Prendi me, scegli me, ama me.

di Lucrezia_95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Ti amo e non lo sai (missing moment 1x08) ***
Capitolo 2: *** 2.Perdonami, per favore (missing moment 1x18) ***
Capitolo 3: *** 3.Come back, I still need you (missing moment 1x21) ***



Capitolo 1
*** 1.Ti amo e non lo sai (missing moment 1x08) ***


1.      1. Ti amo e non lo sai (missing moment 1x08)

 

«Non mi dispiacerebbe mettere le mani su Thor, è stupendo!»

«Sì, è belloccio ma…»

«No. È stupendo!»

 

Le parole di May gli scavano un solco profondo nel petto, un solco molto più profondo e doloroso di quello provocatogli dallo scettro di Loki.

Phil Coulson ha sempre amato Melinda May, sin dal loro primo incontro, sin da quando lei era ancora sposata con Andrew. L’ha amata quella notte in Bahrein, quando si è lasciata andare, fragile, alle emozioni e lui l’ha tenuta stretta per farle capire che non era sola, che se le fosse servita una spalla lui gliene avrebbe date due. Le avrebbe dato tutto, le darebbe tutto, ma la cosa più importante che Phil Coulson possieda Melinda May l’ha già da tanti anni, solo che non se ne è mai accorta.

Lui ci ha provato ad avvicinarla, più di una volta, a cercare di instaurare un rapporto diverso da quello tra colleghi, ma Melinda May è stata sempre sfuggente.

Quando ha messo insieme la squadra ha fatto in modo di averla al suo fianco, un po’ per egoismo, certo, ma non si può negare che lei sia una degli agenti più gamba che lo S.H.I.E.L.D. abbia, forse seconda solo a Natasha Romanoff.

Quelle parole, quei complimenti riferiti a Thor lo hanno dilaniato. Probabilmente May scherzava e basta, e la sua era solo una battuta buttata là per solidarietà femminile con Skye. Tuttavia, Phil Coulson non è riuscito a lasciarsele alle spalle, continua a rimuginarci sopra e a chiedersi se riuscirà mai a conquistarla quella donna. Lui non è certo come Thor, non è un dio, non è alto né muscoloso…e soprattutto non sarà mai in grado di mettersi in mostra come lui.

Osserva Melinda da lontano e si chiede se lei sia mai accorta, in quelle occasioni in cui i loro occhi si sono incrociati, di essere tutto per Phil, che lui le ha dato il suo cuore senza chiedere nulla in cambio.

Phil Coulson quella notte, sull’aereo, mentre tutti dormono, vorrebbe avere più coraggio e meno timore di prendere una porta in faccia. Vorrebbe alzarsi dal suo letto, da quelle coperte sgualcite dal suo continuo rigirarsi in cerca del sonno, bussare alla cabina di Melinda e dirle tutto, dirle che la ama da così tanto tempo da non essere più in grado di immaginare una giornata senza neanche osservarla mentre pratica taijiquan o da lontano, mentre si tiene in allenamento con Ward.

Angolo autrice:

salve a tutti! Sono nuova in questo fandom! Questa storia si compone, come ho già scritto nell'introduzione, di tre capitoli. Sono già tutti e tre scritti quindi si tratta solo di pubblicarli. Fatemi sapere cosa ne pensate perchè avrei in mente un seguito ma vorrei prima vedere come vengono accolti questi tre.

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Capitolo 2
*** 2.Perdonami, per favore (missing moment 1x18) ***


Eccoci al secondo capitolo, spero che il primo vi sia piaciuto. Il prossimo, e conclusivo, capitolo sarà più lungo. Spero che questi piccoli missing moments vi piacciano, mi rendo conto di avere uno stile di scrittura molto, diciamo, punteggiato in alcuni punti. Mi auguro, tuttavia, che questo non vi sia d'ostacolo nella lettura. Come avrete modo di notare i punti di vista cambiano tra questi primi due capitoli e, come vedrete, cercaranno di fondersi nell'ultimo. Se vi piace quello che leggete lasciatemi un feedback, mi farebbe davvero molto piacere.

