali da lettura per guardare Crowley. «Penso che qualcun altro dovrebbe porre rimedio.»
«Non la mia Bentley.»
«Certo che no. Piuttosto mi riferivo a quello che è andato troppo lento.»
Crowley apre gli occhi e li alza fin'ad incontrare quelli azzurri del suo angelo, sussurrando con un filo di voce.
«Non devi rimediare a niente, angelo.»
«E neanche tu, tesoro.»
Aziraphale accarezza il pollice contro lo zigomo pronunciato di Crowley e brama così tanto quelle sottili labbra che inavvertitamente si morde il labbro inferiore per sopprimere il desiderio. Il demone avverte ciò e con una mano guida l'angelo verso il basso per raggiungerlo a metà strada, «Posso--»
Non finisce la domanda, e mai lo farà, perché Aziraphale lo bacia bisognoso di quel contatto; quando l'Inferno lo catturò con le sembianze di Crowley, e si tolse gli abiti del demone, i suoi occhi furono catturati dalla metà di una frase sul gomito destro. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.


Aveva quasi pianto, negli anni '60, dopo aver realizzato quello che aveva pronunciato, Vai troppo veloce per me Crowley, aveva detto la prima metà della frase scritta sul polso ed era abbastanza sicuro che Crowley avesse l'altra metà. Trascorsero gli anni, c'era stato l'Armageddon, il loro piano per salvarsi l'un l'altro dalla distruzione... Quando Aziraphale la vide sul gomito di Crowley, avrebbe esultato e pianto se ne avesse avuto l'opportunità. Il piano di Dio era così incredibilmente ineffabile, ovviamente Egli voleva che la notasse, magari aggiungendo qualcosa con la sua calda ed accogliente voce. "Dai, Aziraphale, non devi più aver paura."


«Tesoro?»
«Sì angelo?»
«Puoi andare veloce quanto desideri.»
«...»
«Crowley?»
«...»
«Stai bene?»
«... Sssmpressatofffndosssstardo!»*
«Oh, caro, lo so. Lo so. Su... Su.»
Su quel divano, le due creature si abbracciano strettamente dopo il bacio per compensare tutto il tempo perduto, esattamente seimila anni, inconsapevoli d'essere osservati dall'occhio vigile e commosso di Dio. Non è la fine, bensì un nuovo ed interessante inizio.






* Letteralmente "Ho sempre pensato che in fondo fossi un bastardo."
Grazie mille per aver letto, alla prossima! ^^

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Capitolo 2
*** You light my morning sky with burning love ***


"Sei pronto?"
Aziraphale si gira alla sua sinistra e guarda a Crowley, che porta una scatola, l'ultima, dopodiché tutto sarebbe stato diverso... L'angelo sorride raggiante, ama questo nuovo inizio per entrambi.
"E tu?," gli chiede come il brillante bastardo che è, non riuscendo a trattenere una risata.
Crowley colpisce per scherzo il fianco di Aziraphale con l'anca ed entra nel cottage, guardandosi attorno. "Beh... Benvenuto a casa, angelo," alza un angolo della bocca e si toglie gli occhiali da sole.
Anche Aziraphale entra e prende un lungo respiro. "Benvenuto a casa, mio caro."


Ora, sapevano come affrontare una convivenza per uno, due giorni, ma l'angelo e il demone non hanno idea di come comportarsi di fronte ad una vita lunga l'eternità. Non perché non sappiano o trovano disgustose le abitudini dell'altro, oh no, proprio no, entrambi le conoscono e le amano, il vero problema è la camminata ancheggiante di Crowley ogni. Singolo. Giorno. Aziraphale fa tutto ciò che è in suo potere per resistere... Non deve guardarlo! Non deve guardare il suo deretano! È una creatura di puro amore! Non può sentire cose come la lussuria, quello è il lavoro di un demone, non il suo! Se Sopra sapessero i pensieri dell'angelo mentre questo osserva Crowley camminare... Oh no, è meglio non pensarci. Oh Signore, abbi pietà!
Il peggio, però, è durante la notte. Infatti, ogni volta che vanno a letto, Crowley ha preso l'abitudine di accoccolarsi vicino all'angelo mentre lui legge il libro di un profeta*, il respiro calmo e caldo del demone gli solletica il collo tanto da farlo sentire quasi a disagio. Aziraphale sente l'urgente bisogno di toccare e tirare i lunghi capelli di Crowley, di togliergli il pigiama di seta nera e fondersi a lui; e quando pensa a questo, un calore quasi insopportabile imporpora le guance dell'angelo, il suo cuore inizia a battere velocemente e i suoi occhi vengono catturati dalle sottili labbra socchiuse del demone. Ogni. Singola. Notte. Altissimo!, lui è un angelo, non può cedere ad una simile tentazione!
"Non discorporarti," sussurra Crowley, i suoi occhi sono ancora chiusi.
"Non lo farò."
"Oh, davvero? Il tuo battito cardiaco sembra un treno ad alta velocità e tu stai sudando e tremando."
"Ti posso assicurare che sto bene."
Crowley si alza abbastanza per guardare dritto negli occhi di Aziraphale, giallo contro azzurro. "È tipo... Influenza?"
"Cosa? No."
Il demone fa un'espressione dubbiosa, per niente convinto dal quel diniego.
L'angelo devia lo sguardo verso il petto di Crowley, leggermente scoperto dal pigiama, e si lascia sfuggire un sospiro. "Davvero, Crowley--" alza e muove le mani per enfatizzare il concetto. "Sto bene e puoi creder--"
"Da quando hai inisssiato a raccontare balllle?"
Crowley s'avvicina ad Aziraphale, accentuando la elle con la lingua ben esposta; l'angelo ingoia rumorosamente, cercando di non baciarlo immediatamente.
"Il gatto ti ha mangiato la lingua, angelo?," gli domanda alzando un sopracciglio.
"Non è stato un gatto a farlo... Ci ha pensato un serpente."
Crowley ghigna ed appoggia la fronte sulla tempia di Aziraphale.
"Ooh, povero angelo, dev'esser stato un serpente moooolto cattivo," dice mostrandosi fintamente dispiaciuto per l'accaduto.
"Il peggiore della sua specie."
La cosa fa gongolare il demone.
"Lascia che ti aiuti, allora, posso darti una nuova lingua."
"Oh davvero?," gira la testa verso Crowley, i loro nasi si sfiorano. "Ne sarei onorato."
Senza pensarci troppo, Crowley appoggia un innocente bacio sulle labbra dell'angelo, è gentile, non disperato o altro, dopodiché il demone osserva Aziraphale, in attesa.
Dall'altra parte, Aziraphale può sentire un coro di angeli cantare l'Alleluia!, ma la melodia finisce non appena Crowley termina il bacio e s'allontana.
"Potresti--" l'angelo muove il dito indicando le loro labbra.
Crowley esaudisce quel desiderio, lentamente, aspettando ancora.
"Un'altra volta," Aziraphale sospira con la schiena sul materasso e Crowley sopra di lui.
Di nuovo, il demone fa la stessa cosa di prima.
"Crowley."
"Sì angelo?"
"Lo stai facendo apposta?"
"Ehm nnno, non proprio. Perché pensi questo?"
"Allora, sei pregato di baciarmi come si deve."
Con grande stupore di Aziraphale, facendogli attorcigliare lo stomaco e fermare il respiro, il demone inizia a ridere, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, evitando per una volta quegli occhi celesti.
"Da quando in qua un angelo può pregare un demone di fare qualcosa?," per poi avvicinarsi all'orecchio di Aziraphale e sibilare malizioso. "Non aspettavo altro che me lo chiedessi."


Povero angelo... Come può sapere cosa provoca a Crowley ogni singola ora della loro nuova convivenza? Oh, no, pensandoci bene Aziraphale lo sa, forse non fa le cose di proposito. Come quei miagolii di piacere mentre mangia, facendo impazzire Crowley, o come l'angelo lecca il dito per voltare la pagina di un libro, oppure quando Aziraphale guarda le labbra del demone e poi i suoi occhi, trattenendo involontariamente il respiro, aspettandosi qualcosa, per non parlare del modo in cui Aziraphale disegna dei piccoli cerchi sul palmo di Crowley mentre si tengono per mano a cena, pranzo, colazione, brunch, ogni, singola, volta. Ogni giorno, Aziraphale gli chiede qualcosa come prendergli un libro, una tazza di cioccolata calda, i suoi occhiali da lettura, Crowley sa il motivo dietro a tutto ciò e, per questo, accentua ancora di più la sua camminata -- il suo angelo gli sta fissando il culo!!! Dopo così tanto tempo, lo sta facendo! Grazie Satana!!! Ma aspetta... Lui non vuole essere la causa della Caduta di Aziraphale, giusto? Allora deve camminare come sempre! No, no, no, deve ancheggiare di più! Ad Aziraphale piace, altrimenti non gli starebbe guardando il culo! Oh, è davvero un diavolo tentatore!
L'unica contraddizione a tutto questo è la sensazione di bruciare internamente, le fiamme più roventi del Fuoco Infernale, ma non gli fanno male, quanto l'opposto. Talvolta, sono così ingombranti che il demone ha bisogno di farsi una doccia fredda -- non proprio una buona idea per un animale a sangue freddo come lui, ma meglio di niente.
Quella notte, l'atmosfera è diversa, più intima, più soffocante, più urgente; lo può sentire dall'immobilità di Aziraphale, da come la sua mano è pesante sul fianco del demone, rendendolo nervoso nonostante i suoi sforzi di rimanere calmo; poi hanno iniziato a parlare e, un attimo più tardi, a baciarsi.