2. Perdonami, per favore (missing moment 1x18)

«Brava. Ora fuori dal mio ufficio.»

Fa male. Fa dannatamente male, più del Bahrein, più della rabbia riportata a galla dal bastone del Berserkr, più di qualsiasi altra ferita che abbia mai riportato in missione.
Fa male e Melinda May non è la “guerriera dal cuore di ghiaccio”, come l’ha definita Lorelai, che tutti credono.
Fa male e quando esce da quella stanza, su quell’areo ridotto in pezzi, consapevole che probabilmente non riavrà mai la fiducia, né tanto meno il perdono, di Phil Coulson, Melinda May si rinchiude nella cabina di pilotaggio e non può dire di non aver visto gli sguardi perplessi dei suoi compagni di squadra al vederla passare di corsa e a testa bassa.
Si chiude alle spalle la porta, si siede, toglie i comandi manuali e riprende il controllo dell’aereo. Spera che questo possa distrarla.
Cinque, dieci, quindici minuti. Non arriva a venti che deve reinserire il pilota automatico perché le lacrime le offuscano la vista. Non è poi così insensibile come tutti credono, così poco “Calore Umano”, come l’ha definita Skye, una volta.
Lei vorrebbe tanto riavere la fiducia che non ha più, vorrebbe davvero tornare ad avere un rapporto con Phil, pensa, guardando le nuvole davanti a sé.
Continua a pensare, Melinda May, continua a farlo mentre le nuvole scorrono sotto l’aereo e può solo sperare che riusciranno in qualche modo a cavarsela nuovamente perché lei avrebbe un’infinità di cose da dire a Phil, da confessargli, ma sa che non ne avrà mai il coraggio se i suoi occhi continueranno a guardarla in quel modo. Osserva il cielo azzurro fuori dall’aereo e non si accorge di scivolare lentamente nel sonno del dolore con un altro tipo di azzurro in mente.

 
Vorrebbe non essere così tanto stanca in modo tale da riuscire ad aprire gli occhi quando sente qualcuno entrare in cabina di pilotaggio, vorrebbe avere il coraggio di mostrarsi per quello che è, una donna che ama un uomo da tanti anni, quando Phil, riconoscerebbe quel passo leggero anche in mezzo a uno scontro a fuoco e il suo profumo anche in un campo di lavanda, le toglie gli occhiali scuri da volto e le slaccia la cintura. Vorrebbe essere meno May e più Melinda quando lo sente sospirare e sussurrare, a bassa voce, “Scusa, avrei dovuto crederti. Avrei dovuto capire che non eri tu il nemico, ero troppo accecato dalla rabbia per rendermi conto che in realtà mi hai sempre protetto. Scusa, Melinda, per tutto quello che ti ho detto, per averti puntato una pistola carica contro e averti sparato. Scusa, se non sono l’uomo che vorresti che fossi. Scusa, se sono un codardo che dice tutto questo a una donna addormentata perché non ha il coraggio di dirglielo quando è sveglia.”
Vorrebbe avere il coraggio di mostrarsi sveglia quando sente una goccia caderle sulla guancia e la mano di Phil regalarle una carezza per asciugare la sua stessa lacrima.
Vorrebbe non essere così ingenua da muoversi per assecondare quel tocco, perché almeno non farebbe scappare Phil, sicuramente timoroso di doverla affrontare da sveglia.

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Capitolo 3
*** 3.Come back, I still need you (missing moment 1x21) ***


Eccoci giunti alla fine. Come vi avevo già preannunciato, questo capitolo conclusivo sarà più lungo dei precedenti. Spero davvero che vi sia piaciuto quello che avete già letto e che vi piaccia anche la conclusione. Io avrei una mezza idea per un seguito ma ancora è molto nella mia testa e devo capire bene come realizzarlo dal momento che lo pubblicherei solo una volta finito di scrivere, esattamente come ho fatto con questi tre capitolo, in modo tale da avere degli aggiornamenti regolari. Purtroppo con gli studi universitari non riesco a stare dietro con costanza a quanto scrivo, molte cose, infatti, sono sepolte nella memoria del mio computer in attesa di vedere la luce...senza contare che sono una persona eternamente insoddisfatta di quanto scrive. In ogni caso, spero di leggere i vostri commenti, fatemi sapere soprattuto se notate errori di battitura in modo tale da correggerli!


3. Come back, I still need you (missing moment 1x21)

 
«Speravo saresti tornata da me.»


Quando finisce di guardare il video che May ha trovato, Phil Coulson va in pezzi e l’unica cosa che riesce a fare è fissare lo schermo del portatile davanti al suo volto.
C’era lui dietro al progetto T.A.H.I.T.I., lui aveva avuto l’idea dell’impianto dei ricordi, lui era la causa di tutti i suoi stessi problemi. In quel momento è come se il mondo intorno fosse fermo, Phil Coulson non riesce a pensare a niente, neanche a quanto gli sia scoppiato il cuore di gioia alla vista di May nella stanza, è immobile e si riscuote solo quando la mano della donna si poggia sulla sua spalla.
“Io ci tengo molto a lei, Phil”, gli aveva detto mentre lui, convinto che lei fosse dalla parte del Chiaroveggente, le medicava la spalla. La sua mano raggiunge quella della donna alle sue spalle, immediatamente seguita dallo sguardo.
“Sono con te, comunque vadano le cose. Sarò al tuo fianco”, sembrano dire questo gli occhi di May e Phil va definitivamente in pezzi. Prima una poi copiose le lacrime escono dai suoi occhi, perché in quel momento ha capito di non avere più alcuna certezza, tranne la presenza di quella donna. La mano di May si sposta leggere e va a prendere quella di Phil, lo fa alzare e lo conduce a sedersi sul letto. Poi si siede accanto a lui e guardandolo capisce che non era Ward quello che voleva, o qualcun altro, era Phil. È sempre stato Phil, sin dal Bahrein, sin dal loro primo incontro vent’anni prima.
Le lacrime continuano a scorrere sul viso di Phil ma lui sembra come paralizzato e Melinda decide, per una volta, di mettere a tacere la ragione e di dare retta al cuore. Azzera la distanza e costringe Phil a guardarla e, di nuovo, lui si sente spiazzato da quello sguardo, uno sguardo che è umido di lacrime trattenute ma che sembra volergli dare tutta la sua forza. Le labbra di May sono delicate e impalpabili quando si appoggiano su quelle dell’uomo distrutto sedutole davanti.
È solo un attimo, un contatto leggero e lei si allontana di nuovo ma Phil ora la guarda, confuso.
«Perché?» si limita a chiedere con un filo di voce.
«Tengo a te più di quanto io abbia mai ammesso anche a me stessa, Phil, più di quanto io mi sia lasciata sfuggire giorni fa sul BUS…»
È sempre stata una persona molto diretta Melinda May e quella sera lo è molto di più. Phil abbassa un attimo lo sguardo, per rialzarlo dopo alcuni secondi. Secondi che per Melinda sono interminabili e durante i quali pensa di aver commesso un grosso errore. Ma quando quegli occhi tornano a posarsi su di lei quello che vi legge dentro è indescrivibile e non è neanche certa di comprenderlo pienamente.
«Lo stesso vale per me, spero di dispiaccia questo…» confessa Phil mentre si sporge nuovamente verso di lei per cercare ancora una volta quel contatto.
Ed entrambi sentono il cuore scoppiare di gioia e d’amore, e il cervello spegnersi, quando si rendono conto che l’altro ricambia con più passione di pochi minuti prima. La necessità di aria li porta ad interrompere quel momento ma non si allontanano poi molto e dopo poco sono di nuovo lì, a baciarsi come due adolescenti alla prima cotta. Tra un sorriso e un bacio si rendono conto di essere finiti semi sdraiati sul letto, con Phil che si è trascinato Melinda contro e Melinda che gli ha inconsciamente allentato la cravatta.
«Melinda…»
«No…non ora. Non parlare, Phil.»
Sono parole che hanno il potere di ammutolire davvero Phil Coulson ed entrambi hanno il coraggio di ammettere i sentimenti reciproci, lasciandosi andare. Consapevoli della tempesta fuori dalla porta ma incuranti di essa.
E i vestiti vengono tolti, i respiri si confondono e quell’amore taciuto troppo a lungo viene reso reale. Pelle contro pelle, bocca su bocca, corpo contro corpo e per entrambi, finalmente, una notte di pace dopo tanto tempo.
«Credo che dovresti smetterla di chiamarmi “signore”, non pensi?» asserisce Phil quando il respiro di entrambi si è calmato e mentre accarezza la schiena di quella splendida donna accoccolata contro il suo petto.
«Tu promettimi che non dubiterai mai più della mia lealtà. Non hai idea di quanto io abbia sofferto, non hai idea di quanto io ti…»
«Io ti amo, Melinda May, e spero solo di non averlo capito troppo tardi.»
Il sorriso che Melinda rivolge a Phil dopo quella confessione è quanto di più bello lui abbia mai visto e una mano, l’altra continua a sfiorare la pelle della donna, corre ad asciugarle una lacrima dispettosa, testimonianza che Melinda May sa amare con la stessa forza con cui si batte.
«Ti amo anch’io Phil e non sai da quanto tempo io volessi tutto questo.»
La tira ancora più contro di sé, Phil Coulson, e con una mano si allunga a spegnere la luce chiedendosi se i ragazzi, da fuori, si siano resi conto di quanto appena accaduto dentro la stanza, e rispondendosi che, tutto sommato, non gli importa, perché Skye probabilmente l’aveva già capito.