Aziraphale afferra la stoffa nera del pigiama e la sfila dal corpo di Crowley, provocando una risata al demone. "Quanta foga, angelo."
L'angelo arrossisce, ma non si ferma dallo spogliarlo; guida Crowley sopra di lui mentre si baciano e sfrega una gamba contro il cavallo del demone, provocandogli un suono rauco che inizia dalla gola di Crowley e finisce nella bocca di Aziraphale. Dopo, Crowley bacia la giugulare dell'angelo mentre le sue mani stringono ed accarezzano i fianchi morbidi di Aziraphale.
"Più giù, caro."
Il demone scende, la sua lingua biforcuta traccia una scia lungo la clavicola, si dirige sul capezzolo e lo stuzzica per qualche minuto, succhiandolo e mordendolo leggermente.
"Crowley..."
Quegli occhi gialli si alzano per guardare il suo angelo, le guance rosse una chiara dimostrazione della sua eccitazione, come se il leggero rigonfiamento all'altezza dell'inguine non fosse abbastanza. "Cosa vuoi che faccia, angelo?"
Aziraphale vuole davvero dire qualcosa come Fottimi, ma sarebbe un termine troppo sconcio per lui quindi, mordendosi il labbro, pensa ad un altro modo per dirlo. Intanto, Crowley muove la mano intorno all'inguine dell'angelo, avvicinandosi ed allontanandosi dalla zona che richiede maggiori attenzioni; ogni tanto lascia dei piccoli baci e morsi sull'addome dell'altro, ipnotizzato da come il corpo umano di Aziraphale risponda e tremi a seconda delle sue azioni. Quei respiri mozzati, quei mugolii -- migliori di quelli fatti mentre mangiano, tutto del corpo di Aziraphale grida ancora, ancora, ancora, o è solo frutto della sua immaginazione?
I capelli di Crowley, la sua mano, i suoi baci fanno totalmente impazzire Aziraphale, si tende con trepida aspettativa ma il demone non ha voglia di concedergli quello che desidera, a meno che non glielo chieda esplicitamente.
"Fammi tuo," finalmente sussurra, muovendo incondizionatamente il bacino.
"Già lo sei," gli risponde Crowley senza pensarci, aiutandolo a togliersi i pantaloni, rivelando il suo desiderio. Un sentimento di puro orgoglio, che non pensava di possedere, fa sorridere soddisfatto Crowley e gli fa rendere conto quanto il suo angelo lo voglia.
La lingua del demone inizia a leccare dalla base fino alla punta, le sue labbra baciano il glande, con il risultato si far arcuare Aziraphale, provocandogli dei pesanti sospiri; una delle mani di Crowley si dirige verso le immacolate natiche ed inizia a stuzzicare l'entrata, ottenendo un grido di sorpresa. La sola cosa che Crowley fa in seguito è ridere divertito.
"Smettila di ridere. Mi stai facendo il solletico."
"Ok, va bene, ma non sei di grand'aiuto angelo--" riprende a leccare. "Sei stupendo," dichiara prima di aprire le labbra per accoglierlo all'interno della bocca.
Aziraphale s'ammutolisce a quell'improvviso complimento, e il dito dentro di lui inizia a massaggiarlo alla ricerca di qualcosa, dandogli una sensazione inusuale e un po' imbarazzante, poi un secondo dito entra e l'angelo non riesce a trattenere un verso di piacere, tutt'altro che innocente, quando Crowley tocca una zona particolare.
"Ti piace?," il demone domanda toccando un'altra volta il punto.
"Lì," gli suggerisce con voce roca. Dopo che si è calmato un pochino, Aziraphale alza la testa per guardare in basso, registrando mentalmente ogni mossa del demone, anche se è difficile tenere gli occhi aperti, ingoiando rumorosamente e muovendosi seguendo il ritmo dettato dalle labbra e dalle dita di Crowley.
"Ti stai godendo il panorama?," il rosso sogghigna e lo guarda, con la lingua e l'altra mano intorno al membro dell'angelo, inconsapevole d'essere ancora più peccaminoso e bellissimo ed irresistibile agli occhi di Aziraphale, che si lecca le labbra.
"Non sai quanto in realtà, mio caro."
Il demone spalanca gli occhi e per un momento rimane immobile, guardando dentro gli occhi dell'altro, senza parole, arrossisce senza ritegno e il respiro si riduce e le lacrime iniziano a riempirgli gli occhi e il suo cuore inizia a fargli male e alla fine si mette nuovamente a ridere, appoggiandosi nell'interno coscia di Aziraphale. La vera ragione dietro tutto questo è che Crowley è davvero, davvero, nervoso di quello che sta facendo, lo vuole senz'altro, certo, da... Dalla prima volta che si sono visti... Forse... Non ricorda bene al momento... L'ha sognato così tante volte, in svariate versioni, brutale, dolce, alla vaniglia, piccante, grazie alla sua immaginazione... Ma adesso è reale! E l'unica cosa che Crowley vuole, disperatamente, è far tutto ciò che serve per far apprezzare al suo angelo il momento, nient'altro è importante, non lui, non la propria erezione, solo il suo angelo, solo Aziraphale! E il fatto che sta raggiungendo l'obiettivo con successo è gratificante!


In un primo momento, Aziraphale non comprende perché Crowley si sia messo di nuovo a ridere, ma dopo inizia ad avvertire nervosismo, paura, sollievo, e alla fine capisce.
"Oh, sciocco diavolo," sorride raggiante appena la mano inizia ad accarezzare la testa rossa. "Non imparerai mai, vero?"
Crowley decide di non rispondere.
"Ti posso toccare, mio caro?"
Il demone s'irrigidisce e poi risponde con un secco no.
"Ma... Crowley--"
"Non--Io non voglio che le tue mani si sporchino a-a causa..." la sua voce trema e si fa fragile, il demone si morde il labbro inferiore fino a far uscire il sangue.
"Ne hai bisogno, però," Aziraphale bacia la parte alta della testa di Crowley. "Per favore, mi faresti felice se accettassi di farmi toccare il tuo corpo."
"No," risponde testardo e Aziraphale sospira.
"Allora toccati tu. Non voglio essere l'unico a gioire del momento. Non vuoi più essere dalla nostra parte?"
Il discorso sembra convincere abbastanza Crowley da permettersi il lusso di toccarsi ed è quasi una liberazione ricevere un po' di attenzioni; invece, per l'angelo la posizione in cui si trovano inizia ad essere spiacevole per quello che effettivamente vuole fare, neanche le dita del demone o la lingua riescono a procurargli piacere.
"Puoi... C-Crowley--" oh, quella lingua sa davvero fare delle strane cose. "Cambiamo, per favore."
Un'altra lappata e poi il demone si ferma. "Vuoi che lo faccia al tuo c--"
"No!," grida allarmato, arrossendo pericolosamente, sapendo che quello sarebbe stato troppo. "Siediti con la schiena appoggiata alla testata, ti prego."
Crowley discosta lo sguardo per pensarci sopra, considerando i pro e i contro.
"Se lo facessimo, dovresti rimanere in ginocchio sopra di me, sei sicuro ti possa piacere?"
"Anche più d'adesso, tesoro."


Ed è decisamente meglio, da entrambi i punti di vista: Crowley può torturare coi baci e i morsi il collo angelico, le sue dita che si muovono dentro l'angelo, è quasi arrivato al limite, e l'altra mano che sale e scende, lentamente, sfregando, stringendo e stuzzicando entrambe le loro parti intime, leggermente di più quella dell'angelo, la sua mente è concentrata sul respiro smorzato di Aziraphale e sulle sue preghiere, che dettano il ritmo e dove deve essere toccato; l'angelo può abbracciare il suo demone, graffiargli la schiena, tirargli i rossi e lunghi capelli poi, guidato dal desiderio e dall'ardore, fa scendere una mano per incontrare quella di Crowley e finalmente può, citando Crowley, sporcarsi le mani grazie alla creatura demoniaca, il suo caldo palmo e le dita abbracciano completamente il membro del rosso, cogliendolo di sorpresa.
"A-Asssssiraphh-hhhell," il demone sibila eccitato, tendendosi come un arco, rilasciando qualche goccia di liquido preseminale; l'angelo coglie l'occasione di muovere ancora di più la mano, voglioso di ascoltare ancora quei sibili celestiali.
"Cosa ti avevo detto, tesoro? Ne avevi bisogno."
"A-angelo... Ffuc-ngh! N-non--"
Aziraphale bacia lo zigomo del demone, scendendo verso la mandibola, poi il mento e per finire risale sulla bocca, poggiando delicatamente le labbra.
"Rilassati, caro, va tutto bene. Credimi," gli sussurra dolce.
Dopo aver accettato con riluttanza quella rassicurazione, Crowley chiude gli occhi ed appoggia la fronte sulla sua spalla, focalizzandosi sulla mano dell'angelo e istintivamente ondeggia e sussurra frasi e imprecazioni sconnesse, arrivando quasi al limite. Il demone sfila la mano da dentro Aziraphale per abbracciarlo, ma la creatura celestiale ha ben altri piani in mente, infatti s'aggiusta meglio per far in modo che Crowley entri piano dentro di lui.
"Angelo..." Crowley lo invoca, mordendo ferocemente l'illibata e candida pelle di Aziraphale, senz'alcun controllo.
Con le sue perfette e ben curate unghie, Aziraphale lacera la schiena del demone non appena quell'intrusione si fa spazio in lui, si morde il labbro e respira con difficoltà, avvertendo il bisogno carnale di liberarsi di Crowley il prima possibile.
Appena ritorna in sé, Crowley sfrega una mano sulla parte bassa della schiena e sul fianco dell'altro, mentre con l'altra mano riprende a massaggiargli l'erezione col solo fine di confortare Aziraphale con tutto quello, inoltre inizia a baciargli il petto, lasciando dei segni qua e là sulla pelle.
Dopo essersi rilassato alcuni minuti più tardi, si muove in coordinazione con i movimenti di bacino del demone; le loro bocche si cercano per sigillare il momento di estasi che stanno provando, le loro pelli completamente in contatto fanno eccitare ancora di più le due creature sovrannaturali, entrambi non hanno intenzione di fermarsi o di velocizzare i movimenti, anche quando mancano solo poche spinte per raggiungere il climax.
Una calda sensazione liquida si propaga nella carne di Aziraphale, terminando poi sullo stomaco di Crowley, le due creature si stringono fortemente, rilassando i loro battiti cardiaci, respirando l'odore dell'altro, chiudendo gli occhi per godere ulteriormente del ricordo di quello che hanno appena trascorso assieme; Aziraphale intreccia le dita ai capelli di Crowley, mentre il demone non smette di passare le mani lungo la schiena dell'angelo.
"È stato... Bello?"
"Sì, tesoro--" l'angelo gli scocca un bacio sulla testa, "È stato meraviglioso."
Crowley aumenta la forza dell'abbraccio, baciando il segno del morso che ha lasciato sulla pelle di Aziraphale.
"M-mi dispiace per questo. Lo faccio sparire immediatamente."
"Non preoccuparti, caro, ci penserò io, anche a quei graffi sulla tua schiena."
Crowley nega con la testa, "No, sono sicuro che non ci vorrà molto prima che guariscano da sé. Non c'è bisogno di un miracolo."
Aziraphale sospira e sorride con tenerezza, "D'accordo."
Anche se entrambi si sentono un po' in colpa per quelle ferite, nessuno dei due vuole vederli scoparire, infatti Aziraphale non utilizzerà alcun miracolo, mentre Crowley immaginerà che quei graffi esistono da sempre, segni indelebili dell'amore che il suo angelo prova per lui.