La mattina successiva li trova ancora abbracciati e quando Phil riprende coscienza, ancora ad occhi chiusa, e sente il calore di Melinda tra le sue braccia non può fare a meno di pensare a quanto sia fortunato ad avere l’amore di una donna come lei.
«Buongiorno, dormito bene?» Le chiede appena la sente muoversi.
«Mai dormito meglio.» Risponde lei.
Melinda alza la testa dal petto di Phil, e un po’ gli dispiace, perché il battito del suo cuore l’ha cullata tutta la notte ed è stato capace di cancellare tutto il dolore, anche quello del Bahrein, anche quello che si porta dentro dal bastone del Berserkr.
«Ti amo, Phil.»
E lui sorride, felice per quelle parole che pensava non avrebbe mai sentito, in pace con quella meravigliosa donna stretta a sé, innamorato come non mai.
«Anch’io, dovrò abituarmi a questo lato di te.»
E la risata che gli vibra nel petto contagia anche Melinda che, per tutta risposta, si allunga un po’ di più su di lui e gli regala un altro bacio.

Quando raggiungono i ragazzi sanno che sui loro volti si legge a chiare lettere quanto accaduto la sera precedente e quella stessa mattina quindi fanno ben poco per nasconderlo.
Skye li guarda compiaciuta, “lo sapeva, come pensavo” si dice Phil, e ben poco preoccupata di nascondere la propria gioia nel vederli arrivare insieme e con le mani intrecciate.
Fitz si becca una gomitata da Simmons, “quando vi darete una svegliata voi due?” si domanda Melinda, che era certa che tra i due ci fosse qualcosa.
Triplett li osserva in disparte, consapevole di essere l’ultimo arrivato e di dover ancora capire tutte le dinamiche di quella squadra che si intende con uno sguardo.
Nessuno dice nulla, in fondo tutti sapevano che prima o poi sarebbe successo, e mentre espongono il piano per entrare alla Cybertech Phil non può fare a meno di cercare Melinda con lo sguardo e la trova bella con mai e lei gli rivolge un sorriso pieno d’amore.

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