"Non hai idea quanto tempo ho aspettato per fare... Questo."
Disteso sul petto di Aziraphale, in uno stato di dormiveglia, Crowley alza la testa, sorridendo furbamente. "Fammi indovinare. Dalla notte del Blitz?"
"Molto prima, in realtà," Aziraphale svia lo sguardo e tamburella le dita sulla colonna vertebrale di Crowley. "Parigi," confessa, sfregando una mano sulla gamba per calmarsi.
Un lungo silenzio s'espande nella camera da letto e più tardi una voce infernale urla un COSA?!, facendo tremare le povere piccole piante del demone.
"N-Non mi puoi biasimare, Crowley." Aziraphale prova a giustificarsi alzando le mani in segno di resa, "Vestivi quegli abiti succinti, ed eri seduto anche in una posizione poco consona e--Oh, andiamo, non guardarmi in quel modo!"
"Ho tutte le ragioni per guardarti in questo modo, angelo! Sssei cosciente di quello che significa?," chiede alzando la voce un paio di toni e con un'espressione offesa sul viso.
Aziraphale aggrotta lo sguardo e sposta velocemente lo sguardo a destra e sinistra, alla ricerca di una risposta plausibile. "Temo di no, mio caro," confessa con un timido sorriso.
"Che tutto il tempo, in cui ho cercato di farmi notare da te, è andato sprecato, bastava che indossassi vestiti del diciottesimo secolo e sarei stato un prelibato boccone da gustare!"
Dopo quella frase, l'angelo non smette di ridere, abbracciando Crowley da dietro, il petto contro la schiena dell'altro, impedendogli d'andare via, come la classica prima donna ferita nell'orgoglio che è Crowley.
"Ti cosssterà parecchio, angelo." sibila il demone a braccia incrociate.
"Sì, lo so."
"Dico sul serio!"
"Qualunque cosa tu voglia, mio caro."
Un altro paio di baci e coccole e l'angelo sarebbe stato perdonato.






*Chronicles From The Future: The amazing story of Paul Amadeus Dienach

La shot era nata per un altro slot del bingo, ma le cose m'hanno portata a cambiare le carte in tavola, spero che vi sia comunque piaciuta. Grazie per aver letto, commentato lo scorso capitolo, messo la raccolta tra le preferite, le ricordate, le seguite! ^^ alla prossima :*

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Capitolo 3
*** It's our Paradise and we don't lose it ***


Piccola premessa: durante la notte, più Crowley diventerà un serpente, più perderà la capacità di parlare, quindi prima ci saranno molte ssss, poi V diventa F, le T diventeranno THHHH (pronunciate come in inglese think), le R scompariranno, diventerà molto difficile capirlo.






"Bene..."
Aziraphale si voltò di nuovo per cercare con lo sguardo Crowley, trovandolo poi appoggiato ad una parete con le mani dentro le tasche, sembrava non stesse guardando l'angelo.
"Suppongo tu vada a dormire, vero?"
Crowley annuì, "Già," sussurrò con voce roca.
Aziraphale guardò il pavimento, torturandosi le mani, si sentì un po' stressato e stanco... Era stata una lunga, lunga settimana.
"'Notte angelo."
Crowley parlò per primo e si diresse verso la sua camera da letto ma, prima che potesse chiudere la porta, il demone schioccò le dita ed apparvero cinque libri e una coperta di lana bianca accanto al divano di pelle nera.
"Grazie, caro. Buona notte."
Aziraphale non ci rimase male per la mancata risposta del demone, guardò la cucina ed era sicuro che una tazza di tè nero potesse rilassarlo; non era stato facile affrontare Gabriele, ancor meno Satana (anche se, in verità, era stato Adam ad affrontare il padre ultraterreno), non era più abituato a combattere, aveva dato via la sua spada, non era un angelo a cui piaceva la guerra, certo, certo, era convinto che si potevano usare le armi, ma solo se fossero state nelle mani giuste e ci fosse stata una giusta causa. Ma l'Armageddon ancora non risultava nella sua personale lista personale di buoni motivi!
Il bollitore riscosse Aziraphale dai suoi pensieri, gli ricordò che non era il momento di pensare alla-quasi-fine-del-mondo, aveva bisogno di riposarsi e, grazie a Crowley, poteva farlo con degli ottimi libri, una tazza di tè fumante e il calore di una soffice coperta.
Crowley.
Quando tornò in soggiorno, Aziraphale rivolse gli occhi alla camera da letto del demone, comincio a respirare con fatica mentre il suo cuore umano iniziava a battere più forte... Oh, Altissimo Onnipotente, Aziraphale stava per perderlo... Il suo... Il suo demone, il suo alleato, il suo amico, il suo... Amato... Aveva avuto paura che Crowley avesse potuto usare l'Acqua Santa per uccidersi, ma Buon Cielo, non poteva permettere all'Inferno di uccidere Crowley perché aveva fraternizzato col nemico, boicottando la guerra tra Sopra e Sotto... Oh, Dio, non poteva... Non poteva stare fermo e guardare di nuovo l'esecuzione del demone, questa voltala sua ultima e definitiva esecuzione... Ricordava ancora la Caduta, quelle grida, quelle preghiere, quelle domande... Lo terrorizzavano... Quella volta Aziraphale non poteva fare nulla, ma adesso... Adesso poteva fare qualcosa per salvare Crowley! C'era speranza! Lui poteva! L'angelo era sicuro che Dio avesse accettato il suo piano, altrimenti sarebbe successo qualcosa alla sua anima angelica, giusto?
Senza pensarci due volte, Aziraphale posò la tazza sul tavolo ed era pronto ad aprire la porta della camera del suo demone, non sapeva cosa l'aspettava...

Stupido! Cazzo! Idiota! Merda! C-cosa diavolo stava andando a fare-nghFHJGDSAAAAHHHHHRRRGHHHHH!
Il demone si voltò, e rivoltò, e rivoltò di nuovo sul letto, le coperte lo coprivano come un bozzolo fin sopra la testa, non riusciva a fermare i suoi pensieri, cazzo! Merda! Doveva dormire! Se lo era meritato! Dopo una fottuta settimana stressante! Dopo aver trascorso undici anni dietro un bambino che non era l'Anticristo, l'Avversario, il Cacciatorpediniere dei Re, l'Angelo del pozzo senza fondo, la Grande Bestia che si chiamava Drago, il Principe di questo mondo, il Padre delle bugie, la progenie di Satana e il Signore delle tenebre! Dopo aver passato seimila anni in cui-AAAAAAGGGGGGHHHHHH! CAZZOOOO!
No, no, no, no, no, no, diavolo no! Aveva bisogno di smettere di pensare, ne aveva bisogno... Lui ... Crowley non... Non era abbastanza forte da pensare... Non oggi... Non questa notte... Si sentiva stanco... Svuotato... Non voleva che Aziraphale avvertisse il suo disagio... Il suo angelo... Era tornato... Era tornato da lui... Dopo la loro discussione era tornato. Da lui. Dopo che la libreria era stata bruciata. Era tornato. E non solo, aveva deciso di passare la notte nell'appartamento del demone, entrambi sotto lo stesso tetto. Quell'angelo stupido eppure così intelligente era accanto a lui. Cosa potrebbe accadere se Aziraphale avesse visto quella statua? Ricordava il Blitz? Oh no, per favore qualcuno da qualche parte, no! Non lo voleva! Non voleva parlare di nulla, non della sua tristezza quando aveva pensato che Aziraphale si fosse smaterializzato, o peggio ancora, ucciso per davvero, non voleva parlare del suo desiderio di fuggire su Alpha Centauri, entrambi, da soli, insieme, perché solo quello contava all fin fine. Ma noooo, il suo angelo doveva fare la cosa giusta, aveva rifiutato Crowley, due volte, forse anche di più, tutto il tempo trascorso insieme aveva sempre rifiutato Crowley! Il "Vai troppo veloce per me, Crowley" mormorava nella sua testa, il "Non esiste alcuna nostra fazione, Crowley" gli urlava in testa, e altre frasi ancora, ognuna di esse rendeva la Caduta una passeggiata tra i campi in fiore, quindi perché cazzo il demone continuava ancora a sperare? Perché?! Non doveva! Era un demone! E un demonio non poteva provare un sentimento come la speranza!
Il demone represse il desiderio di gridare la sua frustrazione, si morse il labbro e si abbracciò, graffiandosi la pelle delle braccia con le unghie, dannazione! Basta! Per favore, basta... Anche se Aziraphale aveva accettato di rimanere per la notte, non significava niente. Domani sarebbero stati ancora un angelo e un demone. Domani sarebbe stato ferito da un altro No, un'altra frase avrebbe stabilito che non potevano essere amici... Perché erano di due diverse fazioni, non c'era alcun noi, nessuna nostra parte, niente di tutto ciò era mai esistito per il suo angelo, altrimenti perché--

La porta si aprì e proprio perché aveva paura di essere preso da qualcuno dell'Inferno, Crowley si sedette sul letto e sibilò feroce, pronto a combattere, da solo, di nuovo, senza il suo angelo, per essere libero.
"C-Crowley, caro."
Il sibilo cessò.
"Sono io."
Aziraphale vide un serpente umanoide con delle grandi ali nere aperte per instillare paura in chi le avesse guardate, due occhi gialli lo guardavano.
"Che cossssa vuoi?"
"Dovevo parlare con te, mio caro."
Oh, certo, aveva bisogno di parlare, a che riguardo? Assicurarsi che non ci fosse una collaborazione tra loro? Che dopo tutto questo tempo non sarebbero mai potuti essere amici? Che nonostante questi fottutissimi seimila anni non poteva sperare di essere felice con il suo migliore amico?!
"Fffathhhhhene."
"Cosa?"
"Lasssciami SSSSOLO!"
Aziraphale non se ne andò, sapeva che Crowley non gli avrebbe fatto del male, perciò fece un passo avanti, deciso ad aiutarlo.
"Hai avuto un incubo?"
"Asssirafffffale."
"Posso aiutarti, Crowley, se vuoi."
"È cosssssì diffffffisssssile da capihhhe?"
"No, è abbastanza semplice. Ma non stai bene, guardati."
Crowley sollevò un braccio e notò le squame nere e rosse al posto della pelle umana e lunghi artigli neri avevano sostituito le unghie, stava perdendo la sua forma umana, ma non importava, tutto quello che voleva era essere lasciato solo e in pace; due mani ben curate raggiunsero timidamente la sua mano e la strinsero piano, il serpente alzò lo sguardo, quegli occhi azzurri gli sorridevano, ma lui evitò di guardarlo troppo a lungo.
"Crowley?"
Gli occhi del demone non lo guardavano e Aziraphale sospirò.
"Mi dispiace, caro," iniziò a parlare, "Per non aver creduto in te."
L'angelo cominciò ad accarezzare la spalla di Crowley, lentamente, gentilmente, mentre si scusava per tutti gli errori che aveva commesso.
"Non puoi esssssere ssssserio."
"Ho mai scherzato con i tuoi sentimenti?"
Crowley alzò la testa senza dire una parola, la risposta era dentro quegli occhi gialli.
"Io... Mi dispiace davvero, davvero tanto. Voglio, realmente, non averti detto quelle cose brutte."
"Ti ho salvato a Parigi..."
"Lo so."
"Ti ho ssssalfffato, la notte del Blitsss."
"Lo so."
"Ssssono ffffenuthhho in quelllll dannnathhhhho ae'opo'thhhho pe'sssè thhhu e'i llllì!"
"Lo so, Crowley."
"HO ATTHHHHAFFFFEHHHSSSSATHHHHHO UN ANELLLLLO DI FFFFFUOSSSSSSO PHHHHHEHHHH TE!"
"LO SO, HO VISTO LE CONDIZIONI DELLA BENTLEY."
"MMMA THHHHHU PHHHHENSSSSSI ANSSSSSOHHHHA SSSSSSE IO NON SSSSSIA ABBBASSSSSSSTHHHHHHANSAAAAAA PHHHHHEHHHH THHHHHE!"
Guidato dalla rabbia, dalla frustrazione, dalla consapevolezza e dalla disperazione, Crowley afferrò Aziraphale per il colletto della camicia e lo sbattè contro il muro, questa volta dimenticandosi che non aveva alcuna intenzione di ferirlo; il suo corpo era diventato quasi completamente quello di un serpente, l'unica cosa che era rimasta ancora umana era la presenza delle mani.
Aziraphale in quel momento ebbe un po' paura, non per la propria salvaguardia ma per quella di Crowley, aveva ferito così nel profondo il demone con le sue parole e le sue negazioni? Era stato uno stupido a non accorgersene prima, troppo spaventato dalla reazione del Paradiso che a malapena riusciva a vedere ciò che aveva provocato a Crowley; una lacrima scese lungo la guancia mentre con la mano si coprì la bocca per soffocare un singhiozzo e nascondere il labbro tremante.
"FFFFFFHHHHHHHHSSSSSSSSSSPHHHHHHHHSSSSSSTHHHHHHHHHSSSSSSSSSSS!!!," questa volta, Aziraphale aveva compreso quello che urlava Crowley osservandogli gli occhi, senza più concentrarsi sui sibili ormai incomprensibili. L'angelo avvertì il bisogno di abbracciare il suo demone.
"Crowley, caro... Tu... Oh, tesoro..." con l'altra mano, l'angelo raggiunse il muso del serpente e si sentì sollevato quando il demone accettò quel tocco.
"Mi... Mi perdonerai, caro? Lo so cosa ho fatto, e mi pento di tutto, dal primo all'ultimo, tutto ciò che ti ha fatto male, io... Oh, Crowley, vorrei non averti mai detto quelle cose orribili."
La mano di Crowley, molto lentamente, accarezzò quei morbidi ricci biondi, decidendo poi di posare il mento sull'incavo del collo di Aziraphale.
"Non sssssono arrrrabbiathhho con thhhhe."
Ma con me stesso, Aziraphale riuscì a percepire la fine della frase e cominciò a toccare la schiena del suo serpente, lì dove erano le ali, nel tentativo di alleviargli lo stress.
"Lo so, e non devi essere arrabbiato nemmeno con te stesso," gli sussurrò con le lacrime agli occhi, "Non ho mai, mai, pensato che non fossi abbastanza per me. Per me, non importa più se sei un demone e io un angelo, di due fazioni opposte, siamo noi, d'ora in poi, molto probabilmente lo siamo stati findall'inizio, se, se io fossi stato più sicuro e coraggioso, e onesto... Comunque, siamo dalla stessa, unica parte, e non vorrei che fosse diversamente."
Con il passare del tempo, il corpo di Crowley ritornò più umano, rimasero solo le sue ali nere, e l'angelo colse l'occasione per accarezzarle, mandando leggeri brividi di piacere lungo la schiena del demone.
"Conosco un modo per salvarti dall'Inferno."
Il demone ghignò strafottente, "Non hai detto, un momento fa, che non ti importava più che ero un demone?"
"Non quello, voglio dire... Ascolta, avevi detto a Parigi che l'Inferno non usa un semplice ammonimento se... Non fai bene il tuo lavoro..."
"S-sì?"
"Probabilmente useranno l'Acqua Santa e tu..." Aziraphale temette di continuare e si sentì perso, "E tu non..."
"È certo che Hastur avrà riferito quello che ho fatto a Ligur."
"Ma se... Se sarò io, al, al posto tuo, tu sarai salvo."
Crowley lo guardò allarmato, "Aspetta, cosa?," poi gli afferrò gli avambracci, "No, non posso lasciarti fare questo."
"Non ci sono altre soluzioni, Crowley."
"Ci dev'essere, non ti lascio affrontare da solo Belzebù, Hastur, Damon e altri!"
"Lascia che ti ripaghi il favore di avermi salvato la vita più di una volta."
"No, assolutamente no. Angelo, non hai idea di cosa sia l'Inferno. Se scoprissero che li abbiamo ingannati--" non finì la frase, preferì avvicinarsi ad Aziraphale, nel tentativo di fargli cambiare idea, non voleva immaginare l'angelo bruciato vivo, doveva ancora superare quelle emozioni che aveva provato nella libreria.
"Non credevo che avevi paura di essere ferito da qualcuno meno alla moda di te."
Le labbra del demone divennero una sottile linea.
"Non ho paura. Ma cosa faranno ad un angelo? Il Fuoco Infernale sarà accanto a loro."
"Shhh, tranquillo, caro. Sono un Principato."
"Sempre un angelo rimani."
Aziraphale sorrise con affetto e continuò a far scorrere la mano lungo la schiena del demone, su e giù, e senza dire una parola a Crowley, modificò le fattezze del proprio corpo, diventando più magro, più alto, avvertì persino i capelli lisciarsi e diventare rossi, era abbastanza difficile modificare gli occhi, ma con un po' di pazienza ci sarebbe riuscito.
"Ecco fatto, in questo modo non sapranno mai del nostro piccolo segreto."
Era strano parlare con la voce di Crowley, e il vero demone alzò la testa inorridito, "No, no, no. Asssiraphale, ritorna normale."
"No caro."
"Angelo, per ffffavore..." prese quelle guance tra le mani, "Ti supplico. È molto insolito per un demone, quindi ascoltami."
"Mi implori anche con i miei trucchi magici."
"È diverso, non ti voglio--"
"Andrà tutto bene, ragazzo mio, abbi fede in Dio."
"Chiedi troppo. E non parlare di Lui con la mia bocca!"
"Allora, credi in me, fidati di me, non lascerò che distruggano il mio amato."
Il cuore di Crowley perse un battito, le sue guance diventarono completamente rosse e le sue pupille si dilatarono, "I, il tuo cosa?"
Aziraphale emanò un sorriso radioso, anche con una corporazione diversa, "L'Inferno dovrà passare sulla mia anima, prima che possa torcerti un capello."
Crowley si arrese, non riuscì a combattere contro il coraggio del suo angelo e fece un sorrisetto prima di cambiare anche lui fattezze, e quando il vero Aziraphale lo vide un'espressione interrogativa gli comparve sul viso, "Se pensi che lascerò tutto il divertimento a te, ti sbagli di grosso."
"Non credo che il Paradiso sarà così drastico con me."*
"Hai visto quel bastardo? Era così incazzato per il Non-Armageddon."
"Il Non-Arma-- non usare quelle brutte parole con la mia bocca!"
Crowley, con i lineamenti dell'angelo, si avvicinò ad Aziraphale e posò una mano giocosa-e-non-del-tutto-innocente sul petto del demone, guardandolo maliziosamente: "Altrimenti, cosa farai, demonio? Tentarmi?"
Aziraphale sorrise nella stessa maniera, "Ho un'idea migliore, mio caro angelo," prese Crowley e lo adagiò sul letto, aprendo le ali bianche e proteggendo entrambi.
Quando si sentirono al sicuro, per il momento, e dopo aver smesso di ridere del loro scambio di corpi, un silenzio imbarazzante si fece strada tra le due creature, si guardarono negli occhi timidamente, i loro cuori battevano furiosamente, quando Aziraphale scese verso Crowley, chiudendo lentamente le palpebre e le loro bocche si incontrarono.
"S-scusa!," Aziraphale interruppe il bacio dopo aver realizzato ciò che stava facendo, tornando inavvertitamente con le solite fattezza.
"Perché caz--"
"Linguaggio."
"... Cavolo, ti sei fermato?"
"Sono andato troppo veloce, non dovremmo saltare i diversi passaggi."
Aziraphale era sicuro di non aver mai fatto, in seimila anni, una faccia di rimprovero come quella che aveva di fronte, ma poi vide di nuovo il vero viso di Crowley.
"Angelo, forse abbiamo solo questa notte, forse domani ci prenderanno e ci distruggeranno entrambi, o ci costringeranno a non tornare più sulla Terra... Vuoi davvero sprecare quest'opportunità preoccupandoti di andare troppo veloce o troppo lento?"
Aziraphale provò un po' di tristezza e paura a quella domanda, ma poi annuì, "Hai ragione, tesoro."
Fu la volta di Crowley di baciare l'angelo, e continuarono, facendo anche altro, avevano solo una notte per stare insieme e essere al sicuro, per recuperare seimila anni di tempo perduto; per una volta non sarebbero stati un angelo e un demone pronti a combattere per la propria salvezza e felicità, volevano solo essere due creature innamorate che desideravano fondersi in un solo corpo.





Quando Aziraphale vide Sandalphon, Uriel e gli altri prendere il falso angelo, notò quello sguardo spaventato in quei falsi occhi blu, non riuscì a trattenere un grido "Fermi! Fermatevi!," e li inseguì.
Crowley non meritava un'altra punizione dal Paradiso solo perché era diventato amico di un angelo, Sono io il vero Aziraphale, prendete me! Crowley è innocente!, pensò. Ma qualcuno lo colpì dietro la testa e presto tutto divenne buio.



Grazie per aver letto! ^^

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